Ro1ua, 30 Settembre 1935 - XIII
ANNO XLII
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fondato nel 1893 da .GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
Num. 39
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SEZION.E P.RATIOA REDATTORE CAPO: PROF.
CESARE FRUGONI
Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. Note e contributi : E. P escarmona : La cur a dell'occlusione inte stina!·~ post-operatoria con la prostigmina. Osservazioni cliniche : V. de Ant oni: Sopra un caso di lue f ebb ri le a cuta. Riviste generali : D. A. Mazzola ni : L'orchite e l 'orchiepididimi~e in rap11>orto all'infezione brucellare e ad altre infezioni. Sunti e rassegne: TISIOLOGIA: S. Metalnikov: I fatto ri immunitari nella tubercolosi. - M. Gandini: Collasaotera pia e tubercolosi laringea. - MISCELLANEA: P. L. Mirizzi: Discinesia e neovescicola . Cistico-duodenostom ia. - I. H. Page: Sindrom e di eccitazione diencefali ca ed ipertensione essen zialè. Divagazioni : W. Brandt: L'importan za dell'idrogeno pe· sa nt.e in a lcu ni fenomeni biologici. Notiz:ia bibliografi ca. - Cenni bibliografici. Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: La mastoidite; silente. - L'osteomiel ite vertebrale. - Per
NOTE E CONTRIBUTI OsPEnA1,E CIVILE
n' lvREA
SEZIONE CHIRURGI CA
d irel la tlal Prof. C. F. IB1ANCHETT1
La cura\ d ,ll'ocelusione intestinale postoperatoria con ];i prostig111!na. 1
Dott. ELv10
PEs CARMO NA.,
assistente
L 'occlusione intestinale ·p aralitica , che insorge r:on relativa frequenza dopo im portanti i11tfrve11ti operat ori, specie dell 'addome, si 1ntl11i fc sta con abbassam ento e talora con sospensione del tono e d ell 'attività perist alti ca dell 'inteslino , con arre.s to completo d el circo lo fe ca le. Tn consegu enza d i ciò ~i verifica una a l1norn1e diste11sione della parete intestinale co11 al te razione d el potere d i se·c rezione e di assorbin1ento dell 'i n testino stesso, con n1eteoris1110 d ovuto alla facile deco111posizio11e d el i11a leriale fecale ristag nante e con prod11zion e di soslan ze fortemente tossich e JJer l 'orga1
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Il1 Sl110.
. A seconda del g r ado dell 'occlusion e, poss1a1no di ... lin g uer e una for111a leggera (alorlia
la diagnosi di m orbo di Pott. - Dura t a della fissa· zione nella cura delle fratture della colonna vertebrale. - Indicazion i, controiJ:?-dica.zioni e risultati lontani dell'operazion e di Du:verna,y. - Sui p a terecci ossei e articolari e su i flemmoni delle guaine. - Gli scricchiolii mandibolari. - La s olfoterapia. SEME1or1cA: Variazioni fisiologich e d ella temperatura umana. - MEDICINA SCIENTIFICA: Eziologia batterica del n foetor ex ore». VARIA. Politica sanitaria e giurisprudenza : G. Selvaggi: Con- · troversie giu ridiche. Nella vita professionale : Orona-0a del movimento professionale. - Medici di bordo. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze.
Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.
scmpli'ce), u na forma media (paresi), una for 1f1 a grave (paralisi). 1.. ·atonia può, in singoli casi, accompagnari:: 1 con l o spasmo e talvolta essere da questo 11recedu ta; alla contrazione spastica che d i soJilc1 si p r odu ce dopo u n trau ma, segue di rego la uri abbass-an1cnto del tono in testi n ale ch e pu ò condu r r e· alla paresi ed alla paralisi ed uncl1e traumi di piccola entità sono sufficienti a provocare il fenoroeno coll e su e manifestazio11i più gravi, come avvien e appunto qual c he vo lta dopo atti operatori in cui il trauma dell 'intestino è stato con ogn i cura ridotto al . . IIU JlllllO.
l ~ arEl sono le forme spastiche posto:per atorie,
c.011fronto delle form e a tonich e, tuttavia Bruun ricorda un caso di enter ospasmo dopo operazione sullo ston1aco e cita pure qualch e cas· , osservato da Barth e da Burge d opo oper.t zi011i gi11ecologi ch e e da Korle dopo gastroer11 er ostotnia; an ch e l\1oro11e ha illust.r ato un Cf1t;o di enterospasmo gen er~lizzato, osservato da Tansi11i. I.a forma atonica o paralitic.1 è dunque la più frequente dopo g li atti 01Jerativi . Qul, en l.ra 110 in g ioco es~ en z ialn1ente, con1e f[1ltori eziologici , gli stimoli provocati dalla
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u JL POLICLJNICO
m :-.4 nipo)azione d e11 'intestino , ed ir1 particolare d cl 1Jeri t.011eo \·i cerale e p·a rietal e. Qu a lche Autore . astiene che anche il raffreddamento ed il disseccamento dell 'inte tino c·h e avvengor.0 durante g1i i11te1rventi, esercitano un 'infJ11en za innegabile. Altri anc.o ra dareb·b ero i11111orlanza alJo zaffamento e ad eventuali • e1110rrag1e. I .. ogicamente io cr edo che non si debba esseir e a s&olutisti in prop·o sito , e ch e si deb b.a riC<>noscf.r e a t.utti questi fattori eziologici una c0rL·1 im110rt~J11.a pote11do , a seconda dei casi , essere i'n causa ora questo , ora quello . f..a par::l lisi , una volta IJirodotta, IJuò assumere granàc estension e, inter e-ssando Lalvolta a11ct1e la µarte alta d el tubo digerettLe, flr10 ad a · ~oci arsi Ilei ca i più gra,,i alla dilatazione a c t1ta clel]o sto111ac,o . T... 'al i ivi Là n1otoria dell'intestino, è p·r ovocata da ~I i111oli cl1e part ono dalla mucosa , i quali determi11ano u11a serie di riflessi che eguono I.a vi.\ dci l)lessi nervo i intrinseci , . ., otto111u. coso di i\leis11er e n1ienterico di Auerbach: l ; ~tttività di questi ap parati r1ervosi intrinseci, è regoJ.:.l La da ' 'ie e sisten1i ne•r vosi extrai11testirLali . rapr;rese11tati dal vago (via di co11nessiune 1.Jrinc ipa le d el sistema autonomo craniale), e dal &imp·a tico p r opria1nente detto (sist erna auton omo toraco-lom1b·a re), per mezzo d ei -n0rvi ~pla11 cnici, e dei gang·li addomi11ali. E-;si rego1ano per via riflessa non solo i r11ovime11Li peristaltici e pendolari , ma anche il tono, la circolazion·e e la se.erezione intestina le. I/intestino riceve i mpulsi' antagonis l i rispet tiva111ente dai due sistemi , vago e simpatico p. d. ~unll\ rose esp·e rienze dimostrano ch e la stin1o·Ja zione dtil vago provoca dopo una breve inil·ìziorJe un aumento dei i11ovin1enti' intesti11alj; invece la sezione d e.J vago , non i:1rodal:0 n1odjficazioni notevoli della motilità. L 'azic>ne del vago per l 'i11 testino sareb be esse11zial111enle motrice, antagonista a quella del si1nrla tic0 che sarebbe inibitric:e, infatti la stimolaz ioue del n ervo splancnico, provoca l 'arrest<) di ogni mo·v imento peristaltico e p endolare ' abbassa il tono d ella muscolatura intestir1ale; quGs ta ini'bizione cessa dopo il tag lio bilaterale dello splancnico. La sti.111olazione meccanica di un 'ansa intes1i11a l e, o del periton eo parietale, provoca pu· re , i)er la si.tssa via del simpatico, inibizione dell<J n1oti'l ità intestinale. l rer1tri spi11ali del simrp atico, pel te11ue e 11er le prin1e porzioni del co·l on, sarebb ero sii u ati tra il 6° seg111ento dorsale ed il primo lon1l)are. 1F i sato il concetto patogenetico del1·o cc Iu -iou e intestina l e. paralitica, e stabi li ta l 'i11f)u e nza e enziale del si tema nervoso au1
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l.c11u111'.> si111patico e parasin11)atico, i 111etodi rli c ura sono sorti secondo un concetto 001n dP fi!1ito e si sono venuti via via perfezi·ona1tdo. J\isulL.ati favorevoli si sono ottenuti con la r:lcJ1ia11esLe5ia, studiata a lcuni anni fa da Che11u e j) uv11 l ; però ·q uesto metodo non è privo d 'i11cor1venienti, in quanto n1entre è pericoloso praticarlo in individui ipotesi, riesce ge11er;i lmenle diffi cile a farsi in amn1alati gravi, sc ltdposti d i recente a grave trauima operatorio, ed aveu ti un meteorismo di alto gr ado. (~uesto ~ i s Le1na di cura va oltre lo scopo, perch è agi ~ce 11on solo sul simp·a tico, ma su tutto il si 1.r 111a spinale per cui non è da rilener~i perfettamente innocuo; tuttavia in qt1: lr he caso la rachianestesia si usa ancora. L :<·serina cl1e è il rimedio d'elezione per il vag•J (Bruner-\\ieigand), agisce bene ed abbar:t a11za r apida 111ent e co111e riattivatore d ella peri stu lsi intestinale, ed il suo uso è sem1plicis:::;i1110. ì\1a l 'eserina con I ie·ne nella ua n1olecola com ponenti tossici per l 'org·ani mo, per cui l e tlosi n ecessarie per un 'e:fiì cace azione terape utica, ris ulk'lno nel lo stesso te·m po n ocive cau5ando essenzialmente 1111 aumento della pre:-::sio11e arteriosa, ed una din1inuzione dei li.at1ili d el cuore: di qu'Ì la necessità di studiare una sos tanza, che dell 'escrina conservasse le pro1:.rjetà farmacologiche. utili, senza poss etlrre f utlavia un compone11te tossico. AlJo scopo riesce egregian1ente la Prostign1il1a = prodotto sintetico mqlto attivo e 11on tossico. I~a Prnstjgm i11a, apr>artiene al gruppo degli nlcaloidi sin tetici , ed ha la formula di struttura m ulto sir11ile a quel Ja della fisiostig111ina Ol l <) se rin~ : ('lj
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La µrost. ign1 ina trovasi in co1nn1 er cio in fiale con tenenti un cc . della soluzione stal)i le ed isoto11ira al 1/ 2 per 1000, pari a gr. 0,0005 di sosl anza attiva .
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J )al i)u1110 ùi vi ·ta chin1ico e'"'sa è }'es tere di1netilcarban1i ni co d e l metilsol fato di n1-ossifeniìtri1n e tilan1111onio; è un con1posto cl1e a11o r1ifj ca molto diffi cilmente, e perciò n1olto più stabile d ella eserina la quale si altera facilnlente perde•n do in breve ten1po le su e }Jroprielà far1naco log·iche attive . (~ irca l 'azione farn1acologica d ella prost ig n1i11a, è stato dimostrato da Aiazzi-M.a n.cini co11 esperienze molto accurate eseguite su tratti d 'i11testi'no isolato di anin1ale, che questo alcaloide è decisamente parasimpaticotrOfJO lJOsitivo, come l 'eserina e la pilocarpina. C.olla perfusione di un tratto i11testi11ale con soluzjo11e di atropina alla concentrazione di 1 : lt'>.000.000, ~ i ri'e sce a paralizzar e n on solo il i>arasimpatico, n1a anche tutte l e ter111i11azi0ni del simpatico (Warmoes) e ciò è confern1alo dal fatto che dopo si mile trattan1ento, lilutc la p iloca rpina quanto l 'adrenalina, r e:-l.éu10 inattive s u tale segmento intestinale. l\ ncJj e su questo punto , molto int er essan ti . e pr Jb·a ljve esperi enze sono state eseguite dal lJl'l)f. J\iazzi-Mancini: 1~gli ha atropinizzato un segn1ento intesti11:1 le di ratto fino a r endere sicuramente i)aralizzate tutte le ter1ninazi6ni nervose d el sisle111a autonomo (simriatico e parasimpatico), }}Oi ha trattato con prostigrnina , ed h a os ervai o ch e questa restava assolutan1ente ineffi ca ce a con centrazioni in cui norn1almente da,ra una azione farmacolog ica intensa. L 'aggiunta di bario era suffici ent e a provocare un iperlono 1neravjgl1oso, con ripresa di un 'inten sa attivita fasica. J,o st esso A. servendosi di un segmento di LeJJ ue di ralto , 11a 11rovato ohe paralizzando con ergotamir1a tutte le tern1i•nazioni n ervose del si1npatico, n1 entre l 'aggiunta di adre11alina è i11efficace, l 'aggiunta su ccessiYa di i)ro~t ig1 r1i11 a, rialza il tono e l 'attività fasica d el pre1)arato ; quì i11fatti il parasimpatico è n ella s ua piena effi cjenza non avendo subito a lcun trattamento a1.ropinico, e ri&ponde all 'azione della prostign1ina ch e ha verso di esso u11 tropi$n10 tanto marcato. <~ on altre esperien ze, Aiazzi-1\fancini h a i11oltre dirnostrato che esist e un siner gismo fra aret.ilcolina e prostign1ina , e più an cor a fra bario e prostig·n1ina. Aes~l1liman11 e ~1. R eirtert banno constatato elio sul cuore di rana isolato , l 'azione inotropa 11egat1va della pr~stigmin a è trascurabile, n1e11tre l 'eseriua an ch e a concentrazioni inferiori arresta il cuore i11 diastole. l~orsotti e Colombo sperin1entando sull 'inLe..,li110 di conig lio banno trovato che la pro1
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SEZIONE PRATI CA
·lig111i11a eser c ita azio11 e attjva sia sulla conLrazio11c d elle fib r e lon gi tu dina li , ia ulle fibre circolari dell 'intestino. :\"oi u siarno da oltre un a11no la prostigmin a 11ella cura delle paralisi intestinali p ostorieratorie, pri1na n el R eparto Chirurgico del1'0spedalc S. ~iagi o in Don1odo sola , e poi nel .P\.eparto Chirurgico e Ginecologico del1'0spedalf' Civile d 'Ivrea, ser111)r e sotto la guidc.1 ed il con.tr oll o d e] primario prof. Bianch etti . I cas i da noi osservati so110 nun1erosi, e tutti seco11d3ri ad importanti interventi operatori sull 'addome, ed in con1plesso po ssi:amo dire di aver ottenuto oddi facenti ri ultati , conc·o rdanti in linea di n1a .:in1a co11 quelli otLe11 ut i in Italia dal Fu111agalli , dal Biolato, da Spi)l o ed all'estero da Gunter , da Walter: da ~ ch,,·erck , da 1'ourneaux, P e ler , Gouzi , ecc. ~ ja in R eparti di Cllirurgia .. ia in Reparti di Gi 11ecologia . (le r i nostri an1n1alati , no11 abbiamo se,guito w10 schen1a fi sso i1ella so111n1 ini trazione tleJla pro&tign1i11a , m <\ ci siamo serviti di dosi riù o n1eno elevate, ripetute talora due· o più volte, ed in Lempi diver si da caso a caso, a sec011da delle indicazio11 i . (~osì in un certo nu111 er o di ca i , ab biamo fatto I 'iniezione intramu colare od endovenosa di 1 re. di p1·ostigmi'na. qualch e ora dopo la O]Jerazione, od il mattino d el giorno successivo, senza attendere segni eYe11tuali d 'occlusio11e. Questo metodo ch e po ... ian10 chiama· r e µrofilatti co è utile , irt quanto , me11tre è perfettan1e11te innoc uo, riesce n ello spazio di r10c}1e ore a riattivare la p1eristal i intestinale, gt'11er.a ln1ente so·p ita dopo i grandi inter venti Sl111 ' addo111e: 1'azio11 e si n1.anifef'ta con b orbori g 111i ed en1issio11e di gas; il 2° g iorno dalla 01>erazjo11e si pratica co111e di consueto un cli!3ter e di acqua glicerin ata calda e l 'esito riesce qua.. , i sen1pre po . . itivo , con emission e di ga~ e di feci. Jn altri casi l 'iniezio11e di pro t igmina è sta ia fatta quando dopo due g·iorni dall 'inter' 'e11 to chirurgico , n o n "'i è a,·uta n è emi sione di fec,i n è di g~ , e l 'inlesti110 si n1anteneva in ca.Inia assoluta non ostante il '"'olito clistere e,·acuante. In ques ti casi si è fatto seguire circa 20' dopo l 'iniezion e ur1 cli stere di acqu a g licerinata calda : l 'effetto è s tato quasi sen11pre buono e r apido (da 1/2 ora a 2 ore c irca). <2u ~ll cl1e volt.a l ' acqua del clis ter e ' 'eniva rest.it ui la ~enza tracce di so .. tanze fecali , però em 1) 1'•3 si otteneva emissione più o meno abbondan le di gas. indizio tranquillante di un pros~in10 e sicuro ritorno alle condizioni fisiologiche della peri ... t alsi inte .. tinale. 1
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lL P OLI CLINICO
l!1fi~ l e sian~o ricor si a lla p r os lig n1i11a n ei c asi ~ L g rave ileo post-op er a torio , qua11do tra·
scor si d u e o tr e giorni dall 'atto 01p er a tivo n on . ' s1 era a n cor a a vuta la così d e t ta c ri i del gas, nè emi ssion e di feci , non ostante i t entativi fatti coi m etodi più comuni: c li Le ri , sonda r e tta le, siero ipertonico endovena, in1pacchi c aJdj , ecc. J11 q ueste circostanze, i sintomi d ell 'occlusio11e in.testina le, . si vanno rapidamente ~g·gra var1do ; il m et eorismo aumenta di ora in ora lìno a diventare imponente; l 'addome si f~ g l()b ?.so, t~so , e tosto. interven gono i p1iù gr avi seg111 d ell arrestato circolo fecale, con von1ito, po l~o piccolo e filiforme . se11sorio obnubi la l<), ecc. A11ch e in questi casi , ver a n1en te alla rma nti . la m aggior p a rte d elle volte constatiamo cori " iva soddisfazion e, ch e l a perista lsi è ria ttiva ta d alla p r ostig mina, e m a ntenuta in • <lZl<)lle. l>er essere preciso ag·giungo ch e in an1n1a lati con una sindrome occlusiva particolarr11en te grave come quella suddetta , u savo a ssoci:are alla prostig·mina le a ltr e risor e ter ap eutich e (siero ipertonico endo·v . , so·n da r et t ale, lavatura ga strica , c listeri , ecc.) onde o tle11er e co n un 'azione siner gi ca un e ffetto pii ù pr o i1to ed ins iem e più sicuro. Dei n1olti an1m a Ja li tra tta ti con la prostig mi'n a, n e ricordo a lc u11i , i quali , per la for n1a occlusiva ch e p r e5en lavan o, e per i risulta ti otten v ti colla c11ra , possono darci un 'idea abbast a n za chi a , r a d el] 'efficacia di questo nuovo enteroc inetico · da questi c.-asi in cui la ria ttiva zion e della J)eris t:J 1si intes tina le , presentava serie diffic olt~ : 110 potuto convincermi d ella superiorità di ~u est o nuovo farma.co ris petto a tutti g·li altri fin o a d oggi u sali a questo scopo; ciò posso affer1n.ar e in .~oscie nza , e ser1za fini r eclan1,is l i ci . 1
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A. AdJ., di a1111i 31 . Oper azion e !)Cr c n r a r ndica le di er nia crt1ra le b ila terale . La era ò e l 2° o-io rno n o p o l 'in I e r venlo l 'A. n o11 h a a n cor a a~ t1t o e n1is ion e di fec i n è cli g as. Si vi e11e d elin eand o i l quadro dell 'occlusi one i11testina] e: addon1e m et eorico, e pa n so, g loboso . Sil enzio arl don 1in a le a olu lo; nnu ea. Te1npera tura : 38°, ì . P ol o : 7 . .I l ~a ltino d el 3° g iorno , ri su 1 la t i in u til i l 'app l1caz1on e d ella sond a r e ttale , l a sor1)111i11istrazion ll cli clis teri , e d u e in iezi oni ai s ier o ip erton ico e nd ovPn a (cc . 20 + 20) , prat ico un 'ini ezion e en ctove11osa di p r ostig n1in1. e cl ono 20 ' il solit o cli s ter e gl icer in a lo. Dopo 1/2 ora l a d onna accu a leggeri dolor i ad (l omina Ji e bor borig m i . Segu o110 tre scarich e fecali co11 emissione cli molto g a . L 'addome si f a l)ian eggi anl~, e d an ch e l a t emperat ura diminui ce r upiclan1.enle r aggi un gendo il tn él lt ino segt1 e n t e 36°. 7. ~l . Te resa, di a nni 74. Affe l la da p r o] a so tiler in o cli al lo g r ad o. Op era t a d i n1 astic.'.l vagi110 p e-
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rineale, in a n es tesia epidura le p er cainica. Decòr so P?Sl -op er a lorio afebrile; p er tre g iorni si so111111in1 s tra una ca r tina di bisn1uto ed oppio ù a a11a gr: 0 ,25. In 3° g iorno si fa un clist er e, che d à esito a poch e sost an ze feca li e non a g as. Devesi a i1ch e no t are ch e l 'amn1al at a d op o l 'inter ve11to 11? n riescs a_d '!-rin a r e sp ontan earnente p er cui d ev ~essere p e~Lo ?1c~ 1n~nte ca te terizzata . In 6a giorr1u ta questi f atti si aggravano : l 'addom e si fa les? . ti~p an~co , e legger1nente dolente ; esiste p ar al1s1. intes tina le e vescical e . L a t emper atura si 1na nt1e n e b assa 30 0 ,7; p olso 98, piccolo ; a sp etto n otevolment~ depyesso . ~nie ll o 1 cc . di prostig mina e d op o 20 · f accio pra ticar e un clistere glicerina to . Do.po 1/2 or a l 'a. em e tte f<' l' i con p oco gas, eò urina sp on ta11e am e11t e , l 'add o 111e appa r e m E110 esp a n so , n on. dolen te, tra tta bile. Dopo 24 ore rist al1ilitasi di nuovo l 'ine r zia i11tes lin ale e vescicale ripeto l 'iniezion e di P . in d oppia d ose seau it a d~ o . e . Qu es ta volta si h a emission e ' abbo11dan1 c. ]ister c (li feci e gas in t r e scaricl1e su ccessive. Urinazion e spon tan ea. L 'a ttività )ntes tinale e vescicale così r ip i esa è continua t a i11 seg·uito, e l 'a. è u scita p erfettamen te g u arita d op o alct1ni g iorni di d egen za.
1\.llri nun1er osi casi p otrei citare, ma poich è Lutti si ripe.lo110 quasi sempre colle stesse m o <lali'I à , tr.alascio la loro ele11cazio1n e per non ril1:sicire monotono. .Basti dire cl1e risultati convincenti abh·i a; 110 otle11uti in casi di taglio cesareo conserYator e , ch e, co1ne ·è noto , molto spesso è seguito da diJ.ntazione d elle a11se ir1testina li·, con p r oduzion e di ileo ver<)mente imponente. 111 diver se contin gen ze l 'u so d ella prostig lt111ia ha p ortato a lla risoluzion e del quadro ch e s i p r o fila,ra min accioso per la vita d elle pa zien Li: in altri casi , e specialmente in un o di u11a d onna op erata in c linica privata, per la i11.a r1r.ala son1111inis trazione. d el prezioso farn1aco , allora non an cora conosciuto , si eb be p urtro ppo l 'esito letale. l)iver si ca si ricordo , in cui le condizioni si JH·ese11tavano g r avissi·n1.e ; n essun trattamento comprese le ini ezioni di eserina , di pituitrina , di p eris taltina , aveva sortito l 'effetto voluto , e g jà quando le pazienti si pot e, 1a r10 con sid er are in condi zioni preagoni ch e, le iniezioni ri11e lute di p r osLig mina (fino a 5-6), h a nno pTod ot t.o la ri'pr esa gr a duale della n1otilità intesti11 a le c on esito in guarig ion e. Non esito a d affern1ar e n el modo più categori co, ch e solo l 'us<.) di q u est.0 enter oci11et.ico , h a salvato la vita di ques le paver e pazienti . L 'ultima di queste è di d a ta assai r ecente, d el dicembre 1934: : e fu una contingen za qua11Lo m ai t r agi.ca nella quale il salvam ento è avvenut o proprio « in a rt iculo m ortis » . ( :r e•lo n o11 sia azzardato pensare ch e p oc· l1r epar a ti, q u anLo la pros lig n1ina, h ann o dimos tr a to in mod o in confutabi]e la lor o effica cia. Acce11n er ò fra l 'a ltro a d t1na p azient e oper~ l :1 da un col lega !li1 tecologo, per fibron1i o111 <t "'o l un1 inoso in di sfacin1en to n ecro tico, si-
~,\.~~o ~LII , ~ Ul\1 .
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S EZ lONE P RATICA
111nl::i11l '3 un tu:t11ore i1taligno. Praticala J'i te... rt·c lo111ia subLotale addon1inale, do1)0 quaJcl1e g ioruo si era man ifestato un ileo impo11e11le, co11 fcb.b re alla , brividi , polso fili fo rn1e, da i 11 qJu larsi molto probabiJmente ad in fezio11e seco11<laria periL011eale acuta , e quin<li di i1 a tura ~11fìamn1atoria . Tutto era riuscito va no, perch è og11i sussidio terapeutico era slato ten ta lo, ·r11a inutilmen1.e : il prof. Biancl1etti chiaILtato a consulto , vista la gravità del caso, non esil ava a consigliare l 'i1nn1ediata so1n n1 inistrazio11 e di prostigmina a dosi ripetute a distanza di qualche ora. Si era in 6ci gi·o rnata da lJ 'in ter\1e11to, le condizioni dell 'operata qua i di s1.>erat e : dopo una 1/2 ora dalla primà ir1iezior1e essa av·vertiva qualch e le·g g·ero borborig u10 ; do!JO t;re iniezioni si aveva emi·ssione di gas n1a in scarsa in isura; anzi l 'ileo i ristabi li\1a tosto quanto m ai imponente dopo c1ualcl1e ora. (:oritinuando colla P'r ostigmina dopo altre tre i11iezioni, il giorno seguente si aveva un a scarica di .g as accompagnata questa volta cla feci liquide abbondanti, con notevole riduzi 011e ,Jell 'addon1e, e co,n una certa ripresa clell e condizioni generali. Disgraziatamente non si riuscì a · vi11 cer e l 'i'nfezione sett ica pcrit 011eale ch e dopo una settimana condu s e a n1 orte la paziente, per quanto l 'alvo si fo e con~er\'ato aperto ai gas ed alle feci . 1
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CONCLUSIONI.
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co11 l ' uso clella Prostigmina n elìa cura dell 'alo11ia intesti11ale e ve"cicrt le l)Ostopera toria 111e t tend o in eviùe11za la note' ole attività di c1ueslo farn1aco, e co n ig·Ji a11 clone l)iù largan1en te I '·uso. BIELIOG ilAFI~·\ .
J . A. e M. R EI NERT. J ournal o f Phar1na C' . a. Exper. 1,h er :.i p ., i1 . 3, j ) rtg . 413, 1931. Ai \Zz1-~1.\NC1 N1. Arc hi . il. <li Scien ze farmac. , 1934, m ar zo-aprile, n . 2. B1 0 L AT0 D . Bolle ll. Soc. Piern. cli Cbir ., YOl. III, 11. 15, 1933. BucHoLz C. Zb l l. f . Gyn ak ., L\ 'T, n . 49, 1932. C 1\FFIEK. J\Ilinch . ì\Iediz. vVoch e11sch r. , 1933, n. 5, p ag. 176. CoLOl\iBO e BoRsorri. Boll e l. oc . Piero . d i Chirurgia , Yo l . III, n . l .S, 1933. DuscHL L . Nliin ch . l\Iedi z. "' roch en scl1r. , I.XXX, pag. J 2, 1933. F 1on 10 C. Ri , .. Il. di Ter ., 28 felJbrai o 1934. FuivIAGALL1 R . Atti Soc. Lomharcla <li Chi r. , Yol. I , n . 15, 1933. .T F ANNEN1~Y l\tI . G. Gaze lle HeJ)cl. cl es Scien ces Méd . de Bo r<l euu x, n . 52, 25 cl ice111br e 1932. J uN 1~T. Sch vveiz. ~1Ied. v\.rocl1 en scl1r ., 1933. 1.eHl\iI ANS J. Mlinch . I\1edi7. . \t\iochen scl1r ., 1933, n . 12, i)ag. 464. M u LLER F . Zen tr albJ . f. Gyn Hk ., n. 26, 1932. SA EGESSER i\tl . Sch ,,, ·e i zer i\tl e.diz. "'' ochen schr ., 1933, n . 3. ScH,\TERK G. Deu tscl1e wl ed iz. ' '' oc11., 1932, n. 4. SzuBINSKY A. Zen tralblal l f. Cl1jr urg . , 1932, n . 4. 1'ouRKEA u , ~ETER , G o-u zr. P re·sse l\Iéd jcale, 1931 , Ar::scHL1 i\IAN N
n. 99. \\' EYGA\TD ' '' ·
l\1iin ch. ì\IIed iz. ,,.och ., 1931, n. 32.
Ricordiamo l'Interessante volum1.: del
l)a JJ e no Lre osservazioni risulta ch e : l ) 11ell e occlusioni intes tina] i dinan1iche postoperatori e, la p1rosti'gmina r aggiun,ge ·lo sco110 an ch e dove gli altri n1etodi di cura n ('n 11nnno giovat o; 2) i dolori addominali cl1 e t alvolta in sorgono <lopo l 'iniezione di prostigmina, sono quasi sempre lrascurabi li , conlr, pure cli lJoco co11 to sono le azioni secondarie nocive del far 111aco, sul cuore e sull a pression e ar1 erio a ; 3) i 1 più delle volte è su ffic iente u na ... ola i11iezio11e, m a occorrendo si po on o fare I1 ello slesso .giorn o, ed a poche or e di di tan za d ue u più in iezio11i sen za peri coli di sorta; 4) l'iniezione e·n dovenosa di prostigmina rÌ C'&;e . e11za i11covenienti , m,a ne1)1r ure pre enta particolari var1taggi rispetto ali 'iniezione inl ran1uscolare, per cui quest 'ultin1a è ai1 cor a da prr. feri'rsi come la p.iù sempli ce; 5) 1'uso della prostig mi11a è facile, e 11on 11a 111ai dato luogo a compli cazioni cli'11ica n1e1l te rilevabili. a carico dei vari organi o 1
si ~te1Y1i.
RIASSUI\TTQ. l)rr111e. ~i br evi cenni di fi siopatoloo-ia e d i far ll tnrolog·ia , 1'.i\ . cs11011e i ri sultat i ottenuti
E. FIORINI a.i nt,o !lel R e pa rto Chir 11 r g i eo ùell 'Os JJ. Ci '\" il c rti Vero na d i r et t o dal lJrof. Saverio Spangaro IJOlt.
La Chirurgia dell'Intestino lleo-T erminale (CO NTRIB UTI) CN DlCE. - Prefa zio n e. - Cap . I . CENNI 01 AN.\TOMIA, FISlOLOOIA F.D EMBRIOLOGlA DELL'I NTF.STINO /Jeo-Termlaa le. Anatomi t. norm a le. Fisi olog ia. Meccanismo d 'azi one ..!ella va l'°ola ileo-ceca.l e. s ,· i ln pp o em vr i ologico. - Ca p. I I. L A DI AGl\OSl DE L '~ E AFFEZJONI DELL' ILEO TERMlNALi;J. Ana mnesi. Sj n torn a tol ogia , e cc. R a diologi a . Cap . III. L E ANO MAL1E Dl SV ILUPPO DELL 1NTEST11'0 ILEOTERMI NALE. Vizi di fo rma. Ade r e n ze e m em b rane. I divert i coli. Class ifi cazio ne . L e d i verticolit i. Occ lusio ni i nt estina li da dive rtico lo di Meckel. U l cera pepti ca, perf or .~nte del dive rt-icolo di Me ck e l. I l di,e r t i col o d i Meck el nelle ernie. I t um o ri del d ivertico lo ùi Mecke l. Cisti congenite. E11t c roc isti. Cieti d<:!rmoi di. Ste noAi ed interruzio ni co nge nite. Ca p. 1 V. SrE· NOSl, O CC Lt: S JO~I, STROZZAMENTI DELL'INTESTINO ILEO-TER MI· NALE. Caus e s teno~anti e d occludent i. Si ntom i e c ura del le st enosi semplici. S in tom i e c ura dell e occluei0 ni e s trozzamenti. - Ca,p . V. LE INVAGI NAZIONI DELL 'I.LF:O TERMINALF NE ~ GROSSO INTESTINO . Etiolog i a e P a toge nesi. 8in tom i. l{a iiologia ù e ll'inv a gin a zi o ne ileo-ceco-colica. Cura. - - Cap . VI. LE NEOPOUMAZIONI A CARICO DELL' INTESTI NO ILEO-TERMINALE. Tumori. 1'11morf be uignd e cisti a c q uisite. Tumori malign i. Sa r comi. Car ci n om i. L i nfog ranuloma maligno . Tu l>ercoloei i perp l asti ca. Actinornicosi. - Cap. VII. UtcERAz lONJ DELL ' INTESTI NO ILEOTRUM INALE E LESIONI DA TRAUM I. U l ceraz ioni. Sinto mi e dia gnosi. Lesioni da t r au m i. Bibliografia. Volu me d.t. pagi n e 246, con numcroi;e fi gure s c hematic he n el testo e molte fu o ri tes to. Prezzo L . 2 4, pin Je s pese postali d i sp edi zi on e. Pe r gli nbbonnti al « Policlinico>) sole L. ~I in por to fr anco in Italia. Per l'E tero L. 23. 1
Inviare V aglia ali editore L L IG I POZZI. i:tlc diciotto . Rorv1A.
U.'fici:> Postale s uccur,
190C
1•
IL P OLICLINI CO
OSSERVAZIONI CLINICHE I STITUTO DI CLINICA MEDICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI ROM.~. Diretlore : prof. C. FRuGoNr.
Sopra un caso di J11e febbrile ac11ta. Dott. VITTORIO
DE
ANTONI, assistente e clocente.
L 'osservazio11e cl1e riporto ri g· uarda un caso di. sifilide feb b·r ile, inter essante per il brusco inizio in ignoranza assoluta di pregresso contagio e per particolarità di decor o a tipo di malattia infetti,ra acuta. 1
Il pt.1z iente \B. P. Mario) è un individuo Yentottenne, celibe, impiegato ch e - di robusta costituzione - ha condolto per lo passato una vita f~ sica sempre molto attiva, an ch e dal lato ·sportivo, ben e sopportando disagi e fatich e. No~ h a ~lc~na tara famig liare: orfano da parecchi anni d1 1)adre - inor1.o in1provvisamente sen1bra per accidenle cardiaco senza apparenti preced enti morbosi - è fig·lio unico, nato dalla sola gravidanza che la madre, tuttora vivente e san a, h a avuta. Di abitudini di vita corrette, non è mai stato un g rande fumatore, no11 fa u so di alcoolici. Per fY!Otivi professionali, - h a funzioni ispettive in alcune ca tegorie di lavoratori agricoli - prima di ammalare ha avuto occa·sione a più riprese di recarsi ed a11ch e transitoriamente soggiornare in zon e maJariche. Escluse le comuni forme esanten1atich e nella infanzia, è stato p er il IJassato sempre san o: unica i11alaltia pregressa una ure trite Naisseriana al1'età di 20 anni d ecorsa e scomparsa in pochi giorni senza complicazionj. lVIai si è accort o di lesioni cutanee o m u cose d a lui sospettabili per tl Jceri Viene ricoverato in Clinica il 16 dicembre 1933. . Cinquantacinque giorni prima d ell 'entrata, prec1sam ent e la ser a del 31 otto]Jr e, al suo ritorr10 cl a un viaggio di ispezione in zon a m alarica n ell a valle p adana, il paziente in condizioni di cen estesi ottima, ve11iva bruscame11te colpito da febbre a 39°,3, preceduta ed accompag n ata n el ·suo i11 sorgere da ])rividi di frecldo. Nei giorni subito su ccessivi la feblJre persis leva sempre alta, e con curva continua ren1itte11le tale i manteneva per una se ttiman a. Poi bruscamente scompariva. Di 11ues lo prin10 breve periodo cli n1alatlia la febbre è stata, se non 1'esclu ivo segno, certo il predominante. Unici disturbi che ad essa si ·sono accompagn ati sono state dell e alg ie vag·h e, senso gen erico ~li 1na] e, anorressia, tanto ch e un medico che all ora a pi11 riprese lo visitò null 'altro riuscenclo ad obbiettivare al! 'infuori di u11a scarsa conges tione ...dell~ fau ci e delle prime vie respir~torie , po·se di agnosi g·enerica di forma influenzale, e come t ale la curò. Dopo un paio di giorni cli a piressia, n ell 'u scire la prima vol ta di casa d opo la suppost a forma influenzale, subito per la strada veniva colto da senso cli malessere e Yertigine, tali da consigliargli un soll eci to ritorno a casa. Potè ritornare a piedi , ·da solo, senza bhsogno di aiu to. ello ascendere lenta111e11te le ~cal e per I 'in oli la gravo a fatica
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[ANNO XLII, NUl\I. 39:
c.he la salita gli procurava, comparve un violento d olore all 'ipocondrio sinistro co11 irradiazione pos leriore , ch e si alle11uava con il breve riposo delle fr equenti soste, che si aggravava con la ripresa della nlarcia. Messo·si subito a letto e misurata la te111peratura con statò di avere febbre alta. Per sistè tale febbre n ei gior11i seguenti assmnendo carattere intern1ittente serotino o notturno: eran o puntate febbrili sui 39°, 39° ,5, di breve durata ch e con1parivano pressochè sempre alla soli ta ora con sensazione di calore, se ne andavano dopo qualche ora con profusa sudorazione. Richian1ato il m edico, questo trovò che ora la i11.ilza era di' enuta palpabile. dolente alla pressione. Ed intanto, subito con la ripresa della fe])bre, con1parver o forti dolori alla spalla d e·stra ch e impedivano al paziente ogni movimento dell'arto corrispondente, essendo invece la posizione im1110hile completamente indolor e. Non sembra vi fossero segni est erni di flogosi. Durò tale dolore intenso p er 5-ò giorni, si attenuò poi rapidamente per scomparire d el tutlo in ·settima g iornata d al suo inizio. Ma contemporan eamente, benchè di intensità un po' minor e, d olori con i medesin1i caratteri dei già sofferti a destra comparvero alla s1)alla sinistra, ecl ancl1e qui durarono per circa una settimana, -per scomparire poi stabilme11te. Quello che invece persisteva, b enchè meno intenso dei primi giorni, era il dolore all 'ipocondrio ·sinistro ed alla regione posteriore dell 'emitorace omologo, dolore sordo, profondo, continuo, che ,·e11ivn esacerba to talvolla (n on sempre) d alle profonde escursioni respiratori e. Dopo qualcl1e giorn o dai sopradescritti episodi artralgici, e 11rc"isam enle circa in trentesima g jornata di n1 ala! tja. il paziente, che continuava ad avtre regolar111 ertte febbri intermittenti, brevi, notturne n on v. tante avesse eseguita ·sist e111atica cura chininica n 0l sospetto di infezion e malarica, comjnciò <.1 soffrire di cefalea contin u a, sen za particolari car,1tt eri, che aumentava d'intensità nella notte. In segui lo la cefalea si fece sempre più violenta accompngnata da intensa fotofobia e da forti dolori in corrispontlenza d ei bulbi oculari. Dopo qualche g iorno di dolore diffuso a tutto il capo, la m assima i1Jten·sità di dolore and ò localizzando~i alla 1ne tà destra ed anteriore d el cranio. Contemporanean1ente al circoscriver si così della zona più fortemente ùolorante , il pa· ziente notò in corrispondenza di essa, e prc.cisarn ente alla emifronle des tra, alla radice rlel naso, alla r egione temporale d estra la comparsa di un ing rossam ento della cute, m olle, pa·st oso, sen za arrossan1ento, senza aun1ento di calore al t a1to. 1on solo il pigiamento, m a anche il semplice sfioramen to clei capelli e della emifronte destra erano fortemente dolorosi . Dura11te tutti questi episodi cefalalgicj non l1a t1l ai aY uto vomit o, n è distt1rlJi cti vista, n è sing hiozzo, n è disturbi sfinteri ci. I.a colonna cerYi cale ·sembra sia stata sempre n ormalmente 1110bile, bench è i suoi movin1e11ti riu scissero per riflesso clolorosi. Pocl1i g ior11i d opo la com1Jar sa dei dolori al capo, il paziente si accors!? casu almente di 11u1nerose, piccole tumefazioni ghiandolari , indolenti, rr1obili, all a regioni postero-superiori del collo e la ter o-cervicali. Ancora J)it1 i11 là. clieci giorni pri111a cle11 'e11trala in Clin ica - ' lOJ)O u11 n1 <:>se e mezzo clall 'esor: dio feb])rile - il pazien te n ot ò la compar sa d1 ttn'eru zione cuta11ea clifftrsa a tulto il corpo. so llo
{.A_ì.'\~o
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8EZIONE PRATICA
1ormn di macchioline piccole, numerosissime, cli colore roseo r1meico, non prug·iuose. Tutti i disturbi già descrjtti accompag11ati da un rapido progressivo decadimento delle condizioni generali continuavano intanto invariati; solo la febbre in coinciden~a con la. diffusione dell 'esantema ~11dava diminuendo d'intensità e perdendo il carattere inler1nittente, fino arl assumere il tipo di una sen1plice febJ)ricola quotidiana , irregolare. In lali condizioni il paziente entrava in Clirùca. Ali 'esame obbiettivo ·si notava un individuo di seco11da costituzione rnorfologica, di aspetto sofferente, in condizioni ge11erali scadute e scadenti. Il sensorio era integro. La cute di tutto il corpo, pallida, umida, era rjcor)erta da r1umerosissi1ne efflorescenze grandi fla una capocchia di spillo ad un.a lenticchia, in parte pianegg"ianti, ìn parte scarsamente rilevate, soffici, di color ro·seo rameico, che impallidivano sotto compressione. A carico clel sis tema ghiandolare si notavano alle regioni latero-cervicali e postero-superiori del collo delle grosse linfoghiandole sottocutanee, del ,·olume circa di un fagiolo , mobili, dure, indolenti. Altre ghiandole un po ' meno ingrossate, ma con gli stessi caratteri, ·si notavano pure in tutte le altre sedi di normale ricer ca. La muscolatura era flaccida, ipotrofica. Lo scheletro normalmente costituito. Le articolazioni erano tutte indenni , normalmente mobili. Si palpava solo qualche scricchiolìo sottile n ei movime11ti alla articolazione della SJJalla sinistra. Il polso uguale, rilmico, molle, oscillava in apiressia sugli 80-90; il respiro intorno a 24. La pressione arteriosa al Riva Rocci era di 60-105. Al capo in corrispondenza della metà destra della fronte , della radice del naso, della regione ten1porate destra, la cute era imbibita, edematosa, dolentissirr1a, non arrossata, non calda. La palpazione e la percussione anche leggera dell 'emicranio clestro erano intollerabili. I movimenti stessi de1Ìa test a sul collo erano in parte ostacolati per il dolore riflesso, pur non esistendo una vera e propria rigi\.lità nucale. I bulbi oculari erano fortem e11te dolorosi al pigiarr1ento. La statica , motilità, reflet{ività erano 11ormali. Norn)almente funzionanti, senza alcun segno di deficit, erano pure i inuscoli mimici e Tnasticatori. Nulla alla bocca. Le tonsill e apparivano irreg·olari, di superficie infiltrat a, cori zaffi di essudato sulla tonsilla sinistra. Niente al collo tranne Je linfoghiandole già descritte. Il torace era simmetrico, appiattito, elastico. Nulla si notava a carico del torace, i11dolenti i punti di e1ner genza dei n. intercostali: Nulla di p atologico si notava a carico clell 'apparato respiratorio. Pure n essun segno patologico a carico del centro circolatorio. Alla ascoltazione i toni erano fiacchi, t1n po ' ]ontani, ma ritmici e puri su tutti i focolai di ascoltazione. L 'adrlo111e era pianeggiante, trattabile , indolenle. Gli organi ipocondriaci erano ingranditi. Il fcgalo si delimitava in alto al m argine superiore della V costa, in basso sì palpava sporgente due dita dall 'arcata costale, di co11sistenza }Jarenchi111atosa, indol ente. La 111ìlza si avvertiva pure sporgente 2 dita dall'arco, di con·s istenza aumen-
1907
lata, dolente alla palpazio11e. In alto il ìimite superiore si delimitava alla VII costa sulla emiascellar e. Esan1e dello specialista dermopatico (prof. Tarantelli; : Lesione luetica primaria al solco balano prepuziale. Sifiloderma seco11dario, roseolicopapu]oso diffuso. Nei principali esami di laboratorio ·si notava: Negative le orine. All 'esame emocromoci to1netrico nulla di patologico a carico della serie rossa, se non i segni di u11a modicissima anemia cli tipo secondario. Nella serie bianca invece , leucopenia (leucociti 3600 per mmc. ) per di1ninuzione relativa delle cellule polinucleate e aun1ento assoluto dei linfociti (granulociti neutrofili 22 %, eosi11ofili 1, basofili I , 1nonociti 16, linfociti 60). Sieroagglutinazioni per tifo, paratifi, e melitensc neg·ative. Err~ocult11ra n egativa. Sieroreazioni per la lue (R\~. = M.T.R. - K.R. ) ripetutam ente e controllatame11t& positive. lns lituita terapia salvarsanica per iniezioni end ove11ose, i rialzi ter1nici già quo tidiani , si fecero rlapprima (dopo la seconda iniezione di ~eo = o , ~5) più pi ccoli e non ogni giorno presenti ; e ·subito dopo scomparvero stabilmente (dupo la IV iniezione = dose ripetuta di 0,45). Intanto an ch e le condizioni g·enerali era110 andate rapidame11 te ripren~e11rlo. Il . dol~r~ all 'ipocondrio sinistro (probabilmente d1 or1g1ne splenica) la cefalea, fino dalle prirnìssim e iniezioni erano quasi totalmente sco111parsf. Alla te~ta !a zo11a di cute già edemalosa era andata via via riassumendo i suoi caratteri norn1ali, mentre che anche la pa1pazione si faceva sempre me110 dolorosa. Le tumefazioni ghiandolari, il sifiloder1n a diffuso pure andarono r egredendo. Il miglioramento è stato rapidissi1no, ~anto ch e dopo la quinta endove11osa il ni~ato potè ritornare a casa per pro·seguire la cura a1nbulato~iai:iente, ed è st ato in grado dopo poco tempo di riprendere il n ormale lavoro. Ha fatte d 'allora periodiche cure antiluetiche, ed a dis1ftnza di un a11no e 1nezzo dall'episodio acuto sta sen1pre perfet tamen~ t_e bene.
La lesione genitale p rin1arr,a , le artralgie, la cefalea, l 'iniziale periostite della volta cranica, le tun1efazioni ghiandolari, la i11anifestazione cutanea roseolicopapulosa, parlano cl1iaran1ente per la natura luetica della n1alattia, natura confermata ancl1e dal reperto sierolo. g·1co. Ma e la diagn osi era relativan1ente fa cile in IJeriodo n1olto ava11zato del 1nale, a localizzazioni secondarie instituite, tale non lo era stata in precedenza, per un lungo i)eriodo di tem1)0, quando la febbre, le artralg·ie, l 'aspet1o aenericG di forma infetti,ra etticemica erao . no, si può dire , gli u11ici segni. Cl1e la sifilide , come è regola per tutte le altre malattie infettive, po sa anch 'e sa dare qualcl1e volta febbre, è noto da molto tempo. Ricorderò breven1ente le febl)ri non rare clel ])eriodo terziario , quasi se111pre legate a L
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1908
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lesioni viscerali , epatiche in particolar modo (Grocco, Mich eli, ,C hiray et Coury, Schulmann, Bottaliga, Garbini, !F erria ecc.), più raramente polmonari (Bergonié et. Petges, Pasinetti, Lotze e I\.imm elstiel, ecc.), o nervose (meningite specifica terziaria). Rari casi febbrili ·s i sono osservati p·u re nella tabe dorsale e n ella demenza paralitica : in quest 'ultima malattia un caso è stato r ecentemente pubblicato da Javicoli. Inoltre anche in qualsiasi tempo degli altri periodi della malattia antecedenti al terziario si sono avuti casi di febbre , febbre che spesso appare in essi come . sintoma predominante, indipendentemente dalla presenza di lesioni o complicazioni cutanee viscerali capaci di azion e piretogena. Già nel periodo primario in coincidenza con il sifiloma iniziale sono stati notati non eccezionalmente piccoli rialzi termici (Rocl1, Milian et Muoquin). In qualch e raro caso poi non solo feb·b,r icola, ma si è avuta una vera malattia acuta altamente febbrile; tale il caso di Galleton (rip-0rtato da Schulmann) n el quale la febbre è oscillata da 38 a 40 per circa un mese, per scomp arire poi alla apparizione della roseola. Provano questi rari casi come la setticemia sifilitica, già documentata nella sua esistenza oltre ch e dalla prova biologica n egli animali anche da parecchi casi d'infezione da trasfusione di sang ue (Pinard; Carnot, Caroli et Maison; Tz,a nck et Liège), insorga già al1'inizio de·l periodo primario, assai prin1a di ogni manifestazione cutanea. La precoce comparsa della setticemia è attestata an che da casi di acquisita sifilide per trasfusion e di sar1gue da donatore luetico rece·n~e, an cor a in periodo preserologico di malatti a (Carnot, Caroli et Maison). Nel corso del periodo secondario i casi febbrili .sono più freque nti e meglio conosciuti ch e nel pTimario. Oltre a febbri di breve durata che precedono di p-0co ed accompagnano nel suo inizio la roseola (feb.b·r e eruttiva di Fournier) e ad altre associate a lesioni localizzate cutanee o viscerali, è stata da Fournier descritta una particolare form a feb·b rile, spesso di lung·hissin1a durata, in cui la febbre sintoma predominante, e\ olve in modo indipendente da. qualsiasi lesione localizzata. Da 1Fournier in poi non rari sono i casi di tale febbre sifilitica essenziale descritti. Ricorderò . fra i più rece11ti quelli di Lailze11berg; Milian ; Blocl1 l\il. ; Maltoni; Cha' ro k)r; Schuln1ann; Gaté, Palierd, Cuillevet et Verrièr e. I.a febbre , di con1 i)arsa nella 111aggio ranza 1
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IL P OLIGLlNICO
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dei casi precoce, può presentare tre tipi principali : Tipo continuo (tifosi sifilitici di Fournier) simulante una infezione tifosa da cui clinicamente si differenzia pe"r assenza di dissociazione fra polso e temperatura , per lo stato gen erale relativamente poco compromesso, r:·er la mancanza di splenon1.egalia. Tipo intermittente: con accessi febbrili quasi sempre quotidiani., serotini o notturni. Dalla feb·b re malarica clinicamente si differenzia perchè il ciclo febbrile della sifilide è di solito ..meno regolare e meno completo del malarico. Nell 'ace.esso febbrile si.fili tico predo.m ina il senso di calore, · mentre l 'intenso senso di freddo iniziale, la profusa sudorazione tern1inale, usua li n ella malaria, passano per esso in seconda linea, come semplici segni sfumati, non costanti. Tipo irregolare: con ritmo feb1b rile non classificabile, mutevole nello stesso malato e in giorni vicini per ritmo e durata, n1escolanza dei due tipi precedent.i. Non raramente poi n ella febbre sifilitica essenziale, qualsiasi tipo di curva tern1ica essa rivesta , ad indirizzare verso la giusta diagnosi compaiono ad un certo punto del decorso delle localizzazioni secondarie di indubbia etiologia luetica. Sono di solito queste o nlanifestazioni cutanee (quali nel caso di Gaté, Paliard, Cuillevet e Verrièr e) o· lesioni ossee (quali nel caso di iF avre et Contamin). Anche nel m io caso si sono avute ad un certo punto della n1alattia chiare manilestazioni secondarie cuta11ee e periostee, dopo un lungo periodo i1 el quale la febbre, acco·m pagnata da artralgie, e da dolore probabilmente splenico, e~·a stata si può dire l 'unico sintoma. Se il caso da me descritto può ~ssere per sintom.a t.o logia clinica delle prime settin1a11e di malattia riportato ad un quadro di febbr e sifilitica essenziale di tipo infermi ttente, da esso si discosta per alcune particolarità non usuali nella febbre sifilitica esse11zi~1e, e per il modo ·di e' 1olvere. Di solito infatti nelle febbri sìfiliticl1e di questo tipo) non del periodo terziario), il fegato, e più ancora la milza, appaiono assai scarsamente, spesso anzi nulla compromessi: tanto ch e l 'asse11za di splenomegalia in febbri di tipo sin1iln1alarico vien~ indicata (Fournier, Schulmann) · con1e .segno diagnostico differe11ziale dalla infezione malarica . Nel 111io 111alato invece tanto fegato come milza erano ingranditi , come di solit.o si osserva solo in s~t ticemie spirochetich e acute di altra natura, in a]cune sepsi batteriche, o nella stessa n-:a laria.
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XLII,
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1911
SEZIONE PRATICA
Ali ' esam e en1ocit 0111elrico i1ella fei>bre <la ::;ifi lide r ecente si trova di solito leucocitosi (indicata anzi con1e uno dei dati di.ffere11ziali daJ1'infezione tifosa i1elle forme a febb·r e conti11ua): nel mio caso i11vece si è notata leu co1)enia . Ed insien1e ad essa a ll 'esan1e istologico si è notata anche una evid en te alterazione nei rapporti perce11tuali dei vari tipi di cellule bianche (neutropenia co11 mono e linfocitosi assolute). Come l ' epato e la splenon1egali a , anch e l 'alterazione ematica crederei ._ ia da i11elteTe con tutta probabilità i11 rap1Jort0 con la forma acuta, i1)ertossica, della rr1alattia , e causata forse da i11ibizione tossica sugli org·a11i e111opoietici. Del resto, ben cl1è non usua.l e, non è rep,~rto strano riel n1io caso ]a leucopenia se si tien conto della contemporanea esistenza della epatospleno,n1ega lia : manca infatti di so1ito la leu copen ia n elle febbri sifilitiche dei primi due periodi , n1a manca pure co11 essa il tumore epatico e spl enico ; si 11a s1)esse volte in vece leuco1)enia i1elle febbri. si filiticl1e tardive, ma si h anno insieme anche n1anifestazioni · plenoepatich e (Fur110 , Micl1eli). An zi , secondo Micl1eli, la Jeu co1Jenia in tali e.asi è tanto più spiccata quanto più svi lupp·a to è il tt1n1ore s1)1enico. Da notare inoltre n el m io paziente la precoce i11sorgenza della malattia feb·b ·r ile, in u11 IJeriodo di tempo in cui il sifiloma primario era 1uttora i. 11 atto . Un rappor to di tem1Jo esatto fra la com1Jarsa della lesione primaria e l 'inizio della n1alattia febbrile i1on 1è precisabi.le, dato ch e il n1alato mai si era accorto i)er conto suo di alcu11a lesione sospetta. N è sull 'epoca i11 cui l 'in fez ion e è iniziata alcu 11 dato si può avere neancl1e 111diretto dal criterio del tempo di co1nparsa d elle r eazioni sierolog·iche , poich è mai prin1a (11 quello praticato in Clinica (dopo 2 n1esi di febbre) al paziente era110 stati fatti esan1i del sangue. Ad oo·ni n1odo ch e il sifiloma in atto alla o e poca della sua entrata in C:linica potesse essere da molto tempo p reesistente alla malattia febbrile, credo sia poco probab·i le. Il n1alato era perso11a sufficientemente colt a per conoscere e temere la possibilità di un eventuale contagio nella sua vita sessuale irregolare , e di conseguenza, sia pure saltuariamente , portava, da sano, la sua attenzione sugli org·ani genitali. Credo perciò si possa ritenere difficile ch e per lungo tempo avesse potuto sfug gire alla sua osservazione l 'eventuale presenza di una lesione sospetta. Che l'inizio della febbre sia stato precedente ,
co11con1i1 au~e o posteriore a lla insorgenza della lesione 1Jrir11aria non si può perciò stabilire; certo i)erò è ch e di molto posteriore alla inoc ulazio11e del virus non deve esser e stato. Con1e nelle malattie acute setticemiche di altra origine, breve perciò sembra sia stato il lJeriodo incubatorio: dall ' in1pianto dell 'infezi.011e alla generalizzazione febbrile d ella malat~ia. Oltre l 'inizio, anch e tutto il decorso ha i11olLi punti di contatto con il quadro di una n1alaLtia infetti,,a setticen1ica acuta : un primo periodo fortemen Le feb·b-rile senza lesioni localj zzate, con segni di stato tossico, con tumore acuto cl i fegato e milz~, con violenti dolori 1nuLevoli per sede; un secondo periodo in cui a1fìoran o localizzazioni a rapida evoluzione, n1entre la sintomatolog'ia g enerale si attenua . Concludendo , dal complesso dei sintomi, credo cl1e la forma dal m io malato presentata possa ritenersi un caso di sifilide a decorso acuto , insorta primitivamente come infezione generalizzata a ti1)0 setticemico a ra.p ida evoluzione, con su ccessive precoci n1anifestazioni e localj zzazioni secondarie . RIASSUNTO. Descrizio11e di un caso di sifilide febbrile a clecorso acuto. Malatt ia ad impronta setticemica (epatosple110111egalia - febbre · inter111ittente - 11rofuse sudorazioni) insorta con alte febb·ri a sifiloma prin1ario tuttora in atto. D·u rante il decorso della ir1alattia comparsa successiva di. artralgie, ce fa lea \1iolentissima, periostite della volta cranica, sifilodern1a diffuso roseolico pap,u loso. Con la con1parsa dell e manifestazioni cutanee atlenuazior1e . della febbre. Grave progressiva co1T11Jron1issione delle condizioni generali. Con terapia salvarsanica per iniezioni endovenose rapida sco111p,a rsa della febbre e di LutLe le altre n1 a11i festazion i. AUTORI CI'f .l\TI. l~EnGONIÈ eL PETGEs.
Gaz. h ebd . cl. Soc. m écl. de l3orcleaux , n. 9, 1922. BLocH iVI. Presse m éd. , 1924, J)ag . 432 . BoTTALIGA. Policlinico , Sez. Prat. , 1926, fase. 26. C ARNOT , CAROLI et 1.VIAI SON. Bull. d e la Soc. des Hòp. de Paris, 1934, n . 9. CHAROSKY. La Pren sa n1ed. Arg ., 1932 , i1 . 5. C HIRAY et CouRY. Presse m éd ., 1931, p ag. 1031. r ' Enl\IA. Minerva i\tledica. 1932, Il. l 9. Ji'AVE e t CoNTA ~IIN . Jour11. d e m éd. de Lyon , 1923 , pag. 303. F u R. o. Policlinico, Sez. Med. , n. 8, 1917 ; n . 3, 1922. G .\ RBINI. Policlini co, Sez. prat. , 1931, n . 44. G ATÉ , PALIARD, G u 1LLEVET e t V ERRIÈRE. Bull. d e la Soc. frane. d e d ermat. e t de syph ., l g34, p. 833. ~
1912
cc
JL POLICLINICO »
GRocco. Lezio11i di Clinica 111edica, ed. Vallardi, 1905, lez. XXX. JAVICOLI. Stud iun1, 1932, n. 4. LANzENBE~G. Paris m éd., 1923, pag. 516. LoTzÈ u. K1Ml\IIELSTIEL. Arch . f. Dermat. u. SyJ>h., 1933, bd. 168, pag. 383. lVIALTONI. Policlinico, Sez. Pra t. , 1928, fase. XV. MICHELI. Lezioni di Clinica rv1ed ica, ed. Minerva Med., 1927. ì\if1LIAN. Rev. Franç. de dermat. et vénér., 1928, pag. 132. PASINETTI. Sindr omi lueticJie, dal volume , prelezioni e lezioni scelte della scuola lVlinich del1'osped. civ. di Venezia, a. 1921-22. PINARD. Bull. Soc. des flop. de Pari , 1934, n. 9. RocH. Rev. lnéd. de la Suisse Rom., 1926, p . 792. ScHULMANN. La sypliilis fébrile, tomo III, cap. XII, in cc Traité de la· sypl1ili·s » sotto la direzione di J eanselme, ed. Doin, 1932. 1'zANCK et LIEGE. Bull. de la Soc. des Hop. de Paris, 1934, n. 9 .
RIVISTE GENERALI L'orchite e l'orchiepididimite in rapporto all'infezione brncellare e ad altre inre•
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ZIOnI.
Dott. D. A.
MAZZOLANI,
Trip·o li.
Oltre trenLacinquc anni fa, a l capitolo d elle cc ~Jalattie d el l'apparato sessuale maschile » d el '[ ratlalo Italiano di Chirurgia1, Ed. dottor f.' . Vallardi . il prof. Breda, di Padova, a prc>po·s.ito di ~( Orcl1iti infettive da cau sa gener:lle ecc. », così scriveva : cc Varie malattie i11ietti,re ge11erali dànno localizzazioni al lf~ vie seani11ali . Proporzionalment e il didimu a1n111.ala, in questi casi, molto più frequent e111r.11 Le, ch e non quando la f]ogo si si diparte dal canale. uretrale. J~e 1r1alattie che più spesso offendono le vie se11)ina li sono: il vaiiiolo, la varicella, la scar!allin_a.) g li orecchioni, l 'ileo-tifo, certe infiamnta.-ioni d ella gola, il reizmatismo , l 'infli1 e1iza, la <- r~ docardil e ulcerosa maligna, la morva, la
r:ioe11iiu., 1:osteite f l:enimoriosa grave )) . [ l autore, dopo avere a cce11nato anch e ad u11 '()fc.b ite da cau sa cli1natica, od Orchite <lella Guyaria, e ad orchiti palustri, conclude a' vertr,ndo cJ1e cc a tutte le no·m inate cause è 1
probabile il te1npo ne aggiung·a ancora delle n1l r e ». J\. c irca tren Lacinque anni di dista11za , in note prtiliclie lli senieiotica, G. Cordier, a p1ropo~iLo della cc diagnosi delle prir1cip·a li lesior1i del testicolo e d ell'epididimo n disting ue , ai1zit11tto, i casi acuti da quelli cronici , e per i primi casi scrive : « Le malattie infettive ono suscettibili di colpire il t esti colo . Queste orc l1iti , d'ori g in e .arteriosa, possono n1anifes tars i 1)rim.a durante o dopo i sinton1i clini c i
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[ANNO XLII,
~u:M.
39J
della n1alattia causale.. . . Le orcl1i ti ·v aiuolosa, tifica, scarlattinosa, mort1illosa, reumatica. arlic0lare .a cuta e a11che l 'orchite malarica , discutjhile ques La 11ella sua esistenza, sono state d(•scritte n. ~ell 'elencazio11e dei due aulori , non si fa ct•l1 uo, come ~i Yede, di lesioni testi colari 11ei riguardi dell' infezio11e brucella re: n1a se per i J Breda vi è la scusante che a quel ten1 po la i11.alatti.a era ancora poco conosciuta dai me(1i ci, G. Cord ier sarebbe incorso , invece, i11 urla ' 'era din1cnticanza, g iaccl1è, seb.b ene egli dic l1iari di parlare delle prin c ipali lesioni, i11 t ·ra11cia stessa la perce11tuale dell 'orchite bruce llare sarebbe così elevata da raggiun g·ere, q u~\si, quella osservata nei casi di 1)arotit e epiti e11u ca. .In q1Jesto lungo periodo di ten1po, da Bre<la ~ Lordier, nu111erose osser vazioni n1edicl1e si or.1 o succedute in quas i t t1t ti i paesi del n1oncl t>: eh.b ene al cuni autori 11a11no riferito di av(:r riscontrala questa com1)li c.anza testicolare, .altri non ne hanno parlato forse perchè r1.or1 ì 'hanno i1olata o fu tale da non darle i1nportanza; altri~ infine, ha11no a}.Jertamente dicl11.ara to di non averne osservalo mai. Da cl1e può dipendere questo fatto~ Da predi sJJosi7i or1 e fisi'o-p.a Lo] ogica dell 'individuo o daIla natura stessa d ell 'elemento infettivo in cau ~ a, Brucella Brucei (n1elitensis) 01)pure Bruc. -Ba11ghi (aborlus) µ E: data la sua preserlza può I 'orcl1 it.e, in q u.alcl1e malato, pern1ettere di i)roceJere ad lilla diagnosi di varietà~ D'altra parte ammettendo ch e la percentuale dell'orchite od orc.11iepididin1ite sia proporzìonalmen Le s uperiore a quell a osservai a in a]Lre infezioni acute, con1e ad. es. le febbri del grup·p o tifico, la malaria, l ' influe·11za, ecc., 1)o~siar110 noi già ave.r e ir1 que t o sinto1110 , s1Jecie se precoce, la indicazion e fJer un orie11tarnc\nto ad una diagnosi cli specie P N cl J904 il p·r of. Carbone, a Pisa, iniettando il mici:rococco nel peritoneo d el coniglio ,·icJe 1r1a11ifestar~i un' orol1i te e una vaginalite i)u r11le11t.a. Nel 1903 Scheu!h e scrive che si os&rrva ta],rolta, me11lre più raran1 en te si avrebbe la mas lj te. ~el 1906 l\. Cantani su venti malati di febhre osserva 2 r.asi di orchite . Nell o stesso anILO Basselt Schn1ith scrive che nella febbre n1alt ese « g1avi sono l 'orchite e le nevraJgie tr· ~ ti r,olari manifestantesi in circa il 15 % dei ca~i · abitua ln1ente sono di corta durata ». ~-e l 1909 Jean sel1ne e n·ist stimano l 'orcl1iepi cli <Jin1ite presente nel ±-5 % degli ammalati: ...rreneralmente sare·b1 be uni]aterale e aJquani0 larcliYa. Nel 1910 F'ilip110 Neri ne l1a riscontralo un caso su alcuni malati a Stiava di
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XLII,
NU) I.
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l.ucca: Ed. Sergent e 1\-ègr e u11 ca o tardivo su 20 malati deJ dipartimento di Ora110 (1916): un caso su ollo 111aJati osser\1ò S·eijourna11t a l\..leber, in Algeria: Aubert e Canta]oube risco11trarono 2 casi di orchite s ui prin·1i otto 111alati della gra Ye epiden1ia di ai11 L-1\1artial, i11 :f~ l'a11cia. Sir P. 1\ilar1son ha scritto (1904) c l1e {C n evralgie possono manifes tarsi a carico dei differenti nervi: inter costaJ i , sciatici, ecc. l/ orèl1ite è una co111plicazione possibile ». r>o1>ter ritiene (1912) ch e 1'0 rc:l1ie1)i'didimite è viù frequ~nte a sinistra: è dolorosa, ma senza h:rravità speciale ». ~,. l\ilereu in occasi ori e tii u11 ·epiden1ia di feb·b ·re n1elitense ad ..i.\.lgl1ero (1912) riscontrò l 'orchiepididimite in un giova.ne di 19 anni . Sanarelli (1914) p eu~a cc cl1e ~j osser,rano SJ}esso epjiclidi111iti, orchiti, ovaialgie, uteralgie, n1etrorragie, mialgie , vagi11aliti, ecc. ». Secondo Castellani (1919) cc l: orchite è comun e ». A. Trambusti (1922) dice cl1e « nell'uomo è freque11te l 'or chite parencl1i1nale, che si dilegua dopo qualche setti1l1ar1a . Nella donna sorto frequenti le ovaialg ic e l 'uteralgia n. l\ilal thes ritiene (1923) ch e si pl)SSono avere cc occa sionalm ente an ch e 11evra l!~ i e, orchiti ed epididi111iti ». A proposito di feb bre ondulante a Tunisi , dove si avrebbe. , s u circa 160. 000 abitanti , una 1nedia annuale di circa 300 casi di rnalattja , l~urJ1et , Brun ~ Bo11an scrivono (1924) cl1e la l>r11col1osi presenta un capitolo chirurg.ico SJ>r.c iale in rapporto all'orchite, alle arlriti e all ~ lesioni ossee. Secondo quanto riferisce Bua Fazio (192..1) l1~jre ritiene che l 'orcl1ite e l 'epididimite si pre.sentcrebberc1 n ell '80 % dei casi. Su · 124 1nalnti di febbre ondulante (11 r~ biarJchi e 8 i1e,g·ri o servati n el Sud-Africa ingl e~e dal 1903 al 1908, Pteich ebbe a notare selle casi di orr.hile assai doloro a , ciò ch e dà lu media di 5 , 6 per 100 . J\l Congresso di 1\ifedicina Interna a l\ on1a ( l ~J ~l8) Gabbi, riferendo sul tema della febb·re 1nccliterranea, afferma che l 'orchite è u11a delle con1plicazioni più frequenti dell 'infezio11e l)rucellare , a·v endola risconli'ata n el 4- % d elJa Bua statistica p er sonale e aggiunge cl1 e e~sa può cc per t erapia irrazionale giungere alla suppurazion e» . W.1\1. Sin1pson e L. G. ~~O\vers scrivono (1930) ch e l 'i11fezione bruceJlare « può ·imul.are ap;prendiciti , colecistiti , ecc . . e realmerLLe può provocare lesioni gravi, qt1aìi l 'aborto , l 'ascesso tubo-ovarico, la vescirolit e ~en1inale, la pros lati te , l 'epididimite, l 'orcl1ite ». In occasione di un'epidemia di l>rucellosi ad Alen e. Spiro Li vierato seri ve (1 H32) che cc si è ri r.ontrato a stenia , ingrossa1
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SEZIONE PRATI CA
i11t:> 11lo della n1ilza , del fegato, orcl1ite, ecc . ». ..\01 Con1une di San Vito e nel Co111une · di Burca, dove si er ano g ià n1anifesta~i casi .di aborto ovini e bovir1i, V. De Zanche eb1be a c urnre (1933) nu111ero 36 casi di brucellosi. cc l 10sso pie11an1en Le sol toscriverc egli dice -- quanto altri ha11no trovato: le 01-c.11iepididi1r~iti , con arrossa u1 e11to e tun1efazio11e , d olore della parte, non sono inferiori al 10 ~o cle·g.1i arm111alati . I ,a 111ia c.asi~tica ]e, i)one tutte a carico del te~i i colo e cordone di sinistra, rr1e11 tre p er le dne donne che ahortirono la do]orabilità po11 tar1ca e i>rovocabile è stata a carico dell 'ovaio di destra » . An1mettono l 'orcl1ite Boeri , Giugni, H.a sseltine (1929). J\ proposito dei due p·r imi casi di feb·b re . 011dulanle osservati nel Dipartime·n .t o di Tinogat-la, i11 Argentina , (1932), A. P . Rucl1elli ri[eri::;ce c.,he nelJ 'uon10 , un individuo di circa !-8 an11i, lo sc roto e il prepuzio si presentavano a den1at.osi e cl1e i t esticoli era110 aun1en Lali di volume e dolenti alla pressic.n e. Vi e ra a11 cl1e corn1Jarteci1}&zione de]} 'epididimo e d el cordo11e. Seb})ene m eno sp e o la comparsa dell 'orr J1i e11ididimite brucellare è stata osservata anch e 11ei bar11bini. Comby ritiene ch e questa con1plicanza si r11an i fef;tereb be piuttosto verso la seconda ririres.a del! 'ondulazione febb·r ile. Ultirnamente r;anr1ata scrive ( 19 .~ 4) che in ge.11er ale I 'orchi! e è ll!Il 'affezione cl1e si riscontra r ara111 en te 11 el bambino. J. . o Presti-Se111i11erio solo ultimamente ha potuto osservar~ i primi 3 casi di orchiepididicnile (2 in l)ambini , 1 in adulto), sebbe.n e da oltre· un decennio srJieghi la' sua cc attività cli ag11ostica e clinica irt un centro ove la sett j c~ 111ia da Brucella è veramente endemica J> ... f. anche in questi ultimissimi giorni (di-. cen1bre 193±), W. \V. Qui lliam riferisce di· aver !1otato , nei ba111b·i ni , 5 casi di orchite. brucellare. :\Ila a lato di questi at1tori altri ne es'iston6 che affermano in m odo più o m eno categ·o rico l 'a ssenza di qual iasi lesion e · sia a cari co d el didimo cl1e del] 'epididim o . (iià ltel 1906 il capitano m1e dico G. Lamb, della Commissio11e speciale ir1glese d elle Indie, r .i ferendo su 17 e.asi di feb bre m editerran ee, fa un 5olo accenno a proposito d ell 'und ecin10 malato e di ce cc Ther e '''as no or chitis n. Sorvolando, pe r brevità di esp-0sizi one, tutto il periodo che va dal 1906 alla fine d el 193-!, 11 oi vediamo ch e Iza r s i sente autorizzalo di 1101er di chiarare in n1orlo categorico c1uanto 1
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IL POLICLlNICO
&c·gue : « Sebbe·n e g li at1tori afferrr1i110 che le orchiti sono freque11ti , i1on i)osso dividere il JoTo p.arere : i1l 19 n.1111i di esercizio e di osperlale in regioni fra le p iù gravemente colpite ({a quesl ~ affezior1e, pur ave11do assistit o a vere e1)idwnie e.on rnig liaia di casi, non ho potuto o sservare u11a sola vo lta una orcl1ite o u11a llualuJ1que altra lesione a c.a rico dell 'ap·p arato g·e11itale ». 1\.rtcl1e A. In.g·linLa , durante un'epidemia os·ser' ata 11el 1933 in Valle Anzasca (Novara) su 7:~ casi di feb·bre brucellare non osservò nep11ure una sola orcl1ite. Di fronte a questo stato di cose io pe11sai di riV<)lgermi al prof. Di Guglielmo che ne)Ja s ua qlialilà di Direttore della Clinica l\iledi c a di Catania, i>oteva essere in condizioni molto fa vore,'oli per dare un parere quanto mai autorevole. rn <lata 29 gennaio sc orso cortesemente rr1i ri sµu11deva qu.anto segue. '~ Devo dirle che sono rimasto sempre sor11reso per l 'estrema rarità delle orchiti nei nos tri rn~lati di brucellosi in confronto della itot,evole frequenza con la ,quale le riscontra110 specialme·n le i francesi. Io ne ho osservato tre 5oli casi (2 n1edici e un p·r ete) . Anche le 11tctrorrag·ie e le ovaialgie sono qui piuttosto rare. Nei .L)()Cl1i casi osservati la feb·b re t1a ;:i vuto l 'abjtuale dee.orso n . Date ~ues t e n e lle <lic hjarazioni dei due clinic i della ~i cilia Orientale, dove la brucellos i è ltUre t anlo frequente, i1on è possib·il e sotl rar si all 'impressio11e che un qualch e cosa di varl.ic..; o]are- a ciascun a regioue possa o debba in te r ver1i re , sia sotto il punto di vista dell 'e7,j o log·j·a, ia anc.h e a causa di fattori indiviclu<1.1i , quali i)art icolarilà di regirr1e, co·n sueludi 11i di lavoro , abitudini sessuali , ecc., circo ~tai1 ze ch e vossono determinare a carico <lrl la gl ando]a sessuale un locus niinorìs resi .~ t c1itiae. tJer qua11to riguarda Tripoli, dove io ris iedo, Ja feb b·re ondulante è allo stato enden1 ico sol1'i>ene sotto forma r elativamente i110,d esta. Solo n el p eri od o 1~24-26 si eb be un episodio cl10 i11i p ern1i::;e di osservare direttarr1ente 18' ('as i in po chi s~imi mesi : è solo fra questi c.h e j,, risconlrai dl1 e volle orchiepididimite: in Ut l gio,rar1e di circ a 20 anni ap·p ·a rve a de~ lra, preco cemente ; n ell 'a ltro individuo di circa 48 nnni, al I.a lo di sinistra e verso la terza scttir11ana. La m a la ttia decorse con sintomatol o;;ia abbastanza t.u111ultuosa, m a la durata fu relativa mente bre ve (_] 0-12 giorni). In t1n a ll ro giovane di c irca 18 anni si ebbe soltanto 1
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orcl1ialg·ia, cl1e scon11)arve in u11a settin1ana. f'ra le 5 do·n11e due ebbero forte e penose o vaialgie : la lerz1 metrorrag·ia e ovaialgia al 4-5° g·iorr10 dopo il p,a rto che si era mostrato ap11a re111ten1ente reg·olare . Quindi mentre lE> con1J.>licanze. a carico dell 'a]}parato sessuale mascJ1ile fur0no del 231%, nelle donne si ebb<~ ro nella elevati s~in1a proporzio·n e del 60 %: .n1e <lia co1nplessiva 38.8 p·er 100 di complirn 11ze a caricc1 dell'apparato sessuale . Deb+b-0 tu ttavia aggiun gere cl1e negli altri 22 malati da Jtte os-servati sia prima che dopo il perio·do epj<ic111ico de.J 1924.-26, non furono riscontrati si111iJi co·mplicanze , di modo che 8ul totale di 40 i11fermi la 111edia sarebbe del 15 %1
f\1co11osciuta , così, la i)ossib·i lità di orchite ed orc0ep1ididin1ite bTucellare , p iù o n1eno frrq uente a seco11da della località regio11ale o di 1:1arlicolari conti11ge11ze di terr1po, possia1t10 i1oi essere aulorizzati a ri.Lenere cl1e essa sia 1·.appanag·g·io piuttosto dell 'infezio11 e da L~r l1r elJa Brt1ce i (n1elìle11s is) che non della Bruc . Ba11 gl1i (abortus) P E a nzitutto sono essi capaci l] ursli due microorganis111i di dare una qualcl1e t11a 11i:festazio11e cli11ica .p rop ria ? E se sì, è egli 1>os·.-ibjle di pote·r procedere aù una diag11osi clj1lic.a differ eJ1ziale µ IJi fronte a l pol in1or(ismo sintomatologico clell 'inl'ezio·n e brucellare g ià da t.em1Jo i rr1eclici ::ivevano cercato di procedere ad una specie di siste1n1azione di alcuni dei sinton1i più apptiriscer1ti d ella ·m alattia, in mo,do da poter orier1l..arsi , co11 elernenti sos tanziali , in un $e11 so 1Jiu ttosto che in un altro in rapporto a LJ a varietà eziologic a dell :ager1te morboso. 11.1 una con1unicazioi1e al I u Congresso int0r11aL.ionale d'jgie•n e mediterra11ea Marsiglia , set.ten1b re 1932 - , cornparsa di poi in « T~ evue Coloni ~ le de l\1 éd. et Chir. n, 15 apr. 1 0~3. T.ano11 e Neveu, dopo accennato ai tenla ti vi fatti in tal senso da altri medici, fra i quali t"'icai e Ales&a11dirini , Kris.tense n, Vernoni, ecc., cr edono ad una possibile distinzionf' basandosi specialme11te sul valore dei sirtl(Jn1i polnionari, sul valore della curva febl~!·il e . su l valore dei fenom eni dolorosi e sul vrtlorc ·delle corriplicazioni. !F r1 queste l 'orcl1ite. cc che nt>i abbiamo più volte constatata 11 sarebbe più frequente nella feb·b re da .b rucella melitococcica. Le orchiepididimiti da· m e riscontrate a Tripoli si sono n1anifestate nella forma febbri) e risponder1te al tipo clinico di brucellosi rr1eli toc(lccica degli autori francesi. 1
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\ANNO
XLII, Nul\11. 39j
* ** Jla$sando or.a i11 rasseg11a le ~]tre fo-rn1e f6hhrili i1ell e qua li si possono avere complicanze a carico dell 'apparato sessuale., cr edo si.a uti· lf', a scopo pratico , di limitarci solt anto alla rrtalaria e alle f~bbri d el g ruppo tifico. !ila ~aria.
-- Premetto, anzit.utto, c.h e n1ala-
riologi come Marchiafava. Bignami, ecc., e cJinici come Strun1pell ecc. non 11anno am1r1es~a una veru co111plican za testicolare di ori· gi11 e· 111alarica. Seco1l do Terr1is tocle Santopadre (1894) · l 'orc,l1it.e sareb b e com1Jlicazione non rara d ell 'infezinne palustr e, e sarebb·e· u11 vero processo flogistico che si app-a lesa con dolori vivi, ingrossamento notevolissimo del testicolo, feb" bre elevata, cefal ea, J)etdi1a d '.appetito . Sar eb b~ p iù frequente n ei paesi tro1Jiicali. A. Breda rifer isce ch e orchitj p·a lustri sareb·h ero stat e 0sservate da lVTaur el (1883), da Bjrard (1884), da Z.a cco, S1nith , Charcot (l i)8''i): H el\:i.111oglon, nel l 897, ri scontrò una ~l) iclidirnite malarica i11 ra.gazzo di cii-ca 8 a uni : essa g uarì in 3 g iorni in seguito ad amn l i 11ìstrazio11e cli cl1inino i1er bocca e ad un1
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1917
SEZIONE PRATI CA
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Zl <)lll.
(}ue,st e leisio1; i sar eb·b·ero talora atrofizzanti. ~f· condo qua11lo riferisce Breda, Rosan elli ebbe ad osservflre orchialg ia , quale esponente d :ir1fc.zione n1alarica, sollecitam ente e con1p ]e1nrnente g uarita col e.b inino. ~~el l 877 Mllgnani n e osse·r vò 5 casi: 2 casi furo 110 visti <l a Strana n el 1895; Mignacco g11ar) un mal1to , con son1ministrazione di cl1i11jn o, n el 1915. .i\.ltri casi furono c urati da l)ietro Di Lore11zo . i11 uno (1 ;:J21) si trattava di orchialg ia del lato lli s i11is lra, decorrente se11za fe.b bre, n1a acco1111Jagn ata d a g rossa milza : l 'altro (1922) rjgt1ardava un contadino di Ca rido - l\eggi0 f~a labria in zon a en1in entem e·n te n1alarica. Di J)ace (192-1) n e osser vò due casi: un g jova1te di 22 anni n1alato al testicolo di d estra: 11rt ba1nbino di 5 anni ecc. J)i particolare inter esse son o i casi riferiti da (:ìgnozzi , di Gr osseto. Ha clovuto inter''eu ire an cl1e clii rurg·icam e11 te . Si tratta di 5 malati di orchite acuta, de i quali 3 complicati d a ag·i11alite e i1 ecro i della cut e . ln quattro l 'affezion e si svilu11pò a l leslicolo di si11istra, ossia in p r o·p orzion e dell '80 '/~ . Ciò sarebbe dovt1to a r agio11i anato1no-fif.iol ogich e: infatti è appunto a sinistra eh.e si ha stasi sa11g uig1la e n1aggior e varicosi I à ' CllOSa. Il pl as111odio vi artiverebbe per ·via san g ui· 1
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g n a. General1n ente è dapprima colpito il d idi111u . poi , specie se il p·r ocesso ntorboso conti11uJ , l 'e1)ididi1no e il funi colo. Ta lora l 'ingr l)~sa1n enlo è molto forte. Se inte1"Vie,n e subito ]a c ura s:1;3cifi ca - chinino , ar sen ico , b is.rr1'Utc> --, cessata la febbre. l 'orchite si riduce rar:i(la111ente a quasi la metà già dopo pocl1e ore: n1a se gli attaccl1i febbrili si rin11ova110 I' orc1J1ite può aggravarsi o complicar si e si p11ò stabilire u n.a vei'a pachivaginalite cronica ch e co11duce ad intervento cl1irurg ico talvolta g r 3ve. _Negli indi,ricl11i g iovani si può riscontrare f1 cqu en ten1ente l 'essudazione delle vaginali. {11 gen e·r e l 'orchite .è ap·p annagg io del n1ala . . r ico cr onico strascurato. 1\. lJr oposito di sub.ter zana malari ca il pro· f cssore Castella11i di sting u e sette possibili co-n1 .· r>lica11ze a ca rico d ell 'a1Jparato urogenitale .. f'rél tssc tie:ne il prin10 posto l 'or chite. cc U11 suJ.,j la.o eo e forte dolore egli scrive si rn,nnife:sta ai I esticoli in person a ch e antece., d e nt en1cnt e p uò non avei' mai sofferto di r ; _ pica felrbre malari ca. .. La tempe r atura si eleva f' i1 p·azieinte pro,1a la serisazjone di e·s ser n10Jl o rnalato i si11ton1i po·ssono esser e inter1ni1·1e11ti. l Jn esan1e d el san g ue mette in evirl<'H 7.:l il narass1ta n1alarico e il chinin o h a rag i(l.ne di questa ::;ituazi·o ne ». !'\r] 1930 ìn t1na nota dalla qua]e risu]ta ch e nel 18'94 a,·eva fatto oggetto d elJa sua t esi di lii urea a])punto l 'orc l1ite . n1alarica , N. F ederi ci riferisce s u un caso occorso nell 'Ospeda] e dj Sa ~sa ri , caso di vera orcliite nialarica e non lli f."c hite in, mala;ico. T>oµ o a''er .3ccennato. inoltre , ad altre os~ervazioni , di Di P ace, di Cignozzi e di De ltoa na , egli cr ede di poter a ffermare ch e l 'orc1tit c n1 a]arica ha cc car atteris tich e suffi cienti pe r e~sere individualj zzat a e diag nosticata ». Se r1 e p otrà rico11oscer e ]a n.a tura malarica : 1) « se ina ncano a ltre di quelle ch e sono cc1nu11er11e1Lte riconosciu te cause 11ossibi Ji di 1
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2) se ' i è ].a ragione endemica, e l 'orcl1ilc dim ostra a11damento o d eco rso di febbre r11a]ari ca , o si appalPsa quasi episodio ~ int o rf1ati·co di essa ; 3) se p er attutirla o deb,el1a r]a s i troYa cl1e~ rliversai11ente da quant o S'u ccede per J ·orc l1il e clovuLa a blenorragia od altro, o esclusi' 'an1e11i-e o so1)ratutt.o si avYa11taggia dell 'efficacja d el cl1irti110 e dei preparati antimala• • r1c1 >1 . t.ln caso di orchite n1alarica , a destra, fu osservat o da ' Tecchia (1920), e un caso di orr l1iPJJid idi111i te da , ,.alerio, al Brasile (192()). 1
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JL POLI CLJ NI CO n
J\ cce11tem enle, n el l 9J'2, Il osa J\Ia lJ ica ]1a 1
os&<~l' \'i:lto
un ca so di o rc11ite nla l.arica a Calf\ 11 ia. Nell 'aprile di qi1e t 'a n110 , a ll a l :linica tlelJe i\1ala.Llie Tropi cali d el pro f. Cast ella11i , u11 i 11<li,1iduo, g ià m a larico, h a p r esenlato, dur a n le un #forlc acce so febbrile durato c:M:ca dul~ ·g iorni , o r Ll1ia lg i.a d el la to di sinist ra, acco1111jagn at a d a . una certa d olor a bilità d el cord o11e, specie a lla con1pressi'on e . Su ])ilo en ergicamente chinizzat o, f eb .b re e d c>1 o r e son o ~con1parsi . Non fu trovato }Jlas ru <)clio n·è vi 6r ar10 si11lo n1i di n1alattia ven erea. fJen so lutt.avia c h e })r ob a bilmenle fu in ca u~a J 'eziologia .n1.alarica.
Febbri del yruppu tifico. -
Secondo Bred a l o r1-J1i te tifo a fu segn a la la d a Velpeau (18-l:-i) : ( >li\ ier (1833·) ue e11umer a 27 ca $i', d ei quali 3 JJrorn·i m a nifestatasi i11 individui dai 16 ai 30 -a nni . (~e ner.a ltne n te s1 a111)al esa in p eri od o tli co11va lescenza A più spe·sso s i tra tta di fo rma a c u ta par en cl1imalo..,a , fJUasi ser11pre solo a ca r 1,... o d e l didi1no . lL111 ot , Bouilly, Girode, J accot1d , K ocl1er , ~~ red él 11an110 risco11t r a to anch e la forma su p rn1ra Li va e ascessu a le : ta lo ra fu · p ossihile isoJnr e il b acillo d el tifo. 1~ . \ Veill scrive (1911) clte n el b an1b,i no tifo~o si p u ò aver e or cl1ite alla fin e d ella pri111 a ~e t1 i11 1 nna: 1'0pididi1no e la vagina le r esta110 n.lJ.iLua1111enle illesi. (:::isi di o r chite n el d ecorso d ell 'i nfezi on e ti fusa furon o osservati da Byam e Arc.h ibald ( l !t23): essi a vvertono ch e bisogn a far e a tte11ziOIl t' [1er ch è i_)U Ò an ch e supp urare . \i el ] 925 C. P ezzi scrive,ra cl1e n ella fehb·r e ti l'o i cle si p·oss0n o osser var e casi di or ohi te su pp urat a : pc rsor1a lmente ebbe occasior1e di o.~ ·e rvarne un caso. M. Gioseffi , invece, ritie11e ·(1 925) ch E> ·questa co1npli ca zio n e è r ar a, e gencra li11ente 5i 11a n egli individt1i d ai 16 a i 30 an 11i. L 'evoluzion e ar cbbe rap ida, 10-12 g iorni , n1a in 11n qua rto d ei cas i si p u ò aver e .Jiti ~ uppuraz i o n e . l-li ferisce ch é P ec po tè coltivare il par atifo B d a urta ep·i didimite supvur al a. , t\ . Can1p ani e E'. Ber,g olli (1926), d op o ave r rife lito s u d 'u11 cabO di o r chiepididimite, ' 'eSl'icoli le e n e frite aposten1a tosa d a para tifo B, (1 n1s), a pag ina 132 d el loro lib·r o co ì si e· s primon o: cc L ·orchite è la com1)Iican za genit.a 1<' p iù frequente e chiunque abbia s tudiato l)a recol1ie epidemie avrà .a vuto occasion e di ri ~con trarla. P u ò m anifestar si an ch e n ei tifi infan I i Ji . Blun1ertfeld n e cita 6 casi su 69 di t a le rorl1p lic:an za . . . : può esser e accompag na ta d a fc l>bre a ll a da , -omil o ecc. Pi c k ri tien e i' p r o clu ca 1.1 r r via ~matogen a ». ~ecc ndo Sab razè (192 7) ~ i pt1ò a' 'er e I 'or0
(A NNO
XJ. . II,
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cl1it·µ itlid 1n1ile n ella fe,b bre eb e rtia na ; IJ<iù r ar a1l 1ente i1el J:.»ara lifo B . Tale or c!hite si manifes ta gen er a l111enle durante la convalescen za Pd t' t1nila l.er a lP. , .Quasi se·n1pre si J1a ritorno di f ebbTe, ce falea ecc . Può a ppa lesar si sotto ù ue for 111e: 1) infia 111111alo ria, g·uaribile in 7-8 giorni , r11.1 c l1e può ~11 cl1e condurre a fat ti a trofi zzar1 ti ;
2) su ppura tiva, de lla durata di 35-±0 g ior11i , con p rocesso clte conduce a d atr o fia d eJJ a gla11dola s tessa. < ~ 1:eyx h a aYul o occasion e di osservar e (1931) or r l1ìe1)idid1n1it c d a i)aratifo B in un i11dividu o di 48 a1111i: la guarig io n e avve11r1e solo doj.10 circa set1 e niusi d i cura . Egli pen sa ch e s i I rat.tò di prop ag·dzione d alla via g_;nita le . 1)01:;0 aver ri fe rito su casi risco11tra li d a T>rago alla Gu ja13a (18'80), d a Gira rd a P an alll n (188-2), da Lassab,a ti·e e IIélie in Algeria ( 1 ~~6), d a Cl1nr co l, Plant é ecc. ; C. Meclulla ri f<·r1 ~ cc ( 1 93'3~ di a ,·er ri ~cor1 trati 2 ca i di que~ La m a la lLi a a B e1tgasi . Nel secondo dei 1r1a ]a ti si el>be })elle d e llo e roto tesa , li eia, rr1a n or1 arro~s~ ta i1è clolente, jl didimo e l 'eJ>id jdìu1 0 ess~ndo di volu111e e di consisten ze 11or1n ali. i trattò, quin di , di una vaginalile, cor1 1e i1 ei ca si osser Yctti d a 1F avrer in India . " fJ11 caso di or cl1je11ididimite da J)ar atifoicle fu (•.. serva to <la H . Pt.ay111011dand , in F r a11cia (1916) . In o]tre tre11l a anni di eser cizi'o profes ion a le in ILa lia, i1l Cina e in Tripolitani a, e dopo av·er c uralo più di un n1iliaio di tifosi a l g r;111de Osp ed a le d ella Cr oce Rossa Ita lia11a di \ 'iscc (1916-1 9ì 7), presso Pa ln·ian ova, 10 110 av uto occa ·io11e di o ser var e una sola ' 'a lta u11 '0r chite tif o~a i{ella p erso11a di un militar e ricover a to all 'Os1)edale d ell a e:. R . J. « Maria Lt1i ~a » in P ar1na (ge1 n naio 1 ~11 6) . Qu asi cor11ern l:JOraneam ente l ' infermo present ò volu1n inos(l par otite d el lato di sinistra, e fu n e.cessa ri o J'int er vc11 I o chirurg ico . CoNcLus10N r.
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Ch e l 'app ar a to sessuale p ossa r eagir e i11 seguito .1 st ati infeltivi , è orma i un fatt o la!~ il.a1nente amn1esso d a tutti . Secondo Viola n ell ' cc or chite p a r en chim ato a d a infezio ni di 0 rig ine ematogen a, il did in10 può esse re raddop p ia to o trip licato di vo ll1rr1 e, leso , duro , dolo roso alla pressio11e ». fJo n La110 amn1 e tte, an cl1e p er propria e pericn za, l 'or chi te p ar o titica piri'miti,·a, per ch è d a lui osser va ta in a dolescenti « n ei quali , in 11eri o<lo di epiden1ia, si i1ot è esclud er e ogni a llra orig ine, e con1e n ell 'o rchi te par otitica si elJb e lo s tesso d ecorso ed e'"' ito i11 a tro fi a n . 1
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SE ZIONE PRATICA
Nf·lla febbre brucellare, oli.re le artrosi11ovlJJ. - Seco11do alc uni AA. l ' orcl1ite può ti, Je pielonefriti e la , ·aginalite, egli an1111et te 111 rci1if:cstarsi an ch e n ella feb1b re tipo abortu s, 1 a11 cl1e l e orc.h iti: cc Quest ultima localizzaziosec0nclo altri , in vece, essa sarebbe n1olto più ne , fug·ace e Lra n sitoria, è forse da consider afrequrnte 11ella varietà brucella n1eliten sis. 1 r e ,·on1 e u11a d elle più frec1uenti, accanto agli 1\ d avvalor are quest orientan1en to sar à oppo1·asce. si so Ltoc ul anei , accertati, n el caso d elle tur10 di ricordare il compl esso si'nto111a to] on1 eli len se, co u in<lag·i Cl i cultura li bacteriolo gico a que t a più i)r oprio , con1 e affe rn1an o Ta g ic be. ;, . 11on e Neveu : lJerò mentre n ell 1orchite brt1rellare la lesio1) a pri nci1Ji o d el la malattia: as e111a o cruasi di seg11i di bro11chite . (nella varietà ne inl eressa il parencl1ima , ir1 quella di n a Luul)orfu s i hann o ~i11torni di bron cl1iie aglj r a ])arotitica la lesion e colpisce solo la parl e inl er s tiziale d ella g la ndola st essa, cl1e pre ena11ic:i e l egger~1 cor1gestione clell e basi : . . 1)esso a l) j JUre nza di tuber colosi); t a <-de111a ed infilirazio11 e le ucocitari a. 2) piìl lurdi : o cillazio11i te1miol1e giorln quest 'ultimo caso si arriva quasi s01111)r C 11n Jicr e r a pide. in 1-2 ore: o ndulazioni in 15 al] .il trofia d ella glandola e cruindi alla sterilità g·iorni e ad andan1ento r e,golare: t emper atupnrziale o completa , qualora i due testicoli r a r11as i111a spesso a 40° : (n ella varietà aborlus sia :10 stati contempor a1team e11le colpiti. Je oscillazioni son o meno elevate e ·p iù lente, fio cer cato di racc.o glier e una bibliografi~ in 3- + ore; le ren1itter1ze m eno marcate, le on~ t1ff~ cientem e 11te vasta l)er })Oter e, con n1ag·dulazinni in 1 settimana· c urva termica di g iore cognizio11e di fatti , arri,1ar e ad un con as11eLLo ti'foideo); ce tto qua nto più è po il)i] e r eale sulla pTeJ) localizzazioni dolor ose a tipo perio$P11za d el l 'orcl1ite sia in ca n1r,o brucellar e ch e ~t eo : (n1ialg·1e e s_µesso i11i o. iti n ella ' rariei à in qut:l]o de·lla m alaria e d elle fe·b ·b ri del gru1Jurtu ,e:); po tifi co. 4) durata P'i ù r)rotrat La d ella feb bre (forf)ueEti dati ;:,tatis tici r}ro·' 'en gono da tutte le ma lenta di Torn a elli) ; r(lg~o11i d'Italia, da Malla, d alla Francia, d al 5) minor nu1n1ero di con1plicanzc , ecce ]\' or cl-1\fric.a, dall:Afri ca rr1eridionale, dalle zion fatta dell 'or cltite c·h e le sar ebbe infatti ln clie, dall 'Est!'ern10 Orie1lte, dAl Sud An1eri· ca t' ir1olti dal] 'Arr1eri ra del Nord. Eb·b ene esa - più p Drticolare. Lu JJr eoccu11azion e di una simile diagnosi 111i z1a11do atter1tan1ente questi dati mi pare di Ya rietà i)otrà for se sembrare eccessiva e bic f1e esRi , in ogni paese, dican o presso a poco zarll,i11a , consideralo ch e la cura resta invarialo $lct-so : l 'orchitei sen1b·r a esser e in rap1)orto bilme11te la stessa; ma noi sappiarno ch e sotto ro11 ]e di ,·er e r egio11i ed epide1nie, c o111e a j) iJ l'1111lo di vista prog11ostico la b rucellosi h a IJt111to Carles a' r eb b-e co11st.atato n ei rig·uardi dur;Jta abb,astan za ,~ari a, e sicc,o me semb·r a della stessa co n1plica11za n ell 'infezion e paratific.'\. Si avreb·b e. i11olire, ch e la per centuale del - accertato ch e è appunto la varietà n1eliten sis queJl a ch e tra. c i11a n1aggiormente in Ju11go, 1<i rea~ ione testicolar e sareb·b e r elativame11te noi po tremo avere i11 Ilo tro possesso un eler110Jestn nell 'infezio11e brt1ce!lare, più n1ode111ej1lo i11 più per l 'ai)pro i111azion e di un st.a 11ella malaria e ancor i11en o fre1quente i1e]le tlleno vago criterio prog n ostico -curativo. febbri d el g ruppo tifì co . t~: ll)g·ico, tuLt.avia, so .. rlettare cl1e queste riJJI. - Provvis ti , come sia m o og·gigiorno , d2l 111pzzi sierologici e i11tradormici per for cer clle !1on siano se111 p.re state fall e con scru1nl1 1 a r~ una dia ano ·i di brt1celJ osi, può sem1;ol0&ità; è prol>·a bile, quincli, ch e qualcl1e d alo più preciso possa e .. ere n1e so i11 e·vide11za brar e Uj)Brfll1a tulta que, t.a n ostra preoccuqualora l 'osservazione clinica d el m alato e . pazior1e clinico-sintom a tolog ica. Ma n oi sap1)ia1110 ch e il paziente o i parenti spesso ridclJe circosta11ze ez iolog icl1 e sia ovunque co11r l1ieggo110 una diagn osi sollecita e ch e, talodot ta ~u di u110 sch e111a I)iù informativo ed 11r a, non è indiffer ente iniziare a l più presto niforme. po.:s1t>ile la cura a datta . Ad ogni n1odo , allo talo attual e d elle co .. e, -~·a i n o11 dobbi a1no , inoltre, dimenticar e q t1ando n el d ecorso di u11a fehb.re noi ass1stia ch e i nos tri IJl:llati di bru ce llo ~ i trovan si spesJllt) a lla co1nprlrsa di questa le ~ ion e a carico so 1011 tani dag·li o i1edali e dalle clinic11e; che <l<"'lJ ·avparato "essuale, specie se r elativam enspe~so i1on h a11110 i n1ezzi per spese di labote precoce e acco111r,ag·nata da alg ie, mial~ ratorio ; ch e qt1alcb e volta rifiutano an che di g ie ecc.; scartata l 'i1)otesi di parotite epideril'orrervi di J1uovo , qualora urt prin1 0 esan1e 111icH, noi dobbiam o pensare, an zit utto , a]la essClodo s talo ne o-ativo o i11cert o, si sia co eve11tunlità di un 'i11 fezione bru cellare piuttostretti a ritentare la proYfl. st0 cl1e a malaria o a febbre del g ruppo tifico. 4
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1920
cc IL POLICLINICO ))
u110 dei iniei malati una prin1a sierodiagnosi i11 148 giornata era stata con1pletamenle 11egati,1 a per apparire poi positiva dopo soli 6 giorni : in un.a malata sofferer1te di forLe ovaiFi lgia, fu positiva so·l tanto dopo· 5 giorni dalla prima, p·r aticata in 16a. giornata. tJuesto fatto· -è dèl r esto già noto pe1vch è, corrle scrive Frugoni, (< le a.g glutinine possor10 ritardare per la non capacità reattiva dell 'orga 11isn10, dovuta all'estrema gravità delle cc>ndizjoni ge11eralì µn dall 'inizio ». TI medico pratico esercita la su a professione a11che nei 1uogl1i i meno accessibili all 'uo1n<ì~ i11a non al1a febbre brucellare. È qui11di 116ccssario cl1e egli si avv.a lga di ogni seg110 e di ogni mezzo per andar diritto al suo scopo. « Ricordate·vi dun·q ue., scriveva qualche anno fa il prof. ~'rug·oni, di non rinunziare mai ad ~lcun elemenlo diagno·sti'co~ nessuno sarà inai di troppo; ma non lasciate che il troppo gra11<le numero di ricerche sussi'diarie vi venga ad ottu11dere quel sen so squisito e raffinato , fatto di i11tuito sì, ma nutrito di esperienza e dj cognizio·n i , cihe è il senso· clinico e il senso critico. E non lasciatevi mai desau torare del diritto cl1e a voi soli s1)etta di giudicar €. sjntetican1ente il valore dei fatti e d elle indagini: di tutto coordinare secondo un n esso logico, per ric.avarne le conc]u~ioni ultirne: la cJiag·nosi, la prog·rlosi , la cura ». I11
IlIAS·SlJNTO. L'1\ ., a n1ezzo di nun1erose s tatisticl1e, 11a cer cato di conoscere in quale misura si al") l>i~ r10 reazio11i a carico dell 'ap.p arato sessuale durante il decorso delle più frequenti n1alattìe 1nfetti ve: ]}r·u cellosi, inala ria, fe})bri del gruppo tifi co. No11ostante opinio11i divergenti ritiene sj <.ieb b·a an1111ettere la esiste11za di orchiti e orchiclpididi111iti . Es&e sarebbero più frequenti r1ella brucellosi, n1,eno nella malaria e 111eno anr_,ora nelle febbri del gruppo tifico. f\el caso delJa ])rucellosi ritiene anche che l 'orchite ia più frE->quente nella infezione da /;rucella. nielite1isi s e che, associata agli altri sintomi , possa costituire ele111e11to diagnostico di vari età eziologica. 1
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1~21
ive i1elle arnie e si nutre di cera . Le lar' e di qu est'insetto possiedon o u11'imn1unit.à straordi11aria verso il b·a cillo d ella tubercolosi. I bacilli introdotti i1e Ila ca vi tà clel corJ)O di questi iJl eLti son o fagocitasj, i)erdono la loro coloral !·iìJtà a lla fucsj11a , si gonfiano e si trasforn1al'l •) in un l; ig·111er1to l11un o nero. In vitro il sangu e della Galleria n11ellovella pr elevato steril111e11 le a l tera le cullure di bac illi della tuber colosi um1ana. P ertzoff 11a din1ostrato ch e Ja lipasi del la Galleria niellovella h a un 'azione idrolizzan te sui bacilli tubercolari uccisi da l calore all a ten11Jeratura di 45°, mentre n on h a osservato la distru zione completa d ei bacilli vive·n ti , cl1e p erò si dissociano in granuli e sp esso 11erdono la lor o acidoresist enza . Lo stesso fenomen o er a stato osser valo dallo s Lesso l\.och e dal l\iletalni ko·v i1ell 'in lerno deJJe cellule g iganti. Nell o spern1 ofilo la tub·ercolo i o-uarisce do1)0 ques t'evoluzione del bac illo. Assodato dunque ch e la Galleria mellovella è refrattaria all a tube1·col osi , questa r efrattari et à si deve attribu ire ai fern1enti ch e si tro, ano nei l eu cociti. Di cl1e natura sono questi fermenti ? Gi à nel 1906 l 'A. in collabor azione colla Zieb er-SchnmoYa aveva di1110 trato cl1e il sang·u e d el brti co conti en e dei fermenti lipolitici non olo rer i g r a .. i ni a an ch e p er la cera d elle a.p i e la cera del bacillo della tubercolosi. P er questo en1iser o l 'ipotesi cl1e la liJ.1asi avesse funzione importante n ella tt1ber colosi per ch è essa agisce probabilmente d i truggendo· la cap ula cerea e qu indi u ccidendo i bacilli e que t 'ipotesi è stat a confermata d a ' 'ari au tori La liJ:Jasi corJten uta naturalmente n ell 'orga11ismo u111ano varia per varie co11dizioni; essa aum enta coll 'alimenlazion e abbo11dan ternente g r a a e din1in·usce col digiuno . Le diver se malattie influiscono sopra tutto sulla quantità di lipasj. Nel tuber coloLico e 'è rtotevole di111i11l1zione d eJl 'energia li1)olitica . ir~ rappor1 o coll o :;:viluppo più o meno rapido della malattia. ] ,a tli1ni11uzione d ella lipa-::i è un fatt o abitua le n ello s tomaco terminale d ella tubercolosi. Nu1l1er osi a uLori i sor10 occupati dell a lipasi e d ella li11olisi nei tuber coloti ci e il Fi e s i11 ge1h a confermato i ]avori d ell 'A. coll a Gal.[eria nieillovelta. Il nu · Lul}ercolare contiene <JUe..:ta li pa, i e la lipas{ h a certo irr1po rtanza nella difesa 1ora1eall 'i n fezione. La ljpa -i leucocitaria , econ do Fies"in ger e Pi erre L.o uis Mari e, appari iene so i)ra l ut Lo a~li elementi della serie linfocitaria; e .. i J1arlno an ch e di1nostrato l 'esistenza di que Lo fer1n cn Lolipolitico nei gangli linfa tici e n ella 111i lza. TI potere lipolitie;o dei ~angli i11e enterici e della milza è stato affern1ato anche da Roger e Binet nel loro studio "' ulla l iJ)Odiere i l)Ol111onare. Krant e Burger h anno stt1diato la decon1po iz·i one dei g-ras i del ba cillo tubercola re pPr 011e\
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1922
[ANNO ~LII; . NUl\I.
« · JL POLJ CLJNICO >>
ré; d ella lipasi e riteng·o110 cl1e queste lipasi al)biano veramente importanza n el i)rocesso di g uarig ione della tubercolosi. Dionys I\..anoc1z ha isolato dal polmone normale un fern1e11to lipolitico che i1n;pedisce lo sviluppo dì culture dei ba,c illi tu bercolari, me11tre 11on ha provato questo fermento nel polmone tubercolotico. Aksiantzeff ha din1ostrato l 'esistenza di due fern1ertti lipolitici: una lipasi non specifica, ct1e decompo11e g·li olii e i grassi, ·e una li·pasi specifica ch e d ecom1pone le emulsioni sierograssose· estrat te dal b·a cillo tubercolare. L1 Ji J)asi sp·ecifica si trova solo i1ell 'animale tub er colotico e lo stesso fatto fu osservato n elÌ 'uomo, in c ui la tuberc olosi provoca anche l1na diminuzione delle lip·a si non specifiche. È opinione vecqhia che l 'alimentazione abb-o n.d antemente grassa facci.a b ene ai tubercolotici; prob·abiln1enle ·questo avviene ·p er un au1nento del potere lipolitico . Il processo di guarigione della tub·er colosi è t1n processo cellulare. I mezzi per render~ più forte le ce·l lule sono prima di tutto l e con dizioni favorevoli di vita: alimentazione buona e ab·b onda11te, aria a1)erta, lavoro non fatic·oso, tranquillità inorale. L 'alin1entazione g·ras.sa au1ne11ta il numero .(lei macr ociti e dei li11fociti e sviluppa l 'en er_g ia lipolitica d-el san,g ue e degli organi, ma poich è la c.ap,a cità di digerire i g rassi è limitata, il tub,e rcolotico d eve essere g·radualmente ab·i tuato a digerire ·dosi crescenti di grasso. Ed è .co11 questo meto·do ch e si hanno d ei b uoni risultati n ei sanatori . . L ' A. ha trattato le cavie tubercoloticl1e ron san g ue di bruco di Galneria m ellorvell1a e g li animali così trattati hanno sopravissuto di P'a.recchi mesi a quelli di cont,r ollo. Dublet ]1a aggiunto .a gJi estratti glice~inati di bruco di n1ellovella estratti glicerina ti d ' epato· pancreas ottenuti in presenza di calcio ed h.a ottenuto non solo .la guarigione d elle cavie tub er colotich e, rr1a an ch e la vaccinazione di c a~ -vie non ancora infette. HolJande ha avuto buoni risultati col san,g·u e di l>ruchj di Saturnia sa,ronia vaccinati contro la tuber colosi. R. LusEN..\. 1
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Collassoterapia e t.uberco1osi Jaringea. { ~1:.
G.1-\.NDINI. A rcliivio di il i elìicin a e1 Ch.irurgia,, g iug no 1935). :~,orlanini considerava i1ei. prin1i tempi la tu-
b ercolosi laringea com e una netta controindicazione al pneumotorace terapeutico; ·f u uno dei suoi allievi , il Dagradi c·h e segnalò n el 1 ~ 10 la probabile b e nefìea ir1fluenza ch e il }Jnx artificiale poteva svolgere n ella tubercolosi assoc iata della laringe e dei poln1oni. Da allora ad oggi numerosi AA. hanno riferito le loro -es1Jerienze ed osservazioni clinicl1e sull'argo111e11to e tutti o quasi sono con cordi c irca ]a
t1tili.tà
39 J
della collassoterapia ten1pestiva111 enle ~t pp ìi c ala alla tuber colosi laringea . No11 r eg11a i1tvece l 'accordo sul n1eccanismo di azione della collassoterapia stessa sulla thc. d el laringe. Secondo l ' A. la collassoterapia iu1n1obilizzan<lo il polmone, annichilisce la circolazione funzionale e sbarra la strada alle emb olie mic robiche, mentre conten1poranean1ente con la diminùzione d ella tosse e dell 'espettorato metLe a riposo l 'organo. La tub ercolosi poln1onare e la tubercolosi l~ingea hanno tra di loro rapi)orti non solo clinici , ma anche anaton10-patologici; tali rapporti non seno ·s emplici ed occasionali, rna hanno un fondamento bioloigico e patogene tico i .cui ~ermini sono ancora allo stadio formale ed analitico. Anche dall 'esame di centinaia di casi di tbc. d el poln1one e della laringe è difficile trarre deduzioni e con clusioni si cure. Numerosi lavori sono app,arsi sull 'argon1ento e sono anche stati stabiliti d~i punti da servire idi guida: I ) la tbc. laringea è g~neral n1ente l' espressione di forme polmonari estese e gravi ; 2) secon.d o le statistiche le forme polmonari evolutive presentano quattro volte più facilità di complicazioni. laringee che non le forme stabilizzate. La tisi fibrosa, la sclerosi apicale, presep.tano più di rado concon1itante. u11a forma laringea ch e non manca mai invece a complicare le forme evol11ti.ve, progressive attive con esp·e ttorato bacillifero. La tb·c . polmonare e la larin~ea decorrono ed evolvono in modo parallelo, cosi cch è un aggravamento delle condizioni pol· monari trascin.a q~asi · sempre con sè un aggr avamento c;\i quelle lariJ:.lgee. . L 'A. passa quinc14 ad i.lJ.ustraife il proprio mateTiale di osservazione costituito da ben 134: casi esposti in interessanti tavole clinico~stati stiche. Queste permettono di fare considerazioni non solo di indole g en erale, ma .anche particolare. Si tratta di tu Lti n1alati sanatoriali ospedalieri con l esioni di vario ,g·r.ado, i1ei quali la collassoterapia era stata istituita n el San atorio perchè non vi fosse dubbio n ella valutazione dei dati polmonari e laringei. ·Gli ammalati di tbc . polmonare associata a tbc. laringea, sottoposti a pneumotorace artifl.cialè monolaterale furono 8·5. Dall 'esan1e radiografico del torace il collasso risultò effi ca ce in 57 casi, discreto in 10 casi , insufficiente in 18 casi; l 'esarr1e del laring·e indicò: 33 casi clinicamente g uariti, 19 migliorati, 13 stabilizzati, 20 pegg iorali. I casi clinicamente guariti apparten evano tutti ad ammalati n ei quali ]a collassoterapia fu_ effic.ace e b en rispondente ai fini per la quale fu iniziata. I casi ch e pegg iorarono nelle lesioni laringee furono 20: erano malati con \1 aste lesioni poln1onari. Per quello che riguarda il tipo delle lesioni laringee, si trattava n ella maggioranza dei casi di forme infiltrative sen1plici; le form e a caratter e infi]trativo ulcerativo furon o 9, le in1
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{A~NO
XLII,
NUl\1. ~9:
1923
SEZIONE PRATICA
filtra ii ,.e vegetanti furono 19, le infil trati,re edematose 6. l)er quello cl1e rig uarda il p t1x ar t. bilaterale le cifre d ell 'A. han 110 un valore .ancora maggj ore. La islituzione di un pnx bilaterale 11ei I11alati con lesioni laringee sp ecifich e avanzate, va serian1ente ponderata: dei 17 casi d ell a s tati Li ca risultaro110: 5 laringologicamente guariti , 7 migliorati , 1 s tabilizzato, ± peggiorati. Le forme larin g·.ee erano prevalentemente a tip·o infiltrativo. I casi i1 ei quali venne fatta la frenicoexeresi furo110 22 : in 18 la collassoter.api a fu efficace, in ± di cr eta. In sei casi si ebbe la g u arigione c lin i ca delle lesioni laringee; in dieci vi fu n1ig lioram ento di es e; in cinque stabilizzazio11e, in tino p eggiorarr1ento rapido. P er •quello c h e riguarda la collassoterapia per J11ezzo d ella toracO])Ja ~ti c a l 'A. n e l1a r iportati &oìo LO casi: g li esi li d ella toraco1)lastica fu r o110 buoni 9 volte; dal punto di vis ta laringeo i11 6 ca ... i vi fu la gu.arig ion e clin i ca, in 3 un note,role 111iglio r a111ento e in uno rapido pegg ior amento. Irtl ])Ortanti son o le. d eduzioni cl1e 1'A. fa in base alle risultan ze d elle applicazioni t erape uticl1e praticate. La cura d ella tbc. laringea d eve essere basala 01)ra u11a diag110 i poln1onare preci a e c o ì pure il tisiologo 1Jrirr1a di procedere a d un a collassoterapia d eve ricer care le condizioni l ari11g·ee ch e pos ono avere una certa influen za sul m eto do da preferire. La tbc . laring·ea n on € . . empre associata alla tb·c . poln1on ar e avanzata, con1e un t emJ)O i cr edeva; essa può ac con1pagnare l e forn1e polmonari incipienti e può an cl1e talora e ... sere il primo segno rivelatore di una tb c . polmonare. L ' anclan1ento d elle due forme è qu.asi. sem1)re parallelo e r ari sono i casi di di sociazione n ell 'and.a mento sul quale influiscono elen1e11ti in1n1unitari i11dividu ali in rapporto con la di.,·er sità anatomo fi siologica e con la con seguente reazione immun itaria dei polmoni e del laring·e . Alle lesioni m onolaterali laringee corri._ 1)onclo no in gene re lesio1ii monola terali Jloln1onari d ello stes .. o lato. La tb·c. laringea grave si riscontra più frequenten1ente n ell e forn1e m iliari acute e suha cute · le lesioni n1onocordali o cir co critte a piccole zone sono legat e a for1ue polr11onari fibra e discr ete e lim i tate . Le conclusioni circa l 'influenza della colla ot erap ia sull 'andamento d ell e le ioni tub er colari laringee, corrispo11dono a quelle degli al t.ri AA.: il i)neumotorace, la fre11i coexesi , la toracopla tica h a11no indubbiam ent e una azione benefica purcl1è i t enga co11to di due in1portanti elem enti. Il primo è il ri covero saitatoriale ch e perm ette di sorvegliar e l 'anda n1ento d elle lesioni laringee e di rinforzare l 'aziorie della coll as oterapia con ter apia laringe-a att iva e i1assiva. Il secondo elen1e11to è for11it o
dalla d iagnosi precoce : essa può ·co1)r ire le lcsio11i laring·ée al lo ro 11ri1110 n1a11ife la r i e p ermetter e di isti tu ire la collas oter a1)ia a11ch e se le lesioni polmonari non lo ri chi ed o110 urge11ten1enle di p er sè stes e . L ' A. i11sist e infine ul co11cett o della n1a ...... in1a im1)ortanza cl1e la tubercolo i la ri11go-poln1011are a ... s ume a i fini ... ociali u 11 a i)etlo particolar111ente in1porta11t e i1ella lotta co11lro la tu b·er colosi . L 'opera d el larin1g·olog·o n on è più i a lata, no11 è più cir coscritta alla ola diag n o i, m a è a sociata costanten1ente ed attivan1enl e a quella d el t isiologo ed a urge quindi a d una azion e di primo ordine, con1e i l\Iae ... tri aus1)icar ono e le direttive attuali s lanno n1ettendo in pra tica. VrcE 'l' I NJ.
MISCELLANEA. Discinesia e Neovescicola. Cistico-dnolle-
nostomia. (P. L. Ì\lrRrzzr. Sociedad cle Cirugia de Bu e1ios
Ai.res , 1on1,o XVIII, n. 31). L ,1\. d escrive u11 caso i11teressante d i 1Jostu111i consecutivi ad u11a colecistecto111ia. Si trattava di u11a don11a clte da un anno presenta va i seg11i à i una calcolosi delle vie biliari e ch e fu operata 11e l lug lio 1933 di colecistecton1ia sottosiero~a con chiusura completa d ella p.arete, per colecistite calco·l osa; all 'atto ùJ:.> er~Livo fu constatalo un cis ttco dilatato. :::iub·i lo dopo l 'operazi.o ne eib·b e di nuovo crisi dolor ose in Lutto sin1ili a quelle precedenti alJ 'inLervc11l o di,'e11ule sube11tranti su ccessiva111ent e, tauLo clic n el 1nar zo 193-± si rinterve11ne di nuovo . Fu trovalo un duodeno p er[eLtan1e11t.e libero cd in corrisponde11za d el1'ilo epati co u11a tum efazione della g·r an dezza di u11 µolli c.e, di co lore azzur rastro cl1e in prin10 te111po fu interpretato co111e un coledoco dilatato. U11 e a111e più accurato d i111ostrò lratlar si di una jteo,·esc ico]a co11 ci ti co dilatalo con pareli e Lrem ,an1ente sottili . F atta una ini ezion ~ di lipiodol n e11a 11eo,·escic,ola si os~ervarono i segni d ella di ... cine ia: coledoco a co11tor11i 011ùu la11ti , pene l r azione di lipio(lol n el co11dotto di Wir ung , dilata7. ione del cistico e d ei condotti intraepatici . Fu fJr atica ta una cistico-duodenostomia e fu lasciat.a 11 ella cavità della n eovescicola un a l)etler. Il decor so po t-operatorio ft1 r egolare; esan1i r a diologic i st1cressi,ri pra ti ca ti col lip i.odol din1ostrarono che la ci ... ti co-dt1ocleno&tontia funzionava perfettamente . Le forn1azioni di,rertico]ari ch e qual r h e ' 'alta egu o r10 le coleci tec tomie non son o delle rteovescicole ma rap11r esentano una dilalazione r)assiva del mo11co11e ci .. tico riman en t e. Ques te dilatazioni ~onu dovut e all 'at1mentata pre~ ~ i on e d el] 'albero b iliare r>roYorat o o a tino ~ l ato ft11tzi ona] e a11orn1ale d elle Yie l) ilia ri (di •
1924
<1 IL POLICL1NICO
sci11 tsia) , o ad u1t o ... tarolo n1ecra ni co al iiber o cor ·o J è Ila bil e (peri duodenite, calco]o, au · J11enlo <leJ 10110 d ello sfinter e <li Oddi). Nel ca ... 0 atluale l'A. pe11 sa si tratti di un ;.iu111e11Lo ùi to11u dello sfint er e cli Oddi ch e ahbia provocato la fo r111azione d ella n eovescicola. Qui11di co11clude dicendo cl1e in cert e colecislili calcolose co1l parete poco alterata in cui esislo110 SJ)asr11i di tratti d ell 'albero b·i liare con corJ segue11t e stasi i ·asportazione d ell 'orga110 può IJrovocare urt aumento delle soffer e11ze e cl1e in cel'ti ca ... i la mig liore condotta ·è quella di prat.i car e UJ1 a colecisto-duodeno ston1j a. PI . ·\STT~A. 1
Sindrome di eccitazione diecenfalica ed ipertensione essenziale. .
(I. H. P ..t\GE . Am.eri ca n, Jou.r11al ftl e1dical ciences , lug lio 1935). E slaLa rilevata la son1ig lia11za fra il con11)les o di s i11tomi provocati dalla ~-111eti l-a cetil colina e la sindrome da eccitazione d ei ce11tri dien cefali ci, la quale d 'p.ltra parte ha notevoli analog ie con una sindrome spo11ta11ea ch e s uole ' reri flcarsi in gio,-ani indi, idui a ifetti da i1)erlen sio11e esse11ziale. ~uesta sindro1ne, di cui l ' A. 11a osservato e ~ I L dia to 11 casi i1el cor so di due a1111i , è cara tterizzata e.la a ttacchi tal,1 olta spontanei e talalLra con eculiYi ad eccita111enti , -ari. Con111ar e i1111a11zi tutto una zo11a di a rre sanlento a lla fr onte ed ai pomelli , ch e poi si diffo11de a l collo ed al tronco, ·dove si 1)resen ta a 111accl1ie sepa rate 1)er poi di, entare conflue11 te. Su tali zon e di a rre sa111ento co111paio110 gocc ioli11e di sudore. Le g a111be e l e braccia quasi sen1pre ri111a11gon o i1ormali, n1a Je i11a11i, e i)ecie le dita, pos 0110 diventare cia11oticl1e e freclde. I b·a ttiti cardiaci clive11ta110 più frequenti , la press io11e vasale au111enta leggerme11te, ed il pazier1te può avvertire sen so di pal.p itazione. Contempora11ea111ent e gli occhi si inumidisco110 o lagrimano abbondanten1ente; la salivazion e au111en ta; spesso si 11a sen so di soffocazione; la respirazione di,·e11ta n1e110 frequent e, più profonda, sp e o so i)ira11te e ancl1e affann osa. Il paziente a,-yerte i 1110Yi111e11ti d ell .i11te tino, c l1e '"'pes o l)O 0110 esser e ril e,ati a11ch e d al1·os ervator e. Ques li fatti r aran1e11te dura11 0 più di qt1alche i1 Li11ulo, i11a possono , ,erificar ... i }) ÌÙ volt e al g 1o r110 co1l i11te11sit à \1ariabile. La ·i11dro111e, cl1e è più freque11te i1eile g io' ra11i don11e, è sen1pr e legata ad un grado di i pc r1 e11s io11e ,.a~a J e (n1assin1a 220; 111 i11ima 146), ,""" 1)es .. o è accon1.p ag11ata da altri distur!;>i: frjg idiLà ... e , uale, n1 estruazi o11i 1)rofu e, tempe ra111c11 to ecc itabile, tremori , trepidazfoni ge11erali . leggero in g ro. san1ento d ella tiroide, 111ela· h0 Ji s1110 ba. a ie alquanto e]e,·a to, sen s1biliL à al freddo, ~e n so di clito morto n ell 'espo ... izion e al fre<.ldo, r o111ii , 11ausee. se 11~0 di te11sione i11torno a1 ca110 o al ,-erti ce . . 1
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[ANNO
XLII, Nul\1. 39]
Tal \-olta la sindron1e, i11a in n1odo in co1n1)leto, si ,-erifìca anch e i11 i11di vidui anzia11i . 11 r11eccanis1110 patoge11e tj co è oscuro i11a <l ute le caratteri tich e ie11on1e11ologiche se1111,ra che la s111dron1e sia i1t r apporto con una eccitazione dei centri di en cefalici . Al riguar.do ,,anno m esse in evide11za le analogie tra la sindrome da iperte11sione, la sindrome d.a tJ-1netil-acetil colina, l 'epilessia diencefali ca e la sindro1ne co~1secutiva ad ini ezion e intraventricolare di pituitri11a . 1. Sindron1e da i1Jertensione essenziale : a) sinton1i parasimpatici: sudorazione, vasodilataz ion e, lagrin1azione, salivazio11e, aumento della peristal i, rallentamento e .a pprofondin 1en to della r espirazione; b) sintomi si1n.patici : lieYe au111e11to d ella pressio11e va a le, aumento d ella fr equen za d el polso , eccita111e11to; e) abbas a111ento d ei poteri di controll o : accessi incoercibili di ansie , eccessi' ;i ir ritab·ilità . 2. Sindrome da ~-1n e til -acetil-coli11a: a) sinton1i }Jarasimpatic1: sudorazione, vasodilatazione, lagrin1azio11e, sa livazione, aun1ento della }Jeristalsi , r espirazione, le11ta e profo11da, caduta d ella pressio11e vasale; b) sintomi sin1patici : aumento cl ella frequ en za d el polso.· 3. Epilessia dien ce falica : a.) sinto111i parasi111patici: sudorazion e, vasodilatazione, lagri111az1one, salivazio11e , respirazione lenta e profonda; b) sintomi sim1; atici: aumento della pressione , -asale; e) into i11i di abbassa111e11to dei poteri di con·i ro Ilo : ag'itazione. ±. Sindron1e da ini ezion e intraventricolare di pituitrina: a) si11ton1i para im'l~tici: s udorazione, ,·asodilatazione, lagri111azione, salivazio11e, aumento d ella p eristalsi, r es11'irazione lenta e profond.a , lieve tachicardia; b) sin to1ni sim}Jatici: lieve aumento d ella pressione vasale. Per co111prendere queste analog'ie sintomatologiche conviene t en er presente le nostre conoscenze sulJa fi siolog ia d el dien cefal o. E oramai asso·dato ch e l ' ipotalamo è 1'elen1ento essenzial e ,d e ll 'espres ion e emotiva. Esso h a il con)1)it o di trasferire n ella condotta l 'i niziati,ra a ll 'azione })r esa dalla corteccia cere· brale. Esso orgartizza , a n1 ezzo d el siste111a parasimpatico e simpat~co , le più imp'Ortanti atti, rità , -itali dell 'organisn10, le s11e funzioni viscerali , il suo svilu1)µ0 ed il suo ricambio n1ateria1e, non ch è l 'i11 iem e di fun.zioni psicoson1atich e con1ples e, con1e quelle inere11ti al ~.esso , 1r1en I r e i1el n eopalli o è con centrato i I p iù alto controllo di tali att ività. Tulti g li im1111lsi n er,ro!"i c ircolano n el cervello per r aggiunger e ] a coordinazione fra le di sposizio1ri conative e d a ffettive (talan10) e q uelle conoscitive (n eopalli11r11 ). Questo m eccan ismo com prende l 'i_!)otalan10 cl1e, presun1 ib i]men.t e conferi ~ce il tono ei110LiYo ;i tutt e le a tti,·ità i11c·ntali e n1u scolari. Le ricer cl1e sp eri n1entali ul la funzione d el dielencefalo, esegui1 e d a Cann on , Bretton e Bard , h a11no din10. trato ch e Ja ri1nozio11e deg li en1i . feri cer Pb-rali n ei g.l tti d eter1nina uno
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XLII, N·aM.
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S E ZIONE PRATICA
s tato di falso furore con in1po11e11le a ttività sl1111;atica: er ezione clei peli , tacl1ic ardia , profusa s u·d orazion e alle piante della dita, iper te11sione a rteriosa e scarica di epinefrina. Ciò dimostra che il ll1ecca11ismo emoti·vo è essenzial111e11te sub corticale e ch e la corteccia ese rcita su di esso un 'azione frenatrice . Bard rit jer1e ch e questa fun zio11e ernotiva sia l1-r evale11t en1ente di sin1pegna~a dalla m e tà caudale d el1' ipota~amo e da lJ a lJarte più ventrale e più caudale d el talamo . Nell 'ipotalamo si trovano i centri sir11patici e parasirri:patici , m entTe ad un livello p iù basso, i1e.l bulb·o e nel n1id ollo , si t.rovano i centri ch e governano iJ to no ed i riflessi simpatici rji ù prirnitivi. ( :u sl1ing 11a dir11ostr ata la l)r esen za cli ce11tri parasimpatici nell 'ipotala1110, n1ediante la iniezion e di varie sostanze n ei ventricoli , iniezione cl1e p1·ovoca vasoclilatazione, sudorazione , lagri11) azione, sali,razione , aurr1e11to della fJeri stalsi e vomito. P enfield studiò u11 caso nel quale un 1pi ccolo tL1rnore incapsulato situato in modo da urtare contro la porzione anteriore e superiore d el talamo di ciasc·u n l at o, provocava attacchi in1p rovvisi , ch e egli chian1ò di epilessia diencefalica. caratterizzati àa inten sa dilatazion e d ei vasi della fa:ccia, d el petto e delle braccia, au111e11to d ella press ione vasale, lagrimazio11e , sudorazione, salivaiio11e, tachicardia, r espirazio11e le11ta e profonda e brivido. Or a n ella sindrome osservata nei pazien li cli iperte11sio11e essen ziale s i hanno 1utti g li elen1e11li con statati nelle turbe det err11i11ate dall 'i11 iezio11i intra, en tricolari, dall 'eccitazion e della r egione talamica da p·arte di u11 tumore, e infine ne lla sindrome provocat a sperimenta}. n1ente con la sop·p ressione d ella corteccia e c1uindi con l 'ipert ensione d eJle 1)arti sub,c orticali. Queste aI1alog·ie dimostrano cl1e anch e g·li accessi su d escritti, i quali s.i verificaho nel corso d ell 'ipertension e essen ziale, sono di oriDR. g ine dien cefali ca. 1
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DIVAGAZIONI L'irnportanza dell'idrogeno pesante in alcuni fenomeni biologici.
C'V. BRANDT. Klin. Wochenschr. ,
13 apr . 1935) .
Com e ogni nuova scoperta riel can1po della fis ica e della chi111ica, .anche quella riguardante l 'C8islen za deg,li isotop i d ell 'idrogeno ha trovato la sua imn1 ediata applicazio11e nello studio medico e b·i olog ico ; per ora le ricer ch e d el g'ener e risultan o ancora frammen tarie ; ciò non di meno si profil a già la possibile importanza de Ile u ltirr1e acqu i.sizioni. L 'A. in un an1pio articolo passa in rassegna gli tudi di ordine chimico e fisico, p er poi passare a quelli biologici. Ai primi non possiamo ch e accennare brevem ente . La differer1za nelle proprietà chimico-fisi.cl1e
1927
fra i due i~o l opi d ell 'idrogeno: il Protiu n1 Jl1 - co11 la 11ias a 1) e il D euteriun1 (D - co11 Ja n1assa 2) deriY.a anzitutto dalla .differen za dell 'e11er g ia c l1e la 111olecola di tali ele111enti ])Ossiede n.l zero as ~ o1utò ; con1e è r1ot o .ancl1e ~l questa t em1Jeratur<.1 la 111olccola i)resenta in odiiìcazio11i di p osizione (ch e nulla h anno a ved ere coi n1ovin1enti in r.a pporto a ll a tem pera lt1ra); ora l \311 crg ia ùi tali 111ovir11e11ti (ccen ergia cJ.el zero as"o luto n) i111porta 6175 cal. 1)r o Mol di j clr ogeno n or1r1ale e 438'6 ca l . pro Mo1 clel diplog·e110. Le co111binazioni cl1imicl1e dell 'idroge110 Ieg·g·ero i)osseg,g on o quindi n1ag·giori r iser ve di en erg·ia ch e no11 quelle d ell 'idroftt110 p esa11 le; e tutt t> le r eazio11i cl1e , i iur }JOtendosi :::; volg·er e spontanean1e11te dal pu11to di ' ista e11erg·etico , richiedono l 'apporto di energ ia da]l 'ester110 <<calore di attivazione », sara11110 più facili i1el c.a so cli co111bin.azioni clell 'idrog·eno leg·gero, poich è posseg,gono n1ag g·ior q u a11 lità di energia interna. L'idroge110 i1ormale reag·i.sce quindi più rapidan1ente di q u ello lJesante, tanto p iù ch e l 'H ' essend o di n1assa i1tinore si muo,·e più rapidame11te d el D e ,q uincli p resenta r)iù fa cil e possibi lj tà di contatto r on l 'altro elen1ento reagen te. In tutta u11a ser ie di processi si cli1nostra la pi ù facile r eattiYità (i1rLC$c.1 ne l se11so lato) d e11'idrog·e110 le.g gero. Così l 'H2 si diffonde più r apidame11te d el D 2 ; il e.alar e di eva1)orazione è più b·a sso J?er l 'H 2 ch e non per il ·D 2 ; la idratazione cat a litica d el 0 2 e N0 2 avviene con D2 più lent a111ente c.J1e col H ' 2 1 io; l 'acido cleuteroacetico (CH 31COOD) si dissocia tre volte di n1e110 d.el comune acido acetico (CH aCOOH) ecc. I11 gener e si è visto finora ch e la part ecipazio11e cl ell 'idrogeno pesante alle r eazioni p·o rla a d u11 rallen Lament0 cli qt1oste; un 'eccezion e (per lo n1eno apparente) è r appresentata dal fatto cl1e l 'inversion e di una soluzione di g lucosio ·vie11e cat alizzata più rapidamente dagli io11i. D cl1e non da quelli H. Si i1oti inoltre ch e , secondo le ricer cl1e di Lewis . la differ en z.a n elle propri età d ei due isot opi dell 'iqrogeno dim inu.i sce col crescere d ella temper atura . Non l)ossia1no soffermar ci qui st1i metodi di ricerca cl1e mettono in eviden za e perm ett ono m isu rare le proporzioni dell 'idrogeno pesante, rife-r entisi specialm ente all 'acqua pesante (D 2 0 ); essi si basano essen zialmente sulle d et erminazioni della d ensità dell 'acqua (misurabile an ch e col picno111etro); .anch e le altre co stanti dell 'acqua, come p. es. la conducibilità t ermica , possono esser e utilizzate per determi11are le proporzioni di D20. L 'im1)ortanza biologica del! 'idrogeno pesan1e ,·iene di111ostrata dal fatto ch e me11tre la proporzi one di D ,è press'a poco u n iforme nelle acqu e superficiali (.anche per la possib ilità di continui scambi colla umidità atn1osferica), la su a concentrazione è diver sa nell 'acqua de· rivata dai vari liqui di organici, anche a seconda degli animali ; così il contenuto di D
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1928
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POLlCLI~TCO
è rela Li\ a111e11te alto 11el latte di do11na, i11e11tre è u.g uale a quello d ell 'acqua con1u11e 11el l<i l le di n1ucca; e 'lJr esso i11 6 8 ( diff ere11za fra la d ensità dell 'a cqua comune e quella osser\'ata, a ten1p. 210° n1oltiplicata per 100.000) esso importa 1,5 per il sangue umano , 3· nel latte di donna , O i1ell 'uri11a un1ana, 9 nel latte \a cc i110; il 6s d e lle irulla oscilla da O a 5 ed è cli ± p er il i11iele . (Le c ifre citale i riferì coito a ll 'a cqua ric.a vata dalle diverse sostanze i11edia11 t e la co111busti.011e delle ::;oslan ze orga11icl1e). Da lfeyesy a H ofer ~ ono state eseguite r icer cl1e sui pesci e su sogge tti uma11i per ved er e la rapidità dell 'eli111in.azione dell ' ac qua })esa11Le, ingerita in forte diluizione. Si .è visto (osservando le ecr ezioni. corporee) che l 'eli1ninazione co111incia dopo circa mezz 'ora per durare in m edia 1 ± g iorni. Mc Dougall , Verzar ed a ltri studi.aro110 la rapidità d ella diffu ·ione i1e)l 'or g·a11isn10 tlelJ ' acqu.a pesa11te i11gerita, per' r 11endo alla co11clusione cl1e già dopo u11 'ora e::; a si dis lribuisce unifor111 en1e11te. i1ell e riser,·e idriche d ell 'organisr110. Ricer che di Ricl1.aTds rig uardano direLlaIl1e11te l 'influenza dell'acqua sui fenomeni b ·iologici in rapporto alla crescita d ei fu1)gl1i. ' e1nbra che l 'agrg iunta di que ta in forte diluizio11e ( l : 200U) s i j i11oli la er e ·cita dei a ccaro1t liceti, fa ccia au111e11Lare il glicogeno e fa ccia d 1111in Ltire a l 'azoto d el t erre no di coltura. La D2 0 i11 i lato di quas i purezza inibirebbe l 'accr e .. c irr1e11to d el lieY il o (Klar e Zi.ckler). Locken1ann e Len11ig· . ., tudiaTor10 la r esistenza di alcune specie battericl1e verso i disi11iettanti in rapporto alla presenza di D 2 0 nella coltura ; es . . i 'idero che tale resisLenza cresce fino ad (lS..:ere ce11tupli.cata quando tale concentrazio11e è di 28 % o per il b. coli ed è di 5:1: %o per il piocia11eo. Moltepli ci ricer cl1e rig·u.ardanti la possibile in f]uenza de.Jl 'acqua pesante ui sarcon1i e carcino1ni. d ei ralli non hanno finora m es o in evid en za a1cu11 i11flusso d el ge11ere ( ugiura , R ea , Web-er ecc.). c:o111e abbia1no g ià accennafo i fe11omeni e11zin1atici vengono in genere ralle11Lati qua11d o i1elle con1 ple e r eazioni chimiche S\'olgent.isi in essi alla molecola d el H 2 0 viene sostituita quella d cl D20; tale fatto solo in parte J) UÒ e._ er e .attribuito alla mi11ore r ea LLività d el D , 1anto lJiù cl1e \ i sono d elle eccezio11i con1e quella cl1e si manifesta per ]a d eidrogenasi. Si noli co111e i vari fenomeni osser\rati non si JJre s~ano .a ncora ad una sintesi. ALtualmente si è alla r accolta d ei dati , i quali, pur essendo ancora disparati e non em1)re co11cordanti colle i1ostre s11iegazioni teoriche , fanno prevecl ere ch e l 'es i.. lenza di iso Lopi di idrogeno (i quali sono fo rse I) ÌÙ di due) deve forse avere un 'in11)ortan3a tult 'altro ch e secondaria in alcuni fenome11i biologici , n ella fi siolog ia e patologia dell 'orga11isn10 vi Yen te . . i\11~z . 1
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NOTIZI·A 1\..
[ANNO XLII, Nu~1. 39J
BIBLIOGRAFICA
G. ScoRPATI, G. CERUTTI. Atlante anatomo-radiologico della tubercoloOl\1onE1-ZoruN1,
si p~lnlo11are. Vol. di 31± pagine con 508 fig. 1n i1ero e nu1nerose tricromie. bitta Danesi, Ro111a. Pre%.zo L. 220.
La letteratura 111edica italiana si è arriccl1ita i11 questi ultin1i ten1pi di un n1agnifico atlante anatomo- radiologico della tub·e rcolosi p1oln10nare, redatto dal prof. Omodei-.Z orini e dai uoi collaboratori G. Scorpati e G. Cerutti. Quest 'opera , veramente degna della nle11te e d ella p en11a di Omodei-Zorini, ch e, ancor giovane h a saputo così brillanten1ente affermarsi i1el campo c linico e tisioloo·ico assurae 1)u1· J:> ' o ' . 11el suo i11tendin1ento didattico e docun1e11tario, a una veste orig inale e attraente: essa tenta ~'istituire sulla base di ottime radiografie e d1 preparati anator11ic i ottenuti con metodo personale (cl1e costituiscono nel loro insieme un , din1ostrativo . nlus~o anatomo-patologico d ell apparato resp1rator10) u11 raffronto sisten1,a tico tra le lesioni anatomiche elen1entari e più con1plesse con i corrispondenti clich és radiog·rafìci; argomento sul quale s i erano accinti una diecina di ai1ni fa il Graff e I\.:upferly d ella Scuola di Aschoff e più recente111ente 1'Armancl rD elille, con particolare riguardo alla tub·er colo ·i i11fantiJ e. L 'Omodei-Zorini, agg·iungendo il peso d ella ua grande conoscenza ed esperienza d ei prob·l en1i tisiologici e sommando in sè stesso la compele11za clinica e arla tqmo -patolog ica, 11a compiuto un'opera più organica, con1p]eta e nloderna. :È di grande interesse per il lettore le scorrere le pagin e ed an1mirare accanto al testo redatto i11 modo semplice, chiaro ed interessante, le o ttime riproduzioni in nero e in tricromia che vivificano la lettura e costitui cono d eg·li jndiscutibili documenti delle pri11cipali alterazioni d ell'apparato respiratorio per opera della tubercolo i. Alcuni capitoli, come ql1ello sulle ca, ·er11 e , sug·li infiltrati tisiogeni , Eulla co!lassotera1Jia , l1anno un 'assoluta in1pro11ta p er anale, ri1)ortando e Tiassun1endo conlributi e ricer ch e del1'A., già favorevolmente noti agli tudio i di medicina e ch e fanno onore a lla Scuola d el prof. lVIorelli ed alla Scienza medi ca italia11a. L'opera è divisa in tre par1i: mentre i1 ella prima è illustrata la tecnica radiologica e a11at omica , i1ella seconda è affrontata la sistematica comparazione d ell e alterazioni elen1entari del polmone con le radiografie corrispondenti, partendo dalla tuber colo i miliarica e procedendo per gradi fi110 ai focolai acinosi, acinonodosi e lobulari; n ella terza parte è dato l argo sviluppo alla casistica clinico-anatomica i)erso11ale s eguendo la classificazione moderna accettata dal Mich eli nel uo r ecente Lrattato. Da ultin10 ,-engono volte le n1alattie J)]eu1
~--\NNO
SLII,
N U l\1. S~J
ricl1e 1• la collassoterapia ed alt i e forme n on tuhf\'r celar:i d ell 'ap1)arato respiratorio. L 'Atlante, edito d a lla Ditta Danesi , ch e ha r Qg·giunto u11a i1ote vole i:erfezione n ei clichés in n ero e nelle tricror11ie , è affida to p er la diffu .. ione alla 1F ederazion e N . I. ·F . p er la Lotta contro la Tuber colo i e 11on è da dubita re che o l terrà il più g rande s uccesso. Così , d all 'operosa fucina d ell 'I tituto Carlo 1F orlanini ch e sotto la apiente e dinamica guida dell 'on. prof. Morelli 11a già dato tanti inlportanti contrib·u ti scientifici alla tisiologia , continuando deg namente la tradizione d el g r ande 111aestro, Carlo F orlanini , è u scita que~ ta nuova 01)era ch e convinta ammirazione, a dditian10 all 'atten zione di tutti gli Ludiosi di lll edici11a. e. FRUGONI.
e E N NI _-\. L E MIERRE.
B I B L I o G R A F I e I <1) /\! ala.dies i.1fectieuses. \ 'o l. in-8°,
T\lasson et C.i e . Pa ris , 1935 . .Fr. 60.
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Bella r accolta dj 23 l ezioni clinich e tenute dall 'A. all 'Ospeda.le Claude-Bern.ard. Riguarcla110 esse le più frequenti e le più ~en1ibili n1alat1ie i11fettive :. t etano , . n efriti infettive, pneu1110. cocc1e, m en1ngococc1e ecc. 1'ra le lezioni più inter essanti r icordian10 quella sulla febbre 011dulante, su di u11 caso di feb bre d elle l\1011Lag·11e R occiose, o er valo a Parigi , su di un ca o di febbre bottonosa , su due casi di t e tano , su di un ca so di setticopien1 ia da biacillo funduliforme , su due casi di setti cemia da bacilli emog lobinofili ecc. Og ni lezione, trattando il sing olo ar gom ento dal punto di vista c linico , b att eriologico, t era1)eulico, costituisce un ver o comp l et o ca1)itolo ùi lln ottin10 Tr.attato di malat.t ie i11fettive . L 'A. og11i si111g·olo ar go me11to svi cera con pr ofo11dità e r ealisticl1e vedute elin1inand6 teori e. rifer endosi uni camente a quan to egli e gli altrj l1anno osserva lo a l le1to d el 111a la lo. An clle in questo lib-ro è op1)r esso og11i accenno bi· h liogr a fico abben ch è degli A A. p iù r eputa ti sia n o riportati con tatazioni e statistich e . 1
NlONTELEONE . •
L.
S T ROMI NGER. La. 250 p agg. Ma s ~ on
1929
SEZIONE PRATICA
coliba:cillo·se. Vol. in-8° di & C., P aris, 1935, F r. ±5 .
1F ino a pochi an11i fa di colibacillos i e u e parlava app en a, e e qu esta malattia attualmp,n t e embra esser e di grande frequen za , è per r.h è in quest o n1omento ci trovia1no n el periodo delle ricer che clinicl1e e biolog i ch e. Donde la n eces it à di u11a con cezion e n u ova d el colibacillo. Que Lo libro , scril to da uno specialist a ch e ~· ~ è 111olto i11ter e . . ato della que-tion e, riuni sce (1) Si prega d 'inviare due copie d ei libri di cui si desidera la r ecensio11e .
la n1aggior 1)arte d ei fatti clinici , con docun1entazi o11i t erapeuticl1 e in1portant-i: le locali zzazioni diYer se d ella colibacillosi e le su e 111a nife&tazi_oni .sono u ·attate infatti co ì ma g ist r al1nente, cl1e il lettore ved e volger s i dinan zi ag li occh i tutto il quadro di u11a 1nalatlia a locali zzazioni multi1)le, da l d ecor so il l ) ÌÙ di '"'1)ar at o , d alle con1plicazioni le p iù imprcYi t e . Degn o di rilievo r:articolar1ne11te è il capitolo con aerato alle tossine d el colibacillo , alle loro riper cu ssioni sul sist e111a 11ervoso e sulle turbe p sicopatich e e così l)Ure quello rig uard ante la contagio ità del colibacillo , la sua p a rla ta sociale , la ua importanza n el matrim onio e r1ella gr a' i da n za, questi oni tutte ric ch e di a1pplicazioni praticl1e . Dato ch e quest a m a lattia non inter essa sola111ente l 'urologo, 111a ar1ch e l 'inter11ista , l 'ost etrico , il p ediatra e sopratutto lo p sicl1iatra, si con1prende facilr11ente l 'interesse cl1e presenta quest o libro, n el quale l '-A. fornisce uno studio d ell a colibacillosi completo ii1 tutte le a. p . su e forn1e. J.
E. S .\.RJ C. Agran.ulocytoses, A n.gines lJ1 m r>h.o-monoC·yta.ires. 1\1asson et C.ie, Pari .. , 1935, 1F r. 40. S ABR.\ ZÈs,
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TJn a l)iù accura ta o ser vazione clin ica, lo studio atten to d ella er a i san guigna, h a11n o in ·que .. ti r ecentissimi ten1pi fat t o accomunar e d elle sindromi fino ad ora disper se e di co11fusa inter1)r etazio11e, tali le co idett e feb b ri ,g'anglionari, tali spec ia li angine infe Ltive ecc. Purtl11tavia questi casi i1on sono , com e il pra 1 ico p otr ebbe cr ed ere, r ari. Sab·r azè e 'arie in que lo ' olume apportan o un contributo vast o cli o er yazioni per son ali ed in uno con la casi lica d i m olti alt ri a utori , con le p r oprie r i cer cl1e en1atologich e, i._,t opatologicl1e, a11ato 1l1opa tolog·ich e, t erapeutich e, n1etton o iJ1 eviden z.a i punt i con1 u11i ch e fan no di sin dron1i ir1 .ap par en za co. ì di .. t anti le un e da lle altre, dell e for111e in s tre tto r apporto a n alomopatologico e }Ja t ogenetico. el pri1110 capitolo .. on o trat tate le an g ine n1onoli n focitarie : feb·b re gan glion ar e, poliade niti infett ive acute, febbrili , linfom onocilarie con o sen za an g·in a. Nel secondo capi to lo è Lrattata la ag·Tar1ul ocitosi , sia essa l 'agranuloci tosi pura n el . en so di Schultz, sian o esse le sin dron1i agr anulocitich e. L 'ultimo capit olo tratta in flne dell e leu remie leuco1)eni ch e. Largo spazio è dedicat o alle osser vazioni c]inicbe: a l po lo d 'on ore t r ov jamo i n o~ l r i migliori ~1na lo logi. Ricer ch e ed id ee i1u ove , ono ben '-" jnquadr.a te: n è è diment icat a la p arle pr a ti ca, ter ape11tica, ch e servirà di prezio ~ a gt1 i da al medico ch e di fT011te ad u11 caso d i agra11ulocitosi oggidà. n on p u ò se11z'altr o red igere il fatale o-iudizio, m a con cu re r azionalmente condotto l)Olr à sempr e ben sper are. 1
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M oNTELEONE .
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19~~0
e< IL P OLICLINICO
APPUNTI
[ANNO XLII, Nul\c. 39.
PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. La mastoidite silente. G. D. Wolf (Jo•urn. a.m er. med. assoc . , 29 g iug·110 193'5) ri cl1ia n1a l 'atten zione sopra uri ti1)0 clinico di mastoidite, a c ui dà l 'ap·p ellati,,o di silente app t1nto p er la n1a11ca11za di n ette n1anifes.tazioni c]inich e, pure in pre::>enza d i un processo patolog·ico p r og·r essivo. Tale condizione è importa11te p erch è è relatiYarne11te comune e spesso p rovoca g r avi d an· ni a ll 'ap parato uditivo e non .Iiarame11te la mort e i)er comp licazioni e11docranich e o gener a ]i. J11 c1 ueste condiz'io11i s 'impone la mastoidec ton1ia, procedim er1to cl1e è ad un temp·o r azionale, conser,;atjvo ed efficace, i11entre in m a11 i abili non dà n1ortalità di sorta. La ce falea nel cor so di un 'infezione dell 'or ecchio d eve essere considerata com e un segno 1Jr ecoce di a llarme. Ad ogni modo, og·ni pazieri te ch e h a .avu to L111 'irLfez ion e d ell 'orecc]1io va acc uratan1en I e seg uìto e se l 'orecchio n o11 rliver1ta con1ple tar11ente secco, la perforazione d el tin1pano be11 guarita co11 ripresa d ella lul entezza, si h a un fal5o sen so di sicurezza ancl1e ~e 1nan ca n o dolore e febbre . 'F ra i segni utili p er ]a diagnosi , oltre la cefa lea , l 'A. indica i seg·l1enti: secrezion e specialmente se retida; 1din1inuzion e d ell 'udito ; dolorabilità profo11da ed edema d ella mastoid e; i1ausea e vomiti; insonnia ed irrequietudin e, specialment.e nei b ambini . La r.adiografia (o se questa n o11 i può fare, la tran illuminazione) potr à esser e di nol evole aiuto. fil. 1
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l.i'osteomlelite vertebrale. I\l periodo iniziale è di d iagr1osi d iffi cile : fen o111cni gen ~ rali con1uni a tutte l e osteomieliti acute. La contrattura verteb rale e la sen sibilità a lla percu sio11e di una o due apofisi spinose son o mascherate da i sintomi più svaria~i. Si p ensa a n1eningite, ascesso perinefritico, reu111 a tismo articolare acuto, febbre tifoide , p eritonite, IJo]monite . Nel p·eriodo di stato , ness.un segno n è clinico n è rad iologico pern1e t-te di differenzia rla d al rnorbo di l)otl. L 'a11ali i ùcl l)U è il solo elemento di certezza; l a presenza di stafilococco o di streptococco fanno propender e per la n.atura osteomielitica. L 'assenza di mi crobi , con o senza bacilli di Koch t ende a din1ostrare ch e si · l ratta di morbo d i Pott. "Gna certa importanza l 'hanno la cutireazione e la si erodiag·nosi. Gli antecedenti, il m odo d'inizio e l'evoluzione devono pure attirare l 'attenzione. La diagnosi col morbo di Pott è importante perchè il trattamento è del tutto differente.
Ne l morho di Pott, vi sono delle r egole terapeutich e assolute: immobilizzazio11e, eve11tua lm ente innesti , pu11tura degli .ascessi. Nell 'osteomielite, è invece con sigliabile la aspetta tiva armata . Se dopo qualcl1e g ior110 di riposo, cadono i fenom eni generali si l)UÒ sperare cl1e l 'ascesso si riassorba senza trattamento. U11 malato osservato da M. e R. Soeur (Le Sca.lp el, 8 giugno 19315) sarebbe stato imm obilizzato p er vari anni se fosse stato preso per morbo di Pott; l 'A. non h a fatto ch e trattarlo col sempli ce riposo, facendolo p·o i alzar e dopo poco ~più di ,d ue n1esi dall'inizio. Quando l 'ascesso si raccoglie, lo si apre ; drenagg io per la faringe, per via paraverteb·r a le, per laminectomia, per via ingui11.ale . Se la suppurazione passa a cronicità , si è a utorizazti a pr:aticare un raschiamento con asportazione d ei sequestri. Soltanto n ei casi fis tolizzati e cronici, la terapia si avvicina a quella d el morbo di Pott. fil. 1
Per la diagnosi di morbo di Pott. Le forme cli11ich e di questa 1n.alat tia so110 SJ)esso fruste. Nel bambino, il dolore, Ja rig·idità e la gran d e g ib bosità attirano ra1)idarr1ente J 'a lt-e11zione. Si esamina Ja rigidità facendo racca Ltare daJ. bambino u11 oggetto pos to a terra; se esiste lno,r bo, di Pott, il bambino non vi arriva se non fl e Lte11do le .g·inoc r.hia. Così pure si cer cJ1erà la li n1itazione d ei 111ovinlenti di iperestensione; per ciò, si n1ettcrà jl })amb-ino col , ,e,ntre in b asso,, a I)riatlo, e si solleva110 le g·ambe . Nor1r1almente si for1t1a allora u11 a ftrande curYatura lord otica, ch e 1ì Oll si prod11ce in casi di rig·idità d ella colonna . Nell'adulto , non si deive contare m olto s ui segni <li rigidi Là, special111e11te a 11 'inizio d e ll a 111.alat tia e si de\10110 ricerca re i11olto .attentarr1ente. Più caratteristici sono i dolori , cJ1e si 1T1anifes.tan o a crisi, si accentuano col rider e, con lo starnuto e certi n1ovimer1ti. e si oaln1aJto col riposo in letto. 1 r11a lati si lamentano spesso di un dolore irradiante i a cintura, quindi di origine radical.are. La gib bosi tà nell 'aduJto si tradisce spes ·o con una piccola devtazione (ta lor a Jater ale) d elle apofisi $pinose, a ~ca li110 . Si ricercherà attentamente l.a presenza di un ascesso n ella f<)&Sa iliaca e la irritazione del midollo, che si n1anifesta con esager azione dei riflessi rotulei ed achillbi. Tal e irri tazione può essere un segno p recocissimo, probabilmente deterrninato dalle tossi11e tubercolari. La paraplegia è s.intorr1a tardi'vo . La diagnosi positiva si fa con l '.esan~e racliolog·ico, ch e deve e·s sere molto m1nuz1oso e f a l.lo sia dj faccia che di profilo. La prognosi è sempre grave. Si tr.att.a di u11a rna lattia a guarigione lenta e risvegli fre1
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t..\ :'\NO XLII,
NU.l\I.
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quc11ti. Le11lissin1a è la consolidazione dell'a<lullo. Si <liceiva un le111po ch e 3 a1111i di gesso e J di husto bastava110; oggi Mathieu (Journ. dcs pra-ticiens, 12 genn. 1935) consiglia di es~ere p iù pessi1ni&ti e di 11on predire n1ai la daL'l della guarigione con11)leta. fil.
Dorata della fissazione nella cura delle fratture della colonna vertebrale. Bol1ler 11e i s uo L1 atta lo sulla cura delle fratLura coi.1sig lia dj · imrrtobilizzare per 10-12 setti111ane le fr.a Lture della c. v.; la su ccessiva espe' ienza lo 11a spinto a ritornare u 11 'argomento; fgli scrive (Br. Beil. z. Rlin. Chir., v. 161, j). 298, 1835) cl1e frallure con gibbo inferiore A 5< · guariscono con fissazione di 8 settimane; 12 settjr11an e sono necessarie per un gibbo di 10° -20'} e 4-6 mesi i1er un gibbo n1aggiore. Se lolto l 'ap parecchio la c. v . si piega è n ece s~ rio i1uova1l'1 ente rjdurre e im111obilizzare. Irri·-,idin1 enti d ella c. v. e atrofia d eii n1uscoli. non ~opravvengo110 a ca11 a . ~ella fi . a~ion~ se si fa11no pralicare gli e~erc1~1 pres~r1tti. L ~- cocr Jie 1'occasio11e per r1bad1r e e difendere il suo ~011cetlo d ella n ecessità di. ridurre p1~ecoce111ente tulle le fratture della c . \ T. , anche e sper ialn1enle quelle con fenomeni 1)aralitici; ~ol~ ::ontroindj cazione è rap1)resentata da lesioni conco111itunti gravi ch e rendono i I caso disper :1Lu. P. STEFANINI.
Indicazioni, controindicazioni e ri ultati lontani dell'operazione di Duv-ernay. Duver11a)- (L1·0-:i Chirurg., n. 2, 1935). c?n1ur1ica i buoni risulL.ati a dista11zà ottenuti m 10 pazienti affetti da artrite cronica . dolorosa dc~ l ,a11r:a , col suo i11etodo che cons1 t e nel praticare in anestesia locale il cc forage » della te ta feì11orale·, rag·g·iun gendo il ccnLro di questa attraver so il collo. T ale operazio11e ha solo valore sinlo111ati co, toglic1lclo quasi sempre il dolore per un p eriodo .di . Lem ~10 ab·b astanza lun go . <~ oi11e ag·ise::c è d1ffi c1lc d1rlo. , . . . Forse 111odifìca profondnn1enle I equil1br1? circolatorio della testa fe-q1orale , r o111pendo 11 r'ircolo ·vizioso ipererrtiro di que ta regi?n~ , c h e 'econ<lo Lericl1e è all'origine delle les1on1 dell 'artrite cronica dell 'anca. Le indicazioni più fre.que11ti ono le forme dolorose del n1ale , cl1e r er1dono penosissima la 'ita, specie le forn1e bilat~rali , . e .può an~he <·. sere lJratic.ata in . oggetti a n z1ani, deboli e òiabelici. Ln ·anca trattata col cc forage » può ;jl seco11do tempo, esser e trattata, se occor;e, co11 J ~artroJ.1lasti ca o l 'artrodesi. t: contro lilclicata n elle forn1 e 11on doloro e . . R. GRASSO . Sui paterecci ossei e articolari e sui fte1n1noui <lelle g110.ine.
\'u111er oso il ir1aleriale della Il (:Ji.nica C:l1ir. ili Bndapest (6000 ca~i ) su cui fJuda c~ek (Br .
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SEZIONE PRATICA
/Jeit. z. hliri. Cliir.; v. 161, p. 261, 1935) fa alcune osservazio11i. Le si.- tein1atje;l1e indagi11i batteriologiche avrebbero dimostrato il ruolo importante che !)anno g! i anaerobi nell 'etiolog·ia dei più gravi f 1i1 Ler<.:cc.;i . Accurate ricerche radiologiche escluderebl1ero la possibiliLà di rigc11erazione di una faJa11ge distrutta dal processo . :~ppurativo . Circa la cura J 'A. insiste s ui la n ecessità d~ lare p recocen1ente larghe incisioni , specie 11ei easi gra ,-i e i1ei flemmoni d elle guaine. La n1orlaliLà dei casi g ravi fu così soltanto del U: 7 per ce11Lo. P. STEFA N 1 ~ 1. 1
Gli scricchiolii mnndibolari. X.-.T. J)ubecq (J otir11. de n1éd. de Bordea ux,. 10 lu o-lio 1935) richiama l 'attenzione su questo in~omodo, ch e affligge più spesso il sesso femminile e che può avere conseguenze da11~ i1ose, ia perchè la paziente ha un terrore d~i pasti e limita quindi eccessivamente la ~ua ali111entazione, riducendosi in uno stato d1 debolezza e di nervosismo, sia perch è talvolta la riduzione che la paziente fa gener,a ln1ente d~ sè diventa impossibile e richiede l '01)era del chirurgo e l 'anestesia. L 'ini.l io è spesso insidio"o . Il malato 11a come la ensazione che la sua n1andibola si arrugi11i ca durante. la notte e si prova a cc sr~g g inirla » con movimenti di apertura e cl11u· sura della bocca. Dopo un certo tempo a1)pare il segno caratteristico: lo scr~cch!olìo , ~o :do, percepito dal malato e da ch1 gli sta Y1c1no. Se n e hanr10 generaln1ente due : l 'uno a mezza apertura, l 'altro alla fin e dell, apertura; raro è quello cli chit1sura. , In altri , l 'apertura d ella bocca e ab~1or1ne rr1r.nte esagerata , lo scricchiolì? si f.a se11t1r.e all.a fine dell 'apertura ed i malati t~ntano d1 evitarlo limitando il movimento d1 apertura. 11 seco11do segno quasi costante è dato dal cl olor e ch e si ri veglia nel parlare, n ello . badigliar'e e specialmente dura11te i mo,rin1enti .di J11astj cazione; è an ch e p·r ovocato dalla Jì r c lO n e direl la su 11 'a rticolazion e. L ,_A. studia la patogenesi di questo di ~ turbo , riportando vari casi personali ed osserYa. che I 'unica t era·p ia consi ste nell'intervento c h1 rurgico: ca1Jsuloplicatura seguìta. o non dn c:a11s ulopessia , oppure meniscopessia , oppure 111fine da n1 eniscectomia. Due vie d ,accesso sono indicate per rag-o·iunaere 1'arti cola zione temporo-mascellare: la n1e~Liscec ton1 ia e Ja r ef:.ezìone. La ia preat1ricolarecon le sue in cision i multiple è la sola t1s~ ta in Fran cia·' in Germania , si preferisce re- . la via . troauricolare. Ognuna di essa ha 1 suoi Yantaggi ed i suoi inconvenienti. fil. f ,n s0Irotera1>in.
..\. Landolfi (Nuova medicina itaìi ca , 1935 , ~. o) , in t111a lezion e tenuta all'Istituto clinico
1934
t' l L P CH... I CLl f·lJ CO
De Giova11ni » tra tta di que to argo111enlo brillante ma n1olto controYer o, su cui 11on è ancora d e lta l 'u]tinì a j)ar ola . Accennato a ll e svariate ap·p licazio1Ji dello zolCo , s i soffern1a soprattutto sulla t era1)ia o] Corosa n elle n1a la ltie gastr o-i11t.e ·Lina li ricor da11do d apprin1a la cura d ella s indron1e e111orroidaria, in cui i lJr eparati sol foro i ono ado ttati d a tempo , n elle note . formule a b a e di fiori di olfo, con m a g n es1a, ecc. Ma sopratl utto importa nte è l 'applicazione d ello zolfo n elle gastroenteriti , enterocoliti , proc titi sotto forn1a di a ociazione dello zolfo con acido latti co , ed e tratto di colom b o, qu.ale si ha in alc une sp·ecialità , p er cui no11 i ha oltanto l 'azione l ocale ed astringente , ma ~n cl1e quella genera le d ovuta all 'effetto e11er getico d ello zolfo st esso. T a li i)reparati sono g ià largamente u sati n ella J)r a tica pedi~tri ca e sono consig liabili in quella gen eral e. La loro effi ca cia vien e anche conferm ata da G. Roi (Cultura m edica italiana, aprile 1935). ch e la contrap1Jon e alla semplice t er apia ]atti ca e ne dimostra l 'utilità in pediatria . fil. cc A .
SEMEIOTICA Variazioni fisiologiche della temperatl1ra 11mann. Se vi è un <la to fis iologico su cui l 'accord o sembra gen era le, è proprio la tem peratura del corpo umano , con le su e variazioni nict en1 erali. Tutti gli autori semb rano d 'accordo per fi ssar e la t em peratura r ettal e di un indi vi duo normale in riposo sui 37°, con variazioni di 0° ,8 a 1°. Le t emperature n1inime (alle 3-+ d el mattino) sono ver so 36°,±-36°,5, m entre quelle J)1assi1na (16-18) sui 3 7°,.J.-3'i 0 ,5 . Poca in1por1a11za hanno le variazioni di latitudine , d i c]in1a . , di razza : pochi decin1i d i g rado di Yariaz1one . T ale n ozion e sembra stabilita così solidam ente ch e una temperatura pon1eridia11a sup eriore a 37° 5 viene con iderata co111e i)atologica. R. Sabre e Hiriberry (Journ. d'e m éd. d e Bordeau·x , 10 lug lio 1935) avendo avuto occa sione di osservare d egli individui in p erfet to stato di salute e con t emperature differ enti da quel.le comuneme11te a ccettate come nor1'11ali , h anno fa tto una ser ie di osservazioni d a cui risulta ch e su 25 indi·vidui esaminati , ve n e erano 3 con tempera ture minime d i 37°, 4-37°.8 e m assime di 38'0 -38", 2; ed al tri 3 con t en1 perature minime di 3•5°,65-35°,9 e n1assin1e di 36°, 35-36° ,8. (Gli altri ri entra van o n elle cifre normali). T ali la ti di i per- od j po i ern1ia non erano tran sitori , ma i)ern1an enli . In due d ea]i i pertern1ici , la d et ermi11azi o11e d e] 111etaboli mo b a· sale ha dato cifr e d el tutt o n ormali . Se n e deve con clucl er e c11 e 1' iper- e l 'ipot ern1ia costitt1i . . cono d ei , -alori indiYiduali , ch e deb·bo110 es er e detern1i nat i j)rin1 a di pe11sar e a d is turb i lJat olog·ir i. fil. 1
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[ A~NO
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X l,II '
l.J J\l.
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MEDICINA SCIENTIFICA Eziolog·ia batterica del '' Foetor ex ore ,,. M. Girolarl1i (Giorn. di Ba.tt. eli Imm11.n . , luglio 1935) in due su 8' individui con alitosi , h a i olato dall 'e . . udato ton illare u11 ·aer111e cl1e produce i11 agar u11 odore n1ollo in1 ile a quello i)r ese11tato d a ll 'a lito degli indi,idui s Les . . i. Traltasi di u 11 bacillo gram-nega tivo ch e non coag ula n ~ acidifi ca il latte, no11 fern1enta 11essu11 car boidrato , n o11 produce indolo. T ali i)r o1Jrietà corris1)ondono a quelle d el B. alkaligen es alA·al1ofo etidtis i'" o1ato da Ca t ellani ii1 casi di foetor ex ore e da lui indicato co111e cau . . a cli tale dis Lurbo. L 'accertan1 en to di una tale eziolog ia potrebh·e avere ancl1e u n certo ignificato pratico , nel se11so di u11 1)0~ ibile trat tam enlo vaccinico.
fil.
VARIA Sterilizzazione umnna. La legislazio11e riguardante la s terilizzazio11e un1ana è consider at a n el 1935 in dieci Stati , 111a forse . s i l)ratica effelti va111e11te in u11 nu111er o m aggiore. Certan1ente certi difetti s lrutturali e n1e11tali si er editano , però la sterilizzazion e dovre]Jb e appli car si solo a quei difetti di cui si co11 o ~ce })ene no11 solo l 'er editarietà 111a an ch e il n1odo di trasmissione . Il co111itato di Brock (Journ. of the Americ. :1l edic. J-! ssoc ., 1° ,g·iugno 1935) non riti e11e cl1e siano g iustificat e le obbiezioni n1osse alla st erilizzazione riguardanti il con sen so ' rolontario di chi d eve esser e sterilizzato e ch e con s ist ono precisamente n ell 'o1)inione che, per la loro d eficienz.a n1e11tale, g·li sterilizzandi si per suadano fa cilm e11te a so ttoporsi all a st erilizzazione e non hann o il sen so critico ch e r enda accettabile un lor o con sen so . R. LusE A.
PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. l\I .
l\iAZZEO
e V.
tue r cola ri
l\l!A URO. D el la frequer1 za di lesio ni
p olmoria ri
n ei
pa ri(ficatori.
- - Ilif.
~1ecl . . ~apoli, 1935. \ r. PETTJ>ARI . Co nlribul o al l a con.oscenza della co-
sirlet t a osteocond ro1nalosi arl ic ola1 e. -
L. Ca1J-
pe lii , Bo logna , 1935. 1\1 . DE S-' ~TI . . e il siero di sangue rle i tub ercol osi abbia p ote r e batteri cida o in i bit ore ris1JeUo nl b acil l o tb c. - Tncl. G r afjrh c Stuccl1i , l\1il a n o, J 934.
]·~.
Do~rL'>rc r.
.c;u z
co rnp orl an1en l o riel sis i en1a refi col o-er1 rlo t eliale n ei granulo1ni n1itofici. - Tip.
Rosse t ti, ?aYi a.
·
A. SAL ER~r. E spe rienze co11 un 11u oi·o to1iico riel ~ i.~1te 111a neu r o-ge11ilalr. Ti p. Editrice l\Iiner\·1. Tor i110, 1935. F GHrEco. Sulla p a t og enes i della 1n esente rif e r <'f r attil e. - 'fip . Di La11ro, 1\{11>0 1 i , 1935.
lAKKO
s. LII,
~Uì\I.
39)
SEZIONE PRATICA
1935
POLITICA SANITARIA · E GIURISPRUDENZA.t·J CONTROVERSIE GIDRIDICIIE
IX. • Limiti della attività degli odontotecnici. È noto cl1e l 'art. 11 del regolamento 31 mag gio 1928, r1. 1334, stabilisce i lin1iti dell 'attività degli odontotecnici . Contro questa disposizione ricorsero alcuni interessa ti , riten endola lesiva .dell e loro attribuzioni professionali. Si discusse dell 'ammissibiilità del ricorso. Ma la eccezione 1\ stata correntemente superata, essendosi osservato ch e 1'art. 11 stabilisce pTecisi divieti .ch e limitano o escludono l 'esercizio di determi nate attività , sicchè ledono immediatamente e direttamente determin ati interessi professiona· li. Si è anch e discusso della proponibilità del ricorso, ritenendosi ch e il regolamento 1928, n. 1334, sia un decreto legislativo; ma il Con·s iglio di Stato lo h a esattamente definito regolamento delegato e, quin·di, h a ammesso il cont rollo di le.gittimità al fine di stabilire se quel}'atto abbia uperato i limiti della delegazio11e, -o sia contrario alla legge. Precisato così il diritto di agire, sia dal punto di vista dell 'interesse professionale azionabile, sia cla quello dell.a natura giuridica del1'atto impugr1ato, il Consiglio di Stato , Sezione 1,1 , con senten za 16 marzo 1935 , n. 159, ha di.cl1iarato Jegi ttime tutte le dis·p osizioni dell 'articolo 11 , che regolano e limitano la attività degli odontotecnici , ed ha n egato il fondamento del ricorso anche sotto il profilo dell'eccesso di potere, in quanto cioè il governo, secondo i ricorrenti , pur non violando la legge, sia stato -eccessivamente rigoroso , ab bia cio·è considera to atti pertinenti esclusivamente alla odontoiatria ancl1e q uelli cl1e potrebbero essere compresi nell'attività odont otecnica. Si tratta - h a os .. ·s ervato la decisione - di valutazion i tecnich e d iscrezionali , non sindacabili dalla .autorità giurisdizionale. 1
X. • Licenziamento per fine di prova: termine. La giuri 11ru(le11za del Consig]i o di Stato ha costant en1ente ritenuto illegittin10 il licenzian1ento deli})erato , anzi notifi cato , quando siano d ecorsi 21 i11e i dalla data dell 'a u nzione del 5ervizio: l1a con iderato inderogabile il ter• n11ne. Recenten1 ente i è r)re entato un caso particolare, cl1e poteva destare qualche interesse. Un n1edico co11do l I o presentò dichiarazione di din1i io11i Yolontarie. Ric_e·vuto que t 'atto , il (~ o n1une non r ispose : era fuori di controversia ] 'accettazione tacita. Certamente non c'era attestazione espre sa. Frattanto, il n1 edi co continuò a pre tare servizio. Decorsi 21 me i, quando i~ Con1une non poteva più deliberare il licenz1ame11to per fine de] periodo di i)r0\ a. il 111edico co11dotto notificò un atto col quale re7
<• ) L a presente r11bri<'a è nfficl~ta aJl'n.vv .
G10VANNJ SELVAGGI.
vocava la dichi arazio11e di dimissioni volontarie. La revoca era possibile per ch è c'era soltanto un atto unilaterale e la dimissione non è operativa d i e [fetti sino a quanrlo i101i ia accettata ed è revocabile. Il Podestà, ch e avreblbe licen ziato il medico condotto se n on si fosse din1esso, provvide n1a con rit.ardo. Da ciò un ricorfio a l Consiglio di Stato. La quistione più importante era questa: la dich iarazione di dimissione non an cora accettata influiva sul termine per l 'esercizic del potere di licen ziamento? Il Con iglio di Stato ha confermato anche in q,uesto caso la sua g iuris-p-rudenza, con decisione 22 giugno 1935, rie. Costa. Ha distir1to i d ue atti: la dichiarazior1e di dimission e volo11laria, r1on es"endo stata an cora accet tata, era revocabile; peggio per il Comune se n on provvide; fu revocata in tempo e, quindi , aveva perduto og·ni effi cacia; il licen ziamento per fin e di pro· va deve esser e in ogni caso deliberato a l1neno tre mesi prima del biennio. Perciò h a annullato la deliberazione del Podestà. XI. • Titoli di J•referenza nei concorsi. Spesso le Commissioni valutano , agli effetti del giudizio di idoneità, titoli di preferen za. E ' un errore. Questi titoli , in qu.a nto n on i riferiscano, per il loro contenuto , alla ca1)a cità p ecifica in relazione allo scopo del concor 0 l1anno efficacia di preferenza,, a parità di merito , ma non sono valutabili per la formazione della graduatoria di idoneità. Il Consiglio di Stato ha confermato più volte questa regola. Con decisione 7 giugno 1935 rie. Mighelli, l 'ha riesaminata in relazione al titolo di iscrizio11e al P. N. F. , d el quale ha così precisato i] valore : « Questo titolo in ero , dalla lecrislazione che h a avuto inizio col R. D. L. 13' dicembre 1933 , 11. 170,6, e ch e ha avuta la ua deflniti,1a istemazione col R. D. L. 5 luglio 1934 , nurnero l l 7fi . ,è contemplato fra quelli ch e danno soltanto diritto .a preferenza, in caso di r)arità di merito , e cl1e, per ciò t e o, no11 po ono e. . ere anch e alutati come titoli di capacità , ia pure genrr ica , ed influire così i1e11a forma zione della graduatori a di n1erito ». " int ende però ch e in certi con corsi la i crizion e al Partito , il brevetto della marcia su Roma , ]a ben emerenza di guerra ecc., pos on o avere in1portanza se il requi ito oggettivo che n e risulta abb-ia specifica attinenza allo ·co1)0 del con cor..,o. Ciò non si verifica per le nomine dei a11itari ; ma non è da e eludere a priori la po sibiJità di una valutazione. Voglian10 dire cl1e anche un titolo considerato 1~e r legge cau a di preferenza può essere u til r agli effet ti deJl 'accerta111ento di certi r ecru ... i .. iti . 1
ei:;Prce n re ia Cn~~a.zi one. <'Ons. le~ . del n ostro pertorl i1-n
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« IL POLJ CLINICO »
NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. L'assunzione di medici civili da destinarsi alle colonie. So110 in corso, da parte del Mi11istero delle Colonie, le assunzioni in servizio di med ici cjyili da destinarsi alle colo11 ie. {,'assunzione a contratto dei medici viene fa l la dal Ministero a seg·uito cli rich iesta d i perso11ale sanitario da parte del Governo coloniale. l) ur non lralt andosi di un concorso, le doma11de clei candidati sono sott oposte al giudizio di apposila co1nmissione la quale previo esan1e dei titoli professionali prod ot ti dagli i11teressati, sceglie i sanitari che devono essere chiamati a sost er1ere ! 'e-speri mento pratico, che consta di una prova pratica d i chirurgia e medicina generale (esame di un mala lo con deduzioni diagnos ticl1e e terapeut iche) e d i una prova orale su l pronto soccorso chirurgico, n1edico ed ostetrico. L'esperimento è soster1uto presso il Policlinico Umberto I di Roma. Nessuna r etriliuzio11e compete al meclico per spese di viaggio e per111anenza in Roma. I sanitari rite11u ti idonei vengo110 as·sunti in servizio a contratto-tipo, nei lin1i ti segna ti <l all 'a1nministrazione e dalle richie·te d el Governo <ielle Colonie. Comunqu e, il fatto che abbiano conseguito la idoneità nelle prove, non costituisce per il canrlid~to un diritto ad otten ere la assunzione, alla quale il Ministero delle Colo11ie procede a suo insindacabile giu dizio. Per potere aspirare alJ ·assunzione a contratlotipo, in qualità di 111edico coloniale, occorre non avere superato i 35 a11ni . Questo limite per ò è aumentabile: di 4 anni per cqloro che risultino i11scritti ininterrottan1ente al Parti to da data anteriore al 28 ottobre 1922; di 5 anni per gli excombattenti; di altri 4 per i decorati al valore militare, invalidi cli g·uerra e per ferite da cau sa fa·scista. Detti benefici di n1aggior azione sono cu111ulabili. L 'ass11nzione a medico coloniale viene fatta al g·rado X prima categoria, con i segu enti asseg·11i mensili: per la Libia circa L. 1600; per l 'Eritrea circa L. 2000; per la Somalia ci rca lire 2500. In caso d i assunzione, il Min istero si r iserva la facoltà d i destinare i medici coloniali a qualur1que colonia, secondo le esigenze di ser. . YJZIO.
l l edici di bordo. U11 provveclin1ento legislativo ir1 corso d i })Ubblicazionc co11se11te che su lle navi mercantili dirette a porlj dell' Africa Orientale possano essere i111bar cati, in qualità di m edici di bordo, anche i inedici non forni ti d ella speciale autorizzazione prevista dal R. D. 29 11ove1nbre 1925 n. 2288 e co11ressa claJ J\tlini·stero d ell 'I11ter110 solo ai medici r l1e alJJJia110 sos lenu lo con esito favorevole speciali l'SJ 111i di id o11ei Là. J l11edici i quali d esiderino fruire delle agevo-
I azioni s.u accennate _e co1upiere viagg·i in qt1ali tà di meclico di bordo delle navi mercan tili dirette all'Africa Orientale, sono pregat i d i riYolgersi per informazion i alla Sede della Societ à (( I tali a » (Flotte riu n ite) in Genova. .,..
Per l 'eserolzlo sanitario n ~lli: CJ/onle Italiane o nella marina mercantile, ricordiamo 1• Interessante libro del Dott. ROMOLO RIBOLLA
Medico <lip lomato d ella Marina Mer cant ile
Medicina Tropicale e fgiene Marinara MANUALE TEORICO-P RATICO PER I MEDI CI s e~ ond::> i nuovi programmi per gli esam i d i abilitazi on e a medico di marina mer cantil e. Ecco come si è espresso un insign e scienziato italiano su questo 1ibro del R ibolla: «
Caro Riboll a,
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Ho ricevutn il di TJei eccellente Manuale che saTà " di grande utilità pratica per med;ri e studenti. .. Le auguro OO'ni succes~o e mi rallegro davvero con e· Lei. " Aff.mo coPc.-ga AIJDO CASTELLANI >i. «
Da New Orleans. L a. (U. S. A.).
R.:i,porliia.Jno an ~ he uno dei tanti giudiz.i espressi dalla statmpa consorella : « Va data molta lode alla Casa Editrice Luigi Pozzi, ber1 eme,
1-ita della cultura medica italiana, per aver apprestato e pre, « sentato in così degna vest'i! tipografica un libro di cui si sentiva « ve'Yamente il bisogno, essendo o'l'mai esaurite le edizioni dell'opera (( fondametttale del Manson e dei Manuali del Rho e del Gabbi. (( Il Dott. Ribolla, medico diplomato nella marina meYcantile, (< facendo tesot·o della lunga esperient,a acquistata nei paesi tropi, « cali e nelle nostre colonie, e dello stu~io amorosamente coltivato « di questa branca, ha foynito ai nostri studiosi, dopo un piccolo << Manuale H oepli 'lapidamente esaurito, un libro di più lunga lena « in cui la vastissima mate1'ia è tYattvta con ordin e e competenza « degna di ammirat,ione. « Presentato con una lettera ve'Yamente lusinghiera del Murri e « con un gi.udit,io del Castellani, è facile preconi;aare al libYo il « più grande successo. Esso è diviso in quattro paYti. Nella prima « è svolto completamente tutto ciò che riguarda t1'tta L'igiene r1a, « vale e coloniaie. La seconda riguarda i modi di accertamento << diagnostico delle malattie. Nulla dimentica qui l' A. dei più im, « portanti mett.i d'indagine non solo per la diagnosi delle malattie, « ma anche per l'esame bromatologico degli alimenti e deLf.e be, « vande, per L'esame delle urine, per l'uso dei vaccini e dei sieri ~< e anche dell'insulina nei climi tropicali. Nella t erza part.e l' A. si « occupa di quello che veramer1te costituisce la Patologi.a esotica « con la descrizione completa di tutte le malattie speciali ai climi « tropicali, facendo larghissi1na parte alle malattie più frequenti « nelle nostre colonie, e più specialmente agli. studi degli autori « nostrani che di tali malattie si occuparono flOn solo nelle co, « lonie, m.:i anche nella zona pretropicale della patria nostra. La <e parte quarta si occupa della Legislazione sanitaria riguaYdante « la Sanità Marittima. In u na breve appendice sono poi studiate « alcune malattie cosmopolite, che però con grande frequenza si <e verificano a bordo, dal vaiuolo al soàoku, e per le quali era op, cc po-r'tuno che il medico avesse pronto un bYeV!! ricordo della sin, (\ tomato'ogiz e della cura. « Questo Manuale del RIBOLLA. chiaro, bene informat o, <e d·ovrebbe far parte indispensabile del bagaglio di chi « dovrà es ercitare la professione sanitaria a bordo e « nei paesi tropicali : esso è una vera piccola encic fo· << pedia che sola p uò bastare a tutte le n ecessità del e< medico, di cui ~·arà g~ida fedele e sicura » , (da « Annali di Medicina N avale e Coloniale >>. anno XXXI I, voi. I I , fase. v,VI). F. L. C. <<
Volume di pag6. XVl-491, con 39 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 52 più le spese postali di spedizione. E sclusivamente )Jer gli abbonati al «Policlinico>> sole L. 3 5 in porto franco in Italin. Per l'estero I.. 4 0 . l nviaire Va,glia all'edi : ore LUIGl POZZI, l:1ficio Po· 5tale Succursale dici otto. RO:JtA.
lANNO XL{l, Nu l\1. 0v
:::>1:.Z1UNE PUATI C.\
CONCORSI. POST I
\'A C:\ NTJ.
Concorsi sanitari delle RR. Prefellure
Nella in1possihilità di riport<.1re, anche in sunto, notizie di tu llj i band i di concorso, ci limitiamo a indicare alc une scadenze: Bolzano 10 ottobre; ~Iess ina 15 ottobre . Per Massa proroga al 15 otto])r e, ore 18. FR.\ SCAT1 (Roma) . Ospedale .). Sebastiano Al. Il termine utile per la definitiva presentazione delle don1a11de e docu1nenti di concorso al posto cli Chirurg 0 Primario nel predetto ospedale di cui il ba11<1 0 d el 14 agos to è 1)rorogato al 14 ottobre 1935 . LENDINAH:\. - (Vedere RovIGO) . ~ARDÒ (Lecc3). Ospedale Cit1ile Sambia si. Con corso, per titoli, al posto di Primario Chirurgo. S lipe11d io L. 14.000 annue (Iorde del 12 % e delle altre rit enute come per legge) ; compartecipazione clel 40 ~~ dei proventi operazioni a pagamento . Età n1assima anni 40 salvo Je eccezioni di legge. Sei a11ni di aiuto o assislen le effettiYo presso Cliniche Universilari0 od Ospedali di almeno 500 letti. Laurea co11scg uila da 1lmcno 10 anni. 1'assa di concorso L. 50,10. Scadenza 20 otto])re 1935-XJIJ. Per n1agg iori c hiari1ne11li rivolgersi alla Segreteria della Con g regazio11e cli Carità cli Nardò. Rov1co. Consorzio P1,ovinciale Antitubercolare. Pos to cl i Medico Direttore della Sezione dispensariale cli LENDINARA. Stipendio lorde L. 3000 annue. Età m assima anni 40 salvo eccez. di legge. Tassa cli concorso L. 50 . Scadenza 20 ottobre 1936. SoNDRIC'. R. Prefettura. - Scad. 31 ottobre, ore 18; direttore della Sezione med.-micrograf. dPl 1 J.&b oratorio provinc. d igiene e profilassi ; titoli ed esa1n i ; L . 15 .000 e 6 quadrien11i dee. , oltre L. 3000 serv. alt. Rivolgersi all 'Ufficio sanitario provinci e.le. V-\nE E . Consor zio Prov irtciale .4.ntitubercolare. È aperto il concorso a 5 posti di Medico Dirig en le d elle Sezio11i Disp e11sariali ed al posto di l\iedico-Aiu to del Disp en sario Provinciale. Stipenclio ann.u o lordo L. 4000 . Ai sanitari non abita11ti nel Co111u11e Sede del Disper1sario verrà corrisposta 11n 'i11dennilà ·speciale di L. 4000 annue, il tutto co11 l e riduzioni s tabilite d ai RR. DD. LL . 20 n0Ye111bre J 930 n. 1491 e 14 arile 1934 n. 561. Scade11za ore diciotto <iel 15 noven1bre 1935-XIV. Per inforn1azioni rivolger si alla Segreteria d el Co11sorzio in Varese . Co::\"CORSr ..\
PREl\JJ.
Pre1nio Cesar e Lon1broso . È aperto il VII concorso , pel 1935 , al premio
Cesar e Lo n1broso; si chiuderà il 31 dicembre 1935. I i pren1io sarà di lire mille ed accompag 11ato da t.i1 a arti s ti ca 'farga in bronzo. I con cor . . i aranno giuclicati dalla Direzion e dell 1cc Arc hiYo >> coadiu vata da apposita Commissione. I cor1corren li potranno trattare qualsiasi argo111en lo di Antropologia Crimi11ale e in qualsiasi for111a : studi a n a ton1ici , fi siologici , p·sicologici, e~])O izio11e ed illustrazione di casi criminali , 11iog·1afi e d i crin1inali , elaborazione òi dati st ati stici in. sluni l11onog r<:tfici o riass"L1ntivi. I la Yori d ebbono esser e indirizzati alla Direzione cl ell '« A.rch i ,·jo di Antrop olog ia Crimin.:il e e di Me-
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dicina Leg;tle », Torino (118), via Legnano 26. I n1anoscritti, ove iton siano fir111ati, d ebbono essere contradclistinti da un motto riportalo su una bus ta chiu·s a in cui sarà il nome d ell 1autore . La Commissione giudicatrice si riserva il diritto di assegnare il Premio anche n s tudj osi che non abbiano concorso, in ragione d ell 'in1porlanza e d ella natura di ]oro produzione scientifica. BORSE DI STUDIO. Presso la R. Università di Napoli è ba11dito un concorso a 4 borse di studio , rle11e quali tre di L . 500 ciascun·1 ed una di L . 1000, soggette alla rjtenuta della tas·s a di R. l\'f. Al concorso delle tre borse di s tudio di L . 500 ciascuna sono ammessi g li studenti d el terzo, quarto e quinto anno ed alla borsa di L . 1000 gli studenti del sesto anno di medicina e chirurgia, di disagiata condizione economica , appa rten enti alle antiche provincie continentali d el Mezzog iorno cl 'Italia , i quali non g odano assegni di Comuni , di Provincie o di altri En li. L 1avere ottenuto 1'assegno dalla Cassa scolastica o un su ssidio dall 'Univt•rsità non impedisce l 1amn1ission e al concorso. Le domande di ammissione, redatte su foglio da L. 4, dovranno essere presentate alla Segreteria della Facoltà di medicina e chirurgia non più t ardi delle ore 13 del 15 ottobre, corredate dal inod. A (stato di famiglia) e dal certificato de1l 1agente delle imposte dei luoghi di nascita e d i <limora di entrambi i genitori. I concorrenti debbono avere riportato negli esa1ni consigliati dalla Facoltà per gli a nni preced enti ltna media comples·siva di 24/ 30 e l 1.a pprovazio11e a primo scrutinio. Gli esami avra11no luogo nella seconda quindicina di dicembre.
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. La Con1mission e n omina la d al Con sig lio Nazio11a1e d elle Ricerche per l 'agg iudicazione d ei premi « Lepetit » per laurea ti n el quiI1ql1e nnio 1928-1932 , composta dal prof. Frugoni , presid ente, e cl ai proff. Spolverini e Vernoni , membri, esaminate le 313 pubbU cazioni presentate dai 25 concorrenti cl1e nvevano ottemperato alle norrr1e del bando di concorso ha a·ssegnato 5 premi da L. 1500 cjascuno a i do t tori: Cardin Augusto dell 1Univer sità di Pad ova ; Cimn1ino Aldo d e]l 'Univer sità di Napoli ; Gerbi Claudio dell 'UniYer sità di Milano ; Gua rino Albe rlo dell 'Universilà di P ad oYa; Sacchi Ulrico d ell 'Università di Milano . Il p r emio cc Cesare Lombroso » d ,Antropologia Criminale, nel concor so internazionale p el 1934, è stato un animemente as·segn a to dalla Con11ni ·~io11e g iudicatrice al dolt . Luig i ' ' er vaeck , dire ttor e gen er ale d el Servizio carcer ario cl 'A 11tropologj a c riminal e nel Belg io. Il dott. Ma rcel Pin ard è n o111i11a to presidente d ella Societ à fra11cese di derma tologia e sifilo g r afia. Il do tt . J ohn Alfred Ryle è i1ominat o , a par tire d al 30 settembre, r egio professore di medir icn a all ' Univer sità di Ca.1n b ridge, quale ·su ccessore di Sir W alte r Lan g d on-Bro,Yn , ch e va i11 cor1ged o per limiti d 'e tà ; il R y le proviene dal cc G11 y ·... Hospital ».
1940
'' IL POLICLINICO
NOTIZIE . DIVERSE I Congressi medici di Bologna. Il XXXII Congresso della Società IL. di Ginecologia e Ostetricia si svolgerà all '.A .rchiginnasio di Bologna da] 12 al 15 ottobre prossimo; saranno svolti i seguenti temi: « Lo sport e la donna », relatore prof. Francesco Scaglione , direttore della Clinica Ostetrico-Ginecologica d ella R. Università di Catania; « Il seg1neifto inferiore dell 'utero », relatore prof. G. Revoltel1a , direttore della R. Scuola Ostetrica di Trieste ; cc La terapia del cancro del1'utero », re1 &tore prof. A. Bertino, direttore della Cli11ica Ostetrico-Ginecologica della R. Università di Padova. ei giorni 8 e 9 ottobre si svolgerà all 'Archigin11asio il II Congresso della Società di Patologia Generale, con il seguente programma: Di corso inaugurale del prof. Cent3nni su « Prospettive sull 'incremento degli s tudi nel campo de11a Patolog ia Generale ». Relazioni: prof. Amilcare Zironi , dell 'Istituto Sieroterapico Milane·se u: « Le immunità non sierologiche; la istoge11a »; dott. })rof. Bruno Botta, d ell 'Istituto di Patologia Generale dell 'Università di Bologna su « La chimica dei tumori con speci ale riguardo alla presenza di agenti oncoge11i nel tumore formato »; prof. Vincenzo Bisceglie, direttore dell 'Istituto di Palologia dell 'Università di Sassari, su « Apporti r ealizzati e realizzabili in fif'iop atologia dalle cu1ture di tessuti »; « Chimica d elle vitaminç, degli ornloni e loro sintesi » (per questo t ema è st ato ufficiato il prof. Gaetano Quagliarello, dell'Is tituto di Chimica Biologica della R . Università di Napoli) . Il Congresso di Ortopedia , presieduto dal prof. Vittorio Putti , si aprirà il 21 ottobre con una ·.relazione del prof. G. Ii~ aldini, di Parma, sul tema cc Traun1i e paralisi oslelriche della spalla ». Il 22 ottobre il prof. F. Delitala, di Venezia , riferirà sulle « Le io11i intern e de] ginocchio >>. Il Cong·resso Nazior1ale di Otorinolaring·olog·ia ·si SYolgerà d al 20 al 22 ottobre sotto la presidenza del prof. Pietro Caliceti. Sarà pos to all )ordine del giorno il seguen le t ema di relazione: « Le petroi ti », su cui riferira11110 i proff. Gino Merelli e Salvatore Traina. l l 11) Congresso 1 azional e dei nl1clei italiani di Radio-Biologia, si svolgerà dal 21 al 22 ottobre, sotto la presidenza dell 'on. Ale sandro Ghigi e la vice-presidenza del prof. Gia11giuseppe Palmieri. 1'em a general e di relazione: cc E11ergie radianti ed en er g ie cellulari », relatore il dott. Mario Lenzi. Ai vi"sitatori verrà offerta l'interessante visione di una serie di apparecchi per la produzione dei vari Lipi di radiazioni. ei giorni 22 e 23 ottobre si terrà il Congresso di ~1edi cina dello Sport, cui è as·sicurato l'intervento d[1 ogni parte d 'Italia di me<iici iscritti alla Federrzione Medica dello Sport, di Ispettori di zona, I'idlv~iari , addetti alle ,Società sportive, ai Guf e ai Fa"c i Giovanili di Combattimento. Il tema ufficiale di r elazione: « Sull'attività dei Medici dello Sport dedotta dalle osservazioni e da li 'esperienza >>, sarà svolto dal prof. Giovanni Pi11i, presidenie del Congresso. Si p r eved e ch e in occasione del Congres·so , verra11110 poste le basi e presi gli accordi per l 'isti-
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l ANNo XLII, NuM. 39)
luzione di regolari corsi u11iYersitari di Medicina dello sport.
Azioni giudiziarie. Il dott. Burnett (Colorado, Stati Uniti) ha intentato caus_a contro due coniugi, Wyath , da cui rec~amava il pa_gamento degli onorari per dieci anni d~ cure da lui prestate. I due coniugi opposero che l '1mporto doveva essere ridotto, perchè· i] medico aveva _sbagli~to _d~agnosi e dato prove di n egligenza. In primo g1ud1z10 le loro recri1ninazioni non furon_o. accolte, perc?è le azioni contro i i11edici per def1?1enza profes·s1onale, sono prescritte dopo due a~1.11. La_ Corte supre~a,_ però, ha invertito il giudizio , stimando che 1 azione contro il inedico per deficienza professionale era strettamente connessa con l 'azione del medico per la richiesta del compenso e ha stabilito che clebba farsi un nuovo giudizio. ,,. A Mtinster un lavoratore, che era stato operato in ospedale di appendicite, si ripresentò dopo qualche t(:>mpo, p er farsi estrarre dallo ·s tomaco due salviette usate per la plessimetria; intentò poi causa, affermando che es e erano state dimenticate nel1 'atto operatorio; ma la frode era troppo manifrs la ed il tribunale ha condannato il simulatore a due 1nesi di prigione. In seguito alla morte di u11a donna, avve11 u I a per trichinosi contralta mangiando sa1sicce crud e di maiale contenenti trichina, era slato condannato quale respQ_fl5abile, da u11 'fribunle dello Stato del Michigan negli S. U., il fabbricante. Questi però ricor se in appello e venne assolto, dopo un dibattito, le cui conclusioni principali furono le seguenti: . Non si può stabilir€ con sic1irezza che un maiale sia o no infetto da trichina, a rrteno di un esame microscopjco di tutto l 'animale, che un tempo era praticato, ma attualmente nqn più , perchè non empre ri })onde . Per u ccidere la trichina eventualtne11te presente, occorrerebbero speciali proce·ssi di refrigerazione o di di si11fezione che però nuocer ebbero alla freschezza della carne . A parte questi trattamenti insoliti, il fabbricante in questione aveva osservato, nella preparazione d egli affettati, tutte le ordinarie preca11zioni igieniche; d 'altra parte la carne di maiale condizi onata in salsicce r1on dovrebbe esser e con sumata cruda che eccezioi1 almen te e una breve co ttura è sempre sufficiente ad eliminare ogni pericolo d 'infezione. Il dott. Cuvier di Bordeaux, gasato di guerra, i1tvalido al 100 %, ha chiesto, in applicazione <li una legge speciale (del 2 genanio 1932) , di essere promosso uffici ale della Legion d 'onore; il ministro della guerra si è opposto, considerando il paziente com e « ferito in ·servizio » e non come cc ferito in guerra »: donde un ricorso al Consiglio di St ato che ha riconosciuto i diritti del ricorrente ed ha' affermato . che il ministro aveva violato Ja legge, negando l 'onorificenza.
Un po' dovunque. Numerosi medici sono partiti volontari per l 'Africa Orientale. A tutti · va il nostro augurale saluto. La « Gazzetta Ufficiale » pubblica un decreto con il qua le sono richiama ti alle armi per mobilitazione i sottufficiali e militari di truppa di Sa-
[ANNO XLII , ~ u l\1. ;jVJ
1941
Slt.ZI ONE PRATICA
rti t[i e Su sis le n za nali 11el primo sem estre d el 1912, in congedo illi1nitato.
Il 3 setten1bre si è ])UblJlica la u11a Convenzione in lernazionale per la difesa contro la <le11 gua ; fra j 13 Stati firmatari è l 'Italia. Il 44° Con g r esso francese di chirurgia i terrà durante i g iorni 7 o ttobre e s·s . nella F acoltà m e(~ica di Parig i sotto l a presidenza del prof. Gasto11 l\1ichel di Nancy. Temi: Infarto clel mese11 lere, Le fratture d el calcagno, 1'acnica e sequele d elle opera zioni interessanti il diafran1m3. (l a fren icect omia eccettuata).
Il p eriodico « E l D;a ~lédico », i11 occasione del su o 7° an11iYer sario, ha J)Ubblica to un i1un1ero speciale, in data 5 agosto, reca nte 19 contributi originali e 6 conferenze, oltre a n ote di medicina prat ica, cronaca ecc . L e or ganizzazioni sanilari e au striach e hanno allo studio n umer osi proble mi : la riforma d e1la legge sulla vaccinazione antivaiolosa (n el sen so di r endere obbligatoria la Yacci11azione di coloro ch e h anno élYuto co11tatti con i ma]a ti) ; ]a nuova regolameniazione d elle assicurazio11i sani lari e; l 'assicurazion e contro ]a tubercolosi durante l 'e là ·scolastica; la. propost a ava11zata <lai professori della facoltà per l il fondazion~ di un i s tituto di fisica medica; i co1npensi ai d onatori di san g u e ecc.
La « Socié llç ùe médecj1te pul)lique et de gé11ie sanitaire » organizza il ~llO 22·1 Co11g r esso d ·ig ie n e dal 21 nl 23 ottobre a Parjg i , nei locali d eJ l 'Istituto P'1 ~ l e •.!~· I lavori i:on cerrteranno 1'igie1) e e la pro lezion e <l e lJ v pri rri.t infa nzia e &aranno di s tribuiti in l re l em~: alirne1tlazion8 , igien ~ d elle collet tiYità ii ]a tt ant i, or ganizzazione sociale dellii protezion e d ell él J)rj1 n a inf10.zi:i. l{iYolge:r . i a l segretario l)r l\ . 1) 1rjarric ·1 e 13. lli vière, ru e du Docteur llou x: 28, P ariti X\· e, Fra11cia.
Il 1nilite R en zo Aluidi , d elle CC. NN. di Rirn i 11 i7 i è fatto operare p er r ecar si volon lario n ell 'A1fica Ori e11 t al e.
La 94a riunione d ella Società dei i1aturalisti e medici 1ecle cl1i è I ata ri1na11dal a per la ~conda volta ; si t err3 nel ·set ten1bre 1936 a Dresda .
La Polizia Tributaria h a ·sequestrato nel portodi Ancon a un forte quan Li La liYO d ·oppio ed arre1 a lo due contrabbandieri .
L 'Associazion e Medica Cine e t errà l a 3a Confe1enza ge11erale a Canton da1l '1 all '8 nove1nbre; i ]avori sara nr~0 r ip:;.:-tj tj i11 11 Se,: ioni. Indiri zzo: the Sec;relary, the Chinese 1V1eò ira1 As ... ociation, 1'sze Pang Road 41, Scl1an g·l1ai , Ci11a.
È i11 orl0 i~ }Jro.f. I ..ÉoN FnÉnÉnicQ, emerito di fi -·
La <e ,Socié lé Médical e du Lilloral ~1éditerran éen » organizza il ·~u o 12° viaggio i11edi co in ter11azionale di atal e ulla Cost a Azzurr1 dal 26 clicembre al 4 gennaio. P er il progran1ma e per informazioni riYolger si alla ... egr e teria, rue Verdi 24, Nizza. Durante il 1934 g li os1)edali clj Berli110 h anno accolto in g rande preYalenza n1ala ti J)rovenienti dalla città, salYo l 'ospedale della Cl1arité, ove i mala ti di Berli~1 0 ft1rono incirca 3 / 5, inentre 1 / 4 proYe niYano d al Brandenburgo. Nell 'Ospedale Virchow furo110 accolti 28.000 n1alJ.ti ; segu e l 'Osp ed ale Hor st 'i\'e el , con 18.000 ma1ali . A Lo11dra è st a Le le11u lo di r ecen te u11 b anchetto, presieduto da Nevil] e Ch amberlain, allo scopo di riunire d ei for1di p er l a dotazione e l 'an1plian1ento dell 'osp ed ale « ~lari e Curie » . Ai discorsi in onore d ella : :; ig. r a Curie, ricer catrice in st ancabile e grande b enefat lrice dell 'un1a nità, rispose la figlia ·sig. na Eva, rievocan clo la men1oria di colei ch e d edicò l a sua vita agli altri , « mettendo nell 'aiutare chi aveva bisogno dellà sua opera , tutto quell'appassionato esntusiasmo ch e sdegnava impiegare nella ric1~rca d egli onori » . l\ella Scuola m edica di TananariYa, al 1\{adagascar, il 29 giug110 fu inaugurato un busto d el prof. Fontoynol, ch e p er 36 anni ha insegnato in quella scuola e per 27 anni f 'ha diretta; egli ora h a lasria to il posto p er i limiti d 'età. Il monumento sorge nella corte d 'onore; è opera della scultrice sig.na Anna Quinquaud . I fondi sono stati raccolti tra l a popolazione malgasca e quella europea del Madaga·sca r, in riconoscenza degli inestimabili servizi del F ontoyn ont durante la sua lunga carrier a m edica. A Pavia , inn·1nzi ad un denso ed eletto pubblico, tra cui qua i tutti i membri delle varie Facoltà , il prof. F ed ele Fedeli h a commemorato il compianto prof. Gaetano Fichera.
P er un infortu11io n1olocicli tico è morto il dott. Gerl1ard Totze, a sist e11le n eJl 'I Liluto di fi siologia: dell 'Università di Kiel.
s iologia all 'Univer sità di Liegi , decano dell 'Accacl ~·mia Reale di Medicina ò el Belg io, uno d ei magg iori fis iologi dei tempi r1os tri. J.Je su e ricercheco11cer11e ttero in sp ecie la circolazione e la respirazione; m olta eco d es tò la sua scoperta che i n1ovimenti della respirazion e sono sotto la dipend enza di un centro midollare, il cui au lomatismoè condizionato d al tenor e d el sa11g ue in anidride carbonica. Il Fréd éricq fondò con P . Héger il periodico « .A.rcl1iYes internation ales de Physiolog ie ». M. È morto n ella su a casa d i cu ra a Bologna, in
e tà di soli 47 an ni , dOf)O lt111 ga e penosa m alattia, il prof. CESARE CAvINA, repu t atissimo chirurgo. Fu a . . siduo e apprezzato coll al)or at ore d el nostro p e-· riodico. M.
==============================================: Rivista di lllalariologia PUBBLICAZI0NE MENSILE. SEZIONE I. Sormnario d el N. 3 - 1935. Contributi or~ginali : KRAAN H ., DE B UCK A. & SWELLENGREBEL N. H. On the fat- a nd \vater-conten t of hibern ati ng << Anopheles maculipennis n var. 11 atr op arvus » and var. (( Illè!?Geae » in ffolland. - SCB\VETZ J. Recherches morphologiques s ur un Raemoproteus » spécial et d eux " PlasmodiUJlils » du hibou (( SyrniUJID. nuchale » et sur deux « Plasmodiums 11 du petit tisser in u B rachyCO!Jc anom a l a» (Fam. (( Ploceidae ») (1 fig., 2 ta-v. ). - RIOLO P. L a terapia adren alinica venosa delle splenomegalie malarich e. - MosNA E. & SALU· STRl E. Grarlo di resistenza alla chinina di differen t i cep·pi di « Plasmodirum vivax ,, (3 graf. ). - DE. MELLO · F. & BRAS DE SA L . J. Ne pourra-t-on f a ire r ev1vre l~ •< Vieille Gòa »? (2 carte). ZAVATTARI E. Modello di lettino a zanzariera p er i paeei tropicali (3 fig.). Supplemento : Confer enze tenute- all'Isti: u to di Malariologi a (5 ta,v., 4 grafici). Abbonamento pel 1935: Italia L. 5 O, Estero L. 9 O; ai n ostr i abbonati L. 4 5 e L. 8 5 risp~ttivaruente; un numero separ ato: Jtalia L. 6, ERtero L 1 O. I(
Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI. Ufficio Poc;tale Sue;, · cursale diciotto, ROMA.
1942
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IL POLICLINICO
R!SS ~;GNA fJ.ELLA. ST ! JIPA MEllICA. A.-B. CoKSTAI\T. Ulcera JJE J~l i r :t SJJeri1ne11tale cro11ica. Paris Nléd., 20 apr. - Numero di idro-climatotera1)ia. Iievue Neurol., mar. - L. VAN BoGAERT. Displa:sie n euro-ectodermi cl1e congenite. Amer. Med., mar. - Numero sulla li111itazione .delle nasci te. Journal A. M. A., 6 apr. - A. L. BLOOMFIELD. Deg·enerazioni cancerose precoci dell \1lcera peptica. - G. A. e R. L. vVlLLIAMS. Stimolazio11e insuli11ogena dello svilu ppo sessuale. Brit. M ed . J ourn., 20 apr. - J. E. STACEY. Anal.g·esia nel travaglio. Presse Méd . , 20 apr. --. A. CLERC. Lezione i11 a u.gurale di clinica medica. Qliaclerni dell'Allergia, mar. - l\I. i\li::ss1;-.;1. A·spetti clinici dell ~allergia. Qua1ilerly Journ. Med., apr. - H. ltAMAGE e J. H. SHELDON. E111ocrom atosi. - R. S. HANDLE y e A. l\tI. NussBRECHER. Pseudo-emofilia ereditaria. R. S. AITKEN e C. WILSON. Tentativi di dimostrazione di una sos tanza iperten siva negli ipertesi. Giorn. di Batteriol. e Irnm l..inol., mar. ~ L. MoL·Lo. Batteriemia tbc. nelle affezioni chirurgiche e negli stati posl-operalori. - A. CAì\IPANu"{I e L . ZANETTI. Anafilassi e inì1nunità . · Amer. Jo urn. Med. Se., apr . - A. C. CoHN e W. H. LEwis. Polmonite lobare e digitale. - R . M. J ORNSON. La polmoni te nella febbre onrlulante. J. H. BARACH e D. H. BoYn. Nefrosi ipoproteinemica trattata con acacia. - ~1. vVrsHNOFSKY e A. 1 P. KANE. Glicemia e glicosuria nel diabete. - t\1. .JoANNIDES. Frenite acuta primaria. Bull. Ac. de Méd., 9 apr. - PÉRu e al. Eritro1Jlastosi tipo Cooley. Man.eh. Med. Woch., 25 apr. - L. R. MuLLER. Rapporti tra sis lema simpatico e parasin1patico. 'E. NEUl\IANN. Complicazioni da cliverticolo di MP.ckel. Arch. Mal. du Foi e ecc. , m ar.-apr. - N. FrEs· Hei1ue de CJ1ir., a1)r. -
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[ANNO X LII, l\Ul\I. 39J
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Indice alfabetico per materie. Artrite cronica dolorosa del! 'an ca: tamento . . . . . . . . . . . . . Bibliografia . . . . . . . . . . . . .Colecis tectomia: po·stumi . . . . .Colonn.1 vertebrale : trattamento fratture . . . . . . . . . . . . .
trat. . . Pag. 1933 . . . 1928, 1929 . . . » 1923 delle . . . » 1933
·Cronaca del movimento professio1ia l e .
Foetor ex ore : eziologia
. . . . . . . .
.Giurisprudenza fanita ria: qu.esiti
Idrogeno 1>esé.nte: i111portanza in fenomeni biologici . . . . . . Ipertensione essenziale e sinio1ni citazione diencefalica . . . . . ·L ue febbrile acuta . . . . . . . l\!landibola : scricchiolii articolari liastoidite silente . . . . . . . .
. . .
» » »
alcuni . . . . » di ec. . . . » .·. . . » . . . » . . . . »
1936 1934
1935 1927
1924 1.906 1933 1930
~1orbo
di Pott: diagnosi . . . . . . . . Pag. 1930 Occlusione intestinale po .. t-operatoria: 1899 cura con la pro·stigmina . . . . . . . )) Orchite e orchiepidimi le in rapporto a l1'infezione brucellare e ad altre i11fe. . )) 1912 ZIOD 1 .
. • • • • • • • • • • • • • • • •
Os teomielite ver te1rale . . . . . . . . . Paterecci ossei e articolari e flern111oni delle guaine . . . . . . . . . · · · · · Solfotera pia . . . . . . . . . . . . . · Sterilizzazione umana . · · · · · · · · 'l'emperatura urr1ana: variazioni fisiologiche . . . . . . . · . · · · · · · · · Tubercolosi : fattori immu11itari . .. · Tubercolosi laringea e collassoterapia ·
))
1930
))
1933
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1933 1934
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193'!
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1921
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1922
• Non ~ consentita la ristampa àf lavori pubblicati nel Policlinico se non rn 1utoriaazione scritta àalla. redazione. E vietata la fJubblicazjone di sunti di essi senta citarne la fonte .
D•ritt• di proprietà riservati. -
C.
FRUGONI,
A. Pozzi, Resp.
Red. capo. Homa - Stab. Tipo-Lit. Armeni di M. Courrier.
•
A.NNO XLII
Roma, 7 Ottobre 1935 ·XIII
Nnm. 4:0
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SEZIONE PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma •
SOMMARIO. Note e contributi : G. Penso: Il ciclo di sviluppo degli Ossiuri. Sua. importanza in medicina pratica. Osservazioni cliniche : G. Muzzare.lli: Su di un caso di ciste del mesentere. <Contributo ·clinico ed istologico). Discussioni e commenti : F . C: da Villa: Mors thimica. Sunti e rassegne : ORGAN I DIGERENTI: u .m ber e K. Resch ke: Prognosi e terapia delle emorragie ·g ravi da ulcera .gastrica. - Oade e Milbaud: Le coliti croniche u lcerose. - L. H . Clen, W. F. MangeR: L'esofago corto congenito. - GINECOLOGIA ED OSTErRICIA: R. J oachi1movits : Sulla patologia e terapia del fluor vaginale. A. F. "'fi'l osh: La 1 erapia della sepsi puer perale. Emile-Weil e Isch-Wall: Emorrag·ie uterine da emogenia. - M I SCEL~.\NEA : W. Falta : Il fattor.e ~pa~ico n el djabete mellito. - S. Lyon: La spond1los1 r1zomelica. Notizia bibliografica. - Cenni bibliog rafici. Accademie, Società Mediche, Congressi : R. Accademia delle Seienzo Medico-Chiru rgiche di Napoli. Appunti per il medico pratico : CASI~TICA E T.ERAPI~: Lpe~ trofia congenita del cuore? (Card1omegal1a gl1cogem~a) . Dolori alle spalle ed alle braccia in rapporto
NOTE E CONTRIBUTI · l S'I'ITUTO LAEOR.l \TOR I <)
DI
DI
SANITÀ
~iICROGRAFIA
P t JBBLICA E
lBATTE·R IOLOG JA
diretto dal prof. R. l\l AGGIORA-VERGANO.
Il ciclo di sviluppo degli Ossiuri. Sua importanza in medicina pratica
per il prof. G 1tJSEPPE PENSO, (locente in Parassitologia Medica e in Patologia e I g ie11e Coloniale. Fra le malattie parassitarie più diffuse e ])iù tenaci va certan1ente co11.upresa l 'Ossiuro.sj , ch e, se è frequente nell 'infanzia, non ·è rara fr·:l gli adulti . Tutti i n1edici sanno quanto difficile e vano .$ia. combattere contro que la infe tazione, cl1e, se provoca siindron1i di olito 110n gra, 'i, è cs usa sen11>re di dislurhi noiosi gradevoli e it1 opport.abili, ch e fanno verame11 Le p'8nare i J.>overi n1alati, i quali, spesso, tutto hanno 1e-11tato per vi1ìcere la ribelle infestazione. Ed infatti poco o nu11a e ' è da fare : g li O"'i uri assistono impavidi al passaggio delle piì1 ·diverse sostanze m edicalrici; e seguitano a viYere a lungo e a loro agio nell 'i·n testino de 1 1
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con inalattie cardiache. - Fibrillazione auricolare dopo inieziona di emetin a. - Sulla cura della tacih icardia parossistica. - Malattie della cistifellea simulanti l 'angina pectoris. - NOTE SULL'ANESTESIA: L'anestesia localizzata nell a. !Pratica giornaliera. - Sulla n arcosi oleo-eterea. - L'evipan sodico per via intramuscolare. - Anestesia basale ·per ingestione di N embutal. - DIETETICA: La soia nella piuria, nel diabete e nell'eczema. - SEMEIOTICA: Sull'aumentata eliminazione di urea nella prova dell'acqua di Volhard. VARIA: S1ulls modificazioni dell'u·m ore negli s,p ostamenti dell'equil ibrio acido-base. - La melioidosi, nuova mal attia tropicale. Nella vita professionale : Medicina sociale. - Cronaca del movimento professi on a.le. - Amministrazione sanitaria. - Concorsi. ·- Nomine, promozioni ed ono· rificenze. Nostre corrispondenze : Da Montreu x. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.
~ i sgraziato
ospit e prescel to; se la terapia , in fatti , riesce a farli tutto al più scomparire dalle fec i per q ualcl1e tempo , non impedisce n1ai il loro irr1provviso e numerosissimo ritor110. È una storia, questa, di tutti i g iorni, e che i i11edici pratici conoscono· a mern1orja. Quale, ora, la rag ione di questa tenacia di infestazione e di questa difficoltà di terapia P Nel p1assaLo, non r iusc.endosi a dare una i1lausibile. piegazio·n e a questo fatto - ed a11cl1e perchè si . era visto che in vitro numerosi meclica1nen ti agiscono con efficacia s,u gli (Jssiuri - si era conc]uso ohe la 1:>ersistenza di questi vermi nell 'inte tino non era dovuta u speciali condizioni inerenti i vermi stessi o all a ineffìcacia dei rimedi impiegati', n1a alla co11seguenza di ripetute e continue autoinfe · sLazio11i alle quali va soggetto l 'i11di,,iduo n1al.ato, specie se barr1bi110. Que.sla i1)otesi si b asa va . ul fatto cl1e le uova degli O siuri contengono, appena e111es ~c, l'embri0r1e già sviluppato e capace di infestare d.iret t.::l111ente - sen za p·a~sare atlraverso 11essun ospite intern1edio - l 'ospite defì11itiYO, in questo caso l 'uon10. E ba~andosi su questa i11otesi . i è crealo tutto un si tema di terapia e di profilassi co111
<< JL POLICLINICO
l.ro le r ei11fesla1,io11i, 5i len1a u11i·, er sal111 e11 Le conosciuto, radicato 01'(m ai i1elia m enta]ità d ei ine<lici e, direi qua ·i, anch e in quella d ei 1)rofa11i , i ten1a ch e, però, pr.a licamente 11011 J1a n1;\i d ato ri'sultati positivi . Si diceva : i 111a]ati 11011 g uarisco110 percl1è si rei11fest1no; si r einfesta110 p er cl1·è , dato il i.irurito a11ale che causa ]a malattia, sii gratl é:J llO l 'a110 i111b1 r attandos i, cosi, di uo1v a le dit.a, Je quali , portate su ccessiva111ente alla bocca, .,,ei c0Ja 110 g li agenti d elle r einfestazio,n i. E si di ceva tutlo ciò senza. p en sare che le uova di Ossi uro so110 rarissime a rinvenirsi 11elle feci e nncora più rare sul bordo anale , ch e esse \ 7e11gono espulse all ' esterno insiem e al ,·erme fem111ina cl1e le co1n tien e ancora 11el1·utero, e cih e i)er in1hTatLarsi l e dita di uova occorre s fra11 gcre una femmina pregna , il cJ1e 11011 è u11a eve11ie11za tanto fac il e g iacchè gli Ossiuri no11 fuo riescono pontaneamente tla11 ' ar10 c0111e fan110, ad esempio, le pTog lcttidi di 1'aen.ia solium - , ma fuori escono ro11 globati alle feci , ed è quindi r.a r.o cl1e una u11a femmi11a pr e·g 11 a rin1a11g:a pro1)rio sul b·ordo ana.le pronta a farsi sfrange,r e dalle dita che cer ec'\n(l lonire il prurito, intoma questo cl1 ,~, d 'aJtro11de, non è costante . D 'a ltro canto , quel ricorrer e dall 'a110 a]la l;occa se può r. er e vero 1)er qua lc]1e binibo i11cosciente, 11on lo è certo per g li adu1ti; s1Jec ie per que..g1i adulti di l)uon e condizioni so~ c j·ali ch e, m ess i su1l ' avvi ~o d el pericolo a cui COl'l'ODO, pongono )a j:'lll g ra11d P atte11zio11e 0 111e LLono in atti l e più strette r rg·olc d 'i g·ien e l1ersonale ed i11t ìn1.a . Malgrado c1ueste r egole, però, 10 infe tazio JJ i })erdurano, e p e1 r duran0 ai1r.1be in quei bimbi e,l1e - sor vegliali da rr1am1ne a ttente e p1r ernuro "'a vanno a Jetto d opo ave·r rice•vuto UT! cli s ter e d ' ~!.e qua e aceto , dopo aver avuto l ' an o cos1Jarso di porr1ata anti11arassitaria o a11ti })rurig i11osa, d o j )O aver in do .. at o u11 paio d.i n1utandin e pulì te e avere calzato p er ino d ei. g uanti! 1~ all ora? e allora p er cl1è seguitar e a in siste-re co r~ quest e fan1ose autoinfestazio11i ? Ben ' ultra, infatti , è 1.a ragione per cui liber ar e d agli ossiuri un intestino ir1fe tato rè in1])f esa a rrlua e difficile : si tratta , infatti , di una r agione biologica, legata al ciclo di' svilup 1p o d egli Oss i11ri , ciclo ch e 110 avuto la fortun a di ])<J ler 1)er prin10 m e ller e in eviclenza.
H o po tuto, infatti din1ostrare cl1c gli Os. i uri l1 anno un ciclo di vilu111)0 m onogen o, vale a dire cl1e essi sono ca•1Ja c i di con1pierf' tu t Io j I Joro cic,lo di vita . a du lto-uo, 'o-en1 -
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l>rio11e-aàu]to presso lo s tesso indi"\iduor ~e11za ave!:e in alcu11a n1ia11i·era bisogno di lrasn1igrare all 'est erno. ' Nota da ]u11go te n1po , orn1ai, è la pro1Jriet à c.-h e hanno le fein1n1ine di Ossiuro di perforare la mucosa d ell 'ap!Jendice e di a11dare a sjtuarsi in p·i ena lJa rete a p1p endicolare. A questa c.o nstalazio11e non fu data nel pa ... salo alcuna importanza b.jologica, c i si· polarizzò, ·i11faLti, ~u~ll 'eventuale ra111)orto fra presenza di Ossiuri e g·en esi dell 'a1Jipendicit e, sost enendo a1 c uJ1i c1l1e quest ' ultin1.a fos•se se11za altro la stre lta co11seguenza d ell 'infestazione d ei prirr1i. ftia se ·q uc::;La co11comitanza di a ffezioni JlOTI pi·o·va g r a1l c.h e i1ell 'ipotesi di u11a etiologia vern1ino a d e lle ap1Jeddiciti, d ata la e.arsa percentuale di a "ppe11clici conten1por a11eam e11te infìan1111a te e ir1fesL~1te, confer111a invece l 'ipolesi. orrr1ai d el resto suffragata daìl'esperie11za e dalla co.n tatazione del fatto r cl1 e g-Ji Ossiuri i con1iporta110 . ugualme11te r~.ella totalità d ell 'i11testino, vale .a dire che ov1111que ess.i si trov a110 hanno la capacità di fJerfo~·are la n1uGosa e di ancl~re a situ.arsi fra le tu11icr1e inLee-tina]i. Questo fallo , docun1e11tato orn1ai a111piarn ente ~on r ep erti di autopsia (vedi le microfotog rafie originali allegat e al 111io secondo la'\·Oro d el 1932J 1>u ò servire a s1p 1iegare una ]Jar te d elle dìffic10ltà ch e si risco11trano 11e1la tera pia dell 'Ossiurosi: m e11tre, infatti, réla ti,a1r1ente· facile è fare espellere,· con i medica1r1enti antielmintic.,i ordi11ari , i vermi cl1 e si trovn.110 n el lun1e inte tinale , molto' diffic il e, i1lvece, è far e a.g·ire questi medicamenti su r ver1r1i na scosti in pie11a 1)arete intesti11aJ e . Percltè mai , ora , le fen11mine a.e gli Ossi11ri ,. e soltanto le fe·m mine, e migrano di tanto in t.1nto n ella mucosa intestinal e? Nojn è cerlan1ente per andare a cercare il rtulri111e nto, g·iacc11è, se co ì fo sse, gli Os iuri dovrebbero di111orare in permanenza n ell o sp essore d ella parete i11t estin ale; d 'altro lato, e. sendo le solP. fe111mi11e ad e1nig rare di tanto in tanto , ev id e11 le è 1'ipotesi ch e que ...te n1i graz10ni siano legate a rag ioni biolog icl1e ii1ere1l t.i il sestio. Ed infatti io ho J)Ot'ul.o 111etter e i11 evid e11za cl1e nella parete i11te tinaJe di uomini o altri animali infes tati da O siuri , si rinven go110 a111massi di tipioh e u1o va di Ossiuro (vedi 1nicrofotografie orig ina li a11nesse al mio secondo lavoro del. 1932). E no11 solo : n ello spe'"'sore d~lla mucosa intestinale si possono 1netter e in evidenza anch e en1brioni di Ossiuri e gu. ci ' 'uoti di uova , il ch e porta ad amm ettere ch eq11elli sono u scili d a questi e che i'l .ciclo di svilu1.>po di qt1Ps li vernti si può compiere tut1
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[.\NNO
\LIJ)
40)
Nl]l\l.
1945
SEZIONE PRATI CA
to n ello s te&so ospite e co11 le 111odalilà e iJ 111ecca11i sn10 ri:,ssu11 to n ella u11ita figura scheniati~a.
E pr1.3 cisamente: il 111aschio e la femn1i11a a dulta si accoppiano n ell 'i11testino d ell 'os1)ite; la fen1mina feco ndata foTa la n1ucosa ed err1igra 11ello spessore del la parete int e ti11ale ; qui' i d eJJOllE. le sue uo,ra , d alle qua li fu oriesce in seguito .}'t:111brione cJ1e, riforando in senso inverso la nlJuGosa, ragg iunge· di 11uovo il lu1ne j11testin ale, dove divien e adu]to ed atto, qui11 di , a ricon1in ciare il ciclo . 1
I -- 3
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Ciclo di sviluppo degli Ossiuri 11ell 'in le Li110 u1nano (seziorie sch e1natica J : 1 - Os·siuri, maschio e fe1nmi11a , accoppiatj 11el lume intestinale; 2 - Ossiuro femmina, pregn a cli uova, ch e p enetra n ella so ttomucosa; 3 - A1nn1asso di uova di Ossiuro nella sotlomucosa; 4 - Er11brio11e men~re perfora la parete intestinale per raggiunger e il lu1ne dell 'intestino , ove d iYerrà ad11lto e ri con1incerà il ciclo.
Da queste ·.::011 lalazioni, dunque , ... i l)UÒ concluder e che gli Ossiuri so·n o car:aci di co1l1l 1ier e i)r esso lo stesso o J1'ite, sebben e in edi differ enti, lutta la loro e;yoluzione: la fase adulta e il pe·r iodo di a ccoppiarrtento n el lume intestinale; il J)eriodo d el parto , p er la fem111ina, tutta la fase embrionale e la pri111a fase ]arvale n ella paret e dell 'i1ttestirto. 1
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** Arca l1to a q11e te con sider azio11i. di ordi11e })iologico, d etto particolar e ciclo di vilu11po cl egli Ossiuri se.r ve a IJiPgarci a lt ri fatti. Pri111a di tutto la rag io11e per l a quale1 è difhcili ~ i1no - r ealn1ente difficile - il tro,rar e t1ova di Ossiuri i1elle feci di individui g·r aYen1e11 te infes Lati .
In 5econdo luogo la rag io11e 1)€r la quale t1 r:,lle feci i1on si ri'11ve11gono 1nai , a11ch e i11 se.guito .a tratt.a1nenti e11ergici , ]arve di pri1110
s1ad io. In terzo luog·o la ra.g ion e per ]a qual e i vermi , cl1e dopo cure razionali e ripetut e sen1b1 ano con1pletn 1T.llenle scomparse da] le feci , ,,i rj compaiono ùopo qualche t em1Jo in i1um ero J11aggL'J r e di prima. Ed ii1fatli i111.p ossibile è il trovare ]e 11òva e le larve nelle feci , g iacch è lei ])ri1n e ,·en go110 d eposte n ella parete inte~tinale e le seco11de in que ta n ascono e si trova110; d 'altro ca11to, l 'azio11ei d ei n1edican1er1 ti antie l11·tin t ici' è i11con1plela, giacc.I1è essi , per quanto effi caci pos:-::-a110 es ..er e, esercitano la loro azio11e solta11 to sui vern1i adulti o ulJe larve in tadio àvanzato pre6e11ti 11e11 'intesli110, no1n h<.ln110 al cuna 8.zio11e s ulle uova e ul le larve na CO$,t e i1ella parete intestir1ale e da questa protette. Non basta , àunque, i11vocare sen1p]icen1e.11te la possibilil~-t d €tlle auloi11 festazioni ·per ~l ieg·are la tonacità e la · dur.ala d el l 'Ossiuriosi ; bi~og·na te11er conlo , sopir atutto conto, della :µarticolarità b 1io1ogica degli Ossiuri: di es~e re capaci, oioè , di con1pier e tutto il loro cic lo di $Viluppo senza aver bi ·og110 di aJ]onta11ar si da11 'inte tino dello st esso o. ]:JitP. Quanto, poi , all 'ipote ~ i d elle autoi11 feslazio-· rJi , io ]10 voluto ricer care 11elle rr1.a 11i d i bi111tJi affe tti da Ossiuri osi , la presen za o i11e110 di uova di Ossiuri , ricer ca cl1e n1i è riuscita e111 r1re 11egativa, malg ra do le diverse t ecnicl1e usat e: lavaggio delle. n1ani e su ccessiva centrift1gazione d ell 'acqua; lavaggio dell e i11ani e saturazi0n e dell 'acqt1a con sale• p,e r ])Orta r e le uo"a in su1)erfìcie; es3n1e diretto d ella sost a111 :1 raccolta n el . letto so ltoungueale; so. l)ensi0nc di eletta sosta11za i11 oluzi one $atura di cloruro di sodio. Nè 11 li è slat.o po_si bile inetter~ in evid enza uova Ji Ossi'llri sulle n1ie dita , do110 aver la·vorato s on , rer1ni fen1mine adulte. La ricer ca, irJ vece, mi è riuscita positiva - e ques ta esperien za l 'ho fatt;1 a titolo, di controllo o]1anto allorch è ~chi acci·avo un ver111e fra le di, t fJ; a tal proposito dirò ch e ho potuto c.:on st al?.re Ull3 certa r esis Lenza del verme st esso allo s1.:hiaccian1e11Lo, r e i .ten za dovut a alla n o levole elasticità di questo . Del r esto, c,on1e poter s i rierr11)ire Je dita di llO\' a, se tJUesle no11 . ono pr esenti n elle feci i> ~on ci sareibbP, <lunque, che la pos ibilità , già enu1tciala al princi[-.'i O e chiarita poco fa, rlello schiacciam ento di un verme durante il p-r~ ttarr, e11 lo; e\<-eni e!Ilza , questa , ripet o, a] la quale n on cr edo , g iaccl tè se essa si può a v' e1
1946
cc IL POLl CL l N l <:O »
rare 11 n a volta, non è d a v'rero la r egola di tut1e le jnfestazioni J.a Ossiuri ; infe tazioni se111vre le nac i, lu1l~11e, c1uosi in vincibili. Po ·to poi, n1a non c once ~ so , cl1e quest e aut.oinfestazioni d:l grattamer1to anale e ~ u cces~ivo trc1sporto <i elle uova al la bocca sin.110 pos~ibili !1ell'uon10, come s1)ie,g·are la mas~i vità dell 'in fe tazione, la perseve ranza di questa , la difficoltà di teraJ)ia, ch e si riscontra i1 egli anir.1.1ali cJ1 e varlno soggetti a Ossiuriosi P A11cl1G per es.si vale la teoria d elle autoinfes lazio11i ? p er i cavalli ? per i n1uli·? per gli a5i11i !' 1per l e le1)ri ? per i conigli ~ D 'd llr<) carlto , come sp·iegar e l 'inizio massi,10 delle infestazioni n ell 'uorno? Evidenteroeu te, con1e per ognr altra infestazione sin1ilare da vermi - ascaridi e tricocefali - , l 'uomo ingerisce casualmente co n i cibi poclLe tl<,va del pa,r assi ta, uova ch e daranno poi luogo 11ell 'intestino ad altrettanti individui adrult,i qu a nti erano le uo v.a i11gerite. Ora, p erchè nel ca o delle ascaridiosi e delle Lri cocefalooi il r1u111ero dei ve:rmi presenti n ell 'i11 testino , è :ihitualn1e1r1te scar so : uno , due, c i11que , di eci in,dividui al n1assi1m ·o - ci1ò n o11 toglie l'l possibililà, d 'altronde molto rara , di i11feslazioni ben l)ià gravi - ; 1r1en~.re n elle parassitosi da <)ssruri l 'infestazione è sempre n1assi va : centi11aia e centinaia sO'Ilo i vermi che si cominciano improvvisamente ad en1et tere con le feci ~ 1=vide11te111e11te c iò dipe11de dal fatto ch e i ]Jrin1i' Oss.ìu1i sviluppatisi n ell 'ir1testino hanno dato origine in, loco a varie generazio11i di vern1i, sì da fa r e accrescere enormemente il loro nu111 ero prin1itivo. Con la d escrizione di qu~sto ciclo· mor1ogeno, c.ome spi egar e, intìne, le periorli'che en1 igrazioni r e ttali d egli Ossiuri? Chit.iro appare ch e dette emig razioni - alle quali sottosta11110 si può dire esclusivamente le fen1n1ine prrgne - d el)bano anc,h 'esse avere uno scopo e una fina lità biolog i'ca: e precisan1e11te qut ll.a di prOJ)agare e di diffondere la specie d a uomo a uon10. La Natura vrevidente, infatti, non si lin1ita ad assicurare w ltanto la sopravvivenza d e]1'individuo n1a la co11servazione d e.Jl 'intera ' speci·e; noi .a bbia n10, d el r esto, numerosi altri c&e.111pii di para. ·iti a ciclo monogeno ch e com p1ono trasmigrazioni arLali periodiche al solo seopo di perpetuare e diffondere la peciei : rirc1rderò, per tulli, un altro para ita dell 'uomo e di alcuni roditori: l'Hyme.nolepis naina.. 1
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Quali dedu~ i oni <l 'ordine pratico i posso110 ora trarre dal la co 11 Lataz io11e dei fatti or ora . ;} es1x)s L1 .. ..
[A NNO
XLII' ~tJl\l. 40~
Prin1a di lul Lo lo sfatamejn to d ella Je.g,genda delle autoinfeslaziorri, le quali, se pure sono teorica111ent.e possibi·li , 11raticamente non lo so110; o, di con seg11e11za a ciò , J'inutilità <li µr er1dere Lutte quelle penose precauzioni noti.urne, dì cui gjà si è d etto , per evitare il gratta111ento anale - ch e, d el res to , si aV\ era soltant,o nei casi in cui ,,i è prurito, sintomia questo, che, ripeto, 11on è assolutamente costante. In secondo luogo la creazione di un n UO\' O (>rienta111enlo per la terapia di questa af fe• z1one. rf utte le so~ lanz e c.omunque antielmi11tiche ~ono slate provate contro l'O s~ iuriosi e tutte c 1J11 lo s tesso preciso ris ultato: praticamente null<>. Nullo, sebl)ene tutte dette sostanze siano effi caci1ssi111e c0ntro i v·ermi adulti presenti n eJ1:i11testi110, t anlo efli caci clLe h asta son11n i11istrare a un individuo affetto da Ossiurio . . i ur1 a11 tielmintir o è sufficiente anche una se1n1Jìice purg·a: olio di ricino, calomelano 1)er ' 'ed.ere cc.mparìre nelle feci una miri.ade di verr11i ''ivi. E se si ripete la somministrazione del purgante per tre giorni succes ivi, voi i)otrete co nstatare com e n elle prime caricl1e i ver11ti si contano a centinai'a, se non addiritl.11ra a 111.igliaia, n1entre n elle ultime scariche: e 111e~se sotto l 'effetto d el purgante: impossibile sarà di solito rinvenire un solo ver111e. Ep11ure se ciò può pratitamente· voler dire ch e in quell 'i11tcsti.no non vi sono più Ossiuri, dor>o due o tre settimane i piccoli ver111i . . . . . com111 c1a110 di nuovo a con11)ar1re innun1er1 nelle feci. E perct1è questo ? J>ercJhè se facilissimo è allor1tan'lre dal lu111e i11testi11ale g·li Ossiuri presenti, vano riesce disl.rug:geire le forrlJl11ine preg11e, le uova o le lar,-c presenti nello spessore della n1ucosa intesl ìnale. Gli antielmintici che noi somminis.trian10 ag·iscono di solito n1ecca11 ira m e nte; classico, i11fat.ti, l ' esempio dell 'an tieln1intico più effi cace : l'oli<) clor0forn1i co. Il clor oformio add'o rn·1enta , paralizza 111on1e11ta11earr1ente i ver111i ; l 'olio di ricino li porta via. Ora, questa azione n on si pruò esercitare .su ·ver1r1i cJ1e, non essendo presenti nel lur11e inLestinale, non possono subire l 'azione espellente del p1u rgante. Nella terapia dell 'Ossiuriosi bisogna, dunque, o cercare altri n1etodi o perfezionare quelli e ·istenti , applicandoli i~ raJ?porto a~l e C'Onosc.e11ze biologicl1e c.he og·g1 1101 pos ed1al tlr1 su c1ues li J)ara siti . 1
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[ANNO
XLII,
NUJ\l .
40)
1949
SEZIONE PRAT1CA
.per
r
Dalle osservazio11i ch e io ho po tuto fare mi so110 convinlo c·h e gli Ossiuri n1ett ono una Yentina di giorni per com1piere il lor o ciclo : ciò significa cl1e n ell 'intestino vi è una poussée di nuovi vern1i 1)r e so a poco ogni venti giorni'.. E d infatti i malati di Ossiuriosi a nn o inolto spesso co·n1e i vermi n on siano se1111pre presenti nelle loro feci , ma com1Jaiono di Lanlu ir.t tanto per qualch e giorno: di so.lito ogni tre se l.tin1ane all 'i11c irca . Se i1oi, du11que, int er venia1110 con una ap}Jr o.p riat a terapi·a 0lmint ifuga ogn i ve11ti giorJ.ti , noi potre1110 riuscire a fare e. pell er e le f e111mine fecon dale, prima che e se abb ia110 [orato la parete i11 te tinale e siano a11dale a 11ascondersi nella sotton1ucosa. A questo · o,po, per con1batte·r e le infe ta7,ioni da O iuri, bisogna somn1ini strar e, per tr<· giorrii di seguilo e ogni tre settiman e, un adatto antieJ1rr1iinlir o: b,a sta anch e un sem11Jice p1urga11te. Co~ì facendo ,. si lotta contro i ver111i. c on un ril1110 e u11a concez ione ch e corrisponde osa ttam ente· · a lla loro biologia . Bisog11a, p e rò , })fn1sar e 0l1e tutte le ge11er a zioni di Ossiuri n on si riproducono n ell o st esso t en1po, vale a dire che' esse 11011 so110 tclte 5ulla s tessa Jinea, di modo c11e potre1110 a Yer e due o IJiù ge11erazioni c h e s i a lt ernan o fra loro , 011de ] a grandissi1n,a difficol tà d ell a cura con ai1t ieln1intici. 111 ogni n1odo i 1 lnedico farà be 11e a don1a n · clare ai ]Jr o1)ri n1n ]a li se essi i1otano un peti'odi co con1parire o au m entare dei vermi n ell e feci , per r egolare allora Ja propri a t erapia '"'.u J rilr110 d e1Ja comp,a r sa dei vern1i st es i. Tullo c iò, so si vogli ono se guire i veccl1i n1etodi eln1intifug i ; i11a io sono del parer e cl1 e i1ella c ura d e]J '()$Si11rjo i , hisogna , or111a i, p er correr 0 11uo,;e ' 'ie e cer care nuovi 111eclicame n ti capac i di u cci·der e i verrni, gli en1brio11i , ed €ventual1nen te an ch e le uova innicchia t e n ello sr:essor e d ella l)ar ete ir1.testinal e; e io cr edo cl1e solo con un n1edicam ento (for e l 'an1 i111 0nio) som111inistrato per via parenter ale i ])O trà riuscire a raggiunger e lo scopo e sper ar e di vincer e veramente quest.a diffusa, t e,n a ce e fa tidiosa i11fe tazion e, la cui ditn coltà di lrr apia er a fino ad oggi ostacolata dall a n o t rn ignoranza sul ~1i cl o d.e.llo svil11ppo clegli Os ~iu ri , ign orrtnza cJ1e oggi , fortun atan1ente, n o11 1
1
.. e' ptu.
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le; il periodo- di"' parto , ]a fé111111i l1a , "tutta 1.a fase embrionale e la })ri1na fa. e larvale n ella parete d ell 'intestino. Di1l1ost ra come il conce tlo delle CObÌ d elte auto infe~ tazion i ia errorteo, e come la persistenza d ell 'affezion e e la djfficoltà di terapia siano d a, mett er e in rapport o no11 con quest e prete e a utoinfest azioni, i11a co11 il ciclo di v ita d eg·li O si111:i . Traccia, in fine, uno scl1e1n1a di ter apia , basandolo sul1e 11uove conoscenze ch e si ven go110 oggi ad ave re su q u esti parassi ti. •• :•J, , 1
BIBLIOGRAFIA.
,, ••
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G. Osservazio,n i sullo s11ilvppo deg{i Ossiuri. Bull. e Atti dell a R . Ace. J\1ed. di Ro111a, 1932, LVIII, 160 . In . Présence des oeufs rl'()xyures en pleine n?uP ENSO
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Parasitologie
hun1aine
e t comparge, . '
1932, X, 271. Tn. Nouvel'les considérations su r la biologie 1-des. · • Oxyures. Ibid ., 1933, XI, 268 1•
·. .. ..
Pubb/i,,azlone SBMl·ORATUJTA :·
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Ricordiamo l'lmportaate libro dèl
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I
•• I
Prof. CARLO BASILE DiPl()mato in medicina tropicale a l Royal College'· of Phisicians a. Surgeons (Londra) - Libero docente in Parassitologia nella R. Università di Roma.
Diagnostica delle malattie parassitarie Prefazione del Pro!. V. ASCOLI Ne diamo qui di seguito Z'Indice-Somma'rio: PREFAZIONE. PARTE I. PROTOZOI. - C ARATTERI GENERALI : MORFOLOGIA, FISIOLOGIA, RIPROD U1.IONFl, CLASSIFICAZIONB - ~TUDIO STSTP,MATICO DEI PROTOZOI PARA SSITI. - I. PROTOZOI INTESTINALI: A) AMEBE INTESTJN .\LI DELL' UOMO .• B ) FLA· G'ELLATI INTESTINALI DELL'UOMO. - C) SPOROZOI l NTESTJN .\LT DELl'./UOMO. • D ) CILIATI INTESTINALI DELL'UOMO. • MODO Df TRASMISSIONE DEI PROTOZOI I NTESTI NALI PATOGENI. II. PF.OTOZOI DEL SA.r.TGUE: A ) EMOFLAGELLATT . B ) EMOSPORIDII. - C) SPIROOHETI. - PARTE II. METAZOI. - STUDIO SISTEMATI CO DEI METAZOI PARASSITI. - I. PLATELMINTI : A) TREMATODI. - B) CESTODI : PSEUDOPBILLIDEA ; CYCLOPBJLLlDEA; C ISTICERCUS CETJLULOSAE; SPARGANUM MAN• SONI; E CHINOc o ccus. TI. NEMATELMINTI: A ) NE1\{ .\ TODt .
Rioortiamo anche uno dei tanti giudizi espressi dalla stamp a m edica italiana su questo Manuale:
L'alta comp.:!tenza dell' A . si riflette su t utta L'opera. S crivendo per i m edici, egli si è limitato alle nozioni che li interessano, cioè ai parassiti più importanti per la patologia umcina, e si è lasciato guidare unicam~nte dall'importanza pratica legata ad ogni cap~ toto. La praticità è Lo scopo da cui nulla lo !>'ll'Ìa : elimina cita-zioni, dissertazioni, dottrin e: si attiene ai fatti.. V arie tabelle con-densano e sistemano Le nozioni esposte. IL lavoro è corredatf> cii abbe>ndanti e dimost rati·ue illustrazioni, in parte schetnatiche, mo!to originali. 11
Esso riunisce tutte le condizioni per rendersi utile : e nessun medico colto dovrebbe privarsene. N ella tecnica del!' allestimento editoriale non è stata trascurata nessuna spesa. Una Lode va alla coraggiosa Casa editrice >>. (Da Annali d' Igiene, Roma}.
Volume di pagg. XII-262, con 18 tavol(' n el testo e 21 figure intercalate, più 2 tavole a colori fuori testo. Prezzo L . 3 3.
RIASS l3NTO.
L'A. d escrive il ciclo di svilup1Jo degli
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siuri , ciclo r l1r i con11Jie lutto 1Jr e .. '"'o ]o te "'so o µile, e precisamente: ]a fase adulta e il period o d i acCOJJI)ian1en to nel Jun1 e ini e ti11 a-
N . B. Esclusivam ente agli abbonati al cc Policlinico n che hanno già inviato o clie invierannc SUBlTO l'importo del loro abbonamento pel 1935 1 il volume è cedut J, in po,.to franco, in Italia, per sole L. 1 5. Per l'estero L . 2 O.
Inviare Vaglia Postale all"editore LUIGI POZZI, \ia .._j stina 14, RO:ll.A.
1950
cc IL
POLf C LT~[ CO
OSSERVAZIONI CLINICHE OS P EDALE
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Bo1.0GNA
l)Rll'vii\. SEZI01"E C HIRURGIC ..<\.
J) ire llore : Pro f. · U. D. C..<\.I.ABRESE
Su di un caso di ciste del mesentere (Co'n tribnto clinico ed istologico)
l),e r il dolt.
G 1usEPPE
l\1uzzAl\ELLI, aiuto.
Gli ;\ 1\. c l1e si sono occu pai.i r ecentem ent e d ello s tudio delle cisti mesenterich e (Be·r toJo 11i, Fun1agallj , ecc.), tendo110 a far~ una u ctla separazione fra le c isti nate e svilu,p pate fra i foglie tti <lel nlese11ter e e quelle ch e, ori g inale da orga11i vicini, vengono, con il loro fll'Og reS$iVO aumen lo di volun1e, ad incunear s i fra i fog lietl i del m esentere stesso e a prendere co11 que ·ti intimi ra1)11orli . Tale distir1zio11e, ch e a1)1)are subito logic1a, re~ lring·e note voln1ente il campo d 'in,dagine. Se poi, con uno d egli a utori suddetti (Furnaga Jli ), si ,~ogliono considera.re a parte anGl1e le c is li sa11guigne, JJer ch è pr ive di una i)ar e le l o ro i)ropria e quindi da c lassificar i fra g li e111alon1i, e le cisti i)arassiLari.e, perch·è orig i11a lc d a l J-) arassita fernlatosi n ei va i d el mese11tere, ri111angon o da s tudiar i le cisti mese11t{:\ricl1e pro_pria111ent e d ette, ch e si differ enzi.arlo d a · tutte le a ltre , oltre ch e per la loro ori.g i11 e, a11c.11e per la patoge11esi ancora 111o lt o di ~cu a, e p er la sintoma tologia , il più d td Je V•)} Ie di difficil e i 11terpretazion e. .'\.,,e udo' av ut o occasione di osservare un caso ùi <' vera » ci· te del m ese1nter e, n el quale fu µo,s sibile s tabilirne I.a cliag·11osi i)rim a dell 'in t~rve 11to 01)e1atorio, e dall 'esa·m .e della par e to 111dag-arne la patogenesi , credo di far c osa util e r endendolo nolo.
Osserva zione cl'inica. -
l\1Iar. Nicod emo, di anni G . f1rr l1i110, eia Ge11ova. Entra in o~pedale il 145-1929. Ana11111esi : ull a sa dire drl gentili zio essen cl o un trovatello. Kon riro rcl a cli avere avuto malattie n ell 'infan zia. A 20 a1tni soffr1 di disturbi addo111inali con sis te11 li jn dolori diffusi e frequen li sca rich e di a rroicl1e. Giuclicato affe tto Cl a ent erit e, si curò con profitto con d elle IJolveri prescritteg·Ii rla un n1eclico e g uar1 in u11a ve11 tin a cli gjor11i. A 24 a11ni , i sposò con t111a clo n11 n a ppar ente1nenle sana, 111a ch e poi ft1 se n111re J11n.lat iccia, e Ye11 n e a morte 11 anni fa in segtd lo a tubercolosi )JOlmonare e acl osteite, dt=>lla s ie sa 1Hltt1rn, d e11 a capola cle tra. Non ebbe nè fjg·li e 11 è aborti. 27 an1ti l 'infer1no , e. endog-1 i scivola ta una J)ie l ra ch e si st ava carica11do u ll e s1)a lle, ri1)ortò ttna grave c011lt1 ione al dorso del l)ierle sinistro, per cui fu rjcover at o in ques lo o. 11eclale e sollop o .. to a vari i11lerYenli o pera tori.
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lANNO XLII ,
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Di1nesso dopo tre n1esi di d egen za, dovetle rimanere in riposo altri se i n1 es i prin1 a di poter riprender e il lavoro . ' A 29 anni, am111alò cli pleuri le sinjs lra cl~ lo tenne ob~ligalo al l e llo p er \111 paio cli ~lesi. 111 quel periodo gli ve1111ero es tratti circa due litri di liquido. A 34 anni, in Sar<leg1ta, contrasse la n1alaria che, per circa t1n anno, curò ripetutamente con d ei sali di chinina. No11 ebbe in seo-uito più accessi febbrili. e Due a11ni dopo, Lrova11dosi in Germani a ammalò di polmoni te e, llopo sei n1esi , a Genova, . soffri nuovamente cli polmo11il e. (;uarì sem1)re se11za complicazioni. Undici anni fa, se11za cau sa p alese, cominciò a lagn ar si di dolori agli ar ti inferiori, accompagnati a senso <li cl ebolezza e ad assot tigliamenlo d elle masse muscolari. In quell 'epoca consultò diversi sanitari e ~ece le più sYarjate cure, senza ritra r 11c giova1nento, a11zi a11da11do sempre più peggiora 11do. A nulla Yalse ancl1e il ricovero per un p a io rli mesi in un ospedale di Genova . Dopo circa un paio d 'an11i di soffer en ze, 1'infermo, ebbe la fortu11a di con s ultare un n1ed icu che gli prescrisse un ung u enlo per frizio11i. Ne ritrasse subito u11 sen sibile inig·Ji.oramento e pot è anche in parte riprend ere il lavoro. J cl oJori però, sebbene non n1olto intensi, sono con tinuati fino ad un arino fa . All 'inizio <lell 'inverno scor so , m entre il nos l r o paziente l avora va in mo11 tagna, fu colpito da tosse ostinata ed insis tente, acco1n 1)ag nata a scar so espettorato. Il medico cl el i)aese lo trovò affetto d a bronchite e notò , con viva sorpresa d a parte cie]1'infermo, n ell a r egio11e perion1 belicale sinis tra cl ell 'a(ld or11e, la pre eJ1z1 cli una i11tumescenza , sulla cui natura n on a1Jendo }Jronunciar si , co11sigliò il m alato cli Ye11ire a Bologn a p er un acce1 t a n1en.to diagn os lico. I i paziente n o11 i era l11 ai accorto cli avere ta le m assa, m a lle fu st1bito co1tvinto perchè r iuscì ~ p aìparsela d a solo . A Bologna gli dissero ch e aveva un tun1or e ac.l <lomi11alc e lo con sig li arono <li rivolger si ad t111 cl1irurgo per l 'operazio11e. In ques ti ullin1i Lern1)i J ~i11lu1nescer1za è not evolme11te aumenta la ùi volu1ne, risiede abitual111ente a sinistra dell 'on1helico, 11 ell a r egion e mesogastrica; è cau sa di qualch e d olo re e se11so cli s liran1e11to. Le sens:tzioni dolorose n on h anno a lcun rapporto coi i>as li. L 'appetito si è sen11Jrc 1nantenu lo b u on o, non vi è stata n è nausea nè vomito; nè i è av uto clin1inuzione (li peso. 1. 'alYO in ques l i t1l limi J11e i è diven11 lo irregolt-tre: predo1ni1ta110 i ]Jcriocl i cli s titich ezza, (luran le i quali si agg·rav1110 i tli s lurhi ad rlon1inali, int ercalati a 1)eriocli <li diarrea, ch e si accompagru:iuo a sen so cli benessere . Il colorito delle feci è f-en1pre st ato n o rn1ale, la mi11zione è pure se11q)re st at a regolare e a n cl1e il co lorito dell 'l1rina n o11 ha mai subi tv 1n odi fir azio11 i. Da circa un l)ll io di 1nè.-i . l 'infermo , J:>er n on accusare d olori , clorn1 e 1Jrefcribilmente sul fia uco sinis tro, in rnoclo ila pÒggiu re clirettamen le S \1 ll :J m assa. Esame ol)bie l tivo: Soggel lo cl i costitu zion e scl1P· letrica r egolare. Stato di nutrizione bl.10110. Cu le e mucose Yisibili rosee. Jo n si J)alpan o g hia11dolc ir1 grossate nelle ~edi n1>il un1i. Dentatura gun~ta e in parte i11an cnn le. Lingt1a porta direl la d nIle
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lANNO XLII, l\"tT~l. 40)
SEZJO);E PRATICA
a rcate dentarie, d e ler sa, u111icla e rosea. F au ci libere. Nulla alla t es ta e al colJo. 'forace sirt1roetrico, con espansioni i1or1uali i11 a111))0 i ì a li; nulla s i riscor1tra a]! 'appara to r e l)iratorio, e n egativo è pure I 'esam e dell 'apparato carcliova~colare. l ' o lso Hl la radiale della freguer1za i11edia. di 80 bai til i al n1inuto prinìo, regolare . Adclome un po ' tu1nido, simmetrico n cli a po~ i zione orizzontale ; a volte con u11a lieve sporgJ ttza a sinistra d e11 'on1belico n ella s tazione er etta , di forma .n or1r1ale, di volume un po· aun1en tal o, bene palpabile s u lutti i quadranli sen za punti o ..zone dolenti alla p alpazio11e superficiale. La pal-pazione profo11cla d ella r egion e m esoga trica, a s inistra dell 'on1belico sul prolungamento dell 'e111iclavear e, fa apprezzare una intumescenza d ella g randezza e forrna di ~n 'aranci a, di consistenza teso elastica, a con tor11i reg·olari, dolente alL~ pressione, pochissimo spostabile durante g li al li respiratori, es lrem an1e11te 1nobile in tutte l e tlj rezioni, ma più specialmente in sen so trasversale, t anto da poterla condurre a destra dell 'on1llelico, sul prolungame11to dell 'e1niclaveare. Po11endo I 'ammalato in posizion e di 'frendelem1)urg, si s ente che l 'intumesce11za sfu gg·e in alto, ed, a11ch e con la palpazione profor1da della regio11e epig astrica, non si riesce a rintracciarla . La si iitorna a p alpar e 11etta111 e nte mel lendo l 'infermo n ell a posizio11e orizzontale. Con la palpazio n e i1ro1onda, si può spingere l a massa fino a r irlosso cJel1·aorta , dall a quale ne riceve gli impulsi , che si lrasn1ellono e fan110 sollevar e la m ano del l 'csa rni11a lore. Alla percu ssione,_ nel decubito dorsale, si h a su ono normale su lutto l 'addome; ipofonesi i11a:nifest a si nota invece a volte nella stazione e retta, qua1ìdo la m assa fa spor ger e la parete . A Il 'ascoltazione, si n ot a110 d f' i gorgoglii su tutto l 'addome ; si 11a p er ò l 'in1pres io11e ch e abbiano una m aggiore inte11sit à e sian o più frequenti quelli ch e si avYerto110 nella zona orc11pata d all a ]nassa. Non si p alpa110 gl i organi ipocondriaci, ch e co11 lé; percu ssio11e a1)1)a io110 11ei lin 1i ti fisiologici; n è si pal pa110 i reni. L 'esplor azio11 e · r ett ale è negativa . Gli orgaui gen i tali so110 normali. Nulla si riscontra a carico deg·li arti . Se si fa cccezio11e di due cicatrici contr o-l aterali :-i l t er zo 111edio d ella g a111ba sinis tra e al d or so dcJ l•if'de c-orrj spond erl le . P sic he inlegra. Rifles i acldo n1iinali su1)eri ori ccl inferiori, cre1n1s lerici, ro lulei , acl1il1ei, e 11lan t ari 11ormali . Diario clini.r o. Nei g iorni ch e l ' infermo rin1ane 'l egen le in osse rvazione, si i1ota ch e la 111a sa endo-add o111inale, ~ebb ene abilualn1en1 e co11serYi la sua sede para:n1ediana sini lra, a Yolle l a si troYa spo la la a d e'"' tra dell 'ombelico, al tre volte occupa una zor1a più al la o più bassa di quella ch e tien e di n orn1a ; eppure l a p alpazion e è nial:\geYole, sia perchè ::,j 11a l 'in1pres ione cl1e la lna sa sia piì1 profonda, e sia f)iù specialme11le p ercl1è, l e pareti addo1ni 11ali sono poco trattabili e 1' infer111 0 accu sa dolore . Le ricerch e di laboratorio danno i seg t1enii risultati: La ricer ca del sangu e occulto nelìe feci riesce negativa , lanl o con la prova del g· uaiaco <'l1e con quella dell a henz iclina. el sang ue non s i riscontra eo inofi.li;.1. l,a sierodiag·11osi <li ~ras~ er111ann è i1egativa. l~' nrina si preseril n no r11~ale.
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Negati,·a riesce pure Ja ir1t r ad er111oreazio1tc alla Caso11i. L 'i11dag .i ne r adiolog ica clà il seg·uenl e r eferto: Esan1e tubo d iger c11te: r11lla cl eg110 di n ota a carico dello sto111 aco e del duode110. Le anse d el rligiuno ileo, a livelle, clel1 'area paraon1belicale si1d s t.ra, presentano una iniezione frammentaria e .. e111brano circondare l a m assa ch e si p a.l pa. Col cli sma opaco non si so110 111essi in evidenza diJe l ti di canalizzazio11e a carico d el g·r osso intesti110, n è s po&ta1nento a carico di esso. Pielog·rafia sinistra: Il rene sinistro si trova in f:ed e 11orn1a le . D ilg·no&i : Cist e del rne:5e o te rf?. 3 g iugi10 Operazion e: Lap a ra lon1 ia medi an a sinistra so,p ra e sotto ombelicale. Si riesce in breve a ri11tracciare 1'intuJnescen za e ad esteriorizzarla. La m assa è con1pre&a nei due fogliet ti d el mesenttre ed è situata esatta1nente a sinis tra dell 'ombelico a circa 50 cm. d alla valvo l::i ileo-ceca]e. La su a sede è più vicin a all 'i11tes l in o ch e alla rarlice d el m esentere, per quanto l 'i11lestino stesso ne ri1nanga completamente libero . Si isola completa:. mente l 'intu1nesce11za d alle parti circos I anti, la si est eriorizza e con un 'incisione trasver sale d el fog·lietto superiore del m esenter e si trova in breve il pia.no di scolla1nento. L 'isolamento d ella massa tiesce b en e fin presso la base <l 'impi anto, d ove l a J)élre te si fa più sp es a e più aderente. Nelle m a11ovre per distaccarl a la si rompe jn un p unto da] qual e fuoriesce d ella so lanza 01nogen ea, untuosa e biancastra. Si chiud e subito l 'ap er tu ra e si allaccia il p nduncolo. Dopo asportata la massa, si procede ad un 'accurata einostasi e, sul ura li i fog·lietti mesenteriali, si chiudono le pareli addominali a str :iti. Le condizioni dell 'infer1no due g iorni dopo l 'int ervento si fanno preoccupanti per la paresi int estjnale ch e tende sempre pi1'1 ad a u1n entar e. Si r iesce a vincerl a con d elle forti dosi, per os e per vja rettale, di p ar aga11glina Va·ssale, e l 'infern10, d opo poco più di un mese d al] 'oper azione, si può co11siderare complet am en Le g uarito e in grado di riprendere il lavoro. La intt1me ce11za cl el Yolun1e 11a forma di lln ' a r ancia, è di colori to roseo, a superficie perfella111ente liscia e di con sis len za tP-so elasti ca. Le pareli si vanno i spessend o a misura che ci si avvicina all a base d 'impianlo. Il cont enuto è di cons is1enza omogenea, se n1isolicl o, ha ltn colorito j)ia11castro, reazione alcalina ; ed è form ato da 1 g·r a j , alb u111ina , coles terina e fibrin a . on sn11gu e. r~ " ame istologico: Veng·ono prelevali pareccl1i p ezzi d ella parete della cist e e, preYia fissazione i11 liquido di Tellye n iezky ed inclusione in paraffina, allestiti nun1.er o i prepa.r ati, col or ati con einalossilin a ed eosina e r ol n1etoòo di ' ' an Gieson. A piccolo ingrandin1e11to, i o .. erva una grande cavità delimitata da un a par ete di t essuto conr1eltiYo, prevalente111ente fibrosa, n"la non sempre 0111ogen ea. Nello spessor e di que ta parete si not<ino diversi vasi ed e1en1enti linfati ci riun iti in a1n n1assi di varia grand ezza o dist ri bui li a serie, lungo g li spazi in terfibr osi connettivali. Oltre ai Yasi ed ai linfatici, si osservano delle cavità con aspetto e forma svariat a, ch e formano <le11e cisti , relativa1nent e piccole, in confronto al g rande volume dell a cavità in e ai11e. Le nlaggiori, occupano anch e pi\1 cli t111 ca1npo 111 icroscopico di
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« IL P OLICLINICO »
80-90 mi cron. Accanto a quest e cavità abbasta11za grandi, ve n e sono a11che di dim en sio11i più piccole e di forma ge11eral111ente rolo11deggiante. La parte ir1terna della grande cis te è p eir la mao-. o g1or p.arte sprovvista di cellule di rivestime11to, e solo in alc uni punti, è ricoerta di grandi cellule piatte con r1ucleo Yolun1i11oso (cellule del tipo endoteliale) . Nel! 'interno d ella cavità si osservano presente1ne11le d ellè cat ene di cellule, sparse qua e là in piccoli rag gruppamenti, che, staccatesi dalla pare le, son o emigrate in mezzo al conlertu to. Il conte11u lo d ella ciste non è sempre conservato n el preparalo, ma nelle n1a11ipolazioni di t ecnica è a11dato in parte perduto. Dove il conteILulo è be11 con servato si presenta a1norfo e solo contiene le cellule dianzi descritte. Esami11anrlo a ll entamente il tessulo connelliYO, che cos tituisL:e la parete, si osserva, in alcuni punti , dove le .fj}Jre so110 n1.eno compatte e più ricch e di nuclei, delle piccole dilatazioni, formate dall 'allontanamento delle stesse fibre connettivali occupat e da grandi cellule co11 plasma che assu1ne sol0 lieve1nenle il colore deJl 'eosina, d 'appar enza finemente gr anulato o lievemente granul oso, con un g rosso nucleo. La forma di queste ceLluJe è Yaria; rotondeggiante, poligonale, alll1ngat a, quasi fu sala. È evid ente ch e la for1na è dovuta all 'adatla1nento di guest e cellule all a cavità e al! 'azione cli compressione reciproca . Questi spazi interfascicolari mostrar10 an che una gr ande diver sità di dimen sione e conl e111pora11eam en te lJna variet à cli cellule . In alcuni casi, quando co1ne si è d etto, la ca'.Yità è ridotta ad una sen1plice fessura od h a piccole di1nensio11i , si Yedo110 in essa anch ~ sol am ente u11a o due· cellule; aumentando le dimensioni , il n11mero delle ~ellule cresce ·assurnendo gro~sola11ament e l 'aspetto dj un do lto o di una cavit à irregolar e. 111 quest e zone, co1ne si è g ià acce11nalo, la fibra con11ettivale è ]Jii1 ricca <li nuclei ch e in altre, e si 11a un a frequen ·z a di se111inazio11e cli cellule linfoidi. Le caYità ch e a ~ umo110 una certa a1npiezza, appaiono g ià ripie11 e di u11a sostanz3. a111orfa ch e viene più o 1neno a Yelare le cellul e sopra d escritte. P er i loro ca.ratteri is tologici quest e cellule clebbono esser e attribuite alle cellule endoteliali; ch e non a1Jp arlengono certamente a Yasi san g uig11i essenclo co111 ple tam ente assenti i globuli rossi. I nu1nero i Ya i san g t1i g ni alln l oro Yolt a, i11 ottimo t ato di con serYazione, son o ripie11i d i glolJuli ros i , e i1on ha11no nessun rapporto direlto co11 le ca vità.
Nel ]J'r ese11 le caso, il pro blem .a cliagì1ostiro <liffere11 zial e ci è ..tato notevolmente age,rola lo da ll.a sca rsità d ella si11t omatologia s u·b b iet li,ra , cl1 e ci ha permesso di tenere in os~crvcl z i o11e 11101lo tempo il n1alato, e di espletare tulle que Jle ricerc.h e clini ch e e di laboratorio ch e Ja forrn.a rnorbo . . a i11 esame non c')rLo fa ci'J e e freque111e ricl1ie1d e,ra. Dall 'ana1111Le~ i e dallo lat o g·e11er ale d el i11al at c poteYan10 ubit o t'.lScluder e un a i1eoplasia n1al 1g11a, r:o111e p ure era d a sca1tar si l 'ipole i , j ) Ul' . a p e 11do '"'h e l 'i11fer111 0 ave., ·a so fferto la 111a larin , e h e 1)o tc ... ~e trattar i di u11a n1ilza migra n te; J)e rr l l~ , a i)arte ch e Ja n1ilza c1uando 1
[ANNO
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sì rende nw1b ile, occu pa di solito il quadrante ii1feriore sinist.ro d ell 'addoim e, nel nostro caso~ oltre ai caratte1i propri della massa cih e non c·rano quelli della milza (forma , incisura car a tteristi ca ecc. ), quest :organo , alla percu ssione, mostrava cli trovarsi in sede n ormale. Per la ubic,azione d ell 'intumescenza ed an che per la sua mobilità, I 'ipotesi· merite' o le di essere presa i11 consiiderazione e ch e per f1ri111a si presentò alla nostra mente, fu quella di u11 tumore c.lcll 'intes Li110 e p ii1 s1Jecialm e.11te del colon trasve1so. Ipotesi pe1·ò non sostenibile per la mancanza di disturbi veri e })r opri d1 ca11:llizzazione, con1e ne era di confer111a a11ohe iJ reperto radiologico, e p er il fatto ol1 e 11 0n si riscontrav.a110 emorragie occulte. 11elle feci. I caratteri palp·a tori dell 'intu1ne•s cenza, for 1t1a rotondeggiante·, superfici.e µniformen1ente Jj scia , consist enza teso elastica, ci fa cevan o porre diagnosi di tumore ci tico, e per la sede (ii tumore cistico d el pancre.a ·. La cist e del }Ja11creas prese11ta infatti t.ulti i requi·s iti di a11zi ricordati, n1a difetta di due ch e erano IJresrnli ne] n o tro caso . La ciste del pancr eas è fi &sa o poco 111obile, la nostra era n1ob·ili ~~ i Dla, la ciste d el J):luc rea con il volu111 e dì. <Illel1a del nos tro IJoaziente, avr ebbe, con1e b e11 si con1.p r e11dc, sul da·v anti d elle anse iI1testi nali, e, qui11<li , dovrebbe dare semip1re su o110 tin11)anico ; n el r1os tro caso, invece, per qua11to ,,j f0sse ab·iLua lmente tin1·1)anismo, a Yolle, forse in rapporto anche· con lo stato di Yac11ilà e di ripi·enezza dell 'i11testino , vi era i.i10ron esi. Inoltre, le cisti d el 1)a11cr ea si arco111pag·nano a din1agramenlo e a turbe di g·est ive ch e n1 ancava110 n el nostro ]Jiazieinte. Prertclen11110 in con iderazion e anc11e la e' 'e11luale 1Jl'6senza del rene . . ini.stro, ma , a pc:·rle i c;araLtoci c]ini·ci di que t 'or gan o , la radiografia ci diceva c1l1e i trovava in sed e itormale. f'en san1n10 p ure alle cisti del r e11e, lna ir1ancava jJ baJlo.ttan1ento, caratteri s ti co de.Jle n coformazio11i a svilup po retroperito n ea]e1. No11 ci ri·maJ1e, .a110 cl1e le ci. li d ell 'on1e11lo r quelle d el n1ese11t.er e. Le ci sti dcll 'om e11to sono· e trei111amente rare ~ 111,)bil1ssi111e e superficiali; si spostano qui11di in t,uLte le direzioni. n·1a tJiiù pecialn1ent e i11 sr11so lateru-Jaterale e, a seconda del p unto rlr 1 lcro sviluppo, si spo~lano n1olto dal b asso ~11 ·alto , pocu in sen o op1)osto, e ritorna110 J,en .1:ir esto spec ialmente n ella stazione er ett a n elld lt.110 sede abituale. Le cis ti d el 111e ... en ter e 11anno una ~i11ton1a tologia cl1e è lipiCO per il DOS ll'O Ca O. ui SYi1
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SEZIO~E
lllfJpano, di solito, nel la regione perio111beli.cale. Sono m obili in tutti i sen si, n1a più i11 direzione traS\ f·rbale, scor11paio110 n ella po i.zione di 'fre11dole111·b urg per riapparire nel de{:ubito orizzontale, danno timpanismo o ottusità anterior111ente, a econda del loro volume, <lel pu11to di sviluppo del mesentere, del nu111ero cleìle anse poste loro dinanzi e dello stato di ripienezza dell 'intestino. La ·cli.a gnosi di ciste del n~esentere, ci re11deva co11to anche dei. si11tomi suJb,biettivi presentati 11egli ultin1i tempi del nostro infermo. La st.ìtichezza che si era andata semp re più .accentuando col pro gressivo aumento di volun1e del tumore, la si doiVeva mettere in rapr>orto con la con1p-ressione delle anse intestinali (fatto c0nfermato anc.l1e dal reperto radiologico) e con lo stiramei+to dei nervi m e· sr11terici. I dolori, alla loro volta, erano {Jure da riferirsi al grado di stitichezza e alle compressioni sul inesentere, spiegandoci, questo ulti1no fatto, il decubito sul fianco sinistro preferito dal r11alato per sostenere la massa, e, qui11di, non stirare il mesentere. Per ultimo, il non aver n1ai a'1uto il malato -0rticaia, associata all'assenza di eosinofilia nel sai1gue e alla reazione alla Casoni negativa, ci fa0evano escludere la ciste da echinococco. L 'atto operatorio ci confermò la diagnosi di (;iste del mesentere, e l 'esaome istologico, si.a per le caratteristiche anatomiche della ciste e del suo contenuto (rivestimento con cellule .e11dote.liali e contenuto a.m orfo) sia per le forrr1iazioni a tipo linfoide (linfociti, eosinofili e pJas111acPllule.) ,d isseminate nello spessore della 1)arete, ci f ecc concludere dover trattarsi di u11a ne.oforrr1azione linfatica originatasi in r1lezzo al tessuto co nnettivo, come si potè ric.onoscere da nun1erose cavità che per gradi successivi andava110 assumendo via via l 'aspetto <li una grande cavità ova~e. 1
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RIA.SSUNTO.
L ' J\.. trae rnotiYo da un suo caso di ciste d~~1 n1esentere per fare le considerazioni diagr1ostiche differenziali che permettono di. porre la di~onosi g iusta prima del!'inteir, er1to • operatorio. :E'u inoltre u11a descrizione dettagliata della parete della ciste per poter con cludere che, nel suo caso trattavasi di una ciste linfatica. 1
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~1i
1955
PRATJCA
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DISCUSSIONI E COMMENTI . Mors thimica. Nel fase . 34: della sez. prat. del Po licliriico dì quest'anno alla pag. 1679 si leg,ge: « Su di uri caso di n1ors thin1ica ir1 con seguenza del1'applicazione di un apribocca ». Di interessante e suggestivo non c'è che il titolo. Punto capitale: vi è un eKitus subitaneo, j rnprevisto ma prevedibile nella ban1bina di li aJ.lj1i in seguito a un tentativo di esaminare le f3µci con una spatola abbassalingua. Nla µu 11 lo ch e sen1brò sub·i to anche oscuro. S·i è ricorso fugacernente ,al1i'a11amnesi personale, all~ diagnostica differenziale dei sintomi, a un rapidissimo esan1e obbiettivo, alla auto,p sia, a qua lche preparato istologico parziale ma ciò nonostante poca luce ne viene. Si domanda: ma la tosse con febb-re del primo gennaio , l 'accesso di larin gospasmo, così definito, del giorno otto, il trisn1a grave del nove, la lieve cianosi delle lab·b ra e dei pon1elli con dispnea e stridore re .~pira torio , la persistenza più acce1ttuata del tris1na con la contrattura dei ll1uscoli nucali, la temperatura di 38°, tutti questi dati quale nesso, quale causa, quale importanza hanno, rappresenta1\o essi il pri1n,u1n movens o ne sono s ubordinati? Negativo l 'esame dei ' rari apparati. Il taYolo anatomico ci ri,re lò un timo ipertrofico, ~i i1oti, un cuore picco lo con miocardio flar.cido , ipertroiìa del sistema linfatico del naso fiari11ge. :Vlicroscopicame11Le , una i perpla ia clella corticale e della midollare dei singoli l<Jbuli e ipere111ia ·vasale con qualche emorragia :1el tin10; in una ghiandola linfatir.a 1
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« IL POLICLINICO »
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della regione tiroidea una proliferazio11e dei Jismo a ur11e11ta lo e rite11zio11e fac il e di acq~a i ollicoli . e di cloruri , il siste111a cardioaortico è ipoEscluso dunque ogni ])rocesso infian1111ato11Ja sico, le ossa 1ubulari si sviluppano in lunrjo loca le della bocca, del faringe, lari11ge, g·hezza , vi è linfocitosi ed eosinofilia , fa cilità della c0Jon11a ' rerlebrale, dei muscoli della ulle emorragie come alle chemioneurosi : dal regione , non compressior1i topog rafi ch e i1è Jato n1entale sono d r.gli irrequieti e con buos11J vivo nè sul cadavere da parte del tin10, na intelligenza. In questi soggetti d ella prima i11denn i le meningi con1e il cervello stesso. età la n1orte avvie11e sempr e con i due ben Dal rapido accen110 salta subito in evidenza conosciuti accidenti: o è il ti1no che compriJ" ristrettezza delle indag ini: silenzio sul tipo 111e orga11i viciniori o }Jer il timo si avv·e rano morfologico della piccola paz., nessu11 accenfenome11i autotossici, anafilattici, idiosin crar10 a quelle manifestazioni rachitiche ch e ac~ici tipo cl1oc, in occasione di eczemi, di atti co1npagnano sen1pre la sindrome di Paltauf nperativi, di affezioni varie congenite o accorne pl1re alla qualità della dispnea. quisite e i1on certo per lin innoce11te apriE si che due fe11on1eni imponenti quali il b,o cca 13 .abb:a ssalingua con1e nel nostro · caso. 1\1a a sei a11ni l 'azio11e ti.n1ica rallenta la sua tris1na e la rigidità nucale dovevano immelt1nzion e. di alame1tte indirizzare verso una puntura 101nb·are e in citare l 'osservatore a una inda· E strano cl1e sollanto due giorni prima delgi11e scrupolosa sia sulle noti.zie anamnesti1~ exitus la piccola paz. sveli un unico attacco r ]1e remote e pros in1e sia sugli esami dli11ici. di spasn10 al laringe a c·ui assistettero i paA ogni modo µiù <lei . ette centimetri di lun- rE-11 ti e chf poteva trattarsi di contrattura dei g h ezza e dei tre11La grammi di peso della 111uscoli esofagei e non di serr1plice eccitabigJ1jandola tin1ica, il piccolo cuore flaccido, lità vag·ale . Poicltè sarebbe stata ·davvero ben i1011 contratto i11 sistole , senza coaguli, vagocapricciosa e illogica la natura se a distanza tonico, la ass ~nza di ecchimosi sottopleuridi 1neno d1 ~v-entiqu attro ore ave se portato in scc1ìa co t1 lo &tesso meccanismo prima un ch e, esclude a priori ch e Ja morte sia avvelri~n1a così violtnto da non pern1ettere ch e nuta in si11 cope da asfissia come accade appunto in quella da timo. La istolog ia som- uno SC•)lo cli saliva sanguinolenta da.g li anJt)aria 11on ci conferma grossolaname11te che g·oli labiali e poi una contrattura d ella nucn così palese. Non c'è abb·a stanza per reni J reperto constatato de visu e de tactu, menderci conto dello stridore respiratorio? Fenotre pote.v a essere esteso più accuratamente sulla inidollarc del timo e ad altre ghiandole 1neni dunque su ssegt1entisi coordinati da una medesima e tiologia con la stessa tragi ca ficòme le s11rrenali , le ovaie., le tiroidi, ]e pai1alità. Si può asserire allora ch e si si.a potuto ratiroidi. proprio con U1l abbassalingua destare una Certan1ente il piccolo soggetto era un linmorte re1)entina tin1ico-linfatica P f at.ico lna il voler incuneare dietro lo sterno Si è di certo sop·r a,1alutato . La povera mala causa di inorte improvvisa e arzigogolare lata ne aveva g·ià a sufficienza: terreno inquicon ipotesi fan Lasjose su quel campo così innato da una deficiente constituzione a caratfido e diflìcile e nor1 ancora ben fissato deJla in uIIicienza paratiroidea per calmare il dub- 1ere ereditario, chè di sette fratelli quattro rr1orirono in te.J?.era età, essa stessa ha le s tigbio arrLletico del di.agnosta , non è il mezzo mate di un linfatismo; si accende un proces111ialiore per accostarsi P'i ù o meno alla ve· :,o mor.b oso a carattere feb bri]e che sotto la rità. Prin1a di raccl1iudere fra le due ghiandol e parvenza <li rialzi termici e tos e aggredisce così violP-nte1nente da conchiudersi in dieci i11 crir11inale la ge11esi dei sintomi e della morgiorni cori l 'P,Xtti1 s dopo una sinton1atologia te n ece sita non sviare la nostra attenzione clalla realt.à del quadro timìco··linfatico. ~ la 1110Jto 111anifest.a, concaten<:ita, fatale. È jndisr.utibile che all'infuori di quella spatola. la J'rima infanzia che ,.a soggetta alla attività i)az. era prossima alla fine, fine forse anticidel Lin10 e dP.gli organi linfoidi dando quelpata dalla pora r esistenza presentata alla inl 'ipertiroid.i31110 a carattere vagotonico che fezione. SarebJ)e stc'.to più azzardato a111111etognuno cono~ ce per esperienza e la ipertrofia trre per es. un tetano o la ipotesi che co ndu è as a i ~pesso di orjgine luetica e si affianca a ce ad affibbiare al tri ma e alla rigidità nuquella dei gangli d el collo, dell 'ascella , delcale la dis funzione jpopara1iroidea ? l 'i11g ui11e , del n1esenter e, d el media tino, talL '.i\. e clutle og·ni affezione di natura · lrat1volta El tlche a quella della milza (corpuscoli malpighifl11i). I ban1bini che n e so110 affetti rr1ati ca, infiammatoria, neopla~ti ca d e]} 'arti sono in gen e rale pallidi , grassi, con anabo- cc]az ione ter11pòron1andibolare, le ,-arie for1
[ANNO
XLI(,
~U:'.\l.
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1957
SEZIONE PRATICA
n1e di n1ening ite, corea, epilessia , Parki11son, eclampsia, infezione t etanica, avYelenan1ento da slric11i ua . Troppo scelti cis1110 in 11lateria di c riLi c~1 e n-.Lolta fantasia n ell 'abbinare il tin10 alla spatola co111e se si trattasse di rapporti di cau sa él(l effe tto , mc11tre quel deus ex m achina clr.an1matic0 ch e tolse la possibilità di una ac curata analisi di tutti gli elen1enti n ecessari ]jer g.iun gere a una sintesi m en tale positiva, i1)attaccabile, serena, aveva di g ià preannun1iata 1a s ua infelice comparsa con quegli epigoni : r11andibola serrata - test a de f~e sa e fi~sa .
Perciò se la diag nosi rimane in sosp e o e sub judice, altrettanto non si può dire, s ulla mors il-timica, essendoci , per quanto pochi ma r eali el eme11ti che ci tranquillano su l decorso così catastrofico d ella ])iccola malata. Dott . ·F . C. Loreo, 2 se lten1bre 1935 -XIll.
DA VILLA.
g·l1iaccia la , quando la r1p1en ezza .di ston1aco co11 coaguli provoca nausea, conati di vo111iLo, sen t;o di g r ave p eso; tale pratica , racco JJ 1a11daLa da Evvald si11 d al 1905, non solo 11ro\'Och er eb·b·e uu sen so di i111111ediato sollievo . su . l.,je Ltivo , n1a d arebbe DJ1ch e nlodo allo toma co cli conlrar . . i , favore11clo in ciò ! ;emostasi loc&le .. U t~l e può esser e l 'aggiunta di qualcl1e goccia d1 a dre11alina. Quale em ostatico gen erale l 'A. ad opera la soluzion e iper L011ica di NaCl (al 10 %) ch e contien e ancl1e 10 % di calcio g lu conat o; tale soluzione vie11e iniettata endovena in quantità di J 0-20 cc. più volte a l g iorno. Di grand e utilità i son o di1nostrati a lc uni d erivati di bre11zcat rchina (tryplmol). Durante il trattamento su ccessivo, sar à pl'esa in cen si derazione la n ecessità di ristabilire r apidan1 ente le co11dizioni d el 111aJa lo ; qu indi già dopo due giorni si inizierà la nutrizione de l! 'ammalato con sostanze liquide ma di contenuto calorico r ela tivam er1te ricco, come gelatine, pal}pe di carne ecc. Si r icordi la necessità cli somministrazione di vitamirtc; fra queste ultime specialmente la e, ch e avreb be anche un valore emostatico; son o raccomand~bili so1n111inistrazioni endoven ose cli quest a so tto · (orma di preparati concentrati esistenti a ttualmente 11el commercio. l 1 1)rob le111a d ell 'ir1dicazione d ell 'inter vento cllir11 I·. ico vie11e ampiamen te discu sso dai due AA. ecl 1~ d egno ili n ota com e tutti e due, sia il m edico, sia il chirurgo, giungano a conclusior1i artalo,gl1e : n essuno dei due si associa ir1cundizinnata1ne11te a Y., i 11sterer, il quale è s tato il rJrimo a porre l 'indicazione chirurgic,a n elle en1orragie dd ulcu s, r.accomandando p erò l 'il1terven to precoce; con1 ro l 'intervento in1n1ediato . ta rebb-e il fatto d ella pregno i favorevole J1ell a n1aggior parte d ei casi t r attati medi caJ111e11tc. P erò, se l 'en1orragia non si arres ta (il ch e dimos trer ebbe l 'esistenza di un vaso corro::;o b ean te) oppure se r ecicliv:a . a breve scail e11za (dopo 2 g·ior11i), l 'intervento chirurgico sott o for111a di r esezione viene ad imporsi. E il fat to di aver e indugiato al princip io non deve rLecessarian1er1 te nuocere all 'esito dell 'opera1.ione ; I ' esperien za dei chirurg i dimostra ch e u11a lras fusione, esegujta in1mediatamente pri1r1a d ell 'opèra i ione, m ette l 'infermo n elle condizioni di s uµ er.a re felicen1ente l 'intervento . Seco11do R escl1ke oltre alla trasfusione abbonclante \ fino a 1:>00 cc. sottratti naturalmente a JJiù dct atori) di gr ande utilità è l 'aggiunl.a di altri 1300 cc . di liquido sotto forma di oluzioni saJir1e '3 glucosate. '· D11nq ue la condott a del m edico di fronte ad u rta gravc- emorragia da ulcu s. d ev'esser e tutt 'altro cl1e passiva ; essa implica non soltanto un ' at l f'Sa ar1nata , n1a quella attiva sot to forma di i 1• 1{'Jt~a t erapia nledica; e quando questa falli sce, l 'infcrmo ri tabilito artificialmente medifl nle l a l ra~f11sic1 TH~, d ev'essere affidato al hi c: t uri ·~1 1 ·l ch irt1rgr.. ··. ~[I"JZ . 1
SUNTI E RASSEGNE. ORGANI
DIGERENTI .
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Prognosi e terapia delle emor r agie gravi da ulcera gastrica. (Ul\t1BER
e I\...
RES CHKE.
Deutsch e
ftlf ediz
Sic.henschr., 9 agos to 1935).
'
Wo-
Il 1-Jroblema è stato discu sso d.ai due AA. , di cui uno à Intdi co, l 'altro chirurgo, in seno d ella Soci età Berline e di Medicina . Oltre alj ' es~~erie11za prop ria le conclusioni presentate veri Lvano ba:sate a11ch e su an1pia raccolta d ei d a ti della letteratura recente. P er quel cl1e rig ua rda la prognosi d elle er11orra.gie g :is trich e gravi (naturalmente vengo11 0 esclusi i .c asi di emorragie occulte) sottopost e a l tra ttarnento n1eclico , essa è i11 gerter e meno favorevo1e di quel r h e s i cr ede co111unemenLe . Mentl'é Chiesman e H elli er fis sa110 la percentuale della mortalità persi110 atle>rno a le-23 (y~, l e statistich e di Umbe r st esso, basate su osservazi o cte di 4:3'3 casi , d eporr ebbero per una mortalità di 9,5 %; una percentuale cl1e st a in n etto contrasto colla solita JJrognosi benigna di cui parlan o i trattati. Le osservazioni di Mossb erg citate dal R esch ke co11ima110 _per i loro risultati con quell e d i
l TntJ)ù l' .
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l'er quel ch e r ig· uard a i J trat tan1ento nledico d e11 'eJ1 .orragia gastri ca esso ' Tien e preconizzato d~ Urr1ber con a l cuni d ettan1i no11 tutti di quali apparte11gon o alla solita « routin e n c lini ca ~ così acca11to a riposo assoluto, u o di oppiacei e sedativi, l 'A. insist e sull 'opportunità di u11a lavanda ga 1ri ca eseguita con a cqua
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1958
cc IL POLICLINICO
Le coliti croniche ulcerose. (CADE e ~J1La.\UD.
Le Jour. d~ méd. de Lyori ,
2·0 agosto 1935). •
Le
~oliti cro11icl1e ul cerose so110,
le une a causa nota: an1ebic h e, bacillari, tubercolari, eccezional111ent e ble norragic11e o tossiche; le altre riconoscono un 'etiologia i11detern1inata. Fra queste ultin1e alcune sono probabilmente post.-d1ssenleriche, n1a in una prop·o rzione difficil111en1e apprezzabile, date le diflicoltà di identificarle. l'er le altre si invoca sopratutto I 'infezione, senza ch e sia possibile indicare con certezza un age11te patogeno specifico fra ~:Ji innun1erevoli batteri incrirrtinab·ili. Ad altri fattori si riconosce una azione capace di a·a,;orire più che di determinare la malattia: in~ossicazioni alimentari, intossicazioni endogene o esogene, avitaminosi, achillia , e sopra tutto copros tasi. Studi recenti inoltre attrib·u iscono . un con1pito importante al terreno: disquilibrio neuro-vegetativo anafilassi. Gli Ac\. ritengono ch e allo stato attuale le coliti ulcerose non possano essere consid erate come una entità morbosa. Si tratta i1iuttosto di una sindrome anatomo-clinica, dovuta a cause diverse che intervengono co11 u11 meccanis1110 con1plesso. Esse si presenta110 sotto aspetti. clinici di' ersi. \ Tengono descritte forme emorragichepurulente, purulente, ed en1orragiche solo. Le coliti en1orragiche costituiscono una for· 1na particolarmer1te in c ui la emorrag·ia ·d omina la sir1tomaLologia (feci più emorragiche cl1e di3senteriche) . Gli AA. ne riferiscono minu1 amente ben cinque osservazioni personali. Il sangue viene en1esso com1nisto alle fe ci , a volta a volta anche isolatamente. I disturbi i11testinali sono quelli della sindrome dissenteriforme, a volte della diarrea banale. Le evacuazioni (4-10-20 o più) contengono muco e a volte pus. L'esame endoscopico mostra una mucosa rossa, congestionata, secernente sangue, a volte a 11appo, cori qualche suffusione sottorrtucosa, realizza11te l'asp·e tto emorragico. Possono trovarsi alc une ulcerazioni lievi, superfic iali, spesso semplici escoriazioni ed erosioni ( forma erosiv.a ), i11a può anche non vedersene traccia a lcuna. Lo stalo generale è spesso assai ben conservato , ma talora vi è anemia intensa. La evoluzione che avviene a parossismi può prolungarsi p er anni. Ben chè si tratti di una varietà di colite molto migliorabi le, forse anch e curabile con cure m ediche, la prognosi deve essere 11onosLanLe riservata. Le r ecidive ~ono lnolto frequenti anche dopo lunghe r e. . . m1ss1on1. La sua eliclogia è o cura come quella delle coliti ulcerose cronicl1e. In alcuni casi si può pensare sia in cau sa un parassitisn10 dis in1ulato . (ex juvanitibus), e così pure, l 'origine anafilattica o la discrasia sa11g uig n a. Non og11i colite emorrag ica è di n e-
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ce ·sità ulcero?a, c osiccl1è talora si 11uò di ·tin, guer~ tra c olite en1orragica e colite ulcerosa. Esistono 111olte allre forme cli colite ulcerose croniche, che qui vengono solo ricordate: aj secondo localizzazione : diffuse o segmentar~e; b) . sec:ondo.gravit~ : forme benigne, recenti , dei g1ovan1, gravi; e) secondo il carattere delle lesioni : u~cero-infil~ranti , polipo e, con o senza restr1ng·1n1en to. La prognosi se111pTe riser,1ata per la difficoltà della cura. Ques.t~ const~ di. la:aggi . antisettici, lavaggi JJrotett1VI, . appl1caz1on1 locali con rettoscopio, cure ·:;pec1fiche (tentati vi), ()·atren, emetina, ~rsenobenz~ìi), vacci11oterapia, autoemoterapia, 1po.. olfito d1 oda. Talora c ura chirur.g·ica.
L.
TONELLI.
L'esofago corto congenito. (L. H. CLERF, W. F. lVIANGEs, The Review of gastroeriterology, n1arzo 1935). Il perfezio11arr1ento dei 1netodi di esame rad!ologico ~ell 'esofago, 1'uso d el-l 'esofagoscop10 ne]la d1ag·~osi delle malattie esofagee ed i sempre maggiori successi della cl1irurgia in ques to carnpo, hanno risvegliato l'interesse 11ello studio dell 'ernia del diaframma. Si è così a l tirata l 'attenzione sulla classificazione delle err1ie diaframn1atiche e particolarn1ente su quelle che prima si consideravano come fuoriuscenti dall 'iato esofageo. · . Akerlu11d div id.e le . ernie dell 'iato esofageo in tre sottogruppi e cioè: . 1) er11ia dell 'iato con esofag·o corto congenito; 2) ernia paraesofagea; 3) ernia dell 'iato non inc1usa nei tipi precedenti. Le ernie del primo gruppo sono state d esign.ate anche con1e « stomaco toracic o o esofag·o corto congenito » e sono considerate rare. Nel secondo gruppo la parte inferiore del1'esofago r esta fissata nella sua normale posizione ed una porzione dello stomaco fa ernia attraverso l'anello che Ja circonda. Nel terzo caso l 'ernia ·è costituita dalla porzione i11feriore dell 'esofago e dallo stomaco. In questo studio l 'A. si interessa solo del primo grup1)0 che è caratterizzato da uno esofago congenitamente corto e dalla presenza di una parte dello s ton1aco nella cavità toracica. Non esi . ste una sindror11e caratteristica di questa n1alattia : nella maggioranza d ei casi riportati i sintomi potevano essere suddivisi in due gruppi. Nel primo si notava disfagia e rigurgito co11 di turbi d ella nutrizione e d elJo sviluppo: nell'altro la disfagia e il rigurgito erano asociati con senso di indige Lione ch e variaYa da una lieve sensazio11e penosa ad un dolore epigastrico intenso. ~ curioso che in nessun caso si sia presentata dis1)n ea o sintomi car<liovascolari. La disfagia è il sintoma promir1enle etl una buon a j)arte d ei malati chi ede-
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SEZIOl'IE PRATI CA
va110 di es er e visi lati appunto p er que to disturbo : sp cs o si fece diagnosi errata di stenosi d ell 'esofago, cicatriziale , o da e ofagite ulcerati va di origine peptica. Il sinton1a della difficile di ge Lione er a anche frequente e ..,i presenta a co n dolore di varia inten ità a carico d ell 'epigastrio , allo sterno e in due casi anche post 0riorn1e11te: l.a son1ministrazione di alcalini. dava in1n1e diato i11iglioramenJo. Lo studio esoCagoscopico di questi pazienti cl1e accu savano il dolore epig·astrico din1ostrò cJ1e tutti avevano una ulcerazione al p,u nto di unione esofageo -g·astrico . 11.eperlo radiologico. I pu11Li segu e11Li d ebbono esser e stabili Li perch è la dia.g nosi di bre\ il à congenita dell 'esofago sia certa . Una porzio11e dello stomaco deve n1ostrar i situata al di opra d el diaframma ; l 'esofago de, .e mos lrar si troppo corto per poter rag giu11gere il diafra111n1a . In tutti i casi studiati d al]'i\.. l o iato diafran1n1atico si è mostrato abbasta1lza ain p-io: è n ecessario rien1pire com pletan1ente sia lo s tom aco ch e l 'esofag·o per poter cl1iaram e11te vedere quanta parte dell o stomaco è al di so1)ra del diaframma e la lur1 g·h ezza d ell 'esofag·o. In alcuni ca si la porzio11e irJ tra toracica d ello st omaco si espandeva i11 forma più o n1eno tub,u lare, p·e r qua11to semj)r e più larga d ell 'esofago norm a le . La b oll a d ' aria è di olito as ente al diso1)ra d el diafra111ma , ·q uando il pazier1te è in 1)0 izione er etta. La po izion e in cui sono praticati i radiogran1mi , e il riempimento con1pl eto con f:O tanza di co ntras to di tutto l 'esofago on o di grande ii11portanza per ottenere buone in1n1a gini. 111 11e sun caso è stato possibil e aJl 'A. di1110 Lrare r à di ogra fi ra111ente le ulcer e esofagee cl1e l'uro110 i i1vece riscontrate per mezzo della e ofag·oscopia. Il eperl o dell<i esofayo·sco1Jia.. Tr1 parer chi p1a zienti si trovò dilata zione n1oderata dell 'esofago toracico : il r estrin gin1ento , con un a sola eccezione, a1)1)arteneva al punto di unione d ell 'eso fa go con lo st or11ac o, facendo pensare ad una s teno i organica , appare11ten1ente cicatriziale . Ir1 un caso vi erano parecchi r estringimenti, cl1e fa cevano pensare a t en o i n1ultiple. L 'ulcerazior1e variava da u11a piccola ar ea n ella sed e d ella sten o i ad alterazio11i est ese cl1e involvevano t utto il lu111e dell 'esofago n el suo punto st enotico. L 'ulcerazione i presentava uperfi ciale, coperta da un e .- udato fine, g rigias lro e circondato da una stretta zona infiamn1atoria. Non appena a1traver sata la s teno i, la punta d ell 'esofa go copio e11tra a in quella ch e sem 1b rava l a cavità dello st on1aco : s ulla ba e di n1isurazioni comparative rtccurat e i poteva in qu e Lo n1on1ento accertare ch e l 'esofagoscopio si trovava al di sopra tiel diaCran1n1a : dei piccoli i)ezzi di n1uco a asportati moslrav.a110 ch e si tratt ava di n111co-a ga tri ca 11orn1ale. 1
1961
Al la fine del loro studio gli AA. spiega110 le r agio11i per cui ritengono ch e 1'espression e « e ofago corto congenito » sia preferibile a quell a di cc ernia diafran1n1atica dello stomaco » . l)er g iunger e ad u11a certa diagnosi di c1uesla i11,a ] ~ttia , e ~ i con cludono, sono necessari un esame radi ologico con1pleto e l 'esofago copi.a. G. LA CAVA.
GINECOLOGIA ED OSTETRICIA .. Sulla patologia e terapia del t•Juor vagi-nale. (l{. J oACHJMO,~ITS, l~'i en /{l. l11 oche1ischr., 31 nlaggio 1933) . c.on1e p er ogni altro orga110 , an ch e per la. vagina la lesio11 e infian1n1atoria locale, cì1e h a. per consegu e?za la secr ezione patologica, rappresenta la r1sultanLe di tutta una serj e di fe11on1eni non solo localizzali ma iner e11ti sp esso a tut~o l ·organi .n10; i11 i)articolare la fi s iopaLolog1a d ell e 9va1a e d ell ' uter o trova la ua ri!"J er cu ssione n ei processi vaginali. La t erapia I errà conto di tali fattori ; accanto ad essi verr a11no prese in conside razione le co11dizioni fi&iologicl1e locali della vagina ch e nor111al111eni.e la i)r eservano da infezio 11i a ccidentali . Una di tali co11dizioni fi ~ io1ogi ch e è r appre~entata d a1Ja r eazion e acida d el ecr et o vao-iJ)ale, di cui il J?li osc illa fra -! ;5 e 5. Ora , q~e sta sar ebbe a ssicurata d alla i)r e en za del o-]icogen ? n.el1 ~ par~ti v~ ginal.i (n e ll o trato pi11oso clell e.p1tel10) d1 cu1 avv1ene la Ierm e11t azio11e ron su ccessiYa__ JJro d~tzion e di a cid o latt ico per cpera del bac111o d1 Doe<lerl ein , appartenente a l gruppo .d egli aci·do fili. I ,'e, an1 e diag 110 tico c((•]la v.a g1na deve du11que necessaria111ente co1111,re11dere a11che il saggio d ella acidità (tale $ ~.ggio pu~ esser e eseguito con di ~ c reta precisione i11ed1ante la detern1inazion e colori111etric·u del pI·I). I.J 'i1nportanza J)rin cipale S])etta tJerò a ll 'esnnle n1i cr oscopico irt triscio colorato col n1elodo di Gra111; no1'mal1l1e11te .:i osf'~rvano rell ule di sfa ldarnento de]] ' epiteli o pJatto e bacilli acidofili (gran1 l)O' itivi) e raréln1ente qual ch e leucocita; ma an cl1e que to r ep erto di normalità può es~Pre soltanto appar ente in quanto clic con la colorazio11e . . udàetta vengo110 difficiln1 e11te di stinti i baci lli pse udotliflerici , freque11temente presenti in vagine affette d a fluor ; in caso di sospetto è util e ricorrere llUindi a11 cl1e alla color azione dr Doìd. Fra il reperlo di norirta1ità e quello in cui vien e os er vata la scampar a con11Jlet a di bacilJ i acidofili e u11a gr ande quantità di l eucociti . ,-i è una seri E' di g r adi di }IBS aggio (v _ classifi ca di IIe11rlin); il ritorno alle ~ ond i zio 11i normali può a ,,~e nirc anch e ... pontar1ea111ente per cc aulodepuraz1011e » (Doederl ein); con tutta Ye1oso111igli an za. n1ediante fattori en 1
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d oge11 i clel Lerreno i1utritivo ,·ag inale la forte a r idità vi ene r ipristinala (il P'H da 5-7 ritor11a a l ±-D). na delle condizioni locali predis1)onenle ~l l 'i11fezion e è rap1)r esen lata dall 'aumento d ella . . ecrezior1e alcalina dell 'ori fi zio d el collo ()>I~ <li. 8'·8·,5); va notato ch e in .genere la 11101pl1 ca~1<?11e d ei .gerr:n~ estranei i11 vagina no11 e poss1b·1Je ch e 111 v1c1nan za o s ul cervice stes~o; s uccessìvan1Ei11te, . la reazione i11fìamn1atoria p·rovoca aun1ento di secr ezione alcalin a rli -e~5o, macer azione dell 'ep.itelio circostante c:eandoYi le condizioni propizie per la forn1a~ z1on e di uri circolo vizioso con in odificazione tutta. la flora v.aginale, che svilu1)tpatasi ora ir1 amb1c11te alcalino contribuisce al manteni. rt)e11to di que&to. L 'A. e11umerando i vari gern1i pre enti n el fluor vag·inale, sottoli11ea il fatto cl1e la i11ag·giora11za di e8.:si no11 è patogena di per sè n1a tale può di ve11l ar e in speciali condizio11i. ~'ra queste egli ricord.a il « comn1,a variabile », un bacillo a fqr1t1a di virg·ola il quale si ritrova solt anto i1elle ipofunzioni ovarich e; in questi casi il f luor è pa~sibi le di terapia ormo11ica . 1 g·ern1i della fern1erttazione e le oospor e -.= i riscontrano n elle d on11e non gravide, i11 casi di defedam ento gen era le. Non sono rari i parassiti del g·rup JJO deg-li actinomiceti ch e si ma1 .ifestano co n f1uor denso di cui sono ca ratleri~ti ct1e le r ecidi ve a lunga . cader1za . Ancl1 c il l ricl10111011as prcser1ta una grande tenacità e la g uarigione d eve essere controllata J.Jer qualcll c i11ese. ~ interessante con1e alcune pecie di leptollirix siano più fa cilmente elim inabili cJ1 e i l 1luor stesso ; probal1iln1e11te esse ra1Jpr ese11tar10 i iJar assiti del contenuto patologico Yag inal e G i1011 la cau sa di esso. Va11no naturalme11te. ricordate le infezioni vaginali da cocchi co1ttuni co1r1e enterococchi , streptococcl1i, ecc. Si no t~ con1e 11on tutti i di11lococchi g r am-r1egativi della vagina sian o da con siderarsi quali gor1ococchi (questi norn1aln1en te vengono sopraffatti nella vagina sana); sono n1olto più frequenti di qucst 'ultin1i il diplococcus fÙlrVu s e il tliicrococcus calarrhalis cl1e sono pure gran1negativi; la diagnosi batt eriologica può esser e f:1lla solo colla coll ura. P l~r qu el r.l1 e riguarda la tera1)ia, di cui non pos<.;ian1 0 riportare qui che l e direttive generali , es~& Ò''' ·essere generale e loca le; è suffi ciente talvolta il r istabilim ento de 110 stato generale per influire favorevolmen te ul p roCP~so: abbia1110 già visto l 'importanza della carenza ormonica ; è degno di nota come ' 'i si.a no forn1e di ulcera solitari a della vagina cl1 e g uari ·c.;orto con il solo ormone follicolare. Na· turn ln1 f'n te in molti casi può esser e di g rande l1tjJità an c11e la terapia stimolante a pecifica. èo l1 rt 1er a pia locale si cercl1er~ di mig liorare Je co rLdizioni della d ifesa n aturale; ora coll 'acidificazìo11 e e.liretta del co11tenuto vagir1ale (mediante la, ·ande con acido lattico a 1/2 9'~) non i rie cc a n1igliorarl i~ terreno n è favo-
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CC IL P OL ICLIKI CO >>
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~ire. lo s Yiluppo d ella flora norn1ale; molto lJiu
111d1cala :sarebbe quindi l 'introduzione di car})oidrati; secondo le ricerche d ell 'A. mediante d i g l ucosio o ~o-alattosio col tanl 'associazione . . . lJlnO Sl riesce a deter111inare l 'au mento d el a}icog·en.o nelle i.1aret~ vaginali e quindi a modlfic)ar~ in . st:n so. ~ es1derato il terreno vaginale. 1 .e ro }Jr1rr1a d1 .1ntr~pr.e ndere la t erapia biolog1ca .e necessal'10 di ricorrere aln1eno a qualct1e sedt1ta cli trattamento battericida: 1>er questo più ci1e preparati di solo argento (cui la corr1binazioue colle albumine o collo zolfo inibisce un 'azione efficace) 1'A. raccomanda 1'aSSl)Cia1.iou e cli argento n1etallico con sostanze o~_si.dart ti. (biossido d i manganese) e J1Prmeab1l1rzant1; alcu11i ~}re parati d el comrnercio l1a rt.1 0 già r ealizzato tale as ociazione sotto forn1a di polvere ct1E, viene depositata nel fondi) rlella va gir.. a . P er il trattamento delle cer vit;ili sono s.pecialn1en te i11dicati g li olii eterei i quali a 1nalgrado il contatto col muco con serva.110 intatto l 'alto po ter e di infettante.
S. MrNz.
La terapia della sepsi puerperale. (A. :E'.
F .LOSH .
T h·e ./01i r1i . of the Americ. iYl e-
dic. Assac., 6 luglio 1935). L ' 1\. ha presentalo su ques to argomento una relazione cl1e farà iJarte di u11 volun1e di t er apia edito dal Cook dL Conucty Hopital di Chicago. . Profilassi - Cure an. tepa.rtu.m : si de,·ono el iminare tutti i foci infe ttivi delle tonsille, dei ~eni, del collo uterino e dei genitali ester11i e inoltre si terrà la gravida ad alin1entazione abbondante e in otti111e condizioni di ig iene personale. CUJre ostetriclie : n1ira110 ad escludere tt1tti i microorganisn1i c·h e possono essere patogeni e ad evitare la diminuzione di resistenza . Si d evono evitare contatti con portatori di streptococci emolitici , quindi si devo110 fare culture di gcrr11i contenuti n el naso e nella gola di tutto il personale ostetrico (infermiere, medici e studenti), non s i deve i)ermettere I 'in g r esso in maternità di personale che abbia avuto di recente in cura un malato di malattia i11fettiva. Ino ltre le g ra\1 id e cl1e son o portatrici di streptococchi i1elle vie genitali non devono esser e tenute in cor ~ ia colle altre gravide e d evono essere a ffidate a personale addetto uni ca· mente ad esse . Chi assiste ad un parto d eve coprirsi co11 spesso strato di garza naso e bocca. Gli esami vaginali devono essere ' 'ari e fatti C·J n tutte le regole de]l 'asepsi , ch e i seguiranno anch e durante il parto. Bisogna anch e e''itare ]a fatica della partoriente facilitando le il ripo o, avendo cura della vescica e d ell 'inte. tino ed i111pedendo eccessi' a perdita di sangu e. L 'alin1entazione n ei prin1i g iorni de] puerperio de Ye essere ahbonda11te in carboidrati , il 1
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Nc~r.
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SEZIONE PRATICA
ri1)oso e il sonno i fa,1oriscono coll 'an estesia ostetrica (con n1orfi11a o idralo di cloralio o ~~ori anes tesia inalatoria). Se la partoriente non urina ogn i 2 ore, durante il travaglio, si far à il cateterismo. Appena inizia1 o il travaglio si evacuer à l 'intestino con un cli stere. Per la cura della se.psi puerperale si osserverà riposo assoluto , no11 si 1Jern1etteranr10 visite all 'arri111alata. Questa va tenuta in po izione di F O\vler , si <larànno narcotici se c '·è inso11nia e ana lgesici se c ·è dolore. Utile la bor a di g hiaccio sull 'addom.e. Non si d evono u sar e purganti drastici, si può dare l 'olio di i)ar affina. No11 ·i deve n1anipolare l 'utero ,p er via addomi11ale. L' er gotina si darà solo se c'è emor. ragia. Si dev·e fare anch e una terapia antitermica. Le trasfusioni sono utili non solo per i casi i11 c ui c'·è anemia , n1a an·c h e per stimolare le r eazioni in1munizzanti. Se si può far e una diagnosi batteriologica, è b ene u sare il siero spec ifi co. · Se e' è acidosi si daranno idrati di carbonio (an cl10. l 'er fleboclisi) e alcalini. I vaccini posson o esser e utili n elle forn1e subacute e cronich e. L 'arsfenan1ina è indica la n e Ile for111e T11iste spirochetich e non specificl1e. La chirurgia può far e poco : se c'è ascesso pelvico ·si farà la colpoton1ia posteriore, se c'è un ascesso della p~ret e uterina si farà l 'ister ectomia . Non si farà il raschiam ento , perch è peri coloso. R. LusENA.
Emorragie uterine da emogenia. (EMILE-\v~EIL
e
I scH-v'' A.J.L.
Le san,g, n. 7,
1935). L 'organ isn10 è mirabilment·e armato in condizio11i normali contro le emorragie capillari : una emorragia capillare ri ulta se1npre 111inima; se una emorrag ia abbondante e di lu11g·a durata soprav:viene, è segno ch e entra in ca111po un a ltro fattore: una discrasia ematica. Ques te con statazioni , ·algono anche per le emorrag ie m estruali. La caduta della n1ucosa ute rina denuda solo dei capilla ri ; la emorrag ia dovrebbe esser e minima , perch è, con1e accade, si abbia una fuoriuscita abbon.dant·e e prolur1gata di sangue deve. intervenire un fatlore diverso : incoagulabi lità o i11ocoagulabilità del 82_ngue mestruo e probabiln1ente un fattore generale. Vi sono certo delle n1eno- e delle m etrorrag·ie in c ui interviene un fattore cau sale diate ico. Gli AA. richiamano l 'attenzione sul valore dell 'en1og·enia come de~erminan te di en1orrag ie uterine senza causa locale. t: bene rico rdare le stigma.te sa11gtiigne e
vascolari
del~a
em ogenia:
1) prolun.g amento del tempo di emorragia cl1e da 3' -3' minuti e m ezzo sale a tempi sorpassanti i cinql1e mi11uti.
1963
2) l 'aritrr1ia della emorragia messa in evi-
de11za raccogliendo su u11a striscia di carta bibula ogni 30 secondi delle gocce di angu e co11 il quale n1ezzo si ottengono delle serie di gocce decresce11ti e cr escenti di arnpiezza, indicanti dei tentativi di emostasi e d elle riprese dell o stillicidio. 3) il tempo di coagulazione è normale o subnormale . 4) i l coagulo si r etrae poco o affatto , e lascia sfug·g ire delle emazie presentando il fenome110 dello spezzettame11to del coag ulo. 5) la fragilità vasale ·è dimostrata dalla proYa del laccio. 6) le piastrine sono diminuite al disotto di 100.000 . 7) il tasso globulare e l 'equilibrio leucocitario traducono i segni dell 'anemia secondaria· alì b emorragie. Gli AA. descrivono: ai) una emogenia tipi ca con fenon1eni uterini; b) delle forme emogeniclte fruste a localizzazione uterina esclusive; c) de lle forme di emogenie e pisodich e o sindron1i emogenich e da cau se varie. Em1ogenia tipica: le n1etrorragie diatesich e ono fa ciln1enie riconosciute, quando la diatesi cl1e le provoca determina porpora e emorragie n1ucose . Le prime manifestazioni risalg·o110 p er la più all'infanzia (5-6 anni) co11 facilità alle ecchirn o:-si cutanee IJel' urti m inin1i ; !)Oi sor g·o110 facili epistassi, gen givo raggie, e n1etrorragie pr·e1)uberi . In questi casi le menorragie e 111elrorragie delle g iovinette appaio110, in a sei1za di ogni cau sa locale, ben chiar e 11ella loro essenza. La eYoluzione di questa en1og·e11ia è car a tterizzata da altern.a tive di periodi di ri1poso. La gr avidanza può norn1alizzare le cose; la m·e no1)ausa invece presenta per lo più fenomeni n1etrorragici imponenti . Ol tre a queste cau se della vita genitale, anch e le inter correnti infezioni, .affezioni epatich e, intossicazioni agiscono aggravando . L ' esan1 e generale di queste emogen iche può esser e neg·ativo ; ma per lo più inette in ev idenza tre categorie di fatti: cioè, m alformazioni Yascolari , (ang·iomi, macchie rosse, capillari1 à), si11Lomi d isendocrinici , e segni di ifìlide er editari a . Eniogenie fru.stre: qui la sintomatologia si riduce a facili ecchin1osi , epistassi, gen givo• ragie. Emoge11ie localizzate all'utero: comprendono quei casi in cui ness un egn o clinico fa pen. . are alla emogenia; solo esistono metrorrag-ie ch e non trovano spiegazioni locali e si g iustificano invece con la rioer ca si tematica dei segni sa11guigni dell a emogenia cl1e ri~t1l tano posi tivi . Sindram.e emogen iche episodiche da cause , -arie : que te si11dron1i po ono soprav"·en ire episodicamente in do11ne del tutto precedente111e11te _a11e . a) Per cause epatich e : qualunque
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<< lL POLlCLJNICO
r11alattia epatica può scalenare u11 episodio em ogenico; b) idem le malattie della milza (n1icosi , tbc. paludismo, kala-azar, ecc.) . Queste son o inter es anti perchè b en efi cam ente influen zate dalla p len ecto1nia; e) infine lo stesso si può avere per n1alattie d el midollo (leu cemie e anemie criptogen eti,c·h e, ecc.); d) sono poi st ati segnalati episodi emogenici nel corso di ·v arie disend ocrinie (Ba edow, m ixoed en1a, ecc.). 1' eJ·ap i(JJ : il voler e studiare il n1eccanisrr10 1)Jatogenetico ·d elle emorrag ie dicrasich e porterebbe troppo in lungo. Basti ricordare ch e gli AA. d e crivon o l' emogenia come caratterizzata da una instabilità sanguigna di tipo speciale, sulla quale cau se varie possono provocare crisi vere a n afilattich e ed emorragich e. La terapia d eve esser e perciò d esen sib ilizzante e di anafilattizzan te. Si con sig lia : et ero-em oterapia sottocutanea o intrarr1uscolare; u so ab1bondante di j one calcio; opoterapia (emato-ethyroidina o di j odio-th)-ro i11a); per i casi g r a\ri splen ectomia e raggi X. 1
L.
T ONELLI.
MISCELLANEA. Il fattore epatico nel diabete mellito. (W.
F 1\.LTA ,
111 ediz. Klìnik , 6 sett. 193·5 ).
D a quando 1e fan1o se es1)erier1ze di Cl. 1B err.iard n tctLeYano in evidenza la partecipazione d el fega to nel ricarnbio d ei carboi drati , nu1r1ero -i sono ~la ti g li AA. ch e attrib·u ivano al f egai:o u11 ·i111 i;ortanza non fc ondaria n ell 'in~orgenza d el diabete n1ellito; sono stati special111en le gli AA. fran cesi a so tenere l 'e, ren · l uale ge11esi epatica d el diabet e; men tre lo tesso Cl. Berna rd an1rnetteva ch e qu esto poteYa e8ser e dovuto a lla sovraeccitazione d el fegat o, u11 '11ltra seri e di osservatori notava ch e l ' i1Jofu 11 r ione di questo poteva ge11erare tale affeziorLe; n ei ca~i del genere l 'ep atoterapia poteva d a re d ei risu ltati insperati (Gi lbert , Carnot, Labbé). l.Jna classifica zion e rel9.tivamente r ece11te di Auberti11 disting u e il diabet e per « ane1;alia » (casi con g lico urj a da ca ri co di g licidj , co11 indaca110 e urobilina), il diabete n el corso dj diver se m a latti e epatich e (cirrosi atr0 fi cl.1e biliare, epatite tossica, litiasi b iliare) e il di abet e per cc epatismo » ch e si manifesta negli nlcoo listi e grandi mangiatori con ipertrofi.1 :Jel fegato specie a carico d el lob o d estr,1. No11 tnan carono d el resto anche d ati di altri AA. c11e r e11devano il fegato compartecipe d e11 ·a rfezione diabetica; secondo le st a tisti ch e di 1'nt1n,1 n (l 'a11tore d ella teoria sulla genesi e1)a lica del diabete per di zoomilia) i 25 % dei dia} .c.. t ici so110 1>ure soffer enti di fegat o; d ati a1!:-l lop-hi vengono an ch e preser1tati da v. Noord en ( 2~ <X>). Però statistich e })iù r ecenti d el ] ~·23-3.~ cioè de11 'era in sulini ca lJorterebbero Ja percentual e dei diabetic i epat ici sol o a 10 CJ~ (Sch\\;'arz u 1403 casi). 1
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tANNO
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NUl\I.
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Le r ecenti acqui sizio11i scie11tifi cl1e s·ùl 11l ercanis1110 d el ricamb·i o dei g licidi non potevano n o11 influire anch e sul n ostro n1odo di , ,alutare la fu11 zion e epatica in tale ricambio . L ' A. ~ i è assur1to qui11di di esporre in l1na r as. eg11a d ensa di dati l 'influenza ch e ogni singolo tallore modiU catore d ell 'equilib·rio glicem ico e:serciia sui processi g licogenetici e g licoger10Jitici del fegato IJer poi con cludere sull 'event uale r ap port0 : af.fezione epatica-diabete. P er quel cl1 e riguarda l 'azione dell 'i11sulina ~ul contenuto g licogenetico del fegat o, e sa r appr esenta la funzion e di una seri e di contingenze : la &pan creatizzazione sperimentale e iJ diabet e pa t1cr eali ro d ell '11omo si acco111pag ri.ano a lla di1ninuzione d el glicogeno epati co; ln somministrazion e d e'l l 'in sulina fa,rorisce· i1erò la g·licog·enosir1tesi o lo quando le si associ a la son1111inìstrazio11e di zu cch er o; }'iperdosaggio in ~uJir1i co fa scemare in v·e ce le r iserve gli coµ·po.ic}1e. La fu11zion e epati ca 11el ricalL1h·io zuccl1erÌ)lO· iene a11che regolata dal sist en·1a nervoso cen trale e da l tono del simpatico e del vago : difa tti sia la r1 ar co5i d e l cer vello intern1edio , sia i farmaci. vag·o e sirnpatico-paralizzanti come l 'atropina e 1'cr go ta rt1ina di1nint1irebbero la: fJer n1Cd.bi li Là <.lei fegat o a i carboidrati: otto l 'irLfh1ssc: di tali faltori ,-ien e i11ibita l 'i]Je rg Ji ce in ia a lirl1en tare (Pollak ed a ltri). J~ r1ota l :azion e n1obilizzante d ell 'adrenali1l a sul gli(~oge11 0 e1)atico; effetto contrario Yicne provocalo d a l s11rren e cor ticale; è d eg110 di nota , con1 e gii a rldi soniani a ccanto ad u 11a ir>ogJi ce111ia e esagerata insulin osensibilitP: ])re~e11tan o scar si deposit i di glicogeno n el fegat<) e ne.i rr1uscoli. Anche il secr eto della tiroide appartiene agli or1r1()J1i glicoge11 0-mobilitanti. I ,o st esso di casi degli incr eti ipofi sari i per-g licen1izzar1t i: s j n oti come q11ello d el] 'iJJofis i pos l<'rior e 11a il pu11to d 'attacco periferi co, m1:311 tre qucllu d ell 'antipofisi agi ce attra,er~o i cen~ri i i;.otalami ci ed il sist. simpatico. La as1)0rl azio11 e d ell 'ipofisi attenua infatti il ql1aclro del dìal:iet e s·pprin1e11tale da asportazio11 e· d el pa ncr eas. Ar1c}t1! l e allre altPrazioni n1etaboliche d eI diabetf ve11gono a ri1)er cu otersi sul fegato: r;ella li poiden1 ia si osserva infiltrazi one gra sa del feL?:ato. R ecenti ricerch e hanno dim ostrato '-" . ch e Ilif'TJtre n el fegato impoverito in g licoO'eno \ren go111> a f0rn1arsi i corpi ch etonici , la dis truzion e di questi si svolge n e~li altri organi q u ali i muscoli , i reni (>d i poln1oni . t r11 'i1r1llort.a1 >za d eci si\ a sull a parte ch e· spe tt :l a l fe~ato n el ricambio g Ji cidico h anno aYuto le r ecen ti esperienze di ~f ann e Magatl1 , eseguite su animali epat ectom izzati e mantenuti n lun ao in vita. Mentre da un lato ~ i è , .i:-; to ch e tali a11imal i rado n o fa ci]n1en te i11 ÌJ100'licem ia, d 'altra parte gli A!\. hann o ]10tul o r il eva r e ch e ]a son1minislraz ione di gluco io riesce a n1antenere la ' "ila ancl1 e in as1
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1965
SEZIONE PRATICA
senza d el fegaLo; 1'u t ilizzazio11e dello zuccl1ero avvier1e in n1odo normale sotto l 'influsso rlell'i11su]iJta end ogena (cor11e risulta dal quoziente re~1>iralorio ch e risale fi110 a lla i11et à"; lo ste:, o Jica i per il rican1bio li po ideo ch e din1ostra la norm ale utilizzazione d ei grassi. Neg·Ji anin1ali s1)ancr eati zzati l 'e tirpazione d el fegato provoca i1>og·li cen1ia e con111ar sa d ei corpi cheto11ici. Quindi secondo 1'A. i1el con1plesso g iuoco orrr1onico, ch e governa il ricambio d_e j carb·o irlrati , il fegat o rap1)resenta p iù ch e a ltro un organo di d epo ito, su cui agiscono i fallori glicoregolalori ; e so con er va il glucosio e Lrasforma 01J1Ju1tu11atan1ente i carboidratj a·pportati co11 M'ali1nentazione p er poi ced erli .al ba11gue .. a lto forn1::. di Q·lucosio i)er l 'i11flu sso d egli orn1oni i per g licen1i zzanti (difatti , in ani·· r11ali spa11c rcali zzati l 'asportazion e d ell a tiroide , d ~Jl ' 11)o[i . . i e d elle . urrenali porta all 'ipog lice111ia fatal e) . La parte del fegato è da conf'iderarsi qui11di come passiva; no11 sem ·b ra ch e esso f or111 i alcun in creto che possa a su a volta i11Lerferire 11el rican1bio glicidico. Possiamo noi i1ulle luce di tali d ati parlare di diabet e per anepatia o per iper ep,atia ? Lo studio <le Jla fu11zionalità d el fegat o me d1cdll A carj ca di carboidrati avrebbe din1 0 ·trat 0 ch e n elle va . . t e lesioni d el par en chin1a er>alico e~ i stono d elìe turb,e n e l rica1r1bio d ei g lurj di. P erò Lale ialto si osserva specialmente a c·c.rrico <lei cùrboidrati cl1 e deb·b on c esser e elal1orati dall 'orga11ism o (ga lattosio, levulosio , ecc.), i11entre l' assimil azione del glucosio si })UÒ dire ch e proced e normalrn ente (Bottino e Lanza). t deg·n o di nota come la pro,ra d e] gal a tto ~iu d à un respon so contrario n egli epati ci P nei d iabe tiri: 11eì prin1i si J1a gaJatt.osen1ia e galaltosurifl con g licen1ia norr11ale ; i1eg·li ultin1i - il con 1 pori a n1rnto del galattosio n el ang ue t 11 cll 'urina si n1a11ifest a presso cl1e norn1a le, n1cn1.rt~ a u1n ent a la .g·licert1ia e Ja g·lico..,urta ( }~e~CO$). Si tratLa quindi di una funzione tra:-.for111alrice del fegat o ch e nulla ha a vedere co l Li]Jico llroces o n1orboso del diabel 1co. D 'altra parte va11110 ri cordate numer o is. i1r1e o~se rYo.L'joni di ca i di ' 'a te lesio11i d c] })3ren cJ1i111 a e pati co cui con co111ita -ipoglice· rn ia , talora rile, antr (10-20 %o Meulen g r:lcl1 t, Jiedon. ecc.). Dunql1e, l 'A. esclude ch e n elle 1J 1alatlie diffuse del 1Jarrn chin1a epatico d ebJ>:1no (almeno neg li stadi i1on a' 1anzati) esister e d elle a l terazioni di r1atura diabetogena. IJ con cett0 d e] diab et e per ipcr epatia è baa Lo anz1 tutt0 suJ fatto ch e ] 'opoterapia epat ica t:., Jvolta fa n1ig·liorare. talora p eggiorare j ] quad.ro dcl diabete m ellito; (co111e è staio vi~ lo da Gilhf>rt e su ccessivan1ente da 1\I urp·h y, (,u1manr1 ed a ltri). Però, come rile, a Hab· , le i11odi fi caz ioni g·li cemich e n ei ca i cosl tratta ti uipendono anzitutto d all a quantità di a cidi b iliari e d i glicogen o i1 el fegat o ~ on1n1in i strato; i11e11tre. i 1)ri1ni fanno a bb as~ are la g li cen1ia, qt1est ;ulLi n10 la in11alza. Quind i non , -j . arebl)e 4
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a lcu11a base solida , Sl1lla c1uale si possa r eggere il co-.1 cetto d el diabet e da ipere1)atia . Sf'r11l) r creb·b e quindi e eluso il con cet to del diabete e1)ato.geno, per lo meno n el senso del dirr.t l•J i11flt1sso sul m etabolismo d ei carboidrtlli. l~ natura le ch e Ja malattia può es ere · [") f'O\'<Jcata indire.tta111ente , com e p. es. p er u11a diffusio11 e dei processi infiammatori d elle ' rie biliari a l sisterna pancreati co. Vi ono poi d elle coincidenze rimarch evoli fra le ioni pan cr eaticl1e ed epatich e; così nelle cirrosi epaticl1e acrompngnatesi al diabet e quasi sempre si ricon tra anc11e la cirrosi d el pan cr ea , pecie se ~i traLta di d iabete grave; n on è rara a d os~er, arsi la contemporanea necr osi d el fegato e <lel p an cr eas; finalmente è da ri cordar si il diab et e bro11zino nel quale oltre ai due organi ,,iene c0l1Jito tutto il sistema reticolo-e11dot eli allì . ~f.o ìr1 tl1Ll i questi casi si tratta }Jr obab·iln1ente di una lesione contemporanea doYuta a lla stessa cau a ch e può esser e rappre entata rla fattori i11felLivi, da alcoolisn10 op pure da cor1dizio11i di cui i1a tura ci sfugge; è IJr obabile eh e n ei casi del gener e il fatlore pre<lis1)011ente è ra1)presenlato dalla n1eio1)r agia cost ituzionale del fega lo e d el p1ancr eias. Quin <li , basa11dosi sui dati d ella scienza r ece11le1 il fega lo d eYe e sere con sider at o quale organo esecutore - dipend ente dai vari fattori d el sistema g1i coreg·olat ore; es o ra1)p,r e enta un or gano g li colorn1at0 re e .g·li c ocon servatore, rna n on inter vien e cl1e pa . . c;i vam e11te n el J'i can1 bio dei carb·oidrati. L'esiste11za d el diabete era togeno dunque non lJuò esser e, a ln1eno per or a clim oslra la. La frequ ent e coincide11za d e]Je affez ioni e r•al ich e e pancreatich e è più ch e altro clov11ta a 1ap1)orti di vicinan za e a11a su . . cettib iJj1 à i11orboge1l a con1u11 e ai due organi ,·er o Jt> stesse cau e e ogene o costituzionali . S. 1\fJl\Z. 1
La . spondilosi 1·izomelica. (S. LYo . Presse fltl édicale, 28 agosto 1935). La po11dilosi rizo1neJica fu la p·r ima 'alta descritta n el 1898' da P. Marie come u11 'a ffezione car atterizza ta clinican1ente da un 'a n c l1ilosi quasi con1p leta dell a colonna ' ertebra le e d elle articolazioni d ella radice d eg·li arti. Success ivamente la malattia fu ai111Jian1ent e . ludiala rla Leri, \.r o uzo11 e Ganrl1er , i ql1ali ; 1e p r eci ar a no l 'etiologia e 1'an a lo111ia 11nto logica. La n1alattia col1Ji ce prcvalent en1e11te il sesso 111aschile e gli individui tra i 20 ed i 4-0 a11ni. ir11r a è quell a infett i,·a. L 'e tiologia più ~ 11esso è causa~a dalJ a b lc11orragia nello s laclio croni co (J)rostatite ed uretrite cr onica). ::\Iena frequente111ente ono in causa la tubercolosi. la sifilide ed altre in fezioni. In a . . enza di tali fattori "' i è 11en ato an ch e alla po ~ . . ibilità cl1e la n1alattia fo~se provocata da eccesso di laYoro , dal freddo e daJl'u1rLidità. Poro i)rol1nl)ile è 1'origi 11e traun1at ica. 1
1966
<< IL POLICLINICO
»
[ANNO
XLII, i\ul\>r. 401 '
Dal punLo di vista clinico si disti11guo110 tre fa~ i d ella malattia: periodo d 'i11izio, periodo di stato , p·eriodo tern1i11ale. Per lo I)iù ta malattia si inizia con dolori a tipo di lombag·gine, di nevralgia sciatica, crurale , otturatoria , d 'intensità variabile, continui o accessionali. Talvolta i dolori sono localizzati alla regione cervicale, alle articolazioni delle radici degli .a rti o in altre articolazioni. In ques La fase si nc)ta già una rigidità verteb·r .a le che si manifesta quan·do si ordina al paziente di eseguire alcuni movimenti. Dop·o qualche mese o anche dopo qualche anno l 'affezione si generalizza e mentre i dolori si attenuano compare il segno capitale, l 'ancl1ilosi che progredisce dal b·asso in alto, dalla regione lombare al dorso, alla regione cervicale; la localizzazione alle anche ed alle spalle può comparire in tutte le fasi. L 'aspetto del malato è allora caratteristico : iJ racl1ide è rigido · s.p esso con una cifosi a grande raggio, le anche sono immobilizzate in flessior1e, le spalle JJresenta110 un a limitazione d ei movimenti di .a b duzione e di rotazione esterna. Possono essere anchilosate . anche l 'acron1io-clavicolare 9 ]a temporo -mascellare. Tu.Lti gli altri sintom-i sono accessori: amiotrofia moderata e tar.diva , qualche disturbo motore, leggere modificazioni dei riflessi , disturbi sensitivi appena accennati. I distur})i sessuali sono rari ed i mentali sono quelli di tutti i malati cronici.. La radiog·rafia dimostra tre ordini ·di sinton1i fondam entali: 1. Atrofia ossea diifusa; 2. Ossificazione sistematizzata ·di tutti i leg·ame11ti vertebrali, con sinostosi delle articolazioni vertebrali specie a livello della sezione lombare; 3. A~senza di n eoformazioni ossee. Il hacino è .deformato; l'articolazione sacroiliaca diventa invisibile a causa della sinostosi. Alle anche le lesioni sono discrete ed alle spalle so110 minime. Raramente si hanno fratture deter1ni11ate ' dalla rarefazione ossea. La malattia dura ir1·definitamente ed i pazie11ti soccombono ad infezioni intercorrenti. Vi sono form·e localizzate nelle quali il processo si localizza solo al rachide o solo alle articolazioni · rizon1e·Jicl1e, con1e vi sono for111e g·eneralizzate nelle quali sono colpite quasi tu! l e le articolazioni. La s1)ondilosi rizon1elica si distingue nettam ente dalla cifosi eredo-traumaticata di Bech1er e'.v , che delsr111ina 11n a cifosi angolare, dall 'osteo-artrite deformante p er il suo decorso~ per i suoi caratteri anatomo-patologici e radiologici , nonchè per il suo d ecorso. T vari esami microscopici, chimici, serologici e biologici del sangue, dell 'urina e de~ liqt1ido. - cefalo-rachidiano non con sentono di attribuire ad una qualsiasi causa infettiva o inetab-0lic.a la spondilite rizomeli ca, quantur11
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gue alcune reazior1i facciano ritenere probabile l 'origine infettiva. Varie sono state le ipotesi ava11zate sulla natura della spondilite rizomelica. Leri la considera un'ost eopatia prin1itiva con calcificazio11<' legan1entosa seco11daria. 1E 'orestier la considera un 'artrite infiamn1atoria che colpisce sister11aticamente le piccole articolazioni vertebrali : spondilartrite evolutiva anchilosante. A fa,1ore di quest'ultima ipotesi stanno parecchi fatti: I. i dolori che determinano la contrattura antalgica co tne nelle artriti; 2. le pseudo-neuralgie d.ovute ad irritazioni dei funicoli nervosi attraversanti i forami di coniugazione; 3. l'osteoporosi diffusa del rachide; 4. l'anohi1osi p·recoce sacro-iliaca in quan.to il processo colpisce anche le articolazioni prossime al rachide; 5. la positività di alcune prové biologicl1e (au111ento d ella flocc ulazione alla i esorci11a, accelerazione della sedimentazione g lobulare) che sono comuni nelle artriti; 6. 1'2ppiatti1r1er1to dei lombi, l 'aumento della cifosi dorsale dovuta alla contrazione antalgica , che n1ette le articolazioni infian1mate in posiz~one intermedia tra la flessione e l'estensione; 7. la coesistenza di altre artropafie, alle anche, alle spalle o altrove. La ~endenza anchilosante della spondilosi rizon1elica si spieg·a con la sua prob·a bile ori. . g1ne gonococc1ca. L 'inizio del processo infiammatorio nelle parti basse del rachide si spiega con ragioni .anatomiche. In effetti i linfatici della prostata e delle V'e scicole seminali si portano ai gang]i presacrali, e la corrente linfa.t ica risale davanti al rachide anastomizzandosi con i linfatici delle vertebre. ;D 'altra p.arte la prova terapeutica appcirta un argomento di più in favore della teoria articolare, perchè la spondilosi. rizomelica nella fase iniziale, prima dell 'anchilosi , si avvantaggia delle stesse cure (immobilizzazione ortope·dica, .crisoterapia) che giovano nelle artriti infian1ma tori e periferiche. Gli interventi ortopedici lottano contro le deformazioni o le correggono quando il processo evolutivo è spento. Le operazioni osteotrofiche si propongono un'azione vasomotoria locale e vanno tentate nella fase iniziale del]a malattia. Ancl1e le operazioni sim·p aiiche possono essere tentate solo nella fase iniziale e naturalmente n ei malati resistenti. Notevoli vantaggi procura la paratiroidecto. . . mia con un meccanismo ancora oscuro , in quanto nessun fatto g iustifica che la malattia sia sotto l'influenza di un 'iperattività para tiroidea o di altro disordine· endocrino. In effetti però la paratiroidectòmia è seguita da un miglioramento note,role ch e persiste per inolto tempo : i dolori si alleviano , i gonfiori arlico]ari si riducono , i movin1enti diventano più ampi. DR .
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X.LII, :\u i\t. 40 ]
NOTIZIA G.
BIBLIOGRAFICA
.lJE ·~ 1.oHA. 1~- eyalo
ed apparalo circolatorio.
Correiazioni · fisiologich e e n·1orb,o se, con prefazione <lel i)rol . N. Pende. Vol. di P'ag ine 30:1-, co11 31 illu traz. Editore L. Pozzi l)loma. Prezlo L. 45. '
Riportiani.o la sig n,iflcativa Prefaziorie scritta dalb'illuslre prof. Feride per questo voliim.e : U no dei campi della n1oderna clinica me dica jn cui è più sentito 11 bisogno d 'una ind agi11e <lelle correlazioni che legano i vari organi J.)er la spiegazione dei fenom eni clinici e le deduzioni ter.apcutiche razionali, è il camP" d ei r apporti tra apparato circolatorio e fegato. :8 11oto con1e neg·li ult imi tempi la cardio1)atolog ia si sia ~ nclata sempre più orienta11do vtrso u11 fondan1 ento biochimi co e neurochirnico più che 111ecca11icistico delle alterazioni funzionali d el cuore e dei vasi. Cosicl1è oggi n el cardiopaziente n oi dobl)ian10 ce rcare <li r ender ci r agion e delle condi· zioni u111orali esisle11ti n el soggetto (per es. alteralo ricanlbio dei lipoidi , del glicogeno, del calc io e potassio , .'.llte razioni ormonali in rupporto alla funzion e cardiaca e vasale) . Ed <:cco con1e le correlazioni fun zio11ali e n1 orbose tra c uore e fegato , laboratorio chimico centrale dell~organis1110, ch e è in rapporto con tutti i r egolatori cl1ir11ici ed ormonici, vengono ~ d ac.q uistar e in cardiopatologia l1na grand e 1m1>ortanza. Ta.Ie è il can1po di indag ine cl1e il mio assisten te dott. DE ~.. LORA ha preso a trattare, pel mio consiglio. I risultati d elle s ue lunghe accurate ricer r.he sperin1enlali e clinich e sono raccolte in questo volume, ch e è una documentazione mo· dernissin1a , coscien zjosa, severa di quanto i1ossa d ar e ai co111pJessi problemi m edici lo sluàio correlazionisti co in fisiolog ia e patologia u.mana , studio ch e per quanto appaia fecondo ed innovatore, ha avuto fin o ad ora 1)0chi c ultori . Sono certo .ch e il libro del n1io allievo sa1à g iusta1nen1e valutato ed apprezzato da quanti ~~ntono questo bisogno della m edi cina n10? erna di. r.innovarsi con g li importanti i1rin cipi i1)pocrat1c1 d el con sen so interorganico . NICOLA PENDE.
Ge11ova, dalla Clinica Medica, 21giugno1935-XIII.
CENNI JSTITUTo la.ria,
BIBLIOG R AFICI Confer erize sulla manell'cngosto 193.~. Un vol. di
D1 1\IALAl\IOLOGIA .
/,e1iale
1967
SEZIONE PRATICA
pag~. 96,
con 9 g rafici. Supplem ento alla « Rivis ta di Malarioloo-ia », 193'5.
In questo volume ono raccolte 6 conferenze , tfnute nell 'I ti Luto di Malarjolog ia d a tudio~i s tranieri. Sì t ratta di aJ cuni tra i ma simi esponenti degli studi odierni sulla n1alaria e cioè .fa1nes, Sv,rellcn gr ebel , Ed. Serge nt , 1Cl~ri-
slophe1s, Sc hulemar1n , 1-orke. I t emi rig·uardano l 'eziolog·ia, l' epiden1iolog ia, l 'e11tomolo a ia, la profilassi , la t er apia. La confer enza di 'cl1ul e111ann con1pare in ling·ua te désca ; quella di Chr1sto pl1er s in ling ua inglese; le altre quattro sono pubblieàte in lran cese e qui11di riescor10 acce ib,ili alla gr ande n1ag·g·ioranza d ei no~ Lri n1edici. La p ubblicazione h a luogo co11 alquanto ritardo, cl1e trova giusLifi cazione in quanto i lesti de fini ti vi d elle conferenze sogliono esser e riv eduti , corretti o cor1densati all 'atto della pub·b licazione e ciò è causa di ritardi più o m eno notevoli. an zi, non è stato po ibile di procurarsi il testo d r fìnitivo di una confer en za t e nuta dal prof. Pittaluga e si è dovuto rinunziarvi, come si rile ''a d alla prefazion e. Il r~ tardo non nuoce, poich è gli argom er1ti tt.attat1 restano tutti di inolta attualità e so110 tulti aggiornatissin1i . Il volume atte ta la fervida atti vità d ell ' I~ ti tuto diretto d.al p r of . G. Bastianelli. il c ui no!n e b rilla tra i g r ar1di studiosi d ell a malaria. . A. P.
F.
1S1rlla cr1.irurgia delli' appe11dicite riel JJe rioclo intcrm eidio. Contribut o clini co GHAZC \ NI.
radiologico, istopalolog·ico. Edit. L . P ozzi.' llo111a, 193·5-XJII. Prezzo L. 12
. L ·L\. in u~a i11onog·r afia di 72 i)agine i11 oli Lina veste tLpograO ca, con 1:1. fi g ure inter calai.e n el les to , espo11e e riassu1u e le nozioni ~ull ' a1) pendicil.e , stu<li an do jnnanzi Lt1tto l 'ar1n lon1ia i1or111ale d e11 'ap pendice. In d i ricorda l 'etiopatoge11esi d ell 'appe ndicit e n o11ch è l a11a lon1ia pa tolog ica , sinton1at0Jogica e dia· • g110 l . Fa seg·uire un contributo s tati stico clinico IJersonale di 180 ca i, m ettendo in rilieYo alc uni dati di Lec11ica, e prendendo in speciale considerazior1e alcune osservazioni, cl1e prese n Lava110 particolare inter esse in riferi111ento alla diagn osi, illustrando, di alcune di es e, particolarilà istologiche con note radiol ogich e. L' A. facendo delle considerazioni gen e·r a] i J1ello studio dei quadri clinici m es i in r ap porto con i reperti radiologici, operatorii ed i ~ top~tologi ci , mette in rili evo ch e n1olti pa z1en t1 f_urono oper ati in p eriodo cosidet.to cc i11! ern1ed10 », ch e va dalle 48 ore d opo l .inizio d ell 'attacco , fino a circa un mese. E o tiene con buon e argomrntazio11i la te i cc ch e n el periodo i11termedio d ell 'appendicite i i1os~ o110 operare n1olti casi sen za attendere il classico raffrecld.a111en to » . n1odificando co ì per ques ti casi il con sigli o di molti chirura i . anch e autorevolissi111i, ch e p r eferì va110 l 'intervento dopo il period o di risoluzion e e raffrecldan1ento <lell 'att arco. Jt..r R\ . 1
G.
l\lAnscHAL.
Co11sultalions d·e cardiologie. Pa-
ris, Masson e C. , 1935. ' ro]. di PJ). 228 e 13 fi.g. Fr. 25. L'A. appartiene a lla scu ola di Laubry , il quale h a volut o pr ese11tare a i lettori l '01)era del suo
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1968
cc IL POLlCLJ N ICO >l
allievo. Il libro consiste i11 u11a raccolta di 30 casi di cardiopatie esposli in ma11iera sen1plice e cl1iara. In ognuno a u11 b·r eve riassunto della storia clinica segue la discu ssione della diaan osi e del trattan1e11to. La trattazione t erape~tica è spec ia~!!lente accurata. So110 degni di particolare r1l1evo alcune (( co11sultazioni » su casi di reumatis n10 cardiaco evolut ivo, s ulla cruarigione clinica di u11 caso di endocardjte r~uma tica , sul t rat tan1ento pre, 1entivo dell endocardite maligna e su alcur1e sindro1ni cardioematich e, com e ad ese111pio un caso di insuffi cienza cardiaca in cor o di fìlariosi. Il lib·r o 11a intendim ento e nl etodo particolar111ente pratici e riuscirà utile a n1ol1-i 111edi r i per aggior11arsi ~u ll e i11oder11e co11cezio11i della clinica cardiologica. Punnu .
G.
P1GH1N1. Lavori dei Laboraitori Scieritifìci « Lazzaro Spalla,nzani ». Vol. VCJ , 1932-193± l\eggio Emilia . '
Il vo lun1e raccog·lie b en ve11ti lavori }Jrodotti i11 u11 solo trie11nio n ei Laboratori cc Lazzaro f-:pallan ~a!li n dell 'Istituto P sichiatrjco di Reg~· 10. En~1l.1a, e cl1e sono stati g·ià pubb.Ji cati in varie r1' 1ste. I lavoTi p er la 1r1ag·gior })arte ano stati 1011~lo l ti 1)erson a~n1e nte dal prof. Pighi11i , quattro 111 collaboraz1one de1 dott. e. Delfini' U110 i11 collaboraz ione del dott. L. Santoni , uno in collaborazione del dott. e. F. Por ta' e du e S0110 stati eseguiti separa lan1er1te dai dottori M. 1l~'rauli11i e C. F. fJorta. G·li ar gom e11ti affrontati so11 0 var1 111a 11an11~ tutti riferirr1enti alla fi sio-patologia endocrina e prevalente111ente a quella dell 'ipofi i. :È una mole cosp-icua di la,rori di 11otev0Jr irlteresse e cl1e p,rova con quanta soler zia il Pig11ini continua la tradizione de1 glorioso Istituto cl1e egli dirige. DR. 1
t\ccADEMIE, SoctETÀ Meo1cuE, CoNOREss1
R. Accademia delle Scienze Medico-Chirurgiche di Napoli. •
Seduta del 29 giug110 1935. Pres ide11te : Sen. Prof. G. PASCAL E . -
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Un caso autoctono di filariasi da Filaria Bancrofti -cori elefantiasi dell'asta e linfoscroto, osservato in Italia. A. DE A1'r1c1s - L ·o. descrive e presenta un caso di filariasi da Filaria Ban crofti , osservat o in un indivic-l uo ch e 11011 si è n1ai mosso dal ·suo
paese natio, nel Molise, dove non vi erano perone proYenienti da paesi tropicali. Dopo aver b r evem ente acce11nato all a s toria di questa filariasi , illuslra, con la presentazione dell 'i11fermo, la diag11osi cli11ica, conferm a ta dal reperto positiYo d elle n1icr ofil arie. nel sa11g11e, i1ell 'u ri11a , nelJe cavità cistiche dello eroto ; pre~enta inoltre le n1icrofotografie del reperto ottenuto nel sangue e del "encrt o i':: ton1 tologico cla un piccolo nodulo h1op ~a Lo sulla SUJ)erficie scrot ale. L 'O. inette jn ri lievo la rarità cl i questi casi autoc lo11i, cli cu i solo pochi ssi111i ~ono regj strati o
rANNO
XLII,
Ntil\l.
40~.
i11 ·Eur opa (solo due in Italia), e richia1na su di essi l 'attenzio11e S])ecialmente dnl punto di vista profilattico. Il principio antiane mico del fegato e la ferratina det prof. Martori.
G. DE NrTo. - L 'O., dopo u11a breve di sa1nina sulle ricerch e del Whipple e collaboratori sull 'azjone antianemica del fegato, dimostra con1e il pri11cipio attivo a11tian emico, isolato dal Cohn d al fegato, sia lo stesso, per i metodi di estrazione e per la n atura chimica della sostanza di quello eh e inolti anni prima il prof. Marfori aveva isolato dal fegato e chiamato « ferratina », e di cu i a~' eva a _suo te_m.p o din1o str~to , con ricerche sper11!1ental1 e cl1n1ch e, lo spicca lo potere a11tian en11co. 1
Contrattura dei muscoli retti dell'addome in gravidanza. G. TESAURO. - Una donna affetta da sindrome
parkinsoniana lieve ha presentato uno stato di contrattura permanente dei mu·scoli r etti dell 'acldome, ch e si r e11deva evide1rle solo durante le gravid anze, determina11do una cleforrn azione del] 'utero gravido e una situazione trasver sa del feto. AJ lermine della t erza gravid anza, operando la donna di parto cesar eo, I 'O. h a potuto praticcare il J)relievo biopsico di tratti dei muscoli r etti ; l 'esame jstologico dei quali, eseguito ron i pii_1 d.iversi accorgim e11ti tecnici , h a m esso in rilievo, pii.1 p art jcolarmente ilal lato destro , alterazioni di vario gen ere, rappresen Late <l a processi regres·~i vi ed atr ofici dell 'ele1nent0 co11trattile, e da processi di neoformazion e conne ltivale, con t endenza a ll J sclerosi. acco1npagr1ata a lesioni del tipo en doarteri tico. L 'O. disc ute il caso sia in r apporto <l lla sin dro1ne parkjnso11iana, sia nel riferin1ento dell a 1esio11e locale, ed ava11za varie ipotesi inter-p~eta liYe, inell endo in luce ]a particolarità del raso e la su a importan za cli11i ca. Ricerche sperimentali sul valore profilattico delle pcmate antiluetlche.
A. 0Ro. - Da espe-rirnenti dell'O. su conigli ~ da rilievi di altri autori, ri sulta piut tosto d11bbia l 'eificacia delle varie po111ate attualmente in u so per la profilassi locale della sifilicle. Gli es1)erimen ti dell 'O. verran110 ulterior1l1ente co1nplet ati. Su di un raro caso di nevralgia del trigemino di origine traumatica.
G. C0Lucc1. - L 'O. ìllus tra il caso di un soggetto il quale i11 seguito a feri·La alla r egio11e or:h itaria destra riportata in un alterco e causatagli da un colpo infertogli ineclia11te un lapis auton1atico, ebbe a sofirire in ten se p ar estesie dolorose é)lla r egione d el] 'en1ifaccia destra i1111 ervat a élalla seconda :Qran ca del Lrigen1i110 (campo di di's tribuzione del nervo infraorbiLarjo). Tale sogget lo fu anche sospe ttato di simulazione poichè dopo 1'estrazione di un pezzetto di lapi s rhe er a ri1nast o n el bulbo ocular e e parete orb1taria e al quale C'rano st ati .1 ttrjbuiti i disturbi , i] processo si rit enne esaurito e JlOn si dette più importanza alle pares tesie dolorose ch e i l J)aziente accu·sava, jnYece, an cor n in ma11ier a abbastanza intensa . L 'O. 11a osservato fL caso dopo quattro mesi da tale estrazion e e h a riscontrat o, in "ieme a feno111eni cJj esagerazione, an.cl1e nei disturbi r eali con si·st enti preYalenteme11t e in i)arestesj e òoloro e facciali e i11 un a piccola zona di analgesia a destra.
[.\KNO
XLII,
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1. 'infern10 fu soltopos lo anche a prove di co11 .. lrollo: cioè fu osservalo il rjflf·sso algoscopico, la 11ressione arleriosa, iJ comportame11to del pol 0 la sensibjlità elellrica e da tali proYe si ebbe conier111a circa l 'esistenza clei fe11ome11i. I detti di'sturbi fecero orientare l 'O . circa ttn ~1 persistenza dj qualche causa irritativa nel i1ervo i11fraorbitario di destra e perciò egli rj te1111e opportuno di so tloporre il sogge tto ad indagine r adiologica. Da tale indagi11e è stalo messo in evidenza u11 .corpo estra1teo lu11go 4 cm. nell 'a11tro <li Ilig111oro cl i d estra e che è cos tituito dall :i1tvol ucro metalUco contenente il pastello che s i trova 11cll 1i11lerno <lel lapis automatico, quindi dell .oggetto feritore . Tale caso è slalo rilenulo degno di citazione ia perchè sulla guicla di alcu11i ·s egni semeiotici si è arrivati ad un orien ln111en Lo pa togenr.lico ch e l 'i11dagine radiologica ha poi pie11an1ente confer1nato e sia percbè cos tituisce uno dei casi più rari di J)enetrazione di corpi estranei nell 'a11 Lro di Hi gmoro. 1
Sul sigrtificalo della ipercreatinemia 1iella iperlensione essenziale. M.
ZAPPACOSTA.
La matilguanidina come mezzo di esplorazione della fun· zionalità epatica. M. ZAPPACOSTA e A. CoLAntrsso. - Gli 00. criticano innanzi tutto i reperli cli a]c11ni ricercalori che mostrano aumenti della g·uanidinemia nelle affezioni d el fegato, percl1è ottenuti con n1etodi i1ienle affatto altendibili a causa della interfere11za. nella reazione colorata della guanidina da parte dell 'urea, della creatina, dell ~argini11a, dell 'i s tidina, dell 'istamina, ecc. Escludo110 anche per altro verso siffatti aumenti, mettendo cioè in rilievo le caratteri·sticbe della tossicosi guanidinica r1ell 'ambito della fenomenologia, delle alterazioni anatomo-patologiche e c.lelle variazioni del quadro e1natochimico, che i1on trovano riscontro nella sintomatolog1a della insufficienza epatica. Applicando l a inetodica descritta da uno di loro (Zappacos ta) p er la glico~ia1nina alla ricerca qua11ti tativa d ella metilguanidina J1el sangue, dopo di averla somminis trata per os ad ep<i tici e non epat1ci, come controllo ai dati ott enu1i con un metodo impreciso da Ells"vor1h, ch e ideò la prova, l 'hanno ritrovata nei primi in quantità sensibil1nente maggiori, anche dopo quattro ore dalla iJ1gestione. La prova è così sensibile da svelare anche .l a semplice meio1)ragia del fegato. Que·sti risultati rappresentano un 'altra riprova della ipotesi degli 00. sull 'importanza che spella al fegato nel liberare il sangue dalla g uanidina quando circol a in eccesso, come verosimilmen1e accade, clata la impronta squisitamente renale e i]Jerlensiva della tossicosi guanidinica, nella i11st1fficienza del rene.
L'azione dei raggi X sul processo di riparazione delle ferite. D.
L 'O., dopo aver ricordato come i11 ba~e a recenti s tudi sperimentali, tra cui un o 111olto doc l1mentato di d 'I stria e di Bella, parreh}jè din1ostra to che la ·son1ministrazione di piccole dosi di radiazioni X molli stimola i p:çocessi di riparazione delle ferite, e come, d'altra parte, no11 ia s tata ancora fornita una spieg·azione docun1 ent ttta d el feno1neno , riferì ce i ri t1llali di alcuni gi uppi cli esperienze da lui esegui te allo scopo di verificare se e<l i11 qual 111isura i raggi X de ler' rAJANO
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1971
SEZ l O;:\'E PR.\TlCA
n11.111no effelli sicurame11 le favorevoli sulle feri le, r!el se11 .. o di accelerarne la g·uarigione, e cli accertare , per quanto po·ssibile , il 111eccanisn10 biol ogico di u11a simile azione tera1Jeulica. rfut le le ricerche furo110 eseguite su cavie. Per rispondere al cluplice con1pito 1n1poslosi l 'O. ha eseguito a11zitul lo ricer che preJin1i11ari per s tabilire u11a misura ))iologica preci a d elle gua11Li tà cl i r adiazioni da portare sulla cute degli ani111ali ed ha potuto così accertare , media11Le misurazio11i io11on1etriche, che la do e di epilazione 1)er La c ule non pig1ne11tata della cavia, nelle co11d izio11i f isiche prescelle (90 l(V., 30 c1n. di distanzu fuoco-pelle, 2 MA .), corrispon de esatta111ente a 720 r inter11aziona li . Ciò falto , l 'O. ha i·s ti tuito esperimenti }Jer ricerrn re gli effetti lJiologici Slille ferite di quattro differenti dosi di radiazio11i, }Jari rispettivamente atl 1/ 30, 1/ 20, 1/ 10, 5/10 clella ctose di depilazion e. Da queste esperienze è ri sultato chiara111e11te che la som1nini strazione di piccole quantità di raggi X, pari a 36 e 72 r, riparli le i11 10 g iorni, delP-r1nina netta accelerazio11e d el processo di cicatrizzazione delle fer ì le a eti icl1e s peri1nentali delle cavie, con IJiù spicca lo effetto favorevol e per la dose minore, che può perciò ritenersi co1ne la dose terapeutica 0Ltin1a. Per tentare la soluzione del eco11do que·sito, i11erente al 1neccanis1no d 'azio11e dei ragg·i X, l 'O. è ricor so a ll 'indagine istologica, acrificando di ~ in 4 giorni alcuni gruppi di cavie sottoposte ad irradiazione ed osserYando poi i pezzi di cute cont enenti l e ferite irradiate e quelle non irradiate in via di riparazione. In co111plesso, dall 'esame comparativo dei pre}:}arati, ap1)are che il pr?ces.so ci catriziale evol ve più rapida1nente nelle ferite irradiate ch e in quelle no11 irradiate. Circa l 'interpretazio11e d el fenomeno , sembra all 'O. ch e, ir1 base ai risultali delle ricer che istologiche fin ora e·seguite, si poss~ s?ltanto prosp~t tare l 'ipo lesi ch e i raggi X espJ1ch1no la l oro a~1? ne per via diretta, distruttiva , nel sen~o , c1oe, che òistruggorto gran parte d el tessuto d1 gr~nu lazione fi11 dai primi gi~rni. di u~ fo:maz1one (impedendo così che prol1fer1 oltre il bisogno) e quello ch e resta fanno evolvere p iù rapidai;ien~e verso la sclerosi. Una tale ipolesi h a tuttavia b1sog·no di ulteriori elementi di. appoggi.o per. essere convalidata, ed è perciò che l O., al fine ò~ P?t~r ?.ddivenire ad un giudizio defi11i liYo, ba già rst1tuito , in collaborazione col prof. ò 'Is tria, n~oYe e più an1pie ricerche. I l Segretario. Ricordiamo l'Interessante Monografia:
Dott. Prof. MARIO MONACELLI (già aiuto ne'lla R. Clinica Dermosifilopat~ca ~i, R~ma). . Dirett. della Clin. Dermosifilopatica nella R. Un1vers1ta dt Messina.
La Leishmaniosi cutanea in Italia Prefazione del Prof. P. L. BOSELLINI Ne riportiamo l'ladl°" Sistematico:
Prefazione. - Introduzione. - Distribuzione geogrer fica del bottone d'Oriente e Casistic~ Italia~a.: <1 Leishmania Tropica ,, e suo modo d1 tra.sm1ss1one. Epidemiologia. - Sintomatologia. . - Ca.sist~c~ persCJ~a. le. - Anatomia patologica. - D1agnos~ clm.1 ca e ~10logica. - Terapia e profilassi. - Indice • · stemat1co. Volume di pagg. IV-160, con 147 fi~e nel testo e due tavole fuori testo. Prezzo L . 2 5 , più le spese postali di spediziona. Per gli abbonati al ''Policlinico,, sole L. 2t in porto franco. Inviare Vagli.a all'editore LUIGI POZZI - Ufficio Po· stale Succursale diciotto - ROMA.
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cc IL POLICLINICO >>
APPUNTI
[A NNO
XLII,
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PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. Ipertrofia congenita del cuore ·~ (Cardio111ega.Iia glicogeni ca). R. W. B. Ellis riferisce (Proceedi1ig s of lhe R oyal Society of 1\1 edicine, agosto 1935), il caso di una bambina di 4 m esi , ricoverata in osp edale p er un progressivo indeb-0lime1~to; presentava d ebolezza dei movimenti dell e labbra (ch e aveva costtetto ad interromper e l 'allattam ento), paralisi parziale degli inter costali, limitazion e dei movi111enti ·d i fl essione degli arti , mu coli aumentati di volume e con istenti (con1e n el1 a di strofia muscolare pseudoi pertrofi ca) ; l 'aia cardi aca -non fu det erminata. Si proced ette a ll 'alim entazione p er m ezzo di una sonda, m a la p. m orì , apparentem ente per parali si i'espiratoria. L 'autopsia, eseguita -18 ore dopo la morte, din1ostrò ipertrofia cardiaca senza a·p prezzabile dilatazione (peso del cuore gr. 73 : normale gr. 25-30) e con asse11za di qualsiasi alterazione d ell 'endocardio , del p ericardio e del miocardio. L 'esame microsc opico ha dimostrato una ' 'aCl1olazion e a sai estesa delle fibre muscolari, sia del cuore cl1e dei m·u scoli scheletrici : non è stato p ossibile dimostrare la presenza di glicogeno n ei vacuoli , ma bisogna ten er presente cl1e i pezzi anaton1i ci erano stati conservati diver si g iorni in una soluzione acquosa di formalina. È p o sjbile ch e questo caso rappresenti un esempio d ella malattia g licogenica di Von Gierlte, cl1e colpisce preva lentem ente il siste1na muscolare. M. N uNBE RG.
vedute, però , rimarrebbe inesplicata la localizzazione essen zialmente a sinistra dei tlolori. Secondo R. Schmidt, i dolori dell 'angina pect oris sar ebber o in di_pende11za di n euriti o 11euralgie del plesso branc1h iale. Ai sintomi caratteristici dell 'angina pectoris appartengono, quirtdi , i dolori della spalla e del b1raccio di sinistra; è im.p ortan te però mettere in rilievo che tali dolori non sono soltanto da ritenersi come fenomeni acecssori, n1a non raramente sono iniziali e costituiscono talora la sola sintomatologia. Non bisogna rr1ai dimenticare che questi dolori reumatoidi provenienti dall'angina p ectoris, si trovano sp esso an ch e in altre sedi (collo, dorso; mandibola , denti , t esta). Sono stati descritti anch e l 'epigastralgia, il dolore alla m età destra del torace e per sino a singole parti degli • arti. H. Wantoch (Schweizer. m ed. vVochenschr. , 1 giugno 1935) osserva ch e dolori di tal genere possono aversi anche in altre malattie cardiache, come p . es., n ell 'insufficienza cardiaca; Bisogna guardarsi in qiuesti casi , dal prescrivere degli antispasmodici , ch e sono inefficaci; invece, come dimostra anch e un 'osservazione dell ' A. , la somministrazione di digi. tale fa scom·p arire, con i fenomeni d 'insuffifi l. cienza an ch e gli accennati disturbi.
Fibrillazione auricolare dopo iniezione di emetina. L'emetjna i11ielt.ata n elle vene indebolisce i ·azione del cuore e provoca un abbassamento della pressione arteriosa, m entre la iniezione sottocutanea i1on dà alcun disturbo cardiaco. Secondo Cushny, 11ella rana la em etina e.a u sa Dolori alle spalle ed alle braccia in rapporto con una paralisi centrale che lentamente progr emalattie cardiache. disce; le contrazioni d el cuore so110 rese deboli Oltre ai dolori di origine r ealmente r euma- e irregolari, e LalvolLa cessano p er paralisi del tica , vi è tutto un gruppo di dolori reum.a toidi , rr1uscolo cardiaco. localizzati alla spalla ed al braccio, ch e st anno I. A. Sayitl (1:h e Lancel, 7 settembre 1935) in rapporto con l'angina p ectoris. Non in1porta descrive due casi n ei qua li l 'iniezione sottocue si tratti di an gina p ectoris ver a o vasomo1ane.a di en1et in a p rovocò appar enten1en te u11 a toria ; del r esto , la differenza fra queste due fìb·r illazione auricolare. forme consist e essen zialmente n el fatto ch e Nel primo caso si tra LLa va di una donna delquella vasomotoria è basata soltanto sulla col 'età di 40 a11ni , la qua le aveva sofferto di distrizion e d ei vasi coronari sen za m odificazioni senteria amebica p er due m esi . Un anno prian atomich e, m entre n ell 'an gina vera , le co- 1na essa aveva avuto r eun1ati mo acuto comronarie n1ostrano lesioni ateromat ose, ch e si plicato da endocardite, ed all 'esam e obi eLLi,ro accompag11ano a vasocostrizion e p·er p·r ovocar e si riscontrava un soffi o sist olico or gani co sulla l'acce so st enocardico. In alcuni casi , l 'aun1 enrJ 1itrale, con sdopp·i an1ento del secondo tono: t o di prestazione richiesto al cu or e esigereb·be polso 82, pre ·sion e 120-80. Il vizio era b en un maggiore a fflusso di san gu e al miocartlj o , compen sa lo. Le furono om111inistrati 0,02 gr . ch e per ò, a causa del r estring imento an at on1i co di cloridrato di em etina co11 stricnina , 1)er via delle arterie n on pu ò aver si. sottocutan ea, og11i giorno· per sei giorni. Due D i pari p asso , con la costrizion e dell e coro- aiorni dopo l 'ultin1a iniezion e si n otò fibrill a11arie si h ann o an ch e costrizioni di allre arte- ~ione aur1cola re : lo slat o circolatorio era piutrie o di capillari . Questo spi egh er ebbe la ge- tosto grave n1 a tutto ritornò al n ormale dopo dieci g iorni d i ter alJi a dig italica. Il trattan1en 11esi dei dolori della spalla e delle braccia, dolori loca lizzati m entre altre parti del corpo . t u della dis--enleria fl1 continua to con Yatren ' eng ono gen eral111ente risparn1iate. C:on tali e e111etina i)er via or ale. 1
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1973
SEZIONE PRATICA
Nel secondo caso si trattava di un uon10 dell ;e tà di 50 anui, il quale aveva una dissenteria a111ebica cronica : esaminato il 24 setten1bre 1934 non n1ostrava alcun segno di lesione cardiaca. Gli furono son1ministrati venticinque ce11tgr. di emetina con un milligr. di stricnina giornalmente per sei giorni; quindi un periodo di dieci g iorni con Yatre.n e clisteri e final111ente ancora sei iniezioni di emetina. Ebbe uri grave attacco di fibrillazione auricolar.e·, e il ritorno al ritmo normale si ebbe con digitale e solfato di chinidina, ma il paziente rimase. in letto per circ-a tre mesi, e dopo cinque me·si aveva ancora 100 di p·o lso e vi erano segni di degenerazione miocardica. In altri casi l "A. l1a osservato dispnea e palpitazione, e 1nalgrado l'uso di questa droga sia quasi indispensabile nella dissenteria amebica, Ja s11.a azione depri111ente sul muscolo cardiar·o è tutt'altro cl1e trascurabile. Un tale 1ned1ramento dovrebbe quindi essere somministrato con ogni accuratezza e sotto uno stretto controllo medico. G. LA CAVA.
Sulla cura della tachicardia parossistica. Nei casi gravi di tachicardia parossistica, nei quali la terapia cltimica e fisica si è dimostrata inl:)ufficie11te, Bohnekamp ha proposto la ini ezione endovenosa lenta di speciali pre1)arati digitalici ad alte dosi. Questo A. ha ottenuto co11 tale n1etodo dei b.rillanti risultati in quattro casi che si erano din1ostrati resisi enti a tutte le altre cure . CF. N agel, Kliri. 1'Voc.h ., :24 agosto 1935) sulla b·ase di un caso capiLal'o alla sua osservazi0ne e nel quale egli }1a tentato il metodo proposto dal BohnekamJ>, crede clte esso non solo non può essere consi . derato efficace in ogni caso, come sosteneva il !B., ma anche che esso è tutt'altro che scevro di perj coli , onde non ·è consig liab·i le nella pratica. · G. LA CAVA. Malattie della cistifellea si1nulanti l'angina pe· ctoris. L. K. Gould (Jourri. am.e.r . m:ed. assoc . , 22 giugno 1935, pag. 23·00) rileva che l 'innervazione della cistifellea deFiva dal vago di sini~tra e dallo splancnico attraverso il plesso ce]iaco, le fib·r e d el quale sono date d.al VI toracico fino al I l omb1a re. Il CllOre e innervato dal vag·o 0 dalle fib·r e del sistema simpatico tora. Cl CO. Le malattie d ella cistifellea possono (per irritazione della porzione centrale del diaframma e le branche distali d el frenic o, il vago, i nervi endotoracici ed il plesso celiaco) mand s re impulsi, ch e possono essere proiettati in zone sensorie generalmente non affette da tale organo. Nei casi di n1alattia cardiaca, l 'ingrossarn:3nto del fegato è do,ruto a congestione passiva, ina quando esso ·è dovuto a colecistite cronica iu un cardiopatico, si può invece attribuire. il i11aggior volun1 e e la dolorabilità ad impedi111e11ti della circolazione. In tali circosta n1.e,
la diagnosi di i11alattia della cistifellea è resa difficile per la presenza di quella cardiaca. ·un segno importante di malattia della cistifellea è la così detta area di Ewald di i)élerestesia cutanea d ella p·a rte bassa di destra del dorso , prop1rio all 'interno dell 'angolo po;.;teriore della scapola, sul d ecorso del X ed XI nervo intercostale. I sintom.i cardiaci ohe si osserv.a no nelle nialattie della cistifellea sono dovuti agli stretti rapporti di innervazione d ei due organi ed alla miocardite tossica dovuta all'assorbimento di tossine provenienti dalla cistifellea cronicamente infi.a mmata . L'aumento allarmante delle malattie coronarich e e la giusta preoccupazio11e dcl pubblico in materia richiedono ch e si facciano delle diagnosi esatte e non si infligga inuti]n1ente al paziente il minaccioso verdetto di una angina pectoris inesist ente. fil.
NOTE SULL'ANESTESIA L'anestesia localizzata 11ella pratica giornaliera. L 'an estesia Jocale e regionale p·u ò rendere d ei grandi servizi anche ai medici, e i chirurgl1i non devo110 orr11ai restare i soli a beneficjare di questo aur,ilio (G. L., Journ,al des ]Jracl., 7 sette1nbre 1935). T'ecnica : si può u sare a seconda delle prefe. renze ]a novocaina o i suoi succed.anei: sincaiI'La, scurocaina, allocaina ecc . . Occorre tenere rn·ont e le soluzioni 1:200, 1:100 e 2 :100. Le più concentrale servono naturalmente nei casi in cui si deve infiltrare una regione n1eno estesa. Il buo11 senso e l 'esperienza guideranno r1clla scelta.
necessario asso~uta1nenle escludere l'impi1~go di adrenalina aggiunta perchè in casi i];
speciali può dare gravi inconvenienti. (Nella ultima epiden1ia tifica , avendo praticato in un 1J1alato con grave anen1ia da enterorragia una ipodermoclisi co11 adrenalina ne risultò una escara larga u11 pal1110 di mano che impie,gò c jrca 50 giorn i a elj111inarsi, e tre settimane a granulare e riepitelizzar~i. La lesione si mani· festò per fortuna p·ochissimo dolorosa. - N.
d. R.).
Indicazioni : I) Utilissin1a è n ella riduzione cl elle j rotture; la a11 cstesia locale prati ca ta b e11e sul focolaio della frattura permette una più µerfetta palpazio11e senza dolore, e facilita e11ormen1en1 e la n1essa in ba on a po izione dei framn1enti; oltre s'intende a ll 'enorme -vantaggio di cal111a e di indolenzia che reca al pazie11te (Riche). . 2) La stessa utilità si trova n ella riduzio11e clelle lussa.zioni, ove si ha soppressione del d olore e d ella contrattura n1uscolare. Si noti e ricordi che l ' infiltrazione novocaini ca 11on va fatta intraarticolare, n1a periarLicolare cerca11do di inibire i muscoli e i le,g-an1enti . .... 3) Una utilità e11orrne e facilmente a11prezzabile si ha anche nelle distorsioni ed arl rili tra1in1oti e;l1e: in questi casi , ' 'ari giorni do1)0 il lrau111a ] 'articolaz ione a11ch e non <li st e-
1974
« lL
POLICL~NICO
~a,
rimane forten1 ente dolente e ciò r ende in1possibile ogni it1i11imo movi111 ento. Orbe11 e (Plich e) la anestesia locale fa sparire il dolore e libera sub·ito l ·artico lazione r endendone po ~ sjbile la irnn1ediaLa uti lizzazionc funzionale. 4) Il inetodo r e11de più facili e quindi più utili perchè pù precoci le cure d ei tra.urrialismi e d elle irif ezio11i delle dila ove l 'an este ia si ottiene assai ben e con u11 ag·o introdotto n ella comn1issura interdigitale e che i spinga successivamente in ava11ti e indietro iniettando la soluzione al 2: 100. 5) L ' ar1 e~tcsia c utanea infine può domi11are n1olti dolori visce rali (Lemaire ecc.). Qui la a zjone si b·a "'a sulla teoria d el d ermatomero di Head. l\1eglio di tutte cedono le sierodinie, specie le plc urodinie, ma il n1 etodo si può e~Le11d ere a n1olti altri casi: colich e epatich e, nefritich e, dolori g·astrici, crisi anginose, ch e si verifica110 i11 circa la metà d ei casi. Le crisi f abetiche non sono influenzate. L. ToNELI.r.
Sulla narcosi oleo-eterea. G. V. Lobmayer (Rivist'a di Chirurgia, n. 3, 1935) ì1.a , n egli ulLin1i 15 an11i, adoperato la :•tarcos1 oleo-eterea IJer via rettale in 70 8 c asi, f1ttenendone buoni risultati . La tecni ca usata dall '1\.. è Ja segu ente : 1 ora e n1ezza prir11a d ell 'operazione si pratica al p. ancora a letto un 'i11ielione di morfina-atropi11a e quindi, mediante un cat et ere Nélaton, si inietta nel retto 100 cc. di un 'em ulsione a parli eguali d i etere &olforico per narcosi con olio d 'oliva purissi1110 , chiudendo quindi con una p ir1zetta la Nélaton. Dopo una mezz 'ora, .a ltra iniezione i1el retto di 100 cc. della emulsione suddetta; dopo un'altra mezz'ora, terza i11iezione di 60-80-100 -cc . dell 'en1ulsio·n e oleoeterea, cosicchè in tutto il p. riceve dai 130 ai 150 cc. di etere . L ' ~i.\.. l1a usalo que!'ta anes lesìa in 708' p. la ;:ui e tà variava da un i11ini1no di 6 a . a un massi1110 di 83 a . e p er interventi sul capo, sul collo, sul tor.ace e sug·li arti superiori. L'A. non ha avuto a lamentare alcun in cidente d.a questo tipo di anestesia, ed egli p er!_-: iò lo raccomanda caldamente . G. GENTILE. 1
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L'evipan sodico per via intramuscolare. Lotheissen (Zbl. chir. , n. 10, 1935) ha ado11erato l 'Evipan sodico per via intram u scolare con1e preparatorio per l 'anestesia locale. 3/± cl 'ora p·r in1a dell 'intervento somministra 1-2 c lgr. di morfi11a , secondo i casi; 1/ 4 d 'ora pri111a clell 'inlerve11to inietta 10 cc. di Evi.pan ~odi co al lU «J~ . 111 tal nlodo il paziente si trova in con dizioni tali di ripot;o e di rilascia:i11e11Lo ch e l'anestesia locale divien e completament e suffi ciente anch e p er grandi inter' e1lti. L '1\. adopera questo tipo di anestesia da più di un anno nelle toracoplastiche, 1)io1nb·a ggi polmonari, morbo di Basedow ('CC., con pie11a soddisfa zione. G. PACETTO. 1
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XLII, Nul\-1. 40J
(ANNO
Anestesia basale pe1· ingestione di nembutal. M. F . d 'Allaires (Bull. et Mém.. Soc. Nat. Chir., p. 747 n. 19, 8 giugno 1935) propone jl Nerrlbutal (ethyl , 1nethyl, butyl, barhiturato di. sodio) come ane·stetico basale, somn1inistrandolo per via dig·estiva. Questa stessa sos tanza è già stata adoperata in America, ma allo scopo di ottenere una anestesia ge11era ie vrofonda e per via endovenosa. L 'A. però dice co 1r1e questo uso non sia scevro di pericoli. Il prodotto sì trova in commercio sotto forr11a di capsula di 9 centigr.; di quesLa se n e somministrano 3-± complessive un 'ora e mezz'ora prima ·del! ' operazione, ottenendo in tut li i casi che il malato si addormenti. L 'A. aggiun ge poi per la insensibilità totale o la narcosi con liquido di Schlich, o il .p rotonido di azoto, o in m olti casi l 'anestesia locale. Di questo procedin1ento si è trovato molto contento, non avendo avuto a lamentare stati di intossicazione, e avendo tutti i vantaggi dell 'uso di piccole dosi di liquido anestetico. L 'A. consiglia quindi questo p rodotto e esorta i chirurg i ad adoperarlo in n1odo di aver una casisti ca più nu111erosa per confermare o meno i vantaggi da lui riscontrati. 1
U.
BRACC I.
DIETETICA. La soia nella piuria, nel diabete e nell'eczema. Basan dosi sull 'esperienza dì 3 anni, !Becker (.4 rch. f. Jl erdauungsltr, e Schweiz. m ed. lYochen-s.. , 20 luglio 1935) raccomanda l 'alin1entazione con · la soia nelle tre malattie indicate. Essa ha anzitutto il vantaggio di agire con1e antidispeptica, provocando una minore secrezione gastrica e senza disturbare la motilità dello stomaco. Inoltre , nelle accennate malattie, agisce in senso favorevale apportando delle basi, per l'alto contenuto minerale; l 'urina diventa rapidamente alcalina. Nei diabetici, il pane di soia costituisce un ottimo surrogato di quello comune e può venire mangiato in quantità doppie di questo . fil. 1
SEMEIOTICA Sull'aumentata eliminazione di urea nella prova dell'acqua di Volhard. L'introduzio11e di acqua J)er via orale provoca ur10 stato di idre1nia ed uno scambio di rrtì11erali e di ioni tra sangue e tessuti . Si è cercato di trovare u11a spi egazione per l 'aumentata elin1inazione di varie sostanze con l 'uri11a n elle oscillazioni d ei costituenti del sanrrue ch e si i11anifestano irt . egl1ito all'apporto di acqua, senza però giungere a ri ult;lti uni • ,·oc1. H. ~faier (Die ~I ed . ll .elt , 17 agosto 1935) 11a praticato una nuova erie di ricer cl1e n1ediante la prova dell 'a cqua di Volhard. otten endo i segu en li disultati: 1) Dopo l ' i11o·estion e di litri 1 7; di acc1ua l ' individuo norn1ale elimina con le urine nel -
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Nl"l\I.
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1977
SEZIO:\E PRATICA
le successive sei ore u11a grande quantità di u rea e di cloruro di sodio. La quantità a ~ o luta di urea }JUÒ ra ggiungere 10,7 gr . 2) Le o ~ cillazi oni , rispetti,·an1ent e la diIf1inuzione del! 'urea en1atica nel decor o d ell a prova deJI 'acq ua, non so110 sufficienti per s1)iegare l 'au111entala eliminazione co11 le urine . DeYe quin<li avvenire una n1obilizzazio11e clai tess uli di una grande quantità di urea . :37 L ' i11trodutione di acqua per via . orale llrovoca u1la diluizione del sa11g ue. Co1~ten1JJOranea111e11le han110 luogo .ar1che osc ill azion i della concentrazione degli altri costi tuenli del sangue, con varjo con11)ortamento dei singoli Yalori. 1\1. NuNBERG.
VARIA La melioidosi nuova malattia tropicale. Storia.: segnalala i1el 1913 da Wl1itn1ore in
T~irn1ania ,
fu studia ta dagli ing·lesi Sta11to11 e Fletcl1er, richia1nò poca atte.nzio11e ]Jerch è 1>arYe. lin1 l tata agli stati Nl.alesi e al la B irlllUJlla. Laqui11Li11 e (rJ'h èse de Paris, 1934) i11 ~ eg1l ò che L\.. Poti e 1\1. Advier dell 'I stituto Pa teur di Saigon l 'ave,a110 descritta nel 1925 i11 lr)tioe,ina. J~ 4. uin<l1 orn1ai n ece ·sa rio te11e1·la i)ree11 Le e la ricerca del bacillo di Whitm o re i in11Jon e or111ai in n101Li strati se ltice111ici. Batlerioloç1ia.: è dovuta al b·acilJ o di vVh it111ore, i11 01Jile, gramneg·ativo . Es o è caratte rizzalo cla due .. f)ec:ie di culture, aro~ ~e e piegl1eLLate. Jl:\ u11 a JJ·e lto peciale sul gelosio di v·eillo11 , ·u q11e -to 11a jJropri.età proteoliticl1e e :;ac,c,ur0liti cl1e ])iù o n1e110 acce11tua te. C~ o111e classifì cazi u11t· oe;cupa un po_to intern1edi o Lra il bacillo JJiocianico e il bacillo della inorva. Llinica.m enle (Jour1i.. des p ra.tic.J.. i:3 1ug·Jj o 193·5, n. 26) è una n1alattia estre111a111 e111 e poliJ11orfa: può a ver~i u11a Jor11J a irJe racl1ta , acul a, ~uh·acuLa e cro11ica. .Essa 11.a iJ r1uadro di una settice111ia , però la diagnosi si s111arrisce s1Jesso percl1è le localizzazioni secondarie 1)r eva.1go110 sui fatti ge nerali e r e11<lono di sori entato il n1edi.co. JJi qui <leri Ya l 'in1portanza dell e i11dagi11 i di laboratorio in spec ie la e111ocultura , e la su cc€ siY.a i11ir1uziusa i de11tificazione del r11 icrobo . I"e 1ocali zzazio11i ·cttice111iche pos ono coJpire Y.Ua l;:,ia ~ i visce.r e, p resso l ·uomo co111e n eg li a1)imaJj: 11ol111011i, fegato, r eni , n1i1 za , os~a, lin fog landoJe, cellulare sottocuta11eo po~ &u tlO ef'"'erE: ]a sed e dell e lesio11i . Nella cavia n1aschio si otLjene una o rcl1ite ~ i11til e a quella della i11orva. 1l Ha l on11 a JJatologica : speri111e11taln1ell te .. i è 111e.5so i 11 evide11za la fi .... sazione eletti" a deJl 'age11te patog·eno a liYello delle regio11i ri c.~ ì1e ùi li11falici , e con 1ende11za all a ca~c ifi ca "io ne. Nei 'isccri si l1<.t s11c ... ~o u11a di ... po i zio1
11e a coccarda e.be ricorda l 'a· 1)etto di certe . . ' 11 llC..051. Epidcmiolo;:,ia: 1·e1Jide1n1ia ut11ana è prececluLa da u1Ja e1)izoozia dei piccoli roditori. Il Lopo pare il serbatoio del viru . L ·uo1110 si inl0LLer cb.be per lo }Jiù }Jer via di g·esti,-a pre11(lendo ali111enti i11sudi.ciati co11 dejezio11i di. anin1ali ir1alati. Più rara è la "i a n1u cosa e Ja. cutanea. Profilassi: co11siste in norrn.e di })Ulizia, di j g ie11e e i1 e.Jl 'u ccisione dei top i. L,erap·ia: è pula111ente si11t.0111ati ca . Gli autovacci11i , } D C05Ì delta VV-llitemorine e la _il\na\\ l1ilemori11e i1on 11an dato ri ultali apprezza JJili. Può € sere i1eces ario l 'inter, e11to cl1iru rgico lJé l' le localizzazio11i i)erifericlJe. L. T o'.'\ELLI. 1
1
Sulle mocliftcazioni dell'umore negli s1>ostameuti dell'equilibrio acido-base.
Poco si sa ancora ui rapporti fra alterazio11i so111aticb e obiettiva111ente rico110 cibiJi e d eterrr1inate i)er turbazioni p ichi cb e. P. Hoff (1111~in c li. ,~/ed. vl'och.; 13 sett e111bre 1935) i1el corso. di ricercl1e . i.1erin1e11tali ha aYuto occasione di fare qualcl1e os ervazio11e che ·lo ' vorta a rite11ere ch e lo IJOSta111ento s1)erin1cntale dell 'e·q uilibrio acido-base i)roduca n1otlificazjo11i. de ll 'umore, e precisa111ente ch e uno SJ)Ostan1ento i11 sen so acidotico }Jr ovochi una depr essione dell 'umore. A.ncl1e n ell 'acidosi diabetica c ' è te11de11za ad tino tato 11ettan1ente <lepre ivo ~ cl1e è a11cl1e da riferirsi ad un ' azio11e to sica diretta dei J1rod0Lti acidi del rir an1bio. Si sa i)ure cl1e le do11ne al! 'ini zio della i11e. :Lruazioì1e e p iù an cora nel periodo pre-n1esl ruale 11an110 u11a piccata tende11za alla derressione dell 'u111ore: è stato di111 ostrato cl1 e j11 detto ]Jeriodo si stabili sce u11a te11de11za acidolica del ricam·b io ; modificazior1i 11el ca1111Jo d elle secrezio11i i11Lerne devono es~er e la causa dell 'anon1alja psichica . Così pure all 'u111ore tri te e sYogli ato n el cor ... o delle 111alatti e fe]J})rili ed a quello lieto e giocondo della couYaiesce11za corrispor1do110 uno stato rispetli' a1ncnle acidotico ed alcalot ico. ~1a le n1odificazioni del] 'ec1uilibrio acidohase non rappre e11tano cJ1 e un o dei faLLori delle compl e... se r egolazioni n euro-Yegelat iYe. Acido i , leucocitosi co11 11eutrofi li a e deYiazione ~yerso sini tra, elevazion e della t e1111>eratt1ra, ·i1111Jaticotonia sono ·tretta111 e11te associali; co:3ì è pt1re d 'allra ])arte µer l 'alca1osj, la diI11i11uzione de i leucoci1 i co11 li11focitosi. l 'abbassa111en to dell a Lern1Jeratura e la i>arasi111pa1icotonia. Altro e en1}Jio di con11rssio11e tra disturbi psichici ed a]I e r eazioni 0111al ic11e è forJlito da i1~1olt e 111alatlie n1 entali, 11elle quali clura11te i peri odi di i)eggio ran1ento y 'è tenclE. nza alla leucoc1to~ i r o11 neu lrofiJ ia e de,·i.azio11e ,-crso sini stra e din1 in tizi on e degli eosi.... 11ofili. n1entre il coJ1trario . i ' erifica n ei per i OrJi di 11 l Ì gli O I' a 111 CJ l 1O . \ f . \ C ~ B E R (; .
1978
« IL POLICLINICO >i
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XLII, NuM. 40]
NELLA VITA . ·PROFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE Deliberazioni del Consiglio dei Ministri nel campo sanitario. Il Consiglio dei Mjnistri ha approvalo: Uno schema di R. D. circa il trail a1nenlo d a farsi ai dipen·denti statali in caso f)i infortunio o di rrLa.lattia contratta in ser vi zio. Il provvedimento
ha lo scopo di stabilire anche nei casi su i11dicati un tratta1nento unifor1ne per tutti j clipenden1i civili e n1ilitari di qualsjasi A1n1Tdnìs trazione dello Stato; Uno schema di decreto legge concernenle il se rvizio sanitario a bordo delle nav i mercantili.
Il 1Jrovveclin1ento mira ad ag·evolare 1'a·sseg11azio11e di i11edici da parte delle società di navig·azione, allo scopo di assicurare il servizio sanit ario a bordo (lelle navi merca11tili dirette all 'Africa Orientale; Uno schema di decreto legg·e recar1te norme per reg·olare la concessione da parte dell 'Istituto Nazionale Fascista per l 'a.ssistenza dei dipenflenti deffli E11ti locali dell ' inde11nità premio rl'i · servizio ai sanitari collocati a ripos o a nor1na clell 'art. 364 <lel ~resto Unico delle legg·i sa11i tarje prima del <.:om11i111e11 to dei sei anni di iscr jzio11e all 'Istituto.
Cronaca del movimento professionale. 1'lis11re per risolvere il problema della disoccupa· zione fra i ntedici. L:t Confederazione .fascista clei professionis ti e d egli artisti ha comunicato che il l\1li11i stero degli In'l ernj , accogliendo i voti del Sindacato naziorlale fasci·sta dei m edici, t en clenti acl ottenere l 'aclozione (li n1isure J)er le quali po·ssa in qualche 1nodo essere risolto il problem a della disoccupazion e 11ella categoria e particolarmente l 'elin1ir1azione del cumulo degli incarichi retribuiti tra i sn nil ari, tra coloro soprattutlo che occupa110 posti in pi anta stabile presso le pubbliche amn1inistrazio11i, 11a pregat o con apposita circolare i Prefetti cli pre11dere le disposizioni nece·ssarie a.1 r agg ill11gi1nento dello scopo nell 'ambito delle rispettive g·iL1risdizioni. In b ase a detta circolare che tie11e opportuno conto dell e incli spen sabili eccezio11i e limitazioni, i ~refetti sono st <;l.ti invitati <i rivolgere premure agli enti autarchici dipendenti , alle istituzioni di b eneficenza e di assist enza e a t t1tte le associazioni ed enti assistenziali -sanitari esistenti in provincia, perch è, aderendo ol g·en érale indirizzo p olitico del Regime, esan11 11ino la possibilità cli revocare gli incarichi r etribuiti eYentualme11te affidati a sa11itari già provi ti di un assegno fisso adegualo all ~ n ecessità della loro famj g·lia, ripart end o eql1an1e11te gli in<'ar icl1i stessi ire i sanitari che ritrag·gano scarsi g l1adagni dall a lor o a ltività profess jo11ale e non ~ 1Jbi a 11 0 occupazioni r e111unerative.
Per la sospensione dei concorsi. ColTlC ahl->ian10 riferito, la Presidenza del Consiglio h a disposto co11 una sua circolare che siano sospesi fi no a nuovo orcline i bandi di concorso per le amministrazioni dello Stato, per le Provincie e per i Comuni e gli Enli parastatali o co1nunque controllati dallo Stato. È fatta eccezione solo per l 'amministrazione militare. Casi eccezio11alissimi che si presentassero dovranno essere sottoposti direttarnen.te all 'approvazione del Capo del Governo. A queslo proposito è ])ene ricordare che il Consiglio dei ~1inistri del 30 marzo stabiliva che i r ichiamati alll3 armi partecipanti ai concorsi dello Stato, i quali abbia110 superato le prove scritte, oppure non abbiano potuto sostenerle, verran110 a1nme·s si rispel'tivamente alle prove orali o alle scritte e alle orali del primo concorso che sarà indetto nello stesso ruolo dopo il loro congeda1nen to e così. anche per i concorrenti a impie~hi presso gli Enti loca] i o Enti parastatali. ..... ' Nella Circolare rlella Presidenza del Consiglio non è s1)ecificato se il provvedi111~nto della sospensio11e dei bandi cli concorso va esteso ai ·soli con corsi eventualmente da bandire o anche ai conrorsi già indetti e non a11cora scaduti. In proposito sono state chieste cl elllCi<.lazio11i. Da irifor1nazioni 1ssu11té e pubblicate nei giornali, risulta che per i concorsi g-ià banditi occorre clis ting·uer e due casi: J)rirno, concorsi per i quali non sono state ancora i11iziate le prove ·scritte: restano sospesi fi110 a nuova disposizione; secondo , concorsi per i quali già ahbjano avuto luogo le proYe scritte; conservano tutta la loro efficacia fino al completo espletamen to. Sono ~omunque ecce t tua ti nai provveditn enti i concor i inter11i e g·li esa1ni d1 abili lazion e profess1011nle.
Ordine dei medici e Sindacati. · In relazio(le alla nuova disci1)ljna giuriclica del1:esercizio cl elle professio11i sanitarie ch e, con I 'articolo 34, fissava il pa·ssaggio dei poteri e delle funzjonj clei con1n1issari prefP.ttizi deg·li Ordini professionalj sanitari ai Direttorii dei corrispor1dent.i org·ani sinda calj , alla dat a di e11trata in vigore del clecreto stesso, 1° sellPn1bre, è stato tempestivan1en te con1l1nicato ai Si11daca l i i11ter essati quanto segu e : « ~l lVIinis tero dell 'lnler110, Direzion e generale della Sanità, 11a s labilito, i11 ·seg·uito all 'interessa1nento della Corporazione professioni s ti ed artisti, e i11for1nando11e le Prefetture del Regno, che ve11. ga.no nominati con1n1issari prefettizi degli Ordini , i seg·retari delle rispettive :).Ssociazioni sindacali, allorchè saranno avver1u te lé elezioni dei normali organi direttivi e approvate dal ~Ii11istro delle Corpor azioni le nomine dei seg·retari i11 parola. Ciò, ad ~ccez jon e di quei casi in cui le carich e di co1n missari o prefe ttizio del! 'ordine "' di ~ egre la r i o o co111 n1is·sario della corris1)or1clente associazione sin-
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XLII, Nul'if. 4']]
SEZIONE
clacale, siano g·ià ricoperle cl aìla s tessa person a e ques t a venga confer1nata 11ella carica. ,Sono stat~ anch e impartite alle Prefetture d el Regno disposizjoni per un 'assidua vigilanza in dip e ndenza clel passaggio d ei p oteri e d elle attrjbuzioni d ei con1n1issari prefe ttizi d egli Ordini sanit &.ri ai Direttorii d ei corrispondenti or gani sindacali i1ell 'inten lo d 'as·sicurar e ch e la gestione d ei co11 l ribt1ti d ei sanitari i scritti n ei. rispettivi Albi s i i .. p iri a criteri di oculata e rigor osa parsimonia ».
AMMINISTRAZIONE SANITARIA. La nuova tariffa dei medicinali. È s tc;t a pubblicata, d all 'Jstitulo Poligrafico dello
Stato, la nuova t ariffa d ei medicinali per la ven<Jila al pubbli co, ch e and rà in vigore dal giorno 28 ò1 tobre 1935-XIII. I prezzi indicati n ella t ariffa n on p os ono essere s uper a ti. I contravventori sono puniti con - l 'am111enda èla lire cento a duen1ila (art. 125 d el T. U. de lle leggi sanitarie appr ovato co11 R . D . 27 luf!'l io 1934, n. 1265) . In ogni farmacia è prescritto ch e d eve essere con·s erva to ed esser e os1en siùile al 1) uhbli co un esemp lare della 1a riffa ufficiale d ei n1edicir1ali (art. 123 T. l:. cila lo) . P e rta11to, tu l te le · far111acie clovra nn o provveder si in tempo util e della nuova pubblicaz ione, ri chied enflo1a alla Librerj a dello Sta1o 1Jr esso il l\!Iinisterei cl elJ e Finanze.
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CONCORSI. POSTI VACANTI.
Concor si sanitari delle RR . Prefetture
Nel la impossibili là cli riportare, anche in sunto, nolizie di tutti i bandi cli concorso, ci limitiamo a indicar e alcune scad e.nze: Bolzano 10 ottobre; Messil1a 15 ol lobre. P er Massa proroga al 15 ottobre, ore 18. GARBAGNATE NIILANESE. - (Vedere MILANO). l\[1LANO. Consiglio degli I stituti ÒSJJitali eri. Proroga al 10 noven1bre, or e 16, dei con corsi a 1)ri111ario s1Jecialis la, prose lt or e e d t1e m edici a~·sj st enti interni n el Sana torio ' ' itt. E 1n . III presso Garbag n at e Milanese. NARDÒ (Lecc3). Ospedale Ci11i l e Sam biasi. - Con corso, p er titoli, al posto di Prin1ario Chirurgo. Stipend io L . 14.000 annue (lorcle d el 12 % e clellc a ltre ritenute come per legge) ; compartecipazion e <lel 40 % clei proventi op er azioni a pag·amento. Età niassim a anni 40 salvo le eccezioni di legge . Sei a i1ni Cli aiuto o assisten te effettivo presso Cliniche Universitari0 od' Ospedali Cli almeno 500 letti . Laurea con seguita da almen o 10 anni . 1'assa di concorso L . 50 ,10. Scaden za 20 ottobre 193G-XTII. Per n1aggiori chiarimen ti rivolgersi alla Segreteria clella Congr egazione di Carità di Nardò. UDINE. Ospedale (;ivile . - Proroga al 30 dicen1bre. ore 18, d el con cor so a pri1nario clern1osifilo1Ja ta. V \R ESE. -
Con.sorzio Provi1tciale Antitubercolare.
È aperto il con corso a 5 pos li d i Medico Diri -
1979
PRATICA
gen te d elle Sezioni Disp en sariali ed al pos to di l\{edico-..t\.iulo d el Disp en sario Provinciale. S I tpe11dio annuo lordo L . 4000. Ai san it1ri non abit ar1ti n el Comune Sede d el Di ~per1 sari o verrà corrispost a un ' indennità ·specia le di L . 4000 annu e, il tu llo con le riduzio11i s tabilite d ai RR. DD. LI... 20 11ovembre J930 n . 1491 e 14 arile 1934 n . 561 . Scaden za or e diciotto <iel 15 n ovembre 1935-XJV . Per informazioni rivolgersi alla Segr eteria d el Co11sor zio in Varese.
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il d ott . Beniamin o De Vecchis è nomina lo viceclirettore dell 'Is titu"lo << Eastma11 » di Rom a . Rallegramenti cordiali . E st ata conferi1 a l a n1ed agli a nell 'ordi11e cc al ir1erilo d ella Sanità Pubblica» a S. l~ . Pietro Giacone, ora prefetto cli Rie ti , per l '01)era d a lui spiegala, qual e prefetto di Cosen za, n ella lo tta contro la scarl attina in alct1ni co111uni di quella provincia. Il prof. L. Gon zaga è n o1ninnt o pre ident e della Società brasiliana di pediatria. Il dott. C. M. Goethe è n o1nina to presidente del } 'cc A·s soci azione cli Studi E ugenjci » degli ,S tati Uniti. Il dott. J . J . ' i\Taring è non1inato presiden te del 1'« Associazione n az ionale d ell a 1uber colo i >> d eglj Sta ti Unili.
NOSTRE CORRISPONDENZE Da Moatreux.
La settimana medica internazionale in Svizzera. Una conferenza del Prof. Sana relli. o l t o l 'alto p a tronato d el Con siglio fed er ale cl ella Confecle r az jon e Elvetica e ad i11iziativa cl i uu Con1i ta lo cos tituì to dalle pri11ci1)ali au loritù u 11i versilarie, J)O}itich e ecl a111n1ini ·tratiYe dell o S tato e d cl Ca11to11e di v-at1d, si è svol lo 11e11a r id ente c itt à di Mo11treux, dal 9 al 14 sc tle111])re, Ja cc Sel ti111a11a 111eclica inter11azionale Svizzera n. Al l 'in1portant e convegno ha11n.o partec iJJa lo c i rea 300 n1edici accori d a lutti g li St ati di Europa. Il progra111111a ri ultaYa, clifal ti; oltre111od o alle;tlatore i11qua ntoch è er a110 a1111unzia te co11fere 11 ze scientifich e, affidate dal Comitato ai pii1 rinon1ati iVIaes tri d ella l\Iedicina e della Chirt1rg·ia. I proff. Dal e cli Londra, Stau}) e ' 0 11 ~l\il ler di l\Io11aco, QuerYain di Bern a, Bau er di , -ie1111a, anarelli di Ro111a , Laq ueur fli An1 st e rcl a111, r\ bderh alde11 di HalJe, Sigerist cli Balli n1ora, Len1ierre, Kob écot1 rl e Hart111a1111 cli Parigi, St;t eheli11 di Ba sil ea, l\1ichat1d di Losann a, Karrer e Feer d i Zt1 rigo, Hol111g·r e11 di S loccolrn a, Pa:vr d i Lip ia Diaz di l\Iadrid, A ka11azy e Be e <li GincYra ere. lian n o tenuto, i11nanzi a un folto e a t1 enlo t1<l it orio iu ternazionale, d elle conferenze n1ag>s trali sui 1)iÙ SYarjati e YiY i arg·on1enti cl i alt J cu l l t1ra rned ica. La seduta jn:.1 ugurale è . t ata aperta con eleYati d i corsi del dott. r~ l ter, ~Iini s lro dell 'Interno e d ell 'Istruzion e· d el Co11sig liere cli Sta io :\. Bosse t , capo d el Diparti111e11to dell 'Interno del Ca n lone di ' ' aud ; d ei rappre e11lan ti d e lla c itt à cl i Montreux. del Re ttore dell ' 11iYer it ft cli Lo annn ecc. Dal 9 al 14 tutt e l e J11attinate e i po111 eriggi so110 st ati g·eneraln1e11le con sacrali all e conferenze. Le e rate eran o per lo più riser' a l e alle disc· trssio11i i111or110 ai Yari te1ni ~Yo lti cl aj <'Onfe. . renz1er1. '
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1980
« JL POLICLINICO »
Dob])i a1no seg n alar e co111e JJart icola r111ente gus la ta e(l app1 aud i La la confer e11 za tenuta dal n os tro j)rof . .Sa11ar elJi s u . << Le aller g ie emorragich e 1lelJ a patolog ia un1 a 11 a e ~ peri1n ent ale » . L'illustre ~ì ae lro dell 'Ate11eo llo111a110 11 a esp osto , 11ella for1na chiar a e briJla11le ch e g li è con u eta, i su oi n o ti studi sull 'importar1 te fe11o rneno cui è ormai lcg·a to il n o1ne ~li lui e ch e , a] presente, è oggetto cli sYiluppi fecondi la11Lo riel ca1npo cli11ico co1ne i11 quello sp eri1nentale, i11 Italia e all 'Estero. Si è presa occa·sjon e di un co ì eccezionale r aclu110 cli scien zia ti j)er proce(l er e all a cerimonia i11 augurale d ella i1t1ova Cljn ica ~1 ed i ca clell 'UniYer sità di Lo a1111 a , m ag11iiico OSJ)edale m od ello doYu Lo alla g·e11er osa liber alità d ell a C1sa ~a llé . Il clire llor e d ella Clini ca, prof. L . ì\ili ch au cl , Yi h a I e11u to una lezio n e sulle ques li o11i a ltuali rigu ard anti le nefropa Lie. Ca secluta cli chiusura è la ta pre~ i edut a d a] prof. Sc.. riar 3ll i ch e, in una' felice allocu zione di ro 11gedo e di ri11g-r azi am ento, a n 'o n1e d ei confere11 zieri invita li e di tutti i p art ecipar1li , ha soLenu lo l ' t1 l ili là d ei co11veg·11i scie11tiiici internazio nali ch e, ine tte11do i11 relazjo11 e gli scie11zi ati e g li tuèliosj d el niondo i11ter o, co1111)ion o la miglior e propaganda a faYore d ell 'o per a di solidacie tà e di fr a ler11it à uni ver sali. T1npar are a co11oscer ci , h a d e tto Sa11arelli , s jg·11ifi ca anch e iml'ar ar e ad a1)prezzar ci , a stimarci e, clici a1nolo pur e, acl a111a rci un poco ! La n1edj ci11 a , egli ha con · c lu o , è for se 1a sola ~ ci en za i cui progressi n o11 1i ~ e rba n0 1111i i11 idi e o d an11i all ·l1111anità . Prof es ' ando ii ct1l lo d ella Yita, l a rn eùicina profe ~ sa i n1plicitam enle quello d eila p ace. Si sono compiu le an che escursioni n ei ]l i I tor ecl1i clinlor11i di Montreu x , clel Lago Lemano e d el Canlo11e di Vaud , con visite agli storici castelli di Nyon e di Chillon OYe il Co11s iglio cli Stato can1 oita1e h a offerl o una car a tteri s l ica col azione. In ter ess.1nti ilna e cursion e è la la quella effe l lua tà a Gru yèr e, a11ch e p er Yis j lar e, a Broc, l a g r andiosa fab})ri ca di ciocco la I a d e11 a Dit La ~estl é. 11 su ccesso d ell a se t1il11an a 111 edi ra i11ternazio11ale i11 Svizzer J è s ta i.o oltrem od o })rilla11te, n o11 solo p er I 'inl erYenlo d elle molte p er sonalità scien ti fi ch e accorse d a ogni parte, m a anch e per la lt1rga e sig norile accog·li en za fa lla a tutti i p arlecipa11ti nella g r aziosa città ad ag·ia la su1le p ond e d el Lago Le1na110, i1er l 'accoglj en za calor osan1ent e o pilal e d a p arte di tutte le autorità g o' er11 a1ive e canto11 a]i , p er le infinite atlen zio11j d el .. ol erle Co111ilato ordi11a lore, SOJ)r a tulto dell 'i11st a11ca]Jil e prof. Gig·on di Basilea , r ecl nt Lor e-capo deJla t< Srh,vei zeri ch e l\lleclizi11j sch e vVoch en cl1rift n, e f.ficacem e n le coadiuvato d al coll ega ])rof. W olff cli Ginevra. 111 d e lla j111po rla u le riyj la 011 0 g·ià in cor o di pubblicazìo11e lu.l1 e le co11fer cn ze tenutesi i11 co ì i111po r1 a11 le e irn !)é.t ti co co11' rg11 0 cie11tifico i11le rn azio11ale. Dr. FR. M. Semi-gratis: Dott. Prof. A. ROMACNA MANOIA D ocente di Neuropatologia nella R . U niver s ità di R oma
I disturbi del sonno e loro cura P ref azion e d el Prof. GIOVANNI MINCAZZINI , . olu me i n-8°, d i. pagin e VIII-196, con f2 figu r e n el ttsto ed una riu scitissima i ll·ustrazion e sulla copertina. P rezzo L. 1 8, più le sp ese di 9,p edizion e P O ~ ta l e. P e1 i n ostri a•bibon atj ole L. 9 in rpor to fr a n co. in I talia. P er I 'E stero L. 1 O. ln\ia.re Vaglia n a 14, ROMA.
a ll 'editor e LU I GI
P OZZI, \ ·ja Si ·ti -
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NOTIZIE DIVERSE Rid11zione di mole dei periodici e riviste. Sono note, p er essere sta te pubblicate in lutti i quotidiani d 'Italia , le disp osizioni em anale d al l\ifinistero d ella Stampa e Propaganda sul qua11tilativo del i1umer o di pagi11e dei g·iornali e d i tutti i p eriodici e Rivi s te. P er qua11to c i rig u arda , preghi a111 0 p erta11Lo gli autori di a tten er si alla 1nassi1n a brevità 11ei loro· lnvori, riducendo al minin10 i richiami st orici l a ' clocu1nentazione cli11ica e sp erjmenlale , l e ii1dicazioni bibliografich e e r e-i1de11do ·s1ring·ata ~ tutta l 'esp osizio11e. In li11 ea ge11erale, i lavori n on d o,·ranno super ar e 10 colonne . Ci troYer em o n ella n eces·sil à di 11on accogliere laYori non risp o11denti a t ali nor1ne (far em o eccezjo11e solo p er quelli già accetta li, cornposti e d ei qua}j gli autori abbiano g ià corrett e e r estituite le b ozze ap1)r ova le p er la s la1npa) .
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La lingua italia1ut nei congressi inter11azionali. La Presiden za del Consi g·Jj o d ei ~Ii11ì stri r ecenLen1e11te n el con ced er e il « nulla os la » p er l a p arlocipazio11e i lali an a ad u11 con g r esso i11ter11azio11 al e, h a fatto presc11le ch e le comu11i cazioni dei r1ostri delegali debbo110 essere in lingua ita]iana e ch e i delegati s1essi debbo110 dichiarare ch e la p arleci1Jazio11e i tali a11a ai futuri con g r essi internazion ali è suhordi11a la all 'an1mis·sio11 e d ella li11gu a j lali a 11a fra l e 1i n ~·t1 e ufficiali .
I congressi medici di Bologna. Coin.'è 11oto, p er disposjzio11e di S. E . il Capo d el Go,·erno . p er i] 111ese di ol Lohre on o organizza li a Bolog rla nu111eros i Con g r es i e ConYeg11i dj Società n1eclico-chirurgir h e. Ne d ia1110 J 'e]e11co, i11clica11clone i g ior11i 1-2: Co11' eg·110 di ~1e<li cin a Sociale; 4 : Co11 g r e so di ~I arconil cra pi a; 5 : ConYeg·n o Interregio11ale cli R adiolog·ia Medica; 8-9 : C-OnYegno d ella Socjet à cli Pa tologì ~1 Ge11 er ale; 10 : Co11 vegno di Der1n a lologia e Sjfilog·r afi a : 12-15: Cong r esso Nazio11ale cli Os le1ri r ia e Ginecologi a; 16 : Congresso As ociazio11e Na7. ion ale Dottoresse in Medicina e Chirurg·ia ; 17-19: Conveg no Interreg·ionale di P edjatria; 20"-22 : \.011gr e so Nazionale cli Oto-Rino-Laring·olog·ia; 21-22: Con g r esso Nazi on ale di Radio-Biologia; 21-22: Con g r es·:;o d ella Società Italia11a di Ortopedia~ 22-23 : Con g resso <l i Medicina d ello SJ.Jor t; 23-26: Con g r esso ilell a Soci età Italiana <li 1\tl ecficin a Inter11a; 23-26 Con g r e .. so d ella Societ à Itali an a <li Chirurgia Ge11er ale : 2627: Co11g r esso cl ella Società Italiana di Urologia; 26-27: Cong r esso di A11alg esia e Anest e ia ; 29-30 : Con g r esso d ell a Societ à Italian a òi Chirurgia Pl atica; 29-30 : {.;011 gTesso dell 'A·s$oc iazion e Nazio11.1le cli Idrolog ia e Cli n1a1o] o~·i a . princ ipale cl ei l aYori è ct es linato l '.\rchi. A ede . g1nnas10.
24° Congresso italiano delle scie11ze. La Società ll alia11a per il J)rogr esso <lelle Scie11 ze t errà l a XXIV Riunio11e 1n P a ler1n o, clal 12 al 18 o ttobre . La Socie là co1n1)r e11(le tre . r ln i ; n çl] a cl a~"' e B ( ·cien ze bio1ogìch e) la Sezio11e 1a. rig u ard a la ZooJngia e l 'An a to111ia (preside111e: prof . A. Gb igi; ~ egre la ri o: prof. a A. ' ' ecchi) ; la ,- ezion e 3a r ig u arda la Fisiologia e l a P icolog ia (pre icle11tc: pr of. c:r. Quagliariello; segr e tario do ll. :NI . SaYi an o 1; la Sezio11 n Lfa riQ"11ar<l él l a P at oloQ'i a rpresicl e11 l ~ : pr of. sen . G . Viol a; egre tario: p rof . P. Ben ed e tti ~ . . f laYOf Ì i \ OlgerallJl O in e ~ i c n i J)Jenar1e, 111 -ezio11 i ecl i11 g ru])J)i di .. ez ion ì.
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SEZ!O~E
A Sezjoi:1i riunite verrà prese11la la una relazion e dal prof. C. Foà sul I errLa 1< \ lita, 111orte, revivescenza ». Tra i . temid ch e posso110 ma ~e aO'iOrme11te int el'essare i me ici nella Classe B son o: SEZIONE i a., Discorso cli Sezio1te: O. M. Olivo, « La biologia cellulare sludiata con m etodi 1110derni »; SEZIONE 3a, Discorsi di Sezione: F. Bottazzi « Fisiologia dc Il 'eser cizio mt1scolare »: A. G~meJJ j, « I r ecenti 11rogr essi del! 'elettroacus tica nelle lor o applicazioni allo studio del iinguaggio n; Relaz1one annuale: G. Pupilli, cc Le ri cerche italiane ILel campo della fi·siologia cl uran te l 'a1i.no XIII E. F. »; Discussilone generale: « Bi sogno di proteine dell 'orga11ismo animale »; introduttore S. , . isco; SEZIONE 4a, Discorsi di Sezio ne: G. ' rio1a, << L 'u o1110 medio nei rapporti con la fisiopatologia »; Relazione annuale: B. Bolta, cc I più notevoli prog·re si itali ani nei varii C:l.mJJi della patologia durante l 'anno XIII E. F. »; Discussione g·enerale : e< l,,a costitttz)o11e chimica dei ha t teri in rapporto a ll a funzion e patogena n, i11troduttore B. Borghi. Alcu11i discorsi cli Sezione sarann o og·get to di lavori a gru ppi di Sezio11i. I soci possono partecipare alla r iunione gr atujt a1nente; per le persone cli famiglia è fis-sata una quota di L . 15. Sono s tabilite facilitazioni di Yiagg io e di soggiorno e sono or gani zza li ricevim e11 li, cerimonie ed 8 gite. Per il programma dettaglia lo riYolgersi alla sede soci ale, via deì Collegio Ro1nano 26, Ro1na.
1° Congresso · internazionale sulla trasfusione del sangue. Si è svolto a Ron1a dal 26 al 29 settembre, co11 larghissimo intervento di studiosi. La seduta in!lugurale ebbe solennemen te luogo a l Campidoglio., 11ella Sala delle Bandi ere. Tra gli altri er an o !)fesenti il ditettore generale d ella Sa11ità, prof. Petrag11an1, l 'on. l\ilori g i, vice-segretario del Partilo, il segre lar jo gener ale del Sind aca lo Medico on. prof. ~{orelli e moltissime altre perso11alità. Il prof. Alessanclri, consul lore del Gover11a tor ato di Roma, ha porto ai convenuti il saluto del Governatore. Il presidente de] co11veg110, prof. J.a t les, direttore dell 'l s li luto di Medicjna Legale ull 'Università di Pavia, ba precisa to lo stato attuale degli studi e dei risult ati relativi alla trasfusione del san gu e. Il sig. Hirszfald , a n ome dei congre$Sisti stranieri, ha rivolto un caloroso ring1aziarnento al Governo italiano. Dopo un ricevi11.1 ento offerto loro in Campidoglio, i co11gre sisti s t recarorto a rendere omaggio al Milite Ign oto e al l 'Ara dei Caduti fascisti. I lavori si sono svolti nell 'Aula Magna della Cli11ira Chirurg ica. Tra i disserenti sono stati moltisi1ni e reputati studiosi. I lavori hanno desta to Yivo inter es·se. Esauriti tutti gli argo1nenti, ii presidente prof. J_a l les di Pavia improvvisò un appl audito discorso di congedo , dopo di che il prof. 'Tzanck di Parig·i rivolse parole di vivo ring·r aziamento, a nome della Delegazione estera, al prof. Lattes ed a tu tti i co1nponenti il Comitato ordinatore, n onch è a lla l1enemerita is tituzione A.V.I.S. per l a sapi ente preparazion e di que·sto riusci ti ssin10 Co11gresso. Il nuovo Congresso si terrà a Parig·i nel 1936.
PRATICA
1983
10° Congresso dell' A.ssociazioue professio11ale .\~. ter11azionale dei inedici. Que · t 'Associazio11e, designata d alle sigle cc A. P. I. l\iI. », adu11a i pro1Jri clelegf\ li t1na volt a l 'a11no per. con~ron t are gli studi con1piuli e i J)rogressi ~·ea1Jzz.at 1 ,, ~l~l punto ~i vista profes~ ion al e, in tutti 1 Paesi aff1l1a tL Il 10 convegno si e te11uto a Brt1xelle dal 4 all '8 se ttembre; vi erano rap1Jrese11 tali 19 Pae i, di cui 4 per procura; i lavori, organizzati dai delega li belgi dottori l\ilattlet e Dumont, s i sono ·svolti so tto la presidc>nza del dott. Torne!, delegato ... pagnolo. So110 s ta li presi i11 esa111e tre temi, su cui era110 sta te organ izzate delle i11chieste ii1ternazionali a cura del dott. Decourt. Un o dei temi riguardava la e< carta medica )) 11ei divers i Paesi. Venr1ero approvati ad u11ani111ità alcuni principi fo11damentali, ch e dovrebliero valer e 13er tutti i Paesi: liber a scelta del nledico, quanto più è possibile completa; ri sp e t.to del segreto professionale; evi tare iJ ft1nzionar1'smo nell~ inedicina, per ciò che riguarda l 'assistenza individuale; libertà dj pre crizione, otto riserva di controllo per evitare g li abu si ; contratti collettivi, per regolare, in medicina sociale, i rapporti dei n1edici con le collettività e con lo Stato. Un al tro tema riguardava cc la pubblicità d 'ordine n1ed ico e farmaceu tico »; dopo aver constatat o i1 J)ericolo pt1bJJli co e sociale ch e, in t ale dominio, deri •1a dalla licenza, furono approvate al-· cune conclusioni secondo l e qt1ali si chiede la revision e della l egislazione, l 'emanazione di rtorn1e speci:ili per reprimere gli abusi e, tra l 'altro, la costituzione di Comn1issioni gover11ative , comprendenti delegati dei gruppi professionali, mur1iti di un potere di disciplina e censura. Fu an ch e proposto di regolamentare la p ubblicità dei 1nedlci e furon·J avanza ti altri desiderata. Una terza inchiesta internazionale riguardava i (liritti e i doveri dei nledici, secondo la legislazione dei diversi Paesi; furono votate con c1t1sioni ch e non mirano a fissare una cleontologia uniforme, 111a i11dicano. in 1nodo al>hastanza preciso, i diritti e i doveri cc pri tnorc.J iali ') del n1et~i co. Un lungo scambio di vedu if' su} !1; assicurazioni sociali e sulla loro ri1)ercuss1011 t' nella si tt1azione del corpo m edico cl1iuse i !.1vo1i. Venne com11ten1orata 1 ~1 co1npia11ta regina d el Belgio. Alla presidenza annual e è s tato chjan1atc il dott. l\fa ltlet . Ln pros5irua riuniot1e si terrà nel 1936 ad An1sterdam. Echi del 4° Congresso nazio11ale di 11ipiologia. A co1nplemento delle notizie g ià date , stin1iamo opportuno di rilevare che questo con gre·~ o assunse si11golare rilievo e diven11e quasi u11 congresso internazion ale per l 'adesione e la par tecipazione di Società, Istituti e sciPnziati s tranieri . Degne di nota ft1rono le adesjoni dell'Associazione In ternazionale per la Protezione dell 'Infanzia, dell 'Unione Internazionale di Soccor i ai Bambini, dell 'Assoc iazione Internazionale di Pediatria Preventiva, del Co11 jglio d el Bambino e della Fe, derazione delle Scienze dell ' Urt1guay, dell a Società Argentina di Nipiologia, dell e 'ocietà Argentina , Brasiliana e Cilena di Pediatria, delle Società di Pediatria di ~[:idrid e di ~Ion levideo, della Lega Peruviana di Igie11e e Profila ·si sociale e di altri Enti. Invi arono i1nporta11 ti con1un icaz.ioni i proff. e
1984
« IL POLICLINICO »
dottori Ac111111a, Bacza Go11i'i , Berro, Be l tj11ol li , Co1n J)y, Debré, Del Carril Garrah an e Tl1on1 as () uizjo, Ler ehoulle t, l.es11é ~ Dreyfu s-,Sée, Marli11e~ Vargas, Mouriqua11d , Navarro , l)JJes Polleri , P elfort, lloh111e r , Wiela11d . Alla seduta i11augurale interven11ero e JJr esero l~ _parola i Con soli d ell 'Arg·e11tina, del Cile e d el! Urug u ay, cl1e rapprese11taro110 i loro Paesi . Fu inviat o alla Societ à di P edia tria di Mo11 Levideo un t el egra1nn1a di 0111a.ggio all a ve11crata Il1e1nori a di Luis ~lforquio.
1° Co11gresso 11azionale sull'alime11tazione. Prom osso dal Sindaca lo n az io11nJe n1e<lico e d all a Cornmissio11e per lo ludio fl e i proble1ni rlell 'a!i 111e11tazio11e e \lal (~'on si gli o 11azjon al e delle ricer cl1e, aYrà luogo i11 Ro1na ctal 23 al 26 ottobre <lel corrente anno , j J I Co11g r es ·o n azio11 ale d ella a]i111e11lazione Jell 't101no. Il Co11gresso tratte rà argo111eT1ti rli car a ttere sc ientifico e di car&tlere prati co. Alla sedut a i11aug·urale S. E. il prof. F ilippo Bot lazzi parler à ull a orga11.izzazio11e d ella ricer ca . cie11tifica a serYizio cl ell 'alimer1tazione I1 azio11ale e l '011. prof. Et1gen io l\Jorelli tratterà cl ell 'o~)era <lel n1edi co nell a propaganda alir.ne11tare.
Corsi di perfezioname11to e di aggiorna111ento. ,
Com e gi à è st a to cl a n o.i })L11J})]i c::i lo, si è sYollo t.l ll a Scuola di Clinica Tropicnle in R oma un corso pTati co di n1edicina tropicale, che ha avuto u11 en orm e ·su ccesso. L 'importanza di lale cor .. n appare eviden te se si pensa ch e no11 solo i 200-300 111erlici inili tari e ciYili in J)rocinto di partire !1er 1e Colo11ie hanno sP.ntito la jlecessi là di qL1e te l ezion i , 111a 11101ti Tnedici osµedalieri, tra cui 11rimari o in fu11 zjon e di primari , h anno frequentato con ~ ingo iare assiduità le l ezioni jrnpartite rlal sen . i1r of. Alcl o f:a s lella ni, coa<;liuva1o rl a u11a schi era <li illu tri in segn anti. Presso le Regie Ter1ne Ber zieri a Salso111agg'iore l1a avuto luog·o, il 27 settembre, la cerimonia i11au gt1rale d el II Corso di Alta cultura m edica promo so e fin an zi ato <lalla ges1ione st atale d ell e R eg ie 'f erme, sot to i] patronato d ell 'Associ azio11e m edica italiana di Idroclim at ologi a. Il prof. J,uigi Zoja , d ella R . l Jn iYer sità di Mila110, presidente d el Co111ita to di cons u1 e11za cl elle Reg·ie Terme, h a t e11L1 lc l a lezione di aper tura del Corso, il quale t1 «1la qu es t 'anno delle infezio11i gonococc ica e luetj ra. Un cor so di p erfezionamento sulle g·r andi sindro1ni cardiache (ins"L1fficienza cardiaca, angina di pello, d ol ori precordiali , sin cop e) avrà luogo, a cu r a dell'Associazione d'insegnan1en to medico degli o p edali di P arigi , n ell 'Ospeùale Te11 on, sotto la direzione del prof. C. I,i a 11, d al 12 al 22 novembre. · Un cor so di revisio11e ·sulle acqujsizioni Jnedich e p1 a ti ch e d el 1935 in patol ogia inter11a si terrà i1ella Clinica medica propedeutica cli P arigi, so tto l a clirezion e del l)r of. Em. Ser gent, dal 4 al 9 nove1nbre. Per ciascun0 dei due cor si or a detti l a t assa cl 'i c.ri zion e è rli fr. 250. RiYolger i a: secr ét ari a1 dc la Faculté de ~Iédecine, rue d e l 'École-de-Méd ec ine 12, Paris
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Limitazioni sul numero dei periodici. TI l\1Iinist ero d ella Stampa e Pro1>aga11da co11 cirr.ola~e del 13 se tte1nbre, in~ita i _P~efetti ~d i Quest ori ad u sar e molta seYer1tà nel] esame clel1 e <lo1na11de di 11uove r iYi st e, autorizzando solt anto quelle che sono assolula1r1e11te necessarie, ed a ri,-~de.re ~ttent~me11 le l a con gerie delle pubhl ica110111 es1stenl1 , al .fine di arrivare gradata111e11te alla ~oppre·ssione di tutte quelle ch e, per la Yita s t ent~ta ch e conducono, p er la nessuna in1porta11za cl1e r~ves ton~, per la i11ateria trattata, p er gl i i11Leress1 esclu s1vame11te privali ch e servono o p er l e p er so11e ch e ad esse fanno capo, venga110 risconl1 a te i11utili od addirittura supetfl'ue. Si contribuirà, per lal modo, alla lin1itazione TJ.el con su1110 di carta.
Nomine negli Enti scientifici. Il Consiglio dei ~Iinistri , s u propos ta d el ~1i11istro della Edu cazione i1azionale, ha approYato uno schema di R. d ecreto-l egge co11tenente norrne per le no1nine dei presidenti e dei Yice-presidenti dell e Accademie, degli Isti luti e delle Associazio11i di ·scienze , l etter e ed arti. Il provvedimento si presenta quale necessario comple111ento della riforrna deg li Statuti Accade1nici attuata in base al R. d ecr et o-legge 21 set tembre 1933, n. 1333, con Yertito jn l egge co11 la legge 12 gennaio 1934, n. 90 I mali dell 'elettoralis1no, stronca lo dal Regime in ogni se ttore deJla vi la d el P aese, affiora110 nell a costitu zion e di t ali sodalizi, d erivandone u11a tara n egativa in un ambiente a l quale occcorre ·sopratutto garantire l 'armonia 1)iù perfetta e la con cordia più ser ena . P er ovviare all 'in::onveniente, è s tato predispost o l 'anzidetto sch ema <li Regio decreto-legge p er cui sp e tta esclu·siva111ente al Ministro d ella Educazione nazionale cli pron1u0Yere la scelta o <li sceglier e, tra i r11e1ubri ordi11ari 'degli i s1ituti acc~demici, i presidenti o j vice-presi<ienti da 1101n inarsi con Decr eto R eal e o ~1inis1 eri ale. La disposizio11e òi cui sopra non si applica alla Reale Accadenlia d 'Ital ia, data l a sua speciale fisio11omia di su1Jremo org·ano accademico e culturale della · azione. · 1 •
Azioni giudiziarie. Il Tribunale di Cuneo ha condannato il fa r111acis ta Riccardo Marlino tti a 2500 lire di multa, spese ecl accessorì , perchè egli , secondo l 'accusa, avrebbe visitato ammalati, conglobando T'o11orario della vi·sita n el prezzo dei medicinali forniti ed i11oltre si sarebbe, in piit occasioni , spacciat o per inedico chirurgo; il Tribunale aveva respinto la domand a di costituzion e di p::i.rte ciYile del Sindacato 1nedico. Al Tribunal i) penale di Mil a110 s i è svolto u 11 processo contro l a si g norina Vittoria Rin aldi11i, ventunenne, ch e, m en tre era diplomanda levatrice, e·segu\ delle jniezioni ipodermi ch e ; ed a11che contro l a m adre, Antonia Ghisaberti jn Rin aldini , che si era tem1)or anea1nent e fatt a ·sos tituire dall a figlia. All13 iniezioni seguì un asce·s o profon<lo, ch e venne operato d a un chirurgo . La figli~ è st at a condanna ta, p er conlravYe11zion e alle leggi ~ull 'arte sanitaria, a 100 lire di amme11da e alJ~ spese, merltre è s ta ta assolta d all 'imputazio11e <lt lrsioni colpose, _per insufficienzA di prove; l a 111ar1re è st a la assol la, p er n on aver commesso il fat lo.
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5EZJOI'\E PRATICA
11 dolt. ~lario Luccaroni di Ro111a è talo assolto, in is truttoria , d a ll 'a ccu sa di rn a u ovre alJorl ive, cui seguì un processo settico ad esito le tale ; è stata rinviata a g iudj z io, inYece , u11 a leYa trice in1plic ata n el fatto .
Un po' dovunque. Il prof. Cesare Ag os lini, diret t ore d ell a 11-. Cli11 ica neuropsichiatrica di P ert1g ia, h a ava11za to doonan çl a di arruolam e11lo quale volontario p er l 'Africa Orienta le. La sua doma nda è s tat a so ttoposta a l Capo del Gover110 , il CJUale n e ha disposto la seg11alazione al Com a11do Gen er ale d ella ~f. V. S . N., come d a lettera d el su o seg r etario p ar1icol are, dott. Osvaldo Sebas1iani, a ll 'illustre c linico . IJ ges to d el prof. Ago·s lini - combatle11te del1 a g rande guerra e fasci sta fedele ·-. val g·a di esem})io e di m6nito n e ll 'atluale momento. Nel campo d 'aviazio11 e << Guido Colli » di ~Iode n a ha conseguito hril1a11temente il breve tto di pilo ta avia tore il l)r of. l ciljo BoC'chia , uffi ci :ile sanit a rio, i11edico capo del Co111une . Col prof. Barl olo1neo Bisbini, a iu Lo i11 quella Clinica ì\iledi ca, })ilo ta egli pure breve ttato di r ecente, Morlen a conta tra l a schier a ele tta d ei suoi sonita ri, d u e valorosj colleghi, ottimi professiorlal1nente, e valide a quile per l e più alle fortune d ella Patriil. Negli a111bienli ani lari egizi a11i 011 0 insorte p 1eoccupazio11i, in quanto ch e le unità d ella Mari11a da g u e rra brita1111ica entrano n ei })Or li d el1'Egitto e ne escono sen za ·sottost ar e all e 11orn1e quar antenarie internazionali, rifiuta11do di fare le dichiarazioni impos te òai regolamenti. Le preoccupazioni son o tanto inaggiori , in quanto che i nlovimenti sono avvenuti tra p orli d ell 'Ocea11·0 Indian o, rlel Mar Ros o e d el Medi lerran eo . Si è sYolto a Bologn a, 11ei g io rni 1 e 2, il 1° Con g·r esso n aziona le d ella Previden za sociale; all 'inaug urazion e intar ve1111e l '011 . L antini , ·so l tosegr et ario cl i Stato alle Corpor azio11i, in ra1)pre e11 la n za d el Governo . L'on. La11tini h a l n ch e inau g uralo la 111os lra in ternazionale d el libro e l e Mostre sani larie . Ne òa1 eme ulteriori notizie. All '8° Cong r esso 11azior1ale d ell e a cque, ch e l'i SYolger à in PadoYa d al 12 al 16 otto))r e, sar anno i11 discu ssione, tra l 'altro, alcuni t emi cl 'i nter esse ig ienico e cioè : « Il trattan1ento d elle acque p er la loro potabilizzazione » (1)rof. D. Ottolen ghi) ; cr Requisiti igienici d ei vari n1ateriali p er condotte rl ' acqua » (prof. O . Casagrandi). Al con gr esso ·se g t1ira nno al cune g it e, p er vi site ad oper e di b o1tifica, acquerlotti, ca11ali ecc. Rivol ger si a ll'Assoc jazion e Idrot ecnica ll alia11a, via Bor gonuoYo 14, ~lil a n o.
La Socie t à di Scien ze m ediche rli Con egli ano e \ "i t lori o Ve11 eto ·i è a dunata il 12 agost o, sotto l a p residen za del prof. Cole lli , assj·stito d al segr et ario d o l t . Fabris. So110 st a le falle comunicazioni dai soci : Bar oni , Opoch er , 'fr am onti11i, Coletti , Mar cer. I n onor e cìel gr ancle chi r urgo francese J . l .. Faur e, a a inte-F oy-l a-Gr an de, su o p aese n at ale, prese11te il mini tro d e1 1'agricoltu r a, si è inaugurato tin ])adig lio11e chirurg jco e si è b attezza ta u 11a stra <ln al u o n orne .
198&
/~ i v. di Cli ir., apr . -
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J9 6
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[ANNO
XLII,
:\ ul\1.
40
Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e numero d ei casi (fra parentesi ).
De11u11zie dal 2 settembre all '8 settembre: Mor11illo 1.54 (447); ,ScarlaLLina 145 (301) ; Pertosse 72 (194) ; Varicella 36 (57); Vaiuolo e vaiuoloide (- ) ; Febbre tifoidea 562 (1075) ; Infezioni paratifiche 115 (184) ; !'ebbre ondulante 22 (23) ; Dissen1eri a 18 (42); Difterite e croup 203 (372); Mening i te cerebro-spinale epidemica 3 (3); Poliomielite anteriore acuta 23 (26); Encefalite letargica 2 (2); Anchilostomiasi 3 (4) ; Rabbia: m or sicature di animali r abbici o sosp etti 43 (51), dichiarata - (-) ; Pu~ Lola maligna 44 (54).
ANNALI D'IGIENE. PUBBLICAZIONE MENSiliE. Son1mario del N. 8 (agosto 1935).
Memorie originali : G. VOLP1No, G. MARGANI e B. MANcuso : Azion·e dei r a,ggi ult r a-violetti sui conigli inoculati con virus rabbi,c o di str a d a. - F. SANFELICE: L'azione dei fermenti n el decorso della tuib ercolosi s per:Lmentale. - F. AMANTEA: Osservazioni e ricerch e sul fenomeno dell'allergia controlaterale nei tessuti oculari. - G. BRUSCBETTINI : Il valore a n t igene dei bacilli tubercolari d ei mammiferi, coltivati a 45° C. Recensioni (Demogra.fia e Medicina sociale - Lavo1·0 Tecnica - Miscellanea). Rivista bibliografica. Notizie. - Allegato. Abbonamento pel 1934: Italia L. 60, Estero L, 1 00; ai nostri abbonati L. 5 5 e L. 9 5 rispettivamente. Abbonamento di saggio semestrale: Italia L . 30, estero L. 50; ai nostri abbonati L. 28,50 e L. 4 8, 5 O rispetti van1ente. E ' stabilito anche un abbonamento annuo al solo A.I· legato « Igea ,, • per L. 1 O. Numeri di saggio a richiesta. Per ottenere quanto sopra rivolgersi direttamentie a·l· l'editore LUIGI POZZI, via Sistina 14, ROMA.
Indice alfabetico per materie. An e le ia: note . . . . . . . . . Bibliografia . . . . . . . . . . . Ci·s t e del 111esen t ere . . . . . . . Cis tifellea : n1alatlie sin1ulan li pec lor is . . . . . . . . . . . . Coliti cro11icl1e ulcerose . . . . .
. . . . 1973, 1974 . . . . )) 1967 . . )) 1950 a11gi11a . . . . )) 1973 . . . . )) 1958
Corr ispondenze . . . . . . . . . . . . . Cronaca del movimento professiorial e .
Cu ore: ipertrofia con genita ? . . . . . . Djabete 111ellito: fattore epatico . . . . . Dolori alle spalle e alle braccio in rapporto con malattie cardiache . . . . . Emetina: fibrillazione auricolar e dopo iniezione di - . . . . . . . . . . . . . E111orragie gravi da ulcer a gast r ica: prognosi e terapia . . . . . . . . . . E1norragie u terine da en1ogenia .. . F. . ofago corto congenito . . . . . . . . . F egato: esplor::\zione ~unzionale . . . . .
))
1979
)) )) ))
1978 1972 1964
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1972
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1957 1963
)} ))
1958 1971
Fega lo: principio antia11emico . . . . . Ferite: azione d ei r aggi X sul proce so di riparazione . . . . . . . . . . . . . . Fil ariasi: caso - autoctono in Italia . . . Fluor v.aginale : patologia e ter apia . . . Gravidanza: con trattura ·a ei muscoli r etti . . . . . . . . . . . . . . . . . . l\1elioidosi: n uova malatLia tropicale . Mors thirr1ica . . . . . . . . . . . . . . Nevral gia del trigemino di origin e traum alica . . . . . . . . · . · · · · • • • Ossiuri: cicl o di sviluppo . . . . . . . Reni : prova dell 'acqu a, di Volhard . . Sepsi puerperale: terapia . . . . . . . Soia n ella dietetica . . . . . . . . . · Spondilo i rizomelica . . . . . . . . · Tachicardia paioss istica : cura . . . · · U1nore: moclificazioni negli spo ta111e11 ti del! 'equilibrio acido-base . . . . . · ·
Pag. 1968 p
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1968 1977 1955 1968 1943 1974
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orritti di proprietà riservati. - Non è consentita la rist:ampa ài lavori pubblKati nel Policlinioo se non an se,....eo u
11don~azione scritta àal1a reàaz,ione.
C.
FRUGONI,
E Wetat:a la pubblKazjone di sunti di essi senta cit:ame la fonie.
A. Pozzi, resp.
Red. capo. Roma · Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
.
ANNO XLII
Num. 4:1
Roma, 14: Ottobre 1930 - XIII
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SEZIONE PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma
SOMMARIO, Lavori originali : L. Patern i e P. M.aron celli: Sulla prova biologica. di Gordon n ella m a lattia di Hoùgkin e in a ltre affezioni g hiandola ri. N·uovi saggi diagnostici e nu ovi sviluppi sperimentali. Osservazioni cliniche : A . Ferretti: Su alcuni casi di corpi estranei metalli ci (a.ghi, spilli, chiodi) nel tubo d iger ente. Sunti e rassegne . DIFTERITE: F. v. Bormann: Sul pro· blema della sieroterapia antidifterica. - F. v. Bor· m a nn: Su alcuni problemi riguardanti la sierotera· pia della difterite. - VASI SANG UIG NI : I. Diez: La tromboangioite obliterante. - Van d. Lind en: I me· todi moderni di diagnosi e d i cur a d elle arteriti obl iter a nti. - M1SCELLANEb.: J. S. \T estwater: L ' aller· gia t ubercolinica nelle malattie infettive acute. R. Cobet: Sull'azione ter aApeu t i ca dell'anidride carbo· nica. - DIVAGAZIONI : Hansen e W. Langer: Il sen so del gusto nelle ge.,tanti.
nale profilattico n ella cu ra d elle ferite d 'arma da fuoco .penetran t i nell'addome. - CASISTICA E TERAPIA: Il pasto con pep t one, l 'istMnina e l'insulina nello studio della Gecrezione gastrica. - L'istidina nella terapia gastrica. - La secrezione gastrica n ei gastrectomizzati. - Con siderazioni sopra 44 casi di ·ulcera pi· loro-duodenale èuratii con la duodeno-sfinterectomia. - Alcuni in cidenti d ella pilorotomia extra-mucosa per stenosi ipertrofi ~~ del lattante. - Sulla piloroplastica nel pilorosipasmJ d egli adttlti. - Le cause dell'ileo ·par a litico. - Un nuovo m etodo di cura della colite ulcerosa. - Il trattMnen to fisico dellai costipazione. - NOT3 DI LABORATORIO: L 'aumento di v::>lume delle emazie nelle malattie epatich e. - VARIA. - COMMENTI: A. .Montemezzo: A proposit o d el t ratta1nento moderno della schizofrenia. Nella vita professionale : Concorsi. - No1nine, promozioni ed onorificenze.
Cenni bibliografici. Appunti per il medico pratico : DALLA PRArICA,
Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.
LA PRATICA : F. Repaci: Drenaggio peritoneale ed intesti·
LAVORI
PER
ORIGINALI
I sTITu·ro DI PATOLOGIA GENERALE DELLA R. ÙNTVERSITÀ DI ROMA Direttore : Prof. N. VERNONI. (lSPJ:DALE DEL }~ITTORTO - Padiglione A. BAss1. Primario m edico : Prof. L. PATERNI.
Sulla prova biologica di Gordon nella ma· lattia di Hodgkin e in altre afl·ezioni ghiandolari. Nuovi saggi diagnostici e nuovi sviluppi sperimen· tali.
Prof. J)ott. LUDOVICO PATERNI, primario m edico O pedali l-\ iuniti di Ron1a JJot.t.. PIERO MARONCELLI, aiuto medico. M. H. Gordon nel 1932-33. dopo una lt1nga !'erie di ricerche sperimentali eseguite sull 'etioL 'idea prima , il piano clel present e lavoro e la metodica delle esperienze jn ogni particolare si devono a P aterni, la esecu zione della m aggioranza delle esperienze rimase affidata a Maron celli, lo studio dei malati , tutti del Padiglion e A. Bassi , Ospedale clel Littorio, la osserN. B. -
logia del m. di Hodg·kin nell 'Ospedale di S. I~artolomeo a Londra, pubblicava i ri ultati cl1e seguono : · a) Sospensioni di tessuto g hiandolar e affetto dalle note alterazioni clel m. di Hodgkin: esegui te steri•lr(tente in brodo ad un tasso di circa il 10 ~~ e con pH 7,2 se vengono i'niettate nel cervello, e insieme nella vena m arginale dell 'orecchio nel coniglio , determinano , dopo un periodo intervallare da 2 a 6 giorni, sintomi di ' n1eningo-en cefalite ch e l 'autore paragona a quelli dati dai virus del dern1ovaccino, dell 'erlJeS e della psittacosi. Questi sinton1i tutt ~"' ia nel caso di inoculazione di ghiandole Iinfogranulomatose, si r aggruppano in una =-' in clron1e car.a t Le:ristica, rappresentata da rigidità 1r1uscolare, atas ia, paralisi spa tica degli ;\1-ti jJO~teriori , con eventuale perdita di feci e di urir1 a. 1
vazione degli anim ali e le conclusioni del lavoro furono opera di entrambi. Le esperien ze furono in parte eseguite presso i i Padiglione A. Bassi, in parte presso l 'Istituto di Pfltologia Generale, il cui rtirettore prof. Vernoni vivan1ente ringraziamo per taluni consigli di tecni ca, per l 'autorevole controllo cla n.oi talvolta richiesto a convalida dei nostri rilievi, oltre che per la cordiale ospitalità. 1
1988
cc IL POLICLINICO ))
Gli .anima li possono morire p iù o, meno ra1
pid<1rnente, po<Ssono sopravvivere fino ad u;1 n1ese e più, e possono anche, in casi di sindrolf1e Jieve, ~uperare la malattia. J.Ja per1nane nza in ghiacciaia della sospensio11 e 11er una setli111ana facilita la p·r ova. AJ 1:autopsia degli an,imali macroscop~ca . me11te E>i rin viene soltanto lieve conge•s tione cerebro-n1eningea, rr1i croscopi'camente scarso o asse11ti lesioni ii1filtrative, come in conigli n1,irti do·p o inir.zioni endocereb1rali di d ermo vaccino, o anche notevoli infiltrazioni linfocitarie, specialmente perivasali nelle meningi e llella corteccia cer ebrale. La p~ova fu positiva in 19 su 20 casi n ei quali la diagnosi di m . di Hodg·k in risulta va per altri dati sicura. · b J Nella cavia con trattamento analogo si r•ossono avere gli stessi effetti b·e nch-è meno evidenti cl1e nel co·n iglio; n essun effetto n el topo. e) Nun1erosi controlli eseguiti con ghian dole affette da .a ltre malattie (leucem ie, tubercolosi, tumori) diedero risultati costantemente negativi. 1) Proprietà dell'agente patogeno : ness·u no s' 1ilupp,o culturale in mezzi aerob ici e anaero})ici - resistenza al disseccamento, per la q1.1a]e la ghiandola p1u ò esserei tritata e disseccata nel vuoto e n1antenere i-)oi in ghiacciaia l.a. sua p,a togenità ancora per sei mesi - res.isteuza a 65(1 C. per trenta mirluti , inattivaz.ione a 80° - -resistenza all 'aggiunta di 0 ,5 °/~ di fenolo alla sosµens ione -- minor resistenza al1'E,tere - esito n egativo di te11tativi ·d i fiìtrazior1e per cancte.Ja. Morfolog icamente l 'A. d escrive corpuscoli e.feo1)1 entari, granulari , sferi ci, sim ili ai corp uscoli di Pasch en in p1r eparati co1orati di sosp:ensione ghiandolare e in sezior1i cerebrali di conigli iniettati . e) TI siero di co11igli guariti dalla sindron1 e, i11 esso a contatto per due ore a 3·7° con .sosrJeJ1 sio11e di gì1iandola p·atoge11a, n e inattiva il poter e, cor1traria111 ente al siero di conigli normali. ~1. Gordo11 t'ulla h.1.se di questi fatti , riten11c cl1e la reazione biolog·ica, henchè n o11 assul1J 1.an1e11le costante , fos se spec ifica per la n1. cli I-fodgkin , cl1e l 'agente encefalitogenico , salvo le riserve dettate dalla no•n dimos trata filtrabilj tà e (lai n on ancora dimostrati pasSlg~i in . erie negli anima}i , fosse un virus ter1n0stabil€, c:\us a primaria della n1alattia ll1
1
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Dl:;\J Ul .
Seguirono n e l 1933 i lavori di van Rooye11 d elJ ·11niversità di Ed in1burgo e di R. 1f . Ogivie e van R0oye11 i quali confern1aro110
[ANNO XLII,
NUJ\'1.
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prova biologica con proporzione di tre ris ultati nettam ente positivi, uno incerto ed unu 11egativo &u cinque sicuri casi di m. di 1-lodgkin; in altro caso molto discusso in vita, la prova eseguita post morle1n. fu ]J'Ositiva in armonia coi reperti autoptici ch e c,l 1iarirono la natura. Ino-e_ulazioni di sospe.11f'ioni di tessuti ghiandolari sarcomatosi, le11cemici , tubercolari, furono negative; inoculazioni di batteri u ccisi , tossina streptococcica, latte sterile, acqua pe1ptonata, aleuronato, nuc]ei11ato di sodio, chinino, sostanze in e,r ti, ebbero risultati o del tutto negativi o assolutamenLe diversi dalla sindron1e di ]a
GorJop. J11 ricerche puh,b licate nel 1933-34 U. 'Fricdmann ed Elkeles, e Friedman iniettando intracerebralmente conigli con midollo osseo umano di leu cemia acuta f. di anemia perniciosa, oppure con midollo e milza umani normali , dopo due giorni di apparente benessere degli animali notarono una sindrome molto simile a quella di Gordon; invece con fegato e reni t1111a11i no~mali risultati negativi. Questi n1ateriali umani estratti ali ' auto1psia erano tenuti per un 'ora a 65° C. prima di essere inoculati . Te11tativi di tra smettere la sindrome da coniglio a coniglio inieitando poltiglie c:ereihrali di a11i;nale malato, furono senza risultato. 1 'ag·r11te patogeno di tali esperienze, secon do Friedn1ann, avreb1be proprietà di r esistenza r11olto simili a quelle descritte da Gordo·n pe1 l 'agente encefalitogenico delle ghia11dole Jinfog·ranulomatose, e potrebbe identificarsi co] fern1ento dimostrato da Jockmann (1901) n el nridollo , milza e leucociti de.Jl 'uomo, <leJla scimmia e in minor grado d el cane. Infatti esegueilldo sugli orga11i sopra menzionati il r.>rocesso di' estrazione del fermento secondo il T11etodo Jockman11 e Lockemann, l'A. ottenne u11a soluzior1e salina contenente il ferm e11to e ca1Jace di deter111inare la sindrome di Gordon; i11oltre inietta11do leucociti di sangue umano p·i·ovocò · il) uno su due conigli Utlla sin(lron1e ei1cefa]itica mortale. 1~-r i ed111ann i1ega che l 'agente pato,g eno da lui di1 j1ostrato n e1l n1idollo, m~lza e l eucociti norn1a li sia un viru,s, per la mancanza di passag!SÌ d.a. animale ad animale e per la sua resistenza al trattamento corrispondente al processo di estrazione di Joc kmann-Lockemann (rj petuti passaggi in alcool , etere, g licerina, }Jreci pi tazior1i ecc.); e tende ad unificarlo con 1'a gente detern1inan t·e la sindron1e di Gordon , ~ co l fern1ento di Jockmann che ritien e di origi11e essenzi:l lmerite leucocitaria . lr1 t1n nuo' 0 lavoro del 1934 van Rooyen )
[ANNO
XLII, NuM. 41]
1989'
SEZIONE PRATICA
ve11do iniettat(J il midollo osseo di un caso Jj leucemia acuta n1ieloide, conferma la possi, bi]it.à di provocare con c1uesto mezzo una sindrome tipo Gordon; riporta nuovi casi di esatto resµo11so fornito dalla proYa b iologica, che egli rinvenne positiva nel 75 '}~ di casi di m. di J{odgkin, e rileva l'assenza di rapporti tra parl.icolarità i~tologiche della ghiandola iniett2 ta e esito della reazione. 'Tan llooyen continua lo studio già avviato da (~<)rdon della proprietà dell 'age11te encefalitogerairo delle ghiandole linfogTanulo.m atose·, rileva11do: la grande importanza del ph nelle sospensioni p er la loro patogenicità, con l'optimurn tra 6,8 e 7,3, inattivazione a 5,6 o 8 ser1za possi·bilità di riattivazione aggiungendo ' ~1lca li o acidi la resistenza a bassa tempera tura -- la re5i5tenza ai raggi X (a 10 unità dosi eritema) - la adsorb ibilità da parte di p·a rticelle di carbone e di sostanza cerebrale di co11iglio norn1ale - l'aumento della pa~oge-· nicità del materiale per opera di processi autoliti0i ·- la non patogenicità per piccoli cani e galli - la duhl)ia patogenicità per il furetto la ]JOSSibilità ai produrre nuovamente la sindrc1111e con nuove inoculazioni in conigli già guariti. Lo ~tesso Van Rooyen conferma la scarsità dei reperti istolo·g ici nel sistema nervoso degli animali, nega Ja presenza di inclusioni cellulari e riesce a dimostrare la fil trabilità per cande lu dell 'agente patogeno. Conclude rilevando la µ-rande difficoltà di intesrpretare la natura deIl ' agente pat.oge110 e riaffermando l '~mpor Lanza diagnostica della reaziorLe. In una comunicazione dell 'apri'l e 1934. 1 preE$O la ftoyal Society of ~ledicin e, Gordo·11 accenna a risultati negativi nella scimmia e pur inf'istendo sull'importanza della sua cc reazio11e etiologica » tanto nel carrtpo della clinica che della patologia, si mostra molto p·iù cauto nell 'interpretazione della nat.ura dcli 'agente patogeno e dei suoi rapporti con quello ri11venuto da E"1iedmann nel midollo osseo umano, che egli stesso avrebbe confermato anch e 11e1 n1idollo costale di un orso e di un leopard1J. lit Italia, esse11<lo già in corso le nostre esperie11ze, Bortolozzi, in una pTima comunira1.ione presso la Società Medico-Chirurgica di Padova (l 9:i4) riferisce l'assenza di effetti probativi della i1rova di Gordon in due casi di m. di Hodcrkin ; in altre due comunicazioni (193'±-35), invece, con cernenti un altro caso, conferma la prova di Gordon cl1e avreLbe ottenuta anch e cort ghiandole fissat(l in forn1aiina al 10 % per 40 ore, e, ('l
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associandosi alla op1n1011e di Gordon, ri ti Pne trattarsi rii urt virus filtrabile, legato al1'e tiologia del linfogranuloma maligno, malat.tia sicuramente infetti, a e diversa dalla tubercolosi. A q11cst ·ultimo proposito è degno di nota il fatto che in Francia Sabrazès, Chuiton, !\1ausé e Laport (193-1) essendo riusciti a iso1::.re da tessuti l:i'.nfogranulomatosi senza lesioni tubercolari apparenti (mediantie filtrazione pP-r can.d ela, passagg i ir1 ca via e culture in Loe'-.\ e11stein) bacjlli alcool-acidoresistenti di tipo ' 'icino a quello dei mammiferi, no n hanno ottenuto co·n es.si la reazione biologica di Gordor1 nel coniglio e nella cavia. 1
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Le nostre esperienze si son o svolte sec-011do i
5e~ue11ti
indirizzi: I . Saggi di controllo d~lla r eazione di Gor:ion in casi ·Ji. malattia di Itoclgkin e altre n1alattie ghiandolari. II . Tentat~ivi di ottenere la stessa r eazione bi(ilogica con .1 ltri me·zzi o con altri metodi.
III. Tentativi di tras1m issione della sindronle da anima le ad animale. l V. Ricerca di eventuali slati immunitari negli animali aventi superato la malattia. V. Studio istologico del s. n ervoso degli animali affetti dalla sindrome..
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I. Inoculazìone nel coTViglio, cavia e peciora di sospensioni ghiando'fJari provenienrti: 1) Da un caso che presentò
vita una sindrome clinica completa di m. di Hodgkin ad andamento acuto con febbri elevate, il cui r eperto biopsico fu in favore di detta malattia , pur non essendo state rinvenute che scar se cellule giganti e non nettamente riporlabili al classico tipo Sternberg, e il cui reperto autoptico confermò la diagnosi. 2) Da un caso ch e presentò in vita una sindrome clinica di m. di Hodgkin ad andamento acuto co11 febbri elevat e ql1olidiane (oltre a intenso prurito, tumefazioni ghiandolari in quasi tutte le stazioni linfatiche, accentualo tumore di milza, leu cocitosi neulrofila , localizzazioni scheIE:Lrich e molto estese, Yertebrali, iliache, omerali); il cui reperto bi op·~i co mise in evidenza un tessuto di gr a11ul azion e con fibrosi, eosinofilia , assenza cl i rell11le di Sternberg. Il r eperto autoptico oltre a co11fermore. le gravi ed estese localizzazioni ghiandolari e scheletriche, mise in evidenza localizzazioni poln1onari , milza di aspetto porfido, fegato fittam ente cosparso di nodu1i rnigliariformi, e islologicame11 le nella milzai nette zone di tessu lo luberco1are con tipiche cellu1c di Langhans e necrosi, ne] fegato noduli granulomat o i di aspetto somigliante a n. tubercolari. L-0 tuclio i tologico di questo caso, non è ancora co n1pletato . i11
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« IL POLICLINJCO >J
3) Da u11 caso di lubercolosi ghiandolare del collo con fluidifi cazio11i e r ep erto biopsi co tipico tubercolare in g iovan e soggc llo ·cor1 scar sissi1ne 1nanifes lazioni febbrili. 4) Da Ul1 caso d i tuhercoJosi ghiandolare sen za fluidi ficazion e, co11 r eperto bi op sjco ti1)ico in un bambino di dieci an11i con localizzazioni pol1nonari J)ilalerali (eSJ)ettorato posilivo) grave d eperimenl0, scar si si111e elevazioni febbrili , evi<lcnle s laito anergico. 5) Da u11 caso di LulJer colosi g hiandolare del collo irt sog·ge llo ad ull o con cl ev:tte i11anifest azioni febbrjli , sen za fluid ificazione e con r ep erto biop sico Lipico. 6) Da un ca o di Unfad e11osi cr onica leu cemica, confer 111a Lo i s lol ogica111ente. 7) Da un caso cli inielosi cro11ica leu cemica, con 200.000 leu coc i li i1el san g u e, srnza m anife·.st a zioni febbril i e co11 cl1iaro re1)erlo is tologico . Nel caso 1° furo110 jn ocul nli dl1e conigli con la sospensione d el le .. suto gl1i and ol are subito
dopo la confetione., allri rlue furono inoculati con ' ] a s leti a so 1)e11sione dopo ol to gior11i di 1)er1nanenza ·di quest a ii1 g·l1iacciaia a - 2° C. l c.:01.ig·li della })rirna in ocuJ azio11e J)re·sentaro110 la lleLt a sinto111atologi a cli Gordo11 d op o circa 12 g·iorni ; cli quelli clella inocul azione clOJ)O gl1i acciaia tino m orì p oco dopo p er causa n on J)recisata, l 'altro presen 1/> i pri111i si nlo1)1i òopo c inque giorni. Dei tre ani111ali re idui , òue n1orirono a distanza cli dieci-sedici g·iorni dall 'i11izio della malattia, con parapleg ia co111ple ta, il l e rz0 ch e, oltre all a paraJllegia presenlava tipici l11ovi 1\1e11 l i di i11aneggio e j n coordinazio11e, fu sacrificat o. Circa i r eperti au toptici nt1ll 'al lro fu rinvenuto oltre ad unçi ÌJ)er en1ia d elle m c11ing i d el sis te1na nervoso c en Lrale; furono prel eva ti p ezzi per s tudi i s tologici e p er inocul azio11i i11 altri conigli. Nel ca o 2° a) I11oculazio11i dì sosp en sione, di g hiandola prel evata in vita, eseguite i11 tre riprese su otto conigli e q11attro cavie, nel cervello, nel cervello e ven a, nel cervello e p eri loneo , e in ver1a o peritoneo esclus ivam ente, e se11do s lala lasciata l a sosp en s ion e i11 ghiacciaia 2 , 4, 7 gior11i. Due conigli nlorirono poco dopo 1'inl erYento per causa non preci ata, u110 morì per ascesso . so ttocutan eo; deg1i altri quelli inoculali i11tracer ebralme nle cun o e11za inoculazione endove110sa , presentarono l a i11c1rome con inizio <1 1 due elle fig ure inter cal a le son o ri1)r odo l li due ronigli con indron1e di Gordon. N. B .
[ANNO XLII,
'ul\1.
41 )
a quallro g iorr1i do1)0 l ' inoculazione; quelli inoculati solla11to 1Jer Yena o peritoneo nessuna si11to1nalolot;in clopo due n1esi di osservazione. ì\egli ani111a ti morti o sacrificati reperti autoptici e J)relevan1e11ti come n el caso prececlenle. U110 cli ques ti ani1nalì aYend o presenlato una s i11l on1a lolog·ia più lieve, Illigliorò fino a raggiungere la quas i completa guarigione. Delle cavie tre moriro110 rapi<la111e11te, una })er E·111orragia cerebrale secondaria all 'interve11lo, due p er cause n o11 precjsa le . La superstite che P.ra stala i11ocul a1t a 11el cerYello e p eritoneo }Jresenlò d opo sei g iorni u11a evidente paralisi degli art i J:ìos teriori, benchè co11 si11to1ni i11eno r1etli rispetto ai conigli , e morì rlopo clieci gior11i clall 'inoculazione. Nulla di r1otevole fu rilevato macro co1)icamente all 'aulOJ)Si.a, furono eseguili prel e va1ner1ti p er ricer cl1e istolog·ich e 1e ulteriori iJ1oculazioni . b ) Inocu\l azione cl i sospe11sione di gl1ianclole es lratle dal p azie11le subito d opo morte se11za co11latti co11 liquidi fissa lori. Furono esegui Le in 1
quattro co11igli : in due i11 Ye11a e cervello , in due solo in cervello rispe l liva111e11 te clO!)O due e dopo . 8 giorni cli •p er1nanenza cl ella sospe11si?ne in ghi.ac·ciaia. I primi due_ animali dopo tre. g 1or11i ebbe ro l 'inizi.o della s1ndron1e ch e rag·g·1u11se l'.l sua 111assin1::\ espres ione; d egli altri dt1e uno n1orì p er cau ~ rt i111precisabile, l ' él ltro })rese11tò la sindro1n«~ dopo sei g iorni. Ancl1e qui r epe rti aulop lici e preleva111en li con1e sopra. ~Ie11tre n ei conigJ i preced enti-, la inoculazione i11lracer ebra le era st ata da 0,4 a 0,6 cc. di sospensio11e al 20 %, altri clue conigli del peso ciascuno <li Kg. 1500, furono inoculati con la ·stessa sospensione, i11a n ella quantità ri spettiva d.i O,~ e 0,2 cc. Jleaziorte pos iliYa in an1bedue gli an1mal1 d~po ol: tre 15 giorrti di co1npleto b~nessere e perfino d1 nu111enl o di peso corporeo; la si11dron1e raggiu11se la sua n1assin1a espressione. Inoculazione intracer ebrale cli c1nc . 1,50 ed endovenosa di eme. 2 d ella stes·.sa sospensione i11 una giovane peco ra risullato nega l ivo ancora dopo tre n1esi di osservazione. Nel caso 3°: I11oculazione d.j 3 conigli in cervello e vena o soltanto il cervello di sospen sione ghianclolare' (prelevamento per l)iopsia) dopo quallro oo-ior11i di con ervazione . in g hiacciaia. Ri ul lato n egativo dopo due 1nes1. Nel caso 4°: Inoculazione di clue conigli rhspettiva111ente in cervello e i11 cervello e vena di sospens ione g l1iandolare (prelevamento per biopsia) dopo 4 g ior11i di con seryazione in gh i acria~a .. Dopo ~6-18 g ior11i gl i ani111a]i pre entarono segni d1 p ar esi d e-
IANNO
XLII, Nu1v1. 41]
SEZIONE P RATI CA
gJi ar ti i11ferior i e raggiunsero u 11a sind r o111e del t utto simile a quell a di Gordo11. Moriron o d opo 7 o 8 g ior 11i d all 'inizio d ai fatti m orbosi . Nel caso 5°: Inoculazio1le id enticame11t e al caso 4c _ Un conig lio morto i primi g iorni per cau sa 11on precisata, l 'altro tu tt or a vivente e ·san o d op o d u e nlesi di osserv azion e . Nel caso 6°: Inoculazio11e d i due conigli i11 cer vello, e in cervello e· ven a, cli sospen sion e g h ian dola r e (prelevamento p er b io psi a) d op o 5 g iorni d i -c on ser vazior,e jn g hiacciaia . l{isulta t o n egatiYo d oJ)O d u e m esi . Nel caso 7,,: Inoculazione in cervello di d u e conig li b1Bn chi d el p eso di cir ca 1400, gr ammi con sospen sion e g hiandolar e (prel eva rne11 to p er b iopsia) . U 110 d ei conig li a m1nal ò il secon do .~orno con sindro1ne nlen in go encef alitica car att erizzat a d a fe bbr e, dep er im en1o, rig idità, trem ori, par esi di tutti e quattro g li a r t i ; inorì d op o 4 g iorni con l)& r al is i l i tut ti g li arti , p erdit~ di uri11e e feci . L 'altro conig lio d op o 5 o 6 g iorni am malò con Bint o1n i d i deb olezza deg·lj ar ti infer iori , che andò a u 111en tan do p rogr essi Yame11te associa la a tr em ori d i g r an J)ar le d ei m u scoli cl el corpo e contratture accession ali . Morì d'o po 6 g·ior11i co11 par aplegia li p o Gor don e per d ita di urin e e feci . 1
II : -
1: Inoculazioni
n ella
came r a
an\Ler io r e
del! 'occhio d i co n i g lio.
Reperto n egativo in qua ttro animal i con sosp en f:i o11i g l1ianclola ri élei p azienti n . 1 e n. 2, ch e aveYano dat o la s indrom e per vj a en docer ebral e. 2) Inoculazio n i i n t r acer ebrali e i ntravenose n ei conig li d i mater iali n o n, ghiartd.olar i t r atti d al paziente n. 2 i n vita e su bito dop o m or te . a) Sangue p r elevato in p eriodi cli p ir essia , i11 oculato i rL quattro conig li intracerebralmente
ed endovèn osamen te (0 ,8 cc. e 4 cc.) subito dop o prelevam en to o dopo 7 g iorni di g hiaccia1a a - 2°, essendo st ato aggiu n t o citra to so<lico in p r op orzion e d el 0 ,25 %, r isulta t o n ega tivo d OJJO due m esi d i osservazion e . b) L iquido cefalo r ach idi an.o inoc11lato in tracerehralmente (0 ,8 cc.) e endovcn osam ent e (cc . 5) in d u e conigli . Risul la lo n egativo d opo 50 giorni di osser vazione. e) Ne r vi p er iferici, t ron chi p rincipali e branch e t erminali d el crurale, fem or o cutaneo e cu taneo p er onier o. E ~ tra lti in brod o inocula ti in due co nig li, d opo sei g iorni di p erm a11enza in gh iacciaia, in cer vello e i11 vena; 11n animale m orì dop o p ochi g ior n i per cau sa n on precisat a, l 'altro a oltre 50 g ior11i d alla inoculazione incon1in ciò a p r esentar e i primi sintomi dell a in alattia ch e g iunse alla par a plegia complet a. Si riser viam o, appen a avr em o la p o·ssibilità, di con t r ollar e q u est o importante risultat o. <1) Cute: Inoculazion e end oven osa ed en docerebrale d i estra tto in b r od o in ò ue conig li <lopo sei giorni di g h iacciaia. Rapido d in1agr am en t o e 111orte d op o tre g iorni di u11 coni glio sen za l a si11clr on1e car atteristica, d imagr arnen to lent o n el1·altro con morte dop o Yen tici11que g ior n i senza ~j n tom i n ervosi ; r eperto autoptico n egativo macr o·scopicamen le. Impossib ili là d i al tre inocul azioni a cau "a ti ella gelificazione d ell 'e·str a tto. e) T1 egato: Inoculazion e en doven osa ed eJ1docerebrale d i sosp en ion e in brodo in <l ue coni gli. Perfet to sta to d i alu te per q ui nd ici g iorni, dopo
1993'
17 e 20 g ior ni inizio r ispettivo dell a sint on1atologia ùi Gor don , ch e r aggiu11se in a1n b edue l a su a comrlet a e pressione. l\lf or le d egli anirnali d op o sette giorni d i mal a tti a, r ep erto autoptico e prelevam ento come n ei casi preced enti. Inoculazion e soltanto intracer ebral e in un coniglio d ella sosp e11sione d op o 18 giorn i di p er man en 7.a in g hiacciaia, r eazion e positiva dopo 12 g ior n i con si11drome con1pleta. f) ;VI. ilza : Inoculazion e t1 i sosp en sion e endoven osa ed endocer ebr al e in d u e conig li : uno morto poco d opo p er cau se n on precisat e, I 'altro, ottimo st at o di salu t e per 17 g iorni, quir1di inizio della p araparesi ch e r aggiunse la su a massi1na estrinsecazion e fino .a p erdita di feci e urina. Morte dopo set te gior 11i d i m alattia . Sospe11sione esegu it a scegliendo l e p art i d i milza m acr oscopicamente più lese, essendo st a to il tessu to a - 2°, per 8 giorni , inoculazion e di 4 co11ig li solo int r acerebrale; uno in or to p er cau sa n on precisata, t r e· p resen taron o l a sin drome com p leta con inizio da 8· n 10 g iorni do,p o l 1i11oculazion e. Reperti au t optici l)Osi tivi solo per lieve iper en1ia d el s1st e1na n er voso , preleYan1en ti con1e sopra. 3) I noculazione di sospensione d i leucociti t r atti da san.gue d i leucemi a m ieloi<le cr onica. L a sosp ension e fu p r epar ata 11el segu en te inod o: def ib r ina1.ion e del ·san g u e, fillrazion~ per gar za, cen t rifuga zion e, aspirazjo11e d ell o str a to leu cocitar io, sospen~ione d i dett o ma t erial e n ella proporzion e d i 1 a 5 i n brocl o st er ile pH 7, l . Sospen sione di l eu cociti p roven)enti dal ·~aso n . 7 inocula la intracerebr aln1ent e 1n due conigli diede dopo circa 10 giorn i s1nt omi m eningo-encef alitici i n u n o d ei conigli, con liev.~ par apar esi , che si an dò dilegu an do n ello spazio d i 15 g·iorni; l 'altro conig lio n on r isentì consegu e11ze. Profi t tand o d i u n alt ro caso (n . 8) d i mielo·si cronica leu cem jca con 1 70 .000 leu cociti nel angu e, e nel q u l le, per man can za di t umefazioni g hiand olari, non si pot è eseguire la inoculazion e di sospen sione g hian dolar e, furo110 inocul ati intracer ebral1nen te d ue conigli con sospen sione di leu cociti c·seguita secondo la tec nica sopra òescritta. Uno di q u esti animali, conj g lio di g r . 1400, g ià dopo due g iorni cominci ò a presentare sintomi m e1tingo-en cefalitici con tremori , con tratture accesion ali a carico degli arti e dei muscoli d el collo, p ar esi d egli arti inferi or i fino a paraplegia com p let a con per d ita di feci e urina. Morì d opo 6 gior n i d all 'in i zio cl el mal e. L 'altro an im al e, coni glio gri gio del peso .di 1450 gram m i , comi11ciò a pr esentar e i primi sin t omi n1 orbosi dopo più lungo JJeriod o <li t em po, e cioè dopo 9 g iorni; il d.ecorso della 1nala t t ia fu meno r apido, r aggiunse t utt avi a l a p ar apl egia complet a e mor ì dopo circa 15 giorni clall 'inizio ciei fatti inorhosi. III. -
1) I noculazioni di sospensione di sostanza1 cer eb r ale "l;>ulbar e e midollar e P..rellevate da. animali morti o sacrificali in piena sintoma:tologia, in cervello e vena, in ce11Jello, in pe r itoneo,
in nu1ne rosi conig li e cavie non dieòero alcun risultato per la indrome di Gordort. 2) I noculazione della sospensione, di cui sopra, in, cam era an ter ior e nell ' occhio di coniglio: ri8ultato negatiYo: 3) Passaggio della sospensione cli cui sopra in. testicolo di coniglio: modica passeggera tumefazione dell 'orga110, i11oculazione di sospensione
1994
cc IL POLICLCNICO n
testicolare dopo qualtro e sei giorni in cervello .ed in vena di al tri animali, risultato negativo. 4) I noculazione in ce rvel lo, vena, peritoneo, di sangue, di sospensione (anche previa sos1la in gliiacciaia), di milza, fegato, r eni, surreni di animali affetti dal la sindr onie : su 15 coni gli inocu-
lati reperto n egativo dopo 50-60 giorni di osservazione.
IV . -
Inoculazion e intracerebrale e inl r aveno~a di sospensione ghiandolare p atoge na mista a siero di coniglio quasi guarito dalla sin drome di Gor do1i. Miscela di due parti volu1ne di sospen-
s ione con una di siero t enuta per 2 ore a 37° prima clell 'inoculazione; il co11iglio, clopo oltre venti giorni di comple to benesser e comin ciò a presen tar e i primi sinlomi e morì con la sindrome complet a. Questo ritardo d ella sindrome polrebbe essere impula lo a ùin1inuita ailività della sospensione ch e essendo stata eseguita circa venti giorni prima e tenuta in ghiacciaia, inoculata quindi in animali di conlrollo mo·strò effetti Jneno pronti e costanti. V. - I rep er li i stologici del cervello e mido llo spinale degli animali affetti da. sind r ome di Gordon, ·sono quantitativan1ente n1olto vari, talora
molto scarsi t a11to nel cervello ch e n el midollo, in eYidente sproporzione co11 l 'intensità dei sintomi presentali j11 vita dall'animale; qua]itativamente corrispòndono ad un processo no11 soltanto di m eningo-encefalite, come i precedenti autori hanno scritto, bertsì iii meningo-encefalomielite, con infiltrati parYicellulari più o meno cospicui , interessa nti le ineningi e propagantisi negli strati ·superficiali del cervello e nel midollo spinale, dove tali infiltrati si raggruppano specialmente intorno ai vasi a guisa di manicotlo. Si 11otano inol tre talvolta piccole zone cli necrosi a carico della sostanza grigia cerebrale e midollare, e alterazioni r egressive a carico delle cellule nervose ch e special' men le in corrispondenza delle corna ant eriori del tnidollo dorso-lombar e, consistono in alterazioni più o meno marcate della tigroide, atrofia, ecc. La sindrome da n oi osservata negli animali ch e
corrisponde a quella tracciata a gra11di lir1ee da Gorclon può esser e più partjcolarmente descritta c:om e segue. L 'inizio dei fenon1e11i morhosi può esser e segnato da sintomi irritativi cerehr o-1r1ielo-meningei rapJ>resentati da rigidità degli arti posteriori ed even tualmente anche d eg·Ii arti anteriori e della 11uca. Tale rigidità può essere accessionale. La rigidità degl i arti pos teriori determina un evic1ente impacc io nei movin1enti deambulatori , essi arti posteriori sembrano distaccar si co11 difficoltà cìal suolo, si inarcano a con cavità verso l 'interno nello sforzo eseguito dall 'anim ale, e si portano poi in avanti come di scatto. La rigidità degli arU anteriori e della r1uca , se si manifesta, rapidan1ente scompare, mentre va sempre pil.1 tle1ineandosi e accen l11andosi 1a paralisi degli ar l i posteriori . Ma spesso i -sintomi spastici iniziali mancano, e allora la prin1a manifes lazione della ,m~ lattia, oltre al costante dimag ramento dell an1ma]e è una lieve ma evider1te oscill azione deambulatoria da un lato e ùall 'altro delle articolazioni coxo-femo1ali per paresi dei muscoli delle coscie e del baci110 , acco1npugna la , anche per la paresi dei muscoli clel resto clell 'arto , d a s tr iscia-
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mento dei m eta tarsi sul su olo, cl1e viene come sp azzolato dal pelo dell 'anim ale (steppaggio). Qu esti disordini nello spazio di 4-6 giorni si vanno accentu ando : l 'animale deambula ste11tatamente, avanza con g li arti anleriori e trascina gli arti posteriori estesi o sen1iflessi, 1nentre le anche oscillano ora da una parte ora dall'altra det erminando spesso la perdita dell'equilibrio e la caduta su di un la to del corpo. P.rogredendo ancora la malattia il coniglio finisce per non muover si più e giace su di un lato del tronco poggiandosi sul st1olo con gli arti anteriori , mentre gli arti posteriori ri1nan gono im1nobili e rigidi in estensione e adduzione, e le loro masse muscolari vanno rapicl amentP verso una inarcata atrofia. In questo stadio terminale, n el quale l 'animale può anche sopravvivere per m olti giorni, si h a r1ei casi più gravi perdi La di feci ed urine. Oltre a quesla sin lomatologia principale abbiamo talvolta visto comparire nei prin1i stadi o anch e negli stadi intermedi : movimenti di ma11eggio, nistag1n o, atteggiamenti di inclinazione della testa: tremori, at assia con tendenza a devi azione del cammino . ·Nella cavia, come afferma Gordon, la sir1lom atologia è meno n e tta e ricca: oscillazioni deambulatorie del bacino e strisciamento sul suolo degli arti pos leriori in genere più accentuato da un lato o dall'altro. Possono aver si anche qui · sinlon1i i rr1 tali vj spastici iniziali. CONCJ... USIO NI.
1) È stata constatatCJ n ettan1e1n te positiva la
lJrova biologica di Gordon ne lla malattia di IIodgkin con nlanifestazioni ghiandolari ge11eralizzate e decorso acuto febbrile e ciò con inoculazioni di sospensioni ghiandolari nel conig lio e cavia tanto cerebrali e intravenose insieme, quanto con sole inoculazioni intracerebrali. 2) La con servazion e in ghiacciaia della sospensio1n t3 di g·hiandole o di altri organi, o di frammenti di questi stessi organi (prin1a di eseguir e la sospen sione), facilita generalmente la prova, sopratutto ab1b reviando il periodo intervallare tra inoculazione e inizio della sindrome. 3) Anche in altre maJattie interessanti i tessuti ematopoietici e quindi le ghiandole lin fatich e, si ·è potuto constatare mediante la inoculazione nel coniglio (in tracerebrale o intracerebrale e intravenosa) la insorgenza di sintomi en ecefalitici o meni11go encefalitici che possono presentare un decorso rapido , quasi tumultuari.o e term.i nar e con paralisi dei quattro art i e di gran parte dei muscoli del corpo, un decorso meno rapido con istallazione finale della paraplegia del tipo descritto da Gordon, o un decorso mite con sintomatologia di paraparesi lieve e passeggera. Tali ri sultati sono tati ottenuti da noi per primi: n) inoculando sospensione ghiandolare
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di tubercolosi ghiandolare con necrosi n1a .senza fluidificazione; b) inoculando sospensione ghiandolare di n1ielosi cronica leucen1ica; e) inoculando sospensioni Q.i leu c.o citi tratti .dal sangue d el sorggetto leucemico mieloide al quale ora si è accennato, e di altro soglgetto malato d ella stessa malattia. Non è stato ottenuto alcun risultato positivo co·n inoculazione di n1ateriale ghiandolare proveniente da altri due casi di tubercolosi ghiandolare con necrosi., senza fluidifi cazione, ..e da un caso di leucemia linfati ca. 4) _l\bbia1no dimostrato che la sindrome ·fli Gordon può ottenersi non solo con g hian·dole, 1na an che con milza , con fegato e con nervi (per questi ultimi ci riserviamo ulteriori controlli), dei pazienti anche con sola ino·Culazione intracerebrale nel coniglio. In questi casi specialmente se gli organi non hanno ·suhìto soste in ghiacciaia, i periodi interval1ari tra inoculazione e inizio della sindron1e possono essere molto lunghi con completo benessere dell 'anim.ale. l'articolarmente importa11ti sono i nostri risulta ti p.o sitjvi con fogato, poichè se 'F ried · ri1an11 0ttenne una sindrome . simile a quella <li (~ordon inoculando artche n1ido,llo e n1ilza ·di u omo normale, egli ebb·e re·p erti co·s tanten1ent e negativi con fegato umano normale. 5·•1 Non abbiarno riscontrato al,c;un evi.der1t.e rapporto tra tip•i cità di aspetti istolog ic i di rrt. di Ilodg1ti11 in ghiandole o in altri orga1ti e positività di .reazione. 6J La prova è stata ne·g ativ.a iniettando sangu e, liqt1ido cefalo rachidiano , cute, del soggetto, cl1e presentò invece positiva la rea.zior1e con ghia11do1e, milza e fegato. 7) (~on m3teria le ghiandolare è possibile -0t.tenere anche nella cavia la sindrome di Gordon con la sola inoculazione intracereb·r ale, i risultati sono tuttavia meno netti e la mortalità d egli .anin1.ali prima dell 'inizio della sindrome è elevata in gran parte con sintomi gravi di meningoencefalite. · 8) Nel cartiglio abbiamo ottenuto prova positiva con sindro1ne completa anche con ino.ru]aL,ione intracerebrale di cc. O, 1 di sospe11 sio11e al 20 %· ~) In una g iovane pecora inoculazione intrar:ere.b·r ale e intravenosa di so -~pensione g hiandolare patogena pel coniglio nessun risultato clopo tr~ n1esi. 10) Nessun tentativo · di passaggio da anin1nle éld animaJe ci ha dato risultato positivo. sia i11oculando sospensioni di so8t anza cerebrale e di midollo spinale (porzione dorso lom~
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SEZIONE PRATICA
bare) di coniglio e cavia malata, in cervello, in ve11a, perìto11eo, camera anteriore di c.onig lio, sia inoculando in cervello, vena, peritoneo ài conigli dosi cospicue di sospensioni di altri tessuti (sangue, milza, fegato, reni, surreni) di anin1ali malati. Anche il passaggio di sospensione di sistema nervoso in testicolo di coni.glia fu privo di risultati. 11 ~ Non abh·i amo avuto tìnora nel sar1gue di animale, : he su1però la sindrome, <limosi razione di potere neutralizzante verso I' agen1e patogeno d ella sindrome stessa, contenuto in sosp ensione gl1iandolare. 12) I stologicamente il i}rocesso morboso rtegli animali con siste in una nleningo-encefnlomielite con infiltrati specialmente perivasali, zone di necrosi e· alterazioni regressive a carico delle cellule n ervose del ceryello e ll1 idollo. Tutte queste alterazionj si p·r esentano ir1 grado mollo variabile e spesso non proporzionate alla sindrome presentata in vita d<ll] ·a nin1ale. 1
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CoM1"tEl'iTo. . Le sindron1~ ~revocabili negli .a nimali , speCJa ln1ente con1gl1 , co n sospensioni. g·hiandolari cli malattia di Hodgkin, di tubercolosi ghia11dolare , di leucem ia mieloide cro:o.ica, con sospensione· di leucociti provenienti da sangue cfi leu cemia mieloide cronica, sono anatomicament e riportabili ad alter.azioni ineningoencefalorr1ielitiche di intensità molto varia e sp esso non proporzionati :ii sintomi p-resentati in vita dall'animale. . Circa l 'agente o gli agenti etiologici , s i può dire che· la inancata trasmissibilità d 'anirr1.qle ad anim<.. Ie tentata da noi con ogni mezzo, è dato di grande in1portanza per far ritenere cJ1e nor1 si tratti di infezione. E somman1er.1te difficile muovere sup·p osi1ioni at lendib·i li circ.a J.a natura precisa di tale <> di tali agenti , inquantochè anche volgendo la n1ente ad a ltre ipotesi (es.: quella di fern1enti: Friedma11) taluni fatti , come la possibilità di ottenere la sindrome col pieno svilt1ppo anche mediante quantità minime di sos1>e11sio11i attive e dopo lunghi periodi intervallari di pieno benessere tra inoculazione e fatti i11orbosi , riescono di difficile spiega• :r.1one. Co1nunque si voglia con siderare la questior1e, è certo che sindromi del tutto simili a quella di Gordon so110 ottenibi li anche con n1idollo ossr.o e milza di talu11i animali n orrrL<lli e con inid0 llo di leucen'lia acuta (Friedn1an ed Elkeles, ,·an Rooyen J con ghiandole
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« IL
POLICLINICO »
tub·er colari , leu cemicl1e mieloidi cr oni ch e· e r o11 leucociti di leu cemici cronici mieloidi (P at erni e Maroncelli); pertanto la prova biolog i.ca di Gordon perde il su o valore specifico e qui11di la sua irnportan za pratica. Rimane aperta p er m erito degli studi di Gordon una in1portante serie di prrob lemi biologici e p atcilogici ch e scaturiscon o dalla constatazione di simili agenti e11cefalitogenici n egli organi d1 anima li normali , in organi e t essuti provenienti da i11alattie varie dell 'apparat o en1atopoietico. 1
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m ente p erivasali, focolai di 11ecrosi , alterazio11i r egr essive a carico delle cellule n er vose cer eb1r ali. e del midollo spinale. L 'insieme dei risultati riconferma impor tarrti clati contro la natura infettiva di questo ordine di fenon1eni , toglie valore· specifico alla i)ro va di Gordon per la diagnosi di lt1 . di Ilodgkin . .BIBLIOGRAFIA.
M. H. Rose R esearch on L y rriphade n om a 1932. Bris tol, John vVright an<l Sons; Brit. Med. J ou rri., 1933, I, 641 . V AN RooYEN C. E. Brit. Med. Journ. , 1933, 1-50 ; ibidem , 1933, I , 644 ; ibiòem , 1933, II, 562 . 0 GILVIE R. F. A van Rooyen , Lancet , 1933, II, 641 . FR1EDMANN and ELKELES. Brit. Med . Journ ., 1933 1 II, 1110. FRIEDi\I ANN u. Brit . Med. Journ. , 1934, I , 517. BoRT0Lozz1. Minerva Medica, 1934-35. G o nuoN
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RIASSlTNTO . _Gli AA. con fern1an o la IJossibilità di ottene re la sindron1e di Gordon con sospe nsioni ghi andolari provenienti dalla M. di Hodgk i11 an cl1e iniettate in quantità minime, e otte11gon o Ja st essa sindrom e anch e con sosp en sioni di milza, fegato ed estratti di n ervi periferici (per questi ultimi g li autori si ripromett ono ulteriori controlli) di soggetto morto con diag n osi di m. di H odg kin m a ch e ist ologicam ent e presentava an ch e nette ed estese alter azioni tubercolari. Ottengono nei conigli manifestazioni di m eningo-en cefalo-mielite con si11dromi d el t ipo Gordon , m ediante inoculazione intracer eb-rale, con o senza concomitante inocu lazion e intravenosa , di sosp en sione di gl1ian· dola tuber col are (sen za fluidificazion e), di g hiandola di leu cemia mi.eloide cronica, di leu cociti pr ovenienti dal sangue di due casi di leu cemia mieloide cronica. Risul t::tti n egativi otten gono : con inocula zio11i, n eg·Ji stessi animali e per le1 stesse vie, di liquido cefalo rachidiano , sangue, estratti di cute provenienti dal caso su accennato ch e oltre ai segni della ~f. di Hodgl{in presentò all 'indagine anatomica spiccate lesioni tubercolari con inocula zion e intracer ebrale di ghiandola leu cemica linfatica croni ca ; con iniezioni in cer vello e ve11a di g iovane pecora di forti quantità di sospen sione g hiandolare atti.va pe) coniglio ; e con tentativi di trasmissione della 1nala Ltia da animale ad animale (inoculazioni di sos µ en sioni. cli cervello , midollo spinale , orga ni ii1terni , inoculazioni di sangue, passaggi 1)er testicolo di coniglio di sospen sione di si~Le ir!a n ervoso). Nessun potere n eutralizzante evi.dente riscontran o n el siero di un coniglio quasi gu arito dalla n1ala ttia rispetto a sospen sion e ghiandolar e attiva. I tologicam en te 11egli anin1ali colpiti dalla n1alattia sperimentale, segni di m eningo en cefa lo n1 ielite con ii1fìltrati lin focitari s11ecial1
OSSERV.A ZiONI CLINICHE I S TI'l'lJTO DI C LINI CA CHIRU RGI CA G ENERAL E DELLA
R.
UNIVER S IT_~ DI
Mo DENA 1
Diretto·r e : prof. P. !f 1o·R1 •
Su alcuni casi di corpi estranei metallici (aghi, spilli, chiodi) nel tubo digerente. clott..
1\ NnRE A
FERRE1·rr, assistente ' 1 olontario .
La letteratura d ei corpi estranei n el tubo diger ente; è ricca dei casi più svariati per nu111ero e qualiLà dei corpi inge.r iti . Il più spesso l 'ingestio,n e avvien e in sien1e· con gli alimenti o per caduta involontaria del corp,o estraneo in faringe e consecutivo p a::;saggio a ttraver so l ' esofa~o in s~auito a movin1enti rif!f.ssi di deglutizione . La ~orte di tali corpi è in stretto rappor to C()n la possibilità o n1eno di percorrere l 'esofago e giunger e n ello stomaco, p er la molto ma ggiore probabilità ch e ' Ten gano em es i con le feci l1na volta su11erato i] cardias. Questo p er ch è l '~so fago offre il m aggior nu1nero di cau se d 'arresto per i suoi r estringim enti fisiologioi (cricoideo, bronco-aortico, diaframmatico) ed anche p er ch,è la tolleran za ri.ell 'esofago è molto minore ch e n elle altre por zioni del tubo gastrico intes Lin ale ove, d 'alf.rn parte, l 'inte:vento chirurgico pr esenta min ori pericoli. Sebbe11e sian o stati osservati a lcuni casi di arresto prolungato n el] 'esofago en za gravi disturbì, an ch e per m esi , (Morone, Masotti , Pre· di eri , Ahbè) è ormai indiscu sso. per l 'acco rdo di Lutti gli osservatoTi , ch e app en a constatata In p resenza e per sisten za de1 corpo estran eo
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XLII, NuM. 41 ]
qut,tlunque ::;f\gn1enLo dell 'esofa.go st esso il te11Lativo di est.razione è ap!pieno giustificato. Questo i)erchè, se il corpo è settico e di na · t ura organica, conseguenza temib·ile e frequente dell 'arresto è la formazi one di ascessi e fle111n1oni esofagei a tipo gangrenoso, con facile diffusio11e al mediastino e con secutive lesioni irrep·a rabili. Se ir1v ec.;e il co,r po è di su1)erficie liscia e . ' . . . no11 org·an1co conseguenze cosi gravi &1 ver1fi ca1io r11eno freiquenteinente se·b ·h en e si abbiano sen1pre, dO])O qualch e te·m po, manifesLa2ioni infian1n1atorie ed alterazioni a tipo necrotizza11te de.Ile •p areti, esofagite, pe·r iesofagite, distruzione, con conseg·uen ze talora molto gra·vi per gli organi e sistemi circostanti (specialmenLe per il mediastino}. Ad ogni n1odo l 'arresto prolungato del corpo e·straneo, aI.tche nelle condizioni meno sfavorevoli, si è :.iimostrato causa di processi ulcerati vi della parete eso fagea con con segue11Le retraizione cica triziale e formazione di restringin1e11 t1 di varia g ravità. lnoltre è ri::;aputo che l 'estrazione per via orale riesce con discreta facilità, sotto il controllo dell 'esofa go·scopiio o dei r.a ggi X, allorch·è l 'ingestio11e è avvenuta da poco te1111Jo, tJuando cioè. le pareti. non so no infiammate o disi11tegrate; riesce difficile invece e pericol0sa quando il pro·cosso infiammatorio è avan7.ato per la fa cile diffusione in profondità, tanto per le 111.anovre praticate attraverso la ])OCCa (Caslag·na, Pazzi , r ,asagna) quanto per I aggressione chirurgica dali 'este·r no (Forgue, He11le, Enderle.n). Le preoocu_i.,"\(lzioni del medico· diminuiscono notevol111ente qualora il corpo estraneo abbia raggiunto lo stomaco perchè in tal caso l 'indicazione prev.alente è di attendere, anche a ]ungo, i11 quanto la tolleranza del viscere è 1nolto g rande (Don.a ti, Bianchi , Troiano) co111e g rande è la tolleranza dell 'intestino , attraverso il qt1.ale si effettua con n1olta fa cilità l 'elimi11.azione 5-pontanea (Gavazzeni). Questo i11fatti avviene sempre se il cori)o è t1nico, più o n1e.no rotondeggiante, di superficie liscia, di· volume ridotto; se invece i corpi estranei sono nurrterosi, irreg·olari , di volume. o peso n1olto rilevante possono es~ere tratLenuti n ello stomaco per ostacolo n1ec<:anico. al passaggio nel duodeno o p er defor1nazìone e disten sione dell 'organo stesso così da re11de-re difficile l 'imbocco n el p+i loro. (Troiano, ·u tili , \v~inslow , Gri.inst ein) . TutLa\'Ìa in questi casi si p1u ò veTificare un a ~uccessiva elin1inazione col vomito o colle feci ~11che a dista11za notevole di tempo per la sopravve11uta possibilità di varcare il piloro.
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1999
SEZ CONE PRATICA
Naluralme.n te l 'attesa è inutile e l 'interven· lo s'impone qualora la forma ap1Juntita e la Jung·h czza eccessiva del cor1)0 facciano presu1nere· l 'impossib·i lìtà de1 passag·gio attraverso 11i]oro e duodeno ; llel quale ultin10 , J)er la sua fiss.ità, per le sue angolature , per la lunghezza di pocl1i centimetri delle varie sue parti, pruò avvenire l 'incun ean1ento del corpo con successrva uloerazio11e e pe·r forazione della parete , ciò ch e viene fa vorito dal decubito, dalla peristalsi , dall 'elasticità delle p·a reti tese, sulle e· stremità del corr-o est1~ar1eo stesso (Arrigoni, l·Couston , FiescJ1i, l1ighetti, · Bellucci , Bianchi , f' or1li , Pig11atti ~Iairan o). Oltre e.b e n el duodeno, sebbene più rara111enLe, j corpi Astranei possono i11figger si n ella valvola ileo-cecale o nell'ap pendice, determiIlélrtdo o sin1ulando una sinto.m atologi.a perito· 11eale. Nalur.aln1e11t e l 'arreslo avviene più facilr1t6'I lte 11elle se.di citate, specialmente se il corpo è appuntito o scabro, ma può avvenire anche i11 ogni altra piarte del tubo intestrn ale. Ad ogni mo.do si f>UÒ affermare in linea di 1rtassi1ri.a ch e il tubo dig·erente a valle del duocleno toller a con. n1olLa facili tà la permanenza cl j corp·i estrane·i per qualunque ragione tr.at1enuti, ancl1e se infissi n ella mucosa, e riesce g·eneralmente a liberar sene. Si p uò affermare inoltre cl1e. di fronte alla g·randei mag~g·ioranza dei casi in c ui l 'elin1iIl.azio11 e è spon tan~a rarissimi sono i casi di ' r.rresto pTolungato e di comip.Jicanze ch e ric:·h iedono l 'ìntervento del chirurgo (Gavazzeni). 1 A con.ferma di ciò,, espong·o sette casi presentat.i si .a lla n1ia osservazione in questi ulti111i ten1pi: trr, per ingestione di ag·hi da cucire, due per ingestione dì spilli di sicurezr.a, due per ingestione di chiodi . In sei l 'eliminazi on e a\rver1ne spontanea1r1ente per via naturale mentre in uno fu nece:;sario l 'inter vento cl1irurgico. 1
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CAso I. -- . B. G. , di anni 16, da Formigine, calzolaio. Entra in Clinica Chirurgica il 21-11-1930. Nel po111eriggio del 20-II-1930 mentre parlava in ghiottiva inavvertitame11te un chioclo da scarpe della lungl1ezza di circa tre centimetri ch e t eneva tra le labbra. EJ.>be la sensazione del passaggio rapido attraver so l 'esofago e poi l)iù nulla. Si fa ricoverare per il timore di com plir.anze. Esame obbiettivo ge11erale e locale: nulla di abnorme a carico clei vari organi . 21-II-1930. I Esame r adiografico : presenza di un chiodo n el ceco. . 22-Il-1930. II Esame radiografico: identico reperto. 23-11-1930. In seguito a somministrazione di purgante oleoso il chiodo viene emesso con Je feci. CAso II. - F. L., di anni 9, d a à'Iodena. Entra in Clinica chirurgica il 26-IV-1934.
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2000
« IL P OLICLl.NICO »
Nel n1a lli no cl el 26-I''--1934. h a ingerilo u11 ago d a cu cire ch e t e11eYJ tra le labbr a. Pur 11on avendo accu sa to alcun clis lurbo Yie11 e ricoverata per u11 e a n1e di accerta111e11 to e p er la 11ece sa ria sorYegli anz~. Esame obbiettiYo gen er al e e iocal e : Nulla di a J)11or111e l · carico d ei Yari or ga11i . 27-Iv"-1934. Esa1ne radiografico: prese11za di un ago da c u cire n el colon trasYer so, presso l 'angolo spl e111 co. 2 -IV-1934. L 'ago vie11e elin1i11ulo colle feci . 29-IV-1934. L a paziente v iene di1n essa se11za ch e a])bia 1nai accu s1.t o alcu11 di sturbo .
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[.A.NNO XLII, Nu~i. 41 ]
Nel mattino d el 23-IX-1934 h a ina l1iotlil o u110 SJ)illo di sicurezza. Dopo qualch e c~lpo <li t osse con su ccess ivo arres to ctel r es1)iro così cla i11tiJl10rire i parenti per il sosp e t lo <.li soffocazio11e il ui111bo h a r ipreso il su o asi:>el lo normale ser1 za 11iù accu sar e dis turbi di alcu11 ge t1ère. Es1.me obbie lliYo ge11erale e locale : 11ulla di t!l) 11orn1e a carico d ei vari or g·a11i. . 24~ IX-1934. Ore 12. I esan1e r acliografico : spillo d1 si curezza, aperto, co11 l u tt a }Jro))abili tò 11ell 'a8cend ente (Yedì ~igura 2) .
CAso III. - F . C., di a1111i 20, cla Soli era, sarta. E ntra i n Cli11ica cl1irurgica il ~]-\i· -1934. Nel 1nat ti110 cl el 20-V-::934 a tl e11Lleva all a })r ova di u11 abito le11e11do l1J le !a hhra 1111 ago da cucire. In eg ui to ad u11 col po d i tosse , durante l 'i11s1)iraz io n e, l 'ago C1(lcl e in fari 11g·e . La 1)azie11le cercò cJj lra ll e 11ere il pii1 a lungo J:.'OS i])ile il r es piro ecl og11i al tro 1110Yin1 e11lo, fi11ch è, J)er un at to i11, olo.:.1lario <li <l egluli zior1 e l 'ago p e11etraYa llell ·e ofago E11 za J1ÌÙ cl J r E eg11i d i sè. ~e l l)On1erigg·io del 21_, ._J 934 }JCr l a co111parsa di n1 8~lì co lo lore 11el qu:l(lr a11le s ureriore <l j sinis lra 1
f (l ell 'add o1ne la pazier1le si fa ri coYerare i11 Clinica cl1irurg·ica . E a n1e obbie lliYo ger1er ale: 11ull,1 di ab11or111 e a carico d ei Ya ri o rg·ani . E a111e obbie l liYo locale: n1odico d ol ore alla pal1)azio11e dell 'ipoco11drio si11is tro. No11 s i avYerte dife a 111uscol are. 22-v~-1 934. Or e 10 (circa 48 ore dopo l 'inge li o11e dell 'ago e r irca 24 ore dopo la clefecazione avYen ut a a d o1nic i1io) . 1° esarne r adiogr afi co: }Jr esenza di u 11a cru11a d 'ago n ell a seco11da porzion e d el tra Yer o (vecli fig. 1). 22-V-193·1. -Ore 17. II esa111e r adiog r afi co : la l' ru11a i lrov:i. i1ella flessura si11istra. 23-V-1934. Il d ol or e accu sat o d all a paziente è orn1ai sco 111J.1 arso. 26-V-1934. III esa1ne r adiografico : il corpo estra11eo di d e11 i là 1nelallica i1011 è più vjs ibil e. 2 -V-J 034_ La IJazie11te vien e dime·ssa i11 coml)]e lo he11e er e. CA ~ o IV. - B. R., di a r111i 3, da ì\fofl e n 3. E11 lra i11 Cl irl ica <'l1irurgica il 23-IX-1934.
IC.
2.
24-IX-1934. ()re 17. II esa111e r artiografico : lo &j)illo si t rova i1ella fless u rJ. rlestra. 25-IX-1934. III esam e r adiogr afico: prese11 le 11elI ascende11t e. 26-IX-193-!. •_sa rne radiografjco : i>rese11 te n el! 'ampolla retta1e. 26-IX-1934. ·J r~ l8. l~ miss i o ne spon tanea dello ~p ii lo -:on .ie f:;cj.
l''
CA-;o V. - 8. Z., di .111ni 13, ci !:J Soliera, n1od.is la. Entra i11 Cli11ica chiru rgica il 29-:XI-1 934. Nel pome rigg·io d e] 2 -XI-1934, m e11lre ~hiac t J1ie rav3, durante urt t i11s pi1n1.io112 profo11cl a i11g hio ttiva un ago ria cu r i rt-~ ch e l1' n 6Ya ir;:l l e Ja])Lra avvertendo11 e il pass:iggio a ttraver so l 'esofago fino jn corri spon ~l e 111.!l dell a 1or,~ b 2 tt a ster11ale. Dopo di ch e n on eb})e più acl accu sar e dj sturbi O· se11sazioni ab11ormi. Esame obbiettivo gen èral e e· locale : 11ul!a d i ab1tor1ne a carico d ei Yari or ga11i. l-XII-1934. I es31ne rad iografico .: si vede l 'ago presso l a flessura d es tra ò el <'olon , Yero i111ilmente nel colon.
fANNO XLII,
Ul\I.
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2001
SEZIONE PHATICA
1-Xll-J 934. La pazien le accusa dolori spo11ta11ei, violenti, in corr1sponcle11za della fossa iliaca d estra dove si rileva m ar cata iperes lesia cuta,11 ea e la palpazione è molto dolorosa. Difesa addomina!e. La pazie11le inoltre riferisce di aver emesso dalla bocca per tre volte di screta qu antità di sa11gue. 2-XII-1934. Persjsto110 i dolori spo11tanei e pro\'OCati. La palpazione è clolorosa st1 di una zona circoscritta all a fo ssa il eo-cecal e. 3-XII-1934. II esame r adiog rafico: si Yede l 'ago 11el ceco (vedi fig. 3) . 4-XIl-1934. Emissione spontan ea cl ell 'ago co11 le fE:cj. I dolori sponla11ei e provoca U so110 din1inui Li .
20-111-1935. Esame r ad io..,copi co: si velle l'ago n ell 'inles ti110, 1)robalJil1n e11le nel t e11ue. 21-llI-1935. La pazie11le ha eli1ni11ato il chiodo con le feci . VII. - P. R. di mesi 3 d a Casinalbo . E11lra rtell 'Is tituto di P a tologia chirurgjca il g ior110 lIV-1933. I ge11itori riferisco110 ch e il gior110 30-III-1933 aYeva110 n1esso 11el le llo del 1)azje11te u11 uo fraLelli110 di circa 3 a1111i , co111e di abitudine . CASO
\
FIG.
3.
L 'iperes lesia e l a dife a 0110 evid e11li J1ella fossa iliaca d es tra i11 prossimità d ell u SJ)in à iliaca 1n1leriore superiore . Nor1 vo111ilo o è fpf)})re. Alvo e e! i u.r esi rego I ari. 6-XII-1934. Esse11do J3, ir1ton1alologia d escri lta quasi sco mpar sa si clin1ette la pa zien le. ll-XII-193•1. Viene ricoverata di il"uovo per la ricomparsa di rlolore conUnualivo 11ell a fossa ileocecale, in prossimità d ella spi11a ili aca antere-superiore. 1 ei gior11i segu e11tj i si11Lo1ni si dilegua110. 24-XIl-1934. La pazie11 le vie11e <li111essa in <'Om ple lo be11essere. CAso VI. - B. I ., di a1111i 24, da ~!oc.lena, clomes tica. ' ' ie11e visitata a1nbu latoria rnente il giorno 20-111 -1~35. Nel malli no del 20-111-1935 ba i11 geri lo u11 chiodo l t111go circa tre cen lin1etri. . Esame obbiettivo generale e l ocal e : 11ulla di abnorn1e a carico dei vari or gani.
FIG.
4.
Pochi n1i11uti clo_tJo, d a una s la11za Y1c111a, u dirono un respiro s ler loroso ch e li allarmò. Accor si i1n1nediata111 e11 te v irl ero il l)iccolo pazj ent e cianotico, affn1111alo, i11 preda a sofiocazio11e. Sollevat o d al le tt o il pi cc ino si ripre e i11 p ochi 111inuli senza JJÌÙ n1a11ife lare alcu11. dis turbo. I ge11itori, p er scrupolo, inlerrogaro110 u])i lo il · fratellino maggior e, il qua le, olte11uta l 'assicura zio11e ch e i1on arebbe s la lo punito co11fe ò òi avergli tol tn d all e fa scie u110 pillo da ])J ]ia e di RYerglielo posto in boçca, c11it1. o. I ge11itori allora, preoccupati , dopo aYer co11s talato ch e l o spillo i11ancava r ealmente d alle fascie fecero dapperlullo Je !Jii1 accurate ricerch e co11 esit o 11ega livo. Richieser o quindi iJ co11 iglio <li un n1edico, jl qual e, incr edulo 1)er lo la to nor111ali ss in10 d el ba111bi110 , u ggeri di te11erlo i11 accura la o servazio11e ed eYe11l u alrn ente richi eder e il gior110 uccessiYo u11 esa1ne radiografico. I ge11ilori, aYe11c10 i1ola lo ch e il ba1nbi11 0 i aljmen tava regolarn1enle e cl1e le fun zior1i d ell 'i11..
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e< IL POLICLINICO »
l{•s ti110 erano normali, si decisero a portarlo nell 'Ospedale di Modena soltanto il giorr10 l-IV-1933, cjrca 48 ore dopo il fatto. l -IV-1933. L 'esame obbiettivo non fa rilevare alcunch è di abnorme a carico dei vari organi. J -1' ' -1933. Esa1ne radiografico: presenza di uno spillo da balia nell 'inteslino, con tutta probabilità nc11 't1ltl1T' .\ parte Jcl tent1e. Una più attenta osservazione fa riconoscere che lo spillo è spezzato ver so la punta, la quale trovasi in una porzione l)ÌÙ alta del tubo digerente, con tutta probabilità r1ello s toma.co (vedi fig. 4). 111 considerazio11e dell'età del paziente, per il Lìmore cli comµlicazion i, si decide l 'intervento chicurgj c.o al fine di estrarre lo spillo in totalità. l -IV-1933. Intervento operatorio: narcosi eterea, laparaton1ia meclia11a; aperto il peritoneo si localizza lo spillo in corrispondenza della parte terminale J el 1enue. Si pratica una piccola incisione· previa emostasi digitale e si procede a~la estrazione del corpo estraneo. Sutura della breccia. La ricerca della rimanente parte dello spillo nell 'inlestino riesce negativa, mentre sembra di poterla localizzare in corrispondenza dell'anello pilorico. Si pra.tic1 qui una piccola incisione ma, una volla aperto: il corpo estr aneo ·sfugge sotto le dita e non è possibile ritrovarlo. Sulura della breccia e dei piani sovrastanti. La parte di spillo estratta, lunga cer1timetri quattro e meZl':», è arrugginita ma resiste notevoln1ente al~e manovre che si far1no per spezzarla. 2-IV-1933. Le condizioni del bambino, che erano state abbastanza buone, vanno sensibilmente pegg-iorando per la comparsa di catarro bronchiale diffuso. I famigliari , contro i] parere dei medici, lo portano a casa.
Dal! 'osservazione e dalla criti ca dei casi ri·feriLi appare quindi log ico dedurre: I ) Anche i cor1)i estranei appuntiti e di f0rn1a allu11gata (spilli e chiodi) ingeriti vengon o eJimina l.i con discreta facilità attraverso le vie naturali (casi 1°, 2°, 3°, 4°, 5°, 6°), ed i risentimenti da parte· dell'intestino, anche di una certa gravità, reg·rediscono in modo com11leLo c1ualora sia .a vvenuta la elin1inazione del corp·o estraneo (caso 5° in cui si deve ritenere aYvenuto un risenLimento del ceco con riperC'US ione sul f 'erito11eo e regressione rarpida e loLa le de i sintomi'). 2) Corpi estranei metallici , sottili ed apJ>u11li Li, po sor10 fratturarsi nel tubD digerente (casi 3° e 7°). Qt1e to è il fatto più in1portante da osser' rar i 1>er 1'eccezionalità dell'evenienza. Infatti J1011 i11i è stalo p.o ssibile rintracciare nella letteratura la descrizione di casi similari . Ho cretlulo di poter affermare con sicurezz~1 c1 l1e la frattura degli aghi· è avvenuta in ambeduf i casi dopo I 'ingestione (pur rico110 c o11do la stranezia dell 'eve~nto e la difficoltà di ·piegare causa e meccanismo di rottura) 1 ~e r la fa cil e ooclusione del dubbio che le aff err11azioni ri·s u!tanti dall 'anamnesi possano non ris1)011de re a verità. Infatti per il caso 3°
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XLII, NuM. 41)
~i potreb b·e avai1zare I 'ipotesi che l'ingestione 0
del corpo estraneo ia stata soltanto p.arziale in quanto l' esame radiografic o di controllo 11a fli111ostrato la prese11za nell'intestino della sola éruna d 'ago. Credo ohe, ad escludere tale· supposizione ed a convalidare· l 'affern1azione che la rottura sia avvenuta nel tubo digerente, valgano i seguenti motivi: a) le affermazioni della paziente furo·n o sen1pre precise e non si e·b bero mai contradflizioni, durante l 'i1tterrog·ator.i·o p1iù ac:e urato. b) Il fatto avvenne in presenza di altre perso11e ol1e ne testimo niarono la veridicità. e) Non si può trovare un motivo sufficiente per giustificare la simulazione, in quanto la paziente era µsichi can1ente normaliss.i'ma e i>on avrebbe l)Otuto ricavar e alcun vantaggio cla lla simulazione stessa. d ) l 'elimi11azione della parte mancante riuò essere avvenuta insiemie con le feci emes~e i 1 giorno pTecedente l 'esarr1e radi•ografico di controllo. Per il c1aso 7° invece, vole11do sottilizzare, ~i potreb1be supporre che l 'introduzione dello f'pillo fosse avvenuta in due tempi distinti. Anche questa s upposizione viene esclusa f.a cil111ente per i motivi che seguono : a) il fratellino ha confessato la sua colpa dopo aver chiesto ed otteinuto dai genitori la assicurazione che non sa r ebbe stato punito, s.e·gno della sua capacità a riconoscere il grave errore comn1esso; perciò si deve pensare ·che non l '.avre.hb·e volo·n tariamente ripetuto. b) l'affermazion e del fratellino fu subito pronta e precisa ne 1 senso di aver posto in bocca al picc~lo pazie1n te lo spille chiuso e quir1di intero. e) trop1po breve fu i'l tempo intercorso tra i I 1r1on1ento in cui i due bimbi furono lasciati soli ed il momento in cui i genitori udirono i ~ingulti del paziente. d) una sola volta i genitori ebbero la sensazione che fosse avvenuto qualcosa di abnorme; d0po di che a ccorsero ilmn1ediatan1ente nella s tanza constatando la sofferenza del hin1bo. In consegu enza delle suesposte argomentazioni si deve quindi amn iettere che l 'ingestior1e del corpo metallico fu totale in ambedue i casi e che la frattura av,renr1e nel t.ubo digerente.. Riesce ora diffi'cile spiega.r ne la causa ed il • l11eccan1smo. Si deve senz'altro escludere ch e gli agenti fisici e chimici, in condizioni di normale resistenza del corpo estraneo, possano determina1
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re &in1ile evenienza. Questo perchè la forza ~viluppata dalla muscolatura del tu!bo crastro irLtesti11.ale non p uò evidentemente. pro·du~·re la f~at!.ura di uno spillo che offre una presa sc.ar~1ss1ma ed uria resiste·n za di n1olto superiore alle possibilità deJla peristalsi la quale si svolgr i1el senso di far IJirog·redire il contenuto iu1estin.ale, evitan,d o s1.>·a smi e·d azioni locali. I11oltre non si può ammettere che i su cchi gastrici, p·e r la presenza di acido, clori'd rico , · abbiano intauato e modificato la compagine del 1netallo riduce11done la resistenza in n1odo che La peristalsi normale .a bb ia det81~n1~nato ia frattura stessa. Questo per il fatto· che i corpi estranei poterono soggior11are soltanto p·o c.h e· ore nello stomaco e per la dimostrazione sperin1entale d<t me otte11uta cl1e un ago da cu cire, nuovo ed intatto, in1n1e r so in su cco gastrico normale per 48' ore a ten1.peratura 37° non ha p1resentato alcu11a rr1odificiazione della su.a r esistenza. Per le ragioni suesp oste credo più accetta])i le l 'ipotesi ch e la con1pagine d e·l lo sp·i llo fosse. alterata già r~rima dell 'ingestio11e . cosi ccliè sia b\a stato a det.ermi11arne la frattura l 'azione dei fattori mecca11ici e chi1nici su citati ' .normaln1ente i11sUJflìciente. Tale ipotesi ,è co11vali.data inoltre dalla c onstatazìo11e ohe il frammento di &p1illo estratto rhirt1rgican1ente· si presentava arrugginito; Sf' bbene la sua re::;i ste11za a1 g li sforzi com1rJi u Li i1er speLz.arlo t;ia stata notevole si pu1ò credere che in corrispo11de11za della frattura esist esse il punto più debole. .N on si può avanzare alcuna ipotesi a spiegazione de] m eccanismo di frattura peT il caso 3° perchè no n fu possibile conoscere in quale segmento del tubo digerente essa avviene, 111entre per il caso 7° si può supporre che lo spillo, ai:·ertosi n ello sto111aco, sia prrogTe1djt.o con la pur1ta attraverso il pi·l oro eventualrnente infiggen·dosi nella parete del piloro stesso, Tnentre la p·a rte r estante· si trovava lib·e ra ' ' 11ello stoma~o. P er tale molivo potè avvenire ch e la punta dello spillo , durante una contrazione del piloro , rimanesse immobilizzata come, in u11a 111orsa }Jer.n1iette11do alla peristalsi gastrica, 11~lla s ~a nor1nale e\roluzione verso il piloro, d1 esercitare un m ovimento di leva sulla parte dello spillo che si trovava n ello stomaco i11' lerrom1-;endone i11 tal n1odo la continuità n el pu11to m eno resistente. Con1e ripeto , questa è una ipotesi; ed io la e111etto soltanto p erchè non trovo spieuazio0 Jti ·p iù sen1pli ci od evidenti di quanto è avve11 u lo. 1
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SEZIONE PRATICA
DEDlJZIONI TER..t\PElJTICHE.
. La statistica rife·r ita conferma dunque l 'opiI)1one i)'re-valente degli AA. di attendere anche a. lungo in ogni caso di corp 0 estraneo inbaerito, dopo che sia giunto n ello s tomaco, per ~a grande tendenza alla risoluzion e spontanea, in crue11ta, dei casi anche più impen sati . Attesa .armata, però, con sorveglianza diretta del (~l1irurgo e diagnosi radiologica di localizzazione eseguita ripetutamente al fine di inter ver1ire a colpo sicu.r o qualora si manifestino gr a' :i segni di lesioni p·a rietali o peritoilleali. Rarissime sono· tali com1}licanze te·n11ibili, con1e rare so110 le indicazioni di i11tervento i1nmediato, ciò ohe è avvenuto per il caso 7° soltanto in oui l 'intervento fu d eci'so immedjatantente per due motivi sopratutto: 1° l1=tà del bambino e co11secutiva grande difficoltà a riconoscere· rapidan1ente eventuali serie complicanze per lesioni .g·ravi dei visceri. 2° Compli'cazione sopravvenuta per la frat1ura del corpo estraneo con presunta i11 fi ssio. ll e d e.Ila punta nel piloro, così da r enderne molto difficile iJ passaggio n el cluodeno . 1
RIASSUNTO. L 'A., do po aver riferito le 01)i11ioni 1Jrevaler1ti circa il n1on1e11to e le indie.azioni peT i'n tervcn ire nei vari e.a si d 'inge tione di corpi e~tra11ei, riferi sce la storia clinica di 7 casi f>re·~ ntatìsi alla su a osservazione. 1' ~1rticolare intere~se., per Ja loro eccezionaJit?l ~ offro11c1 2 casi in cui si deve ritenere avvenuta la .frattura del cor110 estraneo metallir.c dopo l 'ingr,st.ion e. (Casi 3° e 7-0). Nel caso 3° 1'esan1e radiografico ha rnesso i11 evide11~a so~tanto un framm·ento d el co,r po estrari eo i11 gento (.ago da cu cire) per cui si d e.ve ritenere cl1e la parte mancante sia stata eli1ni1lalt altrav-~tso le feci prr ima d ell 'esa111e radiogr afj cc,. ~-rJ caso 7u invece la d0cume11tazio11e radiog rafi ca e chjrurgir...a din1o&L ra cl1iar a n1ente ch e il corpo estraneo (spillo da balia) è spezzato in due. frammenti di cui uno è fi sso press) il })Il oro e ] 'altro ha pro~·redito fin f)Jess:1 il cer.o. L '4'\, inoJtre cerca di· spieg·ar11e causa e mec~ C<lJ1J• SlllO . La descrizione dei casi è docume11tala dalla rit•r<)<luzione di 4 radiografie. 1
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BIBLIOGRAFI1l.
Arch. It . di Chir., 1934. BErJ.ucc1. Arch. di Radiol ogia 1935. BIANCHI. Arch. It. di Cltir., 1933. D 1 VESTEA. Policlinico, Sez. Prat., J02G. ARRIGONI.
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2006
« IL POLCCLlNICO »
La cli i r u rgia clell'acldome. Arch. It. di Chir., 1934. · F onNI. La Radiologia m ed., 1914. F'nA · c 11 r. Policl i11ico, Sez. 1>rat., J 912. GANGOLP.EIE. Maladies de l 'ésopliage. Baillièr e, 1912, P aris. GAvAzzeNr. La R adiol og. n1ed., 1~27 . GnuN TJ~TN. Zenlr. f. Chir. , 192 . GursEz. Soc. cle Chir. , Paris, n ov. 1921 . l ..1AS AC A . P oliclinico, Sez. Pra l. , 1927. MA1 n A o. Arch. It. cli Chir ., 1924. MAsorrr. Policlinico, ,Sez. Pra L., 1924. MonoNE. Resoconto Soc. ~led. Cl1ir., Pavia, 1920. P1GN \TTI. lbicJ., Bolog11a, 1921. PHEDTERT. Boll. Soc. Med. Chir.. Pavia, 1917. B. 1caErrr. La Clin . Chir :, 1926. 1'norANO. Policli11ico, Sez. Prat., 1924. TJLI. La lladiol . i\ilecl., 1929. ''' !~ LO\Y. Annals of surg., 1929. D ONATI. F1E CHJ.
SUNTI E RASSEGNE D IF TE R I TE. Sul p1·oblema delln. sieroterapia antidifte• r1ca.
(F . v. '.13oRMANN. Me.dJiz. J(linik, 9 agosto 193'5).
Da quando l 'effi cacia del siero antidifterico è . tata 1)0 la otlo un egno interrogativo, mol-
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ti . . 0110 . . la ti gJi studi speri lne11tali , le o . . servazio11 i cli 11 ich e ed e1)idemiologicl1e tendenti n ri ~o l\'ere il proble111a di cui è intuitiva l 'im1por· La11za pratica e teorica. Co"'ì, n1entre il De Rudder co11 idera il trionfo e pide1niologico del siero olo quale appare11 te, dovu to più ch e altro al fallo di t1n a variazione s1)ontanea del geni o ef.·idemico. v .è t.utta tina ~erie di autori (Bingel Hol t i11ger ed ~ Itri ), J1er i quali i su·cce si t erapeutici del ._ iero a11tidifteri co sono do,ruti al fatto cl1e con e. . o ' 'ie11e realizzata la proteinoterapia a pecifìca; la terapia stimolante secondo que ti potrebl1e e... ere effettuata anc h e da altri prodotti 11iretoler apici, coi quali si sarebbero ol te11uli ciei ucce "i di creti (Alker ecc.). Il CO illribut o dell 'A. è co .. tituilo oltrechè aa os . . er' azion i clini co- tatistich e anol1e da un a .. eric di ricer cl1e sperin1entali. Le 11ri1r1e deporrebbero i1er l 'efficacia del t ratlar11cn I o i.ero tera pico ( e11za ·p r eg·iudicar e . t1l suo J11 odo d 'azione); ·b a .. a11do i .., ull a . . t ati.. t ica di 235 ca._ i di dift erit e raccolti in 7 anni di os ~ o r' azione l '1\. 11a potuto co~ tatare co111e la n1orlalità i11 e i fosse in rappo rto inver o a Jl a precocità di an1n1i ssione all 'ospedale (e quindi a c1t1ell n dcl lrattan1e11to): difatti es a è nulla o qt1a$i J)er i casi aiunti in 11rir11a o . econda g iorna ta; è di 7 ,30 e 32 % i1er l 1ammis ion e ri . 1). i11 ter za, q11arla e qui11ta gior11ata ; rd è di 50 ~~ ])er i ca. i trattal i an ora più tardiYn111enl e. 1\11cl1 e la .....~raYit à del -decor..,o i è l1rc.. c11lata in 111odo analogo. Que. ti dati co11ful(\rc')l1l1ero la te i, 11er co ì dire, ei1ide111i ologica; 1
I
XLII,
[A NNO
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NU.l\I,
con essi peraltro n on viene ri olto il prob le1na d el fattore curati\ 0 n ella sieroterapia. Nell 'inlento di chiarire l 'in11porlanza del fattor e specifico o aspec ifico del trattamento, snno state istiluile delle ricerche su cavie, n elle quali veniva provocala la difterite congiuntivale; una parte degli animali è stata trattata (dopo la con11p·a rsa dei primi segni di dif· lf.rite) con 1 ente. di siero co11ten ente 50·0 U.I.; ad un 'altra veniva iniettato 1 em e. del siero i1orn1ale di cavallo (conten ente 0,02 U. I. per cn1c.), una terza parte d·egli animali dovette . servire da con trollo. I risultati di tale e i)eri enza conferrr1arono l 'assoluta effi cacia del i ero pecifico col quale i è avuto 100 % di guarig·ioni ; esse d 'altra parte misero in eviden za anche il notevole valore curativo del siero di èavallo adoperato, col ,q uale si ebbero più di 50 ~~ di guarigioni, n1entre n el lotto di controllo la mortalità è stata di 80 %. In e perienze successive col siero normale di cavallo ve11iva sempre saggiato il potere antidi fterico di que to; ed è stato rilevato che anch e quando questo conte11eva O, 01 U. I. per cn1c., preservava una certa 1p ercentuale d egli animali dalla morte; si è visto che con siero di attività di una U. I. per em e. n essuno deg·li ani1nali occombeva all 'infezione. Per escludere con1pleta111ente l 'e\ en tuale partecipazione di fattori a pecifici, l 'A. si è servito, in\'ece cl1e di iero n ormale, ·di siero a11tidifteri co co11tenente 500 . I. per r111c. diluito con soluzione fisiologica e i11iettato in proporzione di 0,02 -0, 01 l T. I. per cn1 c ., ottenendo gli stes· si ri ultati cl1e con u11 cn1c. di siero norrnale di pari a tti vità antidifterica; n1entre quando 1'attività di questo ultin10 era di 1 : 20·0 U. I. un em e. di que to rimane\'a sen za effetto. L A. con clude quindi cl1e il potere curativo del siero normale, rileva to Jlell e e r:·eri en ze precedenti, era dovuto no11 all 'azione a pecifìca delle 1)1'0teine, n1a al contenuto b·e11cl1è minimo di anticorpi pecifi ci; quindi, per lo n1eno per quel ch e riguarda la difteri le con giunti vale delle cavie , le proteine a .. pecific l1e ono prive di qual'"' iasi azione lera1)eutica . ella lu.ce di quest e o ervazioni l 'A. cri tira Je e ~ per ie11ze degli alt ri At\ . cl1e va11tano l 'efficacia del siero nor111ale d i ca, all o; infatti CfP asi :en1pre il siero ado1)erato da questi (BingeJ, Hottinger !(oll e ed altri ) conte11eva n1inori o 111aggiori 1quantitil di antito ... ina difterica . Quin di, 1'A. nega crl1 al .. i a .. i u tilit à all 'impiego cl i iero priYo di a11ticor1)i s1)ec ifìci nell a cura della diflerit e. Es. o in . . i0111e a J\raus e Sordelli sostiene il \ alore cural i' o di do. . i ancl1e minin1 e di anticor1)i SlJecifi c1; le .. ue os .. ervazioni ia r linicl1e cl1e s-r·eri 111enla]i de1)orrebbero senz'altro per la rea le i11111orlanza della iero lera1)ia an tidifterica; e se an ch e non 1t1tti i quesili inerenti al r'roble111a })O .. ono con~ iderars i rialti, sen1brere }) ])e ben accerta La l 'im1)ortanza tera I? e t1 ti ea de 1I 'a n l i t o.. i n a .. 11eci fì ea . 1
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[ANNO
XLII,
NUJ.\11.
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Su ale11ni problemi riguardanti la siero· terapia della difterite. (F. v. ]3oRiVLl\NN . "Afed. Klin ., 16 agosto 1935).
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2007
SEZIONE PRATICA
La pericolosità cle1la difterite n ei ten-ipi che preced etter o la scor)erta del siero, derivava 11Dn tanlo da u11 caratt ere di rr1aggior gra\ri là della i11alattia ~tessa, quanto dal ta tto cl1e la terapia a llora att11ata , se11za siero, n on aveva a ]cu11 effetto. A11cl1e ogg·i infa tti il d ecorso dei casi clte no11 ì1anuo ricevuto il sier o o cl1e l 'ha11no ri ce-vuto tro.ppo tardi , è n1olto simile a queJlo <lella dif Lerite a11tesi er o . Del r esto la o~servazi one cl1e d elle l)iccolissime dosi di a11titoss i11a so110 suITicie.11ti negli anim.ali ad ott eJ1ere d ei risul tati terapeutici , d eve far peinsare cl1e il pro l)ler11a clel closaggio del si er o a11lil:lifleri co i1ece:ssit.a .d i una a ccu rata re\risio 11e. Se si inietla no l1 a cor1g·iuntiva di alc un e cavie d el 111aleriale d ifterico, si provoca una infezione n1assiva gr ave: eb·b ene, sono sufficienti dosi i11iìti111e (ii a11titos "'ina e cioè da 1120 a l i l OO di ·u. I. 11er riuscire a salvare a lcune delle caYie del i1eso di 300 gr . Tutti i risultali c.: J1 e si sono fin ora ottenuti, sia n ell 'uon10 che i1elle es1>erienze sugli animali , con i coside tti sieri 11ormali riconoscono la loro origine nell 'azion e delle i1iccole quantità di an Li lo s ÌJla cl1e q uesti sieri verosimi1111ente conte11eva110 (seco11do Bing·el da 1 a 4 U. I. per cer1t. c ub. ). Infa tti le stesse ri cer cl1e ·cl1e l ' A. h .a fatto h anno din1oslrato che il ' 'alare terapeutico attuale era co111pletan1ente iclentico, sia che queste 11iccole ·qu.antità di antitossina fossero sorr1111inistrate per r11ezzo di un siero che conteneva u11a n1inima quar1tità di U. I. per cc. , 8ia cl1e fussero somn1inis trate sotto forn1a di t1na inescola11za del siero nativo con 500 parti di solu zio11e fisiolog ica e quindi pratica111ente pri·va di 1Jrotei1fe: v ien e così ad essere cl-iia rito il s ig11ifica lo delle com1)onenti as1)eci fic}1e del siero clifterico e i)osta in dub,bio la r eale efficacia clell a proteinoter apia nella difterite . {r1 r ealtà è oggi p iù ch e mai vero che il fattore Lerapeulico effettivamente efficace de l 8iero curativo antidifterico è l'antitossina spec ifica : il ritorn o all e dosi piccole di 10002000 l T. T. p·er eia cun ca ~' l1'r oporzionaln1ent e a lla gra,·ità del caso st esso, è la regola a cu i bisog·11erà attener si nel futuro. I ieri )Jt1rificati e disalb,u n1inizzati o co11cenlrati si sono 111ostrati s1)erir11e11talrnente, llella difterite congiunti ·vale- delle cavie e (lei conig-Ii , tera1Jeuti camente n1eno effi caci che i ~ i eri nati,·i . ~ r11olt.o prob·abile ch e nel processo di J)Urifi ca zion e gli .anticorpi del siero ,·engano cla1111egg ìati n ella lor o potenzialità: f. possibile cl1e sia l 'av i dità d ell 'antitos ina che Yie11e acl e sere n1 enon1ata. L 'A. scansi gli a ]le rciò 1't1so dei sieri r>urifi cati o concen-
trali .
VASI SANGUIGNI. La tromboangioìte obliterante (*). La pri n.ia parte del libro è dedicat a a ll 'es1Josizio11e sinte tica, rna oltremodo cl1iara, cli alc u11i concetti generali sulla fìsiopat ologia vasale e sui disturbi elementari del circolo (ipoen1ia, isch emia, i1)er e111ia; acrocia11osi, tron1bosi. embolia , eden1a, g·angren.a, circolazione collat erale). Nella seconda parLe l 'au tore, dopo aver tracciato la storia clell.a tror11boang ioite ob,lit erante, espone l 'a11atomia patologica dell'affezione, sia dal punto di vis ta n1acroscopico che 111icroscopico, riportando delle b·elle e chiare 1nicrofotog·rafie . I11 un capitolo sulla in terpr etazione d elle lesioni i stolog·icl1e Diez trae occasione per s1)eZ· zare una la11cia a favor e del co11ce tto dell 'endoa11gioite ·1)rOÌiferante fJ'i.'i ITl iti Ya , l)Cl'l ~ì. .!1dO invece arg·on1enti contro la teoria infettiva sosten uta da Buerger. Sono poi ri1Jortati i te11tativi di riproduzion e sperimentale d elle l esioni , e specialmente le esperienze di B·ù erge.r e quelle di Horton e Dor sey. Tutte· queste esp31·ier1ze vengono severamente criticate . L 'autore passa quindi a trattare d ei vari fattori etiopatoge11etiej d e]l 'affezior1e. Diez è fautore di una co11cezione etiopat oge11etica eclet· tica. Eg·li con s idera l 'iperfunzione della gl1iandola in t erstizi,a ]e del testicolo come uno dei fattori detern-iinanti fonda111entali d ella tron1boangioite . La lesione iniziale è una arteriolite stenosante , identica a quella descritta n el n1orbo di Ptayn,aud , e Di ez è ù 'avviso ch e il n1or})o cli ]{aynaud si.a I ' equ.ivalente n ell a donna della lron1boangioite d ell 'uomo , e ch e la loro differ enziazione dipenda dai fat tori ormonici. L 'ar1eriolite steno a11te deriva da 11na alterazio11e degenerativa dell 'endotelio condizionata dalle modificazioni u111orali e orn1onicl1 e. La cc endotelite » determi11a la formazio11 e del trombo parietale (com e vuole Buerg·er) o stimola la J)roliferazione e11dote liale o sottoe11doteliale (con1e sostiene V\1il1i\varter). La spina irritativa endova colare r:rovoca imn1ediatamente la co1111)arsa degli spa .. n1i ' ra ali, che, in i eme con le l esioni ostruttive, d etern1inano una i1)oe111ia j)eriferica. Si vie11e co ì a slab1ilire u11 circolo vizioso alla delern1inazione del quale concorrono anche altri fattori coadiuYa11ti: j ] freddo, le alterazioni enclocrine , l 'intos icazio11e tabagica, le intossicazio11i endo.g ene ecc . Segue il capilolo della descrizione eli11ica della n1alattia in cui i , ·ari s in to111i ' 'e11gono detlagliatan1ente pa sati in ra~ segna. Un capitolo veran1ente int ere, sa nte e rom('"') I . DrEz (Libreri a El Ateneo,
G. L<\ C..\VA.
1934).
Bt1eno~
Aires,
2008
cc 1L POLICLIN I CO
i)Ie to è .quello sulla esplorazione fu11zionale d Glle arteri P- . In esso vengono esposti i vari m etodi di studio d ella circolazione p eriferica. Di ciascuno di ,q uesti n1etodi Diez fa la critica e ri1Jorta l 'esp erienza personale , soffermandosi s1j ecialmente sulla « cauda lometria », cl1e pern1ette, p er m ezzo di un apparecchio ideato da Jlewle tt e Zual·ù111enburg e 111odincato da Diez, cli n1isurare la qua11tità di angue ch e in un dato p eriodo di te111vo passa in un arto . Segue un capitolo dedi cato all' evoluzione clella malattia i1ella quale vengo110 d escritte le ' 'arie forn1e cliniche e le con1plicazioni. Con11)Ieto e accurato è il capitolo della diagnosi differenzi ale e interessante anche quello ul trattamento medico e fi sioterapico. Nella terza parte, d edicata alle gangliectomie in11)aticl1e, do1Jo averne tracciata la storia, Diez rivendica a &è la priorità della gangliecton1ia n elle affezioni , -ascolari. E an1ina poi le basi d ell ' appl!cazione e le indicazioni della gang liecton1ia n ella tromboangioite obliterante aff ern1a11do ch e i risultati sono tanto più con1pleti e duraturi quanto più precoce è l 'intervento. · Dopo alcuni cenni ull 'a11atomia e sulla fisiopa tolog ia d el sistema nervoso i1npatico (\ren gono tra l 'altro riportate le ultime vedute sulla motri cità dei capillari), l 'autore lJassa in rassegna le varie 1prove funzionali per mezzo delle quali si può determinare il grado di \ 7asospasmo esisten te nelle l esioni del circolo periferico, dando la i1r eferenza alla rachianestesia. La prati ca di queste prove ha dato risultati uguali a quelli forniti dall 'e perienza chirurgir ": Diez l)ertanto è giunto a lle seguenti conclusioni: 1) nella tron1boangioite degli arti superiori la g angliectomia simpatica è sen1pr e indicata·, 2) n ella forma abituale della tromboang ioite la g ang liectomia lomb·a re è sempr e indicata; 3) nell 'arteri osclerosi degli ar~i inferiori non si d eve perare alc un i·i sultato dalle operazioni vasodilatatrici; 4) la forn1a iperacuta d ella tro111boan g ioite può essere trattata solo con I' a1nputazione. Nel ca1Jitolo segu ente so110 d e critt e d ettag liatan1ente le n1odificazioni fi sio11Jatologi che J)rovocate, s ia n ecrli a nimali cl1e nell 'u omo, dall e gan gliecto111ie si111 paticl1e. l ;n capitolo Yeran1ente inter essante è quello riguarda11te i ri sultati in1n1ediati e lontani della aan gli ecto111ia n ella tro111boang ioite obliterant e. Diez ri11orta una statistica personale di b en 150 o servazioni , il 55 % d ell e quali sono , tate eguite per un periodo di t en1po variabile da 1 a 10 anni d o1Jo l 'intervento. Segue ]a de::;crizion e della tecnica chirurg ica. Diez oper a . en11)r e in anestesia locale, ancl1e per la i1111Ja tec to111ia lon1bar e, e ritiene questo da to cl 'in1porta nza fo11dan1 e11tale nei
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tron1boangioiiici. Eg'li segue la via anteriore per la sirr1patec ton1ia cervico toracica e la via extraperito11 eale per la lon1bare. Brevi accenni vengono anche dati sugli altri trattan1enti chirurgici (si111patecton1ia i)eriarteriosa, arteriectomia, surrenalecto1r1ia, rarr1isezioni, dissociazione fascicolare nervosa, a11astomosi arterovenosa) e sui vari trattame11ti palliativi (alcoolizzazione dei gangli si111pati ci, d elle radi ci e d ei 11ervi periferici, sezio11i i1ervose, legature· venose e arteriose). Chiudono il volurr1e le storie c linicl1e dei 150 tromboangioilici g angliectomizzati , e una riccl1issin1a e veramente co1npleta bibliografia. A. CHIASSERINI.
I metodi moderni di diagnosi e di eura delle arteriti obliteranti. ( VAN nER L1NDEN.
R ev. Belg. des Scie11c. 1 /éd.,
n. 4, aprile 193·5).
La sorte dei n1alati col1piti da a . o. d egli arti inferiori era fìno a pochi anni fa u11 lu11go . . ., ' ., . . ' . n1art1r10, c10 non e p1u oggi specie in grazia d ei n1olti studi d el Leriche. L '.i\. i1e tratteggi.a così le direttive di diagno~i e di c ura . Si d eve anzitutto fare la diagnosi di obliterazione arteriosa, i>oi stab ilirne Ja sede e la estension e, indi decidere la cura . Il quadro clin.ico ·è classic o: un pazie11te p er lo j)iù ulla c inquanti11a, soffre da qualcl1e i11e ~ se o da anni di dolori vaghi alla gan1b1a , d1 cr a111pi al polpaccio , che ~ accent11~no ~on la fatica ; ha un sc11so di freddo sub·iett1vo in tutto l 'arto. Comrpaiono poi disturbi trofici al1'es tren1ità: ipercl1eratosi l)]antare, fenomeni di g lossy-kin al dorso del pi ed e e -a1la cavig lia, caduta dei peli, irregolarità, ispessi1ne11to, e caduta· delle unghie d elle dita, lieve ede111a cutaneo, c ute violacea . Vi sono n1uscoli atrofici, iptonici. II malato va dal i11edico o per .accentuazione dei disturbi o ·p er co111parsa d1 escar e: o ulcerazioni cutanee o per clau1dicatio inter1nittens. J,a dia.gnosi richiede anzitutto palpazio11e accurata dei singoli polsi arteriosi dell ' arto. L'esan1e d e, ,e esser e con1parativo tra i due arti. Poi si farà l 'e ame osc illometrico: l 'assenza di oscillazioni in un territorio indica arresto di circolo in quel territorio; anch e qui ... i deve ripetere l 'indag ine in vari punti e serru1)r e comparativamente. "\?i è poi il terzo mezzo, quello r>iù n1oderno di tutti: l 'arteriografia secondo la tecnica di Dos Santos. Con un ago fin e a pu11ta s111us1:-a si r>unge per via transc utanea la a. fe1norale o 1'aorta e i inietta 30-40 cm·c . di Thorotrrt t aù una pressi one costante di due atn10 fer e. Radiog r afia in1n1ediatame·nte dopo l 'iniezioTl e. T erapia: non può essere etiolog-ica purtroppo. In una serie di c asi, infatti , l 'agente ca usale l1 a tern1inato la ~ua azione quand o . i 1na-
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2009
SEZIONE PUATICA
nifesta la arterite (ciò accade i1ei casi dovuti a en1b olia, congelazione, tr.lu111i, ferì ta arteriosa, legatura). ~ell 'arteriosclerosi n on abbia1110 t era·p ia etiologica. Nella cosi d etta arterite obliterante spontanea ignoriamo la vera pato.g en esi. Oppel l1a e111e o l 'ipotesi ch e nella tro111boangioite obliterante dei g iovani fosse in causa una i1)crsecr ezione adrenali11ica. Sebbe11e ciò no11 sia del tutto }Jr ovato pure la surranelectomia sinis tra ha d ato ri sultati incoraggianti. In assenza di cura causale si deve ricorrere a lla cura si11tomatica: ecco le varie cose ch e . . i 1)ossono fare . Arterioto111ia; simpatecto1nia 1on1bare; sin1patecton1ia periarteriosa; a11este ia d ei plessi sin1pati ci periarterio i e gan glionari. Con questi vari i11ezzi opportunamente celti si l1ar1no spesso buoni su ccessi. L. To~ELLI.
MISCELLANEA. L'allergia tnbercolinica neJle n1alattie infettive acute. (J. S. \i\TEsTWATER . 1'11e Quarterly J ou.rn·al oj 111 edici11 e, iuglio 19:35). La r eazion e intracutanea alla tuber colina sta rupida1nente sosti Lu endo, n ella pratica cli11ica, il veccl1io ed originale m e todo di von Pirlltlet d ella scarificazione cutanea; ond e è necessario stabilire esatt:imente tutti i possi1hili errori iner enti al n1etodo. U n o di. questi, e forse il I)iù frequente, è quello derivante dall 'e ffelto cl1e 11an110 sulla allergia tubercolinir::.. le i11.a la tti e i11fettive acute · è noto infat ti r l1 e alcw1i es.anten1i . e specialmente il morbillo, i)osso110 ten1poraneamente sopprimere la rispos ta ::tlla reazio11e di von Pirquet. Ap'punto perciò è inter essante ricercare la possihil e durata di questa temporanea soppr essione clella risposla a lla tubercoli11a, allo scopo di ~tabilire il valore d ei ri. ultati n egativi quando :-ii tratti ·di fare la diag·nosi di infezione tt1~ b er e: o lare n e11 ·i11fa11 zia. È ciò ch e ha fatto l 'A. praticando la reazio11e di ~1antoux in circa 2000 ca i di 111alattie infettiYe acute, ivi corr11)resi iì n1orbil1o , la scarlattina, la varicella , Ja difterite e la pert.os~e, in b ambini ricover ati 11el periodo 193 1-1933 n el Park H ospital di Londra . Il metodo a dottalo fu di prati.care la reazio11c intradern1ica, all 'ingre~so in ospedale. e cruindi ad intervalli variabili 1)er ciascuna malli l tia, fir10 a che ìl p aziente I.asciava l 'osp,e dale. In queste ricerch e si preferì di. fare la r eazion e in un numer o gr ande di casi , e poco frequentem ente, piuttosto ch e inLensan1ente in u11 numero p iccolo di casi , 1)o ich è è noto ch e ripetute reazioni tubercolinicl1e a breve <lis i anza 1'un a dall 'altra stimolano l ~allergia, e c iò avrebbe a lterato il valore dei risultati delJe ricerr 11e. 1
co11clusione a cui l 'A. giunge è ch e realme11te i due ef'an ten1i p iù comuni, e cioè il i110rbìllo e la scarlatti1La , ca usano una depression e t e111.1)oranea d ella sen sibilità alla tuber colina: i11f.a tLi i11 circa la r1letà dei casi la reazione. di ì\Iantoux cor•. u na soluzione a ll 'l : 1000 c1a c0111pletan1ente negativa, subito dopo 1 inizio <lella infezion e acuta. Ques to periodo di aller g ia dct}r essa o di i· r>ose11sib.jliLà dura general1nente per un.a setl i111an a dopo l '.aµpa ri zione d el rash , n1a in ("-3S i eccezionali p u ò persist er e :1nch e i1ella seco11da settin1ana. Le altre infezioni a cute, e cjoè la varicella, la difterite e la pertosse non h anno n1os Lra Lo di avere alc11n effett o sulla ~ensibilità alla tub,er colina . Le ricer cl1e dell 'A. b anno anch e din1ostrato che la p iccola quantità di tubercolina introdotta per la r e.azione intradermica ·è già s uflìcie11te per la stin1 olazione allergica, fatto que~to din1ostrato dalla aume.ntata risposta alla reazione in una lì ro·va su s eguente . Probabìln1ente lo stesso fenomeno avviene in quei casi in cui una r ealio11e ch e in u11 prin10 ten1J)O era rius"'ila n eg·a tiva, diventa positiva all a s tessa <lilui zio11c dopo solo una o due setti111ane . La spiegazio11e del feno1neno può tro,'arsi J) el fatto cl1e la ·e11sib,i lità individuale in quel caso p uò av6r ricl1iesto una piccola dose di t ub er coli11 a qua le ::;ti111olo per poter r aggiungere il n1assin10 d ella propria reattività a quella cl etern1i11ata tliluizio11e. Ciò din1ostra la im1)orLa11za delle r eazio11i ripetute prima di. dare a d una rispos ta neg·ativa un ,ralore diag n ostico . Nel n1orbillo e n ella scar lattina l 'azion e if>Oallerg izzante pare sia dovuta a ll 'azio11e d el ras.h sulla p eJle stessa: infatti la reaz ione 11011 manca 1ìr1cl1è non è comparso il rash , per quanto i prodron1i abbiano din1ostrato cl1e la j11fezione ist er11ica è i:-r e e11te sin da tre o quattro g iorni 1Jrin1a. I11ollre il inas in110 di az ione anergizzante si trova quando il rash. è n el massin10 del suo ~Yiluppo, e si è vi to ch e v i è un rapp orto dir eLLo fra la esLe11sione del ras.h e la gravità d elI 'anergia. Gli tudi d ell ·A. confermano dunque le vedute di Rollv, il quale sostiene appunto ch e 1 effett o sulla reazione all a tubercolina è ap· pu u to d ovuto a lla esplosione de] rash '"'ulla pelle, mentre il ' on Pjrquet so te11eYa cl1e tale effett o era doYuto alla a lterazi oni sist e111iche f-'l'0, 0Cate dal n1o rbillo. G. LA C..\VA.. }..Al
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Sull'azione terapeutica dell'anidride carbonica. (R . CoBET, Jlediz. I\lirtik , 6 ... etten1bre 1935). L' effi cacia tera1)eutica dell e cure ter111ali con acque ad alto cont et1uto di (~ 0 2 è n ota da len1110, ~ J)ecie n ei ri g uardi di affezioni cardiache ; l 'o scryazio11e ei111)irica però , fino a poco tem-
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« JL POL1CL1NICO »
po fa, non 11a lrovalo la sua conferma teorica , t a11 lo ch e a seconda d ei vari AA. il meccanis1110 d 'azione d ell 'anidride carbonica veniva ÌLJterpreLato i11 i11odo addirittura op·p osto. f{i cer ch e più r ecenti h ann o a11zitutto dim os tra lo ch e la cule, pecie quando è bagnata e in i... ta to di iper emia , vie11e pern1eata dalla C0 2 È la to \'i to ch e durante e d opo il bagno conten en le C02 (e se11done evitata l 'i'" l)Ìrazione dire i ta) aun1enta 1'elin1inazione della C02 col1'aria espirata in 1Jro1)or zione di 30-200 cc . al n1 inuto pri1110. A11ch e i1ell 'a1Jplicazione local izza ta d elle a cque carbonicl1e è tato notato il i)rog r essivo in11>overin1e11to di que ta in C02 (Iieriger, Cran1er, Cob et). Ser11b·r a dub bio per ò cl1e tali qua11tiLà di C02 pos ano agire dir e i ta1ne11te ·ul centro r e"1)iratorio; l 'azione t.era1ìe uLica arebbe anzitut to dovLtla a l fatto loC:ile, cutan eo : sol to lo s timolo chimico del g·as pe11elrato i dilatano i capillari c utanei e viene fnY ore\'Oln1e11Le i11fluen za to il circolo periferico, di solito deficie11te n ei m .alati' cardiaci , con con ... ecu tivo 111ig lioran1e11to d eali can1bi perif erici. Le riper cu s ioni ul circ olo generale or10 più diflìciln1ente valt1t abili. L'aumento dell a l)l'essio n e san a uig na riscon Lrato da alc uni ri cer catori, cl1e anzi lo con siderano quale utile g·in11astica p er il cu ore , i1 011 co titui ce un fa llo co::;tante; e. . o è stato ril evato an zitutto n ei i>a.g·ni artifìc ialj ad anidride carbonica; jn que . . Le c ond izion] il g·as i sprig iona n1olto più facil11i ente e l 'ins1)irazione di e~ o sti111ola dir etta n1ente il centro va ornot orio (Kura e Par a d e). Non è e eluso cl1e il circol o cutan eo modificato da C02 po ~ sa provocare de i rifle si diretti 11ei ce11tri vaso1no lori ; l 'azione rifle sa i)erò ~i r ende sorr a l tulle e' 'i de nte quando \ 1ien e osser,·ata ì 'i11fluen za ch e la ten1µ eratura d el b ag110 ca:rb·o11ico e ·plica ul to110 e ~ull a pre ~j one art eria a. Il b·agno freddo 1)rovoca difatti un tra11 i torio aun1e11 to di pres ione e de] tono ' 'asale (~Iue ll er) cl1e in certi ca , i può costit t1ire un utile alle11am ento per il muscolo card iaco; e s_o è i11ol to n1e·g lio op1)ortato d el b ag110 freddo con1une , perch è la temperatura hD sa no11 \1 ien e affatto av,·ertita dall 'infermo in ._ eg·uito all'azion e stimolante cl1e la CO.,es1)lica sulle cletern1in az ioni n ervose termo rice1tri c i (Golclscl1eider). Di qua anch e l 'utilità d ell n C0 2 i1elle applica zioni d ell 'idroterapia fredcla in gen er e (malattie ip er1)ireticl1e, tifo ecc .) ; il bagno freddo con C0 2 ' 'ien e dall 'infer1110 percepì to con J)Ìa ce ''o le sen azione di ca lore. L ' . ricl1ian1a ] 'attenz io11e ull e possib ilità (li a p1)licazion e terape utica di C02 sotto for 11ta pt1ra di g·as; il bag·n o ga soso caldo cli C02 ~arc l)l)e n1olto e ffi cace ])er la pro,·ocazion e di . uclorazio11e proft1 a , 1)r obabiln1ent e appu11to 11er la . ti111 olazione diretta d ei n ervi tern1orice t I ori ; roll a te1111)er atura cli ±5-50°, n ello s pazio <li 30- ±0 ' 1'indiYirluo Yiene a })erdere ci rca 000 cc . cli liquido (\ T._Ilacb1er). 1
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Le proprietà iper er11izza11Li d el! 'applicazione loca le di C02 posso110 r endere servizi prezio i i1el tralta111cnto d ell e ferite torpide, n elle fis tole (n1ediante un tubo di gomn1a), n elle gang r en e d elle e-tremità. T a li proprietà curati,·e rile,iate g ià n el secolo scor o (Steinmetz, De1ri.arquay) vennero poi trascurate, e sol o preenten1ente rin1e se in onore d a ll 'A. e da H eri g·er. L 'A. d escrive a lcuni apparecchi di cui la co truzione in,geg·11osa permette l 'azione di retta d el gas riscaldato; con es i viene ancl1e Frovocato al ternativamente riscaldar11ento e r a ffreddamento d ell ' arto, a Jlo scopo di gene rare favorevoli r eazioni ' 'a omotorie. Ottimi ri sultati son o tati ottenuti an cl1e nel n1orbo di Buer ger , 11ella gan g r ena arteriosclerotica e diabetica; l e i1arli n ecroticl1e vengono rapidan lente eli111inate, la granulazione e I ' e1)itelizzazione a\rven gono in breve ten11)0 ; il trattan1ento con C0 2 calda i è dimos trato util e pur e n ei dolori d a di b·asia arteriosclerotica. Semb·r a qui11di ch e le ar,plicazioni curative d ella C0 2 non siano ancora abba tanza sfrutta te , i1è abbastan za i1ote alla g r an de n1assa d ei n1 edici. Nei progressi della terapia non m edicamentosa, egnati negli ultimi anni , il post o n on ultimo dovr eb·b e spet1are pure all 'a11pli cazione di a nidride carbonica n elle sue vari e modali tà . S. l\1rNz.
DIVAGAZIONI
Il senso del gusto nelle gestanti. È di i1ozione comu11e cl1e il gu to v1e11e
peso alterato n elle donn e g r avide ; in que te si n1anife... ta ad un trat to _predilezion e per cib·i p iutt o to sa poriti; i profani attrib·uiscon o u11a g ra11de irnp,o rlanza a lle cosidette cc voglie n cl1e si estrinseca110 con un in1provviso d esiderio di un dato a ]in1ento, n1agari n on comune. Nell a letteratura .. cienti fica e i tono finora pochi dati r elativi all e a lter azioni del senso di g usto i11 g ra\ridanza; qualch e rilie,'o stati tico è tato fatto da K el1rer , il quale 11a notato che in una certa perce11tuale di esse si ma11ifesla una predilezione per l 'acido, in talune per il dolce . Seitz ha osserva lo una din1inuzione del poter e gu stativo , fino a qua i co111pleta abolizione di esso, ed ha n1es o in ra1)1)orto a tale fat to la frequente inap1)ete11za . Recentem ente R. H an se11 e W. Lan o-er (/(li n. ll' och ensc 71r. , 17 ag. 1935) hanno cer calo di valutar e l e alterazioni g u .. tati,,e d elle donn e g·r a,ride con criteri di indagine fi siologica. Le ricer cl1e eseguite su 28 .._ogo-et li h anno aYulo i)er oggetto la d etern1inaz.ione d ella soglia g11stativa per le quattro tipicl1e sen azion i g ustél ti\'e : il salato , l 'a cido, il dolce e l 'an1aro m ediant e di,·er se .. olu zioni ram .p ione di Ta\.l , cli a c . tartarico , di .....Q'l ucosi o e di idroclo ra to d i cl1ini110 .(come ,~engon o di f;olito adoper ate nel lo studi o d el J)Otere gustat ivo) . Il valore ~ ogli a norn1a le è .. ta l o dedotto 1)r ece d entem en le da 1
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2011
SEZIONE P R ATICA
un o tudio analogo eseguito su 12 don11e noruno dei sen si inferiori ; tanto iPiù quindi riesce n1ali di press 'a poco la stessa età. inter es an te a vedere co1ne lo studi o di esso in l ri ultati della ricer ca hanno in gen er e conuna delle più con1uni circostanze fisiologich e fern1ato il fatto d ella n1inore se11 ibilità g ustaperme tte di t radurre in Lern1ini scientifici u11a tiva delle g ravide; tale fen omeno è pecialserie di fatti finora con iderati solo en1piricamen te eYidente p er il salato, dove il ' 'alore son1en1 e e stabilire, cor11e alcuni di tali fatti posg lia ... upera di 11-1 % quello i1orn1ale ; per l 'acian o avere un 'in1portanza non trascurabile n ei do tale differen za è stata di 89 %; per il d olce con1(plessi processi d ell 'economia organica. di 35 ·% e per l 'amaro di 60 %. s. MINZ . La ge11esi d i tale fenomeno è di difficile i11Lerpre1azione. E o n on potreb b'e esser e attribuito a fatti di ordi11e n1eccanico (atr ofia delle CENNI B IB LI OG RA F ICI C1) pa11ill e li11guali ch e· i osserva i1ell 'anen1ia perA. M. DoGL101i1. Trattavo di Anes,t e,sia. Ediz. niciosa e tal\ olta durante il cli111aterio, cui lJ.'f.E.T. , 193'3 pp. XVI-552, L. 75. s1>es o con comitano pure n1odificazioni g ustatiÈ u cito in elega11te veste tipog rafica e ricco ve) i:~oi cl1è nessu11a alterazione era rilevabile al]' esa111e della lingu a e n1an cavano pure fenodi Io~to.gra~ie e di gr~ fìc.he p er la n1aggior parn1eni subiettivi , come p. es. sen so di bruciore te or1g111alt un t esto italiano di ane tesi.a e analge ia con1pleto ed aggiornato d elle più r ecenti cl1e i n1anifesta n ell e lesioni dell a i11ucosa lincono cenze. L 'Autor e vi ha profuso con piaceguale. Sono ancl1e da scartarsi dirette cau se to sicl1e (alcuni alcaloid i o farn1aci in gen er e vole ti le tutta la u a dottrina e ]a u a lun aa . d t> po'"'"'ono affi evolire il potere gu tativo an ch e e perienza i sala oper atoria, di gui a cl1e il volur11e si dimostra particolarmente utile tanto elet l iYan1ente) o le ioni ,JJeriferi ch e 11ei n ervi ai chirurgi ch e vogliano non trascurare lo stu(con1'è noto il g losso- faringeo, il lin1guale e ]a dio di una cosi importante specialità, quanto corda tim1}ani i1ortano fibre g ustati ve). Non al medico pratico per i suoi picco li i11ter,renti potreb bero invocar i n eanche le ioni centrali loca lizzate ch e talvolta possono i m })licare al- e per le pratich e an algesicl1e. La trattazione d egli argomenti è divisa in tre grandi parti. terazioni del gusto , come p. es. avvien e n ella ella prima vengono accennati i compiti dile ione del segm ento po teriore d ella cap ula r etti e indiretti del moderno anestetista , e ciinterna. L 'A. t ende 1quindi a d attribuir e le n1ota ii b r evi cenni tori ci sui precursori e su.g li di fì cazio11i del poter e gu statjvo ad una diversa eccitabilità del si tema n ervoso in toto ; difatti , ideatori dei moderni come degli antichi m etodi di anestesia. Vi i parla anche della fisiover so la fine della gravidanza tal e eccitabilità lo0·ia del dolore e d ell e vie d ella e11sihilità vien e alterata come dimostrano gli studi di dolorifica, della vi ila dell 'operanda e della su a ff an en, Seitz ecc. Le n1odalità di tal e alterapre1)ar azion e all 'atto operatorio. La econda zione r1er quel ch e riguarda il g u to r estano par te ri guarda le . narcosi in gener e con dei J>erò oscure, specie quando si pen a alla diver a intensità colla quale ven gono colpite le capitoli sulla fisiopat ologia .della narcosi, sul n1eccan ismo di azione , ulle \ 1ie di as orbimensi 11gole sensazioni gu stat i,,e. to e di elim in.azione ·dei narcotici , ugli ii1ciCo111 unque, a parte l 'interpretazione teorica den ti e ulle com1')lican ze ch e pos ono capitare della patogenesi d el fenomeno i ra tti ril e,rati e ul loro t r attan1ento. Sono an ch e de crit te da c:rli AA. si pr estano ad una erie di con~ide ra le indicaz ioni , la tecnica, i vantaggi e gl i vanzioni inter essanti. Viene an zitutt o ])iega la la ta c:rgi ecc. dei vari tipi di narco i ia per inapredilezione delle ,gr avide ,per gli alimenti sa laz ion e ch e per via re ttale o per via endoYenosa. pidi . D 'altra parte gli AA. stessi non e itano attribuire, almeno in parte, la din1inuita se- fJi fft1 a m ente trattate ono le moderne anestesie coi gas. La ter za i).art e, ch e è la più ' 'oluc r ezione salivare e c:rastrica d elle gr avide alla dirninuzione degli stimoli sensoriali (come è . n1inosa si riferì ce ai vari tipi di ane te ie p esta to g ià osservato da Dell1ouge l)er gli an e- riferich e e preci amente alle an e te ie locor ec:rionali di tutto il no tro organi 1110 , alle anem ici l)erniciosi). Ancl1e la rel ativa in appetenza Lesir spinali e tradur ali (a. peridurale ... egm ensare})]}e da m·ettersi in rapporto dire1to o inditaria e a. epidur ale sacr ale), alla racl1ianestesia r ett o con la d efi cien za dello stin1olo gu. . tativo. La J1ercezione del alato cl1e vien e n ell e gra- ~ot toaracnoidea . 0 1)portuni raffronti con tavole din1ostrati,·e vide co111pr omes a più gra\1ement e potrebbe ' ulla durata, ulla to icità e su ll a c . . le11sion e Rvere la sua in1porlanza teleol ogica in quantod ei J>iù noti ane tetici locali corredano que$ta cl1è la con ecutiva maggiore introduzione rli int ere. antissin1a espo izione. rar.1 corrisponderebbe alla n1agcriore neces ità on i11ancano infine delle con siderazioni sulrli e.. ~ o; d 'altra 11arte, non è da d i. . ronoscersi la scella del metodo di anestesia i11 ba. e all e r h r essa i1uò contribt1ire alla riten zion e dei cloc del partiri co11 forn1 azione di eden1i latenti o palesi · condizioni fi sioloO'icl1e e patologicl1 .... difa tti non "en1b·ra r l1e ad es$a corrisponda mafrQ'i ore secr ezion e di NaCl. (1) Si prega d 'invi'1re clue copie dei libri d i cui TJ ~U $tO in gen er e ,·ien e con .. ideralo <-111ale si rtesidera ]a recen sio n e. 1
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r< IL P OLI CLINICO n
ziente, e jn base a lla sede e a lla natura del1'intervento . Tutt.a l 'Oper.a è d e11sa di osser vazioni e di c onsigli pratici , pur essendovi armonican1ente accennate l e questioni di car attere scientifico e sperimentale . Essa h a sopr atutto il preg·i o di una g r and e chiarezza d eriva11te dalla compet enza dello scrittore, e viene .a lla luce a sai opportunamente per coln1are una deplo r evole lacu11a d ella nostra letteratura m edica, in un p·e rio·d o in cui i problen1i di an est esia s tanno ridestando in Itali a e .altrove un magg ior e e meritevole intere se. ALIERI. J\. LERI CHE. Experi1ne11tal & cli11.ical re.searches on anyina pecloris & its surgical treatnient. Glasgovv: Jackson, vVylie & Co. 1935 ; 24 p. e 7 fi g . 1 s. 6 d.
In que t a confer enza pronunciata a lla cc Mace,,·en n 1e111orial lecture » d el 1934, l 'A. espone i risultati d elle u e ricer che sperimentali sull 'innervazion.e vasomotoria cardiaca e su gli effett i d elle l egature delle coronarie e quelli deg li i11ter venti da lui eseguiti sul simpatico in an1n1alati di ang ina )Jectoris . E ccon e le conclusioni : 1) il simpatico eser cita un 'azione cotrittiva s11lle cor onarie; 2) la circolazion e coron arica non è funzionaln1ente a tipo t erminale, n1a a tipo anasto·m otico; 3) la simpatecton1ia a u111enta la circolazio11e coronaria e favorisce lo stabilirsi del circolo a nastomotico ; 4) su 12 casi operati dal 1925 al 193 ~ e osservati p er un t em po s11fficiente 3 so110 clinican1e.p.te guariti , ! sono 111olto miglior ati , 3 hanno avuto uno scar so miglioramento, uno soltanto è deceduto 16 mesi dopo l 'intervento e dopo aver e av·uto un certo periodo di mig lior amento; 5) il tipo n1ig liore di iI1terve11to con siste n ella stellecto111ia uni- o bilaterale ; 6) i casi più indicati per I 'intervento &ono quelli n ei quali non esistono segni di ste11osi coronarica gr ave, scon1pe11so, infarto. Puoou . •
L.
L'iell'11merica del Nord per l' Esposiziorie di Clizcago. l Tn vol. in-8° di 330 paPrr\ZZA .
g ine, Tip . . I\.occaforte 193±·1935. L.. 25.
e
Scolari,
Lentini,
lJrr i11edic,o n ostro , b en noto specialmente 1;er la su a attività n el can1po dell 'ig ien e e d ella i11edicina sociale, in occasione dell 'Ef::l)OSizio11e i11ondiale di Chi cago ba fatto (b ealo lu i !) un lun go viaggio agli SLati Uniti di 1\ r11erica, toccandone le città e le regioni più in·tportanti e riport a in questo lib.ro le sue i1l1pres ioni. lrr1pre sioni di uomo, ch e ente vi })rare n elle co e la profonda solidari età t1111ana, di n1edico c;h e s tudia i probl emi d elJ'organjzzazione sanitaria , d ell 'igien e e della de111ografia , 111a 01)rattutto di italiano ch e, l)Ur con l 'anima aperta alla g r ande ammira zione, no11 rirl1anc sbalordito dalle appar en ze 'ìd ancl1e dalle rea li g randezze n1a trova ch e la l)i ccola 1onta11a Italia ha meriti e grand ez-
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ze del pc1ssato e d el presente ch e la fan110 giga11teggiare e cl1e non t emono co11fro11ti. lii... (,Ordi s torici , questi o11i politicl1e, non pochi accenni letterari fanno del libro d el profes~orc Piazza u11a letluTa g r adit a, i11 quanto cl1e esso 11011 si li111i ta a d un resoco11to di viaggio, 111a in veste ta11ti interessanti proble1ni. fil.
et J. BAUMANN. Les colites clironiqu.es. Vol. in-8? di 430 pagg., 31 fig. e 16 tav . Masson & C., P ari s 1935.
M.
CnrRAY,
G.
LARDE.NNOI S
Fr. 65 . È un libro scritto co11 lo stato di spirito del
t erapista a lle prese con le difficoltà d ella patologia intestinale e che qui11di non ha a ltra pretenzione che s tabjlire u11 filo co11duttore i1el cled.a lo d ei fe110111eni estren1an1e11te con1pl essi cl1 'essa co111 porta. È in questi lern1ini cl1e l 'opera viene presen · La La e g li AA. affern1ano la loro volontà di restare sul t erren o r. linico al fin e di co11durre ad una terapia sen1plice, unican1ente basata s ulla fi li azione logica d ei fatti. I.ra parte clinica è co111posta di tre capitoli r-•rincipali. 11 pri1no è con sacrato a lle coliti endomucose, les ioni cl1e non so rpa sa110 il piano m u cosoJ vale a dire ch e con1porta110 solamente un 'irr itazione super fici ala d e11a i11ucosa con le r eazioni tli questa a contatto di un co11te11uto anormale. È in definiti, a la storia d el chimisn10 i11 te tinale, d elle variazioni d ella flora ba t· t eri ca e delle r eaz ioni di con1pe11 o o ·a i difesa r11esse i11 g iuoco per mantenere l 'equilibrio di qt1esto an1bient e. · . Le coliti parieto-intestinal i for111ano il seco ndo gru ppo. Esse si concretizzano i1ella .. tori a d ell 'appendicite cronica, lesione 111i11i111a a li 'inizio , ch e a l)OCO a poco si propaga a tt1tti i tessuti follicolari del cieco per creare queste coliti, queste tiflocoliti , sindrome tipica d el1'infian1rl1azione e d ell 'alterazione d eg·li tra ti p rofondi d el colon . Sono coliti più g ravi d elle preced e11ti perc h è conducono sia a delle distrofìe segn1entarie, sia a lla peri colite. Nel terzo capitolo l e coliti ulcerose sono trattate dapprima sotto l 'aspetto delle coliti ulcerose sp ecifich e rappresentate dall 'amebiasi , e le diver ... e para s itosi cl1 e ono così spesso ca usa di ,quest e lesio11i gra Yi. t1ccessi va111en t e vien e lo s tudio delle coliti ulcerose ·d i natura indeterminata e che qui11di rimangorlo ancora uno dei p unti p iù n1i ... teriosi d ella _patologia colica . Un in1port.ante capitolo di terapia chiude il libro : vi si ritrovano esposte particolarme11te le diver e ri sor e offerte al m edi co, in questo (lominio cosi comple ·so, dalla n iotera1)ia , dalla b·at terioter apia e dalla farn1acotera1Jia d elle infezioni cr oniche d el g rosso int c tino. Le diYer~ e IJ OS ibilit à di trattamento çhirurgi co d elle coliti non mancano infine di essere ri cordate con tutti i loro rischi e con le loro indicaz ioni. a. p . 1
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APPUNTI
SEZIONE PRATI CA
PER IL MEDICO PRATICO.
DALLA PRATICA. PER LA PRATICA. Drenaggio peritoneale ed intestinale profilattico nella cura delle te1·ite d'arma da fuoeo penetranti nell'addome p er il d o t·t.
2015
FILIPPO R E P ..\.CI.
Se orn1ai i1on si. discute più sulla indica7jon e dell 'intervento in1medi.ato n ell e ferite d 'arnia da fuoco pen etranti n ell 'addom e, a r11e se111bra cl1e sia di g rande utilità pratica, '- 01110 c.011dizione indisp e11sabile del su ccesso 01)era Loric1, l 'ap.pilicazion e del dren aggio adclo111ina le sisten1atico. quando , p er lesion e di visceri e contenuto settico è da ritener si sir.ur.a o ancl1e pro·b abile I.a inoculazione della ~ ierosa peri1 oneale da parte della flora batterica intestin ale. Sappian10 ch e n ell 'ileo il co11le11uto è ])iù ii1fettan te e più tossico del digiuno e del duodeno (Valdoni, Jl/an . Chir. . :\ lcs . . andri) e <..11e lo slon1aco ·è ]a parte m e110 infetta del canale gastr o-enterico (Baggio; l\1an . r_;/tir. Alcssandri), m a la lesion e di organi a co11Le11uto più o m en o settico controindica ~e11z altro Ja chiusura totale della cavità perito11 za J ~ i11entre se i1on assurdo è l)er lo n1 er10 ar duo pen sare ch e i m olteplici. poteri di difesa e di resistenza alla in fezio11e, insist e nel~p. 111e1n hra11a più sen sib·i le dell 'econ omia, pos~011 0 essere o diventare tali da vincere un a ir1fezi o11 e µrod0tta da l ver san:tento di m ateriaJi i11testinalj :1nch R quando u11a immediata ed opportu11u. terapia impedi sca con ada tte suture l 'arriYo n ella siero a di a ltro n1ateriale settico e consec utiva su perinfezion e. Il Valdoni ( l oco citat o) lin1ita sen1plicem ente alla chiusura per primam quei casi in cui la contaminazione d el p eritoneo sia stata scarsa, la deter sion e completa e l 'inter vento sia stato praticato n elle prime ore del trauma. Il Donati (Chir. dell'add om e) stabili ce ch e n egli inter venti imm ediati , se la ferita viscerale n on è a1npia e poco o n essun n1ateria1e si sarà ver sato (per quanto ta lun i (Harris) sostengon o la n ecessità del drenaggio in tutti i casi di ferita con lesioni viscera li) sarà sufficiente un 'accurata toilette. Tali casi , secondo la mi a es11erienza sono b en pochi e si possono lin1itare alle ferite puntifor m i dell ' intestino prodotte da piccoli pallini esplosi ad un a certa distanza e n elle ferite unich e ·d a arma da punta e taglio con lam a stretta, m a deb bon o esser e
escluse da essi le ferite da p roiettili di i)i Lola e di armi da g uerra . Le lesioni p untifor m i da pallini possono g uarire an ch e senza intervento con1e 110 con statato di recente in casi di ferin1ento, in cui i11elen e ripetentesi dettero evidente la diagnosi di lesioni intestin.ali.. Il Valdoni scrive ch e « la detersior1e del cavo p eriton eale n on p uò essere m ai completa nemm en o con l 'u so dei lavaggi ch e d 'altra parte h anno il p ericolo di portar e la infezion e dove an cora n on er a ar r-ivata. Per tale r agion e sarà sem pr e sufficien te di dren are il cavo periton eale con dren aggi di gom ma posti n elle vicinan ze e n on a ridosso delle suture ». Secondo la nlia pratica e la e perienza acq uist ata in due gu erre ed in un a discreta pratica di chirurgia di urgen za, ques Lo del Valdoni deve esser e il criterio su cui devesi fond are in par te la sper a11za del successo n egli inter venti in parola . Con un a t ecnica appr opriata (eviscerazion e totale an zitutto , r esezioni più o m eno estese con entero anastomosi lat ero la ter ali , pr eferibili alle singole suture ed alle escissioni losan gich e)· si riuscirà quasi sen1pre a dominare le lesioni ma con ciò si sar à assoli.o solo il l 9 tem po della cura me~ tre r esta la angosciosa incognita degli effetti cl elJa inoculazionP se ttica già avvenuta della sierosa ch e dal la 3.a. al la 5a giorn ata farà e plodere la p eritonite la qua le r enderà frustran eo ug11i i11tervento ai1ch e eseguito con la tecnica l)jù perfetta.. "Ln buon drenaggio profilattico riel perito11eo f>O lrà soltanto ostacolare o circoscrivere la infezione. Il Cign ozzi (Tra.t i am ierilo de l le lesioni setti cft e) lla gif1 svolto amp.ia 111ente e m agistral111ente l 'argomento de•l dren aggio peritoneale curati vo e profilattico. Il cu_µill are provoca aderenze epiploich e ed essuùazio11i fi brin ose cl1e circoscrivono il J)rocesso seLtico. Esso dev'esser e applicato n elle zone presun1ibilmente infette del periton eo in c ui bisogna provocare delle barriere tli aderen ze b e11efi ch e e delimi ta11ti ch e h anno lo scopo di evit are diffusioni verso la sierosa cavitaria e por tare all 'estern o le secrezioni . 11 I~ej ars po ne co111e indicazion e del drenaggio lo ~tillicidio sang uig n o e lo in sudiciamento del peritoneo. ì\oi qui11di possediamo n el dren aggio a ll~ Mikulicz l 'unico n1ezzo per impedire la peritonite diffusa o generalizzata o li111itarne gli effe tti. Esso n on h a solo l 'ufficio di circoscrivere la periton ite ma di formare l111a spe;.;1e di sacca nella q uale in secondo
2016
<< IL POLICLI NICO
Ie111 po l)O Ir a11110 avere il loro sb occo i prollo l.Li de1 Je e' 1e11tuali saccl1e ch e p,o tranno for111a r i 11ll eri or n1e11 lt.. No11 h o fatto quasi 111a i u . . o <lel tubo di gon1n1a centrale però ho ~c ul1..1 re e'i ~1lo di tra for111are il ~1fi kulicz in la1111Jonagg·ic· stif)ando solo mollemente le strisce ir1 ter11e di garza; u11i ca attenzione è di applicare il dre11aggi o n el la vicinanza d elle )1.)~ ioni. prin CÌJ)c1li laddo,re più ab·b o11dante si è \'er sa to il n1.ateri ale sei ti co. Ma, eco11do la 111ia es.p,è rien za 11 solo dren aggio J)eriton ea]e .0011 ba ·ta R prevenire lo viluppo della perii 011ite o a circo .: c ri verla se a con11)leta1nento ;li e so tt0n a aggiunto il drenagg·io inte~ Li11 ale preve11livo. Il n1agg·ior numero di su c r.;e i po8so di.re per ona ln1e11te di aver e atte uulo t1e I la n1 i.a i)ra tica con la con1bi11azio11e ~ i1 11 u l Lanea d ei due dre11agg·i. Di e i , il primo s]1arra e ci1co. cri ve le vie della infez io11e i11~L rada11do fuori dall 'addome le colate di liq uido ·ettico, il 2° procurerà i l ripo o fun zionale <lell 'or ga110 co ~ i n ece . ari o n ellct lotta co11L ro la i11fe;;io11e. Se agJi effetti sul t ubo gastr o i11 tesli11a]e di un.a lesio11e così traumai izza11le q ua l 'è quella d i u11 proiettile cl1e perfori i11 lJiù pu1)Li la JJarete intestinale, agg·iu11giu1110 il Jlo tevo]e traumatisn10 01)eratorio (s 1u J)J'C g·ra ve a11cl1e n el le 111anì d el più l""l'OvoLLo cl1irurgo cl1e pL1r d eve e...p lorare in toto l " j 11 t ~ ·Lino. !:::ulurarlo, r e ·ecarlo , i1ra l1car e Je upporLu11e a1ta I 0111osi ecc'.) si co1n1Jr e11derà racilr11e11te Ja inevitabilità della grave 11ar aJ i ~i i1 d esLiu.a le post 011era Lori a. Essa è dovul a ~ \ ' . B uCa li1li, Fi siup·alologia dell :operato) princi1Ja l111c11te ad un riflesso attraverso g li splan" ni ci , ad .azio11e diretta u d i essi e ad azioi.1i l us i c l1ei sul s i ~te111a nervoso centrale. Anche lo te:'so d1e11agg ic l1'eri toneale, lJiù per un rj fle --o i11 ih i to1e ch e f 'er azione i11 ecca11ica co11tril)ui ce a ll o tabilir i d ell 'ileo paralitico . Fra Je c:.nu se Los icl1e cl1e agi co110 sul . ., i Lu111a i1 er voso ce11trale è da a11noverare la r1arcosi ·'e111plice o n1i ta della qual e non si può fare a ine no in Lali gr avi interventi ch e ri cl1ie dono J.a totaJe eviscer azione ed in cui può llon tsi:;er e sufficiente la racl1ianes.tesia. L ' i1rle~ tir10 ferito , con la imbibizione sieru a d e lle ue tur1icl1e dovuta alla sepsi ù1ci[Jientc, n1altrattato dalle 111anipol.azioni opera torj e, · ùivent.a par etico e di. tendendosi ostacol erà la fo r111azio11e d e1lle .ad er enze intesti11ali ed il poter e p·r otettore dell 'epi ploon ch e 'L e er cita con tre n1odalità: tra IJorto dei leucociti , ripulitur a d ella cavità addominale e }:JOtere p lastico (Duprè e Ribierre : A/ ali del /)t:rilon eo, Ilcl Tra ttalo di Brouardel e Gilbert). lt1oltre le aderenze for111at e dalla fibTina , ch e 0
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fa accolla re i varii orga11i, sono dappri111a frag ilissi11te e si dist accano facil111ente co11 la d istensioue d elle pareli intestinali i111pede11do così la circoscritione del processo i11f ettivo i11Lor110 a l i\Iikuli cz cl1e avre·1t10 applicato. L 'ileo paralitico per sè s tesso può d'altronde deter111i11ar e la insor ge11za d ella perilo11ite ge 11er alizzata p erchè gli agenti i11tetti vi del la ca-v·ità inte ...linalc, re i virulenti dalla f. la si dci i11aleriali, o ltrep·a ssa110 fa ciln1c n le la pa.1 el e 111Les ti11a le paretica ed a lter ata ii ella su a sierosa d i rive Li111e11to dal le i11ani1Jolazion i oper atorie, cialle le io11i s tesse o dall "ini zio d ella p e1i to11ite con secu t i,1 a al versan1e11to etLj co. Il i11eteoris1110, oltrechè impedire od (JStacola r e la forn1azio11e d elle ader en ze, ravpresenla u11 g r a,·c e r eale peri colo per la deiscen za del le suture i11testi11a li. Nessu11a ~ u lur a _µ rr qua1110 1ecnica111e11te corretta :çotrà r i?sister e ad un g·r.ad o ava11zato d i diste11 io11e •l elle a11sc e la de i cr> nza i1on p uò essere evit:..tla IJer ( l1 è i fili di qualunque i11ateriale e si sjv110 , Lag·li:lno fa cilme11te la jJar ete ecle111atoa . Pe11s ia1110 i11ol lre cl1e q ualcl1e lesio11e sia . .: h1ggi La all 'oper a tor ei e ch e ]Jer caso essa pos.. a e ere c l1iusa cla ll 'e1Ji1)loon o da qualcl1e ansa ad es. ~ ader e11te, e·v euie1lze possib ili., diru ostr ate cl.a ll a prati ca e d a es.perime11ti i101evoli ug·lj ani111a1i ; ta li aderenze si di . Laccl1eran110 co11 estrema fa cilità qua11 clo l 'i11te:--tino ve11ga a di ~ Lender i lJer 111cteori ~ 1110. Da I u Lto qua11Lo abbi an10 esposto si deduce c1ua111o sia i1ociva alla g u.a rigio11e delle lesio11i int.0s.tin a l i J.a par ali si dell 'inte Lino e relati vo 11eteori 1110 ch e i11dubbian1ente fa·yori::;cono la in sorgE:n z.a d ell a. pe1-ito11ite e di co11 eguenza il cl1irurgo d e ve cercare di evitarla i11 li11 ea profilatLica o di moderar11e g li e ffetti . Ed è qui ch e ::;occorre il dre11aggio inte 1i11 ale pr.at jcato c.011 u11a 1i111itata entero to111ia al la Nela ton . L 'Escl1er l'u i] pri1110 a d applicar e la s utura alJ e pareti .addorr1i11ali d elle i)er for azio11i tifi ch e. « Tale metodo 11a il vantaggio di prevenire e c urar e la paralisi ini e. tinale e costituisce lfl più sicura profilassi contro il IJerico lo di '5 u ccessi,;e perforazio11i (~I . Do11a ti : ( :J1ir. dell 'addon1 e). L 'ileo lJa ralili co, crive il v . H aberer , si tabilisce in. ogni for111.a di JJerforazione int ~rr1a nel cavo ad d o1ninf.l le ed in tutti i proces i i11fìan1n1a lorii che si e tendono al perito11eo. Il uo trattamento si identifica con quello deJJa pe1itonite eà entro certi lin1iti molto i JJUÒ fare qua11do a ten1po OJ)portuno si IJr atichi 1Jna fi stola i11testinale » . Già questa co111e tratLan1t:Ht tc1 p r e,'e11tìvo del] 'ileo 1)ara]itico po t1
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XLII,
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:::iEZl ONE PUATICA
uµera tori 0 11ou può essere ritenuta co a 11uova e::,sendo st ala pratica ta preve11tivan1ente in &\ariati 111Lerve11ti in cui si te111e l 'in sorge11za della lJara lisi in testi11ale·, ed a nlaggior ragione crediamo cl1e si d eb·b a i)ro filatti.ca111e11l c prati car e 11ell e lebio11i inte ti11ali da proi~t tili. I .. a ir1ia esperienza per quanto lirr1ilata Ilìi h a sen1pre din1ostra to cl1e un dre11aggio i1ttesti11ale prevenlivo è se1111)r e di una sori1ren J e11l r efiicacia com e integrazione di un i11tervento laparato111ico per ferite intestir1ali, Jj))erando esso in co11ti11uazio11e l 'inte t ino dai ga - e <lai n1ateriali , ìn11)ed e11d o il dan110:,.0 n1 e leori s1110 e i)r oducendo il ri1Joso deì1·orga110 tnnto u ecessario al] 'atteccl1imento c]elle utl1re ed alla forn1 azione delle a der en ze . La tecnir,a da m e eseguita è quella indicata dri l l .cjar $ cioè tag·Ii o alla nJac Burnesy in u11a f ossa ill1::1 ca a di stan za dalla ferita lapar at o111ica e dal drenag·gio peritoneale . Ho 11otat o c he il taglio i11crociato dei i11uscoli age,rola 1nol lo l<'l chiu f:ll ra d e] la fi Lola intestinale llle11tre sar ebbe un gr ave errore ab·b occar e la ansa iJ1 u11 J_Junto de11.a ferila lap·a r ato111ica, Jove certame11tc si cont aminer ebbe il i)erito11eo. i potrebbe a doperar e per Ja en Ler oston1 in una dell e p erforazio11i inte tinali cl1e viene suturnt.a alla c ute rne11 Lre non i d eve t ardare a d aprire 1 intestino in 2° ter11po urgen,j~) ott8nere presto la derivazione d ei nl.ateriali in.lesti11ali. :È sorprendent e vedere co1ne il ventre i apI'ia11a ed il benes er e cl1e prova il ferito cosi 01Jerato in confronto di altri cui non è stata praticata l 'enteroston1ia. T...a cura po toperatoria d eve opratutto ritirare ad evi tare l 'imbratl arr1ento dello zaffo e della ferita la11aroton1ica da parte ·d ei materiali fecali e ciò ~· arà ott e11uto con le medica ture protette dal cerotto di cau cciù e carta nergan1ena ed in traducendo un ]ungo tu])o a dre11aggjo n ell 'ansa e11Ler o lomizzata allo . e.opo di ·allonta11are i gas ed i materiali . La 11iccola feri ta si c hiuderà d,a . .è i1on appena ~i:l rà ri stabilito i ] r.orso d ei materiali fecali per c ui è i1tutile appìicare la tecnica di Witzel el1e seco11 do I ' tlaberer si pre ta facilmente ::llla chiusura spontanea. II dre11 aggio alla Mikulicz lascia sempre ro11te postu1no un laparocele (Stitcl1 e ~Iakkas,
Hrrori e p t ricoli riel Z.e operazio1ii chirurgicih e) . 1
Ciò è vero n ella maggioranza dei casi , m a un laparocele troverà . empre il chirurgo provetto ch e con eculivamente lo g uarirà n1ent re i11 cl1irurg ia di urge11za devesi an zitutto ovviar e al pericolo in t111ediato, salvo a curare a I r1nµo debito con nuovi interventi 1utti
CJ. uei
vos tumi cl1 e dis turberanno la n or111 a]e funzione del] 'intestino tra cui le 111olt cplic.i ad.ere11ze, ingi1loccl1iature e sposlan1enti d elle a11se. Si110 poli (!;leggio Calabria) g iugno 1935 . l\IA~Sll 1' TO.
fJ 'interve11to per ferila d 'ar111a da fuoco dell 'addon1e co11 lesioni i11l estinali ,.a co1nlJ]eLato co11 jl dre11aggio a lla Mik.ulicz e c on u11a li111iLata e11Ler(>St on1ia praticata a distanza 'lalla ferita operatoria allo scopo di 1Jr eve11ire i dann i del g rave ileo postoperatorio.
CASISTICA E TERAPIAai Il pasto con peptone, l'istamina e l'insulina nello studio della secrezione gastrica. De:strec e Godart (Jour1i. belge Gast. -Enter. , t . 11, 11. 10, dicem ,bre 193±, p. 727) o ser, a110 ~h e i1t q11esLi ultin11 i artni pare cl1e si.a IJl'OYato cl1e l 'i1i. ulina ha UI1 'az io11e . ulla . secr ezio11e g nstrica, la qua le co11siste i11 u11 'iper secr ezio11 e co11secutiva ad ipog licen1ia. P ar e cl1 e que::-.la i11flue1tza sia lega la a l si11ton1 a 1Jara"' ill1J)a tico. Gli 1\.r\. han110 fati o delle prove di co11fro11t o tr a le tre prove, col pepto11e , con l 'i la111in a e co11 1'ir1 uli11a. 111 que t 'ulti111a si }Jratica u1).à iniezioné di 20 u11ità di i11 ulina i11 a1111t1alati a c.ligiuno da d odici ore. Sondando lo s t 0111àco si co11 ~ tata 75-90 n1inuli dopo l 'iniezio11e u11 au111e11to di aridità e pes o a11cl1e au1ne11Lo d el olun1e della ecr ezion e, e se s i n1isura conten1poranament e la g·licen1 ia, si osse'l·,ra che I ' i posecr ezio11e corri po11de ad i JJOglice11 tia, iq ua11tunqt1e que ta i1011 i a i11dispe11sabile; il i11assin10 dell 'i 1Jer secr ezio11e si verifica dopo un ·ora e n1ezza, due ore. Facendo dei co11fro11ti con le proYe col peptone e co11 ·is ta111i11a, . i osserva con l 'i11 uli11a una r eazio11e d el n1eso ga Lrico identi ca alla seco nda, seb1be11e più tardiva di que t a. ~'f a se i p ratica un 'iniezion e di atropi11a p er µar.aìizzar e i p·n eun1oga tri ci si . opprime 1'azior1e eccito-secr etoria dell 'i11suli11a . Ciò conferrt1:i 1'ipotesi ch e l 'azione d ella in sulina è dovuta ali 'eccilazio11e dei pneumogastri ci per i1)oglicen1ia, cl1e essa provoca. J URA.
L'istidina nella terapia ga trica. L is lidi1)a eoor cita , s u parecc1l1ie i'ndron1i dolorose gas Lro~ duod enali dipendenti ... pecial111ente dal sistema vegetativo, u11 'azione a11algesica piccata dovuta al su o peciale tro1)i1110 n ervoso. Ne·lle ul ceri gastr o-duode11a li ed in alcune for111e di ga trite , oltre a taJe azione a n alge ica, ne h a anch e una curati-Ya specifi ca sulla fa ·e finale d el fJroce . so ana tomi co, er-
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cc IL POLICL IN JCO ''
ve11do da n1aleriale specifico di ricostruzione e di correttore a lcalino d e l chi1t1i smo cellulare ' ·izialo. L . ~Ia11ginc lli (11rch. maladi es app. digeslif et n ulr., ir1ag·g·io 1935) ha u alo la soluzio11e a l 4 % d eb oln1e11Lc acida, pratican do iniezioni cndo.111uscolari da 2 cn1c . poco prima dei })asli , tul ti i gio1·ni. per 20-3-0 g·iorni e facendo, do1Jo un b-revs periodo di riposo un ' a ltJ·a se rie di 15-20 1niezio11i. L 'in i ezione gene·r aln1enl8 è indolora e 11on determina reazione locale . I-I.a u sa to ancl1e la via endovenosa (in tal caso, la si fa poco dopo i i:>asti) ol1e , talvolta, 11a una 11etta su:µ eriorità di e ffi c acia. I ris ultati ottenuti in varie sindromi sono • • 1 seguen ti . Ulceri gasLro-duodenali . Effetto analgesico r apido e<l intenso , scomparsa contemporanea d 0i i11ton1i .accessori (specialmente il vomito), tolleran:r.a per g li aljme11Li, per cui non ha r11 a i fallo restrjJ. ioni al r egirt1e , a lvo quelle più elementari, so·n1n1i11is trando una diet.a m.lst a ed ahbon danle. N o·teivole 111igliooya n1en to de j sinto1ni ohb·i elti vi e d el quadro r adiologi co. Buoni risultati ha anch e ottenuto n elle s le11osi be·n ig 11e d el piloro. Gastrili. Ri'sultati , n ell 'insierr1e favorevoli , 111a 111e no p ronli e n1eno costa11ti . Nev r osi. L 'islidina è nettamente indicata, sia corne analgesico, sia per ristabilire l 'equilibrio d el sisLe111a vege·tati:vo. Notevoli vantagai si 11anno specialn1ente n elle· fo1m e rifle ~e 1Jarticolar111 e11Le dipendenti da un disturbo clella fu11zione ovari ca, per cui l 'istiJ <]j 11 a ~ en1bra agire in sinergia con g li estratti o' 'arici co11te111poraneamente son1ministrati. (;otecislili. Quasi costante l 'attenuazione <lella sinto·r11atolog ia dolorosa sub·b ietti,ra ed ob·b·i e lLi·va. Tii.rriori ma,ligni. Effetti nulli. Ca.si r.lii:ersi. r\.i.sultati ino lt.o incoraggianti n eila colite ul c.c r osa e 1sempre h·u oni n el~ei si11 dromi dolorose di orig'ine riflessa : appendìc ili c roniche a si11dron1e g·astrica, n efralgie d a 11e froptosi, a lgie anali d a ragadi ed anc11e irido-cicliti co11 ipertensione e g laucoma. fil. 1
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La secrezione gastrica nei gastrectomizzati. Pratica11do il sondaggio gastrico dopo l 'abitu.ale pasto di prova in 10 resecati di ston1aco Aberkle11 , Is rael e Froelich (Pr. NJ éd. , Jl . 16, 1935) hanno rilevato in tutti i casi d ell ·a11acloridria . Scco11do g li AA., l 'anacloridria nei gaslrec to1nilzal.i deri·va dalla ma n canza della secrezion e antrale ch e eccita le ghiandole d el f011do a p rodurre acido cloridri co. Tale iclea cl1e Je nozioni teoriche rendono probabile avrebbe, secondo g li AA. , una conf er111a n ei fa lli seguenti: in due pazienti operati di pilorec tomia con conservazione d el-
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J ·antro il sondaggio gastrico dimostrava aciclo cloridrico in eccesso. Queste con cezio11i di.n1ostrano , se ve ne è bisogno , la logicità d ella resezione gastrica i1ella cura d ell 'ulcera r oto11da.
B.
PAGGI.
Considerazioni sopra 41: casi di ulcera piloro-duo· denale c11rati con In duodeno-sfinterectoinia. Brendola11 G. (l~ivista di Chirrirgia, n . 2, 1935) riferisce su 44 casi di ulcera i-\iloro-duod enale da lui operati di dL1oden o-sfinterectomia alla Judd, 111odificata da 'F asia ni. l a n1odifica c on si s te nel fare l 'escissione a rombo , in· vece clic a r eltangolo . Jn tutti i casi 1'oparazi.onc è riuscita fa c ile, rapida e poco traumatizzante , con ri sultati i mn1ediati buoni. L 'A. perciò la consiglia caldamente. G. GENTILE. Alcuni incidenti della pilorotomia extra-mucosa per stenosi ipertrofica del lattante. A proposito cli due casi capitati alla su a osservazione. Leib·o vici (I'resse ]1 éd .. 193-1, n. 23) i11siste sulla possibilità d ella persistenza dei vomiti anch e do1)0 u11a ope r azione corret tan1er1te eseguita durante la ·q uale si è potuto constalare cle i:isu la per1n eabilità de.J 1)iloro. Questi von1iti IJersistenti quando no•n possor10 essere im1>utati ad t1n 'operazio·n e incompleta debbono riten ersi in dipendenza da una ipereccitabilità g·astrica e da una intolleranza <ligestiva . Un al tro incidente possibile n ella pilorotornia è l a lesione d ella mucosa da 1 lato del duode110. "fale in ci den~e è facilitato da una disposizione del duodeno al livello d ell 'ispessimento .r, ilorico. Questo v ien e ad essere spesso so1)ravan z.ato n ella direzione cardiale da una specie di cul di sacco ch e il cluodeno forma intor·no a d esso. Nella regione d el} 'anell o ipertrofico dal lato cluod enale nor1 è difficile 11on tenendo conto di tale pos~ibilità di aprire il duodeno. B. "PAGGI . Sulla piloroplastica nel pilorospasmo degli adulti. P alme11 (lbl. f. chir., IV, 6, 1934) riporta un caso di piloroplasn10 idio1)atico in una ragazza di 19 anni , operata con successo con u!1 nuovo m etodo di rpil oroplastica. Questo cnns1s te esser1zialmente nel pralicare un tag lio a Y <li cui la coda interessa la 1)arete duodenale e le due bran che incidon o sulla parete gastrica. Si viene cosi a formare un lembo triangolare di parete gastrica cl1e viene stir~to ve~so il duodeno e suturato i11 modo che 11 taglio a Y, dopo la sutura prende una forma a V. L 'A. sconosce ch e q u esto n1etodo fu ideato e praticato con ~ucce ?O ?al nostro Durante molti ann i fa e viene ri fer1to nel suo Trattato con la d enominazione di « plastica gastro-duodenale n ed illustrato c on 3 figure in tutto
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iclenti ch e alle 3 figure cl1e illustrano l ' articolo di Palr11en. G. PACETTO.
Le cause dell'ileo paralitico. .A... Ocl1sn er (Schweiz . med. Wochens., ~6 g·en11 . 1005) così le divide:
I. En,doa.d domi11ali: a) l rritazio11e peritoneale : 1. Traumi (fe-
rite p.ostoperatorie e penetranti); 2. Infezione batteri ca (lJeri.tonite); 3. Cause chirniche (en1al0ma, perforazione di un 'ulcera peptica, peritoni te b,i liare, pancr eatite acuta) . b) Disturbi circolatorii: 1. Strozzan1ento in segui to a dis ten sione, dopo un ileo meccatlico extran1ur,a le; con1p1r essio11e dei vasi m esen terici ; 2. Tro1nbosi delle vene n1esenterir he. II. Exlraperitoneali: a) Tossich e : 1. Pol111onite; 2. Ur emia ; 3. Altre cau se tossich e. . b) Nervose. 1. Ferite e malattie d el 111idoìlo spin ale; 2. lntos icazione saturni11a; 3. Fratture costali , irritazione d ello spla11cni co.
fil. Un nuovo metodo <li cura della colite ulcerosa. E. Reye (1\1 ediz. }Velt, 13 lug lio 1935) seg·ue il con cetto di issle, econdo il quale i1ei n1alati di colite la normale flora ,d el colon , di c ui l 'esponente tipico è il b . coli, viene sopraffatta da una serie di germi di putrefazione o patogeni con1e p . es. enterococcl1i, streptococ chi , piocianeo ecc. issle stesso 11a precouizzato quindi la somministrazione perorale di capsule gelatinose conter1enti la coltura p·u ra di b. coli , allo scopo di normalizzar e la flora n1icrobica. L ' A. ispirandosi anch e alle os er,razioni d i ~letzger, jl quale avrebb e avuto dei buoni ris ultati ne lla c ura della dissenteria nlediante clisteri con acqua di la aggio d ell 'intestino di }Jersone san e (attrib·uiti da Metzger a ll a preenza di batteriofago in quest 'u ltim e) , ha p enato di introd urre il b. coli p er via r ettale . /\ tale sco1)0 il b atterio isolato da fe ci di og· getti san i \reni,ra coltivato per 24,ore in brodo; quindi 'On1ministrato per clist er e insien1e a .. oluzione g lucosata (50 eme. di brodo in 150450 cn1c . di soluzio11e) . Il procedimento ripetuto quotidianamente per 3-7 settimane h a dato d egli otti1ni ri sultati in 6 casi di colite ulcerosa grave; rapidam ente scomiparvero le manifestazi oni intestinali e in breve eguiva r ipristino dell e condizioni generali d egli infermi. Va notato ch e in qualcl1 e caso l e cure precedenti con terapia ferrica ad alte dosi e tra fusioni di an ~ ue sono rin1ast e senza risultato . 1
S. Ì\f I NZ. li trattnmento fisico della costipazione. H. G. Wiirthl (Fort.s ci.h. ritt~e d er J-.1 ed ., 1935, r1. 2) con i O'lia essenzialmente la ginnasti ca ad-
do111i11ale. da farsi come segue:
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SEZION E PRATICA
Cor po svestito, dapprima in d ecub,i to orizzontal e. Rigonfiare dapprima la parete addon1inale durante l 'inspirazione, in modo da far di scendere d el tutto il diafra1nn1a, ret rae11dola durante 1'espirazione. P er fare la g inna tica da oli , collocare sul V€ntre un sacco di sabbia da 3-5 kg. preventivamente scaldato, il quale esercita una specie di massaggio. Dopo una diecina di tali esercizi r espiratori, ri peLerli in posizione genu-pettorale e poi in posizione laterale destra e sinistra . Passar e in seguito a movimenti di pedalan1en to, fatti alternativamente con le due gambe, n el decubito dorsale. Infine, fl essioni del tro11co, pure in decub ito dorsale, espirando dura nte la fl essi one ed inspirando d ella fase di ritorno d el torso in addietro. Il massaggio addominale va riserbato a lle forn1e atoni che della costipazione; si eseg uirà st ando sdraiati s,ul dor o, n1a col tronco in flessione (mediante cuscini) a 30° e le gan1be fl esse in modo da rilasciare al mas i1110 la parete addominale. Per fare cessare lo spasmo, frequente in alcuni costipati , fare una dilatazione 1Jrude nte dell 'ano . D efecare con le ginocchia n1ante11ute il più alto po sibile, cioè con il sedile molto basso o , meglio alla turca (ch e è la vera ])Osizione fi siologie.a). 1
fil.
NOTE DI LABORATORIO. L'aun1ento ·di volun1e delle emazie nelle malattie epaticl1e. B. ì\Ieian10 (D eut. Arch. f. klin. 1\1ed. , 1935, p ag. 209) h a trovato, in 2± s u 26 individui con i11alattia epatica diffusa, aumento del dian1etro d elle en1azie ch e, dal valor e medio di 7,-± µ arriva fino a 8' e 9, 7, con una an1piezza di variazione m aggiore ch e norn1aln1ente (µ 2,5 2 ,8) . La macr ocitosi manca n elle colec i topatie e · 11ei casi di malatt ia epatica non diffusa. Non risultano rapporti fra l 'aumento di bilir ubina n el siero ed aumento di grandezza delle emazie. Non i conosce quale si a la sostanza cl1e p ro· 'oca tale n1acrocitosi. L ' aumento di grandezza delle en1azie, ch e si osserva nel fegato da stasi (per insufficienza cardiaca) e che si osservò 3 ,·olt e su 8 casi non è di origine epatica, 1na probabiln1ente d ovu~o a sovraccarico da acido carbonico . La macrocitosi no11 è di origine i11ielogena, ma si può spiegare con mutan1enti fi sici dei rapporti di grandezza delle emazie. Fra il quadro anguigno epatico e quello del1'anemia p erni ciosa, vi sono delle n ette differ enze, ch e depongono con Lro un'eziolog ia analoga. fil . 1
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« IL POL I CLI N I CO »
VARIA La cucina americana. Og11i p opolo h a i su oi g usti p articola ri per quanto rig uarda l 'alin1entazione, n on r aramente con1a11dati dalle n ecessità e dalla produzione locale. I gu sti si trama ndano attraverso le gen erazio11i e, ... pecialn1ente p er quelli ch e n on si son o n1ai n1ossi dal n atìo loco, si fi ssano in m odo tale ch e ogni I)iatto diverso dai pochi con sueti diventa un intruglio imma n g·iab·ile ed il piacere dei viaggi vien e così spesso turbato d a que ta inadattab,ilità a vitti diver si . Vi son o però delle cu cine ch e, an ch e p er quelli st essi ch e le usano, riescono sgradite. Così , mentre per esempio gli italiani ed i francesi dichiaran o gen eralmente la ri sp ettiva cucina cc Ja m iglior e del m ondo », non ten end o sempre conto del n oto cc De g ustib·u s ... », vi son o degli altri ch e critic.a no acerb1a mente il vitto del propri o p.a ese. Cosi è d egli arr1ericani. È be11sì ,·ero ch e 11oi talora spala n chiam o tanto d 'occhi a leggere n ei ma n uali di dietetica certe r icette culinarie ch e si usano agli Stati l Tniti, 111a vi son o deg·li america11i cl1e no11 esita110 a dicl1iar are ab b·o111 inevole la propria • c u cina. ~ questo il caso di L. Rowe ch e, in A n? erican pecta.for fa un curio o confronto fr.a la cu cina a111erican a e quella fran cese. In 1F r ancia, egli dice, i pr ep ara un.a bistecca di cavallo in n1odo tale da far ve;la sen1b rar e il più ten ero fìl etto di bue; in Ameri ca, si dà alla più p regiata carne di bue il sapore di cavall o. Nella cucina fr.an cese, le salse sono così deliziose e la pr e1)arazion e così m agistrale ch e ch i l 'assapora cr ede di m ang iare il cibo più raro. anch e se si tratta di autentico cavallo. In Amer ica, in vece, dove la carne di bue è 1anto abbonda n te e poco costosa, si prepa r an o delle « scaloppine ,> ch e sembrano suole, u cui si ver san o dei condim en t i, ::;empre g li :ste si, ch e riducon o i p iatti più diver si ad un comune d e11ominator e. No11 \ri sono altri esseri umani (salvo gli eschin1e i e gli inglesi) ch e possan o soppor tar e alla lu11ga una cucina coSi scipita così monotona, così disperatam en te insip ida com e quella che an1manniscono i cu ochi am ericani , per c ui si rende n ecessario insaporire i cibi con dei profu mi stan dardizzati ed imbot tigliati . I l i)rin cipio fon dam en tale della farn1acologia medioeYale era quello ch e più disgu stoso era il medi ~n:;i.ento, più lo si credeva effi cace. Analoga111ente, aggiunge argutam ente l 'A., fanno i p roduttori di cc man gime » per gli america11i : più u n piatto è ig n obile, più lo si deYe ri tenere ·an o. E g li am ericani , a n ch e se si tra tta di un pa.té... di gatto, lo n1ang ian o con solennità, purcl1è siano sicuri ch e esso contiene le quattro vitamine ca rdin ali , le ca· lorie regolamen tari , gli ormoni più o men o se .. uali come pu re la quan tità di raggi ultraviolett i prescrit te dal m ini st e_ro dell ' igien e. l Tn 1
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prezzo fantastico ed ur1 impaccl1et tan1ento n10derno rinsaldano la con vinzione. Vicever sa, g li amer1 can1 con1e g li ing lesi ci ten gono a mostrare un 'estrema correttezza n el n1an giare , ma n on è cosa ch e si possa incondizionatarn ente invidiare. La comp,l eta n1ar1can za d i guslo per quello ch e si ma ngia dà la possibilità di n on occ uparsi di .quanto s' ingoia e, quindi di sorridere - per n on t radir i ri el mornento in cui il b·o ccone corrosivo passa dalla faringe nell 'esofago... fil .
COMMENTI. A. proposito del trattamento moderno della schizofrenia. Nella rubri ca « Appunti p er il Medico i)ratico » del .Policlinico, Sezion e Pratica, 9 settemb·r e 1935 è apparso un breve articolo sul trattamerrto moderno della schizofrenia . Do1)0 l 'enumerazion e dei vari m etodi curativi preconizzati la cui mol teplicità stessa è in di ce della Inro gen erale ìnefTicacia ven gon o breveme11te esp osti i risultati m olto soddisfacenti 01 tenuti col m etod o p iroterap1ico e or m o11oterapico as~0c i ati secondo le indicazioni de 1 Gieh n1 ("Atf e<1iz. K lin ik, 26 april e 1935). Sernbra a ine dover oso ricordare ch e accanto a questo m etodo curativo n on deve essere ign orato quello preconizzato dal Boschi coll 'in1piego di in :ezioni endorachidee di acqua bidistillata e di fenolsulfonftaleina . Tale metodo, ch e trova la sua ragion e di es ere n ell e 1iiù m od erne acquisizioni specialmente itali ane sulla fisiopatologia del liquor , fu sperimen l ato da l\il on tem ezzo e Telatin n ella cura di psicosi e di n europatie. Il Cabitto, primario del1' 0 s~e dale Psichi a trico di Novar a, nel corre11te a nno riferiva g-Ii ottimi ri sultati dell 'applicaiion e del n1etodo di Boschi -u 35 schizofrenici. Entr an1bi questi lavori on o puhblic ati sul « Giorna.le di PsicliiGJtriai e Neuropatologia n, rispettiva1nonte del '33 e del '315. La tecnica è em plicissima e consi te essen zialu1ente in un pr elievo di circa 10 eme. di li c1uor cu i cg ue u 11 ' irnmediata introduzion e ne · gli spazi uba1acn oid ei n1idollari di 3-5 n1mg. di fenolsulfonfta]eina r iolta in mezzo alcali ai) op1)ortun an1ente d osat o. Dett aglj di appli caz io11µ de] n 1et.oùo sono 1ar1g ar11e11te dilucidati nei suddetti lavor i . Essen do il citato cr it lo del Policlinico in $OS tan za una recen ion e, del re to pregevoli sir11a, ch e in cerlo qua] modo è an ch e, per l enumer.azìone dei vari metodi propost i rece11ten1ente, una n1c a ~ pun to della que~ t ion e, i11i è en1hrato utile, dat o che si trat ta an ch e di appu 11ti pel m edi co pratico, far presente il r ece11tissin10 n1et odo . . opra indi cato a ffinch è, appunto ai fini pratici , ne siano a con oscenza i Sanitari ch e si troYa ... ero ad intrrver1ire in que ta grave psiCO [)atia. A. ~{ONTEMEZZO. 1
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2023
SEZIONE PRATICA
NELLA VITA PROFESSIONALE. CONCORSI. POSTI VACANTI. f l\tPERIA.
Con sorzio
Prov .
A ntitu·b er cola r e.
_proroga al 28 ottobre, ore 18, a l concorso di dir ettore del Consorzio e del Dispensario Provinc .; .stip. L.- 19.000 aumentabile a L. 21..000 oltre L. 5200 indenn. serv. att. NARDÒ (Lecc-3) . Ospedale Civile Sambiasi . Concorso, per titoli, al posto di Primario Chirurgo. Stipendio L. 14.000 annue (lorde del 12 % e delle altre ritenute come per legge); compartecipazione -del 40 % dei proventi operazioni a pagamento. Età m:..ssima anni 40 salvo le eccezioni di legge. Sei .a11ni di aiuto o assistente effettivo presso Cliniche Universitari0 ocl Ospedali di almeno 500 letti. Laurea conseguita da almeno 10 anni. 1'assa di con.corso L. 50, 10. Scadenza 20 ottobre 1935-XIII. Per maggiori chiarimenti rivolgersi alla Segreteria della Congregar.ione di Carità di Nardò. UDINE. Ospedale Civile. - Proroga --al 30 dicembre, ore 18, d el concorso a primario dermosifilo•pat a.
NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Con D . M. del 24 settembre il prof. sen. Nicola P encle è chiamato alla cattedra di p atolog ia e propedeutica clinica della R. Universit à di Roma. Ce n e compia.cciamo vivamente con 1'illustre cJinico e scienziato, cui d obbiamo un insiem e di studi fondamentali ed organici sull 'endocrinologia e sul costituzionalismo e che ha creato l 'odierno movimento bio-tipologico , fl quale ha avuto largo seg uito anche fuori d 'Italia. La Commissione giuclicatrice del con corso a premio della cc Fondazion e F errero di Cavallerleone pro ufficia li medici d el R. Esercito in S. P. E. » per il qu aclriennio 1928-32 h a ritenuto meritevole -del premio il ten. col. inedi C'o Nicola Bruni, })er l a monog rafia « Ig iene Militar e ». Memento:
Agli abbonati che volessero fruirne, rammentiamo che per offe· ·nere io porto franco, nel Regno o nelle Colonie Italiane, per sole Lire 4 0 an.zio h è Lire 6 0 le
Lezioni di Clinica Medica del Prof. CESARE FRUGONI volume in-8°, di pagg. Xll-606, niditamente stampato su ottima ·carta, con 46 illustrazioni nel testo, essi debbono farci pervenire subito le predette L. 4 O .
Pe?" l'est ero, aUe L. 40, vanno aggi.unte L. 10 per le maggi.ori spese occorrenti pe-r la speditione t"accomandata. Per risparmiare la tassa c!el Vaglia, le predette L. 4 O possono essere anche versate, senz'altra spesa, nel nostro Conto corrente Postale N. J / 5945 mediante l' occorrente Bollettino che fornisce :gratis l'Ufficio di Posta . L·ordinario Vagli:i Postale a tassa, dovrà invece essere indirizzato all'editore LUIGI Pozzi, Roma, Via Sistina 14, oppure presso l'Uffi, cio Postale succursale diciotto, Rom a. N. B. - Sul polizzino èel V aglia o del Bollettino di Conto corrente, applicarvi la fascetta compyovante la qualità di abbonato al ·« Policlinico », ai quali soltanto è concessa detta eccezio· nate agevolezza. Le richieste che gli abbonati ci facessero pervenire altrimenti, non potranno ben eficiare della eccezionale riduzion e sopr... menzionata. A VVERTENZA. -
Si t enga presente che la speciale sumenzion ata
-riduzione, resterà in vigore fino al 30 novembre.
NO.T IZIE
DIVERS·E
Le condizioni sanitarie in Africa Orientale. Il sen. Castellani che, come è noto, è s tato no· 1ninato Alto consulente sanitario per l 'Africa Orientale, ha fatto all '(( Agenzia d 'Italia » le seg·uenti d ichia razioni: La salute delle truppe e d egli operai italiani che s i trovano nel] ' Africa Orientale, è eccellente. ~l numero, infatti , d ei malatì, risp etto alla massa di nostri connazionali che sono oggi in Son1alia e in Eritrea, si può dire proporzion almente eguale a quello ch e caratterizza le condizioni sanitarie della popolazione d el Regime. Nelle zona basse dell 'Eritrea e in alcune parti della Som.:i!ia si son dati casi di malaria , di dissen1 eria e di colpi di calore, m~ tali casi sono in verità assai pochi e, gen er almente, si presen tano a tipo leggero. I risultati ottenuti ·n ell 'opera dj prevenzione e di cura dJ queste m alattie endemiche nei tropici , sono dunque al di sopra , si può dire, di ogni norrr1ale previsione . Nierito , soprattutto, della organizzazio11e, veram ente meravigliosa, che il Governo fascist a ha voluto e saputo attuare n el vasto e comple·sso c:ampo d ei servizi sanitari dell 'Africa Orientale . Va segnalato, a quest o proposito, ch e nessun m edico è mobilitato nelle Colonie se pri1na non ha comfJiu lo un tirocinio intensivo n ella clinica delle malattie tropicali e subtropicali che il Duce, con la preveggenza d el genio , volle fondata à Roma lre anni or sono. Tutti i nostri soldati e tutti i n ostri operai sorio stati vaccinati contro il vaiolo, il tifo, il paratifo A il p aratifo B e già si è iniziata anche Ja vaccinazione contro il colera, per semplice rr1is ura precauzionale, perchè finora nessun caso di ta]e morb o si è verificato nelle regioni costier e del Mar Rosso. I noltre, così come i soldati, gli operai sono stati J)rovvedu ti di un elmetto o casco per prevenire i colpi di calore, nonchè di una fascia speciale, allo scopo di preservare l 'addo1ne da eventuali raffTedcla111enti, che potrebbero essere n el clima afriGl!no, particol armente nocivi. Ho citato queste provvidenze, p er dare una idea cl ella cura e della premura a·ssidua, affettuosa, vigile che l'Italia dà a questi suoi valorosi fig li, ch e ser vono, con tanto devoto amore, in t erra d 'Africa. Ma ess~ 11on sono, naturalmente, le sole, che caratterizzino l ' azione dei servizi sanitari. Desid er o !)rima di co·n cludere questa mia breve dichiarazione, dire alle fa111ig lie d ei no·stri magni fici soldati e d ei nostri eccellenti oper ai di essere perfettamente tranquille s ulla salute dei loro cari , per ch è n es·suna tutela, nessuna difesa potrebbe essere più efficace e pii1 benefi ca cli quella ch e ad essi prodiga jJ Governo fascista.
Onora11ze messicane a due cl1irurgi itnliani. Il 3 ott obre S. E. ' ' asconcelos, Minis tro d el ~l es sico presso il Quirinale, h a rimesso nella sed e dell a Legazion e in Rorna le insegn e d i Accademici corrispor1denti est eri dell ' .4ccadeniia iY!exicana de cirugia ai proff. Roberto Ales_anclri e Raffaele Bastianelli. Alla cerin1onia ~o no int erYe11uti vari m embri
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fANNO XLII ,
cc IL POLICLINICO »
del Corpo diplomatico accreditato })resso la Real Corte, tra i quali p a rticolarn1ente numerosi quelli d el! 'Ameri ca latina, un rappresentante d ella Reale Accademia d 'Italia, il segretario dell'Accademia rr1exicana de cirugia, dott. Manzanilla, e l 'Accad emico m essicano Esnaurizzar, alti funzionari dei ~·lini t eri d egli Affari E s teri , della Stampa e ProJ)aganda e dell'Edu cazione Nazionale e personalità ro1nane d el campo scientifico e meclico. Il Mini tro d el ~lessico ha pronunciato un vi})r J 11le di corso , espri111e ndo l a sua grande soddisfazione personale per l 'a lto che s lava ~Jer con1piere, ir1 quanto es·so determina più strette e corrliati relazioni fra gli uornini di scienza al di là e éd dj qua dell ' Oceano Atlantico. E non solo JJ< ichè si trattava di onorare due notevoli figure del n1ondo scien tifico, ma poichè si trattava di ita1i ani, cc Ci g li cli questa amata terra , quella della 11 ostra civillà e nucleo creatore e i spiratore del genio latino - ha concluso il Mini stro - di due figli dell ' Ila1ia grande i1el pas·sato, grande n el presente e g rande n ell 'avvenire per le virtù civich e d ei suoi uomini di i eri, di oggi e di do111ani ». S. E. Vasconcelos ha poi consegnato l e insegne accad emich e al prof. Alessandri, il quale ha preso la parola anche a nome del prof. Ba·stia11elli indj spos lo, ri11g·raziando l 'Accade1nia messica11a di ehir11rgia e il i\1i11istro d el Messico, per aYer Yoluto rimetter loro l e insegne accademi che ufficialmente con la odierna cerimonia solenne. H a rivolto anche un ringrazia1ne11to ai clue delegati d el l 'Accad emia messi ca11a, venuti appo~ta ji 1 Italia ed ha ricordato come n ella sua qualità <li l)resid ente della Società italiana di cl1irurgia (\g li abbia cercato di favorire quanto più glj è s ta lo possibile l o stabilirsi di l egami scientifir i ed n1nich evoli tra l a Società Italiana e l'Accad emia ùel Messico. G li oratori sono stati entrambi vivamente applauditi.
10• Congresso internazio11ale di storia della 111edicina. Si è tenuto a Madrid dal 23 al 29 settembre, sotto il patron a to del Presidente della R epubblica Spagnuola. Il Congresso, al quale sono intervenuti delegati di molti paesi , ha offerto agli inves tigatori e studiosi di storia medica un esteso assortime11to Cli materiale a scopo di stu<.!io. Si è rivolta speciale atter1zione ai soggE:tti ·seguenti: La n1edicina araba in Spag na ; La rnedicina in America durante la coperta e la colordzzazio·ne.; il folklore medico nei Paesi civilizzati ecc. Vi hanno partecipato circa 350 congressisti provenienti da tutte le parli del mondo. La Sessione in augurale del Co11gresso avvenne in Toledo, con grande solennità, n ell 'Ospedale della. Sant~ Croce. IJ1 t3le occa ione il prof. sen. Davide Giordano, dn vero umanista, 11ella sua qualità di presidente d ella Società Internazionale della Storia della l\IIed icin a rivol e il saluto ai congressisti con una ·~ 1nagliante orazio11e in l ati110. I m edici italia11i iscritti al Congresso su}Jerarono la tre11tina m olti d ei quali presero parte attiva a i lavori dcÌ Congresso. Il prof. Capparoni (Ron1a) r h e dt1rante la sedu la privata della Società Italj a~a d ell a Storia della M~cli cina, aveva ricordato C'OJl nohil i c<l elevate p arole il prof. Bilancioni, recen te rnente sco111parso, aprì i lavori dell:l prima Seduta . . cientifi ca, d ella qual e te11ne anche la ])re.., ide11za , Yolgendo un ' i111portanl issi1na r el azione l
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sulla n1edicina araba alla fine del XIII secolo e s ui 1nedici che 1neglio la rapprese11tarono; relarione che riscosse calorosi ap1Jlausi da parte del! 'intera a.ssemblea. Il prof. Castiglioni (Trieste), oltre ad aver tenuto una pubblica conferenza ·5u: " P agi11e di storia del pen siero medico mediterra1teo )), ch e fu molto applal1dita, trattò clel folklore 1nedico italiano , della sua i~portanza e del metodo da le1ter si 11ello s tudio cli esso. A questo arg·omento portaro110 un co11tributo il rlott. G. ì\I. Nardi (Firenze), trattando ed illt1stranrlo ampia1r1ente la medici11a po1)ol a re tosca11a in rapporto a quella e trusca, e il dott. Lalronico (Lecco), soffermanclo i diffusan1ente sul folklore 111edjco 1on1bardo. I dottori Bazzocchi (8olog11a) e Mazzi11i (T1nola), vissuti a lungo nell 'Am erjca del Sud, illustraro110 il primo la n1erJjcina delle trapanazioni incaiche, il . econdo la medi cina nel Cile pri111a d ella conquis ta. Il prof. Picci11ini (~lilano) riferì ·su Andrea Bacci Elpidiano e il J)rof. Nisio (Bari) sui 11ionieri urolog·i nella P11glia a11lica e· 111oder11a. Il dott. Canezza rR01na), intervenne efficacemenle nella disc11ssjone sl1 ll 't1so ed il traSJ)Or1o ci ella cl1i11a. Una sezione importante del l avoro del Cong resso è stata un 'esposizione di manoscritti, documenti, libri ed altro materiale avente relazione n i sogge1ti in discus ione . 111 teressantissima la collezione d el Museo cli Stori a della Medicina W ellcome di Lo11dra.
I congressi meclici tli Bologna. Il 1° ottobre, i)resente 1'on. Lan Uni, sot losegretario di Slato alle Coruorazioni, in rappre enla11za d el GoYerno, venne inaugurata l a serie d ei Congressi rnedi ci , C011 il C'ongresso ò ella preYidenza sociale. La cerimonia si è svella nella sn la gra11de del-· l 'Archiginnasio, aul a delle sedule plenari e, tutta pavesata di vessilli e di gonfaloni scortati cla valletti alla ore-senza di u11a eletta folla. Parlaro110 ' il Commissario prefettizio del Comune di Bologna presidente del comitato ordinatore dei Co11gre ~ si e delle mo tre, il Federale e qu i11cli il Sottosegretario alle Corporazioni on. Ferrucci o Lanti11i, il quale 11a dichiarato aperti uffic i1ln1ent e i Congressi. Da ultimo l 'on. Brt1no Biagi, presidente dell 'Istituto Nazionale d ella PreYi<lenza sociale, ha tenuto la nrima r elazione in programma tra tta11do dell 'cc Orientamento del diritto corporativo nef ra pporti clella medicina e dell 'igiei:ie sociale ». . L 'on. Lantini h a inaug urato !)OJ la mo·stra inl ernaziona-le del li])-FO di 1nedicina e la mostra dello strumento medico chirurgico, organizzate· e preparate nei st1gge ti v i 1_oggiati. dell 'A~c higin11asio la s torica sed e d el m1llenar10 Stud10 Bolo' gn~se. . . Nel 1)01neriggio e i1el g iorno suc~ess1v_o furono tenute le relazioni dei l)roff. G. P1sent1, . Castellino (pronunziata daf l)rof. Giannini), L. Devoto, E. Morelli , C. Gian11ini , Parerli e F. Becch e tti , P. Gaifami. , . . . .. I lavori furono riassu11ti dall on. B1ag1; i11f1ne il prof. P e trag nani , direttore generale ·della Sanità, si con1piacque cl ei ri .ultati rlel Congresso.
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Il I ° Congresso della Società Italiana di Chiru~ izia ripara trice, plastica ed estetic~ avrà luogo _Jl 24 ottobre a Bologna , so l lo l a pres1den za ~norar1a dei proff. Alessandri , Paolucci e Pe:na . L 11,1au g~ r azione avverrà nel la sala a na lomJca del] Ar ch1-· ginnasio; e Je comuni cazioni indiviòuali s i svol-
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gera11no pro])al)ilmente in una sala clella R. Clinica chirurg·ica gentilm e11te concessa dall 'on. prof. Paolucci. I cultori della specialità che intendono prese11tare corrLunicazioni, sono pregati di inviarne il titolo co11 un breve ria:ssunto al prof. A. Nian11a1 v~a Nazionale 87, Roma. ~er eventuali facilitazioni ferroviarie, tessere e per altri chiarimenti rjguardanti g1i. alloggi , rivolgersi al dott. A. Gal· lassi , via A. Zannoni 46, Bolog na . Di altri congressi ci riserviamo cli parlare nei pros·simi numeri.
Congressi va.ri. Il 5° Cong·resso di chin1ica biologica 'S i t errà a Bruxelles clal 23 al 25 ot tobre; sarà riservato alla di...cussio11e dei seguenti temi: La concatenazione dei processi enzimatici nel tessuto muscolare; Il Tr.eccanismo della· r espirazione intracellulare; I metodi fisici applicabili in ])iologja. Quote: per le società e l)er l e ditte industriali: n1embri onorari 500 franchi, rnembri effeltivi 250; per i privati: n1en1bri onorari 250 fra11chi, mernbri effe ttivi 100. f~ organizzata una mostra e ·sono previste eséursio11i. P er i! progran1ma rivolgersi al prof. H. Van Laer, boulevard Maurice Lemonnier 132-a, Bruxelles. 1
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SEZIONE PRATICA
Si è riu11iLa a Basilea la V Conferenza l11ternazio11al e di P ediatria Preventiva destinata a far conYergere lo s tudio di i)ediatri eminenti d 'ogni p aese sopra dllC temi di alta importanza sociale riguardanti: 1) l a « lotta contro le malattie infettive 1tegli osped ali per bambini n (edilizia ed utilizzazio11e d egli ambien ti os1)edalieri) ; 2) la « tubercolo i nella scuola » . Hanno })artecipato ai lavori della conferenza con fl})prezzate co111unicazioni il prof. G. Frontali, direttore clella R. Clinica Pe.diatrica di Padova e il prof. O. .Nuzzi, i spetlore dell 'E. N. F. della l\1utual i là Soola·s tica; presente anche l 'on. Lanzillo, presicle11le clell 'Ente stesso. Essi ha11no •posto in evide11za qua11to nella profilassi antitubercolar e n ella scuola e l)er 1nezzo d ella scuola è stato fatto dal1'I talia fa scf:s ta. Il prof. Fror1tali è :st ato non1inato a f ar parte del Con1itato co1nposto di cinque nlernbri, che ha for1nulato le conclusioni della Conferenza nei riguardi d ella profilas·si antitubercolare nella scuola. Egli pure P. st ato pregato d~lla Conferenza un anime di organizzare insieme col prof. Pincherle, di rettore della R. Clinica P ediatrica di Bologna l a PJ~ssin1a Conferenza Internazionale che avrà luogo in Jtalia.
A Sa11 Scba-sliano (Spagna) si è svolto dal 27 al 30 lugli .1 il 7° Co11gresso della ,Società internazionale di talassoterapia, Cl.li interve11nero 250 cong·ressisti; il Governo italiano aveva delegato a r apprese11 tarlo il prof. Francesco Delitala; eran.o a11che presenti i proff. De Francesco, Magross1. Zanoli. Il Delitala h a , tra l 'altro, ricordato il pior11 er e <t ella talassoterapia in Italia: Giulio · Cere~ole .
Nei g ior11! 11-13 settembre si è riunito a Plombi èr e les Bains, un Congresso per la discussione cli ar go111 en ti riguardanti le coliti. Il congresso presieduto dal prof. Carnot h a trattato a1npia~ niente il t ema all 'ordine clel giorno, da vari punti cli vista: e tiol ogico , palogeneti co e terape"l1tico. Jlappresenta"-a l 'Italia, in so·stituzion e d el prof. C. Frugoni, il prof. P . .1-\lessandrini, il quale nella seclu la i11al1g urale 11a p3rla lo cl e i vincoli di comu-
nità italo-francese oltre ch e nel campo politico a11che nel campo scientifico riscu otendo gli ap plau si unanimi d ei congressisti. Fra g li italiani, oltre al prof. P. Alessandrini, erano presenti i dottori A. Str l.1mbalo, G. Alberli ed altri. Il Comitato organizzatore delle dodicesime Giornate dentarie di Parigi informa ch e . questo Congresso inter11azionale si svolgerà d al 21 al 24 novembre, nei locali della Scuola odontotecnica (rue Garancière 5, Paris Vie). li Comitato rivolge un caldo appello ai medici pratici, affinch è p artecil)ino nu1ncrosi a que·sta manifestazione. Una riduzion~ del 40 %, al netto da og ni imposta, sulla LE-te ferroviaria francese, è accordata ai colleghi e loro fan'lig lic. A tale scopo rivolger si a: M. René Sud.aka , ecr étaire génér a l des Xlles J ournées d entDires cl e Paris, avenue Emile Zola 143, Paris XVe.
Azioni giudiziarie. La V Sezio11e del Consiglio di Stato, su un ricorso in te111a di nomina · di 1nedici condotti, in accoglimento d eg·li argomenti sos t.e nuti dall 'avvocato Augè AllJerto, ha emesso una decisione che h à sp eciale i111portanza per l a s ua vasta applicaz)o11e. I-Ia cioè affermato jl principio ch e, anche qu alora il b ando di concor so p er medico condotto abbia i11 proposito una disposizio11e imprecisa, l 'età del concorrente il quale abbia prestato o presti servizio in altre condotte non è soggetta a limiti, perch è tale è la precisa e chiara n orma det tata dal 1-legol amento generale . Inclipe11cle11 temen Le da questa agevolazione , gli ex-combatte11ti g·odo110 di un 'eleYazio11e di 5 anni su l limite m as·simo ·cli età stabilito in via generale, poichè questo ])eneficio, inizialmente concesso per i co11correnti agli i111 pi eg·hi statali, venn e l)Oi esteso a quelli ch e aspirano ag·li impieghi cl egli Enti locali. Al Tribu11ale di Birmingham (I11ghilterra) è in corso un ' azione g iudiziaria contro un certo Ernest Peace Freeman che, giunto nella ci l t à lo scor so a11no, si spacciò per il dott. Louis Rabinov., nome ch e cor risponde ad u11 medico esercente rn Melbourne (Australia) ; acquis tò u11 g abinetto medico, ad un e poi . lo rive ndette - guadagr1andoci m edico, per 660 sterline (circa 40.000 lire it.) . L 'acquirente venne a sapere che una fornitura di m edicinali e di presidi, cedutagli insien1e col gabinetto e del! 'importo di 13 sterline, non era stata pagat a; perciò egli intentò causa e in istruttoria è emersa tutta la frode. Risulterebbe, tra l 'altro, ch e il Freeman ha fregt1entato ~bu sivamente un corso di ostetricia, al Dudley-road Hospital , ed h a esa1ninato delle donne. Il fatto strano è che egli possiede un albergo, il Royal Marine !lote~ , a Covves: le sue malefatte non trovano sp1egaz1on e in bisogno di d enaro. ...
Un po'
dov11nqu~.
Il 10 sollembre ebbe luog o · a Bologn a, nella sede del Re llorato la cerim onia per la costi tu' . zione del Consorzio inte rprovin ciale univer itar10, allo scopo di provvedere al maggiore incr~men t~ d egli s tuclì superiori m ecliante l a con cessione d1 conLributi p er J'acquisto di materiale scientifico e ditla ltico e p er ricerche di p articolar e i11ter esse . La conve11zìor1e avrà la dl1rata ili 50 a nni ; possono accederYi e11ti e privati .
2028
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IL POLICLINICO
Nel] 'Is lituto d'Igien e Sociale di Barcellona è 5t a lo inug ura lo un Dispensario ar1tiverJereo; alla ceri1no11ia assistevayo molte autorità sanitarie. Il 30 giugno venne inauguralo ad Avana un Ospedale mu11icipale per l 'infanzia, sontuoso edifizio di 6 piani, capace di 166 pazienti; la costruzione venne iniziata nel 1930; il costo è stato di circa 5 milioni di lire i t. Il prof. Gilbert 1Soui:dille aveva preser1tato, in febbraio, le dimis-sioni da direttore de1la Scuola di m edicir1a di Nantes; n1a ora le ha ritirate, essendo stato ottenuto l 'accoglimento di vari voti, e cioè la costruzione di due cliniche pediatriche, J 'una medica e l 'altra chirurgica, e l 'avviarr1ento alle cli11ich e urologica, neurologica e oto-rinolaringologica, sotto forma di consultazioni clinich e nei servizi dell '« Hotel-Dieu ». L 'Unione sovietica ha iscritto 16.000 nuovi studenti in medici11a. Due Scuole di Mosca, ch e aveva110 an11unziato 750 e 930 posti liberi, ricever anno 1600 e 1500 iscrizioni. In Germania dopo l 'avvento del nazismo al potere, nel 1933, il numero degli studenti universitari si è ridotto da 116.000 a 77 .000, cioè in misura di 33,41 %. Il bollettino ufficiale del Ministero dell 'Educazione, che recn questi dati, non dissimula il carattere -preoccupan le di tale spopolamento; ma ne mette anche ·in evidenza gli aspetti favorevoli, poichè ne deriva una diminuziò11e della pletor:J che si era deter1ninata nelle professioni liberali. Il fenomeno tende ad accentuarsi, poichè le nuove immatricolazioni si sono ridotte da 14.000 riel 1933 a 7000. Il decano della F acoltà di scienze mediche di Buenos Aires, prof. Rafael Bullrich, n el discor so i11aug urale dell 'ultimo a11no accademico (riportato in « Semana i\iléd. », 11 apr. 1935) h a rilevato ch e nella Repubblica Argentina, ch e conta una popolazione di 12 milioni di abitanti, si ciiplomano ogni anno <300 medici , n1entre n el Belgio, con una popolazione di poco inferiore, si trova eccessivo il numero di 300 nuovi m edici l'anno. Il Bullrich invita le Facoltà mediche della Repubblica ad un 'azione collettiva, p er limitare il numero delle iscrizioni e renclere più rigorosi gli studi per il con·seguimento dei diplomi di medico e di dentista. 1
In Inghilterra la proporzio11e di medici è aurr1en lata da 1 ogni 1514 abitanti nel 18 1 a 1 ogni 881 abitanti nel 1934. on o partiti per gli Stati Uniti d'America ventjsetle tra gioYani studenti e studentesse italiani che h anno vinto borse di studio presso le più importan Li U11iver sità e C-Ollegi americani per l 'anno accad emico 1935-36. Tale scambio tra studenti , ch e viene curato da anni dalla Direzione degli Italiani all'Estero, sta ottenendo sempre maggiore succe·sso e già cominciano a giungere in Italia gli studenti americani ch e seguiranno i cor si presso le nostre Università di ~i[j}ano, Roma, Padova , Siena, Firenze. Un 11t1meroso gruppo di medici svizzeri ed ungh ere j convenuti a Mo11tecatini Tern1e hanno YOluto e J)r imere al Duce, cc in questo momento di particolare sen ~i bili tà politica » , la propria ammirazione per l 'It alia fasci ta ecl cc i loro sinceri voti e lulta la loro fiduci a nei grand i e sacri destini
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della n obile Nazio11e Italiana saggiamente guidata verso mète luminose e fulgide ».
'f!n
g;uppo di medici svedesi, diretti dal prof. Grill d1 Upsala, ha visitato la stazione termale di Vichy in Francia.
In Germania si è determinata una riduzione s~nsibile nelle spese di pubblica assistenza: nel1·anno finanziario 1932-33 esse ammontarono a 2717 milioni di marchi; nel 1933-34 discesero a 2484 milioni; nel 1934-35 i dati provvisori segnano un 'ulteriore riduzione, di 500 milioni incirca. Evid~nt~,mente gli assistiti devono concorrere sempre d1 p1u a sostenere le spe·se di assistenza anche se poveri, e ciò a causa della crisi degli 'enti assistenziali. . La denun~ia del cancro è stata resa obbligatoria in Jugoslavia da una circolare del luglio scors<> err~anata dal Ministro della Salute pubblica. La richiesta era stata fatta dalla Società jugoslava per la lotta contro il can cro. Il ministro fran cese della sanità pubblica e del1'educazione fi sica, Ernest Lafont , ha ricevuto il segretario generale aggiunto della Confederazione dei sindacati 1nedici fran cesi, dott. Hilaire, ed ha e·saminato con lui le conòizio11i in cui le riduzioni di onorari medici potranno essere accentua-te, là ove i sindacati n e hanno già ammesso il principio, e generalizzate nel resto della Francia .. !n a~t~sa ch e la Confederazione prenda posizione, il m1n1stro ha deciso di pregare i nrefetti affinchèYO~lian o ~saminare d'urgenza, COil i sindacati local1, le misure che dovra11no essere attuate. I giornali recano: Il cittadino britannico Purves è riuscito a ottenere dal Negus il con sen o di far funzionare un erYizio di ambulanze britannich e da campo, insieme col p er1nesso di percor rere liber am ente il P aese. L 'Azienda del chinino di Stato h a introitato n ell 'esercizio 1933-34 L. 15.224.617; ha speso 1.. 8. 739. 859; n e deriva un avanzo di gestione di L. 6.484. 758.
stata costituita ji1 Argentina l1na Commissione permanente della Farmacopea Ufficiale, sotto la presidenza del dott. Ignacio Imaz. Comprende fi sottocorrLT11is$io11i: medicina ; chimica; bioloR"ia; materia medica vegeta1e e animale; redazione, ·110menclatura e r evisione gen erale. È
In Germania per i nuoYi libri e per i periodici venduti all 'Est ero si è stabilita una riduzione del 25 %. Il fascicolo V (se ttembre) di « Acta Medica Italica » è riservato all 'em a tologia ed all 'emotrasfusione in Italia ; reca ce11ni storici ; riporta un capitolo del libro di A. Ferra.nnini sulle priorità italiane ; prospetta e docu1nenta la produzione italiana ; raccoglie gli atti del 1° Congresso italiano de11 ·A. V. I. S. e riferisce l 'or ganizzazione di tale associazione ; descrive alcuni ·stru1nenti per l 'emotrasfu sion e. Risulta di 116 p agine ed è posto in vendita per L. 10, a ben efizio degli Orfani dei ~!edici caduti i11 gu err a. Si è celebr ato rece11ten1ente a ' rienna, da allievi ed e·st1m atori , il 70'" compleanno dell 'emir1ente chirurgo prof. Julius Schnitzler, ch e ha dovuto or è poco ritirarsi <lall 'insegnamento, in
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SEZIONE
PRATICA
2029
seguito al nuovo limite stabilito in Austria per i professor~ UILiversitari. Il prof. Ludolph Brauer, che fu a lungo clinico 111edico acl Amburgo, ha celebrato il 1° luglio il suo 70° compleanno. Eg·li è noto per i suoi contributi alla terapia della tubercolosi e della pericardite ade3iva (toracoplastica, cardiolisi ecc. ) e per le sue pro~e tunzionali dei p.o lmoni e . del cuore. Ha saputo ottenere ingenti contributi· di filar1tropi per la fondazione tli un istituto di tisiologia, di un laboratorio sul metabolismo (con cu cina dietetica), di un istituto su lla fototerapia, di un istilu to per le ricerche mediche sull 'aviazione ed altr i. Il commissario del popolo per la salute pubblica deJl 'U. R. S. S., G. N. Kaminsky, ha ricompens3tto con la somma di 3000 rubli per ciascuno, quattro « grandi scienziati », professori della Prima Università di Leningrado, per celebrare il 35° an11iversario della loro attività <lidattica: G. F. Lang, dì medicina interna; K. K. Skrobansky, di ginecologia e ostetricia; W. W . 'fchirkowsky, di oftalmologia; W. F . Martynoff, di chirurgia. stato inaugurato un monun1ento, in .A.bano Term.e, a P.ie lro d '_i.\.bano, medico e filosofo medioevale. P ér la Facoltà medica di Padova parlò il prof. Gasl>arrini; tenne il discorso ufficiale il p1·of. Castiglioni. È
Registriamo l 'assassinio del dott. Rinaldi, di Piazze, il quale si era dedicato alla cura delle lesioni articolari croniche con un metodo di cui con servava gelosamente il segreto, che ha portato nella tomba. Piazze, un piccolo comune in provincia di Siena , era diventata la meta di sofferenti di og11i rango. Il Rinaldi era considerato un taumaturgo. Egli aveva curato con successo emi11enti personalit à, tra cui Arturo Toscanini, che guarì di una tormentosa artrite della spalla destra, la quale gli impediva -Ji dirigere 1e orchestre. Non sj conosce l 'aS"sassino, nè il motivo che l'ha indotto al delitto. Per 1111. infortunio auto1nobjljstico è morto , a 76 anni, il prof. P1 E nRE l\ilÉNÉTHfER, noto per i suoi studi sul cancro sperimentale e sugli stati precancerosi , n ei quali egli vedeva dej processi infiammatori , concezione che gli venne molto contrastata. ,i.\. veva insegnato, a ~arigi , storia della inedicina e jn guesto campo aveva conseguito un largo successo. Nel 1930 fu prcsjdente dell 'Accademia di Medicina di Parigi. Era dotato di memoria prodigiosa. rvt:. p.
Le malattie infettive in Italia. 1V untero dei Comuni colpiti e numero clei casi (fra parentesi). Denunzie dal 9 settembre al 15 settembre: Morbillo 125 (306); Scarla tti11a 142 (294); Per tosse 87 (206); Varicella 43 (67); Vaiuo]o e vaiuoloide (-); Febbre tifoidea 557 (1240); Infezioni paratifich e 89 (145); F ebbre ondulante 31 (40); Di·ssenteria 22 (35) ; Difterite e croup 200 (362); Meningite cer ebro-spinale epidemica 2 (2); Poljo1nje.lite anterio1 e acuta 14 (19); En cefalite letargica 1 (1); A11chilostomiasi 7 (10) ; Ral)bia: morsicature di ani1nali rabbici o sosp etti 39 (55), dichiarata 1 (1) ; Pt1slola m align a 36 (43).
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MARIANO LUIGI PATRIZI. (Recanati, 23 sett. 1866 -
Bologna, 9 sett. 1935).
MARIANO L. PATRIZI scompare non avendo ancor compiuto il 69° anno d 'età, quasi improvvisamente. Poch~ nella stessa Bologna . sapevano del n1anifestars1 e deJ rapido aggravarsi del male, eh 'Egli sopportò co11 grande serenità: sentì l 'avvicinarsi della fine no·n appe11a ebbe contezza della n1alattia, e può dirsi rifuggì dal soccorso dell 'arte m edica; non volle opporsi alla fatalità, e attese la n1orte senza mai dar segno di temerla, anzi i11vocandola nei momenti delle più acute sofferenze. Scien ziato e divulgatore di scienza, fu per questo lato un genuino continuatore del suo Maestro Angelo Mosso. Continuatore ed amplificatore nel-' 1'oper& di studio·so della fatica umana, non solo ricercò sui ~enon1eni che accompagnano il lavoro muscolare e sperimentò con nuovi metodi il comportarsi in es·so del cuore e della meccaI1ica respirator~a , lo svolgersi della curva di fatica per det('rm1nate sostanze e per i diversi principii ali1nentari ed alimenti ; 1na estese l 'indagine al lavoro cerebrale : ebbt! l 'indiscutibile e grande merito di introdurre perfezionati metodi grafici nello s1udio non facile delle m anifestazioni della mente; e di qui vennero le prop-0ste di applicazioni e.Ila fisiologia sociale per ·saggiare le facoltà cli atlenzione, della rapidità di percezio11e e di altri più complessi atti psichici, della facilità alla stanchezza mentale negli operai, nei conduttori di veicoli celeri e così via. Le principali notizie ed esperienze sono raccolte in cc Braccio. e Cervello » dedicato a Pietro Albertoni , e nel più recente lavoro « Ancora cime11ti e risultati nel]o studio della fntica muscolare e nervosa » prese11tato ali ' Accadem ia d 'Italia dal suo illustre amico FilipJ)O Bottazzi. Ma l 'opera sua di fisiologo strictu sen su non si esaurisce nello studio del lavoro 1nusco]are e mentale : basta infatti ricordare la lotta per la «. irrealità » d ei centri cortico-cerebrali, le esperienze per l'interpretazione dei fenomeni da emiscerebellazione, e quelli sull 'esistenza di un centro inibitore r espiratorio, e quelle ·sull 'ormone vagale di Loewi, sulle funzioni vasomotorie n ell 'adulto e nel n eonato, e su manifest azioni d el sonno ibernante ; e si potrebbe continuare. Psicolog•), il primo su ccessore di Cesare Lo111broso i1el]a Cattedra di Antropologia criJ.ni11 ale di Torino, che poi lasciò per tornare alla Cattedra m odenese di Fisiologia , il vincitore d el con cor so per la Psicologia Sperim entale a Napoli , l 'officiato a coprire la Cattedra d ello st es·so nome in Roma, . a questo ch e egli considerava un ramo d ella fisi-010gia, portò contributi e originali idee di scend enti dalle convinzioni del fisiologo; dalla su a teoria def r1euromione ch e afferma I 'impossibili là dj scindere n ei due n euroni anatomicj I 'unità funzion ale dell'ar co diastaltico, di separare cioè l 'azion e dello stimolo dall a jmman cabile r eazione attraverso una più o m eno complicata cate11a di cen tri nervosi ; <lal n eu r on1.ione e d alla provata ini})izion e d ei centr i n er vosi superiori su gli inferiori, vien e la teoria della cc monogene·~ i òel delitto » : tu tti posson o d elinquer e; l 'ereditarie tà, l 'imperfezion e fisica, I 'educazione, i particolari st ati d 'animo, h an n o im portan za solo - in quanto ren don o più o men o vigili i centri superiori .
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cc IL POLICLINICO »
Qui è acconcio ricordare le 1iuov·e vedu te n ella critica d 'arte, rhe sollevar ono tante ed as1Jre p olerr1iche : l'artista r iflette i1ella s11a produzione la propria mentalità, il proprio animo. Il cc Leoparcli », il cc Caravaggio », il e< Leon Battista Al])erli » purtroppo rimas lo inco111piulo per il sopravvenire della 111or te, segnano le p ietre miliari di questa battaglia. St or ico della m edi cina, river1dica al bolognese Francesco Maria Gri1naldi l a scoperta del su ono rnuscol ar e, illumina r;or1 n1aestria in1pareggiabile l 'opera fisiologica di Giovanni Alfonso Borelli, di {,azzaro Spallanzani, rich iama l 'attenzione sul fatte, ch e il pri1no feno111eno di inibizione fu osservato ~l a Luig i Galv::lni (cc incantesin10 del cuore » per puntura d e l midollo spi11ale n ella ra11a). Oratore e scritture dei più hrillan ti ed elegan ti ss in10, conoscitore profonclo della nostra lingua che egli sapeva acl op era r e in 11i.oclo r aro , non è da 111eravig·liare se Arturo Graf, durante la polen1ica leopardiana, gli Liiceva cl1e « si rassegna sse a prender posto tra la gente lett er aria»; n on è d a n1eravigliar~i se l e sue lelioni erano frequentate i11 niodo rla rencl ere talvolta angusta la nuova g r ande at1la clell 'I s lituto fisiologico cli Bolog n a, l a qual e può .conten ere fino ad ottocento perso11e. E per con vin<.:er sene è p iù ch e sufficient e leggere le cc prele·?ioni » quasi tul le !)Ubl)]icate, le or azioni e gli , cri1 ti comme111o rativi , tra i q11ali Yanr1 0 cj Lati l '« Angelo Mosso » e il cc Pietro Albertoni ». Per l 'u om o bas tino due fatti: fu ag·li studenti :-issa i l) jt1 buon p adre ch e rigi<lo ln aest ro; ebbe clt1e do11i alquanto r ari: la coere11za e la gr atitudine. G . B.
(ANNO
XLII, NuM. 41J
Pubblicazione di eccezionale Interesse:
oott. NICOLA PARISE Aiuto di Clinica Medica della R. Università di Napoli.
Clima e sindromi dei paesi• caldi Riportiamo l'Indice generale di · questo importante libro: .PARTE I. - CLIMA ... Introduzione. .. Radiazione solare e tempe.:atura. , Gli stati fisici dell 'acqua nell'atmosfera. , La pressione atmosferica e i venti. , Elettricità atmosferica. .. Classifica dei climi e climi tropicali. PARTE II. - CL IMA E NOSOLOGIA DELLE NOSTRE COLONIE. .. Introduzione. , Le colonie delL' Afri.ca Oril!titale. .. Eritrea. , Abissinia. .. Somalia. , L e colonie dell' A frica Mediterranea. , T r ipolitania. Cirenaica. FARTE III. - FISIOPATOLOGIA DEI CLIMI CALDI. , Introdu, zione. • Le reazioni dell' organismo al cal.ore. , T emperatulfl del corpo. , Apparato respiratorio. , Sistema ;::ircola torio ed emo· poiesi. , Ricambio energetico. .. Appa rato digerente e fegato. .. Apparato uropoietico. , Sistema nervoso vegetativo e ghia ndole endocrine. , Sistema nervoso della vita di r elazione. , Le sindromi morbose da calore. • Sincope da calore . • Crampo da ca, lore. .. Edema da calore. , Febbricola termica. .. Ca coforia tro· picale. , Influenza d ei raggi luminosi sull' organis1no. , La patologia d eL!e radiazioni luminose. .. Sindromi fototra umatiche. • Colpo di sole. • Edem a da sole. , Colpo d i luce ... Fotofob:a tropicale. , Sindro1ni fotodinamiche. , Pellagra umana. PARTE IV. - ACCLIMATAZIONE. , Influenza dei fattori clim atici sull' acclimatazione. , Igiene climatica. • Bibliografia. , Indice del'le tavole e deBc fig:.ire. • Indice gerlerale. Volume di 198 pagin e, con illustrazioni in nero ed a colori, nitida mente stampato. Prezzo L. 2 5 più le spese postali di spedizione. Per i nostri abbonati sole L . 2 1 1 5 O in porto franco.
Inviare vaglia all'editore Luigi Pozzi. Ufficio Postale succursalf' :iiciotto, Roma.
Indice alfabetico per materie. Aller gi a tuber colinica n elle i11alat lie infettive acute . . . • • • • • • • • • • Pag. 2009 2009 Anidride carbonica: azione terapeutica )) Arteriti obliteranti: diagnosi e cura . . 2007, 2008 )) 2011 Bibliografia . . . . . . . . . . . Colite u l cer o·sa: nuovo 1ne todo d i cura . )) 2017 Corpi estranei metallici (aghi . spilli , . . • chiodi) n el tubo digerente )) 1996 )) 2021 Costipazione : tralta1nento Ii ico • Cu cina americana . . . . . . )) 2022 • 'Difterite: sieroter apia . . . . 2006, 2007 Emazie: aum ento di volun1 e nelle 111al attie epatich e . . . . . . . )) 2021
Ferite d 'arma da fuoco pene lranti nel1'addome: drenaggio peritoneale ed intes tinale profilattico . . . . . . Pag. 2015 )) Gastrectomizzati: secrezione g·astri ca 2018 Gestanti : senso del gu to . . . . . . . )) 2010 )) 2017 Isticlina 11ella terapia gastrica . . . . Malattia di Hodgkin e altre affezioni gl1i andolari: prova biologica di Gor-
don
. . . . . . . . . · · · · · · · ·
))
Piloro pas1110 (leglj nclul li : piloroplastica 1>iloro: ste11osi iuertrofica n el 1attante: pilorotomia . . . . . Schi.zofre11ia : trattamento • - tomaco: ·s tudio <i.ella secr ezior1e
))
))
)) ))
1987 2018 2018 2022 2017
a consen~w
la ristampa di lai1on pubblicati nel Policlinico se non in sepito •utori.zzaz1one scritta dalla reà<Jbone. E Wef4ta la 1>ubblUatione di sunti di essi senza citame la fonte. 01ritt1 di
C. •
proprietà riservati. --: Non
FRuGoN1,
A. Pozzi, Resp.
Red. capo . Roma - Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Gourr1e r
u
A.NNO XLII
Roma, 21 Ottobre 1935 . XIII
Num. 4:2
•
fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SEZIONB PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.
CESARE FRUGONJ
Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. 1.avori originali : S. Citelli: Stato allergico verso l 'e-
strat.to neoplastico .m aligno. Relativa desensibilizzazione e sua importanza pratica profilattica. Osservazioni cliniche : A. Chiasserini e A. Tommassini· Mattiucci : L'esoftalmo pulsante e la sua cura. Igiene: D. A. Mazzolani: Osservazioni sulla patologia da calore, fra gli. operai metropolitani in Eritrea. .sunti e rassegne : TERAPIA: T . De Sanctis-Monaldi : Var lore del l 1a.tteciofago nella terapia delle infezioni. H. F. Helmbolz: Risultati terapeutici con la dieta chetogena nalle infehioni u.rinarie. - P. Riolo: La terapia adrenalinica venosa delle splenomegalie malariche. - W. B. Rawls, B. I. Gruskin, A. A. Ressa: Il valore dello zolfo colloidale nella cura dell'artrite cronica. - M. Labbé e E. Azérad : Il trattamen to degli r:tati 1pertiroidei con i raggi X. - L. P. E. Laurent e W. W. Walther: .L'influenza delle forti dosi di clora.to di pota~sio sulla « myasthenia gravis "·
LAVORI ORIGl·NALI Stato alle1·gico verso l'estratto neoplastico maligno. Relati va desensibilizzazion e e sua importanza pratica profilattica.
Prof.
s. C1TELLI - c .a tania.
Nel gennaio 1928' (Bollettino Accad·emia Gioenia fase. 58) io e il mio allievo Piazza abbiamo fatto conoscere una i1t1ova reazione dei tumori inaligni u1nani, fondata sulla crisi emoclasica - e sopratutto leu copenica - ch e vien proiVOCata i~1 quasi l '85 % dei canic erosi da un 'iniezione sottocutanea di un centimetro cubo di e tratto totale di tumori nlalig·ni preparato col 110 tro metodo. Iniettando appunto sottocute eme. 1 di detto e tratto nei soggetti in esan1e digiuni da almeno 8 ore, dopo 20 ini11uti a mezz 'ora si suole prO\iOCare nei cancerosi una diminuzione di leucociti nel loro sangue , ch e . e va da 1000 in u , fa considerare la reazione ·come po itiva, e la leucopenia prodotta dalla detta iniezione va da 500 a quasi 1000, la reazio11e, così detta en1oclasica, vien considerata co111e deboln1e11te po iti,-a. Qt1ando i11vecP si .ha ttna let1rop-e11 ia c.l1e no11 su11eri i -!00 op-
Divagazioni : B . Schiaesi:
medico-chirurgica.
Problemi di
alta cultura
Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici. Appunti per il medico pratico : DALLA PRATICA,
PER
LA
G. Zito : Comportamento dell 'ugola nelle principali forme di collasso-tera.pia nella tubercolosi polmonar~. CASISTICA E TERAPIA : Sincopi di origine indeterminata. - La terapia degli stati minacciosi di debolezza cardiaca. - Le iniezioni endovenose di digitale nella, tachicardia paros!:::istica. - La strofantina nell 'an gina rectoris. - MEDICINA SCIENTIFICA: Ormoni ovarici e pituitarici. - VARI A. Nella vita professionale : I MAESTRI: O. Viana : Paolo Gaifami. - L 'Italia in Africa Orientale. - Insegname.ato superiore. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. l'RATICA:
Notizie diverse. Rassegna dell..i . stampa medica. Indice alfat.Jetico per materie.
i;ure si h.a u11a leucocitosi, la reazio11e viene con siderata come negativa: la reazione negativa suole aversi in circa il 15 % dei cancerosi (1). Questa r eazio11e, oh e vien chiamata reazione Citelli-Piazza, dal punto di vista diag11ostico è stata esperimentata sull 'u omo finora da più di 15 Autori. i quali n ella grande mag·giora11za h a11no confern1ata l 'importanza pratica, diag110 tica , di detta r eazione nei n1alati sospetti di cancro. Questa reazione i 11oltre - escluse le donne g ravide i1elle quali la frequenza di positività è assai maggiore - riesce positiva anche in circa il 15 % delle persone sane o malate di altre malattie; però tale percentuale, come per prin10 ho potuto stabilire io l'anno scorso, di solit o divi ene n ettame11te superiore nelle famiglie dei cancerosi. 1
(1) Di solito conviene i11iettarc cc. 1 d~ ~stratt~
carcinoma col quale .r eagiscono anche gli infern11 eon endoteliomi maligni e numerosi pazienti di f0rme arcomatose. Però nei malati di arcoma o di tumori maligni di tipo incerto, ·quando con l 'estratto carcinoma la reazione riesce negativa, bisogna ripetere la reazione con cc. 1 di estratto sl! rcon1a.
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cc IL POLI CLINI CO
Ora la detta r eazi on e, co111e abbia1110 acce11nato, è fondata sulla crisi em ocla ... ica la c ui specificità sembra accertala 11elle a ltre n1alattie n elle quali è stata utilizzata a scopo diag110s tico con i r elativi antigeni, e cioè da Vidal e Ab·r ami i1elle n1alattie epatich e (cosiddetta c111oclasia digestiva), da D'An1ato n ella tube rcolosi , i1ella sifilide, nel tifo , n ella 1neliten se, d.a Mossetti e Santoianni 11ella blenorrag·ia, da 1F anto11 i1ella p ertosse , da Paradiso nella leis111a11io i, d a Bossa nell'infezione da bacillo di Bang, da Cawellani n ella g ravidanza . Da Lo ciò, e poicl1è come ho d etto , coll 'anLige11e tu1nori n1alig ni (estratto totale) con discr et a frequenza io h o ri contrato positiva la r eazio11e e111oclasica n ei nien1bri non cancer osi d elle fan1i gli e dei can cero i, n1i sembra giustirìcalo a111111ettere di alito l 'esistenza di uno s lato di sensi. bilizzazio11e verso l 'estratto n eoplastico maligno (carcinoma , sarcoma e endotelion1a maligno) 11ei non cancerosi che presentano positiva la r eazione Citelli-Piazz.a. Ma a ltre ricercl1e fatte e risultati o ltenuti, so-· pratutto da me e da miei allievi , confer111ano l 'esislenza di. tale stato p er i lu111ori i11aligni. Il n1io allievo Barbera (L'Oto-rin o-lar. Italiana, 1932), e anche Bossa (Riforma l\1edica, 1929) e Zanni (L 'Oto-riin,o-lar. !tal., 1933) di altri istit·u ti clinici , iniettando sottoc u te ai cancer osi , invece che cn1c . 1 di estratto totale di tun1ori maligni, em e . 1 di e tratto t otale di tu111ori benigni oppure di orga11i diversi preparati con la stessa tecnica dell 'estratto tun1o ri maligni, ov vero d elle protein e eterog·enee diver e , di solito constatarono che la nostra r eazion e riusciv.a negativa; mentre con estratto tt1n1ori ma1 ig ni d 'ordinario essB. riusciva positiva. Tn ollrc , con1e ho pubblicato i1el 1932 (Atti .4cca,dlemia Gioeniia, vol. XIX, serie 5 e Atti oc. !tal. Progresso delle Scienze , 193'2, -vol. Tll) io a n1ezzo d ella r eazione Citelli-Piazza on riuscito a ottenere il trasporto pa sivo d ello tato .allergico ver so l'estratto tun1ori maligni - rive]ato dalla mia reazione n ei can cerosi e in alcuni non can cer osi - in soggelti normali cl1e avevano presentata n egativa la nlia r eazione. Infatti, praticando per via endovenosa e a dio·iu110 il tras1po1to passivo di em e. 8 a 10 di b 1 . s iero di san g·u e appena sierato con a re11tr1fu aazione cli 5 soggetti non can cerosi cl1e pr esent a,rano po itiva la n1ia r eazion e a 6 f.og,o-et ti an i , in tutt 'e 6 è compar sa posiliva la mia reazione con t111a durata di c irca 21 a -18 or e . In oltre iniettando entro le ve11e a 5 ogge l ti sa11i c111c. 8 a 10 di ._ iero di ang-ue a i)p en a ~ i e rato ro11 la ce 11trift1g·azio11e di altrett an ti cancrro~ i co11 la n1 i a re.azione po . . il i' a , in t11tt 'e 1
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cinque s i è })l'O\·ocata la n1ia r eazion e : cioè la reazione en1oclasica positiva d ei donalori , che in tre si esaurì e11tro le 24 ore , negli altri due entro le ±8 ore. Ammessa dunque di sol ilo, t1e l 111oclo e per le ragioni a_11, idetle, l 'esiste11za di t1t.L 10 stato aller g ico verso l 'estratto i1eotJlastico n1alig'I10 nei non cancero i cl1e p r ese11La110 p,o sitiva la r eazione Citelli-Piazza, 110 voluto pro vare se con del le iniezi oni so Ltocutanee dello stesso eslratto tumori n1ali g'ni , poLevo otl enere la corrisp·on1dente dese11sibilizz.a zione: JJotevo cioè far divenire negativa la r eazion e Citelli-Piazza n ei non cancero i ch e present.avano IJOsitiva la d etta r eazio11e. e avessi ottenuto ciò, avr ei ancora meglio confermato l 'esistenza di uno t ato di 1perse11sibilità essenzialn1ent e sp ecifi ca verso i tumori mali gni e, quel eh ' è più, si sar ebb·e potuto proporre e i11 traprender e una nuova lotta profilattica contro il cancro forse la più razionale e la più lusingl1iera di risultati - con identico indirizzo di quella che largam .e nte si p ratic·a in tutto il mondo contro la difterite e anche di quella che si t ende sempre pjù largamente a praticare contro la tub·er colosi. Corr1e pubbli ca~ an cl1c 11el 193 2, in cinque individui non cancerosi co11 la mia r eazione positiva, riuscii a far divenire negativa questa r ea zione dopo 2-3 i11iezioni so tlocut an ee, alla di lanza l 'una dall 'altra di circa una settimana , di eme. 8 a 10 di es.tratto dello st esso ti1>0 di tumore malig no i)er il quale era risultata positiva o p·i ù positiva la n1ia reazione; e in due di questi soggetti ch e siamo riusciti a riesaminare da r.e cente, }a reazione negativa si mantiene ancora , orm.ai do·p o qu.asi tre anni. L e iniezioni desensib·i li zzanti sono state pra ticat e alle r egioni sottoclavicolari o lateroaddon1inali o g lutee. Continuando poi queste ricer ch e, finora su altri 6 soggetti non can cerosi con la mia r ea-. zione positiva, con lo st esso i11etodo ho ottenuto la d esen sibilizzazione all'estratto n eo1)lastico maligno: la n1ia reazione cioè , da positiva è divenuta n egativa. Pticorderò su ccintamente que ti ultin1i 6 casi . 1
CAso I. - Gulisa no D., <li a. 44, . ore]Ja di un canceroso. Prese11tava la mi a r eaz ion e cl ebolrn ente positiva per il carcinoma . (r- 5~0) .. L~ ~i r;>raticarono alle regioni so t loclav1colar1 3 1n1ez1on1. sottocutan ee, ciascuna di cc. 8 di estra tto carcinom a, alla distanza di una settiman a l'una dall 'altra. Riesan1inala la mia r eazion e circa l 1Il mese e mezzo dopo l 'ultim1 ini ezione, que ta è stata troYata negativa ( + 640). CAso Il . - T.. an zalone i., di · a. 33, persona de! tutto sana 1na fratello di un carcinomatoso. Pre-
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SEZIONE PR.\.TI C.\
senta la nlia reazio11e i)o·siliYa }Jer il carci11oma (- 1620). E stato desen sibilizzato co11 Lre in iezioni sottocutanee di cc. ciascuna di estratto carc11101na, una ogni setti111ana. Riesa111inato un n1e e e 111ezzo do1)0 la t er za i11iezione, la nos tra reazione era d iYe nuta negatiYa ( + 420). CAso III. - La11zalone r\.., cli a . 30, sorella del soggetto precedenle. l>resentaYa l a mia reazione positiva (leucopenia di 1500). Pure questa è stata dese11sibilizza ta con tre iniezioni di estratto carcino111a, dopo delle quali la 110·.stra reazione ha clato una leucocitosi ( + 1300). CAso IV. - Buonaccor si A11t., di a. 52, padre di un ragazzo di 14 a11ni con linfoma maligno del rinofaringe e metasta si ]atero-cervicali. Pre e11tava positiva la nostra reazione per car cinoma (- 1120). Dopo 3 iniezioni sottocule di estratto carcinoma, la reazione è divenuta 11egat1Ya ( + 400) . CA so V. - Buonaccorsi Cos.: di a. 50, madre del rngazzo suddet to e 111oglie del caso precedente. P1 e·sentaYa positiva la 11ostra reazione i:>er carcino111a (- J960). Dopo 3 iniezioni sottocute di estratto carcinoma, essa è divenuta negatiYa ( + 880) . CAso VI. - Di , -. Gius., di a. 24, il cui padre era affetto da linfosarcon1a òella tonsilla d estra e metastasi latero-cervicali. Presenta debolmente positiva Ja nostra reazione con antigene carcinoma (- 530) . Dopo 2 sole iniezioni desensibilizzanti di estratto r,ar cinoma , la nostra reazione è divenuta negatiYa (- 100). Gli abbiamo con sigliato di praticare una térza iniezione desen sibili zzante, i11a eg·li per rag ion i cli fan1iglia finora non si è fatto più riYedere.
Ria ~su111encl o 1 adu11que, in questi 6 indi,'idui sa11i cl1e prese11tavano positiva la nostra reazione - con1e negli altri 5 soggetti identici da i11e co111u11icati n el 1932 - la nostra reazio11e è divenuta in tutti neg·ativa dopo 3 iniezioni so ttocute di circa eme. 8 ciascu11a di estratto carci110111a, e nell'ultin10 anche do1)0 2 . ole iniezio11i : però in quest 'ultin10 è da prevedere ch e la r eazion e sarebb·e diYenuta ·p iù fort en1ente negativa .. e aYessimo potuto pTatirarg'li la t erza iniezione. Gli attuali 6 casi, inoltre. a1)partene' a110 tutti a fan1ig·lie di can cerosi. Bi ogna an1n1ettere quindi in costoro l 'e istenza di uno stato allergico verso l 'estratto carci110111a, . . tato allergico ohe è scon1parso con tre i11iezio11i ... ot tocute di estratto carcino111a. Bi ogna a111111ettere inoltre - an che per le altre ragioni e gli altri ca i fan1iliari da n1e pub·J)licati nel 193-1 (.4tti _4ccaidem.ia Gioenia, serie ' 1 , , Yol. XX) cl1e uole esistere una suscetti])ilit à farniliar e a tale allergia nelle fa111ig·li e dei cancerosi. D 'altro ca11to. i11 2 cl ei 5 casi comunicati n el 193:? - i soli ch e abb·iamo l)Otuto riesaminare la d e en ibili zzazione artificialmente otte· 11uta. ~i mantie11e anco ra. clopo qua i 3 anni. T11 fl11e il i11i o a lli eYo Giuffrida con ricer ch e che l1a in cor o , l1a potuto _tabilire che tale desen-
sibilizzazio11e che, co111e abbia1110 'isto, si ottie11e costantemente con le 3 i11iezioni so l tocuta11ee di estratto tun1ori maligni , non si ottien e invece con 3 iniezioni ...,ot~ocute di estratto di organi umani cli' er si ov,rero con estratti di tu1nori benigni. Ciò conferma l 'e iste•nza di un 'allergia essenzialn1ente specifica i)er l 'estratto tun1ori n1.a ligni, allergia di suscettib.i lità cl1e scompare e per diversi a11ni, con la cura desensibilizzante da i1oi praticata. In base a questi miei risultati e considerazio11i - tanto più e.b e quando si è g ià divenuti ca11cerosi le cure di c ui finora possiarno dis1Jorre riescono a sal,1.are dalla m ,o rte una percentuale ancora molto bassa di infermi - co111e ho scritto nel 193'2 e poi rib·a dito l 'anno scorso, credo sia or111ai temipo di iniziare su q•ues te nuove b·a si una tera;pia profilattica del ca11cro 11mano, con1inciando con l e pers.o ne appartenenti a fan1ig·lie di cancerosi le quali presentano positiva la nostra reazione, e anche co1n i soggetti con Ja nostra reazione positiva i quali ab·b ia·n o superata l'età di circa 40 anni, specie se esistono lesio ni precancerose . Se infatti si praticano in tuit to il n1ondo milioni di vaccinazioni previentive contro la dift erite , fondandosi sopratutto sulle indicazioni d ella reazione di Schick c.h e ha n1olti punti di son1iglianza con quella mia nei cancerosi difterite che rappresenta una malattia guaribilissima perchè co11tro di essa disponiamo di uno dei più brillanti rin1edi. specifici della medicina - non sareb1b e certo m e110 giustificato e opportuno praticare la vaccinazione preven-. ti,ra da me consigliata nei casi e con le nlodalità da me indicati. 1
RIASSUNTO. L 'estratto di tumori m aligni provoca r eazione emoclasica in circa 1'85 ~~ dei cancerosi e il 15 % dei non cancerosi, percentuale che au111enta nei membri delle famiglie dei cancerosi. Tale stato allergico verso l 'estratto tumori maligni si può anch e provocare, mercè il trasporto passivo, in soggetti non can cerosi ch e non lo presentano. D 'altro canto si riesce a fare costantemente scomparire detto stato allergico di suscettibilità nei non cancer osi che lo pre~ enta110 , con tre iniezioni sottocute di estratto tumori n1alig·ni. In base a ciò l 'A. propone di inaugurare una nuova terap·i a profilattica del ca11cro umano, de ensibilizzando con 3 iniezioni di estratto tun1ori maligni i non can cerosi - specie se appart en gono a famiglie di cancerosi ch e presentano positiva la r eazione emoclasica con l 'estratto tu111ori maligni .
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cc IL POLICLIN ICO n
OSSERVAZIONI CLINICHE OsPED..\.LE DEL LITTORIO - R o M _.\
L'esoftalmo pulsante e la sua cura (*). A. CHIASSE RINI e A. ToMMASINr-MATTruccr . Recentemente si è presentato alla nostra osserv.azio~ e un caso di esoftalmo pulsante spontaneo. C1 ·è sembrato interessante riferirne sia per la sintomatologia clinica, sia per I' esit~ terapeutico ottenuto. Si tratta d i. una .m~lata di a . 54 (Z. O. Anita) ~on anamnesi fa1n1gl1are senza dati di notevole i111portanza se si ecc~ttua che l a madre ha avuto dieci g!a vidar1ze di cui tre ab orti e sette p art i n t e~m1ne, e ~he è mort a all 'età di 55 anni per n efr1 te e arteriosclerosi. La paziente h a g oduto ·.sempre buo na salute. Ric~rda sol o frequenti dolori cli tes ta in rapporto P ~?ttos to con ~e nlestruazioni, e d olori alle gambe p1u accentuati la sera e che l a i11alata s tessa ri}JOrta a delle varici. Mari tata a 20 anni co11 uo1110 apparentemente sano ha avuto tre parti a ter111ine, un parto pre1naturo al VII m ese e n essun aborto. La prima figlia è vivente e sana, e la ll. W. praticata a ques ta e ai b ambini è risultata nega tiva. La secon da figlia è vivente f'd è st ata bene fino all'et à di 24 anni ; inaritata con uomo sano, durante un al1 attam ento si è a1nrnalat a di cheratite paren chimatosa e la R. 'Jlll". n ei ·s angu e è risultata
(.\~No
XLII. N111\r. 42:
soffio e di b a ttito alla i11et à a11teriore destra della tes ta. :\fessun sintom a dolorifico. All'esame obiettivo pre·3e11taYa : . Os. .L\.sp etto es ter110 n ormale . Refrazione ll1.10pica. 6
' ' l = - e co11 10 \ -y - legg·e 11 + 2e 1eg·g·e il
10
1 cil. + 0 ,50 asse 15 -
f. -
lU
\ ' car atter e a s tento e con cil. + 0, 50 asse 15 I car . a 35 cn1.
OD. All'isp ezion e : Rete va ~ai e palpe})rale e sopracigliare molto evjde11te . Grosso vaso con b att iti sincroni con la sistole, che dal punto d 'union e del 3° intern o co1 3° n1edi o d ella r egione sopra .
positiva. Il t erzo figlio è vivente m a è stato sempre malaticcio. All'età di 13 anni (ora n e h a 24) el>be diminuzion e della vista con aggr avam ento progressivo fin J alla cecità in seg uito ad atrofia bilatera.le dei n ervi ottici. All 'inizio dell'affezione la, R . W. risultò positiv'a . - La R. V\T. fu praticata contemporaneamente al padre con risultato negativo ~ Ripetuta due - anni fa acl ambedue i genitori risultò positiva. La paziente, dopo questo accertame11to, si sottopose ad una cura mist a di arsenobenzoli e mercurio . L 'affezion~, di cui vogliamo parlare , si iniziò, a dire della paziente, il 5 agosto 1934. Mentre €-ssa lavava un pavimento, all'improvviso proYÒ Ja sen sazio n e di un colpo Yiolento all'occhi o d estro , come un pugno, accompagnato da grande dolore. L 'occhio comin ciò a sporgere, mentre la paziente av·v ertiva una molesta sen azione di battito e di soffio verso la metà d ella testa d ello Blesso l ato . Comparve diplopia , e la visione, ch e era rimas ta integra nei primi due giorni, andò g radatamente diminuendo tanto che al 5° giorno era scomparsa. L'occhio p oi era deviato verso l'int erno e la palpebra superiore abba·ssata. Si fece visitare in un ambulatorio , ma le cure m edicamentose praticate non sortirono effetto apprezzabile. Nel gennaio 1935 si presentò per la prima volta alla nostra osservazione accusando abolizione della vi sione dall'occhio destro e fenomeni molesti di (• ) In questo articolo la parte clinica è stata trattata da ToMMASINI-MATT1ucc1; la parte terar1eutica d~ C HI-\SSERl~I .
•
1'"' 1G.
1.
cig liare si p ortava, eguendo il sopraciglio , Yer so la r egion e len1p or ale des lra oYe si esauriva . Pacch etto vascolare sit ualo sulla palpebra superiore, a11 ·a1tgolo supcro-i11 lerno dell 'orbita, ed altro grosso vaso sitl1 a to sulla p alpebra inferiore e diretto in sen so orizzon lale . · A11ch e in questo s1 apprezzavano battiti sincroni con l a, sistole. Pto·si inco111ple ta per 1)aresi dell 1elevatore dell a palpebra s uperiore. La palpebra era abbassata n.r:!llo sguardo naturale, e n egli sforzi di apertura e nello ·sguardo in allo si sollevava poco al pun lo ch e la cornea rin1a11eva in g r an parte ricoperta. · t\.ssenza di edem a . Esoftalmo 1nolto pronunciato, diretto in avanti con deviazione in b asso e al! 'interno . Strabismo con vergen Le l)ar alitico (30° circa). Il movimento in alto quas i abolito ; quello al1'esterno i e~ eguiYa debol1nente con u~a ruot a-
LAl\1'0
\LII,
N-c~1.
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SEZIONE PRATICA
zione in basso del globo: in 11a·sso e all 'inter110 le escursioni si compivar10 inolto più ampiamente. Alla palpazion.e fu con Latata, nel decorso dei YélSi ectasici, la presenza cli battiti sincroni con la sistole ed un battito trasmesso dal globo oculnre, pure questo sincrono con la sistole. Era apprezzabile un fremito a rinforzo ·sistolico sopratutto lungo il decorso del grosso Yaso della regione sopracigliare, e fino alla regione temporale. L 'asco li azione faceYa se11 Ure un soffio continuo a rinforzo sistolico, molto bene apprezzabile specialmente in corrisponde11za clelle regioni sopraorbitaria e temporale. Tutti i sinton1i .. 11])ietiiYì ed obiettiYi rlescritti e cioè il r11n1ore perce1)i lo clalla malata, i battiti sincroni con la sistole, il thrill , il offio contir1uo a rinforzo sistolico , scorn}JariYano qua11clo si con1primeva la carotide con1u11e destra. A carico del segm ento anteriore del bulbo oculare i sintomi consisteva110 in una iniezione e dilatazione delle Yene della congiuntiva bulbare e dell 'episclera e in u11a i11i(lri asi discreta e senza Teazione della pupilla alla luce. fl riflesso consen._uale era assente . Sul fundus: pallore noteYole rlella papilla, che però era a margini netti , con Yasi arteriosi molto esili e Yene di calibro nor1nale. Piccole chiazzette emorragiche lungo il ramo superior e ed inferiore della Yena centra le. La te11·sione al tono111c1 ro cli Scl1iotz = a 18 m1n. L 'acutezza YisiYa era ri<lo l t a alla percezione di luce ecl ombra sul lato naf'ale sola1nente. L'esa1ne radiografico del cranio non dimostrava alterazioni a carico ciell 'orbita de 1ra. Il sen o mace11are tles tro e il fo1Jd o orl1ilario dello ~tes.. o lato appariva110 ,·elali. Con l'esame nell a proiezione cl i Rhose Balli il foro ottico destro prese11laYa pareti irregolarn1ent e alisteriche. L 'esa,m e ye1iera.le d av <:t : pres·sione arteriosa: \!Ix 190 e Jvin 100. Aia e.li ottusità Yascolare aumentata (d eborda di cir ca un dito d allo sterno hilateral111ente). Punta al ' ; spazio, un dito al1'esterno clelJ 'e n1iclaYeare. Azione cardiaca aritmica per extrasistole. 1° tono alla pun la seguito da run1ore di soffio, che al centru1n :,i at te11ua; alla base si ascolta pure un run1ore si "loli co n1a pit1 rude e più intenso. 11° aortico vibra lo. Esame urine: i1egativo. _4.zotemia: 0,26 °~ . R. W. negativa .
Nel nostro ca ~ o dunqt1e si è trattalo sen iiél dubbio di un arieuris1na arterove11oso co11segue11te a spo11ta11ea rottur.a della carotide i11terna nel seno cavernoso, o per aneurisma o per semplice alterazio11e delle sue pareti. L 'interesse del caso descritt o deri\'a dalla rarità clel i11odo di insorgenza, poichè esso rientra tra i cosi detti casi idiopatici. Ben pochi ne sono descritti 11ella letteratura e tra i più recenti so110 cla citare le osser,'azioni di Rocl1onDu,·ig11eaud e , -ali{·re Vialeix, di Papagno e di ,,-e"' ka11111. ~Ie 11tre n el ca ~ o di Rocho11-Du,rigneaud e Valière , -ialeix i1on fu possibile detern1inare alcuna c au~a pred i ~·ponente, in quello di
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Papagno si trattaYa di una cardiaca, così con1e nel nostro si ·è trattato di un 'ipertesa con lesioni cardiache in rapporto con una lues. Come nei pochi casi analoghi citati, anche nel nostro la sintomatologia dell 'esoftalmo pulsante si verificò nonostante che la ·p aziente avesse fatto in i1r·ecedenza cur e antiluetiche. La qual cosa din.1o~ tra che le lesioni delle pareti della carotide cloveva110 esistere già da te1rlpo, e in uno stadio non più influenzabile dalla cura. A tal proposito è degno di ricordo il caso di Hartman, i11 cui esistevano cefalea e rumore di ~ offio sincro11i alla istole cardiaca e i11 cui, dopo un anno, comparve esoftalmo in seguito a trauma. Esso semb·r a dov·ersi interpretare n el senso di una rottura entro il seno cavernoso di un aneurisma preesistente dell a c.1rotide interna. Ritorna11do al caso nost.ro la diagnosi non poteva riuscire difficile, poichè i segni cardinali dell'esoftalmo pulsa11te da aneurisma arterovenoso erano tutti presenti. La subitaneità del formarsi del quadro sinton1atologico, l 'esoftalmo, le pulsazioni, il thrill , il soffio con rinforzo sistolico; la loro scomparsa con la compressione della carotide al coìlo non potevano lasciare dubbi. Ciò nonostante sono riferiti nella letteratura dei casi in cui la sintomatologia non è se1n1)re tipica: casi di \T. Hi1)pel, T. l\fi.iller, Karfolus , Behr, ecc. Noi avremn10 anche potuto pensare acl un a11euris111a dell 'arteria oftalmica nel suo decorso intraorbitario, r11a a parte la sua rarità, esso ha quasi costantemente come causa un trauma ed una sintomatologia meno imponente ed è a insorgenza meno rapida di quella da noi descritta. D'altra parte n el nostro caso esisteva un segno caratteristico di un aneurisma artero-venoso (soffio continuo a rinforzo sistolico). La pazie11te , come abbia1110 veduto, era stata sempre in apparente buona salute. e solo in seO'Uito alle manifestazioni specifiche constatate i1ei figli , era stata i11essa in evidenza una lues fino allora ignorata. L'infezione luetica doveva avere provocato u11a ectasia delle i)areti della carotide interna a livello del seno cavernoso (anche es a ignorata fino al mo1nento dell 'incidente) ; e lo sforzo pro' ocato dal laYagg io del pavimento era stato la causa occasionale per la rottura della sacca nel se110 ca vernoso stesso. Qua11do la paziente co1111)arYe all a no ... tra osservazione i sinto111i subiettiYi erano dati unica1nente dal ru11101 e 111olesto E co11tinuo nella metà de tra della testa , e i sinton1i obiettivi
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cc IL POLICLl)i"lCI) n
(oculari) consistevano nell 'ectasia notevole delle vene tributarie dell 'oftalmica e specialmente del ramo superiore (sopracig liare, an golar e, ecc.), n ell 'esoftalmo, n ella paralisi e par esi di tutti i muscoli ocula ri , e nel l 'atrofia del n ervo o ttico con cecità quasi a saluta. Come si vede le alterazioni erano n1olto gravi e molto più estese di quelle g·eneralmente riscontrate. Tra i n ervi motori dell ' occhio l 'ocu lo·n1otor e esterno ·è d 'ab·i tudine il più co1111)rom esso o addirittura l 'unico nervo inter essato, n1entre l 'oculomotore con1une e il trocleare parlecipan o più raram ente ; così pure raramente ono colpiti i nervi sen sitivi (oftalmico) e il nervo ottico. Da ciò si è dedotto ch e la lesione senocarotidea, n ella n ostra paziente, doveva esser e gr a,re, specialn1ente per la sua estensione. Si è ritenuto ch e n el caso :i:iostro una parte deg·li organi interessati sia stata compromessa direttament e a livello del seno ca,rerno o; cosi il 6° paio, che, come si sa, d ecorre long·itudin alrnente riel seno stesso. P er gli altri si è an1messa l 'azion e dannosa dopo il loro ingresso n ell'interno d ell ' orbita. Sappiamo infatti che l 'esoftalmo è dovuto al diffico]tato r eflusso del sangue venoso dall'orbita per l 'ostacolo, che esso in contra a Ji,rello del seno caver11oso da parte della corrente sanguigna proveniente cL~ 1.. la carotide inter11a ; e i11 parte all 'edema indurativo del tessuto retro orbitario. Ora questo edema e i pacch etti venosi della ,,en a oftaln1ìca enormemente dilatati provocano la compressione n ell 'interno dell'orbita e ci posson o, éld esempio, spiegar e, perchè il deficit dell'oculo motore comune sia stato solo parziale. Abbiamo veduto infatti ch e la limitazione n el dominio di questo nervo è stata maggiorrr1ente senl)ta dal muscolo elevator e d ella palpebra superiore e dal muscolo retto superior e. Ciò è svi egalo dal fatto cl1 e la compressione si è eser cit;ita dopo la biforcazione del n ervo, la cui brarLC.'.l s u periore è stata n1aggiorn1ente comprorl 1 e~sa . D 'altra parte l 'assen za di disturbi della sensibilità per lesioni dell 'oftaln1ico ci dicono che la con1pre ... io11e i1011 poteva essere aYvenuta là dove il 310 , il ±0 i)aio e l 'oftalmico decorrono lungo la parete esterna d el seno cavernoso. Abbiamo ricordato la sindrome di d etta parete descritta prin1a da ~Iin gazzini e l)Oi da 1F oix, e cl1e con sist e in d olori n el territorio del nervo oftalm i co e oftaln1oplegia ]Jr ogressiva d ell o ste . . o Jato. la quale si inizia in genere dal 6° pa io. 1 el 110 tro ca . . o l 'o fta lnìo plegia esisteva, r11a man cava la ~ i11toma tolog ia del ramo del 5°. QL1esta dis ociazione ci ha perciò i11di cata una zona do'e i Yari r1erYi. b en ch è si tu a ti l 'uno ac1
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cant o all 'altro, so110 l)ÌÙ cliYi . . i cl1e lung·o la parete del seno o a liYello clel la fessura orbitale superiore. un, altra spiegazione a questa dissociazione ci è sembrato trovarla n el fatto che l 'esoftalmo non era proprio diretto 111a con deviazio11e i11 basso e all 'int erno, e ch e le vene più ectasich e er.ano proprio le superiori e cioè la sop·r aorbitale e l 'an golare, ovverosia le trib·u tarie dell 'oftalmica superiore. Dunque comp,r essione del 6° paio a livello del seno cavernoso e con1pressione d egli altri nervi motori oculari nel loro tragitto intraor· bitario e più preci amente in corri spondenza della porzi one superiore clell 'orbita. Di difficil e interpretazione ci è sen1brato anch e i l r eperto oftalmo copico. Infatti il nervo ottico era atrofi co, l 'arteria e la ,-ena cen trale m ·o ltc sottili, sen za pulsazioni e quindi ~enza segni manifesti di stasi nel circolo ve11oso . l T11ici segni erano poch e cl1iazzette en1orrag·iche lungo i r.a mi dei vasi reti11ici. L 'esame funzi onale P'erò, come vedremo, pra~ licato dopo la cura chirurgica, ci ha svelato un 'emianopsia tempor ale nell 'occhio colpito, per cui prob abilmente la com1)ressione del nervo ottico è a'rvenuta all 'inizio del canale ottico nel punto in cui la carotide , uscendo dal seno cavernoso, forma l 'arco d.a cui trae origine l 'oftalmica, e la cornpres ion e stessa è avvenuta n on per effetto dell e arterie nia a n1ezzo della parete intern a del seno cavernoso. Nonostante la g ravità della sintomatolog ia e le scarse spera11ze p·er una ripresa n1nzionale dell'occhio , yenn e deciso di inter venire nella persuasion e di portare u n beneficio, sia n ei riguardi dei disturbi subiettivi tanto 111 o lesti , come pure per limitare i pericoli d 'indole generale. La cura p,r aticata è stata cl1irurgica. P er ciò ch e riguar da il trattamento n1edico ri corderò il metodo di Lancereaux e Pau]esco delle iniezioni sottocutanee di siero ge]atinato al 2 % nella quantità di I 00-200 c. c . una volta . la settin1ana, metodo col quale qualche a utore ha ottenuto dei su ccessi. Bailliart e H ér y• descrivono un caso di esoft almo p ulsante traumatico trattato con le i11iezioni sott ocutanee di gelatina a dosi er e centi , e dicon o di averne ricavato n otevole mi g·Jior am ento, come pure affermano che prima di ri correre alla terapi a chirurgi e.a con vien e prati care la cura con gelatina , perchè sarebbe inn ocua a patto ch e la soluzione sia sterile. Nicolich in un ca . . o di e ... oftalmo pu l_a11te })ilaterale traumatico con lagoftalmo e cheratite neuroparalitica t1sò la gela ti11a e111ostatica L
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S EZIONE PRATICA
l\Ierck e con una sola iniezione sottocutanea di 10 c. c. ne eb bie la guarig ione. Ma non tutti parlano di successi, e il m etodo è risultato non scevro di pericoli (obliterazione dei vasi a valle dell'aneurisma) specialmente se I.a cura viene protratta a lungo. Il Raverdino invece ha usato ]a miscela .d i Génevrier (cloridr.at0 di ohinino gr. 4, uretano gr. 2, aoqua gr. 30} nella quantità di 2/ 10 di e. c. iniettandola direttamente nel tessuto retrob·ulbare co11 l 'intento di provocare una periflebite prima, :ROi una flebite e relativa tram1
Fra. 2.
bosi del pacch etto venoso orbitario, assicurandosi prima, m ediante .aspirazione, di non essere nel lume dei vasi. Secondo I 'autore il paziente così trattato è guarito in un tempo piuttosto breve. De Petri l1a usato an cor.a il metodo, e in due casi ha avuto buon esito; 12erò in un caso ebbe forte reazione, con accentuazione momentanea del]' esoftaln1 0 e segni simfli a quelli di una cellulite gra·ve; e nell 'altro, oltre i fenomeni r eattivi descritti e un 'ulcera corneale, forse da lago.ftaln10 ten1poraneo, i rumori vasco]ari subiettivi e obiettiYi non sco111parvero; per cui il pa-
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ziente fu inviato al chirurgo per eventuale allacciatura della carotide interna. La nostra paziente è stata sottoposta ad intervento operativo del quale r iferirà il prof. Chiasserini; e dirò che, do·po questo, i disturbi subiettivi sono scomparsi e così p·u re i battiti sincro11i con la sistole, il thrill, il soffio e le ectasie venose. L'esoftalmo è scomparso quasi completamen~e, la motilità dei inuscoli estrinseci dell 'occhio molto migliorata, e la funzione sensoriale riacquistata in parte. Questo reperto venne riscontrato g·ià pochi giorni dopo l 'intervento [l 7-III-35 (venti giorni)], mentre però persiste·v a invariata l 'i1111110biilità della pupilla allo stimolo lumin.oso, sia diretto, come consensuale, e l 'atrofia del nervo ot tico. Il visus risultava leggermente migliorato poichè erano percepiti i movimenti della mano in alto. Il 23-IV-35 (dopo du e m esj dall 'ultimo int ervento) mentre i dati obiettivi rimanevano ancora in,rariati , la visione era migli orata, p·erch è la 1>aziente contava le dita a 30 cm. sul lato nasale, e ultim.a mente (3 1-VI-3.5) il visus è ancora rr1igliorato , perchè conta le <lit.a a circa un m etro. Il cam·p o visivo ha dimostrato una en1ianops ia temporale, e il reperto oftalmoscopico n on l1a dato differe11za sostanziale con I ~ e san1e precedente all'intervento. Un dato imp,o rtante è stato ricavato dalla tonom etria. Mentre infatti la paziente prima dell'intervento presentava 18 mm. di tensione allo Scbjotz, n ell 'ultimo esame essa è risultata salita .a 26 mm. Hudelo nella sua tesi su cc il g·lauco1na nel1'esoftalmo pulsante >> dimostra, seguendo le statistich e antich e e recenti, che il glaucoma non è più così raro come si credeva, ed è più fre1quenten1ente osservato nei casi illustrati negli ultimi anni. Vialeix conferma tale asserto, poichè ha veduto in due casi trattati con la . legatura delle vene orb·i tarie complicarsi l 'a11eurisn1a artero venoso con il glaucoma. Egli stesso nel caso illustrato con Rochon Duvigneaud , parla della coesistenza dei fenomeni glaucomatosi , ed ammette ch e prima questi erano rarame11te constatati forse. perchè non erano stati ricercati con attenzione. Anche Di Marzio (192-1) in clude tra i g la ucomi post-traumatici quelli dovuti ad « aneurisn1a del seno cavernoso » per cui « si stabilisce un permanente disturbo del cir colo sanguigno di scarico del g lobo ». L 'ipertensione perciò si può a\rere co11 rela-
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lL P ; LICLii\llCO
tiva frequenza tanto pTima dell 'intervento come anche per effetto di questo. Hudelo apl?unto ha studiata l 'i11fluenza della legatura delle vene orbitarie sulla tensione oculare e conclude che essa deve essere proscritta ogni volta che il tono oculare è sospetto di aumento. Si comprende facil111ente infatti cl1e la leg·atura dell 'oftalnuca sup·e riore alla su a origine possa avere un 'influenza sulla tensione oculare quando si p en sa ch e questo intervento guarisce I ' esoftaln10 a mezzo di una trombosi venosa che si estende alle ven e orbitarie profon de e al seno cavernoso. Essa ob litera le vie di ritorno della circolazione d el glob·o e, come dice Hudelo , si comp·o rta anatomicame11te come una trornb·o si orb1itaria o cavernosa di cui noi conoscian10 l'azione ipertonizzante. Ho aggiu11to questa con statazione app·u11to p er confermare. quanto altri autori r ecentemente hanno avuto occasione di descrivere. !Benchè n el nostro caso l 'ip·e rtensione non abbia raggiunto lo stato glaucomatoso, però è arrivat_a ad un limite (26 n1m .) cl1e si avvicina ad esso. 0
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Credo ch e b en pochi siano quei chirurgi , ch e abbian o potuto giovarsi di una esperien za personale i1ella cura dell 'esoftalmo pulsante; e ciò per la rarità con cui l'affezione si riscontra. Basti ricordare che in un articolo comprensivo pubb·l icato nel 193!0 J. M. Hanford e J. M. Wheeler potevano raccogliere solo 617 casi di questa affezione resi noti da quando nel 1809 Benj amin Travers pub1b licava il suo caso. Ciò rappresenta una media di circa 5 casi pubblicati annualmente n ella letteratura mondiale. 1F ra le contribuzioni di italiani ricorderò, oltre le già menzionate, quelle di Giannelli, Margarucci , Uffreduzzi, Maiocchi, ·Crosti , Ferrero, lFerrari, ecc. La n1aggior parte degli esoftaln1i pulsanti, e la coorte dei sintomi, ch e li accon1pagn a, so110 certamente espressione di un aneurisma arterovenoso fra carotide interna e seno cavernoso, insorto di solito in con seguenza di un traun1a diretto o indiretto. Rari i casi di esoftalmo pulsante da a11eurisma artero-venoso non traumatico. Il nostro caso appartiene a questi. Ch e di essi si possa avere una guarigion e sp·o ntanea, p er trombosi, è cosa certa, seppure rara , come è stato già ricordato. Alla cura medica, ch e con iniezioni a distanza, o n ell'orbita, si propone lo stesso scopo, cioè la guarigione p er trombosi, è stato già accennato.
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Debbo tuttavia confessare che il metodo, co11-sistente nella iniezione di soluzioni di sosta11ze irritanti , quali il chinino uretano, nell 'orb1ita, ci lascia molto perplessi. Esso, a qua11to dicono gli stessi, che lo hanno adoperato, provoc.a delle forti e talora spiacevoli r eazioni locali , n è semb ra se1n1)re capace di modificare alcuni d ei sintomi st1biettivi, 1qua li i rumori endocra nici , cl1e formano parte essenziale della sindrome morbosa, e che non raramente disturb1ano il p·a ziente più dello stesso esoftaln10. Il trattamento chirurgico usuale a·p plicato ag·li ane·u ris.m i artero-venosi degli .arti, cioè la! quadruplice allacciatura a monte e a valle dell 'aneurisn1a, non può, p er ovvie ragioni, essere utilizzato n el caso di aneurismì carotidei-caver•
llO Sl.
P er questi ci si è i1ella gr.a nde i11agg·iora11za dei casi dovuti lirp.itare ad un intervento operativamente assai semplice, ma , teoretican1ent e almeno , incompleto, quale è l 'allacciatura dell 'arteria carotide interna o di quella con1u11e corrispondente al lato dell 'aneurisma. L'allacciatur.a della carotide interna sen1bra. dare risultati più costanti di quelli ottenuti con l'allacciatura d ella carotide comune in qua11to con la prima si evita quel refl11sso di sang·ue, ch e può verificarsi dopo quest'ultima, traverso le anastomosi fra i ran1i collatera li delle due carotidi esterne. Ciò che in ultima analisi può condurre ad un g·radu.a le ristabilirsi del circolo nella carotide interna del lato n1alato; e quin~ di all.a recidiva d ei sintomi. Secondo un calcolo di Sattler e Locke si avrebbe dopo allacciatura della carotide interna una percentuale di guarig·ioni o di fort i ir1iglioramenti dell '83' %, che si ridurreb be al 64 % nei casi di allacciatura dell'arteria carotide comune. A sua volta l 'allacciatura della carotide primitiva offre meno pericoli 1 per ciò ch e riguarda la possibilità di insorge11za di complicazio11i da anemia e rammollimento cerebrale. Il ·procedin1ento suggerito da Dorrance di allacciare la carotide prin1itiva e su cce sivan1e11t e i ran1i collaterali della carotide estern a n1e11tre in1porta un.a operazion e più lu11g·a ed i11daginosa, no11 ci sembra ch e risol,ra il probler11a terapeutico. · Ap•p are i11Yece più logico f.ar precedere alla allacciatura arteriosa delle sedute di compr essione esterna , ch e possono servir e da u11 lato a saggiare la tollera11za in·divi.duale ad u11a su ccessiva a llacciatura, dall 'altro a facilitare lo sviluppo di un circolo collaterale nel territorio cerebrale della carotide interna. Va tuttavia fatto rilevare cl1e, se la co1l11Jressione della carotide comune si 1n1ò otten0re al)bastanza fa cilm ente (e so110 stati costruiti an1
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XLII,
N1J ~r.
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SEZIONE PR.\'IICA
che degli apparecchi a questo scopo) non è altrettanto facile esercitare dall 'ester110 una compressione che occluda la carotide interna. Queste sedute di compressione vengono man i11ano prolungate, a seconda della tolleranza individuale. Nel nostro caso non ci siamo serviti di una tale preparazione all'intervento chirurgico. La compressione della carotide, oltre a questo scopo, ha anche quello di sag,g iare, prima dell'operazione, l'effetto che una successiva allacciatura della carotide potrà avere, sia sull'esoftalmo, sia sugli altri elementi della sindrome morbosa. In speciali circostanze quest'ultima prova ha dimostrato di avere un valore notevole; valga ad esempio il caso pub1b licato da Giannelli e Margarucci, in cui, in seguito ad una ferita da scheggia di bomba, si aveva avuto la perdita di un occhio, e lo stabilirsi di un esoftalmo P'Ulsa11te dell'altro occhio: l'esoftaln10 ed i sinton1j concon1itanti, che non erano modificati dalla compressio11e della carotide omolaterale , diminuivano o tendev,a no a scomparire con la compressione della carotide controlaterale. Si trattava effettivamente di un esoftalmo potenzialmente bilaterale, ma dovuto ad una lesione della carot.ide corrispondente al lato in cui l'occhio era stato as:Qortato; ciò che si potrà dimostrare, sia radiologicamente (ritenzione endocranica di una scheggia metallica dal lato dell'occhio enucleato), sia 'registrando le pulsazioni esistenti in corrispondenza del contenuto dell'orbita anoftalmica. La bilateralità di un esoftalmo pulsante è cosa constatata più di una volta; ed è certa111ente in rapporto con l'ampiezza delle comunicazioni fra i due seni cavernosi. Lo stesso fattore (ampiezza e facilità di con1unicazione fra i due seni cavernosi) deve essere probabilmente in vocato a spiegare i casi in cui I 'allacciatura della carotide di un lato risultò insufficiente; mentre i sintomi regredirono dopo cl1e anche la carotide dell'altro lato venne allacciata. Altri particolari procedimenti intesi a diminuire i riscl1i dell 'allacciatura di una o di ambedue le carotidi sono quelli che si propongono di stenosare l'arteria di tanto quanto basta a fare scomparire i rumori vascolari. Tali stenosi si sono ottenute con sistemi diversi. Alcuni chirurgi ad esempio (Halsted, Matas, Allen, Neff) si sono serviti di sottili fasce di alluminio. che possono essere foggiate in maniera varia, e che permettono di esercitare sul! 'arteria una compressione graduabile; tali striscie 111etalliche possono anche essere rimosse, se insorgono disturbi; e semb,ra che. qtialora la ri1
i11ozione av,·enga nel periodo di tre gior11i, l'endotelio vasale non abbia subìto danni, e il sangue possa tornare a circolare. Altri hanno utilizzato delle striscie di nlembrana di Baer (vescica cro1nicizzata di n1aiale); n1a più spesso striscie aponevrotiche prelevate dalla fascia lata. Noi ci siamo servi ti di questo ultimo mezzo, per sten osare l 'arteria carotide primitiva dal lato dell 'esoftalmo. Un altro accorgimento, per diminuire i rischi di una possibile anemia cerebrale, è quello di allacciare contemporaneamente all'arteria carotide, la vena giugulare interna: ciò cbe anche noi abbiamo fatto. L'allacciatura della giugulare interna avrebbe lo scopo di diminuire l'aspirazione venosa da una data parte del cervello, e di ostacolare in tal modo, sia pure indirettamente, l'anemia dovuta alla interruzione del circolo carotideo. Si trai ta di un prorcdimento analogo alla allacciatura d ella ve11a principale di un arto, c1uando esistano disturbi di circolo da ostruzione arteriosa; o quando insorga la necessità di allacciare una grande arteria.
* * * l 'allacciatura di
Quando un 'arteria carotide non abbia condotto alla scomparsa dei rumori vascolari e alla regressione dell 'esoftalmo, conviene, prima di decidersi ad allacciare l'arteria del lato opposto (o la carotide i11terna dello stesso lato, se era stata aìlacciata quella con1une) di escidere i vasi ectasici e pulsanti, che, come nel nostro caso , si possono osservare serpeggianti sopratutto in corrispondenza della p alpebra superiore e della regione sopraciliare. Queste vene ectasiche e pulsanti, che potrebbero essere dette cc vene arterializzate », in rapporto con la vena oftalmica superiore, debbono essere eseguite fin dentro l'orbita, e quindi . esc1sse. Si tratta di un piccolo intervento complementare, che :QUÒ dare risul~ati assai buoni. 1
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Ricorderò ancora, più che altro a titolo di curiosità, che è stata eseguita (in due tempi) anche la duplice allacciatura della carotide primitiva centralmente e perifericamente alla le• s1one. Hamby e Gardner, in un caso in cui , essendosi, nonostante l'allacciatura della carotide interna sinistra al collo, verificata la recidiva dei sintomi, procedettero alla allacciatura della carotide stessa nel punto in cui e ~ a fuoriesce dal seno cavernoso. I rumori ,·ascolari tuttavia persistettero; e la guarigione si ebbe solo dopo allacciatura della carotide del lato opposto.
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IL POLICLINICO
Si tratta evidentemente di un interve11to, che, i)er le difficoltà di esecuzione, e per la incertezza dei risultati, non sembTa particolarmente indicato. Un procedimento invece, che, almeno teoreticamente, potrebbe avere l 'apparenza di un 111etodo di cura eminentemente conservativo, a11alogo alla chiusura del canale di comunica/ ione nelle fistole artero-venose, è quello sug·gerito da Brooks. Questi, traverso una arleri olo1nia in1n1ette nella caroti(ie interna delle stri' scioline di muscolo, le quali, non appena ab·bandonata la transitoria pressione sul vaso, so110 la11ciate dalla corrente san gui g· na a gui a di u11 embolo, che dovrebbe fern1arsi là ove l 'arteria ~resenta la con1unicazio11e paLologica col seno cavernoso, perchè in questo punto la pressione è minore. In tal modo la comunicazione anomala verrebbe ad essere chiusa dal1'embolo stesso, e dai trombi, che intorno ad esso si verrebbero a f orn1are. In un caso di Hamb1y e Gardner l 'embolo i11uscolare, fissato in una piccola clip 111ctallica sembrò veramente essersi fermato in cor' rispondenza del pavimento della sella (racliografia); non si eb·b e tuttavia ch e u11 i11ig·lio ra• ine11 to transi• torio.
*** La t era1)ia chirurgica seguita n el nostro caso è tata la segu ente: fu dapprin1a constatato che , comprimendo l 'arteria carotide comune destra, l 'esoftaln10 si riduceva, la paziente non avvertiva p iù i run1ori endocranici; e obiettivamente non si percepiva più il rumore di soffio e il fren1ito locale. Il 19 febbrai·o 1935 , in anestesia locale, si procedette all 'isolan1ento della carotide co111un e e della vena giugulare interna di destra. Quest'ultima venne sezionata fra due legature. Intorno alla carotide primitiva venne passato un laccio aponevrotic<? (prelevato dalla fa eia lata); e questo venne gradualmente stretto fino a quando la paziente affermò di no11 avvertire più alcun ru1nore endocranico, ed un assistente asseri che i rumori locali di soffio e il fre111ito cra11 0 scomparsi. Il laccio aponevrotico venne .allora fissato con un pu11to di seta. Non si !)Otè con preci ione stab·ilire se il laccio avesse p·r ovocato una ste11osi molto forte o una occlusione completa; si ebbe tuttavia J 'impre'"'sione che l'arteria non fosse completan1ente chiusa. 111 se 5ruito .a que to intervento l 'esoft al1110 si ridu ... e di mollo , i11e11t_re i rumori subiettivi ed obiettivi scomparvero.
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Dopo qualche g·iorno però, 111entre la pazien .. te affern1ava di non av \'ertire più alcun rumore molesto, e accusava solo crisi di cefalea, si poteva ascoltare un ru111ore di soffio in corrispondenza della regione temporale destra, e percepire un fremito sui vasi dilatati della palpebra superiore e dell'arcata sopraciliare. Il 28 febb.raio, in anestesia locale, si procedette alla escissione di' questi v.asi pulsanti, dilatati e tortuo&i, seguendoli per un certo tratto entro l 'orbita. Dopo questo ultimo in1 ervento, sia il soffio che il fremito ono comparsi; l 'esoftalmo è quasi completan1e11te regredito (v. fig . 2). Tali condizio11i permang·ono tuttora dopo circa 6 n1esi dall 'ultin10 intervento.
RI1\.SSlJ TO. Tomn1asini-Mattiucci tratta della sintomatologia di un caso di esoftal11~0 pulsante i1on traun1atico, della p,~togenesi e dei risultati ottenuti. Cl1iasseri11i p·a rla della terapia chirurgica seguita in questo caso: stenosi. della carotide comune con un laccio aponevrotico; allacciatura della vena g·iugulare inLer11a , escis8 ione dei vasi arterializzati della palpebra superiore. Ricorda anche lo stato atluale della terapia cbiru1 gica di questa affezione. Le conosce11ze sulla terapia m edica son(} ricordate e con1111e11tate da To11l111asini. LET1'ERr\ 'f lJRA.
1
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[.A.~l'iO
XLII,
i\'Ui\I.
42)
SEZIOl'iE PRATICA
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2049
SEl'iÀ
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Manifestazioni Cliniche Oculari nelle affe• zioni del naso, dei se·n i facciali , dell'orecchio e della gola .. con 79 figure nel testo. Prefazione del Prof. MARIO BERTOLOTTI. Indice delle parti che formano il volume: Prefazione ~ Avvertenza - Introduzione. - PARTE I. Fenomeni generali riflessi di origine nasale. pag. 9 a 60. - PARTE I I. Affezioni del globo oculare e degli annessi di origine nasale, pag. 61 a 96. PARTE Il I. Affezioni oc..ilari ed adenoidismo, pag. 97 a 140. PARTE IV. Manifestazioni oculari nelle affezioni dei seni periorbi, tari, pag. 141: a 3Po. - PARTE V, Affezioni dell'apparato ud itivo ed affezioni oculari, pag. 381 a 426. - P ARTE V I. Manifestazioni oculari nelle affezioni tonsillari, pag. 427 a 442. - Appendice.
Volume in-4°, grande, di pagg. XVI-455 (N. 15 della Collana del <e ' ralsalva >1 fondata e diretta da Guglielm-o Bilancioni). Prezzo L. '6 O, più le spese postali di spe· dizione. Per i nostri a,bbonati sole L. 5 5 in porto f1·anco. Per l'estero, alle L. 5 5, aggiungere L. 5 pex le occorrenti maggioo·i spese di spedizione. Inviare 'llaglia Postale o Cheque Banca-rio all'editore LUIGI POZZI, Via Sistina 14, ROMA.
In q uesti ult in1i Yent 'a1111i le nozioni sulla patologia più propria all 'Eri Lrea e su lla fisionon1ia cli11ica in essa r ivestita dalle cosi dette malattie cos1nopolite, si sono ·fatte sempre più frequen ti e più i)recise ad opera dei no·stri medici militari e civil i . Ora 1'ammassamento di truppe e di operai italj ani, che necessità del m ome11 to hanno determinato in q u ella nostra colonia jn un 'epoca stagiortiera partico1armente diffi cile, ha potuto, per così dire, a sun1ere funzione esalt atrice di quella stessa l)atologia, ed è quindi interessante prendere subjto in esame i nuoYi dati che con molta opportunità cc L 'Azione Colo11iale » non ha mancato di far subito cono·scere, anche al grosso pubblico, in tutta la sua schiette1za. Statistica dei decessi secondo la catisa di morte fra gli operai metropolitani rl'i slocati in Eritrea.
(27 aprile-2 agosto 193.5 - XIII) .
1
Annegamento
•
2
2 Blocco . intestinale 2 · Yol volo intestinale 1
3
3
•
•
•
•
Bronchi te . . . . . . .
4 Broncopoln1011ite 5
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1
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8
Colpo di calore (72) ; rolpo di oJe (10); insolazione (2) = . . . . . . . . . . . . .
84
=
3
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6
Febb1e tifoicle (l ); infez intestinale (2)
7
Gastroenterite
8
Impiccagione
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2
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I
9 Incidente automobilistico (3) inYesti1nento ferroviario (l ì = • • • • • • •
4
10 Malaria 11
~Ieningite
12
~Iiocardi te
13
Nefrite .
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9
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4
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2
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cerebro-s pj 11ale •
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14 Paralisi cardiaca
15 Peritonite
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16 Perniciosa malarica
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17 Polmonite
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18
)S etticemia
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19
Tuber colosi pol1nonare
20
Tubercolosi
21
Trauma cla caduta
22
~Ian canza
( ?) .
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di diagno:--i
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1
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3
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1
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1
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2
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-
6
Totale n. 141
2050
« IL POLICLl!\'ICO »
Da essa risulta in modo evidentissimo l 'assoluta maggioranza dei decessi in dipendenza dell'azione del calore, vale a dire il 59,5 per cento di tutta la rr1ortalità. E ad eS'SO, ~orse, neanche sono estranei i qua ltro casi di paralisi cardiaca e il caso d 'impiccagione verificatosi all'infermeria Ca1npo di iVIarte in Massaua. RelaLivamente a que li J colpiti ·:;i nola che essi si ·sono Yerifica,t i in n un1ero di 60 (ossia nel 71 % dei casi) a lVIassaua stessa e il re·sto nelle località come segue: I
Asn1ara
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. . .
1
2
Baulud
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1
3
Cantiere Dig-Dig
•
•
4
4
Cantiere stradale
•
•
5
Dogali .
•
•
6
Dongo Ila
7
Gl1inda
8
Moncullo
9
Nefasìt
10
Otundo
11
Saati .
•
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·2
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1
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. 3
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3
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6
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L"
1
Nei riguardi dell 'epoca è interessante notare che il maggior nun1ero dei casi si è prodotto nel mese di giugno e che si sono verificate delle giornate , per così dire, micidiali : 25 decessi il giorno 12; 6 decessi il giorno 13; 6 il giorno 14. Durante il mese di luglio il massimo si è avuto solo il giorno 6 con 6 decessi . Complessivamente si sono avute le seguenti cjfre: I
Aprile 27 ·-
2
l\llaggio
3
Giugno
4
Luglio
5
Agosto
6
Non risulta !a data in caso
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1
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9
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46
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23
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. . . . ·
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4
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1
Totale n. 84 Pochissimo possiamo rilevare circa l'età dei colpiti , essei1doci essa nota solo per 15 jndividui, come risulta clal seguente specchietto: Anni 30 )) 31 » 32 » 36 » 37 )) 39 •
n. 1 Il . 1 n. 1 Il . 1 n. 1 Il. 1
i\11r1i 40 )) 42 -» 43 n 44 » 45 -
n. 2 Il. 1 n. 2 n. 3 n. 1
Notizie, invece, mollo pi\1 cornplete si possono desumere rela~ivamente alla provenienza di questi operai, come appare da quanto segue : Provincia di Vicenza 8 decessi; Bellu110 7 decessi; Udine 6 decessi. Vengono in seguito Modena
~A~Ko
XLII, i\u:'\1. 42]
con 5; Catanzaro, Reggio Calabria e TreYiso con 4; Cosenza, i\1i1ar..o, 'frieste e '\ienezia con 3; Bologna, Chieti, Ancona, Trento, Como e Verona con 2; risultano con un solo decesso Abbadia Laria11a, Alessandria, Bellaia di Calabria, Catania, Carnaro, Camugnai10 Carpitano, Correg·g"io, Faenza, Fano, Genova, Lecce, l\1assa Carrara, Messina, ~1onteforte Irpino, Napoli , PadoYa, Parina, Pescara, Reggio E111ilia, Riva cli Monte (Calabria), Saraceno cli Romagna, Svizzera e Teramo. Con1e si vede vi sono rappresentate qu asi tutte fp regioni d'Italia in n1odo pressoch è eguale, eccezio11 fatta per Vicenza, BeJluno ed Udine che aYre})_ ber o for11ito individui cli una magg-iore fragilit à di fronte all'azione del calore. Ma queste cifre non ]1ossono esser prese in ·sei1so assol11to giacchè i1oi non co11oscian10 il nun1ero rispettivo di ciascun gruppo di questi lavoratori e ci manca quindi la })Ossibilità di stabilire le percentuali . Nella elencazione riferita cla cc L'Azione Colo1tiale » ricorrono i termini cc colpo cli calore (72) », <' colpo di sole (10) » e « insolazione (2) », 11on solo per lo tesso luog·o ma anche per una ·stessa giorn ata, ta11to a Mas~·aua che a Gl1inda , a Nefasit, ecc. Data la tendenza odier11a di ricondurre queste inanifestazioni morbose ad un unico tipo - il colpo cli calore - - sareb])e d esiderabile che i colleglii di Eritrea ci ~ornissero qt1alche dettaglio atto a giustificare questa distinzione nosologica. Co nsiderazioni gerierali. - La nota don1inante di questo quadri1nestre di patolog·ia dell 'Eritrea è la forte proporzione dell "azione patogena da calore, rsopratu tto per ·lU.lnto riguarda la zona di M~ssaua: Tale particolarità era di conoscenza antica e i fatti recenti non hanno fatto che confer1narla. In « Igiene Coloniale » Belli ha scritto : cc Di giorno si ha il vero colpo di sole, di notte il colpo di calore . A Massaua sono freq1ue11ti perchè l 'atn10fera è umida ; invece sono rari ad ~.t\.ssab e Saba ti , che hanno atmosfera secca. Nell'altipiano l 'insolazjone è un accidente raro ». Non conoscendo il numero esatto clei metropolitnni che laYoravano , in quel periodo ,_ 11elle zorle di Massaua , iloi non po·ssiamo stabilire che percentl1ale costituiscono i 60 decessi cl1e le appartengono: ma se ritorniamo indietro di qualche decennio, il rtt1mero non apparirà eccessivan1ente eleYato pensando che a qt1ei tempi, in u11 battaglione di soldati cl1e attendeva all'operazionP cli in1barco, si ebhero a verificare, in pocl1e ore, .SO casi di colpi di calore. E il fatto non deve neanche apparire esagerato quando si pensa che p11rE> in Italia si hanno, ·di tanto jn tanto , penose giornate, come ad es. fu quella del 28 giugno ·scorso nella quale a Bologna e a Venezia si sono avuti, rispettivamente, 10 e 5 indiYidui colpiti. . Da notize raccolte iiì diYersi giornali e dalle dicl1iarazion i stessé di S. E: il sottosegretario on. Lessona noi sappiamo che fin dal primo 111.01nent~ el'ano state date precise disposizioni relative agl1 o rari di lavoro all 'aperto: riposo dalle ore 10 alle 17, po·ssibilità di rifornirsi di ghiacci? e di acqua potabile, gara11zia di un a pronta assistenz.a tì1edica, ecc. È forse questo, oltre ad una severa di-
[_A.. J\n XLII,
~Ul\I.
421
SEZIO~E
PRATIC.\
2053
È stato anche riferito su d'un col1)0 cli calore nel sciplina igienico-alin1e11lare , ch e ha per111esso di corso di una cura d'atropina (La Presse i\Iédicale, co111piere un laYoro cl1e 11a dell 'i11creclibile. Rc1 ue cles Jottrn,aux, 1935, p. 56) . ~li se1nbra doveroso riferire gua11to, a questo proposito, ebbe a scriYere P. Genlizo11, l 'inYiato speRia·ssu111endo noi possiamo affermare che questa ciale del << Temps n in Eritrea (Il :\1Ie·ssaggero, 31 a- i)rima statistica nosografica dell'Eritrea estiva è sodgosto 1935 - XIII) . cc Lungo i 40 chilo1n. della zona disfacente e che essa sarà anche migl iore in avve• co-..liera il calore è soffocante. E tuttaYia in queliure. ! 'a t111osfera torrida gruppi di operai il ali ani spacLo stes... o potrà Jirsi ·1ei riguardi dei decessi cano pietre, ce111entano ponti al di sopra degli uadi, · (n. 6) in seg uito a pern1ciosa malarica. Relativaguidano rulli compressori. Molti ci salutano romame11te alla malaria ordi11aria (9 d ecessi) le co·se non nnmente e solto il supplizio di questo ciclo incandesono cl1iare, alcuni operai avendo già avuta la ma~cente , quel gesto divenuto cor11une in Italia, assu. lclttia nei paesi d 'origine (casi rli cacl1essia). n1e u11 senso commoYente di dovere e di di·scipliTruppe e opera i italiani si avYia110 ora verso la na ... Veri e·serciti della strada, battaglioni di operni patologia autunno-invernale: sono stati già regilc·ttano senza tregua contro la 1nontag na. Accette, strati 9 decessi per ])roncopolmonite: ma l'altipiano picconi, zappe, pale, assicurano per oggi le comueritreo-etiopico non ha i rigori delle nostre monnicazioni e i rifor11imentl, per domani l'avan zata Laghe. (lelle truppe, per l'avvenire il passaggio dei conIn un 'int~1' ;sta, a1)pe11a di ritorno dall'Africa tadini, degli artigiani, dei coloni: l 'espansione della Orienta](> . :: . G. l 'alto co11sulente sanitarfo prof. razza ». 1\ . Castell :_. '. ,i affermò e·s sere Je condizioni sanitarie Se pensian10 cl1e un lavoro di questa portata h a dei nostri connazionali - truppe e ciYjli - perfetpotuto essere fatto dall'operaio italiano nel periodo tamenle normali , all'infuori dei soliti èolpi cli cadella stagione più micidiale dell 'anno con un nun1ero 1 elatjvamente modesto di decessi da colpo di lore a1Jit11nli nelle zone di ~1assaua. Vi ·sono ele111enti }Jer ritenere ch e arà anche meglio per calore, noi po·ssiamo ritenere che in avvenire , con la possibilità di i:>a ssare rapidamente dalla zona 1'aYYenire. costi era 'li freschi alt i pi all i, questa patologi a 'l'ripoli. Dott. D. A.. ì\IAzzoLANI. d :1 calore dovrà ridursi a un nt1111ero sen1pre più limitato ed insignificante . Ciò sarà reso anche più possibile per il fatto delle migliorate condizioni di Yi la e della disponibilità sempre più facile e preci --a nei rig uardi dell 'assistenza sanitaria. I collegh1 che per la prima volta si trovano ad esercitare TERAPIA. i11 zona tropicale saranno difficilmente sorpresi dagli avYenimenti e u11 personale bene istruito e suf- Valore del batteriofago nella te1~a pia delficientemente nt1111eroso potrà fronteggiare il de]j_ le infezioni. cato, faticoso e ::.pesso rr101to lungo traYaglio di (T. DE SA rcTrs-~lONALDI. Giorrt . del .1/edico tale genere d'a sis tenza. Pure espleta11do tutti i Prat., settembre 1935). noti mezzi di una cura sintom atica, non si abbandoni troppo presto la pralica della respirazione arLa batteriofag·oterapia 11a clato il maggior tificiale: Cas lellani vi ha in istilo da molto tempo numero di risultati favorevoli nel trattamento e ancora di que ti giorni Recrl1i , al Con gresso indelle infezioni setticemiche da stafilococco, ternazionale di Bruxelles, riferendo su 106 ca si di nelle quali la inortalità o cilla, con la comune accidenti doYuti a corrente elettrica, sulle nostre terapia, tra il 40 e il 50 lJo . Il num ero dei casi ferrovie, ha affer1nato ch e la respirazione artificiale trattati ·è però ancora insuffi ciente per poter proll1ngata si è sempre mo·strata utile ed efficace. trarre conclusioni serie. D 'altra parte l 'inieI1t 3 casi il risultato favorevole n0n si ottenne che zione endovena a clel pri11cipio litico, che doin capo a 3 ore. Le iniezioni intracarcliache di vrebbe nei casi di settice;nia essere la via di adrenalina fatte in 3 casi, i1on si sono di1nostrate di celta per l 'introcluzione del medican1ento, effetto u lile (La Presse 111édical<>, 14 set te111bre n on può adoperarsi co11 le preparazioni ordi.J, i) l. l a•3narie industriali. percl1è provocano degli shock Xon 1Jin1entichian10, anche, che il colpo di calore g·raYissimi. Bisog·na ricorrere a culture su parpuò n1anife::;tarsi in relazione all 'opera d el medico. ticolari terreni nutritivi a base di an1ino-acidi È così cl1e Zur Vertl1 e Ruge JUn. consigliano di sì che i filtrati, se non escludon o a solutamenoperare di preferenza 11elle prime ore del mattino. te il pericolo di grave collasso. lo mitigano u La corrente d'aria artificiale ne.Ile sale d'operasufficientemente. Dall 'esame di tutti i casi pubzione tropicali è spes·so i11dispensabile. Superando blicati risulterebbe che la batteriofago-terapia la ten1peratura dell 'aria rlella sal a rl 'operazione i 32", è bene rinfrescare il capo del n1alato , segn a- nelle settice1nie stafi lococciche ridurrebbe la n1ortalità al 28' % circa tanto ch e tutti gli AA. tamer1 te l 'occipite, con una vescica di ghiaccio credono utile il batteriofago in questa precisa onde evitare i colpi di calore. indicazione. « Per ol ten1per3r e :lll'aumentato bi ~ogno di liquiDifficile è poter 'alt1tare i risultati della te· do sono utili., già durante la narcosi , i cli·~t eri òi sorapia con il batteriofago nelle affezio11i tafìluzione di cloruro di sodio (cjrca 500 gr. )) ("l\fa lococciche localizzate, data la lor o frequente lattie e Igiene dei Paesi Tropicali, Torino 1933 - XI '· 1
SUNTI E RASSEGNE.
I
2054
cc IL PULTCLI.:"lICO »
[.A.:\"~O
XLII ì\uì\c. 42]
g uarig·io11e i1011ta11ea. _.\d og·ni n1odo il n1ag1;iù Yolte arrestare in Yarie loca lità deJle epig ior 11un1ero di risultati favorevoli ono stati demie di c olera aggiu11gendo all 'acqua dei o l tenuti n ella foruncolosi, n ell 'acn e, l1ei casi pozzi dosi di batteriofago. l\tla i risultati di di antrace e 5icosi , sia con applicazio11e locale a ltri At\.. non sono al riguardo con cordi. Il di r11 edicatura imbe,·uLa di principio liti co, sia · batteriofago è stato in1piegato Jarga111ente 11ella con iniezioni nella l esione o intorno ad essa. profila ssi d el colera specie nelle Indie In g·lesi . In tutti i casi si osservava u11a fluidifi c.azior1e Oltre all 'aggiunta d el batteriofag·o alle acqt1e clcl }.)US e una repressione evidente della le- · d ei r>ozzi , un a lLro J)1 e todo consi te nella b at io11e n ello spazio di 2±-30 11. Non solo in queteriofagot era11ia di tutti i malati appena sco11te lesio11i è attivo il batteriofago specifico, ina pia t1na malattia. D ' Ilercl] e ritie11e ch e i n1aa 11ch e preparati polivalenti . Meno eviden t i so110 lati n1ediante le feci dissen1i11a110 il batterioi rist1lta ti ot tenuti nella cura d elle osteon1ieliti. fago n ell 'ambiente est erno, d eterrr1inando così I ella terapia di altre lesio11i s uppuratiYe, i l 'arre~to de ll 'epide1~1ia. Per raggiunger e quali11 ig·li ori ri ... ultati si sono ottenuti n elle infecl1e i~1sultato curativo con il principio liti co zi oni mi Le da bac terium coli e sLafi lococco, è indispensabile fare uso di batt eriofa 5a i i solati sopr atuLLo quando il prin cip io litico si può localmente e capaci di es1Jlicar e u11a marcata fare arriYare a contatto diretto con il focolaio a~t~vità litica. su molti cespi di ,,ibrioni colesuppuraLiYo, co111e nelle celluliti , n eJJ e i11fezio- r1c1 autocto111. 11 i . . u1 pura ti Ye del naso , faring·e orzaioli ed A~ che p er la peste l 'a ccordo tra g li AA. è a ltre infezioni oc ulari. L'azio11e più irnport anlung·1 d~ll 'essere ragg·i~11to. l\Ientre i pri111i rite d el b a tteriofa go no11 è ta11to il rapido 1110cer ca tori con a capo D lier elle si rnostrano endificarsi d elle co11dizioni suppura tive, qua11to tusias ti , l 'e ... an1e dei risultati ottenuti da altri il l)Oter i)ervenire le r ecidive così frequenti in osservatori prova la scarsa effic acia di questo que Li processi localizzati co111 e pure n ella fo - rr1ezzo ter.apeutico. runcolosi. Forse ques t 'azione è da riferire al· I r fin e r ecentemente qualche ricer catore vorl 'attiv ità vacc i11a nte d el filtrato batteri co. 1 .rb~e at tribuire al ba:tt eri~fag·o azioni di equiLe infezio11i da streptococco non so110 vanl1b·110 n el proces o fis1olog·1co di accrescin1ento taggio ar11e11 le i11fluenzate dal ba tteriofago. Di b en JJOCa utilità è il batteriofag·o 11elle pie- e di distruzione clella i1 orn1ale flora batterica in te..: ti l1a1 e. e. T os CA.NO. liti , ci titi , 11egli ascessi r enali, n ell ' idrone frosi. Abba "' la11za 11un1erose IJerò dimo trer ebbeRisultati tei·apeutici con la dieta chetoro u11 ' azio11e fayore,role n ella cura locale delle pieliti e ci ti ti da B. coli , quand o i1on sia110 gena nelle inf"ezioui u1·inarie. a . : oc ia li a ltri germi; p erò le r ecidive . . 0110 m ol(H. F. HELMBOLz. Joi1rn. ,1n1. J1/ed. Ass ., 7 setto freqt1e n li . te111br e 1935). Le in l'ezio n i i11 testinali co ti Lui se o no uno L 'effi cacia d ella dieta cl1etoge11a nella cura d ei ca1111)i oYe 1'impiego d el batt eri o fago l1a delle infezioni uri11arie dipe11de dall 'azione bataYulo la IJiù l argo diffusio11e. Molto vasta è la tericicla d el! 'acido b·e1a-o" ..:ib·u tirrico ed u11 cerlett era Lura della batteriofag·o-ter apia d el tifo e t o. g·rad~ di . acidità. Il li111it e in c ui questa a n ch e qui l 'accord o no11 è unan i1n e . Se la sola az1011e s1 verifica è s1ato tab·ilito fra 0,5 % di i11lrocluzion e d el 11atteriofago p er ' 'ia orale non acido beta-ossib·utirri.co ed u11 i)I-I inferiore ha e p li ca to azio11i effi caci , ri sultati più in coa 5,5. r ag·g·ianti si sono ottenuti con i11iezio11i p er via l..:-11 au1nento 11ella con ce11trazio11e dell 'acido parenterale, specie se con r)r oc edimento eleted una din1i11uzio11e d el i)If, au111e11ta il potere troforetico si è potuto con centrare il princib ntteri cida d ell 'uri11a . pio liti co , di111inuendo la qua11tità di sosta11ze .f: ~ tato d etto cl1e la clie la cl1etoge11a u ccide il en ibili zza11li d el brodo. In g·e11eral e p erò il colibacillo più r apida111e11te che non g li altri batterio fag o è se11za e ffet ti 1nolto evidenti nel ine111hri dello sle ~ o g·rup1Jo batterico. Clini cacor so d ella n1alattia. nt ente , secondo 1'e i)erie11za dell 'A. si l)UÒ n o· P er qt1anto co11cer11e la disse11teria bacillare, tare ch e il colibacillo è di olilo il prin1 0 111icr orla le tteratura forni ce risultati in con clus ivi. Si ga11isn10 che sparisce dalle uri 11e. qua11do in p t1ò a ffern1ar e cl1e la som1ninistrazione del ques te erano molti acl e ere presenti. In u11a bai terio fa ero anti dissenterico p er ' 'ia orale ha serie di ca si in cui ]e vie urinarie era110 infetscar o e ffetto , e solo eccez ionaln1ent e s i può tat e co11 B . coli, Aerobacter aer og·enes, Proteus n1etter e i11 evidenza il 1)rincip io litico 11elle Yulgaris, Staphylococcu ... , Streptococcus e Pseufeci , tanto cl1e rimane fondato il dubbio , se do111011a , la dieta ch elogena h a avuto g rand e agi"'ca \'l'ran1e11te n ell ' int e~ tir1 0 sul] 'age nte cauefficacia. Ri ... ulta li in1i]i "' i so110 avuti i11 e peso le d ell a 111alattia. rimenti in vitro con gli s tessi organismi. 1 el l ratla111e11to del colera il b a tt eriofago :E: anche po . . ibile cl1e u110 dei gern1i abbia aYrel>be for11ito . secondo D'Herell e , i l)ÌÙ brili1r eso 111aggior pre1Jo11de ra11 za e e l1e di esso ... ia lan li ri . t1 lta ti. Que~to Autor e affern1a cl1e la IJiù diffi cil e liberare le ' rie tiri n a rie cl1e 11on nlorlalità dei ca i trattati co11 batteriofago scende dal 62 % all 'S 0 o e cl1e egli 11a potuto d egli altri. "
•
[ ..:\NNO
XLII, Nul\r. 421
SEZIONE PRATI CA
Co11oscendo le co11dizioni necessarie perchè l'azione battericida possa aver luo1go, sorge la questione come e con quanta prontezza queste condizioni posso110 essere raggiunte in casi di infezione urinaria. La forrnazione dei coi·1)i chetonici dipende dalla inca1)acità del corpo di ossidare larghe qua11Lità di grasso in assenza di carboidrati. Diventa necessario dunque nutrire i pazienti con grandi quantità di grasso e minime di carb·oidrati. Soltanto i ban1bi11i possono, in qualche caso, non tollerare così grandi quantità di grassi, perchè soffron o di disturbi digestivi e 11on so: no capaci di continuare la dieta. Altri invece sembra che sopportino bene la çlieta n1a che non assorb·a no di qu esta quella quantità di grassi nece saria e sufficiente a. produrre una buona che1osi. Le più grandi difficoltà si incontrarono in quei casi in cui la funzione re11ale era ridotta: i reni malati erano i11capaci dj el in1inare un ' urina che prese11ta va un pH basso ed ur1'alta concentrazione dell 'acido betaossibutirrjco. In casi nei quali l 'urina è stata ottenuta separatamente dai due reni, I 'urina prove11iente dal rene più danneggiato era più alcalina e possedeva minor quantità di acido ossibeta-butjrrico che non l 'urina proveniente dall'altro lato. Nei casi in cui l 'azotemia era superiore a 50 l 'elim in azione dell 'acido ossibeta-butirrico appariva difficile. An ch e i calcoli che rimango110 in situ sono di notevole ostaco lo al successo della dieta cl1elogena. 111 un caso i11 cui dei calco li renali era110 stati rirnossi bilateral1uente , due piccoli ca lcoli di nuovo si svilup1)arono da un lato. Malg·rado la discreta cheto i ed un pll basso, l 'uri11a dal r ene con i calcoli si ntanten eva semJ) l e carica di germi. La dieta ch etogena n ell 'infanzia deve es ere risrrvata soltanto per quell e infez ioni che non ri~1 ' ondono .a.i più sen1plici n1etodi terapeutici: trai lare ogni ban1bino che ha un 'infezion e uri11ar ia ac:uta con la dieta cl1etog·ena sarebbe certa1ne11te un 'esagerazion e. La maggioranza di tali casi guarisce con la semplice alcalinizzazione e co11 la sommi11 istrazi one accentuata di liqt1idi. I11 alcuni casi può e sere 11ecessaria u11a ulteriore cura con clor11ro di an1monio. Rcsla un pi ccolo g·ru1)po di casi i11 cui no11 vi è ostruzione delle vie urinarie ma in cui l 'infezione diventa cronica malgrado i ro11tuni i11etodi di cura. In tali casi la dieta cl1etogena <'Onclurrà rapidan1 ente a guarigio11 e. l.'A. 11a s1)eri1nentato tale dieta ch etogena in t1na serie di 2.J. casi di infezione delle vie l1rinari e enza o truzione: in alcuni di questi casi probahilme11te l 'i11 fezion e sarebbe guarita forse altrettanto prontamente con comuni mezzi di cura, ma la terapia dietetica fu praticata allo ~CO])O di saggiare I 'efficacia della cura. In tutti i casi in c11i ft1 raggiunta la necessaria con centrazione in arido os~ i-b e ta - butirrico delle urine
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e il pH opportuno, I 'infezione urinaria guari pror1tan1ente. Vi furono parecchi casi in cui l 'urina diventò sterile dopo sole ·18 ore . In alcuni di questi casi la cura con cloruro di an1monio era stata tentata senza successo. I ventiquattro casi sono stati divisi in tre • gruppi: I ) quelli in cui l 'infezione guarì r>ro11tam ente corr1e risultato della dieta ed in c ui i pazienti si liberarono dall 'infezio11e (15 casi); 2) quelli i11 cui l 'infezione sparì prontan1en te, r11a i)oi ritornò (6 casi); 3) quelli in cui l 'i11fezione n on subì l 'effe Lto del la c ura (3 casi). L 'in uccesso in quest ' ulti1110 gruppo f11 dovuto al fatto cl1e, malgrado i bambini prendessero senza diflìcoltà la dieta, non fu possibile ottenere u11a effi cace con centrazione di acido ossi-b et.a -butirrico delle urine ed un pH basso di. esse. Passando poi a trattare dei casi di infezione dell e· vie urinarie accompagnante i ad ostruzione delle vie stesse, l' A. ricorda come fosse difficile in passato avere ragione di esse. La m.ancanza dei metodi di cura di tali casi era talmente tipica, che in genere, nei pazienti r1ei quali la g uarigione non si otteneva entro un periodo di un r11ese, era lecito sospettare che l 'infezione delle vie urinarje si accorr1pagnasse a qualche deformazion e o anoma li a delle vie stesse. Fu quindi con grande sorpresa. che l 'A. potè constatare che Ja dieta ch etogena poteva favorevolmente risolvere le infezioni urinari e anche in presenza di una grave stasi. Infatti in una serie di 21 casi, in cui vi era infezione delle vie urinarie, questa era accompagnata da una grande varietà di gravi lesioni ostruttive delle vie uri11arie. Se si pensa che un 'urina battericida non può fare di più che ucc idere i gern1i con cui viene a contatto, ne viene che la i)aretc vescico]are ureterale e pelvica o una lesione interstiziale del rene non possono essere ch e indirettamente influenzate della diet.a. Il tratto urinario in fi11e , può essere reso sterile se, rendendo l 'urina sterile, si preve11go110 t11teriori infe:~ioni dei tessuti e si pern1ette lo stabilirsi di una norn1ale g uarigione del le lesioni. Poich è l'urina i1uò essere r esa battericida per m ezzo della dieta , non vi è ragione perchè essa non possa sterilizzare 11na parte delle vie urinarie an che se questa è sede di stasi. L 'A. ha diviso i ventuno casi curati in : I) un gruppo di sei casi in cui le vie urinarie sono rimaste prive di infezione per un p eriodo di tempo anche dopo abbandonata la dieta; 2) un gruppo di cin que casi in cui ,,i è stata una ricaduta dopo un periodo di sterilità e empre dopo aver abbandonato la dic1 a . e ~) u11 gruppo di dieci ca i in cui non si ebbe alcun effetto still a infez ione. Ques1i vari gru11pi di pazienti danno un 'idea abbastanza cl1iara di ciò r l1c i pt1ò attendere
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da questo tipo di trattamento dietetico delle infez io11i urinarie. Quando è possibile ott en ere co11dizioni battericide d ell 'urina sia nutrendo il paziente co11 una diet a ch etogena , sia con l'aggiunta di cloruro di ammonio e di acido ossi-beta-butirrico , ·è possibile an ch e risolvere in guarig ione un discreto numero di infezioni urinarie. I calcoli e una funzione renale ridotta costituiscono però d eg·li ostacoli quasi insormontab,i li per questo tipo di terapia. (i. LA ·CAVA.
La terapia adrenalinica venosa delle splenomegalie malariche. (P. RroLo. Riv. di Malariologia. Vol. XIV, fase. 3') . Maurizio Ascoli e Dilib erto h anno in lrod otto nella c ura d elle splenomegalie malariche croniche la splenocontrazione per- via e11doven osa, ottenendo riduzione parziale o total e delle .sp1eno111egalie e notevole mig lior.a mento della crasi sanguigna. L 'A. ha po tuto cornpiere d elle r icer che n ella stazione antimalarica di P achino (Siracu sa) ed ha trattato 20 malarici cronici , con notevol e sp lenom egali a , in condizioni generali scadenti, con discreto grado di an em ia , iniettando per via venosa dosi di a drenalina via via cr escenti a partire da 1/100 di · n1gr. pe1· arrivar e a 1/5 di m gr . Le dosi inferiori a 0,1 m gr . , iniettate sempre .a digiuno , h anno provocato appena un fugace pallore a1 viso; con 0,2 mgr. solo qualcuno ha avvertito per pochi secondi cefalea, dolore splenico e tremore a piccole scosse dei muscoli degli arti. Subito dopo l 'iniezione si aveva notevole retrazion e d ella milza, facilmente apprezzabile alla palpazione, d ella durata di circa n1ezz 'ora, a lla qua le su ccedeva una riespansione p·a rziale . Tutti gli infermi trattati si sono avvantagg iati e non poco della terapia. 111 !utti , infatti, si è notata una riduzion e notevole d ei gr ossi tun1ori di milza e talora anche d ella epatom ega·· lia, I.a crasi sanguigna è m ig liorata di m olto , le' condizioni generali sono rifiorite . Con la riduzi.011e d ella splenomegalia scompaiono naturalmente i fenomeni ad essa leg·ati , quali i disturbi dispeptici tanto penosi, i molesti dolori splenici e perisplenici. In corso di cura .accade con qualche frequenza di osservare una riattivazione dell 'infezione che non solo non pregiudica in alcun inodo lo stato gen erale, ma completa l 'opera di bonifica umana intra11resa , consentendo di associ.ar e utilme11te al t rattamento adrenalinico quello chininico. Le ricerch e co11fer1nano dunque l 'innocuità e l 'attività del metodo preconizzato da Ascoli e Diliberto. Con questa nuova t erapia è possibile recare nun poco vantaggio ad infermi n1inorati n elle loro condizioni fi siche e nelle loro attitudi11i lavorative e , in non pochi casi, si può r estituir e a l paese degli ind1v1dui validi. C. T OS CANO. 1
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Il valore dello zolfo colloidale nella cura dell'artrite cronica. (W. B. R ..\.V\fLS , B. I . GRUSKIN, A. A. RESSA. TJie Am.e rican Journal of the IYI ed icinal Scie1ices, settemb·r e 193·5"). Lo zolfo , sotto una forn1a o sotto un 'altr a, è stato u sato in terapia , sin dai tempi più ant ichi. Solta11to r ecentemen te però è stato rico-. nosciuto il su o valor e nella c ura d ell'artri te cronica. Gli AA., in questo loro studio accurato, hanno avu to lo scopo non solo di valut are i risultati clinici della terapia con zol fo colloi dale nell 'ar trite cronica ed i suoi effe t li sopra alcune reazioni cellulari ed immunitar ie n el sang u e, ~11a a n ch e di stabilire l 'effetto di questo tipo di terapia sul contenuto in cistin a delle unghie e. di d eterminare se la valutazione d ella cistina può avere importanza n ella scelta dei e.asi p iù adatti alla cura con zolfo. Dal! 'insi eme d elle loro ricer ch e h anno potuto trarre le con clusioni segu enti. Dosi abbastanza alte (10 e 30 111gr. due volte alla settima11a) di zolfo collo i d al e, son o in genere b en tollerate. Con dosi più alte però in a lcuni pazienti si ebbero segni di intossicazio ne , come stan ch ezza, sete, cefalea, dolore aumentato, sordità, gonfiore delle arti colazioni ; ma tutti questi sinton1i disparvero in cinque giorni e non furono mai cosi gravi da dare • preoccupazione. Quando il contenuto in cistina d elle unghie delle dita era al disotto del normale, la terapia con zolfo lo faceva prontamente aumentare . La percentuale ed il grado del miglioramento clinico era più g rande in quei pazienti ch e avevano un contenuto in cisti n a inferiore al normale , ch e non in quei pazienti ch e present avano invece valori norm.ali. In tutti i casi il sedim ento e le cellule 11on fil.an1entos e diminuivano in segui to a lla terapia con zolfo , 111entre nessun effetto si verificava sul numero dei globuli rossi e bianchi. Gli AA. con cludono coll 'affern1are che lo zolfo colloidal e è un ottimo m ezzo terapeutico in alcune forme di artrite cronica. G. LA CAVA. 1
Il trattamento degli stati ipertiroidei con i raggi X. (M. LABBÉ e E AzÉRAD . Annales de Méd ecin.e, lug lio 193'5). Vi son o ancora divergenze tra. i i11edi ci , c irca i risultati d ella fisiot er apia nella cura della malattia di Basedovv e degli stati ipertiroidei. Mentre g li elettro-radiologi riferiscono una Jor· te p er centuale di g uarigioni ottenute con i i11etodi fisici , d 'altra parte i chirurgi dichiara110 che innumere,roli sòno i malati i quali non a\rend o trovato g iovamento nella radiotera11ia, ven gon o a chiedere aiuto a lla chiruTgia . Gli AA. h anno ripreso i11 esame la quistio11e s u nuove basi: l1an110 perciò seguito p er qualch e tempo e ben studiato 37 malati ch e distinguono in tre categorie :
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Nlorbo di Basedow a ccentuato; Morbo di Basedovv moderato; Gozzo con ipertiroidisn10. Per la cur a 11anno us.ato la radioterapia di n1edia pe11etrazione e le hanno associato Ja elettroteraJ>ia, sott o for1i1a di correr1t.e gal \'ar10faradica. La conc lusione più importar1te sgo rg·aLa c1:dle osserv.azio11i degJ i .~A. è la lJossibilità dt uria guarigione completa dell 'ipertiroid ismo per mezzo della fìsioterap ia, çi11cl1e i1elJe for111e gravi. Uno dei primi effetti benefi ci è l 'arr esto dcl dirnagrame11 Lo e ]a ripresa del i)eso, ·vengo110 poi la regressione della tachicardia, l 'attenuazion e d ei disturbi 11ervosi, la diu1inuzionc dc l volume del gozzo. L 'aumento d el i11etab·olisn10 costitui sce u110 • dei sintomi -più ribel]i e la sua n ormalizzaz ione confermata a più riprese, µuò da sola i)ermettere di affermare. la guarigio11e defìr1iti va. Perch·è si possa raggiungere la g uarig ion e occorre molto tempo : nelle forn1e g rav i di 13asedow necessitano in media da 7 a 18' n1 es i di Cl1ra. Vi sono però dei soggetti verarne11le ribelli alla radioterapia, mentre a ltri s i prese11ta110 come radio-sensibili. Purtroppo le !·icadut.e sono freque11ti dopo ur1 tempo J) ÌÙ o meno lune;o dalla cessazione della c ura. Ad ovv iare a questo ir1conveniente b·isogr1erebbe continuare il trattan1e11to per parecc hi o tem1Jo dopo la g·uarigione << c linica n e poi ripTendcre le cure ad interval li regolari, abb.andonando il rri alato so ltanto dopo un controllo rigoroso. M.à l e g u arigion i non costituiscono ] a regola assoluta, neppure nelle forme benig·ne. Più frequentemente si osservano dei g·randi i11iglioramenti: lo s tato generale è trasformato, il trernore cessa, n1a la lacJ1icardia persiste , il metabolisn10 è al di sopra della r1orrna erl anche il peso di quando in quando l1a delle lievi perdite transitorie . 1'uttavia i pazienti possono riprendere la loro vita ordjrlaria. t 11roprio in questi casi che le ricadute sono ve ra Il H' 11te ten1ibili. Vi sono infìne i veri e pro1)ri insuccessi, .per qt1anto non rr1olto 11un1crosi, l e cui cause restano in genere incogr1ite. I nostri AA. non hanno rrla i larr1e11tato in cidenti di sorta durante la cur a, mentre tulti i l'adioterapisti hanno risco nli-ato fenorn eni reazionali di ipertiroidismo. I cl1irurg i ac cu sa no la radiotera1)ia di lJrodurre ustioni, radiodermiti più deturpanti del la cicatrice operatoria: ma le radiodermiti sono la conseguenza di cure mal fatte , con1e pure possono esserlo le cicatrici deformi. Gli AA. concludono il loro lavoro insistendo sui ai1taggi della fisioterapia che consistono nella possibilità di ottenere guarigioni perfette o miglioramenti notevoli co11 un trattamento innocuo; tuttavia non passano sotto silenzio la lunga durata del trattarnento , la frequenza degli insu ccessi e la i:)ossihilità di ricadute. VrcEl"TI 1.
L'influenza delle forti dosi di clorato di potassio sulla '' mya,sthenia gravis ,, (L. P. E. LAURENT e ' ':'. ,, .. La1tcet, 22 giug·no 1935)
' '' ALTHEH.
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Ispirandosi ai risultati. di alcune ricerc he di Feldberg· e Vartiainen, i c1uali osservarono una azio11e stin1ola11te del clorato di potassio sulle cell ule ga11 g·lionari del ga11g·lio cervicale SUp€rjore , gJ i J-\A. decisero di investigare la possiJ) i] e influenza d el detto sale, somministrato a forti dosi , nei casi di i11yasthe11ia. Comi11ciarono col dosare il i)otassiowr1el plasma di 1O soggetti normali e cli 6 n1iastenici. Le cifre otte11ute i11 questi ultin1i furono p iuttosto b·a sse, n1a gli AA. n on ri tengono si debba dedurre che nella inyasthe11ia vi debba essere din1inuzio11e del potassio nel plasma, perchè anche in alcuni individui norn1ali si possono riscontrare cifre ug·ualmente basse. A tre pf>. con myasthenia fu somministrato clorato di })O tassi o nella dose cli g·r. 2 p er })occa, cinque volte al g iorno , , ciolto in n1ezzo bicchiere di acqua . Essi accusarono .alcuni n1ig·li oramenti sogg·ettivi consistenti in lie,·e din1inuzio11e della µtos i , n1ig·lioran1ento nei n1ovimenti oculari, lieve aumento della forza. Per prolur1 g.are la ]) reve durata di questo n1igliorar11en to; gli AA. dettero la medicjna in tre forti dosi g iornaliere ed ottennero infatti risultati più i11coraggianti. Sei pp. fuTono trattati così i)er lo spazio di due mesj. Solo si11tomo di intolleranza fu una lieve diarrea insorgente di qua11do in quando 11el corso di somministrazione prolungata. Il clorato di potassio , dato in })iccol e dosi ripetute, co t ituisce i11oltre un utile coa.diuvante clella pro stign1ina, la quale pure iniettata nella dose di O, 50 n1gr. diminuisce gli effetti secondari spiace, roli dell e forti dosi del medi ci11a]e. 1
V1CEN'l' INT.
Memento: Nel Fascicolo N. 9, Anno LXI 0 (1934 1 della Set.ione Chirurgica del « Policlinico ». diretta daf prof. ROBERTO ALESSANDRI è stato pubblicato l'interessantissimo lavoro del
prof. BENEDETTO SCHIASSI (Bologna)
La iperemizzazione edemizzanfe intervallare quale trattamento di talune infezioni Con 12 figure nel testo.
Prezzo dell"intero fascicolo L.
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l lettori del << Policlinjco ,, che nell::i Serie del loro abbonamento non hanno compresa la Sezione Chirurgica e che desiderano tuttavia leggere i concetti di larga e pro· fonda estensione eh~ il prof. Schiassi ha scritto << Sul trat· t1meato di talune lnlezloai >> oo~sono ottenere subito copia del lavoro, inviando L. 2, 5 O mediante vaglia postale, op, pure rimettendole con franco bolli racchiusi in lettera, a Il' -?ditore del « Polidinic:> ,, Luigi Pozzi Via Sistina r4 • Roma. Av vr:RT ENZA.
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DIVAGAZIONI
della : erità _i11 n1e~ici11a richiede u1i.a IJarticoProblemi di alta cultura medico-chi1·nr· lare ~1n11a ti c~ l.ogLca, un~ particolare f orrrta m entis,. p orcl1e in 1,at~lo~1a nulla è preciso, gica. de.Ler1111~1ato . La r11alaLt1a e un processo con1 Co11 que ·Lo LiioJo Ben edetto Schias i 11a rac- 1)l1 cato i cu1 elc111 cnti ·0110 estrema111eDte vacolto in u11 eleg·an I e Yolu 111e un.a serie di· arti- riabil~ pe~ for~1a ed i11tèn sità, per modo ch e c~li g ià pubblicati 11el corso di quest anno in i1011 s1 puo n1a L dar loro u11 valore sicuran1e11 le l ?tn,11ovame1tto /\! ediico. do:ab·ile eu u1ii' oco . Si tratla di ci i1que di · ·ertazio11i ch e forn1aEd è p er c1uest o ch e i r)otcri critici d cY0110 110 un cor11ples o orga11ico e arn1or1ico illues ere e erc!tati co11 la n1aggiore circo 'lJez io1le, sl ra11te alcuJli 1Jri11ci1J1 di dotLrina di etica e cercando d1 non p erdere r11ai il co11tatto co11 di Lec11i ca lJr ofe ·~ionale . ' i fatLi r eali e le loro po ibili detern 1i11a11Li e L e111i11e11 le chirurgo }Jolog·n ese 11a iat Lo iscri- segLte11do se1n1)re u11 in id irizzo n a turali ti co. ver e sulle. i)ar cti cleJla s ua sala o peraloria ci11- :È l 'abito di co11sidera re il fe1101l1e110 , i tale seque n1ol t1 - l\Je1ite ria.turalistica, Atdore cli condo le leg·gi della i1atura ch e conduce a riuc.01!o_sce1iza, l )robif.ù scie11tiflco-prof essionale, lracciare le differen ze tra le varie ma11ife . . ta.spzrzto calmo, tll a11 0 . i cilu·a - cJ1e 11anno co- zioJ1i 111orbose ed a sapore distin a uere quello ~l it t1il o le i1 or111e della ua preparazione c ulLuc11e ·~ essenzi.ale d a ciò cl1e è en1pJi~e111entc con r ale t cc11ica, i })l'i11ci1)1 n1oral i dell a sua -v ita c ?1 tt1ta~Lc . So l.o così il medico l )UÒ sco1Jrire Ja scientifica e 1)rofes ... jo11ale. d1ag·n os t: altr1 n1cnti I>tiò ca11itare r l1 e la di a0-110 i scopre il J11ecli co . Ciascu11 111olto del lJentalogo co LiLuisce il titolo . dei .r in c1uc arti coli ch e i fa11 n o leo·o·cr e <) ue..;ti co11Lc l ti i11for1t1atori del raz'ioci11i o del bo co11 ' T1 vo 111 l ere~se, e cl1e per i gio va11i 01>ra c l1 iru !·go va1111 0 ap1}1icati ancl1 e al g iudiz io 1}rolt:1 ll o as u111 0110 il caratlere di una ' era guida, g'l1os.L1co, cl~e . i11 c ~1ir11rg·i a li a 111 o lto 1iiù 'alore tlt un J~rcc j f'o in dirizzo cl idattico e 111orale. clic 1n i11e<l1c t11a , 111 quanlo di i11ag·giore iul el\'cl co11 1 11 l e ~~o l 'opera d ell o r 11i as i de' c ~·esse sono le dccisio11 i cl1e ·i elevano 1)re11dcre c·o!i.: id_el'a rsi 1in J odeY~ ] e l ~ntalÌ\ O l)_er ring·a- in co11se,g·11e nza. {-l ta rd.1re Ja cultura ch1 rur,g1ca e r c1 1dcre e11 tPiù r l1e i11 i11cd ir i'.u a, in c·J1irurg ia la i>roJ>re J)iù rorrella la co11dotta d el c]1irurgo 11e11e gno i co1 11a11da l 'az ion e, e l 'aziou e i1 1 c11ir11rc·ia r icc rcl1c scic11Li fì cl1e e 11ell a ' 'ita j)l'O fes,·io11ale. J1a dt1e 1110111c11ti di i11011 a in11~·orlanza , c1ucJJ o ~a lura l mcut e i)er olte11erc c iò è i1 ecessa rj o del tempo e del modo d 'i11 lerve11ire. cl1e i n1.acstri, in11a11zi Lutto, a o lva110 deg11 a(:on1 unque l 'in ter, e11 to va deciso su] la ba~c 111 er1Le la loro 111i sion e. di co nsiderazio11i cl1 e concerno110 il fatto 1t1orI11 Cl1irL1rg·ia, co1l1e d el re,t o i11 al tre d isc i- bo o in rapporto con Je con dizioni di tu1 la la 1>line. il 111acstro l1a il co1npilo IJiù di educar e J>erso11a del mala to : il singolò 'a scrutato i1el ' c}1 e di i truire. La Cli11ica Cl1irurg ica più ch e tul io e col tut lo. E CfUanto IJiù forte è 11eJ cl1 iu11a cuola di cien ze e di tecnica d e,,e e ere ru.rgo i l fi .. io]ogo, oss ia il nalurali ta. 1an lo con ·iderata corn e un a cu ola di in.di rizzo J11e11 - ])iù eftì ciente ar à il suo razioc i11i o e ta11to più esatta ]a sua p roo·n osi. ta le. Le cu ole di c:ar darelli, l\111rri, G·rocco, !Bassini , Dura11le, avaro erano un \rivai o di For e i1es una delle profe sioni liberali e~ i a 1lievi di ~tin li. . i111 i no11 per ch è c1uesti vi ap- ge quanto quella del cl1irurgo un contin11 0 11rende' a. no 111aggiori q uanlità di i1ozioni scien- ardore n ello studio. IJ cervello d el chirtirgo t iftcl1e e tccnicl1e, n1a j)er ch è quei grandi avedeve se nza i)osa a . . sumere nt1ove .acquisizioni , vano l 'art e di educare i loro di ce r)oli a sapere eser citare i poteri critici. Il chirurgo deve apa J>prender e ed a sapere giudicare, co tituendo pr en der e . . en1pre, ravvivare .. en1 pr e ]a sua c uJllCl loro intelletto U110 e ecia}e poten zia le, p er t11ra, i>en ~ are sempre. Oramai a 1Jpartie11e al il qua le l 'osscryazion e r ie ce precisa e la log·ica 1>assat o l 'opinio11e ch e il chirurgo sia o]o u11 diritta. t ecnico, un provetto 111 eccanico, l)lÙ o 111e110 Que to i11ùi t izzo in fondo era ed è ~cl1i c tta· ignorante dei fenomeni biologici , i cui seg·r el i n1en le na1ura li. tico in qu ànto t e11de a dar ' ra- sen1 brav.ano lroppo ]ontani e di ·degno i del bi· )ore solo .ai fat1 i, al riconoscimento g iusto del- sturi veloce ed ardito. la loro e , e11za e delle loro concatenazioni. Per Og,g i il cl1irurgo , 110.n è u11 lavoratore delJ a efZser e buo11 c]i11ico cl1irurgo - ed il chirurgo n1a110 r 11e vie11e cl1iamato ad e egui re u11 atto deYe e . . sere in11anzi tutto un buon clinico e operatorio ~ull a indicazione cli u11 altro ani))Oi t1n bt1011 operatore occorre t1na larga t ario , con1e a vveni \a a i tempi d ella Co11fraterc t11tt1ra. urla ca1)acità ad ap1)Tezzare i fatti, a n ita dei Sa111i (:o i1110 e Damiano i11 cuj ... i a fri conn et le re ]e si11gole o se rvazioni con le prefida,'ano operaz ioni a i barbieri ed agli in ci ~ ori <'edenti o servazio11i , ed infine .a ap ere for111are rlopo ch e i cc fratèlli » n e avevano giudi rata la la in te... i de i fatti r accolti , a forn1ulare, in- n ece sità. Oggi il cl1irurgo non è un ccrvello-n1accl1i11a ::;on1111a , il g iuclizio , clic in ogni ca o deve esse re .. e1111)re . otto1)oslo al vaglio del la critica ch e din10 .. lri co11 la m a no ]a UJ)eriorit à clell ' uon10 n ell a scala zoologica, ma un rerYelloj)!'Ì tn a cl1e ia rit enulo de fini li.vo. pen ante r l1 e i1rima di agire o"'serva, di .. cri111iP~ù el1e in altre di. ciplin e il ricon o ci men lo 1
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SEZIONE PRATICA
decide , e clic co11tinua a 1)e11sare n1entre e egue il l)Ìano d e ll e sue decisio11i. Co11 ciò 11on tii 'oglior10 trascurare o dispr ezzare i pregi tec11ici del cl1irtirgo, nia si vuole solo affern1are cl1e l'abilità manoval e deve essere jntegrata daJl'i11telligenza e d alla dottrina. 11 chirurg·o i1011 d eve es ere veloce, ardito, i11a ~ i curo . E i)erc11è l)OSsa avere u11a 111ar10 sicura occorre ch e co110 ca perfelta111ente la n1aLeria - sulla quale ~i agisce, o s ia l 'anatomia e la fis iolo,g·ia cl ell a r eg·ione sulla quale si opera e avere u11 ' idea esatta dello scopo clte si p~r begue, o s1a a' er e u11a cl1iara cognizion e d el sin gol o caso c li11ico . . La iua.110 sicura 1Juò e~se re a11 cl1e spedita, ma r1011 co ·ì veloce co111e quella a c ui tributano u11a certa an1mirazione più i 1)rofani cl1 e i co111pele11L i. Lu r b irurgia più feco11d.a cli b e11e i1on è c1nclla n1olto brillante, m.a quella molto penS(~la: la velocità e le a udacie l)O ono procurare u11a certa fuga ce e piccola g loria al chiru.rgo, i11a fini co110 sem1Jre co11 riu c~re di da11no ai pazienti, e quindi col ten1po finis~ono sci111)re co11 il con11)ro111ettere la reputazione profes~ ionale dell '01)eratore. , , . La s ic urezza dr lla ina110 e l e ·1)r es ione ed a , ua \:'olta un eJc111ento int egrativo di un 'al tra c1ua lità e , enz ia le del cl1irurgo: la caln1a del lo ...:1) iri1 0. . Questa è uua co ndizione intrin eca ed inll i.1La, n1,a cl1e può essere opportuna:n ente. educa ta e rafforzata da fattori estrinsecL quali possorio essere l 'eser cizio e l'assuefazione.. Ma l)er cltè l 'anin10 del chirurgo no11 sia m ai , o al111er10 il l)iù di rado po ibile, esposto a })e rturba111en l1 ·l1 e i>o sano influire .1)eri~olos~111en le Lilla s ua azione nonch è su gli assi ten Lt, è n ece sario clic la ua attività s i svolg·a con il con ror ·o di co11djzioni di ordine psi.cl1ico ch e si }JO sono riassur11ere in tre parole: sap~re, i)revidenza e sen1plicità , e di ordine materiale ch e i i)osso110 ria... s un1ere jn due ])arale : ordine e s ile11zio. i1a condizio11e e e11ziale all 'e ercizio d ella chirurgia è la i>robità cienti fica e 1)rofessionalc. Questa pr0bità })ÌÙ ?l1e :rer altro professioni La deve es ere per il chtrurgo assoluta. L~ idee ed i senti111ent i lrlorali devono essere tali da r e istere a qual ias i lusinga . ~{a , en za i)arlare di quelle. azioni cl1e cadono sotto le funzioni del codice penale, puri r o1)j)O gli esercenti della chirurgi~ tal ~rolta praticano frodi scientifiche e profe io11al1 ch e ri1;ug11ano al se11 o morale anche 11on molto sq t1i .. i to. . Al ri oCTUardo lo chia i fn a,1c.u11e e en1pl1fìcaz io11 i 1110] lo $Ìg11i ficative . l -11 cl1irur(To in un cc Contributo alla patologia d eli 'ap p;ndice » l1ubb li ca fo l ografi~ di sezioni di u11'a111')e11dire i1el (1uale trovasi un elminto. 111 effelli l'ap11endi e era stata 1)r ele,·at:
2061
La cla un cadaver e e l 'el111into 'i era slat o spi11to dentro a forza dallo st esso ricercatore! L111 altro chirurgo presenta va i11 Congressi i)roiezio11i di largl1i segm enti viscerali dichiara11doli r e ·ecali in i11fermi d.a lui operati e g·uaril i. Iu effetti lali eg·n1enti erano i)rele,·ati da cadaveri. i1 altro frodatore della scien za scrisse di a er e fatto esperienze su animali cl1e non era110 i11ai esistiti nel laboratorio d ove i)reLendeva d i a vere sperirne11lato. Lo st esso l) Ub·b licò i ri ·uJ la Li di ricercl1e batteriolog·iche cl1e non a' eva n1ai fatt e, i11 ve11tandole di sa11a I)ianta; c1 l n n 'a Jtra Yolta pre .. entò fotografie di111ostra11Li l 'e ffett o di ue 01)ei·azioni i1er la cura d ella paralisi di un arto·: si seppe poi cl1e g li arti era110 .. tati ritratti neJl 'att eg·giament o corretto co1 1 I 'aiuto di un ft1o ch e 11elle i1e1gative era si alo cancellato. Si l'otrebber o riferire "'erie jnfinil c di i1ni li frodi scoperte dai co1111ni a r1 di concorsi uni\ ersi lar!. Il prof. 'F. Durante, cl1e er a di 1110ral i 1à cri tallina , i1e raccontava indignato d elle g r avi im e ch e si riferi,1ano a11cl1e a s tati~ti che operatorie riportate con un'impudenza inco111patil)>ile so i)ra tutto d a a l)ir anti all 'i11seg·u an l en lo. Le 11l alefa1te professionali sono natt1raln1e11tc I JÌÙ ' arie e più 11u111erose in r elazione al più l1rcs ·a11te ed i111n1ecliato assillo d el guadagno cd aJla 11ro1Jorzionc dei ... con corre11li. La lista di {1 ues le .azio11i i111111orali ed i11de] icate riuscircb·be lun ga e la s ua JYubblicazio11e i1on confe 1·irebb·e al }Jre tig io ed al decoro d.elJ 'arle ~ni- · taria o-ià tanto sco a nella stin1a del l)Ub·bl1co. Qt1e~ t e n1ancl1e olezze sono più ril evan ti e rilc' abili perch è comn1esse jn confronto ài soffer er1ti e percl1è la n1edicina. è ge n e.ra1~11e?-t e e 011 ~ ider ata co111 e un sacer cloz10 e q u1nd1 r1te11t1 I a pura ecl illibata. E perciò cl1e il pubblico è 1110Ìto severo con i m edi ci i11degni e finisce ])C r g·en eralizzar e. . . La Jelteratura di tutti i t en1pi e di tutti i pregi i è fatta sempre eco di. q~e to stato d'anin10 poco bene\ olo se non 1ng1u to. P\cce11ten1ente B. Sl1aw n ella .P refa zione dell~ ._ ua co1nn1edia « Il dilemrna d'el dot.tore.i )) s~ abba11do11ava ad es·pressioni cl1e, a dir vero, s1 , .alorizzano per la loro ecce ivi là: « La i)rofessio11e m edica 11on è nobile; è infa1r1.e ». « Di cuorr e di co._c ienza i n1 edici non ne l1a11110 quasi mai ». cc Per il chirurgo operare ig n ifì ca sen1pre i11.ettersi dalla p arte d el guadagno ». « I n1edici sono unt.. classe di persone istrui~ te rhe t e11de a trasformar i in una clas e d1 n1alfatlori n . Certo i11 que ti ulti111i t em1)i nu111ero . . .e cau~e (la crisi econon1ica , la pletora I).rofe ionale, l 'i11du trializzazione della produzione . farn1a: ceutira , ecc.) 11anno concorso a far .. lit tare i 1
1
2062
« JL POLICLlNICO
n1edi ci verso forme di attività indecorose e indeg ne, che confinano con la frode ed il maleficio. Cor1tro questa t endenza bisogna reagire agendo sopra tutto su i giovani con l'educazione e con l 'e empio dato nella scuola, val quando dire moralizzando innanzi tutto l 'insegnamento. E conviene tener presente che il ch~rurgo ha più occasioni di fallire e di peccare, e queste occasioni diventano più numerose ed efficienti r.o n i 1)rr g·ressi stessi della scienza. Giusla1nente Ollier scriveva: « Plus la chi-
rriraie devient puissante, plus elle doit d'even.ir morale » . In effelti l 'animo del chirurgo deve essere sen1pre dominato dal senso della dignità e del decor o, alimentato da una vasta e soda dottrina, e spr ez.zante di- ogni artificio e di ogni abuso . Solo l 'uomo spiccatamente morale può essere un chirurgo degno di rispetto. Le legg_i della morale e dell'onore devo110 essere rispettate in ogni occasione dal chirurgo : solo così la sua opera può riuscire veram ente efficace e benefica, solo così potrà assicurarsi il successo profes~ionale e con esso la m eritata fama ed il g iusto guadag·no.
a.rgo.
NOTIZIA
BIBLIOGRAFICA ~
L'immunità loca le, ti.c:surale e cellulare. Dati sperime1i tali e critici.
FL..\VIANO
MAGRASSI.
1
Vol. in-8-o di pagg. 321; Istitulo ieroterapi co ~iilanese, 1935, L. 20. Trattare a fondo il JJroble111a dell'in1munità ' loca]e in senso lato o, con1e assai meg·lio ha fatto il ~{.agrassi, quello della immunità locale, tissurale e cellulare, rappresenta attua]men\e còm11ito dei più ardui e che richiede tale estensione e profondità di conoscenze da ap·parire r ea]mente formidabile. D 'altra parte si p·u ò dire ch e fosse intimamente sentita tra noi la necessità di una trattazione complela di un argom ento che per il suo straordinario interesse biolog·ico e per la sua diretta irr1portanza pratica è tra quelli che maggiormente interessa il pubblico m edico, e non può essere dat;a ch e lod e al1a Direzione dell'Istituto Sieroterapico Milanese di aver voluto che la letteratura italiana si arricchisse di questa nuova monografia e di averne dato l 'incarico per la trattazion e ad un giovane studioso che, come ha bene seri tto il prof. Zironi nella pre,fazione d~ll 'opera « ad essa si è accinto con fatica tutt 'altro ch e lieve e con coscienza pari all'alto còmpito ». L 'opera del Magrassi ,è infatti tutta permeata Cla una profonda conoscenza della materia, che non è semplice erudizione , annotazione e seg11alazi one di fatti raccolti dal1a vastissima letteratura, ma esatta valutazione della loro imJ)Ortanza e del loro preciso significato , e da una obbietti,·ità straordinariamente ser ena. In 1111 ca11lpo quale quello trattato in cui gli studi
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I A~~o
.\LII,
~t~L
42]
hanno largan1ente risentito di indirizzi dottrinali, era grandemente difficile svincolarsi dal1'influenza di questi, e procedere alla trattazione dei singoli problemi mantenendosi aderenti ai fatti e non servirsi di singoli risultati sperimentali, talvolta oltrernodo seducenti, a sostegno di una teoria o di un 'altra. La lettura del lavoro ci dà la esatta n1i sura di qua11to· preconcetti di questo tipo abbiano largan1ente influito non giustificatamente e s1Jesse volte an che nociuto a precise conoscenze e a ulleriori sviluppi scientifici. Era necessario lungo le molte vie b·attute dagli studiosi, esplicare in un certo senso una qualche azione frenatrice ad eccessivi schematismi dottrina]i; ina a questo appunto si poteva arrivare solo attraverso la più minuta opera di .lnalisi scientifica e una sicura padronanza della materia ch e traspare chiaramente in ogni capitolo. Su molti dei fondame11tali argon1enti il giovane autore alJievo della elinica ft{edica di Pton1a ha portato il contributo di ricercl1e personali condo1 t e con impeccabilità di tecnica acquisita durante la sua pern1aner1z.a nei laboratori scien ti flci dell 'Istitt1to Sieroterapico milanese e sotlo la guida di e1nin enti Maestri C(>Ine Belfanti e Zironi.~ con in1postazione orig jnale e sicura e con brillanti risultati : la trattazione dei problemi del! 'immunità antitossica, specie in rapporto alla difterite, alle malattie infettive dell 'apparato digerente, con particolare riguardo &.Il 'infezione tifoide, e della im111unità sul terreno delle infezioni da virus filtrabili, è stata fatta con vera n1aestria e con spiccata originalità. Tutta l'opera è in1prontata a tale p·r ecisione, armonia e serenità che si può facilmente con cludere che era diffici]e poter dire di più e di m eglio : L'opera di Magrassi 011ora la scienza italiana. C. FRUGONT.
CENNI
BIBLIOGRAFICI
fl a.ndbuch der in nere ./ltl edizin. Begriin·d et von
L. Mohr u11d R. Staehelin. III ed. I volume~ Un vol. in 8° di 1300 pag. con 395 fi g. in buona parle colorate. J. Springer, Berlin. Il trattato di Mol1r e Staehelin , già simpat.ica111entE: r1oto in Italia anche per la bella tra'1l11.icJ ne fa ltane dal comr1i anto Clerici, bi viene ora, dopo la n1orte di ~1ohr, pubblicand•) 11e]la terza edizione sotto ]a direzione di G. v. BergnJan11, R. Staehelin e V. SaJle. Questo µri1no volume tratta le malattie inf etti,,c ed è tlovuto alla collaborazione di 17 autori. 1Fra i capitoli più ampii e· che possono 111aggiormcnte interessare il medico pratico, cjt.ian10 i seguenti. La sepsi (G. Liebermeister); Le angine (W. Schultz) problema che ha· assunto oggi una grande importanza; L 'inf]uenza (R. Massini); Gli esantemi acuti (E. Glanz Jnann); La difterite (U. Friedemann). Una vere. monografia è quella di R. Staehelin sul]e tnalattie tifose, di circa 120 pagine. Nuovi o recentem ente e1aborati sono i capi tali sulla
[ANNO ~LI[, NUl\11.
42]
febbre del fango e sulla 111alattia di Haff (A. Sc11ittenl1elm), 11onchè quello sulla psittacosi (C. Hegler). Quest 'ultin10 autore, in collaborazio11e co11 E. G. Nauck ha trattato le malattie tropicali. È superfluo ridire i n1eriti di questo trattato, ormai gii ben conosciuto ed ora b en e aggior11ato in questa i1uova edizione. fil.
A.
Vallemecum di Diag1iosti.ca e Terapia medica. Un vol. in-16°, di 3.53 pag., rilegato . U. Marucelli , Milano, 1935; L. 25. BERT.\GNONI.
Il prof. Bertagnoni considera in questo suo libro i vari sinton1i e gruppi di sinlon1i, studiando il signifìcato che essi possono assu111ere e guida11do così il lettore alla diagnosi differenziale, da cui d erivano poi le applicazioni terapeutiche, dirette sia alla cura dei sintomi che a quella d ella malattia {011damentale. Nelle indicazioni per la cura, l 'A. fa una parl e abbastanza larga alle specialità, contro cui tutti si scagliano, ma che tutti prescrivono , sicchè anche sotto questo plinto di vista il libro si adegua alle reali condizioni d ella pratica. Studenti e n1edici p·r atici lo troveranno utile questo volume, che riunisce tante nozioni e che, anch e per il copioso indice analitico è di rapida e facile consultazione. fil.
L 'asma bronchiafe climallergico . Un vol. pag. 121; Soci età editrice Libraria; Milano, 1935, L. 14. « Cli1nallergeni n definisce comprensivan1ente l '.i\.., quelle sostanze asn1ogene l a cui natura ed il cui sviluppo sono legati a fattori climatici , i11tesi nel sen so meteorologi co e g·eologico. Appartengono essi al quarto e qui11to gruppo deg li age11ti asmogeni secondo la classica sislematizzazione del Frugoni. Il lavoro è una completa trattazione d el vasto argoml'nto : dopo aver detto delle gen eralità, l ' A. cer ca di individuare la natura c11imica dei climallergeni , esamina i vari aspetti clinici dell 'asma climallergico determina ti da essi, s tudia il terreno su cui la inalattia suole svilupparsi , i1onchè i fattori predisponenti. La seconda part e del libro è d edicata alla diagno i dell 'asma climallergico , alla tecnica ed all 'interpretazio11e delle cuti ed intracuti specifich e, alla camera anallergenica ch e il van Leu,,·en ideò i1 el 1922 , cl1e Leopold i1el 1925 , ~1ilto11 B. Cohen n el 1926, ed infine il Sangiorgi stesso (in uno col ·F alconi) nel 1931, modificarono, perfezionarono. La terza ed ultin1a parte si occupa infine . clella ter apia, speci fi ca ed aspecifica. La trattazione, condotta con emplicità , n1a nello stesso ten1po con la precisione cl1e la Clin.ica esige, r ende 11roficua la lettura in special i11odo ai medici pratici , ai quali sen za dubbio il libro riuscirà utile nella diagnosi e 11ella terapia di moltissime forn1e as111atiche di o -ser,·azione comune. :\IoNTELEO E.
PIERO SANGIORGI.
2063
SEZIONE PRATI CA
G.
i\ilou RIQU ..\ ND
e P. JossER.-\ ND . Synd rom es nié-
téorozJathologiques
et
i11adaptés
urbaiiris.
Vol. in-16 ° di pag. 126 ; J\Iasso11 & C., Pa rist 1935, Fr. 16. L 'ambiente modifica 11on sola111ente i g·ern1i, ma ancl1e l 'organismo n elle sue capacità di resistenza , di recettività e, i11 mist1ra n1ag·giore, nel suo equilibrio vegetativo. L ' i1nportanza del terreno sta infatti attu.aln1e11te riprendendo un posto importante in medici11a e parallelamente la climatologia e la m eteoropatolog ia vanno riscuotendo su ccesso sempre più g·rande. Ora questo piccolo libro costituisce una ottin1a 111onografia su tale argomento d 'attualità. Sia per i lavori ch e per le osservazioni personali , gli AA. infatti hanno potuto riportare delle manifestazioni clinich e precise a fenomeni meteorolog·ici semplici o con1plcssi, n1a se111pre ben deterrr1inati, per cui ogg·i sono in gra~o di fissare gli elementi di questa scie1iza. Essi non hanno voluto tuttavia abbordare tutte le questioni che solleva la meteorolo o·ia n1edica, ma solamente le più a ltu.a li e le più importa11ti p er il clinico. A. Pozzi.
A.
L 'Orto llella Sanità. U11 vol . in -8° di 155 pag., con 78 fig-. Librerie italian e riunite, Bolog·na , 1935; L. 15. CASTIGLIONI .
Il titolo cl1e il prof. Castig lio11i h a dato a que to suo nuovo lib·r o ricorda i grandi voll1n1i dell 'H ortus Sanitatis, 1 prin1i trattati di farmacolog·ia d el Rinasci111ento, ch e sono fra le più belle opere stan1pate n elle offi cine t ipografich e d el Cinquecento . Analog·an1ente a quegli anticl1i trattati, l 'A. con idera qui· varie piante, studiandole nella tradizione, n elle leggende fiorit e attorno ad esse, n ei · vari usi terapeutici attraverso i secoli, facertdo poi il raffronto con le app licai ioni cl1e la m edi cina moderna ha fatto di alcune di esse. Ecco , p. es. , il viscl1io, di cui si trova la pri1na m en zione J1 ell 'o pera di Teo frasto , clte accenna alle sue s traordinarie ' 'irtù ; pianta cot1siderata sacra d ai Druidi. attorno alla quale si hanno varie legaen de n elle sag·h e degli Edda ed a cui tanti l)Opoli hanno attribuito virtù n1agich e. Ed attraYer o tante crede11ze ch e hanno dato fan1a a que ~t a I)ianta, i arri Ya alle ricerch e ed alle appli cazioni moderne della sua azione ipoten iva che ap11are del t utto ig nota a quelli ch e di questa pian La h anno tanto vantato l 'effi cacia n ei tempi an tichi. Allo stesso modo sono con .. iderate altre piante (m andragor.a , asfodelo , ruta , elleboro , verbena. aglio, ecc.) in monografie ch e si leggo110 con ' rivo inter es e e piacer e e ch e so no illustrat e da figure pazie11temente raccolte da an tichi t esti , da quadri, ecc. ~ da au gurarsi cl1e il prof. Castiali oni ci dia altre serie di que ti tudi in etti l 'insigne storico della n1edici11a profo11de In sua vasta coltura. fil . 1
2064
cc IL
APPUNTI
POL l CL I~I CO
OSPEDALE-SANATORIO DELL 'I.N ..F .P .S . . S1R \CUSA
d iretto dal prof. A. Gu ..\.LD1.
Co1npo1·tamento dell'ugola uelle principali t•orme di collasso·terapia nell~i tt1bercolosi polmona1·e. G1:\ COM0
ZITO.
Nell 'osservare l 'istmo d elle fa uci d i an1malati affetl i di t ubercolosi polmonare, sia prima che dopo di averli ~ottopo sti ad un intervento collassoterapico, ho ..:011statato, in segL1ito al trattamento , la deviazione dell 'u g ola dalla sua posizione n1ediana; d eviazione ch e si m ette meglio in eviden za facendo pronunziare a ll 'ammalato, a bocca aperta , la vocale a. Ciò era fatto a llo scopo di porre il torace in posizione espir.a toria, e quindi il sistema cardio-i:oln1011are nelle migl iori condizioni staticl1e. ! 11 t t1tti i casi osservati, il riflesso d elle fauci è s tato sempre presente, e l 'ugola ed il velo palatino non h a11no presentato fen o111eni par etici e paralitic i. Ogni volta è stato eseg uito l 'esam e radioscopico per esa111inare il comportamento del dia framma e d el nie diastino , sia durante la fase inspiratoria cl1e durante la espira toria . Dall 'esame de i dati r accolti ho rilevato p er og11i sing·ola forma di collasso quanto segt1e: •
f>ri eumotoraci om olatera li : a) in que ti l 'u gola è deviata verso il lat9
d el p11eurnotorace, solo quando questo è to tale , ipote o, non complicato da adere11ze costopol111onari e diafra111n1atico- polrr1011ari, tali da in1pedire la deviazione d el m edi astino verso il lat o n on trattato, durante la fa e espira toria; no11 complicato da ver san1ento liquido tale da r e11derlo iperte o; n on complicato da er11ia n1ediastinica 111 queste condizioni di collasso ideali , l 'osser,razione radioscopica h a fatto rilevar e ch e il rnedia t in o u b i ce una l r azione ver .. o i l lato trattato duran te l 'insp,irazione, e verso il lat o opposto durante 1'espiraz io11e. b) i1 el ca o ch e vi iano aderenze rostopol111011ari o di a fran1n1atico-polmonari dal lat o d el pneun1otorace, e ch e non ono capaci di i 11111edire lo postamento del n1ediastino ver so il 1)0 ln1on e OJ)J10 . . to durante l 'e .. piraz ione, l 'u go la è deYiat a Yer o il lato d el i1n et1111otorace; !
1
l..\NNO XLII, Nul\t. 42J
PER IL MEDICO PRATICO.
DA.LLA PRATICA. PER LA PRATICA.
Do1 t.
>l
se, in,rece, la loro t ensio11e fa s:ì ch e il i11e<liastino non può , durante l 'espirazione, spostarsi verso il lato opposto, allora I 'u gola n on è volta ver o il poln1one collassato, n1a è de\ iata ,~er so il poln1one 11011 trattato . e) n el caso di p11eumotorace iperte o I 'ugola è d eviata ,·er so il lato non trattato, p erch è ivi le trazioni s11i bronchi sono 111i11ori. d) n ei pneumotoraci complicati d a ernia d el 1nediasti110, l 'ugola si comporta com e n ei pneumotoraci ipertesi. Questi pneu111otorari so· 110 i11 realtà ipertesi p er qua11to i valori 111anon1elrici 110 sa110 apparire n eg·ativi , lJOicl1è questi valori son o falsati dal n1 edia sti110 ch e si pro lrude verso il lato opposto. e) n ei pneun1o toraci con1p1icati da ' 'ersa111e11to liquido , se questo li r ende ipertesi , l 'ugola si con1porta com e i1ei pneun1otoraci ipertesi; se, i11,·ece, n o11 modifica il loro stato ipoten sivo, l 't1gola si con1porta com e n ei pneun1otorac i ipotesi.
Pn eaniotoraci bilatera li : In que ti J)11eumotoraci l 'ugola è deviata verso il lato dove il polmon e è m eno riespanso; i polmoni de,1 ono essere liberi da ad erenze ia da u11 l ato ch e d all 'ultro e i1on vi debbo110 . essere a ltre con1p licazioni . !11 qu esti ca i , l 'e an1e radi_oscopico fa rilevare cl1e d11r8.nte l ' i11spirazion c il r11edia ti110 si posta ,·er so il lato d ove è d eviata l 'u gola e dura11te l 'espirazion e verso il lato opposto, poich è i,·i le trazioni . . ui bron chi son o i11aggiori. Quando la deviazion e è verso u11 lato , è la dimostrazione ch e il polmone è più riespanso nel lato opposto; i11 fatti, dopo il riforni111ento, a!lor ch è le pressio11i encl opleuricl1e sono uguali ia d a un lato ch e da ll 'altro, l 'ug·ola non ù I)iù d c,·iata, 11- a riprende l a sua posizione n1ediana. · Questo seg·no r)erde l 'i111portanza pratica testè descrilta i1ei pneun1otoraci bilater ali nei casi in cui i pol111oni non siano liberi d a ader e11ze sia da un lato rhe d all 'altro o ,.i sia11 0 altre con1plicazio11i. Ciononosta11te, p·erò, 1,-ugola seg·u e sen1pre la r egola , n el senso ch e è d eviata verso il lato do,-e Je forze traenti sono . . n11nor1.
Fre1iicoexeresi:
In
que ~ t o
i11ter,·e nto l 'ugola è deviat.a verso il lat o d el pol111011e tratt ato, c1uando la detensione di questo , d t1rante il ri11oso r e piratorio, è co111pleta. In que~ to ca . . o l 'esan1 e r adio copico fa rilevare r l1e dura11te l ' i11 spirazio11e il
'
[ANNO XLII, NUJ\I. 421
2067
SEZIONE PRATICA
1nediastino si sposta verso il lato non operato e durante l 'espiraz ione ritorna ver o il lato trattato. Se però la frer1icoxeresi n on h a dato luogo ad una deten sione completa del polmone operato, l 'ugola è deviata verso il lato n on trattato. Ci ò si verifica quando il polmone del lato opposto alla freni coexeresi non è libero da aderenze ed ha tendenza alla retr.azio11e. La prova di ciò vien data dall 'esan1e radioscopico, il quale fa notare ch e, durante l ' inspirazione, il mediastino si sposta scarsamente verso il lato non trattato e durante l 'espirazione rimane deviato dalla linea m ediana e stirato verso il lato n on operato.
Apicolisi senza piombaggio - T oracoplastica p'<1JrziaDe e totale : In questi interventi, che sono generaln1ente preceduti dalla frenicoexeresi, l 'ugola si comporta come in questa: è deviata verso il lato del polmone trattato quando la d etensione statica d i 1questo è co·m pleta; è deviata, invece, verso il lato opposto quando le tensioni statiche d el polmone trattato, invece di esser e diminuite, sono aumentate per le ste . . se ragioni dette a proposito della frenicoexer esi .
••• Per poter spiegare questo diverso con1portan1en~o della ugola durante la collassoterapia, occorre ricordare 11er son1n1i capi i rapporti an atomici e le interdipendenze fun zionali del1'ugola con tutto l 'apparato cardio-polmonare e con i singoli componenti. L 'ugola fa parte del velo p·a latino, che ò u11a continuazione d el !"-alato molle e ch e termina a destra ed a sini tra con un margine libero : g li archi faringe-palatini. I muscoli del velo palatino si possono dividere in due gruppi che hanno az io11e antagonista tra di loro: da una parte vi sono i muscoli el evatori, ten sori ed il muscolo dell ' ugola ch e tendono e sollevano il velo p·a latino; dall 'altra i muscoli faringo-palatini che avvicinano tra di loro g li archi omonimi ed innalzano la porzione inferiore del faringe e la laringe. Essendo questi n1uscoli in numero pari ed egualmente disposti sia da un lato che dal1'altro, l ' ugola man tiene la sua posizione mediana e la t iroide la posizione orizzontale. Al d i sotto del faringe ed in. direlt a co1111essione con la regione precede11ten1ente studiata vi è il condotto laringo-tracheale, cl1e con i bronchi costituisce un sistema emirigido, e
cl1e rego la la dislen .. io11e dei i)oln1oni e n1an~ lie11e i11 equilih·r io le loro tensio11i elastiche. Poich.è la risultante final e delle forz e di trazione sui bro11chi dei due lati è ug uale ad una forza u11ica a direzione verticale e fisiologicamente de,riata leggern1ent e a d e tra d ell 'asse i11edio d el corpo (Parodi), questa forz.a esercita il suo potere traente sul centro della biforcazione tracheale, sulJa Lracl1ea e sul centro della cartilag·ine tiroide. Poich è questo organo è spostabile in tutti i ensi, perch è non è fissato in n essun punto, n1a solo sostenuto da legamenti e da muscoli. tra cui i farin o-o-palatini, ch e so110 a11plicati ai due lati della carl ilagine, diminue11do le forze traenti di un lato , il mu colo farin go-p1a lati110 di quel lato sarà m eno teso dell 'altro. Con ciò si a\ rà una contrazione maggiore del gruppo muscolare antagonista on1olaterale (ten sor e ed elevator e del \ elo palati110, n1uscolo dell 'ugola); contrazione ch e predon1i11ando u quella del g ru1)po omonimo dell 'altro lato, farà d eviare l 'u g·ola verso l 'ar co farin g·eo-palalino 111eno teso. L 'ugola d evierà, quindi, ·yerso il lato del torace doYe è i11i11ore la forza traente . Que lo com11orta1ne11to dell 'u g·ola è in stret ta dipendenza del segno descri tto dal Parodi ne] 1926 p er l 'esplorazione cl ella f unzio11ali tà del diaframn1a. Infatti que . . to Autore dimo strò cl1e se si sop1>rime la forza tensoria del diaframn1a, viene a diminuire l 'inten ità della forza totale di trazione sui broncl1i di quel lato ed il si ... ten1a cardio-polmonare acquista un nuovo stato di equilib1r io, in Clli la ri . . lllta11te è raµpresentata da una forza unica verticale cl1 e devia dalla li11ea n1ediana verso il lato doYe le traz ion i sono mag·giori, . . J)OSta11do verso quel punto il condotto larino-o-tracl1eale e la tiroide. Questo segno di Parodi fu poi co11fer111ato da Bilancioni. il quale din1ostrò cl1e l 'equi librio statiro e dinan1ico della lari11ge è intin1amente legato all o tato funz ionale del diaframma ed agli organi toracici sottosta11ti o prossin1iori, e dal Motta ch e ricl1ian1ò l 'atte11zio11e sui cambiamenti di posizio11e, per rotazio11e attorno ad un a se verticale passante per lo joideo, del blocco li11gua os ojoide-lari 11ge, in scg·uito a 1nodificazioni della statica del tubo laringotracheale. 1
1
....
D~1 quanto
è . . lato e_po . . to. ri_ulta eYidente cl1e, i11 seguito ad u11 trattan1enl o collas . . oterapico, l 'ugola ubi._c(\ delle deYiazio11i dalla ua posizione mediana.
2008
« IL POLICLINICO »
Queste so110 dovut e ad u11 disquilibrio rr1eccan ico , che viene a crearsi nel sisten1a cardiopo l111onare in seg·uilo al collasso, il quale si riper cuote sul co11do tto laringo -tracheale, con il quale l 'ugola è intimame11te connessa per m ezzo dei 111uscoli faringo-palatini. Questa spiegazione trova u11a confern1a n el con111orta111en lo delle d e\·iazioni perchè qucsle si han110 \rer o il la Lo do\ e le tensioni , allo stato di riposo del polmo11e, so110 minori. Da ciò si co111prende l 'importa11za pratica del fenomeno , i11qua11toche la deviazio11e dell 't15ola verso il lato del trattamento ci indica ch e si ·è r ag·g·iunto lo scopo del collasso, la deten ..: ione del pare11chima polmonare, mentre la deviazio11e verso il lato opposto ci indica che questo non è stato ragg·iunto. Così pur e questo segno 11a importa11za n ella co11d0Lta del p11eumotorace bilaterale non con1p lica to , perchè esso ci può indicare il lato ch e h a più bisogno di essere rifornito, in quanto l ' ugola è deviata verso il lato n1eno riespanso. I11oltre i rapporti esistenti fra l 'ugola ed il co11d0Lto laringo-tracl1eale fanno sì ch e le modificazioni della statica di questo condotto e del n1ecliastino si riper cuotono sull 'ugola: infa1 ti dai r i1ie,ri radioscopici risulta ch e ess.a devia da quel lato i11 cui le tensioni statiche ch e si esercitano sul condotto laringo-tracheale e sug·li org·ani mediastinici ad esso connessi • • sono n11nor1. Così pure esiste un rapporto tra deviazione d ell 'u g·ola e lesioni specificl1e del poln1one, co1 n1e risulta da u11 la,1oro in corso di pubblicazione. in cui si dimostra che tutte le alterazioni che detern1inano un aumento delle ten sioni polmonari statiche lungo un asse che dalla biforcazione tracl1eale va verso i lobi inferiori, provocano la deviazione dell'ugola dal lato oppo to a quello della lesione. In condizioni fis1 ologiche , infatti, le tensioni elastiche lun go quest 'as .. e ono maggiori a destra, e quindi l 'u gola è d eviata generalment.e a sinistra. Tutte le alter.azio11i , in vece , che determinano un aun1en I o d elle ten sioni i)olmonari tatiche lung·o u11 asse ch e dalla biforcazione tracheale va Yer o i lobi '"' uperiori , provocano la deviazione rlella t1gola dallo stesso lato della lesione. 111 ron clti.. io11e q11e to segno , dando !'intensi Là e la clireziorie delle forze predominanti i1el '"' ist ema t oraco polmonare, è di grande ai t1to ne Ilo s tabilire quale degli interventi colla. soterapici sia })iù indicato in una determin a ta fo r111a cli11i ca . e, di cendoci se il polmone è (l ete .. o o 110, g io,·a ad illuminarci m eg·lio nel giL1dicare sull ' efficacia o n1eno dell 'intervento coll as ... otera1Jico in atto .
l1\ NNO
XLII,
NUl\1.
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Do1Jo aver ::;ch en1atizzato i rap1)01ti esistenti tra l 'u g·ola e la cartilagine tiroide, l'A. porta l 'atte11zione sulle deviazioni dell'ugola nelle principali forn1e di collassoterapia e nelle lesioni sp·e cifich e del polmone. Dimostra ch e queste deviazioni sono l'espression e di un disquilibrio fra l~ t~nsio11i statiche dei polmoni, e l>ossono cosl1 lu1re u11 efflcace segno coadiuvartte dei segni clinici e radiolog-ici della tuberco tosi pol111onare . BIBLIOGRAFIA.
Un nuovo .c:egno p er l'eSJ)lorazio11e della furizi on alità del diafraJ1nma . Il Polj clinico Sezione Pratica, 1926, 38. ' P ARODI. La mécanique pulmonuire. Ed. Masson, Paris. B1LANCI Ol'lI . Laringe e nervo frenico. Alti Clinica. Otorir1olaring., Roma, 1926, 1929. PARODI
MOTTA.
Deviazi 0ni associute de l la lingua protrusa
e della. laringe. Il Valsalva, 1931, 6.
CASISTICA E TERAPIA. Sincopi di origine indeterminata. Acca11to alle nun1erose sincopi che si osservano in clinica ed alle ,q uali è possibile assegnare un 'origine precisa, bisogna far posto ad u11 grup120 di accidenti sincopali la cui origir1e re ta inesplicata. Gallavardin (Journal de Médecine de Lyon, 20 settemb·r e 19315) ha riunito 37 di t.a li casi: egli non ha preso in considerazione che le sincopi vere, hruscl1e , bTevi, complete e tra queste . soltanto quelle che non potevano essere riferite ad una cau..,a determinata. In tutt 'i casi è stata eseguita la i)rova della compressione del vago al collo ed i11 18 casi -è stato praticato l'esame elet.trocardiog·rafico. In qualche caso si è potuta mettere in evidenza una anormale eccitabilità del sistema moderatore, ma in complesso lo studio del ritmo non ha potuto rendere conto degli accidenti osservati negli ammalati. Quale origine e che significato bisogna attribuire allora a tali accidenti sin copali ? Non è possibile dirlo: sembra che sj. tratti di sincopi per sospensione n1omentanea dell 'azione cardiaca. È superfluo dire che no11 si tratta di un ' affez ione univoca, ma semplicemente di una classificazione provvisoria, che avvicina certamente fatti di natura e significato assai diversi. La prog·nosi di tali accidenti f'incopali de, e essere considerata benigna: la loro possibile paren I ela con certi casi di morte improvvisa inesplicabile non può essere affermata che a titolo di i pote i. ~f. NuNBERG. 1
La terapia degli stati minacciosi di debolezza car· dia ca. H. Pribram (l\1edizin. Klinik , 28' giugno 1935) schen1atizza il trattan1ento come egue. Gravidanza. - Aggrava le condizioni della
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XLII,
l\°l Tj\(.
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SEZIONE PR.\TlCA
cardiaca che, specialmente nei casi con fib·rillazione auricolare ed ipertonia, tende allo scon1penso. 111 qualche caso, sarà auLorizzata l 'interruzione . Particolarmente t emibili sono le stenosi miLralic·h e, i vizi aortici . l e malaLtie del miocardio e l 'enfisema. Nel caso di malattia cardiaca, complicante la gravi·d anza, si tengano presenti le seguenti reg·ale: a) se vi è compenso, evitar e gli sforzi, somministrare cronicamente la digitale; b) scompen so latente: strofantina , 1-2 volte la settimana; e) scompenso: strofantina , salyrgan, riposo assoluto in l etto ; d) nello « shock » da parto: preparati di adrenalina e del gruppo d ella canfora. Debolezza cardiaca n.iell1e op•erazioni. Si tratta più ch e altro di collasso ,,asomotorio anzichè cardiaco; ad ogni modo, per quest'ulti1no si d arà la strofantina. Pri1na dell 'intervento , digitale o, m eglio , strofantin a.
Debolezza cardiaca in alcune m.alattie gerierali. Nell'anemia il cuore si comporta come nelle lesioni del n1iocardio; la digitale 11a poco effetto e la terapia va rivolta contro le co11dizioni gen erali e p·er la n u trizione del cuor e. Nella tubercolosi, ~ pericolosa sopratLutto la miocardite tossica. La terapia è quindi analoga a quella delle lesioni miocardich e. una notevole d ebolezza cardiaca costiiuisce una controindicazion e per a lcuni interventi (pneumotorace, frenicoexeresi, ecc. ). La sifilide tardiva porta ad insufficien za; si raccomanda la terapia seguente: 1) Generale: riposo, evitare i pasti ch e rigonfiano , il caffè, l 'alcool, le b e\?ande g·assate, il tabacco; riduzione del sale e d ell 'acqua ; trattan1ento del}'insonnia, d ella co t ipazione. 2) Contro la debolezza cardiaca, dig·itale o strofantina, unite a i11ezzi di dilatazione delle coronarie. Negli edemi , il salyrgan. Terapia specifica, per la quale lo scompen so non costituisce una controindicazione. Il salvarsan può u sar si dopo 4-5 iniezioni di mercurio o di bismuto, ed è bene unirvi d el g lucosio. Nel diabete e n el com a, si t en ga presente che molti ·diabetici con cuor e sano soccombon o alla debolezza cardiaca per la mancata utilizzazi one dello zu cch ero; n el coma, sono consigliabili. strofantina, preparati di canfora , stricnina, adrenalina e specialmente caffeina. T erapia dei singoli svntomi. Idrope. 1) Riduzion e dell'aoqua e d el sale; 2) cardiaci (digitale, strofantina, scilla); 3) mobilizzazione d egli edemi (salasso, iniezion e endovenosa di soluzioni ipertonich e); 4) diuretici, d ella serie dei corpi purinici , combinazioni di mercurio, tiroidina; 5) posizione d el malato con le gamhe in alto; 6) deacquificazione con lassativi e dia foretici ; 7) punture e scarificazioni, per l 'idro torace , puntura quando raggiunge la 3°' costola. Lottare contro g li ed emi fin dall'inizio: al primo stadio , riposo in letto e dieta , ad un grado più el evato, digitale, in seguito , anch e diure tici.
Dispnea. Se è centrogen a, i11orfina, se -è cardiaca od en1atog·ena , inalazioni di ossigc110. J:>afpiicoziorii e ctolori cardiaci, che possono avere origine ol)})iettiYa o subbiettiva. Applicazioni locali di fre ddo, sedativi cardiacj , come preparati di b romo, valeriana , lum inal ; badare alla regolarizzazione della defecazione e demeteorizzare. Respiro di Cheyrie-Stokes: atropina , papaverin.a , lobelina, eufillina, caffeina, sparteina. Evitare la morfina, tutt'al più somn1inistrarla con la lobelina. Falti di stasi: nella bronchi Le, codeina e cal1nanti analoghi; per lo stor11aco da stasi, ch e impedisce l 'assorbimento della digitale, so111ministrare questa per clistere, dare la ~trofan tina; talvolta riesc e bene il salyrg·an. Nella costipazion. e, rab,arbaro , liquiri zia, cascar a, frangula. 1\'Iolto dan11oso è il mel eoris1110, contro il quale la terapia agisce scarsarnente: evitare l ' introduzione di g·as, l 'aerofagia, i cibi flatul enti , somn1inistrare fer1nenti adatti ; favorire l 'eliminazio11e dei gas (lassativi, olì eterei e spasmolitici, c on1e bellado11na , papaverina, canfora); fissare il gas con carbon e animale. Nella dispnea del]a sera , è utile la morfina; spesso son o da u sar si i sonniferi ; se il sonno è dis tu rbato da extrasistoli, valeriana o cl1inina. Nei d isturbi del ser1sorio (stati di incoscienza) str ofantina, eufillina , prep·arati di canfor a, nell 'i11tossicazion e da C0 2 , inalazioni di ossig eno e fil salasso. 1
Le iniezioni endove1lose di digitale 11ella tacliicard ia parossistica. Bohneman11 ha proposto l 'uso dell e iniezioni endovenose d i digitale ad alta dose nell 'a ccesso di tachicardia parossistica, rimedio ch e eg·li ha trovato utile in un paziente con sten osi mitrale g·r ave. R . •i\.schenbrenner (Klinische Wochen.s. , 14 sett. 1935) ha sperimentato il metodo sopra un pazien1e, ottenendone pure buoni risultati. Con una pri1na iniezione di un preparato (corrispondente a gr. 0,35 di foglie di dig itale), la frequenza si abbassò da 200 a 155; all 'elettrocardiogramn1a, fusione di T e. P, con abbassan1ento del period o intern1ediario; permaneva quindi una notevole insufficienza coronarica. Con un 'altra i11iezione, frequenza a 113 e poi a 109, con notevole miglioramenlo dell 'elettr ocardiogramma, accentuatosi i11 seguito. Buone condizioni ub])iettive; soltanto, circa ~ ora dopo le iniezioni, forte vomito . Osser vazioni di tal gen ere si ripet erono in seguito nello stesso paziente. Qualche Yolta , si osser,'arono , dO])O l 'i11iezione. disturbi ubbiettivi, che scomparvero con il diminuire della tachicardia. Il n1etodo sembra particolarn1ente indicato per ottenere la di111inuzione della frequenza del pol ~ o nella stenosi mitrale. purch è non si usino dosi troppo piccole. Le dosi corrispondenti a gr. 0,45-5 di fogli e di digit.ale sono le più indicate e, sal, 0 il ,·o1
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« IL POLIGLINICO »
111il0 , dan110 soltanto lievi fenome11i di intossicazio11 e che scon1paiono i11 1-3 giorni . Te11uto co11to cl1e la chinidina indebolisce la forza cardi aca. n1e11tre la digitale la eleva è da rite11er i i11dica ta piuttosto quest ' ulLim~ p er g·li stati di Lacl1icardia. fil.
La strofa11ti11a nell'angina pectoris.
II. Zi111111er111a11n (Il/ iinch. med. llr.oc.h ens., 1935, pag·. 286) ha trattalo co11 successo n1edia11t c Ja strofantina 66 casi di angi11a pectoris, Ira c ui 1± i11farti cardiaci. Per lo più, ven11ero so111n1i11istrati i1tg. O 3 di strofantina, enclo,·ena , per 3 giorni di SPguito , sospende11do i1oi _l) er un g~orno. Il rin1f dio aumenta la p res taz1011e ca rdiaca e ro111pe il ci rcolo viz io o e 11ericolo . . o fra la d ebolezza di prestazione del c uor e e l 'i11 sufficienl e irrorazione a11guigna d el . . i te111a cor o11ario. In 2 casi , il m etodo si è di111ost r ato t1tile e capa ce di al vare la viLa cli i:·az ic11ti co11 infarto cardiaco recente. La compar"' a di big·eminis1110 no11 d eve fare sos:µenderc I ' u:::;o cl ella strofantina , ai1zi ne co11siglia I 'ult eriore a1)pli cazior1e, clic l)UÒ farlo 5co111J)ari r e. (~ 011 l 'introduzione della strofanti11a. I 'a11 g·i na p ec toris 11a perduto n1olto d ella stia te111ibile i)ericolosi tà. fil.
MEDICINA SCIENTIFICA Ormoni ovarici e pitt1itarici.
Le ... coperte cl egli or111oni d ell 'ovaio e del lobo a11 I eri o r e dell 'i1)ofi ... i h.anno rivoluzionato 1
i11ol tc teorie ulle cau e d elle irregolarità n1es lrua li . ~l. Fairlie (B r it. 11/ed . Jourri . , 21 sette111b·r e 1935) pas a brevem ente in riYista le op i11 io11i og·g·i accettate circa l ' origine e la f u11z ion e di tali or111oni. TI folli colo di Gr.aaf con l 'estrina do111i11a la fa se pro li ferat i ,~a dell 'endometrio i1el ciclo me trualc, il cor110 luteo con la progc tina don1i11a la fase IJre1nestruale o pregestazionale, esse11zial e 11er l 'a1111idan1ento d ell ' uovo fecond a to: 111a la i irogestina produce ques ta fa se solo e precedenten1ente l 'endon1etrio ha SU·· bito la fase proliferati,1 a. Normalmente la produzione di g ra11di quantità di estrina i1ei follicoli di G·raaf maturanti è responsabile d ello 'ilt1ppo clcll 'ute ro n ella pubertà . .\ncl1e la cr esc i l n dell 'utero gravido è in parte dovuta all 'influen za d ell = eslri11a. F: ... i .. t e t111 n1ecca11isn1@ che contro11 i il ritmo e la periodicità che prevalgono nell'utero e n ell ' O\ a io }Jer l t1tta 1a durata d ella norn1ale vita sessuale P So110 o ra111ai note le correlazio11i tra ipo fi si. ed OYa io: l 'ormone gonadotropo dell 'ovaio è d etto prolan; più precisa1nente i ritie11e ch e gli or1noni. siano due : il prolan A, cl1e stim ola lo sviluppo d el folli colo di Graaf e la IJrodl1zione cli estrina. ed il prolan B , ch e , tin101a l o sviluppo del corpo luteo e l a produ7io11e di p roge . . tina. È sta to din10 trato ch e circa a m età d el ciclo i11estruale ,.'è un improvviso aumento del-
[ANNO
X.LII, NuM. 42]
I ' escrezio11e di prola11 A con l 'uri11a , aun1ento che l?otrebbe .rap.1)rese~La.r e lo stin1olo per l 'ovulaz1011e ed indicare il Len1po di essa. Si ritiene g eneraln1ente che l 'ovulazione abbia luogo tra il 14° ed il 16° g iorno del ciclo. Il ricono cime11to delle ritmiche modificazio11i dell 'endometrio secondarie a ritmiche modificazioni dell 'ovaio 11a gettato nuova luce ~ulla .patologia d~lla metropatia ernorragica, in cui ad un periodo di an1enorrea di varie settin1ane segue un 'emorragia quasi continua persistente p·er settimane o mesi; spesso si palp1a un o~aio cistico, dovuto a persistente cisti follicolare. Non si conosce la causa dell 'emorragia e la ragione della sua persistenza, ma si sa che l 'iperplasia dell 'endometrio è causata dalla prolungata ed eccessiva stimolazione del1' estrina prodotta dal persistente follie o lo di Graaf: in detta affezione ·è dunque controindicata la somn1inistrazione di estrina. N ell ' epermenorrea il ciclo si n1antiene regolare, n1a è ridotto a 21 o 14 giorni: il fatto che cp.1esta condizione si riscontra non raran1ente dopo il parto ha indotto Sl1avv a spiegare l'accelerazione d el ciclo ovarico con la 11ersiRtenza dell 'iperattività d el lob·o anteriore d ell 'ipofisi. Kaufmann con la son1111i11i trazione di forti dosi di estrina è riuscito a ""' tin1olare lo sviluppo di un utero infantil e, enza p erò otte11er e la mestruazione. In una don11a castrata in\ ece è riuscito a produrre la n1estruazione nlediante son1mini strazion e cli prog) non eguita da somn1ini trazione di proluton. Ri ultati simili ha ottenuto n ell 'ame11orrea secondaria. Se questo appar e11te ritor110 alla norma sia o m eno di natura pern1ane11te dopo la cessazione della somministrazione d egli ormoni non è stato .ancora con certezza stabilito . Mestruazioni scar se con dismenorrea e disturbi da meno1)ausa tragg·ono indub·b io beneficio dalla som1ninistrazione di progynon. 1
M.
NuNBERG.
VARIA I medici italia11i abilitati nel 1934 Il bollettino ufficiale del Min. E. N. (sezione II n. 21 ) d el 23 magg io 1935 riporta, a la statistica d ei 1nedici· abilitati nella session e di esami 1934- . L.'Università che ha dato maggior nu111ero di Laureati .è stata Napoli con 311; seguono Roma con 255, Bologna con 166, Milano con 101 e poi le altre con meno di 100 ; l e Università sedi di esame ch e hanno avuto magg ior 11umero di iscritti sono state N.apoli con 231, Torino con 215 ; Bologna con 202 , Palermo con 196 , Catania con 162, Parma con 150 e poi altre con meno di 150 fino a Cagliari ch e ha avuto 97 iscritti. Totalmente si sono presentati agli E ami di Stato 1677 laureati d ei quali 1522 sono tati abilitati e solo 155 r espinti (circa il 9,35 per cento) . 1
[ANl\O
xr.JII,
~~U~I.
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SEZIONE PRATICA
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NELLA VITA PROFESSI O NALE . I MAESTRI
PAOLO GAIFAM1 Da nobile ~a111iglia 10111barda r1acque Paolo Gaifan1i a Como il 16 giucrno 1883 ma passò tutta la sua gioventù a Vene~ia. Vi 3:ncora c~là chi lo ricorda s tude11te cli gin11asio e 11_ceo, s~r10, n:ode~to, atlivissin10, prodigo òi aiuti a1 cond1scepol1 .. ,Si laureò con lode a Padova dopo es:ere ·stato _all1e~o interno nell 'Istituto di Analorn1a Patolog·1ca d iretto allora dal prof. Bonome.
La carriera. -
è
Nel 1927 è sorta la Guardia Ostetrica per il pron. 1o so.ccor so a .don1icilio, completata con un ambuIDtor10 o tetr1co frequentatissimo (nel 1934 oltre 3000 visite). Nel 1930 fu istituito l'« Alberg·o Materno» ca1)ace di 24 lelti , per le gravide illegittime i~ attesa del parto. In appositi locali del la clinica è stato organizzato un an1bulatorio per gravide e puerpere tub er colose e fu creato un r eparto autonomo di dege:nza con 12 letti, fra i primi in Italia d 'accordo col Consorzio provinciale anti tubercol~e che vi 1nantiene in servizio un ti iolog·o. È sta lo anch e o ttrezzato un « Reparto della terapia fi·sica », ove trovano posto la diatern1ia, l 'ultrasole la dìater11toco~gulazione e un inodernissir110 apparecchio di terapia profonda Ro11lgen. La faina della Clinica di Bari e del suo direttore si è diffusa Jarg·am e11te nella r egio11e pugliese ed oltre i confini della st essa per cui d al Gargano al ~alento, da 'farar1to a J:l"'o ggia, da11 'Alban in alla Lucania e fino rlalla Calabria affluirono ad essa le Inalale che vi lrovayano una buona organizzazione é1Ssistenziale, animata da u11 uomo di cuore, a,_ veduto nel porre le i11dicazioni tera1Jeutiche, brillante e fortunato 11ell 'operar e.
L 'opera scientifica. -
Dopo. la l~urea e11lrò nella Clinica ostetrico-ginecologica d1 Ron1a, e sol lo l a guida del prof. Pestalozza Yi compì un lung·o tirocinio di assistentato, d al 1907 al 1924, se si tog·lie la parente i dell a guerra. Fu allora mobilitato come capita110 ci.ella Croce Rossa prima nel! 'Ospedale di Tappa di 1 arce11to e poi in Yari ospedali òa campo, ottenendo l 'autorizzazione di apporre tre stellette sul nastro delle fatiche di gt1erra . Conseg·uila la libera docenza riel 1915, si può <lire che, appena ft1 possibile riprendere dopo la g·uerra il ca111mino ascensionale, egli ha bruciato 1e tappe della sua carriera. Ter11ato nel co11cor .. o del 1922, clopo un breve passaggio a Sassari (dicE:n1bre 1923) tiene l 'incarico a Siena dal gennaio al novc111l>re 1924 e i1el dicembre di quello s tes o anno pa Sél a Bari a dirigervi qt1ella clinica, che p~r n1erilo uo è diYenula in breve temJ)O tino dei più frequ entati e i111portanli i li tt1ti os le lrico-gi11ecologici d el Reg110. Bas tano pochi dati a di111ostrar]o: n el 1925 le nccettazioni sono state 488 cori 35 letti ; 1787 nel 1934 con 100 letti.
1'roppo lontano ci porterebbe il discorrere anche su cc i11ta111 en te dell 'opera ·sc ientifica di Paolo Gaifami. cor1segnata in poco n1cno di duecento pubblicazioni. Egli ha portato In. su a feconda a ttività nei più svariati campi biologici speri111entali anatomici e clinici della specialità. Fin clal lç!07, e cioè qt1and'era ancora alle sue prime arm i i1npostava il problema totalitario del sis tema endocrino, colle st1e ricerche sulle moclificazion i islolog·iche di alcu1ti org·ani a secrezione inter11a durante 1a gravidanza. CJ1 i era pre·se11te ricorda anco ra l 'interesse destato dalla comunicazione di Gaifa rni al XIII Con gresso clella Società di o tetricia e gin ecologia. Dedicò IJOi 13. ·su a vig·ile allenzio11c di s tudioso a11ch e al sistema end ocrino f'e lale specie in rapporto allo .. Yil11ppo, e a cer te in al e confor1nazio11i (anen cefalia, ecc.). La pat ologia d el fe to e clel neonato ebb e inoltre dn lui preziosi contributi per quanto riguarda l 'asfissi a endouterina, i vizi òi posizione congeniti dell 'utero, lo sfalda tnenlo della n1ucosa tubnrica nelle n eonate. Fu tr=t i prin1i in Italia a tudiare la reazione cl i Aberl1alden, li1nitandone stil>ilo l a portai a Helle pratiche applicazionL Illustrò i fer111enti pcp lolii ici placen ta ~·i e rlel colostro; egnalò il potere anti lriptico del liquido amniotico e dei feti m11mmificati; studiò l a tossicità della placenta, il contenuto in ·sostanze adrenalinsimili del sangue nello stato puerperale, ecc. Degn e di rilievo son o le ricerch e sulle modificazioni istologi ch e gravidiche del collo uterino, 111olto pii1 tardi riscoperte da Stieve e Hofbauer. l\feritano pure n1enzione, per quanto riguarda l 'analon1ia patologica della placenta, la identifi cazione delle cavità inlrn.placentari più tardi da altri dcnon1inate caverne placentari, nonchè fatli e co11cetti messi in evidenza sulle interferenze e liologiche fr<1 lesioni placentari e malattie n1alerne.
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cc IL POLICLINICO »
. Il co~p~ luleo fu dal Gaifami egregiamente studiato sia i11 rapporto all'origine (teca interna) che alla .duplicità n ella gravidanza, cl1e alle pretese ano111al1e i1ella mola vescicolare. Eg·li ha descritto inoltre una varietà speciale di tubercolosi salpi11o·ea : q.uella papillare, e si fece iniziatore in Italia delle r1~:~che sugli e:11d?metrio~i, che dovevano poi appa.,s1onare Lant1 r1cercator1 nos lrani e stranieri. Dal lato analomico e clinico insieme va segnalata la sua n1onografia sul distacco intempestivo deJla placenta, corredata di una copiosa statistica personale. 1~g1i contribuì a diffondere in Italia la tecnica del taglio cesareo sul seg·me11to inferiore, e prese larga parte con puLbJicazioni e conferenze alla lotta co11lro i tu1nori malig11i dell 'apparato genitale femminile. Una delle ca~a lteristiche più salienti nella figura di sludioso del Gaifami è ~a ·sua passione per l 'insegnan1ento ~ per Ja volgarizzazio11e delle discipline ostetricogi11ecologiche. Come insegnante Egli è ancora ricordato dai frequentatori dell 'Università Caslrense e della Clinica di Roma nel suo periodo di assistentato, ma sopratutto testimonia della sua attività didattica la larga schiera di allievi, eh 'Egli seppe crearsi a Bari. Molteplici, nei più vari campi i loro contributi conS(gnatì in oltre 250 memorie; ìl primo aiuto, il Revoltella, ha conquistato n1eritata1nente la cattedra di Trieste. Le pupblicazioni didattiche . più notevoli ·sono : Il Prontuario di terfl,pia ostetrica, diffuso non solo in Italia, ma anche all'estero; gli Eleme11fi di gi11ecologia; Le indicazioni all'aborto provocato. Sono di prossima pubbJicazione il capitolo delle A nnessili nel 'frattato iLaliano dj g'inecologia; la parte ginecolog'ica del Trattato di Patologia chj~ rurgica, diretto da Taddei. Largo successo ha avuto il ricco volume edito dal Pozzi nel 1933: Conversazioni e lezioni ostetricogine.cologiche. È qui raccolto il più ed il meglio cl1e da anni il Gaifa111i va det lande nel periodico ((La Clinica Ostetrica», ch'Egli dirige dal 1924 e chè ha saputo improntare di un tale caratt ere di bene intesa praticità da renderlo un organo prezioso per ogni 1nedico. cc Giornalista nato » f11 definito qualche tempo fa da un collega il Gaifami. Tale definizione va accettata nel ·senso mig·liore e più ampio, aYendo egli su scitato u11 nuovo tipo di letteratura ostetrica colle rubriche di cose viste, degli errori, delle perizie 1nedico-legali clove mise a profitto le sue rare doti di efficace volgarizzatore e chiarificatore dei più astrusi problemi dì diagnostica e di tecnica operatoria ostetrico-ginecologica. Esempi recenti di sana impos tazione dei più vit t1 li problemi sono i su ccosi articoli nella nuova Rubrica cc Commenti e Proposte ». Gaifami ha dato anche en tu Li asta e larga opera per l 'assi tenz l materna ed infantile mediante la organizzazione di Consultori e di Centri materni, la divulgazione ..-lP.ll a Legge sulla protezione della rr1 a ternità e dell' i i1fai1zia coll 'in segnamento, colle conferenze e colle pubblicazioni anche sulla stampa politica. Fra le ullime espressioni di questa attività sociale ed un1ani laria ri<'ordiamo il discorso tenuto a classi riunile alla XXII Riunione della Società per il Progresso delle Scienze sul tema: cc La ginecologia 11ella politica demografica »; la Relazione al Congre·sso di Nipiologia di Trieste f\l1lla « Mortali là ostetrica del neonato n; la rece11L'opera didattica e giornalistica. -
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tissima Relazione al Co11gresso di Bologna (otto.. !Jre 1935) « Sulla tutela della n1adre per la sanità cl ella Razza ».
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Il no1ne di Paolo Gaifami è ben noto anche all'es~ero. Egli è inembro della Società belga, della Soc.1età ~ancese e della Società ro1nena di ginecolog·1a. D1 recente scrisse di lui il Pierra nella « Revue ?-ançaise de gy:11ecologie et d 'obstetrique », lracc1andone un profilo quan lo n1ai lusinghiero e verace. Designato dallo stes·~o ìVIaestro sul let(o di morte a succedergli r1ella cattedra di Roma Paolo Gaifami ha raccolto una gloriosa eredità,' che è nello stesso tempo consacrazione del suo passato e sicura promessa del suo avvenire di studioso e di clinico.
o.
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VIANA.
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L'Italia in Africa Orientale. L 'Italia è impegnata nell'Africa Orientale in. un ' irnzJresa di colonizzazione in1/Josta da 1iecessilà nazionali ed umane: dal bisogno di espandere la 1iostra esuberante popolazione, cla l l ' istintivo d esiderio di portare la lllce della civi ltà in un gran.de territorio dove ancora dominano la barbarie e la schiavitù. lvlai gli interessi particolari di una nazione si sono meglio armoriizzali con g l 'in f eressi superiori dell'umanità. L'impresa è diventata più aspra, più ardua per inopinati quanto ingiusti contrasti. Tali contrasti hanno fus 0 i11 un blocco irtfrangibile la volontà di 44 milion i di uomini, ne hanno vivificato l'entusiasmo 1 resa più gagliarda l'azione. I medici italiani vi concorron10 con la loro opera, ora più che mai efficiente, e con. c()mmoi 1e11te spontaneiJtà. È oonsiderevole il numero dei medici, che arrizolatisi volontaria1nente, sono già parliti per l'Eritrea e la Somalia,, e tutti i medici italiani sono pronti per lutti i bisogni ovunqiie siano richiesti. Essi, come tutto il popolo, sono preparati a tutte le rinuncie, a lutli i sacrifici, a tutte le . . azioni. 1
Per J'eserol~lo sanitario nelle Co/oale Italiane o nella marina mercantile, ricordiamo l'Interessante libro del Dott.
ROMOLO
RIBOLLA
l\fedico dip1omato della Marina Mercantile
Medicina Tropicale e Igiene Marinara MANUALE TEORICO-PRATICO PER I MEDICI (V. giudizi espressi su questo libro alla p. 1936 del precedente N. 39). Volume di pagg. XVI-491 , con 39 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 52 più le spese postali di spedizione. Esclusivamente per gli abbonati al «Policlinico» sole L. 35 1n porto franco in Italia. Per l 'estero L. 40. Inviare Vagli~ a ll'editore LUIGI POZZI, Ufficio Po· sta.le Succnrsa1e di~ iotto, ROMA.
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SEZIONE PRATICA
INSEGNAMENTO SUPERIORE Per la rifor1un. degli st11di-1nedici. Il Con siglio Superiore dell'Educazione Nazio11ale .ha e~aminato ed approvalo un progetto di riforma degli ·~tudi medici, elaborato d a u11a Commissione, nominata dal ministro De Vecchi in sen o al Consiglio stesso e compost a n ei proff. De Bla·si , Frugoni , P ende, Perez e Rondoni, re]atore il prof. P ende. ~ a. riforma è i spirata al pri11cipio, fissato dal 1n1n1stro, di una distinzione d~lle materie d 'insegnament o in fondam entali e compl ementari. Le materje fondamenlali sono 21 e per tutte è obbligatorio l 'esame ; le materie complement ari ~0110 15 e per esse son o obbligatori ·solo 3 esami, a scelta dello studenle. Il cor so d i m edicina viene diviso in tre bienni : biologico, propèdeu1i co e clinico. Essi sono « bloccati », nel senso ch e non si può passare da un biennio a quello su ccessivo, se non si ·sono superati tutti gli esami obbligatori corrispondenti. Nel primo biennio la botar1ica e l a zooJogia vengono sostituite dalla biologia generale (che include an ch e l a genetica e lét biologia razziale); la fis ica e la chimica assumon o d eciso i11dirizzo di applicazione alla m edicina· il m assimo sviluppo è dato all 'anatomia e alla fisiol ogia, il cui insegna1nento è biennale. Nel secondo biennio lo stude11Le Yiene preparato ai inetodi di esame ciel m alato e ai mezzi Cl1rativj ; i corsi di patologia gen erale e di a11atomia patologica si coordinano· con quelli cielJ e due palologie sp eciali, con indirizzo m etodologico; sono tutti biennali; s 'in'Segna an ch e la farm acologia, integ r ata dalla materia medica. Il terzo biennio è dedicato alle cli11ich e. L 'insegna1nento delle due r lin icl1e Q"en erali, medjca e chirurgica, s'imparti sce p er t ut to il biennio; quello delle clinich e ost e triro-ginecologica e p ediatrica per un anno; quello di altre cinque cliniche speci ali per un se1n estre, con 11 on meno di 25 iezioni. Vengono anche impartiti gl 'in segnan1enti dell'igiene e della rrtedicin a legal e, quest 'ultin1.a integrat a dalla 1nedici11 a assicurativa. Prima d ella l aurea è· reso ohbligatorio u n sem e~ tre d 'internato in grandi ospedali . La riforn1 a proposta è organica e ri·spondP a finalità p r atiche.
Deliberazioni del Con "iglio S11periore Ed11cazione Nazionale. Solt o la preside11za del Ministro, si è riunito il Co11sigli o sur>e rior e della Educazione nazio11ale. Sono stati trattati n t11nerosi argomenti , fra i quali sono <ii par ticolare importanza i segu enti : l ) Il Consiglio, r el atori Frugoni e Ronrloni. h a eSJJre so 11arere contrario unani111e all 'ncrogl imento della proposta formulata da alcune amministrazio11i ospitaliere t e11dente a limitare la attiYit tl professionale dej direttori delle Cliniche. "E:. s tat e considerato cl1e la nttiYi1 à professionale 0 nece& .. aria all::t cl1ltura scientifica e pra Uca ciei clinici ed è utile al decoro dè1l 'I s ti lt1to scie11tifico
cl1e essi dirigono, mentr e è doYero o d al punto· di vista sociale i1011 privare gli infermi d ell 'assis lenza clei maestri più insigni dell a ·scienza sanilarj a . 2) Il Consiglio, relatori Perez e De Blasi, ba rspresso, altresì , il parere ch e l 'art. 7 rlel R. D. Legge 10 febbraio 1924, n. 546, sia interpretato· I1el senso ch e nessun lin1ite può essere posto al controllo n ecroscopico. Il Con siglio ha osservato ch e ragioni di s11pre. lno inter esse soctale impongono il riscontro diagnostico, sia per affin are I 'ab ili tà diagnostica dalla · qu ale dipende l 'effica cia cura ti va, sia per frenar e l 'incon Yeni ente delle statistich e mortuarie, nelle· quali , abitualmente, ftg:Jrano numerosi inorti, O · da cause i gnote, o con una diag·no i rli ripiego . 3') Il (~OilSi~ljo , relatore Perez, h a rigettato la propos ta tenden te a limitar e 1'esercizio della profes ione oclontologica ai ·soli diplomati dalle scuole cli perfez io11amento post-universitario, con sidera11no che, per le disposizioni vig·enti, tutti coloro che ono abilitati all'esercizio della professione di me-dico chirurgo sono ammessi ::id esplicare la loro a ttività in qualsi asi r amo della medicina e chirurgia, fatta eccezione per la sola Roentgen e· r adiu111-terapia. (Dall '« A vv. Sani t. », 10 ott. 1935-XTII). 1
CONCORSI. PO!'Tl
VAC:ANTT.
GARBAGNATE. IMPERI A.
(Vedere
Consor zio
MILANO).
Prov.
_Antituòercolare.
Proroga al 28 ottobre, or e 18, al con corso di di-r ett ore d el Con sorzio e d el Dispen sario Provinc . ; stip . L. 19.000 aumentabile a L. 21.000 oltre L. 5200 i11d enn . serv. att.
Consiglio degli I stitut; Ospitalieri. -Proroga al 15 novembre, ore 16, d ei concorsi a, MrLANO.
primario speci alis ta, proseltore e due medjcj as'sistenti interni n el Sanatorio Vitt. Em. III J)resso· Garbagnate l\1i1anese.
(Perugia). -
Il Co1nu11e cerca l\1edico Chirurgo j11terinale condotta vaca11te. Chied ere informazioni alla Segreteria Comunale. OCER.\
Ul\CBRA
Rol\IA. Minister o degli Esteri. - La Mi s ione· ca ttolica italiana di Changsl1a (Cina) ricl1iede, pel tra1nite rlel R. Con solat o di Hanko~' , un 111edico italiano . In1pegno triennale, r inn ova])i]e con co nse nso r ecioroco. Co11dizioni fina11zia rie: dollari messica11i 300 prjn10 a11110 (parj I ire il. 1300 cir ca) e 200 seco11do e terzo anno (tJ:-iri I. .it. 900 circa) . Tale s tipPndio fisso 11a valorP di i11co ra~giamen to pel i1eriodo ini zia]e percl1è in -::cg uit o Ja eli en telé1 ::edcl iti 1. in non .. arà rappre ~ cn lat a dall 'ambien le Jni ssio11ario , ma ciall 'ambiente indigeno che, n el fratten1po, avrà appreso a ro11oscere e ad 'lpprel1.are l'opera del medico i lali a110. Per le offerte e ricl1iest e di ulteriori inforn 1 nzioni indirizzare al ~Iinistero degli Affari Esteri, Direzio11e Generale .legli Italiani a1l 'E tero, Rom 1. Uni E. Ospedale Civile. - Proroga al 30 dicen1br c, ore 18. del concor o n pri111nrio òermosifilo~ pata.
2080
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1 ( ~<1NCOU~ l
IL POLTCLlNIGO n
A PHE \f l.
R. Accademia delle S cierize d ell"l 8l itulo cli Bologna. La Classe di ,Scienze Fisir he della R. Accademia ·d~lle Scienze di Bologna, in base allo statuto della Fondazione Premio « Socrate Paggi », n1ette a pubblico concorso due pren1i a11n11ali , dì L. 750 circa ·ci ascuno , da atlrib11irsi a clue memorie rig11ardanl i 1' ur1a la ·medicina i)ratica, l 'al1ra la cl1jrurg·ia pra lica. .l:>er !Jue. to (lodices j n10 co11corso i temi propostj ~0110 per I a 1ned i.e in a pra Uca : (( Patoge11esi e 1erapia <lell 'asn1a n; JJer la cli.irurgia pratica: << La chirurg"ia n ella cuta de11 'artriti'sn10 ». I.e memorie portanti la dichiarazione esplicita di concorrere al pren1io cc Socrate Pagg·j n doYranno ,pervenire fra11che a Bologna entro il 31 dicembre 1935, con questo preciso i11rlirjzzo: R. Accademia delle Scienze dell 'Istit11lo c{j Bolog·na - Classe di :Scienze Fisiche. Per le altre co ndizioni chiedere copia. rlel bando di concorso. Soci età lvleclica Chirurgica cli Bolog11a .
La Società , per onorare la 1nemoria <lei compian li soci Gaiani , Sg·arzi e i\Ialag·t1ti, bandj sce i ·concorsi ai seg·u enti premj : Premio Galani di lire n1illecjnquecento: sarà 'Conferito ad una i11erno,r ia scierrtifica sul tema : « L'indagine elettrocarcl iog·r afica nella sen1eiotica id elle affezio11 i del 1n1ocardio >>. Premi•:J Sgarzi di lire mi11 e: sarà co11ferit o arl l1na memoria scientifica sul tema: <e Az1011) biologiche ed effetti lerape11tici delle onde corte (i\1ar1conibiolog ia e i\il arconiterapia) )> . Premio !11Jalaguti di ljre cinql1ecento: sarà conferito ad una n1emoria ·scientifica dal titolo : « Sull e l esioni da corrente eleltrica » . Le n1.e1norie dovranno g it1ngere alla Seg reteria -<lella Società , Bolog na, piazza Galvani 1, Archig·innas io, entro il 31 ottobre 1936. Chiedere copia · d el ba11d o di concorso. ,)•ocietà ltalia'11a cli Peclialria.
Giusta lo .Statuto della Fondazione <( l ..uigi Con·ret ti n è u])e rto 11 6° co11 cor·~o n azionale al pre1n io cli L. 2000 d a asseg·narsi alla n1igliore 1nonografia rig uardante studi pediatrici pubblj cata nel bienTJio 1934-35. Al premio possono co11correre 111onogr afie stampate o dattilografate n on prese11tale ad altro con-cor so. Coloro ch e in tendono prendere parte al concorso devono rivolgere la loro <lo111ar1da, accompagnata. cla tre copie d elle n1011ogr afie, alla presidenza -O.ella « Società Itali a11a di Pe<iia1ria n (corso Bra1 n~nte 29, Torino) no11 più iardi d el 31 dicembre 1935-XIV. La. Commissione g·iudicatrice sarà composta di trf· m embrj da no111inars i dal Direttorio della So·c ietà , con le inodalità prescritte dallo Statuto. Il premio ·sarà asseg·11a to entro il 1936 dal DiTettorio della « Società Italiana di Pedjatria n in })<lSe alla Relazione (lella Corn1nissione giudicatrice. ~OMINE,
PROMOZIONI ED ONORIFICENZE
T, ·un iYer silà di Buélaoest, in occasione d elle fest r })el lricen tenario, ha conferito la i10111ina di do l lor e « l1on oris cau sa >) al d ott. prof. padre Ago·s l i110 Geinelli. Con rece11lr R . D. è s lnt a conferita al dott . All1crl o P nol11 cci. i11edi co proYinciul e di Vi lerbo, la
[AN~o Xf~II , NuM.
111edaglia cli bron zo bljca ».
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a l n1erito della Sa11ità Pub-
So110 trasferì Li i profesl:iori di fisiologia: Ugo I.ombroso da Paler1110 a Ge11ova, Ca111illo Arton1 da Cagliari a Paler1no, Igino ·s padolini da Siena a Pisa ; i professori cli cli11ica ostetrico-gi11ecologica : Giaco1110 Ay111erich da Catania a Bari, Salvatore Scag·lione rla Perugia a Catar1ia, Luigi Bacialli cla Sassari a Modena; il prof. Giorgio Be11assi , di medicina l egale, è trasferito da l\fodena a Bologna; il prof. Lionello De Lesi, di clinica ne1~r0-psjcl1i atrica, è trasferito da Cagliari a Ger1ova. Sono abili1 ati alla liJ)era docen za i dott ori: l !n1 ber lo Bo11ci11elli, in b a t leriolog·ia e i111111unologin; Francesco ~lazza, in chi111ica biologica; Gugljel1I10 Scala, in clinica n1 edica; G-11g·lieJn10 Rig·l1i i1i , in c1i11i ca. delle malattie dell e vi e urinarie; Vito Con$Oli, in clinica ostetrica e g'i11ecologica; Gi11ljo Marag·liano, Pompeo Rolando Ricci , in patolog·ia spec iaJe inedica; Luigi ' ' ercellino, in i> atolo~ria e clinica dern1osifilopatica; To111a·so Sarnelli , i11 patolog'ia e jg·iene colo11 i al e : J\n lonio Di Natale, in tisiologia. In esito a don1anda, il J)rof. d alla cattedra di cljnica medica a nell 'l Tniv&rsità di l\ilarsiglia ; il passa dalla cattedr a di terapi 3. a m edjca.
E. Gajoux passa quella di terapia prof. C. Mattéi quella di clinica
Il pren1io Goud ard dell 'Accn d emia di Medicina cli Pari oo-i è st a to conferito al dot t Poenar11-Caple-• sc11, docente 1ll 'U11iversità <ii B11carest, per i suoi s1u<li clinici s11ll 'aJl])€ndir ite , argomento di cui egli si occu1Jn <l a oltre Ye11ti an11i. Il prof. E. ~11agnl.1s Alsleben, ordinario cli merl jci11 a inter11:t a ' ' Lirzl)11rg e direttore di quella J'olicli11ica m edica, l1a accolto u11 invito ad A11gora (Turchia).
Utilissi1no ad ogni Mèdico:
Il Diritto Pubblico Sanitario Periodico mensile di leg-islazione e giurisprudenza Direttori: On. dott: Aristide Carapetle, Consigliere di Stato. Avv. Giovanni Selvaggi, Esercente in CassazionP. Editori Fratelli Pozzi - Roma Il Numero 9 (Settembre 19351 c0nt1ene: ,A,.. CARAPELLT-::
I concorsi a posti di n1edieo con·
dotto. Rassegna di giurisprudenza : Sanitari -0spedalieri; per· cen tuali. - Ooncorsi; esclnsi>oni per irregolarità for· mali. - Licenzia..niento per sop pressione di posto. Ooncorso; revoca; esclusione. Leggi e Atti del Gov erno : NuO'Va rlisciplin n. giuridica dell'eser cizio delle professioni sanitarie. l)reL.L.o
del ::iuJdetto numero separato L. 5
N. B. - L'abbonamento ai dodici Numeri del 1935 costa L. 3 6 ma a.gli associati al « Policlinico 1> è concesso per sol~ L. 30, ehe vanno inviate, mediante Vaiglia Postale o Bancario, ali' Amministrazione del « Diritto Pubblico Sanitario • (EditoTi Fratelli Pozzi). Via Si· atina 14. Rom~. AL ricevimento dell'importo verranno spediti subito tutt-i i Num eri già pubblicati dal Gennaio.
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SEZIONE PRATI CA
NOTIZIE DIVERSE 1 congressi medici di Bologna. Vanno· svolgenclosi i diciotto cong·ressi org·anizza ti a Bolog·na: assumono il carattere del più importante avvenimento m edico clell 'annata ir1 Italia. Il nostro periodico è r ap11reser1tato, in queste riunioni, da redattori ordinari e d a collaboratori. In r agione d ella stret tezza dello spazio, ci limitian10. a dare brevi cenni di cr onaca di t ali cong·ress i, a misura che ce ne g·iungono le notizie. Ci riservian'lo di 1)ubblicare, in ·seco11do tempo, i r esoconti. clei lavori di alcuni co11gressi, che i11ag.giormenté interessano l a generalità dei lettori. Abbiamo g"ià dato notizia del conveg·n o d ella p1 evjflenza sociale. Il congresso di marconiterapia ebbe luogo il :giorno 4; all 'inaug·ùrazione i11tervennero il prefetto dott. Natoli, il cardinale Nasalli-Rocca, il commissario prefettizio dott. P ascucci, ch e portò il saluto del Con'lune; il presiae d ella Facoltà n1 e·dica , prof. Marlinotti, cl1e r ecò il saluto dello Stu<l.io bolog·n ese, jl quale n ell 'al])o dei suoi !vlaestri ·e Dottori va11 ta i 11omi di Ai tg·11sto Ilighi e di ·Guglielmo l\!Iarconi. Il pre·.:;iòe11te ·del cong·resso, prof. V. l\!Iarag·liano, trattò il Le111a « Conquiste e problemi d ella marconiterapia )) ; furono poi .svoltr e discusse altre relazioni e comunicazioni. Al convegn o interregionale di radiologia m edica, tenutogi il giorno 5, intervennero o aderirono i Tl1aggiori ra.diolog·i d 'Italia. All'in au g urazione parl arono il prof. Belle i per il con1rnissario prefetti7.io, il prof. ~Iainoldi per il segr etario del Sinda·Cilto Medici , il presidente del cong·resso prof. Pal1nieri, il fondatore d ella Società di radiologia medica prof. Pini, l'attuale presidente della ,Società prof. Siciliani. I dottori Bollini e Zanetti svolsero il tema cc Con tributi d ella r adiolog·ia al problema del meccanism.o di vuotamento d ella colecisti >); ·sullo ste-sso argon'Je11to seguiror10 nu1n erose comun icazioni. · Il convegno (li p a lol og·ia gen erale si è tenu to l '8 e il 9; ven:1e inizialo r on discorsi del prof. Bellei per il Commi ssario prefettizio del Co1nune, 1Jel J:rof. Martinotti, preside dell:J. Facolt à n12dic.a, 1e del presidente p rof. Ce11 tanni, che h a illus trato le « Prospettive sull'in cremento degli studi sperimentali nel campo della patol ogia )). Seg·uirono l e relnzio11i 11el prof. A. Zironi s11 cc L 'immunità TJOn umorale con speciale riguardo alla immunità dei tess uti >> e del prof. ~i\. Botta sulla cc Cl1imica dei tumori », n on ch è nun1erose con1unicazioni. E·sauriti gli argomenti, si è dichiarata ricostituita la Società italiana di patologia, ch e aveva sosp eso la su a attività n ell 'immediato dopo-g u erra; l a presid en za è stata affidata al prof. Centanni. Il cong·resso nazionale di dermatologia e sifiJ.ograiia si è adunato il giorno 10; dopo il saluto del prof. Bellei , a nome d el commissario prefettizio , il presidente del Comitato ordinat or e, prof. ~iartino lti, l1a pronunziato il discor so inau g urale, 1ne ttendo in rilievo l 'importan za della disciplina -dermo-sifilografica. La presidenza d ei lavor i venn r. affidat a al prof. J adassohn , di Zurigo . Il prof. ~1artinotti trattò il ten1a c< L 'acroder111atite di Hallopeau )) ; il })rof. J adassohn rifer1 stilla lopografia
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delle dern)atosi. Seguirono le con1u nicazjoni. Esal1r iti i l avo ri , e dopo ch e il prof. ~far li11ol:ti elJ})e p ronunziato il discor so di chiu sura, il prof. J adas~ohn di Zt1rigo e Callomon di Dessau ebbero paroìe di viva a1111nirazion e p er l 'Italia. ~Ient ·r e il giornale
va i11 n1accl1h1a, va svolgend osi il con g·r esso di ostetricia e g·i11 ecologia. ch e 11.a .raccolto i mag·giori cultori i la li ani cteiJ a spec1al1tà e inoltissin1i n1edici di t11 tta Itali a. All 'i11au g,1r azi one, aYYenuta il 12 ol lobr e, h a parlato IJer p.ritno il comn1issario prefettizio al Con~t111e , co:nm. l'lascu cci , che chiuse co11 le parole <l1 Pascoli : <c la g·ra11de })r olrtari a si è 1r1ossa n • seg·t1~ro 110. il preside della Facolt à n1eclj ca. })rof ~ l\1ar t.1no ltJ . e il presid ente cl el Cong·re·sso prof. 1Sfa111en1, r,J1e pronunziò il di scorso i11auaurale. Da tllli1110 il prof. Alfieri, presidente delia Società c~evò ìl p~nsiero al Re e al Duce; d iresse un salut~ ai f~a~ell1 cl1e in terra d 'Africa combattono per la c1v1ltà; espose l)Oi l 'attività dcl sod alizio e infine comn1c1nor ò i soci scon1p arsi in 1)articolar e il Maestro insig ne sen . P est alozza. ' Nella seduta pomeridiana si ·son o ii1iziat i i lavori, con la r elazi one de l prof. S. Sragl) o11e sul teJna .(( L a (tonna e lo s port ». Tutti i con g ressi h a11no provvedut o al l 'invio di 1e]eg1a1runi pat rio ttici n.l Dure.
6° Congresso italiano di medici11a legale. Si è t enuto a l\iiilano, 11ell 'l stitt1to di 111 edicirla lpg·a le della R. Università, il 10 e 13 ot tobre. All 'inau g·urazione er ano p resenti i Rettori delle Uni,·ers j ti·t ln ilanesi, l e LL . EE. i l Primo Presi dente della Corte d 'Appello, Tito F1eda , i l Procurato;.:e Gener ale Ran elletti, no,n chè il Procuratore del Re Omodei Zorini ed una larg·a rappresentanza della Mag·i strat ura . Il Comun e di l\1iJano era r appresen- . tato da l con sultore p rof. Baslini e dal n1 edico capo prof. Ragazzi ; il Corpo J11eèfico militare 1 dal direttore di sanità del Corpo d 'Arn1ata e da molti uffici1Ji m edici. I p artecipanti al Cong·resso ft1rono ricevuti dal ]Jrof. Antonio Gazzaniga , pron1otore ed ordinatore d el Co11g r esso . Presieil eva il prof. Gi an Giacomo P err a11d o, della R. TJ niversità di Gen ova. Spec1al e int eresse destò l a r elazione d el prof. J3oldrini su « I problemi m edico-legali del matrin1onio canonico )) 1 a1npiamente discussa; lar go svilt1ppo ebbe ancl1e la relazione dei })TOff. Rizzatti e ~1enesi11i st1 cc Le mod erne dottri11e caratterologir.he e l 'antropologia criminale )) . Numerosissime le con1unicazioni. Furono comme111or ati i proff. Ottolenghi e Lombroso e venne ro mpi11ta una git a a Veron a !Jer r ender e on1aggio all a m en1oria di I.ombroso.
Congressi vnri. Nienlre questo nun1ero va in n1accl1ina, si tiene a PaJE:rmo i l 24° Con vegno della Società Italiana 11er i l Progr esso delle Scienze. A Trieste, dal 7 al 9 ot tobre, si è sYolto il 33° Cong·r es·so della Socj el à it aliana rli cftaJrnologia. Ali 'inaugurazione ~ss i t e\'a il D11ca d ' ~i\os t a; f.·r a110 presenti il Prefe l lo, jl co111andan te d el Corpo rl 'Arn1a la , i l Pode~ l à. Il se11. 0Yio parlò sulla rnissione dell 'oculis ta. I "Ottgressi.. ti si ~ on o recali in pellegri11 aggio al
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1no11u111e11Lo di Oberdan, dove ha11no deposto una coro na, e pii1 t ardi al !no11urnen to ai Caduti a San Git1sto. La ocietà ir1ternazionale cl 'idrolog·ia inedi ta si aduna a Bruxelles dal 12 al 17 o ttobre. Per eYentuali informazioni rjvolger si al Dr. Michez avenue Gilbert Giraud 52, Bruxelles, Belgio. ' Vr1a ri11nioc1e jdrolog·jca ~ ~Jimatologica avr à h10~0 a ~1011 I pel Lier 1·21 rnar7.o .L936, so tto g li at1f'picì d ella '< Socìéte de~ Scie r1:::es médicales e l bioJogiques je Montpellier et du Languedoc m écliterranée !.l n . Relazioni: t< Il colpo <li sole » (prof. Ai~nes) , << Il colpo cli calore » (prof. ì\il ouriquand) : <· Gli accidenti da 11tce » (._(lo tt. J ausio::i.1J. Rivolgers i al prof. A. Puech, r1.1e de Canneau 1, Mont·· pellter, Francia. La 17a riunione annu a della Società francese d 'ortopedia si è tenuta a Brtrxelles il 4 e il 5 ottobre. Il 1° Congresso inl er nazionale di antropologia e psicologia criminale è indetto a Roma nell'aprile 1936.
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La Societ à svizzera di neurologia e la Societ à svizzera di psi chiatria si aduneranno il 9 e il 10 11ove1nbre a Friburgo. P er eventu ali informazioni rivolgersi al presid ente, Dr . Charles Duboi·s, Falkenhohe\1\·eg 20, Berna. Si è tenu lo a P arigi il 44° Congresso francese di chirurgia ~ so llo l a presidenza d el prof. G. Michel , di Na11cy . La Societ à tede ca per la ·storia della Jnedicina , delle . cienze natural~ e della tec11ica si è adunata a Barnberg dal 29 agosto al 2 se ttemb.r e. L'Accademia ame ricana di oftalmologia e otolaring·ol ogia h a te11uto l a sua 143 sessione annuale a Cincinna.t i, dal 15 al 20 set1embre.
Una lapide in n1emoria dei medici caduti ad Ad11a nel 1896. Alla Scuola <li applicazjone di Sanità limitare , ha avuto luogo, l' ottob·i'e, un commovent e rito. f.. ; s lata d eposta una corona di alloro alla l a pide c h e ricorda i J11edici ca duti ad Adua nel 1896. l ,c1 ceri rnoui a :se111olice ed austera, si è svolta alla presen1.a del direttore <lelJ a Scuola, del Corpo insegnante, di tutti gli uffi ciali medici ch e freque11t ano il cor5o, i qua li h anilO volu to così g lorificare, nel giorno d ella riYend icazio11e, i veccl1i e nuovi eroi , cclduti 11er Ja j)iù g·rande Italia.
L' Ospedale 1Iilitare di :ftlilano. Co1r1e è noto, l 'Osped al e ì\1ili Lare di Baggio " ?' celerment e :-·on1pl etando·si. Il progelto, che j rnporta 11na spe a cli circa treni a mi.l.io11i , preYeùe la cos i ruzior1e ctc l pii1 Yasto e moderno Ospeclale ~Ii lilare i tal iano . i;: già ullirrtatc il pactiglione con 50 l e tti riserYalo ag l i ufficiali infermi, m entre sj sta per u lt jn1are quello r iserYat 0 agli infermi co11t r1giosi. Ma 111e11 tre tant e e cos1 i1nportanti opere so110 IL1 l tora i11 corso di esect1zion e, l 'Osp ed ale ha già t1na YastJ efficienza con 11na media giornaliera 1.l i ,ejc,!11 lo ricoYerati. nei suoi dodici padig1io n i j11 funzi o11e, e co11 l111 1110Yin1ent o qt1o tirli a-
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~ii e11trala e uscila che riguard a u11 cenlinaio
di militari al g-iorno . All 'Ospedale Militare di Bagg io af.flui·3cono i ma1J ti di t u tto il Corpo d 'Arma la di l\ililano e dai territori di due Corpi d 'Armata viciniori : Novara ('forino) e Brescia (Bolzano), per le malattie di specialità ; per le mal a ttie ord jnarie, i mal ati della Divisione Leg nano, d ell '_l\. viazione, dell a Milizia, dell a Finanza e d ella Marina.
Corsi medici di perfezionamento. Col 12 novembre p. v . verranno inaugurati il Corso di srJeciaJità ì11 T is.iolog ia d ella durata cli clue a nni scolastici e il Corso sen1estrale di perfezionamento jn Clinica della Tubercolo·si e n1alv1 Ue dell 'Appa rato respirat orio, con l e st esse n 10dalità di i scrizioni e d i orario degli anni acca .. de1nici precedenti. Tutti gli iscritti dov,ranno fare servizio di internato nell'Istituto cc Carlo F orlnr.1.ini », dove potr anno eser citarsi n ella diagnosliça delle malattie polmonari ed apprendere la tecnica collassotera pica. L e iscrizioni si chiuderanno col 10 n ovc111bre p. v. Col prossimo an110 accade1n i co av.r à inizio presso l'Istituto di Clinica Pediatri ca della R. Università di Napoli , un cor5o cli perfezi onan1ento per l aureati , d ella durata d i due anni (1935-36 e 1936-37) . Per informazioni rivolger si alla Direzione della Clinica Pediatrica (S. Andrea delle Dame 4; Napoli 157) ; p er tutto quanto riflette la iscrizione, alla .S egreteria della Facoltà di Medicina della R . Universi tà di Napoli .
Azioni giudiziarie. I dottori M. e L. , proprietari di una casa di ~alu te pe.r rn al a l tie Inen tali in Francia (\T. , di pA rlimen to di Seine-et-Oise), avevano avuto in cura per 9 mesi una signora, il cui marito aveva fat lo un deposito di 40.000 ~ranchi , conven endo una quota m ensil e di 2900 fra n chi . 1\11 'a tto della dirni~sione però egli ricevette delle n ote supplementari , per fr. 18.650, a t itolo di assi sten za inferin iera. Egli disse di non avere co11 sè tale somma e aggiunse ch e avrebbe provveduto in seguito a regolare il conto; ma non avendolo più fatto , i due m edici intentarono un 'azione g iudizi aria. Il cliente affermava che il contratto n on lascilva adito ad jmprevisti; anzi cigli r eclamava la restitu·7.ionc di 2343 fra n chi , non consu1nati. Il 'fribunale dette ragion e ai medici , perchè i l cli ente non aveva solleva lo contestazioni all 'at to di ricevere le r10Le suppleme n tari. La Gor le d 'tt!Jpello invece ha capovolto il g iudizio , perch è il conto supplement are non era stato presentat o insieme alle note lnensili, eò ha condannato i due medici a re·stiLuire fr. G73; ques to g iudizio è s1ato confermato dalla Cort e di Cassazione, secondo c ui non si g iu~ tifica l a pre'le11 t~zione ir1 h locco delle note supplementa-ri quanào non era più possibile di verificarne 1'e a tlezza. A Belgrado si è svolto un processo intentato da un dentista, Dimitrievic, contro u n chimico, J eftic, il quale, durante un 'estrazione, addentò fer ocemente l a mano ch e l 'operava, il clie rese n ecessaria l 'ampt1tazione di un <lito. Il sanitario y ortò al Tribunale come d oc11 rnentazione il dito. conserYalo in un flacon e d'alcool .
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SEZlONE PRATICA
Un po' dovunque. Il 9 otlobrc è salpata da Napoli per l 'A. O. la riave-ospedale « Helonau », in perfetta attrezzalura. La « Reuter » segrlala che 11 più moderno osp edale di Addi's Abeba non può essere adoper ato per legge in tl~rnazionale. Si tratta d ell 'ospedale italiano ed il Governo abissino ha scoperto che sicco1ne la guerra fra l 'Italia e l 'Abissinia n on è slata dichiarata ufficialmente, l 'ospedale i1on può e~sere sequestrato in forza delle leggi internazio11ali. I servizi della Croce Rossa etiopica hanno do111anda.t o ai servizi della Croce Rossa internazionale dei sussidi mensili di 10 mila sterline.
In Argentina si è costiluito un Con1itato di r adiobiologia ; è J)resied u lo dal prof. A. H. Roffo ed ha p er ·s egretario il dot t. V. d el Giudi ce; la fonrlazio11e er a s tata d ecisa al Con gresso internazio11aìe di radiologia t er1u tosi a Ven ezia. La signora Rosa Boccioloni ha leg·ato 80.000 lire ali 'Ospedale cli Varallo Sessia. La Fo11dazione Rockefeller ha assegnalo 14.000 dollari all 'Università di Michigan per lo studio d.e ll 'applicazione dei melodi spettroscopici ai problemi medici.
E s tata inaugurala una nuoYa u11ità degli ospeùali civici ui .Bfllti1nora; è capace di 400 ricoverati. <2u es li ospedali sorsero nel 1865, con1e annessi a lla cc casa d ei p overi »; nel 1927 fu approvato un J)rog ram1na, finanziato dal Go,-erno con 4 milioni di ò ollari (50 inilioni di lire italiane). l,e nuove unilà comprendono, tra l 'altro, una casa per le ìnfGrrnjere , con 253 posti, un 'aggiunta al reparto <lei cru11ic1, con 240 l1uov1 posti, un 'aggiunta a l repar lo tubercololici, con 134 nuovi posti (in via <11 cosLruzior1e). Qua11do il progr amma sarà comJ)letam ente attuato, gli o·spedali saranno capaci di 2800 letti, di cui 1700 per pazienti e 1100 per vec(·l1i indigenti . J\. cura d el Governo Federale degli Stati Unili -è s lato cos lrui to un ospedale per indiani tuber(·olotici nel Minnesota; è adiacente all 'Ospedale stalale di V\falker; è costato 250.000 dollari (circa 3 n iilio11i di lire il.).
A Budapest verrà costruito nel 1936 un ospedale inlernaziona1e per il trattamento dei reu1natismi, in considerazione delle risorse antireumatir,he del l é1 città. ella città di Baku (Ru ssia transcaucasica) si è ul timala la costruzione di. un g·ra11de I stituto di fisioterapia , il quale comprende servizi di i<lro-, foto- , meccano- , elettro- , radio-terapia, un serYizio ginecologico, fanghi, un inal atorio. Nel1a città di Tachkent si è inaugurato un ospe'<la1e epidemiologico modernamente attrezzato; sorge in un vasto })arco. La città, capitale dell'Asia iC<'ntra1e russa, conta ora 300.000 abitanti e Yanta 26 ospedali con 3110 letti ; nel 1914 co11 laYa solo 40.000 abitanti e non v 'erano che 2 o J)edali e<l ct1n 'infermeria, con 282 letti. L'Ospedale Hindenburg di Berlino-Zeblendorf. <'he er.a stato chiuso alcuni anni or sono per ra-
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g·jo11i eco1101nicl1e, è st a to ora acquist ato dal fisco injlitare. In Ru ~si a .. ono state istituile quatt r o i1u0Ye Scuole di medicina: e Leningrado, Stali11g rado, Nwosibirsk e l(ot1rsk ; cosi le Facoltà m edich e nel1'U. R. ,S. S. ono perlate a 40; alcuni centri, c?me Leningraò o e i\ (0 ca, h an110 pii1 Scu ole med1cl1e. 1
Il 29 settembre si è celebrata in Pi·stoia la traslazione delle Salme dei tre illus tri anatorrJisti pistoiesi del secolo scor so Filippo Civinini, Filippo Pacini e Atto Tigri, che insegnarono nelle UniV6r sità di Pisa , Firenze e Siena. Alla cerimonia ir~.tervennero o aderirono le Autorità ed esponenti del mondo Universitario, Accademico, Ospitaliero e Medico d 'Italia . .Il d iscorso commemorativo fu tf:nuto nel Salone d ello storico Palazz-0 Con1unale dal prof. Luigi Ca·staldi, direttore del R. Is lituto di Anatomia di Cagliari. l\!Iolti i11edici inter enu ti al cong·r esso in lerna7ionale per la trasfusion e del sangue, si sono reca ti a Poppi, jn Casentino, p er inaug·urare una lapide sulla casa natale d el medi co Francesco Folli, r h e cinquanta anni or sono ideò la trasfusione del sangue. Parlarono il prof. Frenc11e11 danese, e il prof. ?azzini, di Ron1a. 1
Il « Liverpool Medico-Chirurgica! J ou r n al }} h a dedicato un numero alla memoria di Hugh O"''en T11 omas, in occasione del centenario della i1ascita d ell 'insign e ortopedico. Il fascicolo , di 65 p agin e, riccamente jllustrato, reca due articoli, di T. P. Me Murray e di H. ~latt , n on chè alcune r ecensioni di libri d 'ortopedia. (Sede del periodico: 1Vfedical Institution 114, ~lount Pleasant 3, Liverpool; prezzo del fascicolo: m ezza corona). Un m edico primario :ii u11 grande ·sanatorio della 'furjn g·ia è rimasto ucciso p er ch è, 1nentre heveva , gli andò in gola una vespa e lo pu11se: si detern1inò uno shock 1et a1f> . Il dott . Strebkof, di Scerdoy·sk , presso Riga, a quanto riferisce la « Pra"' da », è st ato arrestat? pe~ aver rilasciato un certificato <li morte 35 g1orn1 prima che la m orte del paziente , certo Kobozief. avvenisse realmente. 1
Il dott. Francesco Randone, a Pacl1ino, venne proditoriamente nggredito, con un lun go S})iedo , d a un operaio, certo Concetto Costa, ch e 1o act: ll ava di no1t aver saputo guarire il nipote; il n1ccl ico riporlò una ferita alla region e dorsale. Il 27 se ttembre, in una borga ta di Siena, verso le 2 del mattino , il dott . Alberto Rinaldi, di 63 anni, veniva aggr edito e u cciso a colpi di bastone dn un indiYiduo rimasto ·sconosciuto. Per u11 inforlunio 1ulorrLobilistico h a per d uto la Yita il dott. Cortés Pastor , presid ente del C.ollegio !Vferlico di Valenza (Spagi1a). Il dott. A. Dar court di ~1.arsiglia , uno dei piorderi <lella r oe ntgen ologia, h a dovuto subire il c1odicesin10 ir\ terYento chir11rgico.
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La polizia di Ale11e ha arre-- ta lo l.111 ccrlo <.-. ;hlor os , ch e tra altre a ttiYità cri1ni11osc fabl)rica' a delle lauree i11 medi ci11a , perfe t ta111e11 tc i111itale : la tnriffa l)er ogni diplo1na erJ di 50.000 dra111n1e (circa 5000 lj r e it. ) . Il ciarlalanis n1 0 i11 i11e(lici11a r a1)presenta evidente111ente u11 g rave p eri colo , s ia che venga esercitato da profani , ~i a da persone clic posseggono qualche esperienza 1)r ofessio11ale, coI11e i farmacisti, o anche, talvolta , g li s tessi medici provvisti di laurea. Questi ultimi non sempre so110 al sicuro dalle ·sanzioni leg·ali. In una relazio11e fatta in una riunione d ella « Union internazionale contre l e péril Yéné1ien » a Madrid, il sig. Schaenen , <li Bru ·elles , si è occupato dell 'importante argomer1to, con speci ale riguardo al ciarlatanismo n t=il1e malattie veneree. Quarantacinque Paesi , fi11ora , 11anno adottato provYeòimer1ti legali contro iJ ciarlata11ismo n1eòi co: <legl i Stati europei , la Francia risulterebbe il Pae~· c che ha organizzato nel morlo r11jgliore la difesa.
Il 9 ottobre spiraYa in Ro111a a 71 a11ni il doti. E1JTtì\r10 MASELLI. Ft1 assistente ed aiuto chirt1rgo c1 egli Ospedali di Roma. Ricordiamo che fu tra i pri111issimi in 11 alia ad interYenire cbirurgican1en1r fl Cr ferite del cuore praticando la sutura òel YC n I ricolo n el 1899 jn un nirrolo ospedale di Pro,·inc ia (Zagarolo). Le sue alte qualità 111ornli e la , u a T>erjz;:l ll.1CtÌÌCa gli Yal sero }arg·a rinomanza C' • Lin1a i1el ìn . . 11a Provi11cia e nei lun g·hi anni pns ati i11 An1erica ove contribuì co11 il prestig io d e lla sua opera professionale e della , l.la azion e a I €'11er allo il 11on1e d ei nostri connazio11:l li e della P a lriu.
J.,e mnlatt.ie infettive in Italia. Nuni ero dei Comuni colpiti e numero rlci casi (fra parentesi).
De11u11zie clal 16 seltembre al 22 settembre: Morbil)o 157 (452) ; Scarìa ttina 142 (381) ; Pertosse 76 (J87) ; Varicell a 40 (55) ; Vaiuolo e vaiuoloide .__ (- ) ; Febbre 1ifoidea 535 (1150) ; Infezioni paratifiche 79 (127) ; F e])bre 011dulante 28 (36) ; Di ssent eria 20 (2 7) ; Difterite e crou p 252 ( 452) : Mening i te cerebro-spinale epidemica 7 (7) : Poliomielite anteriore acuta 21 (21); Encefalite l etargica 2 (2); Anchilostomiasi 9 (13) ; Rabbia: morsicature di n11irrtnli rabbici o sospetti 40 (56), dichiarata (-); Pus tola n1aligna 39 (46) Denu11 1ie dal 23 selten1bre al 29 etten1bre : ~Ior ]Ji1lo 132 (353) : Scarl attino 140 (376) : Pertosse 61 (J53) ; Var icella 50 (74); Vaiuol o e v.aiu.oloide . . (-) ; Febbre tifoid ea 535 (1131) ; Infez1onl. pa:at1f1r l1e 11 •) (15 "1) ; ]~ebbre ondula r1te 21 (23) ; D1ss~n t eria 15 (l G) ; Difterite e crol1p 2:12 (420 M~n~11o-i le cer e bro-spinale epidemica 9 (9) ; Pol101n1el1te ~11 leri o re ac ut a 24 (34); Encefalite le targi ca ~ (-) ? . \11cl1 i l o·s t o 1ni n~ i 13 (25) ; Rabbia: i11 or sicature d1 ,.11in1 ali r a bl)ici o o p etti 36 (67), dicl1iarata 1.--ì : Pu · tol a 11H.t1 i g11a 23 (.29) . 1 )
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RASSEGNA. DELLA. STAMPA. MEDICA. Stirg., Gyri. a. Ob sl. , inag. -
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Le OPERE DI MEDICINA CHIRURGIA ED IGIENE pubblicate dalla Casa Editrice LUIGI POZZI di Roma gli a bbon a li al
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« IL POLICLINICO »
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Indice alfabetico per materie. A11gina pectoris: i111piego della s lrofantina . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2072 Artrite cronica: zolfo colloidale nella cura dell' . . . . . . . . . . . . » 2058 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . » 2062 Calore: patologia da fra g li operai n1etropolitani in Eritrea . . . . . . . » 2049 ('hirurgia: probleini di alta cu ltura . . » 2068 Coll as oterapia nella t ube rco1ot-:i po1111. : 2064 co111portamento dell'ugola . . . . . . » Cuore: t erapi a degli -t3.1i minaccios i di debolezza . . . . . . . . . . . . . . . » 2068 1~ oflaln10 pul an te e sua rura . . . . . n 2034 GAJFAMI p. . . . . . . . . . . . . . . . )) 2075 l 11fezioni: ba l lerioCago nella terapia dell e . . . . . . . . . . . . . . . . » 2058
Infezioni urinarie: risullatj terapeuticj della dieta chetogena . . . . . . . . . Pag. 2054 Ipertiroidismo: trattamento con i raggi X . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 2058 ~Ialaria : terapia adrenalinica Yeno·sa del2058 le SJ>lenomegalie . . . . . . . . . . . » t\!Iiastenia grave: influenza delle forti do2059 si di clorato di potassio . . . . . . . . » 2072 Ormoni ovarici e pituilarici . . . . . . . » 2008 Sincopi di origine inde termina ta . . . . » 1'achicardia parossistica : iniezioni endo2071 venose di digilole . . . . . . . . . · · » 1'umori :r.naligni : .~ L ato allergico verso 2031 I 'estratto di . . . . . . . . . . . . »
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G. FRUGONI, Red. capo.
Roma · Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
AN~O
Roma, 28 Ottobre 1935 - XIII
XLII
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
Nnm. 4:3
'' DURANTE
SEZIONS PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. CESA·RE FRUGONI Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. Note e contributi : V. Ruiz . L'anestesia iperidurale di Pa-gés in 'g inecologia. (Con siderazioni su 315 interventi chirul'lgici su un totale di 1236 a nestesie peridurali) . Osservazioni cliniche: L. 'forchiana: Contributo alla diagno.::ii clinica delle ci<Sti del mesentere. Questioni d'attualità : G. Uast r onuovo: Irritabilità, psicosi e neuro patie tropicali. - Steuber: Sull'igiene della guerra coloniale. Sunti e rassegn;~: ORGANI DELLA RESPIRAZIONE: F. Besançon, R. Azoulay e A. Martin · La forma cavitaria della dilatazione dei bron,c hi. - L. D'Amato: Di alcuni nuovi segni per la diagnosi dei versaJIILenti liberi della plellra. - RICAMBIO: A. Raiga, J. Martineau e H. Ohwbanier: Foruncolosi ed irperglicemia. - W. Nonnenbruch: La · secrezione io terna e il ricMnbio idrico. - DIETETICA: Skuli V. Gudjo·n sson: Problemi di dietetica moderna. - N. Pende: L 'azione degli alimenti sul sistema endocrino-Eìim•p atico. Divagazioni: Gi1bert-Robin: li iso e sorriso morbosi nell'infanzia. Hotizia bibliografica. - Cenni bibliografici.
Appunt i per H ~nedico pratico : CASISTICA E TERAPIA: La sindrome iipotalamica. - Lo studio .prodromico della paralisi infantile. - Cura della meni•n ,g ite cerebrospinale. - I pericoli del trattamento degli encefalitici con atropina. - La mia,Lgia addominale ed i suoi rapporti con g li organi interni. - Le iniezioni subaracnoidee di alcool. - DIAGNOSTICA: La reazione di Takata e Ara n ell .1. diagnosi di attività della tubercolosi p~l monare. - TECNICA DI LABOftATORIO: L 'isola,mento del bacillo di Ebertfu dal sangue. - MEDICINA LEGALE ; Il giudizio di pneumoconiosi grave. - MEDICINA SCIENTIFICA : Ricercl1e sulla senescenza. La struttura delle parattroidi nelle varie età. - v-ARIA. Nella vita professionale : Appello a tutti i medici. Insegnamento Sll(I>eriore. -- Cronaca del movimento professionale. - Servizi iigienico-sanitari. - Concorsi. - Nomi ne, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.
duraile, ideata da un chirurgo spagnolo, il <lott. Fidel Pagés n el 1920, ch e, morto imrnaturatamente, potè pubblicare solo un lavoro n el 1921, riferendo i risultati ottenuti in 43 malati. La nuova anestesia , p er questa ragione , fu sconosciuta fino a che il prof. Dogliotti, della Clinica del prof. Uffreduzzi di Torino, la fece nota come origi11ale senza modificare sostanzialmente il metodo di Pagés (1).
Conviene ricordare tuttavia che, anteriorrnente a Pagés, altri AA. pensarono o tentarono una simile anestesia, ma i risultati furouo negativi. Tra essi va ricordato Cornig che nel 18'85 tentò una modificazione Qella rachianestesia, che però non lo soddisfece. Posteriormente Sicard nel 1901 e poi Cathelin preconizzarono le iniezioni epidurali di sostanze anestesiche con fini terapeutici e chirurgici rispettivamente: seguono però la via sacrale e solo cercano il blocco delle ultime radici midollari. Più tardi altri. cl1irurghi come Laewen (1910) Tuffier, Reclus , Chipault, Hamecart, Shlimp ert, Pachet, Kroning, Schneider, Kehrer (1916) Stoeckel, Bleek, Zwuifel, ecc. introducono sempre, per la via sacrale, quantità maggiori di anestetico cercando di ottenere blocchi più o n1eno alti ed alcuni di essi associano all 'anestesia epidurale, il sonno prodotto dal veronal, morfina e scopolamina. Questa breve rassegna storica ha capitale importanza per ch è ci eviterà errori di con cetto e ci impedirà di paragonare l 'anestesia epidurale sacrale di Chatelin con quella che è oggetto di questo lavoro.
(1) A. M. J)oGLIOTTI. Un proniettenle metodo di anestesia tronculare in studio : la r acliianestesia
peri du r ale segmentaria. DolJ. e 1\-fem. Soc. Piem . di Chirurgia, n. 7, 1921 .
NOTE
E
CONTRIBUTI
OSPEDALE SPAGNOLO DI BUENOS AIRES 11.EPA.RTO DI CHIRURGIA GENERt\.LE e GINECOLOGIA diretto dal prof. A. GuTIÉRREZ.
L'anestesia peridorale di Pagés in ginecologia. (Considerazioni su 316 interventi chirurgici sn t1n totale di 1236 anestesie peridurali ).
Dott. VICENTE Ru iz. Da circa due anni e per la prima volta · nel paese, abbiamo esperimentato nel servizio del prof. Gutierrez, un nuovo tip·o di anestesia, la
an.estesiri nietam,erica exlradurale, epi- o peri1
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« IL POLICLI'JlGO »
I tentativi degli AA. già citati non furono soddisfacenti e l'anestesia epidurale cadde in disu so l1'er i risultati incosta11ti e per alcuni incidenti mortali osservati; con la tecnica ideata da Pagés tuttavia è tornata alquanto d 'attualità perch è evita la préparazione ipnotica del p. e p er chè è quasi innocua. Prima di entrare n el cuore della questione faremo dei ricordi anatomici del canale rachicleo, essendo essi di grande valore pèr compre11dere la tecnica de 11 'ar1estesi a . È noto che il canale vertebrale è u11 cortdotto osteoligamentoso, nel cui interno si trova il midollo spinale con le su e tre m eningi, le radici sensitive e motorie, grasso fluido più o meno abbondante • e vasi. Importan te a ricordare è il comportamento della dura madre cranica : passando nel can ale vertebrale essa si divide in due lamine, una esterna endorachidea, l 'alt.ra interna, la vera dura madre, ch e circonda il midollo a mo' di sacco tubulare. Tra le sue lamine esiste quindi uno spazi.o, lo spazio epidurale o extradurale, più o meno ampio , occupato da tessuto adiposo e da vasi, e che in alto termina nel fondo di sacco a livello del con torno del foro occipital e, che è dove si inserisce la dura madre. Questa membrana, com e è noto. è resistente e la su a aderenza all'osso è tale ch e in nessun punto tale spazio è in comunicazione con gli organi intradurali, ·d ato anatomico di importanza capitale, perchè, come vedremo, ci assi cura la impossibilità ch e l 'anestetico possa giungere al .b ulbo. Il sacco durale mediante la sua parte interna è in r apporto con l 'ar acnoide e tra queste e la pia m adre trovasi lo spazio subaracnoidee dove circola il liquido cefalorachidiano . Per dimostrare l 'assolut.a indipendenza tra gli spazi peri- e intradurale, sono stati iniettati , nel cadavere , liquidi colorati n ello spazio peridurale e ripetute volte è stato 1rovato che essi non penetravan o nella cavità sub aracnoidea. Nelle nostre prime malate, dopo aver fatto l' anestesia con la novocaina n ello spazio peridurale, fu estratto dopo 1/ 2 ora liquido cefalorachidiano, ma l'analisi di esso non rilevò m.ai presenza di novocaina. In un recente lavoro Zorraquin h a detto che nella stessa maniera che si monta una bussola in una camera di olio , così la midolla non potrebbe esser salita nello spazio peridurale se gli organi non avessero acquisito d ensità o tensione differente da quella dei loro ammortizr.atori. Così si è formato il cilindro meningomidollare con pressione positiva e densità
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rr1aggiore, e il grasso epidurale con pressio11e positiva e densità minore. Perciò il liquido cefalo rachidiano tende a portarsi in fuori, e il grasso epidurale succhia dal di fuori . Per questo, qua11do si punge la dura madre e quindi si ritira l 'ago non è possibile che la soluzione ariestetica p enetri ne1lo spazio subaracnoideo. F~ b en e ricordare questo dato della pressione n egativa dello spazio peridurale, perchè vi ritorneremo quando ci occuperemo della tecr1i ca d ella anestesia.
T ecnica dell'anestesia peridrirale. - Pre.m essi questi brevi ricordi a natomici, vediamo ora quale istrumentario è necessario, la soluzione anestesica adoperata e come deve èssere effettuata la puntura. Gli 5trumenti si riducono ad una comune siringa di vetro da 10-2 0 eme. e ad un ago lungo e fino. P er fa cilitare l'iniezione, il prof. A. Gutiérrez ha cr eato un tipo dì ago, ch e noi abbiamo adoperato per gli indiscutibili vantaggi ch e esso presenta (vedi fig. 1). ~.,.__.._
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FrG. 1. - Viene riprodotto l 'ago di fronte e di profilo co11 e senza m andrino. In basso, a destra, il padiglion e scavato dell'ago ch e facilita la visualizzazione del « segno della goccia ».
Come anestetico abbiamo adoperato una soluzione di novocaina al 2 ~lo , da p repararsi al momento dell ' uso . A detta soluzione vanno aggiunte 10 gocce di soluzione di adrenalina al millesimo, che costringendo i vasi, ritarda l' assorbim ento dell'anestetico, e facilita così un contatto più prolungato p0Ssihile con le radici nervose. Dopo alcune prove con soluzioni men o concentrate, è stata a dottata definitivamente la novocaina al 2 %, con la quale i risultati sono sempre sicuri e innocui. Preparata la solu zione anestetizzante, viene posto il paz. sul 1
[ANNO XLII, NuM. 43]
tavolo operatorio in posizione seduta o in decubito laterale, ma preferibilmente n ella pri. . n1a pos1z1one. Il primo tempo dell'anestesia epidurale è esattamente uguale ad una rachianes~esia : si palpano le apofisi spinose e si punge tra due di esse, sia sulla linea mediana sia lateralmente. :È preferibile tuttavia la linea mediana per tre ragioni: 1° perchè a questo livello lo spazio peridurale ·è più ampio, cioè, vi è maggior distanza fra la dura madre ed il legamento giallo; 2° perch·è vi è n1eno possibilità di ferire le vene endo rachidee che sono lateralizzate; 3° perch·è la puntura è più facile.
A che rilte.zza dello col onna si d'eve p111ngere:J 0
La nostra esperienza h a dimostrato che pur e~sendo indifferente pungere fra la 1a. e la 2a. lombare, la 2a e la 3a, la 3a. e la 4a., quest'ultima sede è da preferire. Eseguendo la puntura fra qualsiasi delle vertebre lombari , si ha la sicurezza di ottenere un 'anestesia ch e si estenderà dalla clavicola fino agli arti inferiori, perch è la soluzione diffondendosi per lo sp·a zio peridurale bagna i distinti rami rachidei. Se però si vuol ottenere solo una piccola zona di anestesia, no11 dovendo dimenticare che essa è metamerica e che quindi esistono dei p1mti di elezione. per realizzarla, facend o la puntura si dovrà ter1er presente la topografia vertebroradicolare e vertebromidollare, ricordando altre ~ ì cl1e la innervazione della paret.e addon1inale o toracica nor1 ha rapporti con quella viscerale. Dopo aver attraversato con l'ago munito del suo mandrino la cute, il tessuto cellulare e si è giunti al le.gamento sopraspinoso, si toglie il mandrino, e con la siringa si inietta la soluzione anestetizzante. Come è · naturale, esiste una resistenza dovuta al legamento sopraspinoso che ne impedisce la penetrazione: si ritira allora la siringa e si lascia ch e il liquido riempia l'ago ed il padiglione: si procede quindi spingendo millimetro per millimetro l 'ago, badando che le dita pollice ed indice non facciano cadere la goccia ch e è rimasta aderente al padiglione. L'ago attraversa il legamento sopraspinoso, quindi quello interspinoso e perfora il legamento giallo, il che sarà percepito con le dita con maggiore o nlinore chiarezza. el mon1ento i11 cui si ha la sensazione tattile e a volte uditiva, come un lieve scricchiolio, la goccia è assorbita, succhiata dalla pressione negativa dello spazio peridurale, dando così la sicurezza che la punta dell'ago sta in detto spazio. 0
2093
SEZIONE PRATICA
Tale fatto fu osservato per la prima volta da A. Gutierrez, che lo chiamò segno della goc• eia.
Questo s~ono che si osserva con elevata percentuale, facilita enormemente la tecnica del1'anestesia peri durale e la pone in mano di un gra11 numero di persone. La goccia può essere aspirata rapidamente o lentamente : in alcuni casi solo si ha qualche oscillazione. In questo momento si applica all'ago la siringa caricat.a co11 la soluzione anestetica e si osserva che spingendo lo stantuffo, il liquido penetri senza alcuna difficoltà, come quando ad es. si fa un 'iniezione endovenosa. Nel mon1ento in cui la punta dell'ago raggiunge il legamento giallo è possibile che i11vece di essere aspirata la goccia , venga fuori del liquido cefalo-rachidiano. Tale eventualità può esser dovuta a due cause: 1° eccessiva penetrazione dell'ago; 2° la dura madre, aderendo alla parete del condotto rachideo, riduce notevolmente lo spazio peridurale. Se la fuorius cita di liquido cefalorachidiano è dovuta ad eccessiva penetrazione dell'ago, si ritira questo milli metricamente e quando non fuoriesce più liquido, occorre accertarsi che l 'ago non sia ostruito o con un mandrino o facendo tossire l'infermo o infine ricorrendo a qualche altra manovra per accertarsi che l 'a.go sia pervio. I11di si potrà procedere all'anestesia. Può anche s uccedere che nell 'approfondire l'ago questo b.atta sulla verteb·r a o che venga sangue dalla puntura di una vena endorachidea : in ambedue i casi non c'è che da ritirare l 'ago parzialmente o totalmente, con l'intenzione di tentare una nuo,ra puntura che eviti tali scogli. Da ciò che abbiamo finora detto si deduce che per iniettare la soluzione di novocaina pos- sono seguirsi due procedimenti: la via diretta e la indiretta. Chian1iamo via diretta quando l'ago è introdotto nello spazio peridurale direttamente, di prima intenzione. Nella via indir etta si introduce 1'ago nello spazio subarac11oideo come per una rachianestesia e non apJlena viene del liquido cefalo rachidiano si ritira l 'ago di alcuni millimetri fino a ch e finisce di colare liquor, il che ci permette di sapere che la punta ha lasciato lo spazio peridurale. Dopo aver realizzato le manovre che abbiamo descritto, per avere la sicurezza che siamo nella buona sede, si procede alla iniezione dell 'anestetico , il che può farsi in forma frazionata, come andremo a spiegare fra poco. :È ovvio che debba essere preferita la via di1
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retta e noi così facciamo nella maggioranza dei casi. La penetrazione dell'ago necessaria a raggiungere lo spazi.o epidurale varia molto fra I 'una e l 'altra inferma, giacch è dipende da vari fattori anatomici che non ricorderò. Le cifre estreme che abbiamo registrato oscillano fra 2 a 8 cm. La tecnica che noi abbiamo descritto ci pare molto migliore di quella consigliata da Dogliotti nel suo lavoro sull 'Am er. Jourri. of Surgery, vol. XX, aprile 1933. Il professore torinese usa da 30 a 60 eme. di soluzjone novocainica all'l o 1,5 %: preferisce il dscubito laterale per praticare l 'iniezione : disconosce il segno della goccia ed usa un proce-. dimento per giungere allo spazio peridurale che non ci convince. Dissentiamo assolt1ta1nente con Dogliotti quando mette fra le eccezioni della anestesia peridurale le grandi operazjuni sui genitali interni e la nostra statistica è di1n o ~1rati ra a tale proposito. 1
Che quantità di soluzione deve iniettarsi ed i7i ohe forma? L'esperienza acquisita ci permette di dire che diper1de dalla gravità clell'intervento da effettuarsi, dalla costituzione e dal peso del sog,getto. Per es. noi ab·b iamo praticato appendicectomie con solo 20 cm3 della soluzione al 2 %, molti interventi con 35 cm 3 , però se si vuol avere la sicurezza di una buona anestesia per interventi ginecologici, ·è necessario iniettare ±0-50 crn 3 • L'introduzione del liquido deve farsi con lentezza e si può effettuare in forma completa o frazionatamente; nel primo caso si inietta in una sola volta la quantità totale, nel secondo si iniettano prima 5 cm8 della soluzione, si attendono 5 minuti e si esplora la sensibilità e la motilità rd egli arti inferiori; ottenuta la certezz.a che si è fatta rachianestesia, si inietta il rima11ente. Quali reazioni provoca l'introduzione della soluziorie di 1iovocaina? Anzitutto dipende dalla emotività e idiosincrasia delle inferme, perchè è stato osservato ch e in alcune pazienti la semplice puntura della pell e bastò per p rovocare sudori, lipotin1ie, pallore, ecc. La grande maggioranza dei casi tollera I 'in iezione perfettamente: tutt'al più avverte un po ' di secchezza in gola, tachicardia, palpita1
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« IL POLICLINICO »
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ZlOnl.
Ad ogni modo nella Cartella anestesica vengono r egistrate le sensazioni avvertite dalle inferme. Immediatament e dopo la puntura, si l1a diminuzione della pressione n1assima e minima,
quest'ultima però in proporzioni minori; alla fine dell 'intervento è stato osservato abbassamento delle pressioni massima e n1inin1a in proporiioni uguali. Il polso aumenta di frequenza poco dopo l'anestesia; mentre alla fine dell'intervento si ha spesso tachicardia. Tern1ina~a l 'iniezione, si fa sdraiare l 'infern1a se11za che sia necessario che essa si ponga in decubito laterale o in posizione di Trendelenburg, e Ie si iniettano 25 ctgr. di caffeina. Norm·almente dopo 10 minuti si ha sull 'addo111e una zo11a a fasc:ja di anestesia, corrispondente alla zona dove si ·è fatta l'iniezione, e che gradatamente poi aumenta sia in alto che in basso. L'anestesia termica, dolorosa e tat~ile, si estende poi in forma eccentrica a partire dal basso ventre giungendo nello spazio di 40 minuti nella maggioranza dei casi in alto fino al secon.do spazio intercostale, in basso fino ai piedi. Prima di corninciare l 'intervento è bene tuttavia attendere 25-3'0 minuti. Con la dose abituale di 35-45 cm 8 l 'anestesia persiste per circa ì ora e mezzo e permette di eseguire le più diverse operazioni sull 'addome, per la grande risoluzione ·m uscolare e per l 'immobilità viscerale che la accompagna, sino al punto che in molte inferme l'intervento ser11bra una dissezione di anfiteatro. CARTELLA DI ANESTESIA EXTRADUllALE.
Oss. n .. ... Nome e cognome . . . . . . . . · · · · · · · · · Data dell 'interven lo . . . . . . . . · Operazione eseguita . . . . . . . · · · · 'Pressione arteriosa preopera l o ria · · · Polso . . . . · · · · · · · · · · · · · · · Esecutore della puntura Dr. . . · · · · · · . . . . . . . . . . . . Zona della puntura Penetrazione dell ~ag·o . . . . . . · · · · · · Do·se iniettata . . . . . . . . . . . . . . ,S egno della goccia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . · · Posizione del paziente Inizio dell'anestesia . . . . . . . · · · · Accidenti sopravvenuti durante l'anestesia: pallore del volto, nausea, stato sincopa1e, <listurbi re· · · · · spiratori . . . . . . . . . . · Pressione arteriosa immediata . . . . . . · · Polso . . . . . . . . . . . · · · · · · · · · · · ~ dopo 10' . Durata dell 'anes1esia l <lopo 20 , . Stato della motilità . . . · · · · · · · · · ~ freddo . . . . · · · · Sensibilità ler1nica al } caldo . . . . . Ji1izio dell 'in terven lo . . · · · · · · · · · · · Rilasciamento inuscolare completo? · · · · Ri1ascia mento degli sfin teri ·~ . . . · · Termine dell'intervento . . · · · · · · · Pressione arteriosa post-operatoria · · · · · Polso . . . . · · · · · · · · · · · · · · · · · Estensione dell 'anestesia al lermine dell'intervento. Decorso post-operatorio: cefalalgia, rachialgia , • • • • • • • • • · · · · · · · · · · · Voml. to . •
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SEZIONE PRATI CA
La sensib·i lità dolorifica è la prima a scomparire, p·o i quella termica, infine la tattile; i riflessi tendinei e cutanei mancano nella zona an estetizzala, così come la sensibil)tà viscerale. In alcune inferme la trazione dei legamenti circostan~i, p. es. per .effettuare una ligamentopessia ha provocato stato di nausea e vomi.to transitoriamente, e tale fenomeno osservato di tanto in tanto ci ha convinti della necessità di. bloccare il plesso solare se si vuole ott~ nere una immobilità add0n1inale assoluta. Il decorso postoperatorio in queste inferme è normale, ideale, diremo quasi, giacchè le IJazienti avvertono unicamente solo disturbi propri al} 'intervento realizzato , ma nulla che riguardi l 'anestesia , come si verifica ·q uando si fa l 'anestesia generale o rachidea. Con l'anestesia IJeridurale si riducono al minin10 lo stato di nausea ed i vomiti che tormentano gli operati con l'anestesia per inalazione e così pure si sopprimono le cefalee e le rachialgie che provoca la rqchianestesia. Solo in una inferma fu osservata rachialgia per un giorno nel punto della puntura: era stata una delle prime anest esie e senza dubbio il dolore fu dovuto all 1introduzione del liquido in pieno legamento giallo o intraspinoso. I benefici ·dell'anestesia peridurale possono valt1tarsi non solo durante l'intervento operatorio ma anche nel decorso postoperatorio di quelle inferme sottoposte ad interventi gravi e prolungati. Prima di riferire su gli esiti ottenuti con la anestesia peridurale di Pagés e di riassumere la statistica del servizio d el prof. Gutierrez, che forse ·è la più vasta del mondo ~ vogliamo tuttavia accennare agli insuccessi ed agli incidenti che ab·b iamo osservato. Nel 1932 su un totale di 202 casi, avemmo 12 insuccessi, dei quali in sei non si ebbe anestesia e nei rimanenti fu necessario completarla con etere, cloroformio , ecc. Su un totale di 1236 anestesie abbiamo avuto 26 insuccessi, comprendendo sempre anche i ca si ·d i anestesie incomplete. Sarebbe molto facile però diminuire la piccola proporzione degli insuccessi, limitando il nu1nero degli anestetisti, gia.ccl1è nel servizio del prof. Gutìérrez, ogni chirurgo anestetizza la propTia inferma e qualche volta l'anestesia viene fatta ~nche da alcuni. praticanti. Ora pur essendo noto che la puntura non è difficile, tuttavia richiede sempre una certa abilità manuale. Gli insuccessi e gli incidenti che ora analizzeremo possono riferirsi a varie cause:
1° errori di tecnica; 2° u so di soluzione debole; 3° insufficiente qu.a ntità. I11tenzionalmente non menzionamo la possibilità che un 'anomalia anatomica impedisca la completa diffusione dell'an estetico, o che si tratti di un infermo rachiresisten~e, possibilità che potreb bero invocarsi frequentemente per giustificare gli in. successi. I casi di morte furono dovuti nella mag·g ioranza dei casi a mancanza di abilità dell 'anestetista o per poca conoscenza dei dettag·li di tecnica o infine per fatti di ossificazione del legamento sopraspinoso e intraspinoso, per devi.azioni o deformità della colonna vertebrale, circos~anze nelle quali il più abile a11 est eti sta p·u ò avere degli insuccessi. Possiamo d'altra p.a rte affermare che quan. do l'anestesia fallisce, è perch.è è mal fatta. :È da lamentare infatti che alcuni dei nostri cl1irurghi ab·biano fatto l'anestesia di Pagés senza conoscerne esattamente la tecnica, perch-è ciò ha fatto aun1en~are il numero degli insuccessi e qualche volta ha provocato anche la morte istantanea del paziente. Tali cl1irurghi hanno emesso naturaln1ente giudizi sfavorevoli sull'anestesia, dimenticando ch e non si può i1npunemente iniettare 1 grammo di novocaina nel liquido cefalorachidiano. Nelle nostre 1236 aneste-s ie eseguite nella Clinica del dott. Gutiérrez noi ab·b iamo avuto due inci,d enti seri causati dall'anestetico e due casi mortali che crediamo però non -da imputarsi all'anestesia e nei quali la auto·p sia, che non fu potuta fare, avrebbe dato la certe.zza assoluta. Tuttavia li illustreremo al fine di dare un giudizio veramente severo dell 'anest esia peri durale. Il prin10 caso le~ale riguarda una paziente di 60 anni con insufficienza mitralica, che si operava di emorroidi , nella quale si iniettarono 35 eme. della soluzione. Tollerò perfettamente l 'intervento, n1a dopo 5 minuti che questo era terminato ebbe una sincope cardiaca e morì nonostante le cure d'urgenza apprestate. Il secondo caso mortale si riferisce a d un 'infer1na di 50 a., con frequenti aritmie, porta .. trice di u11 mioma uterino. La puntura fu difficile p er chè, a causa dello. spessore del pannicolo adiposo , la p alpazione. delle apofisi spinose riusciva difficile. Si iniettarono comunque 45 eme. , ma probabilme11t& gran parte della soluzione rimase fuori dello spazio peridura]e i)erch è l 'anestesia h1 parziale· ed infatti 1'infern1a con1in ci.ò a lam e11tarsi n el 1
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« IL POLICLINICO »
momento in cui si dovevano pinzettare i peduncoli uterini. P er potere suturare la parete addominale, si dette anestesia eterea e ·q;uando si chiudeva i] piano aponeurotico, si eb·b e una sincope cardiaca . Degli accidenti serii uno appartiene al dott. Alberto Gutiérrez e l'altro a me. Nel pTimo caso si trattava di una inferma portatrice di t111a citì ti idatidea della faccia superiore del fegato , nella quale la puntura si fece in forma indiretta fra la III e la IV vertebra 101nbare e ch e, non appena terminata la i11iezi.011e, presentò una paralisi respiratoria e quindi cardiaca cl1e furono combattute con i m etodi che si adottano in tali casi. Questo in cidente è stato d ettagliatamente d escritto da Gutierrez e JJopez L-\ubido n ella loro con1unicazione al 4°. Congresso nazionale di chirurg ia e qui io ricorderò soltanto che dopo circa tre settimane la paziente s ub ì l 'intervento con a11estesia peridurale (±5 eme. ) con esito p erfetlo , in p rese.11za d el prof. Devé. Il caso mio app·a rtiene alla osservazione nu1nero 38, d ella second.a serie; si trattava di una inferma di 40 anni in e.attivo stato di nutrizione, ]a quale do:veva essere sottoposta ad u11'operazion e di Werthei.1n. Siccome la paziente a' 1eva ambedue gli ureteri catet erizzati per l ' OJ)erazion e, feci la pu11tura in d ecubito laterale sini stro : il segno d ella g occia fu perfettam ent e positivo. Avevo iniettato 43 em e . d ella soluzione al 2 %, quando la paziente avvert'Ì un lieve malesser e. Il IJOlso era piccolo p er ò u guale e b·atteva con una fr equenza di 85 pulsazioni al minuto primo. La pressione massima era 10 e la minima 4. In questo momento la pazie11te, con voce d ebole accusò difficoltà al r espiro: il polso continuava intanto ad es· sere i1iccolo e reg olare e il torace, cog li spazi inter co ta li leggermente r etratti , a ppen a si muoveva : al mio incitamento a fare delle inspirazioni profonde la inferma sussurrava di non esser e capace. Visto ch e la paziente non r eacriva m alg r ado il soccorso terapeutico si praticò r es1)irazione artificiale che si dovette continuar e per 3 or e. D op o due ore e n1ezzo la paziente cominciò a respirare in for m a imprer i sa 0 irregolaTe e quindi ritmica e profonda: insieme con i movim enti respiratori la paziente riprese conoscen za , a11parve il riflesso corneal e e disparve la midriasi. 'D urante tutto que to tem po il cu or e battè con r egolarità, per ql1a11to in al cl1nì mon1 enti fo sse difficile apprezzare il polso r adiale. Non appar, e ciano i 11 r r a l'freddan1 r nto d elle e Lren1ità . 1
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In ques to caso, secondo il dott. Gutiérrez, la positivit.à del segno della goccia ottenuto con una puntura diretta dello spazio extradurale, elimina ogni possibilità di penetrazione del]a soluzione anestesie.a nello spazio subracnoideo e il suo mescolamento con il liquido cefalo rac;h id1ano. L ' accidente fu dunque di tipo respiratorio: una paralisi del diaframma e dei n1uscoli int~rc.ostali. Varie son o le ipotesi p·o ssibili: fu la paralisi dovuta al blocco del nervo frenico oppure a inib izione dei nervi intercostali in un primo tempo e quindi in un secondo tempo del diaframma, dando così luogo ad una anossiemia riflessa bulbare. La r etrazione degli spazi intercostali, osservata nei due prin1i mon1enti, fa propendere p er quest 'ultima ipotesi. la rapida diffusione dell 'anestetico, facilitata dalla i)osizione e dallo stato di denutrizione della malata, deve essere stata la causa dell 'incidente. Prevenuti da un tale serio avvertimento ed adottando xnaggiori IJrecauzioni un mese più tardi la n1alata operata con anestesia p eri. durale, usando 45 eme. di anestetico. Che esperienz.a ab·b ian10 in chirurgia gine · cologica? Nei 1236 casi della nostra statistica fig·urano in.ferme la cui età oscilla dai 16 ai 78 anni e gli interventi più variati: g astrectomie, g astroenterostomie, r esezioni intestinali, addominoperineali, appendicectomie, eventra111enti, colecistecto1nie, colecistoston1ie, ci ti del fegato , nefrocolopessie, n efrotomie , nefrecton1.ie , tumori r etroperitoneali , operazioni di Albeex, osteoto111ie, amputazioni., estirpazioni della mammella con i pettorali e svuotamento ascellare. Per quanto riguarda ]e operazioni ginecologiche, fino .a l primo maggio del corrente anno, ne ab b·iamo 315 , d elle qu.a li 213 per via addominale e 102 per via vaginale; interventi questi le cui caratteristiche , la dose anestetica u sata, i risultati ottenuti, ecc., sono apparsi n el nostro lavoro pubblicato in cc El Hospital Espanol » anno quarto I111meri 6 e 7. Si può dire che tutte le 01)er azi.oni ginecologiche furono fatte, e per non est.endermi oltre descriverò soltanto due casi ch e sono veram ente dim ostrativi per formarsi un 'opinione riguardo alla anestesia di cui noi trattiamo. Uno· di tali e.asi riguarda una paziente con assenza di vagina , n ella quale il dott. Gutierrez praticò l'operazio11 e di Bald,vin-Mori , usan do 50 em e . d ella soluzione : l 'anest esia durò due ore e mezzo e soltanto alla fine fu n ecesgario dare un ])O' di eter e (I O g. ). La paziente tollerò perfe Lta1nenl e l 'inter,1ento ed eb1
fu
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~U1"1.
XLII,
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SEZIONE PRATICA
be un decorso postoperatorio ideale, tanto che il suo stato generale in n essun momento die·· de segno dell'intenso traumatismo subito. Nel1'altro caso, altrettanto dimostrativo, si trattuva di una fistola sigmoidea u~erina, consecutiva a manovre abortive praticate 5 mesi e mezzo prima dell'ingresso nel repa~o : la breccia era tanto am·p ia che la paziente defecava dalla vagina ed il dott. Gutiérrez si vide obbligato a praticare in un primo .tem.p o un ano cecale di scarico temporaneo (usando 45 eme. della so luzione)~ dopo due m esi si praticò la plastica della fistola, plastica che s~ pres.entò molto difficoltosa per le aderenze es1stent1 fra il colon sigmoideo e l 'ut.ero. L'intervento si prolungò per un'ora e quaranta n1inuti e si iniettarono 50 eme. Il decorso postoperatorio fu ottimo ed un m ese dopo , con 35 eme. della soluzione, si chiuse l 'ano cecale. A tal punto ci convincono i risultati ottenuti con l 'anestesia peridurale di Pagés, ch e nel servizio del prof. Gutierrez, tale n1etodo di anes~esia ha so·ppiantato tutti gli a ltri rr1etodi, come risulta dal seguente quadro .
quali l'anestesia generale è controindicata, perch~ può ripetersi senza inconvenienti, perchè il decorso postoperatorio è migliore. L'anestesia locale è di minore tossicità, però non può essere usata negli infermi pusillanimi o molto sensibili, richiede grande abilità e conoscenze anatomiche nel chirurgo, esige una diag11osi esatta per evitare rnanovre esplora~ive, e infine toglie molto tempo, il che è un grave inconvenie11te nei reparti di grande ..' att1v1ta. Noi pensiamo inoltre che la anestesia p eridurale di Pagés rappresenta un netto progresso n el campo chirurgico, però che sareb·b e prematuro m ettere un g iudizio definitivo su di essa, p er chè la nostra esperienza non è sufficientemente vasta per poterlo fare. Per il momento, analogamente a molti altri chirurgi del nostro paese che hanno seguito il nostro esempio, stiamo riunen·d o il materiale che ci permetta di pronunciare la parola finale. BJBLIOGllAF'lA ARGENTINA.
Anesl esia metamérica p eridu~al. El Dia Médico, ago·sto J de] 1932; Idem. , Re-
ALBERTO Gti TJÉilREz .
Anni
1930
1931
1933
1932
-
e
Anestesia generale
68 o/o 25 60 11/
Locale
'
Rachi anestesia Varie
(l
26 ,20°/,. 4
27 0/0
35,50°/ 0 12.40°/,I
'
11 3.40°/0 4:f0°/ 0 2,50 /(1 O,240/o
30/0
Peridurale di Pagés
ol "/ o
670/o
-
3.40''/ 0 4,46° / 0 1 93°/ ' o 30,90°/ 0 81~20''/o
Attualn1enLe la anestesia generale è stata quasi abbandonata nel nostro reparto e noi siamo molto soddisfatti dei risultati finora ottenuti.
vista de Cirurgia, diciE>m})re de 1932. ALBERTO GuTIÉRREz y MANUEL L6PEz RUBINO. R esultados obteriidos con la anestesia p eridural. Comunicaci6n al IV Cor1greso NacionaJ de Cirugia. Revista de Cirug.ia, febrero d e 1933. ALBERTO G U TIÉRREz. Yalor de la aspiraci6n ltquida en e.l espacio perìdural en la anestesia peridural. Revi·st a de Cirugia, marzo de 1933. B ERNARDO LABANDiBAR y ELiA ~ G u TIÉ.RREz . Estudio
comparalivo de las an.estesias em.pleadas en el Servicio desde 1929 a 1933. Ibid ., junio de 1933. L111s 0 NTANEDA. T ensi6n del es,pacio epi·dural. lbid. , octubre d e 1932. · F PAGÉs. Anestesia metamérica. Rev. Espaµo1~ de Cirugia, 1921. RAu L P ENIN . Sobre anestesia rnetamérica epidural de Pagés . lbid. , abril d e 1933. \i-1CENTE R u 1z.
La anestesia peridural en ginecolo-
gia. Comunicaci6n a la Sociedad d e Ginecologi.a y Obst etricia en noviembre d e 1932. El Hosp1tal Espanol, afio ID, num. 17.
CONCL USIONI E RIASSUNTO.
~
indiscutibile che la anest esia peridurale non è il tipo di anestesia ideale perchè im por ta rischio per il paziente, però crediamo ch e essa sia superiore agli altri metodi di anestesia . comunemente ' usati. ~ certamente superiore alla racl1ian estesia p erchè ne ha tÙtti i vantagg·i e n essuno dei suoi inconvenienti (accidenti bulbari, cefalee, racl1ialgie, paralisi, vomito ecc.). ~ superiore alla anestesia generale eterea o cloroformica percl1è è inolto m en o tossica, perr l1? con essa si l)Ossono operare in fermi n ei 4
•
VIGENTE R u 1z.
La anestesia p eridural de Pagés en
Ginecologia. Revista de Cirugla, d e Br. As., diciemb1 e de 1933. In. La aneS4lesia p eridu ral de Pagés en Ginecolo- g la. Consideraciones sobre 238 casos. El Hospital Espaiiol, ano IV, n os. 677.
S. SAMMARTJNO. La an estesìa peridural de Pagés en la ciru gla de urgencia. Revist a d e ci-
EMILIO
rug ia, febrero d e 1934. DELFOR DEL V ALLE y RA(L
PA s TORIZA.
obre aneste-
sia peridural rie Pagés. Revis la ò e Cirugia, agogo t o de 1933. Gu1LLERl\IO Z oRRAQUiN. Fisiologia quirurgica del espacio perid ural en la anestesia epidural. F.J Dia ~Iédico , agosto 21 d e 1933 .
2102
H
lL POLICLINICO »
OSSERVAZIONI CLINICHE o PEDALE VITTORIO EMA NUELE III. PoRTOFERR:\IO
Contributo alla diagnosi clinica delle cisti del mesentere per i'l dott. Lu1G1 ToRCHIANA, chirurgo prima.r io e docente. lF ra le neoformazioni riscontrabili nell 'a.d · do1ne le cisti del mesentere sono senza dubbio quelle che meno si prestano ad una diagnosi di sicurezza, essendo, si'a per la loro rar1tà, sia per alcuni caratteri loro (mobilità , superfi cie, consistenza ecc.) facilmente confondibili con altre affezioni a1ddo1nina1i e, specie nella donna, difficiln1ente differenziabili con le cisti 0Yaricl1e. Anzi è con questa malattia che verte più facilme11te la diagnosi e quasi' sempre, 1telle numerose osservazioni pubblicate, la ci· sti del mesenteTe fu sorp•r esa al tavolo opera· te> rio. In ve·c e p er quanto riguairda la pa toger1 e·s i ì'argo·n 1ento delle cisti inesenteriche è stato in questi ultimi anni am·piamente• trattato e scorre11do la letteratura ch e lo riguarda si può prendere visione della gran quantità di 1avur1 ch e ha11no contribuito a inqu1adrarlo, sullai base dei reperti morfolog ici , in classifi cazioni che hen poco lasciano ancora a dire. Tali gli i11teressanti contributi di Niosi, Brunetti, ·F edeli, Delitala, Latteri , per non citare r.l1e alcuni dei più i.m.portanti fra i nostri , del Carter, ?vlonnier, :F oster, Dowd fra gli stra• • n1er1. È stato infatti possi·b ile stabili're alttraverso gli stu,d i di questi. AA. e le nu.m~rose osserValioni cliniche, ohe 1queste c1sit1 non solo posso·n o avere le origini più va:ie, ma ohe escluse le acquisite (rare) esse s1 presentano come cisti di origine embrionale, le quali, seco11do la recente classifica di Fedeli, dovrebbero essere cosi suddivise: 1
[ANNO
XLII, NuM. 48]
Invece per quanto riguarda il lato clinico scarrso è stato il contributo dei vari AA. e anche i più reputati trattatisti, sorvolano molto su quef'to importante argomento, accennando alla difficoltà qiagnostica che tali casi •p resentano, spec.i e per una esatta diagnosi differenziale. Certo ~he tratta ndosi di casi che beneficiano dell . interve·n to chirurgico molti pensano che si può provvedere a v.entre aperto a seconda delle .necessità, pur tuttavia lo studio sistematico del mala Lo e 1'osse·r vazione accurata de1 ,·ari casi che si presentano rende nel.€$~ario che anche da questo lato altri co11tributi siano ancora portati a meglio evitare fJOssj·bi1i fonti di errori. :È con questo intendimento che r1.p orto i] f) resen te caso. 1
Storia clinica: B. Anita, di a11ni 23, nubile, atta
a casa, da Portoferraio. Entra in ospedale il giorno 20-XI-32. Il padre e la madre sono vive11ti e sani. La madre ha avuto 4 gravidanze a ter1nine e un aborto; i figli godono buona salute. La paziente, nata da parto gemel1are, ha sofferto i comuni esantemi dell'infanzia. Mestruò a 14 anni e le mestruazioni !urono semprie regqlari per quantità, qualità, 1ntercorrenza. Circa 3 anni fa fu colpita da malaria che si manifestava a tipo terzano e la malattia fu presto dominata con iniezioni di chinino, nè mai ebbe a ripresentarsi. Da circa un anno la paziente dice di '5offrire di s?nso di peso a1l 'epigastrio, bruciori, ..Lidità specialmente a digiuno. Praticò · cure inediche con evidente benefizio, ina tuttavia l:.t sintomatologia a carico. dello stomaco permane tuttora, per quanto lieve. In questi ultimi tempi si aggiunsero, specie dopo la prolungata stazione eretta dolori e stiramento in sede ombelicale. ,. Le funzioni intestinali furono sempre regolari. Circa 2 mesi fa la paziente si accorse, decombendo sul fianco sinistro, della presenza nella regione iliaca sinistra, di una tumefazione della grossezza di una arancia, faciln1ente spostabile in varie direzioni, specie quando 1'amn1alata cambiava posizione nel letto. Presentandosi a visita le fu consigliato il ricovero in ospedale. Esame obbiettivo: donna cli costituzione longiJinea, con pannicolo adiposo piuttosto scarso,
diverticolari: da diverticolo congenito del1 'intestino endoteliali semplici Cisti n1esen teriche di origine embrionale
epiteliali Blasto in a tose
miste
l
linfangiomi chiloangion1 i ectodermiche en todermiche mesodermiche
l.I
corpo di Wolff epitelio celomatico epitelio germinativo dotto di Miiller
da proliferazioni di germi ecto-endo-mesoteliali e m esenchimali
con1plesse - teratomi
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SEZIONE PRATICA
masse muscolari valide, colorito della cute tendente al bruno. Nulla di notevole si rivela a carico degli apparati respiratorio, circolatorio, nervoso, linfatic-0ghiandolarti. L'addome, con pareti sottili, all'ispezione presenta più prominente la fossa iliaca di sinistra, dove si nota la presenza di una tumefazione del volume di una testa di feto. Alla palpazione questa si presenta liscia a consistenza teso-elastica, mobilissima, tanto che si possono impri1nerle dei movimenti di lateralità a,ssai ampi, così da condurla nella fossa iliaca • controlaterale. Oltre a questi però so110 possibili anche movimenti in senso longitudinale, tanto che ponendo l'ammalata in posizione di Trendelemburg, la massa quasi scompare completamente sotto l 'ipocondrio sinistro. In posizione orizzontale invece essa si riporta subito in sede iliaca sinistra, dove è facile notarla come una massa sporgente, grossa come una testa di feto a termine, anche ad una ispezione superficiale. Qui osservandola attentamente a luce tangente si notano al disopra di essa, specie dopo movi1nenti provocati, delle speciali contrazioni ondulari, ben apprezzabili attraverso le pareti addo1ninali sottili, che danno l 'impressione che la massa sia animata da lievi movimenti di rotazione. Alla palpazione la massa si presenta liscia, teso· elastica, non dolorabile, tranne che verso la sommità dove l 'ammalata, pur non accusando vero dolore, avverte malessere anche ad una pressione piuttosto lieve. Stirando poi 1a tumefazione verso la regione ipogastrica o più verso il basso, affondandola maggiormente nella fossa iliaca, si provoca sen so di stiramento e lieve dolore in sed e ombelicale. All'esame radiologico non si apprezzano par ti<:olari difficoltà di svuotamento a carico dei vari segm enti di intestino. Reazione di Wassermann: negativa. Esame chimico e microscopico delle orine : negativo, non presenza di elen1enti anormali nel sedimento. All'esame del sa11gue non si notano particolari alterazioni, sia in relazione alla forma che alla quantità dei globuli rossi e bianchi, nè si nota eosinofilia . L 'esante ginecologico non è possibile per le condizioni di virginità della paziente; l 'esame rettale fa apprezzare l 'utero, piccolo, in asse; non palpal>ili gli annessi. Ampolla vuota, senza alterazioni della mucosa rettale . Diagnosi: probabile cisti del mesentere. Operazione : 2-XII-1932: Lipson-eteronarcosi. Posizione di Trendelemburg. Laparotomia mediana sottoombelicale. Aperto il peritoneo subito si reperta e si trascina in basso una grossa massa di colorito giallas tro, assai più voluminosa di una tes la di feto a termine. Essa è situata tra i foglietti del meso di un 'ansa di tenue, la quale la sormonta in alto, restandone, per il notevole volume assunto dalla massa, assai compressa e costretta ad assumere una configurazione a nastro. Estrinsecata la massa fuori del ventre si può comprovare m aggiormente, la sua con sislen za n ettamente cistica e si con stata ch e essa è sviluppata nel meso di un 'an sa la cui origine è situata molto in alto subito al disotto dell 'inser zione del
mesocolon trasverso. È necessario pertanto suturare parzialmente la ferita ipogastrica e per avere m aggiore liberlà di manovra prolungare il taglio in alto 4 dita al disopra dell 'ombelico. Si può così accertare che l 'origine è in corrispondenza della 1a ansa del digiuno, subito al disotto dell 'arcata di Treitz. ,Si pratica una puntura esplorativa estraendone pochi cc. di liquido bianco, latteo e scolpita una ampia losanga sul foglietto
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peritoneale si viene a scollare n el giusto piano di clivaggio l a parete della cisti che si lascia enucleare senza rompersi e senza lesioni dei Yasi. Si può così praticare la plaslica del meso e chiudere in triplice strato l 'addome. Il decor so post-operaliYo fu del tutto .regolare e l 'ammalata potè u scire dall 'ospedale complelamente g uarita 12 giorni dopo l 'intervento. Esame macroscopico: Il pezzo estirpato si presenta com e una grossa sacca di colorito giallastro. La lunghezza è di circa 18 centimetri, la circonfer enza di 35. È costituita da una sottile parete, con piccole zone di gr asso pit1 a<ldensato in alcuni punti (fig. 1). Aperla è piena cli liquido bianco lattescente, a peso specifico al lo (1040) a .r eazione alcalina, assai ricco di albun1ina. Al microscopio appare cos ti tui lo da minute goccie di grasso e cristalli di colest erina. L 'interno della parete è liscio, lucido, uniforme , senza apprezzabili rilevatezze. Solo qua e là si notano alcune macchie con tendenza al colorito giallastro, di varia grandezza, senza aumento di spessore della parete. Da queste zone furono preleYati fra~ment~ e fissati in formalina , alcool e Zenker e inclu s1 in paraffina. Le numerose sezioni colorate con
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e111atossilina-eosina, V. Gieson, Weigert, ha11no dato il seguen le risultato : Esame istologico: ·La struttura istologica della parete si mostra costituita da uno strato esterno di connettivo adulto con piccole zone di infiltrazione parvicellulare. ~on si notano fibre muscolari liscie. L 'interno della ciste è invece costituito da uno strato e11doleliale con elementi ben diffe1 enziabili. Tra l 'uno e l 'altro s Lra to e a volte subito sotto la parete ei1doteliale che si mostra scontinuata, appaiono numerosi elementi linfoidi, sia sotto for. 1na di semplice infiltrazio11e sia raggruppati in piccoli noduli linfatici che sporgono nella cavità cistica. Essi si manifestano a volte assai numerosi attorno a piccoli spazi o lacu11e linfatiche. Gli esami praticati in aJtre zone, a11che là dove la parete sembra piµ spessa per l'aumer1Lo dei tessuti pericistici, I 'aspetto isLologico r1011 diversifica. E anche quelle zone che macroscopicamente si pre.: sentavano di colorilo giallastro, appaio110 costituite da elementi adiposi in relazione al grasso pericis tie-0 di pertinenza del inese11terio, senza mai J>resentare quelle formazioni a mosaico riscontrale da altri AA. e tanto i1nportanti per la somiglianza loro con le cellule su.r renali. Conclud~ndo, I 'esame istologico ci porta a cons1derare il caso attuale come una semplice cisti del mesentere di 11atura linfatica, no11 riscontrando in essa gli elementi che possano farla rientrare nelle· cisti co11genite origi11ate dai dotti di Wolff o dei canali di Mi.iller.
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Invece per qua11to riguarda il ]ato clinico il caso attuale lJresenta alcune parti.colarità su cui desidero in trattenermi. Abbiamo visto infatti, per qua11to ci ·è stato. possibile preci's are, che lo svilup·p o inizialle della c1,s1i è passato del tutto inosservato e cJ1e l '~rnm.al.ata si è accorta della sua prese·n za dalla sensazione di una r11assa facilme11te spostabile nell ~ addome con i mo·v imenti. Vero è c tte da un anno l 'ammalata andava soggetta a turbe dispeptiche, dolori vaghi a punto cli parte11za verso la parte centrale del ventre. _.\1 nostro esame preseu tava una· tun1efazione globosa, cistica, liscia, teso-elastica a situazione iliaca sinistra e quello che colp·i sopratutto la· nostra attenzione fu la constaLazio11e di n1ovi· i11e11ti a1npi, sia in senso laterale che in senso lo11g·iLudi11.a le, lanto che i11 vosizione di Tre11del(~mhurg aveva la tende11za a portarsi e quasi a sco111parire i1ell 'ipocondri.o omonimo. Questo segno della n1obilità è uno dei sintomi più manifesti per la diagnosi di cisti del mese·n tere e in tutti i trattati (Tillaux, Le
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CONSIDERAZIONI
ultimata l 'esposizione clinica ed istologica del caso, desidero ag·giu1tg·e1·e alcune parole che valgano a meglio delucidare quanto di interessa11te è stato notato. Intanto i1er ciò ehe ri.guarda il lato isto·g enetico mi sembra che il caso attuale si possa inquadrare tra le cisti se•n 1plici del mesentere di natura linfatica , giacchè, dovendo giudicare ob.i1ettivamente il reperto istologico, nulla ci porta ai ritenere la cisti in esame come proveniente da inclusioni di residui di organi che durante la vila embrionale hanno col mesentere stretti rapp·o rti, quali il corpo di Wo1ff o il dotto di Miiller. E a11che quelle zone giallastre situate in alcune parti de·l la cisti risultarono all'esame istologico quali infiltraiiioni adipose di pertinenza del grasso mesenteriale peri cistico. r~ per qua11te ricerche siano state fatte, a11che cu11 i ·ausilio di sezioni seriali, non si poterc>no ri~contrare fibre muscolari ljscie , nè elementi a mosaico, nè tubuli ghiandolari, ma solo e len1en t! li11foidi e noduli linfati'c i di.ssen1u1ati nella parete cistica . l3isog11a pertanto concludere che la nostra osservazione fa parte di quel gruppo che Fedeli d1.s 1ingue nella sua classi'ficazione col nor11e di cisti semplici endoteliali. (CaJzolari, l\anki11 e l\fayor, Luly, Harbitz).
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De n tu e Delhèi, Uffreduzzi, Taddei, ecc.) si attribuisce ad esso notevo]e valore, specie pe1· la mobilità in senso laterale. E tale è indubbian1ente, qua11do lo sviluppo della cisti si verifica tra i foglietti peritoneali di mesa-tenue, tantoohè, vuoi per la lunighezza di essi, vuoi per il peso stesso della massa che massime nella p0sizione eretta tende a spostarsi versoi) b1 a sso, p11ò accadere , come nel caso attuale, che una cisti sviluppata in corrispondenza della prima ansa del digiuno acquisti una selie iliaca apparentemente di' origine. In que-8te condizioni la mobilità è jndubbiamente
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r1otevole (fig. 2) con1e l)UÒ anohe mancarre, ql1.ando lo sviluppo della cisti avvenga invece a carico di quelle zone di intestino che hanno n1e::,o cortissin10 e 11on ne han110 affatto (colon ascendente, discendente ecc.) (fig·. 3'). ~ notevole 1)erò che in questi casi i seg·ni di turbata canaJizzazione per co,n tpressione da svi~uppo della cisti sa1ranno <l.ssai più precoci, tanto da rap1p resentare l'uni'co sintoma, 1nentre in quelle riguardanti s~o-menti di tenue a mesa assai lungo, la mobi lità sarà assai maggiore e i fatti occlusivi assai tardivi. Si sa infatti che questa evenienza dell'occlusione a volte a crisi , a \1olte definitiva, rappresenta il 3° j)eriodo dello svri.luppo · di una
della cisLi assotti1glia comprimendo l'ansa fino a ridurla nastriforme e ad impedire la normale canalizzazione, nonostante i' tentativi di svuotamento dei segmenti a monte. E tade tentativo può essere tanto energi.co da farsi rilevab1ile attraverso pareti addominali assai sottili ed apparire, come nel caso nostro e in s11eciali condizioni di luce, dovuto a li.evi movimenti di rotazione, attrib1u ibili erroneamente alla cisti. Di fronte ad una massa cistica situata in corrispondenza di una fossa iliaca, in una giovane donna , la prima possibilità che all'osservatore si pr esenta, è quella di essere di
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cisti (no1L tenP,11do conto dei po ibili fatti di tor sione che p ossono presentar si an ch e precoce r11e11te) (Niosi, Po lacco, l{einl1old e altri AA.) <' Lale fatto, doYuto alla e1 n1plice compressione clella massa n eofor111at a (S,vartley) (fig. 4), è preceduto, con1e nel caiso attuale, da turbe dispeptiche, senso di stiramento periombelicale, in relazione anche 1lla trazion e eser citata dalla massa sulla radice dei mesi o all'azione riflessa. lo anz~ 110, notato nel mio caso che spo&tando maggiorn1e11te verso il basso la n1a&&a, questo slalo di n1alessere a sede ombeli r ;jle si accentua, fatto questo da tenersi in considerazione per la diagnosi differenziale, n1assi1ne con le cisti ovariche. La preBenza di questi primi disturbi, lievi se voglia1nc m.a abba,s tanza sensib1ili per il malato, la costatazio11e di una massa facilmente spostabile nel ventre, spinge il n1alato a consultare il medico ed è in questo periodo che per lo più l'osservazione avviene. È logico che lasciato a sè l 'ulteri'o re svilup-
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fronte a d l111a cisti ovarica, nulla dicendo per questa lesione l 'assenza di turbe mestruali'. E tale fu all 'jnizio 1.a nostra prima ipotesi no11 .q:pprofondibile ulteriormente che con t1na sem•p lice espJcrazione rettale dato lo stato di ,·erginità della donna. ffla la mobilità alla quale ho accennato ci fece mettere assai in dubbio la presenza di un.a cisti dell'ovaio, non già perch è tale sintomai non sia riscontrabile in queste formazioni a peduncolo abnormemente lungo, ma perchè in questa evenienza con grande facilità insorgono fatti riferibili a torsione del peduncolo, cl1e n1ai si erano presentati nella nostra malata . Invece l 'es.atta oRservazi.one dei movi · mer1ti peristaltici intestina·li e il senso di doloroso stiran1ento a sede ombelicale provocato con la trazione in basso. ci fecero affacciare la possibilità di essere dinanzi ad una cisti del m esentere. Del resto se la cisti n on è di enorme volume. nel qua~ caso già è buon elemento dif-
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f ere1iziale per attribuirla all 'ovaio la mancanza di disturbi di canalizzazione, bene si presta pe,r u11a e&atta diag·nosi l 'esame ginecologico in pcsizione di Trendelernburg, che per· niet.tendo unf) spostam·e nto della cisti ver~o il diafran11na, consente una migliore· osservazione dell'utero e degli annes-s i fa1Cendo rilevare 1'assenza 1del pre dun·c olo· caratteristi1co del la cisti 0' arica • Non mi sembra invece accettab1ile il consiglio di Tillaux di ricercare al davanti della cisti una zon.a rli sonorità do·v uta a1ll 'ansa sorn1ont a11te ]a neoformazione. Se questa ricerc::J. pt1ò avere un -c erto valore quando il segme11to di intestiJ10 interessato sia il colon, non ·è ac· ce1tabile per il tenue dato anche lo stato di corri 1)ressior1e in cui si trova e lo scarso svilupp10 delle anse. Nel caiso nostro tutta la massa dav::\ su0110 ottuso, e 1nancava pure il 3° sintc;ma di Tillaux riguardante la zona di timpa11ismn tra il tumore e il p·u be. Accertata dunque nel nostro caso la p1resenza di u1i.a1 cj sti addomina]e ed esclusa la evenienza di una origine ovarica la diag·nrJsi differenziale più probabile da discutersi 0.ra quella di una cisti dell ,epiploon. Ma .a nche per questa si affacciavano le stesse 01bbiezioni , gìà discusse, non esclusa I.a maggiore rarità di queste forrrte. Non ci ·è se1m brato p1oi di dover prendere j,n discussione nè la p·ossibile J)Iesenza di ur•.a cisti da echinococco del fega.to peduncolata, data la sede e la mobilità, nè una cisti della coda del p,a ncreas, n1è un.a ci~ti da echinococco della milza in sede anomala, per la semplice ragi.011e che tale organo alla percussione si delin1itava in sede. Definita pertanto la sede della cisti nel me·s entere si rendeva necessarja una pj1'1 profonda conoscenza del caiso con l 'eseguire tutte quelle ricerche che p·otevano permettere una diagnosi più esatta aocettando od escludendo la presenza di una cisti da echinococco, quali l'intra,d ermoreazione alla Casoni e l ,e-0sino1filia, cl1e nel nostro caso fu negativa1. In complesso ·d;ii sintomi riscontrati in questo caso e da quelli notati in casi similari, mi è sembrato ohe quelli più probativi per ammettere la presenza di una cisti. del ·m esentere a sede in un meso lungo siano, quelli che si l·iferiscono alla mobilità (assai g·rainde· sia in senso longitudiriale che trasversale); alla trazione che la massa esercita col suo peso sulle radici d el meso e provocantP; senso di stirmm ento, lieve dolore in sede ombelicale e turbr gastrich.e riflesse, (tale segno è maggiorm ente rileva1bile fa.c endo pressione in basso sulla tum,efazione); alla compressio ne che la massa produce. sull'ansa ohe sormonta il distretto di ·m eso (tale compressione può arrii1
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V(Jjre fino a far nota.re iri peculiari condizioni di sottigliezza delle pare.t i addominali i movi·1
rrt1enti perisla1liici acrc entuati sulla massa in e~ame). E tale constatazione può da sDla indirizzare sulla giusta via.
RIASSUNTO L' A. ripo·r ta un c.as.o di cisti linfatica semplice del mesentere sviluppatosi in corrispondenza della prima ansa del ·d igiuno, ne discute la pait ogenesi e la sintomatologia, po11endo in rilievo quei sintomi sui quali fu b1asata ]a dia.gnosi differenziale. APPUNTI BIBLIOGRAFICI. AL01. Riforma Medica, XLIII, 1927. BLAINE. Annal s of Surgery, LXXXV; 1927. BOLOGNESI. La 'C linica Chirurgica, 1911 . BRUNETTI. Le ciFti e i neoplasmi del mesentere. Ed. Policlinico, 1913, Roma. CARTER. Surgery , Gynecology a11d Obste.trix, 1921. CALzOLARI. Policlinico, Sez . Chir. , 1931. DESGOUITES-RICARD. Journal de Chirurgie, vol. XXXII, 1928. DELITAL\. Archivio Italiano di Chirurgia, vol. XVI, 1926. DALLERA. Folia Ginecologica, vol. 27, 1930. Down. Annals of Surgery, 1900. EINAUDI. Minerva Medica, VIII, 1928. FEDELl. La Clinica Chirurgica, 1927. FLYNN. Ann:1ls of Surgery, vol. XCI, 1930. F1Nuco1. Policlinico, Sez. Chir., 1930. FoRSTER. Bruns BeiLr. z. Kem. Chirurg· ., Bd., 124. GIORDANO. Lezioni di Clinica Chirurgica, vol. III. HoFFMEISTER . Medizinische Klinik , anno XXIII, 1927. HARBITz. Acta Chirurg. Scand. , vol. 70,. n. 1, 32. KLEINE. Archiv fur Gynacol. , Berlin , t. CXXXIX. LATTERI. Patologia e clinica delle cisti d el mesentere. Palermo, 1925. LANTERBUNG. Sch,veizerische medizinische Wochenschrift., anno LX, 1930. LE DENTU e DELBET. Nouveau traité de Chiru·r gie, Baillière e Fils., Paris, '1913. Nov1. Policlinico, Sez. Chirurg., 1921. N1os1. Virchows Arch., Bd. 120, 1907. In. Atti ,Società Ital. di Chirurgia, 1906. In. Archivio Italiano di Chirurgia , vol. III , 1921. PEzz1N1. Clinica Chirurgica , 1912. PETTA. Policlinico, Sez. Chirurgica, 1931. PoLAcco. Boll. e Memor. Società Pie. di Chirurgia, n. 2, 1932. PETERS. Zentr. f. Chirurg., 1933. RrGHETTJ . Riforma Medica, 1927. RANKIN e MAJOn.. Surgery, Gyn ecoJogy and Obstetrics, vol. 54, 1932. RErNHOLD. Bull. et Mém. Soc. Chir. , 1932 (ree. Ann. It. di Chirurg., pag. 700, 1932). Rol\<IANI. Archivio Italiano di Chir., 1925, XJJI. SwARTLEY. Annals of Surgery, voi. 85, 1927. TADDEL Semeiologia fisica ·e diagnostica chirurgica. Utet, 1924. . . . U1.. FREDuzzr. Tratlalo di Patologia Chirurgica. Utet, 1933. VILSON. TLe British Medicai Journal , 1929. • 'VEICHEttT. Bru ns ' Beitrage zur Klinischen Chirurgie, t. CXLV, 1929. 'VHTTFIELD. The American Journal of Surgery, 1930.
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SEZIONE PRATICA
QUESTIONI D'ATTUALITA' Irritabilità, psicosi e neuropatie tropicali. (G. C:\.S'rRoNuo,·o. Rifornia m edica, 3 ag. 1935). . ~. vit~ ~elle reg~oni tropicali induce negli indi v1du1 d1 razza bian ca sensibili modificazioni somatich e ch e hanno non me110 notevoli ripercussioni sul sistema nervoso in genere e sullo psichismo in particolare. Dal - semplice stato di irritabilità e di depressione a ver e e ben definite forme di psicosi v'è tutta una gamn1a di stati mentali che colpiscono i bianchi ch e si recano n ei tropici per ragioni militari, corrlìnerciali , scientifich e, n1issionarie, agricole e simili. Naturalmente la forma più frequente è la neurastenia, ch e ha la s ua origine in fattori sia psichici che fisici. Il camb iamento di abitudini e di ambiente umano, il sen so di nostalgia, il desiderio imperioso di ritorno in pa1ria determinano uno stato depressivo ch e h a n otevoli ripercussioni sulle funzioni organich e, la cui alterazione a su a volta reagisce sul sisten1a nerYoso p rovocando uno stato di meiopragia nervosa . D 'altra parte a det erminare .q uesta condizione con corrono direttamente i disturbi degli alJparati della vita ' 1 eg·e Lativa indotti -d al clima e d~ tutti i fattori ad essi inerenti. ~ noto come nei paesi caldi l 'org·ano più facilmente e frequentemente colpito è il fegato. La condizion e chia111ata dagli inglesi cc fegato tropicale » è accomp·a gnata da una multiforme sintomatologia n ervosa : senso di astenia, di abbandono, di sn1arrimento e di stordimento , cefalea, sonnolenza, abulia, disappetenza e malessere gener ale. i h anno insomma su per giù i disturbi del tono senti111entale e della cenestesia ch e sogliono riscontrarsi nelle n eurastenie. Non è dubbio ch e a qu esta forma morbosa vanno soggetti sopratutto g li individui predisposti; donde la necessità di una visita preventiva per tutti coloro cl1e sono destinati a recarsi nelle colonie i1er rimanervi più o m eno a lungo, r accogliendo accuratam ente l 'anamnesi individuale e familiare. Comunque con' iene tener conto del grande potere di adattabilità dei bianchi , aella loro capacità di acclimatamento quando, bene inteso, siano osservate le norme adatte per favorirlo: l'igiene della persona, l 'alimentazione a~atta, il lavoro n1oderat o, g li svaghi opportuni , gli eser cizi fi ici appropriati, l 'astinenza dall'alcool e dalle droghe eccitanti o stupefacenti, la tem1Jera11za nella funzione sessuale. La })atologia mentale degli indigeni ha alcune particolarità per le quali si differisce da quelle delle razze ci,ri]i. Le schizofrenie sono di solito leggere e tranqui lle, rara la malinconia e quasi assente la psicosi n1aniaco-depressiva. Viceversa le intossicazioni voluttuarie e le infezioni provocano frequentemente stati di confu sione e peculiari psicosi. Tra qt1este ve n e sono alcune del tutto caratteristich e. 1
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. L ·amok è un' e~plosio11e emotiva ch e si ripete in f.orme stereotipate sotto l 'azione degli stimoli e delle sug.g·estioni provenienti dall 'am biente. Sembra determinata dall 'azion e combinata di sostanze stupefacenti ed eccitanti: alcool, oppio , h aschich , ecc. ~ caratterizzato da accessi di allucinazioni e di furore con tendenze aggressive ed omicide. Gli infermi ne guari.sco?o quando sono ricoverati i11 ospedali e quindi tenuti lontani a.alle eccitazioni an1bientali e dall 'uso delle dro.g lie tossich e. L 'Amok è freque11te nelle isole della Sonda e nella penisola di Malacca. L'uas-uas è caratterizzata da uno stato malinco:r:ico, i.nquietudine, palpitazione, parestesie (prurito, pizzicore, formicolio) del tro11co degli arti, algie, agri pnie, sogni terrifi ci, in~r>petenza, debolezza sessuale . Questa forma si verifica per lo più dopo abusi di ogni O'enere o pate11li di animo. Mazzolani ne h a ~sservati alcuni casi in Trir·o]ita11ia, specie all 'epoca del ~an:ia.dan, d1;1ra~1te il quale di giorno si pratica il d1giu110,. 1 asti11enza sessuale ~ e non si fuma ' n;.entre di n otte i fedeli si abb·a ndonano ad ogni sol'ta di stravizi. Il latah ·è una psiconeurosi imitante o mimicismo, caratterizzata cioè da fenomeni ecomatici, ripetizione di parole e di ge ti di altre persone. Salvo le rare crisi furiose e allucinatorie con impulsi simili a queìle delf'amok, il làtah somiglia n1olto all 'ecolalia od al mimetismo dell 'isteria . L'affezione è fa\·orita dal1'iponutrizione, dalla vitaminosi, dal deperimento organico, dall'eccesso di lavoro dalle infezioni e dalle intossicazioni. ' Sarnelli n e ha osser,1ati casi n ell 'Africa del nord presso tutte le razze libi ch e (arab·i berberi, israeliti, mulatti), nello Yemen e ~ell 'Eritrea. ~1a essa si verifica, d esig n ata con nom i d~vers~ (~~htschi , Sakitlatar, J un1ping, Myriak1t, M1mic1smo) presso molti popoli dell'Africa e dell 'Asia intertropicale, nella Malesia e perfino in Siberia. Il K oro è una specie di stato ansioso : il pazie~te teme la p erdita di organi, specie di quelli sessuali, e quindi la morte. È terrorizzato da questa ossessione, guarda continuament~ i suoi genitali ?he ritiene possano improvv1san1ent e scon1par1re nel ventr e. È la fobia della castrazione. La n1alattia colpisce prevalentemente i maschi . Di solito guarisce con l 'internamento in ospedale, l 'alimentazione sufficiente, l 'idroterapia, la i)sicoterapia i tonici ed i sedativi . ' Il K ribisagari, o vertigine paralizzante del Giappon e, è caratterizzato da crisi di paralisi di breve durata (10-15 minuti) di alc uni gruppi muscolari, specie della nuca (donde il nome della n1alattia che significa cc uomo aal capo cadente »), accompagnate da vertigini specie quando son o colpiti i muscoli oculari. Possono essere paralizzati tutti i muscoli del corpo , quelli degli arti , della fonazione , della deglutizione, della respirazione. Oltre a queste forme peculiari della patologia .
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cc IL POLICLIN ICO ))
mentale n ei tropici possono verificarsi tutte le forme di i1europatie ch e affliggono le razze civili. Sono rare le polio111ieliti e le en cefaliti postvacciniche, n1a sono con1uni i proces i infian1matori circoscritti dell 'e11cefalo e del midollo, d ei loro involucri, delle r adici e dei nervi. 'Contrariamente a quel ch e si r iteneva è stato ora dim oslrato che la n eurosifilide fa negli indigeni dei tropici molte vittime. 80110 co1nu11i an ch e le forme giovanili di apoplessia e sir1cope .anch e in individui n on tar ati da le ioni ner vose, cardiovasali e renali. Altrettanto comuni sono le crisi di ipote11sione vasale. L 'epilessia ,è frequen te come n ei popoli c!vili -con le nledesime forn1e e varietà. La malaria, la tubercolosi, la lebb·r a, il vaiuolo, l 'alastrim, il r eumatismo acuto, l 'ittero infettivo, la sprue, le gastroenteriti , il tifo , il colera, la tripanosomiasi, e particolarmente la dissenteria amebica e b·a cillare, possono produrre n europsicosi. di origine tossica o vere neuropatie centrali e periferiche di n.atura infiammatoria. DR.
Sull'igiene della guerra coloniale. (D. STEUBER. Mii1tch . J1Iediz. vVochenschr., 26 luglio 1935). L'organizzazione sanitaria delle truppe coloniali costituisce in questo n1on1ento uno dei compiti più importanti ; sono troppo note lJer dover essere ricordate le molteplici provvidenze già attuate dal Governo che si. è preocc upato anche ad affidarne le direttive a nomi di fama mondiale. Sono interessauti le considerazioni recentem ente espresse in proposito dall 'A. , il quale, a parte la propria esperienza (l 'A. è un generale medi co) cita i dati più importanti della storia delle guerre coloniali, illustrando i j)ericoli e le necessità igieniche della gu erra coloniale. L ' A. si sofferma con spec iale attenzio11e sul clima d ell'Africa Orientale, il quale rappr esenta il clin1a tropico per eccellenza ; il mag.g ior pericolo diretto è costituito dal possibile col1Jo di sole; la protezione suffi ciente ed efficace contro di esso è costituita dal casco coloniale. Il calore in genere e l' elevata umidità d ei m esi invernali rappresentano i)ure delle condizioni sfavorevoli , dalle quali potrà risentire i1on ta nt o I 'italiano m eridion ale, quanto gli oriundi d el nord . pecie quelli del Tirolo. Per quel ch e rigu.arda le malattie tropicali fra esse principale sarebbe la n1alaria; segue quindi la febbre ricorrente e I.a dissenteria; in questo can1po la saggia profi Jassi chininica, I.a protezione co11lro I.e zan zare e la ~uona pro~v1sta in acqua potab.ile rei:ideranno il soldato itali an o meno vulnerabile di quel ch e non succedeva nelle _guerre coloniali pr ecedenti. Con s1)eciale predilezione I' A. si s_offerma sull 'importanza del ca ri co minimo portato dal
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soldato bianco; una serie di eloque11ti e en11)i riportati dall A. dimostra com e la mortalità e la morb ilità del soldato bianco in colonia è inversamente pro1)orzionale al peso da lui portato; risultati di sastrosi avutisi nella spedizione francese al M~dagascar sono in parte do,·uti al fatto cl1e og11i soldato do,·eva trasportare 3-! kg. Gli inglesi che h~nno la maggior pratica di g uerre coloniali hanno da tempo .a ppreso ad apprezzare tale fatto; e già nel 1868, nella spedizione di Lord Nap,i er in Ab·issinia il numero degli anin1ali .ll dibiti al trasporto super ava tre e mezzo volte quello degli uomini. 80110 stati anche g li inglesi a ri.le,,a re la m assima import an za dell'organizzazione sanitaria e dei trasporti ; nella guerra di Sudan le truppe· combatt enti sono state precedute da distaccamenti del genio, di sa11ità e dei trasporti; e V\rolseley definiva la guerra coloniale quale cc doctors and en geneers \var ». L'A. ponendo in gen ere il problema dell 'adattabilità delle truppe bia nch e alla guerra coloniale, lo risolve condizionatam ente; l 'acclim atazione viene r esa attuabile mediante una serie di provvedin1enti di carattere an zitutto sanitario e t eGnico. Anch'egli insist e sul fatto ch e la guerra colonia le è una g uerra di m edici ed in()'egneri; e la classe medica itali ana non lJUÒ e~sere ch e orgogliosa di una tal e de finizione ch e mette in rilievo il prezioso servizio ch e ell a sareb·b e destin.a ta a r en dere n ell 'eventualità di u.n a g11erra colonial e. S. MrNz. 1
1
Per l'esercizio sanitario aelle Coloale lta11aae o ae/111 marlaa mercaatlle, ricordiamo l'interessante libro del
Dott. ROMOLO RIBOLLA Medico diplomato della Marina Mercantile
Medicina Tropicale e Igiene Marinara MANUALE TEORICO-PRATICO PER I MEDICI Ecco come si è espresso un insigne scienziato italiano su quest o libro del Ribolla : • • • • • • • Caro Ribolla, • « Ho ricevuto il di Lei eccellente Manuale eh~ sa'Tà « di grande utilità pratica per 1!1-edici e studenti. « Le auguro ogni successo e mi rallegro davvero con «Lei. cc Aff.mo collega. ALDO OASTEJ,J,A NI » . Da New Orleans, La. (U . S. A.).
«
-·~~~~~~~~~~
Ri!Portiaimo anche le conclu sioni di l1no dei tan t i ~Ìl.l· dizi espressi d a lla stampa conéorella su questo libro del Ribolla :
Questo Manuale del R~BOLLA. ~hiaro, bene iJ!fOr'!'ato! dovrebbe far parte ind1spen~b1le de_I b~gagho d1 ohi « •••
cc
« dovrà esercitare la « nei paesi tropicali: « pedia che sola può << medico, di cui $13rà
professione sanatar!a a bort!o e esso è una vera piccola ~nc1clo· bastare a tutte _le necessità del guida fedele e sicura u,
(da « Annali di Medicina Navale e Coloniale», anno XXXII. vol. Il, fase. y ,VJ). F. L. c .
Volume di pagg. XVI-491, con 99 figure intercalate nel testo. Prezzo L. 52 più le spese postali di spedizione. Esclusivamente per gli abbonati al « Policlinico» sole L. 35 in porto franco in l talia. Per l'estero L. 4 o . Inviare Vaglia all'edito r e LUIGI POZZI, Ufficio Postale Succursale diciotto. ROMA.
~ANNO
XLII,
N Ul\1.
43.l
SEZIONE PRATICA
SUNTI E RASSEGNE ORGANI DEI.-1LA RESPIRAZION-E. La forma cavitaria della dilatazione dei bronchi. (F.
BESANçoN,
R. Azo1JJ.,AY e A.
M .o\RTIN.
Pres·s1e
Jlféd ., 5 ottobre 1935).
Gli ·AA. vog·liono individualizzare clinicamen-. te e radiologicamente una forma cavitaria della dilatazione dei bronchi. Separano anzitutto n ettamente le immagini cavitarie vere in cui I' aspetto radiologico della cavità corrisponde ad una broncl1ietta5ia reale importante, e le immagini pseudo-cavitarie, in cui delle bTonchiettasie a g rappolo si p·r oiettano con l 'apparenza di una falsa cavità di grosso volume. Le prime, di cui si occupano gli AA., sono c aratterizzate dalla presenza di una immagine cavitaria tipica in pieno paren chima, arrotondata od ovalare, m olto delimitata, a contorni netti , generalmente molto fini, con parenchima vicino norn1ale, ciò ch e la differenzia dal1'ascesso del p olmone in cui i con torni sono n1olto ispessiti ed il parenchima vicino più o n1e110 oscuro. Esiste talora un livello liquido ch e realizza un 'immagine idro-aerea e che indica un drenaggio incompleto. Queste cavità han110 per principale carattere di essere largam ente iniettabili con il lipiodol che, in posizion e orizzontale, ne precisa i contorni e li opacizza interamente, nella posizione verticale disegna un livello liquido più o meno elevato con al di sotto un contorno pili o meno policiclico . D'altra parte il lipiodol può mett ere in eviden za delle dilatazioni dei bronchi di piccolo volume ch e sono associate alla grand e cavità. Sono questi gli aspetti più abituali quando la bronchiettasia è inattiva. Ma queste immagini chiare possono trasformarsi n el corso delle poussées acute e dar posto ad aspetti transitori del tutto differ enti , ch e possono far pensare ad una pleurite interlobare o ad un ascesso del polmone, che consistono in un 'ombra sospesa trasversale , de11sa ed omogenea, n ettamente delimitata ad apice ilare e a livello più o m eno alto. Questo aspetto scompare dopo la fase acuta, residuando una grossa cavità juxta-ilare d el tipo già descritto, con un piccolo livello liquido ch e scon1pare dopo qual ch e giorno. Questi aspetti di collezione incistata possono €S ere con siderati come immagini di ritenzione ch e compaiono al momento delle pousi.sées infiam1natori e n elle bronchiettasie cavitarie voluminose, di cui il drenaggio sufficiente in 11eriodo di riposo diviene deficiente sotto l 'abbondanza m assiva della uppurazion e. . Un punto particolare della diagnosi rad-i olog1ca deve esser messo in particolare evidenza. Le immagini cavitarie ' ere corrispondenti realn1e11te alla proiezione di grosse cavità broncl1iali non de,'ono essere conft1 se con le im1
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magini pseudo-cavitarie di bronchiettasie associate ,a lesioni tubercolari. l\Ia queste immagini pseudo-cavitarie possono an cl1e risconlrarsi n elle dilatazioni comuni, idiopatich e. Si tratta allora di aspetti circolari iso lati, di grand e diametro, interamente comparabili sulla radiog rafia semplice a quelle precedente111ente descrilte. Solo gli esa1ni con lipiodol dimostrano ch e queste imnìagini non si opacizzano intera111cnte e non possono essere interpretate come vere cavità di grande diametro. Gli AA. pensano che queste imn1agini risultino da un ammasso di dilatazioni ampollari riur1ite a grappolo, anormalmente visibili, di cui i b ordi policistici si proiettano sulla latr<:~ ~econdo u!1 c?ntorno circolare. In questi casi e n ecessario ricorr ere alle radiografie trasversali che elin1inano diverse cause di errore. Dal punto di vista clinico, la dilatazione cavitaria presenta la sintomatologia generale della bronchiettasia, m.a possiede alcune particolarità sulle quali gli AA. insistono. L 'affezione inizia il più spesso in modo brusco, con una espettorazione molto abbondante, talora fetida , che può presentarsi sotto forn1a di vere vomiche. Le poussées ulteriori rivestono lo stesso aspetto clinico delJ 'episodio inizial e fino alla fase di cronicità. In verità tutto si svolg·e come se si trattasse di una grossa cavità preesistente che resta lungo tempo latente m a ch e, a partire dal morr1e1: to in cui l'infezione si manifesta, provoca, per il suo volume, fenom eni congestizi, infiamm atori e suppurativi molto più importanti e più immediati che n elle bTonchiettasie comuni. D 'altra parte la forma cavitaria è car atteri zzata dalla abbondanza e dalla frequenza delle emottisi, ciò ch e è spiegato dalle lesioni vascolari ch e si trovano n ella parete di queste grosse cavità . l11fine, in alcuni casi le dilatazioni cavitarie, p er il loro ' 'olume ed il loro drenaggio imperfetto , possono dar luogo , al momento delle poussées infiammatorie, ad una sindrome clinica di ritenzione, a delle vomich e accompagn ate da segni radiologici di una collezione incistata. La bronchiettasia prende allora l 'aspetto di un ascesso del polmon e o di una pleurite interlobare, errore diagnostico ch e può con durre , in caso di intervento chirurgico intempestivo, a conseguenze deplorevoli . Gli aspetti microscopi ci ed istologici delle cavità di questa forma di bronchi ettasia sono del lo te so ordine di quelle ri con t rate nella dilatazione dei bronchi in generale. Si è g ià detto della importanza delle ectasi e vascolari. La dilatazione cavitaria rappre enta per eccellenza il tipo della bronchieitasia congenita. I segni clinici compaiono brU$Cam ente in soggetti ch e non presentano nel passato alcuna aìfezione dell'apparato r espira torio su scettibile di spiegare Ja produzione rapida . in un giorno o due, di cavità tanto ' 1oll1minose. C. T OSCANO.
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« IL POLICLI N I CO »
Di alcuni nuovi segni .p er la diagnosi dei versamenti liberi della pleura. Rif. Med. , 5 ottobre 1935) ~ 'A . .de~cri ve due nuovi rilievi semeiologici n ei casi di versamento pleurico. L'uno consiste nel fatto,. che l 'ott~sit à vertebrale scompare quando l infermo si m ette nel decubito laterale opposto a quello del versamento. Esso è dovuto al fatto che nel decubito laterale opposto il liquido abbandona il seno costo-mediastinico posteriore p er passare nel sen o costo-mediasti11ico anteriore. L 'altro segno con siste n el fatto ch e nel decubito laterale opposto apparisce un aumento dell'aia piccola del cuore tanto nel lato del versamen.to quanto nel lato op posto. La tecnica per la ricerca del segno è semplicissima. Si delimita la piccola aia cardiaca, mentre l 'infern10 è in decub·ito supino e si ripete la delimitazior1e mentre l 'infermo decomb·e sul lato opposto a quello del versamento. Ora, mentre in condizioni. normali l 'aia cardiaca, n el decubito lateral e, si sposta verso il lato del decubito di 1--3 cm., quando vi è un· versamento pleurico, invece, aumenta di ampiezza tanto nel limite destro quanto nel limite sinistro, cioè tanto n el se~ so del de~ubito quanto n el sen so opposto :_È chiaro ch e 1 aun1ento dell'aia n el senso del decubito, è dovut o allo spostamento del cuore secondo le leggi della gravità, m entre ch e l'aun:ento n el senso opposto è dovuto alla replezion e del seno pleurico m ediastinico anteriore il quale fa sì ch e la ottusità pleurica si sovrap~ ponga a quella del cuore e la faccia semb·r are ingrandita. I~ s~gno è. anch e più chiaro ed evidente, per ragioni ovVIe, nel pneumotorace con versamento liquido . Nelle pleuriti con vaste aderen·ze anteriori ·è possibile teoricament e ch e il fenomeno sia meno evidente. È de,gno di nota il fatto ch e l'ottusità spostabile di regola non invade il mediastino superiore. È probabile che ciò sia do''~to al fatto ch e per lo spostamento del cu ore verso il lato sano nei decubiti laterali., anch e la pleu!a _n1ediastinica corrispondente VI ene a spostarsi, in modo ch e si 11a una diminuzione di pressione i1 el se110 costo-mediastinico anteriore del lato infermo. Si spiegherebbe quindi perch è il liquido pleurico accorra nel punto in cui. la pressione diventa minore. C. T OSCANO. (1 ..
D ' AMATO.
1
RICAMBIO. Foruncolosi ed iperglicemia. (A. RA1GA, J. MARTINEAU e H. C BABANIER. Presse Médioale, 2 febbraio 1935). La furuncolosi è una malattia infettiva della pelle molto f?:equente nel corso del diabete. La coincidenza delle due condizioni è molto più frequente di quel ch e generalmente si crede, perchè molto spesso si esclude l'esistenza del
dia~ete fonda~dosi
[.ANNo XLII, NuM. 43]
solo sull'assenza della glicosuria, mentre in effetti la diagnosi del disturbo del ricambio degli idrocarbonati deve basarsi esclusivamente sulla determinazione del tasso glicemico. Sta di fatto che la furuncolosi è una malattia esogena nel senso che è det erminata da in~ezi?~i della cute provenienti dall 'esterno. Ogni individuo può essere contaminato dallo stafilococco aureo. Ma questa infezione esercita un 'influenza sull 'ipe$licemia ed è anche capace di aumentare un tasso glicemico presso che normal~ , e dal~ 'altra parte è favorita dall'iperglicemia preesistente. ~el c?rso della . fu~uncolosi la glicemia può variare in proporzioni anche forti senza ch e si manifestino altri sintomi rivelatori di questa modificazione • La glicemia quando non è o non rimar1e normale, imprime alla foruncolosi due caratteri: la recidività e la gravità. La recidività è il carattere più direttame11te legato alle iperglicemie anche leggere e che pertanto talvolta non vengono rilevate. Sta di fatto ch e la . r~pres~ degli accidenti acuti segue molto da vicino 1 ab:bandono del regime alimentare o la soppressione della cura insulinica. La gravità invece è determinata dall 'associaz~one dell 'iperglicemia con l 'antifagismo, ossia con quella condizione ch e ostacola la normale proprietà b·a~tericida del siero di sangue che con corre al g1uoco normale delle reazioni di difesa dell 'organismo. Quando i due fatti c?esistono (iper~licemia e antifagismo) I 'infezione stafilococcica assume una particolare virulenza, in quanto men~re da una p1a rte difettano le reazioni che provocano la lisi dei ba t. te:i, _dall 'alt:a .sott? l'influenza dell 'iperglicem1a I germi si sviluppano con una rapidità sempre crescente. Poichè l'infezione stafilococcica è favorita dallo stato iperglicemico e poichè d'altra parte essa stessa tende ad aumentare il tasso ai zucchero n el sangue, si stabilisce un circolo viz io~o c~e occor:re rompere con la maggiore sollecitudine se s1 vuole ottenere una guarigione rapida e totale. . Tenu~o conto_ delle considerazioni patogenetiche già fatte 11 trattamento deve essere indirizzato a ridurre lo stato di antifagismo ed insieme l'iperglicemia. Il primo scopo si può ottenere con la cliimiotera pia, la vaccinoterapia e sopra tutto con la fagoterapia, ossia con le pratiche indiriz, zate a ridare al siero sanguigno la proprietà battericida, i.l che si può ottenere con l'autoemoterapia e le iniezioni di batteriofagi. La riduzione dell'iperglicemia si può raggiun~ gere con il regime alimentare adatto e con l 'insulinoterapia. Quando l 'infezione si è stabilita occorre ottenere una rapida caduta del contenuto di zucchero n el sang ue e quindi mantenerlo al tasso normale. C:iò si può ottenere solo con le inie-
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SEZIONE PRATI CA
zioni di iu::; uliua pra tica te con tutte le precauzioni necessarie, in dosi veramente efficienti ma in ca1)a ci di determinare disturbi ipop·li.cemici. D 'altra parte occorre. controllare 1 alimentazione in modo che l'apporto degli idrati di car])onio sia ridotto in n1odo da n on r ender e n ecessarie dosi sempre maggiori d 'insulina. Concludendo g li accidenti provocati dall 'infezione stafilococcica trovano n el sustrato orO'a11ico indi,-iduale la spiegazione d ella loro va~ietà e graYità. La fag·oterapia n on può risult~ r e effi cace e 11011 è accompagnata dalle pratich e att e ad eli111inar e o ridurre g·li ostacoli. orga nici cl1e si op1)ongono alla g uarigione . n~tu r a le (a11tifag i) o cl1e favoriscono la m oltiplicazion e d ei ba tterì patogeni (iperg licemia), non<'h è d all 'azione diretta sullo stesso stafilococco aureo . DR.
La secrezione inte1·na e il ricambio idrico. (W. NoNNENBRUCR. i\l edizin. K linik , 20 settembre 1935) . La r eg·olarizzazio11e del rica111bio d ell 'a cqua n cll 'adt1lto sa110 costit uisce un processo talm e11te precis o ch e, indipende11t em ente dalla .quanti tà di cibo e di bevan~e inti:o~o~ta, il peso de ll 'or ganismo al mattino a digiuno m o stra delle oscillazioni insignificanti. L 'acqua vien e riassorbita dall 'intestino e pen etra n el san oa ue , sen za ch e si }Jossa riconoscer e una ver a acquificazione dei tessuti, n emmeno n el fegato , ch e è subito inserito e ch e sotto t~le aspetto ha g r a11de importanza ; d al sa11gue, ~1e 11e lras1)ortata ai reni e di qui emessa. I sin-. goli te su ti agi . . con o, in m~s?ra. diver sa , . come d epositi, sicch è n elle condizioni . nor1n al1, an: ch e con forti introduzioni, non s1 hanno degli ed en1i. La per111an enza dell 'a oqua si equilibra ra1Jidan1ente n1ediante l ' us~ita , salvo p~ccole oscillazio11i i11 r apporto con il contenuto in sale. Mediar1te la prova d ell '.a:cqua di Volhard, si dimostra l 'integrità di tale sistema: Si presentano pertanto varie questioni su~ d ecorso di tale processo e sul n1odo con cui es. o ' rien e r egola t o. Da dove riceve il re~ e l? s ti1110Jo per iniziar e e terminar~ la escr ezione P Si tro,,a tale stimolo 11ella ampiezza d ella corrente ch e attra ver sa il r en e oppure n el conten ulo ii1 acqua ed in sostar1ze .m iner ali del sang ue ov,rer o n ella costituzione d ei .corpi ~lbu minoidi d el sang ue stesso? Ma tutti ques~i fat~ t ori 11on sono sufficienti per spiegar e la d1ur~si ed occorre rj correr e .a d un altro ch e sovra1nten cla ad essi e li coordini. Qt1alch e cosa ci è nota in propo~ito e. si d eve rit e11erc ch e le g·hi.andole endocrine vi parte· ci1)ino. Le n1alatlie di ta li ghiandole po?sono d ar e distur bi n el rican1bio aoqueo, ch e si m anife_lan o con eLl en1i, con sete e poliu ria, oY ver o co11 en or1ne olig uria e rip u gn an za al b er e. . 0110 note la len tezza d el rican1bio d ell 'acqt1a 11r Ila d eficien za tiroidea, g·li ed en1i d el cl in1a l C' ri o e di Yarie n1alattie d ell 'oofl si , la p oli uria e l 'oligt1ria cli1)ei1denti d all 'ipo fisi . Le ' ' ÌC
per cui un dato incr eto manifesta la s ua azione possono essere diverse ed ·è bene il conoscere le varie possibilità. 1) L'azione renale diretta. - Il fattore r egolator e più importante è quello umorale, in qua n to ch e anch e d op o l 'esclusione nervosa , il rene si adatta alle varie prove di carico. Fra i ing oli incr eti , quello del lobo pos teriore d elJ 'ipo fisi fornisce un punto di att:a~co r~nale ~ si ved e, di fatto , ch e con la sommin1 straz1on~ d1 pituitrina, l'urina dapp·r ima abbondante s1 fa scarsa ed au1nen ta il contenuto in cloro : tutto c iò con un m eccanismo non ancora chiarito. D i cutibiJe è il punto d 'attacco r enale d ella tiroide. 2) L'azione d'iretta sui tessuti può manifes tarsi sia influen zando direttamente la capacità di fissazi on e d ell 'acqu.a ed il contenuto i11 a cqua d ei singoli tessuti ed or~ani . (fegato), sia p er azion e indirclta con :nod1fi.cazio.ne delle p r ot eine del san gu e, del r1camb l'o minerale, ecc. Le sostanze ch e agiscono su questo fattore extrar en a le sarebbe r o il lobo p osterior e d ell'i11ofisi e Ja tiroide . 3) La posiziorie centrale ~el si1sten1a . die nc~
falo- i1Jofìsa rio nelZa rego~azi o n e del . ri car:i~i o idrico. - È probabile ch e anch e gli a ftri increti agiscano sul ricam bio idrico per questa .
" ia.
L 'ipofisi ap,p ar tien e alle società. di org~ni .d~a listich e e consi ste n el lobo anteriore ep1telro1de endod ermico ed in quello posteriore perti:nente al cer vello. Ent ra n1b e prendono p arte al ricambio idrico m ediante i lor o incr eti . Quello d elJ 'anteriore agisce favorendo l 'azion e della tiroide (tireotropo) e può quindi p er ques~o m.ez.zo agire sul ricainbio idrico; è an cora. d1scutib.1le di un ormo11e ch e favorisce la di ul 'esistenza . r es1. Essen ziale è l'ormon e del lobo p osteriore, il quale può esser e· sci sso in due: ] 'uno ?h e agi-· ce sull 'uter o (oxitocina), l'altro a d a~1one . va·oaltiva ed antidiuretica (tonefin a, p1t r ess1na, vasopr essina). Tutto ra discutibile è la ~e.T?ara zio11e d ella tone·fin a in una sostan za a ntrd1ureLica ed un 'altra vasoattiva . L'ormone del lob·o p osteriore .a rriva in. parte direttam ente n el sang ue ed in parte n el liquor , nell 'i11fundibolo e n elle vie ner vose in diretta conn essione con il lobo posterior e ipo fi~rio. Da esperien za di Trendelenburg e Sato, s1 do vr ebbe anzi con cluder e ch e un tale orn1one p uò a11cl1e esser e form ato da parti d el dien cefalo . Un t empo , I 'ormone postipofisario si sagg·iava soltanto con la p r ova s~ll ' ut~ro o con la pre'"' ione del sa11gue. È m er1.to. d1 ~ · 1\Iarx d i aver e intr od otto la prova ant1diuret1ca, mediante la quale si ottien e sperimentalmente, g-ià con qu antità di eme. 0,000125 della consueta soluzione di pit ressin a u n au111en to della cruant ità di cloruro d i sodio nell '.u ~·ina. I l pol ere a11ti diuretico si l)UÒ c osì stab1l1re con cer1
tezza.
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P er co tnprender e b e11e il meccani 1110 di ques to sistema die11cefalo-ipofisari.o, si deve tener presente quanto segu e : I ) L ' or11tone .a gisce ancora come antidiuretico col r en e enervato ed anche una volta sezionato il midollo spinale, quando non agisce più la regolazi'on e calorica; 2) L 'asportazione dell 'ipofisi provoca poliuria per parecchi g iorni , pur anch e col rene enervato; 3) La puntura del dienc~falo provoca poliuria, cl1e ·è indipendente dall 'inner,razione del r ene . Rimane ora la questione del come si manifesta tale poliuria da puntura quando si escluda 1a via nervosa : risulta che essa è dovuta al1'eliminazione dell 'ostacolo costituito dalla sostanza antidiuretica. Sarebbe proprio questo ormone cl1e regola il ricambio dell 'acqua e ch e rapp·r ese·n tereb,b e un fattore i111por tante _pe r la genesi del rene da g·ravidanza e della glomerulo-nefrite acuta. La maggiore o minor e quantità di esso nel sangue regola tutto il ricambio d ell 'acqua; esso è abbondante a dig iuno e scompare dopo aver bevuto. È questo or111one antidiuretico ch e m ette in moto i n1 ec canismi del rene e dei processi tissulari cl1e preparano l 'elin1in.azion e dell 'acqua. Ma quale è lo stin1olo 1)er la forn1azio11e d i tale ormo11e n el sistema diencefalo- ipofi ario? Possono aversi stimoli nervosi ed è assodato c h e il centro dell a diuresi pu ò agire sotto l 'influenza di parti del cervello superiore. Vi so110 anch e stimoli umorali , ch e possono risiedere in modificazioni ·dell 'isotonia e dell'isoi'd ria. Ve n e so110 inoltre di en·docrini , particolar 111ente in rapporto con la tiroide, che ha11no anche g r ande importanza per il rican1bio delJ o jodio. Clinicam e11te, l 'i11fluen za ~ella t~ro i de i manifesta con l ' accelerare tutto il rnov1me11to dell'acqua e del sale; un deposito sottoc~ta neo di so ll}zione fisiologica scomp·a re r a1)1dam enle ed aume11ta la diuresi . Invece, la defìcienza tiroidea porta alla ritenzione idrica. Nel trattamento di molti edemi risulta efficace 1'etra tto tiroideo ed in alcuni ca i an ch e quello preipo fisario, con il suo ormo11e tir eotropo. Raran1ente-, però, nel caso pratico si 11a a ch e fare con ~ l dis.turb 0 di un solo organo ei1docrino, per cui è difficile il deci·dere a qual e è dovuto il singolo sintoma clini co. Così, sp~so si osservano in rapporto con le n1estruaz10ni, con la g ravidanzat con il c lin1aterio ~ei diturbi nel r icambio idrico, degli eden11 , ch e J1on possono e ser e attribuiti soltanto all 'azio11 e dell 'ovaia , nla si deve pen sare ad un 'azione s ul sisten1 a diencefalo-ipofisar io. Questo si dica anche i1er l ' influenza sul rica1npio idrico da parte del fegato , del] 'insulin a, dei surre ni o di altre o-hiandole endocrine. L 'influen za endocrina sul rican1bio idr ico <la parte della periferia è solta11to uno dei fat1ori di esso . Così, n ell 'e den1a da fan1e può coo ])erare un 'in ufficienza endocri 11a , ma la parte i.rin cipale è data dalle les io11i de i tessut i pro' 'ocate dalla fan1 e. Nell 'ede1~1a dei dmbetici , la 1
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causa IJrin1a è I ' insufficienza cli insulina , ma l 'eden1a si manifesta solta11to }Jer il disturbo secondario da essa provocato. Il fegato ò molto importar1te i1el rican1bio idrico anzitutto come fattore i11ecca11ico (blocco venoso), n1a a11ch e con1e or.frano orn1onale. Così vi sono talvolta nella cirrosi epatica, degli edemi, non riferibili al fattore n1eccanico, cbe scompaiono con la sommi11istrazi'one di estratti epatici. In tali malati , si osserva a11cl1 e u.n disturbo renale ch e si manifesta con oliguria a basso p eso specifico, sen za nlodifi caz ioni nell 'escrezione del cloruro di sodio e dell 'azoto (ipostenuria ep ato-renal e). l\:La anch e altr i r apporti orn1onali possono aversi con l 'intes tino, la m ilza, la corteccia Sl1rrenale. Trattasi p er tutti di fun zioni condizionate in rap·p orto con l 'i})Ofì si, cl1e dimostra110 la g r ande im1Jortanza d el fattore endocrino n el ricambio idrico. La continuazione di queste ricer cl1e, oltre a daTci una più sicura visione del ricambio i·drico , potrà avere ancl1e una ripercussione su lla terapi a. fil.
DIETETICA. (
Problemi di dietetica mode1·na. KULI V. GunJONSSON. Deut. 1ried. ll..oclie1is .,. 13 sett. 1935).
In questa sua confer enza, te11 uta alla Soc. med. di Berlino, l 'A. insiste soi- rattutLo sulla g·r ande importanza delle vita1t1i1l e nella dieta. Le avitaminosi, o m eglio le i.po' itaminosi , se a n ch e non si n1anifestano con i quadri clinici più noti e spiccati, danno stati di debo lezza e. di predisposizione alle malatli e. Così, la car en za di vita111i11a _.\ abJ)assa la resist en za a lle i11fezioni e fo r~e a11cl1e verso detern1inate infezioni. Le a u to1Jsie di circa 30.000 ratti ed altri ariin1ali. fatte clall 'A. stesso in occasione di esperimenti su1la vitamina A, g li hanno dimostrato ch e g·Ji a11imali in car enza di tale 'itamina aveva110 seg_n i netti di infezione specialn1e11te delle ,·ie urinarie, tlei r eni, delle gl1i.a ndole lin fatic l1e, ecc., ch e si avevano in vece raramente in quelli non sottol)Osti a d etta carenza . Più frequenti sono le malatt;e della i)e]Je i11 individui i11 carenza di vitan1in e, fra c ui tipica è la pellagr a, causata da car e11za di 'jtamina B2. Vari disturbi del sisten1a e1l1opoieti.co- va alc sernb·r ano esser e in rapporto co11 la carenza dj vitamina C. Le sen sazioni cli be11essere generale, di stanch ezza, di llervo i n1o sembran o i 11 rapporto con essa; si ri Li e ne ch e la co ì detta stan cl1ezza prima, e1:il e costituisca un eg no di i1)ovita1ninosi. L'avitarr1inosi ]atente A ~i ri cono~ ce dalla cecità nottur11a; l ' emeralo _I.Jja scompar e dopo il lrattan1ento con ,,itamina .-\.. L 'avi.tan1inosi e latente , &i l)UÒ riconoscere con la proYa di resistenza d ei ca1)i]lari; una 1
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2121
EZIONE PRATICA
stasi arti fi c ia le produce picco le e111 o rragie cuJJiJlari s ulla c ute . Si può anche detern1inare la qua11tità di vit amina escreta nel! 'urina con la prova di carico mediante la vitami11a e e vedere così se l 'organismo si trova in u110 s ta lo di equilibrio negativo. 1\.11ch e Je ricerche su determinati g rup 1Ji di persone a li1nentate con o senza aggiunta di vitam in e dimostrano l ' imp,o rt a11z,a pratica (}i q 1J Pst e. I/ .I\. 11a eseg·uito tali ricer ch e su circa 11100 individui: 40,0 lavoratori d el1a birra, 200 bc,Joa l i e .tOO, scolari, segu end oli per un t en1po var iabile da 6 mesi ad un anno. Ad u11a parte di questa ge11te, con un vitto norr11ale ed identico per tutti , ha sommi11istrato un prepiarato vitaminico (che egli cl1iama spi11atin) com posto essenzialmente di vitamina A e C, oltre un !agg·iunta d i B 1 e B2. Non tiene conto dell e os ·ervazion i fatte sull e donne, poichè per quc~ t e l 'aspirazione alla cc linea n è p iù forte cl i og11i vitarr1ir1a. Per quanto riguarda il peso dei soldati, è clu o ervars i cJ1e quelli corpulenti din1inuirono e quelli n1ag·ri aumentarono. In un gruppo (li :-50 ldati <le lla tessa corp·o ratura (corpo di gu.a r dia reale) quelli ch e ricevettero le vitarrii11 e aumentarono regolarmente con una d ifferenza {: l1e è 2,2 volte l 'errore medio, quelli sen za 'itamina non aume11tarono. Nettamente più bassa fu la morbosità n egli individui ch e r icevettero le vitamine, specialn1e11te fra le donne oltre i -15 anni. Così pure abb·assaia è la cifra della morbosità per infezion i ; anche la gotta ed il reumatismo err1])rano influenzati favorevoln1ente e così pure le n1alattie cuta11ee . egli scolari , la di:fferenza n el con1porta n1e11to, nel peso, nell 'a ccrescimento risultò e \ridentcmcnte in favore di quelli cl1e pre ero le vitan1ine; in questi , le .assenze da scuola fu rono molto me110 frequ enti con una d ifferenza che ,è di 2, 9 volte oltre l 'errore i11edio. Curioso è l 'ef fetta sull 'accr escin1ento delle unghie cl1e, n ei' ban1bini vitaminizzati da 6 a 7 anni ·è magg·ior e, m entre è n1inore _in quel I i dai 10 anni in poi e così pure nei soldati ( l' accrescir11ento 111edio normale è d i n1m. O, 1 a l giorno). La i1oslra vita attuale non è certan1ente fa' orevole al l ' irttrodt1zione di vita1nine in quanLità ufficiente; ancl1e i modi di preparazio11e dei cibi 0 110 1ali da di t r uggerle il più del le Yolte. Ma le stesse sosta11ze che ci vengono da ll a natura sono ora molto me110 riccl1e irt 'il.a111i11e; le piante a c ultura forzat a (e cJ1i ... cri\ e a.g·g iu11g·e quelle concim.ate co11 concin1i c hi111i r i, in luogo del concime naturale) for11isco110 n1 i11ori quantità cli vitan1i11e e co. l p11re gli animn.li nutriti con ma11gimi art ificiali forniscono , specialment e d 'inverno 111inori c1ua11tità di vitamine. I trattar11enti indu triaJi cl1e si fanno . ub·ire alle materie pri111 e le $pO~liano l)Oi della n1aggior i)arte di que ti ulilj::-si11ti i)rin cipì quando poi la fo})ia delle i11-
[ezioni no11 arriva a darci cJ e j lJrodoLLi 1)r1v1 d~ q1.1a~ sia si. vit~mi11.a. I n1o lti JJrodotti, così r1cch1 in ' '1tan11na , del nlare 11on sono tati finora sufficienteme11te util izzati. L ' A. ritiene ch e la causa dcl] a 111aggiore statura d elle razze nordiche sia cla r ico11durre ad un maggior uso di vitamine. ~ o~·mai i)assato il ten11Jo i1 1 c ui si b·a dava essenzialmente alle infezion i ,· l 'io·ie11 e della nu. . o tr1z1oz:te prende or~ il sop·r avYc nto ecl è in pi eno sv1lup·p o . ~ un ondata do po l 'a ltra ch e a r r~va. alla spiaggi~ e vi lascia dC'gli oggetti prez ~ os1. p er l un1a111tà che fa t esoro di tali cogniz1on1 per esser e meglio arrnala 11elJa lotta per la vita e per la conquista della sal ute e del benesser e. fil.
L'azione degli alimenti sul sistema endocrino-simpatico. (N.
P ENDE .
Jotc.rn ées 1néd. l>clges, 1935).
L 'A. rileva che gli ap1)orli alimentari n el tubo digerente forniscono certi prodotti che so110 l or~ l?art!colari e determinano pertanto delle ':ar1a~1on1. n e~la crasi armonie.a sangui.g·na. S1 puo qu1nd1 ammettere ch e non è indifferente fornire l 'una o l 'altra dieta nelle d] s funzioru endocrin e • L 'alin1entazio11 e 4. uasi e ·el usiva di car11e au111en La la q uantilà di tiroxina e di a drenaliua ed a11cl1e la qua11tità di u11 o rmo11e l)reipofisario; ciò accade n elle IJri111 e or e cl1e seg uono l 'i.J1g·e tio11e dei protidl. a 11imaJj. Sembra che Lale azio11 e sia determinata dag li a111i11oacidi . Il to110 d ell ' orto-simpatico i eleva e, contemvoranea111ente, la sen sibilità dei tessuti all 'adrenalina ed, in n1odo generale, aJle sostanze ... in1paticotonicl1e, m entre di111i11uisce la sensiJ}ilità all ' insulina. L 'e4.uilibri o acido-base si s1)osta verso I '.acidosi . I i) rotidi vegetali ha11110 u11 'az ion e rneno notevole ch e quelli a11in1ali.. Viceversa, i g lucidi a limentari fa ,·ori ·co110 l 'in cr ezione de11 'i11suljna nel sa11gue, a u111enLa11 0 la sen sibilità clell 'or gan isrno ali ' i us ulina, come pure il tono del para ir111Jaiico , 111entre din1inuisce la e11 ib·i lit à a ll a Li roxin a ed alla adrenalina . I carb oidrati moderan o, inoltre, l 'azione eccitante dei i)r o tidi ulla tiroide. I lipidi agisco110 ' aria111e11 Le secondo che contengo110 dei gras ·i neutri e deg li ac idi grasi, oy·vero della lecitina o clel colestero]. Gli acidi grassi ed il co le terol agi. ro no nello ... le so se11so ch e i protidi , au111c11ta11do l 'eccitabilità del simpatico e degli ormoni si1111)a li rotroIJi . In,1ece, i grassi neutri e la lecitina so110 sir1ergici. con l 'insulina, col parasimpatico e con o-li ormoni parasin1paticotro1)i. Gli a limenti vegetali (verdure fre cl1 c e frutta) faYori co110 111edianle i loro ali n1i11 era li alcalini l 'azione d el para. i1npati r o e d ell 'in - ulina , mentre inoderan o J'ecc ital)iJità clrll 'o rtoin1palico e degli ormor1i "i~pati c i.
« lL POLI CLI N I CO »
L 'azion e d eglj a lin1enti veg,etali fre .. cl1i è 1)iù con1plessa a causa d ella presenza delle vitan1i· ne . Qu e Jla A (carotene) è un eccitante delle g hia11dole sessuali ed un n1oderatore della tiroide; t1uc lla B è un eccitante della ecr ezione 'i11sulinj ca cd u n moderatore di c1uella surrenale; q11clla è un eccitante d ell a corteccia su rrc11alc; quella D un eccitante d ella tiroide e d el simpatico , come il colesterol irradi ato; quella E, un eccitante d ella funzione di ri1)roduzione. Si co1nprende tutta l 'importanza di crueste n ozion i, oltre cl1e nell ' endocrinolog·ja, J1 ell ' ig·iene alimentare a lle di,-er se età d ella v ita e s1)ecialme11t e nella i)rima infar1zia e n eJl 'i nvoluzio11e . rnil e. fll.
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DIVAGAZIONl lliiso e sorriso 1nor bosi nell'infanzia.
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(GrLBERT-ROBIN. Journal des p,raticiens, 23 settembre 1935). Potrebbe sembTare caratteristico d el ba111bino rider e: p ertanto i1on d eve m er avig liare se alcuno stu1)irà ch e si voglia cercare d el 111 or· b oso r1el riso d el ])ambino. In verit à il riso può differ e11 ziar si da un altro ridere, ia IJer il n1odo con cui il bin1bo ride, sia p er il n10111ento scello, sia IJer le varie sf~1m ature, ia i1er il tono. Sono alt r ettante piste r~er SYe]a re a non1alie p . jcl1icl1e. Ed in rrimo luog·o merita a tte11zione il ])arr1bino ch e n on ride : l)UÒ trattarsi di u 11 })ambino precocem ent e erio, di u11 bambino cl1e, vivendo fra anziani , r esta col viso immobile sia J2er stato naturale che per r end ersi interessante . I\1a sovratutto può essere un ban1bino infelice, vi,1 ente con g·eniLori cl1e di lui non si inter essano o dai quali è ma I tratta lo: in tal g uisa il bambino arriv.a a non saper !) ÌÙ rider e, e mostra sul 'iso il precoce disgusto. L 'assenza del riso si osserva n ei b·a mbini d e1Jre si, depressi non P'er ragioni est eriori , m a i)er inr1 a ta t endenz::i alla tristezza, alla • llOia. Abbia1no i>oi i sorrisi morbosi: il bambino paranoico n on ride, n1a talora sorride : spes 'O disdegna rispondere .alle vostre d omande nia Yi abbozza un sorriso sp ecial e, acuto, tagliente, fi11e, ch e soll eva appena l 'angolo delle labbra ; il sorriso d el 11Rranoico è cc superiore ». Vi . on o sorrisi sc11za m oti,ro, deg·li eter11i sorrisi.: sorrisi vuoti, co1n.e quello d el ca11didato all a d em en za. È cosi che il sorriso , una delle più squisite e precoci manifestazioni del bambin o (appare fra i sei e d odici m esi) p uò rivela r e una an o111alia psichica. L 'anomalia dimostrata <lalla sua as cn za sarà d elle più g·ra,,i , poicl1è i l fatto ch e un bambi110 non ride e non orride i1 è rivela la sua affettività con una mimica, indica un arresto rnentale profondo , la cui prova ' 'iene preslo fornita d a altr~ sintomi. . Fra i ri i c h e. a seconda la maniera come 1 proc.lt1co110, rivelano un distu_rbo p sicl1ico, b i1
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sog11a citare anzitutto il riso del bambino e1110 tivo. L 'emotivo i1on sa servirsi delle sue em o· zioni : egli è da essi dominato , ma le manifestazioni emozionali predominano en1pre sui sentimenti provati' ed è giusto dire con Lan o-e che « il ban1bino è triste p er chè piar1ge e lieto percl1è ride » . Quando si e amina un emoliro f;Ì è meravigliati di vederlo lJassare senza 1no tivo apparer1te dalle lag,rin1 e al riso , dal ri ~o alle lagrime: percl1è i 1 ban1bino prova u11a en1ozione e riso e lagrime esprirr1ono erroneamente questa e111ozione n el lin guag·gio en1ozionale di cui il bambino non è più i1adrone . Se i1oi non ab·b ian10 ch e una parola J)er esprimer e dei sentimenti diversissimi , l 'en1otivo ha u 11a inimica svariatissima per esp·r imer e la ste . . ~a emozione, e nor1 è padrone di questa min1ica . Questo pro,rie11e d a un disl urbo della coordin~~ione, d a uno sql1ilib·r io d el controllo n ervo o. Il riso b eato, perpeluo, dell'idiota o dell 'i111b,e cille, o d el cc p overo di spirito » attira s ubito l 'atten zion e d ell 'osser va tore ch e presto svela sotto il riso, il vuoto intellettuale e la suggestibililà morb·osa. Alcuni bamb·i ni , n1a lati 1ne111ali e nervosi. ·r r esentar10 un disturbo d ella n1in1i ca, la cui c aratteristi ca è di simular e il riso: è più t111 a ~morfia ch e un riso. Si os ·er va i1eg'li pseucl obulb·ari. Riso ed inopportunità del riso : in questo caso il riso scoppia per man can za di controllo . ir1 un rr1on1e11to mal scelt o, ovvero il riso è così ab ituale ch e i1essun avvenin1ento lo arre· sta , ovvero è a rrestato d a una condizione ch e avrebbe dovuto farlo manifestare. Il bambi110 cc instabile » presenta un tal gen ere di riso , e può accompagnarsi a fatti motori . :È una speci e di incontinen'la ps icomotoria per assenza di inibizione corticale, senz.a che, per a]tro, tale processo inter essi le facoltà intel1ettu.a1i . N,ei casi meno g ravi iJ lie, e d ebole n1entaJ e non si controlla a sufficien za e lo vedremo , a d es. ridere ridere i11 aspettatam ente i11 una cerimonia al cin1iter o . La d em enza precoce è rara nell 'infanzia : coì è raro ch e il nlaestro abbia occasione di udire in classe nel m ezzo d ella lezione , lo scoppio di un riso inestinguibile , dal suono fal..o e freddo , 111etalli co, con la mimica jnes1)r e . . :-- iva, d a pazzo. E passiamo oltre .al]e crisi di riso collett i r o, Je piccol e epid emie di riso che i pedag·og·b i , talora segnalano e che provano la sugge tibiJità d el ban1b·i n o 11onchè l 'assen za di autorità educativa . E passiamo an ch e oltre ai risi pazzi d elle ragazzine, ri si b an ali ,. freque11ti, ch e non :'ann o di anoma lia, risi con i .quali si difendono , d eridon o, nascondono il lor o mal es ere. riso del quale sembrano ser, irsi per unir~i fra di es_e ])er difender i d agli avver sari n1aschi. <~uesti risi pazzi sono d elle buone arn1 i per le .g'iovani ed è giu t o cl1e le bimbe con1i11c ino a saper]e utilizzare. :\fo~TELEO~E. 1
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NOT IZ IA
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BIBLIOGRAFICA
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MICHELE
2l2;j
SEZIONE PRATICA
BuFANo. Su la Patol(ogia e la Cliriico
delle Spleno m1egalie cosidette primitiv'e. Vo1
lume di pagg. 198, con 39 illustrazioni nel testo. Casa Editrice L . Pozzi, Roma , 1935. Prezzo L. 30. Ecco la Prefazione con la quale il Prof. Dotnenico CescvBianch.i presenta il volurn.e:
« I. nun1erosi e sp·esso notevoli. contributi di questi ulti111i anni, e possiamo dire del do1Jio guerra , allo studio delle splenomegalie, se hanno allargato ed in molti punti anche approfondito le nostre conoscenze, non si può dire che le abbiano sempre chiarite e sopratutto che abbiano saputo coordinarle in modo soddisfacente. Al contrario, si può affermare che oggi, più ch e venti anni or sono , è assai difficile orientarsi i1el campo così complesso e diver so delle splen om egalie e p erfino sapere precisare, n ella congerie dell e d escrizioni cli11jche e dei reperti anaton1ici, i fatti e le cognizioni nuove d efinitivamente acquisite ed univer salmente accettate. cc Gli è che la milza, con1e ~ già tato detto, fi l'org.ano lacunare per eccellenza e non solta11to nel senso letterale, ma anche nel sen so traslato della parola; lacune d 'ordine anaton1ico, lacune fondamentali d 'ordine fi siologico e più ancora fisiopat ologico , do11de le oscurità, le innumerevoli ipotesi , le incertezze ed i contrasti della patologia e della clìJ1ica splenica, aggravate dal fatto che le lesioni anatomo-patologiche, spesso incerte, n1olte volte non presentano caratteristiche proprie e tanto i11en o Sl1fficiente costanza nelle sìng·ole forme n1orbose. cc Gli è ancora cl1e la n1ilza, p er le sue fondamentali proprietà anatomiche e fisiologi ch e, è un organo ch e non soltanto ha rapporti stretti e diretti , quasi di continuità, con i visceri vjcini e sopratutto col fegato , n1 a è ancora un organo ch e fa parte di un complesso sistema - l 'ernoliufopoietico di cui rappr esenta t1r1a delle più importanti sezioni; è un organo quindi , che se può ammalare in modo primitivo ed esclusivo, tuttavia nella grande mag gioranza dei casi, a1n1eno per quanto riguarda le splenon1egalie e qujndi ·il capitolo di gran lt1nga più important e e controver so d ella patologia splenica , ammala secondariamente, OJ) pure am1nalandosi coinvolge sin1ultaneam ente 11 ella sua sofferenza altri organi vicini e lontani coi quali è strettamente t1nito per ragioni anatomiche e funzionali, detern1inando situa7 jon i morbose co5l complesse, 1nutevoli e svariate da rendere quasi sem1)re assai difficil e scever a re quanto in esse sp etti alla n1ilza e quanto invece al feo-a to. alle linfoghiandole, al 1nidollo osseo e pi'l1 r aramente ad altri oro-ani a11cora. cc Ecco le ragioni fondan1 entali . alle quali altre si potrebbero aggiungere di minore im-
portanza , per cui la palo.logia e la cli11 ica delle splenomegalie presentano ancor oggi tante lacune, tante oscurità; per cui le ipotesi, più cl1e i fatti, si susseguono nurrLerose e spesso azzardate ed i tentativi di classificazione, e cioè di coordi11azione del vasto materiale di· osservazione anatomo-clinico, raccolgono facili critich e per la loro forzata incompletezza . cc B quindi n.a turale cl1e le monografi e sulla patologia e la cli11ica delle splenomegalie vengano sempre accolte con interesse, sop ratutto· se, come questa del Bufano ch e ho l 'onore di presentare al pubblico m edico italiano, senza l asciarsi suggestionare dai vari indirizzi delle diverse scuole inediche e senza fidarsi d elle molte ipotesi spesso seducenti , si mantengono strettamente aderenti ai fatti osservati ed alla r ealtà clinica di situazioni nlorbose app·a rentemente affini, ma spesso profondamente diverse. « Il Bufano aggiam ente a1Jprofittando del larg o niateriale di osservazione offertogli da1la Clinica ~1edica di Genova ha potuto farsi , in questi ultin1i anni, una ottima cultur.a ed una sicura con1petenza in tema di splenon1egalie, · mentre con Io studio accurato e completo di alcuni casi :si.ngolarrn ente importanti di aneniie emolitiche costituzionali e di cirrosi epa tich e splen o111egalich e, ha portato un ottimo contributo anatomo-clinico alla migliore conoscen za di queste forme morbose. cc Ma so1)ratutto interessante è lo studio cri~ tico che egli fa delle diverse forme di splenorn egalie e più ancora il tentativo di una lor o sjstemazione, in base ad una compl eta ecl aggiornata conoscen za della n1ateria , con si>irito critico ser eno , con molta obbiettività e con j dee sp esso originali e con1unque sempre d eg11e di co11siderazion e, a11che se non sen·1pre t.ali da poter oggi essere univer salmente accolte. cc Così Eg li n ega o quasi, e g·iustam ente, la esistenza di s1}lenon1egalie s trettamente ])riit1itive , 1m111ettendo soltanto la esis ten za di due ~i ndromi splenich e clinican1e11te primitive e per certo non fr equenti: la tuber colare e la sifilitica. Per cui distingue la quasi t otalità dellespl enon1eg.alie in due grau di g ruppi : le sistPn1ich e, n elle quali la n1ilza an1n1ala, assun1endo una IJarte più o meno preponderante n el quadro 111orboso, con1e organo fa ce11te parte d1 u11 sisten1a più complesso ed universalmente colp·ito; e lo secon darie nelle quali la milza ammala, assumendo una parte più o meno preponderante n el quadro morboso , per cause r1ote od ignote, ma primitivan1ente extra-splerti ch e. « Co ì egli n ega l 'e ist enza come en tità 111or~ bose a sè stanti della malattia di Banti e delle cosidette splenomegalie tromboflebitiche. ch e con sidera invece, ed a raf!ione. con1e sindromi clin i ch e prov,risorie, dipende11ti da ca11se 1
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« IL POLICLINIGO »
svariate, la c ui iinportanza andrà sempre più ri dt1cendosi col progredire delle nostre cono.scenze etiopatogenetich e, con1e si è già verificato per il n1orbo di Banti, oggi. pressochè scomparso, e con1e si ta ,già verificando per le splenon1egalie tromboflebitiche. cc Il nostro Autore invece ammette, sia pure .con riserva, la esistenza della cirrosi di Hanot, .cl1e però opportu11ame11te considera com e una .rara forma di epatite cronica ipertrofica, ed infìne riunisce in unico gruppo le cirrosi epatich e atrofiche ed ipertrof1 ch e splenomegali.che, forse sopravalutar1do a questo riguardo i r eperti anatomici, 11on sempre sicuri ed univoci, nei confronti del decorso e della figura ,clinica di queste forme morbose . cc ~la ancl1e lacldove non si può sempr e convenire col Bufano, è g iusto riconoscergli la se:renità della critica, la obiettività d ell 'esposizione clinica e la precisione dei reperti anatomici; qualità questa ultima tanto più comn1endevole in chi , come il 1B ufano, avendo lar·gamente n1iet.uto e con su ccesso n el can1po ·d ella l>iochin1ica e della p,a tologia del ricambio , ha affrontato, direi con uguale successo, problemi d'ordine prevalenlen1er1te anatomo .clinico, tanto complessi e controversi come ·quelli ri feren I.i si alla pato·logia delle splenome:g& lie. cc Ed an che p,er questo n1otivo h o accolto con l)iacere l'invito rivoltomi dall'amico ·sen. Prof. P ende di pre entare a l pub·b lico me·dìco questa bella mo11og·rafia del Suo Aiuto, cJ:ie viene ad arricchire i tanti e così importanti contributi della Scuola medica genovese, ed alla quale non può mancare il" più largo su c~e so ». 1
l\1ilano, Ist. di Patologia Medica, sett. 1935. DoME'.\Trco CESA BrA1~cHr.
eE NNI
B I B L I o G R A F I e I <1>
MAx VERSÉ. Roen.tgenbefu11d und pa,t horogischa12atomischer Befund bei Lungenkrankeiten.. In due parti : testo; atlante. Otto Elsner ed. Berlino. Marrl1i 18. Il lavoro di Elsner (Direttore dell'Istituto patologico di Marburgo) è una illustrazione di o-! casi di malattie polmonari varie il cui reperto anatomo-radiologico ·è illustr ato nella IIa. parte (atlante). . Co ì è possibile s u un testo leggere la descr1· :zione del caso e sull'altro conftontare le immagini in parte radiologiche (sp e o prese nel vivente), in parte anatomopatologi ch e (fotografi e di cretamente chiare) e in parte radiogram-; ·m i di pezzi di polmone insu fflati. Il confronto critico corne lo chian1a I ' A. ap(1) Si prega d'inviare due copie dei libri òi cui -si <lesic1'3ra la recensio11e.
[A.
NO
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Nu~r.
43;
~)are
di indubbia utilità nella interpretazione di certe immagini radiologiche .
E.
MrLANI.
Die theoretiscnen Grundlagen und Nlogl·i chkeitie n der Roentgendia,g1iostischen W eiohteiluntersu.ohung. Tl1ieme, editore, pagine 99, 144 figure, 1935. Mar-
AnoLF ZuPPINGER.
chi 16 . Corr1e supplemento ai Fortschritte der Roe11t. genstrahl. l 'A. ha voluto col suo libro stah·Ì lire le norme fondamentali nell' esame radiolog·ico delle parti molli: quando la differenza di assorbin1ento fra i vari tessuti è scarsa la ricerca, dal punto di vista fisico si può dire li111itata dalle sue leg·gi men tre d'altra parte la ricerca di un aumento del contrasto viene a rappresentare un mezzo inolto semplice (aria; sostanze pesanti) p,e r ottenere dei risultati più positivi. La materia è stata suddivisa in ± capitoli che trattano dei fondamenti fisiologici, fisici e geometrici nella assunzione dei radiogrammi : l 'ultimo capitolo descrive la tecnica generale nel1'esame delle parti molli. Col suo lavoro l 'A. ha cercato di togliere di mezzo le regole empiriche che erano di guida nell'esame radiologico delle parti molli , dettando delle regole fisiologiche , fisico e geometriche della ricerca . E. M1LA.NI.
Roe11.tgervbiologische Untersii.ch., ungeri mit Gewebe Ku1lturen a.ls Indika,tor.
BoERGE 'F 1\.BER.
Supplemento agli Acta Radiolog·ica ( ·t occolma edit. Levin e Munl{sg·aard, Copenaghen). Corone svedesi 8. Lo scopo del libro dell 'A. (pagine 110) è tato quello usando culture di tessuti (fibroblasti) come teste biologico di . studiare l 'azione dei raggi roentgen in svariate condizioni. Descritta la modalità di tecnica impiegata per ottenere la cultura, l 'A. ha cercato di stabilire l 'azione dei raggi sia in dipen,d enza della quantità, sia della qualità, sia in rapporto al fattore tempo (frazionando e protraendo 1 irradiazione) sia in rapporto alla attività della cultura. L 'azione sulla cultura è proporzionale alla dose somministrata (capitolo 4) mentre (capitolo 5) l 'A. conclude per la indipendenza del1'azione biologica in rapporto alla qualità dei raggi somministrati . Il 6° capitolo è dedicato alla importa11za del fattore tempo e il 7° capitolo alla attività delle cellule durante e dopo l'irradiazione. Il libro dell 'A. appare interessante perchè mediante un nuovo teste biologico è stato approfondito lo studio di alcune delle questioni più importanti in radiobiologia, questioni che so110 an cora in gran parte in discussione. E. MrLANl . 1
[ANNO
XLII,
NUl\il.
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SEZIONE PRATICA
F. RATHERY. Le traitement de la fièvre typhotde. Vol. di pag. 54 (Collection cc Les Thérapeutiques l\louvelles »). Edit. J. B. Baillière et Fils. Prezzo: fr. 8. Durante la guerra europea l 'A: - che era . già stato interno di Chantemesse quando questi dil'igeva un servizio di tifoidei - ebbe affidata la direzione di un ospedale riservato ai soli tifoidei, sulla frontiera belga; l ' ospedale di Zuyd.coote; egli ha potuto, cosi, col concorso di vari .altri medici mobilitati., esaminare e curare oltre 5000 tifoidei. In tal modo ha acquistato una .competenza forse unica, la 1quale si è ancora perfezionata e raffinata in seguito. Essa viene .condensata in questo volumetto che si occupa del]a cura in genere, del]a cura profilattica, d ella cura di forme cliniche di varia gravità ·e delle complicazioni. · ~ interessante i] sistema di alimentazione nella convalescenza adottata dall 'A. La rialimentazione solida si incomincia con pochi grammi (5) di pa la alimentare cc all 'italiana » di formato sott.ile : via via si accrescono le quantità: tale p·r atica può essere oggi seguita .generalmente m er cè la somn1inistrazione di pastina g lutinata . Da ultimo I' A. si occupa del problen1a dei portatori. B. M. 1
P.
Ar.BANESE.
Vad e-meciz.m odontoiatrico. l -n
vol . in-8° di 191 pag. con 151 fig. A. Gorlini, l\1ilano, 19315 : L. 12. La cura dei d e11ti e d ella bocca viene assumendo sempre i11ag·g·iore importan za, sia n el}'intento di conservare i11 piena effi cienza questi organi, sia perchè co11 le n1oderne teorie sulle infezioni focali , la bocca può costituire un punto di partenza di i11fezio11i generali e di varie malattie organiche. Il medico generico non p·u ò quindi disinteressar si della odontoiatr1a, di cui le cognizioni sono tanto più necessari.e al n1edico condotto ch e deve saper prestare qualch e soccorso nei casi di malattie dentarie e saper compiere a dovere anche 1'itltinia. ratio d ell 'estrazion e dentaria. Ed appunto al medico gen eri co e specialm ente al medi co co11dot to è dedicato questo lib ro del prof. Alb·a n ese, che espon e in n1odo semplice e col ... Ll si dio di molte fig ure le principali nozio11i di odontoiatria , incominciando con l 'esan1e della bocca e eguitando con la carie dentaria , con la terapia conservativa , l 'estrazion e de11taria , il tartaro e ] a piorrea alveolare, la protesi , l 'ortodontia , le fratture dei n1ascellari . L 'utile lavoro è presentato da u11a lusinghiera prefazione del 11rof. _i\. Il,·ento. 1
fil.
A. FERRANNINI. Medici1ta italica. II edizione. U11 vol. in-8'0 di 295 pag. Edito a cura dell'Uff. di Stampa medica; Milano, vi.a Vallazze, 39; L. 215. Il libro che il prof. A. Ferrannini pubblica nella TI edizione, con la collab·orazione di un gruppo di eminenti. personalità italiane, docu1nenta sinteticamente qu3.nto si deve attraverso i secoli alla medicina italiana. Ed al leggerlo si rimane maravigliati ed -orgog·liosi i~el vedere quale grande contributo deve la scie11za rr1edi'ca alle scoperte, alle ricerche ed alle vedute di italiani, che hanno anche spesso la priorità di scoperte erroneamente attribuite ad altri. Ed è fin dai primi albori della civiltà che tale contributo si viene affermando, nella scuoJ.a medica della IBruzia , i1 elle opere igienich e di Ron1a , quando ancora tutto il resto •dell'Europa si trovava in uno stato di b·a rbarie; nelle istituzio11i universitari e, n elle scoperte anatomiche e, giù giù nei secoli , fino ai .giorni nostri. Tutto è qui elen cato ed illustrato ieon precisa documentazione bibliografica; alla fin e un effi cace commento sintetico mette in luce i fa~ti più importanti. Questo movimento di giuste r ivendicazioni, iniziatosi nel dopo-guerra, è stato favorito e largan1ente aiutato dal prof. Pra itele Picc~ nini , che indisse un Concorso e preparò il J Convegno sull'Rrgomento e ch e ora pubblica questo bel volume, ch e si vende a totale benefi cie> degli orfani dei me dici caduti in g u erra .
fil. \
N
Pubbllcazlon e di eccezionale Interesse:
oott. NICOLA PARISE Aiuto di Clinica Med ica della R. Università di Napoli.
•
Climo e sindromi dei paesi caldi Ne riportia;mo l'Indice generale : PARTE I. - CLIMA . .. Introduzione. - Radiazione solare e tempe~ atura. , Gli stati fisici dell' acqua nell'atmosfera. - La pressione atmosferica e i venti. , Elettricità atmosferica. .. Classifica dei
climi e climi tropicali. PARTE li. - CLIMA E NOSOLOGIA DELLE NOSTRE COLONIE. .. Introduzion~. .. Le colonie deU' Africa Orientale. , Eritrea. Abissinia. , Somalia. , Le colonie dell'Africa Mediterranea. • Tripolitania. Ciren aica. PARTE III. - FISIOPATOLOGIA DEI CLIMI CALDI. , Introduzione. , Le reazioni àell'organismo al calore. , Temperatura del corpo. , Apparato respiratorio. , Sistema circolatorio ed emopoiesi. .. Ricambio energetico. .. Apparato digerente e fegato . , Apparato uropoietico. , Sistema nervoso vegetativo e ghiandole endocrine. .. Sistema nervoso della vita di relazione. , Le sin, dromi morbose da calore. , Sincope da calore. , Crampo da ca• lore. , Edema da calore. - Febbricola termica. • Cacoforia tropicale. , Influ enza dei raggi luminosi sulL' o1•ganis1no. - La patologia d elle radiazioni luminose. , Sindromi fototraumatiche. , Colpo di sole. , Edema da sole. - Colpo di luce. , Fotofobia tropicale. - Sindromi fotodinamiche. - Pellag ra umana. PARTE IV. - ACCLIMATAZIONE .• Influenza dei fattori climatici sull'acclimatazione. , Igiene climatica. , Bibliografia. , Indice del1e tavole e delle fig .Jre. , Indice generale.
Volume di 198 ipagine, con illu . trazioni in nero ed a colori. Prezzo L. 2 5, più le spese postali di spedizione . Per i nostri rubbonati ~ ole L. 2 1 , 5 O in porto franco. Inviare vaglia all'editore Luigi Pozzi. Ufficio Postale succursal,. :iiciotto, Roma.
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CC
APPUNTI
IL POLICLINICO
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[ANNO XLII,
NUl\f.
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PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIAo La sindrome ipotalamica. Lhermitte (Il Congr. neurologico, Londra 1935) comprende sotto tale nome i feno1neni ch e derivano dal tuber cinereum, dalf'infundih~lo .e .dall 'ipotalamo, che sono stati spesso attr1bu1t1 finora a disturb i endocrini, specialmente ipofisari, 1' orig·ine dei quali va però ricercata in lesioni dei punti accennati e non in disturbi endocrini.. La indro111c i1.;otala1no-infu11dibolo-tuber cirt er~u~ ha i seguenti sintomi: diabete insip·i do, pol1ur1a es e nziale, la così detta polidipsia essenziale, disturbi del so11no, disturbi sessuali , lipocli trofia , adiposità diencefalica cachessia ipofisaria , (lisLur]) i. delle funzjoni e~opoietiche, epilessia dien cefalica , e disturbi della regolazior1c calorica. Le malattie che possono indurre tnle sindrome sono : sifilide, tubercolosi, encefali Le, tun1ori , idrocefalo. Schustcr (Ibidem) ha studiato i fatti motori di tale sindron1e. L'atassia non è costante ed lJ a rapporti co11 due fenorr1eni frequenti n ei disturbi del talarr10 , cioè i tremori ed i movim e11ti cor eo-atetosici: il primo è intenzionale a rnedie scosse o del tipo di t entennamento a grosse scosse; i secondi sono indipendenti dal movimento e si manifestano i1el riposo. L'uno è da attribuirsi a lesioni rubrotalamich e i seccndi ad interruzione delle connessioni talamos1riatc. Si ha inoltre la così detta mano talamica, diversa da quella emiplegica e che ap1 pare com e un movimento atetosico « congelato »; si ha in 1/4 dei casi ed è accompagnata da ~ovimenti coreo-atetosici . Molto meno spesso d1 quanto si crede è colpita l'innervazione del viso (mimica od affettiva). fil. 1
Lo stadio prodromico della paralisi infantile.
E. 'i\' ieland (Jahrbuch Kinderhe.ilk. , vol. 143, n. 6) sulla b·a se di 21 casi r ecenti di paralisi infantile, rileva ch e, accanto alla febbre iniziale ed ai fatti catarrali, si hanno come sintomi premo nitori dei dolori ge11eralizzati e d ebolezza mu colare, con contrazioni ed incapacità di cam111inare. 1Fra i fatti irritativi senitivi, il più fr equente ed il più notevole è il sinton1a di Lasègue. La rigidità della nuca si ha soltanto come meningismo. Possono manc~re anomali e dei riflessi e paralisi , ·mentre s1 osserva spesso la dolorabilità della schiena e della colonna vertebrale. ~a let alità dei casi osservati fu del 12 %; 6 casi vennero trattati con sier o antipolion1ielitico o di convalescente, con risultati non uni•
VOCI .
Contro i sintomi di senso, si mostrarono utili le alt e do... i di i)iran1i don e. fil.
Cura della meningite cerebro-spinale.
L'as cesso da fissazi one lascia scettico Dopter C!our. des pract., n. 29, luglio 1935) che asserisce doversi la clieniioterapia riservare ai casi in cui vale rischiare tutto p1e r tutto, potendo essere pericoloso specie nelle forme molto p·u rulente. nelle quale lo choc sarà più grave. La sieroterapia costituisce il trattamento più efficace. . La ~acci1'!'oterapia agisce assai le11tamente (6-7 g1orn.1) e s1 deve usare solo dopo il fallimento del siero, ed a qualche g iorno di distanza da questo. (Sarebbe assai interessante a tale riguardo ricordare g li importanti studi di Pontano sull 'uso del siero, vaccino e anatossina dìfterica e tetanica, da noi recensiti qualche num ero fa. - N. d. R.). Sieroterapia dunque; la scelta del siero deve divenire specifica basandosi sulla identificazione del tipo di. n1~ningococco in atto (A, !B e CA), ogni specie rispondendo ad un solo siero. La vi?' ~1i int~odu~ione: deve essere prescelta ~a rach1d1e~~ r1cord~n.d? che le meningi sono imper1neab1l1 dal fuori in dentro . Siccome però i meningococchi vivono anche n el sangue e posso?? dare focolai pericardici., polmonari, pleur1c1 ecc. è bene associare le altre vie, intravenosa, endomuscolare ecc • La dose deve essere di 25 eme . per il bimbo, e almeno 40 em e. per l 'adulto; si devono fare sistematicamente le iniezioni per 5-6 giorni anche se vi ,è precoce miglioria. · . La precoc.ità dell'ini ezione facilita la g uarig1?ne: l~ m~r~alità ~ei malati serizzati nei primi tr~ g1orn1 e ~ ell 8 %; sale al 70 % in quelli che r1ce,rettero siero dopo il 5° giorno. Alcuni Autori ricorrono .a lle trapanopu11ture ventricolari e dicono di avere ridotto al 12 % la mortalità. Dopter preferisce la via rachidiena e riserva la puntura intracranica ai casi in cui alla seconda puntura non si nota miglioramento del liquor. Se sopragg·iun.gono segni di meningite sierosa si deve limitarsi a estrarre liquor senza più introdurre siero.
L.
TONELLI.
I pericoli dt-1 trattamento degli encefalitici con atropina.
H. Siegmund (Miin;()h. med. Wo c.hens., 193·5 t n. 12) ha osservato n egli en cefalitici note,·oli disturbi del tor10 , de1la motilità e della funzione secretoria del tratto gastro-intestinale, che provocano talora anche il megasig n1a od il m egacolon , formazione di ulceri stercorali e di ileo . che possono talora condurre a morte im• provv1sa. Tale A . è convinto ch e tali reperti negli encefalitici non siano casuali , ma dovuti a disturbi provocati dall'atropin a , ch e ostacola la fun-
'
e
[ANNO
XLII, l'Tr M. 43]
zione del parasimpatico ed abbassa il tono di determinat.i segmenti intestinali. Egli, pertanto, sconsiglia il trattamento degli encefalitici fil. .c on tale sostanza. La mialgia addominale ed i suoi rapporti con gli organi interni. F . Klingler (Miinch. m ed. Vfl ochens., 5 luglio · 19351_ osserva che la mialgia addominale è piuttosto rara, ma la sua diagnosi differenziale è molto importante pBrahè gli errori possono essere fatali. La mialgia addominale appartiene ai quadri tipici di reumatismo muscolare e può, al pari di altre mialgie, avere origine p rofessionale; per quanto non comune, non si deve dimenticarne la possibilità. Gli errori che si commettono più spesso sono quelli di considerarla come espressione di malattia di organi addominali; ma si sono fatte anche confusio11i con c olite, enterite, accessi di colica, gastralgia, cardiospasmo, colica renale od ureterale od epatica, angina pectoris., ecc. L 'A. riport:a alcuni di questi casi, in cui si aveva come carattere comune, l'inizio della mialgia accom:p agnato da disturbi degli organi interni che, nel racconto del paziente pren<levano il sopravvento. Il modo d'inizio può rassomigliare a quello di una neur.a lgia. Non si tratta ·d i una vera malattia muscolare, ma piuttosto di un disturb·o permanente del tono, dovut.o essenzialmente ad una tensione dei rispettivi territori muscolari durante il lavoro. Per i c.a ratteri iniziali, la tendenza a diffondersi ed i disturbi riflessi, il quadro viene anche indicato come « neuromialgia n. Mancano di solito dei r eperti neuro lo1
•
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SEZIONE PRATICA
•
gic1.
Im·p·ortanti sono nel quadro della mialgia i sintonii indotti, che simulano talora i quadri c linici più gravi ed ostinati: angina pectoris, p.alpitazioni, bron co- e cardiospasmo, malessere con vomiti, tremori, p·a restesie, ronzii di Dreccbio, sudori, ecc. La mialgia delle p·a rti basse si accompagna .a sintomi intestinali, in quelle alte, a malessere, vomiti, cardiospasr110, se si estende ai pet-. torali, a palpitazioni e simula accessi. di angina pectoris; le mialgie delle sp1a lle dànno cefalee -e ronzii di orecchi. II trattame11to, oltre ad infiltrazione locale, consiste nell'applicazione del caldo e nel mas• saggio. In complesso, .quindi, si deve tener presente .che la mialgia, nel territorio delle ris11ettive zone di Ifead, si manifesta com.e malattia degli organi che si trovano nella stessa zona; il ·Compltsso sintomatico talvolta apparentemente grave deve esser e considerato come u11 processo riflesso che si svolge nella relativa zo na di Head. fil
Le iniezioni subaracnoidee di alcool. Le donne con carcinomi inoperabili dei genitali soffrono dolori spasmodici che i consueti. calmanti riescono ad attutire per b·r eve tempo. In questi casi, J. P. Grenhill e H. E. Schmitz (Journ. Am. Med. Assoc., 10 agosto 1935) hanno trovato molto utile il metodo proposto da A. IVI. IDogliotti dell 'alcoolizzazione subaracnoi~\ea delle radici posteriori al p·u nto di emergenza dal midollo. A t.ale scopo, con un consueto ago da puntura lombare si pratica questa (evitare gli anesteti· ci) fino alla fuoriuscita del liquor: si inserisce allor~ una siringa da tubercolina e si iniettano eme. 0,5 di alcool al 95 %, goccia a goccia in modo da impiegare circa due minuti. Si deve evitare di mescolare il liquor all 'alcool, sia nella siringa, sia durante I 'iniezione. L' alcool poi, per il suo stesso peso specifico di molto inft?riore a quello del liquor, risale per circondare le radici posteriori. L'altezza a cui va fatta la puntura dipende dalla sede dei dolori . Per };esec uzione, la paziente viene collocata sul lato opposto a quello in cui il dolore .è più forte . Mentre si fa l 'iniezione, la paziente avverte un senso di into~pi dimento delle gamb.e. È b.ene che dopo l 'ini e• • • • z1one rimanga 1n riposo. Gli AA. h.anno praticata tale iniezione su 25 pazienti con risultati tanto soddisfacenti da far preferire tale metodo alla simpatectomia pelvica. Non si sono osservati inconvenienti. fil. •
DIAONOSTICA. La reazione di Takata e A.ra nella diagnosi di attività della tubercolosi polmonare. È nota l'importanza della diagnosi di attività della tubercolosi polmonare. La sintomatologia subiettiva ed obiet.tiva dei p azienti, che in ogni tempo ha fornito al clinièo dati molto importanti di giudizio, n on sempre è sufficiente a farci formulare una diagnosi certa di attività. Anche le reazioni biologiche specifiche, come la reazione alla tubercolina, non consentono g·iudizi sicuri. Varie altre reazioni sono state proposte e fra queste una d elle più note ,è certamente quella di Takata e Ara. P. Timpano (Rivista di Pat. e Clvn. della Ti1.bercoloS'i, IF asc. 8°, 1935) ha sperimentato tale reazione in 22 casi di tbc. polmonare ed in due periodi diversi per riconoscere Io stato di attività della malattia , confrontando i risultati con i dati forniti dall 'esam e clinico e radiologico, ed ha potuto concludere che la reazione di Takata rappresenta un buon mezzo diagnostico dell 'attivit.à del processo tubercolare dei polmoni. Ulteriori prove sono tuttavia n ecessarie per confermare o meno, il reale valore del m etodo. G. LA CAVA.
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« IL
POLl GLI!"~JCO
TECNICA DI LABORATORIO. L'isolamento del bacillo di Eberth dal sangue. La diagnosi clinica di tifoide offre spesso difficoltà notevoli, sia per le forn1e atipiche sia specialmente all 'inizio. Da ciò la necessità di praticare l 'emocoltur a, talvolta anche a periodo abbastanza avanzato, tenuto conto della tardività con cui spesso con1pare la sieroreazione. ~on è poi infreq ue11te avere la contemporanea positività sia dell 'emocoltura cl1e della siero· . reazione. In qualch e caso, però, l 'en1ocoltura r iesce 11eg·at iva. Ciò accade secoi1do G. ,D·enes (Diagrvostic.a e tecn•i ca di laboratorio, maggio 1935) 11e.r chè i bacilli di Eberth si trov.a110 in circolo nella fase R, è quindi n ecessario prolungare il tempo di osservazio11e, tenendo le colture a temperatura ambiente ed evitare i terreni con aggiunta di sostanze colora11ti verso le quali il germe in fase Pt è i11eno resist ente. Nel caso ch e il sang u e non sia stato raccolto i i1 perfetfé. condizioni di sterilità , l 'A. consig: l ia di prelevar e, dai tubi di agar che presenta110 le col ll1re 111i. te , il J11ateriale ch e si isola poi i11 piastre, scegliendo in queste le coloni.e cl1e ap1Jaiono più tipicl1e e trapiantandolo . La senti11a clel coag·ulo Ya fatta in bile. fil .
MEDICINA
LEGALE.
Il git1dizio di pnetunoconiosi grave.
1
La i:,i1eumoconiosi grave è una malatti.a professio11ale e si ritiene ge11eralmente che si possa riconoscerla (dal pu11to di vista del diritto assi.curativo) soltanto quando esistono detern1inate .alterazioni, cioè quando la radiog·rafia din1ostra la presenza di ombre nodulari. Si parte quindi dalla convinzione c]1e sia l 'aun1ento del tessuto connettivo cl1e subisce la r etrazione cicatriziale a produrre i disturbi della respirazio11e. Ciò però secondo E. Beintker (Die Med. Welt, 21 settembre 19315) non è con1pletan1ente esatto: ''i sono infatti dei casi, e l 'A. i1e illustra uno, in cui i disturbi funzionali. · precedono l 'instaurarsi di alterazioni P?lmonari di una certa entità. Non bisogna .q uindi esprimere giudizio di pneumoconiosi grave so lo quando le alterazioni anatomiche, radiologicamente di.mostrabili, hanno raggiunto un d et erminato g rado , ma a11che quando , pur non essendo le lesioni così accentuate, esistono gra,,i di sturbi funzionali del respiro e del cirM. NuNBERG. colo.
MEDICINA SCIENTIFICA Ricerche sulla senescenza. La str11ttura delle paratiroidi nelle varie età. Nell 'età a·vanzata si stabilisco110 gradatamente alcune alterazioni organiche collegate al meta bo] isn10 calcico : arteriosclerosi, osteoporosi,
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[ANNO
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calcificazioni delle cartilagini ecc.; è quindi da. chied~rsi se l 'organo regolatore dell'equilibrio calç1co non presenti. nella vecchiaia modi· ficazioni struttura li quale espressione di u11a alterata funzione. :È per questa ragione che G. Nizzi Nuti (Archivio per le scienze mediche, agosto 1935) ha intrapreso ricerche istologiche su p·a ratiroidi di individui di varia età e specialn1ente d.i vecchi. Egli l1a osservato che con l 'avanzare degli anni si verifica una diminuzione progressiva delle cellule chiare cromofobe, le quali costituiscono quasi esclusivamente la glandola nell 'età infantile e giovanile, in seguito alla loro trasformazione in vescicole adipose, mentre le cellule oxofile, rar·e nell 'età giovanile, aumentano di nun1ero, sì da rappresentare la prevalenza degli ·e lementi cellulari nella tarda età. ~ giustificato il supporre che le cellule cromofob e nell 'età avanzata, in quanto si caricano di grasso, p·e-rdano in gran parte delle loro proprietà specifiche, mentre si moltiplicano gli elen1enti oxofili che assumono nella senescenza una posizione p·r edominante istologica e qtuindi anche p·r ob·a bilmente funzìo nale. M. NuNBERG. 1
1
VARIA Medicina e Società delle Nazioni. L 'org·.a nizzazione sanitaria di Ginevra, seco11do quanto inforn1a il Brit. Nl ed. Jourri. del 21 settembre 1935, ha r juni.to di quando in qu.ando con1itati di esperti che si son0 occupati di problemi clin.ici, batteriologici, ig·ienici; pub blica statistiche periodiche sulla prevalenza delle· malattie epidemiche ed un annuario sanitario che raccoglie informazioni sulle condizioni sanitarie di molti paesi. Ma l 'attività n1edica della Società semb,r a lontana dagli interessi ordinari della pratica p rofessionale, piuttosto adatta per delegati ed irr1piegati che per coloro il e ui la, oro è prevale11temente clinico. Quello che è stato indub biam.ente acquisito è I.a consuetudine della cooperazione t.ra medici di diverse nazioni . 1\ilolto resta da fare prima che i membri d ei con1itati scientifici internazionali possano spogliarsi dalla convinzione che essi sono rappresentanti nazionali piuttosto ch e lavoratori intorno ad un compito comune. Un esperimento è in corso da una quindicina di anni : se la professione m edi.ca prenderà interesse in esso e p·er esso farà qu.a lche sacrifizio, quest 'esperimento a·vrà su ccesso; fallirà invece se sarà ab bandonato ad esperti ed impiegati medie~, non perchè essi siano incompetenti, m.a perchè sono pochi e specializzati. . M. NuNBERG. 1
1
1
1
PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. S.
MARl\Io
Alcuni casi di tetano. -
Arti Grafiche
« La Nu ovissima », Napoli, 1935.
S.
VAcCHF...LLr.
dl'villa. -
Sesto r endiconto clinico I stituto Co-
Cortina d'Ampezzo, 1935.
[_\NNO
XLII,
~-0~1.
43]
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SEZIONE PRATICA
NELLA VITA PROFESSIONALE. Appello a tutti i medici d'Italia. L'on. prof. Eugenio Morelli, segretario del Si11dacato 1asci5la i11edici , l1a in ,-iato ai i11edici d'Italia una circolare nella qu.a le pre111ette che tutti i medici debbono n el momento attuale considerarsi n1obilitati. Ed è coi1 q1leste appassionate P.arole che l 'on. Morelli precisa ai n1edici quello cl1e deve essere il loro compito : a l~oi medici, che sia1110 invocati laddove la sofferenza insorge, dobbian10 saper temprare l 'animo di tutti gli italiani alla continuità del sacrificio insorge11te i1ella vita comune; dobbia1no inseg11are a sopportare con pazienza og11i privazio11e. Non dimei1tichia1110 mai. che spesso il piccolo, continuo sacrifici,b è più difficile del grande e cl1e Colui che sapeva .laJ1ciarsi con sl.a11cio all 'as ~ alto, e ch e sape' a fare getto della propria vita senza lamento, spesso mal sopporta va il continuo sacrificio della trincea» . Il m edico italiano deve attendere a questa silente opera con lo stesso fervor e, col quale si è valorosan1ente comportato nella grai1de guerra. « Ditelo , colleg·hi, a tutti - prosegu e l 'on. ~Iorelli - cl1e alla slessa fame si può resistere, insegnate ch e con poco cibo si. può vivere e ch e noi spesso sciupan o il nutrin1ento; insegnate che lo sperpero è delitto di lesa Patria in queslo mon1ento. Gridate tutto ciò special111ente alle classi ricche non use alla sofferenza : su esse voi soli, con la p er uasjon e e l 'esempi.o, potete esercitare grande influenza. La vittoria sarà n ostra se sapre1no r esister e, e perciò noi medici dobbiamo far comp1r enclere al popolo che alla guerra economica si deve rispondere con la guerra economica. Le Nazioni che ci assediano, per privarci delle materie di n1assima n ecessità, non potranno poi pretendere di mandare a noi quan-. to è superfluo , valevole solo per impoverire sempre più l'Italia. Non voglio ripetere a voi in questo moment~ che sar eb·b ·e gravemente colpevole il med~co . che an cora usasse medicamenti proveIl1ent1 da Pa.esi che vogliono irr1porre a noi so11zioni economich e, perchè ciò ·è nell 'a11irno di tutti voi e sarebbe troppo piccolo dovere da parte nostra: voglio invece dire a voi, ch e entrate ovunque tra ricchi e tra poveri, ch e è dover vostro costruire un ambi.ente tale per cui l'ostracismo alle merci dei Paesi che ci ass~d~ano debba essere sentito come imprescind1b1le do\1er e, come sentimento di amore verso l 'Italia, come sentin1ento di odio verso i ne• • Il11Cl .
pobbia1no fare intendere agli umili e ai ri c~hi che la somma delle piccole spese talvolta 1~1ut~li , . mol~iplicate per quarantaquattro mil1on1 di Italiani raggiunge una somma enor-
!11e « in oro. » che va all 'Fstero e ch e potrebbe invece servire per comperare l 'indispensabile al Paese. Ricordiamo questo alle signore che plaudenti ai soìdati ch e parto110, con una incoscien za e u1:1a incoerenza incon1pren sibile, talvolta non s1 verg·ognano di comperare oggetti di l usso provenienti dall 'Estero. Quando , invocati per le loro soffer enze at. ' t~aversia~10 .le loro camere piene di ciprie, d1 belletti., d1 saponi, di oggetti di t oletta provenienti dal~ ' Estero, g·ridiamo loro ch e questo è ~n delitto contro la Patria e contro quei soldati ch e esse avevano a pplaudilo. Gridian10 loro cl1e non abbiamo il diritto oggi di comperare e ricomperare abiti provenienti dal!'Estero e specialmente non po siamo regalar e, attraverso le stoffe, oì·o a quel Paese di mercanti ch e oggi capeggia i nostri nemici. Ai riccJ1i ch e ci chiedono consio·lio sull 'alin1enlazi.one, di cian10 ch e i11 Italia ~gni attini.o alimento si può trovare e ch e la t avola del1'Italiano deve esser e imbadita ola con alin1enti italiani: è ver.g·og·noso ' 'ederla fornita di biscotti , dolci, salse, n1ostarde, marmellat e, formaggi, ecc., di origine esotica. È doloroso p~n_sar e ch e talvolta p er si110 le profumate e inv1d1ate frutta nostrane sono sostituite con frutta di altri P.a esi, e ch e a i n ostri prelihati ' 'ini e liquori sono preferiti vini spesso fatturati ma con nomi esotici. Se questa non lode,.o!e e.sterofili~ er.a a~missibil e in tempi in cui gli scambi erano liberi , di\renterebbe imperdonabile colpa in questi momenti in cui risparmiare e trattenere oro in Italia è grandissimo merito . . Co11\ri11cete le don11e, ch e tanto IJOssono per il ben e del Paese, convincete cl1e sprecar e daItaro oggi è tradire la Patri.a e levare armi ai loro figli ch e combattono. Le nos lre nonne sacrifica\rano le notti a costruire fila cce per m edicare i soldati feriti · i1on si . ~ergog11i;io. le nostre spose di r.attoppare a~!.ti pe.rch e c~nsun1 0 diminui sca. Qua11to p1u.. ~m1le ~ara 1 o~cu1Jazio~e tanto mag·g·iore sara il merito. Se 1 economia del P aese lo ricl1iederà siano esse orgogliose di portare abiti vecchi g ià relega li n elle guardarobe e disistimino g li uomini che preferiscono la bellezza dell'abito alla forza dell'animo. Quando avrete convinto le n obili donne italiane della b ellezza del sacrificio , voi avrete costruito l 'Italia tutta » . La circolare ai m edici così con clude il suo vibrante appello : cc l\~edici d'Italia: il nostro n1otto fu '' don1ani... e ]a Patria chiamerà ... ''. Oggi l 'ltalia ci chian1a e noi iamo presenti e pronti sia alla b ellezza dell'assalto c~e all'o curo eroismo d ella gu erra economica. D uce: il m edico italiano a ttende ordini n.
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<t IL POLICLINICO
iNSEGNAMENTO SUPERIORE Per la riforma degli studi medici. Abbiamo già dato una notizia schematica delle _proposte avanzate dalla Con1mi·ssione nominata dal l\~in istro dell 'E. N., per la determinazione quantitat 1-va e qualitativa degli inseg11amenti fondamentali e complementari. Possiamo ora riportare notizie più complete sulla relazione presentata al Ministro. La rel.azione premette che l 'Università deve preparare il medioo generico, il quale concilii un buon a~ito mental~ scienUfico con le necessità più c?n:un1 ~e~la prati.ca, salvo a perfezionarsi e spe·c1al1zzars1 in seguito. La relazione ravvisa g·randi lacune nei medici che attualmente si abilitano all 'esercizio: affrettata ed incompleta preparazion e nella anatomia, nella fisiologia e nella biologia generale ed umana e nella tecnica dell 'esame del malato, impreparazione ancora più grave nelle pra tiche curative mediche e chirurgiche. Le ca use devono riportarsi a: 1) La licenza che ha lo studente di continu are r1ella iscrizione ai corsi fino agli ultimi anni, anche se non ha da lo gli esami delle materie fondamentali e propedeutiche, mettendosi così nella ·condizione di non potere assolutamente profittare deg·li insegnamenti pratici; 2) L 'ingombro dei primi anni di studio da parte di alcune delle scienze naturali, che hanno un riflesso meno diretto di altre nel campo medico, e che ·sottraggono un te1npo prezioso alla profonda preparazione dello studente nell 'anatomia, nella fisiologia e nella biologia generale ; 3) L 'affollamento degli ultimi anni da parte di J1umerose materie parziali e complementari, che costringendo alla frequenza ed agli esami, impediscono allo s tudente di passare la maggior parte d el suo tempo a<l apprendere il modo di c·saminare e di cur are g li ammalati ; 4) La mancanza di ur1 tirocinio pratico finale, continuativo, in is tituti provvisti di un numero di arnmalati sufficiente in rapporto al numero deg·li s tudenti laureandi. In base a tali con siderazioni, la Commissione si è trovata unanime nel dichiarare iondamentali tutte quelle di's cipline d'indole generale, che investono la conoscenza di tutto l'organismo sano o inalato, e ch e rappresentano perciò i veri pilatri d ella cultura medica e devono essere intese com e corpi di dottrina che nell 'insegname11to pralj co J)OS$ono giovarsi ove è possibile nnche di corsi i11tegrativi dati per incarico. E dichiarare complementari le discipline parziali, che riflettono lo s l11dio specializzato di un organo singolo o di un apparato, o di un ran10 particolare d 'una disciplina generale, e rappresentano quindi completamenti della cultura generale. Però la Commission e, ri conoscendo che a1 cuni di tali discipline parziali sono indispen sabi]i, entro lin1i ti ridotti, JJer 1a preparazione del medico generico, e per le esigenze della pratica medica corrente, include J lcune di t ali discipline tra le materie fondamentali ed obbligatorie. Ciò prem esso, ecco I 'elen co delle materie fonda1nenlali proposte d alla Commissione pel primo
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XLII, Nul\-r. 43]
bien~~o: 1) c~~mica con riguardo speciale alla ~e~1c1na; 2). fisica con riguardo speciale alla med1c1i:ia; ~) biologia generale con la genetica e la razziolog1a; 4). ~nato.mia, embriologia ed istologia normale; 5) fis1olog1a umana. La chimica, la fisica e la biologia della durata di un anno; l'anatomia e la fisiologia della durata di du~ anni. È. obbli~atorio l 'esame nelle cinque 1naterie del primo biennio per poter e·ssere am1nessi alla iscrizione delle materie successive del secondo biennio. La botanica per la parte che riguarda la medicina formerà oggetto d'insegna1nento della farmacologia. La biologia generale con la genetica biologica e la razziologia è da ritenersi materia fondamentale, por la cultura medica, e forma la parte più essenziale da tal punto di vista della zoologia ed anatomia comparata di cui viene a prendere il posto. ' Pel secondo biennio : 6) patologia g enerale; 7) farmacologia e materia medica ; B) patologia speciale medica e metodologia clinica; 9) patologia speciale chirurgica e propedeutica chirurgica; 10) an a.t omia ed istologia patologica. La patologia generale, le dt1e patologie speciali con le propedeutiche, l 'anatomia patologica sono biennali, la farmacologia e materia medica annuali. Queste cinque materie fondamentali co·stituiscono un insieme inscindibile di cogn izioni , da apprendersi in profondità nel secondo biennio, cosicchè lo studente possa presentarsi alle cliniche ben preparalo a comprendere la genesi del fenomeno al letto del malato ed a saperlo rilevare. Occorre perciò superare questi cinque esami per essere iscritto nelJ 'ultimo biennio. Questo comprende: 11) clinica medica generale e terapia medica; 12) clinica chirurgica e terapia chirurgica; 13) clinica pediatrica; 14) clinica ginecologica-o·stetrica; 15) igiene ; 16) medicina legale e delle assicurazioni sociali; 17) clinica delle mala.ttie nervose e mentali; 18) clinica dermosifilopatica; 19) clinica oculistica; 20) clinica otorinolaringoiatrica; 21) clinica odontoiatrica. Le due cliniche generali avranno la durata di t1n biennio, e saranno completate da. uh tirocinio pratico continuativo di 6 mesi preferiliilmente in g·randi istituti ospedalieri. I corsi di clinica pediatrica, di clinica ginecologica-ostetrica, come quelli d'igiene e di medicina legale e delle assicurazioni sociali avranno l a durata di un anno. Le cliniche dermosifilopatica, oculistica, delle malattie nervose e mentali, otorinolaringoiatrica e odontoiatrica, avranno la durata di 25 lezioni date in forma particolarmente dimostra.t iva. La Commissione propone che il numero massimo di insegnamenti complementari che ogni Univ-ersità può istituire nel suo statuto sia di 14, e cioè: 1) chimica biologica; 2) istologia ed embriologia generale; 3) microbiologia; 4) parassitologia ; 5) psicologia sperimentale; 6) tisiologia; 7) clinica malattie tropicali; 8) ortopedia; 9) radiologia; 10) malattie infettive; 11) medicina del lavoro; 12) storia della medicina; 13) urologia; 14) anatomia chirurgica e corso di operazioni .
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SEZIONE PRATICA
Il numero 1ninimo di tali materie complementari ch e lo studente d eYe scegliere per l 'esame obbligatorio ai fini <lel con·aeg·uimento d el diplon1a di laurea è di tre . La Commissione propone ch e per tutti i corsj complementari scelti dallo studente e p er le cliniche oculistica, dermosifilopatica, neuropsichiatrica. otorinola.ringoiatrica e odontoiatrica sia prescritta l a durata di 25 lezioni , ed una forma essenzialmente dimos ~rativa. E ciò perchè lo stud ent e abbia nell 'ultimo biennio m aggior t empo da dedicare alle clinich e generali medica e chirurgica ed al tirocinio prati co. In tal modo gli esa1ni obbligatori per il con seg·uimento del diploma di laurea ir1 m edicin a e chirurg ia sono 24 complessiva1nente, di cui 21 fondamentali e 3 comple1n entari. La Commis·sion e chiudendo i su oi lavori ha creduto doveroso di sottolin eare ch e « materia complementare n non vuole affatto dire « materia di secondaria importan za ». Infatti siccom e la finalità dell 'istituto univer sitario è no1ì sol o l a preparazione all'eser c izio professionale ma anche il progresso della scie11za, la Commissione segnala l a. r1ecessità ch e t u lti i vari ir1segn amenti i·$tituiti compre·si quelli della categoria dell e discipline complementari continuino la loro vita e la loro funzione e d ebbarto esser e sorr etti e potenziati.
I candidati alla libera docenza n1obilitati nel·
l'Africa Orientale. Il l\ilinis tero d ell'Educazione Nazionale ha, con r ecente decr eto, disposto ch e ai candidati alla libera docenza in servizio presso i r epartj mobilitati dell'Africa Orientale si possa conferire I 'abilitazione cui aspira.n o , di':~pen sandoli dalle prove orali, compresa la conferenza sui titoli, qualora l e rispettive Commissioni g iudicatrici, in base alJ a valutazione dei titoli concernenti l 'attività scientifica ed, eventu alme11te, quella didattica, ritengano accertata la maturità scientifica dei candidati stessi e la loro atti ludine all 'insegnamento presso le Università e gli Istituti superiori. Per i candidati i quali, secondo l 'avviso della Commissione, non abbiano titoli sufficienti per I 'abilitazione cui aspirano, il giudizio sarà sospeso fino a quando i detti candidati n on siano in grado di presentarsi a sostenere le prove ad integrazione d ej titoli presentati.
Cronaca del movimento professionale. Sindacato provinciale medico di 1'1ilano. A l\1ila110, n ella sed e di piazza Duomo 20, ha avuto luogo l 'annuale assemf>lea del Sindaca.t o provinciale medico fascista per l 'approvazion c del bilancio preventivo J 936-XIV. · All 'jnizio della seduta il segr etario prof. Baslini , ha jnviato a nome di tutti i medici milanesi il più cordiale e fraterno ·saluto ai colleghi che han110 l 'or goglio òi offrire la loro opera ai gloriosi soldati dell 'Itali n fascista in t erra d'Africa, impegnando fin d 'ora tutto il Direttorio ad a sistere
in ogni modo e col mag·gior entusiasmo i coll eghi red u ci quando t orneranno alla vita professionale civile.
SERVIZI IGIENICO-SANITARI Den11nzie dei tossico1na ni. L'art. 156 d el Tes to Unico delle Leggi sanitarie, che riproduce la norma clell 'art. 153 del Testo U11ico dell~ Leggi di pubblica sicurezza, prescrive cJ1e le p erson e affette da intossicazioni per stupefacenti devono esser e denu 11zi a le al] 'au torità di t>. S. L 'obbligo della d e11uncia. inco111be al sanitario, libero eser cente o direttore di ospedali, ambulatori, istituti di cura in gen ere, e si concreta n el 1nomento in cui l 'intossicato è visitato, assistit o o ricoverato . È stata richiamata l 'attenzione d ei Sindacati sulla citat a. norma di legge e sulle san zioni previste o carico dei contravven tori ]e quali, speci aln1ente in caso di r ecidiva, sono ci i particolare gravità. È neces·sario, intanto, proceder e ad una indagine per il decorso anno, sulla psicosi tossica da stupefacenti; e ciò an ch e per valutarn e la effettiva entità. E , con siderato che l a norma di cui all 'art. 156 del Testo unico· delle Leggi sanitarie è entrata in vig·or e nella seconda tnetà del 1934, i medici sono invita.ti a for11ire i segu enti dati per ci ascu n tossicoman e: a) ses·so, stato civile: età, professione e residenza; b) n atura della p sicosi tossica (se da morfina, da diacetilmorfina , da cocain a, da canap e india.na ecc.); c) recidività; d) luogo di cura e p eriodo d i degen za effettivo o presunto.
CONCORSI. PosT1
v ACANTT .
Concor so, per titoli, al post o di Primario Chirurgo. La scadenza è prorogata fino al 10 dicembre 19'35. Per chiarimenti rivolgersi alla Segreterja della Congregazione di Carità di Nardò. NocER4. Ul\1BRA (Perugia). Il Comu11e cer ca Medico Chirurgo jnterinal e condotta vacante. Chieder e informazioni alla Segreteria Comun ale. RoMA . Ministero degli Est.eri . - La Mission e cattolica italiana di Ch an gsha (Gina) richiede, pel tramite del R . Consolato di Hankow, un medico italiano . Impegno triennale, rinnovabile con con senso reciproco. Condi zioni finanziarie: dollari m essicani 300 primo a11no (pari lire i.t. 1300 circa) e 200 secondo e t er zo anno (.[Jari J. . it. 900 circa) . Tale stipendio fi sso ba valore di ii1coraggiam ento pel periodo inizial e perch è in seguito Ja .:li entela ::edd ili1.ia non sarà rappresentata dall'ambi ente missio11ario, ma clall 'ambiente indigeno che, n el frattempo , avrà appreso a conoscer e e acl apprezzare l 'opera del medico italian o. Per le offerte e richies te di u] terjori informazioni indirizzare al l\linis lero deglj Affari Esteri, Direzio11e Generale .fegli Italiani all'Estero, Roma . NARDÒ (L ecce). Osped al e Civile Sarn biasi. -
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« IL POLICLINICO »
NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Alla cattedra d 'igiene della R. Università di Roma è sta Lo nominalo, quale successore del sen. prof. Giuseppe Sa.n arelli, S. E. il prof. Dante De Blasi, accademico d'Italia, che era titolare della stessa cattedra a Napoli. Si tratta di un autentico acquisto fatto dall'Aleneo Romano, poichè il De BJ~i, immunologo e batteriologo di fama mondiale, igienista di cultura iinpareggiabile, carattere integerrimo, è uno deg'li scienziati di maggior valore che vanti l 'Italia fascista. Purtroppo abbiamo appreso , poco dopo questa r1omina, la1 sciag ura da cui è stato colpito l'illustre studioso e di cui parliamo in altra parte del gior11ale; egli la sopporta con an~mo d'~tali~n? , forte della stessa passione che animava il Figlio adorato. Il prof. grand 'uff. ,Sante Solieri è stato nomir1ato di motu proprio di S. M. il lle cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro in riconoscimento degli alti meriti scie11tifici e del servizio prestato al1'0speclalp ~forgagni di Forli per ben 25 anni. Al1'illu·str e chirurgo espri1nia1110 il nostro cordiale compiacimento. Hanno conseguito la libera docenza i dottori: Giuseppe Scollo in clinica. chirurgica e medicina operatoria; Giovanni Selvaggi (nipote dell'insigne nostro collaboratore per la parte legale) e Bruno Paggi in patologia chirurgica. Ai tre amici, che preferiscono sempre (< Il Policlinico » per i loro pregevoli contributi scientifici, i nos tri ralleg·ramei1ti viv issimi. Il d ott. Jean Schwetz è incarica to del corso e del laboratorio di parassitologia tropicale all'Universj là di Bruxelles.
Mentore leglslatlvo, per tutti l Sanitari Italiani
Nuovo Testo Unico delle Leggi Sanitarie con NOTE e
00~1"1:eNTO
di
CARAPELLE On. Dr. ARISTIDE, Consigliere di Stato e JAN.NITTI PIROMALLO Or. Prof. ALFREDO, Consigliere di Cassazione. 11 COMMENTO che offriamo noi. ha un carattere eminentetnente pratico ed è una Cuida v6ramente si· cura per la CONOSCENZA E T/APPLJCAZIONF.l DELLE LEGGI SANITARIE con opportuni richiami alla Giurisprudenza e con la spiegazione delle modifi cazioni introdotte nella Legge stessa. La nostra Casa Editrice che, con le speciali rubriche <l.el « POLICLINICO » e soprattutto con l'altro proprio 'l:-eriodico specializzato « 11 Diritto Pubblico Sanitario», ba acquistato da tempo l'esperienza delle particolari esigPnze dei Medici e degli Amministrativi in materia sanitaria, è venuta così incontro ~ q?esti, of~rendo loro siffatta pubblicazione realmente 1nd1spen~ab1le,_ la qu~ le, per la profonda competenza dei due illustri autori, che hanno saputo imprimervi un carattere di gra!J.de praticità, non deve esser confusa con ·a!tre Pl!bbl1ca: zioni congeneri, da altri annunziat_e pr•ve dei no'!'.' degli autori del Commento, senza, cioè, l'elemento p1u importante. Volume in formato tascabile, di pagg. XI I-720, in nitidissimi caratteri corpo 8 e corpo 6, stampato su earta tipo « India-Oxford », ed artisticamente rile.gato in 1ela. Prezzo L. 4 5, più le. SJ?e~e postali di SJ!e~ zione. Per gli abbonati al << Pol1cl101co "· o a quals1as1 delle altre nostre 4 Riviste, sole L. 3 5 in porto franco. Inviare Vaglia all'editore LUIGI Postale Succursale diciotto - ROMA.
POZZI - Uffìrio
lANNO
NOTIZIE
XLII,
Nu~r.
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DIVERSE
Per l'Africa Orientale Italiana. Servizio medico sulle navi mercantili dirette al!' A. O.
Com 'è noto, un provvedimento legislativo con·sente che sulle navi mercantili dirette a porti dell 'Africa Orientale possano essere imbarcati, in qualità di m edici di horrlo, anche i medici non ,forniti della speciale autorizzazione prevista dal R. D. 29 novembre 1925, n. 2288, e concessa dal '!\1Ii.n1 stero dell'Interr10 solo aj medici che abbiano sostenuto con esito favorevole speciali esami di idoneità. I inedici i quali desiderino fruire delle agevolazioni su accennate e compiere viaggi in qualità di medico di bordo delle r1avi mercantili dirette c: 11 'Africa Orientale, sono prrga ti di rivolgersi per informazioni alla secle della Società « Italia » (Flotte riunite) in .Genova. La partenza dell'on. Paolucci p·er l'Africa Orientale
L'on. Raffaello Paolucci, medaglia d 'oro e vice preside11te della Camera dei Deputati, è partito per 1'Africa Orientale a capo di un reparto chirurgico di cui fanuo parte diciannove ufficiali medici, tutt1 volontari, e soldati di sanità. Alla stazione di Termini, in Roma, erano a salutare l 'on. Paolucci nu1nerose personalità della politica e della scienza inedir.a. 11 generale Franchi, direttore d ella Sai11tà militare, ha pronunciato alcune parole di saluto all'indirizzo del partente e dei suoi compagni, ed ha concluso con ~l saluto al Re e al Duce a cui banno risposto tutti i presenti. Il direttore generale della Sani là Pubblica, prof. l)etragnani, ha pro1111nciato a s11a volla parole di caloroso e cameratesco saluto all'indirizzo dell 'on. Paolucci, al quale ha consegnato un bellis·simo pug·nale offerto dalla Federazione della lotta contro la tubercolosi. Partenza per l'A. O. di un r eparto di San.ità.
Sono partiti da Milano, avviati verso l 'Africa Orientale, 14 ufficiali m edici e 114 militari di Sanità. Alla Stazione Centrale erano convenute a salutare i partenti numerose autorità militari e civili, rtonchè molte rappresentanze di associzioni patriottiche e combattentiste. Un particolare sal11to ai militari partenti è stato recato dal colonnello .Surdi, direttore dei servizi sanitari del Corpo d'Armata, e dal tenente colonrtello Gianusso, direl Lore deJl 'Ospedal e Militare di Baggio. JJ 'offer ta di un cittadino belga per la Croce Rossa Italiana .
Il Segrelari1) del Fascio di Monza ha ri~e·sso al locale sottocomitato della Croce Rossa Italiana la somma di lire mille, inviatagli cial commerciante belga, sig. J ean Hansen , di Verviers, che da parecchi anni trovasi in relazion e d'affari con un noto Cappellificio di Monza. La generosa offerta era accompagnata da una lE'ttera nella quale il belga fra l'altro dice: cc Plaudo <li cuore al successo delle armi italiane e formulo i migli<)ri voti perchè tale successo sia com pleto ».
[ANNO XLII, NuNr. 43j
SEZIONE
I cong1·essi medici di Bologna. Abbiamo già dato notizia dell 'inaugurazione del Congresso della Società di ost etricia e ginecologia , avvenu ta la mattina del 12 corr., nonchè d ella p1ima ·seduta di lavori. Nei due giorni successivi furono trattati i ten1i di relazione : cc Sulla n ecessità di una migliore assistenza ostetrica » (prof. Montuoro, di Milano); « La profilassi e diagnosi i)recoce del cancro genitale femminile » (prof. Bertino, di Padova) e fatte numerosissime comunicazio1ti, ch e s i chil1sero in una seduta del congresso a Salsomaggiore. II prof. Romain, di Parig i, dopo una su a comunicazione, inviò un saluto di omaggio ai no·stri soldati , ch e in Africa combattono per la civiltà a :uome delle ge11ti latine, unite non soltanto d a rincoli sentimentali, ma rla r ag·ioni di san gu e, cen1enta te clurante l a g uerra m ondiale. Le p arol e dell 'illustr e ospi te riscossero una prolungala ovazione da tutti i congressisti. In e ilo alla r elazion e Scagliosi , il con g res·so 11a approva lo un ordin e del g-iorno, con il quale la. Società italiana di osl etricia e gin ecologia, riconosciuta la n eces·sità ch e l 'educazione sportiva t11uliebre sia ])en e i11dirizzata, fa voti ch e la Associaziot1e i: azionale i11 edici sportivi voglia disp or r e per 1'i s l i Luzione di una cons11lenza ginecolog·ica, affidata a p ersonale spP.ci alizzato. A con clusione del la discu ssione sulla r elazione Bertino, il con g r esso h a approvat o un ordine d el g iorno in cui fa voti che Io ·studio d el] 'ostetricia e della ginecologia sia intensificato, e ch e le Cliniche e l e Scuole di ost e lricia sian o dotate del ina teriale n ecessario per addestrate gli allievi n1edici e le allieve l eva trici all a profila ssi e diag n_osi precoce del can cro ; in oltre, ch e sia resa ob],ligatorio la· visita ginecologica i11 forma periodica alle iscritte alle casse di assicurazione, e ch e n ei casi su sce ttibili di cura, si provved a tosto al ricoYero e al relativo trattame1Jto curativo delle pazienti, ia chirurg ico cl1e a ttinico, in l s lituti prov,. i ~t i da Jne7.zi adcg t1ali. Il Congresso <l el la Società italiana di pediatria si è svolto n ei g iorni 17 e 18. All )ìnaugurazione, j)r ese o.ti le autorità cittadin e, il preside11te prof. Pincherlc, clopo un saluto agli intervenuti, ha l11esso in rilievo l 'irr1portanza sociale della sp ecialità. Vivo in Leresse h a d e.st ato l a r el azione del j)rof. Allaria, ri g· u ardar1 le il tema: cc Il co1npito clel p ediatra ne1l 'atnbito tlella attivit à demografica <lel Reg·im e »; fu a 111pia111 ente di scu s·s a. Numerose l f con1unicazioni. Prima di chiuriere i lavori, i partecipanti hanno compiuto un rito di omaggio alla terra del Duce: tLna ~omitiva numero·sa, recatasi a Predappio, ha visitato la Casa con1unale, la t omba d ei Genitori e Ja casa natale d el Duce, al quale venne poi inviato, tra le ovazioni , il seguE'nte t el egramma: c( I pediatri d el conYeg·no cii Bologn a, riuniti a Pred appio, rivolgono il devoto p en siero al Duce, s lrenuo animatore delle l oro idealità demograficl1e, per sua opera in piena realizzazione ». Alla seduta di chiusura, ultimati i l avori , p arla1 0 110 il prof. Pincherle e il prof. Fiore. Il 20 ottobre, alla presen za delle principali aut orità cittadine e di cultori della .. p ec jalit à, si è i11au gurato il congre .. o n azionale di o to-rino-larìngologia.
PRATICA
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lV[entre si stan1pa queslo numero , h a nno principio i rlue congressi pi-L1 import anti della serie : quello di medicina in terna e quello di chirurgia.
Al Congresso chir11rgico di Innsbruck. Ha avuto luogo in Innsbruck un Congresso di chirurgia, al quale h anno partecipato non solo personalità dell 'Austria, ma ancl1e d ella Germania , Svizzera, Jugoslavia ecc. L'Italia, per incarico della Pre·sidenza della Società italiana di chirurgia, era r appresentata d al prof. Catterina dell 'Univer sità di Genova. Come avev 1 fatto al Consiglio chirurgico di Berl1no per l 'oper azio·n e di Bass ini , così anch e i11 questo Congresso il prof. Catterina rivendicò a chir urg hi italiani sei loro scoperle nel vasto campo d ell e resezioni articolari, scoperle di1nenticate completam ente non solo all 'estero, ma p erfino in Italia, clovute ad Enrico Albanese (che fu chirurgo di Gariba.ldi). Larg hi, Caselli, Dura11te Bassini e Putti. ' Il prof. Catterina r ichiamò l 'attenzio11e d ei colleghi a.n che sulle ·su e clue resezioni d el polso e cl ell a spalla. Fu atte11lamento scguìlo.
Altri congressi. Il 12 ottobre fu solennemenle inaugura t a a Palermo, d al ministro De v·ccchj , la 24a riunione della Socie tà italiana p er il progresso delle scienze, p r esente il Pri11cipe di ~ emonte, fatto segno a fes tose accoglien ze. I di scor i òe] presidente d ell a ,Società e del presidente (lel Comitato ebbero accenni patriot tici al m orne11 lo s torico attuale e furono caldamente applauditi. Furono trattati Yar1 temi inter essanti l a biolog i a e l a n1edicina. I soci stranieri, convenuli a P aìern1 0 in numero cli 150, appartenent i a 12 Nazjoni , hanno espre·sso devozione e incondiziona ta solidarietà al Duce. Nella seduta di chiusura, ono stati conferiti i premi del ·L ittorio assegn a ti d al1 a ben evolenza dell 'on. Mussolini ai g·iovani esordient i n ella ricerca scientifica. L 'assemblea ha espresso aJ Dur,e sentimenti di g1·ata devozion e . Tra le co tnunicazioni fat t e al 6° Con gresso nazionale di m edicina legale, del quale ci ·siamo g ià occupati, r egistriamo l e segttenti: cc Simul azione d ella demenza e p seu clo-demenza » (proff. Corberi e Bedu schi ». cc Malaria e infortunio» (dott . Gal assi). Si è d eci so d i tenere il ventu.r o con gresso a Napoli . Con1e ab biam o annunzia to, il 44° Congre so òella Società francese di chir urg ia i è tenuto a P arigi , dal 7 al 12 ottobre, so llo l a presidenza del prof. wlich el di Nancy. La cerimonia inaug urale assun se la consuet a sole1111ità; era presente il min is tro Lou is ~Iarin. ·uro erosi g l 'iii ter ven11 ti dal1'Estero , che hanno conferito alla grandiosa riur1ione un carattere eminentemen Le internazionale; clell 'Italia sono st ati segnalati i proff. AJessandri ,, Giordano. Parallelam ent e, si è SYOl la la 35a session e del1'A·asociazione francese cli urolog ia , sotto la presidenza del lJ f')f. Tb éYen o l , cli Lione; malgrado la con tc111poran eità del l 'a] lro co11gres:::o, i JaYori sono s ta ti 11101to attivi.
~144
« J L POLI GLINICO »
L 'As ociazio ne per l a docume11 tazione fotografica e cinematografica nelle scienze, ha tenuto il ~uo 3° CongrP. so a Parigi, dal 4 all '11 ottobre, e già ne ha pubblicato il resoconto (un vol. di pp. 96, editore Maloin e) . Tra le cinematografie presentate segnaliamo quelle dei proff. _i\.lessandri (Ron1 a) e J{o .. ell] (!v1ila110). La Reale Società Italiana di Igiene jndìce per i g iorni 11 e 12 ge nnaio p. v. u11 Convegno Lombardo per lo s tudio della casa popolare ed econor11ica jn Lo111harclia nei suoi vari aspetlj igienico-sociali. Il Capo del Governo ha voluto far pervenire alla Società la s11a alta approvazione. Si invi lano gli jnteressiti a da.r e la loro adesione al Comitato Esecutivo, ch e h a sede. in via Statuto 5, Milano. L '8° Congr esso internazionale di medici11a e farn1acia coloniali si tenne a Bruxelles dal 27 giugno a1 3 lug·lio; alla seduta inaugurale erano presenti ] 20 delegati lifiiciali, rappresent&nti 35 Nazioni, tra cui per la prima volta la Germania; e.ra presente il ministro belga della difesa nazio11ale. Tra i relatori era il ten. col. Ba·ssi per I 'Italia. Il prossimo congresso si terrà n el 1937 a Bucarest. Dal 30 settembre al 2- ottohre si è tenuto a Belg·rado il Congresso annuale della Società medica jugosletva , ch e raggruppa tutte le Società mediche del Regno. C~ongresso g inecologico tedesco si tiene a ~Io1Laco flal ~3 al 2G o ttobre. Ten1i: Sterilità; Ri-
Il 24··
1
[ANNO
XLII, NuM. 43]
Il nuovo Ospedale per le malattie infettive a Ro1ua. Tra le opere edilizie che vengono inaugurate i11 Roma all'inizio dell'an110 XIV dell'J~ . F., il nuovo osp edale per le malattie infettive è, i11dubbiamente, Ja r ealizzazione più imporla11le. Con esso spari'sce il Yecchio e inadeguato ospe. dale ùi Santa Sabina, n oto col nome di « Lazzaretto >>. lt nuovo ospedale sorge sulla via Portuense, i11 una vasta area, di circa 13, 4 et tari, presso l 'Osped ale della Vittoria; è sufficie11temente lontano dal! 'abitato, ma facilmente accessibile. I servizi g·enerali sono completamente separati dai reparti infetti; comprendono la direzione, l 'amministrazione, i Jaboratori, .la far1nacia, gli alloggi, la ca1)pella, la cucina, i magazzini, l a centrale termica, la di·sin{ezione, la lav~nd.~ria (in due reparti, di cui uno « puro »), un salone per i congressi) il padiglione di accettazione, i bagni per i malati g·uariti, uno stabulario ecc. I reparti « infetti », separati dai serYizi g·e11 erali n1ediante un compartim ento stagno di disinfezione e con altro ingresso, comprendono la ca·sa rlei contumaci, cl1e quando sarà completa consterà di tre padiglioni capac i di 130 letti ciascuno, au1nentabili fino a 200; un paciiglione di osservazio1.1.e, con due sezioni, maschile e femminile , divise ciascu11a in quattro reparti, per diverse malattie; .5 padiglioni per malattie infettive comuni, dei quali uno per abbienti; i padiglioni per malattie infettive gravi, isolati dal resto dell'ospedale col solito compartimento stagno. Il nuovo Ospedale è un 'opera ò egna òi Rom a e della civiltà fascista.
st1ltati della sterilizzazione eug·enica; Climoterapia, bal11eo lerapia ed elioterapia; Fega1 o e gestazione.
Tubercolosario per ·il clero italiano.
L'Associazione del corpo inseg11 ante delle Facoltà di n1edicina e di farmacia della Francia si è riunita a Parigi 11 5 olto:Ore, sotto la presidenza d el prof. Baudoin. Si è discus·so in specie il problema del cumulo delle cariche pubbliche e pubblico-private e si è riconosciuto che, per certe attivit.à , deve ammettersi. L 'Associazjone è aderente alla Federazione internazionale , che terrà il 3° Congresso a Heid~lberg nel luglio 1936.
La Federazione tra le Associazioni de] clero italiano ha acquistato a Vigne d'Arco la grandiosa ' ;illa Angerer, che sarà destj1)ata alla creazione in Italia di un sanatorio p er il clero. Fino ad oggi il clero italiano r.olpito da malattie polmonari non aveva una casa di cura pro1)ri~ ed era costretto a sollecitare 1'ammis·sione n ei tt1bercolosari e sanatori comuni, dove spesso verdva obbligato ad una promiscuità di vita non rispo11dente al carattere sacerdotale. In Francia il clero possiede da anni llll ben attrezzato sanatorio propri o, che ha sede a Thorène.
La l\lostra del libro antico di 1nedicina. Alla presenza delle principali a11torità, di nun1erose personalità mediche e scientifiche, è stata solennemen le inaugurata il 12 corr. a Bologna la l\1ostra del libro antico di medicina, Mostra che forma una delle maggiori attrattive fra le superbe i11iziative organizzate in inargine ai Congre·ssi medici. Ha pronunciato il discorso inaugurale il prof. Sorbelli, direttore d ella Bihlioteca comunale di Bologna e principale ordinat0re clP.lla Mostra, preparata nella stupenda sala dello <e ,S tabat Mater » all 'Archiginnasio. Essa raccoglie importanti opere di medicina, fino al grande ìvlalpighi , e cioè fino a tutto il secolo XVI. Degno di nota ed interes ante per la sua an tichità, è il Codice lletto Dioscoride, del secolo XIII, celebrato da Dante anche per l a magnifica orna111e11tazione di miniature di Fi:anco Bolognese. Pt1re 1)regevole è la raccolta di libri stampati dal :µeriocto d egli incl.1naboli in avanti .
Costruzioni sanatoriali in provincia di Agrigento. Il Consorzio Provinciale Antitubercolare di Agrigento, riunito in seduta straordinaria, ha approvato il progetto definitivo del Sanatorio antitubercolare che dovrà sorgere in quella città. Avrà una efficienza di 102 pos ti-letto, che si ritengono sufficienti alle neces·sità ed al fabbisogno della Provincia. Oltre a tutti i moder11i ser vizi ed impianti di accertamento diagnostico, clinico e radiologico, sarà anche dotato di un piccolo tna completo .reparto chirurgico per le operazioni e la cura delle malattie chirurgiche tubercolari e ciò è in rico110scimento anche dell'importanza sanitaria e sociale delle forme aperte della tubercolosi chirurgica. Nella stessa seduta straordinaria del Consorzio Yenne anche deliberata la costruzione di un moderno Dispensario provinciale éln1ituberco1are nel capoluogo.
[ANNO XLII,
N1Ji\!I.
45]
SEZIONE PRATICA
Un po' dovunque. Il Ministro dell'Ec.lucazione Nazionale ha indetto la sessione d egli e-sami di Stato per l 'abilitazione all 'esercizio clella professio11e di m edico chirurgo, i .elle RR. Univer sità di Bari, Genova, Messina, Milano, Modena, Napoli, Padova, ~isa , Roma e Sas. sar1.
2147
Lis1no. Gli studi, co111piuli :iuranle gli ultimi 10 anni su arg·omenti clinico-scie11tifici o medico-sociali, dovrannf) essere indirizzati prima liel 15 novembre, in 4 esemplari, in francese, ingle·se o t edesco, al seg·retario d ella Lega, Dr. J. van Breemen , Keizergracht 489, Amsterdarn, Olanda ; o in russo, al prof. 1\1. l{ontchalovsky, B. Moltchanoska 69, Mosca , U. R. S. S. (Deploriamo l 'e·sclusione della ling·ua italiana).
So tto gli auspici del Segretario del Par t ito e alla presenza d el Sottosegretario alle Corporazio11i, è sta to stipulato un accordo inter co11federale, interessante i lavoratori dell 'ag·ricoltura e rig·uardante la. cos tituzione di nuove Ca·s se ì\ilutue in 35 ProYlOCe.
L'Ufficio di Sanità Pubblica dell a Polonia elabora un progetto di legge sulla sterilizzazion e, secondo . le direttive tracciate d alla Societ à e.li eugenica .
Il 10 ot lobre i membri della cc F ederazione nazionale d ei m edici deì fronte » d ella Francia si son o recati all 'Arco di Trionfo e h an 110 reso omagg io alla tomba del Milite Ig·11oto.
Il Govern o della Nor Yegia h a m esso in ventlit a un fra ncob ollo a benefizio rlell 'l stituto norvegese clel radium. Ha un valore di affrancamento di 10 ore, m1 un valore effetti vo del d oppio: la ·differenza sarà d evoluta all 'Is tituto.
Un centro di ricerch e scientifiche è stato istituito a Salsomaggiore dal Mj11istE·ro delle Finanze, ~u propost a della Presi de11za del Comitato di Cons ulenza (proff. Zoja ed ~i\.lfi eri) e d el Con s11 len te sen. prof. Pende. Qu esta recentissima organizzazione di studi t ermali è imperniata ·sulle RR. Cli1ticl1e Medicl1e Gener ali cli MjJano e Genova e sulla ll. Clinica Ginecologica di l\1ilano; avrà modo di s tudiare con tutte le garanzie ch e tali Clinich e offrono, I 'azion e delle acqu e di Salsomaggiore nelle forn1e medichP. ed in quelle g i11ecologiche in ger1t-rale, la loro infll1enza sui vari organi interni ed in modo part icolare sulle g landole a secrezion e inter11a. Cos tituisce il primo nucleo ufficiale di t111 Centro di istruzio11e ed ecll1cazion e idrologica p er i 1nerlici qu:ile è quello auspicato d a alte aut orità scientifiche, capeggiate da S. E . Rondoni. È st ato inau gurato a Buenos Aires, nell 'Osped ale
Ba"'sun , il 18 settembre, un .Servizio sociale di aiuto ai cardiaci; alla cerimoni a assi·s tevano numer ose personalità m eclich e e il direttore dell 'Assiste11za .Pubblica, dott. Obarrio, che pronunziò un breYe discorso e jnsediò alla direzione del servizio il dott. T. Martini. Parlò poi il dott. A. Bullrich, c h e già dirige un servizio congenere all 'Ospedale Ramos Mejia; infin e il dott. Martini espose il funzionamento e l'utilità di quesli nuovi dispen sari s pecializzati. La medicina nell'arte e n ella storia », a cura del prof. M. Mastrorilli di Napoli, sarà un volume pubblicato dalla Società Editrice Vittoria di Milano (via Archimede 81); con sterà di 400 pagine e sarà adorno di 700 illustrazioni e 20 tavole fuori t esto; ''errà posto in vendita, rilegato i11 pelle, al prezzo di L. 300 (ridotte a L. 225 per i sottoscrittori durante la stampa). cl
L'importante rivista medica spagn ola cc El Siglo Médico » h a d estinato al 10° Cong·resso internazio11ale di st oria della medicina due numeri speciali ; recano la data del 27 luglio e d el 5 ottobre ; sono ricchi di articoli copio·samente illustrati (non <lifettano ri11scitissime caricature). Sede: Serrano 58, Madrid.
e
Il Governo russo, d'intesa con la Lega internazionale contro il reumatismo, ha stabilito due pre. n1i d i 1000 r ubli ciascuno (1283 fiorini olandesi) i1er ricerch e e per la lotta n el can1po del r euma·
Il Comitato della Societ à intern azionale di chirurgia ortopedica, adunatosi a Bruxelles, h a elet lo preside nte dell a Socie tà il prof. 01~brédan11e di Pa_ rigi, jn sostituzione d el prof. Murk-J ansen di Leida. Il prossimo congresso si terrà dal 21 al 25 settembre 1936 a Bologna ed a Rom a. Il corrispondente <la Addis _i.\.beb a cl ell ',< Exch ang·e Telegraplt >> annunzia ch e una delle poche unità della Croce Rossa esistenti in Etiopia h a dovuto lavorare febbrilmente a Addis Abeba, per curar e i feriti di una furio sa bat Laglia avvenu La tra i guerrieri, or a accampa li sulle colline intorno alla città. Era stata somministrata loro una sp eciale razion e di birra, si era batluto il t am])uro di guerra, si erano indette da11ze fren e tiche per fomentarn e gli arclor i contro l 'Italia. Spad e, sciabole e fucili ven11ero branditi. non contr o gli Italiani, ma i11 una lite d ei guerrieri fra loro. Cinquanta uomini sono rirn asti feriti. Il d olt. Gurszky , medico capo in una clinica privata di Bud apest, nel lavarsi le mani per un int ervento operativo ·si ferì un dito con lo spazzolino; poi proced ette all 'incisione di un flemmon~ i11 un bambino, evLclente1nente senza far u so d ei guanti: attraverso ]a piccola ferita si è determinata una setticemia, ad esito le1ale. Nel fase . scorso , p. 2080 , 2a. col ., l . 11, 1eg·gere : prof. Lionello De Lisi .
È m orto a 63 anni il prof. CARLO STERNBERG, ti-
tolare di an atomia patologie~ a Vien:ia, n oto per i suoi studi sul linfogranulo1na maligno (lo specj ale tessuto di qu esta m alattia reca il su o n ome), ·su altre malattie del sistem a linfatico e sul _c ancro : Molta diffusione ha avu to il su o e< 'frattato di patologia gener1le e di an atomia patologica». Il figlio <iel prof. Dvn l8 De Blasi, Giorgio, di 22 anni, studente al 5° anno di n1edicina, sott ole11en te di complemento n ell 'aviazione, h a perdu to la vita il 14 ottobre, in un volo di ricognizione effettuato presso ,S abaudia. Er a appassionatissimo cl ell 'aviazione, di rara audacia e p erizia ; il desti110 i1011 ha Yolu to che si aY, erasse il suo sogno di gloTia, ma gli h a co11 e11tito di dare la ' rita alla Patria. 1
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« IL POLICLINICO »
RASSEGNA DELLA ST!.M.PA MEDICA Acta A1ed. Scarid., V. -
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(ANNO
XLII, Nul\r. 43J
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SEZIONE PRATICA
Memento:
Le OPERE DI MEDICINA CHIRURGIA ED IGIENE pubblicate dalla Casa Editrice LUIGI POZZI di Roma gli abbonali al u POLICLINICO » o a qualsiasi delle altre quattro Riviste edite dalla s tessa Casa possono ottenerle:
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Revue Méd . Suisse Rom., 25 g·j11. -
IL POLICLINICO
Numero in
[ANNO XLII, NUl\f. 48]
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Deut. Med . .Woch., 12 lug. -·
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Indice alfabetico per materie. Alcool per ini ezioni subaracnoidee nei carci11omi inoperabili dei g·enitali femminili . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag . 2131 Aliment i: azior1 e sul siste111a e11docrinosimpa tico . . . . . . . . . . . . . . . )> 2121 Ane:;Lesia peridurale clj Pag·és in g'inecolog ia . . . . . . . . . . . . . . . . n 2091 Bacillo di Eberth: isolan1e11to dal san2132 gu e . . . · . • • • • • • • • . . . . . )) Biblio,g rai'ia . . . . . . . . . . . . . . . 2124, 2127 Bror1chi : forma cav1tarj a della dilatazio11e . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 2117: Cisti del m esentere: diagnosi clinica . >> 2102 Colonie: igiene della guerra n elle - . » 2114 Cronaca del movime1it 0 professionale » 2139 Dietetica moderna : problemi . . . . . . n 2120 1~11cefalitici: pericoli del trattam ento con a Lropina . . . . . . . . . . . . . . . . >) 2128 . » 2118 Foruncolo·si ed iperglicemia 1
. . . . . . . . Pag. 2136 Medici d'Italia: appello a tul ti i . » 2135 2132 l\1edicina e Società delle Nazioni . . n 2128 l\fening·ite cerebro-spin. : cura . . . . . n In.segriamento superiore
~1Jialgia
addominale e s11oi rapporti con gli organi interni . . . . . . . . · · · Para.lis i infantile : stadio prodromico . . Pleura: nuovi segni per la diaguosj di versamenti liberi . . . . . . . . . · · Pneumoconiosi g·rave: giuòizio . . . . . Riso e sorriso morbosi neJl 'infanzia . Se11escenza : ricerche . . . . . . . · · 1 Se 1~vizi
igi enico-sanitari . . . . . . . . ·
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Sindrome ipotalamica . . . . . . . . . . >) 1'ropici: irritabilità, p sicosi e neuropatie nei -- . . . . . . . . . . . . . . . » 1'ubercolosi polrn. : reazione di Takata e Ara nella diagnosi di attività . . . . »
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A. Pozzi, Resp.
C. FRUGONI, Red. capo. Roma - Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
A.NNO XLII
Roma, 4: Novembre
1~35
·XIV
Nnm. 4:4:
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SBZION.e PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.
CESARE FRUGONJ
Clinico MedJco di Roma
SOMMARIO. Lavori orig inali : V. Mura: Lo sdopt)iamento inspira torio del II tono cardiaco a lla base come segno d1 cirrosi ~leuro-po1monare. Note e contributi : E. Rastelli : Valore curativo di un nuovo emostaJtico: la Tr0JI1bocitina. Sunti e rassegne: STATI MORBOS I INIZIALI : A. Kirch: Sui sintomi prodromici della tisi. - L . Bayer: La diagnosi precoce del carcin·oma gastrico. - TERAPIA: G. e B. Leven: Le variazioni dell'attività medicamentosa. - H . Dennig: Sull'uso del piram idone. Notizi~ bibliografica. Cenni bibliografici. I Congressi nazionali di medicina e chirurgia : XLI Con.g resso della Società Ita liana di m edicina interna. Accademie, Società Mediche, Congressi : I OQngresso interna2.ion:tle di gast.ro-ent~rologia. Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Significato della febbre nella tubere<>losi polmonare ero-
LAVORI
ORIGINALI
lsTITUTO BENITO :NiussoLrNI
Clinica delle Malattie dell'apparato respiratorio DELLA R. UNIVERSIT.l DI ROMA Direttore: On. Prof. EUGENIO MoRELLI
Lo sdoppiamento inspiratorio del 11° tono cardiaco alla base come segno di cirrosi pleuro-polmonare. Dott. V-INCENzo MuRA , assistente. Lo sdop1)ia111ento del secondo to110 cardiaco è porlato da tutti gli AA., come segno di aun1ento di pressione del ·p iccolo circol o, si:a ~sso dovu l o a vizio cardiaco o a grave riduzione di are a nel letto del circolo polmonare. Esso è causato, come si sa, all 'asin cronismo di chiusura delle valvole semilunari aortiche e pol1nonari, e più p r ecisamente alla cr1iusura precoce delle semil unari dell'aorta o della polmonare, a seconda ohe lo sdop·p ian1ento è percepito con mag.g·iore intensità sul focolaio di ascoltazione dell 'una o dell 'altra arteria. 1
nica. - Diafram!'Tlite acuta primaria (Sindrome di Hedhlom). - Una rara s indrome neurologica nel decorso della pertosse. - Il trattamento medico dell 'ascesso po1mon are. Cura delle broncopolmoniti infantili. - Nella dispnea. - Nel -0atar.ro nasale acuto. - MEDICINA SCIEl'llTIFICA : Influenza del benzo·ato di sodio endoven~ sulla motilità gastrica. - NOMENCLATUR\: Plasmodium jm macu latum (Grassi e Feletti, 1892) Schaudinn (1902), e l'esatta denominazione .per il. parassita agente della malaria terzana maligna. VARIA. Nella vita prO·f essionale : Cronaca del movimento professionale. - Amm inistrazione sa,nitaria. - Insegnamento su,periore. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.
Il sig 11ifìcato di questo asincronismo è sta~ lo variamente interpretato. liuchard so·s teneva che g li si dovesse dare sempTe u n si gnificato patologico, ma Potain, Neu kircl1, Marey, Gerl1ardt, Vaiqu e z, hanno amn1esso cl1e questo sintomo può verifìcarsi anoh e in co·n dizioni di normalità e hanno jnd ic.ato le caratteristi'c he che di fferenziano lo sdoppiamento fisiologico da quello patologico. Lo sdoppiamento fisiologico, che si osserva q11alche volta nei bambini e nei vecchi, come o~~ervò Vaquez, è fugace e tran itorio, · h~ i due m ezzi toni molto ravvi'ci11ati essendo mi11jmo il ten1 po di a&incronismo , ma so·p ra t11tto è legato intiman1ente alla funzione r e~r1i ratoria. Esso infatti si percep,i sce di preferenza su l focolaio aortico nell 'acme della inspi'razio11e, mentre scompare alla fine della (-:Sf>irazione. Il Marey pensava ch e questo ~cloppi.an1ento fosse dovuto alla chi usura precoce d elle valvole aortiche , sia per l'aun1ento cleilla tensionP .aortica derivante dalla con1pre.ssione che i visceri addominali esercitan o $U]J ·aorta addominale durante l 'in pirazi~ne , e sia per l 'au1nento della tensione negati,-a to1ncica che tende a far r etrocedere il sangue 1
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aortico verso il ventricolo sinistro. Non tutti gli AA~ ammisero questa spiegazione e il Potai.n , ter1~ndosi a una spiegazio,n e p1iù generiea, ammise che il fenomeno dovesse verifìc~rsi per le _alternative di pressione che la re~rirazié>ne -provoca nei suoi diversi momenti sulla circolazio11e. Questo sdoppiamento, oltre. ad essere transitori·o , ha per tutti g li AA. t1n significato del tutto fisiologico, non essendo. esso . espressione ·d i alcuno stato di sofferenza del sistema cardio-polmonare, nè dal punto di vista anatomico nè da quello funzionale. Caratteri e significato ben diversi 11a lo scioppiamento patologico che si' ascolta con maggior frequenza sul focolaio della polmo• rl'are} ed è., ordinariame.n te segno di grave alterazione circolatoria. Si distingue per la sua persistenza e per la scarsa influenza che su di esso..esercitano i 111ovimenti respiratori. Si ascolta qualche volta sul focolaio aortico e signi'fica allora che le valvole aortiche si chiudo no in tJrecedenzn, ma più spesso si ascolta sul focolaio della polrrLonare indicando la precocità di chiusura delle valvole di questa arteria. I due rn e~zi toni possono seguirsi im.m ediatamente dan·do . un rHmore di rullìo, opp1u re po·s sono essere: nettamente staccati dando un ritmo che son1iglia a quello di galoppo. 'È segno caratteristico della &terrosi mitralica, tanto che il Potain diceva che esso può bastare da solo a impon·e questa diagnosi, ma Io si riscontra abbastanza· frequentemente anche in alcune aff~zioni croniche del polmone, 1quali l'enfisenl.a essenziale di alto grado e in genere tutte qt1ella circostanze in cui· si ha grave diminu. zione di area nel letto de l piccolo circolo come: la tubercolosi fibrosa diffusa ai due p oli11oni, il pneumotorace bilaterale che comp(['in1a anche i lobi inferiori ecc. Si' osserva qualcb e voUa. anche nelle sinfisi' del pericardio. I~ Potain: osservando c·h e nelJ.a stenosi milrrclica compensata, lo sdopp·i amento si sente con mag·giore intensità· sul focolaio aortico, rnentre nella stenosi grave si sente più nettamente- s.ul focolaio della polmonare, f ormuìò l 'ipo.tesi ch e: nel primo caso, cioè quando il restiingìmento dell 'ostio valvolare è tale da lasciare. p assare ancora una discreta colonna di 8angue, , 1a valida aspirazione diastolica del ventricolo. sinistro non essendo esaurita im111ediata'Ùl.ente dalla massa sanguigna, J>TOVOca uno. stato. aspirativo c.h e si esercita anche sulle va:lvole. semilunari dell'aorta, facendole cJ1iudere prima delle polmonari. Nel secondo C\.lSO in.vece, cioè quando il r estringimento del1,ostio è più grave, si ha un ristagno sempre 1
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r•iù grave llel piccolo ci'rcolo e conseguenten1e11te un aumento di te rLsione nell'interno clell :arteria poln1onare, le cui valvole, spinte da questa ten.sione, si chiudono prin1a delle at)rticthe. Tripier e Devic spiegano que,s to sdoppiar11,e nto, a1nmeltendo che esso sia causato dalla trasmissi'o ne delle vib razioni de Il ' ostio mitralic-0. Gallavardin pensa che il secondo tono sia dovuto unican1ente a un rumore a.g giunto, rr1e11tre Cevedini Io ritiene causa di un no11 co11t~n1 poraneo inizio della diastole dei due ve11tricoli. La maggior parte deg·li autori n1oderni perèJ, tra cui Vaquez, Ceconi, ~lariani, Rubino, son o d'accordo nel pensare .o he questo sdoppiame11 to sia sempre dovuto a urL aumento di te11sione del piccolo circolo. Trattasi quindi di un sintomo ohe entra in sce11a quando cominciano, o più spesso quando sono g·ià avanzati i segni di uno scompen_so cardiaco. Ip.fatti, lo riscontriamo in indi. vidui che presentano altri segni manifesti sia <li tale scon1penso e sia della malattia cardiasa o polmonare che lo ha ca usato. In lutti questi casi perciò, lo sdoppi,a mento del becondo tono non fa che unirsi al corteo di sintomi che in1pongono già da sè la diag1l(l'Si di sco1m penso del cuore destro, sia esso dovuto a stenosi della mitrale o sia dovuto a 111alaLli~ oronica dei J)Oln1oni. \"ella pratica sanatoriale, però-, non è ir1frequenle1 trovare un particolare sdopipriame11to <i el secondo ton o alla base, in casi in cui il n1:ilato ha un aspetto del tutto diverso da] precedente . Si tratta di individui nei quali il cuore non è ij1grandito in ness11na delle sue partj, i toni 11egJi altri focolai so,n o netti e puri, non esiste affanr1<> neanol1e dopo il movimento, non fegH to da stasi n€ segni di stasi polmonare. L'unico r ep erto è Io sdoppiamento del secondo tono alla base e qualche variazione plessica e cirto111etric.a in campo torac ico, mentre nella loro anamnesi non nlanca quasi mai la pleu, rite dallo stesso Iato. A un attento esame possiamo osservare che cruestu sdoppiamento ha comportamento e caratteri che lo differ enziano n ettamente sia dallo sdoppia.n1ento fisiologico che da que·Jlo patologico di cui abbiamo parlato, pur parteci1>ando in parte delle caratteristiche dell 'tino e in parte delle caratteristich e de1ll'altro. Esso può andare dal rumore di rullio dello sdoppiamento fisi(1Jogico , alla produzione di due $t;1nito.11i 11.ettamente distinti l'uno dall'altro~ E nettam ente influenzato dai' movimenti respi1
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SEZI ONE PRATI CA
ratori: çomparendo o accentu andosi n ella apnea i11 spjratoria e attenuandosi fino a scomparire s1)esso completamente ne1ll'a esp1irazione forzata.. F. ir1fluenzato dalla posizione dell 'individuo, diminuendo esso in posizione eretta e aun_1entando in posizione ori zzontale. R perr11ar1erlte perch è sj reperisce sen1pre finc·h è per&ìsto110 le alterazioni polmonari da cui dipende.- No tiarr10 ii1oltre ch e .all'infuori delle infl11e11ze ch e subisce da parte della respirazione e della posizione del paziente, esso non è ac t on11Jag·11ato da accentuazione e si attenua se.11sil>i1mente se si fa corrlpiere al paziente una lieve fatj ca, contrariamente a quanto capjta !1el comune sdoppiamento da ipertensione del piccolo ci'rcolo. Si ascolta il più s11esso sul foco laio della poln1011are, ma si può ascoltare anche, seb·b ene n1fno frequ en teme·n te , sul focolaio aortico. Nel p1 i1no caso è accom pagnato da alteraziorìi p lessiche de1l'ernitorace sinistro , più o m eno eYidenti , e molto spesso a11che da im1nobilità deJla base corrisponden te . Nel secondo ca~o è accompagnato da simili al terazioni nell '~'l11Jbito del polmone destro. Queste alterazio11i in qualcl1e caso sono marcate, in altri sono appe11a accer1nate, tanto da non essere sufficif 11 li per forrr1ulare una di~onosi di alterazione del ì)arenchima polmonare. U r1 Sl:... gno ch e invece lo acco mpagna sempre è Ja retrazione o la ipomobilità dell 'emi torace de~tro o sinistro, a seconda che lo sdoppia rr1ento si per0episca sull 'aorta o sulla polmonare. Esaminando attentamente le caratteristich e t'isich e del rumore sdo1p piato, in rapporto al runlo di ascoltazione , notiamo che ascoltand0 sullo sterr10 all 'altezza del secondo spazio, cioè tra 11 fo colaio aortico e i'l polntonare, avvertiar110 ch e il secondo tono è form,a to da (lue nlezzi toni consecutivi, di cui il primo è più l'arte del secondo. Spostando gradualn1en le lo stetoscopio verso il focolaio della polm <)11are o dell 'aorta , a seconda che lo sdoppiar11ento si' ascolti m eglio su questo o su quel f0colaio, notiamo ch e man mano che procediamo , l'inten sità dei due m eiizi toni si inverte, finchè, arrivati al punto di migliore ascoltazione, il secondo mezzo tono è più forte del primo. Ciò ci induce a credere che quando lo sdoppiamento avviene sul focolaio clella polmonare, le valvole di questa arteria si chiudano dopo le aortiche, per cui il run1ore di quella è più forte del rumore di queste. Quando invece lo sdoppiamento si perceriisce meglio sul focolaio dell 'aoTta , è il semitono aortico ch e scocca in ritardo. 1
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Avviene cioè. il contrario di ciò ch e si verifi ca tanlo n ell o sdoppiamento fi siologico ch ein quello da ipertensione del piccolo circolo in cui tra i due semitoni, scocca prima quel10 delle valvole su] cui focolaio d 'ascoltazione il (enon1eno è meglio percepito. Quale sarà il mec·c anisn10 patog·enetjco di q u esto particolare sdoppian1ento? Si può escludere facilmente oh e possa essere rlato da jriertensio11e del p icco1o ci'rco lo, sia percl1ù r1on è mai accompag11ato , come abtb·i amo già rilevato, da alcu11 segno ch e possa far pe11sare a que·s ta ~pe1rtensione, e s.ia percl1è ha caratteri che lo differenzi.ano n ettamente dall'o sdoppiamento ch e tale iperlen ione può det,erminare. Non può n ernmeno trattarsi di uno sdoppiamento fi'siologico, perchè manca nei ogg·etti sani e coincide sempre con detern1inate alter azior1i a11ato mopa tologiche del polmone. Non può essere çausato da spostam ento del lJlE:Ùi.astino , perchè rqt1esto sdoppiamento 1101! è co·s tante, n,è i11 proporzion e diretta co11 la i11tensiLà del (eno111e110, ma sopra tutto perch è n egli spostamen ti del mediastino dovu ti iier esen1pio a pneumotorace o a versame11to e.:::so non si verifica affatto. Non dipende da particolari alterazioni del pericardio, n ò delle arterie (aorta e polmo11are), i1è delle loro valvole, n·è da vizi cardi'a ci, perr..h è sia all 'esame clinico radiologico, si.a a quello au toptico; nei ca. i in cui quest 'ulti1110 si ·è potuto fare, non si è trovata ir1 quesli organi alcuna alterazione. Non pu ò dipendere da differ enza di tensione tra il cavo pleurico di un lato e quello dell 'altro, cl1e si'a stata determinata da dir11i11uzione o da ann ullan1ento della pressiori.e n egativa di un emitorace, percl1è se c~ò fos e, lo sdopp·i ameinto si dovrebbe verificare ii1 tutli i' casi di pneumotorace o di versamento. <:on siderando ohe il sintomo che accon1pag na costanten1ente questo sdoppiamento, è la 1etrazione statica e dir1amica o soltanto dinamica, dell 'emitorace corris11ondente al focolaio di ascoltazione, noi siamo parlati a i1ensare che quegli stessi p.rocessi po11110 nari a tende11za cirrotica che cau sa110 la retrazioltt: toracica, determinino contemporaneamen · te e co11 lo stesso meccanismo anche lo dopl)j amenl0 del secondo tono cardiaco. La fisiologia ci insegna ch e la tensione i1ega tiva endotoracica, esercitandosi anche su] iued.i.astino, delermina sulle ve·n e contenute J1el mediastino stesso e sugli atri cardiaci, una aspirazione che ne facilità il riempimento. Ma quesla azione aspirante, come si eser· 1
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cita sulle vene, si eser cita certamente a11che sugli altri organi m ediastir1ici e quindi ancl1e sull'aorta e sull'arteria polmonare. .Esan1ini.an10 la topog·rafia norrr1ale di questi orgJ.ni, dopo aver asportato ciascun po·l n1one isolatamente e doip 0 aver aperto il pericardio-. L 'aorta esce dal ventricolo sinistro dirigendosi verso d estra e verso l 'alto fino a ]Jrendere conta l.t.o, prima atlrave:rso il pericardio e J"'Oi direttamente, con la p leura m ediastirtica destra in un piano anteriore rispetto a que Ilo ocoupato dalle vene cave. La porzione ascer1dent e decorre quindi tutta in inti1)10 co1J tal.Lo con la pleura mediastinica destra, fi1t o all 'inizio dell'arco. L'arteria polmonare i11vece, esce dal ventricolo d estro dirige11dosi Yerso sinistra e .in alto, fino a prendere contatto con 1:1 pleura mediastinica siniSltra, inizialn1 ente .a nche essa attraverso il pericardio., e poi' direttamente. Alla biforcazion,e il rarr10 d<·stro si afforda nel mediastino dirigendosi vers<) de~tra e il ramo sinistro r esta a 0011l al to con la pleura che circonda il peduncolo, fi11 0 al suo ingresso, n el polmo11e. Ne con segue ch e tanto l 'aorta che l 'arteria polmonare, nella porzione iniziale che sta immediatamente al di' so1p ra delle valvole semilunari , si trovu11t) co11 un buor1 tratto d'arco della parete, sotto il donùnio della pleura relativamente di destra e di sinistr a e devono quindi necessariC:1JJler1te sopportare l 'azione della te11sione negutiva di esse. · Questa az~on e determina normaltmen te su di esse un effetto meccanico certo inferiore a quello ohe determina sulle vene, data la mi11ore consisLenz,a anato•m ica delle paret~ di quest~ . Ma se la trazione aumenta peir una ca11sa patologìca qualsiasi, essa può arrivare a deter1ninare degli effetti n1eccan1ci notevoli anch e sulJ e a rterie, nelle quali avremo quindi in modo analogo a q11anto avviene n elle vene e negli atri, una maggiore facilità di replezione durante la sistole veliltri dolare e ltn a certa difficoltà di svuotamen to durante la diastole dei ventricoli stessi. Da c iò consegue ch e il sangue passa dai ,-entricoli alle arterie con più facilità perchè il miocardio deve vincere una minore r esi5tenza per dilatare le .arterie g i'à dilatate dalla trazione torac ica patologicamente aumentata. Al finire della sistole ventricolare invece, i restringersi dell 'arteria sulla colonna sanguigna, subi~ce un certo ritardo \perchè de!Ve ,·incere l'aumentata aspirazione toraci'ca ohe te11de a tenere l 'arteria espan sa. La colonna reflua qui11di, cade in ritardo sulle valvole ser11ìlunari e questo ritardo si fa sentire su l 1
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te1111)0 di produzione del secondo tono cardiaco. Se l 'aumento di tensione è uguale nei due ernitqraci, si ha un allungamento della I)icco la pausa. Se invece l'aumento si veri fica so lo i1t un emi torace, l 'arteria sit11ata sotto iJ domirti ,> di questo, subisce essa sola l'azio11e rit.1 rda11Le e le su e valvole se1nilunari si chiuderanno in ritardo rispetto alle altre, determinar1clo ap·p unto lo sdoppiamento del secondo tono. Durante l 'inspirazione, aumentando anc0ra di più l 'aspirazione pleurica, il fej1omeno si renderà più manifesto, n1entre neltl espirazione, din1inuendo l 'aspirazione pleurica, anc he lo sdoppiamento diminuirà d'intensità fino, qualche volta, a scomparire del tutto. Abbiamo notato più sopra ch e 11 fenom eno si rende più inanifesto se il paziente è m esso iu fOsizio11e orizzontale. Ciò av·vien e perchè, esse ~1do le arterie situate, come abbi'amo detto. in un piano anteriore, si troveranno, in questa pcH:;.izione, in co,n dizione di risentire di 11iù l 'effelto della trazione. Abbiamo detto ch e questo sdoppi.amento si se11Le il più spesso a sinistra cioè sul foco1laio della polmo·n are, nLentre ·è r elativamente raro su11 ·aorta. Le pareti di questa arteria infatti, so110 r1otevolmente più consistenti di quelle della pol111onar e e per avere su di esse un effetto n1~ccanico è necessario un aurr1er1to di trazio11e rnolto n1agg iore di ·quello ch e è 5ufficiente :i ' ii ncere la resistenza della po l1nonare. La r ea ltà di questo meccanismo paloge11etic0 è c ~) Jt,alidata sia dal fatto che il fenomeno si ve·r ific:1 i11 r1101Lissimi pneumoLoraci· abl>andt111ati , specie di sinistra e sia dal fatto cl.e c·sso scompar e o si attenua notevolmente nei pocl1i casi in cui si ri·esce a costituire un llneu1notbrace (quando esso riesce a collassare la p.arte alta e· media del polmone), e i11 seguito a intervento di toracoplastica o di a•m pie api colisi. anteriori (1). Conferrr1a quesla patogenesi' ar1ohe un particolare ciclo che è possib·i le osservare in casi ch e si h anno da molto tempo in osservazione co1ne capita nei reparti ospedaliero-sanatoria li. Si assiste cioè, qualche volta , a lla attenuazione e alla scomparsa dello sdoppiamento, ma11 n1ano che la malatti'a invade anche l'altro polmone e si aggravano Je condizioni cardiache e respiratorie del paziente. Dopo un 1
4
(1) Spesso però ricompare a distanza del! 'intervento, quando si stabiliscono di nuovo le condizioni di aumentata trazione.
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XLII, NuM. 44)
2157
SEZI ONE PRATICA
certo te111po lo sdop1)iamento ricompare, ser11pre st1l l'ocolaio d ella polmonare ancl1e quand o priJna si sentiva a carico del focolaio aortico, ecl è accompagnato questa volta da dis})fl ea, da rantoli alle basi, da edemi· pretih·i ali e da fe,gato d a stasi. ·Si tratta quindi di un ciclo in cui allo sdoppiamento da aspirazi one si sostit 11isce, dopo un periodo più o m en o lurlgo d1 equilibrio, il comune sclop pi.amento da Ìf;er1 c~ 11sione cleJ piccolo circolo, il qu.ale è abbastanla freqt1e11te n egli ultimi stadi della tubercolosi poln1onare. Un'alira pro,·a l ',~l)hian10 potuta avere stu· diando il C<)JJ1.l)ùrt amento dello sfigmogra1nA n1a della radi:tle nei casi in cui· lo sdOj.)pi:irne.nto è a carico del focolai o aortico. Se infatti il n1ecca11ismo d.a noi esposto corrisponde a r ealtà , Re cioè, nell'arteria sottoposta a lrazion e ab11orme si verifica un p iù rapido e più fa cile riempiment o e un ritardo di svuo tame11to queste variazioni si ribattono an che sulle sti e di1ar11azioni, ciò ch e nei casi che inLerPssa no l 'aorta, sar à .esplora.bile con lo s tudio d el rierr1pin1ento e dello svuotamento dell ' art eria radita le. Eseguiti in a lc uni 1easi) gli sfigr11ogrammi abbiartlO osservato oh e st.an<lo il 1nalato steso orizzontaln1ente e in respirazio11~ r1t1rn1ale, lo sfigi11ogramma p r ese1tta un ra1110 ascendente perfett.a1nente verticale e un ra1no discendente ch e degrada11L1o dc\lcen1ente co11 varie onde cat.acrote, forn1a url a c urva a e~t ren1ità notevolmente pi ù 1livaricate del n(;r:r11ale. Se si invita il pazie11t e a fare u11a insp1razio11e profo11da, la c11rva ~ 1 a llarga an< 01 a cii più, mentre se il ir1al al.o co rn,ip je u11a r·roi onda es.pirazio11e·, essa si r e ~ lri11ge fino a IJOI Larsi quasi alle proporzioni nor rna li. ll con·1 portamento 1lello sfigrrtogramma è quindi perfettame n te consono al concetto patogenetico espresso, indicando non solo un J1iù rapido riempimen to ma sopra tutto un ra1"i1Lteri ~tico ritardo di svuotamento ch e è a ~ua voll'a indice del ritardo di svuotame11to dell 'aorla e del ritardo di chiusura delle valvule semilu11ari d el] ' aorta stes a. 1
1
Questo sintomo si osser va molto spesso 11ella tub,ercolosi fi brosa di un polmone e specia ln1enLe nella sclerosi polmonare p leurogen ,1 ch e mentre determina nel polmone una ter1der1za cirrotica, d etermina anohe quella rigidità rr1ediastinica che permette lo stabilirsi cli notevoli differenze di tensione tra un eini tor ace e l 'altro. Dai casi cl1e noi ab1bia1r10 potuto osser vare,. po~sia1110 ri ton.ere ch e a d et erminare lo· sdoppi a111en to, sono n cces::;arie d 'ordin.ario a lterazioni di una cert a enti là . Ma quando la lesion e cirrotica, pur non essendo molto estesa ; è localizzata n ella par te antero n1ediana del poì111one· sinis tro cioè i'n vicinanza d eJla porzione iniziale d ell 'arteria plomonare, l o sc.loppiamenlo si verifica molto p r ecocern1ente a11cl1e µer alterazioni non molto avanzate e che danno, oltre a questo se·g no, solo una non granle limitazlione di es.ipansione din.an·1ica dell 'emi torace. 1
l l re.1i erto di questi due fatti concomitanti , cioiJ dell'iponiobilità <.iell' emitorac·e sinistro e destro e lo sdoppianie1i.t o d'el secondo tono cardiaoo sul focolaio della polrnona.re., o del· l'aorta, assunte in tali casi u:~ a notevole imJJOrtanza diagnostica.
1
J>ossiarrio perciò ritenere che qu.esto particolare sdoppiam.e:t lo che si -uerifica quando in un e1nitoraoe agiscorio terisioni negative abnormri, sia dovuto all'aspiraizion.e che queste tensi,o·ni esercilario sulla pa:re.te della porzione iniziale tle~l 'arteria corrisportdente, p1 oteindosì pe.rciò. chia.m.are : scÌOfJ]>iamento da aspirazione sul 7Jcdit11 colo o sJoppiamerito i11sp•iratorio per <liffere1iziarlo .~ia l1al lo sdoppia.m ento fisiolo[li co clie dallo sdoppiam.en.to da ipertensione d el piccolo ci;co,zo.
RIASSUNTO.
L ·autore, dopo a\rer ricorda Lo i co1i.cetti p·a logcneti ci ch e attua lmente si hanno sullo sd opr:1iar11en1.o del secondo tono cardiaco e dOJ)O aver11e ricordato i caratteri essenziali, descrivo u11 particolare sdop1)iamento ch e si o serva abbastanza fre q u entemenLe n elJa pratica sanatoriale e si disti11g·ue nettamente si a per il co111port an1ent o che per la pat ogenesi e p,e r il signifi cato, tanto dallo sdoppiamento fi siologico quanto da quello do,ruto a iperten ione dc I i1iccolo circolo. Esso si ascolta di prefer enza sul focolaio cl ella polmonare , ma si può ascoltare an che sul focolaic· aortico. Aumenta n ettam ente n ell 'i r1~pi ra.~i o11f specie in posizione orizzontale, i11 entre dimi11uisce alla fm e dell 'espirazione . J~ clovuLo a ritardata istole arteriosa e con · se0uti,rc1 ri Lardo di chiusura delle ' 'alvole semilunali dell ·a rteria sul cui fo colaio di ascolta~ i 01le il fe1101t1eno è meglio perce:p ito. Si accon111agJ1a se1r1pre a un certo g rado cli r elra· zi, ,r1e del}' en1i torace corri spondente ed è co1l1e q11esta retrEtzinne, jndice di alterazion e a tendenza clerot ica pjù o l11eno diffusa d eJ pol111one sotlo$lante. }le r l:~ su e caratteris Liche es o si I) UÒ defin ire : ~<l '1ppiaJ11ento in ~ piratorio , per difff r en1
« JL POLICLINICO
2158
ziarl1) ~ia dallo sdoppiamento fisiologico che d!lllo sdoppiarr1ento da ipertensione del picco lo circolo. BIBLIOGRAFIA. AscuoFF. Trattato di anatomia pato lo·gica. CECONI. Medicina Interna. FoÀ. Trattato di Anatomia PaJlo logica. LucIANI. Trattato di fisiologia. l\1ARIANI. Semeiotica. Vallardi, Milano. MoNALDI. Fisiopato·logia dell 'ap,p arato respiratorio nella tbc. polmonare. Edizioni della Feder. Naz. Fase. per la Lotta contro la tbc., 1934. PEZZI.
Radi olo gia clinica del cuor e e dei grossi 1
vasi.
RoGER-WIDAL-TE1ssIER. Nouveau Traf;té de Médecine. Paris, Masson, 1933. RuBINO. Semeiotica 1'1edica. Milano , Vallardi, 1926. 1 'EsTUT . VAQUEZ.
Trattato di Anatomia Umana No r1nale. Malattie del Cuore .
NOTE
E
CONTRIBUTI
ISTITUTO DI PATOLOGIA CHIRURGICA DEI,LA R. LNIVERSITÀ DI PAVIA. Direttore Inc. : Prof. G10VANNI SERRA.
Valore curativo di un nuovo emostatico: la tromboci tina. Dott. ETTORE RA.STELLI, assistente.
1
Il compito di porre riparo ad una emorragia è devoluto in certi casi solo all'arte chirurgica : emorragie di estrema gravità come quelle co1tsecutive a traumi del fegato, del ren e, della milza, ad esempio, possono benefi care solo di un pronto e disciplinato intervento, sia cl1e esso consista in una sutura o nell 'ecton1ia del1'organo leso. Ma al di fuori di queste circostanze, esiste tutta una serie di fatti morbosi nei quali l 'emostasi diretta non è di immediata necessità e trovano indicazione i medicamenti che vanno sotto il nome di coagulanti. Valgano d ,.esempio emorragie che possono verificarsi in soggetti affetti da ulcere o da tumori dello stomaco e dell 'intestino, da ipertrofia prostatica, da certe nefrop·a tie ecc. D 'altro canto si approfitta in chirurgia a scopo preventivo della proprietà comune a d ette sosta11ze di accrescere il potere coagulante del sangue quando occorra operare su regioni molto vascolarizzate o su individui ch e presentano alterazioni della crasi sanguigna. Cosi si dica per le emorragie che accompagnano o seguono interventi sulle m ening i, sul cervello, sulla tiroide, sulla prostata, sul fegato e sulle vie biliari nei colemici ecc.
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In questo campo lo studio del meccanismo fisiologico dell'emostasi ha guidato le indagini scientifiche alla ricerca di sostanze che attivino il potere emostatico sia dei soggetti normali, sia di quelli a rallentata coagulabilità. Sino a pochi anni addietro dominava nel campo biologico la teoria enzimatica, derivata dai lavori di A. Schmidt, secondo la quale la coagulazione del sangue era provocata da un particolare fermento, il trombozima o citozima di Gould e Spiro, o trombochinasi di Morawitz, secreto dalle piastrine e dai tessuti. Tale fermento trasformerebbe il trombogeno in trombina e, per mezzo di quest 'ultima, dovrebbe provocare, in presenza dei sali di Ca il mutarsi del fibrinogeno in fibrina. In questi ultimi anni, grazie agli studi di alcuni autori americani e di Bordet, l 'intimo m eccanismo della coagulazione del sangue è stato ulteriormente chiarito. Howel ha dimostrato che la Trombochinasi è un lipoide; questo si combina col trombogeno, che è una proteina, e col calcio dcl sangue formando un complesso lipo-proteico che ,è appunto la trombina; dall'azione di questa sul fibrinogeno deriva la fibrina, una glob·u lina allo stato di gel, 1a quale in1hrigliando fra le sue maglie gli elementi corpuscolati, determina nella sede della lesione vasale la forn1azione di un vero e prop·r io tam·p one. Come è noto, i coagulanti di uso comune, prima che venisse svelata la natura biochimica delle sostanze che prendono parte alla coagulazione del sangue, erano composti organici o inorganici. Così, ad esempio, per fare una citazione, vennero e vengono tuttora usati i preparati di Ca. Che il Ca agevoli la coa,g ulazione del sangue è un fatto certo, ma soltanto nel caso che il sangue ne contenga quantità deficienti: allorchè non esiste questa deficienza, l'aggiunta di Ca diminuisce la coagulabilità d el sangue (Sabbatani, Rigoli ecc.) e l 'a p· porto di forti quantitativi la inibisce affatto. È stata usata anche la gelatina per via ipoder· mica o per applicazione locale. Secondo Gle)' e Richard, la gelatina pura dializzata è inattiva , mentre, probabilmente, le proprietà emostatiche sono dovute alla presenza di piccole quantità di sali di calcio. Vennero d 'altro canto utilizzati alcuni tessuti o estratti di essi, come il muscolo fresco, il tessuto adiposo, il tessuto polmonare ecc. Koch er e F onio si servirono di un estratto di piastrine ottenuto per centrifugazione frazionata del sangue e ridotto in forma conservabile e solubile in acqua con zucchero di uva. 1
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XLII, NuM. 44)
Ultimamente ha destato interesse un preparato: la cc Trombocitina », essendo esso costituito dal complesso lipoideo che, secondo gli studi di Howel, cui ho sopra accen11ato, rappresenta l'agente attivo della coagulazione fisiologica del sangue. Tale preparalo viene ir1fatti ad aggiornare la terapia mediante l'emostasi chimica ed 'h o perciò creduto interessante sperimentarlo largamente sugli ammalati dell 'lstituto, nei quali la somministrazione di coagulanti fosse indicata e a scopo curativo e a scopo prever1tivo. Le osservazioni che riferirò in breve riassunto valgono a dare una idea dei risultati ottenuti. CAso I . -
2159
SEZIONE PRATICA
Mauro F., di a . 66. Diagnosi: Iper-
trofia prostatica.
Il p. già anemizzato da ripetute ematurie, è accolto in istato di iscuria . Viene traltato con catetere a permanenza; le urine ·sono fortemente ematiche. GJi sono state praticate ogni giorno due tt1iezioni ir1tramuscolari di 5 cc. di Trombocitin a. f?opo tre giorni le urine si rischiararono completamente e solo n el sedi1nento era visibile qualche globulo rosso. Il 2-11-34 fu oper ato di cistostomia e il 19-11-34 di prostatectomia alla Freyer, previa iniezione n ei due giorn~ ~mmedia tame11te precedenti I 'intervento di 10 cc. di Trombocitina n ei muscoli (due iniezioni cta 5 cc.). Dal letto vescicale l 'emorragia fu ali 'inizjo intensa (da notare che si tratt&va di soggetto arteriosclerotico) 1na andò rapidame11te scemando dopo iniezione endoven o·sa di 10 cc. di Trombocitina seguìta da iniezioni intramuscolari di cc. 2 e mezzo og·ni due ore. CA so II ..- - Pietro C., di a . 60. Diagnosi: Iper-
trofia prostatica, calcolosi vescicale e polipo anale. Il p . che da anni accu sa disturbi urinari (pollachiuria, minzione dolorosa con getto ritardato e spesso interrotto, lievi ema lurie) viene ricoverato d'urgenza il 7-4-34 con abbondante ematuria insorta dopo rapido svuotam ento di oltre 1000 cc. di urina. Lavata la vescica per lib ~rarla dai coaguli , viene instaurata terapia trombocitinica endovenosa (due iniezioni da 10 cc. con m ezz 'ora di intervallo fra l 'una e l'altra iniezione). Due ore dopo 1'em orr agia era cessata. Il 10-4-34: si ripetè l 'em aturia di cui ebbe ragione una do·se di 5 cc. di Trombocitina intra1nuscolare ripetuta due volte ad intervalli di due ore. Il giorno 16-4-34 si ::;omministrò an cora una dose preventiva di 10 cc. di Trombocitina endomuscolare; si potè così procedere alla asportazio11e del calcolo, sen za inconvenienti di sorta. CAso III. - Angelo B. , di a. 72. Diagnosi : Cancro della prostata.
Il p. che da qualch e tempo accu sava tenesmo rettale, dolori sacro-coccigei e perineali, pollachiuria notturna, fu ricoverato per il sopravvenire di fenomeni emaluri ci il 4-6-34. All'esplorazione r ettale si riscontrarono lobi - pro·statici voluminosi con nodi durissimi. Due i11iezioni intramuscolari di 5 ~c. al giorno fecero
clivenire le urine più chiare, leggerissim·amente emalich e. Il 9-6-34 avendo il paziente presentato fatti di riter1zionc completa e riuscendo difficile e doloroso il ca teterismo uretraJe fu fatta una ·cisteston1ia definitiva. Si insis lette con le iniezioni di Trombocitina (5 cc. due volte al giorno) ed il paziente potè essere dimesso con urine limpide.
•,
CAso IV . -
Pietro M. , di a. 72. Diagnosi : Cal-
colosi vescicale. Il paziente presentava soggettivamente minzio-= ni frequenti, dolori ipogastrici con irradiazione al gla11de esacerbati dai movimenti; .obiettivam ente una discreta ematuria. J,'esame cisoo.scopie-0 ~onferm ò l'ipotesi d~ calcolosi vescicale . Come nel caso precedente, l 'ematuria cedette rapidaID"ente al trattan1ento coagulante con Trombocitina {.5 .cc. due volte al giorno per via endomuscolare) associato al riposo assoluto ed il 16-5-34 il -p. poteva essere liberato dal calcolo mediate cistostomia sovrapubica. CA so V. -
Battista C., di a . 67. Diagnosi : Car-
cinoma della vescica.
Il paziente da due mesi ema turico, dopo che in' altro ospedale fu sperin1entata senza successo la radiumterapia, fu inviato a noi per la -cura chirurgica. La cistoscopia e 11na cis lografia dimostrarono I 'esislenza di un estesissimo tumore a tipo infiltrati vo inoperabile. L'u so della 'frombocitina valse a frenare la perdita di ·sa11gue ch e non mostrava risentir-e alcun beneficio dalle lavande di antipirina al 4 %. Poche ore dopo l 'iniezion e intramuscolare df 5 cc. di 1·rombocilina 1'err1aturia cessava, per riprendere una volta cessata l'azione del medicamento. lq 4a giornata , dopo un totale di 12 iniezioni (da 5 cc.), le . u r ine divennero limpide e tali si -conservarono sino a che il p aziente dopo trenta giorni di degenza veniva dimesso. CAso VI. -
Angela C., di a.
~6 .
Diagnosi: Cal-
colosi bilaterale dell'uretere pelvico. La sintomatologia presentata da questa paziente consistette in d ue distinte coliche: prima a destra, poi a sini·stra, con caratteristica irradiazione verso la vescica e la radice della coscia. La diagnosi esatta di sede venne posta radiolcgioa.m:ente. Il cateterismo ureterale offrì difficoltà per 1'ematuria che intorbidava continuamente il liquido iniettato in vescica. I.a paziente fu trattata a scopo preventi~o e curativo con iniezioni intramuscolari dì TT<Dmhocitina (10 cc. pro die) ed il giorno 2-3-34 pnt~va e~ sere operata con successo di ureterot-om1a s1nistra. CAso VII. - Erne·st o F ., di a. 45. Diag.nosi : Cal-
colosi renale siniS'tra. ·L 'ematuria intensa, ch e persisteva da 'due settim an e, fu _trattata per tre giorni continui .con iniezioni intramuscolari di 15 cc. pro die di 1'rombocitina (tre i11iezioni da 5 cc.). Divenute chiare le urine, il 4-5-34 si procedette all 'estr azione di. un grosso calcolo intraparenchirnale del polo superiore del rene. Per prevenire a frenare la nefrorragia postoperatoria, fur.ono tosto iniettati 5 cc. di Trombocitina endovena ed infatti, l'ematuria fu di breve durata e di entità trascur abile . Decorso pos toperatorio n ormale.
« IL POLICLINICO »
21:60
CASO VIII. -
Giovanni C., di a. 30. Diagnosi:
Tuberc.alosi r enal e d estr a.
Una ematuria improvvisa fu la manifestazione che indusse il paziente a farsi ricoverare in Cli• n1ca. Il trattamento con Trombocitina (10 cc. pro die intramuscol~ri) peri;nise di arrestare la perdita di sangue e di poter espletare gli esami che condussero a porre la diagnosi di tubercolosi r en ale destra. A ca•1sa dello stato anemico dell'infermo (2.300.000 eritrociti), si ritenne prudente continuare per du3 ·settimane le iniezioni di Trombociti~a (5 cc. due volte al giorno) e si potè quindi sottoporlo con successo a nefrectomia. 1
CAso IX. -
Alfredo P. , di a. 23. Diagnosi: Con.
tusione r enale e frattura de lle apofisi trasverse di sinistra. L . 1-11. -
Il p aziente, di professione muratore cadde da ttna impalcatura dall'altezza di tre m~tri urtan~o c~n~o ~n. trave i~ fianco· sinistro. Tra'sportato in Cl1n1ca in istato d1 chock, fu cateterizzato: urine fortemente ematiche. Iniezioni endovenose di 5 cc. di Trombocitina ri~etute. t!e volte al giorno; in terza giornata I~ qr.1ne ~1vennero chiare, prese11tando solo qualche er1troc1ta nel sedimento e traccie di albumina. Dopo cinque giorni urine normali. CAso X. -
Piera S., di a . 3]. Diagnosi: Cirrosi
ipertrofica di Hanot .
·
La paziente si preser1 tò il 14-4-34 con ittero, epatomegalia, temperatura sub-febbrile, feci ipocoliche; frequenti erano le epistassi e le enteror• ragie. L'itero era insorto da quattro me·s i insidiosamente senza sintomi dolorosi. L 'insistenLa dei fatti emorragici indusse a prat~care iniezioni jntramuscolari di 10 cc. di Trombocitina al giorno, che furono continuate prima e dopo l 'intervento operativo: colecistostomia (30-4-34).
'
La perdita di sangue dai tef\suti incisi fu scarsissima e non si Yerificarono ulteriori emorragie. I
CAso XI. -
,
.
Maria O., di a. 36. Diagnosi: Cole-
cisti te cale.o lo sa.
Cura (20-1-34) : colecistostomia. 0 Aso Xll. -· Teresa L. , di anni 52. Diagnosi: Colecistite calcòlosa con subitlero.
Cura · (12-2-34) : colecistectomia. CAso XIII. - Lidia E. , di anni 30. Diagn osi : Co l eci stite calcolosa.
Cura (15-7-34) : colecis lectomia ideale. CAso XIV. - Ludovico B. , <li a . 44. Diagnosi: Colecistite calcolosa con su bit'tero .
Cura : colecistectomia ideale. CAso XV. - Luigia S., di a. 25. Diagnosi : Calco l osi del coledo'c o; ittero e f eci ipo coliche .
Cura (29-7-34) : coledocotomia. CA.So XVI. - · Maria B., di a11ni 42. Diagr1osi: Colecistite cal colosa purulenta; f egato grosso, de.bordante di quattro dita l 'ar cata costale di destra. Cura (28-8-34) : colecislostomia.
In tutti qu esti casi venne istituito un trattarrJ ento pre,rentiv:o e postoperatorio con iniezioni intra1nuscolari di 5 em e. di Trombocitina, praticate due volte al giorno nei quattro giorni
[ANNO
X.Lll, NuM. 44]
immediatamente precedenti e seguenti l 'intervento. Questo potè compiersi quasi senza per· dita di sangue e non si ebbero a lamentare emorragie o formazioni di ematomi delle pareti addominali che turbassero il decorso postoperatorio. In tutti questi casi fu ricercato il tempo di coagulazione, usando il metodo di Galata, e si constatò un aumento b en n etto della coagulabilità del sangue dopo l 'iniezione di Trombocitina. CAso XVll. -
Pietro B., di a. 20. Diagnosi : Ul-
cer a duodenale.
Entra in Istituto per enterorragia: pallore spiccato del volto, sudori fredcii , estremità fredde, polso piccolo, molle, freql1ente, addome leggerrnente teso e dolente. Il paziente, che da tre anni accusava dolori al1'epigastrio dopo i pasti, accompagnati t alora da vomito, era stato colpito poche ore prima da lipotimia. . Messo a letto, in riposo assoluto, con ve·scica di ghiaccio ·sull'addome, g-Ii vengono praticati una ipodermoclisi ed una iniezione endovenosa di 20 cc. di Trombaci tina. . L'enterorragia non si è più ripetu~a ed il paz1e.nte pot.3 essere operato con b11on esito il 26-2-34 di gastrodigiunostomia alla Von Hacker. CAso XVIII. -
Alfredo C., di a. 38. Diagnosi:
Ulce ra d uodenale .
Anamnesi caratteristica di forma ulcerativa duod.enale. Dopo pochi giorni di dege11za ed aver praticato un accertamento r adiologico, il paziente ebbe una grave enterorragia: riposo assoluto, ghi accio ·sull 'aéldome, fleboclisi , 2 iniezioni endovenose di 10 cc. di Trombocitina, a distanza di due ore l 'una d all 'altra . L'enterorragia è cessata completamente. Il giorno seguente l 'infermo si sentiva già sollevato ed il polso era diventato valido . Dopo una settimana, il p aziente, già _preparato per l'intervento, ebbe una nuova inten sa melena ; rapido il miglioramento dopo due iniezioni endovenose di 10 cc. di Tromhocitina, praticate a m ezz'ora di intervallo l 'una dall'altra. Il 4-6-34 poteva es~ere operato di gastro-digiunoslon1i:i ;.1lla Von IIacker ; in seconda giornata due forti ematem esi . Anche questa volta, grazie al trattamento con Trombocitina (per via endoveriosa), veniva ·f renata l "e1norragia ed il paziente poteva ·superare la crisi ed essere dimesso in buon e condizioni il 25-6-34. CASO XIX. __..,. Angelo M., <li a. 52. Diagnosi : Cancro dello stomaco.
Anche n ei giorni precedenti I 'interven to il pazient e, già anemizzato da alcune ematemesi, ebbe vomiti em atici, che cedettero al trattamento con Trombocitina per via e11domuscolar e (15 cc. al giorno in tre volte) . ·11 15-7-34 poteva essere praticata u11a gastrodigiunostomia palliativa. Fll' tuttavia giudicato op])Ortu no ripeter e le iniezioni di Trombocitina e l 'oper ato. J?Otè essere di messo senza altri incidenti emorr ag1c1. CA so XX. - Luigi G., di a. 40. Diagnosi: Cancro dell 'antr o pilorico. uno dei pochi casi di tu-
[ANNO XLII,
NUl\IL
44]
SEZIONE
more gastrico entrato nell 'Istituto in condizioni da permettere un intervento radicale. Il 29-7-34 veniva operato di estesa resezione gastrica alla Reichel-Polya. In seconda giornata si ebbe un pericolosa ematemesi che cedette completamente a ripetute iniezioni endovenose di 10 cc. di 1·rombocitina (tre nel corso di due ore). Il paziente potè essere dimesso guarito. CAso XXI. - Leonardo M. , di a. 50. Diagnosi: Vlcera stenosante del piloro. Cura: resezione, secondo Reichel-Polya ~16-4-34). CAso XXII. - Angela C., di a. 60. Diagnosi: Stenosi pilorica cicatriziale. _ Cura : resezione secon élo Reichel-Polya (21-5-34). CAso XXIII. - Carlo R. , di a. 40. Diagnosi: Ul.cera duodenale con fistola coledoco-duodenale . Cura: resezione secondo Reichel-Polya (9-6-34). CAso XXI V. - Ernesto V., di a. 61. Diagnosi : Ulcera-cancro del piloro. Cura: resezione secondo Reichel-Polya (9-8-34).
Tutti questi pazienti (XXI-XXIV) . furono trat,. . . . .. tati prima e dopo I intervento con 1n1ez1on1 intramuscolari quotidiane di 5 eme. di Trombo-citina. Non si verificò dopo resezione nessuna emorragia e, tranne il caso XXIV morto in .undicesima giornata per adinamia cardiaca , poterono essere dimessi guariti. Risultati talora brillanti si ebbero inoltre nei casi nei quali il focolaio emorragico poteva essere trattato direttamente con l 'appli-cazione locale di tamponi di garza imbevuti di Trombocitina. CAso XXV. - Clemente M., di a . 40. Diag nosi: Emorroidi interne sanguinanti. Cura: Witbead (17-6-34). CAso XXVI. - Giuseppe D., di a. 27. Diagnosi: Bmorroidi interne ed esterne sanguinanti. Cura: Withead (22-8-34) . CAso XXVII. Rosa R. , di a. 53. Diagnosi: Cancro del retto. Cura: ano iliaco definitivo (28-2-34). CAso XXVIII. - Edoardo B., di a. 51. Diag nosi: Cancro del retto inoperabile.
Dal complesso delle osservazioni e sovratutto dai risultati particolarmente convincenti ottenuti in forme gravi di emorragia, quali quelle pertinenti i casi I, III, V, X, XVII, XVIII, XIX e XX, debbo concludere che la Trombocitina possiede in alto grado le qualità specifiche di emostatico. Episodi errv,orragiai, verso i quali poche ed infide sono le nostre risorse, e che talora vengono a frustrare l 'opera del chirurgo, trovano, secondo l 'esperienza che abbiamo documentata, un valido mezzo curativo nella Trombocitina. appunto per la sua attività pronta e costante.
PRATICA
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Sono questi pregi che ci inducono a persistere nell'uso della Trombocitina, a diffonderne l'impiego ed a preferirla, fra tutti i coagulanti, in tutti quei casi in cui occorra praticare una emostasi rapida e sicura. Pavia, 30 settembre 1934. RIASSUNTO. L 'A. ha sperimentato in 28 casi l 'attività emostatica dell.a Tromb·o citina, che ·è il citozima isolato allo stato puro dagli organi freschi dei mammiferi. Secondo l'A., il nuovo coagulante, per l'attività pronta e costante che ha manifestato, possiede in alto grado le proprietà specifiche di emostatico e rappresenta un valido mezzo curativo delle emorragie, da preferirsi ad ogni altro in tutti quei casi in cui occorra praticare una emostasi rapida e sicura. BIBLIOGRAFIA. A. ScHl\rIIDT. Beitr. z. Beutlehre, Bergmanr1, 1895. J. BoRDET. Ann. Inst. Pasteur, 34561, 1920. 'i\T. H. Ho\'vELL . Amer. Journ. of physiol., v. 2677, 1910. A. MATHEws. Chimica Fisiologica , vol. II, 1931 .
SUNTI E RASSEGNE. STATI MORBOSI INIZIALI. Sui sintomi prodromiei della tisi. (A. KrRCH. Wien,er A rch. f. i1i11. Medizi1i. Voi. 27, n. 2, 6 luglio 1935). Col nome di tisi, l 'A. intende ogni forma infiltrante distruttiva della tubercolosi polmonare, senza riguardo alla patogenesi. Il pro-. blema della patogenesi app·a re oggi n on n1eno importante di un tem.p o, se anche le ricerche radiologiche hanno dimostrato che invece dell 'i11jzio apicale si ha molto spesso l 'infiltrato precoce subapicale. Ora, come un tempo, la tisi costituisce la forma praticamente più importante della tubercolosi polmonare, per la sua relativa frequenza e per il suo grave significato per l 'individuo come per la società. È raro però che noi vedian10 svolgere sotto i nostri occhi il processo tisico, sicchè è interessante il conoscere quali sono i sintomi prodromici di ques~a condizione, anche per gli opportuni provvedimenti terapeutici da prendersi al più presto. Un tipo. abbastanza stereotipato può essere il seguente. Il paziente si presenta informando che da tempo (giorni o settimane) ha elevazioni di temperatura (37°,5-37°,6), con senso di stanchez~a e facilità ai sudori. Reperto fi sico in complesso negativo , tuLt 'al più un apice un po' retratto; l 'e ame radioloaico n1ostra un o curan1ento degli apici oppure un delicato
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cappuccio (l~appe) pleu ri co apicale. Ten1po fa, in base a tale complesso, si sar ebbe parlato subito di cc a1)icite », imbevuti com e si era della dollri11a dell 'inizio .apicale della tisi. A questa i è ,·enuta sostituendo in seguito quella dell 'in fìltrato precoce; n1entre, d '.altra parte, numerosissime ricerch e e prolungate osservazioni h anno dimostrato ch e tali minin1i segni cli11jci e le lievi modificazioni radiologich e sono i1ella maggior p arte dei casi del ~ u Lto innoce11ti. L 'osservazione prolungata per un an110 è p iù 11on fa veder e n essun camb·ian1ento n ella maggior parte dei casi; in altri , invece, entro un anno od an ch e 6 m esi, si hanno tipich e lesio11i ti sich e, ombr e a fo colaio confluenti r eperto po .. iliYo degli sputi e talora an çh e ic uri eg11i di fusione. .i\.ncl1e i dolori alle spalle ed alla schien a, cl1e \'e11gon o spesso con siderati come segno di affezio11 e toracica od apicale dipendono pesso da altre cause. Così pure il fenomeno della cc succulenza » descritto da Sorgo (difficoltà di fare una piega c utanea, rispettivamente grossezza di tale piega) ch e viene inter}..Jetrato come di1)e11dente da sinechia pleurica od in spessime11to della pleura parietale, si trova insieme co11 la er1sibilità d el M. trapezio alla pressione ed a ll a rigidità della muscolatura in individui ch e ottopongon o a sforzi ster eotipati i loro muscoli (sarte, dattilografe) ed è da riportarsi ad una mioìpertonia, eventualmente con stasi linfatica. Questi c o ~ ì detti sintomi di apici te son o pertant o da considerarsi senza significalo come segni prodromici di tisi; il ch e non toglie ch e in n1olti casi , essi siano da considerarsi come tuber colosi cc in\ isibile » o come tubercolosi gio\'anile n el sen so di Hollòs, forme occulte c}1e rin1a11go110 rudin1·entarie, forse anche dovuti a pleurite a ripetizione od a tub·er colosi n1iliare discreta. 1
In teres ante per la ge11esi della tisi è una osser,·azion e dell 'A. di una ragazza di 19 anni presentatasi a lui per un 'emottisi. Esame fi sico n egati,ro salvo un lieve restringimento del can1po di Kronig; così pure n egativo l 'esame radiografico e tale lo era stato anch e n ei tre anni precedenti in cui la paziente si lamentava di dolori e punture alle spalle ed al t orace. Ciò n on ostante a cau sa dell 'en1oftoe , la pazient e ,,ien e ricoverata in sa11atorio dove , tre 1nesi dopo, si hanno n1odificazioni radiologich e i11ter petrate come infiltrato precoce, con r eperto positivo dei bacilli. Dal punto di vista anamn estico, si dovrebbe .an1111ette1•e che la tubercolosi rimontava a 4 anni addietro, far e a localizzazione apicale e qui11di di djfficil e dimostr azion e radiologica. L 'emoftoe l) UÒ e sere considerata com e dovuta ad un focolaio congestizio apicale o a d un 'ang ite tubercolare. Secondo l 'A., si è trattato in
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questo caso di u11 processo tubercolare della parte su periore del poln1011e sinistro durato per anni e che ha dato le sen sazioni toraciche sgradevoli; ad esso è succeduta un.a reinfezione endogena, interpetrata erron eamente com e infiltrato precoce. Si deve quindi amn1ettere la IJ O .. sibilità di focolai apicali preesist enti per la g·e11e~i di in· filtrazioni tubercolari in imn1ediata vicinanza del focolai.o primario. L' A. ·è poco favorevole alla ùe11on1i11azion e di in.filtrato precoce. Radiolog icamente , si l)OSsono vedere durante un 'ondata influenzale degli inspessimenti polmonari cl1e non son o affatto tubercolari. Nel caso, poi, di tubercolosi, tale infiltrato dovrebbe esser e considerato come una n1ani festazione precoce di tale infezione. Ora, _n el caso dell 'A. , ad esso sono JJrecedute delle modificazioni lJolmonari rimaste sconosciute radiologicamente, quindi , IJiù che di infiltrato precoce, si dovrebb,e parlare di infiltrato pretisico. In ques.ti casi., l ' A. vorrebbe adottare la denominazione di infiltrato singolo, co11tr apponendola a quella di infiltrati multipli cl1e a1J· paiono in certo modo simili a metastasi tun10rali. L'infi1trato singolo , poi, può costituire l 'inizio della form.azio11e di una caverna, com e pure retrocedere e finire riassorbito o p er atelettasia. Un alt ro tipo di en1oftoe i11iziale è dato dal caso seguente. Un musi cista di 22 anni , (padre affetto da anni d.a forma ulcero-fibrosa) si sente poco bene da un paio di settimane; temperatura 38°-38°5). Improvvisan1ente, abbo11dante emottisi. All 'esame, ottusità del lobo inferiore sinistro, con rantoii crepitanti , respiro bro11chiale (quasi p,a tognomico p er l 'infiltrazione polmonare tubercoJare) verso la base. L 'esan1e radiologico che qualche temp 0 prima era stato negativo diede, dopo l 'emoftoe, omb·r a omo·genea del campo inferiore sinistro. In questi casi , si pensa ch e l 'emoftoe possa ammettersi come cau sa dell 'infiltrato del lobo inferiore (aspirazione del m.ateriale dal loho superiore malato). L ' A. esclude tale gen esi, per il fatto che erano preceduti dei si11tomi morbosi e ch e mancavano seg11i di lesio11i n el lobo superi.ore. L 'emoftoe va quindi ritenuta n ~-: n la causa ma I.a con seguenza dell 'infiltra· zione tubercolare. Tale caso è anche interessante per un 'altra ragione. Generalmente, si considerano come controindicati i pr-eparati di oppio n ell 'en1oftoe, nel timore di impedire, con la soppressione dello stimolo della tosse, l 'espettorazione del sangue stravasato e, .q uindi , di favorire il focolaio d 'infiltraziune. Attribuendo questo ad un'altra patogenesi, i preparati calmanti i considerano sotto un altro aspetto e possono somministrarsi. L' A. riporta un 'altra osservazion e di una donna di 38 .anni ri coverata in ospedale con 1
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stanchezza, malessere generale, perdita di peso, sudori; esame degli organi ivi compreso quello radiologico, del tutto negativo, sicchè si pensa ad un'ipertireosi, apparentemente con·validata da au1nento del meta~lismo basale. Dimessa dall'ospedale, si amn1ala e 10 settimane dopo, le si trova clinicamente e radiologicamente tisi ulcero-fibrosa, con reperto positivo .d ei bacilli, mentre nulla vi ,è che confermi la diagnosi di ipertireosi dap·p rima fatta. Si deve am·m ettere che come primo sintoma di una tubercolosi ematogena siano state le manifestazioni anatomiche e funzionali della tiroide. Questa interdipendenza fra tubercolosi e funzio11e tiroidea era già stata messa in luce precedentemente. L ' A. insiste sul fatto che un aumento del metabolismo basale può costituire un sintoma pren1onitorio della tisi. In complesso, l'A. rileva essenzialmente la possibilità dell 'inizio apicale della tisi, ammettendo che vi I_>ossano essere dei sintomi che servono da ponte fra i primi disturbi subbiettivi ed i primi segni obbiettivi . fil.
La diagnosi preeoce del carcinoma ga· strico. (L. iBAYER. Deutsch e m ed. Wochens., 13 ettembre 1935). La diagnosi precoce del carcinoma ga trico è in1portante sotto due punti di vista: 1) perchè l 'intervento chirurgico (tralasciando i pochi casi i11 cui possono applicarsi i raggi) può dare tanto maggiori speranze quanto più i)recocemente è fatto; 2) perchè la sua eseguibilità dipende da una serie di fattori, c~e non possono giudicarsi in base al grado dei disturbi subbiettivi, ma che saranno tanto più favorevoli quanto più presto è fatta la diagnosi. Ne derivano due conseguenze: a) che ogni individuo in cui si sospetti un carcinoma gastrico deve essere sottoposto a tutte le ricerche allo scopo di con validare od escludere tale diagnosi; b) se il medico non può da sè procedere a tutte le ricerche, deve inviare il paziente ad altro coll ega od in un Istituto adatto; in modo da sottoporre ubito il paziente all 'atto operativo se la diagnosi è confermata. Purtroppo, con tutti i progressi della diagnosi, il carcinoma gastrico viene a lungo misconosciuto e si presenta troppo tardi al chirurgo1 perchè disgraziatame·n te è proprio nel carattere di questa malattia perfidamente insidiosa di non dare per lungo tempo che scarsi o punti disturbi. I malati vanno a consultare il medico generalm,e nte per dei disturbi di qualche organo, più raramente perchè hanno una brutta cera o si accorgono di perdere di peso. Ma anche a dei di'sturbi dell'organo, spesso i IQ.alati passano sopra. Gli individui di stomaco sano, quelli che digerirebbero le pietre credono spesso che si tratti di qualche mo-
lestia passeggera; sono proprio gli individui robusti che mal volentieri si lag11ano. Ed an-. che quelli che sono sempre vissuti con il timore ansioso del cancro, ai primi sintomi della vera malattia fanno com€ lo struzzo che nasconde la testa sotto la sabbia e non vogliono sentire a parlare dei loro disturbi. Quanto a quelli, poi, ·che sono sempre stati sofferenti di sto.m aco credono che si tratti di recidive del loro male consueto, in quanto cl1e il dolore e la mancanza di appetito sono per loro una consuetudine e quando pensano che realn1ente si tratti di qualche cosa d'altro, vanno dal medico, ma general1nente troppo tardi. Ma la colpa dei cattivi risultati chirurg ici nel cancro g·astrico è in parte da attribuirsi anche al medico. La lunga conoscenza del malato e della famiglia non sempre impedisce gli errori (spesso anche li facilita; n. d. R.). Nella parentela non vi è mai stato nessun caso di ~arcinoma; il paziente è ben noto da anni al medico, che lo ha sempre considerato come un esempio di forza e salute ed i li evi disturbi non caratteristici non preoccupano nè i parenti, nè il miedico, che spesso li attrib·u isce ad un catarro gastrico; sono sp esso incominciati con l'uso di bevande fredde', mentre il paziente non ha cambiato colorito nè .è dimi11uito di peso. Non si pensa ad esigere un sifonagg·io dello stomaco nè una ricerca radiologica; intanto il medico si limita a consigliare dei cibi più leggeri, degli spasmolitici ed il paziente si sente un po' meglio; ma il male continua e quando dopo alcune settima11e ci si decide ad un esame completo, il carci11oma è già troppo avanzato. Casi di tal genere sono noti ad ogni medico, ma non è inutile a.çcennarvi parlando dei metodi di diag nosi. Poi'chè, se questa non si fa a causa dell 'insufficie11za dei metodi, nessuna colpa v.a attribuita al m edico, ma la eoscienza ci deve rimordere quando non abbiamo utilizzato i metodi a nostra disposizione e lo abbiamo fatto in modo inadatto ed insufficiente. Più che alla rapidità dei n1etodi, si badi alla precisione, tenendo presente che una diagnosi insuffici'ente costituisce un be11 peggiore sciupìo di tempo. Esclusa per ora la possibilità di una r_eazione che abbia almeno la precisione della Wassermann, ci dobbiamo affidare ai metodi seguenti. 1
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ANAMI\ESI ACCUR.<\.TA.
Costituisce la migliore preparazione per la diagnosi. Se anche non conosciamo attualmente nulla di preciso sulla ereditarietà, è certo che vi sono delle famiglie a cancro e non è quindi tempo perduto l 'indagare se qualcuno dei genitori, dei nonni od altri parenti ha ~vu to cancro. Comunque, la mancanza di casi di cancro in famiglia non costituisce una prova contro l'ipotesi del can cro. Nell'anamnesi personale, si ricercheranno
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tutti i possibili disturbi gastr1c1 : ancl1e qui, r11otastasi precoci S!Jecialmente alla fossa sonulla di caratteristico e, così pure, nu lJa di proclavicolare. incompatibile di una ulcera precedente co11 u11 l\ella pa1pazione, che va fatta con le pareti susseguente carcinoma : vi sono, anzi, a'- i casi addominali molto rilasciate, tener presente la .di ulcero-carcinoma, cioè di carci11omi i11 talpossibilità di pseudotumori, dovuti a callosilatisi sopra il callo di una vecchi& ulcera. tà, ad ipertrofie piloriche. I tumori del piloro, I disturb·i accusati consistono per lo più in del seno e della p arte inferiore del corpo sono quelli consueti ad osservarsi negli individui più facilmente palpabili, mentre non si sencon catarro cronico, stomaco debole o nervoso. tono n1ai quelli della parte superiore e della Un senso indeterminato di p-ressione o di curvatura. Palpare accuratamente anche il ripi·e nezza è spesso un sinton1a precoce ~ come fegato . pure un dolore preciso che , quando è intermitSi comprende ch e, mentre il reperto positivo tente ed a tipo di contrazioni , fa pensare alla della palpazione ha una estrema importanza, stenosi; quando è permanente, si tratta seni· · quello negativo r1on ne ha alcuna. Si tenga pre di una malattia seria, eventualmente di un poi p r esen te che la grossezza del tumore non cancro penetrante del corpo. 11a r1ulla a che fare con la malignità. La n1ancanza di appetito è un sinton1a da METODI DI J,ABORATORIO. cui i possono trarre soltanto delle con clusioni caute. Quando i1erò si n1anifesta senza una In1portante è l 'esame del contenuto gastrico causa evidente i11 u11 indi·v iduo che dapprin1a a digiuno. La presenza di abbondante succo era di buon appetito, un b,uon mangiatore, ha acido rivolge i sospetti verso l 'ulcera; un forte una grande importanza specialm.ente se vi è conten uto di muco fa pensare alla gastrite un particolare disgusto per la carne. Un sa- cronica. Molto sospetto, se pure non assolutapore disgustoso in bocca od il fiato puzzo len~e mente decisivo è il rep,e rto di residui alimensono spesso sintomi precoci, ma di scarso s1t- tari 8' ore dopo l 'ultimo pasto; si ricerchi fra g nificato e così pure il von1ito occasionale, i r esidui 1.a presenza eventuale di detriti del n1entre quello continuato ha grande impor- tumore, riconoscibili all ' esame istologico (ritanza (stenosi). cercare anche le e' entuali' cellule nel sedimenQuasi più importanti sono i sinton1i gene- to). La presenza ùi sangue (p uro od ematizrali: malessere, perdita di peso e di forze , su- zato) è importante, ma va convalidata con la dori notl t1rni, stanch ezza, disturbi del sonno, ricerca del sangue nelle feci. irritabilità, una « brutta cera » che viene pesNelol'esame chimiJco, si ricerca anzitutto l 'aso avvertita dai familiari. cido cloridrico. La sùa mancanza ha grande . . ' . Tutti questi disturbi non sono tali da con- importanza, mentre invece esso s1 puo :iscondurre il paziente dal medico dall 'oggi al do- trare in limiti normali anche nel carcinoma. mani ed il paziente stesso non sa fi arne l 'i- La presenza di acido lattico (assicurarsi che lo nizio; possono durare settimane, nlesi, fin o ad stomaco è vuoto prima del pasto di prova!) 1 un anno e non si sa ancora perchè talvolta un ha un grande significato, tanto più che dalle piccolo carci11om.a dia dei sinton1i generali ca- ricercl1e di Warb·u rg risulta che esso è un prochettici molto più gravi e precoci che un car- dotto del ricambio del carcinoma; ma la sua cinon1a grosso. Dallo. stato generale del ma.- mancanza non depone in modo sicuro contro lato, non si de,re quindi mai concludere sul- il carcinoma. 1'estensione del male. Di grande sigi1ificato ,è la presenza del sanNonostante che sia raramente tipica, l 'anam- gue occulto nelle feci. ~a ricerca, ~~n . un~ nesi è importa11te perchè essa p uò fornire a] buona n1etodica va continuata per 4-8 g1orn1 n1edico esperto il filo conduttore per orientar- ed in tal caso, '1a negatività depon~ contro il si in questo campo e procedere ad ulteriori carcinoma. Rarissime sono le ulceri che sanricercl1e . guinano continuamente quando sor:io sotto C1;1ra; così pure rare sono. 1~ ~otevo~r .em~~r~g1e L ' ESAME DEL l'vIA.LATO. nel car cinoma. Fr~ tutti 1 s1ntom1, il p1u imIncominciare sempre con l ' ispezione: il co- portante è appunto la presenza del sangue oclorit o del la pelle (presenza di ittero - carci- culto nelle feci. Beninteso , si devono eventualmente escludenoma inoperabile) ; il colorito cereo è c.arat~e ri'stico per il carcinoma, m a molt? d1pen~e re le malattie intestinali che possono decorrere ancl1e dal colorito originale del paziente, po1- con emorragie e non arrestarsi alla prima pro• cl1è quelli che erano piuttosto pigmentati as- va negativa . sumono un pallore grigio cor11e di arg·illa. ImRI CERCA RADIOLOGICA. I)Ortante è an cl1e il turgore , in quanto che speIn n1ano al medico specializzato .Ce sol~anto cialmente n ei n1agri la pelle si fa secca (mummificazion e). Nei magri , si p~ò eventualmente ad esso !) la radiologia I) UÒ forn~re r1sultat1 d~ vedere una tumefazione all'addome e, nel caso cisivi; non deve essere però cieca la fiducia di can cro del piloro ,·edere anche delle onde nel m etodo , ma soltanto tener pres~nt~ che lo peri ~ taltiche; così pure si pos ... ono troYare delle specialista formatosi in lunghi anni di la,'oro 1
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può dare in materia un giudizio di grande valore. Essenziale è l 'osservazione radiolog ica fatta con tutte le finezze della tecni ca (palpazione, posizioni diverse del paziente, ecc.), in cui si faranno d). tanto in tanto delle radiografie a titolo documentario. Si osserveranno la peristalsi, la motilità, la forma e la posizione, la mobilità passiva, il tono, le condizioni dello svuotamento. Il giudizio va basato meno sul singolo · disturbo che sul m eccani smo complessivo della funzion e. In un primo t empo, si dava il massimo peso ai difetti di riempimento; im.p ortanti anche oggi , essi sono però superati dal procedimento del rilievo che permette di stabilire lo stato della parete interna e di scoprirvi le fini modificazioni . Così le pieghe dello stomaco normale d.a l movimento caratteristi co si vedono 1.1 lerrompersi al margin1::; del tumore od irrigidirsi. Ma anch e la parete gastrica non presa dal tumore, spesso è modificata da processi secondari, in modo che la delimitazione col tumore non è più netta. Inoltre, si deve tener p resente ch e difetti di riempim:e nto e interruzione delle pieghe possono aversi anche per tumori extragastrici ed è quindi necessario che chi fa la ricer ca possa conoscere tutto questo per im.p edire errori che, ciononostante, talvolta si commettono. Difficile· e spesso impossibile è la diagnosi differenziale fra ulcera callosa e carcinoma ulcerato, come p·u re con l 'ulcera d egen erata in can cro. In tali casi, lo stato del rilievo offre basi importanti per il giudizio. Senza entrare in altri particolari di radiologia, è essenziale ch e si con sideri la ricer ca radiologica del massimo valore per una diagnosi precoce del carcinoma gastrico . Di grande significato sarà indubbia111ente la gastroscopia quando la sua tecnica ed il suo strumentario saranno perfezionati e resi più accessibili. Non si deve poi mai trascurare la ricerca ematoLogica: la velocità di sedimentazione -è per lo più accelerata; i valori di err1oglobina si abb·a ssano verso i limiti minimi. Si trova spesso il quadro atipico dell 'anernia secondaria , che eventualmente può rassomigliare a quello della per~iciosa; in tal caso, può servire come criterio differenziale la ricerca del1'urobilina nelle feci , che nell 'anemia di Bìern1er aumenta, nel car cinoma diminui sce. In complesso, p·u rtroppo, la diag11osi precoce del carcinoma gastrico dipende dall 'iniziativa del paziente. Ma una volta ch e questi è arrivato nella mani del medico, questi non deve perdere t empo e tener presente ch e una diagnosi, ch e faccia astrazione dai metodi di ri cerca chimica del succo gastrico, dalla ripetuta ed accurata ricerca del sangue occulto nelle feci, dallo studio radiologico , porterà in sè ta li lacune da r enderla fallace . fil . 1
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TERAPIA. Le variazioni dell'attività medicamentosa. (G. e R. J ,EVEN. La Presse niéd., 24 ag. 1935). L 'azione dei m edicamenti è soggetta ad influenze n1ultiple estranee al dominio della farmacodinamica e dipendenti da chi li prescrive, dal modo con cui li prescrive e da chi li utilizza. :È utile conoscere tali influènze allo scopo di ottenere dai m edicamenti il massimo di atti vità. I NFL UENZA P S I CHI CA DEL l\1EDICO E DEL MEDICAMENTO.
Gli AA. insiston o sulla necessità di guadagnarsi la confidenza del malato il quale, fra l 'altro, ha due timori , quello di avere una malattia grave e quello ch e la sua malattia sia eccezionale, sicchè la medicina non la conosce o la conosce male. E~ino a che sussisteranno tali timori, la terapia sarà ineffi cace; basta talora un esame r adioscopico per convincere e rinfrancare il pazi'ente . Quando poi il medico decide la prescrizio11e, si deve guard.a r bene dal dire al malato di prendere quel dato medi can1ento , di cui si proverà l 'effetto su di lui; questa è forse onestà scientifica, ma è errore psicologico e, quindi, t erapeutico. Bisogna anche guardarsi dall 'affermazione di cronicità o di inguaribilità della malattia. Anche il non1e del rimedio può avere la sua importanza; bisogna soprattutto andar guardinghi con i n1edican1enti conosciuti dal malato. In tali casi , può essere utile il prescriverli con il nome chimico (acido acetil-salici.lico invece di aspirina; fenil- etil-malonilurea invece di gardenal , NaBr invece di bromuro di sodio, ecc.). Assai spinosa si presenta la questione quando il malato legge sul prospetto della specialità le varie malattie per cui essa è indicata e si a1larma in modo ingiustificato. I NFLUENZA DEL SISTEMA NERVOSO SULL ' AZIONE DEL MEDICAMENTO.
Non è raro osservare ch e la stessa dose di un dato rimedio agisce sullo stesso malato in mo-. do diverso secondo lo stato del suo sisten1a nervoso. Così, p . es., nei vomiti della gravidanza, la ste sa dose di 20 cg. di gardenal data in 2 suppositori da 10 cg. nelle 2± ore determina u110 stato di torpore, .azione che si 11a in minor grado man mano ch e lo stato gen erale migliora. Variazioni ancora maggiori si hanno nei vari individui ; p . es., una dose di 10 cg. di gardenal provoca in un uomo di 30 anni una ILOtevole sonnolenza mentre il figlio di 6 anni 11on ne risente alcun disturbo. L'influenza del sisten1a n er,·o o è tale che og11i fattore che ne diminuisce l 'irritabilità può '-' e sere utilizzato com e cc rinforzator e » della me-
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dicazione prescritta. Ora, per diminuire tale irritabilità è opportuno, secondo gli AA., fare intervenire la dietetica. INFLUENZA DELLA DIETETICA.
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La dietetica che gli AA. trovano utile allo scopo indicato ·è dominata dal concetto della diminuzione degli alimenti e delle b·evande. Essi ne h.a nno avuto la conferma nella cura di molti nlalati, affetti da crisi comiziali, cardiaci od altri; hanno 'l.eduto malati inutilmente curati che, con lo stesso rimedio e la dietetica consigliata d.a gli AA. hanno risentito giovamento dai rimedi. Gli AA. fanno intervenire I 'azione dell 'irritazione del ples~o solare che ha cause multiple (gastriche od extrag·astriche) e che si può trasmettere a tutti i centri nervosi, provocando delle sindromi varie. È tale irritazione che modifica altresi le reazioni di difesa cellulare e contrib·uisce a rr1odificare e soprattutto ad attenuare l'azione di un rimedio. L'azione invece può essere rinforzata e Je dosi possono essere diminuite se, rr1ediante un 'alimentazione adat· ta , si diminuisce l'irritazione del plesso solare. Gli AA. dimostr.a no quindi l'importanza di un reg·ime adatto unito alla somministrazione di bromuro di sodio (2 gr. al giorno) nei dispeptici con narcolessia ·: Post-prandiale; di una dietetica speciale, unita alla jodoterapia ed ai calmanti del sistema nervoso n el morb·o di Basedow, ecc. La somministrazione di cloruro di sodio nell'insufficienza surrenale rientra nelle prescrizioni dietetiche, con1e pure la nota dieta di Gerson-Hermannsdorfer. Gli AA., però, non danno particolari sui regimi consigliabili nei singoli casi. fil . --~
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Snll'nso del piramidone.
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(H. DENNIG. Deutsch e M edizinisch.e Woch.e nschrift, 23 agosto 1935).
Negli ultimi anni sia sulla stampa medica che in quella quotidiana sono comparsi articoli ch e denunziano i danni che può provocare il piramidone o amidopirina, il quale ora è impiegato in larga scala .anche in unione con preparati barbituri'c i. Ilecenti ric·erche hanno in effetti assodato cl1e ·vi so110 particolari stati d'idiosincrasia , 1)er i ·quali gli individui che ingeriscono il piramidone vanno soggetti ad un 'agranulocitosi ossia alla sindrome descritta da Schultz nel 1922 : grave angina necrotica con diminuzione del nun1ero dei leucociti e quasi completa scomparsa d ei polimorfinucleati, una grave condizione che può produrre la morte in pocJ1i giorni. Prima di discutere questi effetti del piramidone conviene precisarne le proprietà terapeutiche: 1) Innanzi tutto il pira111idone ha tln 'azio-
[ANNO
XIJI,
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n·b antinevralgica che spiega efficacemente nelle cefalee, nei dolori dentari e simili • 2) Il piramidone è un potente antitermico. ~~ per tale p·r oprietà riesce utile non solo nelle i11fez~oni acute di breve durata, come la poi .. inon1te, ma .an?he in qu~lle con lungo decorso, co111e 11 tifo, la sepsi, la tubercolosi anc~e q~ando sia~o accompagnate da astenia, dimagrimento e in.appetenza. Ma conviene sa1)ersi regolare, tenendo presente che dosi rela .. tivamente piccole possono ridurre e tener bassa la terr1peratura per un tempo sufficiente mentre grandi dosi date tutto in unà volt~ f>ossono produrre un grave collasso. 3) Di recente Schottmuller ha vantato l 'azi<?ne del piramiidone a grandi dosi (2-3 gr. al giorno) nelle cure del reumatismo articolare. Secondo l 'esperimento fatto da molti autori sembra che esso si· mostri perfino superiore ai salicilici . Ma la quantità di piramidone che bisogna so ·mminist1~are può pròvocare dis~urbi di stomaco, e perciò è conveniente propinarlo per vi.a rettale per enteroclisi. o suppa. sitorio. Anche nel reumatismo cronico si t) UÒ d<:?po qualch-e mest- notare. un sensibile ~i gliorame11to, la rigidità articolare diminuisce ed i movin1enti div.e ntano più liberi. Questi fatti dimostrano che il piramidone costiuisce un medicamento di notevole valore. Dopo di che conviene valutare i suoi svant~ggi> e sopratutto il pericolo dell 'agranuloc1tosi. ' Al riguardo l 'A. rileva che negli ultin1i anni ha curato centinaia di n1alati con grandi dosi di piramidone senza mai ossèrvare un caso di agranulocitosi. L'es·an1e sistematicò del sang11c praticato con Krause in 50 di tali malati non ha mai din1ostrato I 'esistenza di alterazioni che pro,-assero una qualsiasi tendenza all 'agranulocitosi . Eppure la maggior parte dei malati hanno preso pirarnidone per mesi e mesi. Due donne nello . spazio di tre anni ne hanno assorbito 600 grammi una e un kilogrammo ·e mezzo l 'altra, e non hanno _mai pl'esentata una qualsiasi modificazione della formola leucocitaria. Anche in due indi, idui, nei quali la idiosincrasia per il piramidone si manifestava con esantemi, mai' si notarono alterazioni granulocitiche. Si può quindi concludere che l 'indiosincraBia verso il piramidone, che si estrinsechi con l'agranulocitosi è senza dubb·i o straordi'n arian1e11te rara . 1f4,orse solo su migliaia e migliaia dj individui se ne trova uno che reagisce in tal modo. Ma conviene subito notare che siffatta idiosincrasia, e for&e anohe meno rara, si ha per altri medj camenti. È noto che l'agranulocitosi può comparire dopo cure di salvarsan. È stata anche osservata la comparsa di un'altra malattia del sa11gue, la porpora trombopeni ca a seguito di in,g esti·one iodio o di sedormid. 1
IANNO XLII, Nu1,1.
44~
SEZIONE PRATICA
Con1unque gli eventuali, rari inconvenienti lton possono fare abbandonare un medicamen.to i cui benefici effetti sono incontestabili. · Certo nelle nì alattie infettive acute n.è con il piramidone nè con altri mezzi si può avere Iagione del n1ale, nel senso che non si può 1·iuscire ad abbreviarne la durata, nè a diminuire il numero delle complicazioni. Forse si ;può dare un qualche sollievo all'infermo, vanWggio che però è scontato dall'inconv.e niente che modificando notevolmente il quadro morboso, specie i;er quel che riguarda la temperatu.ra, si corre il rischio di commettere errori diagnostici. r .e nuto conto di quanto si è detto , e tenuto .conto altresl che l 'agran uloci.tosi si inizia con un ' an gina, ·è consigliabile di astenersi dal -somministrare il piramidone in tutte le forme di a ngina, o di sospenderne la fo mministra·zione .quando compare questa localizzazione. Con queste precauzioni si può a:{lcora e semrire adoperare largamente il piramidone. Esso ri1nane sem pre 1,n buon antipiretico, un ottimo antir1evralgico, e un medicamento che va sempre le11t.ato nella cura del re·umatismo ar1i colare acut.o e cronico. DR.
NOTIZIA
BIBLIOGRAFICA .
GrNo MELDOLESl. l..,a miopatia primitiv a cron.i1
ca progressiva. (Distrofia muscolare progrèssiva). Volume di p.agg. VIII-288, con 53 illustrazioni nel testo. Editore Luigi Pozzi, Roma. Prezzo L. 40. Riportiamo La $Ìgnificativa Prefazione se-ritta daL Clinico Medico .di Roma per questa interessante monografia del prof. Meldolesi: cc
Le nostre conoscenze in tema di miopatie
genere e di dis trofia muscolare progressiva i11 ispecie, sernbTavano da lungo tempo entrate in una fase statica . cc Ma già le prime indagini sul m eccanismo di azio11e e i risultati d ella glicocolla impostavano una prima nuova inteTessante corrente di Ì11
~dee.
· cc E ora il pTof. Meldolesi Gino, ripresa la
questione dalìe fondan1enta e p rocedendo alla revisio11e della inateria con orientamento men1.ale sc1uisiia1nente clinico sulla base di una numerosa casistica r accolta n el corso degli. anni, e co111pie11do nuove e interessantissin1e ri.cer ch e i1ei I)i·ù vari campi e settori e secondo i più n1oderni indirizzi, mostra quanto a n cora vi fosse da far e n ell 'inter essante ed oscuro ca11itolo ch e ne risulta tutto rinnovato, coordir1ato , t11oùernizzato. <( D 'o11de l 'a ttuale felice sintesi clinica, d 'on<le nuove indag'ini fruttuose e di notevole importanza sul ricambio della creatina e della mioglobina, sul cornportamento elettrico dei rr1uscoli e su talune funzioni digestive di ques ti am111alati, d 'onde altresì nuovi orientamenti di pen~i ero 11er la g·en esi, il meccanismo, !a cura d ell 'affezione. 1
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« L'opera che in tal modo il prof. Meldoiesi p·r esenta ordinata, completa, nella quale sono b·e ne armonizzate le nozioni classic b.e con i nuovi reperli ùir11ostra una volta di più come sia scientificamente fruttuoso lavorar e e indagare pertinacemente e in profondità s11 un determi11ato campo e direzione, per ch è solo così procedendo si p·u ò addivenire ad acq uisizioni con cr ete e ad importanti. sint_esi cliniche ». l\uma, n1aggio 1935-XIII. CESARE FRUGONI.
eEN N I
B I B L I o G R A F I e 1(l)
LÉON BrNET. Leçons de physiologie. Un vol. di pag. 246 con ta·vole e figure; Masson et C.ie édit.; Paris 1935, ·F r. 40. Binet con la collaborazione di numerosi studiosi ha inaugurato nel suo r ep•a rto ospitaliero u n insegnamento settimanale di fisiologia medico-chirurgica, la cui utilità non è a mettersi in dub·b io per m edi ci e studenti praticanti . P ertanto ogni settimana una conferenza di biol ogia .applicata è stata tenuta alla clinica di Necker, ed ora questa prima serie di conferenze viene pubblicata riunita in un bel volume. Citiamo fra le tante quelle del Binet stesso rigual'dante la rianimazione, l 'ateroma arterioso, l 'occlusione intestinale, I.a pancr eatite acuta emorragica, le iniezioni di olio ecc. Interessan te una conferenza d el compianto A. Sicard sulle grandi sindromj dolorose d ella faccia . André Arthus, tratta dei' veleni, Sureau d ella d iagnosi biologica di gravidanza, R én e lF abre d el rachitismo spontaneo e d el rachitismo sperimentale; Jéramec d el colibacillo, Jean Gosset d ella patogenesi e d el trattamento delle ulceri gastro duodenali; J ulien Mari e del p n eun10torace · dei tub1ercolosi; Jien Patel d ell a fisiopatologia d elle embolie arteriose, ecc . Argomenti pertanto di vasto interesse sia per la loro attualità sia per la loro importanza n el! "applicazione delle acquisizioni. b·iolog iche alla medicina ed alla chirurgia pratica. Questo p·r imo volume è d edicato alla memoria d el Sicard. l\1o.rTELEONE. LÉoN BrNET. Six conférerices de physiologie.. Un vol. di pag. 70 ; Masson et C.ie édit. , 1935, Fr. 12. .
Il fisiologo di Parigi raccoglie nel presente volumetto le sei conferenze ch e per invito dei colleghi argentini h a tenuto n el 193± a Buenos Ayres. In esse son o esposti i risultati d elle ricerche compiute in questi ultimi anni a Parigi. Argomenti n e sono : 1° Ch e cosa è un poln1one; 2° Ricerche biologich e e terapeutich e s ull 'asfissia; 3° Capsule surrenali e g lutatione; 4° (1) Si J)rega d 'inviare due copie d ei libri di cui ~ i desidera la recensione.
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2172
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II, POLICLINICO »
L 'ipertermia provocata; 5° Alcune ricer che sui nervi; 6° Il pesce, reattivo biologico . L'esposizione è illustrata da tavole e figure. MoNTELEO·N E· BRANCA
e
VERNE .
Précis d'histologie, Mas:50n
& C. , 1934, p. 635, 65 !F r. Si tratLa di u11a nuova edizione, la sesta, di un ma L 1 uale già largan1ente noto di istologia rtormale; ma non si tratta affatto di una semplice ristampa, bensì di un 'opera ch e in m olti capitoli è com plet amente rinnovata e aggior11ata, tenendo conto d ei moderni indirizzi in questo campo che hanno portato, attraverso l 'affinamento d elle Lecnich e già note e l 'introdu zione di nuove, e ancora attraverso gli studi condotti sulle culture dei tessuti in vitro, a conoscenze più precise di istologia e di citologia. Il manuale non ha la p retesa di essere un vero e proprio trattato di istologia ; ma in esso ogni argomento è trattato a fondo, con chia· rezza e rr1odernità di vedu te, con schemi e figure e con riportati in fondo ad og ni capitolo i principali riferimenti bibliografici. Le fondamentali 11ozioni di istolog·ia devono essere a portata sia del biologo che del medico, ed è perciò che alla nuova edizion e · dell'opera n on po Lrà mancar e il su ccesso delle p·r eceden ti. Cu. 1
Di.e Konstitiition. Wesen, Bed eutung und Um-
1
stimmung·. Un vol. in-8° di 108 p.ag·., con 7 fig . ; G. Thierl1e, Leipzig, 1935. Prezzo l{M 6,50. .\"ello scorso mese di maggio , si è tenuto a Bucl Salzufle11, il II Corso di perfezionamento per n1edici, tutto dedicato alla dottrina della costitu zione. Le confer enze sono qui riprodotte. La prima (La costruzione d ella personalità) è dovuta a Kretschmer , ch e è uno dei più noti studiosi d ell'argomento e che ha specialmente investigato i rapporti fra tendenze psichich e e costituzion e. Ne seguono altre otto, sulla costituzione neurovegetativa,_ su allergia e costituzione, le basi an.a tomiche e biologiche delle malattie reumatiche, obesità e mag r ezza nei rapporti con la costituzione, la donna n egli anni dei mutamenti, il significato d ella personali tà nella terapia specialmente dei cardiaci , le basi fisich e della costituzione, ereditarietà e costituzi one. Come si vede, un comp lesso che esamina l 'importante argomento sotto vari punti di vi~ta e ch e offre al lettore un effi cace quadro d 'insieme . fil. 1
G. l\Ioss...\. L ·artisocoria in rapporto ad altera-
ziolùi di
organi della cavità addomina1l1e.
Bollettino d 'oculistica, 1934. L' A. , partendo da precedenti ricerche di altri Ar\ . , h a indagato il contegno delle pu1Jille
[ANNO
XUI,
NUl\I .
44)
'
iu malati affetti da s'1ariate condizioni n1orbose addominali, elimin ando n aturalme11te quei soggetti che potessero avere alterazio11i dei dian1etri pupillari per cau se g ià note; e si è servi to di. un personale pupillometro, ricorrendo ar1ch e al m etodo della anisocoria provocata n1ediante istallazione di cocaina. Le rice.r che eseguite su 140 malati specie di appendicite cronica e di splenomegalia malarica, ha 11no documentato ch e in forte percentuale (appendicite cr onica, 68 %; splenomegalia malarica, 48 %) si osser, a precisan1ente una a11isocoria pu pillare con midriasi omolaterale rispetto a l lato sede della condizione morbosa &ddominale. In altri processi morbosi (tun1ori epatici , ovarici, salpingite) il fen omeno si è verificato con minore frequenza. La midriasi omolaterale vien e interpretata in tutti questi casi come conseguenza di un riflesso a punto di parten za dell 'organ o malato, e il fenomen o t1 a in sè un certo sig nificato clinico. ' Cu. 1
E.
SEGERDAHL.
f_/ eber Sternalpunktion. Appel-
bergs Boktryckeriaktiebolag . Upsala. Questa monografia , che costituisce il LXIV supplen1.ento di Acta NJ edica Scan,di1iavica., tratta ampiamente la puntura sternal·e. Ne espone d ettagliatamente la tecnica , i'l rep erto n ormale e quello patologico , precisa11do il concorso ch e può dare que t 'ultimo 1)er la diagnosi differenziale delle condizio11i morbose del sangue. DR. ,,..
Nuo oa importante Monografia della Collezione del •• p,o 1·re1·1n1co . ••:
Prof. CINO MELDOLESI Aiuto n ella Clinica Medica della R . Unive1'sità di Romai
La miopatia primitiva cronica progressiva (Distrofia muscolare progressiva) con 53 illustrazioni nel testo Prefazione del Pt°'Of. CESARE FRU CON I Dil'ettore della Clinica Medica della R.. Univ. di Roma Mancando lo spazio per poter riportare l 'ampio svolgimento dat.> dall'.Arutore ai 12 capitoli che costituiscono questo Ìllllportante studio, dobbiamo limitarci a dar ne il solo titolo generale. CAP. I. Ceneralità. Pag.g. 1 a 13. - CAP. II. Semeiologia strumentale del sistema muscolare striato. Pa.gg. 14 a 36. - CAP. III. Sintomatologia clinica. Pagg. 37 a 98. - CAP. IV. Stato funzionale dei diversi organi e apparati. P agg. 9~ a 136. - CAP. V. Morfologia - Costi· tuzione • Funzione endocrino-vegetativa - Ricambio materiale. Pagg. 137 a 166. - CAP. VI. Varietà cliniche della n1iopatia cronica progressiva. P agg. 167 a 171. CAP. VJI. ti problema dell'ereditarietà. P agg. 172 a 212. - CAP. vm. Anatomia patologica. Pag.g. 213 a 217. CAP. IX. Decorso - Prognosi • Diagnosi. P agg. 218 a 225. - CAP. X. Patogenesi della distrofia muscolare progressiva. Pagg. 226 a 249. - CAP. XI. Etiologia. Pagg. 250 a 264. - C AP. XII Terapia. Pa.gg. 265 a 288. VolUJIIle di prugg. VIII-288, con 53 figure. in1'.ercala.t~ nel testo. Prezzo L 4 O, 1>iù le sipese postali d1 sped1z1one. P er gli abbo narti a l << Policli nico », sole L. 3 4 frane<> di porto, in :Ltalia . P er I 'Estero L . 3 8. Inviare ·v aglia Poetale o Chè4ue Bancario all'edit.o~e LUIGI POZZI Via Sistina, 14, oppure presso l 'Uff1c1<> Postale SuccursalP. diciotto, ROl\'fA. •
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[ANNO
XLII,
:N°UM.
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SEZIONE PRATICA
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I CONCìRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURCìlA. XLI Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. (Bologna, 23-26 ottobre 193'5).
L'inaugurazione. L 'inaug·urazione del 41° Congresso della Società Jtaliatia di Medicina ha avuto luogo (unita1nente al 42° Congresso della Società Italiana di Chirurgia) nella maestosa sala maggiore dell 'Archiginnasio di Bologna. Erano presenti S. E. il Prefetto di Bologna gr. uff. Natoli, in rappresentanza di S. E. il Capo del Governo, ,S. E. il cardinale Nasalli Rocca, arcive·scov:o di Bologna, il segretario federale avv. Colliva, il commissario prefettizio d el Comune di Bologna comm. dott. Pascucci, il sen. Maragliar1_0, presider1te della Società italiana di medicina interna, il prof. Alessar1dri presid ente della Società ì1aliana di chirurgia, i sen . Viola, Mich elì, Per1de, i proff. Frugoni, Zoia, Sabatini, Di Guglielmo, Ferrata, D ' An1ato, Ferran11ini, Cesa Bianchi, il prof. Martinotti preside della Facoltà di medicina di Bologna, il col. Simulo, direttore della Sanità militare del Corpo d 'Armata, il prof. Zanelli, segretario del Sindacato medico, moltissimi primari medici e chirurghi sia della città sia pervenuti da tutte le parti d 'Italia. Prin10 <:: parlare è il comm. PAsc-uccr, ch e porge aj Congressiti il saluto della città di Bologna. Al Commissario Prefettizio del Con1une, applauditissi1110, suc~ede a parlare il ~1agnifico Rettore della Università di Bologna prof. GH1G1, il quale porge agli intervenuti da ogni parte <l 'Italia if saluto dell'Ateneo Bologne·se. L 'O. invia poi un caldo affettuoso omaggio dell 'Università al prof. PAoLuccr salpato, col personale della Clinica Chirurgica, verso l 'Africa Orientale, dove i tesori della sua scienza e d ella sua arte sono al ser vizio della Patria in armi. Qui1tdi, si alza a parlar e il venerando ed illustre se11. lVIARAGLf .\..~O. Egli esordisce affermando che con questo 41° Congresso si i11izia un periodo nuovo nella vita della Società di medicina inter11a, ed è di lieto auspicio l'iniziarlo in q:uesto antico cen1ro di studi, che fu faro di civiltà e 'li sapere nel mondo, qua11do l 'ttrn~nità P-ra osc11r;i.ta dalle nebbie della barbarie e del! 'ignoranza: quando d 'oltr 'alpe traeYano in Italia a frotte, per chiedere la carità della scienza , gli antichi avi di n epoti immemori, che oggi pretenderebbero di appaiarci a tipici esponenti d ella ignoranza e della barbarie._ L 'oratore ricorda le origini della Società e passa in rassegna tutta l'opera svolta dalla Società, che fu la seconda del genere creata in Europa, in cui i Congressi furono tutti apprezzati p er il loro profondo studio sui fenomeni mor})osi, e 11ei quali si distin·sero i vari maestri delle clinich e italiane, fra cui: Baccelli, Cantani, Bozzolo , De Re11zi, Grocco, Ru11uno, Forlanini, Queirolo, Castellino ed altrj n1olti. Ricorda, poi, clu e no111i: Achille De Giovanni e Giaci11to Viola. ai quali risal~ il m erito di aver crea Lo un nuovo capitolo della patologia e della clinica, quello relativo al t erren o organjco in rapporto alla morbilità. Fu, infatti, Achille De Gio' 1an11i che ne gettò le basi con i suoi studi sulla 1norfologia; fu Gia cinto Viola che lo anlplificò colle sue rj cerche sulla costituzi.one, creando l~na scuola, in cui spicca11 0 i n on1i di Pie tro CJstell ino, ì\icola Pende, ' 1 incen zo Fici ed al tri .
L'oratore prosegue rilevando che, mentre altro,·e, in Fra11cia, . in Germ·a nia, in Inghilterra , gli. Istituti di cultura scientifica hanno sezioni intitolate alla medicina, e i clinici, sia medici che chirurghi, sono dovunque chiamati a far parte del1'Accadeniia, in I tali a no. ·r utto ciò l 'orator e dice e lo ripete non per aspirazioni personali, ch è, co1ne egli afferma, non se ne possono più avere a 8G anni , 1na lo ripete e con accento accorato nel vedere tanti colleghi di alto valore scientifico condannati all 'ostracismo perchè clinici. Avviandosi ::illa fine del poderoso discorso, l 'oratore ringrazia le autorità e l'illustre sen. Viola e· gli eminer1Li colleghi che lo coadiuvarono nella preparazjone dell 'odierno congresso. Si alza quindi a p·arlare il sen. VroLA. Egli inizia. il suo dire rilevando che per la prima volta in quattro decen11i di vita fiorente, la Società italianadi medicina interna, fondata e tuttora presiedutad a Edoardo Maragliano dallo spirito invitto di fron-· te agli anni, e q:uella di chirurgia, retta autore-volmente dal clinico di Roma prof. Alessandri , ten-· gono il loro congresso in questa vetusta città della scienza, carica di gloria e sempre giovane coi suoi duemila studenti di medicina e ricca dei più g-rar1diosi e moderni Istituti scientifici. L 'oratore prosegue afferm.:indo che conscia della respon sabilità della sua storia e del millenario prestigio. Bolog11a ha voluto, pri1na di accogliere il mondo dei dotti, rinnovarsi, ancora una volta, nel ·suo attrezzamento scientifico sotto l 'impulso di quel Gover110 fascist-:t che vuole e sa mettere in valore tutti i valori morali e materiali della Nazione. Nè meno ammirevole è stato il r.oncorso degli. E!lti locali per l 'innato e invincibile amore alla cultura superiore. Un rinnovamento veramente imponente e d egno à eg·li scie11zi9.ti. che qui si a.vvice11dano da t1n mese in affollati congressi. L 'O. nota che a queste aspirazioni alla elevatezza e dignità dello Studio, è dovuta la dura vita di lotte, serbata 11ei })rimi tempi a molti novizi ed un poco a tutti, anche ai più alti valori, ch e furono invece di poi riconosciuti e portati al cielo con rìco11oscenza imperitura. Ma è tuttavia que-sta diffusa e popolare severità di esigenza nella scelta dei maestri, ch e ha in sè forse il segreto di quel prestigio che l'Ateneo di Bologna ha saputo con servare nei secoli presso tutti i popoli civili. L'oratore :iivolge un elevato saluto ai rnaestri d ella m edicina interna e della chirurgia italia11a o le loro scuole sempre pjù produttive, delle quali iJ P aese può oggi e·ssere orgoglioso . Rievoca i nomi di ·B ufalini , Tommasini, Coricato, Murri, nonchè quelli di Loreta , Codivilla, Novaro; fulg·id e glorie della medi ci11a e chirurgia bolognese, le quali non offuscano tuttavia con la loro tradizione la nuova e valorosa falange dei clinici e patologi ch e qui si radunano. cc l\1a .Jella famiglia clinica })olognese così tern1i:ia il sen. VroLA - già manca all 'appello il Paolucci , e fra poco mancherà anche il Putti , poichè la voce della Patria li invoca là dove si matur ano 1 Irligliori nostri destini: il P11tti ch e h a con quistato all'Istituto ortopedico un primato ch e può dirsi mondiale, e il Pa ol11cci al cui naturale sor rn endente genio chirurgico n ess una delle più alte ' e l Le dell 'arte sua son o negate,,». Il d·isco rso d el sen. V1 0LA è Yi vamente applaudi1o. Il $Ct l. ~IAn \ CLL\ . X O cli cl1j nra C]Ujncli nperlo il Congr esso .
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l<
IL
POLICLINICO »
La valutazione della costituzione individuale . Sen. prof. G. VIOLA, relatore . Proff. F. ScarAssr, P. BENEDETTI, G. CAPONE, correlatori. (Co n ciusion;) .
Pri1na di tutto il prof. VIOLA deli1nita la materia c h e si accinge a trattare, circoscrivendone il campo alla precisa deterniinazione e valutazione obbiel tiva dei car atteri a1iatomici e funzionali indidividtzali, alla parte cioè verame11t.e sostanziale del-
la scienza della costituzione, a quella parte che è or1nai sol id am ente acquisita alla scienza e si differ enzia perciò da tutto il rimanente dottrinale che riflette sp ecialmen Le la genesi e le conseguenze dei <·ar atleri inclividuali e forma il sub·strato delle numerose e contras tanti « teorie » non ancora suffiç iente111ente documentate e controllate, ma sorte in gran p arte sulla base d ell 'in luizione. Lo scopo fondame11tale degli studi sulla costituzione è, per ora, quello di fondare un metodo obbiettivo per la \'alutazione dell a robustezza, risp. della gracilità d ell 'organizzaz ione individual e, in base ad un indice sintetico esprimibile numericamente che il Relatore denomina indice generale di potenza organica e ricaYa da un duplice ordine di caratteri , c1i natura anatomica gli uni, funzionale gli altri . Dopo aver ricordato l'opera cli Nicola P ende in questo cam1Jo, il Relatore si sofferma sulla divi·sione della materia che è oggetto della presente relazione e n e illustra breveme11te le parti afficlate rispettivam ente a i propri allievi e collaboratori P . Benedetti, F. Schiassi , G. Ca11on e. PARTE
T.
La sit11azione odierna del n1ovimento scientifico sulla costituzione individuale P. B E::\"EDETTI. - Il Relatore prende le m osse d alle precedenti Relazioni sullo stesso tema presentate ai precedenti Congres·si rlella Soc. It. di Med . !11t., 8 SJJecial1nente da quella di Viola del 1903, e d a quella ·ii P . Cas tellino del 1906, di F. Galdi del 1912 e di Pende dello ste·sso anno, nella quale per la prin1a volta è affacciato il prir1cipio rlella genesi n euro-en clocrinet d ei tipi costituzionali umani. Con sidera guindi quel particolare indirizzo assunto d a una parte degli st11di costituzionali r ece11ti per opera di qu egli Autori che, seguendo Tandler, cir coscriYono il co11cetto di costituzione soltar1to al patrin1onio ereditario individuale (genotipo) e ir1. dica le principali obbiezioni che si elevano contro questo indirizzo, ch e pure ha incontrato non poco credito soprattutto fra gli stl1diosi di lingua tedesca. Secondo i principi della Scuola italiana invece s i allude, col termine di costiluzione individuale, all 'in·sieme, sistematico e unitario, di tutti i caratteri somatici e funzionali, organici e p sicolog ici , ch e differen ziano un individuo d a un altro e s i con sidera oggetto unico della nostra ricerca la val utazione dell ' ;ndividuo
n.el suo complesso
(fenotipo), ·come variante inòividuale d el piano anatomo-funzionale d ella specie morlificato dall'ambie11 te ::: u] b i nari o obbligato delle leggi dell 'er edità. Dopo aYer precisato come allo studio dell 'indi,·icluo ' costituzio11e individl1ale secondo Viola , biotipologia individuale di Pende) si giunga solta11to ~ ltraYerso un ll1ngo cammino, ch e parte dall 'anato111ja, dalla fi io log ia e d alla patologia del tipo n1C'cl io della n os l ra specie, qu.a li ·si 1ro,·ano codi-
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fi cate dai Trattatisti , e percorre diverse tappe in una se1npre maggiore approssimazione alla nlèta, com~ sono la costituzione secondo la razza ( l ipo n1edto di razza) , secondo il gruppo etnico, nazionale o regionale e ancora la costituzione secondo il sesso, l'età, la classe sociale, il tipo morfologico con le sue 1nolteplici sottocategorie (tipologia coslil uzionale o, meglio, ectipologia) , il R. illustra brevemente i problemi fondamentali che conferigcono alla sçie11za. della costitl1zio11e la sua sisten1a tica unità e precisamente : il problen1a dell 'ordinamenlo gerarchico dei caratteri da valutarsi per la definizione di ciascu 11a individualità; il problema della variabilità individuale dei vari caratteri e le dire ttive metodologiche per affrontarlo all 'atlo pratico (m etodo di Viola); il problem a d ell 'uomo m edio sistematico inteso secondo Viola e d~ Viola dimostrato nella sua reale esistenza i.r1 natura; il problema delle correlazioni organiche e dell 'applicazione <lei metodi ·statistici per determinarle con la maggior esattezza; e a11cora le leggi fondamentali cbe goYernano la variabilità individuale dei caratteri um ani, su queste leggi fondandosi appunto la metodologia per vall1tHre ciascun individuo. Il prot;lema inetodologico infatti è il problema fonda111e11tale della costituzionalistica, come anche della .c linica in genere e di. tutte le ·discipline biologiche aventi indirizzo individualistico· e si deve riconoscere d 'altronde ch e solo in questi ultimissimi ar1ni esso ha trovato la su a definitiva e integrale soluzione, e ciò per opera di Viola a mezzo della sua duplice scala valutatoria ce ntesimale e sigmatica per i caratteri ana ton1ici e funzjonali su scettibili di una precjsa determinazione strurnentale e a m ezzo della Sl1a scala pente riaria n1ent aile p er quelli che sono apprezzabili sol1an1o per intuizion•~, come sono, ad esempio, i dati anamnestici e i caratteri psicolog ici. Successivamente 1'0. passa i11 r assegna la moderna produzione ·scientifica straniera sulla costituzione i11dividuale consideranrlola di stintamente nei vari Paesi, attraverso le opere d ei più autorevoli cultori della materia e delle rispettive Scuole. La natura di questi studi e lo stadio in cui si trovano ancora attualmente implicano di necessità un esame critico quasi esclusivamente di oraine met odolog ico, assai m eno interessante oggidì es·senclo l 'esame d elle singole acquisizioni dei vari Autori. Ciò dipende dall'enorme confusione d ei metodi e delle direttive costituzionali ste esistenti fra gli AA. d 'oltr 'alpe, i quali si clibattono ancora fra le più gravi incertelze e diffi coltà nello scegliere la loro via. Ciò risulta con la mag·giore evidenza cjalla Relazione, ch e appunto si sofferma principaJmente sulla critica d ei principi e dei m etodi segui ti da V<lri ,\A., seguendo in quest'oper a di r evision e le direttive della Scuola italiana e valen~osi anche dei risultati di recen1 i ricer ch e d ello stesso Relatore . Sono co11siderati in particolare i procedimenti di valutazione costitltzionale e le dottrine di Kretschmer , Brugsch, J . Bauer e sono specialmente trattati i problemi d ella delimitazione, su } 1ase statistica, della .così d etta « zona nor1nale » dei caratteri dalle anomalie e varianti patolog iche di essi; jl problema dei tipi mi·sti ; il 1)rol 1lema della valutazione morfologj ca individua le in base agli indici antropometrici semplici, fondati sulle mis ure tradizionali (peso corpor eo, stalura, perimetro d el torace). La terza ]Ja rte d ell a Relazione è d edicata alla produzione costitu.lio11ale italiana, compito q11e-
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SEZJONE PRATICA
:Sto re5o agevole lialla generale appJicnzione i11 Italia di ·u1t solo metodo per la valutazione costituzionale, e precisamente del r11etodo di Viola. L 'operosità scie11tifica di questi Autori è rapidamente passata in ras·seg11a, previa suddivisione della copiosa bibljografia jn 7 gruppi principalj. È spe.cialmente conside.rat~ la complessiva opera organi.camente svolta nel campo costituzionale dal Pende e dai suoi allievi e collaboratori, opera c.be trova la su!:l più recente espressione nell 'apposita -scheda. dell 'Istituto biotipologico ortogenetico di Genova, nortchè l'opera di Viola e deJla sua Scuola, particolarm~n te ~lire tta alla determinazione dei dati segnaletici fondamenta!{ per valutare i principali caratteri individuaJi, morfologici e funzionali, ·sulla popolazione emiliana e i relativi rapporti e indici sintetici in parte recentemente introdotti da Viola e per la prima v.olta resi noti a questo Ccng1esso. Dall 'insieme di questa rasseg·na, che il Relatore -definisce un primo tentativo di rjordinamento sisten1atico e critico della vasta e multiforme materia - soltanto la biliografia italiana di qu esti ultimi anni riportata in exstenso in appendice alla Relazione comprende oltre 700 citazioni - risulta ~011 piena evidenza come sus·sista un nettissimo distacco fra la produzione italiana e quella degli autori stranieri, in · quanto in Italia gli studi co·stituzionali hanno sempre mantenuto la loro caratteristir.a impronta orig·inale che a loro deriva -dal pensiero di De Giovanni, Viola, Castellino e Pende e secondo le direttive di questi Autori hanno avuto uno sviluppo autonomo, strettamente unitario e coerente alle premesse, mentre all 'estero e forse più che altrove r1ei paesi di lingua tedesca - qua·si sempre r es tando mal compres<:t, anche se lodata, la produzione itali.ana e soprattutto l 'opera di Viola e di Pend e - imperano le maggiori divergenze e disparità d'indirizzo, come dimostrano le infinite disquisizioni teoriche di questi ultimi :anni e più ancora la metodica anche attualmente in uso con tutte le su e incertezze e contraddizioni, col suo arbitrario e ingenuo ·semplicismo. cc Non vi può esser dubbio conclude il Relatore - che l'impronta fortemente e tipicamente nazionale sempre conservata in Italia dagli stuai -sulla co·stituzione, assai pit1 che in ognì altra di-sciplina dello scibile medico, e ancora l 'aver quasi sempre gli autori nostri applicato lo stesso metodo, il metodo di. Viola, hanno giovato in massin10 grado allo sviluppo di questi studi, così che -0ggi noi siamo sicuramente molto più inna1lzi che all'estero, là dove sono ancora stib judice quei problemi fondam entali che presso di noi cla tempo 'Sono stati risolti e felicamente superati. Ma oc· -corre subito, soggiungere che la coscienza del no-stro indiscusso primato non deve cr ear e nocive illusioni: il primato italiano è infatti principalnJ.en 1.e di. ordine metodologico e, se contiene in sè i germi di un intero corp-0 di dottrina , si d eve ri·conoscere che su questa via noi cj troviamo ancora ai primi passi, perchè la scienza della. cos.t ituzione individuale è una scienza nuova e, come tale, ancor quasi tutta da fare ». PARTE
II.
Il n1io metodo di valutazione della costituzione individuale. G. V10LA. - Il Relatore definisce ai1zilul10 il concetto di costituzione indi~iduale e delimi·ta il campo della ricer ca che appartiene in proprio alla -costituzionalistica: esso concerne la cc variabilità i11divi<lt1.aJe » dei carat teri , so111atici e funzionaU.
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organici e psicologici, n or1ch è Je infinite combinazioni cc ir1dividuali » d elle loro varianti quantitative. La variabilità costituzionale dei caratteri essendo di natura quantitativa (tranne rare eccezior1i), è ovvio che l 'unico metodo · di ricerca della scienza della costituzior1e è l 'antropometria in senso lato, ar1tropometria eslerr1a e antropometria viscerale, antropometria funzionale, organica e psicolog ica. Come l 'an atornia in generale è la base pri1na_ della fi siologia, così l'anatomia quantitativa i11dividuale è la base della fisiologia quantitativa indivi(luale. S'inter1de però che l'antropometria in senso lato, come unico metodo della costituzionalistica, non comprende soltanto la misurazione delle varia11ti individuali di ogni carattere (compito questo relativamente facile), ma comprende anche e soprattutto la loro valutazione, che deve esser condotta obbiettivamente secondo le norme d ella statistica convenientemente adattate alle finalità della ricerca (statistica individuale, da contrapporsi alla statistica delle collettività). Misurazione e valutazione dei caratteri individuali e delle loro combinazioni debbono precedere ogni altra indag ine nel campo della costituzionalistica, come sono quPlle sulla genesi e conseguenze clei caratteri. (}gni ar1ticipazione in questo senso , fatta per intuizione, vale a dire lo studio della genesi e delle con seguer1ze dei carattef! nqn preceduto dalla precisa d eterminazione di essi , non può far a meno d :esser causa di g ravi errori, corne accadde in passato, in quanto tra·sporta i nostri studi dal campo dei fatti sicuramente accertati a quello delle ipot esi più o meno seducenti, m n sernpre al di fuori d alla documentazione positiva ch e soJa può conferire iì necessario fondamento scje11 tifi~o ad ogni nostra acquisizione. · Fin dai suoi primi studi che risalgono ad oltre t1n trentennio, il Relatore ha tenuto fermo il principio di creare una solida base scientifica alla costituzionalistica, traendola dal mare magnum delle ipote·si e delle vaghe jntuizioni che appartengono al passato e ch e pur essendo non di rado geniali furono e sono la causa prir1 cipale (li quella babelica confusione che imperava e impera tl1tt 'ora, sp ecialmente fuori d 'Italia, nel campo di questi studi. Lo stadio prescientifico intuitivo, in cui ess i versano, dipende principalmente dalle enormi difficoltà ch e s 'in contra11 0 n el mutare r adicalrn ente 1n nostra secolare mentalità di studiosi e quindi l'indirizzo che ne d eriva: n el pa-ssare dal metodo g!1lileano che mira a cogliere gli u11iversali d ella biologia , clall 'in<lirizzo tipologico medio al inetodo individualisti co, il ch P. richiede una profonda rivoluzione nel 11 ostro spirito che deve a11zitutto, come jn ogni rivoluzione: rompere decisa1nent e col passato per mettersi sulla nuova via. Alla I)rilna constatazione che ognuno di noi è costretto a compiere, non senza grave sgomen_to, q uoillio entra in contatto con la genujna realtà dei singoli individui, n el rilevare come ciascuno di essi se1nbri quasi un caos ine·strjcabile di varianti quanlitn tive degli innumeri cara1 leri di cui risulta, seg·ue una 8econda constatazione, in base alla quale l 'apparente caos riceve t1n su bitaneo ordinan1ento e lo rende su scettibile di essere afferrato dalla nostra mente f: sottoposto a rigorosa an ali·si n1atematica, il ch e dipende dal trovarsi le infinite varianti individuali dei car atteri e delle loro combinazioui sottoposte tutte alla nota legge degli errori accidentali di Ouételet. Ne segue che la varial)ilità individuale dei singoli caratteri e dei loro rapporti 3ia sempre compresa fra due valori estre111i predo111inanti, minimo ·e _massimo, che sono quasi fissi per ciascun carattere e per cia·scun rap-
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porto e che si possono agevolmente ricon oscer e per m ezzo dell'indagine statis tica, vale a dire m ediante lo studio sopra gruppi di individui sufficientemente numerosi e omogenei; ne segue altresì che fra i d11e valori estremi tutti i possibili valori int ermedi di ogni carattere e rapporto son o ·soggetti in natura a una regolare distribuzione, così che noi poss iamo, applicando sempre la stessa legge degli errori, riconoscere di ciascuna variante individuale le su e probabilità di verificar si i11 se110 a una data popolazione; e ancora che ciascun carat t ere e ciascun rapporto presenta un valore medio-normale, che è quello cui corrisponde il maggior numero d 'inrlividui (valore di massima frequenza), e che rappresen la , per così dire, il centro del b er saglio cui mira la natura e che sarebbe sempre realizzato in tutti gli individui, se non intervenissero due gruppi eql1ivalenti fra loro di cause accide11tali ignote, che , agendo sul valore tipico ereditario di ogni carattere della specie, ne d eterminano le d eviazioni quantitative in più o 1n m eno d ella norm:i. E poich è gli errori o scarti di natura , cui d anno luogo tali cause accidentali, hanno le stesse probabilità di verificarsi al di sopra co1ne al diso tto del valore medio-normale, ne d eriva l 'originaria simmetria della curva d egli errori accidentali o curva di Galtss, ch e e·sprime grafica1nente la suddetta legge e ne deriva ancora che gli scarti più piccoli dalla norma sono anche i più frequenti e più gravi i più rari , donde la caratteristica forma a campana o a capello da carabin.iere della curva s tessa . La subordinazione di tutti i caratteri indiviJuali l1mani, quàlunque ne sia la natura, e di tutti i loro rapporti a questa legge rigorosa rend e possibile lo studio an alitico e sintetico della costituzione individuale su base ·statistica, fondato cioè sulle proprietà matematiche della curva di Gauss, fra le quali per i costituzionalisti la più importante è quella di poter ~issare con esattezza quasi asso1u t a i valori m assimo e minimo di ciascun carettere e di ciascun rapporto, r apporto, una volta che n e ·si.a d eterminat o il valore n ormale rispettivo. A ciò si perviene calcolando la così d etta standard devialion o scarto quadratico m edio o tipico o anche sigma, così detto . dalla lettera greca che lo rap~resenta , ~apendo si che la quasi totalità degli inrlividui presenta ogni suo carattere costituzio11ale compreso fra il valore m edio-normale di esso diminuito risp. aumentato del triplo d ello scarto t ipjco. Qu est a nozione basilare permette di ·servirsi d ella così detta scala sigmatica per ogni carattere e per ogni r apporto dei singoli individui, d er ivandone un metodo di valutazione univer sale ·su base statistica, metodo ch e è il fondamento n ecessario di ogni indag ine costituzionale e che si applica utilmente anche allo studio dei fatti patologici , come risulta d alle prime ricerch e condotte in questo can1po n ella Clinica medica di Bologna da Benedetti e Bollini con i loro studi di cardiometria roentgen sui cardiopazienti . Prima di esporre questo suo metodo obbiettivo uni versale, ch e implica la duplice valutazione di og·ni carattere umano in gradi centesimali (m etodo degli scarti o gradi centesimali) e sigmatici (me todo degli scarti o gr adi sigmatici), il Relat ore con sidera un importante fenomeno ch e egli h a i11 istudio da molti anni e consiste n e11 'asi1n1J1etria quasi costan te delle seriazioni ottenute in base ai vari car att eri uman i anatomici e funzionali , asimmetria che nella massima parte dei casi è rivolta verso destra, cioè verso i valori superiori a~j a m6di'1 ~ c!c;Ia q t1ale il Relatore propone una . sua .interp1etazi<1D~ Uj natura -essenzialmente biologica.
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ì\1a non basta. Gn metodo di valutazio11e indivicluale dei caratteri umani su base rigorosamente scientifica non potrebbe su ssistere, se non quando fosse giustificato as·sumere un t ermine unico di riferimento, che è rappresentato dall ' uonio m edi.o inteso secondo Viola come unità sistematica d erivante dalla sintesi dei valori normali di tutti j caratteri che si ~011 sid erano. Orbene l 'esistenza dell 'uomo m edio c.osì i11teso, g ià dimostrata d a \' iola fin da 30 anni or sono e di poi da altre ricer che su e e di alLri a11tori, ri·sulta ora confermata da nuovi dati positivi, cosi che questa dottrina non solo !3upera agevolmente tutte le obbiezio11i che un tempo ie furono m osse, dopo che Quételet l 'aveva per la pr1n1li volta enunciata, 1na trova un 'ulteriore docu1ner razione p er opera di ' riola. La concezione dell 'uomo-medio-correlato è ancora convalidata dalla legge della deform azione bipolare (Viola), secondo cui l 'uomo m edio rappresenta lln sistema ch e deformandosi non può farlo che n ella sua totalità secondo l 'una o l 'altra d elle due opposte direttive (longi- e brachitipica), ciascuna delle quali si rende comune a tutte le parti dell 'or ganismo, sino ~lJe ·singole cellule, così ch e n e derivano i due tipi antitetici di indivjdualità noti q,_b antiJquo: l 'individualità brachitipica e la longitipica. ll llela tore illustra quindi le altre leggi fond am entali d ella costituzionalistica: la 1f·gge dell'alta correlazione trasver sale in contrapposto alla scar sa correlazio11e lon gitudinale, la legge d ella con gruenza morfologica fra l'est erno e l 'interno dell 'organismo, la legge dell'antagonismo morfologico por1derale, recando per ciascuna nuove d ocumentazioni positive ricavate sia dal1'antropo·m e tria esterna, sia d all 'antropometri a viscer ale sul vivente, a mezzo òei raggi X (Benedetti e Bollini) e ·sul cadavere (Castaldi e Vannucci, Bray, De Castro). Un altro importante problerna am})ian1ente tra ttato dal Relatore è quello dell 'unifi cazione degli u omini medi r egionali adulti, problema che Viola risolve positivamente in quanto ritiene , dopo avern e minutamente con sider ato i vari aspetti, ch e le tabelle d ell'uomo medio emiliano, determinate per i due sessi e per le varie et à della vita e contenenti sia ì d ati antropometrici esterni sia i dati fisiometrici (d esunti questi d a ricerche sopr a inclividui ventenni), possan o adottarsi come termin e di riferim en to unico per tutte le popolazioni d 'Italia. Ne deriva cosi una grand e ·sernpJjficazione nella condotta delle ricer ch e costituzionali, ment r e resta pur sempre pi1'1 ch e sufficientemente salvaguardata l 'efficacia d el metodo agli scopi della clinica e d elle varie applicazioni d ella cos tituzionalistica: all 'attività g in11ico-sportiva, alla selezione professionale, alla vjta militare, all a valutazione d egli operandi ecc. Il Relatore prosegue esponendo le d irettive da seguirsi p er affrontare il problema conc~eto del]~ valutazione non più dei singoli caratteri, ma de~ singoli individ ii. E anzitutto ricoi:da per son1n:i1 capi il proprio m etodo antrop?met~1co e·sterno, g.1à ben conosciuto e affermatosi universalmente in Italia e in parte an ch e all 'es.t~ro , m etodo c~ e ~ i fonda sopra 10 misure sempl1c1 fondamental1 (s1stema chi.uso di Viola), da cui si ottiene a mezz~ di sempl jci calcoli una seri e di r apporti. di ~alor1 - da valutarsi tutti in gradi cen tes1mal1 e sigmatici - ch e si rendono via via pjù comples ·i quanto più ·si procede 11ella loro elaborazio?e? sintetizzando così in diYersi gr ad i le caratter1 sl1che morfoloo-ich e di oo-ni indivicl110 (va ìutazionc d c l qua11 lita Uvo asso1l~to di massa organ ica e valulaz jone clclle })roporzioni corporee).
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S EZIONE PRATI<JA
Assai meno nota e tutt 'ora in corso di studio è la seconda parte del metodo antropometrico di Viola, quella che è destinata alla valutazione dell'individualità funzionale, che si fonda sulla d etfrminazione quantitativa diretta di un certo nun1ero di funzioni organiche, sullo studio di alcuni rapporti interfunzionali e fisio-morfologici e sull a elaborazione di alcuni indici sintetici che ·ai rendono via via più complessi fino alla formazior1e dell 'indice generale di pote11za organica. Le misure funzionali o meglio morfologico-funzionali , adottate da Viola come misure fondamentali , si riferiscono alle funzioni circolatoria , respiratoria, neuro-muscolare, al ricambio e alla sanguificazione. Dai corrispondenti dati fisiometrici individuali si ricavano gli indici sintetici di primo grado che sono rappresentati dalla Media perimetrale degli a rti (media dei perimetri del braccio, antibraccio, coscia e gamba), dalla Media dinamomet rica (media di tre diverse prove dinamometriche), dal Val ore cardiaco (determin ato in base agli ortocardiogra1nmi col metodo tridimensionale di Benedetti e Bollini), e dall 'Indice di potenza cardiaca di Viola, ch e ·.si calcola in ])ase alle modificazioni del polso e del respiro proYocate da un esercizio fisico lieYe e d a uno violento . Da questi indici si ricava una serie di rapporti fra i guaii i più significativi sono: il r appor to din.a1no-perimetrale, che offre un iudjzi o d el I ' i11tensità dell 'impulso volitivo nervoso motore; il rapporto fra indic e di p()tenza cardiaca e valore cardiaco, che misura il rendimento funzionale del circolo in confronto alla compiessiva gra11dezza del cuore; il rapporto fra indice di po tenza ca rdiaca e valore somatioo, ch e misura il rendimento del cuore in confronto alla totale massa corporea; il rapporto spiro-somatico, che misura la funzione respiratoria in rapporto al soma e ancora i r apporti spiro-toracico, spiro-cardiaco, e i rapporti ca rclio-somatici , studiati questi ultimi dal Benede tti. Da queste prime valutazioni sintetiche (di primo g raclo) si pa ssa alle valutazioni più comprensive, rappresentate rispettivamente dall 'indice static o e d al! ' indice dinamico di potenza organica (sintesi di ·secondo grado), i quali poi si fondono insieme, formando l 'indice generale di potenza organica (sintesi di terzo grado). Questi s'ident1fica110 fondamentalmente con un indice di r obustezza (o di gracilità, a seconda d ei casi) e mirano a risolvere in forma scientifica i problemi che più comunemente s'impo11gono al m edico pratico, quand 'egli giudica la costituzione dei singoli individui e la d efinisce robusta, media o gracile, n1olto robusta o molto gracile. Il metodo di Viola, morfologico-funzionale, mira appunto a tradurre in precise espressioni e operazioni numerich e i calcoli di cc pesatura » inentale intuitiva, ch e ogni m edico compie nel quotidiano esercizio clinico sia in forma analitica come anch e in fo;rm a di sintesi. Si perviene così ad una completa valutazione fisio-morfologica, che da una parte rispond e appieno agli u suali cr1 teri clinici, emergenti dalla secolare esperienza, dall'altra si fond a sopra una sicura b ase obiettiva. L 'indirizzo e il m etodo cost1tuzionali, così intesi, porlan o co11 ·sè una profonda rivoluzione del pensiero medico e rappresentano l'ultima delle grandi t appe dello sviluppo storico della m ed1cin a, ciascuna contrassegnata d alf'invenzione di un m etodo nuoYo: il n1etodo d ella dissezion e cadaveri ca, inau gurato d al ~fondino ch e rend eva possibile la creazione dell 'anaton1ia; il n1etodo della Yivisezione, r1 i Cesa]pino e di HarYey, che apriva i gran -
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di orizzonti alla fisiologia; il metodo tstolog1co di Malpig·hi, donde la conoscen za della struttura microscopica dei tessuti ; il m etodo anatomo-clinico di Morgagni, donde l 'anatomia patologica me·asa in confronto alla sintomatologia clinica ; iJ metodo b a tteriologico, di Pasteur, donde la conosce11za dell 'ezio1ogia bacterica d elle malattie infettive. Il metodo costituzionale, a sua volta, rappresenta l 'ultimo nostro grande sforzo di penetrazione nella conoscenza dell'individuo, lo sforzo di superare l'abisso esistente fra la scienza medica astratta o scienza dell'uomo medio, ch e procede per uni versali e considera la malattia in gen erale, e I 'individuo in concreto, ·sano e malato, quale si presenta al nostro esame, ed è questo appunto il metodo che apre dinanzi a noi le mag·giori prospettive dello sviluppo della medicina nel prossimo avvenire. La via da seguire è così tracciata dal R., che indica anche nella 8ua magistrale esposizione, il lavoro che rimane da compiere, perchè si giunga ali 'applicazione integrale del metodo . (Co1tiir1,ua).
A. Pozzr.
~CCADEMIE, Soc1ETÀ MEDICHE, CoNGREss1
I Congresso internazionale di Gastro-enterologia. (Bruxelle·s, 8-11 agosto 1935 - XIII). La seduta inaugurale ebbe luogo il giorno 8 agosto con l 'intervento delle p1ù en1inenti person alità della medicina, della chirurgia e d ella radiologia ·sia d'Europa ch e di A1nerica, sotto la Presidenza del prof. ScHol\IAKER; ass1stito dal Segretario generale dott. BRoHÉ. Venerdì 9 agosto - ore 14. 1° tema di Relazione : Le gastriti. ~1 .
· A. F. Hu RST (Londra). -
Eliologia, sinto-
L 'O. enun1 era le principali cause della gastrite. Questa affezione deteriora la funzione delle cellule secretorie e perciò cau sa una diminuzione del! 'acidità anch e n egli ipercloridrici, oltrech è negli ipoclor idrici: l 'evoluzione della lesio11e può portare all 'ulcera gastrica o duoden ale. Nei soggetti ipocloridrici co·stituzionali d etermina un 'anacidità che favorisce lo sviluppo n ello stomaco e nel tenue di batteri ingeriti. L 'infezione del t enue e la m ancata digestione peptica sono cau sa poi dell 'enterite (diarrea achilica) : l 'infezione secondaria a~cendente del duodeno è la cau sa frequente d ella C'Olecistite. J,a perdita della barriera acida antisettica espon e inoltre al tifo, alla dissenteria amebica o bacillare, e al colera. Inoltre l 'assimilazione difetto·sa del ferro dà Juogo spesso ad anemie seco11darie. 11 car cinoma non si sviluppa mai in uno stomaco sano . Se esiste dell 'HCI il car cinon1a rappresenta Ja degenerazione carcinomatosa di un 'ulcer a cronica. Se esiste invece un 'anacidità il carcinon1a d eriva dall a gastrite an acida: non è quesla anacidità l 'esito d el car cinoma. La frequenza del carcinoma gastrico varia sensibil111ente n ei due sessi, a seconda delle cJa·ssi ~ocia li e a seconda delle varie rPgioni. L 'O. conmatologia, diJagnosi e terGJpia. -
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IL
POLICLINICO »
elude cr_C;, se si riesce ad evitare la gastrite, agendo sulle cau se di essa, si potrà agire profilatticamente 11on solo sull 'ulcera gastroduodenale, sull 'an emia pernicio·sa, sulla mielite funicolare m a bensì anche sul car cinoma dello stomaco.
Prof. W. ZwEIG (Vienna) . - La gastrite cronica. - L 'O. con stata ch e molti fatti dimostrano la possibili ta ch 3 un car cin o111a dello stomaco si isviluppi su un terreno gastritico. Egli con sidera ch e l'etiologia della gastrite cronica si basa sulle intossicazioni di origine e·sogen a (alcool, pu.r ghe frequenti, u stioni) o endogen e (mal . del fegato e delle vie biliari). Di stingue la gastrite iperacida (15 % dei casi}, la gastrite an acida (28 %) e l 'achilia (12 %). Nel 70 % di questi casi ~i nota la t endenza alla diminuzione dell 'acidità. Il m etodo migliore di indagine, applicabile nell a pratica corrente, è la gastroscopia. La diagno i si fonda sui dati anamnestici, sulle turbe secr et orie, sui segni morfologici e ·sull 'esistenza cli muco gastrico e specialmente sui segni gastroscopici e radiologici. H . H . BERG (Ambu.r go). - La r adiol ogia. - L 'O. riferisce sulle 1nodificazioni gastriche visibili r adiologico1nente: p erchè qu.esta visibili~à si man.ifesti occorre ch e la consistenza dell organo sia modificata. La radiologia deve ~are differei1ziazione fra: 1) le pliche poco stabili, ela·stiche, facilmente cl eforn1abili dell'organo normal e; 2) le alterazioni dei rilievi d ello stom aco g~ stritico, alterazioni rigide, deformate, ch e arrivano fin o all 'ispessimento plastico, eventualmente fin o alla rig·idezza neoplastica. Se esistono d elle alterazioni di con sisten za, delle 111oòificazioni si presentano sempre, per es. 1'edema. Le erosioni della mucosa non sempre sono apprezzabili. Quando esiste una grande quantità di muco appare un aspetto velato colla sospen sion e acqu osa tli bario. La linfoadenite delle glandole regionali presenta dei sint omi di aggruppamento. L 'ipertrofia dell e pliche è di diagr1osi certa quando è accompagnata da alterazioni di consistenza (rigidità). Certe immaginj circolari talvolta sono capaci di dare un asp etto come neoplasiforme. Le alterazioni d el 'piano superiore, v.errucose, polipose, presentano un 'immagine veran1ente caratteristica. L 'atrofia non significa ·sempre riduzion e dell 'altezza delle plich e. L ·esperien za dell 'O. milita per una r elazione intima fra l 'ulcer a e la gastrit e.
FR. MoNTIER. - L'an atomo-patologia. - L 'O. passa in rivist a le alterazioni. di tutti. i si·st emi tissurali, delle glandole antrali o fun?1che a ~ol licolo chiuso, del tessuto elastico, dei muscol1 e dei r1ervi . . delle celSecondo l 'O. le reazio11i ipertrofiche . .' lule epiteliali di rivestim ento o acinose sono piu rare ch e non si dica : la muco·sa t ende a trasforn1arsi sia per necrosi parcella: e e fi.b~osa, sia per indifferenziazione e eteroplasia cal1ciforme (metafasia in testinale). Il t ermine ultimo di tutte le gastriti è la g~strite atrof~ca. . . La mucosa e la sede di numerosi processi ulcero i: ulcera!ioni piatte superficiali , ulceri profonde, u lceri terebranti. Lo studio dei proces·si cicatriziali mo~tra lo sforzo degli epiteli di superfi cie per ~ivestue un tes u to connettivo istiocitario particolarmente fragile.
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L 'O. insiste sui rapporti fra gastrite atrofica, le liniti, il cancr -:>. Ricl11ama l'atten zione sui legami fra gastrite, anemie perniciose o ipocromich e, e sindro1ni 111etameriche (glossiti , pruriti, ecc.). Evidentemente vi sono rapporti fra muco·sa gastrica e cute: la struttura del nlesenchima e dell 'epitelio di rivestimento permetto110 di avvicinare le manifestazioni a1lergjcbe della pelle con le lesioni gastritiche. Lro.N (Parigi). - La biochimica. - Riferisce sul valore diagnostico del biochimi'smo gastrico nelle gastriti. Questa relazione, densa di dati sperimentali e cli11ici si presta poco ad essere sunteggiata e perciò noi rimandiam o il lettore alla Relazione del Congresso. G. E. KoNJETZNY (Amburgo). - J.,a terapia chirurgica. - Ritiene l'O . che la que·stione di sapere se esiste una indicazione per il trattamento chirurgico della gastrite è lungi da una risoluzion e. Per fornire qualch e elemento d 'ordine pratico bisogna riferirsi alle varietà anatomo-patologiche del processo. La gastro-duodenite acuta, con o senza erosioni si giova del trattamento medico. P er la gastrite cronica l 'operezione è n ecessaria nelle ipertrofie circoscritte della mucosa (polipose o ·stenosanti del piloro). Nella gastrite atrofica è indicato l 'intE::rvento? la risposta 'è problematica. Nelle gastroduodeniti l'operazione è controindicata. H.
PAscHoun (Losanna) riferisce sullo stesso argomento e dice ch e l'indicazione dell 'intervento nella gastrite cronica si confonde con quella dell 'ulcera gastro-duodenale. Sull 'argomento hanno parlato numerosi oratori di varie nazionalità : EINHORN di New-York, IIENNTNG di ·L ipsia, lNGER di Vienna, MosTo di BuenosAires, FovnAI di Budapes t, Lu RIA di Mosca ed altri . Fra gli italiani, parlarono sull a gastrite P. ALESSANDRINI, LEOTTA, GAMBERINI, BoNADIES. P. ALESSANDRINI. Trattando della gastrite, l'O. ritiene che non bi-sogna trascurare la duodenite cronica ch e è t1na complicazione frequente della prima e che a sua volla è capace di provocare disturbi funzionali gravi che influiscono sul vuotamento dello stomaco. Inoltre la duodenite è la prima tappa della colecistite, della pancreatite, della ileite e ileo-tiflite. Per la diagnosi di gastrite oggi abbiamo dei J11ezzi quasi infallibili: la gastroscopia in prima linea e la radiologia, nonch è i sondaggi gastrici che forniscono talora elementi di non scarsa entità. Nel campo del chimismo gastrico un valore notevole l '0. assegna al referto dell 'acidità differenziale ch e è quella ch e risulta dall 'acidità totale detratta l'acidità cloridrica. Quando l'acidità differenziale è alta vuol dire che una gran parte dell 'HCl si è combinata con i liquidi infiammatori derivati dalla gastrite stessa. Un altro elemento a cui 1'0. a'Ssegna grande importanza per la diagnosi è la diminuzion~ o l'assensa d~l potere batteric~da d.el s~cco ~astr1co .: è questa diminuita caJ>a01tà difensiva ai germi che provoca la diffusione del processo. . La gastroscopia nulla P1:1ò dire ~ire~tamente ~ell.a duodenite ·se si esclude 11 dato indiretto dell esistenza della gastrite. Il sondaggio duodenale poco può dare salvo quando si trova il b . coli n el succo duodenale. Le esperienze dell,O. h anno dimost:at~ la gya~ de resistenza dello stomaco alle soluz1on1 clor1dr1: ch e con centrate per il potere che ha lo stomaco d1
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SEZIONE
r1eu lralizzarc: l'eccessiva acid ilà col reflu·sso duodenale. Quando il processo gastritico si diffonde al duocl.eno. provocar:id? tutte quelle complicazioni già r1fer1.le: colec1st1 le, pancr eatite, ileite, ecc., det ern11na una sindrome clinica ch e l 'O. chiama sincl ro111e dolo1 o a addominale superiore. N. LEOTTA (Paler1no). ·- L 'O. riconosce la gr ande freque.n~a della ga·strite n ell 'ulcera gastro-duoden ale e ~~ notare come essa esiste, in una p ercentuale p1u bassa ma 11e lle identich e forme anch e emorragich e. in al lre affezior1i addominali co1ne 1'apperLdicjle: la colecistite, ossia in tutte le affezioni ch e eritrano n ella S. A. D. n ella quale es a è tan lo più frequente e gr ave quanto più estese sono le les ioni flogistiche peritoneali nella S. A. D. con un massimo di gravità e di frequenza nell'ulcera e un ininimo nell'appendicite. Le n ote disfunzioni gastrich e rlell 'appendicite che scompaiono ~on l 'appendiccctomia, sono dovute alle ;i lte razioni anatomiche della gastrit e, visibile all 'esam e gastroscopico. Sostiene la individualità dell 'ulcera di Cruveilhier , rispett o alle ulcerazioni gastritiche, nelle quali mancano quelle alterazioni scler otich e cicatriziali, a carico <li tutta la . parete con interessamento d ella muscolar e e della sierosa, ch e esistono e sono caratteristiche dell 'ulcera. La quale p erciò si riconosce dall'est ern o, con la vist a e il tatto appunto per questo t essuto cicatrizial e. Se que·sto manca, se la parete esterna, sier osa, appare san a e non si apprezza nulla con la palpazione, è certo ch e non si tratta di ulcera come alcuni chirurghi ritengono ma di ulcerazioni gastritich e, e come tali non richiedono n è resezio11i nè gastro-enterostomie, ma devono r eslare di pertinenza medica. L 'O. nega ch e dall 'ulcerazione gastritica si p ossa arrivare all 'ulcera vera tipo Cruveilhier, e fin 'oggi 11e suno ha potuto dare la dimostrazione di un t ale passaggio, so·stenuto da Konjetzny. Fino a quan do perciò non si avrà un a simile dimostrazjone, bisogna manten ere il dualismo tra le varie ulcerazioni aa· gastrite e l '11lcera tipo Cru veilhj er. L 'O. ricorda a tal proposito la su a concezione i)a Logen e Li ca ·sull 'ulcera, d a 1ui anatomicamen te òimostrata nell 'uomo e sperimentalmente confermata da diversi lavori. Per ultimo si ferma alle em orr agie gastrointestinali che po -sono es·ser e date dalla gas trite t1lcero a o m en o. Però p erchè Clalla mucosa siano p o sibili li ; gr avi e abbondanti emorragie, t alora anche mortali, occorre qualc.he altra cosa, oltre l 'infian1111 azione rli essa : occorre cioè la stasi ver1osa nel territorio delle relative vene mesenteri che, di cui l 'O. h a dimostrato il meccanismo per mesenteriti e linfoadeniti mesenteriali.
G. GAMBERINl (Bologna) . ..__..,, L'O . riferi·sce la sua statis tica di inlerventi chirurgici p er gastrite ulcerosa a ulceri rnultiple, 1)seudo-poliposa e gastri te cronica semplice: tutti casi trattati con iresezione ampia tipo Reich el-Polya . I tre casi di gastrite cronica semplice furono operati perchè clinicame11te e radiologicamente era stata fatta diagnosi di ulcera. Dati tuttavia i notevoli d isturbi dei pazienti di lunga d ata e ribelli alle cure ine<liche, fu eseguita la resezione. Gli operati per gastrite ulcerosa -sono in condjzioni soddisfacenti : gli altri (compresi quelli della g$trite p seudo-poliposa) h anno ancora i dis turbi di prima cioè pesantezza gastrica, inappetenza: dolori locali 1nal definiti, debolezza ge-
PRATICA
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Iterale, clenutrizione: dis turbi qu es ti ch e non si vedo~o nei r esecati per vera ulcera gastrica. I ~1sultati a distanza somiglian o quin di secondo 1 O. al trattamento chirurgico ·del1a ga·strile cronica. Secondo l 'O. l 'indicazio11e di 1111 tra l la1nento così muti~ante po trà forse sus_sistere in qualche caso .eccez1o~ale, dopo uua più sicura pr<:>cisazione d1agnost1ca (ad es. in forme stenosan ti gravi), 111a non potrà. en trare i1ella pratica chirurO'ica e , nè essere appoggiato · come cura urofilattica delle ulceri vere, n è come prevenzioné contro la supposta t r asformazione maligna. A. BoNADIES (Roma). - L 'O. dopo e·ssersi intrattenuto sullo stato attuale delle nostr e conoscenze in tema di lue gastrica si soffer ma in parti colare su llna peculi~re forma di lues ch e è diffusa a tut to lo stom aco e ch e egli chiama gas1ri le luetica. Tale lesione egli ha potuto pure m ettere in CYidenza sotL01Jon endo i dispeJJtici capitati alla su a osservazione a si·st em atico esame gastroscopico. In tali soggetti con Wassermann positiva h a messi> in evidenza i vari stadi an atomici d ella gastrite, dalla forma semplice m u cosa fino alla forma produttiva poliposa. Nessun . segno particolare di sting ue queste ga·striti da quelle da cau se comuni ad eccezion e d el] 'esito felice della cura ex juvantibus. L 'O. ritiene quindi opportuno: J ) eseguire la cura antilu etica in tutti i soggetti con Wassermann positiva e disturbi dispeptici ; 2) n ei casi di di speJJsia co11 V\Tassern1a1111 n egati v~1 j } tent::ttivo di una cura antiluetica e insistere a lungo anch e quando i primi risultati non sembrino in un primo momento favorevoli : 3) te11tare la cura antiluetica in tutte le com uni gastriti e dispepsie quando le altre cure n on han1io dato buoni risulta ti , e ciò anche con ' ì'\7 assermann negativa. ·L 'A. irtfin e si sofferma ad indicare alcune nor1J1e diete tiche delle ga·striti non luetiche a seconda delle varie fasi. 10 ag·osto 1935. 2° tema di Relazione: Le coliti gravi non amebiche DALL'ACQUA (Milano). - La r adiologia delle coliti . - 1) Le alterazioni infia1111natorie del colon, di cui il substrato anatomico consiste in una modificazione strutturale della m u cosa, n on può essere ctimostrata r.adiologicamente che p er lo s tudio della superfic ie interna del colon. 2) Non è p ossibile alcuna co1nparazione fra i rilievi ch e si ottengono nell 'esame n el vivent e ed i reperti ch e ':ii h anno n el cadavere. 3) La variabilità d el quadro radiologico nella colite si esplica per l 'influe11za che esercita il fatt or e funzionale: lo ste·sso int estino appare talora n1olto diverso visto in due esami a breYe inter vallo. 4) Nei r ilievi radiologici le alterazioni d ei componenti morfolog·ici della n1ucosa so110 ta11to più evidenti e grossolani quanto più le reazioni infiammatorie della mucosa sono inten se. 5) Nelle forme leggere anche l 'analisi fine dei rilievi interni non dà car atteri ch e distingu ono la malattia da un colon norm ale. 6) Invece le coliti ulcerose gravi deter111inano delle modificazioni del colon taJi da per111 e l tere il rilieYo di modificazioni di truttura. 7) L 'interpretazione di certe immagini fa pensar e a delle perdite di sostanza parietali.
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8) La ding11osi differenziale radiologica fra colite ~grave non amebica e colite amebica non è possi.bile allo stato attuale delle nostre conoscenze. 9) Le coliti specifiche non da11no alterazioni tali <lD e ~ ere pa tognomoiticbe : il criterio della sede può aYere una certa irrtportanza. 10) Il metodo della esplorazione dei rilievi interni, permettendo la visualizzazione diretta delle Jesio11i, ci fornisce dali sulla sede e sull'estensione. 11) Le modificazioni qualitative e quantitative della secrezione intestinale che si producono nella .colite influiscono sul rilievo radiologico. 12) Le anomalie della motilità della sfera del grosso intestino non depongono per alterazioni :ir1fiammatorie del colon. BJ. V1MTRUP (Copenaghen). - L'ariatomo-pato.logia. - L 'O. fa os·servare che l'autopsia di que· sti soggetti morti di colite deve essere fatta subito per evitare fenomeni cadaverici. Dal punto di vista istologico la colite è primitivamente un 'affezione della mucosa poi si for.rnano le lesioni che si approfondano e possono portare fino alla perforazione. L 'O. si diffonde poi a parlare delle particolarilà istologicl1e dellP lesioni per cui si rimanda alla relazione. M. I . GorFFON (Parigi). - La biochimica. L 'O. ritiene che il punto dominante della biochimica cìelle coliti si deve cercare nelle modifica·zioni subite dalle feci. L 'analisi• chimica deve es• • ·ser e e·seguita quando le alteraz1on1 non sono visibili ad occhio !ludo. Si ricercherà nelle feci il sangue, le albumine -Oisciolte, il pus, la catalasi. Occorre inoltre rendersi conto del g·rado della diges tione intestinale e della flora micro~ ica. La modificazione degli umori, delle urine, ecc. non sono che degli elementi accessori ed hanno ·scarsa importanza nella diagnostica. M. DoNArr (Milano). - Terapia chirurgica. , L 'O. i11 linea di ·tnassima ritiene che la cura me·d1ca debba avere la massima importanza nella terapia della rolite ulcerosa non amebica. Nei .casi di coliti ribelli a ogni trattamento può entrare in discussione la cura chirurgica. Occorre distinguere due specie d 'interventi: quelli jndiretti per la cura dei «_foci » ~r~sunti -0 dimostrati come causa della colite e gli interventi diretti sul colon inalato. Gli interventi indiretti possono interes·sare i .denti le tonsille lo sLomac.o, il duodeno , l 'appendlce, ]a vesci~ola biliare, I 'utero, gli annessi, gli organi urinari, ecc. Gli interventi diretli possono consistere in: l ; enterostomie; 2) le anastomosi; 3) le resezioni .-del colon. La tecnica di questi interventi non comporta regole speciali : quel che conta è 18: indicazione che deve essere opportunamente vagliata ca·so per caso. L'operazione è bene sia fatta in un tempo solo. N. LEOTTA (Palermo). - L'·O. richiarr~a. l_'attenzione sulle coliti secondarie ad 8:ppend1c1ti, che, fra tutti gli oratori, sono state ricord,ate sol~ ?a Donati : il quale ammette che da un appendicite -si possa avere secondariamente non solo una colite ma anche ]ocalizzazioni infian1matorie colecislitiche e gastro-duodenali che hanno per _base o per c·gente l'appendicite e che possono arrivare fino alla coleci·stite o alla ulcera duodenale o gastrica. L 'O. è lieto di con statare come ~uesto. co~ cetto, ch e egli 11a sostenuto da parecchi anni, sia .ora accolto e diffuso dal penati. . L 'O. fa n otar e la grande in1portanza pratica,
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oltre che teorica, delle coliti secondarie ad appendiciti, trattandosi di coliti ulcerose sen1plici, n1olto frequenti, che restano patogeneticai11e11te legate all 'app. cronica anche se sono acco1n1)agnate dalla presenza dell 'ameba nelle feci. Ricorda come egli abbia già impostato tale questione nella sua Relazione alla Società It. di Chirurg'ia nel 1931, ove sostenne che la pre·senza dell 'ameba nelle feci non deve distrarre la nostra attenzione dalla vera essenza del processo colitico. In simili circostanze infatti il semplicismo diagnostico in cui è facile cadere, che porta senz 1 altro ad ammettere la natura amebica della colite, è dannosissin10, poichè gli infer1ni non guariscono per quanto sottoposti ad inten·se cure emetiniche, che anzi in simili casi, sono per solito assai mal to\lerate . Dall'epoca della sopra citata relazione l'O. ha J)Otuto moltiplicare la raccolta dei casi di coliti emplici, secondarie ad appendiciti, con reperto positivo di ameba nelle feci, che sono perfettamente guariti con l'appendicectomia e la visce1olisi colica. Perciò crede di richiamare l 'attenzione ~pecialmente dei medici sul problema diag11ostico che in questi casi, una volta po·sto, può essere risoluto con l'aiuto di parecchie risorse cliPiche ·e radiologiche. S. BAGGro. La colecisto-gastro-stomia nella colite croni.;a semplice. L :O. comprende la colite ulcerosa grave non amebica fra le coliti cronich e semplici. Riconosce in queste una malattia funzionale del colon e considera la funzione di quest'organo nel suo d~plice c?mponente: motorio e chimico. La funzione ch11nica del colon è svolta dai re·sidui del succo gastrico, bile, succo pancreatico, succo enterico: i quali possono danneg·giare il colon per loro ecce·ssiva quantità o per alterata composizione o per difettosa mescolanza o per prolungata permanenza. L'O. crede che gran parte dell'insorgenza della colite cronica semplice sia da imputarsi a queste cuuse dispeptiche : e poichè si è persuaso _c he molte di"spepsie dipendono da alterata funz1or:e d~l1'apparato escretore della bile,· ha pe~sato di ag~re r1ella colite stabilendo un flusso passivo della bile nel canale gastro-enterico mediante colecis~o-g~ strostomia. Ha operato a qu~sto m?do T21 p~z1e~t1, rla un massimo tempo di 20 mrs1. Non riferisce sui risultati in dettaglio perchè bisognerebbe considerare molti fattori ·separati. Ma può assicurare che il trattamento non ha nuociuto in nessun caso: ha, invece, giovato in tutti e in parec?hi ha portato benefici tali da potersi parlare d1 vera gu a.r igione. . Tuttavia egli non presenta rl metoclo. come m~ todo di guarigione, n'la metodo per 11 qu_a~e 11 1nalato può guarire aiutandosi con le sempl~c1 r.e,g·ole igieniche dell 'alimenta~ione ~ _della vit~ r~ g·enerale. De·1e cioè astenersi da c~b1 determ1~at1 ehe egli stesso comprende che_ gli . sono ,p articol&rmente nocivi, eviterà il freddo sia dall este~no e sia per in gesti, dovrà .riguardarsi _d a . affatic.a1nenti fisici e intellettuali e da en1oz10~1. Ma in compen·so potrà nutrirsi largamente e riprendere le sue occupazioni. . . . I risultati obiettivi più marcati cons1stono nel fatto che le feci assumono l'aspett? normale .o quasi, con relativa regola di evacuazione e che il peso del corpo aumenta. . . . ., . Gli effetti sono migliori nei casi p1u recenti . l\Ia furono noteYoli anche in casi ch e . duravano da più anni. Per cui l 'O. ritier1e ch e 11 _metodo suddetto delJba essere accolto nella terapia della colite cronica sen1plice. A. BoNADIES.
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SEZIONE PRATICA
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APPUNTI· PER IL MEDICO PRATICO. n e da flora batterica agg·iu11ta, si h.a la febbre. Questa ha allora i caratteri ben noti: cresce gl'adualn1ente ma irregolarmente, assume un carattere di t1 po intern1ittente tanto più alto quanto più intensa è la attività del processo, cl1e si pro] unga per p eriodi spesso enormi, e cl1e nei casi f.avorevoli cede per lisi. Teoricamente un malato con lesione terzi(JJriu o statica dovTeb·b e essere senza feb,b re. 111 pratica invece si han110 spesso fehbrette prolt1ngate ed irregolari . C:iò sarebb,e dovuto al fatto che sebbene la lesior1e si.a non evolutiva, statica, essa contiene quasi. sernpre d elle piccole ca vernule nelle quali sono im1Jiantate i11fezioni secontlarie. Spesso vanno soggetti a r·unte anche alte di febbre cl1e concidono con aumento di tosse e catarro. Talora questi accessi febprili distanziati di settimane forn1a110 t utti i disturbi cl1e tali mal ati h anno , m a n on f•er questo sono meno noi.osi. Talor.a si b·e nefi cia110 di autovaccino. L. TONELLI.
CASISTICA E TERAPIA.
Significato della febbre nella tubercolosi polmo• nare c1·on1ca. Maurice ivl:yers (1'he Brit. M ed. Journ., agosto 1935, p. 250) fa uno studio accurato della temperatura nei Lubercolosi seguendo la classifioazione proposta da 'Vingfield nel 1932. Essa sommari amen te si può cosi riassumere : Wingfield ammette una lesione secondaria, uria lesione intermedia ed una terziaria • La lesione secondaria corrisponde ad una reazione tissurale locale allergica dovuta al depositarsi in loco di bacilli, prob·a bilmente per via ematogena; questa reazione può rapidan1ente scomparire o progredire verso le altre due forme. La lesione intermedia corrisponde a quelle forme abitudinariamente conosciute come forma attiva lìbro ~ caseosa . La lesione terziaria corrisponde alla lesione i11termedia cicatrizzata per quanto possibile e Diaframn1ite acuta primaria. (Sindrome di Hed· non fJl'<)gr0ssi\'a. blom). Tanto la lesione i11termedia ch e la terziaria M. Joannides (The American, Jour11al of tlie possono infettarsi secondariamente con i batMedical Scierices, aprile 193·5) presenta una sinteri del tratto respiratorio. La comparsa d1 una lesione second·aria por- drome finora mai descritta, cl1e egli d enon1ina cc sindrome di H edblom » in onore d el dott . C. ta una inodificazione n ella grafica della temA. I-Iedb.Jom ch e ha d edicato la sua vita alla pe~atura che varia però con la grandezza d ella chirurgia del torace . Essa è caratterizzata da lesione i1uova, la quale dipende e dalla quanrespiro ·penoso e da tosse ch e provoca dolore. tità dei bacilli tubercolari formatisi nel polmone , e dal g·rado di reazi.onabilità allergica Il respiro è a tipo costale ed il diaframma, del polmone s tesso. lJna lesione secondaria cosa b en e evid ente all 'esame radio~co1) i ro, r grande cor11e una moneta da due soldi può non immobilizzato. Vi è anche dolore nelle parti indurre modificazione della temperatura n è alti dell'addome e sotto l 'arcata costale. Si tratta di una infiammazione acuta essudaalcun si11ton10 cli'nico , mentre risulta bene ritiva e proliferativa del muscolo diaframn1a. levabile cori i raggi X. l Jna lesione secondaria di m edia grandezza determina una evid ente L'agente infe ttivo che l'ha cau sata può in\rader e lJer contiguità g li organi intratoracici sopramodifi cazione de1la temperatura che è molto stanti o g·li intraaddo1ninali sottostanti. In sesi111ile a quella di un attacco infl11enzale. Questa temperatura suole ritornare normale in due guito a tale malattia, g·ruppi di .fibre muscolari sono rimpiazzate da tessuto di cicatrice e ne e tre g·iorni , e si hanno spesso d ei pazienti ch e racconta110 come i punti di volta della loro risulta così un appianamento od anche l a con1parsa della cupola diafran1matica. Anch e la ma]attia fossero sempre segnalati da .. . attacsuperficie pleurica può esser e coinvolta e rl echi di influenza. Vi -è poi la lesione secondaria rivarne aderenze diafran1n1atico-polmonari.. più estesa che occupa quasi un lato intiero. Vi L ' A. ritien e cl1e questa sindrom e, la quale è qui un am11ento di febbre assai più intenso che può ricordare il quadro della febbre da seg·ue generalmente ad una infiammazione polmonite lobar e. l\ianca però la discesa per acuta nasq.faringea, sia prin1itiva; egli pensa che l 'affezione sia IJiù frequente di quanto n on crisi, vi è invece una len lissima lisi. si cr~da e ch e un certo numer o di cosidette Nel caso di una lesione intermedia è di osservazione con1une e ben nota il fatto che pleuriti diafran1matiche , di appendiciti li evi od anch e di colecistiti , altro n on siario ch e inspesso r11anca ogni modificazione della temdron1i di I-Iedb.Jon1. In qualch e caso i1crò la peratura; non solo , ma anche le condizioni odiaframmite sarebbe la con .. egu en za di lesioni biettive e subieltive non rivelano nulla di anorn1ale, sì che solo ri.pett1ti radiog rammi in se- infiamn1atorie toracich e o addomina li. L 'A. spera ch e in seguito a que ~ l a ua 11ul)rie possono svelar·e l 'evolver e l 'attività , della blicazione, siano istituite ulte riori ricer ch e e l e~' nn e fl])ro - c aseo ~ a. i ano anche risparmiate operazi on i l lOTl n ecesSol o quando p er erosione d ella uperfi cie arie sui ,.i ceri addo1nin ali. ,.T C: E'ITT~T. l'lron cl1i aìe o per allra ' ria a' viene una infezio1
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cc IL P OLICLINICO >>-
Una rara sindrome neurologica nel decorso della pertosse. Le non eccezionali complicanze n ervose d ella pertosse veng·ono dalla maggior parte degli AA. riferite a lesioni di ordine tossi-infettivo; si parla infatti di encefalite da pertosse ; non di r ado le alterazioni anatomo-patologiche possono essere attribuite ad emorr agia nel pare11.chin1a nervoso e n ei nervi p eriferici. Il caso descritto da B. Wiesner (Munch. M ed. lVochenschr. , 16 maggio 1935) merita interesse in quanto si tratta di una sindrome di eccezionale gravità , risoltasi tuttavia rapidamente; nello spazio di pocl1i g iorni il piccolo pazi ente c h e p r esentava atta cchi tipici di pertosse è stato colp ito da p aralisi flaccida com iIJ1eta d ella n1u scolatura d el tronco, d ella nuca, e di tutti quattro g li arti; con comitava afasia completa, disturbi di d eglutizione, paresi degli abducen~ i ; l 'infermo rin1aneva in stato di. adin amia e dj spiccato torpore. Il miglioramento si manifestava dopo 10 g iorni e c11Jminava in guarig ione con1plela dopo circa u n n1ese dall 'inizio d ella malattia. L ' A. in b·a se a l d ecorso clinico della malattia esclude senz 'a ltro cl1e si potesse trattare di poliornieli.te; la flaccidità d ella paralisi non permetteva d'altra parte l 'ipotesi di un 'en cefalite corticale . L ' A. anim e tte quindi l 'esistenza di un 'en cefalite con localizzazione delle lesioni alJa zona su b,corticale con inibizione d egli arcl1i r iflessi che clecorrono sottocorticalmen te; evid entemente sono state colpite anch e le circonvoluzioni d el piede della frontale ascendente , d ell 'insula e del lobo t emporale; di qua l 'afasi a. Per quel ch e riguarda ]a par a lisi degli ab' <lu centi., l 'A. è prOfPenso ad attribuirla ad u n a l esione periferica d ei n er vi . La natura delle lesioni viene an ch e d all ' A. con siderata ancora s ub-iudice. Infine 1'A. ricorda come n ei casi di lesio11i cer ebrali., ancl1e transitorie, della p·ertosse, non sono infrequenti le n1orti improvvise , ch e fanno tanto oscurare la prognosi di questa malatti a relativamente benigna . S. MINZ. Il trattamento medico dell'ascesso polmonare. H. Storz (Zeit f. arztl. F ortbildu1 ig, 1935, n. 8) raccomanda anzit utto il n eosalvarsan: iniezioni endovenose a 4 giorni di intervallo. incon1inciando con O, 15 e salendo a 0,30 dalla terza. L'azione si manifesta dopo 3-± g iorni dalla prima iniezione. Quando la tem peratura è o ltre 39°, m a n ca l 'effetto d el n eosalvarsan, ch e può anche agire sfavorevolmente sulle condizioni generali. In tali casi, è meglio a ttendere c h e la temperatura si sia abbassata (viene consigliato in tali casi di dare eventt1almen te delle piccole d osi di piran1 idon e). Qt1ando, clopo 3--1 iniezioni non si vedono effel ti clal l1eo~alvar an, si ricorrerà all e in iezio-
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di a r gofla vina (1 O eme. di u11a soluzione a J 0,50 °J~, ad intervalli di 5-6 giorni). Sono state usate con successo anche le iniezioni endovenose di alcool (30-40 eme. della soluzione al 15 % ad intervalli di 4-5 g iorni), come pure, nelle forn1 e croniche, le iniezioni endovenose di • • \'acc1neur1na. fil. 11i
Cura delle broncopolmoniti infantili. Sotto due ar1ni la broncopolmonite è semJire una n1inaccia; è già grave se colpisce bin1bi defedati: atrepsici, dispeptici cronici, rachitici, o se complica n1alattie esantematich e ecc. Occorre an zitutto isolan1ento dai fratelli e fo\endo contagiosa. Si meLta il malalo in camera ben areala, d'inverno si scaldi a 18-20; si rinfreschi e inumidisca l 'aria d'es t.ate (casseruola con acqua e due cucchiaini di essenza di eu calip·t o). Si e.uri la posizione sen1i assisa , si muti spesso il lat o su cui g iace il pazi ente per evitare la congestione da d ecubito. A1Jert (Press. 1l1éd., 7 settemb·r e 1935) consigli.a d.a ll 'inizio. la polm o terapia (bagno a 3 7° -38° se febbre a 4 0° -41°); se collasso o ciar1 osi il bag110 sia più ca ldo , nelle forme congestive bag110 senap.ato a due o tre gradi sotto la t empera tura r ettale. Per fluidificare l 'espettorazione è utile la seg uente formula : 1
Acetato <li am1noniaca Benzoato di sodio Tintura di lobelia Tint ura di drosera Estratto fiuido di gundeli a Sciroppo di balsamo d el tolu Acqua q . b. p . 120 cn1c.
g r. uno gr. due g r. due g r. due gr. due gr. trenta
un cuchiaino da caffè ogni due ore. !Be11 tollerata è l 'antipirina cl1e si può unire alla pozio11e precedente (0,30) . (ili oppiacei vanno e:::iclusi. J sali di cl1inina a1r1ari s i diarLo in supposti (solfato di chinino g r. 0,10, burro di cacao .g r . 6 perr un.a ~ upp osla ii1fantile). Si può sost er1 er e il cuore con O, 10 di tintura di dig itale uJ1ita alla pozione precedente o d ata a dose di II gocce a X, tre volte al g iorno. TJtile qualcJl e goccio. di adre11alina su un rio ' di zu ccl1ero . [ nletalli colloidali \collargolo in frizioni, elet trargolo per cute1n): qualch e volta danno van1 aggi. L 'ossigeno è assai utile. Si ricord~ 'li loLLare fino alla fin e, avendo spesso qu esti org·anisr11i gio-v·.ani <lelle insperate risorse. La siero lerapia n o1t 11a d~to risultati ed e?po n e a lìer icoli di anafilassi . La va ccinoterapia è ua prèndersi i1l mag·giorc considcrazion~. E ~a ~ utilissima : on1e preventiva nelle ep1dem1e sp ecie nella g rippe con broncopolmonite. Util e 11 èi primi tre g iorni di r11alattia. in quanto pa4
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SLII,
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SEZI ONE PRATICA
r e ab·b revi il decorso e lo r enda più benigno, è anche benefica nelle forme ch e decorrono subacutan1ente e .accenna110 a prolungarsi troppo.
L.
ToNEL.LI.
Nella dispnea. H. Schlungbaum (Deutsche m ed . lrVochens, lfJ35 , n . 24) considera essenzialn1ente il cc fiato co]lto », ci oè l 'impoverimento di ossigen o derivante dall 'esclusione di n otevoli territori polmo11ari . In tali casi, egli consig lia le iniezioni endovenose di blu di m etilene (1O em e. di una soluzion e ali 'uno p er cento: sic), mediante le quali si ottien e diminuzione d ella cianosi ed alleviamento d ei disturbi subbiettivi. Il rimedio sarebbe da utilizzarsi soltanto n ella ci anosi di alto grado e nella dispnea di malati con broncopolmonite, p olmonite crupale od inizio di polmor1ite ipostatica da debolezza cardiaca o vasale. Nel n1eccanisn10 d azione entrerebb·e la fa cile ossidabilità e la riducih·i lità del b lu di metilene. In alcuni casi, il rimedio alverebbe delle s it u azioni minacciose. fil. 1
Nel catarro "nasale acuto. Pr.: ~·osiato di codeina . Cloridrato di papaverina, an a rng. 15. n1 . f. polv. di tali n. 6. S. una al m attino ed a mezzodì; 3 alla sera.
NOMENCLATURA Plasmodium immaculatum (Grassi e Feletti, 1892) Schaudinn (1902), è l'esatta denominazione per il parassita agente della malaria terzana maligna. Sono queste le conclusioni a cui è g iunto A. Giovannola (P rocee1di1igs o/ the H elminth.ological Societ)' of lVaslùington, luglio 1935) : il n ome P . falci parun1, cl1e è più gerteralment'e u sato, d eve esser e con sid·erato un sino11imo. Leggendo il testo italiano di Grassi e Feletti, non vi può esser e alcun dubbio ch e la << emoameba n d ella febbre perniciosa, organismo ch e è caratterizzato da spiccati n10' 'imenti an1eboidi, ch e si ripro duce senza mo&trare traccia di pigmento, e la cui schizogonia avviene generalmente n egli organi internj , sia la forn1a indicata dagli AA. italiani co111e cc Haen1omeb·a immaculata n, e cioè la forma g iovane del plas1nodio della malaria terzana r11aligna. L 'esatto nome per il micr organisn10 è dunque di Plasn1odiu1n immaculatum (Grassi e ]!'eletti 1892), Schaudinn 1902. Sono da considerare com e sinonjn1i: fiaemomeb·a im1nacul1ta (Grasf'i e :F'eletti 1892), Haemameb·a praecox, LaveTania malariae, Hematozoon f)tlciparum, Plasmodium falciparum. G. L A CAVA.
MEDICINA SCIENTIFICA
VARIA
Influenza del benzoato di sodio endove11a sulla motilità gastrica. M. Gavazzeni (A rch. l tal. Mal. App. Diger., lu o-lio 19:35) servendo&i del metodo viscerografi co0ha studiato l'influenza del b·enzoato di sodio e11dovena sulla i11otj Jj t.à · gastrica, constatando e11e al le in iez ioni di ber1zo.a to di sodio consegue una riduzione della cinesi gastrica, sp·esso 11tolto precoce 11ella . . ua co111 parsa, tal ora im n1ediata ed in molti casi tanto marcata d a l)Ortare ' ad una co111pleta ed assoluta scomparsa di og·ni contrazione. A questa riduzione . . . ' della cinesi gastrica s1 accomp·a gna una p1u o n1 eno accentuata riduzione d el tono gastrico . La durata d ell 'azione d el farrr1aco è lunga (fino a 40' -60' dall 'iniezi.one). Il fenomeno si i)resenta ta11to in soggetti affetti da ulcera e con ipercinesi più o 1neno spiccata quanto in "oggetti 11ormali. Non sono state osservate sostanziali differenze nel modo di comportarsi di fronte al benzoato dei soggetti. affetti da ulcera gastrica in confronto a quelli con locali zzazione dell'ulcera nel duodeno. Tutto ciò h a un notevole interesse, in quanto è risaputa l 'im 1)ortanza ch e va attribuita a11a riduzione della n1otilità dello stomaco per lo svolgersi del i1roces o di r iparazione della lesione ulcerosa.
Plasticl1e criminali.
C.
T osCANO.
La Berlin;er illustrìerte A usa ., ab e dell ' 11 settembre c . a . ha da Ne\v ) -ork che a S. 1F rancisco è st ato arr est ato il dottor Teodoro Harrock sotto ì 'imputazione di al terare la fi ionor11 ia d i deli11quenti ricer cati dalla polizia. Il dottor Ilarrocl\ n1edia11te opportun e pJasticl1e 111odi ficava la f orn1a del naso o delle orecchie dei gangster in n1odo da renderli jrriconoscibili. Praticava anch e abiln1ente la trapian tazione di parti epidermiche delle m ar.1.i. in modo da .alter ar e le im11ronte digitali . Si era f)Oi specializzato n elle operazioni sugli occhi: non solo trasformava i cinesi in euroJ)ei , i11a da va l 'aspetto mon golico a visi schiett :imen te americani. Il dottor Harroc k che era irt relazione con i l1a~si for1di d ella metro1)oli della California si è difeso affern1ando che egli non conosceva i n1otivi p er i quali ' 'enivano richieste Je modificazjoni dei connotati e ch e egli non a,~eva il diritto di domandarli. Risulta d 'al tra p<1r te, che l e operazioni del genere si p·r aticano su larga scala nei così detti cc Sa11atori per cosmesi n ch e sono sorti come funghi su lutto il territorio degli St~ti l '1liti e che vivono solo dell'opera prestata a clier1ti che 11a11no da nascondere qualrlle co .. a alla giustizia.
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cc IL POLICLIN I CO »
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Nu~1.
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NELLA VITA PROFESSIONALE. INSEGNAMENTO SUPERIORE Corte di disci pli11a per i professori. Co11 r ece nte Decre lo Reale è s tat a n omi11ata la (~ort e :li disciplina p er i professori deg·li Istituti d 'istruzion e superiore . Es a è costi tuita d al Sottosegr et ari o di ,St ato p er l'educazione n azionale, presidente; prof. Dante De Blasi , .Accademico d 'Italia; prof . Pietro De Fran crsci, deputa to al Parlam ento; prof. Al essandro Ghigi , d eput a to al Parlam ento ; prof . Mattia Mor esco, se11at or e del Regn o; prof. Giovanni Per ez, prof. Silvio Pivano , prof . Vittorio Rossi, prof. Giu seppe 1'assinari .
Cronaca del movimento professionale. Per il passaggio degli Ordini ai Sindacati. Il Segretario del Sindacato Medico Nazionale, 011 . prof. E. Mor elli, h a pregato i Segr et ari e Commi sari d ei Sindacati Provinciali Medici cli prendere Sl1hi1o accordi coi Commissari d egli Ordini dei Medici per il passagg·io - ove ancora no11 fosse avvenuto - delle con segn e di tutto quanto appartien e aj cessati Ordini. Il p assagg"io d elle co1rsegn e deve esser e effettuato, previo· accordo circa il g iorno e l 'ora, alla presen za dì un r appresentante di S. E. il Prefetto, tra il dirigente del Sindacat o e il Commissario d ell 'Ordine. Si d eve redigere un verbale di conseg n a, ch e d eve p ortare l 'esatta con sist en za patrimoniale passata ai Sindaca ti dai cessati Ordini, dandone 11otizia al ,Segr etari o Nazionale.
A seguito di c.he i Seg·:r:etari provinciali dei Sind aca ti Farmacisti so110 stati invita ti ad attener si rig·orosamente a tali n or1n e, assicurandoli che nel combatter e l 'ir, Yeterato ed illegale sist em a di ven dita diretta dci m edicinali al pubblico, agli enti, alle lnutue, ecc . d a p arte dei produttori e gro·ssisti r ssi sarart~1 0 pienamen te sos tenuti anch e cl al Sindacato n azionale di categoria . Per quanto ri·· guarda la forni tura d ei m eòicinali all'Ente della l\ii utualità scoJastica son o attese ulteriori istruzionj esse11do il problema nllo sturlio presso il Ministero ù elle Corporazioni .
CON CO RS.I. POSTI
VACANTI.
Co1nun e cerca Medico A·ssistente p er sanatorio m alattj e di net to. Assunzion e immediata. Per ch iarimenti rivolger si al Comune. (Commissario Prefettizio : dott. Bet tarini). BRESS AK ONE
Vendita. di medicinali a.I pubblico. L 'Ag·en zia cc De lta » h a notizia ch e il Mini stero d ell 'Interno, in esito ad analogo quesito prospett atogli dalla compe lente or ganizzazione sindacale à ei farmacisti , ha fatto presente di aver e già da t empo avvertito i Prefetti d el Regno come d ovesse riten er si vietata ai l"'rodu ltori e ai grossisti la vendita dei m edicinali al pubbli co, es·sendo tale vendita riservata ai far1nacisti e dovendo effettuarsi nelle farmacie, Cl.ggiungend o di non ravvisare la n ecessità di em an ar e nor1ne e istruzioni sull'argom ento ai Prefe tti stessi . In merito h a os er va to n on apparire dubbio ch e, a r aggiunger e lo scopo cui t ende il Sindacato Nazio11ale d ei }'ar1n acis ti , di p orre cioè un argine alle abt1 sive ver1dit e effe lll1 ~ te d a proùuttori e ITT'Ossi-.sti sia al p ubblico ch e ad ammini strazioni p ubblich e e priYat e, costitui ce rimedio più efficace l a denunci:i d elle vendite an zidette al Prefe l1o o òi re tt arn ente all 'autorità giudiziaria compe te11te: costit uendo esse, a t er1n ini. d ell:art . 122, ul t imo com1n:t, del Test o l ln ico delle leggi sanit arie, rea lo pu11ibile con l 'am 1ne11da di lir e 500.
Osp ~ dale
Scad. 20 novembre. Con corso a 6 posti di Medico Assist ente. Stip. lire 5500. Indennità ten1poranea di car oviveri. Comp urtcciJJazjone. Età m assima anni 30 s . e. l . Tassa L. 50. IBteriori informazioni d all 3 Segr et eria. M -\ NT OVA
N APOLI.
Civi le. -
A mministrazi on e Osp edal i Riuniti . -
Con cor so p er titoli ed esami al p osto di Dire ttore Chirurgo Urologo . d el Rep arto di Urolog ja e d ell'ambulat orio p er malattie urinarie dell'Osp ed ale degli Incurabili. Dom ande in car ta bollat a e clocun1enti d eYono esser e presentati entro il 10 dicembre p . v. Concorso, p er titoli , al p ost o di Primario Chirurgo. La scaden za è prorogata fino al 10 dicembre 1935. Per chiarimenti rivolgersi alla Segreteria ùella Congregazion e di Carità di Nardò . NARDÒ
AMMINISTRAZIONE SANITARIA.
(Bolzano) . ·-
(L ecce) . Osp edale Civile Sambiasi. -
CONCOR S I A PREMI .
Premio Devot o. Il 31 dice1n bre 1935, ·si chiude il con corso ller il premio internazion ale biennale d ella Fondazione « Luigi Devoto » di L. 10.000 all 'autore di u11 lavor o pubblicato , il q~al e cc abbia P<?rtato un coi:i tributo risolutivo su di un punto d ella p at ologia del lavoro » . Sono ammessi soltanto i lavori pubb licati dal 1° gennaio 1934 al 31 dicembre 1935. Posso110 con correre italiani e stranieri ch e abbiano presentato le loro pubb licazioni in una d elle 5 lingu e : ita: liane , fr an cese, inglese, sp agnuolo e t edesco: i con correnti stranieri dovranno unire al l avor o un sunto in italiano o fran cese. Le oper e dovranno essere indirizzat~ al R . Is tituto Lombardo di Scien ze e Letter e, via Brer a 28, Milano . Il premio d el biennio 1928-29, s u 10 con correnti . venne vinto d al prof. L. Teleky di Du:sseldor~ ; j L p rem io del biennio 1930-31, su 12 conco~ren1.1 , dal prof . Jotten di Mi.insler e quello d el ))1en n10 1932-33, u 18 con correnti , d al clott . Alfredo Fcrrannini.
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NUl\f.
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SEZIONE PRATICA
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE
Il premio Nobel l)er la m edicina (1935) è s tato conferi to al dott. Hans Stem ann, professore di zoologia nell'Università di Frib11rgo (Germania), per i su oi lavori su gli effetti dello sviluppo embrionale. Il dolt. Luigi Celletti, degli Ospedali Riuniti di Roma, è s tato, su proposta del Mir1istero degli Esteri, nominato direttore degli Ospedali Riuniti e cl1iru.rgo i)rimario dell 'Ospedale Cen trale della Commissione li:uropea del Danubio a Suli11a (Romania). Nelle Facoltà mediche hanno avuto luogo n111nerosi spostamenti di professori titolari, oltre quelli da noi già segn alati . Si tratta di studiosi di alta reputazione e già trenati da lunghi anni all 'insegnament-0. Ci limitiamo a registrar e le nomine di cui abbiamo sicura notizia. A Roma passano, da Napoli, il prof. Giu-;eppe Caronj a, per la clinica delle rnalattie infettive, e il prof. V. Cavara, per la clir..ica oculistica; a Genova passano il prof. Giuseppe Sabatini da Sa·ssari, per la clinica m edica, e i] prof. Car]c. Verdozzi da C:::.g·li ari, per la patologia g·ener ale; jl prof. Luigi D 'Amato, a Napoli, è trasferito dalla pa Lolog·)a medica alla clinica m edica; i proff. Ignazio Fazzari, di an atomia umana, e Alfredo Coppola, di clinica n euro-psichia1rica, enltambi a Messina, passano rispettivamente a Firenze ed a Palermo. Il prof. Emanu ele Freund, di Trieste, in seguito al notevole contribu to da lui portato al recente Congr~so internazionale di dermatologia t enutosi a Budapest, è stato nominato membro d'onore corrispondente della Società dermatologica ungherese e insignito di i11edag'lia d'argento per la sua e·sposizione scientifica fatta al congresso (fotogr afie, microfotografie ecc.).
NOTIZIE DIVERSE A.nno XIV. Il nuovo anno dell'Bra Fasoista si anniinzia denso di eventi. Mentr e tutta l 'ani1na della Nazione si protende agli a.v venim enti dell'Afr ica Orientale e alle loll e internazionali che essi de.<;tano: la pop·olaziorie italiana si stri nge conipatta, sicura e decisa intorno al suo Duce. Malgrado le difficoltà, non si è affievolito l 'inienso r i i nio di vi ta instau rato dal Fascismo e un'immensa mole di op er e JJUbbliche viene inaugurata nella ricorren za della Nlarcia su Roma. Tra di esse, come di consueto, molta parte liann v le opere igieriico-sanitarie e medico-assistenziali, che attestano le solerti cure rivo lte dal Regime al benessere nazionale. L'opera dell'rta.lia fascista procede vitto ri osa e senza soste.
Africa Orientale Italiana. Efficienza dell'attrezzatura igienico-sanitaria italiana. Il « Popolo d'Italia» del 22 ottobre reca, in una
corrispondenza di Mario Appelius da Asmara : Il senatore Castellani , di ritorno dall 'aver compiuto un 'ampia indagine lungo la fronte delle nostre truppe, n elle retrovie e tra gli indigeni della zona occupata, ha dichiarato che l 'attrezzatura igienico-sanitaria è dovunque in piena efficienza.
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Egli ha inoltre smentile le Yoci secondo le quali L'acqua non sar ebbe suilicie11te. Anche il servizio idrico funz iona olti1nan1ente. Numerose sono le sorgenti ch e dànno acqu a abbondante e più che sana. Il « Giornale d 'Italia n del 23 ottobre, in una corrisponder1za di F. Cl1iarelli, reca: Nei territori occupati ]e provvidenze sanitarje ~ profilattiche ·sono in piena applicazione. Le visite agli indige.n i ven gon o fatte a ce11tinaia a] g"iorno dai m edici delle nostre ambulanze, i quali provvedono ad isolare i1n1nediata111ente i conta• • g1os1. « Il Messaggero » del 23 o ttobre reca, in u11a corrisponden za : Le popc)lazioni comin ciano a godere i vantaggi dell 'occupazione e della civiltà italiana. Dinanzi all 'ambulatorio medico di Adua si forma ogni mattina una lunga fila cli indigeni bisognosi (li. ll'Ssistenza sanitaria. Si preser1tano disciplinata1T1ente dinanzi ai n o·stri m edici , si profondono in inchini ch e vanno sino a terra; ascoltan o attentamente quanto vien e loro chiesto o detto attr averso l 'interprete. I sanitari compiono la loro opera com e un vero apostolato, sono larghi di ~ttei:izioni e. di co~ si gli, provvedono all~ ?istr1buz1on e òe1 med1ca menti ch e la cura r1ch1ede. In una corrispondenza p er cablogramma !11 cc Paris Soir >> il giornalis la Henry de Montfre1cl racconta di aver . veduto alcuni prigioni eri etiopi fatti dagli itali ani b aciare le mani degli infermieri e del m edico 1n ilitare italiano, non potendo credere ch e fosse loro r isparmiata una atroce sq_rle. L'inviato · speciale di cc Paris .Soir » cita anche il rinvenimento di una mitragliatrice inglese· 1i t1ltimi"ssimo modello, con pallottole dum dum, il cl1e dimostra chiaramente da quale parte si ricorra alle armi sleali e costitl1isce quindi la più opportuna risposta alle accuse rivolte alle nostre truppe dal governo di Addis Abeba. . Altre notizie concordano con le precedenti. Il sen. Castellani h a fatto all 'inviato <lell '~< A~en zia Stefani », il 26 ottobre, in Asmara, ~1~h1~ra zion:i del t11tto rassicuranti sullo slalo 1g·1en1co·sanitario delle nostre tru ppe e ùelle masse. OJ;leraie, i11 particolare per quari lo con ~erne la v1tt~ta zione, i rifornimenti idrici e l 'assistenza medica. estesa alle popolazioni indi gen e. Jt'orze sanitarie per l'A. O. So110 partiti da ~1ilano per Na~oli e p er l '~fric~ Orientale, centocinquanta sold ati del~a Sa.n1~à , i quali er ano stati con1pletamente equ1p~gg1at~ al-
1'0spedale militare di Baggio. Sono ·stati assai fes\eggiati dalle autorità e dall e pa trone se dell 'Associazione del ~,ante . Moltissimi sono i inedici partiti volo11 tari per l 'A. O. Ne daren10 ult eriori noti zie. Gl'italiani fanno una guerra u1na1iitaria.
Il m edico an1ericano Rober1 Hock111an, capo ùel1'unico ospedaletto da campo ul fronle etiopico 11ell 'Ogaden, ha dichiarato al corrispondente dell~ « United Press » che, con lraria1nente a quanto egli stesso aveva detto, le truppe italiane non hann~ fatto u so di gas asfissianti o di altri mezzi (11 guerra chimica. l\on essendo pratici di proiettili di artiglieria o di bo!11bc di aeroplani gl i abi·s i11 i 11anno proba.bilmente creduto che il fu1110 prodotto dalle esplo-
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<< IL POLICLINICO
sioni fosse nuvola di ga.s. Da ciò, verosimilmente, è nata la voce che gli ilaliani impiegavano mezzi cJ1imici.
Assistenza sanitaria in Etiopia. Alcuni :med~c~ europei ~ecatisi in Etiopia per assistere i fer1t1 sono ·stati arreslati come sospetti di spionaggio.
L'industria idro-terniale per le Jt'orze Armate operanti in A. O. Si è riunita la Giunta Esecutiva della Federazione dell 'Industria idro-termale che ha esaminato ampiamente la situazio11e dell 'industria · la quale n.ellct t~ascors~ stagione ha in genere' segnato r1si1ltat1 sodti1sfacenti. Ha e·saminato inoltre i più importanti problemi contingenti ed ha deliberato di porre 1 disposizione delle Forze Ar11:a~.e , esc~us~ ogni presunzione di lucro, i pres1d11 lncal1 d1 ·.~ura e di ospitalità degli organi federali per le eventuali esigenze sanitarie dell 'eserci lo oper:inti'.3 in .A.frica.
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Solidarietà latina. 1,ra le inanifestazioni di solidarietà venute al1:Italia da altri Paesi, notevole è il manifesto degli intellettuali francesi. cc L'Avvenire Sanitario» d 'in' tesa col Sindacato Nazionale l\1edico, ha risposto con un appello ai medici francesi, il quale ha avuto larga eco nei circoli medici francesi, tra cui l 'Accademia di .Medicina di Parigi.
Il cc Comité France-Italie » ha approvato la seguente di cl1iarazione : cc I n1eclici rli Francia, raccolti intorno alla Sezione medica del Comitato Francia-Italia, rispondendo all'appello commovente del Sindacato nazionale dei medici italiani, esprimono a questi i loro sentimenti ili amicizia fraterna . Durante le ore gravi che attraversa l'Italia ed in cui forze contrastanti possor10 precipitare la civiltà occidentale nel disordine, sentono il valore essenziale della Latinità. Penetrati d 'una stessa cultura, obbedienti alle stesse cli·scipline , forti dell 'influenza che il loro compi Lo sociale loro conferisce, non possono a1)1n1ettere un disaccordo, che sarebbe mostruoso ».
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[ANNO XIJI, NuM. 44~
nel~ ' atmosfera in cui pulsa ogg·i l 'anin1 a della Na~1one tut~a, sostenendo la necessità della cura dei traumat1zz1ti che oggi, dato il febbrile ritmo moderno, superano le vittime dei morbi infettivi. Seguirono le relazioni e comunicazioni. Il congresso si è chiuso il 22 ottobre con u 11 a seduta operativa. ' Si sono approvati due voti: uno perchè l 'inse~namento dell'ortopedia sia tenuto nella massima l~portanza e svolto. in o.g ni Università del Regno; l alt:o per me~t~re in evidenza la necessità che repa:t1 _ort.o pe?1c1-traumatologici vengano istituiti nei. pr1i:ic1p~l~ centri ospedalieri, affinchè siano ad essi aff1dat1 I traumatizzati in tempo di pace e ' sovratutto, in tempo d~ guerra. Il congresso nazionale di radiobiolog·ia si è te11~to conte~poraneamente a quello cli ortopedia. L in,augu:a~1one. ha avuto luogo nell 'Aula Magna dell Arch1g111nas10; dopo la leLtura delle adesioni tr~ cui n;olte dall ~Este~o, e il saluto del prof. Bel~ lei per 11 C?.c;rim1ss3r10 prefettizio, parlarono il ret~o~e mag·n1f1c?, pre·sidente cle.l Cong·resso, prof. Gh1g~, che ha rievocato Luigi Galvani, e il dott. Prott1, reggente la Società internaz. di radiobiologia. Nelle sedute successive si tennero varie relazio~1i e comunicazioni; in particolare il prof. JJe11z1 (Bologna ) trattò il tema « Energ·ie radianti e? ~nergie cellulari )) ; il prof. -M axia (Cagliari) r1fer1 su « l'effetto Gurtwitch e i suoi rivelatori » · i proff. Ponzio e Conti (Torino) sugli « ultra-suoni in b_iol?~i~ »; i.I pr~.f. D~ 'Toni su cc I pr~cessi fotoch1m1c1 in b1olog1a »; il prof. Bianchi {Genova) sul.le « Influenze delle onde corte sulla glicoregolaz1one »; ebbero luogo 1no1tissin1e altre comuni• • caz1on1.
Il prof. Sanarelli, membro dell'Accademia di l\1edicina <li Parigi e dell'Istituto di Francia, ha pubblicato negli cc Ann. d 'Igiene » un articolo in cuì esalta la solidarietà italo-francese e rileva che l 'azione diretta dall 'Jnghilterra e da Ginevra contro l'Italia, ha per unico risultato di unire ed anin1are sempre più lul lo il popolo italiano, nell 'incrollabile proposito di perseverare.
Il congres·so nazionale di oto-rino-laringologia di cui demmo già una notizia preliminare, si è chiuso il 22 ottobre, dopo una serie di comur1icazioni, tra cui alcune di studiosi s tranieri come Ramadier di Parigi, Kelemen, Pick e De Kassay di Budapest. Si è tenuta una seduta operativa nella Clinica o.-r.-1. dell'Università; hanno operato i proff. Caliceti (Bologna), De Kassay e Kelemen (Budapest), Vigi-Sansevero (Milano) ed altri. Il congresso ~i è chiuso con un vibr;:i.11te ·saluto del dott. De Kas·aay, che ha formulato voti ardentis_ simi per la vittoria delle armi italiane e la prosperità del popolo italiano, al quale tutti gli ungl1eresi guardano con ammirazione ed affetto. È Gtata prescelta Torino ~ome sed'1 del futuro rong·resso nazionale.
I Congressi di Bolog·na. Il 26° <~ongresso ]ella Società italiana di ortopedia si è inaug urato il 21 ottobre, nel celebre 1'eatro a11 a tomico dell'Archig·innasio. Dopo i rituali cliscorsi di saluto del Commi·ssario prefettizio del Comune, <lel prof. Martinoiti per la Università e deì prof. (7aetani, presidente della Società italiana di ortopedia, ha pronunriato il discorso inaugurale il prof. ' ' ittorio Putti. Rilevalo ch e ìl Cor1gresso si svolge nel sacrario delle più nobili iradizio11 i scientifiche bolognesi, con felice impeto oratorio il prof. Pt1tti eleva il pensiero alla l\1ae 1.à del Re e a Benito Mussolini, con gli aug·urì più Yivi ai nostri fralelli che ·stanno rico11sacrando all 'Ilalia le terre bagnate dal sangu e <lei Ylo~tri Eroi . lllltstra quanto pro' videnziale sia l 'oper;.1 di questa specialità chirurgica
Il 2° Congresso nazionale di medicina sportiYa si è svolto il 22 e il 23 ottobre. Dopo un ·saluto del prof. Pini, per il Commissario prefettizio del Cornune, hanno p arlato il rappresentante del C.O.N.I., comm. Grumelli, il prof. Ottolenghi per il r ettore, il prof. Bruni per la Facoltà medica, e il prof. Cassinis presidente del Congresso. ,S opo state molto discusse le relazioni, tra cui quelle del prof. Pini su cc L'attività dei medici dello sport dedotta dalle osservazioni e _dalle esperienze », del prof. Cassinis sulla cc Statistica degli infcrtuni n el primo anno di funzionam ento della Cassa interna di previdenza del C.O.N.I. », de] prof. Pastorino su cc La ginnastica e lo sport nella scuola »; della dott.a Ratti-Martines su « Lo sport femminile »; del prof. Falcone-Gallerani ·su cc Lo sport come profilassi e terapia delle malattie interne J> e a]tre.
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SEZIONE PRATICA
Speciale solennità ha assunto l'ir1augurazione dei due congr essi di m edicina interna e di chi1 urgia (23 ott obr e) e grande sviluppo h a11no avuto i relc;tivi lavori (durati fino al 26 ottobre). Ne cominciamo il r esocon to in altra parte del giornale. Il Congresso di medicina in terna .è s tato or10rato da u11a visita di S. lvl. la Reg·ina, cbe ha voluto as~oltare una confererLza del prof. Panegrossi su (( ~a c~ra bulgara dell 'encefalit_e letargica », cur a patrocinata, con senso di altissima umanità cl all 'A u gu s la o spi te. ' Il sen. Maragliano pronunziò p arole di ringraziamento e di omaggio. La Sovran a ha poi visitato l e due Mo·stre del libro, ove si è interessata ad alcuni preziosi cimeli , e la Mostra dei prodotti chimici e farm aceutici e dcl materiale sanitario: quivi si è soffermata negli stand d ell 'I st ituto si erolerapico di Siena e in quello della « Buitoni » di Sansepolcro e si è deg11ata d'i11trattenersi col prof. D. Neri e col dott. G. Buitoni, congratulandosi per la loro fila11tropica oper a di assistenza all 'infan zia. Ha espre·sso il suo alto compiacimento al comm. Pascucci, commissario prefettizio del Comune e presidente del Comitato ordinatore dei Congressi. Si è poi recata anche nella Clinica neuro-psichiatrica, diretta dal prof. Ceni , ove h a visitato il reparto post-encefalici. Ovunqt1e è stata fatta segno a calorosissimi appJausi. Il 24 e il 25 si è t enuto il Co11gresso della Società italiana di chirurgi a riparatrice, plastica ed estetica, All'inaugurazione il prof. Manna, presiclf~nte tiella .Società, ha parlato sulla ·storia della chirurgi a p l astica in Italia. Sono state fatte numerose comunicazioni, tra cui alcune di stranieri : Bankoff (Lonclra), Claoué (P arigi), Coelst (Bruxelles), Dart igues (Parigi), Eckstein (Berlino) ecc. Il 10° C-0r1gresso della Soc. it. di urologia (26-27 ottobre) si è occupato rlella cc Cancerizzazione del1·acle11oma prostatico », su cui h a svolto una pregevole r el azione il prof. E. Mingazzini di Roma. Sullo stesso tema si sono svolte varie comunica~~ionj e d isc11ssioni . .i\.ltre comunicazioni sono state fatte sull 'argomento. Al 1° Congresso di anestesia e anelgesia (26-27 ottobre) il prof. ·L unedei cli Fire11ze h a tenuto una relazione ·sul tema: << Valutazion e del sintomo dolere delle malattie degli organi interni n; il prof. Dogliotti di 'forino ha illustrato un nuovo appar ecchio p er lenire i sintorni di dolore ed ha pure illustrato il problema della anestesia di gu erra a beneficio dei feriti dalle armi belliche. Al Congresso d ell'Associazione Naz. di idro-clin1atologia (26-27 ottobre) hanno tenuto relazioni il prof. Pincherle di Bologna s u cc Provvidenze idrologiche e termali oer la tutela d ell 'i11fanzia », e il prof. Adriano Valénti di Milano su « Le cure terrn ali nelle forme blenorragiche ». Sono state fatte var ie comunicazioni. Venne compiuto un · p ell egri11ag·gio a Predappio e il con vegno si è scjollo a Fratta, ove furono vis itate le grandiose cc Terme <lei Lavoratori » dovute all 'I . N. F. per la Previde11za Sociale. Si è, così, chiusa l a serie dei congressi . Anche quando non è stato d etto espressamente, tutti i congressi h anno inoltrato telegrammi di on1aggio ai massimi esponenti della Nazione: il Re e il Duce·.
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La nomina dei presidenti delle Accademie artisti· che e scienti:O.che. La « Gazzetta Ufficiale » pu])blica il r egio decreto-legge 26 settembre 1935-XIII, contenente norme per le no·m ine dei presidenti e dei vice· presidenti delle Accademie, degli Istituti e d elle Associazioni di scienze, lettere eci arti . Il decreto stabilisce : Spetta esclu·si vamente al Ministro per l 'Educazion e Nazionale di promuovere la scelta o di sceg1ier e, tra i soci ordinari delle Accademie, d agli I$lituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arLi, l e persone alle quali conferire con decreto. reale o ministeriale, le cariche di presidente o dì Yice presidente dei Sodalizi st essi . Sono abrogat e le disposizioni cont en u te negli' statuti deg·li Enti predetti , le quali siano in contrasto con quella del comma precedente. Nulla è innovato per quanto riguarda l a nomina all e cari ch e d ella R . Accaden1ia a ritalia.
Un po' dovunque. Le autorità militari inglesi, dielro ordini del1'Alto (::ornm issario, ha11no preso possesso del pii1 grande e lussuoso albergo di Ale·ssandria d'Egitto, il Casino Santo Stefano, ed hanno iniziato i l avori per trasformarlo in ospedale militare. Il Cong·res·so in lernazionale ~ulla gotta e sul1'acido urico, tenut osi a Vj ttel dal 14 a1 16 setle111bre, ba r accolto circa 350 partecipanti , tra cui per l 'Italia il prof. P. Ale·ssanòrini, il dott. G. Alberti e il dott. A. Strumbolo. Qu estj , volontariog·aribal dino d elle Argo11ne, pronu11ziò un applaurlilo d iscorso che delte luogo a 11na mariifestazionc· di e11Lusias1no all 'i11dirizzo del! 'Italia e del Duce. Il prof. Carnot e il sen. Barbier risposer o con elevate parole di sim]Jatia per l 'Italia. Al banchetto di chiu sura del Cong·resso della Società francese di oto-rino-laringologia, tenutosi il lG oliobre a Parigi, una viva dimostrazione di ·sin1patia venn e rivolta all 'Italia, che era rappresentata dal dott. P. C. Monti di Milano. L'Associazione An1ericana di Sanità Pubblica sf è aduna ta dal 7 al 10 ottobre in Wilwankee; contemporaneamente ebbero luogo inolte altre riunioni: di m edici scol astici, delle donne addette alla sanità pubblica, degli ispetlori del l atte e q.egli alimenti ecc. Dal 4 al 6 ottobre si adunò l 'Istit-oto di pt'opagan<la sanitaria. Le quarte giornate mediche galizio-portoghesi s i sono te11u le d :1l 23 al 30 sett embre a Orense: so110 valse a r afforzare i legami culturali ispanoJituani . l ì fu turo conveg·no si terrà arl Oporto nel 193r/. Il 3° Copgresso nazionale d ei gruppi naturisl~ e futuristi si è tenuto a Torino, il 22 ottobre, nei locali della l\•I ostra del natl1rismo, al Palazzo delle Belle Arti (Valentino). 8ono s1atP. fatte mo~te comunicazioni 1i medicina e d 'igiene. I lavori sono stati chiusi con un saluto al Duce. La Società l\lledica del Friuli si è adunata il 27 giugno e i.l 26 5ettembre; sono state fatte comu11icazioni da : D. Bettini, G. Pi eri, V. Gualdi, I .. De Faveri, G. Lise, P. Pitloni, G. l\1olinis; G. Pieri, L . Copetti, D. Zanetti - G. 1\Iinciotti, V. Gualdi. La Società l\led ico-Chirurgica della Romagna si è adunat a a Faenza il 22 cttembre, ·sotto l a pre-
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'' IL POLICLINICO
~i<l ?i1za d cl }Jrof . . F. Giugni, assistito dal segr etario doll. P . Galli. Sono state fatte comu11icazioni .da: L. F orttana (Ravenna), P. Emiliani (Dovadola) D. l)e Po i (Cesetta). '
La Società Medico-Cl1irurg ica Bergan1asca si è .a~unn La il ] 5 o LLobre. sotto la presidenza d el prof. D Alessandro. Sono s late fatte comunicazioni d a: A. Riva, <j hiabovv, Fiamberti. ·
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XLII, NuM. 44]
C9n ETTORE MARCBIAFAVA la famiglia medica ha p erduto. uno dei su oi più il1ustri e degni rappres~ntant1: Del g rande studioso, clinico e maestro diremo in un prossimo numero . Per desiderio espresso clell 'Estinto i funerali si sono svolti ]n Jorma privata e sono ~tati n1odestis·simi; vi h a nno partecipato alte personalità num er osi es Limatori, moltissima parte d el ~ondo m edico romano. II Capo d el Governo h a m anda to alla Famiglia le sue personali condoglianze.
Nel lug lio scor so Ja Società Nlecljco-Chirurgica Bergamasca si riunì in u11a se<luta ·straordinaria a]le 1,erme di Trescore Balneario, ader en do all 'invito d ell a Direzione Sanitaria d elle Term e st esse, p er trattare delle di verse forme morbose ch e si posso110 g iovare dell 'azion e curativa 1}el1e acque solfo-iodich e-br orrto-calcich e di queste fonti. , . 'intervenn ero n11mer osi soci e q ua1che personali t ~ rn edica della vicina ~1ilano , fra i quali il prof . Picci11i11i, pioniere e c ultore rr:>passionato d€1ll :i Idro-cli111a Lologia.
P er deliberazione d ella Croce Rossa Italiana, il Sanatorio Cesare Battisti ha intitolato un proprio padiglione a ll'illustre Scjenziato, n ell 'intent o di ricordar11e p erennemente l 'op er a ch e Egli svol'~e if favore dell 'Is tituto stesso.
La Socie là Medi ca di Berlino festeggia il 31 o ttobre il ·suo 75° anniversarjo. Essa venne costitl1ita il 31 ottobre 1860, con la fu sione d ella « So-cietà p er 1 a medicina scientifica>> e della « Leµ-a ·dei i1tedici di Berlino »; il clj scorso inaugurale f11 -allora pronun1,iato d a A. von Grafe; tra i presj<lenti la Società vanta V'irch ow, v. Ber gm ann, ~.e nator, Orth, Krau s, Gold sch e]der e tra i segretari B enda, Adam, Hanse1nann.
Dinanzi alle Sezioni riunite del Congresso internazional e d egli Stl1di rom ani, il ·sen. Millosevich h n c:o1nmemorato con n obili parole l'illustre clinico romano sen. Marchiafava, rapito alla scienza eh 'Egli ll tam ente onorava. II prof. G. Alessandrini, nella sua r elazione cc Scuola italiana e r o1nana negli studi sulla m alaria », ha lumeggiato l 'opera d el Marchi afa va.
Nella Scuola Agricola Mission aria Salesiana di Cumi a11n si 0 tenuto un cor so d 'igien e i11i ssionari a, cui hanno p artecipato i giovai1i ·salesiani d e-stinati alle va rie Missioni d ì Don Bosco Sa11 to. Il ·corso è s tato voluto dal Rett or Mag·giore, e da lui inaugurato e con cluso. Le lezioni sono state impartite dal prof. ·E . Zavattar], dell 'Università di P avja, e d,tl dott. G. Monti , m edir.o provin ciale di Alessandria; fungevano da assistenti due salesiani idottori in 1nadicit1a ecl l1no ex-farmacista . È in orto n el l 'Osp edale di Brisigh ella
(Faenza) un bambino ch e, caduto in un paiolo d 'acqu a boll ente, era st ato cura to d ai geni tori , delle gravi -sco ttature riportate, cospargendone il corpo con inchiostro n ero .
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Le malattie infettive in Italia. Num ero dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi). Denunzie dal 30 !'ìettembre al 6 ottobre: Morbillo 125 (417); Scarlattina 155 (366) ; Pertosse 63 (181) ; Varicella 41 \81); Vaiuolo e vaiuoloide (-); F ebbre tifoidea 476 (942); Infezioni paratifich e 91 (125); Febbre 011dulante. 17 (20); Dissenteria 11 (14); Difterite e croup 254 (442); Meningite cer ebro-spinale epidemica 2 (2); Poliomielite anteriore acuta 23 (29); Encefalite letargica 1 (1); Anchilostomiasi 4 (4) ; Rabbi a: morsicature di animali rabnici o ·sospetti 41 (61), di chiarata - (-); Pustola maligna 34 (40) .
Indice alfabetico per materie. A mministrazion.e sani taria . .. . . . . Pag. 2188 Ascesso polmonare: tra ttamento medico . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 13ibliografi 1 . . . . . . . . . . . . . . . 2171 , Broncopolmoniti infn11 tili: cura . . . . . » Catarro nasale acuto : prescrizione . . . n Cirrosi pleuro-polmonare: sdoppiamento inspira torjo de1 II 0 t ono cardiaco alla base . . . . . . . . . . · . · · · » • Costituzione individuale : valutazione .. »
2151 2174
(~ronaca
2188
del movimento professionale .
Diaframmite acut a primaria (sindrome di HedJ)lo1n) . . . . . . . . . . . . . . Dj spnea: trattan1en to . . . . . . . . . . Emostatico nuovo: la trombocitìna . . orritti di proprietà riservati. 1wtonaazaone scritta dalla redabone. E
C.
FRUGONI,
))
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Ga·stro-enterologia: relazioni e con1unicazioni varie . . . . . . . . . . . . . Pag. Insegnamento superiore . . . . . . . . >> ·Malaria terzana m alig na: n ome del parassita . . . . . . . . . . . . . . . . . » Pertosse : rara sindrome neurologica nel decorso della . . . . . . . . . . . . » Piramidone e sost an ze affini: u so . . . » Plastiche crimi i1al i . . . . . . . . . . . >> Stomaco: diagno·si precoce del carcinoma >> Stomaco: influen za d el benzoato di sodio endovena sulla motilità . . . . . n Tisi : sintomi prodromici . . . . . . . . >> Tubercolosi polmonare : significato della febbre . . . . . . . . . . . . . . . . . »
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wetata
Policlinioo se
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non sn sepsio ..
la 1>t1bbli&atwne di sunti di essi senta citarne la fonte.
Red. capo.
A. Pozzi, resp. Roma • Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
ANNO XLII
Roma, 11 Novembre 1935 - XIV
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
Nnm. 4:5
'' DURANTE
SEZIONE PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. Note e contributi: V. Pucoinelli: Sulla diagnosi e la cura delle ulcer ~ gastriche e duoden a li. Osservazioni cliniche: P. Spennati: Contributo clinico, .p atogenetico e geografico s ul fa vismo. Riviste generai i : G. Milian e L. Brodier : .La sifilide nel 1934. Questioni d'attualità : F. Oapua ni: La diagnosi e l a cura dell'as1na bronohia le con la « sostanza P ,, di Oricl. Sunti e rassegne : DIAGNOSTICA E TECNICA DI LABORATORIO : A. S. Roversi e E. T anturri : J,a punt ura dello sterno nella prat ic:.i medica. - C. Spinedi : La reazione di Meinicke nelle malattie t u bercolari e non tubercolari. - TERAPIA: G. Laurence: L 'autoemoterapia. - M. Montassut: La piretoterapia della paralisi progressiva. H. ;r, John: Il trattamento del coma diabetico. Divagazioni : L a sorte degl i scienziati espulsi dalla Germania . Notizia bibliografica. - Cenni bibliografici.
NOTE E CONTRIBUTI .PoLIUL1N1Co
1°
Ul\IIBERTo
1
I N RoMA
PADI Gl lONE CHIRURGIA
Sulla diagnosi e la cura delle ulcere gastriche e duodenali. Prof.
VITTORIO Pu cCI NELLI,
primario.
Ho avuto occasione di traltare chirurgican1 ente circa 800 casi di ulcere gastrich e e du.odenali. Sul totale, 84 sono reint&venti·, c1oè casi n ei quaJi la primitiva cura ahirurgica era stata inutile o dannosa e sono quelli che j )fil' me sono stati più dimostrativi nei riguardi delle jndicazioni terapeutich e e anch e ,iella e senza della malattia. Io 110 la convinzione che i casi ch e noi con tinuia1no a diag nosticare com e ulce·r e gastriche e duodenali non sono i casi che 3() o 40 anni fa venivano descritti con la stessa qualifica . Da allora ad oggi le osservazioni chirurgiche ed anatomo-patologiohe si sono moltipli cate, il quadro clinico si è ingrandito; per cercare di l)recisare la sintomatologia e di com,p rendere la patogenesi si sono venuti ad
I Congressi Nazio.1ali di Medicina e Chirurgia: XLI Oon· gresso della Società Italiana di Medicina Interna. Accademi~, Società Mediche, Congressi : R. Accademia Medica di Genova. Appunti per il medico pratico: CAS ISTICA E TERAPIA: L 'iinp etigine cont31giosa. ·- La predisposizion e all'eresipela f acei a l e. - I prepa rat i di pepsina negli stati seborroici. - 11 trattamento dell'alo pecia. - Sull'i.Pertricosi femminile. - Nelle u stio ni. - 1ross1coLOGIA : Avvelenamento da plasmochina. - Intoss icazione cronica da boldina. - Intossicazioni da << •m eta >>. - DIETETICA: Recenti progressi n ella dietetica. - MEDICINA SCIENTIFICA: La patogenesi della f ebbre tifoide. VARIA. Nella vita professionale : Cr onaca del crnovimento professionale. - Concorsi. - Nomine, ipromozioni ed onorificen ze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.
ag·giungere al quadro clinico « ulcera » altri uspetti oh e p rima erano considerati caratteri stici di altre sindromi: ora siamo giunti al llunto ch e n1o1Le volte, di fronte ad un comp1lesso di isintomi e di reperti che noi giudicl1iamo cc caralteristìci », facciamo diagnosi di « ulcera » e l'ulcera non c'è, e siamo spe so costretti a di.chiararci soddisfatti della nostra diag·nosi se al 1t<ivolo operatorio riusciamo a scoprire un 'erosione mucosa di qualch e milli 1netro, d' este11sione ch e giusti.fichi a noi stessi 1ft qualifica diag11oslica di « ulcera » che ave ,-an10 pronunciato. A me sembra ch e dietro al nome di' « ulcora », cl1e i1oi continui.amo a mantener e i11 primo piano, l'orizzonte clinico è completamente cambiato: 11oi chiamiamo cc ulcera n una n1alattia che è la causa dell 'ulcera e ohe evolve insien1e con l'ulcera giungendo spesso a.d ur1 'inversione completa di valori riguardo a quello cl1e è la causa e quello ch e è l 'effetto. Di fron~e all 'esi'stenza di una sintomatologia subiettiva ed obiettiva che costituisce l ' i11sien·1e di tanti casi che oggi studi'a mo, noi in · si. tiamo nel considerarci in errore se a Il ' osservazione diretta manca il reperto evide11te 1
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u
I L P OLI CLIN I CO »
di un 'ulcera, con1e se la j)r ese11za di t111a qualunque erosio11e della n1ucosa g.a s trica e duocle11ale cl1e Lalvolla trovia1110 potesse costituire il i110 Li vo d 'insorge11 za e la b ase di eYoluzio11e di tutto· i'l r eslo d ei ::;i11 Lon1i e la e11tità p a lologica p ri11cipale da n1etter e alla lonte di tult o il qu.a dro clinico . Io credo p er ciò cli e orn Lai ::;a reb·b e t e111 p o di dis ting uere n elln massa d ei casi ch e si r agg ruppano sotto la qualifica di ulcere g,astricl1 c e duod enali aln1 eno due g ruppi : quelli i1ei quali la malattia è veramente costituit a es:::ie11zia l1nente dal fat.to ul cer ati' o e quelli i1ei quali il fatto· ulceTativo è ap·p·e11 a u11 e11isod1o ch e q u alch e volta nea11che si riesce a i11etter e i11 eviden za : a n1e sen1bra ch e sarebbe assa i oppo·r luna Lale cli Li11zio 11e e quindi l 'adozio11e di d ue differ en li qua li fich e p er cl1è I 'indirizzo terapeutico d eve a vere indicazioni' e n1èt e inolto dif fer erLt;, a eco uda ch e si lrat ti d el1'uno o dell ' a]tro caso e cioè ch e si tratti di <'Urare l 'ulcera 01)pure ia malattia ch e può fa r sor gere l'ulcera. Il tratt am.ento di un 'ulcera varicosa e il l rattam ento d elle varici sono due fatti b 1en differ enti. Noi ab·b ia mo riu11ito oggi sotto la qualifi ca di cc ulcer e » tante di quelle m alattie ch e IJri111a venivano qualificate di.spepsie, iper cloridrie, n evrosi, ecc. , p erchè . operando, abtbian1 0 trovato ch e a molte di quelle si11dro111i cliniche corri sp ond e s p·esso la p 1r e sen za di r~ tti ulcera ti vi ga stro -duod enali e abbiamo couti11uato :-id u sare n1etodi di trattame.11to cJ1irurg·ic-0 ch e erario stati applicati al tratt a111e11lo d elle ulcere ver e e prop rie . A ·m e se111bra che sotto la diagnosi di « ulcera » d ebbano esser e considerati solta11to quei casi di cui si legge la d escrizion.e d el quadro clinico i1ei trattati di 40 e 50 anni fa. Ilei capitoli: « Ulcere roton.d e d ello stomaco », « Ulcera p erforante del duodeno », cc U lcer e cronich e gastricl1e e <luodena li ». La diag11osi'. di ques ti ca5i è anarnnestica e radiologica , la cura chirurgica a datta può prometter e la sicura ~uari'gion e . Gli. altri casi n on dovreibber o c-~sere qualificati cc ulcer e, »; son o i casi 11ei qual;, l 'ulcera è una piccola lesion e, pu ò a11cl1e n on e ist ere e il su·bstra to anaton10-palologi co p u ò ridursi all 'i1)er e1m ia o .all 'ed en1a d ella mucosa, m entre la sinto111atolog ia ubìettiva p uò esser e assai rilevante, e in queJ]a obbietti\1 a 1)osso110 es er ci an ch e epi'sodi di ir11 portanza vitale carne le emorragie gr avi . Queste c onsiderazi oni possono esser e m esse i rL evid en za aritn1 etica se si confrontan o le . l a ti ~ l ic.h e e ) da ti clinic i d ei n1alati in un0 ~ t e sso r epart o a dist an za di 20 anni. 1
l~\.Xì.\"O
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Nel 1° I'adig lio nP. dcl Policli11ico la pro1101" zion e a n11uale i11 20 anni è variata così: ll el 1913· 5 ll 78'8 i11terven Li ce i1 e era110 37 p er t1lcere g·astro-duode11a li; i1el 1933 su 1271 i11terventi ce rie sono s tati 211 per ulce·r e : la cl1irurg ia delle ulcer e i11 20 a1111i è passata a t ' Obtituire la sesta _p arie di tutti g li intervc11ti del r eparto n1entre prima i1 e costituiva la ve11tesi111a parte . Perc iò io cr edo ch e bisog11e.r eb1b·e co,m .inciar e ::o l ntodificare la q ualifìca cli ag11ostica d elle n1alaLtie cl1e ora chian1~ a1u o se ulcer[l gastrica e duodf'n.ale )) e scinder e il co111plesso di m a lati ch e si riunisce oggi sotto que1la diag110si a lm eno i11 due grupp·i : in un g ruµ'_P-o io riu11irei i casi ch e direi delle <t u lcere » classic.:l1c, nel quale clovrebb·e ro esser e compresi quelli n ei qua li la mas ii11a parte del quadro clini co è irt r elazione col fatto ulcerativo: sono i casi 11ei qua li' g en er almente la n1al:ittia cc uJ ceroge11a » è s1)e11ta ed esiste invece J ' ulcera : sono i casi, per intender si, di ven li e trenta anni fa , per i qua li salì in a lto r}nore la g astroenter ostomia e JJier i quali la cl1ir11ro-i.a assicurò ri ~ ultati taln1 en te buoni da g iu s ti l'icarn e ]a gra11de estens io11e che l)Oi p er ò ha potuto m anten er e le pro111 e st so lt.a11to a prezzo di 01Jerazioni de molitive : 11ell'a ltro grup110 'io m etter ei i ca i , cl1e ogg·i ~ono la mag·giuranza , n ei c1t1a li i I fatto uJc1' rati.v o è soltar1to uno dei sinto111i d ella mal attia ch e è in e''oluzion e e pesso costituisce la part e minima di tutta ]a si'11dro1ne1, assurgendo a d importanza essen ziale soltanto n ei casi di emorragia o di p·erforazio·n e. A11cl1e i11 co11siderazior1e d elle lesioni anatomo- pat ologicl1 c ? due g rup1:Ji ~i presentano distinti : b·a sta riri ort~rci ava11ti g li occl1i l'aspetto dell e g'rO se ulcere co n p enetrazione di due o tre cen tin 1etri n egli or g ani vicini , decorrenti co11 scars issin1a sinton1atolog ia. e le superficiali lesioni della muco,s D g·astrica e duodenale, a ccompagnate d a un 'imponente sintomatologia . t!biettiva, p er avvedersi che 11 raggruppam ento sotto la stess.a qualifi ca n on corrispo nde a lla r ealtà c1linica. Se an cl1e si volessero consider ar e i due a petti , così dis in1.1li, co·m e ]e fasi estrerr1e d ella st essa malatti a , sar ebbe nece~ sar jo mantein ere la distinzion e clinica per l'i·n1 ].'0rtanza ch e })U Ò aver e p er l 'i11di rizzo tera J)C ll -tico : perch è b en differ ente è la cura di u11a n1alatt ia a ll 'i11j zio , durante l 'e\'ol uzion e o n egli esiti. Nel can1po d ell a diagn osi è chiaro ch e nel primo g ru1)po vanno con sider ati i fatti d ovuti alla lesione ulcerativa vera e pr opria (dolori d ovuti alla p en etrazione neg li or gani vir i r1i, em orragie, de forma zion e d elle pareti ga trich e e duodenali) e n e] secondo g rup po in1
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SEZIONE PRATICA
vece i fatti i11 relazi.one con la malattia g·astrocluodena1e che può produrre l ' ulcera. Alla Jjase della diag11osi resta semprre l indagine ana111nestica, IJOi quella radiologica e poi la ricerca di lab·o ratorio. Per la parte anamne·s tica nei casi di « ulcera » ,,era io trovo i pu11ti salienti nella lunga &toria , nel fatto 1nolto frequente del cambian1ento del tipo· delle sofferenze e cioè nel 11a&saggio dalla p·e riodicità alla continuità clella sindrome subicttiva, dalla imp,r eais.ione a lla localizzazione fissa del dolore; nei oasi di « n1alattia ulcerogena », la storia offre la ti.IJ?.ca periodicità, acce·ssuale, spesso stagionale, clella sindro1ne, la regolarità oraria delle sofferenze,, la ' rag·hezza delle sensazioni subi etti.ve come la languidezza, la fame dolorosa, il l1ruciore. L'indag i11e radiologica, così co n1e. oggi viene con1piuta, è, ~econdo me, una p·r ova evi.dente dell 'errato indirizzo verso il quale punta lo sforzo diagnosti co. Ogg·i }1'in·dagi11e radiologica g·eneraln1e11te tende quasi' esclusivamente allo scopo di n1ettere ir1 e·v idenza il fatto ulceratiYo; direi che è la vittin1a della diagnosi cli,nica: sicc.0111e la malattia, in ogni caso , vien~ chiamata cc u lcera », la radiologi.a si a~ car1isce a mettere i11 evide·n za l 'ulcera e ammette o escl11de ]a diagnosi a seconda che riesce o no a di11105trare la presenza di' un 'ulc.eTazi one. La r ealtà anatomop·a tolog·ica di quella forn1azione c.l1e i r a di'olo·gi chiamano « i1iccl1ia )) corrisponde spesso .a una minima lesiorle ulcerativa mucosa e s.ottomucosa, intorno alla quale si verifica110 alterazioni della paret.e gastrica e duodenale che, radiolog·i'camente, dà11110 u11a fig·ura di profondità che ri_on è anato111ica, nia fu11zionale, sicchè sp·e sso accade di trovare, dop·o un r eperto radiologico di' nicchia di u110 o due centimetri di 11rofo·n dità, u11.a ulcerazione p rofonda 2 o 3 i11illi.111etri. D 'allra r)arte può inve.c e non essere di111ostra})ile radiologicamente un 'ulcera croni ca ai1 aton1ican1ente pr ofonda .anc!h e due o Lre centin1etri. L a radiolo,g ia quindi non de,-e peccare cli. « presunzionf. », ma , se vuole essere utile J)ratican1fn Le ai malati, cleve am111ettere che una notevole percentuale di error1 è in sita 11ei ri~l1l t ati (lell.a ri'c er ca anche se è ben fatta. I!: be11e i11sis tere sul conc'etto che una tiecisio11e t era1)eut 1ca p·u ò essere p•r esa in d)pendenten1e11te cla l ' 'a]ore e dal responso della i11d:-\gine. radiologica q11ando gli altri da1 i clinici co11sigliuo cl 'intervenire. Le r icer cl1e di laboratorio possono accertare l 'esiste11z::. di err1orrag·ia e saggiare i.I chi111ismo gastroduod~11a le. Di particolare interesse a n1e sen1brano quelle ricerche ch e ten1
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do110 a precisare qu.a li sono le a l terazio11i cc del· 1 · org.a11i~ 1no » 11ei casi di lr1alattia ulcerogena; C'Oill:e ad es . la iperglob ulia nei malati duode· 11nli e tutte le modifìcazioni del ricambio che si cqminciano da qualcl1e tempo a riceroare e a p rec' sa re. Il m io punLo di vist.a è cih e procede11do su questa stra(la e riusce·11do a di1nostrare le dii· fere11ze e· orga11icl1e >J cl1 e si verificano negli ul cerosi, nei periodi buoni e in quelli cattivi, si arrjverà :1 stabilire qualche ipotes1 concreta sulla pato.g enesi de11 'u1cera, a comprendere qu:.il 'è la c.a11sa che. ad ur1 e.erto mome11to r e11 de le ri.a reti gastriche e duodenali cc sensibi.li : a ll '<:tziorle traumatico-chimica .:lella dig·esti011e e- prepara il « t en ·e110 » gastro-duo denale adatto all'insorgenza delle ulceTe stesse. Tutte le i1os.tre osservazio·n i, tutti i resultati teI'<lJ1eutici 0ttenuti stanno a dimostrare che la ulcera non è una malattia locale, ma è la conseguenz<l diretta di una malattia generale c·h e sp·esso co11 la periodicità e la « stagion.a lità » ri11')rtH la rner1te all 'idea dell'anafilassi. l\11a qui u~ciarno dall'argo1ne·n to odierno . Insisto soltant0 ~u qualche cc osservazione n pieir chè mi &e111·b ra i1eces:saria per conclusioni p•r atiche: con1.e non so1Jo sem1)re le stesse le ulcere dal punt.o di vista anat.01110-patologico, così non possono essere identiche cli11icamente e tanto rncno patogenet~ camente. Fatti ulcerativi gastro .. duode~1a]i si possono verificare per molte cause e svariate; se fosse possibile accertarne sen1pre ]a patogenesi sareb·b e facile l 'adozione della tera pia più opportuna; a questo scopo precisamente te1Jde la mia convinzione sulla opportl1n ;1 à di una differenziazione clinica dei vt=lri CA.si . ~·oi og·gi c1_ trovian10 ad avere es1.e so alla '! m alatti'a ulceroge·n a n i metodi curativi ad<1ltati vri1nit1van1ente per l ' <e ulcera » e non dol)])ia1110 m &ravigliarci se non otteniamo g li stessi risu ltati. E preci's amente i cattivi risultati, gli i11~l1ccessi terapeuticj a me sono aJ)p•ar~i deg ni di studio, anche per cercar e di arrivare '111.a conoscer1za pi1ì pro·f onda della esser1za clella malattia. A tale scopo h o specialn1eu 1e c0nsiderato le manrnte guarigio11i o 1r recidi,-e che ho avuto occasione di osservare irt rt1101eru i1ote,ro]e, facendo a parte lo stuclio degli ir1successi operatori imn1ediati , i casi chir11rgica111ente mo1tali, capaci di fornire inseg11:t1nenti d ~ordine tecnico. Ho avut0 occasione di rioperare 8± casi nei qu~li u11 precedente intervento era stato inutile o délr1noso . Ho cercato per quanto mi ,\ stato pos~ibile di comprendere il « perchè )) de11 ~insuc cesso in questi casi per trarne qualche chi:.tra diretti,-a. Da un punto di vi's ta ~ta tistico ho ,·jsto cl1e cli cruesti 8-1 casj soltanto 1
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' < IL
POLICLI~ICO
7 erario cli età superiore ai 50 anni, 22 fra i 40 e i 50, e gli altri 55 fra i 20 e i 40. Questo dal o corrisponde all'altro della maggiore freque11za della malattia primitiva nell 'età media e lo a ccentua confermando l'osservazione Ll1e la malaltia è nettamente prevalente nell'età giovani le e n1edia e che perciò più facilmente recidiva 1n t.ali età. l\Tei vecic hi sono più frequen t.i g li esili, le veJ""e ulcere, e più rm-e le 1nalatti.e ulcerogene e p erciò me·n o prob·a bile ò la recidiva , con qualunq11e tipo d ' jntervento. Per quanto ri:guarda il sesso le 84 recidive si so110 verificate 71 volte in uomini e 13 volte i11 donne, confermando ancora una volta il dato generale che la malattia è particolar111ente freql1ente nel sesso mascl1ile (v. Tab. 1). Dal punto di vista della qualità dell'intervento p rimitivo, negli 84 casi ho trovato che 5 '«>lte il reinterve-nto seguiva a rese·z ione, 4:1: volte .1 gaslroe11Lerostomia e 35 volte ad altre operazi·o ni fra le quali 11 \ olte a gastroduedenostomia. Sicchè la freque·n za delle recidive è s traordinariamente più g rande do.p o le op·erazioni conservative rispetto a quelle demolitive. ]Jimitandomi alle osservazioni delle mie recirlive cioè d1 quelle osseTvate fra i malati da p:ie op erati anche nel prin10 intervento , io posso dire che tra i mi'ei operati ho visto tre recidive dopo resezione, cioè 3 su 342 e 11 dopo g~stroduodenostomie, cioè 11 su circa 200: e 7 dopo gastroenterostomia, cioè 7 su l~fl. Coeteris paribtis dovrei dire che la recidiva è nella proporzione dell'uno per cento dotJO la resezione e del cinque per cento dopo lil gastroduodenostomia e dopo la gastroenterosto1nia • Perciò è evidente che lln cc difetto » nei casi di' recidive sta nell'operazione conservativa : (fra queste alla gastroduode11osto1m ia lascerei la preferenza per la n1aggiore facilità del rein. tener1to). Cercando di con1prentlcre sempre il cc perchè » nei mi.ei casi di reci'd iva è tornata l 'ul cera, ho potuto convincermi che molti dei rec idivi dopo operazioni conservative erano stati operati in fase ccacuta » di malattia. Delle 3 recidive. dopo resezione in un caso si trattava di u :1a do·n na nella quale ]a base organica era minata da una setticemia cronica stafilococcica ~eguita ad un flemn1one pararenale, in lln a ltro ca&o si trattava di un ulceroso a tipo periodico, di vecchia data, con sindrome cara tterizzata prevalentemente da me·lene e co~i continuata dopo la resezione e nell'altro ca~o si tratta,·a di un vecchio che e·r a stato resecato col metodo primo di Billroth, con anastomosi un po' stenotica cd ulcera con filo di seta ·~t1ll 'anastomosi. Il reperto del filo di seta 1
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[ Ax~o ~LII, ì\1.·i\r.
45]
è stato freque11te i1elle ulcere pepticl1e digiuri.ali : figura 1:1: volte negli 8± reinterve11ti. L 'esclusione pilorica, artificiale o da ste11osi. fi gura nel ±0 % dei casi rioperati dopo g·astro enteroston1ia. Altre volle 110 trovato disturbi di canalizzazione e vomiti biliari dopo la ga stroenterosto·mia, senza ulcera, e in questi casi, nei quali s pesso era ne.g ativo anche il rf;perto a11atorrto-patolog·ico duodenale, i11i so110 lin1itato a disfar<:: la gastroenterostomia rista. bilendo la norma]e anatomia. ·F ra gli 8'4 rei11terve11ti, 4 sono stati per fì stola gastro-dig·iuno-colica: la lesione del colon due volte 11a richiesto la resezione e due vo11e la semplice s11tura. Ho trovato anche interessante il fatto che in quindici cas1 di ulcera recidiva era stata precedentemente aspor. tata anche l 'appendice e cinque volte ancl1e la cistifellea. l{iassun1e11do, l 'osservazione di. questi 8·1 reinterveinti n1i ha dimostrato che anche quar1do si reseca .a s ai an1pian1e1n te lo sto· n1aco può recidivare l 'ulcera se la malattia ulcero.g ena è .ancora attiva; che le operazioni derivative e correttive dan110 poche garanzie di guarigione definitiva se la n1alattia causale continua: che 1'ulcera può recidivare anche se erano state asportate appendice e cistife]. lea : da un punto di visla di tecnica ho , -isto che la gastroduodenostomia in realtà non ripara dalle recidi ve più della gastroenteroston1ia, però co11 la gaslroduoclenostomia l'eventualità del secondo interve nto è meno gra,·e-; i fili di seta si trova110 spt\ . o nelle recidive : no11 saprei affermare se, in que-i casi, potreh1b·ero esserne sta te le ca use. Per quel ch e rigt1arda g li insu ccessi i1mmedjati, cioè la mortalità operatoria, io ho avuto 27 morti per 342 resezioni: u11 po' più del 7 %, l1erc~11tuale ch e vale anche per i reinterYenti , e 18' morti per 426 altri interventi non demolitivi' c ioè circa il ± per cento : quindi Ja resezione resta sen1i-)re un intervento più grave degli altri conservativi. L'esame più a ccurato possibile delle cause di morte mi dice che la mortalità più grande (18 casi) è stata p1er peritonite, poi (6 casi) per polmonite, per emorragia (5 casi) e negli altri e.a si s'è trattato di complicazi'oni poco comuni, co111e uremia, insufficienza epatica, trombosi mesenterica, tetania gastrica, pancreatite ecc., non domina· :bi'li. 1F ra i morti di peritonite in cinque casi è stato oontrollato all 'autopsia che le suture erano in ordine : si Lratla,·a di malati operati quando er~no in periodo di i11tomatologia assai acuta . In complesso le mortalità per poln1onite è stata di sei casi su quasi 800 interYenti , dimostrundo come tale risch~o sia ri1
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[ANNCì XLII, NUI\l. 4.j]
doLlo a proporzioni n1inin1e . Considerando eli111inabile co11 perfezionamenti tecnici il rischio delle perito11ili e d elle en1orragie , si potrebbe ridurre alla metà e cioè al 3 per cento il riscl1io generale di tali interven t i che, nei miei casi , g1obal1nente , è stato del 6 per cento circa, scendendo al di sotto di tale cifra negli ultimi due anni e cio è a n1eno del 4 p er cento. Co111e si potrebbe parag·onare tale rischio chirurgico a quello che il malato incontra col Lrdtt.arr1e11to medico per le co,m plicazioni mortali (1)erforazio11i a.c ute, emorragie) delle ulcere ~1011 guarite f1 Non oso adde·n trarmi in tale SJ)Ìnosa questio11e e n1i lin1ito a dire ohe di fronte a ] rischio de11~ n1ortalità chirurgiJca sl«t la gra11cli sima quantità dei casi che la chirurgia guarisce e la medici11a no11 p uò gua rire , fir10 ad oggi. Per qua11to concerne la scelta dei vari interYent,i e la Lecn ica generale io posso dire ch e rie~ 1niei casi 667 volte ho u sato l'anestesia locale, 59 Yolte ]a r)untura lombare e 40 volte la 11.a rcosi : quindici volte è accacluto di doYer t111ire all 'aneslesia locale la narcosi; la qualità d elle 01Jerazi'on1 è così di stinta: 1
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1 'AB.
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REI NTERVE.NTT: •
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Donn~
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Fra 20-40 ann i )) Fra 40-50 Oltre i 50 ))
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71 13 55 22
7
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. Dop o gas troenteroslon1ie )) gastroduoden osto1nie )) altre operazio11 i • )) resezioni . • • • • • . TAR.
44
•
11 24 •
5
ANESTE SIA
Reseziont: Anes tesia locale, 316 con n1orti 24~ Puntur;:i. lombare, 10 con morti O; Narcosi, 16 con morti 3. In 7 casi si dovette associare l'anestesia locale con narcosi. Totale resezioni 342 con morti 27. Altre operazioni : Anestesia local e, 353 con morti. 16; Punt~1ra lombare, 49 con n1or ti 2; Narcosi , 24 con morti O. In 8 casi. si dovette associare l'anestesia locale con na.rcos1. Totale altre operazioni 426 con morti 18. 'J'A3.
4.
resezioni . . . . . . gastroen terostomie al tre operazioni • ULCERE
GASTRICHE
resezioni . • • • • gas troenter ostomi e • • altre operaz1on1 ULCER E PERFORATE
. 106 -
))
10
98 -
))
5
. 214 -
))
7
•
•
•
•
•
• •
•
. .
resezioni . . . . . . . . gastroe11teros tomie al tre operazioni • ULCERE DOPPIE
ULCERE HECIDIVE
(jn m assi1na parte accertate con
autopsia) : Dopo r esezione : 27 . . . 14 p er peri Ioni le per emorragia . . • 3 2 • • per uremia • • • . . 2 per poln1onite 1 • per tet ania gastrica I per fi stola gastrica • • 2 per occlusione tenue . 1 per tro1nbosj mese11terica per in uff. cardiacé'l (emboli a ?) . 1 Dopo altri interYenti: 1~ per polmonite . . . • • • . . per peritonite . . . per emorragia . . . per ileo paralitico . . . . . per ])an creatite . . . . . . . . . . p er . . tomatit e e parotite per ins uff. epatica (contemporanea coledocotomia) . . . . . . . per flem111one parete add. . . . . per anen1ia acuta (intervento d 'urgenza p er emorragia) . . . . . .
4 4 2 2 1 1
1 1 2
lllOrti 22
418 -
ULCERE DUODENALI
. · • .
•
•
resezioni . . . . . . d egastroen terosto1ni e al tre operazioni . . .
i11orti 10 )) 7 1l 3
169 113 32 -
o
24 50 -
n1orti
22 -
))
z
20 -
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1
))
84.1) :~4 -
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1norti )) ))
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3 2 1
o
84 ,__ n1orti 67 )) 8 1, D11
7 6
o 1
Totaii:
Resezioni . • • • . Gastroenterostomie Altri interventi • •
:342
n1orli 27
155
))
271
))
10 8
--
7G8
2.
CAt.TSE DI l\I ORTF.
'l 'AB . 3 .
resezioni . . . . . . . gastroent erostomie • altre operazioni
1.
Uon1ini
2201
SEZIONE PRATrCA
45
n.iunendo in una rapida sintesi quello che i10sso, chian1are il frt1tto della mia esperienza nella. diagnosi e nella cura delle ulceri gas1ro-~uodenali, io dico così: l 'ulcera è una malattia locale soltanto qua11do la malattia generale che l'ha causata (.. ~pe11ta: in una grande parte dei casi che oggi osserviamo il fatto ulcerativo è una delle n1ariifestazioni di quella malattia gastro-duodenale, ignota, che è capace di dare ulcere; perciò le c ure chirurg·ich e dirette a sopprin1ere l 'u lcer;. o a correggere i fattori locali (mecGanico e· chin1i00) ch e la produrrebbero e la soste1 1gono rischiano di fallire al]o scopo finchè lo squilihrio cc ulcerogeno » è in atto; i migliori risl1ltati tera1)eutici de fLnitivi si ottengono con le operazioni d emoliLi ve, a n cl1 e n ei ca i di L1€rforazioni acute; io cr edo cl1e la ragio11e cli tali successi stia unicarn er1te n el fatto cl1e l'o1)erazione demolitiva sop1)rin1 e la r e-
2202
cc IL POLICLINICO »
gic)Jle a11aton1 ica sed e della n1aiattia; le operazioni correttive 1possono essere utili contro gli esiti q11ando la malattia è spenta, o per corr egg·erl· lln s1nton10 o u11 g ruppo di sintomi (ad é en11)io: pi'l oropJastica e sfinterectomia contro il pilorospasmo); sono inalsicure lJier gli esi ti irr1rr1ediat.i e lontani se praticate quando la m alattia è in atto acut.amente. A1)p•l icando lal1 co1lclusioni basate sulla distin z;one fra ulcera E; n1alattia « ulcer0ge11a » credo si potrclnr10 mig'liorare i risultati i111mediati e lonta11ì <lel trat tan1 e11to chirurgi co di questo gru1J'PO di n1alatt ie ch e r e ta tuttora come il traltan 1ento capace di dare le maggiori pos· sibilità di guarig io11e a tali malati.
Riunion.e della Società Italiana p·er il Progresso delle Scienze. Napoli, ottobre 1934-XIT. RIASSUN'f O.
L' A. espo11endo
risultati del trattan1ent,o chirurgico praticato in c irca 800 casi di ulcere g·a.striche e duode11ali , fra cui 84 recidive , am· rr1ette l 'esis tenza dj una malattia cculcerog·ena >> di c~i bisogna ten ere conto p er la scelta del tipo dì intervento e d el momento pjù opportuno per p ra ticarlo. i
OSSERVAZIONI CLINICHE « S. S..\L\. t\ TORE » - AQcLL \ Plep·a rto 1VIedi co diretto dal prof. G. NATA1..1. OsPEO ..\LR cr\-JLE
Contrib1Ito clinico, patogenetico e geografico sul faTismo. Dott. P OMPEO SPENNATI, assistente. Il fa \'is1110, pur ave11do al suo attivo una 'as ta letteratt1ra , è malattia di r ecente con oscenza prati ca, c..om e dimostra il fatto ch e essa è taciuta da molti trattati , anche moderni , e cl1e è c on1parsa solo sugli ultimissimi italran i , quale quello d eJ Ceconi, 1)ubblicato da l\1inerva ~1 edica, e sull 'ultin1a edizione d el Manuale di T erapia del Ptubi110. Il i11erito dello studio d ella importante n1.aln ttia, la cui diffusione va , emp re più riconoscendosi in n1ol Le r egioni d ' Italia spetta spec ial111l\nl e ad -~A. sardi , i quali, in ' 'arie, più o n1e110 comple t.e monog rafie, ci ha11no dato una de 'Crizione esauriente d ella malattia. La ~l ori :i d el favjsmo J1on è tuttavi a d elle più r Pcen ti , percl1è di una « niala ttia delle fa, e n già si i)arla d a secoli. Risulta infatti da .a11 t.ich e cronach e che ai ten1pi di Erodoto (l di Pitagora veni,,a sco11s ig lia t0 l 'uso delle fave. ~la la n1a1a Ltja no11 .. i i-r111)0. e a ll a os1
stJrva~ione d ei n1edici cl1e dal 18 i 5. qua11do il
MbS&ina riconoscev.a ch e alcune forme di en iog·lobi11uria potevano originar i d a l co11 ~ u n1 0 d elle fave. Ogg igiorno , fi11alr11ente. per opera s i~ ec i a ]1r1ente di 111.o lti illustri cli11ici italiani , la 1oaJaltia h a s t1scitato u11 a larga e<l operosa 111esse di s tudi , La11to d a i1o ler affern1ar e cl1e le bll<' g·rancli lirtec nosologic l1 e sono e nlra te a far i1arte rl el corredo cultural e di og·ni n1edi co pratico . Il f3.visn10 è una malattia cla emolisi: ques ta emolisi p uò o no arri,-are alla m anifestazio ne emoglobin11rica. È noto infatti da Ponfìk cl1e l emoglobinuria è conseguen za clella emoglobjnerm ia, ina che p er chè la prin1.a se.gn a a quest 'ultima è necessario che la quantità di Hh lil)era n·el sangue sia uguale al1l1eno ad 1/60 clella Fib totale. Se tale proporzio1J e non viene r,agg·iu11 ta l 'Hb disciolta nel iero viene trasformata dal fegato in pigmento bil~are. Da quanto sopra si deduce ch e il faYi smo può esistere in form e di variabi li"' si:111a gra Yità , e oiò in r elazione, s'in tende , alla gravità d el) 'emqlisi, alla quantità dei globuli ro si cl1e vanno in rovina. P er lo stabi'lirsi dell a 111alattia esistono certamente delle condizioni pred1sponenli. Molti AA. 11anrto riconosciut o cl1e essa è p·i ù frequer1te nel sesso maschile , nel1' età infantile e i11edia, n1en lre n ell 'e tà aclulla In n1alattia assurrte un andame11to parti colarmente lieve. Pare abbia in1portanza special1r\ente la regione, prese11ta11dosi ]a m~Jattia più faciltnente, in Italia , nelle regioni insulari e nel 1neridion.a le. Irn1Jortante poi il fat to ch e essa è più frequen te nei n1alarici cro11ici e nei luetici in atto o guariti. A tal proposito g-iov.a ricordare il rilievo di i\tlurri ol1e in quasi tutte le forme di emog lobinuria si può 111ettere ì11 evidenza u11<:t 1)0..: i tiYit à della r eazione 'i\rassern1a1111. Il favi sn10 insorge non solan1 en te per i11gestione ài fav e, ma .a nche per inal azion e d e i suoi fiorì e 1'emoli si può slabilirsi 1Jrt1 scame11te, conte g radualn1e11te. È stato da qual- · c11e autore. fatto cenno a d una insorge·n za O/JOplettica d el favismo per il semplice tran sito di soggetto in u11 campo di fave in fi ore. All'emolisi , che è il fonda n1en to della mala ttia, seg·ue un variabile corteo sintomato]o . . .' . g l co : anemia p1u o n1eno accentuata, Yerl 1g·ini, ronzii agli oreccl1i. cui si a ccompagn 11 spes ~ o un in1perioso bi ogno di n1ingere. con e111issio11e di urine più o n1e110 scure. più o meno intensamente emogJobin t1ri ch e: con1raI" f~ i1oi .,, I 'i ltcro , plej ocro111ico. aco]urico, urobilinurico. A volte precedono cri si do1oro$e. epati cl1e o 1
[A~l'IO
XLII,
·u~r.
451
2205
SEZIONE PRATIC.\
splenich e, sbadigli , cefalea , febbre di media ele,n1 ura, von1ito biliare. Il tu111ore di milza, quasi costante, è spodogeno. Si ingrossa spesst) anr110 il fegato. Nel sangue compaiono segni di reazione leu coc1taria: emazie nucleate, poli cror11atofile , g ranulo-f1lamentose , e spesso eo~j11o iilia.
Nelle urine si ma11ifestano inlensan1ente po~iti·ve Je reazioni del sangu e, m entre all 'esame cle I sctlimenlo si trovano m olti detriti, zolle di c111oglob·ina , sen za tracce di emazie. La }>rog nosi della malaLtia è varia a seconcla elci grado dell 'emolisi. 111 genere si distinguo11 <:1 forme lievi senza emoglobinuria, con leggero subittero; forme di media gravità con scarso ittero e lieve emoglobinuria; forn1e gr::tvi e g ravissime in cui il quadro clinico apfJ<tre veramente drcAmmatico , con brividi , pallore intenso, obnubilan1ento della coscienza , a1nbliopia, a1naurosi , vomito biliare, raffr·eddameuto rstren10 della c ute , sudore, anuria, fenomeni convulsivi, SOJ)Ore, con1a. 1
• • •
Senza i~dugiarci: nella esposizione di arg0r11enti che potrebbero, tanto orto vari, appoggiare sia l 'una quanto l 'alLra teoria , passiarno a trattare il caso c1linico da noi o, servato , riserbandoci di fare poi qu·ei rilievi ch e ci se111br an o p iù degni d 'atten zion e. 1
Gia11ni L. , di anni 4, cla Cagliari, resid ente in Aquila da 4 1nesi. Anamnesi famili ar e. NL1lla di notevole Sf' si ecce ttui che un fraLelli110 d el pazie11 le soffrì in Sardeg11a di una forn1a n1or1Josa diag n ostica ta })er favismo dai sanitari di un g r anò e Ospefl ale di Cagliari. A1iarnnes i p ers on al e fisi ologica.
Il bambino nacque da parlo eu tocico e fu allattato con latte vaccino. El)be d entizione, deambulazione, loquela, ad epoch e n or1nali. on è st a lo an cora vaccinato. Anamnesi p (}Jtologica r em di a.
A 15 m esi disturbi alimentari che dileguarono dopo che il ban1bino fu rim esso ait alin1e u tazione razionale. Due 1nesi fa morbillo, gt1ari lo senza complicazioni. Anamnesi patologi ca prossi m.a.
Il presentarsi alla nostra osservazione di un caso di favismo , ci offre l 'opportunità di trarvi qualche sug.g erimento per la patogenesi, che è ancora forteme11Le controversa. È da rile11ersi 01n1ai pacifico che il favismo I)OSS~ insorgere sia per ingestione delle fave, e otte o crude , sia per inalaiic>ne del polline dei fìori di questo frutto. Le teorie ohe attualmente si conte·n dono il ca1npo nella patogenesi, sono que.Jla anafilattica e quella tos~i ca. Specialmente il Ferranni11i l1a daLo appoggio a .quest 'ultima teoria. Sostenuta dall autorità di Frugoni, e dei suoi <l llievi (J.,usc11a, 1922), ch e in materia di sinclromi anafilattiche può ben dirsi un capo cuola , fa salda presa nella mente di molti ]a l~oria anafilattica. In appoggio a questa militano diversi fatti: I 'ereditarietà, l 'insorgenza d~l favisn10 solo dopo ri1~e tute i·ngestioni , a dista11za <lel medesimo tipo di fave, la identità della forma morbosa con altre sindromi emoglobinuriche , chè sono universal111enla riconosciute per anafilattiche, l 'insorge11z1 llella 1nal.attia non soltanto per la ingesLione 1Jcll e fave, ma anche per la inalazione de i fiori, ciò ch e mal spiegh ereb·b e I 'in toss.icti.zion e, el('r. D'altro canto il Ferranr1ini sostie ne ch e, sia per l 'assenza di eosinofilia, ch e è da ritc11ersi segno ti1)ico di anafilassi, sia J)er il ri. u lt a to i1eg·ativo del1 e prove di deser'sibilizzazion e fatte con al lerge11i ottenuti dalle fa,'e (il Galdi 1}erò afferma il contrario) debba piu1 tosto affermarsi l ' esistenza di un principio tossico d elle fave, responsabile dell 'in~orgen1a della n1alattia. 1
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La madre d el bambino n arra ch e cluc g·iorni fa questi le appariva un pochino paillido e agitato. A pranzo aveva mangiato dell e fave col le (della campagna aquilana) in modi ca qu antità; nel pomeriggio dello stesso giorr10 fu condotto a far e una passeggiata ~uori la ci l là. Durante la p asseg·giata il bambino accu sava un leggero dolore lto al fianco destro ed appariYa un po ' più pallido . Consumò, dopo poco, con car so appetito, una m odica colazione di uo a e carciofi . Al ritorno d ailla campagna il piccirto si n10$ lrò capriccioso, ma n on accusò alcun disturbo. Anch e il dolor e tto al fianco destro pare s i fosse dileguato. Fu r eca lo subito a letto, ove si addormentò presto. Ma rt opo qualche ora si svegliò acct1sando oppressione ::illa regione })r ecord1ale e sen so di peso al1'epi g·astrio. Volle urina.r e, ed e1nise d1u~ volte pocl1i cc . di urina limpida. La mattind il b ambino aveva una len1per atura ing uinale cli 3 °,5 C. Primo pensi ero dell a madre fu quello di somn1inis trargli u11 purgante oleoso. A qualch e t empo dalla ingest ione di quest o, d op o qualche a ltimo di ag itazio11e, il ba1nbino f11 colto da un brivido intenso, al quale seguì un impellente bisogno di mingere: egli emise allora un 'urina n1olto oscura, colore rhum , fu colto da deliquio, sudore freddo, vom i lo in t en so, amaro, acquoso, verdastro . Fu chiamato d 'urgenza un medico. Ques ti trovò cl1e il bambino vomitava se1npre e ch r nveYa emesso an cora al cuni campioni di uri11 e scurissime; er a cliverilat o sempre più debole, tanto da far t em ere una lipotimia d a un 1nomento all 'altro; er a pallidi ssimo, le scler e er ano divenute g iaille. Fu co11 iglia to il ricovero in ques to Os1)eciale, ove n1 accol Lo, al reparlo n1e<li ro , il 31 n1aggio 1934-\II. Esan1e obbiettivo.
(:ostl luzione sch eletrica regolare. Nessuna nota cl i r achitisn10. :\lasse n1uscolari t onicl1e e l r ofi c11e. Sist en1a g l1ia11dolare indenne. P olso 128 al 111 ·,
2206
cc IL POLI CLINI CO »
picco lo. rit11lico. Respiro 35 atti respiratori al m ~ . 'f e1nperatura ascell are 38°,2 C. Ciò ch e colpisce, ad uno sgu ardo so1nmario da to al b a1nbino, è l 'es tremo pallore d ella cute e n1ucose Yisibili . P allore giallo oro, a fo11do su .. bit t.eri eo. Pupi lle i1orn1ali, ben e reagenti all a luce. Sclere .. ubillerich e . Dentatura san a. Lingu a umida, Jievem en le pa Linosa. Polmoni nulla. Cuore nei limiti. Prin10 to110 acco1npagna lo d a leggero soffio sis tolico, udibile s u lutti i focolai , con tutti i caratteri del soffio Dne1nico. Rilmo con cilaito. Addome globoso , con cicatrice ombelicale retralt a; leggermente dolente alla pressio ne n ella m et à uperiore, trattabile n ei quadranti i11feriori. La milza si palpa appena sotto I 'ar co, nella posizione la,tero-l a ler ale d estra, n1 ollicci a, liscia, leggerme nte dolente. In alto il limite superiore d ella nlilza è all 'altezza cl ell '8° spazio intercostale, ull 'ascellare anleriore. Il fegato deborda di circa tre òita dall 'ar co cos tale, a margin e e superfi cie regolari, in clolen le. Null a cli patolog ico a carico d egli arti . Ri ce1'c lie di laboratoriJo. Urine. Vi le in un g·rosso calice sono di un co-
lor·e rhum , limpid e. Reazione acida. P. Sp. 1021. Albumina: tracce indosabili . Prova di Adler, con la benzidina, n ettamenle p ositiva. Assenti i pign1en ti biliari. Urobilina: presente. Nel sedimento: nessuna emazia. Ur ati , d etriti ainor fi , qualch e cellul a endoteliale delle vie geJlito-urinarie. ang ue. Il sier o presenta u11 colore rubin o, lacca lo. Globuli rossi: 1.800.000. Globuli bianchi: 16.000. Hb : 20. ValoTe g·lobulare : 0,90. FormuJa leu cocitaria: n eu Lrofili o2; li11fociti 28; eosinofili 6; form e di pa ssaggio 4. Policromatofiliai anisoci tosi, poichilocitosi , qualch e emazia nucleat a. Colorazione Yilale col brillant-cresyl-blau: scare emazie granuJofilamentose. Resist enza globulare: n orm ale.
La sintomatologia caratteristica di una en1 0glob~11uria,
con il r ep erto urinario tipico, e la i11geslione delle fave ; la provenienza del bam1:-,i11 0 dalla Sardegna, ove. fa ceva uso frequente cli fave, cotte e crude, il precedente famigliare, non lasciano adito a dubbio sulla diagnosi di favismo. Non è u questa ch e ci indugeremo a fare d ei rilievi , quanto su tre dati anamnestici ch e ai i1ostri fini , ci' semb·rano notevolmente imJiortanti. Primo la compar sa di un caso di fa"VÌsmo in Abruzzo , ch e allarga la distribuzione ~eogra fica di tale sindrome, perch è, da quanto ci risulta , an oh e p er il confronto del cartogran1ma di F ern1i, n on ·vi era stata mai descritta finora; secondo, il precedente famig liar e dell 'amn1alato ch e ebbe un fratellino morto di favismo , ter zo, la comparsa della sindro·m e in un sardo fuori della s ua r egio11e. Il primo o il terzo dato ci sembrano accordarsi armonicamente fra ]oro per deporre in favore dell a n atura analila ltica della malattia. Comparsa del fa,rismo in t\ bruzzo, in un . og-
[Ai'l~O
XLII, !\ Ul\1. 45]
g·e;tto sardo : pur no11 volendo an1111etlere la J>Ossibilità del presentarsi di casi squisitame11te autoctoni di favismo in Abruzzo cioè 111 soggetti abruzzesi , non emigrati, per esemp io - no11 si può andar cor1tro alla legge fondamentale d~ll 'anafilassi ch e è quella d eì] a specificità. La malattia da siero insorge qua11do venga imn1essa n ell 'organismo sensibilizzato un.a Iluova carica di quello stesso siero sensi'bi1i zzalore, an zi di quella stessa proteina eteroge·n ea ch e p redi spose il sog·getto. Si deve quindi a ragio11e ritenere cl1 e il bar11bino, proveniente dalla Sardeg11a, ove faceYa uso rli fave, ed ivi sensib-ilizza to per il Joro i.)riucipio anafilattogeno, abbia avuto lo cc r hoc décl1ainant n, dopo una nuova i11troduzione di quel principio anafila tloge110 : i1oich e tale cpi~odio si è verifl cato jn Abruzzo , col consl1n1 0 di fave loc;ali , b isogn a convenire ch e le i11edesime co1ltengono u11 IJrinci1>io an afilaltog·eno del tutto simile a quello cih e esiste n ell e fave sarde. Ciò si avveri.e anche ch e, n ei sog·getti predisposti , il favisn10 può })l'esentarsi in form.a d el tutto autonoma an cl1e i11 Abru zzo ; ed an cora ch e n el caso del favismo ci si 1)0trehbe trovar dinanzi atl u11 fen on1eno , se non u11ico, certo r.aro, ad una spec ifi cità di anafilassi non di specie, ma di an ti gen e. 1\fa ritornando alla 11ostra tesi : se gi ~ J 'aver ricostruito , da l nostro caso , un quadro p erfetto di anafilassi, non fosse un argomento i11 oppug11abile al concetto di u11a n atura ana fì1 atLioa del fa vismo, quale importanza si potrebbe annettere, per i] fin e perseguito . al pTecede11tc fam~gliare del n ostro paziente cl1 e già ebbe un fratello morto di favi smo ? E questo un dato della m assi1na importan za, p er ch è è a lutti noto ch e iJ valore della ereditarietà o fan1iJiarit.à , simila ri o <lissimilari , per la sindron1i anafilattic;h e è fondamentale m entre n essun valore possono quelle avere per l·e sindromi tos5i cl1e ch e riposano esclusivan1ente su fattori individuali, extracost.ituzionali. An ch e 1'eosinofilia, n egata dal 1Ferrannini, a sostegn o della sua teoria, sebben e incos ta11t.e, può essere presente n el favi smo , come !o è stata n el caso c;apitato a1la nostra osser,·a1io11e : e se il favismo , con1 e afferm a 10 stesso Ferrannini , non si p_resenta con u g ual frequenza in tutte le r egioni . c.iò non de])One oie11te contro la teoria an afilalli ca, per ch è la Jnaggiore o mi11or frequen 7.a è subordinala a diversi fattori , non u ltin1 0 quell o di un diverso ro11 sun10 di fave nelle diver e regioni .
RIASSUNTO. L 'A. , dopo aver descritto un caso di fa, i-ino , ch e egli ritien e essere i l prim o p11l)l>li-
l[ANNO XLII, N U~l. 45 .
SEZIONE PRATICA
.cato iu 1\bruzzo , e dopo averne brevemente rinssu11to il quadro cli11ico, ne trae argomentj ir•. aµp·oggjo alla natura anafilatti ca d ella mala tt.j:. . BIBLIOGRAFI A. A. l\1AN,\r. Con tribulo alla gen~si del favis mo~ Fo .. lia clinica, chimica e microscopica, fase . I, vol. XX , 1927. G. T\fAccroTTA. St udi sul favismo nei bambini. Rivista Clinica Pedi atrica, vol . XXIV, fa se. XI. A. MANNEI. Favism o ? Giornale di Clinica medica, 1924, p ag·. 577. A. MANAI. L e alt erazioni. de lla crasi sang u igna nel f avismo. Haematologica, vol. IX , fase . IV, 1928. G . GASPERINI. Osservazioni sulle manif estazio ni ailler giche locali e generali n el f avismo ed il favismo nell'I so la di R odi. Giornale italiano ma-
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2209
RIVISTE GENERALI La sifilide nel 1934. (G . ~iILIAN e L. zo l 93n).
BHODIER,
Paris méclical , 2 n1ar-
Sifilide sperinientale. -
Béclère è riuscito a trasm e tter e il virus sifilitico (ceppo Truffi) e la sifilide un1ana alle gioven ch e: le inoculazioni sono state fatte per n1ezzo di scarificazioni sulle palpebre e sulle mucose d ei genitali o con innesti sottocutanei alla base d elle 1nammelle o alle palpebre. Gastinel e Pulvénis hanno continuato le loro ricer ch e sulla si fi1lide speri in ental~ , Nel coniglio la r einoculazione di un ceppo sifilitico omologo provoca ancora la comparsa di t1n sifilon1a , se è praticata entro quindici o venti g iorni dalla prima inoculazion e, e l 'anirn ale resta sen si bile ad un'auto-infezion e si11G al 32Q g iorno. Da ll '80° giorno dalla p rima inoculazione in poi 1' animale è refrattario ad una 11uova inoculazion e. Se si ad opera un ceppo eterologo questo periodo di sensibilità può prolungar si sin o a 405 giorni. Nel coniglio sifilitico e sottoposto a cure la rei11oculazione dà d ei risultati variabili, dal si filon1a tipico fìno . alla sifilide asintomatica o inappar ente ch e si manifesta solo per la virulenza dej g·a11g·lii linfatici e la ricomparsa clelle r eazio11i sier ologiche. Occorre tener conto della qua11tità d el virus iniettato. Se s 'introduce n el teslicolo d el coniglio delle quanLità via via più grandi di virus, la data di apparizione d ell ~orchite e la reazione di opaca111ento di ì\tJeiuicke sono tanto più r avvicinate quanto maggiore , è s tata la quantità di virus i11 oculato . Peraltro, a partire d a una quantità data, s uffici ente a produrre i fenomeni in parQ.la, il sifiloma teslicolare e la reazione di l\ileini·cl(e appariscono in un 'epoca pii1 o meno invariabile. Nel coniglio è stato constatato, iniettando 11el testicolo delle quantità di mano in 111a110 più d eboli di en1ulsione virulenta , l' esistenza di una dose-li1nite al di là della quale non si ottie11e se n on un 'infezione inapparente. La reinoculazione sotto-scrotale nel coniglio g ià inocula t o e non sottoposto a cure, h a i11dotto ad an1n1ettere uno stato di r efrattarietà r egio11ale c ircoscritto da opporsi all 'ipotesi di un a in1munità sifilitica r egionale. Esiste una imn1u11ilà locale, tegumentaria, ch e comincia n el sito del sifiloma e in ... eguito si generalizza m a cl1e .è sempre contingente t1d è r elativa ad un dato ceppo. Uno stes o processo islog·eno può dar luogo ai quadri clir;i ci i più diversi ch e vann o dalle r eazioni alJergich e di sensibilizzazione tissulare sino ali ·assenza di ogni appar ent e a lterazione. Secondo Bessemans la nozione d'in1n1unità naturale, n 6l senso di resi tenza as oluta all 'i11fezio11e sifilitica, nelle specie animali sen-
2210
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JL P OLICLINIC1 »
&ibili , se111bra d over esser spesso, se non semJ:r e, sostiLuita da quell a di sifilide asintom al ica od occuJta. Sembra pure che esista uno titretLo rapporLo tra il po ter e infettante di un organo e il su o tenore in trepon en1i pallidi. Le iniezioni in t ra ve11ose di lecitina , n ei cor1igli da poco siGlizza Li, attiverebbero la cicatrizzazione d elle l esioni stin1olar1do i n1ono11ucleati fagociti ch e aun1entano di numero (HarrisJ. Pur a ccordando n1olto valore alla sifilide sperimental e per l 'i11iterpretaziio ne di quella t1mana, Bra1ldt co11siglia la più .grande prude;nza i1 ell a val utazion e dei risultati ottenuti, j11 vis la delle differ enze ch e esistono fra la I ues u111ana e quella d egli animali. Secondo Levaditi ed i s uoi collab,o ratori, 11ei topi bian chi sifilizza Li , la son1ministrazio11e di follicolin a semb,r a non influenzi la quanl1tà di trepo11er11i utero-ovari ci. Gli stessi AA. 11a11110 co11sla ta10, ch e i raggi y d el radium 11 on 1nodifican o « in vitro n le proprietà d el Yirus, n1a 1'irradiazione di una lampa da a J 11 er c11 rio di ·150 "'~'1-a ts, pro lu11gata oltre tre11l a n1i11uti , soppri111e n el virus la capacità di ùar luogo a l sifiloma.
Epidemiol1ogia. -
Seco11 do Godlewski e I{. fi arthélen1y le r ece11ti discussioni sullo stato a LLua le della sifilide in Francia porterebbero ,, lla co11clusionc cl1e a causa d ella prostituzione clandeslina. e d ei 111estieri esercitati da don11e fu ori della prop.r ia casa , la sifilide coni in u a ad esser e una infezione frequent e n ei grandi ce11t ri e n elle località di transito i11tl1nso n1algrado l 'elTicacia d elle c ure modern e 1 e g li sforzi dei p ubblici poteri secondati dal 1'oper a social e d ei 111edi ci . Le campagne conLinua110 a d 0 sser e r elativame1nte i11denni , per quanto la sifilid e vi sia spesso non rico110sciuta . Seco11do Gougerot ·e Burnier al dispen sario della cl111ica 11ella F acoltà di Parig i , il nun1ero d elle sifilidi r ecen t i ch e da due anni era tlimì11uito, si rnantiene presso a poco allo st esso livello. P er contro è stat o osservato un at1mento di ifilidi r ecenti all 'os1)edale Cochin e d a l di pensarjo Lailler (M. Pi11ard, Sézary e DurU)'). 1
Etiologia . -- In i1un1eros ì lavori Levaditi h a poslo la questione di un ciclo evolutivo del Lrepo11ema l a c ui fase spiroch etica sar ebbe preceduta da urw fase di virus invisibile. Secondo su e nuove ricer ch e . e s'innestano n el] o scroto d 'un. coniglio d ei gangli linfatici di top0 infetto, a lcu11i microscopicamente esenti di spiroch e Li, a ltri contenenti invece dei trep?n~1ui pallidi, la fase aspirochetira d el viru s s1fil1tico e la sua fase vegetativa evolvono allo st esso n1odo. Questa con cezione di Levaditi è stata 11eraltro criticata da Van Hoel t, il quale avr ebbe empr e trovato delle spirocheti i1ei fran1n1enti di or gar1i ca pac i, se inoculati in u11 an in1ale, d i provoca r~i l 'infezion e.
[A NNO
XLII ' .\ l,;~1 . 4.5 J
Secondo vV. Nyka i] virus sifilitico si JJr esenterebb1e sotto due forn1 e, una tre1Jon cn1ica P.d una filan1entosa, tra le quali si troverebi>cr o d elle forme di passaggio. La spirocl1eta della sifilide è un virus citotro1Jo, capace di 1Jer1eLrare at tiva1nente in un t empo r elativamente breve n elle cellul e ed an ch e n el nucleo. ~la na n1ano che penetra nelle cellul e e sa pel'de Ja s ua forn1a spirale per pre11dere quellà fi1 a 1r1entosa. U11 certo nun1ero di spirocl1eLe rin1angono libere n elle cellule : a n ch 'es e però assumono la forma filamento sa . I filamenti intracellulari possono n1oltj p licarsi lJer division e trasver sale: le cellule non sopravvivo110 a1la m ol tiplicazione del paras ita n el loro i11terno. La forma Lrepon en1ica è quella cl1e serve alla tras1nissione d el virus da un individuo a ll 'altro: la sua g·ra11de mobilità spiega la ral)ida diffusione della malattia i1ell 'organismo i11fetto. <ìuesla forma p iroch etica è effin1era e scompare p er dar luogo a lla fase filam entosa dopo aver infettato il nuoYo osoit e. La for111a fila1r1entosa rappresenta il p eriodo di s tai ,.. del virus sifilitico: esso però può ripren d er e la forma p i rale. Milian espon e j vari modi di contagio d ella sifilide n e i s uoi diver si periodi · possibile contagio avanti la co111parsa del sifilom.a iniziale, conLag io dal sifilitico sano a ll 'apparenza ma curato insufficientemente, contag io per n1ezzo d ello sper111a, per il latte di l11adri sifilitich e (1), per il sangu e, per il iero di sangu e; i.ttfine p er m ezzo dei portatori di germi. L 'ipotesi d ella duali ti\ d el · v irus sifilitico, 11eurotropo i11 Europa, d ermotropo i11 Africa, seco11do Sézary, noi\ è sostenibi le. In Euro1)a, con1e n ei paesi esotici , è l 'intervento terap euti co cl1e l1a reso la sifilide di 1)iù ii1 p iù r1 eurotro1)a . Questa evolu zione, assai a' ra11zaLa i11 Europa , è appena al suo in izio n ei paesi Jl ei quali la ch en1iotera1Jia d el la ~ ifilide è sta ta ìrJtrodotta JJÌÙ tardivan1ente. l . a r einfez io11e siOlitica è oran1ai fuori con testazione ed è sla to r ecente1nente di nuo' o di111os trata c linican1ente (C:iarnbeJl otti) e sper i1n el)taln1e11te. Lo s tesso dicasi d ella "uperinfezione sifiJiLica : ~Iiliari. ha potuto di111ostrare Ja g uarigione , n ell o stesso sogge tlo, d ei sintomi di una sifilide antica e n1isconosciuta (per l t) p iù er editaria) m er cè la c ura di una sifilide r ecente.
Sifilide primaria. -
Parecchi ca i di sifi lomi estragenilali sono s tati r ecentemente cgnalati (faccia dorsale delle falangette del dito inedi a s.; cinque sifilon1i su·lle dit a di un n1alato affetto da eczen1a d elle n1 ani con due sifi· (1) Questi concetti modifi cano sostan zia1~1 enl e
le idee ch e si aYevano fino a qualche decenn10 fa, quando si cr edeva ch e, in gen erale, i prod otti d el]~ secrezioni fisiologiche dei i fili lici non fosser o, d1 per sè, contagiosi. N. del R.
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(ANNO
XLII,
N U.a\f.
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SEZIONE PRATI CA
si111ultanei della verg a; sifilon1i multipli del1a base della lingua; sifiloma d el n1erlto, delle palpebre (raro), delle orecchie (ancora più raro; a prefer en za il lobulo, n el qual caso è JJer lo più dovuto ad una morsicatura: 11 'è stato osse r,·ato a11ch e uno nella conca d el p adiglio11e d el1 'oreccl1io s .). La setticemia sifilitica, seco11do Gaté, si reaJizza qualch e ora o al più qualch e giorno dopo la con ta1r1inazione, e io è pri111a della con1pa1 a d el sifilon1 a . Esso . i rnanifester eb,b e con la plenomegalia (1) ed alterazioni del sangue. <Juesta i11apparer1te i11(ezione ifilitica i11 i)ra1ica 11011 è , salvo eccezione, co11 tag iosa. U11 caso di ittero preroseolico , i11sorto 14 gior11i doJJO il sifiloma e guarito r apidamente col bisruulo , fu osservato da Manéru. 10111i
Sifi lide secondaria e terziaria. - L 'anen1ia 11cl p el'iodo secondario è frequ ente : n e sono stati osserYati d ei ca si accompagn ati da p orpora, da un certo grado di leu co1)enia e da t ende11 za ver so I ' a11e111ia ap1astica : fenom eni tutti g uariti col cianuro di m er curio. 1.Ja febbre siOlitica è b e11 conosciuta e n e sono stati seg11alati d ei casi d a Gat é e suoi a lli ev i , e così l 'ittero sifilitico secondario (il tre1Jo11e111a avrebbe una particol.a r e affinità p er i1 fegato: d 'altr onde il trattan1ento antiluetico lJUÒ determinare p er un fenon1eno biotropico ]"itt ero catarrale o la liti a. i biliare - Milian). chancr e r edux n sop,r a, rvenuto sedi ci n1el 1IJ s i dopo il sifiloma i11iziale, n ella stes a località e con la cos tatazione d ella presenza di l1 epo nen1i è st ato o servato da P. Photinos. U11 ca so di sifilide cutan ea atrofi zzante (2) ~e i Ill esi dopo la r oseola , dissen1inata ul tronco, con l 'a s1)etto delle « verge tures rondes n di Balzer ed a ccon1pagnata da una 1eu co1nela11oder111ia cervicale con chiazze at.r ofiche essa pure, è s tato studiato da Touraine . Sifilidermi a tipici , ed el em enti papulo-pustolosi acn eifor111i d el \1 iso ; a n1o ' di eritema polin1orfo b olloso sulle i11ani ; di a spetto sarcoid eo e linfomatoso furono constatati da Nicola~, Cl1e vallier , Collin. Cri ... i udorali notturne precedute da uria 'aso-dilatazione loca le, furono notati da 1\1i1ian , forse p er a zione predomina11te d el simpa· lico, in soggetto con squili1brio vago -simpati co ed i11 u11 a r egione ove è da riten er i ch e un ~egn1 ent o del simpatico fosse st ato colpito dal I re])On em a . J\i[ilian ha o ervat o pure casi di sifilidi ga11gre11ose ecche ed esc;arotich e : quest e 11ell a sotto-,,ariet à i11u111111ificanti ed ulcer ose. Onissi secch e e st1ppurate (con p eri onis i), pa cl1io11i ~si e 8Collan1ent.i delle ungh ie furono (1) Sulla qual e aveYa già m olti an11i or sono richian1 ato l 'atten zione il prof. Colo1n bini . V. M. (2) Descritta già m olti ai1ni or sono da V. Mich elli in llalia. V. M.
os5er vati d a lJiù AA . e co~ì }Jure stria ture longj Ludinali con rilievi ed a segm enti, p er lo più clell 'ungl1ia del p ollice, in sifilitic i · di vecchia d ata (for se p er la IJr esen za di piccole colonie di lreponerr1i n ella inatrice ungu eale) . Son o s ta ti segnala li casi di eritema circinato terziario del lF ournier , forma assai r ara, e di degen erazione cancer osa di g o1nme cutanee, r ar a essa pure. I rapporti fra can cro e sifi1ide, acquisita o eredit aria, sono sta ti studiati da T ouraine . ~lilian e D elan1aire hanno d escritto un epi1elioma s1)ino-cellula r e alla base d ella lingua i11 un er ed o-luetico di 23· anni. Gadrat h.a osservato un caso di sifilide malig11a in un conc iatore di p elli : alcoolista e figlio di alcoolista, la quale dopo un ' evoluzio11e di cinque a11ni p ortò la morte p er cach e sia. •_E'avr e h a studiato in p·a r ecchi lavori la sifìlide muscola re cl1e può os ervarsi fin daì p eriodo d 'invasione con mialgie e dolori alla p alpazi on e , più tardi con contra tture di certi rn11scoli (bicipiti, quadricip iti) e n ei p eriodi più avanzati con nodi del muscolo , confusi talora con sarcomi. F aYr e h a insis tito sulle ao111111e e lesioni inter stiziali dei muscoli sottostanti a sifilidermi terzia rii (n1iosj li sifilitich e sotto-ulcer ose) che p er lo p iù passano ino ser vate non dando gener aln1 ente luogo a disturbi funzio11ali. I vari focola i sono in gen er e eparati fra lor o da piani aponevrotici ri1l1asti indenni. Si tratter eb b e allora di una sifilide segn1entaria forse in r apporto co11 un 'alter azion e r egion ale d el sis Lem a vascolare. 1
1
Sieroloyia. -- I sier olog i . 0110 d 'accordo nel raccomandar e l ' impiego di una reazione di e111oli i e di una di fl occul azion e. La H echt e la l{ahn sar ebbero quelle che scon1paion o }) ÌÙ t ardiv·a m ente : quell e di , ,-ern es la m eno sen5ibi.le, la Desmoulièr e più r;r ecoce e più sen sib ile ch e la H echt e la R. W. La seconda R. i\lein-icke per chiarificazione sarebbe superiore alla Kahn. Questa in,rece, secondo altri , sar ebbe assai sen sibile, pecifica , la più precoce ad apparire e J'ultim a a scom. p ar1re . ~1.ilian 11a ria -sunto r ecente1ne11Le l e nozioni su quella ch e egli chiama riattivazion e biologica d ella R. W. , ]a quale può aver si per oper a d ei n1edican1enti sp ecifici n1a pu ò es er e pro\10cata allresì da malattie infe ttive (h er pes, ~carl a ttin a , gri1)p e, tifoide); d a t os ine mi ~ro bir l1 e o da albu n1in e n el cor so d ella vacc ino· t er a1Jia o della i)r ot einotera l)Ìa e? a n ch e dai ragai ultrav ioletti . 11 . . u o 111eccan 1. . mo . . ar ehbe dov~to a d un ri svegli o biotro pi co del tre1>0n en1a. 1
T eraipia. -- La pirelot er a pia l)UÒ es ...er e uti~ e nella cu ra della ... ifilide: n1a la 111alar1oterap1a 11on è con sigliabile 11el periodo prin1ario e se condario .
2214
cc IL P OLICLINICO »
La pireto-cl1e111ioterapia è soprattutto indicata nelle forn1e n1aligne e n ella sifilide con ~iero-reazioni irriducibili ma, anche nelle forJne recenti, può dare risultati superiori a quelli della sola ch emioter apia. P ar e ch e le 011de corte a frequenza molto alta siano state adoperate con successo nelle ulcerazio11j sifilitiche delle gambe e nei sifilider111i psoriasiforn1i in soggetti intolleranti delle cL1re a11 tiluel icl1e. I rag·g·i X, salvo qualcl1e caso di riattivazione biologica <lel sifiloma, noc1 avrebbero influenza n è su11 ·accidente i11iziale n è sull'evoluzione della lue. .Nella co11 do tta della cura di attacco alcuni con siglian o di usar e succe sivamente 1'arsenico, il bismuto od il m ercurio, altri il trattam ento misto arsenico-bisn1uto. Sézary con sidera la 1ìne del 1° anno di n1alatt.ia come il mon1ento pii1 opportuno per 1'esame del liqujtlo cefalo-radichiano: se questo è normale, bisogna fare ancora un periodo di cura di con solidan1e11to per tre anni. In una serie di con1unicazioni Gouin e Bienvenue ha11110 insistito sulla leucocito-reazione nella scelta dei ri1nedii a11tiluetici: la leu col)enia p er1ì1etLe di prevedere l 'insuccesso dei medicarr1enti cl1e l 'hanno provocata.
Accidenti culariei nelle cure. antisifiVitiche. -
Quelli da arsenobenzoli possono distinguersi jn 11r ecoci (prurito, urticaria, eritema del nono giorno) o tardivi (porpora, eritrodern1ia vescicolo-edematosa, cheratodern1ie palmari e plantari , m ela11oder1nie , licl1en piano, zona e.cc.). Tl bii::111 uto n e })rovoca solo n el 3 o 4 % dei casi, per lo più eri1en1i ( 1). Il mercurio dà luogo soprattutto all 'eriten1a scarlattiniforme o ad eruzioni ecze111atoidi . I sali di oro determi11ano accidenti cutanei nel 6 o 7 % dei casi : eritemi del nono giorno, ortica ria , eczema, lichen pia110 ~ pig·mentazio11e. Il joduro di potassio dà luogo soprattutto all 'acne jodico, tal,,olta a porpora, tal 'altra a jodidi indurati o bollosi.
Arsenobe11.z0li. - L 'eliminazione del neosalvar a11 a ttravcr o le orine comincia quasi im111ediatame11le dopo l'iniezione, raggiung·e rapidamente il- suo cc maxiJ?un1. », ma l 'eliminaL.ione r1on è regolare e s1 verifica talvolta con ~cariche isolale per un ten1po più o m eno lun go. La febbre che appare fra il nono o il decimo g iorno dopo una iniezione endovenosa .di 91~ , sarebbe il più delle volte dovuta al r1svegl10 biotropi co di una infezione (più frequentementP. ur1 angina). È tata notala nel cor so di u11 trattan1ento arsenobenzolico una dermatosi analoga alla 1)itiria ... i rosea, ma tena.ce e ch e las~iò. dopo guarita, una pi g111entaz1one prog~~ Sl\' a. . Co i pure è stato co11statato 1 insorgere d1 l
•
•
(1) Ed ancl1c {le ne, .. econclo recenli o servazioni di Ti s i . . V . 1\1.
(ANNO XI.II, NuM. 45]
un eritema poli111orfo ede111atoso di natura biotroyJica si1nulante una eritrodermia arse11icale. 111 un soggetto, ser1za antecedenti orticaria11i , si osserva va tre rr1 inuti dopo ogni iniezione di arsenober1zolo 1'insorgere di elementi ortica ti ILOn pruriginosi in alcune regioni del volto. L'edema polmonare acuto da arsenobenzolo è raro e per lo più mortale. 111 un sifilitico dopo una terza iniezione e11do,Tenosa di 91·1 si verificò un violento dolore addominale e dopo sei giorni si eb be la morte per pa11creatite emorragica, forse per crisi ni1ritoide nel IJancreas già leso dalla sifiìide. È stato i11esso in rilievo l'effetto benefico ùell' eritrodern1ia e delle reazioni cutanee al1'ar.senobcnzolo su11 ·evoluzione della sifilide. Séz.a ry e Barbé hanno citato l 'azione favorevole sullo stato fisico e mentale di un p,a ralitico generale in seguito ad una eritrodermia da stovarsolo (cc defense par la peau n) . L 'eritrodermia però non esclude 1'apparizione di nuove manifes tazioni cutanee (I ). 1
Bismulo. --- Levaditi e i suoi collaboratori ha11no ::iperin1c11talmente verificato che il bismuto i11 dosi sullìcienti esercita un 'azione p·re1;entiva antisi{j]itica radicale., una vera sterilizzazione dell 'organisn10 e non una sen1plice inibizione del votenziale proliferativo del virus (secondo Kollc) . Sembra che il bismuto n on passi mai nel 1i qui do e. r. Gli accidenti da bismuto più frequenti sono Je stomaliLi: Lalvolta leggeri fenomeni d 'intolleranza (febbre, cc courbature »), albuminuria, rarissime volte eritrodermia (I su 10.000 iniezioni: Galliot): forun coli , cc grippe » bismutica (reazione feh·bri1e di sensibilizzazione ad lln ontigene m etallico), dermiti li vedoidi.
Sifilide eredilaria. -
È raro , i11 un bambino
sano all'apparenza, 1'insorgere di n1anifestazioni sifiliticl1e terziarie. Ulln10 ha osservato un bambino di 5 anni, non distrofico, nel quale in sole 5 settimane si sviluppò una glossite se lero-gomn1osa ulcerata. Schwisow insiste sui caratteri morfologici <lei denti di Hulchinson, sulle condizioni patogenetiche del loro sviluppo e sulle modificazioni del primo i11olare (molare a « gemma » o bottone) caratterizzate dalla scomparsa dei tu(1) Sarebbe questo un. nu?vo arg?mento. a fa:
vore della proprietà e·sof1lattiche o immunizzanti della pelle, nella ·sifilide, verso la lues nervosa. NÉKAM junior, in un recente lavoro sulla .funzione esofilattica della pelle (Derma.tologische Zeitschrift, 1935, fase . 3° e Giornale lt~liano di Dermatologia e Sifilologia,. ~gost? ~935) i:-ileva che nella clinica di Budapest, in dieci anni, su 800 malati solo 28 (3,50 %) presentarono corite~po ranear:1 ente n1anifestazioni sifilitiche e del sistema nervoso. Questa rarità sarebbe da attribuir~i non ad uno speciale differente tropismo dello sp1ronema, bensì alla funzione protettiva della pelle agent e da orga110 immunizzante. V· M.
[.\NN©
XLTI, NuM. 45J
SEZIONE PRATICA
})erc@.li e dalla diminuzione del dian1etro s upe•
['lO:r.e.
Le ag·en esie dentarie sono considerate da l\filian e Lebourg come stigmatj d 'eredo-lue : esse colpiscono a preferenza gl 'incisivi laterali superiori e i secondi premolari superiori ed inferiori . Solo la sifilide può produrre queste distrofie che si costituirebbero fra la setti111a e la trentesima settimana della vita fe tal e. . 1n ·una :giowane eredo-luetica è stata osservata una senilità precoce del viso con la pelle cl1e., qu-0 e là , aveva l 'aspetto della buccia di lin1one: la così detta « peau citréine » cl1e s.i considera in genere come segno di degenerazione senile. 'four.aine e collaboratori hanno constatato in una ·erede-luetica ·una sindrome adiposo,g~nitale con diab ete insipido (disfunzione dell 'ovario e drell 'ipofi si anteriore). L 'enuresi è attribuila da M. Pinard alla sifìl1d,e ereditaria. Milian defini sce l ·eredo-lue della seconda generazione co111e cc una sifilide trasmessa da un ered 0-sifilitico senza nuova contaminazione del soggetto che la trasmette nè contaminazione acquisita dell 'altro coniuge». La sifilide distrofica di Fournier sarebbe una if1liù e con virulenza attenuata, sia ch e il treponema rapprese11ti la causa diretta della distrofia sia ch e questa derivi da sifilide delle glandole endocrine. l\fjlian cila pareccl1i casi di eredo-lue di seconda generazione : in uno di essi vi era stata superinfezione si fili ti ca. V. MoNTESANO. 1
1
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L U IGI
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2211
QUESTIONI D'ATTUALITA' La diagnosi e la cura dell'asma bronchia· le con la '' sostanza P ,, di Oriel. (F. Il.
CAPUANI.
Ospedale 1'1aggiore di Novara,
4, 1935) .
L'A. espone i risultati oltremodo lusinghieri dil lui ottenuti n ella diagn osi . e n ella cura del1'asma bronchiale n1ediante la Sostanza P cli Oriel. Trattasi di un.a sostanza che l 'Oriel ha isolato dalle orine dei malati d 'asma, e ch e ap· partenendo chimicamente al gruppo delle pro .. Leosi, è stata designat a coll 'a11pellativo di «sostanza P >> . Questa sostanza, che appare con1e llna polvere bianca , è dotata di fort e potere antigen e con carattere. di cosi spiccata specifi-r ità da pern1ettere di diagnosticare con sicu . . rezza la i1atura allergica dellà sindrome respiratoria. La dimostrazione della sua specificità è stata ottenuta anche con i trasporti passivi di allergia e con la prova di Dale sull 'utero della cavia s.ensibilizzata . La specifi cità è specificità di allergene , vale a dire la ostanza J.l di un malato sensibile per es. alla forfora di cavallo provoca reazione positiva in tutti i n1alati sensibili alla forfora di cavallo ma non in quelli sensibili alla pol,,ere, per es. di pelo di coniglio. L 'estrazione della sostanza P è sen1plice, m a richiede alcune avvertenze la cui trascuranza Cé:l usa l 'i11 ucces~ o e spiega Je divergenze .. or te fra alcuni autori . In complesso si può discutere la concezione teorica di Oriel, ma basta a\ er maneggiata questa misteriosa polvere bianca estratta dalle orine del malato (si e trae ai1ch e da quella dei sani m.a è sfornita di og11i attività biologica) e basta aver con statato g li effetti rimarch evoli cl1e essa permette di ottenere in alcuni casi , ed aver seguito con ansielà l 'evoluzione impressionante delle reazio11i provocate con una posologia impruden te, per essere convinti della sua potenza b·u ona o· non a seconda del metodo con cui si appli ca. La sostanza, cosi i.solata e diluita ad un n1!lionesimo, viene iniettata in dosi cr escenti fino ad ottenere la disensib-ilizzazione del paziente. Un parallelo fra i risultati ottenuti con la sostanza P e quelli ottenut i co11 stock-vaccini di allergeni senza preventiva determinazione del. I 'allerge11e in causa, dimostra ch e il metodo di Oriel offre il vantaggio di un co to trascurabile in confronto degli stock-vaccini, costo ch e è naturalmente proporzionale alle centinaia di allergeni contenutivi.. Il prin10 metodo è pertanto superiore al secondo potendosi applicare anche in Ospedali e Ambulatori ove il secondo è invece praticamente inapplicabil e. 1
2218
(< IL POLICLINICO n
P erò con gli stock-vaccini si riesce a disensibilizzare quasi tutti i malati, mentre con la sostanza P un buon terzo non viene, influenzato ed il fatto appare strano semb.r ando che per qua11to con1pleti p·o ssano essere g li stocli va ccini , essi non possano mai raggiungere il grado di specific ità della proteosi orinaria. L 'appare.nte paradosso può essere spiegato con il fatto che gli stock-vaccini agiscono forse con un meccanismo b en lontano da quello così sp·ecifico quali i preparatori credono di poter loro .attribuire, cosicchè fra le molteplici sostanz,e azotate provenienti dai più svariati proclotti animali e vegetali è più facile che vi sia quella proteina che agisce. In secondo luogo bisogna tener presente che devono esistere fattori secondari che possono ostacolare l 'espulsione della sostanza di Oriel per le orine o quanto meno la possibilità che essa venga rin,·enuta nelle orine con la reazione all'etere. Va però rilevato che quando essa è presente possied'3 una attività biologica maggiore di qualunque vaccino. L'uso sia dell'una che degli .a ltri espone al p ericolo (qu ando non si sia ben guardinghi della posologia) di scatenare un accesso che talora è ben più grave degli abituali. I metodi usati p~r evitare la crisi emoclasica mentre riescono sempre per gli stock-vaccini , danno risultati incostanti. con la proteosi, e mentre tale azione protettiva è possibile con i primi perfino se usati per via endovenosa, col cl1e si ottiene il massimo dei risultati favorevoli, non è sempre efficace con la seconda neppure se usata intradermican1ente. L 'A. è giunto a formulare le 8eguenti conclusioni: La proteosi orinaria di Orie] appare rappre~entare un fenomeno biologico della più grande im.p ortanz.a dottrinale e pratica, nei precj si termini descritti da Oriel. La tecnica migliore è sembrata quella originaria di Oriel. Dal punto di vista diagnostico solo nei casi di asma si sono ottenuti ris11ltati che per quantità e regolarità permettono di affermare la specificità di.agnostica della proteosi mentre nelle d ermatosi da medicamenti non si sono avuti sinora risultati univoci. Dal lato curativo la proteosi è applicabile solo in circa 2/3 dei casi di asma bronchiale, me11t.re in un Ler zo essa è o inesistente o inatti,·a . Nei confronti con le terapie a base di allergeni usati come stock-vaccini la proteosi è m eno sic ura nei risultati , n1a l'enorme vantaggio del suo poco co to re~de consigliabile di sperimentarla n ella cura prima di ricon·ere ai vaccini polivalenti . a. p. 1
1
[ANNO
XLII, NuM. 45]
SUNTI E RASSEGNE DIAGNOS'T ICA E TECNICA DI LABORATORIO.
La puntura dello sterno nella pratica medica. (A. S.
R.ovERSI
e
E.
TANTURRI.
Haematolo-
gica, 1935, fase. '1ìlI). Dopo uua rassegna delle "arie tecniche adof>&rate per la biopsia del 111 idollo osseo e dei risultati ottenuti. dai ricercatori, gli AA. descrivono il metodo della puntura sternale seco11do Arikin, da loro usata con qualche modificazione . Essi trovano più facile eseguire detta puntura sul corpo dello sterno, all'altezZé> del III spazio i11tercostale, presso uno dei margini, dirigendo obliquamente l'ago dall'esterno verso il centro del cavo n1idollare. Con il materiale ottenuto si eseguiscono inclusio11i e strisci. Su questi ultin1i , colorati col J\tl.ay(jriinwalù-Gien1sa, gli AA. hanno eseguito la forniula dei vari elen1enti, contandone un buon r1umero. Es~i. dànrto rnaggiur valore· a questi stiiscì che non ai. preparati ottenuti con ir1clusione, perchè questi non permettono un fine rilievo r iLologico. Hanno eseguito la puntura dello sterno 67 volte in 59 malati delle seguenti aft.'ezioni: anemia perniciosa progressiva; leuce· mia li11fatica, mieloide, n1onocitica, emocitoblastica; ittero emolitico; poliglobulie; sin dromi emorragiche; 1infograrrulon1,atosi maligna; cirrosi e1)aLica atrofica; anemie secondarie a malattie diverse, ecc. D~i risultati delle loro ricerche eiuerge la praticità e l'utilità di una larga applicazione clinica di questo n1ezzo di indagine, oltre che i.a semplicità e la innocuità di esso. Gli A.I\. passano in rassegna il contributo recato dalla· st. puntura nel giudizio diagnostico dei quadri n1orbosi offerti dai loro pazienti. Nella anemia perniciosa vi è la principale indicazione ad essa, in quanto ·è capace di svelare una i11egaloblastosi presente nel midollo e non nel sangue periferico e fornisce così l 'elemento necessario ad una esatta diagr1osi. Quindi in questo campo la st. puntur~ i11 confronto alla sintomatologia clinica ed ag11 altri esami di laboratorio , porta spesso un cor1 tributo vera1nente decisivo . Lv studio del midollo osseo nei casi di lel1remia li11fatica ha messo in e'1 idenza la prcsc·nza c os tante di elen;tenti immaturi della serie granulocitica, e di quella eritroblastica, ~a non sempre quella di cellule immature del!a serie linfocitaria. Gli AA. hanno concluso che l::t 1netapJ~sia linfoide del te~sut? midolla:e o no11 è costante o alme.no è d1ffic1lmente dimostrabile in vivo . Nelle altre e111opaLie la st. p. ha un interesse ~c ientifi co notevole ed anche in quelle malat-
[ ANNO
XLII, Nu '1. 451
tie con1e ad ese1r1pio la c irrosi epatica, che l1anno riperc ussione n el quadro e1natico. E ssa l1a permesso ad uno deg1i AA. di raccogliere elen1enti importanti in proposito, conducentlolo ad affermare che non s i p·u ò parlare di p erniciosità (m egalobfas tosi) nell 'anemia da cirrosi C::ll)atica e cl1e la forrr1ula eritrocitometrica d el sa11gue circolante di questi inalati, si avvicina più cl1e non negli individui normali a q.ttella d el sangue n1ieloide. l\1a vi sono anche altre applicazioni d ella sl. puntura n el campo diagnosti co ed anche in quello tera1)e utico . Essa si presta bene per eseguire lo studio batteriologico e culturale clell 'estratto midollare. ~ s tata poi già dimoslrata la IJrati.ca possibilità di in trodurre farmaci pe r ' ia sternale ed ancl1e sieri e vaccini. Gli AA. ccn s igliano al riguardo , n ei casi nei qual i la st. .puntura è fatta in soggetti molto an emici di n o11 lin1itarsi a sottrarre sangue midollare a copo diagnostico, ma di introdurre a11ch e una soluzion e di. estratto epatico concentrato, il ch e potrebbe servire anch e n ei casi di anemia perni ci.osa, com e criteri.o ex juva,n1
tibus. Riguardo infine al m eccanism o col qual e agisce ] 'estratto epatico introdotto direttamente 11ello ster110, par e· log ico p en sare ch e si tratti di una co111u11e introduzione endoveno~a. VICENTINI.
La reazione di Meinicke nelle malattie tubercolari e non tubercolari. Rivista di Patologia e Ceinica del.la Tuberco losi, settembre 1935).
(C.
2221
SEZIONE PRATICA
SPrNEDJ . 1
Fu N a.g el il pri1110 a d applicare la r eazione di Mei11icke alla diagnosi della tub·e rcolosi . ~·u c ces i''am ente lo st esso Meinicke fece studi in ]Jroposito ed i11dicò il significato ed il val or e d ella su a r eazione nei riguardi della tbc., affermando ch e la ri cch ezza in anti corpi di un dato si.ero è in fun zion e ad un ten1po d ella forma anatomica e della durata d ella malattia e ch e a l riguardo i sieri di111ostrano una forte stabilità. Così , n1entre le forn1e c irrotiche~ cavernose .d anno Je r eazio11i fortemente positive, le forme r ecenti infìltrative anche estese e le forme acute d ann o ri ulta ti. d ebolm·e nte po itivi o n eg1tivi affatto. Inollre una r eazio11e 11ettam ente negativa n on esc lud e con sicurezza la tbc. , m entre una r eazion e fortemente pos itiva è assai probativa. Il n o tro .A. h a e eguito una serie di ricer ch e non t anto allo scopo di sperin1entar e la r eazior1e nei ca i di a ffezio11i t ubercolari , quanto p er controllarla in casi di affezioni di altra natura. Da l)ri111a esegui la r eazione di ~1einicke in 105 casi di affezioni tubercolari polmonari con 94 risultati r l1e ri entrarono nei limiti segn ati da "f\fein ic ke .. t e ~ o , ± ch e se n e allontanarono p er il ri sultato 11egati,·o apparentement e n on g ius lificat.o , 3 ch e se n e allontanarono per la positiYit à d ella proYa d el contro110. n (llln ua genesi n on r h i ari t a.
I risultati ottenuti con i sieri di i11di vidui c t1e pre entavano affezioni non tube rcolari furon o i segu enli: n el g ruppo d elle malat tie infettive, 1'88' % circa dei casi fornì ris ultati n ega liYi cl1e si dimostrarono in armonia con gli elementi clinici; n el 5 % circa si ebb e risultato positivo per la tuber colosi.: di questi n ella metà .d etto l'is ultato positivo non trovò conferma negli esa1ni cli11ici adoperati per il controllo , nell 'altra metà un ac curato esam e radiolo,g ico din10· s trò l' esistenza di lesioni tbc . di vario genere; nel 6 % circa vi fu risultato positivo a n ch e n el controllo, ma in un solo caso tale positività apparve giustificata dalla presen za di infezione lueti ca . I risultati ottenuti ir1 un secondo gruppo di n1alati di tumori, malattie d el ricambio , d ei r eni , dell'apparato diger ente ecc. , a lungo decorso ed esaurienti , furono: n el 20 ~6 ri ultalo n egativo in ar1nonià · a ll 'esame clinico; n el 3 % r eazione positiva per la tb·c . (in due casi l 'esame clinico rivelò presenza di fo cola i tubercolari) · nel 3 % reazione a peci fica JJOsitiva ar1ch e nel ~ontrollo e ri sp osta non tipica, n è faciln1ente interpretabile alle prove di assorbimento. Infine l 'A. riferisce su due gruppi di casi particolarmente interessanti: il prin10 comprende malattie polmonari_: di 22 casi .di polmonite e broncopolmonite, 20 dettero risultato n egativo , uno di n1edia po itività p er la tbr., uno di netta positività (luetico) in tutte le rirovette; 12 e.a si tra ascessi e gan,g·r e,n e p0Jmo11ari d ett ero risultato n eg.ativo e co ì p ure 15 di bror1c hite cronica, 3' di bron chite as1natica e 5 di tun1ori. polmo11a ri . Jl secondo gru ppo ì: formato da tredici mala ti n ei quali la r eazio ne ser,·ì a chiarire la diag nosi oscur a. P er quanto il numero complessivo d ei casi esaminati n on ia stato n1olto g r ande pur tuttavia l 'A . si ritiene in grado di con cluder e ch e tenuto conto d ella n ot evole limitazione ch e il valore della r eazione subisce a cau sa d ella in sensibilità di fronte a i casi di tbc. iniziale e di quelli lie,ri, essa non potrà avere una grande portata prRtica n el campo diagnostico d elle m alattie polmonari; infatti i ·p rogressi d ella radiologia e di altri mezzi diagnosti ci , limitano 1n-0Jto il bisogno di ricorrere a d un tale accertamento diagnostico. Importanza maggiore potrà aver e n ella diag no ti ca d elle m alattie extrapol~on ari. se .sperim ent at o su un IJiù vasto materiale, s1 d lmostrer à sufficientem ent e sensibile. ' TTCENTJ T.
TERAPIA. L'autoemoterapia. (G. LAuRE NGE . Journrrl des /Jra ticiens , 3 agosto 1935) . L 'autoen1oterapia è stata tentata . in q~est~ ultin1i anni in un gran numero d1 affez1on1 C'on risultati eccell enti secondo alcuni autori, e con veri in su cces~ i ~econdo altri. r.on1c a'' ien e o~ni qual \ olta si lancia un nuovo meto1
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do di cura, esso vien e applicato a proposito ed a sp ropos ito , se ne fa una panacea l1ni' crsale. Si porta c o . . ì per r eaz ione il discredito su metodi t e1a1,;eutici, che invece nel limite delle loro preci se indica zioni meritano la maggiore co11sidera1.ione. Cr nviene pertanto determinare in quali condizioni l 'autoerr1oterapia può riusci re utile. La tecnica è semplice. Si aspira da una vena d ella piega d el g omito· il sangue che viene poi in,1mediatamente iniettato nella r egione g lutea o i1ella coscia . Si d eve osservare un'asepsi ed un ' antisepsi rigorosa e praticar e l 'iniezione p r ofondan1ente in piena massa muscolare. -~'e gli adulti si inietteranno 10-12 em e.: qu antit à ma ggiori non sono più effica ci e provocano dolore e i'mp·accio n el punto d 'ini ezic11e. Nei b·a n1bini d a 2 a 7 anni si iniettano 2 em e . Ordinar ian1 ente si praticano due iniezioni alla seLLi1nana; il numero d elle iniezi·oni varia a secon da della malattia, talvolta p er notare u11 su ccesso bisogna praticarne 25 o 30. Gli a ccid·enti sono eccezionali: sono state r egistrate r eazioni a tipo serico , aggravan1ento della i11a lattia. I d·i sturbi in1mediati sono di scar sa in11)orlan za , tutt 'al più un po' di cefalea o una l eggera ipertermia . L 'a utoe1noterapia 11a d a to su ccessi incontesl abili in dermatologia . L ' orticaria cronica o acula, gli edemi di Qui11c ke con con1itanti o isolati sono fr equente111ent e mi,g liorati. 111 tutte le forn1e prurig inose (prurigo di.a1esi co , pruri g o di H·e bra, prurito essenzial e, prurito delle placche di neuro-dermite) si ha molto sp esso la scomparsa o l'attenuazione d el disturbo se11sitivo. L 'azion e sulla lesione cuta n ea è m en o manifesta e costante. :\"eg·li eczen1i si h anno risultati m eno brill nnti . solo n eg·li eczemi dei lattanti e nell'eczen1 a bolloso d egli a dulti è stato r egi's trato qua lch e s uccesso. Nell 'eczem a seborroico è assolut[1n1ente ineffi ca ce. ~e ll a d erm atite di Brocq , nell 'h erpes r ecidivn11t e si IJos- on o aver e an che g uarig ioni. Ancl1e sulla p yliriasi s r osea di Gibert, sull e de rmatiti di' Duhring si possono aver e mig liora rr1enti. I11, ece 11elle d ermatiti acute professio nali e n el licl1ene piano l'effetto è nullo . L 'autoem oter aJ)ia ha dato pochi su ccessi n ella tri co fi zia , n ella piodermite, nella follicolite : n elle idrosa d eniti. i risultati furono più incor aggian t i. 11 i11elod o h a la su a indicazion e più pr ecisa n ell a foruncolosi gen eralizzata . I risultati sono J1iù t angibili quando l 'a ffezion e è r ecente ed a ct1ta. In ce rte form e di algi e, speci e in quelle ch e accon11)agn an o l o zoster , 1'auto en1oter apia d à s11esso b u o1Li risult ati. Ne Il e forn1e étll ergich e (orti caria , morbo di (~ui nc 1~~ - febl1re d a fi en o, a i11a. ecc.) l'autoerr1oter a11ia dà soYent e effetti sor pr endenti . 1
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Felici risultati i so110 a,-uti ancl1e n el r eun1atismo subacuto e cronico. Il meto do è st.ato tentato n ella cura del tifo, della poln1onite, della pleurite e. delle febbri eruttive, ma si è dovuto abb·andonarlo . Solo· rtell 'eresipela , nell 'infezione gonococcica , n el1'en cefa lite letargie.a sono stati regi'strati su e• cessi. L 'autoemoterapia è impiegata d ai tedeschi itella cura d ella tube r colosi poln1onare. In Erancia vi si ricorre solo nelle emottisi abbondanti , essendo dimostrato che essa è efficace i11 tutte l e sindromi emorragiche : emofilia r porpora , anemie g ravi criptogenetiche, ecc. L 'autoen1oterapia vanta anche, qualche su ccesso n egli st ati di depressione in psichiatria , n ell 'ozena ii1 otorinolaringologia , nonchè in alcune affezioni oculari. Recentemente si sono registrati su ccessi .anche nel trattam·e nto dell'emorragia cerebrale. ll m eccanismo di azione d ell'aut oen1oter a1)ia è controverso. Secondo Ravaut si tratta di un processo di vaccinazione. I>umollard pensa che si tratta di uno choc emoclasico , com e dimost.rere·b b·e la leucopenia e l'aumento d el tempo di coagulazione subito dopo l 'ini ezìonc. Certo è ch e il sangue uscito dai ' rasi a cquista proprietà particolari, autnenta sopratutto il suo potere germicida. In seguito all 'autoerr1oterapia si tro\ ano aum entate nel sangue le globuline di cui è nota l 'i1nporta11za nella genesi d egli anticorpi. \ ' iene aumentato il poter e di fissazione d el sistema r e licolo-endoteli.ale ed il p otere batterj cida d el plasma. Si tratLa inson1ma di un 'azione n1olto compl essa. Con1unqu·e all 'atto pratico il ' alor e terapeutico d el m etodo è ineguale ed incostante, m a tuttavia non trascur.abile. Il pratico potrà ricavar11 e n otevoli vantaggi se lo adopererà solo nelle malattie nelle qua li ! ,esperienza n,e ha dimostrata l 'eflìcacia. Convien E: iri cgni modo tener present e che esso è i11nocuo e perciò può essere ten tato in n1olti 1
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c~si.
DR.
La piretoterapia della paralisi prog1·es• s1va.
(f\I. MoNT.l\SSUT. s to 1 U35).
Bu ll etin
Médi cal , 31
ago-
Era stata da tempo notata l 'influenza favor evole d ei g ravi processi febbrili sull 'andamento della p aralisi progressiva. Erano state notate r emissioni n el corso di uppu1·azioni 1)r o l ungate, d ell 'eresipela , d ella polmonite e del tifo. 1Fondandosi su questi dati clinici Wag11erJauregg p ensò di provcare la febbre a scopo terapeutico . Tentò la tubercolina , il vaccino artificial e, l 'inoculazione d ell 'eresi1Je la p er fi . . _ sare fin almente n el 1917 la sua scelta ulla malaria. I r isulta i i furon o così incoraggiati
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SEZI ONE PRATICA
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cJ1e il 111etodo si diffuse rapidan1e11te e su larqual cl1e giorno , i11e11tre i)er ,ria j l)Oder111ica ga scala per modo che si r;otette avere ':1na c~ dura 8-12 g iorni. Al J.)rir1cipio dell 'i11cubazio11e sistica abbondant e e tale da poter precisare il si hanno leggere oscillazioni termiche µ er 1r;etodo di i11oculazione, la scelta d ei malati, riassorb·i mento o choc , e verso le fin e dell 'j11forn1ul.are le controindicazioni, stabilire la cubazione nuove e leggere elevazioni terrr1icl1 e proo-nosi ìn11nediata e lontar1a. irregolari; seguono gli accessi intern1itte11ti trattan1ento dovrebb e iniziarsi precoced appri1na 1ipici co11 il peri.odo deJla tei·zana e 1r1e11te, i1ella fase iniziale della i11alattia quanfeb·b re a 40°-41° e defervescenz.a netta. Poi gli do i fatti Jr1entali non sono accentuati e lo sta - ~tccessi si avvicinano fir10 a diventare quotito iìsi f:o b en con serv.ato. Ma il p ii1 d elle. volte i diani. 111alati capita110 all'osservazione del m edico Tra le con1plicazioni più frequenti sono da solo qua11do il decadin1ento psicl1ico è g ià inicitare l 'erpete., l 'ict.u s apop.Jettico, i decubiti , ziato se non pror1unziato. Tuttavia la cura ' 1 a la cacl1essia rapida, l o scoppio della n1ilza , ]e • tentata in ognj stadio della malattia a meno . emorrag ie. cl1e non vi siano controindicazi oni. Spesso ]a malarizz.az i.or1 e aggra,ra transitoPer quel ch e riguarda età occor;e t~ner ri.a1ne11te lo stato i11entale (eccit azione psicl1i i1resente che verso i 60 ar1n1 la malar1z7,az1011e ca, turb·o lenza, manifestazioni confu sionali e è meno e11icace e più pericolosa. oniriche), il ch e nort ha significato prognosti· La gravidanza costituisce una cor1troindica- co grave. zione i)arzial.e : si può avere un. ~a 1:to regolare, Talvolta do1)0 qu.alcl1e g ior11 0 g·Ii accessi cesn1.a il ban1 b•1 no d eve essere ch1n1r11zzato. sano, e peT farli ricomparire conviene ricorLa tubercolosi p·ulrnonar e in fase evolutiva, r ere ad iniezioni di i)roteine (latte , nuclein.ato le cardiopatie gravi, le deficienze epato-ren.al i cli soda, ecc.). costitui5cono controindic.azioni . Ma jg·en eraln1e11te la malaria vien e interr otta Il deperimento grave, la cachessia tern1ina.le verso il decin10 accesso con il cl1ir1ino per via costituisco110 controindicazioni : tuttavia i11 orale (gr . 1.50 ar giorno) ed eventualmente certe for111e si può tentare la cura, dopo avere r)el' via sottocutanea o endovenosa. n1ialiorato lo stato fisico, ad esen1pio con lo IO Dopo la malarizzazione si praticano cure stov.arso1o. antiluet icb.e. A Vienna si usa il neosalvarsa11 Le forn1e apoplettich e non sempre sono connei p,a esi ang·lo-sassoni la trip,a rsamide , jn troir1d i.cazioni. !F rancia lo stovarsol sodico opp,u re sulfarseLe forn1 e delirar1ti e confu sion.a li acute non nol e bismuto. giustifican~ l 'astens ~ onismo . , . . . .· .. I risultati in111Jediati della n1.alarioter a1}ia ... oIì parassita n1alar1co che d a i n11gl1011 r1su]no impoi·tanti. I Jo stato fisi co inigliora s en iLati è il 7J:la.sm,odiuni vivax, . agen~e ~ell~\ terbil1nenle aun1enLa il peso e l 'appetito. MiglioY.011a benig·na . Esso dà m.an1fest~~1on1 ~iu r~ rano J.a parola e la scrittura , si attenuano i digolari , p1iù d osabili e controllab1l1 con 11, cl1i.sturbi della rcflettività , mentre rin1ang·ono r1 ino etl ha una vi t ali.tà molto grande; puo es· 11resso ch e immutati quelli pup,i llari . Le mani..:t-re trasmesso d.a uomo a uomo ~un1erose vol festazioni psichiche sono le più favorevolment e le. r\.lc u11i provocano la malari~ ancl1e meirJfluenzate: retrocedono gli stati con fu sionali diante la puntura di un anofele infetto. e delira11Li, g li st ati di ec~it azione, tu~te l_e, fo1:l\{a di solito il prele,ra111e11to si fa a.al.la ,rena di un ])aralitico ma]arizzato, prefer11b1ln1ente 111e di attività i11entale riprendo110 v1vac1ta , 11 clecadimento si .a ttenua fino al !)Unto d.a conr11a no11 necessarian1e11te durante un accesso se11tire al paziente di ri1)rendere le sue occufebbrile. ,. . Sono suffi cienti 2-3 eme. che s 1n1ettan~o l?er pazioni. Le 1nodificazioni. un1orali (sangue e lj_quor) n on procedono di pari passo con il ~1 i Yia ei1dovenosa, oppure 6-10 eme. per v~a ino-lioramento neuro-psichico. Solo a egu1to tran1uscolare e anche sottocutanea. "La ricerca ti ei gruppi sanguigni tra datore e ricevitore è del traLtamento a11tiluetico la reazione di Wassern1.ar1n diventa con il tempo neg·ati,ra. lllUtile. I risultati lontan i della n1alarioterapia so110 La via endove11osa è la più rapida. Ma q:ue]la n1eno decisi , 11el sen ~.o cl1e l 'e,rentt1ale mié?lioi11t ra111.uscolarc o sotto·c utane.a consente d1 ;me~ ramento non s empre pro gredi~ce o i)e rs1 st ~ . g lio dor11i11are l 'i.nfezione n1alarica 1 è qu1nd1 ])r eferi.bile nei c~si nei q_uali lo stato ~e11eralc Lo statis1iche fornite d.a i vari :\.A. da11n o r1sulLati vari 111a in c omplesso si. può affer111are del paziente lascia a desiderare. Al~un1 nialache le ren1issioni con1plete si l1anno n el 25· rizza110 conten1poranea111ente 11er via endove32 <}6 dei casi trattati . Le r e:ni ~ sioni i?c?m11osa e sottocutanea. plete oscillano invece n elle di ver se stat1 t1 cb e Sono stati fa i li a11 che tentati vi di i.ni~zione dal 7 al 50 <J~ . del sangue nel racl1id~ , nel ~ervel lo ~ ne:1 ve~ L e ricadute non sono rare spec ie nel cor so l ricoli , 111a con effetti nor1 incoragg1ant1. L 1d el 1)rin10 anno e la loro progn.osi ~iman e g r anoculazione d1 liquor, invece cl1e di sangue , 11a ve ancl1e se si r ipete la nta]ar1zzaz1one. Gr oss dato risultati i11costanti. e SLrau sler aff.ern1ano cl1e do})O tre anni dall a L 'incubazio11e _p er via endo, ·enosa dura
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aceto11i.co, pon1elli a l princi1)io pallidi e poi arrossati, polso frequente, ipote n sion e vasale, spesso von1ito. Ma ol tre che i1cl diabete il co1na può \'eri ficarsi in altre condizio11i: nefrite, emorragia cer ebrale, frattura del cr anio , tun1ore cerebraJe1 m enin g ite, insulini.smo. Ciascun con1a h a piccoli. segni ch e potrebbero con sentire a d un clini co sperimentato di accertarne la origine, ma n ella grande magg ioranza dei casi tale a ccertamento si fa in ba . . e ai d ati an amn estici ed alla presen za dei si11to 1r1i d ella malattia cau sale. In genere la diag nosi di coma diabetico \ ie11 fui ta in base alla conoscenza d ello stato di 1naJattia d el pazienl.e (qua ntunque possa ca1)itarc cl1e il coma sia la prima rr1anifestazione rileYata clel diabet e), l 'inizio graduale dell 'a ce i d ente in qua nto il paziente entra in coma lentamente e talvolta a n che n el corso di due o tre g iorni , l 'alito acetonico , la g licosuria e la ch etonuria , l 'ipergli.cemia , l 'abhassam·ento dell a riser va alcalina. I fatti ch e comandano il com a diabeti co possono riassumersi in tre gruppi, ciascun o dei quali può essere modificato da adatti espedienti terapeulicii : 1) Complesso dial>etico: i1Jerglicemia. ecCf-sso di corpi ch etoni ci riel san g ue , riduzione della rjs.e rva alcalina; tali fatti possono e ~"' ere corr etti co11 1'ins ulir1 a . 2) Complesso di · disidratazione: tes ut i poveri di sang ue, diminuzione della n1as~a d el san gue, ipoten sione vasale, concentrazion e d el sa11gue con aun1ento d ell 'urea, d elle eJnazie e d ell 'en1oglob ina e din1inuzione d ei clorti.ri : tali fatti possono essere corretti con i ·iniezion e ipodermica o endoven osa di abbon d ante quantità di acqua. 3) Con1plesso d ella forma dei tessuti in r elazione all 'incapacità di utilizzare i carboi drati a cau sa d ella defi cienza di a cqua, di insulina, nonchè d ell'avvelenamento ch etosi co: t.ale fatlo può esser e corretto con l 'in sulina, con iniezioni di acqt1a e con la somn1inistra1i1)ne di piccole d osi di alr.ali. Con viene comunque ten er presente anch e agli effetti del trattamento che nei. diabetici il corna può essere provocato dalla sospensione clella cura in sulinica , da infezioni, irregol arità dietetich e, ipertiroidi mo, pic coli inIl trattamento del co1na diabetiro. terventi cl1irurg ici, shock nervoso. (H. J. Jo1cN. JoiLrna.l Americ. 1 /cdic. Assoc. , 2± (1 trattame11to insulinico d eve essere prati a rrosto 193'5). calo pronlan1e11te in dosi sufficienti . Convi en e L<'ner presente ch e è n1eglio largh eggiare nel Il co111a diab etico è tra le ' 'arie forme di cog enere. Si può comin ciare co11 I 'iniettare per n1~t il lJiù su cc ttibile di guarigione, p·u rch è la via endovenosa 40-50 unità , e quindi ripetere cura sia solleci ta , adeguata, effi ciente. Da ciò o oni m ezz 'ora iniezioni di ·20 e.nità fino a ch e l :t n ece sità di una diag·nosi IJronta ed esatta i{' tasso d ello zuc ch er o r aggi unge c irca i 25 0 a 1 primo manifestarsi d el male . L ·u ]Jelto di un paziertte di con1a è caratte- milli gr an1n1i per 100 eme. di angue. I11 s,'auito I 'insulina si darà ogni ora o due. ~e ri ti co : incoscie11za , re pirazione affannosa , ~ont e1111)o ra11 ean1 ente si iniettano soluzioni cli lal)l)r a seccl1e , lin g ua l)al i11osa e secca. alito
cura si l) UÒ scartare ogni eventualità di ricaclute. La inortalità ·è grande q.urante il primo anno e si abbassa negli anni. s.u ccessiv i. Tutto sommato dopo l 'esperienza di quasi 18 an11i si può con cluder e ch e i ris ultati n ella inalarioterapia son o incontestabili: si può riten ere per sic uro ch e circa un quarto dei. mal ati sono r es tituiti a lle loro normali attività , rr1entre per oltre un terzo si ha un miglioran1ento ch e può consentire un 'attività ridotta o per lo n1eno 1:assistenza a domicili.o. È questo g ià n1olto per una malattia ch e condann ava al cent o per cento g li individui c]J e 11e er a110 affetti. I successi d eìl.a malarioterapia hanno indotto a t entare altri mezzi di sieroterapia allo scopci di '3aggiar11e g li e\•entuali vantaggi sia nei rig uardi dell 'effi cacia come d ella pericolosità . I tentativi con la febbre ricorr ente, che del re to furono fatti fìn dal 1879, sono stati ri1)r esi, n1a non hanno dimostrato una effettiva superiorità in confronto d ella malaria. La tubercolina , il \ accino antitifico e simili 11011 11anno dato e ffetti migliori. Tra g li agenti. piretogeni di n atura chi m ica, ron1e i l latte, il nucleinato di sodio, lo zolf0, il più c onsigliabile si è din1ostra to quest 'ultimo. Si pra ticano inzioni endomu scolari di. soluzioni di zolfo , o zolfo colloidale. La quanl ilà da ir1iettare varia sec ondo la r esisten za dell 'individuo e la te1nper atura che si vuole rag gi.unger e. Gli accessi febb.r ili ch e si provocano così sono clinicamente analogl1i a q u elli malarici, rna i ri ·ultati t erapeuti ci sono infe. . 1'1 01'1. La diatermia tentata ·d a Cash l(nig e Cook e poi da Neyn1ann e Ostborrte con sente di n1ante11ere il paziente ad una temperatura costa ntem ente r egolabile. v-iene applicato su tutto il cor1)0 o solo per via transcerebrale. Cort esi, ch e l 'h a lar gan1en te sperimentata , affern1a cl1e l 'azio11e curativa è più rapida , ma più sup·erficiale e meno durevole . La tecnica p er al l ro è a n cora p ericolosa. La balneoterapia ca lda è stata ab-b andonata f'er le sofferenze cl1e p r ovoca il lungo sog g iorno in acqua a 45° , e p er cl1è dà ri sultati DR. n1ediocri .
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SEZ I O~
E PRATICA
sale o destrosio l 'i11sulina può esser e agg·iu1 l1 a ~ queste ~oluzi oni. Al riguardo va n otalo cl1e la somn1inistr azione di liquidi ha un valore eguale a quello de11 'insuli11a. S·i i)ratican o ipodermoclisi o fl eJ-,oclisi di soluzione. fisi'o log'ica o .di soluzion e cl.i destrosio. In seg·uito s i praticheranno le la' 'ande abbondanti dello stomaco con a cqu a fredda e leg·germente alcalinizzata. La son1111inistrazione di d estr osio per v ia end ovenosa è utile allo scopo di ridurre l 'avveleuan1e11to chetogeno . Si ir1iett era11no 250 eme . di soluzione al des trosio al 10 <y~.. I 25 grammi di destrosio eh.e entrano in circolo sono r api ù am ente ])ruciati da 12 unità di insulina. Ripetendo le fleboclisi a distan z,a di tempo fino a d are 100· 200 g rammi di destrosio si può essere sicuri ch e questo è rapidamente distrutto dal l 'insulina iniettata nel cor so d ella cura. Il destrosio così iniettato ha un 'azione anticb etogena. in quanto la inc? ~pleta c~m~u stion e dei o-rassi è ridotta al m1n1n10 e qu1nd1 anch e la l)~oduzione di ch etoi;i. . La perdila di cloruri ch e s1 ha sopra t':tt.o con il vo111ito è compen sata da lla somm1n1strazione cl1e se ne fa con la soluzione fi s iolo• g1 ca. Oltre queste cure ess~ n zi ali ch e con;ibatto~o dì r ettan1e11te il male, v1 sono quelle accessorie at Le a sosten er e le forze d el paziente ed a ric~urre l 'intossicazione. Il malato d eve osservar e 1'assolt1to riposo a letto b en coperto e riscaldato con bottiglie d 'acqua calda; si prati ~ ch er anno lavand e intestin ali e gastrich e; s1 sommi11istreranno cardiocin eti ci per iniezione , sopra t utto la caffeina: Appena la tolleranza clello $t o111aco lo con sentirà si daranno spesso })evande, specje di su cchi di agrumi, ed appena pos ibiJe s 'inizierà l 'alin1 entazione con uova , Ja lte e burro . Se quest o trattamento vien e ini~iato t empestivan1e nt e e scrupolosamente s1 può avere n1olta i)robabilità , quasi la certezza ?i av~r~ r ao-ione clel i11.ale. Certo n on sempre i med1c1 ha~no a clisposizione i m ezzi d'indagine per far e la diag·nosi giusta , n·è i n1ezzi terapeutici adatti: ciò dà ragion e del fatto ch e la m ortali tà per con1a diabetico s i mantiene a n cora abbastanza elevata. Il coma diab etico può esser e compli cato cl.a disturbi cardiaci (iposistolia , fibrilla~i.one ~u~1 colare) cl1e lJossono .ess~re cor~1battut 1. con. 1n1ezio11i intramuscolari dl caffeina , ep1nefr1n a e dig·italina. 111 caso di collasso cardiaco si pratj èl1eranno iniezio11i end ovenose di st rofantina. La e Yentuale anuria o oliguria de,re essere i)rontamente con1battuta con ini ezi?ni ~ndove~ rtose di soluzio11e di 'F isch e r. La r1tenz1one di l1rina clur ante lo stato di in coscien za farà procedere a] cateterismo.
DR.
DIVAGAZIONI La sorte degli scienziati espulsi dalla Germania. La Germania continua con sempre n1 aggior e inten sità l 'opera intrapresa di cc epurazione d ella razza » ch e, a parte il con cetto troppo lE:orico di razza pura, appare un g r ande err ore ll·Ì o-sociologico, non diver so da quello ch e lirnitasse le 110.zze ai componenti di una stessa fa1ni'glia , di uno stesso clan o tribù . È d a un saggio miscuglio d elle razze ch e si. trae un a 1l1ag·giore vitalità e· ch e si può m eglio forgia r e l 'uomo, n el più alto significato della {)élrola . . Una legge r ecente ribadisce le p rime diSJ)Osizioni, arrivando a proibire i rapporti sesf:Uali extran1atrim onia li con ebrei ed individui di san gu e tedie sco , pena la prigione e d elle a1r1r11ende pecuniarie. A partire d alla P asqna del 1936 , gli ebrei dovranno frequentare srt•ole speciali , con insegnanti pure ebrei. "\fa il pi ù curioso è una sorta di matematica raz. ziale per cui si stabiliscon o i g r adi di iJU rezza dell~ razza ch e deve essere , per esem pi.o , del 100 % p er i g iornalisti , d el 75 % }Jer n1 ed.tc,i ed .a vvocati· e così via. Tutt e queste leggi nonchè le persecu zioni politich e h.a nno costr etto una g·ran quantità di o-ente ad e111igrare. È forse la prima volta n ella ~toria ch e i veri.fica un fatto di tal genere in qu_este pro!Jorzioni. 'F atto ch e viene chiamato fenon1eno s torico per chi n e è l ontano n ello spazio e nel te111po , ma ch e è dolorosamente t1 &g·ico ì)er chi lo vive , tanto pi~ ch e - ~elle attuali cor1dizioni di disoccupazI.on e e d1 fer oce difesa dei confini e d elle nazioni - ogni $l raniero ch e intenda fi ssarsi in un paese rappresenta un elemento indesiderabile. Se ne compre11de agcvoln1ente la ragione, anche dal so Jo pu11to di vista economico; cosi i chirur11' Ì t ed escl1i cl1e ì r1 cert e città della Svizzera pra~icano tariffe di 50 franchi per un 'appendict.:Jctoro.ia i1on possono esser e veduti. di buon occhio dai collegl1i locali. 'f ra gli emigrati, numer?si ~on~ s~ati i pro~ res ori u11i versitarii e gl1 c1en z1at1, fra cu~ de ]le celebrità mondiali con1 e Einstein ed altri (C pren1i Nob·el n. Il numer o si. ~a ] co l a ~ .1200, l'r a c ui 311 m edici e 169 chim1c1. La cr1s1 ecoL1omica ed i criteri di economia dovunque vig·enti i1011 h a11no . per1?esso di. crear~ .per l ~ro dei l)Osti n elle un1ver s1tà stranier e. 1 1n com1nciò a raccogliere dei fondi speciali e qualcuno po1 è otte11ere delle l)orse per continuare le ricerche intraprese; a d altri vennero affidate d elle conferenze. P er g li scienziati di fama , la cosa ru r elatj ,an1ente non difficil e, ma b en di,'ersa fu per oa l i altri ~ specialmente per. i g 1ovan1 . In alcuni pp.esi , com e per es. a ur1 go, si fondò 1111 uffi cio di re.ciproca a sistenza , 11er ct1i quelli più fa,'orili dalla sorte aiutano gli 1
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cc JL POLICLINICO
a Jl ri. Circa 150 iJrofessori trovarono posto a l· 1'l.:niversità di Istanbul, reoenten1ente riorga1ti.zzata ed ingrandita. Si fondò a New York la « Ne\v Scl1ool of Social Ptesoorch » dove i profe5sori , tulti tedescl1i emigrati , inseg11ano ,,arie specialità. ~folti ebbero posti all 'Università i r aelita di Palestina, dove però si. è g ià raggiunla J.a saturazione. Alcuni furono accolti nelle università del Sud-Ameri·ca, altri SJ)ecialmente tecni ci sono utilizzati nella S1)agna ed in Portogallo. L'Istituto Warburg , con tutto il personale, si è trasferito da Amburgo a Londra. Di 650 universitari , 366 possono continuare i loro studì; di cui 165 in Gran .Bretagna , 68 agli Stati Uniti, 3·5 in Francia. Altri 240 hanno posi.zio11i stabili, di cui 40 agli Stati U niti , 21 in Pale::;tina , 11 in U .R.S.S. , 2 in 1francia. Nel 1934, i Comitati locali di assistenza si fusero in un Con1itato internaziona le; ir1 2 &11ni, sono stati raccolti. dollari 1.232.534, di cui 340.000 dati dalJ.a Fondazione Rockefeller. Sono state assegnate, per ricerche e stud1 , 13'5 borse, le quali rion costituiscono semplici opere di carità , n1a sono des tinate a proseg·uire delle ricercl1e in corso, sicchè col lavoro fatto l1a larga1nente rimunerato i. capitali sb·orsati. Certamente, la situazione -- specialmente lJer l 'attuale periodo di crisi - è quanto mai precari.a. I fondi dei comitati stanno per essere esauriti e non si pre,~ede come e donde potrélnno venire nuovi contributi.
fll.
NOTIZIA P r o f. I.
BIBLIOGRAFICA
Per il p·erfe.zioriam erito della opeira.zione chirurgica nella lo·tta contro il cancro. l~ . I stituto ·L o1nbardo di Scienze e TANSI NI .
Letter e, vol. J..,XVIII, fase. XI-XV, 1935. Il p1rof. Tansini, emerito d ella R. Univer si tà di Pavia, e sen1pre attivo ricer catore 11el ca111po chirurg ico, ritorna sulla questione g ià da lui più volte accennata in altre pub·b licazi on i dell'in1portanza dell 'iperemia per lo sviluppo del can cro, e quindi d ella possibilità, deLern1i11ando condizioni i sch emich e d egli organi e delle parti affette, di ott.en er e migliori risultati nell 'ab·lazio11e operatoria e allo11tan ar e o ridurre le recidive. L 'argon1enlo è di g rande inter es e, come tu Ll i quel] i cl1e si riferiscono alla lotta contro que to flagello de ll'umanità, n ella quale noi siamo purtro1)1)0 in condizioni sfavor evoli , data l 'ignor an z.a d ell e su e cau se; è evidente quincli cl1e Lutlo <.J.Uello, ch e anche in parte può essere di a iuto n ei nostri te11tativi di cura, e cl1 e rllpprese nta un n1iglioran1ento dei risultati ch e si possono otten er e coi n1ezzi che abbiamo si110ra a disposizio11e, è da accogliere con fidu cia r1ella peranza d1 raggiungere, sia pure parzial1n r 11le. d ei su ccessi n1igliori e più duraturi. E sono alla111 ente da lodare coloro , cl1e come
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l.A.NNO
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.prof. Tansini , IJur giunti al i11eritato ri:i-loso d ella. loro l~nga fatica, non cessano dal l)Ortare 11 contributo d ella loro lunga e illumi11ata espe.rienz~, ~ questo, che di1~ei il prohl~n1a pratico p1u interessante del can cro. 11 1.,ansini , ch e h a il m erito di a'"er e ideato un metodo operativo assai efficace di. larga exeresi del cancro della mammella, che din1inuisce di n1olto le probab·i lità d elle recidive loca li, JJ.assa ora in ra ssegn.a tutti i dati , ch e a1Jp oggiano l 'ide.a dell 'in1portanza del fattore « iperemia » i1ello sviluppo del cancro, d alle speciali condizioni di alcuni org·ani, all'età, ai rr1omenti funzionali, .a lle irritazioni di \ 7 ario genere, che sen1pre si esplicano coll 'aumento d ella circolazione arteria a del punto colpito. E aggiunge la sua esperienza chirurgica i11 a lcuni can1pi, con1e n ell 'epitelioma della ling ua, in cui da quar1do esegu e sistematicamente la l egatura oltre ch e d ella lin guale anche della carotide es terna, 11a ottenuto risultati ancl1e duraturi inolto migliori; e n e riporta d egli ese111pi di ·e\•iden za ittdubbia. Così ricorda i risultati oltenuti cla molti, e· s1Jecialmente da I. L. F.aure, n elle operazio11i addominali p·e r can cro dell'utero rolla Jegatur3. delle ipog·astriche , no11 solo 1)er la f;Jagg i0re f(j cilj tà tecnica de]l 'i11tervento , rna a11cl1e per ~l miglioramento dei risultati lonta11i. L 'invito ch e egli fa ai cl1irur.g·i di estendere lo studio d ei ,·asi e anch e d ei n er,-i in ra1)porto alle variazioni. di calibro dei vasi e quindi dell 'affius o sanguigno, in questo can1r 10 d ella cura chirurgica dei can cri. è certan1ente degno d el la . ua alta autorità e ]) UÒ esse.re fecondo di risultati scientifi ci e pratici del più grande i11 teres e. jl
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R.
CENNI G.
BAzzrcALUPO.
ALESS ..\.NDRI .
BIB L IOG RA FIC I< 1l S'enieiologia m edica , fisica e-
jurizioriale. Unione Tipog rafico-Editrice Torinese. Prezzo L. 65.
11 m:inuale cli Semeiologia cl1e il Bazzicalu1Jo h a r edatto con una co11cisio11e ch e non , -a a sca1)ito d ella chiarezza e della con1pletezza, è veramenle un ottim o Jibro di preparazione per gli studen t i , di con sultazione per i n1edici. L 'A. 11a g iusta1nente ba11dito d alla sua 01?era tutto ciò ch e è dottrinario e lusso di cultura, tutto ciò ch e ingon1bra e fa perdere di impor tanza quel ch e ·è essenz ial e ed i11ter essant e. Qt1esto invece è es1)osto in n1odo clettag liato fÙ esauriente. Num erose e 11iLiùe fi gur e illustr ano il te to. La ' 'esle tipografica è elegante. I pregi d el lil>ro sono n1es i in e,-idenza da ttna lusingl1ier a 1)refazione del l)rof. D '_\mato .
DR. (1) Si prega d 'inYiare due copie dei libri di cui si desidera la r ccensio11e.
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XLII , .\u,1. 45]
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SEZI ONE PRATI CA
RoussY-LERou..~-O BERLING . P récis d' ariato1lii e path ol1ogique. 1\iiasson et C.ie, édit. Pari . Due volun1i con oltre 500 fig ure. Ossequienti alle idee direttive d ella collezione dei « Précis », g li AA. riassun1ono , p er s tu denti, per pratici , per esam i , p er concorsi, succintament e i dati ch e riguardano l 'anaton1ia patologica, ma l 'anatomia patologica t al quale forma parte dell 'insegnamento medico fran.. ' cese, c1oe parco. D 'altra parte i1011 si pu ò eccessivamente r estringer e senza dar luogo a l acune : g li AA. , didatti sperimentati, hanno saputo perfettarr1ente scegliere le parti da passare pressochè sotto s ilenzio, in modo ch e la trattazione non ne J1a subito danno, anzi n e ,è stata sveltita. Così, p er citar e un esempio, g li AA. , non trattano l 'anatomia p atolog ica d egli organi d ei SE·nsi: g li studiosi per i quali questi « Précis » sono s lati co1npilati, 1)otranno, qualora se ne presentasse la necessità, completare con l 'ausiJi o dei trattati della specialità. Le parti ch e con1pon gon o l 'op era sono le seguenti: Parte I: lesioni elementari dei t essuti. Part e II: disturbi circolatori. Parte III: L>roc·essi infiammatori. Parte I"\r : lesion i elem entari ed infi an1ntatorie nei diversi tessuti ed organi. Parte './ : processi tumorali in genere. Part0 VI: tu1nori benigni dei diversi tessuti ed organi. Parte VII: tumori malig ni o can cri . Parte VIII: tumori d ei tessuti n ervosi, dei tess11ti m elanogenici , tun1ori emb,r i onari. Ogni capi tolo è complet ato da brevi nozio11i di an.atomia nucroscopi ca ed isti ofisiologica. Ma u11 cc compend io » di anatomia patologica non si concepisce se non con un vast o corredo di illustrazioni il più possibilmente reali. Ed è a d onore d ella casa editrice rn ctt€re in rilievo la ri cch ezza d elle illustrazioni , d egli sch emi , delle t avole a colori delle quaìi è stata d ata la riproduzione : 582 figure , 4 tavole a colori. L 'edizion e curata n ei particolari , sia ch e questi riguardino la s ta1111)a ch e la fi gurazio ne, rende Jieve la lettura e fa cil e la fi ssazione mnem onica di così vasta n1ateria. 4
M oNTELEONE.
lina). Vie11e il}. seguito lo studio d el disturbo l)Sichi co ; di cui si mostra - la molteplicità dei fen omeni , indicando il modo di orienta r ... i p er inquadrare il singolo caso n ei vari quadri n1or])osi e studiar e poi l 'essenza delle malattie psi .. chich e n ei rapporti ·con la costituzione. l 'er edità, i fatti d egenerativi, ecc. Da ultirr10, due in . . teressanti capitoli sui rapporti dei disturbi psicl1ici con la Yita in con1une e con la coltura.
fil. A. RA NELLBTTI .
I L Saturn.ismo. In-8° di 69 pa-
gine. Stab. tip. cc Europa », Roma . 1935. Il ~a turnismo è un 'int ossicazione in idi.osa ch e va soprattutto evitata con un 'adatta profilassi e va, ad ogni modo , sosp ettata e riconosciuta t en1pe Livamente per in1pedire g ravi a lterazioni p alologi ch e dell 'organis1no. E so 11a or111.ai. una vasta letteratura. i11 cui il m edi co pratico non sen1 pr e si orienta facil n1en te. Bene ha quindi fatto il prof. Ra11elletti, (che sull 'argomento ha una J)articolarecompetenza e contributi originali) a riassumer e in questo lib·r o le principali nozioni sul saturnismo , prendendone in esame l 'etiolog·ia, le cause predisponenti, le vie di penetrazione e cli eliminazione, la sintomatologia , diagnosi, profilassi. e cura. l\iiolto util e è an ch e l 'esposizion e dei m etodi di ricerca chimica del piombo. Pur guardandosi dall 'eccesso di con siderare come saturnisn10 tutte le manifest azioni in in dividui ch e possono a ' rer contatto col pion1bo , il medico pratico deve saperlo ri conoscere e trattare a t empo e g li sarà quindi assai utile qu e~ta pregevole monografia.
fil . ST1coT·r1 S. Clima e tub<'rcolosi poln1onare. Livorn o~ Arti Grafìche Belforte, 1935. l."11 volume di pag . io.o. Nell 'in1per ver .. are dei pneumoterapisti ad oltranz.a, d obbia1110 incondizionatan1e11te p lau(lire alle nuove voci ch e sor gon o i1ell a ' 'alorj zzazi.on e di ~ ist en1i curativi che fecero la ]oro i)rova, . . special111ente se tali ' 'oci giungo110 dai g1ovan1. La climatot er a1)ia n1antie11e il suo J)redon1inante valore n ell a tisioterapia. Certo de, e un clim.a esser e 1c i11di vi duale », la sua aJJplicazior1e subordi11ata allo studio del snigolo individuo, della ingoia forma morbosa. L 'A. ce nt-~ d à i capisaldi: ci ricorda le opinio11 i passate, l e opinioni e le discussioni rece11 ti. Un buon con corso in tali studi , ci viene dalle osservazioni personali d ello SticoLti , eseguite s u circa 500 a1nn1alati , tenendo in parti colare Yisjone le complicazioni en1ottoich e. Li})retto sen1pli ce senza pretesa di gettare nuoYe teorie, ma con la presunzione , felicem ente realizzata, di esser e utile al medico pratico. 1
K.
B1RNBAUM .
Die M-' clt des Geisteskra.n ken.
' 'ol. in-16° di 157 i:>ag., con 7 fig. , rilegato. J. Springer, Berlin , 1935. RM. 4,80. Il libro dell 'A. ci porta a con1prendere le caratteristi ch e dei disturbi psichici, studiando le psicosi da tutti i lati , dalle n1anifestazioni esterne alla loro intin1a genesi , in modo da giunger e alla più profonda comprension e delle n1alattie psichiche, all a loro base, al n1odo con cui si producono, ai loro effetti. P er b en con1prendere la vita p sichica norn1ale, l 'A. incon1incia da quelle a lterazioni che po ... sono e . . ser e prodott e artificialmente (me ra-
~Io xTET EOXE.
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« IL POLICLINIC0 »
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XLII, NuM. 45]
I CONfiRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURGIA. XLI Uongresso della Società Italiana di Medicina Interna. (Bologna, 23-26 ottobre 1935). 1,Continuazion.e; · v. num. prec. ). PARTE
III.
La crescita dagli 11 ai 17 anni ed i valori medii da ser\'ire alla valutazione della costituzione individuale in tale età secondo il metodo Viola. F. S~mAssr . - L'C?· inizia affermando che scopo delle ricerche eseguite è stato quello di studiare l 'a11a_lo111ia e Ja ~isiologia di quel periodo dell 'acc1 e·sc11nento che comprende la maturazione sessuale. Con1e. il Pediatra ha sentito il bisogno di una n11a lor111a e di una fjsiologia della infanzia così a.11~he ~i ha il bisogno di una anatomia e df una f1s1ol og1a d ella pubertà, la quale è rimasta finora tra scurata. Di siu.esta età ~i così _grande interesse biologico, perch e in essa s1 compie co11 la inaturazione sess~ale la po·ssibilità della oonservazione della spec1e, ~nanca~a ~ella letteratura contemporanea uno studio cost1tuz1onale , morfologico e funzionale conòotto con una visione adeguata alla complessità dell 'argome11 to. ' . Peso, st.a tur~, perin1etro toracico rappresentano 1 caratteri universalmente studiati e raccolti in una vastissima bibliografia. ,Si è cercato di misurare. il 111aggjor nun1ero òi organi e di funzioni , spec1aln1ente quelli che sono oggetto dei nostri nletodj d'indagine clinica . I dati sono stati elaborati ·secondo il metodo statistico applicato allo s tudio clella variabilità esposto ed illustrato nella l{elaz ione dal prof. Viola. I g ruppi studiati possono ritenersi sufficient i p~r una el n])orazione statistica, perchè composti ?1 un numero di soggetti vario da 50 a 100. Per 11 gru111)0 delle femmine di 11 anni che è di 20 soggetli si è data solo la Media aritmetica essendo tale gruppo insuffi ciente p er la elaborazione statistica. A~la obiezi?ne che i g ruppi di 50 femmine per ogni ~nno d1 ~t~ sono trop.eo e igui per una elab.oraz1one s la l1 st1c3, crede <li aver ris}:>osto esaur1en l ~ 11le11 le cori il calcolo ùi controllo dei parametri u un g ruppo statistjco di 50 soggetti estratti a sor te <la un gruppo di 100. J parametri nei due gru11pi o so110 ide11U ci o mostrano differenze trascurabili. Questo controllo ha una notevole importanza metoclologica, perchf. le ricerche non se111p re "'i pos·son o es tend ere a un grande numero di sog~e tti. I paran1etri calcol a li sono la Media arit111etica (Ma) , la 1\Ieui:l seriale (l\!Id), il <J (sigma) o scosta111e1 tl o tipi co dal] a Md, il v ovvero coeffi ciente <.ii Yariabilit?t, 1 ampiezza <li variazione o va1riafi Inoltre son o statf calcolqti n1olti coefficienti ai cor_relazion e. I1t possesso dl ql1 es ti parametri si puo J)roced 1 ~re alla valuta7iOn{ della costituzione ~ndi~· idt1? lè cJ~i g iovani in , r cpporto allo svilt1ppo mect~o. d1 ognt anno da 11( c1 17° compiuti. Gl1 111c rementi delle 1nec l ir. delle singole mi'sure dura11 te il periodo noi con siderato e che comprende sicu rn111 en l0 la pt1bertà, in le a co1l1e 111a-
na
Lurazio11e se-Ssuale, preser1ta110 una intensità diversa lu1lgo la scala degli a1111i. ~ 'inten.s ità ~i. é.lccr esci1n ento maggiore per n1olte misura 1 ver1f1ca nelle femmine fra i 12 e i 14 anni, nei J11aschi fra i 13 e i 15 anni. A 10 annj Je misu rf• degli uomini sono pressochè uguali a q nelle cleJI~ dorine; a 11-12 anni nella grafica d ella maggior parle delle mi'sure lineari e cubiche (lvvicne cl1e Ja curva delle femmine sale al disopra della curva maschile fìno a 14-15 anni (solo p_er il perimetro della coscia fino ai 17 anni) ; poi Si_ ha la rJecussazione deJ le ,curve, perchè le mecl113 in ascb.ili s uperano Je femminili. Se $ Ì consideril che il 20-25 % delle ragazze bolognesi pre'3n11tano la prirna mestruazio11e prim a di ro1npiere i 13 anni e cl1e a 15 sono mestruate nella proporzione de] 98 ~~) è giu tificata l a neduzio11r c he i ·accrescjmen lo accelerato d ei 12-14 nnni coincide o precede cli poco la m anifestazione ·:'icura della maturazione sesst1ale, la quale si pre:::enta cor1 u11él variabilità cronologica che va (lal1'll 0 al 14° anno com.preso e con una inaggiorc frequenza nel semestre anni 13 e mesi 7 - 14 anni. Le curve di accrescimento medio nei due sessi ~ono diverse: molte grafiche delle femmine diq1ostrar10 un incremento fino a 15 anni, poi l a lirH'a as~11n1e u11 decorso pia11eggiante, perchè a 15 a1111i molte misure ba11no ra ggit1nto i) valore drfinjtiYu Consiclerando le curve di accrescin1ento dei rnn ~r hi e rifE:rentisì non ·solo a caratteri morfolog i· ~ i , l1la aJJrhe a ca r3tteri funzionali, si con s ta la lln 111c·1e1nento continuo , sia pure cli intensi1 à diversa, fino a 17 anni, per cui la grafica ba una forma lineare obliqua e , olo a 17 anni mol1 i rli qt1esti caratt eri raggiungono il ]oro valore definitivo . La diver sità dell e curve di accrescimento nei due se ·si si può comprenclere ammettendo che rLei ma chi i fattori dell'accrescimento corporeo puberale intervengo110 non solo con maggior e inten sità, nla con cronologia diversa (e terocroni'smo) tler cui quell'incremento accelerato che in certi soggetti si presenta a 13 anni, in altri si presenta n 15-16, con una maggior frequenza però a 14-15 • nnn1. È ovvio che il gruppo con pubertà tardiva contribuirà ad abbassare le meòie <lei 15-16-17 anni , ' cosi conle il gruppo con pt1bertà precoce eleverà le medie .-li 11 , 12, 13 anni. Senza ammettere un eterocronismo inclividuale dell'accrescimento, più spiccato negli uomini che rtelle nor.ne, 11011 si potrebbero co1r111rend er e ]e g rafiche dell 'accrescin1ento medio di r11olte misure. J, 'eterorror1is1no d ell 'nccresc il11 c11 lo va l)ro habiln1ente di pari paS'so con 1'et erocroni smo deJ1 a maturazione sessuale ed è vP.rosimile cl1 e vi ~ i ~ un'l 1naggiore variabilità ma ~chi] e della nlaturaz jore sessuale lungo Ja scala degli anni. Su ques to argomenlo 11 on possiarno pro11unciare un giudizio esatto co1ne per le fe1nn1in e i11 cui l 'e lerocroni mo rimane compreso fra 12 e 14 anni, mancando per i maschi Uli èl •lata precisa a cui riferire l 'avven t1ta maturazione ·ses'" uaìe. Siccon1e con l 'avve11u1a n1aturazione sessuale nelle fe1nmine a 15 anni si chiud e quasi l 'accresci1nenlo di molte 1nisure, ·1Jecial111e11te cli queJlc lineari a r t1i partecipa lo scheletro , si è detto che lél n1a l t1razione se su ale con lln n1eccani·.smo en-
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XLII,
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SEZIONE PRATICA
rlocrino inibitorio arres ta l 'accre ci1nen lo schel etrico enco11drale. Sla contro questo conceLlo il diverso rapporto fra accresci111ento corporeo e maturazione sessuale in molti 1nam111iferi. La ragione probabile per cu j I 'accrescimento -corporeo cessa nell 'uomo e 1lel1a donna a n1aturnzione sessuale raggiunta, va riferita al piano di :sviluppo corporeo che nei due se·ssi presenta caratteri ctiYersi per ciò che riguarda la massa che I 'organismo deve raggiungere e per ciò che ri.gu.arda !a variabilj là cronologica dell 'intervento dei fattori che provoca110 e regolano la nlatura.zione sessuale. Nel m o1nento in cui dopo l 'anfir11ixi avviene la d e terminazione del sesso del nuovo individuo an:Cora unicellula.r e è già segnato il d estino individuale, sia J)er ciò che rigt1arda l 'accrescimento, sia per ciò che riguarda il 1no1ne11to della maturazione sessuale. Le proprietà del patrimonio e reditario ·si espli-ca110 ~un ~ro Ja ontogenesi sotto l 'influenza reciproca di ~attori esterni e di mecca nismi regolatori ce11dogeni, dalltl cui azione armonica deriva il fenoli.po rneclio della specie. Anche l 'esplicarsi al montento opportuno e con ritmo diverso dei meccanis1ni regolatori è funzione del patrimonio ereclitario. Nello stuclio di molti caratteri anatomici e fun1ionali delle fe1nmirte è apJ)arso di particolare interesse e sig nificato l 'accr escimento d el cuore e la 1popla~ia relativa cardio-polmonare. I diame lri del cuore nei due sessi presenta110 J1ei nostri gruppi un i11crcmento uriiforme che <Continua nella età adulta: non risulta cioè un :accelera111ento puberale ciella cr escita. Mette11do a confron1o l'accrescimento nei due ·sessi e i valori 1nedi delle sjngo]e misure, una d elle <iiffe rf'nle cl1e lJiù colnisce l 'attenzione ri·gt1nrda la grandezza clel CllO-rP , la Capacità vitale ic il valore toracico I dia1netri del cuore (dia1n etro trasverso, dia111e lro di larg·hezza e dia1netro longitudinale) Jun·g·o tutto il periodo cii accrescimento da noi ron'Siderato, ·~orlo i1olevolmente inferiori nelle fem min e, co11le inferiori sono nella età adulta (Viola , !Benedetti , Sabena). È eia tt1lli a.rrin1 P ~ sa e dimostrata una fort e cor·relazione fra volt1n1e del cuore da un lato, statura, peso F! valor e d el tronco d al] 'altro. Risulta t\h e dai 12 ai 14 anni peso, statura e valore tronco sono supt3riori 11elle femmine, 11elle tJUali il volume del cuore è mi11ore. An che il peso del cuore 1(• 111inore nelle fem1nine in og1li età della vita (Rossle). D.3to ch e fi110 a 10 anni le misure mo:r.folog icb e r(' fu11 zio11ali n ei due se si 50110 l)r e·ssochè u g uali , il lrtanca to n1 aggiore increm ento nelle femmin e per il cuore , per la capacità vitale, per il Yalore tor acico fra i 12 e i 15 a11ni proporzional e al mag"iore i11crenl e11 lo di~] peso, della tatt1ra, ci el valore tronco, ha. per co11scgt1enza t1na relativa ipopla5 ia cardiaca e l)Oln1011are. Ciò è ragion e s ufficiente J1er spiegare il minore rendi1nento fu11zionale nelle donn e i11 cui verosi111ilme11te fra i 12 e i 15 anni la massa muscol <1re è J11aggiore ch e negli uomi11i, m a la somma d ei Yalori •lin an10111etrici è 111inore. Ipoplasia r elatiYa carcliopol1nonare cor1 con seg·uertte 111inor r e11clin1ento rlella forza 111uscolare, J11aggiorc SYilu f) }10 del segn1en to inferi ore rlell 'nddorne corne ro11dizione van laggio·sa per la ft1n zio-
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!te della riproduzione sono ùue caral leri slich e del es o fcn·nnirtile, jl 1.;ui rapporto potrebbe avere éu1che il significa lo di meccanismo causale, in quanto che l 'aume11to dell 'a(ldome può essere considerato causa di un mi11ore sviluppo del torace. Se ]a fem1r1ina dopo i 10 anni per raggiun gere rapidamente un accrescimento corporeo adegl1ato a lla n1aturazione sessuale e q11indi alla riproduzione, con centra, per così dire, gli i1npulsi della crescit a ·s ul segn1e nlo inferiore dell'addome, ì che in questo divenla eccedente con una deformazio11e del tipo n1eò io in senso brachitipico, per la legge dell 'a·nta.gonismo che govei:_11~ I 'accrescim ento dei singoli segmenti del corpo (per cui un eccesso (li sviluppo del tronco si accompagna a u!1 difetto cli svi luppo <legli arti e un eccesso di sviluppo dell 'acidome si accompagna a un difetto di sviluppo del Lorace), si verificherà uno sviluppo del I orace defìcien le rispetlo a11o sviluppo dell 'addome. Circa la norma e la variabiljtà i ri·sultati delle ricer ch e eseguite si possono con siderare da un duplice punto di vista: pratico e dottrinale. Nella valutazione dei si11tomi <li m olti stati nlOrbosi noi f;lcciamo appello continuamente alla nozione di « norma )>. Oggi prevale n elle scie11ze biologicl1e il c o~c etto ch e la norm b deve intendersi in sen so statistico cii (( valore più frequ ente ». Ma al disopra e al disotto della norma si dispongono numerose varianti, appar tenenti a ·soggetti che godono buona salute ben adattati all'ambiente in cui vivono e alle condizioni comuni di lavoro e ch e perciò de1>bono ritener si dal punto di vi ta dello stato cli salute e del lor:> rendimento n1nzional e come norrnali in senso medico. Quindi è giocoforza amn1el Lere l 'esisten za (lj valori al disotlo e al <lisopra èlella media compat ibili con lo tato di salute, cioè con l 'aòattamen1 o all 'ambien.t e essendo conserv~to l1uon rendimen1 o funzionale. Dove si debba collocare, al disopra e al disotto della ordin;:i ta mas·sin1a , n ella ct1rva di seriazione d ei valori individuali il limite fra i1 normale e l 'a.nomalia, è oggetto di disparat e opi11ioni (Viola . Le cau se della maggiore variabilità dei caratteri nnatomici e funzion ali durante l 'accr escirnento pttber ale non vanno ricer cate esclus ivamente n ella n1aggiore velocità di accrescimento. E d a credere ch e il coefficiente di variabilità sia elevato nel periodo puber ale per 1'e terocro11 i 1r.o r.on c,ui si esplica no stti vari cara1teri anatomici e fun zionali le influenze che i11terven gon o a d elerminare l 'accrescime11to puberale. La variabilità dei caratteri che è la ragione prjrna dello studio della costituzion e indivicluale, è npparsa nei due sessi diversi: però in un prin1 0 te1npo autorevolissim i os~ervatori ritennero maggiore la variabilità fe1111niI1ile. Il nostro studio di tanti caratteri morfologici e funzionali nel periodo della pubertà e nei dtie . essi presenta num erosi dati cl1e po ono esse1 e nliln1ente ricordati per risolvere qu es ta questione . Se si osserva n ell e nos tre tabelle il coefficiente cl i ' a riabilità appare evidenle ch e ]Jer la quasi tolanlà dei caratteri ·s tudia li }a Yaria}Jj) ità femn1ini}e e\ 11oleYo]n1rn te i11ferio~re a qtLella n1aschjle. La $la tistica applica la allo s ludi0 della variabilità dei ljrincipali car atteri di particolare sig11ificato per la d efinizione della costituzione individuale, porla così u11 contributo decisivo e inoppugnalJile alla soluzione del pro1Jle rna ch e t ar1lo b a a1Jpas io11 nto T1alurali ti e crin1in nli ti. )
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« IL POLICLINICO »
La do1111a ha u 11a Yaribili tà mi11ore d e11 ·uo1no 1:..el campo morfologico e fu11zio11ale. ,Soltanto p er le n1isure ortodiagrafich e del cuore si è troYato n elle don11e gioYarii una Yariabilità Jnaggiore rispetto ai mascl1i. Tale eccezione può essere spiegata con la con·siderazione dq noi fatta ch e il cu ore femminile nella pul)e r là e ipoplasico r elativamente alla massa somatica e allo sviluppo del tronco : un cuore ipoplasico è un cuore debole, e un cuore soggetto a subire influenze n1odificatr4.ci sotto forma di dila tazi one di questa o quella cavità. ~·Iancando criteri universaln1ente adottati per stabilire i limiti della norma nella curva di seriazion e d elle varianti individuali - mancanza maggiorn1ente sentita per l 'epoca della pubertà in cui i caratteri ar1ato1nici e .funzio11ali presentano uria varia{bil~tà maggiore, cioè una dispersione più arrtpia rie l poligono di freqt1.enza ~ ·si è cercato nel r apporto di correlazione il criterio p er stabilire il lin1ite fra « nor111ale n in senso medico e « patol ogico ». Così per iissare la cc nor1na » dei diametri del cuore, -cl o po aver co11si.atato che la grandezza del ct1ore h a un alto rapporto di correlazionE} con la statura e sopratutLo con il peso del corpo (e ciò è ben documentato clalle I1ostre ricer ch e), si sono calcolate le tabelle d ei valori i1ormali dei diametri del cuore, stabilei1do una scala di variabilità nor111ale per ogni determinato peso (Dietlen). ~ OYYio che questo principio può essere appli- · cato soltanto per ·s tabilire la norma di quei caratteri ch e presentano ~ra di loro un alto coefficie11te di correlazion e, intendendosi con questa espressione un -valore uguale ovvero superiore a 0,50. Fra i J1umerosi coefficienti calcolati, quelli con valori alti appartengo110 tutti alla categoria delle corr elazioni dirette, espresse da un coefficiente positivo; è OYYio però che. anche gli alti ~oeffi cienti inversi, rappresentati da valori n egativi, potr'ebbero servire per lo s le·sso scopo. Quando la correlazione è e·spressa da valori n1olto bassi (come ad es. guella della frequenza del polso e della pres~i one arteriosa) i1on ha applicazioni nello studio della norma. Le corr elazioni studiate n egli adulti da altri Aut ori e confrontabili con quelle calcolate non sono nun1erose. Se si mettono a confronto i dati di Rautmann, di Rainoff, di Lundbor g e Linders con i coefficienti da noi calcolati si dimostra che il coefficiente cli correlazione spesso diminuisce dall 'inizio della pubertà alla fine, ch e quasi costantemente (una sola eccezione di lieve grado nella correlazione altezza e lungh ezza. arti inferiori) è inferiore nel1'adulto rispetto alla pubertà. Questo fatto sen1bra all 'O. di importanza non trascurabile p er ch è può avere lln significato importante fisiopatologico. La constatazione di una maggiore variabilità nel p eriodo della pubertà di moltissimi caratteri poteva git1stificare l 'ipotesi ch e anche le correlazioni do,c ~ sero e sere meno strette fra i singoli caratteri C YiCeYersa ch e la minore variabilità dell'adulto <loYe e es ere fonte di ui1a pit1 salda correlazione fra i cara.l leri n1eno variabili. In r ealtà avviene il co11 lrario. V ·è n ella nleclici;ia 1noderna , da Beneke e De GioYanni a Roe ·sle, a Viola, a Pende, il con cetto cl1e esista in nalura un optin1un1 di correlazion e Ttelln Ycrinb11ità dei Yari organi ch e coincide con
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lo s ta lo ·li sal u le, <' l1e coincide con la norn1a e che l ·anon1alia, cioè lo scosta1nen to da questo optimum di correlazione, sia fonte di morbilità. Se nei giovani durante la pubertà si riscontra un coefficiente di correlazio11e molto alto fra capacilà vitale da un lato; altezza, peso e perimei.r0t Loracico dall 'altro e se questa correlazione negli adulti scende alla metà; e se la stes·sa di1ninuzione si verifica nel coefficiente di correlazione fra quasi tutti i caratteri a partire dai 14 ai 17 anni (ne sono s lati calcolati i11olte d ecine), se d 'altra parte nelltl. pubertà si verifica la minore morbilità e la minore mortalità di tutta la Yita (che èqua11lo òire l 'optimum di r esistenza alle cause n1orbose sia endogene, sia esogene), ci sembra giu~tificata l 'ipotesi che la maggiore morbilità degli adulti po·ssa avere la sua prima radice endogen a nella relativa « scorrelazione » (sit venia verbo) degli adulti rispetto ai giovani puberi. I più bassi coefficienti di correlazione sor10 stati troYati nei vecchi . Esempio particolare di correlazione: Tipo morfologico e r endimento funzionale r espirat orio. Fa parte d ell'indirizzo n1etodo]ogico d ella nostra Scuola la determinazione del tipo morfologico come indice sintetico rappresentativo dell 'individuo. Nei trattati di fisiologia questo indice sintetico è completamente trascurato: noi ritenian10 che trascurare la valutazjone d el tipo morfologico nello s tudio delle funzioni im11edisca di comprendere molti fatti. Urt esen1pio: la capacità vitale n elle donne giovani è ·scnnpre inferiore, no1 eYolmente ii1fe1·iore a quella dei maschj. La capacità vitale, cioè la ventilazjone polmonar e, è fortemente correlata con il peso, la statura e il volume del tro11co. Nelle femmine d ai 12 ai 14 an11i la i11edia del p eso, della statura e del volume del tronco è notevolmente superiore -ai maschi, ma la capacità;, vitale è inferiore. Per chè proprio in ques La età viene m eno la cor-relazione fra peso, s tatura, volume del tronco e· r.apaci tà vitale ? Lo ·studio completo morfologico• delle femmine credo dia una spiegazione soddisfacente. Da questo studio morfologico risulta che· il tronco, della donna giovane di 13 anni, para-· gonato con il tronco d el maschio giovane coetaneo, è un tro11co brachitipico, è un tro11co .in cu~· l 'addome eccede sul torace, è un tronco 1n cui il diafran1ma è pianeggiante, le costole h anno direzione orizzontale, l'atteggiamento è in·spiratorio e quindi la ventilazione polmonare è ridotta come n ei toraci inspiratori patologici (esempio l 'enfise111 a polmonare). ~Vi sono valori fisiologici che senza una conoscenza. completa di questo indice sintetico che è il tipo morfolog]co, non sapr~?hero trovar~ una spiegazion e adeguata e ben s 1nquadra110 invece 11el quadro anatomo-funzionale dei tipi inorfologici. Appli caziJon e delle tabeìle al giudizio del grado
sviliippo. I dati raccolti hanno lo scopo di serv ire di base a un cri terio razionale di giuLlizio ciel grado di ~viluppo di ogni indiYiduo durante il p eriodo dell 'accr escimel)to corporeo dagli 11 ai 17 nnni. Il giudizio del grado di sviluppo individuale durante l 'accrescimento ·si può fare con due criterj: 1', col riferimento d ei valori individuali clelle singole misure alla media cioè col calcolo dello scosta111ento; 2) col calcolo di indici sintetici di cui molti ~s imi sonr, s1:::ti pro11osti. Nel n1el orlo fiplfn di
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SEZIONE PRATICA
lra Scuola illustralo dal prof. Viola si ha nelle tabelle dei parametri lo strumento per l'applicazione alla valutazione individuale di entrambi i criteri: quello dello scostamento delle singole misure da1la n1edia e quello degli indici sintetici. r10
Il giudizio del gradJo di sviluppo nell 'età da noi .stud;a/a no1i può conside rarsì come valutazione ·Completa clella costituzione individuale. Dura111 e
l 'a.ccr escin1e11to corporeo da 11 a 17 anni la valt1ta.zione del grado di sviluppo non deve identificarsi ·con- la valutazione della costituzione individuale, la qi.lale comprencle, sì, ~l giudizio del grado di ·svilltppo, ina deve andare oltre, aggiungendo il :giudizio prognostico della costituzione individuale. Vi so110 soggetti che a 11-12 anni possono pre·sentare lln grado di sviluppo arretrato rispetto alla media (statura ba·ssa, peso basso, mancato sviluppo se suale, ecc.). Potrebbe condurre a gravi erTori di valutazione consiclerare senz'altro il grado ·di sviluppo arretrato a 11 anni come segno di una ·costituzion.! individuale deficiente: gli stessi indi·vidui, arretrati a 11-12 anni, nel periodo dai 13 ai 17, possono raggi11ngere i valori medi della loro età, diventando cosi di costituzione m edia. ta costituzione individuale nel periodo dell'accrescimento bisogna valutarla arlunqu e anche dal punto di vista progno·stico per chè ciò ha un grande interesse pratico . Ci(, si 1)otrà fare sol quando si sarà in possesso di t1n numero considerevole di schede auxologiche : la prognosi della costituzione dei giovani rappresenta il campo principale di applicazione del metodo auxologico che finora, per le grandi difficoltà pratic;h.e che incontra, è stato scarsamente usato. Oggj noi abbiamo compiuto una ta1)pa che ci con·sen te la valutazione del grado di sviluppo indivicluale mediante il riferimento alla media e mediante gli indici sintetici. Per compiere la seconda tappa , la più importante per la medicina, cioè quella che ci conduce alla conoscenza della vera anatomia e fisiologia individuale durante 1'accrescimento corporeo pl1berale, si dovrà da prin1a procedere al riconoscimento nelle schede auxolog·icl1e di forme tipiche di cr escita (com e ha fatto recentemente Davemport per alcune misure) : que .. le forme tipiche saranno il paradigma per le applicazioni pratiche, cioè per la prognosi della costituzione individuale applicata ai giovani nei vari ca111pi della attività umana. È oY,·io che questi principi per uno studio completo della individualità del biotipo trovano applicazioni anche nel campo dei fenomeni psichici. \
PARTE
IV.
La valutazione psicologica <lella costituzione i11dividuale. G. CAPONE. - La valutazione etiologica dell 'individuo per lo· studio compiuto della costituzione fu proposta dal Viola fin dal 1903. Oggi 1nolti ·sono i n1etodi in u so per q,u esta valutazione. In Italia ricorderemo quello del Pende, che i1el suo Istituto biotipologico ha saputo realizzare quant9 di più moderno esiste per la valutazio11e con1pleta p sicofisica dell 'individuo, ed, ali 'estero, i metodi del Kretscl1mer, dello Spranger e dell 'E\vald. 11 R. ha inteso di sviluppare in forma quantilatiYa j fattori psichici elementari colti dall'intuizione con tecnica psico-analitica e valutati a
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mezzo di uno i)sicograrnn1a fo11dalo sulla scala l)entenaria del Viola. Per la valutazione dei settori della personalità umana, nel senso del Viola, ·si è seguito il Kraus e si è distinta una personalilà co rticale o superiore ecl una p ersonalità istintiva o fondamentale . Difficile, naturalmente, è mantenere separati i due campi psichici ar1zi<letti poichè intimi sono i rapporti di reciproca interferenza. Ogni corrente psichica ha, infatti, nello stesso tempo, una carica Dffettiva, intellettiva e motrice (Bleuler-Jung) ed ogni corrente psichica ])en valutata ci può offrire un indice di ciascuna delle menzionate attività psichiche . Della personalità --uperiore il R. ha fi·ssato le fa coltà fondan1entali 11ella critica, nell'autodominio, nella memoria e nell'attenzione; mentre della personalità affettiva il R. ha tenuto conto delle tendenze alla dominazio1ie, delle tendenze er otiche, mistiche, egocentriche, artistiche, pratich e, della tendenza alla subordinazione, all'opposiziorie, all .alcool ed ai sedativi. Ha poi valutato l'umore, il co ntegno e la celerità psichica e, seguendo il concetto ifi Ju11g, ha dis tinto gli individui in intro11ertiti ed estrovertiti. La valutalione del sentimento è stata fatta sulla
base degli affetti in quanto gli affetti, nel senso lato, sono proceS'si del sentimento (Binswanger). Ln somma dei sentiment i a1tivi in un determinato J11on1ento è l 'umore (Bumke). Per la determinazione dello psichismo individuale, dopo di avere esplorato, con discorsi aòatti al grado di coltura dei soggetti esaminati, il campo della personalità superiore ecl averne fissati i punti cardinali, il R. ha proceduto con metodo l)Sico-analitico valutanclo i piccoli atti della vita comur1e, i lapsus, le svis te, le dimenticanze, i sogni e, sopratutto, le associazioni libere delle idee in rapporto agli affetti che le determinano e le é\VVlVélJ10. Il R. ha cosi segnalo sullo p sicogramma, ir1 !nodo quantitativo, le. inlpressioni che ha tratto dallo studio e dall'esplorazione di ciascuna personalit à esaminata. Lo psicog·ramma che il R. ha in uso è divi·so in rlue campi, uno superiore ed l1no inferiore, da una linea O che segna quella ch e comuneme11te si giuclica media normale: la linea + 1 del campo superiore indica il grado s';1p~ri~re alla media n?r1nale, il -+- 2 il grado d eccez1o~e della .. ~ua11tà s tudia I a; al tre due linee tral leggiate def1n1scon o i valori decisamente anor111a li . La linea - 1 del campo inferiore segna il grado inferiore alla media riormalr. il - 2 l 'insufficienza vera, le altre due linee tratteggiate stanno a comprendere, con1e nel campo superiore, i valori anormali. , Stabilita ]a media aritmetica delle facolta spettanti al rampo della persortali1 à s';lperiore C! corticale e quella rlelle 1endenze affettive e dell un10re, il rappo~to per sottrazione o ·scostamento, de~Ja media affettiva dalla lnedia corticale offre un indice che il R. ha eletto di p ersonalilà. La uersonalità umana è da ritenersi con1e la somma delle tendenze individuali dell 'io primordiale contenute ed elaborate dalla somma delle facoltà superiori affi11ate dall'educazione con le r egole imposte dal vivere sociale. Si tratta di una valutazione sche1natica, è vero, ma, d 'altro canto questo indice, che si innalza nei soggPtti maggiormente evoluti, ci segna un in1porlante carattere dell 'indi-çidualità P.sic~i~a. . La i1i.edia aritmetica delle facoltà d1 cr1t1ca e di
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« lL POLkC,LINICO »
au toclomj 11 io e clelle tendenze alla don1i11 azio11e, egocentriche, pratiche, all 'opposizione, delle tenden ze all 'alcool ed ai sedativi, valutate in senso n egativo, insietne con la media del contegno indivjd L1ale et à •1uallo che il ll. ha denominato indice special e di volitiv ità. Ha chiamato indice sp eciale di soci evolezza la
Jneclia aritmetica dei valori della critica e d ell 'autodominio , delle te11denze erotiche ed alla subordi11azione ed, infine, della capacità individuale al] 'estrover sione affettiva. Con questo metodo il R. ha studiato due gruppi di i11divi clui ben diffe·renziati psichicamente p er sesso e pP,r g rado di coltura: ur10 di 91 studenti univer sitari apparte11enti a regioni diverse d'Ilalia e l 'altro di 142 ope raie rlai 18 ai 25 anni, emi' e per lo più sarte. 1iane -Tanto per il gruppo delle donne qua11 Lo per quello d egli uomini le .i11eciie dei valori tra I ti da1la Yalutazione delle facoltà Clella personalità superiore (indice m edilo della personalità superiore) , quelle dei valori delle tendenze e dell 'umore (indice medio cle l la personalità affettiva), l 'indi ce della personalilà, gli indici sp eciali della volitività e della socievo l ezza, nelìa seriazio11e s tatistica, hanno
offerto curve seriali d egne di nota. E da queste ricerch e il R. ha potuto ricavare il dato assai interessa11 le ch e, tanto per il gr11pJ)O delle donne quanto per quello degli uo1r1ini la ~e~ia . arit~e tica (Ma) corri sponde, sia pure con 11eviss1me differenze, alla media seriale (Md), costantem ente , così per le m edie dei valori tratti dalle .facol~à dell~ personali Là superiore come per Je rne~ie dei va~ or1 tratti d alle t endenze della personalità affettiva, co·s1 per gli incli ci della pE>rsonalità come per gli indici spec iali di volitività e <li socievolezza . I clue gruppi si dìffer enzia110 soltanto per i va: lori .alquanto pjù elevati che offre il gruppo degli . 1101111n1 . Fi11almente, disponei1do sulle curve eriali dei valori psichi ci i Yalori corrisponòenti al sogg.etto d el tipo costituzionale, i valori funzionali del sistem a neuro-vegetativo, i va lori del metabolismo ba5aJe d e l ~rmin ati dal Maestro, e disponendo i va' . lori co rrispondenti all 'intro- ed all 'estrovers1one ed all a celerità p sichica d ei soggetti in esame, il R. h a ottenuto risultati dei q1iali alcui1 i, corri$JJOucl e ncl o n ei due gruppi , menziona: 1) m an inano che si elevano i valori d ella per:;on ali t à superiore e della personalità affettiva au1ner1 la il numero percentual e d ei longitipi e cioè, o.i.imenlano gli individui maggiormente evoluti nel tipo somatico (Viola); 2) man 1nan o che si elevano i valori della person alità affettiva aumenta il numero percentuale c:iei s<,gge lti tachipsichici ; aumentano i tachipsichic i Hnche con l 'elevarsi dei valori d ella personaljt à superior e, n el g ruppo Clelle donne; cemano lievem ente con l 'elevarsi dei Yalori della perso11 aJità suµ~riore nel gruppo degli uomini. Ma, p~r affer m are questo d ato , che votrebbe esser messo in J e~azion e con i valori assoluti pi~ alti .d.~lla per~o11al ità superiore nel gruppo degli uom1n1, e q~in cli co11 la for ra 1naag iore delle facoltà rlel pens1e.ro propria1ne11le d ett?~ che ~nduce. al~a rifles~ione pri111a ch e all 'espress1one, 11 R. s1 riserva di ?ontrollare il fallo n el proseguimento di queste ricerche ; 3) m an mano ch e si elevano i val01 i della persona]i là superiore ed i Ya1ori della personalità. affet tiva. i11 e11trambi i gruppi, ma con maggiore f•YidenzR , 11el gruppo d elle donne, aumenta il nun1ero deali eslroYertiti e diminui sce il num ero d egli ln lro;erliti n el senso di .Jung. -
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D iscas.~ iorie della r elazio n.e· e comu1iicazioni.
N. PENDE (Genova). - L 'O. illustra lo s tudio i11legrale, unitario, morfologico-f1inzionale-fisiologico <l ell 'individuo nelle sue molteplici varianti; biotipolog ia ch e, come il sen Viola, ha ricordato, si è rapidamente divulgala nel mondo costituendo la premessa indispei1 sabil e per tutte le apJ)licazioni di medicina preve11 li va, di educazione fi·sica , di n1edicina clinica. Successivamenle l 'O. e1111ncia una nuova legge della vita umana, potuta co11statare in 30 anni di esperienza clinica e che egli definisce << legge della oscillazione vitale limite ». Secondo questa, quando una funzione vitale come la fui1zioi1e r1utritiva generale · espre·ssa dal peso corporr-o e dal metaboJj smo basale, come la funzione respiratoria ed il grado di ossigenazione dei tessuti, com e la funzione circolatoria, la quantità dello zucchero e del calcio del sa11gue, ecc., CJU 311do queste funzioni ch e po·ssono oscillare da u11 massimo ad un minimo superano il doppio o scendono al disotto della metà di quella che è la media n or1nale dell 'individuo, l 'in:livicluo s lesso è in pericolo di vita. KoHLER (Ginevra). - L 'O. si cl ice lieto di porgere a l Co11g·resso di maes tri della medi cina il saluto c;ordiale ·dei sanitari e della parte piò intellettuale <li Gi11evra. L 'O. svolge qui11di un interessa11 le con1unicazion e sull'irtfluenza di alcu11e sos lar1ze chin1iche nella cos tituzjo11e i11dividuale del axolatel, salamanrlra tnessica11a, da co11si<l erarsi come un animale che presenta il tipo inedio dj Viola. L'O. fa vedere infatti alcuni esemplari viventi, di axolatel, che in seg·uito a gualche millesirno di grammo di una ~ostanza catalizzatrice ~ thiro"Xina) sono su scettibili di camJ>jare in 16 giorni completamente tutta la loro cos tituzione originaria acl1uatica. La coda natatoria spari s~e, le branche dive11tano se111pre più t)i ccole, le. membrane intrapafmari si risol_vono ~d olla fine l 'animale esce d all acqua per \'l.Vere i11 terra J espirat1~lo con i polmoni.
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G u.\ Lco e B ERETTA (G·enovn). - Gli 00. riferiscono alcune osservazioni riguardanti l'evoluzione morfologica e funzionale dei vari org·ani ed apparati durante l 'età della cre·scenza scolastica. Per tutti i valori esan1inati gli 00 .. hanno cal c~la-t?. la media aritmetica, la media seriale e la Yariab1l~tà rappresentata dal sigma o sp.o stfl~ento _q uad!atico ll'.}edio per la c rBazione dell~ 11 sp~ tl.1ve. ta'.ole sigma: tiche. In ogni soggetto le 1nrlagini più importanti sono stale svolte sullo sviluppo d ell 'apparato scheletrico muscolare, r espiratori o, circolatorio ed endocrin~, sullo sviluppo em~poiet~co! se·ssu~le e psichico e su alcun i cara t ler1 rlell urina. Gli 00. in tal modo hanno potuto forrr1are delle tavole biologiche d ella crescen za Ji~re , rip~rtando appunto i valori medi norrna~i. per ogni età ~ per ogni sesso, sia antropometr1c1 che n1usc0Jar1, reSJJiratori, cardiaci, ecc. . ~i] eva le ?pport!lnft~ di corredare i dati morfologie~ co~ dat: f~~~iona11 nella valutazione (lella cos11tuz1on~ ind1'1~uale, I 'O ricorda il s-U-O metodo di saggio funzionale delia capacità dell 'apJ>ara to reticolo istioci~ario. ne! singolo individuo alla formazi o11e di. ant.icorp1 di terzo ordin3 (per mezzo della varc1naz1one con . 0o-lobuli rossi eterogenei). Inòagine questa della quale appare evidente la A. Lu zzATTO (Ge11ovn). -
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SEZIONE PRATICA
in1 portanza, ·se si considera110 gJ i s tretti rapporti tra questa capacità e la resiste11za del singolo soggetto a slirrtoli di natura i11feltiYa. Dai risultati raggiunti a1)pare giu tificata l ' afferr11J.zione cl1e la r icerca praticata con ques to metodo - i1011 1naggiorn1ente indaginoso cl1e qualu11c(ue })rova del genere }L es. della curva glice111 ica possa inrlicare obbiettivamente un lato della robustezza vegetativa individuale.
F. l'.'RASSETTO (Bologna) . -
kfetodo per la sin1es i negli studi sulle cosliluzioni. L 'O. ritiene
che il miglior metodo per facilitare la comparazjoné dei caratteri individuali o razziali, che pur de])l)o110 e sere considerati nello studio delle costituzioni, è il metodo dell e combinazio ni trinarie che consi s te: 1) nel classificare in 3 categorie i caratteri qualit a tivi e quantitativi ed esprimerli sinteticamente per mezzo di simboli alfabetici e numerici; 2) nel ricercare in quale modo si combinano fra loro tali simboli, cioè le categorie dei detti caratteri per costituire i vari tipi costituzionali; 3) nello stabilire per cia·scuna razza il nu1nero e l a quali là delle coinbinazioni lJuone ed ottime ed il nu111ero e la qualità delle combinazioni cal LiYe o in5uffi cienti e come tali c1eslinate a scomparire.
F. FaAssETTO (Bologna). -
Classificazioni minimali e 1nassi1nuli dri cara/ leri an lropometrici. -
Tali cla sifi cazioni propo Le dall 'O. sono basate Slt1la ripartizione areale delle c urYe di distribuzione dei caratteri, previamente s1a11cl a.rdizza le in n1odo da sorldisfare aJle esigenze antrO})Ologiche e cli11iche e preparare il materiale per ]a sinte·si.
E. GR-\FFr BENAss1 (Bologna) . ulle relazio ni fru cos liluzio1ie e dia1netri biacro1niale e bitrocanteri ci. - AttraYerso elaborazione statistica dei da li r1i precedenti lavori e p er r icerch e ora eseguite neJle <lo11ne, J·o. pt1ò g iu11gere alla co11clusione che In J)recocità della prima mestruazione, la notevole dur:tta clel periodo riproduttivo , la grande fecon dità, caratteri l egati alla funzio11a 1ità oYarica, sono c.orrela ti con Ja largl1ezza delle anche, la quale a sua Yolta è jn relazio11e con l a brachitipia. (Continua) . A. P ozzi.
ACCADEMIE, SOCIETA' MEDICHE, CONfiRESSI R. Accademia Medica cl i fieno va. Seduta del 13 giugno 1935. Presidente : Sen. Prof. N. PENDE.
Controlli operatori ed · anatomo-patologici di alcune discinesie della cistifellea. L. DURANTE. - L ·o. dalla revisio11e di u11a vasta casi tica per 011Jle di co1eci·stectomie per sindromj in tern1ittenti dolorose senza base litisiaca od infiammatoria stacca t1n gruppo (6 casi) di casi di s toria clinicn recente, caratterizzati da una cistifellea ipertonica, ipercine ti ca, ischemica, ipertrofica nella parete Jnuscoìare, spastica nella rete vasale, ricca di 1nuco, scar a <li bile, senza fatti degenerativi. Que·sti dati fa11no ritenere che questa forn1a sia l 'inizio di u11a turba che si esplica sulle 'ie biliari exlraepatiche, attraYerso la innerYazione co11 effe tti di ipercinesi , di spasmo Ya ale, e che
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con tu Lta })resu1tzior1e essa evol' a seco11darj a1t1ente '-~erso forme della s tasi ipertor1ica prima , e atonica
<iopo, co i cl.ts·sici ratti degen erativi conseaue11ti e co11 le aJterazio11i del rica1nbio dei lipoidf
Il nistagmo ottico cinetico nelle lesioni mesencefal iche
O. BALn uzz1 -
L'O., esa1ni11ato il mecca11ismo
cli produi' io11e del 11istagmo ottico, mos tra come n elle lesioni mesen cefal iche 110S a utilizzarsi come segno precoce della alterazione della 1noti1ità cortiugata ]a scomparsa appun lo del nistagmo ottico. A dil11oslrazione <li ciò illustra tre casi a11atomoclillici : uno di g lioblastoma iro11to-pedu11colare, t.1110 cli i11eningioma del po11te, u110 di glion1a cis lir.o temporo -1nesencefalico, nei quali 11 11i's tao-n10 . o ottico er a scomparso quando ancora non erano din1ostrabili chiari segni d i alterazione della fu11zione oculogira. L'O. rilie11e pertanto ch e l 'asse11za del 11is tagmo ottico sia un sin torna ch e cle' e et:sere aggiunto e ricer cato accanto agli altri sintomi co titl.u~ nti la sindrome mesencefalica.
Sulla cura delle stenosi laringo-tracheali croniche con il metodo delle resezioni p1rziali cartilaginee . F. PALLESTHTNT. - L ·o. riporla i risultati o1 le.r1uti i11 c i11que casj cli11 ici di steno·sj laringo-tracheali. croniche pos t-dif teriche. in bambini ed adolescenti, trattati con laringo-tracheo-stomia e resezione sottomuGosa parziale delle cartilagini interessate ri.el tess11to fibro-cicatriziale ste110 an te. Conclude ch e la canalizzazione otten11ta è ]Je11 sufficiente quando 11on sia troppo estesa l 'asporta~ione di cartilagine cricoidea, ed ancor megUo LolJerata ai jini di u11a buona g uarigione fu11zionale è l 'a portazione di un più e·steso fran1me11to di tiroide (fino alla metà di una ala tiroidea) e di un fran1mento pari ad un terzo di anello trach eJ le.
Le crisi di crescenza nel periodo tra i 7 e i 17 anni F. BERRETTA e S. GuALco. - Gli 00. ha11110 eseguito una completa ed accurata indagine dinamometrica su soggetti maschi e femmine dell'età dai 7 ai 17 anni assolu Lamente sani e normali. L 'esa1ne dei risultati ha permesso loro di rilevare che esisto110 due crisi evidenti di crescenza 111uscolare: una agli 11 anni e l'altra spiccatissi1na in corri·spondenza della pubertà (dalla fine del 14° a lulto il 17'1 anno nel maschio e dal 12° a tutto i~ 14° nella femmina). Queste pou ssées evolu tive funzior1ali 1n11scolari riguardano sopratutto la forza inuscolare del collo, ilel calcio e della spinta degli arti irtferiori, e perciò si. verificano a carico <lei 1nusc0Ji della radice de.11'arto inferiore (calcio). Que te crisi di crescenza 1nuscolare funzionale si r erifica110 anche per là fe1n111i11a, 1na so110 nìolto n1eno in ler1fe ed i valori d i11 amometrici raggi11nti so110 11olevolmenl e più bas·si che nei n1a-.: chi.
L'attività della sezione ortofon ica dell'Istituto Biofiporogic:o Ortogenetico.
A. JELLINEK. ----.- I logopa tici , trattati nell 'ambulatorio, sono balbuzienti, blesi con difetti dell 'arti colazio11e, audimuli (bambirti muti con l 'uditcr i1or1nale) , afasici (di sturbi d ella parola dopo lesio11e cerebrale) ciisartrici e sordas tri; poi vengono pure trattati disturbi vocali (raucedine, afor1ia ecc.) . I metodi usati vengo110 esposti e dimo~tra li cori parecchi pazienti. Il Segretario.
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cc lL POLICLINICO »
APPUNTI
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PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIAo L'impetigine contagiosa . E · ca.usata dall 'invasione superficiale della pelle da parte dello Streptococ~cu s pyog enes longris; l 'infezione si localizza proprio sotto lo strato corneo . Nella r11aggior parte dei 0asi, la malattia decorre acutamente e si esaurisce s p onta11eamente in 3-6 settim·a ne , in quanto oh e la guarigione si ha con il graduale sviluppo dell 'in1n1unità allo streptococco. H. W. Barber (Lan cet 6 luglio 193·5) osserva che tale modo {f i 'edere incontrerà l 'opposizione di alcuni chr. :Soste11go110 l'uno o l 'alt ro modo di trattamen v lo; 111a I'_.\. affern1a ch e non vi sono applicaz!or1i to1Jicl1e, Je quali possano del tutto irnp edire la compar sa di nuove lesioni. D 'altra 1~ arte, è IJOssihile fare abortire un attacco me<liante pocl1e iniezioni di vaccini misti, strepto·sta fil ococcici. E ' important.e ricordare cl1e l 'irr1petigine contagiosa della regione della barba o dei baffi può finire in una sicosi, quando si complica .con un 'invasione secondaria di stafilococco. In alc uni casi , la guarigione è comp1eta e rj111a11go110 delle lesioni persistenti ·ed indolore, :Spesso associate con ragadi streptococciche croniche delle pieghe naturali (spazi retroauricolari , connessioni n1ucoso-cutanee agli angoli clelle r1aric:i od alle commessure labiali). Una buona vacanza all'aria aperta in un clima ec.ci tante ed una dieta ricca in vitamine sortiranno buoni · effett.i. fil. La predisposizione all'eresipela facciale. D. 1F ilipo (Valsalva, giugno 1935) osserva che, i11entre vi sono individui che al minimo .,con ta tto con eresipelatosi contraggono subito l 'infezione, ve ne son·o altri che sembrano ad es a refrattari. :È quindi da ammettersi una predisposizione individuale, che potrebbe essere ricer cata in condizioni morbose di organi -1i111itrofi. Di fatto , s u 100 eresipe1atosi, l 'A. ha riscontrato n el 90 ?lo un 'affezion e che giustifica, 'a la porta d ' ingresso dello streptococco; in ma si111a parte, si trattava di lesioni a carico .del naso (riniti , deviazioni del setto, st·enosi , ecc. ); in minore proporzione dell 'orec-chio (ulcerazioni dei padiglioni, eczen1a d el condotto, .otiti, ecc.) e meno ancora della bocca e del farin ge. Nel 10 %, mancava qualsiasi alterazione ap· prezzabile, per c ui lo sviluppo dell 'eresipela facciale va attribuito a cause indeterminate. L 'eresipela è malattia che non lascia in1munità , a11zi tende a r ecidivare, spesso allo stesso punto ed a scadenza breve e quasi fissa (ricor,renze n1estruali). I ..~ :;tagion i in cui si osserva più facilm ente
l 'eresipela sono l 'autunno e l 'inverno; le co11dizioni meteorologiche ne agevolano I 'insorgenza. P er quanto riguarda l 'età, la IJroporzione massima (n ei casi dell ' A. ) si 11a dai 20 anni in poi (90 %). Soltanto n el 3 % dei casi, l'eresipela ha assunto carattere mig·ratorìo. Scar-s a la inortalità (2 %). Tenuto conto delle cause ch e possono prediS})Orre allo sviluppo della eresipela fa cciale, se ne deducono delle r egole per evitarlo. 1
fil. I preparati di pepsina negli stati seborroici. M. A. Schoch (Schweiz. m edJ. Wochens ., 20 luglio 1935) ha osservato che in quasi i 3 I 4 d ei pazienti con seborrea od acne, esistono disturbi di secrezione dello stomaco. Si tratta, per lo più, di ipo od anacidità, raramente di iperacidità. Correggendo tali deviazioni dalla norma, si ottengono s pesso dei risultati sorprendenti. Nella deficienza di acidità, si consiglia pertanto l 'u so di pepsina e di acido cloridrico diluito. In tal modo, ne viene anche diminuito il lavoro dell 'intestino, regolarizzandosi la scissione dell 'alb·u mina, che ha tanta importanza nell'eziologia della seborrea. fil. 1
Il trattamento dell'alopecia. H. A. ì\Janiar (M edical Digest , lug lio 1935) consiglia quan to .segue: 1) A. seborroica. È la forma più fr equente di alopecia diffusa ed è la sequela comune d ella forfora, e seborrea secca. La calvizie prematura di questo tip·o incomincia al vertice ed alle tempie , diffondendosi gradatamente o rapidamente fino a che le aree denudat e s' incontrano. Sul principio, i capelli caduti sono sostituiti da altri sempre più fini e final111 en te si ha poi la caduta perITtanente. Nel J'alopecia senile non si ha formazione di squam e. Nelle donne, l 'affezione è meno grave. La prognosi dipende dal trattamento precoce; nei casi ava11zati, non vi è nulla da fare. Importante è corregger e Ja condizione di seborrea, con antisettici in forma di lozioni od unguenti , corr1 e: Tin1olo . Al cool r ettificato Glicer ina . Acqu a q . b. per
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g.
1,80 g. 120 g. 30 g. 18'0
2) A. areata. - Somministrazione per uso ir1terno di arsenico o di estratti tiroidei. Il trattame11to locale è t1tile e deve consistere in stimolanti di varia natura (chimici , applicazioni di alta frequenza , Ju ce. ecc.). Fra g li stimolanti chin1ici, son o da menzionarsi le
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SEZIONE PRATICA
cantaridi, l 'a cido laltico acet ico , il liso], la trementina, l 'am111oniaca. Litile è que la lozione sti111olante: 1
'Ti11t. di ca11tarid e _-\.rn i11 on i a ca Glicerina Acqua q . b. i1er
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g.
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g. g. 3'0 g . 180
fil. Nell'ipertririosi fen1mi11ile.
Sabouraud (Le For1nulaire, april e 1935) co11sig lia : Acetato di tallio cg. 30-60 a 2 Os~ido di zin co b' Vaselina g. 30 Appli car e ogn i sera que ta pon1ata ~u ll e r eg ioni ntolto r'elo ... e, in qua11tità con1e 2-3 chic chi di frun1 e11l o e fare ma. aggio con le dita. Dopo 18 i11esi , si o tti en e la ridt1zion e d el l1elo per la 111età di g r andezza e grossezza. i possono otte11er e an ch e effetti maggiori. Prescr itto in que to m odo, l 'acet ato di tallio sc·1nbra inoffen sivo. fil. Nelle llstion i.
Arido ta1111ico . Bicloruro di n1ercurio . Acqua distillata .q. b. 11er g . 1000. S. per impacchi.
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TOSSICOLOGIA. Avvelenamento da plasnaochina.
W. J\. Blackie (So ut.h Ajrican l\1f ed . .Jo11rn. , 9 n1arzo 1935) rifer1 ce il cat'o di un individuo ch e aveva preso i1ell e 48 or e precedenti g. 1, 2 di a tebrina e 6 c,g. di pl a. J11 ocl1i11a. Si. J11 a11ifestò i11 ten sa ciano i , febbre a 39°; la 111orte a' venne 111ezz 'ora dopo 1' ! r1 gre~ ·o all'ospedale. All'autopsia: int en i sin1a cianosi d elle di' a, orecchie, labbra P palat o; tinta g iall a di tutto 11 resto della pelle. Reni in t e11sa111en te cc>ngesti, con segni istolog ici di i1efrit e e1norr agica. Nella vescica, u11 po' di orina ... a11g ui11olenta, in cui l 'e an1e spettro .. co11ico di1110s1rò la presenza di n1 et aen1oglob-i11a; a1b·u111i rturia notevole. Gli a11Lecedenti n1a1aric i erano 111olto discutibili (dn e accessi cli febhre con vari' g iorni di inlery;i llo). Durante il prin10 l 'infermo aYeva pr e o d ell 'a lebrina, enza notare i1ulla di a1tor111a l f : fu durant e il seco11do eh e Ye1111e co11si gliata la i)Ias1nochina , a c ui l 'A. attribuisce J 'jntossicaz ion e Jler idiosi11 crasia. fil. Iutos"'icazione cronica da boldina.
F. 1\lai11zer (~c liiueiz . n? ett. ll .och ens. , 13 ll1g li o 1033) riporta 1'os er vazio11e di due coniugi c11e i11 segui to a .in ae_tione cònti11uata a lu11go di Boldi11a H oudé (per 5 111esi , 8 11illole
al g iorno) allo scopo di to11ificé.r e il [eg·a to, pre "entaro110 disturbi varì caratterizzati esse11zialn1en te da camb·i amento di caral:t ere , con stat o di depressio11e psicl1ica, rt11sie e timori , alluci11azion i colorate ed uditive, ed afa ia n10l rice J)arzia] e : difficoltà di parl are per r1on 110ter tro ar e le parole o oltanto dopo molti te11tativi. Tl1tti . i fen orr1eni ~•con1parv ero d opo la so ·pe11 s1on e della boldina per alc uni g iorni . fil.
Intossicazioni da ''meta,,. ..\. Vi ~ cl1 er (ScJ1.weiz. m eri. ltlìoch en s.. , 31 ag. 1 ~• 35) riferisce su 7 casi di intossicazio11e d ai meta, tutti tentati suicidi; 6 era110 do11ne. I p rin1i fen om eni consistono in von1ito , n1ale .. ser e, so n11olenza, aumento dei riflessi , rig idità n1uscolare : i11 3 casi si avevano i feno111e11i di Cvostek e di Trousseau. In seguito, dominano la scena la profo11da incoscienza e l e co11vul ioni epilettich e. La rigidità d el prin10 periodo diventa una rigidità tonica di tutto il corpo o di alcu11i gruppi muscolari (opi totano, trisma) ch e poi è seguìta da contrazioni clonicl1e. Coesistono forte cia11osi. e so })e11sion e, od irregolarità d ella re~pirazion e. J11 a lcuni casi, il paziente si rim ette abbast anza presto; si ha spesso cor11partecipazion e r e11ale (albun1inuria , cilindruria); mancano seg 11i di in uffi cie11za epatica . Leu cocitosi e spostamento .a sinistra del quadro bianco . Di111inuzio11e d el fosforo sanguig110. Co1ne tera.pia, lavatura d ello sto111aco co11 acqua alcalina; sommi11i tr.azio11e di acqu e purgati,·e e di carbone ani1nale. Infusioni endove110 .. e con fosfato b-isodico (2 %) e g luco io (5 %). Diuretici , c.a rdiotonici. Accurata a ~ i :' te11za del IJaziente poichè spesso si ha emi ssio11e involontaria di feci e di urine. L 'av,Tele11 am ento è favorito dall'ingestiqne di acidi, ch e portano in soluzione la rr1etaldeide (p0Ji111ero dell'acet aldeid e), di cui € costituilo il 1r1et a . fil .
DIETETICA. Recenti
progr~s
i nella <lietetica.
Due aspetti principali dell a diet eti ca n1 eri ta110 particolare atten zion e : l 'uso d ell a di et a per il tratlan1e11to di malattie ~i à sviluppate e l 'u so della dieta per prom110Yer e un buo110 . 'ilu11po fisico e din1inuire la 11r edisposizione alle malattie. Le malattie d a carenza ali111entare talYolta i1o:s .. 0110 e -ser e trattat e con ri sult ati p iù soddisfacenti per m ezzo di dosi n1 assive degli ele111e11ti de fi ci,enti . piutto. to cl1 e con alimenti naturali contenen Li detti ele111en ti , rom e 11ota S. G. l~ o,, e ll (Practition.er. ottobre 193:>) . ~Ialattie da car e11za . . i l) O... so110 a' er e. oltre r l1e
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per d·e fici.enza di un dato fattore alime11tare, ai1ch e per ostacolo al suo assorbin1e11to o a l s uo n1e tabolismo norn1.ale. Ancl1e l 'a11en1ia ~1erni ciosa può e sere considerata con1e e'"' en1pio di malattia da carenza secondaria. È difficile definir·e con esattezza i requisiti di una dieLa capace di. mantenere ·qt1ello stato d: .buona nutrizio11e cl1e favorisce uno ,·iluppo fi &1co r egolare ed aun1e11ta la r e i.. te11za dei t~ssuti' all~, n1ala.ttie . Pro~abilmente il suggert1nento p tu pratico c11e s1 possa dnre a llo stato attuale delle nostre conoscenze è quello di includere regolarmente nella dieta quantità Q.'e11r rose dei cosiddetti alimenti protettivi, veg:etnli e frutti Ireschi e latticini, lasc iando il re'Sto .al gusto individua le. . I b·ambini., specialmente durante i primi an1J1, e l e donne durant·e la gravidanza hanno bi , ~g? o di quantità maggiori di alimenti prol ett1VI: parl1colarmente fa cile è la deficienza li ella di·eta di queste categorie di individui. <'alcio , di ferro , di jodio e di alcune vitamine. Lo d·eucienza di calcio , specie se associata a deficienza di vitamina D, nella donna gravida conduce all 'osteon1.a lacia, se più lieve può essere c:1usa di ~arie dentari.a e di cran1pi muscolarr dolorosi e forse di alc une tossien1ie d el]a gravidanza. Il n1·ezzo più sempli ce per a sicurare un adeg~ato ap·p orto di jodio, che rappresenta il car~111e della prev·enzio11e d el g·ozzo, è quello di i11cludere nella dieta durante la a ravidanza una o due volte alla settin1ana d el pesce di n1are. Quanto alle anemie dell ' infanzia e d·ella crravi~anza, di origine alimentare spesso, il ~11i g l1ore trattamento di esse è rappres·e ntato dalla somministrazione di ferro medi cinale.
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M.
NUNBERG.
MEDICINA SCIENTIFICA La patogenesi della febbre tifoid ~.
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« IL POLICLINICO >l
' ': de Lav·ergne e P. Kissel (Paris m édical, 1 g iug no 1935) co ì espo11go110 le attuali concezio11i patog·eneti.cl1e d ella feb·b ·r e tifoide. In una prima fase, corrispondente all 'i11cubazione, i bacilli tifici ingeriti passano dall 'intesti110 . di c ui la nì u rosa ·è ancora indifferente alla loro presenza, nel sistema linfatico mesenterico , ch e essi infctta110 progre sivament e. D11r anle tal e periodo iniziale ed apcora sil e11zioso, i g-an g li ~i ipertro fizzano . In una .. econda fa e, la linfa empre più ricca in b a cilli li riversa - sen1p r e in n1 aggior nun1ero - nel sangt1e, donde la setticemia, cl1 e ha un 'importanza essenziale. Si è però tuttora i11certi sulla cre11e i delle lesi on i dc ll e 1)l.accl1 e di Peyer , con i loro caratt eri " pc< iali e la loro comparsa tardiva. Secondo g li AA. , tali caratteri possono spiegarsi come la ron segt1enzn ul1 ima di l1na lenta coloniz• zazion e i11i crobica. LA. formazio11e di ulcerazion i co!'t i111ir0l)])0 t1n fcn on1e110 cli ~t111e ri11fczi o 11e
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dovuto, da una parte, allo stato di allergia creato dalla progressiva infezione i11esent erica . nel periodo cl 'i11cub azione e, d 'altra parte, all'i11 se111en za111e11to dell 'i11testino da parte della biJe. Altri autori rite11g·ono ii1,·ece cl1e i11a11chi lo ~ tato d ' allerg·ia (n ega ti,·ità dell 'intrader111oreazio11e) e che le lesio11i delle placcl1e d el Peyer ~ia110 d 0Y nl 0 a11 ·e11dolo~si11a tifica . 1
fil.
VARIA Osservazioni sul viaggio in Europa di C. "fl' • .Jlnyo.
C. W. J\Iayo (Proceedirigs of Staff. P.1 eetings oj Th·e llfa.)'O-Cl.i11ic , 7 luglio 193·5), 11a voluto riferire ai colleglii della Clinica le sue o servu.zioni dopo t111 viaggio in Europa e precisa11Je11te in lLali,a , Ungheria, Austria, Germa11ia e 111gl1ìlterra. La pri111a cosa e be lo colpì in Ungheria fu l 'e11orme sviluppo dell 'assicurazione sulla salute e il fatto cl1e 111olti n1edici sono occupati i T.l società di a ~ icurazio11e a s tipe11di. irrisori e medici ancl1e valenti cl1e trascorrono ore e or e i1ell 'e }J le ta111enlo di praticl1e burocratiche cl1 e finisco110 coll 'i1npedire loro ogni n1igliora111'ento scie11 Li.fico o professio11ale. Però nonosta11te questo il l\ilayo ha veduto anche studio·i cl1e, a11cll e c-011 scarsis ... in1i mezzi, lavorano seriamente e µroficua111 e11te; così a Budapest eg li cita il ca o di Bluce, che ha potuto proclurre i1ei i11aiali una vera anemia perniciosa clue anni dopo la g·astrecton1ia totale. Per qua11 Lo rig·uarcla i rapporti culturali del l 'A111erica coìl '1uropa, il Mayo 11a trovato che 200 s tude11 li 11ord a111ericani erano in Italia, 2t) in U11gl1crin, 1:20 a Vie11na , e 18 a i\Ionaco rli Baviera (eg·li i1on sa dire cifre precise p er qua11to rig uarda le .altre t111iversiLà d ella Ger11ta J1ia ). 11 ~Iayo ri corda ai colleghi i nomi dei chirurgl1i più ri1101nati dei vari paesi (deg'li Ita]i.a11i cita 1\le sandri e Bastia11elli). In p·a rticoJar i11oclo parla di Sir Harold Gillies, inglese, d el quale ricorda l '01Jerazione plaslica per la r ura dell e g·a111be linfede1natose (in sostituzione del 1n etodo ormai antiqt1ato di J(o11doleo11) ; di Miles e Abel ·e di quanto es i fa11no n ella chirurg·ia clel colon. Ricorda a11 cl1c gli inter,renti di Grey Turn er pel car c inonLa del r e lto , la cla sificazione dei tun1ori clel colon fatla clal Hukes e la ,·aJu l" azione dell 'en:ergia card ia ca fatta da] ì\Iiles. Eg·li t ert11ina la relazione dicendo cl1 e si rir11ane jn1pression.a ti di Yedere con1e diversa111e11te i cl1irur~rl1i affro11tano. le , ·arie diffi col, th e co111'e, i11 ultima anali i , i risultati sono u g u alment e .. oddisfacenti. Per quel che ha po1uto i1npa1arE" dt1ra11te il suo viaggio , augura Cl 1ulli i c0Jl cgl1i cli J10terlo co1111>icrc e$. i J>Ure. R. LtJ SENA.
(ANNO XLII, NUl\I. 45J
SEZI ONE PRATICA
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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionàle.
NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE.
I medici per il prodotto no zionale.
segui lo alle dil11 is · ionj cl cl J)r of. F. LiYi11i , è n on1i11a lo ll LlO\ o re i lore dell a R. L 11iversit à cl i i\lil.'.l.n o il })f Of. Albe r to Pc11er c, ~in o ad oggi pre&jcle d e lJ a Facol tà di n1c<lici11 a e ti lolar e cl i anaton1ia pa tologica. 11 J)r oJ. l .iYini, t itolare d i a11alon1ia de ·crj f fiYa, 1e11eYa Ja ca ri ca clal 1931. 111
L 'on. Morelli, .Segret ario Nazionale del Sind acato l\Iedici, ha lan ciato un vibran te ap1)elJo per ch è sia ' svolla la p iù fervida carnpag11a affincl1è gl 'i talia11i n on u sino cl1e m edi ca1nenti n azionali, apparecchi sani tJii nazion ali e no11 co11 u1ni110 ch e alimenti nazionali. All 'appello l1anno p ro11ta111enle r isp ost o, dichiar ando di aver già inizia to una vivace azione p er la <lifesa d el prodotto italian o, la Fed er azione d elle Caisse ~1u Lue di 'Nlalattia d ell 'Indu s lria, il Sind acat o Nazionale dei Farm acisti , il Sindaca lo Nazionale d ei Chimici, il Sindacato Nazio11ale d ei Veterinari, la Federazion e delle Cas·se Mu l u e 'Nlalattia per i lavor a tori de1l 'agr icoltura, la Ca sa i\ azion ale Malatti a per gli addetti al comm er cio, la Federazion e Nazion ale dell a Mutualit à Volontaria, l 'Istituto Nazion ale Fasc ista della Previd en za Sociale, l 'Ufficio di Igien e e San i là del Governa lorJ.lo cli Roma e la Cl ini ca 1\fcd ica della Univer sit à cl i Ro111a.
I farmacisti per il prodotto nazionale. 111 armo11ia con i prov,·ed in1 eni.i presi d al Gover n o, il Sindacato Nazion ale (lei F arm ac is U ha rivolto ai farmacisti ilali Rni un appello, il quale segu e qu ello rivol to dal Sind acato Nazion ale d ei 1\1ed ici, ai m edici i laliani, affinch è, ove sia po ib ile, n elle ordinazioni questj prescrivan o sen111re 11 p rodo lto italiano, e quando ciò presenti inconYenien li, ricorrano se11z 'altro alla ri cettazion e. In sos tegno di tale appello il Segre lario dei F artnacis li h a in vitato tu tti gli i critt i a cl una pr opagan da precisa , sj tema tica, cos ta11 le. I fa rn1acis l1 debbon o, qu alora venga prescr i llo u 11 prodo tt o es ter o, e se p rofe·ssJona1111en te e coscien ziosa men te, lo reputino sosti tuibile con un prodolto jf alia 110, consigliar e l 'acquire11 le :.1d accet tare questo, accord andosi n en inteso con j l med ico cl1e lo 11a })re$Cri l lo.
CONCORSI. Pos n vACANTI . Scad . 20 n 0Yen1bre. Gon cor so a 6 posti cl i ~Iedico Assistente. Stip . lir e 5500. Inden11ità t en1por an ea cli caroviYer i. Compurlcci11azio ne. Età i11assima a11n i 30 s. e. ]. Tassa L. 50. Ult er iori inform azioni d alla Segr eteri a. M .\ NT OVA .
N APOLL
Ospeda le Civ ile. -
Amministrazion e Ospeda l i Riuniti.
-
Con cor so per titoli ed esami al posto d i Direttore Chiru r go Urolog'o d el Repar to di Ur ologja e rlell 'ambulatorio per m alatt ie urinarie d ell 'Ospedale degli I n curabili . Dom ande in carta bollat a e d ocu menti d evono esser e presentati entro il 10 dicembre p . v. N ARDÒ (L ecce). Osp edale Civile San1 b iasi. Concorso, p er ti loli, al post o d i Primar io Chirurgo. La caden za è pror ogata fino al 10 dicembre 1935. Per cl1i arimen ti rivolger i alla Segret eria della Congregazion e d i Car it à di Na ròò.
Il p rof. GjoYann i Percz, ti tolare dj pa tologia r hirurg ica, è i101ni n ato p res ide dell a Facoltà cl i inedicin a e cl1jrurg· ia d ell a R. lJniver ilà di Ron1 n, i11 ·so'"' lil u zio11e clel p r of. J\ r is1;ae Bt1. i. tit olare <ii rJ.d iolog·ia m edica. Oltre ai t r asferi111e11 ti rli p rofes·s ori t1n i' E'rsilar ì di cu i abbiam o g ià ò a lo not izia, il l\Iin istro cleJ1'Eclu caz ion e Nazion Dle 11a disp os to i seg·u en li : prof. Carlo Gam na, di clinica 111edica a "' ie11a, al1 a pa tologia m ed ica di Tori110; prof. Luigi Con clorel1i, di pa lo logia m edica, dn Cagliari a Bar i; pr of. Gen nar o l>i l\·{arco, cl i patologia gen erale, 1ln Ca tan ia :J 'f or i110; JJrof. 1\.rlu ro Don aggio, di psichia tria, d a Morle11a a J3o1og·11 a; 11r of. Galen o Ccccarel li di pa lologia cl1irurgica a Barj. alla clini ca chirt1rgica cl i Perl.1gia; l >r of. Gjno Bag·g·:o, d i clin icn. cl1irurgica, d a Cag·liar i a P isa; prof. Alfred o CJ1js f011i, di fa rm acologia, rla Parma n Bolog·11a. In e · ilo a concor si per ra l lcc.lre l}lli ver itarie, sono s late prop os te al ~Ji nist ro d ell 'E. N. le segu enti tern e: P a lologia chirt1rgica n ella R . l ' n iversj là di Torjno : Luig·i Slrope11i, Acl1j}]e Dog·liot ti . Giovanni Castigli on i: Pa Lologia m edica n ell a R . U11 i' ersità rli ìvl ode11a: Ale ·sandro Dalla , . olta, G L1i òo ~rell i. Fr ance co Schia j; ìvl ed ici11 a legale i1ella R. U11iversilà di Par ma: Do111en ico ìvi acaggi, Boldrin o Bolòri11 i, Vin cen zo -~la ri o Pal111ierj ; Ig iene n ell a R. l Tniversità d i ~ar111 a : Pasqu t:1 le ìVIar gi11e u , Giuseppe l\'Iazze tti, l\fario f\Iazzeo. Il prof. clo l l. Pietr o Chiro ui , cloce11te di i)atologia spec iale cl1irurg·ica e Len. rolon11ello n1edico in serYizio p resso il Collegio ì\iied 1co-Legale del ìvli1tis ler o d ella Gu er ra, è s1ato pr on1osso a scelta colon nello medico. Il clo l l. Fran cesco Grazian i, l)ri111 ario cl1 irurgo speciali la ne11·o pedaìe cc Prin cipe cli Pie111onte » a Zara, 11a conseguito la liber a docen1.a in clinica cl1irurg·ica. Ce n e co1111)iaccia111 0 cor d ia l111e11 te col Yaloro o collega. Il pro r. A<la1ber l Czer ny, ch e fu a ]1111go cJi11ico pediatra di Berlino e ch e è an clnto a ri110~0 recente111en le per lintiti d'et à, è stato cl al 111ini lro chian1a lo alla cal ledr a di pediat ri a e a lla direz io11e del la Clinica pediatrica di DCt::-seldorf. Il 11rof. I\. Golds lein, g ià d el l ·l-11i,cr ilà cli Be~ lir10, è non1i11ato diret tore <lel i1uo' o Laboratorio 11euro-fisiologico a11 ·os11eda1e 'lo11lrfiore cli :\e\v York.
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NOTIZIE
POLICLT~JCO
DIVERSE
La Città 11niversitaria di Roma. U11a delle r ealizzazio11i piii grandio e ciel Fa ci·1110 è la Ci t L1 univer sitaria, sorta a Ro111a 11clle vicinanze del Policlinico e che ve11ne inaugura ta , co11 g rande sole11nità, il 31 ottobre. I giornali q11otidia11i ne han110 da lo a1n pie noti zie; ci li1nit:an10 a rilevare che essa rapprese11ta u11 'es1)rc:ssione del g·enio architettoni co e cos truttivo itali ano clell ':Ii:ra Fascista. Vi ha cooperato un g ru1Jpo di g·iova11i arcl1itetti cli valore, so1l o l a direzione cli Marcello Piacentini, e n'è derivato un tutto ar1n011ico ed in11Jo11e11le . e; li e<li fizi sono i11 n un1ero ili 20'; ol Lre a quelli sc ientifici e il Re ltorato , com prend ono il Circolo dci l)r ofessori , l a Casa dello s tude11te, il DopolaYoro u11iYer s i tario, la Caserma della Mili zia u11iver.sitaria ecc. Per dare un 'id ea della Yas lità dei locali e cl el la perfezione degli impianti , basti rilevare cl1e l 'aul a 111 agna è capace di 3000 posti, la Ce11 lrale termica può sviluppare 000 calorie a', l 'i111pianto lelcfo11ico IJUÒ raggiungere 1000 nu1rieri; ecc. 11 costo si è e]eYa lo a 91 milioni e l11ezzo di lire, co1rt1Jresi 8 m ilionj p er espropri e per 111igliora111 e11ti a edifizi contigui d el Policlini co. Lo Stato vi J1a co ntribuilo con 56 ·n1ilio11j, il Governat orato co11 10 e al res to han110 l)rovvedulo la Provincia ecl altri Enti. T.. a ecl c ron1a11a •legli tudi 1111iver i lari ri·.su]ta ver~111e11 le deg·na. Questa « cittadella clel pensiero n, come l 'ha defi11i la l 'on. ì\l{u·~ solini, è sté\ta edifica lé\ dal Fascisn10 perch è Roma continui con rinno,1ata energia l a u a mill enaria azione rult11ra]e.
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[ANNO
XIJI, NuM. 45]
l1a volulo compiere u 11 allo di fede nella collaborazio11e intellettuale e 11ella sovranit à dello spirito, c:h e è garanzia di r eciproca comprensione, di imparziale serenità e quindi di pace duratura, quando è associata alla giustizia. « Non è senza sig nifi cato che que·.sta cittadella del pensiero a1Jra l e su e aule destinate a nobili e severi studi, 111e11tre il mio Pae·.se è impegnato i11 CYe11ti che supre1ne esigenze della sua Yita, dell1 . u a sicurezza e del suo avvenire hanno imposto. « In ogni ora della sua gloriosa Storia, Roma ha u~solto la sua missione di civiltà. Oggi l'Italia proseg·ue per la stessa via, più che 1nai unita in u110 spontaneo ·.sforzo di fede e di volontà. (< Altro non chiede l 'Ilalia cl1e di poter vivere la pienezza della sua Yi ta ner ]avorare e dedicare le • sue energie a favore di quegli ideali comuni che costituiscono il sacro patrimonio della umanità ciYile. « Vogliano gli illustri rappresentanti del pensiero e d ella scienza inter11azionale rinetere ai loro concittadini ch e in q11esta sperania si è aperta la Città universitaria di Roma ».
Nuovo padiglione nell'Ospedale S. 1'1aria della Pietà.•
p sichiatrio di
Alla fine clel 1932 fu r eciallo dall 'l Tfficio Tecnico l)rovinciale di Roma il progetto per l a costruzione . del i1uovo Padiglio11e n. 22 destinato ai folli agita ti e da eriger.si entro il recinto dell 'Ospedale Provincjale ni Santa Mnria della Piet à. Il nuovo Padiglione 11a Ja pianta a forma di dopl)io E accoppiato, e cioè consta di due ali laterali ri1111ite con un corpo cen lra1e , a croce, ed è ca1)ace cli ricoverare circa 120 111alati. Inizialmente il progetto pri111i Livo prevedeva due piani e cioè quello rialzato ed lln primo piano. Alla ceri111onia inaugurale hanno presenzia lo le All 'atto coslruttivo i11Yecp sono s tati costruiti tre 1na s i111e Autorità dello Stato , i rapprese11tan·1i di 11iani e cioè un piJ110 seminterrato e due piani 111t le l e Universi là italiane, 1nolti rappresentanti ... uperiori. cli niver sità e Corpi scientifici s1ranieri, il Corpo I l avori han110 jn1porlalo una spesa di lire cliplon1atico. 1.200.000. ·L 'inaug·urazione venne segnala da una n1a11ifeJ_, 'ospedale stesso è ancl1e stato dotato di un s tazione militare: l e salve di f11cileria degli 11ninuovo impianto di depurazione biologica. ver si tari volontari òella Divisione Tevere. l\!Iediante questo impianto è ·.stato risolto radiHanno pronunziato el evatissimi discorsi il Ret- calm ente il problema dello smalti1nento (e della tore Magnifico. prof. De Fran cisci, il Ministro Cl elutilizzazione) delle acque di rifiuto dell'Osnedale. 1 1'Educazioo e Nazionale, on. De Vecchi, l 'on. 1\ fl1SCos tituito per una popolazione di 3500 indiviolini, il qt1 rtle ha detto che l 'l jniversità di Roma dui, e cioè ben superiore ai bisogni odierni, potrà rina ce mentre a GineYra l a coalizione degli egoi- ageYo,lmente far fronte al preved~bile aume11to ~ 111i e cl ella nlu I ocrazia tenta inYano di fermare il clell 'Istituto fino a 5000 paesone. La spesa totale passo al la giovane Italia delle Camice Nere. Daincontrata è stata di L. 300.000. va11 ti a questo asseclio economicb, il popolo italiano 01111011 ~ cc l a più implacahile resis tenza , la più l11angn1·n zio ne <lei locali della R. Clinica 1'Iedica fcrn1a ò elle <lerisioni ». di Catania. '< ' Toi, carnera li goli arrli, sarete sulle 11ri111 e liIl 28 ottobre con l 'intervento delle Autorità ponce : farete di que·.st a, com e dj tutte le Ur1iversità litiche ed accademiche sono stati inaugurati i d'Italia, t1na pal e tra , un bal11ardo, una fort ezza d ell o sp irito e d elle arn1i che, quando siano asso- nuovi locali della R . Clinica Medica di Catania. Questa, anche perchè aveva ceduto il proprio Isticjati , a icurano la vi ttoria » . tuto all a Patologia m edica, viveva in luogo ed in condizioni assolutamente inadeguate all 'i111portanIl l>rin1 0 nl lo <lello « Stucli11rn url)iS )), il ètomani za dell 'in"Segnamento clinico. Il nuovo Istituto dc:ll 'i11at1gt1raz ion e, è Rtato il co11ferimento della sor ge nell 'Ospedale V. Eman.uele. Si compone di 1~11rea cc h onori.. cau sa )) alla Maestà <l el Re. tre piani, l 'ultimo cl e i quali è adi):>ito a laboratorio. Ai rappresentanti di tl1tti i Popoli il Sovrano ha Tutti gli impianti anilari e scientifici sono stati clicl1iaralo cl1e l 'Italia . l1nita in l1no sp ontaneo eseguiti con criteri moderni sotto la vigile cura . forzo cli feòc e cl i infle ibile volon t il. difencle l e d e] direttore d ella Clinica prof. Di Guglielmo. Le i-:npre 111 e e igen ze della Yita e continu a la s11a an. al e possono accogliere da 100 a 150 letti e r estano ti ca n11·~sion c di civiltà. co111e l 'intero edificio initipendenti dall'Ospedale d al qual e dipendono . ol lan to an1ministra Livamente. « OffrPn<lo agli s t11 <ljo i ilali c111i e s lrani rri qn cL 'UniYersità di Ca tan ia per 1nerito Clel1e Autos la l1110Ya ede - Eg·li b a nel to. - il n1i o GoYcrno
[Ai\'No XLII, \uM. 45}
SEZIONE PRATICA
rità tulorie ha così realizzalo una urge11le opera ch e torna a decoro òell 'i11segna1l1e u to e <iel glorioso Ateneo.
Se11ole e corsi di perfezionamento. La Scuol a di perfezio11a1ncnlo ir1 1\iledicjn a del Lavoro della R. U11iver sità di Ron1a, co11 sede i1el Policlinico · del Lavoro, ha lo scopo cl i perfezion are i laureati in Medicina e Chirurg·ia nella Medicina del Lavoro e di · co11ferir e il dipJ0111a di (I Speci alista in Medicina del Lavoro n, parlicolar1nente u t ile a quelli ch e aspir ano ad essere Medici i~pettori corporativi, Medici di fabbrica, di Istituti di assicurazioni sociali e di assi'stenza n1edico-sociale, di Con1missioni arbitrali per inforttmi, Medici-periti ecc. Il diplo1na di cc Specialis ta in Meclici11a del Lavoro » è stato rico11osciuto come t i tolo di preferenza cl al l\tiinistero delle Corporazioni i1ei concorsi per l\t[edici Is1)ettori corporati vi; e dall a Confederazione generale fascista dell 'inclustria per l a non1i11a a ì\iledici d i fabbrica; è> altresì titolo cli preferenza per la non1ina a Periti medici e acl arbitri nelle conlrover ie preYis le d al regolamento 1933 per l'esecuzione del R. D. 13 magg·io 1929 n. 928, st1ll 'assicu r azio11e ob]J]ig·atoria contro le malattie professio11ali. L 'Unione Fascista degli Indu triali della Provincia di Roma l1a concesso, come in passato, 6 borse di s tud io, cl i l,. 1000 ciascun a: 3 p er l 'anno 1936 e 3 per l 'anno 1937 a favore de i 111igliori allievi . La Scuola ha la durala di t1n biennio. Gli esami di profitto ve11gon o dati per gruppi cli r11aterie, alla fine di og11i anno d el corso. L 'esame di diploma si ·svolge secondo le norme dell 'art. 195 dello .Statuto Univer s itario: esso con st a di una disSE;rtazion e originale scritta , s u un argorne11to di l\Jedici11a del Lavoro, e di un a prova pratica stal1ilila dalla Con1missi one esami11atrice. Tasse complessive L. 2325. Per le altre condizio11i cl1iedere il IJrogran una alla sede della Sc110la , via Ripelta 180, Roma. La Scuola avrà inizio il 18 novembre. JJe iscrizioni ·si ricevono i110 al 16 novembre.
E u scito il progra1n111a dei Cor::>i ch e la Scuola Medica Ospitaliera d1 Ro1na svolgerà durante l 'an110 scolastico 1935-1936. Sara11no trattate, nei con~ueti corsi co111uni trimestrali e semestrali , le seg uenti malerie: Mediciµa g~11erale, Chirurgia g·er1erale, Chirurgia operatoria, Dermatologia e sifilograiia, Diagnostica della tubercolosi poln1onare, Diagnostica e terapia delle malattie nervose, Diagnostica fisica e terapia fisica (marconiterapia) delle n1alattie nervo·se, Esercizi di diagnostica, Otorinolaringologia, Ost etricia e ginecologia, P ediatria, Patologia dell 'apparato digerente. Malattie urinarie, Radiologia, Tecnica delle p erizie 1nedicolegali, Tecnica del p11eumotorace artificiale, Tec11iC(l dell'elettrodiagnostica ed elettroterapia, Tecnica d ella cist oscopia e diag11osticn uroJog·ica. Ir1oltre sar anno ripetuti i corsi speciali tenuti co11 tanto su ccesso in questi ultimi anni: quello 111ensile per i m edici co11dotti, quello esti o di preparazione agli esami di Stato; il Corso di integrazione di Clinica olorinolaringologica; il Corso doJl1enicale di neuropsichiatria e anatomia clinica dei centri n ervosi; il Corso di tecnica di laboratorio. Per informazioni e i'scrizioni rivol gersi al segretario, dott. Lupi, Policlinico Umb erto I , Ro111a .
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Un po' dovunque. È a1111unzja la per l a ruetà di n0Yc111bre la par-
tenza da Lo11dra f)er l '1\bissi11ia di un servizio cl 'an1l)ulanza offer to dall 'Ingl1illerr a. Il costo del l)iccolo ospedale i11 objle ò preventivato i11 35.000 · terlin e p er Ire n1esi. I 1500 J11aJati dell'Is liluto sana toriale cc Carlo }'orJa11ini )> in Ron1a h a11no indirizza lo al d ire1lore, J)rof. ~Iorelli , guallro l ellere, corrispo11den1i ai quattro l)adiglioni, per dichiarargli cl1c inte11clòno di .ideguarsi alla di sciplina dei cor1 u111i a l in1entari prescritta dal GoYerno, rinunziando al1' uso d ella carn e nei giorni s labilili (con1 'ò nolo, i 111alali so110 esc lu. . i dalla restrizione sul co11su1110 della carne) . ~resumibil1nente que la offerta 11011 ,·errà accol La; ina essa è com111ovente ed ol tre111odo sig11ifica liva. l\tlen Lre andiamo in macchi11a si t iene l 'annunzialo 5° Congresso nazionale sulla tubercolosi, Ne riferire1no n el prossimo nun1ero. In occasione del prin10 Salone Inter11azionale .l\eronaulico di Milano, il locale Si11òacat o Provinciale l'i'a:scisla ~ledi ci e l 'i-\.ero Cll1b <(E. Pensuti n ha11110 organ izzato un Convegno di medicina aerortal1tica, il quale si è t enuto il 27 ottobre, alla F iera di Milano, 11el rfealro della ~loda, con l 'intervento di altissime personalità clell 'aeronautica e della medicina. Sono st at e presentate relazioni dal nrof. Herl)tzka , dal gen. ined. Di Nola, da padre Ge111elli e dal gen. Grocco, accad~!Uico d'Italia. vo110 s LaLi inviati fervidi t elegra1nmi al Duce e al ge11. Valle. Si è proiettala una cinematografia fra11c_ese cl i propaganda.
•
Il 1° Con g resso i11ter11azio11ale di al)tropologia e psicologia criminale è indet lo a Roma per l 'ap1 ile dcl J 936. Te111i: cc Etiologia, diagnostica e profilassi d ella cleli11qu e t1za i11in.orilc n; cc Profilas: ;;j criri1 in a l e in rap1)orto alla riforn1a delle leggi pe11ali »; « Concet1 i fonclarnentnli òella biologia e cl ella })io tipolog·i a criminali »: cc Profila·s i crim i11ale e antr opo log i.~ c rin1inale ». Verranno visitate • • le l1UOYe islilu zion i italiane 1)er la prevenzione dell a r ri1ni11aliLà e Ja rieducazione dei delinquenti , a Roma, apoli, Aversa, Orvieto ecc. Sede del co11gresso : via Giulia 52, Ro111 a; segr etario generale: prof. Renig·n o Di 1't1llio. Dal 6 al 12 ott oJ)re si è tenuto a Buenos Aires il Co11g res o n az ionale arg·en1i110 di chirurgia; e iJl coi11c icl enza con e·sso, i l 10 e l '11 o l tobre, hanno nvu lo lt1ogo Je secortde Gior11ate riopl a tensi cli ti..,iolog·ia. L '« A·ssociazione Aero-~Iedica » degli S la li Unili si nclun a dall 'l al 3 noven1bre a San Antonio; te:n1a d i cus o: la selezione degli aviatori militari (4. relazior1 i) ; lr1 le conferenze Ye n 'è _una sulla profih1 ssi della p erdila dell 'udilo negli aviatori. L 'Ass0c iazione dei medici di lingua francese del. I '1\n1<.>1 ica clel Nord terrà il st10 14° co11gresso fl 1\ifo11t ré'll rlal 7 al 10 setten1bre 193G; so no s lati in\ ila li a parleciparYi n1edici e J)fOfe sori di P arigi, Lion.e, Bordeaux e Tolo·sa. otto gli a u s1)icì della JJega francese contro il rel1n1ati nlo, i è tenuta a Parigi, il 28 ottobre, llna « Giorrla La del reun1a Li n10 n; è stato discus o il te111a: osteo-artri le d ell 'as111a. Segretario ge11erale della Leg1 è il dott . ~I.-P. ,,. .eil, rue de Lonclres (10, Par1 s.
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POLICLINICO »
Il 1° Co11grcsso i11 ler11azio11alc d ei 111 ecl ici a1nici d el Yi110 s i è le1111lo a Losa11na d al 2(i al 31 agost o, :u ll o la JJrC$idenza del p rof. P orl1n a111i. "t'r a le relé1zio11i Ye 11 'era u11a del prof. Bnglioni di Ro111a sulle « \i la 111i11e <lell .uYa e del ,·i110 ». L .1\ rcaclen1ia ro111e11 a rli l\ledi ci 11a, di cui clt1uu11zian1 1no già la co ~ Li l u zio11e, s i è ad u11al a per ]a prirna YOll a, ol lo la pre-s ic1e11 za clcl nol l. (~. Arl· g·e lesco, ])r ofe" o r e alla Facoltà in ed ica di Bucar es t , ~ nilli tre> (l ell.i truzio11e pub}Jli ca, ch e è slat0 eletto preside111e. Ncll 'O ... pedale nudolf H e5s dj Drcsda sì è.' innu g ural a, il 1 o l to bre, una Sc11ola ai perfezionan1en Lo i11edico, presente il Cornn1i s a rio rnedico fecteral e Wagner. Essa è <l c·s lina la in preYalenza ad una i11 Legr:lzione ·della i11e(l i ci na uffjcial e con la n1Pdicina i1all1rista. Durante gli l 1lli1ni 8 a n11i ·cola·atjci si è aYltlo i11 I•~ ra11cin u11 i11c r e111e11to cos ta nte n el numero dei dipl o1nali in 111edici11a. Ql1esli furono 901 nel1 ·an110 colns tico 1927-28; i1egli an11i u ccessivi au1ner1larono, og·ni Yol1a ri petto all 'an110 precede11te. di 64, 87, 68, 3, 170, 171, 115: così n el1 ·anno scol as li co 19H4-35 ha11110 ra g·g·i un lo la cifr a di 1579. cll 'a nn o . . coJas tico 1934-35 i diplon1ali << <li ~l a to » jn medicina in Fra 11c ja so110 s tati 1579, così ripartiti 1ra l e varie Urriv er s ità: P arig i 778, Rorclent1x 173, Lione 1 37 , "J~ancy 83, ~1onlpellier 74, rr o lo a 7:3, Ì\f nrsiglia 68, Lilla 64 , IS Lra·sburgo 58, Algeri 39, 11eirut 32, so110 eia agg il1nger ... i 240 diplon1~li « ct ·t111iYersilà » (s·tra11 ieri non autorizzati a d e" erci tare i11 Fra11cia) ; si raggiunge co ì un t ot ale dj 1819. ~eJ le l l11iYers i tà a u" lri ac11e i se111es lri <li so11 0 ~ lai i stabiliti co n1e segue. sen 1estre .._
studio jnYcrILnJ e: 1 o ttobre - 31 g·en11aio; sen1 es tre es tivo: 15 , feb})ra io - 2 gil1g·no; jl 11l1ovo ordin am e11to è en l1 a lo in Yignre col 1° n0Ye1r1 bre. Nell 'Ospedale P si chiatrj co cli Palermo , direi to d a l prof. San Lar1gelo, funziona da alcuni lne·si un ce11 Lro per la cura dei post-e11refa litici poYeri delle provj r1ce iciliane . Il r eparto ha due sezioni: per uo1nini e per d on11e; ognu11 a è clirelta d a un in e<lico pri111ario. Si attu a j} cosiiletto m etodo bulgaro, ma dando l a J)refere11za alla l1elladonna itali ar1a, secondo i rilieYi del prof. Di Mattei di Pavia. La c ura i11edica111ento·aa vie11e integrala da quella fi sica e da trattantenti particolari. È st ato inal1gurato acl •.\111ie11 s un J1u0Yo ospe-
dal e, attrezzato eco11do le più 111oder11 e co11 cezio11i ; orge alle p or te della città, in t111a zor1a al la ; so .. titl1i ... ce il Yelu to e insalubre Hotel-Dieu.
I n Fran c ia ' ·sorto un san a tori o Jler stude11ti J11alati a i pol111011i. in I aint 'Hilaire du rrouvet, Slll1'al li piano detto « des P etiles R oches »; co1n11r enòe un reparto chirl1rgj co. Gli sll1den1i in 1nedic jna vi con1pion o s tudi d -i speci alizzazione i11 tifi iologia. Vi so110 add e tti u11 n1edico primario e clue ass is ten ti , di Clli u 11a clo1111 a p er le studcnlfls .. e. Me,1ian le ie (~asse n1utue, vi sono acroltj e cu!'ali ~ncl1e g li s tude11ti poYeri. Il 1 .. c> lte tubre fu inaugurato a Bl1enos .i\ires nn nuo' o 1>adiglione nell 'T lilulo cli 111a ler11ilà d ella oci e là di be11efire11za ; è destinato all'i solan1e11lo Tl rl.ir~l tore _-\.lberto Pera} ta R a1110 , 11e jllu .. trò le fi11alità. I I ~4 , e t I en1bre it1 i11al1g·ur~t o a Bueno.. Aires il Scr,ilì u c;ociale 11e1l a ~Iaternilà dc1l 'O·s pedale
[ANNO XLII, - U~1. 45J
'J'orq u a lo de .\lYear, a p}Ja rt e11 p11Le al Municipio ~ aYrà pre,-a len ten1enle lJer . cop o le cure prenatali" so lto la (lirezio11e d el <loll. I\la11uel L. Pérez . S i è deliberalo di T lituto J11unicipale r1ell '(Jspedale Tor11 t'L, c1 i 1)ropaganda e di
fo11dare a B11enos Aires u11 di tisiol ogia, che funzioner à com e ce11tro di alta cultura, petin1entazione.
Il dott. F. C. Berssler <li Balti1nora ba do11ato una rendita annua di 12.000 dollarj (150.000 lire il. ) per l 'i s liluzior1 c di u11 1aboralorio di ricerche 11e]l 'Unj Ye r sità di ~Iaryla11cl. Nella Terra Francesco Giuser>r,e, appartenente alla Rus·sia, sulla Baia 'franquilla , è stato orga11iz1&to dal dott. Ha'icl1n 1a1111 il pri1110 laboratorio scie11tifico artico, ])er sluòiare la ripercussione della '- ita artica sul !Jersonale d ella spedizione. _t\l tem1Jo s Le-so , i1e1J 'i ola Aiokson si è orgalJjzza lo 1111 osped .tl ~, il J)ri1no della r egione, direl to Cl al d o tt. Nikitine eò OYe si compiono pure d elle osserYazio11i s ulla Yila delf'uomo nelle regio11i artiche. Si pensa ch e il lillorale occidentale della Nuova Zen1bla e d ell'Isola Settentrionale posseggano condizioni favorevoli p er una Stazione climatica pola1 e: .il lungo p eriod o di sole, l 'assenza di venti, i r aggi ultra-violetti riflessi dai g hiacciai, le sorg-en li ferrug"inose e calcicl1e, dovrebbero agire faYorevol111en le su alc une ma latli e. Il professor e di fisi ca e <lire l tore dell 'Istituto d el radiuL11 uresso l 'UniYersità di Mo11tréal (Canadà), E. Géndreal1, h a t e11uto, su invito , una co11ferenza al Colleg·io Univer sitario Nazionale di Dublino (Irland a), s tilla 1ot1a co11lro il çancro ; ha 1r1esso i1 t evid ei1za l 'ulililà cli u11a coop erazione tra 111edici e fisic i i)er intensificar e l a lotta contro il cancr o .
I colleghj , allieYi ecl a1nic i d el prof. A. Chauffarcl, allo scopo di perpeluar11e il ricordo, hanno cìeci so di far collocare un n'1eda g lion e che lo rappre·sen~i, nell 'anfileatro d el! 'Ospedale di ,Sant ' ~n lonio a Parig i , che egli 11a illus trato col suo ln·segnamento. A tale scopo 0 ap erta una sottoscr izione. I so ttosc rittori di 100 franchi riceveranno uria riduzio11e in bronzo d el medaglione. Rivol g·ersi al tesoriere, Georg·es Masson , boulev. SajntGermain 12~, P aris 6e. Dal 27 ol1obre al 3 i10Yen1J1re s i è svolta· in Ger111ania l a l( Selti111ana d el libro tedesco>). S . S. il P apa ha ri ceYulo a ~as telga.ndolfo , n~l cortile del palazzo, 1500 infermiere laiche e r eligiose cl1e h anno partecipato al congresso intern azionale di Roma. L a Feclerazione fra le _i\s ociazio ni rlel clero in Ilalj a h a compiuto u 11 ' incl1i e~ t a presso le Curie fliocesa11 e, per cono cer e qua11Li so1Jo i ~embri d el clero a ttualrrte11·1e affelU cla tubercolo·a1. Qua ranla Dioces i non hanno ancora risposto all'inYilo. I dati fin 'or a r accolti ono i seguenti: tubercolotici accertati : sacerdoti 104, chierici 79 ; sos p etti: sacerdoti 31, chierici 57 . Il Labor a torio Farmacologico R eggia 110 di Coreeao-io per co11 lril)uire alla celc])razjoi1 e del IV Ce~~1~ario della morte ci el celel1re !Jj l tore dell e G r azie Antooio 1\.llegri, del lo il Correggio, ha fatt o pubblicare dall 'I s tituto cl'Arti Grafiche di Berg~mo tin el eo-ante volume in cui sono r accolte le 1l1u~trazio~i dì tutte l e opere (quadri, affreschi, djseg11i) del grande l\Iaestro. Le .ripr? du zioni , oltre l !Il ce11tinai o, sono tate eseguite in rotocalco o in
[ANNO :XLII ,
...
~ u.r.i.
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SEZI ONE PHATICA
Memento:
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Le OPERE DI MEDICINA CHIRURGIA ED IGIENE pubblicate dalla Casa Editrice LUIGI POZZI di Roma gli abbonati a l
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PO LICLINICO )) o a qualsiasi delle altre quattro Rivi s te edile dalla st essa Casa
possono o I ten erle :
a) co11ti-u pagame11to <l eonta u ti ai prezzi di fa co re indirati negli annuuzi <lei singoli volun1i , in via11d o, cioè, iJ risµc Lti,ro i 111porto conte111poranean1ente alla richiesta;
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tolumi, contro pagan1ento rateale. Il totale,
considerato al prezzo di copertina, può essere corrisposto con un primo versamento pari a un terzo dcll'am111011tare della ric]1i c~ta e la rima11eule som111a 111ediante rate m ens~Ji da IJ. 20 cadauna. ( ~ on il prin10 versa11lento si deve inviare l 'in1peg110 scritto del pagamento rateale n1ensile fi no al co.m1pleto saldo. N. B .• .A ricJ1iesta si invia il cata1ogo gene1ale di tutte le ope1e:
Facsimili delle nostre edizioni in brochure.
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Diagnostica delle M alattie •
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Inviare Vaglia Postale o Chèquc Bancar io a ll'editore l.urr.t
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« l f, POLICLlNH. O »
tricro~Ttia, e sono prececlt1 le d a t1no s tudio cri Lico
del l\1ottini. Il Yol u111e è ft1ori co111n1er cio ed è inYi~to i:1 don.o ai 111edici (l al dol t . Recorda Li, propr1e lar10 e dir e ttor e del Labo rat orio Farn1aco)oo·ico 15 lleg·g·jano, di Correggio. Il. cl?tt .. Williarn J ~n~ , t11~0 dei più quotali an el e l 1 lt cl1 Lo11dra , s1 e ucc1so aneste tizzandosi . I l g i ttòice i trt1 t lore , d ot I. (.)cicli e, ha accertato ch e il . uicidio fu .Jelern1iuato <la difficolt à fi11a11 ziarie. Il Jone ~ra r:tne·s te ti la 01101·ario e docenle (lecturer) di ane lesia al « Ch aring· Cross Ho pilJl », al cc Lonclo11 Temperance Hospital », al (( Royal E&r Hospital », al « lloyal Nalional Ortl10})edic Hosp~t al » e al « Gordon Hospital »; n1a tutte qu r ' Le car1 Ll1e er ano o n o rarie. 11on r etrjbuite quasi che i i11edici, a differe11za deo·li altri mor~ l ali, possano él trarre dalle n ecessit à del! 'esisten za. Co ì « Igea n (~.\n n. d ' Ig.) . Il prof. Hubert Poch azka, direttore della Cli i1ica lleuro-psichia trica d ell 'UniYer ità di Bru11n (Cecoslovacchia) i11entre u civa .dalla sua abitazio n e, 0 s tato revolYerato e u cci so d a t1n n1alato di r11e11te i111piegat o alle Assicurazioni contro g l 'infort t1ni ... u l' loYor o. Si è spento il prof. GAETANO GEnoNzr, chirurgo 1)ri1nario ·)to ia tra 11egli Ospedali Riuni li di Ron1a , a1)prezzatissini.o profes·sionist a.
Le malattie infettive in Italia. N uni ero clei Comuni colpi.ti e numero dei casi (fra parentesi). D enunzie cl al 7 ollobre al 13 ottobre: ~Iorbillo 150 (495) ; Scarlattina 170 (374); Perto·--se 59 (225) : (- ); ' ' aricella 56 (85) ; Vaiuolo e vaiuoloide Febbre tifoidea 494 (988) ; Infezioni p aratifich e 8 (119) ; F ebbre ondulante 18 (23) : Di . . senteria 18 (21); Difterite e croup 252 (478) ; l\Ìieningite ce' r ebro-spinale epidemica 4 (4) ; Polion1i eli te anteriore acuta. 17 (23) ; Encefalite Jetarg ica 2 (2); Ancl1ilostomiasi 6 (25) ; Rab1Jia: 1norsicature di ani1nali rabbici o sospetti ~6 (68), dicl1i arata (-); Pust ol.1 inalig na 28 (30).
[A1'~0 XLII, ì\ l ~' . 45)
LA C~INICA. OSTETRICA. Rivista mensile diretta da P A.OLO GAI FAllll Il Nn1uer o 11 (Noventhre 1935) conti ene: Lavo~i origi nal i : E. FRONTIOELLI: Intorno a l tasso ur~1co sanguign o materno, fetale e placentare Fa tti e df?oumen ~i: A. .MERLINO: Echinococco~i dei legam enti larghi . La r~ brica ~e.gli err~ri : E. OPOCHER: In tema di er· roi:1. e def1c1e.aze diagnostich e. Me.d~ c1na soc i.al~: E. PO~ZI: ~a n ati- e neonati-mortal1 ta a lla Cl1n1ca Ostetrica d1 P arm a nel quinquennio 1930-1934.
La rubrica ~e~ i co-legale : G. BIANCHINI: Nota critica ad ~1na per1z1~t sopra un <'aso m ortale per emorragia f oll1colare. Prf?blemi disc~ s.si : ~· TAJ?DEI: A proposito di annes· s ite, a~pendi o1te, s1mpat 1cosi a ddominale. Con~~ess 1 : Il XXXII Con gresso della Soc. Ital. di Ostet r1c1a e Ginecologia. Dalle rivis te (OSTETRICIA) : Analgesia ed a n estesia ostetriche.. - L e in~icazioui a l parto cesareo n ella pre~entaz1011e poda lica. - La perdita di sangue dura nte il •parto cesar eo. - La pielite gravidica. - Sulle mod ificazioni della muoosa del collo dell 'utero durante la gravjd anza, il parto ed il puerperio. - (GINECOLOGIA): La vitamina O nel t rattamento delle emorragie ginecologiche. - Sulla cosidetta reviviscenza. dell'endometrio. - Insorgenza famigliare di deficente svil tLppo degli 01~gani genitali femminili. - Localizzazioni suppurative ossee in casi di infezione puerperale. - Il ri~chio di un carcino ma del moncon e cervicale dopo a,mputazione sopravaginale dell'uter o. - Sulla queatione del p seudomixoma peritonei. - (P E· DIATR14) : La modificazione del riflesso pla ntare nei n eon ati sotto l'azione degli stim oli e di altre influenze. - Ricerch e sulla riserva di ferro dei neonati. - Tetani a del neonato. - Sulla vaccinazione antivaiolosa precoce dei neonati e dei pre1aatu1'i. - E' aumen tato i l peso inedio alla nascita in quest'11ltimi anni? Note di biologia : Il ricambio idrico e salino nel campo ginecologico. - Ricer che sull'azotenlia nello stato puerperale. - Ricerche, mediante indicatori, sulla r eazione attu a le della ct1te del neonato. - I pesci per la diagnosi di gravidanza. - Con tributo alle caratteristiche anatomo~topografiche dell'intreccio di Frankenhauser. - Sulla patogenesi della galattorrea con osservazioni sui processi ormonici nella lattazione fisiologica. I libri. commen ti e proposte : P. Gaifami: Ospedal izzazione ostetrica precoce o tardiva? Vari età. - Notizie.
o.
Abbonamento annuo : Italia L . 4 O; Estero L . 6 Per gli associati al « Policlinico » : I talia L. 3 6 ; Estero L . 5 5. Un n u m ero se parato L . 6. _.. Numero di saggio gratis a richiesta ..._
Indice alfabetico per materie. Alopecia : trattamento . . . . . . . . . Pag. 2240 As111 a broncl1iale: diagnos i e ct1ra con la « osta 11za P » di O riel . . . . . . )) 2217 Bib liografia . . . . . . . . . . . . . . . )) 2226 Boldina: into sicaz. cro11ica da . . )) 2243 . . )) 2239 Cistifellea : discinesie . . . . . . 2224 Coma diabetico: trat 1a111en lo . . . )) Costituzione individuale . . . . . . . )) 2228 Crescenza: cri-si di - . . . . . . . . . . )) 2239 C:ronaoa del movirnento p r of essio11ale . )) 2247 2243 Diet etica : recenti progr essi . . . . . . . )) )) 2221 J~ 1110 lera pia : auto- . . . . . . . . . . . . 2240 Eresipel a facciale: predisposizione . . )) ·Favismo: contribu lo . . . . . . )) 2202 2·244 JFebbre tifoide : pa loge11esi . . . . . . . )) I111petigine contagiosa . . . . . . . . . )) 2240 Ipertricosi fe1111ninile: pre~ crizione . )) 2243
« ~Ie ta n : intossicazioni d a -
. . . . . Pag . 2243 Ortofonia . . . . . . . . . . . . . . . . » 2239 P aralisi prog ressiva : piretoterapia . . » 2222 Plas1nochina: avvelenam. da . . . n 224:J Reazione di Meinicke nelle n1alat tie tu2221 b er col ari e non t u bercol ari . . . . · . » 2224 Scieriziati espulsi dalla Germania . . » 2240 Seborrea: tratta111ento . . . . . . . . . » 2209 Sifilide: rivista generale . . . . . . . · » trat1Stenosi larin go-tracheali cr onich e: 2239 ta n1en to . . . . . . . . . · · · · · · · » Sterno: puntura del lo - nella pratica n1edi ca . . . . . . . . · · · · · · · · » 2218 Ulcere gastrich e e duodenali: diagnosi e ct1ra . .. . . . . . . . . . . . . . . )) 2195 2243 Ustioni: prescrizior1e . . . . . . . . . . )) )) 2244 l ·iaggio in Europa: osservazioni • • ...
~ consentita
.
la ristampa di latJcwi pubblicati nel Policlinico se non 1n 11vtonz:tazione scntta dalla reàab<>ne. E wetata la 1>ubbl;cazjone di sunti di essi senza ntame la fonte.
Diritti di preprieta riservati. - Non
C.
F RU GONI , \
A. Pozzi, Resp.
Red . capo .
Roma · Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
•
1NN4t XLII
Roma, 18 Novembre 1935. XIV
Num. 46
'' .
fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SEZIONE J:>.RATIOA
·REDATTORE CAPO:
PROF.
CESARE FRUGONI
Clinico Medico di Roma
SOMMARIO.
•
Note e contributi : V. Luccarelli : Le iniezioni endoarteriose nel le infezioni ·degli a r ti. Osservazioni cliniche: F. Stipa: P erforazioni nel" tifo addominale. Sunti e rasseg ne : RICAMBIO: L. Grote: Lo stato odierno del p r o1blem t dell'obesità e della magrezza. - B. I. Oomroe: Met~di per valutare l a cifra del m etabolis.m o con il polso e oo-n la pressione arteriosa. - 'fERAPIA : F. E. An.gl2 : I l trattamento delle brucellosi acuta e cronica. - W. Gunn: La terapia del morbillo. P. Seringe : 11 coma bal"biturico e la sua cura. M. Ba.riety: La cu ra delle asciti cirrotiche. Divagazioni : Uomo e ma.Bchio. Cenni bibli·ografici. I Congressi Nazionali di Medicina e Chirurgia : XLII Co·n ·g resso I taliano di C1hiru"rgia.
NOTE E OSPEDALE
CONTKIBUTI
CrvrLE nr
VIA.DANA
(~1ANTOVA)
Le i11iezi oni endoa1· te1·i ose nel le int·ezi on i degli •i1·ti. Prof.
"\.rr NGE:'.1 7.0 Lu ccAR1'~LLI:
direttore.
Si11 dal 190·8· Gayanes, in E'rancia, ave-va tentato (1) di ricorrere alla via endoarteriosa p er influire diretta111ente con -a ntisetti ci su lle lesioni tubeTcolari degli arti . Ma i suoi esperi1nenti non furono proseguiti essendosi addi mostrati insufficien ti allo scopo. Le affezioni tubercolari, infatti, non · pote-vano cosLituire il migliore terreno su cui spBrimentare siffatto tratta111ento. Più tardi , nel 1929, Reynaldo Dos Santos, a Lisb·ona, in teressandosi delle iniezioni endoarteriose p er l'arteriografia radiologica, volle pure ser,rirsi di q u esta via a scopo terapeutico. A questo fine anzicch è di liquidi op.achi, con1e (1) La via arteriosa, come ricorda il Palmieri,
!u tentata n el 1665 dall 'ilaliano Maltagliato. Qu esti però si valse dei cani ed impiegò mezzi prin1itivi ch3 diedero cattivi risultati.
Accademie, Società Mediche, Congressi : Società Catal ana di Ur ol-0igia. Appunti per il medico pratico : CASJSTlCA E TERAPI A : Le ematurie. - Infez.i.oni del tratto urinario n el djabete. - Progressi nel trattamento delle malattie renali. I l t r attMnento medico delle pielonefriti. - Neli'enureai nottul'na. - MEDICINA SCIENTIFlCA: Il gran ulo•m a dell'ultravirus t•u beroolare. - V ARIA. Nella vit:i p.rofessionale : C1·on aca del movimento professi onale. - Concorsi. - Nomin e, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indi :e alfabe·l ico per materie.
i:;er l 'arteriografia, si valse di antisettici ed estese la sua sperimentazione in differenti forn1e di infian1111azioni degli arti. Lo stesso A. n el l 'aprile del 1928 a Strasb·urgo e poi i1el g·en na10 1929 dinanzi alla Società di Soienze Medic11e di Lis.l~o11a, fece ampian1e11te conoscere g l 'interessanti, e 1nolto incorag·gianti risultati da lui ottenuti. Nel 1930 il Lamas al Congresso di Chirurgia francese espose il metodo di Reynaldo Dos Santos citando numerosi casi da lui trattati con ottimo esito. Nella stessa seduta il Leriche cor1vali dò l ' i111porta11za di questi successi facendo notare che pure esso nella sua Clinica ricorreva correr1 ten1ente al le iniezioni endòarteriose di n1ercuriocrorno e poi di violetto di genziana, particolarmente nelle gravi linf.a11giti, nelle artriti blènorragicl1e e soprattutto nelle can gren e da arterite in cui olte11eva il raffreddamento della lesione prima di procedere alla amputazione. Di recente (La Presse Ji1 é'dical e., n . 5, 16 gennaio 1935, r>ag. 83) Goinard, Piétri e Mondzain-Lemaire, han110 pubbl~cato un importante e ben con1pleto lavoro sopra questo interes-
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sante argomento, suffragandolo con grafici, . , . con esami istol ogici dei tessuti molli, d elle arterie e dei capillari e con cont.rolli oscillometrici; nonch è .con la raccolta e -la disamina particolareggiata di una con vin cente sta tistica clinica. Il ricon oscimento pratico circa la importanza terapeutica delle iniezioni l ntisetti che endoarteriose, si può dire ormai san zionato e valorizzato dalla autorità degli Autori. Il m etodo , però, non ha ancora raggil1nto quel grado di diffusione e di correntezza L lie r ealmente merita. Ciò, indubbiamente, .è dovuto alla scarsa con oscenza di questa nuova via t erapeutica, a lla preve11zion e circa la vulnerabilità delle arterie e a lla consapevolezza d egli a ccidenti ch e qualch e volta si sono verificati in conseguenza della iniezione endoarteriosa di liquidi opachi per la a rteriog r afia radiologica. A tale prop osito è bene precisare subito ch e in materia di iniezioni endoarteriose non si d eve confon dere la puntura eseguita a scopo disi11fettante, come è quella di cui ci interessiamo, con quella praticata in radiologia per l 'arteriogra fia d egli arti. Quest 'ultima offre realmente una certa possibilità di accidenti (trombosi seguita da cangrena) dovuta ai particolari liquidi opachi che n ecessariamente si è costretti a d introdurre nel circolo arterioso ( Collothar, T én é)-1, Thorostrast) nonch è ·a lla rapidità con cui bisogna iniettare il liquido stesso stante la rapidità di assorbimento (6-8 111inuti) durante i quali si d eve p ure esegui re l 'arteriografia. La iniezione endoarteriosa a scopo disinfettante, invece, si eseguisce lentamente e p er la costituzione d el li~quido impiegato riesce perfettamente innocua oltrecch è l ocalmente a11cl1e p er il circolo gen erale e per l'intero organismo. Sta di fatto ch e la ormai ricca casistica ed i g·ià ab·b as tanza numt r osi Autori ch e h anno praticato il metodo, con cordem ente an1rn ettono ch e queste iniezioni endoarteriose sono del tutto innocu e . Soltanto g li ultimi Autori citati (Goin ard , Piétri e Mondzain-Lemaire) nel loro pregevole }a,roro ricordano un caso di spina ve11tosa di due ·dita della mano i11 cui l 'iniezione d eterminò can g r en a delle due dita e parziale sfacel o di un punto d el! 'avambraccio, tuttavia guariti rap idamente. Basta, d el r esto, legger e le con clusioni di q11esti Autori per con• • • • • vm cer si com e essi , integri osservatori, mentre ' 'alutano l ' importanza d elle iniezioni antisettich e endoarteriose g ià intuiscono la imp ~rfe zione d el liqu:do da essi u sato. Questi Autori così si e primono : cc Quando i m ezzi chirurgici si mostreranno ineffi caci bi1
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sogna ricorrer e a lle iniezioni introarteriose a11tisettich e. Il caso più tipico è l 'infezio11e gravissima dell 'arto in c ui n on si vede altra risorsa ch e l '~n1putazione . In questo caso una iniezion e potrà salvar e l ' ar1o s tesso. Nelle s up·p u-razioni. cronich e ribelli questo metodo 11a procur ato rapide guarigioni; ma ir1 questi casi ' ri è una controindicazione forma le, alm erio per
quanto riguarda l'impiego della soluzion,.e idro alooolica di violetto di genzian a, poicl1è occorr e astenersi dal praticare- queste iniezioni allorch è l 'indice oscillometrico è ab·b assato rispetto all 'arto sano. Fatta questa riser va si può affermar e ch e l 'iniezion e endoarteriosa antiset ti ca -è inoffensiva per l 'arteria, per g li arti e per l 'organis1no, al pari della stessa iniezion e intracarotidea che n el c.ane non h a d.a to alc un inconveniente . L e iniezioni end oarteriali sembrano ag ire per le profonde modificazioni vasomotrici ch e arreca l 'irritazione d ell ' endoart eria così da riprodurre più in piccolo quelle ch P. d et ermin aJ10 la simpaticectomia parietale; a tale pu11to da poter rimpiazzare la simpaticectomi a p eriarteriale in talune sue indi• • caz1on1 n. Non vi è dubb·io alcuno ch e la via endoarteriosa costituisce la tecnica più appropriata per ag ire sopra un t erritorio infetto. I11fluire direttamente sulla zona m .a lata servendosi d el torr ente circolatorio centrifu go equivale a portare su di esso, ed in dose e co11cen.trazione più sicurame11te effi cace, quel m edicamento che meglio sincronizzi con le parti colari alterazio1ii tissulari evitando la via endovenosa o intramuscolare, ch e sottoporrebbe tu tto l 'org anismo a d una vulnerazione superflua ed incompleta. Lo dimostra ampiamente la casistica di tutti g li At1tori ed in particolar · modo quella d el Goinard e con1pagni tra i ct1i casi sono da n1en zionarsi : uno schiacciamento d ella mano con gravi lesioni ossee ed infezion e diffusa che rendeva n ecessaria l 'amp·u tazione in cui l 'ini ezione ridusse in modo sorprendente la gravissin1a infezione dell 'arto e died e l a guarig·ione e' ritando l 'intervento demolitore; un 'antica osteomielite fistolizzata d el femor e cl1e richied eva un nuovo inter vento in cui l 'ini ezione endoarteriosa con pari rapidissim a effi cacia diede la cicatrizzazione in due giorni e permise al1'ammalato di abb·andon ar e l 'ospedale dieci g iorni ap1)r esso completamente guarito . 1\ltri casi di pari importanza si ·riferiscono a linfangioiti gra,Ti, cang r en e d a arteriti ,. spin e Yentose, osteom1eliti , artriti bl enorrag·ich e, inf Pzior1i • grav1, ecc. Dimostrata la inn ocuità d ell 'iniezion e endoarteriosa e la r eale in1portanza pratica di esse,
SEZIONE PRATICA
è da considerarsi quale r ealn1ente sia da giudicar si la più adatta soluzione rr1edicame11tosa da impiegarsi. Conosciamo benissin10 l 'azione antisettica di alcune sostanze coloranti, q11ali il mercuriocromo, 11 tryi-1anhleal1, tryJ_Janzot, g iallo di acridin·a, bleu di n1etile, ecc. precor1izzati an·c he per la cura d ella feb bre ondulante, e possiamo, perciò, accordare fiducia pure al violetto di g·enziana ed al n1ercurocromo prescelti per le iniezioni antisettiche e11doarteriose. I vari Autori precedenti, infatti , si sono avvalsi di queste ultin1f. sostanze e più precisamente d ella formula: Violetto di genzi.ana g r . I; Alcool a 95° gr. 10; Acqua gr . 100. Quello che effettivan1e11te più induce a rjflettere ed in certo qual modo a tratten erci d al ricorrere all a via endoarteri osa .è la preoccupazione ineren te all 'a zione d ell 'antisettico e del veicolo che lo a cco1npagn'\ su tessuti già tanto infiammati ed alterati. Occorre ten er presente, infatti, che qualunque sia la lesione dell'arto per cui noi ricorriamo all ' iniezione endoarteriosa , la corrente sanguigna d eve sempre considerarsi più o meno ritard.ata, ostacolata od impedita. Da ciò consegue la n ecessità in1prescindibile ch e il liquido impiegato deb ba essere di natura tale da esplicare b ensì una sjc ura ed energica azion e st~rilizzante, abortiva o con1unque b en 0fi camente modificatrice d elle condizioni in atto, ma tale anch e da poter i diffondere ed imb·i bire i tessuti senza determinare p eggioramenti delle condizjoni o cagionar e partj colari alterazioni vasomotorie e parieto-vasali qualora la sua permanenza dovesse necessariam ente protrarsi oltre il neces. sar10. . Il mercurocromo) di azione caustica, ast.ri11gente e tossica, impiegato in un territorio g ià p er se stesso ab·b astanza vulnerato ed in istato di spasmo ed ingorgo non p oteva aprioristicamente rispondere completamente allo scopo ed a ragione è stato abbandonato . Per quanto riguarda la forn1ula sopra citata e preferita dagli Autori non ci semb·r a che essa p ossa garantire una assoluta innocuità . È lle.11sì. vero ch t3 tale formula h a dato e dà · tuttavia buoni risultati e che la presenza dell'alcool, come fanno rilevare il Goinard e con1pagni e con1e effettivamente si può constatare, dona una buona fluidità al liquido , ma dallo nostre es11erienze ab·b ian10 tratto il convincin1ento ch e essa non può considerarsi perfetta. L 'iniezione, infatti, pro,roca in1n1ediato, vi, 0 e diffuso dolore che si protrae per un tempo abbastanza lungo, sino a d un paio di ore; il cl1e è d ovuto unicam e11te al} 'alcool , in quanto 1
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la sen1plice soluzione acquosa di violetto di ge nziana non d etermina che u11 vago senso di calore e di ten ione lungo l 'arto. L 'alcool, inoltre, per la sua elettiva azione coa,gulante e vulnerante dell 'endotelio vasale non può ch e riuscire schiettamente lesi,1 0 e predi porre all a formazione di cang·rena secca quando è obbligato a ristag·nare in t erritori in cui la circolazione .è più ostacolata. Il che è da m ettersi in ra1)port o i:;recisamente col caso sforLunato citato dal Goinard e con1pagni e g iustifica la co11troindicazione all 'iniezione quando la oscillometria risulta n eg·ativa. Guidati dal concetto ch e l 'azione curativa basilare di queste iniezio11i è dovuta al violetto di genziana, per un potere caratteristican1ente antisettico e risolvente di cui ancora ci sfugge la precisa essenza, abbiamo giudicato conve11iente modificare la formula anzide tta nel sen· so di sot.trarre .a d essa l 'alcool ed agg·iu11gervi, invece, altre sostanze che valessero a rendere più efficiente ed assolutan1ente innocua l 'iniezione er1doarteriosa. Abbiamo perciò , preferito aggiungere al violetto di genziana olLrecchè il fenolo, per la sua azione disinfetta11te ed anestetica e più particolarmente pel suo potere paralizza11te d el protoplasma, anche una sostanza cl1e, agendo sulla muscolatura vasale, facilitasse la circolazione sanguigna. In tale modo si raggiunge una prepar~zione ambientale in tesa a favorire la diffusione e la penetrazione dell'antisettico ed una sicura esplicazione risolutiva anche nei casi di maggiore ostacolo o ristagno circolatorio. All 'atto pratico questa nuova soluzione, confrontata con quella degli AA . preced enti , h èi dato risultati superlativamente ottimi n on solo a noi ma anche a d altri chirurghi a cui l 'abbiamo indicata. Essa, inoltre, ci lascia tran quilli circa ]a possibilità di lesioni d0vute ai componenti del liqujdo e ci dà adito a con sid erare raggiungibili , per via er1doarteriosa, anche altri territori del corpo umano. II m eccanismo di azione delle iniezi0ni antisettich e endoarteriose, molto verosimilmente non è soltanto dovuto all 'entrata in cir colo della particolare soluzione. Goinard e com1)ag ni , sulla base d eg·li esami fatti , opinano ch e tali iniezioni determinano intense modificazioni vasomotrici e capillari le quali p rocedono di pari passo con i b·uoni risultati terapeutici e $Ì clon1andano: Sf' il Lraun1a I esso della puntura non agisca ecc,itando l 'endoart eria o l 'avventizia; se la minima quantità di san gu e ch e necessariamente fuoriesce dal vaso nel luogo del la puntura non esercita una b enefica azion e per irritazione d el simpatico; se i rapidi 111iglio-
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ramenti 11011 sono dovuti alla durevole Yasodilatazione ch e segue alla breve costrizione. Con1unque, lo ri1~ eti amo, le iniezioni an tisetticl1e endoarterio 3 riescono praticamente effi caci e di azione n1olto pes.so r ealmente sorpre11dente, 11e Ile lesio11i degli arti. Abb·iamo in corso di speri1nentazione ai1ch e la cura di 111aIattie localizzate in territori estra11ei agli arti, di cui riferiren10 a suo ten1po, cl1e sin da ora ci sembrano molto pTomettenti. Al presente ci limitiamo a riportare breveme11te i casi che a?b~iamo .trattati per via endoarteriosa J)er lesioni degli arti.
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CA so I . -· C. I. di E., anni 34, cont adi n o en lra in Osped~le il 12 febbraio 19'35. quattro giorni clopo aver riporta ta frattura de! cubito destro s trappamento del terzo e quarto flessore della' s lessa in~no con scuoiamento della r egion e dor~a le corrispondente in ·seguito ad impig·liamento in una cing hia di trasmissione . Febbre alta, tum efazione flemmonosa della mano e dell 'avambrac~!o., aspetto n ecr otico ~i buona p ar le della superfJc1e denudata, contusione circos tante, st ato setti cen1ico del inalato. Iniezione di siero antiteta1tico, toiletle, impacchi di siero fisiologico, i1n111obilizzazio11e, iniezio11i di fenolo. Il giorno appresso le condizioni gen erali e locali. sono peggior o te. Il 14 febbraio si pratica l 'ini ezion e endoarteri osa i1ell 'omerale con 6 eme. di ·soluzion e. La puntura riesce alquanto indagiuosa stante la cospicua tumefazione delf'avambraccio e la rlolorabili tà della parte, ma det ermina subito un sen so di t en ione nell'arto e poco appresso l 'a1nmaJHto si mer aviglia della scompar sa pressoch è completa del dolore tormentoso di cui soffriva da cinque giorni . Il giorno appresso l 'ammalato denunzia un i11·solito benessere e nell 'arto si nota già una at len u a.tione della ten$ione d ella cute erl un ritor110 parziale della sen sibilità tattile. Ln t emperatura è discesa e la p alpazione risveglia u11 più vivo dolore sul terzo m edio del cubit o n el llUTI lo in cui esso è fratturato. Nei giorni seguenti la t emperatura 11a scar se oscillazioni con un n1assi1no di 37,9 mentre tanto l 'avambr accio r ~nì1e la inano Yanno gradatamente din1inuendo cii volume. Sulla zon a rlenudata i tessuti scoperti p resentano un aspetto v1tale pure e·ssendovi discreta secrezione m arciosa. Nove giorni dopo l 'iniez ione ci riesce possibile prati care la sutura del lerzo e quarto tendi11e estensor e e sos tituire il sos tegno provvisorio con opportuno apparecchio g·essalo fenes trato. Due giorni appres·so I 'ammala lo viene dimesso dall 'ospedale per conti11uare le m edicazioni ambu latorie. 1\i[algr ado la ricomparsa suppurazioi1e la te11orafia si. n1antiene valida. Ventiquattro giorni dopo l 'iniezion e si toglie l'appureccl1io lasciando libertà di movimenti.. In due m esi complessivi. la gt1arigione , anche funzionale, è ccnnpl c la.
Il. - B. A. di L. , anni 28, contadino, en tra in Ospedale il 2 marzo 1935. Durante il lavoro si è pu11to alla base plantare df'l mig nolo del piec1e sin i·stro con l 'es tremità di. un filo di ferro. È segui ta uppurazione locale a cui ben presto ha 1t•11ulo die tro tumefazione al dorso del piede sinch è sul punto della ferita e poi in corri ponde11CASO
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za dell 'estr emilà <li~ tale del quinto m etatarso si son o formate sponlaneamente d11e aperture. Sino ét questo mome11lo l 'ar11ma1alo si è ct1ra lo da solo e aall 'u scita del pus h a pure otte11uto ur1 sen·sibi le migliora111enlo. Seno11chè qu alche giorno appresso essendo comparso un dolore alla regione renale destr a ed essend osi accentuati il dolore e la tumefazione al pi ede accompagr1ati da briv.idi e febbre si è rivolto al proprio medico. 'l'rascorso qualche altro giorno viene in via to all 'ospedale oltr~chè per la l e~i one del piede a11cl1e per sospetto cli a sce·sso P.er1ren ale destro•. Effettiv<imente la s indron1e 101n.Lare appare Inolto }Jrobativa stante il doJor e locale, ! 'elevazione t er1nica preceduta da l>r i\-i ~1o, la dolorabili Là del decorso dell'uretere destro ed un certo grado di le11 esmo vescicale con ~ri nazio ne ure11Le; laddove le condizioni del piede non son o appare11ten1enle inolto gr avi. Infatti l 'ainmalato soffre poco per quest a lesione 1 il dorso del piede è par.tja]1nen le Lu1nef3.tto e solta11to pavonazzo al disopra dell 'anular1:; e del mig nolo. Il nJignolo è gr osso arr ossa lo e ruotato a11 ·es terno le due aperture Iorr11a Lesi ·spontar1eamente sono' turgide, beanti e bluas tre. La palpazione su scita Yivo dolore, si per cepisce a t lrito tra i capi del1'articolazione metatarso falangea e con la specillr.1zione si riscontra denudazione e distacco del1'articolazion e. L 'e·sam e dell'orina e quello radiologico del ren e risultano n egativi. Rimar1e, pertanto, la diagnosi di o·s leoperiostite dell 'articolazione Jnetatarso falang·ea con u sura dei capi articolari e setticemia concomitante. . Il giorn? ~opo l 'accoglin1en lo in ospedale, a clJstanza d1 circa un mese dall'avvenuto ir1fo,rtunio, si pratica l 'iniezione endoarteriosa di 10 cc. cli soluzione n ella femorale subito al disopra dell 'arcata femorale. L 'ammalato denuncia un senso cli calore in corrispondenza della parte malata del piede ch e presto si dileg u a ·spegnendo anche quel poco dolor e preesis tente. La sera la febbre è p1 essoch è immutata (39°,8) ma non compaiono i. brividi. Due giorni appresso la t emperatura è già molto ridotta e !ocalmente si nota t1n ritorno alla colorazione n ormale ed una evidente diminuzione del gonfiore. Le condizioni n ei g'iorni segu enti si r endono sempre più promettenti, tanto da farci abbandonare il proponimento ciell ' intervento cruento che ci er avamo pro1Josti. Scomparso è pure il dolore della regione r en ale. Nove giorni dopo l 'iniezione la febbre è totalmente scomparsa, la secr ezione puruler1 La è divenuta sierosa, l 'articolazione t ende a con·solidarsi, la cu te è divenuta di aspetto norn1ale ed il piede è rientrato 11elle condizioni regolari. A dista11z3. di ven tise lte g·iorni dalla iniezior1e l 'ammalalo è ]imesso completamen te g u arito co11 e1nian chilosi del mi gnolo. 1
CAso III. - S. E. di G., an11i 25, contadina. Entra in OSJJe<lale il 28 marzo 1935 per il riacutizzar si del processo di arlrosinovite tubercolare del gomito des tro per il quale era stata ricoverata due anni prirrta e dimessa guarita con anchilosi rf::tta del g·om ito. La radiografia dimostra la discreta u s11ra dei capi articolari con gr ave i11ter e.s'Samento dell 'epitroclea f' della testa del radj o. TI gomito è molto tumefatto, la febbre è modica . J. 'ammalata si lamenta di vivi dolori spontaei pe1 i quali e1 a costret la a rj rorrere ad oppiacei. Il primo ài :lprile si pratica l 'ini ezione di 5 cc. cli soluzion e nell'omerale nel terzo superiore deJ
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SEZIONF.
suo decorso Essa ha il vantagg·jo pressochè imn1ediato di 1nitigare di molto il dolore spontaneo e di influire sullo stalo infiamn1atorio sicchè nei gior11i sucr.essivi l a tumefazione ·sj attenua e sco1npare sia l'arrossamento con1e 1'aumentata temperatura locale. La febbre , del resto sempre modica anch e precedentemenle, pure scompare. Il iniglior a1ne11Lo contin11a molto lentan1ente coadiuYato anche d alle cure jodiche e calciche ed è soltélnto poco più di due mesi rlopo che l a lesione può dirsi guarita. L'ammalata , però, viene ancor a 1r a Llenuta in ospedale per il fai to che coesiste una l esione pottic~ toraco-lombare per la qu ale si è dovuto ricorrere all'applicazione di un cor setto g·es-sato. CASO IV. - R. C. in F., a11ni 51, massnia. Il 2 maggi.o si è ferita nella r egi.011e palmare della mano destra con un coperchio di metallo in corri spondenza dello spazio interdigjt ale qu3.rto per un tratLo di circa due cer1timetri. Ne è conseguito flemmone diffuso d ella n1ano e della parte inferjore d ell 'avambraccio con li11fangi oite ascendente sino a11 'ascella. Il 15 maggio viene inviata all 'ospedale ed oltre alle condizioni suddette si not ano flillene ·sulla regione interiore ed anteriore dell 'avambraccio-, forte lension e del palmo della 1r1ano e della regione radio n1et1carpica, gonfiore cospicuo di tutte le dita e sp ecialmente dell 'anulé.ire e del 1nignolo che hanno pure colorito asfittico marchevole . Dalla ferita fuoriesce pus in di~creta quantità. L 'amn1alata è nlolto sofferente e spossata, lamenta dolori vivi e continui che da più giorni non la lasciano riposare. La febbre, sempre alta, in questi ultimi giorni è salila sino a 40° con accentuato senso <li fredd o. Lo ste·sso giorno si pratica I 'iniezione nell 'arteria omerale alla piega del gomito con 5 cc. di soluzione. La puntura non determina alcuna sensazione nell 'ammalata che continua a la1nentarsi pel dolore preesistente. Con la vista si può seg·uire la colora/.ione h lu,1stra che assurr1e Lutta la parte tumefatta per la diffusio11e del violetto di genziana. Se ne deduce che non solo il liquido è penetrato sicuramente nell 'arteria ma che profondamente i tessuti sono inolto interes·sati ed i vasi molto costretti. Dopo n eanche tre mjnuti dal l'iniezione l 'ammalata cessa di lam entarsi e si g·uarda attorno meravigliata ; il dolore è con1plett1mente scomparso ed è subentrato un b en essere inatteso. L'ammalata, che abita poco lontano dalI 'ospedale, ritorn a volontieri al proprio domicilio per continuare la cura ambul atoriamente. Segue una notte calma e riposanle. Il giorno dopo la febbre è disc~sa, il gonfiore è già attenuato, la piaga è viva, la ·secrezione purulen la più scarsa e fluida ; l'ammalata no11 soffre nessun dolore ed è lieta di poter evitare gli sbrigli amenti per i quali era stata inviata. Sol tanto la linfang·ioit e 11 on è modificat1 . In quarta giornala il gonfiore è pressochè scomparso, il colorito della cute è nor1nale, la secrezione è siero purulenta, il polso , l a n1ano e le dita possono già effettuare sufficienti 1novimenti, la febbre è completamente scomparsa. Si iniziano i maniluvi caldi con sali di ,Salso. Il 6 giugno l'ammalata è compl etament e guarita e può gi à accudire alle faccende domestiche con la n1ano pressochè interamente ripristinata CAso V. - G . A. di ,S., ann i .51, contadino. In seguito a scalfittura riportata sul ]aYoro in prassi-
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n1ità della radice del mignolo destro, :..egione dorsale, il 30 g iugno comparve febbre e dolore e tun1efazione d ella mano. Enlra in Ospedale il 7 lug·lio. Febbre 39°,1, tumefazione intensa e diffusa a tutta la mano ed ava1nbraccjo destro con più spiccato in Leressame11to del dorso della m ano e cl«:·lla regione dorsa le d el polso ove l a cute è più IE·sa ed i t essuti ·sottost anti più compatti. L 'an1n1ala to si lamenta di d olori inten si. Vi sono tutte le indicazioni p er u11 intervento immediato. IJ1vece l a s lessa mal li11 a si pratica l 'iniezione n el1·arteria omerale alla piega del gorr1ito co n 8 r". di liquido. L 'ammalato n on accusa sen sazione di sorta, ma lJOchi rninuti dopo la pur1tura denunzia la scomparsa d el dolore. Il giorno d opo la febbre diminui·sce e si no la già il r egresso dei fatti infiammatori. Cinque giorni dopo l 'iniezione la 111ano e l 'avambraccio sono ritornati pressochè itelle condizioni norn1ali. Soltanto sulla regio1~tl ésterna e d or sale della 1r1ano in prossimità del J)Unto ove avvenne la ferita accidentale vi è u1ia rn ccolta purl1lenta ch e si apre con incision e . Nei giorni seguenti la motjlilà sj fa ~empre più ljbera e la secrezione purulenta cessa. Il 3 agosto, rl opo. 27 g·jorni viene dimesso guarito ed in grado d) ripre11(lere il lavoro. CAso VI. - P. D·. in B. , a11n ì ~8, mas·saia. Da olto giorni soffre di dolori inten si al ginocchio sinistro .con modica febbre. Soltanto il 21 giugno si d ecide .:i farsi ri coverare. È affett a da artri ~~ gonococcica del ginocchio sinistro che è t11mefat. to e dolorosissimo tanto sp ontaneamente ed ancor più all a palpazione ed ai minin1i movimenti an che passivi. Reclama continua111ente iniezioni di n~iorfina a cui è già . so ttopos la da qt1alche giorno. Il 25 g iugno si iniettano 10 cc. di soluzione n el! ,arteria femorale alJa pieg a inguinale. L 'ammalata non riesce a rilevare alcuna sen·sazione parlicolare tanto più che conlinua a l amentarsi spasmodicamente. A cljs lanza di circa tre minutj il clolore cessa comple tamente con meraviglia del1'ammalata che poco dopo riceve i propri parenti manifestando tutta la sua gioia. Nei giorni seguenti i dolori locali son o affat to modici e la febbre scompare completan1ente; il turgore e la distensio11e del gin occhio sono visibilmente attenuatj e consentono già minimi movi1nenti a ltivi, malg rado lfl radiografia avesse il i111o·s trato una parziale d ecalcificazione dei cond ili interni femorale e tibiale: è ritornato 1'appelito e le co11dizioni generali sono bt1one. Il 5 luglio il proce so può dirsi orn1ai spento. Il ginocchio è quasi interamente sgonfio, la cute SOJ)rastante è avvizzita, la mobilità attiva e passiva progredisce giornalrnente. Non rim ane chP ripristinare i movimentj e già l 'ammalata può scendere liberamente dal letto p er i propri bisog·ni. Se non che, a datare dal 6 luglio l 1inferm a riccusa males er e, inappetenza, cefalea e compare fébbre discr e ta con lingua patinosa, arid a erl arro·ssata. La siero òiagnosi e l a vacrino diagn osi nr certano l a presenza di p aratifo. La m ala ttia, malgrado il caratler e di g ra Yi là, hél un decorso benigno; sicchè l '11 agosto l 'an1malata entra in (:Onvalescenza. Il ginocchio. durante lo SYolger si clel paratifo, non h a risen lito alcun danno dalla .. opraggiunta infezione ma si è dovuto n eces arja111 ent e ~o l t1arlo alle cure di ri a ttiYazione a cui era g ià sottoposto. Alla fine di agos to l 'an1malat a poleYa
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aì)ha11don a r e l 'o sp ed al e cor11pletame n le g uarila. P e r111an eva solta nto u11a m odica ljmilaz ju11e dei rr1ovim\enti artico~ ari d el g inocchio s u sce ttibile di ·scom 1larire. CAso VII . - D. A . di ]~ . , a11ni 19. Operato tre onni i) ri1na cli seqtiestrotomia d ella t ibia d estra ])er os leomielile er a g u a rito complcta111ente e p er c irca un a n11 0 er a sla lo b e11 e . All or a , per ò, la ferita si e r a ria perta sulla es lremilà i11ferior e lascia11do secer11cr e m odico pu . A pj LI rip1 ese il feTtomen o si era riprod o tto si11 c hè s i P-rn s tal >ilila Lu1a fi st ola J)erman ente . Il 28 g iug no deciso di libe r ar si d a quest o jncon venien te ci1ied e di farsi op erare; t a ntoppiì1 ch e da oltre un nlese la secr ezione è a ume ntala, l a zona p eriferica alla fi st ol a si presenta infiltrat a ed arrossat a e provoca un cerlo g·r ad o di d olore sp o ntaneo . La vecchia cicatrice è sull a parte media na d ella diafisi Lìbi.ale e pressochè all 'estrem q interiore d i <)SSa esis te l 'orificio d eìla fis tol a, piccolo con m ar :g·ini t11rg· jcli e veget a nli . Il trag itto è breve ed irreg·ol ar e ed attraver so ad esso lo sp ecillo r agg iunge la superficie ossea d enudat a e scabrosa. Lo s tesso g iorno si pratica l'iniezion e di 10 cc. di liquido n ell 'arteria femorale alla pieg a d ell 'inguine. L'ammalato uvverle soltanto un vago sen so di calor e ch e sparisce r apida n1enlc insiem e al lieve d olore cl1e pri111a soffriva . Dopo una d ecina d j minuti di g·iacenza sul l etto di medicazio11 e sj rjma nda a d 1)micilio . Visitat o due g iorni appres·so s i nota ch e la secr elion e è a lquanto diminuita e più s ierosa, lo st a lo infj amn1 atorio at t enuato e con esso pure l 'infil lrazion e d elle p ar t i molli e In turg·escen za ed irregolarità d ello sbocco fistoloso. A g iorni allerni 1'ammal at o viene a farsi visit ei r e e si cons t ata il progr essivo e rapido mig·Ji oramento. Tredici giorni dopo 1'in] ezione l a fis lol a s i è sp ontan eamente cica lrizzat a sen za l 'aiuto di o.~tre cure od interve nti, prot etta solta11t o d .i garza ' s le1il e e JJOi d a cer otto. VIII . Z. C. tli S. , a11ni 29. Il 27 lug lio s i è punta con filo d i ferro n ell a p ar le. p aln1ar e della t er za fal a11g·e d ell 'ar1ul a r e d ella m an o d estra a cui è seguito d appri111a fle1n 1n on e d el dito e poi cl i tutta l a i11 a no. Dal 1nedico curante, al propri o d omicilio, l e è s tata praticata una prin1a incisio.ne al d ito anul::lr e il 31 lug lio e p o i una seco11d a incisione, p er i:>rolungar e 11 precec~enle Yer so ~l p nlmo della m çi.n o, il 1" agosto. Ciò m alg rado il proces o n on si a rre la; il flemn1on e si diffon de a lutto l 'aYaml1r accio 1 i d olori si fa n110 più inten si , l a febbr e sale ed i11·sor g ono brividi. Il 4 agos to l 'a1nn1al at a vien e ricoverata in osp ed ale e lo st esso g iorno l e si pra tica una iniezion e di 8 cc . d i liquido n ell'a rteria om er al e d es tra. Nes una sen saz io11e sp eci ale ; il d olor e sp ontan eo cessa circ,l clue miuti ciopo 1 'i11iezion e. La ser a la t em1Jer a tura è di 39°,8 m a l a inal at a è tranquill a e J)assa u11a n o tte sen za d olori e~ i11 comple lo rip o·~ o . Il g iorno d opo l a tu111efaz1011e comin cia a r illursi , la se~rE:zione p L1rule11t a è ab]Jondai1le, n on vi ~ 0110 d olori . Alla ser a l a t ei:i1p eratura è di 3 7°, 6. el pu11to ove f> st at a p r aticat a l 'iniez ion ç i n ot a una reazione linfan g j lica ch e scon1par e d op o qua ltro giorni con i111pacchi l oc~ li . Nei o·io;:n i egu enli il i11i g ]jor a1ne11lo è T3}Jtdo b . ' . C' p r oo- ressivo, l a secr ezio n e p1l1 car sa e siero pur ul en la. Il 12 ago lo l 'i11fil lrazio n e flen1111on o 1 è C ASO
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sco1nparsa, la r u le è aYvizzita, il col ori lo dell 'arto è normale, la sP.cr ezio1ie è siero·sa e scarsa; solt a11to il dilo anulare con serva un leg g ero s tato eclem at oso. La ferii ~ op eratoria si è appiattita, 11é.l colorito vivo e granuleggia nor111al1nente. In qua lto rclicesima g iornata l 'an1m alata viene di1nessa p er continua r e le ultin1e 1nedicazioni a d o1nicilio. Visitat a trentuno g·iorni dopo l'iniezion e la g uarig ion e è comple ta . Pern1ane soltanto una lieve lirnitazione d ella flessione d ell'indice e <lell 'anuJa r e faci ln1enle s upera bile. CAso I X. - C. ll. i11 B., an11i 24. Viene inviata d 'urge11za all 'osp eclal e p er esser vi accolta. Essa è affetta d a p atereccio osseo della prima falange del poll ice d ella r.aa n o destra con infiltrazione flem1110flOSa d eJlo s lesso dito e d el pal1110 d ell a mano. . F eritasi con una spina di pesce 19 g·iorni prima s1 era s ·radatam ente m anifes tat o il n a ter eccio. ll 28 lug lio il pro1irio m edico le aveva pra ticata u11a i11cision e sul l a to p aln1are dell'ultima fala nO'e a • o c ui, tra n11r ur1 mig liorame11to nel p!imo g jorno, era seguita l 'infillrazione flem1nonosa di tutto il pollice e d el palmo della m ano con aunJento deJla fE-bbre e d ei d olori. P er ciò l 'a1nmalata si presentava in ospedale il 4 ag o->to p e r restarvi . Lo st esso giorno si praticò l 'iniezion e di 5 cc. cli soluzione n ell 'arteria omerale d estr1 . L 'amn1al ata a vverle un senso di calore diffuso all clrto e subito d op o palesa la cessazi on e comple ta di ogni clolor e. La su a m e raYig lia è t ale cl1e essa st e·ssa chiecle di p oter rientrare al proprio don1icilio percl1è non soffre più e p er chè n on s j riti en e di praticarle l 'inlervento op er a liv0 p er il quale era st Dla 1nandata d al su o Con1une. Le si co11ceéle, invece d j recarsi presso un su o p a r e11 I e i et JJae~e. ' La n otle è stata buona; la febbre di 38°,8 . Il g iorno d op o p e r si ste l 'assenza del d olore, l a ·sec rezione purulenta è abboncia11te, le condizioni locali }JOS ono d irsi inYariat e . Una nuova sp ecill (Jzion e conferma la grave 11s11ra d ella prima faJl1nge e l 'interessa m en lo d ell ' articolazjo11e e della t esta d ella secon da fal an g·e. La ser a l a t€mperatura è di 37°,8. Al t er zo g ior110 le condizioi1i sono inig lior ate. La tumefazione è di1nir1uita 1 la cute lende al coJorito n ormale . Non vi è d olor e . 'l'emper a tura 37°, 4. Nei g iorni seg·u enti il mj g lioramento è evidente , I 'infiltrazione r egredisce sen·sibilm en1 e, la secrezione è più scar sa, la ferila operatoria h a p erduto l 'aspetto n ecr otico . In d ecin1a g iornat a i residui d ella infezio11 e sono lin1ila ti al solo polli ce OYe an cora esis le u na li eve tun1efazion e . In tredicesi1na g iorna ta tulto è ritornat o al n or1nale ad eccez1011-e cl ella r egione d el p olpas trello in cui pern1an e l a ferita tu lt ? ra hea nt~ i:na ristretta ed a ppj a n a ta. La secrezione è n11n1m a E> s ier osa. La 1nobilità arU col ar e divenut a i1 or male a l polso . all a n1an o ed all a g·iunt ura m et acarpo fa l1n o-ea è an cor a lin1ita t a all 'articolazion e in t erfalang9,1. L 'ammalata ri lorna al p r oprio ~ae~e. ' ientinove g'iorni d op o è p erfe ltam cnte g u arita. C:Aso X . - S. C. i11 ll. , a1111i 67 . In seguito a scalfittura d el p almo d ella m a no sinis tra ch e l 'an:im ala ta h a insis tentemente g r at tato con le un ghie per il prurito cl1e le cagjonava , si. è i:nan~fes ta to fle n11none . ·L a n1al attia d a La da 10 g1orni e s1 è 1nardfe ta ta r apida n1ente ed inte n sa n1 enl ~, tanto ~hf! i1 111edico ct1ra11te h a g ià cl ov11lo pra ticare un in-
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SEZIONE PRATICA
cìsione al palmo della mano. Ciò malg r ado, poichè si è avuto un peggioran1ento 111arcato la mattina del 22 agosto lo stesso inedico curante accompagna l 'ammala ta perchè sia provveduto a sbriglia1ne11ti dorsali e p almari anche dell 'avambraccio. L 'an11nalata è inolto sofferenle pcl dolore e per lJ. prolungata insonnia. Mano ed avan1braccio sono forteme11te gonfi, te-si e duri, di colorito ·pavonazzo. Vi è sempre stata febbre alta acce11tuatasi ancor · ctippiù r1ella sera precedente in cui i brividi si sono manifestali co11 maggiore i11tensità. Vi sono tutte le i11dicazioni per un inlervento imme<iilto al quale si SOJ)r assiede soltanto per la fiducia n ella i11iezione endoarl.erialc . La s lessa mallina del 22 agosto si prati ca l 'iniezion e di 6 cc. di soluzione n ell'arteria ornerale alla piega d.el gomito . L 'an1maJata avv~rte ·se11so di calore all 'arto e poco dopo dichi ar a scomparso og·ni dolore. A ri~hìes la dei fa11yigliari si co~se11 te a lasciar ri11casare l 'ammalat a avvertendo il medico che qualora le condizioni 11on si siano mutate entro due giorni riconduca l 'inferm a. Come poi ha rjferito lo stes·so medico, la febl>re è caduta, la tumefazion e è gradatam ente sro1nparsa, la secrezion e si è sempre più attenuata, . i dolori i1011 so110 più insorti e ! 'amn1 aJa ta, già clopo 18 giorni, poteva accudire libera1ne.nte a tutte le faccende domestiche e·ssendo residuato zultanto una li eve limi lazione ùella flessione delle <lita. In trentunesima giornata la g·u arigione era HssoJuta anch~ funzio11almente.
I casi riportati, sia pure in nu mero modesto, dimostrano chiaramente la efficacia delle iniezioni endoarteriose di violetto di genziana . nell e infian1m .azioni acute e cronicl1e deg'li arti. Flemn1oni, paterecc i, fistole ossee , ch e di solito richiedono l'azione cruenta d el chirurgo, abbisognano di lungo trattamento e lasciano minorazioni funzionali non indiffer enti, si risolvono in brevissimo tempo, non richiedono interve nti (o soltanto un lin1itato interve11to in f)articolari c:as i) e 11 on lasciano r eliqu.ati d eg·ni di nota. Oltre a questo la b en efJca az ione della puntura si n1anifesta con tale ra I)idità sull 'elen1ento dolore e febbrile , sull a r egressione infiam ma loria e settica e sul benessere individual e da costituire u11 'arn1a preziosissima nella t erapia. Noi non abb·i amo ancora avuta acca ione di dover trattare casi dell 1irr1por1ariza di quelli citati dai precedenti AA. i11a ritenia1no ch e ]a nostra breve casistica è g ià s uffi ciente a conferm ar e il valore di queste iniezioni ed a far ci pre,redere ch e in casi consi111ili saran110 i)arimenti sorprendenti i risultati cl1e potron10 ottenere. Circa la t ecnica a cui atten er si per procedere all 'iniezion e si può dire che le 111odalilà di essa son o se111plici e non offr or10 diflìcoltà. Si l)Osson o co ... ì rias un1ere : Sterilizzazio11e di una "' iringa e di un con1une ago da ini ezione aven~ te ]a punta piuttosto breve; disinfezion e della
cute. IdentiL.car e l 'arteria omerale n ella regio· i1e anteriore ed interna della piega d_el gomito, o l 'arteria fen1orale nella piega d ell 'inguine, fissan dole opportunamente con l 'indice ed il medio della mano sinistra. Infissione d ell 'ago nel sen so della corrente arteriosa o, eventualmente, anche opposta. Si sarà sicuri di esser e pen etrati n ell 'arteria vedendo u scire san gue schiettamente arterios·o. I/ago va ter1uto pre·ssocch è parallelo al v.aso e manovrato con decision e ma anche con riguardo per n on m altrattare l 'arteria e soprattutto per non fJerfor arla sul lato opposto o leder e l 'endo telio. Innestata la siringa si praticherà l 'iniezione lentan1ente. Estratto l '~go si massaggerà 1nodica· m ente la parte con pezzuola intrisa di alcool cih e v.a rrà pure ad allontanare la parte colorante ed il sangue circostanti. . La quantità di liquido che n ormalmente si deve iniettare è di 5 em e . per l 'arto superiore e di 10 r mc. per quello inferiore. Tale quanti· tà, p erò, può impunemente essere sorpassata, te11endo soprattutto presente l 'estensione e In gravità dell 'infezione. Così pure, per quanto più indaginosa, l 'iniezione potrà praticarsi, al polso, nell 'a rteria r adiale, nel decorso superiore dell'on.erale od altri territori d elle arterie, se ·questo si ritiene n ecessario. Pratica1r1ent e risponde meg-lio , an cl1e ai fini di una più completa e sicura disinfezione, l 'iniezione eseguita n ei due punti di elezione s uddetti. Controindicazi oni non ve n e sono se . non quando esiste trombosi ; m a an ch e in questi casi , come asseriscon o g li AA., se vi è cangr ena settica l 'iniezione varrà ad arrestare il processo infettivo , .a r affreddarlo, e con sentire con più sicu1 o successo l 'intervento demolitore. All 'iniezione segue di solito la colorazione bluastra dell 'arto che in qualche or a sparisce. Tale color azion e, però, n on è sempre ugu al1r1enLe i11t e11$~ nè sempre visibile. Ciò è, evidentemente, in rapporto con lo stato con gestivo e l 'alter ata circolazione. Con1unque, quando la colorazione è evidente, serve a confermare ch e il liquido è stato realn1 enle in trodotto nell 'arteria. RIASS"CNTO. L 'A. tratta dell 'importanza delle iniezioni endoarteriose con soluzione di violetto di gen7 iana nelle infezioni degli arti , impiegate da AA. francesi. E pone le ragioni per cui ha creduto di portare una lieve modifica al la suddetta formula e riporta una casistica di 10 casi gravi ch e confer111an 0 i sorprende11ti r isultati
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« IL POLI CLINICO >l
ottenuti dagli AA. fran cesi. Descrive la tecnica ed unisce la bibliografia. BIBLIOGRAFIA. Dos SANTO. S ur les In. End. Socj e là di Scienze Mediche, Lisbona, 1929. LAMAS. Congresso di Chirurgja francese, Parigi, 1930. I-.EH1CHE. Ibid . , Pn.rigi, 1930. PALMIERI. Riforma Medica, 1934. Go1NARD. Ariestesia per via art<'riale. Boll. ~1éd1ca le Soc. Nat. Chir., n. GO, p. 136~, 1934. l~EY NALDO
GoINARD-BAnDENAT-B-0uRGEON.
Etude sur l'état cir-
culatoi re péripJ-1,ériq ue au p•oin t. de vue chiru r gical. Algérie Méd.icale, oct. 19:34, p. 661. GOINARD, P1eTRI , MoNDZAIN-l,EMAIRE. I11ieclions anli-
.<;eptiq ae ~ in tra-artérielles. La Pres·se ~1éclica 1e. n. 5, 1935, p. 83.
OSSERVAZIONI CLINICHE S. SPIRITO - ROMA JlEPARTO c rr1RURGJ co diretto d.a1 p~of. G. OSPEDALE DI
Perforazioni · nel tit·o addomina I~ per il dott. STtPA tFRANco, aiuto cl1irurgo. Fra 10 vari e comp]i cazioni <lel tifo, la più grave è certn me11te la perforazione: e su que sta corr1pli cazi0r1e è nostra intenzione ri chia111are l 'at.Lenzion e dei colleghi in questa b·r eve 11ot.a, riportar1do l 'esperienza dei casi caduti so1to ·f 'o ervazione del reparto chirurgico di S. Spirit o nella recente epidemia. I. - G. D., giovanet1o di anni 15, in venteirna g·iornata di malattia. Dolori addominali fino dal mat lino precedente. ' ' isto il malato alla 1nezzar:ol. lc. Cond izioni generali gravissime. Polso in con tabi1e, r espiro dispnojco , temperatura 38° ,5. Difesa n1u scolare e dolore forti ssimi , scomparsa dell'aia di ottusità epatica. Segni di versamento libero nell'addome. All' intervento ( dott. S tipa), fuoriu scita di gas abbonclan le e cii liquido di odore fecaloide all 'ap er 1ura d el peritoneo. Due perforazioni, òi tan ti due rentime1ri l'una dall 'altra ; una pun ti forme, l'al tra d el di a m e tro di m ezzo cen tj In e t ro, a circa 20 cenlim elri dalla valvola. Sutl1ra in cn lgut, affond a1nento i11 du e strati i1l seta. Tampon1 mento del I)ou glas e d ello spazio parie to-colico. Decedu lo dopo sedi ci ore. CASO
S., di a nrii !-30. 1~ in dodi cesima g iorna la ; <le lori lievi da ieri sera ; visto a] Je ore c1 ici annove. Condizioni generali g ravi, polso 140, te mperatura 39. L 'addo1ne 11on si espande cogli a1 ti Ciel respiro; forte difesa ml.1scolar e e mod jco d olore. Radiogramma pos itivo p er presen?:a d 'aril nel pcr iloneo. All 'operaz ione (dott. Stipa) g rande qua11li là di liquido g ialla s tro all'apertura del peritoneo. Perforazione con1e un soldo moòerno proprio a ll 'in1],occo d e11'ultima a n sa nel cieco. Tra tt1men lo ~i ell a perforazione nel 1nodo soli lo . Svol-
II. -
~1.
ge11do l 'ultima ansa si veclono due placche di Peyer tumefa lle e brun::tstre, a ve11ticinque centirnelri dalla valvola, e si affondano; tampone di garza jodoformi ca nel DougJas e nello spazio parielo-colico. Deceduto dopo dieci ore. CAso III . - G. A., di ann i 55; è in ve11te ima g iornata di malattia; alle sei della 1nattina dolori modici; vi'sto il inalato a mezzogiorno; condizior1i g·eneral.i discrete; polso 126, te1nperatura 39°; difesa modi ca nella fo ssa iliaca destra e moc:l ico dolor e. Radiografia negaliva per presenza d'arja n el peritoneo. All 'operazio11e (prof. Egidi), n1odi ca q11anlità di liquido g iallo torbido nel peritoneo. A quindici cen tim e lri dal c ieco, in una zona iE-pessi ta e bruna tra corrispondente a una p lacca di Peyer, foro di un millimetro di diametro da cui fuoriesce materiale g·iallastro: a qualche cen i imetro al di sopra altre due placche appaio110 gonfie e nerastre. Affondamento dell 'ulcera p erfor ata e delle due p l acche vicine all a perforaz ione. Ta1nponamento. Deceduto dopo tre giorn i di enterorragia , alla quale non giovò una abl1ondante trasfusione.
EG1D1.
'.
CASO
t..i\NNO XLII, NUI\-I. 46]
CAso IV. - V. L., d i anni trentacinque; è in cljciottesima giornat a. Alle ore dieci dolori 11otevoli, poi subito calmati . Vist o il P. alle ore 15 : condizioni gener ali di scr e te; polso 110, t emperatùra 39° Addome: si espande bene cogli atti deI re.s piro: scarsa d ife·~ n e scar so dolore nell a fo ssa iliaca destra. R adiogramma positivo per presenza d 'ari a nel peritoneo. All 'operazione (dott. S tipa) s i trova m odi ca qu antità di licruido libero giallas tro nel periton eo; Ja perforazione è a 20 rentimel r i dalla va lvola, cli llll millh netro d i òia111 etro; chiusura nel modo soli to, tamponamento. Guarigione. ·CJ\so V. - C. 1\II., di an11i 28 ; è in quattordicesima g iornata. Ha avuto forti d olori alle ore ri ave; Yisto il inalato alle ore 13; stalo generale buono , polso 110, te1nperatura 39°, · adòo111e imn10JJiJe i1e· g li atti del respiro, fortissima difesa muscolare e forte dolore. l~ adiogram1na negativo per pre~ sen za e.l 'aria. All'o1Jer :tz ione (dott. Stipa) ·scarso liquido libero giall as lro all 'apertura del perito11 eo; Jn perforazione è a sei ce11 li1ne1ri dalla va lvoJa ed è puntiforme; chi s ura della perforazione; chiu ura t otale. 8 s l'1 lo abhas lanza ])e11c per 11 g iorni; al 12°' so110 in sorti clolori e Yom i to. Rioperato si è trovato un versamento purule11 to lihero nel peritoneo. La Yrrchi a sutura appariva in buone condizioni, 11on si è rjusciti a trovare altre perforazioni. Deceduto dopo di eci ore. VI. - Q. A., di an i 27, è in Yentesima gjorn ata. Alle undic i dolori nella fossa jliaca destra viole11ti. Visto dopo tre quarti d'ora. Condizjoni ge11erali discre t~. polso 110, temperatura 39; rafliogramn1a posi I ivo per presenza d 'ari a n el p e ri Loneo. All 'opera zione (dolt. De Lolli s) scarso li qu ido sieroso a Il 'apertura del perito11eo ; J)erfor azione a cii eci cen ti1n~tri dall a valYola, di un rnillimetro di d iametro circa. Chiusura nel n1 odo solito, 1an1pon nmen lo. Guarigio11e. CASO
(~ASO VII . G. diretta111en t~ dalla
D., cl onnél, òi anni 25 . V j e 11e ua abi lazione e non si riesce
i 1\NNO XJ.jII , Nul\r. 46)
SEZTONE PRATICA
a sapere con precisione la data d 'inizio della malattia. Dolori 24 ore fa. Si fa ricoverare perchè i dolori so110 aurnentati. 1Stato generale grave, pol.. o 140, temperatura 39°,5; forte dolor e e forte djfesa muscolare , scomparsa dell "aia di oltusità epatica. All 'operazione (dott. Stipa) liquido libero sieropurule nlo e gas nel peritoneo. La perforazione è a 15 centimetri dalla valvola del diametro di circa n1ezzo centimetro. Cl1iusura della perforazione e tamponamento. Deceduta dop-0 14 ore. CAso VIII. ---= Donna, di anni 16, È in dodicesin1a giornata di malattia; cinque ore fa dolori addo1ni11ali; ha von1italo. Condizioni generali di$Crete, difesa m11scolare modica, n1odico dolore i1ella fossa iliaca des lrn. No11 scomparsa dell 'aia <li ottusità epatica. All 'operazione (dolt. Stipa) scarso liquido emorrag"ico nel peritoneo. Si nota una infiltrazione circolare dell 'ultima ansa in pros·simità del cieco e per una lu11ghezza di circa 4 centimetri; l 'an sa è di colorito bluas tro. Il mesentere mostra una g rosfia gl1iandola di colorito bluastro. Si svolgono tu1cora 50 centimetri di tenue senza trovare altre a lterazioni. Guarigione. IX. - B. G., donna, di anni 12. Ha avuto altre volte minacc:ia di perforazione che si è potuta sempre escludere ; è in diciottesima giornata di malattia. Ieri mattina ha avuto una grave enterorragia; ha cominciato ad a:ver dolore ieri alle 14; vista oggi alle ore 13. Soggelto profondamente anemizzato, in condizioni generali gravi; polso 120~ Len:ip. 38°5; scarsa 111obilità re·spiratoria del vt-ntre. li'orle difesa muscolare e dolore vivo n ella fossa iliaca clestra; scomparsa dell'aia d 'oltusi là epatica; radiografia positiva p er la bolla d 'aria. All'operazione (dotl. Stipa) g·a e liquido giallastro all'l apertura del peritoneo. Grossa perforazio11e di mezzo ce11time lro di cliametro a 13 ce11tìn1elri dalla valvola. Chiusura n el modo soljto. Si affonda u11 'altra pJacca dj Peyer prossi1r1a perforarsi a 4 centi1nelri dalla pri111a in ·senso cent1 i peto; al Lra a sei ce11 Limetri in senso centrifugo. Decedt1ta d opo 30 ore. CASO
CAso X. - C. S., di anni 25, uomo. Ieri nlat1ina dolori addominali (è in quindicesima giornata) ; visto il n'lalato alle ore dieci di oggi. Condizioni generali gravi, polso 140, temp. 39°, forte difesa muscolare e forte dolore alla palpazione. All'operazione (prof. Egidi) abbondante liquido giallastro libero. Perforazione di mezzo centimetro di diametro a trenta cen ti1nelri dalla valvola. Affondamento nel modo solito e tamponan1ento. Deceduto dopo 5 giorni. All'autopsia si è trovata la sutura i11 buone con<l izioni; un 'altra perforazione a dieci centiinetrj daJla prima in sen .. o centrifugo. CASO XI. - A. ì\I., ba111.bina , di anni 9. È in trentesima giorna la di malattia; aveva sfebbrato da 4 giorni. Chiamalo in casa a 1nezzogiorno. I dolori ·son:> comincia ti ieri alle 7. Stato generale grave, polso 125, forte difesa in usco]are, forte dolore. Scomparsa ctell 'aia di otl t1-.c ilà e pal i ca. Operata alle tredici a domi cilio . Liquido , ieroso-torbido con fiocchi cli fibrina all'apertura del peritoneo. Perforazione a 10 cen t i-
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rr1etri clalla valvola, di mezzo centimetro di diarnetro. Cl1iusura della perforazione, tamponamento . Deceduta al n1attino segu en Le. CASO XII . - 1\II. G., di anni 27, donna. È in 25a g·iornata. Sta1)1a ttina improvvisamente dolori adclo1ni11a li violenti. Vista la J>. alle ore 15. Condizioni generali gravi, polso 140, temperatura 36°,5; l'addome si espande poco cogli atti del respiro, i1otevole difesa n1uscolare e notevole dolore nella fossa iliaca destra; non ·scomparsa deJ 1 'aia epatica. Il radiograrr1ma è negativo per presenza d'aria. All'operazione (dott. Slipa) non liquido libero nel periton8o, non perforazione; a venti centimetri dalla valvola, placca di Peyer tumefa Lta, rossoscu ra che si affonda. Guarigione. .
CASO XIII. - G. A., donna di anni 25. È al 22° giorno di malattia. Due giorni fa dolori addo1ninali, che in seguito si sono attutiti. Vi s la 1a inalata in casa alle ore 15. Condizionj generali gravi ; pol..·o 120, tcmp. 39° · l 'addome non si espande cogij alti del respiro. Dolore vivo nella fossa iliaca destra (non ostante la morfina). Difesa n11r:'rolare lini versale. Scornparsa d ell 'aia di otlusilà epatica. All 'operazione (dott. Slipa) eseguita a doniicilio, liquido libero giallastro abbondante cor1 fibrina nel perito11eo. Perforazione di mezzo centimetro di diametro a 20 centimetri dalla valvola. Chiusura di essa e tamponamento. Deceduta dopo tre giorni. CAso XIV. - D. R. , donna di anni 18. È in trentaduesima gior11ata; da 4 ore dolori addominali. Condizioni g·enerali discrete; polso 100; temp. 39° ; 1·adclon1e si espande cogli atti del respiro. Duole la fossa iliaca des tra con j colpi di to·sse. Alla palpazion e scarso dolore e n o11 clifesa. Ali 'operazione (dolt. SU J)a) non liquido libero all 'apertura del perito11eo , appendice turgida corta. Ispessimento della parete anteriore dell 'ultima a1tsa a lre cenlirnelrj dal cieco, di colorito scuro; si affonda. Chiusura Lolale. È s tata bene p'r 10 giorni, la n1atlir1a d el l ' undi c~simo attacco di ede111a poJmonare; n el pomeriggio è dececlula co11 un t1 l tacco più grave. 1
C~Aso XV. -
:rvr.
G., donna di anni 30. È in tre11taduesima giornata. Chiamé'to a do1uicilio della P. per eseg·uire una trasfusione di sangue. I parenti dicono cl1e 4 giorni fa ha avuto grave enterorragia e dolori addominali; ha avuto ieri l1na t1:asfu io;ne di 800 eme. Condizioni generali gravissime, lJngua secca, polso 140°, vomito biliare frequentissimo, singhiozzo. Difesa muscolare for · lissirrta. Dolore vivo in tutti i quadranti. Non operata, deceduta poche ore dopo. CASO XVI. - P. E., uomo di anni 30. È in 35° giorno di malattia; ha miocardite in atto cori iposistolia. Flebite dell'arto inferiore destro. Broncopolmonite. Da ieri sera dolori addom]nali. Con<iizioni generali gravissime , polso 140, temp . 39°, difesa mu . . colare fortissin1a e forti dolori; scon1parsa dell 'aia di ottusità epatica. Si g ind ica in operabile. Deceduto dopo 26 ore . CAsr XVII-X\' III. - Riguardano due malati ope1 t1 ti dal dot t. De Lollis con sinarome chi ara da perforazion e, con abbo11ctar1 le liquido libero gial•
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« JL POLICLINICO »
l ANNo XIjII, NuM.
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1astro n el peritoneo; le perforazioni erano situate J1egli ultimi 20 centimetri del t enue. Deceduti entro i due g iorni da1l'i11terve11lo. CASO XIX. - Riguarda un altro malato operato dal dott. De Lollis con sindrome dubbia e che all'atto operaUvo risultò non perforato. Vjve dopo 30 giorni. XX-XXI-X.XII. - Rig uardano tre malati operati ptivatan1ente dal prof. Egidi, il quale gentj lmen te mi h a concesso di renderli noti: tutti e tre con si11dronìe chiara da perforazione . All 'atto operativo fu trovato abbonda11za <li liquido giallastro nel peritoneo e })erforazione negli ultimi 30 centimetri del t enue . .Entrambi sono 1norti ell tro i tre g·ior11i. CASI
CAso XXIII. - Riguarda un 'altra malata operata privatamente dal prof. Egidi. C. L. di a. 24. F~ in 32a giornata di malattia. Von1ito. Dolori e co11tra ttt1ra. Polso 135. Tempera tura 38° ,5. All 'operazior1e, liquido siero ernorragico libero (1nezzo litro circa) . Aspetto iperemico delle ultime an·se dell 'ileo e turgor e e arrossamento in corrisponde11za delle placche di Peyer. L' intest1no esploral o })e r oltre flue m etri non presenta p erforazioni . Cbiust\ra totale. l\1orta d opo u11 m ese, con addo1ne i11 buone condizioni. ' CASI XXIV-XXV-XXVI. - Riguardano tre malati giunti i1t osped ale in condizio11i agoniche e nei quali la perforazione fu trovata al t avolo anatorr1ico.
CA so X XVII. -- Ri guarda un altro malato ope1·ato d al dot t. De Lollis in 3010 giorno di malattia con sindron1e chiara di perforazione; parti colarità inolto 1mportan.te da notar e è che la perforazione era situata a due n1etri e 50 dal cieco. Guarigione. CAso XXVIII. - S. F., uomo di 35 anni: è in 34° g·iorno; dolori d a tre giorni, però inten si da questa ;mattina. Conclizio11i gen erali discr ete, polso 110, temp. 36° ,5. Addon1e meteorico, dolore vivo e difesa nella fossa iliaca destra. llacliogram1na po·si LiYO per la bolla d 'aria. }\.}l 'atto operatorio (d ott. Stipa) liquido libero 11on abbondante, g·iallastro n el pcrito11eo. Perforazio11e a 40 cen ti1n etri dall a valYola, puntiforme. Tamp o11amento. Gu arigio11e. CAso XXIX. - M. G., Viene inviato all'ospedale dal med~co curante con diagnosi di perforazio1le. ,Pare abbi.l avuto dolori due giorni fa. Il polso è inco11tabile, t emp. 38°, dol or e e difesa vivissimi, scomparsa dell 'aia di ottusità epatica. All'atto operativo (dott. De Lollis) liquido libero purulento in abbondan za nel peritoneo . 1're perforazioni distanti due cen timetri l 'una d all 'altra neg·li ultimi 50 centimetri del t enue. Deceduto dopo 10 ore. CA so XXX. -
R . G. , è in 53° gior110 di n1alattia; dice di avere cominciato ad avvertire dolori alle 10. Visto alle 16,30. Condizioni gener ali gravi, polso 120, temp. 39°,9. L'addo1ne si espand e, ma poco cogli atti dcl r e·spiro . Dolore vivissimo nella fossa iliaco d es tra. Difesa inuscolare scar sa. Scom1)arsa dell 'aia di ottusità epatica. Radiogram1na positi vo per la bolla d'aria. Al! 'operazione (d ott . Stipa) Jjquirlo al)bond ante e giallastro nel peritoneo; perforazione a 60 cm. dal cieco di un inillimetro di diametro. Tamponamento. Deceduto al 4° giorno per i11 ufficien za cardiaca. Condizioni dell 'addon1e buone.
CAso XXXI. - Donna di 14 ai1ni; è in 25° giorno. Tre giorni fa enterorragia; nel pomeriggio di ieri dolori addominali, alle 18 di oggi vomito; vista l 'ammalata alle ore 21. Condizioni generali g·ravi, polso 130, piccolo e molle; respiro dispnoico, te1np. 35° ,4. Difesa fortissima e totale; dolore vivo nella fossa iliaca destra. Radiogramnla mal riu·acito. Al! 'operazione (dott. De Lollis) liquido abbondante giallastro misto a gas all'apertura del peritorieo. Perforazione a 20 ce11timetri dal cieco di mezzo cn1. di diametro. Deceduta <lopo d11e giorni. CAso XXXII. - Riguarda un 'ammalata operata dal dott. De Lollis, tifosa in 2oa. giornata con sindrome chiara da p erforazione. All 'atto operativo si è trovata una perforazione puntiforme nella metà dell 'appendice. Guarigione. CAsr XXXIII-XXXIV. - Altri due inalati sor10 s tati operati recentissimamente. Sindromi chiare di perforazio·n e. Sono in vita dopo due giorni, ma in gravissime condizioni.
Questa b·r eve statistica è tanto chiara di .per sè che no11 ha bisog110 di ulteriori illust.raziorli: e il dottrinale sulle perforazioni nel clecorso del tifo è talme11te vasto e b·en def\critto su ogni trattato, che non è nostra i'nte11zione ripeter]o su questa nota. Su tre punti però ci sembra importante di ri chiamare la attenzione. I ) sulla diagnosi; II) sulla indicazione a11 'intervento; III) sul n1odo di eseg uire l 'intervento. I) La t.ecriica operativ·a ·è presto detta : anestesia locale. Piccolo taglio di Mac Burney. Incisione della aponevrosi de] grande obliquo in senso parallelo al decorso delle fibre. Dissociazione del piccolo o.b liquo e del trasverso; apertura del peritoneo; as1)irazione del liquido; riconoscimento dell 'ultjma ansa ileale e svolgimenlo di essa fino a trovare la perforazione, cl1e di r egola no11 è più lontana di 30 40 centi111etri dalla valvola ileo-cecale. Sutura della perforazione ii1 sen so trasversale a) 111aggior asRe dell 'intestino in catgut; affondarpento in du e piani in seta. Tamponamento del Douglas e deJlc spazio parieto-colico. Il tutto corl cautela, lentezza, semplicità. IIJ Diagnosi. C:hi ha dato uno sguardo alle radiografie riprodotte, h a visto con quanta sicurezza si .è potuta porre la diagnosi di perforazione in taluni casi ~ n1ediante il radiogran1ma elle ha lnostrato la prese11za di aria neI peritoneo. Questa indagine non è certo cosa i1uova. Quattro anni fa, nel. cor1gresso Nazion ale di Chirurgia tenutosi in Roma, il ReJat or e sulle peritoniti acute svolse ampiamente questa parte, approvato nelle successive discussioni dai più autorevoli membri partecipanti al Congresso. Mi limito dunque a ri-
[A~l'\o
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SEZIONE PRATI CA
cl1iarr1a re an cora l 'attenzione dei colleghi sull 'importa11za di essa . Nei 110 tri inalati la radiografia è stata eseguita 11el Gabjnetto Radiologico Centrale, a' 'endo gran cura nel trasporto dei pazienti; sarebbe però desiderabile che ogni rep,a rto fof:>se provvisto di un apparecchio portatile per eseguire radiografie a letto. È chiaro che con la p,r eser1za di aria 11el peritone10, ,din101stra1a radiografica111ente, sulla diagnosi l)On si discute più ar1che se gli altri sintomi sono qu~si asse11ti. Il radiogramma n . 3 rig·uarda un i11alato proveniente dal. reparto medic9 diretto dal prof. Sforza; in questo caso avren1mo certa 1nente asP.ett~to a proporre l 'intervento per la scarsezza flei sinto~ni. se il pneumoperitoneo non ci a\;esse fatto correre imn1ediatan1ente • • • a1 r1par1 . In altri casi il radiogramn1a ha co11fern1ato una diag rlosi già cl1iara clinj camente ; in altri ancora, con diag11osi dubb,ia di perforazione, esso è risultato non IJositivo e all 'intervento la perforazion e esisteva. Tanta è dunque l 'i111portanza di un radiogramma JJ O itiYo quanto nulla è quella di uno negativo. Il dolore e la dircsa n1antengo110 il loro imn1utalo valore. Riguardo al dolore non bisogna aspettarsi ser11pre il cla ico racconto del cc colpo di ]Jugnale »; ~ e c'è stato tanto i11eglio. Il dolore può esser e scarso, provocato solan1e11 te con le forti pre sio11i nella fossa iliaca d estra. Ancl1e la difesa può essere n1olto scar a. La n1ol1i]iLà respiràtoria dei muscoli addo111inali p uò essere conservata; naturalmer1te parlo dei c a~i iniziali e non di qu elli in fase di peritonite con clamata, 11ei quali son o pr esenti tutli i eg11i g randi e piccoli cono ~ c i uti 11elle lJeritoniti acute. La sco1111)arsa dell 'aia di ottusità epatica 11a l 'equivalen te col pneumoperitoneo e ne abbian10 già parlato. La caduta della temperatura n ei nostri casi non ha avuto gr ande importanza. La di agnosi dunque i11izialn1ente non è f'en1pre fa cile. Questa 1diffi coltà di diag110 i ini;ziale giustifica la larghezza delle indicazio11i or>eratorie. III) I nel icaziorii operatori e. È meglio es1)lorare un addon1e no11 perforato ch e la ciarne passare uno perforato. Poicl1è: seco11clo il nos l ro nlodo di veder e, I 'intervento condotto con giusta tecnica non è più traumatizzante di una puntura esplorativa.
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So lo operando ne lle }) ri111 issime ore c'è la r,o ibili là- dell a salve-zza.
I
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-· I
l
1
I , II, III . - Si vedono chiaramente le bolle d'aria subfre11iche.
FIGURE
Dian10 uno .. guardo all a nostra 1) Perf orali: 22 (e cl u_i gli
tatistica : u] ti n1i due,
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Cl
IL POLICLIKICO
sui quali è pre1r1aluro esprimere un giudizio definiLivo) . a) i11orti di i)eritonite: 13; b) i11orti di enterorragia dopo ± giorJli :
1,.
e) n1orti di tifo (do po i tre gior11i con condiz ioni dell 1addon1e buone) : 2; d) di llUOYa i)crforazione controllata al tavolo anaLomico : 1; e) g·uari ti : 5 . 2) Esplorali: 5; 4- g· uariti ed uno n1orto di miocardi te dopo 11 giorni. 3) 1\'on operati perchè in istato agonico : ±. 4_) Periton.ite e1norragica1 se1iza perfora.zi one: 1, morta di tifo dopo 16 g iorni (addon1e in buone condizioni). Le cifre parlano d1 i)er è. Ci pren1e solo n1ettere i11 rilievo tre dati di fatto: I ) cl1e di 3 perforati nelle prime ci11que ore, 2 sono g·uariti; 2) ch e di 19 perforati clopo 10 ore , tre soli sono guarì ti ; ~) e11e dei cin'q ue esplorati uno solo è n1orto dopo 11 giorni , di miocardite. Risulta c11i-:\ro: cl1e i risultati sono disastrosi dop<> 10 ore; che sono buo11i nelle primissime ore; che l 'esplorazione è innocua e può l?reve11irne la i)erforazione. 1Facile, seco11do il llO tro ir1odo di , -edere, tirare la conclusio11e : bisog·na operare ubito ogni Lifo -o sospetto di perforazione. No11 certo a lla cieca p·er og·11 i IJiccolo dolore; m .a e sere larghi nella i11dirnzione, tenuti presenti tutti i segni sui cp1ali brevemente ci sian10 · j11lratLcnuti, e a srg11ar1do a ciascuno il loro giusto va Iore. Ci si co11sen1a di insistere sul ig11ificato e sul va~ore della esplorazione: tenendo i)re~ente che se la perforazione esiste essa è qtiasi di regola a carico degli ulti111i settori del tenue, la esplorazion e ci dà la sicurezza della J)resenza o n1eI10 d ella perforazione. Se ricor<liamo cl1e i si11to111i in n1olti casi di perforazione 11oi1 son0 del tutto cl1iari , e che ]a piccola l\ilac -Burney in a11estesia locale è i11nocua, la esplorazione c i appare in tutto il suo Yalore. In prese11za di un tifoso i1on si è nel giusto modo di lJrocedere se tra medico e cl1irurg·o inter,.-iene una discussione se esista o non la perforazione; ma il ragionamento va i)osto sotto quostj tern1ini: Sia.mo i11 pres611za di un ospetto di perfo razione da tifo: la diag nosi è incerta: opera11<lo in quest.e condi zio11 i i 'a incontro a due eventuali li't: O il n1alato 11 011 è perforato e l'inter,ren lo 11on g·li 11uoce, n1a può a11zi g io-
»
[AN~o
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vargli , percl1è affondando IJlacche di Peyer prossime a perforarsi si può prevenire la perforazione e la perito11ite; o il n1alato è perforato, e allora si è n elle n1ig·liori c ondizioni perch è l'intervento possa avere buon esito. L ·aspettntiva arn1ata è u11a parola vuota di si g11ifica to. Aspettare cl1e si dichiari la p eritonite Yuol dire portare a percentuali altissi111e le probabilità di insuccesso. Deve essere vanto del medico e non rr10tivo d i rin1provero avere fatto operare un tiroso di dubbia perforazione e non perforato; deve essere però motivo di rin1 pro vero avere fatto ope rare · un perforato in ·fa e di perito11ite conclamata. 1
RIAS l rl TO.
L ' A. riporta 3± casi di perforazione nel decorso del tifo addominale capitati all'osservazjone del Reparto Chirurgico dell 'Ospedale di S. Spirito, e fa a lcune considerazioni sulla diagnosi , sulla i11dicazione all 'interve11to e sulla tt'cnic::t operativa.
SUNTI E RASSEGNE. RICA1V1BIO. Lo stato odierno del proble~a dell'obesità e della magrezza. (L.
GROTE.
iilcliiz .
l~li17tik,
11 ottobre 1935).
Kello sta io atluale degli studi ul ricambio , l ' e Li o logia d ella obesi Là e d·elJa n1agrezza non l'uò più e<;· ere considerata quale dovuta · ad u11 semplice quilibrio del bilancio fra l 'apporto e il dispendin e11ergetico e calorico. Sia l 'osservazione d el 111etabolisn10 basale , sia lo studio d e11 'azione dinami co specifica deg'li alin1enti non i sono dimostrati sufficienti per s11ieg·are l 'i11sorg·enza del quadro clinico del1-esube1·anza e della d efi r ie11za d·el pan11icolo adifJOSo, anche per i ris11ltati tutt'altro cl1e u r ivoc i; r1on mancano difatti e empi di n1 ettb<1lismo b,a sale aumentato i1egli ob·esi , dir11i11 u i to nei rr1agri; e an cl1e l 'osservazion€ d ell, effetto dinamj co specifico olo in alcuni ca i J)ermette di aLLribuirle l 'alterazione del ricar11bio lipidico . Cn nuovo passo n ello studio fisiopatologico rleJl'obesilà ·è stato fatt o da quando, per opera di , .. Berg 111ann. l 'attenzione ' 'enne spostata Yer so Je cc attiLudini » d e1 t essuto j)eriferico; a11 aloga1r1en Le a ciò cl1e i , ·erifì ca n ella lipon1a Lo~i circoscritta , è stata c o11~iclerata la possibi1i1à di una alterazione costitt1zionale ctei tessut i. nel sè11so ch e i11 que .. ti è i11iJ)ita ]:t di i11 tegrazion e lipoidea: co..,ì da Li cl1t,vitz ' 'e1
0
lA NNO
XLII, Nu .:-.1. 4G]
SE ZIONE PRATICA
i1iva ammesso ch e l 'azione d el fermen to lipo1iLie;o llon può effettuarsi i1ella cellula tissulnre d ell 'obeso p·el' modifi ca zioni colloido-chi111 icì1e di questa. ì\1olteplici ricer ch e 11anno permesso di costatare negli obesi d elle modific.a zioni n ei pro cessi intern1edi d ella disintegra zion e lipo_idea : così d aìle ricer cl1e di Paschki _ e Buttu è risultato ch e i1egli obesi al contrario di ciò ch e avvien e n ei normali , n è il digiu110 , n è la fl o1izina provoca110 un 'aumentat a cl1e tonemia; al tcl1e ! ;iperventilazione, ch e n ormalmente determina u11 aumento di t asso li1Jen1ico e ch et(>n en1ico , rimane senza effetto n egli indi'vidui grassi. Tali fatti dovrebber o esser e inter pre tati quale la consegu enza di una dimir1uita i)ossibilità di n1obilitazio11e e utilizzazion e dc,lle risel'\'e lipoidee. Ma anch e la t endenza al 111aggior accumulo periferico d el gra o venne confermat o dalle esperien ze di Jirn e11e Diaz; in esse si è visto difatti ch e la curva lipemica da carico è i1ell 'obeso m o]to più prolungata e più al ta ch e n el n ormal e, n el qu ale un a certa p·a rte d el g rasso ,rien e tra sforma t a in glicogeno. D ' altra p arte, la contemporan ea sommini strazione di zu cch ero acceler a in n1od o a ccentuato la caduta d ei valor i lipemici , con1e se in quest 'ultin1a condizion·e a vvenisse una rapida sottrazion e cle i lipoidi verso il t·essuto periferico (n ell 'ultimo ca so potrebbe p erò anc11e t rattar si di un 'aum entata attività Iipodiretica del fega to sotto Io stimolo dell 'incr ezione insulinica (Lon1broso) pro,rocato a ua volta , dalla so111minis trazion c di carboidrati. N. d . R ed .). Nel quadro b iochimico dell 'ob esi1 à n on ,.a discon usciuta an ch e l 'importa n za d el ricambi o idrico in r app orto alla i drofilia dei te ~ suti; si n ot i e lle g li aun1en ti d,el pe o t alvolta a1)par ct1tem ente inspiegabili , van n o app unto attribuiti al rnagg·io r accu ml1lo di acqua; le osser v.a zio11l di : ilva l\1ell o , Ban er ed altri fan no an1111clter e Ja p ossibil e esist en za di un fen oI11eno opposto alla perspiralio inserisibilis; cioè l ·is.piralio insensibil,is, quin di I ' a ssu r1ziorte di acqt1a attraver so la cute . Comt111que. sin d 'or a la question e d el bilanci o alin1entare va int erpretato nel sen so ch e 1'ob esità 11011 rappresenta la con segue n za di u11a st1pernutrizione, n 1a h en sì , ch e l 'obeso Iì.1an g ia di p iù p er ch è non utilizza i d ep ositi grasso&i, bi trova quindi in uno st at o IJaragor.1a bile a ·~u e ll o d ell'a ffam ,a t o . I.e condizi oni d ell .individuo n1agr o non possorLo esser e con siderate quale « immagine a Sf)eccl1io n di quelle d ell'obeso ; m entre n ell 'ulti11to <\I.• ch C> n ei s uo i gradi estremi si tra tt a ser.1r.r e di una alter azion e a carico soJtanto d el rir.an1hi0 le for111 e r iù pronun ciate della r11agr czza si associano di so lito a d una com i.ii <·ssa sin ton1a tologia clinica com e a d esem pio n e ìla cacch es-ia ipo fi saria ; secondo l ' ~l\. . il quadro clinico d ell a mag rezza esorbita dai limiti di n1alatti e del ri cambio ; come è st a to 1
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a111l11esso da Falta, i11 esso v'è tut ta una diver sa cc im l-'OStazio11e » d ell 'or ga11is1110, for se an cl1e in r apporto a modificazioni della sua <e per son alità profon da n nel se11so di I~r aus , colla con segu ente a l ler azion e i1elle tende11ze ali111e11tari ( di sor essia cli l Jmber ). È d egn a cli n -.ita la frequente n 1agr ezza co11comitante al ~ e psichosi o consecu tiva all 'en cefalite e parkinso• Jll5mo. 1 .> s tudio deg·li eventuali infl11s -i ormonici sul rican1bio lipoideo n on 11a dato finora i fr utti cl1 e dapp ri111a sen1bra' a 1)ro111ettere. Così le ll\Odi f.ì cazio11i d el rneta]}oli . lllO n el se11so di suo au111ento n ei inagri no11 pot e1·ono senz'altro essere con11 essi con fe11on1eni di i r:ertiroid i::imo , con1e d 'altra parte si è vist o cl1e l 'iIJOfun zic~ n c d ella tiroid·e solo i11diretta111ente _ p uò c.1usar e 1:1 u111enlo d ei d ep o it i adiposi , e ciò pi u t.tosto <.tl)p ar erLte111e11Le, p er la n1aggiore in1bil1'izio n e idrica . È 110to d el r e... t o cl1e I 'obesi t~a IJ UÒ E'ti5er·e co11nessa con alter azion e di mole.e g11iar1dule incr et ogen e, co111e 1'ipofi si , 1 epifi :-;i , lé urre110.li , le go11adi ecc. E'inor a no11 è st.at o Lro \i aio l 'ormone a d azion e tipi ca sul riL n111l~ i o lipoideo , parago11abile a quella d eiì in suiin éJ sul ricD r11bio g li ciclico. Ricer cl1n r cceri ti d1 A n selm j110 e H off r11ann l1a11nu t-egna Lo un n ot e ole i.; rogr e~~ o i11 t ale "tt1dio: detti AA. riuscirono a d isolar e u 11a frazio11e cle11 'e tr at to acquoso della prei i)ofi si . la qu a le fun zio ne a11111rnta n ot evol111ente la r l1et onemia d ei r a tti , probab·ilr11ente favor endo la dj si11t eg razio11c d ci de1Jo iti . di crr asso; le ri cer ch e i~erò a11cor a i1on pos on o dir i con clusi,·e. L' A. n eg·a quindi la possib ilità di cla sificazion e i11 cr etog·en,a clclle ob·esit à co111e è stata t e1ltat a da Tl1a11nhau ser , il q u ale di . . t in:g·ue l 'obesità tir eoge11a, ipofi aria. i11og·er1itflle . J)irtoale , pa11cr eat ogen a, surren ale. Tale classificazion e è a11plicabile solo i 11 cas i ecceziona ìi : d 'altronde ogni alter azio11e delle ghia11clole en docrine dovr ebbe es.~ ere accompagn a ta di u na serie di altri $inton1i ch e mar1 can o i11vece i1el m aggioranza clegli oh esi. Tutt 'al lJiù coin ·e vien e dimost ra lo ancl1e da]l 'azio11e terapeu t ica di alcuni orn1on i, a qu e ti spetta u11 'azion e in t egr a tiva s ul ri can1bio lipoideo, ch e può e ser e da que ... ti i11flue117at o an r l1c i11clirett an1e11te co111e a' vie11e per e, e1111Jio per 1'au111e11to rlelle ossidazioni µr oYocato d a lla t iro in a. No11 è da escluder si (an cl1 e in r.ap1Jorto a)J e rj cer cl1 e Sliccitat e di An . . eln1i11 0 e Ho ffn1an 11) cl1e la i)arle clo111i11ante .. 1)etti a l] 'ipo fisi , la quale d el re "to l1a la par te del i1r o lago11ista in due nffezioni t a ln1ente tip i cl1e co111e il 1110 rbo cli I1.roehli cl1 e quello di im111on d s : n1a ancora più p r obo.bile è cl1e tu t to il con1ples o giuoco rl elle azioni orn1on a li e delle J11ocli fi r azio11i n1eLab olicl1e ·vie11e gover nat o e i 111 po .. t a1o n ella sua t ende11za Yer so l 'obesità o la i11agr ezza dal cE~r' ello inter1nedio . del quale 1'i110D.. i ra1Jpre~en ta ] 'organ o e:ecu tiYo. Il p r ob·Je111a t eor ico n on l )ll Ò c1u ind i es ere co11sidc rato qu ale risolto. Dal punto di 'ri ta 1
2274
cc JL POLICLINICO »
pratico eà e . . sen zial11·1ente n el s uo aspetto terapeutico, i Len ga presente che con n e uno dei pr·ep arati opoterapici si riesce a n ormalizzar e il ri r a111bio li1,oideo; il trattamento orn1011ico r est.a qui11di con iderato solo quale ausilio i11to111 atico i1clla c ura d ei grassi e d ei 1nag ri. A11pu11to p er queste co11siderazioni, la t.e·r apia die te tica e la regolarizz.azion·e d el di~pendio energetico sono da considerarsi per ora qua le u11ica Lerap i 1 fi siologica; lo sfrulta1ne11to d el poter e dì11an1j co specifico d elle protei11e, la limitazione dell e calorie apportate, )a sorveglianza d el ricambio idrico e ;.;alir10 s'impong ono nel trattamento de11 'obeso , specie in ' risla delle possibili tare circolatorie che sor10 in que. ti due e n1ezzo volte più fr,e quenti cì1e nel normale. Accanto ad esse la ginnas tica razionale r ende preziosi servizi. D 'altra parte un 'educazione positiva psichi ca e s1)iritu.a 1e, la cosidetta. igie11e psichi.ca P? s.0110 talora modificare 11 cc modus v1ve11d1 n n el en so d i fornire un solido ap,p oggio a lle solite ctire m edich e d ell e alterazioni nel rica111 bio lipoideo. S. M1 ~z. 1
Metodi per valuta re la cifra del metabolis1no con il polso e ron la p1~es·sione arteriosa. (B. I . Co~vIROE . 1·11e American Journ.a·l of the 1\/ edical Scie.nces, 5ettembre 1935). P er quanto ]a d elern1inazion e della cifra del i11etv.l1-0lis 1n o basale sia. ora a ll a portata d ella 1naggior }Jarl.c degli interni t i, cl a ti i r e' centi J11igliora111enti della lecnica ed il din1inuilo co Lo d eg·li ap pareccl1i n ecessari , pure vi è tuttora un discr eto nun1ero di medici p·r atici i quali non ritengono convenie·n te, per ragjoni tec11iche o finanziarie, is tallare tali apparecchi n ei loro uflìci. Read per primo l1a tf~ntato di ca lcolare ]a cifra del m etabolis mo per m elzo d ella d e terminazione del polso e della pressione arteriosa. Certo una formula che permeltes e a ll'ingrosso di stabilire la cifra ciel in etaboli s1110 in una larga percentuale di casi , ei1za bi sogno di ricorrer e a,gli apparecchi., arebbe di g rande utilità per il m edi co pratico. D opo la for111 ·ù la proposta dal Read , varie altre modificazio11i sono state apportate a questa d a vari At\. con tendenza alla semp·lifi cazioI1 e : la più se111µlice è certamente quella proposta da Gaie e Gale secondo la quale 1
M. B
=
Pres$ion e -
1 -
Pol so -
111
L ' A. h a controllalo il valore delle varie formule J)r oposle in ·vari soggetti. In base appunto al u o studio accur ato è potuto venire alla con clu ion e ch l; la cifra d el M. B. n on può esser e s labilita m ediante la misurazion e d ella pre ~ ione e ù.el ·µol uo con sicurezza e precision e tal e da l)Oter con sider are il m etodo come
[ A NNO
XLII,
Nu~r.
461
effi cace a sostituire la mis urazione d el fvl. B. jJer n1ezzo d ella coJorimetria indiretta. La forn1ula di Gaie e Cale è certamente la più faci le a ricordarui e la n1eno complicata ad appli carsi e lJer ciò appunto la più utile nelca1npo pratico: t ale sua praticità non è a scapito d ella sua esattezza , poichè i risultati con essa ottenuti non si son o mostrati molto inferiori a quelli ottenuti con a ltre forn1ule più complicate. Se la n1isurazione, colorime trica d el M. B. r1on è possibile per delle cliflìcoltà tecniche o finanziari e, il c.alcolo fatto 111ediante la misurazione del p olso e d ella pressione insie~e è più esatto ch e se oltenuto n1ediante ciascuno di questi dati isolatamente. I11 sosta11za si può concludere ch e il metodo di Gale e Gale, pur n on raggiungendo un vaJor e di precisione scientifica, può esser e u sato dal pratico come efficace n1etodo di orienta111ento. G. LA CAVA.
TERAPIA. Il trattamento delle brucellosi acuta e • cronica. (1',. E. A NGLE. Journal Amer. fltl edic. Assoc., 21 setten1bre 1935).
La brucellosi , altrimenti denominata febbre ondular1te, n1editerra11ea. m a ltese o febbricola , può assum·er e clinieam e11te nun1erose· ' 'arietà. Si è tentalo di d efinirne cinque tipi (ir1Lermitte11te, ambulatoria , ondulante, malig na e sub clinica), n1a questa c lassificazione rion corrisponde a tutte le forme che si possono incontrare nella pratica. fvieglio è cont·e11tarsi di fare delle molteplici varietà clir1ic}1e due g·randi gruppi: la forma acuta che dura in i11edia fìrtO a tre o quattro mesi, ed una forma cronica che persiste più a lungo. La forma acuta ·è caratterizzata da febbre, preceduta o i1on da brividi, seguìta da sudore, 11onch è da alcune manifestazioni dolorose (c·e fal ea, dolori dorso-lombari, articolari e addomìnaJi), anorressia, stipsi, n er,rosismo, talvolta tosse, e con l 'andar del tempo din1inuzi.one di peso. Nella forma cronica possono essere presenti alcune o tulle le manifestazioni della forma acuta, ma prevalgono i sintomi n er,·osi ch e di solito assun1ono la forma d ella neurastenia o tlel]a psica ste11i ~ . Il n1icrococco di Bruce è s tato isolato in cultura pura da una g rande varietà di lesioni suppurative (m ening iti , salpingiti . orchiti, e.mpien1.a, c olec i ~ tite , pon~i lite acuta con as(·esso. maslili). Talvolta s1 può tro,rare anche n egli ascessi così d·e l 1i st erili. Più diil1ci]e è avere culture d al sangue. Tutt avia g li esan1i di laboratorio son o utili ~sirrìi per la diagnosi ~ la . prog?osi ~~11 a brucellosi. La sier o-agglut1naz1one e pos1t1va
] A NNO
XLII,
N Vi\l.
46]
SE ZIONE PRATICA
r~ella grar1de n1aggioranza
dei casi , ma non 1nancano casi nei quali il r eperto è n egativo a11\' i1e (lUJ.nd<. > le 1l1anife tazioni c linich e so. 110 g ravi . ., . Le reazioni c utanee so11 0 ancora p1u sicure . S 'i11ietta intra dermica.mente 0.02-0.04 em e. di a11tigene Brucella, avendo cura di far.e l~ ~tes sa iniezione per controllo ad un individuo sano. Di tutte le cure Lc11tate que11a ch e si ·è dirr1ostrata veramente effica ce è quellia vacci• n 1ca. . L' A. ha acloperato con successo un , race mo preparato con B.ruce~la abo!tus b~vino e Bruccl la abor tus suino in parti e guali e con una co11ce11trazione tale che ogni cr11c. contenga sei bilioni di g ern1i. . La via sott ocu tanea può provocar e ascessi e quella enàovenosa gravi disturbi gener~li: è preferibile la via intra111uscolar e. Il d eltoide . si pr·e sta bene . ~i comincia con ! "iniettare un quarto d1 c111c . e si aumenta ogni giorno fino a d un c111c. In gener e son o sufficienti sette i11j e. . z1on1. Durante la cura si hanno reazioni specifich e (aurr1e11to d ella temperatura, aggravan1ento di tutti i disturbi preesistenti), fatt.o c h e conva lida la diagnosi . In effetti se tali r eazioni i11ancano si d eve riten er e che la m alattia no11 è una brucellosi . A poco a p oco , 1)er ò, co11 le iniezio11i successive i11vece d ell e r ea zioni rn<)T]Jose si 11ola u11 pr ogr essi vo a ll r~· g erin1e11to cli tutta la sinton1at olog·ia clinica fi n1) alJ 1 to1ale sua sco1l1j ) Ur a. Convie11e tener presente però che quando la siero-agglutinazione persiste e la febbre r• on ced e la m alattia può esser e acoentuata dalla vaccinoter apia . La cura d eve esser e accompagnata da una 1 icca dieta alimentare, e dall'uso di preparati tonici e ricostituenti. Costituiscono controindicazioni per la vacc i11oter apia il g rave d ep erimento organico, la senilità , la n1alattia e la d ebolez7.a del cu or e. Tenuto conto che la brucellosi ha spesso un (lecorso bizzarro, e che i periodi di aggrava111e11to si alternano con periodi durante i quali il soggetto può apparire anch e del tutto guarito, conviene stabilire i criteri della effettiva guarig ione : I ) d efinitiva scompar sa d ei dis turbi suhietti:vi; 2) aumento di peso; 3) g raduale scomparsa d ella febbre; 4) di1ninuzione del titolo di agglutinazione n el san gue; 5) r ep erto erna tologico norma le; 6) mi gli oramento d·e i sintomi n e urol ogici . 1
DR.
La terapia del morbillo. ('V. GuNN.
British A1ed.
Journ .,
23 m ar -
zo 1935). La tan za d el malato deve esser e a mpia e b en e aer eata; il riscaldamento va ottenuto m ecliant e tufa e n on con i1 termosifon e (che n on
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assicura un buon ricambi.o di aria) n è col gas o l 'elettricità che disseccan o troppo l 'aria ed irritan o il tratto r espiratorio già infiammat o. 0 È b en e t en ere la tempera tura ~ra i 15°,6 ed i 18' ed escluder e la luce diretta sugli occhi. Elin1inar e tutto quanto vi è di superfluo n ella stan za . 1'en er e soltan to un len zuolo ed u11a copertina; il malato porter à una camicia d a 11otte in cotone, aperta da i lati. Lavare completan1ente il m a lat o una volta a l g ior110 ed , ogni ± ore, passarg li una spug11a di a cqua 1iepida. Pulizia frequente e delicata della bocca con l 'indi ce ricoperto di un batuffol o jrr1preg·11ato di soluzion e calda di b icarbonato di sodio (1nolta d elicatezza nei piccoli, per il pericolo di lesioni cl1e .aprono la porta ai germi). Il semplice a tto di ingoiar e freque11ten1ente dei su cchi di frutta diluiti o del semplice· su cco di lin1one è sufficiente p er tener e la cavità orale abbastanza pulita. Vi ·i J)UÒ aggiunger e una pozion e di clor ato di polassio n1olto diluito , da p·r ender e per bocca (2 em e. ogni 4 ore, pe r un b ambino di un .anno) : clor ato di p otassi o cg. 60 ; ac . cloridrico dilui to em e. 06; sciroppo em e. 4; ac·q ua q . b . f'er g. 30. I ga r ga r isn1i sono jmpo~ sibi1i i1eJ]a n: aggior parte dei e.a si; le prepar azioni con g licerina sono scon sigliabili i)er l 'azion e ig·r oscopica di qu esta . Le labbra vanno protette con vaselina sola o<l u n ita , a parti u g uali con ung u ento di precipitato bian co. Importante è la teletta del naso- faringe ch e pe~ò d eve essere limitata a l la sola asportazione d elle secrezioni n elle n ari c i a11teriori , con applicazion e del l 'ung u en to sopra citato. Nlai u sare, n ello stadio acuto , la doccia nasale. Am m etter e p ochi visitatori n ella cam er a ed escluder e ad ogni modo tutti quelli con infezioni' catarrali. Tutti g li oggetti che vanno in contatto col bambino debbono essere b en p t1liti ; quelli ch e sono stati i11 contatto con esso , vanno brucia ti , bolliti o disinfettati con acid o fe.nico (I i40) o lisolo (1/20). La congiuntivite non richiede di solito alcun trattamento, salvo l'ap plicazion e di unguento di acido borico alle palpebr e. Nei ca, i più gravi , lozioni con acido b orico (25 cg. per 30 em e . di acqua ) a d inter valli vari, con applicazion e dell 'ung uento di cui sopr a dopo ogni irri gazione. Nell e infezio ni p r otr atte o subacute, irriga zioni con biclor uro di m er r 11rio (1/10.00CJ) o con solfato di zin co (X %). L a dieta. Con1e n ei m esi in vernali le con1plicazioni più frequenti on o q uelle d elle vie res1>iratorie, n ei m esi e ti vi , si ha più spesso l ·ent eri t e; d a c iò la n ere sità di regolar e bene la dieta ch è, altr imen t i, i possono avere g ra vi enter ocolit i. Nei casi lievi , i dar à d el la tte dilui to con acqua (o con acq ua di calce se ,.i è diarrea) . ogni 3-4 or e (il latt e in tero tende a pr o,·ocar e en terite). Negli int ervalli si d.ar à d ell 'acq11a (sola o
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2276
« IL P OLICLINICO »
con glucosi.o 2-5 ~o e co11 s ucco di lin1one o di arancia). L ·A. con siglia di aggiungervi un pjzzico di sale, ch e stimola l ' appetito e la sei e. Se il bambino ha disgu sto per il latte, lo i può n1escolare con caffè o con t è. Nella prin1a settimana, è meglio evitare i ~u cchi o gli estratti di carne. Se il latte non è L>en tollerato (diarrea con filamenti n elle feci) lo i può dare citratato o peptonizzato , o lo i sc>sper1de per 24 ore. Quando la 1emperatura ha ragg iunto la norma, si può dare la dieta 1)iena a cui si può aggiungere d ell'olio di fegato di merluzzo o di halibut. Rimedi specifici n on ne esistono. Il piramidone ch e viene mollo u ato in alcuni paesi (6 cg. p·er ogni anno fino al massimo di 30) som1ninistrato ad i11ter,1alli di 4 ore può abbreviare la f.ase fel)b·r ilc, n1a non influisce sulla gravità d ella malattia; bisogna poi Lare att e11ti a noi1 prolungarne la son1mini trazione ed al }Jericolo di ag ranulocitosi. Mig·liori. risultati sarebbero da attendersi dall'im111un siero (di convalesce11te), di cui si L'a nno iniezio11i (5-10 em e .) e11clomuscolari al ~ 0 • !) 0 g iotr10; le prove fatte non sono p erò inl:oraggia11ti; iniglìori. sono quell e fatte con la ir1iezior1e endovenosa di 20-50 em e . Utili ono invece alcuni sieri p er prevenire certe con11)licazioni: quello antistreptococci.co (scarlattina) per iniezioni endomu colari (di ~0 4 50 c111c:), ch e previene l'angina . la stomatite ulcerativa , la laring ite e forse la broncopolmonite. Ineffi cace è quello antipneumococ•
Cl CO.
La son1ministrazione di ,1ita111ina A e D , leori'ca111ente logica, non è tala seguita da ·vantaggi. PHE\iE NZLONE E TRATTAMENTO
DE LLE
COMPT,I CAZIO•NI.
U11a b·uona ig ien e previene in generale l e complicazioni, ma purtroppo , il m edico vi ene })esso chi.amato tropr>o tardi; quando ] e complicazioni si sono già manifestate. Il truttan1ento d el1a bronchite può impedire la forma ·offoca11 le e la consolidazione poln1onare; e so non differisce dal trattamento d elle form e consuete; oltanto vi è da osservare che la p·r o. ' g rave. gnosi. e' p1u · La Jarin g iLe ch e i manifesta al! 'inizio dell 'eruzion e l) UÒ es er e un sin torna grave; iniezion e di 16-. 000-24·. 000 unità di siero antidift erico sen za attendere il risultato d ell 'esan1e batt~riologico. e que.. to è n egativo ed è n egativo an ch e l 'e ame larir1goscopiro, usare il ~i ero an ti scar]attino. o (2.0-30 em e.). In pre se11za di in to n1i inqt1i etanti di crup, t ener presente r h e l 'intuhazione, in qt1e .. te forme _ da treptococco en1o lit ico , non è molto efficac e e ricorrere piuttosto alla tracl1eotomia . La ga. tro-enterite sinton1atica è di solito lieve e tran itoria , 111 a può r apidan1 ente mt1tar i in tina forn1a gr ave e fa tale. i po ono
[ANNO XLII, NuM. 46}
aggiungere al latte degli astringenti. (bismuLo o n1istura di calce) (1), altrin1oenti sosp enderlo d el tutto. Con1e bevande, i daran110 allora a bambini di 1 anno, ogni ora 60 eme. di soluzione fisiologi ca diluita a m età col 2-3' % di glucosio; dopo 12-24 ore darla diluita ed a11che dei succl1i di frutta. T entare in seguito, il latte in polvere o qualche preparato analog·o; .alcu11i si trova110 b ene con l 'acido lattico (2 g occe per ogni 30 cn1c . di latte di vaccn s1Jannato e con aggiunta di zucchero). Anche l 'acqua albuminosa può essere utile . Nel caso di von1iti, somministrare i Jiql1idi 1Jer il retto , il p eritoneo, sottocute od endove11a. Per le altre complicazioni., n el caso di cong iunti vite purulenta , irrigazioni con acido bori co (30 cg. i)er 30 eme.) ; ne1 rasi l1iù gra,·i, protargol (IO %) od argyrol (5 °/o); ottenere la midriasi co11 unguento di atropina (solfato) al 0,25 %. Per le palpebre, unguento di acido borico od al precipitato giallo (diluito ad u11 quarto). La comparsa di opaca1t1ento corneale ~ una ?011~plic~zio?e grave, n 1a generalmente e trans1Lor1a . Se 1 ulcera tende a diffondersi cauterizzarne ì n1argini con acido fenico pur~ o con l 'elettrocauterio. Adottare sempre 111isure conservative anche in ca o di panoftaln1ia. La cong iuntivite flittenulare tende a i11a11ifestarsi nella convalescenza: ott enere la in idriasi, proteggere l ' occhio per J.a fotofobia, sc,1nminisLrare olio di fegat o di. merluzzo e ragg i ultra viole I ti. Le cure igienicl1e attuali ha11110 reso rare le g,ravi con1plicazioni boccali; ad ogni n1odo, rtella stori1al ite gang·renosa, si adotteranno delle 1ni.sure energiche. Il trattamento d elle a ]tre co n1plicazioni (otite, adenite, ecc .) no11 djfferi.sce dal consueto; soltanto si t en ga presente di ritardare il più possib·i le g li ir1terventi o perativi in r•1odo da permettere ai tessuti danneggiali di riprender e la loro atti.' "1ta. La convalescenza è gen eraln1ente rapida. Un trattame11to con i raggi D:ltravioletti o, n 1eglio, t111 oggiorno al mare od in rampa g·na , gioverà inolto l)e r i.1npedire lo svilup110 cli catarri c ronic,i polm onari o di tuber co1
1<JSi. INFE'fTI Vrr;\ ,; DIS I NFEZIONI<:; PHOFILAS S I.
li morbil1o è infettivo fin dalla priJna co111pa rsa dei intorni o dalla prin1a r l'evazione di t r.mperaLura; l 'infetti.vità è n1a s ima imn1 ediatnn1ente prima d ell'inizio de]] 'eruz:one. Quand o questa diminuisce, diminuisce pure 1'infettività ch e è scon1par ·a dopo· 12-1 -1- giorni dal1'inizio d ella malattia. J] bambino si fa alzare (1) La mistura di calce òella farmacopea inglese t.· composta con Calce preparata (g. 30); Gomma adragante (g. 5) ; Zucch ero (g. 60); .i\.cqua di can11 e11n q. b . p er 1000 em e.
[ANNO
.>i.LI[,
NU.l) l. 1!()]
aJ 10° giorno, n1a se vi è qualch e dubbio, è n1eglio tenerlo i11 le ito a11cora per prevenire con1plicazioni polmonari. Disinfetlare bene tutte le secrezioni e g li oggetti cl1e ne sono insudi ciati. Il virus morbilloso h a scarsa vitalità, n1a una g rande trascurat ezza n ella pulizia può aiutare la diffµsione d ella i11ala t tia. La disinfezion e. termin,ale pu.ò es.sere Z.imita.ta alla senip lice pulizia della stanza e del suo contenuto con, ·a·cqua e sa1
r.·onie. Il semplice isolamento d el i11alato non è sufficiente per impedire in modo assoluto la diffusione. F ortunatan1ent e, 1nediante l 'inie· zione di imn1u11-si ero si può conferire un 'immunità temporanea o, ad ogni modo, avere una malattia a decorso più i11it e. fil.
Il coma ba1·biturico e la sua cura. (P.
SERINGE . Ga~ell e
2277
SEZIONE PRATICA
d . liopil au x:, n. 315, 1935).
L'accresciuta frequenza d el coma barbiturico e la scoperta di recenti ter apie attive for111ano oggetto di attualità. I barbiturici entrarono i11 terapia 11el 1903: i i)ri111i avve1enarnenti presero estensi one solo i11 questi ultimi an ni. l -rr1a venti11a di. _barbiturici sono attualn1ente utilizzati: lutti , a dosi i11assive, so110 capaci di provocare il con1a. ·o no special1ne11te il dial, il gardenal , e soYr atu tto il vero11al . Si osserva in tutte le ·età , con predon1inio n el sesso fen1minile , dai :20 ai 40 a nni . I . 'intos~i cazion e è rar.a n1ente r rirr1inale, eccezionaln1e11te a r cidentale, il più .. pesso volontti ria. Il n1odo d'azione dei barbiturici non è cl1iaro : sar·ebbero dei d epressori m esodien cefalici , 111entre alcool , cloralio , bromuri sono <lepr e sori c ortical i. Nel coma barbiturico sarebbero colpiti no11 solo i centri r egolatori d el sonno, ma a n ch e i centri vicini vasocostritto· ri, termoreg·olatori, e regolatori della leucopoiesi. La stricnina, secondo Zunz , è l' antagonist D d el barb·itt1ri co, second o gli americani. l 'a11tidoto. ~i sa che due prodotti sono antag·oni sti .._e n eutralizzano i loro effetti fisiologici , due prodotti antidoticj ~i n et1tralizzano invece fra di lor o. Il coma sopr avviene da qual ch·e minuto a due ore d opo I 'in ge ·tio11e, ed è abitualm ente n1arcato da ll 'installarsi progr essivo di uno s tato di ebbrezza e nauseoso: incoer en za di parole , verli1çyi.11i , titt1b·azion e . agitazion e , rarumenle cefalea. Nausee freq11 e11ti , ' 'on1 iti rari. 111 questo tadio. ' 'on1iti,1i e medi camenti. i1on sco11g iurano il co111.a . 11 malat o r e t a iTIErte , 111 dec ub·i to dorsale, 111otilità ·volo-nt aria abolit a, arti i.11 con1J.1let a ri ~ o lu zi one, se n ~i.bi Jjtà abolita , rifle s~i t en din ei e corne1li al1oli.ti: ness u11a i11odiGcazione car a tt eri.stira d ell e i iupille . S tip~ i , ri t en zi.on e ,urinaria . n o n a lbt1minuria nè rrli cosuria; oliguria , non co11,·ulsioni, i1011 ri gidit à ~ non l1ar ali s i fac ciale. non deviazio11i oculari. \.on1a fla ccido con .. e ar sa si11ton1atologia . Respiro a lterato , stertoroso o
accelerato, o rallentato , o periodico . T en1peratura alta ver so la 36a ora. {]n coma febbrile d eve far pensare ad uri co111a barbiturico. Lieve ipoten sione, cianosi n el volto, pol o regolare . ln pratica la diag·nosi r e ta di Gìcile iton ave11dosi .alcun segno car a tteri s tico. t p·er lanto in1portante interrogare sui medica1nenti usati dal malato, in vestigar e nella can1era. D'urg·e11za portare le uri11e in u11 laboratorio, i11 esse la ricerca de·i b.a rb·it u1'ici può essere fatta in un 'ora: positiva affern1a la diagn osi, r1cgati va richiede un nuovo e a11te alcu11e ore più tardi . L a r icer ca è p iù sove11te positi va n el liquor e i1el sa11guc. 'E 'landin propone di procedere i11 questo modo: n-10 cc. di a11g·ue e di urin e del malato sono inoct1late in due coItigli per via sottocutanea o i11lraperitoneale (le urine anch e p€r via i11travenosa). Se il ca1npione con tiene un onnifero l 'animale si addormenta in 15-60 111i11uti e ... pe o p er n1olle ore. La prognosi è ardua p er cl1è la tossicità dei b·arbiturici è mal conosciuta. Il veronal , abb er1 cl1 è m eno tossico , a peso e,guale, sen1-bra , in pratjca. più dannoso d el gardenal. 11 dial sc111 bra })iù nocivo. Ila importanza il t erreno ed il t em1)0 dell 'ing·estio11e. TJopo la 18:i ora 1:esito è fa tal e. Indic i di alt.a gravi tà sareb·b ero: ]e 1)upille puntifor mi , il srgno di Babi11ski , I ' esi t e11za di ate]etlasia polmo11are, di. apoplessia poln1onare, di eden1a· poln1on ar e, i s into111i di. collasso incipiente. ~ d i p r og11osi gr ave una ipotermia, od u 11a ii1ertern1ia precoce a ±0°,5-41°, una formula sauguig·na norm a le o con inver ione. Ne i ca i cu rabili sì h.a leu cocito i poli.nur Jeare dal prin10 g iorno , eosi11o fili.a ver so il quarto ritorno alla norn1a dal G0 al 15''. La inerte so1)r avviene nel coma e1lza ripresa della con o . . ce11za rla 12 or e a 12 g iorni, i11 m edia dopo due, tre giorni, con ipertern1i.a, sudori profusi, collasso. N·ei casi felici la g uarigione è com1Jleta in 2-12 giorni . Si descriYono forrne atir)iche, forn1e cronicl1e ecr. Come cura allo s tadio ini ziale, evacl1are lo· s tomaco con vomitivi o con lavaggi. al 11er1nanganato. Si c.:onsiglia dare an cl1 e del carbone pe r a .. sorbire nell 'inte tino eventuali porzioni di ve leno i)er s istenti , scg·uìto d a un pt1r{:ra11le. Nel cor so d el con1a l .eYart1azio n e gastrica f> scon s igliata ed in efficace. Bi og11erà ri ·caldarc il malato , ar'11licar·e re,rul ~i.,ri loracir i ; r etlocli i g·]icosate isotonicl1e , ala so, tra ft1 sioni, flebloclisi . In ogni caso il rimedio di elezione è la strir n ina , ch e deYe essere iniettat:a ad alte dosi: i11 n1edi a t1n ce11tigr a1111110 di sol fa to di tricnina ogni ora: Il·e i. ca i gravi si consig liano 5 centigr an1n1 i n ella prin1a iniezione e di poi , ogni ora, due centig ran1n1i . Per le prime ini ezio ni i con sigli a la ' 'ia inlravenosa , la sottocutanea per le altre: ln gni di intos~ i caz i o n e stri cn ica: rigidità spon1>arsa d ci ri fle ~. i e coscienza , o per 24 or e , potendosi sorpa ssar e in totale sia 20 r l1e 4()' ce11tigrammi . orveglLare la con1parsa dei se1
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(( lL POLICLINICO ,)
di i11lossicazio11e stricniaca: rigidità spoi1·lan·e a, sussulti tendinei o muscolari provocati, iperreflexia, Ch"'·ostek, tetano stricnico. ·se .con questo persiste il coma, sospendere la stricnina per riprer1derla prudentemente. Irtiezioni di coramina , alcool 11elle ven·e, glu.cosio ipertonico. Adrenalina od uabaina nei tlist1urbi cardiaci, caffeina, ossigeno anche so l.tocu taneo, r espirazione artificiale. MoNTELEONE.
g11 j
La cura delle asciti cirrotiche. .(M.
BARIETY.
Le Biilletin
J11édica~,
1935, n. 18).
Nella gei1esi d elle asciti cirrotiche entra110 -clue sorta di fattori: fattori m eccanici da una parle, fattori cllin1i ci o flsi co-cr1imi ci dal1'altra. 1,utti i fa ltori meccanici ~0110 in rapporto .con la sindron1e di ipertensione portale. f)ue lesioni ostacolano la circolazione portale : la scler osi che strozza il lobulo -epatico , ·l a flebile che restringe notevol1nen te il lu111e <li alcun e vene. E lement:i , poi , \1 ariabili sono: la stasi venosa in una r ete portale le cui pareti sono deboli, dilatabili; i fenomeni vaso-n1otori che bloccano in alc uni momenti le vie efferenti ~ovraepati che . Aggiungiamo disturbi fisi co1ct1in1ici: la riter1zione c.Jorurata sodica, l 'ipoviscosità d el san gu e portale, le modificazioni ·d ell '·equilibrio proLidico del s.ar1gue (ab·b assamento della serina, at1mento d ella globulina, in,•ersione d el quoziente albuminoso). Ed ag.gjungiamo che in questi n1alati esiste sempre un certo grado di epatite, di alterazione clelle cellule nobili d el fegato, e che l 'alcool l )UÒ a\rer leso allri organi , es. il rene. A que·ste multiple caus·e, multiple indicazioni tera~ pe11tiche. In pri1110 luogo consigliare il riposo in letto: il clinostatismo fa,rori sce la circolazione renale e la diuresi: un :malato , nello stesso tempo, se giace in lelto e1nette 320 cc. di urina , se sta in posizion·e eretta, i1e emette 160. I /azione diuretica della posizione clino tatica prolungala, è stata confermata nelle affezioni r e11ali e cardiache ed è ap·p licata nelle stazioni idromineral i. D eve esser e minuziosan1ente reg olato il re.gime : riduzione d·ei liquidi i'ngeriti (1 litro nelle 24 ore), r egime declorurato . Utile è il r egime latteo, poco tossico , poco salino. 11 l lttle scremato talora è più tollerato del latte int ero : vi si potrà aggi-tingere d el ]atto-siero, ·a digiuno. U n tal r egime finisce però per esser e mal tollerato. Si aggiungerà riso , farina ·dì frume11to bollita, patate cotte n ell 'acqua od in purea , paste, l egumi verdi, frutta , zuc·chero . Il r egime carneo deve essere riservato ad individui che abbiano un buon appetito ed una azot en1ia nor1nale. 'F issato i·J regime, l 'a ci te l)UÒ din1inuire, ~comparire, lo f:.tato generale n1i.gliorare. Allora si può ricorrere c0n c ircospezion e ai rimedi clas$ici idroO'oghi.
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XLII, NuM. 46]
purgativi, e diuretici. Fra i purgativi, ricorderen10 la gialappa , sotto forma di acquavite alemanna, il calomelano (attenti al fegato) . ].'ra i diuretici alcuni sono ad azione r·enale: teobron1ina e scilla, altri, ad azione renale ed i11terstiziale (sali di mercuri'o ). Il ci~i1uro di rr1 er curio è particolarmente indicato se nella ar1amnesi e ' è lu·es. Diuretici più strettan1ente ir~terstizia~i sono i sali di calcio, di potassio, d ·an1mon10; di stronzio, che secondo Blum ag~rebbero scacciai;ido I 'ione sodio idropigeno .accumulato n el sis tema lact1nare. Quanto ali ' estratto tiroideo, il suo meccanismo d 'azione è complesso sia sulla protiden1ia che sull 'idrofilia tissulare. Si può ravvi cinare all 'azione d ei diuretici l 'azion·e di procedin1enti elle si sforzano di migJiorare l 'eliminazione acquo .. a con mezzi fisici agenti sull'idraulica circolatoria, : il bagno caldo ed il bagno freddo p er azione rifle&sa, la diatern1ia con azione diretta sul fegato. l\f~lgrad~ la i11ess~ ~n opera di questi differer1ti rl1ezzi 1erapeutic1, molte asciti resistono od aur11entano : è giocoforza allora ricorrere alla paracente . . i la quale deve essere con --idera~a com·e il i:r1ezzo peggiore: la puntura dovr~ essere Lard1va e restare rara; anzitutto, s~ esistono edemi periferici, l 'ascite p1 u nta si nforn1a pronta~1ente a loro spese, in più la puntu;a ~o~ è !nnocua p er il peritoneo la cui se1nplice irr1taz1one meccanica può aumentare r1ot~vol.me?te. la velocità di riproduzione. Sottrazion~ 119u1de ab·b ondanti, inoltre, e ripetute, r1sch1ano di provocare un vero stato di cach·e ssia sierosa. Ricordiamo inoltre, non citando le eve.ntuali infezioni del peritoneo p er scarsa asepsi , che alcune emorragie possono e~sere d~tern1inate da evacuaz'.oni troppo Tarnde, poichè la pressione arteriosa si innalza nel corso della paracentesi , nello stesso tempo e.be si abbassa la pressi'o ne del. liquido ascitico. L'opoterapia epatica migliora molto mediocremente ed indirettame11te la sindrome di ip~rtensione portale ed in particolare l'ascite. L'on1entopessia alla Talma non è un processo di cura usuale. MoNTELEONE. _..
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Le
curve
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SEZIONE PRATI CA
nili , ma nella conqui sta di una donna : virilità significa int ensità i1ell 'an1ore e non amore Uomo e maschio. diluito in quantità e povero n·el dovere. Bella e lun1inosa questa con cezione del carattere T·ra questi due termini esiste - dice la dell'u omo : il diritto a lla i)rocreazione è una Rivista de la J/acu,ltad de ì\J edicina di Bogota consegue11za del dovere del lavoro; no? e~iste una differenza fondan1en- dunque l)iiacere . essu ale se11za la obbl1gat.1one (ottobre 1934) tale di ordine fisiologico e sociale. . co11segucr1te di vegliare ul prodotto dell 'atto Ogni essere capace di produrre spermatozoi geueraLore. è maschio: nel compimento della funzione La concezione dell 'an1ore u1r1ano unico, retsessuale primaria sta la sua massima azione to dalla fun;z;1one lavorativa dell 'u omo, trae le perpetuatrice della specie; il carattere di ma- ~ue radici profonde d~1ll 'intima natura dell 'esschio è quindi una condizione data dalla na- sere razionale: tutto non ha ragione di esitura a scopo di conservazio11e della specie. stere ed è effimero fintanto ch e l 't1on10, nella ~,un zione prin1itiva, questa del maschio, ~d sua azion e n on incontri una strada, una oi11cosciente, spro.vvista di m erito,. r~al~z~a~1le rientazione, non abbia cioè una con centraziocoJ solo automat1s1no delle sensaz1on1, in1z1ata ne di energie: e siccome esiste una tendenza e compiuta sotto la spinta dell 'appetito gene- fatalista innata i1ell 'essere un1ano a perpetuarsico. Il se1nplìce carattere di maschio non è si , a sopravviver si, quanto più imperfetta sarà dunq·u e indice di superiorità nè implica van- questa con centr azione di en ergie e cioè il lataggio alcuno, il n1aschio è semplicem ente uno voro , ianto più fragile e mediocre sarà l 'opera strumento della natura. creata; è necessari.a quindi ]a con centrazione, Ogni elemento del sesso, in t utte le scale Ja fusione della se11sibiJità , della in.ente, della della natura, con1pie la sua funzione specifica, a1ion e, perch è la per1)ctuazi.one risulti illimicome un semplice strumento dell'inesorabile tata nel tcrn po ed universale. impeto della natura n ell a sua opera di conserLa di[ferenziazio11e sessuale, con seguenza ''azion-e. ll convertire ]a condizione generica naturale di norme educati ve, h a una logica rifatale di maschio in un incitante di va]orizza- percussion e st1lla i1obiltà dell 'a more umano; zio1l'e vana e superficiale, è un errore ch e può un popolo n el quale i1on esi ta la coscienza avere sfavor evoli ripercu ssioni. della responsabilità dell ' uo1110 n ella vita dei Al conLrarìo il carattere di uon10 ha un alto sessi , arà vint o n ell a lotta 1>er l 'appeti__to suisig11ificato specifìco e sociale ; in esso . de~ono cjda di una um anità ibrida e cli struttrice: l 'iriunirsi oltre ai caratt eri della cost1tuz1011e deale non esist e in .un con.g·Io1n erato preso dalmascoli~a - e cioè l attitudine del r11aschio la sete jnsaziabile d ei p iaceri inferiori. Lo scal 'altitudine al lavoro, rome mani'festazione n e- polo non ha ideali e n1ai desidera dei fi o-li: se cessaria e quindi insostituibile, della masco- giunge ad averli ]i ripl1di.a o li abbandona : ·è linità difEerenziata. qui la somiglianza essenz iale fra il celib,e, maIl carattere sessuale di ma chio nell 'uomo scl1io irresponsabile, e l 'anin1ale irrazionale. civilizzato acqu i ta sfumature di dignità, di Non è possibile per un popolo con seguire ciarr1ore; compron1 e-si , questi , ch e vengon o im- "ilizzazione e ta11to m eno cult11ra qu ando J.a posti dall 'esercizio stesso della funzion e ses- pr.rcentuale dei 1nas.chi sia superiore a quella s11ale, ed in tal nlaniera rig·oro. i., ch e il loro degli uomini. i11.adempimento comporta la deg·radazione d elLa differenza fondam entale fra il ma chio e Ja società ed una sitl1azione permanente di l 'uorno sta n el lavoro: qui appare la fun zion e i11feriorità. In r ealtà, il lavoro inteso in sen so. fondamentale del lavoro non com e compito gen erale, e cioè dallo sforzo materiale dell 'a- materiale di economia. bensì come forza spigricoltore e dell 'operai.o a quell o intellettuale rituale , come amore, enza il quale le· relazioni dell 'artista e dello scienziato , rapp-resenta la s.6ssu ali non si innalzereb bero mai dal campo vera funzione sessua le dell 'u on10. La funzione volgare dell 'apJ)etito in ~oddi sfatto. riproduttiva effettuata per sempli ce piacere eG. LA CAVA. goista è espr ession e del maschio irrespo~~~i le: m entre per il vero u omo è appena l 1n1z10 W'" Rammentiamo J'lateresssate moaografi11: de]la sua azione ulteriore; n el rnaschio la funDott. FRANCESCO LA.NDOCNA CASSONE Assistente n ella. Clinica Med ica della R. Univ. di Genova z·i one sessuale primaria (riproduttiva) è un fi. n 1~ di piacere à fondo egoistico; n ell 'uomo è La diagnosi clinica l 'iniziazione, ] 'occasione per l 'opera sosten tadella stenosi polmonare con9'eni(a tri ce della madre e del fi~lio. Non è una teoria con speciale riguardo agli elementi desunti ma la spiegazione chi ara dei fenomeni del ses~ dal flebogramma giugulare so. qu ~sta con cezion e del lavoro nell 'uomo; d~ Prefazione del Prof. CESARE FRUCONI Direttore della R. Clinica Medica · di Roma fat.I o, la sterilità del lavoro , la mancanza d1 Volume di nagg. 264, con 20 figur~ o~ig-ina~i. nel testo es.. , o, di ... trugge la santità del fo colare , cor- Prezzo L. 30, più le spese postali d1 sped1 z1one. rompe i costumi , annulla la dignitf\ uman a. P er gl i abbonati al o Policlinico ,, sole L. 2 6 in porto fra.neo in Ita lia. Per l'Estero L. 2 9. È l)assat a l' epoca della su ggestione per il n1asch io conquistato re, vacuo e irresponsabiInviare Va.~lia a ll'Editore LUIGI POZZI. Via Sistina 14, ROMA. le: la virilità non sta n elle conquiste femm i-
DIVAGAZIONI
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eENNI
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IL P OLI CLI NICO
B I B L I o G R A F I e I ( t}
1'. PENDE. En.do crinologia. Due volun1i di pag. 1200. Quarta r dizione. ' 'a llardi, l\Iila110, 19.11. L. 130. 1
La nuora edizi.011e d el t.rattato del P ende Ilìanliene lo slesso ordine di S\'ol o-imento e lo st esso in:liri zzo dell e edizio11i p·r ec~denti , n1a r eca tutto il comple .. o di Jltrove acquisizioni 11el campo delle ghia11dol e a secrezione i11ter11a, acquisizio nj anatomi ch e fi siolo o·ich e, biochimicl1e. ana101110-pntolog·ir h e e cli~iche con · quistate in questi ultimi di eci anni . l'lor1 solta11to rap11resenta l 'opera p iù completa di endocrinologia cl1e ab·b ian10 in Italia, non : :. olo rivela la particolare dottrina ed esp erien za di chi per la11Li anni si è con non comune co111pete~1z~ ed atti,rità dedicato a questo i1n3Jorta ~t1ss1n10 camp·o della m edi cin a, ma pone, S\riluppa ed illl1stra alla n1e11te d ello studioso e del inedico 1)ratico il con cetto g·eniale delle correlazioni e istf"11ti fra le note morfologiche dE- Il 'in cli,·idt10, le SL1e l)artir o1ari modifi caz i0ni di svilup1)0, le sue di,1 erse attività funzionali , e lo stato anatomico e fun ziona le dell e varie ghia ndole e11docrine n on soltanto prese isolatamente m a stt1dia te n elle loro varie co1relazioni fun ziona li e n ei loro rapporti col siste1na nervoso sin1patico . Se le ' 'ari e cause rr1orl1ose provenienti dall 'amb·i ente est erno posso11r1 ,·arian1e111e ii1fl 11ire suJl e <~:hianò ol e endo, crine l)rovocando alterazioni .an<l1omich e e quindi -funzion ali e t <l lora qu adri m orbosi par ticola ri e ben definiti, ,è pur ' 'ero rhe n1olto iliù frequenten1ente n oi ci troviamo di fro11te a quadr i clini ci n ei qt1ali la domin ante alt erazion e di t1na o di pii1 ghiandole À legata a fattori di ordine rostitt1 zion ale fl quindi a._ cau se i1l site n ella parti colar e natt1ra dell 'in divi dt10.. Jl l)Orre tale stato endocrino in rapporto poi con le particolari altre n ote indi, i'd uali del soggetto , siano quest r di ordine morfologico, funzio11ale, biochin1ico. serologico ecc. ' 'uol dire cercare di andare più a fondo n ello studio e nel la compren sion e della individualità d el soggetto con evid ente vantaggio non solf<lnt o per le nostre conoscen ze dottrinali , ma a11ch e 11er qu el fin e alti ssin10 di cer car e di pr evenire e di con1batt.0re il mal e . Pii'1 a fondo sa11r en1 0 con oscer e 1'individt10 in tutte le sue particolarità fì ~i ch e e ft1nzionali , m e~lio potremo con1prcndere ogni aspetto della n1a lattia in lui e meglio cer cheremo di modifi care le sue reazio ni alla o all e c~t1 se m orbose. L' endocrinologia in~esa e svilup71ata com e ha fatto i 1 Pende cost itu i$Ce t1n:l nuova conquista della scien za 111edica jtaliana verso t1na più profon dD conoscen1a dell'individuo ed apporta a llo stt1dio-o ed a.l I11 edico prati co elementi di alto ' 'alare nello studi o del malato e n ell a cura di 4
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e~so.
(1) Si J)rega d 'i11Yiélre dt1 e copie òei libri di cui i desidera la recen io11 c.
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[ANNO XLII, NuM. 46]
Ques t,a nuova edizione del trattato del P ende ?ostitu.is~e q~indi. una importante gui·da per I med1c1 tutti e da tutti deve essere attentar11ente studiata e compresa. E. T. .
EnoUAl\D _ PEYRE.. "A1 a.nuel de Sérologie pratique,. Un vol. in-1 6°, di 272 pagg. 'F . Alcan,_ P.a ris, i 9:3·5 . Prezzo 20 fr . L 'i.n1portanza . sen1pre maggiore ch e viene acc1uistando 1a sierologia e, molte volte I 'impossibilità per il n1e dico pratico di tro~are le indic~zioni sulle varie ricer ch e che si possono c?mp1ere sul s~ng ue e sul loro significato cli111co fanno sentire . la .necessità di un libro ch e ' come: quesLo , s ia anzitutto una guida di labora torio e mostri quali determinazioni si poss~1n~ fare 11elle varie malattie e quali indicazioni se n e possono trarre. L 'A. descrive i m etodi di ri cerca chimica(dosan1ento dei . cloruri, calcio ' fosforo ' ele. . . rr1ent1 azotati, gli cemia , colesterol) e fi sici la con centr.azio11 e H:jo11ica, la misura della ri~er ' 7a alca~ina._ Passa __poi ~ll·e ricerche biologiche· (ag~·lut~n~z1on e, bs.saz1one del complemento, ~·E'az1on L d1 flo cc~laz 1on·e e pl'eci µita zione , ecc.), il tutto esJ-1osto in modo chiaro e con intenti pratici. Da ultin10 , un elenco delle diversecondizioni 1norb-0se, con l'indicazione de1le ri9ercl1e da farsi a scopo diagnostico e prorloc:;t1co. fil.
A. TnEORAT{I. Traité . de Th éra.peutiqu e. Due volun1i di pagg. rispett . 58·6 e 721 , con fig. i\tasson et C.ie, Pa ris, 1935. Prezzo 125 fr.
Il 1.. h eohari, forr11ato i alla Scuola di Parig i, con Ila)-en1, Déjérine, ecc . , fu p er lung hi a11ni professore di r.lini ca t era-peutira n elle TJ ni,rersità di Rom e nia e direttore di importa11ti ospedali. Della sua attività e del suo ~er1so pratico è testimoni·o questo libro che viene pubblicato a cur.a di un suo a llievo ((~h. Peposco) ed a cui ha fatt o una bella prefazione i\1. Labbé. L' A. basa le sue pre crizi oni terapeutiche sulle u.ozioni essenziali di fi siologia e dj patolog ia, ch·e indica so1nmar iam,e11te al prin cipio di ogni capitolo, ravvivando ta],rolta il suo dir(· con alcune su ccinte stori e cli11icbe. Nella t e1:apia, tiene ronto della malattia fondamentale e dei var1 siTltomi ch e possono· acco1n t}agnarla , indi cando i relativi trattam enti , sicch è il m edico pratico consultando questa trattato ha una g uida sicura ed un a larga sc elta dei procedin1enti t erapeutici da adattar e al singolo caso . Il primo volume è dedicato agli organi digerenti , p an cr eas e feo-at o ! il econ do alle 111aJ.atti e deJl 'apparato r espiratorio, dei r eni , della nutrizione, affezioni e11dorrine. avitaminosi , r eum atisn1i cronici. La man can za di alcuni enpitoli è larg·amente compen ata dalla diffusn Lrat tazion e degli altri . 1
fil.
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[ANl\O Xl..J I,
TU ?\f.
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SEZIONE PRATICA
I CONGRESSI NAZIONALI DI . MEDICINA E CHIRURGIA. XLII Congresso Italiano di Chirurgia. (Bolog na, 23-26 ot1obre 1935) . Pre idenza: Prof. R. r\LF.SS,\ NDnJ .
23 ottobre - or e 15.
Cisti e tumori del polmone. (Co nclusioni). PARTE
I.
Cisti da echinococco del pol1none. Prof. P1ET.rlO MAHOGNA (Sassari), Relat or e . Dopo aver trattato della dj·stribuzione g·eografica della idalitle in Italia, della frequen za delle localizzazioni polmonari, della patogenesi , d ell 'anatomia p a tologica, della sintomatologia, d ella r ottura ·delle cis ti idatidee ])Ol1nonari e pleuriche, d ella diagnos i radiolog ica e d ella diagnosi differenziale, si diffonde più ampiarnenle stri m et odi di cura chirurgici di ques ta affezion e e vie11 e alle segu enti conclusioni: l J La cisti da echinococco del polmor1e rappresenta in Sarcl egna una malattia sociale l a cui p ercentuale ris11etto alle altre localizzazioni può portarsi al 35 p er cenlo . 2) Fra i Yarii m et odi chirurg ic i pro pos ti l 'oper[!zione in rl11e t empi di Lamas-~lo11cl i n o-Pra t è quella cl1e pur n o11 raJJpresen.t ando I 'ideale dà 111aggiori g aran zie ed il pi1'1 g rande nu111 cro di g uarigioni a ssolute. 3ì Il metodo cli P o·sadas è scor1 sig ljabil e per le ·complic.: arlze grav j c ui può d ar luogo e p er l 'alta 1nortalità segnalat?- 1lalle statis tich e . 4) I m e tocli di Anto11ucci e di Valdoni segn a110 u n indi sculihilr. prog r esso opera torio éhe sarà confermato dalla pratica ulterior e . 5) Il j)11 eun'lo artiiicia1e e la lrenicec lomi a so110 <la teners i p r e ~ enti n ei ca i di lu11g l1e s11ppurazjoni e i)rirn a cli ri cQ.t.r er e ad a ltri n1e lodi opera t orii pii1 g r avi e p ericolosi . 6) Le c ure m ediche fino ad og·g·i escog itale son o ìnutili e qu:.ilch e volta dRnnose . PAHTE II.
I tumori primitivi del polrnone. Prof. G11 ERAl\DO F oRNI (Ve11ezia), R ela t or e . I tumori primitivi d el polmone sono b e11ig 11i o n1 a turi e m al ignj o i.Ulmaturi. I primi . on o molto 1 ari: h a nno imporla11 za clinica i t er atomi e le c is li d e r i11oidi. I ·secondi ha11no s1r u l tura i s tioide (sarcomi ) od or ganoide ( carci11 on1i 1. I }.) jù r ecenti s tu<l i d i istolog ia patologica prop r nd o110 ad amm ettere la orig ine epiteliale an cl1e p er m olti lu1nori irt 1)assato diagnosticali com e ar corn i. Il carcinoma polmonare (C. P.) è aumentato n otevol1nente di frequen za n ell 'ultimo vente11nio, il ch e h a i111portd.i1za n on solo scientifica m a pra 1jca ai fini della diag no i e d ella ter apia . L'e liopa t oge11 e i d el C. P. è d el tutto oscura : può amn1e l ter si l 'imporlan za d el fa ttor e irritativo v ario e n'lol Lepli ce. Non so110 state dimostrate i1è disposizio ni con genite nè f attori esogeni . L 'u om o ~ più colpito d ella donna nell~ proporzion e di 4 ad 1, e fra i 50 ed i 60 anni. l\Iacro·scopicamentP, il C. P . ha asp e tto n1olto vario: circoscritto (compatto o cavi tario , a sed e periferica o ilare), lobare: massivo o totale e m edi a ~ tino-p ol1non ar e. Secondo il crite rio anato1no-clinico si dis l in g u o110 in car ci11on1i d ell 'ilo, infiltra nti il lobo, o r o-
tondegg·i a11 li cjrco crillL T.-a s lr uttt1ra istologica è rlot evol111enle 1)oli111orfa, ìJ cl1e re11cle complessa l 'is log·en esi L 'orig i11e unic:l. cl el riYestin1enlo bro11cl1iaJ ~ ed alveolar e r ende uccel Labile la ipo lesi che a11cl1e ll1lti i car ci11 0111i cl eri.Yin o cl all '~pi lelio ch e lap1)ezza in i11odo co11ti11uo la I11ucosa r espirat oria d a l g r o ~.~ o bro11co all 'alYeolo ( hro11 cogenici). Il C. P. spes. o associato ad a Lcle l lasia, a bronc11ietla ·ie, a tubercolo i. L 'associazion e con que s l 'ullin1a non è freql1c nte, n1a n o11 Yi è antago nis1110 fra i due proce ·si. La l)r OJ)ag·azio11e e le i11e las tasi d el C. P . aYve11g·on o per yja san g uig na e linfa tica: quello d ej g·r ossi bro11chi si diffo11de pil.1 le11 la1ne11te e dà 1n eno frequ <'n tem ente i11elas lasi r egìo11ali, n1e11tre quello d ei bron cl1i i11inori , p erife r ico, si l)rop ag·a prccocem e11Le e con prefe1 en za n el s is le111a n er voso, osseo ed urina r io. Il C. P . 11on si 111 a11ife t ·1 co11 sinlo111i patogn on101_11 c r : quelli l ocali ·0110 co111uni ad a ltre 1na lcil ti e s ubacute e cro11icl1e d'31 noln1011e : il dolor e è }Jiù jnte11 o e co11tin uo: la disp11ea è doYu ta a cli' er si fa tlori. I tumori d el g·r osso bron co d a11no s j11 lo111i precoci (bron coste11o"i , a trle Lla sia) ; quelli d e i bro n chi ininori po·~so11 0 esser e asintoma tici. La 'S inlom a tologia d eYe es ~ere Yalt1la1a n el su o co11 1~ pl esso, tenendo IJresente ch e è t a u lo pii1 g r aYe qua11t o m agg iore è l a part ec ipazion e d ell 'albero bron cl1iale e d egli or gani dcl 1)1edi as1in o. La cliag11osi i fo11cl a u i ri stt1 Lati del rep erto cli11ico, r a diologico, bron cosco pi co, bro11cogr a fico eci eYentua lmente tor acoscopico.
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La ola indag i11e a11an1n e tira ecl obbiettiva , anch e se di]j g·er1te. n o11 p er111e tl e la diagn osi cer ta, SJ)eC' ie a llo inizio. L 'esa n1e ra:liologico fo r11jsce :;eg·u i d i va lor e fo11d a111e11 I ale, ina i1011 può d a solo affermare la n alt1ra d ella le-sione. Quando s i ·ia seg·uita r a diolog icn111en1e l a prog·ressiva es le11 sio11e d ella m alat tj a, il r ep e rto acqlti s ter à valore di certezza. l.. a l)r o11cogr a fi a ~erYe di ori ent am e11t o e di1nos lra la occlusion e o la Leno ~ i bronchiale e lo SJ)Os la1t1ento d el n 1cò.i a tino. La bronco cop ia, qt1a11c.!o il Lu111 ore sia visibile, è cl i voJ or e inassi111 0 })er cJ1è i1e precisa la sed e e µer i11ezzo d ell a bio1)·~ ia l a 11a tura. L a biopsia , pratical a a .. pira ndo p a rti celle di tu;11 ore m ed ia11 lc }Ju11turu d el p oì1110 11 e a l1raver so l a pa r et e, dà risultati proba liYi a ' ai li1nitati . Ln biopsi a sulle g l1jan dole infillrntr fa cilita l a diag·n osi , i11 a al lor a il t11111or e h a g·ià orp a sat o i lir1 1i li })er una ter api a chirurgica. L ·e am c d el l iq u id o p le urico col inetod o di Mand elbaum è r acco111a ndat o in A.in eri ca. La tor aco lo111ia esplo ra1i Ya è da nd o1)er ar i solo q u a nd o l a diagn osi 11on p ossa e·sser e altr ime11ti p os ta: essa è n ece sari a 1>er clecicler e se sia possih il e l 'a J)Orlazion e d el lt1111or e. 111 .. os la11za la diag·11osi è il }Jr oclot lo rlel la esatt a Yalt1l a7.io11e d ei var i repe rti do p o aYer e elu so le n1ala tlie ·s11b 1cute e c ron ich e, ch e si in :i.nifestano ro11 lesioni n odulari o i11fil tr atiYe, o lob ar i, o t ota li : ]a p ercen tuale delle cli:ll!nosi fa tte in Yi1a e co11fern1ate all 1at1top sia , i è accresciuta in r a1)p orto a i più p erfezi ona li n1ezzi di ind agine. Il d ecor . o e Ja dura la della 111alat lj a Y:\ria110 in r a1)p or to alla cap acità i1eofor1na l iYa clel t essuto, all a in sorgen.~a di feno111cni el is i ru l tiYi e d i mel a~t asi . L (t iJura la 111ed ia è di t111 anno. L 'inter essa clinico d el C. P. Ycr le sulla possibi1ità della Slia asp or ta1ione cl1ir urgica: nll o " tato
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IL POLICL1NJCO n
attu ale d ella 11os tra possibilità diag11ostica solo circa il 10 % con se11t e u11a te rapia cl1irurgica . Lo perim ~11 to ha educato i chirurghi ad evitar e, per quan lo possibile, i pericoli (lell 'emorragia , del la infezio11e, del pneumo tora re ed 11a <limo trato il co111porla111enlo clella cavità pleurica e Jc n1odifi cazioni anatomicl1e del cuore e del pol1no1lo r e ' iduo. L ' inclj cazione d ella operabilità deve essere pos ta cl opo a Ltcnla Yalutazione, ri cordando che la resi stenza dei mala li è S!)e·sso aleator ia. Se il c}1jrurgo pL1ò sper~re di progredire nella cura d el C. P. dovrà seguire ]a s lrada irla di difficoltà , baltuta dai n os·t ri ])r edecessori nella cura dei tumori malig ni dì a ] lri organi. Quin(li : conoscenza esatta cl ell e eventuali ni etastasi regior1a li e d elle vie di cli fft1 . ione l oca le , come si richi ede per i Lu m ori il ei Yi ceri addo1ninali. È ben vero che per qt1elli d cl p olm one possono i ncontrars j djfficol tà tecnich e a·ssai maggiori, ma esse no11 ono i11 sormontnbili. I tumori opcra])ili 1nediante lol)ec tomia sono di tipo circo cri t to i11 zone parenrhin1ali, periferiche, originanti i dai rami bronchiali minori. I tumori d el gr os o bro11co e dei uoi rami pos· sono es ere su scet1ibili fii asportazion e solo meclj an te pn et1n1 ecto111ia I o tale. La ])reparazio11e Ci el mnlalo è da racco111andarsi jn n1odo i:>articol are. L 'appl icazionc di un pnet1111otorace, d a una a tre . c ltin1a11e JJrima rl ell 'opcrazione, è ritenuta t1 tile ccl effi cace perch è pro' oca il graduale coll nsso del p oln1 011e, riduce la mobilj là clel medias i ino e d i1ni nt1i·~ ce il p eri col o dello choc. I , 'anes te ia ha particol are importanza. Attualrne11le i dà la prefer en za nll 'anes lesi a con « cyclopropnnc » e protossid d clj azo to i11 iperpressione, pre' in introduzione d el tubo inlr~tracheal e. Allo . lrt1m entario cornune so110 da aggiungersi tin a 1npio cliYari ca tore e un serranodi: sono cons id er a i i utili il bisturi el ettrico e l'apparecchio a. 11ira lo r e. L 'inci."ionc d r lla parete toracica può e·sser o senza o co11 resczio11e di coste, lineare od a Jen1ho: p er accecl orc al l obo inferiore si incide il settimo s11a zio , p er accedere al lobo superiore l o spazio tra In TT-111 cos ta , per l a pnet1111ec tomia to tal e inci~ i o n c l)Os lcr o-l at erale o anteriore. TJc o pr rnzi on i escg·uit e sono sta le: 1n r esez ione, la lol>ec lo rn i t e la pneumectomia. La r e czio11 e col tagliente o col t ermoca11terio è da ritener ~ i o perazione in sufficien1 c e più p ericolosa i1e i r1eopla ~n1i malig11i. l ,a l ob cc lon1ia ti1)ica f>U Ò e e o·uirsi in t1110 o più tempi . J,a l)fi n1a presuppone la presenza di adrrenze SJ)On la11 ec o proYocate con varie moòalità di tecnirn n1a ... e n1pre con l 'intendi1nen lo di e eluderc il lo ho da a sportare: cos1 alla caòula dei l acci la fi~ l o1 a i n1)rirù j 11 un rt caYità li111i l~la , drenata ed
csclu a. I .. a secoflda n pleura libera è s ln1a di nuovo rece 11 lcn1c11 le appli cala e r icl1i ede ron1e tempi preoJlcr a ti i sin. il p11eun1olorace cl1 e In freni co-excr c i. L ·a ~J11a.rccchi o ad i.perpressio11e è ltlil e, ma n on l ICCC nr10. La 1)n et1n1ec lomia total e è s tata i1ure eseguila i11 11110 o p hì. tempi , segu endo gli le si criteri ò i tecnica cl1e per l a lobec lo111.ia . Il p11 cumotorace, coll a sando fortem ente il p 0Jn1onc malato, con~cn tc l 'ad a tl n111 e11lo fu11zionale ò c1 cu or e e dell 'alt ro or g ano. Si cl evono evitar e le trazioni sull 'ilo. Ln loraco11la Li ca può cos tit11irr l 'l1lt im o le111po qt1a11cl o p er is ta una fi s tola bro11 r l1iale o t1n a ca-
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,·ità empiema lo~a. Essa è sta la eseg·uita nei due Lerzi delle lobeclontie e p11eumectomie. . La scelta dell 'ope:a~io~1c in ~no o più tempi può d1pe:i?ere d.a COnd1z~?n1 che 1n parte Si possono s Lab1lrrc prima dell in ter' ento ed in p arte solo durante l a sua e ecuzio11e. Fra le complj cazio11i post-opera lori e ·sono da rir.ordar si pTincipalmente: 10 choc (meccanico o ner,·oso ), l '~mo.rr~gia (im1nediata o t ardiva), l 'enfisen1a med1as t1n1co, le e1nbo1ie gassose e l 'edema del poln1011e con trolaterale. ·L e operazioni pa lli ative trovano indicazione quanclo si debba })rovvoder e a ripristinare la funzione respiraloria seriam ente mir1acciata o a din1inuire g·li effetti d ella compressione da cospiruo versamento. Le operazioni broncoscopicl1e mira110 a rico110cer e la ·s ede e la natura d ella malattia, ad asporLare tumori primi liYi del bro11co benigni o maligni ed a correggere i g ravi disturbi della ostruzione bronchiale. La casistica operatorja , di 138 interventi, si è accresciuta in questi l1 l li111i anni: 17 per tumori benigni, 27 per sarcoma e 94 per car cinoma. Le 84 operazioni a tipj che (resezioni, pneumotornie, cauterizzazioni) son o tate insufficienti ed i11complete e seguile dalla più alla mortalità. Le 36 lobectomie sono state eseguite per inetà i11 ]Jiù tempi: in que11e ad un te11Jpo sono ·stati nppl icati in precedenza il pneumotorace e la fre11ico-exeresi e la mortalità è s tata li evemente mir1ore decrescendo sempre più in rapporto alla tota le chiusura deJla pare te toracica. I risultati sonotati: 16 morti post-operatori e; 12 recidive o meLas tasi; 8 guarigioni oltre I 'an11 0 (3 oltre due anni, 3 oltre tre anni e 2 oltre cjnque anni) . Nelle 18 pneun1eclomie lolali si sono ottenute 9 morti operatori e, 4 r ecidive e 5 guarigioni oltre l 'anno. L 'operazion e è s taia e C'guita in un tempo· in quasi tutti i ca i. T progr e·ss i cl elJ 'exer esi r ltirurgica sono lenti ma· con tinui: è n ece ario prer>arare opportunamente· il paziente applica ndo le rPgole di t ecnica che l 'esperi enza ha dimos trato più ad atte. Hcuer dichiara che è azzardato antiYederne i })fOg·.ressi n e l E11t11ro: la t endenza ad eseguire I 'operazione in ùn te1npo alletterà mo!ti chirurghi, il ch e porterà ad un t emporaneo al1n1en lo della morLalilà fino a quando og·11uno non ~aprà risolvere i problemi cl1t la grave operazi one i111pone e principalmente la divi io11e aset lica e l a sicura chiusura del moncone bronchial e . La Roentgenter apia e i 'applicazione di radjo sia riel lume del l)ro nco per 111Pz7.o clel broncoscopio , ·sia direttamente nel tumor<? al trnver so una toraco tomia , 11a11no av uto scar sa a1)1)licRzione ed i ri~ultati ono sta ti aleatori . 'fali n1ezzi cli cura posRono rappresentare u11a speranza pii1 ch e una pron1essa : sono pertanto i11 eritevoli 'li ulteriori prove le cure combinate (radium-roentgen-cl1irur giche) .
Comunicazioni inerenti al tema. BARTOLI O. (Firenze). L a marsupializzazione dec live n ella cu1'a delle cist i da echinococco del poln1•one. - Ha o ttenuto ot tirni ri s1.1ltati con il ine-
lodo Taddei cl1e corri .. 11onde all a nlarsupializzazione e ] 'apertt1ra dell a cis ti nel punto più declive e con un 'apertura 1nollo an1pia. Il cavo viene zaffato stipa tam ente. Di 11 malati 10 ·sono gl1ariti completamente. GARGA o C. (\fapoli). A lt e ra~ion i del t.es~u f ~ [JO lmon(lJr e con sec utive e conco m1l anli a c1sl1 dz ecliinococco. - L ·o. ha eseguito delle ricerche di
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fANNO XI,II. NU.\\1. 46J
SEZIONE PRATICA
an atomia p atolog"ica e sperimentali allo scopo (li accertare quali fossero l e alterazioni, alle quali va jncontro il parenchi111a pol1nonare, ·per la presenza di ci sti di echinococco . Le alterazioni polmonari so110 più, ch e di i1atura compr essiva per opera delle cisti , di natura chimico tossi che, i11dotte forse dalla perrr1eazione del liquido di echinococco n el parenchima polmonare, alterazioni ch e si traòl1cono principalment e 111 l esjoni dei vasellini sanguig ni ed in una cospicu a neoproduzione di tessuto connettivo stro11tati(;o, che giung·e fino alla fase scleroti ca. FRANCINI 1\1. (Grosseto). - Osservazioni sulla cura de lle cisti da echinooocco del p ol1none. L 'O. es1mina l 'argoment o d ella cura dell 'echinocorco polmonare sulla scorta della sua e·sperien za nell'Ospedale di Grosseto. Premette alcune considerazioni sulla diagnosi clinica e r adi olog·ica e s11l valore d ell e prove b iologiche. Nelle cisti pjccole e centr ali è favorevole alla cura él spett ante. Nelle cisti medie e g·rosse, be11 parietalizzate J)referisce l 'oper azio11e in 1m tempo, anche se a j)leura non aderent e, rne11tre crede che d ebba attuar~i l 'operazione ir1 tiue tempi per le cisti nelle quali occorr e, )Jer rag·giungerle, a traYersare un certo ·s pessore di tes ufo polmonare . 111 questo caso ritiene molto ulile la tecnica indicata dal , ,.aldoni (pìombag·gio extrapl et1rico con paraffina). In çasi particolarmente adatti, cisti poco Yolu1ninose, superficiali , be11 lin1itat e dalla avventizia crede ch e si possa praticare il trattame11to chiuso, se1npre però cori un compl esso e<i- accurato an1arrag·gio della sutura pol111 onare co11 quella della pleura parie tale. Crede indi spensabile in ogn i caso, sia cl1e si Yogl~a interven ire i.n uno o d11e ten1pi, sia che si Y_ogl1~ far e il tratta1nento chitrso o la i11arsupial1zzaz1one, UJ1-cl abbastanza estesa lnobilizzazione d ella parete toracica in corrispo11clenza della cjsti, con resezio11e di due o anche di tre seg·menti cos tali. Nelle ci sti r on parassita inorlo, aperte n ei bronc!1i deve sempre essere esegt1ita la n1 ar supializzaz1one e zaffamen Lo. E e <iehl)o11 0 en1pre es·sere aggredite attraver so a sic ure adere11ze pleuriche e, qualor a queste non esistan o, in dt1e t empi. 1
CALABREsr.; U. D. (BoloQ"11 a). - Cisti (1 'ec h.i11o co cco del polmone. - L 'O. riferi sce éli sette casj d a l1.1i operati in J)j\1 d i venti a1111i di eser cizio 1)rofe ~ sio11ale. Pur riconoscendo ch e i metodi <li La111as ~londino-Prat, Po·"'adas, An t onucci, Sauerbrt1cl1 e dl , . . aldoni , pos sono dare appljcat:i caso pr r caso buon i rist1ltati, lui ha serrtpre segt1ito il rn etodo Tadrlei erl in tre ammalati ha ora1icato un a in cisione larga e decliv8 in un t erri!10 solo, essendo la pleura molto aderente alla cis ti , negli altri tre ha i1 tvece espletato ·1a pneumo1Jes ia in pri1no tempo , ed in secondo l a inci. "'ione de.Ila cis ti con zaffament o e drenagg·io. VALDONI P. (Roma) . - Su lla. cura d elle cisti da ech.inococco del polm on e. - - L 'O. riferi sce della Psperienza avt1 ta con l 'applicazjone del suo niet odo i1ell:1 cura della ci sti da echi11 ococco del p olm on e . r,'01)erazio11e Ya prat iCilta in dl1e te1npi. Nel prin10 t e111po si. r e·5eca la costol a rorri spondente alla posizio11 e r n(fj ologica d ella cis ti , s i coll a la pleura parietale e ~i applica t111 pi ombag~ri o e~traplet1rico i11 paraffi11a . D'opo l R g·iorni , i élJ)r e l a feri la, si asporta il pion1l)agg·io e i apre l a r isti
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cstrae11tl o l a 111e1nbrana cistica. Segue il drenaggio del cavo co11 tubo di go111ma e il rifacimento ·del pio11-1baggio extrapleurico con garza. Chiuso il cavo cistico sì lascia cl1iudere per secondo il cavo exlr aple urico.
Discussione del tema di relazione. D 'AGOSTINO F. (Imola). - Ha osscrYato più di 2(} ca si da echinococco al pol111one; co11 grande fre-. quenza era colpito il lalo destro. Cr ede ch e non sia indicata la - frenicoexeresi e il pneumotorace. I11terviene sempr e in u11 lempo e asportata l a ci sti, zaffa l a cavità residua. Riferisce di alcuni casi ch e h a11no un parti col are interesse p er la sede e· per la Yia seguita l)eT l 'e11u cleazione . PuTzt.T F. (Cag·liar i). - È vero cl1e in èasi ini-z~a]i l 'echi11ococco d el pol111one p11ò essere ·ailen-z1oso, m a no11 sen1.pre ; anch e nel p eriodo iniziale l 'echi 11ococco si manifesta co11 sintomi clinici che· r1on è il caso d i enu111erare rua rhe in realtà sono· rilevabili. In og·11i caso p er ò la d iag·nosi viene precisat a d all 'esa1ne radiolog"ico che ·è · quasi , direi,. cnratteristico e ch e quasi n1ai r~tllisce . Altre risorse diag·11oslich e si trovano nella eosir1ofili a , la quale è però comune a molte altre affezio11i e nell'echinococco può mancare, almeno· n ella percentu al e voluta del 4 e pit1 p er cento. La Ca so11i non è risultat a positiYa all 'O. nella per ce11 tu a le citata dagli a1lri oratori ch e la riteng9110 quasi cos tante, l 'O. l 'ha troYata n egativa in più rlel 35 %. Essa poi non è specifica, rispondendo· talora a reazio11i di grupJ)O. Più s icura da quest o pun to di vista è la Ghedi11i\i'\Tei nberg-, l a quale p erò dà esito positivo in una· per (·e11 tt1ale assai inferiore di casi. P er · r ig uardo alla t er apia 11on _ è Yero ch e c~sa debba essere en1!)re cl1irurg ica c ioè che d ebba consi lere nell 'agg r essio11e diretta col bi sturi della cist i, co1T1e 11a dett o D 'Agostino: quando l a cis li è ilare e piccola l 'ag·gr essio11e diretta col bi ·t uri è difficil e e 11on !)riva cli !1er icoli. [n questi casi è raccon1andabil e il lnet odo Va] doni , cl1e l 'O. ha praticato fel icem ente in (tue casi. Quando invece la cis ti è g rossa e ·superficial e n1i co111porto a seconda d ei c1si. Se la cisti è su1>purata. ricorro alla i11ar t1pi alizzazion e in Òlle t empi se la c1sti è libera , non aderente ; in i..111 solo temJJO rru.él nc1o la cis1i è ad ereute alla plet1ra i iarietal e. Nei ca.si ]11 c ui la cis ti è s terile i11r id e la cis ti lJer 10 più i11 un ten1po, più rara111 en t e in due te111pi , e l a drena con g·arza per 5-6-7 g iorni , in di sopprin1e il dren aggio e lascia cl1iudere la p 1 eura parie tale. Con qt1esto 1r1e todo n ella inaggior parteclei casi ha avuto g uarigione rapida, t alora si è avu to ri stagno cli liquido, ciò ch e h a cos tretto ll cl re11 ar e nuova1nente la cisti e ad otten er e la g·t1arig ion e lenta . l~"'ABRIS F. (Ven ezia) . Co nsider azioni su l la freq ue,n za e l ' i st ogen esi dei t11rn·ori 7Jol n1on ar i prirn itivi . -- J.a g·r an rl e frequen za dei tu111ori pri1ni LiYi rj sconlra ta con ri g·ore an atomo-i sto1og·ico n ella sala settaria di Venez1 a (p er cui in quest 'anno si sono sezio11ati pit1 casi d i morte per tu1nore pol1nonare 1)ri111i tiYo ch e per qualu11que altro tt1~ rnore e l>er ]a t CSS(I tuber colo-si) deve richj am nr e l 'atte11zior1e dei prati ci sulla n ecessità di prend er e i11 co11~ irl erazione l 'esis tenza di qu esti t umori di fronte ad un n1al a to con sinto1ni an ch e lon tan a· 111ente _aspetti. A t og]j er e d t1bbi su lla genuit à di tanti cas i riscontrati valgono, oltre l'esame n ecroscopico comple to, ] 'apprezzamento di alcune car atter i t ich e r1ecr osco1)ich e frequentissim e (sede ilarP, op1)ure
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« IL POLICLINICO n
·co1npenetrazione del tumore in un tessuto scleroi ico spesso p er tubercolosi lalente) e alcune car atteris tiche istologicl1e. Queste riflettono un tipo .assai ~requ~nte . (c~rca· 1/3 dei casi che comporla lun1 0~1 a p1ccol1ss1rr1e cellule, cl1e alcuni potrebbero interprètare sarcon1atoseì . Si tratta invece di cellule epiteliali, come dimostrano le loro frequenti evoluzioni in sen·so decisD1nente platocellulare o adenocarcino1naloso, e cl1e in molti casi n1ostrano di derivare da una cellul a irldifferen7iata, motrice di tutti g·li epiteli dell'albero bron·co-infunfliholo-alveolare, ·~u:rr1.e traspare anche da ricerche sperimentali che l 'O. 11a in corso. FALCONE R. (Còsenza). - - Richiama l 'atte11zione sulla tos·se i.nsistente accompagnata da piccoli e di·stanziali sputi sang·uig·ni, che possono rapprese11tare un importante sintomo d'allarme, quando inanchi ·s puto o altri fenomeni cl1e possono far pensare alla tubercolosi, per sospettare e richiedere al tre indagini per la di ng nosi della cisti da ·echinococco p~lmor1are. Tale sin tomo è stato da lt1i riscontrato con co.sta11 zn.
BuANCATJ l{. (Parma). - Rileva ] 'aumento e Ja frequenza dei tumori del pol1none che può essere posta in relazione con l 'assorbimento di sostanze provenienti dal carbonio. Agli stimoli irritativi è particolarmente esposto il poln1one destro. Crede ch e il car1c:ro d ei lnjr1alori <leJlo Schneeberg· sia u11 vero neoplasma. Natural111ente l 'au111ento è dovuto v.11che al prolungamento della vita dell'uomo. La classificazione dei turnori del polrr1one deve ve11 i re semplificata. Crede cl1e il cosidetto sarco1na a piccole cellule fusate sia un epitelioma a · cellt1le basali. Fra i tu111ori epiteliali disti11gue ·quelli a cellule di riv'1stimento, l 'adenocarcino111a, cl1e può essere a cellule embrionali , funzionali -e a tipo scirroso e fin '-l.lmente l'adenocarcinoma i)a pillifeTo. PEPERE A. (l\llilano). - Si riferisce al materiale anatomico di Milano per neg·are almeno per la Lombardia, un aumento assoluto del cancro pol"1nonare e non crede pertanto che il presunto aume11to possa dipendere da qnegli elementi derrtografici riferiti da altro colleg a jn qt1anto: il ca11cro polmonare ricorre in et à presenile con maggiore frequenza. Fa qualche considerazione sul significato delle cellt1le ])asali convinto che esse sieno cl i orig·in e epitelial e e pertanto che i ttt111orj da · esse p·r oveni enti sono dei cancrj. Ricord,a i cancri a cell"L1le for1ernente anaplastiche cl1e possono essere equivocali con i. '$ arcomi e porta l'attenzione sui l urr1ori che orfginano dalle g·l1ianclole mucose dei bronchi. ~{AGGIO P. (Napoli). L 'O. richiama l 'attenzio11 e sulla even lualità cl1e una cisti da ecl1i11ococco d el p oln1one non s uppurala si <1ssoci ad una suppt1razio11e polmonare p ericistica. Tale complicazio11e fa sì ch e -pure operando t empestivameJ?.te l 'an1malat o di entlcleazione della cisti, persista uno ·stato morboso febbrile cli natura non bene diaguosiicabiJe sja clin ica111ente cl1e rarliologican1e11te. Ed a con1prova riferisce di un caso capita Lo alla sua osservazione. L 'an1malato fu operato di cisti éla echinococco del polmone sinistro che si riteneva suppurata per la presen za di una febbre intermittente caratteristica, e cl1e inYece all 'intervento non risultò sup11ura la. Dopo l 'at 1o operatorio la febbre n on cadde. 1·u l te le indagini , cornpre·se quelle radiologiche, 11011 portarono alct1na 111cP. a tale strano decorso.
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In sa g·ior~1ata dall ~~ntervento si ebbe. 1·aper lura spontanea d1 una cavità asce::;suale polmo11are at1raverso la bocca opPrativa a seg· lito della quale la febbre scomparve, lo st ato g·enerale n1igliorò P l 'a1n1nalato volse a guarjgione. ALESSANDRI R. (Ro1na) . Ritiene molto i111portante la considerevole freq,ue11za dei tumori del poln1one come ha dimostrato a11cl1e il relatore e in genere i reperti di autopsia mentre i contributi .chirurgici sono ancora scarsi. l , 'a u1nento della freq?~nza è .do~uto i~ parte anche alla maggiore prec1s1one d1 dtagnos1; è accaduto i1011 raramente di operare con diagno·si di ascesso e di g·angrena casi ~~j tu inore; questo ci impone <li dover sospettare il tu1nore q11a11do si discutono altre diagnosi. I prog·ressi della radìolog"ia e de.Ila ])roncoscopia devono portare a una diag11osi più precisa. L 'operazione di scelta è cer lan1ente la lobec tomia che a11cl1e egli ha eseguito una volta . e che specie da alcuni chirurg·i i11glesi è stata applicata fret1uente. lnente con questa indicazione e con buo11i risultati. Questa è certamente la via <la preferire . Rig·uardo la t:isti da echino1occo gli ·sen1brano essere molto interessanti gli studi s11lle alterazioni del polmone circos tante. Quando vi so110 aderenze, l'apertura decliYe come fa Taòllei è certan1ente la condotta n1ig·liore. Riliene cl1e l 'interYento sia quasi ~empre i11d icato perchè a11che neJJe cisti aperte la· eli1ninazione della m(lmbranJ. chiti11osa è difficile e la sua persis tenza 111.antiene la suppurazio11e. 11 metodo di chiusura per pri111a non gli l1a dato buoni risultati e ritiene preferibile l 'uso del piombag·g·io percliè salvaguarda meglio la vita del paziente. (Coritinua) . P. VALDONI.
.~CCADEMIE.
SOCIETA' MEDICHE. CONGRESSI
~ocietà
Catalana di Urologia,.
Presi cl ente : Dr. V. CoNIPAN. Seduta del 7 giugno 1935.
Tecnica di perfezion~mento della sutura dell'uretere . J. ORSOLA MARTIN . - Dopo aver passato in rivista i metodi attuali e i ris•.tÌtélti operatori mette in evidenza la frequenza dell'idronefrosi secondaria, dovuta, seconclo l 'O. all 'interruzione delle fibre simpatiche che assicurano la J.1erista lsi ureterale. Egli consiglia di as·soc.iare alla ureterorafia u11a pielostomia nlantenuta per circa 30-35 giorni; in questa rr1a11iera si evita la dilatazione i1nmediata post-operatoria del inon cone superiore e si ristabilisce, perchè si man tiene normale la parete, la neurotizzazio11e sim1Jatica del moncone inferiore; dopo 30-35 gior11i vi è 11na ricostituzione fu11zio11 :i l t· ro·mp leta e al lora si farà chiudere la fistola pielica. ' Nella discussione i dottori SERRALLACH e CoMPAN 1nettono in evide11za l 'i1nportanza della deriYazione temporanea de 11 'orina proposta dall '0 . nei casi ò i ureterorafia.
Un caso di chiluria trattato chirurgicamente. Dr. PED·Ro · GAUSA. _:_In un uo1110 di 34 annj , 1n chiluria era ·solamente sinistra. on filaria. Al1'operalione non fu rinvenuto nulla di patologico: venne fatta una di ssezione accurata del peduncolo 1·enale e asportato il grasso del pedun colo. l\efropessi e chius ura rl ella ferita. Segt1e una guarigion~ clj11jca con1ple ta . P. V.
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APPUNTI
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SEZIONE PRATICA
PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. Le ematurie.
Le ematurie che si p·r olungano ricl1ic:l•) l10 l 'esame di ur10 specialista. Si prende;'a11no rli:tp ~ pri1na in considerazione ]e . ma latt1e .ge1?-era1i (scorbuto, emofilia, leucemia, n1alatt1e .1nfettive); ma anche in p1resenz.a d~ un~ n1alattia g·enerale cap·a ce di dare en1atur1a , v1 posson o essere delle cau~e loc.a]i di questa 1 come nel caso citato da S. R. (Journ. des: p·raticien~, 16 ~arzo 1935) di una donna con n efrite cr onica. ed ipertensione in cui la em.a turia p·oteva log1ca111ente attribuirsi a qu esta ; però l 'ematuria. co11tin?ava m .a lgrado il riposo e ~ 'esam~ c:st.oscop1co fece scoprire dei papillomi ves.c1cal1. Le ematurie dette essenziali sono legate a nefriti parcellari e sono curabili. In due. g iov.a ni con ematurie ch e si ripete\ ar10 og ni due m es{, l 'A. mediante il riposo e delle iniezioni ·di IIén1ostyl ottenne la guar1'g1one , cl1e dura da venti anni. Nei giovani , la diagnosi che viei:e da.p·pri:n:a alla mente è quella di tubercolosi renale, In cui si trova gen eralmente il rene più gro~so. dolente alla pressione e spesso dei n oduli al testicolo. Nell 'età adulta , si trov.a no il p·i ù spesso dei tumori renali rcan cro , sarcoma) e spesso le ematurie sono minime e sono rivelabili all'esam e microscopico. Nei vecchi, si ha a che fare generalrnente di prostata ipertrofica. . Le en1aturie cl1e vengono trattate dal n1edico pratico sono quelle delle. cistiti' a.elle colich e r1 efriti che e dell e m.a lattie gen·er al1. Nelle cistiti, si ordinerà il r~poso in letto, i clisteri laudanizzati (XV-XX gocce in 1/ 4 di litro , un 'ora dopo evacuazione dell 'in testi~o median te clister e). Se vi è tenes mo, l / 2 centigrammo dj 1norfi11a per iniezione. Evitare le bevande abbondanti . Si potrà prescrivere del clorur.o di ca lcio o dell 'ergotina, ma tali sostanze agiscono m e110 bene ch e glj oppiacei. Se la ci stite si prolunO'a o si manifesta di origine tub·ercol.are, s ' i~pone l 'ablazione del rene. Anch e n ella colica nefritica , l'oppio è il rim edio più indi cato ; si tenga presente ch e 1~ colica può mancare p,u re in pTesenza di calcol1 ed è allora la radiogr afia ch e viene in soccor so, accanto ai comme111orativi anamnestici. Nelle ematurie delle malattie i11fettive , riposn in letto , dieta idrica (1 litro di acqu a n elle 24 ore all'adulto); nei bambir1i , pensare a]]o scorbuto (somministrare in tal caso il succo di arancio o di limon e). Nell 'em.ofilia è stato con sigliato il sol fato di sodio (10 cg. ogni ora) : n ella J)Orpora, il solfato di chinina (3 cg. 1nattina e sera) od anch e il cloruro di calcio; sono attive le iniezioni di 1
l1é1nost) l. N'el]a malattia emorrag·ica del n eoll bto , le iniezioni di siero salato ; contro la leucemia, il liquore d.i Fowler. fil. 1
Infezioni del trntto urinario nel diabete. Secondo T. P. Sharkey e H . F. Root (Jo·u rn. amer. m ed . assoc., 22 giugno 1935) da quanto risulta da 196 autopsie di diab,e tici, le infezion i del tratto urin.a rio si riscon trano n el 18 %. Il 70 % dei casi .ap1Jartiene a] grup po en1ato,g en 0 (infezior1e de1 tratto urinario secondaria ad altra infezione nelrorganismo stesso). In altri casi, si ·è rilevata un 'infezion e ascendente second.a ria a lesioni ostruttive; in un piccolo gruppo, in c ui vi era una g rave infezione r enale, fu impossib·ile accertare l 'eziologia. Le infezioni si hanno specialn1ente n el di abete n on curato (i casi degli AA. erano tutti ospeda]ier.i). S·p esso sono assenti i co1nuni sintomi riferibili a l tratto urinario , sicch è essj vanno ricercati ; specialm ente, la presenza di febbre ch e nulla può spiegare deve spin gere al]' esan1e dell 'apparato urinario. Talvolta, il cateterismo e il r espon sabile d ell 'infezione , la quale generaln1 ente tende alla cronicità ed alle recidive. fi l. 1
Progressi nel trattamento delle malattie rena.li.
T. Izod Bennett (Th.e Pra.ctitioner, ottobre I ~J35) p1a ssa in rivista i r ecenti progr·essi n e1 c.a rr1po del trattam.ento delle malatti'e renali , cl1e sono sta ti notevoli specie TJer le nefriti ar ute, l'eder11a e le infezioni colibacillari del • • tratto urinario. L 'essenziale n ella rura della n efrite ac uta è di assicurare il IJiÙ completo riposo possib·i le per il r ene, il clJ e si ottier1e mantenendo il p. per giorni e, se n ec.esf'ario , talvolta per settiman e ad una dieta rigorosa , ch e si avvicina all 'affan1amento: b,u ona regola è ]imita re la i11troduzione di liqujdi ad una quantità che r1on superi, se possibile, l'ammontare di uri~ nn eliminaLa n elle 24: ore preceden ti ; la res1rizione dei cjbi deve essere an cora più se \·era: è b•ene limitar e i cibi a pochi pezzetti di n1·ela , agg'iungendo dopo qualche giorno altr a .fru Lta e carboidrati :flaciJmente assiin ti1'ab·i li. Se la dieta non è sufficien te a neutralizzare la tendenza aJl 'iper acidità dell ' urin.a, si devo110 somministrare a lcalini , preferibiJm.ente citrato di potassio. Bisog·n a r ·r·endere eventualmente in considerazione l'asportazione delle tonsille o di altri fo ci settici. Quanto .al] 'edema in tutti i casi in cui si riticn·e ch e esso sia in rap1Jorto con un ' alburninuria cro11ica con conseguente impoverin1 ento del plasn1a in prot eine bi ogna curare che la dieta conten ga la minore quantità possibile di sale e ch e non sia troppo povera ir1 protein·e. Se cjò nor1 fosse suffi ciente si u sel·at1no i diuretici , provando per primi i sa]i
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IL POLICLINICO »
di l)Otassio e ricorrendo J)O i e\'entualmentje a ll 'urea; ii1 casi di n efro . . i pura si possono a <lo1Jerare i diuretici i11ercuriali . Se l 'ed ema ·è di a ìto grado e no11 ced e alla terapia , resta il dren.agg·io cl1irurgico. Nelle infezioni d elle vie urinarie un tratta11Je11Lo rnedi.antc alcali d à buoni risultati in l1na notevole percentuale di casi : è importante somn1ini str are d osi suffic ienti ch e rendano 1·urina alcalina . La dieta ch·etogena h a dato r .isultati soddisf.a c·enti in molti casi, m a essa è coslosa, sgradita e 11ecessita un continuo co11trollo. Si è cer cato quindi di ottenere g li st essi risultati n1ediante l 'impiego di sostanze cJ1imich e, ricorr·endo al sale so dico dell 'acido n1andelic o. Casi resistenti agli alcali sono s1>esso complicati da insospettate ostruzioni in qualche tratto d elle vie urinarie.
·
Il trattamento medico delle
1\.1.
NuNBERG .
pi~lonefriti.
Nei casi in c ui è indi cato il trattamento medico, G. \ Volfromm (Presse m.édical.e, 9 ott. 1 ~l35) consiglia quanto segu e : I. Pi el'o1iefrit e acu.la di m edia gravità. 1) Sali di ossichin ol eina ( 3-± cor11r1r esse alla fin e d ei pasli). Alimentazion e l·eggera, ma varia; il malato deve b er e secondo la sete. Se vi è n1i· g lior antento 1rr1mediato, r,ontin uare per un n1ese; ma se il miglioran1ento non si ha entro i 4 gior11i , passare al segu ente. 2) 13er e, a n1ezzi bicchi eri , specialm ente il mattino , 2 litri di aèqua o di tisane leg§rere z ucch eraLe. Somr11ìr1istrare, in 2 volte, 8'-1 O gramrr1i di citra l o di sodio; alin1entazione i)urc.:menle veg·e tale . Se vi ·è miglioramento entro -1 g iorni, co11 linuar e per 10, altrimen ti, se la febbre n on ·è scom 11ar sa, passa re al seguente. 3) Son1n1inistrazio11e di 3-4 dosi .g iornaliere da 50 cg. di urotro1)ina. :E; u eces ario aci(lificare l ' urina r11ediant·e il cloruro d'ammo11io (3 dosi d a un g.) od acido fosforj co officinale (3 dusi da un g.). Alin 1entazion e vari.a e lcgg·er a, co11 carne a i ferri, ch e contribuirà a d acidificare 1 urina. Pocl1i liquidi. Eventual111ente, re,~7 im e chelogerio (non idrati di carbonio, JJOca carne, r11olto burro e crema, noncl1è olio). Se l 'urotropi11a è tollerata, limitarsi a lla n1edicazio11e acidificante ed al regime ch e· togeno . Continuare i)er una decina di g·iorni ed, in i11 ca o d'in successo, drenare j bacinetti con ~onde ur·eterali a permanenza. Regol0 gc1iera:li. Il malato rimarrà a letto, eY itando il freddo; contro g li spasmi u r eterali , estratt o di belladonna (2-5 cg.) o solfato di al1 opi11a (114 ad 1 m g.) o ge11atropin a (2-6 J11g.), a l g iorno.
II. Pielonefrite. crc>nica. A. JV'elle forme do10 1 ose. 1) I sali di os ichinoleina come sopra 11er un 111ese (se agiscono); a ltri111ent i, dopo 10 gio rni , passare a l : 2) tral la111ent o di diuresi e di alcal inizza-
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zio11e con1e sopra. Se do1Jo 10 g iorni , non si l1anno migliorame11ti: . 3) trattar11en to con vaccini per bocca o sottocute o col baLteriolaJSO; e11tro 1O giorni iier i pri111i e 20 i)er il secondo, si può 'edere l 'effe-Llo. Analogamente, in 10 g iorni, si vede l 'effettc del : 4) tra lta1r1 e11to con i b·a lsamici: trementina (l -3' g.) o d estratlo di san da lo (2--! g .) al g iorno, riàucendo la r azione di liquidi , per favorire la concentrazione. Com·e regole generali: applicazioni calde al1'ipogastrio e alle reni, semicupi caldi, piccoli clisteri caìdi. Genatropina e gardenal; diffid are dell'urotropina, ch e può esagerare i dolorj . B. ~·elle f ormre senza d'olore. Si ele n cano i trattarrtenti con s1gliabiìi: 1) Sali di · ossichirioleina (un m esce); 2) urotropina e d acidificazio· 11e d·e lle urine; 3) diuresi ed alcalinizzazione; 4) sali di an1idopirina (40-60 cg. al giorno); 5j collarg·olo (g. 0, 75-1 , p er bocca, al g iorno) ; ! ;a zione di questi ultimi 4 medicamenti si g iudica in 10 g iorni ; 6) esilresor cina (6-12 cap~ule al g·iorno); in 1-2 m esi, si giudica l 'effetto ; 7) vaccini o batterinfago come sopra. In caso d 'insu ccesso lavatura d ei b·aci11 etti con il nitrat0 d 'argento. L 'in su ccesso d el trattam·ento medico non deve condannarlo senz'altro; lo si può ripeter e e, talvolta, riesce. Le r estrizioni .alimentari n on v.a11no p r ese in consj derazion e ch e dl;lra11te un .al1a ce o acuto o per favorire l 'azion e di un dato n1'edicamento; . ad ogni n1odo, i1on vanno continuate a lungo . Con sig liabili so·l10 .a11ch e lf cure idromin erali. ~I ~l grado tutte ] e cure, n1 olti malati n on g u.arj scono. D o1Jo t1r1 certo tempo in cui si sono cur ati , è meglio lasciarli tra11quilli , fa. cendo loro f.are una vita ed u11 'alimentazione 11orn1ali. Un certo numero fini sce col guari re ed accade f;;t ]or.a ch e quelli ch e non si curauo van110 mr.glio di quelli che hanno ta11ti rigu.ardi. Nella pielo11t.fril e g r avidi ca, febb r ile, si m et terà i11 oper a il trattam,ento del le forme aculc; se n on si h a gu arigione, dren.aggio dei baci· netti , che può durar e delle settir11ane o d ei mesi ; se 11emm·eno in t al modo si ottie·n e nulla . n on tardare a fare }'interruzione di gra,·id nnza. fl l.
Nell'enuresi notturna. F. Freisfeld (ll1iinch. med. ltVoch e1is., 1935, n. 16) r accomanda l ' uso della diuret ina. Se J!C dà, al mattino a11e 8 ed alle 10 una quantità corrisponder1te all 'età (tanti centigran1mi quanti ha il hamb·i no). D o1)0 Je. 16, n on si dà più nulla d a bere. Nella maggior parte dci casi, g ià fin dalla notte seguente non si ha più enur esi. Si continua la cura per 8-1 0 g iorni. Con la sospensione d ella di uretin a, si allenta la limitazione delle b eYande ; ciò no11ostante, il s11ccesso n on m anca . Nel caso di r ecidive, ripresa
(ANNO
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SEZIONE PRATI CA
d ella cura. Evidentem ente, questa si farà soltanto se n on vi sono cau se organich e dell 'e11uresi. fil.
MEDICINA SCIENTIFICA Il granuloma dell'ultravirus tubercolare. A.
~iarcantonio
(R evue de la T uberculose,
n . ± aprile 1935) riferisce con1c egli , parecchi a r111i prin:i.a ch e E'orttes annunziasse il risul tato delle sue esperienze sulla filtrabilità del v11·us tubercolar e (1910) avesse già rese note
(( ;iornaile I nlerriaziorial e delle Scie1ize A1 ediche,, Napoli 1901) alcune ricerch e, da lui eseguile 11r]l'Istituto di Anatomia Patologica di Napoli , diretto da]i 'Armar1ni , le quali n1 ettevano jn e,·jdenza cl1e « il sier o ed il a11gt1e defibrir1ato di a nimali co11 tub·r r colosi miliare acuta s1)erin1e11tale, i11iettati, previa filtrazione attrav·erso la candela di Ch.an1l1'erland, n el cor1netti,·o sotlocuLaneo o nel periton eo di animali ::,a11i deìla stes~a specie o di specie differente, delern1inano n el feg.ato, n el polmon·e e n ella n1iJ1.a. q nelL1 rr1ilza soltanto, la foru 1.11.~or.e ·di lesio1li a 1'ocolaj 1ubercolifor111i , nei qu:1 Ji JlOll si t.rovar10 n·è bacilli 11è cc·llule gi·g·an ti ». In quel ten1po, 34 anni fa , del virus tubercolare si co11oscevano soltanto i bacilli e le tossin·e. Non potendosi attrib·u ire le dette les ioni aJl 'azione dei bacilli , per cl1 è i'l siero ed i l sar1g ue defib·r inato degli anin1ali infetti, pri111a d i essere iniettati ad anim ali sani , ·e rano .stati filtrati - O' 'e ntai nella filtrazione fo e 11 v-ve11uto un errore d i tecnica, i bacilli pas!:ati att1·.aver so la ranrlela , avrebb ero detern1i Ilato la forn1azion e di lt1bercoli classici - e 11ell 'in1po ibilità ui far dlJ)endere tali special: t1eoformazio11i da altra ca usa patogenetica, esse f11r ono n1C$Se in ra1)porto con i veleni t11ber.colari. La g·er1esi ver,a 1)erò e' la id·en li fi cazione di queste lesioni , ch e non hanno riscontro in a11alornia patologica, nè un1ana, i1è eomparat:i , rimasero sempr e un ertig ma , n on soltanto i~er 1'A. ma ancl1e per tisiolog·i ed ist op.atologi i11sig11i , quali lo Schron, l'Arma11ni ed il Boccardi ch e avevano avuto occasion·e di osserV.[1re i prc·parati. Al Jun1e de lle m oderne conoscenze, le cen11a1e lesio ni , prodotte ]1er la prima volta dal 1'.A., sono , com e egli ora h a potuto dimostrare, dei veri g·1~anulon1i , cau ati. dagli elemen ti filtrabili, esi tenti con1e è n oto, in gran co11ia e Inolto vjrule11ti, n el sa11 g·11e degli anin1ali ed anche dell ' uon10 con tubercolosi n1 iliare acuta. Per cruanto riguarda la loro i sto~ene si , essi 5-ono Ja co11siderarsi q11ali tubercoli rudin1ent[1Ìi, co1ne rudime11tali , ri 11etto al bacill o, sono gli eJen1en ti fili rab·i li ch e li producono. Se le ricerche ba tterioJ.o.gich e del 1F on.•e ' 11a11110 .avuto il m erito di dimo tra re l 'esi lenza di ele111enti filt.ra})ili turbecolari, qu ell e de 11 'A., e'"'eg·ui te nove an11i prima n el can1 po istolo.~ico 1 ne h anno mes~o irt 111ce la lesione ~11ec ifi ca. a. p.
VARIA La partenologia. Nel caxnpo della ginecolog ia gen erale meri1a l 'atten zìone 1.a p·a rtenologia (studio della g·iovanetta, clella vergine) a c ui contribuiscon o l '6mbriologia, la n1orfologia l 'an atomia macro- e rrLicr ose;opia, la fì siolog i<t ch e da11no la spiegazion e delle g randi diversità che si trovan o nelle individu.alità fer11minili. Come osserva F. Jayle, in una conferen za parzialmente riferita dalla Presse m édicale (3 agost o 1935), non esiste un tipo variabile di apparecct1io genitale; la normale n on è ch e una con cezione teorie.a e n essun.a rag·azza ·è fatta a llo stesso m odo del l 'altra. L eredità, o per meglio dire l 'atavismo , con1 anda in principi.o la vitalità, la forza, l 'evol11zione probabile della ft1tura donna; dopo la sua n.ascita , son o ìe condizjoni ambientali di educazion e razionale, di S\ iluppo secondo la n atura ch e possono guidarla in senso favorevole per l 'individuo e per la razza. Jayle insiste su gli r-tr etti rapporti esistenti .fra l 'appareccl1io genitale e tutta l 'econ om ia , il ch e irtdica la necessità di un esame completo dell 'individuo. Sia per la consumazione corretta del matrimonio, con1e in previsione d r.ll a desiderabile maternità, l 'A. ritiene indicato un esame· prAnuziale. Il pratico deve esaminare i'l ventre nel suo insieme e porterà la sua atten zione sullo stato dei tessuti vulvari , ricercandovi i piccoli segni di sclerosi, poichè 1'ov.a io è il cen tro troO.co di tutto l 'apparecchio g·enitale e la vulva è lo sper,chi'o di tale ghian clola. Jayle adotta un pa1 ticolare strumentario per questi esan1i e si occupa dei vari interventi oJ~eratori , nei qu.ali egli aggiunge si deve avere ur1 sommo rispetto pe·r l 'est etica; g iustamen te, egli deplora le gran di incision i addomi11ali e le inutili mutilazioni.. La fi iotera]Jia. gli esercizi n1uscolari, la cessazion e degli studi , la vita in campag11a sono s11esso j n1igJjorj n1etodi di cura. L 'A. termin.a i l suo dire a ug urando i la isti tuzione in tu lte le .Facoltà di un insegnan1ento o meglio di una Con sultazione di partenologia. fil. 1
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PUBBLICAZION f PERVENUTECI. l\I.
D E SANTIS. 1 Vuove
ric Jrche sulla diff erenziazio-
ne delle Bru celle m edia1lte la cultura sii terreni all'uovo. Tnd . Graf. lucchi , l\Iilano. J 934. ll. PALAzzo y I. TENCONI. Transfu sion de sangre conservada. - In1pre11l a pinelli . Bueno ~\.ires . 1934. F. Doi\IEl"\fICI. La questione dei portatori cli germi patogeni ri spe f to all'assicu r a1zione generica sulle nialattie. ~ Tip. Francl1i110, Cuneo , 1935. F. Doi\ c&""\1CI. Sulla specificità della rea:ione di riale per la ricerca dcll 'aclrenali1la nell 'u rina.
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A.
~icola,
Varese, 1935.
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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Il corporativismo in Italia. Le J ourr1a] des Praliciens » (12 ot tobre 1935) r iassume b r cYeL11enle uIL eccelìente studio di H enri ~'1az el ·5ul Cor1JoratiYismo in Italia pubblicato su « l\tl ercure de Fran ce » il 15 settembre 1935. Non bisog na farsi illusioni, cli ce H enri l\1azel, il vero conflitto no11 è fra ]a libertà e l 'autorità, nè fra la democrazia e l 'oligocrazia, esso è fra la civiltà e la ba rl)arie, fra le forze di dis truzior1e e Je forz e di conservazio11e . La dittatura del proletaria lo è ì :as er vimer1to, l:i n1i seria , il ritorno alla l1arLaric pri1n1t]v1. La diLta lurJ clel fascis1no rispetta la dignità j11rl1vidua1e, favorisce la proprjetà e il risparn1io, protegge la morale e la religjone, cioè consolida lt; fort<lan1en la di una socif'Là civilizzata. I conflitti fr:i padroni e operai non sono appianati a profitto dei primi, ma a van t aggio dell 'intere-sse generale, la discordia essendo il pri1Ho pericolo da evitarP.. Un econdo n1 erito del Corporativis1110 italiano è di favorire u11a evoluzion e economica condiziortala dall a proprie tà e dal risparmio, mentre il reg ime sovie Uco, soppri1ne11do questi due fattori cl i pro }Jerità, arresta il movimento deg]i affari e abbatte un r egime di rovina s11 di una popolar.ion e di scl1iaYi. Infin e un 'altra superiorità è clata dal fatto che la coesio11e del Corpor:itivi sm o favori sce lo sviluppo rlella forza na zionale. Per n oi fran cesi, dice il Mazel, la costituzione italiana così come è organizza la, è t1n bastione di ·sal Yaguardia sociale drizz3to contro le sette di id eo1og ici e l e com ·!_).:tgnie di briganti che , con il pre tes to del 1)r ogr esso, tend er ebbero a farci ritorn ar e ad e11och e selvaggie che gli uomini non aveva no conos~iulo da mi g·liaia di é!nr1i. «
CONCORSI. PosTr v ACANTI. BnESSAl\ONE
(Bolzano). ·- Com une cerca Medico
A·ssis tente per sanatorio ma1attie di petto . Assun zione immedia t n. Per chiarimenti rivol gersi al Comune. (Commi ssario Prefc liizio: dott. Bettarini). VARESE.
Consorzio Prov in.ciale Arititubercolare.
Si rende noto ch e in segt1ito a di sposizioni d ell 'On. Minist ero dell 'In Lerno, il con cor o a 5 pos ti di M edi co Dirigente d elle Sezioni Di s pen sariali ed al posto cli Medico Aiuto del Dispensario Provinc iale verrà e·spletalo. Si avverte inoltre che il Lermin e tt li le per la presentazione della domanda e d e i docurrlenti p er esseri:! a1nmessi al dello con corso è pror ogato al 14 dicemhre 1935-XJ,1 , ore d iciott o. Il presidP.nle: G. Puri celli. - 6-XI-1935-XIV.
NOMINE, PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Come abbiamo annu11ziato, il prof. GiuseJ)})e Sabatini, allievo di Vittorio _i\.8coll, ha avuto l 'altissimo onore di essere chjé\mato a diriger e la R. Clinica 1nedica di Genova, già illustrata cla Bdoardo Ma ragliano e da Nicola Pende. Il prof. G. Sabatini è stato, alla partenza da Sassari , salul ato dal Segretario 11'ederale, da nu1nerose au torità, da c0lleghi ed amici. Al neo Clinico di Ger1ova, che per m oltissimi an11i fu a l tivo e prezioso no·stro rollaboratore , le più sincere felicitazio11i e i migliori auguri de « Il Policl ir1 ico ». La ca ttedra di se u1eioti ca press0 la R. UniYergj tà di Roma, finora tenuta dal prof. Giuseppe Bastiane lli , è stat3, con recente d ecreto del Mini·slro dell 'E. N., affidata per incari co al prof. Angelo Signorelli, cui faccian~o i nos tri vivi rallegran1 enti. L'Univer sità di Pari g i, nella sedt1ta inaugurale del nuovo anno acc:arl emico , il 9 noYembre, 4a conferito il t itolo di do1lore honoris causa ai proff. B. A. Houssay, di Bue11os Aires; Thomas Hunt l\forgan, cli Pasedena (California) ; J. Bidey, di Gand; R. " Tasick y , cli ' iienna.
_.. Utilissimo ad ogni Medico :
Il Diritto Pubblico Sanitario Periodico rnensile <ii Jea-islazione e giurispru<irnza Direttori: On. ciof t . Aristide Carapelle, ConsiglierP òi ~tato. Avv. Giovanni Selvaggi, Esercente in Cassazione. . Editori Fratelli Pozzi -
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Roma.
Il Numero 10 (Ottobre 1935) contiene:
La circoscrizione delle condotte mediche e i trasferimenti dei sanitari da una una condotta all'altra. NoTE s1NTET1cHE : La sostituzione dell'ufficia1e sanitario nei casi di assenza, e quando non si può provvedere alla sua nomina. Rassegna di giurisprudenza: Avviso del concorso; di-
ritto di ricors:>. - Concorso ; i-m'Pugnati'Va degli atti della Commissione; deposito di copia di essi. - Concorso; ricorso 1colletti'Vo; illegittimità della nomina. - Concorso; ,g iudizio illegittimo. -- Concorsi; bollo dei docn•menti. - Concorso; acquiescenza. - Sospensione 'Per tempo indeterminato; ann'l1llamento dell'atto primitivo; effetti su quella .. - Rapporto di impiego; nomina irregolare; efficacia. - Limiti della reintegrazione nell'impiego per causa di annul1am ento dell'atto egp1ulsivo. - E€ercizio a,busivo ; confisca. - Licenbiamento per fine del tperiodo di prova; parere della Consulta. - In.fortunio ; nevrosi posttrawmatica; concorso. - Riscossione di pensione;, successivo rirorso. - Caimpioni medicinali; coonmerc10. Vendita. di acqna nota pe1· qualità t eraipeutiche; difetto di potaJbilità. Leggi e Atti del Cove "'no : Acque gassose allo sciroppo di frutta. - Centrali d el latte. - Sorgenti per acqua. potaibile. - Repressione dell'. abort o illecito. Pr('Zi'O <I PI 81Hirlelto nurnero sepArAto T. 5 N. B. - L'a.bhonamento ai dodici Numeri del 1935 costa L. 3 6. ma al?li a~socia.ti a l " Policlin ioo è oo n oe~~o ver sole J,. 30, che vannn inviate. mediante Va~l1 a Posta.le o Bancario, a.11' Amministr a zione d~l " ~iritt~ Pnbblico Ranitario" <E<litori FrA.tPlli Pn7?:I). V1e ~ 1 ; 11
~tina.
14. Rnm~. Al ricevi,.,.,ento dell'impo,,to verranno spediti
subito tutti i Numeri già pubblicati dal Gennaio.
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NOTIZIE DIVERSE .0° Congresso nazionale per la lotta contro la t11bercolosi. ~i
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SEZIONE PRATICA
è SYolto dal ti al 9 novenlbre, nella sede del1'l's tituto « C<lrlo l1"'orlanini n, che è un a d elle realizzazioni più impo11enli che sia110 state attuate nel 111ondo per la lotta con tro la tl.tbercolosi; ·si -O chiuso a Littoria. Il Soiloseg·retario di Staio agli Intern i , on, Buffarini-Guitli, h a inaugurato i lavori . r\lla seduta hanno partecipato oltre 500 stt1diosi convenu t i da -0gni })artE:1 cl 'Italia. Erano .Presenti anche il segretario gerierale dell 'Unione ir1ternazionale per la lotta antitubercolare, pro!. Bezançon, e altri straD.ieri. Si notavano i rappresentanti del Senato, d ella Camer a, del Partilo e i dirjgenti d ei nostri 1naggiori Enti e is tituti medici e sanitari. Il Vice Governatore di Roma rivol se ai converiuti il saluto augurale d ell 'l Jrbe. L '011. I\1or elli pose i11 evidenza la vastità del1'opera compi 11ta dall 'I stitt1to Nazionale Fascista della l)revidenza Sociale. Questa si è svolta anche a favor e dei m edici tubercolotici, 40 dei quali sono stati ricover a li g raluitan1.ente nei sanatori; la maggior parte sono guariti, m entre 16 sono <:aduti, come comba ttenti fervidi ed eroici di questa grande battaglia impegnata per la sanità della razza. L 'oratore h a quindi portato ai pre-senti il saluto deferente e il ring r aziamento dei 1500 malati ricoverati nell 'I tituto ed ha voluto ricordare ('Ome non appena hanno saputo che per controbattere le sanzioni votate a Ginevra, il Regime <lYeva adotta lo a lcuni provvedin1enti t endenti a restringere i con sumi, Lutti questi malati hanno {·hieslo che Yenisse loro tolta la carne r1ei giorni in cui essa non è venduta al pubblico. Il prof Bezançon ha rilevato quanto si deve al! 'I lal ia p er l a lotta an li l ttbercolare : ha reso omagg io alla m emoria d el Forlanini ed ha espres·so l<· sua ammirazione per quanto si è realizzato , otto il Reg·ime fa .. cis la. RiJevando I 'accenno alle ·sa11zioni fatta d all 'on. Morelli , l 'oratore, che è un francese, ha voluto manifestare al Congresso tutto j l suo sentime11 to personale di profonda amarezza e di sgu s to pc·r un 'azion e che tende a colpire la gtand e Nazione italiana, che fu sempre Maestra cli civiltà al mondo e che oggi ancora dona al 1no11do l a luce della su a civiltà fascista. Il e11. Maraglian o, a nome dell 'on . Paolucci , ha rjlevato come, per merito d el Governo fasci sta, la lotta contro la tuLer colosi sia entrata nella co~cienza nazionale. Il Solto·segretario di Stato agli Inlerni, on. Buffarini-Guidi, ha cletlo che i l avori d ovranno essere rivolti, pii1 c he alla constatazione dell 'opera tompiuta, alla precisazione d ei compiti futuri. La parola d 'ordine è ancora quella enunciata d al Duce all 'inaugurazione del IV Cong·r esso a Bolog na: « l 'unione di tutte le en er gie sotto il f;ÌJnbolo ron1ano del Littorio è, pii1 che altrove, in que .. lo campo necessari a ». Con t ale altissimo auspicio in nome di S. M. il Re e per ordine di S. E. il Capo del Governo, Duce del ·Fa scjsmo, clicl1iara aperti i laYori. L 'on. Bi ag"i, Pre idente dell'Istituto Nazionale Fasci·~ta della Previdenza Sociale, ha pronunziato ln conferenza inaugurale, trattando il t ema « Assicurnzione e tubercolosi n.
Le r elazioni - d ei proff. P etragna11i, Micheli, Mo11aldi, Breccia nonch è le correlazioni e le d iscu ssioni hanno avuto arrtpio sviluppo e so110 ~:tale seguite ~011 viYo ir1ler esse. Non sono n1ancate pregevoli comunica:t.ioni. Un a delle sedute si è svolta nell a sala operatoria , ove· il prof. Alessandri ha proceduto a varì atti operativi , insie1ne al prof. lVIonaldi. I congressisti hanno infine compiuto una gita nell 'Ag·ro Ponti110 e lenuto una seduta a Littoria, ove vertne svolto uno dei temi e sono stati chiu si i laYori. ll prof. Petrag nani ha dichiarato sciolto il congresso, col saluto al Re ed al Duce. Dopo u11a visita a Sabaudia i co11gres·sisti hanno recalo una corona d 'alloro sul luogo dove r ecenL~· mente è deceduto, p er incidente aviatorio, Giorgio De Blasi, studente in m edicina, volontario per l 'A. O. Ci limitiamo a questi fuga ci cenni di cronaca, ]Jer ch è dei lavori ci riservia1no di dare un resoconto in al tra par te d el gior11ale.
* •· * I 111ponente per numero cli intervenuli e impor1anle per deliberazioni pre·se, è riuscita l ' assen1blea ge11erale della Federazione Italiana Nazionale Fascis ta per la lolla co11Lro la tubercolosi, tenut asi nei la sed e dell 'Islituto Forla11ini. Il i)rof. Bacchetti nell 'esporre l 'attivit~ svolta dalla Federazione, Ia u11 'ampia r assegna di quant o, seguendo 1e direLLive d ella San1t~ Pubblica, è sta Lo realizzato . L 'on . Biagi, Presidente d ell 'Istituto dell a Previdenza Sociale, esprirr1e il proprio compiaci1nento p er il risultato dei l avori svolti nell 'l's litulo For1an ini , che 11011 è solo un sanatorio, ma ancl1e un J ~tiluto scientifico e Iuc in.3 di medici e di apostoli. · Si p assa alla rinnovazione delle cariche sociali cl1e risultano così compos te: presidente: on. prof. Raffaele Paol11cci; vice presidenti: sen. prof. E. ·~1arag·li a110, on. proL E. Morelli , prof. A. IlYento ; segre lario generale: prof. F. Boccl1elli. Con siglio JJiretlivo: prof. C. Benedetti, prof. A. Busi, prof. A. Campa ni, prof. A. F'erra1111ini, prof. C. Gia11nini, prof. G. lVIendes, prof. F . Parodi, prof. V. Putti, prof. M. Redaelli, prof. L. Sagona, avv. Santo, prof. Sig n orelli, prof. Verce·si , prof. P . Zannelli, un rappresenta11te della Direzion e Generale d ella SaniLà Pubblica; Itevisori d ei Conti: prof. Cherubi11i e gr. u~f. dott. A. J.,usignoli. I11 ultimo il seri. ~Iara gliano rivolge a tutti con n obili parole il saluto del congerlo e l 'on. Biag i si u1d scc a lui n el salulo al Re e al Duce.
330 Congresso nazionale di oculistica. Il Con gr esso dell a Societ à italiana di oculi stica s i è svolto a 1'riesle. A1 J ·inau g u razione, avvenuta il 7 ottobre, in ltna sala èl el I .ittorio, intervennero .il Duca d 'Aosta, p atr ono del Congresso, e l e autori là cilladi11e . Il pod est à, comn1. Salem, h a recato il saluto d ella città; h a parlato poi il dolt. Manzutto, presidente del Comitato ordinat ore; i11fi11e il sen. Ovio h a reso omaggio al Duca d'Aos ta e ring raziato le autorità. Le sedute scientifich e si sono t enut e nella bibli oleca dell 'Ospeda]e Regi11a Elena. I con g r essi s ti si 5ono recati al monumento a Guglielmo Oberdan, ove hanno depos lo una co-
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<< IL POLICLT!\'ICO
r~na d'alloro ; har1no Yi sitato il i\l[useo del Risor-
g1111en to e sono saliti a San Giusto, oYe han11o deJJO lo un 'al lra coror1a al monumento ai Caduti.
N11ovi Sanatori i antitubercolari. L ·on. Biagi, pre::;idente dell 'Isti Lu lo 11azionale di I)re~ider!-za sociale - con l 'in terYen to del prefe Lto, dell Arcivescovo, del federale e di tulle le autorì.tà - ha i11augurato il 4 nove1nbre il nuovo gra11<11oso Ospeclale sanatoriale antitubercolare di 1'ren1o, cl1e sorge i11 u11a rr1agnifica località sulla colJjna rii l\!Iesiano, dominante la città. L'edificio, ha u11a disponibilità di 244 postiletto e compre11de un cornplesso moderno e razio11 ali ~simo di ser Yizi sa11itari ed igienici. L 'opera, r~e e cos lata oltre 6 milio11i, è una d elle più gra11d1 del ge11ere costruita. in questi ultimi t empi, p er volon tà del Dure, dall 'Istit11to nazio11ale per la previdenza sociale. L 'o~. Bi agi 11~ !1~re inaug·ur ato, il 3 nove1pbre , a Tufi (proY. d1 Siena), un importante ospedale sanatoriale capace di oltre 200 posti-letto.
La nuova città ospedaliera di Torino. Il 9 11ovembre S. M. il Re ha inaugurato a Torino la nuova ciltà o·s petlaliera, che sorge nel rione delle ~lolinette; è stato fatto segno a calde e ripetute manifestazioni ùi entusiasmo. All 'ing·resso della città os11italiera il Re è stato ricevuto dal Corno Accaden1ico e da nu1nerosi scienzia Li. Il Cardinale arcivescovo Fossati, dopo aYere oL lenuto l 'assenso del Sovra110, ha benedetto la nuoYa opera del Regin1e pronuncia11do brevi parole di esalta_z ione dello spirito di carit à che 11a informato l 'intrapresa. Ha collegato la magnifica attiYità delle ndstre truppe combattenti in /\.frica con l 'opero·sità che all 'interno prosegue nel1'opera di bene. Il prof. Donati ha illustrato le possibilità del1 'opera ed ha elevato un inno alle provvide cure d el Reg'ime per le classi meno abbie11 ti. Il Sovrano ha quindi visitato i padiglioni. L ·area totale occupata dalla nuova Città Ospitaliera è di 142.000 metri quadrati dei quali oltre 30.000 coperti. da edilici. Essa ha una c~pacità nor111ale di 1200 letti circa, che 110,t rà salire i11 caso di necessi là fino a 1500. Oltre ai padiglioni di cura con1prende le cliniche universi larje, di chirurgia , medicina generale, patologi ca speciale medica, neuropatologia, patologia SJ)eciale chirurgica, fisio-terapia, otorinolaring·oiatria, l 'istituto cli anatomia patologica, di radiologia. Le cliniche clermo ifilopatica e psichiatrica ·sono isolate. In 111aniera particolare il Re si è soffermato nella sala cl1irurgica e nella grande Cappella. Il ,S oYrano h a lasciato l'ospedale esprime11do il suo alto compiacimen to.
Co11sultorio pediatrico mobile. La Federazione provinciale cl i Milano dell'Opera l; er la prolezio11e della l\1ater11ità e d ell'Infanzia 11a inaugurato il servizio di consultorio pediatrico 111obile, cl1e estencle la sua assistenza nei con1uni n1inori e meno acces·sib1li della provincia, dove i1on e"i tono ancora con sultori fissi. , i lral La di un grande autobus, lungo ott o metri e nlezzo e largo circa tre. L 'autoveicolo è diYi so in due sale. La pri1na, a cui si può accedere facil1ne11te e con1odamente dall 'esterno, ha u11a ala d'aspetto ed u110 spogliatoio; in più Yi sono
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un bagno cori u11 impianto d'acqua calda e fredda e~ _una bilancia dì precisione per pesare i ba111b~n1. L 'altra sala, di dimensioni minori, è u11 gabinetto con1pletame11te a l trezzat o per visi1e mediche. Gli a1nbienti p osso110 es·sere convenientemente ri caldati ci.'.l te'rinosifo11i.
Scuola di perfezionamento per specialisti i n igiene e sanità pubbl ica. . So~o ~peri e l~ iscrj zioni ::tlla Scl.1ola post-univers 1~ar1a. d1. p~rfez1oname11to in Igie11e e Sanità pubblica, istrtu1ta pres·so la R. Università di Bologna con R. Decreto 1° oltobre 1931 e che conferisce il diploma di speciali sta in Igiene e Sanità pubblica. Il corso h a la dura la di due anni, al ter1n111e dei quali verrà rilascialo un diploma di Specialista. Per ulleriori chiarimenti od informazioni rivolg·ersi alla Direzione della Scuola presso l'Istituto di Igiene (via S. Giacomo 18) ed alla Seareteria 0 Uni,·ersitaria (via Zamboni 33).
Corso normale di applicazione ospitaliera di clinica oto-rino-lari11gologica. Questo cor so sarà te11u to all '·O spedale del Littorio in Roma dal prof. Ferreri con la collaborazione di altri primari specialisti, rue(lici P c:hirurghi presso Ja Scuola lVIedica O·spitaliera di Roma, in gennajo-aprile 1936. I medici i11scr1 lli seg· uiran110 tutte le attività del Reparto oto-rino-laringologico: in ambulatorio, corsia, medicherie e sala d 'operazioni, esercitando·si nei varì servizi della specialità (medici, chirurg ici e r adjologici) . Sarà dato particolare rilievc aìla lecnira tracheo-hronco-esofagoscopica, al1'e_sr.nne Junzio11ale labirir1tico e<l oto-neurologico, all 'ar1aton1ia patolog1ca ed ist.o-patologia oto-laring·ologica. n,rartedì e ~abalo, alle ore 19-20, si te11 gono conferenze di patologia . e clinica oto-rinolaringologica. Certificato di frequenza alla fine del corso. Dal 1° giug110 al 15 giu g no 1936 sarà tenuto dal prof. Ferreri il corso rapido cl 'integrazione in cli11ica oto-rino-laringologica, di cui verrà in seguito comunicato il programma. Per informazioni rivolgersi al dott. Lupi, Scuola Medica Ospitaliera, Policlinico, Roma.
In onore di Achille l\lonti. In occasione del ritiro del prof. Achille Monti dall'insegnamento, si è tenuta, nell'Università <li PaYia, una imponente cerimonia, e si è annunziata la fondazione di un premio universitario perpetuo intestalo al suo nome. La cerimonia si è svolta nel] 'Aula Scarpa. IJ prof. Ettore Tibaldi di Domodossola ha rievocato I 'opera del Maes tro ed ha let to alcuni messaggi, tra cui qt1elli della vedova qi Cesare Batti·sti, <li Ettore Tolomei e del grande mutilato gen. Giuseppe Boriani. Parlarono poi il prof. Luigi Villa p er la Facoltà, il prof. Giovanni Cagnetto per i colleghi ar1atomo-palologi, il prof. Piccagnoni, di Sondrio, decano degli allievi presenti. Con vivace i1nprovYisazio11e rispose il prof. Monti rinnovando i ricordi clei prese11 li , degli assenti, dei collegJ1i {' d egli an1ici, salu lanclo la ·memoria dei discepoli n1orti in guerra. Ri11graziando, rilevò che alla fo11dazione del premio l1a11no contribuilo medici di tutte le provincie lombarde, i quali pertanto co11 taìe fondazione attestano la loro solidarietà col1 'Universilà di PaYia, di1nos lrando di aYer fedr i1ella sua lunga Yila futura.
[A NNO
XLII, NuM. 46J
S EZIONE PRATI CA
Un po' dovunq11e. Un 'intervist'1 ch e il sen . Cas t ellani ha con cesso al « 1\!Iess:igg ero » (10 noY.) d ocu111enta l a n ostra vasta 0rgani zzazione sanitaria n ell 'Africa Orient a le , l 'effic ienza dei servizi , l a mi ssion e di civiltà ch e l 'Italia vien e svolg·en do tra gl 'indigeni in ques to campo . Ha fatto ritorno dall 'Africa Orientale il d o tt. Giova:r:ini Fuccio, sanil a ri o adde l lo al Consola lo italiano di Gondar, cl1e i11sieme al co11sole Di Laur o e al p e rsonale d el Consolato dovette lasciar e l 'Etiopia. Egli ha r accontato le innumeri peripezie sofferte dura nte il viaggio. Il s uddit o b elg·a in g-. Daniele T.ag r an g e , r esid ente a Bruxelles , h a f .'.l Lto p e rvenire una cospicua som1rla a l Comitato d ella Croce Rossa Italiana, quale 1nanifestazione di amicizi a n er l 'Italia e di a mmirazio n e p er i valor osi soldati ch e combattono in A. O. Il Duce h a ricev11lo il nresid ente d ell 'I stituto l'azionale 14'ascis ta d ell a Previdenza Sociale, on. Biagi , ch e ha rife rito s ui risultati dell'eser cizio 1934, soffermandosi su gli apprestamenti p er l a p r evenzio n e e 11 cura dell 'invalirlità, ·sulla lotta a ntitubercolar e e in sp ecie sulle cos lruzioni san a t oriali ; una di quest e sorgerà prossim am ente in Ljbia, presso ] 'ripoli. La g•i riuuio n e d ella Soci et à ar genli11a di p atologia r egionale d el :Nord s i è svolta a :Nl e11doza , col co11 cor so d ella Socie là inedica l ocale . All 'inaug urazio11e, t enutasi il 1° ott obrP-, intervennero alte a utorità . La R aal e ,Socie tà Ita liar1a d 'Ig ie11e ha indet t o un Convegn o lombar d o p er lo studio della ca sa popolar e ed economica n e i suoi vari a spetti ig ienicosociali; es·so si terrà durante i g iorni 11 e 12 genn a io. Rivolger s i al Comitato esecutivo, via S ta tuto 5, Milan o . L ·union ~ inter nazion ale co11 tro il p ericolo ve11er eo e l a Lega internaz ion ale d ell e Societ à della Cr oce R ossa 11anno d eciso di ri u 11ire a Gin evr a una Confe r en 1-a m a ri I lir11 a int ernazionale, p er l o s tudio d elJ e ques lio11i r ela ti Ye a lla profilassi ed a l tra ttam e11 lo tielle n1al attie ve11er ee n ei m arin ai 111er cantili. P rima d ùlla conferenza di Gin eYr a, ·sar anno inde tte d é1le confer enze n azionali n ei singoli P aesi . D al 5 al 10 agosto si tenne a Rio d e Janeiro il 1° Co11g·r esso america110 di urologia, unitam e11 le al 1° Con gresso brasilia no di urologia; vi assist eYano diver e d el egazioni. All 'Osp ed ale Maggior e di MilaJl O, d ove d a circa sei m esi vien e praticat o il tratlan>ento d etto bulgar o d el p arkin sonism o post-en cefalitico , g li am1nal a ti d i ambo i se·ssi aYenti diritto a l ricover o osp ed alier o e bisog n osi di tale trat tamen to, veng·on o or<:1 r accolti e curati in app o ito com parto (con sede n el padi glion e Bertar elli in vi a P ace) so tto l a d irezion e d el prof. Eugeni 0 l\;led ea, p r in1ar io neu rologo d eg·li I s litu ti Osp edalieri . Nell 'Ospedale H orst W essel di Berlino è ta lo i11au g urato, il 19 ot tobre, un I lituto R oentgen, con i1npi an ti ~. . erfezion ati e m od rr11issirni ; è dir e tt o d al p rof . Knothe. 111 Ola n da è la to lan cia lo un appello d alla Croce Rossa, per un 'ambulan za d a n1anda r e in E tiopia.
2297
L 'Univer sità di Tori110 è s tal:i autorizza ta ad accet ta r e una donazione di L . 11.600, d i sp ost a in suo f aYore d a l JJrof . F. ·v a11ze tti, qu ale n1anda t ario ·pecia1 e d el1e signor e Bionda ni Yed. Cipria11i e sorelle Cipriani, n on cl1è delJ 'ill g . Cipriani , p er l 'i stit u zione di un a b or sa cli s lud io d a i n t ilolar si al r10111e cli << Carlo Cinriani » e da cor1f€rire secondo 1nod a li tà rl a st ab ilirsi d alla F acoltà n1edica. Il Consig lio d 'Am1ni11is lrazio11e d ell 'Osp ed a le 1\IIag·g·io re di Milano h a d eliher a t o di or g·anizzare u n a Mos tra ospecl aliera, valendosi d el mat eria le g·ìà invia lo alla l\Iostra ospedali era di R om a, ove esso fu tra i più ammirati . I .a m ostra sì svol g erà i1el p eriodo tra l e f~ste di San Carl o e Sant 'Ambrog·ìo (4 n ov. e 7 di c .), i due santi tutelari d ell 'Osp edale , e avrà sede n ell 'atrio a pi anterreno d ell 'Archivio. Il Minis tero d elle Oper e Puhhlich e d ell 'Ar ge11 . tina h a approvato lo stanzia m ento di circa 250.000 p esos p er ing randire e modificare il P adig lione (~osta, nell 'Istituto di Me dicina .Speriincntale clj Bu en os Aires . Vi si ins taller à t1n ser Yizio di r a cl io lerapia, con appar a ti a d a lta t en sion e (600.000 f! 400 .000 volta). Il Go, ern<1 d ell 'Argentina h a òisp ost o la spesa dì circa 30. 000 pesos p er ampli are l e is t a llazioni dell 'I stituto di an a tomj a p a Lolog·ia d ella F acoltà di scien ze m edich e di Buen os Ajres . 1
Il d irettore d el Ser vizio l\1e t eorjco I Lalian o, B€11ed e ltin o· P. P aoloni , h a i n t en zione di inizi ar e, nella su a rivi st .a cc La l\1Iet eor olog ia Prati ca », l a puhbJi,~az ion c- di una i< Bibliogr afia Met eorjco-San it a ria Internaz io n ale », ed a tale ·scopo sta preparando uno sch ed a rio p er autori e p er m aterie. I 1nedici sono preg·a ti di d are il lor o contributo a questa pubblicazion e . Ri volgersi al p red ett o, R. 1 ti tuto Superiore Ag r ario , C'a sella P ost al e 123 , P eru g'ia. Gli cc An n a les d e l 'Ins tilul P aste11r » hanr10 pubb licat o u 11 Jìum er o comn1ern orativo sulla rab bia, in ·la t a d el 25 o Llol>r P.; questo supplen1ent o, di 230 pagine , corred a to di fig ure e di t avole, r eca la cr on aca d elle ceri mo11ie svoltesi a P arig i e ad Avan a i n occasione del 50° anniYersa r io d ella p ri111a vaccinazion e a n t irabbica, ed u na ·seri e cl i 13 . 1ne1nor1e Nell 'I s li lulo Bu lant an di San P aulo (Bra·s ile) so110 d eceduti il d o tt. Lem os Monteiro ed il su o nssis len te, p er tifo esantematico contratto nell 'eseg uire esperien ze di tra·s1n ission e d i ques ta m al.'.ltlia per 111ezzo di artr opodi em at ofagi.
Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e nu mer o
dei casi (fra parenlesi). Den t1nzie d al 14 ott o bre al 2-0 ottobre: ~IorlJillo 145 (636); Scarl a ltina 178 (483) ; Pertos e 55 (132) ; , -aricel!a 61 (107) ; ' ' aiu olo e vait1oloide (- ); Febbre tifoicl ea 402 (844) ; I nfezioni para tifiche 7 4 (109 ): ~-.ebbre ondula nte 13 (16); Di senteriu 13 (15 ); Difterite e cr 0u p 282 (524) ; ~Ier1ingi te cer ebro-spinale epidemica 6 (6) ; P oliomieli le anter icr e acuta 23 (33) ; E n cefal i le l et ar gica 2 (2) ; Ancl1ilos lon1i a~~ i 6 (29) ; Rabbia: n1or'"'icalu re cl i anin1ali rabbici o ·so ~ pe lti 39 (62), d ich iarala ( -) ; P u s tola n1aligna 25 (30).
2298
« IL POLICLJNICO n
RASSEGNA. DELLA STAMPA. MEDICA Brit. M ed. J ou rn. ,
13 lug. -
G. H. CoLT. 1'rat·
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[ANNO XLII' NUl\I. 46)
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Indice alfabetico per materie. 1\ sciti cir1 ol ich e : cura . . • • • • • • Pag. 2278 Barbituric] : coma da - e sua cura . • )) 2277 Bibliografia . • . • • • . • • • • • . • • )) 2280 • ISrt1cel lo si acu1a e cronica: trattamento )) 2274 Cronaca del movimento professionale
Diabele: infezioni del tratto urin ario • T~ matt1rie . . • • • • • • • . • • • • • • • 1~ nuresi 11otturna: lral ta111ento . • . • lniez joni e1ldoarteriose n elle infezio11i degli arti . • • . • • • • • • • • • • • ~[agrezza; V. Obesità. • • ~Ielabolism o : valutazione semplice
))
))
)) ))
2292 2289 2289 2290
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2255
))
2274
Otritti di preprietà riservati. --: Non ~ consentma
terapi:i . • • • • • • • • • • • Pag. 2275 01esi1 à è magreY.za : sta Lo odierno del )) 2270 problema . • • • • • • • • • • • • • Par tenologia . . • • • • . • • . . . • • • )) 2291 )) 2290 • • • • • Pi elo11efri li : trattamen lo 2283 Rolmone: cisti e tun1ori . • • • • • • • • )) • 2289 Beni: m alattie: prognosi e trattamento )) )) 2264 ·I~ fo addomin ale: perforazioni . • • • • • Ultravirus tubercolare : il gran11 lon1a 2291 da - . . • • • • • • . • • .• • • • • • • )) )) 2277 • • • • • . Uomo e 111asr..: hio . • . • • 2286 Urologia: comunicazio11i . • • • • • • • )) ~1orbillo:
a.
.
nsumpa di lavon pubblicati nel Policlinioo ~~ non an v..tonuazsone scritta aalla f'eàaVone . E vietaia '4 1>ubbllcatione ài sunti di essi senza cit.ame la fonte .
A. Pozzi, resp Ro·m a - Stab. Tipo-Lit. Armani di M. O>urrier.
Roma, 2 Dicembre 1935 ·XIV
ANNO XLII
Nnm. 48
'' fondato nel 1893 da GUIDO B·A CCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SBZIONS PRA..TIOA .
REDATTORE CAPO: PROF. .CESARE
FRUGONJ
Clinico. Medico di Roma
SOMMARIO. Lavori originali : A. Pozzi e P. De M·uro: Sulla giardiasi d uodenale .
Note e contributi : M. Gavazzen i: La fun zional ità ooocrina del pancreas nelle car diopatie soomipen sa te. Sunti e rassegne : R ICAMBIO: F. ,c oste e A . Grigaut: Gotta ; a llergia; uricemia. - S. Battistini, F. Quaglia, A. Robecch i : Su i rap'Porti tfra l a ·patologia del rioam•b io dell'acido ossalico e le malattie a r ticolari croniche. - MILZA : E . Sohliepb ake : S·u l significato dia.gnostico della tUllllefazione splen ica. - M. Mauro : La sindrom e em orra,1gica tardiva n elle rotture della m ilza da con tu si oni. - MEDICINA SOCIALE : M. De Laet: La diagnosi o b biet t iva del dolore. Divagazioni : R . Benot : L'estasi.
Cenni bibliografici. 1 Congressi Nazionali di Medicina e Chirurgia :
XT,J
Con-
g r esso della Società Italian a di Medicina I ntern a.
LAVORI ISTITUTO DI DELLA
R.
ORIGINALI CLI NI CA l\1EDICA
UNIVERSITÀ DI
Direttore : prof. C.
ROMA.
F RUGONI .
Sulla giardiasi duodenale. Dott. A. Pozzr, assist. effettivo e dooente e Dott. 1-'. DE l\tlt.rRo, docent e. Fra i flagellati che vivono nel! 'intestino un1ano la Giardia intestina"llis è senza dub,b io uno dei più frequenti. Il suo « habitat n è la • porzione alta del tenue, specie duodeno, e secondo. alcuni an che le vie biliari. « La vésicule biliaire, scrive Chantriot, joue clairem.ent un ròle de recevoir à virus non seulement vis-à-vis d~s germes diverses mais des parasites tels que les Giardia ». Pur essendo però cosi ben precisato 1;habitat della Giardia, non altrettanto concordi sono le opinioni degli AA. sulla sua patog·enicità, essendo questa da alcuni assolutamente negata. Dobell e O' Connor scrivono infatti che nessuna azione patogena può attribuirsi alla Giar1
..-
•
Accademie, Società
Mediche, Congressi : I
Congresso della Società Italia n a di Ohirur gja riparatrice e plastica. Appunti per il medico pratico : ('ASISTICA E TERAPIA: La dispepsia di origine anafilattica. - La nozione di periodicità nella diagnosi clinica del Il re. le u.lceri. gime nellf; coliti fermentative e putr efattive. - La vitamina A n elle retto-coliti ulcerose. - Diverticoli esofagei e stru m a. - FORMULARIO: Nell'asma. - Nell'avvelenamento da suiblimato. -- Disinfezione del r in ofaringe n ei portatori di menin.g ococco. - TECNICA: Ricerca della bilirubina nell 'rurina. - MEDICINA SCIENTIFICA : La f unzione del muco gastrico. - VARIA. Nella vita professionale : Servizi igienico-sa-nitairi. Concorsi. - N0mine, promozioni ed onorificenze. 0
Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.
dia ed agli altri flagellati intestinali, i quali debbono considerarsi commensali più che parassiti nel senso stretto della parola ed anzi secondo tali AA. anche l 'interessante caso di Fairise e Jacquot, riguardante un individuo affetto da e11terite cronica con reperto di Giardia intestinalis ed in cui al tavolo anatomico furono trovate diffuse e profonde ulcerazio11i nel cieco, nel colon, 11ell'ileo, non sarebbe affatto din1ostrativo. Anche Noc considera la -Giardia un flagellato banale e cosi pure BlackÌock e Southewel non esitano ad affermare che anche quando la Giardia è presente in casi di. diarrea non si a-nifica ch e questo flagellato ne sia la causa; Q Morengs sostiene che gli individui affetti da giardiasi intestinale, più che dei sofferenti sono .degli inco111odati e dei preoccupati del loro alvo diarroico. Brumpt ritiene ch e in molti casi questo parassita è ben tollerato (portatori sani.) e cl1e solo nel 10 % può dare fatti di enterocolite. La numerosa statistica raccolta dopo la g uerra ha confermato però l 'ipotesi di Grassi. il quale, non solo fu il prin10, a descrivere con esattezza la morfologia della Giardia, da V
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cc IL P OLICLlNJ CO »
lui denominata nel 1881 M egastonia cn,.t eri.c.u.m 1na anche ad affermarne l'azione patogena. E di tale opinione sono infatti oggi Marchoux, Sangiorgi, Escon1el, Alessandrini, Pietra e Allodi, De Muro, Penso, Silvestrini, Vanni, Craig, Galli-Valerio, Moli11ari, Porter e Fantham, Roux e Goiffon, Labbé e moltissin1i altri. Pittaluga pure ·è del parere che sull'azione patogena della Giardia non vi sia alcun dubbio; Castellani considera I.a Giardia come più patogena degli altri flagellati; Chantriot scrive che << la lambliase est une entité morbide incontestable »; Franchini che cc la Giardia possiede spesso un'azione patogena sull'organismo t1mano ». ~{a a parte i da~i statistici e le osservazioni cliniche, jn favore della patoge11ici Là della Giardia parlano so·p ratutto i dati speri111e11tali. Perroncito e Sartorana infatti infettando l 'intesti110 sia del cane che del coniglio con lan1blie, trovarono all 'autopsia lesioni infiamn1atorie della mucosa gastrica e duodenale con numerose emorragie; IF antham e Porter, al pari di Deschiens, hanno ottenuto enteriti gravi e talvolta mortali, infettando topi e gatti s on feci umane ricche di cisti di Giardia; l(o .. foid e Christiansen, oltre ad avere osservato enteriti croniche da Giardia con tumefazione della mucosa specie nei topi giovani, hanno potuto vedere importanti lesioni anatomoistoIogiche da Giardia muris nell'intestino del topo di campagna, approfondite nelle cripte di Liebe rkun. Per quanto riguarda il meccanismo d 'azione della Giardia, da alcuni AA. oltre ad un'azione meccanica diretta infiammatoria (e che è da ritenere verosimilmente la più sicura, per gli stessi caratteri morfologici del parassita) sarebbe stata ammessa anche un'azione tossica, dipendente dall 'as·s orbimento di veleni derivati dal disfacimento di parassiti morti e di hat.t eri (Smitl1ies); dall'azione di una tossina secreta dall 'organismo della lamblia (Simon); da una tossina che agirebbe come un virus filtrabile (Hervé). Un'eventuale azione tossica della Giardia sarebbe stata an1n1essa anche da alcuni AA. (Labbé, Silvestrini, Garret, Vanni, Garin, 'F orti) per spiegare stati .anemici gravi, fino a tipo pernicioso, riscontrati in soggetti con lambliasi intestinale, ma giustamente Allodi e Pietra fanno rilevare che in tut\ i i casi riferiti si ' accompagnava una enterite più o meno estesa e grave alla quale, per l'alterazione della nuLrizione e dell'assirnilazione ad essa legata, poLeva ricondursi lo stato anemico, senza dover ricorrer e all 'ipotesi di una particolare azione tossica anemizzante del parassita.
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D'altra par1e non va di111enticato che le osservazioni anatomo-ipatologiche e sperin1entali hanno potuto constatare oltre ad una semplice azione irritati va esplicata dal parassita sulla mucosa intest.inale, la possibilità di esso di infiltrarsi e annidarsi nello spessore della mucosa. in test i nale stessa. Clinicamente 1'infezione da Giardia nell' uomo può dar luogo, a carico dell 'apparato digerente, a tutta una patologia speciale che comincia ad essere nota. Il più spesso all'inizi o è nella partè inferiore dell'intestino che si iì sa provocando enteriti ribelli e qualche volta vere dissenterie, gravissime specie nei ba111bini (1\iiello Leitao), in seguito le lamblie rimo11tando il grosso intestino, possono creare enterocoliti gravi capaci anche di terminare con la morte. 1Fairise e Jacquot hanno potuto osservare ulcerazioni intestinali con p·erforazione in un caso di enterite acuta da lamblia; Lahhé riferisce di un caso di perforazione della regione cecale con grosso ascesso della fossa iliaca . Casi di enterocolite da Giardia sono stati descritti inoltre da Garret, !Bernard e Thomas, Penso, Mai re, Parodi e Mino, Heuhner; n el 1927 Luchini e Perez da Nucci hanno illustrato un caso di perisigmoidite da Giardia guarito con Jatren 105 Bayer. Attraverso il duodeno poi, le lamblie J) OSsono risalire nelle vie biliari ed in realtà si può dire che da quando Lyon di ·Filadelfia l1a segnalato per la prima vo(ta la presenza del parassita nel liquido biliare a n1ezzo del sondaggio duodenale , un 'ab·b ondante letteratura si è raccolta sull'argomento. Vero è che ·è stato discusso se le lamblie che fuoriescono con il liquido estratto con il sondaggio duodenale in seguito alla prova di Meltzer Lyon realmente provengano dalle vi e biliari o non derivino piuttosto dall'intestino, meccanicamente trasportate dal deflusso biliare stesso o, distaccate dalla mucosa, sotto l 'azione irritante del solfato di magnesio, si m escolino poi al liquido delle vie biliari (Boeck) > ma tale fatto sembra ormai fuori discussione dopo le osservazioni di Westphal, Georgi ~ Smithies, i quali ritrovarono giardie viventi nel contenuto di cistifellee asportate ch~rurgi camente di individui operati per sintomatologia acuta di colecistite. Oltre a casi di ittero semplice, registrati in soggetti affetti da lamhliasi, casi di colecisti te da Giardia sono stati inoltre descritti da Wi11 kler, da Schill, da Pietra e Allodi, e recentemente anche da Garin, Bernay e Desgerges. Ma l'irritazione cronica causata dalla Giardia n elle vie biliari sembra possa anche condurre ad un 'ipertrofia con sclerosi del fegato e Labbé e
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SEZIONE PRATICA
Justin Bezançon infatti a'1rebbero potuto osservare un caso di cirrosi ipertrofica del fegato associato a duodenite cronica, causata dallo sviluppo delle lan1blie nel duodeno. Ma anche rimanendo nel suo cc habitat n preferito e cioè nella porzione duodeno-digiunale, la Giardia può manifestare la sua patogenicità, provocando un 'infiammazione, una vera duodenife che, persistendo, determina poi una periduodenite concomita11te con alterazioni n1orfologiche del duodeno, più o meno costanti e spesso visibili anche radiologicamente in radiografie in serie. La sindrome duode11ale sarebbe caratterizzata da un senso di peso, di pienezza epigastrica, ovvero da un dolore attenuato, indeciso , localizzato ai quadranti superiori dell 'addome, ma non in una zona definita , oppure circoscritto alla regione perion1bellicale con irradiazione trasversale a barra. Questo dolore si presenta generalmente dopo i pasti, ma può insorgere anche a digiuno e qualche volta assumere il tipo della fame dolorosa. Gli infermi si lamentano inoltre di nausea, eruttazioni, vomito di liquido vischioso, spesso diarrea alternata a stipsi, meteorismo, sintomi generali di astenia e dimag ramento. « Il s'agit, per ripetere le parole di Chantriot, en quelque sorte d'une dispepsie duodenale, dont le tableau correspond a celui que R. Gaultier à récen1ment donné ». iF ra i primi che hanno richiamato l 'attenzione sulla possibilità di duodenite da Giardia , vanno ricordati Chiray e Lebon, i quali già nel 1925 riferirono un caso alla Société Medicale des Hopitaux, in cui il liquido duodenale conteneva lamblie, nlentre la cistifellea asportata chirurgicamente non conteneva parassiti nè all'esame della bile vescicolare nè del muco della parete. Due altri casi interessantissimi di giardiasi duodenale sono stati descritti nel 1926 da Castex e Galan, casi oltremodo illustrativi in quanto, pur .p resentando essi tutti i dati per am111ettere una colecistite da Giardia, il sondaggio duodenale fece escludere la Giardia nella patogenesi dei disturbi vescicolari e porre la diagnosi di colecistite litiasica e giardiasi duodenale, diagnosi che ebbe poi piena conferma all'intervento chirurgico e ali' esame diretto della colecisti. Queste ed altre osservazioni ch e sono seguite hanno messo quindi in piena luce, non l 'inesistenza della giardiasi vescicolare, ma piuttosto l 'esisten za della giardiasi duodenale pura che oggi nessuno più discute, e la necessità di esigere la presenza e in proporzione conspicua del parassita nella bile B prin1a di accettare come probabile la localizzazione vescicolare 1
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della Lamblia, perchè la sua frequenza anche in straordinaria quantità nella bile A e C non autorizza a far la diagnosi di lambliasi vescicolare (Castex e Galan). In tal senso, per la uniformit_à di reperti, parlano del resto anche gli 11 casi di lambliasi vescicolare descritti da Pietra e Allodi.
Data tuttavia la poca frequenza con cui la diagnosi di giardiasi duodenale viene posta, ci è sembrato non privo di interesse riferirne tre casi capitati alla nostra osservazione, anche perch·è, a parte l 'utili~à diagnostica ch e possono avere nella pratica, meritano di essere presi in considerazione per le norme curative da noi seguite. :È noto infatti com e una terapia specifica della giardiasi non esista e come i più svariati medicamenti suggeriti dai diversi AA. sia per os, ch e per iniezioni, per clistere , per sondaggio duoden ale, riescano il più delle volte senza risultato, data la r esistenza di ·q uesto rp arassita. Per convincersi di ciò basta del resto dare uno sguardo alla letteratura in argomento. Woodcok Penfold adoperò nella cura della giardias i il betanaftolo ed il salicitato di bismuto, Castellani il b.Jeu di m etilene, Mc Neil irrigazioni con sonda duodenale di bleu di m etilene, solfato di chinino, acido cloridrico ed acqua distillata, Code e Hollande iniezioni endovenose di n ovarsenobenzolo, Smithies calomelano e timolo, Sadi di Bauen fermenti lattici., neosalvarsan, emetina e calomelano. Successivamente sembrò ch e la cura elettiva della Giardia fosse rappresentata dallo stovarsolo (Marchoux, Thomas, Aguilar), ma in seg uito vista l 'ineffi cacia anche di questo preparato, fu tentato il tetracloruro di carbonio (Winkle, il salvarsan ad alte dosi (Galli-Valerio, Smirnoff Ludmila), la diatern1ia (Madinaveitia), la nafltalina (Sorge), il neosalvarsan (0,30 in 200 em e. di acqua distillata) mediante sonda duodenale (Lauda), ecc. La scuola romana di Alessandrini adopera il timolo in capsule ch eratiri izzate. Noi, attenendoci al concetto biologico che la Giardia, come è noto, non può assolutamente vivere in am biente acido, tanto è vero che basta il succo gastrico con acidità normale ad uccidere queto parassita, abbiamo pensato di sottoporre i JJazien~i ad irrigazioni del duodeno, mediante ~ onda, con una soluzione di HCl officinalis al 4 %o , previa somministrazione per os di 2 cucchiai di solfato di magnesio al 20 ~lo , trattamento che per quanto a noi consti, n on sar ebbe stato ancora e 1)erimentato.
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Introdotto il sondi110 i1ello ston1aco ed assicuratisi sotto lo schermo che questo sia pervenuto in duodeno, si iniettano lentan1ente 300 eme. della soluzione cloridrica, tenendo il paziente coricato in letto sul fianco destro. Tali irrigazioni, che potrebbero chiamarsi veri lavaggi duodenali., veng·o110 !praticati a giorni alterni e sono tollerati senza alcun disturb,o dai pazienti, i quali d'al~ra parte, si sottomettono volentieri a tale trattamento, per i benefici quasi immediati che ne ritraggono. Primi a scomparire infatti, già dopo pochi lavaggi, sono i dolori; ed anche la sensazione di astenia e di malessere generale che abitualmente questi malati hanno, migliorano. L'effetto della cura si può seguire facil1ne11te , prelevando prima dell'iniezione dell 'H1Cl, 10-15 eme . di liquido duodenale e, dopo Gentrifugato, esaminando microscopicamente il sedime11to. Nei nostri casi noi abbiamo potuto vedere cl1e ricercando la Giardi.a, dopo il terzo-quarto lavag·gio, il reperto già diventa neg·ativo, e seguendo parallelamente il comportamento di questo parassita nelle feci , ancl1e 1'esame coprologico risulta negativo al III, IV lavaggio. Naturalmente, anche dopo i reperti negativi sia duodenale che coprologico, il trattamento va continuato rper qualche tempo, al fine di ottenere la massima sterilizzazione del sogget' to, ma dall'osservazione dei nostri casi noi possiamo dire che generalmente 8-1 O irrigazioni duodenali sono sufficienti. CAso I. - Giova11netti Maria, a. 42. Nulla d 'importante da rilevare nell'anamnesi famig·liare. Nata da parto eutocico, ebbe allattamento mater110. Normali furono i primi atti fisiologici. Mestruata a 13 anni, i flussi sono stati ·sernpre regolari per ritmo e quantità. A 18 a. sposò uomo apparentemente sano: ha avuto 5 gravidanze, di cui una interrotta da aborto al 2° mese, le altre condotte a termine. La p. afferma di aver goduto sempre buona salute fino all'età di 35 a . quando cominciò ad accusare malessere generale, cefalea, specialmente di notte, qualche lieve rialzo termico e infine comparve anche u11 'eruzione su tutto il corpo, sui caratteri della quale però la p . non sa dare precise indicazioni. Eseguita, per con·siglio di un sanitario, la R. W ., questa risultò positiva completa. Iniziò allora subito c11ra endovenosa salvarsanica ed in breve tutti i disturbi scomparvero; successivamente la p . ha continuato sempre a curarsi, sia con endovenose di n eosalvarsan che con iniezioni intramuscolari di Hg. ed è s tata quindi sempre bene fino a 3 anni fa. Ripetuta più volte la R. V\T. quesla risultò negativa. In tale epoca la p . fu quasi improvvisamente colpita da disturbi gastro-intestinali, .caratteriz~ati da nausea , forte diarrea (10-15 scariche al g1or110) con scibale miste a muco e sangue, premiti tenesmo. febbre o·scillante sui 38°-38°,5. Ricoverata in ospedale la p. non ricorda con esattezza qu.ile giudizio diagnostico fosse stato posto e così
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pure quale lratta111ento le fu praticato: riferisce però che tali clisturl.>i durarono circa 15-20 giorni , dopo di chè essa lornò alle condizio11i normali ed ir1 seguito è stata sempre bene fino a 2 mesi prin1a che capitasse alla nostra osservazione. Ai primi del mese di marzo u. ·s. infatti la p. cominciò ad accusare sen so di peso e di gonfio1 e all'epigastrio, con eruttazioni acide, nausea e spesso anche vomito, specialmente al 1natti1lo. L 'alYo divenne piuttosto diarroico (2-3 scariche pro die) con feci miste a inuco, rna prive di sangue e talvolta premiti; raran1ente notava anche dolori addo1ninali diffusi. La p. dice che qualche tempo dopo ebbe a notare sulla cute Ja comparsa di pomfi, intensam ente prurigi11osi, che in·sorgevano rapida1nente e con altrettanta rapidità scomparivcino, quasi sempre in rapporto con l 'ing·e::-tione di alcuni alimenti, in prevalenza la carne. (;lini ca il 25 aprile 1935. Per il persistere di tali disturbi la p. e11tra in E. O.: Nulla d 'in1portante a carico del capo 1 del collo e del torace. Cuore nei limiti, toni netti su tutti i focolai . Addome meteorico, dolente diffusamente, ma sopratutto in corrispondenza della reg. piloro-duodenale e vescicolare. Fegato in alto 5° spazio, in basso non <leborcla dall'arcata costale. Milza in alto 8° spazio, in basso non si palpa. Esame del sistema n ervoso negativo. Ricerche eseguite : Es. urine: n ega tivo ; Es. sa!lgue: Hb. 68, Glob. rossi 4.590.0-00, V. G . 0,75, Glob. bianchi 8100. Formula leucocitaria: gran. r1eutr. 54, eos. O, bas. O, inon. 4 linf. 42. Pressione arteriosa al Riva Rocci: ~Ix. 135, Mn. 75. R. W.: negativa. Colesterinemia : 1, 70 %o. E·same succo gastrico: a <lig"iuno: Reaz . acida; HCl 0,18 %o; A. T. 0 ,94 o/oo; Hb. ass.; Ac. lat. ass. Dopo istaminfl: Reaz. acida; HCl 1,45 %o; A. T. 2,55 ·%o; Hb. ass.; Ac. lat. ass. L'esame radiologico dell 'apparato digerente mostra come unica anomalia una deformazione persistente del duodeno, che appare stirato i11 alto e a destra senza che si riesca a mettere in eviden · za, atter{tamente ricercala, ombra da nicchia. Stato ipertonico del colon, in prevalenza del colon discendente. Colecistografia: normale riempimento della coleci'sti, che appare spostabiJ~ e b~n~ c:ont_r3:t~ile alla prova di Bronner. Non immag1n1 rifer1b1l1 a calcoli. Sondago-io duodenale: Introdotto il sondino nello sto~aco e controllato allo schermo il suo arrivo nel duodeno, si prelevano 10-12 eme. di. liquido, alca lino, di colorito giallo. Alla p~ova. di ~.el! zer Lyon , dopo 10-15 m ' si ha fuor1usc1ta d1 11quido, limpido, di colorito giallo oro, co~ densità : 1012, bilinogeno + + (bile A). Dopo .c1rc~ 30 m ' dall'istillazione del solfato di magnesio s1 ha fuoriuscita di liquido (50 eme.) di tinta f?rt~ ri1ente bruna , assai JJiù carica di quella ~~l liquido A (3-4 volte) con clensi tà: 1018, bilinogeno (+ + +) bile B) . . . . . All'esame 1nicroscopico del serl11nento de~ var~ liquidi si troYano abbondanti forme veg·etat1ve d1 giardia inte·stinalis nel su cco ?uod.enale, m:ntre la ricerca riesce del I u lto n egativa sia nella bile A c11e nella bile B. Esame coprologico: nu111erose forme ci'stiche di giardia intesti11ali s . 1
,Sia per il tiuadro clini co ehe per i dati di .laboratorio (colecistografia normale, esame urine
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EZIONE
negatiYo, riflesso nor111ale Yescicolare alla proYa di Meltzer Lyon, ecc.) qualsiasi ipotesi diagnostica riei riguardi del feg·ato e clelle vie biliari era quindi da allontanare, me11tre i disturbi accusati dalla paziente, unitamente alle n1odificazioni radiologiche riscontrate a carico del duodeno, facevano ritenere più probabile traltarsi di fatti di duodenite ~on periduodenite, da attribuirsi con quasj certezza alla presenza del parassita. In co1rseguenza di ciò, la paziente viene sottoposta i:l giorni alterni .al trattamento di lavaggi duodenali con HCl al 4 %0, previa somministrazione per os di solfato di i11ag·11esjo al 20 % (3 maggio 1935) . 5-5-1935. La paz. dice cli non avvertire più i dolori nella reg. epigastrica dopo i pasti. L'alvo è lievemente diarroico. Es. liquido duod. : forn1e vegetative di giardia i11lestinalis in discreta quantità. Esame feci : presenza di qualche forma cistica di giardia. 9-5-1935. La paz. affern1a di sentirsi bene. Anche il senso Cli acidità e la cefalea di cui spe·5so si lamer1tava sor10 con1parsi. Accusa solo q11alche lieve dolore addo1ninale. ·L 'appetito è buono. Es. liq. duod.: non si nota presenza di giardia. Es. .feci: qualcl1e rarissima forma cistica di giardia. 11-5-1935. Nessun dislurbo viene più accusato dallél paziente. Es. liq. duod.: neg·atiYa la ricerca della giardia. Es. feci: negativa la ricerca della g·iardia. Si continuano a praticare irrigazioni duod enali per ancora òt1e settimane, poi la paz. vien e di111essa in ottime condizioni di salute. Riveduta l 'amn1alata clopo circa 2 mesi che era slata dimessa , sia l 'esan1e del succo òuodenale che l 'esan1e coprologico risultarono negativi ed anche le condizioni generali erano sodclisfacenti. CAso IJ. ·- Don1. Gius. , a. 40. Padre vivente, r11adre morta di tbc. polmonare. Primi atti fisiologici n orn1ali ; 1nestrua ta a 14 a11ni, Je mestruazioni ·sono state in seguito se111pre regolari per ritmo , quantità, durata. Da qualche anno è soffer e11te di. abbondante leucorrea. A 21 anno si è sposata ron uomo sano, ma non ha avuto mai gravidanze. A 12 anni h a sofferto di tifo, che de.. corse normalmente; a 15 a. ha avuto pleurite essudativa destra, guarita in circa 2 mesi, senza che la p. fosse stata torace11tizzata. La p. riferisce che in seguito ha goduto sempre bt1ona salute fino all 'età di 30 a.. epoca in cui cominciò a soffrire (li disturbi inte ti11ali consislenti in rtolori vaghi addominali, stipsi alterr1ata a diarrea, e feci spesso n1iste a 111uco. Dopo qualche tempo che tali disturbi persistevano, l a }). riferisce cl1e, senza altra causa apprezzabile, comparYe subittero della cute e delle sclere che i1t breve poi divenne intenso e contemporanean1ente l e urine !:livennero di colorito scuro e le feci acoliche. Non ebbe prurito , i1è febbre. Con·sultato un sanitario, questi prescrisse cure adatte, n1a ta]i co11nizio11i persistettero p er c irca t1n n1ese. Succ1J&siva111e11te Ja }). di ce che i dis lurbi intestinali per u11 pai o d ·a1111i subirono una cliscreta regressione , 111a be11 presto ricomparvero e d 'allora i1e è ancora soffere11te. In special modo la p. si lamenta di aver I1otrtto nelle feci quasi sempre una i1oteYole quantità di muco, bianco filante e sp es·so an ch e ~angue. Qualche volta poi , oltre
PRATICA
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ai dolori addominali aveva i1ausea seguita da vomito alimentare. Cinque mesi fa l 'a1nmalata quasi improvvisa1nente ebbe dolore, a tipo colico in corrispondenza della reg. ombellicale e periombellicale con qualche irradiazione al dorso. Tale dolore, violento ali 'inizio, andò in seguito attenuandosi, senza mai scomparire del tutto. Presente111ente la p. si lar~1enta infatti di u11a dolenzia, che aumenta sotto fa palpazione, in corrispondenza della reg. duodenale ed ombellicale, qualche volta ha vomito, i1ausea, l'alvo è diarroico (4-5 scariche al giorno). ~a p. entra in Cìinica il 20-III-1935. E. O. Donna ben conformata e ben nutrita. Sang·uificazione b11ona. Ljeve ipofo11esi alla ba·se del1'~~ito~ace d., ove il r espiro è anche legg·ermente ci1m1nu1to. Nulla a carico del centro circolatorio. Yivo dolore proYoca la palpazione della reg. piloro-duodenale e' di tutto il co1on trasverso. Fega~o in alto 5° spazio: in basso si palpa a circa 2 dita dall'arcata cos tale, liscio, dolente. Milza si palpa in basso 11elle profonde inspirazioni. Ricerche eseguite: Es. urine n ega tivo; Es. sangue Hb. 70, glob. rossi 4.360.000, glob. bianchi 9800, V. G. 0,80. Forn1ula leucocitaria: gran. neutr. 60, eos. 2, bas. O, mon. 4, linf. 34. Pressione arteriosa al Riva-Rocci: Mx. 138, Mn. 70. R. W. : n egativa. Colesterinemia: 1, 74 %Q. Esame succo gastrico: A dig'iuno : Reaz. acida; IICI ass.; A. T. 0,36 %o; Hb. tracce; Ac. lat . ass. Dopo ìsta1nina: Reaz. acida; HCl a ssente; A. T. 0,48 %o; Hb. assente; Ac. l at. assente. Esame radiologico apparato digerente: Ston1aco nJlungato, sinistropo·sto. In posizione prona presenta la reg. antrale un po' ristretta da stato ipertonico. Bulbo duodenale e ginocch io sup. deforrr~ato. Nulla al digiuno , all'ileo. Stato ipertonico transitorio del colon, non marezzatura, non stasi. Coì eristografia: colecisti globosa, be11e visualizzata a contorni regolarj. Alla prova di Bronner no11 si svuota ma di1ninuisce cli ir1ten sità . ~on ombre da calcoli. Il sondaggio <luodenale, seguito dalla prova di Meltzer Lyon dà esito pre·ssochè normale ed il riflesso cistico è posi Livo. Bile A = densità 1010, bilinogeno + . Bile B (ben col orata, p er quanto forse un po' scarsa della norma)= den sità 1016, bilinog·eno + +. Microscopicamente si ritrovano numerosissime forme vegetative di giardia intestinale nel succo duodenale, alcune rarissime (4-5) nella bile A, ne-ssuna nella bile B. Esame coprologico: .for1ne ci ti cl1e di giardia i11t. in notevole cruantità . Anche in CfLiesto caso l 'even1ualità di t1na g-iardiasi duodenale era da porsi i11 pri1no piano, nonostante nell'anamnesi dell a nostra paziente risultasse la presenza di un illero, che quasi certan1ente doveva essere s lato anche completo, esSf!ndosi accompag·11ato a feci acoliche ed a iperpigmentazione delle urine. La durata abbas t anza lunga (circa 1 n1ese) di tale ittero poteva infalli beni ssimo ri Yegliare il sospetto di una for111a occlu ivo e quindi discutere l 'eyentualità di una colecistite calcolosa. n1a contro tale ipotesi a parte I ' ind agine radiografica e gli altri dati di labor atorio, sta ,·a il fat lo che mai prima d 'a llora la p . aveYa sofferlo alct1n disturbo a carico del fegat o, ia ch e anch e que to ittero
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era comparso senza essere stato preceduto o accompagnato dal più minimo attacco doloro·so in sede colecisti ca. Per tali considerazionj era quir1di più logico ritenere o ch e la p ., già sofferente di disturbi intostinal~ avesse sofferto di una comune epatite acuta intercorrente o che, esjstendo forse già nelJa paz. l 'jnfezione giardiasica, questa potesse essere stata la causa della ·sindrome itterica, essendo stata segnalata da alcuni autori anche la possibilità <li tale evenienza. 1-4-1935. Si 1niziano i lavaggi duodenali con lICl al 4 %a, previa sormninistrazione per os di solfato di magnesio al 20 '}~. 5-4-1935. Sono quasi del tutto sco1nparsi i dolori in corrispondenza della regione duodenale. Persiste dolore lungo il colon e qualche conato di vomi Lo dopo i pasti. E·same liq . duodenale: numerose forme veg. di giardia int. Esa1ne feci: non si notano presenza di giardia. 9-4-1935. La · p. riferisce dj sen tirsi migliorata. Mangia con appetito e non accusa più dolori. Non ha più vomito. L 'alvo è sempre diarroico (2-3 scariche al giorno). Esame liq. duoder1ale: si no la ancora qualche forma veg. di giardia . Esame feci: negativo. 11-4-1935. La p. ha fatto 5 lavaggi cluodenali. Non ha più dolori. Il fegato si palpa all'arcata i11dolente. NegatiYa la ricerca della giardia sia nel liquido duodenale che nelle feci .. La p. viene dimessa dalla Clinica il 25 aprile. ~cwo circa 1 mese torna a farsi 1·ivedere. Afferma éli non aver avuto mai più dolori, si lamenta però di avere ancora diarrea1 E·seguito un sondaggio. duodenale, non vi si ritrovano giardie, mentre nell e feci viene repertata qualche forn1a cistica. CASO III. - Gamb. Maria. Genitori viventi e s3ni. Lii Juadre ha avuto 7 gravi<ianze a termine, 11 on aborti. Quintogenita nata a termine, ha a vu lo a llattamento materno. Primi atti fisiologici r1ormali; mestruò a 13 a. ed i corsi mensili furono it.1 seguito sempre regoiari fino all'età di 20 anni, epoca in cui divennero scarsi·ssimi e dolorosi. Non ricorda di aver sofferto i comuni esantemi infant1li; a 5 anni ebbe tonsillite, a 7 a. influenza. La paz. afferma di aver poi goduto sempre ottima salute fino ad 1 anr10 e mezzo fa, quando cominciò a notare facile ·stanchezza, cefalea, anoressia e qualche lieve rialzo termico. Oltre a ciò l 'alvo div~nne diarroico (2-3 scariche al g iorno) ed inoltre, specie dopo i pasti, la p. avvertiva lieve dolore in corrispondenza dell'epigastrio, accompagnato da conati di vomito. Sottopostasi a visita rr1edica, le fu consigliato di praticare la radiografia del torace, che riuscì ne5ativa. In tali condizioni la p. è rimasta fino al rlicembre u. s., quando cominciò a notare che il dolore, oltr-3 che all 'epig·astrio si diffondeva anche un po ' verso l 'ipocoi1drio destro, se11za però presen lare particolari irradiazioni. Tale dolore insorgeva a volte a digiuno a volte dopo i pa·sti, ac· compagnato a forte senso di nausea, senza però subire modificazioni co11 1'ingestione dei cibi. La paz. dice inoltre che spesso aveva anche vomito, più che altro acquoso, dopodichè il dolore sembrava attenuarsi. Le ~rono consigliate cure alcaline e dieta opportuna, ma non avendo tratto
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alcun giovamento, la p. clecisa di ricoYerarsi in os1ledale. E1itra in Clinic,a il 7-1-1935. ~. O. Tendenza alla brachitipia. Cute e mucose pallide. Nulla da rilevare rl 'importante a carico del capo, del collo e del torace . Azione cardiaca ritmica, regolare. Ad~o~e ~i ~olume normale, indole11te nei quadranti ~nfer1 or.1. La palpazione provoca inYece vivo dolore 1n corrispondenza della regione piloro-duodenale. Fegato modicamente ingrandito debordando un dito da1l 'arcata co·stale di co~sistenza normale, lievemente dolente. Milz~ nei limiti. Ricer che eseguite: Es . urine: negativo; Es. san~~e: Glob. rossi 3.510.000; HB. 70; Glob. biar1chi 5600; V . ~· 0,99. Formula leucocitaria: granulociti neut~ofili 61, eos. 4, bas. O, mor1ociti 4, linfociti 31. Pressione 31rteriosa al Riva-Rocri: l\tix. 125, Mn. 72. Colesterinemia: 1,68 %a. R. ~· : negativa; Sierodiagnosi: tifo, par., mel. : n egative. Esame succo gastrico: A cligiuno: Reaz. acida; HCl 0,40 %n; A. T. 0,96 %o; Hb. ass.; Ac. lat. as·s. Dopo istamina : Reaz. acida; HCl 0,98 %a; A. T. 1,30 %o; Hb. ass.; Ac. lal. ass. Esame radiologico apparato digere11te: Stomaco ad uncino leggermente aun1entato di tono, non mostra alterazioni morfoìogiche; peristalsi lobante su 11 'inizio poi regolare. Piloro pervio e n1edianizzato. Bulbo duodenale p11re medianizzato tra la II e la III lombare, n1ostra legg. spastica la II porzione. Lieve dolore alla palpaziorte della reg. gastro-duodenale. Svuotan1ento gastrico regolare. . Nulla al tenu'3; cieco ed appei1d ice bene mobili, indolenti. Colon normale con gas agli angoli e ·svuotamento piuttosto rapido. Colecistografia : Normale rie111pi1nenlo della cole.cisti che appare lunga, ptosica, bene spostabile, bene cor1trattile alla prova di Bronner. Non si osservano impagini riferibili a calcoli. Sondagg·io cluodenale, seg11i to dalla prova di ~feltzer ·L yon : Bile A = densità 1016, ])ilinogeno + + . Bile B = tJensi tà 1020, hilin0ge110 + + +. Negativa la ricerca della g·iardia sia nella ])ile A che nella bile B, n1entre numerosissime forme vege tative si ritrova110 nel liquido duodenale. Esame coprologico: noteYole qua11tità di forme cistiche di giardia int. La ·sintomatolog·ia accusata dalla p. era si può dire quasi esclusiYa1ne11te gastrica, quindi allontanata la JJr obabilità di una coleci$tite, non rirrianeva che accertare l 'i1)otesi più logica e cioè se fosse o non presente una lesio11e ulcerosa gastrica ~ duoder1ale. Analizzando tuttaYia particolarmente i di _turbi della p. si notava come in realtà, oltre a mancare una spiccata sintomatologia ipercloridrica, anche il ritmo del dolore non era tale quale nell'ulcera g·astrica e duodenale si ha, non presentando e-sso nè veri rapporti con i pasti, nè essendo mai influenzato dall'introduzione dei cibi stessi. D 'altra parte anch e le cure medican1entose seguite e l 'osservanza di un regime c1ieletico adatto non avevano arrecato mai alcun miglioramento, infi11e radiologicamente era possibjle esclt1dere la presenza di un ·u lcera sia gastrica che duodenale. Si Yenne pertanto anche in questo ca·so alla convinzione ~he le modifcazioni radiologiche riscontrate a carico del duode110 fossero cla attribuire alla presenza <lella giardia riscontrata i1el succo duodenale stes-
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SEZIONE
so, e quindi la paz. fu sottoposta a. trattamento dci lavaggi duod e11ali come per gli altri casi (J 5-1-1935). 19-1-1935. Da ieri la p. dice di essere notevolmente migliorata per quanto riguarda la nausea ed il vomito. Persiste il ctolore in corrisponde11za del) 'epigastrio, mentre è scomparsa la dolenzia epat jca.
Es. liq. duodenale : si ritrovano forme veg. di giardia in discrela quantità. Es. : feci: presenza di forme cistiche di giardia. 21-1-1935. Anche i dolori nella regione epigas lrica sono scomptlrsi. 11 fegato indolente si palpa solo nelle profonde inspirazioni. L'alvo è appena diarroico (1-2 scariche). Es. liq. duodenale: si nota qualche rarissima forma veg. di giardia. E·s. feci: discreta quantità di forme cistiche di giardia. 31-1-1935. La p. dice di sentirsi notevolmente migliorata nelle condizioni generali e non si lamenta più di alcun dolore. Ha ancora modica cefalea e qualche rialzo termico (37°-37° ,2). Es. Jiq. duodenale: negativa la ricerca della giardia. Es. feci: qualche rara forma distica di giardia. 27-1-1935. Le conclizioni della paziente sono ottime. 'Negativa ia ricerca della giardia sia nel liquido duodenale che nelle feci. ~ La paziente viene dimessa ai primi di febbraio con la raccomandazione di tornare a farsi rivedere dopo qualche tempo. Essendo però di fuori Roma, e non potendo sobbarcarsi alle spese di viaggio. ha continuato ad i.nform~re per let~era fino a 3 mesi dopo che era stata dimes·sa., .ass~cu: rando di trovarsi sempre in buone cond1z1on1 d1 salu Le.
L'aver avuto occasione di riunire in tempo relativamente b,r eve . queste tre osservazioni. di giardiasi duodenale, sta senza dubbio a dimotrare da un lato come tale entità clinica possa riscontrarsi n ella pratica assai più frequentemente forse di quanto a prima vista non possa sembrare e dall 'altro come la parassitologia possa riuscire in realtà di valido aiuto alla clinica stessa. ~ not.o infatti , pur senza entrare in eccessive argomentazioni ch e d 'altra parte esulerebbero dall'indole d el lavoro, come molte visceriti e peri.visceriti manchino ancora di una spiegazione patogenetica soddisfacente, tanto rhe. non si è esitato a chiamare essenziali alc11ne perivisceriti ad eziologia sconosci11ta, che esi·· stono ·cioè senza che a base del processo norL è o non è p,i ù riconoscibile un 'affez ione pri. mar1a. Vero è però che anche Zagarese, n el suo Tnagnifico libro, giustamente si oppone a tale concetto, sostenendo che le perivisceriti essenziali non esistono e ch e anzi tale capitolo, come del resto tutto ciò che in medicina è di esse11ziale, deve essere assolutan1ente soppres-
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PRATICA
so o meglio indicato come a eziologia e patogene~i tutt 'ora ignote. Ora accertata la patogenicità d ella Giardia intestinalis e la relativa frequenza con cui questo flagellato può ritrovarsi nell 'organismo u1nano, in realtà c'è da domandarsi se la diagnosi di duodenite da Giardia vada tenuta presente in tutti quei casi in cui si deb,b a chiarire la natura di una viscerite o periviscerite , o per lo meno se, prima di escluderla, sia bene accertarsi a mezzo del sondaggio duodenale, ch e c1uesto parassita non sia in causa. A parte infatti che qualche caso potreboo forse venire ad avere una spiegazione più esatta , abbiamo visto anche come, con criteri curativi diretti, si possono portare questi pazienti alla liberazione della Giardia e quindi al ritorno delle condizioni normali. RIASSUNTO. Gli AA. dop·o aver passato in rassegna la letteratura sulla Giardia inteistinalis e riferite le opinioni dei vari AA. sulla sua patog·enicità, riportano tre casi di giardiasi duodenale capitati alla loro osservazione e curati con irrigazioni duodenali di acido cloridrico officinalis a l 4 %o previa somministrazione per os di solfato di magnesio , da praticarsi in un numero piuttosto ragguardevole e a giorni alterni. Sia per la tolleranza da parte degli infermi che per i risultati ottenuti , gli AA. propongono tale metodo di cura come da largamente sperimentarsi. BIBLIOGRAFIA. GRASSI B. Enterocolite con parassvti. Nota Prev. Gazz. Med. Ital. Lomb. , 1879, 39, 286. In. Di un nuovo parassita dell'uomo: Megastoma entericum. Gaz. Ospedali, 1881 , 2, 577. ~RASSI B. e .SCHEwIAKOFF. Beitrag zur Kenntniss des Megastoma en.lericum. Zeit. f. "vis. Zool ., 1888, XLVI, 143. PERRONCITO E. Lamblia intestinalis nell'uomo e nei topi. Ann. R . Ace. Agr., Torino, 1902, 45. CASTELLANI A. Diarrlioea fron1 flagellat e.s. Britj·~I1 Med. Journ ., 1905, 14. ~ifELLO LF.ITAO. Flag ellate d)·sentery in chindrert. Brit. J ourn. chiid . dis., 1913, 10. WooncocK e PENFOLD. Futher Noles on P r otozoan lnfection occurring ecc. Rriti sh Med . Journ., 1916, 3, 18. FANTHAM e PoRTER. The Pathogenicity of giardia intestinalis to men an d experimental animals. Brit. med. J ourn ., 1916, 139. SANGIORGI G. Lamblie e spironemocee nell'intestino de ll 1 uonio. Pathologica, 1966. CASTELLANI A. Notes on trop. dis. m et wit11 in the Balc. ecc. Jour Tro. Med. e Hyg, 1917. l\IAc NEIL H. L , A new n1ethod of tre.ating flagel. injec. Southern ~fed. J our ., 1917, 10.
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« IL POLfCLlNICO ))
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NOTE
E
CLINICA PROF.
CONTRIBUTI
s.
GAVAZZENI - BERGAMO
La funzionalità esocrina del pancreas nelle cardiopatie scompensate. Prof.
MAURO GAVAZZENI.
Il comportamento della funzionalità esocrina del pancreas è stato studi'ato in svaria ti ssi me condizioni morbose da parte di molti Autori; da quanto mi risulta però, l'ind·agine no11 è stata co111dotta in casi di cardiopatie gr.avi con stasi oronica. Ho ritenuto perciò r1on privo di interesse uno studio diretto i11 questo senso, data l'esistenza, ben nota, di ali erazioni e l'insorgenza di processi in durati vi a cari'co del pancreas, analogamente a quanto avviene in altri organi - nel fegato in particolar misura - in seguito alla stasi cronica. Al fine di una più esatta valutazione del f e1to·m eno ho ritenuto opport,u no st'µdiare il comportamento delle funzio nalità esocrine del pancreas in soggetti co·n scon1penso cardiaco durante lo scon1penso stesso e successivamente, nella fase di compenso; e ciò al fin·e di ()Sservare se e fino a .qual punto la stasi venosa, passiva, fosse capace di influire, di per se sola, sulla funzionalità ·d ell'organo. A rivolgere l'attenzione e ad eseguire le indagini su pazienti scompensati fui indotto anche dal fatto che numerose ricerche condotte su &oggetti affetti da cardiopatie non mai ~compensatesi e in buone o discrete condizio1ti di fun.zionalità cardiaca mi ·permisero ottenere - col metodo seguito pure nelle ricerche in parola - risultati tali da ritenere che in simili condizioni morb ose la funzionalità esocrina d.al pancreas è da rif,e nersi, per quanto consent,e la sensibilità del metodo, normale. Per quanto riguarda la funzione endocrina del pa11creas non furono eseguite ricerche particolari: esistono a questo proposito indagini recenti di Casanova, il quale osservò in cardiopatici scompensati modificazioni delle cur·ve glicemiche durante la prova di carico con gluc.osio, modificazioni che si attenuano col migliorare delle condizioni del circolo e che, secondo il Casanova stesso, sono solo secondariamente da attrib1u ire alle condizioni di funzionalità del pancreas. Le ricerche sono state eseguite su pazienti degenti in questa Clinica: sono naturalmente stati esclusi tutti quei casi in cui un'eventqale deficente od alterata funzionalità pancreatica pote6se venire attribuita ad altre cause, oltrechè allo scompenso di cuore. Ad ogni soggetto venne eseguita una determinazione all'ingresso in Cli1
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SEZIONE PRATICA
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.nica, durante la fase di scompenso e prima di ticl1e ed in condizi'oni morbose particolari, .qualsiasi trattamento tera p•e utico; una seconda qua li non è qui il caso di ricordare. E c·h e alle indagi11e venne eseguita a compenso rag- lesioni anato·micl1e sia di ricondurr·e 1'ipogiunto. funziune panc.r eatica, più che alla sta.si sanIl metodo seguito fu 1quehlo di de/termiguigna di per siè, si deve pensare se si tien nare il potere d.iastasico seco·n do le mo·dificaconto dei valori osservati dopo aver riconzioni da Bettoni app·oir tate al metodo di .Woldot~<? i pazienti in co11dizioni di compenso. ;g·e1i:ihut : queste metodo si è dimostrato p·a r(Juesto fu di un 'grado notevolissimo in tre dei ticolarmente sensibile od attendibile. quattro casi presi in istudio: orbene in tutti L'esistenza di alterazioni a carico d ell'appa- i tre e.a si si sono osservati valori di unità dia-. rato dig·erente e del fegato negli scompensatj st.asiche p ress.ochè uguali a quelli ottenuti du<]i cuore p uò facilmente indurre di per sè va- . rante lo sco1r1pen.so. riazio11i a carico di alcuni di quei· dati cui iit Si può quindi ritenere c·h e nelle cardiorpiage.r1ere si ricorre per Io studio della funzio·n atie scompensate la funzionalità esocrina d el lità pancreatica (cre·a torrea, steatorrea, dosagpancreas è no·r male o solo Jievemein te ridotta: ..gio pei grassi nelle feci, ecc.). Si ·è perciò riqualora si ottenga un comp·e nso cardiaco buo~ tenuto opportuno ricorrere solamente allo no, la funzi onalità panc,reatica ridiviene norstudi o del potere diastasic,o: il do1sag·gio di male, mentre si mantiene· ridotta solamente questo è stato es,e guito . nelle fe·c i e nelle uriquando la stasi cronica ha r1erdurato tanto a 11 e e nel siero di. sangue. Ai valori di quest'ul111ngo da dar luogo a lesioni anatomiche vere ti1no si è data particolare imp.o rtain za, data e propri·e (induramento) a carico del tes.suto la facilità e la frequenza di alterazioni a ca- ghiandolare pancreatico. rico della diuresi e dell'alvo . RIASSUNTO . Per brevità vengono omessi tutti i dati anaJitJci ottenuti nei soggetti in esame. I casi L'A. ha studiato il compoTtament:o della studiati furono con1plessivamente 11 : di quefu11zionalità esocrina del pancreas (amilasi) in sti alcuni (quattro) erano già stati in scomsog·getti in scompenso cardiaco: ha osservato penso di cuore. In tutti i pazienti lo scomuna funzionalità no1,miale o solo lievemeinte ripenso cardiaco era di grado molto marcato e clotta. Col migliorare delle condizìoni di cirn1a11ifesto. colo la funzionalità pancreatica si è manteCome si ·è già accentuato in tali· pazienti nuta ridotta solo in quei casi in cui il perducori grande costanza si h.a nno variazio·n i riel rare della stasi aveva dato luogo a lesioni anacon1porta1nento della diuresi e dell'alvo: il tomiche a carico del pancreas. che spiega facilmente i valori talora un po' discorrlanti osservati a carico del potere diaBIBLIOGRAFIA. stasicc1 delle feci e delle urine: si è tenuto conto particolarrnente dei valori di Unità diaCASANOVA . Cuore· e Circol., 1934, pag. 3. stasicl1e del siero di sangue. ()rlJe ne nella miag- GAsBARRINI. Relaz. 1Congresso Med. Int., 1931. gioran.za dei casi si sono osservati nel periodo SoTGiu. Problema alimentare, 1932, pag. 5. I. Diagn. e tecn. Laborat. , 1931, pag. 90 di scompenso, complessivamente valori dia- BETTON SrsTo. Medicina Interna, vol.. II, pag. 64. Ed. stasici tali da ritenere la funzionalità pancreaMin. Med., Torino, 1931. tica pressoohè immodificata : solo talora ur1a certa te11deir1za ad una riduzione, per altro Rammentiamo l'Importante pubbllc~'lo,ne: sernpre inodica. Natu·r almente in questi casi oott. ANTONIO SEBASTIA.NJ Medico aiuto negli Ospedali di Roma le cifre di unità diastasiche osservate a comri en~0 raggil1nto non si $postarono in quei casi I disturbi del ritmo cardiaco in clii erano normali e si innalzarono i11 gePrefamone del prof. Ciuseppe Bastianelli. • ti.ere fino ai valori quali di norma in tutti E61><me in modo Qhiaro e semplice l'argomento in apparenza oosl comp•l esso delle arit;mie. Il ~nuale che quelli in cui era stato constatato una lieve ri1
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duz~on e.
U11 abbassamento, per altro sempre no11 • • i11olto spiccato, ·è stato osservato l'nvece in quei casi in cui la stasi cronica perdurando da n1olto tempo, aveva deterr11inato lesioni anatomic.he e pro·c essi indur.ativi a carico del \e,ssuto pancreatico. Si è sempre stati però beJ1 )unbcri dall :osservare clfre molto ridotte , quali \·jen e dalo di riscontrare in affezioni pancrea-
è dedicato essenzialmente al medico ~rat1co, ~ oorre: dato da numeirooi e ·ruitidti elettrooard1ogramm1 (tutti oasi oaservati per·s onia.lmente dall'A.), specialmen~ aJl~ <Joopo di far i'Dteindere meglio in c~~ cosa ~~siete il disturbo· vi sono rif·e rite le vedute piu recenti nguard~ alla patogenesi: ed ogni ca;pitolo ~ chiu~ dai u dati eh· nici » .ohe si raferisoono allo speroale dIBturbo tra ttat o Volume di pagg. VIII-144, con 73 figure nel testo. Prezzo L. 1 8, più le s;pese postali di s p~dizione . Per gli abbonati al « Policlinico •> sole L. 1 5, 5 O fran co di iporto in Italia. Per l'Estero L. 1 7.
Inviare Vaglia all 'editore LUIGI POZZI, Via Sistina 14, ROMA.
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« IL POLICLl NI CO »
SUNTI E RASSEGN·E.. -
RICA1VIBIO . Gotta. Allergia. Uricemia. tr'. CosTE e A. GR1CAUT. i1ovemb-re 1935).
Presse Médicale , 6
Se « gli D ei soli conoscono la causa d'ell'a yc.tta » g li ·è perchè essi hanno r~se rvato all '·u o1no I '·esclusività di questa m alattia, dotanclolo di fronte all ' acido urico di un cornportan1ento speciale cl1e non ha l 'equivalente in altri anin1ali. In effetti tutti i n1.ammiferi, su l,•o l 'uomo, trasforn1ano m ediar1 te un ferr11ento, I '.a cido urico in alla11toina . Vi cever sa Il Eigli u ccelli l 'acido urico cos tituisce il prodotto t·ern1inale del ricambio azotato, con1 e lo è I 'urea n ell 'uon10 , ma essi 11on conoscon o la go tta . Nell ' irr1possibilità di produrre sperin1entaln1 e11Le n egli animali la gotta e di osservarla con1e manifestazione sp·o11tanea, lo studio clella malattia d eve limitarsi a quel che può es ·er e offerto dalla clinica. Da lun go tempo è stato riconosc iuto che ]a materia peccaìtS d ella gotta è 1'acido urico, co111e è comprovato dall 'accun1ulo di tale so lanza nei tofi . Si notò d 'altra parte che i gottosi , quantunque sovraccarichi di acido u rj co, n e ·en1etLon o con le urine in quantità normali ·e d anche subnormali. Ed allora si impose la conclusion e : la gotta ·è dovuta alla ritenzione d ell 'acido urico e d i u oi a cciden t i all a precipitazione di questo corpo , c ioè è un a n1ala ttia cc precipitante n ch e si spiega con la sopra aturazione d ei t essuti in urati. n1a quest a t eoria n ell 'ultimo ventennio ha perduto terreno. Si è obbiettato ch e molti got· tosi non son o iperuricemic i, cl1e le articolazioni colpite da lesioni gottose sp esso non cont en gon o urati , cl1e il liquido d ell ' idrartrosi gottosa a cuta di solito n on contiene a cido 11rico in quantità n1aggiore d el san gu e. D 'altra parte si ,è rilevato ch e il tofo st esso inizialm ·eute non è cl1e un nodulo n ecroti co d el tessuto connettivo, ch e secondariam ente s'infiltra di acido urico o di altre sostan ze com e la colesterin a o il cal cio. Si è costatato, d 'altra parte, c h e ai gottosi si i1uò iniettare l'urato di sodio sen za provocare I '.accesso. Infine il dosaggio sis ten1atico d e]} 'acido urico h a dimostr ato la banalità dell 'iperuricenLia. Qu·esta non è una condizion e s11eciale d ella gotta , e p u ò incontrarsi in vari altri stati n1orbosi; com e n ella i1 efri te, n ella leu ceni 1•a, ecc. Tutto insomwa induce a rite ner e ch e l 'acCL1 111 ulo di acido urico da solo n on è s uffic iente a piegare la gotta e ch e a scat enare l'accesso ron corra qualch e altro fattore. Si è pensato al1'al Jergia. 4
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In effetti alcuni fat i.i si accordano con I 'origi11e allergica della gotta. Così dal punto di vista clinico si è notato: la comparsa b-rutaie, esplosiva, la natura congestizia dell 'accesso , la sua r egr·e ssione senza lasciare traccie, la sua co1nparsa dopo I 'uso di determ~ati cib~ o be':'ande, ~a frequente prese11za d1 un.a piccola insufficienza epatica, la frequenza d1 anteoedenti p erso11ali o familiari di reumatisn10 articolare acuto (affezione sup})OSta allergica). Dal punto di visLa sperimentale si è rilevato Io scatena1t1e11to de ll 'a ccesso a seguito di iniezioni di alcune sostanze (ad esemr>io di liquido pleurico d ello stesso infern10), la reazione ]>Ositiva di alcuni gottosi al vino di Borgogna. f{e centerr1enle Gudzent m ediante l 'intrader1nor eazione l1a constatato che i r·e umatici ed i gcttosi sono sp esso sens ibi)izza ti verso una o più proteir1e alimentari, Ja c11i soppressione nei pasti dà fe]i ci risultati tera1)e utici. D'altra parte va rilevato il fa tto g ià ricordato c h e la lesior1e iniziale d el lofo è una necro i fibrinoide d el tessuto connettivo con r eazione cellular e satellite , ossia una l esione n1olto simile a quelle d ella r eazion·e iper ergica . Ma questi fatti sono troppo scarsi p er ch è si possa senz 'altro ammettere un 'origine esclusivam,e nte aller g ica d ella gotta. Sta di fatto ch e g li accessi si provoca no spesso senza alcuna cau sa d eterminabil e, ch e t.al,10Jta l 'a ccesso è d eterminato d.a un raffreddan1ento, da un dis1urbo circolatorio locale , o da un 'emozione violenta, fatti per i quali I ' e]ern ento allergico è discutibile o m olto indiret to , e infine n ei fatti ritenuti come provocati dall 'allergia alimentare si è potuto trattare di un 'intossicazione altera11te la funzione epatica e quindi non di un fatto sc hi ettan1 ente allergico. Bisogna a gg·iunger e cl1e l e prove di PrausnitzI\.ustner non sono state fatt e o per lo m eno r1on sono state fatte su larga scala in modo da da re risultati convinoenti , ch e n on si è an cora riusciti a isolare dalle urine dei gottosi una sos1anza d 'Oriel atti va , e che i11fin e I 'autoemoterapia e 1'autosierotera1)ia hanno dato risultati terapeutici nulli . Poichè la t eoria urj ca e la t eorj a allergica da sole non sono st1Ilici·enti a spiegar e I 'accesso gottoso e i)oicl1è d 'altra parle esse hanno in l oro favore dati di fatto incontestabili , convie11e p ensare ch e forse amb-0 i fattori (l ' urico e l'allergico) con corrano si111ultaneam ente a scat er1are l'accid·e nte. Al riguardo si può avanzare l 'ipotesi ch e i clue fatti coincidono sen1plicerr1 ente, senza dipendere l'uno cl.a ll'altro. Il gottoso sar ebbe un ir>erurice n1ico sen sibilizzato .ver so antigeni di-ver si : so tto 1'influenza dell 'iperuri cen1ia g li acc identi aller g ici prenderebbero un a petto particolare. La gotta sarebbe un 'a)J er g ia modifi cata rlall 'iperuri cernia . O anche, e for e con p iù fondatezza, i può Jlen sar e ad un 'interdipen den za d ell 'allergia e d ell ' uricem ia gottosa. 1
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Per be11e cor111:·r endere. questa interdipe11de11za bisog11a precisar e a lc uni con cetti sul fatto ritenuto essenziale n ell a gotta , la ritenzione di acid o urico. Ques to elem·e11to in alcuni ·è attribuito a ll 'impern1eabilità renale (teoria r enale della gotta), da altri ad ur1 'eccessiva affinità clei tessuti per l'acido urico (uratoistechia di (-iudzent), e da a ltri i11fine a l dif·etto nelle urine di sosta11ze necessarie alla solubilizzazio11e dell 'acido urico (teoria urinaria). ~1a, con1e si è accennato, l 'a ccumulo dell 'acido urico n el} 'or ganismo prin1a , durante e do1)() l 'accesso gottoso non è un fatto costante, anzi in i11olti casi è stato con statato perfettam e11te l 'ir1verso. Q uel che se111b,r a invece accer tato è la capacità d ell 'organismo a p reparare in eccesso l'acido urico, una condizione p er la quale l 'organisn10 è capace di preparare dai rorpi azotati o t ernari per sin tesi le basi p·uriuric:he. Nel gottoso si avrebb e insomma un 'iJ)erproduzio11e di basi puriurich e a spese delle albumine a lin1entari o endogene. E l 'accesso S[trebb·e provocato da una sovraccarica locale, tos ica, o sen ,ibilizzante a n1ezzo di tutte qu elle sostanze cl1e detern1inano l 'accesso: l 'a cido ur ico per sò st esso n on sarebbe nè irritante per i t essuti, n è se11 ibilizzante, n on sar eb·b e ch e un I'rodotto i11orto del} 'accesso, il risultato di una dislrib·u zione l)rutale di quest·e g r osse n1olecole noc ive provoca te da un 'influen za che agisce $U un t en ·itorio l)r eparato. DR. 1
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Sui rapporti fra la patologia del ricambio dell'acido ossalico e le malattie articolari eroniche. (S.
BA T 'r 1s·r1N1,
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SEZIONE PRATICA
Q uAGLIA,
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PlOBECCHI.
Ar-
chivio per le Scienze Me,di cJie, lug lio 1935). u nun1erosi casi di poliartrite cronica priJllitiva, poliartrite croni ca primitiva di orig inr- infelli, a, postumi di reun1alismo articolare ac uto , a1 lrosi , poliartrite uratica, algie, g li A.Ai.. h anno p r a tica to il do aggio d·e11 'os ale111ia risconlra11do u11 reperto frequente di ipero&sal emia, in p er centuali poco differenti Il ei vari gruppi presi in considerazio11e. Ciò sta a di111ostrare ch e tale dato non è sufficiente ad ilJuminar e n ei sin goli casi n -el suo signifi cato patogenetico, i1è è cap ace di conferire una i111pronta clinica particolare al decor so d ella affczion·e articolare. L 'iperossalemia viene ad a ~ umer e così l 'aspetto mod·esto di un sem p lice r e11er to collaterale , qua i occasionale. La genesi ùelle frequenti iperos alemie nel corso d elle poliartriti cronicl1e primitive costituisce uno dej capi toli più controversi d ell a patologia articolare ed ha perciò richiamato l 'a tt~nzione d,egli AA. Essi h anno voluto ricer care se in una parte aln1eno d ei loro p11. fo sse dato di riscontrare un r iesacerbarsi della intor11at0Jogia articoìare in se,g uito a]]a somminis trazione di so tan ze os ... a lofore , i11a lt> loro esperien ze l1anno dato r isu ltati n ega1
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tivi o r1uasi. Ilanno i}er ciò rite11uto 11ecess.ario orientarsi diver samente riel le loro ricer ch e e ·i sono dal i a studiare le a1101).1n i ie del ri cambi e idrocarbonato n elle n1ala Ltie articolari cr onicl1e in gen er e e i1elle poliartriti primitive in specie. 1'ali ano111alie consistono (PambeTton) in un frequente au111ento cli inodico gra ... d 1) della g licem ia a digiuno e i11 un ritardo nel ritor110 al nor111ale della cur,,a g licemica dopo caric:o. . I n o ' tri AA. h an110 praticato alcune curve glicoossalemich e ed in 1O casi u 18 11ann o notato ch e la curva ossale1nica egu endo di pari passo qu·ella glicemica s ubi va un note' ole e protratto innalzan1ento, fatto questo di 11 ot evole importanza. Un fenom eno da prender&i in considerazione è la presen za di acido o alico n el liquido dei ver san1c11ti articolari ch e può ricontrarsi , anch e i11 quantità tutt 'alt ro che Lrascurabili , n el cor o di artr opati e di varia natura. Dalle loro ricerch e, p er qua11to sull 'ar go T11ento 1nolto ancora ci sia da fare, gli 1-\.A. i e11to110 .a utorizzati a trarre al c11ne im1Jortan I i deduzioni : 1) Non è possibile differenziare ur1a for1na particolare di cc re111natism o ossalico n ba~ sando i esclusivamente sul r eperto di una ipero salen1ia ; 2) Nulla autorjzza finora a con s id er ar e l 'acido ossalico come ]a causa prin1a di talun e le ioni articolari; 3 L 'i J)er ossalcn1ia in sin1 i li circo ·i,a11ze Ya p·i11Ltosto interpretata ron1e un fenor11eno econdario l ega Lo alle compie se anon1alie d el ricamb·i o ch e si .a ccomp.agnano alle artropia tie cro11icl1ce. J\ esta a rl o111andarsi se l'accumulo di ac ido Of'$n.lico n el an gu e di questi PIL, sia la cau sa di tal uni sinton1i caratteri tici di quesLe 1nala t tie. ~1a g li AA. deliberata1n e11te n o11 si occu1Jano di questo argornento difiic il e , ch e rit engono per ora insolubile. Accen11ano i11vece ai raffronti fra calcemia ed o f;a]en1 ia cl1e r eputa110 d egni di ulteriori studi , "'ott o il n tlovo p11nto di "-i ta d ello stato di io11izzazion e d el calcio e della fi ssazione di e so da parte dell 'acido ossalico. V1 c ENTI r. 1 )
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MILZA . Sul significato diagnostico della tuniet·azione splenica. (E.
S c 11LIEPHAKE.
lll ediiz. Welt , 11 n1agg. 193'5).
La partecipa.tione della milza a tutta una serie d i lJ>rocessi n1orbosi di natura la più cli ver sa costituisce uno dei dati più noti al cl i11ico. ~fa olo di recente a cquisizione so110 alcuni fen on1eni fi siopatologici ch e ci n1etto110 in grado di stabilire la r elazione ch e int ercorre fra le a ]ter azioni patologich e e la r eazione ~pl en i ca. ;:j
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« JL POLICLINICO »
reazione che a noi, nella n1aggior parte dei casi, vie11e rivelata dal tumore splenico costatato colla sen1plice palpazione. Quindi, prin1a di enumerare le varie co11dizioni nelle quali si avvera la splenomegalia l ' A. fa cenno delle· relazioni funzionali che legano la milza ai processi morbosi svolgentisi nel1:organismo umano. Osservazioni recenti di Asher, Schliephake ed altri dimostrano ch e alla n1ilza spetta l 'importanza di un organo di regolazione umorale, i egolazione che ha luogo però solo n ello squi-. librio patol ogico. Esisterebil}e un increto sp lenico destinato a mantenere l 'e1quilibrio ionico e colloidale del sangue ed a mantenerne costante il tasso colesterinico. Tale increto è stato denominato « Prosplene »; l 'esistenza di es&o fa inserire la milza fra gli organi del sistema endocrino; si spiegh erebbe cosi la non rara tl1mefazione s·p lenica nel morbo di Basedow, la con1i1artecipazione di essa in alcune malattie del ricambio o da caren za come p. es. la rachitide. So110 di dominio comune le nozioni riguardanti i legami fra la milza e il siste.m a emo·poietico; a parte le funzioni della milza quale organo reticolo-endoteliale (e quindi funzioni di filtro, di fagocitosi ecc.) di grande importanza sono le azioni splenich e a distanza; ~ra queste va ricordata l'influenza sulla maturazione e specie sulla ·denucleazione delle emazie: difatti le ricerche di Hirschfeld, Schilling ed altri dimostrano come dopo la splenectomia gli eritrociti circolanti frequentemente presentano i corpi di Jolly ed altri residui nucleari. V'è indubbiamente anche un influsso dello splene sulla leucopoiesi midollare, come .è stato costatato da IF ranck e Asher. L'importanza della milza nell' emolisi viene suffi cientemente fon·d ata sulle nozioni clinich e sull 'ittero emolitico. Per quel ch e riguarda il rapp·o rto milzatrom•b,o citi , vanno ricordate le ricerche di Schliepha ke e Haenlein, secondo le quali l 'estratto splenico favorisce la piastrinopoiesi e con essa anche la coagulazione del sangue. Infine, ·è banale la nozione ohe la milza stessa costituisce anche una ghiandola linfatica gigante, partecipa quindi direttamente alla linfopoiesi. Non fa cciamo che ricordare l 'importanza della milza nei processi di immunità; sembra ch e il prosplene abbia .a nche la proprietà di stimolare direttamente la fagocito si dei polimorfon11c~eati. E finalmente n ella costatazione del tun1ore splenico si terranno anche presenti le intime correlazioni del sistema epato-lienale e la poss:bilità che una splenomegalia può essere i.mulata da alterazioni di uno degli organi ~ · 1 -- pleura, il diafran1ma, lo ston1a "'oda del pancrea , ecc. rassegna di tutte le contingenze manifesta il tumore splenico, 1
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come è stata presentala dall 'A. riporteremo qui solo i dati più salienti. Così, nella grande serie delle splenomegalie infettive è da ricordare come nella grippe il tumore splenico è molto più precoce che nella febbre tifoidea; nei quadri settici questo può essere talmente molle da sfuggire ali' osservazione e può variare a seconda i giorni in rapporto a minore o maggiore ripienezza di sangue. È degno di nota che la tumefazione della milza 'PUÒ verificarsi anche nei processi settici localizzati, dei quali dimostra però la tendenza alla generalizzazion e; la sua evidenza insieme a rialzi febbrili deve spesso indurre a 2ensare alla possibilità di un focolaio infettivo iatente. Si noti che anche la vaccinazione antitifica può provocare aumento della milza; questo può verificarsi pure nella tubercolosi miliare, nel linfogranuloma inguin ale, n ella colite ulcerosa (mentre manca di solito nella dissenteria). Nella lue la splenomegalia spicca specialmente n elle forme congenite dei neonati, manca spesso però nella lue congenita tarda. Non ci soffermiamo naturalmente sulle splenomegalie da malaria, melitense, kala-azar ecc. e da quella dell 'endocardite lenta, troppo note p:er essere rievocate. Lo st esso dicasi delle splenomegalie che si verificano n elle malattie del sist. emopoietico. È noto come il tumore splenico è molto più rilevante e J?recoce nelle mielosi leucemiche ch e non n elle linfadenie, e può costituire il primo sintomia delle mielosi aleucemic.he. Nelle anemie emolitiche la anamnesi familiare, il cranio a torre, e finalmente l 'esame del sangue insieme all'esistenza di un tumore duro della n1ilza costittP,ra11no gli elementi preziosi della diagnosi. Nell'anemia perniciosa la sp.J.enon1egalia ·è spodogena come lo è nell 'emoglobinuria parossistica e nell 'ematoporfinuria. Il tumore molle .d ella milza si osserva nelle diatesi emorragich e. Anche nella clorosi esso può essere riscontrato . È nota l'esistenza della varietà splenomegalica della policitemia. Per le malattie del sistema linfatico il tun10re splenico può talora costituire un sinton1a precoce del linfosarcoma e del linfogranuloma; esso però n on è costante; nell'ultimo caso è di consistenza dura; del ricco corteo delle forme cliniche della linfogranulomatosi accenniamo alle forme leucopenich e nelle quali si osservano anche alterazioni tossiche dei granulociti ch e presentano nuclei tozzi poco colorabili. Tipiche sono le splenomegalie delle reticoloendotel.iopatie quali il morbo di Gaucher e di Neumann-Pick, dove l'esam e del sangue o meglio la puntura splenica forniranno la chiave della diagnosi. E finalmente nell'ambito delle malattie epato-lienali va ricordato anzitutto il morbo di Banti con' i suoi tre stadi caratteristici. Si ricordi che anche nell'ittero semplice vi può essere splenomegalia, la quale invece manca nel-
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l'atrofia ·acuta del fegato. Modificazioni r api de nel volume della milza si hanno n ella tron1bosi della porta e nella pileflebii te, nelle quali l 'emorragia può ridurre rapidamente la splenon1egalia. Le malattie isolate della n1ilza quali ad es. la tubercolosi, i tumori, appartengono a rarità e possono essere an1messe soltanto per e~clu sione. Tumefazione splenica p·u ò .insorgere rapidamente per infarti con perisplenite l en~a. Abbiamo già accennato alle splenomegalie apparenti, simulate da alterazioni degli organi vicini; i processi endotora·c i ci respingeranno la milza in basso; quelli a carico d el rene (cisti , ipernefromi), pur facen.d o apparire un'ottusità all'ipoco·n drio, saranno svelati studiando la posizione del colon (respinto dalla milza all'interno e in basso, dai tumori renali rimanente invece in avanti). I ~umori della coda d el pancreas, d ell 'angolo dell'ala sin . d el fegato, possono talvolta contrarre tali aderenze colla milza da rendere im1possibile ogni distinzione pal patoria. Lo stesso può avvenire in alcune affelJioni gastriche (ulcera callos·a perforata nella milza), o negli · ascessi subfrenici o pararenali. Di diag.n osi r elativamente facile sarà ]a milza amiloide o da stasi . Quello cl1e ab biamo Diportato non costituisce che un rapido sguardo sull 'im·p ortanza diagnost.i ca delle splenomegalie; pur rimanendo alla superficie del p-roblema, esso serve a ricordare al medico pratico quante e quali sono le condizioni nelle quali la nostra attenzione sarà attratta dalla modificazione d el volume splenico , il cui significato non può essere del resto delucidato che attraverso una valutazione co.m pleta della sintomatologia clinica. S. MJNZ . 1
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La sindrome emorragica tardiva nelle rotture della milza da contusioni. (M.
MAURO .
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SEZIONE PRATICA
Ann. 1t. d'i Cl-1;ir. , Vol .
XIII, p.
93., 1935). L 'A. distingue le emorragie ritardate con tIJl n1assimo di latenza di due giorni , d.alle vere emorragie secondarie che si possono avverare da molti giorni fino anoh e ad alcuni mesi dopo il trauma. Per queste ultirm1e è facile pensare ad una primitiva e·m ostasi spÒ·n t~nea e ad una e}jn1inazione secondaria (in dipendenza di altro trauma o di una lieve infezion e ch e disfa i trombi od anche di una n eic rosi lenta della polpa splenica). Più difficile spiegar e le emorragie solo ritardate per cui sono state emesse dagli autori' varie teo·r ie: a) rottura splenica in due tempi per Yarie cause (altro piccolo trauma, sfor zi , di1ninuita pressione addominale). b) tamponamento nella loggia splenica del1
1J·en1atoma perisplenico incistato in primo ternpo. Infatti l a loggia spl enica è b·e n chiusa e presenta solo uno i.atus ch e è otturato dalla facci.a posteriore d el colon e d ello stomaco; per cui un sern plice spostam·ento di questi organi può ca usare l 'emorragia secondaria ; e) contrazio·n e d ei vasi splenici sia d e] pe duncolo ch e d ella p,olpa; il) tampona111ento d.a parte clell 'epiploon. t n1olto in1portante poter fare la diagnosi I1el periodo di latenza perchè così si evita di operare pazienti iL1 stato di anemia sempre abbastanza grave c.h e unita a quella causata dalla sernp1ice asportazione di una mj lza sana , è freque'Il I.e causa di insuccessi ; per cui il se1r1plice sos1)etto di lesioni splerni~che g·iustifica l 'jnter verito opie·r atorio . L 'A. descrive 7 casi occorsi alla sua osservaziorlo in cui il periodo di latenza varia da Gh. a 4 giorni. I pazienti' sono tutti stati opera ti dì sple11ec.to·m ia e sono· state riscontrate le::ioni dell 'orga110 che erano rappresentate sia da lac.e.r azioni profondei ch e da rotture ir1 due e. anche tre pezzi assolutamente libe.r i. In un caso potè fare diagno·s i di prob1arb i'lità di Jesio11i splenicl1e per cui intervenne subito , .rnentre gli altri 6 furono 01)erati quand o era sopr aggiunta l 'err1orragia secondaria . L 'op erazio•n e è sempre consistita n e·lla sp le ~ necton1ia e i'J.1 una accurata tolett a del cavo e dre·n aggio dell 'ipocondrio con garza . Durante il p·e riodo di Jaten za si è avuta scarsezza di sintomi. Può diag·n os ticarsi la rottura d ella milza nel periodo di latenza? S·i riti'e ne in genere ~~he n el 5·0 '1~ dei casi manc1 h i ogni sintomo rivelatore; rr1a all'A. semibra ch e ciò sia esage·r at<.> e ch e sia s~·mpre possibile f.are la diag nosi solo che l'osser v.a zione d·ei contusi sia tatt.1 con attenzion e. Bisogna tene·r presente la cljfoicortla.nza tra sintomatolo·g·ia e importanza della lesione anatomica; tr.a ootità d el trauma e lesion e stessa. La si11 cope seco·n daria cl1e su ccede allo stato ·di con11nozi.011e è un segno oh e, quando esi&le, può c,onsiderarsi patognomonico, dolore spo11taneo e l 'esaceirb1a rsi di esso n el d ecubito dorsale ; dolore alla spalla S.; contrattuTa muscolare spesso lievjssima; vomito ; ritenziot1e d ' urina. Il periodo di latenza è improvvisamente interrotto dalla grave emorragia secondaria. Da queste consi'd erazio1li l 'A. concludei: tutti i contusi d el fianco e ipocondrio S. ancl1e in quasi assenza di sintomi d ebbono essere spedalizzati e sorvegliati strettamente. Appen a un contuso addomi11ale accenna alla ripresa dei si11tomi cavitari , anch e lievi , d eve i1nmrdinta1r1ente essere operato qualunque sia stato il trau111a e la sintomatologia che lo ha seg"uito. 1
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MEDICINA SOCIALE. La diagnosi obiettiva del dolo1·e. (1\1. DE LAEr. Atti del VII
Congresso interriazioriale degbi infortu'n,i e delle nialattie del lavoro , Bruxelles, 1935).
La doc ume nlazior1e obi·e ttiva di un dolore c:o11secutivo a traumi i11dennizzab-ili è tutt 'al tro che facile. Quando il dolore a ccompag11a una lesione arJatomica ·è più facile perchè esistono fatti obiettivan1 ente controllabili ch e possono dar ragione d ella 1nanife . . tazion·e se11sitiva. D'altra parle questo accertan1ento d.a l punto di vista della n1edici11 a le-g.a le in fortunistica ha mir1ore i111portanza, perch è il danno . provocato dal dolore spesso si confonde con l 'invalidità funzionale. Nla nou di r ado il dolore è denunziato corn,e il solo disturbo inv.alidante o come il fatto essen ziale o prevalente del] 'asserita invalidità. In tal caso l 'obiettivazione del dolore (' molto p iù diffic ile. Talvolta i segni obiettivi rilevabili a lI 'esame clinico sono minimi. Così nella causalgia, quasi sempr e di origine traumatica, si possono a''ere sintomi concomitanti consistenti in disturbi vasomotori: la pelle d el territorio interessato è sottile, rossa, n1adida di sudore, macerata e coperta di sudan1ina, oppure è pallida e secca , e può anche non presentare alcuna modifica zione. Comunque si possono avere forme algiche n on accomp.a g nate da disordini rilevabili al1'<.'sam e clinico e quindi non docume ntabili n«1·edico-l egaln1ente. ftece11tcn1ente si è tentato di trovare nella misura della cronaxia un e lemento capa ce di al testar e l a r ealtà di un dolore. Bourguignon n el 1934 11a dirr1ostr.ato l 'esist enza di variazio c1i esten1J)Or anee della cronaxia muscolare sotto l 'i11fluen za d el dol or e del reumatismo cronico. Egli ha trovato ch e m ettendo l'.a rto in una posizion e dolorosa si ha un a un1ento doppio d ella cr onaxia del pu11to motore di un rnuscolo la quale in po izion.e non dolorosa ave,v a \ra lore n orm ale. Moldaver confermò que8ti· ris u l Lali.. Ma la mancan za d e.Ile modificazio11i d ella cronaxia non autori zza a nee-are senz'altro il dolore. D 'altra par le co11viene ril,evare che si tratta di una ricerca d eli cata che d eve essere praticata co11 le maggiori cautele. In effetti b asta la semplice contrazione di urt mt1scolo antagonista per aumentare e anch e raddoppiare la cronaxia. I11 mancanza di mezzi di esplorazione diretta d ei fenomeni della sensazion·e dolorosa, convie t1e ricorrere alla ricerca delle r eazioni 3$50ciate, d ei segni ir1dire tti. L 'esam ·e di un traun1atizzato indenni zzabile ri chiede un 'acC'orta os~ er' azione d el suo con\
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tegr10, d e lla sua andatura , dei suoi· motivi , sopra Lutto quando no11 i sa osservato o quando esegue movimenti ordinari come quelli dello spogliarsi o del vestirsi. Può cap1t é1r·e allora di sorprendere , se si tratta di un sjm ula tore, cl1e il soggetto ab·bandona attitudini a11talgich e ostinatame11te mantenute o di eseguire lib·eram ente movìmenti asseriti dolorosi. I segni d ella difesa locale sono spesso preziosi. Le articolazioni dolenti hanno sen1pre r.ctovimenti lin1itati; all'addome ed ai lomb·i la contrattura n1uscolare a ccompagna sempre il dolore dovuto ad una l esion·e sottostante. !\1a purtroppo tale segno non ·è utilizzabile i1 l molte forme e localizzazioni di algie e, viC<:.'Yersa, molti ulceropazienti presentano difr- se 111uscolari a seguito ad una semplice pressio11e locale. Le reazioni pupillari sono state Jargame11te sfruttate allo stesso scopo. Foà e Schiff 11an110 qualificato la pupilla un esten siometro sensibilissimo . Uno studio con1pleto sull 'algoscopia pupillare è stato fatto recentemente da A. Peri. Questi insiste sulla necessità di verificare p·r evè ntivan1ente se l 'ir1fortunato non presenli qualche di turbo della motilità fisiologica d el lume p•u pillare, e di sottrarre il visitando <i tutte le eccitazioni ca paci di modificare le su e reazioni. Osservando t11tte le precauzioni atte acl elirn in are tutte le pertµrbazioni della r eflettività norn1ale Peri ha trovato ch e negli i11dividui normali I.a midriasi a l dolore è u11 riflesso coslante. ì\ila non sempre riesce possibile elin1inare tutte le influenz·e perturbatrici e particolarmente l 'emozione. Pertanto· la midriasi al dolore quantunque abbia un gra11de valore probativo non ha sempre un sig·ni.ficato indiscutibile. .l\fankOJJf e Rumpf indicarono come prova della r ealtà del dolore ìe modificazioni d ella frequ e11za d el polso. Schiff aveva già notato n.el 18'67 che i dolori d eboli accelerano il ri tmo cardiaco mentre quelli forti lo rallentano . Successivamente Lo111b·r oso, Mankopf, Egger, llurnpf, Lederer constatarono sempre accelerazione, mentre Leysana e Mantegazza se1npre rallentamenti.. Nijssen praticò 163 esperienze su 43 individui: trovò n e] 60 % aurnento della frequenza , nel 27 % ritardo e nel 13 % ness una modificazio11e. Date queste divergenze che rivelano l 'incostanza del fenon1 eno , il segno di nfankopf-Rumpf è infed ele. J>uò esser e n egativo quando il dolor·e esiste r ealn1ente, e può essere positivo ,come effetto cli l11fluenze emotiv·e quando il dolore è irtesistente. Più \Ostante e quindi più probativa è Ja vaso-costrizione e quindi l 'a umento della J)r essione arteriosa sotto l 'azione d el dolore, qua11tunqu·e anch e in questo caso bisogna te1ter conto ch e 1'emozion e p11ò influire sul fenomeno . un1er osi fr siologi e c lini c i hanno
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SEZIONE PRATICA
constatato e he allo stato di veglia gli animali sottoposti a stimoli dolorosi presentano imn1edi'atamente un notevole aumento della i)ression e arteriosa. Nij.ssen ha fatto larghe esperienze ottenendo gli stessi risultati: il dolore determina un '·elevazio-n e immediata della p,r essione arteriosa nlass.i ma ·e minin1.a di più di un cm . Sotto narcosi la reazione persiste attenuata, mentre manca nei dolori isterici. Tutte le ar\estesie pe1~iferiche e le analgesi·e siringomieli.che la sopp·r imono. Il riflesso psico-galvanico, fenomeno modificatore della conduttività elettrica de1la [)elle non ha dato risultati tali che consentano di sfruttarìo a scopo i11edico-legale. Il dolore provoca un aumento dell 'acidità dell 'urina. Questa reazione ·è indipendente da og1li influenza emotiva. M.a la neg·atività del feJ1om·eno non conse·nte l 'esclusione del dolore. Il dolore p·rovoca u11a scarica di adrenalina (~]1 e l 'i11du sero nel con1plesso degli altri fienome11i: ipertensione vasale, aumento del1'acceleramento del polso ·e dell'.a cidità uriItaria. Il dolore sen1bra inibire la secrezione d 'insu]jna, dove iperglicemia ed eventualn16nte glicosuria. l\Ia la paura e la collera pro-. vocano la stessa reazione. È stato notato che il dolore arresta la secrezione del succo gastrico, e cl1e talvolta aumenta talaltra arresta il sudore. Allo stato dei fatti si può concluder.e che Ilor1 esiste alcun m ezzo clinico, sufficiente da solo p·er riconoscere i'n modo costante e dec jsivo la realtà di un dolore fisico. TutLa,·ia associando i mezzi di esplorazione metodica del soggetto alla ricerca di una o J)iù r e.azioni algiche si può con suffi ciente approssin1azione decider e dell'esistenza o m·eno cli un asseri to dolore. DR.
DIVAGAZIONI . L'estasi. R. Beno11 prendendo lo spunto da alcune d]scusRioni sorte a proposito di una donna di BJain, la quale spesso .è colpita da stati di raf}Ìn1ento ed avrebbe s1ibìto anche le stigmate, e~ 1Jo11e alcu11e considerazioni su quel particolnre stato d ·ani1no denominato estasi. L'analisi psico-clinica rivela che l'estasi è costituita da sensazioni speciali di natura voluttuosa, cl1e coesistono con idee mistiche e religiose. L 'individuo per descrivere tal e suo stato fisico ado11era le parole: incanto, beatitudine, gioia, felicità, ecc. Altri soggetti dicono di a,,vertire una ser1sazione di leggerezza corporale, di sollevan1en Lo, di ra1)in1ento. L 'iperideazione è certa, ma talvolta il soggetto parla mollo, tal 'altra rin1ane in silen-
zi.o. Cor11unque il suo discorso ha sempre un tema religioso : si tratta di un amore mistico. Questi fatti fisici e psichici non costituiscono una nlalattia e neppure una sindrome, sono $en1pliceniente l 'espressione di anomalie nervose. Possono aggiung·ersi ad uno stato n1orboso, possono avere una parte importante in questo stato n1orboso, ma non ne costit ui.scorlo mai 11 fenomeno essenziale. L'estasi può essere definita come uno stato d'incanto fisico generale, uno stato di gioia e cli voluttà di.ffusa e non localizzata su un pun .. Lo del corpo, con iperideazione amorosa-mif.1ica. f,e allucinazioni della vista e dell 'udito che si llanno nell'estasi, non hanno i caratteri di quelle del delirio allucinatori.o a decorso cron.ico. 80110 vaghe, più o meno incoe1'enti, e si dissipano no11 a:ppena il soggetto ritorna allo stai.o nor1r1ale. lJna notevole importanza hanno le relazioni dell 'estasi con l 'astenia. Tutti .g·li es.tatic.j, prin1a di entrare nello stato caratteristico r>resentano astenia (ossia ami ostenia e ani.deazione), la quale ·è determinata dalle varie emozioni dolorose sopportate p·er mesi ed anni. L'eslasi, episodio di rapin1ento e voluttuoso, è una forrna di compenso allo stato cronico doloroso, che interrompe ogni giorno o più di rado. Solo eccezion.a lmente i grandi stati estatici durano a lungo: con l 'andar degli anni vanno attenuandosi ·e speg·nendosi. In tutti gli estatici esiste .a li' origine uno slato passionale più o n1eno complesso, fatto d 'a1nore divino, o insieme d 'amore carnale e divino, che parecchie volte ·è accompa~nato da crisi istericl1e, ossia da crisi a b·ase d1 snervamento. Santa Teresa, che ·è un classico tipo di estatica1 ~he <e h.a gustato g·randi delizie presso il 8jgnore», che« ha cosi grandi trasporti d 'amore di Dio <la morire dì desideri.o di essergli unita », Santa Ter esa ha perfettamente descritto lo stato di astenia . .Essa dice: cc Nostro Signore vuole che di tanto in tanto l 'anima sia nelle tenebre e privata della Santa luce... Ic~ ho passato otto giorni in queste oscurità. ~on trovavo più in me il sentimento dei miei obblighi verso Dio , n è il ricordo delle Sue grazie: il n1io spirito era colpito da impotenza e assorbito in non so ch e cosa. Certo r1on a.vevo nessun pensiero cattivo, ma mi sentivo cosi incapace di a,rerne dei b,uoni che ridevo di 1ne e mi compiacevo a constatare la bassezza di un'anima quando Dio sospende in essa la sua azione ... ». E ancora : cc Ecco uno stato di anima nel quale, quantunque rara111 e11te, mi capita di tro\ arn1i : durante tre, quattro o cinque giorni tutti i favori di Dio, le impressioni di fer,rore scompaiono o in111allidiscono nella mia memorja al punto che, "e lo volessi, uon potrei rievocare il minimo lxne esistente in me. Tutto mi sembra un SO· 1
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r~.\.NNO
cc IL P OLICLINICO »
gi10; non posso ricordare nulla; i miei mali corporei mi acca . . ciano tutti in una volta; il mio sp·i rilo si turb·a, non posso più formare llIJ p en siero di Dio, non so in qual modo e sotto quale legg·e io vivo. Se leggo, non co111J)r endo nulla di ciò ch e leggo. Mi trovo piena d'imperfezione, e senza coraggio per la virtù; e tutto il n1io grande coraggio abituale svanisce in modo 0l1e nli sernbra di essere incapace di r esister e a qualsiasi tentazione, alle parole che si possano dire contro di me. Mi viene allora il pensiero di non essere più buona a nul]:;i. Cado in tristezza e mi se111bra di avere ingD. nnato ~utti coloro che hanno una qualche buona opinione di me. Vorrei nascondermi in un luogo dove non possa essere più vista. i : non è i)er virtù che io desidero la solitudin e, m r\ per viltà. Infine mi sento interiorrr1ente spinta a maltrattare tutti coloro che volesser o contraddirmi » . Non sj potrebbe esprimere in un modo più preciso e p-iù sottile le sensazioni somatiche e ]o stato di spirito dell'astenia. Queste fasi di depr essi 01) e nervosa generale si alternavano in Santa Ter esa co11 lo stato estatico, e probabiln1ente si verificavano in essa tra l'astenia e I 'estasi fasi di stato stenico normale. Comunt1ue essa r1on era una periodica nel sen so n europsichiatrico. L 'es tasi non ·è una malattia , nè una sindron1e, è un ' anornalia stenica, muscolare e p sichica. Tutti gli i11dividui ch e hanno estasi, sono ::tstenici prin1a dell' estasi. L 'estasi rappresenta in essi un episodio iperestenico con sensazioni voluttuose e ideazione mistica. L 'astenia n egli estatici è determinata da uno stato passionale doloroso (amore divino , amore carnale e divino), da cui sono invasi in un dato morr1ento. argo. 1
eENNI
BI B LI o GR AF I el
(t)
O. MARGAnuccr. Bartolonieo EiLstachio, m edico, filosofo, ariatomico sanseverinate, T era1no, 19315. Il prof. ì\:Iargarucci pubblica la conferenza su Bartolomeo Eustachio detta a l 2° Congresso della Società ì\fedico-Chirurgica degli Abruzzi e che .è un b ellissimo studio sulla vita e sul1·opera im1nortale del grande m edico e letterato cui dobbi.amo importantissime scoperte a11.atomich -0. L 'A. precisa con grande esattez7.a e valendosi di fonti sicure, la patria d 'orig in e dell 'Eustachio , n e fa un qua dro vivace della vita e illustra con dotte citazi·oni. e ricerch e n ei manoscritti l 'opera immortale del grande an a lon1ico dell'Archiginnasio della Sapienza di Ptoma. Dobbian10 es er e gr ati all 'A. per la sua dotta e a1lpa io11ala illustrazio11e dell 'opera di (1) Si prega d 'i11viare due copie dei libri di cui s i ne id er a l<l r ecen sione.
XLII, Nuì\I. 481
uno dei nostri più grandi Maestri del Rinascirrtento cl1e n1elte in evid·enza quanto l 'un1a11ità debba al genio d ell 'Eustachio, gloria dello Studio Ron1ano. VALDONI.
Atti dele'Accademia
.~1edico , Lonibarda.
- Riiinione slraordinaria Internazionale sul le o·n de corte ili med~cina. Relazione raccolta da A. VrNAJ e P. CrRLA. Milano. L. 3'() i11 abbo1
namento. Nella riunione straordinaria internazionale· te11uta a Milano n ell'aprjle ultimo scorso molti argon1cr1ti so110 stati messi in discussione e ~obb·iamo esser grati al prof. Vinaj e al dott. Cirla di poter leggere le r.elazioni, le comunicazioni e le discussioni nella loro integrità. Leroy ha parlato sulla fisica d,elle onde corte; Pug110 ' ' ano11i sugli apparecchi terapeutici e onde corte a valvole e a spinterog·eni; Bergami sull 'azione biologica delle onde cort.e; Schli·e phake sul]' azione sper.i fica delle onde corte; Aucl.air sull 'elettropiressia; Cignolini sull'azione d elle onde corte sul sisten1a ILervoso vegetativo ; Liebesny sui fondamenti e· ~ui risultati terapeutici delle irradiazioni atermiche delle onde corte ; Izar sulla m ar coniterapia in n1edicina interna; Delherm e Fischgold sulla lunghezza d'onda e specificità delle onde corte; Delherm e 1Fainsi1ber sulle onde corte per applicazioni intracavitari e; CalchiNovati su di alcuni risultati ottenuti con la terapia ad onde corte.
E. _..
MILANI.
Nuova importante Mcnogralia Jella Collezi<Jne del •• p,o ,.re,.rnrco • ,, :
Prof. MICHELE BUFANO Aiuto nella Clinica Medica della R. Univ. di Genova
(N. 52)
Su la Patologia e la Clinica delle splenomegalie cosidette primitive. (con Prefazione del Prof. D. Cesa-Bianchi, direttore dell'Istit uto di Pat ologia Medica della R. Università di Milano). Ne riportia.mo l'Indice :
Cap. I. Lo stato attuale delle conoscenze sulla splenomegalia. 1) Le classificazicmi. 2) Il morbo di Bariti. 3) Cir· rosi at>'ofiche o ipen rofiche splenomegaliche. 4 ) Epatite di Ha.not. 5) Splenomegalie da anenlie emolitiche. 6) La splenome· galia tromboflebitica. 7 ) La splenomegalia primitiva a focolai sclerosiderotici. - APPENDICE. Splenomegalia primitiva follicolo.iperplasti.:a. - Cap. II. Casuistica personale. 1) Anemie emolitiche splenomegalich e costitution ali. 2) Cirrosi epato-sple· nomegaliche. - Ca.a>. III. considerazioni su Ila casu istica
personale e critica delle dottrine dominanti sulle splenomegalie primitive. - <Ja,p. IV. I nuovi orientamenti della patologia nelle splenomegalie. - Bibliografia. VoJume di pag:g. 198, con 39 figure nel testo. Prezzo L. 3 O, più le spese postali di spedizione. Per gli ab· bona.ti al << Policlinico n, soJe L. 2 5, 5 O fr anco di porto in Ita lia. Per l 'Estero L . 2 8. Inviare Vaglia na 14, ROMA.
a ll'editor e LUIGI POZZI, Via Sisti-
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SEZIONE PRATICA
I CONfiRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURGIA• •
XLI Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. Ore 9. 24 ottobre 1935. Presidenza : prof. C.
FRUGON I .
(Continuazione; v . num. preced. ).
Sistemazione clinica e diagnosi degli itteri. PARTE
Sen. prof.
I. -
LA DIAGNOSI DEGLI ITTERI.
FERDINANDO M1c HELI
(Torino), Relatore .
L 'ittero, e cioè la colorazione gialJa diffusa pii1 o m eno ir1ten sa e a varia tonalità d ella cute e di ulcu11c m11 1~ose visibiìi, dovuta ad accumulo in circolo e nella pelle e in alcune mucose di corpi pigmentari della serie pirrolica, è un sinto1no . U11 sintomo anzichè una sindrome, p er chè anche là dove alla r.olor azion e giallH altri sintomi i aggiungono - prurito, bradicardia, m anifest azioni emorr agich e - un tempo m essi i11 rapporto' con l 'accumulo di alcuni costitt1enti della bile (sali biliari), oggi noi sappiamo che una cosiffatta in lerpretazione della ·sindron1e in questione non è più generalmen le accettata . Un sinton10, adunque, òi cui bisogna stabilire in ogni caso il fondam e11to fi sio-patologico e per quanto è possibile etiologico , che cos tituiscono l 'indisp ensabile prerr1essa ùel g·iudizio pronos ti co e della condotta terapeutica, Il compito diagnos tico del medico è nella m aggioranza dei casi senza difficoltà, così da poler esser B risolto sulla base di un accurato esame clinico, integra lo da qualche semp1ice ricerca di laboratorio. Si con siglia in og ni caso in c11i la diagr1osi 11 0sografica d ell 'ittero no11 appaia sen z'altro ovvia, di proceder e al preli1ninare inquadramento d ell 'ittero n ell'uno o n ell 'allro de i 3 g randi gruppi ir1 cui da Minkowski in poi sono ripartite le varie forme di ittero s11 lJase fisiopatologica: ittero meccacanico , ittero epatogeno, ittero emolitico (m eglio preepatico). A questi 3 g r a11di g ruppi , va oppo rtunam ente aggiu1tto, p er ragioni d 'ordine clinico, u11 qu arto gI"uppo : quello epato-colangitico. L 'inquadramento d egli itteri. in questi 4 gruppj, ogg i relativamente facile con i n os tri 1r1ezzi cii agnostici e la cui relativa difficoltà d eriYa sol ta11 lo dalla non rara coesistenza n eIJo ·stesso caso di m ornenti patog·en e tici diver si, per quanto p er soli to di diversa importanza , costituisce dunque il primo passo sulla vi a dell a diagnosi . Il second0 passo d efinitivo , che è r a pprese11 ta lo dallo smis lament o d ei si11goli casi di un dato gruppo n elle varie ca selle 11o·sografich e, è r eso tan lo più semplice quanto più completo è 1'esame del1·ammalato, quanto più larghe sono le co11oscen ze clinico-patologiche del m edico e quanto più acuta ed equilibrat" è la su a m entalità di agnostica. ITTERO MECCANICO. -
È la forma più elen1 e11tar e
di ittero e an che l a m eglio definita: essa riconosce come elemento patoge11etico lo impeciim er1to al d eflu sso della bile, ormai completamente elaborata dal fega lo , sia l'ost acolo rappresentato dall 'occlusione più o m en o t otal e d el lu1n e delle g r andi vj e
hiliari ex traepatiche o dalla loro più o 1neno com-p1eta ostruzione ad opera di 1nome11ti co1npressivi estrin·seci d ella più svariata natura e della più va-ria sede od infin e a quanto pare, da stati distonici (~ pa smi) degli apparati tnuscolari contrattili dispo-~ ti fisiologicamente a regolare il deflusso d eJla })ile 11el du od eno. Il meccanismo patogenetico dell 'i. m . . è illustrato dal correlatore, il quale ha m esso in luce come n ella sua patogenesi, legat a esse11zjaJm ente alla ·stasi biliare ch e sì trasm ette s ino ai piccoli dotti biliari intraepatici e ai canalicoli in-lér cellulari (capillari biliari;, con corrono n ecessariamen le an che lesioni riferibili agli elementi parenchimali del fegato. La sintomatologia ger1erale d eriva dall a sede dell 'ostruzione e da due ordini fondamentali di fenomeni: a) dalla stasi biliare ch e ·si d etermina a monte dell 'os lacolo; b) dall 'arresto o d alla di1ninuzione del flusso biliare n ell 'intestino. Sin.tomi da stasi biliar e:
- at1mento regolare uniforme del volume del feg·ato; - itter o più o m eno inten so a R. D. P . con colalemia, frequente colesterinemia e sintorni clinici, impropri am ente de lli colemici (prurito, ecc.); - n elle orine eliminazione del pig m ento biliare (coluria) in stretto parallelismo con la })ilirubi11emia ; colaluria; presenza di urobilina se l 10struzione 11o n è totale, prati cament e a·ssen za se completa; - fen om eni col ten1po di sofferenza epatica e r er1al e. Sintorni d'arresto del flu sso biliar e n ell 'intesti110 :
- acolid totale o parziale d elle feci ; - assenza o diminuzione d el pigmento biliar e e dei sali biliari nella bile A; - alterata diges tione e assimilazione d ei grassi da insufficienza biliare e con seguente steatorrea sotto for1na P-ssenzialm ente di acidi g r a·ssi e di saponi ; - gravi alter az ioni della digestion e e d ell 'as~imila z iorte della carn e ( creatorrea) e d ei g rassi (s Leatorrea) con prevalenza del grasso n eutro e d egli acidi grassi quando aJl 'insuffi cienza biliare s i associa l 'ins uffi cienza p an cr eatica es ter11a; - t orpore delJa perj-staltica e del tono i11 lestinale. Le complicazioni sono rappresentate dal! 'infezione delle vie biliari , p er Jo più ascenden te (colé\ngite settica), che, senza essere esclusiva dell 'ostruzione cal colosa incomple ta o interm ittente (a valvola), come pensa Brugsch , si osserva più di frequente in questa condizione morbosa; dal r en d er si ·sempre più gravi e diffuse per effett o d eJ] a s tasi biliare delle alterazioni d egli elementi parenchimali , eventualm ente aggravat e da con1p1icazioni infettive; d alla comparsa di fen om eni d 'insufficienza epatica, ch e può arrivare al coma. Fra g Ji esiti son o da ricordare la cirrosi colostatica (Ros le) e p iù sp esso le cirrosi o e patiti biliari, in cui è in giuoco I 'azione simultanea dell a stasi biliare e de1 l 'infezione colangitica, sul tipo di quelle i)J ustrate r ecentemente da ~1elli.
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« IL POLICLINICO »
La ·si ntom-3.tologia dell 'i. m. ha note clini ch e alquanto diverse a seconda dena sede e della i1 atura cìegli SYariati e numerosi fattori che sono all 'origine del! 'ostruzione biliare. Dalla diagnosi generica di i . m . non è ql1i11di difficil e il più delle volte risalire alla diagnosi special e, a l riconoscimento cioè delle affezioni e d.ei processi che so110 in att o n ei singoli casi , considerando le varie forme di ittero in rapporto alle loro sedi principali. 1) Nell'intern o del fegato per compres·sio1l e di numeros i r a1ni intraepatici dell 'a pparato escretor e della bile (grossi lu1nori prirr1itivi o secondari del fegato : grosse cisti, vaste sacch e ascessu ali) . 2) A lla port a epalis, ove svari ati sono i possibili 111omenti di ostru zione ( tumori primitivi del dotto e.pa tico o dei su oi rami), e, più spesso, di coinpressione ( tumori primitivi o second ari sviluppa ti verso l ' ilo, epatite sclero-gommosa, adenopatia dell 'il o di vario genere, ane urisma dell'arteria epatica, ecc. ). In <1ucsta sede l 'i t tero offre tutti i caratteri dcl! ' ittero ostruttivo senza tum efazione della cistifellea. La sede del l ' i llero può essere denunciata a u11 dato mon1en10 dalla com pressione o trom))osi delJa p orta o dei ·suo] rami con le sue consegu e11ze: Il riconoscimento deJJa malattia fondamentale è indispensabile all 'accerlamento dell 'it t er o. 3) Zona coledoco -pancrP.atica. Cause più comuni cli ittero : sviluppo di un tumore lungo il tragj tto d el coledoco dalla papilla di Va ter al confluente o 11ella testa del pa11creas; incuneamento di un calcolo n el coledoco stesso; presenza di briglie o di ederenze cap aci di d etern1i11ar e lo stiramento o l 'infl es ion '~ del dotto e, più di rado, l a compressione del coledoco sost enut a da una pancreatite crorlica . [n questa sede, la pressione èolostati~a· si fa sentire n11che sulla col ecisti , ch e r isulta clinicame11te e raòiograficamente ing rossa la, ove le sue co ndizioni ana Lomich e lo p ermettano (libera la via del c i ~ ti co, pareti della cisUfellea no11 isp essite e re Lrat I e come su ccede di solito nella co leli tiasi). TI ri contro, accanto all 'in sufficier1za biliare, di una g rave ins ufficienza p ancreatica, distingue g li itteri n1eccanici della zona col edoco-pancreatica in 2 grupp j : quello in cui l 'ostacolo investe l a porzione inferiore de] col edoco e quel1 o in cui l 'ostacolo g·iuoca più jn alto, al di sopra dello sbocco dei rlnl li , pri nei pale e secondario, cl el pancreas n el colf'doco. Al primo gruppo appartengono g li i tleri: - da tt11nore primilivo della papill a di Va ter; - da tumori o da calcoli dell 'estremo inferiore <lel · coled oco, compresa l 'ampolla; - da can cro della testa del pancreas; - da partcreatite cronica cefalica, ecc.; Al secon<l o g ruppo g li itteri: - da tu mori o da calcoli della p orzione alta del coledoco; - da compressione per condizioni varie [tumefazioni linfoghiandolari di varia natura , anch e semplicemente infj G.mmatoria (Valdoni), processi infiammatori cronici , ecc.j a sede nel Jegam e11to epato<luorlenale o nelle vicinanze. Delle principa li forme di ittero si t rncciano i car atteri fondamentali e i criteri della diag no·.si differenzia I e. ell'ambito ò ell 'i. m. da occlusione più o m eno parzi.1 lc de l col edo~o sono con siderate anche altre forme: - ittero da coledocite sero11daria a gas lro-cluocl c11ilP ;
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.\LII,
i'Ul\I.
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- da cc ang·i n 1 d elle ton si lle del coledoco )) (H. Eppinger) ; -· l 'ittero em0tivo o riflesso da spasmo dello s fintere <li Ocldi ; -. ~a p~netrazio11e nelle Yie biliari di parassiti (ascarid t, d1ston1 i , rottura d i cisti da echin ococco J1elle bie biliari). IrrEno EPATO- CELLlJLAHE. - Questo tipo di ittero (ittero epato-cellulare, iltero epatogeno, illero da epatite o da epa tosi , ecc.) è quello più di rece11te individuato e il più frequente, com!)r endenclo es·so ~.utte quelle for1ne il cui fond am ento patogenetico <' rappresentato, as ai più che cla un sen1plice dis turbo funzionale (parapedesi, JJ.'.l racolia) - concetto questo orm ai sorpassato dalle recenti indagini islopatolo4·jch e - , da vere e proprie alter azion i cl i Yario gJ;'ad o ed aspetto dell 'elemento cellulare clel fegato. Se queste lesioni, ch e arriYano fino alla necrosi rel.lulare più o n1eno dis~em i nala o diffu·sa, costituiscono il 1no111ento patogenPtiro essenziale della l)articolar e sindrome cli qursto ittero, le ricerche jstopatologiche d i Rossle, l arg;:i 1ne11te confer1nate, l1an no dimostra lo che queste lesioni sono coordi11at e e in parte (Vipe11denti da fe11on1eni infiarnn1aI ori di u r particolare Li po, svolgentisi principal1nen te nel mesenchima inlraloJ)u lare specifico (cellule di Kupffer e fibre a graliccio), cos ti tu i ti c~senzialmente da u11 edema tossìco-infian1mat orio clegli sp azi linfatici peri capillari, d i un edema cioè si tu ato fra le travate cellulari e le pareti dei capillari sanguigni , ch e sono staccati dalle cellule e compressi dall'edema fi110 all a complet a i schemia, con effetto di necrosi cellulari . per cui vengono a stabilirsi abnormi rapporli tra capill ari sanguigni e biliari , onde l 'it1ero. È il quadro dell '« epalite siero·sa >> sperimentalrnente riproclotta cla H. E9pin ger anche con Yeleni chimici (i stan1ina, co111bi11azi~rne Cli alli1e), quad ro che cost ituisce oggi il fon<la1nen t o analo1no-paI o log ico cl elle varie 'forn1e <li it lero e patogeno, sot lo l 'influe11za di fattor i etj ologjri svariati e diversi , i1t parte, pur troppo, l 11 lt or a sconosciuti, i quali esplicano l a loro azione sia Sll fegali i11d enni, ma con ogni verosimiglianza cos lituzion aln1ente predjspos li, sia su fegati in cui l a dispo·sizio11e è condizionale, r appresentata c ioè dalla gravi<lanza, dalla lue, dall 'al cooli sn10, clalla denutrizione, cla vere e proprie 1esio11i di varia natt1ra (epati ti cronicl1e, colecisti ti, ecc.) . DIAGNOSI GENEHALE. Si fo11<la sull 'opportuno rilievo di questi sintomi: - insorgenza dell 'ittero }Jiù o meno rapida , dopo un p eriodo prodromico prei tterico di varia d l1rata, con tonalità, nelle !orine più graYi ed ac11te, rubinica (Brugsch ) ; - se la inala l tia h a colpito lJn fegato indenrle. aume11t0 moderato d ell 'organo, cli consistenza r1or1nale o leggern1en1 e d iminuita, dolente in l of o alla pressio11e , ·spe so acco1npag11ato da tun1ore di inilza: - bilirubinemia a R. D. R. o a R. D. D. , di Yaria ent ilà, i cui el eval i valorj no11 permaugono d i r egola più di alcuni g iorni_L - colalemia, ch e !1UÒ d'in1inu ire in seguito; - coluri a e colalt1ri a cl i Yario g rado e, ahitualil1en te, ir..telìsa urobilinurja ; - acolia qua s i .. e1npre incornpleta del le feci e sopratutto non dt1revole o ipocolia; - n el liquido .\ }1it1 o n1eno 111 anifesta climi-
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SEZIONE PRATICA
nuzio11e <li pigmenlo biliare, in periodo di stato, e nun1ento dell 'albun1i11a; - nel sangue diminuita o aumentata velocità di sedimentazione dei globuli rossi; nelle forme più graYi azote1nia, aminoacidemia, aumento dell 'azoto dei polipeptidi, ecc. ; - abitualmente esilo positivo (formazione di ttna chiazza azzurra) della prova di Brugsch (inlradermoreazione con poche gocce di soluzione di ferricianuro di potas·sio all 'l %) ; - esito di solito positivo d.elle prove di esplorazione-funzionale del fegato [galattosuria e galattosemia <la carico (1\tloracchini e Cossu), curva aminoacidemica da carico secondo Bufano, chetonemia provocata (Domir1ici e Oliva), diminuzione degli esteri colesterinici, ecc.]. DIAGNOSI SPECIALE. -.- La molteplicità delle forme di epatite con prevalenza di alterazioni epato-cellulari è facilmente comprensibile quando si pensi alla con1plessità e inolteplicità delle sue fun zioni e alla sua po·sizione anatomica, ond 'è esposto alle più sYariale offese da tre vie, dal sistema portale, dall 'ar leri;1 epatica e dai <lotti biliari che sboccano ltell 'intestin o. Basterà ricordare le numerose forme di ittero che posso110 ascriversi a questo gruppo per facilitare la diagriosi speciale, n or1 troppo ardua, attraverso, oltre ch e ali 'esame clinico funzionale , all 'anamr1esi raccolta con diligenza e all 'accertamento, là dove è pos·sibile, dei mo1nenti eliolo~ic~. . Sor10 elenca te e i11 parte illustrate le pr1nc1pal1 for1nc di ittero che fanno parte di alcuni gruppi. Itteri epatotossici cla veleni o medicamenti: fosforo clorofo rmio , arsenobenzoli o altri preparati _arsen'.icali, atophan, estratto di fel ce maschio, telracloroetano, trinitrotoluolo, funghi velenosi , }Jiombo, ecc. In alcune di queste forme, nella ge11e i dell 'ittero, c'è una componente emotos·sica o emolitica acca11to a11 'azio11e prevalente epatotossica. Alcuni di qu esti illeri hanno molta imporlanza nel ca111po della medicina professionale; altri interessa110 la terapia, come quelli da atophan, il cui m eccanis1no è assai discu sso come quello del resto degli itteri precoci J)ene illustrati da Cesa-Bianchi e tardivi, che si stabiliscono, per lo più con le apparen ze delì 'ittero catarrale, in corso o vario t empo dopo il trattamento, sopratutto arsenobenzolico, della si filid e. Itteri infetti vi primari, che comprer1dono: - l'ittero cat arrale; - la febbre gialla; . - l'ittero da spirochaeta ictero-haemorragica (n1orbo di Weil). L'ittero catarrale, che è il paradigma degli itteri €patocellulari, dopo le priine constatazioni i·s topatologich ~ di Eppinger, Nordmann , Aschoff, ecc., appartiene al gruppo degli itteri infettivi (se anche il suo quadro morboso può essere riprodotto da veleni di natura chi1nica sviluppatisi negli alimenti jper azione batterica, come ~ostiene Eppin.g·er), e per alcu11i elementi del quadro morboso (tumor di milza, febbre per lo più lieve, spesso non -avvertita, nel periodo preilterico) e per l 'assoluta "identità di sintomi e di evoluzione del! 'ittero ca1arTale ·sporadico ed epidermico. Il concet to morboso e il nome di ittero catarrale, ·111algrado }'erroneità della denominazione e la vaTiabilis ima estensio11e assegnata ai suoi limiti ne11-'ignoranza del suo fattore etiologico, che ha parlato non poca co11fu ione nel suo campo ~ rima11gono intatti ad esprin1eré un quanro morlioso, ch e
è assai ben definito nei suoi vari elementi sinto1na-
Lici e nel suo decor so, col suo periodo prodromico preitterico di 1-3 giorni, dominato d~ improvvise lurbe dispeptiche (perdita dell 'appetito, nausea, conati di vomito, senso di pressione epigastrica), con il suo periodo itterico offrente netti i caratteri dell'ittero epatocellulare, con il suo lieve tumor di milza di solito tardivo, con l 'esito afiitualmente positivo delle prove funzionali del fegato, con le modificazioni ematologiche descritte da Eppinger come espressione dell'epatite sierosa (auinento dei globuli ros·si, da diminuzione del plasma sei1za aumento delle proteine), con la sua caratteristica quasi costante evoluzione verso la guarigione nello spazio di 3-4 settimane, prea11nunciata dalla più o 1nenJ rapida scon1parsa dell 'ittero, con persi, lenza assai significativa di un 'intensa urobilinuria e co11 altri elementi su cui non posso i11si·stere. Quadro e decorso ch e atteslano adunque l'unità nnche etiolog·ica <lell 'i. c., da virus finora scono$Ciuto, nel sen so sostenuto da Aschoff, da Lepehne, ecc. e da me preferito, o) quanto meno, l :unità anatomo-patolog"ica, il cui fondamento è rappresentato (Rossle, G. Albol, Eppi11ger, ecc. ) da un 'epatite sierosa con predon1inio di diffuse ·se 11on g·raYi alterazioni del parenchima cellulare, eventualn1ente sostenute da fattori etiologici diversi.• L'ittero spirochetico (m. di Weil), bene conosciuto ormai nei suoi elementi etiologici (spi ro<:haeta icterohaemorragica di Inada e Ido), b en studiati fra i primi in Italia da ~oreschi e CesaBianchi, ed epidemiologici, n el s110 caratteris~ico quadro clinico, che è la risultante della setticemia spirochetica (febbre !>iù o meno ~levata nel primo periodo preitterico, con breve r1r>resa tardiYa, non costante), con localizzazioni n1u8colari (tipici dolori muscolari, specie ai polpacci), epatich e (ittero a R. R. D,, senza gravi alterazioni delle funzioni del fegato) e renali (nefrite interstiziale, albuminuria, ematuria, ecc.), nelle su e fin~ ::ilterazioni istopatologich e (Oka , Ohno, ecc.), nei Ru oi esiti, genéralmente assai più gravi in Giappone ch e in Europa, ove }'ittero si è presentato ir1 forma epidemica durante J 'ultin1a gr ande guerra, specie fra le trup1)e e nelle retrovie,. ~ 'ittero spirochetico, dicevo, si osserva an che oggi in Italia con varia frequen za da regicne a reg·ione sotto forma di ca·si sporad ici o a piccoli gruppi. La diagnosi deriva dai dati anamnestici (m orsi catura di "topi o di ratli, bagni in acque inquinate> rilievo di al tri casi consim iliì, oi1re ch e da quelli clinici , e può esser e accertata dall 'inoculazione n~l peritoneo di cavia di 1-2 eme. di sangue durante il periodo febbrile (la cavia diventa itterica) o, se è il rnalato già in periodo itterico , dall 'inoculazione in cavia del sedime11to orinario raccolto nella seconda settimana malattia o dalla agglutinazione di Cltlture di spiroch ete col siero di sangue di convalescente. Si tei1n·a conto J)er al lro ch e il quadro dell 'ittero spiroch etico può -assumere gli aspetti più differ.e nti, da quello di un ba11ale e lieve ittero catarrale ·s enza manifestazioni emorrngiche, senza alhu~inuria, con ittero appena accennato e perfino assente (come col prof. Satta ho vis1o durante la g uerra in casi accertati a mezzo della proYa del potere battericida del sangue di convalescenti sulle spirochete del fegato di cavia perin1ental1nent.e infettata), alle più gravi forme otto l 'a }Jetto clinico e a1)atomo-patologico di atrofia acuta del fegato.
ai
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IL POLICLINICO »
I lteri i.nfett.ivi sintoniatici, che sono l 'espressio-
n e del
risen~1met1~0 d~l
fegato, anche qui a tipo prev.alente di epatite sierosa (Ros·sle) nel corso di svaria~e malattie. infet~i~e (tifo, para tifi, sifilide, n;ialaria, scarlattina, risipola, sepsi di varia origine, rara1!1ente.febbre ondolante, tubercolosi ecc.), ~ell~ c:iualt,. ~ d1f!erenza delle forme definite come itteri infelt1v1 primari, l'ittero non è u11 ele1ne11to quasi obbligato del quadro n1orboso, ma rappresenta puramente una complicazione più o me110 rara .qu.a~?? non si tratti, ~om'è probabile, in corso di .s1f1l1cle (Lepehne) o di tubercolosi (l\1arjn e Del Piero), della sovrapposizjone dell 'infezio11e i tt ero-ca tarra le sul terreno luetico o tubercolare. . ~11 al?une d~ que·ste for111e una componente emolitica si ass~c1a (pneumonite, malaria, ecc.) e talor~ pred~m1na (nella pne11monite, secondo Preti) ali alterazione parenchimatosa del fegato . Ittero grave (atrofia giallo-acuta o subacuta del f ~galo) . Que~ta. denominazione si riferisce a una
sindron1e cli111ca e J.natorrto-patoloo-ica che in 0 C?nfro11to d~ altre forme di epatite degenerativa f1nora considerate presenta differenze essenzialn1ente di grado; una sindrome probabilmente ete~·ogenea anc~e. sotto l'aspetto etioìogico, anche se il concetto d1 ittero grave o di atrofia subacuta o acuta del fegato, che dire si voglia limitiamo alle form_e co·siddette pri~itive, chè n~n rappresentano cioè una modalità di evoluzione particolarmente severa di altre forme di epatite itterigena. È noto difatti che alcune forme di ittero epatogeno, di origine tossica (fosforo, cloroformio, tetracloroetano, ecc. ) o tossico-jnfettiva ad andamento ed a decorso generalmente benigno, quali l 'ittero catarrale, l 'ittero luetico , l'ittero spirochetico, ecc. po~·sono sboccare nel! 'ittero grave nell 'atrofia acuta del fegato. , ' Anche nelle forme primitive del resto, concorr?no abitualm.~~!e condizioni individ~ali di spec~ale v.uln~rab1u la del fegato, cong.en1te o acquisite, già ricordale. La più o meno diffusa e profonda necrosi autol~tica dell~ cellule, accanto a lesioni di tipo infiammatorio del mesenchima che sono in secondo pia~o, ne rappre·s enta il substrato anatomo-patolog~co. 11 profondo abbattimento, il progressivo disordinarsi della coscienza, l 'irrequietezza motoria, il vomito, che si slabiliscono più o meno rapidam ente dopo l'insorgenza di un ittero dall 'apparenza dell 'i. c. , i fenomeni di diatesi emorragica, il fegato che al4l1anto aun1.en1ato e dolente a principio tende a ridursi per guanto non costantemente in seg~ito al riassorbimento dei prodotti di desint:gr~z1one dell~ cellule epatiche, le gravi alteraz1on1 della crasi del sangue (aumento del N incoagulabile, degli aminoacidi, dei polipeptidi, diminuzione della riserva alcalina, ecc.), l'intensa ami11oaciduria in genere e in ·specie la tirosinuria (metodo di Lichtman), il foetor hepaticus costituiscono gli elementi principali della sindrome e della diagnosi. Esito: la morte o, in for1ne meno gravi e suhacute, la guarigione clinica spontanea o determiILata, meglio forse favorita , dal sondaggio chirurgico del dotto epatico, come è avvenuto in alcun i casi della letteraturè.'\ recente definiti come ittero grave o itterico epatico maligno (cfr. Ciminata, l iffred u zzi). Itteri episodici delle epatiti croriiche. All'ittero
l é\tente che spesso accompagna le più varie forn1e
[_ANNO
XLI"!,
Ì\Ui.VI.
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di ?irrosi del fegato, atrofiche o ipertrofiche, si agg1ur1ge non di rado nel corso della loro le11 ta evol':1zione, so.t to l 'in~luenza di ir1fezio11i intercor~~nti (L. ~~·ss), n:ia ~nche, ~econdo la nostra espe1 ienza, all in.fuori d1 fattori esogeni apprezzabili degli episodi di ittero manifesto con bilirubine: inia di soli~o 11on molto elevata,' ipocolia, lieve o11ul~a colur1a, che più spesso risolvono per riapparire eventualmente al tre volte. Pos.so~o osse~varsi in p,eriodo preascitico, precedere il timpanismo e l 'ascite o in neriorto ascitico o. rappresentare altre volle il preludio dell 'insuffic;enza. epati~a o, più rara1nente, evolvere verso I atrofia acut~ del f~gato. I caratteri del fegato, òur~ a margine tagliente, il tumore di milza la reaz~one di Takata positiva permettono di ric~no s~erl.1 an?he q'!and'appaiono in periodo preascitico di cirrosi epatiche latenti. Ritenuti .un ~e!llpo ~i origine emolitica o più spesso ang1ocol1t1ca (Naunyn, Umber) la nostra Clinica (Micheli, Pietra, Dorr1inici e Oliva Allodi) infirn1ando l 'origine emolitica, ha sost~nuto iÌ' concetto dell'origine epa togena, oggi largamente nccettato e confermato da ricerche anatomo-pato-· logiche (c.fr. L. Hess). Questo gruppo di itteri, senza dubbio assai meno bene determinatodal precedente e sulla cui reale consistenza è viva la di·sc~ssione fra gli a~1atomo-patologici (sopratutto Rossle, Aschoff, ecc. ) e da noi mante11uto per I"agioni sopratutto di ordine clinico, co1nprende le forme itteriche il cui substrato anatomo-clinicofunzionale poggia ad un lempo sulle lesioni delle Yie biliari intraepatiche (con maggiore o minor· partecipazione delle vie exlraepa li che e della colecisti) e su quelle simulta11ee del parenchima. L:isciando da parte la questione, che sotto l 'aspetto diagnostico ha un 'importa11za secondaria se preceda la lesione del parenchima o quella dell~ fini vie biliari (colangiolite) e ·se 1'infezione di queste ultime avvenga per via discendente ematogen_a o per via ascendente, nel senso di Naunyn· e di Umber, quello che interessa è questo, che in pratica la forma di ittero in questione corrisponde· senza dubbio a casi abbastanza freque11ti che no11 è facile inquadrare nel gruppo precede~te per la manifesta partecipazione al processo delle vie biliari e perchè si tratta di forme che, se in una j)arte dei casi po·ssono a.p parire come primitive, più spesso seguono a malattie infettive generali o, con particolare frequenza, accompagnano o seguono stati patologici delle vie biliari e in specieJe colecistiti calcolose o meno. Nei riguardi della sintomatologia generale l'ittero ha caratteri fondamentalmenle corrispondenti a quelli dell 'ittero epatogeno: il fegato legg·ermente aun1entato df volume e di consistenza (ma che nei casi protratti' tende a diventare più consistente), sensibile e anche doloroso alla pressione; dolente alla pressione anche la colecisti; frequenti i dolori spontanei della regione epatica; abituale la febbre ora poco elevata, ora a tipo settico; nella bile A prelevata col sondaggio duodenale bile torbida con sedimento di globuli bianchi e di piccpli elementi delle fini vie bi1iarj_ (Allodi); n el sangue linfocitosi neutrofila non costante, sedimentazione dei globuli rossi accelerata, variabile a seconda dei casi il comportamento del riflesso di Meltzer-Lyon e quello della coleci~ti di fronte alla tetraiodofenolftaleina ; prove funzionali variamente positive, m entre i1ei casi l!TERO EPATOCOI:ANGTTICO. -
~ANNO ~LII, Nu~'I.
~he
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SEZIONE PRATICA
durar1u da qualch e tempo non m an ca quasi 1nai quaJche segno di deficit funzionale del fegato. I gerrni più spesso in causa sono: il bacterium .coli, l 'enterococco, i bacilli d el tifo, del paratifo, lo streptococco em olitico, il viridans ( ?). Tra l tar1d osi di for1ne itteriche abitualmente se..condar ie, com e dice1nmo, le forme primitive o apparenten1 ente primitive sono r ar e. Appartengono verosimilmente qui, al quadro .delle ~patocolangiti infettive primitive, alcune forme di ittero infettivo, ad age11te etiologicamente non ben conosciuto, ch e d ecorrono con febbre elevata , preceduta da brividi, di tipo intermittente o remittente, senza leucocitosi con neutrofilia di -qualch e entità, dolori epatici più o meno diffusi, discreta tumefazione d el fegato, ittero di assai varia inten sità, ·spesso modesto, ma talora anche .spiccato con ipocolia , ch e Rosenthal m ette in rapporto co11 processi di epa tocolartgite di piccoli i:a1ni biliari e dei capillari biliari ; forme ch e h anno qualche punto di con tatto , 1nalgrado l 'assenza -Oell 'ittero, con i casi descritti da C. Bozzolo a .cominciar e dal 1902 sotto il n ome di « fegato infettivo simulante l 'ascesso » ed a cui M. Donati ha portalo di recente un contributo casistico in tere·ssan te e documentato anche dal lato istopatologico, la cu j differenza in confronto delle form e itterig·ene deriva verosimilmente dalla partecipazione più o meno al processo di epatite infettiva ~on ri sentimento epatocellular e d ei piccoli vasi ))ili ari . In en trambe le fo rme, itterigen e e no, come la letteratura dimostra, può avvenire la g u arig ione spontan ea o al seguito d ella semplice laparotomia esplorativa o della puntura d el fegato o del drenagg io chirurg ico delle vie biliari . E fanno parte cer tl m ente d elle epa tocolan giti primitiYe le forme ùi colangite lenta, di infezioni <'ioè d elle vie biliari croniche o cronich e ricorrenti ~ ch e L. D'Amato n ella su a lucida relazione definiva giustamente epatocolangiti lente - illustrate da Schottmiiller, Eickoff, Umber. I .oe,venhardt ecc., soste11ute per gli AA. citati dallo streptococc us viridan s (ocl enterococco) o d a germi sconosciuti (L. D 'Antona), d alle quali, ·secondo Naun yn , Bittorf, Umber , G. Greppi possono derivar e dei quactri di cirrosi o di epatiti croniche splen omegali ch e con ittero (epatite splenomegali ~a jnfettiva di Greppi). Di recente D'Antona, ha portato 11na chiara documentazione clinica ed istopatologica d ella epatocolnng1t~ lertta , dimostrando sulla base di due casi sovrapponibili ch e si trova appunto al centro del processo morboso una lesione del fegato e d elle vie biliari, riassumente·si in una i11len sa pericolan gite co11 cospicui infiltrati non limitati agli spazi periportali m a presenti anche in pieno parenchi1na - verosimile espressione di una colangite capillare - , a cui si associa una più o meno intensa partecipazione del parenchima epatico. Ma indubbiamente assai più frecruanti sono le for111 e ii1 cui il processo infettivo (bacterium coli, streptococco od altro germe finora non ide11tificat o) trae con ogni verosimiglianza origine d a coleci·stiti infiamm ::i torie, calcolose o no , ed in cui , com e in numerosi casi della mia Clinica , alcuni dei qt1ali descritti da R. Moracchini, la infezione ~on purulenta, a grandi vie biliari pervie, d ei piccoli dotti biliari e la partecipazione epatocellulare ~ono attes tate cial decorso subacuto-ricor-
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rente, dall 'ittero di solito lieve oscillante a R.D.R. , ~on concentrazione delle biline n elle feci normale a volte :tnzi sopra11orma1e, per quanto, come è' 11oto, l 'intensità dell'ittero e l 'ipocolia n on siano esclusivi d ell 'i . m . e si osservino di frequente nel1'ittero epatogeno, dall 'inten sa urobilinuria, dal1'esi to positivo d elle prove funzionali. La guarigione an ch e qui può ·s tabilirsi spontanea, ma è ìndubbiarrtente favorita d al sondaggio medico o chirurgico delle vie b'i liari, e, quando è possibile, d all 'asportazione d el focolaio di origine dell 'infezione biliare. Non è raro per altro , ed è largamente documentato an che . dal lato istopatologico d alla letteratura r ecente e n ella mia Clinica d a R . Mor acchini, l 'esito più o meno t ardivo, ma t alora anche rapiao di <1uesle forme primilive o secondarie n ella cirrosi o, forse più esattamente, n ell 'ep atite cronica spler1omegalica ed itterigen a di origine epatocolangiLica , ch e rappresenta una varietà distinta, per lo rnen o sotto l 'aspetto cl inico ed etiopatogenetico, delle sclerosi d el fegato colostatico-colan gitiche, pur es·sendo le due forn1e collegate da numerosi . passaggi. Queste forme di sclerosi epatica r.lc' .. o essere t e11ute disti11te da quelle designate nella letteratura, sotto la in~luenza di H. Eppinger, come <e cirrosi ipertrofica d el fegato con ittero », in quanto si tratta di solito , anatomicamente, di cirrosi ipertrofiche tipo Laenn ec (lVIich eli) di origine varia, anche lue Uca (Micheli) ed in cui l 'ittero non è o quanto 1neno non è fondamental1nente di origine emolitica (l\iiicheli, ~ietra, ecc.) E vanno separate sotto l 'aspetto clinico (diversità di decorso, prove fun zion ali del fegato p o·sitive, dolenzia costante anche n elle forme apparentemente primitive della colecisti , sintomi infiammatori nella bile A e B, ecc.) dalla cosidett a cirrosi di Hanot. La cc malattia di Han ot » o m eglio « la sindrom e di Hanot » mantenuta negli s1retti limi ti clinici, biologici ed anatomici preconizzati da Krez, Fabris, Micheli , ecc. è con siderala oggi gen eralmente sulla base di nuove osser vazioni clinich e ed anatotnopat ologich e, a partire d a quella classica cli Fabris (Satta, Marin, Fiessinger e Thiebot, Conèlorelli , Reitano, May, Albot, Chyrai, Chievai, Albot e Molin-sky, ecc. ), una entità autonoma . Entità clinica (epatosplenon1egalia cronica feb- · b rile con ittero), biologica (prove funzionali d el fegato negative), a11a torr1ica (epatite dufusn cro1 ~ica con n etta prevalenza m esenchimale caratterizzata d a una proliferazione infiammatoria dello stroma reticolare e mesenchimale, nell 'interlob o, dentro il lobulo, tra cellula e cellula epatica (Reilano), asse11za di lesion i angiocolitiche o comu11 que di alterazioni delle vie Diliari capaci di CGlostasi, assenz~ od esiguità d elle lesioni degener ative delle cellule epatich e). La genesi dell 'ittero è oscùra. L. Fiessinger tende a ricondurlo alla dissociazione delle cellule epaticl1e da parte della proliferazione delle fibre a gra licc io (ittero epatogeno dunque). Sotto l 'aspetto etiologico, il reperto n el fegato di cumuli d i linfoci ti e plasmacellule ri cordanti le gomme rnjliari (Fabris, Reitano), la coesistenza nel caso di Fabris di una gon'lma nel polmone, la dimostrazione clin ico-sierologica della infezione sifilitica in altri casi (Condorelli, Luisada , quest '11ltimo non tipico), la scomparsa completa dei fen om eni m orbo-
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« JL POLTCLTN ICO »
sj, l 'ittero compreso, con notevoli ssima riduzione del fegato e d ella milza in un classico quadro di Han ot in una do11na luetica, datante da oltre un ~nr1~, in ·seguito alla cura specifica (Micheli, cilso 1ned1to), te11dono a valorizzare l'importanza è ella sifilide, ch e per altro non p11ò ancora dirsi 1:srl usiva , n ella gen esi d ella ep a tite di Hanot.
[A_~No XI.II, 1'ul\'I . 48J
c~i ~ue fo~·~ne m or1Jos.e,. la })Ol~glohulia splenomegalica e l ittero emolitico costituzionale· 10) ittero emalinico. ' l lle ri emolitici secondari.
. Comprendono quegli stati morbo·si in cui occa~Io~a1men le ma talora an che con notevole regolarità possono comparire fenomeni di iperemolisi con con segu ente siI1dron1e itter]ca emolitjca. In questi casi l 'iperen1olisi non costituisce g jà come n elle forme precedenti il fenomeno cen~ lrale primario, ma è solo un ~lemento d el quaclro 1norboso a Gui si aggiunge p er azione della n.oxa patologica fondamentale sul sis tema reticolo endoLeliale, che è stimolato a maggiore attività e1noclistruttiva. Si tratta in crues1i casi di condizioni r;iorbose . tliff~renti, c?n~e 1'anemia perniciosa, l emoglob1n11r1a p aross1st1ca, l 'end ocardite Je11ta ~ 'infezion~ melite~se, la m alaria, la pneumonite: 1l r eumat1s1no articolare, ecc .. stati morbosi cioè r he non h anno in con1une fra loro che l 'au1nenla.ta distruzione di sangue per un 'esaltata attiYità secondaria d ell'apparato emodistruttore, ma se11za alcuna nota di vera aulo11omia. Il loro riconoscim ent o derjva, oltre ch e d all 'apprezzamento della rla tura r.r11olitica del! 'ittero e dell 'an emia, dall 'aceertamento della malattia fondamentale.
ITTERO PRI:.EPATICO (EMOLITICO). - I. 'ir1dividualità degli itteri em olitici è ormai cor1cordemente amm essa. Il ter1nine di ittero preepatico, adottato d a] Correlator e prof. Dominici , trova la sua giustificazione n el fatto ch e l 'accumular si nel] 'organi.. mo di pig1nento di origjn e ematica, non deriva sempre da eccessiva distruzione di san gue da apporto ecce·ssi vo cioè alle cellule del feg ato di pign1ento, 1na qualche volta, come noi s tessi abbia1no din1ostrato, da insufficiente eliminazione d a parte d el fegato . I sintomi generali di questa forma di jttero ch e comprende form e numerose e sotto i più vari aspetti assai diver se, non sono m olti: si riducono alla presenza n el sangu e di un aumento più o mer10 cospicuo di bilirubina l 'ittero cutaneo potendo mancare - a r eazione costantem entP indiretta, R. I. , se non ·sono in atto processi corr1plicanti di an giocoljte od altri fattori di ittero ; alla assenzJ di pig1nento biliare n elle urine (ittero acolurico) an ch e se la bilirubiPARTE II. SISTEMAZIONE CLINI CA DEGLI ITTERI. nemia è elevata, alla assen za di acolia od ipocolia fecale, ch e anzi la bili11a, r elativamente poco auProf. G. DoMIN1 c1, correlatore. 1nenta ta nelle urine, è pii1 o m eno fortemente Premesse alcune i1ozioni intorno alle più 1nopoco aume n ~ata n elle urine, è pi1ì o m eno forte' ne11t e elevata n elle feci in caso di attività della d erne acquisizioni ·sull 'anatomia del fegato ed in particolare sulla struttura del lobulo epatico (celfor111a morbosn ; alla mancanza di bra<licardia e di lule epatich e, capillari biliari, capillari san guiprurito e di note di deficit funzionale d el parenchima epatico; alla presènza di l1na splen omega- g ni) si d escrive, seguendo in particolare Aschoff, la via biliare, la quale dal capillare biliare si conli a più o m en o cospicu a ed oscill ante co11 le varie fasi del processo; alla co11comitanza di ·sintorr1i tinua nel precapillare, quindi n ei dotti interlopiù o m en o manifes ti di anemia e di aume11tata bulari, i qu ali via via confluendo e convergendo passano n ei can ali collet tori, ri11n end osi n ell 'epaI'igen erazion e d el sangue. Il riconoscime nto delle varie forme delle varie t ico e per ultimo, dopo aver dato orig ine al cis lico, ter:rn jnand o col coledoco . ln tre punti di entità morbose o varietà clinico-em atologiche, in gu.e sta via biliar e si trovano d elle forma zioni cui si scompo11e il gruppo ò ell 'il tero emoliti co, è ghiandolari: all'origine d ell 'ep atico, nella cis tir ela tivame11 le facile. La diagn osi d eriva sen z'altro dalla co11oscen za fellea , all 'es tremo inferiore del coledoco; e, analogan1ente, in tre punti della via biliare si tror1 osogr afica di ques te varie form e o vari età di iltero einoli tico primitivo. Pl1ò i1npor lare qualcl1e vano delle particolari formazioni muscolari : n elle maggiore difficoltà l'interpretazione della n a l ura pareti <le11 a cistifellea, al collo del ci·stico e alla emolitica d elle varie ~orme di ittero secondario terminazion e inferiore del coledoco. Sia le formazioni ghiandolari ch e quelle muscolari h anno sio si11tomatico. g nificato funzionale determinato. Basterà elen carle . La bilirt1bina provien e dall 'an ello porfirico òell 'e1noglobi11a per r ottura del ponte m etinico x, e, I tte r i em oliti ci primitivi. rom e l 'emoglobina, contien e 4 nu clei pirrolici non 1) ittero em olitico cos litt1zion aJe tipo Mi11ko"Ydisposti però ad anello, ma in forma liueare; è ski-Chauffard; stata dimostrata la possibilità della formazione di 2) ittero em olitico con genito d escritto d a Mi- più corpi bilirubinoidi, m olto vicini alla bilirucheli Domini ci , co1ne varie là de] prim o; })ina , sia per via di degradazion e dall 'ematjna , sia 3) ittero d ei neonati ~ per via di sj ntesi da prodotti inferiori a soli 2 nu4J for1ne itterogen e di anen1ia perniciosa; clei pirrolici. 5) itt ero-anemia ipocromi.ca splenomegali ca Colla reazione di Gmelin si p11 ò seguire Yia via con elittocitosi e poichiJncitosi (Micheli); la scissione d ella molecoJn ò e11 a bilirubina atlra6) ittero-anemia emoli t. con eritroblastosi ,·er so le varie fa·si colorate fino a prodotti che n on da11no più -reazione colorata e che cor.r i spontipo Cooley; 7) itte ro-an emia con emoglobinuria-e1nosidedono B. semplici pirroli. . . Dal mesobilirubinogeno ottenuto per via sinrinuria (Marchiafava , Mich eJi) : te tica si è passati all 'urobilina, identi ca a quella 8) i L tero -a~emi a eir1ol i ti ca acuta tipo Lederer; 9) ittero con splenomegaìia e poliglobuli.a ottenibile dall 'urobilin ogeno eliminato da11 'orga• vera, non sinto1natica (sindrome di Mosse), ri- 111s1no. Il n1etabolismo <l ei sali biliari n on è a11cora condott a <l a Us egli o e ì\lassobrio al] 'associazion e 1
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NUi\f.
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SEZIONE PRATICA
}Jerfettaniente noto, co111e no11 è di1nostrato cl1e il nucleo colico provenga con certezza, come credono molti, dalla colesterina. Per la sistemazione degli itteri pochi dati }Jt1ò offrire lo studio dei sali biliari , qualcosa ,(li più invece per la dj agnosi. Questo vale pure per la colesterina e gli osleri suoi. Circa il comporta1nento del ricambio e111oglolji1.ico •J nota la sua impor1anza per lu sistemazio,n e degli itteri. Circa ·la sede di formazione del pigmento bi]jarr i1on tutti i molteplici s tt1cti condotti in meri Io hanno significato e importanza corrisponden le . Scar so risultato ad esempio è des umibile dalle ricerche di istologia st1i feno1neni che si osserva110 al seguito di e·sperimenti di emolisi artificiale e sulla disposi~ione del pigrne11to e del ferro , ecc., e risultati analoga1nente scarsi e poco probativi so110 possibili dalle ricerche condott e mediante il blocco del sisten1a r eticolo endoteliale . Viceversa g·Ii esperimenti di epatectomia e il rilievo di una biligenesi locale, unitamente all 'osservazione di determinati quadri clinici , offro110· importanti ele1nenti per la ques tione della sede di formazio11e del pig1nento biliare. Gli esperin1enti di epatectornia, che già ai più vecchi o·sservatori avevano dato la prova ch e una certa quota clell a bilirubina poteYa essere forn1ata fuori del fegato, sono stati , da autori american.i sopratutto, allestitj in modo che la biligenesi extraepatica appare dimostrata 0on assoluta chiarezza, nonostante le contrarie opiI1io11i della Scuola di Breslavia e qualche, in realtà assai isolata , voce contraria, per cui è risultalo ch e effettivamente senza fegato non solo co11tinua la produzione del pigmento biliare ma si può arrivare al] 'instaurar. io11e di un vero ittero. In quanto alla biljgenesi locale u11a qua111 ità in11m11erevole di ricerche 11on solo la confer1na, rna re11de 'fondato il co11vincimento ch e per questa via possano prcxtursi qt1antitativi assai considerevoli di pigmento. La ricerca cli11ica poi colla conferma della l)eculiarità dei vari tipi di reazione diazoica, i quali, co1nc hanno di1nostr ato gli studi pii1 recenti, a11zichè in rapporto . a condizioni ambientali, co11 ogni verosin1iglianza devo110 invece essere riferiti a differenze fisico-chimiche dei corpi pig1nentari bilirubinici che reag"iscono, e ancora colla dimostrazione della strelta attinenza dei vari tipi della reazione diazoica coi determinati quadri ana.ton10-funzionali e colle molteplici evenienze clinico-biolog-ich e, porta alla questione un c?ntributo essenziale ch e, in virtù dei reperti 'SP-er11nentali }Jrima riferiti, e unitame!lte ad ~ssi , acquis·~a forza decisiYa per l a origine extraepat1ca (o meglio extraepatocellulare) del pi gme11to biliare, il . quale, prodotto fuori dal fegato dal tes~uto. ret1coloistiocitario, e forse da tutti i t essuti, viene convoglialo dalla corrente san gui gna al fegato che lo elabora ulteriormente a bilirubina perfetta, la quale viene alla fine eli1ninata per le vie ~iliari. Corrispondentemente a ciò, non vi ha. d.ub~10 ch e la. separazione degli itteri in meccan1c1, in epatocellulari e in pre-epatici (o da ristagno preepa: tico) costituisce la di stinzion.e fondamen~al e nei riguarrli fisiopatologici perchè ha il ·suo r1sco11tro uelle dette tappe del processo biligenetico-bilis~ cretivo e perchè in stretta attinenza col r;neccan1smo patog·enetico dell 'ittero che risl1lla d1fferente nelle singole forme.
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ì\1a nei riguardi clinici gli studi più recenti inqucon? a sislemare gli itteri secondo i seguenti gruppi: a) ittero meccanico; b) ittero epatocellulare o parenchimatoso; e) ittero epatocolangitico; d) ittero preepatico o da ristagno preepatico, L 'i ttero meccanico ha un'individualità su a anatomica, fisiopatologica e clinica e si realizza ogni q,u alvolta il flusso biliare verso l 'intestino è impedito da ostacolo estrinseco o intrinseco delle vie biliari extraepatiche o, in casi rari, per opera di processi assai diffusi subito al dì sopra della porta hepatis. In questa forma l'ittero è colemico e colalerr1ico, colurico e colalurico, la bilirubina del sa11 g ue è a reazione diretta pronta o, assai }Jiù. spe·sso, a reazione diretta ritardata o a r eazione diretta difasica, per la freque11tissima lesione delle cellul e epatiche, che per altro non è clinicamente rilevabile, almeno per u11 certo tempo, mediante le abituali prove di esplorazione funzionale. L'ittero epatocellulare e parenchimatoso è dovuto alla diretta lesione delle cellule epatiche : in esso I 'ittero è pure colen1ico e colalemico, colurico e colalurico, la bilirubina del sangue è a reazione· diretta ritardata o diretta difasica e il parenchima epatico denunzia la sua lesione colla positività più o nleno marcata delle varie prove di esplorazione· f u11zio11ale. L 'ittero epato-colangitico raccoglie le varie e r1umerose forme itteriche nelle quali la lesione deI parenchima è associata ad una più o m eno e-stesa [1lterazione delle vie biliari: sono itteri cli11ica1nente assai frequenti, ch e accompagnano o seguo110 lesioni delle vie biliari (colecistiti, colangiti, colelitiasi , ecc.) o accompagnano o, più spesso 8eguono al1 erazio11i prjmitivamente localizzate al parenchima e che sia per segni diretti che per reperti funzionali (esplorazio11e col sondino duodenale) meritano di formare un raggruppamentoa parte. L 'ittero è anche qui colemico e colalerr1ico; colurico e colalurico, co11 bilirubina del san-· gue a reazione diretta ritardata o diretta difasica, e prove funzionali po·sitive ~n. varia misura a seconda del grado di comprom1ss1one del parenchima. L 'ittero preepatico o da rist agno preepatico è la• forma in cui la causa diretta ed immediata del! 'anomala colorazione è data dall 'accumulars] nel sangu e di bilirubina no11 ancora venuta a contatto colle cellule epatiche. L'ittero qui non è più colurico nè colalurico, ma sempliceme11te urobili11urico, con bjlirubina del sangue a reazione indiretta (pronta o ritardata) e prove funzionali del fegato costantemente negative, appunto per ~s sere il parenchima epatico indenne. Nell a magg1or par le dei casi di questa forma 1'itt?ro r~con osc~ come causa prima u11 'aumentata d1.s lruz1one ~1 sangu e (onrl.e J 'aumen to del ricamb10 emo~l?b1nico) tuttavia alcune volte l'ittero si slab1Jrsce e si ~antierie anche a Il 'infuori di un 'emolisi eccessiva (in via assoluta o relativ~) ma sol?. per una ralle11tata eliminazjone del pigmento h1l1are, ch e perciò ristagna nel sang_lle e nei tessuti . Ten endo presenti le i1ote fonda:n:ie1!t.a1i dej . vari gruppi di itteri, non deve essere d1~1~1 l.e ord1n.arei opi:>ortunamen te 1e forn1 e rj scontrab1]1 1n pra11 C3r
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« IL P OLICl..INICO »
PARTE III. L\ SECUEZIONF. BILIAil:E PANCREATICA INTESTINALE NEGLI ITTERI .
Prof. A.
_i\.LLODI,
correlatore.
Lo studio delJa ~unzio11e gastro-inles ti11ale è di notevoJe importanza per la diagno·si e per Ja sistemazione delle affezioni che si accompagn a110 ad ittero in quanto frequentemente si con statano disturbi funzionali dell 'apparato digerente nelle affezioni epato-biliari ed anche in quanto indagini accura~e, parlicol~rr11ente esegl1ile ~n. 9uest~ llltimi anni, hanno dimostrato la poss1b1l1tà di nessi patogenetici tra affezior1i epatobiliari e quelle ch e colpiscono il siste1na digerente. Il R. prende in esame anzitutto il comportamento del chimismo gastrico e degli altri eletnenti che sono da tener presenti nello ·studio d ella ft1nzione gastrica delle colecistopatie, degli itteri epatocellulari cronici, em.olitici, angiocoli1.ici , ecc. Dai .jati raccolli dalla lelteratura e da quelli rilevati in sue ri c~rche 12ersonali. è . po~tato ·a ri tertere che nelle colec1 stopa t1e le var1az1on1 del .chimismo p er lo più ver5o I 'abbassamento dei valori d ell 'acidità sono da considerare concomitanti .ocl anche primitive cioè dovute a lesioni gas trich e -stabililesi n el decorso o anlecedenti I 'insorgenza della sindrome morbo·sa e non già come riflesso d ovute a t1uei fattori che intrattengono la si11toma tologia a carico della cistifellea. Nelle cirrosi .alcooliché si nota di solito una gastrite ipergene·tica che r apidamente passa nello stadio della gastrite r egressiva. Nelle varie forme di ittero e.be accompagnano lesioni epatiche di natura luet1c~ si osservano n10J leplici evenienze nei confronti del chimisn10 e dei dati relativi alla funzio11 e ga~trica la quale si dimo·stra spesso disturbata a ~ausa però di alterazioni co11comita11ti dello sto1naco. Il chi1ni smo gastrico n1oslra pure anomalie di -'\·ario tipo n egli itteri da tumori d el fegato e delle vie biliari. Negli itteri da occl11sione del coledoco .è abbastanza freq,uentc , non però costante, un .aumento d ei valori d el chin1i s1no gastrico. ·Nelj 'ittero catarrale si osserva il quadro di una ga·stroduodenitc acuta o s ubact1ta. Negli itteri extracpatici si h anno scarse e n.on car~tte:i·stic.he variazio1li del cli imismo g astr1co; cosi d1 solito n eg·li itteri ila ena lite e cl a angiocolite acuta. Passando ailo sl,1dio della funzione biliare il R. prende in esame i moltP.pJ~ci elementi che. ci forni sce il m e todo del so11dagg10 duodenale e cioè le car a tteristiche fi sich e, fisico-chimiche, microscopich e d el succo duodenale e dell~ bile otte~uta dopo provocazion e del riflesso ve·sc1colare. Rileva I 'importanza ed il significato di d etta prova per ·1a diagnosi d elle colecistopatie ed infine tratta del! 'importanza d el dosagg·io dei vari costituenti della bile A B e C, nelle varie forme di itlero e special1nent~ della mucino- ed albt1minocolia, d el1'urobilinocolia, della coles terinocolia, ~ ei sali bili;iri com e di altre sos tanze (solfo, calcio , fosforo. potas io, ferro, ecc. ). . Dalla r assegna d e i d a ti rel~tivi p~ù import~11t~ fin qui ottenuti ed anche .d1 que:ll.1 person~l1 s1 possono dedurre iittere~sa11t1 ed. u !111 ~l ement1 per la diagn osi e sistemazion e d egli ilt er~. I più importanti risultano. i segt1 er1~1: . Negli itteri ep a tocellular1 e specialmente in quelli a d ecor so cronico in cui esistono turbe funr.ionali d el fegato si riscontra un 'aumentata quan-
'°
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tità di su cco cluodenale, di solito a elevato pH, per Jo più anche di colorito più scuro che di norma o con tonalità rossastra cui corrisponde un aumentato tenore in bilirubina ed anche in urobili11a come an ch e di altre sog tanze ('sali biliari, coIE-s terina, fosforo , solfo, potassio, ecc.). Il riflesso 'escicolare è per lo più jn qt1este forme di ittero ]JOSitivo e sia la iJile A r.he quella B e e si presentano pri ,.e di quegli elementi che sono espressione di un proces·so i11fiamn1atorio a carico delle vie biliari. Negli itteri da aun1e11lata emolisi la bile A e spesso anche la B sono di solito pure 1percromiche , specie se l 'esam e è praticato in vicinanza di una crisi, abbondanti, ad alto contenuto in bili111bina . Negli itteri da angiocolite e da angiocolecislite il succo duodenale e la bile B si presentano torbidi, è aumentata la mt1cinocolia; ed all'esame 1nicroscopico si rivela la presenza di numero·si leucociti e di elementi epiteliali sfaldati che possono avere importanza anch e per la diagnosi di sede del processo infiam1natorio. Il riflesso vescicolare ha qui un comportan1ento variabile. Nelle colelitiasi la bile :\ l1a car atteri assai simili a quelli della bile d egli itteri epatocellulari, nei riguardi dell 'aumentato tenore in bilirubina, sali biliari , colesterina , ecc. .È pure di solito aumentata di quantità. Il rifle-sso vescicolare €> spesso negativo, ma può anche esser e parziale o positivo. L'esam e 111icroscopico rivela nei casi di colecistite calcolosa con colecisti non esclusa la presenza di cristalli di colesterina e di bilirubina o di sabbia biliare. Questo reperto è assai in1portante per la diagnosi. Se però n egativo non escll1d e In diagn o·si stessa. Nell 'illero ca tarr ale alcuni elementi portano a confer1na"J"e la natura cpatocellulare dell 'ittero, ma altri sono assai prohalivi a denunciare un precoce interessame11to d elle vie biJiari intra- ed extra-e paticl1e. Gli i tteri da occlusione del coleòoco sono abbastanza facilmente diagnosticabili ten endo conto rlello scolorame11lo del succo duodenale a volte con Jnanca11za del riflesso vescicolare e della diminu"zione di tutti gli elementi costit11t.ivi della bile. T,a presenza fli sangue permette di sospettare u11 l'umore a sede intestinale o deJ coledoco. Le prove fu11zionali na11creatich e rivelano un di f:turbo di delta funzi one in n1olti casi di itteri da epatite cronica, da tumori del fegato e da affezioni colecis Li che o colecisto-l)iliari . .Si tratta però per lo più di semplici n1eiopragie i11 ral?porto,. a quei fattori che sono in cau s:i nella genesi delJ ittero e sol tanto in por.bi casi si deve concludere in base alle prove funzionali stesse i:er una aff~ zione organica del pan cr eas con com1tan.te o pr1n1itiva . Nell 'ittero catarra1e è frequente il reperto di una in·s uffi cien za pancreatica vera , ascrivibile ad · una pancrea tite per Ip Iliù a deco:so a?ut.o. concomitante od a11che, secondo alct1n1, pr1m1 t1va . Le prove funzionali del pa11creas sono utili :r>Oi a ò~f ferenziare gli itteri da occlusione del .coled?c?, in quanlo nel caso c11e de11uncir10 una insuff1c1enza dell'oro-ano si deve m aggiormente prospe ttare la c)iag11o~i di tumore d el pa11creas o di ~na cefal opancr eatite cro11ica, in qualche caso. d1 tina. affezione del coledoco interes~ante i dotti e loca l1zzata in basso . . . . L ·esame coprologico permette d.1 . d1 s ~1n g u cr~ due cat egorie di itteri: quella d egli itteri ch e s1 accompagnano a segni di in"Sl1fficien za biliare lo-
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tale o p arziale e cl1e comprende g li itteri da o cclusione in gen er e e alcun e forme di altrj itteri con1e quello catarrale, l 'atrofia giallo acuta, ecc. in alcuni periodi del ]oro clecor so; e quel] a deg1i i1 terj i11 cui c;; i nota 11n normale od anche aumentato deflusso cli bile nell'intestino e che si accon1pag11ano anche a disturbi della funzione intesti nale con diarree biliari spesso del tutto caratteri~tiche. Il dosaggio della bilina fecale permette di confer111are la diagnosi e quello .relativo a quello cl el dosGt.ggio dei grassi di mettere in evidenza l a prese11za della co·s idetta dj spepsia sap onacea o di un vero catarro del tenue conseguente alla dispepsja stessa. Nelle forme di ittero che si accompag n ano a processi infi ammatori biliari od epatobili ari è frequen le il r eperto di segni infiam111atori inlestinali col quadro di l1na colite discinetica più o meno grave per l o più però semplice , muC'osa. Essa può avere importanza patogenetica n ei confronti delle sindromi bili ari ch e ·sono all'origine dell 'ittero. (Co1ilinua). A. Pozzi.
sviluppo della cl1irurgia plastica in Italia >> . Dopo avere accennato ch e la culla d ella chirurgia plastica d eve ricercarsi n elle Indie, J)a r la di qua11t o si faceva presso i Ron1ani, e specj nln1ente d el! 'opera di Aulo Cornelio Celso da cui ha pre·so il nome il metodo della plastica p er scorrj1nenlo. Ricordato il chirurgo Antillo e pochi altri di car sa importanza dell 'oscuro periodo d el l\Iedio-EYo, in cui la chirurg ia plastica fu trascurata, parla dei fratelli Branca cli Catania e d ei Vianeo di Ca1 abria i quali, quantunque empirici riportarono in onore la specialità, ed infine mett e ir1 rilievo l 'opera del celebre GaspJ.re Tagliacozzi che 1a perfezionò e Te deLte Yes le scjentifica. Seguì }JOÌ un p eriodo di avversion e an che p er opera di uon1inì en1inen ti, quali Vesalio, Falloppio e Pareo , che i11 buon a o malafede, contribuirono al deper i111ento d ella chirurgia plastica . Solan1ente dopo due secoli e cioè al principio dell '800 é1vvie ..1e ltn risveg·lio per opera di cl1irurg i i taliani e stra11ieri , ri sveglio che si è andato più accentuando in quest 'ul tì111i 50 anni e specialn1 er1te in occas ion e d ell 'u1 tin1a g r ande g uerra.
ACCADEMIE. SOCIETA' MEDICHE. CONfiRESSI
Il pro C. MANNA atlenlan1 en le seg uito nella su a chiara e brillante esposizion e dai numerosi cong r essi s1i ha accennato infine all 'i111portanza della cl1irurg ia plastica nel campo sociale, a ssicurativo, e sanitario militare mettendo in evidenza quello c he si fa presso le altre Nazioni e forn1ul ando infine voti che an che in Italia sorga pre·sto uno o più is tituti di ques ta specialità ch e h a ed avrà lante b er1emere11ze dal lato u1nanilario. La chiusa dell'interessantissima corr1unicazion e è salutata dag li :-tpplausi degli ·interYenuli ch e i cong·ralulano con l 'orat ore.
J° Congresso della Società Italiana di Chirurgia Riparatrice r Plastica. Il 24 corrente, come ne demmo g ià noti zi a , fu inaugur ato nella sede dei Congressi Medj cj e de1le Mo·s tre all 'Archiginnasio di Bologna, il I Congresso Nazionale di Chirurgia riparatrice plas tica ed estet ica, con l 'intervento del prof. Alessandri, ed alla presenza di parecchie autorità. Il prof. BELLEI r eca il saluto della città di Bologna a nome del Commi ssario Prefettizio prof. Pascucci; il prof. MARTINOTII porta il saluto di S. E. il Minis tro <lell 'Educazione azionale e d el Rettore Magnifico on. prof. Chigi ; egli mett e in rilievo l 'opera illuminata di eminent i chirurgi e di scienziati lJolog11esi specialisti in plastica . IJ colonnello SIMULA porta il saluto d el Minj st ero della Guerra e fa ri saltare l'importanza ch e la chirurgia riparatrice p l astica ha n el campo ·s ociale in gen er e e in quello sani tario n1ilitare, special 1ne11 le jn r elazione all 'organ jzzazione ed al fun zion an1enlo di speciali reparti apprestati all 'uopo p er l 'E·ser cito ; parlano inoltre il rappresenlante della Direzione Generale d ell a Sanità Pubblica e del presidente deg li Ospedali Riuniti di Roma . L
Il prof. l\ilANNA, presidente del Congresso e della Società Ilali:ina di Chirurgia riparatrice e plastica, rivolge un fervido saluto anzitutto alla Medagli a d 'Oro prof. Paolucci , della presidenza del Congresso, p artito volontario per l 'Africa Orientale , ringrazia ]e autorità presenti e legge le numerose ad esio11i p ervenute alla presidenza d el Co11gr e so, trn le qu ali quella dell 'on. prof. Perna, dell 'on. l\_lalzc l tj , co111 andante la Legio11e l\1utilati d ell 'Urb e, <l el luog·o ten ente g eneral e De Plato, direttore ge11cral e ''i . anità della Milizia V. S. N. , e quelli di nu1nerosi chirurgi specialisti italiani e stranieri, Lra cui il prof. Burian di Praga, il prof. Dartigues di Par ig·i, il prof. Coelst di Bruxelles, il prof. Bankoff, di Londra ecl il dott. Grande di Napoli. Sotto la presidenza del prof. ALESSANDRI , il prof. ~1ANNA SYolge la sua relazio11e su « l 'origine e lo
Subito dopo il prof. ALESSANDRI porta il saluto clelJ a Società Italiana di Chirurgia , accenn a all 'ìmporta.n za d ella chirurg ia riparatrice , bra n ca d ella chirurg ia gen erale, ed elogia j} su o antico allievo prof . Manna p er I 'opera fattiva ed aud ace volta con tanta disinter essa ta passione i11 Itali a per il ri'sYeglio sci en lifico cl e1l a specialità. Dopo questa r el azjone segue lo sYo]g·imento dì parecchie comunicazioni interessan t issime: il prof. H. JiJ cKSTEIN di I1erljn o 11arla sull'uso della paraffina nella correz io11e di alcuni difetti fisici ; il dott. GALLASSI di Bolog·n a , riferisce su un ~t10 metodo d i plastica nasale; il d ott . .S c Hil\1KA di Trieste, sui ra p p orti della chirurgi a plastica colla 1nedicìna e colla ch irurgia ; il prof. GA1v1nEn1Nr sulla ricostru· zione t otale dell'.l vagina. ~el
p omeriggio il prof. ~I ANN A 11a ìllu·stra to una pellicola ci11ema tografica inYiata dal prof. Dartig·u e. cli Parigi , rìguarda11 te il st10 m etodo di marr11nec lomia totale con trapianto liber o d ell 'ar eola e d el capezzolo ; seg uirono inter essanti comunicazioni clel prof. GALBAzz1, BANKOFF e S1ccA, ed infine il prof. CLAOUÈ jllu·~ Lrò u11 t10 filn1 ri guar cla11 le lln metodi) speci ale d i n1 a111n1ec ton"li a. I l Congr esso , prima di cl1iuéler si i11 serle an1n1i ni s1rativa, approva il r endi ronto finan ziar io prese11t a lo dnl ciol t . Di 1~"1L1PP0 cii Ro1na, econ on1 0-cassier e d el la Soc ie tà ed i11via telegra111mi cii <l eYozione e di omagg·io a . l\I . il Re. al Capo d el Go,·ern o ed :11 Segr e tari o ò el P. N. F . I l Seg r et ar io: R. G.UEAZZI.
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<< IL POLI CLINI CO
APPUNTI
PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. La dispepsia di origine anafilattica. L 'ari.a filassi tlj gestiva è uu fenon1eno 1nolto fr·equente, in cui int ervengono due fattori, la sci~tan za se11sibil izzante e le cause ch e favoriscono la sen sibilizzazione. Fra le sosta11ze sen~ sibilizza11 1.i, so110 anz itutto da inenzionarsi g li alime~1ti : g li albu111inoid i, specialn1ente di origine ani.rr1ale (volatili , selvaggi11a, n1aial·e , i~ esci e specialn1ente i rr1olluschi ed i crostacei, spesso le uova , il latte) ed anch e, sebb·e ne 111eno fr·eque11ten1·einte cli origir1e vegetale (pa ne per il g lutine, pa1ate, legumi, spesso il cioccolato, , -ari cereali , ecc. ) ; anche il vino può scatenar e dei fenor11eni a11afilattici. Un po' pi ù rara ·è forse l 'a11af] lassi d.a medj ca menti, fra cui va m ·enzionata specialmente quella da aspiri 11a, da antipirina, ecc . L 'analìlassi digesti\ a si osser,·a particolarmen ie 11ei deficienti digestivi , soprattutto g li ipoclorj drici e g li ach ili ci. 1F ra le cause ch e la fa:vori sco11 o, sono da ri'cordare le coliti crani. <;]1e, l 'i11 suffi cienza dei ferm·enti digestivi , con l ' ipocloridria ·e l 'achilia e l 'in $u ffi ci en za e1)at ica. Clinica111er1 te, i possono aver e effetti locali ;1~ati ~J l tubo digerente od a distanza o, più spesso, e11tran1bi. ·F ra gli ultimi vi son o: ! 'orticari ::., l 'c<len1a di Quiµcke, g li eritemi, g li eczer~1i , i pruriti, la coriza spa r11odica , l 'as111a, I 'e111i 1-:r a 11 i a. P ar q l1<.111to riguarda le les,i oni localizzate, fa cile è la diagnosi n elle form e acute: violenti dolori ga "trici, vo_m iti , a cui seguono il pallore della faccia, la cianosi d ell e estren1ità , la te1 1d(·nl' a alle si11copi . Caratteristica di questa forma è ]a b·r utalità di compar sa . I f.enome11i si d.il eg· ~ 1.lno g·e11cra ln1ente in poche or.e, ~ol tanto 1·(111.icnria permane più a lungo . Le for111e cro11j ~J1e si manifestano con dis 1>e1)sie gastri ch e (vo111i ti , spas111i quali fi ca t i -coine cra1r1pi), oppure intestin ali (del ti1)0 delJa colite ben ig n a). L.i diag11osi , per queste ultim e forme, è talora djirici le e può esser e fatta con })r ecisione mcr l !~ 1: Le le prove cutanee. Il trn1.tu111eu10, con1e osservano II. Surmont e R. Buttlaux (Presse m éd., 16 o lt. 1935) può essere prever1tivo (p er le form e cr oniche) e .curativo (per quelle acute) . Il n1etodo preventivo utilizza le t·ecnich e di .ar1ti-anafilassi o d i d esensibilizzazi one, media11te la vaccinazior1e per b,occ.a o per via cuta11ea , con risultati talora eccell enti , purchè si continui per 2-4 n1esi. La dese11sibilizzazione può essere specifica, ma si usa da princ ipio quella n on specifica, nlediante il pepto11e. specialn1ente il polipeptone (50 Cf!. un'ora prima d ci pa ti) . ·1 tenta in seguito la desen sibilizzazio11e i11edia11te piccole dosi di antigen e i)eci fi co , p er os; se queslr dl1 e 11rove so1
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1to i11efficaci. si ricorre a lla via cutanea, che p erò esig·e i1lolte preparazioni biologiche. Nell.e form e acu te, si useranno l 'adrenalina, il cloruro di ca lcio (per os o per via parenteraJe), i~ bicarbonato di sodio , l 'iposolfito di i1>ag1tes10. Si prov,1ed erà inoltre al trattar11ento del] e cause fa vorer1ti (defi cienza dei fern1e·n ti digesti vj , irritazion e d el tratto .gastro-intestinale, i11~uJl1 ci e11za epatica, ccc.). fil .
La nozione di periodicità nella diagnosi clinica delle 11lceri.
l\iI. J. Demole (Rev. méd. Sizisse Romariide, 25 sett. 1935) trova che n1entre le emorragie ed i vomiti sono sinton1i tropp·o tardivi per la diagnosi di ulcera dell 'ap·p arato di.g·erente, i dolori orari n on so110 abbastanza caratteri $tici per poter essere co11siderati com e patog nomonici . Importante, invece, è la loro periodi cità nell 'anno . I caratteri essenziali di tale malattia sareb1b ero i se,g·uenti: 1) Inizio e cessazione del periodo doloroso relativamente bruscl1i - in 2-3 giorni; 2) Ripetizione quotidiana d el dolore durante tale periodo; 3) Durata d el periodo 1 mese; rara1nente di meno (15 g iorni) o i11olto di più (6 setti111ane), qua11do l 'ulcera è ancora allo stato prin1itivo e no11 ancora complicata; 4) Inter\1allo lib·ero generalm ente più lu11go ch e quello doloroso : 1-2 mesi a l minimo, si1esso 6-1 2 n1esi, od a11che parecchi anni. Questa noz ione è i1nportante specialmente per il fatto di giudicar e la guarigione dell 'ulcer a, nel senso che i 1 criterio p iù valido è dalo dal distanziamento dei periodi dolorosi .
fil. Il regime nelle coliti fermentative e putrefatti're. La colite f er1n e1itativa è caratterizzata da u11a dig·estione difettosa o nulla delle cellulose dette d igeribili e dell 'an1ido, sicchè sono da proscriver e g li a limenti che conte11gono tali sostanze, mentre sono ben tollerate le proteine, cl1e devono quindi formare la b·a se d el regime; i g·rd ss i sono n1al tollerati se in abbondanza . :F ra gli alin1e11ti proibiti sono da annoverarsi: il pa11e lnelle forme gravi , anch e i biscotti ) . le farine, le paste alimentari, le banane, le patate , i fag ioli, piselli , fave ; le verdure si potranno tentare sol tanto cotte e finamente passate; le frutta, in forma di succhi e di gelatine. Di grassi, i daran110 piccole quantità di burro fresco. Si daranno carni e pesci n1agri, preferibiln1en te arrosto od ai ferri. Latte scremato , for111aggi cott i, uova inolto fresche. . . Ben tollerato è il riso, ch e deve cost1tu1re la base de 1 regin1e; fra i \ egetali , i fondi di 1
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SEZ IONE PRATICA
carciofo e le punte cli asparagi; consigliata Ja gelatina di mirtilJ i per il suo potere astri11gente. Tollerato bene ·è lo zucchero. Come bevanda, soltanto l 'acqua pura; un po ' di caffè o, meglio, un infuso caldo dopo i pasti . La col1ite putrefartbiva è caratterizzata da u11a digestione diféttosa o nulla delle sostanze albuminoidi, e dipende da d eficienze gastri cl1e, pancreatiche o biliari (l'esame copro logico n1 e1terà in rilievo quale è la d eficien za in q L1estione). In tale malattia, J. Couturat (Presse m édi cale, 28 a gost o 1935) consiglia la proibizione di qualsiasi carn e conservata o frollita, dei pesci secchi o conservati , selv.aggina, frattagli e. Se predomina l'ins ufficienza gastrica, permettere il manzo, vitello , maiale, monton e, volatili arrostiti od ai ferri , molto cotti e tag liati assai fini , in piccola quantità. N.e ll ' insuffi cienza pancreatica, s ' impone la soppressione della carne e delle uova , ch e sono invece permesse in piccola quantità n ella forma gastrica. Sempre indicato è il latte, specialm ente .se fermentato (jaùrt); così pure i formaggi freschi, le frutta e le verdure; in linea generale, anche il pane. Se domina l 'insufficienza pancreatica, anche l ' amido va dato in piccola quant.i tà. I grassi sono tollerati nell 'insuffici enza gastrica pura; n elle form·e biliari o pancr eatica devono invece eliminarsi quasi del tutto dal regime. Nella prima, si consiglierà l 'u so moclerato del vino o della birra; n elle altre dt1 e il ' rino largamente ta gliato con acqua. fil .
TJa vitamina A nelle retto-coliti ttlcerose. La patoge nesi delle r etto- coliti ul cerose è tuttora oscura; sembra , ad ogni lnodo cl1e accanto all 'infezione abb,i a grande i111portanza il terreno individuale soprattutto nel senso di una carenza di vitamina cc A » (costante coesi· stenza di ch eraton1alacia in tali malati). Partendo da tale principio , J. Rachet e A. Busson (A rch. mal. app. digestif et mal. nutrition, luglio 1935) hanno trattato vari malati con retto-colite ulcerosa mediante il carotene , disciolto in olio di oliva disossigenato e omn1inistrato per clistere, aggiungendo specialme11te nel] e prin1e applicazioni quaTche gocci.a di laudano allo scopo di facilitare la permanenza d el clistere. :\-el caso di forma acuta con secr ezione sieroematica abbondante, si fa un 'ora prima un clistere evacuatore e detergente di decotto di malva. All 'olio di oliva, in quantità di 100-200 em e. si ag·giungono 2-3 c1nc . di carotene, ripetendo poi il clist er e tutti i giorni. In 5 malati , alcu11i dei quali avevano form e ri'belli ch e duravano d a a11ni , gli AA. hanno ottenuto risultati confortanti: euforia, ripresa d el peso, scomparsa d ell 'astenia, cariche in-
testinali ridotte da 1:2·16 acl 1-2 e ritornate ad essere costituite da pure sostanze fecali; r egressione e scomparsa d el pus, del tenesmo e dei premiti. Tale n1edicar.ion e, even tualmente anch e sotto forma di suppositori , sembra util e anche in altri stati patologici della regione ano-rettale. fil·.
Diverticoli esofag<1i e struma. 1"frye r-\Vil dise11 (B;-. Beit , z. Klin . Chi r., v. 161 , p. 3·77, 193 5) riporta due casi di di·yert i.c o lo .e sofageo accor11pagnato da goZJzo omolateraìe. !11 ei1trambi i casi , previa ga~tro storIJia alla \v.itzeJ., 11a praticato· itn un temr10 la stru111ecton1ia e l 'asportazione del diverticolo, con 5uccesso. L "t\. pensa cl1e {1uesto modo di com1p ortarsi deib·b·a p:re ferirsi al.l ' operazione in due Lent1)i ; e cl1e la \Vi.t.zel , me11tre da una parte Jier1t1ctte una nutrizior1e suffi ciente di un soggetto che ha subito un intervento grave, da] . l 'a ltra melte al riparo da complicazioni selti (~he , sottraendo la sutura esofagea al trauma degli ali111enti. P. STE FA NI NI .
F O R M U L A R I O. Nell'asma.
I casi allerg·ici rispondono b·ene all 'adrenaJi ua ed a ll 'efedrir1a. Nei casi b·ro11 chia] i , i può • prescrivere :
ei tra to
di caffeina Fena ce ti11a .\ spirina Polv. del Dover , an a rg. 3'0.
M.f. polv. S. Una og·ni or a sino alla fin e d ello s pasmo.
Nell'avvelenamento dn sublimato. l\ . l(ora11yi (Ktin. Woclieins. , 1935, n. 21) h a i)raticato tutti i giorni un salasso di 300 em e. seguìto da iniezion e endovenosa di' soluzione di Rin,ger (500 em e.) e di solu zione ipertonica di sale. Nel caso da lui così trattato, in cui si avevano g ravi fenomeni , si è avuta la r etrocessione d ei sintomi uremi ci e tossi ci , con abbondante diuresi e finalm e11te reperto n orma]e di urin a e g·uari.gione. fil. Disinfezione del rino-faringe nei portatori di me• 111n gococco. , .incent e Bellot co11sigliano delle i11alazio11i con un cu cchiaino <la caffè dell a se.gue11te n1iscela messo in n1ezzo litro di acqua boll enle. Jodio . Guaiacol Acido ti1nico Alcool a 60°
g·. »
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« JL POLICLINICO
TECNICA Ricerca della bilirubina nell'urina.
E. Godfried (1111,n. n-ied. nav. e colon. , settc1nbre-ottobre 1935) d-escri,re la seguente r ea· zio11e se1r1i:iicc e ~11sibile . Reaziorie di llarrison. - In una provett.a, si rn el.tono 10 crr1c.,. di uri r1a e la metà del ~uo volun1e di soluzione di cloruro di bario al 10 }~,: ag·itare be11ce e filtrare. Stendere il fìltro e ver~arvi 1-2 gocce del Reattivo di ~ou quet. f 11 r·reEenra di bilirubina, si ha l;OlOfàzion e verde o azzurra. Il r e.attivo di .iTouc.1uet consta di : Acido tricloro-ace t.ico g. 25; Acqua distillata g·. 100; So1uzione di cloruro ferrico al 10 % eme. 10. fil.
MEDICINA SCIENTIFICA La f11nzione del m11co gastrico.
Le ghiandole mucipare sono straordinariamente diffuse nello stomaco il ch e deve far pensare che il muco, ch e ha caratteristiche particolari e di cui la secrezione viene regolata da meccanis1ni' vascolari. e nervosi, dcbb·a avere una funzione importante. Il muco, secondo quanto comunica J. M. Gonzalez Galvàn (1lf ed.icina Ib era, 21 sett. 1935) esercita di fatto una protezione della mucosa gastrica, nel senso 'b iologico, chimico e mec• canice. Esso · viene disciolto dalla secrezione alcalina delle ghiandole che si trovano nell'antro pilorico, sicchè non può più esercitare la sua azione protettiva, il che spiega il frequ ente in sediarsi di erosioni in tale r egione. Da quanto è sopra esposto, ne possono derivare delle applicazioni terapeutiche, e l 'A. consiglia come un buon antiacido l 'ingestione giornaliera di 100 grammi di mucina, ben preparata, esente da impurezze ed unita ad una dieta blanda , con latte, cr ema, uo,ra, ecc. fil.
VARIA Ricercl1e sperimentali sulla influenza d ei 8uoni e dei rumori s ull'attività 1rn1ana.
Il rumore , specie nelle grandi città , ha raggiunto tale inl ensità che è stato ritenuto ca usa di n1anifestazioni morbose, specie del sistema n ervo o e dell :attività psicl1ica. l\1entre però sono gen erali le aff.ermazioni ugli effetti da111ìo i del rumore , in realtà ]a letteratura c ientific.a sull 'argome11to ·è quanto in ai povera e tutt'altro cl1e con clusiva, specie pe1 ciò c11'e rigu arda gli effetti sull 'organismo , perchè non è stata data la dimostrazione del m&ccani:;mo di azione del rumore. Per quanto l)Oi si riferisce agli effetti tilla vita psichica si suole , an cl1e da uomini di scienza, fare affermazioni fo11date Sll cog11izioni psicologiche
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rANNO
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ii.on scientifich e : si af fern1a cioè che il rumo~ r e, ed in genere a11cl1e i suoni prolungati, eser citano un 'i11fluenza dannosa sul rendi· 1nento Jella a ttivi1 à un1ar1a. Gli sviluppi della psicotec11ica hanno n10strato la neccssilà di porre il problen1a in ravporto COll l 'atti,·ità ]a,'Orativa. Varie sono le opinioni es1>ressc dagli AA., che si sono occupati· dell 'arg·on1ento. A mettere ordine tra tali risulLati, che non sono contradittori, ma so1to diversi sia per la diversa i1npostazione clelle riccrcl1e con1e per la diversa tecnica i n~1pi1 egata , occorre non tanto un esame critico, il ch e g·ià fu fatto da Bartleff, quanto u11a i11dagine sistcn1atica nella quale siano opportunamente variate le condizioni sp erimentali. È ciò ch e ha cercato da fare G. Corn elli (L' orç1ariizzazio-::. e scierilifica del lavoro, settem.b re 1~~3 5) . C11a rj cer ca sperim entale diretta a dirnostrare se in realtà si abbia o meno questa cli1ninuzione di re11dimento del! 'attività un1a11a, urta conti o difficoltà tec11icu e assai gra,-i: difficoltà che 1'A. 11a bril1antemente superato r1elle sue ricercl1e , dai risultati delle quali è tratto a con cludere ch,e non è pu1rto din1ostraLu. un direlto effetto dan11oso del rumore sulla attività umana; se questo effetto ci fosse, il r e11dimento, n el i1ostro caso, in b·r e,re sarebbP cad uto e sare·b be stata minore ]'accuratezza nella e&ecuzione del co111pito. Invece pur quando l 'attività prescelta. era prolungat~ sino a 40', questo fatto non s1 aveva , ed anzi il rendimento co11tinuava a mantenersi superior·e din1ostrandosi con ciò che l 'effetto dirE:tto dannoso era mancato. Il maggior sforzo, il dispendio di maggiori en er~ie dete.rmi~ na però ben presto ]a maggiore fatica e d1 qui è g iustificata 1'affermazione dell 'ef!e~1o . danr1oso del rumore, effetto però ch e ·e indiretto e tanto l)iù i1otevole quando ad esso si a socia con1e av,riene nelle officir1e - anche l 'azior1e di· allri fattori. Naturalmente è da ricordare che il prob1en1a n1uta ben 1)r ofond,a mente natura e ben differenti effetti -sono da attendere quando il r umore è così forte da determin.are gravi di~turb·i dell'udito. Questo è uno dei due prob·lemi che r éstar10 da risolvere: l 'effe1to dello stin1olo prolung·ato sull 'organo dell 'udito e lo studio con: parato del lavoro di officina compiuto nel s1~ l·enzio ed in ambiente rumoroso. È quello che si ripromette di fare 1'A. in altro lavoro. G. LA CAVA . 1
PUBBLICAZION~
P.
'fr1v1PANo
barnbini. -
e G.
PERVENUTECI.
La balantidiosi nei Tip. Pansini , Napo.li , 1935. . CASTORI NA.
M. VARANINI. Parma e il giornalismo med1co. Tip. A. Matlioli , Fidenza, 1934. U. NoBrLI. Un caso di idrocefalo congenito ventricolar e curato ch ;rurgicamen te. L. Cappelli, Bolog11a, 1935.
[AN~O
XLII,
NUl\1.
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SEZIONE PRATICA
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NELLA VITA PROFESSION ALEe SERVIZI IGIENICO-SANITARI La situazione sanitaria nelle colo11ie dell' .A. O. Il servizio sanitario del Ministero delle Colonie ci ha comunicato l'elenco particolareggiato delle n1alattie infettive nell'Eritrea e nella Somalia durante ciascun mese dell'anno in corso fino al 30 settembre. .Seguiranno prestissimo i dati relativi al mese di ottobre che sono in preparazione e non diversificano dai precedenti. Insieme con questi sono pubblicati i dati sulle malattie infettive nelle medesime colonie durante il 1934 per poter fare i confronti. Una tabella a parte concerne le malaltie infettive fra le truppe bianche, gli ascari, e gli operai italiani. Le cifre dimostrano che ne·ssuna epidemia vi è stata durante l'anno in corso. Nel 1934 vi fu una epidemia di vaiuolo in Somalia in conseguenza della vasta ondata epide1nica di tale malattia su tutte le coste dell'Oceano Indiano ed è stata· domi11ata, cessanl.lo completan1ente nel giugno ultimo. Casi di vaiuolo sono penetrati pi1ì volte nell 'Eritrea dalla costa Arabica e dall ' Anissinia ma sono stati prontamente combattuti, nè hanno prodotto focolai epidemici. Casi di meningite epidemica sono parimenti penetrati daU 'Abis·sinia ; ma in seguito alle misure adotta.te non vi è stata alcuna epidemia. Vi so110 stati casi di dissenteria e di malaria senza grande diffusione e senza nessuna 1nortalità. Unici episodi epidemici sono stati quelli di parotite, morbillo e pertosse fra gli ascari. L 'E·s ercito italiano, come già nel 1911 in Libia e nel 1915 al fronte Giulio, mediante l'alta civiltà di cui è portatore e la perfezione dei servizi igienico-assistenziali, ehe deve alla devozione ed alla sapienza del Medico italiano, difende sè stesso dai contagi e risana le popolazioni fra cui va a vivere. La comunicazione dei dati sanitari sarà continuata mese per mese.
CONCORSI. POSTI VACANTI.
Consiglio degli Islitu.ti Ospilalieri. 80110 sospesi, fino a nuova di·sposizione, i concorsi pubblici p er un posto di medico prin1ario specialis ta, un posto di prosettore e due posti di medico a .. sistente nel Sanatorio Vitt. Em. III presso Garbagnate Milanese, già prorogati al 15 novembre. MILANO.
(Perugia). - f'..omune cerca m edico cl1irurgo i11te rino, massimo anni 35, stipe11dio in en sile L. 800 lorde, cavalcatura carico Cornune. In''iare domanda al Podestà. POGGIODOMO
Consorzio Provinciale Antituber colare. - Concorso, p er titoli ed esami , a 5 posti di assistente sanitaria visitatrice pres·so i Dispensari Antitubercolari della provincia di Varese. Stipendio annuo L. 7200 suscettibile di 4 aumenti triennali del decimo oltre ad u11'indennità di servizio attiYo di L. 1345 annue, il tutto con le riduzioni VARESE.
stabilite dai RR.. DD. Leg·g e 20 novembre 1930 n. 1491 e 14 aprile 1934 n. 561 Scadenza ore 161 30 del 16 dicembre 1935-XIV. Per jnformazio11i ri- · volgersi alla Segreterja del Co11sorzio. BORSE DI STU DIO. 1
f· oridazione
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Carlo Comba ».
Presso la R. Università di Firenze è aperto un concorso per una Borsa di Studio biennale per l'ammontare di L. 3500 annue, intitolata al nome di « Carlo Comba », da conferirsi ad un giovane laureato in Medicina e Chirurgia, e che intenda perfezionarsi negli studi pediatrici, presso la Clinica Pediatrica Medica della R. Università di Firenze. Possono partecipare al concorso giovani di nazionali là italiana laureati da non oltre tre anni in Medicina e Chirurg-ia, al 20 dicembre 1935. .A parità di merito sarat1no preferiti gli aspiranti che dimo·strino di essere in condizìoni economi~ l~l1e disagiate. Gli aspiranti alla Borsa dehbono presentare alla Segreteria dell 'Universita non oltre la data sud detta, la domanda e i documenti. Chiedere copia del bando. I l vincitore avrà l 'obbljgo di risiedere a Firenze e dovrà frequentare la Clinica Pediatrica Medica durante l 'intiero biennio, compreso il periodo estivo. Il pagamento dell a Borsa è fatto dalla Cassa dell 'Università in quote uguali mensili posticipate e dietro esibizione cli un certificato di frequenza rilasciato dal direttore d ella Clinica Pediatrica. NOMINE, PROMOZIONI ED ONORfFICENZE.
Il l\llinistro dell 'E. N. ha dispos lo i trasferimenti seguenti di profe·ssori t1niversitari, ol tre quelli già da noi annunziati: Giuseppe Bertaccini, da Sie na, alla cattedra di Clinica dermosifilopatica d ella R. Univ. di Bari; Bruno Polettini , da Modena, alla cattedra di Patolog·ia generale della R. Università di Padova; Giorgio Falchi, da ~Iessina , alla cattedra di Clinica dermosifilopatica della R. Università di Sie11a; Pietro Tullio, da Messjna, all a calledra di Fi~iologi a dell a R. Università di Bari ; ~Jario Camis, da Parm a, alla cattedra di Fisiologia della R. liniver sità di Bologna ; Guido Guerrini, da Padova , alla cattedra di Pa Lologia generale della R. Univer sità cli Bologna ; Mario Aiazzi ~:[an cjni , da Sien a , alla ca1 teclra dj Farn1acolog"ia e l 'ossicologia della R. Università a; Firenze ; Gino Acconci, da Pavia, alla cattedra di Clinica os lelrica e ginecologica della R . Univer sità di Gen ova; Luig i Preti, d a Parrn a, alla cattedra dì ~Iedi cina d el lavoro clella R. Univer sità di Milan o ; Leonardo Domini ci, d a Perugia, alla. cattecl ra cli Patologia speciale chirurgica della R . Un iYerità di Napoli; Guido Piccinini , d a !vfoòen a, all a ca I ledr a d i ~1ateria medica e farmacologi a d ella R . l lniver sità di Napoli ; ·
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JL POLICLINICO n
Filip1)0 Guccione, da Sassari, alla ca lledra di Anatomia patologica della R. Università di Parma; Rodolfo Margaria, da Ferrara, alla cattedra di Fisiologia della B Università (}i Parma; Maffo Vialli, da Modena, alla. cattedra di Anatomia ])atologica della R. Università di Pavia; Carlo Vercesi , da Paleri110, a.lla cattedra di Cli. nica ostetrica e g·i11ecolog-ica della B. Università di Pavia; Giu·seppe Ayala, da Siena,, alla cattedra di Clinica delle malattie nervose e inentali della R. Universilà di Pisa; Cesare Pupilli , da Sassari, alla cattedra di Fisiologia della R. Università di Siena. Il Ministro dell 'Educazior1e Nazionale ha inoltre clisposto le seguenti nomine: prof. Mario Berl.olotti, a11a catted.r a di Radiologia ed elettroterapia presso la Il. U11iversità di Napoli, in applicazione dell 'art. 81 del Te·sto Unico delle leggi sutl 'istruzion e superiore; prof. Gi ova11ni De Toni, alla cattedra di Cli11ica pediatrica i1re~;·so la l~. Ur1iversità di Modena. Sono incari:.'ati del] 'insegnan1ento di clinica oste. trico-g'inecolog·ica i proff. Luigi Cattaneo a Perugia e Giuseppe Tesauri a Sassa.ri.
Mentore, necessario a tutti J Sanitari Italiani
Nuovo Testo Unico delle Leggi Sanitarie con "NOTE e 00~1\.:'.l:ENTO di CARAPELLE On. Dr. ARISTIDE, Consigliere di Stato
e JANNITTI PIROMALLO Dr. Prof. ALFREDO, Consigliere di Cassazione. Il COMMENTO che offriamo noi. ha un carattere eminentemente pratico ed è nna Cuida vf:ramente si· cura per la CONOSCENZA E L'APPLICAZIONE DELLE LEGGI SANITARIE con opportuni richiami alla Giurisprudenza e con. la spiegazione delle modifi cazioni introdotte nella Leg~e stessa. La nostra Casa Editrice che. con le speciali ruhrich~ if.el « POLICLINICO » e soprattutto con l'altro propriQ ~eriodico specializzato « Il Diritto Pubblico Sanitario n , ha acquistato da tempo l'esperienza delle particolari esigPnze dei Medici e degli Amministrativi in mateTia sanitaria è venuta così incontro a questi, offrendo loro siffatta ~ubblicazione realmente indispen~abile,, la qu~ le, per la profonda comipetenza dei due illustri autori, che hanno saputo imprimervi un carattere di grande praticità, non deve esser confusa. con a~tre p~bblica: zioni congeneri, da altri annunziate prive dei nomi degll autori del Commento, senza, cioè, l'elemento p iù importante. Volume in for:nato rtascabile, d i pagg. XIJ, 720, in nitidissimi caratteri corpo 8 e corpo 6, stampato su carta tipo « India,Oxford », ed artisticamente rilegato in tela. Prezzo: rilegato in tela L. 4 5; in brochure, L. 4 O , più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinico >i, rispettivamente, sole L. 3 6 rilegato in tela e sole L. 3 2 in brochure, con spedizione franca di porto.
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Prof. Oott. AUGUSTO FRANCHETTI Medico Proviniciale presso la Direzione Generale della Sanità Pubblioa
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[ ANNO
XLII, Nul\:t. 48)
NOTIZIE DIVERSE L'Accademia Lancisiana di Roma iuaugura la va sede.
11110-
Sj è svolta il 21 nov. alle ore 17, alla presenza del conte De Vecchi di Val Cismon , Ministro dell 'Educazione nazionale, la cerimonia inaugurale della nuova ·sede dell 'Accademia Lancisiana, in piazza della Consolazione 87. Nell'atrio, il Ministro è stato ricevuto dall 'on. Fioretti, attuale presidente dell'Accademia, col segretario dott. Scano e l 'amministra.tore gen. Caccia. E lo stesso presidente ha quindi illustrato, nel suo discorso, la storia e le finalità dell'Accademia, s11ggerita al fondalore Lanci si , nel 1715, dal desiderio di giovare alla miglior coltura dei giovani medici dei quali egli fu maestro impareggiabile. E tuttora l 'istituzione ha Io scopo òi promuovere l'incremento scientifico e la pratica professionale dei medici e dei chirurgi; di agevolare l 'illustrazione del materiale che si trova. negli Ospedali, nelle Cliniche, negli Istituti scientifici della Facoltà medica di Roma, dello Stato e del Governa·t(>ral.o di Roma e di pro-muovere la discussione su argomenti scientifico-pratici di medicina, chirurg ia e specialità tra i sanitari i quali abbiano pres tato o prestino servizio n egli Ospedali , ne.Ile Cli11iche e negli I·stituti scientifici.
100 Congresso della Società internazionale di chi· • rurg1a.. A proposito di questo Congresso, che dovrebbe tenersi dal 31 dicembre 1935 al 5 gennaio 1936 al Cairo, il prof. Alessandri, d elegato per l'Italia> prega i molti colleghi che si sono rivolti a lui per notizie, e ·specialme...nte per la ~ecisione. ~el1'intervento o meno al Congresso dei membri ita~ liani, di aver pazienza ancora qualche. giorn?, at: tendendo la decisio11e che verrà comunicata a1 soci co11 circolare appena possibile.
so
Congresso internazionale di urologia.
La Società Internazionale di lJrologia terrà il ·suo 6° Congresso a Vienna da11 '8 al 12 giugno 1936. 'femi : « La terapia del carcinoma della prostata n, r elatori: Hryntscha·k (Vienna), Nit?h ~Lon dra), Oreja (San Sebastian) ; « Suppuraz1on1 del i)arenchima. re11ale n, relatori: Cabot (~~ches~er) , Jllyes (Budapest), Necker (Vienna); « F1s!olo~ia ~ patologia dell'escrezione ren~le >), relatori: P1san1 (1\1ilano), Rubritius (Vienna), Snapper (Amsterdam). . . . . Sono g'ià prenotati parecch1 m en;bri, .i quali desiderano di prender parte a1...la di~cuss1one s~ questi temi. Chi ir1tende di intervenir~ nella di: scu ssione è pregato di volerlo comunicare, e . d1 inviare entro la fine di febbraio un breve riassunto delle osservazioni che vorrebbe fare. Rivolgersi al prof. V. Blu1n, Medizinische Fakultat, Universitat, Wien, Austria.
'' Centro radio-medico ,, di. Roma. Il « Centro lladio-1\iieclico Internazionale » òi Roma, ciire tto dal prof. Guido Guida, ha assunto grande in1portanza. Il ~lini·stero dell'Aeronautica h a accorclato al « Cen lro Radio-1\iedico » la possibilità di usufruire di mezzi aerei in casi dj assoluta 11ece~sità , quando
[~i\.KXO
Xl.Il , ~l.l ~I. 48J
SEZCONE PRATICA
feritj P a rr1111alali gravi ssin1i a bordo di piroscafi i11 naYigazio11e, avranno bisogn o di essere ricoverati urgentemente all'Ospedale. P er talj servizi verra11n o adoperati soltanto gli idrovolanti adibiti alle li11ee aer ee civili , poichè ben11 a ttrezzati ai bisogni. Durante questi ulti1ni mesi ·son o perve11ute nu1nero::;e riclLieste ~ssiste11ziali alla Direzione del « Centro li.adio-~Ieciico Internazionale n cla pa.rte di co111~l. 11rlanti (li piroscafi in naYigazione sprovYisti di 111ecl1co ll! hordo . Fra le più sig11ificatiYe seg11a1ia1110· le c;eg 11er1 tj : ila p arte del piroscafo ita lia110 « Luc;i fero n ( co1tsu l ent e prof. Guido Gui(la) , del piroscafo jugoslavo cc Bor » (consulente dott. Di Illasi); del piroscafo itali ano cc Sirio >> ( co11·sulente 11rof. ~Iazzantini) ; del piroscafo ((Nettuno» (co11sulente prof. Dubir1sky).
Una nobile lettera del prof. Cl1ava11ne di Lione. Il prof. Caliceti, presidente della Società otoloringologica. italiana, h a ricevuto una l ettera dal1 'illus tre scie11ziato prof. Chava11ne di Lione, diréttore della rivista di o lorinol aringologia O. R. L., }JE:riodico internazionale cl1e ha l arghissi111a diffusione. Nella l ettera il prof. ChaYanne, dopo avere affer1nato i vincoli di frater11ità latina, così prosegue: cc Un forte nucleo dei vostri co111patrioti 111i fa l 'onor e d el Joro abbo11amento alla rivista da me diretta. ~li sarebbe gradito che ciascuno di essi versasse a voi l'importo dell'abbonamento del 1936; voi dovreste rimettere questa somn1a al Mini·stero competente J)erch è sia devoluta al servizio otorinoJuringolog·ico della vostra armata in guerra. Possiate trovare in questa nlodesta partecipazione all 'opera di civilizzazione che voi compite la t estimonianza del mio sentin1 ento dj amicizia fedele e di ammirJzione per il vostro gra11de Paese ».
Un po'
2401
Duca di Spol e to in ra1)presc11 la11za di S. ~1. il Re d 'IlaliJ.. S. E. Marconi ha pro11unziato un fi er o di·scor so sulla politica sanz1onista e anti-italiana. La Società Italiana di E1nalologia doveva adunarsi a S iena il 24 nove111bre. per d iscut ere il terna « Le eritren1ie », re lat ore il prof. G. Di Guglielm o~ la sedula è rinviala al prossi1110 a11r10; verranno nl1 erior111ente precisati tlata e J)rogram111a. Per infor1nazio11i riYolger si alla Segreteria, ll. Clinica m edica (via Francesco Sforza 35), Milano ; presidente <~ il prof. A. Ii erra la; seg re tario il prof. A. S. lloYrrsi. L 'Associazione Medi ca Triestina si è adunata l '8 e il 15 110ve111bre, con la pre·sjdenza del prof. C. Ravasi11i, a.ssis tit o dal segretario dott. G. Robba. 'e1 1a 1)rin1a di queste sedute il prof. A. Luzzatto. len11e u11a co11 ferenza sugli <t Attuali orie11tamenti 11e11a pa loge11esi e nella terapia rTel (11abete i11 elJi lo n; nella seconcia il prof. G. Ma1111 e jl ctott. M. GopceYicl1 riferiro110 su cc La cu ra bulgJra ne] parkj11son1 - n10 poste11cefalitico ». 'fra le manifestazioni organizzate in occasione rlel Salone Aeronautico I11ter11azionale tenutosi in oltobre a ~1ila110 , ~u la Giornata di ~1edicina Aeronaulicfl, -vol Lasi per inizjat iva del Sindacato Med ico Fascista e d ell'Aero-Club cc Pensuti ». Padre Gen1elli presentò una r elazio11e sui cc ProbJemi p si cofisiolog ici della navigazio11e aerea». Il pri1no co11gre so spag11olo cc 1)ro i\1edico », ter.u Lo-i ai primi di ottobre in Sar:igozza per l 'esan1e di proble1ni profe·ssionali, ha riunito 700 medici , tra c ui i più illustri rapprese11tanti della medic i11a spag11ola. È sta lo ap])rova lo un codice cleon tologico.
Si è cos tituita Ja Socje là ron1e11a di orlo1)edia,
dovnnqu~.
L 'inviato s peciale d eJ « Temps » i11 Eritrea, P. Gentizon, in una relazione docu111enta e mette in rilievo la perfetta organizzazion e sanitaria 11ell 'Africa Orie11tale, a1 tuata sotto l a direzione del . en. Aldo Ca.stellani .
Un collaboratore del cc Grir1goire », reduce dal Tigra i, riferisce, tra l 'altro, di avere visitato delle ;unbu lanze del fronte, inaspettatament e. E aggiunge : cc Vi ho i11contra1o un malato di bronchite, un malalo d1 reumatismi... per tre volte nessuno. Su 25.000 uo111 ini 16 tifoidei sen za un caso mortale, 106 casi di inal aria. Meno 111alati , a conti fatti , cl1e n ella Penisola ». Si è riunito a i\lila110 il Con·s iglio dell 'Unione Naturista Italiana ed ha deciso di accentuare in questi mesi il carattere didascalico e pratico della s ua rivista <( L 'idea na1urista » e di offrire al pubblico, anche per mezzo di priYate consultazioni e di pubbliche conferen ze, quei suggerimenti che sono il risultato degli studi e dell 'esperienza per la limitazione dei con sumi carn ei e di lu sso. 1
L 'Associazione dei combattenti italiani di Ne'v York e la Società Italiana « San Giuseppe » di Brooklin hao110 offerto rispettivamente 200.000 e 50.000 lire alla Croce Rossa Italiana e alle nostre opere assistenziali. La Reale Accademia d'Italia ha inaugurato soì-·11nemente il nuovo anno accaden1ico in Campidoglio il 17 novembre, alla presenza di S. A. R. il
con la p resid enza onoraria d el prof. Balacescu, dern no d ella Facoltà 1nedica di Bu car est, ed effettiva clel dotl. A. D. Radulescu , g ià direttore dell 'Ospe dale Maria Regina . Il numero delle Società scien tificl1e ro1ne11e di medici11a, che prima della guerra era di 3 , v ien e ro~ì })Orla I o a lG. Il prof. Ug·o Cerletti ha ~e1~uto il 22 i;ov ~m~re la prolusione a l corso di CI1n1ca neurops1~h1atr1ca r1 ella R. Università di Roma , trattando 11 tema: « l,a. n euro1)sichiatria: una scienza che è entrata n ella vita ». Sua ~1aes l à il Re ha ri cevuto in udienza privata il prof. Giuseppe Franchini, dire1tore dell'Is1ituto cli Pdtolog ia coloniale nella R. Università di .M~ dena , cl1e ha informato I 'Augu sto ,Sovrano sui risultati delle sue ricercl1e scientifiche sul veleno delle Yipere in rapporto ad alcune malattie . tropicali. Sua Mae tà si è i11teressato alle dette r1cercl1e ed ha e·spresso a l prof. Franchini il suo compiacimento. S. A. R. il Principe di ~iemo111e si è r~c.ato i:iell~ R. Clinica n eurologica di Napoli , per v1s1tarv1 g~1 encefalitici sottoposti a ct1ra bulga ra sotto. l~ d~ rezione del prof. O. Frag11 i lo, col quale .. 1 e v1Yam ente congratulato. Si è chiuso t1rt concor ~ o per erigere u11 O P.edale civile a Bolz(lnO · vinci1oTe è ri11scito l 'arc h1tetto romano Ettore Rossi . L a cos tru zione verrà iniziata entro l 'anno.
24.02
« IL POLICLINICO »
N~l 1936 sor~erà a Budape·s t un ospedale in ter-
naz1on ale per il trattamento dei reumatismi in con~ideraz ion e ~elle. risorse che contro questa 'malattia offrono il clima e le condizioni sanitarie della città.
Vi:
esperimento cli colonia sa11 a toria]e per rag·azz1 vaFs:oigendosi in Inghilterra, a Borough Hill, presso rin1ley, nel Surrey; si è iniziato nel ig:29. I ricoverati. contano .cl.a 13 a 19 anni; seguono gl 'insegnamenti scolastici regolarmente. I promossi '.Sono s tati 100 %; 70 ~k, hanno trovato impiego. Il ~u?ce~so è così completo , che si provvederà ad ist1tui.re altre scuole sanatoriali congeneri. Nella Facoltà medica di Valenza si è fondata una cattedra. d 'istologia intitolata a Cajal. Il Consiglio della Facoltà m.edica di Parig'i, nella seduta del 7 novembre, ha deciso che il ~·iuramen to d 'Ippocrate sarà ristabilito· dovrà es·ser fatto in . 'Occasione della discussione della tesi di dottorato. )
In Inghilterra il ·s ervizio sanitario militare viene <liserta.lo e v'è penuria di candidati ." Per porre riparo a1 tale situazione, si è costituito un Comitato il quale ha avanzato una serie di proposte ten~ denti a mjgliorare il trattamento economie~ e la ·carriera d egli ufficiali n1edi ci; tra l 'altro, verrebbero ammeshe ferme di 5 anni, spirati i quali si avrebbe diritto ad una 1iquidazio11e pari a 60.600 lire it.; ovvero si ri1narrebbe stabilmente nel corpo, profittando di tutti gli altri vantaggi ora offerti; le promozioni ai gradi superiori si farebbero per merito ; lo stipendio varierebbe da 20.000 lire il. per i sottotenenti a circa 65.000 per i colonnelli; si ammetterebbe la qualifica di specialista, .con compiti corrispondenti. Una delegazione dell 'unione federale degli stu·denti universitari francesi si è. recata presso il Ministero dell 'istruzione pubblica per protestare contro l'inasprimento d elle tasse scolastiche, disposto con le leggi 10 luglio e 22 settembre 1935; essa è in ·cQntrasto zorL le crescenti difficoltà economiche. Il Ministro spa,gnolo dell 'i'struzione pubblica ba deciso di abbassare la dotazione annua della '1"a-c.:ollà m edica di ~fadrid da 120 mila pesete a 18
[ANNO
XLII,
NUì\'1.
48)
mila. Ciò significa la paralisi di tutti gl 'istituti scientifici, che cesseranno praticamente di funzionare. Il ~ott. .Pin? Masn~t~ , chirurgo nell 'Ospedale Maggiore di Milano, d1c1annovista, si è fatto operare n~llo s~orso settembre dal proprio padre, P!of. ~1ovanni Masnata, direttore dell 'Ospedale Civile di Stradella, sansepolcrista onde n1ettersi in grado di partire per l'Africa ()rientale verso la quale ·si è ora imbarcato. ' Alla Clinica ostetrico-ginecologica di Roma si son? avuti, in poche ore, tre parti bigem~llari. Il Ca.p o del Governo ha fatto distribuire 500 lire a ciascuna delle tre madri. L 'incrociatore australiano « Sidney », temporaneamente assegnato alla flotta inglese che ha invaso il Mediterraneo, è stato inesso in contumacia perchè vi si sono manifestati quaranta casi di rosolia. Un avvelenamento collettivo si è prodotto nel carcere giudiziario di Indianopolis (Stati Uniti d 'America); i colpiti furono complessivamente 214 di cui alcuni gravemente. ' È deceduto il prof. GEORGES ETIENNE, clinico me-
dico di Nancy, studioso di valore, ammirato per la rettitudine nella vita ed amato per la bontà.
Le malattie infettive in Italia. 1Vtimero dei Comuni colpiti e num ero dei casi (fra parentesi) .
Denunzie dal 28 ottobre al 3 novembre: Morbillo 166 (799); Scarlattina 212 (.548); Pertosse 48 (144); Varicella 67 (126); Vaiuolo e vaiuoloide (-); Febbre ti~oidea 374 (676) ; Infezioni paratifiche 79 (106); Febbre ondulante 22 (24); Dissenteria 3 (4); Difterite e croup 293 (592) ; Meningite cerebro-spinale epidemica 4 (4); Poliomielite anteriore acuta 18 (25) ; Encefalite letargica 2 (2); Anchilostomiasi 7 (8); Rabbia: morsicature di animali rabbici o ·sospetti 39 (60) , dichiarata - (-); Puslola maligna 24 (32).
Indice alfabetico per materie. l~ cido
os·salico: ricambio nelle malattie articolari cron. . . . . . . . . . . . Pag. 2373 Asma : prescrizione . . . . . . . . . » 2395 Avvelenamento da subli111 ato: trattam. » 2395 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . » 2380 Cl1irurgia riparalrice e plastica . . . . » 2393 Coliti . fer111entative e putrefattive: r e- )) g1:rne . . . . . . . . . · · · · · ·
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Dispepsia di origi11c anafilatti ca • • Diverticoli esofagei e · t1 nma . . Dolore: diagnosi objeLLiYa Estasi: 1' . ..... . • • . , Giardiasi duode11Jle . . . . Gotta, allergia, uricemia . • • IL leri: siste1nazione clinica e diagnosi .
)) )) )) )) ))
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2394 2394 2395
2378 2379 2359 2372
2381
Milza: rottura da contusioni . . . . . . Pag. 2377 Milza: tumefazione: sig11ificato diagnostico . . . . . . . . . . . . . . . . . . >> 2373 Pancreas : fu11zionali Là nelle cardiopatie ·sco111pensate . . . . . . . . . . . . . . >) 2368 Portatori di mer1ingococco : rli sinfezioi1e del rino-faringe . . . . . . . . . . . . » 2395 Ret to-coliti ulcerose: tera1)ia con v j Lamina A . . . . . . . . . . . . . . . >> 2395 Ser vizi igieni co-sanitari . . . . . .
))
Suoni : influen ,;a sull'attività umana . Stomaco: funzione del muco . . . . . . Ulceri g.-d. : diagnosi clinica : nozione di periodicità . . . . . . . . . . . . . Urina: ricerca della })ilirubina . . . .
» »
2399 2396 2396
»
2394
))
2396
è consen~ La tisttunpa di lavori 1>ubblicati nel Policlinioo se non sn seiwsio ~ '"wnz.zazwne scntta àalla t'edazione. E vietata la 1>11bbli&azjone df sunti cU essi senta citarne Li fonte.
Dtritti di preprietà riservati. --: Non
C.
FRUGONI,
A. Pozzi, resp.
Red. capo. Roma · Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
Roma, 25 Novembre 1935 - XIV
ANNO XLII
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
Nnm. 4:7
'' DURANTE
SEZIONE PRATICA
REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. Lavori originali : F. Giugni: L1e sierositi ti."Lbercolari e l a l<>ro importanza nella etio patogenesi delle ulcere gastriohe e duodenali. Note e contributi : E. Cenini: La terapia stomosinica nelle jnifezioni tifoidee. Sunti e rassegne: IMMONOLOGIA: E. Sergent e L. P arrot: Immunità e premunizione. - P. Ry hiner: Immunità e recidive nelle · malattie infettive dell 'infa nzia. J. N. Stel don e T. G. Randolph: Allergia nelle cefalee del tipo emicranico. - ORGANI DIGERENTI: J. Frieden· wald e M. Feldmann: Il duodeno inst a bile o irritabile. - W. Riitimeyer: La. gastrite acuta nell'infanzia. Divagazioni : A. Filippini: Poeti figli di medici. Cenni bibli·ografici. I congressi Nazionali di Medicina e Chirurgia : XLI Con· gre3so della Società Italiana di Medicina Interna. XLI I Congresso della Società Ita liana di Chirurgia.
LAVORI
ORIGINALI
OsPEDAT.. E l J l\1.s1•:RTO
I - LuGo
( RAVENNA )
Le sierositi tubercolari e la loro impo1... tanza nella etiopatogenesi delle nlcere gastriche e duodenali. I>rof.
F.RANCESC()
Gr1J GNI,
primario medico.
Nella prima riunio11e delle Assise Italiane di lVIedicina Generale (1), una r ecente, geniale ist.itu1ione sh e raccoglie e valorizza il coni.ribuLo dei n1edici pratici su det erminati arfron1e11t i cli11ici di spe ciale interesse o di attualità, esposi sul ten1a « Ulcera gastro<luodertale » alc11ne con siderazioni ch e sono frutto di 0sservazion i di 15 anni d 'esercizio r:rofes ionalP in Romagna e ne riferi CO qui i pu11ti più i1 t1portanti, perch è attraverso molteplici rili evi clinici , il cui controllo ri chie i ai Coll,:.gl1i , è possibile, a n1io avviso, affrontare alcune incognite della discussa etiologia (1) Riunione del 6 luglio 1935 in ?\1ilano. L 'A. era Segretario delle due Provincie di Ravenna e Forlì .
Accademie, Società Mediche, Congressi : R.. Accademia delle Scienze Mediche di P a lermo. Appunti per il medico pratico : CASIS'rICA E TERAPIA: L 'an emia irpocromica essenziale. - J ritardi del linguaggio. - La riduzione dei liquidi jn terap1a genera le. Precauzioni da u sar si nel trattamento con la strofantina. - Gli esercizi res piratori nell'asma. - I l -0airbogeno nelle asfissie acute da ossido di carbonio. - Recenti p.r ogressi n el trattamento del diabete. Insulino-resistenza completa nel diabete. - VARIA. Nella vita professionale : BIOGRAFIE: Fr. Bignami: E. :Mar· chiafava. - Am·m inistrazione sanitaria . - Cronaca del movimento pl'ofessionale. - Con corsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Kotizie diverse. Indice alfabetico per materie.
e patogenesi dclì e u lcere a sede g·astrica e duoden,a le. I quesiti porLati all 'atte11zione dei m edici r1ratici riguardavano: 1) la frequ enza dell'ul-
cera gastro-duode1iale e la prevale11.za i1t un sesso, e su ques to punto riferivo che tali ulcere 11nn sono relativamente molto frequenti j11 u11a region e dove si osservar10, e più i osservavatlo alcu11i an11i fa , numerosi di peptici, specie ipercloridrici e gastroectasici, iI1 conseguenza a facili di ordini ed ab,u i degli alimenti e del vino. Facevo nota:t·e però come il fatto stesso ch e questi ulc erosi i quali sono se111pre dei dispeptici-ipercloridrici si trovano in assoluta inaggioranza, a un di1Jr esso l ' 8'0 %, tra i maschi, prova cl1 e detti disordini alimentari cer to più facili a ·verificar ... i i1egli u omi11i cl1e . nelle donne, devono g·iuocare u11a parte i111 }lOrtantP, be11ch è non unica, n ella gene ~ i delle ulcerazioni ga tra-duodenali. Sul 21j quesito relativo alla ereditarielà aff ern1avo cl1 e è dato o servare talvolta 11el] a f:11niglia rli un ulceroso una certa di po izione per sofferenze dell'apparato digPrente e di aJ-
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« IL POLICLINICO »
tri organi addo1ninali comune ad uno o an1' bedue i ge11i1.ori '· o ai fratelli, come la coesi· st.enz.a i11 un fratello di una forma appendicolare, o di una colecistite, raramente di un'altra forn1a ulcerosa, o in una sorella di t1n 'affezione annessiale; ma frequente è sopratuLto il rilievo di manifestazioni tubercolari famigliari interessanti in modo p·a rticol:lre le siP.rose pleurica e peritoneale. Sul 3° quesito che riguardava la morfologia 1• costitu.ziorie ribadivo il con cetto già espresso fin dal 1922 dopo ìl Congresso di ~Jedicina l n terna a Firenze (G. di Clinic,a Medi ca, fa se . .X."\t-lJf) che no1l esiste un tipo morfologi co-costituzionale d ell 'ulceroso gastro-duoder1ale, ma nella genesi delle lesioni ulcerose r.oncorrono e prevalgono diversi elementi eslrinseci, quali disordini funzionali alimentari , associati a cause tosso-infettive diverse, cJ1 e possono agire alla ste~sa stregua e con identici effetti su cliversi e svariati tipi morfolo gic i. j\ila· il punlo . su cui richiamai particolarmente l 'attenzione dei collegl1i e chiesi il loro co11 trollo è questo: nella. ariam.ri,esi di que-
.r.:li ulcerosi gaslrn-duodenali sono da registrare spesso, rlirei spessissimo, delle pre.gressi: lesioni a carico delle sierose pleurica e a.dclomiiriaie, di riatura il più delle vo lte manif estarri.ente tabercolairc. Da 1111 'indagine anamnestica minuta ed aceurata si rile,1a che questi individui soffriro1)0 anche diversi art11i prima di pleuriti , rara mente essudative, ma prevalente111ente secche, a tipo di pleuriti fìbrose , parcellari , migran ti , più frequenten1ente localizzate al torace d estro. I.1 'esa111 e radiografico ne documenta so,1e11le i reliquati. Ed è fa cile riscontrare in atto in questi ulcerosi, specie duodenali nel rieriodo acuto dell ' affezione, un coesistente risentin1ento deìla pleura basilare destra , obl•ieltivato da sfregamenti p·l eurici ch e si .ascoltano : pecie anteriormente, con disposizione a corona alla base del costato destro. In un secondo p eriodo alle lesioni pleuriche seguirono più o m eno manifesti segni clinici che attestavano una estensione della flogosi alla siP.rosa peritoneale, anche qui sot1o forma di r eazioni parziali della sierosa, o 11eritonili parcellari, in.sorgeriti con, più faci -
lità a aoniatt0 e in rap[Y.Orlo agli orgarii addom·inali clie erano sede dei protratti disordi11i fiinzionali dovuti agli accennati abusi ali11ien la1·i e disordini digestivi. Da questi rilievi d'ordine clini co risulta r.h e i gastro-duodeno-ulcerosi non sono sollunto dei dispeptici-ipercloridrici da disordini
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e :Ìbusi ali1nentari, n1a spesso sono, o sono stati, dei sofferenti di lesioni delle sierose 1)leurica e addominale. · Si tratta di lesioni di natura tubercolare , cl1e è d<lto osservare non raramente in di' ersi soggetti ancl1e non gastropatici, i quali presentano un 8ndamento n1ite e un decorso lento e protratto, con soste e riprese del proc. esso s·pecifico che din1ostra ap.punto una specj.ale affinit.à per le sierose e per il sisten1a lìnfatico-glan do lare. Noto co1ne alla riunione di Milano , diversi AA. segnalarono l 'esistenza di pregresse lesioni tub ercolari negli ulcerosi (Gavazzenit Broglio, Barh·nro i~,orleo, Maselli, Galli , Del F'abbro, Biffis), e taluno come Cucchini e Zuccola misero in rilievo proprio delle precedenti affezior1i tub·ercolari delle sierose, spe· cjalmente della pleura. :È questa u11a coir1cidenza fortuita, o può la confermata associazione di queste lesioni condurre ad una interpretazione del meccanis1110 genetico delle ulcere gastro-duodenali P È opportuno soffermarsi anzitutto sul prin10 punto; della coesistenze\ cioè dell 'ipercloridria con ! 'ulcera gastrica o duodenale, u cui esiste ancora qualche divergenza. Già n el Congresso di ~1edicina Interna del 1922, ì'Alessandri rilevando le conclusioni dell 'Ascoli no11 ben decise in argomento , affern1ava che : ol prelevarnento frazionato dcl succo gastrico si poteva sempre svelare n eg]i u lcerosi duod_e11ali uria ipercloridria talora in apparenza inesistente. e alle Assise di Niilano ia gra11dissima n1agg·ioranza degli AA., e il 1 J•'errata in modo particolare col contrib-t1to della sua esperienza, rib·a divano il prin ci1Jio delìa coesistenza, o almeno della preesiste11za coslant.e della ipercloridria nei colpiti di ulsera gas tri ca duodenale. :È- questo , a n1io parere, un principio fonda~ !11entale di osservazione clinica, su cui n o11 dovrebbero esistere incertezze, perchè ha una iinportan za decisiva nell'interpretazione di questi processi ulcerativi. (~·li ulcerosi gastrici o duodenali divennero tali in quanto f11rono in antecedenza degli i11ercloridrici : non è l 'ipercloridria la causa diretta o il movente unico nella formazione (lell 'ulcera Ill;\ certo ne costituisce la can~a favorente, e I.l e rappresenta uno dei moventi • :riecessa r1. . D 'altro lato la presenza dell'ulcera , specie· di quella gastrica, se non situata in speciali fJUnti dell'organo , non è, di per sè, causa di ipersecrezionP e di ipe;racidità gastrica. Infatti i dati so3gettivi più comuni attestanti l 'ipera1
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SEZIONE PRATICA
cidità e 1'iperser.rezione possono totalmente mancare negli 11lcerosi che i1on sono più allo stato acuto, ed hanno nlesso a riposo il loro stomaco, limi1 ando e contenendo gli stimoli alimentari già abiLualrr1ente esagerati o smodati, inentre le titolazioni cltin1iche del conte11uto gasLrico estratto dopo i pasti di prova in· questi periodi di dieta e di riposo dello stomaco, possono non rivelare ipercloridrja e i)resenza di HCL libero, in rapporto appunto al deficiente stimolo alla secrezione gastrica cl1e i pasti di p-rova leggeri, tipo Ewald o Sal1li-Seiler, rappreser1ta110 per quest.i individui abituati s quotidiani forti stimoli alimen tari. t questo un concetto cli11ico espresso da u11 grande maestro , il Grocco, che co11sig·liava di non atl ener$i nelle provf' della funzionalità gastrica ad lino sche1natico pasto di prova, n1a di uniformarlo per la qualità e la quantit.à d ei suoi con1pon enti alle abitudini alimentari, spesso esag·orate e sn1odate, dei pazie11ti. Seguendo tale principio potevo dimostrare fin d.al 1910 (R ivi~la Criiica di Cli·nica l\lledica , 11. 5-6) in 11umorose esperienze di controllo. come .in gaslropati.ci in cui i p·asti di prova rirordati non rivelavano ipercloridria e presenza di HCL lib·ero , l 'iperaci.dità e l 'ipersecrezione con1parivano pronta111ente aun1entando la quantità dei Gibì con1ponenti il pasto di prova, o aggiungendo qualche cibo parti colar1nente stimolante. Sulla scorta di ques1 i concetti. possian10 già jn primo luogo r end erci ra gione per ch è fra ranti gastro1)atici dispeptici e iper cloridrici inveterati, soltanto relativamente pochi diventa110 ltegli ulcerosi. Una delle più forti o,b biezjoni mosse infatti al valore e all 'in1portanza dell :iper cloridria nella genesi d elle ulcere ga striche o duode11ali è data dall'esistenza di nu1nerosi gastropatici , forten1ente iper cloridri ci, Rbituati divoratori di bicarbonato sodico, che tali rimangono per a n.ni e anni senza n1 ai pre$en tare segni di localizzazioni ulcerose. L 'iper cloridria gastrica benchè un fattore necessario non è il so lo per la forn1azione del1·ulcera: occorre un altro fattor e, che secondo lf:' osservazioni <?linich e accennate è rappresentalo · dalla coesistente infezione tubercolare $Otto forma di sierosi te l enta ch e si mani festa in genere prima nella pleura, e su ccessiva1nente nel peritoneo. Il processo ulcerativo sarebbe qt1indi originato dalla sovrapposizione e dall 'intrecc io di (}ue fattori , l 'un o il diuturno turbamento funzionale ga~tro-int es linale, l 'altro costituito dalla flogosi tubercolare della sjerosa peritoneale. 1
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E con quale
n1eccanis1110? Occorre a11cl1e qui forn1ulare u11a ipotesi , che però, a mio avYi5o, ·è più comprensiva e rispondente alle os:-;ervazioni clinicl1e delle r11olte altre in argo1nento, con1e quella che ne fa risalire la cau sa al difettoso metaboli.srr10 rlei sali alcalino· 1errosi per turbata funzio110 paratiroidea; o alla i1lstabilità e disquilibrio neuro-vegetativo con i1>er tonia del vago; o alla più recente, cosidetta anafilattica che riporterebbe i fatti ulceralivi dello stomaco e intestino ad uno stato dj iperser1sibilizz.azione detern1inante lesio11ì JJrima flogisticl1e , poi llecrotiche su speciali punti della mucosa gastrica e intesti~ale. Si può supporre cl1e n ei forti e smodati mangiatori e bevitori le conseguenti diutur11e alterazioni motorie e secretive d ello stomaco e del duodeno favoriscano il costituirsi di stati congestizi e irritativi d ella corrispondente sierosa peritoneale attraverso le comunicazioni linfatiche e vascolari. Q11este r eazioni congestizie potranno ~rasformarsi cort ::i.1aggior facilità in veri processi infiamn1atori , o peritoniti localizz.at.e n ei soggetti por latori di. una i11feziorle Lubercolare a tipo di sierosite lenta, l ·esistenz4 della quale è attestata dalle accennate, frequenti, pregresse lesioni pleuriche. E si può ancora supporre ch e queste flogosi peritone.ali parziali, talvolta sotto forma di perivisceriti, turbando alla loro volta le funzioni ::ecretive e motorie di cp.1esti organi, facilitino i fatti di sta~i, le cong·estioni. delle vie lin fatic;]1e, con tron1bosì dei capillari, probabilmente r.011 fatti isch emici ed emorrag ici sotton1ucosi. (.i\..schoff), donde il consecutivo alterato trofis1no r1ervoso e conseguenti necrosi, erosioni ed ulcerazioni in alcuni punti della mucosa . In cortclusione il n1eccanisn10 genetico del processo ulceroso, sulla guida di queste constatazioni si potrebbe interp·r etare così: il turbamento funzional e motorio e secretorio dello slomaco e duode110 provocato da diuturni disoràini alimentari favorirebbe in primo tempo una reazione d ella corrispond ente si erosa l)eritoneale ch e diverrebbe poi facile sede di un processo flogistico tubercolare nei soggetti Jìortatori cronici di tale infezi one, soggetti in cui l'infezione tubercolare n1ostra un andan1ento lieve e benigno e una speciale affinità per le siero~r, e p er j 1 sis teina linfatico g land o lare. A ~ua volta il processo flogistico tul>er colare della sierosa peritoneale si ri percuoterebbe sulla fur1 zione di q11esti organi causando lesioni vascolari, linfatiche e nervose che alterando il trofisrr10 della mucosa deter111inano in alcu11i punti fatti necrotici e forrne ul cerative.
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cc IL P OLI CLINICO »
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l)rohabile che altre forrrte tosso-infettive cronicl1e, sostenute d a altri germi , e forse an, ch e da quelli annidati n ei così detti foci , possano p ortarr. co11 identico ineccanismo a identiche lesioni in ques Li soggetti dispeptici ; n1a certo l 'infezione tubercolare, per le accennale osservazioni di preg resse locali1zzazioni r; leurali così frequenti a riscontrarsi, rappresen1 a il move11te più con1une. La sede d eJJe ulcerazioni n el duodeno piuttosto c h r ne1lo ston1aco si avrebbe di ·p referenza qu.ando ai disordini funzionali d el] ' apj)aralo digerrntr. con1partecipano disturbi a carico del ~egato e della cistifellea. È questa \1na in1pressio11e per sonale che merita di esser e presa in con side razion e per g li eventuali controlli. Nella r elazio11e presentata al Congresso di 1\riilano scrivevo ch e sulla g uida di questi conce ! ti potreb,b ·e r o trovare interpretazione ar1che 1nolte le ioni dell .appendice, o d ella coleci sti, con1e p ure alcuni risentimenti annessiali n elle donne, e la sindrome ch e va sot to il n o111e di « addo111inale d estra », e attesta quella sintonia patologica degli or gar1i addominali 111essa in evidP,11za d al Sol ieri. Queste mie constatazioni trovan o un singolare riscontro e alcune confern1e dirette e indjretle i11 quell e di altri osservatori . Il Bufa1lo <lell a Scuola di Pende, in un 'a ccurata rivista su ll 'ap·p endi cite cronica e indromi d érivate esprime il par ere ch e le flog osi c ronich e rl ell 'ap,p endir.e sia110 nelle eventualità più frequenLi di i1atura tuber colare, e constata come n r.ll ' anam11esi famigliare e personale di questi soggetti vi sia spiccata eredità p er for111e t. ]). c. e specialmente il riscontro di fatti 11leuric i pregressi ch e denotano una tendenza clelle sierose a processi infian1matori d a h . di J\ocl1. -~.ggiunge questo A.. in base ad esperienze della Scuola Genovese , ch e n elle pleuriti di r ado i] processo r esta localizzato alla pleura ma si es tend e al peritoneo sottodiaframrnati co p er diffusione at traver so i linfat ici d el diafran1ma ed anche i)er un processo a utonomo. Il BuEano poi riporta (G. del ~1. e dico Pratico, lu gli o 1935) le osservazioni del Pao lucci e d~.1 Leotta che richiamano l 'attenzione sulla grande freque11za dei casi in c ui conten1pora n ean1ente alla appendicite cronica ,.i è presenza dì ulcera gastro-duodenale. Se di natura tuber colare è Ja flogosi cror1ica appendicolare , si può logicam ente sup])Orre cl1r di identica natura sia il processo eh e 11a portato alla frequente e con comitante forn1a ulcer ati,,a a sed e gastrica o duod enale. l\1a assai interessanti a conforto della tesi 1
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da r11e espressa sono i r ecenti rilievi d el Camtianacci nell'Istituto di Patolog ia l\iledica di l)arma. r, 't\. ch e aveva g ià rilevato la pregr e~ sa esistenza di pleuriti d estre nelle coleci topatie, ha n1esso ora in eviden za (G. di Clinica tlfe,dicn, 30 git1gno 1935) la frequenza di tali pleuriti a localizzazio11e prevnlenten1ente destra e a te11denza non essudativa, ma fibrosa, !~he precer10110 l e cosidette sindromi addo1ni- . i1ali d es tre, ch e egli chiama cc metap le uriti - . ch e» . Dallo studio di 81 sog·getti presentar1ti 1 pregress~ ple11riti seccl1e hasilari d estre 1'A. , conclude che è freque11tissifrta a varia di st.ar\za <li tempo l 'i11sorgeuza di una sindron1e dig·estiva per lo più ad inizio perivisceritico , r..h e i11teressa la colecis ti o l 'appendire, o lo stornac,o o i] duode110. Secondo l A. faLtori infettivi o diatesici secondari possono fare evolver e detta sindrorrie verso la col eci tite , o l 'app·endicite o verso l 'ulcera gastrica o duo- . d ena le: con uria frequerlza d ecrescente in ac- . corda a que!'to e11unc1a lo. Sarà i11teres:::;ante un cor1trollo statistico cl1e fJJ'ende ndo in esame con1e h a fatto il Can•1)a11acci d ei csoggetti presentanti n ell 'anamno- . si d elle p leuriti pr egr e ·se speci e a tiJ)O fib·ro· ~o, rilevi se a1tri fattori sopragg·iunti a carico <lella funzion e di org.a11i addon1inali p ortir10 clet erminate lesioni ir1 d etti organi corri s1)on clenti; se cioè protratte turbe n1estruali evolvono fa cilmen te in ann essiti , le stasi feca li o emorroidarie, e le coliti cronicl1e portino all 'appen.dicite, o come ·è oggetto di queste n1ie osservazioni , se i protratti disturbi di spepl ici g astric i portino pitl faciltne11 te in questi sog·getti c on sierositi tubercolari in atto a lla forinazio11e di processi ulcerativi gastrici o duodenali . 1
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L 'A. dalla constatazione ch e nell anamne i degli ulcer osi ga~tro -ùuodenali si riscontrano sp essissimo delle preg·r esse fJleuriti , pecie a tipo fib,r oso, }Jiù frequenti a l torace d estro, e in generale una t e11d en za corr1une anche ai fa 1nigliari p er affezioni tuber colari lente e pro· tra tte delle siero5e pleurica e addominale, riti e11e cl1e dalla associazione di d ette lesio11i con le protratte dispepsie 1per cloridri ch e .. econda rie ad abituali disordini alimentari, po~ sane con i11.aggior facilità aver origine i11 ques ti sogge tti i processi ulcerativi d ell o ston1a· co e d el Juode110. Secondo l '~i\.. le Jocalizzazio11i flog i ·ti ch e IJC· ritora eé.l li t. b. c . si avrebbero eletti,ramento rtell a sierosa cl1e è in rapporti di contiguit;'1
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SEZIONE PRATlCA
con gli orga11i digere11ti sede dei diuturni e JJrolurtgati dii;turbi funzionali, e da ciò derivereb·b ero ffltti di stasi linfatico-vascolare, trombosi dei capillari. lesior1i trofo-nervose, e i conseguenti fatti necrotici e ulcera1ivi della n1ucosa . Sulla guida di tali concetti 1'A. ritiene si possano irtterpretare ancl1e l e lesioni della co~l deLt.a S. A. D. (sindro1ne addominale destra) che rap presen tereb.b ero delle reazioni locali di reriLonite t. b. c. insorge11ti a contatto e in proiezione di quegli organi addominaii cl1e sono sede di protratti disordini e anomalie fu11zionali, e si verifichereh·b ero particolarmente in quei soggetti in cui le manifestazioni tubercolari 11anr10 un .andamento mite e protratLo e una particolare affinità per le sierose e µer il siste111a linfatico.
NOTE E CONTRIBUTI OSPEDALE DI S. MARIA NuovA IN I{EGGIO EMILIA REPARTO DI NIEDICINA GENERALE Direttore: Prof. Dott. CESARE SoRMANI
La terapia stomosinica nelle infezioni ti· foidee. Dott. EuGENIO CENINI, aiuto . L 'infezione tifoidea ha una storia piena di ricerche, di studi e di osservazioni. Tale mole di lavoro ci ha portato dalle antiche concezioni che di questa af f.ezione si av·evano alle attuali cognizioni . Basterà segnalare le date più memorabili: nel 1880 Eberth scopre il bacillo, che viene 1>oi studiato da Gaffkj; nel 18'96 Widal scopre la sierodiagnosi; nel 1897 Achard e .Bensaude isolano dal pus articolare e dall'urina cli due tifosi, due bacilli diversi da quelli di Eberth e che d·e nominano b·acilli para tifici; u e1 1900 Schottmiiller dimostra con l 'emocoltuta la presenza nel sangue del tifoso del ba cillo di Eberth. Se però l'eziologia dell'infezione tifoidea da tempo poggia su stabili basi, la sua patogenesi invece ha subìto in qu·e st'ultimo trentennio in1portanti modificazioni , Infatti dalla dottrina intestinale che con cepiva la infezio· ne tifoidea come una malattia locale dell 'jn. testino, si ,è giunti in oggi a ritenere · la infezione tifoidea un processo tossi-infettivo generale, una n1alattia di tipo setticemico che intacca i vari sistemi e sistematicamente ed in prevalenza quello linfatico.
Contro l'infezione tifoidea e le · forme affini tutti i tentativi di terapia immunitaria sono stati esperimentati., dalla siero-, alla vacc.;ino-, alla proteine-tera.Pia, ecc. È la vaccino ~ terapia però che da un ventennio ha larga applicazior1e. Il trattam ento vaccino-terapico antitifico con iniezio11i endovenose venn·e introdotto p·e r primo da Ichikawa, che nel 1914 pubblicò i risultati brillanti raggiunti co11 tale metodo, cioè: guar1g1oni rapide, abortive, abbrevian1e1tto della i11alattia e attenuazione dei fatti morb·o si, tanto più rapi.di quanto più int.ense erano le reazioni, in quasi la metà dei' casi. Le dosi forti possono dare con una iniezione er1 dov·e11osa sola o al più con due, una risolt1zione critica della malattia. Per quanto molti AA. (Ichikawa, Gaj, Karoj , Gaianlbo&, Chiadini, ecc.) sostengano che il n1etodo abortivo con forti dosi di vaccino endovena sia privo di inconvenienti, non si possono passare sotto silenzio ·q uelli capitati a Mouté consistenti in collasso e perforazione intestinale (con dose di 75 milioni), ed altri casi segu1ti da morte (Deubsche, Biedl, Holler, ecc.) o ·d a uno stato allarmante: onde rLell'appli.caziòne .endovenosa del vaccino, con' 'errà seguire una certa cautela tenendo presente i criter1 che ne regolano l'uso ed attene11dosi ad u11 giusto dosaggio. Pure la vaccinoterapia antitifica con iniezio11i intramuscolari o sottocutanee venne largamente usata ed esaminando nell 'insieme i risultati raggiunti, si nota che buona parte d egli AA. ebbe con essa in complesso favorevoli successi. La guarigione e lo sfebbramento accelerato che si ha con la terapia vaccinica nel tifo, devesi. ad una rap ida distruzione di v.eJeni endotossici dei batteri, di scorie intermediarie (!ella distruzio11e dei tessuti e di germi, che logicamente è da ritenersi legata alla provocazio11.e di uno stato di. iperfunzione spiccato del meccanismo di difesa antiendotossica ed é'tntibatterica di natura istogene. L'azione te1 apeutica del vaccino risulta in tal modo una terapia a carattere di stimolo; non può venir co11siderata una terapia antibatterica in senso stretto e l'effetto terapeutico reclama una partecipazione fondamentale da parte dell'orgélnismo stesso, il quale deve reagire in un determinato senso allo stimolo rappresentato dal materiale vaccinante. I migliori sucoessi col metodo vaccinoterapìco si avranno quindi nelle fasi iniziali , cioè nel periodo in prevalenza batteri·c o; saranno invece meno evidenti nella fase essenzialm en te tossica di acme: nelle forme ipertossi co1
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cc IL POLICLINICO »
a dinamich e poi la vaccino-terapia no11 eserciterà alcuna influenza oppure scarsissima. (~ osì la caduta della feb·b re per cri i a seguito di vaccinazione massiva avverrà spesso e faciln1er1te ne l periodo di incr emento e po trà pur verificar si all'inizio d ella fase di a cn1 e, divenendo eccezion ale invee€ n ello stadio di acme conclamato. D.ato ch e la r eazione gen·erale attr.aver so cui si compie l 'azione · terapeutica sottopone a dura prova la capacità di r esistenza di tutto quanto l'organismo ed in particol ar e d ell ' app<trato cardiaco, n e con segu e ch e la vaccinotf·rapia massiva indicata n elle fa si inizia li di malattia, sar à solo con sigliabile n ello stadio di a cm e e nel p eriodo su ccessivo , tenendo b en presen te il p ericol o ch e può costituire uno f:l1o ch vaccinico violento per un organismo g ià d·efedato o spiccatamente inLossica to; pericolosa o controindicata sar à poi in qu·ei casi ove esiste una preoccupante compromissione ciel r ene o del fegato o d el cuore o dell'a1)par ato r espiratorio, nei soggetti con temp·eratura elevata, n ei bimbi, n ei vec·c hi , n elle donne gravide; risulter à invece .assai utile n elle com plican ze più o m eno lor1tane (colecistiti, osteiti , pleuriti, ecc.). L 'impiego delle dosi· massive di vaccino è rivolto ad ottenere la cosidetta terapia abortiva d ella malattia , evenien za invero affatto si cura anch e con d osi elevate; per cui sarà i)ruden te iniziare la cura con d osi b asse per poi g radualmente aumentarle : saggiata così l 'effi cacia d elle reazioni iniziali si cerch erà di J?rovocare le reazioni massime con la dose minima effi cace, sicuri in tal modo di non correr e l'alea di un collasso ch e p uò anch e l'iuscire esiziale ·con una dose eccessiva di vac• c1no. I vaccini u sati in pratica sono vari (vaccini seJnplici o polivalenti, vaccini sen sibilizzati, a utovaccini , ·ecc.), n è apparirebbe esistere una differe11za essenziale n,ei risultati·: in certo ·s enso si identificano n ella loro azion·e terapeuti ca, tenuto conto naturalmente d elle diff.er en ze di attività , ch e- sono notevoli, e della tecnica di introduzione. '\ti ·è comunque una sola distinzione fond a m entale d a porr e in rilievo, quella ci oè rigt1ardante il grado di p1u rificazione della sos1anza attiva impiegata a scopo curativo. Così a ccanto a lla vaccino terapia bruta, ch e si servt, di vaccini' grezzi, h avvi. la terapia stomosi11ica propriamente d etta ch e si vale invece d ella stornosina purificata , costituendo in effe1to un n1etodo rigorosan1ente scientifico. Le stomosin e sono appunto d ei vaccini depurati. La stomosina anlitifo-paratifica viene 1
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preparata d agli autolisati di bacilli d el tifo . d el paratifo A, d el paratifo B, e d el b. coli, u8ando stipiti batterici di diversa provenien za, cui si associano d erivati d agli autolisati di germi· piogeni onde combattere le associazioni l),atterich e ch e si avver ano di frequente n el corso d ell 'inf.ezione tifoidea generando con1plicaz ioni. varie, · e pr0dotti ottenuti dalla di~in t egrazi o ne d.ei tessuti: ne risulta cosi un n1ateriale d el tutto an alogo a quello che spontaneamente si forma n ell 'organismo dur.a nte il d ecorso d ell 'infezio11e. La s to1nosina antitif()-p1a ratifica è quindi un preparato polivalente e ad azione specifico-aspecifi ca, ch e partecipa a lle çar atteristich e comuni a tutti g li altri tipi di s tomosina, cioè purezza d el princi pio attivo, mancanza di tossicità e di azioni .anafilatticl1e, dosan1ento preciso, rapido e compl·eto assor l,imento anch e se somn1inistrata p er via endomuscolare. Piir e per la terapi.a sto1nosinjca anti tifopara tifica, vige il principio di iniziare la cura il più tempestivan1ente possibile onde tentare di prevenire, m ett endo l 'organismo sub,i to in iE:: t.ato di di fesa, i g r avi danni ch e l 'infezione vjol·enta apporta ai varì sistemi org.a nici. e ch e ledono prestam ente le resist enze individ~ali. Tut,tavia la sLon1osino-terapia potrà esser e egualn1en te t entat.a an ch e nei · casi avanzati e g·ravi e con complicanze in atto data la sua innocuità, senza però in a llor a avere la pretesa di otten er e qu·ei risultati r apidi e soddisfacenti ch e la c ur.a offre quando vi ene ii1 staurata precocemente; basterà ch e il d ecorso ulteriore dell 'inf.ezione possa subire una attenuazione b·en e fi.ca. La stomosina antitifo-parati.fica viene intro· àotta sia p er vi.a endomuscolare ch e per via e1ldovenosa . Le iniezioni endomuscolari costituiscono la via preferita per la cura; esse . i i1raticano n elle ore mattutine , co ~ intervalli gen er aln1ente di 24: or e ed in dosi grada tam ente ct escenti, iniziando con m ·ezza-una fi ala e salendo progressivan1·ente a due fiale; n ei bambini la d ose iniziale sar à . di un quarto di fia la , aun1e11tando gradatam ente sino ad una fiala come dose m assima. I risultati cl1e così si otten gon o sono m er10 rletti e rapidi in cor1fronto all 'iniezione endo,1e11osa, n1a l 'infezion·e anclr à esaurendosi attr.aversn a piccole crisi parziali esenti dn r eazioni i11arcat e, ciò ch e non va trascurato p en sando c.:h e l 'infezion e decorre spesso co11 temperature persistenten1ente alte. Il tratt~ mento siomosinico-endomuscolare è perciò l"lBn tollerato sia d ai vecchi , clai bambini in tenera età , dalle d onne g ra, ide e d ai n1a lati più d efedati, e n on h a controindicazioni. 1\1
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Autorizzazione Prefettura Milano N. 66.601 del 16-1-1933 - XI.
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:2308
t< IL P OLI GLJ .~ I GO n
-
[ANNO XLII, Nu M. .
•
···-
Per campioni e letteratura: S. A. ARCHIFAR • Milano, Via Trivulzio 18 ·~ - ------------~
PRODOTTOJ IT ALIANO
,
.
SEDATIVO DEL SISTEMA NERVOSO. MEDICAMfNTO REGOLATORE DEL SIMPATICO E SEDATIVO CENTRALE.
Nessun elemento toss·ico nella
••
'
...
,
E' la prima specialità che abbia ottenuta I' associazione Passiflora-Crataegus e •
LETTERATURA E SAGGI:
L.B~OLET
•
MllA NO (133) - Via Bessarione, I (Approvato dalla R. Prefettura di Milano col N. 10415)
la sola che non contenga .nessun tossico, sia vegetale (giusquiamÒ, oppio, ecc.) sia chimica (derivati barbiturici, ecc.)
[ANNO
XLII, NuM.
47~
bitualr11ente per giungere alla apiressia basta.no 5-8 i11iezioni , talora però se ne richiedono di più. L 'iniezione endovenosa di stomosina invece è da praticarsi con una certa cautela tenendo presenl e come i;iel tifo l 'ipotonja vasale sia co~tante, IJer cui 11avvi maggior pr9babilità ch e ~1lla caduta critica e rap ida della temperatura faccia seguito un collasso: q1:1indi. essa è controindica ta nei casi a temp,er.atura molto ·elevata, nei bin1}:>i, negli anziar~i , n elle gràvide, n ei m:.t lati in cui vi son o serie t are cardiach e e rer1ali. o ch e siano di g ià entrati nel terzo se·lte nario , nelle enterorragie. Le iniezioni endoYenose consig·liate nei casi g ià inizial,;nente g r avi }Jer l 'i11tossi cazione e la adinamia spic cata presentata, si fanno cominciando con dosi di un ventesimo od un decimo di fiala , sp.le11do su ccessivament e .ad un quinto, ad un quarto , ad un terzo di fiala , non oltr·epassando 1)erò quasi mai l~ dos,e di me~za fiala. Le iniezioni solitamente si prati·can o ad intervalìi cli 48-72 ore; talora con una sola iniezione è lJ'OssiLile stro.•n care • l 'infezione nel pri1110 settenari.o, tal 'altra si ottiene questo con clue-tre iniez ioni , raramente con 5-6 iniezioni. Co11ten1poraneamente al trattam ento ston10sinico si adott eranno pel tifoso tutte quelle <'Ure igieni co -diet etiche e si-p.tomatich e abituali o cl1e i.l caso in parti colare di volta in 1 ' olta richiedesse. I numer o.si contrib·u ti clinici circa Ja· cura stomosinica nelle infezioni tifoidee h anno inrta11zi tutto n1esso in e' ridenza come la mortalità subisca con essa• una rimarchevol e dimin11zione . In Italia la mortalità m ·edi.a è del 2-T., 9 % (statistica generale), per quanto in certe epiùer11ie oscilli fra il 12 % ed il 15 % ed i il altre raggiunga il 30 % od anche p iù; or~ l)en e dai lavori pubblicati , quasi tutti di prover1ien z.a ospitalìera, ove il trattam·ento storno-sinico è state> sper1n1entato , si rileva ch e p er buona parte d elle statistiche la 1nortalità. scen<le al ~ '3~ -± ~~ (Pellegri~i , Braga, Gìraldi , (~alli ct1i , Comitini , T agl iaferro , Lenti , Lucidi , ecc.)~ oscif!l ando tra il 5-8<y~ in .a ltr·e (Luc-· c h etti ,. ·pozzuolj , Castig lioJ).Ì, D e Vre scovi,. Rizzi., G.a rello, Furno, ecc.) e tocca11do il 10-12 % (Ilego)i , · C·a}n1p ani , Pìlloni, ecc.) in ceì·te epi dfmie ove la n1ortalìtà con cure sintomatich e (;ra d el 20-30 %. Esistono poi anche sta tistiche cnsi fortunate che registrano una rn0rtalità in sig·nifi ca11te o nulla cioè del 0-1 % -1 ,5 % (Pizzin i , ~Iolinari , Corradi, ,,-entimigli~ , Poll eTi , Faraone, Colan g eli , Muggiano ; ~{o ro. ecc.). I dati poi che ci vengono offerti dalle osSf'rvazi.oni condotte compaTativamente su ma1
2309
SEZIONE PRATICA
lati d ella istessa epidemia sottoposti parte a cure sì1ltomati ch e o ad altre t erapii e e part e a cura stomosi11ica , non fanno altro che confermare l ' e!licacia del trattam·ento stomosinico: la mortalità infatti denunciata dai diversi AA. va da un m inimo del O, 5 ~~ ad un massi1no del 12 7~ nei trattati con stomosina , mentre per quelli curati sintorriaticamente o cort a ltre terap ie si danno indici di mortalità \·Drianti fra un minimo d el 6 % ad un massi11Jo d el 35 % (li'urno , Giraldi , Rizzi , T agliaferro, C}1iabrera, :Ptegoli , Molin.a ri, Manetti, C:olan geli , ecc.). Solo pochi AA: avrebbero otte·n uto risultati uguali (Ronchetti , Cesana) od inferiori (Ron chi , I-tegoli) · da lla st omosinoterapia in confronto al1 a ya'ccino-terapia comune. La più bassa quota di mortalità spetta ai trattati ·con stomosina per via endovenosa;· in fatti da u11a cifra d el O ~~ (Pizzini , 'F araone, Corradi , Polleri, Sec co, ecc.) si sale all ' l ,5 % (Molinari), al 3·,5 % (I.Jenti), 3·,30 % (Braga) e a l 5 ~o (Garello, De Vescovi); merttre per quel· li trattati per via · endomuscolare dal 0% (Ven tirr1iglia , F lorio, Galliti , Colaneri , ~1uggiano , Moro , ecc.) si passa a l 2,5 '1~ (Lucidi), al 3, 7 %-3,8 °;~ (Tagliaferro, P ellegrini), a l 4 % ( (~ omiti11i). al 5-5,25 % (P ozzuoli, Lucch etti), a l 7 % (Casti.glioni), a ll '8,3 /~ (Rizzi, 1F urno), a] 9,5 % -10 96 (Ivlanetti , Pilloni.;, all'll ,5-12 % (~1olinari, l\cgoli). Un altro d ato da segnalare per l 'importanza econ omica e socia le rion trascurabile ch e rjveste, è quello della cor1valescenza rapida verificatasi ·n·e i curati con la stomosina i11 cui il d ecorso .della malattia è sensibilmente abbreviato , permettendo, agli inf.ermi di ristabilirsi così con ritn10 più accelerato per essere i o grado di riprendere la propria capacità lav·orativa in un lasso di. temp,o più breve: di111 inuzion·e quindi delle giornate di degen za ospitaliera (Gualdi, Bajla, Rizzi , ~Iolina ri. ecc.) e Jninor p erdita di giornate la,rorati, .e. Dall 'esan1e complessivo dei risultati co· i11unicat1 dai vari AA. su circa quattromila casi' di infezioni tifoidee osservati si ril~v.a appunto ch e, corne n1edia gen.e rale, n el 37,± % si 11a un decorso della malattia inferiore 'ai. 20 giorni , i1el 33,3 % un decorso inferiore ai 30 g·iorni e 11el 25 % un decor o inferiore ai 40 giorni, con riso]uzi.on,e per crisi n el 24, 2 % e per lisi ::tntici pata n el 66 , 3 %;· i casi refrattari r~' o-giu11gerebbero solo una percentuale del 5' -:1: ?lo . Co11 le cure sintomaticl1f sarebbe assoluta111ente ecceziona l e a:vere lo s febhramento del tifoso prima dei 30-35 g iorni. Anch e la frec1uenza delle complicazioni , in rapporto alla ' I
1
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2310
« lL POLI CLINICO »
n1inore gravità e durata della malattia, verrebbe diminuita dalla c ura st on1osinica (De \iescovi, Castigliani, Pizzini., Furno, •F araone, r•illoni, Rizzi, ecc.), soprattutto l,e osteomi.elj1j , le cistiti , gli ascessi, le flebiti subirebbero tali diminuzioni, in minor grado invece le complicanze broncopolmonari ch e comunque possono ri ce Vfre un bjenefico influsso dalla l° ura specie n ei casi trattati precocemente. Il clecorso delle con1pilicanze ritrae dalla stomosir1oterapia una indiscutibile utilità (Tinozzi., Pancotto, ecc.) e così dicasi delle forme tif<)se a decor so torbido e protratto (Barlocco, I·'oà, ecc. ). ln quanto alle r ecidive non ·è possibile evitarle pur avendo instaurato la cura stomosinica; ,esse esigono un nuo\ 0 trattan1ento carne se si fosse di fronte alla malattia ririmitiv.a . . Le dosi di ston1osina usat·e dai di'Versi AA. sono variabili: così per la via endovenosa taluni si servorto di dosi. molto piccole varianti fra un ventesimo, un decimo di fiala n egli adulti ·e fra un ventesimo ed un quarantesimo di fiala n ei b·a111bini, altri invece di .dosi di un q uarto .e un quinto di fi ala, e chi di mezzo;"' un eme., ed a11che di una fiala intera. All'infuori d~lla solita violenta r eazione ch e sflgue all 'i11iezione endovenosa, non si sareb})ero mai lan1entati incidenti spiaoevoli anche qt1a11do l 'iniezione venne praticata ai bambini (~{olinari , Len ti, Co1radi, Pi:zzini , De Vescovi, ecc.). Per la via intramuscolare alcuni iniziano con m ezz:\-una fì.ala per giungere poi a 1
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fANNO XL.II,
NUl\!.
47]
due , altri si n1antengono costantem·ente alla <lose di una fiala pro d ie (Castigliani, Tagliaferro, ecc.), praticando la iniezione quotidiar1amente o a giorni alterni a seconda della • r eazione. I risultati più brillanti conseguono all 'introduzione della stomosina endovena; quasi semp·r e ' la infezione è stroncata per crisi o per rapida lisi dopo una o poche iniezioni; scarsi sono i casi refrattari . Con le iniezioni' intran1uscol.ari la risoluzione critica della malattia a\•viene a~sai pi.ù di rado, ma è però possibile (Tagliaferro, Rizzi, ecc.); in genere ha lu ogo per lisi rapida o lenta con r eazioni febbrili e,·identi mai imponenti; il decor so è abbre• v1ato, attenuato. 1
* **
Furno pubblicò nel 1926 uno studio sulla stomosinterapia contenente fra 1'altro 126 casi di tifo curali nell 'Ospedale di S. Maria Nuova di Reggio Emilia dal giugno 192 1 al maggio 1823 con dodici deoessi (9, 5 CJ~) . Allo scopo di portare un nuovo contributo alla t erarJia delle infezioni tifoidee, h o raccolto tutti i casi di infezioni tifoidee ricoverali n ell 'Ospedale di S. Maria Nuova di Reggio Emilia nel r eparto di Medicina Generale diretto da l prof. Cesare Sorma ni , dal 1924 al 1934 incluso : i casi assommano com plessi.van1ente a• 775, di cui 634 trattati mediante stomosina antitifica e 141 t.r attati sintomaticaTl1ente o con altre terapie:
.
Non trattati con stomo• s1na
Morti
Trattati COI! stomosina.
Anno
Totale curati
Totale
1924
57
11
50
11 \22 % )
7
1925
31
7
10
3 (30 %)
21
4 (19 °/0 )
1926
b7
11
15
7
42
4 (9.5°/ 0 )
1927
52
14
8
4 (50 %)
44
10 (22.7 °/0 )
1928
87
20
13
8 (61 %)
74
12 (16.2 °I0 )
1929
79
15
11
5 (45.4%)
68
1930
89
13
9
5 (55 %)
80
8 (10 °/0 )
1931
72
13
10
8 (80 %)
62
5 (8 O/o)
1932
117
11
3
3 (100 %)
114
8 (7 O/o)
morti
.
(46.6% ~
Morti
o
10 (14.7 °/0 )
.
.
2 ( 4.4 °/0 )
1933
47
3
2
1 (50 %)
45
1934
89
17
10
8 (80 Ofo )
77
7 ( 9.09 °/,.)
775
135
141
63 (44.6 %)
634
70 (lJ.04 0/0 )
-
[ANNO
XLII,
N UIVI.
47 J
SEZIONE PRATICA
I 634 casi trattati con lo stomosina comprendevano 459 casi con Widal positiva per il tifo, 91 casi con sieroagglutir1azione positiva per il paratifo B, 4 casi con sieroagglutinazione positiva p er il paratifo A, 14 casi con sieroagglutinazione positiva per il tifo e per i paratifi A e B, 30 casi con sieroagglutinazion e positiva per tifo e paratifo B, 7 casi con ~iero~gglutinazione positiva p el tifo e paratifo A, 5 casi con sieroagg·lutinazione P'Ositiva p er il paratifo A e B, 24 casi con sieroagglutinazior1e negativa. L 'epoca di entrata in Ospedale e,r a la seg u ente : n el
1° settènario N. 161 casi 20 )) )) )) 330 )) 30 )) )) )) 121 )) 40 )) )) )) 9 )) 50 )) )) )) 9 )) )) oltre il 5° 4 )) ))
Il trattarnento stomosinico venne praticato e sclusivamente per via intramuscolare, ad eccezione di 2 casi in cui si u sò la via endovenosa. La durata del periodo febbjr i·le computato sin dal primo inizio della malattia in base ai dati anam11estici nei 564 casi v enuti a guarigione fu varia e precisan1ente : lra i 10 )) 15 )) 20 )) 25 )) 30 )) 35 oltre i
e )) )) )) )) ))
15 g·iorni N. 38 casi (6, 75 %) l) )) 20 118 )) (20,95 %) )} 25 132 )) (23,45 %) )) )) 30 120 )) (21 ,28 %) )) )) 35 57 )) (10,12 %) )) )) 40 41 n (7,24 %) )} 40 58 )) (10,21 %) ))
))
L 'esito d ella c ura storr1osinica si può co~ì • r1assurner e : caduta della febbre per crisi. id. per lisi r apida . • • • • • id. per lisi prolungata • • refrattari • • • . • • • • recidive • • • • . • • • • • m orti • • • • • • . • • • •
• •
• • • •
N . 31 casi )) 352 )) )} 106 )) ') 45 )) )) 30 )) )) 70 ))
(4,90 %) (55,66 %) (16, 71 %) (7 %) (4,73 %) (11 %)
Dei 70 morti, 9 erano entra ti in Ospeda le alla fin e del 1° settenario, 37 alla fine d el 2° settenario e gli altri parte n el 3° e n e 4° sette11ario : in 50 la vVidal era positiva p er il tifo : in 6 la siero agglutinazion e era n1egativa; in 7 la si eroagglutinazione ·era positiva p er il par ati·fo B; in u n o la sieroagglutinazione era positi va per il paratifo A; in 2 la sieroagglutinazion e era p ositiva per il tifo e paratifo A; in 3 la sieroagglutiI1azione positiva p er i'l tifo e paratifo !B; in uno la si1eroagglutinazione era positiva per i paratifi. • IF ra le cause di mortalità SI• nscontrarono : 1 1 ~ enterorragie ripetute, 23 broncopolmoniti , 7 1niocarditi , 2 p erforazioni intestinali , 6 pe1
\
2313
riLoniti diffuse, una gangrena degli arti infe1iori; n ei riinanenti, decorso del! 'infezione a tipo setticemico. Nei 5G4 casi sottoposti a stomosinterapia ,·enuti a guarigione la media d elle giornate di dege nza ospitaliera è stata di circa 50 giorni. I 141 casi non trattati con stomosina comJ)rendeva110 : 101 casi con sieroagglutinazion e p ositiva pe1 il tifo; 14 casi con sieroagglutinazione p ositiva per il par atifo B; 5 casi con sieroagglutinazion e positiva per il paratifo A; 4 casi con ·sieroagglutinazione positiva per i) tifo e paratifo A; 6 casi con sieroagglutinazione p ositiva per il ti fo e paratifo B; 4 casi con ·sieroagglutinazione p osi Uva per il Ufo e p aratifi ; . 1 caso con sieroaggl u ti nazione positiva per 1 p ara tifi A e B; 6 casi con sieroagglu linazione n egativa . •
L 'epoca di entrata ID Ospedale ·era: n el )) ))
1° setten ario N 29 casi 20 )) )) 67 ))
30
40 50 )) oltre il 6° ))
))
))
40
))
))
))
1
))
))
))
\)
))
2 2
)) ))
La durata d e.I p eriodo febbrile co111putato ~in dal primo inizio d ella malattia in b·a se ai dati ana mn estici fu : fra i 10-1 5 giorni . 4 casi (5, 17 /·~) ; fra 15-20 giorni N. 12 ca i (15,25%) ; tr a 20-25 g i'orni N. 11 casi (14, 12%); tra 25-30 giorni N. 9 casi (11 ,53 %); tra 30-35 g iorni N. 15 casi (19,29 %); tra 35-±0 .g·iorni N. 13 (16,68 %) ; tra 41-50 giorni N. 7 casi (8,98 ~lo); oltre i 50 giorni N. 7 casi (8, 98' %). Le recidive si verifi caror10 solo in 9 casi . -ei 78 casi non tra ttati co·n st om osinterapia e g uariti, la m edia d elle giornate di d egen za è p::irimenti di circa 50 g iorni. Dei 63 m orti , 11 er ano entra ti in Osp ed ale a ]la fin P. d el 1° setten ario , 31 a lla fine d el 2° se t tenario, 20 alla fin e da l 3° set tena rio ed uno n eJ 5° setten ario : in 44 la Widal era positiva per il tifo ; in 4 la sier oagglutir1azion e er.a positiva p el par atifo A, in 4 p el paratifo B, i11 + pel tifo e p ara tifo B, in 3 pel tifo e paratifo A, in uno p el tifo e p ei· p ar atifii A e B, ed in 3 n egativa . IF ra le cau e di m ortalità si r isco11 trarono: 16 ent Prorragie ripe tute, 12 b roncop olmoniti , 9 n1iocarditi , 2 perfor azion i int esi inali , 6 p eritoniti diffuse e I1ei r in1an en t i. and~ m·ento a tip o settic-emico del! 'in fezione. Le alt e p er centuali di m or ta ]i Là c;l1e abbia1110 risro11trato n ei casi di in fezi.011i l i fo idee 11011
I
2314
<l IL POLICLINICO »
trattati con sto111osina e ch e vanrto da un n1inimo del 22 CJ~ ad un massimo del 100 % con urta n1edia gen erale d el 44, 6 % appariranno eert amente eccessive rispetto a quelle ch e di norrr1a si verificano nelle infezioni tifoidee. ~~gli è ch e i tifosi per la n1aggior parte venrtero spedalizzati in periodo avanzato di malattia e quando questa presentava di g ià un decorso g ra, re e preoccupante, onde, anche se sottoposti subito al momento dell 'in g resso alle cure opportune, non si potè influenzare benefica111ente l ' andamento della malattia: per cui l ' eccezionalità di tale riscontro riceve con ciò una delucidazione sufficiente. . Fra tutti i 775 casi di infezioni tifoi:dee osservati dal 1~2 4 al 1934 ir.tcluso , in quei pochissimi casi (tr enta in tutto) n ei quali la sieroagglutinazione risultò neg·ativa 1 la sintomatologia ed il d ecor so clinico della forma morbosa furono nettamente quelli delle infezioni tifoidee. Passando ora alle con siderazioni con clusive diremo innanzi tutto che dei due casi di tifo ove la stomosina fu ini ettata in vena, uno venn e a guarig ion e per lisi rapida dopo 3 iniezioni di un quarto di fiala fatte a distanza di 48 or e. L'altro invece malg rado l 'intervento per vi.a endovenosa non subì nessuna i·nfluenza benefica ed ,e b·b e esito infausto. In tutti i r estanti 632 casi; la stomosi11a fu u sata per via intramuscolare anche in considerazione d el fatto che buona parte de-. gli ammalati vien e spedalizzata alquanto in ri1ardo. Le iniezioni si praticarono o q u otidianamente o con intervalli di uno-due giorni secon do la r eazion e; la dos.e iniziale fu per gli adulti di m ezza fiala aumentando poi gra datamente si110 a due fiale p er volta, e per i bambini di un quarto di fiala , sino a tre quarti, una fiala , come massimo; talora si n1anten·eva la dose di u11a fiala per diversi giorni con secutivi. In m1edia si impiegarono 7-8 fiale di ston1osina per malato; n on si eb.b ero a la- · mentare i.neon.venienti di sorta; la reazione febbrile quasi sen1pre vivace, anche di 2 gradi e p i1ì , fu a ccon1pag nata da brivido e da sen so di nausea solo in pochi casi. Tutti i pazienti sopportarono bene la cura comprese le dieci gravide· di cui 5 portarono a termine la g ravidanza, 4 abortirono ed una sola venn e a i11ort.P,. In un g ruppo limitato di casi si potè ot-· tenere , dopo due- tr~ i·n iezioni, la caduta della te1nperatura per cri si, cui seguiva miglioramento evidente delle condizioni generali e rapido avviamento alla convalescenza. Nella rr1aggiora nza dei casi però si raggiunse l ' apiressia per liFi', in nlodo rapido in 352 malati, 1
1
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1
[ANNo XL.II, Nu~1. 471
e con caduta lenta in 106: in entrambe le evenienze si avvera u11 g raduale e parallelo miglioran1ento delle condizioni generali, il sensorio si fa più libero, 1'urinazione più abbondante, la lingua si deterge . Abbiar110 poi un determinato numero di casi n ei quali il trattamento stomosinico non 11a eser citato veruna influen za o scarsissima, u11che se furono iniettate 10-15 o più fiale di rrÀ.edicamento: in genere comprende o malati and.ati incontro a complicazio11i (polisierositi, pleuriti , poln1oniti, b-ronchiti gravi, ecc.) ch e mascherano col loro decor so l 'andamento dell 'affezione prin1i.ti'va, od altri malati giunti in Ospedale oltre il 3°-4° settenario in istato di tossicosi spiccata e notevolmente defeda1i . Qualche caso però anche se tr.attato precocen·L·ente, non si giovò in a lcun modo della c ura. Le r ecidive e le complicanze vennero be1tefi camente infll1enzate dalla cura stomosi• n1ca. La m ortalit à ch e abbiamo registrato n ei tifosi sottopos ti alla stomof'interap ia è stata del}' ] 1,04 %, di nlolto inferiore al]a percentuale d el 44,6 % n ei n o·n trattati con stomosina. Nei confronti delle cornpli'c azioni più irr1portanti (broncopoln1òniti , ente·r orragie) , si è r1otata una azione b en efica della cura stomosinica : infatti si è avuta una percentuale del 7, 5 % per le broncopolomoniti e del 7, 09 1~ per le enterorragie n ei casi trattati con stomosina, di fronte rispettivamente ad una percentuale dell '11,3 % ·e del 13',4 % n ei non trattati. Anche le r ecidive sono state in minor numero n ei malati curati con stomosina, cioè del 4, 7 % in confro1lto ad una percentuale del 6,3 % negli altri. Il fatto poi di aver ottenuto la risoluzione della nlalattia entro i 20 giorni nel 24,5 % e fra i 20-30 giorni n el 3 9, 7 4 °!~ dei casi , è un dato più che eloquente circa l' efficacia e ]a rispondenza de1la stomosinoterapia, tanto più se si co1tsidera come i tifosi g iungano in Ospedale prevalentem·ente in periodo inoltrato di n1alattia e nella maggioranza dei casi comprendano forme gravi. Nei n oP trattati. con st omosina si ebbe l'apiressia entro i 20 giorni n ell ' ll ,34 ~~ ed entro i 30 giorni nel 14 % dei casi. · Com e abbiamo g ià osserv.ato, la innocuità cle]la ston1osinoterapia per via intram uscolare ci ha p ermesso di applicarla nei vecchi, nei bimbi, n ei cardiopatici , n·elle gravide, n elle forme gravi, ecc.; diremo anzi ch e su 131 b ambini del] 'età da uno a dieci anni si ebbe appena una mortalità del 6, 1 % e che su 8 in ~ fermi con cardiopatie con con1itanti, di cui 2 1
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(ANNO XLII,
NU t\f,
47J
SEZIONE PRATICA
i11 lieve scompen so, si ebbe un solo decesso . Ar1cl1e n elle forme gravi, disper ate, si è tentllto I 'intervento con la sto111osina e talora con su ccesso. Certo non bisogna cullarsi n ell 'idea e nella srieran za ch e il tifoso sottoposto alla stomosi11tera11ia n on -Rbbisogni di altra terapia; il tifoso r ecla111a inv·e ce una assistenza ed una sorveglianza oculata; tutte le norme igieni.codietetiche ed i su ssidi tera1Jeutici sintomatici cJ1e la i11edicina suggerisce e ch e le circostanze richi edo110, debbono esser e m esse in opera onde effi cacer11ente aflìan ca re l 'azione del trattan1ento fondarr1entale. Solta11to così sarà possi~ile an ch e nei casi più gravi portare n on i11frequenten1ente il paziente a g uarigion e. RIASSUNTO
L '_I\ , r iferisce sui risultati ottenuti in 775 ca'"'i di infezioni tifoidee osservati dal 192± al lf134 ~n c lu so nell 'Osp·edale di' S. Maria Nuova di Re ggio E111ilia. Di essi, 63'4 furono trattati con stomosina an1itifo-par atif1ca per via endomuscolare e la n1ortalità n1edia r isultò dell '1 1, 04 %; gli altri 141 casi trattati sintomaticamente o con altre lerapie, diedero una mortalità media del 4~ ' 6 :;6. 1
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(E.
SERGENT
(~uar1do un organismo ~ g·~arit~ di un pri-
attacco di una malattia infett1,-a esso oppone ad ogni nu?va c~ntami~a~ione. una resistenza ch e si ch1a111a in1rnun1ta. Gl1 AA. ,-og liono dirr1ostrare ch e vi son? due s?rta di i111mu11ità acquisita e che conviene des1gnarl e con terrr1ini differenti. Questa distinzione perr11elterà di scartare certe spera11ze chimeriche, di spiegare gli insuccessi di :recc:l1i te11t~tivi di immunjzzazio11e e di sugg·er1re dell e r1cercl1c ir1 vista di nuovi metodi di vaccinazione. L 'evoiuziot1e di una prima infezion.e corti· prende tre n1omenti princi~ali: la penetr~ zio11·e del 111ì.crobo nell 'organ1 srno o con ta1111nazione, l 'accesso più o meno acuto cl1e i1e risulta o crisi, la guarigione o sc?mparsa t' JtDle non solo dei sintomi n1orbosi nla ar1cbe dei microbi .agg·ressori. Fra que.sti tr~ r~~to n1enti esistono due stadi durante i quali I infezione cova e r·e sta latente: essi sono l 'i~cu bazione o fa se procritica , fra la conta~111na, zione e l 'accesso acuto, e la fase cl1e s1 puu chiamare rrtelacrilica, fr.a l 'accesso acuto e la guarigione. Ogni n1alattia in~e~tiva ~omporta una fase d'incubazione i1rocr1t1ca , d1 durat.a variabile ; i11a solo l e malattie infetti,-e c;~n1èh e possiedono una fase latente I?eta.cr1t1ca. ()ra, l 'immunità presenta carat.ter1 ~1fferen· ziali secondo l 'esis tenza o l 'a~ senza d1 que ~ t a
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SEZIONE PRATICA
fé:.i se i11etacri tic.a fra acoesso e g uarig ion e . ~
lJerta11Lo i11t.er essa11te precisare la natura e le 111odalità d ell 'infezione lat ente metacritica. L 'esiste11za o l 'assenza di una fase di infezion e lat en Le nel cor "'o di una rr1alattia i11fettiYa dipende d a un carattere specifico dei n1icr obi patogeni: la loro compatibilità o inco111patib·i lità co11 l 'orgar1ismo ch e attaccano. La. vita di. certi microbi patogeni (n1orhillo , sco rlattina, vaiolo, ecc .) è incompa tihil·e con l:l ' ita d ell 'organismo infettato: essi u ccidono o sono u ccisi. Quando l 'organismo trionfa , la guarig ione segu e in1mediatam ente la fin e del1·accesso a cuto: non vi è infezione latente n1etacritica. La r eazio1i.e dell 'or ganismo è tanto forte da produrre un eccesso di anticorpi cl1e l'!·ovoca110 la i111n1unità . .i\.l co11Lrario, la vi ta di altri n1icr obi patogeni (sifìlide, Lubercolosi , brucellosi., malaria, spirocl1etosi, ecc .) è con111atibile co11 quella dell 'or ga11is1110 att accato; l 'acce so di IJrin1a invasione, se non deter111i11a la n1ort e dell 'orga11isn10, porta ad una sorta di con1prom esso fTa il rr1icrobo e il s uo ospite, che arrivano a tollerarsj reci1)r ocan1e11te. Il parassitismo diviene a llora u11a orta di simbiosi , il p0rassita SOJJrav,.ive al ralle11tatore; l 'infezion e late11te 111etacritica si installa e non ces a ch e dopo lui:;g-o 1ei11po, ,tJer azione i11acrofag·ocitaria. La guarig ion e, i1on essendo la conseguenza di u11a r eaz io11e pro11ta ed en er g·ica d ell 'or ganis1l10, i1on si ac.,compagna a forì11azione di anticorpi abbonda11ti e i1011 lascia quindi in1munità: una reinoculazi one l) UÒ p·r ovocare una recidi' a . Bi og·11a dunque ahba11do11are la speranza dj otte11ere u11a 'era im111u11ità contro la r einoculazior1e dopo la guarig ione d elle malattie a i11fezione laLe11te. ~la , ft11chè du.ra l'infezione latente, og11i nuoYa aggressio11e da part e di un Yi1 u d ella s tessa . . 1)ecie urta con tro una resiste11za: i due \irus non si son1111.ano , il posto resta al pri1110 occupante, che esclude il seco11do. .i\ questo s lato parti.colare di resistenza , co1lte1nporar1eo a ll 'infezione e ch e cessa con es ·a, gli .AA. 11.a11no dato co11 A. D on atien . n el 102-i , il non1e di pre1nuroizione i)er dj stinguerlo dalle; s tato re[rat Lario consecu t ivo alla gu arig ion·e rlelle 111alaltie infettive acute, d all'imn1unità ,-era. La pren1unizione r ap1)r e ·enta, in qualC'l1e m odo , il risultato di una « auto- microb tot erapia pern1a11ente » cl1e sollecita continuarr11ent e l e difese or ganicl1e. Il sistema reticoloendoteliale è le11uto se11za posa sulla brecç_ia dal fatto stesso della persisten za d ei germi nel1·econon1ia. l Tna t er za cat egoria di infezioni infine , quel]a dovuta ai piogeni , non comportano n è in1. ' ... .. . r11u111t a n e pre111u111z1one. l Tna conclusio11e pratica deri,ra da queste con "'id'3 razioni. Con tro le n1alattie a in fezione latente , di cui la guarigion e non è mai seg uita da imn1unità ' 'era , noi dobbiar110 rinu117
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c.iare a u11a vacci11azione ·imn1u11izzante e dobbia1110 cer care di pre111u11ire. La premunizione art i ficiale 11a per oggetto di r ender e l 'organisn10 rib·elle alle ~ urrinfezioni grazie ad una pri1no-i11fezion-e provocata benigna . P er pren1unire bisog 11a dunque inf.ettare; i virus-vacci11i d evon o esser e viventi. Grande differenza (lunque c on l 'i1nmunità vera ch e si può conferire con vaccini uccisi , o con to sine o con estralti 11atterici. Un altro caratter e ch e di Lingue la pren1unizion e daJla in1munità è ch e, n elle malattie a IJr err1unizione il siero non co11tiene mai anticorpi in quantità notevole e la ieroterapia 11011 dà risultati f.a vorevoli : sifilide, tuber colosi, malaria, piroplasmosi trip,a noson1iasi ecc. Un i11co11veniente della premunizione artificia le è di creare nuove riserve di virus · da ciò derivano due regole pratiche: n on applicare Jn p r e111G11j ziune con viru -vaccini a virulenza i.nsLabile ch e ne1 pae. i do, e il male g·ià esiste ; di IJ refcr e11za oercare di ottenere dei virusva cci11i cl1e i1on siar10 co11tagiosi (è quello cl1e si è ott enuto co11 il B.C.G., e per il virus vac~ ci 110 ·::on lro la teil eriosi bovina nord-africana). Alcuni esen1l)Ì n1etteranno in luce i car.a tteri disti.ntivi d elle malattie a pr·e n1unizio11e: r esistenza alla s urrin fezion e e assenza di r e islenza aJle r einfezioni cl o1)0 la g uarigione,· e dimo trera11110 ch e si possono i stituire dei procedimenti di p1·en1unizione artificiale, di ' '.accinazione pren1u11it iYa. /'.1a laria. L 'os~er azione clini.ca e l 'esperi1rten1 o dimo 1r an o che i portatori di Plasmocliun1 re is Lono alle urrinfezioni. La re iste11za alla 111alaria degli indig·eni di un IJae e in f ftt o è un esen1pio di pre111unizione acqui ita dall 'infar1zia e 111antenuta dalle r ei11oculaz ioni a 11ima li. S·e l 'infezio11e g·u arisce, il soggetto, nuo,·an1ente conta111in.at o, fa un C1ccesso di malaria acuta normaJ e e può 11resentare un accesso pe1n ic ioso. La malaria p resenta du11que i1etta111ente. .il doppio car att·er e delle i11alattie a 11r en1un1z1one. Tu tti i tentati,·i di ,·accinazione co11 Plasn10dium o co11 estratti ce llt1l ari sono falliti e co~l 1utti i t entativi di siero terar) ia. _L\.l contrari o , i vjrus-,raccinì viven ti rcrmettono di con ferire a soggetti 11uovi u11a pren1unizione effi c::)re. S·p erin1ental111e11te la \ accinazione i)ren1l1rliii' 'a è facil e a d ottenere e i può controll'lrla con la on11ninistra1.ione opportuna di 111edica111enti antin1alarici . 111 i11etlicina umana si è ricon o ciuto ch e è Yantagg·ioso, per i sogg,etti d esti11ati a ,,i,·ere ir1 paesi a n1al.aria endemica, in ct1i il rischio delle reinoc ulazio11i è grande, di acqui"'tare e di conservare la pre1n unizion e. :È preferibi]e cl1e il 111alarico conservi una infezione lat ente. t: per que to ch e la Comm i ~ s i one della l\1alarin dell a ocietà delle Nazioni 11 el suo terzo rnpporto O'en erale indica 1·interes~e di non 1
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IL POLICLINI CO »
s opprin1er e con1pletam e11Le, i1el tra ttam ento <lella 1r1a laria, I 'infezione, p er p ermetter e al r1teccani sn10 <li difesa dell 'org anism o di r estar e in a ttività costante e di sviluppars i prog ressi,•a rne nte . Non bisog·1la g·uarire troppo presto e troppo cornpletan1ente il rnalarico chiamato a ' ri,Ter e in ambiente infetto . Piropla.smos.i. Le piroplasn1osi , dovute ad erl1atozoari d ei generi Piroplasma, Beb·esiella , T11 oileria , Anaplasm a presentano il tii:>o delle malatti·e a prernuni.zione, contro le quali non è possibile alcuna vaccinazione immunizzante n 1entre i procedimenti di ' raccinazione premu r1izzan~e r endono g·randi servig i. Nell 'Africa d el Nord la vaccinazion e premunizzante d ei bovini co11tro le quattro piroplasmosi patogen e del p a ese è entra ta n ella pra tica da più di 11 a 11ni . U110 d ei virus-vaccini , quell o d ella theil eriosi 11ovi11a, risolve ottimamen t.e il problem a di d ar e al vaccinato una infezion e r eaJe, 1"tece saria allo s tabilirsi della 11r emunizion e: sen za cr ear e una nuov.a ri erva di virus . 1'riparioso rriiasi. Le tripano omiasi h ann o il c aratter e d elle i11a lattir prernunizza11ti , per quanto n or1 si possa escl11 cle re cl1e , in certi ca si. una ver a i111111unità segua alla pren1unizior1 e. Pra ti ca111ente, i tripanosomi p atogeni son o g·iusLizia bili con I.a pren1unizione e n on co11 la i1n munizzaz ion e. Gli AA. citan o, a titol o di esempio, la p r emunizi on e artificialmen te co11ferita contro la t ri pan oso111i.a .. i d ei drom ed ari clell 'A fri ca d el Nord , il d eb ab. Si inocula un v irus d i i r1 fezion e lat ente e p oi si t aglia l 'a coe so di prìn1a in,rasjon e con un n1edjcam enl o a rJ1) rOf •riut o senza cer car e di ot ten er e la st erilizzazion e d ell 'organismo. 1'ubercolosi. È i1oto come . secondo la legge cli ìvlarf.a n , u11a infezion e locale impedisse m olto spesso lo sviluppo ulteriore di una tub,er co. 10si g·en er ali zz.at a . La presenza di alcune unitn n1icr ob·i cl1e viventi b ast a an ch e (infezione sen za mala Lt ia) a cr ear e n ell 'or ganismo uno st u Lo r e fra ttar io alla surinfezion e . Le ricer cl1€ di (~aln1ette e Gu érin hanno con fern1ato sper i111e11taìr11ente la legge di ~1arfan. Son o noti i nun1er osi t entativi di ' raccina zi one e di sier ot erapia contro la tuber colosi ris ultat i vani. Tutti questi insu ccessi si spiegan o cor1 il fatto ch e la tuber colosi n on è una malattia ad i111111u11ità, 1na è una m ala tti a a prerrJunizio11 e. t~aln1ette f Guérin h ann o risolto i l proble1l1a d ell a ,raccinazion e ar1titubercolar e con il lor o ' 'acci110 prem unizzante B .C: .G . . i11off en i YO 1)er il sog·getto varcinato e p er la colletti vi Là. En.terilc µara lu·bercolare clei bovini. f: una i11 al a ttia ch e. per la su a n at ura e la u a evolu· zion e. r ichian1 a la tuber co losi . Con1 e quest a è giu ti zi.abile con la p r er11uniz1o71C' . Sifi licle. Dall 'inizi o d el J)er iocl o .. econdario ln rere l li vi l ~ c.l el -. og·,g-ett o 1)ortatore cl i i fì lide all e r ei noc ulazion1 com11ar e. Le .. l1rinfezion1 atJ len ti é'l1e . . ono eccezionali 11e l cor ... o d i t1na s i fili de 111 C\Ol t1zione. Al r onlra ri o. ogn i i ndi1
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viduo con1p le Lan1ente g u a rito di s ifilide ridi' enta sen sibile a d una n uova contaminazion e . La s ifilide o ffre du11que i caratteri di una n1alattia a pr en1unizio11e . Questo spiega p er ch è tutti i tentativi per p r ep a rare sia un sier o ar1tisifilitico effi cace sia un vaccino n on conteTl6nt e virus , -ive11t e ia110 falliti. L a vaccina zion e antisi fììitica n o11 JJotrà esser e r ealizzat a cl1e con un virus-va ccino ' 'ivente, di cui si sia ottenuta l 'attenuazione oerta e definitiva e ch e flr\bia cessat o s icuran1e11Le di es'"'er e co11t a . g·1oso. BriiceZ.losi. La febbre ondulante d ovuta a Br u cella 111eliLen is Bru cei J)UÒ r ecidi,rar e nel1 uomo ·e i1ella capra, 111a la ca11r a p ortat rice di una infez ion e cr onica resis te alle surinfezioni. D 'altra parLe, è n ot o ch e la vacca co11tarr; inat a p er la prima , ·oll a con 1Brucella abortus !Bang, agen te d ell 'ab ort o e1}1zootico, ab orti ce al su o prin10 IJarto n1a, una , -olta di,·enuta cronica 1'infezione. le n uo, ·e in fezioni n on 11ann o e ffetto, i ·ab or to n o11 . . i , ·erifi ca p iù. Q~este nozio11i con11)ort a110 cle ll e co11seg·u e11ze pra ticl1e. Solo i v·,a cci11 i vi ,·e11ti i1osson o pr er11unire co11tro le brt1cell osi , con1·e dj n1ostra110 i pr? ce d.i111enti e11 trat L g ià 11e ll a JJr atica per ]a ' 'acc111az1011e contro l 'a})ort o er)izootico d elle · vacch e . In con clusion e, la distinzio11e fra n1a]attie cl1e cor11port a n o in1rr1l111ità e 111alattie cllie com·p ortano l)f en1u 11 izion e no11 l)re . ent a solo un i1 1teres~ 2 di ordine t eo ri co 111à. co111 e o·Ji e~en1 pi dimostr ano. offr e u11 i11 ter es ... e })r atico in1 rne diat o per la m ecli r i11a r reYen tiva .
C.
TosrA~o .
Immunità e recidive 11elle malattie infettive dell'infanzia.. (P. l{YHINER. Schwci=. m ecl . ll 'och en s. , 31 aig·ost o 1935). Si legg·e n ei trat tati cl1e la magg·ior 1)arte d elle n1.ala ttie infa11 tili , fatta eccezio11e d ell 'influe11za> d ell 'er esipe la e della polmonite, lascia l1n ' i111munità ch e dura })er Lutta 13 ' 'ita. L 'A., dall 'osser,1 azion e d i :5000 ca i o ... er,·ati per or1al111en te n el v eriod o dal 1919 a l 193'5, a rri va alle segu enti con clus io11i . L 'in1n1u11ità nella par otit e epiden1ica e n ella ' 1aricella è m olto solida e n o11 si è n1ai osservat o u11 caso di r eci d i,ra; J)er la par otite ei)id en1i ca, so110 frequenti g li errori con ingor ghi g hiandolari . Buona è vure 1:ir11111 unità n el n1orbillo; l ·A. ll D osser,1 a lo sol La11t0 l ' l lJer 1000 di recidi ve . Più fr equen t i son o queste n ella scarlatti· n a (3 %) e così pure l1e l la perto se; n on r_are son o an ch e n ella dift eri te : fil.
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Allergia nelle cefalee del tipo emicranico. . (.J . ~. S TELDO~ e ·r . G. l{ ANDOI.PH . 1'h e Am eric. Journ. of the ~/ecli c . cie11ces, ago. to 1935). "\'011 è a11cora cl1iar a la cau a d ell e cefa lee di ti1)0 e111icrani co rch e i a ccon1r'ag na110 a
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SEZIONE PRATICA
n&usea, vomito e disturbi visivi) . Solo recentemente con1parv0ro i primi lavori che prende,·ano in considerazione i! fattore allergico. Gli AA. studiarono 127 casi, in cui la cefalea era sempre frontale. Nel 61, 4 % dei casi la cefalea era unilaterale, n el 26 % bilaterale; n el ri1nan ente 12,6 7~ non si tenne conto della l ocalizzazione n·ei riguardi del la to colpito. La frequ·enza degli attacchi variava da 7 giorni a J inesi con i11edia di 18 giorni e, per la durata de·g li attacchi si ebbero variazioni da 1 o ra a 7 giorni , con una media di 42 ore. Da questo s tudio furono esclusi i casi con .alt erazioni sinusali, con vizi di r·efrazione. In tutti i casi studiati furono fatte le intra d ermor eazior1i col m etodo di' Coca con 96 estratti alimentari. La cefalea era insorta prima d el 16° anno di età nel 58 ·~~ d ei casi . Nell '8'1,6 % c'era allerg ja in fan1igli.a (58,4 % con allerg ia materna, 33, 6 % con aller gia patern a e 16, 8 % con a ll ergia di entrambi i genitori). Emicrania fu pure trovata nel 68 % d elle fan1iglie. Stabilite le sostan ze per le quali c'era reazione allergica , queste sostanze furono elimirtnte dalla diet a. I risultati furono i seguenti: n e] 18,2 1~ dei casi si ebbe guarigione com p leta, nel 20 % dei casi r isu 11 fl to otti mo , ne l 14-,3 % b·u ono, n el 13 % leggero e ne l 33, 7 ·1 , 1111110. R . LusENA. 1
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ORGANI DIGERENTI. II duodeno instabile o irritabile. { J. F R1cnEN\.\TALn e 1\1. 'F ELDMANN . Journal Ami. Nl e<lic. A ssoc., n. 26 , vol. 103). Le t1ostre con osce nze sulla patologia d el duodeno ono in questi u ltimi anni molto progrcclite. A parte l'ulcera , la cui diagnosi ora si fa con sufficiente facilità, altre condizi oni morbose del duodeno sono state bene identi ficate dal punto di vist a anatomico e clinico, quali la duotlcniLe, la p eriduodenite, le ader enze pericolecistich e, la stasi duodenale conti11u a e intermittente, l 'occlusione e le anomalie morfologiche. ~1 a ol Lr e cl1e da affezioni di na tura orga11ica il duodeno può esser e la sede di disturbi funziona ]i con1e l 'irritabilità o instabilità do·yuta ad uno squilibrio d ell 'apparato n euromu~col are del duodeno ch e determina disfunzio11e motoria ed in qualch e modo anche di quella secretoria. Con1e 11a rnesso in ·ev j denza Sen senich la n1otilità del duod eno può essere disturbata in conseg11enza di azioni meccaniche, chimich e, a ller g ich e, nervose o riflesse. Le cause meccaniche dell'instabilità duode11ale sono le aderenze e le compressioni. Al rig uardo le aderenze più importanti sono quel](· con seguenti a lla colecistite cron ica , quelle tra il duoden o e Ja sc i ~ ura epatica e qt1e]le (lipe11ci enti da vi ceroptosi o con ~ e cutive ad 1
atti operativi. La pressione sul duodeno p u ò esser e esercitata da deformità vertebrali, da tumori addominali specie quelli del pancreas, e dalla ptosi d el r en e destro. Le cause ch imiche consistono in alterazioni clella secr ezione gastrica, dal rigurgito d ella ·bile e d el conte11uto duodenale nello st omaco. Le cause a llergiche .. 0110 quelle st esse ch e soglior10 produrre altri di ~t urbi gastro-intesti11ali . · Il Rist ema n ervoso h a una notevole in1por tanza nella urocluzion e d ell ' ir ritab,i lità duod enale. (ìurst a può verificarsi in individui er e1 i~ ti c i ii1 occasione di ecce so di fatica mentale o cli e n1ozioni. Suole essere accon1pag11ata cla alt i·i di ~ l 11rbi n ervosi: cefalea., palpitazioni, in &onn ia, dep ressione. \.J11a d elle cause più con1t111i è quella rjflessa. 11 duoden o irr itab il e suole accompagn ar e lesio11i infìan1matorie o non di orga11i vicini o lontani ," la colecistite cronica, la colelitiasi , l 'ulcera gastrica, l 'appendicite cronica, la Yiscero ptosi. I sintomi d el duoden o instabile non sono rr1olto caratteristici , e ono molto analoghi a quelli della duodeni.te dell 'ulcer a duodenale, clella colecistite, dell'appendicite e di a ltre affc;zioni addominali. Con la duodenite o la sindrome da ulcera duodenale ha comune l 'ipercloridria, il inalessere ed il dolore dopo i pasti. Con la colecjstite e l 'appendicite ha talvolta di comune il dolore alJ a pressione ri spetti,-an1enle dell 'ipocondrio destro ed al quadrante inferiore destro dell 'addome. Alcune volte la sinton1atologia è atipica ed i l paziente lamenta diminuzione dell 'appetito , i1 au sea, vomito , sen so di pen.a al! 'epigastrio e cefalea. Il dolore addominale non è abituale , con1unque è se1npre leggero. Per lo più c ·è stitich ezza, non di rado interrotta d a periodi di diarrea . Lo stato generale risente dall'incap·a cità dell'individuo di nutrirsi sufficientemente: c'è q11indi perdita di peso ed astenia . Si h a11no com unemente sjntomi neura tenici: stanch ezza, depressione, insonnia , irritabi1it.à, malesser e, cefalea e vertigini. I disturbi dipendenti dal duodeno inst abile i)ossono sopravvenire a cri.si di varia durata , co11 fasi di accalmia più o meno lungl1e. Spesso la condizione è a cco1npag·nata da cardiospasmo, pilorospasn10, gastrospasmo e colite spastica. L'esame dcl su cco gastrico può dimostrar e un 'acidità aumentata, normale o diminuita. In base ai soli inton1i è difficile formulare la diag·nosi. Questa deve essere sospettata og ni qual volt a in individt1i n europatici si presentano disturbi non abbastan za n etti di ul cer a duodenale, <li colecistite o di appendicite . In ogni caso la diagnosi può esser e form ulata solo fondandosi sul reperto radio]o ai co ch e è caratteri tico: 1) aun1 ento della n1otilì tà d el dt1oder10 con sYuo tan1 ento co11111leto o 1
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i11con1pleto ; 2) irregol arità transitoria e fibrillazio11e d ei margini; 3) manifestazioni spastiche transitorie; 4) dolenzia alla pr essione d el d11odeno; 5) assenza di segni di ulcera. Il trattan1ento dell 'instabilità del duode n o deve tendere a nor1nalizzare il tono di que ta JJarte dell 'intestino mediante una nutrizione a deguata, il ri1)oso ed il miglioramento delle condizioni nervose generali.. Devono esser e proibiti l 'alcool e tutti g li alin1enti eccitanti ed irritanti , nonchè i lassativi. Glj alin1enti d evono avere un alto contenuto • • • • IlUtriei1te e v1tam1n1co senza essere ingombrar1ti . Talvolta si può r endere necessario l 'assoluto riposo a letto per qualche settimana. Nei casi gravi si può praticare il lavaggio e l 'alimentazione duodenal e cor1 la sonda. Qu.ando la co11di.zion e rapp·r esenta il riflesso di. ulcera gastrica, appendicite cronica ' cole. cistite o di ~ ùere n ze s'impon e 1'intervento chi• rurgico. Quando c·è ipercloridria giovan o gli alcalii1i. La belladonna o l'atropina caln1an o effi cacen1ente lo sp·a smo, ed a tale scopo giovano anch e le applicazioni fredde locali.
DR.
La gasti·ite acuta nell'infanzia. ( \ì\TILII.
R oTIMEYER .
Schweiz. med . Vl' och e.11 s.,
31 agosto 1935).
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La consu et a gastrite acuta ch e si manifesta oltre il pri1110 .a nr10 di età, una volta fatta ]a diagnosi differ enziale, non offre difficoltà per il trattamento n è preoccupazi oni pronostiche. Non ~·a ramente, però, sui 2-4 anni , eccezional n1ente anche nell'età scolastica, si 11anno delle for1ne gravi , ch e richie dono l 'intervento d el medico . Il sintoma principale è il vomito t ormentoso , ch e si ripete continuamente, speci e ad ogni tentativo di ingerire qual cl1e cosa, ma gari soltanto un po' di acqua o di t è. Il bambino è di malumore , senza appetito , rifiuta ogni cosa, ·è esaurito e può anche avere un certo gr ado di intontimento (coma dispeptico). La temperatura gen er alrnent e è normal e, raramente aumentata , la defecazion e mantenuta. I bambini più gr an dicelli si lam,e ntan o di dolori a lla parte , uperiore d ell'a ddome, di forte mal essere, spesso di vertigini e di cefalea. Dal punto di vista anamnestico, si vien e a sa11ere che tale tato si è iniziato im p r ovvisan1e11te con vomito, il quale conteneva r esidui di cibo del g iorno avanti o di pasti precedenti e i1er lo più i ,,i ene a conoscere qualche errore dietetico. L'esame d el vomito o del contenuto crastrico e tratto con la sonda fa riconoscere la pre enza di r e idui di cibo n on chin1i fì r ati e di abbondante muco. TI succo ga strico no11 Oltra ed ha spesso acidità bassa. I segni di insuffi cienza motoria d ell o stomaco so-
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i10 evidenti (von1ito dopo 12 ore) e tutto i11dica trattarsi di gastrit~ acuta. Nell'urina, e talora anch e i1el fiato , odore di acetone. Quest a forn1a grave di un disturbo ge11eraln1ente banale può presentarsi di primo acchito oppure d opo qualche g iorno, sicch è i familiari come pure il medico possono p en sar e a .q ua lch e a ltra malattia. Importante è il reperto di acetone nell 'urina (prova di Legal: a 15 em e . di urina , agg·iunger e eme. 0,5 di acido acetico, alcun e gocce di soluzione recente e concentrata di nit.roprussia ~ o sodico e stra ti ficazione di an1m oniaca · al pun~o di contatto, anello violetto). ' La presen za di acetone n elle m a lattie j11fa11tili non ,è rara; esso si trova spesso nelle i11al~ttie acute febb!·ili, pur non in rapporto con 1 a ltezza della febbre. Gen eralmeute, i)erò, l 'acet one è l 'espr essio11e di un 'acidosi d a fam e e b~sta la re trizio.ne di alimentazio11e a l principio della malattia per farlo comparire. L 'acetonuria iniziale della gastrite, però, non va considerata come dov uta all'inanizione n1a co' m e conseguen za di una deficienza di carbo idrati . L'acetone n or1 può esser e considerato come un equival ente d ell 'acidosi, poichè può trovarsi anch e nell 'urina alcalina e, quando compare all 'inizio di una malattia a c uta nell 'età infa11tile va considerato con1e espr essione di u11 clisturbo tossico n el ricambio dei carboidr ati.. L 'or ganismo infantile è caratterizzato dalf,.insuflìcien za d el ricambio intermediario, da una fatale tenden za a ll 'a cidosi ch e si h a nei disturbi a lime11tari come pure n elle infezioni , [orse in conseguenza di di turbi nel sistema adrenalinj co . E l 'organisn10 infantile r eagi sce i11 tale ma11ier a, specialmer1te nelle malattie d el tratto intestinale. Forse l 'acetonuria è il primo segno di una lesione tossica d el fegato dovuta alla malattia. Marfan si esprime 11el senso che l 'acet 011urià è per così dire un fenomeno obbligato i11 certe gast:riti infantili. Un ' osservazione di Mag11usLev)1 di due casi di disturbi gastrointestinali con ch etonuria g rave nonostante un 'ab·b ondante somministrazione di carboi'drati indica cl1e l 'inanizio11e d a carboidrati non può ritenersi come condizione necessaria per la p·r oduzioi1e di a cetonuria. ,Ch e in casi d el genere, accanto al proces o locale, si abbiano anche fatti tossici gen erali , è djn1o~lrato .qnch e da lla con1parsa del co1na . E, sia i fatti cli11ici generali nell a gastrite acuta grave , sia l ' acetonl1ria ,·anno considerati come feno1n eni t o sici di a :ol'bi111ento. Dal punto di vista diagnostico, vanno a11zitutto con siderati i vomiti ·periodici con acetonuria, da c ui va nettan1ente distinto il quadro della ga trite ac11ta nonostante certe analogie ch e hanno le due 1nalattie. Come prini.a rosa, ..i consideri cl1e si tratta di una malatti a g·as trica acuta , con la ben nota etiologia. ero11-
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dariamente, 11011 si 11a a ch e fare co11 g li i11di' idui ii1 . c ui si i11ani festano i von1iti periodi ci : gener almente ban1bine neuropaticl1e di c ]a . i sociali elevate e di fan1iglie per lo più tarate. ~tan ca poi il fatto caratteristico d ella periodir ità . Viceversa, nei vomiti periodici tipici , 11on ,j 11anno mai i segni della gastrite acuta. La gastrite acut a con .acetonuria ·è un quadro sui gerieris, con eziologia })ropria, con anan1n es i V-a ria (111an cano i })rOdro1ni ti1)iCi dei VO · n1iti periodici), con altra si11ton1atolog·ia (nei vomiti periodici questi sono abb ond anti , acquosi, senza nausea, senza seg·ni di i11suffici enza motoria). I due quadri n1orbosi posson o a, ·ere di comune (oltre all 'acetonemia a ai più for i-e perù i1ei von1iti periodic i) le con seguer1ze d ell 'essico i e della acidosi (secon.daria nella gastrite). È inoltre <la disti11guersi quel disturbo congenito del ricambio dovuto ad un difetto nel u rican1bio dei carb·o idrati (deficiente l1eoformazio11e di zucch ero ed impo,reri111ento del fegat o in g licog·ene) e che si inanifesla con grave von1ito acelo r1ico. Un ca o di tale malattia , descr itto da Seckel non differisce dai von1iti perioclici (attacchi di ' 1omito, essi cosi, forte aci do i rico11osçibile nell 'a ri a es1J irata , n ell 'urin.a e n el angue, pro11ta g·uarigione con acqu a zuc~ cl1erata). (~ omunque, 11ei vo111iti lJeriodici. si tratta di un disturbo particolare del ricambio, i1ei ' 'on1iti gravi a et onici di un con1ples o intomatico cl1e sta in primca lin ea nel quadro clinico, n1entre nella gastrite acuta è del t11tto secondario. Entra inoltre in considerazione l'appendi cit e. La deri ione i1on è facile nei casi febbrili o ubfebbrili , poichè anche nell 'ap1)e1l'dic ite l) UÒ a' rersi aceto11uria. La presenza di cibi i11d1geriti i1el ' 'omito l1a un g rande significato diagnostico. La diagnosi ha grand e im1)ortanza . . 1)ecialn1ente i)ercl1è la eventuale narcosi cloro forn1ica cl1e i vole e fare per l 'in ler, ento in ca o di appe11dicite. l)O trebh·e avere effetti d eleteri n el caso di acetonemia. E so110 noti de i casi di n1orte da narcosi. in b·a n1bini 01Jerati in stato cli acetonemia. · }\.ltre malattie da }Jrendersi in con iderazione sono la i11e11i11g ite , l 'ileo , le i11fezioni del t ratto respiratorio. 1
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LA
TERAPIA.
t a11zitutto e . . oprattutto dieteti ca:
o i)e11sione dell 'ali111 entazio11e, son1n1i11i trazio11e di be·va11de J) ÌÙ frescl1e cl1e sia po : .; ib.ile; lai I e gl1iacc iato, crudo , a cu ccl1iai11i. Dare , fin dal J)ri11cipio dei carb,o idrati: zucch ero, u ccl1i di frull a, i11 111odo da })revenire l 'ac ido i. el caso cl1 e i si11to111i appaia110 fin da]l 'i11izio a])bastanza gravi (11ro trazio11e, con forte eli111inazione di acelo11e, Yon1it o don1inante la . . cer1a) })recedere alla ]a,ratura gastrica , l1011osta11te lo ce lt i ci n1 o e la con I rari et à dei ge11 i tori , c11e rin1an gono i1oi n1ara,·igl iati dell 'effetto in1-
E PRATICA
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i11 edialo; il b·a n1bino , da 1)prir11a a patico e son11ole11to , è come cambiato subito do1Jo la la,rat11ra; rapidamente ritorna l 'appetito ed un l1uon. . on110 ch e dura talora 12 ore })Orta la guar1g·1one . Qt1est i risuli ati de b.J)ono i11clurre il n1edi co a lla Ja,raLura gastri ca in 1utti i ca.~ i g·raYi. i10110 tante che ]a gen er azio11e n1edica aLLuale abbia una certa riluttanza co11tro que ·10 procedi111 ento ch e un tem1)0 era in vece largamente u ato. Esso, purcl1è apJ.)li cato i)r ecocen1e11te, yJrevie11e ]e complicazioni ed impedisce il verifi car si di stati n1inacciosi. L 'uso tardivo 11on darà i brillanti risultati. cl1e i 11anno c1ua11clo la la,ratura si fa precocen1cnle. E l 'o ttener e u11a rapida gua-ri g ione rè tanto i) i ù n e ce ~ sari o in c1uanto cl1e, specialment e nei piccoli ba111bi11i , s i 11a la ten denza a ll 'acido i da ina11i zione, a ll'es$i cosi, col durare d el ten11)0 ad un certo cronicizzar si del! 'a ffezione , co11 la con111a1 sa anch e di ittero. ,\11ch e scor11par i ra1Jida1l1('11 te i into111i ~:e n 1~ra]i , l :acetor1uria ri111.a11e a11cora per a lc uni g·iorni , il ch e din1 ostra ch e essa è soltanto 1111 i11ton1a e non la causa rle]Ja malatl ia. Col cessare del vo111ito , il cl1e accade sic uramente dopo la la v,att.ra gastrica, si pu ò ripre11dere l 'alimentazion e . Si può far senza deg·li a lcalini ; l 'insulina, consigliata per rag ion i t eoricl1e , non è n ecessaria; con il latte si vada guarding'l1i, poichè ~i po so110 avere delle enteriti consecutive alla ga trite. fll.
DIVAGAZIONI
Poeti figli di medici. La celebrazion e del centenario di Carducci ha dato occasion e di ritessere la vita del Poeta, con un coro di unanimi lodi fa rendo ta'c ere le aspr e pol en1ich e dib·a tlute i ann i fa sulla sua arte. Per noi me.dici vi è un n1oti vo di })iù p er avvic inarci a Lui , i)er il fatt o cl1 e er a fi glio di un n1edico. Travagliata ,rjta quell a d el Dolt. l\licl1ele Cardu cci, piena di ansie e d i preoccupazioni cl 'ogni sorta , dovute in parte al u o caratt er e r11ordace e alle su e opinioni ])O] il icl1e , anela1t1i all 'indipendenza italia11a. E iliato i)er c1t1e~ l c a v~o lterra , a 21 anni inentre era ancor a s i ud e nte di medicina , apJ)rofi Ltò degli in . . eg11an1 er1 ti del chirurgo Rai ken1, Dire l Lo re di ci uel1'0speda le e potè l 'an 110 do1)0 ]aur ear . . i. ~·J a a \ ìo]terra conobbe anc he l 'an1ore 11ella l>e rsona di IJdegon<la Celli , la mad re del Poeta, cl1 e s110 ò J)O i. nel 1833. fn con1inc iò allo ra la , ·it a 1·ond.ag·ia cli condotta in condotta, dap11ri111a a Serravezza, poi a Ponte d i Lazze11a e ]JOi Ja per111anen za più lung·a 10 anni - a Bolgheri. Osti lità politiche, ini111ir izie per il carc-1lle re controso gli rendo110 a11rll e ciui cliffiC' ile ]a Yita, s icch è en1ig ra 11uo,a111e11te co 11 la fan1igliola spaurita da n1inacc ic e di111 ostra zioni di i1Iebe, andanclo dall ' u110 a ]}'altro J>ar-
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« CL POLJ CLI~ICO n \
se. jJer morire nel] 'ag·osto del 18'58 a Santa Maria a Monte. A11goscie e d olori di ogni sorta non furon.o risparn1iale al povero medico, fra c ui grave colpo alla sua n1alferma salute la n1orte del fig lio Dante suicidatosi con un bi.stari paterno. Faceva il suo dovere con coscienza e fu specialmente capace chirurgo; n,è n1ancarono riconoscirnenti alla sua abilità professionale, fra cui una gratificazione di.. . 53 lire per l ~opera da lui JJrestata durante 1'infierire d ell 'epiderr1ia colerica del 1855 a Pian Ca stagnaio , dove fu aiutato ancl1e dal figlio Giosuè a llora Ludc11Le. ì\1a . en1pre ebbe a dibattersi con str e ttezze finanziarie e l 'eredità ch e il fig lio raccolse fu1011 0 10 paoli trov,a ti i11 casa ed un 'altra ventina ricavati dalla vendita dei ferri chirurgici. ronostan te il faticoso lavoro della condotta e le preoccupazioni , il Dott. l\1ichele Carducci n.on trascurava I 'i stru zione dei fi gli e ft1 lui che ad essi fece scuola specialmente di latino e con più passio11e al n1aggiore, meglio dotato. l\1a fra i due - forse caratteri troppo simili anelanti entrambi ad un supremo ideal e di libertà - i1on vi deve essere stata troppa armonia, a g·iudi car e d.agli scritti dello stesso P oe ta che ricorda spessò con accenti di con1~ n1ozione la madre ed i suoi insegnamenti mentre, eh 'i o n1i sap11ia , non fa menzione d el i:1adre. Ed il dissidio si acuì quando questi voleva imporg li le sue idee manzoniane in letter<J.1ura ed i11 religione , a l ch e reagì violenteme11le il fig'lio, assumendo quell'indirizzo antiron1a ntico ed antin1anzoni an o ch e car atterizza particolarrr1ente i prin·li periodi dell 'attivi.tà d el Poeta. Destino, d el r esto comune a tanti a]tri percl1è, speci almente quando il padre ha una personalità spiccata rappresenta il prin10 e più possente ostacolo che si oppone alla libera e·spa11sione (vi coopera forse qualche elemento freudiano) ed è quindi ovvio che contro di esso e contr o ]e sue idee si manifesti più ' 'iolenta la r ibe llione del g iovane ch e intende affermarsi n ella vita con una r·eazion.e che ne i11 f111 en za granden1ente 1'in dir i zzo di ql1es la . . Ma il. Cardu cci non fu il solo p.oeta figlio d1 m edico. Per tacere· di altri, fra cui C:arlo Goldoni fig lio di un n1edico condotto cli Bagnoc.avallo , ricorderò un grande amico di Car(lucc1, Severi110 1J~~ errari (il mite Severino) e-so f>Ure figlio di m edico cond otto. Altro caratte~ re, altra personalità. Nei commossi e ~empli ci ' 'ersi del fi.g li o , i] padre rivi,re e noi ,·ediamo « raYYO] to nella po],·er e del lnezzogjorno aclusto
))assare uno soJleci lo. , -eggo i1el fulvo lt1rne e l 'o111bra ua con g li 0111eri ct1rYa ed a 1nezzo j] fb u s1o fer1110 il lJas tone. l\ii ed il a , ed ogn i tanto un fiore cog·li e d a 11n cardo , cl1 ' j ]1icl o gli bro11tola 11n sa[luto; so pr~. t1 11a
l)Orln, ])allicla u11a do1111a: Dot lore, grid a: j)en Yenga ! _\h 110,ero 11110 cuor , l 'l1 ai co[ 11 o. e i u to ?
I>er cli l à cruante 'olle, sollecito passan clo , do t tore, co ' l sorriso allev·iavi i mali ? n.
E nelle notti insonni ritorna l 'in1111agine clel padre, con la fìg ur:t stanca e gli occhi paJJidi. velati; e pil.1 no11 1ni sorridi come al ten1po felice. Perchè mi piange il cuore, e an11odasi a la gola gonfio il r espiro ~ Fredda la mente n1i ridice: -- RicordaU ... - Nè p os·so ridir l 'altra parola ». cc
E sente di amare ancor più ]a sua sposa, « . . . p er chè un mio vecchio
la tua fronte JJose un bacio ch e ogni giorno s'illumina e risplende ». Slt
Anche in altre poesie appare la venerata i11en1oria del padre e n ei versi del figlio riviYe così l 'oscuro medico condotto nella su a silenziosa e b onaria opera di b en e.
A.
C EN .NI G.
FILIPPINI.
B IB LIOG RA FICI< 1)
L'Isp ezione sariitaria degli ariimQ1l,i da cortile, della selvaggiria, delle carrii coitise·rvate e dei prodo tti delila pesca. Cn vol . in-4°, di 71 9 pagg., co11 BEnTOLINI e
G.
PENSO.
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±12 fig. in parte a colori. S. A. tip. ed. lustiana , Roma, 1935. L. 60.
a l-
Il dott. Bertolini, con la profonda co1111Jele117,a ch e g li d à la lunga pratica come Direttor e del M.acello di Ron1a già aveva p ubblica lo due volun1i, nel grande 1'rattato italia110 cli igiene ( U,.fET) "Ull 'ispezioni d elle carni e le n1alattie del b·eslian1e da macello. II presente ' rolume viene a com ·pJ.etare i due primi, trattando di argome11ti che non si trovano così riuniti in r1essuna pubblicazione. Anche per le malattie del pollan1e, salvo qualche manualetto troppo elementare, i1on esistono libri che si occupino i11 n1odo così ·esauriente e scientifico, sia dal lc:tto clinico ch·e di quello pratico della questione. Altro capitolo in1portante e trattato a fondo è quello riguardante le carni con ser vale, in cui spesso si presentano all'igienista ed a l perito delle qu,esti'o ni imbarazzanti , ch e esigon o l111a buona conoscenza anche d ella tee . id ea di preparazione e dei processi che si s, 01gono; sono così trattate a fondo ]e carni salate , <iffumj cate, insaccate ed an cor più ampiamente quelle con servate col freddo. D el tutto 11uova è, poi , per un trattato la parte scriLLa dal prof. Penso: sui prodotti della pesca, di c ui studi'a a parte i ingoli gr up111. occupar1dosi dap•p rima ed in modo art11)io dei pesci ; ' 'a lor e alimentare. caratteri d el pe~ce fresco ed avariato (in generale e per i singoli pesci); i pesc i velPn psi . le nun1ero .. e n1ala1 tie ch e, nonostante il d etto proverbiale del cc a110 con1e un pesce n coJ1)iscono qu.es1i ani11 iali; i modi di con servazione e le a ltel'azion i r he ubi srono Je con serve di pesce. Analoga1
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(1) Si prega ct 'inYiare due copie dei libri di cui si d esidera l a r ecen sio11e.
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SEZIONE PllATJ CA
dell 'i11fa11zia, capitol o irl o di diflìcoltà , in cui l 'A . si s forza di parlare ide·e cl1iare, ia ~ul ] a parte ·11e1 la11Le alla i11fezjone reu111aLica 1)rof>ria111enle delta, ia ulla parte ch e riguarda ci.iver ·e .artropatie ecl osteo-artropatie cronicl1e prin1iti ,-c . A que le affezioni, poste ai confi11i del r eun1atisn10 , da cui peraltro deb·b ono e :::-er mar1te11ute se parale, l 'A. dedica una n otevole parle della mo11ografia, ap1p orta11do,·i un preg·evole con tributo personale, ricco di clocun1e11Luziorte clinica e radiolog·ica. Tra r1ueste alfezioni cn1erge la ma]atlia di Still. Se nella n1ancar1 za di qual iasi accenno ai rapporti i}aloge11ctici tra r eumatismo ed infezione tubercolare debba ' eder i una n·etta posizione clell 'A., co11traria a qualch e inoderna teoria, cl1e vu ole i11vece t rovare str.e tti 1egan1i tra le due inalatti·e, ciò può forse intuirsi da chi leg·g·e il lavoro. Tutlavi.a il silenzio in cui J'arg·ome11Lo è lasciato dall 'A. può se111brare u11a lacuna , r1011 olo i1er quanto riguarda la <li sc u sio11e paLogc11etica. ma anche per quanto concern·e la cli.a,g·110 i differenziale tra alcu11e forn1e t1bacule di poliartrite reumatica e quelle si1l1i li clic po . : ouo osservarsi nella ir1fezione Lub·erco lare, con1 c ancl1 e per ql1anto riguarda la diagnosi di [fere11 ziale, clini ca e a11 aL01110-1JaLologica, tr.a Jo varie mnn i festazion.i vi-cerali le.g·ate a eia cuna delle due i11fe. 7.iOnl . L 'i11d1ce della leLteral ura con1prende ]ìec i almen te i lavori più 111oderni e quelli rifer PL ltisi alle sindromi artro patic he dall 'A. tratta Le acc.:a11Lo a quel le reu1natiche. In con1plesso la n1onoo·rafia si fa apprezzare i)er UJl aI10 1Jirito clir1ico, che, netta111crlte distinguendola da n101Li modern i laYori ul1'argo111ento, la r e11de Yeramente utile ancl1e a l 111eclico pra lico. Cor.ARrzr.
n1ente, ono tratta li i m0Jlu scl1i , i cro._tace i, i celenterati. lJn buor1 capitolo riguarda le condizio11i ig'ieniche drei mercati e raccoglie tt1tta la no - tra legislazion e sulla vigilanza sa11i.taria ed ig·ienica dei prodotti della p e ca. Da l1ltimo, la tecnica di laboratorio per le ricer<'he da farsi in questo campo. Belle, i1umerose ed int·eressanti le fig~re . Come si vede, un lil)rO che tratta a fond o le _questioni, per il quale è pienamente g·iu sti fi cato il vecchio detto ch e cccoln1a una lacu11a n ed a cui., come fa il prof. Ilvento nella prefazione, ... i clevono aug·11rare e' le i11igliori fortt111e >, . fil .
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Die rlieurnatische ! nfektion im f( inclesa.lter niit bes on derer Beriicksichtigivrig <.ter Gren,zgebiete. Vol. di pag·. 83 con. GLA.XZ:.\I..\NN .
37 fig·ur e ed 1 tavola a colori. Thiemc, Ed. Lipsia , 1935. J\lar. 5,40. Il Gla11zn1arJ 11 , professo re di P·edia tria n ella Un iver~ità di Ber11a, tratta il vasi.o argo i11ento dell 'infezione r et1n1ati ca, cl1 e in Lere. 1ar11e11Le sa anch e il ped iatra , dando alla chiara i11011og·rafia un ca rattere preyajent·e1uente cli11ico. Il i11.ateriale, con1e l 'A. tesso clichiara r1ella i)refazione, è stato for11it o in gran 1)arte da lezioni cli11iche e da conferen ze. Lo sco JlO J·el lnYuro è quello di far conoscere rr~eg·li (• al 111edico ijrati co l '111iezin11l:' reun1atica ì!1 tutte le ue i11 oltepli ci rnani(e::i1azio11i e cli indicare i m·ezzi rr1igliori per ccrtl· batteria ir1 un ·età, cl1e non è purtroppo risparmiata dalla i11alaltia, a11zi n,e è graven1e11te colpita con molteplici lesioni organich e. La descrizione ch e l 'A. fa dei diver i quadri n1orbosi è chiara e abbastanza con1pleta . e11 che ~.e in ur1a linea sen1p lice di espo izio11e i)referisca l '.!\.. esprin1er . . i con ~ a})r i età enza entrare in minuziose disc ussioni. Tutta via le ] ~ iù n1oderne Leorie pato,g·enetich e ono pre e i11 considerazione e giudicate dall 'A. sulla b ase delle nozioni acquisite Rttraver o l 'es11erienzn visst1ta al letto dell 'am n1alato e ]'analornia i1a tologica. Tratta11clo dell 'infezio11e reumatica l 't\.. clà }Jarticolare rj alto alle forme r,on n1a11i fe tazion i inizialn1ente o l)revalenten1ente vi cerali (a carico d·el cuore e pericardio, dell 'acldon1e . cle lJ t~ l~ l e ure e poJrnoni, dell 'encefalo) se11za tra.$curare le locu lizzazioni peri[ericl1e, ineno fr equenti e pur tuttavia di non poca 1111J)OrLan La (farnie cutan·ee, forma cervicale, for111a cerYico-fe111orale: n1u . . col.ar e). La terap ia dell 'infezion e reumatica è es11osta senza eccessi, ri enl us iasn1i, ma anch e senza scettici n10: do1J1ina e11111re il buon senso clini co, pervaso cla u11a lìduciosa l)eranza nei progressi dell a terapia. La cura della corea con nirvanolo, cui l 'A. si clicl1i ara favore,rolc, e la relati.,ra ma I.at lia cla i1irvan0Jo , tro,·ano ancl1e 11e] laYoro un' esat1riente lrattazione. Arra1lt o allr varie forn1e della infezio11c reu111atica 11a11110 deg·no 110 t o nella monog·rafi a rie] Gla nz111ann le for111e articolari cronicl1 e
,-i,
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1-1 aarkran kheit en rind kosrn eHa ullriden. Editore J. S])rin ger, \ iie1111a. Pretzo Il~l . 12.60. Questa an llJia 1 uonografia e pone tutt·o quanto si cono ce sulla palo]ogia dei peli e sulle n1alattie della pelle ch e turbano parti.colarmen te l 'es letica enza provocare effettive afferenze o pcrl urb·an1ent i de]Jo stato o-enerale, all 'i11fuori di un o stato affiitti' o e di depre .... i one se11 Lin1011 lale. Tali 11ozio11i i1011 sono ufficienten1ente conf:i dorate i1ei Lratl ali di dermoµatologia; è )Jercjò cl1e la pubblicazione dello Stein, n1olto cu rai a e d cl lag·l iata pec ie in riguardo alla lera Jlia, è Ycran1entr intere sante. DR.
.R. O. f iscli e
TElN.
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e r. BERNARD. l ja Chirurgie r é/J(/1 atricc c1ans s<.>. rapport avcc la juri.[Jtlf d en e<::. Edilore ~J aloin e, Parigi:
D.
\.L.-\.OL- É
Bre,·e <li crlatio11e . ulla re pensabilità del ehirurgo di f'ro11t r a lla g iu tizia e sui IJrinci1Ji rlic i cl1e devo110 inforn1are l '01)era del professio11i ~ ta ~ necie 111 rig-uarclo :illa chirurgia e... te- . lira. DH . •
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XLII,
i\·u~r.
47]
I CONfiRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURfilA. XLI Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. Ore 15 , 23 ottobre 1935. Presidenza: proff. E. l\'lARAGLIANo-G. VIOLA. (C:oritinuazion. e~·
v . n.ume ro 45).
Comunicazioni inerenti al tema di Relazione. F. ScH1Ass1 e A. PoPPr (Bologna) . - L 'a1Jparato linfati co n ella puberlà. - Da rjcer ch e eseg·uite s11 861 soggetti sani, dei due sessi, i11 e tà fra g·li 11 e i 14 a11ni, g li 00. possono conclt1dere che: 1) nel ses·so femn1inile è pil) frequente, tra g·li 11 e i 14 anni, prese11za di linfog hiandole l atero-cervicali palpabili. 2) tra i maschi sono anche assai pii1 num erosi i casi con gTado 111assimo rli indice linfatico cervi cale; 3') col prog redire dag"li 11 ai 17 ·anni si 11a i1t ambo i sessi una prog·ressiva climinuzione percentuale d ei casi con i11di ce linfatico cervical e positivo. 4) il maggior numero di soggetti ·senza lin foghiandole l . c. palpabili si troYa n ei brachitipi .
A. RoBLES (Bolog·na). -
L a valutazion e sii basi
cliniclie d ello sv1i luppo quantitativo individuale del sistema linfatico in u ria ce nturia di n eon,ali sarti . - L 'O. ha preso in con si<l erazione, 11e] i1eo-
nato e l attante sa.n o , lo sviluppo quantitativo del sisten1a linfatico (linfoghjan<lol~ superficialj , milza, timo) e dalle sue ricercl1e può cor1cludere cl1e il sistema linfoghiandolare periferico raggiu11g·e fi11 clalla nascita in certe sedi (g·hiandol e Jatero-cerviqali) uno sviluppo n1edio-normale qua111itativamente ragguardevole. Nei i1eonali che di1ncs lravano una m~ggjor quantità di tessuto ghiandol are p eriferico si })Otè dimostrare anche (in larga per centt1ale) l 'esi stenza di una tara ereditaria essudativo-linfatjca.
E . von KoHLER (Gi11evra) . -
Seconclo l 'O. esisterebbe una certa relazione fra lo sviluppo ed il funzionam ento individuale cl ella. g·hi anclola tiroide e d ei fenom eni dell'aumento g hiandolare li11fatico periferico e locale da un l ato, e quello del si·5t ema tracheobronchiale dall ' altro. L 'O. infatti avrebbe potuto osservare che ge1ieralmente g li ipertiroidei sono più sogg·etti a ljnfatismo secco , 1J1entre gli ipotiroid ei invece pii:1 frequentemen te vanno incontro a fatti suppuratiYi ed inol tre ch e esiste un rapporto fra l 'a11mento g·hiandola r e periferico locale e quello d el si stem a tracheobroncl1iale. ~1.
0PPENHEil\iI (Bolog11a) . -
Ricerche sulla quanti Là e distribuzione del grasso so lto cntaneo in rapporto alla costituzi·one individiiole. ~ L 'O . l1a
lnisurato ]o spes ore d elle plich e culanee di 2G regioni i11 140 don11e dai 20 ai 25 ann i ed ha potuto ved ere cl1e per quan Lo riguar<la la disposizione d el g rasso n elle si11gole r egioni si no1ano differe11ze sensj bili i1ei rapporti reciproci fra le 1ned esime 11ei diver si tipi costituzio11ali. Dal confronto delle 111edie dei oggetti più g.ras~ i e quelle. dei pii1 111agri considerali indipende11Le1nen le ·i al loro li})O morfologico si -verifica ch e l :a11me11t o e la cì i111i11uzione dcll "adìpe nelle sin-
g·ole r eg·ion i 11on avveng·ono in 1nodo u11iforme 111a i11 111i'sura diversa e second o un orcli11e terri: lo rin]e deter1ni11oto. La r eg·j one c11tanea pii:1 corrispondente alla inedin i11<1i viduale è la regione epig·astrica e quindi pratican1ente tal e regione dovrebbe esser e }Jr escelt a co n1e misura del par111i co]o-adiposo 80·1tocuta11eo 111edio·-universale.
U. SILVESTRI (Bologna). -
Stu dio sulla co rrelazion e tra il valore d egli sz)azi inter cos i a li ed il p eso corp or eo e sui dive rsi S[.>azi iritercostali cori fronlati tra loro, n.ei bambin.i di et à co1117Jresa fra il 2° ed il 12° anrio d1 vita. Da rj cer cbe
eseg·uite su 288 ban1bini prennendo i11 e tt111e il peso corporeo ed il valore dei J)ri1ni sei spazi i11tercostali del l ato des tro, 11 0. può derlurre ch e l 'ampiezza d eg·li spazi intercostali e sopra lut to quello del II, è prevedibile, 0011 notevoìe approssim azione, qt1n11do si conosca il l)eso d eì bambino. Inoltre lo · stl1dio com})rir n l iYo clei (l iversi spazi in tercosl alj , com11i11to su :'500 ])a111bini , tra il 2° ed il 12° anno di -vita, ha dim ostrato che lo spazio intercos tale pii1 ampio è jl 2°; jJ ]1iù ristretto il 5°; gli 3 ltri spazi ban110 valori in ter1nedi. l'ella e,1oluzion e co111pi111 a ila] torace lJer l)assare tlalla forma infantile a ql1ella adulta, si p os5ono dis tj11gnere d'ttt·! peri orli: uri prin10 che Ya fj110 ai 6 anni , u11 seco11 Llo che va clai 6 an11i in avanti. V. Lo B1ANC0 (Ro111a) . -
L a cos l.iiuziorie indiviclual e in r apporto alla inf ezie>n e tuberc olare. -
La qt1es lione della cos lil1]zione indiYicl11al e n elle rn alat1ie tube rcolari è <li g·rande i1111)orta11za, 1)ojcJ1 t· la profilassi di u11a malattia clipende esse11 zialmen te da Ila opinione che si profe~sa su le sue catise. Le 1nalattie tubercolari ·son o l a risult ante del con corso combi11al.o del bacillo e cl el t erreno organico ; terren o org·anico e costjt t1zione si' in legra110 . Occorre quindi giungere al potenzian1e11to dell e re·si st e11ze org·a11iche non solo nel senso cli un rafforzan1ento dei poteri imrnu11i tari gen erici , 111a di una vera e propria im111t1nj zzazione S}Jecifica verso la tubercolosi. E . von l(oHLER (G in evra).. 1--· A proposito di quanto riferito clal doLt. Lo Bianco, 1'0 . ritie11e di tener JJresente in t ema di predisposizion e g·e11erale, il fattore rappresentato dall ' alti vità del siste~11a Yag osimpatico dal quale dipencl e la nutrizione. Ciò al fine di spieg·ar e come dagli st essi ge11itori nascano figlioli alcuni pred estinati alla t])c. ed altri i10 , o meglio, perchè dag·1 i st e si genitori 11asca11 0 fi g·li di differe11ti costituzioni indi,-iclt1ali. Do1na nda inoltre al clott. IJo Bianco se h a potuto con st at are che i sog·getti ·simpaticotonici sono maggiormer11e predisposti all 'infezion e tubercolar e n ei. vago toniri , i quali t cnrlo110 piuttosto nd un linfa ti sn10 ge11erale.
E. M4.RAGLI.\NO (Genova) .. - Richjan1a. l 'a ltenzion e su Il 'importanza nella comunicazio11e del dott. Lo Bi a11co. I ])atl eriolog i danno grande in1portanza alla presenza d el bar jllo tubercolar e e n on consi<lerar10 e he il b acillo di Koch è straordina ria111e111e cliff11 o i1ell 'ambi ent e sociale e cl1e am111ala no soJo qt1egli i11rlivj cJui in cui j } terren o or ga11ico n on })re ·e11la difese ])roprie.
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[AN o XLII, Nu l\1 . 47)
SEZLONE
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(Nap oli J. ~ Il d in ani isrno d elle cos lit aziorii. Ins is te ulla necessi1 à di ricer car e g li elementi dinamici delle costituzioni, specie i rifles, i Yiscerali di Dag11ini, <li I,a11d olfi, di ~1agliulo , cli Maretta, Abra tn ~ ed Ir1g le·se , ecc .
1-l.
~1c0Lò
L. Ar...ESTUA (Bolog11 a) . - Ricer ch e su ZZ 'e redi I arielà dei tipi co~ìi luzùo n ali e di al curii caral leri T)11fJrfol ogici. - L 0. allo scopo di Yecler e co11 quale freque11za si tr0Yar10 i1ei figli di ti})Ì costituzionali 1
d ei g e11i Lori e alcuni p a rti colari caratteri dime nsionali 11n. esa1ninalo bio1netriearnente 60 fa1ni glie per un complesso di 312 individui ed ha trovato che i brachitipi preval gono su g li altri tiui morfologici p er quanto rig uarda i genitori, me11tre Ilei fi g li preYalgo11J i misti. Circa i ca r a tteri costi1 u zion alj ò elle sin gole coppi e cl ej g enitori e dei fig li ri sp e ttivi il materi ale st a tistico è troppo esigu o per p o tern e d edurre se11z 'altro cl1e il cara LLer e d el1 a 1011gitipi a ve11(Ya in1presso dai g enitori alla di ce11d en za 11iù forteme11te ch e quello d ella bracl1i lipin. (-;.c1no D\GN1N1 (llologr1a) . -
Il
riflesso
oculo
cardiaco d i Dag nini ne lla p ub ertà fem1n iriile. -L 'O. h a ri cer cato il rif1 esso di Dag nini in 229 d on11e (clag l i 11 ai 18 an11i di età) e lo ha trovato p o, itiYo n el G4 9{, clei casi, n cga ljyo n el 28 % i11vcrti1 o n el 7 %. ' Note, o]e Yariabj]il à d all 'O. è la ta osserYa ta n ell 'i nte11si là d el fen on1 en o e nP] tempo di laten za, m c111re aJl 'a11ali si ele ltroca r rli og·rafica ft1ro110 rileYa te arit 111ie sinu sali r espira tori e 11el 31 % d ei cn i f' samin ati. 111 t1n certo 11t1n1ero di ·soggetti I 'O. h a inoltre co ns la la to ch e an zich è rtYer si un riflesso fran can1 er1 le posi Livo, il ri t 1110 tend eva a r egolari zzarsi e l?rerisa n1 ente la dt1 rat a cl ell e ri Yolu zioni cardiach e, CT ura11le la co1n pre s ione diYe niYa u g u ale alle rivoluzi o ni di durala inassima con s ta ta t e a riposo . ~I.
ll 1GONT (Bol ogn a) . - I l r en rl i nien to m ol or e ri el lat 1or o fi sio l ogico di 100 gi a11an i de lla classe stu deritesca. Do po l 'e a111e cli alcu11e car a ! tc ri·ti r l1e i11er e11li al l aYoro fi. iol ogico , Yien e l11di a lo un JaYor o tipo di fl essio11c-es len sio11 e sull e g i11occl1ia, r l1e vi e n 0 ò efi11ito nelle 11e car a lteri sti cl1e indivirl11 ali eò espresso q u a11t ita ti Yarncr1te (i11 K gr .) d <1 una for111ula . Dal r ap porto ch e in I er ced e p o i tra il l avor o co111piuto e l 'en er g ia s11rsa, emerge il re11di111e11t o ò el motor e t11nano. L'O . ba ef'eg11ita t ale !1rOYa i11 un ~ r u ppo cli JOO g ioYa ni <lell a classe , lt1de11lc·"ca. Ha 1 ~o lu1 o cl assifi care jn 1al 1non o i Ynlori ji1òiYidt1 ali n el r encli1T1ento 111o lorc i11 r apporto ai ti11i rn orfologici cos li luzionali ed li a n otuto Yeò er e ch e le Cc•legori e es lre111e cl ei so~rge tti . forni . co110 a p ari là d1 ese rciz i•) fi ~ i co, t1 11 l ~Yoro m aggior e.
Risposta del Relatore. Il e11. P e11d e, ch e ·i è fa I la coi u oi studi endocri11ologjci e cos tituzio11 a]is lici un a p e.r 8onalità su a 11ropria di rinon1a n za inler11azional e, ama tuttora dirsi allie,·o d ell 'O. e q 11a i gli 111uove affe ttuoso rin1pr0Yer o ch e i1011 lo affer111i egli s tes o n ella su a Relaz io11e. L 'O . n e è g rande1ne11te co111111osso nè p otrà 111 ai di111e11ticare i inolti a11ni n ei q11 ali l avorarono in ien1e e Yice11deYol111e11te si ai t1taro110 col Cast el1 ino. n el dissodare 'lt1es lo duro e allora d eserto ca111po cli tudi lascia li in er edj1 à dal De Gi0Yan11i .
e;.. \ "10LA (Bologn a). -
PRATICA
2331
Pe r ques to J)a·s·s a lo in co111u11 e no11 vi sono fra l oro Yere diYe rgen ze. Il P ende Yorrebbe includer e i1ella definizione della costituzione, data dall 'O. fir1 d al 1902 di (( scienza d elle variazio11i individuali » anche il co n cetto correlazio11is liro d ella unit à dell 'individuo. È una piccola d iYerge11za esclusivamente (li forma e 11on di sost anza. Gran parte d ei suoi primi s ludi di allora sono stati di fatto intitolati alla correlazior1e indiYiduale, che n e er a il con ce tto fo11 clamentaJe . !vfa il conce l to o la legge « u11ive rsale » correlazioni&li ca, cl1e g 0Yer11a tutta la ])iol ogia a11imale evegetal e, al pari di quella d ella c11rva g·aussia11a d ell e Yar iazioni, non è n è una scop erta d ella co tiluzio11a lj $ ti ca, n è una proprirtà ·p eci fica di e·asa. La correla zione d ell 't1nità orga nica i11dividuale, co1npresa la legge d el bilanciamento deg Ji organi è· t a la affermata s tudiala e di1r1ostrata, n ecie nel ca mpo d elle scienze 11aturali (Ct1vier , -Geoffroy ..· ai11t-lli la ire), un secolo pri111a d el sorger e d ella 11eo-costituzìonalis tica moderna e m e todolog ican1e11te è sta la d ag·li st ati stici matcm a tj camen Le d e ter mi11a t a a mezzo d ell a n o la forn1ula d el Bra vai s. Il correlazio11i::>m o, affermato i cosi solidame11te i 1t tulte le ·s cien ze biolog jch e, non può caratterizzar e l a co"'tituzionalistica. Su questo arg omento · I 'O . si è maggiorn1ente es leso n f j suoi scritti. E poi ch è le d efinizioni devono cog·liere solo il pt111to nodal e d al quale tulto il rest o d eriva e n er es er e cl1iare , e·8sere le più sint eticl1e possibili,- eg·li n o11 r iterrebbe s lrettan1ente n ecessario l'aggiunger e alla su a d efi11izio ne il co11cetto correl azioni stico perch è· le variazioni individuali no11 u osson o avve~ire ch e sot lo l 'i1n p e r() d~ una t al legge, con i e sotto quella d ella c urva di Ga1Jss. L 'unico or at or e cl1e h a tocca Lo dappresso il t ein a della su .1 r elazion e, sul n1P loò o costituzion ali stico è per ò iJ prof . Fra.sse lto . Conosce assai be11 e l e su e· publicazio ni circa l a ·~ud ct ivisi one d el campo della r~riab i li Là in .segrn e11 ti bi estili ci , cl1e coin cid e qu a1 alla p erfezion e co11 quello d ella st1ddivi sio ne i n base al ig m a, com e il Fras·set t o st es o h a dimost ralo. Ivfa per due r ag ioni l 'O. cr ed er eb be di con si a liar e ai costituzio11 ·1li ti cli preferire l e su e forn~ule uniYer sali di « valutazion e » sia cl elle forn1e ch e delle fu11zio11ì or ganjch e in cc g radi » cen te-sirn a]i e sig·111:ll ici (dividencto, vale a djre, g li sco rti incliYi<l11a li sia p e r j } centesimo d ell a 111edia ò el car a l t er e e sia p er il ig 111 a·i : p r i m o per cb è così si cYilano le su<ldi Yisio11i d el ca.muo cii variaz ion e in an1pi . . egm e11ti, ch e so110 ar tifici n1 e lodol on-ici i11 esi t e11li i11 n a tt1ra i qu ali sem1)re n orla no ~on sè il g raYe in con ve11iente ch e 1111 Yal o re- individ t1ale, cl1e s ta f r a l'u 110 e l "allro .. cg111enlo. p11ò Ye11ire af'.eg11at o all 'un o l)it1 cl1e all 'allro j 11 ])a·se a n1i11i111e ò iffere11 ze , n1ol1 o pi'l1 pj ccole della g r a11dezza seg1ne11lalc ch e poi g li Yien e a llril1uita. clo11dc errori cli Yal11lazion e J1 011 eI11ore trasct1 r abili n ell e lor o ron "egu en ze; secon.d·o ~1èrrbf> la n1edi a e il sig1nn, cl i cui 11 Ji ci serYia n1 0, so n o Ya lori sep- n ale t i ci un iver saln1 en-te aòotta Ii , i11en Lre i qnnrtili e sesti l i d e1l 'area Cli vari a bili là non ban no i n s La I i. ti ra e ])i\1 a n cor a i.11 biologia qua i a l rl111~ ififfl1sio11c. Ora il F'r as e llo r h e ta11te lanc ir h a 111erita tan1ent e ~nezrn t r per l ' u11ifi razione clei n1e torl i s in I i·s ti ci. fino a fo11der e l1n a 'll)!JO$ il a Sorie1h in lernazionnle at1lor eYoli i111a co11 a1Jpo ito Periodi1·0 òoYrel)he asroll nr e ])eileYol111enle CJUeStO rle. iclCTl O che ] 'Q. g l i e. ]) ri111e , ch e a11rl1 'egl i YOg-li a i1ei . uoi prcgcYoli ' lttdi ch e f i a11cl1e~g i 1no i i1o~ lri , acl n l lar. i a n n ei
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'2332
« lL POLI CLINICO
valori segnaletici ch e sono pii1 c:liffusi fra gli sturUosi di tt1tto il 111ondo. Così le ricerch e dei vari A .\ . ~ aranno J>ii1 facil1uente confrontabili. Qt1nn1o all 'ap1) licazjo11e del m€todo al can1po patologico, ])Ìt1 diffu·san1e11te l 'argomento è sta to dal1'0. trattato al rece11t e Congrfsso ci elle Scienze di Paler1no. Qui aYYerl1rà solo ch e sp esso i1ella ]el leratura ·odierna costitt1zionali stica si confonde il tern1ine cl i « nor1na » in sen so puro statisti co, con 11or1na e nor1na1c in sen so n1edico. Gli ag·get tjyj « 11ormale >) ·<< p a rar1or1nale >> e cc distonormale » u sati clal Frassel to nella-sua e·spo5izione, sebbene l 'A. i1on l 'abnia espressan1ente avver tito, si devono lnt enclere ·solo 11èl pt1ro sen so statj stico , riferendoli al pt1nt o ·centr ale deìla scala di seriazione (centro della classe ·ordina la 1na si111a) e ai distanziamenti da e ... sa, diYi i in òue grandi s~gmenti, paranormali e distortormal i, a ffatt o i11di.pendenten1en te daJ loro ca rattere fisiol0g ico o pa tologico, chp non può in alct1n J11odo e ser e risol11to in base alla curva cli Gauss, n1a solo coJ1 'e am e di r etto di tutte le proprie tà del carn lt e re 111ist1rato , studiato dal punto cli vista 1nediro, sia ri n :ilo111opato1ogicamente , sia istolog· icamente, sia cli nicamente. Il Borchard t, clinico costituzionali sta tedesco, h a, . lra gli alt.ri , contribuito a qt1es to ronfu·siordsmo fra norma statis Uca e nor·m a in senso m en ico , rite11end •> ch e colla seriazione i caratteri p,a lologici ,ro1111nis ti 11el grt1 ppo st a li stico a i fi siologic i possan o e scrP , per così dire, proiettati in Jno<i o se111 prc pi i1 dec ic;o .1lla !)eriferia d ell a seriazio11e s tes'Sa, cii n1orlo r h e ltl zo111 ch e v iene nagli s tati stici deno1nina la para11or1nale sar ebbe l '11nica p ura i11 senso fisiologico; si passerebbe poi annando Yerso la 1Jeriferia della seriazione al traverso ad una zona mista, intertnedia, per ritroYare l)OI tu ltj i casi patologici addensati ver .. o la periferia del can1po di Ynri ab ilità. 1\Ia la curva di Gau·ss non ha alcuna funzio11e di sin.1il ge11e.re e, d'altra p arte, se nell a for111Fizio11e d el g ruppo tatistico si è accuratamente esaminato og·ni sing·ol0 incliYiduo dal punto di vista n1edico iri 1nocl 'J cl::t e~clu d ; re tutti glì inciividui ir1 ie:tato patologico, esso ~.rruppo statistico , che non l1a alct111 po tere cii generazione spontanea di fatti i11orbosi, potrebbe cont enere eventualmente solo qual-cl1e raro e so ttile caratter e patologico, casua11nente sft1ggi lo al controllo n1edico : n1a mai un tale adden·~ amenlo dis lonorm ale quale il Borchard l cont e1npla I Bisogna in sist ere inoltre ancl1e su que~ lo concet lo, ch e iccome tulto è matematicam e11te predet ern1inato nella curYa di Gat1ss, così ancl1e j valori estremi J)iologici rlel campo fisiologico sopra e sotto la normJ lo sono d i necessi tà e l)OS. ono ragg iu11g·ere valori molto pronun ciati a seconda '(lella gra11dezza del rispettivo sigma , sen.za che per tale ragione si clebbario qualifica.re co rn e paf o logici,
sebbene e si }Jossano ri.nvenirsi anch e p er ca11se patologicl1e. I11 sè e per sè posso110 esser e fi ~·do l o~·ir i o pal ologir i seco11do i casj. E pAre ch e circa i fatt i patologici o si t t1a Li a cavallo fra il norn1ale e il pato1ogico s i po·s ~ ano ottc11ere curve seriali for1 en1en te asimmetrie h e per le quali vale il principio proprio del cam110 della Ynriabili tà fisiologica, che I 'in lensità del feno111eno patologico qua11to più è grande. tanto pii1 è rara: 11on però Yale l 'altro princi1Jio, se111pre ])roprio clclln Ynrial>ilit l' fi siologica. cl1P og11i sca rto posi-
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l.\ Nxo XLII, Nul\r. 471
tivo dalla media trova en1pre il suo egt1iYale11te scarto negativo, il ch e non è co11sentito appunto . a.~lla f~rte asi1n111etria delle curve. D'altra p arte l 1ntens1tà del fenomeno patologico può invadere con la sua a.r ea di variabilità più o meno il campo d ella variabilità normale soYrapponendosi ad esso fi? oltre la metà, ciò ch e per la prima volta hanno c11mostrato Benedetti e Bollini p er il volume del cuor e e VioJa e Facchinelli per il volume delle g lanclole linfaticl1e. È, questo un campo di ricerca del tu{to nuovo c1e1 quale è accennato g ià n ella Relazione dell 'O. ~ in quella ricordata Su ll'u o1no rnedio nelle sue relazioni colla patologia, lent1la questo st esso ottobre al Con g·resso delle Scie11ze . Quello cl1e più imporla cli ricordare è il su o inetodo di mantenere nella val11L n1ion c e nella seriaz~one dei fatti patologici sen1!)re la media. e il s1gina modale, ottenu ti dalla s tatisti ca col1e1 ti va del campo f isiolog ico, val utanclo colla unità di i11iura sign1atica semzJre uguale, sia lo ·scarto norn1a.le sia qualsivoglia scarto patologico, ch e sia dentro o fuorj, li piccola o a grandissin1a distanza dal campo di variabilità fisiologica. . Chia~o app are con1e di ques·ti 1net odj potranno ·g10,-a; s1 gran~en1e11Le sia la fisiologia. ch e la patologia e ch e 11 grande e quasi ai1cora inesplorato cR nlJ)O clell13 cor relazioni normali e patologiche solo co n questi n1etodi quan·t itativi potranno avere il J1ece·ssario ed auspica to svilt1ppo. (Con,linua ). A. Pozzi.
XLII Congresso della Società. Italiana di Chirurgia. (Conlinua::ione:
11.
n11rn.
preced. ).
ore 9, 24 oltoJ)rfl. Prc~ ide11za
il Prof.
ANGELETTI.
Trombosi ed embolie. PAHTE
I.
La troinbosi. Prof.
ERCOLE RAGNOTTI
(Milano), relatore.
(Coriclus i oni ).
Sotto il i1ome di trombo i 1'anatomia patologica i11lende qualsiasi processo che, instituendosi in u11 Yaso, sia capace di occluderlo. Secondo la distin1ione di Fisch er-Wasels si p ossono distinguere tre for111e di tro111bosi: una trom l)o·si da ferita del Yaso, 1111a trombosi settica, e infine la trombosi così de tta lontana o spontanea o, co1ne la chiama il Relatore, « autocto11a ». ·rutte e tre queste forme 11 anno interesse chirurg·ico, n1a mentre la g·enesi e la evoluzione delle prime due è chiara, no11 è così della terza. Su di quesla, che racchiud e in sè il pericolo della en1bolia, converge da tempo lo s tudio dei chirurghi, ch e - vittoriosi su tar1te altre i11sidie e ragioni di jnst1ccesso della loro opera risanatrice --= ·si trovano tuttora colti di sorpresa e bene spesso costretti a rimanere semplici spettalori scon solati e sfidu ciati di fronte alla tragica complicanza embolica pos t-operatoria, Siccome è c.lalle indagirti Sl1lla ezjopatogenesi che si possono sperare di- trarre g li elementi p er u11a profilassi sp~c ifica, il Relatore ·~ j dedica sopratutto alla sua trattazio11e.
[ANNO XLII,
Nu~1.
47]
2335
SEZIONE PRATICA
Di fondamentale importanza è la distinzione tra processo tij coagulazione del san g ue e formazio ne <:l el trombo autoctono. Il cc prim111n moven » <li questo non è infatti un fenon1 eno di coagulaz io ne intravasale ed intravitale, ma una aggluti11 azjo11e -delle pias trine (trombo bianco), cau sata da i11odiflcazion e delle loro forze elettrostatiche, in co11 sc.gu enza di una deviazio11e dei colloidi plasn1 a lici Yerso la fase a bassa di·spersione (aumen Lo del fibrjnogeno e delle g lobuline) . Da I ali alterazj o11i del ·san gu e potrà svilupparsi u11 trombo qualora esse si trovino combinate con le niodifi cazio11i d e] circòlo, indis pensabili alla deposizione d eg] i agg luti11a ti di piastrine , sulle pnreti dei vasi (Aschoff). Solla11to in un secondo tempo e11tra in ca11 sa il proceFso di coagulazione vero e proprio (tro1Y1})0 rr1is to, trombo rosso). Ne1 sangue dell 'operato, in con seguenza d ell e m odificaLioni anaboliche e cataboli ch e, a partenza <lal cc focol aio conttLSO », si is titu iscono p er l'appiznto que lle modifi cazioni fisico-chjmiche del san gue capaci di provocare l ' agglutinazior1e del1 e pia~trine.
Il Relatore, da esami sulla composizione d el sa ngu e r eflt.l O d a cc focolai contusi », trae l a con,·inzjon e ch e. nella g·en esi clelle rnoòificazioni dei -colloidi plasm a ti ci e d ella ql1ota idrica d el san g ue g iuochi un n parle rli g·rande responsabilità la disl ocazion e dei cloruri ver~ o il cc focol aio co11luso ». Jn b ase ad argoment azior1i cli ordine fisi co-chiJl1i co, ch e qui sar ebbe tro1Jpo lungo riferire, egli considera l 'aum ento d ei colloidi plas1natici in di sp er~ion e grossola11a, co rne un fenon1e110 r elativo, <loYuto nd una so ttrazione della guota albumi11i ca del p1as111a, per oper a del « foco laj o contuso », in consegu enza d egli sca1nbi anormali cl1e ·si svolgor10 tra esso ed il p lasma, caratterizzati .. opratutlo ùa p assag·gio di acqua e di sali. Parter1<1o cl a queslo con cetto il Rel a lor e cr ecl e ch e il in ezzo curativo di questa cc di scr asia ematica l)Ost-oper aliva », e cioè l a cc reclorurazion e i s le1natj ca cl ell 'operato )) e l a somministrazione co11tem p or anea di liqu jclo fisiologi co, p os·sano cos li luire ancl1e un e ffi cace 1nezzo profilattj co d elln tron1 bosi pos l-operatori a, cl1e trova l a sua g·ene, i in t ali Jnod ificazioni d el sar1g l1e. Accanto a ciò, e per l e stesse n1otivazion i , d eve essere da lo il massimo val ore profilat1jco all 'operare col ni assim o rispett o clei tessuti. Grand e iin porla r1z1 nell 'i11izi o for111ale del trombo può rappresentare la J)r e·sen za di germi. in cir: col o, p o ich1> essi poi ran110 provocar e formazione di agglutin ati cli piastrine (fu11zione a11txeni~a , .G~ Yaert s), i quali , e coesi stono le altre alterazioni fis ico-chimich e cl el san g u e e le modificazio11i d el circolo, polrannn evol vere verso l a costituzione d el trombo. In b ase aèl un a inchiest a ch e il Rel ator e h a fatto tra a.lc uni chirurgl1i italiani , egli afferma ch e (ié! noi 11 on si Yerifica quell 'aumento della complica11za tron1 l)oe n1l)olica TJOSt-operatoria, denun ciata nella letteratura d 'oltre- Alpe. Circa la diagnosi l a mas ima i1nportanz~ cleve e5·sere clata, per una bt1ona profilassi d ella emboli a, a] riconosci m ento precoc~ della trombosi . A questo scopo on o utilissin1i certi segni generali , com e i] polso e l a t emperatura , e più i locali, cos tituiti d a rlolenzi e in sp eciali pu·nti e da fenom eni neuros impa tici (DltClling). Oltre a questi segni rilevabili al lel to d el] 'oper at o ]JO sono esser e u li li quelli forniti d all 'esn n1 e d el ·;:;a11g·u e e sopratt1l lo l a velocità
cli preci1)i tazione <l ei g lol)t1li e piit ,1 la so del fibri11oge110 , il cui a1Jituale au1nento pos t-operatorio di1nostrerebbe sempre, e.l a quanto è ri sultato al Relatore, un aum ento brusco di quota , })rima dell 'inizio clinico della tro111bosi. Fondamento della lerapia ri111 ane sen1pre il riposo a soluto e l 'ap1)licazione cli in1pacchi. Cerli tratta111enti, si sar ebber o dimostrali capaci di abbreviare il len1po di g·uari gion e. Così le iniezi o11i endovenose di biioduro di n1erc11rio secondo Giordano, ecl il sangui·su g io. Per accelerar e l a risoluzione dei postumi si sarebber o cU111ostrate efficaci 1'appli cazione di be11rlaggi elas l ic i e la anes1 es ia dello splan cnico 10111bare secondo Lériche. PARTE
II.
Tromboembolie dell'arteria polmonare e delle arterie degli arti. Prof.
°l.
PIETRO
, .ALDONI (Roma), Rel atore .
Ei\TBOLIA POST-OPERATORTA
DELL'ARTERIA
POLMONARE
L 'e I i o11a loge11esi cl ella e111 l)olia p o ll11011are si riporta <l]rat ta n1en te 'l c1ue1l::i d el la tro111bosi p os t·operat oria che è l 'espres5 ion e p!1'1 evid e11te di una grave alterazion 3 del circolo. Le ri cer ch e anaton10patolog·ich e })iù recenti h anno n1 esso i11 evidenza ii1 ques ti ca· .. i Ja g·rande frequenza d elle alt er azioni c r ga11i che del Cllore co11 una perce11 tuale che arriva a ddirittura, p er al cuni AA. al 92 %. Se a quest o ri a lo aggiung iamo le aller az ioni fun zionali d el cu ore ch e i stabili cono n el p eriodo post-opera torio e ch f-! sono pii1 }Jrofonde in un organo già m alato, ~1 rriviamo a comprendere facilm e11 te l a g r ande im portanza d ei dati ana tomo-pa lo1og ici. L 'a lterazione cardiaca p er ò i1on è I 'unico fa I tor e della alterazione cirèolatoriJ.; è d a m e tt er e in cau sa ancl1e il pcrturlJamento cli tulle qltell e conòizioni ch e r egol ano la C·ircol a,~ ione Yenosa , con1e l 'imn1obilità ò el rn al ato, la diminuzi one d el t ono muscol are, l a posizion e, la di1ninuzi on e d ella escl1rsion e r espiratoria . Qu est e varie cause, p er il r allenta1nento d ella circolazione e Je a] ler azion i san guig ne e vasali co11secutiYe, predispong·on o nlla trorn h o·si venosa n ei g·rossi pl essi d el IJiccol o bacino e n elle vene d egli nrti inferiori. Con i l ri lahi1irsi cle11 a funzion e carcliaca e con il cessar e cli quelle cau se ch e aveYano provocato il perturban1en lo dei vari fattori impo~ lan li per la circolazione ven osa, si 11a nno le conc11zioni favor eYoli p er la inobj li zzazion e del troni_bo e p er l a forrnazion c d ell 'emhol o. E infat ti l 'epoca cl i comparsa d ell 'em])o]ia cade con la massima frecruenza fra l '8° e il 10° g iorno d all 'operazione. Le statistiche, con il din1ostrar ci ch e l 'embolia è }Jar1icolar111 ent e freql1e o te dopo operazioni stil] 'acldo•1Je, confermano l 'imporlanza d elle al terazio11i d elle forze alrsilia ri della circolazion e e s1Jecie del] 'escursione r espiratoria , ch e in questi opéra li è nei prin1i giorni ridotta d all a 1mmohi]it à d el diafra111m a. La frequenza dell 'embolj a m ortale corri sponde a circa il 0,24 % <1 egl i operali; ro1n11lessivamen le per ò l '80 % circa d elle e n1])ol ie rolp iscono individui ope ra ti st1ll ' addon1e e sul pi rrolo hari11 0. L 'operazione pil.1 frequen te111cnte rolri.1 a da qu~ st~ co1n plirazion e è la pros lalcc lomia, poi l e operaz1on1 s ull 'ut ero, quelle Ùl tubo gas tro-en terico. Le er11ie son o col1Jite pii1 r ar:tn1ertle , circa il 2 %0. Se111pre in rapporto a11 e rag ion i J)él togene tich c st a la fre: q t1en za ò ell 'e111})oli a negli i11diYi<ll1i g r assi il opo i .10 anni .
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« IL POLICLINICv »
LANNO
XLII.
Nu~r.
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L 'c1nbolo, in circa la 111elà d e i casi, è for111ato da tro1nbi lung·hi, ros·si; neg·li altri casi da trombi spezzettati. Dalla g randezza e dalla localizzazione dell 'embolo dipende la varietà del quadro sinto1natologico. Nei casi di morte improvvisa la morte può essere provocata da un m eccanismo riflesso , ge11eraln1ente }Jerò è- dovu la alla paralisi cardiaca econdaria alla dilatazio11e acuta del cuore destro , cor1segue11le al] 'ostacolo allo svt1otamento e alla allerazio11e del circolo nelle coronarie. La morle per asfissia si ha nei ca·si a decor!:; o po tra l lo in cui J)er la scarsa c1uan lità di sangue che arriva al circolo arterioso cerebrale e cardiaco si stabilisce una paraJisi dei cer1tri ])ulbari e <lel miocardio dovuta all a scarsa quantilà di sa11gue e di ossig·eno che vi arriva. QuflJldc ] 'embolia non è massiva, e le condizioni del cuore e del poln1one ·sono nor1nali, ner le anastomo i esistenti fra le arterie bronchiali e le vene poln1onari si stabili~cono dei compe11 si per cui posson o mancare comple tarnen1e i segni cli11ici della avvenuta embolia; gli anatomo-patologi hanno osservato cJ.si di ste11osi en1boli ca di alto grado della J)ol1nonare tollerala per n1olto tempo in buo11e conclizioni. Negli altri casi l 'embolia dei rami è seguita dal] 'infarto. Le piccole embolie sono 111olto più frequenti delle embolie mas·sive; le cifre, per la possibili tà di una tollera11za perfetta, non hanno valore e 11on lo hanno anche per il fatto che alcune complicazioni pol1nonari post-operatorie sono in r elazione a<l embolie non sospet1ate. Nei casi di embolia massiva mortale dobbiamo disti11 g·uere quelli a morte improvvisa e quelli a 1norte protral la, i11tendendo p er questi, i casi in cui il malato sopravvive alm e110 15 minuti e che rappresentano circa il 60 % di tt.1tli i casi. I sinto1ni sono abbastanza caratterj·stici : dispnea improvvj sa di alto grado, senso di oppression e, pallore cadaverico con cianosj, polso piccolissimo e irregolare. abbassamento della J)ressione arteriosa, pelle f1Jaclda, su clore freddo, stato di ansia e sen·so di morte improvvi a, perdita della conoscenza, talora convulsioni, dilatazion~ progressiva delle pupille e in fi11e 1:comparsa del riflesso corneale; la 1 espii azione prima profonda ecl eseguita con 1'int erYenlo dei muscoli accessori a poco a poco si fa più su .p erficja]e e "i arresta. Di obiettivo esiste lo fia11cn111 r 11to 'l Jestra del cuorP e spesso un seco11do 10110 polmonare o curo. La <l ia crn osi noti è Jacìle; solo la ine là e anche nleno di ì ntle le en1b0Jie vengono diagnosticate i.n vj la e g'li Prrori diag·nost ici co11 al tre aff'ezioni sono ft eqt1 e11ti. La d1ag11osi òifferenziale più importante va fal la con la jnsuffi cjenza rar<liaca, in cui il dato l)it1 eYid e11le è la cianosj P 111 an ca la fa111e d 'aria e l 'ansja precordiale caralleristi ca d cll 'em))o]ia. Glj nltri ~ inl o111 i , co1ne i l dolore n11gino o, l 'ab])a sa1ne11lo della 1•1re sione ecc., 11011 ha11no nie11te di cara tt eris tico. Pit1 rari ono gl i errori ciiagnostici co11 ] 'apoplessia cerebrale, con l ' uremia , con l 'ede111a pol111011arc, ron l 'ir1farlo delle coro11arie ecc . l .. a cura ln cd ica111entosa può avere un effetto u Lile J.l"<'i c<i i cl i ei11J)olin n o11 co111pleta111en le ocr lt1de11le, in etti Ja on1rni11i strazione di ossigeno, 11:-. j n iczion i cardioc i11eliche, l 'in1mobilità d el mala Lo llOssono e sert~ clj qualcl1e niuto. Denk ha os·scrYri-lo recen le1ne11te un caso faYoreYole con l 'iniezio11c e11ò0Ye11osa di eupaverina. La e1nlJolec lon11a , proposta cla Tre11delenbl1rg 11el J 907 l1a i1orta Lo i1egli ttl li 1r1i dieci a11ni a guarigio11i defini-live in i1ove ca i, di cui otto ottenute con
la 11)01lificazio11 e del wleyer alla tec11ica originale. L 'interve11to si propone dj aprire la polmonare al1'originc per via extrapleurica e di estrarre gli emboli dai 1:lue rami usando istrumenti speciali ed l1na tecnica n1olto precisa. L 'esecuzione dell'intervento deve essere molto rapida e presuppone un allenamento con1.pleto sul cadavere. La pgs.~_ibilità di eseguire l 'operazione è limitata anzilutto ai casi che i1on hanno un decorso im1nediato e quindi a circa il 60 % dei casi. È da tener con lo anche delle co·ndizioni generali c.lel n1alato, dell'età, della malattia per cui è ·stato operato e della prognosi di questa. Nel porre l 'indicazione dell 'operazione devono C~ is lere anche (}elle pre1nesse inrlispensabili e cioè la possibilità di operare i11 qualsiasi momento, la con oscenza da parte del personale dei sintomi più i1nrJortanti, in modo che nello stesso tempo che ,·ie11e chiama.lo il medico venga preparata la camera operatoria. Anche il fatto che non tutte le en1bolie massive vengono a morte c j deve far con·s iderare che l 'embolectomia non può essere iridica la in tutti i casi di morle non improvvisa. D 'altra J)artc è dimostrato dai nuinerosi te11tativi operatori ch e •:li fronte alla gravità dell'operazione e al traumct portato al cuore è necessario che questo posscgg·a ancora della forza di riserYa per resistere e per riprendere la sua funzione. Quindi premessa per un buon successo dell'intervento è la. precocità, <_l'al lra parte così facendo si corre il rj·schiq cl i perdere qua1 ch e malato in cui si sarebbe avuto una risoluzione spontanea. l . a via g iusta è quella cti operare quando le condizioni del mala lo sono già tali da J)ermettere di escludere una risoluzione spontanea , 1n.\ quando ancora llOn si sia arrivatj al1'agonia. Meyer per es. in u11 caso ha aspettato pii1 cU dieci ore irt camera operatoria prima di decider si all 'intervento felicen1enle e.s eguito. ,Sono proprio j casi a decorso protratto quelli in cui esistono le m igliori possibilità per l'intervento.
li.
El\'1BOLIE DELLE ARTERIE DEGLI ARTI.
Dalla prin1:t em])oleclomia praticata con successo (1911) ad oggi, i casi operali so110 cjrca 450. L 'affezione però, che è di g ran ll!-pga più frequente , dovrebbe rappresentare una indicazione molto più estesa alla embolecto1nia. Ciò non avviene perchè la n1alatlia non viene r ico11osciuta o, se vie11e ri<'onosciuta , il chirurgo Yiene chiamato a prestare la sua opera quanclo non vi è più speranza di un risul lato favorevole. I11 questo campo la collaborazione medico-chirurgica deve por1are a ri·sultati inolto più favorevoli. L 'emboli) periferico origina da un trombo cl1e <li solito è 1ocalizzato nel cuore cl ove si è formato 1tella inaggior parte clei casi (74 %) conseguenten1enle acl una affezjone cardiac1. La causa più frequenle è la s leno i m i tralica con fibrillazione aur icolare. Nei casi i11 cui all'autopsia non si sono rinve11ute alterazioni cardiache, in malati che era110 stati operati o ch e erano sofferenti di un processo infiam111atorio, di un trauma , ecc., si pensa cl1e debba trattarsi rli una alterazione funzionale .qrave del cuore. Talvolta_ si tratta di proce·~ .. i arte: rio-sclcro lici che diventano sede dj Lron1bi che s1 mobilizzano per uno sforzo, per una variazione brusca delle -pressioni . arteriose. J.. 'e111bolia parado a è rara . Quasi senza eccezio11e , 1'embolo si arresta alla 1'iforcazione <li un YJ o o al punto rli partenza di
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SEZIONE PRATICA
un grosso ramo collaterale. I /embolo si arresla perchè ·si mette a cavallo dello sperone della biforcazione e perchè a questo livello esiste una riduzione notevole del calibro vasale. La localizzazione degli emboli è prevalente negli ar.ti inferiori. Nei casi dal R. raccolti si ha la seguente distribuzione: arto superiore 28 % (succlavia 2 '}~, ascellare 4 %, omerale 22 %), arto inferiore 72 ~~ (aorta 10 %, iliaca 18 %, femorale 27 %, popli Lea 16 %, tibiale 1 %). Son0 frequenti embolie successive, meno freq11ent i quelle contemporanee. ~i\.nche molto frequenti sono le embolie che seguono ad una en1Loleclo1nia: per es. nei casi da noi raccolti, di 54 su 100 guariti con ripristino fu11zionale completo, 20 ·sono morti o sono stati amputati per un 'altra e111bolia entro un mese dall'operazione. I fenomeni cor1seguenti alla embolia vasale sono ir1 relazione al valore di arteria terminale del vaso colpito. Le conçlizioni sono pi11 gravi .ch e nella ~em plice legatura, perchè l'embolo colpisce una biforcazione e occlude qu.indi contempòraneamente tre vasi, poi 1)erchè l 'arleria r eagisce con ]a contrazione tetanica della pare le e perchè la trombosi secondaria è precoce e si diffonde alla periferia anche molto lontano obliterando le Yie del circolo collaterale. Que te conclizioni . ono particolarmente evidenti nell 'arlo inferiore dove la cang·rena secondaria è frequenti~5ima .
La diagnosi è facile, perchè si ba·sa su sintomi molto caralteristici r<:lppresentati dal dolore, dal senso di intorpidimento , dal raffreddamento del1'ar to e dalla paralisi. Il dolore è improvviso e corrisponde' generalmente in primo tempo alla sede dell 'embolo, da dove poi si diffonde a tutto l'arto "·erso la periferia. Il clolore r1on 111anca quasi mai, solo qualche volta è più tardivo ed è in rapporto alle din1ensioni dell'embolo rispetto al calibro del v~so. L 'ischemia improvvisa porta al pallore _dell 'arto che assu1ne una tinta cadaverica, all'abbas-s~n1ento di temperatura, e n att1ralmente a disturbi della sen sibilità cut,anea, a paralisi con contratture delle m::isse muscolari, alla perdita dei riflessi. Per differenza di pre sione specie nelle parti distali dove la pressione venosa è più elevala, si ha un .riflusso di sangu e ve11oso nei vasi ar leriosi, in modo che il colorito i)ri111a pallido diventa cia11otico. La cianosi è di prognosi inJausta per quanto riguartla la rivivisce11za della chiazza cianotica. A questi ~intorni si aggiunge, in1portantissima., i ·assenza della pulsazione n ei pu11ti dove l 'arteria è normal1nente apprezzabile. ,S e a que·sta sintomatologia locale si aggiunge il dato clell 'alterazione cardiaca, e la frequenza di piccoli segni premonitori so tto for111a di dolori fugaci , si vede come la diagnosi generica di embolia sia facile. Raramente può essere confusa con altre lesioni , con1e la flebite, in ct1i l 'arto è edematoso e cianotico, la pulsazione e la sensibilità normali. L 'unica diagnosi djfferenziale da prendere in considPrazione è 1'endoarterite 0bliterante, ma in questa i disturbi datano da an11i e Yi sono segni pre111onjtori e il dolore non ~ in1provvi'so. I11ter essa particolar1nenle al chirt1rgo la diagno i di. seùe. Occorre t ener conto per gt1esta del fatto ch e u11 embolo si arresta nell'arteria periferica in corri pondenza di una biforcazion e e quindi per g li arti inferiori alla biforcazione dell'aorta, del1'iliaca, della femorale e della poplitea. Grossolanamen le si può dire che il territorio di ischemia si i11izia :t circa 10-20 c1n. sotto la sede dell'embolo. L 'arre to di un en1bolo alla biforcazione del1'aorta può in un pri1110 t empo portare ad un él
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sinlon1atologia a cari co cli un arto solo, in quanto difficilmente si tratta di un e1nbolo così massivo che occluda cont emporaneamente e com1)letame11te tutte e due le iliache. Ordi11ariamente almeno per qualche ora, da un lato pas a una cer ta quanlilà di ·san g ue s11fficiente a 1nan lenere il circolo è1 i un arto e solo a poco a poco e per opera di un trombo secondario 1'occlusione si fa completa e si presentano i segni a rarico di lutti e due gli arli. Ciò spiega perch è la sintomalolog ja non sia identica in tutti e due gli arti. L 'arlo è freddo, ipoe.' lesico fino alla radico da un la lo n1en tre dall 'altro i sintomi arrivano al ginocchio o alla coscia senza mai raggiungere 1'estensione del Jato op]JOSlo. L 'arresto di un embolo alla biforcazione dell'iliaca comune dà sinto111i iclentici ma a carico di un arto ·solo; anche qui il circolo si arresta alla radice dell 'arto ma l'alterazione rimane stretta1nente unilaterale. La localizzazìo11e più frequente è quella nella femorale comune. I disturbi di circolo arrivano fino al terzo inferiore della coscia , j segni più gravi però 11011 arrivano al ginocchio. La ga1nba e il piede so no paretici. ·La localizzazio11e nell'arteria poplilea port<:l a disturbi di circolo 11el piede e nella metà inferiore della gamba. Per l 'arto superiore le zone di alterato circolo i corrispondono in modo. analogo. L 'arresto dell.a pulsaz ione arteriosa ha valore soltanto quanclo nell 'arto controlaterale si possa aJ)prezzarla netta1nenle. Nella localizzazione di emboli in vasi non accessibili alla palpazione, si ])Otrà ricorrece all 'in1pieg·o della arteriografia cl1e rappre enta però un p ericolo per l'azione ch e la sos tanza radioopaca h a s11l vaso alterato. L 'oscillÒn1e Lri a, le prove cl i assorbi111en lo del pomfo, le reazioni iperemicl1e a stimoli meccanici banno poco valore. L 'indicazione all 'in lervento è rappresentata dal f(!tlo che al fenomeno embolico segue in un 'alta perce11 tuale dei casi la cang·re11a secca della zona 1sch e1nica con Ja n ecessità di una ampu tazione successiva, operazione molto grave per que ti malal j . offerenti di ct1oro, e che il precedente em]Jolico ha peggiorato nelle cor1dizioni e la morte clei te·ssuti ha portato ad una tossicosi cla riassorbi111 en to. La cangrena non è una complicazione necessaria, perchè 1nolto dipende dalla possibilità dcl circolo collateral e, dalla con1pletezza dell 'embolo e dallo sviluppo anato1nico delle collaterali, ragioni per cui la can grena è n1eno frequente n egli arti superiori. 1.'intervento con sis te nella scoperlura dell 'arteria nell'estrazione del! 'embolo, e nella su ccessiva arl~.riorrafia. La tecnica è semplice, se pur delise no11 ca ta , e 11on richiede islrt1me11ti speciali g·li aghi da sutura YasaJe e la precauzione di bag11are ·.s trumenti e guan ti con l 'olio di vasellina o cori iJ ci trato di odio. e non riesce 1'es lrazione dirclta dell 'embolo, cl1e è da preferire, si potrà r lrarlo mu11gencìo l 'c111bolo dall 'allo in l)a .. so fino nll 'incisione. I risultali dell 'operazione so110 s lretlarnente legati all 'intervallo cor so tra il 1110111ento dell 'emlJolo e l 'ope1 azione. Se con sicìeriamo le cifre dei ri ullati, 11ei casi dal R. raccolli, su 100 operazioni , 54 l1ann o J)Or t a lo al ri pri s lino funzionale clell 'arlo. Di ql1esti 20 però inuoiono entro un n1e e daJJ 'operazione J)er una nuoYa en1bolia o devono venire an1putali, in modo cl1e olo 34 guari·sco110 definitiva1ne11le. Se analizzia1110 i casi a ::;econda clel n10111en lo clell 'operazio11e 1rovia1110 che
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degli opera li e11lro la ses ta or a , il 76, 7 % l ia un risu ltato fun zionale ottim o, dalla sesta alla dodices irna ora il 50 %, d alla. dodi cesima alla Yentiq u attresima la per cen luale scende all '11 %. I casi favor evoli negli oper a li pii1 Lar<liva1n en le so110 doYu li quasi tu t li ad operazio11i per l 'arlo superiore, d oYe sappiamo esser e la gan gr en a molto i11eno frequente. Con sider ando infa tti separalamen le le guarigio11i definitive troviamo ch e per l'arto superiore r a1)pre·senla110 jl 54 %, p er quello inferior e il 32 %. Queste cifre ci dicono quindi l 'impo rtanza assoluta dell 'op er azione precoce e co1ne l 'em. l>olecton1ia debba con siderar i una delle indicazioni più urgenti all 'operazione. Quanto più a lt111go pern1a11e l 'e1nbolo in sede, tanto inaggiore ar~ l 'alterazio11~ della parete e quindi t anto più fac1] e la for maz1011e del tro11'l bo seconda rio . L 'e111bolectomia non è una operazione pericolosa, an zi non h a mortalità, fa cencio eccezione per l 'embolecton1ia della b iforcazione dell 'aorta specie s~ fatta p er via transp eritoneale. Negli ultimi anni, all 'embolect omia si sono agg·iunti altri mezzi curativi. La legatura della vena h a dato carsissi1ni risultati. I.a sin11)aticecto1nia periarterio·sa è jnvece l 'intervento che utilmente viene associato aJl 'embolecto1n ia perchè rimuoYe lo sp asmo dei vasi e r ende più facile il circolo coJlat erale. Nei casi di Lrombosi secondaria dopo asportazio11 e d ell 'embo1o è stata fatta l u lega tura del vaso con l 'ideJ. cli evitar e l 'est ensjone dell a trombosi; lo Lesso si ]) UÒ dire della artcriecton1ia del tratto conle11ent e l 'embolo ch e h a p ortato a casi di g uarigione per l 'arto superio~ ~· Per l 'ar to inferiore vi può e·sser e t111a indicazione n ei casi di diso truzion e impossibile; l 'arteriectomia, adottata come 111ezzo :li cura precoce, 11a dato cattivi risultati . I nlezzi d i cura incr u en ti, come il massaggio, con cui si vorrebbe spezzare l 'P1nholo e favorirne la J)rogr ession e in arterie n on terminali, potran110 e sere indicati ne~ casi in cui non sia possibile 1 eseg·uire un inter vento. Dal Denk è stata propost a l 'iniezione di eupaYerina allo scopo di provocare una vasodilatazione e quindi di favorire il circolo collaterale. Que·sto Autore in 17 casi ha evitato 12 volle la g·angrena ta11to n ella localizzazione per l 'arto su periore ch e inferiore. Questo m ezzo prest1ppone l 'integrità della par ete vasale e il suo i1npiego precoce. L 'iniezione Qi 0,03 di eu paverina va fatta endove11osamente, n ello stesso tempo si prepara il rr1alato . all 'intervento. Se l 'e11paverina h a effe tto, dopo 20 minuti si cominciano a vederne i risu ltati, in quanto ch e l 'ar lo si ricolora e diventa pii1 cald o. Se dopo m ezz'ora le condizioni sono invariate si procederà all 'embolectomia e nulla sarà perduto. L'effetto clell 'eupaverin a in genere dura da due a tre ore ed è necessario di ripetere l 'ir1iezione per altre due-tre volte nl gior110 fino a ch e si ·sia stabilito t111 circolo collaterale be11 s"il11ppato analogamente a quanto su ccede nelle occlu sioni lente dell 'arlerja. IL inelo(lo è s1at o sperin1entato finora sol1ari to da Ka1da in un caso dì embolia b1laterale delle ascellari ~ c11za r isultato. Ma certamen te merita di esser e so ltopos lo alla più larga esp erienza, a11cl1e perch è Ja percentuale dei risultati definitivi sarebbe superior e a quella ottenuta con l'interYento . In tutti i casi è ben e di associare a qualunque mezzo impi'3gato la elevazione dell 'arto e specialn1c11le ]a applicazione del bagno ad aria calda. (Co ntinua) P . VALDONI.
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ACCADEMIE, SOCIETA' MEDICHE, CON6RESSt R. Accademia delle Scienze Mediche di Palermo. .Seduta d el 6 lug·lio 1935.
La termoregolazione ed il ricambio energetico. U. LoMBROs0 e V ENTURA. - Gli 00. illustrano il comportamento della temperatura e delle combustioni in seguito alla somministr azione di dinitrofenolo 1-3-6 e dell 'atropina, isolatamente esperin1entati ed associati; e discutono il risultato di una n otevole ipertermia coi due farmaci associati, m entre somministrati isolatamente si dimostr an0< i po termici.
Ricerche su li' acido ascorbico (vitamina C) nei tessuti oculari. E. GALANTE. - L 'O. espone i primi risultati di t111 piano di ricer ca riguardante la distribuzionedell 'acido ascorbico nei vari tessuti e liquidi ocu lori, e la manier a come essa varia in talune concl izioni di vita, cui si sottopongono gli animali di esperime11lo, ed in seg·uito a modificazioni dell 'in11ervazio11e dell 'occhio.
L' anavaccino tubercolare. \'. C. P1Az1A. - L'O. espone i ri sultati delle $U e ricerche, che gli hanno permesso di ottener e, m ediante l 'azione del calcio e di m ezzi fisici, un antigen e tuber colar e, che egli chiama anavaccino, la cui tos·sicità è stat a profonda1nente modificata inentre è con ~ervato il potere antigeno. Per tali proprietà esso può essere somministrato in dosi elevate e progr essive.
Per una questione di priorità. L. G1uFFRÈ. - Le osservazioni di Giuffrè e Simo11cini sulla pirod11zione di calore dei batteri precedono di p arecchi anni quelle di Tangl, Rubner ed al lri. . - Ricordiamo l'interessante pubblicazione: Dott. C. DRACOT':"I
LA PSICANALISI S econda e dizio ne
cw.curatame11te rived1Uta, ampliata e coN"eda,ta. <1.el n-tl'latto (.in f ormato di mm. 90x135) di S. Freud. Prefazione del Prof. Sante De Sanctis SOMMARIO. - I. La dottrina ps•canalitioa: 1. Storta. • 2. Incosciente e peicodinamiemo. - 3. Pansessualtemo. • 4. Perversioni e neuropeioosi. • 5. Sogn·!· · '· Psicopatologia della vita. cQDlune. • 7. La. ps~ca- nal1isi nell'arte e nella sociologia. - II. La psicanalisi delle neurosi e delle psicosi: 1. Etiopatogenesi delle neurosi e peicosi. • 2. Le neuroei att ua.li. • 3. Le peiconeurosi. • 4. Le psicosi. • 5. Le rneur~ tr~uma tiohe ed altre neurosi. - III. La terapia ps1oanall tica: 1. L'azione teraipeutica della peioa.nalisi. • 2. Il metodo delle aseooiamoni spontanee e delle aesociazionf speriment ali. - 3. Indicazioni e controin· dioazi0'1.1.L • 4. Psic.a.naJisi ed 'igiene mora-le. - IV. La critica della psicanalisi. - V. Bibliografia. Volume di pa.gg. VIII-96. Prezzo L. 1 4, più le spese postali di s p edizione. P er i nostri a"bbonati sole L . 1 2 franco di porto. Invia re Vaiglia n a 14, ROMA .
all'editore LUIGI POZZI, Via Sisti-
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APPUNTI
SEZIONE PRATICA
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PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. L'aitemia ipocromica essenziale. H . Scl1ulten (111iin,ch. m ed. v~·o ch ens . , 1935 , Jl. 18) fa osser vare ch e t ale forma n1orbosa vjen e sp esso scan1biata con l 'ar1emia p erniciosa ed i casi cli quesLa così detti r efrattari alla cura con Iegato so110 invece di an emia ipocrorr1ica . Quindi, quando m an ca l 'effetto della cura epatica si deve pen sare a camb·i are la diagJ1osi od .a n1uLare il rimedio . Non è fa cile differ en ziare l'anen1ia per n iciosa da quella ipocron1ica, poich è anch e questa può decorrer e con glossite e con acl1ili.a resist ente all 'isL.arnina. V11 seg·no differ en ziale consjste n ell 'inclice di color e ch e n ell 'ane1nia ip oc1 on1ica è gen eral1J1ente i11olto al disotto di 1 (U,4-0, 6); così pure in ques ta forma ; è n1olto attivo il farro cl1e i11igliora non soltanto l 'anen1ia , n1a an che l 'astenia, i dolori alla lingua ed alla gola , i dist urb i gastrici e Je modificazioni della p elle e delle unghie. Si dà ai m alati del ferro rido tto in g randi dosi (fin o a dieci gram n1i al giorno), il ferro stabile (g . 0,5-1 al giorno) od altri sali di ferro o composti com plessi. La patogen esi della m.a lattia non è chiar a e la delimitazione da altre forme non è sen1pre rL ~tta ; ma essa è frequente ed è utile il co110scerla be11e per l'influenza note,role ch e su di e ~sa eser cì ta la tera pia . fil .
1 ritardi del lingnng·gio. D. Sc uri (Il Jt'alsalv·a , luglio 193·5) osse r,·a ch e vi sono n1olti. birn bi ch e, dopo l 'iniziale e~trinsecazion e del lingu aggio istintivo em ozionale delle 11rime settima n e e dopo aver e e1nesso i primi ed elementari suoni articolati , no11 p rog rediscon o più 11ell 'acquisizion e del linguaggio in1itativo. Son.o i ritardatari del linguag·gio; alcuni dei quali procedono m olto lentam ente n ell 'acquisizione del ling uaggio stesso, sicch è ver so il 4. -6 anno vengono a ricuperare il tempo perduto. Altri , invece, o p er sfavorevoli condizioni fa1niliari o ·per speciali con1plicazioni di questa i11erzia n1entale prog redi scono semp re più lentan1e11te e con acquisizioni effim·er e se1nplice111ente onom.a to11efch e. Essi si estrarLiano se111pre p iù dalla vita ambiente ed il rjtardo dell 'età m entale sulla cronologica va sempre più aumentando degen erando poi in fatti di defì cie11za n1entale dolorosi e di difficile em e11da111ento. L 'A. studia le cause di qu esti ritardi , insistendo sopra ttutto sulla n ecessità di un 'accur ata sor veglianza dei bambini n el periodo evo lt1tivo del linguaggio , in n1odo da poter cogliere fi11 dall 'inizio le alterazioni e porvi rim edio. 1
. Di g ra11de i111porta11za p er la rieducazione è 1:clen1 er1 Lo psicologico, n el sen so che alla for11i azione del ling uaggio in questi b-a mbini deve presiedere tutto un lavorìo prepara torio 11sichico ed associativo, e non lin 1itarsi al puro i 11segna1ne11to di parole eh.e n ella n1ente ri111a11gono con1e puri suor1i sen za senso. fil. La riduzione dei liquidi in tera1)ia generale. G. Leve11 (Soc. de th érapeutique, 12 g·iug 110 1935) di111ostra cl1e la pratica della riduzio11e dei liquidi si afferma in tutti i do111ini della patolog·ia in m odo tale che il terapista può u tilizzarla in una g rande qua11tità di disturbi n1orb·o si (l 'A. dice addirittura cc tutti n) ed ar1cl1e in quelli in cui la « lavatura del rene »,. esp.ression e antifisiologica criticabile se n1bre-. rebbe i11dicata. La razio11e totale oscillerà intorno agli 8·001000 cn1c. per 2± ore. Non si de,:.e dimentica re. cl1e tutti gìi ali111e11ti contengono una cer ta qua11tità di J.cqua, speci.almen te le verdure &]e frutta; è tale a i1p-orto com ple111entar e ch e· rende sufficie11ti le dette qua ntità di acqua. L 'azione di tale riduzione si r11ar1ifesta rapi-dam ente : in 2-3 giorni, si osse~vano degli utili r allentamenti del polso, ·degli abba ssam enti della pr essione arteriosa, diminuzione di volun1e del fegato, della n1ilza, il mig·lioramento di eczemi secernenti, di metrorragie prolungate, ecc. Tale razionan1ento diminuisce la massa delle urine, di cui la quantità detta fisiolo-. gica indicata da tutti i trattati corrisponde a r azioni più elevate di liquidi. fil. Preca11zioni da nsarsi nel trattamento con la stro· fantina. I-I. Pribra111 (JV! ed. Kliriik, 1935, 11. 2·5) dà i segu enti consigli allo scopo d.i evitare spiacevoli consegu en ze con l 'uso della strofa ntina. 1) L 'iniezione va fatta dopo la sospen sione di 1-2 giorni dall 'u so della digitale; se ciò n on è possibile, atten ersi alle dosi più piccole. 2) Usando la Strofantin a K , n o11 oltrepassare la dose di mg . 0,5 . 3) Quando si ripeta l 'iniezion e, anda re n1olto èauti con le grandi dos~. 4) Le in dicazion i n o11 debbo110 e sere n1olto all ar gate. Essa è indicata n ella forn1a polm~nare d ella debolezza cardiaca , n ell 'asma cardiaco, n ell 'ed ema poln1onare, quando cioè vi sia b isogno di otten er e subito un effe~to en erg·ico specialn1ente sistolico, quando l ' introduzi o~1e orale è ineffi cace com e n ella debolezza card1a' ' ca cronica , quando n on si desiderin o n è l 'ostacolo alla conduzion e n·è il rallen tamento di frequen za del polso. Strofan tina e digitale p-OS· so110 essere usate alterna tivamente , nla l 'A. ne sconsiglia l 'uso contemporaneo. fil.
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Gli esercizi respiratori 11ell'asma. J. L. Livingstone (Tli.e Lancet, 28 setl. 1935) ·r.onsiglia di fare eseg,uire ag·Ii asn1atici degli ·esercizi respiratori , in modo da abituarli alla respirazione diaframmatica. Si fa fare una breve inspirazione per il naso, -seg,uita da uria lun.ga espirazio11e per la bocca, meglio se accompagnata ~ rumore, che fissa maggiormente 1'atte11zione ulla fase espirato.ria. Le do11ne non devono portare busti stretti I Co11tinuare per dieci minuti (o più) 2-3 volte .al g iorno. Gran parte del su ccesso dipende dalla personalit.à dell'istruttore, il quale de,'e inol.tre prevenire che sul pri11cipio si avranno dei peggioramenti a causa della tosse provocata ·dalla lunga espirazione; questa, però, è utile perchè tende a liberare il n1uco cl1e viene così -espulso. È bene che il paziente pratichi l 'eser cizio quando sente imminente l 'accesso; in tal n10do , questo tende ad ab-o rtire. In 75 casi così trattati per un anno , l 'A. ha ott.enuto buoni risultati clini.ci in 52, miglioramento _in 12, nessun effetto in 11 . Il miglio;ramento dipende essenzial1nente dalla capacità del paziente ·di acquistare n1obilità del torace, .respiro naturale diafran1mati co e padronanza rdel diafran1n1a; vi ·è indubbiamente un in1por.tante fattore psicologico. Il tratLamento esig& perseveranza e sforzo da parte del paziente e dell ' istruttore; molti pazie11ti arrivano .a fare abortire l 'accesso. Il metodo è semplice, applicabile in tutti i .casi ed è veran1e11te fisiologi co; nella serie del 1'A. , 11 dei pazienti furono incapaci ad apprendere la respirazione diaframmatica. , È ovvio ch e l 'eventuale fattore eziolog ico (piume, alin1enti , n1alattie na ali in1portanti) va rimosso. fil. 1
!Il. carbogeno nelle asfissie ac11te da ossido di car· bonio. Secondo Guillen1an e Pa ... qui.e (Gazette des liopitaux, 7 e 14 selt. 193•5) è a Yandelt Henderson e collaboratori che noi dobbian10 la corloscenza dell 'in1porlanza fisiolog·ica dell'acido carbonico nella respirazione. ~'.la gli AA. di111enticano cl1e il primo a di111ostrare tale in1~1ortanza fu il nostro ~1.os o, n1olti anni fa , e cl1e gli AA. a1nericani non hanno fatto che completare con i lar.g-11i n1ezzi a loro disposizione la scoperta del Mosso. Comur1que, ora da un certo ten1po i uti lizza per la respirazione arti fìciale nelle asfis~ie il carb-0geno, che è una 1111 cela di ossigeno con il 5-7 '1~ di aciclo carboni co; secondo . Ilenderson, il carbogeno , i11 America arebbe più largan1ente utilizzato cl1e l 'ossigeno puro. Gli AA. (cl1e so110 m edi ci n el corpo dei pompieri), l1anno sp erimentato n1olte volte con buoni ri ultati le i11alazioni del carbogeno nelle asfis ie da o sido di carbonio e studiano qui I 'ai ione fisiologica di tale 111iscela di o·a~. l e
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inalazioni di carbogeno han110 una manifesta azione ipote~siva , debole e transitoria, poichè, a11che associate al salasso, non provocano inr identi circolatori di sorta. D'altra parte, tali inalazioni hanno un ' azione:: notevole, ad un te111po pre,rentiva e curativa, su~le con1plicazioni poln1011ari dell'asfissia da. ossido ~i carbonio e sulle infezioni pare11r l11111atose 1n g·cnere. Infine, ben lungi dall' aumentare l'acidosi post-asfittica l 'anidride carb,o nica sarebbe un po tente reg~latore del1'equilibrio acido -base . Per ottenere dei buoni risultati , il carbogeno deve essere utilizzato in · n1odo progressiYo eù abbastanza prolu11gato e non ten1ere di ricorrere ancl1e a dosi notevoli. t questo il solo m ezzo di far beneficiare i malati di un rin1etlio di cui i riscl1i e gl i inconver1ienti sono 111i11ima cosa in confronto degli immensi vantagg i che presenta. fil.
Recenti progressi nel trattamento del diabete. Due problen1i principali sorgo110 nel trattan1ento del diabete: la preYenzione di ogni abnorme variazione della gli cemia e la scelta clella dieta migliore. La g lice1nia dovrebbe sen1pre essere deter111i~ata per stabilire la diagnosi e per co11tro1Jare il periodo iniziale del trattan1ento . l Jn ' ~d ea ai;>pr~ssi~at~va d~lla gli'c emia può aversi sagg1anoo I urina rispetto alla pr•esenza di zucchero. I pazienti possono imparare ad esa111inare da sè l 'urina: meglio della reazionr di Fel1lin~· si prester ebbe, secondo G. Gra~arn (1'h.e flra.ctitioner, ott9bre 19315) quella d1 Bened1ct, la quaJe b e11ch è richieda più ten1po , è di più facile interpretazione e non i)re onta cau e di errore. 11 utile determinare lo zucch ero nelle urine i)iù volte al giorno e tracciare un grafico , il cl1e pern1etterà di stabilire quale dose d'insuJi 11a bisogna modificare. Gra11di modificazioni 11a subìto negli ulti1ni anni la dieta, co11 notevole beneficio dei 1)azienti. La dieta prin1a usata, era deficient e ir1 valore calorico ed in carboidrati e ge11eral1nente conteneva un ec.cesso di grassi: negli ultimi 6-7 anni si sono aumentati gli' idrati di carbonio e din1inuiti i grassi. Un altro ~c l1ema invece aumenta i carb·oidrati e porta i g rassi ad un livello notevole, con aumento considerevole del valore calorico . Se si sommini strano due dosi di insuli11a, ~rà bene consumare tre pasti al giorno: f en·on1eni di ipoglicemia possono e'"' ere correl ti ag·giu11gendo una terza do e e riducendo quella del n1attino; meglio ricorrere in tali casi ai ~1sti cc tampone n : som1ninistrazione di piceola quantit à di carboidrati . a n1età della mat ti11ata ·ed even1 ualmente la sera prima di co• • r1 cars1. Dt1ra11te le n1alattie infettive le dosi devono essere aumentate . Bisogna tenere presente nel lrattan1ento cl1e i· esercizio può pro, ocare al1
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tacchi cli ipoglicemia : per questa ragione non è consigliab·i le il b·agno ed il nuoto tra le 11 , 30 e l e 13. I pazienti ch e non rico11oscono i sintomi dell'ipoglicemia J}On dovrebbero guidare aulomob·i li; gli altri possono farlo, i) urchè i)rendano opportune precauzioni. M. NtJNBERG.
Insulino-resistenza completa 11el diabete. N·e ha osservato un caso Edgar Waybur11 ('J'he Amieric . .lour1i. of th e
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SEZi.ONE PRATICA
JV/edic. Sciences,
ng1)sto 1935). Si trattava di una donna di 4:! anni, tubercolotica cavitaria, febbricitante, rtella quale non si riusciva ad ottenere abolizione della glicosuria anche con 320 unità di insulina al giorno m entre la dj eta conten.eva 160 gr. di idrocarboidrati, 60 di grassi e 60 di proteine. Successivan1ente si g iunse a 415 . unità e ancora c'era ed au111entava la glicosuria . Il giorno seguente una notevole riduzione d·ella dose di insulina (70 unità) la paziente entrò in coma e . morì nonosta11te la son1ministrazione abbondante di insulina ricominciata subito. Nei prin1i tempi in cui ... i parlò di in suli110resistenza del diabete si pensò che le d o i di i-rl sulina fossero insufficienti. Secondo gli esperi1nenti di II·edon e lVIc Leod , Root calcola cl1e 11n uomo compl etamente span crcatizzato abbia bisogno di 200-300 u11ità di insulina al g iorno. Ma furono descritti casi in cui superando a1lche di molto queste dosi (400-500 unità nel caso di Pollack e Lang) non si ebbero ri ul t&ti. ~folto più numerosi sono i casi di in sulir:o-resiste.nza relativa. In a lcuni casi la r esistenza all:insulina scomparve improvvi sa mente senza che si sia potuto sap1e re perch è. Secondo Mausler .e IIogler e J(Ji11sler e Loewi, l 'insulino-resistenza dipend e dalla presenza 11el sangue di una sostanza antagonista della i11sulina, percl1è essi videro che gli eritrociti di diabetici insulino-resiste11ti 1e di cani spancreatizzati assorbono n1eino zucchero del sangu1e n0Tn1ale. Essi chian1arono que sta sostanza <e g li cammina ». Secondo Him scowth l 'insulina secreta dal pa11creas è inattiva e per essere attivata ha bisogno di una sostanza attivatrioe derivante d.al fegato. Certan1entc i casi di insulina-resistenza sono più frequ enti in n1alati di feaato , nia ancora non è stata dimostrata l 'esisten za R. L1JsENA. di antinRulina nel fegato. ....
VARIA Ipertensione ed ambiente. Per quanto le nostre conosce11ze sulla causa o sulle cau se dell 'iperten sione siano presBochè nuìle, pure almeno un fattore è con1un·emente acce ttato ed è quello della tendenza famig liare. Ora ancl1e q11esto fattore vien-e .:11esso in disparte, a favore dei fattori ambientali , ch e, secondo E. Barath e A. 1\firaay ( \Vien er Are/i. f. Inrtere Medizin, agosto 193±), hanno importanza più fondan1 1entale. Gli A1\. uon dan110 alcuna in111ortanza alla diPt::t carnea,
in qua11to, essi affermano, l 'i1JierLensione è rara r1 eg·li esqui1n esi , i quali si 11utrono pressochè soltanto di carne e di g rassi, n1e11tre è frequ ente, quasi qua11to negli altri pa·esi , n el Giappone, i11 cui · la dieta è lar gamente vegetaria11a. Ciò ch e gìi AA. più metlono in evidenza è 1'alta pro1)orzio11e di ipertesi r1ella parte più P.ducata della popolazione, n 1ella gente ch e vive n elle grandi città, in quelli che l1anno più alte r espo11 abilità. La malattia , per e . , è r eILtl iva111e11te rara fra i contadini dell 'Ungh·eria, un popolo cl1e lavora forte e beve vino; l<J studio di 362 casi di ipertensione fra que$li di r11ostrò cl1e circa il 44 ~lo erano individui « altan1ente educati », ch e cioè avevano ffltto le cuole s uperiori o 1'lJniversità. Nessun dubbi·o, secondo ,gli AA., ch e una ricerca iu1ile, fatta in qualsiasi altra nazione , darebb.e risultati presso a poco uguali. Le con clusio11i degli AA. ungheresi ci sen1 bi ano un poco esclusiviste: se è vero che s1)esso 1'ambiente costruisce la p ersonalità del! 'individuo, è anche vero che sp·esso l 'indivi(}uo, che ab·b ia per natura una sua forte personalità , cerca da sè l 'ambiente che più gli si ronfà: e siccom e il tipo di uo·m o corrisponde11te al quadro dell 'ip,erteso ha più spesso ! e.b e no una j:'ersonalità vigorosa, è improbabile c he, .ancl1e nascen·d o in un \1illaggio, vi resti t11tta la vita. G. l.1A CAvA. 04IP
Interessante pubblicazione: Prof. VINCENZO GIUDICEANDREA
Docente di Patologia spec. med. nella R. Università di Roma.
Diagnostica medica e mezzi sussidiari di Laboratorio Manuale per Medici pratici e S cudentl. Ne ripo'rtiamo il Sommario in riass1tnto: PARTE PRIM.\: Malattie da batteri o da PARTE SECONDA: Malattie dell'apparecchio PARTE TFRZA: Malattie dell'apparecchio
Parassiti. circolatorio. respirator'io. - PARTE Qu.\RT,,: Malattie (lel sistema digerente e de• gli organi annessi. - PAR'IE QUINTA: Malattie dell'ap. parecchio uropoietico. - PARTE SESTA: Condizioni pa· tologtche degli organi emopoietici e del sangue. PARTE SE'ITIMA : Malattie del sistema nervoso e sin· dromi endo crino-simpatiche.
In questo libro vengono coordinate e inquadrate neL cutnp" della completa osservazione clinica le varie ricerche di laboratorio; e l' A., giovandosi anche della sua lunga esperienza pyofessionale e didattica, ha trattato La complessa materia seguendo un indirizzo eniinentemente pratico. In rapporto alle preventive nozioni sui vari organi, alle varie foYme moYbose ed alle loYo possibili complicazioni, vengono considerate Le particolari indicazioni pey le indagini sussidiarie. Di queste sono esposti i concetti fondamentali e le norme di prelevamento, con le più pyecise indicazioni di tecnica pey quelle che ogni medico potrebbe eseguiYe, e insistendo sovratutto sulla reale importanza diagnostica e pyognostica di ciascuna, senza trnscuraYe le conoscenze che pey tutti rappresentano necessari elementi cultu,-ali. Le numeYose figu,-e, in gYan parte originali e spesso eseguite in forma di riproduzioni schematiche, concoYYOno all'efficacia dell'esposizione, estesa anche alle conoscenze ed ai metodi Pitì recenti, al contributo scientifico italiano in questo campo ed alle indicazioni bibliografiche. Il libro quindi può diYsi pey gli studiosi in geneYe «n indispensabile completamento dei tYattati di Patologia; e potYà .essere sommamente utile ai Medici pratici per regolarsi quando sL solo esame dell'infenno non dà sicuri elem enti di giudit.io.
Volume di paigg. XVI-488, con 122 figure in nero e a colori nel testo. Prezzo L. 68, più le spese postali di spedizion e. Ai nostri abbonati è ceduto per sole L . ' 5 2 in porto franco.
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Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI, Via na 14, ROMA.
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NELL A VIT A PROFESSIONALE .' B 1oa.RAF1 e .
ETTORE
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MARCHIAFA VA
La scorr1pé\r a di ETTOHE l\IIARCHIAFAVA lascia u11 vuoto ch e non potrà esser e colmato presso chi aveva l 'abitudi11e di con siderarlo sempre present e, sempre pronto a dare il conforto delJa su a illi1nitata esperienza, e di u 11a fede ch e rimase i1n mutata attraver so le vicende t alora dolorose di t1na lunga e·sis lenza . Nato in Ro1na il 3 gennaio 1847 , Mar chiafava vi compì i s uoi s tudi di medicina, ottenendo la l au 1ea ad honorem nel 1871 . Pre·stò servizio in qualilà d i a is lente negli Ospedali di Roma , e con-
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:
(3 gennaio 1847 -
~3 9ttobre
1935)
s('guì l~ · Ì11ed agl'ia d'ora. l\eJ 1872 f 11 110111ina to a~sisle 11l e all a tatledra ,di analornia patologica 11ell a R .' ' riiYersit à di Roma, r e tta clal ljro·f . ] '0111, 111a i-Crucleli , e vi r i1nase fino alla Slta i1on1i11a a profe or e ~raordin ario n el 1881,. alla qunle seguì quella a professore or d inario nel 1883. Com e tale, resse l a Ca ttedra di an ato111ìa patologica in o al lin1ite di età r1el 1922. I ·suoi µieriti ebbero larg·o rico11oscim ento in Itali a e aì l 1 est er o. Fu el etto SerJatore del R egno n ei ' 1913, vice-preside11te d ell 'Accademia d ei Lincei nel 1933. Conseg·uì l a mecl ag li a cc P :tlri ck Manson >) ,lella Società di Medi ci r1a 1'r opirale e Igien e di Lo11dra. Fu socio d ella R eale S-ocie là cli 1Ieclicina di ·L on.ctra, della Societ à d e i ~le d i c i r\n1erièani , deJJ a Societ à cli !\1edici11a Tro11jcal e, cl ell 'I lill.11 0 Past eur, del Collegio l\eale dei l\Iedici cli Ed i11hurgo ecc.
Il no111e di ~1 arc11iafaYa è s tretlan1e11te l eg·ato olla storia degli studi sulla n1alaria: il suo primo laYor o porta la cl ata del 1879, e rig u arda l 'origine della me1 anen1.ia. v-ircl10\v e FrerJch s sost en evano che il pig m ento n er o si formasse n ell a inilza; Arnstein e I<.els~h, n el san g u e circolante .dopo di·sfacimento d ei globuli r ossi. ì\1ar chiafava invece dallo studio d ella p olpa splenica e del mido1lo ·osseo di ])ambi ni ineJane1nici , venne alla éo11clusione ch e l a conversio11e <lella emog1obi11a i11 piginento nero occorr e g raclatan1ente entro il globulo rosso; e ciò prin1 a cl1e Lave rn11 descrives ... e i corpi pig1nen tali dei quali riconobbe l a natura p ar assitaria, corr)i che non crecleva end oglobulari ma aderenti al g·lobl.1lo rosso (1880). E n el 188B insi.e111e co11 Celli, rli1nos lrò ch e l a compar sa' del p1g111ento è prececlu ta da alterazioni car atter i':sticl1c clel glolJulo ros~o, con . ist enti nell 'apparizione 11el l 'ìnlerno cli essi di corJ)icciuoJi che i colorano col 1)leu cli 1netiler1e, clei qu ali sosp ettò la 11atura par assi laria. È <1ues la la prin1a descri zio11e della f[·Se i1on p igmen lata d el parassita e della su a sed e ei1doglobular e . Negli an11ì su cces·sivi , Mar chiafava e Ce lli conti nuaro110 co11 tenaci a Io studio òi tali nl lerazion i del angue m alarico : descrissero i n10Yin1e11ti am eb oidi e le var ie forme, anulari , di~coiclj , cl1e i corpiccìuoli endoglobulari senza pig1ne11 Lo ass u morto 11el sa11g u e esaminato a fresco, e n el 188:5 n e afferr11aro11 0 d ecisamente la natura parassilaria, n1eltendo in eviden za i ca r at teri dis tintivi clagli acciden tali Yac11oli ilei globuli rossi . lliconobbero ch e cc l e amebe o pla·sn1odi non pigme~ta~i » sp esso co ~iluisc ono l '1.1nico r eperto in c~s1 d1 febbre i11alar1ca g r ave o pernicio a (onde l '1n11).ortanza pra l ica d el saperli riconoscere ), e n e descr1ssero l e forme di scissione e l 'accun1u]o n ei Capilla ri clel cerYello n ei Casj ]e lali. Non bisogn a d i111en t icare ch e er a 1·enoca d elle grancU sco~ert.e de)Ja b « ttcriologia, e if p arassita della i11alar1a il l)r11no e·sempio di paras ita endog·lobul are a~parte11cnte alla cl asse · dei protozoi: cr~ ~er~ssar1a u~1a g·rande orjg·inalj tà d a parte d ei prJ,m1 r1cercator1. Basta leggere i r c11dico11 Li dei con gressi di medic~~1 a interna i!1 .Ilo111a d el 1888 e 1889 per avere. 1111 icfea d ell~ . d1ff1 col Là e delle opp osizioni attrarerso le quali procedeva il lavoro di l\1archiafava <' Ce1li , condoLt o « con p azi enza di ce rlosi r~o )) . KoYe anni dopo la scop erta di Laveran , fisiologi , c:o·n1e ~fosso e clinici , co1ne Maragliano , rite11eYJno cl1e i parassiti descritti da l\ti ar cl1iafa\·a nor> fossero disting ujbili d alle al terazioni cl1e si producono in ogn i sangl.1e ten1J lo in condizioni an or 111ali. ~oologi, co1ne GrGJ.SSi (1887), vecleYano n el llUOYO parassita encloglobu1are soltan to « una tel1a caden t e )). E Laveran st esso, nel 1890, cons igliava, per orientarsi r apiòa1nente nella di ag n osi cli rr1alaria, di ag·giun ger e al preparato di sa n g u e una goccia di a:cqua, affin c11è:' s i r ertdessero più e iclenti i p ar assiti pigme11tati. No11 infer iori .sono i rncriti di Marrhiafava nello stuclio clin i cc d ell a m al ar ia; a Lui e ai st ioi a 1lievi s j deve l a reYis io11e d e1l <t clini ca d elle perniciose, la descrizione cl i ti pi 11 l l ovi ( ro111e 11 perni · ciosa bulbare); e O!)r a tu t to l o s tudio s ist e111atico, fat t o con Big nami , dell e febbri estiYo-au tunT,la]j (1891), n el quale fu n1e a in eYid en za la curYa febbrile d ella terznna es liYo-a11 l un11ale. Tale l a-
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SEZIONE PRATICA
Yoro fu tradotto in inglese p er la Sydenham Society. I lavori di Marchiafava e dei suoi collaboratori e allievi si .trova110 ria·ssu111i 11el trattato sulla . Infezione malarica, scritt o co11 Big n ami e pubblicato a Ne"v York nello ·r,ven tie lh Ce11tury Practice oI ~1edicine n el 1900, e e.la ' ' all ardi nel 1902; d el quale è u scita recen te1nen le un a seco11cla edizione riveduta con la collaborazione clj A. l\"azari. Tal~ tra ltato è ~ta lo g iudicato i11 Italia e all 'estero come il ])iù con11)leto esjstenle sull 'ar g·ome11to. .Ma l 'attività di l\iiarchiàfava 11011 fu li1nitata al campo della mal aria. F:-ça i suoi ]avori di a natomia p a tolog ica, ricorderò quello ull 'arl erile tuber colare, le osserYazioni sulla glo1nerulo-11efrite, ch e contengono l a prima descrizione della g lo1nerulite produt tiYa epiteliale, e g li studi sull 'anato1nia patologica della sifilifle ereditaria; fra le al tre lesioni , per prin10 descri'sse I 'arterite sifilitica delle arterie cerebrali iiella lue ereditaria (1878) . · Di gra11de importa nza sono le su e ricerche sul1'infezion e pneu1no11ica; a Lui si deve la prima d escrizio11e dell 'indura1ne nto pol1nonare consecutivo alla p olrno11i le cruposa (1882), oltre a numerose osserYazi0ni, sull 'infiammazione cruposa d el] 'intestino er a so a·ssociata a poln1 onite, ecc. L ·associazione d ella pol n1onite a risoluzione ritard ata <'On endocardite e m e11i11g·ite purulen ta embolica, va col n o me di triad e p·neu111011i ca di Marchiafava. A ~1archìa fava e Cel1i si d eYe la prima d escrizione (}el n1icrococc0 g·o11ococciforme agente etiologico d el1J n1eni11g i te cere})rO- i1inale (1884 ), c he va col 110111e di n1e11i11 gococco dj W eichse1ba um (1887). Nel suo l abora lorj o, l 'inter esse allo studio d el1n paJ..ologi,a nerYos~ fu sen1pre vivo. Egl i v}de n el 1897 quell'alter azio11e. d el corpo cailoso nPl ,.l.,r Yello degJj alcoolis U, studiata po~ con BignamiNazari, <( cl18 è forsè la più inter essante scopert a ar1at omica n elle 111ala ttie m entali, dopo quella della paralisi }Jrog r e·ssiYa ». - Nume1·ose sono l e osser vazioni ch e fan110 fed e ·della sua larga esp erienza cli11i ca: basti ricordare lq scritto sull 'ang in a pectoris e la sua cura (1904), nel quale fu uno d ei !)rirni a so~te n ere l 'efficacia terapeutica cl ella teobromina; quello sull 'ipotiroidi smo cronico (1911'J , nel quale è m esso i11 evid en za il sinto1110 d el l 'ipersorJnia; e qu ello sulJ 'aorlite ulcero a tifica (con A. Xazari ). Recentemen te, l~gli h a d escrit lo un a for1na i11orbosa nuoYa, l 'a11e111ia e1110Jit ic.'.l con en1osicterin11ria p erpetua. Come in egn a nte, . fu effiraci ss.i mo ; le su ~. lezioni, sen1plici , chiar e, non ingombre da citazioni inutili, davan o semnre un 'idea esatta dello tato presente d elle conos-cenze sull 'ar gom ento in ques tione; erano frequentate 11011 solo dagli stud enti , m a an che d a nun1erosi n1eclici , ·sp ecie d egli ospedali. Segu endo il prece tto di ~Io rgagni (~1orhort.1111 historij (li sectio11 e ~ adiectae), d a 11 'esame dei pezzi an a tomici traeYa la spi eg·azione cl ei sintomi clinici e del d ecor so d ella malatti a; n ell 'epicrisì d ei casi })resen tati, la fj siO!)a tolog ia e 1a clinica YiYi ficaYano l 'a11aton1ia patologica. E c iò poteva fare solo chi , alle con osce11ze di !1n t olog ia, u11iYa l arg hissin1a esp erien za clinica. La su n. i11od e tia fu p ari a 1 uo Ya]ore; 1 '1101n o del quale n o11 a tor lo fu de t lo ch e aYeva « t tit lo Yeduto », sole Ya ripe ter e che 111ai era lIScito da1J a Sala jncisoria sen za aver e i11111ura lo qu alch e co~ a 1
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di 11u0Yo. Le numerose generazioni di medici- educa te alla ,Sua scuola no11 potranno dimenticar e quello ch e a Lui d ebbono, e ·p arle r a11r10 di Lui a~ ' g'iovani che 11on 11a11no potuto conoscerlo. . . . Come 111edico e come co11sulente ebbe g r a11cliss 11no su ccesso . Fu medico di tre papi, di Casa SaYoja, di t11lti i personaggj più illustri d 'Italia e di n1olti s lranieri, ai quali prestò il ·soccorso clella su a ar le con g rande dig11ità e disinteresse; n1a era sempre pronto ad a ccorrere presso gli umjli, e chj.u11que è s tato curato d a Lui, ne parla se1npre con sentilo rimnianto. Nell a cuTa dei m al ati seg·uì il prece tlo del suo Maes tro Guido Baccelli: « Siate semplici co1ne u.11a linea, fuggite l a polifarmacia come la p es te, si a le filosofi ma ·s cet1i ci ». Buono e affabile con tt1tti , tutti potevan o clirsi suoi amici; ma chi ebbe la for tuna cli magg iore intimità con Lui, sapeva apJ)r ezzar e l e sfu1nature e n e .andava. org9glioso. 1 La sua cultura umanistica è a t11tti , nota; amava ornar e di lungh e citazioni l a ti11e Je sue convers·a zioni e i su oi scritti . Lavoratore ir1faticabile sino alla fine, sono d i questi ultimi mesi alcuni articoli pubblica li nella « Nuova Ai1 t ologiJ. ». Non si può n on rimanere s tupili n el con·si<lerare la mole d el lavoro fornito da Lui e dalle J)er- . son e di cui Egli, grande co11osci lore di uomini , l?Yeva saputo circondarsi: Celli, Gtiarnieri, Gala ssi Ferraresi, Big n ami, Giuseppe e Raffaele Bastia~ nelli, Dio'nisi , Nazari. Di ques to lavoro , nulla è s tato m odificato, nulla o pochi s i1no aggiunto, l11olto è g ià n ella s loria della m edi cina. E chi ri rorda l 'antico laboratorio di S. Spirito, quello di Via De Pretis , sa quali erano i m ezzi ch e tali u o111in i aveva110 a disposizio tte. PossJ. il Loro eseJnpio servire di incor aggian1ento e di g uida alle g iova ni • • ge11eraz1on1. Fn . B1GN A.l\I1. BIBLIOGR_i\FIA . Della angioi l 0 obliterante. R . .i.\.cc. n ei Lincei 1876. - La sifili1d1~ d el l e art eri e cerebrali. Ibid .: 187'1. - • opra la glomerulon-efritt: scri rlat tirzosa . Ibid ., 1877. - - Sopra la .qe.n:e.s~, d.el f,a melGJnemi_a. Comn1entarib · Glinioo ·li · Pisa: ·1S7~f· -=-·~ 8opra~ l;ehdo. cardit~ miooti ca. Ace .. M~d. di Rowa, 1880. Sopra la genes i della m elan'em ia. R ~ Ace. nei Lincei , 1884. - .)u lla infezione malarica. Gazze tta ~egli Osped ali, 1884. Sulla infezione ma.lari ca (con A. CELL1). Arch . Scie11ze ~Iediche, 188.5-1886. ul parassita dPlle febb ri gravi est ivo-autunnali (con A. CELL1) . Rifor ma med. , 1889. - Sulle f ebbri. malarich(' eslivo-autu nna.l i (con A. BIGNAMI) . Tip. Lo~sclter , Roma, 1892. L a infezione malari ca. Trai/alo ]?er medici e stu cle nti (con A. B1GNA1\11). Milan o, Vallardi, 19031931. - Sop ra la scleros i rlellc arterie del cuore. Ri Y. Clinica iVIed ica, 1904. Sor>ra un 'alterazi·one del co r po calloso n ell 'alcoolismo cronico. At ti Soc . Ital. cli P atolog ia, 1907. - Sopra la polmonite p r oduttiva quale esito rlella polmonite fibrinosri l ob are. P oliclinico, 1907. - Ropra l'iJJOti r oidis mo cr oniC'O. Riforma mr(n ca, 1911. (;oniributo allo studio degli itf eri cron1ci emol i ti ci (con A. NAZARI) . Poli cl inico, 1911. La patol ogia de ll 'a lcool1sn10. _i\.1li ciel Congr. lnt . contro l 'alcooli m o , ~filano , J 913. - . opra l 'a orti te ulceros<J tifica (co11 A. _ AZ \RT ) . Policlinico , 1923. - Anemia em olzlica cori ernosiderinlzriri perpe t ua. Poli clinico. 1928-~J. -- Ln ererlifii. in l Jatologin.. Un . Tip . Ed. Torin e~P, 1930.
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23.52
« IL POLICLINICO »
AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Contributi obbligatori ai Consorzi Provinciali an· titubercolari. Il Minis tero dell 'Interno (Direz. Gen. della Sa11ità Pubbl.) ha inviato una Circolare ai Prefetti e alle .L\.utorità assimilate, i11 clata 9 sett., perch è J)rovvedano a fa.r t or.rispondere, dai Comuni e dalle Ammin istrazioni Provinciali, i con tributi obbligatori. arrelra l i dovuti ai . Consorzi provin ciali a11titubercolari; sa lvo ad autorizzare la ralizzazione clel debilo in più annua lità, i11 casi di constatat a necessità ed in via del tutto eccezio11ale; le quote relative all 'e ercizio in corso ed a quelli venturi dovranno essere i11 tegral1nente e punt u3]r11en le Ye;rsate.
Le ostetricl1e e i Consigli di Sanità. La Segreleria Nazionale del ,S indacato O tetriche, per il tramite d ella Conferlerazione Fascista Profes sionisti e Arti·sti , ha sollecitato il Ministero dell·'Interno a provvedere all 'inclusione dei rappresentanti la catego.r ia t anto nel Cor1siglio Superiore qua11to nei Consigli ProYinciali di ,S anità. Il Min is tero del! 'Interno ha aBsicurato che il voto ·sarà le11uto presente nel caso ch e si òovesse in JJrosieg·uo provvedere alla modifica della composizio11e dei precletti Consigli , ora stabilita, rispettivamente, dagli articoli 12 e 17 del vigente Testo Unico delle Leggi Sanitarie. I~'rat tanto il l\1inistero ha assicurato che, valendosi del <liS"!JOSto òell 'art. 22 del 1'e·s to Unico. n on t)1ancherà cli far partP.cipare ai lrivori del Consiglio Superiore un rappresentante rlel Sindacato azio11ale Ostetriche ogni qual volta siano in discussio11e questioni che interessi110 la· categoria; analoghe istruzioni sono sta.te impartite aj Prefetti per qua1:ito con cerne i Consigli Provinciali di Sanità.
Cronaca del movimento professionale. Espletamento dei concorsi per le condotte sani· tari e. Il l\.Iinistero dell 'Interno, con circolare teleg·rafica ai Prefetti e Autorità assimilate, in deroga alle recenti disposizioni so·spensive, ha autorizzato l 'espletan1e11lo d ei concor si già b anditi per il conferirnenlo dell e condotte mediche, veterinarie ed ostetriche.
CONCORSI. POSTI VACANTI.
Comune cerca l\tledico A·ssistente per sanatorio malattie cl i petto. Assunzione immediata. Per chiarimenti rivolgersi al Comune. (Commissario Prefettizio: dott. Bettarini). ~0Gc1onoM0 (Perugia) . Comune cerca medj co chirurgo intC! ri no, massin10 anni 35, stipe11dio in en~ile L. 800 lorde, cavalcatura carico Cornu11e. lnYiare domanda al Podeslà. VARESE. Consor zi c Provinciale .A ntitubercolare. - Si rende noto che in seguito a disposizioni clell 'On. f\1inistero dell 'Interno, il con corso a 5 pos ti di ~1edico Dirigente delle Sezioni Dispensariali BRESSANONE
(Bolzano). -
[ANNO XLII,
NUl\I.
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ed al posto cli Medico Aiuto del Dispensario Provinciale verrà e·spletalo. Si avverte inoltre che il termine lrtjle per la presentazione della domanda e dei documenti per essere a1nmessi al detto concorso è prorogato al 14 dicembre 1935-XIV, ore diciotto. Il presidP.nte: G. Puricelli . - 6-Xl-1935-XIV . VARESE.
Consorzio Pro vincial e Antitubercolare.
- Concorso, p er titoli ed esami, a 5 posti di assistente sanitaria visitatrice pres·so i Dispensari Antitubercolari della provincia di Varese. Stipendio nnnu~ L. 7200 suscettibile di 4 aumenti triennali <.iel decimo oltre ad u11 'indennità di servizio attivo di L. 1345 a11nue, il tutto con le riduzioni stabilile dai RR. DD. Legge 20 novembre 1930 ii. 1491 e 14 aprile 1934 n. 561 Scadenza ore 16,30 (lel 16 dicen1bre 1935-XIV. Per' informazioni riYolg·ersi alla Segreleria del Co11sorzio.
NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il Pren1io Nobel •ner la chimica è stato conferito al pro.f. J olli ol e alla moglie signora Irene na la Curie, per le loro ricerche ·sulla radioattività~ Il prof. com1n. Gaetano Boschi, direttore del1'0spedale Psichiatrico cli Ferrara, è stato nomiItato, con motu prOJJrio .Sovrano, grand 'ufficiale della Corona d 'Italia. Rallegrame11 ti cordiali all 'illl1stre amico. Il rlott. Michele Carbone è sta lo, di recente, no111i11ato direttore sanita.r io della Cassa Mutua per g li operai edili della Provincia di Cosenza. Egli è ri·sultato orìmo a.ssoluto fra i tredici concorrenti • prese11 la.t isi al concorso.
NOTIZIE
DIVERSE
Condizioni sanitarie nell'Africa Orientale. Secondo notizie ufficiali, dnl 1° marzo al 30 settembre, su 35.000 operai addetti all 'A. O., si sono avu Li 211 mo~ti, il che corrisponde a una proporzjone d el 7 per mille in 7 mesi. Il coefficiente di inortaJità è in dimi11uzione costante dal marzo, per effetto delle misure sanitarie. Nello stesso periodo la morbosità è st ata di 25 per mille, inferiore a quella media nel territorio del Regno, ove è di 30 per mille. Si aeve aggiungere ch e, essendo ultimati i lavori nel bassopiano, l;.1 proporzione va decrescendo, perchè ora i lavori si svolg·ono in zone salubri . Il vitto e l 'orario di lavoro ·sono ben regola.ti.
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Limitazioni di libri e giornali esteri. La Presirlenza della Federazione Nazionale Fascista del Libro, della Carta ed affini , interpretando il desiderio unanime dei librai i tali ani, ha votato il seguente ordine dP,l giorno: « Considera1to il dovere di ogni italiano di applicare anch e nel campo culturale « le nostre sanzioni » contr.) quelle nazioni che rifiutano di acquistare i nostri prodotti; m entre riconosce le esigenze, che le aziende associa te han110, di esaurì.re le giacenze di pubblicazioni straniere; fa preciso affidamento sul disciplinato spi:fj lo patriottico di tu lti i librai italiani, per ridurre l'importazione di libri, gior11ali e rivi·ste dai paesi sanzionisti, entro i limiti stretta1nen le n~cessari per le esige11ze della Scienza e della Tecnica, secondo le norme ch e verranno impartite ai Sindaca.ti provinciali ».
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SEZION•E PRATICA
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Assise italiane di medicina generale.
Sanatorio antitubercolare a Taranto.
Il 1° dicembre p. v. alle or e 9 avrà luogo, n ell 'a.ula dell 'Isti lulo di patolog·ja medica della .R. Università di Milano (Padiglione Granelli del1'0·spedale Magg·iore), la seconda Assemblea generale delle Assise I talia11e di ì\1Icdic i11a, alla quale parteciperanno numerosi clinici e medici pratici dell'Italia Sett en lrionale. Verrà discu sso i] t ema: H Etiop atogenesi e terapia delle nefriti ». Tutti i medici possono interve11ire. Segreteria: Clinica Medica Ger1erale della R. Un iversità, via F. Sforza 35, Milano.
Coll'interven to dell 'on. Biagi, presidente dell 'l sti1uto Nazionale Fascista di Previdenza Sociale e delle Autorit1 e Gerarch ie, è s la t o inaugu~a lo a Tarar;ito, l '11_ novembre, il g r and ioso Ospedale sanatoriale a_nt1tubercol are, co·struito in una pittor esca località, offerta dal Consorzio Provinciale Antitubercol are. L 'on . Biag i h a r icordato l 'attività bonificatrice di Taranto, iniziatasi lo scor so anno coi prirrti colpi di pi ccone dati dal ùuce. L 'Ospedale, ch e è costato sei m ilioni, occupa, una superfici e rii circa 58 mil a m e tri quadrati , è cos lruito con la più moder11a t ecnica anatoriale ed è capace di ci r ea 220 posti-letto.
1° Congresso nazionale della società italiana di anestesia e di analgesia. Come 11n abbiamo già dato not izia, il 1° Cong r esso Nazion ale d ella ,Società I talia11a di Anestesiil e dì Anal gesia si è te11uto a Bologna il 26 ot to})re, in una delle sal e d ell 'Archiginnasio. Ha aperto il ·C ongresso il prof. Belle i rappresentante del Podes tà d i Bologna che h n portato ai congressis ti il saluto della cit tà ed h a ill ustrato gli alti ìi11i l1Inanitari e scientifici della ,Società. Il Congresso è stato pre5iedulo a lurno dai proff. Alessandr i, Don aggio e Uffr eduzzj . Oltre alla seduta scien li fica in cui soi10 s tati lra ltati vari ed intere·ssanti a.rgo m enti, all e ore 11 si è svolta la f:ecluta amn1inis lrativa e fin anziari a nel corso della quale si è proceduto alla i1omina del Comitato DjrelliYo. l soci h anno approvato per acclamazione la seguente lis ta l)ropo ·La dal Comitato ordin atore del Congresso: presjdei1te: prof. Alessan<lri (Ron1a); vice-preside11ti: l)roff. Donaggio (Bologna), Aiazzi-Mancini (Fir enze); consiglieri: proff. 1\.lfieri (Milano), Ar1zillotli (Livor110), Donati (Mil a110), Lunedei (F irenze), Pier i (~J dine) , Stoppato .( Fire11ze), Uffreduzzi (l 'orino) ; .. egr elario: A. M. Dogliotti (Modena) ; vice-segretario: G. Giordanengo (l'orino); cassiere: l\iI. Boge l ti (l'orino) . Sono jnollre s tati propo·s ti i t emi per il Con:. gresso Nazional-9 del 1936 ch e sarà Lenuto a Ron1 a 11ei g iorni che sar anno fj s::;a li per i Cong~essi delle Società I laljar1e di l\!Iedicina e di Chirurgia. A i1orma di Statuto il Congresso non tratterà che argomen li inerenti ai temi di relazione salYO eccez ioni approvat e dalla Presid enza per argomenti rico11osciuti di a.Ilo valore scientifi co. Sono st a li approva li i seguenti t emi: 1) L 'anestesia basale. Meccani·smo d'azione, vantaggi e pericoli ; 2) I11cident i g r avi e n1orlali da anestesje. Il 1° tema è stato affidato a l prof. Aiazzi-Mancii1i ch e n e svolgerà la parle farmacologica ed affiderà a collaboratori chirurg·l1i l a parte clinica . Per il 2° tema si è stabilito d i affiò arn e una parte a i <lettori Bogel li e Giordaneng·o e si è delegata l a Presidenza oer la scel La d i u11 altro relatore.
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In onore del prof. Pende. l l Rettore della più impor1ant e Università france e dopo Parj g i , 1'Universith di Bord eaux, ha i11vitato il sen. prof. Nicola P en<le a ricevere la l aurea <li cl o ttor e « honoris causa >) i11 t111a cerimonia sol enne cl1e ]a Facoltà medica di Bordeaux t errà p er accogliere degnament e lo scien1iato italiano. La cerim onia autorizzata dal GoYerno france e, vt101 rives tire il signìfica lo cti 11Ì1 a i1u0Ya le tim or1i3inza di t im a ed anìicizia de11a parte intellettuale più al ta dell a Francia verso l 'Italia mus olii1iana , ch e alle sanzioni ginevri11e oppone la sua for111idabile volontà e gli uon1 ini che I 'onor ano p er le vie del nlondo.
Una ''bomba del radi11m ,, a Londra. L 'Ospedale Westmin·s ter d i Lo11clra , sp ecializzato i1el trattam eL1lo del c:arLcro. con la bomba di radio, av.rà presto una nuova bon1 l >a, con tenen t e 4 grammi del prezioso elemento, d el costo di oltre 2 milj oni di lire it. La bomba fin 'ora usala conteneva 2 grammi di radio; è ervita per oltre 600 pazienti , sui quali si sono effetluate più di 7000 applicazioi1i. Per 5 g iorni della se Lti1nana essa Yen iYa u sa t a g iorno e nott e, contint1 a livamente, e perciò g li operatori si avvicendavapo in 3 turni dt1ra nte 24 ore; n egli ol tri due g io.r ni d el] a settimana (sabato e d ome11 ica) l a bon1ba era riservata per studi d i fisica e ·sperimentali. Si è riconosciulo che l 'azio11e curativa è più sicura se l a. bomba viene tenuta a distanza; -m a, a tale scopo, si richiede un quanti1ativo rnagg iore di radium: per ques to 1notiYo i è ricorso alla nuova bomba, co11 qua11litativo doppio di radium.
Azioni giudiziarie. Nel! 'Osp edale San R occo d i Nizza un a cameriera., recata·si a fars i e trarre la pu11La di un ago il g uale era penelrato nella palina clella ma110 si11i s tra e si era spezzalo, ebbe pralic.:ata un ' incisior1e da un in ler no; I 'ago fu estratto , ina Yen ne leso un ramo del n erYo c11bitale e n e seguì paralisi co1n}Jle ta di tre dita. A ri arcimento cl i ql1est a incapaciLà, la vit tima dell )i11fortunio ot lcn11e, dal tribl1n aìe civi le di Nilza, una r e tìclil a a nnua di franchi 1.087,50; in conforn}ità nlla legi Jaz ione francese sugli infortu 11i d el laYoro, furono obbligati i ·suoi padroni a corrispo nderla. La ~ er1tenza precisava rhe per i danni con ten1pJati dal Cod ice Civile, era con1pet ente la g iurisdizione am111il1islratiYa. Perciò la parte lesa si è riYolta al Consjglio di prefeltura ed ha chiesto 100.000 fran cl1i d 'inden11izzo. Al la sua richies l~ si è l111ila quell a dei suoi padroni, i quali inlendono di es ere risarciti dagli Ospizi Civili d1 izza e gara11titi p er il pagamento cl ella rendi La a cui es·~ i so110 s ta I i condannati. Gli O pizi Civili sost e11gono ch e l 'in L~rno ha praticato l'intervento quantunque i r eg0Ja111en li dell 'Is1itulo vietino agli inte r11i non for11iU d el diploma di dottore, di praticare interYe11ti opera ti vi: dunque egli avrebbe ol trepa sa to il s110 m anda lo e p er ciò sarebbe il solo r esponsabile. Si a 1 le11de or a la d e.. c1s1one.
Un po' dovunque. I ricovera Li di n1 ol ti san a lori a11 li lt1be rcolari, come già quelli dell 'Isti l u lo For1ani11i, h anno espresso il Yoto cli l)artecipare, nell a n1isura loro p os ibile, alla i11obili I az ione nazior1ale, rinun ziand o p er uno o per dt1e g ior11i della sc llin1ana 1 alla razione di carne.
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cc IL POLICLINI C) »
L 'avv. Vittorio Dam asso, squadrista della vigilia per poter esser.e dichi?ra to abile e p arti.r e al pi~ pr~s lo volont.ar10 per 1 A. O., si è sottoposto a due atti opera.lori , ch e hanno avuto esito felice. Il 12 novembre giunsero a Gibuti dieci medici svedesi e numerosi infern1ieri, con sei ambulanze e autocarri fu ssidiari ; erano diretti in Abissinia . I feriti abissini sul fronte som alo son o s tati così nurnero·si , ch e non- hanno pot11to trovare posto 11eg·li ospedaletti da campo di Giggica e in quelli delle retrovie diretti dall 'am ericano dott. Hock1nan ; molti son o stati inoltrati in camion a Ad.d is Abeba e ricoverati nel! 'ospedale svedese. I giornaJi riferiscòno ora le tristi vicende di un g iovane medico , diplomalo a Lo·sanna , assunto d al1'attuale negus, allora reggente, co1ne chirurgo n el1'0spedale cc Menelik II » di Addis Abebà. Il m edico dovette subir e una lunga persecuzione, per ch è si rifiutò di avvelen ar e la suocer a d el reggente e la st essa imper atrice Zaoditù. Dal 12 al 19 ottobr e si è t e1111to a ~1essico il 7° Congr esso pan-ameri cano cl el fanciullo; è st at o diviso in 6 ·sezioni : Podia tria m eclira, Pediatria ehirurg·ica, Igien e infar1tile, Assistenza e servizio sociale, Leg islazione, Educazione. Il 45° Con gresso dell 'Assoc~azione fra11 cese di chirurg ia : ch e si aduner à nel 1936, sarà presieduto dal prof. Vietar Pauch et . Temi all 'ordine del gi.orno : La pneumectomia; Gl 'innesti oYarici ; La chirurgia nei diabeti~i. Alla vice-pr esidenza del1'Associazione è st ato nominato il dott. Ron1illois, direttore generale del Servizio di Sanità militare, ch e la presiederà nel 1937. L 'Assoc iazion e ospedalier a americar1a si è adu11ala in St. Louis, dal 30 settembre al 4 ottobre, sotto la pre::;idenza del dott. R. J olly. Nella stessa occasione sj ·sono adunate l'Associazione american a d egli osperlal1 protes ta11 ti e l 'Associazione americana r1er le cure lavor.ative. Il 14° Con gresso am ericano <li fisioterapia si è tenuto a Kansas City dal 9 al 12 settembre; venne preceduto da una serie di 20 co11fere11ze di aggiornamento, tenutesi dal 5 al 7 settembre. La Società Medico-Chirurgica Trevigiana si è adurlata il 19 ottobre, con la presiden za del prof. G. Sacerdote, a si·stilo dal segr etario dott. M. Bortolozzi . Sono state fatte comunicazioni da G. Sa.cerdote, E. Castaldo, A. Grollo, A. Tronconi, M. Bortolozzi
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to la pr esidenza del doli. Hervé (Les Escalade~, ~yrénées-Orientales, Francia). La Federazione nazionale dei n1edici del fronte della Francia h a r e·so un pio omaggio, 1'11 novembre, ai gloriosi caduti del Corpo medico; conve11nero avanti il monumento della F acoltà di medicina di Parigi , sotto la presjdenza del d eca110 prof. Roussy. La F ederazione raggruppa ora otto a·ssociazioni. Essa 01ganizza per il 29 dice1nnre una grande fes ta di ben eficenza, per i m edici di guerra an;.ianì e in stato di bisogno. s·ede sociale: rue du Faubourg Saint-Ho11oré 85-bis, Parigi. Il prof. Gaifami h a inau gurato, il 18 nov. , il corso di clinica ostetrico-ginecologica nella R. Uni. Yersità di Roma , con una dissertazio11e sulle « Conquist e e m ete d ella Ginecologia n. S. A. R. la Principessa di Piemo11te, accompagn at a <lal Ge11tiluomo e dalla Gentildonna di Corte e dall 'Ispettrice del Comitat o d ella Croce Rossa Ita~i a11a, si è r ecata il 9 corr . a visitar e la naveo·spedale « Tevere » n el porto di Napoli. IJ1 Ri.o d e J an eiro è stato er etto un ospedale per bamb.i11i p overi, dell 'età fino a 13 anni ; ha la capacità di 300 letti ; r eca jl n ome di « Ospedale Gesù n . Nell 'Università di Rio de J aneiro è stata fondata una 5a cattedra di clinica medica, espressamente per il prof. Annes Dias , il quale h a tenuto. la l~1ione inaugurale sul t ema « La 1netabolog1a cl111jc a )).
stata aperta a Berli ':l.0 u11a U11iversit à isr aelita , ct] cui g li Btud enti ebr ei sentivano il bisogno da quando i J1oti provvedin1enti goYer?~tivi . hanno 1)ralican1ente vietato l 'accesso n elle Un1ver s1tà staLali a i non ariani. È
La direzione del Consorzio a.ntit11ber colare per la · pr oYincia di Roma si è adunata sotto la presidenza di d on Piero Colonna. C-0adiuvata ottima1ne11tP. dai su oi organi dipen<lenti, ha disposto per una chi:1ra sintetica v1sio11e 1 - una serie di grandi quadri , ove si può seguire tutto il lavoro r he s1)ecialment e nell'ultimo quinquennio, ha con1piuto il ~Co n sorzio stesso e i risultati confortanti ch e si sono r aggiu nti nella lot ta. contro la tubercolo·si. Risulta tra l 'altro che Roma è fra tutte le città maggior i la n1e110 colpita dal flagello, occ·t1pando il 69° posto nella scala decrescente.
La Società Medica d el Friuli si è adunata l '11 ott obre; ono s ta le falle comunicazioni da G. Pier~, V. Gualdi, G. Lise, G. Butti, G. Comin .
La Fondazior1e Rock,efeller ha clon ato all'Università Vanderbilt , del Tennessee (Stati Uniti d 'America), 1a. somma di 2.500.000 dollari (30 mi1ioni di lire it.), per la Scuola di Medicina.
Le « Assisi jn ternazionali periodiche di fi·siologia, patologia e ter apia cardio-vascolari » terranno l a prima session e a Royat, durante la Pentecoste del 1936; tema: gli spasmi vascolari; relatori: C. Heyn1ans (Gand), L. Brouha ('L iegi), Lerich e e Fo11taine (Strasburgo), Marafton (Madrid), Loeper (Parigi).
Il « Co1nitato nazionale per l 'igiene m entale » degli Sta ti Uniti h a destinato allo studio d ella de1ne11za precoce la somma di 40.000 <lollari (mezzo n1ilio11e di iire il.) assegnatale dalla « Scottish Rite Masons »; la som111a verrà ·dis tribuita tra vari loboratorì, ospedali e cliniche.
Il Sindacato dei medici direttori delle case di salute clella. Francia si aclunerà il 23 novembre a
Un i11odesto suonatore nmbulan te, a nome Andrea, Frisa, morto in età di 70 anni, ha lasciato quan lo possedeva, 20 mila lire, all 'Ospedale di Tortona.
Parigi, nella ~a la della Confederazione <lei Sindacali inedici francesi (rue du Cherche-~1idi 95), sot-
[ANNO XLII,
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2357
SEZIOI'iE PRATI CA
Memento: ·
Le OPERE DI MEDICINA CHIRURGIA ED IGIENE pubblicate 'dalla Casa Editrice LUIGI POZZI di Roma gli abbonati al « POLICLINICO » o a qualsiasi delle altre quattro Rivisle edite d alla stessa Casa possono o1 ten erle:
a) co1ttro pagamento a contanti ai prezzi di favore indirati negli ·ann11nzi dei singoli vol11mi, inviando, cioè, il rispettivo importo contemporaneamente a lla richiesta; oppure b) al prezzo impresso siilla copertina dei tolumi, contro pagan1ènto rateale. II totale, consideralo al prezzo di copertina, può essere corrisposto con un primo versamento pari a un terzo dell 'a1nrnontare della ri chiesta e la rimanente somma mediante rate rnens~li da IJ. 20 cadauna . (:on il pri1no versamento si deve inviare 1'in1pegno scritto del pagamento rateale mensile fino al co.m ,pleto saldo. N. B. • A richiesta si invia il catalogo generale di tutte le opere: Fac simili delle nostre edizioni rilegate in tela.
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« IL POLICLINICO »
. ~el g·r a.nde anfi Leat:o della Scuola pratica di med1c1na d1 Buenos Aires , si è costituito un CoTI?ilato (li inedici onorari (legli ospedali, allo scopo dL olte11 ere che le loro pres tazioni vengano retribuite . Gl 'inlervenu li su1Jerarono il n1j oo-liaio ,· Lra . essi erano rnolti professori u11iversitari. Parlaro110 i! presidente del Comitato esecu Livo dott. C. De l'~icola , e il decano sup1)le11 le della F~coltà i11edica prof. A. Ubellos. ' La Co1 lc J11ed ica cl 'onore di Be rli110 ha vie1a Lo a! 1nedici di pres lare la loro opera nei n egozi di calln ture , })er l J. ceJla di . car1)e adatte ai piecii d ifettosi. Il .17 se ttembre, nella piazza che front egg ia l 'Univers1tà J oh11s Hopkins di Balti111ora , venne in augur ato un n1onumento a J ohn s Hopkins (il qua le ebbe El donare 7 m ilio11i cli dollari, ossia circa 100 n1ilioni cli Jire it., p er la fo11clazione di questa Università). La Facoltà 1nedica di Oi'} orto, volendo render e 0111ag·g·io al prof. Albert o ·de Aguiar, su o antico cl ecar10, ha i11augurato u11 a targ·a in suo onore. Si è t ent1ta a Minneapolis t1n a mostra da parte di i11edici clilettanti e collezionisti. Vi figuravano, tra l 'allro , collezioni di mocl elli di n avi, di uccelli i111J)alsan1at i, di fu cili, ecc.; v 'era anche una racc:ol ta di a11eddoti ecl epig·rammi. Il piroscafo cc P ourquoi-Pas ? », del dotl. Charcot , è torn a lo dalla Groe11landia; es·so aveva a borclo una inis ione di giovani scienziati francesi, tra cui il ctot l. Robe.rt Gessen, i quali per un a11110 s i 0110 occupati di rj cer ch e a11tro1)ologiche.
I g iornali ar1nunzia110 cl1e nella Provin cia di ìVlurcia (Spagna) sono Lati accertati 4000 casi di 1 élYYeler1am e11 lo prodotto da })ane confezionato con farina contenente sali di piom])O; s'ig nora il i1umero di quelli seg·uiti da morte. La Polizia: indaga p er accertare se si Lratla d 'in11)rude11za, di i11anovra cri 01 inale o fraudolenta.
[ANNO
XLII,
NUM.
47)
Il gra11dioso ospedale p·s ichiatrico di Montreal (Canadà) , che ricovera 4900 alienati ha subito un iJ?-c~ndio ; il s?lvataggio si è operato' tra gravissime d1ff1coltà; 5 r1c0Yerati sono morti. È s tat~ assolta dai giurati londinesi, per inesi-
stenza d L reato, una dattilografa ventenne che aveva u cciso l a 1naclre per pietà, promina'n dole ~l el vele110 insieme alle n1 edi cine. Secondo la legge ingle e, I 'accusa di omicidio premeditato, non an1metteva le circostanze attenuanti e comportava la pena di morte.
È morto a Gl ascow, in età <li 61 anni, il dott. JA~IES RoBERTSON R1DD'ELL, radiologo eminente, iniz~atore in Scozia della roentgen- e della curie-te·
rapia. Avendo studiato ed applicato i raggi X pri111a che ne fo ssero J1oti i pericoli , non si era protetto contro l a loro azione. J~gli presentava, varie lesioni al voJ to cd alle mani e doveva subire un 'am. putazione quando socco1nbelte ad una crisi car· diaca. È autore di un manuale di cc Radiologia, ed elettricità medica » e di molti contributi scientifici e tecn ici.
Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi).
De11unzie dal 21 ottobre aJ 27 ottobre: Morbillo 164 (78UJ; Scarlattina 203 (606) ; ~ertosse 61 (179) ; Varicella 65 (131); ' ' aiuolo e vaiuoloide (- ); Febbre ti.Ioidea 433 (863) ; I11fezion i para tifiche 83 (lllJ: FebJ)re 011dulnnte l o (20); Dissen Leria 15 (18); Difterite e croup 300 (631); ~fe11ingit e cerebro-·spi· riale epidemi ca 1 (1); Poliomielite anteriore acuta 19 (23); Encefalite le targica 2 (2) ; Anchilostomiasi 9 (12) ; Rabbia: 1norsicature di anin1ali rabbici o sosp etti 38 è57), dicl1iarata (-); Pus tola maJjgn:-i 25 (26).
Indice alfabetico per materie. Aciclo ascorbico (vitami11a (~) nei t essuti ocu lari . . . . . . . . . . . . . . Pag. 2340 Allergia nelle cefalee del tipo emicra· . 2322 IllCO . • · · • · • · • • · · • • · • • >>
A mministrazi o11e sariitairia
. . . . . .
Anavaccino tubercol are . . . . . . . . . Anemia ipocromica essenziale . . . . i\. sfissie acute da ossido di cnrbo11io: i111piego del carbogeno . . . . . . . . Ba tlcri: produzione di ca]or0 . . . . . l~ibliog rafia . . . . . . . . . . . . . . . Costituzjc 11e individuale : valutozione Cro na ca del
movirr~enl'o
professit.)n al e
Dial)ete: in ulino-resi st enza completa. Diabete : prog r es·si nel trattan1ento . . Duodeno in s t abil e o irrita])ile . . . .
» » » » >> >>
n » »
2352
2340 2343 2344 2340 2328 2330
2352
»
2347 2344
»
2325
Gaslrile acuta nell 'i11fanzj a . . . . . . . Pag. 2°326 I 1nm un i t.ì e premunizio11e . . . . . . . » 2318 Ilnmunità e recic1ive nelle malattie in· fettive dell 1infanzia . . . . . . . . . . » 2322 2305 Infezioni tifoidee: 1erap1a sto1r1osinica » 2347 I per tensione e diabete . . . . . . . . . » 2343 Linguaggio: ritardi . . . . . . . . . . . » 2343 J,iquicli : ricluzione in Lerapia generale . » MARCHIAFAVA E. . . . . . . . . . . . . . . )) 2350 232i l\1edici · poeti Jigli di - . . . . . . . . ·. )) Strofantina: precauzioni ùa u sarsi nel2343 1 imp1eg'.1 . . . . . . . . . . . . . . . · » 2340 1'1':'rmoregolazio11e e rica111bio encrg·elico » 2332 1'rombosi ed e1nbolie . . . . . . . . . . >' l 1lcere gastriche e duodenali: etiopalo- gen es1· . . . . . 2n99 . . · · · · · · · · · » " 1'
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A. Pozzi, Resp.
C. FRUGONI. Red. capo.
Roma · Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
M
-
Roma, 9 Dicembre 1935 - XIV
ANNO XLII
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
Num. 4:9
'' DURANTE
SEZIONE PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.
CESARE FRUGONI
Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. Lezio n i : G. Ba~io: Sull1appendicite. Osservazioni cliniche : A. Bertola: Su due casi di s~n rochetosi ittero-emorragica. Sunti e rassegne : SISTEMA NERVOSO: L. Marchand: L'epilessia ri.lflessa. - Marc.h and, Cou..rtois, Sivadon : Enoef a lite p sicosica acuta puerperale. - MISCELLANEA: G. Dickel, Ed. Fro,m mel e J. J . Mozer : L'insufficienza circolatoria periferica. - J . Baranger: Un processo di chiusura della parete dopo laparotomia mediana so}.>raombell ica.le. Cenni bibliografici. J Congress i Nazionali di Medicina e Chirurgia : XLI Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. XLII Congresso della Società Italiana di Chirurgia. XXVI Congresso della Società Italiana di Ortopedia.
Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Appendicite cronica e malattie ginecologiche. - Disturbi mestruali associati con basso metabolismo basale. Un caso di mestruazione mortale. - Le met rorragie della menopa;usa. - La medica zione emostatica nel trattamento medico delle emorragie .g enitali f emmi· nili. - Nei dolori delle annessiti gonococciche. SEMEIOTICA: I l dolore add{m1inale con1e sintoim a di ma· l attie cerebrali. Nella vita professionale : Uronaca dal movimento professionala. Concorsj. Nomine, promozioni ed onoritf icenze. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie. •
LEZIONI CLINI CA CHIRURG I CA DELLA
ll.
Ul\fIVERSI1'À
DI
Sull'appendicite
CAGLI ARI
<1)
IJer il prof. GINO 1BAGGIO, direttore. . L'appendici.te è diventata in questo scorcio dt secolo la ir1.al.aLtia che più fa lavorare il chirurgo. l\iia con lemporaneamente ha dato luo cro .ad una ~ale . farragine di interpretazioni piùio o i:. Leno sc1e11t1uche, da r enderne ol tremodo sfug·gr,·ole il concetto di entità nosolog·ica. La llOZ~one fond~m enta1e che di essa posse.d jamo è che frequentemente inizia e sostiene le infiamn1azioni suppu.r ati,re più o meno lin1itate alla regione ileo -cecale o diffuse a tutto il peritoneo, che prima venivano attribuite i11vece al ceco (tifliti e consecutive peritiflitj ). 1 ci si spieg·a grossolanan1ente l 'improvviso i11sorgere e il rapi.do e tun1ultuoso decorrere <ii tali flogosi con la conformazione stessa dell 'organo colpito e con le condizioni meccartich·e cl1e n e ~isultano: per le quali il contenuto entra ed esce nello stesso punto e già (1) Lezione del corso di ag·giornamento ai m e<lici pratici presso ìa. R. Università di Cagliari del 20 giugno 1935 .
•
fJtrciò vi sog·g·iorna assai più di q uanto non fa ccia in segmenti del canale aperti alle d u e estremità: chè, se, per condizioni predisposte o i mprovvise, l 'apertura si ste·n osa od occlude, il conLenu1o sarà obbligato a ristagnarvi o ' 'i r esterà chiuso addirittura, e, settico com'è, e:-ialterà I.a virulenza clei st1oi batteri, i quali i1tliamn1eran110 o necroseranno le pareti della cavità, diffondendo poi la flogosi più o meno rapidan1ente e mediatamente ai tessuti che circosta11 no, cioè n el campo del peritoneo. <~ueste dico - - sono· le idee gro ~ ol a11e secondo le quali vengono prospettate praticant0nte I.a causa e la genesi dell'appendicite. l\1a, se da esse si pasba a interpretare i singoli fenomel).i , si erra in un dedalo di incognite, e si discute sulle alterazioni anatomiche, si discute bulla patog·en e .. i , si. discute sull'etiologia; rr1ehtre , d'altra parte, riconosciuto il rapporto fra sintomatologia clinica e comprom issione dell 'app endice nei casi · conclamati c]1e abbiamo detto prima, si sono andati est ende11do i terrnini di questo rapporto e si sono imputate all'appendice sintomatologie se1npre più imprecise, ché alla loro volta e i11 proporzione enormemente eleYata - 11a11r10 allargato il campo di quelle incognite. Accanto all'appendicite conosciu ta da principio e corrispondente ·ai con cetti direttivi che ho detto prima, di infiammazione acizta, si fece strada n ella non1en clatura clinica un 'appendicit e
2404
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IL POLJCLINICO »
cro1iica., alla quale furono attrib·u ite sinton1atologie che non pote,'ano rientrare nel quadro a farli tinte della forma classica e alle qu.ali 11on corrisi)ondeva un reperto anatomico del genere di qucìlo ch e .abbiamo detto, ma che rur tutta·via trovavano giustificazione interpr~t ativa nel fatto cl1e , asportata l 'app,e·n dice, quelle sintomalo1o,gie scornpari, ano. 1
Il substrato anatomico originario della flogosi suppur.ativa più o meno limitata alla regione ileo -cecale o estesa a tutto il peritoneo, che d.a ll 'a11pei1dice si diparte, è inteso nel sen so di appendicile jlemmonosa, ma chi approfondisca questo cor1cetto non può non rimarcare che tutto è co111pen etrato ·d a dubbio più o meno espli cito e tutto è accon1pagnato da relative riserve. Per esempio, nel trattato più recente e più djffuso tra noi, cioè quello del I ;ubarsch, l 'appendicite flemm-0nosa· ·è descritta a questo modo: · cc Nel peri.odo culminante dello stadio ulcero-flemmonoso l'appendice si presenta ispessita, fortemente arrossata, con deposi·zioni fibrinoso ·purelente grigio giallastre sulla sierosa. Ad appendice aperta si vede nel lume materiale fecale inuco-purulento in quantità variabile. L'estensione d el flemmone non è visibile rr1acroscopican1ente, ma risulta soltanto nelle sezioni microscop,i che ». Ora, chi riporti questa descrizione al reperto pratico non può sottrarsi alla considerazior1e seguente: che in un tessuto invaso da infiaminazione flemmonosa (sup,p urativa) si trova, in de.finiLiva, pus, e che, se pus è conte· rtulo nel lume dell'appendice, se p,u s è depo5}tato alla sua superficie, non si capisce perchè pus nor1 si debba trovare n1acroscopicamente anche nello spessore delle pareti, e risulti in vece soltanto all 'esame microscopico. Ma vedi.amo ora qu.a li siano i batteri che producono l 'infian1mazione suddetta e d'onde provengar10. A questo proposito le opinioni sono di's paratissin1e'. Per ese1npio: Aschoff (che dispone di 1000 osservazioni) riconosce di regola come cau sa di appendicite gli ospiti abituali dell'appendice stessa, dove forma no una flora ~peciale , distinta da quella • d e1.. cieco. Lohr e Rassfeld (osservazione di 205 casi) sono pure dell ·avviso che l'appendicite debba riguardarsi co111e infezione endogena da batteri locali, anche se durante i·l corso di infezioni st r eptococciche convE?nga ritenere p·o ssibile la sorgente en1alica. Ma, come flora ob,blig.ata dt,ll'appendice essi ne danno una che è ben di,•er a da quella di Aschoff. Hilgerman11 u. Pohl, lilla b.ase di ricerche batteriologiche di 320 appendici' colpite in modo fulminante, affermano invece ch e la vari età dei germi patogeni muta in dipendenza del territorio e che I ' appendicite deve essere intesa con1e infezione metastati·ca avente por-
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ta di ing·resso i1ella tonsilla, cioè sostenu ta in {Jrima linea da pneumococchi e da streptococchi , poscia da bacilli difterici e da bacilli e spiroch ete di PlauL-Vincent, mentre ai coli ed altri batteri intesti11ali non si p·u ò attri·b uire particolare i111portanza. Non sanno dire però se il trasporlo dei batteri dalle tonsille all'app6ndice avvenga per via sanguigna o per via e11 lerale. Ed ecco a llora intervenire Sette e Barcaroli, con un inateriale di 436 casi prop,r1, di cui 100 studi.ali istologicamente e 94 anche batteriologican1ente, i quali non ammettono nella etiologia dell .appendicite batteri' specifici e cC1nsidera110 la infezione per via ematica come 1~ più ·v erosimile (seco11do l' enterotropisn10, ·di San.a rel] i). H_o citato esempi di concetti di'sparati che prove11gono da studi recenti su osservazioni r1u1nerose . Ciascuno di essi può contare ben altri sosteJJi Lori ed è basato su argon1enti che, presi ognuno per sè, sono assai validi, messi invece alla prO\·a reciproca e di altre considerazioni ancora, n1ostrano tutti il loro punto debole. Per es. , con1e non sentire l 'importanza clirtica dell 'osservazione di Evans concernente J 6. 000 studenti del l 'università di Wisconsin, tra i quali, in 226 giorni di una tonsillite epidemica riscontrò 113· casi di appendicite, mentre per raccogliere altri: 11~ casi .senza .m~ni fest.azioni tonsillari ci volle un periodo di g1or11i 1600 ? ì\ila: l 'associazione di tonsillite ed appendicite, per quanto freque:ite po~sa es.sere~ 11on b·a sta a dimostrare che. i germi tons1llar1 sono poi quelli che hanno cleterminato l 'appendicite. E, d ' aìtra parte, la constatazione di Davido·vic di.mostra che l 'appendicite può intervenire a sua volta in forn1 a epidemica senza precedente tonsillite. Ma ,ri. sono considerazioni che vanno ben più in là. Non solo è ripetuto da più parti che non si l )UÒ riconoscere un parallel,i.smo f~a. varietà batterica e andamento dell append1c1te, ma pare anzi che il r eperto batterio1o.gico d~ll 'appendice, da complesso ch e era prima, si vada se1n1)li.ficando con lo stab~lirsi e col procedere della flogosi . . Ora, questo ridursi della .flora batte;.1ca, fino a scomparire, con lo sv1'lupl?o dell 1nfl.ammazione, più che ostaco~are l '1~1t~rpretaz1one della causa batterica dell append1c1te, ne rend<: probleniatica la stesisa na.ti1ra infetti~a. ~er cl1è, si accetta pacificamente eh.e non risul~1~0 germi in un ascesso silente, cioè aut~sterl'liz: z::tto, 111a non si può aJl!met~ere che 1 ge:m1 siano scomparsi da una flo~os1 che progredisce se è da essi ch e la si fa derivare. Una sola nota mi pare ch e si trovi in accordo su tutte le voci di coloro che si occuparono della patogenesi infettiva dell'appendicite, ed' è questa: che, a determinare o potenziare l'a 1
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SEZIONE PRATICA
zion·e patogena dei batteri inter venga il rista-
gno d·eL conlenuto appendicolare. ,\fa il concetto del ristagno come elemento patogen etico, oltre ch e ampio ed elastico n.ella sua interpretabilità di origin e e di esplicazione, lo è pure nella su a applicab·i lità: pote·n dosi invocarlo ad un tempo, e per le con seguenze sui batteri e per l·e conseguenze su altri feno111eni ch e si svolgon o o possono S\'Ol_gers.i n el lun1e dell 'appendi.ce indipen dent·emente da quelli batterici. Cosi ch e, anch e attraverso il consenso della concausa ravvisata nel ristag110 del cont enuto, la cau sa, clell 'appendicìte, da ravvivarsi nell 'agente infettivo, lascia adito a qualche cosa di più gra,,e che il dubbio: e se, con1e scrivon o ChistelIer e Nlayer n el Lubarsch , malgrado ciò, do1n ina ancora n egli AA., salvo poche eccezioni, l 'opinio11e che i batteri giuochi.110, nell 'appe11 dicite, ·una parte importante, il comp ito di chi voglia studiare l 'argomento, consist e, appun to , secondo ine, n el chiarire q uale sia questa 1)arte, senza di ch e quell 'opinione non avrà a ltro valore che quello della fras e fatta e non IJOrterà altro risultato ch e il ritardo nella soluzione del problema. In verità, la teoria infettiva ha dimostrato sempre le sue deficienze, e g·ià nel 1909 W. Brunn (v. Cristeller e Ma-ver) scriveva ch e non si era mai riusciti a dimÒstrarla . In molti AA. quelle deficienze h anno favorito l 'esco.g itazione di n1ezzi che valessero aln1eno a renderla I'iù compr ensibi'le. Particolarmente interessanti mi sembrano a questo riguardo le· idee· di Heile secondo il quale la progrediente distruzione infiamn1atoria dell 'appendi.ce sarebb·e prodotta in primo tempo da fermenti digestivi, da ferm enti endocellulari e da sostan ze tossich e pro,·en ienti dall 'azione di batteri su albumine di riduzione incompleta: queste , comprese n el contenuto abituale dell 'ap pendi'ce o clerivanti da elementi cellulari eliminati dal1'app·e ndice stessa in seguito ad a lterazioni circolatorie o per altre cause. Sulla via preparata da qu este sostanze tossiche si diffondereb·b ero poi i batteri virulenti . Queste idee si ricolle~ano ad osservazioni clinich e i11torno all'influenza esercitata sUtl1
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l' appenclicile dalla varietà dei cibi. Risulta infatti ch e l 'ap·p endi'cite è molto mene frequente fra popolazioni abituate a vitto frugale o in tempi di carestia, che non fra gente abitu.a ta a n1angiar n1olto o qua ndo i. viveri abbondano. La differe·n za di queste alimen tazioni nei riguardi. dell 'ap11endicite può essere riportata, sia al volume, sia alla composizione, dei cibi; di volun1e piuttosto limitato e fermentab.i li' e TJUtrescibili quando siano carnei , voluminosi i11 vece e privi di residui decomponibi'li quando siano vegetali. In questo caso, il volume (e in parte anch e la durezza delle sostanze provviste di celluìosa) stimolerebbero la peristalsi intestinale e quindi, nei riguardi dell 'appendicite, ,
doYrebb·e ro ridurne la frequenza, in quanto preveng·ono la stasi del contenuto intestinale cl1e abbiamo veduto essere considerata dai ostenitori della pura teoria infettiva come elerr1ento étiolog·ico di grande importanza. Le sostan ze carnee invece agirebbero in senso contrari.o, non solo per il fattore volum.e ma anch e p er 1'abb·o ndanza del residuo riducibile. E qui le idee di H eile trovereb·b e.r o la loro r>resa: potenziata a sua volta dal fattore stasi. Se11onchè, sia Ifeile ch e tutti g li altri AA. i qu.ali intesero di chiarire la patog·enesi del1'appendici te, non p ensarono mai di sostituire é:l ll 'azione dei balteri quell a di altri fattori, ma cli darle con questi dei coadiuva11ti. Per cui a11ch e a parte le nun1erose e complesse discussioni che su tali fattori aggiunti si possono fa re e furon o fa tte - se viene a mancare l 'azione b·alterica, que·l lo che rimane non b·asta piu a 5piegare le alterazioni riscontrate. E c'è di più ch e, tanto IIeile, qu.a n to gli· altri, non avrebbero di m ira che la spiegazione di casi corrispondenti aJl 'appendici te distruttiva cancrsnosa. Gli altri casi - dice lieile stesso sono molto pili simili alle suppurazioni di altre sedi dell 'organismo, prodotte dalle più svariate infezioni locali , E invece, non solo di questi , ma anche di t.ut1 i gli al tri cl1e va11no sotto il nome di ap·r)endicite croni·ca bisogna che ci occupiamo prima di concludere sul problema etiologico e patog·enetico dell 'appendicite. 1
L' aip pendicilc croriica (primaria) viene attribuita in grande prevalen za a donne, della giov.a ne e della medj·a età. I s~nto rrii ch e dovrebbero car atterizzarla secondo le infinite illustrazioni. e comprese le descrizioni di coloro ch e più credono possibile d]stinguerli entr o lin ee propri'e, son o piuttost o indeterniiriali: elastici nella interpretabili tà, svariatissin1i nella natura, tanto da far dire a pareccl1i AA. ch e, ~er appendicite cronica si può intendere tutto ciò ch e si vuole. Ancor più difficile ·è farsene un concetto desumendolo dal reperto anatorrlo-pato.Z,ogico, f.lerchè, in accordo con quanto risulta dalla sintomatologia, oltre a quelle dell'appendice, fra i reperti anaton1opatologici dell'appendicite cronica figurano , secondo molti AA., alterazioni di. allri organi. Analizzando ìl sig nificato dell'insieme dei si·ntorr1i e delle alterazioni anatomiche dal qualt> I' appendici te cronica dovrebbe ritrarre la sua riconoscibilità, pare a me di dover dire ch e: nel can1po d ei sintomi c'è una 1narcatn prevalenza di quelli ch e sono interamente o parzial1nente (con1e il dolore provocato) sintomi subbiettivi sugli obbiettivi , c'è un n etto predominio dei sintomi funzionali sugli orgarti ci, e si avverte una considerevole difficoltà a stabilire i limiti di quelli che dovrebbero essere i sinton1i. locali rispetto ai generali, tantoch è si può passare per addentellati da un ap1
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par.ato ad un altro, quasi a coinvolg.ere l'inIn verità sono parecchie le considerazioni tera patologia dell 'addon1e ed oltre; e nel cam- che si possono fare contro il principio di una l) O dell'anatomia pa1olog·ica sfug·ge l'entità ·del sintorr1atolog·i.a n.eiu roveg·etativa d ete·r min,ata 1;alterazione appe11dicolare di fronte alle alterJ.a iniziali a l Ler.azioni dell 'appe11dice, non ulrH.zioni cl1e si trovano .a l di fuori e .a l di là deltjma, quella clelìa molteplicità delle vie e dei 1' ap,p endioe. c&mpi lungc le quali e sui quali l 'appendice E questa iride·l erminatezza dell 'importanza e·E-erciterebbe la sua azione. da attrib·uire ali 'appendice nelle condizioni ~{a un r1lie,,. o pr.a tico potrebh·e riassumerle. rr1orbose che vengo110 comunemente designate E, cio·è, no11 si capisce perchè, se il movente col norr1e di appendicite cronica, risulta, non di questa sinton1atologia sta nell 'ap·p endice, $Oltanto dalla sintomatologia e dall 'anatomia llna volta asp1o rtata l'ap·p endice la sintomatopatolo.g·ica, ma pure· dalla diagn.ostica e dalla lngia debba continuare . Chrè , se continua perterapia, cioè, non soltanto da elementi teore- cl1è lo &tirr1olo da essa determinato fu tale da tici o di naLura scientifica, ma altrettanto da farne persistere gli effetti anche a di's tanza di constatazioni empiriche e da risultati p1ratici : anni, torna più facile ammettere che, non perch·è, se andiamo a ricercare in 1q uale misu- dall '.appendice, · ma da b·en altri complessi, e ra di frequenza l 'à:ppendicite cronica sia intesa i::1rima e dopo dell'appendicite, tragga il siclai vari chirurgi e quali siano i risultati ope- sten1a nervoso gli stimoli che lo perturbano; ratori su di essa ottenuti, troviamo le cifre più f la causa dei fenomeni extra-appendi'colari cli sparate. sia a ra v-visarsi quindi in questa sua pertur!vii atLengo come ad ese111pio ai dati derivan- babili.tà e in questi suoi perturb!a menti, non ti da una recente riunio11e di chirurgi, non so- i1ella flogosi dell ' appendice. lo della stessa nazi onalità, n1a della stessa La propagaziorie inf etti·va dall 'appendice fu c ittà. ainmessa che possa .a vvenire pe-r vie linfatiNella seduta del I 0 marzo 1935, Majocchi cl1e o lungo il peritoneo e l'omento o col sanconiunicava alla Società Lombarda di' Chirurgue portale. g·ia che, su 1600 .appendicectomie, di appenLeotta le arrtn1ette tut.t e queste vie, pure rid.iciti croniche alJ 'inizio ne contava 99, cioè il conoscendo la prevalenza della li11fatica. Una dom.anda sorge però spontanea anche 6 %. Solaro invece, su 1300 ne contava 520, davanti .alla spiegazione infettiva : se cioè i rj.o è )1 40 %. E, i11entre Donati calcolava .a focolai extra-appendicolari derivino effettiva75-80 '%, i' n1alati sui quali « si sono viste delle vere risurrezioni dopo I 'intervento », Ciocca n1ente d,a quello dell' appendi'cite o se, trat.e Lavazzi, su 52 amn1a.lati riv~duti persona!- tandosi di localizzazioni su o in org.ani che . ' , in ente e protocollati nella comunicazion·e, ·d i per la m .aggior part~ ~onteng~no g1a .o pos11erfettame·n te guariti non n e tro·v arono che 19, sano contenere gern11 1nfettant1, non s1 siano r ioè jl 36,5 %. . i11vece for1nati i11 sito. Ravenna per es., che tratta di ap•p e·nd.i'citi In -lssenza di a~g·omenti univoci, si fecero strada, con1e sen1pre, le tendenze estreme, ed e mesosigrnoiditi, accanto alla propagazione og·gi ci sono AA. che vedono nell'appendice . infettiva considera la possib·ilità di alterazioni ·i l centro causale di Lutto il co;mplesso sinto- provenienti dalla stasi fecale nel sigma, con1f- sarà stato per l'appendice. E lo stesso rnatologico ·e d an.a tor11opatologjco che abbiamo c-011siderato, e altri che la ritengono comple- I,eotta 1 quanclo considera i r.apport~ fra a:p'tamente estranea. IJendicite e colite no11 P?ò tac~re il ~~b,b10 La oonnessiorie fra append icite e gli altri se il punto di partenza sia nell append1c1te o nella colite. · organi e tesrsu.li che entrano con essa nella sinE vale anche per la spiegazione infettiva la 'omatologia di appendicite cronica è duplice. c·bbiezi'one che., una volta asp ortata l'ap1pen\.lcuni I 'attribuiscono al sistema nervoso veclìce tutta la sintomatologia dovrebbe per lo getativo , altri . a prop1agazior1e infettiva dalla 111en'o risentirne sempre b·enefici molto tangia:ppendic-e:. · Ora, che i1el quadro dell'appendicite cro- bili. Sono invece gli i11sl1ccessi dell 'appendi· r:.ica il sisterria nervoso vegeta.bivo sia alteracectoroia che hanno creato il numero non to , lo dimostr8reibbero , oltre che i fenom eni n1olto esi0·uo dei negatori dell 'appendi'cite stessi d ella n1alatti.a , anch·e particolari. concronica, iio1q uali dico110 che,. n~n di ap~e~di: st·atazioni. cite si tratta, ma di affez1on1 o con~1z1on1 l\ia è · il caso di chiedere : se il sistema neun:orbose di altro gen.er e, compresa la psicoparo-vegetativo è comprome8so, lo è per effetto tia. l\lla: con1e si spiegano allora i successi dell'appendicite, ed è per qt1esta sua conse(cJ-1e pure non mancano) ~ell'ap~endicecto!11i~, cruente alteralione che vengono poi ad essere ~oinvolti nell a sintomatolog ia gli altri organi qualora si facci.a astrazione dell effetto p s1cl11co che 1 in verità, è ammesso soltanto da pooltre l '.'.lppendice, o lo è invece p·er sua prichi P Pe rchè, non si tratta poi di casi diversi maria labiìit~ (o secondaria ch e sia, ma ecli11icam ,ente dagli altri, in questi che me~iant~ ~tranea all 'a11pendicite) ed è per essa che inI ' E\ppenùicectomia .guariscono mentre gli a ] Lr1 "Jorge la sintomalologi.a dell 'appendicite cronon guariscono; n·è sono dive1·se le .loro con, nica , compresa la parte ch e direttamente sp,e tdizioni anatomopiatologiche, come risulta ant u all 'appendice P 1
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ch e dallo studio di Forco11i: che r>er giun ta 1to11 è affatto difensore dell 'appendicite cronica. Più rispondente alle co11sLatazioni della pratica sembrereh·b e esser e la concezione per la quale l 'appendice non verrebbe considerata. i1.ell 'ap1)en<licite cronica, n è come il solo organ o malato nè con1e il pili n1alato, se p ure n1alato è, n1a - astrazione fatta da affezio11i di altro ge11er e, b·en rispondenti a d alterazioni ail atomic.h e definite - d ovrebbe essere intesa in,·ece co111e partecipe di malattia più co11111rensiva, per quanto non confondibile n è con la indet er1r1ir1ata lab ilità di una intera cost ituzio1le o di tutto un sistema, nè co11 la associazione di più organi, ciascu110 a sua volta i1Jfettato per conto suo. Tale tnalattia sareb·be la colite. La quale h a avuto assertori tenaci e rinomati fin d all 'inizi.o di tali questioni. Il più d elle volte essa rj assume pr ecisamente tutta la sin tomatologia e tutto il reperto anatomopatologico at tribuiti all'appendicite cronica. E, se non vie11e accettata pacificamer1te come soluzione delle auestioni sudd·eLte, sarà anzi.tutto per l 'ig·noto ch e ancora incombe sulla sua intjma esser1za 1:.osologica, n1a in gran parte deve essere percbè non è stabilito il rapporto sotto il quale ii1te11dere in tutti i casi la comp romissione ,iei due or g·ani colon e appendice (ripresen tandosi lè domande se ammali prima l 'uno o prima l'altro o tutti e due assi eme e qual e f'ia la r agione per la quale t alvolta l'appendice sia alterata molto e altre volte l o sia poco), e, in parte ancor a dev 'essere perchè, secondo tale concezione , l 'appendicite cronica è distaccata interamente dall 'acu ta, dalla quale non a tutti sen1bra invece ch·e deb·b a avere di versa orig ina : a partire <la I\1eisel, che attri'b uisce all 'appendicit e cronica l 'inizio delle altre r eazioni anaton1icl1e sulle quali si svolgerà l 'appe11dicite acuta, e venendo alla numerosa schiera di coloro ch e vedono in questa l 'inizio di quella . 1
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Dunque : a conclusione delle mie ricerch e }Jibliog·rafiche le quali natt1ralmente sono i11Gomplele, n1a non lanto da ]ascia r cr eder e cl1 e siano rimaste in disparte talune d elle nozioni corre11ti -- mi semb-ra di' dover dire ch e..
in rriateria di appendicite acu fa si crede di sapere assai [Jiù d{ quanto effettivamente sii sappia., iP. maleria di app•endicite cronica si "{.>~ro cede per opiriioni persona.li. l\1a , [ra n1czzo la indeterminatezza e la discordanza delle idee, si trovano anch e gli spunti a nuov·e an.alisi; ch e, spogliate di p r econcetti, potrebbero indicare la via buona. Sol tanto ch e, bi sogna ricercarli partend o completame11te ex novo . Se aprian10 la fossa iliaca di un soggetto n el quale si tia svolgendo la flogosi acuta ch e in passato aveva i.I nome di peritifliLe suppurativa, tro, iarr10 una raccolta di pus chiusa da aderen · ze fra on1ento e anse intestinali attorno a l cie1
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SEZIONE PRATICA
co, e in n1ezzo , l 'appendice, per lo più aderente a11ch 'essa o se1)olta sott o pseudomembrane, e cli solito perforata in un punto ch e generalmente ,ap partien e alla n1età distale dell 'or gr,110. Se, in malato dello stesso g·en ere interveniarno dopochè i feno111 eni acuti della flogosi si siano spenti sotto l 'azione di adegu ato tratta1nento risolvente, possiamo trovare l 'appendice coperta dall'om ento e fissata da valide aderenze al ci·eco o a l peritoneo della fossa cecale o ad a1lse del tenue, e non è raro ch e, procedendo ad isolarla dalla b·a se, apriamo a un certo rr10mento una piccola cavit à ascessu al e ch e teneva in1pegn ata la sua p·a rt e estrema e dent ro alla quale, assieme a poco pus si trovi un coprolit0i J)roveniente d all 'appendice stessa. Sono questi i r eperti ch e risultano anch e dar primi doc..u111enti sull 'appendicit·e, cioè dalle 1J11bblicazi oni di Lamette, di Louyer-Vi'l lermet, cli Melier, ch e risalgono rispetti.,ramente ar 1 ~166, al 18'21, al 1827. Il caso cli Larno tte rig uarda la necrosco1)ia dì una perito11ite n ella ·q uale fu tro\rato un coprolito appendicolar e, e Lanz aggiunge ch e .Jaclelot nel 1808 e Wegeler nel 1813 descrissero casi a naloghi; i due casi di Louyer-Villerm et s0no (dice Lanz) casi tipici di appendicite ca11 crenosa, e il caso di Me1ier è pure di appendicite perforata, con calcoli. fecali. Se or a, guidato da tali constatazioni , m i attengo agli interventi miei espressamente co11 trollati a questo scopo, se consulto altre storie personali e i ricordi d ella mia esperienza com plessiva, se ricerco in altri d ocumenti fornì lici da esperie11ze a ltrui , io devo dire ch e nella i)eritonite SUJJp urativa da appendicite la perforQJzione è, in linea di massima, il reperto causale cl1e domina. perforazione macroscopica, della appendice: qu·e ll a cioè cl1e l 'anatomo-pa tologo classifica 11ecrotica , di contro alle altre due, ell e sono la migliare e l 'ulcerosa semplice. Nat11ralmen te, intend o peritonite, e suppurativa, co11 pus n1acroscopicamente riconoscibile al] ' esterno dell'append ice e fra le anse intestina]i e l 'om ento, non la flogosi ch e si' limitj al periton eo dell 'appendice o che si riveli con essudazione fihrinosa alla sua superficie e n en1meno la peritonite essudati\ra sierosa. ì\ila è pur anco quella la sola forma di peritonite da appendici te intesa dal cl1irurgo. Questa affer mazi·o ne comincia già a chiedere rtuovi criteri esplicati\ i sull 'insorgen za della lJerforazione appendicolare in gen ere: prima di tutto perchè mette in disparte le perforazioni strettamente legate al processo flemmono ... o (1:ierforazione migliare, perforazione ulcerosa sE111plice) e co11 esse la diffu ione progressiva del flen1m one dalla appendice al peritoneo: in secondo luogo percl1è as egna allo facelo necrotico d elle pareti appendicolari (11erforazio11 e necrotica) una frequenza ch e no11 g li è abitualmente ricon osciuta. ~l a non è questo soltanto l 'elen1ento di cui 1
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« JL POLICLIN I CO
bj sog·na ten er conto quando si consideri il p1roblen1a dell 'appendicite alla sola stregua dei reperti operatori. Non è solL.anto di perforazione che fanno cr;nno i ricordati documenti sulle originarie r1ozioni dell 'appendicite. Qua ttro di quei cinque prin1i documenti bib liog ralici dell 'appendicite ch e ho ricordato, accanto .a lla p erforazione r egistrano il coprolito . Ed io, in b1a se agli. stessi m ezli di indagin e c11e ho seguito per la perforazione, devo dire ch e, dove si trova p erforazione, la presenza <lel coprolito è p er lo meno oltremodo frequente. Ora, sulla g e11esi e sul signifi cato patologico del coprolito è stato scritto molto ma si è eone] uso poco . Di certo, nei riguardi del coprolito , rimane soltanto il fatto della sua frequente coincidenza con la perforazione e la concordanza con essa a dimostrare ch e l 'evenzienza della peritonite da appendicite esorbita dalle nozioni finora accettale sull'a ppendicite flemrr1onosa e richiede invece una spiegazione a sè. P er ciò Lorna n ecessario riprendere quelle .rtozioni di appendicite flen1n1onosa e vagliarle .t:tJJ che alla s tregua d ella nuova critica dopo i .bre,,i co1nn1enti r es trittivi che sentimmo il bi:sogn o di f.a r seguire alla loro prin1a esposi•
Z LOll e .
L 'an.alon10 patologo basa la diagnosi di appe1illicile fl emrnoriosa sul r·ep erto di neutrofili ainmassati fra i. t essuti . E noi non possiamo infirmar e il suo g iudizio ir1 quanto a reperto istologic o, sebb ene egli stesso seri va ch e : cc Il lin1ite fra i massimi g radi d el co11tenuto abituale di leu cociti neut r ofili e un flem111on e iniziale n on è, n aturalmente, 11etto. Secondo Emil F. Koch i leucociti .eosinofili scon1paiono al cominciare di suppur.azione o di n ecrosi. D 'altra parte si riresentano marca te infiltrazioni della sottomurosa e della rnu scolar e con leu cociti eosinofili, ch e, senza colorazione all 'eosina possono e er e scambia te con un ver o fl emmone di leu cociti n eutrofili. <)uesta eosinofilia tissurale, ch e, da quanto sembra , appartien e ai processi di riparazione, sarà ricordala an cora a propo~iLo dell 'a11'p en dicite g'ranuleggiante ». ~la , considera to che m an ca p oi il risultato an atomico del pus ove dovrebb·e forma r si , e cl1e là dove si trova , con tutte le note clinich e ed anatomic l1e (p eritonite), sfuggono le su e connessioni gen eticl1e col n1icr oscopico fo colaio ri 'origine, si può chied er e se i n eutrofili così raccolti debbano esser e inter p r etati' senza altro co111e rep erto di suppurazione o non possan o essere ir1ter pretati in,rece com e reperto di fl ogosi sen1plicem ente essudativa, senza coin volger e il su o esito in suppurazion e. Tanto più ch e tale r eperto è sempre associato a quello dci surrico rdati eosinofìli e di abbondanti e anche abbondanti ssimi linfociti e plasm acellule sp·arsi n ei tessuti. i qu ali sono elem enti ch e hanno 1
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significato diver so dalla sup1Jurativa, e depongono invece p er la flogosi infiltrati-va, reattiva istogena in gen ere. Altra co11siderazione che mi fa apparire util e l . analisi del sig nificato da attrih·uire ai neutrofili nella suddetta ap·p endicite flemmonosa , è la seguente : Lo stesso ar1atomo-patologo, dal quale ho tratto argomento di studio fin 'ora, è quello ch e nel decorso di quella t1ogosi, con molto dettag·lio, ma con altrettanta p'I'udenza, si esprim·e a questo modo . « Sia la forma flemmonosa , dell 'appendicite, sia quella ul Gero-flemn1osa , può , per quanto è lecito g·iudi care dal quadro i11orfolog·ico e dal decorso clinico, arrestarsi a qualunque stadio ». Cosl dicer1do, e cioè ponie ndo la sua affermazio11e sotto I.a salva guardia di quel « per ,q uanto è lecito giudicare dal quadro morfologico e clal decorso clinico », egli è in perfetta r egola e-on qua11to osser va lui n ella sua competenza al microscopio e quanto osser\1iamo noi' cliniCJmente; ina, n ello stesso ten1po, ribadisce la co11scguenza en1ersa già da su e affermazioni precedenti, ch e la forma flemmonosa dell 'appt-ndicite rin1ane in disparte dal decorso dei fl e111monosi in gen ere : p er ch è, la medesima ragione ch e ci 11a fatto dire prima doversi riconoscere il flen1mone anche 1nacroscopicarr1ente oltre cJ1e istologicamente, ci fa rilevare ora che il fl emmon.e, una volta iniziato il suo corso, lo con1pl et.a: con esito in ascesso. Sarà il pus dell 'ascesso ch e, opportunamente trat tato , p uò riassorb irsi , lasciando la restitutio a.d initegrum.; 111a, allo stadio fl emrnonoso della flogosi, se pure avvien e talvolta, p. es. nel sottocutan.eo dove J>iù efficace ed assidua può essere la cura risolven te, il riassorbimento è se1npre da con sidera r si com e fa tto r aro e punto i11vace com e regola. Infine, bi.sog·na trovare la spieg.a zion t. cli determinati cas i la cui vera essenza patologica non può risultare che d al 1·(:perto operativo s~O"Uito alla lunga osservazion e clinica anzicb·è al} 'intervento d 'urgen za ch e sembrer ebbe giustificato dall 'esordire dell 'aff <-·7.i.one . 1
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Tutto sommato, io trovo dunque n ella mia e~perienza e n el mio raziocini'o molti e validi argomenti p er pen sare che iV concetto di ap-
peridicite jle.n·in1on.osa , se risponde alle esigenze delt' a.nalomia palologica, non risponde ini:ece 1JJi criteri discrim.ina.1iti del la Clinica. 1
T oglier e al] 'essudazione il significato flemrr1or1oso vorrebbe dire toglier e di mezzo , n ella etiologja della appendicite, la causa batterica , perch è il fl en1m on e è la sola varietà di· reazion e flogistica ch e implichi ~ ecessariam ente l 'eti.ologia batterica. Le considerazioni ch e mi hanno portato a questo punto trover ebbero quindi un considerevole appogg io anch e n el fatto ch e m etton o capo a conclusion e con I.a qual·e si accorda eg regian1e.nl e il risultato delle ricerch e b atterio-
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SEZIONE PRATICA
logiche sull'appendici le, cioè la negazione pe1 diver si, il dubbio per molti., sul fatto o per lCJ n1eno sulla n1odalità di azione dei b·a tteri con1e causa di appendicite. Rimarrebbe soltanto <l.a trovare l 'agente cl1e possa sostituire i b·atteri. E dico sostituire, non agevolare, com,e è stato cer cato di trovare in passato. Ora: di che natura rimangono le alterazioni anatomiche di cui dovremmo spiegare l 'origi11e, se escludiamo ìl .flemmone? L'alter azione anatomica fondamentale dell 'appendicite dalla quale si origina la peritonite è la perforazio11e n ecrotica, ossia la n ecrosi di 1essuti alla quale segue lo sfacelo e quindi la perforazione. Le altre appendiciti acute - sia quale si vuole il tern1ine di desi.gnazione consistono anatomicamente in: di struzior1i più o meno superficiali della mucosa, le quali risponderanno a causa da stabilirsi ma debbono o possono essere ritenute -t'gualmente di natura necrotica, in note infil· trative, in note flemmonose . Se, per necessità di interpretazione clinica togliamo l'elem ento flemn1onoso, rimarranno quello necrotico, quello i11fìltrativo e un elem ento essudativo iJJdeterminato da sostituire al flemmonoso . Quindi, la causa flogogena dovreb·b e ravvis Rrsi i'n un .quid capace di ne.crosare s·uperfic i.almente e profondamente e di produrre nello stesso tempo re(llzione istogena e re,azione cmatogeria. La capacità necrotizzante (tanto più se in determinate modalità piuttosto ch e irt altre, fr.a le molte nelle quali espli cano la loro azione le cause di n ecrosi) potreb·b e riassumere le altre, perch è : una causa, per esempio chimica, che necrosi una mucosa, nella sottomucosa e n ei connettivi interstiziali può ef:ercitare invece soitanto stimolo irritativo di semplice richiamo di el.e menti mobili , e può, 11ello stesso temp·o, ap-rire l 'immissione fra i t(·ssuti a sostanze contenute nell'ambiente, ch e e~ plichino a loro volta azion e flog·i t ica abatterica, capace di influenzare an ch e l 'apparato circolatorio e perciò seguìta da essudazione, senza contare che tale azione può essere eser citata dai prodotti stessi nr.lla ne· e rosi suddetta. Una volta spiegata l 'insorgenza delle alterazioni in misura corri's ponde.n te a un dato ar ado di reazione clinica, sarebbe poi facile ~ccettarne il meccani mo anche in gradi di reazione diver si con con seguenti r elative differenze anche di modalità di reazione dei tessuti. Trovare dunque una causa a p·o tere necro-sante che esplichi la sua azione sull 'appe11dice 11elle condizioni stesse in cui possono eser citarla i batteri, significh er ebbe risolver e il problema etiologico e patogenetico dell 'a11pendiGi1e 11ella sua interezza, cioè eliminando anche 1'assillante difficoltà dell 'ap,p endi cite cronica. Ebbene: io credo che nel co11tenuto cecale di cui fanno e quindi appendicolare 1
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parte i batteri (secon do la teoria enterogena), itl cui vanno a finire (secondo la t eoria ematogena), sia con1presa anche la sostanza capace di' sosti tuirli nella loro azione patologica sull 'appendice. Sono già sta te messe in rilievo delle analogie e delle correlazioni funzionali fra stomaco e ceco. Irtdiscutibilmente, nel ceco, gli ingesti e il prodotto del canale gastr oenterico subiscono un cer to arresto, dopo il rapido pro,gresso lungo il t enue. Nel contenuto cecale sono presen ti ancora dei residui di su cchi digerenti: ch e anch e la sola cli11ica dimostra , attraverso gli effetti cor rosi.vi cl1e si determinano sulla cute di tal uni ani cecali: m a in grado diverso a secondo dei casi, il che prova inoltre ch e diversa rè la m isura e l 'effi cacia di quei residui a seconda dei soggetti. Sono not_e le gastriti erosive (diciamo così) ÌJ)erpepLich e, che trovano (almeno finora) la loro più naturale spiegazione nell'attività del succo gastrico e nella più o meno inadeguata r es istenza dei tessuti dello stomaco. Nel ceco, se viene perturbata l 'originale composizione dei succhi digestivi , si vedono in sorgere delle a lterazioni' ch e con quest,e del· l~ stomaco h anno per lo meno m olta affinità. Cosi, i11 seguito a deviazione completa della bile nei. cani , si riscontrano, anch e ma croscopicamente·, n el ceco, e limitate ad esso, la flo gosi e le esulcerazioni della mu·cosa che nella stessa condizion e intervengono e sono state già descritte nel duodeno. In che cosa consista effettivamente quella forma n1orbosa che trova sufficiente delucidazione i1el no111e di colite semplice o muco rr1embranosa , talvolta anche emorragica, non credo che alcuno ab·b ia dimostrato; ma, più la si studia, più si avverte la conveni'enza di associarla anch 'essa, in rapporto di analogia, ag·li altri perturbamenti peptici. Ciò muta sostanzialmente una mia non antica opinione ef:pressa al cong·resso chi'rurgico dell'anno scorso a proposito di analogie patologiche fra ~ t.om aco e colon, ·e cioè che, a quel modo nel qu. ale lo stomaco, ambiente in sommo grado digestivo, disfunzionando si corrode, il colon, ambiente per eccellenza settico, disfunzionando s'infiarn1na. Ma, se la modifica (quell 'opinione) in quanto a modalità di concetto (perch è pri111a invocavo per il colon l 'elemento setti co), la riafferma e la convalida anzi in quanto a sostanza, del con cetto medesimo, J)erch·è accentua questa analogia portando i fenomeni 1-)atologici sullo stesso piano della c.ausa comune : la perturbata azione dei fermenti digestivi in genere. Perturbata azione che può derivare da originaria alterazione CO· stitutiva dei fermenti stessi o da erroneo rap porto di loro n1escolanza o da difetto di regolarità delle altre fun zioni del cana]e gastro enterico che quella azione dovrebbero suddi,·id<>re adeguatamente nei sin ~oli. segmenti del 4
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ca11ale: cioè, in pTincipale n1isura, della funzione motoria; pe.Tturbata azione che, in ogni c3so, rientra geneticamente nelle alterazioni funzionali del complesso sistema n,e uro-ve·g etntivo. Ora, se un 'originaria alterazione di uno o di' più o del complesso dei fermenti suddetti, o un errato modo di confondere le loro singole azioni, <;> il prolungato contatto fra conte1Juto e parete può produrre una colite, egualmente può produrre le alterazioni necroticoflogistiche dell'appendicite. Anzi i1ell 'appendice, per le sue particolari caratteristicl1e anaton1i'c he, quei fermenti troveranno anche particolari condizioni di favore all 'azione pato~ogica che noi ricerchiamo e alle diverse modalità in cui questa azione deve svolgersi per spiegare tutte, l·e alterazioni considerate, cioè la perforazione necrotica, l 'ap pendicite finora intesa come flemmonosa e l 'appendicite cronica. 1
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Si tratta dunque d•i sostituire al concetto di una flogosi infettiva, qiiello di una necrosi e flogosi_ dispeplica. Questa azione necrotica e flogistica, in gertere, d.a parte di fermenti digestivi autoctoni, rientra nel novero delle azioni' chimiche sui t·essuti viventi, alle quali si crede di clover aggiungere la locale azione anafilattica. (Ho già citato con1e esempi clinici ed anatomici sia pure anche in sola linea di analogia - la gastrite iperpeptica e la colite muco-merr1bra11osa). Un'appendice sempre pervia può essere con~iderata un vero prolungamento della cavità del ceco. Come la tiflite cronica in questo , così - per azione diretta del contenuto - può insorgere l 'appendicitP cronica in quella: e se l'appendice è lunga e ampia o comunque fa,·or.evole ad un.a prolungata pe·r m.a nenza del contenuto stesso, con tenue grado di azione flogogena di questo può anche da re la sola flogosi dell'appendice senza ch e ne sia comprorr1e&so i] ceco. ì\Ia : come è per la colite, così a11che nell'appendice si può avere un andarr1ento accessuale, della flogosi, con vere e proprie acutizzazioni, o, in caso specialmente di pervietà irregolare e di riernpirnento improvviso e p ersistente o di improvvisa altera1io11e costitutiva del contenuto, si può avere infiamn1azio11e che esordisce addirittura in forma acuta pure non sconfinando dalle caratteris tiche della flogosi cl1e necrosa la mucosa e si limita a f]ogosare i connettivi degli a Jtri strati appendicolari senza intac carne la ' •italità . Di,rersa è la condizione dell'appendice in presenza di uri coprolito. Questo , come abbiamo detto , si forma e cresce in sito, e, durante il lungo periodo di suo accrescimento , resta c-on1e sequestrato dal circolo tiflo-appendicolare, perchè altri1nenti finirebb e con l'essern e spazzato. Se, p er improvviso mutamento n e]-
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la pervietà del! 'appendice, un 'ondata di contenuto iperpeptico invade il lun1 e appendicolare, il coprolito può essere impregn·ato dei succhi dì quel contenuto o com unque ne diventa quasi il fissatore fisico e agisce allora con1e il corpo estraneo che, alla sua azione meccanica di JJTesenza, più o me110 indifferentemente tollerata dalle pareti dell 'app endice , viene ad aggiungere la subitanea azione corrosi, 1a dei st1ccl1i ch e ha assunto e tratte,n uto , e a rr1a11t011ervela. L'effetto sarà proporzionato nlla 1nte11 sità e alla dl11ata di quella azione e ·può, cli cor1~eg·uenza, confondersi con quello della flogosi acuta detta dianzi, e può in,rece ass11 r"tl<:1re .le proporzioni della necrosi ch e si approfonda a tutto spessore, appunto perchè fa,rorita (l::tlla p ersis tenza ciel corpo funzionalmente est1"1t1r;o che porta la sostanza necrosante a contatto con tessuti ser11pre più profondi, mentre, in asse11za di esso, la medesima sostanza agirebbe solta11to ter11poraneamente perch è poi verrebbe ri1nossa . Di&fatta la parete dell 'appendice, passano i suoi germi nel peritoneo e vi danno la peritonite : n1entre, dentro all '<iJ)pendice ,,.i vevano invece da sapTofiti o da fermenti vitali, cui magari risp,o ndeva una particolare resist.enza ambie11 tale degli stessi tessuti appendicolari. . No~ nego d~ aver . quasi avvertito una spec1e d1 suggestione d1 analogia nel formulare questo susseguirsi di azioni ·patogene , in riferimenlo al cor1cetto patogenetico della gastrite e dell'ulcera gastrica. :È un 'associazion.e traurnatico- digesti va quella ch e agisce n ello stomaco. Cl1imico e fisico è - secondo il concetto suesposto - anche l'agente vuln-erabile dell'appendice. Ove non si ' oglia riconoscere in questo caso l'azione di trauma alla presenza del coprolito e si tenda ad associare in con cetto unico ciò che avviene con la compartecipazione sua e ciò cl1e avviene senza, si potreb})e usare per la patogenesi dell'appendicite, il qualificativo di meccanico-digesliva. Ma: non sono stati usati già da altri i termini di f]ogistico-mecca11ica a proposito di malattie cui apparterreb·b e l'appendicite cronica? (Leo). 1
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Capisco la perplessità che può derivare dalla lE:'l tura di questi concetti quando si è abituati alle nozioni che s11ll 'appendici te comunemente corrono. Credo tuttavia ch e alcune riflessioni possano esser loro utilmente dedicate anche da chi si disorie11ti. sotto il cumulo dei i1uovi quesiti: anzi, proprio per questo . Non voglio discuterne le relazioni coi de~ta gliati reperti istologici.: non solo per non ~d dentrarmi in questioni che non sono di :11ia particolare competenza, ma anche per non <:i llontanarm i dalle linee fondam entali di· <1uci co11cetti, sulle quali intendo guidarmi. Ricordo tuttavia ad esempio che il reperto di eosinouli nei tessuti og~i trova larga int<'rpretazio11e come fenom eno anafilattico locale o comu11que legato ad azione di sostanze
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cl1e ai1parl\311go110 all 'ambiente digestivo , e ricordo cl1e tale reperto è, nell'appendicite, in c1ualu11que for1r1a la si consideri, rilevante e orrei dire coslante, con gradazioni di n1isura cl1e possono deporre - appunto - per la differente i1jtensità di quell'azione. La natura i1ecrotica-flogistica autopeptica <lelle al Lei azioni appendicolari mi spiega . poi '
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larga,niente la ni.a1ica.riza di parallelismo fra 1' eiit_ità del reperto anatomo-patologico e quella dci si1ilomi clin.ici, rr1entre è difficile comf'renderla quando s i tratti di alterazioni batteriche; per le qualj i r.apporti tra azione e reazione sono rr1olto più intimi e costanti. E la r11odalità seco11do la quale mi sono prospetta La Lale azio11e del chimismo digestivo sull 'appe11dice, presenta il vantaggio - a parer r11io - di rispecchiare sempre le caratte-
ristiche ariatomiche e funzionali dell' aprpendi· ce stessa la quale è l)l'O})agi'ne del canale g·astro-enterico e nello stesso tempo è organo ch e 1,
e deve essere considerato a sè. In b·ase a queste caratteristich e, fra il significato patolog·ico della sola appendicite e quello dell 'appendicite con peritonite, la modalità d'azione s u esposta distingue nettamente. La sola app,e ndicite è cond izione che trova riscontro nel compl esso delle caratteristiche funzionali del cieco e del colon in generale; l'appendicite con reritonite si rivela invece co111e condizione s lrettanten te leg·ata all'appendice : organo da considerare in sè e per sè in tutta dipendenza àelle sue caratterisliclte anaton1iche. Tale dis tinzione non rr1i è a1)parsa flopo che ebbi for~ 11ulato la sp iegazione J)atogenetica; si è imposta invece a tutto il mio lavoro, e prima ancor.c.1, alle constatazioni cl1e facevo durante gli in trrve11 ti. ~le11tre distingue fra peritonite e ap,p endic ite , la s1)iegazione etio-pato-ge11etica suddetta lJUÒ
accomil.11a in.vece le varietà di app·en dici te (7Jropriame1ile detta) acuta e cronica in unica e1.1t.ità n1orbosa e dà quindi modo di orientarsi dc ve si può dire ch e era il caos. Tralascio ìa sinton1atologi a classica dell 'ap11endi'cite acuta (senza perforazione) per la quale non c'è bisogno di mutare l 'int erpretazio11e del cla sico quadro se il movente di essa viene riconosciuto i11 una causa chimica a112ichè in una batterica, e che trova egregia ris1)ondenza 11elle sintornatolog·i'e prettamente doìorose d ell 'a1r1>arato dig·erente ch e pure nul· la hanno a cl1e fare con flog·osi batteriche. Lascio rla parte anche la si.nton1atologia colonappe11dici Lica delle forn1e acute e delle forme ~ro11iche, e mi limito a considerare p er t111 1uorr1ento la variopinta sintom.atologia deLl'appendicil e cronica i1el comi~onente che potre1111110 <lire exlra-appendicolare. L 'ele1nento etiolog·ico clte 110 creduto di riconoscere corr1e l)ase dell ' appendicite mi dispensa dall 'indag·aTe se l 'associazion e di dolore g·astrico o cole(,istico sia in dipendenza della appendicite o
sia quello che l 'appendicite sostituisce, perchè il perturban1ento peptico che nuoce all'appendicite può essere bene quello stesso che alte· ra in ]!I ecedenza o associ·atamente lo stomaco o il duocleno (gastrite, duodenite) o ch e si accompagna ad una disfu11zione colecistica: e, viceversa, 1'una o l 'altra e l 'altra ancora delle condizioJ1i morbose sudde tte può essere indipendentem ente dalla o dalle altre. E nemmeno l 'alterazione organica, dell'ulcera o della calcolosi, n1i può far meraviglia dì trovare, associata o me110, prin1a o dopo, all'appendicite, }Jèrcl1è risponde ancl1 'essa, secondo il rr1io concetto , all 'u11.ica causa dell.a disp·epsia in-
tesa, ri el sign.ifica.to letterale. Ma, della patogenesi meccanico-digesti va :-i 8 v-vanlagg·ia ,anche il reb,u s dei 1isultati lerapeu~ici: i1ci. quali riappare il dualismo di appendicite acuta e ap11endi'cite cronica. Nell 'appendicite acuta la guarigione in seguito ad a1)· pendicec.tom ia è ritenuta quasi sicura, n elì 'appc11<lici te cronica inv ece è da riguardarsi dubhi'a . Ebber1e: la differenza si spiega col fatto che nell'appendicite acuta p·revale il fattore rriecca11ico, dell'agente causale, ch e ·è proprio dell 'orga110 e scon1pare cli con seguenza con l 'asportazione dell 'appendice; nell'app01idicite cro-riica prev·ale i1ivece il fattore digestivo, il quale, al pari cl1e sull'apper1dice, può agire sul ceco, sul colon e, per quanto abbi:amo detto })OCO fa, sullo sL01naco, sul duodeno, sulla ci8tifellea. Ora, l 'asportazione clell 'appendice in questi casi l)UÒ corrispondere a g·uarigione se è dessa la sola alterata e può g iovare anche n el caso di colit.e per le interrt1zioni simpatich e c)Je importa; n1a, se l 'affezione è, nel colon, estesa o irttensa, o, tanto più, se interessa a ltri segmenti d el canale, è evidente cl1e su qu esti non porterà n1odificazioni di sorta e la n1alattia contiuuerà il suo corso indisturb·a ta. 1
Da tali co11si.derazi'oni emerg·e però la nece sità di una nuova denon1i1i.azion-e classificati,ra, dell'appendicite, percl1è l 'acuto o il cro11ico n on basta più a riassumere il concetto della malattia . Chiarito i·l subs Lrato ari.aton10- patologico, è da que to cl1e d e ve lJrendere signifìcato anche la cliffcrenziazione clini ca; e, dello stesso quadro anato111opatologico è la figura di centro quella ch e de·ye risaltare sulle altre per dare nìl 'intera m alatt i.a tutto il suo sig nificato. Con que Lo intendimento la diagno i dovrebbe essere di appendicite necrotico-perfo1'\J Li va, apJ)cndici te necrotico-in filtrativa. Più se1n]_Jlic.en1ente si può dire: appendicite perforativ'tl, a1)pendicite infillraliva. Quella Jlon può essere che acuta. Que ta sarà distinta a ua volta cori l 'appellati,ro clinico in: acuta, cronica, cronjcizzata , ar11tizzala, r ediciYante , con1e più ri ponclerà ai sin ton1i e al decor~o. 1\Ia, not1 sen1pre 1'alterazione anatomica ~i ri, ela. ller quanto indirettamente., nelle. m.an1feslazioni cliniche. In considerazione d1 ciò e 1
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co11sideraLo inoltre che b en possono invece le Jnanifestazioni clinich e ritrarre impronta dalia causa che le determina, vi sarà giovamento io cr edo - a seg nalare questa causa n el concetto di pepsia. E perciò la diagnosi clinica potrebbe essere ad esempio, secondo i casi, quella di appertd.tcite peirfora,tiva, appen dicite a.cuta infi·ltrativa, appendicite cronica infiltra·tiva acutizzata, apJ)endicite cronica dispeptica. Con le denominazioni non sarà facilitata la cliagnosi', n1.a sarà fatta più consona alle esige11ze del caso, cioè atta a meg·lio prospettare la portata e l 'estension e della cura. Quest.a pure cortserverà i suoi precetti di non tergiversare d.a vanti alla forma clinicamente acuta e manterrà l 'imperio dell 'urgenza. l\1a, constatato ch e si tratti - anch e nella forma acula - di varietà infiltrativa, si dovrà p·en sare che l 'affezione, con1e può li111itarsi all 'appendice, cosi pui'> essere in ,-ece anch e di altri visceri . e sj sarit i11egiio pre1)arati allora all e ulter iori mar1ifestazi'o11i e alle nuove necessità, le qualj . allorchè si sia d eposti ad intenderle, risulteranno assai più frequenti e più necessarie di q1Janto og gi , sotto la s uggestione di un .-od(lisfacente rep6rto 011eratorio , n on si vogli,1 an'lmetlcre. Il nuovo in_dirizzo secondo il quale ho interpretato la inalattia dell'appendicite risulta f ondament.almen le dalle d eficenze che presenta il veccl1io: a giudizio stesso di coloro che lo seguono. ì\1a in gran p.arte .è effetto di un p rincjpio che si fa str ada nella mente d el chi rurg·o ]Jer notevole bi·sog·no di adeguare l 'oper1 sua pericolosa alle esigenze del male r eal1 mente e parlicolareggiatamente riconosciuto, cioè esattan1en te valutato. Una spiegazione del disaccordo fra le precedenti n ozioni. d a ine stesso condivise e p ropalate e le nuove idee c,h e alla ]uce di questo lume ora sorgono, credo cl1e ia da ravvisarsi nel modo n el quale l' argomento dell '~p1) endi cite fu studiato fino ra, cio·è sotto la rjnuncia di quel beneficio cl1e deriva dalla metodica dettagliata indagin e ch e fSolo iJ seLtore può fare al tavolo anatomico. }, 'appendicite fu studi'a ta per la massima parte dall'anatomo-patologo a ttraverso l'opera d el chirurg·o. La quale ha il privilegio di studiare in vivo , nla, appunto per questo, soffre di note,-ole limitatezza di esame, e, nel caso specifì.co dell'appendi'cite, è legata al dogma di operare precocemente or1de prevenire le g ravi conseguenze del poi, e perciò, di queste conseg·uenze estreme raramente fornisce documenti adeguati . Quello ch e è mancat o non si farà mai, p ercl1è l 'appendicite, sempre meno sarà material e d'autopsia . [Bisogna dunque che sempre più il cl1irurgo si disponga a colmare la lacuna: osl'ervando, anal~zzando, ricercando lui personalmente ciò che soltanto al suo controllo si presenta. Tale compito può essere assolto be1
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11issin10 in pieno accordo colla suprema inderog.abile legge di nulla trascurare, e nulla osare cl1e a l .p1alato possa nuocere. E quand'anche il presente lavoro non raggiungesse altro obbi ettivo che di vieppiù stirnolare in questo $CI1so le volenterose e pazienti energie cl1i1urgiche, . avTebbe trovato sempre il suo confortevo le compenso. BIBLIOGRAFIA CITATA. AscHOFF. Berl. kl. W., 57, 1920; B. path. AI1at., 77, 1927; Berlin, Springer, 1930; B. z. path. A11at., 87, 1931; Mtinch. m. W., 1931, II ; Kl. W., 1933, II. DAv1oov1c. Zorg., 37, 27i; Zorg., 32, 523. I :vANs. Cit. HuNT. Am. J. Surg., 6, 1929. H E1LE. M. G. M. Cli., 26, 1913; Munch. m. W . ., 1925;· D. Z. Gh., 226, 1930. HrLGERMANN u. PoHL. D. m. '\V., 1929, II. LAMOTTE. Cit. LANz in \iv·uLLESTEIN e W1Ll\iIS. LANZ. Corresp. BI. Schweiz. Aerz., 1889; B. kl_ Ch., 38; in W ULLESTEIN e vVIL1\1S. l.EOTTA. XXVIII Congr. Soc. Ital. Chir., 1931. J.,oHR e RASS1"ELD. Leipzig, 'fhieme, 1931. I.c1UYEft VILLERMET. Cit. LANZ in WuLLESTEIN e WILI\[S. l\tIELIER. Ci.t. J. . ANZ in V\ìuLLESTBIN e W1Ll\fS. RAVENNA. Arch. Ital. Anat., 2, 1931. S1rrTE e BARCAROLI. Pol., Chir., 1932. 1
OSSERVAZIONI CLINICHE Istituto di Clinica Medica della R. Università di Pavia. Diret1ore : prof. A. 1FERRATA.
Su dne casi di spirochetosi ittero-emor· • rag1ca. Dott. · An1s1·Eo IBERTOI.A, assistente. La s1)irochetosi ittero-emorragica viene trasn1essa per lo più da r.atti portatori di spirocl1 e'te; è rjsapl.ltO c.he questi animali rappresentano il serbatoio del virus e n ello stesso tp111po il veicolo di propagazione anche a di$l'anza dell 'infe.zione, poich è contengono nel ~a11gue ed eliminano con le urine e ?on . le feci una forte quantità di spirocl1ete; s1 sp1eaa perciò carne tale malatlia infettiva abbia... b • • sovente ori oo·jne idrica e. numerosi sono. .I cas1l . cli itteri sopravve11uti a risaioli, fornac1a1, m1i'1.atori , c;oncìapelli, ecc. ecc. in seguito a bagni· in pisci11a, in riviera, n ei fiumi , dove è stata ricortosciuta l 'origine spiroch etosica. B.ecente1nente sono stati ricoverati in Cli11ica due lJazienti affetti da ittero dove i rapporti eliologici si sono presentati con grande 1 n ettezza ed fi stai o possibile seguire in es i i <lecorso della 111alaltia giorno per giorno : mi IJ.ìre i11Lere~sante riferii·ne per esteso, in ·quante> di t11oslra110 come tale n1alattia si mantenga da noi co&Lanle1n.ente, per quanto non abbia tendenza ad a$SU111erc car attere epiden1ico. · 1
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SEZIONE PRATICA
Nel primo caso si tratta di un uomo di 27 anni, se11za fatti degni di nota nel gentilizio e n ell 'a1Lamnesi remota. Ha incominciato a lavorare il 22 settembre in una risaia: e per eseguire il lavoro affidatogli ha dovuto stare tutte le giornate nel1·acqua sporca a piedi nudi. Durante la sesta giornata di lavoro, di mattina venne morsicalo al piede sinistro da un grosso ratto acquaiolo, e alla sera notò la ...oresenza di una lesione di continuo della lunghezza di circa 1/2 cm. a margini netti, localizzata sul lato mediale del secondo dito del piede sinistro. Disinfettò accuratamente la parte le·sa cot1 alcool, indi non osservò più la piccola ferita che guarì perfettamente. La sera del 4 ottobre (circa sei giorni dopo la ferita) la malattia inizia in n1odo bru·sco, con brividi, mialgie, artralgie, dolori addominali, cefalea intensa, sen so generale di rottura, iperemia congiuntivale, febbre elevatissima (oltr6 400). Il 5 ottobre la temperatura si inantenne elevata sia al n1attino che alla sera, le mialgje si accentuarono, comparvero i segni di una reazione meningea: rigidità della nuca, sintoma di Kernig, avvallamento dell'addome, conati di vomito. Nelle giornate su ccessiYc l::l sinlo1natologia si mantenne invariata, la ten1pera lura a tipo continuo sempre elevati·ssima, si manifestò allora vomito biliare, epistassi, l 'astenia si fece intensissima, i fatti meningei si agg·ravarono. Successivamenle, undici gior~1i dopo l 'insorgenza, la temperatura, subì una defervescenza di breve durata; nello st~s·so giorno si poteva nolare una lieve tinta itterica diffusa a tutto il corpo, ben visibile alle sclP-re. La temperatura salì nuovamente a 40° n ·ella giornata successiva. All'entrata in Clinica la temperalura ragg jungeva i 40°, la pressione arteriosa 100-55 R. R., il polso ritmico piuttosto molle, frequenza 100, l 'ittPro lievemente più intenso; il giorno dopo (treclicesima giornata) la temperatura si mantenne ·aui 38°-.39°. Il 12 ottobre (gua ttordicesima giornata) la febbre continuò nella progressiva diminuzione mantenendosi sui 37°-38° per cinque o sei giorni . Col progressivo abbassarsi della temperatura gli altri sinto1ni si attenuarono, indi scomparvero; l 'itlero invece andò per circa una settimana sempre più accentuandosi, le urine erano di colorito marsala carico, di a·spetto torbido, con schiuma giall o-verdastra persistente, a reazione acida, P. S. 1016, cc. 500 nelle 24 ore. Albumina presente, sangue assente, zucc.hero assente, indacano presente, urobilina prese11le (stria limite visibile fino a 1 :4) ; la reazione di Hay era positiva, la reazione di Gmelin era positiva; nel ·sedimento cilindri ialir1i, granulosi, epiteliali, assenti i globuli rossi. Le feci erano scolorate e quasi acoliche, bilinogeno col metodo Riva-Zoia stria limite 1 :20. Parallelamente all'intensificarsi dell ittero Ja bilirubina nel siero reazione diretta si era fatta i1nmediata; la bilirubinemia misurava mmgr. 0 ,47 per cento. ~Ialgrado l 'intensità dell'ittero il fegato era poco aumentato di volume, debordava un dilo trasverso circa dall 'arcata co·stale ed era modican1ente dolente; la milza non era palpabile. II prurito era intenso, ]a bradicardia accentuata. Mancavano segni di fragilità vasale. Tempo di coagulazione 9 minuti. Tempo di emorragia 4 minuti. Il valore funzionale d el fegato misurato coll e prove d ella galattosuria appariva lievem ente alterato. L 'azotemia dosata una prima volta l '11 ottobre era di gr. 0,95 %0, il giorno 20 ottobre gr. 0,50 %0, il giorno 25 ottobre era gr. 0,50 %o; alla scomparsa dell'ittero misura,-a gr. 0 ,40 -%0. L'esame di s:111gue <limostrava: glob11li rossi 4. 700.000, l eucociti 20.000, Hb. 106 %, V. G. 1,12; formul a l eu1
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cocitaria: polinucleati neutrofili 86 %, linfociti 8 %, rnonociti 4 %, granulociti eosinofili 1 %; in ·seguito i globuli rossi andarono progressiYamente dimirLuendo sino a 3.500.000, indi incomincìarono nuovamente ad aumentare ed in breve ten1po raggiunsero il numero normale; il lasso emoglobinico subì pure una progressiva diminuzione sino . a 75 <J~, indi ritornò ai valori iniziali. Emocultura, siero•liagnosi pe:L tifo e paralifo A e B negative. Rear ione di Wassermann, Meinlcke, Sach·s-Georgs, negative. Benchè la sint0matologia presentata dal paziente fosse quella caratteris lica della spjrochetosi i tl~ro e1norragica, Ja certezza diagnos tica poteva essere dala soltanto dalla prova biolog·ica sugli ani1nali; tre cavie inocula te sottocute ecl in perito11eo con sedimento di urine es tra tte mediante ca leteri·sn10, dopo 10 giorni morirono presentando il quadro tipico di una sindrome ittero-emorragica: tutti. i tessuti presen tavano colorazione itterica; il poln1one presentava una serie di focolai emorragici i1regolarmente spar si. La pleura parietale presenlaYa chi:izze emorragicl1e. Il fegato era ingrossato, di color rosso-bruno. I r eni pallidi, ingrossati, lieve111ente giallastri. La milza un po ' ing·rossata, rr1olle. Focolai emorragici si riscontravano in corrispondenza delle m eningi. L'osservazione a fresco ir1 ca1npo oscuro e sui preparali p er striscio colorati col metodo di Gien1sa e col m etodo al ni·trato d 'ar gento, dimo·strava la presenza di leptospire in grande numero nel fegato, rene e milza .
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Riassu111e11do:. Se i ·gi:orni dopo essere stato morsicato da un ratto acquaiolo il paziente ammalò iii spirochetosi che fu possibi.le seguire nell'evol uzi·o ne. La malattia inizia con u1ia fase di brividi, dolori articolari, muscolari, addominali, in seguito fenomeni menirigei, fatti emorragici, la temperatura bruscfJm.ente elevatasi oltre i 40° per cinque giorni si ;naritenne a tale altezza a tipo continuo, indi accusò una fugace def eruescenza, rapidamente però il giorno dopo ritorna ai gradi di prin1a, in, seguito per lisi discencle ai limiti normali. In undicesima g~ornata di malattia si manifestò l 'ittero che si f ece rapi damente intertso, con urine itteriche, feci aooliche ed una reazione di Hijmans v. d. Bergli diretta interisa. L ,.itt ero durò circa trentacinque giorni, con segni di insufficeriza epatica. Durante il periodo acuto della mailattia es-&-.steva ritenzio·n e azotata e lieve insuffic enza re-nale. La natura spirochelosica dell'infezione è stata,. confermata dalla inoculazione in cavia, sottQcuteed in peritoneo, di sedimento di urine estratte con·. catetere. Il vi rus inoculato in altri animali provocò la medesima sindro1ne itterica mortale ~1Jlz un periodo di tempo più breve.
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Nel secondo caso si tratta di u11 uomo di 22 ann i senza fatti degni di nota nel gentilizio e nell 'a11amnesi re111ota; acJdetto ai lavori nelle fornaci era costretto a stare a piedi nudi in fossati, tra il fango e I 'acqua sporca. Dura11te il lavoro si jmbrattò i p-iedi, che pre·sentavano abrasioni ed escoriazioni, col sangue di ratti di cui aveva di strutto una nidiata. Dopo un periodo di tempo di circa otto giorui, la sera del 28 luglio la 1nalattia jni zia improYvi$amente con brividi , dolori ar licolari, muscolari ed addominali, cefalea , senso generale di rottura, a11oressia, febbre a 40° 14. Il secondo e il terzo gior110 di malattia la febbre i mantenne elevata a 1i])O conlinuo, con1parYero i egni di una reazio-
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ne i11e11111gea: rigidità de~la i1uca, si11loma cli Ker11ig, vomilo, delirio. Il quarto giorno accu sava e1Jislassi e ·si notaYa110 p etecchie diffu se a tutto il cor1)0 esclusa la faccia; l 'aste11ia era intensissima, la ten1peratura sempre elevat a. Nella giornat a successiYa la sinlon1atologia si ma11Len11e invariata. All 'entrata in Clinica la febbre n11surava 39°, la pressione arteriosa 105-60 R. l-l., iì polso ritmico, mol1e, frequen za 96, si notava p er la prima Yolla lieve tinta itterica diffu sa a tutto il corpo, be11 visibile alle sclere. Nella giornat a su ccessiYa ìa t en1peratura misurava 39°, tutti gli altri sintomi cl1e caratterizza vano la malattia erano i11 progress iva attenu azione, mentre l 'itlero si accentuò ed in quattro giorni r aggiunse la massima inten sità, per mante11er si stazionario, indi r egr e<Jire, le urine erano di colorito marsala scuro, con ~chiu1na giallo-verdastra persistente, a reazione ~tcida, p eso specifico 1018, cc. 700 nelle 24 ore. Albumina presente, zucchero e sangue assenti, ind acano presente, urobilina presente (stria limite visibile fino a 1 :8) ; la r eazio11e di Hay era po·sitiYa, la reazione di Gmelin era positiva, nel sedirr1ento r ari cilindri ialini e granulosi, globuli rossi assen Li. Le feci eran o acoliche, bilinogeno col metodo Riva-Zoia s tria limite 1 :40. Par 1llelamente al pit1 forte sviluppo dell 'ittero, lu bilirubina nel siero r eazione diretta era immediata, la bilirubinemia m isurava mmgr. 0, 55 %. Il feg·ato debordava dall 'arcata costale quattro dita trasver sa, er a dolenle; la milza era palpabile. Il prurito era inte11so, la braclicardia .accentuata. Il seg·n o del laccio e il ·segn o d el martello erano neg·a Livi, t empo di coagulazio11e 8 minuti, tempo di emorrag·ia 4 '50". Il vaìor e funzio11al e del fegato appariva lieYem ente alter ato. L :urea sanguigna in sesta giornata misurava gr. 0,98 %0, in dodicesima giornata gr. 0,35 %n. Globuli' r ossi 4.500.000, leu cociti 22.000, Hb. 90, V. G. l; formula leucoci laria: granulociti neutrofili 89 %, linfociti 6, r11onociti 4, granulociti basofili 1. Piastrine i11 ,quantità n ormale. • · Emocultura, sier odiagnosi per tifo e paratifo A e B, negative. Reazione Wassermann, Meinìcke, Sach s-Georgs, n egalive . La diagnosi venne co11fermata d alla prova biologica ·su gli animali . Tre cavie vennero-inoculate sottocute ed in p erit on eo con sedimento di uri11e estratte con catetere; le cavie m orirono in dodi cesima gior11at a presentando il quadro di una sindrome ittero-emorragica; l 'inoculazion e di emt1lsione di fegato e di r en e di ques ti animali h a prodotto l 'infezione i11 altre cavie. Numerose Jeptospire icterohaemorragiae erano Yisibili al paraboloide e sui prepar ati per striscio col 1netodo di Giemsa e col metodo al nitrato d 'argento. Riassumendo : Il paziente, obbligato a lavorare in fossati, tra fango e acqua sporca, contra.sse una n1alattia ch e inizia con brividi, mialgie, artralgie, febbre ollr e 40°, in seguito f enom eni meningei, fatti eniorragici. Per cinque giorrii la temperatizra si mantenne elevata ed a tipo continuo, indi per lisi ritorna ai limiti n ormali. C·ontemporan eamen,t e al regredire de lla febbre compa r7'e itter o, che si fece raz)idam ente 1nolto intenso, . con u rine intensamente co lorate da pigmeriti biliari, feci acoliche, prurito intenso, braclicardia, ed una r eazione di Fl ijmans v. d. Ber gh iritensa. L 'ittero durò l r en la giorni circa con segrii di i'nsnfficeriza epa-
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tica e contempo raneamente cl urant e il periodo acuto, esisteva r iten.zione azotata senza grav i segni di in,sujficenza r erial e. . L a natura spir oclieiosica dell'infezione è slata r.onf el'mata dalla inoculazione in cavia, sottocute ed in peritoneo, di sedimento di urine estralte n1edi11nle cateterismo.
111 ques Li due casi è stato possibile stabilire con sicùrezza la via d 'ingresso dell 'agente infettivo: infa tti si Lratta di operai addetti ai la"'·ori delle risaie· e delle fornaci : il primo ve11ne r110rsicato da un topo a cquaiolo (mus decun1 a11us), rjg uardo al secondo si nota che l 'iil fczione p-rovie11e dal contatto avuto col sang·ue di una nidinta di topi dall 'ammalato stesso u cc isi , e verosin1iln1e11le i g·ermi, dal sang ue dei topi, sono p en etra li attrave rso le numerose ab rasio,n i che avev.a agìi arti inferiori. Casi simili sono descritti da Strashurger e 'l'l1ill, da lloesch cl1e osservarono form e spiroch etiche dopo bagni in flun1e, da diversi autcJri fra11cesi come Troisier, l( indberg e Meu11erot-Du1r1aine, De l\1assar):, Etienne Bernard, Brodin, Martin e Petit, Brulè e Stahelin; Carn ut e W eill, ecc. ecc. ch e osservarono spi1·0ch elosi iLteiro-emorragica dopo bagni n elle acque della Senr1a o dO])O annegamento. Si tratt ò.va in questi casi, come n ei presenti, di forn1e acute e g ravi a decorso protratto e ad esito n on i11ortale, un solo c,aso a Parigi ebbe decorso acutiss.i1110 con esito mortale. Questa casistica con ferma come l 'infezio:r;te prodotta dal1: ag·ente. eziologi co scoperto da Inada e Ido n ell 'uomo ab·b·i.a spesso un 'origine idrica, det er1ninata dall 'ingesti one di g·randi quantità di ncqua . Questi casi va11110 aggiunti a quelli osserv,a ti nella Provir1 cia di P.a via da Carpi, Villa, Cattaneo, Callerio, ecc., ch e ris11ltarono tutti provoca ti dalla rr1orsicatura di ratti di varia spE.,cie (n1us decumanus, mus alexandrinus, microtus mon.teb·elli;, oppure da contagio con vir11s contenuto n elle feci , nelle urine e nel sangu.e a ttraverso lesioni cutanee anche minime. 111 tutti questi casi l 'infezione spiroch etosica ]1.a avu to un dee.orso più spesso non mortale, i11 con tras lo con quello delle form e osser"''ate n ei paesi tropicali e nel Giappone, originate dallo stesso ag·ente eziologico o forse da varietà diverse di spirochete (problen1a quest'ultimo Ilvn ancora risolto), e ch e notoriamente sono casi sempre molto gravi e con mortalità assai elfrva ta . Concluder.!.do , la spiroch eto.. , i per quanto si verifichi J1e]la nostra r egio,n e con relativa frequenza, non pretienta carattere epji dernico, i c.:i.si si n1a11lengo110 sporadici e di scarsa gravità. Non pare di poter escludere in modo a soluto ch e i frequenti. casi ch e vengono spes o 1
1
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diagnos ticati come dovuti al cosidetto itter o catarrale detb b,a no essere con siderati come spir ocl1etos ici. 1
1UASSlJN1'0. Sono stati d escritti due casi di itteri infetti vi d a s_µ irochete osservati nella provincia di T>avia. E1J t.ran1bi i casi present avano la sinto1uatologi<t clini.ca caratteristica con sindro,m e ?11e11ingea della spirochetosi ittero- emorrag·ica. JJa ricrrca b atteriolog ica delle spiroch et e patoge1te ebl>e esito positivo. BIBLIOGRAFIA. et STEHELIN. Bull. Mém. Soc. Hop . Paris, 1929, 25. CALLERIO. Boll. Soc. ~Ie d.-Chir. , Pavia, p. 613, 1931. CARPI. La Riform a Medica, 1927 . CATTANEO L. Ibid., 1929, pag. 1513. CARNOT eL V•lEILL. P aris Médical, pag. 438, n. 20, 1934. H oEscH. Zeitscl1r . f. Kl . Med. , Bd. 110, 1929. ~fARTIN et P ETIT. S piroc li. i cl. en1orr. Ed. Nlasson, Paris, 1919. STRASBUtlGER e THILL. J(lin. vVocl1 .. 1929-30. 1'norsrER, K1N DBE RG e ~IEUNERET-DUThIAIKE. Bull . wiém. Soc . Hòp. , P aris, 1929, 19. VALLARDI. La Clinica Medica Italiana, 1930. VEHATTI e BrANCHI. Boll. Sor. Med.-Chir. Pavi 3., 1930. BRULÉ
Ibid. , 1929, 1. In . La Riforma Medica, n. 31, 1930. VlLLA.
SUNTI E RASSEGNE SISTEMA NERVOSO. L'epilessia riflessa. (L .
MAR<.;H AND.
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SEZIONE PRATICA
Paris MédicaJl , 25 lug li o I 9:3G).
Si dà il non1e di epile ia rifles a a quella vsrietà cli epiJessia provocata da irritazioni anormali <li una qualsiasi lJarte de Jl 'or ga11ismo c h e non sia l 'encefalo. Le cau se irriLaLive po ~on·o agire Sl1i n er vi p <.,riferici , sui n ervi viscerali , ui n ervi d ei sen si specifici. I ) Cause irrilative interessan.ti i nervi p 1e-
rif erici. Quest e cau ·e, molto vari e, comprend on o l e i1 ritazioj1i i11 rapporto alle feri.te contu e d eg1i arti , le las1oni. d ei n ervi periferici , le cicatrici c utanee, le sco se impre se ai mu coli ed ai t c11dini, le irrit~ z ioni dei n er vi d e11tar1 , de i n ervi d el condotto uditivo, d elle fosse nasali , d ei globi oculari, d egli organi genitali , le irr ita· z~oni di alcune zone cutan ee. I casi di feri1 e contuse di un arto eg·u ì Le da epilessia 0110 rari. -e sono stati de critti da J acquin ell e, d a Briand, d a An fimoff. 1\1airet e P ieron osservarono un caso ·n el quale in seg uito a cl1iacciarr1ento di una m an o si verifi.carono in Lon1i di n eurite d el cubitale e p oi
del l)lesso b-racl1ia le . c:onten1pora11ean1e,n te il soggetto co111inciò a soffrire disturbi con1iziali. L 'aura consisteva in u11a sensazion e d olor osa nell 'arLo leso. Spesso p er provocar e una crisi bas tava comprirrJ er e la cicatrice dell 'indice o l 'ur1 ghia d e formata, oppure la doccia bici pitale . La lesio11e d ei n ervi p eriferici con1e cau sa di e1)iìessia è l)iù frequente, ma sempr e r ara. Ne :--ono t.a ti descritti casi con secutivi ad irrita zione o ferita dello sci atico, del medi.ano, d el cubitale, del n1u colo-cutaneo , del trigemino . Le numerose p,u b·b licazioni al riguardo n on ~0110 r ecenti e n on sem1Jr e sono con vincenti. Sta di fatto ch e i1ell'ultima g u erra in un im ~ porta11te ce11tro n eurolog·i co do,·e furono ricoverati centi11aia di ir1di vidui con lesione più o n1en o co111pleta o con grave irritazione dei Ii.er vi , ~pecie dello sciatico, del cub·i tale e d el rr1ediano, n on si osser\'Ò mai l 'epiles ia riflessa. Vicever sa, non furono r ar e l e crisi i sterich eeo11 aura ini ziantesi a livello d ella ci·c atri ce o· cl e1la lesi on e n ervosa . Non è improbabile ch eun elem e11to psi chico (emozione, inquietudi11 e, angGscia , d olore) si aggiunga a ll 'irritazio" J1e dei nervi p eriferici , p er modo cl1e n on . i p l1ò parlar e di ·epil essia riflessa. ·Più netti e p.i ù sicuri sono i casi di epi°lessia rifles a provocati dall ' irritazione di una cical rice cutanea p da un n euron1a uperfi ciale. Le ·.Jsser"azioni pubbli cate al rig u ardo son o n un1erose e I utte convin centi . P er lo più le r risi sono sca Len ate dalla compression e d ella cicatrice o del pic colo tumore , e t a lvolta 1'abla zi.on e della cicatrice o del tun1ore det ermin a la guari,gione d ell 'epile sia. Secondo alcune o s~erv az i o ni l 'irritazion e Ti.er,ros:-t è secondari a ad u na lesione ossea e le crisi di epile sia ono precedute da u11 'a ura localj zza ta nell 'arto m alato . E i1oto con1e la p er cu . _ ion e ripetuta o l 'allt1n g·aniento d1 un t endine o di un n1uscolo possa provocar e crisi di e1)i.lessia parzi ale. Negli individui affetti da enti plegia spastica e da e j)ilessia la ricer ca dei riflessi tendinei o del clono d el piede può pro\rocare una con\ ulsione d apprima loc.alizzata all 'arto esaminato e poi g·ener ale . Lo s tes o ri sultato può otten er i imJ)rimendo mo"~menti passivi ad arti abitua}, in ent e contratti. Si suole attrib·u ire .a ll o s\~ilup110 dei denti , C:t lla loro irritazione riflessa, os ia all 'eccitazior1e d ei 11ervi d entari un g ran num ero di n1ala ttie d ella prin1a ir1fan zia, e tra que t e ] 'epilc·&sia. ~1a se ciò può e er vero i;>er la prima dentizione non è ce rto p er la secon da. :È noto r.on quartta freque11za si ogliano notare conu.lsio ni e pilelticl1e n egli an leceden ti degli epilettici·, cvn,·ulsioni ch e qua i ~ en11)r e i gef' i tori riferisco110 al lo pt1ntare d ei denti. :\fa i11 effe tti le })rime conYt11sioni l1 ann o già di l.1er sè ste se un 'ori g ine schiettan1entP epile.ttic a. e lo s' ilu11po dentario n o n 11a su e.. e r1 rssuna influenza. E quando ]e conYu]si o11i 1
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P OLI CLINICO n
accon1pag·11ano disturb,i ga trici febbrili coincidenti con lo sp·unLare dei denti, sono allora co11vulsioni acute ed hanno una progn osi b·e. n1g11a. L 'irritazion e del trigemino provocata da dtnti cariati ·è stata considerata come causa di epilessia da A11glada, Schvvartzkopff, Lieb ert, iB rubacker e 'F aville. ~, ér é in uno dei st1oi malati ch e da dieci anni non aveva crisi e1Jiletticl1e, vide comp·a rire un nuovo accesso ii1 occasione della eruzione molto dolorosa d 'un dente del giudizio .. 80110 state osservale crisi epilettiche in conseg u en za della penetrazion e nel condotto udi.tiv·o osterno di corpi estranei (insetti , fi ori , ·vermi, ecc.) o di processi infiammatorii del1' (lrecchio n1edio. Sone> stati registrati casi di epilessia riflessa i 11 segu ito ad affezioni della fa~inge, alla penetrazione di larve nei seni frontali, di vern1i -e fi ori nelle fosse nasali e sopra tutto alla _presen za di i)olipi n elle fo sse stesse. Le eccitazioni oculari raramente fig urano come causa di epilessia riflessa. Gazelewski I =avrebb·e co11statata in un caso di m .a lattia 'Oculare , Gowers nel t entativo di estrarre una -sc.;h eggi!i n1etallica fissata nella cornea. Mu~.ier constatò una crisi epilettica n ell ' atto di -provocar e il riflesso oculo-cardiaco. Sono stati notati casi di epil&Ssia riflessa a }>unto di origir1e uro-geni La le, in . un ~~so di calcolosi vescicale, durante la c1rcon c1s1011 e , in un caso di ectopia, di orchite, di ma laLtie e malformazioni uterin e . Sono stati riportati pareccl1i n ei quali alcune zone cuta11ee sono diventate epilettogene 'senza causa ap·p arente . Basta la minima eccitazione. di tali zone per scaturare un accesso epjlettico. Alcuni aut ori h anno creduto di osserv.a re un r u1)porto tra l 'epilessia eù alcuni disturbi oculari , sopr atutto la stan ch ezza oculare provoC<rta da vizii di refrazione. Lo sforzo di accon1 o dazione provochereb·b e un 'eccitazione del sin1patico , donde la crisi. Galezowski ha visto scomparire le crisi epi10 Ltiche a seguito dell'enucleazion e di un occl1io malato. Viceversa Ciccarelli ha visto com1)arire l 'epilessia a seguito di enucleazione di un occhio o a seguito di traum a oculare. 2) Cause irritative i.11.teress(Jlnli i nervi visce-
ra.li. Gli antichi autori denominarono veg·etatiYa l 'epilessia cau sata da irritazione dei n ervi dei -v isceri. 'futti g li organi sono stati incriminati n1a sopra tutto gli apparati r espirat orio e dig·e.rente . ~ b·en nota l'epilessia tracheo-pleuro-puln1onare ch e è stata spiegata con varie teorie : e1notiva , tossi-infettiva, emb olica . In ogni caso si tratta sempre di un fatto riflesso: l 'irritazione tracheo-pleuro-pulmonare è il punto d i partenza di riflessi vasomotori nei centri 1
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cerebrali e bulbari ch e si traducono con accidenti epilettiformi. Per quel ch e riguarda il tubo di ger ente n on bisogna confondere con l 'epilessia riflessa le crisi epiletLiche determinate, non dall'eccitazione dei nervi dell'apparato digerente, ma dall 'auto-in tossicazione o infezioni che hanno la loro orig·in e in questi organi o dall 'ipertern1ia determinata dalle malattie stesse. Sono b en note l 'epilessia provocata dai ver1r1i intestinali e le diverse t eorie avanzate per spiegarla: riflessa, tossica, meningea. L ' e.p ilessia riflessa di orig·ine gastrica è rara. Ne sono stati invece descritti casi derivanti dalla prt}senza di corpi estranei nell 'intestino. Le ;rritazioni peritoneali ed appendicolari possono provocare crisi con vulsive. Pa recchie so!.lo le osservazioni di con vulsioni con comita11ti con accessi appendicolari e gu.a rite con l 'appendicectomia. In alcuni casi di appendicite cronica le conv-ulsioni erano determinate dalla pressione eser citata sulla region e cecale. Sono state regi trate crisi di epilessia jacllsoniana a seguito di puntura per evacuazione di ascite.
Cause irrilative i11leresscnrtti i nervi dei sensi sipec.ijìci. 3)
Gowers cita due casi n ei ·q uali rumori forti e improvvisi provocavano leggeri attacchi. di ei)ilessia. Casi analoghi per stimolazioni acustiche di verse sono stati osservati da altri autori, ma per tali osservazioni si può fare il rilievo ch e talvolta lo stimolo sensoriale n on fa che prov-ocare condizioni emotive, le quali in effetti sa.rebbero r esponsabili dello scatenarrJ ento dell 'accesso la cui natura epi lettica n ei casi osservati n on è sempre decisa. Comunque Buch evon , J on es, Cacciapuoti e P. l\iiarie hanno pubblicati casi clinici dai quali risulterebbe cl1e l'eccitazione d elle terminazioni del J1 er, ro acustico nel labirinto può pr ovocare crisi ronvulsive, speci·e in individui già sofferenti di epilessia. , L 'azi.011e della luce come causa di epilessia riflessa è stata raramente notata, e ancora n-.i.eno quella d egli odori e dei sapori. Tutto somn1ato rr1algrado il numero di ossei vazioni di eoilessia riflessa ch e si riscontra110 n e] la letteratura medica, questa forma di epilessia in effetti è rarissima, tanto ch e qulche autore l'esclude sen z'altro. Al riguardo bisogna ricon oscer e ch e le pubblicazioni non sono sempre convincenti sia in relazione alla natura delle crisi, sia in relazione alla pretesa causa eccitante . D'altra parte n on semp·re è sufficientemente eliminata la possibilità ch e l'individuo esaminato sia u~ epilettico idi opatico. La quistione dal punto di vista medico-Jef)'ale 11a una notevole importanza , perchè con lo ~~iluppo dell'istituto dell 'assicurazio~e si h.a tf. JJ denza ad attribuire a cause determinate d1$turbi di ogni gener e, una tendenza ch e del
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r esto prescindendo da qualsiasi interesse ha ri scontro nella <lisposizione cli flusissin1a a trovaré una qualsiasi spiegazione alla prima n1arìifestazione della malattia. Non c'è malattia c.l1e per l 'infern10 o per i suoi congiunti nol). abbia la sua causa in qualche negligenza o colpa. In tutti lJUesti casi di sospetta epilessia rifl essa bisogna discriminare l 'eventu.a le azione d6ll ' eccitarr1e11Lo locale dai più che probabili f.:-:tttori psichici che accompa.gnano I ' eccitan1entn stesso (e111ozione, · dolore, ecc.). Si pt1ò avere l 'epilessia riflessa qua11do ' 'è Ull rap,p orto n e tto tra l 'irritazione sensitiva, sensoriale o si.rnpatica e l 'accidente convulsivo, e quando il fatto si sia verificato in indi·viduo sicuramente non epilettico. E tra questi casi conviene fare ancora altre distinzioni.. I\f r.. 11 ·epilessia aPi)endi.colare serrtbra che le crisi siano dovule alla bradicardia ch e provoca l urre'5to della circolazione cerebrale; n ell 'epil0~: sia pleuro-pulmonare la teoria gassosa semllra ora prevalere su quella riflessa; n elle convulsioni vermi11ose si tende ad incriminare uno stato meningeo tossico con linfocitosi abl1ondante del liquor. Spesso sono presenti altre cause epilettogene (alcoolis1no, :sifilide, ecc.). Nel caso di Pontano si J;.lOteva110 provocare crisi eccitando alcune zone cu tanee; orbene all'autopsia si tro"'~ un glioma della frontale ascendente. Le teorie a vanz~te per spiegare l'epilessia riflessa so110 varie. Secondo alcuni l 'eccitazione dell e ' 'ie sen . . itive, sensoriali o sin1patichr d t-termina nel cervello disturbi vaso-motori (teorie circolatorie); secondo altri l 'ecci.tazior1e aun1enlerebbe il tono dei centri motori (t eo~ia dinamica); per altri infine l'eccitazione pl'ovocherebbe un 'improvvisa· modificazione ,Jell'equilibrio silnp.atico (teoria simpatica). Tutti gli autori concordano n el riconoscere \.'he l 'epilessia riflessa sopravviene solo in in· d.ividui predisposti il cui cervello ha un ' eccito.bili Là anorrrlale. DR.
Encefalite psicosic:t. acuta puerpera1e. CouRTors S1vADON. Pressr l\féd., Il . ·19' 1933). Le psicosi puerperali rappresenta110 il 2,80 JJer cento delle n1alat tie r11enta li. Ris1)e Lto allo s tato puerperale la freqenza si calcola di 1-3 casi su 1000 parti. l :s e possono ,-.erifi car si durante la gravida nz,a, i1el periodo del parto o (lell 'aborto, o durante l'allattame nto. Molto di y1rognosi b·ttona so110 le for111e del periodo post f >artum, meno benigne quelle dell 'allatta1r1ento, e spesso gra-vi quelle ch e iu org·ono in piena gra ,-iùa11za. Gli AA. i occupano specialmer1te delle p .. icosi puerperali che rivestono la forma di deljrio acuto. co ì spesso e rapidarr1 ente n1ortal e e che hanno ~1er substrato anatomico u11a encefalite a c uta. (1'1ARCHAND ,
Sindro111e cliriica: i dislurbi mentali si presentano d al 21) al 21° g ior110. IIanno spesso dei rirodron1i : cefalea, i11 on11ia, nervosismo, turt>e dell ' u111ore , . ubec,citazione euforica o ansiosa ; turb·e gaslro inte ·Linali, qualche brivido, leggere febbri. I.' acresso di delirio acuto scoppi.a T;er lo pi1ì i1rrpTovv_iso. Si tratla di una co nfu~ io11e rnental e con onirismo terrificante, vi::;ioni di sa11gue di neonati cl1·e si sg·ozzano ecc. Si J1.a nno tentativi di fug·a, di viol·enza, di suicidio; i1111.1rovvise reazioni viole11te. La febbre è quasj ~en1pre presente, ancl1e alla .. Polso rapido, lingua saburrale, stipsi, riIJuto di alin1ento. Si pensa a un 'inf·ezione uterina e si interviene in loco ma non si ottiene beneficio alcun o. ~o stato generale si aggrava, din1agrin1ento rapido, colore terreo, sudor e vischi·o so azote. ' 1~~1a. .cresoei:ite, rif~essi _tendinei esagerati all 1n1z10, poi deboli, po1 scorr1parsi. Abitual111ente tutto dura una o due settimane. Sirudronie biologica: non differisce da quella delle encefaliti acute p sicosiche aventi altra causa del puerperio. Il falto fondam.entale è la ritenzior1e .a zotata, ch e però, è din1ostrato è . ' un sintomo non una cau sa. La cloremia pure è alta . e' è .aun1e11 to de] le a]bu111 ine sanguigne. La formula er11atologica è q11·el1 a delle malati ie infetti,,e. a11en1ia e leucocitosi con polinucleosi. · L' ernocuJtura è spes o positiva per streptococchi. Nelle urine albumina e zucchero (galattosio). Il liquor contien e tassi ·elevati di urea (qua1cll e oentigran1n10 di meno del sangue) ed è citologican1ente norrr1ale. \ 'i sono forme emorragiche con liquido xantocromico . Il benzoi110 colloidale dà delle precipitazioni n·ella zona luetica e m eningilica. La Ver11es al1a resorcina dà cifre alte. A1ialorn,ia patologic·a: l 'esan1e n1.acroscopico del cervello inostra le alterazioni comuni a t.u tte J.e psicosi a cule : con g·estio11e intensa délla p·i a madre con su ffu ioni sanguigne, p1111teggiatura emorragica diffusa. I~tologica n1ente ancl1e al1bian10 il quadro con1une alle en ce faliti acute: lesioni cellulari diffuse con eYoluzione a tipo atrofi co, nurn ero i elementi i1j i tolisi , senza a lcuna r eazione i1evroglica n è neuronofagica, lesioni infian1matorie vascolari. Con,sidera2ioni generali e patologiche : l 'affezione colpisce sopral11tto le pri1nipare; l 'età non pare abbi.a in1portanza. Più utile è lo studio del terreno; certo n1olte 111alate già prima della gravidanza pTesentaro1lo anomalie psichiche o vere turbe m·enla]i .gravi. La esistenza di una feb·bre fa p en sar e a una to ' inf.ezioue; in molti ca i si potrebbe anche pensare a u11a · infezione streptococcica, ma r1on s·en1pre si riesce a provar e la esi tenza di u11a vera setticemia. Gli A.A. non sono alie11i dal per1sare ch e for~e non i tratta i1è di to ine n è di ,·irus, mn cli profondi disturbi del metabolismo degli
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un1ori sot1o l'influenza delle cause le più di' 'érse. Prognos.i: l 'encefalite acuta J>uer1)er ale che riveste il tipo classico del delirio acuto rappresenta la più grave dell·e psicosi puerperali. La morte si ha nel 90 IJCr cento dei casi ! Cura: oltre. alle mediGazioni indicate in lu.tte le sinùromi confusio11ali gravi (alimentazione lattea, siero g luco alo e fisiologico , b·agni fr·eddi), si tentino tutte le cure dell 'infezione p11erperale : n1etalli colloidali, gallattoterapia, ascessi di fissazione·, sulfarsenolo o preparati salvarsanici, siero antistreptococcico per lo p iù i)erò senza sperare grandi risultati. Nelle form,e ch e si svolgono in gravidanza l)U Ò pet1sarsi se non va lga di interrompere t1uesta. L. ToNELLI.
MISCELLANEA. L'insnffieienza circolator!a periferira. J . .J. MozER. Rev. méc.l. Su~isse R oma11de, 2 sett. 193'5). Non è eccezionale ch e un malato, a cuore g j t1dicato sano ·econdo i no Lri metodi di investig·az ione più sensibili, muoia in pochi g iorni o i1och e ore od anch e in qu.alch e n1inuto , in seguito ad intervento di chirurgia addomjnale, nel corso di una malattia infettiva, presentando i sintomi di un ' in sufficie~za improv·visa della circolazione. Ma non si tratta della consueta form a di deb·olezza circolatoria; il quadro clinico è qui don1inato (la uno stato di prostrazione della circolazione, ch e si esp rime con la caduta della tensione arteriosa, jn polso frequente e filiforn1 e, respiro precipitato e superficiale, estremo pallore con tendenza alla cianosi; il segno più caratteristico è la de.bole circolazione di ritorno, con le vene ,,uote e collabite. Si deve quindi distinguere dall'insufficienza cardiaca pura, la insufficienza circolatoria periferica, corrispondente allo stato di ristagno del sangue nei capillari, in seguito a vaso-dilatazione esagerata di certi territori addon1inali o cutanei. La circolazione di ritorno è deficiente. la massa sanguigna circolante, ridotta .a l 60-7 5 % del normale. ~ quindi un quadro ch e fa contrasto con quello dell 'insuffi cienza cardiaca e che comanda una terapia del tutto di-. versa; per combattere il collasso di un tifoso · o di un operato, la somministrazione di dig itale sareb·b·e un grave ei·rore, come sarebbero la canfora od il siero fisiologico per un 'asistolia del periodo terminale. (G.
D1 c KEL,
En.
IF ROMMEL e
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FENOMENI CLI NI CI .
Fir10 a pochi anni or sono , .il cuore richian1ava, nel va to edifì cio della patologia circolatoria, quasi tulta l 'attenzione dei clinici. Poco a poco, ci si è reso conto dell 'in1portanza primordiale che po . . :-: ono avere ]e ar~eri ole ed i capillari quando sono allo stato d1 S·p asmo,
n di ipertonia. Si è così con1preso il n1eccanimo di certe ipertensioni, di certi disturbi cerebrali, di certe emicranie, ecc. Non meno importante è la nozior1e di: ipotonia, di cui ]a forma più netta ·è lo stato di cc' shock », sia esso di origine traumatica, chirurgica, infettiva, tossica, anafilattica. Lo cc shock >> traumatico ne può essere un esempio. Un individuo in piena salute che ha sub lto una violenta contusione addominale si vede , pur essendo cosciente, immobile, dal viso terreo, con i tegumenti biancastri , con vaste placche rosso-bluastre, cianotiche ch e possono spostarsi e sono dovute a reticoli. capillari diJ.atati al massimo in seguito a paralisi vasomotrice. Il sangue vi ristagna e vi è come fuori della circolazion e. Questo fenomeno di paralisi vasomotrice in corrispondenza dei capillari e delle fini venuzze è d'importanza capitale nella patogenesi dello stato di « shock ». ~ da es8o ch e vengono tutti gli altri disturbi. Oltre che nei territori cutanei, la stasi si produce anche in altri, come nel fegato e nella milza, in comple so nel ter1:itorio dei nervi splancnici. Tal e fenon1eno non può a meno di fare risentire i suoi effetti sull 'insie111e del sistema circolatorio . Il polso frequente, piccolo,. filiforme, la pressio11e abbassata ad 87 ed anch e a 60; i toni del cuore deboli, lontani; se il ritn10 non è n1olto accelerato, sj può sentire un rt1more di galoppo (galop1)0 da ipoten sione). All'ortodiagramma, il cuore non api:>are affatto dilatato , .a nzi più piccolo che normalmente: notevole stato di collasso delle . ' rene. Altri sinton1i attirano l'attenzione : le vertig·ini , le lipotin1ie, talora delle vere sincopi , soprattt1tto se si tenta di mettere seduto il n1aJnt o, tutti fatti di isch emia èereb·r ale, deriva11ti anch 'essi dalla pari lisi vasomotrice periferica. E tremamente ridotta e la circolazione di ritorno. Il cuore b atte in modo precipitato (tachicardia di difesa per la scarsezza di san gue ch e riceve). Il miocardio fa tutti gli sforzi possibili ed è soltanto grazie ad e,sso ch e l,a pressione arteriosa può rr1antenersi per un certo tempo malgrado la vaso-dilatazione periferica e soltanto quando questa ha rag,g iunto un grado estremo, la pressione cade di molto e lo « sh ock n ·è scompensato. ~1a anche. il miocardio risente gli effetti di questo stat o. Anzitutto esso . .è sottopo~to ~I l 'influenza dei centri cerebrali regolatori ed in secondo luogo avendo bisogno di una certa vascolarizzazione per lavorare, viene turbato nel suo funzionamento. Disturbi analoghi a que~ti dello cc shock '> traumatico pos ono prodursi per cause pa~olo cricl1e differenti. ~1olto simile è quello ch1rur~ico, che è particolarmente t emibile ~ei gran: di inter,renti addo1nina li come pure in quelli cerebr ali. L'emorragia (anche precedente al1'intervento, come nel caso di gravidanza extra1
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uterina o di en1orragie gastrich e) predispone allo « shock ». Un collasso del g·en ere può aversi durante il parto, per cui interven gono l 'emorragia come pure g li interventi chirurgici e lo svuotamento brusco della cavità uterina. · Anche la narcosi, n ei casi chirurg·ici aggiunge la sua azion e. Vi sono poi altri stati r esp·o nsab ili d ello « shock ». Così gli stati infettivi, specialmente le piressi e prolungate, fra c ui la tifoide, n onchè il colera. In t ali casi , si d eve anch e t ener conto dello stato dei surreni , 1)articol armente l esi n ella difterite ; l 'insufficienza surren ale a cu ta contribuisce ad aggrav.a re il colla so c:ircolatorio delle malattie infettive. Vanno poi ricordati lo cc shock n in ulinico e quello che si osserva n el coma diabetico, 11onch è quelli an afilattici , p roteinici , colloidoclasici , sierici, in cui si lia sempre un collasso circolatorio da paralisi vasomotrice p eriferica. Allo « sl1ock » i staminico, ch e si p uò ottener e sp erimentalmente r1ell 'animale, va ravvicinato quello c11e si ha nelle u stioni· estese, in cui sono assorbite dall'organismo notevoli quantità di i stamina. Evoluzione. - Le forme g r avi finiscono r a pidamente con la morte; il cuore cor1linua .a . battere, ma batte a vuoto senza poter cacciare sangu e nel sistema arterioso, poich è non ne riceve. L 'organismo .9, in cer to qual modo salassato « a bianco » n ei su oi serbatoi p eriferici . Nei casi meno g ra\ri , il tono p eriferico riprende.?. la pompa cardiaca torna a funzionar e, ]a massa d el san gu e circolante aumenta e si può ristabilire la circolazione normale. 1
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LA.
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SEZIONE PRATICA
TERAPIA.
Ha un tri11lice IJunto di attacco : deve solJ evar e il cuore, lottare contro l o sfinimento d ei vason1otori, (scopo }Jrinci p ale!) e ristabilire le funzioni d el centro re piratorio. Per quanto rigua.rda il cuore, i11utili sono la digitale e lo strofanto. Il cuore fun ziona male essen zialm ente per la scarsezza del liquido c{le ·vi affluisce. Prima indj cazione , quindi , .è l 'i11troduzion e di liquido (siero fi siolo.g·ico o soluzione di Ringer); n1eglio an cora l 'iniezione end o,1en osa di siero g·lucosato al 20, 30, 40 %; la soluzio11e ipertonica, di fatto , drena il plasn1a trasudato ed è utile ancl1e per questo. ~ conveniente introdur la col .g occia-a-goccia, allo scopo di i111pedire u11 sovraccarico del cu or e co11 una soluzione troppo vischiosa. Efficace e ad azione compie sa è la trasfusion e. Con,tro la para·lisi vasom otrice periferica, abl1ia1110 due sorta di rimedi , gli uni ad azione ~ r·ecie\ !mente periferica, gli altri ad effetto cen trale (centri vasomotori del circolo e d el r esr'iro ). Fra i ri111edi a d azion e periferica, i pi ù in1porta11ti sono l 'adrenali11a e l 'e tratto del lobo 1)0 teriore d ell ' jpofisi , che costituiscono teorica111ente la l11edicazione di scelta. L 'adrenalin a, p erò, ha azio11e troppo fu gace e bi ognerebbe 1
i1;iettarla og11i 5 minuti oppure n1ediante un goccia-a-goccia, il ch e non può farsi cl1e in ser vizi di i)erfetta orga'nizzazione. La 1Jost -ipofisina, poi, ha due inconvenienti: l 'uno ch e provoca un.a contrattura delle coronarie, l 'altro ch e scaten a la tachifilassi:, per c ui le iniezioni successive son o inutili o quasi. Più conveniente ri sulta l 'efedrina o l 'efet onina la quale agisce -perifericame11te come l 'adrenalina, ma essen zialmente sull 'elem ento, nervoso; essa può anch e associarsi all 'adrenalina od alla postipofisina. Fra i r imedi ad azione prevalentemente centr[lle, sono sp ecialn1 ente la canfora ed i su oi derivati d el tipo cardiazol e cor amina . La canfora è anzitutto uno stin1.o lante del siste1na n er\·oso centrale ed eccita i centri en cefalici e specialmente quelli d el r espiro ed i vasomotori. Ta le azio11e , però , è as ai fugace e l 'ini ezione a ripetuta , eventualmente og·ni ora od ogni n1ezz 'ora. Sotto l 'influ enza di que ti rin1edi , la r espirazi one i fa più frequente, aun1 enta la· portata circolatoria e si può a sist er e a d ell e vere risurrezioni. Altri rimedi utilizzabili sono la caffeina , l 'eter e, l 'alcool. In co1nplesso, n ella t erap ia , dar e la preferenza alle ab bondanti infus ioni· ,glucosate, alle iniezjoni sottocutanee di adrenalina col goccia a-1g occia ogni qualvolta ciò sia }JOssib·i le. L 'effetto p iù i curo sj avrà con l 'efedri'na e l ' e fetonina ed i derivati d ella canfor a a cui si potranno as oci are i gluco idi della digitale, s1Jecialn1ente n egli stati morbosi di origine tos. iinfettiva . fil. 1
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Un processo di chiusura. della parete dopo laparotomia mediana sopraombellicale. J. BARANGER. R evu:ei de Chirurgie·, 55° .a ., n. 1, p. 63. Acl evitar e i 1a11aroceli l)OSt-opera lori , Jopo lapar otomie mediane, l 'A. propone u11 suo metodo di riparazione della p ar ete u sat o econdo la t ecni ca rli Wilkie. f l n1 eLodo con si ~ te i11 incisione de11a pelle s ulla linea a lba sopraombelli cale, scollament0 del t-ottor.utao e1) rlall 'apo11evrosi per 2 o 5 ce11 t. 1ia c iasc un I.ato; due inci sio11 i verticali Jinrameài:ane s ulla guaina d ei r etti a due cent. da1la ljnea alba, err1ostasi accurata. ·incisione m ediana d ella linea alba e del p eritoneo. J~rali ca Lo l 'ir1ter vent o addon1inale princivale ~ e è J1 Pce~sario un dre11aggio questo sarà fatto attraverso 1 n 't u scol i larghi a l di fuori rl ella guai11a d ei. r etti. L a c l1iu. ura della par0t e 'iene praticala i1el n1oclo . . cgi1entei : sop ragillo in ca lgu l. del J)eriLon co e d el foglietto p_ost eriore d eJJa gua i11a e lei r etti. lr1 seguito sarà pa sala una serie di ci ini dù'p])i ~otto i bordi e t erni delle li11guet1e a11011 e\·rutic l1e crea te d alle inci._io11 i param ed1an e e o-11 es.lrem i r er>ertati con pi111.e. ] oordi in t er11i dell e due lin guette sara 111to riuniti con una seri e di p1mti . taccati di cat Q'ut in modo così da ri costn1ire la li nea alba. I crini do1>pi
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te IL POLICL.'1" ICO ))
re1)ertalj con pinze saran110 incrociati ~ d X e pa".&ati attraverso il foglietto artteriore della guaina dei retti. Cl1iusura della pel]e co11 crini e stuello di garza al di sopra del quale sono legati i crini doppi . 1. '·A. concltttle dicendo che la chiusm:·a abitl1aJc·1 d.ell.a parete do p.o laparotomia sopraombell ica le espn ·" e con frequenza al la1)arocele e cl1e la tocrtica di Wi'lkie dimu1uisce di molto il ]}eri·c olo di 1questa ·eivenien.z a. 1
M.
CENNI SALVATORE
PLASTINA.
BIBLIOGRAFICI Fibrosi artivarici p er mezzo delle
CHIMENT1-BoMMARITO.
ficiale curativa del~e iriiezvoni sc~erosant.i. Alberto Reber, edit., 1
'
Palermo. Pagine 218· con 4 tavole. L. 18'. In tema di cura delle varici il can1po è diviso fra i fautori del metodo cruento e · quelli che viceversa si schierano .a favore del metodo incruento. Specialmente .a proposito di quest'ultimo esistono numerose pub·b li.cazioni italiane e straniere , o.g·nuna delle q·uali preconizza una particolare teçnica o l'uso di una particolare soluzione sclerosante. Ecco perchè l 'orientamento è per il pratico un grave problema, non scevro di responsabilità . L' A. mette a profitto la s11a larga esperienza, n el raccog·liere, ordinare e discutere tutta questa messe di lavori, in modo da fornire al let.:. tore il famòso filo d'Arianna per uscire d.a l dedalo. Infatti il libro, scritto in forma chiara, co1 stituisce, dal punto di vista teorico e pratico, una sicura guida per chi voglia acquisire le più recenti conoscenze sull 'argomento e voglia quindi passare alla pratica applicazione del metodo incruento, che ha dato all'.Lt\.. risultati brillanti. Un interessante capitolo è quello dedicato a lla cura delle ulceri varicose. Ricchissima la bibliografia. Si può dire perciò che l 'A. ha compiuta una utile fatica, in quanto il lavoro merita ed avrà larga diffusione, specialmente fra i m -e dici rnedici pratici. a.. parlavecchio.
A.
:i\i1Azzor,ANI.
Trip·oli:tainia.
L ~azi o11e patogena del cal1ore in
un
vo1. in-8° di 117 pagg., con figure , P . Mag·gi, Tripoli, 193t5, s .p. Il lavoro dell 'A. è più .an1pio di quanto non indichi il titolo , in quanto che esso riguarda tulta la con1plessa azione fi sio-patologica del clin1a d·ella Tripolilania. Delinea dappri111a le caratteristiche meteof()logi ch e locali, occupandosi poi d·ell 'influ e11za del calore sulle nascite, sui decessi, sul lavoro, sLurJiato quest. 'u]timo fra gli scolari . gli operai , i 1niJitari. Dopo un buon c.U]Jitolo t1l colp·o di calore n el lattante, c:>ccen 11a a11 · azio11e del calore sulla d elinque11 ~~a. 1
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] 'ratta poi aI111)ian1ent e del vento caratteristi.c o della 'I ripolitania, il ghibli, correg·gendo alcune idee erronee in argomento e di111rJstrandoue l 'azio11e fisiopatolog·ica sulla hase di copi o~e osserv.azioni. Segue una ricca bibliogra fìa . .Le co11clusioni .a c,u i arriva l 'A., basate su prec ise st<•I istiche, sono di notevole importa11za per la migliore conosc·enza del cli1na di questa. 11c>sLra colonia e per le consegue11ze pratiche che ne possono d-e rivare in riguarclo ul ritmo · delle attività da svolgersi ed aJla profilassi dei disturb·i che ne posso110 conseguire. fil. 1
L.
DELHER1Vt
des
et
La ra<iiothéra.pie organo-végétJati1>es. Colle-
l:IENRY !BEAU.
S)'7idroni P.s
zione di n1edicina e chirurgia pratica. Pa gine 158' e 6 figure , 193:5. l\{asson ed., 22 franchi. Laigr1el-Lavastine, che ha d·ettato la prefazione a questo piccolo manualetto sulla ratlioterapia delle sindromi organo·v egetati,re, fa giustam ente notare che manca una conclusione perch·è per prudenza gli AA. si sono astenuti dal farla: conclusione che potrà es~&re tuttavia fra qualche temp 0 dedotta dai risultati di tutte queste ricerche. Premesse alcune nozioni preliminari sulla a11.a tomia e fisiologia del sistema ne·r voso vegetativo gli AA. insistono nella 1a parte sulle r1ozioni dì radiofisiologia (azione sulla pe,l le, sui v.ari organi e tessuti, sul sangue, modificazioni dei liquidi organici dopo l'irradiazione, modificazioni dell 'equilib rio acido ba· sico ecc.) e sulle idee direttrici' nella t ecnica del simpatico. Passano nella Ila parte a studiare g·li effett.i della rad~oteirapi'~ nell~ aff·ezio11i della pelle, delle s1ndrom1 card10 vascolari, d·elle affezioni ner·vose, delle ghiandole ·endocrine e del metabolismo, delle affezioni nervose, delle affezioni infiammatorie, delle .affezioni gastrointestinali ecc. Per ogni capitolo una breve nozione di tecnica e poche note sui possibili risultat~. Il rr1"Unualett6 si chiude con alcune regole· d1 fi siolo·g ia e di terapia d·e l sin1patico nei riguardi clella radioterapia. E. MrLANI. 1
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ll/iener Arcliiv f. inn. "Af edizin. Vol. 27, fase. 3, (p·a g. 319-4 78). ·urban & Sch"varzenb·erg, · Wien, 1935. Prezzo R.l\i1. 14,50. Il presente fascicolo c~e con1pl~ta i'l 27° volun1e contiene 10 lavori, fra cui: Corifronto frct . le in·iezioni endo·v. di. digitossi~a ~ di .st:oforitina (G. l\ilodr.akowsk1). Osteosi di origine j}aratiroidea (C. Parhon) e Tomorug). Il tratta:mento ron.tgen, del lin,fogranuloma (G. Schwarz). La prognosi dell'ipertonia in base a.ll.e modJificazion i p·apillari (J. Brana e P. Radnai). Forma co1ribinata di endocardite e sjifilide viscerale (A. Widrin). Granuloma~osi benigna ('F . Sundelin). La sepsi da. niQJl rossino 1;,ell'uomo (\1\ ' . Schidler e M. 'f .eichmann). fil.
[AN~O
XLII,
Ul\iI . 1!9]
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SEZIONE PRATICA
I CONCìRESSI NAZIONALI 01 MEDICINA E CHIRURCìlA. XLI Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. (Continuazione)· v . num. preced. ).
Discussione della Relazione. (Ore 15, 24 ottobre 1935) . Presidenza: FERRATA. F. ScHIASSI (Bolog na). -- Mentre fir10 a qualche tempo fa valeva il con ce lto che un n etto grado di biiiru1Jine1nia indiretta è accompagnato costa11teinen te dai segni d i una ipermolis i morbosa, oggi sono i10 Li casi , ai qu::ili h a accennato anche il prof. ìviicheli, di itteri? ie emolitich e senza segni clj11ici di aumentato ri ca1nbio ernog1obinico. L 'U. riferisce di aver ri scon1rato t ale fatto non transilor10, l)la permanente ed interessa11te è il fallo che la sindrome g u ar isce sommi11istrando ferro rido Llo ad alte dosi. L ·o. ·si domanda se i casi in cui non vi è forte un_e111ia p osson o essere dovuti ad iperbilirubin ein1a da alterat a fu11zio11e della f11 nzjone escretoria dell a cellula epa1 jca, e se qt1a11 do inYece l ,anemia è nole,:ole occorr a ammettere ar1che l 'iperemolisi; ad ogni modo è desideroso di sapere l 'opinione d el ()l'Of. l\Iicheli in proposito . G. MELDOLESI (Roma). - Ribadisce l 'importa11za d e] pigmen to m u scolare (miog lobin a) per i a gen esi d el pigmento biliare. I11 casi di alterazioni n1u~colari (distrofia muscolare progressiva, rr1iositi) si ('~·serva iper eliminazion i ili bilina fecale (14-16 volte la normll) ch e cessi:\ co l cessar e del! 'alterazione ;nu sco]are. ~el cor se· d i itteri ca larra]i al tera zioni r1ancreatiche scino tnesse in evider1za 'd a ricer cl1e <lire tte sul s ucco duod ertale, l e q11a]i dj111ostrano ~op ralu Lte• a 1Lera1.io11i (icl suo potere amilotico.
G.
(Ge110Yat - 'fien e ad afferrnare co· -:ne 1::. })at olc1.gia e pt.1 ti ca sia in pi ena r evision e ed ('VOlu.zi o11e t inrlu hl>ic. che la prese11 te riuni o11e ~tal1jli'sce dei capisalrli. irttportant i: affermare il va1ore di sifl,loma cl1e spc l t a a11 'itter o, a [ferm are la benesi ex traep ati ca Je lla bilirubin a, stabilire le <ategorie d i iller n co 1 ro H1e ~ i è fatto: so110 g ià pr ecisi~ COnCfUi'-le. Sce11dendo a partjcolari di·sam ine l 'O. fa notare 1a gra11d issin1a Ireq ù e11za con la <Jua1 e il fegH to Yien e nltera1o ~lelle pii1 sv.1ri<1te malattie specie infettive, ecl affe rma .~ he se f0S'.St:l poss ibile raccogliPr e ed e ~ amin are co me si fa p er l'orina, s i trovP,1·ebbe il fega to leso mol to l~ii1 spesso ch e no11 il r ene. Di cute sulla di s tin1,ione fra forrne eµa to · celJul ari e epat ocolan g iticl1e, s11lla genesi e s ul ja intima corr '31az ion e r coesist enza di lesioni pa re11chimatose e flog h;Liche , nonch è de.Ile ceìJule e1•nlich e, delle ~ell u1 e ili Ku pfer e delle vie escretrici, d alle minime :ille ntn s~irne. SABATi i'' i
C. G..\ì\INA (Siena) . -· Ribadi sce il con cetto ch e vlla b ase degli it1 e1·i cosid et1i epatocellul ari so110 ~empre allernzioni is1olog ich e d el paren chima in sen so di integr&tivo. r ever s jb ili o meno e quindi l a genesi de]l 'ittero può essere interpretat a corr1 e u11 riassorb imento <lei prodotti di òi·sjntegrazic,ne
c;ompresi i pigmenti biliari, che 11on con vogliati più per le vie d el d efl11 sso fisiolog·ico subiscono il destino delle scorie t issulari }Jassanòo p er via linfatica !1el to rrente circolatorio. Queste lesioni sono spes·so parcellari , 111agari di gruppi di cellule o d i singoli elementi: il puntato epatico o l 'esam e di framm er1ti marginali possono quindi facilmenle r1on valuta.r li . D 'altra parte è noto ch e in inolt~ ~ircos la nze p atologich e n e] fega to accanto a fenomeni regressivi s i h a11no fe1101n eni rigener ativi, che sono qt1elli ch e g iustifi can o il comportarrtento funzional e del fegato n el se11so della comparsa o n1eno del g rado cl 'insufficien za funzionale, ittero compre·s o. LANDOLFI prof. M. (Napoli) . - L 'O. riferi sce breYemente s11lle osservazioni d el dott. Vince11zo ·L andolfi in rapporto agli itteri d a iper ep atia ò ei mangiat ori , e sulle osservazioni sue cli òue casi di itteri emolilici er edo-malarici , guariti con le c ure a11Limala rich c, epatich e ed autoemoterapia. Descri,.e in fin e con d ettagli un caso molto inte ressante di ittero m eccanico periodico, afebb ril e, con fegato ing r a ndito e pii1 consiste11te e cistifellea lieve1nente sporgente, da ascaridi ]ombricoidi, guarito comple t amente con l a santonina m e ntre d a Ctltri erano state fatte le diagno·si p iù 'di spar at e. S. MAUGEnr (Parn1a). - A p r oposito dell 'ittero n elle alterazion i emorragicl1e dèl polmone, l 'O. r!leva c~1e esi;;o può dipenòer e sia da lesioni epat ich e, sia da fatti em oliti ci , da iperattività emodistru lliva d el sis lema r eticolo-endoteliale. L 'O. ritie n e tuttavi a ch e n ella genesi d i quest'ittero g r ande importanza abbia l 'epit elio pol 1nonare, ed infatti a co11ferm a di qua nto sost enuto da Eppinger, l'O. h a potuto dim ostrar e ch e iJ1i~ttand ? per via. endo tra cheale in conigli g lobuli rossi omologhi, aun1enta il contenut o bil jrubinico n el san g u e ed istolog icamente si h a un a g r ande partecipazione d ell'epitelio poln1 on ar e n ella elaborazione dei g lobuli iniétta li. L. D 'A.ì\iATo {Napoli) . --· L 'O. prende Ja p arola per ricord a re alcune su e rjcer che riguardanti le alterazioni d ell a bile ricer cat e 11eg]i anima]j int oss·icati con veleni cl1imici O COll veleni b atterici. In tutti g li élitim ali fu trova t o aumento d elle sostanze JJr o leich e d ella bile, sensibilissima diminuzione d ei sali bilia ri, tra·scurabile a11men to della colesterina. T ali ricer ch e fors<> ]e prin1e in questo campo, dimostra.no l 'intin10 rapporto tra la patologia del fegat o e quella della vescichetta biliare e d 'al1ra nar te c 'è a n che cla domandarsi se qt1e::> la alter ata comnosizione chin1ica della bile J1on potesse influire sulle funzioni dell 'app. digerent e, d a.to ch e meri terehbP di essere tenuto n el suo g justo valore. Successivament e l 'O. si 'sofferma a parlare degli itteri epatocellulari , ricord ando come nur essendo fuori dubbio che in tali casi le altera-zioni delle cellule epatich e sono al I piano , tut t aYia esiste sen1pre un l egger o aumento dell a bilirubinemia a n ch e quando n on vi è itt er o manifesto , e d'altra parte la clinica òimostra ch e vi sono dell e epa liti tossich e in cui l ' ilter o non è appre1znbile clinicame nte e Ye ne sono altre in cui l 'ittero è intc·nso. #
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« IL POLICLINICO »
Ana lo1nopatologiramen te j11 t ali rasi vi d eYe esere r111alche co a di diver so, pur n on essendo facile d in1ostrarlo. L 'O. tuttavia h a fatto eseguire in J)TOJ)OSi1 o ri cerc11e d al suo assistente dott. Locascio , intossicando dei cani con fo sfor o e s ludiand o J)Oi il fegato sia nel period o preilter ico ch e n el periodo itteri co e sono state potute osservare alterazioni ist ologich e diver se nell 'un caso e nel1'altro. Ora l 'O. ri Li ene ch e tali ricerch e potre1>1Jer o forse contribuire ad ori en Lare le n ostre id ee n el senso ch e 1'3 alterazioni cellulari limita le p ossono non dare ittero cljni c3m ente ril evabile e ch e solo le alterazioni pil.1 profonde di esse, con di slocazione d ell e cellul e epatiche, forse anche le alterazioni clegli epitelj ci ei piccoli ssin1i va si biliari, d et erminino un disturbo nella circolazione dei piccoli cap ill ari biliari cap ace di dar luogo ad un itt ero clinicamente rilevabile. Tali ir1d agini din1ostrerebhero a11ch e qua11to sia <liffi cile senarare la patologia della cellula epatica cl a quella -dei r>iceoÌi vasi ])iJi ari e r enif ono rao-ione del -n erchè 1'0. abbia voluto chiamare epao tocol3ngioliti e non soltant o colangioJiti alcune sindron1i morbose epatiche. G. Fnv~TALI e F. RASI (P adovaì . - Sulla base di ricer cl1e sperimentali eseguite m ediant e lo scam})io d el p lasma fra san gu e n ormale e san gu e d 'individui affetti , gli 00. h anno potuto dimos trare irt casi d 'ittero elnolitico con r esistenze globula ri au111ent::i.Le un fattor e patogenetico ch e no11 h ann o l)Oluto rj sco ntrare in casi di itter o emolit ico con ridotte r e·sistenze globulari, cioè una particolar e i11fluen za faYor ente n el !llasma d 'individui affetti sui glo])uli rossi normali.
A. FERRATA (Pavia). -. Si sofferma a parlare sugli elen1enti ch e possono essere presi in considera' zione neT la. diagnosi djfferenziale fra occlu sione da caléolo o if a tumore delle vie biliari. Plnt1de al! 'intervento esulorativo sostenuto dal se11. l\ll ich eli in tali casi dì diagnosi dubbi a. E d 'accordo con i] prof. Frontali circa il comportamento cl ell 'em oglobina in 'alcun e forme emolitiche . Dal punto di vi·sta p r :i.t ico ricorda come mentre le trafu sion i cii san gue siano b en sopportate n ella grand e n1aggior an z<\ clei casi ct i anen!i a emolitica, m olte Yolte invece son o seguite ò a rapida e intensa cli s lrt1zione d i san gu e.
Risposte dei Relatori. G. Dol\IINICT. Rin grazia innanzi 1t1tto d ella lJeneYola accoglienza coll a qual e i ~1a es tri illustri e i chiari Colleghi hanno accolto la su a r elazione e i compiar.e ch e la discu ssione abbia essenzia1 111 ente n1esso in maggior rilievo consta tazioni .. u cui si è insistito n ella r elazione st essa. Il prof. Srhias i riattaccando·si ad un passo d ella relazi o11 e in cui vien detto ch e il m ecca ni smo g·e11elico ò e]l 'accumularsi in circolo òi pigmento li11er o << e lraepatico » potrebbe essere escJu sivan1cnle e11nti co h a riferito il suo reperto òi una i perhiliru b inen1 ia a R. I . senza contemporaneo aun1ento d el rican1bio emoglobinico. Confer1na r11e tal e po . . -ibil1tà è tutt 'altro ch e eccezionale e lroYa il r i co11 tro in osserv3zioni n ost re: ciò pro-
[ANNO XLII,
NU:\I.
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\a una Yolta òi più ch e il concett o e la d enomi-n azior1e di « ittero preepatico » sotto il punto di
Yis ta anatomico e cr onolog ico r estano più aderenti · nl1a r ealtà q ci fatti . Al prof. Meld olesi dice che nella definizione d el fenon1eno i ttero a bella post a h a voluto tener pre~ente la possibile evenienza, finora però no11 sicuramente dimostrata, ch(l il pig·mento biliare J)rovenga pure dalla mioe111ati11a (come già aveva · p en sato B1NGOLD) dal ci locron10 (co1ne h a espresso MoRAvvTTz) gli interessanti studi di MELDOLEsr· r endon o l 'i1)0 Lesi assai probabile. Il prof. Sabatini h a ricord ato la grande freque11za con cui il fega lo viene comprom esso r1elle · m alattie infettive pjù varie, anch e in quelle a quadro clinico mite, e questo concorda perfetta111e11te colle osservazioni nostre numerose e ripe-tute, le quali hanno dimostrato la facilità con cui all 'esame fisico 'e funziona le il fegato si rivela inter essato nelle d ette circost an ze e la frequenza co11 c1-1i, nelle stesse, si n1 anifes ta l 'u robilinuria, ch e, quand o sia esclusa un 'iperdi struzione di sangu e, costituisce pur e1npr e il segno pii1 fine e· precoce rtella lesione cellulare epatica. Il T)rof. SAP.ATINI pur appr ovando il concetto racchiuso nel1'espression e di it tero preepatico - con cui il R. h ainteso riunire tutte le condizioni itteriche caratt erizzat e d all 'accumularsi in circolo di bilirubina a r eazione irLdiretta - preferirebbe un altro termin e. Riconosce il diri1to della nomencfatura alla pii1 assoluta esattezza, ma, come ha ·scritto, crede ch e l 'espressione u sata risponòa meglio. Il prof. 1\13.u@·eri h a ricordato la d erivazion e dellél bili1 ubina dalla porfirin A. Ciò è am1nesso d a alcuni, e, a comin ciare da Fisc hPr , si ritiene che, r ompenifosi 1'anello porfirico dell'emina in corri sp ondenz::i òel ponte metiniro, ne origin i la bilirubina. Se però in questo processo si arrivi alla formazione di porfirin e non si !)UÒ dire, e anzi , in opposizion e a Scl1reu s e Carrìé, si può escluò er e. n on avendo mai ri scontrato , a differen za dei citat i autori, ch e aumentassero le porfirin e del sangue e delle orin e 11ei prore~si decorrentj con iperemoli·s i; n è in casi di porfiria con enorme eliminazione di porfirine si è potuto const atare un num ento d ella bilirubin a d el siero di san gue. Col prof. Mau geri poi concorda perfettamente· circa la gen esi de11 'ittero n ella polmonite e, in· t esi generale, circa la origine epiteliale. e non· solo reticolo-endoteliale, ciel pigmento biliare. Il prof. D Al\fATO h a richiamato l 'attenzion e sulla difficoltà di separare la lesion e d elle fi11i vie· biliari dalla lesione circo cri Lta al t essuto proprio d el fegato. È questa una osser vazione ch e risponde ad una realtà pratica effettiva, ma 1'0. ])en sa ch e l 'analisi accurata della sintomatologia, t1nitan1ente all 'im piego d ei vnri accorgimenti di inclag"ine, possa rjuscire 11ci pi\1 dei casi acl un· esatto orientamento . 1
A. ALLODI. - Il R. no11 ave11ifo avuto obbiezioni alla su a Relazion e. ringr azia i Maes tri ed i Collegl1i d ella accoglien za e dell e cortesi parole ri,·olte alla sua Relazjon e. F. ì\I1cHEL1. Quan to hanno d etto n elle loro r epli ch e i corrrla lori, prof. Dol\IINTCJ e ALLOD1, renrfe assai p ii1 se111pl ice · e pii1 breYe il compito dell 'O.
1(ANNO XLII,
Nu~r.
·19]
SEZIONE PRATICA
Al i)r of. ,Schiassi fa osservare ch e il r ep erto ri... contrato ·i n alcu1 1i casi d 'an emia ipocromica splenoLneg::i lica di u11 cer to g·raòo di bilirubi11ernia a R. I. con rica mbio e1noglobinico nor111al e JJOtrcbl)e parl are real111e11le p eT un dis turbo d ella ·capacità di eliminazione d ella bilirubina extraepatocell ula-rP (bilirubina I di AscHOFF) da p arte cl elle cellule epatiche . L 'apprezzare se il ricam lJio e111.oglobinico è nor1T1ale o i11eno è in realtà co a assai difficile se no11 si prolunga il dosaggio della bilina fecale p er una lunga serie di giorni. Con111nque, è un fatto ch e fra ittero e rispettiva111ente valore bilirubinico da un lato e ricambio emoglobinico dall 'altro i rapporti negli itteri emolitici sono tutt 'altro ch e costanti. Si può avere bilirubinemia anche molto più ·el evata che nei casi di Schiassi. (in un n o·stro caso l 'ittero era manifes lo e l a bilirubin emia oltrepa ssava i 25 mgr. %) con scarsa distruzione globul ar e . Il prof. Pietra nella Clinjca h a illu·s lrato già ·da alcuni anni le forme così dette itterich e del1'ittero emolitico , con discreto grado di bilirubi · J1en1ia, iperglobulia e ricambio emoglobinico ir1 1i1niti nor1nali o vi cini :llla nor1na. Sono questi -casi appunto ch e giustifican o il nome di preepatico o extraepatico o forse, m eglio, extraepatocel · lulare assegnato da Dominici agli itteri em oliti ci, -per ch è in realtà in alcuni casi l 'accumulo nel sa11.gue e nei t essuti d ella bilirubina I non è il l)rO·dotto di una iper emolisi, ma di un difet to di eliminazione del fegato. I dati assai in leresan ti riferiti test è dal prof. 1\tieldolesi sulle alter azioni della funzion e p él n creatica 11ell'itter o cat arrale confermano e son o confermati a loro volta da quelli illu·s trati da Allod i. Queste alterazioni sig nificano che il processo morboso dell 'ittero catarrale invest e in via transitoria aJ1cl1e il pancr eas. I r eperti di Allodi, d 'altra parte, circa le alter azioni ri scontrate mercè il sondaggio duod en ale a carico delle Yie bili ari e della colecisti sign]ficano con ogni probabilità che all 'edema infian1matorio del fegato partecipano anch e l e vie biliari e l a coleci sti, la quale del res lo spesso diventa dolente. Il prof. Sabalini ha fat lo alcuni inter essa11ti rilieYi ch e con cordano, e n e è li eto, con qu elli espo·s.ti dai valoro i collaboratori e dal R. Egli però h a anche de t to ch e l 'itter o cpato-col angitico n on gli sen1bra molto ben delimitato. I.. 'ha d etto ancl1e il R . I confini tra l 'itter o epatocellulare e quello e patocol angitico sono tutt 'altro ch e n et ti. Ma.. h ~ g"ià avu to occasione di spiegare che è p er rag1on1 essen zialmente clinich e che si è n1antenuto que. . . . . . s to ultimo gruppo. Sotto l 'aspetto clinico, la cl1 st1nz1one è g1ust1f1Gata dalla entità e dalla òurat a d ell a febbre, che accom1)agna quest i flterj , d a11 o scar so rilievo, i~ confronto degii itteri e])él tocc1lulari , dei fen omeni (li sofferen za funzionale 1iel fegato, per lo meno durar1te l e prime fasi , dall a frequ ente con comitanza (li colecistiti calcolose o n o . Gli Aulori Francesi , (i. Albo l, Har vier e Caroli, ecc., cl e'ligr,ano gli itteri di ori gine .no1~ mecc.allica cl1e si accompagr1ano a proce·ss1 ~1.. colecist ite t< itteri satelliti» o « epatiti satell1t1 » e, s111Ln ])ase $Opratutto del reperto is tologico di più o n1e110 profonde alt eraz ioni cellulari rileYate su f1·a111menli di fegato preleYa to d11rante l 'op er azio·a1e, li a l lri})uiscono a q ues1 e ollerazioni cellulari .
2431
ì.., on si discule ch e l 'iller o p ossa essere il prodol lo di Jes100.i. cellulari e b asta pensa re per am111e l lerlo ·sen z'altro ch e sono le stesse cellule epaLicl13 che co li luisco110 1e pareti dei ca1)iJJ ari ])ilinr i .
ì\Ia non v 'è sempre r ap1)or lo fra lesioni cellula ri e ittero e le ricer cl1e testè riferì I e dal collega l) 't\.ma lo, ch e 11a fatto s tudiare speri1ne11tal111e11te il 1)roblema nella sua Clinica, lo dimostrano. L'ittero d 'orig ine infe ltiva o t ossica può esser e ed è sp esso secondo Je ricerche della Sc"'..1.ola di OJ;ino (Oka, Hi yeda) e anche di Ascl1off, confer1natc ora da D 'Amato, il rist1ltato d ella lesione d ei co·sì detti precapillari biliari, ch e collega110 i ca~ pillari biliari ai so ttili d otti biliari interlobulari. Qu es lo tratto ampolliforme delle sottili vi e :Piliari, ch e Asch off h a chiama lo il tallone di Achille d elle vie J)iliari, è leso sp esso precocen1ente e la lesione di questi precapillari con trasud azione di b ile at11 aYer so le loro pareti cos lituj sce, n ell 'avvelena111en lo ad esempio da t0Juilencli an1ina, nell 'ittero spjroch e tico (Oh110, Oka , Hiyeda, Asch off), nelle malatti e settico-infet tive (Asch off) , il momento patogen etico primo, in ordine di t empo, dell 'ittero. ~oco importa ·se i :infezione arrivi a quesli prer.a pilJari p er via biliare ascenden te o discendente (ematogena), ma il fatto è che l 'interessamento delle vie biliari 11on deve essere del tutto trascurato p er valorizzare eccessivamen1 e la l esio11e d ella cellula epatica . Del resto, il R. ha i suoi dubbi ch e l 'it tero no11 n1eccanico della colecist i sia puran1ente un ittero satellite, quando noi vedian'lo così spesso i1ella Clinica ch e questi it t eri ·scompaiono con la asportazione della col ecisti e col drenagg io d elle vie biliari. Il prof. Landolfi ha riferito un caso assai inter essante di ittero intermittente da ascaridi. L 'O. ha accennato nella sua relazione a ques ti r ari casi . Il collega prof. Gamna ha parlato dell 'import a11za del d ato da lui m esso in rilievo dalla m acrocitosi n elle affezioni parenchimato e d el fegato, specie in quelle acute. :B un dato inter essante, che p otremo aggiunger e alle prove meglio accreditat e di indag ine d e1la capacità funzionale d el fegato. . Il prof. F errata infine ha citato alcuni casi di alto inter es·se, i quali dimos trano com e, nlalgr ado ·tutto, Ja diagnosi di i1atura cli alcuni itteri cl a ostruzione, possa essere difficile e come tutti possano sbagliare. Il R . è p erfettamente d 'accordo sulla oppor tunità d ~intervenire precocemente sugli itteri m eccanici! Non ha ch e da associarsi a quanto, in un altro campo, il collega F erra la 11a detto sull 'esistenz.a di casi di ittero emolitico costituzionale ch e r1·spondono al~e trasfu sioni di sangu e f~tte c?n ogn~ r egola con una rapida e inten sa d1struz1on e cli san o·u e. Il fenomeno è oscuro, come sono oscu re nell~ loro gen esi l e crisi emolitiche che si st abili cono non di rado n el corso dell'affezione all 'infuori di ogni momento cau sale a p~rczzabi.l e. E non crede ch e l a questione possa r1 olYers1 con ricer che in vitro. Co n ciò cr ede di aYer risposto ai coJlcg h~ ch e h a11no pre·so parte co ì b en eYolm ente al la d1scu ssio11e d ella sua r el azione. (C·oritinua).
A. Pozzr.
2432
Xlll Congresso della Società Italiana di Chirur gia. (Continuazione )· v. num. 47).
(Ore 9 - 24 ottobre). P.r esie,le il prof. ANGELETTI.
Comunicazioni ine1·enti al tema. DELLA l\IIANO N. (Milano). -
Risultato a distanza di una cmbolectomia clella arteTia femoral e. L 'O. richiamandosi alla disct1ssione avvenuta pres-
so la Società di Chirurgia 101nbarda allora quando il 15 marzo u. s. egli presentò un ammalato da lui operato d 'embolectomia dell'arteria fe111orale sinistra, ne riferisce i ri sultati a distanza, che sono i più lusinghieri, ed in particolar modo richiama 1'attenzi one sull 'esan1e arteriogra.fico. Difa l ti 1'arteriografia d ella coscia si11istra pone in evid en za una rete arteriosa norn1ale; soltanto in corris1~ondenza della zona in cui è ·stata eseguita i ·arleriog·r afia si not ano alcune irreg olarità della p a re le Y a~ale ed u11a leggerissin1a riduzione del lun1e. L 'O. in siste su alcune particolarità di tecnica 11 ell 'inlervento cl1ìrurg"ico e co11clude affermando : a) l 'jn lerven to <leve essere eseguito il più precocem.ente possibile e si deve considera.re l 'embolia d ei vasi p eriferici forma morbosa che richiede 1'in lervento chirurg·ico , con i caratteri dell 'assolu La urgenza; b) 1'embolectomia è l'operazione ideale ed è sempre ulile e·seguita , 1)urchè sia possibile, poichè può d are la più completa e perfetta guarigione; e) l'arteriecto111ia deve essere eseguita soltanto ::tllora quando 1'embolecto1nia dà esito negativo, cioè si ha il rapido riformarsi dell 'ostruzione vasale, g e11eralmente provocata dalle alterazio11i anatomiche delle pareti del vaso trombizzato. STOCCADA F. (Suzzara). -
Trombosi post-trau1n atica dell'arteria poplitea sinistra. Un gio-
vane di anni 27 nell'ottobre 1924 cadendo da una motocicletta riportò frattura bicondiloidea della tibia e lussazione posteriore della testa del poro ne. L 'O. dimostra con radiogra1nmi del gi11occhio traumatizzato e arteriografie ·sul cadar ere che- la tro1nbosi dell'arteria poplitea non è avvenula p er contusione da l1rto diretto dei frarrin1en ti dell:l tibia sulla ])arete arteriosa, ma per· I f l t t ur tt rlell :arteria tibia le anteriore in seguito a brusco ·spos ta.m ento indietro della testa del perone. Espone le ragioni cleila mancata formazione d el c ircolo collaterale e della co11seguente cancr ena. Ad oYviare quesle complica zioni, nel caso la ven a p e pli tea sia pervia accenna al tentativo di una anaston1osi tra arteria ipoga-strica e vena iliaca esterna, operazione questa prop0sta ed att11ala p er primo dall 'Anto11uccj. Ì\ifANCA
[ANNO XLII, Nu~r. 49]
« IL POLICLINICO »
C. (Torino). -
Sulla maggiore frequenza n ell 'arlo inferiore sinistro. -
della trombosi L 'O. illustra alcuni rapporti anatomici tra arte-
ria e ven e del piccolo bacino le q11ali variano a seconda d ella p osizioue del corpo. Ques~i rapporti spiegl1er ebbero la maggiore prevalenza delle tromlJosi n ell'arto inferiore si11istro. _. AUSTONI B.
(~lilano) .
-
Studi sulle variazioni pos l -operal ori e del sangue. Ve locità di precipita-
zione dei globuli rossi e fibrinogeno del plasma.
- Ha notato un aumento del fibrinogeno fino alla settima giornata e un auinento costante parallelo d ella velocità di precipilazione. Nell 'insorgenza di un processo trombo flebitico ha riotato un au11i.ento del tas·so del fibrinogeno. MINGAZZINI I.
(Milano). -
Co·lloidi plasmatici· 1·iscosin1etri)· tempo di coagiilazione. - · L 'O. ha
studiarto le variazioni post-operatorie dei colloidi plasmatici, osservando l'indice di rifrazione deJ plasma e del siero, la viscosità del sangue e del siero, il tempo di coagulazio11e del ·sangue. Ha eseguito queste ricerche in un gruppo di pazienti con decorso post-operatorio normale ed in tre ca·si di trombosi post-operatoria. Ha trovato modificazioni post-operatorie qualitativamente simili a quelle che possono precedere la com parsa del fenomeno trombosi. Conferma quindi l 'importanza delle variazioni dei colloidi plasmatici n ella patogenesi della trombosi post-opera lori a. PIERANGF.LI L. (Milano). rii
Stiidi sulle variaziomorfologiche post-oper.a torie del sangue. -
L 'O. riferisce su esperienze eseguite in malati (37) soltoposti all'intervento in relazione a eventuali modificazioni del numero nei globuli ros·si, globuli bianchi, piastrine dell'indice. colori!Ile~ric? di saturazione e volumetrico; è stato esaminato il rapporto plasma-globuli e il voll1Ìne diamet.ro metrico dei globuli rossi e la resistenza globula~e s~ guendo le variazioni della formula leucoc1tar1a del tempo di emorragia e di coagulazione. Le variazioni riguardanti il nu1nero delle piastrine. dei globuli rossi e bianchi sono concordanti con i risultati ottenuti dagli stessi AA. La resi·s tenza globulare ha dimostralo in genere una dimir1uzione nei primi giorni dopo l'intervento. E i1on sono ~tate osservate r elazio11i fra il tempo di sanguinamento e coagulazione con il numero delle piastrine. MuccHI L. (Milano). -
Ricer<:he racliologiche
I/O. presenta una nota preventiva n~llo studio .radjolog~co del circolo veno~o periferico con particolare riguardo alle eventuali n1odificazioni legate ad interventi chirurgici. Per tale studio si è servito della tecnica indicata c1al Frimann Darl iniettando un mezzo contrasto (Perabrodil) nella vena scafena, al di ~oLLo del ginocchio e cronometranòo il tempo. che un tratto definito di tale vaso impiega a svuotarsi completamente. Oltre alla constatazione di un allungamento del tempo di svuotamento e q~in?i ~i un rec~u.ta1nento del circolo venoso nei g1orn1 consecut1v1 a i11terventi operatori, l '0. ha potuto o·s se~vaTe come spesso esistono stasi venose se.gmentar1e non ~e g·ate ad alterazio11i evidenti dell'apparato cardiovascolare. . Ha rilevato inoltre co11 una certa f.r equenza il deflusso centrifugo invece che centripeto nella vena femorale del mezzo iJi contrasto iniettato 11ella vena scafena esterna. Altra osservazione interes~ante e che potrebbe inodificare la teoria nell 'eziopa1ogenesi delle varici è che le dilatazioni varicose, contrastate con il Perabrodil, ·si a.r res tano nettamente all'altezza delle valvole venose, fatto ini spi(>gabile se le vasiilla circolazione venosa. -
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SEZIONE PRATICA
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rici fo -sero dovute principalmente a una insufficien.za di tali valvole. L 'O. proietta numerose radiografie a, dimostrazio11e di quanto ha dello. PRETo E. (Milano) . -- Su ll e corriplicazioni trombo-errib·oliche n.ella. R. Clinica Chiru rgica di Milano dal 1932 al 1935. - I.'O. tratta delle complicazioni tromboflebitiche post-operatorie osservate 11ella R. Clinica Chirurgica di Milano dal · 1933 in poi . Sono 5730 casi osserva ti tra i quali 3514 operati'. Gli allri sono fratture. Numero d elle complicanze 21, pari al 0,59 per re11 to, casi mortali JJer embolia polmonare: tre. Prevaler1za negli interventi addominali in p3r1jc;olare nelJe appcnrliceclomie (specie nelle ap1Je11dici Li acute) . Quasi tutti i casi os·servati presen Lava n o com11licanze settich e della ferita o fatlori predj spo11enti a carico dei pazie1lti. L 'O. crede rara l 'eYentu alità di complj canze tron1boflebitiche senza cau se intrinseche l ega le al ~ing·olo n1alato. Considera la sepsi e le alterazioni fraesi.stenti a carico della, circolazion e sang·ujgna come fattori principali di tali complicazioni. VACCARI L. (Modena). - 1'romboflebite degli arti superiori detta cc da sforzo)). ,_ L 'O. riferisce di ttn caso di trombosi venosa tra11matica della vena a·scellare destra. ore 15 - 24 ottobre 1935. Presiede il Prof. _.t\.NGT:'LETTI.
Discussione della
Relazion~.
NAEGELI I. (Bonn ). - lnsjste sulla importanza del fattore circolazione nella genesi d ella trombosi, questo g li sembra confermato dalla localizzazione della trombosi nell'arto inferiore, alla frequenza dopo opera.zioni sul] 'addome, sul g rande numero di portatori di malattie dell'apparato circolatorio e sugli esperimenti òi · Freemann. Nella profilassi è importante di sostenere il cuore, di far fare movimenti con le gambe e di non l asciare a lungo i mala.ti immobili nel letto. Ha fatto una volta l'operazione di Trendelenburg ma troppo tardi e l 'ammalato è morto. Un a volta non h a eseguito l 'operazione perchè credeva fosse troppo tardi e l 'amma.lato è guarito. Dice che è molto difficile di porre una indicazione esatta. Proietta t1na pellicola cinematografica che dimostra il decor so di un embolo sperimentale. CHIASSERINI A. (Roma). - Fa notare che l e conclusioni a cui è pervenuto Ragnotti nella, sua relazione concordan-o con quelle espresse da lui nella su a relazione a Varsavia nel 1929. Ricorda la netta distinzione fra le comuni trombosi clinicamente m anifeste e quelle occulte emboligene. Crede che le al lera.zioni cardiache nei casi di e1nbolia polmonare no11 siano frequenti.s·sime .. Il dolore improvviso nccusa to nelle embolie per1fericl1e va forse rjferi to alla improvvisa ischen1ia piuttosto ch e allo spasmo vascolare. ~ favorevole alla arteriografia, in casi peciali con1e mezzo di localizzazione degli emboli.
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L 'embolectomia è l 'opcrazione ùi scelta ma per le più piccole arterie è forse più p.ratica l 'allacciat ura o la resezior1e arteriosa. Riferisce la propria statis tica di tromboflebiti. Dieci ca·si su 3818 operazioni eseguite dal gennaio 1932 al settembre 1935. Nella cura ha trovato g iovamen to nelle iniezioni di. cloru ro di ~alcio. Nello stesso tempo furono osservate 4 embolie i1oln1ona.ri.
-
PoTOTSCHNtc G. (\ iicenza) . -- A proposito della profil&.ssi delle tromboembolie, ricorda il valore della prova di Kaufmann, che - secondo le sue esperienze su molte centinaia di opèrandi - consente un giudizio sulla resistenza d el miocardio e dà un indice per la durata ecl intensità della cura preparatoria con l a digitale e col glu cosio. A scopo profilattico contro l e troml)o·si degli arti i11feriori fa lar go u so delle fasciature con la colla di zinco, che gli h e>.nno d ato altresì buona prova i iella terapia delle trombosi già in atto. FASIANI G. M. (Padova). - Riferisce di embolie gassose riscontrate in operai addetti ai casson i ,· operai che lavorano per i1n p eriodo di 6-7 ore in t'tna p ressione di due atmosfere. In due c3si h a no t ato una grave alterazione della testa del femore r ap presentata da n ecrosi parziale e in rapporto a embolie· gas·sose. 1
BoBBIO L. (Torino). - Premesso il più vivo elogio ai prof f. Ragnotti e Valrloni per le loro belle e chiare e interessanti relazioni ta11to più pregevoli in quanto si tratta di a.r gomenti compl essi ancora molto discussi e che hanno ancora tanti punti oscuri difficilmente illuminabili, l 'O. desidera fermarsi particolarmente su un punto già accennato dal R agnotti e che gli pare meriti una particola1e considerazione. Vuole cioè affermare l'importanza clinica della cosi.detta tromboflebite latente o nascosta che colpisce i ple·ssi venosi del pi ccolo bacino e ch e è frequ entemente emboligena. Concorda col prof. Chiasserini nell'affermare che non h a mai osservato emboli dopo le tromboflebiti 111assive degli (lrti , forse anche perchè essen d o subito riconosciute si sottopongono pres to alle cure del caso. Le tromboflebiti cosidette latenti hanno invece dei segni fun zionali e oggeltivi ch e ba·st ano a diagnos ticarle o per lo meno sospettarle: ciò che è assai utile di fare nella pratica 1nettendo il chirurgo sull 'all arme e obbligandolo a m ettere in azione tutti i mezzi profilattici dell'embolia. Tali segni hanno speciale importanza in quanto generalme:qte si notano dopo la prima settimana dall 'intervento. Segni funzionali: 1) disuria e impossibilità a svuotare la vescica; 2) tenesmo vescicale e retta~e ; 3) dolo,r i vaghi riel piccolo bacino senza localizzazione sicura. Segni oggettivi : 1) dolori localizzati alla pre·ssion e, sopratutto sopra il pube, e a Il 'esplorazione Yaginale nei fornici e specie in quello posteriore. La doJorabilità soprapubica proYocata è a mio giudizio un sintomo n.recoce; 2) edem i localizzali alla Yulva e nei fornièi che si · presentano ol Lre che dolenti, succo i e i spessiti; 3) talora (come in un ca.so rece11te da me rJ servalo) infiltrazione dolorosa perirettale; 4) febbre modica continua che
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IL P OLICLINICO
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poi scòrn 1)are ·spo11 taneamente, se non avveng·ono al Lre co n1plicazioni. Tali segni sono sempre presenti in gradi più o n1eno evidenti. Facile escl11dere fatti flogistici peri- o parametritici e così pure la cellulite pel-vica e ch e è segno una forma. settica con febbre alta e con stato g·enerale co1npromesso mentre 1Lel1e tro111boflebiti pelviche esso non è affatto al1erato, almeno nella grande maggioranza dei casi. Ripete tali complicazioni che devono sempre es:sere diagnos ticate o ·sospettate si osservano spe•cialmente nelle operazioni ginecologiche addominale e particolarn1ente nelle isterectomie subtotali .anche le pi1'1 . semplici dal lato operativo e le più .liscie nel primo decorso post-operatorio. SoLIERI S. (Forlì). - Riafferma la importanza ·della malattia influenzale 11ella determinazione ·delle tro.m bo-embolie ed in ispecie la importanza della influenza estiva. Si dichiara ancora favore-vole é!lla irudinizzazione in via profilattica e cui-n.tiva. Chiede al relatore se abbia nelle sue ri·Cerche bibliog·rafich e trovato casi di tromboembo. lia in sog·ge tti sp1en P.ctomizzati per ane1nia trombopenica. Questo ritiene lJossa assumere una importanza !lotevole riguardo alla etio-patogene·si per ciò che si riferisce alla modificazione numerica delle piastrine. D.· (Genova). -- In accordo con il 'Ilelatore crede che l 'uso di sostanze destinate a ·diminuire una supposta Jpercoag·ulahilità del sang·ue circolante, non abbia dato finora risulta.t i. C:on esperienze eseguite egli è giunto alla conclu:sione ch e iniezioni endovenose d 'irudina non han110 diminuito il tempo di coagt1la1Jilità del sangue r1ei conigli e nelle cavie fjnchè le dosi raggiunte r1on sono slote così alte da determinare la m.orte ·od uno ·st a,t o gravissimo dell 'animale. Del r esto a tali risultati sono arrivati anche altri .autori. L 'azione dell 'irudina si esplica solo localmente. M ARAGLIANO
P. (Napoli). - Dietro consiglio del prof. 'Torraca l 'O, ha esegujto delle ricerche sperimentali per controllare le esperienze dell 'Havlicek. A questo scopo ha. praticato una pr1ma serie di esperimenti per stabilire l 'esistenza di un reale potere -coag·ula11te del sangue portale. Si può co11cludere che : 1) Il cor1tatto col sangue portale determina l a immediata coag·ulazione rlel sangue contenuto nella vena femorale del cane. 2) La rapidità di coagulazione è n'la·ssima se il sangue porlale è prelevato durante la digestione, dimi11uj sce col digiuno. Anche dopo f5. giorni ·di dieta i<lrica, però, si nota, sebbene diminuito il potere coagulante in questione. 3) Il potere coagulante del sangue portale si fa sentire anche nell 'animale irudinizzato, sebbene con un netto ritardo. MAGG10
CAPPELLI L . (Ancona) . - F a rilevare ch e nei priJ11ordi della sua carriera, gli embolismi della poln1onare e le trombosi erano più frequenti: attribuisce il fatto al miglioramento della tecnica, alla (l ccu r:l la asepsi, alla rigoro·sa emostasi e alle manov.r e operative p ossibilmente meno traun1atizzan ti . Il n1aggio: numero di embolismi_ e di troinbosi 11a riscontralo nelle is ter ectomie addorninali e non
in quelle vaginali, dove 11on ha mai osservato tali oomplicazion.i. Ritierle che gli en1bolismi polmonari (piccoli embolismi) sia.no molto freqt1enti a differenza del1'embolismo massivo della pol111onare. Ha pure osservato che l 'embolismo insorg·e ben rara1nente in una conseguenza della trombosi conclamata. Riferisce su quei segni premonitori che si possono riscontrare come elevazione termica, dolore alla pression'3 del polpaccio, ecc. TuRco A. (Casalmonferralo). Accenna alla frequenza delle polmoI1iti post-operatorie durante il perioLio estivo. Pensando che certe teorie vog·liono vedere in emboli ]a causa della polmonite r1on spiega bene il rapporto con la stag·io11e e chiede se altri hanno la stessa e-sperienza.
P.
(Co ntinua).
XXVI
VALDONI.
Co~gresso
della Società Italiana di Ortopedia
Bologna, 21-22 ottobre 1935 - XIII. Il 26° Congresso della Società Italiana di Ortopedia si è tenuto nell 'Istituto Ortopedico Rizzoli sotto la pre·sidenza. del prof . PuTTI, con notevolissimo co11corso dei cultori della specialità di tutta Italia. Il 1° t eina di relazione: cc Traumi e paralisi ostetriche della spalla >) è stato svolto da F ALDINI (Parma). Egli . ricorda come la << paralisi del braccio dei neo11ali n, ip.dividuata a quànto sembra la pr1ma volta dallo S111ellie nel 1746, non ha una etiopato,g enesi unìvoca: volta a volta sono in céJusa lesioni del plesso brachiale, dell 'articolazione delL1 spalla e dei suoi componenti articolari . In tutti i ca·si il quadro clinico nelle prime settimane di vita è uniforme e u11a diagnosi è praticamente impossibile. Le lesioni del plesso in rapporto a estensione e localizzazione delle lesioni, ma a11che alle numerose variazioni anatomiche, }Jresentano forme cliniche assai varie; nel tipo più frequente a osservarsi, cl1e si avvicina, ma per lo più non corrispo11de, al paradigma classico della ·sindrome di Erb-Duchenne. sono ii1attivi alcuni muscoli innervati da C5 e C6. I traumi ostetrici , in numero certo assai maggiore di quanto non dicano le statistiche, consistono in contusioni, dislorsioni della spalla, fratture della clavicola, dista.echi condro-epifisari clel1'omero. La presenza di nubecole di callo calcificato, rilevate non prima del 12°-15° giorno di vita., è seg·no inequivocabile di un grave traun1a o·stetrico della spalla. Vi sono poi sicuramen le delle forme 111iste di lesio11e del plesso e di trauma ostetrico. Nelle paralisi è assai frequent~ una not~vole re: gr essi<)n e dei fenomeni di deficit, mass1me ne1 pri1ni 6 mesi : il quadro clinico si rend.e al~or.a più cl1iaro e la diagnosi non presenta più. drfficoltà in pre·senza di un attento esame funzionale ecl elettrico. A uil anno il deficit residuo si può con siderare permanente. Il radiogr amma mostra soltanto fatti di atrofia e di ipoplasia a carico dei compo11enti articolari.
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SEZIONE PRATICA
Nei traumi ostetrici il decorso clinico è caratterizzato da un progressivo miglior amento delle condizioni funzionali finchè a un attent o esame non residua alcun segno di deficit motorio l 'impotenza essen~o. manifestamente legat a ad {in atteggian1ento vizioso della spalla in adduzione e rotazione interna, L'ii1dagine radiografica, specialmente se e·seguita in proiezione cranio-caudale mette in evidenza uno spostamento laterale dei nucleo epifisario omerale, con n etta r etroversion e e fo~te atrofia del medesimo e della glenoide: alterazioni tutte che possono essere con sider ale patognomoniche. Per quel che rigu arda la terapia delle paralisi il relatore si mostra scettico sull 'utilità degli interventi cruenti sul plesso, ch e ad ogni modo dovrebbero f.·s·sere assai precoci, sia per le diffjcoltà talora insormontabili nello stabilire l 'esatta indicazione, sia per le difficoltà in erenti all'intervento stesso. All 'infuori dell'operazione gli scopi che 1a terapia conservativa deve proporsi sono: favorire il ripristino della funzione nervosa e impedire lo st abilirsi della deformità : ad essi corrisponde l 'apparecchio ges·sato amovibile in abdu zione (mai più cli 90° !) e rotazione esterna massima, nonchè le cure elettriche. Per quel che riguarda gli esiti delle paralisi e dei traumi ostetrici , per lo più ci troviamo in presenza di un atteggiamento viziato (adduzione, rotazione interna e pronazione) che si potrà corr eggere o con l 'osteotomia alta per derotare o con la sezione di muscoli , tendi11i e della cap sula. Dove il quadro è invece òon1inato dalla paralisi del deltoide è inclicata l 'artrodesi della scapolo-omer ale. Nel corso della discussione ScAGLIETTI (Bologna) h a portato l'importante con tributo della ·scuola bolognese: per essa v 'ha n etta preponderanza dei traumi ostetrici; la cui diagnosi è r esa chiara, col t e1npo, dal reperto radiografico: atrofia della glenoide, retroposizione del nucleo cefali co, com e risulta cbiara1nent e dalla proiezione ascellare. Per gli esiti di traumi ostetrici il Purrr h a pertanto proposto la seguente condotta terapeutica: l " tempo: ar trotomia, ca1)sulotomia anteriore, riduzione della epifisi ornerale nella glenoide ruotando il braccio fortemente all 'est erno. Immobilizzazione in gesso per circa 2 mesi. 2° tempo: osteotomia ·subito sotto il collo 'chirurgico, ruotando la diafisi omerale all'interno ner ricondurre la 1nano nei rapporti normali rispètto al tronco. MARAGLIANO (Genova) fa notare che solo un a abduzione di circa 45° consente di allontanare i punti cli inserzion e del sottoscapolare, r esponsal: ile della rotazione interna. Hanno portato il loro contrib1Jto all'argom ento an che: J El\Ii\IA (Napoli), GuACCERO (Bari), MozzETTI (Venezia) ed altri. Il 2° t em1 di r elaziorte: « Le lesioni intern e del ginocchio» è svolto da DELITALA (Venezia). Il reJntore illustra ampiament e le lesioni dei menischi , quelle dei legamenti crociati e le fratture della spina tibiale. A l)roposito delle prime insiste sl.1lle difficolt.\ diagnostiche nei ca·si in cui mancllino i sintomi patognomonici. Per il p assato si ~ cerla1ne11 te errato per difetto ; errando per eccesso i félranno è vero delJe artrotomie « in bi a.,...
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co » senza tuttavia r ecar da1111i . Si deve tent r pre· sente che l 'errore. è. iacile anche ad artico]Jzione aperta : molte lesioni 111eniscali possono sfu o-o-irF 0 nll 'o~chio ·dell'inesperto. Le rotture i)arzia1{' del menisco possono guarire ; qui11di è bene n~i ca·si esamin ati precocemente, attP.11dere l 'eff~tto delle r.ure con servative (immobilizzazione per 10-20 giorni; poi calore e massagg·io). La tecni~a operatoria non ha gr ande importanza: ~ssenzial e è vedere e poi asporlare tutto il ~en1sco rot~o. L'anestesia locale è per lo più sufficente. I risultati della meniscectomia sono ottimi. La diagnosi di lesione di uno o di entrambi i crociati (nella mas·si1na parte <lei casi è interessato quello anteriore) è sem1)re difficile; particolarment e ardua è la differenziazione da altre lesioni i11terne del ginocchio, ma in q11esti casi si deve procedere all'artrotomia, dati i disturbi che il paz. accusa. La ricostruzione del crociato anteriore - utilizzando un cordone di fascia lata o il tendine del semitendinoso - dà buoni risul1ati; ma è necessario associarla alla ricostruzione accurata dei collaterali , come con siglia Putti. La cura delle fratture della ·spina tibiale deve essP.re cruenta (rimozione o anche osteosintesi' ma se il frammento non ha subìto spostamenti Ja sola immobilizzazione può condurre alla consolidazione. Le distorsioni gravi del ginocchio, ]e Yaste le5io11i capsulari, il rlistacco del lega.mento collaterale mediale richiedon o quasi sempre l 'intervento cruenlo. Sull'arg·o1nento banno parlato molti altri. Seguirono più di 20 interes·santi comunicazioni • varie. Nella sec0oda giornata del Con gresso rlurante la seduta. operatoria il prof. Purrr ha eseguito il primo tempo del piano operatùrio da lui ideato per la cura degli èsiti dei traumi ostetrici e ha rnostrato la t ecnica del st10 ost eocla sta. t~ella
seduta amn1inistrativa 1'assemblea ha deciso ch e il nome dell 'Assor.iazion e sia quello di « Società Italiana di Ortopedja e Traumatologia ». Il XXVlI Congre·sso avrà luogo a Ron1a nel setLembre dell 'anno XIV. E. , . F.NRZTAN. Ricordiamo l'lntere.r;sa.nte pubblicazione: Prof. V. CHIRON Prof.
c.
Prof. V. LOZZ I
MARINO-ZUCO
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APPUNTI ·PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA E TERAPIA. Appendicite cronica e malattie ginecologiche. A. De Grisogono (CLi1iica Ostetrica, settembre 1935), ri chiama 1'attenzione sulla n ecessità dell 'esplorazio11e ginecologica e sul1'oppo~tunità della laparotomia ginecologica n eJle appendiciti croniche. Rip,o rta, a dimostrazione della su.a tesi , l 'osservazion,e di una donna inviata all 'ospedal·e come sospetta di appendicite cronica e destinata ali ' operazione, in cui l'esplorazione ginecologica prati(;aia t·emp·estivamente permise di diagnosticare imporLa11ti lesioni agli annessi di destra, confiermat.e alla laparotomia (torsione di tub,a g ravida ed aborto tubarico), mentre l 'appendice non p resent.ava particolari lesioni. Vi sono inoltre delle donne ch e, operate qualche tempo prima di appendi'c ectomia per H appendicite cr oni ca », ricorrono più tardi a l ginecologo per disturbi rin1.asti dopo l 'operazione, l 'A. ritien e che in tutti i· casi d·ella c osì detta « appendicite cronica » sia indicata l 'esplorazione bimanuaJ.e g inecologica e che sja più utile la laparotomia g·inecologica tras,·er saJe bassa, ch e non l 'incisione ad,d omi 11ale laterale destra , p erch è più adatta a facilitar e l 'atlo operati,·o sull ' appendice ed , alt~1npo stesso, sul genit.ale interno , quan·do questo presenti dell e lesioni . Tale incisione è consigliabile anch·e perchè lascia una cicatrice poco o punto visibile. A con clus io11i an alog he arriva anche J. Vanvert (Echo 1riéd. du No rd , 28' luglio 193,5), ch e riporta una diecina di osservazioni in cui i disturb·i accusati per l 'ap·p endicecton1ia erano do, uti a un '.annessite n1isconosciuta. Ed insiste sulla necessità di un 'esplorazione d egli annessi in ogni apJ)endicectomia n ella donna, specialn1e11t.e qua11do l 'organo asportato sembra sano. Per tale sCOJ)O, l'A. preferisce a ll 'in cisione di ~1 ac Burney, ch e male si presta ad un prolungan1ento verso il basso, qu·ella di .Talaguier , lun go il n1 argine esterno del muscolo retto od a!)che l 'incisione mediana, ch e h a il vantaggio di pern1ettere un' esplorazione hj la tera le. fil. 1
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Di turbi mestruali associati con basso metabolismo basale.
. F. Haines e R . D. Mussey (Proceedings Ala yo Clinic, 11 ag·osto 19315) hanno osservato un g ruppo di 74 pazienti an1enorrea, oli. con . . . . tro111enorrea o me11orrag1a, in cu1 s1 avevano cifre basse del m etabolisn10 basale, pur sen za fatti di mixedema. Vennero trattate con dosi accuratame11te r egolate di tiroide disseccata . È necessario seguire le malate per impedire delle n on desiderate con1plicazioni di tale tratta111ento e determinar e di tanto in tanto il m etabolismo basale. ìessun altro traltan1ento ' renne fatto alle JJa 1
zienti in qt1estione; ·si ottennero definiti miglioramenti nel 72 % di an1enorrea, nel 55 % di oligomenorrea e nel 73 % dei casi di menorragia. In complesso un numero notevole di n1iglioramenti ch e andavano di pari. passo con il migliorarr1ento delle condizioni generali e con il risalire delle cifre del metabolismo b·asale verso i limiti normali. fil.
Un caso di mestruazione mortale. E. M. R. Frazer (Lane.et, 9 novembre 1935), riferisce il caso di una ragazza di 25 artni , rr1 estruata da 9 anni, di professione domestica, che i1oi1 aYe\ .a n1ai accusato disturbi. (Jualche giorno dop·o iniziata l 'ultima m ·estruazione, si sentiva stanca ed improvvisan1 ente perdette la coscienza cadendo per terra . I~ 'A. la trovò estremamente. pallida, con polso filiforme a 110, senza dolo·r i; imene intatto, ut ero piccolo non gravido. Si praticarono zaff a1nento vaginale., iniezioni di pituitrina, tratt amento generale d·ello « shock ». Err1oglobina al 40 %. P erdurando le condizioni con continua perdita di sangue, viene accolta in ospedale, clove si dilata il collo ut·eri110 e si zaffa la cavità; iniezione endov.enosa di soluzione fisiologica. Pocl1e ore dopo , inquietudine, disten sione delle giugulari e morte con fatti di trombosi cer ebrale. All'autopsia, utero vergin·e senza modificazioni patologicl1e e trombosi del seno I.aterale . Si può rag·ionevolmente escludere anche una forn1a di malattia d el sangue come causa dell 'emorrag·ia osti11ata e fatale, tanto più ch e l:i paziente, s.al vo dei lievi segni di stanchezza, non aveva accusato alcun sintoma p·a tolo(frico ed ave·va co11tinu.ato il suo lavoro. , fil. 1
Le metrorragie della menopausa. A. Vignali (Cliriica Ostetrica, ottobre 1935), si occupa, da l punto di vista clinico, ematologico ed anaton1ico, del! 'intricato e discusso probJ.en1a etiopatologico di questa forma n1orbosa, ril·e,·ando che queste entorr~gie co~t.itui",co110 un quadro tipico ch e sj clistarca dalle altre sindromi emorragich e dovute a Go11dizioni morbose, g·en erali o locali; per tale ragio11e, le emorragi·e da lui studiate dovrebl)ero chiamarsi essenziali o semplicem ente metrorragie della m enopausa. Esse stanno in ra1Jporto con coeffi cie·n ti diversi e principalme11t.e con la rottura dell 'equjlibrio funzional e utero-ovarico, cagionata da modificazioni anatomi·ch e a carico degli elerne,11ti del miometrio e dell a mucosa. Di g rande importanza n ella genesi, sono Ja notevole attività g·en esica (logoramento del viscere R"en eratore), l' età (alterazioni del sistema cardjoYascolare) e la costituzi'o ne (prevalenza n elle donne a costituzion€ generale e genita1€ esul>eran te). fil.
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SEZIONE PRATICA
La medicazione emostatica nel trattamento medico delle emorragie genitali femminili. M. Turpault (IV Congr. frane. di ginecologia e Rev. franç. de gynéc. et d'obst., g iugno 1935), n el lungo rapporto, con sidera anzitutto i diversi rnetodi che possono usarsi e <::ioè : il trattamento generale, i rimedi emos tatici, quelli opoterapici ed. i m etodi fisici. Fra gli emostatici, considera: 1) I coagulanti,· fra cui è sovrano il siero animale, da utilizzarsi com e medicazioni locali in vagina, in forma di ovuli o su comp r esse ed eventualn1ente anche con un piccolo stuello introdotto rtell 'utero . L"tili anche i rimedi del ti po del (:oagulene, per bocca o per iniezione. Può g iovare il Cloruro di calcio (4 g .) con 40 di Sciropvo di oppio e 120 di Acqua distillata; un cucchiaio ogni 2 ore. Si somministra anche il Citrato di sodio (30 g.) con 10 di Cloruro di n1agnesio in 100 di Acqua distillata, per iniezioni endovenose (10-25 em e.). Effett0 rapido. La gel a tina, oltre ai possibili accidenti infettivi (t etano) non ha l 'effi cacia ch e le si era attribui ta. Scon sigliabile è il percloruro di ferro (possibilità di cau sticazioni); non dannosa è l 'antipirina (n1edicazioni endouterine con la soluzione di 1/5) . 2) I vaso-costrittori sono molto usati; fra €~si principalmente l 'ergotina e derivati (iniezioni o per bocca). Meno energico è l 'Hydrastis canaden sis (Estratto fluido 30 g. in Glicerina 90 g. : 3 cuccl1iaini nelle 24: ore; se la pozione non è t ollerata, fare un clistere con un cucGhiai110 da caffè d ell 'Estratto fluido in 100 g. di acqua, con X gocce di laudano) . Allo stesso modo si. u sa l 'Harr1amelis, a proposito (lella qualè, l 'A. raccomanda di non mesco larne la tintura o l 'estratto con quello dell 'Hydrastis perch è gli alcaloidi di questa sono 1)recipiLati. dal tann.ino della JJTin1a. Nelle donne con fib-romi, in occasion e de_gli attacchi [lussionali., può rendere utili ser·vigi l 'Estratto fluido di Capsell a bursa pa storis, all a dose di 30 g., in 3 volte al giorno. 3) Fra i vaso-dila tatori , l ;A. raccomanda la sti 1>ticina, specialn1ente nelle sclerose çhe sanguir1ano, alla dose di 20 cg. al g iorno, per iniezio11i o per bocca. Il Viburnum pruni'folium si associa all ' Hvdrasti s od all 'Hama., melis (Tintura od Estratto fluido, g. 0,50·3 per giorno). fil . 1
SEMEIOTICA !li dolore addominale come sintoma di malattie cerebrali. Di solito, il dolore addon1inale i1on v iene associato a malattie del cervello, il ch e no11 toglie che in alcuni casi esso riconosca tale • • ·Or1g1ne. I . S. w ·ech ler (J ourn. amer. ni ed. assoc., 31 agosto 1935), riferisce su 14 e.asi del genere: un ragazzo co11 il qua<lro clinico di a1)J >enrlicite acuta, al quale venne asportatn
l 'appendice del tutto nor1nale; egli aveva invece un ascesso frontal e epidurale e guartì in seguito alla sua evacuazione. Una ragazza con tumore in trapontino estendentesi al cervello n1E.dio e forse alla r egione ipotalamica in cui il primo sintorna fu la ritenzione urin~ria ch e ricl1iese la caleterizzazione e con dolori addo1ninali anche i1on in rapporto con la distension,e vescicale. Un g iov.an e ch e, per anni , accu sava og11i tanto degli accessi di dolori ad·~om~na~i;, poi ~hè g li e~ami erano n egativi, lo s1 giudico ps1coneurot1co; morì poi p er tu111ore cerebellare, ch e aveva invaso il qu.a rto "\ entricolo. E così via. ~ probabile che un 'atte11ta osservazion e di111ostri ch·e tale sintoma .è più frequente di quar1to si cr ede; oltre ch e nei tumori cerebrali, esso può osservarsi negli stati convulsivi , n ell 'emicr a nia, nell 'enoefalite, nell 'isterismo. Sen1br a che la sorg·ente del dolore addom inale sia del ricercasi specialmente nella regi~ne . cortico-fro11 tale, nell 'ar ea premotoria, in cui v1 sar ebb ero delle rappresentazioni viscerali .autonomiche . l\fa anch·e la re g·ion·e ipotalrn1ca e quella d el vago può avervi influenza e forse la cor teccia agisce per l 'interm edio dei re11tri inferiori. Comunqu e, il sistema non 11a ' 'alor·e di localizzazione. f? l. 1
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VARIA Che cosa vedono i ciechi. Al reoente Congresso internazionale di ottica tenutosi ad Oxford, C. S. F lick ha f.atto llDa comunicazione sull 'impressione mentale ch e produce sui ciechi il mondo circostante impressione ch e non è quella d ella complet~ oscurità . ~--ra g li a ltri , Si.r .Jan r'roser, m embro del Parlan1ento e cieco di guerra, h a confern1ato cl1e il suo orizzonte non è nero, ma tli un colore rossastro caldo e gradevole, non senza 11n certo irraggiam ento. ·u11 altro ha detto ch e il suo .fondo è piuttosto grigiastro, m6ntre altri hanno sen azion i diver se (blu scuro, blu acciaio o gridellino (secondo la dir ezione ver so cui volgono g li occhi. (P. f anchest.er Gu ardia.11). fil .
F O R M U L A R I O• Nei dolori delle annessiti gonococciche. H. Kahr1 (k -onservatiive 1'herapie d . Frauenhr an kh.) consiglia: cg. 2 1) Estratto di b elladonna Cloridr.a to di papaverina cg. 3 g. 2 Burro di cacao M. f. suppositorio S. 1-2 al giorno . 2) Estratto di be llaclonna Cloridrato di codeina ana cg. 2 g. 2 Burro di cacao l\il. f. suppositorio S. 1 -~ aJ giorno .
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« IL POLICLfNIOO »
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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Ordine di mobilitazione. Le Forze Sanitarie» pubblicano, nel n. 29, un a11pello d el Segretario nazionale del Sinda.cato fascista d ei medici , on. Morel1i , ai medici italiani, in merito alle san zioni e alla difesa con1ro di es·se. Ne riportiamo larga parte. <t
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Ben veng·ano le sa11zioni , poichè alcuni mesi di esse serviranno a costruire, temprandolo, l 'animo degli italiani. Le sanzioni non basteranno a fiaccare l 'Italia. 1 oi 1nedici dobbiamo iniziare subito la battaglia nel settore dei medicinali, degli apparecchi sc-nitari, degli alime11ti. L 'ig·noranza delle nostre p ossibilità, grave una volta, sarebbe delittuosa oggi. Occorre che il rr1edico sappia come le co·sì dette specialità estere sono quasi sempre formule che egli può comporre da sè, evitando così una maggiore spesa per un ogg·etto cb e è d.a considerar di lu sso. Torni. il Jnedico alla vecchia farmacopea ch e gli permetterà d.i aver coscienza di ciò che pre$Crive, mentre darà agio ai farmjcisti di u scire dall'invadente e poco dignitoso droghierismo, e al pubblico di risparmiare.. I farmacisti e i chimici sono con noi n ella buon a battaglia. Ci uniren10 per con cretare un effi·· c?.ce piano d'azione. È. nostra intenzione iniziare r1ei prossimi numeri di « Le Forze 1Sanitarie » la pubblicaz ione dei medicamenti dei paesi sanzionisti, col corrispondente medicamento italiano di pari o superiore valore. Il proclama del Sindacato Nazionale dei Farmacisti e la nobile lettera del Segretario Nazionale dei Farmacisti e dei Chin1ici, ce ne dà11no affidamento. Dobbiamo controbattere il reclamismo estero. L'Italia importa dai paesi san~ionisti, e sovrattutto dalla Francia, dall 'Inghilterra, una ingente quantità di medicinali vari (sintetici, specialità, prodotti biologici, apparecchi sanita.ri, ferri chiflì.rgici ecc.). Per avere una pallida idea dell'esodo del no·stro denaro all'es tero e del danno con segu ente per la nostra economia nazionale, soltanto per acquisto di medicinali, basta tener presenle che dal 1931 a tutto il 1934 si è notato un au1nento prog·res "ivc di spesa (cioè da L. 50.616.735 n el 1931 a L. 65.602.998 nel 1934) e che ne] primo semestre cli ques to anno si è avuto già un esodo di L. 45.146.272. Se si guarda l'esportazione italiana della stessa rnerce i1 e i riguardi della bilancia commerciale, si 11 ola i1egJi s tessi anni, non soltanto una sperequazione a oll1ta, ina una diminuzione progressiva cla L. 25.720.644 nel 1931 a L . 22.255.516 i1el 1934 con L. 12.679.203 nel primo semestre di quest 'an110. Que L'ullin10 fatto costituisce una specie di [111zion e economica preventiYa al cui incren1ento rtoi abbian10 certamente contribuito.
Se è dovere del medj co italiano di usare per quanto è possibile prodotto nazionale, è s uo obbligo imprescindibile di non u sare mai, per nessuna ragione, il medici11ale dei Paesi che con le sanzioni tentano di farci piegare le ginocchia. Non temiamo le sanzioni, poichè affrontiamo lieti ogni sacrificio, ma ne sentiamo profondan1ente l 'ol1rrggio . Nun1ero·se adesioni da enti e personalità sono giunte al Sindacato; ne vengono riportate le principali. Nel n. 30 del periodico il prof. Morelli illustra, ai medici italiani, la mostruosità delle · sanzioni e l'attuazione della difesa nel settore sanitario. Ordina la sospensione dei Bollettini provinciali medici; inYita tutti i periodici rli n1edicina a ridurre ulteriormente il numero delle pagine; preannunzia l'abolizione di parecchie Riviste ed inta1rto sollecita ]e Società cul lurali medico-chirurgiche e le Case produttrici di medicinali e di materiale ·sanitario a sospendere le pubblicazioni periodiche.
Per i sanitari richiamati alle armi. Il Consiglio dei mi11islri ha approvato uno scherna di decreto-legge recante norme dirette a consentire, ai sanitari richiamali o trattenuti alle armi, o che abbiano contratt o arruolamento volontario, di partecipare ai concorsi per i posti di sanitari condotti.
Pei sanitari collocati a riposo. La cc Gazzetta Ufficiale » pubblica il seguente decreto: cc L'Istituto nazionale fascista per l 'assisten, za dei dipendenti dagli enti locali è autorizzato a corrisponde.re la indennità premio di servizio nella n1i·s ura ridotta della metà ai sanitari che siano collocati a riposo entro l 'anno 1934. Ai sanitari che siano collocati a riposo e11tro l'anno 1935 sarà corrj sposta dall'Istituto l 'indPnni1à premio di servi1io n ella misura di tre quarli di quella nor1nale ». .
CONCORSI. PosTT VACANTI.
GENOVA-SA1"IPIERD.\RENA. Ospedali Civili. - I1 con corso bandito in data 21 agosto 1935, per un posto dj primario chirurgo ostetrico ginecologo è revocato. MILANO. Consiglio degli I slituli Ospilalieri. Sono sospesi, fino a nuova disposizione, i concorsi pubblici per un posto di medico primario specialis ta, un posto di prosettore e due posti di medico assistente nel Sanatorio Vitt. Ero. III presso Garbagnate Mi1anese, già prorogati al 15 novembre. Ov1NDOLI (Aquila). - ()ues.t.o Comune (Stazione estiva ed invernale di prim 'ordine) cerca un medico per tre mesi. l\1olto probabiJmente il serYizio s i prol11ngherà ancora di pii1. Scrivere subito a quel Podestà. Medico Yasta cultura generale è ricercato da i111portante Casa Farmaceutica per collaborazione
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SEZIONE PRATICA
_propaganda medica e direzione Ufficio scientifico . Scrivere E. Campanelli (Casa-Fa) ,. Via Si·stina 14, Roma. BORSE DI
STU DIO.
Borsa di studio per u n medico brasiliario creata dall'Islituto Rizzo li .
I n seguito ad accordo inter venuto coll 'Università di Rio de J aneiro, l 'Istituto Rizzoli ha creato :t1n posLo di perfezio11amento in Clinica ortoped ica ·e traumatologica per u11 m edico brasiliano . Tale posto sarà ogni a11no messo a concorso dal1 'Università di Rio de Janeiro ed il vincitore del .concorso trascorrerà un anno scolastico nell 'I stituto Rizzoli. Il primo concorso è stato vinto dal dott. Caio do Amaral. Analoga convenzione esiste sino dal 1924 fra 1 'Istituto Rizzoli e l 'l fniversità di Buenos Aires, la quale ha inviato sino ad ora 7 perfezionandi . CONCORSI A PREMIO.
Concorso Nazionale per un lavoro di Nipiologia.
Durante il Congresso di Nj piologia tenutosi a 1'rieste (4-7 ·settembre 1935-XIII) ve1111e annunciata dal presidente prof. E. Cacace u11a n11ova iniziativa a favore della Nipiologia : un Concorso nazionale sul te.ma « Concetto, ·sviìuppo e finalità d ella Nipiologia » . Il tempo durante il quale il concorso resterà aperto, le modalità di esso, l 'even tuale r egolamento saranno fissati dal presidente della Società Italiana di Nipiologia. La somma di L. 1500 p er il premio è offerta dal prof. Prassitele Piccini11i, che. pone altra uguale ~01nma di L. 1500 a disposizione della Società ItaJiana di Pediatr·ia, e che h a già accantonato le con1ples·sive L. 3000 presso il Credito Italiano. NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE. Il Consiglio direttivo della Socjetà Italiana di Radiologia Medica, desièlerando onorare il prof. Francesco Paolo Sgobbo - che per raggiunti limiti <l 'età l ascia il posto di ordinario di radiologia. m edica ed elettroterapia della R. Università di Napoli dopo aver tenuto l 'in segnamento per 37 anni - ha deciso, nella seduta del 4 ottobre, d 'iscriverlo fra i soci onorari. •
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Il prof. Roberto Bompiani è incaricato dell 'inseg n amento d.i Clinica ostetrico-ginecologica nella R . Universit:ì di Palermo. (Rallegramen ti al nostro valent e collaboratore ed amico). Il premio internazionale del~a Fondazio~e. « ~i ri11cione » a favore degli studi oftalmologici (lire 20.000) è sta;to quest'anno assegnato al dott. Raffaele Campos, per un complesso di ricerche sul « n1e labolismo della r etina ». Il Consiglio dell 'Associazione dei Liberi Docenti di Napoli ha assegnato il primo prenuo ann~ale per l a migliore pubblicazione al pr?f. G: Bazzi?alup o, quale autore del libro « Seme1ologi a medica f i·sicn. e fu r1zionale ». L 'Accademia di Chirurgia di Filadelfia ha conferito il pre n1io quinquennale Gross al prof. O ..H. \Van gen s tee!l, clinico chirurg·o all.a Scuola ~edica dell 'Università del Minnesota a Minneapolis, per il su o studio: « Il problema t erapeutico dell'ostruzion e intestinale ».
NOTIZIE
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DIVERSE
P er la clinica di malattie tropicali e snb-tropieali. Il Consiglio d ei l\.1ini'stri, su propost a del Ministro della Educazione Nazionale h a. approvato l1110 sch erna di disegno di legge relativo all 'aumento dei contributi corrisposti dai lVIinisteri d elle Colonie e della Gu erra a favore della Clinica delle malattie lropicali e sub~tropicali della R. Uni versità di R01na Ricordiamo che con 1-leg·io decreto-legge 18 dicembre 1930-IX, n. 1837, fu istituito presso la ({. Università di Roma un p osto di ruolo p er la Clinica delle malattie tropicali e subtropicali, cl1e 11a anche il compi to di perfezionare in quest a particolare branca della medicina, medici civili e militari, ufficiali sanitari e rr1edici provinciali . Le accresciute esigenze scientifich e ed a·ssisten ziali della Clinica e l 'eccezionale attività eh 'essa è chiamata a svolgere nelle presenti contingenze hanno reso n ecessario elevare, col concorso dei Ministeri delle Colonie e della Guerra, il contributo <lello Stato. In tal modo la clinica delle malattie tropicali e subtropicali .-"" unica esistente in Italia - attingerà ql1el maggiore sviluppo che il presente mo111ento e la n ostra espansione coloniale r endono n.ece·ssari.
Poliambulanza Ospedale Civile ''])I. Rava,, in ])lo· gadiscio. Il 28 ottobre S. E. il gen. Graziani, Governatore della Son1alia, ì1a i11aug·urato in Mogadiscio la nuov0 sede riell 'Ospeùale Civile Poliambulanza cc M. Rava » eh~ verrà diretto d al prof. Carlo Tedeschi; esso viene a sostit uire l 'antico Ospedale Coloniale cc G. de Martino », divenuto Ospedale lVIilitare della Somalia. Il nuovo edificio dotalo delle pi11 moderne provvidenze sanitarie ~ia n el · campo m edico che chir~rg-ico, con Sezione di l\1at.ernità, . d ella .P?te11zialità nel corpo centrale di 100 letti; servrra e~clu sivamente per i ·servizi sanitari <lella popolaz1on.e civile. Ad esso verrà aggregato un Reparto Ind Lge110 a padiglioni separati di circa 300 letti, Cosi il Regime ha concluso nell ' Anno XIII E. F: un 'opera del massimo potere. civilizzato.re .a c';li poneva la prima pietra il g1~rno della. Vit~or1a dello stes·so Anno XIII la Maest a del Re V1ttor1oso.
100 Congresso della Società Internazionale di Chi· • rurg1a. Per il l(}<> Congresso d ella Società Internazionale di Chirurgia che dovrebbe tei1ersi al Cairo. dal 31 dicembre al 5 gennaio, il prof. Alessandr1, del e~ gato per l 'Italia, fa sapere ai colleghi me1~br1 della Società, che la decisione circa la partecip azione d ei Soci Italiani al detto Congresso è nega ~ tiva. Prega quindi tutti i colleghi di astenersi dal viaggio progetlato.
Per le personalità che si recano all'estero in mis· sion e ufficiale. Le p ersonalità italiane che si ~echi~o all 'ester.o in missione ufficiale o con un incarico determ111ato sono tenute, giun gendo n el ~aese OYe son o dirette a fara innan zi tutto visita al Rappresentante del Regio Go verno sul posf?, !l quale pot~~ aO'evolare il compimento d ella m1ssione con ut1l1 i~dicazioni nei riguardi delle visite e delle prese
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IL POLICLINICO
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di contatto con le Autorità straniere i11 rapporto all~ for1rLe di cortesia i11ternazionale, agli u si locali ed al carattere che la visita riveste.
affezio11i nervose fu·n zionali, nelle affezioni del siRten1a Ilervo·so periferico, nelle affezioni dell 'apparato locomotore, n ei fanciulli .
La '' tenda d'ossigeno ,, in Inghilterra.
Il 5') Congresso rome110 di urologia si terrà dal 15 al 18 dicembre, nella Facoltà medica di Bucarest. Gli urologi stranieri saranno i benvenuti. Rivolgersi al segretario generale della Società romena di urologia, Dr. Popescu Buzeu, P·u tu ou Plopi 14, Bucuresti II, Romania.
Un gruppo di clinici e di primari di Londra ha inoltrato un memorandurn alla Società della Croce Boss~ Britannica, perchè cooperi a diffondere l'uso della tenda d'ossigeno. La Società ha risposto interessandosi all 'org·anizzazione di un servizio nazionale per. Ja tenda d'os·sigeno . Prima d 'impegnarsi a fondo - ii che importerebbe spese ing·enti - ha però d eciso di raccogliere un maggior numero di dati. P ertanto ha ordinato 12 serie di apparecchi, i quali verranno distribuiti ai più importanti ospedali. Questi, entro 2 mesi, riferiranno sui ris11ltati. La t enda di tipo più moderno è adattabile al letto del malato , n1anovrabile con moi. ta facilità e fornita di la.rghe finestre di celluloide r1on infiammabile, che permettono la visione e la sorveglianza del malato.
Immunizzazione antidifterica e antivaiolosa negli Stati Uniti. A S. Francisco di California, si è iniziata n ello scorso agosto una campag·na prescola·stica d 'immunizzazione contro la difterite e il vaiolo. I prodotti vaccinanti vengono forniti gratuitamente, e g·ratuitamente i medici prestano la loro opera. ai r1on abbienti. All'apertura delle scuole i bam})i11i dovranno preser1tare i certificati di avvenuta vaccinazione e saranno richiamati con t1na circola.re i genitori che avranno trascurato di provvedere all'immunizzazione dei propri figlioli. In seguito ad una grande campagna d 'jmn1unizzazione antidifterica svoltasi a Filadelfia nel giug·no scorso, si calc.;ola che sia110 stati immunizzati circa 9000 b ambini, e che ora una forte percentuale dei bambini della città sia immunizzata contro Ja malattia. La mortalità per difterite risulta se11sibilmente ridotta.
Il 7° Congresso pan-russo di balneologia è indeLlo a Mosca dal 25 al 31 dicembre. Il Comitato organizzatore ha sede nell'Istituto balneologico centrale statale (boulevard Novinsky 9, Mo·sca, U. R. S. S.); si tiene a disposizione per infor~azioni; è presieduto dal prof. Danichevsky e ne è segretari o il dott. Goldfeil. L 'J-\ .ssociazione an1ericana dei medici ferroviari si è adunata a Chicago dal 13 al 15 novembre. Tra i temi discussi furono : reazioni psichicl1e posttraumatiche; introèluzione endovenosa di liquidi n ello shock; I 'idrocele e suo trattamento col metodo delle iniezioni; fratture del bacino e del seg111ento ·superiore d el femore; fratture dell 'ava111braccio; ferite addominali. La i2a ses·sione della Conferenza medica panindiana si terrà, salto gli auspìc1 dell'Associazione Medica Indiana, dal 26 al 29 dicen1bre a Na,g pur. Il 1° Congresso pan-indiano di ostetricia e g·i11ecologia è indetto dal 2 al 4 gennaio in Madras; sarà diviso in tre Sezioni: 1° Ostetricia, 2° ·Ginecologia, 3° Maternità e tutela dell'infanzia. Rivolgersi a: the President of the Obstetric and Gynaecological Society of Soutl1ern India, Governrnent Hospital for 'i\Tomen and Children, Egmore, Madras, Indie.
Un po' dovunque .
La Società Medico-Chirurgica Trevigia11a si è adunata il 15 novembre, con la presidenza ciel prof. A. Bozzoli, assistito dal seg·retario dott. M. Bortolozzi. Sono state fatte co1nunicazioni da : A. Cappellari, A. Bozzoli, E. (~astaldo, M. Bortolozzi, G. Burir1.
Il 2 dicembre il prof. sen. Nicola Pende ha teT1uto la prolusione al corso fii patologia medica, innanzi a un denso pubblico tra cui spiccavano 1no] te personalità; ha trattato il te·m a : << La medicina italica, correlazionistica ec.i unitaria ».
La ,Socielà Tosco-Umbra di Chirurgia si è adunata il 22 novembre a Firenze , co11 la presidenza del prof. D. Taùdei, assistito dal segretario dott. G. C~rulli. Sono ·state fatte comunicazioni da: O. Da,rtoli, G Cerulli, I . Barcaro]i.
Le navi-osperiale in servizio per l'Africa Orienta,re so 110 cinque: Tevere, Urania, California, Heluan e Vie11na; tr.3 sono in allestimento: Gradisca, Cesarea e Aquileia. Sulle navi-ospedale prestano servizio infermieri di professione e dame della Croce Rossa, il c.ui nuovo r1ome è « infermiere volonta.rie per l'Africa Orientale ».
La Società Medico-Chirurgica Be-rga1nasca si è adunata il 23 novembre, con la presidenza del prof. D 'Alessanjro. Sono state fatte comunicazioni da : Gia1111otti e Timpano, I. Caldaroli. Il presidente d ell'Unione internazionale contro il cancro, Justin Godart, ha lanciato un appello perchè l'azione contro il cancro sia intensifica ta.
La Società svizlera di neurologia e la Società svizzer a di psichiatria h anno tenuto un 'assemblea comune a Friburgo il 9 e il 10 novembr~ sotto la presidenza di Ch. Dubois ( Berna) e di H. Flour11oy (Ginevra); il principale t ema trattato fu: « L 'irnportanza dei perturban1enti u111orali e delle DYitaminosi in neurologia e in psichiatria ».
Il fascicolo VI di cc Acta ~ferlica Italica » sarà dedicato al~a stomatologia in Italia; riunirà in collahorazio11e molti eminenti stomatologi; consterà di 200 pagine. Sarà posto in vendita al preLzo rJi L . 10 a totale beneficio degli orfani d ei medici rn.ùuti in g uerra.
La 3a Conferenza pan-crimeana di cultura fisica rnedica si è tenuta a Yalta, dal 20 al 23 settembre. Vennero trattate le applicazioni d ell'attività · fisica n scopi medici nella tubercolosi polmonare ed osteo-articolare, nelle affezioni gi11ecologiche, n elle
Si sono fondati ad Avana gli << ArchjYos de i\{edicina Interna », con la collaborazione d ei profes~ sori delle clinicl1e universitarie ; so110 diretti dai proff. Luis Ortega Belano, Clemente Inclan Costa, JJedro A. Casti1lo.
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SEZIONE PRATICA
Sotlo gli auspicì d ella Società Medica Venezuelana, si è avviata la pubblicazione degli « Archivos ' ' en_ez?lanos de Cardiologia y Hematologia », diretti d al dott. Heberto Cu enca. ,Sede d egli uffici : Clinica Cordoha, Caracas, Ver1ezuela. Il Collegio Medico dell 'U11iversità di Virginia a Ilichmond (Sta li Uniti) ha ricevuto, da un ano11imo, la somma di 300 mila dollari, che verrà integ·rata dalla so111ma di circa 250.000 dolla.r:l concessa dal governo federale (fra t11tto 6 rnilioni di Jire -it.), per ]a costrt1zione di un nuovo edifizio di 'ì piani, de·stina,to ad ambulatori (piartterreno) ed a laboratori (piani superiori: batteriologia, patologia, biochimica, sanità pubblica e medicina preventiva); è in progra1111na la costruzione, in secondo tempo, di un ospedale clinico adiacente a g·u esto edifizio. Un Istituto di medicina tropicale è sorto a Lisbona. Ogni anno esso invjerà 1111a missione di studi e ricerche nelle colonie portoghesi; provveclerà all :insegnamento e all 'indag1ne scjentifica . Nelle vicinanze di J_,i1na sorgerà un ospeclale sanatoriale, de·stina.to al trattamento delle tubercolosi aperte bacillifere; i fondi sono stati forniti da filantropi peruviani; la costruzione è diretta dal prof. Perez Aramibar, che alcuni anni or sono fece costruire u11 istituto di puericol tura, considerato come modello. L 'Ufficio cl 'i giene di Vienna, che esercita la vigilanza sulle professioni sanitarie, info,r n1a che il 11umero dei medici è in continuo aumen to: alla ~ine del 1930 se ne contavarlo 4651 (tra cui 475 <lon11e); alla fine d,el 1934 erano divenuti 4732 (tra cui 500 donr1e) . Il nu111ero dei dentisti (medici dentisti e odontotecnici) è pure aume11tato, da 1726 a 1823. Si conta un medico ogni 380 abitanti e un dentista ogni 1000 abitanti. La Società di Chirurgia di Buenos Aires,. per solennizzare il giubileo della ·sua fondazione, il quale si co1npirà 11el settembr e 1936, ha bandito un concorso a un premio di 1000 pesos e diploma d 'onore. Il 19 novembre al] 'Univer sità di 'Liegi si è teuuta una solenne seduta i11 memoria del fisiologo Léon :F'rédéricq; erano presenti il ministro del1'Istruzione Pubblica Bovesse e moltissime altre personalità. Il Consiglio d 'ammi11istrazjone dell'Opera Pia Polja1nb-u lanza llonzoni dt JVIilar10 ha consegnato al dott. Ambrogio Binda una grancle medaglia d'oro, per ricordargli i 35 anni dedicati all 'l stituto Durante la g·uerra il Rincla ebbe l 'altissimo onore di ospitare nella Polian1l1ulanza e curare il 1ersagliere Benito Mussolini, reduce cla quota 44 sul Carso, crivellato di ferite. Una solenne manifestazione ·si è tenuta il 20 novembre all'Università libera di Bruxelles in onore di Bordet, cui il presidente del Consiglio conseg·nò un inedaglione, opera di fine fattura. Il prof. A11ton von Ei.selsberg, il pii1 celebre cl1irurgo dell'Austria, ha compiuto 75 anni. Ha rifiutato qualsiasi onoranza i11 tale occasione; ha t_ra.scorso il suo compleanno tranquillamente. All'Istituto Nazionale di Sanità <li 'Nladrid è stato solennemente commemorato Santiago Ramon y
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Cajal. Tenne il discorso u ffi ciale il prof. PittaJuga; parlò poi il sottosegretarjo alla sa11ità e beneficenza pubblic;a, dotL. Bermejillo. È stata inaug·u.r ata a Parn1a, 11el palazzo univer-
sjtario, una targa marmorea, cui sovrasta un bassorilievo in bronzo, raffigurante il sen i)rof. Gabbi, il quale a Parma impart1 per lunghi a1111i l 'insegnamento della cljnica medica. l\1entr3 st ava operando u11a donna venn e arresta lo a Bucar est il prof. D, Gerota , ordi11ario n ella Facoltà medica, sospettato di mene antidinastiche. In seguito ai risulta.t i negativi di t1n 'in chiesta è ~ tato rimes·so jn lihertà. A Frjburgo in Bri'sg·ovia (Ger1nani.a), (lura11te l1na. funziorte in una chiesa protestante, i)er il caltivo funzionamento di una stufa s'i è determinato I 'avvelenamento di 120 perso11~, tra cui il pastore e molti fanciulli; ·una ventina di esse ha presentato si11ton1 i grJ.vi. A S. Francisco di California sono rirnaste avvelenate alcune centinaia di pr.rsone, in seguito aìl 'impiego di « fern1enti cl1imici >> venduti da una drog·h eria e co ntenenti ·sostanze tossiche; si deplorano alcune morti. L 'ufficiale sanitario, dott. Geig·er, no·n esclude che si tratti rli un te11tativo criJn inoso, da })arte di un esal tato o della n1alavi.ta.
I giornali r eca110 notizia di uno strano processo, cui è stato so ttoposto a Londra il sen. Castella11i da parte del Consiglio dell '_A.ssociazione l\1edica Britannica, per infTazione al regolamento, in quanto eg·li ha concesso delle interviste sulla sua attività nell'Africa Orientale. L ''illustre scie11 ziato ha dovu to ~ncaricare due legali di ra1)presentarlo. T..:.A:ssociazio11e no11 ha p otuto insi~tere n ell 'assurda accusa. I giornali recano notizia del rapimento di un })a,mbi110, figlio del prof. Malmejac, della Facoltà med ica di Marsiglia. Uno scian1e di api è penetrato nella corsja di 11n ospedale a Citlà del Capo ed ha punto malat~ ed infermiere; due infermi paralizzati sono mort1 in seguilo alle punture. Si è spento a 64 anni il prof. CHAnLES ANDREW F1FE, che sino al 1932 insegnò c.li11ica pediatrica alla Scuola inedica dell 'Università di Pennsylvania a Filadelfia.
Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi).
Denunzie dal 4 novembre al 10 novembre: Morbillo 189 (937) : ScarlatLina 229 (685); Pertosse 66 (197) ; Varicella 88 (158), Vaiuolo e vaiuoloide (- ); Febbre tifoidea 424 (817); Infezioni paratifiche 66 (95); Febbre ondulante 23 (28); Dissenteria 12 (19J; Difterite e croup 349 (716); ~1e11ingite cerebro-spinale epidBmica 9 (10) ; Polio1nielite anteriore acuta 21 (30); Ence.falite letargica 1 (1) ; Anchilo·s tomiasi 6 (7); Rabbia: inorsicature di ani111ali rabbici o sospetti 27 (35) , dichiarata - (- ) ; P11 stola maJigna 37 (38) .
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IL
POLICLINICO »
RASSEGNA. DEiiliA STAMPA. MEDICA. Nu lrition, 2. - Numero stilla mucosa gastrica. D eut. A-ied. Woch., 2 ag. - KoNIG . Cause della
[ANNO XLII, NUl\1:. 49] '
'' IL PO LI CLINI CO .
SEZIONE MEDICA (Mensile)
''
diretta dal prof. CESARE FRUCONI.
Il Nuimero 12 (1o Dicem1b re 1935) contiene: trombosi e dell 'embolia post-operatorief - BrcKEL. LAVORI ORIGINALI: (~ase1na irradiata.. ..Med. K[inik, 2 ag. - P. \ VAr,zEL. Chirurgia del Adri a na MUSSAFIA - Osservazi-oni sulle reazioni con· fegato e d elle vie biliari extra-epatiche. - E. SLAsecutive a tonsillectomia. Modificazioni della velocità di ''' JK. Profil assi delle mal att ie infettive nell 'insedimentazione. ianzia. Giuseppe DADDI - Bronchiectasie e tubercolosi po1Presse J.,Iéd., 27 lug. -· A.-B. MARFAN. Su di monare. una forma di cefalea abitu ale n egli scolari. l)ino MARIOTTI - Melanoma primitivo del fegato E . ARM . Tratta1n. dell 'ulcera gastr. e duoden f con di probabile origine simpa1 'istidiria. ti,c a. Amnenio OASINI - Terapia alcalina ed equilibrio Cl. 1Vlecl. It., lug. - G. G1At rNr. Ipoglicemie ipoacido basico nell'ulcera gastro· f isarie . duodenale ed in altre affezioni Arch. It. di Chir. , giu. G. LucARELLI. L 'ulgastriche• .cera extra-bulbare del duodeno. - F. l\1ANDL. Vie _.. Prezzo del Numero L. 6 .._, inète della cl1irurg·ia sportiva . . Pediatria, 1 ag. -· G. SALVIOLr. I capillari in · Abbonamento annuo alla Sezione Medica: Italia L. 50. • Estero L. 60 .a lcuni stati dis trofici della prima infanzi a . - M. Se cumulativo con la Sezione Prat ica : Italia L. 1 O O, ANDBE"Gccr. L 'ipoten si one essenziale n ei bambini. :Estera L. 1 5 O; se cumulativo oon la Sezione Pra· ìvlirierva M ed., 4 ag. - L.. FERRANNINI. Emofilia ti ca e con la Sezione Chirurgica: Italia L. 1 2 5 i :spor ad ica. --· S. DE CAND'IA. Diabete g jovanile ipoEstero L. 1 80. plas Lico. Practi l i oner, ag. Nun1ero semi-monografico ·sulle malattie tropicali. SEZIONE CHIRUR61CA '' (mensile) Munch. Med. Woch., 2 ag. G. B. GRUBER. diretta dal prof. ROBERTO Al.ESSANDRI Costit u zion e e uroliliasi. - II. MAJ, K. BRAGARD. Paralisi infant ile. Il NUJillero 12 (15 D·i cembre 1935) contiene : Morgaigni, 23 giu. L. LEONARDI. La colesteriLA V OR I OR I c·1N AL I : 11a nel san gue e n ell 'espettorato d ei tubercol otici ·Antonino BONAC001{,SJ: - Un caso di cisti multiple del 'POlrn. mesentere a vario oonte· Are /i . Mal. des R ein s ecc., n'lag. - H . CHABANIER nuto; simulante una peri· •e C. L<:>Bo-ONELL. Gl om erulo-nefriti. - D. KuHLtonite circoscritta appendi· l\·t ANN e C. DEVILLER . La secrezione di glucosio . cftica. Carlo CAR.LI - Su I le affezioni rare del si · Cl. c;hir. , lt1g·. - V. J uRA. Colesterinemia pre- e sterna linfatico : « le lin· postoperatoria . - 1::. 0NARDI. P at ogen e·si delle cif angectasie )), ~ti d ermoidi. · Pietro V ALDONI - 11 rene ipoplasico. J ou rn. Méd. Frariç., lug . Numero sul pnt. so· Prezzo del Numero L. 6 1erapeutico. i\if. 1v1ecl., 10 ag. - L . BARGI. Azi on e dell 'i sti- Abbonamento annuo alla Sezione Chirurgica: Italia L. 50. · Estero L. QO d ina sulla secrez. gas lr . Se cumulativo oon la Sezione P rati ca Italia. L. 1 O O, lVIin. Med . , 11 ag· . P. SISTO. Iperter1 sione esEstero L. 1 5 O i se cumulativo con la Sezione Pra-sen zia le . ti-ca e con la Sezione Medica: l ta,lia Lire 1 2 5, J orrial dos Clinicos, 30 g iu. - G . LoN.DRES. EzioEstero L. · 1 80. Jog·ia della mioto11ia atrofica-f Inviare Vaglia all'editore LUIGI POZZI. Ufficio Postale, ~u~ D eut. Med. vVoch., 9 ag. - UNfBER, RENHKE. Le cursale diciotto, Roma. ~ .emorrag·ie delle ulcer e gastro-inte·st.
'' IL POLICLINICO
Indice alfabetico per materie. • • Annessiti gonococci ch e : prescr1z1one . • Pag. 2439 • • Appendicit e cronica e m a]attie g1neco. • )) 2438 logich e . . • • • • • • • • • • • 2403 Appendicite . • • • • • . • • • • . . • • )) . • • • • • • • • • • . • • . )) 2426 nibli ografia )) 2424 • <~ircolazione · insufi icienza periferica
Cro1iaca d1>l movimenbo professi on.al e .
Dolore addomin al e come sintoma di m al atLi e cerebrali . . . • • • . . • • • • • Emorrag ie genitali femm.: n1ed j cazior1e e1nost at ic.l . . • • • . • • • • • • • • • E 11cef<-tl1 te p si cosi ca act1 ta puerper a] e . •
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Epilessia rifl essa . • • • • • • • • • • • • Pag. 2421 2427 Itteri: sisten1al io11e clinica e diagnosi . )) )) 2425 I~aparotornia: tecni ca . • • • • • • • • • )) 2438 ~1e·struazione mortal e . • • • • • • • • • Mes lruazione · disturbi associa.1i con bas2438 so metabolis mo basal e . • • • • • • . )) 2438 Metrorrag ie della· menopat1sa . . • • • • )) ~1obilitazion.e contro le sa n zioni .
Ortop edia : con gresso . • . . Spir och0tnsi itlero-e1norragica 'l'rombosi ed embolie . • • .
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Diritti di proprietà riservati. -: Non è consentijta &a ristampa <U lavori pubblicati nel P.oliclinioo
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. se non 1n sepito cui
•utoriza:azjone scritta àalla ,-edat)one. E tlSetata la pubblùazjone di sunti di essi senza c:itat"ne la fonù.
e;,
FRUGONI,
A. Pozzi, Resp.
Red. capo. Roma . Stab. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
Num. 50
Roma, 16 Dicembre 1935-XIV
Anno XLII .
'' PERIODICO DI MEDICINA, CHIRURGIA E IGIENE
fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE
Abbonamenti al '' Policllnico ,, per l'anno 1936 : Singoli :
Italia
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Alla sola sezione pratica (aettlmanale). L. 58.80 l 1·a) Alla sola sezione medica (menslle). L. 50 (1·b) Alla sola sezione chirurgica (mensile) L. 50 -
Estero L. 100 l. 60
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60
Cumulativi: · 1talla (2) Alle due sezioni (pratica v medica) . . . • L. 100 (3) Alle due sezioni' (pratica tt chirurgica) . • • L. 100 (4) Alle tre sezioni (pratica, medica e chirurgica) l. 125
Ettaro
150 l. 150 L. 180 L.
Tutti coloro che ci invieranno SUBl'l, O mediante Vaglia Postale oppu1·e con Chèqoe Bancario 0 ohe ' ~rser,anno. la ~omma nel ,no~stro con~o corrente Postale N. 1/5945 valendosi del Modulo che fornisce Orat1s l Ufficio di P~sta,. l I:N T~BO 1m.porto del SOLO abbonamento p er il 1936 al '' POLICLI NICO,, po&ranno, con l aggiunta d1 sole Lire - 3 al prezzo dell'abbonamento ottener e a scelta UNA delle sei pubblicazioni qni di seguito distinte con le l ettere a) ; b) ; e) ; d); e); ' f). ' · ' r
LA MEDIUINA PREVENTIVA E LA SELEZIONE PROFESSION AI·E IN RAPPORTO ALLE ASSIOURAZIONI SOOTAIJ. (Dott. o. BELLUCCI). Prefazione del prof. OARLO FOÀ. \ ol. di pag.~. VIII-168. Prezzo L. 18. a)
-----b) L'ASMA BRONCHIAJ,E NEI MODERNI CONCETTI. (Prof. P. STANGANELLI). Vol. di ipagig. VIII-100. Prezzo L. 12. -
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d) LA S.A NOORISIN A. ~~,J,A CURA DEIJ,A TUBERCOLOSI ~O.LMONARE N o_te cr~tiche e Osservazioni cliniche. (Prof. E. TRENTI). Vol. d1 pagine 92, con 38 radiogra.fie e 22 grafiche termometriche nel testo. Prezzo L . 20. e) TUBERCOLOSI ED ESERCITO. (Dott. F. BoccaETTI). Pref azione del prof. sen. G. SANARELLI. Vol. di pa.gg. VIII-56. Prezzo L. 10.
e) LA BISMUTOTERAPIA DELLA SIFILIDE. (Dott. F. TRAf) CONCETTO E DIAGNOSTICA DEJJ,A TISI INIZIAI.E. \.:\OLI). Vol. di pagg. IV-72. . Prezzo L. 12. (Prof. A. OAPOGROSSI). Vol. di ·p agg. VIII-83. Prezzo L. 10. (*) ~ consentito rich iedere più Lli t1na delle 6 pubblicazioni, ag.giungendo il rispettivo loro singolo im;porto semi-gratuito.
AVVERTENZA : Trascorso il 15 Gennaio 1936, non si avrà più diritto alla sumenzionata facilitazione • •
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a): con
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SPECIALI combinazioni di abbonamento per il 1936: si riceveranno i Nu meri della ,Sezion e PR ATICA del « J?olicJi n ico » dal 1° gennaio al 31 dicemb re 1936, più iina, a scelta, deìle sei sumenzionaie pubblicazio~i , n.onchè, franco d i p orto : il volume, d i p agine Vlll-606, con 46 figu re nel t es lo: '' LEZIONI DI ~CLINICA MEDICA,, (Prof. CESARE Fnu GoN1). Prezzo d i copertina L . 60. oppure tutti i suddetti Fascicoli (1 a 52) del periodico, una, a scelta.delle sei i)ubblicazio11i sopra1111en. zionate , più il NUOVO TESTO UNI CO delle LEGGI SANITA. H.IE, con Note e Commento di A. CARAPELLE e A. JANN rrr1-P1ROMALLO. Volum e , in formato tascabile, d i pagine XII-720, ~t nmpato su carta t ipo « Indi a-Oxfor d» , rilegato in tela. Prezzo di coperlina L. 45 • •
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{ si ricever an no i Numeri della Sezion e PRATICA e della Sezione MEDI CA del « Policlinico » 1 dal 1° gennaio al 31 dice1nbre 1936, p ii1 una, a scel ta, delle sei su menzionate pubblicazioni l nonch è, franco di porto, il volume di pagine VIII-606, con 46 figure J1el testo: '' LEZIONI l DI CLINICA MEDICA ,, (Prof. CESARE FRUGONI). Prezzo di copertina L . 60. ~; ricever anno i Numeri della Sezione PRATICA e della Sezione CHIRURGICA del <e Policli-
e) : con
L. 14:5 in Italia
r.tico » dal 1° gennaio al 31 dicembre 1936, più una, , a scelta, ùelle sei sumenzio n ate })Ubbl icazioni, nonch è, franco di porto, il . volu1ne '' SCRITTI IN ONORE DE L PROF. ROB~R'l'O .A.LESS..1l NDRI ,, imponente gruppo di 66 MEMORIE, espressa' rrie nte reda tt e p er onorare il p rof. ALESSANDRI da altrettante Illustrazion_i della Scienza Ghirurgica in ternazionale, f or man te un 'opera di pagin e VIl-610, con 240 figure nel testo, 5 tavole a co lori f uori t es'lto e con il ritratto, in, f ormato di mm. 130 x 180, del Clinico Chir u r go roman o; vol ume stampato tutJto in lingua italiana, quale supplemento alla XL Annata de lla Sezion e Chirurgica del «Policlinico». Prezzo di copertina L. 90 . .
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l. 165 in Italia e) : con
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' s1 riceveranno i Nu meri dell e tre Sezioni del « Policlinico » dal 1° gennaio al 31 dicembre 1936 più uria, a scelta, delle sei su menzionate pubblicazioni, nonchè, franco d i porto, il volume d i pagine VIIl-606, con 46 figure nel testo: '' J,EZIONI DI CLINICA 1'1EDICA. ,, (.Prof. CESARE F RlJGONI). Prezi.:o di copertina L. 60. si r icever à tutto qu an t o è descritto nella Combinazione d ) che qu t precede, più il volume degli '' SCRITTI IN ONORE DI ROBERTO ALESSANDRI ,, indicato nella più sopra annunziata Combinazione e), volume di pagine VIII-610, con 240 figure nel testo, 5 tavole fuori testo ed il r it r atto, in rotocalco, formato mn1. 130 x 180, del Clinico Chirurgo roman o. Prezzo di cop ertina L . 90. ·L'EDITORE DE cc IL PoLICLINICo » LUIGI Pozn - v-ia ~i s tina 14 - Roma .
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POLICLINICO »
[A~No
XLII, Nuj\r. 50]
Pubblicazioni SEMl-GRA TU/TE ai più solleciti :
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AVV~R~BNZA
Coloro che invieranno SUBITO i'INTERO importo di rinnovazione del proprio abbonamento per il 1 9 a a ed aggiungeranno, al prezzo dell'abbonamento, l'importo qui sotto indicato, potranno ottenere a loro scelta le Opere qui appresso elencate: (") Con aole L. 55. la
se~uente
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1) MANUALE DI MALATTIE C'U TANEE. (Dott. Prof. V1~CE~zo MoNTE'iANO). In due volumi di complessive pagg. XXVIII-720, con 76 figur.., nel testo. Prezzo L. 110. Con aole L. 35 1 UNA delle seguenti:
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3) LE MALATTIE DEL SANGUE. (Prof. M. GHI· RON). Voi. di pagg. XII-416, con 49 figure nel testo e 5 tavole a colori fuori testo. Prezzo L. 68.
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MEDICINA TROPICALE E IGIENE MARINARA. (Dott. R. RIBOLLA). Manuale teorico-pratico per i medki, con lettere: di A. MuRRI e di A. CASTELLANI. Voi. di ragg. XVl-491, con 39 figure nel testo. Prezzo L. 52. Con aole L. 30 1 UNA delle seguenti:
IPOTENSIONE E IPOSFIGMIA · DEFIC~ENzE DI CIRCOLO. (Dott. A. l-1UISADA). Prefaz. del prof. C. FRU· GONI. Voi. di pagg. XVI-352, con 52 figure nel testo. Prezzo L. 45.
11) I CIRCOLI VIZIOSI IN PATOLOGIA. (J. B. HURRY). Traduzione dalla 3a edizione inglese del dott. G. DRAGOTTI. Voi. di pagg. VIII-296, con 23 tavole nel testo ed una a colori fuori testo, rilegato in tela. Prezzo L. ,5. _..
Con aole L.
t5 1 UNA delle seguenti:
12)
LA VOCE PARLATA E CANTATA, NORMALE E PATOLOGICA. Guida allo studio della / onetica bio· logica. (Prof. G. BILANCION•). Prefazione del prof. S. DE SANCTIS. Voi. di pagg. XII-502, con 194 figure ori· ginali nel testo. Prezzo L. 35.
13)
LA TERAPIA SPECIALE DELLE FEBBRI PERNICIOSE. {Prof. F. TORTI). Traduzione del dott. G. LEGA. Vol. di pflgg. XXXIl-308, col ritratto del TORTI ed una tavola « LIGNUM FEBRIUM » fuori testo. Prezzo L. 40.
14) GLI STUDI DI CAMILLO GOLGI SULLA MALARIA, raccolti e ordinati dal Prof. A. PERRONCITO. Voi. di pagg. VIII-264, con figure nel testo e tavole a colori fuori testo. Prezzo L. 45.
5)
6) LA TUBERCOLOSI. Lezioni e Conferenze del 1° Corso di Tisiol!>gia, tenute nel Sanat. Militare di An · 3iio dai proff.: G. MEMMO, E. MABACLIANO, V. AscoLT, R. ALESSANDRI, .A. D10N1s1, E. MORELLI, A. Busi, D. DE CARL•, S. R1cc1, R. C1AuR1, A. GERMINO, F. BoccHETT1. ( Ra.ccolt~ e coordinate dal dott. F. BoccHETTI). Prefaz. del prof. sen. E. MARAGLIANO. Voi. di pagg. XVl-344. Prezzo L. 60. 'i) LA BLENORRAGIA NELLA DONNA. (Prof. O. VIANA),. Manuale ad uso <ki medici pratici. Prefazione del prof. P. L. BosELLINI. Vol. di p.agg. XII-456, con 22 figure n el testo e 7 su tre tavole a colori, fuori testo. PJ·ezzo L. 58. Con aole L. 25 1 UNA delle seguenti:
8) CONVERSAZIONI E LEZIONI OSTETRICOGINECOLOGICHE ad uso dei medici ,pratici. (Prof. P. GAIFAMI). Prefazione d el sen. E, PESTALOZZA. Vol. di pagg. XII-254. Prezzo L. 50.
9)
IL PROBLEMA DEL CANCRO. (Dott. W. S. BAINBRIDGE). Traduzione, in riassunto, dalle edizioni inglese, francese e spagnuola, dei dott. ~. PE~ILLI e .'\.. Pozzi. Prefazione del prof. R. ALESSANDRI. Il librò contiene, inoltre, un capitolo originale dello stesso prof. Alessandri e del prof. R. Branca ti Sugli studi e sulla lotta del cancro in Italia e la Bibliog1·afìa Oncologica Italiana. Voi. di pagg. XVI-365. Prezzo L. 50.
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10)
NUOVE NOTE E LEZIONI DI CHIRURGIA PRATICA. (Prof. D. T.tDDEI). Voi. di pagg. IV-280, con figure n el testo. Prezzo L. 36.
15)
DIAGNOSTICA DELLE MALATTIE PARASSITARIE. (Prof. C. BASILE) . Vol. di pagg. Xll-262, con 18 tavole e 91 figure nel vesto , più 2 tavole a colori fuori testo. Prezzo L. 33.
16) IL CUORE DEL TUBERCOLOSO. Studio morfologico, clinico ed anatomo-patologico. (Prof. D. MAE· STR~NI). Prefazione dell'on. prof. E. MORELLI. Vol. di pagg. VIIl-236, con 107 figure e 60 tavole nel testo. Prezzo L. 30.
17)
L'ESAl\ifE DELLA FUNZIONE RENALE CON I MODERNI METODI DI INDAGINE. (Prof. G. R.AtM0Ln1). Prefazione del prof. R. ALESSANDRI. Voi. òi p~gg. 'tIIl-247, con figure nel testo. Prezzo L. 30.
18)
L'ESAME FUNZIONALE DELL'APPARATO RESPIRATORIO. L ~insufficienza respiratoria in Clinica. (Prof. R. MoNTELEO~E). Voi. d.i pagg. VIII-267, con 39 figure nel testo. Prezzo L. 32.
19)
L'EDEMA POLMONARE ACUTO. (Prof. CESARE FRUGONI, con la collaborazione dei proff. G. Melli, E. Peserico, A. Luisada). Voi. di pagg. IV -232, con fi. gure nel testo. Prezzo L. 24.
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PANCREATITE ACUTA E CRONICA. (Prof. A. GAsB.\RRINI, con la collaborazione del prof. G. Gherardini). Voi. in-8°, di pag. ·300, con figure nel testo e due tavole a colori fuori testo. Prezzo L. 30.
21)
EUGENICA E STIRPE. (Prof. R. BoMPIA:SI). Priefazione del prof. sen. E. PESTALOZZA. Voi. di pagg. ' 7111-232, con 8 grafici nel t esto e due tavole fuori tePrezzo L. 25. sto.
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IL FORCIPE. (Prof. F. LA TORRE). Seconda edizione riveduta e aggiornata dal prof. P. GAIFAl\tI. Vol. di pagg. IV -132, con 62 figure nel testo. Prezzo L. 24 ..
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I FANCIULLI EPILETTICI. Note patogenetiche cli1iiche di assistenza e di terapia. (Prof. A. ROMAGNA MANO.JA). Vol. di pagg. VIII-188, con 47 figure nel testo. Prezzo L. 22.
LA PERNICIOSI'f A NELLA MALARIA. {Prof. E. l\1ARCH1AFA VA). V ol. di pag. 66, con tre grafi che nel testo e una tavola a colori fuori testo. Prezzo L. 12.
24:)
RAPPORiTI FRA MALARIA E TCBERCOLOSI. t Dott. V. DE BERNARD1NIS). Vol. di pagg. 144. Prezzo L. 18.
MANUALE DI TECNICA PER LA RICERC ,\ MICROSCOPICA DEL SISTEMA NERVOSO. (Prof. W. SPiELMEYER). Traduzione italiana del dott. G. LIPPI FRANCESCON~, con prefazione del prof. G. B. PELLIZZI. Vol. di pagg. VIIl-208~ Prezzo L. 22.
26)
L'INSUFFICIENZA DEL riguardo ai concetti moderni di E. PERITI). Prefazione del prof. pagg. XIl-118, con 24 figure nel _...
CUORE con speciale Fisiopatologia. {Dott. L. SICILIANO. Vol. di testo. Prezzo L. 22.
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COMPRESSIONI ~l'IDOLLARI. Rilievi clinici e guida diagnostica. (Prof. G. BoscH1 e Dott.ssa M. Coni). Vol. di pagg. VIIl-128, con 30 figure in nero ed a colori nel te~to. Prezzo L. 18.
26)
27)
GLI ORMONI SESSUALI FEMMINILI. Fisiologia e clinica dei presunti ormoni preipufisari e degli ormoni ovarici nei rapporti coll'apparato genitale. {Prof. G. REVOLTELLA). Vol. di pagg. VIII-72, con 22 figure nel testo e due tavole a colori fuori testo. Prezzo L. 18.
37)
38)
39)
LA SANOCRISINA NELLA CURA DELLA TU· BERCOLOSI POL~fONARE. Note critiche e Osservazioni cliniche. (Prof. E. TRENTI). Voi. di pagine 92, con 38 radiografie e 22 gr~fiche termometriche nel testo. · Prezzo L. 20.
40)
L'ASMA BRONCHIALE NEI MODERNI CONCETTI. {Prof. P. STANGANELLI). Voi. di pagg. VIIl-100. Prezzo L. 12.
4:1)
MORFOLOGIA CLINICA E FISIOPATOLOGIA DEL CUORE.( Prof. A. Rossi). Vol. di pagg. VIII-122, con 14 figure nel testo. Prezzo L. 15.
4:2)
CARDIOGRAFIA ED ELETTROCARDIOGRA· FIA. ANGIOGRAFIA. (Prof. D. MAESTRINI). Prefazione del prof. S, BAC.LION~. Vol. di pagg. VIIl-168, con 6i figure nel testo. Prezzo L. 20.
4:3)
LO STATO ATTUALE DELLA RADIO.T ERAPIA GINECOLOGICA. {Prof. M. BoLAFFio). V<>l. di pagg. VIII-164, con 10 figure nel testo e 7 tavole fuori testo. Prezzo L. 20.
GASTROPATIE E GASTROENTEROSTOMIA. Studio clinico radiologico operatiuo. (Prof. P. GJL. BERTI). Vol. di pag. 125, con 4 radiografie e 6 disegni semischematici originali di Anatomia chirurgica, nonchè la Storia e la Bibliografia sull'argomento dal 1881. Prezzo L. 15.
29)
44:)
28)
GINECOLOGIA E SECREZIONI INTERNE. {Prof. O. V1ANA). Prefazione del prof. N. PENDE. Vol. di pagg. VIIl·l 76, Prezzo L. 18.
30)
L'ETÀ PUBERE NELLA DONNA. Breve saggio di fisiopatologia costituzionale con un'appendice sulle anomalie della mestruazione dJatta pubertà alt inizio delùt vita sessuale. (Prof. R. BoMPIANI). Prefazione del prof. sen. E. PESTALOZZA. Voi. d~) pagg. VIII-128, con una grafica e 6 figure nel t~o. Prezzo L. 16. 7
Con sole L. 8 1 UNA delle aeguenti:
31)
NUOVE VEDU1'E SULLE INFEZIONI DELL'APPARATO DIGERENTE. (Pro,f. G. SANARELLI). Vol. di pagg. VIIl-184, con 28 figure nel t~to. Prezzo L. 25.
32)
LA CIRROSI EPATICA. Studio critico e clinico. tProf. G. SABA1 INI). Vol. di pagg. VIIl-102. Prezzo L. 15 .
.
33) LA CLINICA DELLA ADESIONE PERICAR · DICA. (Fibrechia del cuore) NELL'ASPETTO suo DIAGNO· ST~co. (Prof. G. L. SACCONAGHI). Voi. di 200 pagine. Prezzo L. 20.
34:)
LA PSICANALISI. (Dott. G. DRAGOTTI). Seconda edizione accuratan1ente rivedub;t e ~pliata. Prefazione del prof. SANTE DE SANCTIS. Voi. di pagg. VIIl-96, con ritratto (in formato di mm. 90 X ~35) 4i S. FREUD~ Prezzo L. 14. 11
•
MANUALITÀ CISTOSCOPiçHE. (Dott. G. M. G1uL~ANI) ad uso dei medici pratici. Vol. di pagine VIIl-79, con 58 figure in nero e a colori nel testo. Prezzo L. 15.
4:6)
RADIUMTERAPIA. Manuale per i medici pratici. (Dott. L. CAPPELLI). Vol. di pagg. IV-150, con 5 tavole e 5 figure nel testo. Prezzo L. 18.
-
Con sole L. 5 1 UNA delle seguenti:
4:6)
LE COLONIE SANITARIE l\iJARINE MILI.T ARI. Nozioni di terapia marina, solare e di educazione 'fisica. (Dott. F. BoccHETTI). Vol. di pagg. VIIl-80, con 21 figure nel testo. Prezzo L.. 12.
47) LA MALATTIA DI RECKLINGHAUSEN. NEuROFIBROMATos1. (Dott. G. LIONETT.). Prefazione del prof. A. GALtMBEB.TI. Vol. di pagg. VIII-72, con IO figure in 6 tavole fuori testo. Prezzo L. 12.
4:8)
LA BISMUTERAPIA DELLA SIFILIDE. (Dott. F. TRAVAGLI). Vol. di pagg. IV-72. Prezzo L. 12.
4:9)
TUBERCOLOSI ED ESERCITO. {Dott. F. Boe. CHETTI). Prefazione del prof. sen. G. SANARELLI. Voi. di pagg. VIJ1-56. Prezzo L. 10.
60)
CONCETTO E DIAGNOSTICA DELLA TISI INIZIALE. (Prof. A. CAPOGROSSI). Voi. di pagg. VIIl-83. ,.. Pr~zzo L- 10.
- -
36)
I DISTURBI DEL SONNO E LORO CURA. (Prof. A. Rol\IAGNA MANOJA). Vol. di pagg. VITI-196, con 12 figure nel testo. Prezzo L. 18. 36) LA MEDICINA PREVENTIVA E LA SELEZIONE PROFESSIONALE IN RAPPORTO ALLE ASSICURAZIONI SOCIALI. ( Dott. O. BELLUcc1). Prefa· zione del prof. CARLO FoÀ. Voi. di pagg. Vlll-168. Prezzo L. 18.
Con •ole L. 3, UNA delle segaenti:
:il) L'INTOSSICAZIONE GRAVIDICA NELLA SUA GENESI E NELLE SUE FORME CLINICHE. (LEz10N1)~ (Prof. E. ALFIERI). Vol. di pag. 40. Prezzo L. 8.
52)
-
SULLA NATURA DELLE TOSSICOSI GRAVIDICHE. (Dott. E. PASQUINI). Voi. di pag. 75. Prezzo L. 12.
(*) ~ consentito richiedere più di una delle 52 pubblicazioni, aggiun gendo il rispettivo ~oro singolo importo semi-gratuito.
2446
cc I L J:>OLICLl l\"I CO >;
[ANNO XLII, Nu:l\r. 50]
Abbonamenti cumulativi con ''Il POLICLINICO,, per il 1936
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Tre Riviste di branche speciali della medicina pubblicate dalla CASA EDITRICE L. POZZI • ROMA
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concesse in abbonamento cumulativo con ''IL POLICLINICO,, per l'anno 1936. Gli associati al « Policlinico », a qualunque S erie siano essi abbona.ti, coll'aggiunta di sole : L. 3 6 per l'Italia. anzicbè L. 4 O o L. 5 O per l'Estero anzichè L. 6 O potranno ricevere i .fascicoli eh.e si pubblicheranno duran te l'anno 1936 di una delle tre seguen ti nostre Riviste di speciali branche della medicina e chirurgia.:
CUORE
CIRCOLAZIONE
periodico mensile illustrato diretto da CESARE PRUOONI, Clinico Medico di Roma Redattori Capo:
Prof. CESARE PEZZI, Milano; Prof. CINO MELDOLEll, Roma. Redattore-Segretario : Prof. A. P.OZZ I.
Ogni fascicolo si compone di 48-56 pagine di testo distinto in 3 parti: a) lavori originali, lezioni e conferenze; b) rassegne, riviste e 04>ngressi; e) notìzie bibliografiche. ABBONAMENTO ANN uo: Italia L. 40; Estero L. &o; Un num.sep. L. 6; Per gli aasoc. al P.oliolinloo: Italia L.. 38; Estero L. 51 _.. N. B. - I nuovi 31bbonati del 1936 possono ottenere le ult ime sette amnate (1929 a 1935 incluse) ch e oostano L. 2 7 O, per sole L. 1 7 5 in Italia e per sole L. 2 2 5 all'Estero.
LA CLINICA OSTETRICA. Rivista
m~ nsile.
di Ostetricia, fiinecologia e Pediatria per Medici pratici
diretta da PAOLO OAIP AMI 1 rofeseore 1
di Clinica Ostetrioo-Gfneoolo1ica di Roma. Ogni fascicolo si compone di 60-64 pagine di testo di stinto in 3 parti: a) lavori originali, fatti e documenti (clinici e anatomici}, la rubrica degli errori, la pagina del medico pratico, ecc.; b) recensioni, quesiti e com· menti. hihliografia: c) Varietà, notizie.
ABBONAMENTO ANNUO: Italia L. 40; Estero L. 60; Un num. ser. L. 6; Per gli assoc. al Policlinico: Italia L. 36; Estero L.66 _.. N. B. - I nuovi aibbonati del 1936 possono ottenere le ultime dieci annate (1926 a 1935 incluse) ch e costan e
L. 4 O O, per sole L. 2 4 5 i•n Italia e per sole L. 3 1 O all'Estero.
IL
VALSALVA
Rivista mensile di Oto-Rioo-Lari ngojatria
fondata da OUOLIELMO BILANCIONI Questa Rivista . che è ormai all't1ndecimo anno di vita, si è affermata vittoriosamente, essendo oggi fra noi il ptu completo, agile e ricco periodico della. specialità. Arcomenti d 'indole pratica e di alto rilievo scienti·f ico si fondono armonicamente, formando una rivista moderna., in cui ba degna sede quautfJ s1 produce negli Ospedali, nelle Oli niche e negli Istituiti d'ltatia. ABB01NAMENTO ANNUO : Italia L.50; Estero L.70; Un num.sep. L.6; P.er gli as1oc. al Policliniao: Italia L.45; Estere L.15 11 N. B. - Ai nuovi aibbonati del 1936 si concedono le ultime sette amnate (1929 a 1935 inclllSe) che costane L. 3 O O, per sole L. 2 2 O in Italia e 'Per sole L. 2 9 5 all'Estero.
Altre Riviste, non di nostra edizione, concesse in abbonamento cumulativo con ''IL PO LI OLIN 100,, pel 1936 RI"VISTA DI :IM:A.LARIOLOGI.A Periodièo bimestrale diretto dal prof. G. Sanarelli con la collaborazione di G. Alessandrini, A. Barbieri, C. C. Bass, G. Bastianelli, M. F. Boyd, E. Brumpt, J. P. Cardamatis, M. Ciuca, G. Covell, S. R. Christophers, N . C. Davis, S. De Buen, G. De M. Rudolf, G. Escalar, D. Falleroni, E . C. Faust, C. Fermi, G. Fran· chini, G. Giemsa, B. Gosio, R. Green, L. W . H ackett, S . P. James, I. J. Kligler, A. Labranca, L. La Pace, A. Lutrario, P. MansonBa'hr, E. Marchiafava, E. Marcnoux, E . Martini, A. Missiroli, P. Miihlens, B. Nocht, D. Ottolenghi, U . 0men, G. Pittaluga, A. Plehn, T. Pontano, G . Rossi, E. Roubaud, F. Schiassi. W . Schiiffner, M . Sella, Ed. e Et. Sergent, A. J. Sin.ton.. C. Strickland. N . H. Swellengrebel, J. G. Thomson, V . Valle, E. W. Walch, A. Zeri, H. Ziemann. RBDATTORB CAPO: Don. L. VERNEY
Organo Ufficiale della « Società per gli Studi della Malaria » e di altri Enti. Il periodico con il 1934 viene diviso in due parti. La ia parte (Archivio) consterà di sei iasciooli, destinati ai lav()ri originali ed alle relazioni. La 2a parte (Rassegna) risulterà pure di sei fascicoli , destinati alle recensioni (sintetiche ed analitiche) ed alle informazioni varia (atti ufficiali; notizie). Abbonamento annuo : Italia L. 50, EBtero L. 90. Per gli associati a l « Policlinico»: Italia L. 45, Estero L. 85. I
ANN.ALI D'IGIENE Pubblicazione· mensile diretta dal prof. G. Sanarelli A. Alessandrini (Roma) .. S. Belfanti (Milar.o) .. G. Bellei (Bologna) .. E . Bertarelli (Pavia) .. G. Bordoni Uffreduzzi ~M~lano) .. O. Casagrandi (Padova) .. R. Cimmino (Napoli) .. D . De Blasi (Napoli) .. L. Devoto (Milano) ,. E. Di Mattei (Catania) .. C . Fermi (Sassari) • G. Ficai (Arezzo) .. A. Filippini (Roma) .. C. Gorini (Milano) .. B. Gosio (Roma) ,. M. Levi della Vida (Roma) .. A. Maggiora (Torino) • L. Manfred; (Palermo) .. A. Niceforo (Rom:-) .. D. Ottolenghi (Bologna) .. G. Pecori (Roma) .. G. PittaJuga (Madrid) .. V. Puntoni (Roma) .. E. Ronzani {Milano) .. G. Rossi (Portici) , G. Ruata (Roma) .. G. Sampietro {Roma) .. G. Sanarelli (Roma) .. F. Sanfelice (Pisat .. G. San· giorgi (Bari) , A. Scala (Roma) .. G. Volpino (M~sina). . · DounTORB: PROF. G . SANARELLI .. Rm>ATTORB CAPO: Dorr. L. VERNEY
Il periodico accoglie memorie originali, studi riassuntivi, questioni del giorno e una copiosa n1brica di recen· sioni, che rispecchiano tutto il movimento igienico inter:lazionale; reca informazioni di legislazione. amministrazione e giurisprudenza sanitaria e notizie varie. Abbonamento annuo: Italia L. 6 O• Estero L. 1 O O Per gli associati al « Policlinico » : Italia L. 5 5 1 Estero L. 9 5, Ai me· dici condotti associati al « Policlinico n gli « Annali d' Igiene » sono offerti al prezzo di favore d; L. 5 O, ma per ottenere ciò eni f. 1
dovra nno rivolgersi esclusivamente alla nostra Amministrazione e più precisamente al Signor LUJGt POZZI. in via Sistina, '4• Roma. lnviare V:u~lia Po'itale o Ch~oue Bancario all'editore LUIGI Pozzi. via Sis11na
14.
oopu rf' oresso J'Ufficio Postale Succursale diciott.o.. ROMo\.
I
A.NNO XLII
Roma, 16 Dicembre 1935 ·XIV
Nnm. 50
'' fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
'' DURANTE
SBZION.R PRATICA. REDATTORE CAPO: PROF.
CESARE FRUGONI
Clinico Medico di Roma
SOMMARIO• •
Lavori originali : G. I ..ar: Epato- ed aminoacidoterapia delle ulceri gastro-duodenali. Note e contributi : G. ZaJPipalà: Profilassi e cura della ipotensione d a rachianestesia. Igiene : E. Bellandi: Acqua potabile; sua protezione nelle case. Sunti e rassegne : ITTERI: G. Marengo e F. Massim elli: Reazioni cutanee utilizzabili per la diagnosi degli itteri. - G. Marengo e F. Massim elli : La reazion e di J{lein a ll'istamina per la diagnosi degli itteri. ORGANI DIGEtlENrr: H. Taylor: L'appendicite nei vecchi. - M . Ohiray e G. Rosano:fif: Il caincro del colon ad inizio atipico. - ZONE LIMITI : A. Marchionini : Derma. tologia e neurologia. - L . Larnelle e L. Maasion-Ver· niory : Le neuro-anemie. - E. Weil, Bertrand e M. Coste : Le complicazioni midollari della leucemia. Divagazioni : E. Santanelli: Sulla suggestione sperimen· tale. Notizia bibliogra fica. - Cenni bibliografici. 1
LAVORI
ORIGINALI
CLINI CA ì\:1EDIGA GENERALE DELLA
R.
UNIVERSITÀ
DI MESSIN.~
Epato- ed aminoacidoterapia delle ulceri gastro-duodenali per jJ prof. Gu rno IzAR, di'fettore. La terapia medica dell 'ulcera gastrica e del}'ulcera duodenale è ben povera di guarigio" l.,te nonostante il rinnovarsi dei ten• tativi su indirizzi prospettati via via da nuovi concetti etiopatogenetici; tentativi di terapia causale, in apparenza più razionali, con pretese di specificità, ad effetto rapido: in or1posizioue. al trattamento puramente sinto1natico, aspecifico, meticoloso, lunghissimo, dispendioso : in op1Josizione, e spesso a torto, a l trattamento chirurgico, non sempre felice nelle ultime conseguenze, ma il solo da scegliere in presenza di complican ze (aderenze, s1 enosi), n elle forme estese e penetranti, nelle e111orragie infrenabili, nel le forme cac,hettizzanti. Nel corso di cir ca 10 anni si sono così seg uiti , con alternanze di entusiasmi. precoci e
I Congressi Nazionali di Medicina e Chirurgia : XLI Con·g .resso della Società Italiana di Medicina Interna. XLII Congresso dell a Società Italiana di Chirurgia. Appunti per i I medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Sulla fragilità abnol'IIlle delle ossa. - Studio critico sul· l'osteopecilia. - Un caso di morbo di Paget con sarcomi multipli delle ossa. - Le fratture dell'" eminen tia intercondyloidea '' · - La osteotomia della fibula già consolidata a scopo di cura nella ritardata con· solidazione della. tibia. - La finestra capsulare nelle operazioni sul ginocc·h io. - SEMEIOTICA : Il significato della piuria nei bambini. - MEDICINA SOCIALE: Gli insuccessi dell'ostetricia operativa a domicilio e la pro· gnosi materna e fetale. - MEDICINA SCIENTIFICA : Infe· zione permanente da ultravirus tubercolare; effetti sulla gestazione e sulla prole. - VARIA. Nella vita professionale : Amministrazione sanitaria. Cronaca del movimento professionale. - Oon,c orsi. Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetic-0 per materie.
di pessimismi anch'essi precoci o forse aprioriE-ti ci, vari n1etodi di cura medica: dalla vacci11oterapia alla proteinoterapia ed alla emoterapia: dalla endocrinoterapia con insulina, con paratiroidina, con postipofisina, con O$lratti pancreatici desinsulinizzati, alla pepsiTLOterapi.a ed alla mucinote·r apia: dalla terapia vitami11ica con vitamina A-B-C alle irradiazioni · a distanza ed alla ben11oatoterapia. Mezzi terapeutici da noi stessi sperimentati in gran parte con risultati spesso indubbiamente 1)ositivi sulla sinton1atologia subiettiva e sullo stato gen erale, non certo in rapporto con coincidenti remissioni naturali spontanee delle crisi ulcerose come vorrebbe il Gutmann, n1a c;on risultati n1olto in certi invece sulla evoluzione della lesione anatomica. Proseguendo nei nostri tentativi , scevri da preconce Lti sul valore ed efficacia del metodo, col solo :intento di valutare, sereni ed obiet tivi, g li effetti della cura, da circa tre anni abbiamo applicato il procedimento proposto quasi co11temporaneamen le da Weiss e Aron, a conclusione delle loro ricerch e sulla etiopatogenesi dell'ulcera sperimentale del cane, e da Lenormand, col concetto ben diverso di sostituire alla proteinoterapia e alla peptono-
2448 tf~rapia
u IL
POLI CLLl~ICO
i loro prodotti di clisi11 tegrazione i11olto più definiti e dosabili. In queste ricerch e, di cui abbiamo già dato comunicazione preliminare al Congresso di ~1edicina interna del 1933 in Pavia , abbiarrio usato sia ia tecnica origir1ale di Weiss· Aron e Lenorrnand, sia la tecnica modificata di 1F ournial e di Aron, sen1pre a base di aminoacidi, ~ia la tec11ica da noi pro1Josta nel 193'3 (iniezioni di llll preparalo ini:ettabile attivo di fegato), ed ancora abbiamo associato il trattamento con aminoacidi o con estratti epatici al]a terapia con pepsina, con b enzoato di sodio, con vita1r1ina A e D, allo scopo di. rendere più stabili e forse definitivi, integrandone l 'azione, i risuìtati soddisfacenti ma transitori ottenuti colla sola epato- ed a1ni11oaci'doterapia. Di queste lunghe e pazienti ricerche, condotte naturalmente solo Sll ammalati suscettibili di cura inedica cd in og ni caso esenti da quelle complicanze che secondo Leube e l\i~~kulic~ rendono la lesione di spettanza esclusivamente chirurgica, dirà in, extenso il . ' f) ott. S. Crisafulli che con me si è occupato dell 'argomento. Io mi · limito qui a riassu.: n1erne i risultati. con clusionali, premettendo che la diagn osi clinica di sede, natura, estensione della lesio11e ii1iziale e le sue eccessive v<1riazioni n el cor so del trattamento furono in ogni caso stabili.te dopo un esan1e a fondo del1'amn1alato ed accurate ricerche sulla funzio11t1.lità gastrica e duodenale corredate da tutti 1 gJi esami di laboratorio (urologici , coprologici , ematologici, serologici) e cor1trollate volta per volta con esami radiologici seriali dal Prof. Castronovo , direttore dell'Istituto di Radiologia, di modo che i risultati enun ciati , olt.re. ch e avere il suffragio di un eminente radiologo , acquistano maggiore irr1portanza per la obiettività d·el controllo. Tutti gli ammalati, nei quali venne naturalmente tralasciato qualsiasi altro trattam ento terapeutico, durante l'intero decor o della cura furono tenuti a dieta costante sufficiente, n1ista, senza alcoolici , distribuita in quattro pasti giornalieri. Tutti i preparati usati [istidina = istidina + t riptofano = hepracton = ·e parenzima ::::.: h epracton + pepsina = h epracton . + benzoato sodio = 'h epracton + pepsina + benzoato sodio = h epr acton o istofano + b enzoato ·odio + vogan (vitamina A) = h epracton + vogan + yjgantolo (vitamina D)l furor1 0 bene tollerati sia n ella prima seri·e di tr.:1ttamento che n elle serie successive e non di ecler o di ~ tl1rbo di sorta, ad eccezione della \Ìta111in a A (vogan) ch e provocò una fugace
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l ANNO
XLII,
NUl\f.
50]
ria cutizzazione (non n1ai la comparsa) dei dolori gastrici subito dopo la somministraz~one. Dall 'esame dei numerosi casi trattat~ un fJrimo giudizio si impone : che il trattamento con aminoa cidi o con estratti epatici., sia solo che abbinato ad altre cure, se dà risultati positivi, almeno d.al punto di vista sintomatico , nelle ulceri g·astriche, non spiega invece influenza alcu11a o solo u·n a fuga cissima atte11uazione dei fenomeni dolorifici itei soggetti affetti da ulceri duodenali: fatto interessante, <,he può forse servire di base per spiegare il n1 eccanismo di azione della stessa cura nelle ulceri gastriche. In tutti i sog·getti invece affetti da ulceri ga~triche è dato constatare una spiccata, precisa, n·e tta influenza del trattamento con amir1oacidi o con estratti epatici sia s ulla sintorr1atologia subiettiva ed obiettiva dolorosa, sia sulla sintomatologia e sui rilievi positivi radiologici . Alla cessazione dei sinton1i s ubiettivi più gravi e persistenti, alla scomparsa del vomito, dell~ gastralgie ribelli, delle sensazioni urenti di l;>ruc~or e gastrico, va parallelo, oltre ad un J11i gliora1nento ben evidente delle condizioni generali con aumento di peso e ad uno stato di vera euforia, la scomvarsa radiologica di ogni fatto spastico, della irnmag ine di nicchia e in qual~he caso ancl1e la p resenza di cicatrice. Lungi però dal considerare · questi fatti Go111 c segni di una effettiva persistente guarigione , sereni ed obiettivi, sen za I.asciarci sugges tionare dall 'apparente favorevole andamento dell 'affezione, dalle affermazioni entusi.asticl1e degli ammalati che si dichiarava~o guariti e lasciavano di pro1)ria volontà la clinica, dai fissati ràdiologici attestanti la comparsa di cicatrici , abbiamo atteso il responso del t em1) 0 prima di pronunciarci in modo definitivo. Sopratutto du.e ordini di fatti ci consigliavano di andare cauti: le modalità di evoluzione clirtica ed anatomica de11 'ulcera g·astrica: il significato dei rilievi r adiologici. L'andamento ciclico, discontinuo del decor so dell'ulcera gastrica, tendenzialmente cronico: la successione di periodi di silenzio sjntomatologico di durata varia, talvolta anclte di anni , a periodi di acuzie al} 'infuori di og ni trattamento (ch e senza giun gere alle citate esagerazioni del Gutmann son troppo frequenti per eS$f.r e mi scon o ciute) : la diffi coltà di una diagnosi radiologica di g uarigion e di pregressa ulcera anche per specialisti di in discussa competenza, potendo anch e i cosidetti segni diretti essere fallaci in quanto testificano immagini cinetiche e non a11atomi che o ba1
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[ ANNO
XLII ,
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SEZIONE PRATICA
s tando u11 elen1ento di 11atura infiammatoria o irritativo dinamico per determinare la n10r11entanea scompa:r:sa di un segno di cavitazione: ci hanno indotto a concetti. prude11ziali , ad una ' 'alu tazione strettamente obiettiva dei fatti osservati : ed ab·b iamo op·p osto alle cennate opinioni personali di guarigione la diagnosi di miglioramento con pseudoguarigio11e clinica e radiologica. L ' evoluzio11e su ccessiva d ella forma nei casi cl1e. c i fu dato seguire (non ' 'ogliamo certo interpretare i numerosi casi che non si sono ripreser1tati. come d ei sicuran1ent.e guariti, dato ch e la r ecidiva può presentarsi sia dopo breve che dopo lungo t empo, particolarm ente, in rapporto a ìle abitudini , professione, r eg ime di vita d ell ' infermo), ci ha dato ragi o11e : a di s ta11za di uno-due mesi molti dei nostri soggetti si son o ripresentati accu sando di nuovo o il quadro doloroso e sintomatico primiti,10 , sebbene empre attenuato, o d ei disturbi vag·hi , che l 'esarne radiologico attestava essere legati sia alla presenza di les]oni ulcera- · tive be n evidenti sia anche solo a lla presen za di una immagine crateriforn1e puntiforme a l ce11tro cl ella cicatrice. P en sando ch e la durata della prima cura fosse stata insufficiente o ch e occorresse abbinare altre cure, abbiamo di nuovo trattato .gli st essi an1malati per un altro periodo più lt1rJgo d i t en1po con iniezioni sia di triptofan oistidina sia di estratti epatici abbinati alfa pepsina, a l benzoato di sodio , alle vitamine A e D com e si è detto, aggiungendo an cora in alcuni casi u11a c ura antiacida protettiva a b asP di bismuto, carbonato soda, magnesia, b ella· clonna. Anch e questa volta g li esami radiol ogici se~ riali attfstarono la riduzione progr essiva d e lle lesioni ulcerative sino alla scompar sa, m e ntre di. pari passo si ridu cevano sino alla scamparsa tutti g li altri sintomi sub·i ettivi ed obiet tivi . Ma an ch e questa \'Olta il nostro scetticis1110, o per m eglio dire i nostri poteri di inihizjone, ha11no impedito di dare ai sofferenti la certezza della loro guarigione: con ragione p1!rtroppo p er ch è n el 1ermine di due mesi quasi tutti gli an1111alali si ripre entarono a itoi accusando aln1 eno in p·a rte il quadro di <lt)lori ch e ben troppo conosce,·amo e pre. Pnt.a1td o sia obiettivamente a ll 'esame clini co ~- '.1c radiologicamente di nuovo i segni di una :rsion e ulcera ti.va ga tri ca in atLo e in evolu• z1one. Bisogna Ya in s ister e i1 ell a cura~ Era n ecessario un comple1n ento con fattori terapeutici di,•er si ?
Dei due quesiti abbiamo cer cato di rispon-. dere al p·ri1110 rip rendendo dei cicli di cura in alcuni pochi soggetti : i risultati durante la cura e :;;ubito dopo furono identici a quelli g·iZt per due volte verificati e controllati : n1a r1on per ques to osiamo dire ch e i nostri ammalati siano guariti , perchè già un caso h a r)presenta lo i prin1itivi disturbi subiettivi controllati radiolog ican1ente. Il secondo quesito è più difficile a risolvere : è questa la ragione che mi ha persuaso della utilità di far note queste indagini anche se parzialmente n egative p erchè a ltri trovi lo spunto a nuove impreviste vie. Aggiungo per completezza che tutti i soggetti non preser11arano i11ai n ei su ccessivi periodi di soffer enZ[t l 'acu zie d el primo p eriodo e che quelli trattati con Lre serie di cicli godono di un r elativo ber1esser e anch e ora che ·è ormai trascorso molto ten1po dalla cessazione della cura; il che dà ragione della nostra ipotesi che r ealrnente n ella aminoacidoter apia e n ella epatoterapia stiano le b·asi per una cura m edica razionale dell'ulcera gastrica. Fra i due aminoacidi sperimentati è certan1ente l 'istidina quella ch e agisce· in modo più eff}cace e più n etto : si a per la sua azione ant algica e m odificatrice sul si.sterna n eurovegetativo (Lenorn1a11ù), sia inibend o la secr ezion e cloridrica (V\Teiss e Stol) o in senso piil I.ato co111e corr e ttore alcali110 del chimismo ce llulare viziato (Manginelli), sia provoca11do w1a ipersecr ezione mucosa o anch e la secr ezione di un parti colare tipo di mucina ch e favorisce la cicatrizzazione togli.endo la s11perficie ulcerata dal conta tto immediato del contenuto gastrico (Lenorma nd), sia p er una azione trofica sul tessuto periulceroso con dilatazione vasale (IF ournial), paragonabile forse a quella di u n ormone o di una vitamina (Stol e Weiss), sia infine come materiale sp-e cifico cl i ricostru zione per vizi.a t o ricambi 0 inter1t1edio cosi c on1e agisce n ella anemia perniciof'a : ipotesi tutte ch e possono così riassu• mers1: 1
1
gli estratti epatici e l'istidina, pur non ropprese1itarido una terapia specifica patogenetica dell'ucera gastrica, i1engono ad avere ragione imniediata dei f ertomen i dolorosi per la loro proprietà antialgica sedativa generale e fr1rse anche per una iperpro.duzione di muco : in tempo successivo, persistendo ne:lla r11 ra, spiegano a11che una azione riparatrice co11ie corretlori alcali1ii del cliimismo cellula.re , come vasodilata.tori e con1e materiale specifico d i ricoslruzione fino a portare realment e alla cicaf rizzazione della lesione ulcerativa, 1
CHE
NO~
GI UDI CHIAMO P ER ALTRO DEFINITIVA.
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« IL P OLICLINICO »
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L'addizione di pepsi ria, di benzoato di sodio, di vilamirta A e D attiva ed accelera l'azione degli eslratti epatici e della istidina sc11za renderla p erò a1ncora d·efinitiva.
La inaggior parte degli AA. ch e si so110 occupati dell 'argo1m ento hanno osseTvato un abbassa111ento della pressiQne arteriosa dopo la R. ,..\. J!:s..';o è di i11te11sità varia, in rapporto alRIASS ljNTO. i ·anestetico adoperato , alla entità d el traun1a o perat.orio, aJJ;3 condizibni generali del pa]_.'A. riassume i r isultati di una lunga sezien t c. Jonnesco ritiene ch e molta importanza rie di ricerch e sull 'azione dell 'isti'dina e denel d etern1inare inodificazioni della pressione gli estratti epatici sulla sintomatologia ed evoarLeiriosa, abbia la sede della p1untura lorr1bare. l11zione anatomica dell 'ulcera gastro-duod·eQuando ,q uesta viene eseguita in uno spa nale. zio intervertelbrale basso, l 'abbassamento della pressione è lie·ve o nullo. L'ab bassamento è 110Levole per le punture n1olto alte. NOTE E CONTRIBUTI Ionnesco in og·ni n1odo sostiene cl1e le moOSPEDALE DEL LITTORIO IN ROMA di'ficazioni <lella pressione do·p 0 R. A. siano P ADI GLI ONE G. !B. ~IoR GAGNI di lieve en 1·i tà. Chirurgo Primario: Prof. C. ANTONUCCI. v·irgilio ch e eseg·u e la J{ . A. co11 novocaina , segnala un abbassamento quasi costante della Profilassi e cura della ipotensione da ra- pr·essione, ma di lie\re ei1tità. chi anestesia. Al)badie e Montero hanno notato un abbassamento solo r1ella prima n1ezz 'ora. Il ritorDott. GAETANO ZAPPALÀ, assiste~te. . no succes&ivo alla norma dopo ±5 '. In un n1io precedente lavoro eseguito al dopCl1anoin, l\loia ed Einaudi ha11no anch'essi J.lio scopo di controllare cioè i risultati, talosser,·ato abl1assa111enLo della pressione dopo Yolta discordi, ottenuti dai vari autori sul ll. A. 1 valori di tale abbassan1 ento so110 ·vari con1portarr1ento della pr~sione art eriosa doed in rapporto, secondo gli .t\ ~~. , non solo po R. A. , e di studiare co,m parativamente i a ll a sostanza ado11-erata ed al Yario assorbirrLento di essa, m.a a n ch e alla sede ed alla valori della Nlx-~Id-ì\In della ~essione arteentità dell 'operazio11e. teriosa, sono arrivato a lle seguenti con clu. . Solo pochi ricer catori , fra au i Desplas e SlOnl: l\1illet, affennano di no•n aver osservato abcc Lo studio della 1 p ressione arteriosa (Mx, bassan1enti note'Voli d ella pressione dopo R.A . !\id e fiiln) eseguilo con l'oscillometro regiL 'ahbassam e1rll o della p ressione si verifica stJ'atore di Boulitte, prin1a, durante e do·p o ge·n era lment.e dopo circa 20 minuti da lla R . -0p,erazio11i, ci 11a 111ostrato un comportamento A. Esso si ace-0mpag1la a sudo:r i freddi, naudiverso a seconda delle varie anestesie. Nella sea, vomito , cui segue tal,·olta un vero e proR . A. si è avuto quasi costantemente un forte prio collasso circolatorio. abbassan1ento della pressione durante l 'atto Sohotte che ha f.tudiato il meccanism.o di operativo, con successivo ritorno ai \Talori iniquesta ipoLen sionei ritien e ch e essa sia dovuziali in un periodo di tempo vario (8-48 ore). ta a due fattori: da•p prima blocc9 del simUno studio comparativo eseguito tra Mx, Md e l\1n, ha inostrato ch e le variazioni della J>atico vasocostrittore, donde paralisi vasomotoria e vaso·dilatazione nel dominio anestetizpressione sì sono avute quasi in egual misu:tato; in segui lo bloccag-gio del si1npati~o ad.rera per ci.a.scuno dei tre valori. 11alino-secretore con din1inuzione e talvolta ~. . ors.e la I\iln è stata la pressione meno n10an che soppressione . d ella secrezione di adredificata tra le tre. nalina da parte delle capsule sun·enali, donde Essa h a n1ostralo in ogni m ro do, una maggiore e più rapida tendenza a ritornare ai aggravan1ento della paralisi vasomotoria e soppressione di un m e:cc'a nismo importante di valori primitivi. La Md non pare possa essere, almeno per correzione dell 'abbassame11to di pressione. Partendo da questo concetto patogenetico quanto ri~uarda $li operandi e gli operati, dì sul m eccanis.rr10 della ipoten sione da R .A. era inaggiore utiliLà della Mx e Mn . logie-0 che si cercasse di prevenirla e curarla Nè, per noi al111eno che ci siamo serviti del1'oscillon1etro registratore, si può dire che la mediante l 'adrenalina. t ormai nota l'azione di questa sostanza in !\id sia di più faGile n1isurazione della Mx e condizioni fisiologi che: essa secreta in piccodella Mn, perchè a11che la lettura di queste ulle qua11tità dalle capsule surrenali , in matime si esegue faciln1ente ». 1
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SEZIONE PRATICA
11iera continua, mantiene la pressione sanguigna ad un livello quasi costante. In condizioni patologiche una diminuzione della secrezione surrenale produce un ab bassa.m ento notevole della pressione arteriosa. Nella cura dell'ipote11sione da R. A. l 'adre1tali11a son1ministrata per via sottocut~nea si è mostrata quasi inefficace. P er vi·a end oven osa essa produce un innalzamento brusco e i1otevo.Je della pressione arteriosa. L:effetto però è passeggero ed inoltre si accompagna spesso a disturbi, quali tren1ore, senso di freddo, palpitazione, febbre talvolta elevala. (Noi abbian10 osservato in seguito a iniezioni endovenose di adrenalina elevazioni fe1bhrili fino a 40° precedute da brivido e seg·u.ite da sudorazioni µrofuse) . Per evitare questi disturbi e per ottenere un effetto prolungato l'adrenalina è stata iniettata 11ell e vebe diluita in 300 eme. di so]. fi.. iologica. S·c l1otte fa o ser,rare che l 'iniezione endovenosa lenta di so]. fisiologica con adrenalina costituisce , è vero, un buon met9do per assic urare il mantenimento della pressione sanguigna ai valori norn1ali , però essa è di app lica7.ione pratica complicata, ed inoltre neg Ji abbassamenti gravi della piressio n e ch e necessilarto un i11Lervento rapido , essa non è uti~ilzzabile. Schott e quindi ha ab·b andonato J:adre11alina consigliando l 'u so dell'efedrina . Egli si crede i1L g·rado di co11fe.1mare ch e l 'iniezio11e endovenosa di efedrina provoca in11alzan1ento co11sidere-vole ei durevole clella ' pressione sanguigna la quale supera spesso il valore iniziale. L'effett o si n1an tiene per tutta la durata Jell 'a11e:3tesi'a (più di 1 ora). Egli non crede di do·v er ricorrere a iniezioni e·n dovenose preventive di e;fedrin<t perohè questa ostacola lo svolgime11to r egolare d ella R. A. Essa deve essere fatta durante o più spesso dopo lo sta. })ilirsi del] 'anestesi<l. Lcfillialre per evitare gli acci'den1i da ipotensio11e in R. A. p·r econizza i11 iezioni preventive di adre11alin a e canfora; egli co11 iglia inoltre di evacuare 5-10 cn1c. di liquor, di iniettare J-5 cn1c. di soluzione di d elcaina al 2 ~0 , fare un leggero barbottage: rnelt.ere il inalalo in po izio11e leggern1ente in<' linata , te ·ta e cullo flessi sul tronco. Procedendo così l 'A. l1a fatto 117 R. A. senza incide11ti. Levcuf da ' 'ari a11ni u sa l'efedrina per via sottocutanea alla do ~e di 5 c lg. iniettata 2 minuti µri111a della R. t\ . Egli 11a trovato elevazioni i1ette dell e i)ressioni :\Ix e ~fn e una no· 1
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tavole din1inuzione della frequenza dei vomiti durar1te l'anestesia. Anche ·B asset usa l 'efedrina. .I) ico t p rima d ella scoperta dell 'efedrina usava la caffeina. Desplas procede nella maniera seg·uente : negli ipotesi leggeri egli so,m ministra mezz'ora prima dell 'anestesia due compresse di <·feidrina- caffeina ( 6 Gtgr. di efedrina). F.atla la R .A. se il malato dovesse presentare fenomeni di ipotensione si pratica una i11iezione ~ottocutanea di adrenofiedTina. Desplas cl1e ha praticato 300 R.A. con queslo n1etodo, seguendo le variazioni della presf'ione art eri'osa ha trovato cl1e 1questo processo apporl,a un perfezionan1ento considerevole alla Il. 1\ . Pìtkin per un sogg·etto ipoteso, consiglia di pratic.are un 'ora i)rima dell 'anest esia, una iniezione di efedrina che in 4-6 ore rilporle;rà la pressio11e al livello normale e permett.erà di intervenire com e in un soggetto nor1nale. Forgue con siglia dì non i11escolare l'aneste· tico col liquor i1elJa siringa prin1a di iniettarlo. Do}Jo la pl1r1tura l 'amn1alato d eve essere coricato lentan1ente e se si vuole n1etterlo in p·osizione di Tren.delen b urg , aspettare 10 minuti prin1a di far]o. · iF orgue pratica inolt~re i11iezioni prei-'élratorj e di caffeina, olio canforato, efetonina e con~ig·lia di usare sostanze anestetiche p ure senza adrenalina, caffeina o stricnina. Daniel attribuisce i disturb·i da R. A. ad uno sqtrilibrio vago-simpatico, per evitare il quale egli inietta all'operanda dopo R. A., 10 Glnc. del proprio liquor nelle vene. Con questo procedimento egli ha notato scon1.p arsa quasi com·p leta degli accidenti secondari a R. r\. Platicelli all o scopo di i1revenire i disturbi da ipotensione da R.A. , ha praticato sistemalican1e11te nei suoi casi 10 minuti prima del· l 'operazione un 'iniezione di caffeina (O, 20) ed efetonina (0.05). Egli pP-rò non ha r1otato una sensibile modificazione nella frequenza e ne]la intensità dei disturbi'. A Bianca lana è .~ en1b rato utile aJlo scopo di evitare l ' ipotensione arteriosa, un 'iniezione preventiva di adrenofe<lrina . 1
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•• • Nel prese.nte lavoro ci siamo propo ti di controllare da una parte l 'efficaci·a dei farmaci proposti per la profilassi e la terapia
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d ella ipoten sion e da Ii.A., e dall 'altra di sperimenlare altri i11ezzi tra i quali alcuni ci sem bravano special1r1e11te indicali p er ch è conternporanea111 ente atili ~ prevenire altre co1n 1pliC3zioni post-operatorie.. Per es. : se i i i un operato di resezio11e gastrica una fleb oclis i con soluz. ipertonica di ~a Cl riusci&Ee a prevenire l 'ipote11sione da ll. A., essa sareib ·b e cori.tem.p oraneamernte utile a p,r even ire i11 parte la di'sidratazione oui ' 'a111•0 l11co11Lro quesLi amr11alati n ei gio1ni succe,s sivi a11'op erazione., no11ch·è tutti g li altri disturbi cl1 e si accompagnano ad ipoclo:r e1nia co11 iperazot.emi'a . I risultati delJe nostre ricerche riguardanti Jo sl.uùio clellt: i11odificazioni quali tali ve f ·quantitat i Ye de Jla n1as a del angu,e, noi ri.feriretno ir1 altri lavori. P er qua11to rig·uar(la lo studio d ella iIJOt en ione da R.. A. i1oi ci siamo serviti di a!l1111alati sottopo 5iti ad ope.razio·n i g ravi (resezione gastrica), i·n cui veniva eseg·uita una JJU11Lura lomb,a re (novocai11a-adrenalina) al la . 111 qt1este condizioni un notevole abbassa111e-nto d ella pre&sione arteriosa può considerarsi una reg·ola, com.e abbiamo avuto occas ion e di osser,rare i1el nostro precedente la ' 'oro già cital o. Le ::;ost anze cla noi s1)erin1e11tate sono tate le segue11 ti : caffeina , éan fora, efedrina per ' ;ia so LLocu ta nea; adrenalina ed efedrina per ,·ia endove11osa, fleboclisi di: soluz. Eisiologjca err11)lice, con adrenalina (I mn1gr. ) con Na C~ l \gr. 1Oj con glucosio (gr. 30) con adrenoefe<lrina. lr1fi11e abbiamo praticato ancl1e la trasfusione di sar1gue. Le iniezioni sot.tocuLane,e di caffei11a , ca11fora , eiredrina eseguile prirr1a dell'operazione $i sono inost.r ate .assolutamente inefficaci. Specialmente per ! 'adrenalina e per l 'efedrina la ,·ia soll.ocuta11ea dà un effetto trascillrab·i le per i'] &uo a$. orb.Jmento lentissimo a causa anohe delJ ·azio11e vasocostrittrice locale dell'or1none surrenale. L'adro11alina endovenosa ha un effetto assolutarr1e11Le vasseggero in r elazione alla sua distruzione rapida per ossidazione nei tessuti. Jno.JLre il suo uso non è consigliabile per la possibilit à deJJ'i11sorgenzà dei disturbi già ricorda Li . ~Iigliori risultati aib biamo avuto con fle,b oclisi cli soluz. fisiologica (500 eme.) praticate subito dopo la puntura lombare durante i p·r imi , ·enti mi11 u ti circa dell ' ope,razione. La pressiont misurata immediatamen te dopo o buccessiva111ente fino alla fine dell 'operazione ha inos trato un discreto abbas an1ento ~ e ll a l\Ix (35 n1m. in media) i11odico a lJ· 1
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bass::in1ento della i\1d (15 n1n1. circa) e della ~111 (lL, mm . cir ca;. In complesso la flebocli~i di soluz. fisiologica 8eruplite si è mostrata di una discreta efficacia nelJa profilassi della ipotensione cla R.A. (,·edi tracciati fig. 1) .
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Md
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FrG. 1. -
Primo tracciato: valori <lella pre ·.sione prin1a dell 'operazione. - Seco11do tracciato: valori d ella pressione (~O ' dall 'inizio dell 'operazione) dopn fleboclisi cli sol. fisiologica .
La fleboclisi di soluz. fisiologi,c a con adre11a lina r1on ha dato risultali costanti' ed uniforn1i. In alcuni casi n1entre la Mx si è mante11ula ad un Ji, ello costa11te ~ i è avuto un cliscreto innalza111 ento della Md e della Mn. In altri casi si è avuto un ab.b assan1ento della Mx i11en1J'e la j\ld e la ~In i mantene·ya110 al ]i,·0110 iniziale. In altri casi ancora i è av uto l 'a•b·bassa111ento del1a pressione fino alla scomparsa del i:iolso (vedi Lracciati fig. :J). 1
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l!d
Mn
ao
.....
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.A, . ........... ~
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-A_ -
F1G. 2. _
Pri1110 traccia lo: valori della pre"' ione 1)rin1a dell 'operazione. eçondo tracciato: ~a lori della pressione (35' dal! 'inizio dell 'oper~z1011e:· dopo fleboclisi con adrenalina.
In complesso du11que l 'adrertalina aggiunta alla fleboclisi ha dato risultati incostanti. Nei casi . •positivi essa si è di1no--trata spe-
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SEZIONE PRATICA
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cialmente efficace per i valori della Md e tent1ti ad u11 li,1ello pressochè costante (vedi della Mn. tracciati fig· . 4) ed il paziente non 11a a ccuLe fleb·o clisi con soluzioni ipertoniche di sate, durante I "operazione alcun disturbo. Na Cl si sono mostrate nella mag·gior parte . La flebocli~i con adrenoefedrina è quella dei casi relati·vamen1e efficaci. Un discr eto e.b e ci ha dato i n1tigliori risultati. Essa coabhassarr1ento della pressione arteriosa si è stitui~c e un otlin10 inetodo per mantenere la verificato con gli stessi caratleri osseryati a pressione sa11guigna ad un livello q11.a si coproposito delle fleboclisi con soluz. fisiologisLa11 te durante tutta l 'operazione. e<& _ semplice (vedi tracciati fig. 3). I-' 'i1liezione e11dovenosa, goccia a goccia, di soluz. fisiolog ica con adreno-efedrina deve 55 90 115 e$Sf:re prererita alla iniezione endove·n osa di i i sol.a efed,r ina. Qesta provoca immediatamente Mn ·Md u11 'ele,'azione considerevole d·ella pres ion e sanguigna i cui valori superano spesso quelli 1
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Mx
Md
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e-....--.. ........___ _ .-
.,-~ .
Md
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. __.......--........-..--..___r-r---r---r-_.,......, . , ... r J ' ' ' --
Mx
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·-·
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Mn
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3. - Primo tracciato: valori della· pressione pri1na dell'operazione. - Secondo tracciato : valori della pressione (40' dall'inizio dell 'operazione) dopo fleboclisi con soluzioni ipertoniche di NaCl .
Ji'1G.
Solo in due casi si è avuto un notevole inna1zan1enlo della pressione (~1x Md 'Mn). In complesso la fleboclisi con l 'aggiunta di Na (~l si è rr1ostrata solo di poco più effi.cace della fleboclisi sen1plice. 130
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Md
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Mx
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l)ri1110 l,r acc ia lo: vnlori d ella pre·ssione 1)rin1a dell'operazione. econdo tracciato: vaJori della pre io11e 30 ' dopo la R. A. - Terzo tracciato : valori della pressio11e immediatamente do1>0 inie1.io11e endovenosa di adrenoefedrina.
F1G.
.). - -
ii1j ziali (vedi tracciati fig. 5). Come si vede anclic d alle grafiche l 'i11nalzamento d ella j ) r e ione colpisce più i valori dell.a Mx l\fd , 111en1 re l ~ ~in è poco modificata. C0Nci.us10N1.
4. - Prin10 tracciato: valori della pressjone prima dell 'operazione. - Secondo tracciato: valori d ella pressione (40' da11 'inizio dell 'operazio11c) dopo trasfusione di sangue (400 eme.).
F1G.
fjli stessi risultati ci ha d ato la flebo clisi co1t glucosio (30 gr.). Di n1aggiore efficacia si è mostrata la trasfusio11e di sang·ue eseiguita durante l 'operazion e. 1 valori deJla ~Ix ~fd ~fn si sono n1an-
L 'esan1e :lccurato dei risultati ottenuti ci porta a lle seguenti conclusioni: Tutti gli infermi che dovra11no essere operati in R. A. debbono prima dell'operazione subire un esa1ne accurato della pres ione arteria a.· Se i ' 'a lori di questa ri ultera11no in feriori alla norma , sarà be ne praticare ali operando una iniezioue preventiva di efe" dri'na per via sottocutanetl. Se durante l'operazion e la J)re$.. ione trndesse ad abbassarsi, l 'cfed ri na potrà e~serc ri1)etuta per via end0Ye11osa. accoppiata o no ad •
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una flel)ocl1si, a seconda della durata e de.Il 'entità dell'operazione. Per i soggeit.ti a pressione no·r male è bene distinguere quelli sottoposti a p1u ntura lombar.e bassa e per i piccoli interventi (ernia, Appendicite ecc.) e quelli sottoposti à puntura lombare alta e per interventi di U1D.a certa gravità (resezione gastrica, colecistecto~ia ecc). Nei prin1i non ·è necessario ·eseguire alcu11a iniezione preiventiva. L'infermo sarà sorvegliato durante l 'o·p erazione e se l 'iipote11sione si verificasse una iniezione ·3!11dovenosa di adrenoefedri'na riporterà la pressione al livello normale per tutta la durata del] 'intervento. Per quanto rig uarda gli operati in R .A. con JlU11tura lon1bare alta, generalmente si tratta di operazioni sul tubo digerente (specialmente sto1naco) oppure sulle vie biliari, ecc. Negli operati sullo storr1aco, neil nostro reP.arto si è soliti praticare durante l '.o peraz1one una fleboclisi con o se11za adrenoefedrina. Negli operati per stenosi di un tratto del tubo digerente (stenosi pilorica con ristagno gastrico P,c{ eventual1nente iperazotemi'a, ste-. n osi intestinali basse ecc.) l 'ipotensione da H.. A. può essere prevenuta e curata per mezzo di fleboclisi cori i'aggiunta di sonutZ. ipertoriiche di .Na Cl. 11 clor11ro di sodio avrà in questo caso un doppio con1pi'to; da una parte prevenire e curare la ipoten sione da R.A. ; dall 'altra, e' 1entualmente, . prevenire la ipocloremia post-operatoria e i disturbi ad essa connessi. Negli operati sulle vie biliari, che presumihilmenLe a1b biano lesioni collaterali del fegato, noi eseguiamo subito dopo la R.A. una fJ.ebocli i con 20- 3'0 gr. di glucosio . Anche qui con l 'uso del glucosio avremo i ] doppio vantaggio di prevenire ed eventual1nente curare la ipoten sione da R.A ., e. conlem1poranearnente agire favorevolmente· sugli effetti del danneggiamento subito dal fegato d a parte del processo morboso. Appare qui11di evidente dal nostro studio che parecchi sono i mezzi con cui si può preve11ire e curare la ipotensione da R.A. Vari son o i fattori che con corrono a produrre iJ disturho; cosi pure vari sono i mezzi atti a comtb~tteir]o. Se ~s&i verranno usati co•n raz:j oclnio , i vantaggi che il malato potrà ricavarne saranno notevolissi1ni. 1
lANNO XLII, NUi\-1. 50J
espone i rimedi proposti dai vari AA. per la sua profilassi e cura. Indi riportft i risultati ottenuti in un gran 11umero di malati oiperati in R. A. in cui egli 11a sperin1ontato l'effetto di varie sostanze atte a prevenire e curare la ipotensione. J.Ja pressione veniva registrata graficamenle durante l'operazione mediante l 'oscillografo. BI;I3LIOGRAFIA.
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RIASSUNTO. L 'A. dopo essersi intrattenuto b 1re~rr) ente su lla patogene. i della ipotensione da R .A.,
LERICHE. La ~resse Médicale, n. 15, 1928. TARGOWl.A e LAMACHE. La Pr~tiql1e Médi cale fran çaise, n. 5, 1927. Scno1~"E. La Presse Médicale, n. 70, 2 sett. 1933. LEFFILIATRE. XLII Congresso dell 'As·sociazione francese di Chirurgia, Parigi, 9-14 o ttobre 1933. J.EvEuF. Società Francese di Chirurg·ia:, 13 gennaio 1932. . DESPLAS. Ibid ., 27 gennaio 1932. FoRGUE e BASSET. La rachianesth ésie. Ma.sson, 1930. EINAUDI. l' ariazioni della pressione ari eri osa in ra[Jporto all,azione di diverse anestesie. l oNNEsco. La rachianesthesie. Masson , 1919. Il1vom. La Presse Médicale, n . 64, 1930. PrTKIN. J ou.r n. of Medical Soci e1y of New Jersey, 1927. J..ABAT. The Journal of Amer. Med. Assoc., n . 88, p. 1135, 1927. Jateressaate pubbllca~loae SEMJ-GRATUITA:
Doft. ALDO LUISADA Assistente nella R. Clinica Medica dell'Università di Padova
Ipotensione e iposfigmia deficienze dt circolo PREFAZIONE
Riportiamo
DEL
PROF.
CESARE FRUGONI
l'Indice-Sommario:
PARTE I. Premesse. CAP. I. Fisiologia del circolo. , CAP. I I. La pres, sione arteriosa. come fenomeno emodinamico. , CAP. III. se, meiotica del circolo. PARTE li. Le forme ipotensive in generale. CAP. I. Definizioni. , CAP. II. Le forme ipotensive come fenomeno emodinamico. Patogenesi delle forme ipotensive. , CAP. lii. Le forme ipotensive in clinica. , CAP. IV. Significato delle forme ipotensive. , CAP. V. Eziologia delle forme ipoten.sive. , CAP. VI. Anatomia Patologica. , CAP. VII. Rapporti e conseguenze delle forme ipotensive. , CAP. VIII. Prove funzio, nali circolatorie e studi sulle arterie. Sindromi arteril)Se. " CAP. IX. Sintomatologia. " CAP. X. Decorso delle forme ipotensive. .. CAP. Xl. Le forme ipotensive come elemento. predispo, nente alle malattie. , CAP. XII. Diagnosi. , CAP. XIII. Prognosi. - PARTE III. Le forme ipotensive in particolare. CAP. I. Ipotensione e iposfigmia per cause fisiologiche. , CAP. Il. For.. me ipotensive costituzionali. .. CAP. III. Le forme ipotensive nelle malattie croniche e nelle cachessie. , CAP. IV. Le forme ipotensive nelle malattie da carenza e in seguito a strapazzi. , CAP. V. Le forme ipotensive nelle intossicazioni e nelle narcosi. , CAP. Vl. La ipotensione nel campo della anafitassi. , CAP. VII. L'ipotensione nelle malattie del cuore e dei vasi. , CAP. VIII. Forme ipotensive tra le malattie del polmone, del fegato, del rene. , CAP. IX . Forme ip<?tensive . nelle pe.rd~t~ di liquidi organici e nelle malattie degh organi emopo1ettc1. " CAP. X. Le forme ipotensive nel campo delle endocrinopatie. , CAP. Xl. Ipotensione e iposfigmie per cause ner~ose e .nelle m~, lattie nervose e mentali. , CAP. XII. Le form e ipotensive term1.nali. - PARTE IV. LO forme ipotensive parziali. CAP. l. Definizioni. Patogenesi, " CAP. IL Forme ipotensive regionali. "' CAP. IJI. Le ipotension:i e le iposfigmie distrettuali. - PARTE V . Terapia. CAP. I. Mezzi chimica e fisici che stimolano gli or, gani dell"apparato circolatorio , CAP. II. Terapia delle d ebolezze circoiatorie. - Indice analitico. INTRODUZIONE.
Volume di pagg. XVJ,352, con 52 figure L. 4 5, più le s pese postali di spedizione.
nel
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testo.
Prezzo
Esclusivamente per gli abbonati al (( Policlinico » sole L. 3 O franco di porto in Italia. Per l'Estero L. 3 5 . Inviare Vaglia all'edi tore LUIGI POZZI. Ufficio Postale Sue• cursa'e diçiotto. ... . . . Roma. .
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[ANNo XLil, Nunr. 50)
IGIENE
SUNTI E RASSEGNE.
Acqua potabile, sua protezione nelle ~ase. !Jro[.
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S E ZIONE PRATICA
ERNESTO BELLANDI.
L 'acqua potabile che viene portata alle case dal Civico Acquedotto non r·e sta tale n·ei p·rimi ten1pi dell 'allacciamento, e spesso anche dopo. Infatti in rriolte case vien fatta l 'unione tra la co11duLLura dell'ex-acqua çli pozzo e quella della potabile per avere acqua i11 tutta la casa, quando si fa l 'allacciamento con l 'Acquedotto civico; quindi s'intende I 'inquinam.ento che a'rviene de11 'acqua potabile per l 'incrostazio11e r1ei tubi della p~·egressa acqrua di pozzo; qu•esta vi lascia un deposito , e occorrono m esi prima di liberarsen·e, nonostante l 'azion·e meccanica dcll 'acqua ad alta pressione. Si pe11si pure cl1e talora nella conduttura casalinga l'acqua d·elle cassette idrauliche n ei W. C. non è interrotta suffici·e ntemente dalla rim.a nente ! A ciò si può ovviare, p·e r avere acqua proprio potabile, se si usa un sistema ch e p·rotegga l 'acqu.a che arriva potabile. Questo è semplicissimo, ·e appena noto diventa l 'uovo di Colombo I... Consiste nel porre un rubi1ietto di erogazione p rima del rwbinetto di arresto, che I' Aziend.a ·del Civico Acquedotto rnette al tubo di allacciamento con la casa. Allora, specialm·ente nei primi tempi, ed anche poi se occorre, per prelevare acqua sicuramente potabile, non si ha che chiudere il rubinetto di arresto, im peden·do così la com uni'c azion·e con la conduttura casalinga, ed attingere l 'acqua, dopo un po' di scorrimento Ò.t.1 detto rubinetto di erogazione. Inoltre prende importanza la temp eratura dell'acqua che con detto sistema resta quella cl1e si trova neil Civico Acqu·edotto, perciò bassa e gradevolissima in estate, come qu·ella del nostro acquedotto a Viareggio, evitando persino l 'uso del ghi'accio . Alcuni credono che avendo subito un rubinetto di erogazione al tubo di allacciam·ento, dopo il rubinetto di arresto, si procurino gli ste·ssi vantaggi suddetti; invece qu·e sta ·disposizione di rubinetti non può garantire la purezza dell'acqua, essendo necessario che v·enga interrotta la comunicazione con la conduttura casalinga. Tale sistema è stato portato a conoscenza del signor J:>odestà del Comune di Viareggio, il quale, con lette.r a d·el 27-IV-35, se n 'è compiaciuto, ha ring1·aziato l'ideatore per l 'interesse suo alla salute pubblica, ed ha assicurato di disporre acciocchè esso v.e nga applicato dall 'Azì.enda in parola. Anche a S. E. il Governatore dell'Urbe ne è stata data comunicazione, ed attualn1ente il sistema acquista anclte maggiore considera• z1one. Viareggio, 13-, lIII-315-XIII. 1
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ITTERI. Reazioni cutanee utilizzabili per la diagnosi degli itteri. La reazione di Brugsch al ferricianuro potassico.
(G. M ARENGO e ·E'. MAssrMELLr. Archivio per le soienze mediche, ottobre 1935).
Partendo dalla osservazione ch·e in seno ad estesi stravasi sanguigni il pigmento ematico può subire una successiva elaborazione tale da poter condurre (nello scorb·u to ad esempio) per l'intensità e il num.ero di queste emorragie cutanee alla cornparsa di un ittero ip·er coleretico, lBrugsch pone a b·ase delle sue ricerche la convi11zione che la pell·e possa essere il luogo di forn1azione della bilirubina e l 'ittero aver quindi un.a origine dern1ica. Brugsch viene così a proporre in b.as·e alle p-roprie ricerche e agli accurati studi ·eseguiti su numerosi pazienti affetti da ittero, una nuova classificazione degli itteri e cioè: 1) ittero meccanico da occ]l1sione con acoleresi; 2) ittero tossico aco·l eretico (ittero semplice, ittero grave); 3; ittero <la stasi cardiaca con ipocoleresi ; 4) .it tero sple·n ogeno con ipercoleresi del pig·m enLo biliare; 5) ittero spJ.enog·eno nella cirrosi epatica con ipocoleresi d·el pigmento biliare ; 6) ittero dermatogeno ·da estese emorragie cutanee (ad esempio scorbuto); 7) i Ltero dei n·eonati da abnorme distru-. zior1e e111.atica in tutto il sistema reticolo-endoteliale • <XJuesto Autore basandosi inoltre sulla diver sa colorazione della cute nelle varie forme di ittero, viene quindi a considerare qua~tro ti11i di ittero ·e cioè: un ittero ruh·inico (1·l1hini0kterus) a tinta rosso-bruna firoprio dt~ll'itte·ro epatossico; un ittero verdinico (verdinikterus) a tinta giallo-verde proprio del1'ittero meccanico; un ittero flavinico (flavi'nikterus) a tinta giallo-chiara proprio delle $indromi i"peremolitiche, e d infine un ittero melanico (melanikterus) a tinta bruno- scura proprio delle forme itteriche ch e durano da lungo terr1po e ch·e terrr1ina.no in cachessia. Brug 8cl1 ammette che ogni qualvolta la c·ellula epatica sia lesa non· p·u ò più avvenire i11 serio ad essa la trasformazione della ematina in bilirul)ina e ferro e qt1esta funzione ver.. re])b·e ir1vece assunta dalla cute, per azione vie.aria. N·ell 'ittero epatotossico quindi si potrebb·e facilme11 te dimostrare il ferro nella cute 1nediante I :iniezione intradermica di una soluzione all 'l % di ferricianuro di potassio clìe ir1 presenza di ferro bivalente dà una coloruzion·e bleu per formazione di bleu di Turi1b ull. Nell 'ittero da ostruzione, nel prin10 periodo 1
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almeno, la cellula epalica fu:r;izionerebbe regol<ir111ente e quindi la trasformazione deJl'en1alina avverrebbe i11 essa e sarebbe perciò negativa la reazione al fierricianuro , me!itre dopo alcur1e settin1ane, persistendo il proces so IJ1orb:J~ 'J, se interviene una insufficier1za della c~llula epatic·a , la reazione diventa positiva e anche la colorà.zion·e della cute si modifica assumendo una tinta grigio-verdastra. Nell'ittero emolitico la reazione al ferri ciaIlUro potassico sarebbe pure negativa , essendo la tinta itterica dovuta ad un aumento di pigmenti biliari provoca to da aumentata emolisi. Per quanto poi rig·uarda la particolare tinta cutanea che si accompagna all'ittero melanico, è tuttora in discussione la sostanza che dà origine a tale colorito: se si tratti cioè di una melanina oppur·e di una sostanza n era derivata dalla ossidazione d·ella bilirubina. La reazione di Brugsch servirebb e quindi , secondo lo scopritore, a disting uere fra loro le di,~erse form e di ittero a seconda che siano queste dovute o no ad una lesione della cellula epatica e potreb·b e inoltre essere usata co1l1e prova di funzionalità epatica. Il Brugsch aveva appena pubblicato il suo lavoro che tosto da parte di vari A.~ . si procedette al controllo di questa reazion·e: la maggioranza di essi nega che essa sia d ov uta alla p· eE:enz::t tli ferro nella cute. Dalla disan1ina delle opi11ioni così incerte e disparate n ei riguardi d·el meccanismo della reazione i11tracutanea al ferricia11 uro potassico, gli AA.. sono stati indotti a studiare la reazion·e per osservare se questa poteva venire utilizzata in pratica per la dif ferenziazion.e delle varie form·e di ittero a seconda della loro natura e per 1 porlare un contributo alla questione della formaziolle della colorazione azzurra, se fosse essa cioè deter111inata da una co111binazione del ferro o d ovuta in vece alìa ossidazione della bilirubina. Nei casi di ittero cutaneo evidente la r ea zio11 e ,-c niva praticata diverse volte in rapporto aila evoluzione della n1alattia. Contemporane:·1me1d e alla reazione di Brugsch veniva pratica lo u11 ponfo di acqua distillata di confronto e 1.1 cìeterminazione qualitativa e quanti1 ati Yll della bilirubina del siero. La reazione veniva praticata iniettando n el derma 0,2 cc. di una soluzione di ferricianuro potassico all'l %, di r ecente preparato. Per evitare la possibile introduzione di ferro dall 'esterno n el praticare l 'iniezione intradermica gli AA. hanno sempr e ri'corso ad aghi di platino e a siringhe di tutto vetro preoedentenJente lavate in acido cloridrico con centrato ed in acqua distillata. Immediatam ente dopo l 'iniezione si osserva la scomparsa di un ponfo che nei casi a reazione neg ativa era di colorito uniformemente giallognolo mentre n ei casi a reazione positiva assumeva un colorito azzurro b luastro di ' 'aria intensità a seconda dei casi. Da11 ·esarr1e compl essivo dei casi osservati risulta evidente come la reazione di Brugscl1 4
lAì'INO .X·L II,
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sia in perfetto rapporto con la qualità d ella JJilirubina circolante: difatti a seconda deJ]a reazione dimostrata da qu·esta di fronte al diaZionio la 1·eazione di Brugsch è positiva o i11eno. Essa ~i presenta negativa nelle forme itterich e con bilirubinemia a reazione indiretta pronta anche con valori bilirubine mici di mmgr. 1,2 %; nelle forme itteriche con b·ilirubir1emia a reazione indiretta ·ritardata ancl1e con valori bilirub·inemici massimi di n1mgr. 3-4 <y~ ; la reazi t)ne si presenta pure negativa n egìi itteri con bilirubinemia a reazione diretta con valori bilirubinemici di mmgr. 1,8 %. La reazione riesce invece positiva negli itteri con b ilirubi11e1nia a r eazion·e diret ta difasica anche con va lori minimi di n1n1gr. 0,8 % e negli ittBri con bilirubinemia a reazione diretta pronta p·u re con valori minimi di IDffieDT. 0,8 %. Il siero di san g·ue e le urine d egli individui che presentano u11a reazione positiva se vengono trattati con ferricianuro di potassio danno luogo a formazione di un anello blu o ad u11a colorazion·e verde-oliva diffusa. I neonati affetti da un leggero ittero fisiologico con valori bilirub·i nemici oscillanti fra 1nmgr. 11 ,8' ~o e mmgr. 8,1 % a RJR presentano una reazione di Brugsch debolmente posjtiva; al contrario quelli ch e non presentano ittero cutaneo evide11te anch·e con valori bilirt1binemici n1assimi di m111gr. 12,2 % a RIR dimostrano una reazione di Brugsch negativa . Noi crediamo che questo particolare comportame11to possa portare un contributo per chiarire la questione ancora indefinita sulla ragione per cui il pigmento biliare si rende mar1if·e sto nella cute dei 11eonati indipendentemente dai valori della bilirubinemia. La reazione di 'Brugsch è dovuta alla bilirubina .d ei tessuti e forse anche a quella del · p1a~rr1a fuoriuscita dai capillari nell'an1bito del · ponfo provocalo dall'iniezione intrader1nica e i1on alla presenza di ferro nella cute. 1
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G.
LA CAVA.
La reazione di Klein all'istamina per la diagnosi degli itteri. (G.
MARE NGO
e ~. ftlAssIMELLI. Arch.iv io per le 1
scien,ze m ediche, ottobre 1935). Tra le azioni dell 'istan1ina sull 'apparato vasale dei ma111n1iferi oltre a quella vaso-costrittrice sulle arterie è degna di nota l'azione car1illaro- dilatatrice , forse in qu~i:ito paraliz~an~ te quelle formazioni contratt1l1 ch e oggi s1 an1metto110 da taluni anche attorno ai capillari (cellul e del Rouget). L'azione dilatatrice ~ui capillari implica poi anche enorme a~ n1ento della permeabilità della parete capillare che si lascia largan1ente attraversare anche dai colloidi plasmatici Le accurate osservazior1 i di Dale e collaboratori din1ostrano ch e l 'iniezione di istamina è seguìta da abbassamento di pressione per di-
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latazione dei capiìlari, con buona conservazione o rinforzo dell'attività cardiaca, colorazio11e cianotica della pelle, aumento del volume delle estremità, ispessimento .d el sangue, il tutto in rapporto al fatto, osservato anch e al miGroscopio da Hooker nell'orecchio del gatto, della costrizione arteriosa con rallentan1ento del circolo, di1atazio11e dei capillari, accumulo e ristagno di sangue nei capillari, aumento della permeabilità di questi, trasudazione di plasma ·dal capillari verso i tessuti. Questo fenomeno della trasudazione in seguito a dilatazione capillare spie·g a l'azione ponfigena dell 'istamina per appli·cazione intracutanea. Sotto l'azione dell'istamina i capillari diventano abnormemente permeabili non solo per il liquido e le sostanze c.ristalloidi disciolte ma anche per le sostanz,e colloidi. Anche per sostanze coloranti (tripanblau , rosso Congo) iniettate per via endovenosa, i capillari diventano abnormemente permeabili sotto l'azione dell ~ istamina, così ch e vien·e a rendersi e,·idente nell'ambito del ponfo la sostanza col(Jrante iniettata. Il passaggio di queste sostanze coloranti nel ponfo ·è dipendente, secondo il parere d egli AA., dalla presenza di sostanze proteiche. Al fattore vasale ·è da attribuirsi solo un 'imporf.anza relativa: l 'istamina, ch e determina una nlaggior colorazione del ponfo i11 seguito a sostanze iniettate per via endovenosa, provoca con ogni verosimiglianza non solo una vaso-dilatazione ma anche una mag·giore permeabilità dei vasi per cui il ponfo da istamina viene così a contenere maggiore quantità di sostanze proteiche. La diversa colorazione del ponfo da parte di Sf)Stanze iniettate per via endovenosa dipende dunque da due fattori : I) dalla specie e natura delle sostanze coloranti; 2) dal carattere e dalla costituzione del ponfo intracutaneo. Recentemente I\..lein ha osservato in form e di ittero latente ossia in quelle forme in cui la bilirubina, presente in quantità scarsa ne] sangue non compare come ittero manifesto nella cute, che l 'iniezìone intradermica dava luogo ad una reazione pigmentaria locale. Klein notò che se si inietta in pazienti affetti da ittero di inten sità varia intradermicamente 0,1-0,2 cc. di istamina si osserva già dopo unodue minuti dall 'islillazione intracutanea nella zona immediatamente circostante al punto di iniezione la comparsa di puntini g ia lli e in seguito di una macchia gialla al centro fin ch è le zone confluiscono in chiazza unica gialla intensa, estesa a tutto il ponfo ed a lla magg ior parte dell 'alon·e iperemico circostante. La colorazione gialla persiste per circa una ora ed anche un'ora e m·ezza e quando già il ponfo è completamente scomparso è ancora di1nostrabile una evidente colorazione dell'alone iperen1ico. L' A. osservò che in individui affetti da ittero latent e, con aumento della bilirubinemia a valori di mmgr. O. 7-O ,.8 % 1
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SEZIONE PRATICA
si manifesta pochi minuti dopo l 'iniezione intracutanea di istamina un ittero locale più o meno intenso. Se si inietta intradermica1nente ad un itterico plasma o siero non colorato in giallo, si osserva ch e il ponfo che n e risulta è meno colorato di quello da istamina provocato nello stesso paziente. Gli AA. allo scopo ·d i studiare Ja reazione· intradermica da istamina secondo Klein, han-· no preso in considerazione un centinaio di individui alcuni normali , altri affetti da malattie diverse con speciale con siderazione p erò· alle affezioni epatiche. Nei casi· di ittero cut.aneo la reazione veniva praticata diverse volte in rapporto alle evoluzioni della malattia. Le modalità di tecnica degli AA . seguite non differiscono per nulla da quelle descritte da Klein. Gli AA. hanno così potuto constatare ch·e la r eazione cutanea all'istamina è particolarmente atta per mettere in evidenza un ittero cu taneo clinicamente non manifesto. Esiste una netta differenza n ell 'inten sità di colorazi·o ne del ponfo all'istamina in rapporto al tipo della bilirubina circolante : n·elle forme di b ilirubina funzionale, espressione di lesio·n i a tipo e1nolitico, si notano le reazioni pii1 deboli all'istamina, mentre quelle più intense, si hanno n elle forme di bilirubina da stasi , espressione di lesior1i del tipo da ostru7io1le delle vie biliari. La r eazione riesoe positiva in t11tte le varie forme di ittero con valori limite di bilirubinemia di mn1gr. 0,6 % e questo indipendentem.e11te dalla r eazione al diazonio presentata. La reazione ha un evidente valore clinico non solo per la dimostrazione di stati preitterici e subitterici, ma anche per orientarsi sulla differenziazione fra forme en1olitich e e form e a con1partecipazion e epatica o da stasi in rapporto alla maggiore o minore intensità di essa. L 'iniezione intradermica di cloridrato di morfina ha sempre dato reazioni esattamente comparabili per intensità e caratteristica, modo e tempo d'insorgen za e decorso a quelle dell 'istamina. Il ponfo da morfina ha n1ostrato però una tonalità di colore leggermente più scura ch e quella da istamina. L'iniezione intradermica di acqua distillata ha sempre dato esito negativo anche con alti valori di bilirubina circolante. Le prove di Jegoroff (diazoreattivo) e di Brugsch (col ferri çianuro potassi'co all ' l %) eseguite nell'ambito del ponfo hanno sempre dato esito positivo mettendo cosa. in e'ridenza ch e la sostanza colorante in giallo il ponfo è bilirubina. La forn1azione del ponfo giallo a]l 'istamina è dovuta ai fattori complessi, fra cui l'alterata permeabilità capi llare (Klein), 1'attività linfagoga (Alersberg e Perutz) ed anche con ogni verosimiglianza un disquilibrio nel m etabolismo cellulare dei tessuti per azione diretta dell'i$tamina. G. LA c.~V.-\. 1
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<e IL POLICLJNICO
ORGANI DIGERENTI. L'appendicite nei vecchi. (H. TAYLOR. The Lancel, 26 ottobre 1935). Sopra un 111igliaio di casi di appendicite ammessi annualmente nell 'Ospedale di Londra , l '1 e X per ce11to riguarda individui di oltre 60 an11i. L 'A., dallo studio di 110 casi osservati in 7 anni, è stato condotto a modificare il m etodo di trattamento ch·e si segue generalm·en te nei gi.ov.a ni. Del tutto diversi sono il p aziente ed il decorso àella malattia. Si tratta di un individuo a rischio operatorio tale da riGhiedeTe il mi11imo di n1anipolazioni, m·entre l 'ap·pendice è q uasi sempre gangr enosa o vicii1a a diventarlo. l'fei giovani , vi ·è una grande variabilità nelle~ condizioni dell'apperidice acuta dovuta a ll '~sage rato rifornim ento di sangue d ell 'orgar~o e delle sue n1·embrane, sicch è la necrosi si pr esenta sempre discutibile in ogni singolo caso. Nel vecchio, invece, i va i appendicolari sùno così inspessiti, da essere incapaci di dilntarsi e da migliorare lo stato congestizio quando se 11e presenta la nacessità, sicch è la g'1.11g·r ena si manifesta in quasi tut.t i i casi. Così , di faLto, si è osserva to 11ei 110 casi osservati: i 26 venuti all 'ospedale nel primo ~riorno di malattia erano « ingorgati »; 21 d ei 23 capitati al 2° giorno erano gangrenosi e 6 rlerforati , n1e11tre tutti i 18 d el 3° giorno er an o gangrenosi e 13· perforati. Inoltre, dei 3,1 casi , guariti senza appendice c~omia soltanto 2 eb·b ero in seg·uito la rec:idi,ra di sinton1i, sicch·è si può ritenere che r1 ella 111aggior parte l 'appendice si sia staccata dura nte l 'accesso acuto. Di fatto, nei 5 sottoposi i a successivo intervento (gen eraln1ente per e11lia ve11Lralej si trovò la total·e scompar . sa dell'appe·n dice, salvo in ·un caso in cui essa er::t ridotta ad u11 organo parzial:m,ente fibrosato delta lu11gl1e.~za di un pollice (cm. 2 e .~) . Nell '.at.tacco acuto, la peritonite si sviluppa ma11 rna1lo cl1e l 'a.ppendioe evolve verso la 11ecro i. Quindi, nei casi veduti al primo giorno, si trovò soltanto poco liquido chiaro; ma in quelli del &econdo, si aveva d el liquido purule1n to che , n ella metà dei casi era ·c ontenuto tla aderenze, ma ch e n·ell 'altra metà si diffor . deva n ella parte bassa dell 'addome; in quelli <lel ter zo, si aveva peritonite diffusa in 2/3 dei casi e for1nazion e di ascesso n ell 'altro terzo, n1entre tutti i pazienti ch e vivevano al quarto giorno ed oltre avevano un ascesso. Si deve pertanto ritenere ch e il d ecorso cruasi costante dell 'appendicite ac uta n ei vecchi è il segu ente: primo giorno, ingorgo; -se. c.011do, gangrena e peritonite locale; terzo , perforazione con peritonite generalizzata o forn1azione di ascesso ; quarto e successivi, ascesso. 1
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TRATIAl\ll ENTO E COMPLI CAZIONI.
Il problema dell 'appendicite n egli individui anziani "'i presenta quindi div·erso da quello
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[ANNO
XLII, Nul\r. 50)
ch e è nei giova11.i. In questi ultimi le condiz~oni a~tuali . dell 'a~peindice so110 ignote, ma 1 operazione immediata ·è necessaria per prev~nir~ il possibi~e inse~iarsi dell~ g·angrena; il r1~ch~o . o~rator10 è piccolo e 1 appendicecto1111a e indrcata a llo scopo di pr evenire le recidive di disturbi che si possono avere in un organ? sopravv·iven te, ma danneggiato. Nel vecchio, n1entre non vi è da dubitare delle condizioni dell 'appendice, la sicurezza che si l1a necrosi esclude la possibilità di recidive e d 'altra parte, il notevole rischio operatorio di~ venta il fatt ore decisivo della terapia. Vi sono due gra11di pericoli da considerare: la peritonite gen erale, com e risultato della malattia e la polmonite come risultato del trattamento. Si può, con un certo ardire, affe~m are che la n ecrosi, di per sè, non costilt11sce un pericolo per la vita a meno ch·e non provochi una peritonite diffusa. Se il processo è già localizzalo in un ascesso palpabile, il tratta111ento non operatorio costituisce il sistema mig,liore; in 15 casi così trattati; si ebbero soltanto 2 morti per en1holismo polmor1 are, una con1plicazione che d 'altra parte, non si sarebbe potuta evitare con l'intervento . Ma n·ei casi più acu~i, senza ascesso, veduti a l t erzo g iorno o prima, lo studio dei suoi e.asi conduce l 'A. a con cludere che si ha una uguale probabilità dello sviluppo di peritonite diffusa ch e, una volta generalizzata, è sicu ram·ent e fatale. L 'operazione è, pertanto, nec.e.ssaria allo scopo di prevenire la diffusione del liquido purulento, ma non è n ecessario per ·q uesto di asportare l 'appendice. Un tubo di drenaggio collocato accanto ad essa impedisce la pressione de l liquido essudato, che è la sola causa della sua diffusione. Si form ano C<)SÌ delle a derenze ed il liquido come pure la ~ostanza n ecrosata si scaricano nella medicatura. Di primo acchito, la differenza fra questo ed il con sueto modo di proceder e può non sembrare notevole!.. ma si deve tener presente che nel vecchio non si deve asportare l 'appendice, ciò eh-e invece è co11sigliabil e nelle altre condizioni. Nel vecchio, basta quindi una [)iccola incisione sopra la fossa iliaca, di tale. grandezza da amm·ettere d.a pprima il dito e~1)loratore e poi il tubo da drenaggio, in modo da n on disturbare l 'intest.ino. Inoltre, non è rtecessa.rio un completo · rilasciamento della parete addon1inale e quindi si può adottar e un procedimento modificato di anestesia, m entre l 'asportazione dell 'appendice esige un completo rilasciamento, ch e non è ottenibile che con un 'a11estesia generale o · spinale, con tutti i rischi r elativi . L 'incisione deve essere di ampiezza adeguata e tutte le aderenze protettive vengono in evi tabilmente distrutte quando il cieco e l'appendice sono· liberati alla loro superficie. Quindi, n on soltanto si devono evi-· lare Io strapazzo operatorio e le com plicaz~ oni de11 'an·estesia , ma an ch e il pericolo della diffusion e della peritonite durante l 'opera1
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SEZ10NE PRATICA
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zio11e. Questo si d eve soprattutto tener i)resente qua11tlo l 'operazione vi e11e discu s a nei gior11i criti ci (secondo e ter zo) in cui si incomincia110 a (orn1are le aderenze. Dei casi ter!f!inati con la .~or~e, il. 70 % _è stato operato 1r1 queste rond1z1on1 e 1 autopsia h a dimostrato ch·e la peritonite, loca'.lizzata a] momento dell 'operazione, si era in seguito generalizzata. Nei vecchi l'organismo com1)ie deO']i sforzi r1~r limitare la peritonite mediant e ~derenze, ma qu·e ste veng ono rapidamente distrutte man 111ano che il P ·US si diffo11de, seb·b ene la sorgente di questo sia stata rimossa.
si è detto non è 11ec;essario ch e ia profonda, J.>er il. semplice dren aggio , l 'A. consiO'lia la . . . . b so1111n1n1s traz1one preven L1 va di omnopon-scopolamina, l 'anestesia con oss~eno e gas, con il g iudizioso u so dell 'anidride carbonica per r~go lare la ventilazione polmonare. Con tale sistema, si diminuisce la con g·e stion e polmoria r e, mentre i b·ro11chi non vengono infiam111ati dai vapori irritanti, sicch è le complicazioni toracicJ1e sono ridotte al minimo. fil .
RISUL TATI OTTENUT1.
(i\f. CHinAY e G. RosAN0FF. La Presse Médicale, n. 8ì , pag. 168"9, 1935).
D ei ll(J casi , si ebbero 22 rrLorti (20 %), con au~opsié\ in 15. Eliminando 2 casi non oper~.t1 e . 4 am~ essi già . n:ori~ondi, rimangon o l o casi, tutti consecut1Vl all appendicec tomia. Di questi , 9 apparivano in cattive condizioni con liquido purulento n e lla pelvi, ma 7 son~ descritti come « non cattivi », con leggero a u m ento della temperatura e d el polso e senza P.erit?nite diffusa. vTi furon o 8 morti per peritonite gen era1e con ileo paralitico; in n essuno il liquido era ·diffuso al rr1omento d el1' op erazione ed in 4 ·era anzi chiuso d.a ader~11ze (e questi con una ter a:p ia con servativa s1 sarebbero certam·e nte salvati) . Vi furono 4 ir1orti p er broncopolmonite., 2 dopo an estesia spinale e 2 dopo ·eter e ed indubbiamente l 'anestetico ha contribuito allo sviluppo della com1;licazione. Le altr·e morti sono dovute ad em-. bolismo polmonare, setticemia , occlusione intestinale m eccanica e fi stola intestinale persistente (le 3· ultime cor1secutive ad appendir-ecton1ia difficile). Le 16 morti sono quindi in parte dovute al tipo dell 'operazione eseguita . · Degli 88' casi che sono sopravvi ssuti , 13 era110 ascessi guariti senza op erazione. In 57 casi, i pazienti sono descritti come in condizioni non cattive, n1entre 18 ·erano in cattivo stato; di questi , 13 furono salvat i col sem plice drenaggio e 5 con l 'appendicectomia. In complesso , fra tutti i 64 pazienti cc non cattivi » si prati carono 59 appendicectomie, con 7 morti , una 1nortalità troppo elevata del 12 %, mentre 1i.ei 5 casi operati con semplice drertaggio non si ebb e nessun morto . Fra i 31 \< ca ttivi », la mortalità dopo appendicectomia fu del 64 % m entre, dopo il semplice drenaggio, del 24 %. Va inoltre considerata la possibilità d ella fistola intestinaJe, c h e .n on si ebb e mai dopo il semplice drenaggio. P er quanto rig u arda la tecnica d ell 'operazione, l'A. fa osservar e ch e l 'elevata mortalità nei pazienti in cui si era praticata l 'incisione media11a : 40 % in confronto d el 10 % n ei e.asi ad incisione iliaca d estra. Con la prima, la diffusion e del pus è più facile; essa è dunque a1nmissibile n el caso di diagnosi dubbia , ma è scon sigliabile quando questa sia sicura. Per c1ua11to riguarda l ' a11e ~ t e .. ia, cl1e co111c 1
II cancro del colon ad inizio atipico. 1
Gli AA. dopo aver rilevala la frequenza con cui il can cro d el colon spesso non si manifesta all 'inizio con sintomi che possano fare ri,1olgere l 'at.tenzione del medico a tale malattia (costipazione associata a diarrea e ad r11torragie), enumerano le var ie forme atipiche con cui essa J.) UÒ invece presentarsi: 1. Farnie a inizio febbrile, simulanti una mal.aria, una colecistite, u11 a fe·b bre tifoicle e \la ripor~a~si , P.er quanto ri g uarda l 'etiologia, alla stasi intestinale, .a nche n1odi ca, ch e rafforza la virulen.za dei germi e l 'e1aborazione d elle tossine, m en1re ch e l e a lterazioni della mucosa e le u]cerazioni d i quest'ultima ne fa;. vorisco110 il riassorbirnent.o . 2. Form e ad inizio intestinale senza carati r.ri di ca11cro : a) le forr>i e pseu.do-appendicolari, con crisi dolorose alla fossa i li a ca D, vomito e dife a alla pressio11e sul punto di ~fac-Burney, e in fine con la presenza d.i una massa dolente, sitt1.ata n ella fossa i'leo-cecale; b) lr, form e pserido tuberc.0 la1i , specjalmente ir.t corrispondenza d ella fossa iliaca D, con la presen za di collezioni purule.n te a car.attere f1en11nono so; c) le forrrie a inizio sp·asn1odico: con cos tipazione, dolori intermittenti dovuti a spa.s111i d el c0Jo11, ch e talvolta sono anch e visibili e pa lpabili; d) le forme colitiche con una sintomatologia simile a quell a di una ba11ale enterocolite , o anche di una coli te o pericoli te egmen ta ria; 1
le fornie 1nasch.crat e da un mega- o dolicocolon ; f) le form e divcrticolari con segni tali da e)
far pensare ad u11a diverticolite. 3. For1nc a inizio viscerale exlra-intestinale : a) Forme pseudo-vescicolari: sono pec jaln1ente i cancr i dell 'angolo :D del col on ch e simulano u11a colecisti dura e dolente, s1)ecialment·e quando si accompagnino a crisi clolorose e a febb·r e. Talvolta anche ad ittero dovuto a compressione delle vi e biliari; b) [.~ for1n e a inizio disp eptico con i ~oli egni di una banale gastrite, oppure di una i11tomatologia che ricorda quella del can cro dello ton1aco , opratulto d el piloro e d ella grande curYa tura. TalYolta a11cl1e r on i .. i11 io-
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mi di una ulcera gastrica. La diagnosi di queste forme pseudo-gastriche è in alcuni casi rnolto difficile; c) le forme simulanti un addome acuto: oltre a casi cl1e s 'iniziano con una occlusione i11testinale, cosa che si può dire rappresenta però la regola, ce n e sono altri in vero molto rari , in cui una perforazione di un cancro silente ha dato luogo ad una peritonite acuta generalizzata; d ) le j orni e ad inizio reriale : con distur-. bi urinari (anuria o piuria con fenomeni oistitici, en1aluria, febbre ecc.) ch e hanno fatto porre la diagnosi di rene mobile oppure di I>i elonefrite, di flemmone pielo-nefritico, di t11more della vescica ecc.; e) le for1n e ad inizio gen.itale: frequenti specialmente nell·e donne, che hanno fatto p<)rre diagnosi di salpingite ecc.; f) le form1e metastatiche d ei tumori del colon: un cancro secondario del fegato è spesso rivelatore di un neoplasma la t·ente del colon . Secondo gli AA., rare sono invece le metastasi polmonari; essi ne hanno però osservatq un caso in cui per i segni clinici e radiologici, essendo il p. esente da qualsiasi dist.urbo intestinale, avevano posto la diagnosi di aortite e m ediastinite sifilitica e che, venut o a morte per una intercorrente bronco-pol1nonite, most.rò all'autopsia la pr·esen za di un can cro del colo11 ascendente con metastasi nei polmoni e nelle ghiandole nlediastiniche. Gli. AA. terminano concludendo come in questi casi a iniz~o atipico , la diagnosi· non possa esser fatta che per esclusione dopo aver utilizzate tutte le risorse della Clinica, del lab oratorio e specialmente della radiologia, e a'. ffermando l 'importanza di quest'ultima in special n1odo quando gli esami radiologici (;. GENTILE. sono più volte rip·etuti.
ZONE LIMITI. Dermatologia e neurologia. (1\ . l\f . \RCHION1N1. . F 0rtsohritte der Neurologie,
Ps)·chialrie. und ihrer Grenzgebiete. Annata VII, fase. 10, 1935). L'A. in questo suo lavoro riassume le pubblicazioni più n otevoli, apparse n ella seconda rnetà del 1934 e nella prin1a del 1935, sui rapporti fra m alattie cutanee e si'stema n ervoso. Dopo un rapido esame dei più recenti studii sulla innervazio11e della cute e dei suoi annessi (G. Truffi) e sull'anatomia patologica del sistema n ervoso periferico e oentrale in alcune m.a lattie della . pelle (« prurigo nodwlaris· », 1na~attia del R ecklinghausen), mette· in evid enza i risultali delle moderne rioer che clinich e farmacologiche, batteriologich e, sierologiche, sul cc liquor » (fra gli italiani Midana, Monacelli e Mon tesano j .) che permettono di riconoscere quanta parte si debba assegnare al sistema nervoso nelle genesi di molte dermatos i , nonchè l'influenza di fattori psichici (da
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accogliersi peraltro non senza qualche riser\ a), dell'isteria ecc. su di esse. Dal pu11to di vista clinico sono riferite parecchie interessanti osservazilo ni. Lai gnel-Lavastine e Liber ha11no osservato in quattro conducenti di grossi carri a ·motore Diesel una dermatite· follicolare con localizzazione simrr1etrica nelle a5celle, nella regione interna rlt-lle braccia, al basso ventre, nelle regioni ingl1inali e glutee ed alle estremità inferiori. L 'esame istologico mostrava un infiltrato infiammatorio, peripilare in gran parte, con iperplasi~ dell 'epide!mide. Ciò che, peraltro, po· le,-a interessare 11 neurologo, era la contemporanea presenza in quesli soggetti di sintomi cerebrali (vertigini, oefalea, vomito) durante il loro servizio e talvolta, a lavoro finito ur1 ' an da tura · barcollante con un fugace senso, di diso.r ientamento. L'esame neurologico non faceva rilevare alcunchè di notevole e la sindrome veniva riferita ai prodotti di combustione degli o lii pesa11ti che rapidamente possono accumularsi r1 ello spazio ove siede l'autista. Gli AA. scorgono qui non solo un pericolo per chi ne è colpito, n1a anche per la sicurezza del pubblico e ad esso occorrerebbe m-etl ere riparo, sia ientificando l'agente tossico, sia provvedendo ad una migliore aereazione dello spazio riservato ali' autista. In alcuni casi di édema angioneurotico dri Quincke e di orticaria, BogaeTt ha osservato durante l 'accesso gravi sintomi oculari e vestibolo-cereb·ellari. In uno dei casi si trattava di una donna , madre di U·n ba1nbino mixeden1atoso, che presentava essa stessa fenomeni di ipertiroidismo ed in cui l'edema angioneu .. rotico era combinato con tipica emicrania oftalrr1oplegica (Charcot). Nella lette·r atura riport.ata da Bogaert ve~gono ricordati come ma11if.estazioni di una orticaria cerebrale, fatti di emianopsia, neurite ottica, emiplegia ed iIloltr1e, do lor di capo, sonnolenza, disturbi ponto-bulbo-cer ebellari e persino lesioni a carico dei nervi cer ebrali. Nei casi di Bogae rt erano specialmente presi I 'oculomotore ed il vestibolare. Le alterazioni cutanee a volte accompag·navano, a volte seg uivano i fenomeni cerebrali. Bogaert con clude che anche alla parte nervosa dell'ectoderma bisogna riconoscere una certa capacità allergica. Dérot descrive sintomi analoghi oservati in alc uni casi di orticaria da strapazzo . In alc.uni soggetti che « experimenti causa » avevano fatto una lunga cor~, si ebbe dolor di • • • • • capo, ' ·ert1g1n1 , nausea , vomito , persino un fe11omeno di collasso con dispnea asmatiforme e , comre sintomi ulteriori , al!bassamento della pressione, albuminuria, alterazioni del sangue. L'etiologia di queste form e di ccorticaria n non era unica. Una parte dei soggetti presentava uria speciale diatesi colloidoclasica : asma, febb~e da fieno e l 'eruzione poteva con siderarsi com e dovuta ad alterazioni umorali (pro1
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dotti del rican1bio in prima linea) determinate dall 'aumentato laYoro nluscolare: n egli altri fu riscontrata una notevole eccitabilità del sistema nervo~o ed una conseguente sp eciale reattività dei vasi cutanei da attribuirsi essenzialmente al sistema neuro-vegetativo 1ed endocrino (sopr attutto ipertiroidismo). De Biasio descrive un'orticaria · con disposizione metar11erica dell 'eruzione, la quale· parlerebbe per un rapporto fra l 'orticaria stessa ed il sistema n euro-veg·etativo. Tra le anomalie di conformazione che spesso colpiscono insieme cervello e cute, va ricordata la nial'abtia .di Pri1igle ed in ,essa, oltre i tipici n evi delle glandole sebacee, diverse altre rnanifestazioni cutanee. Stu·d ii recenti fanno riconoscere come anche gli occhi e le mucose possano esser e colpiti in modo caratteristico, così che il quadro morboso complessi,·o si delinea sempre più come quello di un 'affezione sistematizzata. Negli occhi, v. d. Hoeve pef il primo descrive, in questa malattia, dei tumori cistici della retina, a mo ' di bacca di mora bianca. Kuchenmeister recentemente ha descritto in un uomo di 20 anni con le caratte'fistich e m anifestazioni cutan e·e del morbo di Pring le, delle piccole n eoformazioni cistich e nella r etina , grigie, riempite, a guisa di glandole, di uno speciale materiale, trasparenti così da non nuocere al cc visus n. ~-ulla dal punto di vista psichico e neurologico. Si constatarono inv·ece alterazioni dell 'intestino retto (già segnala te da Ricker e Schwalb·) ecl anch e della vescica ove non ,e rano mai state descritte (nodosità g rosse come una lenticchia, emisferich e, di colorito rosso rilucente, sparse irregolarmente sulla n1ucosa rettale, ch e all'esame r ettoscop.ico potevano f.eguirsi fino a lla cc pli ca terminalis » : nella vescica si osservaron o manifestazioni analoghe , soprattutto sulla mucosa del fondo). t\nch e sull 'angiomatosi cerebro-trigeminic:a, al tra malattia di questo gruppo, esistono ricerch e recenti in tale senso. Nel caso, ri · ferito da Della Torre, di un giovan·ett o di 12 anni con esteso nevo vascolare della metà siriistra d el volto e d-el cu oio capelluto , esisteva un a n gioma parieto-occipitale del cervello con fpilessia jacksoniana: la trapanazione con successiva legatura di a lcuni fra i principali troncl1i ve11osi dette una dirninuzion,e degli attacchi in intensità e frequ en za. I i1 un caso analogo di Griitz (bambi?o di .3 anni e mezzo) si ebbe uno spontaneo 1mpall1dimento dell 'emangioma : gli attacchi epile~ tiformi poterono essere don1inati con somn11nistr.azione di luminalette. Nella malattia di Reckliri.ghausen (neurofibroma tosi multipla) sono state riscontrate da Pellegrini (A rch. di Ortopedia, 193'3) altera: zioni ossee (decalcificazioni, cisti nella dafis1 d elle ossa nelle estremità inferiori. come quelle già descritte da Brooks e Lehmann). Nel caso di Pellegrini queste alterazioni scompar-
vero dopo u anni, senza esser e più constatal•i1i n è anche all 'esame rontgenologico mentre le~ altre manifestazioni della n eurofibromatosi erano inveoe venute aumentando . alentin e ì\f,e stern hanno descritto . il caso di un uo1no appartenente a famiglia n ella qual-e da tre gen erazioni dominava una diso~tosi crar1io-clavicolare e affetto egli stesso da tale deformità. Quest 'uomo sposò una donna , affetta, a sua volta, da morbo del Reckling ltausen e ne ebbe quattro figli: due coin la stessa disostosi ossea e malattia del R. insie me: uno con la sola disostosi; il quarto sano. l\folte dermatosi seguono, nella freqn': !1Za con cui sogliono insorgere, il corso ~ -.a stagioni e fra queste le malattie erpetiche. Lo lC zoster » è più frequente nell'inverno ed è raro in autunno. L ' « herpies » labiale ed il faccia.le raggiungono il loro rr1assimo di frequenza n ell 'in verno: l ' cc herpes n prog,e nitale invece n ell 'autunno. P1er lo zoster è da notare altresì ch e la sua n1aggiore o minore frequ enza è an ch e in rap~ porto con l 'età e raggiunge il suo massimo verso i 50 anni . In quanto alle r egioni su cui ~uole presentarsi, esse vanno in quest 'ordine decr·e scente: reg. dorso-pettorale , dorso-addominale, facciale, cervico-brachiale: lombo-ferr1oral1e, lon1bo-inguinale, occipito-oervicale, sacro-ischiatica, cervico-sottoclavicolare, sacrogenitale. :F ra · 1e malattie nervose meno frequenti che decorrono con alterazioni cutanee è da ricor· dare il morbo di Cushing (adenoma basofilo del lobo anteriore dell 'ipofisi) studiato da Raah ar1che all 'autop sia. Si osservano qui , specialrn ente al volto, al collo e d al tronco accumuli di grasso, 1nentre le natiche e le gambe ne so11c1 esenti; lo speciale aspetto del volto, tumido , a mo ' di cc luna piena»; le «striae cutis distensae n i1on spiegabili col solo aumento del tes~uto grasso so ttocutaneo; ipogenitalismo con am enorrea, o rispettivamente, impotenza , ed organi genitali esterni normali; ipertricosi (n elle donne . al mento, alle mammelle, cc linea alba >> ·ecc.); emorragie cutanee (anch e érr1aturia); pig·mentazione della pelle (p. es. colorito r.o sso -b ru110 del volto); acrocianosi; diminuita vesisten za contrQ le infezioni (foruncoli , asoessi, flemmoni). Milian h a descritto recentemente sotto ~1 r1on1e di · eritem.a sclero-e,d emàtoso con m.iofJOtia e miastenia un nuovo quadro morboso osservato i11 una don11a di 43 anni, completato da. una seconda osservazion·e anche in una donna presentante fenomeni a cui egli dà il n ome di erilroe.d'ema miastenico. In ambeclt1e le donne si aveva note,·ole edema ed arrossimento della cute delle pal pebre, del naso e del .tronco combinato con astenia . come 11egli addisonia11i, e di ~ turbi nella deglutizi·one , atrofia d e~ n1uscoli della spalla e delle braccia senza reazione de o-enerati,·a. aun1ento di t. sino a 38°. La morte . . opra' Yen11e insien1e con la parali si di molti nervi cerebrali .
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J\ililian a Lt.rib·u isce questa forma di derma- restesie, 1eritromelialgia, morb·o di .R aynaud, arterite oblit erante dei vecchi e diabetica , tosi combinata co11 lesioni muscolari e nervose ad una poliomielite subacuta con p·a rte- tromboang·ioit-e obliterante di Biirger , disturbi circolatorii post-traun1atici , diversi procipazio1n e del bulbo. L ' A . . ricorda qui una precedente osservazio- cessi ulcerosi trofici di incerta etiologia). Scarn e di W artemb·erg che, in un m .a la to di tu- si risultati invece si hanno nei processi domore cerebrale, ebbe a notare un intenso p·r u- , ·uti a stasi venose (p. es. acroasfissia); Guarini ha ottenuto con l'ir:fadiazione parito del naso. In tre osservazioni successive ra\iertebrale la guarigio11e in un caso di che(due tumori e·d un ascesso del lob·o temporatoderm.ia 71almare e plantare, e migliora1:nle) si notava pure forti ssin10 prurito nasale, presente an cl1e n egli stati di p·r ofonda sonno- 1nento in casi. di ecze1n,a ip·erclieratosico, mortJo di Ra,yriaad, zoster n ello stadio acuto ecc. ltnza. Il prurito del naso viene attribuito a An ch e i r ecenti tentativi di p sicoter apia parestesie olfattive in seguito all 'affezione del 10110 te·m porale i11 cui ha notoriamente sede vantano h·u onì risultati. il cer1 t = :·- dell 'odorato, e sarebbe p er ciò un In 4 casi di psoriasi, ribelli alle consu ete sintor11a lJ. ......1_.Jortante per la diagnosi di affe- cure fisiche ed ai soliti unguenti, in soggetti zioni del lobo stesso. neuropatici ed in parte con note d 'isterismo, .Per analogia vengono ricordati i lavori di in tre dei quali la malattia cutanea ·era comZengeler e Nicoloff sulla meningite gonorroi- parsa dopo gravi traumi psichici, Wisch con ca , r ara localizzazione del gonococco, per lo la sola cura ipnotica, ha avuto una guarigiopià in soggetti dai 19 ai 30 anni ed anche 11e e due notevoli n1iglioramenti. Secondo i11 b ambine affette. da vulvo-vaginite blen. e qu esto A. la suggestione ipnotica provoch e11ei lattanti con oftalmorrea blen. In alcuni rebbe degli stati err1otivi i quali a loro volta casi fu possibile isolare il go11ococco ·dal san- i11fluenzar1do lo stato di nutrizione della cute gue e dal cc liquor » . I sintomi n1eningei fandarebbero luogo alla scomparsa delle effioreno riconoscere un tipo comatoso, delirante, scenze. c-0n\ ulsivo : prognosi seria (tl'ie morti su die.Roger son in 12 bambini con forme di eczeci). Lo stesso dicasi per certe forme di mieliti, ma croriico con1bin.a to con asma, nei quali di natura blenorragica esse pure, nelle quali tt1tti gli altri metodi di cura erano stati speIJerò non si è p otuto n1ai din1ostrare il go110- rirnen tati senza successo , avrebbe ottenuto cocco ed in cui la diagnosi è possibile solo e- co11 metodi psicoterapeutici notevoli miglioscludendo altre cause 111orbose. ra1nentì n ella maggior parte dei casi, ed in Terapia. No11 abbiamo mezzi di sicura ef- qualcu110 ancl1e la guarigion·e. fi cacia contro i casi gravi di « h erpes zoster ». Ptoger5on però .fa rilevare ch e non basta Sono stati r ecentemente sperimentati con curare solo il ban1bino malato , n1a occorre qualche successo i preparati acridinici (go- comprender.e n el trattamento psicoterapico rtacina, pymecral) specialn1ente p er i forti a11che le persone che lo circondano parendo dolori n evralgi ci ; le iniezioni di pituitrina, di irtnegabile il loro infl11sso psichico sulle esavaccineurina associ.ate al « liquor » dello st·es- cerbazioni della dermatosi. s<' soggetto ecc. . V. l\!IoNTESANO . Nelle di verse forme di prurito Tacke consiglia, con1e analg esico con azion e sui cenLe neuro-anemie. tri , l 'optalidon: n el prurito ano-g enitale (che spesso lascia, come relitto, un.a leucodermia); (L. LARNE LLE e L. MAssroN-VERNIORY. Pa,ris è stata notata da alcuni AA. una ipo- o anacilltf édical, 5 ott, 1935). dità del su cco gastrico ch e dà poi luogo ad Sintomi nervosi. - I sintomi nervosi delle atrofia della n1ucosa dello stomaco . Si consiglia in questi casi un 'intensa cura .con os- rteuro-ane1nie secondo la parte dell 'apparecchio nervoso cl1e è · interessata, possono r~a salato di ferro . Nella sclerodermia diffusa è stato da Oba lizzare il quadro della mi elite funicolare, quelu sata con su ccesso la cc hypophorin », p•r epa- lo della polineurite oppure delle sindromi mentali. · rnto giapponese di lobo a11te riore della ipoNella n1ielite funi.colare i cordoni posteriori fisi , in una giovane di 26 anni nella quale con l'esame a .i raggi Rontgen era stato constatato e laterali possono essere lesi isolatamen~e o un d eficie11te s viluppo dell 'ipofisi, e che dopo più spesso cont~1r1poraneamente . In quest 'ulpoch e settimane di c ura g ià pr.esentava un mi- ti1no ca&o la sinto1natologia realizza quella glioramento . obbiettivo e nella motilità delle delle sclerosi combinate del midollo. È la for· n1a più frequente. In r ealtà si tratta di una superficie malate. Secondo Mourrut in un b·ambino di due an- 111ielosi, cio è di. u11a degenerazione e non di uri i)rocesso infiammatorio. Inizia raram ente ni e n1 ezzo affetto da acrodi71Jia le iniezioni di con una paraplegia spastica, più spesso con acetilcolin.a avrebb·ero dato buoni risultati. La llonlgentera pia ha molteplici indicazio- u11a sir1dror11e cordonale p ost eriore : la sindron·ae delle fibre radicolari lungl1e di Dejerine , n j. in qu esto can1p o (irradiazion e d el simpa ~ tico n ei dislurbi vasomotorii delle grosse e · caratterizzala da andatura atas ica, ipotonia F,iccole art.erie co11 \ a ocostri zion e : acrona- degli arti inferiori con ab olizion e dei rif) essi 1
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tendi11ei , ii1tegrità dei riflessi cutanei, abolizjo11e d el se11so vib1·atorio , alterazione d el se1tso clelle a ttitudini , Ron1berg. È in questo stadio cordo11ale posteriore ch e i malati vengon o abitualn1e.i1te a consultare il medico. Gli _.\.~;\... i11sistono ~ul fa t to ch e le pa reste ie sono u1t sinto1110 costar1te all 'inizio d ella malattia. Già c.l ura 11Le qu·esto tatlio la diagnosi è }.JOS~ ibi~e ,e i h a cura di saggiare la se11sibilità ossea al diapason. I di sturb·i .della sensibilità superficiale (iper- ipo· od a11e tesi e a predoDJi11a11za dis tale) con1p·a iono più tardivamente e IJOsso110 internare le sensibi lità superfic iali sia parzial111ente sia g lob al n1en Le. 11 quadro clini co abitual e d ella mielite fu1tj colarc comporta pertanto tre ta1Jpe: 1) ..i11dro111e parestesica e delle vie lu n gh e (più r ararr1e11tc paraplegia sp·a stica); 2) sclera i contin11a la . i11 cui all a sindron1e cordonale IJO ·Leriore si aggiungon o i disturbi della serie piranìidale : 3) mielite trasversa tern1inale. J_,a dur ala ,-a da q ualch e m ese ad un anno e più. I casi di polineuriti an emich e sono rari e si rj ~ co11t ra110 !)Uri o associa ti ad Lina lesion e del n1idollo. 1 disLurJ)i n1e11tali no11 sono caratteristici. Si O~tierva110 slati d epressiv i o maniaci, d eliri s1>esso sotto forma di persecuzioni , ma il d is lurbo dell a coscienza i1ot1 è p rofondo. Questi di turbi si os ·er vano isol ati oppure n el per~odo tern1inale d ella scler osi combinata.
Altera.zion.i enia·lich e. -
Se la formula san g·uig na i)iù frequentemente osservata n el cor o clella a11e1nia è quella dell 'anemia perni cio a criptogenetica, bisogna sapere cl1e disturbi 11er,·osi si riscontrano n el corso di anemie ch e r1011 prese11tan o il quadro dell 'an emia perniciosa cli Biern1cr : an emie perni ciose secondari e , a11e111ic c:l1e per certi a petti i appar e11tR110 alle ane111ie p ernic iose, anemie semplici, a11en1ie a1)lastich e cri ptogen etich e o secondarie a stat i tonici, i11feltivi, cach ettici o carc11 ziali. cloro -anemie e an che leu cemie. Rig uardo ai rapporti fra. l'anemia e i distrirbi 1ier L'O~i essi ])O"sono ·e ser e variab·ili . r\ gli estrer11i, si n otano le anemie senza distur]Ji i1ervosi e le n1ieliti funicola ri senza anen1ia. .1:4,ra le due, tutte le com binazioni sono possibili. La forrrla classica della sindron1e neuro-an en1ica è r ealizzata sia dalla forn1a an emo-ner' 'osa sia, e più spesso, dalla forma anemo-neuro-digestiva, dalla associazione cioè dei distur])i ""'anguig·11i, r1 er·Yo . . i e gas i rici ch e realizzano lll com1)leto il quadro d ell a sindrome di Jj chthein1. Se in u11 buon numero di casi l 'anemia prece<le i ·i11staurarsi dei disturbi nervosi , non è €ccezionale ch e questi ultimi precedano , e g li 1\..A. pensano che questo fatto clinico sar ebbe 11iù frequente se i disturbi nervosi fosser o ricer cati sis tematicame11te e con rig ore n egli . tali ru1e111 ici. Un altro fatto clini co note\ 0 ] c 1
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i: la precocità di comp·a r sa d ella sindrome diges tiva ; la g lossite di !Iunter e l 'acloridria esist ono spesso qua11do i disturb·i n ervosi e l 'a11emia son o appena accenn ati. La diagnosi deve esser e precoce; il ricupero sarà tu11 to più n1arcato quant o più la tera11ia sarù diretta contro disturbi nervosi recenti . Durct11te lo stadio inizia le della sindrome ne urolog·ica la prese11za di parestesie persistenti delle mani e d egli arti inferiori e la ricerca del sen so vibratorio al diapason posso110 fornir·e utili indicazioni. [n questo stadio si può solo pen sare alla sclerosi multipla a l suo inizio, n ella quale però le parestesi e sor10 1)iù fugaci, più mobili , m eno simmetrich e ed esiste già qualch e sintomo encefalico (vertig·ir1 e, ·d ip lopia, neurite r etro-bulbar e, ecc. ). Di più, n1entre la sclerosi in placcl1c si riscontra fra i venti e i. trentacinque anni, le sindromi neuro-anemich e sono abitualmente più tardive. La tinta t errosa o leggermente g·iallastra contrasta con l 'aspetto inLerno , la lir1gua pre enta già i car atteri d ell a g·l ossi te, la stan ch ezza è anorrn a]e. Allo stad i.o cordonale posteriore la indro rne neuro-.anemica è frequentemente confusa con la tabe. L 'assen za dei dolori radicolari, le r eazioni norn1a li d elle pupille e del liquido cefalo-rachidian o ev iteranno l 'errore. La diag 1J osi con una polineurite reumatica o con u11a pseudo-tabe polineuritica è più difficile, ma le polineuriti a11emiche pure son0 rare e in esse le r eazioni elettrich e dei muscoli sono qualitati va111entc normali. Nei casi ìn c ui la sindron1e cordonale posi eri or e prende i. sintomi anet11ici, utilissim e indicazioni JJUÒ fornire la prova d el] ' iperp·n ea , s<~ n s ibilizzante di una sintomatologia n ervo a Jat enle . Mctt·er1do in eviden za un Babinski o uno di tutti gli altri segni indicanti un 'alterazior1e delle vie piramida li , la prova permette di affermare ch e la mielite funicolare è in via di costituzione, facendo eliminare una a ff0zi one sensitiva pura. Nel i)eriodo di sta to la mielite funi co]are in r apporto con un 'anemia non d eve essere confu sa con le differenti sclerosi combinate. Se per la <liagnosi ha grande in1portanza l 'esan1 e del san gue , non bisogna trascurar e ]a inchiesta digestiva (glossite, acloridria); si è visto infa tti ch e, quando i disturbi n eurosi precedon o I 'anemia , la sindrome digestiva ger1eralmente è g ià costituita . La sindrome neurologica delle anemie non comporta un trattamento speciale; è quello dell'anerr1ia stessa. (Tli AA. insistono sul fatto cl1 e il trattamento deve essere precoce, intenso e prolungato. C. ToscANO.
Le complicazioni midollari della leucemia. (E. "'rEIL, BERTn1-\ ND e l\I. CosTE (Le Sang , 1935, n. 6, p. 577). , Esse sono ecoezionali . In Francia esistono solo due osservazion i; un po ' più in Inghil-
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« lL POLICLIK!CO » •
terra e i11 Ger111a11ia. Gli AA. ne riportano in esteso un caso caduto sotto la loro osservazione. La storia cli11ica. del inalato può esser•e disLint.a ir1 due p·eriod i : 1) dieci mesi di leucen1ia mielogena banale che si beneficiò molto della radioterapia; 2) un ulteriore i1eriod() di trenta giorni caratterizzato da paraplegia flaccido-spastica ( ?) intensa, preceduta da violenti dolori , accon1pagnata da disturbi della sensibilità subiettiva ·e obietLiva e da u11a di sociazione albuminocitologica d el liquor. Le lesioni analo1niche erano di due ordini: a) un ispessin1ento meni11g·eo, ch·e ing·uainava con1p]eta1l1ente il n1idol]o e si e tencl·eva su tutta l 'altezza di esso, coil ammas i di cellule giovani; b) una sclerosi i11idollare co111binata somigliante a quella delle f orn1e n euro-an err1icl1e. 1 casi della leLteratura dimostrano che le complicazioni i11idollari concern·eva110 per lo più casi di cloroma , o casi di leucemia mieloide. Una ola volta si trova citata la leucemia linf.a.tica. Le ]e ioni consistono in infiltrazioni oellulari dei due ti1)i . Gli AA. pensa110 che i nun1erosi casi di leucemie mi·elogene subacute o croniche tern1inano in un perioào di lel1cen1i:a acuta a decorso rapido e riteng·ono ch e le complicazioni nervose segnala1 e siano l 'ap1)annaggio delle leucemie acute o d·e l periodo di trasformazione in acute or ora accennato. Interessa notar·e che le i11filtrazioni leucemiche delle meningi sono radiosensibili. h
L.
TONELLI.
DIVAGAZIONI
Sulla suggestione sperimentale. !Fare la storia della suggestione sarel)be lo stesso che fare la storia dell 'ipnoti.smo. Ed inratti, senza spingersi molto lontano, ma volendo cominciare dall'epoca in cui la suggestione è stata oggetto dei prirni studi sperimentali, bisogna risalire a J\Iesmer, a Braid ed a Faria, nonchè a tutti i grandi magneti zzatori, sia n1edìci che dilettanti, che successivamente ne seguirono le orme, per giungere qu~ndi ai fastigi delle celebri scuole di Nancy e della Salpetrière. Queste a lor volta, creando due differenti dottrine, )spirate da una àiversa interpretazione d el fenomeno , dominarono per lunghissimi anni , ftno ad oggi, le due rispettive correnti di studio, dai cui postulati, da circa un tre11tennio , è sorta una terza dottrin.a, non nleno importante , la Psicanalisi. Per il Bernheim ed i ~uoi allievi , la suggestione è un atto di ordine puramente fisiologi co, pel quale un 'idea è introdotta nel cervello e da esso accettata. 1F ra le tante teorie, amrnesse dai vari AA. , quella che oggi trova i maggiori consensi è quella che ritiene il fenomeno della suggestione
sia inerente ad uno stato, pri1nitiYo ed infantile (sia pure transitorio) della psiche il cui dinan1is1no j)eraltro è in rapporto ai. con1plessi ideoaffettivi, che si appalesano nei simbolis111i , nelle credenze, nelle tendenze degli istinti, nei desideri, Jlelle paure. Si tratterebbe quindi della perdita o della sospensione, anche tra11sitoria, dei più elevati attributi delJa coscie11za, 011de verrebbe a residuare una coscienza inferiore o regressiva, che ricorda la coscienza prin1iti,ra o quella infantile, con tutte l e sue credulità, i suoi imp•ulsì ecc., facilmente don1inabile , da una coscienza più evoluta , che ne guadagni il ca mpo affettivo. È staLo dimostrato che la sugg·estione i1on crea nell'organismo delle nuove capacità. tuttavia è ·tato .a ncl1e dimostrato che essa può a ttingere dalle . riserve dell'org·anisn10 stesso, riserve appartenenti all'individuo o alla spe· c le, e che talvolta, specie in alcuni casi di sonnambulismo, si so1to ap1)alesate attraverso notevoli feno1neni, che ave,rano tutte le appare11ze della novità. Rientrano in c1uest 'ordine di fatti le varie osservazioni con cui, in determinati stati suggestivi, fu co11statato, · ad esen1pio, un aumento della capacità percettiva dei sensi specifici, oppure un a·un1ento del potere evocati,·o della r11emoria, o della capacità motoria ecc. nel1'intento di accertare se questo feno1neno possa essere provocato artificialn1ente, con suggestioni sperimentali su individui sani. E. Santane Ili (/:?olia Medica, 30 lug'lio 1935) ha sottoposto vari soggetti a prove sistematiche , di cui riferj sce i risultati in questo lavoro. Ha IJotuto così constatare per n1ezzo di ricerche accurate e di. grafiche esatte ch e la sug·gestio11e di uri influsso di forza , indotta da un co11tatto fra l'operatore e.d il soggetto, è capace di apportare un aumento della forza n1uscolare i1el soggetto stesso. Tale aumento è rnaggiore ad occhi aperti che ad occl1i be11dati , co111e del resto accade anche senza il mezzo suggestivo. Quello che risalta anche dalle ricerche dell 'A. è che la entità dei risultati è variabile, e può essere relativa anche a condizioni 11or1nali e patologiche. G. L.~ CAVA.
1)
Diff~ndere il (< Policlinico » tra i colleghi, facendolo conoscere ed apprettare e procuYando nuovi associati;
2) ProvvedeYe al pagamento della
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zione, senza farsi sollecitare. L'importo d'abbonamento va inviato preferibilmente tnediante l'ordinano Vaglia postale a tassa oppu1•e con Assegtto Ban, cario. Può anche essere inviato versando la ,.elativa somma all'ufficio di Posta per il conto Corrente Postal~ N. 1/5945 dell'editore Luigi. Pozzi , Roma. Questo ultimo mezzo offre il totale risparmio o una economia della tassa dell'ordinario vaglia postale. Coloro che preferiscono aspettare daLi' Amministrazione la T rat, ta Postale, tengano p,.e;sente che questa aum~ntet'à di L. 5 l'importo dovuto pey l'abbonamento, a motivo delle varie tasse postali e altre spese che la T · atta compona.
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NOTIZIA Scritti
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SEZlONE PRATICA
BIBLIOGRAFICA
~I edici di lGINIO rf 1'.NSINI. Pubblicazione
Wassern1ann A. Milano, 193'5. l Jn volum·e di pag. 8·62 con figure, L. 80.
l)Ora.nea delle due g iug·ulari profo11cle, i più rcrer1t1 lavori sulla patog·e11esi del ca11cro, ecc. Questa breve scorsa p·uò dare appena una idea dcl contributo originale e prezioso del Ta.nsini alla nostra Scienza ed è da consigliare ad ogni chirurgo di leggere questo libro : acquisterà preziose cognizioni e si r enderà conto de~ ~o~trib~t~ verame~te originale portato da lg1n10 fansin1 alla chirurgia. RoI:sEHTO ALESSANDRI.
Nell'occasione del collocamento a riposo del prof. Iginio Tansini, Direttore de11a Clinica Chirurgica di Pavia, discepoli ed an1ici hanno raccolto in un volume tutte le p·u bblicazioni del l\'1aestro, pubblicazio11i sparse in vari periodici e 1nolte non più rintracciab·i li. Anche agli studiosi di oggi era ciò fonte di vivo rinE N N I B I B L I G R A F I l ( t) crescimento poichè l 'opera geniale del Tansini ha creato nuove vie feconde in vari campi pre- C. R. ScHLAYER e J. PRCFER. Lehrbucl1 cler rank~nern~hr1!:1ig . Due vol. di pag. 250 e cedendo, e talora di 111olti anni , Autori stranie~.08, rl'lTe.~at1. _ Ur~an .e Schwarzen~erg, Ber~ ri cui come al solito, va il n1erito ingiusti11n e 'vien , 1930. Prezzo RM. 8 per og111 ficato di quanto Tansini aveva già provato e volume. i11novato. Basta ricordare alcuni co11tri'buti assolutaSotto la dire.liane dei due AA . nominati e mente originali e che tran1.anderanno il Suo con la collaborazione di altri n1edic1 e di diNon1e ai nostri futuri fra i classici della nore ~tri ci di cucine dietetiche, si è venuto pub. blicando questo manuale di alin1entazio11e d e]stra ~c1e11za. Il prin10 lavoro del Tansini è del 188'0 e il 1'am1nalato, argomento ch e specialmente 11e i paesi di cultura gern1a11ica ed agli Stati li11 it.i lettore imn1aginerà facilmente la 111ole della Sua produzione considerando con1e questa ·è molto curato, l.anto che ogni grande o . . 1Jedale ha una direttrice sp·e cialj zzata nella die tH.. senza sosta sia proseguita, importantissin1a, No11 si tratt~ di una scienza facile, ta11to più fi110 ai giorni nostri. che, come g1ustan1entc osservano g li AA. 11ella Voglio rtcordare soltanto alcuni dei la ori più signifi cali vi. Gli esperi1nenti sul distacco pref~zio~e , si deve sfug·gire da ogni arida scl1 c1nat1zzaz1one e da prescrizioni dogn1a1icl1e. _.\11dell 'intestino dal m ,esentere (1884-1886) rap· cl1e questa è un'arte che va applicata ca ~ o ])er 111·esentano un contributo importante e 11uo, 0 a questa questione . Nel 1902 pubblicava i rj - raso, che è i11 conti11uo divenire e che esio·e sultati degli esperimenti da lui instaurati s.ulla la ~o llaborazione .della_ fisi'olog·ia , della 11atolog1a e della tecnica d1 cucina. ar1astomosi porta-cava, esperin1e11ti dopo di l ..,ui ~I truttato che abbiamo sotto mano cl ì. :l eseguiti dall 'Eck (fistola di Eck.) e a qu·e sti attale prop.osito, ulili consigli. Nel J)rin10 yo]11tribuiti. Dello stesso anno è la ua comunican1e , troviamo la parte generale della fi sio1ozione di u11 caso di morbo di flantì ron ascite guarito con la splenecton1ia e l 'on1ento1)e ia g'ia della nutrizion e, le par1 i costitutive deo·] i alla Talma, 111etodo che ·è stato poi seguito da alimenti, la dottrina dell 'alin1entazione. 1:'>1 a leci;tica d~lla cucina dietetica, l'organizzazion e altri e l)ubblicato senza ricordare il Tansini; sull'argon1ento ritorna con nuovi casi nel '13' e ed il funz1onan1ento di questa. ·eguono l e di ete speciali per le varie n1alattie. e diate i. nel '21: ed è interessante rileggere le sue o Il secondo volun1e è un vero libro di cuservazioni così precise sul trattamento d elle splenomegalie associate a lesi'o ni epatiche. Im- c in~ , ~on l 'indicazi?ne d elle ' 'arie ricette p er ogni singola malat.t1a , la descrizione accurata portante è anche il contributo di chirurgia r edella preparazione di ogni piatto i diversi ali n.ale in cui in ba e a e tesa e perienza , conmenti da scegliere per ogni pa to , per ogni siglia nella n efr ec lon1ia l'uso d ella forcipressura nell'emostasi di vasi ren.a li . Ri cordo ancora ,gior110 della selti1nana, ecc. C·ertan1e11te non tutti i piatti qui descritti la t·e cnica d e11 'an1putazi one della mammella , sarebbero adàttati ai nostri gl1sti ed alle i10quella della resezione del fegato per cisti idatidea con affondamento dell'organo e chiusu - stre abitudini , ma lo studio di questo trattato può. cou le opportune n1orlifi cazioni fornirci ra completa della parete addominale (18'90) utili· ele111enti. ' fil. che fu il primo caso operato con questo processo che il Gioja do,rette ri,rendicare. ~1 . T. SGHNIRBR. ntedizinal-Index. 3ga. edizion e. Anche il processo p·er l 'operazione dello stoD~e vol: di rispettive pagg. 44:6 e 256 (il maco a clessidra e la e ofagizzazione dello stopr1n10 rilegato). F. Deutike, Wien. Prezzo maco per alcuni casi di qu·e sta deforn1ità ra1)l\M. 4, 60. presentano un contributo originale alla cl1ii ~ene pubblicando ormai da 38 anni , quer11rgia gastTica , di grande rilievo. Così a11cora la semplificazione della tecnica . lo utile vadernecum annuale per il medico della gastroenterostomia collaudata coll 'esito ottimo in un gran numero di casi . Ricorderò (1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui ancora il caso di legatura bilaterale conteni- si èfesidera la recensione.
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cr IL POLI CLI NICO »
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lJtalico, ch e contiene una ver a n1inier.a di nozio11i inter essanti . Il libro è [ali.o s ullo stesso stampo di quelli <le,Q·li ~ co rsi anni e contiene, n el primo volume, u n _proi1Luario dia~nostico-t~raJ? eut.i co! l 'e l e11co d ei rin1edi con . . u et1 con le ind1 cazion1 e cl<Jsi, i sieri ter apeutici, la .diete.ti ca, ~l P~"on to soccorso le formule n1ag1stral1 b erl1nes1~ le du~i i11assi~e e mi'nir11e e molte tabelle di utile co11su]tazion·e. Nel secondo voluine, troviamo il resoconto t·e r apeutico dell 'anno, basato su oltre 600 lavori, un breve prontua rio di os te lricia pratica , la tecnica t erapeutica, le ricercl1e chin1ich e e n1icroscopiche più con1u. n1 , ecc. N0ìl·1 J>resente edizion:e, S?110 sta~e aggiunte vari e ·v-oci al cc Prontuario diagnost1co -terapeut.ico », ine11tre a ltre IJarti sono state rimaneggiale. F. Scl1liephake vi ha critto un bel car>il olo sulla terapia ad onde corte . Alcune tabeJìe ono state rin1aneggiate ed aggiornate. Jl libro, df con1o<la con sultazione, con tiene l1n a stragrande quantità di dati di n ot evole ulilit à per il rnedico pratico.
fil. l>ijt eri te (M. PE RG OL~\.). Note di laboratorio. U 11 \rol. in-8°, di 127 pagg. , con 12 tav. a col ori. 1st. Poligrafico d ello Stato. Ron1a, 1933. Soi10 i1oti da lempo gli sLud1 e la p articolare compet en za d el prof. Pe r gola sul problema d ella difterite ed il terren o da lui allestito al sier o-uovo-tellurito, è ormai entrato nella pratica di molti la1Joratori , ch e ne hanno riconosciuLa la r1etta superiorità. Con la lunga esperienza , l '1\ . ha affinato i suoi m etodi , ha introdotto la colorazio11e ridotta di g rande semlJlicità e praticità e Yiene con questo libro incontro ai d esideri di chi intende occuparsi essenzialmente d ella diagnosi di laboratorio d ella difterite, spianar1do tutte le difficoltà, risolve ndo le incertezze, fornendo le indicazjoni p er un esauriente responso batteriologico e per l'esatta interpre tazion,e di questo. Si occupa, nella prima parte, delle tecniche gen er ali (batterioscopiche, culturali , biologiche). trattando n e lla seconda la ricer ca d·e l bacillo di Loffler n ei rnalati, n·ei portatori, n ei fomiti d'infezione ed, in seguito , il prelevame11to, l'invio d ei campioni, i provve dimenti profilattici, ecc. N'ell ~appendice, sono poi riportati, oltre a varie i1ote di tecnìca , di colorazione e di coltt1ra . la valutazione della tossina difterica , le ' 'arie reazio!1i biologic he (Schick, Koplik , Zoll er) ed il loro apprezzamento. Le belle tavole colorate sono quanto mai dimostrative anche per conoscere e giudicare gli effetti delle rea ~ zio.)i citate e sono quindi· utili anche per il medic o pratjco. PPr chiuncp1e si occupi della difterite , il la1
[A NNO
XLII, Nul\1. 50}
vor\) · preciso e cl1iaro d el prof. Pergola costituisce un i11disp en sabile strumento di lavor o.
jìl .
B.. Po1 Nso . La Dipiilérie maligne. ·un vol, in160, di 112 pagg-., con 13 fig. Masson e C.ie ed . , Paris, 1935. 18 fr. La difterite n1aligna offr,e un prob1err1a di grande in11)ortanza teo~~ ~ e. pratic~. _Di fron~e alle ferine che con un in1ez1one dr siero r a pidamente gu.a riscono , abbiamo queste al~re a sintomi essenzialmente generali e cont1nuan1 ente ing·ra·vescenti, in cui la sieroterapia risulta inefficace e ch e costituiscono anzi il puntu d ebole di questa. Lo tudio di c1ues1.e forme è stato ripreso in qu·esti ultimi anni, in ?ui qua e là esse si sono più largame11te manifestate . .L 'r\., oltre all 'etiolog·i.a ed anaton1ia l i.ltologica: n e stL1dia la c~i11i ca, . ii1 generale ~ nel.l e singole Eor1ne, la d1agnos1 , la prognosi ·e ~a ter apia . P er quanto rig uarda la palogenes1. l'A. ritie11e cl1e la malig nilà e la morte risultano da un 'aggr essione multipla, senza che si qossa indicar e con certezza la parte cl1e 11re11d0Jl o g li organi ecl i t essuti nello ~vil~ppo d ei segn i m orbosi fil.
E.
SEl'A. La febbre lifoide . U11 vol. in-8° di 6± pag·g-. Ed. cc Salute e Ig iene », Rom a. (Via XX Settembre 98), 1935. Prezzo L. 3. D ELLA
Alla prof i lassi d ella F .'f. è ora n ecessario cl1e oo·ni ~ in go io individuo contribuisca i1er l)l'Op~io cor1Lo , per ch è . la prolilas~i puhblic~ . or111ai stabilizza ta , ilon p·u ò raggiungere gli i11fin iti rivoli in cui do,·rebbe disperder si. E n ecessario cl1e il singolo sappia come difender i e corrLe in1pedire la propagazione agli altri ed r. per questo, n eoessaria un' a ttiv~ i)r?pag·an ~ da, quale può ottenersi con la d1ffus1oi;ie dt libri corr1e questo ch e l 'A. ha ora pubblica to . In forma pi.a na, chiara ed efficace, egli m os tra l'in1portanza e la vastità del problen1a , indicando i m ·ezzi di propagazi'one, il d ecor so, le modalità da prendersi per prevenire la malattia. Nella econda pa rte, dà gli opportuni consig li sul n1odo di assisLer~ il malato e di prevenire la diffusione dell'infezione : .coni e tenere la can1era , i doveri della buona infern1iera ' l 'alin1entazionè; accenna anche a lle più . gravi complicazioni che possono n1ettere i1l pericolo la vita. Per quanto riguarda le disin fezioni , si poLrebbe osservare ch e il sublimato r1on è forse il più a datto per le bianch erie, in quanto ch e esso vi può fissar e le macchi e di sangue o di feci , n1entre sono più acconci gli altri disinfe ttanti con sigliati dall 'A. In tutto i I resto , non si può ch e essere pie11amente d 'accordo con J'A. , che ha fatto un'opera buona. da cui trarranno utili con sig li i profani ed i rnedici. fil.
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SEZIONE PRATICA
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I CONfiRESSI NAZIONALI DI MEDICINA E CHIRURfilA. XLI Congresso della Società Italiana di Medicina Interna. (Con tiriuazio ne e fine ; v. num.. precedente) .
ore 9 - 25 ottobre 1935. Pre·sidenza : Proff. ALESSANDRI e MARAGLIANO. (S eduta in comune con la S ocietà Italiana di Chirurgia).
Le mediastino - per icarditi croniche. (le forme adesive, callose e calcificata della re· gione mediastino·diframmatica). PARTE MEDICA. Prof. A. Lu 1sADA (Napoli). (Conclusioni) .
Non vi è forse altro capitolo della patologia t1mana che sfugga, come quello delle mediastinopericarditi croniche, ad un inql1aclramento esatto e ad un:i precisa descrizione . Questo dipende dal fatto che le mediastino-pericarditi croniche possono dar luogo a quadri clinici diversissi1ni, a seconda della diversa eziologia, delle localizzazioni partii;olari e delle varie modalità di sviluppo. Inoltre è necessario di considerare non solo l 'eventualità data dall'adesione dei due foglietti del peric~rdio (o ~al suo riconoscimento autoptico), ina s1 devon·J ricercare e di'scu tere tutti i processi adesivi del mediastino e del diaframma, che spesso hanr10 grande importanza nel determinare la sintomatoiogia. Il mediastino è un setto solo dal punto di vista astratto, mentre in realtà è una formazione complessa e poco omogenea, che si prolu11ga nel collo, nell 'addome e nei polmoni mediante organi vari che di es·so fanno parte. Esso è occupato per una parte assai notevole dal cuore e dai grossi vasi, rivestiti dal pericardio. Perciò non è possibile isolare delle sindromi di mediastinite che non involgano, alme110 in parte, anche il sacco pericardico; questo non solo in base a considerazioni anatomiche, ma anche per ragioni pratiche, poichè uno dei segni principali delle mediastino-pericarditi croniche, come pure delle mediastiniti, è dato dai fenomeni di compre·ssione a carico dei tronchi ve11osi e dalle conseguenze della stasi che ne risulta. Sono da tenere presenti inoltre alcuni dati: 1) Se la forma adesiva segue ad una pericardite essudativa acuta, si può avere sinechia pericardica senza adesioni esterne patologiche; però le normali connessioni del pericardio colla colonna vertebrale, coi grossi vasi, collo sterno, e sopratutto col diaframma, dànno un tale collegamento tra cuore e organi circostanti, che, anche in tale evenienza si può avere una sintomatologia complessa e completa, del tipo che si ha nelle forme mediastino-pericardi ti che. 2) Se al contrario la forma adesiva si inizia per effetto di fatti infiammatori esterni, è frequente la comparsa di adesioni parziali anche al1'interno; m a anche in mancanza di queste, si possono u g ualmente avere fenon1eni di compressione a carico dei grossi tron chi Yenosi e alterazione delle funzioni del pericardio e del diafran1111a.
3) D 'altr'l parte esjslono e sono note le for111e di mediastino-pericardite in cui si associano le adesioni interne e l~ aderenze esterne. 4) Si deve ricordare la possibilità che lesioni localizzate in vicinanza dei gros·si tronchi venosi (specie dello sbocco delle vene epatiche) diano -ll!Ogo a fen::>meni clinici assai gravi, mentre il reperto autoptico è quanto mai scarso. 5) Non va dimenticato che, se le aderenze sono lasse ed ancora elastiche, possono mancare disturbi apprezzabili; lo stesso va detto p er i casi in cui la media:stino-pericardite adesiva si svolge in casi con vizi valvolari e cuore grande. 6) Va ricordata 1'azione delle croniche infiammazioni delle sierose, che aggiunge il suo effetto a quello della trasudazione. 7) Non bisogna dimenticare l'importanza di fatti aderenziali sottodiaframmatici e di un processo eventuale di periepatite. Perciò conviene considerare in modo unitario tutte quest13 forme , parlando di inediastino-pericarditi croniche in sen so lato ed estendere lo s tudio a tutto il mediastino, al diaframma, agli organi sottodiaframma tici . Per tutti i motivi già espo·sti e per altre consirlerazioni che verranno successivamente svolte si deve ammettere che le m ediastino-pericarditi crortiche non costituiscono una sindrome anatomoclinica con sintomatologia unitaria, ma una serie di alterazioni anatomiche, che solo in casi detern1inati danno luogo ad un quadro morboso ben evidente, talora assai grave, mentre in altri casi danno ·sintomi attenuati e imprecisi e in altri ancora non determinano una sintomatologia apprezzabile, restando semplici reperti d'autopsia. Dei vari tipi di stasi, quelli più facilmente schematizzabili sono da.t i dai processi stenotici a carico di un orifizio del cuore o <li uno dei grossi vasi. Essi danno luogo a rallenLarnento del circolo, ad aumento di pressione e a clilatazione .delle zone a monte dell 'o·stacolo, a di1ninuzione di pressione nelle zone a valle. Negli ultimi venli anni si è venuto sempre più delineando il quadro clinico dato da un ostacolo nel tratto del circolo che precede immediatamente i l cuore, le grosse vene. Quest'ostacolo, determi11ato da una pericardite essudativa , da una sinechia pericardica o aa processi adesivi extrapericardici, imuedisce ch e il sangue giunga al cuore colla prè-ssione e colla velocità normale e sopra tutto in1pedi'sce che l 'affiusso venga rapidarnen te aumentato in caso di aumento di lavoro. A questo meccanismo si può dare i] no1n e di cc stasi d 'arrivo.» ed è evidente che esso determina turgore delle grosse vene e ingrandimento del fegato, inentre impedisce che il cuore possa rapidamente dilatarsi per aumentare il suo sforzo, essendo li1nitata la latitudine funzionale di questo, anche se 1nancano fenomeni compre·ssivi diretti a carico del cuore. Naturalmente· l 'epatomegalia è assai più marcata se i processi adesivi si sviluppano i11 vicinanza dello sbocco delle vene epatiche nella cava jnferiore. La st01si d 'arrivo. -
~4.lterazioni
funzionali dei varf organi nelle 1nediastino-pericarditi adesive. Il quadro clinico delle forme adesive del mediastino è do1ninato da tre gruppi di fenomeni: 1) fenomeni di compresio11e di organi Yarì; 2) fe11orne11i di rnl1e11ta111e11 lo
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del circolo venoso; 3) versamenti nelle cavità sierose. Es·si sono in parte interdipendenti, ma non completamente. Per spiegare tali feno111eni si deve tener conto di una serie di possibilità. L 'ostacolo all 'effiu8so del sa11gue arterioso nor1 merita più esser preso in considerazione. Le conseguenze dell 'allerato meccanismo respiratorio e l 'ostacolo meccanico al circolo veno·so hanno indubbiamente la massima importanza, ma è assai difficile precisare per ogni singolo caso quanto vi sia di anato1nico, quanto di funzionale. L'alterazione della funzione del diaframma e in • genere della meccanica respira.toria, mentre toglie un notevole ausilio al circolo venoso, dà le Jnassin1e conseguenze a carico del fegato e del .circolo portale. D'a] Lra parte ogni ostacolo sulla cava inferiore dà pure conseguenze prevalenti sul fegato per particolari ragioni di emodinamica. L'epatomegalia infine è inas·sima se si verifica t1na particolare lesione, data dal blocco elettivo delle vene epatiche per un processo di pericardite o di pleuro-pericardite adesiva basilare. L 'ostacolo alla sistole cardiaca esiste assai di frequente, ma non è una delle cause più gravi dei disturbi. Invece grande importanza si deve dare ali 'ostacolo opposto alla diastole del cuore e sopratutto all 'o·stacolo che i processi fib.r osi determinano in confronto di un 'eventuale dilatazione tonogena richiesta da un aumento di lavoro. In molti casi esistono disturbi per lesione miocardica concomitante e assai spesso si osservano alterazioni gravi date da particolari localizzazioni dei processi adesivi e calcificanti nel mediastino, intorno alle gros·se vene, intorno e per entro al cuore stesso. Infine si deve ricordare la componente infiammatoria a carico delle sierose, che aggiunge la sua azione a quella della stasi, e che determina versa1nen ti cospicui ed ostinati. i
Frequenza ed eziologia delle forme adesive, callose e calcificate del mediastino. - La stessa co-
stituzione anatomica del media·stino dice quanto sia facile che ] 'insorgenza di una forma infiam1naloria .in uno degli organi in esso contenuti, si estenda successivamente al connettivo circo• stante e alle membrane più vicine. 'L'aorta, le linf?ghiandole, i bronchi nella parte alta; il cuore, 1·aorta e i poln1oni nella parte media.; il fegato tra gli organi sottodiafra1nmatici; inoltre le pleure, il pericardio e il peritoneo possono essere sede di u11a infiammazione cronica, che spesso trova il ·su o esito in un processo adesivo. In base alle varie stati.stiche pubblica,te e in base alla nostra, si può dire q1u anto segue: 1) le forme reumatiche sono le più frequenti, da 20 a 30 %; 2) seguono da presso le forme tubercolari e le forme leg·ate a malattie ipertensive, la cui frequenza è tra 15 e 25 %; 3) Yi sono forme varie, legate a malattie infettive e a for1ne acute del polmone e della pleura; 4 ) esiste una percentuale legata a infarto del 1niocardio, ad aneurisma aortico, a processi luetici delle ghiandole rnediastiniche; 5) una parte notevole delle forme di mediastino-pericardite adesiva è di eziologia ignota o è ]~ga l a a cause multiple sc]erogene che s'intrecciano e di cui non sempre è facile distinguere il fattore don1inante.
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possono distinguere anzitutto le forme diffuse da quelle parziali. Tra le prime si possono ricordare : 1) Je forme prevalentemente localizzate nella parte alta del mediastino, di regola luetiche o tubercolari, con parteciazione del pericardio nella sua parte più alta; 2) le forme ad esten·sione totale sono più spesso tubercolari, reumatiche, o successive a forme purulente (del polmone, del mediastino, del pericardio); 3) le forme prevalentemente localizzate nella parte bassa del mediastino, più spesso reumatiche o tubercolari, più raramente legate a nefro·scle• rosi;. esse possono as·socìarsi a sinechia della pleur~ d1 .destra o del . ca.vo pericardico, o infine a per1epat1te con adesione epato-diaframmatica. Le forme parziali mostrano una varietà notevo1issim a: si possono ricordare : . 1) la forma periaortic~; 2) la forma perigang-11onare; 3) la forma perivertebrale; 4) la forma pericavale superiore; 5) la forrna pericavale inferiore; 6) la forma pericardica interna totale; 7) la forma pericardica postero-inferiore; 8) la forma pericardica anulare o a striscia; 9) la forma mediastino-pericardica anteriore; 10) ·le adesioni nas triformi pneumopericardiche o pericardio-freniche; 11) la forma pericardica esterna totale. Il problema del volume del cuore nelle mediastino-pericarditi adesive è stato molto dibattuto. Nelle forme con vizi valvolari il volume è abitualn1ente aumentato; nelle altre si può osservare q_ualunque evr.ntualità; spesso aumento di volume, non di raclo volume nor1nale, talvolta cuore impiccolito. Le variazioni sono date dalle condizioni del cuore ali 'inizio della forma infiammatoria e durante jJ suo svolgi1r1ento, e dalla qua.ntità del] 'essudato eventualmente presente nel cavo pericardico al momento dell'organizzazione. Ha import_anza sopra tutto la comparsa precoce di un vizio valvolare, con eventuale stasi nelle grosse vene, che divengono più resistenti di fronte alla compressione; o, al contrario, la stenosi precoce delle grosse vene, fatto che impedisce una successiva dilatazione del cuore . Il cuore a corazza è una curiosa forma per cui intorno al cuore si forma come un guscio calcareo, che di regola la:scia scoperta una parte del cuore 8lesso. 'Talvolta si può giun·g ere fino all 'ossificazione del pericarBio (e di parte del cuore), come i11 un caso interessante studiato tiella Cli• n1ca. Localizzazioni particolari a carico del cuore possono aversi mediante la formazione di sproni fibrosi o calcificati partenti dal pericardio adeso, r.he si approfondano nel cuore, talvolta fino agli orifizi atrio-ventricolari. Il fegato candito (di Curschmann) è una particolare forma anatomica che deriva da1l 'as·sociazione della stasi cronica con una periepatite diffusa a tendenza fibrosa . Esso non è costante, ma, quanrlo esiste, può associarsi a qualsiasi varietà di mediastino-pericardite adesiva. La pericardite adesiva terminale si verifica in ·.::oggetti con malattie cachettizzanti ed ha scarsa i1nportanza pratica; è data dall'attecchimento di germi attenuati o dalla ritenzione di prodotti tos. .
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SI CI.
l' arielà di lesioni e problemi anatomo-patolo-
Dati jorniti dalle ricerche di semeiotica fisica e grafica. - Le mediastino-pericarditi adesive non
Dal punto di vista anatomo-patologico si
costituiscono una sindrome con sintomatologia
gici. -
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unitaria, ma un insieme di forme anatomiche diverse, che solo ~n casi determinati assumono il valore di sindromi anatomo-cliniche. Mancano perciò seg_:qi patogn·Jmonici e manca un quadro semeiotico definito e co·stante, mentre solo il quadro particolare di stasi, quando esiste, permette un orientamento più deciso. Dei sintomi descritti, alcuni hanno orinai solo un valore storico, altri possono esser discussi, ma si trovano anche in altre forme morbose, acquistando valore ·solo se c'è la certezza che non esi~tono · vizi valvolari. La mancanza dell 'itto della punta, i vari rientrainenti sistolici circoscritti od estesi vanno interpretati appunto a guesta stregua. Il rientramento sistolico con movimento a bilancia e scatto diastolico, se esiste, ha notevole valore, purchè si possa escludere u..n 'insufficienza della tricu·spide. Il respiro crociato di Wenckebach può esser dato da forme varie. La fissità del cuore nelle varie posizioni può aversi nelle cardiopatie con grande cuo~e sfiancato e ne~ s~ggetti con posizione alta del diaframma. IJa coincidenza dell'aia di ottusità relativa del cuore con quella di ottusità assoluta e la mancanza di espansione inspiratoria dei margini polmonari in corrispondenza dell 'aia cardiaca hanno valore come esponenti di adesione del ·sacco pericardico colla parete sterno-costale, ina possono aversi anche in soggetti senza disturbi apprezzabili. . I dati forniti dall'ascoltazione sono quanto 1na1 variabili. Se sì ha il cuore « piccolo e tranquillo » degli americani (cioè cuore non ingrandito, con toni ritmici e puri), il dato ha valore per l 'esclusione di cardiopatie valvolari. Ma, a parte la frequente coesistenza ai queste cardiopati~, si pos·sono ascoltare soffi 1ia jnsufficienza funzionale degli ostii valvolari, non sempre .di facil~ es~l.u~io ne e si può avere il reperto di stenosi orif1ziale pe; proce·ssi cicatriziali o calcificanti, la cui natura non può esser appurata con certezza che all 'autopsia. Le vene giugulari sono tipicamente distese e 'immobili, nta possono presentare anche pulsazioni vivaci. Il reperto di notevoli differenze nella pressione venosa dei due arti superiori (pressione abitualmente assai elevata in questi casi), può avere importanza per la diagnosi di mediastino-pericardite adesiva. Il fegato è tipicamente grande e senza pulsazioni; pùò anche esso però presentare pulsazioni, di tipo normale o patologico. ·L 'os·servazione del doppio fenomeno inspiratorio di Kussmaul (turgore delle vene, polso piccolo nell'inspirazione) ha valore solo se tale doppio fenomeno è completo e molto evidente. Sintoma di Hochrein. - :È stato descritto come patognomonico delle m. p . adesive il. fenomeno consistente nell'inversione delle normali onde pulsatorie del respiro. Lo studio eseguito dall'O. sulla casi·stica della Clinica del prof. Zagari permette di escludere tale fatto. Si può invece ammettere come tipica delle forme più estese ed avanzate l~ riduzione di ampiezza di tali onde, mentre negli altri casi esse sono normali. Parziale inversione delle onde pulsatorie del respiro si è trovata invece in un caso di insufficienza tricuspidale. Elettrocardiografia. - L'elettrocardiografia può dare utili indicazioni nelle forme adesive del mediastino. Non ostante le affermazioni di AA. vari, manca un ecg tipico per es·se. Spesso si osserva basso Yoltaggio del complesso ventricolare, con ec-
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cezione delle forme asseeiate a vizi valvolari. :B frequente pure osservare alterazioni elettrocardiografiche che .indicano disturbi di nutrizione del miocardio. Quantunque interessanti, non si può dare valore diagnostico a tali alterazioni. Il metodo di Carter e Dieuaide, basato sullo studio della spostabilità dell'a·sse elettrico del cuore nei varì decubiti presenta notevole interesse, coine dimostrano ricerche svolte nella nostra Clinica per opera di Rubino. Normalmente nel passaggio dalla posizione supina a quella sul fianco destro e poi sul sinistro; l'elettrocardiogramma si modifica per lo spo·stamento del c1..!ore, che fa variare la posizione del suo asse tra gli elettrodi rimasti fissi . Nei cuori grandi per cardiopatia valvolare la mo:Oilità del1'asse, elettricamente studiata, resta normale o si accentua. "Nelle mediastino-pericarditi adesive si può avere mobilità normale (se lesioni parziali), mobilità ·scarsa (se lesioni estese), immobilità assoluta (se lesioni estese e tenaci), Perciò questo metodo fornisce un dato che non ha valore se nega.tivo, ma che acquista molto valore se positivo, anche se coesistono cardiopatie valvolari o miocardite. Il metodo, quantunque assai utile, non per1nette di afferm1re l'esistenza di sinechia pericardica, potendo bastare la sola accretio a dare la fis·sità dell'asse elettrico (come in un caso stucliato nella Clinica e controllato all'autopsia). Esame radiologico. - Radiologicamente si può osservare una serie di fenomeni: a) anomalie del contorno dell'ombra cardiaca; b) appiattimento delle normali curve del cuore e scomparsa degli angoli cardiofrenici; e) presenza di ombre più dense sul contorno cardiaco; d ) variazioni della pulsatilità cardiaca (sia in meno come di regola -, che In più); e) movimenti impressi dal cuore al diaframma; f) modificazioni della dinamica respiratoria; g) oscuramento delle zone chiare paracardiache del mediastino; h) ·spostamenti patologici del cuore durante gli atti respiratori; i) un nuovo metodo descritto da Condorelli e studiato per la prima volta nella Clinica per opera di Francaviglia e CatRlano, il pneumomediastino, consiste nell 'introduzione di aria nel mediastino anteriore mediante iniezione retrosternale: nelle mediastino-pericarditi con adesioni anteriori lo spazio retrosternale non si chiarifica o rivela. ombre patologiche; j) inoltre è da considerare la possibilità di mancanza dei normali spostamenti del cuore nei varì decubiti; k) sono da studiare segni generali, tra cui la mancanza di s tasi nei vasi polmonari, dato non costante, n1a che può, se presente in mitralici, avere qualche valore per l'associazione di una lesiG>ne mediastinopericarditica. Classifica generale. Rilevata la neces~ità di comprendere le forme adesive della parte più alta del ·mediastino e quelle as·sociate a periepaiite e aderenze freno-epatiche; esclusa la possifillità di seguire un criterio eziologico o un criterio a~~ tomo-patolo·gico puro ; constatato che una classifica sul tipo di quella di Wenckebach (che si basa sul tipo clinico di stasi) non può esser limitata alla sinechia pericardica, ma deve comprendere molte altre forme mediastiniche, si è creduto 11ecessario di eseguire una nuova classifica, basata su criteri anatomo-clinici e sulla necessità di dividere forme in cui la diagnosi è relativamente agevole, da altre di diagnosi difficile o impossibile.
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stata quindi eseguita la classifica seguente: I) Sindromi di mediastino-pericardite sen za
lesiorii dell ' endocard~o e del p eritoneo.
Sono caratterizzate dalla stasi d 'arrivo. Il cuore è r elativamente (e talora assolutamente) piccolo. L 'assenza di r eazione infiammatoria p eritoneale dà nulla. o scarsa ascite. Anch e la pleura è scarsarnente compromessa dal punto . di vista infiammatorio. a) sindrome mediastino-pericarditica alta; b) sindrome mediastino-pericarditica media; c) ·sindrome mediastino-pericarditica bassa. II) Sindrom e di m edi astino-p ericardit e associata co n lesione dell'endocardio.
Il cuore è grande; le conseguenze dei vizi valvolari (stasi di tipo centrale) si sommano a quelle della lesione ;mediastino-pericarditica (stasi d'arrivo). Il fegato è grande e duro, l 'ascite è precoce, può aversi stasi polmonare, dispnea, edemi agli arti inferiori, rer1e da sta·si. Il tipo del vizio e la combinazione eventuale di più d 'uno di essi dà poi un 'impronta particolare. alla sindrome. Abitualmente manca una lesione infiammatoria p eritoneale, ma q,u esta può aversi in casi eccezionali, dando ~atti aderenzialì tra fegato e dia~ramma. . Si hanno varie sindromi: a) sindrome aortopericardica; b) sindrome mitra-pericardica; c) sindrome mitro-aorto-pericardica,; d) sindrome mitrotricuspido-per1cardica; e) sindrome dei tre orifizi (mitrale-tricuspide-aorta) con mediastino-pericardite adesiva.
III) Sindromi mediastino-peritoneali. Sono caratterizzate dall 'as·sociazione di segni di lesione mediastinica e di compressione dei grossi tronchi venosi con ascite precocissima e imponent~, di tipo misto; spesso con versamento pleurico destro; il · fegato è grosso, duro, ade·so al diaframma e assume il tipo di fegato candito; non è rara uria discreta splenomegalia; scarsi edemi , non stasi polmonare, non rene da stasi ; frequente, ma non obbligatoria , la sinechia pericardica. a) forme di Curschmann-Hutinel; b) forme dì Friedel Pick; c) forma di e11docardite con fegato candj Lo. Nelle sindromi di mediastino-pericardite ade·siva senza lesione dell 'endocarclio o del peritoneo, la diagnosi è assai più facile che nelle altre. Nelle forme a localizzazione alta si dovrà anzitutto escludere la possibilità di un processo neoplasticc o di un processo partito dalle linfoghiandole, ma dato da una linfopatia sistemica. Poi si dovrà vedere se proce·ssi aneurismatici dell'aorta sono alla ])ase della sindrome compressiva ed aderenziale. Esclusi questi, si potrà precisare ancora m eglio la sed e e la natura della forma. In genere il reperto di epatomegalia (anche modesta) senza splenomegalia nel corso di una sindrome compressiva del media:stino, conferma I 'ipotesi di una forma adesiva mediastino-pericarditica, in confronto co11 altre sindromi, che possono dare tale quadro solo in via estremamente eccezionale. Le forn1e a localizzazione media sono tra le più variabili e rliYer se; possono essere estese, sino a comprendere tutto il mediastino, possono e·ssere parziali e limitate. In generale l 'osservazione di una sindrome co111pressiva, con stasi nelle vene d ella metà superiore · del corpo, con epatomegalia, eventualm e1tte ascite, non edemi, scarsa dispnea, scarsa o nulla stasi nolmon!lrP, d eve far oensare ~ Diagnosi diretta e diagriosi differenziale . -
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que·ste forme adesive del mediastino; l 'ipotesi sarà tanto più giustificata se il ritmo cardiaco è regolare, se il cuore non è aumentato di volun1e, se mancano i segni di una lesione valvolare. · Nelle forme a localizzazione bassa la sintomatolog ia si limita alla epalomegalia, eventualmente con scarsa a·scite, all'astenia, alla mancanza di efficienza deì cuore e dell'organismo di fronte aèl llno sforzo. In esse la diagnosi può esser resa più facile dal risultato n egativo di tutte le ricerche e dalla nozion e di una pregressa pericardite o pleurite d es tra. Le sindromi di mediastino-pericardite adesiva c.;on lesione dell 'endocardio sono quelle di diag no·si più difficile. Se il processo adesivo è esteso e tenace, il quadro non sar à totalmente dominato dal vizio valYolare, ma esist eranno dati differenziali . L 'epatomegalia è allora grave e ostinata, mentre gli edemi, la dispnea , i disturbi di ritmo sono scarsi o assenti. Poich è lo stesso quadro clinico può e·sser d~to, sia dall 'associazione di un vizio mitralico con una m. p. adesiva, sia dalla combinazione di un vizio mitralico con un vizio tricuspidale, è necessario differenziare le due forme: questo è possibile se nell'eventualità del vizio tricuspidale la scena è dominata dall 'in·sufficienza valvolare e se i1el caso della forma adesiva del mediastino questa è estesa e t e nace. Avveratesi tali eventualità, ~ dati forniti dall 'epatogramma, dalla registrazione dei fenomeni pulsatori del respiro , dall'elettrocardiogramma 11ei vari decubiti ~ dal pneunto-mediastino possono permettere la diagnosi differenziale. Nell'eventualità opposta (o quando vizio mitralico , vizio tricuspidale e medias Lino-pericardite si a·ssociano) la diagnosi è della massima difficoltà e può talvolta essere impossibile. Si deve rilevare però che in un simile caso studiato nella .Clinica, la diagnosi fu possibile ed esatta, come dimostrò il controllo • n ecroscopico. Le ·sindromi mediastino-peritoneali, in cui il processo adesivo del mediastino si associa a lesione infiammatoria del peritoneo, sono caratterizzate da ascite precoce e abbondante, con fegato grar1de, con qualche fenomeno di compressione del mediastino. In queste f'orme la diagnosi diretta non è difficile, in base al reperto di fatti compressivi mediastinici, di a·scite ·imponente con liquido a caratlere inis to, mentre il fegato è grande. ,S aranno di ausilio l 'elettr·o cardiog.r afia , la radiologia (col pneumo-media,stino e col pneun10-peritoneo), lo stl1dio del liquido. Assai più d'ifficile invece è differenziare in vita le forme ti po Curschmann da quello tipo Pick e Je loro numerose varietà. Nella terza eventualità (sindrome endocardite con fegato candito), la presenza di uno o più vizi vr.lvolari e la rarità dell 'associazione rendono q1u anto mai difficile la diagnosi durante la vita. PARTE
CHIRURGCCA.
Prof. L . ToRRAOA (Napoli). (Conclusioni) .
Per Ja cura chirurgica della pericardite adesiva, gli interventi che entrano in campo sono, in conclusione, la toracolisi precardiaca e la pericardiectomia (decorticazione del ct1ore). La pericardiolisi e.ndopericardica (Delorme) è stata usata. in. po?hi~ simi casi e non sembra avere troppe ind1caz1on1. La frenicoexeresj. s~l>b~ne aonaia nrQmettente. ha
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bisogno di ulteriori .collaudi, sia come inter vento a . sè ~tante, sia, e forse con maggiori possibilità d1 sviluppo, come operazioi1e su ssidiaria di una Brauer o di una pericardiecto1nia. ~e.r quello che si riferisce ai risultati della operazione del Brauer, si sostier1e da alcuni chirurghi ch e con q.u esto intervento non si sopprime la causa principale dell 'imped1mento all 'azione del cuore, rappre·sentato dallo involucro fibroso che lo circoncla e che esso potrebbe pertanto trovare la su a. indicazione solo nei casi nei quali, per la presen za di aderenze medjastino-pericardiche anteriori, viene ad essere aggravato il lavoro sistolico del cuore., e non nei casi di pericardite costrittivn, per i quali soltanto la pericardiectomia può avere un effetto efficace. Ciascun intervento , p erciò, avrebbe le sue indicazioni particolari: la Brau er sarebbe l'operazione della ined]astino-pericardite; la pericardiecto,m ia, l 'operazione della pericardite callosa compres·siva. In verità, però, al R. sembr a che le cose non stiano proprio cosi. Sono pochissimi, infatti, i casi nei quali l 'operazione del Brauer è st ata applicata, essendo presenti soltanto i segni di una pericardite adesiva est erna, mentre nella mas·sima parte degli operati er ano presenti anche note cospicue di quella stasi di arrivo, ch e è con siderata la espressione più evidente della pericardite callosa. D'altra parte l 'esperienza delle p ericardiectomie e delle autopsie insegna che non vi è accretio senza concretio; ragion per cui sarebbe assai stra110 a1nmett er e ch e in tutti i ca·si migliorati dopo la operazione del Brauer si fosse trattato di semplici mediastino-pericarditi, senza fatti di compressione cardiaca. Occorre inoltre considerare che non è affatto vero che la 13rauer agisca soltanto .p erchè elimina l 'azione di ostacolo delle aderenze extrapericardiche; essa, invece, determinando un rilasciamento della parete toracica, fa sentire la sua azione favorevole su tutta la periferia del pericardio e quindi n on s_olo in cor.r ispondenza. della faccia anteriore, ma della po·steriore e delle laterali e, almeno in parte, reca un certo beneficio anche alla ~ituazione del ct1ore rispetto al diaframma, in quanto non più ancorato -in avanti ed in alto, può seguire meglio le ascen sioni diaframmatiche. La Brauer, per questo, non soltanto alleggerisce il lavoro sistolico del ·cuore, ma migliora il meccanismo respiratorio e, grazie alla mutata posizione del cuore e alle migliorate condizioni di pressione, agisce favorevolmente sul deflusso del sangue clelle vene epatiche e quindi sul riempimento diastolico. ·Non è nelle intenzioni dell 'ù. di deprezzare la decorticazione del cuore; poichè, però, gli è sembrato che da qualch e tempo a questa parte sia andata au.n1entando la tendenza a criticare la Brauer ed a limitarne sempre più l 'applicazione, ha creduto opportuno mettere in rilievo come questi con cetti sembrino peccare di una certa unilateralità di vedute e non tengano troppo conto di quelli che sono i risultati, veramente pratici, delle due operazioni. Da questo lato an che l 'O. ha tenuto a mettere in evidenza che le osservazioni a più lungo decorso sembrano essere piuttosto a favore dei pericardiectomizzati. Quando, però, si vadano a fare i coI1ti, si vede cl1e le differenze non sono poi tanto grandi, perchè se dopo la pericarrliectomia vi sono ·sopravviYenze di 10 e di 11 anni, non mancano n eanche dopo la Brauer sopravvivenze altrettanto lunghe ed anche più. Senonchè, a carico della pericardiectomia, grava
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pesantemente il numero della mortalità operatorié:I (ch e è nove volte maggiore di quella della t oracolisi) e postoperatoria immediata o molto precoce, ch e è il doppio .rispetto alla operarion e del Brauer, mortalità che non può essere messa in rapporto con le condizioni degli ammalati prima dell'intervento, perch è si deve supporre, per ragioni ovvie, che le condizioni degli infermi siano state presso a poco eCJiUivalenti e, se mai, con un certo vantaggio per la pericardiectomia . . La decorticazione del cuore rappresenta., indubbiam ente, un intervento pii1 completo della torac?lisi ; e;ss~ .però, come ha già detto, è un'operazione difficile e gravata da una inortalità molto alta. D 'altra parte la. Brau er, mentre può dare (l.nch'essa buoni risultati, sia pure un poco meno sicuri, espone, come intervento, a rischi sen za pa• • r agone mino.ri. Uno dei problemi, perciò, che si presentano al chirurgo è quello che si riferisce all 1opportunità rli far correre all'ammala.~o l'alea di una operazione immediata più rischiosa, ma ch e sembra promettere qualche maggiore garan zia per l 'avvenire più ]ontano, oppure se. f'ia preferibile un intervento m 3no pericoloso, anche se per il futuro pre·senti qualche incertezza di pii1. Al R. sembra ch e al 1nom.ento attuale i1on vi siano ancora elementi sicuri per sost enere una preferenza assoluta di t1n 'operazione sull 'altra . Esaminando spassionatamente la questione, si ha l 'impressione che i sostenitori della pericardiectomia guardino un po' troppo i su cces·si e poco te11gano conto di quello che costano, inentre della toracolisi vedono a preferenza gli insu ccessi . Non vi è dubbio che i perfezionamenti della tecnica, il maggiore allenamento degli operatori , l ;t selezio·n e più accu.rata e pii1 agevole degli operandi, permetter anno di miglior-are i risultati della pericardiectomia, m entre un altro elemento prezioso di giudizio sarà appor1ato dal t empo, che òar à la prova più pratica dell'avvenire ch e attende gli operati. Vi sono condizioni che influiscon o sui risultati delle operazioni, che si possono esegui.re nella pericardite a.(i:3siva, indipendentem ente dal tipo dell 1intervenlo, perch è ·si riferiscono allo stato del1'ammalat0. Tra queste condizioni vengono anzitutto i momenti etiologici che stanno alla base della peric.,ardi te. Non bisogna dimenticare che questa, molto spesso, se non sempre, è !.,espression e locale di una mala,ttia generale e che, per questo, gli interventi locali, praticati allo scopo di combattere i fenomeni m eccanici dovuti all 'ispessimento e alle aderenze del pericardio, non inferiscono per nulla SlL quello ch e può e·ssere il decorso ulteriore della 1nalattia fondamentale; In questo campo rientra appunto la tubercolosi, ch e impone la massima prudenza nello stabilire la indicazione operatoria, la quale dovrà essere senz 'altro esclusa, quando vi siano processi in corso di evoluzione. Un 'altra malattia ch e assume grande importanza ed i11 sen so purtroppo sfavorevole per l 'avvenire degli operati, è il reumatismo; la prognosi postoperatoria r esta in questi casi sempre problematica, poichè le statistiche dimostrano quanto spesso la causa delle recidive e dègli aggravamenti debba esser e attribuita a ripresa del reumatismo, per cui il Passler crede consigliabile, in presenza di una pericardite callo·sa, di procedere al! 'eliminazione dei possibili focolai di infezio11e, e specialmente delle t onsille malate e dei denti cariati. Un fattore rl~ importar1za fo11da111 entale per la
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P:ogn?si postoperatoria è rappresentato dalle cond1z1on1 del cuore e specialmente del mioca.r dio · l 'e~~ttr~ca~dio~~afia può fornire pertanto elementi ut1l1. d1 ~ud1z10 e va tei;iuta seinpre in grande cons1deraz1one, perchè lesioni molto avanzate del mioc.ar~i? controi~~icano 1'intervento chirurgico. Tra i VlZl valvolari e soprattutto la stenosi mitralica, che bisogr1a tenere di mira, tanto che il Brauer in questi casi ha trovato una controindicazione assoluta all'intervento menire il Bourne ' f:'' u11 po' meno categorico. Di grande importanza è anche il grado raggiunto dalle alterazioni del fegato, poichè non pocl1i sono i ca·si in cui l'assenza, l'insufficienza o I 'arresto del miglioramento sono da attribuire almeno in parte, alla cirrosi del fegato. ' Da quanto precede risulta chiaramente tutta l'importanza che, per l'indicazione operatoria e la scelta dello intervento, hanno le condizioni in cui I ·ammalato arriva al chirurgo. Riguardo a. que5te, tra gli operati si trovano individui che erario ancora in discrete condizioni, e soggetti in stato gravissimo o addirittura cc aisperato >>. Sebbene non manchino osservazioni, nelle quali, tanto la Brauer quanto la pericardiectomia hanno provocato miglioramenti notevoli, anzi vistosissimi, in infermi ridotti in J)e·ssime condizioni, non è chi non veda essere preferibile, dovendo intervenire, specialmente con una pericardiectomia, non attendere che i pazienti siano arriva.ti all'ultimo grado della insufficienza circolatoria. :È questo un punto che deve richiamare specialmente l'attenzione dei medici, dai quali il chirurgo attende l'invito ad intervenire. Disgraziatamente, i medici non sembrano ancora hen persuasi di questa che dovrebbe sembrare a tutti una verità assiomatica. Lo stesso Vaquez che pure asseri·sce essere nellà pericardite adesiva, l'indicazione operatoria cc formale », ritiene che si debba ricorrere all'opera del chirurgo cc quando i cardiocinetici, dopo essere stati per un certo tempo efficaci, cessano definitivamente di esserlo ». Ma di questa opinione non possono essere i chirurgi, i quali per essere in grado di garentire al paziente i! massimo possibile giovarr1ento dall'operazione, trovano nece·s sario che il miocardio sia ancora i11 possesso di una buona capacità di lavoro. A che scopo, del resto, si dovrebbe attendere che la presenza delle aùerenze avesse messo il cuore nelle condizioni di non rispondere più ai cardiotonici, una. volta che la pP.ricardi~e adesiva è una malattia fatalmente progressiva e non suscettibile di essere guarita dalla cura medica ? Non è preferibile, una volta che la diagno·si sia stabilita con sicurezza, operare senz'altro, per approfitta.r e delle condizioni relativamente buone in cui si può trovare ancora il miocardio ? Una difficoltà, d'ordine molto pratico, a cui si può andare incontro, in questo caso, è rappresentata dalla ripugnanzçt che possono mostrare gli ammalati ad affrontare un intervento, quando possono ancora veder migliorare le proprie condizioni sotto l'azione di un r egime e di un trattamento opportuno. Ma 1'opera di persuasione sarà fa cile quando il m edico sia per primo convinto che solo con la collaborazione del chirurgo, infermi , condannati inesorabilmente, potranno essere resi ali 'attività normale o almeno messi in condizioni <Ii vita meno penose.
Comunicazioni sul tema di Relazione. L . CoNDORELLI (Bari). - Il pneumo-mediastino diag11ostico e t erap eutico. - Vengono riferite alcune ricerch~ eseguite dall 'O. e dai suoi collabo-
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ratori s~l P.neu1no-m.edia~tino. Praticando il pneu1110-med1ast1no anteriore il sacco pericardico viene ad essere del tutto staccato .cialla faccia posteriore dello sterno, a meno che non vi siaino aderenze. Eseguendo subito il controllo radiologico, si posS?no avere ~elle belle immagini, di indiscutibile valore diagnostico. G-. C,~PliTI (Napoli). -
Infllienza del pnelimomediastino anteriore sulle f'rrtie e sugli spostarn.enti .1nediastinici in co1 so di pneumotorace terapeutica. - L'O. i1a esJJerimentato con successo
il pneumo-mediastino nel trattamento dell 'ernia mediastinica con risultati superiori a quelli che si ot tengon0 col pneurnotorace controlaterale di sostegno.
.A. FRANCAV~GLIA (Napoli). -
It pneumo-mediaS ~lno ~~lla diagnosi delle affezioni mediastino-pericardztic.re . - Dopo aver illustrato la semeiotica fisica, e!ett:ocard~ogra!ica. e radiologica del pneu-
mo-1ned1ast1no, l ·O. r1ferrsce su alcuni casi di p. n1. eseguito in soggetti normali ed in soggetti con i\Iediastino-pericarcij ti. G. Pmru (Belluno). -
Contributo alla cura della
L 'O. riferisce su 3 casi di pericardite &desiva, da lui operati. Ritiene che la 1 esezione dello sterr10 in aggiunta a quella delle costvle sia in q·u esti casi, oltrechè razionale, verosimilmente 1i grande importa11za agli effetti del beneficio rleterminato dall'intervento. pericardite adesiva. -
ore 15 - 25 ottobre. Presidenz3.: Proff.
ALESSANllRI
e
FRUGONI.
Discussione della Relazione. E. STORTI (Pavia). - · L'O. mette in evidenza l 'importanza che al fattore meccanico spetta nello stabilirsi e nel mantenersi delle asciti che si accompagnano a pericarditi adesive croniche. . F SERIO (Palermo). - Riferisce su due casi di sinfisi pericardica in cui fu eseguita la frenicoexerési con esito negativo nei riguardi delle modificazioni della sindrome clinica. Rileva la necr~sità di una precisa localizzazione diagnostica della fibrosi nei rapporti col diverso tipo di intervento chirurgico da eseguire. Raccomanda fra i. mezzi che possono conrlurre ad un diagno·stico esatto, la rocntge•1chimografia e l'esame radiografico nelle due posizioni verticali proposte da Parodi.
F. ScH1Ass1 (Bologna). - L 'argomento che è stato og·P"etto della relazione in comune è di grande interesse: è ovvio quindi che debba considerarsi di particolare importanza ogni segno o gruppo di segni atti a svela.re la pericardite adesiva. L 'O. ricorda perciò il segno del T>agnini rappresentato dalla pulsazione visibile a tronco eretto non solo nel bulbo della giugulare, ma anche più in alto verso la mandibola e dal polso venoso epatico presistolico. Tal~ segno osservato in un soggetto a tronco eretto, in assenza di ql1alsiasi altro segno cii lesione cardiaca, può far · pensare alla sinechia pericardica. (Padova). Riferisce tre casi di mediastino-pericardite. L'esame radiologico e la constatazione diretta durante l'intervento operatorio del pericardio &ono elementi b a:se per la scelta del m etodo. 11 radiologo può molto aiutare il chirurgo nella diagnosi , tanto più che alcuni .elen1enti d'ordine radiologico possono essere cons1deG. M.
FASIANI
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SEZIONE
rati essenziali. Riferisce di un caso da lui operato nel 1931, che non poteva compiere alcuna fatica, mentre- og~i è in. ottime ~ondizioni, senza dispnea e capace di compie~e sforz1 anch~ superiori a quelli che possono compiere molti cardiopatici. PEaoNA (Padova). - L 'O. dopo aver descritto il quadro chimografico delle pericarditi in atto dimostra casi di pericardite ·saccata, di pericardite cronica, di polisierosite e di e·siti ai pleurite in pleur_o-pericardi ti. Richi~ma l 'attenzi?ne su nuovi segni di versa~~nto 1n a~to ~ esito di versamento nelle pleuriti e conchiude con la necessità che tale metodo eia ulteriormente diffuso perchè è l'unico che consenta di studiare di.rettamP-nte e simultaneamente tutti i punti delle !narginali cardio-vascolari. G. JoNA (Venezia). - Desidera richiainare l'attenzione ·sull'analisi dello stato che si costituisce dopo 1'operazione di Brauer, sia dal lato anatomico che funzionale. Anatomicamente non è detto chiaro se si ricostituisca un'aderenza totale tra cuore e parete disossata, oppure se si ristabilisce almeno parzialmente una pseudo-sierosa che permetta una limitata ma reale libertà di movimento al cuore. ~ difficile però che si verifichi la prima possibilità perchè in tal caso il cuore obbligato in tutti i suoi movimenti, re·sterebbe all'incirca nelle condizioni di prima, mentre in realtà ciò i1on avviene. È più probabile che riesca a ruotare indipendentemente dalla parete, ina vi è un altro ele~ento in cui il cuore viene ad urtarvi. L'O. ritiene che un ~erto grado di resisten~a della parete è necessair1a per dar tono al ventricolo sinistro nel periodo di chiusura della sistole e do~and~ q':1indi ai chirurghi se non credono possibile di ritornare ad una re·s ezione parzialmente ~ottoperiostea onde ricreare, possibilmente una parete, che mantenga all'urto del cuore il ~uo significato funzionale . G. FORNI (Venezia). - Riferisce su alcuni dettagli di tecnica operatoria in riferimento alla malata .ricordata dal prof. Jona, precisando di aver eseguito oltre alla toracectomia precordiaJe la decorticazione del cuore (Rehn) con asportazione della parte anteriore del pericardio, intimamente aderente al miocardio. Si sofferma quindi su alcune considerazioni di tecnica operatoria (sull'oppor tunità di praticare una resezione costale extraperiostea o sottoperiostea) e di fisiopatologia cardiélca. D. PACE (Napoli). - L 'O. ricorda due casi di mediastino pericardite adesiva riconosciuti soltanto aill 'autopsia. Sulla base della sua esperiènza e della casistica l '0. ha proposto e ricorda una classifica chiarificatrice delle forme cliniche della sindrome adesiva. L"O. accenna poi alle indicazioni dell'intervento chirurgico e propone che non si debba autorizza.re nessuno intervento, a parte i criteri clinici, qualora l'elettrocardiogramma dimostrasse alterazioni g.ravi del complesso elettrico ventricolare come l'onda T negativa e le note atipie del gruppo iniziale ventricolare. A. LuRÀ (Mantova). - Riferisce il decorso dall'intervento ad oggi e le condizioni attuali di un malato di morbo di Pick, operato di cardiolisi nel 1927 dal prof. Torraca. Concorda con la classificazione nosologica de.I Luisada, portando a confronto di essa due suoi casi.
PRATICA
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Risposta dei Relatori. . A.. ~UISAD\ (Napoli). - Tra le variP. con1unica-zioi1i in tema di relazione, ricorda come particoLarmen te notevoli quella del prof. Condorelli e quella del dott. Storti. Sarebbe superfluo spendere molte parole di com ... mento a.I tema svolto dal prof. Condorelli, poichèl ~ sr~e ricerche sul pneumo-mediastino sono state s~guite anche ~al R. ad ogni pa·sso e per inolte ~1 ~sse ha fornito egli stesso i casi di studio: ciò indica come l 'O. le ritenga di pa.rticolare impor-· tanza e degne di ogni attenzione. 11 dott. Storti ha accennato al risultato di ricerche sperimentali sulle nlediastino-pericarditi. Nella relazione sono stati elencati vari motivi i quali fanno ritenere che non si possa senz 'altro estendere all'uomo quanto si è ottenuto ·s ull 'an1u1ale, data la differente conformazione del sistema veno-epatico. D'altra parte le sindromi che ha studiato si :svolgono nell'uomo con tanta lentezza c~e ~er~ett?no di eseguire qualsiasi ricerca. Egli ha riferito interessanti osservazioni eseguite sul plasma di questi malati. Sembra logico all'O. ritenere che quanto è stato trovato sia dovuto alle ronse.guenze .dell 'alt~razione secondaria del fegato, a cu1 questi malati spesso vanno ir1contro. Se quindi tali alterazioni concorrono a determin~re l'ascite, ciò può avvenire so1o ir1 un secondo tempo. L 'importa1n za dell 'eleme11to infiammatorio è documentata dal reperto di fatti aderenziali e di periepatite, reperto abituale nelle forn1e che l '0. ha chiamato mediastino-peritoneali. Il prof. Schiassi h a ricorclato un sintoma ve., r1oso descritto da .Dagnini. JJ·o. conosceva. questo segno, cortsi·stente nell'accentuazione <lell 'onda presistolica dell 'epatogramn1a. Non nP ha fatta menzione (così come di altri segni descritti), perchè non riesce a inquadrare tale segno nel complesso delle co11seguenze delle mediastino-pericarditi adesive; di.rà di più: ritiene che esso sia esponente di alterazioni del tono e della contrattilità del miocardio o di alterazione nel funzionamento degli apparati valvolari e che le modificazioni del flebogramma o dell 'epatogramma siano 1neno evidenti di ciò che sarebbero se un cuore ugualmente lllterato non fosse ostacolato nella suél dinamica nnche dai processi adesivi. Ciò esclude che tale sintomo possa venir utilizzato per la diagnosi. Il prof. Fasiani ha mostrato <lei magnifici radiochimogrammi ed ha disc11sso con particolare competenza. diagnostica i criteri seguiti prima di pa'Ssare all'atto operativo; non può quindi clie apprezzare nei lnodo più completo lo studio svoltoP riferito in modo così brillante. Circa le possibilità della radiochimografia, lumeggiate da Serio e da Perona, concorda pienamente con loro nell'ammettere che questo nuovo n1ezzo dovrà prendere un posto j1nporlante tra i vari ausiliari diagnostici che abbiamo . Non ne ha parlato molto nella relazione, poichè i casi descritti nella letteratura erano rarissimi e quasi luttj senza controllo autoptico. Crede però che non si debba, dare valore alla immolJilità uniforme del margine cardiaco (la quale può verificarsi anch e per altre condizioni patologiche), m a alla immobilità di parte del margine stesso. ~ bene in ogni modo ricordare che e·sistono casi di m ediastino-pericardite adesiva con aumento di pulsatilità del margine (p . es. quelli di Brauer). Il prof. J ona giustamente dice ch e spesso que~ti malati no11 reag jscono al1a digitale, n on per deficienza irreparabi1e del miocardio, ma per ch è la n atura stessa delle lesioni impedisce l 'effetto
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IL POLICLINICO
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[A_~No
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del farn1aco; perciò i1on si dovranno giudicare inoXLII Cong1. esso della Società Italiana perabili dei malati che no11 rnjg·liorano per effe tto dei cardiocinetici. di Chirurgia. Il })rof. Pace chiede in qual modo si può indi(Continuazione e fine; v . num. 49) . care al inedico pratico ·il nesso log'ico che deve guidarlo n ella diagnosi; ·s arebbe troppo 11111ga la Ottobre 1935 - ore 15. risposla: si limita quindi a ricordare il caso XVI e il caso XXVIII, tra quelli studiati; il lettore Comunicazioni. ricostruirà facilmente il mecca11ismo per cui si giunse alla diagnosi. Il prof. Pace ammette che SoL1:r:a1 .s. (Forlì): - Iniportanza chirurgica di n el giudica.re se il malato pllÒ resistere all'atto alteraziont .anatomo-palologiche della parete della operativo, si può dar valore all 'esistenza di alte- v ena caua inferiore. - L 'O. illustra una osservarazioni dell'onda T dell'elet.trocardiogramrna, ri- z~one di rottura chirurgica della vena cava infet enendole elemento sfavorevole. Ciò può es·ser esat- r1or~ dopo una nefrectomia destra per piouroneto , m a non si può escludere che tali alterazioni fros1. siano cla le da processi adesivi co1nprimenti le coLa rottura avvenne per la semplice compressioro11arie e che l 'atto operativo riesca a sbrigliarle, ne di un batuffolo di garza dopo la nefrectomia nell'atto di asciugare il fondo della. ferita e può 1nig·liorando le cori dizioni del rniocardio. Il })rof. turà porta un certo numero di casi quindi essere considerata quasi spontanea. La breccia sulla vena fu curata con la sutura. assai interessanti e ~nolto ben documentati. Concorda pienamente con lui nell'osservazione che i L 'operata morì in terza giornata.. E·stratta la vena sogge tti ipertiroidei co11 cuore eretistico hanno cava si misero in evidenza alterazioni anatomofrequ entemente onda v della curva respiratoria patologiche della parete venosa a forma di nicchia più profonda della norma e, in coincidenza di e·s- ·o di diverticolo di varia grandezza. L'esame istologico molto dettagliato e minuzioso mise in evi5a , jn ter cisione respiratoria hen udibile coll 'orecdenza alterazioni degenerative prevalenti nella tur hio . Ring razia tutti gli 00. per le loro parole cortesi nica media muscolare che in certi punti era del e per i rjlievi cl1e hanno fatto , portando un con- tutto scomparsa. Queste circostanze dànno rag·ione del modo quasi tributo allo studio, così con1plesso, ma cosi inter essa11t e, clelle for1ne adesive e callose del media- spontaneo con cui la. parete si lacera. stino. CHIASSERINI A. (Roma). - La tiroidectomia totale L. TonRACA (Napoli). - Rir1grazia gli 00. che quale trattaniento chirurgico dell'angina di petto h anno preso parte alla Discussione portando il r degli scompensi cardiaci. - Riferisce di 4 casi contributo della lor1J esperienza, sia nei rig·uardi così operati, ne drscute le indicazioni e riporta gli della tliagno·s i che della. cura chirurgica delle pe- ottimi risultati ottenuti in alcuni dei casi operati. ricarditi adesive. f.·~ dell'opinione che il meccanismo di azione conTern1inata la discussione sulle mediastino-peri- sista essenzialmente nella riduzione del ricambio. carditi croniche il PRESIDENTE presenta all 'Assem- Non ha avulo paralisi del ricorrente. Jjlea il prof. HmTz ·BOYER di Parigi, il quale svolge RuGGERI E. (Bologna). - Lobectomia in un temuna interessantissima con1unicazione, illustrata da po i'flJ un caso di bronchiettasia del lobo inferiore proiezioni cinematografiche, sulla << Radiochirur- destro. Guarigione. - L '0. riferisce su un 'operagia Yi ce rale ». zione di lobectomia, eseguita dal prof. Paolucci, Cirettore della R. Clinica. Chirurgica di Bologna, Ha cl1iuso infine la seduta pomeridiana una conferenza del prof. V1TT0R10 MARAGLIANO su « La in un giovane di 26 anni affetto da bronchiettasie cilindriche del lobo inferiore destro. La malattia l\1arconiterapia ». l1a avuto un inizio presso che acuto nel settemNella seduta antimeridiana del 26 ottobre, il bre 1932, ed ha pre·sentato in seguito diverse reprof. PANEGRoss1, direttore del Reparto « Regina n1issioni e diverse .riacu lizzazioni. Dal punto di Elena n al Policlinico di Roma, ha tenuto una vista patog·enetjco il quadro clinico ha fatto pendotta conferenza sulla « Cura Bulgara dell 'Ence- sare ad una forma di bronchiettasie acquisite infalite e dei suoi postumi >>. sorte ~u una predisposizione congenita. S. M. la Regina si è degnata di onorare di Sua Dopo una. lunga preparazione preoperatoria il Augusta presenza tale seduta. Gli effetti benefici malato è stato sottoposto alla lchecton1ia in un di questa cura, illustrati in un film dall 'O., sono solo tempo secondo là tecnica di Roberts e Tudor stati seguiti atte:Q.tamenle dalla Sovrana, che, co- Edwards. 11 decorso postoperatorio, complicato da 1ne è noto, si è fatta iniziatrice e fervida sosteni- un empiema intervenuto dopo iO giorni ma ritrice delle Istituzioni sorte in Italia per la cura ma·sto limitato, è stato quanto mai soddisfacente. dei parkinsoniani post-encefalitici. Attualmente l'operato è guarito. La conferenza del prof. PANEGROSSI è stata coroL 'O. esprime alcune considerazioni suggerite dal nata da vivi applausi. caso ed espone le idee della Scuola circa la discus~a questione se, per l 'esito di un 'operazione •• di lobectomia, giovi più t1na pleura libera oppure A sede del prossimo Congresso è stata fissata una pleura aderente. Ron1a. La comunica.zione è s lata corredata da documentazioni radiografiche e dalla presentazione delI t e111i all 'Ordine del giorno sono : Scompenso cardiaco: prof. D. CESA B1ANcm; 1'operato. Lipodistrofie e mag.r ezza costituzionale : prof. CASCINO R. (~odica) . - Interv.ento in ~n c~o F GALDI; raro di em.oangiacaverrto1na epatlOO . ~ LO. rifeI t uJl1ori sellar i (in con1une con la Società risce un caso raro di en1oangiocaverno1na del fegato, in una donna che portava anche un grosso Italian a di Chirurgia) . _I\. Pozzi. tumore uterino.
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S EZIONU:
PRATICA
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Aperto l 'addon1e J)er l ' isterectornia e pra li ca lala fu ricercato il tumore dcl fegato , tu1nore ch e dava i suoi ·sintomi clini ci, ed asportalo . Solo l 'e ·ame istologi co precisò la diagnosi di e111 oan g iocaver11oma. 11 tun1ore Yien e co11siderato co111e u11 a1narl o111a., cioè di turbo dello SYiluppo embrionale cl1e condurrebbe :t)Oi alla for1nazione del tumore. Oues li tun1ori si osservano principalme11te 11elle .... . donne che ha11no avute molte gravidanze o port a lori di lu1nore uterino, come nel caso studiato. L 'ii1terve11to fece temere per l 'imponente emorragia, ìa quale in quasi tutti i casi s tudiati in l e tt erat11 ra (l111:1 venti11~ appPna) è stata In cau sa della nlorlc. L 'en1orragia f11 fre11ata per uria sutura imp:-on·t at a, per il ca·so: stringe11<lo i punti per l 'emosta~i del 111ar g i11e e patico accollando da una parte il liga1ne11to falciforme del fegato (nel caso molto allt1ngato) e dall'altra il grand e epiploon ripiegato i11 due. L'O. non cre~e cli d a.re import an za a que ta sutura im1}ro11t~ta co111 e un 1netodo peciale su o, ma la rende~ 11ota perch è, sorta così spontanea per la 11ecessità d el n1on1ento , può es~ere u g ualn1 ente pratica ed utile i11 caso d1 ferite o suture d cl fegato. . L 'e ito fe li ce ha ~-;ofonato l ' inle rYento ed ha J)lnto l 'O. acl aggiungere alla statistica il ca·so cl1e si t111isce ai pochi opera li felicen1ente.
g raYilà dell 'i11 lerYenlo) ·sia 1)referibile l 'a110 sul trasYerso. Que lo con breve scolla1nenl o colo-epiploico si presta b e11e alla formazione cii ltn a110 sia mediale on1belicale o sopra o sotloon1 beli cal e sia paramecliano (trasrettale o pararettale). L 'O. second J i risultati dell a sua esperienza cre<lc migliore l 'ano ombelicale (con escissione elittica dell 'ombelico) per sezione, in due ten1pi. Egli' d~scrive ,l a tecnjca ·sua p er sonal e cl1e permette mediante l 1tso dello stru111ento <li vo11 Petz di ottenere l a sezione elittica del colon. Ne di1nostra· i vantagg·i: sicu.r ezza dell 'abhocca1ne11 lo rlel cavo· orale, be11ignità dell 'ope1·azion c asettica i11 anest e~ ia1 locale, en1ission~ i11lerrniltente dall 'ano neo-. rormato di feci splide 11 011 irri lanli , emissione òa ques to ò elle feci con sicura e clt1sio11e d el tratto del colon sottosta111 e. Si fer111a ·sulla n1i11ore g ravi là e maggio te f;i cilità dell 'eYentl1ale i~1t erven lo u ccessivo per ot ten er e la rican!.llizzazione, quand o si voglia fare llll <? n o te111pora,n eo (non bi sogno di resezione co111e· nell 'ano per flessio11e, ll lél semplice· cl1iusura d el 1no11conc abboccato alla cute e st1ccess1va anas10111os i latero-laterale fra i clue 111011coni vicini e facilment~ avvicinabili) . Se l 'a110 è transrettaJe può, J)Cr quello che vale, essere utilizzata la contrazione del muscolo r etto <i scopo di continenza volontaria.
STOPPATO M. (Firenze) . - Tr1 occa. io11e ciclJ a con1unicazion<· <lel prof. Cascino ricorda <li avere avut o occasion e di op erare lln ca·s9 di amar lo111a del fegato di pi c ~ole dim~n sioni (gro sa noce) sviluppatosi i11 pro i 1ni tà del inarg i ne a11 leri orc del fega.to in lina g iova11e d o1111a. Il t 1tmor e, ch e era t ato diag nostica to come probabile cis l i da ecl1inococco, ~veva subilo un modico a1111 1cn lo ci i Yiluppo dO])O urta g r aYidanza.
CAucc1 A. (Ancona) . Si a·ssocia alle consid erazioni del prof. Taddei per preferire l'ano del I rasYer o a Ila fis Lola, cecale. Aggiu11ge che egli <la qualch e anno (come ha co1nunicato in questa asse1nblea) u sa eseguire l.,ano tra ver sario anche in so tituzione dell 'an o sul sign1a , di cui assume qua-si tutte le indicazioni , co1npresc ciuell e per l a chi-1 urg·ia d el r etto.
GAl\tBERtl\ 1
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(Bolog11a L 11 'ulce r a pezJti ca ]Jostope.ra toria. lliferisce <li 23 ca i di u1 c.era peptica pos lopcratoria , di cui 2 g t1arili -:Pon_1 aJ1 ea1nen le . La p erce11 t u al e di questa co111pl 1caz1011 e ~ d el 3 °1c nei su o i casi di G. E . È faulore da 111olt1 nnni d ella rc ~ ezion e gastrica : però an che _in r e: seca.1i 11a no Lato ul cere digiunali. Da nlc u 111 a11111 all argn l 'ind icnzione all a opera zio11c cl i Judcl. SosTEGNI (~1ila110) . -
rore
~r 11 2l dia~7n os l i co differenz~ale lr_a ap~Je nd1,cit e
Frequen za e causa di_
ed a11J1essile acuta 11 ella pratica ch1 r urg1ca d_ urgen za. - Tn base all 'ossPrvazione .ai 11n co p1 cuo 11u111 er o di ann es·~ i1i acl1le sc~n,l11a t e p e1 npp e11diciti <li cul P. dell 'i111norla11za di alcuni i111om1, e per' il diag nostico d ifferenzia}e aYYalenÒOSi di 0:Serva.ziOllÌ co1npiute collnt eralme11te su u11 cospicuo i1u1n er o di appe11dici ti. I .. egni dj agnostici differenziali per l 'aumento sar ebllcro la febbre el evata , la difesa n·1eno accen1uata , il dolore più diffuso, ecc. TADDEJ
.~ve. rso. -
D. (Firenze) . -
La. colo.:ton1ia ri el- Ira:
L 'O. i1ln s tra le ragio111 , p er l e qu<"\11 11elle affezio11i .del lra lto sinistro del col on tra·sYerso d el I 'angolo s ple11ico, d el discenden_tc _r del sigma 11 ei casi nei quali abitual111ente i ricorre alla creazione di l tn a fi stola cecalc (feci liquidr arl e111issio11e continna , maceranti , irritanti in corn plet a fuoru sc i la d cl le feci , freqt1en za di proln ~. o) ed in certi casi n ei quali si ricorre alle ana -ton1osi il eo- o ileo-trasYer se o ~ ig111oid ee (pa saggio di feci per il tratto che si vuole e~cll1dere, n1aggior
26 ot lobre - o re 9.
Pres id ei1za : Prof. .A. NG r.r. ETTI .
Comun icnzi ou i~ l{ .
(Ro111a) . -
C11 r a oz)er alor;a de l ca ncro ciel r ei to per la via sacr<lle. - Cr ede l a Yia .. aALESS Aì\TDRI
erale preferibile n ella ctira d cl cancro del r etlo . 111n 11 011 con l a tecnica tiJ)ica d el Kr<iskc ch e eg·li ha dapprin'la seguìto, n1a 11011 :1Yrnclo a,·uto ]Ju oni ri-· ~ ull.al i 11a J)Oi a])ban clonato, preferendo p er i r ancri bJ ~ i la Yia p eri11eale con a n1pl1 lnzio ne del r etto per lo pii1 secondo Lockarl ~f u1111ner) o, m eno. freq u enten1e 11le abbas anéto il ig1na alla p elle con a110 artificial e p erineale. La L . ~1. è sen1pre u11a buona operazione cl1e lalvol ta fa an cora . Il m etodo addomino-pcrin eale ch e ha seguì lo d:-:i var1 a11ni. è cer1an1cnle una operazione completa ch e p erò ha l111a n1or1 alilà piuttosto alta e , i può fare solo in indiYidui 11on rnolto gras i e in b11on e co11dizio11i. Nei g jo, a11i (e n ell a su a st ati·s tica i gioYani e g iova11i ssi111i sono frequen1i) la ,·ia addo111i110-per i11ealo i co n11)ie l)eJ1e p er la integrità del cuore e l 'as. e11za di tflre non ha 11na n1ortalità eccessiYa. Però a11ch e co11 l 'addom1 no-perin eale, ]e recidive sono all 'ordine del g iorn o, s11ecie appunt o 11 ei giOYa11i. La Yia sacrale, ripre a oggi cla i lecl c . . chi l l ' a la !'cala (mentre france$i , i11glc i e an1ericani i 111anlen gono al la perincaJe o all '.i ddon1i11 0-perincale) nell e modifich e cli oelker , I\ ir.. eh ner e pecial~ n e11te Goetze rap1)re .. e11ta 1111 111iglioramento not cYole e da qualcl1c len1po d a lt1i Yie11e seguìta
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POLJCUNlCO n
nbi tualmen le . I11 Ila1ia crede rli e·sser e tra i primi a seguire ql1esta vja. L 'operazion e si pt1ò fare in t1n tempo e si pre ta bene si n per la resezioi1e cl1e ].)er l 'amputazione. g importante la posizioi1e: ci soi10 dispositivi co1ne quelli di Kirschn er ; l 'Q. ha ltsato il ban chetto di Eg·idi ch e si è din1ostrato ])erfettamente adatto. L 'incisio11e va fatta dalla punta del coccig·e all'ano poi diYisa a Y ii1 modo da scoprire l a facci~ posteriore del sacro. Viene r e·seca Lo i ~ sacro a li Yello (lella linea di Bardenheur . L 'imporla11t e è di scollare bene la fa scia p elYica e legare Ja . aerale media e l 'emorroidaria su. periore. Si scolla tul lo Yer so l 'avanti, poi si apre il periton eo, si abba sa il si gma e se n ece sario si rilega ]a 111e e1rlerica i11Ieriore. Il resto d ell 'operazione si co111pie con1e i1elJa . $ ~1 crale. Se si fa l 'amputazione i:> facile fare 111 t ano ·sacra l e o cl1i11clere il n'lon con e e iare lln a no defini Livo iliaco. Pure la r esezion e n ei ca11cri alti è un n1etodo ottimo pere hè con ser1 le ci i eseg·l1irla f acil111ente. L'anasto1nosi Ya fatta 1)referibilmente con invag inazione. Crede cl1e que·s ta via dal punto rl1 vista operatorio r appresenti la Lec nica preferibile e h a Yoluto raccomandarla ai colleghi p er un 'es11erienza più Jarga. BUFALINI (La Spezia) . -
Roentgent erapia preoper atori(}) nei tu11iori rena.li. Riferisce su cti un
caso di tumore renal e gjt1dicato inoperabile in un prin10 intervento , ed asportato felicen1ente in t1n secondo interYento, dopo la R oentgen1 erapia che prod11cendo clegenerGzioni massive ha dim i11uito il \ olu111e del l t1111or P e lo 11 a r eso 11iù fa,.cilmenle rr1obilizznbil e. O. l\1ARRONr (Ro111 a) . - Espo11e i risulta li ottent1 ti col suo 111etodo di cura , già illu·strato in altri congre si, 11el tratta111enl o d elle coxiti e sponòiliti. Da qt1esta esposjz io11e, emer gono due serie cli fa1 li: ,1) 1) Ripristino delle fu11 zioni nrlicolari dove 11011 ia g ià avve11uta l 'a11cl1il osi per ritardo n el 1rat ta1nen lo . 2) Rccalcifica1. ione (}elle ossa, con scon1parsa <lello s tat o osleo-alrofico car a tter i tico. 3) P e rsis len za della g u arigi on e a di·stan za di lu11go periodo di anni. 4) Notevole st ato· di miglioramento e guarig io11e a distanza cli altre lesi oni.
D) 1) 11 trattan1e11 lo di ques1e forme non d evi a · dal tratta1nento t1salo p er altre sedi. 2) Limitazione o solt1 ta <lell 'im111obili zzazion e e del tiraggio, sol o ai casi i11 cui ia n ecessario corr egger e posizioni vizi ate. 3) La cura solare e marina neve servire com e semplice cura « arliuYan tis » ed avere . 1in1 it~zion e di t empo onde evitare con·seg11enze sp1acevo]1. 4) Non appena c i sia sco111parsa del dolo.re e l e condizioni g·enerali lo per111etlano, l 'organismo deYe u scire dallo st ato di iin m obilil à, onde favor jre il riacquisto della fun zio11alità a rti col ~ re.
rANNO XLII, Nul\r. 50J
~po s laine11to
tern1i110-lalera1e dei fraJn1n enti, c11rato cruentemente inediante l 'asportazione di tutto il 1noncon e urossi1r1ale costituito dalla testa • omerale distaccat a e dalle schegge ossee di pertinenza del collo chirurg ico. STOPPATO, BA STAT , DoGLIOTTI (Firenze). -
Ulteriori osservazioni 1iella p aratiroidectomia n el morbo Bu'erg er. Con 7Jreserilazione di malati. Co-
n1unica quattro casi di inorbo di Buerger curati con paraliroideclomia r eale e fisio]ogica. ,S i è avuLo i11 tutti buoni effe lli immedia ti e tre d ei casi riferiti perdurano da parecchi mesi. L 'ultimo caso è stalo operato ·solo da un mese.
qHI~ROLAN~A (Napoli) . - La cura chi rurgi ca deLle le sion.i tardzv~. d~ P.araffi11a (c? n · proiez;oni). L O. illustra 1 cr1ter1 e la tecnica ch e eg·li seau e 5 nella ct1ra chir11rgica dei paraffinomi. Parla dei paraffinomi d el volto con ecutivi alla jntroduzio11e dj paraffina a scop o di corre7ione este tica e della t ecnica che egli -segu e per evitar e deformità di cicatrici . Si ò iffo11de poi a trattar e «ltre locali zzaz io11i, ,le ingt1ino-scrotali, qt1elle p eriarti colari, e quell e sopra ! tutto d ella gamba e d el pied e. Descrive l a tecnica élegli epithelial-Inlay, cl1e egli h a trasp ort a la dalla cura delle d eformità facciali , propo$la da Esser, a q1t1e1la d elle vaste 1)erdile di · sost anza degli arti . 'Ne 111 e1 le in rilievo 1t1ll a l 'importanza pratica. Con nun1erose J)roiezioni 1'( >. rlà la d ocun1enl nz ion e del st10 a·ssl1nlo. 1
TARANTINO (P erug ia). -
La ren zionr al lu ale dei
1;quidi arti colari ;n vari e for111e rli artropali e. .___
L 'O. h a praticato ri cer che Sl1lla r eazio11e attuale dei liqt1idi articolari in a.r tro1)atic di natura traumatica ed infettiva. Le modificazioni d ella r eazione attual e osservat e i11 lulli i ca i, secondo l 'O. , non <lebbono essere interpretate come tin fenomeno difensiYO attuato d all 'organisino ma come il risullalo cli processi svariati inerenti al fatto pntolo-· g ico. MASTROSTl\IONE (Napoli). - Perita. da purita e taglio del p eirica.r dio. - L 'O. co1nt1nica un caso occor ogli in pratica ospedaliera cii un g ioYane ventenne con frri ta da nt1nta e tag lj o al IV spazio intercostale s inistro penetrante -in cavità che, per l 'in·sieme impressionante dei sintomi, richiese un rapido interve11to . Praticato un sufficiente sportello costale si dovè co11statare trattarsi dj una ferita del solo pericardio che si ·suturò al cat gut . Il decorso pos loperatorio è sta lo sen za i11cidenti. La g·uarig ione çon1plela. L 'O. prende 1 occasione per . fare alcune onsiderazioni sia stilla òiagnosi r.he sul} 'intervento.
-ell 'ultima seduta d el Congresso furono proiettate numerose pellicole cinerr1 ntog rafich e di operazioni pra ticat e dai proff. R. Pao1ucci (Bologna), E. Angeletti (Bolog na), Sa11venero-Rosselli (l\fj]ano), Lembo (NapoJj) . A · ~ede del pro·s imo Congresso è s tat a fissata llo111a. TJEO ~Iil ano) . - Ri[Jrodii zione riel /a l esta onieI t e1ni a1l 'Ordi11e del g·iorno so110: rale d i staccata da trauma e c11 irurgi carnente aspor1) Fratture rlella colo11n.a vertebrale (r e1a lori : tata. i e po11gono le r ag·ioni ann lo111 i ch e fisiologiche e patologiche di un caso, climo trat o raproff. Don a li e A11to11ucci); ent e , cli ri.Q"e11erazione della t esf ta on1e(lioaraficam 2) Chirurg ia dei n ervi cranici (r elatori : proff. o ...., . rale destra con ripri tino perfetto d ella unzione . Fasiani e Dog liotti) ; della spall a , in u11 bimbo di 4 anni ch e , investito 3) Nefriti e nefro .. i (r el a tore: ])TOf. Mingazzini) da un 'au lon1obile aYeva riportato il cli"1acco d ella t e-sta dell 'on1ero per frat lura co111pleta . endoarti- i11 co111nne con la Socielà di Medicina Interna . P . VALDO 1. colarc all a ro1n n1i11u ln del rnllo cl1 irurg 1ro e forte
[AXNO XLII, J\ul\I. t)O]
APPUNTI
SEZIONE PRATICA
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PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA. Sulla fragilità abnorme delle ossa. lFuss (A rcli. K lin . Chir., vol . 182, pag·. 425, 1935) ha osservato un caso tipico con sclere l>lu. otosclerosi e che ave\'a a' uto i1un1ero.-c' f1·atture patologich e, tutte però ror1 olidate in Jì'1o do nor111ale. La car a I t·eristica radiologica h ra1)1JresenLata da u11a corticale n1o lto sottile, tia u11a au111entat a traspare11za dell 'osso. La struttura della spongia ·a , tra1111c cli·e n ei ca i 111olt o g ravi, è con servata ·e le e1)i fì i so110 norrrJa li. P er quanto rig·uarda la genesi. la teoria p iù .accettata ·è quella cl1e ammette una lJar ticolare n1inorazione del tessuto m esen el1in1ale, 1'ipot e~ i dj alter azio11i delle gla11dol e a secr ezione int e~·na è n1 eno accc1ta. La d iag110 i differcn.ziale va posta con la osleo1nalac ia e la raclli tide e p er i q11adri (..aral.teri tici di questa affe.zion e, non è diilicilc. Ancl1e la n ess11na e m-cacia. di qualsiasi cura n ei casi di frag·ili tà dc1le ossa h a valore discr iminante deci· o n ei ca i in cui si possa r es tare in duhbio. Fuss crede che perfettamen te analoga al! 'affezion e di cui descrive i l caso ·ia l 'osteogen esi imperfeLta cJ1 e si differenzierebbe essenzi·aJ111ente perch è le alLer azioni ossee sj stabilireb·l)ero durante la vita intrau Lerina. In so tegno di questa ipotesi riferisce 3 cas i osservati in -cui la madre è un Lipi co esempio di frag ili tà d elle ossa, il figlio (22 a.) di osteogen esi i1n 1}erfetta , la figli.a (20 a.) ha i caratteri dell 'una e dell'altra malattia. Qu esti casi sono inter es·an ti anc11 e perchè n1olto raram·ente esiston o -casi di osteoge11esi ch e siano arrivati· a clà .adulta. P. VAL DONI . Studio cr itico sull'osteop ecilia. G. Berll.· (Bo/,lell. e Atli Accad. Lancisian,a, 1935, n. 1) riferisce su un caso d i osteopecili a,
in cui c'er ano 11elle varie ossa zone di iper opa.cjzzazion.e sen za rarefazioni ossee, ma solo 11.or e opacità in toto dell e ossa inter essate. Da un e an1e della letteratura il Bertè conclude cl1e la n1alattia ba in sorgen za giovanile e sul principio le zon·e iperopacizzate h anno dissemi.nazio11e i11odesta e sono sempre acco1npagnaL·e da din1inuit.a densità di opacizznzione d ell e n1etafìsi ed epifisi delle o a tubulari senza alterazione cl '.aspetto dell a costituzio11e ossea. Ci so110 poi alcu11i casi i.n cui si associano tnrefazioni ch e danno .all 'osso un aspetto b·u-cl1erellato. Secondo '.Bertè, poichè in radiogran1n1i Sll C· ceE-si'ri le chiazze di osteopecili a rimango110 immutate inentre aumentano l~ alterazion i di tipo lJeriostit.ico ipertrofizzante iperplastjro, ritiene ch e sul proce o cronicis imo di osteopecilia si o\.·rappone un proce so di osteoperiostite iperplastica.
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L 'osleopecilia costituisce una di.n1 i11uzione <li resiste11za del tessuto osseo e crea la dispof'izion e ad a ffcz io11i successive del sistema sc11eletrico (periostiti , ecc.) o dipende anch e essa da uri 'aiterazione trofica di orig i11 c paraLiroidea i' Dal l 'e arr1 e dei casi pubblicati · ri::::1 dta cl1e 1tei sogg·etti a tasso calcico b·asso o 11or1nal€ 11 011 esi to110 rarefazioni o see, ch e invece si JJ rd111 0 in .·ogge ll i a ta ~o calcico elerato . Seco1tdo il Bertè in un 1)rin10 per iodo . _ i ha i J>OJ't1nzion e ,g J1 ia n dolare con i poca)re1nia ·ed an1n enlo del taS$O calcico nelle ossa , e in. un srco11do perìodo iperfunzio11r paratiroidea co11 iiier calcernia . · Il determini rno causale diretto (lell 'osteo11ecilia deve ricercarsi i.n piccole emor ragie i11 trao teali (n ell e for111e di osteopecilia a chiaz~e) e n ell 'isch e111ia contint1,a tiva segn1 en tari'a d.'origin e n eL1ro,ra a1e (n ella for111 a a lri·e). R. T_, SEN \ . Un caso di n1orbo di Paget con sarcon1i multipli delle ossa.
I\.icì1bock e -.el ka (Br. J3eit·, z. ],~/in. Chir., v. lu2, · 11. 246, 1935) co111unicano u11 raro ed interessante caso; un malato di 47 a11ni , affet to da tube1·colosi poln,1onare, presentava una cleromalacia multipla dello srl1eletro. L'e&'l· rn e radiologico dimostrava 11011 solta11to le usuali alterazioni ossee del morbo di Pag·et, ma anct1e multipli I un1ori O$Sej; qu,e·sti erano im l)iantati s11lla s uperfì.cie esterna dell 'osso, sen za distrugger e ques1o, ed erano fortem ente ossificati: cc sarcom i seconclari parosta1 i n. J lu1r1ori erano in i1u111 cro di al1ll (' l1 0 t111 a do1,zin a, it1 a1)parcnza ori O'in ati indipcnde11ter11 e11Le gli urti dag·li altri. Es i aveva1to prodotto n1etastasi n1ultiple, in i}arte n egli orga11i intern i. in parte nelle o5sa, di diversa grandezza, sen111re fort en1ente ossificate. L 'au topsia co11ferr11ò i reperti clinici e radiologici. P. STEF,\ NINr. Le fratture dell' '' eminentia intercondyloidea ,,. L(J fratture c.le1ll:e.i.c. no11 apparten.g·o110 alle rarità : e bjsog11a pensarvi irt presenza di lesio11i tr.aumaticl\e del ginoccl1io. G11~zicl1 .A... (Br. Beit . .z. [\l iti. c:liir., V . 161 . 11. +59 , 193'5) ne ri porl.a 6 ca i osservati 11ella JJa (~ li11ica Cl1ir. di Buda1)e~ t . J_,a di.ag·110 i elini ca non è fa cile; .-:- e,g-ni quasi cos Lanti $Ono il for lr dolore i11111ro vv jso al n1on1ento del I rnuma , l 'i111possjbili.là di caricar e l 'arto le o . Il ginorcl1io è r ·teso e llOJt può ' 1enir fle . o artche se 11on e 'è ver . _ a11te11lo. Segno oara tteri stico è i I h·locco che talora n o11 si può riùt1rre cl1e in narcosi . Talor a la fr<:1ttura dell 'e. i . c. è acco111parnat.a dé.l roltura dei legan1enli crociati o distacco del J11e11isco. La radiogr.afìa pcrn1ette la diagnosi di sict1rezza; 1'A. co n siglirl la rncl i oµ- rafia
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2500
« IL POLI CLI NI CO »
jn 2 vroiezioni a g·inoccbio fle so; n1entre 11a sfidu cia ìn tuLLi i i11ezzi di contr asto intraarti colari . La prog11osi è buona, seppure queste frati ure g uariscano di regola con I.a formazion e dì una :µseudo-artrosi. La teoria adottata d.a ll 'A. è stata una 1issazio11e, a .ginocchio s8miflesso con stecca ges .. ~ata poste:r:iore, di breve durata seguita da precoce mobilizzazione e massaggio. Interventi J\on sono necessari se non per asportare fran1111e1tti lilicri . Il risultato funziona le fu sempre buono. P. STEFANINI.
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La osteoto1uia della fib11ln già consolidata a scopo i.r:. di cura nella ritardata consolidazione della tibia. H. Reigel·e (La Chiru.rg. Org. di M ovini.,
fase. 1, vol. XXI, 1933) ricorda com·e in 11101te fratture co111plete di gamba , il perone consolida inolto prin1a dell a tibia. Ciò si o erva più frequenten1ente da quando tali fratture ,·anno curat.e co11 la trazion·e o" ea transcl1elètrica , poich è per errore, lale trazione va sp i11ta oltre il 11ecessario cau sar1do u11a diastasi nei monconi tibiali ch e n1anca nei monconi perorteali a ca usa della n1aggiore re. istic nza paraossale di quest'osso. . Il p~ron·e consolidato fa da stecca ed in1ped1sce èhe durante la deambulazione il carico a~sia l e, stin1olo specifi co per ]e gt1arig ioni d elle fratture di gamba , e e-r citi il suo valore r11r.at]vo s11lla frattura tibiale.. Riporta 2 casi osservati a Vienna 11ell 'Isti tuto d·el fan1oso Bohler , in cui la pseudoartrosi guarì dopo l'osteotomia della fibula con soli data , cui segui apparecchi o arnbulatorc tipo '.l3ohler e Ja prescrizio11e di 4 kn1. di marcia al • giorno. Ancl1e io 110 p0 Lt1to g uarire co11 tale metodo 11na grave pset1doartro ..·i cli gan1ba seguìta a frattura di gamba esposta in c11i il p ero11 e era ron o1ida to , i11 e 11 l r e i 1 call o tibiale er a completamente fib·r oso. Quando la pseudoart rosi 11on 11 a la gen esi su descritta, l 'A. ricorda cl1e, n ell 'Istituto di Bohler .. i u a co11 s u cce~so la i)erforazionc alla 1'3eck in ede di pseu·doart.rosi. A pro1)osito ricordo ch e il prof. Ale sand ri ha lo scorso an11 0 ap1)li cato co11 succ.esso la per [orazione alla Beck in t1na grave pseudoartro .. i di ga111 ba. R. GRA s o·. J,a f'in estrn r.apsulttre n elle OJ>E'razioni sul g-inoc· chi o.
Mandi (Delilsch . z. Chir. , marzo 1934) osserva ch e il versan1ento postoperatorio è uno de.gli inconvenien Li costanti delle operazioni sulla articolazione del gin occhio. Nel 35 ~6 dei casi il pern1anere di tale versamento a .. . compita . , e' una causa guarigione 01)eralor1a d i ritardo di ri pre a funzionale tale da a iustif.icare i vari provvedih1enti terapeutici tentati (massaggio, pu11tura). L,A. ha a dottato in 66 < n~ i il 1)rotedi111r nt o scgt1 c11te: Trave r~o la
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i11cisio11e da artroto1•1ia v iene afferrato con un IZ.len1me::: a denti acuti la sinoviale della borsa so ttoquadricipitale. Qui11di si estro[lette la si11oviale e si praticano due incisioni una med~ale .e un~ latera!e. Quindi si chiude. 1D opo 2 giorni dall operazione si fanno fare m ovimenti.. g innastici. In questo modo , traverso la breccia e le comunicazioni vascolari e linfatiche della regione circostante, si ·provoca un rapido svuotam en Lo dell'essudato o transudato ch e si vada formando. R~centemente nel corso di due anni l'A. ha praticato 42 .a rtroton1i·e : i11 10 non praticò fi nestre , in 32 sì. Mentre su 32 e-a si si presentò solo 4 volte un versam ento. Nei 10 casi non fe nestrati , 10 vol~e.. L 'A. aggiunge un.a sua critica sulle varie i11cisioni da artrotomia e insiste sulla preferibilità delle due piccole incisioni lateralmente al lrg. i)atellare. Ar.no CALÒ.
SEMEIOTICA Il significato della piu1·ia nei bambini. A. B. Hepler e R. T. Scott (Journ. ame.r. m.ed. assoc ., 17 agosto 1935) osservano ch e i
pediatri te11dono a valutare l 'importanza dell.a piuria nei bambini sulla ba$e quantitativa e ad ami:i-1ett~re .ch e poche celJ11le di pus sono normali od indican o una contaminazione, mentre un.a grande quantità indica un 'infezion e od una malattia del tra tto urinario. Finora non sono stati fatti studi sistematici in materia; dall'esame di 694 bambini fatto durante 9 mesi , g li AA. concludono come segue: 1) Per u11a diagnosi di malattia urinaria nei bambini, è n ecessario il c;at eterisrno; il 99 % di 692 bambini aveva pus nell'urina raccolta dal ' raso, mentre soltanto il 13 % n e aveva in quella raccolta col cateter e. 2) La quantità di pus nell 'urina prelevata col ca tetere non indica affatto la gravità della malattia. In 24 bambini con malattia urinari.a accertata, ·vi erano le st esse lesioni , pur avendosi conteggi vari.abili da 1 cellula a 20 per campo. Ne 50 % dei bambini con malattia urinaria acce.ttata, alcuni dei quali con lesioni avanzate· e con infezione grave la quantità de) p us er a inferiore a quella considerata con1e normale. 3) Il considerare la piuria persistente o ricorrente come un criterio per uno studio renale com pleto porta spesso ad un lavoro inutil e, poich è nel 37 % d ei bambini che si trova,rano in tali condizioni n on vi erano segni di m alattia urinaria. Parecchie volte le lesioni ostruenti' erano silenti e .la presenza di poche cellule di pus era la sola indicazione del processo patolog·ico. Comu11que, è 1neglio il J)fatir are degli esam i inutili che il lasciarsi sfugg ire d ei processi nor1 pienan1ente i)alesi. l) l\1olte lesioni urologich e nei bambini so110 i1 enti: oltanto in 10 dei 26 bambini con 111a-
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SEZIONE PRATICA
1attie del traLto urinario vi era110 sintomi subhiettivi riferibili al tratto urinario ; gli altri lG furono scoperti per la presenza di piuria. 5) Le complicazioni urinarie nei bambini con tubercolosi osteo-articolare, non sono frequenti e la prolungata permanenza negli apparecchi non tende a favorire la stasi urinaria, }'infezione e la formazione di calcoli. 6) Nella d etern1inazione d el tipo di micro· -0rganismo, i risultati o ttenuti con _lo striscio, hanno concordato nel 92 % con quelli avuti n1ediante la coltura . fi l.
MEDICINA SOCIALE Gli insuccessi dell'ostet1·icia operati1'"a a domicilio e la prognosi materna e fetale. A. Chi111enti (Clini ca (Jsletrica, agosto 1935) fa rilevare i p ericoli ch e posson o derivare dal1·assistenz.a osi·etrica a domicilio , basando i ~ull 'osservazione di 13'6 partorienti ch e a do111icilio avevano subJ.to degli interve nti sen za su ccesso, sicch è dovettero essere ricoverate i11 (~ linic a . Q'Uivi, la n1ortalità è stata forte, arrivando quella materna all '8 % ·e quella fetale a l 79 5 <j'~. L ' A. n e conclude ch e l 'assis te11za ostetrica a domic ilio va ristretta in limiti molto circoscritti. Il problema è indubbiamente importante e le co11clusio11i d ell ' A. sono pienamente giustificate sebbene i dati rappresentino solo una fHlrte della verità , in quanto ch e la statistica d ell 'i-\ . co111prende soltanto i casi disgraziati , m e ntre non possono figurarvi quelli in eui l 'intervento ha avuto un buon esito e c he avrcl)ller o abbassato l e p er centuali d ella r11ortalità. Ad ogni 1nodo, l 'A. ha fatto bene a prospettare la questione e sopr a t t utto a riport are l 'ab·bo11dante casistica ch e serve mirabiJn1ente da eserr1pio . C·erto si rimane meravigliati al legger e che su 38 presentazioni di spalla in fruttuosamente trattate si sia ricor so soll a11to una volta alla narcosi e che si siano fall e in preced enza delle iniezioni di pituit.rina. La l ettura del ]a,roro d ell ' A. è quindi. rr1olto interessan~e e i struttiva ed il p ratico potrà da essa apprender e più ch e d allo studio di qualche capitolo di un trattato perch è l ;a mn1aestramento balza dalla viva cronaca d ei fatti (come accade per la « Rubrica degli errori n d ello s tesso periodico). L'assisten za ostetrica a domi cilio non può evitarsi ; ·vi sono m igliaia di paesi in cui non \'e n e può essere altra ed il medico condotto d eve dedicarvisi con seria coscienza, apprezzando quanto possano valere le su e forze : « qu.id ·valeanl hu1neri qu-id ferre recusent n e c.hiamando ten1pestivan1ente il soccor so di p er sona capace. In tal modo , egli potrà valida1nen te contribuire alla salvezza di due vite ed ;il problema demog rafico . fil. J
1
MEDICINA SCIENTIFICA Infezione permanente da ultravirus tubercolare ; effetti sulla gestazione e sulla prole. ~"'. Arloing e A. Dufourt (Acad. de l'r1 édecin.et, Parigi , 19 n ovembre 1935) hanno ce rcato ùi r ecare u11 cor1trib·uto allo studio deg li e ffetti d ell 'infezione permar.1.ente da ultra' jrus tubercolare sulla gestazione. Essi h anno, a tale scopo , utilizzato il m etodo del prof. SaJtélr elli dr Ro111a, introducendo n ella cavità peri loneale di cavie fen1mine d ei sacch etti di collodio riernpiti di filtra ti di coltur e di tuberco losi umana isolate di r ecente. Dopo di ch e Je femmin e venivano collocate insi·eme a i Jnaschi . Dalle esp erien ze d egli AA. è risultato ch e la coltura i11 vivo dell'ultravirus tubercolare in sacch e tti di Sanarelli , conferma la diver sità degli e fEetti p·a tol og ici prO\'Ocat i' a second a d ella loro rispettiva virulen za, dalle iniezioni dirette di filtrati sull e femmine in gest az ione e sui lo ro proùotti. Così , ì filtrali poco attivi pern1 etton o ch e la gestazione si svolga in modo norma],e e d arìch e i neonati si sviluppano normalm ente. Con filtrati di virulen za intermedia i e ffet l ua b en sì la feconda zione ed anch e la gest.azion e arriva a t ern1ine; ma i n·eonati rimangono ipotrofi ci e fini scono per soccombere in uno stato di d enutrizione progressiva com r quella presentata dai neonat i di m adri tuber colotich e (Couvelaire). Infine, i filtrati molto attivi possono ost acolar.e ~a fecondazione o produrre ~'aborto. det ermi11ando 11na ca ch essia progr essiva e J11ortale. M. P . 1
VARIA Lett11ra a libro assente. Al! 'Is tituto di ~ledi'cina leg·ale di Riga (LettoJJia) è stato recenteme11te studiato il caso di una b·an1bina di 10 anni considerata con1 e tardiva la quale ripet e a d alta \1 oce il testo di llfL lib·r o cl1e vien e letto mentalmente da una persona cl1e si trova nella stessa stanza, ma Jontan a da e . a . fil .
PUBBLICAZIONJ PERVENUTECI. E.
Facteurs ph) siologiques et psychologiqu. es de la p r édisposition aux accidentes. Pt1bblica tions du « Travail hum ain », Serie A, n. 2, P arigi. I~ elazione al P arlamento sull'andam ento dell'E11te Autonomo p er l'Acquedotto Pugliese. Soc. ScHREIDER.
1
Editrice Tipografica , Bari, 1935. L.
Soldati e poeti della m edicina - Ton1maso Mancioli. - Tip. Zamperini e ·L orenzini , D ' A;',IBRA .
Roma, 193·5. A. Lol\1BARDr. Co~tituzi. o ne deliguenziale. lardi, Milano , 1935.
F. Val-
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« IL POLlCLJNICO »
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NELLA VITA PROFESSIONALE. AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Norme per l'accer tamento della potabilità delle sorgenti per gli acquedotti urbani e rurali. Il ~1ii1istero dell 'I11ter110 ha rilevato che non sen1pre, per la ulilizzazione clelle acque a scopo potabile, si procede a ql1ella successione d'accertamenti necessari per condurre, nel piii breve tempo e col n1inor~ dispendio, al voluto giudizio sulla quaittità e qualità dell 'acqua destinata aò alimenlare gli acquedotli urbani e rurali. Per tanto esso l1a di spos to che le ~refelture assicurino, in occasione della con1pilazio11e dei progetti relativi, che le indagini s i volga110 nell 'ordii1e seguente : 1) al j)rogetlo di mas·sima deYe necessa riamente su ccedere il controllo del Genio civile; 2) esaurito questo accertamento, in possesso della relazione del Genio civ1le e, dopo attuate le · opere preliminari alla scaturigine, il medico provinciale procederà all'ispezione della zona imbrifera e della scaturigine ai fini igienici e preleverà i carnpioni per gli esami batteriologici e chimici. Su questi campioni farà gli esami richiesti per il giudizio profilattico e stenderà la relativa rela. z1one. Ii1 J)Os:es o di que·s ta relazion e, il inedico provii1cia] e co1ìcl uderà sulla potabilità o meno dell 'acqua in esa1ne, 1notivandola con i rilievi fatti clura11Le l ·ispezione della zona imbrifera e della sorgen le e con quelli forniti dalla relazione del Genio ciYìle e deciderà sulla necessità o meno della (( zona di prolezione )) e della sua ampiezza.
Cronaca del movimento professionale. Consiglio Nazionale del Sindacato Fascista dei Medici. Si è riu11ilo a Ro111a il Consiglio Nazionale del Sindacalo Fascista i\iiedici. .Sono intervenuti tre rappresentanti per ogni provincia, fra i quali le più alle 11otabililà della scienza n1edica. Alla seduta inaugurale il Sottosegretario alle Corporazioni on. Lantini l1a tenuto, applauditissimo, il di·scorso inaugurale inton ato all 'orlierna situazione pe~ cui il lavoro dei medici potrà svolgersi attj vis simo e proficuo in ogni centro p er la difesa e la reazione contro le sanzioni. Notevoli i discorsi del direttore 1.lella Sanità pubblica Petragnani e del egre tario :l'a zionale del Sindacato Fascisti Medici on. ~1orelli, la cui relazione ha su scitato viYissi1ne approvazio11i. Dei lavori daremo un resoconto nel prossiino nun1ero.
CONCORSI. PosT1
VACANTI .
OvrNooLr (Aquila). - Questo Comui1e (Stazione estiva ed invernale di prim'ordine) cerca un ~~ dico p er tre mesi. ~1olto probabilmente il se~v1z10 si i1rol11ngherà ancora di più. Scrivere subito a quel Podestà.
llAVENNA.
Consorzio
Prov.
A n/il ubercolare.
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Scad. 31 ger1n., ore lf); direttore della Sez. Dispen~ar~ala di Lugo; L. 9000 e 5 quadrienni dee.; e· tà 111nite 40 anni al 20 nov.; docum. a 3 nlesi dalla stessa dala; lassa L. 50. Chiedere annunzio.
NOTIZIE DIV E R S E Ambulanze nell' A. O. 1. Ha ragg iunto una località molto avanzata della i1ostra zona di operazioni .la grande ambulanza chirurgica orga11izzata dalla Clinica di Bolo·g na e ~iretta dalla medaglia d'oro prof. Raffaele Paolucci. E; formata dai una trentina di tende. L 'ambulanza è automontata e al suo trasporto provvedono 12 g·randi autoveicoli e due rimorchi. In poche ore può es~ere smontata ed a 48 ore dall 'arrivo sul posto è in grado di funzionare. Ha tre tende per operaaioni, dotate di speciali pavimenti e pareti, co!l ampie finestre di vetri; ed a mantenere nell 'i11terno delle sale la temperatura al grado necessario, provvede uno speciale impianto di termosifoni. L 'autoambulanza p·r oduce da sè l'energia e1ettrica per l'illuminazione per jl g·abinetto radiologico ecc. ùna innovazione geniale, che è frutto dell 'esperienza della guerra mondiale, è ]a creazione dj una piccola ambulanza, montata su un solo autoveicolo, che può seguire le t.r11ppe fin dove vi è U·nche una semplice traccia di strada segnata dai carri armati e di tende d 'operazioni di prima lir1ea, ]e qnali, someggiate, posso110 stare a breve clj stanza dalle pattuglie di avanguardia. Quf: sta organizzaa:ìone è stata ispjrata al concetto di continuità nel! 'indirizzo terapeutico. Il ferito, avute le prime cure e, se necessario , operato sotto la ie11da, appena le sue condizioni lo consentono viene trasportato alla piccola amb11lanza e da queta a.Jl 'ambulanza. Tutti i medici - 13 chirurghi e 3 radiologhi (l gl 'infermieri, ap·p arlengono alla clinica di Bologna e ·sono volontari, a cominciare dal direttore.
••• Con il piroscafo cc Colo1nbo )> è partito il 26 110vornbre per l ' Africa ~ Orientale l 'Ospedale da campo 185 (Eritrea) agli ordini del camerata on. prof. G. A. Chiurco. Il personale è composto di 8 ufficiaJi medici ~ di 74 militari, scelti dal direttore, tutti volontari. Fanno parte dell 'Ospedale specialisti di radiologia, n1eaicina interna, batt~riol~gia, chimica-farmacia, ed una completa organizzazione gcien tifica. PrimélJ della partenza i n1edici de~l 'un.ità. sa11i~ taria so110 stati ricevuti da S. A. R. 11 ~1ncipe di Piemonte, al quale l 'o.n. ~iurco ha fatto omagg·io di una sua pubblicazione.
Per il problema dell'ali mentazione. Co11 recente (( Foglio di . disposizioni )> il Segretario del Partito ba disposto: Agli effetti di u11a J'azionale r evisione del prohle1na rlell 'ali111en tazione, per ade?uarl? al:a .produzione !1azionale e ai più recenti e. sicuri r1s~J t ati scientifici, tev1sione che l 'assedi~ e~on<;>m1co l>erpetrato ai nostri danni ren~de. oggi più imperio a, ho nominalo una Co111m1ssio:ie, da. me p~e: . icdu La, col con1pi lo particolare d1 fornire detil1
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S.EZ I ONE P RATICA
orie11tamenti ì.n len1a di alì111e11lèlzìone cort pro<.i ot ti nazio11ali. A far p arle clella Con1missione ho chiamato i segu enti camerali: S. E. Filippo Bot tazzi, S. E. Dante De Bla·si , on. El1ge11io More1li , on . Giuseppe 1'allarico, on. Sabato Visco. La Comm1 ss)on e ha, già con cretato i primi risul tati i11 diverse no te di carattere divt1lgativo e in alcuni suggerime11~i praticj che, sta1n1Jati · i11 appositi opuscoli, sara11no trasn1essi alle organizzazioni m edich e e sa11itarie per !)opportuna propag"J1da. La (~omn1issione h a preso in esa1ne i hisog1ti della nostra popolazione e la produzion e n azion ale di alimenti ed è giunta ad una prima conclu·sio11e rassic'Qrante: la produzione 11azionale di alimen ti, se attenlament e e sapientemente utilizzata, può essere sufficie11te a coprire i nostri bisog·ni alimentari. La Commissione ha affrontato l 'esame delle quantità di alin1enti che occorrono a<l. ogni italiano adulto e, dalle sue indagini, ha tratto la co11clusione ch e una razione energetica cii tre1n ila calorie al g iorno sia sufficiente.
Onoranze al sen. Devoto. All 'Istituto d ella Clinica d el J_,a,:oro di Mila110 si è svolta, un 'au st era e co111n1ovente cerimonia in occa·sione del1 'abbandono dell 'insegnamen to, per 1 aggiu11ti ]imi ti di e tà, del sen. prof. Lt1igi De,·oto, e della prolusio11e d el prof. Luigi Preti ch e g·li succede i1ell 'in segnan1eto e ne1la direzione d ella Clinica. Parlaro110 jl prof. Galeazzi , preside d ella Facolt à di medicina , anche in rappre·sentanza del r ettore prof. Pepere, e il preside della Provincia, ing. Belloni. Quindi il prof. Luigi Preti, successo.re a Luigi Devoto nella cattedra e, n ella direzione della Clinica, svolse la su a prolusio11e ·sul tema: « Medicina del lavoro e Carla del lavoro » . Il prof. sen. Devoto, dopo aver rin gr aziato j l Ministro per avergli dato a su ccessore il dott . Luigi Preti, su o discepolo e aiuto, ·si diffonde a parlare della efficacia sociale dello· studio delle malri ttie d el lavoro! Annuncia ch e a San Colombano al Lambro sta sor gendo l 'Istituto Carta del La.:voro N. 2, ch e al pari d ell 'Istituto Carta del l.avoru N. 1, di Salice, fun zionerà come con valesce11ziario d ei dimessi dalla Clinica e com e ca:r:npo di studi ancora più ampi e benefi ci, e sul! 'etiologia e . sulla profilassi delle malattie professionali, e quindi a tutto vantaggio delle classi lavor atrici e d ella prosperità n azionale. Chiude salutando il Duce e annunciando ch e la gr ande medaglia d ,oro Salvi, di cui i lavoratori milane·si vollero insignire la Clinica del Lavoro, è stata. dor,.ata alla Patria. - Infine l 'ing. Belloni, preside della Provi11cia e vice-presidente d egli Istituti clinici di perfezionan1ento, h a comunicato di aver proposto alle superiori gerarchi e di intitolare la cli11ica stes·sa al nome del Devoto. Comme1norazione dei proff. Pestalozzn. e Fichera. Per i11izia tiYa dell a Lega Italia11a per la lotta contro il ca11cro ed il R. Istituto Regina Elena di l\oma , una solenne commemorazione d ei proff. sen . E. Pestalozza e G. Fich era h a avuto luogo il 5 dice1nbre nell 'aula del R. Istituto Regina Elen a, via]e Regina ~Iargherita 291 . Hanno parlato il prof. Albert o Pepere e il pro~. Paolo Gaifami, r ievocando rispettivamente le figur e d ei ctu e gra11di scomparsi .
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Inaugurazione della Scuola l\ledica Ospedaliera di. Roma. Il 4 dice111bre, al Policlinico « U1nberto T » è stato ii1au g·t1rat o il 11u0Yo a11no scolastico cl~ll a S~·uola Medica Ospedalier a di Roma, alla prese11za d1 numerosi clinici e ospj ta1ieri (Alessandri Alessan~rir~i .~:' 1?-n t?n elli, Bastianelli R. , Big11ami, Busi, l~g1d1 , Galli, Marg·arl1cci, Pende Pontano Sebastia11i ed altri) e largo stuolo di m ~ciici e stu~ d enti. La ·scu ola è stata inaugurata dal prof. Carducci ; il prof. T. Lucherini ha tenuto per l 'occasione·, un 'app1 audilissi1na conferen za sull 'argomento·: cc Problen1i e comn1e11ti .i11 1em a di iperte11sjo11e étrte riosa essen ziale ».
Un po'
d0Vl1uqu~.
La Facoltà di 'Niedici11a e Cbirt1rgia d ell 'U11iYersità d i l\apoli riu11itasi il 25 11ovenibre, su pro-}.)Ost a. d g} preside prof. Leo11ardo Domi11ici, h a Y01ato u11 ordine d el g-iorno, n el qt1ale, dopo avere e~pressa la su a d evota ammirazione al Duce, prot esta co11tro << I 'esperimento >> ch e le Nazioni più ricche Yogliono fare con ]e sa11zioni ai danni del] 'Italia e afferma di voler svolgere, nella ,S cuola e nella Vita, opera inte;i1sa per il rifiuto della produzion e straniera. Si è aclu11ata la Cor1)orazione della Chimica, al ~1inistero cl elle Corporazio11 i, e tra altri proble111i 11a preso 1arg·a111ente in esame quello dell 'indu -. stria farn1aceu lica , allo scopo di potenziar e il }) TO- . dotto italia110. La Con1111issaria minis teriale del Si11dacato n azion ale fascista delle infermiere diplomate ed as~ sistenti sanitarie ha r ivolto un appéllo alle assi~tenti saJlila rie, affinch è esse ·si faccia110 iniziatrici= di una Yasta ca1npag11a teoTico-pratica in favore dei cc cibi disprezzati ». Esse cer ch eranno di orga .... i1izzare ovunqt1e piccoli corsi di cucina pOJ)Ola.r e in cu i si inseg11i il modo migliore per la prepara-1ione dei cibi italiani insufficientemente ditfu§i , m a; d i allo r endimento in calorie. Dove questo I l On si potrà fa.re, le assis tenti sanitarie es pliche-r ann o opera di persuasione i1ell'jn terno d elle fa1niglie. I giorna1i recano ch e due medici italiani del1'Ufficio sanitari o clel porto di Alessandria, che rappresentavano il Portogallo e la ,Spagna nel Con-siglio degli ispett ori sanitari portuari, si son o di1nessi da tale carica per protestare contro l 'applicazio11e delle san zioni effettuata da delti ~aesi contro l 'Italia. Un fu11zionario del R. Con solato d 'I talia a Palra sso, dol l. Mentore Giuliet ti, trente11nc , di padre italiano e 1nadre greca, si è sot toposto ad un 'operazione per e·ssere abilitato a pres tare ~er ''izio 1nili tare nell 'A. O.; purtroppo l 'esito è st a·t o infausto: egli ha fatto sacrifizio della vit a alla Patria. 11 prof. Sergio Voronoff, ospite dell ,Itali~ , ha diretto u na 11 obilissima letter a al Prefetto- di Imper ia per la resist enza contro le sanzioni ed a tale scopo ha donato un chilogra1nmo d 'oro . La Lega internazio113,le dell_~ Società del1~ Croce Rossa si era messa in rapporto con le CrQCI Rosse clell 'Italia e dell'Etiopia, per offrire la su a opera con scopi unioan1ente un1anitarì. La Croce Rossa .Italiana. h a rispo to di essere in grado di fron legg1are ·
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t';llle le eventualità. L'azione della Lega sì è q1uind1 concentrata ·sull 'Etiopia. Formazioni sanitarie ·sono state inviate nell 'Etìopia dalle Croci Rosse della Gran Bretagna, Svezia, Olanda e Finlandia· il Giappone e la Lettonia hanno inviato molto m~te riale sanita.r io; donazioni vengono raccolte negli S tati ~niti , Belgio, Grecia, Romania, Spag·na, Jugoslavia e U. R. ,S. S. Una missione, che ha sede in Addis Abebà ed è composta di un membro della 'Segr eteria della Leg·a e di lln cl1irl1rgo ·svizzero, t enta di coordinare queste at tività. sbar cato a Berbera l 'ospedale da campo della Croce Rossa britannica diretto in Etiopia. Esso è composto di sedici autocarri per servizio d 'ambulan za e trasporto di materiali: è completamente -eq,u ipaggiato con tende, ap1)arecchi chirurgici ecc. La spedi zio n e si recherà a Dessiè p er prestare servizio nelle retroYie del fronte tigrino. Una ·spedizion e della Croce Rossa egiziana si .re-ch er à nell 'Ogaden. Ha avuto luog·o alla prese11za del! 'on. Lantini la pri1na riunio11e del nuovo Consiglio di amminis trazione dell a Federazione Nazionale Fascis ta de]le Casse ~Iu I ue di malattia dell 'inòl1stria. Nell 'Aula Magn a della. Società dj Neurologia di Parigi il prof. Gaetano Bosc.l1i di Ferrara h a illustrato, il 6 dicembre, alla presenza dei più noti neuro·l ogi fran cesi - tra cui Pierre Marie, Henri Claud e, Crou lo n, Guillain ecc. -- il su o me todo per la cura di malat tie croniche del sistema nervo o che si accompagnano a par ali·si (sclerosi a placche, p ar alisi bulbare cronica progressiva ecc.). I i prof. Boschi, cui è stato porto l 'au gurale saluto da parte. del prof. André Barbé, presidente della Socie tà, J1a esposto i dettagli del metodo curativo, illustr r.11doli con proiezioni cinematografiche. Gli fu tributata una calorosa ovazione, pecialmente nll 'accenno della solidarietà degli intellettuali fran ('c>Si contro ]e jnigue sJ.nzioni . Il prof. L. D'Amato ha t enu1o la prolusione al corso di clinica medica nella R. Univer sità di Napoli trattando jl tema : << ·L 'ora attl1ale della m e•d irina interna >>. È
. Il prof. Angelo Signorelli h a tenuto la prolu s1one al cor so di sem eiotica m edica nella R. UniYer sità di Roma trattando il tema: « La semeiotica, branca fond amentale della m edicina pratica ». Ali '« Istituto per le malattie tumorali » di Ber Uno è stata a·ssegnata la somma annua di 50.000 marchi, destinata a ricerche scientifiche. B stato ina11gurato ad Avana (Cuba), t1n ospedale municipale infantile di 120 letti. Unn rivi st a n1ensile sarà pubblicata dal corpo medico del1'ospedale. CARLO R1cHET, una delle magg'iori illus lrazio11i clella medicina, scompa.r e in età di 85 anni. Al suo nome sono legate due fondamentali scoperte: I 'anafilassi e la sieroterapia (egli precedette di due anni Behring nella con cezione e nel primo tentativo di attuazione). Vanno an ch e ricordati i suoi laYori sul calore animale, sull 'eredità ed i car él!tteri acquisiti e la pratica d ella zomoterapia. Spi1ito universal~. fu anche un letterato ed un poet a. Dell 'illustre fisiologo diremo più ampiamente in . un prossimo numero . ~ morto a Torino in età di 83 anni il prof. Bo-
GRAZIADEr, che per oltre un quarantenrtio fu medico prima.rio in quell'Ospedale Mauri• zia no. l'iAVENTUE\A
Le malattie infettive in Italia. Nume r o dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi). Denunzie dall '11 novembre al J 7 novembre: Morbillo 197 (1189); Scarlattina 269 (685); Pertosse 74 (193); Varicella 107 (222); Vaiuolo e vaiuoloide -
(- ); Febbr e tifoidea 388 (688); Infezioni pa:atifich e 76 (120); Febbre ondulante 18 (21) ; Dissenteria 10 (11) ; Difterite e cr oup 343 (717); Meningite cereb.ro-·spinale epidemica 7 (7); Poliomielite anteriore acuta 15 (20) ; Encefalite letargica - (-); Anchilostomiasi 8 (9); Rabbia: morsicature di animali rabbici o sospetti 46 (63), dichiarata . 1 (1); Pustola maligna 28 (30).
Indice alfabetico per materie. ~·1rqua :
•
norme per l 'accertam ento della
potabilità . . . . . . . • . . . . . . . Pag. 2504 Acqua potabile.: protezione nelle case . » 2461 Append ici te nei Yecchi . . . . . . . . . >> 2466 Bibliografia . . . . . . . . . . . . . » 2477 Cancro del colon ad inizio alipico . . » 2469
Chirurgia. comunicazioni varie . . . . . Cronaca del moviniento p r ofessionale . Dern1at ologja e n eurologia . . . . . . . 'Fratture della gamba : reinte.rven to . . . Fratture dell' « e:qiinentia intercondyloidea » . • • . . • . . . . . . . . . . Ginoccl1io : operazione . . . . . . . . . . Itleri: reazione di Kleìn all'ist amina p er la diagnosi . . . . . . . . . . . . . . Itteri : reazioni cutan ee p er la diagnosi
»
2492
>>
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2504 2470
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2500
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2499
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2500
» »
2462 2461
·Leucemia: complicazioni midollari .. · Mediastino-pericarditi croniche . . . . · !'viorbo dì Paget con sarcomi multipli delle ossa . . . . . . . . . . . · Neuro-anemie . . . . . . . . . . . . . · Ossa : fragilit~ abnorme . . . . . Osteopecilia . . . . . . . · . . · · · · · . . . -Ostetricia operativa a domicilio Piuria n ei b ambini : significat o . . . Racl1ianestesia: profilérssi e cur a della ipotensione . . . . . · · · · · · · · · · Sl1 ggestione sperime11tale . . . . . . . . l Jlceri gastro-duodenali: epa to- ed amidoacidoterapia . . . . . . . . . . . . . Ultravirus tubercolare : effetti sulla gestazione e sulla prole . . ~ . . . . . .
Pag. 2475 ))
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2450 2476
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Diritti di preprietà riservati. - Non a consenttta la ristamfJa di lat1ori fJubblicati nel Poliolinioo se non an sepaec> M 111ton.tzazjone scritta dalla f'edazione. E ~ la 1>ubblicatione di sunti di essi senza citame la fonte.
C.
FBUGONI,
A. Pozzi, resp.
Red . capo
floma · Stab. Tipo-Lit. Armani di M. C»urrier.
Anno XLII
Nnm. 51
Roma, 23 Dicembre 1935-XIV
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''
PERIODICO DI MEDICINA, CHIRURGIA E IGIENE
fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE
P e r 1'a:n..:n..o 1936.
Ai Medici Italiani, '' IL POLICLINICO, , entra col 1936 nel suo 43° anno di attività e si sente sorretto
dall'adesione dei medici, di ogni gerarchia e grado, al suo programma, che è ad i1n tenzpo scientifico e pratico. Quest'anno una passione infinitame11te dolce e potente ci anima e cioè il proposito di altamente potenziare tutto ciò che è nostro spiritualmente e materialmente. Nostra è intanto la dignità di pensiero perchè, indipendenti, noi perseguiamo i nostri alti ideali e i nostri giusti destini. Nostra è la forza che ha illuminato animatrice tanti problemi biologici e ci fa oggi çssere una scuola non più ad altre asservita; nostra la nuova bella produzione medica italiana che ci ha liberati dalla letteratura straniera; nostra la forte attrezzatura industria/e per la quale medici Italiani oggi possono e devono curare con medicamenti italiani. In questa calda atmosfera di affermazione e di tenace lavoro e di fermi propositi che animano tutti i medici Italiani, ' ' IL POLICLINICO ,, in serisce il suo la voro di aggiornamento, di potenziamento, e di elevazione. D'aggiornamento perchè senza servilismi di pensiero i medici italiani tuttavia ti1tto conoscono di ciò che la scienza inte rnazionale prodttce ; di potenziamento perchè tutlociò che è nostro come forza spirit11ale e come azione materiale sia conosciuto e valorizzato; di elevazione perchè il medico Italiano attraverso la nostra opera completi e affini ap· profondendola la sua coltu~a. Abbiamo detto il medico, µerch è ''IL POLICLINICO,, si dirige indistintamente a tutti: ai chirurghi (Sezione Chirurgica), come ai medici internisti e tra questi sia a coloro che hanno indiritzo di studi<> e di ricerca (Sezione Medica) che a chi vive le esigenze e le responsabilità della vita pratica (Sezione Pratica); in quest'ultima anche tutti i problemi medico·legali, professionali e sindacali che riguardano l'interesse del medico sa.ranno svolti e trattati con sempre maggiore largh ezza ed estensione; sospesa temporaneamente la pubblicazione del « Diritto Sanitari o», per doverosa considerazione di contingenti esigenze, la rubrica giuridica del ''POLICLINICO ,, sarà ampliata e perfezionata in modo che corrisponda, sia pure sinteticamente ma compiutamente, agli stessi scopi della trattazione specializzata. Il medico ha nella vita fisica e spirituale della Nazione .un alto posto e un grande com .. pita e noi vogliamo adeguare la nostra azione alle maggiori esigenze e necessità del/' ora. ''IL POLICLINICO,, continuerà a fare opera di scienza, di pratica e di italianità : e come diana spirituale della sua attività per il ! 936 rivolge i caldi palpiti del suo pensiero ai medici che oggi dividona coi nostri meravigliosi soldati opera, fatica e gloria. LA
REDAZIONE
250!
t< IL .POL 1 CLI~ICO
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Abbonamenti al '' Policlinico ,, per l'anno 1936: Singoli: ( 1) Alla sola sezione pratica (settimanale). L. \ l·Q ) Alla sola sezione medica (menalle). L. ( 1-b) Alla sota sezione chirurgica (mensile) L.
Cumulativi: 1talla E•taro 58.80 L. 100 (2) Alle due sezioni (pratica f 11edlca) . . . • L. 100 L. 150 50 L. 60 (3) Alle due sezioni (pratica" chirurgica) . •• L. 100 L. 150 50 - · L. 60 ( 4) Alle tre sezioni (pratica, medica e chirurgica) L. 125 L. 80 Italia
Estero
L;.:;;=--~ reghia1110 i Signori
Abbonati di provvedere per il 1936 01ide evitare iTiterruzioni o irregolarità 1iie può essere effettuato nel modo più semplice cunto corrente postale N. 1/5945, Roma, usando il
con sollecitudine al RINNOVO DEGLI ABBONAMENTI nel l'invio dei fascicoli. Il pagamento in Italia e sue Coloed economico v ersando la somma all'U ffìcio di Posta nel Bollettino qui a11,nesso.
COMUNICATO PER L'ANNO ·1936 Portian10 a conoscenza dei lettori ch e allo scopo di svolgere un'attività concorde più decisa e meglio di tribuita ed offrire alla cla se medica la possibilità di seguire a convenienti condizioni quanto di meglio si vien e pubblicando in Italia, un accordo si è stabilito fra i tre più importanti settimanali medici: IL POLICLINICO · LA RIFORMA MEDICA • MINER\7A MEDICA (P. R. M.) p er il quale ai l ettori sono offerti i seguenti principali vantaggi : _ L ' ahbc.narnento cun1ulativo ai tre settimanali insieme è stabilito in L. 1 5 O compl essive. Gli abbonati ai tre periodici (cumulativamente o singolarmente) potranno ricevere in abbonamento, a prezzi ridotti, l e in1portanti riviste off~te dalle rispettive amministrazioni ed avranno diritto allo sconto d el 10 9~ su tutti i libri ·editi dal groppo giornalistico P. R. :M. suddetto. I vantaggi di tale accordo sono evidenti e lo saranno maggiormente in seguito per i lettori, per i periodici e p er il progresso della stampa medica italiana stessa. I l ettori si gioveranno delle condizioni sempre più convenienti che derivano dalla possibilità di econo1nie ch e, alla loro vol ta, i p eriodjci possono realizzare associando i loro sforzi ed il loro lavoro. La produzione cie,ntifìca, orientandosi ver so l e tre grandi pubblicazioni, sarà sicuramente e rapidamente ~ eg11ita ed apprezzata in I talia ed all'Estero, evitando di essere dispersa e dimenticata in pubblicazioni
.
.
11111101'1.
Le idee e l e iniziative n el campo medico, l e questioni più importanti, la difesa del nostro patrimonio rulturale dj sporranno, da oggi ìn poi, di tre diffusi e autorevoli organi, concordi e associati, diretti da . pC'r-onalità fra l e più illustri della medicina italiana. L'organizzazione sci entifica e giornalistica dei tre periodici arà potenziata dalla unione dei loro sforzi, n on più sovrapposti o divergenti, ma diretti ver so la comune mèta del progress<> delle pubblicazioni. I 111edici italiani vorranno mostrare la loro simpatia per questa iniziativa, che riunisce i principali e spon enti dell'attività scientifica n elle aie regioni italian e : settentrional e, centrale e meridionale, affrettand.:> i·in vio della loro adesione all'abbonamento globale ai tre settimanali 1nedici che, completandosi a vicenda, r o1npletan o anche la rultur a d ei loro lettori. L' AM1\i1'INISTRAZIONE DEL « POLICLINICO >> .
Abbonamento GLOBALE annuo per il 1936 ai periodici SETTIM.AN ALI IL 'POLICLINICO (Sezione Pratica) .. LA RIFORMA MEDICA - MINERVA MEDICA L' importo dell'abbonamento gl obale ai tre periodi ci settin1anali in L. 1 5 O può essere inviato. ad una qualsi asi d elle tre An1n1inistrazioni e può ·essere pagato anch e in dpe rate uguali di L. 7 5' una anticipata e l 'altra entro il 30 giu gno p. v. N . B . - L ' importo dell' abbona1nerito isolato, ossia di abboriamento a qualurique dei tre settimanali che 11 01i venga assitnto globalmente nella qui surnenzioruita combi1ia~ione va in vece inviato 11 el suo normale prezz•>, cr:111 e
!1el 1935, alla rispetti va Aniministrazion.e.
Abbonamento
annuo
a
prezzo ridotto pel
1936
Ar PERIODICI MENSILI
EDITI DAL ·GRUPPO GIORNALISTICO P. R . M. Italia Est ero AR CHIVIO PER LE CIEN ZE MEDICHE . ( 1nen~ ile l L . 144 in~ece di L. 160 L . 180 invece di L. 200 C UORE E CIRCOLAZlONE . . . . . . . (mensile) » 36 ->> >> >> 40 » 55 >> » » 60 GIOR NALE DI BATTER IOLOGIA . . ( mensile) )) 90 )) » >> 100 » 18Ò » » » 200 IL DERl\l'OS.IFILO GRAFO . . . . . {men sile) )) 46 >> » » 50 » 65 >> » » 70 IL POLICLINICO (Sf'zione Medi ca) . . . . (mensile) >> 45 >J >> » 50 » 55 » >> >> 60 TL POLICLINICO l czione Chirurgica) . . . ( men sile) » 45 » >> >> 50 » 55 » » » 60 IL ' TAL AL,, A (Ri i stn d i Otc--Rino-Laringoiatria) (men sile) 'J 45 >> » » 50 >> 65 » >> » 70 L A CLINI CA OS1T ETRICA . . . . . . . . . (men ile) )) 36 >> » >> 40 » 55 » » >> 60 l.J \ GI ECOLOGIA . . . . . . . . . (men ile'! >> 55 >> )) » 60 » 90 » » » 100 Rl,ìI TA ITALIANA DI TERAPIA . . . . (mensile) >> 35 >> >> >> 40 >> 55 » » » 60 L ' in1porto dell'abbonamento a . prezzo ridotto ai pe riodici m en ili qui sopra elencati concessi a gli abbonati al « Policlinico », va diretto alla nostra Amn1inis trazione. L ' EDITORE DEL « POLICLINICO » T .TJT~T POZZT_ Via Si ~tina . 14 • ROMA
.. SEZlONE PRATICA .
Sommari/ degli ultimi Numeri del offerti dal ''
2òOn
1935 dei periodici del gruppo giornalistico P. R. M .
Policlinico ,, prezzo
ridotto, come da comunicat o stampato qui di fron te :
LA C1'INICA. OSTETRICA
CUORE E CIR.COLAZIONE
Rivista mensile dfretta da PAOLO GA.IF.A.l\11 Clinico ostetrico-ginecologo della R. u·niversità di Iton1a
Periodico naensile diretto dal prof. CESARE FRUGONI Clinico medico d i Pv0ma
Il Nwmero 12 (Dicembre 1935) contiene: Lavori originali . V. MARZETIJ: Prove funzionali dell'ap-
para.tò res.pira.torio in gravidanza. Fatti e documenti : O. VIANA: Gravidanza tubarica doppia unilaterale in nullipa1·a . .La rubrica degli errori : S. ROBERTO: Emoperitoneo da rottur;L s pontanea d i vena uterina in una gravidanza ottimestre. Terapia : E . MARCHESE : La terapi a calcio-chii:tinica nelle flogosi dell'ap,par~to genitale fem min ile. La rubrica med ico-legale : V. MATERA: In tema d i dia·gnosi di a,borto pregresso. Pt·oblemi sociali : P. GAIFAMI: La tutela della madre in funziione della sanità della stirpe. Dalle Riviste: Ostetricia : Diabete e gravidanza. -
L 'encefalite ps icosica aicuta puerperale. - Sulle modifica.. zioni della mucosa del collo dell'1utero durante la g1·a,.. Yidanza, il parto ed il puerperio. -- Cinecologia : Il trattamento chirurgico del catncro dei genitali femminili. - Disfunzioni mestruali nelle psicosj. - Complicazioni nell a radiu.mte1·apia dei carcinomi g inecologici. - Pediatria : Periostite ossificante traumatica del neonato. - Sul trattamento dei disturbi del l'espiro nei prer...1.atu ri, mediante insuffl azione d iretta di ossigeno nello stomaco. Note di terapia : La t rasfusione sanguigna in ostPtrici a e .g inecologia. .Note di biologia : Agglutinine nel sangue d ella mad re .e dei bambino, nel latte della madre e nel sangue placentare. - Scarlattina e inestruazione. Con trib'l.1to al p!.'oùlema. dei rapporti fra scarlattina e influenze ormoniche. Commenti e proposte : P. GAJPAMi: Lo stato g iuridico delle Sc'l.iole Ostetriche. V ari età. - Notizie. Abbonamento annuo : Italia L. 40; Estero L . U n n umer o sepa rato L. 6. Numero di saggio gratis a richiesta
60. ...._
Capo Redattori : Pr of. O. PEZ ZI, Mil ano - P r of. G. :MELDOLESI. Rorua
Il Numero 12 (Dicembre 1935) contiene: Lavori originali : I. - A. RUBINO: Dimostrazione speri-
mentale di b locco di emergenza per arresto dello stimolo a ll 'uscita dal nodo del seno. - II. - I. R1zz1 : Su di una cor l a tendinea attraversante l'ostio dell'aorta. - III. - O. MANZINI: Stùla patogenesi dell a dilatazione del troin co comune della arteria polmonare nella stenosi pura, acquisita dell'orifizio arterioso di dest ra. con con t r ibuto allo studio della cosidetta « end ocardite 'POl:iiposa » d el cuore destro. - IV. - G. BARBÈRA : Doppio tono cru rale e insufificien za polmonare. I periodici specializzati. - Ari:hives des maladies du creur, des vaisseaux et du sang. D . ROUTIER et J. VAN HEERSWYNGHELS: Il tum ore di .g aloptpo. Studio f onocardiografico. - C.
RACHON et G. MUSZKA'J'ENBLIT:
Vibrazione atriale. Zeitschrif t f. Kreislaufforschung. K. WEZLER : L'elasticità delle arterie in funzione dell'età e dello stato della parete m u scolare. - M . HOCHREIN : La dia.gnosi e la terapia della pericardite adesiva .
Tra le riviste ed i congressi : STARR LAMPSON R. : Inda-
gine quaintitativa s ulla vasocostrizione indotta dal fUJID.O. GEORGES MASCHOL, P. SOULIÉ e OH. GRUPPER: Modificazioni elettrocardiografiche nel com.a diabetico .per coll·a sso cardiaco. - P. OCCHIONI: Tratta.mento di elezionP- della tachicardia parossistica totale.
40: Ester o L. 60. numero separato L. 6 .
Abbonamento annuo : I talia L . Un
Numero di saggio gratis a richiesta
1 mportante a leggersi : . AVVERTENZA : Inviando per l'abbonamento del 1936 a « La Clinica Ostetrica 11 L. 6 5 anzichè L. 4 O, si riceveranno i Numeri che usciranno dal Gennaio al. Dic embre del 1936, più si riceverà subiti> il volume dì p agg. Xll-544 : << LEZIONI E CONVERSAZIONI OSTE· TRICO·GINECOLOCICHE » (P rof. P. GAIFAMI). In commercio al prezzo di L. 5 O Coloro che invieranno complessive L. 9 5, oltre quanto è qui sopra indicato, riceveranno anche il volume : LA BLENORRAGIA NELLA DONNA. (Prof. O. VIANA). Manuale ad uso dei medici pratioi. Prefazione del proo. P. L . BOSELLINI. Vol. d i p a.gg. XII-456, con 22
figure nel test0 e 7 su tre tavol e a colori. fuori testo. In commercio al prezzo di L. 5 8
Importante a leggersi: 1• Avvertenza : Inviando per l'abbonamento del 1936 a CUORE E CIRCOLAZIONE L. 80 , anzichè L . 40, si riceveranno i Numeri ohe u sciranno dal Gennaio al Dicembre del 1936, .più si i·iceverà s ubito il vol'll!me di pa,gine VIIT-606, con 46 figure nel testo: LEZION I DI CLINI· CA MEDICA (Prof. OESARE FRUGONI). Prezzo L. 60. Coloro ch e inviera nno con1plessive L. 1 2 O , oltre a q ua nto è di sopra indica to r i cever anno anche il vo· l u me di pagg. XX-256, con 45 il lustrazioni nel testo: TROMAS LEWIS: LE MALATTl E DEL CUORE. In com&n ercio al prezzo di L. 4 5
2ò06
<< IL POLICLil'iI CO
''IL POLICLINICO
''
[AxNo XLII,
»
'' IL POLICLINICO,,
SEZIONE MEDICA l Mensile )
diretta dal prof. CESARE FRUCONI. Il Nu.mero 12 (1o Dicembre 1935) contien e: LAVORI ORICINALI : Adria na MUSSAFIA - Osservazi-oni sulle reazioni con· secutive a tonsillectomia. Modificazioni della velocità di sedimentazione. - Bronchiectasie e tubercolosi polGiuseppe DADDI monare. - Melanoma primitivo del fegato l)ino MARIOTTI di probabile origine simpa· ti ca, - Terapia alcalina ed equilibrio Armen io CASINI acido basico nell'ulcera gastro· duodenale ed in altre affezioni gastriche. , Prezzo del Numero l. 6
~u~r .
51)
SEZIONE CHIRURfilCA (mensile)
diretta dal prof. ROBERTO ALESSANDRI
I l Numero 12 (15 Djcembre 1935) contiene: LAVORI
·~
ORICINALI :
An t onino BONACQOl{SI -
Un caso di cisti multiple del mesentere a vario e-Onte· nuto, simulante una peri· tonite circoscritta appendi· citi ca. Ca rlo CARLI - Su Ile affezioni rare del si· sterna linfatico : " le lin· fangectasie » , P ietro V ALDONI - 11 rene ipoplasic-0. ;a· Prezzo del Numero L. 6
Abbonamento annuo a11a Stzlone Medica: Italia L. 50. • Estero L. 60 Se cumulativo con la Sezione Prat i ca : Italia L. 1 O O, Estero L . 1 5 O; se cumulativo con l a Sezione Pratica. e con la Sezione Chirurgica: Italia L. 1 2 5: Estero L. 1 80.
Abbonamento annuo alla Sezione Chirurgica: Italia L. 50. • Estero L. 60 Se cuimulativo con la Sezione Pratica: Italia L. 1 O O, Estero L. 1 5 O; se cumulativo con la Sezio ne Pra· tica e con la Sezione Medica : Ita l ia Lire 1 2 5, Estero L. 1 80.
Numero di saggio gratis a richiesta
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RIVIS'l'.A ME~SILE DT OTO-RJNO-L.A RTN<i O.JATRIA fondata da CUCLIELMO BILANCIONI Il Numero 11 (Novembre 1935) contiene: tale del mas cellare superiore con esito letale. - Osteomielite necrosa nte del mascellare superiore in ra.pOsservazioni di clinica : I . - E. BoRGHESAN : Colest eatoma porto al tifo addominale. ·- Le artriti deformanti delestradurale e ascesso cer ebrale otogeno con sindrome 1'articolazione temp oro...mandibol are. - La carie denoculo-simpatica. - II. - B. Rl!JVÉSZ: Sulla via fronto· taria in r a pporto a lla costituzione morfologica nelponto-cerebellare. l'età puberale. - Correlazione fra il comportamento Raccolta di fatti : R. GRASSO: Ferita dell a carotide codel pia.no orbitale di Simon e l 'angolo facciale, l'inmune; doppia allacciatura ; guarigione. d ice cranico e l'indice rf a cciale sUiperiore. - ConsideDiscussioni : A. PATRONI : Sulle lesioni vasomotorie delr azioni su di un caso di etmoidite con complicazione l ' apparat o vestibolare. Un ca so di sindrome di Méorbitaria in aimmalato di otit e media purulenta acuta nière. con p a resi del facciale. - Contributo alla conoscenza ~ Q . Recensioni : Cont ributo allo s tudio dell'a t rofia cerebeldei tti.mori 1naligni del i·eticolo-endotel io del cavo ora- ~ Q.;> lare con ipertonia a tipo p a rkinsonia no. - Sui rap.....Q le. Esiti lontani del tra t t ament o roentgenterapico ~ porti tra l'insufficienza res piratoria nasale e la tudei t umori eella ri. - R.ilievi craniometrici sugli ade- ;... bercolos i p olmonare. - Un m edicamento ad azione noidei. - Oon siderazioni clin iche e medico-sociali sul ~ ~ specifica su tutte l e malattie infian1matorie dell.a gengozzo-cretinis m o ende-mico. ;.... ~ giva e d ella mucosa buccale ? - La cellulia. - Sulla La nota storica : G. BlLANCIONI ( t) : Ant onio Pacchioni. ~ ...penet razioue di una r a dice dentari a n el seno mascelNotizie e questìoni. •.... -; lare. - Palatoschisi e sua Cllra ~birurgica. - E siti ~ rJ.) estetici in chirurgi a oto-rino-laringoiatrica . - Sui tumori dei mascellari di origine dentaria . - Le localizImportante a leggersi: zazioni orali dell'infezione tubercolare. - Un caso di t umore misto della glandola sotton1a scellare. - Con19 Avvertenza : Inviando p er l'a bbonamento del 1936 t ributo alla conoscenza delle scialo-adeniti acute dei a IL VALSALVA L. 9 5, anzichè L. 5 O, si r iceveranno latt anti. - A.g ranulocitoRi con lesioni stoma to-f a ringoi Numeri ohe u sciranno dal Gennaio al Dicembre del esofag ee. - Necrosi superficiale dell'emilabbro destro 1936, pii'1 si riceverà subito il volume di pag.g . 446, con 2e9 figure nel t es to, delle quali 17 in tricromia: COM· secondaria ad anestesia tronculare. - Le ga ngrene orali n egli adult i. - Profi lassi dell'adenoidismo. PENDIO DI CHIRURCIA OTO·RINO·LARINCOLOCICA Sull a pratica della broncografia . - Osteit e acuta t o· (Prof. G. FERRERI). In commercio al prezzo di L. 5 8 Abbonamento annuo: Italia L . 5 O: Estero L. 7 O. Un numero separ ato L . 6. N Numero di saggio gratis a richiesta 'GIGI
IL VALS.A.L VA
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Altre Riviste, non di nostra edizione, concesse in abbonamento \iumulativo con ''IL POLICLINICO,, pel 1936 RI-VISTA. DI ~ALAR OLOGIA Periodico m ensil e diretto d al prof. G . Sanarelli REDAITORE CAPO:
Dorr. L. VERNEY
Organo Ufficia~e della « Società per gli Studi della Malaria
»
Il periodico diviso 1n due parti. La 1a parte (Archivio) cons ta di sei fascicoli, destinati ai lav:>r i orig inali ed alle relazioni. La :&a. parle (1lassegna) risulta p ure di sei fascicoli, destinati alle recensio11i (sintetiche ed analitiche) ed alle informazioni varie (atti ufficiali, notizie). Abboname nto a nnuo: Italia L . 50, Et>tero L. 90. Per gli a ssociatj al « Policlinico » : Italia L. 45, Estero L. 85.
ANNALI D'IGIENE Pubblicazione mensile diretta dal prof. G. Sanarelli REDATTORE CAPO:
Dorr. L. VERNEY
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e: Il periodico accoglie memorie originali, studi riassuntivi. questioni del giorno e una copiosa rubrica di recen= ..-""-~ sioni, che rispecchiano tutto il movimento igienico · internazionale; I eca informazioni di legislazione, amministrazi0ne ,e= .... e giurisprudenza sanicaria e notizie v arie. bi) == ,.Q
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Abbonamento a nnuo: Italia L. 6 O, Estero L. 1 O O. Per gl i associaci .li « Policlinic'> »: Italia L. 5 5 1 Estero L. 9 5. Ai me· d ici condon i associati a l « Policlinico » gli « Annali d'Igiene 11 sono offerti al prezzo .ii favore di L . 50, ma per ottenere ciò essi dovr anno rivolgers i esclusivam ente alla nostra Amministrazione e più precisamente al Signor LUIG{ POZZI, in via Sistina, r4. Roma . Inv ia re Va glia Pos tale o { hèqut> Bancario all'editore LUIGI Pozzi, via Sistina
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oopurP presso l'Ufficio Postale Succursale diciotto, ROMA.
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ANNO XLII
Roma, 23 Dicembre 1935 - XIV
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fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO
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SEZIONE PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.
CESARE FRU.GO NI
Clinico Medico di Roma
SOMMARIO. Note e contributi : O. l\{ag'lgia: Considerazioni sul la neural·g ia sciatica cosidetta essenziale e suo trattamento. o sservazioni cliniche: G. Scollo: Gli ascessi freddi della parete toracica di origine sta,filococci ca. Sunti e rassegne : PROBLEMI D'ATTUALlTÀ: Hi Gina e M. Wassmt1nd: Sull'infezione focale. - SISTEMA NERVOSO: J. Abadie: Etiologia generale dell 'epilessia .comune. G. Riddoch: Il trattamento della meningite. - T 1s10. LOGIA: G. Pennetti: La crisi e m ocl asica da, iriforn imento e la crisi emoclasica da tubercolina in corso di pneu.moterapia nella tubercolosi <p01JID.onare. Divagazi-o ni : T. Oliaro: La cur a della. goE,or r ea e della « presbiopia accidentale n secondo Marat.
Cenni bibl iogra fici. Accademie, Società Mediche, Congressi : XIV Congresso della Società Italiana di Urologia. Qhirurgica di P~via.
Società Medico·
NOTE E CONTRIBUTI D ' lvREA · SEz. Prof. \7. DE - BENEDE'l'T I
OSPEDALE CIVILE
MEDI CINA
Consider azioni sulla nenralgia sciatica co· sidetta essenziale e suo trattaIU.ento per il dott.
O TT ORINO .NIAGGIA ,
assistente.
Se diamo uno sguardo alla terapia della Neuralgia sciatica, noi vedi.amo che in essa è stata ed è tuttora sperimentata una gra n·d e varietà di meto·di irnprontati , ora all 'empirismo, sia popolare che medico, ora a conoscenze più o mer10 scientifiche; tale varietà che si estende c.l::tlle punture di fuoco alle cure fisiche seco11do Jacquerod, dall 'ap·p licazione di unguenti e cerotti fino alla elettro e radi.oterap•i a, dalle i;1iezioni di sostanze analgesico-iperemii zzanti alla terapia proteinica e colloido·c lasica, dalla cre11oterapia agli interventi. chirurgici, n1entre da t1n lato denota la grande frequenza con cui questo cor11plesso sintomatico si riscontra , cla altro canto n e pone in ril ievo J.a difficolà della cura, diffico)tà cl1e i11 gr~n 1)arte dev'essere ascritta ali 'incerta conoscenza della sua etiopa-
Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Stan. chezza ed ipoepatia. - Le lesioni viscerali della .f eb· bll'e melitense: l'epatite melitococcica. - Il dolore lom. bare destro nelle affezioni vescicolari. - Sul valore del son·d aggio diuodenale per la diagnosi di cisti d 'echi· nooocco ruperto nelle vie biliari. - Contribu.to allo studio dei tumori mesenchimali della cistifellea. Rottura S'J)Onta.nea del coledoco. - 'Le iniezioni di lipasi epatica nella cura delle cirrooi ascitogene. MEDICINA SClENTIFICA: Sull'etiologia dell'ittero catarrale. - POSTA DEGLI ABBONATI. - V ARIA. Nella vita professiona le : Cron aca del movimento prof essionale. - Concorsi. - Nomine, promozion i ed onorificenze.
Notizie diverse. Indice alfa betico per ma t er ie.
Logenesi e in parte a11che a non ben circostanziate diagnosi di forma e di decor so. A ·p rescindere dall 'uso di quei m etodi ch e si possono con1prendere sotto la denominazione di reflessoterapia o di psicoterapia, do·b biamo a111mettE,re che fra gli innumerevoli metodi in uso, molti effettivan1ente presentano una reale effi cacia, purch·è scelti dopo debita valutazione d·el singolo caso. Bisogna quindi - trovandoci di fronte a casi di sciati ca - cer car·e di arrivare, p1er quanto ci è possibile, a diagnosi di v.arietà, di sede, di decorso , e cer care i probabili moventi etiopatogenetici, perchè solo così si potrà sperare un buon esito della cura , associan.do alle cure sintomatiche, eventuali cure causali. Nell 'Ospedale di Ivrea, ho avuto negli ultimi anni una disc;reta casistica in i11erito che mi i>ermette di trarre alcune considerazioni in ))arte non del tutto 11 uo,re, ma, credo, sempre di attualità. Dinanzi ad u11 caso di dolori irradiantisi lungo il decorso dello sciatico, occorre stabilire se il dolore non si.a generato per irradiazione da fo colai di vicinanza più o meno stretta al decorso dello sciatico o delle sue radici, corri<:: tu111ori o processi .infi am n1atori dP1 1)ic-
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colo baci110, della 111u colatura degli arti inferiori , o da affezioni delJ 1apparato sch eletrico dell 'arto Cl)lpito, come il « n1alum coxae senilis n oppure il piede piatto. Accertato ch e il dolorP. trae effettivamente origine da cause ch e colpi sc.:ono il nervo , necessiterà conoscer e se si Lratti di una forma sintomatica o di una forma essenziale, intende11do per sintomatich e quelle i11 c ui è i1ossihiile svelare una lesione ch e h a colpito il sist ema nervoso ce·n trale o periferico o i suoi involucri (en cefalo-mielite, meningiti, processi produttivi a carico del siste1oa nervoso centrale, dei componenti d el n ervo periferico, ·delle meningi, malformazioni, traumi , })rocessi osteo-articolari, tumori della colonna) c011 consegu enza di compressione, stiramento o comunque irritazione d ello sciatico 0 delle su e radici, e per.. essenziali quelle farin e in cui noi in vece non possiamo rilevare una ca usa organica con i nostri metodi di indagine. Io credo , però, ch e si debba ritenere Gon1c errata la con cezione che ]a sciatica esse!1zi.a le sia una malattia idiopatica ser1za sub·s tra to anatomìco. Foresitier e Sicatrd in 11.-rancia, col nome di « n evrodocite » hanno indicato uno stato morboso dei canali vertebrali di coniugazione attraversati, n el nostro caso, da lla 5a. radice lombare , 1, 2, S, 4 sacrale, a cui si dovr ebbe far risalire una gran parte dei casi di scia tica cosidetta esse,n zial e, concezione che fu sostenuta in Italia dal Putti con ar gom entazio11i anaton10-radiologiche e clinich e; a11ch e il De-[l3enede tti ha raccolto . . dati ch e n1ili tano in favore di questa tesi : l 1inizio sotto forma di 101nb·a ggine con do19ri 101nb·o sacrali (sciatica alta), diffusione progressiva alle natich e, alla faccia posteriore della coscia ed infine alla gamba ed al piede (s<;iatica totale) è un fatto ·d i osservazione con1une in moltissin1i casi di sciatica essenziale. · Una difficoltà i1on facilniente superabile sarà lo stabilire se la sciatica sia o no di origi11e neuritica. Le opinioni su questo p·u nto sono ancora molto discordi. Alcuni autori (W. Alex8nder, Toby Cohn) riten gono ch e Lutte le forme di sciatica essenziale altro non sieno ch e manifestazioni di una neurite. ·C erto, un limite n etto non si può - fra le due forme - stabilire e si deve aminettere che fra di esse esistono notevoli rapporti. Sono de·SGritLi numerosi casi di nevraligie sciatiche essenziali associat.e ad affezioni neuritiche di altri nervi (Oppenhei111, Pelte) e casi di ischialgia essenziale recidivante in cui ad un d at o 111omento sono con1parsi fenomeni di natura neuritica : zon e di analgesia e di anestesia, scon1parsa del riflesso achilleo, turbe vasomo1
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torie e trofich e, atrofia n1uscolare (per quanto que~t' ultin10 elem er1to qovuto, il più spesso, afl i11aLLività non debba essere sopravalutato). Nello stesso senso può parlare talvolta il re,_ i)erto del Jiquor come· è s tato fatto osservare <la Quekensted, Roehr1eld, v\lalter , Marinesco e Dragar1e~co, Eskuchen, ecc. eh e ebbero tutti a notare nellfl due forme morbose, n evralgia e i1evrìl e, analoghe deviazioni del reperto i1orn1ale del liquor: aumento del tasso di a lbumina , nor1nale restando il r eperto cellulare (dissociazione a lhumino-Gitolog·ica secondo Sicard e Foix). Nella nlia casistica posso citare dei casi i11 cui j I riflt.sso achilleo era scomp.a rso e quattro ca~i in cui esso era i1ettamente diminuito . In più, i11 un caso (Il. Pierino) in cui l 1affezione recidivò due volte, all 'ultim o su o ingresso in ()&pedale Ri notava u11.a zona di anestesia al e v- dito ed alla n1età ester11a della pianta dei piede. Il .Peri tz ritiene ch e si tratti in questi casi di i;rocE·~s1 patologici fino ad un certo pu11to r ùversibili. Sia che si tratti di leggeri fatti i1fiai11nLatori o di disturbi ,-asali di natura endoarteritica o angios.pastica, opp·u re anche di alterato rica1nhio lipoideo nell 'ambito del n ervo, da intossicazio11i o car enza di elen1enti i11dispen sabili alla nutri'zion·e C:Peritz, Bornstein, Srr1itz) tali p·r ocessi po lrebbero fino ad un dato lirnite risolver si con ·cc restitutio ad ii1t egru1r1 H dando luogo solamente a t empor.anei di::-:tu.rbi funzi.011ali. Oltre questo limite, o vtr la viole11za del fJro cesso patogeno, o per il ri1)etersi frequente del quadro, con conseguente diminuita resistenza dell 'elemento nervoso, o ancl1e per speciali condizioni sfavore .:oli in r.ui esso si tro, a nel momento delJ 'affezio11e, il processo dive1ntereb b·e irreversibile e dareh,b e luogo ad alterazioni organicl1e con n1anifestazio11i di n eurite. Siar110, però, ben lontani dal poter generalizzare: nor1 Lutte le ne·v ralg·i0 sciatiche si trovano in tali rapporti ; dobbiamo ammettere co11 lo stesso P eritz e con W . Hauser ch e la rr1a ggior varle d ei casi di ischialgia cosidetta e.;senziale decorrono senza segu i neuritici.
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Assai dìb·a ttuto è il problema etiologico : un ruolo in1portante è giocato dal tipo costituzionale. La pratica e gli autori indican o c<>n 1e quello ch e vif.ne prevalentemente colpito - il tipo cosidettò « spasmofilo angio, spastico n caratterizzato da leptosom.i , ad estren1ità fredde , livide, cute mal irrorata, iperton ici con segi1 i di ipereccitabilità mecC'.lnica ed elettrica, individui che apparten-
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gono alla su ddivisione dei « n1icrosplancnicilongiliuei » <lella diatesi artritica e in cui la affezione può assumere anch·e carattere di ereditarietà. L'azione che questo biotipo provoca viene ricercata nel più facile esaurimento e i1el più difficile ristabilin1ento della capacità funzionale nervosa e in fenomeni vaso1notori ed angiospastici. Fra i fattori deterrninanti, immediati, dob·hian10 _P.orre in prima linea il freddo, specialn1ente se associato ad iperventilazione o· all 'umidità. L >azione del freddo si esplica sia irL I ensiva me11 te e ra pidan1en te, specialme1n ~e 11ell 'associazione dell'iperventilazione e nei casi di brusco passag·gio da condizioni termicl1e opposte, sia lentamente, come il continuo permanere i11 ambiente freddo ed umido. Dei n1alati di ischialgia essenziale che noi abbiamo vislo, quelli che accusano il freddo, la u1nidità, le intemperie, ora casualmente subiti, ora abitualmente essendovi esposti, oppure sudate senza le necessarie misure precauzionali, ed ancora bruschi passaggi da an1bienti caldi ad ambienti fr.eddi iperventilati od umidi, costituiscono di gran lunga la mag·gioranza. Noi non crediamo che il fred·do sia sempre solo un coadiuvante o un predisponente, ma crediamo che sia effettivamente spesso il fattore essenziale delle cc ischialgie a frigore n co&ì come lo è per la paralisi del facciale. Oltre al freddo, fra le cause det.e rminanti, abbia1110 talora dovuto chiamare in causa le faticl1e che ave,rano richiesto forti e continuati sforzi dei seg1nenti lombo-sacrali e talora veri ~iccoli traumi continuati con probabili lesioni non conlrollabili nepp.u re radiograficamente alla colonr1a od al bacino . Anche Hauser rece11te111enle ha richian1ato l'attenzione. sul fatto che il dolore sciatico deve sovente esse.r e attribuito n insufficienza muscolare ed a sforzi fisici ed O&ler crede che la sciatica possa essere anch6 manifestazione di uno stato neuritico in cui si ha un dolore lo·m bare per stan· cl1ezza da insufficienza muscolare la quale con i11ecca11is.u10 di riflesso genera un dolore lungo lo sciatico. L '.azione del freddo, della fatica viene spesso coadiuvata dall alcoolismo, dallo stato anemico, dallo slato mestruale o di menopausa. La azione dell'alcool come coadiuvante è più Sf)esso riscontrabile in alcoolizzati a reazioni vasali scadenti. Inoltre l'alcoolismo è da tenere prese11tc in certe ischialgie che rapprese11Lano effettivamente il primo passo verso la neuri te alcoolica dello sciatico. 1frequentissi1r1a poi è l 'associazione dei fattori sopra elen1
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SEZIONE PRATICA
cati falta i1ei ino4i più vari, la diatesi a1tritica prestando un ottimo substrato all'azione del freddo su individui affaticati od alcoolizzati o comunque in stal.o di debilitazione. Tra le ii1tossi.cazio11i, sia le endogene co111e· ii diabet e, sia l 'esogene, come l 'alcool già ricordato, I metalli pesanti, i l fosforo, il tabacco devon<> es'5ere nominati per quanto la loro importanza nelle ischialgie cosidette essenziali sia scarsa, a11 ·opposto di ciò che accade per le neuriti. La tlo111anda se la sciatica cosidetta essenziale possa es&ere mani1festazione di malattia infettiva in senso lato è ormai. pacifico che tieve essere risolta affermativamarrte, pe(f quanto anche l 'infezio·n e giochi nelle n evralgie un ruolo certan1ente minore chle non nelle nevriLi. · Credo bene annoverare anche l 'arteriosclero&i e le lesioni endoarteritiche che colpisco110 i vasa nervorum con conseguenza di deficiente irrorazione nell' an1hito del nervo. Nella localizz~ione della sciatica, mentre Haguenau intende per sciatica alta o lombos0iatica la forma localiz~ta alla regione lombosacrale con punto più doloroso alla V v. 1., ì er sciatica media la forma a punto di partenza alla regione sacroiliaca e per sciati ca bassa la forrr1a con predon1inartza di sintomi all'incisura sci,1ti'ca, Sicard p·u r conservando 11 stessa denon1inazione ne differisce per la topografia: la sciatica alta origi11a ed ha sintomatologia predominante n ella zona delle radici , del foro di coniugazione e r egione paravertebrale , quella inson1ma che deriva da ra<licolile (che per altro Sicard crede evenienza rara nelle sciatiche essenziali) e da funicolite, caratterizzata dai dolori lombosacrali , contratlure paravertebrali unilaterali , scoliosi alterne, dissoc1azione albumina citolog ica. La sciatica n1edia ha punto di partenza e sintort1atologia all'incisura sciatica alla doccia ischiotrocanlerica, alla faccia posteriore della coscia, caratterizzata da vivo dolore alla palpazione profonda sul deco·r so del nervo in dette :Pegioni, segno di Lassegu e intenso , ... coliosi omologa, talora atrofia muscolare, clono dei glutei a piccole percussioni digitali e contrazio11i fihrillari del tricipite surale. La sciatica bassa infine com1p rende la nevralgia al c.:avo popliteo ed ai rami peronieri· ant. e post. nelle loro diran1azioni della gamba e del piede, con dolenzia localizzata al ramo ad ai ra1ni colpiti, esacerbantesi. alla pressione dei punti di Valleix sul loro decorso e raramente accompagnato da atrofia mu colare. Noi seguiamo quest'ultin1a divisione per 1
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« IL POLICLINICO »
quanto credia1110 ch e quasi tutte le forme siano origi11arian1ente alte. È in seguito che si 11a la diffusione a tutti e tre i segmenti (scia-. tica totale) oppure al solo secondo segmento (scialica alta e media). Le sciatich e medie e basse e la loro associazione si riscontrano a prefer e11za nelle forme di sciat~ca inveterata o recidivanle in cui talora si possono anche scorgere ·dolenzi e e contratture saltuarie ed incosLanti, per ]o più poco accentuate; della zona prin1itivarne11tc colpita. :Nell'analisi della sciatica infine bisognerà ricercare se ci trovian10 dinanzi a crisi acuta o r en1iLLe11te o p rolungata , oppure dinanzi a forma recidivante a distanza di tempo più o me110 accentuata, poich·è il p rocedimento terapeuLico di qu este differenze deve ten er C<JlltO . 1
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( m etodi terapeutici della sindrome ischialg·ica sonò innumerevoli. Cito a puro titolo di c uriosità le cauterizzazioni dell 'elice e del t rugo in l1so da rr1olti secoli ir1 alcune plaghe d ell 'I11dia ed introdotte da non molti anni ancl1e da 11oi, i piccoli salassi all' est erno de] t endine di Achille, 1n u so fino a qualche decina di a11ni fa presso alcu11i monaci; più recenti ~ono i metodi s uggestivi ·della titillazione, del1·1gopu11tura \ \i inai) e anche d ei piccoli interYenti endonasali e il salasso seco·n do Viola . Nè grandi favori credo abbia raccolto il m etod o di Jacquerod basato su semplici manovre spondilo l erapicl1e co:r-1 distensioni e trazioni più o n1eno violente della colonna. P11re concordando con Haguenau che la sciatica cosidetta essen ziale non è - salvo rari casi - una malattia generale , credo che l 'associazione di cure generali e possibilmente c·a usali profilattich e alle cure sintomatiche locali, possa spe,sso fornire i migliori risultati. 1]?ra le cure gerterali, anzit.utto biso,g na t e11 er presente il riposo assoluto in letto senza di che ne·~su11 metodo può dare b uoni ri·s ultati. Quindi il trattamento con salicilici e derivati , cu11 g li ar1algesici , talora con g li oppiacei. In secondo luogo la t erapia fisica con b,a gni luce, docce calde, sabbiature , la terapia colloidocl<lsica e piretogena e l'autoemoterapia. Fra le cure profilattico causali la protezione dal freddo e dall'umidità 11ei casi in cui questi fattori n e sono in criminati, sia col possibile Ga1n biam ento d 'ambiente, sia con protezione a n1ezzo di vestiti., accorgimenti e dispositivi adatti ; e vitare strapazzi eccessivi e continuati , eventual1nente cambiamento di occupazione, p rescrizione di riposo adatto e ristoratore dopo il lavor o per gli individui . cl1e subiscono 1
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l 'azione patogena della fatica e dello strapaz zo; proscrizione·, per quanto è possibile, dal1'alcool negli individui dediti ad esso. Eve·n tuali cure fisiche appro,p riate sugli individui a costituzione angiospastica con associazione di c11re opoterapiche (estratti paratiroidei, estratti pancreatici disinsulinizzati), cure dietetiche vasodilatatrici n ei casi in cui si riscontri arLeriosclerosi o e11doarterite, cure cat. . e dietetiche nel diabele e nella gotta, la cura della 1nalattia causale nelle forme di malattie infettive, l 'allontanamento da i veleni nelle for111e da intossicazione esogena la desensibilizzazione e l "astensjone degli alimenti incri11linati, nei rarissim·i casi di ischialgie anafilattiche; fra le cw·e locali di. iniezioni nel decorso e nelle vicinanze del n ervo o nello spazio epidur.ale a seconda dei casi e delle sostanze usate, dei vari derivati della cocaina (11ovocaina , p er caina, nurocaina, ecc.), di lipiodolo, di soluzione fisiologica , di aoqrua distilla La, di salicilato di soda, di b ijoduro. di mercurio, di joduro di sodio che in fondo hanno tutti un 'azione finale identica; mentre l 'azione analgesica non è che temporanea, limitata ~ i primi 1non1enti , l 'azione definitiva risi'ede jn un miglioramento del circolo sanguigno locaJ e. Parte a P.è m erita l 'atcool~erapia, parch1è L'alcool può agire da modificatore del circolo locale se iniettato a distanza conveniente dal r- ervo, o da interruttore d ella conduzione nerv )Sa se iniettato sul suo decorso; inoltre r1on dime11 ticl1ere1110 le cure miranti ad ottenere rjvulsio11e locale, sia con empiastri, la diatermia , le applicazioni di onde corte, l 'elettroj0n1zzazior1e, la radioterapia. Si può dire ch e ogni 111etdi co ch e si occupi della terapia ischia1gica ha un n1etodo proprio ch e in ge11ere l)UÒ soven te se non constantemente dare bt1011i risultati. Fra i vari AA., Sicard u sa i.I riposo ed i suìicili ci. 111 seguito, se necessario., ricorre al1' ~lcoolizza zion e per accerchian1e nto dei tes. . uti i11 vicinanza al decorso del n er vo evitand .) ql1es t 'ultin10 e cerca~do di avere effetto deriva tivo profondo con 15-16 ca. di alcool ar1tipirinato al 25 %. Nei casi più inveterati, alla p.u11Lura e,pidurale con 10-20 cc . di solu1io11e a11 · l -2 ·Yo di novocaina o stovaina in soluzio11e fisiolog ica . Associa c ure fisioterapiche e n ei casi ri·b elJi di n evrodocite ricorre alla l.él n1ineclo11lia d ecompressiva. In tali casi , interve11tisti so110 pure il Taylor che interviene 11ella guaina del n ervo e da .noi Putti' che pratica I:artrectolaminec loJnin.a . H aguenau n elle 10111boscia t.ich e acule usa l 'iniezione epidurale 1
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SEZIONE PRATICA
di stovocaina o novocai11a 1-2 <J'~ o siero fi siolog ico, o lipiodolo, facendo mant.e nere all 'ammalato per 3 ore la posizione ch e assume .nell~ puntura; i1elle forme sacroiliach e a cute (forma n1e~ia di Haguenau) inietta neii pressi dell 'articolazione sacroiliaca una soluzione di .eucaina o percaina ecc. o una s.o luzione a l 5 Jo di jodul'o· di. sodio o s9luzione fisiologica. Nelle forme acute tronculari (form a bassa di IIaguenau) e de lle diramazioni, inietta s ul d ecorso del nervo o soluzione fisiologica, o acqua dis lil lata, biijoduro di mercurio, salicilato o joduro di sodio, o meglio ancora - secondo Hague11.aL1 - lipiodolo o alcool, bia dando in q -u est ·ulti1r10 caso di non cad er e sul n ervo e as.socìando an_estesia. Usa pure iniezioni di aria ripetut e n el soLtocutaneo d ella fa cci a est erna delJa gan1ba per l e farin e peroniere. 1"a1i cure i1a turaJm ente sono a ssociate a ri.p•o so assoluLo, a salicilici, ad analgesici, più di ra<lo ad 011p1acci. Hag uenau consi glia di ritardar e la fi siotocapi·a in questo st adio , p·rO· .sc1ive la diatermia, le irradiazioni ultraviole tte e i1Lfrnrosse, i massagg i. Nelle forme ch e te11<lo110 a vrolu1J.garsi e·d a r ecidivare, oltre agli a cc,org imenti pro fila ttico-causali , u sa a pplicazioni calde o caldo-umide, la r adioter api a e fra i n1edican1enti si attie11e a sonì m ir1istrazi.0110 prolraLta di salicilici, all 'iniezion e locale di jodici e riserva la cr en oterapia ed i m assaggi a lle for111e più r esistenti. Il P eritz consig lia , oltre al riposo ed ai salicilici. a dosi n1assrve , i barbiturici e gli oppiacei. Ricorre alla ~ura colloidoclasica. ed alla cura causale co11 [arn1aci vasoregolatori ed opoteratici e indiGaiio ni dietetich ei; poi alla fisioterap1ia sotto for111a di applj cazioni calde di lung·.a durata : cuscini caldi, saccl).etti di sabbi.a calda, b·a g ni di Juce , di fan go, docce a vapore, Roe•n tgenterapia . Infine ri1)etute iniezioni sul n ervo od e11idurali di liquidi indiffer enti: soluzion e fi siolog·ica , acqua distillata ecc. associati o n on ad eucaina o percaina all'l-2 °J> . Riserva inassag·gi nei casi con atro fia muscolare. Alquanto orig inale è il trattamento che usa lo Slot i] quale associa alla puntura epidurale praticata i11 narcosi evipanica , l 'iper stensi on·e rapida d ella colonna a cui fa seguire flessioni alternate delle coRcie e nei giorni. seguenti , massaggi , applicazioni di calore radiante. Oltre a ciò J)ratica ini·e-zioni intraglutee ogni 4-6 giorni <li ò çc. di lipiodolo-. La manovra di iperte.n si on e si potreb1b e ripet er e dopo 8-1 0 • • g1or111. 1
Noi , n el nostro Os·p ied ale, pur sen za seguire Ull O scl1en11 a r igido ed i1n mutabile, ci serviam o d E.i segtlenti trattam enti :
Mésso l ·a11111t:i lato a riposo assoluto in letto, :-~i i11izia la I.era pia salicilica con clisteri di salicilaL.o di so·dìo (gr. 3-4 p er 2 al dì). Contempora11 ea111ente si so1r1111inistrano analgesici. associa ti a barbiturici. 1'ali cure, Ciualch e volta da sole ba::::.tano a migliorare notevolmen te i dolori; i it1ala ti si trovan o in n1igli.ori co·n dizio11i per le s uccessive pTatiche terapeutiche. Nei ca~i che no11 appaiono n1olto accen t uati co11 associazioni di 10111baggine u siamo anche il bagno lu ce che in casi molto freschi e liewi può d.are con applicazioni quotidiane risultati d efinitivi co1n·e io ho visto in sei casi. l bagni luce sono comunque- un coadi~vante i)rezioso de1la pnntura alla Dog liotti e della solfoterapia, m etodi ques ti h·a sali d ella nostra tera pia e di cui dirò in seguito. .Nelle sGia ti ch e basse ed in g ran i1u1n ero n elle sciatiche m edie (secondo' Sicard) frequen te111,e nte u~ia mo d el procedimento r evulsivo m edia11te en1piastri se·n apa ti così p,reipar ati: gr. 400 di senape nera sono m essi a con tatto p er i11ezz 'ora con 100 gr. di olio essen ziale· di trementina. A parte · si p 011gono a r eagire fin o a soluzio·n e con1pleLa : veratrina gr. 1, cloroformio g r. 50, salicilato di n1eitile gr. 8, canfora gr. 2, acido salicilico g·r . 4, capsico gr. 5; dopo 30 o 40 ini11uti. si agg·iungono all 'empiastro gr. 2UO di aceto di vino buono e si versa sopra la soluzione impasta ndo b en e. Il m alato occorre c.h e si.a st.ato almen o 24 or e a riposo e sia stato trattato co11 salicilici allo sco1Jo di n1ìtig are i dolori e permetter e ch e egli. sia ri posa to per soppo rtar e questo trattamen to . Si pratic.a all 'ini zio un 'iniezione al malato cli u n ct~g . di rr10 C'Lìnn. Su uri (( platré n di gar za ch e d alla radice d ella co&cia arrivi al calcagn o, de.Ila larg11ezza di. 20 cn1. si sten.de unifor mem e.r1te l 'er11]Jia s1.ro così prep ar ato e lo si a p-. plica 11ella pa rte posteriore dell'a rto colp·i to, coli .aiuto ùi due inser vie11ti ch e ten gon o ben disLeso iJ 1, platré » 111entre con una bend a si fascia 1·e1n piastra be·n a.der en te ali 'a rto. Si lasci a applicato l ·en1pi.astro d a due ore ,e nìezza a tre; do po tre quarti d 'ora o un 'ora l 'amm alato accu sa bru ciori cl1e vanno cr e&eendo e raggil111 g ouo qualche1 volta una n otevole inten sità. È bene allora r ipetere l 'ini ezione <li un ctg . di n1orfina ver so la fine d ella seconda ora. Tolto l ~ en1piastro , la zon a su cui si è a gi Lo appar e legg·er111en te arr ossata, arrossamento che au111er1 ta fortem ente n ei p rimi due o tre giorni successivi , e dà qualch e volta luogo a for111azione di vescicole sier ose. La cute poi ri111a rrà pigmentata anch e per q u alch e m ese. Appena tolto l 'em piastro , o ccorre, sia , per dar e r efrigerio al m al.ato sia , per evitare irritazioni sulla zona di d erivazi one, appli care un 1
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« IL POLICLINICO »
secondo en1piastro di vase lina sterile, da rinnovarsi giorn1l1ne11te fino a che scompaia l 'e .. ventuale vescicolazione, rr1antenendolo ben aderente rr1edi.ante fa sciatura. .È u11 n1etodo questo che serve assai bene specie 4. uando si usa, come per lo più ci capila di usarlo i11 individui rob usti dediti a lavori gravosi, perfettamente sani riguardo al resto; bisogna infatti accertarsi che l'individuo i1on soffra di cardio o di ne·fropatia a fine di pre111unirsi dagli incon·ve11ienti che potreb1,ero deriva re da una revulsio11e che ha talora carattere. di scottatura di secondo grado secondo la scala di Dupuytren . .Nelle forr11e· totali, i1elle forme alte, sovente nelle forme medie, ·qualche volta nelle forr11e ])asse ribelli la cura di elezione è per noi la pu11tura alla DoglioLti, assai più di rado la epidurale . Il Dogliolli nel conce·p ire questo inte.r vento che prese11lò J1el 1930, partì dalla concezione di Lugaro sulla funzione delle fibre nervose n ella co11c.luci.b ilità dolorifìca. T.ale co11cezione escJude non solo la possibili! à di stimolazioni 5peciCìch e per il dolore, ques to potendo essere generato da tutti gli stimoli delìe ,-arie sen si,b·i lit à , seppure non in modo u g uale p er tutte , quando queste siano di una data inter1sità ed agiscano su una determinata estensione, ma anche l 'esist enza di tE,n11inazioni e di fibre nervose periferich e specificl1e per la r ercezione e la conduzione di stimoli dolorifi ci. Le stimolazjoni sen si ti ve portate ce11Lrivetamente, passando ai neuroni di secon clo ordine, a secor1da della loro intensità prendono "ie centripete diverse, poichè a inle11silà di stimoli diverse corris pondono « soglie » diverse nell~adito alle vie secondarie di conduzione. Le stimolazioni dolorifiche perciò n on acquistano valori come tali se non qua11do per il loro numero e per la loro inten s il.à so1to riuscite .a sup1erare la « so1g lia n r>er il dolore ch e si trova nelle cellule dei neur o ni di secondo ordine delle corna post eriori e centri bulbari omologhi, cellule che fanno cn po a fibre le quali passano n el cordone antrola ter ale 0pposto, decussandosi nella cornn1essura a11teriore , decorrono n el fascio sp·i r1otalami co attra versando i'l bulbo e il ponte e t cr1ninano n el talanlo ottico del lato opposto a quell o colpito dalle se11sazioni dolorose. A qt1 esla co11 cezion c si avvicina quella del LericJ1e ch e pone però la lo c~lizzazione della soglia n ei centri. corticali , negando così I.a via d o lori fi ca 1nidollare. Da questa ipotesi n e deriva ch e per ~o pprirnere m ediante intervento , t1n a lle,' ralgia 11on occorre bloccare o distrug1
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gere tutti i neuroni sensitivi del tronco nerVf1so afifeitto, n1a basta il blo·c co o una distruzio11e })arziale, più o meno estesa a seconda dell .inte.nsità della nelvralgia: con Ja semplice riduzi(\ne nun1erica delle fibra periferiche e specialmente quelle della sensibilità termica, pressoria e vasale co1ne quelle più incriIi11nal(:} nelle genesi del dolore, si ottiene la riduzionE7 11u111erica delle stimolazioni, talchè il ll ur11ero delle superstiti non è più in grado di aprire la soglia dolorifica della via di seco11do ordi11e. J>arte11do da questa ipotesi il Dogliotti ideò il suo intervento ohe consiste nell'iniezione di cc. 0,3-1 di alcool assoluto nello spazio subaracnoidea, me11tre il malato è posto in posizione tale che l'alcool colpisca solo le radici lJosteriori. TI metodo da noi seguito è fo ndamentalmente quello descritto dall 'A. : letto rialzato di 5 o 10 cm. all'estremo podalico. Il malato che ha subìto il riposo e la c ura salicilica preve11tiva si fa sedere su un cuscino s11lla SJ..ìo11.da del letto opposta all 'arto affetto, e gli si fa provare il movimerito a cc bascule » per cui ruotando sull'anca ·dal lato sano, rip·orta gli arti in_feriori e il capo sul piano del letto. Si usa un comune ago da puntura lomb are ; cl1e si introduce nella posizione classica d ella 1>untura lombare all'altezza d el quarto o quinto spazio lombare e si fa defluire 0,5-1 cc. di liquor. Si rimette il m.andrino all'ago e il malato compie il movimento di cc bascule » e si la&c.. i a cad eTe leggermente in avanti nel decubito lat~rale omologo. Noi iniettiamo allora inedianle innesto all 'ago, cc. 0,2-0, 3 di alcool a 95° avendone aspirato 0 ,4, tenendo conto che circa O, I cc. vada perso n ella lungh ezza dell'ago. Il malato ma11tien e la posizione assu.nta per 2 o 3 ore . L 'alcool, p iù leggero del liquor, risale nella parte più alta e quindi, in virtù della posi.liane leggermente cadc11 Le i11 ava11ti, attorr10 alle radi ci posteriori. Subilo dopo l 'iniezione I 'a. sente localmente un senso di calore o anche di bruciore che si irradia lungo l'arto inferi ore associato talora a forn1icolii e iperestesie; il dolore sco1npare, si ha attenuazione dei riflessi , rara111ente scon1parsa. In questi casi bisogna te11erne conto per non interpretare questo seg J1 0, specialn1ente in casi di recidiva , come seg110 di n evrite. Il Dogliotti descrive ch e alle dosi da lui usate ebbe talor~ a lamentare leggeri e temporanei disturbi della sensibilità e della mol)ilità dell 'arto colpito. Noi colla dose di 0,2-0,3 cc. non abbiamo mai notato tali inconvenj ent.i e rarissimamente gli a . hanno accu sato cefalee, m ai n au see o vomiti'. A di 1
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SEZIONE PRATICA
stanza di qualcl1e ora i dolori ritornano assai at.te11uati ed in genere scomp·a iono lentamente in llD -µeriodo di tempo che va da due O tre g iorui ad altrettante settimane. Nei casi resisle11Li, l 'i11iezione si p·u ò ripetere dopo 1012 giorni. Questo metodo che ha .anche il 'antaggio di verrr1etlere l 'estrazione di quel n1ini1110 di liquor che basta per eventuali re.azioni di PAndy ed esan1e albun1ino-citologico è - seco11do noi - su·p eriore ad ogni altro metodo . 1\nziLulto per la sua innocuità presisochè assoluta quar1do venga praticato con tutte le p1ecauzion i llecessarie e secondo la tecnica prescritLa e qiian.do sì usi110 - come noi piccole dosi dì a.lcool; inoltre per la sua semplicila superiore a tutle le punture paravertebrali, perinel1rali, agli interventi chirurgici di i1e urolisi periferica o di laminectomia, infine sofiratutto per gli ottimi esiti che può dare. Noi ahbiam10 così trattato 22 casi di sciatica coRidetta essenziale nelle sue varie f orn1e ùi s ui una quindicina col solo aiuto de-1 riposo e dei salicilici, gli altri con il sussidio di alt.re t erapie. Possiamo dire ch e con qua~ i tutti i casi ab biamo avuto buoni risulL.ati, i11 alcuni addirittura ottimi, in q,ualcuno un noLevole miglioramento. In due di questi ulLin1i casi anch e l 'aiuto di a ltri sussiJi 11on inigliorò ulteriormente lo stato della 1nalattia . Secondo 11oi tale metodo· è nettamente superiore p er esiti. e semplicità a11che alla puntura e1)ìdurale a t1che addizionata di a11esLeLici che pure ,a bbian10 provato in pal't'. Gcl1i casi. ~ el n1etodo Dogliotti non credia11 to lJer() si Lralti solo di interruzione delle fibre en.sitive; il blocco non ·è il solo fattore. Cr edo che con le basse dosi da noi usate, il blocco sia iniziale e reversibile a cui succede I 'azione modifi catrice del circolo locale come potrelbbe essere p·r ovato dalla immediata scorn.p arsa del dolore dovuta al blocco e dal suo mite ritorno successivo con scomparsa gradt1ale, dalla nlaggior efficacia da noi riscor1LraLa nelle affezioni totali ed alte in confronto .alle localizzazioni basse, infine dall 'assenza di alterazioni sensitive e dei rifileissi (parlian10 però sen1pre di dosi di 0,2-0,3 cc. di alcool). Un 'ultirr1a osservazione su questo inetodo è che anch'esso tanta magg·ior probabilità di riuscita quanto più p-recocemente viene usato , 111entre a~~a i più stentato ne è l 'effetto n ei ca&i lrascural i, a data di insorgenza lonta11a. In questi casi, con1e pure n ei ribelli e recidivanti con notevole frequ e11za e nelle forme basse o n1edie in cui n o11 è possibile inter1
venire coll 'empiastro senapato, ricorriamo alla zolfoterapia. Già il mio primario, prof. \t.. De-Benedetti aveva precedentemente richiamato l'attenzione su dodici casi da lui trattati con zol folerapia ottenendone otto guarigioni , u11 miglioram·ento not.evole e tre esiti n eg,ati'vi. Posso agg·iungere a ·qu,elli del De-Ber u~deLti altri quattro casi di zolfoterapia in sciatica essenziale di cui tre hanno dato buoni risultati con scomparsa dei dolori , m entre uuo ha avuto uno scarso miglioramento. In mia decina di casi lo zolfo è stato poi da noi usato quale coadiuvante dell 'empiastro , del bagno luce, della Dogliotti. Particolarmente feli ce ci ·è apparsa in tre casi l 'associazione d el bagno luce e della zolfoterapia applicati alternativar11enLe. Buoni risultati abbiamo ottenuto iii tre casi con l'associazione dell 'empiastro senapato e in tre casi come cure complementari della J)ogliotti. In un quarto caso tratta Lo ancl1e con l 'empiastro e l'epidurale ripetuta tre volte con scurocaina, abbian10 avuto risultato n1ediocre. Nella zol,f oterapia usiamo fare comples~ivamen~e da tre ad otto iniezio11i profo11de nel quadrante superiore esterno delle uatiche, di dosi crescenti da 0,2 a 0,5 cc. di u11a sospensione al 5 7~ di zolfo depurato e lavato, fineme11te suddiviso in olio di olivo sterile.. Le i11i.ezìoni si praticano og·ni quattro, cinque giorni, eccettuato nella combinazione col bag110 luce in cui le dosi no11 salgo no oltre 0.3 cc. og·ni tre giorni. Ad ogni puntura seguono in genere riacutizzazione del dolore, temporanea, ei rialzi termici. I risultati non si hanno che a (}istanza di parecchi giorni e sovente di settimane. Anche in questo procedi1nento facciamo precedere il riposo e la cura ~alicilica. Dobbiamo dire che non abbiamo avuto giovamento dall'uso di altri preparati a base di zoJfo all'infuori della sospensione di zJlfo J)Tecjpitato. Così pure dobb iamo dire che fra gli altri sussidi terapeutici nulla è s tata la diatermia , sperimentata in parecchi casi con applicazioni ben dosate e protr<t tte. r\.ecentemente poi era stato preconizzato l 'u so di veleno di api : per quanto l 'esiguo numero tlcì casi così trattati non ci permetta di dare giudizi definitivi, su tre casi in cui esso è st;}to spbrir11entato, abbian10 avuto due casi decisame11te negativi e uno di giovamento incerto, avendovi associato i salicilici e altri trattan1enti. A Lutti questi procedimenti , o,·e . . ono ct>nsigliabili , facciamo seg uire i prov,·edin1en ti profilatli ro -cau ali del ca o. 1
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A margin e dei risultati ottenuti h o n otato che accad E tal,rolla , n onostan te si ri esca a
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« IL POLICLINICO »
d<)1ni11are ~o mpletan1e11te la sintqn1atologia doloro a d elle scia Liche essenziali, ch e. la contrattura antalgica invece .no11 c,ede, anzi· si tra. sforma in contrattura perp.1anente, cpn persistenza della scoliosi da essa provocata, senza che n è clinicam e11te, nè r adiologicam.ente si possar10 Il)etter~ in evid er1za alterazioni osteoa rt ico lari. Fra i casi capitaticì il p iù n otevole ò questo: l\1. t;i.usepp e di anni 33 sposato con due figli ; non 1nalattie pregresse, 11ega lue e ,rener ee, modico bevitore e fumatore; lavora da 9 an11i co1ne n1anovale in stabilimenti di seta artificiale in ambiente costanteme·n te umido ; dn un anno soffere11te di sciatica d estra trascur ata se111pr e a cagion e del I.a,'oro. La sintoma1
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FIG
1.
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associazio11e dell 'empi.astro, della pu11tura alla Dogliolti, otLo iniezioni di zolfo e tre epidu1a li , ~i riuscì ad ottenere fa scomparsa dell a si11tu1uatologia dolorosa. Però n on riusci1111110 in alcun rnodo a vincere la contraLtura • n1us~ol.<.1re. Peraltro l 'esame· radiog rafico rifJe l.ulo e qui riprodotto (fig. 1) non ci mise in evid en za al cuna alterazione osteo articolare d eJla colonn a lomibo sac.r ale. La scoliosi permo.11e tuttora accentuatissima dopo cluei m esi daccl1 è l ;a. è stato di111esso come si vede dalla fotografia riprodotta (fig . 2) ed è tale da ostacolare 11on solo il lavoro utile ma anche la deambt1Jazione. Ir1 que&ti casi si tratta ge11eralmente di sciatiche trascurate :i. decorso cronicizzato in cui
FIG.
2.
tolog·ia ebbe .aJl 'inizio delle r em.i1 te11ze ch e si l)ÌÌ1 cl1e n1ai si affaccia l 'i1Jotesi dell a 11evrodo0ite; prob·abiln1e11te la co11trattura ipertonison o fatte sem pr e più brevi fin o a stabilirsi ca antalgicé\ di natura n ervosa da stato cli n egli ulli111i tre 111esi di una sinton1atologia Sl)l'veglia1tza n1u&coJare, per dirla con Sicard, dolorosa conti11u a. Aumentando anch e notevolme11te l inte11silà di essa ·1'A. è costretto a , si trasfor111a in vero stato di contrattura pern1a11cnte di natura nluscolare. Nel caso dericl1iedere le c,u re ospitaliere. All'entrata in osvedale ~i presenta in buone condizioni ge- scritto l 'iniezione di scurocaina al 2-4 O), n·elle n erali , se11za .affezioni a carico di altri organi; 111asse nluscolari contratlurate non ha portato sir1 I or11al.ologia cor11pleta di sciatica cosi d etta che leiggeri temporo.n ei m ·i glioramenti per cui eE.,e11ziale, varietà totale a destra., co n dolore ora abbiamo proposto cure crenoterapiche ad Acqui da cui sperian10 possa trarre qualch e diffuso s11l decorso dello sciatico, contrattura a11talgica , scoliosi contro laterale, Lasse- b en eficio. In con clusion e l 'insien1e d elle osservazioni gue molto evidente, punti di Valleix dolenti ssiJ11i alla J)res io11e, n on alterazione d ella ch e 110 potuto fare n el nostro ospedale mi inse11sibilit à e <lei rifl e si. Il. V'./. , R . T. Meinike due;e a pen sare che la sciatica cosidetta ese R. ~lii IJer II 11eaative. :8 rim asto in o pe- senziale è a torto considerata una specie di dal e p er ~ 111e . i <luranl e i quali n1ediante la r C'111picapo terapeuti co. Nessun m edico deve 1
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SEZIONE PRATICA
r·itenersi di fronle ad una sciatica, disarmato. La terapia offre molli e svariati mezzi di cura : non esi.sLe un toccasana per la sciatica, ma una disa111ina che vuole e·s sere acuta del~a pa toge11esi, può già molte volte suggerire un i1!dirizzo di cura. Nè occorre aggiungere, dopo qua1tto si è detto, che quello c.h e non può f.are. una cura si ottiene quasi sempre ricorrendo alla associazione di molteplici. trat.t.an1enti. Lo scop·o di questo layoro è, oltre.clJ·è indicare .alcuni mezzi terapeutici di non difficile applicazione, di persuadere il medi.fX> pratico che la sciatica essenziale è malattia che p·u ò offrire vasto campo a ll'acume diagno::,tico, no1t poche soddisfazione terapeuti·che e perciò di fronte ad essa non è giusti.fi.cato 11'aLleg·giamento nichi•l iista o pessimista di certi medici che conduce poi i pazienti, con loro da11no, a ricorrere a ll 'opera unilaterale ..ed inco111pe.tente dell'empirico. RIASSUNTCl. 111elte in luce i criteri che debbono infor1r1are la Clrra della sciatica cosidetta essenziale. J.:?opo avere passato in rivista gli innu1ner evoli 11)elodi terapeutici, descrive quelli c l• e - P'e r propria esperienza - offrono b·u one garanzie dI risultati e cioè : il bagno luce , 1'einpiastro $enapa1o, l'i11iezione sub-aracnoid ea di alcool alla Dogliotti, la solfoterapia a Clii racco111A.n da di unire cure generali e profj lattico-ca usali. BIBLInGRAFIA.
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OsPEDAT,E DEL BAMBINO GEsù nr RoMA II REPARTO CHIRURGIA - Primario: Prof. CRAINZ.
Gli ascessi freddi della parete toracica di origine stafilococcica. Dott. GrusEPPE ScoLLo, cl1irurgo aiuto dell'ospedale. Gli ascessi freddi hanno nella parete toracica una sede di loro predilezione. i d esignano abitualmente co111e « freddi '' queg·li ascessi che si Labiliscono in maniera lenta e sp·esso subdola , hanno un decorso più o meno cronico e si presentano, nella loro evoluzione, senza alcuna reazione infiamn1atoria evidente, senza, cioè, quel calore, rossore e dolore vivo che sono le 11ote fondamentali, già fi ssate magistralmente da Celso, degli ascessi così detti « caldi ». Questa definizione deg·li ascessi freddi è, e O· me ognuno vede, una definizione puramente sintomatica, creata dai vecchi autori cl1e cosi lasciavano impregiudicato il problema etiopatogenetico. Senonchè su ccessivamente si è dimostrato , con l 'indagine clinico-batteriologica, che la crgioranza di questi ascessi freddi è eO'r.ande ma t:> dovuta all'azione del bacillo di Koch. N',è venuto così l 'uso comune di considerare gli ascessi freddi come sinonimo di ascessi tubercolari , comprendendo nella primitiva defi11izione sintomatica un concetto etiopatogenetico definitivo.
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Se si co11sidera poi che gli ascessi di origine tubercolare si localizzano alla parete toracica con frequenza effettivamente notevole, sia co1ne ascessi primari derivati dai tessuti locali, sia come ascessi secondari propagati da un focolaio verteb-rale, resta spiegata la ragione del percl1è quasi tutti gli autori quando parlano, nei trattati di patologia e diagnostica chirurgica, di ascessi freddi della parete toracica, intendono unicamente riferirsi a quelli di origine ·tubercolare. È indubitato che i così detti ascessi freddi tubercolari non sono altro che raccolte purisi.mili, cui non si adatta, patologicamente parlando, · l 'appellativo che si dà loro . di ascessi, in quanto da questi essi differiscono sia per la costituzione della loro parete, come p er la natura del loro contenuto. ~1a a paTte ciò, ·è ·d a far rilevare che ascessi freddi nel significato della primitiva definizione sintomatologica, si possono presentare a livello della parete toracica, senza che abbiano alcun rapporto eziologico con il b,a cillo di Koch. La loro frequenza non è certo paragonabile alle raccolte tubercolari, preponderanti in quella regione, ma non è neanche poi così t_a nto scarsa con1e parrebbe desumersi dal nessuno o scarso accenno che se ne fa nei comuni trattati di patologia e diagnostica chirurgica. Ogni microbo piogeno, a virulenza ridotta, è capace di dar luogo a raccolte purulente, le 'q uali clinicamente possono assumere l 'aspetto di ascessi freddi. Si descrivono così ascessi freddi di origine micotica, ascessi da colib·a cillo, da pneumococco e sopratutto da bacillo di Eberth, ma nessuno dei trattatisti accenna alla possibilità di ascessi freddi della parete toracica occasionati dallo stafilococco aureo. Eppure già in osservazi'o ni antiche ma indiscutibili di Roger, Walther, Ricard, tale possibilità era stata ben documentata e credo non ci sia chirurgo di larga esperienza che non abbia avuto occasione di osservare qualcuno di tali ascessi da stafilococco aureo evolenti, a causa dell 'at\enuata virulenza del germe, con un minimo di reazione flogistica. Per tanto ho ritenuto utile ed opportuno richian1are l'attenzione su tali ascessi che quando si localizzano, come non di rado , alla parete toraci.ca simulano perfettamente i così detti a cessi tubercolari con i quali, in ragio11e della loro particolare frequenza in detta sede, sono d 'ordinario confusi a un esame clinico non approfondito.
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Non scrivo110 forse quasi tutti gli autori che· in presenza di una tumefazione fluttuante a cronico decorso della parete toracica non si erra affermando di trovarsi in presenza di un ascesso freddo tubercolare; e cl1e parlare di ascessi freddi della parete toracica è come dire ascessi tubercolari P Ora, secondo la nostra esperienza acquisita nel servizio di un reparto chirurgico infantile e restando al significato sintomatico dell 'aggettivo freddo aggiunto alla r)arola ascesso,. noi non siamo così assoluti. e teniamo a far· rilevare che accanto alla grande classe dei cosi detti ascessi freddi tubercolari deve trovare posto una cla e, piccola ma diagnosticamenl~ _ importante, di ascessi freddi della parete toracica di origine stafilococcica. Questi ascessi ,frèddi stafilococcici che si localizzano alla parete toracica prediligono ordinariamente i bambini' e gli adolescenti, e rappresentano una localizzazione della sepsi stafilococcica cosi frequente nella tenera età. Secondo la mia esperie11za essi insorgono i11 due circostanze diverse. E cioè: o come manifestazione secondaria e tardiva di una infezione stafilococcica cronicizzata da più ·o meno lt1ngo tempo, la qu.ale ha già dato localizzazioni multiple in altre sedi e specialmente allo scheletro (osteomieliti), quando verosimilmente i'l germe ha attenuato la sua virulenza e l 'organismo si è come immunizzato; oppure essi insorgono come manifestazione primaria e talora unica di una sepsi fin dall 'inizio molto attenuata e che più o meno rapi.dan'lente si . esaurisce. La diagnosi di un ascesso stafilococçico della parete toracica che insorge nella prima evenienza non presenta di regola eccessiva difficoltà, nor1ostante il suo aspetto simulatore. È un canon6 diagnostico di riportare a una stessa causa le svariate manifestazioni morbose riscontrate in uno stesso soggetto, e quindi in un caso della specie il sospetto di una secondaria localizzazione stafilococcica dovrà necessariamente imporsi alla mente e basterà a dirigere le ricerche opportune per il giusto controllo diagnostico. Ben diversa è invece la situazione qualora l.'ascesso stafilococoico della parete toracica insorge nella seconda evenienza; cioè, senza evidenti precedenti morbosi~ in maniera tutt 'affatto silenziosa e con quella discretezza di sintomi che è particolare degli ascessi freddi. L'errore diagnostico allora ·è facile e la confusione con una raccolta tubercolare, pressochè inevitabi'le. 1
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A conferma di ciò descrivo fra i vari casi che ho avuto occasione di osservare, uno capitato di recente al II Reparto Chirurgico del1'0spedale infantile del Ban1bino Gesù di Roma. A. C., di a1111i 7. Ha sofferto morbillo e pertosse all 'età di 4 anni . Dal! 'anamnesi prossin1a si apprende che la madre si è accorta occa·sio11al111ente una quindicina di -giorni fu che il bambi110 presentava una tumefazione alla regione posteriore del torace. Ritenendo fosse il prodotlo di uno spintone che 11 bambino aveva ricevuto da un compagno, dapP,rima non se n e preoccupa. Poi visto che la tumefazi o11e i1on t ende a scomparire e ch e soprag-
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Un esame radiografico del torace e del bacino rimane negativo per lesioni dello scheletro. F~ allora pl'atkata una puntura esplorativa in-. c,orri·sponde11za della tumefazione costale, da cui ~i ricavò un pus denso cren1oso, giallo rossastro. Con un tale reperto la primitiva diagnosi di ascesso tubercolare non poteva più sostenersi . L 'ipotesi che n el caso nostro ·si potesse trattare di un originario ascesso fTeddo tubercolare che si fosse secondariamente infettato, di un così detto ascesso freddo riscaldato, 11on sembrò infatti neancl1e probabile i11 quanlo, se così fo sse stato, si sarebbe dovuto aver e un decorso più rapido e più tumultuoso, come cli solito accade n elle lesioni tubercolari associa Le con i comuni germi . . p1ogen1.
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FIG.
1.
giunge quaJ ch e decin10 di te1nperatura serotina, chiama un sanitario ch e di agnostica ascesso freddo tuber colar e del t or ace . Avendo notalo infine che il bambino da qualche giorno zoppica e si lag na di dolore alla n a tica, si decid e a co11durlo in ospedale. ObbiettiYa1rLente si 11ota : ·subito al disotto del1'angolo della scapola una tumefazion e ovoidale, della gr andezza circa di u11 uoYo di tacchino . La cute soprast a11t e si presenta di colorito assolulam ente n orn1ale; n on è calda al Lerm J:·atto, n on edematosa, e conserYa la sua 11aturaìe scorr evolezza. La tumefazione ha limiti poco n etti , superficie li scia, con sist enza molle elastica fluttuante, mod!can1enle spostabile e dolente. La diag nosi di a·scesso freddo da probabile carie cos tale s'impone anche alla nostra osser vazione (fig. 1). Esami11ando la regione dell 'anca sin., si constata una certa limitazione nei n1ovimenti articolari estremi ; vi è una infiltrazion e profond a, poc·1) 11en e circoscritta, in corrisponden za Llella n atica S.; gangli duri , po t abili, indolenti si palpan o all 'inguine S.
FIG.
2.
L 'esame batteriologico del pus fatto non solt ;:i nto per ·striscio, 1na per cultura , com 'è necessario per stabilire una corretta diagnosi eziologica, troncò ogni discu ssione, m ettendo in eviden za tipiche colonie di s Lafilococco aureo da cui si preparò un vaccino. Però bast arono due punture evacu ative a distanza di una settiman a a portare la g·uarigione dell 'ascesso t oracico, n1entre l 'infiltrazion e della n atica si risolse spontan eam ente sen za Cl1ra di sorta (fig . 2).
Dalla r elazione di questo caso, come di altri del genere ch e h o avuto occasione di osservare, risulta 1quindi dimostrato ch e nei ban1bini non è infrequente ch e lo stafilococco aureo a cui noi comunem ente attribuiamo la proprietà di dar luogo a flogosi acute e calde, sia talora il gern1e unico r esponsabile di tipi.ci ascessi freddi ch e, se localizzati alla parete toracica, possono m entire perfettam ente le raccolte pseudo-ascessuali di origine tubercolare. Non è quindi fu or di luogo richiam ar e l 'at-
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tenzione dei m edici ad essere cauti nel formulare una diag11osi eziologica di tubercolosi in presenza di una tumefazione della parete toracica con i caratteri di un ascesso freddo so' pratutto se si tratta di un bambino. . E ci·ò, p er i1on gettar e inutilmente un a llarme s·p roporzionato nella famig·lia; e per non essere infine taccìati di faciloneria diagnosti.ca. Bisogna confessare c·h e la differenziazione tra un ascesso freddo tub,e rcolare e un .a scesso freddo stafilococcico, riesce, col solo esame clinico, talora addirittura impossibile. Certa1nente il modo di svolgersi dei due processi è .ess.e?z!almente ~iyerso e questa diversità patogenetica potrebbe mettersi ·b ene in evidenz.a con i clati anan1nestici. Ma n ei b ambini p urtroppo, il cri~erio a namnestico n on ci -soccorre come n e·g li adulti. Sia ch e si tratti di un ascesso freddo d eri' rato da l rammollimento di una massa granulomatosa specifica, durata per vario ten1po allo stato così detto di crudezza , sia ch e si tratti invece di una infiltrazione flogistica piogenica trasformatasi più o meno rapidamente in una raccolta purulenta fredda, n1olto s1Jesso n el b an1bino noi ci tro.v iamo iil presenza di una tumefazione fluttuante ch e presenta lo stesso aspetto sin tomatologico in entrambi i casi, e ch e è scoperta incidentalmente, senza potere avere conoscenza alcuna delJ,a si1tg·ola fase preparatoria . Un d.a to clinico probat orio per sospettare fortemente ch e si possa trattare di un ascesso freddo piogenico è l 'associazione no11 rara, in questo caso, di un a ltro focolaio flogistico in $ede non ab·i tuale per raccolte tubercolari, o dove per lo meno ques~e non posso110 con1unque essere spiegate come orig·~nate da propagazioni di lesioni tubercolari lontane. Fu così che , in una b·a mbina, un ascesso freddo toracico interpetrato dapprima come tubercolare, fu poi correttamente diagnosticato con1e piogenico, allorchè si costatò contemporaneamente una infiltrazione flogistica del g rande lab bro. Così anche nel caso su riferito, l 'infiltrazione della natica S. d.ove·v a e poteva essere sufficiente a scartare, o per lo meno a rendere fortemente dub1b ia l 'ipotesi emessa ch e l 'ascesso freddo toracico fosse di origine tubercolare. Per finire questa breve nota , richiamiamo infine l 'attenzione sulla g rande benignità che spesso assume l'evoluzione di questi ascessi freddi stafilococcici . E si in qualche caso guariscono spontaneamente senza neanche fistolizzarsi; talora ba1
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st~no
una o poche punture evacuative; sempre utile o sufficien te alla loro g·uarigi.one riteniamo sia l 'applicazione dei raggi infra-ros i . Per tali ascessi, quindi, la regola dell '« uhi pus, ibi evacua>> non è così categorica; e il b·i turi , almeno in prin10 ten1po , l) UÒ essere lasciato d.a pa.r te. RIASSC~TO.
L' A. richian1a l 'atte11zione sulla i1on rara possibilità che gli ascessi freddi della parete toracica, ritenuti abitualmente come di origine tubercolare, possono essere, specialmente nei bambini', o~-c-as·ionati · dalto stafi-lococ·éo -aureo. L' A. accennando .a lla difficoltà clinica della diagnosi differenziale nei due casi , ritiene che un dato probatorio per amn1etter e ch e si tratti di ascesso freddo stafilococcico ,è la possibile coinciden za di .a ltro focolaio flogistico i11 altra sede, il quale a priori può scartarsi con1e dovuto a lesione tub,e rcolare. Insiste infine sulla n ecessità di praticare sempre, i)er giunger e a una corretta diagnosi di natura , l 'es. culturale d el contenuto · ascessuale; e chiude la sua nota, ricordandq la ,g rande benignità di questi a cessi freddi di origine stafilococcica.
SUNTI E RASSEGNE PROBLEMI D'ATTUALITA Sull'inf"ezione focale.
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(H. GrNs e ì\iI. W 1\S SMUND . Deiitscl1 e P.f ediz. vVchnschr., 20 sett. 1935; . La dottrina dell 'infezione fo cale che ha trovato molti zelanti sostenitori e forse non merto accanite opposizioni, sembra ormai aver superato la fase deJl 'ipote i per ·essere accett a La quale corrispondente alla realtà clinica.. I ,!arti colo di Wassm1111d è appunto dedicato al valore pratico della 11ozio11 e dell 'infezione foc.ale; 1'l\.. citR una serie di casi n ei qua li ln ri111ozion,e del cc fo cus infettivo n (rapprese ·1ta~o da un focolaio dentario e peridentale) ha provocato una esacerbazione e successivan1en tr· t111a rapida guarigione di u11 processo infettivo ge11eralizzato. Il lavoro di Gins r appresenta invec·e una revisione dei con cetti « classici n sul~ I 'infezione focale, com e sono stati considerati ed esposLi da Rosenow. Viene a11zi tu tto contestato il fatto che siano pripcipalmente gli streplococchi gli agenti (lell 'infezione focale, con1e pure la possibilità di trasformazion e di questi n ella variante di i:iotre1)t.ococco n1ucoso e in pneumococco. L' A. rileva come tale aff ern1azione di Rosenow, a11alogan1ente a quella di un tropismo elettivo d i questi germi non abbia finora , a malgrado
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1'esperie11za decen11e,
trovato suflìcient e co11ferma. Egli mette invece in evid·en z.a la frequente J:Jartecipazio11e al processo di infezione <li alcuni germi a11aerobi, in parte· finora non conosciuti. Alc urti di questi , come p. es . il b. 11i elani1 i ogeriicun1 , ch e di solito si riscontran o soltanto nella flora boccale, so110 stati ri.scontrati in organi i11alati be11 distanti , com e ad es. _n ella ap ·p endice, in una fistola da ascesso subfre11i co, ·ecc., ta11to da JJOt er affermare ch e s i tratti di u11 proces~o n1etastatico. Lo stesso di casi del b. fusiforn1e associato agli spirilli della bocca. Seconclo Jt' A. s oltanto ulteriori studi b·a t teriologici potranno illuminare suffi ci'enteme11te iì p1~oblen1a ·d ell'importanza ezio-patogeneLica d ei vari rappr e entanti d ella flora b occale 11ei processi n1icrobici endorgartici ; accanto a lla emocoltura i)r aticata conte1npora11ea1nente all 'esa111e batteriologic9 deJ focu s n el momento d ella riac uti zzazion·e, sarebbero inter essa11ti l e prove sier ol ogich e tendenti a n1etter e in evidenza g·li anticorpi' specifici d ell 'ag·ente infetti,ro. ~e llo !::'t utli o d el i11 on1ento patog·en etico l 'A. si soffE-rma :u ll a in111ortanza del g r anul o1n.a a rij calé denlario. Efrli fa notaTe con1e un focolaio microbico non rappresenta un focus di i11fezione gen erale fi110 a cl1c è limitato al solo ranale r a dicolar·e; d 'altra i)arte , la formazionè gr anulon1atosa cost.iLuisce una barriera i11sorn1ontabile sia ai g·ermi , ch e alle loro to. sin e: q ui'ndi. la l)r ese11za di un gr anuloma non r ap})re e11ta di l)er sè l 'indicazior1 e per un 'e trazione , 11è la ri oro,ra cl1e il d ente sia r ealmente dn i11 co i par si qt1ale la pri111.a tappa di un p r o C t\s~ o i'11fettivo a distanza . Sol o un 'infiamm azion e i11 a tto , cl1'e coin,rolge il granuloma e i tessuti circos la11ti riapre il passaggio a i g·erm i del d e11 te })er 'ie linfati cl1e e per quella emati ca. L 't\. roric lt1d e affcr111a11rlo ell e solo u lteriore s tudi o i to]ogico e ])atteriologico . . d ei foci d entari e !l ell a 111anift' ~taz1on e a lstanza p er111et ter à di d.isti11g uer e le le5ion i locali innocue da aÙell e 11eri colose ed elin1inare il « r a dicali~:tn10 n tal,rolta sc on certante ed inutil e i1e.l trat ta1nento delle lesìo11i dent arie . S. M1Nz. 1
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SISTEMA NERVOSO Etiologia ·generale dell'epilessia comune. (J.
_.\BADIE.
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SEZIONE PRATICA
l? eTJrie Nerlr ologiqu e., ott.
1935).
L'etiologia gen erale deIl "epilessia coi;riun~ , neìla sua forrr1a più frequente , d etta. ·~p1l ess1a essenziale ' ni .orb,o . sacro ' male com1.z1ale, h a . .. Sl'Ìbìto n egli u ltimi cinquant'anni una profo11 da revisione. L 'opini'on e ch e questa forma fosse ,una m alattia auLonon1a , una i1eur osi d a cau sa ign ot a, senza lesione p ern1anenLe dei centri , n~rvo. _i, no11 è più gen er aln1e11te accettata . L .epl] es~1a J1on è t)J Ù un a neurosi , ma una man1fe t az10r1 c di le8ioni dei centri n ervosi , non è più un 11lale ~re ditari o, n1a un'affezi one acqt1isit çl.
1.-a doL~ri11a. di . un ' epil1~ssia idiopatica oppost a a lle ·ep1less1e s111tomat1ch e è ormai abban donnta. Uno dei fatti ch e h a concorso a t ale i11odifi cazio n e di opinioni è costituito d alla revisio11 e ~i a1cu11i . dati circa l 'er editari età d ell '·e pile ~s 1a, ch e })rima era amn1·essa quasi come un clog1r1a indiscutibile. Sulla scorta di tatistich e 1)en docu111en late è stato din10 trato c]1e l 'er edità similare d ell "e1)ilessia, diretta o indiretta, è eccezionale. L 'epilessia comune non è n è cost ituzionale , 11è in11ata , ma è personale ed h~ quisita, è l 'espressione di una lesio11e org·a111ca del s ist en1a n ervoso verificatasi n el corso della vita. Le cause più freque11ti di quest e lesioni e11refaliche sono i traum i ostetrici , i traumi cranio-cer ebrali dell 'infanzia , ]e t o i· infezioni infantili. I traumi ostetrici , tutti g·li accidenti cl1e si ,-erificano n el cor so del i)arto e ch e riguardano ~o pra tutto l 'estrem ità cefalica (applicazion e cli for cipe, ferite dirette del cervello o d ell e rn·eningi), occu pano il p rimo posto in que ta etiologia .. La medesin~a in1portanza han110 i traumi interni , i disturbi d ella circolazio11·e sang uig na dell 'en cefalo da compression e dei v.asi cervicali , le l·esioni emorragich e ce,r ebrali o rneningee, é sopra tutto l' asfissia dcl n·e on ato , a seguito della qua le si producono ufft1sioni sang uig· ne sulla superfi cie o 11ella ina $Fl d el cer vello. TutLi questi accidenti ostetri ci po sono provocare lesioni più o m en o gro solan e, lin1itate o d i'ffu se, ma per sistenti d el tessuto n ervoso ·e particolarmente della n evr oftlia. L 'esi lenza di que ti accidenti ostetri ci l)U.ò esser·e rivelat a da Il 'i11t errogatori o de i ger1i tori e d.a re così la 1)iegazion e di un g·ran r1un1er o di casi di e1)il essia in iziatasi n ell 'in far1zia. I traumi cranio-cer ebrali , come è di con1uD t; osser vazion e. sono n1olto frequenti n ei bambin i e specie n·ei lattan t i . Anch e quando sono moderati ques Li traumi possono prodt1rre dann i l esion ali seri a ca u~ a d ella d eli cat ezza d ei t e$SUti co11 tusi. Spe so i inton1i traumatici i111mediati· sono leggeri e di })r eve du rata e 110 a no 11assar e anch e inosser·vati o e_ ere cli 111enticati . ~ia possono seguire 1esio11i pii1 o n1eno esle e ·e p er sis lein ti , ch e eYolYon o insidi osam ente fino a ch e la cof't ituzi one del t e suto cicatriziale fa in .. eguito $COl)J)iare un 'er1ilessia i11 condizioni del tutto parago nabili a qt1 ell e che producon o l 'epilessia traun1ali ca n egli a du11 i . Le to s~i-i n fezioni infa11tili hann o una parte r1on m -0n o importante nell' etiolO{!ia dell 'enil es ia co111une . E ·se pos~ono pro, orarc una lesion e oer ebro-m eningea , la quale in11n ed iatan1e11te non dà in ton1i rile,'a nti , m entre a dis1a n za di t empo p iù o meno lun go 11r o,·oca l 'epilessia, Tra le infezioni dell 'infan1ia merita t1na 111en zione peciale la si fil iùe eredit aria . la quale d e, e ef':'er e con siderata come un fattore e1
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tiologico certo e r elativamente frequente d el1'epilessia, sia per ch è d et ern1ina diretta111ente lesio11i sp ecifiche cer ebrali, sia per chè facilita g li a ccidenti del p arto. È s tato accer tato ch e 1:er ede-sifilide ·è c.a usa di convulsioni infantili Itel 3'0-50 % d ei casi. Una tale frequen za è stata confermata a n ch e d.a l criterio t eir apeutico, p er ch è sì fatti disturbi n ella quasi t otalità d ei c..asi c·edono al trattamento specifìco . Da c iò la llecessità di proced er e in ogni ca o di convulsioni infantili ad esan1i si st e1natici p er svelar e l 'eventua le esistenza d ell 'er ed o-sitìlide. Un a ltro fa ttore etiolog·ico importante è l 'alcc>olism o dei p r ocr eatori: l 'ub·b riach ezza d el padre a l n1on1ento d ella co11cezion.e , l 'alco olis1110 c r onico d ei genitori , l 'alcoolizzazione d t lla m a dre dura11te la gr avid.a n za. In ·effetti l 'e]Jilessi a s'inco11tr.a n ella discenden za deg·li alcoolizzat i n ella proporzio11e d el 15-3'5 %, e l'a lcoolismo s' incontra n egli ascendenti d egli epilett i ci n ella propor zion·e 40-70 %. Ma n ello stabilire l 'eventu.a le r apporto tra a lcoolism o d ei g·enitori ed epilessia d ei fig li conviene t en ere presente cl1e oltre l 'azione di1etla d ell'alcool suìle g la nd11le genitali d ei procr eat ori o sul prodotto della gestazion e, entra n o in giuoco a lt ri fattori : lesioni n er vose sopra,rven ute i11 occasione di a ccidenti distocici co ì frequenti n elle famig lie di alcoolisti , d 'infezioni a n ch 'esse fr equenti n elle stesse famig lie e ch e h a nno p iù influen za sul sist ema n ervoso in quanto quest o è orig·inariament.e tarato. Dalle fatte con siderazio11i si d educe lo s tretto ra p porto fra le convulsioni infantili ·e l 'epilessia comun e. Le p rime posson o ·esser e un fen om en o p r ecursore d ell ' erJilessia , possono e~sere I 'esponen t e d ella lesione inizia le ch e d eterminer à p iù tardi la ragion e an atomica d elI 'epilessia. ~1a n o11 tutti i ba mbini ec lan1pt ici so110 d estina Li a dive11t ar e epiletti ci. I segni più imp ortanti ch e posson o far e terrter e un 'ulteriore e' 1oluzion e in tal sen so sono: 1. La compar sa di· convulsi oni n elle . p rim e ore o nei prin1i g·iorr1i d ella vita, convulsi oni isolate o raggru ppate in i stato di male con vulsivo , fatti ch·e indi'cano già l 'esist en za di lesi oni fet ali o di accidenti ostetrici , d a i quali potr à r isultar e un 'en cefalopatia cr onica 1~, cui g r avità si n1os tra g ià cer ta; 2. La con1µar sa di con vulsioni n el cor so o durante 1.a convalescen za di un ' affezion e .acuta d ell 'infan zi a, sop rat utto in fetti, a, indican te la lesi on e or ganica d el cer Yello o d elle su e n1°embrane, su scettibili di lasc ia r e una cicatrice ir1i1 a nte: 3 . La com par sa di con vulsioni in b a mb·i ni i11 apparente st at o di salute, fatto ch e indie.a lé• l)OSsibilità d i l·esio ni en cefalich e a d inizio e decorso insidioso n1a g ià costit uit e. Per tu t le le con vul ioni , qualunqu e n e sia la cau.~ a a1)paref!te, e q ualunqu e sia l 'età de 1 b n1nbino colpito i seguenti car.atteri son o d a c-011siderar si di cattivo i gnifi~to: violen za. froqt1e11za e per sisten za delle convulsioni , loro 1
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lt11ilateralità e compar sa tardiva d ella bila teralità. 1""al volta si agg iungon o si11tomi esponenti cl ell' affezione e11cetalit1ca acuta (segni ineningei, segni pira rr1idali , fenon1en i par alitici, dislurbi d ella parola) ch e h a.nno in1p-0rtanza a n cora m agg·ior e d elle convulsio ni. Bisogna d ·altra parte tem er e i l verificarsi, dop-0 le convulsioni di altri dis turbi n ervosi come il rjtardo d el cammi110 e d ella par ola e l 'arres to di svilui.1p·o m entale. Oltre questi di possibililà. vi son o alt ri ser11i i di probabìlilà ch e fanno p r eved er e la tra~rormaz i o rJ e ii1 epilessia , -er a : 1. La con1p·a rsa .di con·vulsioni per la p rima volta in u11 'e ta r ela tivan1e11te avan zata, al di là di 3-5 anni , sopra tutto in in .an can za di ogni causa imn1ediat a gr ave; 2. La rico111par sa di convulsio11i a lla s tessa età avanzata in un ragazzo g ià con vulsio11ario d opo un lungo periodo di accalmi a ; 3. Il ritorno di co11vulsioni , sotto forma r eciùivante, a inter valli più o men o r e·g olari, sen za cause apprezzabili; ±. Il ritorno di con vulsioni d u r a nte il sonno ; 5. L ' esisl en7a e la ripetizi on e di pr odromi (n1ot ori , sensitivi o psicl1ici) alle convulsioni r ecidiv·e identici a quelli dell e prime con vul• • s1on1; 6. L 'esiste11za di disturbi n1entali , -ari: arrt~sto di svilup,p o intellettuale, instab·ilità p sichica o p ·icomotoria continua o par ossistica, e1notività eccessiva con .accessi · spasm odici di ri so o di pianto ingiustificato,. turbolen za, irritabilità, coller a esplosi,·.a, indisciplina, terr ori notturni , irascibijilà p erman ente con crisi di assen za di coscien za, impulsioni violente, a ccessi bre, ri di de1)r~ssi one o di eccitazion e. ecc . I seg11.i di cerlezza. d ell 'epilessia confermata con sistono n ella compar sa. o n el ritorno a più o r116n o brevi inter valli di fatti con vulsi.'Yi o di equi vaJ.enti epilettici (assen ze , ' 'erti oini .a ccessi di spasmo i1utan s, crisi stati· r ' ch·e. ecc.). L '.accer tam c 11to d ei fa tti cl1e con senton o di r1r esu1ner e con più o n1en o a ttendibilità la r1atur a epilettica d ej disturbi co11vulsivi che si verificano n elle 1)rin1e in fan zie h a n on solo u1: inter esse t eorico in r e ]azion e a lle con o~cenze d ell 'e tiologia ge ner ale d el m ale. m a anch e un 'importanza pr a tica in qua nto consente la diagnosi 11r ecoce d ell 'affezione e q uindi la ter apia ·e l ' ig ien e a p pr opriata in tempo utile, in n1o·do d a evitar e la trasformazion e e pilettica d ei disturbi stessi o quant o 111en o r enderl a m en o g r.a , -e. DR.
Il trattamento della meningitt. (G. RronocH. Brilish 1\1cdi cal Journ al. 2 no' 'embre 1935). 'futte le for n1e di n1enin gi te act1ta richieclon o un tra tt an1ent o gen er ale p ressoch è
[ANNO
XLII,
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SEZIONE PRATICA
uguale. Il pazie11te deve essere lasciato assolutamente tranquillo, in un ambiente oscuro, protetto dai rumori, assistito con delicatezza. Non deve ricevere visite. La dieta deve essere liqu ida ma nutriente : se l 'ir1fermo non può inghiottire deve essere ali:n1entato con la sonda nasale. La cefalea va combattuta . con la borsa di ghiaccio sul cap,o, con gli antirievral..giçi (aspirina, pirarr1idone, ecc.) ed eventualmente con la puntura Jomb·are. Per l'agitazione e l 'inso11nia giovano, specie se la fe bbre è alta, le spug11ature di acqua tiepida, op pure i sedativi con1e i bromuri , il cloralio e nei casi gravi le iniezioni di morfina. Deve c5sere sorve.gliato lo svuotamento della ve• sc1ca. La meningile pioyertica a.c ula da strepto-, 8tafilo- e p11eumococchi può seguire a stati setticemici, a focolai extracranici con1e la pul111onite, l 'em1)i·en1a, l 'osteomielite, oppure al l 'eresipela del .cuoio capelluto, a ferite penetranti del capo, a fratture del cranio con lacerazione delle m enin.g i o a rottura di un ascesso cer·cbrale. ~1a l 'origine più comune del! 'infezione ·è un 'infiammazione dell 'orecchio , rd.f·lle mastoidi o dei seni frontali . I11 tali casi si dev·e in11anzi tutto curare i 1 :focolaio primitivo dell 'infezione. La meningite rneumococcica è di solito letale qualunque n e ·f'ia l 'origine. ~lentre nelle forme strepto-· e stafilococciche secondari e a sinusiti o a mastoi·diti si può avere la guarigione se si assicura l 'adatto drenaggio e se l'infezione intracranica non è n1ollo este a, il cl1e può essere documentato <lall 'assenza o dalla scarsezza dei n1i.crorganismi nel liquor. La rachicentesi piutt<>~to ab·o ond.ante de, re essere praticata almeno u11a volta al g iorno. La sierot erapia è di du·bbia effi cacia e qualche volta dannosa , mentre J'urotropina è di effetto incontestabile. · La rne:·1.iingite nieningococcica si giova notevolmente della cura specifica. l\fa perch è questa possa essere intrapresa occorre stabilire sicuramente la diagnosi. Al riguardo nulla è più utile della puntura lombare. Questa n,ella meningite cer·ebro-spinale epidemica dà un liquor iperteso e torbido. Tuttavia nei casi ful- minanti con eruzione purpu·r ica e rapido sviluppo di stupore e coma, la pressione può es~ere i1ormale ed il liquor limpido. Ad ogni modo si fa la cura del liquor e s'i dentifica il tipo di n1e·n ingococco (di cui sono riconosciuti <quattro ceppi). P er ogni tipo di meningococco :Si trova preparato un siero. Tuttavia si può a .. 1d0perare il siero o l 'antitossina polivalente. 'Se .c'è un'eruzione cutanea, che è sintoma ·si curo di meningite meningoccica, fin dal primo giorno si praticheranno ini·ezioni intramuscolari o endovenose di 200 eme. di siero o ·di 20, 000-30, 000 unità di antitossina diluite in 120-200 di soluzione fisiologica normale o .con l'aggiunta del 10 % di glucosio. Le inie:zioni devo110 essere ripetute quotidianan1ente per 2-3 giorni o fino a quando le emoct1ltt1rc r1 1
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sultano negati ve. In caso di sen ibilizzazione per il siero se ne fa la prova intradermica. Se questa risulta positiva (~viluppo di orticaria s11l punto d 'iniezione in capo ad un 'ora) si ottiene la desensibilizzazi'o ne con l'iniezione sottocutanea prelimi11are di 1 eme. di siero. . Il sier~ può essere iniettato anche per via 1ntrarach1dea. Al riguardo va rilevato ch e la P?I1tura .lombare va praticata non solo a scopo diagnostico ma anche curativo. Deve essere prati~ata du~ volte .a l ~iorno nei casi gravi ed una in quelli leggeri. S1 d·ev·e far defluire quanto più liquor ·è pos~ibi]e raccogJiendolo in un tubo sterile, e quindi s 'i11ietta siero o antitos~dna nella quantità di 5 em e. di meno del liquor estratto . Queste iniezioni vanno ripetute fin o a cl1e il liquor ritorna sterile, il ch·e di solito .avviene dopo pocl1i giorni. Va rilevato ch e il siero r llIJ irritante meningeo , e quindi dopo l 'inie. . ' z1one sr puo constatare un aun1ento delle cellt11e n el liquor ed un 'acccntuazion·e della rigidità e dell 'agitazione. 'fa li reazio11i però non l1an110 un significato prog11ostico sfavorevole . La iniezione intrarachidea n ella grande n1ag·gioranza dei cas.i dà rjsultati molto soddisfacenti. Solo nei ca i gravi fulminanti con rapido sviluppo di st.u·p ore, e n ei casi non gravi nei quali il liquor malgrado le cure non ritorna sterile dopo una settimana, nei quali la rigidità nucale si accentua sempre più. o quando il liquor che defluisce dalla puntura diventa molto scar so si può ricorrere al dre11aggio lon1bare ed alla simultanea iniezione di siero negli spazi subaracnoidei a m ezzo clella puntura ventricolare o cisternale . La puntura ve11tricolare nei bambini si pratica facilm,en te immerg·endo un ago di medio calibro e di acciaio n ella parte late·r ale della fontanella anteriore. Si fa uscire quanto più è possibile di liquor e q11indi si inietta siero o a11titossi11a nella quantità di cinque eme . di meno del liquor fuoriuscito. Negli adulti è pr·ef.e ribile aggredire la zona a circa 2 cm. sopra la linea superiore dell 'o so occipitale e a 2 cn1. e mezzo dalla linea m ediana. S'incide la pelle e si fa nell'osso u11 piccolo foro con un trapano. Attraverso questo foro s'introduce l 'ago cli~ è spinto l·e,ggerrnente in a'1anti in linea orizzontale ed un po ' verso l 'esterno in modo ch e per1etri n el cor110 IJosteriore o n el vestibolo del ventricolo. Quindi si fa inclinare la testa indietro in modo da fuvorire il deflusso .del liquor. 11 siero si inietta· 11el modo già detto. La puntura della cisterna mag na si pratica nel modo seguente. Il paziente è posto in decubito laterale ed un assistente tiene ferma la testa in leggera flessione sulla linea mediana. 1 'operatore tiene il polpastrello dell 'indice sul })rocesso spinoso dell 'axis e infigge l 'ago, b ene affilato, in1mediatamen te al di sopra di questo punto. L 'ago deve essere spinto leggermente in ç\Yan ti ed i11 alto ,·er o l 'o o occipitale irn.-
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« JL P OLICLCNI CO >l
n1ediata111ente dietro il j oramen mag11am. l{aggiu11to l 'osso l 'ago vi en e l eggern1ente ritirato ed i11clinat.o alquanto con la punta in basso. Si punge quindi il Jegan1ento occipito-atlantoideo la c ui resisten z.a è facilmente app1r ezzabile. Si fa colare il liquor e quindi si ini·etta iero con il solito siste111a. L ' anestesia p er la puntura ve11tricolare e cisterr1ale si pratica co11 iniezioni locali di novocaina all 'l '7~ o con polverizzazioni di cloruro di etile. Ambo l e punture devono esser·e immediata111ente procedute o seguite dalla rachicentesi per favorire la diffusione d el siero iniettato. La m e;n.ingite asettic.a acuta è caratterizzata da un inizio acuto sen za sintomi prodromici e sen za segni di infezion·e locale o generale . Il liquor è iperteso , e l) UÒ e ser e lin1pido o torbido e solo eccezio11almente purulento. Contiene eccesso di celllil·e d apprima polimorfo rLucl1eari e p oi linfociti. L 'albumina ·e· la globulina sono aumentate . La guarigione completa si ha dopo 2 o 3 settin1ane. La cura c on siste esclusivamente n ella rachi cen tesi quotidiana o a giorni alterni. Nella meningite tuber colar-e il trattamento è sinton1ati co: puntura lombar-e per alleviare la ce falea e sedativi per caln1are 1'agitazione .
DR.
TISIOLOGIA. La ct·isi emoclasica da rif"ot·nimento e la crisi emoclasica da tubercolina in corso di pnenmoterapia ·nella tubercolosi polmonare. f
(G.
P ENNE1'Tl.
Arcliivio di Palologia1 e Cliriica
n1edica, n oven1bre 1935). P iul toslo se.arse son o le ricer ch e ch e rig t1arda110 le modificazioni i1nmediate e tardi\ 1e d egli elem enti figurati d el sang ue in seguito a p n eumotorace a rtificiale. Avezzù ·e Boggia n h anno riscontrato in seguito ad og ni rifornimento, diminuzione d·el la p r essione arteriosa e spiccata leucopenia, r:on inver sion e d ella forn1ula l eu cocitaria e tendenza alla m .o nonucleosi' con ·eosino fili a . I :ssi hanno identificat o t ale fenomen o con quello scop·erto dal D 'Amato consi stente in una crisi em oclasi ca pecifìca in seguito a d iniezioni di tube r colina n egli ammalati di tub er colosi : crisi emoclasica ch e m an ca , invece, nei soggetti sani o a ffetti da m aJattie no11 tul}er colari . Ricer ch e ull 'argomento .. ono s tate 1escguite da altri 1\A., n1a e se on o tra loro contraditt(>rie. P e rciò il 11ostro A. ha ritenuto opportuno ripre11der e qu est o studio . La t ecnica d a Ju i u a ta r la seg uente: conta d ei gl obuli bianchi con l a ram er a di Th oma-Zeis e co]oraziont> dcg-li stri , ci di . an g ue ron l\1a-y-Grun1
[ANr
o
~LII, Ì\ 1.. :\I.
51)
1
\~·a ld-Gien1sa . L e co11te e g li strisci veni \'.a110
fatti nei pazienti a digiuno, i)rin1a d el riforrtimento pne un1otoracico (aria filtra ta) ed a vari intervalli da questo. Nella casistica (sedici soggetti) ha compreso individui che non ~veva110 ancora inizi:ita la· cura l)n eumotorac ic a e soggetti portatori già da tem110 di pne u111otorace. I110Itre p er ci'a.scun m alato ha i11d agato il cou1portarn ento d ella prova emocla8jca del D'An1ato. Negli esp erin1e·nti è stat ai a doperata ]a tuber colin.a priva di alhun1 ose
(A.:F. T .).
Ec co i risultati d·elle ricer ch e d e'1J 'A. : in tredic i casi di tbc . polm onar e sottoposti a pneu rr1oterapia, egli ha avuto cosrJicua ieucope11ia, i11 seguito a d ogni rif()rnim ento di a ria filtrata, sia in sogge tti .g i.aromai trattati, cli.e i'ni c1uelli in tratta m ento da lun ghissim o tempo .. Soro in tre ca i invece d ella leu cop1e.nia, 11a os ser\'ato una leu cocitosi di discr eta entità . Pe r indag ar'3 il sj g11ificat (I) da attri:O·u ire alla· le ucopenia da rifornimento , 1'A. ha .studiat o}'6 l'fetto d ei rifornimer\ti d 'aria in animali: r1ormali (cani e conig li) . Dag li esperimenti eseguiti è risultato ch e I 'intro duzione di aria n e] cavo pleurico d·ei cani e d ei conig li , d eter-· n1ina una leu copenia di notevole entità. Ques ti fatti parlerebb·ero contro I'opini'one che la· le ucopenia da rifornimento a bbia una n atura' specifica . L ' A. ha proseguito le sue i11d·agini ·e in ar-tro gruppo di tuber colotici sot toposti a ctira p11 eumotoracica, h a studia to le eventuali m odificazioni dell 'indice r efr.a ttom etrico e cleT tempo di coagulazione d cl sa11gu e, prim a e d o1)0 30' d al rifornimento . I ris ultati ottenuti sono stati n egativi e questa è una pro,,a di' più ch e lo choc d a riforniment o non l)UÒ essere identifi ca to a quello consecutivo a d inie -1ion e di tuber colina. Co111e va dunque interp·vet ata - si chiede 1~ A. - la leu copenia post-1)n e11m oto racica ~ Eg1i 11r opende per l 'ipotesi cl1 e I 'immi ssi on e d r l · l 'aria n el cavo pleurico. lo scollam en to d el' lJOlmon e, l 'equili'b·r io r es.1)iratorjo e numerosi altri fattoTi n oti ed ignoti , diano per via 11ervosa modifica zio11i moltepliGi fra Je quali' costante e Len e appr ezz.ab·i le la leu copenia . r~ omunque e.gli , an ch e non escludendo d·el tut.to la probabilità di un o ch oc em oclasico, rifi uta l 'idea ch e l 'a gente provocator e possa e . . sr.r e ]a tuber colina , s11r emuta dal 11olm on € colla ~sato. ' Ri.gt1 a rclo infìne alla cribi en"loclasica d.a i'ni'e·zio11e di tuber colina è d el par er e r b e non pt1ò e~sere assunto com e criterio s uffi c iente per la ~ospen "ion e d el J)n eum otor ace t er a11euti co: i11f~ t ti h a o~serva to . dei casi clinican1ente e r a cli ologica11"l ente g u ariti, i quali durante tutto i] trattan1 e nlo pn et1m otoraci'c o hanno n1ante-. 1111ta positi va la r eazion e em orlasira, cl1 e P ri -. i n asta· tale a n r l1 e d o110 la ri e pan . ion e d el 11olmo11 e. VrcENTr ~r~
[A~l'\O
1-Lll, Nu l\1. 51]
2531
DIVAGAZIONI
. .**
La cura della gonorrea: e della '' p1·esbio .. pia accidentale,, secondo M.arat. (T.
Minerva M edica, 25 agost o 1935).
0LIARO.
L'A. tratta in questo articolo di J·ean-l)aul Marat urologo e d oculista, rifere11dosi a du e su e ·p ubblicazioni lerapeuticl1e u]l.e suddet1 o specialità. Il 3'0 g iug110 17'75 1'lJniversità di S. A11drca di Scozia conferiva a l\farat il titolo di Dottore in medicina e ne llo st esso anno egli pubb1ica\'a il uo « "'aggio sulla b·l enorrea , i1 el quale sono illustrati i difetti d ell 'attuale l11etodo di c ura per questa malattia d ell 'uretra ed è indicata u11a c ura efficace n . Tal e 111<:1110ria era scritta in lingu a inglese e perciò ] '_i\. cominciò la u a e.. 110 izione col chieder e ve11ia a l lettore se tro,·erà errori di li110-ua esse11d o egli non ufficienten1ente ver sat o n ella ling·ua i11glese ; soggiunge per ò cl1e 1'eleganza d·ell o stile h a car sa in1porta11za in paragone aJ] a salute u111a11a. Interessa11te è la de.di ca alla « Rispettabil e Societ à dei Chirt1rg i di Londra n. Tn essa Ma rat lamenta ch e ]a cura d ell e i11alattie ven er ee sia fatta dai chirurgi , trattar1dosi di n1alattie che solo di rado ri chiedono oi1erazio11 i cl1i rurgicl1 e. Con tinua n1anifest.ando i1 su o desid e.rio di' soccorrer e tt1tti i malati e la sua inte11zionP di diffonder e. a rn ezzo dell a Soci'e tà di Chirt1rgia di Londra. il frutto d el suo lavor o . La c ura d ella gonorrea da lui propo~t a consiste in modi fì cazioni a lla terapia ideata o pratica la da Jacql1es Dara n a mezzo di c.and elettc t1retrali , Secorlcl o Marat il 111edico deve anzitutto 0sami'mare accurat a111e11te l ' L1retra introd t1cendo\ri una candelett a di cera bianc.a, resa fl cssibi1 0 con un po· di tre111entina e ricoperta di 111t1r iJ] aQ·gi nc di altea e con s la tand o ro11 nr er isio11e in qt1ali pu11li il p. accu sa dol ori . Successivn1nent c a mezzo cli altra candeletta si por terà a co11 ta tto d elle pa rti mal ate l 'i111piastro st1ntlurati,,o (diachilt1111 cum gummis), ri-petc11do l '011erazio n e per un ten1po proporzionat o alla gravità della malattia . Occorre in seguito fo11dere gli orli callosi d elle ulcere e ciò si otti cIlP, per m ezzo di ini ezi·o ni di una debolr solu zio11e di ~a l e a1nn1011iaco i11 acqua . N·ello st esso t en1po si fa u so di un agente suppura t i' o T'ii1 del1olP, iJ co~id e tto cc ong·u ent d e ] a 1\if,cr » . l\.larat infì11e con1pletava la cura con a llrc cundele tte ·u1)purative a base di litarg·iri o d 'oro , olio di oliva, cera gialla e treme ntin.a, r r. ~ , C'111~1 r<: 11 ten o suppurative con l 'agg·iu11ta cli gocce di balsamo d el P erù . L 'autore della l\len1oria con c1t1de ch e dieci anni di successo c ostante erano garan zia suffi cien I e a convin cer e d ell 'efTi rflc ia d ell a c1tra. cosiccl1è egli pote, a o ffrirla co11 fidu cia ai 111<'di c i i11te1ligenti 111sin gand osi ch e chiunqu e la (l\t'~:'C ado llal a n e :5a I"ebbe stato .soddi .. fatto . 1
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•
~el volu111e
XX della « llaccolta di opuscoli
fisico -111edici n (l:"'irenze, 1778) sono contenut e due Jette1·e di J ea11-Paul Marat , dottor di Medi cina e l\i1edico delle Guardie d el R . Conte di _i\. rtois, dirette a l dottor 'fargioni di !F irenze. Nella prin1a di esse 1\iiarat ricorda ch e cc fra le diverse rnal<lttie d'occhi ve n e è una fi11or a poco conosciuta e sempre confusa con la o-atta serena )) ; egli è stato il prin10 a farl a c~no scer e per 111ezzo di u11 OJ)llRcolo pubblicato a Londra alcuni anni prima i11titolato: cc An Enquiry int.o the nature , cau se and cure, of a singular disease o f the eye ». Tale Of'Uscolo fu lu11gamente ricercato dai bibliofili ma inutilruente; fu ftlorse Stephens ch e nel 1882 riuscì a tro,-arne un ese1nplar e unico fiu ora n ella biblioteca della Società R eale di Medicina e ("'11;rurQ'ia di Londra. e1 1891 i I dott. GeJrg·es Pilotelìe ne pubblicò uu a Lradu zione in francese. Il nostro A. h a co11frontato questa traduzion e con l 'originale ing lese e con le due l·e tler e di M.a rat ed 11a con statato che in questeu li in1e è co11tenulo , ia JJl11~e st1ccintan1 e11te, quanto è stato scritto nell ' opu ~ col o in glese e ite.lla tradu zione francese. \ "ella l1ri111a le ttera l\•[ arat si occupa della sintomatologia ed eti o~ogia di questa ma1a t1 ia <e alla quale n on è stato per anco assegnato un i101ne » e cl1e è sempre una cc funesta consegue11za di m er curio male som1ninistrato » . I sali m er c uriali portati n e i vasi capillari dei 111t1~co l i dell 'occhio li irri I a no ; donde ]a te11sione, il calore e il d olore ottuso ch e si fa se11tire i1.eg·li occhi di questi malati. Il t occam ento d ella cornea provoca u11<t .. e11sazione dolor osa e g li oggetti ve11gon o veduti imperfe1ta111ente e solo ad una dctern1i11 a la distanza . Nella seconda letter a vic11'c tra ttata la c ura della 111a laLLia. Tre ~on o le indi cazioni .curative: cc rilassar e le p arti affette, disostruirle, e re11de r e acl esse la n,ece sa ria ela ticità ». Per oJùi fare alla pri1na indicazion e il p . de,-e stare a d u11a dieta rigorosa, cc sca11sar e il fred clo , l ·e er cizio del corpo forzat o , le passio11i Yiole nti n. cc ··a rà poi co111i11r iat a la cura ro11 u11 piccolo salasso dal piede, ogni otto g iorni . J:i. 011l111inistrazio11e quotidiana di polpa di ca ~ ia e poi suffun1i o-i anlispa n1odici pe r 1nezzo tli a datto strun1e11to. l lna ,-a lta ch e l a 'i sta a'rà cominciato a ri tabilir . . i si ricorre rà alla clettrj zzazione fatta seco11d o un sist ema i11dieato dall 'autor e d ott . 1\farat; pe~ m ezzo di es ~ a si o tterrà il ri :-tal)ili111e nto della Yi ta Il el ~t10 primiero slal o; a lla r esidua d ebolezza di ' i~ ta si rir11edierà con freque11ti lavande di acqua lr esca ». Ciò ch e è Yera1nente interessante n e ll 'opu:-.:·olo di ~tara I P 1'ap1)licazione d ell 'elettri cit ù i1 l t er api.a ocu]i .. tif'a. ~~gli do' e'a a'ere l1na co1,_oscenza particolare della fi sica specie dell 'ottica e d ella elet tricità, ro1n e att estano altre 011cre cl a lui scril te: cc Dcro u' crle, ~ur le frt1.
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« IL POLICLINICO »
l' éìectricité et la lumière n e le .altre : « lle.cherch es ph;-sique~ sur l 'él ectri cité » e « MéJnoire sur l 'électricité i11édicale ». Questa ultima opera fu premiata con medaglia d ' oro da11 'r\.ccade111ia di li.oue11. Grand·e fu il success-0 professionale di Marat: le su e , .i ite g li venivano pagate non meno di un luigi, ed egli non trovava tempo n·ella giornata ad acconte11tar e tutti i clienti. Se tale su ccesso fu ce.itan1e11te i11 gran part e dovuto a lla carica di l\tledi'co d·e1le Guardie, ad esso contribuirono sen za dubbio pure le su·e qualità p ersonali, la sua cultura profor1 da ed il v.a l ore scienti.fi co non comune. VI CENTINI.
e ENN I V.
PAU LIA.N.
B I B L I o G R A F I e I <1> Tu11i ei1rs
ll e
l'encép·hale. Edi-
tore l\1assc>n e C., P arig i . Prezzo Fr. 30,00.
T progressi
d ell a n eur o -chirurgia hanno 'fatto notevolmente progredire le n ostre conoscenze sull a sintomatolog ia d ei tumori cer ebr.ali , un a sin ton1atolog·ia cl1e ora con sente rtel] a g rande maggioranza d ei casi un a sicura ,di agnosi di sed e e di natu1:a . Tvfa questa sicurezza diag·nostica importa 11na rigor osa esa ttezza e perseveranza ne] m e'todo di e ame d egli infern1 i. D.a llo studio accurato e p r olu11g·ato di 40 ·casi l 'A. h a d edotto con clusioni cl1e riYolu_z).onano un po ' la d ottrina delle locali zzazioni -cerebrali , e ch e d ·altra parte costituiscono utili nozioni fondam entali per coloro ch e affrontano il comple . . so studio d ell e i1eoplasie endocranich e. DR.
[ANNo XLII, Nu M. 51]
e la t erapia degli idroce(ali acuti e subacuti causa li da otiti. Si tratta di accidenti d 'ipertensione ·endocranica· per lo più accompagnata da stasi papillare, dovuta ad a ccumulo locale o diffuso di liquido cefalo-rachidiano . Queste crisi ipertensive di orig ine otitica hanno una fisionomia clinica particolare, per la quale si distinguono da quelle dipendèr1t i da i11fezioni, da e·ccitazioni rifl.ess~ 1 da irritazione tossica o da traumi ce fali ci . L 'idrocefalo otitico può a su1nere tre forn1e: esterna corticale diffusa, interna o incistata ventricolar e, locali zzata alla fossa poste• r1ore. La trattazione, documentata da un.a larga ca . . ' . s1sl.1ca, e 6Saur1ente . ùn.
G.
Elert? enli di biomicroscopia oculare. Vol . in-8°, di 206 pagg. , con 88' fig-. anche SA.LA.
colorate. L. Cappelli , Bolog·na, 1935. Prez zo L. 50.
La bio111icroscop ia ocu.lare rappresenta oggi il n ecessario con1pletamento della coltura del1'oftalmologo. Con un 'adatta illuminazione etl il microscopio binoculare, si m ettono in rilievo numer ose particolarità, si possono addirittura osservare le cellule del] ' endotelio corneale vivente , la fine struttura d e1ll 'iri'd e, ecc. E sa è p ertanto di g r ande utilità per ln studio p·a tologico e pe r la p-ratica, per cui è be.n e ch e sia conosciuta d.a cl1iunque si occupi d ell a specialità. Il libro d el prof. Sala, docente alla Clinica di Palermo, è il primo c l1e si pubblica in Italia su questo argomento e d escrive chiara. mente e col sussidio di molte figure ben dirn·o strative, le lesion i ch e la biomicroscopia J. P. I.J . DELAY. Les asléré.og11osies. Edi tore oculare rivela n elle diverse parti d·e ll 'occhio, Masson e C., Pari gi. Prezzo 1Fr. 65 ,00. riportando anche nun1erose osservazioni personali. Esso m·e tte anche in rilievo il notevol e Questo g rosso volum e cosi ituisce uno studio esaurie11te, u11a sintesi con1pleta di tutti i la- contributo degli italiani in n1ateria ed è consig liabil e per chi voglia adde~trarsi in que to vori n eurolog ici , fisiologici e psicol ogici finoin1portante m etodo di ricer ca. fil. ra comparsi sulle aster eognosie. I..,a tisiolog ia e la patologia del tocco ono considerati sotto tutti i punti di vista, e so- I .. DE CosTRE. L 'ort·hodoritie à. base d'acier. Vol. in-8°, di 204 pagg., 107 fig . 1\'Iasson et 11rn tutto al lun1e delle dottrine sug li analizC. i e, P aris, 1935 . Prezzo 3'() fr . z~ tori tattili d el P awlov e sulle sen sazioni ·elen1 en tari di Head. P er mo lto ten1po il trattamento ortodontico Si tratta di una p ubblicazione di g r ande iner a inacc8ssib·i le all a maggioran za, anzitutto a teresse non sol o dottrinale, ma an cl1e J.1ratico causa dell 'i11effi cacia dei 111etodi e p.er una sori11 quanto tutto il libro è informa t o al contn di er1r1et.ismo .artistico ch e ne circondava cetto di trarre d alle nozioni teorich e ciò cl1e la pratica; n1ancav.ano scuol e adatte ed. insepuò avere rifer imento con la clinica. (l'n a m enl i effi caci . Inoltre, er a rtecessar10 un DR. ~1 >pareccl1io di platino iridi·ato ·e ~on pa11a~io od or o, di costo molto elevato e d1 manegg1<tR. BounGR01s. Les h.ydrocéphales aigiz.es et rr1ento deli cato. subaig ries d' origin e otiqize. Editore Masson Percl1è l 'ortodontia possa esser e utile ad e C., Parigi. Prezzo ·F r. 32.00. url l)Ubbl ico sen11)re p iù esteso. è necessario usar e un apparecchio semplic.e e costr?i.to c~n È una monografia n1olto completa sull 'anaun m etallo ch e offra van lagg1 m eccanl'r1 e s1a tom i.a patologica. ~ ull a cli nica, la patogene$i ])OCO costoso, in modo ch e il prezzo d e] mate· ri.alc non gra,·i in moc.lo esagerato le spese ge· (1) Si prega d'inviare rlue copie dei libri di cui ner.ali d el trat~ a111 ent(). Orcorr-e un metallo si rlesi<l~ra la r ecen sio11e.
.[ANNO
XLII, Nul\lr. 51]
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S.EZlONE PRATICA
i1lalterabile , che perrnetta un lavoro ra1)ido e perfetto. L 'A. ha per il prirno tentato l 'acciaio ù1 ossidabile e i11an n1ano nun1erosi prati'c i hanno i11cominciato a costruirne d egli apparecchi. ! .. 'acciaio inossida bile possi ede delle qualità rLotevoli p er tale utilizzazione. La facilità con .cui può lavorarsi, la s ua resistenza alla corros ione ed all'ossidazione, le sue qualità di ela.sti cità , la tolleranza d ei te~suti _al suo riguard o pern1ettono la più larga applicazi'one. 11 libro tratta: le basi teorich e dell , ortodon.li.a, la relativa tecnica 1netallurgica e m eccanica .e la terapia sistematica, ch e comprende J.a diagnosi e la tecnica 01)eratoria. fil. 1
G. G. J. R éaclions labyrinthiques et équilibre. L 'aitaxie lal.J'yrinthique. Un vol. di 262 pag. con 124 fig . iVlasson, Paris, 1935. Prezzo 80 fr.
J\ADEMAKER
Non è ag·evole riassu111-ere i11 poche linee il volume, ricco di esperienze e di con cezioni personali , nel quale il prof. Raden1ak er di Leid~1 espon e l 'infìuenza delle reazioni labir intiche s ull ' equilibrio. Secondo l 'A. nel m eccanismo dell 'e1q uilibri'o eratrano per gran parte le reazio11i labirintich e dPlle estre1nità, sì ch e n e deriva la n ecessità di studiare il labirinto e co11 eccitazioni' fisiolog ich e co111e la caduta o l a rotazion e. In capitoli ùifferen ti ricchi di illu str.azio·n i cinematogra fich e sono analizza te le reazioni dcgl ~ ar~i .ai n1ovime11ti di caduta ventral·e o long1tud1nale di un animale, e le r eazioni labirintich e secondarie a movirne11ti di rotazione attorno alJ ·asse cranio-b·asale, bilen1porale o fronto-.oc: .ci1>itale (n egli anin1ali i1orm ali , scereb ellat1 e slabirintati). I dati di fisiolog ia sperimentale sono riportati a lla Clinica un1ana, mediante una « prova di adattameDto ::;latice >>; qu·esta con si ste n el far ruotare un letto (su cui è disteso il soggetto) su ciascun lato, in modo da r ealizzare ~a rotazion e del paziente attorno al suo asse b1te1nporale e fronto occipitale. Nell 'uomo n ?rmale, ai rr1ovimenti ra J)idi si ot~engono r~az1~ ni di controest en sione che assicurano 1 ·e quilibrio; esse sono anch e .presenti !1ei cere~llari e nei tabetici con funzione vestibolare inden 11-e. mentre mancano nei n1alati con turbe lab iri11tich e. f~l1iu d·e il volume un capitolo m?lto i1:llpo~· tante e denso d 'interesse sull 'atassia lab·1r1nt1ca dopo lab·i rintec lomia uni- ·e b·ila ter ale e u j rill)})Orti fra r eazioni labirir1lich e e cervell et to.
M.
SILVAGNJ.
de la Gli11i ca del /)rof. nd . .I . .J osÉ BE\,.ol. in-8°. di 642 pagg. , con HE'fERVllJE. 111olte fig. Hospi tal f ernand ez (Bu enos Ai-
~! ua.les
res) . J 11umerosi lavori ch e troviamo qui raccolti 4e.s.tin1oniano la n-0te \·ole a tt ività d el Riparto ospedaliero diretto d al prof . Be1·etervide; buo-
p ar te di essi è sta ta pub·blicata in r iviste scientifich·e 11el 1931:. Ne citiamo alcuni. Atrofi-d oli,ro. pon lo-cerebellare. i\lurmure idatideo polmo11are. Il n1eccani smo d ella diuresi m erc11riale. u n nuovo sale di em etina. L 'aspetto tl1111orale della cortico-pleurite superficiale. ' ~li aspetti tumora li della tuh. polm. Pleuriti medi.a stiniche posteriori, r eumatich e e tubercolari . Alct111i lavori mettono in luce e valorizz~no le qualità di acque minerali argentine. Un con11Jlesso dì studi , osservazioni e ricer ch e, ch o fanno onore alla Scuola . fil.
1v1
t\..
Leben.skampf. Tn-8°, di 53 pagO'.
T u n BAN.
G.
fI .
r~l\t.
Thieme,
Lei1)zi g,
1935 .
Prezzo
2,10.
U n giovane m ed ico, che aveva incomincia to a dedicar si alla b·a tteriologia, viene improvvisamente colto da un 'emottisi. Nella fredda r1otte invern.a le, :veregrina fra g li ospedali b erlinesi, sen za essere amn1esso ·e finaJm,ente viene accol lo i11 una baracca di tisici, ch e passano la 11otte b esten1miando e b ev·endo acquavite. l)opo qualch e t empo, quando fu in grado di "iaggiare venne a curarsi n·ella nostra « Pliviera »; quivi , per caso, si incontrò con un altro rnedico , ch e stava p er fondare un san a1orio a T>avo e gli si associa. La malattia ed il caso llanno co .. ì det·erminato la carriera di Tl1rban , ch e fu uno dei più g rand i ti siologi n el campo rratico e ch e fu l1r10 dei p rimi a consid·e rare la tuber colosi' com e malattia ociale. Era naLo n el 1856 e n1orì n ell 'aprile di quest'anno . <J uest ' ultimo su o libro, scritto poco prima di morire, i.n cui egli ci racconta le vicende._ del la sua vita, si legge co11 g rande interes e , a11cl1e perchè vediamo in e o il cammino cl1e han110 fatto le nostre conoscen ze e le nostre idee sulla tubercolosi. Il 'f urbar1 è sta to anche un appassionato musicofil o. fil. .- -.,. .... .., .....,. ' .~~ -
Ricordiamo la pubblicazione : THOMAS LEWIS.
C. B. E., F. R. S .• M. D•. D. ::)c., LL. D., F. R. C. P. DIRETTORE DEL DIPARTIMENTO DI RICERCA CLINICA, UNIVBRSITY COLLEGE, HOSPITAL
DI
L ONDRA:
MEMBRO
DEL
MEDICAL
RESEARCH
COUNCIL,
CONSULENTE ONORARIO AL MI NISTERO DELLE P ENSIONI E MEDICO SULENTE
AL
CITY
OF
LoNOON
H OSPITAL;
MEMBRO
CON,
DELL' « U NIVERSITY
CoUEGE » LONDR A.
LE MALATTIE DEL
~UORE
per medici pratici Traduzione Italiana dalJa Edizione Inglese a cura del Prof. CIUSEPPE LAZZA RO aiuto nell' Istituto di Semeiotica Medica deila R. Un iv. di Roma. diretto dal Prof. CIUSEPPE BASTIANELLI , ordinario di Semeiotica Med ica nella R. Università di Roma. Volume in, 8° di pagine XX-256, con 45 illustrazioni nel testo. Prezzo : in brochure L. 4 5 , rilegato in tela L. 5 2 più le spese postali di spedizione. Per gli abbo:1ati a l « Polidinico » : in brochure sole L. rilegato sole L . 4 7 , in porto franco.
4 O;
Inviare V aglia all'ed itore LUIGI POZZI, Ufficio Postale succursale diciotto , Roma.
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« lL POLICLINICO »
t\.ccADEMIE, SocIETÀ MEDICHE, CoNGREss1
XIV ·Congresso . della Società Italiana di Urologia. Il 26 oltobre nell ' Arohjg·ì1111as io di Bologna , alla presenza del Rettore dell 'U o i versi tà, del Preside della Facoltà di 111edicina, dei rappresentanti del Prefetto e del R egio Com111issario del Comune, noncl1è delle autori tà mediche, civili e militari di Bol9gna, si è inaugura~o il XIV Congresso della Società Italia11a di Urolog ia cort un discor o del preside11 te pro·f. CAnLo RAVASINI il quale, dopo aver ricordato i Colleghi che compiono il loro dovere in Africa Orientale, riferì sul ]aYoro svolto durante l 'an110 dal Comita lo Per1nanente d ella Socielà. Dop o la co1nn1emorazione dell 'urologo Boleslao Motz , da parte del prof. CAnl\tELo BRUNI, il prof. ERMANNO M1NGAzzrNr SYolse la sua relazione r accog·licndo unani111i approvazioni.
Cancerizzazione dell'adenoma prostatico. Prof.
Enl\IA1~No ~11NGAzz1N1
(Roma) .
(e onc1 usi•oni). L 'O. ulla corta d el ro11 lributo personale (70 pros tate), d ella le t1era1 ura e d ei dati dei })rincip ali urolog·i ò el inondo, all 'uopo interpellati , _riferisce su e.ire~ 27.000 casi osservali di cui 11.000 operali. La p er centuale di ad eno1ni d~genera~i in can?ro, ri petto al 11u111ero ·to tale è varia: da un massimo del 25 % fino ad u11 111inin10 dell 'l %, o , addirittura O1 percl1è non ma11ca qualche Autore cl1e nega la }JO sibilità di d eg·enerazione m alig·na d ell'ade110111a; la media è :.i ell '8,GO %. Circa l 'origine d el carcino111a spesso esso n asce dalla cap·sul a chirurg·ica, o. sja dalla vera e prOJ)ria 1 prostata., come sos tiene Chcva-~ su ed altri , r arall1cnte si ha una ca11cerizzaz ion e d el solo adeno1na r estand0 i11denne ]a pros tata. Nell 'anamnesi dei 111alal i I10n i trovano nati che permettano di forn1ulare una dia~nosi prec~ce; el c111 e11ti di sospetto sono: i rlolor1 spontanei o irradiati, la sproporzio11e Cra r esid110 e clisuria; dato ca1)itale è l a durezza e l 'irregolarità più o n1eno accentuala della superficie della pro·stata. Altri dati 111eno 1)r obativi veng·ono forniti dall 'esame Gi stourelro COJ) iro e (lalla ci tol1retr ogral'ia. . Circa l 'efficacia d ella le ra1)ia di fronte alla òeg·e11eraz io11e car cinon1ato a . i 11a cb e l 'unico interYe11to po sibile è l 'ect o111 ia, o fJer Yi a cist otomica o per via p erjneale. Si11o ra n ?n si è. avu to. al cun ri ... ulla lo dalla Roenlg·e11lerap1a. J rtsultal1 della cura co11 il radiu111 sono an cora sub-iudice: alcuni . n.~se ri co110 di aYer o er vat o u11a complet a ·sco1-n11a rsa d el Ll1n1ore. r\.ccerlata la diag·nosi i Lolog·ica Ja recidiva è s icura in oltre l 'L O % d ei ca i. Ri.porlial110 ade , o l e con clu ioni cui g i1111ge J·o. : 1) La dege11erazion e ca11ceri gna ~ell 'a?e11on1~ pros la li co e is le, o s ia esj .. ton o casi nei qu~IJ l 'anatnnesi il .decor so clinico, l 'in1ervento e la co11,·al e ce~ za si prese nlano e si ·sYol gono come i1 1 lln adcno1na sen1plice e i1el qi1ale è olo l_'e~a 111e n1i cro~co pi co ed eYe11llutl111ente t1na r ec1d1Ya c he riYela11n l 'csi tenza di un cancro. 2) Tn l e deg·cr1cr nzione r !1i\1 r ar a di quanto n0n
[A NNO
XLII, Nul\t, 51]
sia an11nesso s inora: la 1nedia delle nledie basate su · di un nu1nero cospicuo di casi è dell' 8 %. 3) Se si pone ben 1nente all'esame ebbiettivo, che rimane ancora oggi l 'ele1nento principe per l)na e·satta di.ag_nosi, la degene1·azione non rappresenta ché a·n cor pi.i.ù di rado un reperto istologico inalteso (2-4 %) . 4) Il luogo di insorgenza rl~lla degen~razione 11 on è sempre · la prostata vera e propria (Geraghty), m1 l o è assai spesso: però qualche volLa t_ Chauvin), la glandola rimane indenne , 1nenlre l 'ader1oma è sede di cancro. 5) Se la diagnosi is tolog ica è cert a, la recidiva è sicura almeno nell '80 % d ei casi, inentre se essa i ba·sa solo su d ei criteri che on serviti ad alcu11i per affermare, e ad altri p er n egare l a degenerazi or1e, la recirliva s i i11an·i festa i1el 10 % solo dei casi. 6) Nei riguardi della cura i pareri sono discordi. Se la diagno i è stata i stituita. sicura an1e-operationem: solo pochi pralicano la prost atec tomia larg·a : j l)iù lasciano s tare o praticano nel momento d ella ritenzione completa cronica una cistoto1nia soprap11 bica. A vescica a perla a diag·no·si non certa o n o11 falta, l a condott a è stata diversa: a; aspor laz io11e dell 'adenon1a se .riusciva facile; b) più sp esso a .. l)Ortazione parziale; e) talora l 'escis._ ione . .crue nta d eile masse ostruenti il deflusso ur1nar10. Nes·sun be11eficio è , t ato mai ottenuto co11 la roen tge11terapia. P er quello ch e rig uarda il radil1m esso è stato applicato per diverse vie: ma i. suoi risultati no11 sono stati coronati da successo se non nelle n1ani di ·Darget, la cui esperienza autorizza a .r iprend er e ques to speci ale tipo di terapia.
Comunicazioni
b
discussioni s11l tema di Relazione.
i\s UOLI R. e STu RLESE (l\ifilano) . ..-: D ati anato-
; n i ci sl at1sli ci e clinici sul carcinonia della prosla ta . Riferj scono s u alct1ne ricerche eseguite 1.1ella Clinica Urol ogica di Milano vertenti sulla p a togen esi , sui rapporti tra forma i stologica e d ecor so clinico, sulle co~id flette atjpie dell 'epiteJ io pros lati.co. Parlano infine della vescicolograJia nel carc inoma prostatico.
BoNANOME A. L. (Roma) . -
Sulla degen er azione can cerign a dell'ipertrofia prostatica. L'O. os-
serva come non vi ·sja dubbio sull 'esistenza della ca11rerizzazione dell 'ipcrtrofia prostatica, la qual e è IJerò ì)ju ttosto rara. Nei casi dubbi solo la biop ia p ern1et1e di form11lare la diagnosi, in inolii altri casi ]a cancerizzazione è solo un r elJerto i stologi co'. L 'O. riferisce poi su tre casi clinici di cancro della pros tata opera.ti: u110 dei pazienti. ~ivisto a 4 a11ni di dis tanza non presentava rec1d1va. BALDIERr G. e FLANDRJN (Milano) . D egenerazion e carcinomalosa dcll 'ip erlrofia prostatica. --
Esami n ;i 11c1 0 i <lali "'Cn1eiotici fisici che p ossano co11clurre all a ùi a~nosi di degen er azione canceri0 o·r,a d ell 'iperlrofia J)rostati ca , gli 00. attribuisco~O i1l1J)Orlanza, oltre che all 'e~ame . rettale, ~Ila 1)olla.chit1ria, d i uria ed alla · r1tenz1one, special~ 11\e11 le quancl o ques ta sia vici11a ad un fatto dt c11tn lurj a totale. Circa la cur~ gli 00. sostengono. ! 'efficacia d ella radiun1 terapia con o.ppi~t.:clzio11e ]Jro1 u11ga,la di pi ccol e dosi. BnuN 1 C. (Nap oli ). - Fre qu enz~ della d~fJ e 11e . r a::ion c.·
ca.nrerigrta della ip ertrofia
pro.~: f t;..f iCO
e
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XLII, Nu1v1. 51]
SEZIONE
L ·o. cons tatando che le cifre della frequenza della cai1cerizzazionc dell 'adenor11a prostatico variano entro limiti troppo vasti, · ammette come più esat ti i dati dello Chauvin che fi s·sano il 4 %. Riporta due casi i quali presentavano evidenti meta tasi ossee senza segni manifesti di degenerazione dell'adenoma. Circa la terapia, riferisce sul vc]eno di cobra, dal quale ha ottenuto solo azione analgesica, senza alcun risultato terapeutico. CHAUVCN E. (Marsiglia). Frequenza della de-
diagnosi precoce ciel cancro clella proslala. -
generazione cancerigna dell'ipertrofia prostatica. - L 'O. insiste su due punti capitali che a lui sembrano essenziali per distruggere la leggenda della degenerazione cancerigna dell'ipertrofia pro·statica: 1) la rarità: su 115 prostate da lui estirpate solo 6 erano degenerate; 2) quando la degenerazione si inizia, si manifesta con dei seg:p.i precoci all 'espJorazione rettale: i nuclei e l 'indurimento. Una prostata che all'esame reltàle ~ia liscia, omogenea, regolare, quasi certame11te non è degenera.t a in carcinoma. CoL01vrB.u~o S. (Torino). Frequenza. della de-
generazione can.cerigna dell'ipert:rofia prostalica. - Su 101 oro·state asportate 1'0 . riscontrò solo tre casi di carcinoma : in due vi era coesistenza di ~denoma, in un altro no. Su altre 110 prostate di carlaveri di individui superiori ai 50 anni ebbe i seguenti risulta ti: 34 normali, 73 adenoma tose, 3 carcinomatose. Nei tre casi di cancro in due, uno diffuso ed uno circoscritto, non si trovò tracçia di adenoma; nel terzo vi era coesistenza di ~denoma, ma le due formazioni erano nettamente distinte. Conclude quindi. che se clinicamente la degenerazione in <?ai1cro di. un ~denoma <l-ella pros tata si os·s erva di rado, 1s!ol~fj1cament~ 11on si trova mai, confermar1do cosi l idea degli A. americani che Je due lesioni siano assolutan1ente indipendenti l \ina dall'altra . P er la t erapia ha eseguito delle applicazioni di :radium sul collo 'vescicale attraverso una soprapubica ch e lasciava a1)erta per due a?ni! sia per controJlo, che per una 1:l1ov~ appl1ca~1one: Risultato immediato ott~mo, I1no . 1 n alcuni cas~ alla scomparsa del tumore ; ·sui ris1Jltati lontani • • l 'O. non ]J UÒ ancora pronunziarsi. CII1AUDANO C. (Torino). - La vescicuZ.ografia n,ell'ipc.rtrofia e nel canc ro .della pr?stata. - L O. presei1t a una serie di vesciculo~r.a?e: r_rie~tr~ nel! 'ipertrofia. non si hanno sens1b1l1 var~azion~, nel cancro mett-e jn evidenza <iue quadri vesc1culografici che corrispondono a ~ue. sta~i della :m~ Jallia: 1) dilatazione vaso-vesc1colare .in .cancri l~ mitati centrali ch e coinvolgono gli e3aculator1; 2) spe~za lta,menti dell 'oll?-bra in casi. pi~ avanzati , .con invasione dell e vescichet~e ·seminali da parte dcl tumore. DE GrnoNCOLT F . (Venezia). - Espe~·ienze per-
-sonali sulla frequen za della degenerazione cart~e rigna dell'ipertr·ofia proslatica. - T-'.'0. comu1.11ca '38 casi da lui osservati d i ipertrofia. prostatica : in quattro di essi si Lrovò rlegene~azi?ne cancerigna all'esame istologico, senza che s1 fosse potuta fare la diag11osi durante l 'intervento: due dei pazie11ti rivi·sti a quattro anni di dist anza non hanno presentato recidiva. HEITz-B~YER (Parigi~. S11l l.a freqll:enza dell~
degenerazione cancerigna dell ipertrofia P_ro.slati<·a. - L 'O. richiama l 'a ttenzione S1.1lla diff1co~ta 1
(lella diagnosi differenziale tra carcinon1a ed 1n-
PRATICA
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fian11nazio11i n eofor1nanti Lra cui le peridiverticoliti e la malattia diverticoJare della prosta1 a : il trattamei1to dei diverticoli dirime l cl questioi1e. Circa la terapia l'O. ritiene ch e il inigli·o rc interve11to in casi di cancro dcll a prost ata sia l 'ecio1nia per via perineale con il bisturi eleltrico. (~lilano).
Sulla ]Jossibililà di una diagnosi precoce del carci1iorna del la prostata e di una sua terapia. - L 'O. espone il risultato LAs10 G.
-
delle osservazioni p ersoi1ali: 1850 casi di adenoma contro 175 di cancro, di cui il 50 % carcinosi pura. della prostata , 50 % car cjnon1a ·yiJuppato insieme a tessuto adenoma loso. Circa la ·sintomatologia nota cl1e il segno pii1 frequ ente è la ritenzione cronica completa nel can cro, in completa nell'adenoma, e .n e dà la spiegazione anatomica. Circa g li esami strnmentali 11ota ch e questi danno risultati positivi solo n ei casi eYide11I i. Espone poi i ris ultati delle varie terHpie, no!ando ch e la sernplice epicis totomia bas ta ad assic urare al pazien le alcuni anni di relativo bene·ssere. PAvo~-E
~1.
(Palermo). -· Sulla; dege 1terazione cain cerign.a dell'ipertrofia prosta.tica. - Riferisce su lrert1a ca i di can cro della prostata: 14 chiaramente diagnostica ti, 13 sospettat i all 'esame clinico: di essi 5 sono stati cor1fermali all 'atto operatorio ed all 'esame istologico 3 si sono istologicame11te rivelati come aileno1ni. ei casi operati si ebbe co·stantemente la recidiva, rli essi due soli sopravvivono. L 'O. ricl1i ar~1a. ~ 'at~enzione . s.ulla cur'a sintomatica con le iniezioni neurolitiche epidurali ~ })ericervicali co11 alcool fenico novocainico. ZITO li'. t Pal~rmo) . - Due cosi di neoplasn1a ' . JJrosta lico g1i.ariti chirurgicarnen.t e. - L ·u. riporta due casi clinici operati da o1 tre dl1e annj cl1e si pos ono considerare guariti, ia . per . la n1an ca11za di recidiva, sia per le attuali ott1ine conc1 izion i dei pazienti.
Comunicazioni sul rene. A proposilo delle nefrecto1nie cl.i/ficili: note di tecnica. - . Gli BALDER1 G. e FLANDRiN (Milano). -
00. presentano tre casi in cui è ~tat a praticata co11 ll n unjco ten1po la nefrectomia sottocapsulare, espongono 1lelle note cli t ecnica .e danno le indicazioni ·sui casi in cui <letta tecnica può ve11ire adottata.
BALDERI G. (Milano). -
A r>roposito di un raro
caso di duplicità pielica bilaterale in un, rene a ferro di cavallo. - L'interesse del ~aso .prese~ lato è esclu siva1nente di ordine embriologico po1t hè è veramente raro trovare ii1 llll rene a ferro d] cavallo due bacinetti con i propri calici, sia da
un lato ch e daill 'altro, collegati rispettivamente ad un solo ure tere per parte. BoNAN0~1E
A. L. (Roma). - · Considerazioni sn di un ca.so di tumore renale. -- L 'O. riferisce Slt un caso clini co di tu1nore cistico in corrispondenza del polo superiore cl.le diede luo~o ad una ·serie di discussioni diagnostiche. J\.ll'interYento co11 tao-lio combinato si trovò u11 rene enorme aderentis~imo al peritoneo. Gunrigione facile.
BoNANO?\iE A. L. (Roma). -- Per. la diagnosi d~ rene policistico. - Ri,ferisce ~t1 ~1 ui1a calcolosi 1 enale destra jn cui 1 urografia rl1mostrò assenza di riempimento ::t destra, rie1npi1nento nor1nale a
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POLICLINICO
sinistra: en trarnbi i reni erél 110 in gro·~ f'a li . AlJ ·111lerYen to si troYò 1111 re11e poli cistico a destra; durante l'intervento si ebbe rottura spontanea del peduncolo con emorragia venosa facilmer1te do1nala; l 'arteria era piccolissima. C1nnro D. (Roma). - l' alore dell ' urog rafia (pielografia discenderite) nella idronefrosi da vasi anomali. L 'O. riferisce 5u di lln caso clinico ritraendo11e i11teressanti co11 cllrsioni. G.\LLlZIA F. (l 'orino) . - Gra1 1e emorragia da ulcerazione del bacinetto: rte.frectomia. - · L'O. riferisce su di un rene idronefrotico con scarsa ~uppurazione e con u11a profonda ulcerazione del bacinetto, i11teressa11te tutti gli strati della parete e persino la capsu]a adiposa. Ritiene che l 'origjne sia analoga a quella delle ltlcere gastriche e delle ulceri ve.scica]i n elle ci~titi . . croniche. . HE1Tz-BoYB'l (Par ig·i). - I ,'incisione ileo-lombocostale. L 'O. in si's le sui vantaggi di questa tecnica da lui u sata da an11i e che presenta segnatamente quello di creare un grar1de spazio, ma nltresì deg·!i inconvenienti che le jmpeòiscono di generalizzarsi. Ques l a tecnica cc :1 cielo scoperto n ha uno scopo chirurgico e pratico ed altresì uno ~copo fisiolog ie.o ch e è quello rli evitare qualsiasi in anipolazione su di un rene malato. MALTESE LE RoY C. (Padova). - Contr;buto alla 7Jatogenesi delle piccole idronefrosi. L 'O. riporla quJ,ltro ca·si da lui operati : in tutti la idronefrosi era dovuta a brig·lie connettivali che ::: lrozzaYano I 'uretere; l 'interven lo consistette nel1n libcréì zione rlel canale e 11ella reposizione alta del rene, o ltenendo in tal modo la guarigione del malato. L 'O . dimostra così I 'origine meccn nica delle idro11efrosi. N1sro G. (Bari) . - Pionefrosi i 11 poppanl e. l '0. riferisce su di u11a volt1rninosa pionefrosi in ' poppante dj circa 4 n1esi, diagnosticata mercè l a pielografia discend<-!nte esegl1ita con l 'irriez ione r1ella giugu1are. N1s10 G. (Bari) . - Ncfl'o-uretero litiasi multipla e bilaterale. - Riporta un caso di litiasi bilaterale dei ren~ e degli ureteri sorprendentemente sopportata dai uo1no di 58 anni, ·s offerente già da 30. Si sofferma a disculere la difficoltà <lella cura di questi mal a.ti. PAVONE M. (Palern10) . -. . [ ,'assorbimento nelle idronefrosi chiuse. Secondo l 'O. la secrezione r enale nei casi in cui accidenf alme11te è stato legato un ure tere persiste a lungo: il liquido determina e.in<.• idronefrosi, poi viene in parte riasf'orbi to , probabilmente media11tc il meccani·s mo descritto nelle idronef.rosi sperim entali per cui n l ungo andare la sacca id.ronefrotica si restringe. l 'O. conferma tale eventualità c,on alcuni casi clinici. PAVONE M. (Paler1no) . - L 'assorbimento nel ba. . cinelto r enale. L'O. in ))ase a ricerche sperin1entali afferma che l ,assorbimento nel hacinctto normale è quasi nullo, men tre in casi p atologici i' debole. L'assorbimento è invece possibile quando ~ j l1a un a.r resto del deflusso òell ' urina e quindi aumento di pressione nel baci11et1 o: l 'assorbimento no11 è 1n1;coso, ma avviene attraverso piccole• oluzioni di continuo che la tensione 'del bacinet Lo determina nel! 'unione fra calici e papille renali , ed altre :he si for1nano nel co11ne(tivò
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inlerposto fra i calici e che si e ler1de fi110 al connettivo sottocapsulare. Lu11go il percorso iJ liquido penetra in circolo uer via venosa o li11falica. L 'O. non ha quasi mai COitSlatato reflltSSO• attraverso i tubi del Belli11i, nè attraverso lacera' ioni in pieno tessu lo renale. P1sANI L. (Milano). Un caso di epitelio1na· /)rimitivo ed inizialissimo del bacinetto renale. I. 'O. illustra un caso di tumore solido non papillare inizialissimo primitivo del1a pelvi che istologicamente si precisò per un cancro a tipo preva1entemente scirroso, con zone cer1trali a caratlere di proliferazione attiva (>piteliale poJimorfa. La diagnosi fu fatta i11 base ai caratteri dell 'err1aLuria a crisi ìntermillenli e ft1ga cissìme, e la, co11·s tatazione di cellule atipiche nell'urina prelevata con cateterismo ureterale, e confermata dalla ])ielografia. Operato di nefro-t1reterecto1nia subtotale il - malato è gua.rito. PoTOTSCHNIG G. (Vicenza) . - Modalità di tecnica 1: trallamen.to posl-·operator io delle n efrecton1ie J>er tube r colosi. - All 'O. appare opportuno nelle Jlefrectomie per Lubercolosi eseguire l 'exeresi completa in b locco del rene con l a sua capsula ndiposa e con l a massa adiposa pararertaie, proc0de11do poi alla chiusura completa. Nel periodo l)OSt-operatorio consiglia la roentgenterapia della loggia renale per agire sulle linfoglandole dell 'ilo e sul connet ti vo retroperito11eal e. Espone i risultati di 54 ca·si così trattati. PELLECCHfA E. (Na1poli) . - Un caso di re!te d·opz;io a sinistra di cui il superiore sarto l'inferiore [Jionefro tico. Nefrectomia. Guarigione. - L 'O. illus tra un caso clinico di una ra.r a anomalia del rene sinistro che era doppio, ognuno con u11a pelvi un peduncolo ed un uretere che sboccava i11dipendentemente in vescica. · Ognuno dei due reni funzionava indipendentemente: il superiore rrai sano, 1'inferiore pionefrotico. La diagnosi fu fatta , mediante la pieìografia ascendente. 1
PERRUCCI A. (Bologna). - Risullato lontano di una nefr ectom,ia per rene_ policistico 12 anni dopo l'intervenlo. - L 'O . .riferisce ·su di un in.fetma da lui operata nel 1924; rivista nell'agosto 1935 si constatò jngrossamento del rene supersistc a .. uperficie irreg.,')l tlrrr1enle hf'rnoccoluta. Risultati dcftli esa1ni ~llnzìo1tali sorldis face r1li . Rrzz1 R. (Milano). Rette ~op ranumcrario e J, 'O. descrive un sue difficoltà diagnostiche. caso da Jui operato interessante, oltre che per la rarità, anche per l 'insien1e delle complicazioni da r ui era conlempora11ean1enl~ afietto. R1vA CRUGNOLA G. (Milano) . - Conlribulo sperimentale all'indagine radiologica nella tubercolosi renale. - L ·o. ha studialo radiologicame11le con pielografia endovenosa ] 5 casi di tuberc~losi r enale iniziale senza rilevare. alcuna alteraz1one radiografica. R1vA CRuGNOLA G. (~Iilanoì . - La pielografia rliscendente nei traumatismi delle vie urinarie superiori. - L'O. ha studiato su 14 cani, ne~ qua~i e rano ·stati prodotti diversi traumi delle ~1e urin arie superiori, il comportamento della pielografia endovenosa, rilevandone l'utilità perchè per1nette una diagnosi precoce e p er eh è le immagini offerte sono rel"tivamente costanli e caratteris Uch e.
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l'°U M .
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SEZIONE PRATICA
ROLANDO S. (Genova). - _4.ntrace r erlale bilat eL 'O . riferisce su di un caso clinico n el rale. quale mancavano i segni classici: presenza di elementi patologici nelle urine ed immobilità del1'emidiaframma. Esisteva solo leu cocitosi con polinucleosi. Praticata l 'ectomia da un lato e la resezione dall 'altro ·si ebbe la guarigione. SORRENTINO M. \Napoli). -
R ene a f erro di cavallo p oli ci stico in f et o most ru oso. L 'O . illu -
stra un caso di rene policistico in feto umano mostruoso con merocrania ed encefalocele. Coesislevano alterazioni strutturali del timo, tiroide, surreni, pancreas. Nell 'etiologia lue materna.
2539
contrazioni p artenti dall 'alto Yer so il b asso e non immediatamente al di so tto d el punto s timolato. T.csTA G. (Torino). -
L a dieresi del 1neato ureterale: tecnica ed indicazioni. L'O. espone la
tec11ica 'la lui u sata in 24 ca·si di calcolosi del1'ureter e otlen endo 21 g uarigioni.
Comunicazioni sulla vescica. BoRE'rf1 C. (Torino). -
Resezio n e vescicale p er
L 'O. illustra un caso J arissimo di adeno1na benigno da lui osser vat o, discutendone la p a togen esi . Corne· cur a indica la resezione a tut to sp essor e di parete, dalo ch e tali STOCCA DA F. (Suzzara). - Nef r orna teratoide in. tun1ori si es tendono in profo11ditn. rene unico. - Dopo aver passato in rassegna 16 ~f1GLJ,\RDT L. (Tori110). I .u resezione eridoscocasi della le tteratura l 'O. illustra un ca·s o in u11 pica rielle ostruzi on.i del coll•o vesci cale. Sulla bambino di otto anni, vent1to a morte, con clu- scorta di 12 operati 1.,0. affer1na ch e n ella ste- dendo _ co l _trarre interessanti d eduzion_i patoge- _ nosi.. larga del collo e nelle cicatricj clel collo r er1etich0. sidue a 1)r ostatecto1nia la rcsezio11 e e11 doscopica r appresenta l 'interve11Lo di sceJta. Comunicazioni sulla funzionalità rena l~. P1 SAN1 L. (Milano). La cislit e in croslala. BL~s ucc1 ~· (Roma). Osser1 111zioni sp eltrofoL 'O. comunica a titolo prevei1tivo i risultati di tometrich.e su l pigmento u rinario. - L 'O. espone u11a ter apia a b ase acidificante locale con lavande un m ezzo semplice da lui studiato per ottenere ed i tillazioni di soluzio11e di acido fosforico 1 %, rapidamente e senza calcoli la curva tipica di \ -ALD0N1 P. \Roma). La r eseziori e del simpaqualsiasi colore : dimostrando poi che le sos La nze tico l ombar e n ellOJ cura delle discinesie del coll.o. coloranti d elle urine sono numerose. Descrive le v escicale . - L 'O: illustr a a1cuni casi clinici . curve delle ·sos tan ze che intorbidano le urine. VERARDI l\I. (Napoli). ulla elettr ocoagulazioBLAsucc1 P. (Roma). - Sulla curva di elimin.e dei tumori i n, vescica. - L 'O. illustra un n1enazione r enale dell'indaco-carminio. L 'O. rle- lodo per so11ale con il quale si può aggredire sin scrive un nuovo inelodo spet trofotometrico per dalla prima seduta il pedu11colo del tumore andissociare il colore dell'indaco carn1inio da quello cl1e se voluminoso. rlel pigmento urinario. La curva di eliini11azio11e con questo mezzo è identica a. quella ch e egli ha Comunicazioni sulla prostata. già d escritto per la ftaleina. BALDERI G. (Milano). La malattia diver tiooCmnro D. (Roma). - L a fiznziorie r enale con lar e della prostata. L 'O. presenta u na serie di l'urografimetro. L '9· . din1os~ra un ~pi;>a!ec: casi di inferrr1i con lesio11i ascessuali prostatiche,. chietto contenente tubi da saggio con d1lu1z1oni trattati con l 'alta frequenza, accenna11do alla progressive di liquido radioopaco, ch e ve11g·ono grande importanza della uretrogr afia e ·3copia. radiografali unitamen Le a campioni di urina i11 C 1LE.~TO ~I. (Napoli). "'u alcuni casi di canesam e. Col1 il confronto delle opacità può ottenersi una curva di eliminazion e. Dagli esperi- cro della prostata. - L 'O. richiama l 'a lten zion& menti eseguiti l 'O. conclude ch e tale prova col- su di una eccessiva sensibiìità alla tollerànza del ca le ter e a p erma11ei1za in 3 casi di ad enoma degelima con l 'azotemia e l 'elin1inazione dell 'indaco. nerato in cancro, diagn os licato solo istologica1nenté: in tutti e tre si aveva inYasione dei grupComunicazioni sugli ureteri. pi glandolari pros tatici prossimiori all 'uretra .e C1nn10 D. (Rom~) . - Su l r eimpianto dell'urecollo vescicale senza infiltrazion e sotton1ucosa d1tere in vescica. - L 'O. in base ad alcuni esp erin1o·strabile con l 'uretro-cistoscopia. menti viene alla con clusione che la ureterocistoHErTz-BoYER (Parigi). - A proposito della man eo·stomi a, attraverso uno s tadio di idron efr osi lattia diverticolare del la p r os tata. L 'O. richia ap erta, conduca all 'a trofia del r ene. n1a l 'atten zione sulla n ecessità di una diagnosi Cmnro D. (Roma). - La via r eflua del conte- uretrograficai precisa eseguita con piccolo ~ie!Ilpi nuto p elvico nella ostruzione completa dell ' u r emento della vescica. Per l 'intervento consiglia la tere. - Attra,verso s tudi sperimentali l 'O. ha os' 'ia endoscopica con il n1elodo da lui descritto al f-ervato ch e il comportan1ento d el r eflusso pielo- Congr esso della Soc. Francese di Urologia. venoso è identico in tutti gli animali da esperimento: ch e nell 'idronefrosi chiusa, ·se n on in, Comunicazioni snll'uretra. terv1ene il fattore trau111a , la secr ezione renale BLAsuoc1 P. (Roma). - Incontinen za ves cicale si riassorbe p er via tubulare, infine che, se interviene un trauma determi1Lante la rottura della da spina bifida guarita con trapianto 1nus~olare pelvi a1 livello del fornice d ei cali.ci, il contenuto alla Giordano. - L 'O. illus tra un caso da lui opep elvico ritorna in circolo per r eflu ·so pielo-venoso rato e gu arito col trapia!lto periur~trale del mu-scolo g racile, e 11e descr ive la tecnica. e solo in minima p a1 le per via tubulare. DE GrnoNCOLI F. \' ' enezia). - St enosi uretral i Ccnn10 D. (Roma). - Contributo allo studio deliniperni eabili e catel~ r!sm~ r etPogrado . L la m otilità del m .oncorie ur<?lerale dopo nefrectodescriYe una sua mod1f1caz1oi1e al metodo classico niia. - L'O. h a n ota lo che la p eristalsi ~ei n1on: coni dopo nefrectomia è assente; sotto stimolo s1 dcl cateter ismo retrogrado ; e ~ eguita con buoni rih a come ne11 'uretere normale, determinandosi sultal i. aden om a della. cupol a. -
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P.OLJCLINJGO
NovAK ~I. (Trieste) . Le rotture dell ' uretra, ·1oro trattamento, consideraziorti medico- legali. ·L 'O. dopo < ver trattato (]ell 'eziopatogenesi delle rotture traul)latiche dell'uretra, illustra sette casi ,.d i uretrectomia cirçolare secondo Marion. Espone i criteri del danno che conseg·ue ad un infortu11ato per rottura dell 'ure tra , essendo di avvi·so che in parecchi casi si deve valutare n on solo il dan110 attuale ma anche il potenziale. PERRUcc1 A. (Bologna). - Risiiltati d i una lun.1ielizzazio,ne del tratto bulbo-vescicale dell ' uretra distrutta ed atresica dopo prostatectomia ipoga,.. str ica. - ·L 'O. illustra un caso clinico di individuo che otto inesi dopo l 'inte.rvento ori11ava solo JJer la fistola soprapubica, nel quale praticò la tunnelizzazione dell '11retra servendosi di una be11iqué ad estremità perforante; dopo ·successive di·1~tazioni l'infermo è perfetta111ente g·uarito .
Comunicazioni sui testicoli. BoNINO M. (Torino) . - Le malattie infettive e le . lesi·oni trau1natiche del testicolo: un nuovo me. todo di iridagine per la diagnosi diffe r enziale. L 'O. passata i11 1 assegr1a la patologia1 <lrJ testicolo conclude che esistono casi di difficile diagnosi e propone pertanto un metodo particolare di 111icrocoltura sull o sperma. In base alle sue rjcerch a trova che nel 60 % de.i casì incerti col · suo metodo sj può stabilire o escludere la natura tubercolare della lesione. GAROFALO F. (Bologna). - La diagn.osi precoce · e scliematica dei tumori del testicolo. - L 'O. h a. appli cato il 111etodo Chevassu. della diagnosi sche1natica dei tu1nori del t esticolo a cinque casi con oltirr10 risultato, non solo per la diagnosi di neoplasma, ma al1tresì per l a presumibile differenziazior1e tra se1ninoma ed embrioma. 1
F. (Bolog·na). -
NeozJlasma d'ambo i te sticoli rit eri uti rtell 'add1om e. - L 'O. riferisce su · cli un infermo di 31 anni nel quale furono asp ortati entrambi i testicoli che all 'esa111e i":stologico si dj n1ostrarono in preda a neoplasma tipo semi1101n a. GAROFALO
Com11nicazioni su argome11ti vari.
DE LTTCA A. (Palern10). -
La dieta chetogena _nelle affezioni da ooli. L 'O. ha sperimentato la dieta chetogena quale metodo di cura delle affezioni da coli. delle vie urinarie, prima in casi nei quali si poteva escludere qualsiasi complicanza, poi in casi più complessi, venendo alla conc lusione che dopo alct1ni giorni di cura si ottie11e t1n rnigliora1nento nell '80 9'o dei casi semplici e ~("'irca nel 50 % di quelli che si accornpagnava110 atl altre complicanze.
DE SANCTIS MoNALDI e ALl\1ANSI R. (Roma). l j' indice tirosinico del sarigue uman.o normale. Premessa una esposizione dello stato attual e dell 'argon1ento, gli 00. riferiscono sui valori dell'in1:lice tirosinico in 50 persone normali, confermando l e affermazioni di Goiffon sulla mancanza di -s ig nifjcato clinico del piccolo aumento di detto indice durante la normale digestione. DonERo G. (Torino). - L'azione della joimbina salle vescich ett P. seminali isolate. - L 'O. ha sperimentato la joimbina s11 vesc ichette ·se1ninali isolate di cavia, osservando una azione eccitante diretta sulle vescichette stesse.
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[ANNO XCII, NUl\[. I 51]
LAs10 G. B. (wiilano) . - I j'a.nestesia peridrurale segmentaria secondo Dogliotti in urologia. Espone brevemente la base anatomica del me'todo ed i suoi risultati su cento casi di chirurgia renali, ottimi per la mar1canza di accidenti gravi e per l a nes·su11a influenza nociva ·che . tale ai:iest esia h a sulla funzione renale . · • MALTJ:.SE LE RoJ C. (Padova) . - Esistono le ematurie essenziali ? L 'O. sulla scorta di un caso clinico di ema turia della .quale non si riusciva a determinare l a cau sa e che all'esame istologico di t111 frammento, prelevato durant e l 'inte.rvento, risultò trattarsi di nefrite cronica interstiziale, cerca dirr1ostrare che l 'origine iii ogni ematuria è t1na Ie·sione renale. l\1ANTOVANI wI. (Bo1ogna) . - Perchè gli u rinwri irijetti guariscono col rrietodo Besredka? - L 'O., constatati i b.rillanti risultati ottenuti negli t1rin itri infetti colla vaccinoterapia per os col n1elodo Besredka, ha cercato con esito negativo J1el vaccino la presenza di anticorpi. OLIVIERI G. (Napoli) . - Infliienza della azote1nia e liella cloruremia sul potere di coagulazione lie l san.gue. - In base a 'r icerche sperimentali l '0. co11clude che, mentre l 'azotemia fino all 'l per mille non ha influenza sul fenomeno della coaguJazio11e, la cloremia ne ritarda la forza . •
G.
(~Iilano) . -
ReJJerti eniatologici nel ca r cinoma della prostata. -- Dall'esame comparato del sar1g u e di individui affetti o da cancro o da adenoma della prostata non è scaturito alcun dato caratteristico s u·sceltibile cli applicazione pratica per la diagnosi diffr.renziale. 0NETo
P A. VONE M. (Palermo) . - A lcalinizzazi one o aciàificazione dell.e urine nelle affezioni da coli? ....._ L 'O. dall'esame dei risultati ottenuti con la dieta cl1etogena e con l a dieta alcalinizzante nelle affezioni urinarie da coli crede poter desumere che l 'efficacia dei metodi con sist e principalmente 11elln difficoltà (li adattamento del germe alle variazjoni di reazìone del mezzo, J)~r cui si avrebbe una attenuazione della viruJ,enza del coli . Propone JJer ciò di alternare periodica1nente e sistematica1nente i due opposti si stemi con il che ha ottenuto uria notevole percentt1a]e di guarigionj cli11ich e e batteriologiche, più che con g li stes~i metodi usa li separatamente. PEnnucc1 A. (Bologna). - D ella utilità della autovar;cina.ziorie preventiva ne.gli urinari. - L 'O. in base aJI 'e·sperienza di cinque annj di autovacci11µzior1e preventivi di tutti g li urinari infetti, e cli qt1elli apparentemente non infetti, prim~ di operazioni ch irurgiche o ma11ovre endoscop1che, ritiene che detto metodo riesca di grande vantagg io per g li in.fermi ed esorta ad una maggiore diffusione del metodq stesso.
PrGNALOSA G. (Milano) . - La reazione di Ascoli nel car cinorna della p·rostata. - L 'O. in base alle sue osservazioni conclu(le che la reazione di Ascoli , })UT essendo di 11otevole aiuto nella diagnosi differenziale trà adenoma e. carcinoma della prostata J1on è sufficiente da ·sola ad affermare la ' esis tenza o meno di un cancro della prostata. R1vA CnuGNOLA G. e SosTECNI A. (Milano) . - La bacilluria tubercolar e ed il suo substrato anatomopatologico in animali p-recede~temen_te tuber~oliz: zati . - Gli 00. espongono i rlsultat1 ottent1t1 ne1
l ANNO
XLII,
~Ul\I .
51)
SEZIONE PRATICA
riguardi cl ella bacilluri a t11})ercolare inocula11do r1ell 'arteria re11ale di cani diverse quan lità di bacillo. A sede del prossimo Co11gresso è stata fi ssa la Triest e. Il tema all'Ordine del Giorno è : cc Diagnosi precoce della tbc. renale ». Dolt.
Società
•
Sul comportamento delle isole di Langerhans in diverse condizioni sperimentali.
ALBERTO OnERHOLTZER.
Medico-Chi1~urgica
di Pavia.
Seduta del 27 novembre 1935. Presidente : Prof. A.
PENSA.
Ricerclie sulla infezione strepto-cocci ca sperin1 e11lale n el coniglio. F.
l11enlo del numero degli elementi figurati sia negli animali n ormali ch e in quelli sperimentalmente anemizzati. Riliene però ch e tali modifica.zioni non iano da attribuire ad un aumento dell 'attività formativa del midollo:
VACIRCA. -
Sulla terapia chirurgica del torcicollo muscorare congenito . ~fAz zocco
ANGELA. - L 'O., vagliati i metodi n oti per la ter apia chirurgicai del torcicollo muscolar e congenito, riferisce di alcuni casi (di cui due inveterati) nei quali si ebbe esito ottimo dalla resezion e dei capi prossimale e distale del muscolo, quest 'ultimo pure praticato a cielo scoperto. Del r.netodo adottato espone i pregi anche in confronto della resezione prossimale dello sternocleidornastoideo associa1n a len ot omia ·aottoçutan ea dei capi distali.
P. FoRNAROLI. - L 'O. ha studiato il comportamento delle isole di Langerhans in animali (ratti, cavie, conigli) sottoposti all 'azione di va.r ie sostanze (ormoni ipofisari e tiroidei, insulina, adrenalina, glucosio, to·ssina difterica), Giunge alla conclusione rnoni ipofisari e tiroidei, jnsulina, adrenalina, glucosio, tossina difterica). Giunge alla conclusione che n on è possibile mettere in evidenza nelle isole alcuna ben 'definita modifi cazione istologica e che la condizione di iper- o di ipofunzione sperimen1~lmente provocata non è istologicam ente documentabile. Ha potuto osservare n elle isole di Langerhan s degli animali venuti a morte o u ccisi in stato di grave decadimento fenomeni regr es·sivi cospicui a carico delle cellule cordonali caratterizzati rln processi di picn osi nucl ear~ e disfacimento proloplasmatico. G. BENZONI. - Ricerche sperirn entali su i ger1ni della tiib er colosi aviaria e f or1ne affini. Il Seg retari·o. .
Interessante Monografia :
Sulla eliminazione per via renale dei bacilli tubercolari nei bovini vaccinati col B. C. G. C. SARTORr e G. BoNEzz1. -- Gli 00. con esperien ze su quattro vitelle, tre delle qu ali vaccinate con B. C.G. e una di controllo, h an no potuto con fer1nar e cl1e jl B.C.G., n elle condizioni dell e lor o esperienze, i1nmunizza le vitelle contro l 'infezione tuber colare. La ricerca della eliminazione p er via r enale dei hacilli tubercolari di infezione p er m ezzo della cultura su terren o di ·L owenstein e della prova biologica sulla cavia, ha avuto esito n eg·ativo sia r1elle vitell~ vaccina le sia nella vitella di controllo non vaccinata. Ugualmente nega tiva è st àta la ricer ca della bacillemia t u l;er colare. Sulla presenza dei bacilli tubercolari nei liquidi pleurici. B. FERn \ a1 e G. BoNEzZl . - Gli 00., pren<;lendo i11 esame 32 casi di pleurite n ell 'adulto, hanno potu lo isolare, m ediante la cultura su terreno di Lo,ven stein, il b aieillo di Koch in tutti i ver am enti pleu.r ici limpidi comparsi in cor so di pneu motorace e nei versamenti purulenti m etapneum olor acici di recente formazione. Nei versamenti pleurici purulenti m etapneumotoracici di vecchia data ed in quattro, su cinque pleuriti primitive prese in esame, la ricerca c11lturale dei bacilli di I<ocl1 11a avuto esito negativo. Sui rapporti tra il lobo anteriore dell'ipofisi e la costituzione del sangue. Nota preventiva. L 'O. ha s tudi ato nel coniglio l 'azjone dell 'estr att o preipofi. ario tireo lropo sul quad ro del san gue circola11le. Ha o serYat o tin at1.\ .
Dotf, ALDO LUISAD \ Aiuto n e'lla Clinica Medica della R. Università di Napoli
Le
mediastino-pericarditi croniche (Le forrue
adesiv e , callose
della r egione
e
calc~ficate
medias tino-di afr a tnmaticbe'
N e riportiamo in riassunto, l' Indice : Introduzione. Parte I. Premesse. CAP. I. Dati an ato, miei importanti nello studio delle forme adesive della regione me, d iastino-diaframmatica . , CAP. I I. Statica e dinamica n ei rapporti reciproci degli 'Organi d el'l a re:,ione mediastino,diaframmatica. , CAP. III. L'attività cardiaca e respiratoria normale attraverso le indagini di semeiotica fisica, g rafica e radiologica. , CAP. IV . Modi, ficazione dei principali dati semeiotici, grafici e rad iologici nelle varie cardiopatie. Parte 11. Le torme adesive) callose e c a lcificate della regione mediastino · diaframmatica. , CAP. I. Inquadramento generale del problema : estensione, limita,. zione. , CAP. li. Tipi v ari di scompenso e sindromi di « stasi >> . , CAP. 111. Alterazioni funziona'li d ei vari organi e in particolare del cuore, nelle forme adesive della regione mediastino-diaframma,. tica ... CAP. IV. Tentativi di riprodu zion e sperimentale del quadro a natomo,clinico delle mediastino-pericarditi. .. CAP. V. Frequenza ed eziologia delle forme adesive, ca'llose e calcifican ti, del me, diastino e del diaframma ... CAP. VI. Problemi anatomo patologici e varietà d i lesioni nelle forme a d esive del mediastino e del dia.framma . , CAP. VII. Dati forniti dalle ricerche di semeiotica fisica e grafica netle mediastino.. pericarditi adesive. , CAP. VII I. Dati forniti dall'elettro cardiografia nelle fo rme adesive della regione mediastino,diaframmatica. .. CAP. IX. Le forme adesive della r~ ... gione mediastino-diaframmatica attt·averso lindagin e radiologica. , CAP. X . Classificazio n e generale delle form e adesive, callose e ca}.. cificate d ella regione mediastino-diaframmatica {o mediastino-peri.. cardi ti in sen s'.> lato). , CAP. Xl. Studio clinico d elle varie forme • . Diagnosi diretta e diagnosi differenziale. Appendice • Casistica della clinica. Volume di pagine 160 con 47 figure nel testo. Prezzo L. 2 O più le spese postali di sp edizion e. Per gli a bbonati al 11 Policlj, nico ll sole L. 1 8 tn p orto franco .
\ LAl\lI. -
Inviare V aglia all'editore LUIGI POZZI , Ufficio Postale sue, cursale diciotto Roma.
<t lL POLICLINICO »
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APPUN.TI
PER IL MEDICO PRATICO.
CASISTICA E TERAPIA.
cato è altre&ì il rene, mentre inveoe sono ben ri.ote le manifestazioni polmonari e n ervose. L' A. m enziona inoltre, corredando il suo dire con due osservazio11i, l 'epatite ch e sarebbe fra le I)i1ì frequenti. J\ 1entre la spl·enomegalia è un segno classir.o, l 'epatite è meno rilevata almeno nelle for111e banali. Essa, inv·ece, ha notevole in1porLa11za e gra11ùe valore pronostico n elle forn1e gravi e n1orLali. Si può dire che l 'aume11to doloroso del volume del fegato fa presagire una 1nelite11se più grav-e ch e la forma b,ai1ale. I .e variazioni di volume di questo viscere seguorJo da vicino g·li attacchi evolutivi del la malattia. Nei casi in cui il fegato sembra più forten1ente toccato, si osservano delle complicazi(\ni ch·e sono gei1eraln1ente m esse in rapporto coll 'insufficienza epatica (emorragie, edemi). Nelle due osservazioni riportate, le recrudescenze del! 'infezione furono contrassegnate dalle seguenLi manifestazioni: ripresa d ella febbre, attacco doloroso all'ipocondrio destro, comparsa o recrudesoenza dei segni· ·em orrag ici, di edemi .o di attacchi ascitici. Invece, la milza subiva delle modificazioni incostanti e molto rr1 er10 appariscenti'. Questo parallelismo <lelle manifestazioni cli11icb.e, la confer1na ottenuta medi.ante ri cer che di laboratorio fa nno richiamare l 'atten zione sull 'e·patiLe melitococcica. Quanto alla terapia, l 'A. è ·n1olto scetti·co ed attribuisce i p retesi successi a coincidenze. I vaccini hani10 almeno il vantaggio di essere cr.eneraln1ente inoffen sivi. Gli arsenobenzoli, ~he so110 vantati da taluno, hanno invece l 'inconveniente di favorire gli incidenti emorragici e noi1 impediscono la comparsa di s~e~ie cr.rr1plicazio11i (fra cui anche una spond1lite con .a scesso bilaterale, n ella casistica dell 'A.). 1
Stanchezza ed ipoepatia. Tra i sinton1i d·ell .insufiicienza e·p atica, sia lie,·e che grave, vi è la stanchezza, che va ass u111endo di v·ersi gradi a seconda della mag,giore o minore coinpromissione della funzionalità. l'~e li a forma lieve, si hanno più ch e altro .dei parossismi, che si manifestano subdolar11cnte , specialn1ente dopo i pasti, dopo il levarsi dal let~o; il pazient·e non resiste al la~o r o è fiacco e si slanca facilmente. A tale s1nt0{11a, se ne aggiungono man mano degli altri: insoi1nia, ·emicrania, dimagramento, ed in seguito l 'o.rlsiuria, l 'ittero , gli edemi , le en1orragie delle n11!cose, ~cc. . . . Ma n ell 'insufficienza lieve od iniziale, la star1 ch ezza può essere il sintoma dominante, .cì1e non può esser messo in rapporto con la .sofferenza epatica, tanto più ch·e ·essa p uò manif es.tar si ancl1e prima, in un fegato che si a,r_ ,,ia ,·erso l 'insuflici cn za. v·iene m essa in rapiporto con l 'immissione in circolo di prodotti to.-sici, specialn1en Le biliari oppure con una mir1orata capac;iLà del fegato a ri 11ondere al .con u1no di ·energia, in modo da ristabilire l'equilibrio glicemico. . Ad ocrni modo, la stan ch ezza, ur11ta an ch e ad artralgie specialmente del ginocchio costituisce il feno1neno più importante che preoede ogni altra lesione del fegato anche minima. Ila ]Jerciò gran·d e importanza e va combatt':1ta i1 ella sua cau sa in modo da evitare J,e vera lns11ffi cien za. Qt1indi, quando la sLan ch1ez~a :non .Pu<? essere attribuita a fattori generali (infezioni, malatti e. g ravidanza) o loc~li (st~tichez.za, ~.istur bi del tubo gastro-enterico) s1 pensi al.l 1nsu~ ficienza epatica e si insista nell 'osservaz~one ripetuta dal paziente, in modo da. scoprire uno s1ato sub,itterico fugace n elle stri e del Trousseau; fatto importante è il colore .dell 'u.rina , ch e si fa più marcato quando la si lascia i'n 1
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fil .
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riJ>OSO.
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'Per la tera pia , iF. F a lasca (Rinascenza. m edica.. 15 ott. 1935) con siglia: il riposo , l'attivazion e degli emuntori , la disinfezione del tubo gastro -enterico , l 'u so di una dieta P.oco tossica. di piccolr. dosi di rabarb·a ro ·e di boldo , chE. costituisce il tonico per eccellenza d·el fegato. l -tile, in qualche caso l 'opoterapia . fil.
Le lesioni viscerali della febbre melitense. L'epatite melitococcica Come osserva R. Puig (Soc. méd. hopilaux, 23 ott. 1 ~35) la febbr·e m eli ten se non va cons iderata solLanto com e una cc febbre ondulan~e sudoroalgica n; le. lesioni viscerali. son o p~rti t:olarn1ente numerose e f\on o oggi conosciut e rt\eglio che un tempo. Le più rar~ sono le loc~}jz zaz i oni cardiach e e circolatorie : poco toc-
Il dolore lombare destro nelle affezioni v~scico· lari. J. Rachet e Ch. Rendu (A rch. mala dies app. digesti! et mllll. nutrition, lugli.o 19.3'5) segnalano un segno doloroso lomibare ch e essi hanno trovato in tutti i' malati vescicolari e che }JUÒ r endere segnalati servigi n ei ?asi dub·b ·i . Il dolore ·è provocato dalla palpazione e molto raramente il malato accu sa un dolore spontaneo. Ha sede n ella regione lomba r e destra e sempre sul margine esterno dell<!- massa _sacro: lombare. La sede in altezza varia secondo gli individui; generalmente si'. t~·~va a circa tre dita trasver se sopra la cresta iliaca. Va ricercato col ma lato in dec ubito do~sa~e (scompare spesso in posizione seduta), insinuando la mano sotto l 'insellatura lombare, con le dita a piatto. Viene i'dentifica~o soltanto con una pressione digitale forte. s.1 perco.rre con le dita riunite dalf alto al basso il margine 1
{A~:No
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SEZIONE PRATICA
esterno della massa sacro-lomb·a re e trovata approssimativamente la zona dolorosa, si identifica il punto con l 'indice, che desta un dolore .assai vivo e molto delimitato, in una zona di poco più di un centimetro. Esso esiste in quasi tutti i casi in cui' la diagnosi clinica e radiologica afferma l'affezione vescicolare. Non lo si trova, con le caratteri-stiche descritte in nessuna delle affezioni de] .quadrivio sottoepatico e nemmeno in altre affezioni epatiche. ,s compare sistematicamente .d opo la colecistectomia. Esso sarebbe pertanto molto utile per la dia:gnosi positiva delle forme fruste od anomale delle coleci·s titi e per la diagnosi differenziale .delle affezioni dolorose del quadrivio sottoepa~ico. fib. ;8111 valore del sondaggio d11odenale per la diagnosi
di cisti d'echinococco aperta nelle vie biliari. P. Moiroud e Cl1. de Luna (La Presse Mé.dicale, 82, pag. 1580, 1935) riferiscono un caso d 'ittero da ostruzione in cui potettero preoperatoriament,e fare la diagnosi di cisti d 'ecl1inococco aperta nelle vie biliari perchè col sondagg·io duode11ale trovarono, mi.croscopicamente, numerosi uncini. Gli AA. insistono sull 'i1nportanza di questa prova per la diagnosi in casi simili. G . GENTILE.
Contributo allo studio dei tumori mesenchimali della cistifellea. Scarso è il numero dei tumori mesenohimali della vescichetta biliare raccolto, nella letteratura ed alcuni di. questi sono· incerti, ovvero non risulta a sufficiemza documentato che deb bano rite,n ersi come primitivi. A. Triggiani (Lo sperirnenwle, ottobre 1935) dopo aver riassunta la letteratura intorno aì sarco,m i primit1vi della cistifellea e riferito di un caso da lui osservato, dai rilievi fatti comparativamente ad altri casi descrjtti crede di dover confern1are la verità dei tumori di tipo sarcomatoso della vescichetta biliare e la maggior frequenza di essi nel sesso femminile, La varietà più diffusa è certamente la fusocellulare. Al cuni caratteri macroscopici, la se,de della lesione, lo svi'l uppo estrinseco alla ml1cos~, ]a difft1sione n1etastatica per via sanguigna, J'integrità de11e linfoghiandole prossimali, l 'aumento cospi·c uo della cistifellea in confronto di quanto avvie11e ord1nariamente n el cancro la rapidità del decorso possono orientare vers~ la diagnosi. Malgrado ohe il sarcoma si rinvenga molto spesso associato alla calcolosi , si impongono le maggiori rj:s erve per a·mmett ere un rapporto di causalità. I caratteri istologici non sempre permettono una classificazione del blast on1a di ordine istogenetico. Per i reperti osserva ti e per le considerazioni svolte il tumore poteva definirsi con1 e blastoma mesenchimale di tipo imn1aturo. Infatti Jo studio del caso descritto ha rivelato nei sin.g-oli nodu]i strutture diverse di tipo rotondo cellulare come nel sarcon1a. fuso cellulare come nei blastomi ch e pren1
dono origine dal tessuto fibroso di carattere periteliaJe come nei tumori la ~ui matrice è rappresentata dagli elen1 enti avventiziali . 1
G.
LA CAVA .
Rottura spontanea del coledoco. ~
~er~hard
(lbl. chir., N. 3'1, 1935) pubblica 2 c~s1 .d1 rottura spontanea del coledoco in pazienti preceden~emente ?P~Tati di drenaggio del coledoco; eveni·e nza rar1ss1ma che nella clinica di rF.ischer è stata osservata in qu esti due casi su circa 1000 operati di coledocotomia. In uno dei casi si trattava di colecistite e colangite senza calcoli, nell'altro di calcolosi del coledoco. Il drenaggio era stato tenuto rispettivamente 20 e 18 giorni e le pazienti erano state dimesse con. cicatrizza~ione . con1pleta. Dopo 5 ,e dopo 8 s~ttimane'. r1~p~tt1vam ente, le paz'. erano rientrate 1n clinica con la sintomatologia di addome acuto e furono sottoposte a reintervento con diagnosi di peritonite da causa sco11?sciut.a e di pancreatite acuta. Reperto di b1leper1toneo. l\ilorte dopo 6 e dopo 3 giorni. L 'A. dà importanza, per il d·eterminismo di questa rara complicazione, alla coledocite alla assenza di fibre elastiche n ella cicatric~ reoente del coledoco, e alla stasi biliare che i1el secondo caso era sostenuta da un calcolo i11cuneato nella papilla di Vater. La diagnosi clinica non fu fatta, ma sarebb·e stato facile farla se si fo sse pensato alla possibilità di tale evenien za. L'indicazione operatoria è urgent,e e con~ i ste n el drenaggio addominale. I d1:1e cas~ dell 'A. vennero a morte perchè trat.tat1 tardivamente. G. PACETTO. 1
Le iniezioui di lipasi epatica nella cura delle cir· rosi ascitogene.
Noel :F iessinger e A. Gajdos (Soc. M ed. des T-1 op. de Paris, luglio 1935) avendo in ricerche anteriori constatato nelle cirrosi epatich e. un abba.ssamento del tasso della lipasi serica, che l'aggiungeva fino al 50 % e anche più, e che procedeva di pari passo al decorso clinico . si sono domandati se ]a som1ninistrazione parenterale di lipasi non sareb·b e stata benefica. Le prime esperienze condotte su cani iniettundo bisettimanalmente intravena 20 cc. di estratto lipasico di fegato di cane in cani portatori di epatite fosforica hanno dimostrato un aume nto notevole della resistenza degli animali trattati in confronto dei testimoni. Allora hanno iniettato la stessa lipasi a dei cirrotici tipo Laennec in evoluzione, con .a scite a ripetizione e segn i clinici di insuffi cienza epatica. Riportano minutamente la descrizion e di un Ch o clinico ch e dimostra come il trattamento abbia fatto scomparire l'ascite e la insufficienia epatica. In a ltri sei casi ottennero risultati ~imili. Vi fu scacco in 4: casi che non si henefi ciarono, ma due erano n1olto avanzati , e negl1 altri due vi erano complicanze per infezioni ru tanee associate.
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L ' innocuità d el trattamento (non febb·r e, non a.Jburr1ir1uria, n è altro) la sua eilìcacia lo impongon o alla gen erale a ttenzione. Naturalmente questo metodo non sfugge alla legge generale di patolog ia epatica ch e : per avere un su ccesso ·è necessario persista una cap·a cità d ell ' org.a no rnalato di risponder e alla nostr a stimolazione, ed una esistenza di riserva di r ecuper o.
L.
T ONELLI .
MEDICINA SCIENTIFICA. S11ll'etiologia dell'ittero catarr:lle. 11 fatto della comparsa epiden1ica d ell 'itteTo ta1arrale più volte osserv.a to (\\talgreen, Boni11i) ha fatto da più tempo prospettare l 'origine microbica di · esso; alla denominazione d ell'ittero infettivo h.a nno co11tribuito anche fattori dell 'ordine clinico; però finora la ricerca dell 'agente infettivo è rimasta infruttuosa, salvo rare eccezioni (D·ebré), limitate a casi sporadici. Un contrib11to di notevol e importanza alla ri soluzion e d eil problema viene attualmente fornito dall 'A. Studiando l a flora batterica in un vasto numero di bar11bini affetti da disturbi intesti11ali., · febbri di na tura indet.ern1inata ecc. K. I-fassman11 (JV! unc.h . l\1f ed . w ·ochenschr. , 20 ~et.t . 1935) ha potuto riscontrare la frequente presenza di un tipo sp ecial e di b. coli , il cosi d etto b . paracoli caratteri~zato dalla m~n cata produzione di fermentaz1on·e d el lattosio. ..\d un 'ar1aloga ricerca sono stati sottoposti 10 casi di ittero catarrale; in 7 di essi è stata p ositiva (fra queste due casi in fratelli ammalatisi quasi contemporanean1e11te). Lo studio batteriologico e d immunolog ico d egli inferr11i h a m esso in evidenza d ei fatti comp·r ovanti' l 'in1por tan za etiologica d el b. paracoli. La ricerca dell·e aggluti11ine n el san gue degli infern1 j 11a r11ostralo l 'esist·enza di queste V·e rso il b. paracoli: il titolo dell '.a gglutinazione era di 1: 160, 1 :320 (la prova era negativa per il t1fo , paratifi , il b. di Bang écc.). Va notato ch e l 'agglutinazione a titolo piuttosto alto si maJ!ifeslava so lo a malattia· inoltrata, e scern.a,·a r api.darr1ente ad avvenuta guarigione. D 'altra parte, col mig lior am ento d ell 'ammalato , l'osservazione colturale d ella flora int.estjna le dimostrava la progressiva scomparsa d el ceppo. paraceli, sostituito dal b.. coli comune. (~ollo studio batt.erjoJogico· sui b. paraceli isolali dv.1le feci o dall 'intestino degli infermi de . :e•luti , è sta ta osservata la frequente Lrasforrrta1i.(•Tie dei ceppo patogeno in que llo comune di b. coli; di cui acq11istava anch e le car atteristicl1e biochin1iche; tale trasformazione a\1veniva più o m e110 rapidamente n ei su ccessi vi J1a s ~agg i colturali . Nel lor o complesso le osservazioni dell 'A. ir1durr,ebbero auindi ad attribuire un valore patogeno al b. · p_a racoli .an che nella determinazione del quadro d el] 'ittero infettivo; l 'infezione può essere di orig·ine esogen a; ma , la possibili là di trasformazion.e. de l para coli in
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varietà 11011 patogena ai coli , far eb])·ero i11oltre presumere che in alcune circostanze pot1:e~>b~ avv~~i!e una trasforn1 azion e opposta, c1oe 1. acqu1s: z1one de~ potere patoge110 da par· 1e dei germi saprofiti con la conseauente infezionie di origine endogena. MrNz.
S.
POSTA DEGLI ABBONATI Al dott. · C. d e l'. di (: . :
L'uso dell' aìcool-sul>lirrialo· n.ella disi1ifezione delle ferite e delle marii dell'operatore è oggi m olto decaduto sia in rapporto a lla tossicità d·e l sub.Jimato, che alla facilità di provocare d eg·li ecz·emi: e infin·e per il fatto che si forma110 in superficie, sulle ferite, d egli albumina ti insolubili ch e , quando sia necessario , im1)edi scor10 l 'azione sterilizzant e del1·antise ttico in profondità. ·L 'alcool-sublimato è usato ancora in ginecologia per la di~infe zion e p1re-op·eratoria d ella mucosa vaginale. l~ergrnann usava una soluzione forte (alcool 800, acqua 200, sublimato 10) re una l)iÙ ~eb-Ole (co11te11'ente il1vece il sublimato al 1 %0), cosi Sch.aeffer, ecc . Il favorevole decor so cleITe ferite d a Lei osservat o cre<lo essenzialn1ente in r e I.azione a lla accura ta toilette ch e pratica e ch e di solito vien e eseguita con l) ari successo con la solui ione Da kin-Carrel e pi1'1 sen1plicemente con l 'acqua steri le d ando particolar e JJeso piuttosto alla d etersione n1eccanica ch e a una vera e propria disinfezione della ferita im p ossibile ad aversi senza gravi l esioni dei 1essuti. p. \ l .
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VARIA Rist1ltato di un trapianto dell'all11ce controllato dopo 14 anni~ F. Burian (La chiru·r. plas·t., 3·114-1935) ri'r1orta un caso di trapianto d·ell 'alluce. Si trattava di un soldato ch e per l'esplosione di una granata aveva perdut o il pollice, l 'indice e la t er za falange del dito medio della m ,a no sir1istra. L' A. ha cominciato la terapia ri1)aratrice ± mesi dopo la ferita . L 'ha eseguita in parecchie riprese, ed h a ottenuto un perfetto attecchimento del] 'alluce. I ris.u ltati a distanza sono s tati una qu.a si p erfetta funzione dell'articolazione metacarpo-falangea, mentre l'articolazion e interfalangea non aveva ch e scarsissimi movime11ti. Dice come il m etodo deve esser riservato a sogg.etti giova11i ch e d esiderano un discreto risultato cosmetico. 1B isogn.a aver cura di ottenere una larga ap·· posizione delle parti molli. allo scopo di assicurare un buon nutrimento n el periodo più critico dell'intervento cioè quando avviene la riparazione d·e lle connessioni plantari del} 'alluce. Occorre anch·e praticare una sutura molto precisa , e praticare la separazione del peduncolo plantare in varie tappe. l l . BR\ IC" T.
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VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Il Consiglio nazionale dei medici. Come abbiamo già annunziato, nel ,S alone del Ci.rcolo· della Stampa, a piazza Colonna, in Ro1na, si è svolta la seduta inaugurale del Consiglio Nazionale del Sindacato fascista Medici. Sono intervenuti tre rappresentanti per ogni provincia, fra i quali le più alte notaibilità della scienza medica. Hanno presenziato la seduta l 'on. Lantini, Sottosegretario alle Corporazioni, il direttore generale della Sanità Pubblica, Petragnani, il Segretario Nazionale del Sindacaito Medici, on. Morelli e il dott. con1m. Di Marzio, direttore della Confederazione Artisti e Professionisti. Il Consiglio si è iniziato con la relazione del1'on. Mor elli, che accolto da applau·si si è levato a parlare en tusiasmando l'uditorio col lumeggiare l 'opera1 del medico in questo eccezionale periodo della vita nazionale. Riferendosi all 'on. Lantini, l 'on. Morelli ha detto fra l'altro: cc Il medico in questo momento vi clice che è a completa disposizione. Lo è come lo fu nella grande guerra, dove fu solo secondo alla fanteria per la percentuale di morti. Abbiu;:110 iniziato il nostro Commissariato con una fortuna inSJJerata, cioè con un discor so del Duce, che è stato il viatico e la m~ssa in posizio11e in tutta Italia del medico. Il medico italiano n on a,veva mai se11lito 1)arole di tale altezza. Solo da quel momento il n1edico ·si è sentito parte integrante del Regime. Ini ziando sotto tale auspicio, è naturale che tutto can1n1inasse con rapidità ». Quindi 1·on. Morelli ha parlato del problema della disoccupazione medica e del . cumulo delle cariche. Il cumulo ·delle cariche deve essere combaltuto, i11a sempre in relazione alla competenza alla quale le cariche stesse sono legate. Non si cleve essere guidati esclusivamente dall'interesse personale, p er chè l'interesse medico è strettamente lega lo alJ 'interesse della Società. Altro problema connesso alla disoccupazione meclica, trattato ampiamente dall'on. Morelli, è quello della pletora medica. Dopo aYer accennato al problerr1a del comparaggio, l '011. ~1Iorel1i è passato a parlare, sen1pre ascolt atissin10, del testo unico delle leggi sanitarie, della provincializzazione dei Concorsi, e del grave problema degli ambulatori a cui troppo spesso ricorrono malati che, n on rivestendo ]ai qualità di -lavoratori , dovrebbero invece rivolgersi al libero profe·ssionista. Rilevata ]a estensione e la importanza delle Mutue sanitarie pas~a quindi a trattare le numerose questi oni odierne che interessano il campo medico conclurlendo, applauditissi1no, ch e il medico
saprà oggi dare tutto sè stesso alla Patria corne tutto seppe dare nella g.r ande guerra.· . Quindi il Sottosegretario alle Corporazioni on. Lantini ha tenuto, applauditissimo, il di·scorso ~na1ugurale intonato all'odierna situazione per cui il lavoro dei medici potrà svolgersi attivissimo e proficuo in ogni centro per la difesa e la reazione contro le sanzion j. Dopo il discorso dell 'on. La11tini è stato approvato il seguente Ordine del giorno proposto dai rappresentanti del Sindacato Medico di Milano: « Il Consiglio Nazionale del Sindacato Nazionale I·'ascista dei ~ledici, sentita la chiara e brillante relazione del Segretario Nazionale, on. Eugenio ~forelli , certo interprete dei sentimenti dei Medici italiani, ne plaude l'opera -solerte e fattiva a fi:lvore della Classe, e per Je alte finalita affidate dal Regime Fascista, chiede la riconferma in carica per acclamazione, a ,Segretario Nazionale, dell'on. prof. Eugenio Morelli ». Nella sed11ta pomeridiana hanno fatto importa11ti osservazioni sul problema delle Mutue, delle condotte sanitarie e degli altri argomenti svolti dalla relazione del Segretario Nazionale il gr. uff. l~etrtllgnani, l 'on. Morelli e vari congressisti. Il Consig·lio ha esaurito i su oi lavori con fervide accla111azioni a1 Duce. Il Co11siglio Nazionale del Sindacato fascista dei ~fedici, terminati i suoi lavori, si è recato nel Palazzo del Littorio per deporre una corona di alloro nella Cappella Votiva dei ·Caduti per la Rivoluzione. Il Direttorio Nazionale, accompagnato dal Direttore della Confederazione dei professioni·sti e artisti, è stato quindi ricevuto dal Segretario del Partito, oui l 'on. Morelli ha rivolto il saluto della categoria, mettendo agli ordini del Partito, oggi più ch e inai, tutti i medici italiani. Il Segretario, nel prendere atto della fattiva operosità dei medici d 'Italia, in ogni campo della assistenza e della salute pubblica, li h a elogiati per la loro er1tusiastica fede e per ]a loro ammirevole cUsciplina. Nella rubrica .. Politica Sanitaria e aiuriaprudenza •• dei pro•simi numeri, affidota al no•tro Aov. Seloa111ri. pubblicheremo :
Natura giuridica delle quote di partecipazione dovute ai sanitari ospedalieri. Le attribuzioni dei Prefettt in rapporto ai con· corsi dei sanitari condotti. Valore delle tariffe professionali perl!'assistenza agli abbienti. Il periodo di prova e le di posizioni del nuovo ordinamento.
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<< TL POLJCLJNICO
CON COR ·S I. Posn
NOTIZIE
VACANTI.
Il con. corso bandito in data 21 agosto 1935, per un posto di pr.imario chirurgo ost etrico ginecologo è revocato. GENOVA-SAl\LPIERDA.RENA.
RAVENNA .
Consorzio
Osp edali Civili. -
Prov.
A nlitub ercolare.
-
Scad. 31 genn., ore 16; direttore della Sez. Disp en sariale di Lugo; ·L. 9000 e 5 quadrienni dee.; età li1nite 40 anni al 20 nov.; docum. a 3 mesi dalla stessa data; tassa L. 50. Chiedere annunzio . VARESE. Consorzio Provinciale Arttitubercolare. - Il ~residente del Consorzio rende noto, in data J 2 corrente dicembre, che il termine utile per la presentazione della domanda e dei documenti per e·~sere ammessi al concorso a cinque posti di Assi stente Sanitaria Visitatrice presso i Dispensari An litubercolari di detta Provincia è prorogato fino alle ore dodici e trenta del 15 febbraio 1936-XIV. l\1edico vasta cultura generale è ricercato da i1nportante Casa Farmaceutica per collaborazione propaganda medica e direzione Ufficio scientifico ~ Scrivere E. Campanelli (Casa-Fa), Via Sistina 14, Roma.
NOM INE, PROMOZIONI ED
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O~ORtFICENZE .
Il Gr. Uff. Dott. Vasco Tamanti, ispettore sanitario dell'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale, è stato recentemente promosso te11ente colonnello medico a scelta speciale. Al valoroso profe·ssionista rallegramenti cordiali. Il dott.. Alfredo Ferrannini, assistente nella Clinica Medica di Roma , è riuscito vincitore in due concorsi nazionali fra i laureati in medicina e chirurgia di tutte le Università italìane: uno per una all 'estero concessa dal 1 borsa di perfezionamento Ministero della Educa.zione Nazionale per l'anno accademico 1935-1936; ·ed un altro per una borsa di reciprocità con I 'Ungheria pure per l 'anno accademico 1935-1936. Rallegramenti. In esito a concorso, sono stati nominati primairi ostetrico-ginecologi 11egli Ospedali Riuniti di Roma i proff. Luigi Caravani e Roberto Bompiani. (Vivi r allegramenti). L 'Università di Strasburgo ha conferito il grado di dottore ho11Joris causa al dott. Archibald Young, titolare della cattedra di chirurgia nell'Università di Glascow; ed a titolo postumo al dott. Jules Gonin , che tenne l 'insegnamento di clinica oftalmologica a Losanna (deceduto pochi giorni dopo la deliberazione di conferirgli l'alta distinzione). Sono abilitati alla libera docenza i dottori: Antonio Orofino, in clinica delle malattie delle vie urinarie; Luigi Daneo , in clinica psichiatrica; ~a.l dassarre Gia.rfina e Giuseppe Tata, in ostetr1c1a e ginecologia; Francesco Landogna, in patologia speciale medica; Vincenzo Bollini, Antonio Capua, Adolfo Chio, Gastone Impiombato, Achille Manara e Serse Zanetti, in radiologia medica; Quirico Carando., in radiologia e terapia fisica. La massima onorificenza sc ientifica dell 'Argentina, il premio nazionale delle scienze, è st~to conferito al dott. Julio Diez per il suo studio: <' Chirurgia del sin1patico lombare ».
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DIVERSE
Organizzazione sanitarie nell' A. O. I . 1
Com è noto, le provvidenze profilattiche e igieni co-·sanitarie nel! 'Africa Orientale hanno condotto a risultati molto soddisfacenti; esse rigua.r dano l acqua potabile, gli alloggiamenti, le lavanderie, i bagni, la lotta contro le malattie infettive attraverso le vaccinazioni, i laboratori 'batteriologici, le disinfezioni, l'isolamento dei malati ecc. I servizi di assistenza si svolgono in modo perfetto, mediante le formazioni ospedaliere, le amhulanze radiologiche e odontoiatriche, gli auto1nezzi e le vetture ferroviarie speciali per il trasporto dei feriti e malati, i convalescenziari e lenavi-ospedaJe (una per turno fa servizio stazionario nel · porto di Massaua). 1
L'assistenza sanitaria nelle regioni occupate. L'assistenza sanitaria è stata rapidamente orga1iizzata dalle nostre Autorità in tutte le regioni occupate. Tra le provvidenze che hanno acco,m pagnato, l'avanzata delle truppe italiane nelle terre soggette al Negus, questa è stata una delle più apprezzate dalle infelici popolazioni abbandonate dal governo di Addis Abeba in uno stato di abbrutente barbarie. Gli i11digeni , vincendo abitudini e pregiudizi secolari, sono corsi fiduciosi ai nostri O$pedali ed a nostri an1hulatori , ove hanno ricevuto dai sanitari italiani ·s ollecite e fraterne cure. È giunta notizia che anche la m adre di I\as AilèSelassiè Gugsà , colta da una graYe malattia, ha chiesto l 'inlervento dei nostri medici. Essa è stata subito visitat~ dalla medaglia d'oro Raffaele Paolu cci, direttore della Clinica chirurgica dell 'Università di Bologna, che dirige l'ambulanza di Adigrat. La madre di Ailè Selassiè Gugsà , grazie alle cu.r e assidue dell'illustre clinico, è entrata subito i11 via di miglioramento.
Altre prove di fraternità da parte dei colleghi francesi. La cc Federazione della Stan1pa Medica Latina »r con seqe a Parigi, e che pubblica gli « Acta Medica Latina » diramati a tutte le ·Nazioni del ceppo latino, ha votato, in una recente seduta, alla unanimità, le ·seguenti deliberazioni: I) Il Comitato Permanente della « Federazione della ,S tampa Medica Latina » invita le Riviste, ed i giornali federati a continuare l'invio regolaredei loro fascicoli alle Riviste e Giornali medici italiani coi quali sono attualmente in relazione di scambi, anche in caso di non reciprocità. II) Lo stesso Comitato Permanente desidera che Je .Riviste ed i Giornali federati possano continuare a tenere i loro lettori al corrente del movimento medico italiano (verso il quale coglie questa occasione per rendere omaggio alla sua importanza ed al suo valore) e prega vivamente i colleghi italiani di non voler interrompere lo scambio delle loro Riviste e Giornali con quelli delle Nazioni federate. III) Il Comitato Permanente della cc Federazion e nella Stampa Medica Latina » invita le Riv,i·ste ed i Giornali federati ad assicurare, duran~e 1. an: no 1930, il servizio gratuito dei loro fasc1col1 a1
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SEZIONE PRATICA
loro abbonati italiani che non rinnovassero per quest'a11no , i loro abbonamenti. Il Segretario Generale: L. M.
PrERRA.
Oltre Italia, Francia, Spagna, Belgio, Svizzera, Portogallo, Ronlania ecc. sono rappresentate, nella <e Federazione Stampa Medica Latina », tutte .le Nazioni dell'America Latina, ed è bene ricordaire che all~ Presidenza di essa Federazione venne eletto, nell'ultima seduta del Consiglio Generale,. un illustre italiano, il sen. prof. Davide Giordano. Abbiamo sempre presente .con quanta fraternità profonda i colleghi della cc Federazione Stampa ~edica Latina » parteciparono con noi all 'omagg10 commovente ai nostri morti che dormono nel Cimitero di Bligny.
Formazioni sanitarie e insegne della C. R. in Etiopia. Sono state elevate delle proteste per il bombardamento aereo eseguito dagli italiani su Dessiè che si pretende fosse indifesa - colpendo un ospedale da campo americano e altri impianti sanitari protetti dall'emblema della Croce Rossa. ' Una nota del nostro sottosegretario agli Esteri, nn. Suvich, diretta alla Lega de11a Società della C. R. in Gi11evra, preci'sa i fatti. Risulta che la città di Dessiè non è indifesa, ma anzi costituisce uno dei grandi centri militari dell'Etiopia. La formazione sanitaria americana non era stata denunziata al Governo italiano, come prescrive l 'art. 11 della Convenzione sulla Croce Rossa, stipula:ta a Ginevra nel 1929. Da fotografie prese dall'aviazione italiana dopo il bombardamento, risulta che l'edifizio e le tende munite del1'insegna della Croce Rossa erano intatti. A ogni modo, se le formazioni sanitarie vogliono evitare ogni ri·schio, devono tenersi lontane dagli obbiettivi injlitari e bene isolate. Dell'emblema della Croce Rossa si è, subito dopo, fatto grande abuso da parte abissina, coprendo gli accampamenti e perfino il campo di aviazione; l 'abuso è tale da distruggere le basi stesse di ogni convenzione in ternazionale a fini umani tari.
Assicurazione s11lla ' rita dei militari. Il Sottosegretario alla Guerra, on. Baistrocchi, h a firmato con l'Istituto nazionale delle Assicurazioni una convenzione riguardante l 'assicurazione sulla vita degli ufficiali, sottufficiali e milita.r i di truppa del R. Esercito. La forma assicurativa concordata riveste parlicolare importanza, poichè consente - a condizioni di eccezionale favore agli appartenenti al R. Esercito la copertura immediata del rischio di morte, qualunque ne ·siano le cause determinanti, nonchè la copertura del rischio di invalidità permanente assoluta, sia questa determinata da malattia o da ferita, anche nel caso in cui l'invalidità derivi da cause di servizio militare coloniale.
Ali' Accademia Lancisiana. L 'on. Fioretti ha commen1orato, presso l 'Accademia Lancisiana, il prof. Marchiafava., presidente onora.rio dell'Accademia, l'Accademico prof. Pestalozza, membro del Direttorio,- gli Accademici proff. De Fahii, De Sanctis e Geronzi, e i socii ordinari dottori Piacentini, Renzi e Fraschetti e proff. Pastore, Croce e Parisotti.
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Sezione Laziale di gastro-en terologia. ,Si è costituita in Iloma la Sezione Laziale di gastro-en~erologi~ secondo le deliberazioni prese da~a Società Italiana al II Radl1no di Roma. Detta Sezione è presieduta dal prof. Frugoni coadiuvato da ~n ~n1itato dirett~vo composto dai proff. S. Baglioni, P . Alessandrini e G. Egidi; segretario:: dott. A. Bonadies. La prima ·seduta si terrà n ell'aula della R. Clinica Medica al Policlinico nella prima decade di gennaio, in data da determinarsi, e vi saranno s~olte. comu~icazioni di medicina, chirurgia e rad1olog1a. Chiunque dei medici, chirurghi e radioJogi di Roma e del Lazio, ch e coltivi con speciale· predilezione la specialità, può chiedere l 'iscrizione· alla Società. Per informazioni .r ivolgersi al segretario, dott. A. Bonadies, Sala Ramazzini, Ospedale S. Spirito, Roma.
La ''Giornata della ]ladre e del Fanciullo,,. Ancl1e quest'anno, il 24 dicembre, satrà celebrata1 la cc Giornata della Madre e del Fanciullo ». Essa viene a coincidere con il Decennale del-· I 'Opera N. M. I. Le manifestazioni avranno anche· lo scopo di ricordare ciò che l'Opera ha fatto durante i suoi primi dieci anni di vita: in questo periodo essa ha assistito circa 7.500.000 madrj e fan-· ciulli ed ha creato circa 9.000 istituzioni. È indetto nella Capitale il raduno di donne· benemerite, scelte tra coloro che, sposate dopo il J O dicembre 1925 (data di fondazione dell'Opera), abbiano il maggior numero di figli viventi. Ad essa partecipano anche i mariti delle donne pre-· ·scelte. lr1 tal modo, anche ]a paternità viene ad essere degnamente onorata. Complessivamente il 24 djcembre verranno distribuiti circa 30.000 premi in denaro, per un ammontare di circa tre milioni di lire, stanziati dalla O. N. M. I.; oltre a numerosi altri premi in denaro predisposti dai vari enti, che fanno convergere la distribuzione di essi nella cc Gjornata, della Madre e del Fanciullo ».
Corsi allievi ufficiali nei corpi sanitario e vete· rinario. Per ragioni 1i economia il Ministero della guerra· è venuto nella determinazione di non far pubbli-· care in tutti i comuni del Regno il consueto mar1jfesto murale per l 'ammissione ai corsi allievi ufficiali di complemento del Corpo sanitario (medici e chimici-farmacisti) e del Corpo veterinario, già indetto con la circolare 907 del « Giornale Militare » 28 novembre u. s. Si rammenta, pertanto, agli interessati che le domande e i documenti prescritti per l 'ammissione a tali corsi che non hanno potuto essere presentati ai Distretti di residenza o ai Distretti di leva entro il 20 dicembre è ammesso un termine dì tolleranza di ·15 giorni, a partire da tale data . Gli interessati potranno rivolgersi ai Distretti per prendere conoscenza delle norme e condizioni che regolano l'ammissione ai citati corsi e per· eventuali chiarimenti.
Un po' dovunque. Un gruppo di ex combattenti coloniali belgi, in segno di amicizia verso l'Italia, offrirà al nostro F.sercito un 'autoambulanza, che verrà intitolata alla Principessa Maria Josè. La cerimonia di consegna si svolgerà a Bruxelles, in occasione di una visitaclell 'on. Carlo Delcroix.
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« JL POLICLINl{!O »
terminato il 14° corso di Clinica Tropicale ii11partjto n~ll 'Istituto che il Duce volle erigere quattro anni or sono, perchi' i medici che si r ecano in Colonia avessero una conoscenza pratica dell~ fo~me morbose che ·si trovano nelle regioni tropicali , e che del resto si possono rinvenire anche nel nostro Paese; Istituto affidato all'alta competenza del ~en. Castellani. È
~I'>:a scu~la di perf~zionamento in dermatologia
e s1f1log·rafia è organizzata presso la R. Università di N~poli, sott~ la direzione del prof. G. Verrotti, pe'r il co.n seguimento del titolo di specialista · il èorso è biennale, Rivolgersi alla segreteria d~lla Facoltà medica. I~ prof. Arturo J?on~,g~io ha tenuto la sua pro-
lusione al corso di clinica delle malattie nervose e ~entali nella R. Università di Bologna, trattando 11 tema: « Il cervello frontale e le funzioni di movimento ». La Riforma Medica » del 7 dicembre pubblica una chiara ed efficace biografia del prof. Leonardo Dominici, l 'in·signe patologo chirurgo dell'Ateneo partenopeo, preside di quella F.a coltà medica; è redatta dal dott. R. Rummo. <<
Si è riunito a l\ililano sotto la presidenza del prefetto, il Consiglio provinciale di sanità. 1?er l 'esercizio dell'odontoiatria. si è approvato un voto proposto dal prof. Baslini perchè si vigili severarnen te sul decoro dei gabinetti dentistici. Si è stabilito che il burro qualificato « da tavola » deve e~sere fabbricato con creme pastorizzate. Si è costituita a Roma l 'Associazione nazionale fasci s ta per la lotta contro la tubercolosi bovina e(l ha tenuto Ja prima riunione, cui intervenne I 'on. Rossoni. 1
L'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti si è adunata dal 18 al 20 novembre, nell'Univer sità iii. Virginia; tra i temi discus·si furono:
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i. n~ovi n~~coti?i; .il ve.lena di cobra come analge-
sico, ana11s1 dei riflessi degli autisti; ecc. La Societù Medico-Chirurgica della Romagna si è. adunata il 17 novembre a Faenza, sotto la presidenza del P!Of. F. Giugni, assistito dal segretario dott. ~.. Galli. Sono sta t e fatte comunicazioni da : A . . L~s1 (Faenza), L. Silves trini (Rimini), A. Franch1ni (Santarcangelo, 2 comunicazioni), E. Mondolfo (~esena) , M. Sella Bigliardi (Lugo), D. l\1arcucc1 (Faenza), A. Parini (Faenza) .
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Tra i militari della g·uardia imperiale abissina si è pTodottn un 'epidemia d'influenza malattia che pare fosse prima sconosciuta nella 'regione. Gli osped·a li di Dessiè sono pieni òi questi influenzati. Il ministro della sa11ità nubblica della Francia ha eliminato, sistematicamente, i rappre·sentanti <lei sindacati medici dalle commissioni d 'esame per il diploma di Stato delle infermiere. Si tratta di una rappresaglia, attuata in risposta a critiche sollevaite sull 'operato del ministro. Un mendica:ite a J1ome Andrea Frisa, .morto in elà di 70 anni a Torto11a, ha la$ciato all "ùspedale di questa città 30.000 lire.
Le malattie infettive in Italia. Numero dei Comuni colpiti e numero dei casi (fra parentesi).
Denunzie dal 18 novembre al 2'4 novembre: Morbillo 204 (1311); Scarlattina 247 (634); Pertosse 86 (224) ; Varicella 121 (244); Vaiuolo e vaiuoloide (- ) ; Febbre tifoidea 292 (517); Infezioni paratifiche 52 (76); Febbre ondulante 17 (23) ; Dissenteria 11 (12); bifterite e croup 373 (794).; Meningite cerebro-spinale epidemica 6 (6) ; Poliomielite anteriore acuta 24 (29); Encefalite letargica 1 (1); Anchilostomiasi 4 (5) ; Rabbia: morsicature di ani1nali rabbici o sospetti 32 (39), dichiarata - (-); Pustola maligna 22 (24).
Indice alfabetico per materie. Ascessi freddi della parete toracjca , di origine stafilococcica . . . . . . . . Bacilli tubercolari: ricerche . . . . . . Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . Cirrosi ascitogene: iniezioni di lipasi epatica . . . . . . . . . . . . . . . . . Cisti d 'echinococco aperta nelle vie biliari . . . . . . . . . . . . . . . . . Cistifellea : tumori . . . . . . . . . . . Coledoco : rottura spon lanea . . . . . . Disinfezione con alcool-sublin1ato . . Dolore lombare destro nelle affezioni vescicolari . . . . . . . . . . . . . .. . . Epilessia comune: etiologia ge11erale . . Febbre meli.tense: le·sioni visceraJi; epatite 1 ne] i Lococcica . . . . . . . . . . .
Pag. 2521 »
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.2547 2547 2547 2548
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Ipofisi: pre- : estratto tireo1ropo . . . Pag. 2543 Jnfezione focale . . . . . . . . . . . » 2524 Ittero cata.r rale: etiologia . . . . » 2548 Marat medico . . . . . . . . . " 2531 Meningite: trattamento . . . . . ,, 2528 Neuralgia sciati.ca cosidet la e ~ senziale e suo trattamento . . . . . . . . . . · · >> 2507 )) 2543 Pancreas : ricerche . . . . . . . . . . )) 25ò1 Sindacalo med;co 11,azi cHale: r:ons;glio 2544 Stanchezza e ipoepatia . . . . . . . )) 2543 Torcicollo muscolare congenito .. . . 2548 1'rapianto di un alluce . . . . . . . . . n 1'ubercolosi polm.: pn eun101erapia: crisi emoclasica •da riforn i1n en1o e da tu . . 2530 bercolina . . . . . . · · . Urologia: co11gresso . . . . . . . . . . » 2534 ))
Il N. 52 contenente il frontespizio e l'Indice Cenerale sarà 5pedito nella prossima settimana. 11 N. 1 dell'annata XL 111 uscirà il 6 gennaio 1938.
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FRlTGONI.
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Rerl <'apo. Roma - Stah. Tipo-Lit. Armani di M. Courrier.
Pozzi, Resp.