Il policlinico sezione pratica anno 1940 parte 1 ocr parte3

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siero di · a11gue co111pletarnente priYo di elerr1enti fig·u ra li non preser1 ta glicolisi o l ut t 'al }Jiù una g·li rolisi debolissin1a (Condorelli). 11 potere glicolitico del sangue sar ebbe inoltre dovuto i11 modo particolare ai globuli bianchi. Loevy e Ri chtfr 11an110 segnalato la coe i te11za di u11a ipoleucocitosi con la diminuzione del 1)0lere gli colitico del s.a11'gue, n1 entre Martin -Habn l1a trovato aun1e11to del potere glicolitico in presenza di jperleucòcilosi. Levèn e e May er affern1ano ch·e i globt1li }Jia11cl1i han110 un energico potere glicolitico . Masso]}rio e tBarale 5tudiano il l)Otere glicolitico <lei ..<i11gue di soggetti affetti da en1opatie Yarie caratterizzot e tutte da iperleucocitosi e affer111a11 0 r he senza poter escluder e n elJ'inle11sità del feno1r1eno l 'interYe11t o di altri fattori , certa1l1ent e la qua11tità nu111 erica d ei leucociti , .j ha un a parte ·preponderante. eco ndo al cuni AA. i11oltre sar ebbero tra i e-lobuli bian chi gli e]e111enti della serie mi€loic.le ad esercit~re il potere glicolitico n1 entre gli €'1ementi della erie Jinfoide non n e possie·de1ebbero al cn11 0. C:h elle e Mauriac infatti affer111ano cl1e i liquidi, i cui elen1e11ti corp uscolati ~0110 co Lilui1i soltanto da elem e11ti della . . crie linfoide, non pos eggono potere glicolitico. Lépin e i)erò ritiene ch e anche la linfa pos iede1 e])be poterf gl icolitico . Di . econd aria irr1 portanza se111bra il ruolo g iu oca to dai globuli r ossi nel deter1nini n10 delJa e1noglicolisi n on ostant-e l'affermazione di Ro11a e Arnl1ein i q tiali an11nettono ch e i globuli ro i al>biano lo stesi o potere glicolitico dei glob ul i bian chi. Al lu111 e delle modern e conoscenze e1l1bra doversi a1111nettcr e che il potere glicolitico del sangue sia dovuto ai glo,b uli bianchi m entre i glo'b uli ro i, pt1r non essendone del t.u tto pri' i , ha11110 un p·otere glico litico circa 100 ' olte inferiore (Rondoni) e Ja loro azio11e deve esseire tenut a µresentr solo per la e11orane 1)r eponderanza num erica. G1i ele1r1enti del •$ang ue eser citano il loro poter e glicolitico per opera di u11 fern1ento, i1rodotto da essi , a1nm esso per la 1)rin1a ,,olta da IJèpine. Questo fe.m1e11to ,,iene distrutto alla temperatura di 58'0 (infatti ponendo il sangu e a questa t emperatura non si ' 1erifi ca l)ÌÙ ·g licoli i - Lè1)ine -), .e d è pochis i1no diffu sibile nel plasn1,a (Co.ndore]Ji). Secondo Lèpine il fer1r1 ento glicolit·ico oltr·e ch e dagli ele(m1enti del sangu e sarebbe prodotto da tutti i tessuti 1

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EZl ONE PRATICA

EMOGLJCOLISI E DIABF.TE.

Gli sludi sulla e111oglicolisi in vjtro dalle prin1 e osservazioni di Cl. Bernard , alle siste-

111aticl1e· ricerch e di Lèpine e collabora tori (Barral, Boulud, ecc.) fino a i j)iù recenti AA: hanno dimostrato lo sforzo costante dei vari ricercatori per stabilire i ra})t1orti esistenti tra il fenom eno in ' itro ed il m etaboli-sn10 dei ca rboidra ti n ell 'organis1110 vivente. A1np1ia1l1ente studiati so110 stati dunqt1e i l'apporti tra emo1glicolisi e diab·ete pancreatico e s1)eri mentaJe. Nel 1890 Lè1)i11e e Barral os, ervaro110 ch e n egli animali s·pancreati si aveva una notevole din1i11uzione della emoglico]i i in ,,itro n1entre isi aveva u11 au n1ento in seguito a11.a eccita zione dei n er·vi del pancr ea o aJla legatura del dòtto di V\Tirsung. Questa os· er,1azione, secondo la quale il potere glicolitico del ~a11·g u e sarebbe abbas&lto li el diabetico, nonostante il parere contrario cii alcuni AA. (Bi e rr~-, Ra ll1ery, To1stoi , Au}}e 1~tin, Cl1elle, ecc .) è tata co11fern1 at·a da altri (Perry, Nitzescu. John, C.ondorelli , Po·pe~cu-Inotesti, Cl1iti, Viale, Denis e GiJes, De j\1eye.r , ecc.). Rona e V\Tilen ko sosten gono che, 11er a ver e ri sultati confront.ub.jli è necei&sario ln,:orare co11 sang ue allo stesso pH e con la stflssa concentrazione iniziale di ~·lu cosio. Tenendo conto di q1t1este ronsid·erazioni ~fa uria e raffronta il poter e gliro]itico del sangue di cane norn1ale e depancreato ·e tro,1a che il potere glicolitico dimint1i sce dopo J'estirpa1ione del pancreas. Anch e Chit.i ]avorando eon sa1l gue ('t1i veni va aggiunta una sostanza ta1npon e (sol. n. di fosfato monosodj co e bisod·ico a :p8rti uguali) p·er mantene·r e invariato il pH e una qu~n­ ti Là costante di glu.c osio, ha potl1to notare una n·etta ·d iminuzione rlel p·otere glicoJitico in sog;Q·etti diabetici rispetto · ai controlli non diabetici. Curatolo riteneva cl1 e i ri ultati contrastanti c11i sono per·yenuti i ' ari A1\. siano da 11.ferirsi al fatto ch e le ricer cl1e ono state condotte sul . angue total e. La pre:,enza del r>lasma potreb]ì(: fare int.er, rnire dei fattori st1ffi r irnti ad .nlt erare i risultati. St11dia al lora il 1)o tcre glicolitico dei globuli rossi di sog.getti no·r mali e diabetici lavati co·n soluzio11e fisiologica e ~os1)esi in Ringer e trova ::\n cl1 'e~so l1na dimi n11zione notevole del i10Ler<? g]icoliti ro 11ei dia)Jetici. È stato pure studiat.o il r>ot.cr e gl·ico·l itico de] s~ngue in rapporto a]l'as·~orbirnento di carboidrati. · Ma11riac stt1din il lJOter e gli co]it iro del scµigne di sogge tti nor1nali, diabeti ci e ca ncerosi con un m etodo cl1e gli perrnette di far diversi prelievi duranle la giorn.ata in ln odo da po- ter st.udiare il detto poter e in ral)porto all 'as1

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so rbi111~ nto

degli alirr1e11ti. Ha i)otuto così 110t.are d elle oscillazio1ti del potere g lico.l itico ch e 11ei diabeLi ci si mostravan o m e110· sensihili all '8ssorbin1enlo di zucchero e di alimenti ris1):etto ai controlli. A ris ul tali più nelti perviene Seri o il quale s1udi.a s i st ematicart1eI).te il poter e g l1colitico d el sangue cli soggetti n orm.a li e diabetici in 1·ap:i)Orto con la c urva glicemica da carico di (.ttrbo idrali. Questo A. ha os. er,rato n ei sogg~tti nor1nali una di1ninuzior1e del po·t ere g·lic o· . l itico a inan . o a r11ano cl1e si eleva il tas o .g·iicen1ico. Lo stesso fe1101nen o si ' 'erifich ereb·l1e n ei diabe tici ,....1Jcr ò in misura rr1olto m eno . açcentua.ta. Sen1brebl)e quindi ·d over i .ammet_, t ~ re una ceeta correlazione. tra l o stato iperglicernico, sia esso fun zionale o J)atologico, e la diminuzione del poter e ·glicolitico. In a ltri ter1rtini la ipoins.uline·mia funzionale d.a carico ·d i , cn rboidrati e la ipoìnsuline.r11ia patol ogica d ei cliabetici ~gir.eb1be n ello s tesso senso per quan1o riguarda l 'abbassamento del potere g licoli tico. · Allo scopo di n1eglio l)l'eoisare l azione del, l 1nc rcto pancreaLico sulla e11Loglicolisi sono sla te ~ondot.L e , do1Jo la scop erla d ell 'insulina, 11umerose ricer cl1e, iu1picga ndo questo, ormone sia in Yivo cl1e in vi tro, studiando cioè l 'e1nog·licolisi i)revia iniezione pa r enterale di in~u]i na o dor>o aggiunta di inst1li11a al san g u e in Yilro. Già Lèpi11e. ,1vev:"l. osservato cl1e l 'aggiunta di sa n g·uc di animale nornta1e aun1enta la ridotta g·licolisi d el san g ue di a nir11ale spa11c rea to , n1 en tre J11olLo .attivi in questo senso si din10 trano g li estratti di pancr ea , come pure, s.eb·bene in inisuré' 11otevol1nenLe inferiore, gli e~t ra LLi ·di organi diversi. Basand osi su ques ti esperimenti Lè pine cn1ise l a ipotesi che tutti i tessuti possedessero oltre al fern1en to g licoli tico termolabile, un altra sostanza terrnostabile cl1e non avreb,b e alcuna azione s ullil g1icolj si ·e111alica ma ch e attiverebiJ)e il fer111ento g licolitico. Quest ultima sostanza a tipo cli coofermento sarebbe prodotta in ab·b ondanza lla l panc reas .e n1essa in circolo in seguito a(l eccitazione della ghiandol a . ,C:e,r chiamo di seguire ad esso le varie ~icer­ <" h e cl1e sono st,ate condotte in vitro dopo che l 'i11s ulina è s tata i)otuLa in11)iegar e allo stato ò i pt1rezza. . È noto ch e questo ormo11e non eser cita da solo in vitro alcun p·o tere glicolit ico su soluzi011i di glucosio. Aggiunto a san gue r eso in<·oa,g·t1labile detern1iner ebbe secondo a l cuni AA. Riery Ra lh er) K.ouri] s1ky afuri , ecc .) un <iUm èn to del potere glicolitico , mentre, seconI

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« n., POLI CLINI CO »

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[ANNO

XL , ·11,

NUl\I.

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d o a ltri , non a vrebbc alc u11a azione (Macleo d, Ni tzescu e Eo<lie, Popescu-I11otesti , Viale) . Chiti in alcune su e, ric.e rche Lrov.a c he il potere g licolitico è addiritt11ra inibito si.a nei normali c~1e nei diab eLici per l 'aggiunla di insulina in vitro.· Curatolo, per contl'o, sostiene c}:le l 'insulina in vilro, pur n on modificando l'attività glicoli Lica .d ei g lob,u li di soggetti 1)01·mali, numenta la ridotta glicolisi d ei g lob·uli n ei dial1etici. A quc.&to 1)un to dob·b ia1no ricordare alcune osse-rvazio11i di S1erio secor1do le quali il sangu e di soggetti normali prelevato in fase iJ ierglice.mi-ca p er carico di ca rboidrati present er eb1be, ollre ad un abbia s .amien1o d el potere glicolit ico, una sen sibilità all'azion e d ell 'insulin.a in vitro, 11el se115o che questo ormone ele' 'er ebbe il poter e g licolitico inentre p11.ma era in.a ttivo. Alqua11to J)iù con cordi .. ono i risul1a ti di ricer ch e ter\ denti .a · labilire l 'azione d ell ' insulina in vitro sulle e111oglicolisi d ei diab etici . Se1n4ra infatti dove rsi aJ11mettere nonostante il parere contrarjo di qualch e AA. (N itzesc u e Po1)~ ~ cu-In0 Lesti) ch e in seguito ad iniezione· di ir1i&ulina si a b ))ia una riattivazione del ridotto IJoterc g lic:olitico d cl san g ue di diab etici (Geiltili, Chili , CuraLolo, ecc.). Alcuni AA. sos ten go110 cl1e l a son1n1inislrazion e di insulina altivi l 'cn1og licolisi a11ch e dei oggetti r1 orn1ali (Pico -Estrada, Morena e Altl1arez) 1nentre Curatolo e <:biti , studi and o il processo i:.t diverse condizio11i speri111cntali, hanno visto cl1e essa esplica sol o azion e s ull 'emoglico·lisi d ei diabetic i. Dal complesso delle ricer ch e ch e abbian10 cita to s ui rapporti tir·a rr1etabolismo d ei carb oi drati cd emo,g licoli i, sebbene in parte contradditlo1rie, &emb•ra en1er ger e, co111e dato fo·n · {la111 enlale, un abbassaìr1ento del potere glicoliLico del sangue n el diab e1e pancreatico e speri1nentale e n eg·li s tati i perg lice111i ci fisiol ogici cla carico di carboidrati. Circa l'azione d ell 1in, sulina do b·bia1110 a111.111ettere, considerata l 'att 611dibilità d elle rice rch e di quegli AA. che si e$p1rin1ono in ques to 'sen so, la possibilità ch e 11a queis.to· ormone di ,elevare in vivo e forse an ch e in vitro l o ~carso potere g licoliti co del san gu e· ,dei diabetici. Più dubbia sembra la sua azione sul sang ue di soggetti normali. Sul ineccanis1no intimo di questa azion e se ci oè ag·isca come una spe.c ie di coofermento secondo la vecchia t eori~ di l ,èpine, o piuttosto corn.e ormone stimolante la p roduzione di ferrr1enti g licolit ici secondo· quanto an1n1ette Chiti , preferire1110 non addcn trarci trattandosi tutt'ora di ipote5i ch e n1eritano conferma dai d.ati sperimentali. 1

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' •

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[A NNO

XLVII,,

Nt.TM.

27 )

SE,z I ONE PRATICA

EMOGLI COLJSJ E TUBERCO,L OSI.

È n o to com e, n el corso d ella tuber colosi p ol-

1163

da lla n orm~1, secondo le osser vazio11i d i Canova, r isulta ta nto l) ÌÙ accentuata, q uanto più r11ar ca li son o i seg11i d ella tossiemia tuber colar e.

11 e

1nona r e, esis tan o d elle turbe del m etab olism o d P.i carboidra ti di inter pretazione n on univoLa diminuzion e del pot er e g licolitico n el diaca, di e11tità varia , m a rilevate d a numerosi bete P· L<L esall azio ne d ello stesso potere n el Au tori cor so dell a tossie111ia tuber colar e, ci h a indotto Rabuchin , Baratta, Sayago, De Villofone, a<l ini ziar e una se rie ,d i ricer ch e sul san,o-ue Lnstra e Vocos, Mor aldi e Barbera, He,c ht , o If erz, Schl ap,per e .l\.ircl1n er, , hanno riscontrato dì tul}er co1otici diab·etici all o scop 0 di precisa re se la r11alatti a tub·er colar e influisca an. t1n,a di1ninuzione ,d ella glicemia n1e1lle vari·e ch e sul ridotto poter e e,m oglicoliti co d ei diaform e di tbc. p o]m.onare e p.a rticolarme nt e betici · tlell e for me gr avi ed evolutive< Mou ceau x afQueste ricer ch e -si inquadrano iu uno studio ferma ch e n ei tbc. l 'ir1gestion e di gr. 20 di pjù vasto iniziat o da Mon ald i su i rapporti tra g l ucosio pr oYoca una iper g licemia n otevol e diabete ·e tuber col osi, p r o,b len1 a qu·e~to che ch e a ttr ib uisce a turb e d elle funzioni epatich e. sebb e11e. sfior ato da n um erosi AA. n on h a an- · Questa al ter azione si verifich erebbe per ò cora avuto u n a in1 1)ostazion e sisterr1ati ca e d e~olta11 to in amn1alali in stato tossiemico. IBofir1itiva . rak trovò ipoglicem i ~ in foTme g r avi evolutive. Abbia rr1 0 pertanto studiato il poter e g licoAnch e Dalt e 1F ran cs avr eb·b er o osser vato allitico cli soggetti diabetici a ffetti da tub1erc·oter azion i del metabolism o g lucidico va riabile losi polmon ar e in Ya rio sta dio di e' roluzion e, Ìil r apporto alla evolutività d ella t u be r colosi: sca rse· o nulle n ella. µr etuber col osi si fareb·- eseguendo com P, con tro1lo, in identich e co nµ izioni di tecnica, d elle d e berminazioni d ello J-.fr o n1 anifest e n ell e forme iniziali e n ell e forn1e evolutive to rpide , per e5ser.e n ot evoli n elle s1ei&so poter e in soggetti norma li di varin età e sesso. for me caseose. P er la valutazion e d el poter e g licolitico è Serio e · Lon go h a n no con tatato alterazioni stato tenuto• conto rlella perdi la per centuale di 'v rie d ella p r ova di Staub in r appor to al tipo glucosi o dopo 24 or e di pern1an·e n za d el sandi lesione poln1 on a 1e. gue in termosta to a 39°, p ur a\ endo in m olti Dal compl esso d elle ricer ch e citate per quancasi eseguito d elle cl eterminazioni dop o un ' ora to n on sem pr e con cordi n ei ri u lta ti ed esee d opo due ore allo SCOJJO di seguire la rie·g ogui te con criteri di,~ersi e quindi n on sempr e larità d ella curva glicolitica. raffronta bili t ra lor o, sem bra em er gere ch e il 1n etab olism o d ei carboidrati n ei tbc . , sen za T ECNI CA DE LLE RICE RCH E. offrire d elle car a tteristich -e patologich e sp·i c- ' Le t ecnich e u sat e d,ai diversi AA. p er ]o st·u <.ate e costanti , p r e5enta tuttavia una certa lacl io d el fenomeno d ella gli co~i si in ,,itro 5ono bilità d el r esto facilmente spiegab·i le se si tiequ.a nto m ai diverse, evidentem e nte ispirate a,J Tt f> conto ch e una rn~ lattia ad anda m ento emiva rio punto di vista sotto, cui il probl em a è r1 e11tem entP, cr onico e con risentim ento gen estato· impostato. r ale· e d ei vari or gar1i ed app ar ati a volte noAlcuni AA. h anno impiegato la parte corputevole, possa a lun·go a ndare led er e in qualcola ta d el sang u e, lava ta in solu zion e fi siocJ1-e p arte il com .p lesso m eccanism o n eur oorlogica e sospesa in liq uide di l\ i11ger g lucorrioni co r egolator e de] ricambio interm ed·io d ei sat o, (Curatolo); altri hanno. cer ca to di sepacarboidra ti . r<:tr e i globuli r ossi dai b ian ch i per studiarn e P er quel ch e .riguarda il corr1p ortam en to d el s<:-p aratam ent1e1 l 'attivi tà glicolilica, altri infine J)O ter e glicoli tico n egli individui affetti da tu ha nno esp erimentato con sangue in toto. Così 1,ercol o~i p olm on ar e, esiste in letter atura un lavoro d el tutto r ere11te di Cano,va . Questo A. . r1u r e vario è stato l" impiego degli anticoagula11ti: poich è, con1e è n oto, al cuni di questi , stu~ian,do p er il primo la en·Loglicolisi n ei tbc . a.cl es. l'ossala to di potassio,: inibiscon o la gli irL 1&tato tossie111ico con una t ecnica part.icocolisi, .alcuni AA. h anno impiegato , p,er renlar e 1cl1e gli coin sente di e.s eguire varie d eterdflr ·e i11c0a.gulabil·e· il san gue, la tecnica di 111inazionì dura nte la g iornata, in condizioni f{ ona e W il en ko, 1~rocede11do alla d efibrin aq u anto più possib,iJi vicin e · alle fisiolog ich e, 11.a p otuto dim ostrar e com e nel sangue di que- zion e m edian te scu otìm en to con palline di ve1r o. ~L i an1n1al ati esiste un potere g licolitico. n otevolmente più eleva to, r ispetto .ai soggetti n orNoi ab b ia m o t e11uto conto d1ella nec·e.s·&ità di rnali a doperati con1e cont rollo . Tale d eviazio01)eirar e in assolula asepsi , poten do un inqui1

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1164

«

fL POLICLINICO

n a1ne11lo batterico falsare ;nolevoln1ente i risul tat i. e di n on sottoporre la parte corpuscol l1La d·c l sangue ~d -e cce sive n1anipolazioni 011de co11servarr1 e a l in.assin10 I.a inle·grità ana t0111ica . Aob1an10 perciò u ato la tecnica seguente elaborata in collaborazione con Canova: I :og·get li in e arne ·erano tenuti a di-g iu110 d t1 12 ore; il sa11.g ue, lJr elevato sterilmente dalla Ycna della picg·a del g·o mito, v·e11iva raccolto i11 u11a provetta steril e contc11ente p·ocl1i i11 g r. di citrato di :odio. Subi to dopo il pTeli cvo , ado1>erando sen1pre 1)ipctte ed altro mat erial e s terile , ve11 iva d eter111i11ato il tas o gli Otrnico; qu·i ndi "i pon eva il sa11g ue in termosla Lo a 39°, eseauendo le su cces ive deter1ninazioni c101)0 1 o ra, dopo 2 ore e dopo 24: ore fli pern1ancnza in ter111oslato.

[AN~O

»

XL \ "II,

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1'Ul\I.

TABELLA I: Sog·ge lti i1ormali glicemia 0 /oo

potere g licoliiniziale dopo lh dopo ~h dopo 2411 t iro % a 390 a 39 a :-39

No1ne

1

1

o. 74

I 22

0.40

56

. l'e l111 ")

0.94

0.81

A. l\iiaria

0.90

0.70

13. Nu11zialÌfìD

1 00

0.92

0.87

o. 45

l

55

C. Sil,·eslro

0.85

o. 72

0.63

0. 59 .

I

3L

P. Paolo

l .OO

0. 88

0.79

0.48

52

F. Bianl'a

0.95

o 87

0.81

o

52

46

0.5?

45

0.81

o. 94.

\'alori rncd i

0.86 0.81 - - --- --0.94 0.88 0.78

- -- - - 0.52

45

T .\BELI...\ II: Sogg·ettì Tul)ercololicj Dial)cli ci •

Glicemia

·-

0 / 01

I\otiz:e cliniche iniziale

dopo lh a 390

1

B. l\'faria

Labile SLtperiore D. esca,·ll tu. Gra,·e ·ta lo t ossiemico.

3. 67

3.31

2

P. Ro::ia

Tbc. ulcero-ca~ eo a del lobo ·superiore D. GraYe s tato tossie111i.co .

2.98

2.69

3

~I.

· Tbc. ulcero-infillraliYa clcl lo bo. inedio D. LieYe lo ·sie-

2.59

Bnrl>ara

dopo 2h a 390

dopo 24h a 39°

Potere g licotJ tico

%

] . 90

49

2.53

0.78

74

2.51

2. 19

o. 17

94

i111a.

4

L. A11gela

'fbc. ulcero ca eosa del lobo su1)criore. S. Lie,·e tos ie1l1ia.

1.45

1. 21

0.94

0.26

83

5

F. E111ilia

Tbc. t1lcero-casco·sa D. Tossie111 ia cYi{len le.

1.97

1.81

1. 75

0.32

79

6

~.

r\.ida

Tbc. 11od ulare degli ap ici Scarsi egn i lossiemici.

2.59

2.19

2.00

0.20

93

7

rr.

l~ lc n a

Tbc. ul.cero-ca eosa D. con diffu ione nodulare controlaterale. Scarsi egn1 los ieJTl ici . •

1 72

1.45

1. ] 3

0.27

85

Lobile uperiore D. escaYala. Scar si seg·ni cli t ossien1ia.

2.12

0.44

80

L.obil c up1eriore S. escava la. Diffu ione aci no-nodosà in ba s.o . Scarsi segni di tossie• n11a.

3~43

1.29

63

9

I,. ElJc

10

. Ilosa

Tbc. u lcero-cascosa D. con diffus io11e nodulare a S. Li e,·c tossien1ia.

2.50

1 20

52

11

C. l\ilaria

Idropr1 l. D. Tbc. a'cino-nodosa a focolai confltienli a S. J_.ieve lossien1j a.

2. 15

(J.

86

60

0.69

72

, . alori inecli

2.41

2. 17

1.75


1167

SEZIONE PRATICA

Per la detern1inazione della g·licemia si è seguilo il 1r1etodo di Hagedorn-Jen sen n'lodifi.cato da Di M.ar.co. Allo scopo di r ender e più facile il c.onfronto ·ripo·rtia1110 i risultf' ti ottenuti n elle due segu1epti t.ah,e lle di c ui l a prima si riferiscier a St}gge t.Li norn1ali e la seconda a tuber colotici diabe t.ici. •

CONS IDERAZIONI E

CONCLTJS lONI .

l)rin1a di 1)rocedere all 'a11alisi dei risultati -0tle11uti 11elle due ser ie di ricer él1e, premettia1n o ol1e tanto n ei so.g·getti n ormali qrua 11to nei diabetici tbc. i valori riscontrati non sono, raff ro11 Labili con quelli riferiti da altri AA. poic hè la tec nica ir11piegata è s ta ta div er sa, spec ie per q ure l ch e rig uard a la durata della pern1a11enza d el san g ue in ter1noslato. Ir1 base alle n os tre ricercl11e, condotte con u gua ti n1o·d alità tecnicl1e n ei due gruppi di sogge tti i)r esi in esam e, possiamo valutare la diversità del co1nportan1en1 0 d el i)oter e g lico li tico dei tbc . dia betici in confronto con gli in <li vidui normali. In questi ulti111i 11otian10 ch e da un valore g licernico n1edio di par tenza del 0,94 %0, si I~:issa , dopo un 'ora di te r111 0 Lato ·a 0,88 %o·, dopo due ore a t), 78 %01 , e dopo 24 ore a D,52 % 0 . Ritenian10 ch e questi va]ori medi €bprimano il r eale andan1er1to .d el fenomeno g licolit ico n ei soggetti norn1ali , d ata la qua si assoluta concordanza n ei sir1 goli casi. Si as-si$tc dunque ad un a r-egolar e scomparsa ,d el 1

1

lore n1edio assoluto inizial e d1e.l 2,41 Yoo1, dopo un'or a 6i passa a 2, 17 ~oo·, dopo due ore a 1, 75 %0,, dopo 24 or·e a 0,69 %0 . Anch e _qui i ' ral ori medi esprimon o il reçi.le , an~an1ento clE.Jla c urva g·lico,l itica dei sog·get ti in es·an1B cssend.ovi concorda11za t r.a i sing·oli casi. Il i~ oter e g·li coliticb n1t?dio è d el 72 % con un mini1110 d el 49 '}~ ed ur1 1nas·s imo d el 93 %. Ris ulta cl1iaro d a queste cifre il notevol e Et urrtento del i)otere glicolilico, nei dia betici tLc . i11 co11fron to c:on i soggetti normali. Il 1confronto è reso più a·gevol e se si con siderano co111parativamente i .d.a li dei due g ruppi r appo rtand o ad 11 i valori n1edi 'i11iziali e calc.ulando pro1J'o r zinn.al1nenle i ' ;alori risco.n tr-ati dopo 1 or:a , d o po due ore ~ dopo 24 ore co n1e ri5ulta d all R ~eg·u e11te tab ella (vedi anC']1e fig·. 1) dalla qua le appa1~e e\ idente come la scomparsa 1Jercentu.q] e di glucosio diventa sue- . ressivan1ente sempre !)iÙ spiccata n ei diabetir. i tbc . rispetto ai controlli norma li. 1

1

'TABELLA

1

1.00

o--- =

Joj~t>flt 11orm,ili'

o- - - = tbr. <iiabetid

8 9Q

0,70

<J,60

·O.SO ~. 4 0

lJ.30 0,20

0,10

dopolh

dOJ1024h.

dop o 2h.

Fro. 1 . I valori sono calcolati rapportando ad 1 il lasso iniziale e determinando poi l 'abbassan1ento proporzionale dopo 1 11, dopo 2 h e dopo 24 h di termostato.

g lu cosio con curva re.golarrr1ente p arabolica, come quella ch e caratterizza tutti i fenomeni biologici. 1C orrispondentem ente il poter e g licoiitico i11edio è d el 45 ·% con un minimo de l 22 ~6 e.d un massimo del 56 9-'~ . Nei sog·getti diabe tici tbc . abbiam o un va1

1

III. I

Valore dopo lh <l?PO 2h dopo 24h iniziale a 39 a 390 a aqo

Sog·ge lti norn1ali

1.00

0 . 9.~

0.82

0.55

Diabetici tbc.

I . 00

O. 90

O. 72

O. 28

I ri ultati ottenuti parlano quindi in modo i1tdubbio per u11 au1nento del ·pqtere glicolitico n ei diabetici tbc . ii1 con trasto con quanto è stato dimostrato da nu1nerosi AA. nel di.al l·ete isolato .in cui il potere· glicolitico· risult::i ridotto. · Alquanto difficile riesce ·però interp1-e.t are n·el g iu:&to significato i risultali r aggiunti n elle riostre ricer che. Lundberg , s tudiando il con1portamento del diabete me·lli to nel cor so d ell.a tubercolos i pol1r1onare avre,b be riscontrato in 14 casi un ab·' b~-1 ssan1en to de.lla glico su~·ia e d ell 'aceto,n uria con contemporaneo a umento della tolleranza per gli idrati di carb,o nio, parallelamentre all 'evoluzio1ne della n1a1n ttia t11bercolare. In base a tali osse.rvazioni questo A. ·e mise l 'ipotesi ch e n el focolaio t ub·ercolare potesse fo·rmar&i una sostanza insulinosimile ch e egli chiama « parains ulina n, la qu.al e sarebbe r esponsal)ile· del mi·g·liora1nento Tiscontrato, e• che·, esperimentata s ugli a nin1ali , a'rrebb·e· lln effetto u:gu.al e a quello dell 'in sulina. Questa ipotesi ' 'iene condivisa da altri AA. (Le.rorché e .l (>sli11, Girote , ecc. ). Recenten11ente Zojl ha potuto constatare un 1

0.80

-


« IL

1168

(ANNO XLVII, :'.\1u1'1. 27 J

POLICLINICO »

,

.

In. Méthode pour l e dosage en série dii z)orivoir

ma.g gior co11sumo di glucosio da p1a'rte del tessuto· granulomatoso tub·ercolare analogam:e.n te a quanto avviene per il tessuto carcinomato,so : .f:ieconda questo A., t.anto la tub113r colosi quanto il carcirtoma detern1inerebb ero una maggioife to'1leranz.a per gli idrati ·d i carbonio risp·etto al ;periodo in cui il paziente era soltanto diabetico, perchè il tessuto patologico consuma esso stesi.so gluco·sio. · . D'altro canto, coLn·e g·ià abbiamo accennato, .è f)tato ·d imostrato com e l'insulina elevi il potere glicolitico 11eJ hangue dei ·diab1etici (Chiti, Curatolo, ·ecc.) e come nei tubercolotici in ~tato· ·di tossiemia si .abbia un aumeI\tO di detto potere (Canova). . Ciononostante non ci sentiarno autorizzati a<l emettere alcuna ip·otesi r>er spiega"Pe i risultati delle noi&tre ricerche. Appare p.erò logico pensare. ch1e il particolare aumento del pote re glicolitico· osservato in modo così netto t.a r)to nei tub ercòlotici tossier11ici quanto nei di.abetici tubei:colotici sia da riferire esclusi• vamente alla malattia tubercolare.

glycol.ytique du sang in vitro; résizlt a·t s cJ1e7--l'ho1mme normal. C. R. Soc. de Biol., 105, 2.5--

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1

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1 •

1

1

Stoffweche·lerscheinurig ber 1Y1.it lurigeritllbercizlose. komplieziertern Diabets. Verhadl cl.

RIASSUNTO. L'A. studia il com1)ortamento del potere glicolitico ·d el sangue in 11 soggetti affetti da diabete e tubercolosi polmonare e, p,e r controllo, ron1duoe u·guali ricerche· in 7 soggetti sani. Trova un cos.pic110 aume11to del potere. glicolitico nei ·d iab·etici tubercolotici rÌ'$pet.to ai controJli . Attrib·u isce questo particolare comportarrlento alla malattia tubercolare senza peraltro €Jn.e ttere · alcuna ipotesi sull'inti1no mecca• n1smo.

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:iANN-0 XLVII, NuM. 27]

SEZIONE PRATCCA

NOTE E CONTRIB U TI OsvEnA.LE

C1v1LE E.

DE

~1ARCH1

MALO (VICENZA).

Contributo alla conos cenza dell'ascaridia· si chirurgica. Dolt.

ERMETE

AGOSTINELLT, chirurgo dir.e ttore.

Un caso di ascaridiasi, che complicò il de<'orso post-opera torio, con un quadro che sirl1u lava fatti di m eningismo, m'ha fatto fare ricer che bibliografiche; che n1i hanno edotto <lae un nuovo inte.r essante capitolo di patolog ia ·è in elaborazione: l 'asoaridiasi chirurgi{;a. Vi è qualche lavoro d'indole generale in Italia [l\Iajocchi (31)] e all'estero [Le Roj de Bazzes (29) i, 1na ancora manca una monografia completa su questo aTgomento, che non .solo interessa quasi tutto l'addome, ma che i11Leressa, come vedremo, altri orga11i lontani. Ho voluto perta11to raccogliere il materiale delle 111ie ricerche sulla più recente letteratura per agevolare l'opera di cl1i vorrà trattare· .a fondo que~to in1portante e singolare ango111ento. Il caso da me osservato riguarda un bambino di tre anni, nipote di un alto gerarca ecclesiastico. Viene accolto il 23 febbraio 1939 con la dia.gnosi di « J~ rnia ingJ.inale D. congenita e idrocele D. ». Il bambino ha sempre goduto buona salute e si presenta in condizioni generali flol'ide: l'esame obbiettivo non rivela altra lesione se non quella di carattere chirurgico: reiteratamente chiedo ai parenti se il bambino soffrì o "Soffre di elmintiasi e ricevo sempre risposta as-solu tamen te negativa . . Il 24 ,.febbraio in narcosi eterea opero il bambino; l intervento non presenta alcuna difficoltà e si svolge regolarmente : reseco il sacco; svuoto I 'idrocele; pratico l 'eversione del testicolo con accurata emostasi; faccio la plastica del canale inguinale secondo Bassini e applico punti di seta <illa cute. Il 25 e il 26 febbraio il bambino decorre. r~golarmente con alvo aperto. Il giorno 27, sul f1n1re quindi della terza giornata, il bambino viene colto da brividi intensi di freddo con temperatura a 390,3: controllo la ferita la quale non presenta nulla di anormale; non vi è rossore, nè ìntasamento di tess•ùti nè ematoma scrotale. Il 28 J>ersis le 1emperatura elevata che raggiunge i 41°,4 verso le ore 18 con gravi sintomi di delirio cerebrale. Sono preoccupato perchè, oltre la gravità del1'ipertermia, non riesco a intravedere la causa che determina tale gravissimo elevamento termico che òura da oltre 2'4 ore senza alcun accenno a remittenza. Il ~ 0 inar80 . p er scrupolo di coscienza riapro la ier1ta cutanea e non trovo alcun segno di infezione 11è di alterazione infiammatoria, -solo un colore ro~so vir1oso della cute senza alcun intasa_ inento, i1è secrezione; i.I bambino non dimostra

*

1169

segni di particolare dolorabilità: somministro un anti-elmintico. Nel pomeriggio il bambino emette grossi e lunghi ascaridi. Nella notte dall 'l al 2 marzo espelle altri dodici elminti della st essa dimensione e la temperatura discende a 37° ,9 per poi ·scomparire definitiva1nente n ello stesso giorno. Il giorno 9 marzo ìl bambino viene .dimesso in via di guarigione. La cura ambulatoria dJ.rò oltre una ventina di giorni poichè la cute (e solamente la cute e non i tessuti sottostanti) presenta. va Ìlll.1go i margini dell'incisione un processo di degenerazione che aveva tutto l'aspetto della carne lessata. 'fale zona viene eliminata senza particolare reazione dei tessuti circostanti. La son1mini'stra.z ione intensa di vitamina fece assumere un ritmo accelerato al processo di riparazione e la guarigione ft1 completa il 5 aprile.

Questo caso rassomiglia a quello d ei&critto da Covone ( 12) nel quale si ·pensò a una me11ingite. Nel mio caso la sintomatologia era così violenta da costringermi a riaprire la ferita cutanea. L 'eliminazione di ascaridi migliorò e guarì il piccolo infermo; ma mi suggerì, corne dirò nella conclusione di questo lavoro, una linea di condotta, che a me se111bra non .5olo necessaria ma cateigorica. E evid.e nte .che qu.e&to caso, ha p1iù· un carattere medico che chirurgico, nonostante si sia manifestato durante il decorso post-operatorio. Non si può tl.lttavia negare che la causa prima del risveg Jio d-e ll'attività ascaridiasiaa è dovuta alla narcosi, direttan1ente come fatto tossico, indirettamente come fatto meccanico (vomito). L'etere e gli e$agerati movimenti anti-peri~talti ci svegliano dal]o stato ql1asi letargico gli ascaridi (letargia rivelata dalla completa sanità degli 'individui prima della crisi) e li eccitano violen len1ente. Allora foTse una e ageraL.a eliminazio11e di sostanze tossiche provo·cano la febb·r e .e, come succe de spesso, svaria ti di5turbi ner\'Ofli, che i1aturalrrtente assumono 11ei ban1b·i11i, a tipo 11ervoso eccitabile, forme quasi simili al corteo sin lomatologico 111eningitico. Ben pit1 gravi. sono le forme clinich e della asca1·idiasi chirurgica percl1è noi osserviamo casi di occlusione, di perforazione )ntestinale, di perforazione d elle pareti addominali ( !) di iJoerforazione p,o st-operatoria nei pazienti ope1ati Rullo sto,1naco e l'intestino , casi di perit<Jnite da ascaridi e da larve, casi di app·endic ite.~ volvulo , n1.alatti e del fegato e del pancreas, del polmone, della apofisi n1astoidea (!) r forse questo ele11co nòn è con1.p1leto e gli si.udi ulteriori riveleranno altre malefatte di questo verme ch e fino a pocl1i anni fa , prima che il Sangralli dimo,&tra·$Se la possibilità di perforazio11e intest ina le era ritenuto un parassitél quasi innocuo. In cominciamo a esporre

..


1170

« l'L P OLICLINI CO »

8l1ccintar11ente, la tragica s toria clinica della ascaridiasi chirurgica.

OccDusiorie. -

Se è vero ch e fra le cause più

comuni di occlusione intestinale è d'annoverélre in prima linea il cancro fShier (55)] non è m ·en vero c·h e la bib·l iografia più recente dimos tra l 'ascaridiasi co·m e un 'altra causa, non più tanto rara co1ne si rite11eYa in passato. Gli Autori descrivono du e forme : m eccanic~ e sp·a stica. Nella prima è il groviglio o il go111 itolo verminoso che ostruisce il lume, n ella seconda ba~ ta un sol o ascaride per provocare lo spas1110 d.ell ' intestino. È intuitivo cl1e spesso i due fattori (1neccanico ·e spasti co) a,gi&cono contemfJOraneamente. Secondo l e idee di Sz.ab·ò (59) lo s vilup,p o d ell 'ileo ·d a ascaridi segu e tre stadi: I ) Stadio dello s' riluppo d ei vermi. 2) Stadio della forrri.azione d el groviglio. 3) Stadio progreR·s ivo d cl g roviglio. L 'occlusione può essere completa o incompleta. Greene e Greene (22) ·d escrivono un caso d 'incG>n1plet-a occlusione p·er un groviglio grosso quanto una noce forn1ata da trecento ascaridi Certamente i ca. i di occlu sione intestinale i11con1ple ta possono g uarire con la sen1plice cuTa m edica, c on1e n el caso d el Nappi (36) ch e, col tim olo ottenne l 'espulsione di parecchi ver1ni e la gu ari g ione d ella p aziente di 70 anni. In q;ues to caso la diagno&i fu f.atta con la constatazione microscopica di uo,ra di ascaridi ilelle feci. i\'l a la cura inedica d eve esser fatta cculatamente per non ottenere un effetto diver so d a quello atteso. ~fi p1iace qui ricord.a re i due ca&i di l\ilos~ (34) n ei quali l 'interventÒ chirur.g ico fu in1posto da forti dosi 'di santo11ina, ch e u cci sero e in1111cbilizzarono una grand e quantità di verrpi col ri ultato di una ostro. z1one. Occorre, dice molto g iudizios,a mente questo 1\.., dare piccole dosi ma ripetutamente. P arecchi sono i casi di ileo da ascaridi, al cuni d ei quali di alto interesse clinico, ven1g o110 qui riassuntati un po' largamente. Zarnbelli (64) in due 1ca~i fa costretto a praticar e l 'enterotomia. In un caso furono estratti centoventi vermi: si tratta,ra ·d i due bambini. Bach er.a (2) in un ;caso , con oscuri fenomeni ·d'ileo operò· un b·an1b-ino di undici anni lnparatomicamente con tag·li o pararettale. :E'u trov.ato u11 groviglio di ascaridi lungo circa ve nti cent. Co11 l 'enteroton1ia furono asportati 23 vermi. Furono en1essi con l e feci altri <tscaridi dopo una cura di santonina. · 1

1

1

1

,

[ANNO XLVII, NuM. 27]

Ouaca (3 9); bambino di ·d odic i .anni. Da due n1!esi id olori all '·e1)igastrio, indipe1ldenti dai pasti, della durala di urla , due ore. Da una setti1na na si aggravano le con.dizioni generali, mentre si osserva no ascaridi eme5si c ol ' '01nito e con l e fe ci. Il dolore, più accentuato rlella fo ssa iliaca 1D. fa fare ·diag rlosi di ap pe11dicite . Esis lendo seg11i di occlusione si pratica una lapa ra ton1ia con t aglio pa rarettale i11 et ero n ar co ·i. • All' apertura si nota un 'an sa intestinale ~traordinariame te tesa e, attraver5o la parete ir1testin.ale assotli-g li ata, una g ra nde quantità di o.scaridi ch e rierr1pi vhno to talmente il lume i11testinale. Alla distan za di du o ceni. d ella fl essura duodeno-dig iunale si trovò un tratto 1nolto teso e dt1ro cl1e son1igliava a un tumore . JJa parete d el te11ue era , in questo punto, parzialme n.t e n ecrotica . Da la l'irnpo sibilìtà di ~pin gere il grovig lio ver1ni11oso in basso ·e le 11recarie condizio11i del })iccolo J)Uzienle, si fece 1Jn .ano arlificiale dal quale liscl una g rande· qua11tità di vern1i e s ubito e co11sec utiv.am ente 11ei g·iorni eguiti , dopo somn1ini ·trazione di su ntorlina . 111 seguito furono fall e le 01)erazioni ri1J1a ratrici p er ri1)ri Lin arc, fi. iologicamente, il lun1e in le Linal e. Szabò (59-60) d escrive un c:iso di occ.Jusion e in.tes tina le riguardante un ba rr1bino di 7 a11ni. Laparotomia m ediar1a ba1s :a. L'aspetto della c.a.' 1 ità era sorprendente. i 'intestino · grasBO era 111ediocren1ent e te o; il 1f' nu e dilatato e g·r os o quanto il bracci o di 1111 b·ambino, era rien1pito di g·~s e di liql1idi , cfi colore. rosso . bruno. In e . . o si polc,·a palpa re qualche ascaride. Nel J11 czzo d el digiuno . . i palpa,'a, per la lun gl1ezza di 20-30 ccnt. in t1c1 'an a inte&tinale, u1i ,g rov1glio di at;ca ri el i r l1e ricn11 >iva il lurn e e d ava all 'inte lino u11.a forma . di salsicciotto ' grovig·lio cl1e fu potuto · l)ingere dolcemente in brt · o. Ottenuta l 'espu lsione d egli ascaridi dal tenu e .al co lon , si chiu se 1'addon1c. Le condizior1i · gen er ali rr1iglioraron o ra1)ida1l1ente. Sa ntonina. E . . pu l ion e di 112 a caridi. G·t1arigione. Hl-Dac-·Di e Hui11g·h-Tien-Poi (24) ci racro 11lan o u11a s toria r a r a di occlu ion e intestinale causala d.a 1000 (n1ille) a~raridi dei quali 700 Pstr atti co11 enterolo1nia. i trattava di una don11a di 38' anni n ella qu ale . i i)al1)ava n elJ ·addorne, un a tumefazione o])liqt1a lunga 4:5 cent. e larga 10. La la pa raton1ia n1i se in evid en za un 'an sa intestinale i11 leTame1lte farcita, zaffa ta di ascaridi. Fu e. e~;u it a l 'ent erotomia, rna dopo l 'asportazion e di una gr.11nde quantità d\ a caridi, fu sos1)iesa l .OJ)C razione, per le moll e precarie condizion i d ella r}aziente, nonosta11t c si vcd·essero m olti altri ascaridi . nelle 1 -

1

.

.


(ANNO XLVII,,

NUlVl.

27]

1171

SEZIONE PRATICA

altre anse intestinali. L 'ar11n1alata riuscì a ri- vermi e accertata dall 'in1pronta delle teste de1netlersi e urta cura di 5anto11ina fece elimina- 1~li ani~nali . sulla, n1uc?~a inte~tinal e an,a » [Pore ancora oltre 300 ascaridi. Que"' to caso, in l1 chett1 (4:3Jl. L ascaride si f1 ssa ulla inucosa ve·rità straordinario, è di gi·an lunga superato int·e&tinale i11 primo ten1p-0, come hanno dimoda quello descritto da Fauco1i11eau e Dufresne strato le autopsie. fatte da I ernici e ·Fontainou (16) nel quale esiste,·a110, esattamente 5126 nel ~Iadag·ascar, e dotato con·1'è di una sostan(cinqu emilacentove nti ei) a,scaridi: si trat- za v~s~i~atoria, urticartte sulla r)elle e f§Ulla ta,'a di un fanciulle di 12 anni. là dia1gnosi ,d i cong1unt1va, com e hanno dimostrato Alessanquesta ever1ienza è tutt'altro cl1e fa cile. Baroni drini e Paolucci, provoca fatti infian1n1atori ~ ( 3) co11fessa di non a'1 erla mai fatta nei suoi i1lcerativi che gli IJern1ettono in seguito ,d i di' 1aricare le fibre muscolari 11on solo ·direttalre rasi molto interes a11ti ed istruttivi. La t er<.i pia dell 'occlusione da ascaridi viene mente, ma arLche obliquamente (caso del GrUb er) e di p enetrare in fine n el cavo IJeritoneale f;\ l la dai ·. . hirurg t1i con qu.attr1J 111odalità diffetrascinando n1ateri_ale infetto ch e nrovoca vio' r111i (Zambelli, 64 ). A. chia cci.ainenlo dei vern1i attra,1erso la lenti fatti infian1n1atori con cor1seiuenze quasi sempre n1ortali. , parete intestinale e scioglime11to del groviglio; Moretti (3'3) ammette un meccani mo di suSJJÌ n I a in ])asso d egli el1ninti verso il colon. B. Enterotonlia, estrazione dei vern1i, entero- zione, probabilmente preceduto da fatti trau. rrlatici di 11atura meccanica e. chin1ica, che fisto1nia. e:. ~ :nt eroton1ia , e... trazione dei ,·ermi, ente- n.isce col determinare la completa ·pie rforazione dell 'intestino, lasciando p-0i tracce così piccole r orafia. D. Re ezione del seg·mento intestinale con- da sfuggire all'occhio di un chirurgo sperimentato. Qualche volta l'ascaride, dopo " aver te11cnte il gomitolo. 1'1a e' è anch.e u11 azt.,·o rrietod10 d'inteirvento: perforata la parete intestinale e penetrato nella la f ornia.zione cli u111 ano pret ernat1irQJle o arti- cavità peritor1eale, i1on soddisfatto del nuovo !iciale dei tedeschi' metodo cl1 e r>ermette una domicilio vuol e ritornare nel veccl1io. Colucci (11) operando una peritonite, trovò un' ascarirapida espulsion e <li ascaridi e cl1e de\ e esser de nella cavità peritoneare e su una delle anse adattato o per le condizioni ge11erali ·d el pacirco5tanti, una piccola perdita di sostanza che 1jent e o per falti di necrosi intestinale, interessava la !"riero.s a e la muscolare senza co~ evidente c~h e il metodo conservativo (spiinmuniçaziono col lume i11testinale; perdita di 1a in basso del gro' iglio) è il mi gliore. Ma que51n manovra non è sempre ·po ~ibile o perchè so!';tanza ch e l'autore attribuisce al tentativo il gomitolo ·è inta..,ato, imrr1obile o perchè esi- dell 'àscaride di rientrare nell 'an1biente a esso più adatto: il lume intestinale (I). stono fatti di necrosi o per tuttè due le cirCa&i di perforazione intestinale. da ascaridi co~tanze. L 'enterotonlia a dato ~uoni ri sultati a Hl- hanno dimostrato Castro Oieda (7) e Solieri (56); che tiene a far rilevare l 'a ssenza di f.atti D.ac-Di e H.uingh-Tien-Doi (24), Bachera (52) e Zarr1belJi ( 64). La resezione e l 'enterostomia a i11fiamrr1atori o ulcerativi IJor egressi; Palma (40); Plew (42j; Rocher e !f orton; J)egenl1ardt (14); ·B aroni (3). L 'ano artificiale a ()uaca (3 9). Gaglianome (17). Altre osservazioni cliniche di Pe1jorazione. - La prima dimoslrazione del- ·p erforazioni i11testinali so110 sono stati descritti la perforazione intestinale ,d a ascaridi è stata da Cin·elli, Loewj, (Frohlich, Bouset, Bojer, cofa I ta dall 'italiano S·a ngalli. La perforazione può me ci riferisce Polichetti (44) nel suo interesn''venire o in zone ulcerate (duodeno) e anche sante lavoro. Un caso raro di perforazione· inin zon e perfettamente sane. rsudeck (58)]. Il testinale da ascaridi con formazione di asceisso fatto .ace.ade più frequentemente di quanto si della parete addominale in un ban1bino di 6 crede . La perforazione interessa non 6olo l 'ina11ni !1a brillanten1ente illustrato Gilb·erti (20). te tir10 con I 'appendice, ma anche la parete adPerforazio ne da ascaridi dopo alti operativi. domin.ale. Come avviene la perforazione? C'è la vecchia spiegazione di Siebold e 1\landhiere, -·- Questa evenienza è stata osservata dopo atti recer1ten1ente accettata da ~Ioretti (33) e Col- operativi sullo stomaco, nei qt1ali furono troJ11ci (11) per i quali la perforazione avverrebbe ''ati a5caridi liberi nel cavo peritoneale. La conseguenza più frequente ·è la peritonite per pe1 l ' azione diretta, trauma tic.a, attiva, meccal'introduzione in cavità di materiale infetto. nica, chimica ulle mucose. Kortzebor11 ( ~6) descrisse un caso di perfora« Sono confeTrr1a all'iootesi dell 'azione lesi.. va ·e perforante dei parassiti i focolai necrotici zior1 e di una su tura intestinale. Peritonite. osservati n e]l..a parete ir1testinale, prodotta dai 1\1orte. • 1

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1172

U11 preparato dell 'Istituto di Anatomia Patologit~a di Strasbur.g o din1ostra un 'ascaride collocato in una ~utura gastro-entero-stomica. .S udeck (58) in una donna operata di resezio11c ;gastrica trovò al terzo giorno· nel m ezzo della ferita una fistola ribelle a qualsiasi tratta1ne11to. Solta11to dopo dodici giorni si vide c.h e la fjstola era n1antenuta da un'ascaride lungo 23 cent. che fu asportato. Rapida guarigione· della fistola. Casi consi111ili hanno descritto Colmers ( 10) ·e l\ugg·eri (51) . In e_ntrampi si trattava di fistole rrtantenule da ascaridi, guarite rapidan1 ente do po l 'asportazione dell 'ascaTide. Polich etti (45) ·descrive un caso di perforazione intestinale in una peritonitica laparato1r11zzata.

Periton·ite. -

La conseguenza più frequente della p enetrazio.n e di ascaridi n el cavo p eritorteale è la peritonite, che talvolta avviene in piena salute in _modo fulmin.ante. !\1a tus (32) descriv.e, un ca&o di peritonite in • un giovane ·d i 25 anni, provocata da peTforazione intestinale di un'asc aride. Ianu·sz (2 7) illustra tre ca&i n ei quali l 'autopsia rivelò che la morte era stata prodotta da ascaridi cl1e avevano ·1)erforato l 'intestino. Rattazzi (4. 8) esp·o ne un caso di peritonite fulminante da p erforazione del tenue prodotta d.a ascaride. Tribouillet (62) comunica due. ca$i di peritonite da ascaridi con presenza di parassiti n ella cavità peritoneale. In uno d ei due casi mancavano tracce di perforazione. Cignozzi (P) a p·r oposito di ascessi perisigmoidei da ascarid·e affermò cl1e. la causa dove,~a riie.ercarsi nelle· perforazioni attiv·e d ell 'intestino per opera ·d egli ascaridi lombricoidi. La peritonite da ascaridi può verificarsi an ch e senza p1erforazioni ìnte5tinali com e ha ampia1n1e nte illu·s trato o dimostrato il Polich etti (43). In questo caso sono le larve a pTodurla, larve ch e secondo le idee di Askanz , seguirebbero la via linfatica e·d ematic-a, mentre la migrazione attiva avrebbe una parte seco ndaria . La migra.zione attiva delle l~rve, attraverso la parete intestinale, senza lasciar traccia, n ella cavità peritoneale dove esse continuano a svilupparsi com.e para&siti erratici è ammessa da P eroncito e dal 1F ulleborn. Blancard sostie·n e che l ' emb rione. de1gli ascaridi può emigrare in diver si orga11i e che dal fegato può passare n el p eritoneo dove si sviluppa come verrr1e a·dulto. Questa teoria ripetuta ·d al Mathus (32) è del resto accettata ·d alla scienza. Leggiamo infatti n ei più recenti trattati di medicina interna « ch e lo sviluppo del1

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[ANNO

(( fL POLICLINICO ))

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XLVII, NuM. 27)1 ·

l'embrione di ascaride lumbricoide avviene 50· la1n-ente in anl.biente umido e molto lentamente; ch e l 'embrione svilu·ppatosi rimane nell'uovo anche per moltissimo tempo (fino a cinque anni); che dalle u ova giunte a questo stadio di sviluppo e trasportate n ell 'intestino esce l'embrione ch e s ' infiltra n ello spessore della mucosa e· vie11e tras1Jortato dalla corrente sanguigna .attravenso il sisLema della v·ena porta al fegato e, suc·ce,ssivamente al cuore D. e al poln1011e. Quivi perforando le parete degli alveol~ €n1igra n ei bronchi e di qui rtella trachea, nel faringe e in St\,O-Uito, ·deglutito arriva nell '~n­ lestino dove si sviluppa ulteriormente » (Cecco11i, n. 8). Un caso di perito11ite dovuto alle larve e al1'ascaride è stato illustrato recentissimamente dal Polich etti (44) che con particolare amore si è occupato in due lavori di questo argomento. Si trattava di una bambina di dodici anni ricoverata ·d 'urgenza per dolori violenti diffusi i11 tutto l 'addome .p iù accentuati a D. con febbre alt.a e freque nti conati di vomito. Alvo aperto. Peggiora11do rapidan1 ente le con·d izioni g·~ncrali si i)ratica la lapa ratomia sotto di~gno5i di peritonite da perforazione di appendicit~· c.an cre nata: laparatorr1ia iliaca D. Te&Suti di aspetto lardaceo; peritoneo ispessito; abbona·a nte liquido liber o fibrina -purulento nella ca' 'i1à. Si trova un verme adulto m entre poi l'esame microscopico ha messo in evidenza lai presenza di uova di ascaridi nel lume appendicolare e di cocchi e larv e di ascaridi nell'essudato p eritoneale. In dodicesima giornata emissione di ar5caridi adulti con le feci.

App1en.d'icite. -

Parecchi sono i ca&i .d ella· l ette·r atura 11ei quali si trovò un ascari.d e nel lume appen1dicolare, b en cl1è serrtbra, ·da lla S. di Pullé (4 7) ch e sia più frequente trovare gli 08$Ìuri: infatti su 140 casi di appendicite s~ trovarono ossiuri n el 14,28 % mai ascaridi. Ma· gli ascaridi sono stat.i trovati da molti A., come ci dice il Sar.avia (53) tanto che ormai; sono in molti ad ammettere un'appendicite vernlinosa. E così infatti la chia1na Tosonotti (61} illustrando u11 caso del genere. ~ r.ertamente questa evenienza ch e ha spinto, Giardina (IP) d·ella Scuola del :senatore Giordana, a proporre l 'aspo,r tazione dell 'a pp endice1 negli interventi per ocçlusio11e intestin,a le da ascaridi. Saravia (53) illustran do un caso del genere, ci comunica ch e trovò un ascaride nel lume dell 'a ppen·d ice·. Se.cond<) questi) A. l'elminto determinereb1h e una jTritazione della mucosa dell 'organo con i suoi prodotti di secr:ezione, apr-e ndo la via d 'entrata ai germi intestinali 1

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SEZIONE PRATICA

.c1ppure occludendo i l l ur11 e o a11che perfora11do 1& i)arete. QuesL'ulti111a evenienza è ,.tata sostenuta fra g li altri dal Polizzi (±a) che jn un .caso di ~P1)e11dicite ac uta perfo1·ata da ascaridi a 1i11t1el te cl1e 11 "'·erme J)OSsa ~·,·er d eterminata la perfor,1zio11e con ·.l1eccanismo d 'azione i11dire tta. L'ascaridiasi può i)rovocare un quadro si11ton1ltc logico ch e fa \)rientare la diagnosi ,·erso l'appendicite. CoYone (12) desc riYe :1n caso ri,guardante u11a do11na di 7± anni; la prese11za di un ascaride r1eìl e 111aterie ,-orr1itale cou ~ ! gli ò l 'A. a som111iI)i $ I rnrc la Sa11to11i11a cl1e fece elin1ina r e altri 3 ver1111 e g·uari r-e la paziente in ,,ochi o·iorni . t' o Perforazi on e della prrrt?ile addonii11ale. - I casi illustra li da P o ... selt e da Bell.anton i di1110slrar10 cl1e l'ascaride può p erforare ancl1e l a JJar etc adclo111inale. Pn~se lt ( ±6) : d o11na di 32 anni. n1ai per l 'inuaJ1zi an1n1alata; dopo una lun e-a serie di turf)e i11tcstinali (stiti cl1ezza . fJ :it~lenze. a n oressi~ . ~''acuazioni i~regolari . dolori. crampi) co1111nc1ò ad a,·,·erl1re ~ e nsazio 1 1i inoleste, d olorose e tensio 11e nella zona 0111belicale. Questa di,·en11e sen11)re più ... en sibil e n1eno cl1 e in urt liu nlo llcl quale. se11za alcu11 r ossore o o-onfio1 ·e ùell<l J>clle e del connettivo sottocuta~eo, crebbe co111c u11a fo r111 azio11e erniosa. Poco a poco quc..,la f or111azio11e diYe11n e più g rande e }Jiù tesa. Atte11te 1pal1)azioni 11on diedero alcun cJ1iari111enlo fi11ch è u11a bell a 111attina dopo un ir1inuzio~issi11Lo esan1e si po ter ono con tatare n10Yi1r1enti ver111icolari. :Eira110 ascaridi ch e alla ' fine attra,·erso la p are te addo111inale assottigliata ..;on1e una ca rta d a ~igare tte ven11ero fuori. L"n caso con si111ile ve11ne de critio a11cl1e d a l Bcllanto11i (-!) che 'ide fuoriu circ a caridi dalla cicatrice 01nbellicale. Le n1ie ricer che bibliog·raficJ:-1e •• bbracria no un b1·eve periodo . Sono con,·into cl1 e più minuzioso esan1e della letteratura d ell 'ultim o quarar1tennio farebbe trovare altri casi.

Volvulo. - I casi di volvulo da ascaridi non sono co5ì frequenti come quelli da occlusione. Ptosenthal (50). Giovane di 17 anni; ammalata improvvisamente con dolori viole11ti e vo1niti. Mai an1n1alat0 prifl1a. Le condizioni si aggrav~•110. Sotto diagnosi di occlusio .le intesti11&le da causa ignota si pratica la ~aparaton1ia che fa constatare un'ansa intestinale del tenu e con1 pletamenle riempita di vern1i, torta di circa 360 gradi. L 'ansa è lunga circa ·•O cent . e si trova circa 2 cent. sopra il cieco . Si toglie la torsione, n1a non si riesce a spingere in basso g li ascaridi. La c ura a11tielmi11tica fatt a nei g iorni seguenti fe ce eliminare 90 ascaridi.

1175

11 paziente lasciò la clinica guarito il I 7o

g·1orno. r\11ch e Hasen1ann (25) in un recente lavoro affern1a ch e g li ascaridi possono produrre il ,·olvulo.

Ascaridiasi epatica. -

Hipp,m ann (23) nella s ua tesi di laurea illu5tra una st. di 11 casi di presenza di ascaridi n elle vie biliari e la di, .ide ii1 due g ruppi: .4 ) L 'immigrazione può avvenire senza condizioni per1nillenti da parte del fegato, d ovuto OJ)r atul to alla qualità e alla mobilità dei • ver1n1. B) L 'in1n1ig r -1zione a\'Yiene o r)er dilatazione d el coledoco e sopratutto d ello sfintere o J)er la presenza di calcoli (e questa è la cond izio11e perrr1ilte11te più frequente) o per modi1icazion c dell o sfinter e d o1)0 colecistecton1ia. ç:riado (1:3) il terzo giorno do j)O una colicistoLo111ia e drenaggio osservò un arresto del flus~o <l ella bile e conten1poran eamente, itter o -e peggioran1ento d ell e condizioni generali. Al 15° g"iorno venne fuori da l drenaggio un ascaride Il flu '" so della bile ricon1inciò dopo l 'espul. .. ione di altr i 5. ascaridi. Guarigione. Neugebauer (3 7) de.scrive tre casi nei quali trovò ascaridi n el coledoco. La causa più frequente è quella già segnala ta da Hippmann : la presenza di calcoli che facilita l a penetrazio11e dei vermi L 'A. ri1Jorta la stat. di Horlolomei (61) il quale 11a trovato cal coli n el 60 % d ei casi di ascaridi trovato n el coledoco. Il Neugebauer poi ci di ce ch e inentre è frequente trovare n-iolti ascaridi nel coledoco è, al contrario, difficile n ella cistifell€a. l~o lca r (30) nolò un ca&o di perforazione del dotto col edoco ed epatico prodotta da ascaride e vide c he essi, arrivati fra l 'apice della vescicl1elta biliare e il lobo S. a,·evano provocato ìa f orn1azione di un ascesso. Il caso illustrato dal Bine t ( 5) è interessante per due fatti di capitale in1po·r tanza: primo la constatazione d ella preseriza di ascaridi nelle sostanze vomitate e neJle fe ci durante una c1·ii5i epatica atipica; secondo: il rapido 111iglioramento caratterizzato dalla scom~rsa delle crisi dolorose e d ei pa r a "Si ti a 11 che nelle f ec,i do l)O t1n opportuno trattan1 ento anti-parassitario. Di111itresco e Stoia (15) in una donna di 33 a nni con turbe gastricl1e, dolori provocati pre~ m e11do sulla cistifellea, presenza di pigmenti nel siero di sang ue ; sottoposta alla laparatomia, fu trovato un calcolo n ella cistifellea della g r andezza di una 11oce ed un ais caride lun,go 25 cent. n1orto nel coledoco. Guarigione.


<< IL POLICLINJ CO

11.76

Ascaride causa d'i mastoiclile. -

Gli AA. hanno poi raccolto 54 casi .&i1nili nella bibliog·rafia.

Ascaridiasi pa.ncreatica.. ·-

~ella

letteratura rec1e11te 110 trovato pareccl1i c<isi di (]Uesta eve•

IlJ(>flZa.

An,dler (1), illustra un caso di 11ecrosi ac~ta del pancreas dentro il quale all 'atto operat.1v~ flI trovato un groviglio formato da 72 ascar1d1. Incision.e della <?apsula, asportazione dei ver• • • m1, guangione. Giorgacopul o (21) in un uomo che e.ra stato operato sotto diagnosi di ulcera gastrica perforata, fu riscontrato un ingrossamento del pancreas. , . Il pazie1lt.e morì dopo pocl1e ore ..L a~tops1a rivelò un allargarnento d el canale d1 W1rsu.n g 11el quale s'era infilate) un 'ascarid e. . . Scheele (54) descrive un caso d1 ascand e dentro il canale pancreatico che aperto diede ]a 1guarigion e. In un caso di pancreatite Nevi& (38) incidendo il pancreas, asportò due Jombrici uno vivo e lungo 20 cent. e 1'altro parzialrrtente digerito. Sabrazes, Porcelier e Bonnin (52) in un individuo che dopo il pasto veniva colto da un vìolento dolore all 'ipocondrio S., con singhiozzo ' 1omito di alimenti e di bile, alla loparato' mia trovò una pancreatite acuta con necro5i grassa. Morte 24 ore dopo. L 'autopsia fe ce co11statare il canale di Wirsung interamente occupato da un grosso a&earide lomhricoide. Gli A A. hanrto raccolto, nella letteratura 20 casi. di presenza di ascaridi nel pancreas, che riguarda110 individui dai 2 ai 77 anni. Se in alcuni di e5si c'erano stati sinto111i di ascaridiasi, in altri casi nessun segno aYe,'a preceduto l'-attacro im.p ro,•viso. Peri<'lnto gli AA • concludono che nei casi di pancr eatite acuta la co.n oscenza de1l 'emissione a'V-venuta in precede11za, di ascaridi col vomito e con le feci, d eve guidare il m€dico nella diagnosi e nella cura. 1

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.4scariàiasi polmo11.are. -

Un caso

~ingola­

re è quello descritto da Jenny (28) che in un bambino di 18 mesi il qua]e i11 precedenza avev~l eliminato col vomito e con le fe ci molti <lsca·r idi, S.i produs5e un empierrta, nel quale a11 'atto operativo, furono trovati a'scaridi. La guarigior1e avvenne do:Qo Ja resezione costale e cure relative. La genesi del fatto fu così spie•g ata: gJi ascaridi erano penetrati nel coledoco e nel fegato, arrivar1do, ~econdo le loro ab,itudirti fino alla capsula; provocazione di un ascesso alla superficie del fegato che attraverso il diaframma s'era svuotato nel cavo pleun• eo.

{ANNO XL \ ''II' ~T_~l\I. 27)

»

,

Veran1ente si1lgolare è il caso di una mastoidite acuta, provocato da un ascaride e che è stato illustrato da Steinmann (57); si trattava di una bambina di g anni operata d 'l1rgenza per ma~toid i le acuta. Con l 'atto operativo si evac;ua molte> .pus e, al] ' apertura dell'antro, · viene estratto u11 lungo segn1ento di ascaride ancora ,·ivente: il re.sto del verrr1e venite estratto con le pi11ze. Come può spiegarsi questo caso? Potrebbe darsi, dice l 'A. ch e il verme sia stato vomitato e ]anciato nella tromba d'F.ustachio e da questa sia arrivato .a lìa nlastoide. Si deve poi ammettere che il ' 1 ern1e sia ~enetra~o. d,a poche ore perchè esso era ancor ' 1vo. F1n1sco l '€sposizione dei risultati delle mie ricerche ri<.'ordando 1'a.se.esso della parete. addominale da perforazione del! 'intestino per eln1intiasi -illustrato dal Canelli (oJ. Da questa rapida rasseg11a di alcuni aspetti dell 'a:o=;caridiasi chirl1rgica, che ricerche bibliogr~lfi ch e estese a un cinquantennio , fareb,b ero di gra11 lunga aumentare (nor1 si parla forse della possibilità che le ]arv€ perforino la placenta e che gli ascaridi arrivi110 alle trombe?) 6i con1prende quale importa112a abbia a55unto ])er la cl-tirurgia, so,p ratulto addominal e, la co11o&e~nza delle condizioni a111bientali dell 'intestino. La chirurgia si è fin ·ora troppo poco occupata di es e. A noi chirurghi è bastato fin'orar sapere che la fu11zio11e intestina le è regolare e abbiamo 1i' olto la 11ostra atte11zio11 e agli a ltri organi ed apparati. Chi di noi fa l 'esan1 e iriicroscopico sisterr1atico delJe fe ci degli opera11di quando difetta110 le turbe gastro-intestinali? Questa difettosa usser,razione si sconta con lo f;Coppio assoluta~ inentc impre,iedulo, di fatti di peritoniti da nscaridi dop·o a tti 01)erativ i s1).ecial111ente e.f.egt1iti sullo ston1aco e Sl1ll 'intestino. E allora: poich è non è pos ibile giud icare dallo stato d1 sanità del paziente, delle co11dizioni ambientali parassitarie del lu111e i11LesLinale , è necessario fare attento e ri 1)etuto esan1e n1icroscopico ·delle feci e attuare una cura antiparassitaria prima dell 'operazione. Noi cl1i1·urghi facciamo I ' esan1e del sangue e delle urine, ric-er chiamo l'azotemia, la costante di Ambard, la sedime11tazione, noi fa cciamo l 'el ettrocardio ... gramma e alt~e eleganti ricercl1e di laboratoritl e di1nentichiamo 1'intestino. Riteniamo di a'1 er fatto abbastanz.a somr11inistrar1do un purgante, e poi ci troviamo di fronte a fatti gravissimi clte posson9 compromettere il nostro lavoro irreparabilme.1ite, e soErratutto la vita d 1el paziente. 1

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[ANNO

XLVII, NuM. 27]

SEZIONE

Da quando ho a,·uto il raso clinico, e.be ho espo·sto, e che per l 'età del piccino e per la sua alta posizio11e sociale mi ha dato tant·e preoccupazioni, io 11on fa ccio più un 'opera1ione senza il preventivo esame microscopi co delle feci; mi servo i11oltre come aiuto diagnostico importante dell'esame radiologico nei casi di turbe inte5tinali da causa i·gnota. I lavori fatti in Italia, dopo quelli del Fritz (1922) e del Reiter (1923) da Busi, Vietti, Muzi , e la tecnica proposta l'ecentemente dal Pa11sdorff (41) dimo~tr.ano la possibilità di diagnosticare radiologicamente i vermi intestinali e sopratutto gli ascaridi.

r.ontributo clir1ico-ibihliografico alla conoscenza del nuovo vasto capitolo della patologia, in elaborazio11e: Z' asca11idiasi chirurgica. BIBLIOGRAFIA. ANDLER.

Akute Pa11kreasnekrose und Ascari-

diasis. Bruns ' Beitrage, p. ò74, 19:28. 2. BACHERA. u un caso di occlusione int'estina:le da ascaridi. Sez. Prot. , n. 49, 1926. 3. BARONI. Sulle occlusioni intestinali da elminti. Riv. Med., 1932. 4. BELLANTONI. Un ca.so di ascaridi lombricoidi fuoriusciti dall'ombelico. Po1icl., Sez. Prat. ,

stinale acuta da GJ..<>ca.ri<li. Policl., Sez. Prat., fase. 25, 1926. 20.

6.

21.

Un cas d·ascaridiose des voies biliares.

Arch 1928.

de Maladies de l 'app digestif, p. 66

Migrazione di 1111 as.caride nel dotto wirsungiano. _t\rch. ital. di Chir., fa.

G10RGACOPUL0.

.<>on,<lcrer Beriicksichtigung des Gallensjstems. Inaug~ Diss .

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di occlusione intestinale causato <.la 1000 asca1ridi di cui 700 estratti con entero. tom.ia seguita da guarigione. i.t: l'res~e l\1éd., 11n caso

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PRATlC~

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L'Z .

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glio 1931.

...


1178

POLICLINICO »

cc fL

I~ericlit iiber sicli tba r en Durchbruc~

46. PossELT. Ersler und ein,ziger

SUNTI E RASSEGNE

ei11en spon.lct·ne11 und von, Asfra,.iden, cliircli det· Nabel urid zwar bet eirier Er1vachse11e1 1. Sch"v. 111ed. Wocl1., n. 29, •

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GARRO~E.

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-un

PROBLEMI DISCUSSI Sulla evoluzione iniziale dei parassiti ma· la1·ici. Ricev ia1110 e i)ubblichia1110:

Sign,or Direllol'e etc« Il /Joliclinico », Ho leLLo nel vo tro giornale (Sez. llral . n. 26, 1° lu o-lio 19-±G, XVlll). ta11to conosci uto eer il tono ~levalo ·e corn1)osto delle discus. ioni scie11tifich e una nota del dlott . prof. Giulio Lega dell ' I~titulo di Malariolog·ia cc E. Marc:h iafaya n l\0111a. E ' . : er1do e·g·li e traneo al ca1npo clelle ~·icercl1e di cui 111i occupo, le ragioni del suo i11tervento e dAll'as tio cl1e di1noslra deb bono rice1·car i fuo ri del cam 1)0 scie11tifico, per c ui r1011 posso r i po11dergli per u11 ri guardo ai lettori, che del re~t o cono cono la serietà delle n tie ricer.- J1 e. Coloro clte coltivano la cierua co·11 ug uale serietà di intenti non deb,bo110 doler. i se le mie ricerc.I1e den1oliscono quelle altrui, anche se q ualcu uo 11on fu abba ... t anza ...aggio di a ttendere, pri11ia di divulg·arle fra i n1edici pratici . Quando si è in bl1011a fede si è ?e !11 pre in temp1 a ri11arare al n1alfatto. I~ offrir? ~ppor ­ tun e occasioni al pro.f. Lega nei pross111\1 congre 1.• 1

ALRER1'0

Mrs

IROLI.

lANNO XLVII, NuM. 27]

(J . LER1·: sou LLET. JJaris

~I édical,

.l o-2G n1ag·gio

19±0).

llccen li ricerche e~egui le i11 Da11i111arca e poi 11co-li ta ti L11ili l1a11110 i)el' LL1e:,::,O di isolare un o . b C(1rpo i1uovo, la vila11t111a k cl1e ~e 111 .ra avere u11a parte i111_µorla11t e •1ella coag·ulazio11e del san,g·uc. L ·esi::sle11La di qu c~ l a \Ìla1t1i11a è stata . upposla 11c 1 1;929 dal Ja11ese Da1J t che tene11do dei 1)olli ad u11 regi111 c Li ri~·o d.i g ~·asso allo sco,po cli Lucliar11e il rie a11 d J10 l1JJ01deo ?Oil::>tato c)1e 0o'}i a1ti1u ali ])l'eSeILL'.lYano ClllOrrag1e Cutan ee ' mucose e viscerali. Eg'li .l)Olè in seg uito pteci::,arc cl1e q ue:,le e11to 1:r~g1c ~Jole,·an_o e sere evila le co11 la so 111111111 1~ l raz1011e di u11a se· ·ta11za li110 olubile L·l1e cl1ia1n ò 'itan1ina k (koag·ulatio11 vita111i11e). L lt criori :,ludi da11e ·i e a111erica11i 11ar1110 p 0 1 iltlO aJltt co1toscenze at1

l u~1 li :

La ,,. itan1ina k è co11tertula ·1)e( ial1rte11te nei lfo·u111i Yerdi (tra qt1e.. ti l\? rl)a 111 edica da c1ui 01~l la ... i ricava) negli ·1)i11ac i e 11ci cavoli. La .. i j)llG o ilc11 cre a11cl1e (lnlla ca r11c di pesce 1)ut1 efatl:t OJtre cr t1e~ t a 'i La111i na cli JJrO({uzio11e esogena r jste n11cltc· u11a ,-ila111i11a tl! [)lrocluzio11e e1tdoc"e 11a clic sc111bra produ r:--i 1,e r a1 io11c b·a l lerica ~1ella i)arte ler111i11ale dell ' i1tlc~L1no clove se111bra ne aYveng·a 1)urc l 'a -orbi1t1e 11to . Fattore es~e11ziale clell 'as~orhi111C' 1 l l o (· !~1 bile, l)()Ìchè ~'r endo la ' il. k i caratteri di un g rasso è, co111e tutti i o-rassi , assorbita olta11lo i11 prese11za di bile. ]ne patologia uruana j11fatli )'a yita111ino i k .. i osser,ra special111enle 11ei ca. i di ittero da rii e11zione. La parte c.11e la vil. k sostiene 11ella coaigulaz.ione dal san oo-ue consiste nel provocare un a u. ~11ento della protro111b111a senza peraltro ch e que ta . parte sia esclu iYa, restando sempr~ al feaato i.l compito prin cipale n e·lla p roduzio·ne 0 di protro1• 1b·ina. La 'il. k utilizza1a ner gli studi .·1)eri111entali .e per la terapia è u11 e. . tratto concen trato preparato a J)artire dall e foglie secche di erba n1edica : se i1e ottiene t1n olio leggerrr1e11te a-iallastro di cui 200 mn 1g r . ec1uivalgono 66 di foglie. L'estrazione della vitar11in a allo sta to ptiro è stata r ealizzata da Allen Doisy, pritr1a . otto forn1a di cristalli giallastri partendo dalla carne di pesce putrefatta, poi so•tto forma di ur1 olio g iallastro cristalli~­ zahil·e a bassa temperatura partendo dalle foglie di erba modica. Diversi autori h a11no ter1tato di ottenerla per via .. in te tica. Aln1qt1j st e C.lose hanno n1oslra to cb e il ftiocolo (2 n1etil , 3 i1dro1xyl, ._t: naftochinone) sostanza isola ta da Ailderson. e Newmann dell'est ra tto :1ceto- ~olt1 bile del bdci Ilo tubercolare, pos.:iede le prin<'i1

1

a

gr.


[A

XLVII,

NO

UM.

27 )

SEZIONE PRATICA

JJal i proprietà fisi che e chimiche della vit. k e p revenire le emorragie n ell 'animale in care11za; n1a l'attività ·del ftiocolo è minore di quella della vitar11i1la più complessa che esiste r1cJle foglie di erba 111edica. Oggi semb·r a che la strut1urJ della vit. k sia stata defi1titivam.ente fi~sn ta da 1Bi11kley, Mac Corquodale, Thay·err e Allen Doi~y e che. i tralti del 2 metil-3 fitil-1 ,4 11aftocl1inonc, . . ulla cu i standardizzazione e titolazion -:i biologica però ~ncora non si è raggi un Lo l 'accordo. Più precisa tiembra I ,unità chi111ica proposta da Alle11 Doisy. Praticamrnte· la defi cienza in vit. k non può e~:::-e re 'alutata ch e i11 mod'o incliretto co·n la J11i ura deJL1 diminuzione <lella protro1nb·ina nel sangue. Numerose so110 le prove· prop o•s te, tra c ui ]o più semplici e ,pratiche sono la prova di Qu ic k, il metodo di Caroli, il nuovo metodo di n1ith. L'avitaminosi k da careniza alimentare paragonabile a quella che si riesce a r ealizzare negli animali è eccezionaJe nelJ"uonJo. Di acquisizi one rece11te è l'avitaminosi k del ·neonato. el neonato norrr1ale, la lieve diatesi c111orragica che ·spesso si osserva è verosimiln 1cn te leg.1ta a un insuffi ciente apporto di vitamina k di origine intestinale. Nel neonato affetto da ittero grave o d<l anemia o da anasarca tongenito gli autori hanno spesso osservato una i potrombinemia con id erevole Jegata a carenza di vit. k. Ma },avitaminosi k più frequente in pratica e più accessibile alla terapi<l è ql1e]la d0vuta a difetto di <i ~o rbimento intesti11ale . Il più spesS<> si tro,;a in 'Soggetti con difetto di secrezione biliare o con ostruzione del coledoco. La si deve per ciò sospe<Ltare in tutti i ca i di fistola bi]iare e di ittero da riten zione. Talora la causa del deficiente assorbimento rif.ied e 11ella diniin.uzione della s11perficie intestin.ale.: co]iti u]cerose con resezione del co]on, ileosign1oido..,ton1ia , emicolecton1ia, colite ulcerc.&a cronica, fi Lo la gastro-digiuno-colica, j ) UÒ

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S!ll'Ue.

Nelle e1)a lili la d efir ienza di 1Jrotron1b ina r1011 ha la stessa genesi, n è viene influenzata dalla so111n1ini~trazione d~ vit. k, sola o associata a bile. el vasto gruppo d elle 111alattie e111orrag iche, crr1o filia, en1ogenia, porJJOre, non si è 111ai constatato ahb·a~samento d ella pro trombina. In terapia , la vit. k viene di so]ito somrnini. trata per via oral e1, 1s olto for1n.a di estratto C<,nce-ntrato ottenuto d a ll e fogli e di erba m edica. in dosi cl1e variano d.a 20 mmgr. a 2 gr. al giorno (per una co111pJe siva dose ·d a 200 mmgr. a 8 gr.) in8iem e a 1-4 1gr. di sali biliari, sia in ca r)Sule che dif;c iolti in siero fisiologico. Le dosi più alte ·ven,g ono usate1 n ei ca i in cui il tas. o di protro1n bina è minore € in quelli con e111.o rragie irt atto. Se la vit. k viene somministrala per via endomuscolare, in soluzione oleosa, gli effetti sono più scarsi, a me,n o ch e no11 si ricorra ad a ltissin1e dosi. An·c l1e per via endo·veno~a l 'eff]cacia è rr1inore. 1

1

1181

DiveTsi p·r odotti sinte tici, quasi Lutti deri Yati del 11aftocl1inone, si sono mostrati efficaci. Qualunque sia il prodotto che si usi, è necessario ricordare che l 'introduzione i)er , ,ia orale dc,1e essere sem .p re accompagnata da son1mini trazione conteim poranea di b·i le o di sali biliari: la vila1nina k somministrata da sola è totalmente inefficace. Ri ultati terapeutici particolarn1e11te buoni si 11n11110 nel trattamento pre- e post-operatorio degli itteri da ritenzione srpecialmente se associati ad ep atite e c:o·l ecistite. l\if. RAS1'ELLJ. 1

L'acido nicotinieo. Sua azione e importanza in clinica. (1\. <J. L.\vAaEir.,Lo. l~rcnsa ~Jed. A1oe1itiria, IO aprile 1940). Funk per prin10 sospettò, nlentre cerca\a di isol[lr,e la v itan1ina B 1 in fo r11ta ·cristallizz.ata, ch ei l 'acido nicotinico potesse essere una sostanza dieteti""a ,di capitale irr1porta1lza; pe•r ò, sicco111e nor1 n1ostrava alc u11a azio·ne Sl1lla sintomatologia dell 'avitan1ino i B 1 , ne lasciò da parte lo ·studio, che invece è stato ripreso da 11umerosi autori in questi uJtinu due anni. Si .è saputo così cl1e qu,eisita sostanza è co11te11uta 11ell.a vitan1ina B 2 , o meglio nel con1 ples ·o B2 di c ui allo stato ~ttuale ,ielle nostre cono cenze fanno r)arte ancl1e: la riboflavina, la vit. B3 , la vit. B4 , la vit. r.8 5 , la vit. !B 6 (co11 ]~ ' 'it. H, il fattore l e il fattore Y) e il fattore \V. Esclusi l'<tc . nicotinico e la ribof]avina, tutti g li aJtri componenti il compl t3 · o B2 non si ono mostr3.ti indispensabili per l 'uomo. L'acido nicotinico o vitan1ina Pp (p1reserving pellag ra) è l'acido piridin B carbossilico, prodotto di ossidazione della nicotina . In con1mercio si trova il prodotto })Teparato i)e-r via sintetica . Le sue azioni f.armacodinamiche sono le seguenti: . Reazioni cutan.ee. Son1n1i11istrando 50 m .1l1gr. di ac. llicotinico per via endo1nuscolare o per Yia 0 1rale si !)revoca cenge tione1, ca lore e pru1ito dell.a cute con una par-L.icolare sensazione di calore locale gradatamente crescente, feno1oeni ch e var i:l no da una pcrso11a all'altra e da un giorno a l] '.altro n ella ·tessa persona; nei pella·grosi le reazioni sono r11eno intense. Il rr1ag.g ior aun1ento di ten1 pe ra.tura locale si osserva nelle orecchie, nella fa ccia e nel collo. La son1mini trazio11e endo,·e11osa di 5-25 mn1gr . di ac. nicotinico p1roduce effetti analoghi. R eazio11i cardiovascolari e respiratorie·. Scarsa a1ione sulla frequ enza dcl polso, sulla pressione arteriosa, sul ritmo e sulla frequenza respiratoria quar1do la son1n1inistrazione è fatta per Yia orale o per via endove11osa. Si nota in,1ece azione vasodilatalo•r ia costante e persistente sul le piccole· arterie e sui capillati quando la ison11ninistrazio,n e viene f.al La per via endon1uscolare. 11 tr~eciato elellroc.ardiog rafico non viene n1odificato. Si i1ota solo un piccolo accorcian1e11to d·e·l tratto PR. 1

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1182

<< IL POLICLINICO >>

R eaiZioni r1aslroinlestinali. \.1 o miti e dolori .e piga tric.i so·n o frequenti special 111e11te quando l "&ci1do 11icolinico viene somn1in istrato a stoim aco vuoto. Radiosco µi ca1t1e11te si osserva aurr1e11l 0 ·delle co11Lrazion i e d ella !Pr ofondità d ei 111ovin1enti peris taltici dello s lo1naco. Solo in alcu1ti soggetti il tono g·a, trico aumenta visibjlm·er1te . Lo Lesso accade per l 'acido cloridrico : in ~\ l 1 · uni ca i si h a11no delle. 11ette ipercl oridrie, in altri no1. In a lc uni casi di titich ezza si os:serra t1na so rprendente norn1a lizzazionc della f 1_,r1 zio11e ev.ac ua iricc. Azione su,lla diatesi. Si nota <li solito un au111.en lo dcl 20-30 o/o. L'ac.. 11icot i nico 0111r11inilralo per via endovene a r1ella dose da 10 a 25 u1111g·r. au11LenLa nell'urina dell' uomo 11orn1ale 8in 1tl1a1la p\r i111a ora; n el pellagroso invece iso11.0 necessarie dosì n1olto n1aggiori per otte- · 11e1·11e la co1r11)arsa o l 'aun1ento.. Que ·to è lino d>E',gli a rg·on1e11ti più convincenti })er an1mettere che la pe1lla gr.a sia dovuta a carenza di acido iticolinico . 'l't1tte le reazioni sono infatti n1eno \lCccnluate nel- _p ellagroso 11 · 1 quale una parte di acido nico tinico somministrato viene utiliz_zat.a IJCr SOJ.Jtj)erir.e, alla d e ficienza in cui si trova l'c,rg·anismo stesso. La ~arenza di ac. nicotinico p11ò schen1atican 1ente di11cn1dcre ·dalle tre co11di zioni eguenti: 1) Deficiente· apporto di a lirrtenli ch e lo . contengono. 2) Difetto di assorb·i111e11to per op·e ra ·di i)ar,a ssili, tra. cui s11ecin lmente l o schisto~oma e I ' éJnchilosloma. · 3') A11n1ento del fab b iso gno per eccesso di lavoro , insonni.a, iperliro]disrno o al tre· condizjòni che ne esigono un n1aggiore ap1)orto. . -N ei so ggctti con carenz.a 1di ac . nicotinico si 1;ota anche, do1Jo poco tempo, aumento della porfirinuria. . Spie5, Coo per e Bla11kc.n horn hanno dimos I rato che la corar11ina (dietila111ide dell 'aci do JJiridin ~ carbonico) ha prop,r ietà tera1)eutiche ~i 1 ni]i a quelle ·d ell'acido· nico1tinico . 1

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[ANNO

XLVII, NuM. 27}

La stipsi criptogenetica viene molto favorevol1ru:>i1Le influ en~ta (50 ll1 rngr. al giorno per 'ia endomuscolare) 1nenlre le stipsi sintom.a ticl1e J1on n e tr.ag·gono a l cun 'antaggio. .Nelle an,eniie l 'acido nico tirtico d-0 te1"ffiina aur11ento1d el n u111 ero dci g lob t1li rossi mentre non in f'lue 11za quello d e i globuli biar1ct1i. Questa nzione trovereb1be scco11·do alcuni l a sua spiegazjo11e i1 el fatto cl1e il fattoro eslrin~eré del prinCÌJJio di Casllo, facc11Lc pari e co111e si sa del co111p1e so B2, avrebbe str etti ra~)J)Orti co11 l 'acido nicotinico steiSso. M. RAsTELLI. 1

CENNI

BIB LIOG RA FICI< 1>

G. PANEGBosst. La così detta

cc

c1ira

bu·lgara »

del parki11sonisrrio poSrl-ericefalitico. Casa Ed. l _i1ji versit as, Roma , 19-!0. L. 18'.

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lmpo~·ta1iza

clirtica.. Tull e le forrne della pel-

lagra (sindro1rt e culan-ea, sindron1e gastroenteric.a, s indrome n europ1s.ichialrica) si av,·ant.agg iano della terap,ia con ac. ni cotinico . Per via oral e, 1da 200 a 400 m1ngr. al giorno in 2-3 volte; .dop·o 10-20 g·ioTni s i nola ·un netto m i.g liora1nentQ e si co11tinua la c ura sino alla ~c o 1rlp~rsa di tutti i sintomi . Per via endomuscola 1,·e, 50 n1m.g r. a l gio,r no sino a guarig ione CCJ Jl~pl ela . Per :iia endovenosa, 12-20 mmgr. l\ìel 11 i0rbo tlz Raynarad e in altri stati angiosp,astici (glo111erulo11efrite acu ta diffusa) l 'acido nico tinico Lrova un utile Ìil1piego J1el] a dose nledia di 50 mn1gr. per ·via e11domuscola r e; in qu-osli Ca$i , la capil1ar osc:opia eseguita durante Jn curJ di1r1ostra aumento del nun1ero d ei capil lari , vi ·ibile allungan1ento e n1aggior replezione ·delle. .anse, in cui il s.anguei appare p iù TOSSO.

In c1ue&ta inonog1afia dedicata a . M. la Reg ina In·11Jia rJ.trice il prof. Paneg·rossi , con una briJla 11le originalità di co n c-ezioni e con l 'autorità cl1e g li deri,-a da l fatto di possedere la J)iù ' 'asta esperienza in 111nt e ria, fi ssa i n modo definitivo il dottrinale della dett.a « cura bulgarfl » c1el parkinsonismo post-encefalitico . · Oltre duemila casi studiati e curati in cinque <inni costituiscono t1n materiale di valore unico, dal quale J'A. ha tratto, con la sua compet enza i co rollari-ba e per la ~>ràtica app1icazio11 e di una tera1)ia ch e l1a incontrntò una con cordanza di risultati ed uri~ uniformità di vedute raramento v·erificalesi in alLri cam pi d ella n1edicina. · La totalità 1degli autori cl1e hanno u sato la rura h1ulgara, hanno unanin1emente riconosciuto l'indiscussa superiorità, st1 tutti O'l i altri, di questo trattam ento, e.b e, Dur eifiisendo sintomatico , ha, in 11na larga percentuale: di casi , perr11esso il recupero di pazienti ritenuti per sempr·e perduti ed in al cuni di essi determinato bene ficio così stabilo da far pensarei a•dl una guarigione definitiva. Questo libro è utile a i medj ci pratici com e ai inalati: i primi trovera11no in e so l a dettagliata esposizione della tecnica di questa cura e de.i p rohlemi ad essa connessi; i secondi , data l a forma !}iana e fa cilm ente comprensibile c~rt. r ui la n1ateria è esrJo~ta, tutti i consigli e gli 1n egnamenti J·o ro indi~pen~abili per la co11tinuazio·n e della cura a domicilio . .Tel suo libro l 'A., dor>o a,~e r fl· posto i crit~r1 per la diagno,s i differrnziale fra parkinsonismo ·post.-en ce faliti co e P a rkinson classrico ed fl' er descritto i] medicamento-base e ]a sua l1'riep.a razion e, Lrntta ·d iffusamente ,d'e lla tecnica della c11ra e delle ~11~o·vvidenze complementari dalle quali la medesima de,,P cs~ere int€'QTata (fi .. iotArapia , rieducazione. ·dietetica, ecr~) se ~i YuolP rh·r riesca verarnentc efficace. Un C::l pilolo è dedicato alle controindi0:11ioni ed .aali v 1

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(1) Si p!'ega ·d'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recensione. •


IANNo XLVII, NuM. 27 ]

SEZIONE PRATICA

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e ,·enluali inconvenienti cl1e po&sono interveniq ualu11que rappor to con l 'a rasi.a · enso riale, e re nel cor so del trattamento ed ai m ezzi appro,f iè è b·e n natu.ral e, ma anche con l'a fa ~ ia verl)riati p er combatterli. Seguo110 interessanti di- · ])a l e di H eacl. • scu ssioni su lla fisiopatologia d el~ a indro111c Chiude il l avoro u11 a cce n1lo al la rieducazio11arkinsoniana, s u quesiti fa1n1acologici e sulla ne delle alteraz ioni del lin g·uaggio d etermi, -a)utazione differenziale fra cura bulgara e tratIlato della d etta sindron1e, .c l1e i11 con clusione t:-i.1ncnti precedenLe111ente u sati. rion ])UÒ trovare la su a g iustifi cazio11e c11e n el Una s tatistica d ei brilla11ti risulta ti ottenuti quadro d ell 'a aartria o n1 cglio d ella disartria, e l1r esso l 'I tiluto li.e:gina Elena di Roma com·qualora sia liberata d a tutte l e impurit à afaf'lt:ta il ' 'olum e edito in ele.gante veste tipo si clte. •} . -.Mò GLIE. . '. ;g rafi ca e ricco di numerose e dimostrative il• lustrazioni. a . p. ..t\LAJou \ NINE Tir., 0MBREDANNE A., D u RAND ~1.1\.R­ GlIE i\IT E. Le syridronie d e désintégratio·1i

pho11étiqi1e daris l 'aplias~iP, . Ma ~n et C.ic edil. l)a ri ·. , ]). 138, pr. $ 0,80. Gli AA. rivolgo rlo a l cune loro particoJa ri ria ll'afa ~ i a, 11UO\O n ella

1: cr cl1e

' 'ecchio argo1ne11to 111a ·e111 J1rc affannosa e non sempre utile teJ1dc!11a a ,·olerlo cl1iarire, n1 a il p iù d elle , -c>lle ri11sce11,lo solta11lo a favorire u11 d isoric nla111 cn Lo ch e ci al lonta11a , lJOD con ' ranlagrrio, della c lassica concezione anato olo-fisiolog icrt del g rande1 fenol11eno d el ling uaggio, ,dalla sua ori·g·ino enso1riale alla cos lituzion c in inl1r1agi11i rap1Jr e ·entaLive con ce lluali e verb.a li, sino •t l1a s u.u e JJressio11e a rticolare e fon etica. In r ealtà g li AA. s i ocCUJJa r10 cli uno d egli e l e111enli co Litulivi d el feno111eno, con1piend o il ca111111ino inver so, a nda ndo dalla periferia a l centro, da ll' a11artria, con1e l ' i11lende,·a I\ u · 1na ulL , e cor11 e l 'inLendia1110 11oi, quale un di l u rbo pura1nente a rticolar e dcll 'c. j)l'C ~ ­ ~jc>no ' c rb;.tle, ,,er .. o I 'afasia c la ira, n1a a l di fuori dell'i111111agine rap1Jt esenla ti\1 a della parola , qui11di cli artria pura, i11 a fino a un certo 1>unto; p oicl1è i di ordini s tudiati on o d i or <.Jjn e t>lraliLioo., di ·toni.co, i11a a11 cl1c a1Jrassico. Valendo i (lcll' osservazione di qua ttro ca. i c linic i, scelti tr.a un più vast o 111a leriale, l nr g::. n1<' ntc e profo ndam ente Ludiati n ella fo11eLica d ell e e111i , io11i verbaìi, in m odo' diretto e s1»eri1fle11Lale, e co11 il ussitlio di u11 acc urato e a m c J) icol ogico , gli Ar\. " en gon o a lla cc.\ nclu ion e cl1 e esi t a ur1a sµ·ecialc i11dron1e r1tJla pa tologi.a del lir1g u.aggio cl1e c hia111an o « Siudro111e di di inlegrazio11e fon e tica » . Per e~ a s i d o vrebbe g iudicar e sia d elle co nscg·uenze cl1 e il coJ1Jo 11a arrecato a l ling· uaggio, : ia d cl loro significalo _ps1co-fis.iologico, elle s.ar·ebbe <1uPJlo di r espingere la struttura rl ella p.a rola a Jle ·su o ]Jiri111itive m a nifes.Lazioni f ox1e ti1 be, a lla f.a se lJucrile d ella sua evolL1zio11c . l\1a, come fu già accenn.ato , qt1osta nuova. rn u sol o itl J.)arle origina le con cezion e d ei d is i urbi del la loqu ela, i)erde di chiar e.~za oprattulto dil'ferc11 ziale , quando, con1e g li ste f;i · AA. fan11n in ten der e, i vo,,g-lia farla rien1rare n el qu adro dell'afasia moto ri.a p ur n ei limiti di una v:t rietà "!'i lrctla a l i1uro carr1po della , -aloriz1azio11e arti cola r e della l)aro la, ·C .. e111dcn do 1

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AccADE~I.B, Soc1ETÀ Mep1cHB, CoN0Ress1

R. Accademia Medic'a di Roma. Seduta straordinaria del 10 febbraio 1940-XVIII Presiede il prof. R. ALESSANDRI, presidente. Sull'isolamento di un ultravirus patogeno in conigli inoculati con filtrati ottenuti da bacilli tifici virulenti .(contenenti l'antigene

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Yl).

Prof. F. MAGRAss1, dott . . l~ . GALLI e L. GALLI. - Gli 00., continuando le ricerche già eomunicat e a questa Accademia , sono riusciti ad isolar e un agente altamen Le patogeno. da filtrati oltent1ti d a sospensione di b . tifici contenenti ] 'antigene Vi; il virt1s, ch e ha i caratteri degli ultravirus, provoca malat tia i1el coniglio , tra missibile in serie, per lo più nlort ale. Gli 00. ricordano i càratteri della mala1 Lia provoca la, ricordano la comparsa di agglutinine p er. il b. tifico e discutono i risultati, specie i rap})Orti t ra l 'ultravirus e i bacilli tifi ci conten enti l 'antigen e Vi. Il socio prof. SANARELLI, rilevando l 'importanza della comunicazione, nota che la m alattia provocata n ei conigli con l 'iniezione di' ultravirus dal Magrassi corrisponde a quella dall 'O. descritta 11ello stesso 1animale pnovoca ta co11 tossina tifica. Si tratta di azioni del proteide· tifico che presenta il più tipico en terotropjsmo. Ciò in. durre})be a supporre un a relazio11e diretta o in-· diretta tra questo ultravirus e il filtrato tifico cli partenza. Converrà p.rin1a cl i arn1netter e l 'esi· slen za di un rapporto siffallo; di istiluire esperienze di jmmunizzazion e crocia le e può dar ·i ch e così siano aperte nuove vie per ulteriori ri cerch e cl1iarifica l;ive sui r a1)porli tra batteri })alogeni ed ultravirus no11 co1Livabi1 c n ei co111ttni terreni. Il ocio prof. Pu:'\TONI cl1iede all 'O. se la compar sa òi agglutinjn e an litifich e si' sia verificata oltre ch e nei conigli direttan1ente inoculati con filtrati , a11che · in quelli di passaggi in serie. Il ocio })rof. PE'l'RAGNANI loda le ri.cer ch e. degli 00. e la prudenza n ella interpret azion e dei risult a ti ; prudenza tanto più doverosa per ricercl1e che potr epbero portare fond anJ e1Jtali innovazioni nelle con cezioni etiologich c e modifi car e le concezioni cl1e regolano i provedime11Li profilà.tlici. l-li sp o11dè il prof. MAGHAssr ringr<tzi and o_ g·l 'interlocutori; al prof. Sanarclli dà i scg·u en ti chiarin1entj : i pas ·aggi i11 cric furo110 al 111assìmo 5 o 6, e furono interro l li p er la neces ità speriment ale d i allargare le ricerch e i11 uperficic·: ono 11el progran1ma di riccrcl1e i tenlalivi di in1mt1njtà crociat0; al prof. Pun loni ricorda ch e le agg1 u Lini11e on o

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cc I'L

P.OLICLINICO »

sta te ricercale e dimostrate negli animali inoculati in serie; ringrazia il prof. IPetragnani col quale è in p ieno accordo sull a prudenza nella interpretazione dei fatti.

Primo reperto di B: di Schmits in casi di dissenteria a Roma. Dott. C. CAl\IIMARELLA e dott. C. RITA. - Nel ·corso di ricerch e sulla dissenteria batterica infantile a Roma gli 00. hanno isolato (per la prima volta in Italia) dalle feci di tre lattanti d ei gern1i identificati come bb. dissenterici di Schmi lz. Vien e richiamata l 'atten zione sul fatto che l 'endemia dissenterica annuale è sost enuta d a tutti i vari tipi di batteri dissenterici, e sulla p ossibilità di classificare erroneamente i bb. di Schmitz co1ne bb. di Shiga inagglutinabili se non si proced e a uno studio completo di d etti germi .

[ANNO XL VII, NuM. 27 ]

agglutinato ceppi di L. ic tero-haemorragiae a tit olo discre t am ent e alto e 4 a basso titolo. Il Socio prof. ZAVATTARI aggiunge alcuni dati rigu ardanti la località dove furono osservati i casi e eseguita la raccolta d ei sieri, e spiega GOme questi sieri furono inviati con aero da Catania dopo molti giorni dal prelievo, a cau sa d elle enormi difficoltà delle comunicazioni.

Sullo sviluppo del parassiti malarici. Prof. A. M1ss1RoL1. - L 'O. illustra sul documer1to di alcune figure proietta te il c iclo di sviluppo d ei parassiti malarici degli u.ccelli dal momento della inoculazione al momento in cui si rinvengono forme endoglobulari; tale s tadio si compie al di fuori d el r eticolo-endotelio. Prof. G. PETRAGNANr. -

Il congelam.ento discontinuo per la separazi one delle sostanze saline e proteiche nei liquidi organici.

Prof. F. CoREIJ.1 e dott.ssa M. GAETANO.

Vantaggi delle ripelute modiche trasfusiani di sangue nella c·urCll delle l'e uccmie.

Le trasfusioni di sangue nella broncopolmonite del lattante. Dott. R . ScAPATICCI. - L 'O. nota i vantaggi ot t€11uti sull 'andamento della malattia e sulle s tatis liche di mortalità , fissando dosi e t ecnica. 11 prof. SPOLVERI\Nl nota i vantaggi di una t ale pratica e specialmente in quei casi ch e presentino segni d 'insufficienza circolatoria, quando la trasfu ion e non è preceduta da un salasso . Sulla possibilità di transfondere indirettamente il sangue di placenta senza nessun trattamento. Dotl. R. ScAPATrcc1. - L 'O. nota le caratteristiche del sangue placentare e riferisce l 'esp erienza aYuta finora sui t entativi di trasfusione eseguita. Il prof. SPOLVERINI osserva che tale trasfusione può essere oltre ch e comoda per le caratteristich e fisich e d el sangue placentare, per il contenuto di esso in sostanze immunizzanti. Singolari proprietà sierologiche di un corlnobatterio isolato nel . corso di ricerche sull'agente etiologi(o della lebbra. Prof-. G. PETRAGNANI e prof. G. DADDI . - Gli 00. d a un leproso hanno isolat o un germe d el tipo d ei corinopatteri,, dotato di parzjale e temporanea acidoresistenza, ch e dà r ezioni di deviazione del complem ento e di agglulinazione p ositiva con tutti i sieri di lebbroso e deviazioni del com p lem e11to positivo con un buon numero di sieri di tubercolosi e di individui affetti da malattie cutanee. Tuttavia le reazioni con i sieri dei lebbrosi supe rano n ettamente in int en si tà le r eazioni co11 i sieri degli allri indiv.idui.

Risultati del trattamento di portatori difterici con preparati sul· tamidlci. Dott. V. F1aun.\ . L 'O. dopo aver saggiato l 'azio,n e batteriostatica e pattericida cc in vitro » di vari compos ti sulfamidici nei riguardi del b. difterico h a sp erimentato soluzioni di paraminofenilsulfamide n el trattamento locale di 28 portatori di Corynebacterium diphe teriae: su 6 portatori convalescenti e ' 11 portatori cronici 10 hanno raggiun lo il r eperto batteriologico negativo fra il 6° ed il 120 g iorno di cura; 11 portatori occasionali inv~ce son o, risultali non più t ali dopo 3 soli giorni dall'inizio d el trattame11to. Complessivamente su 28 casi si sono av uti 21 risultati posi·tivi e 7 insuccessi. Il socio PETRAGNANI con siglia di istituire ricerch e simili sui portatori di diplococchi di Weich selbaum. .. Esofagoplastica antetoracica. Prof. L. URBANI. - L 'O. riferisce sopra un caso di esoJagoplastica antetoracica eseguita per stenosi con il cieco-colon ascendente e trasverso. Ha chiam ato l 'op erazione esofago-cieco-colo-gastros tomia antetoracica.

Presiede il pro·f. R. ALESSNNDn1, presidente.

Un nuovo semplicissimo ed economico gruppo di terreni per la cultura del bacillo tubercolare. Prof. G. PENso. - La b ase del terreno è costituita <la brodo di palate con g licerina e p eptone. Con agar s i ha terreno solido. Con verde di malachite terren o per cullure d'isolamento. Il soc io prof. PETR.\GNANI domanda quale possi})i li là in p er centua le h a dimostrato tale terreno ])Cr I 'isolamento del germe. Il prof. PENSO rispo11de cl1e t ale ricer ca sarà pt1bblicat a da altro au lore per un sereno giudizio sul valore del lcrreno .

Leptospirosi nel territorio tra il Sagan e l'Omo. PFof. B. BABUDIERI e dott. ARCHE'rT1. - Gli .0 0. -segn alano la presenza, n ella regione fra l 'Om o ed il Sagan, di una forma morbosa attribuibile con -0gni probabilità a leptospirosi. Di 7 sieri saggiati di fronte a numerosi ceppi cli leptosir e, uno h a

Muovo metodo di tolorazione del bacillo tubercolare. \Prof. G. PENSO. - L 'O. e pone un nuovo met od o di color az ion e con verde di malachite fenica to, con d ecolorazion e in solfito sodico e ricolor azione con fucsina. I l Segr etario: T. PoNTAN~

Seduta ordinaria d el 24 febbraio 1940-XVIII.

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SEZIONE PRATI CA

APPUNTI

PER IL MEDICO PRATICO.

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cH li , di tartaro tibiato, ado11erando, questa ,·olta, lo s tibian ol : 1 re . di oluzione a ntimoCORRE N T ·E ni 3le diluita in 1 o 2 cc. di soluzione isotoOrERA. PRINCIPESSA. DI PIEMONT E I!.Ì zzante. I S TITUTO DI~GN01s·r1c o DI R EGGIO CAI .ABRIA. L 'a tebrina l'ho usRta in Lre casi: due ulcer ati e uno no. Lo s tibiona l in cinque casi: due A proposito della terapia del bottone J1on ulcera ti ~ uno con ulce razione inizia le , due . con ulcerazione avanzata. In a ]tr:.~ occasion.e r:d'Oriente. f erirò della tecnica e dei rej)erti mi croscopici_ P. TIMPANO . '-ìuale dell e cure rsi è di1nostrata più bTeve ,. i11en o fa tidiosa e n1 en o det11rpante P Per la cura della leisl1n1anio:si e terna molti Il bottone d 'Orie11te gu;1risce anch·e senza1 ri111edi si son o speri111e11tati : iì i)c rn1ang·an ato cure (Jen1111a, Nicoll e, Spa·g n olio, Ab,b ate-l -011di potas .. a p er polverizzazioni (Benoit, Pulvigo, La Ca,·a ). Ln Ca,'a è di pa rer e ch e è n1eglio· r enli) o per pomata '(Medi.ni); il bleu di m etila5ciarlo g uarire 1Jon tan ear11ente p erch è polene a l 5 % p er 1.niczio11i (Choulgine) o p er ti eb b e imn1uni zzar e l 'organismo contro iI ì111pacchi (Donov3.n) o in un guento (Carda111aT\.ala-azar. Non è qui il lu og9 d 'indagìne1 se tis e ~Ieli ssidis) ; ap1)licazione di ' rentose (Onla lèi 11n1a11iosi cut anea si.a capace di confericliorn1inski); l 'acido fenico p er r austicazioni (Gray) o 1)er iniezioni locali (Timpan o); l' olio re nll'organis1110 qualch e ÌIJ\nìl1 nità. Sono allo fo forico (Caste]la11i, Gen zel); il cloridrato di '$I utli o· nuove ricer cl1e sull ' etior>atogen esi della· leishmanio·s i estern.a ed' inLerna e forse allora: en1elina (Photinos, Truffi, Oecon omu e Pet$i potrà discutere l ' ipotesi di La Cava. In i1ra- · zetakis, Panoyolaton); l'ectina (Gach et); l 'artic.a avvien e cl1e g li amn1a]ati o ]e loro fan1i~'·metina (Escer e C:lw nt.riot); il jodio bis.muglie, in presenza di urta lesione di lunga dut-0 to di chinina (Vig ne e Pringault); l'arsenor&ta, ch e finisce l)er ulcerar ·i e s1Jesso p er t~e nzolo ( -i colle, JJetersen, vVagon, Ravaut, compli carsi chiedo11 0 eh ~ qual cl1e cosa si facJean elmc , Houloussi, Bel1dietY; il tartaro sticia. Ed allora bisogna sceglier e il rimedio. l1iato per iniez. encloY. (\ ,-iana , Carini, Makie, Possian10 escludere ]e appli cazioni di J)OlY eri , Cristoph er son , T.ruffi, ecc.) o in ur1g uento al di soluzioni o di pomate disinfettanti , l'uso di 2 % (Gabb·i, Basil e, Castellani , Andrews, ecc .); cau stici chin1ici e ~li interventi chirur gici , le i raggi X (Ea ton , \ 1igne e Prin goult, !Bisson , Ronconi, ecc.); 11 radium (Ti1npa no, Eferons i niezioni intran1u scolari di prep.::irati di bismu· to e le iniezioni endoven ose di tar taro stibiato, e R. Ll1en1ann ); la n eve ca rbonica (Mitch ell , JJer ch è di effetto d'u bbio o dol orosi e deturp anti Pospelo"~ , ecc.), la di~ t0rn10- coagul azion e (Boro di azione debole e molto lun ga. Sono, invedier , I-Iig un1en akif;, Monacelli); l 'atebrin a per ce, da prender e in considerazion e la diateriniez. locali (1Flarer ); ]o 5tib·i onal per iniez . lo111ocoagulazi0n e, le i11i ezioni locali di atebrina ca li (Timpan o). Le iniezioni loca Li di acido fenico· all ' 1 % o di stibional, la r or1tgenterapia e la r.adiurrtterapia. le avevo sperimentat e n el 1~9 11 con rist11 tati La dia terrrLocoagulaz ion e è una cura ef ficasoddisfa ce11ti (Co municazione a l Congr esso ce, nia non è p,sent e da fastidi e lascia cicatrici dt:Jla SocieLà di Medicina, Roma 19] 1) e qu ell e J.iÌÙ o n1 eno estese. Non è dn preferirsi nei di tartaro s.tibiat.o n el 1922 , con risultati mil)ol loni non ulcerali. gliori e più r>ronti (La Cultura l\ifedica ModerLe iniezioni loc.a!i di a tebrina si sono dtn a, n . 8-9, PalerrrJo i ;922). n1ostrate capaci di g uarire il bottone, ma n on Il radiun1 conlinciai ad ap plicarlo n el 1926 cQsì rapidan1ente cor11e le iniezioni di sti~i0(Policlinico, Sez. ~rat., 1926. Cor,1unicazione a 1 II Congresso di Medicina ed Igiene Colonia- ' n.al. Quando il potto!1 e n on è ulcerato, .l e inie·zioni locali di stibional deLern1inano la g uarile, Rorna, o'trLOb·re. 1929) còn risultati più ch e gione in pochi ,giorni scn z.a cicatrici ; quando lusinghieri. Eferos e Lh.emann diedero noti-• è ulcerato, acceler a no la fusione dei tessuti 1ia del 1° caso curato col radium nell 'otto·b re <le] 11929. Nel 1938 ,,olli sperirr1 entar·e, in oc- . infiltra ti, ma talora qualch e nido può sfuggire alla impregnazione e, con1unque, non si casione di una im1Jortante e11de mia di leishpuò evitar e la formazion e di u na larga e as~ai m a niosi ester11a in ])rovincia di Reggìo Calabria , le iniezioni locali di atebrina, secon do il 1nanifesta cicatrice. La r ont ge11ter apia è pure e fficace, n1a ocn·1etodo di Flarer e ripftere quelle, .anch e loDALLA

PRATICA

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<e IL POLICLINICO »

corrono pareccl1ie sedute e no11 è ap pli cabile fa cilmertte in tuLte le regioni. La radiumLerapia rapp resenta, a 1nio avviso , la cura ideale, percl1è si può a11plicare dovunqu e, non arreca a lcun fas tidio, n o11 lascia cicatrici se il botto11e non è ulcera to , lascia cicatrici p iane e 11or1 deturpanti se il bottone è ul cera to. Ma è una cura costosa. Quando al 11 Con·g resso di Medicina e Ig ier1.c Coloniale prese11Lai i primi 4- casi di botton e d 'Oriente curati col radium , il prof. Caslellani rile,rò gli ot1in1i ri sultati, ma ag·giu11se : l'unica obbiezion.e ch e si pos a fare è l 'elerato costo della cura. Infa Lti la r.adiun1-terapia è una cura costo&a e solo g·li Enti di Pub·b lica 1\ ssistenza , come l 'IstituLo Diag nostico di Ileggio Cala1'ria, pos~ono applicarla o gratuitamente o a prezzi n1olto ridotti. Qua11do si può ricorrere alle iniezioni di ateb·r ina o ·di stibional, è più economico qu1ef;.to rr1.etodo curati,ro. Yi sono regioni , co111 e dice\'O, dove non ·è possibile l 'applicazione di questo in etodo (orecchio, na:5o, labbra, ecc.) e allc)ra la cura rla preferire è qu ell.a col radium. Nella impossibilità di ricorrere alla cura del radium o dei raggi X, si può ricorrer e a una prudente diatermocoagulazione. 30 gennaio 194:0-XVIII,. 1

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(A NNO

.\1.\.11., Nul\r. 27 ]

zione lesa. dal l)U~ . Le lesioni do ,·ute allo streptoc0cco de' ono essere c.l renate, fi11 tantoch è le co11dizir.J11i fi ·icile dcl i)azionte non siano sicure, qu ell e dovute allo s ta [ilococco invece fino a ch e ' 'i ia dell'e.5 udato purulento. Nelle osteo111ieliti e n elle pio,a rlrosi .acute il trattamento 1)er e11Lrar11 be è la cor1l 1_1letu i 111 in ob·ilizzazio11e d·cll 'arto con 111edicazioni ~1011 frequenti p er <'vitar e la contar11in azio11e ~eco ndaria. Sovente do1)0 l' i111n1obilizz.azion e in apparecchio ge..,~ato la febbre ce·de rapida 1nenle. Nel tr.attarr1enlo ·delle le..,ioni J)UruJente e111a 1.oge·ne articolari gli AA. 11anno seg·uilo il rrtetodo di Orr ch e è qt1e]lo ch e dà i migliori risullali fun zion.ali a dis tnnza. A. DoRIGO. La terapia cruenta delle fratture inveterate del collo femorale.

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CASIS'fICA E TERAPIA. Infezioni da piogeni di origine ematogena delle ossa e delle articolazioni. F. Beeck111 ann-I. Sullivart (A n1i .. 01. Sarg. , ·vol . 1111, febbr.aio 1940) ull a ba ·e cli accurate o ~ 2rvazio11i c.IinicJ1e di di ver ~ i ti11i .. di le. ioni ' O$ teon1ie litich e credon o che qt1 a11do la morte avvjr,n e ~1ei c.a'&i <li infezioni erlla logcne ·i.a delle o~ a ch e delle a rt ~ cola z io11i , questa sia dovuta o alla &etlicen1ia o alla l) ÌCltti'} co111e esito di un a batteriemia, e non al le le.., ioni delle ossa e delle. articolu?.ioni. L'infez ion e en·ta togena do' ·11La allo sLre1Jtococco si co1l1po rla 5n n1odo diver so di quella dovuta allo sla filococco , com e si ·'ot1ò rileYare. ia dalla b·a llerie1n ia r b e d.alla lesion e locale, ed è perl~nt o OV\' Ì o .:}1.e bisogna se111pre .attentan1e11te ricono ce re 1'ag·ente etiolog·ico l)rin·1a di intr.aprender·e qual$i voglia tr.attarl1 en ttJ; bjsogn a inoìtre fare gran·de attenzio11e alle co11d1zioni gene rali dei 1)azienti affetti da ·Jsteon1ieliLi ern atoi.!lCJl e e, prin1a dell ' i11terve nto , è o pportuno ser\rirsi $ia di soluzjoni fisiologi ch e ch e g·lu rosa te si.a infine di l1 <-l Gfu ioni per ri l,' Ort.a re 1.org-ani. rn o all equilibrio 11 €-ce~~ari o. T...cl lP. ion e loca le 11on do'Vrà essr re aperta pri111a c:l1e n on f' i ·ia for·m ata una nel t..3 ca vi là a re suale e non si ~ia ritrovato del p1 u ~ scl1ieLto , ciò non o.. lar.t e i1elle ·p·i oart ro. i si d.e, e i11L.er venire sovent e 11rirl1a , allo ~CO L)Q rli dclcnd ere la cn p.. ula dell a articola1

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P. Del Torto (Soc. Napol. (; hirurgica, 20 dicer11bre 193·9) illust ra le due tende1n2e attuali dei traumalologi: 1) i11lerventisti inc.r uenti (J>osizion e e tr.atta111e11lo al la "\Vitl1 !n.a nn) e 2) c ruenti (ripo izione ed i11 cl1ioùa1ne·n to con e biodo di ~1t1itl1 Pctcrsc n o con ''ile a doppio pn: o di Pulli). llil'crisce inoltre su 1 0 teot orriia 1a 1n.ensola, r c.c.entcm cnle .i temat.a da J>utli. Il princip io s 11 cui si b·a a il n1etodo è quello di eliminare l 'a ngolo fra ) 'a e diafisttrio e la l'erpe11dicol.are di ca rico. Tale p1rinc ipio i rea lizza pralic.ando un ·osLeo tomia traSYCr ale alla ba e cJ el .g·ra11<le trocar1tere·, r'asente alla ri11•a di frattu ra, ch e ca de sul margine u periore del gra11cle I rocant er e. Il fra11111 tento dia fi5ario vier1e spint(J all 'i11te1·no, in ir1o·d o clte lo spe·ss.o re1 dell 'os o fornisca una i11 ensola di ap.pog·gio an c·I1e di frammento cefali co . L ' n PJJoggio, in Lal 1110<.10, si realizza ul1 as e ed og11i 1)0 sil>iliLà di ri alita del fram111ento diul'i a ria co l carico, 'iene preclusa . Inoltre, la l'or1r1.azione d el rallo, in co rrisponden za dell 'oslcoton1ia JJtovoc.a la fi s azion e o E-ea ancl1e della lJreccd c·n t.e ri111 a di frattura. Tei ca. i da lui 01J·erati , l'A. l1a oltenut o un otLimo risultato statico e fun zion ale. fil. 1

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Il trattamento c11irurgico delle scoliosi. Secondo P. Kemp·e'neers (5calr>el , 16 dic.eimb·r e 1939) il tratta111ento chirurgiro delle coli o...i v.a con ide1·ato sotto due punti di vista: 1) per m ezzo di un inte.n renfo a11chilosante, c11e si pl 0pone ·di solid.a rizzare i di,rersi elerr1enti dell' .as&e rachideo, dopo coTr·ezione dell 'inflcs ion e e della rotazione che condizionano la deformit2l. Varie tecniche sono state nresse in 01;>era a tale sco·p o, ·d irette ad uno od all 'altro degli elon1enti. Si dov·r.anno pe·r ò, 1n edia:r1t c ulteriori ·tudi , stabilire 'in modo più preciso le i11dicazio·n1 e veide1·e se è pos . ibile u11 interve.nto più precoce e tale da e\ itar"e la g·ibt>oisità ed i disturbii secon·d;ari. Tali I ecn i ch e an cl1ilosa11ti 11a11no dimo5t.rato tutto il loro valore ia peiJ· quanto riguar1

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SEZIONE PRATJ CA

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.da la te5sa deforrnilà, co111e i>ure per i .... 1t1- c1n . .dalla rolula. Tulle le aTll J)L1 laz ioni n ell 'ep ifisi sup. della Lib·ia 0110 1;essin1e. Contrar.i alonù seconda ri e lo l:\ Lato gene rale.; 2) l\ilediante inl e r,·e1n ti s ugli elem.enti di 1r1 enlc .a quello ch e ·- i è (allo 25 a n11i fa n o·n .a'Sirn111ietria, cl1e ot10 la ca u5a di u11 i111por- l:isogna affatto amputa re 11on in-1~)o rla do:·e e ta u te 11u111ero di ·colios i; es. i J1a11no lo co1)0 conser,1are a qualunqu e costo. L a n11)utaz1on e di applicare. Llna te rapia cau ale. e . di pe ~·111~t­ , m •iglior e di co eia è ·quell a n ella qu~ l e la, sQ.tere il raddrizzarr1e11to del1 a scol10•.1. I 1t11 g·l10- zione. dell os. o è posta al terzo 111ed10 dcl fera111 e11li della tecnica llcrn1etlera11no· di allarn·lore : la sezione non deve .arri,r.are al quarto rr« re le indicazio11i deg·li inlfrYenti sui corpi inferiore. I11 alt o non si de,re andare più in 1à ·~t· rle1brali, che so110 all ual1l~ ente di difficile dei 7-10 cn1 . dal bordo . u periore del g·rande 1ealizzuzio ne e cl1c con11)orta11 0 an cl1e dei pe- troca11tere·. Tecnica ope ratoria di ~ celt a : 111erico li t rop f)() grandi. fil. lodo· a dc1e lemb·i ineguali , l 'a11teriore I) ÌÙ lun~o del 1)osteriore. E ]a linea aspra deve esse re .Monconi utili e monconi inutilizzabili dell'arto s0ziona La obliquamente. RE ~DANDI . inferiore. TECNICA MEDICA. Le·ricl1 e ll. (L a L'resse 1ll éd ica·l e, fa se . 72, 1H39) dice cl1e dotJO la g·rand·e g·uerra vi fuSoluzione di emoglobina in sostituzione del san · rono itl r"'rancia 80 .000 a11tµul al i: il 16 % erague. Jl O ,· ta li ria.mputa li da 2 a .f. Yolle, il 31 % dei An1berson n el 1937 dimostrò cl1e l 'e111ogloi 1!011coni era stato ritoccato e per il solo arto bina di ciolta n on è Lossica p·er i verteb1rati se i11 feriorc il 50 % degli an1 vuta li si era dovuto è b en lib-erata dallo stroma ed h a la capacità i iope rare. Nella gr a11de i11aggioran za tutti que.di Lra porla~·e o · sige~ o e di ;manten e1:e la. pres~ I i rei11lervc t1li si crP110 do' uli com1>iere IJer ione osmotica colloidale. L en1oglob1na in sot:--ige nz e di protc:,i. A di ·tanza di 25 aI111i è lu zion e abb1a ndon a i ,-a i sanguigni pit1ttosto loCYico quindi riv ed e:r e le ragio ni di qiue to e rapida mente e pa sa _n ella li? fa. e n elle ':1ri?e, lt:> • 1 1rar11e in eO'namenlo , proprio ora e 1e 11uo a Ri de.po ita n elle celJul e rel1col.o-endotel1.al1 e 111 c·nte Ja ~uerra fa a ttua li qu e Li 1Jrob•l emi. rton può perciò n1anten ere in vita u1~ an11nale '"·o µr~atut lo t)abbandonare i Les ti di nledicin.a J)er più di 36 ore do r!o l 'aspo rtazioI1e totale del o peratoria i quali sen za ten er to nto d elle e isang·ue. gt11ze della p role i , in egnano d ei m etodi di Cionostante L. O' Sha11111L111essy, II. E. l\rf a$<31111J,utazione difficili ul c::tdavere c]1e l 'es,pe- ~ell e D. Slon1e ('Tlie Lancet, 1'8 n ove11 tbre ri•enza i1111)edisce di JJraticare ul vi,'e11le. È 1039) ritengono ch e le olu zioni di en1oglobina uHa as urdità ch e d e,·e finire I Di fronte alla poss~ n o avere notevole in1porta nza . nella i1ecessità di a111 puiare un arto con vien e o'"'- Lec·n ica delle trasfusioni in aLte·8a ch e SI perfeervarc il i)ri1110 sco po, ch e è di salva re la vita zioni il n1etod o di conservazion e di san gue del 111alato: c'\·itarc ogni e11torrag ia con una totale. Gli AA. h a11no pot.u to conse rvare la e ntos la ·i µerfetta, i Lrauntali riti n ervosi fa- ... e·n ibilità di un arto isolato dalla sua sorf·end o il b·locco ane Letico dei .gros i lroncl1i gente sa11QUi crn a per varie ore mediante per~ · 11 e rv o~ i che si devo rio tagliare, le infezioni, lafu ion e din soluzio11e al 5 % en1og ] ob.ina-l)llil sciando a1npiamcnle ape rto il moncone . Se- ger e colla :... tossa sol uzio·n e.. c~n er,:a1:ono ~e co11do sCO fJO : ·p·e rcll è il I11 onco ne sia utilizza- fun zioni più eleva te cerebral1 d1 ca.111 e ?'att1 . bile ·e po· a er virc l)Cr ca111n1inar e, bi ogna Essi i servirono di qu esta solu z.1one In -! cl1e una vo·l ta cicatrizzato n on . ia doloroso e rnalati . Due erano casi di car cinoma del co~l o s i pos... a a:;J)li care la prote... i : per qu·esto ad evi- 11t crino, u11 alt·ro un n1alato di Ieucen1ia m1 ellare u11a cicatrice ossia un neuroma d'amputa- loide cror1ica, e il quarto u11 cancro del r.ett~. zione doloroso con ,·ien·e seco ndo 1'A. iI1iettare Questi pochi casi sono uffi ci~nli ,per indi1 ] -2 cc . ùi alcool a ... oluto p ri111a di tagliar e il care cl1e la .:oluzio11e di en1oglobLna © ben toJiter,·o. Ter zo : l)e rch è il mon cone .. ia u tilizzab il0 lera,ta an c;l1e n cgìi uor11ir1i , il ch e è t1til e a. s.arii ogna in oltre . che abbia la lun ghezza ch e r)ersi tenendo conto del fatto ch e la oluz1oi:i-e conviene J)er a ~) !)li c a r e J.a protesi. Abbando·n ar e di emoglobina si conser va ·per un tempo più deci a111ente la disa rticolazio·n e di CJ1op.a rt , lt1ngo del sangue totale.) . . . L. qt1ella di Pirogo ff r1elle ol to-astragalicl1e abbandonare. le così dette f'edi di clezio·n c, le di~a rtj c olaz ioni del g inocchio, qu ell a di G·ritti. POSTA DEGLI ABBONATI Att ener, i, a qu.a nto segue : I ) ~e si impone il sa- Lo tee 11 ioa d'ella r ea1Zi o n e di Id e. Al ~ot.~ . G. crifico d el })iede, a l ·di là dell 'interlinea di Li· Ga lli , da r\ncor1a ed al do tl. E. F1let1. da s fran c, la migliore delle a111Jlt1tazioni è qu·ell a J\1i Iano. di Syn1c; 2) Quando non è po·s ibile salvare un Trattasi di una rc.azion e cl1e ,-a eseguita c?n lemb·o ' rcrso il tall one, la n1i rtli or e dell e aTn11t1lazioni è qt1e11a c11e si fa .a ll n l}arte· inferi or e tlJlO scrt11;.o]o quasi pedan i·esc~ se se 1~ e. ·vogf10del terzo m edio , con sezione obliqua d ella cre- 11 0 otte11ere dci ris.ultati su cui fare a {f1~ai:ien­ s ta tibiale e sezione più a l t~ del i)cron e; ~e to, ba. . tan clo 111i11i111i e.rrori pe r~ faL are. I r1sl.1lrton è 110 ~ibile qu es to, tenrr~ i n non filt1 d i 8 tn1i . È i11 0Ilre n ecessario usare il 111a ler1ale (\ e1

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fL P OLI CLTXJCO

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lrj "P-O!'ta-opgetli , pi1Jelte, ecc.) appo&itamente co"'tru1to. ' R ectç1enti. Oltre all 'antigen e di Ide occorre la soluzione di cloruro di sodio al · 3. 0/o (p er diluire il sangue) ed 1111a al 2,5 cy0 µer ·diluire l 'antigene. l\1aterial.i. Pip·el.le gradu.a te .a ll '1 %; altre che cle,-ono dare gocce equivalenti a eme . 0,05 (11er l<.l soluzione &'llina al 3 %) ed altre da gocce da c1r1c. 0,03 (per sangue e per antigene diluito). Provetline con1uni, po1ta- o~g·ctti e cellette, n1icrosco,p io (basLa110 50 diametri). J~ eazioriei su.l sa.ngue inlero. Prelevare il sangue (1Juntura ·dcl dito o del lobulo· dell'orecc}1jo), ir1 quantità di .cn1c. 0,03 (evitare la pri- · 111a g·occiu), d1a n1ettersi st1b1ito, nella celletta del poTta-oggetti special e·. In ·essa si lascia cadere poi su bilo una goccia -della soluzio1le di NaCl a l 3 1.}~ . Rimescola re i du e lic:ruidi, con l'angolo di t1n t>O tta-oggetti , in n1odo· <la ottener e una perfetta m escolanza e la dislonsione del liquid o su L11tt.a la celletta . Aggiung·ere un~ goccia ( ·= cn1c. O, 03) dell1a11 l ige11e clilnito (\'ed. so tto) e co prire ron un co1)ri-ogigetti. Agit.a re per 3'-5 n1inuti il portaog-g etli con Ja celletta , m ed iante delic.a ti movi111cnti antero·-postcriori e laterali del ,,etrino . lesso, j11 inodo da i111 •orimer-e u11a so rta di n10 ,·i111'e11 Lo ,-ortj coso. . ~ ettizr0, dei risult~.ti: 1) Reaz. fort e111cn te tJ0 ~~11 ra;. g1a. ad occl110 nudo s.i Yeclo 110 compai:1re 1)'1ccol1 granuli azzurri, cl1e si Tiuniscono for111ai1do piccoli a1ntnassi; 2) Reaz. di 111edia ii1 ten. ilà : i gr~1nuli si devono soltanto {l 11 'esa111c i11icrosco1)ico, a 50 diarn. ; 3) Reaz. leggern1en te 1)OS-iti va o d ub.biia; piccole parti ccl] e. az1nr1 0 ' rit:.il1ili al microscopio sp ecialm ente alla plirte 11eriferica ; 4) Reaz. n eg.ati,ra : si vede salta r11 o il rosso del sangue diluito. ' ii j}O -ono essere eyenLualn·t·3nte dei co rpi -e~tr{lnei colorati in ,a zzurro n el can1po 111icrosco1)ico , ell e i1erò apip.aiono di forma e grandEzzn ' 'ariabili, mentTe le particell e ti1Jiich e ~·110 ab bastan za unifor111i eù uniform e1nente dislri bu ite. Rea'zione si1l siero di so;nou,e, liqu or e liqiiido rii vescicola. Si -e segu e all o si.esso niodo, se11za rierò l ' aa~·it1nta de11a sol11zio11e di NaCJ al 3 o/o i)c r la diluizione. Per· la diluìzione d ell'a nti gen e, se n e preleYnno con una l)i pettu al 1/ l 00 cn1c. O, 2, ch e ~i Jftet I 0 no in una provettina , aggiungendovi cn1c. O, 6 cli sol. di Na Cl al 2, 5 °/o ; si agita en er 0o·ica11"iente peT 20-30 volte, in n1odo da otte n ere l1n a n1escolanza completa dei. due liquidi; il colore ri$ultant,e è azz11rro chiaro·. L ' o~ ~ervazion c e l.~ lettura d'ei ris.ulta1 i \ anno cffet l11ate entro 15 minuti: l 'a11tig-en e va usato c11tro 30 minu I i dalla sua di111izione. In caso di discordanza co•n la ~Tas~e r111ann il sang11e int ero clTe fo•sse s1ato l)rcl ev.ato i~ ltna certa qua111 i1 à e ronservato, va de fibrl.nato l)er agitazion e e .scaldato a :S-t- 0 -56'-' per· 20 n1i..

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n uli, a bag·110-1naria ; lo ~ te~::,o riscalda1ne11to· 'a usato peT il siero. Per 1nag·,giori J.Jilrli co Jari e per la p1rep,~razio-· lle dell'a11Li·g·e11c, cfr. 'obei Ide e Tamao "Id-e, J( lin. Ti' schr. , 17 luglio 1935 e F. 'F errajoli in ii1 Giorri. dì n1ed. rn.ilit., g e1111aio e febb1 r aio. ] H40. R. IF ILiljPINI.

VARIA

L'utilizzazione delle conoscenze veterinarie nel campo ostetrico·ginecologico. • (). ·via11a (IJa Clinica1 ostetrica, maggio 1940) ri ct1ia111a )'a Ltenzione llll 'u Lilità clic potrebbe 1 ~o rt.are la Gonoscen za di niolte n oz ioni di i)alolog·ia ,-eLeri11aria ai p,r obl eimi di medicina u111a1ìa. Per c8e1111)io. i11 cru e, li ten1iJi di assilla11te riroble11ta dc111ografi co , n oi trovian10 n10]1 0. ele\ h l.a la proporzioJ1e di 10-12 n1ntrimoni infecon cli Sll 100 e ci $fOri'i a rno di ri(lt1r]a con 1.t1tti i n1ezzi a n os.lra cl ispo~ i z ion e, ch0 , i in11)erniano 11ei centri di 5-Ludio P cli curn della sterilità. F.l)bcne , e sser' iam o ana11to a"' icrle n elle bo' i11e e vedi ~11110 cl1e l)ropo1~zione della steri1i I ~l \ ii r;ag·gil1nge a nr l le il 25 '1~ - E Pl)Ur{l , non . ' . .. . .. . 1 l)llO 11e n ~are ·1n qt1 r. 11 rasi ~ rr , t11z1on e , 10 lo11taria cl!'lla feco11clilà , cl1 c llnzi l 'all evatore Yt1ol faYorire i11 lutti i t11ocli. Se ne cleYe, p er ta11t.o, dedurre ch e in natura vi sono de1le conclj zioni a ie11i dobbian1 0 fino ad un certo p·u nto l'H $SeP'narci e che ct11es lo della sterilità è lln fer1on1~no ch e co]pi$CC, entr o rerti limiti , tl1tte le 'il)C ei e . Lo ste~so . . i ,·erifica 11c r l '<1bo rlo, a prorposito clcl quale l'A. 11011 conclivicl o le i d'ee di moJti . lill a freq11 en za in1 prc s~ iona11te di quello doloso e non ~rce lla cert,.. cifre, ch e ' 'en,gono clate . e11za un fon cla111ent o . ict1ro e senza alrt111 con· troll o rigoroso. È $C n1 prc nel](l bovine cl1 e $i o ~ f.e r,Ta con llna freq11enza notevole l'aborto, n: entre sono da esclud ere le male arti ch e l) tlò ll$are l 'uomo , con1 e pl1re il sempre tanto incrin1ina1o gonococco o le spirocl1ete. Un conf 1011 to con la 11a tolo~ia rli nltre <;peci e .animali 11otreb.b.P ql1indi contrib11ire .a chiarire J11olte iclPe (}Plla patologia nm.1r1a e fornire for se anr 11 r d ellf' ar1ni profilattiche utili. ~on si può cl1e l)iena111enìe so ltoscriYere alle id ee dell 'A., auspicando l1na stretta collaborazio11ei fra le d1Je pal olog,ie, ianto f}ÌÙ in èonsiclcrniio11 e rlei notevoli <1l)porti del] a \reterinarin· 11ella b io·l ogia g·en eralc o quindi n ella patolo-. ·gia t1111n1l.a. A prop o~ito dell'.aborto, non mi ~crnbra SL·11za ri]i ev~ l' ossorvarr:i che una delle · cn t1 ~e l) ÌÙ fr eq·ue11t i tlell 'aborto i1ell c boYine. è· da ta dal Tricliomonas 1Jaginalis., che in i1atol0gia lì111nna è co n ~i,:l c ra to come un osrpite non n1 olto dannoso cl1e d rterminfl .al più d elJ e lr11ro rree l)jù o meno ost inatc. Forse delle indng·ini fatt e tene·n do 11'r cse11te1 un tale fatto pofil . l r e})b ero ri sultare fr11 Ltt1ose.

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SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PR.OFESSIONALE. MEDICINA SOCIALE Assistenza ai mietitori.

L ·azion e assi st enziale alluata e l)O len ziala dalIn Co11federazion e Fa cis ta dei Lavoratori deJ1·_\ gri rollura a favor e clei 111ietitori, lroYa ri allo 11e i cgu c11Li significa liYi dati: ·0110 st a li i liluiti 11clle J) ÌÙ imporlan li zone di l.ransito 506 posti di ·controllo, mislarhe11 lo, ricovero e ristoro cl1e affj onC'a110 ccl inlegrano validamente l 'opera svolta cl a lle cc Casse d cl mie titore » ; s,on.o lati i111pia11 t ati 1 8 art1bula lori e posti cli assiste11za anitaria; 0110 la ti distribuiti ,, cl 'accordo con l a F eclerazione Ca se ~Iuluc Jnforlu11i, 400.000 ca1)1)elli di p aglia e, a titolo di espcrin1e11lo, occhiali prolelliYi di u1t 11u0Yo tipo; tutte le sq11adre, dire lte da 111ila J)rin1i 1uic litori, ono state proYvist e di ca ... e tl <\ di pro11lo . occor so e di p accl1e lti di m edicazione rcl è st a la co11cessa a tut li i iniclilori , ~P11za alcun o n er e da parte loro, una polizza assi c ura li va ulla Yita per i c_asi 11on inde11nizzabili a norma deJla legge s11ll 'assict1razione co11lro gli infortuni.

CONCORSI. Posti vacanti. F1uME. Ospedale civ ile di S. St ef ano. - Primario m edico e primario d ern1osifilopat. ; sono esclus i i celibi; stip. annuo L . 7000 e 4 quadrienni di L. 1000; indenn . serY. att. L . 2000 ; età limile 45 a.; scad. ore dodici del 15 luglio. C hiarimenti dalla segreteria. Ro)r \. !Ylinist ero dell '.4.frica Ital iana . - Co11 decrc lo i.11 d a la 15 giugno 1940-~''III , l 'Eccclle11za il Prc fet lo di Mis urala 11a prorogalo il ler1ni11e utile })e r la prcscntazjo11c d elle ·clo1nande di 1)arlec i11azio ne a] con cor so }Jer l e cq ndolte ineclich e va<:anli di: Garibaldi, Zlilc11 , Gaser .. Kiar-Corr adini , ·r azzoli e Marco11i, di cui al ba11do cl el con cor so 14 aprile 1940-XVIII, al 31 agosto 1940~XVIII . Ro~rA. Consorzio Provincia l e A rit i'tube r cola r e -

J11 esecu zi o11e di dispos izio11i superiori, è so peso, fi110 a nuovo ordine, il Co11 co r so per un J)Os lo <li ·Direttore 1San ilario del Consorzio e Dire llore del Di ~ pen sario Provin ciale i)ubblicato con scadenza 31 agosto 1940-XVIII. Diretlor c dell '0spedalc p sichiatrico prov.; titoli scientifjci e prati~i; scad. 20 luglio , ore 18; slip. annuo L. 15.000 au1ncntabili; ind ènn. serv. att. L. 4500; alloggio ccc. Età limite 50 a. al 10 mag. Rivolgersi all a segr e lcria general e dell 'Amministr . Prov. UDI NE.

A niministraz. Prov. -

Osp,edali Civil'i Riuniti. Prim ario d ern1osifilog·r afo; ti loli ed esan1i; età limit e 45 a.

VeNmzr.\.

al 3 g iugno ; assegno annuo L . 6000; p er centuali. Scadenza, ore diciassette del 3 settembre. Chieder e copia d el bando (Il bando prececlente, ch e era stato prorogalo, vic11e r evoca lo). Rivolger ... i all 'Uf ficio di Protocollo. J

NOMINE PROMOZIONI ED ON.ORIFICENZE Il dott . Alberto Magg i è nominato presidente della Società di m edicina interna di Buenos Aires. · Il prof Nica11or Palcios Cos la è nominato decano della Facollà di Scienze m edich e di Buenos _l\ires. · •

La Reale Accademia d 'I lalia, su propost a della Classe di Sci enze fisich e, 1natémalicl1e e naturali , ha deliberato ·di assegnare un premio p er il 1940 al prof. Francesco .Bellelli e al dott. Mario Musella.

.NOTIZIE 'DIVERSE Congressi e convegni • 1

ell 'aula dell 'I Lituto di clinica m edica gen erale d ella R. Universilà di lVIilano, con la 1)arte.cipazione di m edici, anatomici, fi siolog i e patolog i clic s'interessano a questioni ch e hanno rig uardo alla fisiopato·l ogia ed alla clinica \dell 'apparato circolatorio, si è svolta l a quinta riunione del g rup1Jo cardiologico ilaliano. Il prof. Camillo Colombi di Milan ò ha svolto un 'interessante e lucida relazione s u cc L 'extrasis lqlia n ella . d ottrina e n ella pratica », portando, oltre l 'esperienza di una vasta casistica c linica, preziosi contributi sperimen Lali.

L '80 Congresso d ell 'Associazion e m edica p an an1ericana è i11detto p er la m et à d el 1941 a Buenos .t\ ires, sotto la presiclen za del prof. José Aree . Co1nprenderà 24 Sezioni. I congressi anteriori si riunirono ad Avan a, Panama,, lVIessico città, Dall as (Texas), Piccol e Antille, Rio de J an eiro - Sa11 Paolo, Avana (per la 2a volta).

Onoranze al prof. Baldoni. '

Ne lla Sala Mussolini del! ' Aien eo barese, so110 s tate tributate al prof. Baldoni affettuose onor an ze in occasione del st10 giubileo accad emico . Parlò primo il pro!. Sangior g i, fiduciario del' l 'A.F. S. S., il quale n el ine ller e in rilievo l a poliedrica oper a d el! 'illustre docente, a servizio -d el1'Università e fin dalla fondazione, ·h a salutato nel prof. Baldoni l 'anton omasico presidente arnalgamator e di animi, alla cui inst an cabile fatica di tre lustri si d evono il prestigio ed il potenziamento della facol tà. medica d ell 'Università adriatica. Il prof. Liaci, aiuto d ell 'Is litu lo di farmacoloe lo s tudente Bianchi hanno testimoniato o<Yia . ·all ' jnsigne Maestro l a loro gr a lilucline p er l 'amorevolc assistenza ricevu ta da lui. Il r ettore, })I'Of. P et.r occlli , ha ringraziato il prof. Baldoni, suo collabor atore d ire tto 11 el governo dell 'Università ' esaltandone l 'alto sen so .del. doYere nel disimpeg no delle d eJicate mans1on1. Ha rispos to il fes teggiato rievocando le tappe a censionali della giovan e g·loriosa Univer sità pugliese e auspicandole ulteriori im111ar1cabili n1è te come n e clàn11.o sicuro affidamento il valo re degli inseg·nan.ti e l o spirit o goliardico ch e anima l a g ioventù univer sitaria pugliese. ze all'insig n e Maes tro si so110 concreLe onoran • t ale con l a costituzion e di una cc Fondazio11e » a •

,


1192

cc IL P OLICLJ.NJCO »

fa vor e d egli stude11 li i11e dici ·e farn1acis lj ch e, oltre a b e11en1er e11ze di s tudio e di n1erilo, din1ostrer a11no p ec jal e Yer sa tilità r1egli s l ud i d ella f arma. colog ia .

Notizie sanitarie dl guerra . . Il Duce, dura11t e 'la su a r ecent e visita alle truppe .ch e 11 a11no oper ato sul fronte o ccjde11lale si è

w

r ecato, 11ella seconda g iornata, al Centro osp edaliero di Sa n G iova1111i e d a ll 'Osp ecl aJ.e n1ilitare cli Torino, e vi h a co1npiuto due accurale visite, accollo ovu11que cl a i11a11ifes lazioni èli en ·t usi asmo e di rico·11osce11za. Nell 'Osp ecl al e n1ilitare er a an .ch e u11 g ru1Jpo di feriti fran cesi , i quali lo salu1a rono ron1an.arn e111e . Com1)lessivamente il Dt1ce ,ha v i sitato 400 feriti. Egli h a voluto esamin ar e a11ch e il p ac.co ti1)0, offerto ai feriti in transito O·d i11 sos ta a T6ri110 dal F ascio fem111i11ile. A Sa11 R e1n o il Duce ha visita t o i 120 ferit i rico,·er ati n ell 'osp eclale , .ittorio Em a nuele, ove è rimas lo c irca un.'or a . . All ' Os p ed ale i11ililar e ci el Celio i11 Ro111a son o · g iu11ti , a due rip,r ese, 11un1er osi f eriti d al fronie occidental e . Ad essi soilO tat e d estu1a te otto sale d e] Celio , cui si è ag·giunto un 'aula ceduta d all 'adiace11 te I sti luto d ell 'Ad cl olorat a.

La Regi11a In1p era lrice si è r ecat a a visi lar e, i11 Ro1na, la i11a ler11i l~ d el P oliclini co , ricevuta dal

.

\

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direttore sanitario d el Policliriico s·tesso e d a l dir e ttor e cl ella C1i11ica ost etrico -ginecologica prof . Gaifami . Inoltre , dura11 le il mese di g iug n o, l a R egin a Imperatrice si è p iù volle r ecat a a visjtare g-lì apprest a1nenti diSJ)OSti i1ella Capitale 11el campo ospitaliero e d el pron lo soccorso i11 r e] azjon e con lo stato di g u erra . L 'Au g u st a So ,,r a11a 11a onorat o d ella Sua presen za la Cli11ica Orlop ed i.ca d e lla Università diretta d al prof . Dalla Ved ovà, l'Asilo SaYoia p er l 'irifa11zia a bba11donat a, l 'l s lilu1o <( l~egin a Ele11 a n p er e11cefalitici. l a Scu ola p er u1fe rmier e al P oliclinico , l 'Ospizio dei vecchi d elle Piccole · Suore .dei poveri a S. Pietro in Vin coli. I feriti d el Celio so110 st a ti a lungo ,.ii sitati d alla Regi11a. Impera lrice, ch e si è intra t1 e11uta tra essi. Gli stude11ti orie11lali os piti d elle U11iver si'ià ita liane 11an110 ri,-ollo al minis tro Cia n o u11. vi, hran le n1essaggio,. in c ui esprin10110 l a loro g r atitucline al Duce ed al Governo F ascis·t a, p er esser e s lali lasciati liberi co1n e citt adi11i di P aesi ar11ic i e p er la g·enerosa concession e d ei m ezzi lì.ecessari a vivere deg11amente ed a co11 tinuar e gli s lucli. in trapre i in It alia, per la qu ale nu lrirono e n,utrono sentim e11ti di g r atiludin e e cli am111ira zione; · fa1111 0 voti per la r ealizznzion e d el suo <l€s1ino imperiale .

Azioni giudiziarie. 111 un 'azie11d a d egli .S la li U niti t1n impieg·ato, p er scoprire un errore })rod ottosi n -e i ruoli-pag a, lavorò p er 23 o r e co11 secutive : c iò accadeva ver so la fi11e di lug lio 1934, con te mpo ca1cli ssimo (l a temper atura ambiente si a g g irava · in'l ornò a 310 C.) . Ap p en a scoperto l 'errore,. il povero impiegato si accasciò, rno-r to . Non si praticò l 'autopsia. Si è svolt a una lu11g a azione g iudiziaria , intent a t a d a 11 a ve dova, c h e r ecl amava l 'inde nnizzo per

[_.\NNO Xl.. VII,

N Ul\{.

27]

111orte sul laYoro ed a cau sa <l el lavoro. TI pro-· cesso è g il1nto alla Gorle suprema d ella P ennsylvanja, ch e ha g iudica to i11. base a c inque p erizie 111e-cli.ch e ,. cl clle qua li qua ttro escl11d ev ano, i11 modo assoluto , ch e un l avoro m ental e eccessivo possé1 produrre la morte, 111entre la quinta ammetteva cl1e possa co stituire u11 a .cau sa con comit ante . L a corte, correggendo due g iudizi preced enti, ha stabilito ch e alla ved oYa n o11 con1p c le l 'i11dennizzo .

Un po' dovuuq11e. L 'Associazione Me~lica Trj es tin a si è adun ata il 29 n1arzo,. il 19 aprjlc , il 3, il 17 e il 31 m aggio e il 7 g iug n o, sotto l.~ preside11za d el prof .. ~ . Galli . 80110 s lati di sser e11t1 : M . L a p e1111 a; L . Ur1z10 (corr1m e1no r az . d el se11. E. Mar agli a110); F . Do11i11i ; M. Car za ve lta ; G . Os, ·a lcl ella; B. Cortico e G . Pier g ttidi. l;a Socie tà cli scie11zc 111edich e di Co11egliano. e Villorio si è a dt111 a ta j} 27 é\J)rile, sotto l a pre side n za d el d oll. Bar o11j, assis lito d al segr etario dolt . P . F abri s . H a1ln-0 fai lo com unicazioni i soc i: Proco}Jio , F e d er zoli , Fabris, Bor tolo lti. « La R ifor111n 'Medica » hu cleclj ca lo u11 fascicolo d oppio (n . 19-20, ii1 d a1a 11-18 nl ag:g~o) alla . ine~

dic i11 a colo11iale . Esso co11tie11e d od1c1 co1l tr1but1 orig i11ali. Segn a lia1no u11 a 11ot a cli I . J acon o, M. G ia qui11to l\llira e G. Bt1cco co11.ccrn cnt~ un a l.arva. ema lof aga, possi])ile ve1tricc di mal a lt1e; vari la vori ri n-uarda r10 inal nllie Lro1)i('ali osser va te n el l'lmpe~: Je ishma11iosi, lcpt~SJ)irosi, cas_te1lanosi (n1aJa tlia d el son110), clern:o t1fo, c?lpo rl1 . co.lore, p eudo micosi d el Cas tell a111, u11a ~ 1ndrom e d1 c.l e pressio11e indiYi~lu at ~ d a Cas.tell ~ nl ecc;; ~· Je~ace d esc riv~ l 'oro·a111zzaz1011e sa111tar1a n .e ll lm))ero , U . Masu cci des~rive il J)a{lig lion c sani la ri o alla M_o stra a'Oltrem a r e. Il fascjcol o è copiosan1e11te illustrato.

·

I 11n . 23 e 24 (7 e 15 g jug n o), 19401 <lell~ cc Schweizeriscl1e ined . \ i\ì ocl1e11s. n son.o d edica l1 al prof. L.ouis ~1ic haucl , cJj11ico 111e dico di Losa1111a i11 o.ccasionc 'fl el su o 60° compleanno (t giug n~) ; essi so110 riccl1i cli l avo ri orig i11ali.

'

Il Con siglio fed er al e sYizzer o, i1eJla .sed11ta d e! 14 m a_g gio, h a (l elibe r at o c h e i g~ve~n1 ca.n·!o nal1 so110 a utorizza li a i11lrod11r r e, 11e1 r1 sp ett1v1 t er ritori, la va cci11 azion e ol.l))ligat oria co11lro il Ya iol o . . Il J)r of . E 11rico Mor elli , dire t lor e .cl ell 'Istitu lo cc Carlo Forla11i11i )) di Ro1na, h a t e 11ulo a Lug a110 ed a Losa11n a d elle con fe re 11ze n elle quali h n m esso i11 rilievo qua11 to si è f atto e si v a f acendo in Italia per l a l o lla contro ]a l1Jber c0Josi. Presso il Con1i1 a lo 1ni] a11e$e d ella cc Dante Ali L g·11ieri n il prof. P. Picci11i11i si è fatto promot or e ed inizia lor e <li una so ttoscrizion e nazionale J)er la cr ea zione cli u1i. 'Univer sit à italia11a in Corsica ch e sar à, in co11for1nilà d ello storico testa m ento di P asquale 1P aoli , jl primo f ar o lumi11oso d ella italianità d ell 'isol a ritorna La in seno alla l\IIadre P atri a. A Torino 1'organizzazio11c <li un cen t ro p er il trat tam e nto d ei p os tu m i d ella p ar alisi infa11tile è stata affidà t a all 'Is tituto Regin a Maria Adelaide . ch e pur ricoverancl o g ià abitu a] m en le i po1iomie-


[ANNO

l~ lici,

XL, -11,.

NUì\I.

27 ]

SEZIONE PRATICA

. prov~ed.uto all 'attrez~att1ra

ha ·cli un apposito , 11u0Yo 1)ad1gl1one capace d1 oltre 30 p osti· alla direzione è sta to prepos to il prof. Fu sari. ' A Cesan o Boscone (Milano), n ell 'Os1)izio della Sacr a Fa111iglia, ove trova1:JO asilo g·li incurabili, è st ato in augur ato un nuovo padiglione dedicato al i1omc della Beata Capita11io . Il francescano Padre Pietro Gh ezzi, direttor e de11 '111fermeria dei Padri Francescani di Fiesole ha progettat a la costruzione di u11 san atorio eh~ raccolga i tubercolotici delle campagne t oscan e ne coltivi il sc11ti1nento rurale, n e elevi il li~ello morale e cullurale e li abitui ad adeguati lavori agricoli. Si sono costituiti u11 Comitato promotore, presieduto dal march ese Attinori, e un Con1itato esecutivo; è in via di costituzion e un Com itat o r eg io11ale lombardo. Per inforinazini rivlger si al dott. Giova11 ni Andreoni, direl lo re de « L 'Italia Medica >>. Nella SloYacchia si compiono realizzazi oni sanitarie secondo clirettive tedesch e. Al prin10 piano è la lot ta contro la tubercolosi; a tale scopo si prà tica110 esami roe11 LgP11ologici sistema Lici secondo il sis te1na Holfelder . ' La Lega delle Case cli salt1 le di Berli110-Brandemburgo-Pomerania aveva aperto un a casa di salute JJer la tubercolosi degli occhi, a Mtincheberg; l 'jsti tuto, c h e dipen cle dalla Cli11 ira oftnlmologica dell 'Univer jtà, è stato talmente frequen tato, ch e or a n e è il1 })roge"lto l 'ingrandi1nenlo. A Buenos Aires il 30 aprile, n ell 'ospedale. Dura nd, ven.n e i11augur a lo l 'I s tituto municipale (l i urologia. Edifizio e is tallazion e son o slati clonati <1~1 ig. R . P. Per acca, in men1oria d el sig . B. B. Villanueva, al .cui nome I 'Is tituto sar à i11 ti Lola lo . La spesa complessiva ·ammonta a 600.000 pesos (2 milioni e mezzo di lire it. ). In confor1nilà ad un 'ordinanza del Mini · tro del] 'educazione clel Reich , in avve11 ire gli s tudenti degli istituti superiori, prima di sosten er e gli esami ai abilitazione all 'es·e rci zio }Jrofessionale, rlevono essere sottoposli ad t1n. esarrie sulle attiturlini, sulla preparazioi1e morale e s ul carattere. 11 nuovo ordinamento .d egli studi m edici in Germania prevede l 'o·b bligatorietà clelll 'insegna ... mento d elle malattie del lavoro. ?cr provvedere a tale studio , il « Reich sarbeitsblatt » h a pubblicat o una monografia sulle malattie del lavoro e la Co11feder azione d ei medici statali del l avoro h a rielab orato una serie di articoli sulle sin gole mala ttie d a lavoro, e le h a pubblicate riel cc Reichsgest1nòh eitsbatt )) (n. 2'4) . Un 'inchiesta conclotta da ll 'Ufiicio cen lrale d 'igien e cli Washin gton ha accertato ~h~ il 401% della p~polazione degli 1St a ti . Uniti prati.ca un. regim·.: alim entare erroneo, non a cau sa d e] disagio econo1nico inerente alla disoccupazione, ma allo scopo di. evitare l 'ingrassamento o di otte11ere il dimagramento. Si ridt1cono al min.i mo i pasti e si aboli scono o quasi le carni , i legumi, i far'inacei, il latte,. i latticini , mentre si fa largo u so di prodotti dimagr a11tì. La r esisten za organ1ca contro I~ malattie si riduce.

1193

In Argen.t in a la. tuber colosi tiene il primo posto t;ra le cau.se d1 morte. A Buenos Aires segna 21,45 %; al secon-d o posto viene il cancro con 15.,07 %. ' . Se~uei:id o l 'esen1pi.o dell 'lta~i a e della Ger1nania;. il. Giappone h a del(berato cl1 sovve11ire le famig lie numerose; il Ministro g iapponese del beness~~e h~ stan~i a_lo .100.000 ye11 per le famiglie coi1 p1u. d1 l~ f1gl1 ; inoltre è in preparazio11 e l 'i stituzione d1 posti di studio gratuiti. . Il prof. R . Pfeiffer, il più vecchio degli allievi di Koch , h a compiuto il su o 60o anno di dottorato il 12 g iug·no; conta ora 82 anni. Il 1° . n:aggio i è chiuso a Forlì un processo per d el1tt1 contro la maternità. La principale imp uta la, cert a Elvira Marchi da Bolog·na, è s tata condannata a 10 ai1n i di reclusione e 2 anni di libert à vigila la, altri 13 imputati sono stati coilclann ati a p en e variabili d a 1 a 3 anni di r eclus~on~; .gli altri is i1nputati, compresi due profess1on1st1 J so11 0 s tati assolti per insufficienza di prove. Dem1ì10 già nolizi·a di un mug·naio di Suniglia (Cuneo) , processato p er aver miscelato a farina di fru1!1ento a.e tinata alla . panificazion'e, polvere p~ove111en.t e dalla « rizza » cli paline cc dura n, fornita da un bottonificio di Fossano; or a il Tribun ale h a conda1111a·to l 'imputato ad u11a mite pena: 8 n1esi di reclusion-e, 800 lire di multa e 2 mesi cli sospensione dal} 'esercizio dell 'industria. Ricordiamo l'lateressaate pubbllcazloae: Prof. UBERTO ARCANCELI

Primario Emerito degli Ospedali di Roma

Clinica della sifilide ereditaria nelle varie età della vita e nelle successive generazioni Ne nportiamo l'indice sistematico: Cap. I. Eredolue microbica e distrofica. - Cap. Il. Come si tra~mette per eredità la lue. - Cap. Ili. Caratteri ge".lerali delle sindrof!li da eredolue. - Cap. IV. Criteri per la diagnosi d i eredolue - Cap. V. Stigmate frequenti dell' eredolue. - Cap. VI. Pelle ed appendici cutanee nell' eredolue. - Cap. VII. Organi dei sensi. - Cap. VIII. Malattie nervose e me~tali da ercdolue. - Cap. IX . Anomalie psichiche, delinquenza e qualità geniali. - Cap. X. Isteria, neurastenia, tendenza al suicidio. C;\p. Xl. Malattie del midollo spinale e dei muscoli. - Cap. Xll. Manifestazioni endocrine. Cap. XIII. Mal2ttie del fegato e d~:Ja milza. - Cap, XIV. Anomalie e malattie delle ossa. - Cap. XV. Malattie articolari. - C~p. XVI. C·Jore e vasì. - Cap. XVll. Sangue e organi ematopoiet;ci. - Cap, XVP.I. Stomaco e intestino. - Cap. XIX. Reni e vie urinarie. - Cap. XX. Apparatb respiratorio. - Cap. XXI. Difetti e malattie d el sistema sessuale. - Cap. XXII. Sifilide ereditaria e malattie eredo.-famigliari. Cap. XXIII. Diagnosi dell'eredolue. - Cap. XXIV. Prognosi del~ l'e-:-edoiue. - Cap. XXV. Profilassi dell'eredolue. - Cap, XXVI. Cura dell'eredc-lue. - Cap. XXVII. ConclustC'ni. PREFAZIONE. -

Volume in,8° di pagine x16. Frez:t) L. 2 O + 5 % e più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al << Policlinico » od ' quattro periodici sole L. 1 8, 9 O franco a quaisia:;i dei nostri ~i porto in I tali a, In pero e Coloni'!. Per l'Ester::> L. 1 9 , 7 5 . Ir..viare Vaglia Postale alla Ditta LUIGI PO~Zl, editore, via Sistin"l 14, ROMA . '


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« IL POLICLINICO ,,

RASSEGNA. DELLA STAMPA MEDICA D eul. m ed. lVoc h. , 23 fe])]Jr. - Ch e111o lerapia. ll' ie11. klin. lt·och., 23 febbr. - O. ST.\TKE. Atrofia ac. del fcg. se·n~a itlero. J ou rn. A. M. A., 10 febbr . - S. A. LEVINSON e al . Il sier o un1a110 co1ne sostituto dcl sangu e n el tratl a1n. delle emorragie e d ello sl10.ck. - I . OGDEN vVOODHUFF. Cur a elci con"\ alescen li. L an.cet, 17 febbr. - R. GnEENE. Cong·elan1. e piecl c d a lrinceo. - C. S. D. Do e al. Ci1e1niot erapia clclla }Jol111onite . Paris òlécl., 17-24 febbr. - H. YA01 e al. Vacci11 ab. a11tiYaiolosa e a111ilifica con1bi1l ate. Ga.z. d. I-I6p., 21-24 fegbr. - H . RoGER e al. Sin<lron1e cli ìVIor gago i. B u ll . Ac. cle 1\{éd., 23 gen11. - LEVADITI e al . Ferlle di gu erra .contamin a le da s treptococchi e loro chen1iolerapia. Rin.asc.- lYled., 29 febbr. - J . ELLUL. Lesione dell ' ùlero e os lruzion.e inles t. Laricet, 24 fehbr . - A. K . HE-NRY. Ile111ozione di e111]Joli. - H. L. TANNUS. ~ellagra. Brit. !vled. J au rn. , 24 ·febbr. - R. T. PAYNE. 1P aJ\ODI. Melanoma so lt ou11gueale. T. IVIALLONE. •Cal- · .colosi dell'uretra. - F. TEl\'tPESTI. Calcolosi ureterale. ' !vlunc li . 1Vled. l1'' och ., 1 mar. - F. ;BERitNG. Ragg·i lloenlgen pcl trallam. della paralisi i)rogr. - W. BEcKERT. Diab ete 1n. e an emia pern. l Vien. Klin. Woc h ., 1 m ar. w. vVOKURCK. Traltam. d ella n1eningite cer. sp . epid. - S . FoLt' RA~r. Tratlam. 1noder110 della gonorrea n1asch. Rif. J\rfed., 17 febbr. G. C. GuARNERIO e G. Pozzi. Pneumopalie cr òn . suppura tive associate a tbc . polm. Proc. R. Soc. Afed. febbr. - Discuss.: Affezioni 11ervo e n ell 'u o1no e n egli anin1ali. ' · !vled. Klìn. 1 1 n1 ar . - Referendum: Trnttam. delle trombo i Yenose con embolia in a lto o minacciante. Bril.. 1\-led. J ourrL. 1 2 mar. - A. °NIAcNALTY. La sa11j Là pubbl. in guerra. Cl. Cliir., genn .-febbr. - G. B.\GGIO. A110 artific. escludente temporaneo. - J.\il. MAIOLI. L 'efficienza 1

[ANI\O XL , .II, NUì\I. 27]

circolat orj a nella i)ra lica chirurgica. - A. ALBERTI. Neuro-chirurgia. P1'ac tition,er , n1ar . - l\1alatlie della dige&t. !Vlunch. Atled. iv ocl t., 1 ma.r. - MlJSCK. Indica zio11i opera lorie i1elle mal at1 ie d elle vie biliari. -8 mar. A. HAGENTOl\'t. Proiezion e d el dol ore e sensibilità. - vV. H . HEISTER. Vitamine D2 e B3 iri unica do~e rni11imale per l a profilassi del rachit. Deul. 1Vled. W och. 8 mar. - ScHuLEl\itANN. Pato- . logia clella malaria. - FRANCK. Reazioni cutanee per la cliagnosi di parass. inlest. Lancet, 2 mar. - Progesterone e corticosterone in tavolette. so lto cute. Klin. vVocl1. , 9 inar. - H. DoLLKERN. Adermi11a. E. KonTH. Reaz. alla tuber colina secondo Halliday Sulherlan.(l. li'ien. !(li ii. Woch., 8 m ar . - F . BERNHART. Mez~i contro il dolore. - I. FoRSTER. Ter apia della pros ln titc croni ca. 1

ANNALI D'IGIENE. PERIODICO MENSilJE Sommario del N. 6 (1940) D, DE BLASI : Ai lettori. Memorie originali : D. P a rvis: Co.1•tributi sta ti-.;tici a ll'interpretazione d el ritmo stagionale d ella morbosità difteri ca (5 gra.fici ). - M. Vitiello: L 'andamento della difterite in Itali:a d al 1887 al 1937 (1 grafico). F . J erace: I flebotomi degli Abruzizi. IV N-0ta (2 figure). Recensioni : Lavoro. - Acqua potabile. Alimentazione. - Miscellanea. Rivista bibliografica. • Notizie. Abbonamento per il 1939 : Italia L . 7 O ; Estero L. 1 2 O; Per gli abbonat i al « Policlinico ,, L. 6 4 e L.

1 1 Q.

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Un numero separato: Italia L. 8 ; Estei:o L. 1 2 . Inviare l 'importo mediante Vaglia Postale o Chèque Bancario alla nostra Amministrazione, ditta LUIGI POZZI, editore, Via Sistina t 4, ROMA. Numeri cli saggio gratie. Farne richiesta alla Direzione del Periodico. Via Antonio Salandra 14 - Roma .

Indice alfabetico per materie Acido i1i.c0Linico : azione e imporla11za in clinica . . . . . . . . . . . . Pag. 1181 Asoari1diasi cl1irungica . . . . . . )) 1168 Bacilli tifici: ultraYirus . . . . . . )) 1183 · Bacillo tubercolare: terreni eco110111ici di col lura . . . . . . . . . . . . )) 1184 • Bibliografia . . . . . . . . . . . . . )) 1182 Bolto11e d 'Orie11te: Lerapia .. . . . . )) 1185 Dissenteria a Roma: b. di Sch1n its . )) 1184 . . . . Esofagoplastica · anterotoracica )) 1184 l~ratture inve.tera le del collo fc111orale: t er apia crue11ta . . . . . . . . . . . )) 1186 Lebbra: corineba tterio . . . . . . . )) 1184 l\!Ionconi utili e m on coni inulilizzabili clell 'ar to infer. . ......... . )) 1189 LeplospiJosi in Africa It. . .... . )) 1184 Diritti di proprietà riservati. autorizzazione scritta daUa redazione.

e

lYI edicina sociale . . . . . . . . . . Pag. 1191 Ossa e articol azioni: infezioni da l)io)) 1186 geni, d 'origine ematica . . . . . )) 1184 Parassili malarici: sviluppo . . . . . )) 1189 I'leazioni di Ide : tecnica . . . . . . . )) 1186 tra ltam . c hirurg i·CO . . . 1Scoliosi: Trasfusion e di sangu e nella l>ro11co)) 1184 polmoni te del l al lante . . . . . . . )) 1181 Trasfu sion e di s.an g u e place11 lare . . . )) 1189 Trasfusioni con soluzione di emoglo )) 1189 bin a . . . . . . . · · · · · · · · · · Tuber colotici diabetici: glicolisi in )) 1159 vitro . . · · · · · · · · · · · · · · Veterinaria: utilizzazio11e delle cono)) 1190 scenze nel campo osletr.-ginec. . . V i l a111ina K . . . . . . . . . . . . . . )) 1178 I

Non è consentita la ristampa di lavori 1>ubblicati neL Policlinico se non in seguito vietata la 1>ubblscazione di sunti di essi senza citarne !a fonte. L'EDrroRB

C. FnuaoN1 , Red. capo.

A. Pozzi, resp. llon1a, Slab. Tip. Armani di M Co11rrier


Anno Xl VII, 15 Luglio 1940

'' I L p

PERIODIOO

DI

o LI e L IN I e o ,,

rvtEDIOINA CHIRURGIA E

Sezione Pratica N. 28

IGIENE

(VOLUMI N. 41, 42 I, 4211, 43, 44 DELLA. COLLANA. MANUALI DEL '' POLICLINICO ,,) _

OPERA DEDICATA AL MAESTRO NEL SUO XXX ANNO ~~ INSEGNAMENTO DAGLI ALLIEVI ASCOLI M. ROMA - BAGGIO G. CAGLIARI - BIANCHINI A. ROMA - BRANCATI R. PARMA - CERMENATI A. TERAi\'10 - CHIASSERINI A. ROMA - CRAINZ s. ROMA - DOMINICI L. PERUGIA - FERRERI G. PERUGIA - GHIRON V. ROMA - GUSSIO s. CATANIA - JURA V. RO~IA - . LOZZI V. ROMA - MARINO-ZUCO c. BOMA - MATRONOLA G. ROMA --.., l\if.lNGAZZINI E. ROMA - PACETTO G. ROMA ·- PAGGI B. ROMA STEFANINI P. ROMA - VALDONI P. ROMA. P R O S P ET T O D E L L A M A T E R I A T R A T T A T A N E L L' O P E R.A VOLUME PRIMO. VOLUME SECONDO (PARl'E I) . . 1. Anestesie e anestetici - Prof. 11. Ghiron, Roma, 1. Chirurgia dell'orecchio - Prof. G. Ferreri, Pe• '2. Infezioni chirurgiche in generale e lora ~ura rug1a. Prof. V. Jura, Roma. 2. . Chirurgia del nàso è de i seni della faccia • 3. Chirurgia dei vasi sanguigni - Prof. V. Gliirori, Prof. G. Ferreri, rerugia. , 1loma. 3 . Chirurgia del viso - Prof. S. Gussiv, eatania. 4. Chirurgia dei vasi linfatici e delle ghiandc,le 4. Chirurgia dei masGellari - Prof. G. Matroriola, linfatiche - Prof. 1' . Ghiron, Roma. Roma. 5. Chirurgia delle parti molli degli ·arti: Pelle 5. Chirurgia della bocca e della lingua -' Prof. e suoi anne3si; ~otloc11taneo; Muscoli; TenA. Chias.i:erini, Roma; Chirurgia delle ghian• dini - Prof. G. Pac etlo, Roma. dole salivari - Dott. P. Stefanini, Roma. G. Chirurgia delle ossa : Generalità; Malattie si6. Chirurgia della faringe e della laringe. Prof. stemiche dello scheletro - P.rof. P. Valdoni, G. F erre ri, Perugia. lloma; Malattie infiammatorie acute e croni• i;h e - Prof. J-·. Jura , Roma; 'fumori e malatVOLUME SECONDO (PARTE Il). tie parassitarie - Prof. R. Brancali, P<:!rma; 7. Chirurgia del collo: Malformazioni congenite; Frallure in generale e in particolare _ Prof. Malattie infiamn1atorie; Tu.mori -. Prof. P. ~'. Ghiron, ltoma. Valdoni, Roma. 7. Malattie scheletrì che della crescenza - Prof. 8.. Chirurgia della tiroide - Prof. M. Ascoli, Roma; C. il1arino-Zuco, Ro1na. Chirurgia delle paratiroidi - Dott. B. Paggi, 8. Chirurgia delle articolazioni : Generalità Roma. Prof. P. Valdoni, Roma ; Flogosi acute 9 . Chirurgia della mammella - Prof. R. Brancati, Prof . V. Lazzi, Roma; l~logosi croniche e Parma. 1 tumori - Prof. P. 1 aldoni, Roma ; Traumi 10. Chirurgia del torace: ~areti toraciche; Mediadelle articolazio ni eccetto le lus·sazioni stino e timo - Dotto toracico; Esofago; PleuProf V . L azzi, Roma; Lussazione in genera - Polmoni; Cuore, pericardio e grossi vasi; rale e in particolare; Anchilosi e contratture Diaframma - Prof. M. Ascoli, Roma. - Prof. ~-·. Ghiron., R-oma; Malattie di cre11 . Chirurgia dell'apparato genitale maschile: scenza - Prof. Marino.- Zu co, Ron1a! l 'l'esticoli, deferente e scroto - Prof. G. MaI 9. Deformità congenite e acquisite degli a~ti tronola, Roma; Vescichette seminali; Pene I Prof. C. frlarino-Zuco, Roma. Prof. V. Lozzi, Roma. I 12. Chirurgia dell'apparato genitale femminile • 10. L'indagine radiologica in chirurgia - Prof. A. Biancliini, Roma. Dott. A. Cermenati, Teramo. 11 • -i\ f \ / \ t \ J \ I \ 1 \ ; \ I \ I \ J \ I \ I \ I \ I • 1 \ I t I ' I \ f \ / • / \ f \ / \ I \ I \ I ' I \ I \ I \ I \ I \ I \ I \ I \ / \ I \ I \ I \J \ I \ / \ I V.

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Signor LU/01 POZZI, edlto,re -

ROMA

Avendo preso conoscenza di quanto trovasi pubblicato 1iel MANUALE DI CHIRURGIA dedicato al Prof. ROBERTO ALESSARDRI, da voi edito, come trovasi specificato qui sopra e nella pagina seguente, mi impegno, quale abbonato al vostro Periodico « Il. Policl;.ni~o >? di acquistare una copia delùi intera apera al prezzo di sole Lire Trec~ntoottantacinque .anziclie di L. 425 da potersi pagare, con un primo ac.conto di lire Centotrentacinq:i:e e le restanti L. 250 mediante dieci rate n-iensili ,di L. 25 ciascuna sino al completo saldo. PertaTJ,to vi invio ~ontemporaneamente il mio primo versaniento impegnativo di L. 135 e mi obbligo di pagarvi le ti1na.nenti L. 250 in dieci rate "':ensili ~i L. 25 ciascu'!'a, col rimettervi ogni mese mio relativo Vaglia Postale o Bancario o di ver5iare n_ien_silmente detto importo nel vostro Conto Corrente Postale N. 1/5945, fino alla totale estinzione del debito. (Coloro che preferissero ricevere i volumi pubbli~ati in ~a~co ~ravat'? di . assegno del primo acconto di L. 135 e delle relative tasse postali, all'uopo occorrent1, ne scr1vmo I autor1zzaz1one a tergo della presente, nel posto riservato per le comunicazioni del mittente). . • . . • , •

In mancanza del mio diretto ver$aniento mensile come sopra, vi riconosco il d~ritto di riscuotere da me l'importo della rata mediante Tratta Postale aume1itata di L. 3 per le occorrenti spesè e tasse. . Per qualsiasi contro.v ersia e per tutti gli effetti degli obblighi clie derivano dal presente mio impegno, eleggo il ~io domic~~o in Roma, presso il vostro U ffìcio. ( Re!idenza. data e indirizzo ben chiari)

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(Firma ben leggibile) ................................................................. ( Paternità) .................................. (l- Uogo e data dl. nascita)

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1194

« IL POLI CLINI CO

VOLUME 1'ERZO,

~>

[ANNO

XLVII,

l Ul\-1.

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VOLUME QUARTO.

1. Chirurgia del cranio e dei tegumenti cranici • · Prof. A. Chiasserini, Roma. 2. Chirurgia del cervello - Prof. A. Chiasserini, Roma; Chirurgia del midollo spinale - Prof. L. • Do1ninici, Perugia . 3. Chi1urgia dei nervi periferici - Prof. A. Chiasserini, R·oma. 4. Chirurgia della colonna vertebrale - Prof. S. Crainz, Roma. 6. Chirurgia deJ bacino - Dott. P. Stefanini, Roma. 6. Chirurgia dell'apparutc' urinario: Reni e ureteri; Vescica - Prof. E. M ingazzini, Roma; Prostata - Proff. E. Mingazzini e V. Lozzi, Roma; Uretra - Prof. V. Lazzi, Roma.

Chirurgia dell'addome: 1. 2. 3. 4.

5. 6.

7. 8. 9.

10. 11.

Pareti addominali - Prof. P. Valdoni, Roma. Peritoneo - Prof. P. Valdoni, Roma. Ernie - Prof. S. Gussio, Catania. Fegato e vie biliari - Prof. L. Dominici, Pe• rug1a. Pancreas - .Prof. L. Dominici, Perugia. Milza - Prof. P. Jl aldoni, Roma. Stomaco - Prof. G. Raggio, Cagliari. Duodeno - Prof. G. Raggio, Cagliari, Intestino tenue e colon - Prof. P. Valdoni, Roma. Appendice - Prof. P. Valdoni, Roma. • Retto e ano - Prof. P. T' aldJoni, Roma.

Prezzo della inter<i opera in quattro volumi, uno dei quali (il secondo) in due grosse parti, tutti rilegati in piena tela, di complessive pagg. 4300 con 2396 illustrazion'i nel testo delle quali 106 in tricromia, L. N. B. -

4 2 5 franco di pot to in Italia, hn'pero e Colonie.

Esclusivamente agli abbonati al « Poiiclinico » od a qualsiasi deUe altr •· nostre Riviste l'opera è ceduta Per sole L.

385

antichè L. 4 2 5 ed anche con la possibilità di pagarla gradualmente, ossia con UY• primo versamento di L. 1 a 5 all'atto della richiesta da farsi accompagnata dall'impegno scritto di versare le rimanenti L. 2 5 O in 10 rate mensili da L. 2 5 cadauna, fino al saldo. Alla richiesta unire la fascetta comprovante la qualita di abbonato ad una delle nostre Riviste. Per l'Estero aggiunaere, in ogni caso, L• 65 per le occorrenti maggiori spese postali di spedizione. IC 1 ° pagamento di L. 1 3 5 può essere anche versato nel nostro Conto Corrente Postale N. 1/5945 mediante l'apposito Bollettino

che dall'Ufficio di PostZJ è fornito gr~tis, usando il quale si risparmia la tassa dell'ordinario Vaglia Postale. A VVERTENZ ~ • L'impegno del pagamento dell'intero ammontare di L 3 8 5 (ridotto a t anto esclusivamente · per gli abbonati a qualsiasi delle nostre quattro Riviste), può essere stillato e aottoacritto nel predetto Bollettino postale.

_.

Riportiamo un altro del tanti giudizi espressi pel nostro ''Manuale di Chirurgia,,: •

« È inutile ormai ripetere tutto il bene che di questo trattato è stato detto ; con questi due volumi viene completata la parte spe~

di esso: il volume che conterrà la parte generale, è atteso fra pochi giorni. Nei volumi pubblicati è compresa la chirurgia dell'orecchio, del naso, faringe e laringe e dei seni della faccia, scritta magistral•

mente e con ricchezza di osservazioni penonali da Ferreri • la chirurgia dcl viso redatta accuratamente dal Guaio; la chirut'gia dei mascellari da Matronola; la chiru'Ygia della bocca e della lingtUJ da Chiasserini ; Stefanini ha raccolto tutto quanto riguarda la chi· . rprwia deUe g~andole salivari: Valdoni ha trattato in maniera completa la chirurgià del collo ; Ascoli la chirurgia della tiroide, della f>arete toracica, del mediastino, del timo, pericardio, cuore, grossi vasi, cçofago, dotto toracico, pleura, poitnone e diaframma: stuàio questo dell'Ascoli veramente completo sotto ogni punto di vista e ricco di osservazioni sensate e di equilibrio Brancati ha redatto la chirurgia della mammeUa; Paggi quella delle paratiroidi, capitolo nuovissimo che manca ancora nei comuni trattati : Matronola la chirurgia delle scroto, della vaginale e del testicolo; Lo:ai la chirurgia delle vescichette seminali .e la chiruf'p;a del pene; Cermenati la chi-rurgia dei genitali femminili. L'Edizione, è, come ormai la Casa Ed. Po:ai ci ha abituati, 1plendida: vi sono delle tricromie che, oltre ad eaere tipografic•mente (Da « Rinascenza Medica », 15 giugno 1934, Napoli). G. L. belle, sono tante piccole opere d'arte».

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Spazio a dispostzione del mittente per altre sue eventuali comunicazioni. '

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LUIGI · POZZI Editore .

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.R OMA • I

c106)

VIA SISTINA, 14

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VOLUME XLVII

~nglio

Roma, 15

194:0 ·XVIII

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Nnm. 28

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PERIODICO DI MEDI.CINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

. ·---S E Z I O N E PRATICA.

CESARE FRUGONI

REDATTORE CAPO: PROF'.

PREZZO

D'ABBONAMENTO

'

Singoli : (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale) (1-a) ALL A SOLA SEZIONE MEDICA (m ensile) . (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (men sile)

ANNUO Italia L. 80 L. 60 L. 60 -

AL•

·c linico Medico di Roma

« POLICLINICO »

PER

Cumulati>Ji : Estero L. 125 (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e m ed ica) . . L. 70 (3) ALLE DUE SEZIONI (p ratica e chir u r gi'Ca) L. 70 (4) ALLE TRE SF.ZIONI (prat., m ed. e ~hir.)

IL

1940

Italia Estero L. 125 L . 18Q L. 125 L. 180 L. 165 1 L. 220

Un numero separato della SEZIONE MEDICA o della GBIRURGICA L. 6; della PRATICA L. 4,00

_.. L'Importo dell'abb~namanto, c·ha può essere inviato con Vaglia Postale oChèque Bancario, può anche essere versato, seaza tassa, nel Conto CorrentaPostale N.1 /5945 dell'editore L. Pozzi, Roma. Se dovu torisauoterrcontro Tratt1 Postale dell'Am.ninlstrazlone, questa co11porta l'aumento di L. s.

SOMMARIO.

I

Tecn ica chirurgica : G. Baggio: 200 operazioni d 'ernia inguinal~ sen-,,a esclusione di ·1casi e senza una recidiva. Osservazion i clin•che : F. Benedetti-Valentini: Considerazioni sopra un caso di ferita d 'arma da fuoco dell'addome con lesioni asso ~iate della vesci(}a e del! 'in testino. P rob lemi disèussi : U. Reitano: Sull'eziologia della cosidetta febbre padulina. T r ib un a libera : G. Raffaele: Sulla evoluzione iniziale dei parassiti malarici. - A. Corradetti : Su alcune teori e relative alla ·m alaria degli u ccelli e de~l'uomo. Sunti e rassegne : UHIRURGIA DI GUERRA: G. Piotet: Di a gnoai e cura delle lesioni toraciohe in guerra. GESTOSI : H. Albers : La tossicosi gravidica, problema funzionale. Notizie bibliog r afiche.

Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, C~ngressi : R. Accademja Medica di Roma. Appunt i per i.I medico pratico : U lcera cronica duodenale. Invaginazion·e d:i,giunogastrica. - L 'idrope appendicolare. - I principi fondamentali n ella guarigione asettica della ferita. - SEMEIOTICA : La consi stenza dello ste.rno nella puntura sternale utiliz, zata per l a valutazione dell a calcificazione. - LAnoaATO.no : Metodo semplice di o m ogeneizzazione degli S'J>Uti tubercolari:. - VARIA: La facies lunare. La pagina d ello s pecial ista : P. A. Meineri: Ap.punti· di tera•pia dermatolo~ica. Nella vita professionale : Medicina sociale. Ooncorsi. - Nomine, pro1nozioni ed onorificenz~ Notizie diverse. • Rasseg na della stampa medica. Indice al fabetico per materie. •

TECNICA CHIRURGICA

i 11os tri operati della gestio11e P isar1a, porto a di1noslrazione d ella praticità ch e a quel modo di operare deve essere ricon osciuta, i risul.1 lati di 200 r.asi operati dal gennaio 1936 al 5'1ugno 193'9 e r evi. ionati q uindi dopo inter-vallo di tempo che ' a ·da un· massimo di 4 <.1n11i a un minin10 d i ·6 inesi . Ma, prima di procedere nella dis.c.imina di qu·este r eYisioni , devo dire cosa non detta nei miei la-Yori prece·d enti. Un punto essenziale della accenn.'\ta operazione e precisamente l 'abba.ssam.enlo del mu~ ~ro·l o retto dietro il muscol o tra11sverso era stato già s fruttato in precedenza da W . Scott. Sch ley, ch e ne ~veva lodato l 'applicazion e n el 1~23 (Annals of S·u rger y LXXVII) e n e ave,,a parlato già nel 1913 (Anna] s of Surg·ery LVIII). La maniera in cui .ese·gue il con1i}les o d el] ' operazione Schley e ·q uella in ct1i l 'eS8t,oUO i o, sono sempre fondan1 entalmente diverse. Diversa è infat~ti la 1s tessa moda·lità ·di utilizzare quel n1uscolo: che viene abbassato per tutta la Iung l1 ezza del canale inguinàle, secondo Schley ,

CLINICA CHIRURG ICA DELLA

R.

l TNIVE'R SITÀ

DI PISA .

200 operazioni d'ernia inguinale senz3 esclusione di casi e senza una recidiva . . ·Prof. G. 1BAGG10, d irettore . Nell 'annata 1935 di ques to periodico è pub'blicato un n1io lavoro che ha per . titolo « i l mio procedimento a1)plicativo del n1 etodo Bassi11i nell 'ernia ingui11ale ». I principii di tale modo ·di o per are eTa110 slali g ià ·e:&posti in altre. pubbl ic.azio11i , m .a sen-za documenti di relativi r isultati . • Risu ltati non fì·gurnno n e1r1r11eno 11ella pubhlicazione d cl l i935. Suo scopo era ~tato (come i 11 essa è scrillo) piuttosto quel lo di adeguatarn enle i ll ustr.ure ,e r.agionatan1ente giustificare ciò che facevo ·g ià da tempo. Ora cl1e un assist.ente della Clinica (il dott. Cam1)ellone) s\è preso la briga di revisionare

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i)er u1ta patte so1tan to secondo me. Diversa è -i rt definitiva l'applicazione cl1e Schley ed io facciamo del conce tto op,e ralorio . di Bassini: perchè Schley rico rre, olt1~e che all 'abbassart1ento ·del muscolo retto, alla trasposizione d el cclrdone superfi cialme11Le all' aponevrosi del grande obliquo, quindi n1i1s conosce il concet.to di Bassini, io, in veGe , <luesto concetto, non . fac.c.io che co mrJletarlo. Con tutto ciò, l 'avere orne.- o quel dato bi})liogr:afico prima di ora coslì t.u isce una mia colpa non abhaf.,Lar1za ·giustificata dalla consider.a zione. ch ·e n·u lla di ciò ·e ra figurato n1ai i1elle pili recenti 11ul:>blicazioni europee sul1'operazione per ernia ir1guin,a le. Ma d'altra lJarte contrib uisce lt dirnostrare quanto il bisogno di ren<lere n1igliori i risultati della Bas. sìni sia più ·diffuso e profondo di quanto si i1uò credere. E per di p1iù i ra.g gu.agli che ·d a quel ·dato bibliogra[ico derivano po sono di111 ost.rare quanto fosse ingiustificata l' ob·b iezione sollevata èla Spangaro 11ella relazione ora1c per le onoranze a Bassi11i e da Peraocl1ia durante I.a relativa discussione, contro l'idea (ora ·n on 1)iù solta11to mia) di dare al piano . ' dì: Bassini n1aggiore capacità contentiva utilizz.ando anche il muscolo retto i11 sua sede i1or, i11ale; e quanto sia priva di fo11damento1 la din1Òstr.azione praf.ica voluta portare da Catterina, èhe il ·detto ITlUSCOlO 110fi l)UÒ cedere tanto da abbassarsi adeguata111ente. Difatti, Schley (il qu,a le, come 110 detto , modifica in altra ma11iera l 'operDzione classica, portando il C!ordone sotto cute) in tre 1c asi di er11ia diretta , pure essendo riuscito a contenere l'ernia originaria, ha dovuto con statare e1?::~r,9 1 ~ il primo anno cc una pi~cola p1~·otrusione l~~g·p, il cordone·, uscente dal~ anello interno, » : Qu~~t~ protrusioni furono ·guarite facilmente e '«,al ret>pe ratiori il could' be clearly de.mo·n' 'i111 ' • st1·a~~d ,tliat tlie rectus 1nu.scle liad not sepa:ra.1

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ted /rom Poup,art's liga1nenl

n.

È v.ero che da questa citazione si p·u ò trarre

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arg·,0111ento anche per co11cludere ch e l'abbassamento. ·del retto llOll basta a prevenire ogni recidiva e basta invecie sol tanto a p·r evenire le ' reèidive dirette. l'vla è appunto per 1questo che l 'operazione ·da me..e<Seguita compiDende ben al1ro , oltre all 'utilizzaziorle del retto e il r etto stesso :utilizza in 1r1odo alquanto ·divelì5o cla quello ·di S·chley. E pur tuttavia l' operazione· m edasima rimane sempre entro il concetto biologico ·di llassini: coi risultati che ora dirò. Risulta ·c ioè ·d alla suddetta revisione del dot t. Campellone, che su 200 soggetti trattati con1plctamente seco11çlo i principii 1che ho ac-

[ANNO XL VII,

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NU1'I.

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c., ~11n1l o

nel1<'l pubblicazione del 1935, i10,n s'è risco11lrala, e11tro il tempo 111inin10 di 6 mesi e il rr1<.'6$in10 di 4 anni, u11a sola recidiva. L'in1portanza dell'affermazione richiede che quei 2·00 soggetti siano individuati, e perciò la p·u bblicazione del dotl. Cam pellone ne riporterà le. .singole indicazioni. . Voglio ag.g iungerc cl1e i 2010 ra1)presentano 200 indi,·idui prese11tatisi all 'accctt.aiio11e co1ne erniosi -e come tali operati se11za distinzione fra ernia ed ernia. Il dotL. Cam pellone a11alizzerà questi risultati in raffronto ad altri casi nei quali l''()pe• razione. no.n fu eseguita interamente secondo i 1Jri11cipii sudd'et li e - l)iù che tutto - in confronto coi risulta ti della Bas5ini semplice. Io desidero soffermarrr1i sul solo rilievo se·g·u ente : Nel periodo di ± anni, al quale s i estende la revisione suddella, gli erniosi operati furono complessivamente 230. Di qu·esti, 208 erano affetti dn ernia i) rimaria, 22 lo e rano da .ernia r cridiva. Ora, l)OCO conta il sapere chi avesse operato questi 1·ecidi vi la prin1a volta. Interessante è i11vece il sapere cl1e i tratta di chirurghi italiani diversi, i quali hanno e eguito 1'01)e razione abitualn1ente i11t esa ed applicala cor11e operazione di !Bassi11i. So bcuissin1c-, quali considerazioni si pos6ono .e si devo110 ·far e· a questo riguardo : che cioè la medesirna operazione p·u ò essere ese. .' ' gu1La p1u o i11eno accurata1n~nte. M.a , all'atto praLico, le considerazioni che si i1J 11)011gor10 sono soltanto queste altre: nessu110 ha poluto dintoslrare ancora di non avere d alla Bassini delle recidive; enun1erati rispetto agli ~ rniosi che 11a11no cl1iesto a noi di~ esse1,e operati per la j)ri1na vo]ta, gli erniosi che domandarono di esser rioverati dopo aver fiiUb·i to già 1quella che è nell<i pratica l 'operaflione di Bassini, rist11 tano in propo~rzione. ·d el 9,56 %. Pue erano recidivi pe·r ben due volte. Anche su di Bssi , operati al modo nostro, il risultato fu cor•111leto e costante. 1

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*** Nella pub•b lic.azio11e ·del 1935 l'operazione è illustrata da figure. La, f>Ua tecnica ha subito da allora lievi modific.azioni di esecuzione. Ritengo opp1ortuno richiamarlf ora ·e per ciò fa cci o seguire i tempi dell' 01>erazione come li eseguo attual1n ,e nte. 1

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(A::\"NO XLVII ,.

Nl-71\I .

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SEZIONE PRATI CA

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TEMPI DELL 0 ·P ET1AZJ01NE DA ME USA.T A. 1

1) Inci ione cu lan ea dalla i11età dell i11guine nlla r adice dello scroto e sco pertura ,dell 'intera regione del canale, compresa l 'ar cata . 2) Incision e dell ;t1Jo11evros i del ·grande ob1iquo da a lquanto sol_:)ir a e late ralmente. a lla sede dell an ello profond o fino al pilastro n1ediale de11 a nello superficiale, ch e vie11c interrotto . 3) Ribat.timento jn b asso d ella par ete anterior e del canaìe ing uinale. 4) Interruzione del c re1nast er e e.b e ricopre il funi colo, per t utta la lungh ezza di que5to. 5) Scop ertt1ra ed flpe rtt1ra del ... acco erniario. 6) Suo isola1ncnto d opo averl o un cinato dal1'interno. 7) Ribattin1ento del sacco di lato. 8) Sepa razi on e del funicolo dal r es to del c, rc111a: te re ch e lo ri,1 estiva pTofo11da1nente. 9) Reper Lazi on e del cre1naster e in uno con lD ix1relc ant eTior e del can ale r ibattuta . 10) Ribaltimen to del funicolo in b asso. 11) 'eparazione dei fasci i11g uinali del piccolo obliquo e del 1rasver so da i r esidui. poster iori del crem aster e per in eltere in e' 1iden za il marg in e riflesso dcll 'arcata e la fa eia t ra11~ver~a1 is. 12) Solleva111e11to d ei fasci inferiori del piccolo ol)]iquo e tra verso e loro separazion e da lla fa~c in t ra11s,·er ali s. l 3) Sco1)ertura, tJr ocedend o a questo n1odo, clell , a1)o nevr osi ch e 1·icopre i] n1ar gine inferiore del m'l1 scolo retlo, rico11osc ib·il e alla prese11za di fasci conn ettivi · diretti dall'alto in 50 e da ll 'int er n o estern o, n on ch è alla trasr>a r en za e al re perto tattile del muscolo sottos ta n Le. 1±) lncision e dcll 'a1Jon evrosi ri·veste11te i.l rnar gin e del retto e scollamento da questo, della i)agina anterior e della sua guaina. 15) 111cision e della fascia tra n sve rsalis da poco 111cdialm ente alla protusio ne del ·5acco erniario fino a lla e sulla b ase di questo. ì 6) I solam en to della base del sacco dalla fn scia tran sver sali s e d !.1 1 grasso preperiton eale aiuta ndosi a soll evar e il sacco m ·ediante unci11 amento dall 'intern o . 17) I nterruzio11e e sutura li 11ear e del periton e o. alla ba5e del sacco. 18) Sut t1ra d ella fascia. tran sver salis fino a Tidosso tlel funi colo sperm.a l.i r.o. -19) Riha ttini ento d el funi colo in alto . Appli cazio11c di fili di se ta ch e saranno utilizzati rom ei p unti .a d U da a nnodar e all ' es,terno dell'a r cata. v·ien e applicato prim a il filo ·del punto estren1 0 lateral e comprend ent e soli m 11scoli 1

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]arghi , poi i fili dei :!: i)unti , a partire da l pube, con1prcndenti. te11clin c c. m uscolo relto; ultimo, il filo del qui11Lo p.unto i1el quale ven gono co111presi cumulati van1enl e muscoli larg hi e sottopo·E>to m u scolo r etto. I fili ,,engono applicali - in ques to t em po - , lin.earm en te, aioè ver1g·on o· pas uti aLt raver. o l ar cat::\ per un a sola delle loro es tremità e ven gono r epertati da J)Ì11ze a u11 capo e all 'altro . 20) Due punii cli accosla1nento, in calgu t, com p·r endenli inarg·in e tendineo o m uscolare "dcl r etto , p iù 111ar g ine pos.t e1·iore dell 'a pon e·v rosi ch e lo rivestiva., da una parte, e margine ri flesso dell ar cata clall altra. 21) Passaggio attraverso· l'arcata an ch e dei capi craniali dei 4 punti ch e comp rendono, il 5olo muscolo r ett o; ann odan1ent o ad a n sa al1'e terno dell 'ar cata, d'ei capi di eia cun pu nto fra loro . 22) Applicazio11e di J fili in catgut (da anIlod.arsi all interno d ell'ar cata) tra fasci ingui1: aJi del piccolo obliquo e· del trasverso antis tan ti a l muscolo r etto suturato e margine r.ifl esso dell ar cata già suturata al r etto I punti ven gono .applicati fra quelli del r etto e comJ)r endono ad un tempo, tessuto muscolare del r etto già addossato all'ar cata e ar cata &tes a. J due cap i , di ciascun punto·, a11 zich è annodati ven g·on o affidati ad una pinza . 23) Passaggio ad ansa a ttraverso· l 'ar cata, an ch e del 5° e· 61) pt1n to di seta . 24) Annodan1en to di qu.esti du e· punti all ' es1erno de~l'arca ta co111e i punti di c.u i al n . 21 . Annoda m ento (all'interno) dei 4 punti in catg·u t a pp licati sul r esto· d ri mu scoli la r ghi. 25) Ribiattimento del cr en1aster e sulla p9 ret e l>Osteriore del can,a le e su a fissazion e1 n1edia nte 4 punti in catg ut fra margin e di cr em as i er e e superfi cie a nteriore di piccolo 0 bliqHo. 26) Riposizion e del ft1nicolo. Chiu sura d ella pa re te anterior e del can ale. Sutura de.]]a fa. eia s.u pe rfi cialis e della cut e. 1

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T ec.n ica siff.a tta i1on esce minin1am ente da quelle ch e sono le direttive di Bassini . D 'altro can to, a giudicar e dai num eri qui riferiti , ·Jim ostra invece di dare risultati ch e le 6ole dir ettive sudclct te i1on b ast an o a dar e. Mi par e a llora di potermi sentire aD:torizzat o a rlire ciò ch e qui dico : Bassini ci h a inseg nato ad operare g li_erniosi in guin.a li , n oi abl1ian10 imparato a guarirli tutti . Questa affermazio11e trova corret ti, 0 a]Ja sua 1

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1200

IL POLICLINICO

orgogliosa risonanza n·el se11so cl1t \ uole esbere orgoglio non di perso11a 1-r1a di cl1irurgo e , ·uole insegnare ai giovani che è soltanto procedendo sulla via della ricerca, del controllo e della perseverante Qramosia di progredire che la chirur·gia può fare le sue n UO\'e i111manca bili çonquiste ·e che. essi, queste conquiste, deYono a vviat"&i a raggiu11gerle. 1

lTcbl)taio 10-10. •

05SERV'A ZIONI CLINICHE ,

O S PEDALE

LEGIONARIO I·rALIANO 04~ « O.M.S.

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Considerazioni sopra un caso di ferita d'arma da fuoco dell'addome con lesioni associa.te della vescica e dell'intestino.<•) (:a [)Ìt. 111.ecl. , BENEDE1'TI-'' ..\.LENTINI dott. FABIO, Re~rto C~hirl1rgia.

L ·associaz ione di ferite della vescica con l es-ioni traun1atiche di altri visceri è sopratutto d·e ll 'intest.ino è in ten1a di ferite d'arma da fuoco ·dell 'addon1e un fatto se 110.n ·banale ne1m n·1eno p·er sè stesi&o eccezionalissimo; e non è certo per p:vesen.tare Uil fatlo d el · geneTe come una rara evenienza che noi offriamo alla cortese a ttenzione dei collegl1i il presente caso c linico. Ci p iace inv.eioe mettere in rilievo a lc uni particolari del decorso po~t-operatorio di questo « addon1inalY3. J> per:chè .alcuno :pro ssa trarne qualche utile an1maestramento pratico cirèa • terapia delle lesioni d'arn1a da fuoco d ell.a v·escica, la quale, i1elle speciali contingenze c1;eate dall'an1biente bellico, p•u ò esig&re i11odalità particolari degne di rilievo. ~{entre la via ché il chirurg·o l1a da seguire di fronte ad un ferito addo.m inale , si.a in ,guerra che i11 ten1po di pa·c e, è stata n elle sue lin ee fon·damentali chiar.am·eonte tracciata da moltissimi autori, dopo .ch e, sul morire del secolo scor so. il compianto Postempski, vanto della scuola ospedaliera romana, ebb e per il primo imposto la eccellenza d el metodo fatti' 'O s u quello aspettante, p er modo che il pronto e sisten1atico intervento do.p·o· ogni ferita a<ldo.1ninale, « anche solo sospetta di penetrazio110 », 11a potuto a·ddiritt.ura invertire le cifre del lo mortalità e ; delle .sopr.avvive11ze delle nuove statistiche in confronto :a quelle g ià .riportate dai ' 'ecchi chirurg·i, che ern110 in V·ero non conforta11ti; vi sono inv·ece ancor o.g gi parti-

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XLVII, NuM. 28]

colari lesioni traurnatiche ·dei visceri, o totalr11entc o parzial1ner1te contenut~ nella cavità periton·eale, le quali merita110 tuttavia di es·$ere .a volta a volta illus trale, JJercl1è per esse l a terapia chirurgica, e magg·iorn1ente quella 'che più conviene attuare in a1r1biente bellico, r1on è con all1:a e tanta sicurezza definita. Una di quest.e speciali lesioni è costituita dalle f eri te d 'a1·m~ da fuoco della vescica. Il caso cl1e noi riferiarr10 riguarda una ferita d'arma d.a fuoco dell'ipogastrio· che lese conte1np oraneame.n te l 'intestin9 tenue e la :Q_orzione intraperitoneale della vescicà. Mentre p·er Je lesioni intestinali le ,provvidenze chirurg iche furono temp estivamente e regolarm.ente espletate, altro e tanto non si p uò dire per quanto riguardia l e ferite vescicali , di fronte alle quali il tera l)ista si di1110 trò, pér quanto padronissimo della sua arte, a nostro niodo di ' 'òdere, incerto sulla via da seguire per la otti1na .sisten1azione del ferito. Anche da questa esitazione, oltre che da una se rie di fattori j nsien1e congiuranti al maiggior danno dell 'op e· rato', nacquero, come si \ 1 edrà , le complicanze che stiamo per desc·rivere e J)er l e quali ·n oi ~tessi do, c1n11to lu11ga111c11te adoperarci durante il no &tro servizio nell 'Osi)e dale L egionario 04:3. 1

Dircttòre : 1° sen. AcQU..-\. prof. ~f ARIO.

c:a1)0 del 3°

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Camicia Nera F. V., di a11ni 25, del 1° Reggimento Artiglieria. Vie11e portalo all 'ospeclale 043 il giorno 3 aprile 1939. Dai docun1en li che })Orta eco e da quan lo egli stesso riferisce, risulta ch e: Il giorno 23 1narzo, alle ore 15, duran le un 'azio11e di })alt uglia su nuclei nemici infiltratisi, in territorio nazionale, fu colpito, men tre ·si chinava e volgeva indietro per raccogli ere un oggetto caduto in terra, da u11 colpo (li moschetto. Il proiettile polè così entrare nella metà destra della regione coccigea e riuscire sul quadrante inferiore sinistro dell 'addome, poco al di sopra del1'ingui11e. 'frasporlato pronta1n en le al! 'Ospedale da Campo i1. 2, fu ivi immedi'ata111 en le ottoposto ad intervento alle ore 22. Gli fu i11 narcosi eterea pra lica la una laparatomia ipogastrica m ediana e gli si trovarono due anse del tenue interessa te da ferita transfos·sa. I quattro fori furono chiusi co11 sutura a borsa di labaçco ed affondati con punti sierosierosi. Poicl1è il ferilo aYeYa l)ri111a dell'interYento eme~­ sc, quando lo si era ca lclerizzato, urine intensa rnente sanguigne, il cl1irt1rgo si attardò a ricercare eventuali lesioni della vescica, ma, non riuscendo. le ·sue indagini fruttuose , terminò i 'intervenlo lasciando un drenaggio di garza all'angolo inferiore della ferita lapara lomica, che per il resto, della st1a estensione fll metodicamente ~iu­ nita, e oollocar1do a11cora uno zaffo nello spazio di Retzius. Il defluBso delle urine fu affidato ad un 1

(.-) Il J)resenle laYoro è in pub])ljcazione nel gjornale « l\;Iedicina y Cirurgia de Guerra ' 'a11adolicl .

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Nu~r.

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caleterc ttrelro-Yescicale i1nmecliatamente posto a llimor a. Dopo aYer Yersato per due giorni in co11dizioni piuttos to gravi con polso frequente (130), tem})eratura bassa (37°), vomito e profonda astenia, I 'operato ritrovò in terza giornata il suo equilibrio con l 'aiuto di ab:Pondanti ipodermoclisi e cli cardio lonici. Le urine venivano eme·sse in gius ta quantità, non torbide e 11on ematiche, tanto cl1e il sanitario lascialo dal chirurgo partente alia sorveglianza ulteriore del ferito si credette <lutorizzalo a rimuovere il catetere, supponendo cbe il serbatoio vescicale non fosse stato a tutto s pessore jnleressato dalla pallottola nella compagine della sua parete. Quale sia stato l 'ulleriore decor so è chiaran1ente dimoslrato ai Jeltori dalla visione della g rafica ch e illustra ques to lavoro, la quale ol tre c he riispecchiare l 'o.nda111ento della temperat..ira, rij)Orta ancora e mette i11 rilievo i feno1n eni più importanti offerti dal ferito, i provvedi1nenti ter apeutici adottati e gli effe lli che n e ·seguirono . Il giorno 27 ossia in quarta giornata dall 'al1o OJ)C'ratiYo, il pazien le presenta inten so meteori . sn10, singhiozzo e conati di von1ito. Il giorno 28 il vomito è confirma lo ed iniziano i })rimi moYimenti febbrili ch e, clapprima m o<lrsli, diYerranno sempre piì1 importan li IJer toccare il loro cul111in e con l 'es lender si e l 'aggr a\'arsi di quella · importante successione morbosa cli cui fra poco parleremo. L'opera lo fu tra i lenu lo n ell 'Ospc<la1e da Ca1n})O n . 2 fino al giorno 1° a1Jrile, 05sia J)er noYe giorni . In tale ]asso cli tempo, pur persislendo a J>eriodi il vomito e il me leori sn10 più o meno intenso, il paziente si i11 a11lenne tutlavia in condizio ni generali discrete. Gli fu rinnovato lo zaffo (•ncloperitoneale e poscia anche quello posto nello . pazio prevescicale. Il giorno 31 quest 'ul lin10 a1)}.1arve :lhbondanlemente bagn ato di urina di odore fe tido. .t\ ll 'Ospeda]c da Campo n. 1, ove fu l 'indoma11i trasferito, il 1)azie1?le accuisaYa tenesmo vescicale, pollachiuria e s tranguria. Tali disturbi sommati al fatto obbiettivo della cattiva qualità delle urine emesse dalle vie n aturali , indussero il sanitario a praticare l avaggi vescicali di soluzioni antise ttiche. Da q..iel giorno tutti i sintomi si accentuano : 11 m e teorism o è inten sissimo, il vo1nilo insistente, l a febbre diviene alta (39°) demarcandoisi meglio un tipo n~ttamenle inler111ittente, ]e condizioni. gen erali si vanno ::; ggravando. L 'àlvo però si mantiene aperto ai gas e 1alvolta anche alle materie; anche la diuresi si conserva discreta. In queste condiziq ni il ferito fu inviato al nostro Ospedale a Vallarloli(l il giorno 3 aprile 19:39. E. O.: Quando _ e gli cadde sotto la nostra os·servazione, avemmo subito l 'i111pression e di trovarci di fronte ad un paziente ch e versava in cattivissim e acque e perciò abbisognava di tutta la nostra attenzione: stato di agitazione psicomotoria, li11cam cnti s tirati in una smorfia di sofferenza, occl1iaie profonde, colorito pallido, fronte madida <li sudore, labbra screpolate, lingua ·semiumida. Il polso e.ra frequente, piccolo, moll e, con qualche ariln1ia. Torace : negativo per fatti patologici alla ispezione, palpazione, J)èrcussione e ascoltazione. Ctiore: a ia 5coperta, non ingrandita; toni nor111aJi e 11011 accom11agnati da ru1nori abnormi. 1

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SEZIONE PRATICA

Addo111e: uniformèmente e forlemen le turgido e scarsan1ente partecipante agli alli della respira7.ione; cica trice ombelicale leggermente introfle:ssa; reticolo Yenoso non evidente; non evident e 11e111meno il peristaltismo intestinale. Presenza di una soluzione di continuo occupante tutta la lin ea ombelico-pubica come per ferita laparatomica riunita e parzialmente suppurata ; pre·senza di due tam1)oni alla metà inferio·r e della ferita: il più allo è intriso di secrezione purulenta tenuP ùi ca tliYo odor e, il ])iù basso bagnato di- urina che scorre altresì sulla cute verso le parti più declivi. Dielrc i11dicazion e dello slesso paziente, il foro di i11gres o e di u scila, dei quali rimane appena traccia in forma di cicatrici lenticolari di colore rosso fosco, vengono osservati e localizzati ri·spetlivam e11te il pri1no a livello della punta del coccige a tre cenlimetri a destra di- essa, il secondo sulla n1e tà sinistr a del! 'ipogastrio a tre dita tra, verse dalla linea m ediana poco sopra al rilievo clell 'arcata pubica. La palpazion e abbas lanza ben tollerata n ella i11età superiore dell'addome inço11 tra · tanta m aggiore r esisten za e dife·sa quanto più ci si avvicina alla parte più bassa ·e quanto più profondamente ., i tenta praticarla . · La percu ssione non è riYelatrice di yersame11to libero n ella cavità peritoneal e. Il t impanismo è ir1tenso e uniforme Sll tutto l 'ambito. Le zone 1nassin1am ente dolorabili 1son o le inguinali e so])rai11guinali e specialmente quella di destra. L'aia epatica è presente ma forte1nente ridotta. L ·aia splenica impo·ssibile a d eterminarsi per l 'i11te11so m eteorismo addon1inalc. Nulla di notevole si rileva ad un sommario esam e deg·li altri organi ed apparati. Di fron le ad un addominale di dodici giorni, tempestivamente sottoposto ad inter vento laparatomico, ch e si offriva alla nostra 01sservazione n elle sopra descrit le condizioni generali , con vo1nito i11sistente, polso frequente e piccoJo e talor a a11cl1e ar1troico, con lingua 11on molto umid:1, con un addome così inten·samente m eteorico e r esistenle alle manovre di palpazione al punto· èli reagire nelle zone più passe con vera e propria difesa muscolare; qtUando fummo m essi nelle condiz ioni, e per necessità professionale ed anche per esplicita richiesta del nostro direttore che, ii 1 vista della particolare delicatezza del caso, ci con vocò con altri dis tintissimi colleghi, e volle egli s tesso i)artecipare al con sulto, di dover formulare u11 giudizio diagnostico sullo « status praesen1s » di questo legion ario al fin e di provvedere razionalmente alla terapia; tre furono le ipotesi avanzate dai convenuti ad ap.p ortare il contributo della loro conoscenza e della loro esperienza. Vi fu anzitutto cl1i i)ensò ad una pos·sibile suhocclusion e intestinale, ossia ad un ileo· dinamièo eventualmente causato da un a possibile sten o j del lume intestinale là OYe era110 state eseguil e le suture (borse di tabacco, ecc.). Il collega aveva cerlam ente il torto di dubitare della provata perizia dei nos tri chirurghi legionari. Egli appog·- . g iava luttavi'l la sua tesi specialmente sul fallo che il paziente, pure e sendo in preda a vomito, conservava nondimeno l 'alvo aperto ai gas e talora an che alle materie. Egli avrebbe ·seguito perciò una linea di con.d otta aspettante, per risoll r- . vare co11 111ezzi generali le condizioni fisiche deJ malato per poi provvedere eYentu al!ne11 le, inc- , cljante ~ilaparoto1nia, onas ton10 si en teroenterica 1

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« IL POLI CLINICO »

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ed esclusione d ell 'an sa stenotica, alla ricanalizzalJeritoneo per ragio11i di contiguità o di con tinuità ; .essa causa ji1fine uno stato edemato·so zione completa del tubo digerente. d ella porzione p el vjca del relto con con seguente Un altro collega, pur non escludendo completamente la verosimiglianza di t ale ipotesi, era disturbo della sua motilità. Dunque ponendo come ])ase analon1ica nel noluLtavia più propenso ad ammel ler e u11 ileo paralitico, sia pure incompleto, causalo da una aLstro caso la esistenza di una « periciistite flemmotuale peritonite ad andamento subacuto: egli apnosa con cellulite larga del Retzius e della pelvi » poggiava la sua ipotesi sulla facie·s, sulle qualità tutti i sinlomi offerti dal malato ch e tenevano un clella lingua e del polso, sulla precarietà delle pò della sepsi, un pò della occlusioi1e e molto co11dizioni generali, sulla difesa dell 'addome oldella p e rilo11ile, YeniYano ·spiegali in modo unitre che sull 'assenza dei 1segni obbiettivi d ell 'ileo i ario e tranquillo. dinamico (meteorismo localizzato , iperperistal1iLa nostra co11clusione diagnos tica, ba. ata prinsn10, segno di Von Wal1l). La t erapia sar ebbe ripalmen le sulla ap parizion e tardiYa della fistola· s tata di conseguenza anche a g iudjzio di ques lo soprapubjca, st1l1 a direzion e del tramite della fecollega per il momento generale e ·sin to1natica: rita, 1sl1lla s tessa sopravvivenza de l malato al 9°· perfrigerazione dell'addome, oppio , g·en erose ing iorno di m ala l tia, il qt1al fat lo parlava nel lafusioni saline ipodermiche ed i11iezioni ipert onin1ente contro la esis len za (l i una peritonite, ecl che endoYenose, siero antiperilonilico e tutlì gli an cora su tut li i sintomi sopra elen cali che troal lri ingredienti di cui è così ricca, e forse fi11 varono g ià 11ei vari colleghi cliYer sa inlerpretatroppo ricca, la « officina nlod erna ». · zlone, in con Lrò l 'unanim e con·sen so d ei conYeNoi richiamammo l 'altenzion e dei colleghi più nu li . special1nenta sulla importanza capitale del fatto Pur rin1nn e11do n1ol to p erpl essi circa la sorte· più vistoso rilevato dall 'esame obpiettiYo llel inacl1e era p er t occar e a ques to pover o ferito , si s talato: il gemizio di urina dalla ferita soprapubica. bilì concorde111cnle cl1e era necessario 1ntervenire Ell affermammo che tutto il quaclro clil1ico alal più pre8 lo, con questo preGiso e duplice intenluale p oteva essere sufficien len1ente riscl1iarato dimento: anzi lutto dominare completamente i! dal rivolo di urina sgorgante dal tramit e sopr alar go flemmon e p elYico e poi a icurare con s topubico. . 1na soprapubico il tranguillo Yuotan1e11to del La e·sist en za cli una fistola urinosa n ella regioserba tojo vescicale. n e ipog·astr.ica era la controprova d ell 'avv.enuto Ci piace ricordare che n ell 'acc jr1gerci alla esei11teressa1nen10 della vescica da parte del proietcuzione di ques to intervento per sè st esso panale, tile; la qual cosa d el reis to era s tata già sospettata 111a r eso delicatissimo dalle condizioni ]n cui ver-· an che dal cl1iturgo che aYeva espletato il socsava il malato, ci sos tenne non poco I 'animo la corso jn base all 'asp etto ematico delle urine co11ferma d iag11 ostica portata d al chiarissimo noestratte prima dell 'interYento . Il for o cli entra la stro dire ttore il prof. M. Acqua, e sopra tutto la e quello di u scita defilanti il lragit1o p er cor o ir1condizionata fic1ucia di cui ci ha i11 quella ocdalla pallottola, ed il r eperto operatorio d elle lecasione e poi sempre onorali ; per la qual cosa sioni intestinalj, quale era d e·scril1 o sulla scheda noi gli diamo at to della nos lra più viYa gratituclinica d ell 'Ospedale n. 2, p arlavano sicuram e11dine. • te per una ferita transfossa d ella porzione endo, • peritoneale d ella vescica. Orbene quando una feri la p e11 e tran le 11 a inteInlerYento chirurgico (giorno 6 aprile 1939). r essato quella p or zione della vescica ch e è coperAnestesia locale jpogastrica p er infili razione set a dal peritoneo, dl1e fatti possono seguirn e se l.e co11do una linea ·semilunare a concavità rivolta· solu1ioni (li continuo non sono pront an1ente riin alto so,rrastan te di pochi millimetri il rilieYOparate: o le urine si ri~er sa11 0 n~lla .caYità . addel pube e i tragi t Li in g·uin ali, Incisione metodiclon1inale e ·sono, causa d1 t1na p er1lon1te rap1daca della cute e dei vari piani aponeurotici e m 111nente mortale; o, essendo ad esse, per soverchia scolari , compresi i due retli anleriori dell >addo ... angu stia ·dell e lesioni della sierosa o p er sp eciale n1e presso la loro inserzione , fino alla fa scia trasituazione d ei fori della p arete Yescicale, vieta lo svevsale compresa, JJer u11a estensione di cir<:a l 'accesso alla cavità p eritoneale, il contenuto Ye25 cn1. Si accede così ampiamente all o sp azio prescicale reso più o meno impuro dalla st essa fèYescicale di R<' lzi us e ~ i può in i al n1odo . pinger e rita, v'a a poco a poco e ·sempre J)ÌÙ largam en ie la osservazione sia in alto ch e in basso e lateraljnfillrando il conne ttivo perivescicale, quello d elmente agli altri spazi occupati clal cellulare perilo spazio di Retzius in alto fi110 alla cica1rice 0111. vescica]e·, e in dietro J)rofondamen te fino al con b elicale, quello dello spazio perirettale i11 dielro nettivo perirettale. E si consta la che era b en nee in b asso e infi.n e tutto il cellulare d ella pelvi . cessaria tale ampja via di accesso, perchè la floNe deriva un largo e profondo flemmone che se gosi flcrnmonosa che aveva as·sunto i caratteri non è arrestato t empestivamente d all 'arte conci ella gangren a, 1)roducendo n ecr osi e colliqu:;i.durrà sicuramente a morte il ferito per sepsi o zione 111assiccia del connettivo contenuto in tut. . . . J)er peritonite second~ria: ti i sopra m entovati spazi e logge era es tesissin1a Chiunql1e ha un po d1 pra lica cli chirurgia ade chiedeva di essere ben dominata. Es1sa aveva ridoinina] e e sp ecialmente di ginecologia non ignosparmiato p era] lro la parte più bassa della log ra il trist e quadro della cellulite pelvica e sa ang'ia de·stra d ello spazio cli Re bzius, là ove clinicacor a qua11 lo sia difficile in cerl i casi clistinguerlo da q11cllo della flo g·o·si acula d el J)eritoi1eo. ' m ente l a pression e risYegliava più vivo dolore, e· si era approfond ita assai di più a sini ~tra ove la Con1e qliesta infatli, la cellulite pelvica induce pression e riu\5civa m eno dolorosa all'esame obrapidan1e11le nel pazient.e uno sta~o tossico e se!bie ltivo: ivi era tutto uno sfacelo di tessuto con1ico ch e s i traduce clj111can1en te 1n quelle inan ~ ­ n e ttivo e di fasce, i cui brandelli nerastri nuotafes lazioni gen erali ch e tutti con o scono ; essa deva110 in una pozza 'di Jiqua1ne icoroso ·stagnante termina inoltre n ecessariam ente uno stato irritaintorno al r et to e aYanti alla concavità s.acro-coctivo dap1)rima ecl una r eazione essudaliva poi del 1

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XL VII,. Nul\1. 28]

S EZIONE PRATICA

<'igea. Espletala ]a Lolella chirurgjca, abolili i se tti per u11ificare e rendere più facil1nente domii1abile 1'ampio cavo creato dal J)rocesso patologico i1ella profondità pelvica, questo si lava abbo11<lantemente con acqua ossige11ala, e si procede alla ricerca della o delle 1solut:io11i di contint10 della parete vescicale onde derivò questa gravissi11la successione morbosa. l !na ·so11da se1nirigida, i11trodolta per via uretraJe in vescica al fine di J)Olervi iniettare eventualmente 1.111 liquido anlisc·ltico e colorato come indicatore , vie11e ad im1>egnarsi spontaneamente in una delle ferite , la c1uale è situata in corrispo11de11za àeìia tnetà sinistra della cupola vescicale a 3 cn1. dalla linea n1ediana e a 2 cm. solto il margine 1superiore del! 'arcata pubica. La esplorazione non riesce posiLiYa per reperlare l'altro fora1ne, che logica111enle deve avere interes·sato la parte più passa e JJOsteriore della porzione inlraperitoneale della ,·esci ca~ nè vi si insiste, pote11dosi orn1ai a11che 11on lener con lo di essa, dato il lJrogramma tera}Jculico cl1e ci eravamo propo Li. La vicinanza della ferita vescicale rilroYata al luogo <li olezi o11e ove suole praticarsi il taglio q 11a11(lo ·~i 'uolc creare uno ston1a vescicale ci in<luce a<l approfittare di essa per impegnarvi una ~onda di Pezzer ed as·sicurare così il permanente (lr flu sso delle urine. Si tern1ina I 'intervento praticando con la massi111a cura un abbondante e soffice tampor1ament o <lella vasta cavità e lascia11do l'ampia ferita cl1irurgica totalmente aperta. Il paziente uscì ben poco depresso dal descritto irilervenlo perchè dopo up1Jena 24 ore il polso, che subito dopo l 'operazione era assai frequente (135) con temperalura di 37°, si rese ben presto più raro per dimo·strarsi l 'indomanj del tutto ~oddisfacente . La temperatura si mante11ne assai Yici11a al livello normale per vari giorni. Il vo111ilo, dopo la pratica di alcune lavande gastriche, cessò ben presto e con esso il nle leorismo che era già come si di>Sse imponente. l\c seguì u11a ca}ma JJerfetta con desiderio di riposo ed anche di cibo. Si può dire a ragione che la vita ritornò a sorridere a questo giovane che poco prima aveva vi6 to assai da presso la mor le. Il giorno 13, come si vede dalla grafica, egli è ripreso da febpre (39°). Si rileva altresì dagli apJlunti nosografici sotto segnati che, due giorni pri1na, le buone condizioni del paziente e l'aspetto <lella ferita avevano spinto il sanitario addetto al R~parto, che ·noi avevamo per necessità di servizio dovuto lasciare, a rimuoYere il suone ipogastrico ed affidare il deflusso rlelle urine alla sonda uretrovescicale a fine di facilitare la riparazione dello stoma. I movimenti febbrili, piu tto·sto elevati e accompagnati da riaccensione della flogosi locale e da ricomparsa del meteorismo addominale e del tenesmo vescicale, non cedettero che dopo il ricollocamento della sonda ipogastrica e rimozione di quella uretrale. Dal giorno 20 al giorno 30 di aprile il paziente gode nuovamente di un relativo stato di 1>er1e&sere. Dopo di che l 'equilibrio è ancora turbato dal manifestarsi di una flogosi acuta, evidentemente traumatica, dell'uretra, seguita da una obbiettivata infiltrazione periuretrale. Da notare che il giorno 26 si era ancora abolito il sifone ipogastrico e collocata la sonda uretrale. Il flemmone periuretrale, del re·sto, assai limitato, ~i risolse in un ascesso cl1e trovò il suo naturale esito nel lume dell 'uretra , la quale era s!ata na1

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[ANNO XLVII, NuM. 28]

IL POLICLINICO ))

turalmente posta in riposo riulilizzando lo stoma rire gli insegnamenti n1igliori e che più pro·vescicale. fondamentc, si 1rr1primono nella memo1'ia . Quando noi jl giorno 9 di magg·io riprendemmo la direzione del Reparto, dal quale ci erava* mo assentati, trovammo il nostro paziente pro** fo.n damente denutrito e pallente, stremato dalla sua lunga inferrnità, in preda a discreti ma Quando un proiettile colpisce l 'addomie e ostinati movi1r1er1ti febbrili. Egli lamentava ·sopenetra: in cavità per ur1a qualunque delle ffile pratutto dolori uretrali e tenesmo al momento della defecazione ·durante la quale alcune gocce . pareti, ben raramente i viscoci ivi contenuti r1m.an.go,n o integri. Se1c ondo 1,uffier l 'immudi l1rina era110 spinte attraverso la via di uscita naturale. La co11statazione di una piccola tumenità dei visceri nelle ferite penetranti a1d:dofazione posta al lato destro dell'uretra alla ra111inali si ha n elì'll % dei casi, secondo, Quenu dice della parte pendula del pene ci indu\Sse a si verifica ai&sai più spesso1 ossia 33 volte st1 prati.care la incisione di essa; e trovamn10 una c·en to casi. rnodesta raccolta di liquame simile ad urina torbida, che evidentemente ivi ristagnava per insufLei ferite pe11etranti vi&cerali, ch·e a quelle ficiente co111u11icazione con I 'uretra. Il piccolç indetto sen1plic1 si contrappor1go·110, possono intervento però non mutò sen sibilmente l 'andal€ressare u11 solo viscere o più visceri insie·m e: mento della febbr e che continuava ad opprimere il paziente cori un ritmo uguale non poco esal e univisce:r ali offrirebbero un ritmo di fre·spera11te. quenz.a un po' più cl1e· dopp io delle pluriviIn questa epoca il paziente era altresì molestascer-0 li. to da tosse con escr eato mucopurulento e l'esame L '.a&so1ciazio1n e più freque11t e di organi cavi del torace faceva rilevare ipofone·si della base de·stra con qua 1.che rantolo fine crepitante. Le coni11l ere·si&ati ·è quell<:l d1ell 'i1ttes lirto gracil e col dizioni generali peraltro venivano subendo un grosso, ch e occu.p ano 111agg·iore spazio nella sensibile miglioramento dopo che, con la istitucavità addominale (50 %), segue J)<>i a grande zione di l avaggi co11ti11ui praticati attraverso tudistanza (20 %) l'.associllzione del tenu·e e.on bi posti fino al fo11do della ferita si era abolito ql1alunque ristagno, e poi, con frequenti medicaun a ltro organo c.a vitario qualunque (vesci ca, zioni asciutte praticate a regola d 'arte, si era arretto, colon pelvico, -ecc.): secondo Gosset e rivati a poco a poco a ridare alla ferita un a·spetto Petit Dutaillis·. soddisfacente. Attualmente i fenomeni ipostatici del polmoIl tipo di ferita riportata dal legio·n aTio che r1e sono quasi tacitati; le granulazioni di ottimo ci ha occupati è s~n.alata dai trattatisti (Alesaspetto vanno colmando il vuoto della profonda ~andri, D,o nati, Legueu, Jambrau, ecc.), e r1on ferita ipogastrica, il paziente si nutre abbonè quindi raris-sima , ina no11 è nemmeno una dantemente e isi va rinsanguando. Le elevazioni termiche sono contenute e11tro, modestissimi terevenienza cltc ·::>i r~peta spesso, a11c.he nei feriti 111i11i, e si può dire cori buon fondamento che di guerra ove s.i 11a occasione rd i vedere le più egli è ormai avviato a sicura guarigione, e che sv.uriate e capric,c iose le1s ioni . Si potreb1b ·e sinpolrà essere fra pochi giorni rimpatriato. · tetica1t11ente . affe1rr11are c]1e <' 111 e11n~e le ferite penetranti dell'addon1-e eccezionalmente inteD.al lungo .e toITnentato ·decorso clinico di ress.a110· Ja vescica, le ferite transfosse della v·e questo addominal e di ,g uerra, pro1n tamente scica ir1teressano regolarrne11te 1'intestino » . soccorso da un nostro bravo collega delle leUr1'altra co,n sid.erazion·e può avere qualche gioni, e poi trasferito d a Ospedale in Ospedale, ir1t.ere.s&e: m ie ntre qua11'do si p1e11sa ad una fed.a Rep1arto in R e1P·a rto ,e nec.essariamente tratrii.a d'arrr1a da fuoco della vescic.a, la nostra tato con diverso criterio ·da molti , da trop·p i ri1ente ~uole rappresentarsi una vesci ca in stasan itari, vari utili insegnan1enti si possoin o to di Teplezio1n,e e colpita da un proiettile che tr8rre , alcuni inerenti a lla feril.a in sè stessa, 11a toccatq i1rimamente la zo,na ipogastrica aed .altri concernenti le n1odalità ter.a peutich1e, qu.a li si possono svol gere, e quali si dovrebbero gendo secor1do una linea oTizzo·n tale dall 'avanti s:volg·ere in ambiente di guerr.a. .all 'indiie tro, J1el 11ostro ca.so iì proiettile ha Noi accenneremo appena a ciò che v'ha ·di trov.ato ìl .&uo punto d'ingresso Siul pe'Iineo popatologicamente interess·a nte in questa piartisteriore e·d il suo forarne di u scita all'epigastrio, ccilare ferita addominale d 'arn1a da fuoco, per agen·do d.all 'indietro in avanti e dal basso· veri11dugiarci più voleilltieri sull.a parte· ch e. offre S(• I 'alto: esso ha così 1potuto trasfiggere due un inter.esso pratico più vivo·; e faremo· per anse basse dell'intesti110 tenue alloggiate n·ella questo la critica della terapii a cho fu attuata · Ile~lvi e poi la porzione endop1erito·n eale d ell.a J)el caso particol<lre, mettendo in rilievo 1più vescica riuscendo· all',esterno dop·o aver attras1)ecialmente quanto vi fu jn essa di meno adeve11&ato lo spazio di Retzius. gu.a to, perchè p ensiamo che ·d alla in.t·elligente Ci piace ricord,aDe quefl.ta particolarità geneco11statazio1n e .d egli ,erroTi , priù che dalla amtica del trauma, la quale, se anche è Bccennamirazione d elle cose perfiette, sogliono scatuta dagli autori , non cessa nondimeno di es1

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[ANtNo XLVII,. N-cl\t. 28]

SEZIONE PRATICA

sere del tutto eccezio,n ale. E qu·e sto è quanto riguarda i caratteri anaton1ici della ferita.

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Dal punto di vista pratico, affinch€ si possa 5eguire un sano indirizzo sul trattam-ento delle ferite penetranti della vescica, è bene tener presente che esse possono esseire intraperitortieali o extraperitoneali. Nel primo caso l'urin.a cola nella cavità peritoneale e 1p~oduce una 1.>eritonite di reg·ola generalizzata, che condu ce rapidan1ente alla n1orte; nel secondo caso il gemizio urinoso infiltra a poco a poco le n1aglie del connettivo peri.vescicale e gli spazi ell e con essi si con tinuano , peT rende1isi talora e più o n1eno tardivan1ente evidente a li, ·ello delle ferite della parete addominale. Ne risulta un vasto flemmone che non è propria11Lente dovuto a ll 'urina, la qua le potrebbe in sè stessa anche essere asettica al mon1·ento del1·accidente, n1a alla infezione della ferita e successivamente djel]Ja rvescica, prodotta dal 111atieriale conta1n inante introdotto dallo stesso lJroiettile (E. Ja111.brau). Il nostro caso dimostra che non sen1pre si 'erifica che una ferita della porzione intraperitoneale della ' '·escica induce un versan1.ento di urina e di n1ateriale contan1i11.ante nel !Peritoneo: forse l'angustia delle lcsio1)i della sierosa e la non perfetta soVJ·apposizione di esse alle lesioni vescicali può renderci conto della eccezionale evenier1za. Sarebbe per altro un errore nella pratica fare a·&segnamento Sll tale l >ossibili tà. La ricerca sistematica delle ferite vescicali, e on la cistoscopia o con l 'ausilio dei n1ezzi che ad ognuno possono ·e ssere· suggeriti oltre che dalle sue nozioni anche dalla fantasia governata ~empr-e dalla ragione, la riparazione metodica di esse con duplice piano di sutura e la collocazione immediata di un catetere uretra-vescicale a permanenza da non abolirsi prima di due settir11ane, è un dovere per il chirurgo che si impone per sè ste8so non meno della chiusura delle perforazioni intestinali. Nei soli ca.si di ·ferite della vescica, ;p!rodottesi per via peri11ealei per impalamento o anche per arma da fuoco, e che hanno interessato solo il fondo dell'origano, si può essere autorizzati ad ais sicurare sem1p1licemente un buon drenaggio della ferita , salvo a intexvenire pro·n tam·ente im caso di reazione peritoneale. Questi sono i principi claS&ici ·della immediata terapia chirurgica delle f.erite vescicali: e certamente nella pratiieia civile, per le lesio ni prodotte da arma bianca, che sono ormai divenute eccezio1

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Itali, come pure fino a un certo segno per quelle causate da arma da fuoco·, è questo il rr1odo più sano e più elegante pe·r restituire al feirito in un con la vita anche la integrità fi&ica con un minimo di tema?o e di fastidio. Ma due sono lei ci1~costanze che possono indurre il previdente chirurgo a battere un'altra via, la quale, se cede a quella or o·r a descritta pe·r la snellezza, la sopravanza di gran lunga per la tranquillità del decorso post-operativo. Il primo caso, è questo, e vale perr la pratica civi1e e per quella di guen·a: invano il chirw·go ha ricercato la ferita o le ~erite vescicali pur esse ndo certo, peT sicuri sintomi clinici (ematuria , tragitto ·del pro iet.tile, ecc.), come nel nostro ca60, dello interessamento della vescica. Se e gli non può individuare in alcun modo la supposta le·s ione, lungi dal ricc.1·rere al .&emplice tam;ponamento dello spazio prevescicale, è alla cistostomia soprapubica e solo alla cìstoF-ton1ia che dovrà affidare la salv,ezza del ferito. La eventuale contaminazione del cellulare pelvico, nel caso di ferite del fc>ndo produrrà, quando sia assicurato in modo totalitario il drenaggio delle urme, una pericisti te circoscritta alla quale si provvederà - eve11tualmente in un secondo tempo; ma, una volla sistemato, il drenaggio esteirno d.elle urine;, no·n si avrà n-iai una infiltrazio·n e pelvica massiccia come quella c.h e ha d·u ramente ci1n entato la resistenza fisica del nostro paziente. La seconda evenie.nza è qu·eilla ohe il chirurgo .si trovi in terreno bellico, e debba lavorare i11 un servizio sanitario di guerra organizzato a·l modo di quèllo attuale, n.el quale il ferito, d(}po av.er ricevuto il suo primo so·cco·lì50 in osrJedaletto ·da campo, deve essere, com.e nel nostro caso, smistato in altro O.spedale della 1-etrovia e poi ancora in un altro più lontano dalla zona di qperazione, e affidato· all'assistenza di un peri·son,a le sanitario costituito da· elementi che raramente ·dimorano molto tempo nel medesimo Reparto ma cam.b iano conti1luamente posto per esigenze di servizio, •ed Clgn,u no dei quali, cerca11do di fare del suo meglio a b·e neficio del malato, tend·e a dare alla terapia un indirizzo personale e si allontana incon&ideratame:nte (vedi rimozione catetere, lavaggi vescicali, ecc.) dai principi eh.e avevano SJ)'into il predecessore ad attuare una determinata sistemazione ,d el ferito. In tale ambiente· il chirurgo che tratta un addominale vescicale· è riuscito a indivirduru.·e la ferita o le ferite· della vescica; esse i1e occupano infatti la por-· zione meglio a·c cessibile e sono state me-· todicamente riparate con duplice piano di ~u1

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trura ed è stata con pari cura reinte·grata, se di urine settic·h ·e nella profondità della ferita, era il 1caso, la continuità del p eritoneo; egli per al pale&e risentimento del peritoneo (singhiozp.ltro sa di non potere, per u11 lasso di tem.p o zo e meteorismo), e all 'avvento di non lievi acsufficientemente lungo, sorvegliare di persona cessi ~ebbrili; si assist ette poscia allo svilupil paziente ed è per di più costretto ad uti- 110 di una periuretrite a cuta suppurativa lelizzare per l'assistenza p-eD5onale. di fortuna; gata 31 lungo per1nanere del catetere nell 'ureebbene anch.e in questo caso, che parreb1b e tra . In ques~i ultimi 1giorni anche la base del ideale ed invitante p6ir la sistemazione classica po]1none destro 11011 ·è rimasta indifferente al del ferito1 con sutura e so n.da uretro·-vescicale lungo decuh ito , quasi sempre s.upino, e forse a per.rnane·nz.a, prati chi nondimeno una picco.- a11che .allo ;&tesso processo settico ; ni.a anche la incisione n ella parte più alta ·d ella parete questi fenome11i polmonari intercorrenti, per anteriore ed extr8iperito11eale della v·escica e vi la p·artiic~o lare r esi&te·nza di questo g iovane e vigoroso org.a11ismo e p·er le cure amorevoli e im1)egn.i un sifone. A mag·gior ragione poi deve e.rea re lo sto1na se no11 è pe1·fettame.n te i11tellig·enti del r1ostro personale assist.ente tranquillo 6ulle suture o perchè la esecuzione sc>110, come si è detto, i11 risoluzione. Per altro è da ter1 ere a 111e11te cl1e, quando di esse fu difficile, o pench è le co·n dizioni d·ei si è potuto·, attraverso il Lampo·na mento degli tes&uti erano cattive. Tale ferita e tale stoma sarà provvidenziale per il ferito ed anch e per SJ>azi perivescica]i e jJel,rici e la derivazione ipogé)jstrica delle urine, con1 e 11el caso no·s tro , i l chirurgo: il primo non avrà più n1u lla a t ed 0n1inare u11 confirmato e profondo processo n1ere dalle s.ue non brevi p eregrin.azio·n i attradi cellulite. ch e è u11a g·ravi · ·i111a a ffezione , il verso i luoghi di cura ove sarà accolto, n è dr-e naggio so1}rapubico v.a n1.a nte11uto semp•r e dalla personale inizi.a tiva d·ei molti cura nti , i quali avranno• le mani legate e la fantasia infin ch è il lavorio lento ·delle gra11ulazioni, ben guidato dalla 1nano esperta d el rnedicatore, no·n chio·data di fror1te ad una sistemazione c·h e non ammette mo dificazioni; il secondo potrà d o·r- al1b ia de.I tutto colrr1ato la vasta cavità resimire i suoi so·n ni tranquilli n ella certezza che , duata dal fle111:ino11e; p e.rch è è assurdo sperare n ella spontan·ea e rapii.da chiusura della ves~i­ se egli non avrà eseguita un a ele·gante opera7.ione avrà certo reso impo·ssibile il gen·erarsi ca, I.a cui parete, r ecante lo stoma o nel punto di elezione o n elle vicinanze di esso,, si trova della cellulite p erivescicale e pelvica n on meno te111ibile della p eritonite. E a quei colleghi che cc1n1e sospesa fra il vuoto dell a sua naturale cavità .e quello dello spazio ove fu il flemmone gli rimprovereranno la lu11gag·g ine della cura e la possibilità di una futura fi&tola ch e forse e che ora è occu1)at0 dal n1ateriale di medicaesigerà un secondo inter,renlo , riS'ponderà cl1e zione, ed è quindi ii1 un ambiente meccanica« è m eglio salvare alla paesana un ferito i11 111ente e biologicamente tutt'altro ch e atto· a favorirne la ripa1~azio 1 ne. p0chi m esi che spedirlo el eg.a ~ten1 e.nt e in pocl1i g·io rni ». La soluzione di continuo della parete vescicale si chiuderà sp·o ntaneamente, quan·d o la paUn ulti1no amn1ae&tr.a1ne·n to ci deriva dal caso descritto . Chi porti nuovan1ente la sua rete stessa sarà ra:g·giunta e la soluzione co·perta infin·e dalle granulazioni dei tessuti Ct.)nattenzion·e sulla grafica vedrà come, doi:>10 · il secoJ1do i1tterv·e11to· chirurgico, con c.u i si potè tigui. D 'altra p arte la rimozioin e intemipetStiva feli cemente dominare il vasto flemmone peridella so·n da i·p ogastrica sarà fonte di riaocenvesc:icale ei si provvide ancora al ]Je1manente sione del proce.sso settico ·e causa del perpee siculfc deflusso delle urine, utilizza11do com e tuarsi della suppurazione ca.m e ha, con il suo .ston1a un.a delle ferite vescicali, le condizioni tormentato decorso post-operatorio, dimostrato del paziente. ch ei erano dapprima apJJarse ve- il nostro ferito. Ta111ente paurose, cambiarono comp letamente, Col porre in evidenza i vantaggi e caldeg-e l'ottenuto equilibrio rimase costante finchè giare la pratica dello stoma soprapubico nei la sistemazion·e del] 'op erato non subì variazio- feriti ·d 'arma da fuoco della ve&cica in tempo ni. SucceRsi varnente altri indirizzi t erapeutici di gue1~ra noi non abbiamo int.eso di appo·r tare ·ve·n nero a volta a volta dettati ed ese guit.i; e alcun che ·d i nuovo n el campo della pratica, fu co.&ì un cp-ntinuo gi~oco, tutt'altro che utile ipoichè tutto. ciò è stato già 1d etto da autori a ]J 'operato) di rimozione del drenaggio ip 0- r11olto più chiari ·di noi; ma abbiamo· solo vo·gastri100 e collocamento della sonda uretrale, . luto ìc·o n ,la severa critica di un caso• speciale, o di riapplicazio ne d·el sifone e rimozione d el che nor1 pruò oerto rico·r rere assai s·p esso nella catetere uretrale. Le conseguenze sono palesi: r1ratica , divulgar e maggiormente un principio si assistette d.apprima alla riaccensione della terapeutico che può b en ri1&parmiare a feriti flogosi pelvica p er I 'inevitabile continuo colar del geneire lunghissimi travag li e sofferenze, e 1

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sequele m orbose talvolta mortali , qualora ad e:::;so 1&i faccia ossequio fin dal p1rimo intervento di soccorso. Valladolid, 27 maggio 1939. A. della vittoria. llIASSlJNTO. L 'autore prop·ug11a in questo articolo la eccellenza e caldeggia la pratica i;n chi1urgia di gueirra della cisto stomia sopr~pubica n ei f eri li ·d 'arma da fuoco de.Il 'addome con perforazione d ella vescica, in contrap,po.5 izione· alla sutura e drenaggio permanente con la sonda uretre-vescicale il quale tratta111ento è più adeguato alla pratica civile p1erch è esige una più severa sorveglianza post-op erativa, e al semplic~ tamponamento e catetere uretro-vescicale a djmora che è un espediente d el tutto aleatorio da ri.6erbarsi a casi assolutame'Il te eccezionali. A dimostrazion e di questa te i egli riferisce sopTa un caso di ferita penetrante d·ell 'addome con lesioni associate d ell ' intestino tenue e della vescica, in cui il trattamento d elle 1esioni intestinali fu c orooato da pieno succe5so , e que:llo della vescica invece fu seguito da fl emn1one massivo ei ìcoro o perivescica]e e pelvico, interessante anch'esso a conosceTsì SJ)eciaJm ente dal punto di vista pratico, perch è, circa. la diag nosi, tale affezione può essere co1n fusa con altre importanti e·n tità morbose addominali e sopratutto con la peritonite, e, circa la terapia , essa esige particolari attenzioni, ch e, qt1a1 tdo siano omesse, posson o comprornetter e I:esistenza del ferito o per lo m eno comp]irare e prolungare oltre il n ecessario il d ecorso della infennità. 1

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PROBLEMI DISCUSSI LABORATORIO DI MICROBIOLOGIA

DELLA SANITÀ ì\lrLTTARE

(presSl'

Os:r>F.DALE MILITARE DEG CELIO) - RoMA

Sull'eziologia della cosidetta febbre padulina. ·

Prof. Uco

REITANO,

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SEZIONE PRATICA

te:a. col. irted. direttore.

Questa forma n1orbosa, di c ui le pri1ne. osservazio11i clir1ich e. d·el Ron1iti risalgono, come ò noto, al 1912, rir11.use per parecchi anni avvolta n el mis trro eziologico . .Le ind.agini epid<::111 iologicl1e d·el ·F orleo nOil p erm.isero di accertar e con sicurezza la n atura della malattia; ques to A. infatti , a conclusio11e dei suoi· studi , s! limitò ,a d e.m ett er e di ver se ipotesi , fra le qua Ji a11ch e quella della natt1ra spìroch etica de]llaffezione di cui si tratta. l forse tutto sa-

rebbe ri1nasto an cora per lur1.go tempo nel c.ampo ·delle ipote&i, se il Cantieri di Pistoia r~ on avesse affrontata decisarr1ente la questio11e sotto i suoi vari aspetti. È merito precipuo del prof. Cantieri infatti l 'aver fatto luce sin dal 193'4, ~011 fine intuito clinico dapprima , con prov.e biolo.giche in appresso , su questa forma febb1ile ch e può colpire nella sta·gione est iv o-autunnale i lavoratori del padule di Fuceccl1io, n·ella zon~1 compr esa fra Ponte Buggi.nn ese, ì\iloni-;un1mano, Lar,ciano. Sucoes.siva1r1ente il CantieTi, che riportò la for1na fe b·brile in questione alla Leptospirosi ittero-emorragica, osservò affezio ni del m e desimo tipo anche nei rurali di div er~ località ·della provincia di P.isloia (Quarrata, Serravalle, Gèllo, Burgianico) ch e « nulla hanno che ·v·edere col l\U d111e e sono anch·e· relativan1ente lontane l 'u11a dall 'altra n. La sinton1atologia clinica di queste affezioni feb·b ·r ili talvolta si sovrap,p-0·r1e al qua dro del 111 orbo ·di W eil , altra volta invece assume l'a~)Je tto di una banale forma reumatica o di u11a forma influenzale., ch e soltanto un clinico aocorto ·e d a conoscen za dei ·da ti epidemiologici, può sosp ettare trattarsi di Lep1ospirosi. Per la ·descrizione dei caRii clinici rimando Di lavori del Cantieri, ch e li l1a a ccuratame nte illustrati . Il m edesi1no, Autore, in taluni casi, sia ch e presentassero il quadro d el Weil sia cJ1e avessero un an<lamento puramente febbrile, riuscì ad infettare, mediant e sangue,. liquor di pazienti, delle cavie, nelle quali fu anche riprodotto il quadro tipico della LeptoS]Jirosi ittero-emorragica, con reperto positivo di Leptospire n egli o·r gani interni. Ciò era suffi1ciente p.e r affermare che in provincia di Pistoia, corne del resto in altre Te.gioni d 'Italia, esiste la Leptospirosi ittero~ emorragica n ella sua forma tipica e in quella a1ìpica, legata partjcolarmente al lavoro dei rurali, e cl1e la vecchia diagnosi con signific.a to va·go di « feb·b re padulina » non aveva più ragione di e5.5ere, posto che n ei casi bene studiati si riuf:civa a •identificar e con una J.,e1) tospircsi. Ma oltre la confer1na biologica, Jo scorso anno 1938, il C:antieri ricevette la co11fcr111a sierologica della giustezza delle su e asser zioni. I1l una nota pubbJicata i1 el Bollettino dell 'Istituto· Sierot. 1'1ilan ese (g it1g no l9.19) 10 l1n riferito s11i risultati di quest e ricer ch e 5 ie rn lo~tiche, co111piute cort nu1nerosi stipiti di Leptospire. I sieri di 5 pazienti , con diagnosi cliniic.a di Leptospirosi , e il siero di un a]t:ro p:azi1e.n te molto sospetto .a.gglutinarono ad a lto titolo alcuni ceppi classici di Lept. ict. h aen1. e riuscirono, inattivi verso g li ~ti pi ti 1

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IL POLICLINICO »

della cosidetta Schlammfieber e v.erso gli stipiti Autun1nalis ·e Hebdomadis; coag·glutinine, ad un titolo basso, tranne i.n un caso, si os, servarono an·C h«~· per la Leplospira canicola. lit due di. questi · ~ei pazienti n1ancava l 'ittero. A parte l 'oi&Servazione clini ca, che con serva sempre il suo val ore, specialmentP.. quando è legata ai fattor~ epid·emiologici, le prove bioJogiche e sierologiche nor1 avreb·b ero dovuto _1Jib lasciare. nessun dubbio sull'eziolog ia della ~rorrna morbosa in questio·n e. Nvn può quindi non destare un.a C·erta sor·r>resa il fatto che P. Mino , il quale ornwi ha acquisito un' ottirna esp·e 1ienza •&ulla IJepto·s pirosi, in una riunione tenuta alla sezione di cultura 1ne.dica del Sindaca to fascista medici di Vercelli il 25 lug·lio 1939, abbia affermato , a proposito della cc febbre padulina » ch e cc l'eziologia di questa forn1a n1orbosa r esta tuttora d.a accertare, non essendo stati finora i$olati stipiti di Lepto6pire d;ai malati, n è essendo state fatte- ricerche sierolo,giche con numerosi s tipiti di Leptospire ». Su questo arg·omento si è svolta una di5cu ssione in '' Gazzetta sanitaria )) tra i profie&so·r i e.autieri e Mino. È lontano da me qualunque accento polemico; osservo soltanto che, dato ch e· le ricerche sierologicl1e con i1un1erosi stipiti di Leptospire ·erario state compiute, semh·r erebb e. ·dalle affermazioni del l\ilino che, per accertare la natura le11tospirica d elle forn1e in questione. fosse stato assolutarnente indispensabile isolare in cultura la Le-ptospira dai pazienti. Credo cl1e qualunque clinico si possa sentire tranquillo quando le notizie anamnes1 iohe, le prove bio1ogich~ e le prove Ricrologiche positive, le qi.1ali hanno un valor.e indiscui&so, concordano con I.a diagnosi clinica di un'infezione da Leptospir.a; e credo anche che egli non aspetti I 'isolamento ·d·el germe in· cultura pura perchè sia c.h iara n ella sua m e.n te l'eziologia ·d ella ma1attia. Il n1icrobiologo va oltre, e cerca di ottenere la Leptospira in cultura non solo, ma di determinarne anche il ti}>O , sapendosi ormai come esistano numerose varietà sierologiche di Leptospira, e come la stessa Leptospira clDs&ica sia suddivisa da taluni Autori in du€; biotir>i (B. Pete.rse11. Gis1,en e Schi.iffner). Il fatto che, oltre la Leptospira classica a çDrattere cosn1opolita, si possano tro,·are in talune regio·n i altri tipi di Leptospire, che si diffe.1 ·enziano si:erol ogicamente da quella e che inducono , in genere, un'affezione puramente febbrile senza ittero nel~'uomo , e nella cavia, di n1assiL11a, non danno il quadro tipico, può essere molto interessante ed appas~ionante per il microbiologo e divenire oggetto di studi, di 1

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djbattiti , di polemicl1e. 1\i[a bisogno tener sempr·e presente che ancl1e l 'aute1Ltica Leptospira itt,e·r o-en1orragica dà un'alta percentuale di quadri clinici atipici senza ittero, e può non riuscire patogena p er la cavia. Può accadere, co1nc è stato osservato da p. ~lino Ilel v-er cellese e dal Babit1die1i a Pavia, e da ~1Lrì Autori r1cllc più diverse. regioni della terra , che esi$lano , accanto· alla Leptos11irosi, ·&ostenuta dalla cl assica I..1CJ)t. itt. emor., 8.ltre forni.e di J..1e1.Jtospiro$i, ·di cui 1 agente eziologico è una LCJ)tos pira s ierologicamente diversa dal la clas&ir~; i11 1a] i e.a si il siero di sa1) gue dei pazie11ti jn esante llon agglutina gli ti])iti classi ci , ma ha azione. soltanto sulla ]_,eptos1)ira on1olo·ga. L 'isol<l111ento in cultura di tale s tipite locale di Lepto j)ir.a allora può rendere veramente utili servizi . a11 ch e ai fini delle succe~&ive ricerche sierolog-iche. Ciò premesso, accennerò ai ri ultati delle ricer cl1 e comp·i ute n ell 'anno li93~ sui campior1i di san·g ue ricev11ti d.al prof. Cantieri da Pistoia. Il rriateriale , i11viato a qu esto laboratorio a m.ezzo di cc ca11tpio11e racco111.a11d. espreRso >> giungeva entro dodici ore n l~0111a (qualche volta mi è stato portato dirPttamente dal Cantieri). Esso proveniva talvo 11 a da individui in cui la diagnosi ·di Leptospirosi era stata già ·pos ta , talaltra da forn1.e atipicl1e, in cui però il sospetto di Lepto J)Ìro~i era fondato; altra ' ·olt& le indagini era110 richie te sol o a titolo di. curios.ità scientifica , non esistendo alcun sospetto clinico od epiden1iologico per una forma di leptospirosi (casi Con1parini , Gori Dante, Gori Livann. Ch·e rubini). In questi quattro casi tutte le ricerche riuscirono n e• g·.at1ve. Dal caso Mosi J\il. è stata i~oiata, mediante err1ocultura su terreno di Rfliter, un oeppo di LE-plospira, ch·e, a seguilo dflgli esami. biologiic i e sierologici, si è dimostrato del tipo classico. Le prime rare Leptospire sono appal"Se iu uno d ei ± tub i di culLura do1:>0 21 giorni di l?ermanenza in termostato a 28°-30°. La prova biologica era già ril1scita net tarn.e nte positiYa . al Cantieri. Il siero di sa11gue del paziente a·gglutinava in 15a giornata, ad t111 titolo elevato (1 :40.000-1 :80.000) ·diversi stipiti di Le.p t. ict. haem. mentre era inattivo v.erso s·t ipiti di Lept.. typ·h o-grip·p osa, autumnali&, heb domadis e ven5o il ce.ppo della coside L~a Lept. oryzeti (Pavia I) ricevuto corteseme·n te dal prof. Babudieri (I). Dal caso Gabbani Sergio (r,i tratta·va di un rag.azzo che aveva preso un bagno nell'Ombrone e che presentava una sintomatologia sospetta pur senza ittero, e il cui padre lo srorso 1

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SEZIONE PRATICA

b11no era moTto di Leptosp. itt. emorrag. ) è stata isolata, n1ediante en1ocultura, uno stil Jj Le di Leptospira, che gli op1)ortuni esami sierologici e biologici, in seguito compiuti, din1os lra rono essere del tipo classico. Le prime l ~lre Loptospire cominciarono ad apparire in qua ttro Lub i s u ~ei dopo 20 giorni di p erma11enza i11 te rn1oslato. f\1la già prima ch e si fosse cc11s ta ta ta la _positi vilà dell 'en1oc.ultura, la t>ieroagg·Jutinazione \1 crso pareccl1i stipiti classici di Lept. iLt. e1r1or. era riuscita positiva ad u1t titolo n1olto elevato. Nel caso Borri ~·. (1r~orn1.a a11itLerica) non è ~l ata fatta 1'e1rtocu ltu ra. La sie roagglutinazione, presu111ibilr11enlc in XIV g·iornata, è riuscita positiva verso gli tipiti cla .. sici di L ept. ic l. i1aern. 1 negativa verso gli altri stipiti (Ca11ico la , Typho-g ripposa , Autun111alis, Hebdon1adi". P aviR 1). Dul caso Ponzi.ani Silvano (un ragazzo ch e ln\'orHva i11 i)a dule, e ch e pre entava febbre eleva ta con dolori reumatici senza ittero) è stata isolata, mediantè en1ocultura, 11raticata in 4'' giornata. di malalt.ia, una Lept. ittero· emorJ 2gica, ch e i su ccessivi esa mi dimostrarono essere del tipo classico. Le prirne rarissime le1Jtos1)ire sono apparse in un tubo su quattro dopo 15 giorni di perma11enza in termostato. Il prin10 trapia nto è fatto dopo altri undici giorni, e le culture. rigogliose, atte alle prove- di ìdentificazione ~ierologica, si ottengo110 do1)0 altri otto ·g iorni. Quindi p er identifi care esat tam ente il tipo di Lepto5pira isolato ci son voluti ben 34- g io rni , m entre. l a prova sierologica, rom piuta in 14-a. giornata, riuscita altamente positiva soltanto ver so gli stipiti classici di lept. ict. haem. , acoertava in nlaniera indubbia el1e si trattava di un caso di Leptospirosi ittero-emorra.g ica da lept. classica. E poichè generalmente la sieroagglutinazione, come è noto , risulta già positiva a cominc iare dall'ottavo giorno, ne consegue ch e quest o è un procedirr1ento più pr·ecoce della <:mocultura, ai fini dell'accertamento di una le1)tospirosi. Le ernoc ulture pe r le pazienti Ponziani Va n na e Ponziani Bald.a cci Maria, rispettivan1ente sorella e madre di Silvano , sono riuscite. neaative, e del pari sono· riuscit·e negative le siero-agglutinazioni, i)raticate più \1 olte con nun1erosi ~tipiti di Leptospire. Nel caso Sforzi B. (lavoratore del padule, anitterico, con febbre a tipo r eun'1atico) l'e moc ultura, praticata in 5a. giornata di m.a lattia, s.fortunatamente è andata a male; tutti e cin1

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(1) La cosidd etta Lept. Oryzeti è identica alla co·siddetta Lept. mjti s di P. Mino; entrambe risultano sierologicamente uguali alla Lept. Bataviae.

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que i tubi risultarono inquina li. Tuttavia l 'o.5servazion e, p ro tratta per 35 g iorni, non ha i)erm esso di svela re alcuna Leptospira. La prova biologica, p·r a ticata dal Cantieri a Pistoia, aveva dato esito positivo. La siero-<1gglutinazic~ne, in 16a. giornata di i11alattia, è stata posi1 iva verso 7 5tipiti classici di le11t. ict. haem. al titolo di 1 :4000, negativa ver~o gli stipiti della Scl1lan1mfieb er, Aulumna lis, Heb1domadis, Pavia I. Nel caso Fag ni · B. (lavoratore di padule, c?~ r1jtt erico) l 'en1oculLura diretta col sangue cilratato d el paziente ò riuscita negativa; risult<llo n egativo ha dato del pari l'emocultura con san°g u e estratlo dal cuore di una cavia (già inoc ulata dal Ca11tieri con sangue ctel · paziente) che presentava una n etta sindronte .itterica. La siero-agglutinazion e, in lOa giornata di n1alaltia, è stata positiva al titolo di 1!:20.000 ,·erso tre stipiti umani di lept. ict. h.ae n1. precedentemente isolati , e verso tre stipiti di lept. ict. haem. <li prove11ienza murina; del tutto ll-egatiYa ver so g li altri s tiJ>itj di leptobpire, di . cui si è già fatto ce11no. È da aggiungere ch e tutti i sieri ricevuti dal prof. Can Li eri, quelli del 1938' (9) e qu.elli del 1[•39 (12) in totale 21, s~no stati cimentati, a prese;indere dall·e altre prove già compiute, con lo stipite di lept. oryzeti (I>avia I) di Bau{lieri; in n essun caso si è avuta reazione1 positiva. Risulta dunque da questa breve nota , che forse non avrei nea11 che creduto necessario di f>criverc ·&e non fossero stati affacciati d·ei dubbi su precedenti lavori che erano ab.b astanza cl1iari, ch e la lept. ict . ha·em. del tipo cJa•&f.ico è stata isolata una volta d.a un caso clinicamente diagnostica to come lep·t ospi1·osi itteroemorragica, e du e volte da casi .puramente· febbrili di leptospjrosi, che corrispor1dono alle forme volgarmente chiamate << febbre padulin~ ». In altri casi del gen ere poi la siero1~ea­ zione è riuscita altar11ente po&ìli va con gli stipiti classici di lept. ict . h aem. , e soltalllto con questi. Notizie a n amnestich e ed Ppidemiologiche, ricerche culturali e sierologicl1e concordano uell'accertame nto eziologico di forme febbrili , ·conosciute i1el passato sotto il non1e di febb-re padulina; si tratta di una leptospirosi: !u~ti i .dati raccolti diligenter11ente ·d al Cant1er1 fin da] 1934 ricevono un ulteriore conferma anche dalle pro'\'e culturali. Ogg·i tutto ciò non P'u ò sorprendere, come non potrà sqrprendere 6e, per avventura in seguito, n ella provincia di Pi$toia si isolassero degli stipiti di Leptospira diversi da quello classico. Si tratterebbe di un dettaglio ch e n on sposterebbe la question e es1

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· 1e., che orn1:1i ri111ane fcr111an1ente. sta&enz1a bilita. È ovvio' che non tutte le form.e fe.h brili, improvvisamente in sorte nei la·voratori del padule. di Fucecchio durante i mesi estivo-autm1nalì, si debbano rip,o rtare alla Leptospirosi; 111.a ogni m ·edico, il'' quale sia a conosc.enza che in quella zona l 'i11fezione da Lept~sp1ra ~ enden1ica sarà autorizzato a d affacciarne il sos11ctto ~utte le volte che si trovi in p~esenza . di furme febb rili, che non so·n o da nportare a quadri ben ~oti di altre malattie i~fettive; ~i­ ~ogna sopratu tto diffidare del~e ~os1~ette cc in: fl enze estive » e " d e1le febbri 1nialg1ch e » nei 111esi caldi. 1

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RIASS.UNTO. L 'eziologia leptospiri.ca della cosidetta « febbre pa·dulina n accuratamente studiata dal Canli eri, risultava già accerta~\ n1ediante le proYe biologichr, e. sierologiche. L' isolamento in cu ltt1ra della Lept. ict. haem. classica da sangue di alcuni 12azienti, fornisce ora un'ulteriore din1dstrazione. La Leptospirosi si può pr e5e,n tare dunque o col quadro clinico del \i\Teil o nella forma atipica, puramente febbrile, di cui ancora la c onoscenza, presso una n-ran parte di medici pratici, non è sufficienb h . l emente diffusa. Nessuno può escludere c e in futuro si possa trovare anche nel Pistoiese qualche altro tipo si6ro1o.gico di leptospira, oltre quello classico a carattere cosmopolita. BIBLIOGRAFIA. Bollett. Accade1nia med. Pistoiese, 1934. - Rjnascenza medica, 11. 6, 1934. - Bollellino Accademia med. Pistoiese, 1937-1938. Gazzetta Sanit., n . 10, 1939. M1No P. Minerva Medica n. 18, 1938. - Policlinico , sez. ·m ed. , 1939. - 1Policlinico, sez. pratica, 193~. Gazzetta sanitaria, 1939. BABUDIERI B. Rivista di parassitologia, n. 2, 1939. - Poli.clinico, sez. prat., 1938 e 1939. REITANO U. Bollettino Ist. sieroterapico Milan., n. 6, 1939. CANTIERI

[ANNO XLVII, NuM. 281

POLICLINICO »

C.

Rivista di Jlalariologia PUBBLICAZIONE PERIODICA Sommario del N. 3 (1940). Centr1 i1uti originali : B. VEzzoso: L 'immunità passiva nell'infezione da « Plasmodium gallinaceum ». G. B uoNOM INI : Anofelismo e bonifiche. Studi sulla fauna anof elica dei Consorzi di Bonifica del basso Volturno (Naipoli) (3 grafici). - R. Mo1sE: Osservazioni sulla .malaria di .A.ssab e sull'anofele ~he. la t.rasmette (5 figure ). - F. MOHYDDIN: Malaria infect1on in « Anopheles sel'genti » in Egypt. Studi storici : F. JERACE: Il Papato Romano e la malaria (15 figure) . . . . Cro.n aca: G. LEGA: L'Istituto d1 Malar1c.log1a « Ettore Marchiaia'Va n (12 figure). Abbonamento pel 1939 : Italia L. 6 Q. Eetero L. 1 O O; ai nostri abbonati L. 5 4 e L . 9 O rispettl vamente; un numero separato: Italia L. 8 ; Estero L. 1 2 · 1

Inviare Vaglia Postale alla Ditta LUIGI POZZI, edi· tore. Via Sistina 14. Roma..

TRlBUNA LIBERA Sulla evoluzione iniziale dei parassiti ma .. larici. N·e l n. 26 di codesto pregiato periodico leggo un nuovo artiic olo ·del prof. Corradeilti. Con i1rtperturbabile tenacia egli continua ad ad<>per.arsi per 8·v alutare alc:,u ne mie ricerche lo quali hanI\O dimostralo l 'esistenza, nei pa1·assiti della malaria, di una fase di evoluzione particolare, cl1e .avvie11e ,e.n tro le cellule del reticolo rendotelio. Questa fase consente d,i spiegétre· molti p unti rirnasti finora oscuri nella patologia delJa mal~ria ed avvia a nuovi 5tu·d i anche nel campo pratico. Essa ha trovato con: ferma da parte di studiosi il.aliani e ~tranieri> ad eccezione di un g ruppetto capeggiato dal 1\1.issiroli e del quale fa parte il Corra,detti. Sono oltre du e dozzine i lavori e gli articoli di cc.storo dedicati aile mie ricerche e sarei te11tato ·di inorgoglirn1 en e, ancl1 e p erc.h è ebbe11e sia110 animati da ·oslilità - l1ar1no conLribuito a richi.an1are l'.attenzior1e sui risultati cui sono per,1enuto. La mia riluttanza - anche p er mancanza cli tempo - a repli care all e criliche, sp ecial111 e11te ::;e non se.asi&ionate e non costrutti ve ma demolitrici, è ._tata que ·ta ' olla vinta sia dalla co11~idcraz ion e della <liffusio11e di C·O·de&to giornale in ambienti 1100 specializzati , sia dalla m ·olesta insis tenza ·degli s1es~i autori, sem.p re gli ste&5i, i quali dàn110 il IJOco simpatico spettacolo 1dii un istituto italiano che t ende con pertinacia a demolire in Lutti i modi qru.a nto si fa in un altro istitulo italiano, 111entre dall 'estero giungono consensi e conferme. Ora, oo·m e diceva: quell 'u1norista, i casi sono due: o le lnie ricerche non hanno valore, e allora ·è inco111prensibile l '.aff.annarsi a riYendicarne, e in più lin.g ue, I.a prio1~ità ad uno studioso an1e ricano, Huff; o le 11tie rj cer che l1anno valore, e a llora il tentare, di demolirle, costituisce un 'azio11e per lo i11eno riprovevole. È opportuno notare che nè l 'onesto cie11zjato a111erica110, 11è a ]tri, a l di fuori ·del gruppo suddetto, ha n1ai negalo o contestato la priorità delle 111ie ricerche. In qu€st'articolo del Corra detti, co1ne i11 altri preoe,d enti, si ricorTe .ad artificiosi ar,gon1.enti. Per ese1npio , egli trova comodo riferi1si a vecchie affermazioni di Marchiafava e Bignami, le quali sono ormai sorpassate , come prob.a b iln1 e11te lo sar.a11no in tem.p o assai minore molte afferm.azior1i attuali se la scienza continu·erà a progredir.ci. D 'altronde lulte le i11ie ricerche sono ::;tate €~e.guitc sotlc' il ri g ido co1\l rollo di Git1f--eppe 1

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[ANINO XLVII,

NUi\J.

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SEZIONE PRATICA

BasLia11elli che è un illustre rap_p resentante di 111io riguardo e•), si rileva che in sostanza egli quella glorio.su Scuola llo1na11a cui il Corr,a- 1ni rimprovera di aver i11esso ì11 evidenza gl~ errori comunicati dal prof. G. . Raffaele nei suo I detti fa appello per co1nb atterm~ . scritti sui plasmodi. N1on è mi.a intenzione ·discutere il contenuto Ognu110 può constatar e c.he i11 tutte le mie del! 'articolo: i lettori del « J;loliclinico n sono pubblicazioni sull 'argome:p.to non ho mai enu11bene in ·grado di giudiçare la solidità di certe ciato alcuna affermazione · senza contemporaneamente produrre d_ati di fatlo a documentazio11e arg·on1·e ntazi(>ni. c1elle n1ie parole. Sembra de·s tìno che il campo della malaria Le scoperte che il prof. Leg·a rivendica al prof. debba fur fiorire affe·rrr1azior1i categorich e Raffaele sono le seguenti: 1) Scoperta _dell 'es~ste{\za di un ciclo esoeritroq u,a nto i11co11si .. Lenti e stra111~:ala te.. Basterà ri.citico n.ei plasmodi degli uccelli e dell 'uomo. cordare che nel 18'8 9, cio~ otto an11i dopo la 2) Scoperta secondo cui questo ciclo rapp-rese11~co i.>erta del parassita de.Ila malaria, un'alta perta un ciclo di sviluppo degli sporozoiti. Esporrò i dati di falto relativi a queste due sc.>naliLà scientifica dcl tempo S{ìriveva : cc QueiSto preteso parassita... non esiste. Se ne ripro- sooperte. àucono tutte le form e che lo simulano, a vo· Cron,ologia delle ri.cercJie sul ciclo esoierit rolo11Là, og11i qu.alYolLa si fan110 i11orire lenta- citico . Nel 1907 ·D e (Beaurepa.ire Aragao (5) ·de1nente i g·lo1b uli 1·ossi del sa11gu-e in una ca- scrive per la prima ' ;olta un ciclo schizio·gonico ' riLà chiusa nel corpo dei n1a1nn1iferi o degli apigmentato dell'Haemo·pro teu.s colizm.bae in u cce·lli ... ». Affvrrnazioni così insulse 11anno rellule1d·ell'appar.ato reticolo end'o teliale. ·È que' ricevuto per di più ì'approvazio11e clclla Real e sta la pri1na descrizione di un ciclo esoeritro1\ ccaderni.a d ei Lincei riunita i11 solenne con- cit.ico i1l. un ~m.osporidìo. sesso. Ed un altro illustre :-;cienziato ebbe ad Nel 1930 IIuff (2) descrive il ciclo apigrnena.ffermare' che il parassita della malarja e ra ... t ato· .di .f>,riluppo del P. elo11igatum in cellule una .stella radrente . dei tessuti ·e1n.atopoi etici ·e precisan1ente negli Se v~re personalità del mondo scientif~c o si eritroblasti. Con questa osservazione ' 'eniva ,d ipr:>nunziavano con tanta im1Yrudenza non v'è rrJoslrata a11 c.l1e per un emospoTidio ,d el genere da stupirsi 1d·elle Gate,g·o1ich e .affern·1azioni del Plasmodium la po·s sibilità di sviluppo in celCorradetti, 111olto più scusabile, .n on avendo lule di ver&e dai globuli rossi r11aturi. Nel 1193·5 egli attinto così .alte vel.te. Se egli c1ualifica di Huff e Bloom (6) precisano cl1e il P. eloriga1ipotesi le mie ricerche sulla malaria uman:i f ii1n è capH.ce di svilupparsi in tutte l e cellule non mi alla:rmo; a costo di ap·parire presun- ematiclte ed ematopoieti·ch e. tuoso dirò che delle mie rice•rche sono sicuro·. Nel 1934 ·e· n el 1936 Raffaele (3, +) afferma di Pe1ciò mi sono semure astenuto dal rispondere .aver rinvenuto nello &tesso P. elon.gattLm un .. allo critiche spesso contradittorie 'che mi sono ciclo schizogonico apiginentato nelle cellule del venute dal Lab orato-rio di Malariologia d·eill'I- reticolo endotelio.. To (1) ho potuto dimostrare stituto di Sanità Pub·b lica; veramente n.o,n le ho che tale affern1azio,11e è destituita di o•g ni fon111ai prese sul serio. (*) Non posso tuttavia passare sotto silenzio la Ringrazio della vostra irnparziale . e cortese seguente precisa affermazione del Lega: cc Il CorOS})ÌLalit à. radetti, in un sua pubblicazione, mentre cerca Roma, 3 lug·lio 1910-X,ilII. d.i svalutare le ricerche del Raffaele, cerca con1

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Prof. G.

l{AFFAELE.

dell 'lstitu1o di Malariologia « E. Marchiafava. )> - Roma.

Su. alcune teorie relative alla. malaria degli uccelli e dell'uomo. Nel n. 26 d.i questa rivista a pag. 1136, il prof. G. Lega ha creduto opportuno sfe~ra~e 1:1-n attacco contro gli st11di del prof. A. Missirol1, da m~ recensiti nel n . 13 di questa rivista. 'Non avrei ragione di intervenire se non fossero state dirette accuse specifiche contro la mia persona. Coi;ie è mia cos lante norma, a queste accuse non Intendo rispo11dere con ling11aggio pari a quello con cui furono pronunciate, ma desid.ero sol.o dimostrare con dati di fatto come esse s1eno prive di fondamento. Sfrondando lo scritto del prof. Lega da ciò che è esprcss1one dei ::;uoi sen:timen ti per::;onali o

temporanealhente di attribuir~e il. merit? !id autori stranieri Huff e Bloom, 1 cui l avori in tale campo sono ~omparsi dopo quelli del Raffaele e perseguivano fini del tutto diversi >). • • Nessuno è più di me geloso nel difendere il patrimonio scientifi~ ~az.iona~e, . co~e attes't:3-no le numerose rivendicaz1on1 a 1tal1an1 (Castell1no, Grassi 1 Golg'i) sparse nei miei scritti scientifici. Tra l ' altro nello st esso lavoro (1) in cui comparvero le mie osservazioni_ critiche. sugli ~tudi del Raffaele ben tre pagine son.o dedicate a rivendicare a Grassi e a Golgi la priorità delle e.once: zioni che cos tituiscono la cosiddetta teoria di J ames. Premesso questo, richia1no l 'attenzio11e s"'!l fatt~ che l 'affermazione del Lega circa la questione d1 priorità è contraria alla realtà. Il lavoro di Huff (2) sul P. elongatum ~ del 1930, quelli. del Raffaelc3 (3,. 4) del 1934 e 1936. l?ol~re, . e ciò appare pii.1 iinportante 1 le osservazioni d1 Hl1ff sono esatte .

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[ANNO XL VII,

« IL POLI CLINI CO n

dL1n1ento· scientifico . Co11le risulta dal n1io la' ;oro, il Raffaele ·è incorso 11ell 'errO·l"e di sca r11biare i)er cellule del reticolo endotelio i linfoc-.iti e· .g li eTilro·bl~ sti basofili. In una nota p:resentata il 30 aprile .all.a Società ·di Bi10logia Speri1~1e1ltale 110 potuto ·di111oistrare ch e ri e;s;suna cellula. del reticolo en,dotelio è sede di sviltipp10 rl ì. l_luesto plasmodio: al contrario i macrofag·i ei~ c rcita110 un 'attiva fago citosi dei parassiti e d el i}igmento. Corne si vede, il Raffaele nei suoi l.avorì sul fJ. elongaluni no11 ha segnalato alcun fatto nuo\iO, n1.a ha solo ·enunci~to interpretazior1i € 1'rate di fatti già noti. · l1i g·ua1~do alla asf'erita €·Sistenza di un ciclo ·dei parass.i ti umani n elle cellule d el reticolo en.doteli·o., essa ·è pTiva di og·ni dimo. trazione scientifica, come ho avuto occasione di esporre in un re.c.enti·&simo arlicolo p1u b,b li cato in questa .... stessa rivista (7). 1

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NUM.

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e~.oeritrociticl1e

deriva:ssero· esclusiva1rtente da 1?recede11ti for111·e esoe ritroc.itiche, si dovrebbe ottenerne la eli1r1in.azion.e 1}relev.ando il ~angue all,inizio d ell'i11fezione, quarido cioè negli or1

garvi interni norì, S'i osservano forme e.soeritrocilic1h e, ed. inoculandolo .ad altri ani1nali. t\.l

contrario anche dop·o undici passaggi cons.ecutivi così .e.ffettuati , le forme esoe·r itrocitiche ricom1J'aiono n Bgli a11in1ali cl1e supiscono u11a i11fezione ·endoe1-itrocitica sufficientemente prolungata . La scoperta delle leggi ch e regolano la produzione d elle forme es.oeritrocilicl1e n e.g li ar1ima li ino.c.ulati con sa11gu e infetto da P. gallìnaceu.rn viene a tolg liere ogni verosimiglianza alla teoria di uri ciclo esoeritrocitico ~eparato dipendente ·e&clusiv.a me·n te dagli sporozoiti o da precedenti forn1e esoeritrociticb e. Che tale ipotesi non sia più sostenibile ·è stato provato p,e r vie ,d iv.erse oltre che da n1e, anche da James (lil ), da Schulemann (12), da Villalobos (13). _Studi sul significato del c.iclo esoeritroc"i1li- .. In con clusione, a:Jla prova sperimentale, nulco. La prirna affet·mazio,ne del R.affa€le (8) fu la è rimasto d ell 'edificio teorico se,condo il qu:lcJ1 e ·il ciclo -~soeri trocitico rappresenti un ciclo le gli sporozoiti ·di un qualsiasi plasmo1dio si di sviluppo dir·e lto degli sporozoiti. Com e h o svilupperebbero in cellule del r eticolo e·ndotel)f'eceidentemetlte dimostrato (I ) le forme esoe- lio per poi dare origine alle comuni fo1'me en ritrocitic:h e si osservano u gualmente quando dc1eritrociti•c.h e. irivece di sporoizoiti si inocul:a sangu e infetto. Il problema del ·significa lo del ciclo esoeriSi sa inoltre (9) ch e ciò avvier1e• costantemente trocitico a1)pare del tutto i11dipendente dal proanche quando il cepp·o di plasmo.d io vien pas- bl em.a relativo alla sede e alle modalità di svisato per .a nni da un a ni111ale all,altro p er ino- luJJpo de.g li sporozoiti. Il prob·l en1a se ·gli sporozoiti si g.viluppino lib1eri , o n elle cellule dei culazione di sang·ue. A parziale rr1odificazione della sua preceden- tessuti o n ei g lobuli rossi no11 è un problema te affe.rrr1azio·n e, il Ptaffaele ha eim esso una se- rl1e ipotechi l 'interpreit azione de] ciclo esoericonda teqria (10) con la quale suppo ne ch e gli trocitico. I fatti dimostrano che un ciclo esoeritrocitisporozoiti fo-rmino -d ue tipi di merozoiti denon1inati rispettivamente istotropi ed emotropi co è stato finora sicuramente· osservato, con cl1e .si p erpetuerebb e•r o in du.e distinte serie di se·de e modalità diverse, soltanto in aloune ·gen erazioni successive: rne11tre i m erozoiti isto- specie di plasmo,Jii degli ii.ocelli. tropi avTebbero la p·ro1J1rielà di invadere tanto Ciò non significa ch e tutte le rin1anenti spele cellule ·d ei t essuti che i ·g lob1u li ras.s i, i me- cie degli u ccelli e degli altri ve1tebrati di«bharozoiti en1.otropi potrebbero invadere i _soli eri- no n ecessariamente essern e prive. Soltanto è trociti . Sec-0ndo questa t&0ria rr110.d ificata la :Decessario che. un'eventua le esistenza d·el ciclo p·r o,d uzione di forme esoeritrocitich e nelle tra- esoeritrocitico &ia · doc11m en tata separatan1ente s1r1issio·n i con sangue infetto sarebb1e dovuta per og·ni specie. Le ricerche di q uesti ultir11i ' 'enti anni sul a]la 1Jr esen za di ·merozoiti is.totropi n el sangue g·1·u1)po deg·li emo~poridi hanno dimostrato la circolante . Nella seduta di feb·b raio della ~ocietà ·d i !Bi:o'- esistenza n elle ·diverse specie dei seguenti ·fon.logia Sperimentale co:rr1unic.av·o i risultati di ri- da1ne11tali tipi di comport.amento: ce rch e sperimentali compiute su 87 polli inoI ) Specie ìn cui il ciclo schizogo.n i·c:o è solo. cu1ati con san gue infetto di P. ga.llina.oeum, in esoeTitro·citico (fla.emoip·roteus). cui dimostravo che neg li animali inoculati con 2) Specie iD: cui il ci·clo schizogonico avsar1 gue del periodo i11iziale dell 'infezion.e· la vie.ne n ell 'interno di cellule em.atop•oietiche e .compars·a di f ornie esoeritro1oitic~h e è {jiret la- Rolo ir~ minima percentuale nei glob,u li rossi nierite legata alla preesisten,.za di un' infeziorie (1-!. elo n1ga.tu.m ). endoeritrocitica. Infatti le forme esoeritrociti3) Spe,cie in cui il ciclo schizogoni•CO avch·e n e-g li animali inocula ti con sangue infetto viene n ell,interno 1CÌle·gli eritrociti .e n ell'interno COlllpaiono solo do·po 20-3i0 giorni dall,inocu- ·d i cellule reticolo ,e ndoteliali (per es. P. ga~ Zi­ lazione, e sen1pre dop·o un certo nun1ero di naceum). giorni ·di infezione endoeritrocitica. Se le form,e 4) S·p ecie in cui il ciclo schizog.o nico av1

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SEZIONE PRATICA

viene solo 11ei glohuli rossi (rtumerose specie del genere Plasmodium). Co1ne ho. già illl1strat.o ill. j)recedenti lr..vori (1, 14, 15) tali differenze di co1nportan1ento appaiono espressione del grado di adattamento raggi unto nelle relazioni tra ciàscu11a specie . di })a rassita e il proprio osp.i te. L'in1portanza del ciclo esoeritrocitico è pert ar1to li111ilata e. clu sivarr1ente a l campo della zoologia. on essendo finora stata dimostrata rtelle specie di plas1l1odi dell uomo, esso non presenta alcun particolare valore per la patolog·ia un la11a. • Ron1a ..I: luglio 1940-XVIII. 1

Prof. AuGTJSTo

C:onRA nETTI.

BIBLIOGRAFIA. 1.. CoRRADE'ITI A. Riv. Parass., 2, 23-37, 1938. 2. HUFF C. G. Amer. Journ. Hyg. , 11, 385-391, 1930. 3. RAFFAELE G. Ri v. Malar. , 13, 332-337 e 395403, 1934. 4. Io. lbiden1., 15, 300-317, 1936. -O. DE BEAUREPAIRE ARAGÀO. Brazil Med., 15 aprile 1907. 6. HUFF C. G. e BLool\t W. Journ . Inf. Dis., 57, 315-336, 1935. 4. CoRRADB'ITI A. Peliclinico, Sez. Prat.,. 47, 11401142, 1940. '8 . RAFL"AELE G. Riv. Malar., 16, 185-198, 1937. '9. CoRRADÉrrr A. Journ. of Trop. Med., 110-113, 1940. 10. RAFFAELE G. Riv. Malar., 17, 321-343, 1938. 11. JAMES ,S. P. Trans. R . Soc. Trop. Med., 37, 763-76&',' 1939. 12. ScHULEMANN W. Deutsche Med. Woch., n. 10, 1940. 13. VILLALOBos E. Riv. Parass. (in corso di stampa) 14. CoaRADE'rrx A. Rend. Accad. Lincei, 27, 31-32, 1938. 15. ID. Rend. Ist. San. Pubp. (in corso di stampa).

Con queste due r eplich e dei colleghi Raffnele e Corr.a1detti « Il Policlinico » intende chiusa 11elle sue colonne la discussione sull' argomento. La Direzione.

LA CLINICA OSTETRICA E GINECOLOGICA Rivista mensile diretta da PAOLO GAIFAMI Il Numero 7 (luglio 1940) conti'e ne : Lavori originali : E. GIUDICI: La Marconiterapia ipofisaria ad onde ultracorte nella provocazione medica del parto e nella terapia della rottura prematura delle .membrane. Fatti e documenti : G. SATTA FLORES: Gravi'd anza extrauterina inizialmente interstiziale, .quindi a sviluppo sottoperitoneale, con est'.razione del feto vivo verso il termine. Resoconti clinico-statistici : G. LUOOHETTI: Le rotture traumatiche dell'utero. Commenti : G. DOSSENA: Perchè non• utilizzare di più le conoscenze veterinarie nel campo ostetrico-ginecologico? Revisioni. - Dalle riviste. - I libri. - Varietà. Abbonamento per il 1940: Italia L. 5 6 ; Estero L. 7 O. Per gli associati al « Policlini(}o » : Italia sole L. 5 O ; Estero s<>le L. 6 5. Un numero separato L. 7. Inviare Vaglia Postale o Chèque Bancario alla Ditta LUIGI J:'OZZI, editore, Via Sistina 14, ROMA.

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SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA DI GUERRA. .

Oiagnosi e cura delle lesioni toraciche • in guerra.

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(G. P1o·rET. Revue M é.dicale Suisse Rorn<JJndle, 25 aprile 1940).

La 111olteplicità dei mezzi di offesa provoca in g·u.e rra le più v.a rie lesio·ni clel tJorr ace che hanno una diversa gravità. l~a

cor(l,.ntozione ioracica I1on è accomp·agna-

ta da lesioni parietali o pul1no·n ari. Si manifesta co n tutti i segni çliello cl1oc~ : p·a llore ·d ella faccia , dilatazione e tor1)ore delle pupille, raffre1cldarr1eJJ t.o delle estremità, ip·o tensione con f1eque11za normale del polso. !Bisogna distinguerla da un an·en1ia g·rave da emorragia ad es. intrapleurale: l 'anan1nesi farà rilevare assenza ·d 'e1nottis i e l e·s ame a&senza di lesioni pleuropulmon.a1i.. Questi feriti vanno curati con il IÌJ)OSO in a1nbiente riscaldato e iniezioni di canfora. 1

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La coni.pressione torao;ioa è per lo più dovuta .a seppillimento in una trincea sconvolta. Provoca stasi ne1lle arterie to1raciche, nel cuore destro e, per conseguenza, 11ella cava e nelle vene del capo e ·del collo. È caratterizzata dalla 1nasiio heir~ eccli·lm,oLica: faccia gonfia, occhi sporgenti, emorra.g ie c.a pillari sotto .la congiuntiv.a e la mu·c osa boccale, colorito 11ero-azzurrastro diel capo, del collo e della parte su.p eriore del torace, perdita della conoscenza. La progr1osi è generalmente buona avendosi la rerni· sione rapida non aP.pena &i rimuove la co1m p1essiorl·e. Negli iildividui anziani si hanno 1spesso fratture delle costole, ·e d in tal caso la prognosi è in rap·p orto con il numero delle co·stole rotte. 1

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La contusione toracica può essere

provo~ta

da col pi di vario genere. È caratterizzata da emorragie n·e lle vicinanze d·e lle costole e la pìeura viscerale e, nei casi gravi da }!io.coli · fo·C:olai pulrl1onari infarciti, duri, atelettasie cl1t determinano t,alvolta la necrosi e la gan,gTena puln1o·n are.

Le ferite soltocut..ariee del pulni.one tSono frequenti nelle fratture costali e si n1anifestano con e1n0Llisi ed enfiserr1a sottocutaneo. Sono rare le emoTragie gravi e le complic.azioni . Solo se la forza esterna è stata notevole si possono a,·e1re lo pne·u mro1torace sotto tensione ·ed emorrag ie interpleuriche.

Le j erite aperte del torace sono le più gravi. Sono provocate da colpi d' arma ·da ft1 oco, armi llUntute, baionette, schiac·ciamento. Come tutte le ferite di guerra si curano con la recisione e la sutura. Le f,crite perfoTanti, n ett e da pallottole e da lJU11tura si tratter.a11no con pen11ellazio11e di tintura di io dio e copertura con me1

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CL POLICLINICO »

di cazior1e a etlica. 11 ferito va tenuto in riposo absolt1to e sorvegliato atte·ntame11te. Le complicuzio11i ch e possono in<lurre ad un interven to J)r ecoce sono: a) I ' eniorragia iTitrapfeuricOJ; b) lo ,p n. eu1notoraice (PNX) so1 to differ enti forme. a) L ' ernorragia intrapleurica si rivela all 'esan1e con l'ottusità pleurica e 1'enemia grave plogressiva. Questultima diventa minacciante qu.a ndo si inanifesta ·con pallore del volto , pelle fred·dia , polso piccolo c. frequer1te, agitazionei, set e inte·n s.a. Siccome tale sintomatologia è analog a quello ·d ello choc prim.a di d.e•cider i a l1'intervento si prenderà temp·o . Se doip o una rr;ezz ' 01ra, un'ora, la situazion e si aggrava biso·• • g na 1ntery.en1re. Oltre a ll'anemia gr.ave progressiva costituiscono indicazioni .operative l o sp·ostam ento del cuore e J.a compressior1e del pulmone 6ano, che si i11anifestano con dispnea, tachicardia, debolf'zz.a d e l polso e spostamento dell 'ottu ità carclia·c a verso il lato sano. Una terza indicazione operatoria è data dia.Ila pei sistenza di un abb-ondante essudato pleurico clopo due o tre settimane. E l)l'e.(eribrl e o per.a re so Lto b·a t·o-11arcosi i 1 cui principio con s.i! t~ nel far respirare in u11 circuito chiuso· co1n p1·essio111e g·asisosa di 8-1 O c111.. di .acc1ua superiore a quella este rna, ed al quale è inn esta,to ur1 .a pparecchio il quale fa ccia gocciolare etere in una c·a m er.a di vap orizzazione situa to 11el tubo di condotta d el1·ossig·e11v. 111 · chirurgia di g u e rra la b aro-na rcosi deve conside rarsi un co111p,Je1 11enlo d el1 anestesia l ocale. e della n a r co i con 1'evipan. -~J paziente dis..,anguato· si dovrà inna 11zitulto 11raticar-0 u11a trasfusione di siero fisiologico o n !eg·Jio di sangl1e. . Si praticl1erà la r escissione ed eventualn1enle ] ·allargamento, d ell a ferita , si r esech e ran110 ,due cu·s tole .1:>er 8-112 cm . , si ap_p lich.er à e diva richerà ]a p1le ura. Si farà u11 ·err10 s tasi accurata, si r ei11:s.u ffl erà il µulrr1o·n e co11 µr e,s.sion e di 8-12 c~11. di ~equa e si suturerà il tor.a ce piano per l)tano. ~e tut~o un lobo _p ulmonare è l acerato si farà l 'opport una r e~zione dopo aver legato i bron chi ed i vasi .all'ilo e si accollerà il monco.n e· al lobo ,., sottosta11te. In caso d.i e111orragia intrapleurica abbondante con spostan1ento d el i11e.dia ~tino e co1npressione d·el pul1none sano si praticherà una 11untura eva cu<itrice con ag·o a rubinetto , lenta111e t~ te e fino a scon1parsa ·dei in tomi pericolosi. b) Lo 1p1ie.u,m o1t.orace può ass umere l e segue nti forn1e: 1. PNX aperto .a 11 ' este1·no e all 'i11terno·; 2. PNX chiuso ser11plice e sotto t e·n 1

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s 1011e.

el P!VX c~pe rto· es:terno l ,aria entra n ella tJleura aperta a ogni i11spirazione e n e -esce J-1:>rzialn1 ente n1isto a sangue a og ni espirazion e. Si:> la breccia è molto <lffil)ia si ha fort e di:--1)1tea e l'UJ)ida111 ente l a mort e dO\'Uta a du e fè:tti pura111rn le l11ecc.anici: onde,g-gi3n1cn1 0 d el r: tc>dia ti 110 e r c$pirazion c· pa ra do sa l e. Bi ..og·n n

;1\NNO

XL \ ;II,

~Ul\f.

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perciò interve nire d ' urgenza : si allargherà la ferita, si s uturerà Ja ferita pul1nonare, si reins ufflerà il 12uln1011e e quindi si suturerà la par ete toracica pia110 p er piano, si farà eventualn1en te la plastica , riservando il tamponan1ento alle ferite molto am·pie. Lo PNX aperto iTiterno è raro ed è per lo più dovuto ali un.a palloltola ch e ha leso il pulr: !One forr11ando o rifizì IJarie tali r he si sono richiusi. Lo P1VX cJiiuso semplice è dovuto a ferite e,t: ter11e o interne ch e har\no fatto· irron1pe.r e l 'aria n ella cavità p leurica e poi si sono ri chiuee . Nella n1ag·gio ra11za d ei casi non si dt>vrà intc·1·yen ire. Tl1tt 'al più si p ratich e rà una sottrazione d 'aria quando lo· iJO ~ Lan1 c nto. d el medias tino provoca dis turbi cardiaci o e iste di spnea ~ 111a empre lascia 11clo una certa pressione posiLi,·a p er non fa r riapri re la ferita. Lo P JV)( chiuso salto te1ts1ione è dovuto a ferite d ella parete toracica o del pulmone che <1 gi ~co nr> ·da val vole l a~c ia 11d o c11Lrare l'aria nella pl eura .dura11Le i' i11:s pira zion e ed impeden·d one la fuoriuscita durante l es.1)irazi o·n e. Il trattr_1l1er1to con si s te n el n iell·e re il ferito i1ell ' assoluto riposo e praticando un iniezion e. di morfina peir ridurre la ·dis pr1ea e la tosse. P er ridurre l 'in~ piraz~one si in11t1ob1ilizzerà l 'e111itorace· leso rnediantc fasce di ce rotto. Nei ca ... i urgenti si r'r.aticl1erà l'ev.a c uaz,io 11 e cle1 l1' atJia infiggendo u11 ago fra du e costole. Se malgrado l e rip·etute sotlrazio11i di aria la l n·essione intraple uri ca risale e vi so110 di~turbi e dolore intollerabile si farà l111a toracotomia. Lo PNX so tto te11s ior1e ~ s11esso acco·m pa·gnato da e,rifisie11ia del 1niastir20•, i c ui . . intorni ono c:a 11osi cl.ella f~ oc ì a , piccolezza e irregolari~à d c] pol so, crepil azio11e precoce al g iugulo. Se i11 ien1e all'aria pc11etra n el n1ediastino a11ch e sl.l ngu·e si ascoìLe rà ur1 run1 or e pecial e ritrr1ico ron i movirnenti d el cuore : il run1ore ,di mulino·. Il tratt.an1cnto consist e i1ell 'i11cisione del g·iugulo, apeTtur.a dcll'orificio up·eriore del t o·1-.a ce con le ·dita o con l1no strumento sn1u ssato Jttlssan·d-0 n el !)iano i1roliroideo, e qui11di dre.. n agg10. L ' enfisemOJ sottociz.taneo i1on è n1 ai p·e ri<:ol (>so, ma può rende re i111vo . . sibile i ·a~c oltazione donde l a i1ecessi tà della rad io t ol1ia i)er la dia• • g·nos1 i)rec1sa . I proiettili inclusi riel ptilm1)1i e sono ii1 ge ri er e h·en tollerati. Si asportera11 no solo se provocano emorrag·ie ri1J'etl1te o s uppurazioni. Le ·r)iù ]m po·1ta11 ti co111 ~>licazioni tardive d·elle f.eritc to·r aci cl1 0 son o gli empie111i, tra i quali V~l segnalata t1n.a f'or1na gra vis ·i11la , il flemmon f della pleura, cl1e uccide in q L1al cl1 e g iorno. Gli essudati pleurici febbrili deYono sen1pre far suppo-rre un c11111i e.n1a ed indurre a lla puntura esplorativa. -,i fa ranno (1uindi evacuazioni r iJ>etute a distan za ]'u11a clall 'altra ed occorrendo si rico rrer à a l tlr0n ag.gio. Si pianterà una g·10s. . a cannula, ~ i j)rali cl1e rà t111a .ì11i11uziosa 1

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SEZIONE PRATICA

.a.i:iesltlsia locale, qui11«ii s 'i11 tradurrà il drenaggio altr:iverso la cannula, ch e. vetrà poi ritirata. Il dren aggio :;:,arà collegato a mezzo di un tubo di ,·etro ad u11a bottiglia i1ella quale si f<":trà il ' ' lloto a i11ezzo di una siringa ·di Potain. I.1e fe ril e g ra,1i della gabbia toracica 111etton o l<l vita i1t p ericolo molto r apida inente. U11a pur le dei feriti n1uore sul c.a111 po di battaglia a11cl1e se i soccorsi sono rapidi. Coloro ch e .... 01)1~a,rvivo110 devno essere curati coin estre1na urgenza 11elle for111azio11i sa11itarie avanzate. In quesl e :5i f.arà un tr·attarl1e11to p·r ovvisorio eli111inc11tdo i pericoli in1.n1ediati e rendendo tra~po rt 1bili i feriti cl1e po sono essere opeTati definitiv:t1nente olo n elle an1bulanze chirurg·ich e ecl in ge11ere coloro ch e non po. son o trovare il ri po o ~ la tranquillità necessaria n elle formazioni azanznte. Dn.

GESTOSI. La tossicosi gravi dica, problema funzionale. (Il . .\r_,Bfi:RS. J(lin,. VJiocJie1iscl1r., 1° giugno 1940). Le tossicosi gravid1c1h e 8i pos, ono dividere in J)recoci e tardive. F'or1ne precoci sono la iperen1esi delle gravide e ]a eclampsia precoce. La prirna è una m.anifeslazione 11ervoso-funzio·1.ale, essa può però condurre a .gravi a lterazioIti del ricar11bio che mettono in l)ericolo la 'ita. Il vomito i11coercibile delle trravidc si ~vilu11J:>a dal comune vo111iLo n1attutino, quando esista una ipereccitabilità del s~&tema ner' oso ' regetativo. Conseguenze pericoloso po& ono deri,rare sia dalla perdita di carboi·drati ch e dalla perdita di <loro attraverso il vo111ilo . La gravida sopporta ffi<)lio jJeggio della. donna n ormale una carc,r1za idrocarbonata: a parità di caren za la g·ra,rida presenta sinton1i di acidosi quando la donna n orn1alo ba ancora un rica1nbio normale. Il dar1noso effetto esercitato ·d:alla gravi,d:anza stille donn e diabetich e dipende da un tale 8t1n1 erLtatc fabbisogno in i·drati di carbonio : Ja acidosi che i.Si manifesta in tali condizioni si c t1ra efficacen1ente non con l 'aumenlare l 'insulina ma con l'aumentare g li idrati di carbouio. La g ravida cor1 vomito incoercibile cade in defi cit ìdrocarbonato: per evitare l'ac idosi è n,e cessario somm inistrarle ab bo11danti id~ati di ca ~bo·nio , ciò cl1e n aturalmente è p·ofSibile f.are solo per via parenterale. Sono utili infusioni endove11ose permaner1ti, goccia a go·c cia, di soluzio11e 6 % di glucosi.o; la infusione si pirolunga a n che p er più g·iorni di seguito. Per fc:1vorire la fissazione dello zucchero n ei depo6iti si iniett a anche insulina. Le perdite di cloro dovute al vomito ha nno per conseguenza una ipocloremia .e un parallelo aumento dell'azoto residuo nel sangue: n e risulta la azotemia ipocloremica. Se n·on si riconosce questa condizione la gravida muore ir·r imediabilmente c-01 quadro della uremia: 1

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. c~.sa g.u~r1 ce in vece entro J)Oc.l1i ~orni se si so1111111n1str.a cloruro di sodio per via endovenosa o anch·e pc-r via rettale. È quindi la diagr1osi 'di questa condizione ch e deride della sorto .d~ lla gravida : la dia.~n0&i è delle più se1npl1c1, b asta agg1u11gere alla u1~ina del nitrato d '.a rgento che n ella ipoclor en1ia non dà il 11oto precipitato bia r1co di clo ruro di araento. Infini La1nente più grave è la eclampsi~ precoce ch e si i11anifesta n ei pirimi meNi di g ra ,·idan za . Gli accessi convulsivi n on hanno c.araLte·re ec.I.a mp Lico, ma piuttosto epilettifor111e; essi son o spesso sub e ntranti. 11 ricambio ·è norn·tale, non es~s tono n è alb uminuria nè pressio11e aumenLata . La prog·11osi è oltre111odo· gra,•e: la so.Ja teraJ)ia da tentar~i è la imn11ediata i11lerruzione d ella gravidanz.a . Aìl 'autopsia s.i rivelA alterato il sc•lo cervello : esso presenla fo colai di degen erazione d·e1le cellule gan gliari, difft1si n ella sostanza g rigia : essi ' 'anno considerati com e provocati da iscl1ernia in iseguito a contrazioni vasaJi . La eclampsia precoce è una reazio,n e patologica deìl'organismo alla gravidanza, reazione cl1c col pisc·e il cervello per la via del sistema vasale. Le ' ere . tossicosi sono quelle tardive: esse si ina11ifesrarto con albun1inuria, aume11to di pressione, edema. Da ll 'ed·c1na se·n11?1ice 1Si passa a quello g eneralizzato (idrope del.le gravide) e da questa alla pre-·ecl.am psia e infine alla eclan1psia. Queste tossicosi tardive i accon11)a.g nano sempre ad alteraz ioni del rican1bio. La donna gravida &i trova in uno stato di rr1assimo sfor zo or1ga1tico : per ciò già la fisiologia 11ormale ·della gravid a è diverisa da quella della n on g ra vida. La prova d·el cariooi di zucch ero fa aumentare la glicemia n ella g ravida dei primi me1&ì, più ch e nella donn.a norn1ale, anche la gljcosuria è più accentu 1ta. Si osserva i11veoe il co1nportan1ernto opposto verso I.a fine della gravidanza: in seguito .a c.a.rico la g'lice111ia aum enta molto piano e n on oompare g·]ico&uTia, e·vidcnterrLe11te perch è in tale staclio la gr~vida si tro, ra in uno stai:o di d e,f icit idroca rbonato e asso rbe e tratt iene avidamente tulti gli idrati di carbonio so mministrati. Ancora più accentuato è il deficit idrocarbonato nelle tossicosi g raviài che: soprattutto n e]la preeclamp1sia e· n ella ecla mpsia i .·depositi di idrati di ,c arbonio sono molto impoveriti, in alcuni ras.i si è trovato il fegato del tutto pTiv·o di glicogeno. Al momento dcl parto. le contrazioni uterine ·e rn11scolari richiedono idrati di carbonio: la partoriente intossicata n on n e h a a dìsposizio·n e:, essa deve quindi intaccare le &ue riserve .grasse e proteiche e cade perciò in uno fJlato di .a cidos i. Parallelamente al d eficit di idrati ,di carbonio, aun1enta la lipemia: anche i1ella gravi danza norn1a:le Ja lipemia può arrivare a 8-00-900 mg·. % alla fin.e d ell 'ultimo niese. Una a lin1entaziort·e ric1... ... di grasso che db]la donna normaJe è tollerata b ene, provoca fenon1eni di acidosi 11ello stato di gravidanza; .

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JL POLTCLlNlCC>

ri ella tossicosi ~à piccole quantità di g·rasso conduco·n o alla acido;:;i. Per ·p1·ever1ire ·d annose d eviazioni del ricambio cui le g·ravide vann o soggette è utile alin1e11t~re le donn·e durante la g'ravidanza ·C:O·n molti idir.a ti di ca1·bonio e· co11 p o·chi grassi. Se vi sono s.e.g ni ·di tossicosi, la q·ua ntità g io1rnaliera di .gr asso non d eve superare i 31{) gr. · · Il pe,r icolo· principal·e ·d elle tos1s icoisi grav~ ­ di che .è l ' ede1na ce·r eb·r .a le che si manifesta con la ecJa1r1.p sia. La •gravid.a è dispost a :1ll'edema a causa d elle alterazio11i ·d ei cor11ponenti p rot ei ci .e rrLinerali del sangu·e, ed a c~1usa d ella aume11latèl ·pr ession e capillare e· vc11os.a. Le proleine d el sie1~0 sono diminuite. g ià 116Jla gra,1id.a11za normale, la diminuzion·e è 11 tolto co•1\Side.revol e llelle tossiçosi . Non si tratta d!i una :&emplice diluizione- ·del sangue ,p1e rcl1è l èl djrrtinuziorte rig uarda sop!rattutto l a fr.azi one a lbruminica : irt-entTe 11ormaln1ente n el si er o pr-evalg·ono le alb·umine ~ulle globuline, r1·elle tossico~i gì·.avidic·h e ·p1r e\ 1algono l e g lob1u lìne. La dir11inuzio11c dei p1r oteidi e soprattutto delle .a lbumine~ 11el sieTo ìJ'.l'edis p-o·n e all ' edema, p·e r ch1è l1e proteìn·e e tra esse in special modo le alb1umine h -1nr10 la .~apacità cli t1·atten.e-re l '.acqt1a. Ir1 seguito alle ~ ! te.razioni del contenuto p·r oteico" già n ella g ravi da normale l.a ca11acità 1del si·ero di le.gar-e 1' acqua è d im inuita ·d i circa il 14 %; n·elle tossicosi g r a\ridich e la din1inuzione d.elle so,s ~a11ze proteiche è molto• più S]J'icca ta , spesso più del 30· %, .d i conse,guen za la capia cità d él si·ero di leg·are l 'ac:qu.a diminuisce ·d·el 45 %. Un .a l tro fattore che facilita l a con1pa rsa di eid ern i nelle tossi cosi gravidich e è l 'aumentata p er1n eabilità delle pareti vasali. Sia n elle g ravi<la11ze norm ali ch e in quelle tossi ch e, la pe rmeabi_lità vasaJ.e è aument ata ver so i liquidi n ell '83 % dei -:-asi ; n el 62 % dei casi le pareti vasn.li l asciano passare anch e l e sostan ze prot eich e.,· Di con seg·u.enz.a i liquidi ' deg·li edemi sono· riccl1i di proteidi ch e vi poiSsono arrivare· alla stessa conc...erttrazionoe id i quella del siero di sa11gu c. 111 ·condizioni normali, ]a ab·b1o•n ·danza n el siero di protein·e ch e h ann o la capacità di attirar e l'acqua e la scarsezza di queste proteine n ei lic1ui.cli org.a nici , mantengono attiv.a uria corrente ch e dai tessuti si d ir ige ver so il sangu•e·. Questa corr ente fa cilita la e lin1i11.a zione delle sco·r ie del ricambio ·d ai t essuti . Quanto più il contenuto prro teico d ei liquidi tissurali si avvi.cin.a a quello ·del si.ero, . t a11to me:no attiva si fa la c-0rrente d ai tessuti v e-r so il sangue : le scorie del ricarnbio si accumulano n ei te&suti p•r ovocando·v i un.a ac:i1d1ois.i. Un altro im1J1o·r tante fattore d ella n'l.inor C1~p·acità del t&iero di ieg·a re i·acqua e della ma.a g'iore a viclità idrica dei Lessuti è la mig·razio~e del sodio dal sangue a i t essuti. Già n ella gr avi clanza 11ortriale din1inuisce il contenuto di sod io ·d·e-1 sie1~0 ed aumenta quello d·ei t essuti: r1 ellc tossicosi ·gravidich e questi spo;;tamenti s,0110 a11cora p-iù accentuati. Durante lo· stato graYidico ogni cellula d ell 'organ i.&1110 co·m pie Ull superlavoro in seg11ito al quale si acc.umu1

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la ilo &corie del rica111bio ad azione a cidifi,can-te. Per 11eutralizzare questi a cidi il sodio rr1ig·ra. dal sa11g ue verso i t ess.uti. · Tutti i fattori anzidetti p1'ovoca110 umo stato· che s1 f:JUO aire ·dl preie.d e.111a. 11 fattore c~e tr.astor111a questo stato in un vero1 edema, è l 'au-Jn e.nto ·della pre&sio11e capilla r e e venqsa. Nella gr.a\ri(la11za normale la prcss.io11·e venosa è poco. i\u111entata: l 'aumento cor11une di circa 2·0 mm. act1u a, i1o·n basta a spren1 cre i liquldi nei tes-- , suti. Nelle tossicosi l .a u111er1to clella pressione· ve11osa è molto rrtag·g·io1ie, la p1~.essione arriva spesso a valori di 200 111111. acqu.a , valori più che sufficienti a spi11gere l 'acqua dal san.gue· er so i t essuti. _t\.l r11ome.n to d el ·parto le tossicosi gravidic:h e Lollerat.e· dis.cr e Lam en te fj 110 all 'ir1izio delle cont r.azioni uterine p assa110 facilmente nella preecla1n_P6ia o 11e lla eclam1Jsia. Anzitutto la ca1enzd. idroc.a rb·o·n ata r esa 1>iù acuta dalle co·n t r azioni r11uscolari, tYrovoca una acidosi. Inoltre a urr1·e-nta e n ormern.e11to. sotto I ' azio11e ·d elle contrat ioni ·d ell1uter o, la .1:>1·e::;sione ven osa : n el i)e rio <lo espulsi vo essa arri va molto150pra i 50 0 inm1. acqua. In con segu en za di tale en or1ne auJJ Lent o ·d ella pressio11e venosa, og11i partorienle 1~erde liquido dal sangue verso i tessuti: i1t condizioni 11011nali il liq·ui<lo ç h e filtra arriva a 11/2-3/4 lit ro . L 'aurnento ·d ella pression·e vertolf,.a si a cco1npagn a .ad a umer1to della p1r essio11e 1endocranica. Nelle to&&icos.i e sop:r attutto Ii·ella i)r e-eclarnpsia il cer vello è già a d en o n1.at oso, la pressione e11dolombare già notevoln1 ente at1 n1e11Lata . Le contrazioni uterine e soprattul Lo guelle 1d el perio do espulsivo· aun1ent.itno la pr essio·n e e ndocranica e l 'edema ad un gra do ch e d ev e necessaria111ent e provocar.e sintom i cerebrali. . ~>erciò I '.accesso eclampsico ~coppia sopr,attutt o clurante il periodo espul1

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SJ VO.

Le cons ider~z ion i a1LZitlette irn po•ngo110 i seg·u enti p·r oblen1i 11elln tcra1)ia d,elle tossicosi g·r avidiche : lJ c omb·atter e il d eficit idrocarb10 11ato; 2) impedire l·a um·cr1to clella pressio·n e endocra nica; 3) in1pedire la corrente liquida dai v.a si ,-erso i tessuti. Poich.è n on è ancora possibile risolvere l 'ultimo p1·0 blem.a la cura delle tossico ~i g ra vi1diche t ender à SOJ?rattutto a·d imlJedire il deficit in idrat i di carponio· € · ad evit are I '.aume nto ·d ella pre&Sior1e endocranica. La aljme,ntazione d ella gravida s.arà ricca di id·r a.t i di carbonio, •di erbaggi e di frutta, povera di so1s·Lanze protei ch e (70-10·0 gr. al gio·r no, ·d i cui solo 30 gr. di natura animale.) e di grassi (nelle tc>ssicosi non più 1d i 30 gr .. a l giorno). Per imp edii.re l ' au1nento della pres.sio·n e endocranica è i1e1c essario elimina:rie le contrazioni dell'utero: o ricorrer1do al taglio cesar eo o aln1eno eliminando Cùn a.datti interventi OSI etrici, le COfltr·2ziOnÌ del periodo esp1ulsìvo. L'iniezio·n e endo\7e•n osa di 100 eme. di &oluzione 1glucosata al 50 % abb assa rapidamente la pressione. endo·cranica; se si lasci.ano p er sistere le e-0ntrazioni uterine è necessario ri1)el ere più volte queste .lDl .ez1on1. . P. 1

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SEZIONE PRA TIC •

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NOTIZIE

BIBLIOGRAFICHE

ARISTlùE RANELI.ETTI.

Le 1n;alattie del lavoro.

Terza edizione. \i ol·u111'e prin10. Editore Luigi f ozzi. Ro111a, 1940-X\ 1111. E. fr., p agg . XXII~90. Prezzo L. 65. 1

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l.Jttel « r e taggio di fede e di l avoro » che of(1 e.; e detiic a il Ranel1etti, con pen s.iero gentile clic e ·a lta il sentime1lto della paternità, a sua fig i in, è tulle nella •s ua 01)era, densa di dottriJJa e ti i ·esµeri enza, !)lasn1ata di principi, di fo:r111 u le, di o rig i11ali intuizioni, ·d i sob ri docu111 en Li d eduttivi , di u 11a garbata critica là dove t.:t ile e n cce ~ sa rio so rge il con1mento alla legg·e e d.ila s ua <.l!JiJlicazio11e. È u11 lib10 di scienza fl di praLiciLà, di chiarezza e di se111plicità; è u1l libro ~4ui ila111c11te didattico, di erudizione e di guidia e, per ogni le ttore s tudioso anche ~e n o11 ~Lu<lente, cli grande coJLura. Il Le to ha quale pr~111e i>a u11a .11arte che, è t ultu una e altazio11e di italia11ità n el n o111e d el f\a1t1azzini, r11entalitù con1ples ·a ed ecl ettica, Jn era' i·glioso can1pio11e di quel rinascimento, i•ur ·e dello scorcio, di q ucll 'ur11a11 e ·i1no cl1e irrad iarono d alla 110 ·1ra Italia e illu111i11aro110 il mondo, il fondatore indiscusso d ella patoiogia e igien e d el l a varo. La sua 01)era, che, co111c se1npre, fu successiv.a men le soltanto inlf'sa e apprezzaLa, ]asciò una ricca coltura di ge rmi , un lievito esuberante di f.ermeriti , ch e diedero g·ià i11irabili frulli e rnaggiori n e dr..Tanno nel ri11nova m cnlo profo11do della vita econon1ico-so·ciale, d el nostro _paese, d ovuta alle doltrine e all'i111pulso d el Regime fascista. E di e si si plas111a tutta l 'opera d el Ranelletti, non "'alo quella scritta, ma soprattutto quella l l·e11&ata, suggerita -0 attuata. l\1olti 110111i ricorda l 'A. tra coloro ch e lo prececleltero sulla scia dell'opera d el Ramazzini, accen11a11<lo alla storia della inedicina del . lavoro. Da questa nuova scienza, cl1e è tanta parte della i11edicina sociale, sor·gono i1uovi Cl)J11piti , nuove mele per il m edico ch e l 'A. precisa, la dotLri11a e la tecnica d ell'o rientamento i>rofe6sionale, cl1e egli tratta con an1plio e opporLu110 riferir11ento alla scienza d elle costituzioni, le 1nassime e d i princi pi basali della profilassi cl1e amplian1 e nte espo11e, illus tr.a ·e con1111 cn ta . La &econda µarte del libro è dedicata alla Leg islazione d·el la varo e d ella su.a tutel.a, ricca di docurnentaz~o·ni a sfon·do internazionale, di tabelle, di n1odulì , di statistiche. E qui tratta ·i c. aurie11Lemente, e sotto og11i <l , petto medico-legale, quanto si riferisce alle assi curaziorti obb li·gatoric per g li info rtuni industriali e agricoli e per le rualatlie _professionali. La parte terza, che in questo prirrto volun1e t1 a tta soltanto di ur1 gruppo delle malatti·e d.el la,ro ro, quelle da fatica, è la parte a cui si ri"olgc la no tra &peciale attenzione con quell 'interessan1e11to ch·e que . to prin10 saggio acui1

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sce per una lusinghier.a e ben solida promessa. Sono la patologia e la clir1ica eh € costituscono le sottili e spesso i·ntricate fila, di cui s.i intesse la tr.an·1a della n1,e dici11a sociale, come di qualu11que altra b1·artca ·d ella rr1 edicir1a , e da cui essa trae ogni intrinseco valore e il movente delle •s ue a ppli caz~oni tecnich e e legislative . Io p e11so che, ad opera co111.pleta, molti saranno colo ro, anch e estranei a l1.a s.p e·c ifica i11at eria cl1e egli tratta, cl1e nLostrera 11no la loro .consapevole e intelligente gratitudine all 'A. che con1piè I 'opera, e all'editore. c.h e sep1)e darle una 1degna e ricca veste., quale è n ella consuetudine della sua Casa. 1

G.

MòGLIE.

CENNI BIBLIOGRAFICJ f\1..

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R. RoMANESE, G. C t\'.\'UTO , C. Tovo. 'ft1an.uale di 1nedicina l egale, 2° tomo. ùr1 CARRAR.\,

vol. in-8° rilegato, di pagg. 782 , con 190 figg . in parte a color~ ·e d una ta\ policro1na. Ur1ione tip. editri. c·e torinese, 19'10. L. 115. 1

Abbiamo g ià data notizia di questo pregevole trattato dì 111edicina Legale, in occasione della _l)ubblicazione dei precedenti volu111i. Queslo, che con1ple t,a ì 'o·11e ra , tratta la psicopatologla f or en se (Carrara e Liomanese), l 'anr tropo logia criminale (Carrara, Romanese) la tanatologi(JJ forens e (llomane:se) , 1'identificia,ziorie (Canuto), la 112edicina legale militare (lloman·e~e). Una ricca bibliog·rafia è posta alla fjne di ogni 1sezio·n e, in 111odo· ch e il lettore j)OSsa asst1111ere n e•gli originali più ampie informaz iorti. • Pal punto· di vista pratico, è assai utile una a p pendice, in cui il prof. Canuto fornisce gli · cl1emi e l e direttive per i diversi quesiti n1e·dico-legali. Lo stesso autore. espone poi le 1110dificazioni del codice civile avver1ute dur.a nte la stampa ·del trattato, mentre il prof. Tovo e&pone quell e delle leggi sociali. fil. 1

J.

Lai guid.e tliérap·eutiq1ie du m édeoin, p·r(lticie.n. Vol. II. Vi'l'RABAOD

e i=l.

TRABAUD.

got fr. édit. Paris, 1940. Il tor110 II di questa preziosa guida, p·reziosa pel medico pratico, per lo stud.ente, per tutti gli studio i , tratta d ella cura delle n1alatt~e d ell 'app·a rato respiratorio. Per c iascun ar.g omento• viene seguito lo schema ·descrittivo tracci.at') fin dall 'ir1izio dell'opera. Sia ch e si debba illus·Lrare terapeutican1ente un ·sinto1na ocl una Frindrome, cio,è, sia che si d ebba, ad es., p1a rlare d ell 'ascesso del polmone o ,d ell 'anoressia d ei Lub er colosi , l 'esposizione è identica . Poche .righe di ricordi clinici, e, di segt1ito, (1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui si òesiòeri:i la recensione.


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IL POLIOLINI'JO »

cq ua1r1ertte dis tribttili, i c.a1)i Lolet Li tra t ta11ti dell,igiene generale, d ella c ur.a g·cne r.a le, d ella cura local e, della chirurgia, della c.u ra .d elle e 01r1plicazioni eà alìa fin e, un b·r~ve mementd far1nacologioo . Og·ni clooe11te, P.or esperienza sa q11anto qu esto .sch em.atismo, seb1be11e possa a pri 111~a ·vis.t.a app.a rire mono·~o110, sia effi cace i1er il felice inseg·namento o p1er l' utile appreri<li1l10 nto, ·d elle n ozio1 n i h·a se per o·g ni discipli11a (~0 1n sidera to pertanto quale (< ' 'ad e n·1ecum )) di rapida consulLazione il lib1ro avrà 1&enza clul1bio I.a diffusione c h e rr1erita . l\!lo1NfELEO NE . 1

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Pri1na incliiesta s.iilla produzio1n.e italiana delle pi ari te ojf iciriali in,d'igen.e. Un vol . in-8'0 di 21 9 J)ag·g-. Ist. polig·r af. ùello Stato , Ro·m a , 1939. Prezzo L. 15:

Da qualcl1·e .t emp·o , l'inte ressante per le piante officir1ali si è venuto· ampiament e svill1 p p·a ndo in tutti i paesi , co11 la v·a lorizzazione d·ella fitotera!_) ia , ch e troviamo ·dovunque in aJto :)nore. A·d -un n1ovirrt-ento ·d i tal genere , rton poteva rim.anere estraneo il nofitro Pa ese, cl.alla flora 1oosì ricca e v.aria. Ed il R egime ha sentito· la n e·ceRsità di ·d isciplinar e un 'attività, ch e prima si disperdeva in m .a no di pochi empirici ed ·è a rrivato alla leg1g·e d el 19311, t1nic.a n·el suo genere· ch e, in 1)1ateria ·d~ 1~egol.amen­ t l1zione l egis1.ativa delle :piante offici11ali, r appresenta un ·esen11Jio d.a .c.ui sono ancora lung i tanti a ltri paesi ch.e1 in questo can1po ha nno a11ti ca tr·a.dizione. Alcune statistiche 11el volume di cui ci occupia mo , dim·ostrano i .g randi effetti ec o·n omici g ià raggiunti in ]?'O·cihi anni , per cui da im portatori ·d i· varie l:>Ìante ~siamo diventati l.al'gam·ente esportatori, senza parlare; di esperier1ze che si vanno facendo ·d i coltiv·a zio·n e1 d i alcune pi.ant,e (p. es., 11 o·p pio) in mo.do da r aggiun gere a n che in questo caro.p o ·dei fini autarchici. lBase essenziale p·e r lo sfruttamento del n·as1ro p1atrin1onio erboristic~o è l 'esatta co·n oscenza di esso. Da ciò, la ragion·e de11 1inchiesta fatta in tutta Italia dagli erbori&ti prorvinciali qualificati, sotto la ·direzione d el p•r of. G. Rovesti e· gli auspici d el Miniis tero ·d i A.gricoltura e F·oTeste.. Del vasto e paziente lavoro , trovia1110 qui i risultati. Di ogni p ianta presia in consid·er:azione (circa 200) troviamo le indi1cazioni sulla posizio·n e b·o tanica, le parti u sate, i principi attivi e le prop~rietà terapeutiche, il tempo adatLo per la raccolta, l ' h01b·ita:t e:d i vari nomi dialettali ·d·e lle varie provincie. Seguono statistich e ed elencl1i vari di notevo·l e importanza, per chi si oocupa d·ella materia. In UJU'am2ria prefazione, il prof. G. Sabia tini mette in luce l 'impo·r tanza dell'argomento e l 'attività svolta in Italia in favore ·dell' erboTisteria e ·d elle industrie derivate'. 1

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AccADEMIE, SoctETÀ

[ANNO XL VII, NuM. 28]

MEDICHE, CoNnREss1

R. Accademia Medica• di Roma.• Sedu ta ordina ria del 30 n1arzo 1940-XV!p:I Presiede il prof. R. ALESSANDRI , presidente Vantaggi dell'operazione precoce nell 'estrofia vescicale. Pro.f. R. ALESSANDRI. - L 'O. riferisce lu storia cli11ica di u11 a barr1bina, oper a ta di estrofia vescjcalc all 'età d i undjçi mesj: con innes to biluler ale (}eg1i uret eri nel sigma, alla Coffey in dl1e tempi. Dop·o 7 anni I 'operata è i.n condizioni ot t ime e l 'urografia n1osLra gli uret eri e la pelvi in perfetto stato. L 'intervento deve essere precoce prima cioè che avvenga la inevitabile dilatazione e con secutiva infezione ascendente degli ureteri e dei reni. Il socio prof. MLNGAZIZINI riferisce di 2 casi personali operati con la s lessa operazione con buon risultato: in un caso fu eliminato un calcoletto per il r etto; n ell 'altro caso fu sacrificato un rene perch è idronefroti.co. B d 'accordo sulla precocità del I 'intervento. Risponde il prof. A:LES SANDRI insistendo· sulla precoci là dell 'intcrvento, pTima cioè .cl1e la presen za di calcoli, di idron•e,f rosi, di infezioni, renda110 incompleto il risul lato ; e soggiunge che n ei · clue casi da lui riferiti oggi e qualche an110 fa i1on esisteva proctite, n è eczema peria11ale. Un caso di cisti da echinococco del cuore. Dott. G. LABOMBARDA (Modena). - L'O. <:lescrive un caso di cisti da echinococco del cuore e precisa1ne11te del setto in terven Lricolare, con metastasi multiple nei polmoni. · Il socio prof. CHIAS SBRINI ricor cla un suo caso operato nel 1932 per una tumefazione pulsante ne] VI spazio intercostale sinistro . La tumefazione apertasi in corso d 'operazione, conteneva pus e piccole vescicole echinococciche: la cavità era limitat a j11 al to e )n avanti dal muscolo cardiaco m entre ih basso faceva corpo col diaframma. Dre-. nata esce g u arita in 45 giorni dall'intervento. Su un cas-0 di endocardite lenta da stafilococco aureo: singolari proprietà biologiche del germe isolato. Prof. F. MAGRASSI. - In un caso clinicam ente a lungo seguito con diagnosi clinica di endocardite lenta, dopo 8 m esi la febbre progressivam ente scompar e e la malata entrò in una fase di apparente guarigione clinica. . Fu ripetutamente isolato uno s tafilococco aureo ch e h a l 'aspetto tipico rugoso e non trova condizioni di svilup-p-0 :n terreni adatti. Tale inipizione alla moltiplicazione viene discussa nelle cause ch e possono <leterminarla. Il socio prof. VERNONI .trova che il reperto del Magrassi è conco~de con la patogenesi della endocardit e lenta che, secondo l '0. , trova spiegazione nello scar so valore patog·eno del germe causale,. n el potere di adattame11t-0 a vivere in un terreno necrotico quale è il trombo piastri11ico impiantato su una valvola sclerotica per pregressa malattia. Interviene nella discussione anche il socio prof. FRUGONI che ricorda .le note salienti del quadro clinie-0 presentato dalla malata. Risponde il prof. MAGRA~SI ringraziando. le modificazioni della voce nei polipi delle corde vocali. Prof. R. MOTTA . - L 'O., anche a nome del dott. Canova. proietta filmi interessanti ri'producenti l 'aspetto del l aringe; e descrive mezzi e tecnica ' per la ripresa fot ografica. Il Segr. : T. PoNTANO.


SEZIONE PRATICA

APPUNTI

PER IL

Ulcera cronica dt1odenale. "E'olgeso11 l1a raccolto dalla letterat·ura fino al 1935 per lo 111e110 100'0 articoli di diver si ..!\A. i:iguardanti tale· a1,gomento e specialmen te. il trat tan1enlo di tal e inalatLia. vV. Hinton e R. Maier (An ri. of Surg. , val . 111', marzo 194:0) 11an n o avuto Il1odo di studiar e 860 pazienti coll)Ìti da tal e affezione ricoverati n egli anni 192838 nella clinica de ll 'ulcera al Belle,·uc H o pital ; di Lali pazienti 1,86,6 % er ano affetti da ulcera duodenale ch e si era din1oslrata ribelle ad ogni tratra111enlo medico. La diag nosi di tal e affezione no11 deve sen1pro esse re affidata al radiologo ].JOichè questi non è in determi11ati casi capace con i mezzi ch e 11.a a ·disposizione di mettere, in eviden za l'ulce ra s pecie se queta si trova nella parte posteriore del duo cl e110 opr)ure particolarmente i1ella seconda l)Orzione del duodeno s tesso. 11 sinto·n1a ·più i111portante è ancor.a il dolore· ch e l)UÒ o no acco1111)agnarsi a emorragia, lo s1)a n10 pilorico che sovente s~ r ileva n on è quasi JT1ai l egato a u11a lesione i11trin5'eca del piloro stesso, ma a uno spasmo di natura riflessa che cessa o con la di eta o con i co muni sedativi o con l 'ablazione della causa cl1e lo detern1ina. Ln ga~ trodigiuno ston1ia era fin o a 12ochi anni or ~ono il trat1a111ento di el ezione di tale affezione 111orbosa, ma anche dagli AA. fu trov.a ta una percentual e. abbastanza alta di u lcere i}e1)tich -e post-operatorie consecutive a tale, interve11to (su 109 casi trattati con gastrodi1g iu11oston1ia il 18,8 % presentò una netta ulcera t!astrodig iuna l e e il 7 ,5 una ulcera gastrodig iunalo incerta). Dati quindi qi1esti esiti tardivi <i e ll.a g.astrodigiunoston1ia gli AA. fin dal 1 ~, 33 a r•plic,ano nella cura dell ' ulce ra del duocleno la r esezione subtotale . Tale intervento l1 a i11dub·lYia1nente una mortalità p iù a lta nel conftonto del precédente, ~i deve J?erò rilevar e ch e soven1 e una l esione posterio:-e del duodeno colp jsce in manieTa notevolissin1a a n c.h e il pa ncreas e qu es ta l es~one del J)a11cr eas non pt1ò e$sere me sa in evidenza se non dopo una Tese.zìo·11e Sl1btotale ch e sol a con ente. la visione d elle condizioni d el pancreas s te~so . E pertant·J opportuna l a inass.ima cura nella scelta dell 'o·p er.ando p·o i.ch è se questi oltre a i \ ari si11to111i di disfunzione pancreatica p r esenta una sinton1atol ogia molto dolorosa d11bbia ch e r ichiede ·d ei isedativi fr equ1enti è bene ch e sia tenuto « in sospeso » fino a tanto che un 1"egi in e dietetico e curativo opportun J non ab])i.ano fatto di lui un paziente atto a sop1)'ortare1 l 'in{Prvcnto di oui sopra . A. D oRIGO'. 1

MEDICO PRATICO. •

CASISTICA

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Invaginazione diginnogasfrica. Sl1<l.ckr11 :in Ralp1h . (Bril . .lo-iLr. nf Srirg., n. 107, 19±0) descrive un raro caso di i nvagi-

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i1nz1one a 1g1u11ogaslr1ca inte rvenut0 in un operato da 3 anni di g. e ..a. posteriore transmesoC·olica ad anca bre. ·C'. Ri.cor,dati i pochi casi finora d escritti in letteratura 'r irerisre sul caso r)er sonal e guarito p erfettamente dopo l 'inter"'.' E-Dto cl1e ·portò alla sva·P·inazione delle .a11se· ~ 1n,·aginate (l 'afferen le e l 'efferente). Scar se1 l e nozioni riguardanti 1, etio1)atoo-e11,esi ; è .sicuro· invece· ch e solo . l 'interv.ento p~·e­ coce è ca1)acc di dare buon esito al trattan1ento che può es~ere ·d'altronde solo chirurgico. PES CATOP,T.

L'.idrope appendicolnre. Avendo operato un caso ch e si presentava con .una banale ~inl on1a I o logia di appendicite c ron~ ca e .a YC.rl do con s tatato l 'appen dice r:Lp,iena d1 un 11qu1qo mu coso eh.i.aro , sterile alla semina u terrc11i di b·att erio·l ogia, G. P etresco e I. Albu (R evista cle Cliirugie, f asc. 9-1 O 193 9) 11a~no s tud ia to da l l}Unto di vi ta ezio1Jato·ge.net1co e a11alomo1)a lologico q11e .. ta .affezione. Essi ritengo.n o cl1e lYer l a conLune origine r:Jnbrionale e l)Cr la quas i identica truttura i&tol ogica dell'apJJendicite e della cistife]lea, f ra l 'idrope d ella cis tifell ea e l 'itlrop·e del I ' aplìendici esis1e l1n a perfetta iden titl per quanto riguarda la l)atogen esi e l 'e,;oluzione delle d11e. a ffez jo ni . Anc]1e d.nl ·p.11nto di vista sperin1 entale è s talo possibile riprodl1rr.e ]o stato idropi co n ei d11 c casi con lo tesso procedi1n ento di. tecnic.a. FERBARA. 1

TERAPIA I prfnci pi fondamentali nella guarigione aFettica del)., ferite. . Alcuni l)rinci!)i fondamentali de,·ono essere rite~u ti indispen sab·ili 11er un a gu.ari1gione asettica del]e feri te, ch e alla lu oe dei fatti nt1ovi c:1ner si dalla esperie nz.a l)O~sono così riasst1 rner si. Così dice All en O. Wl1ipl1le (Gyn. and (>bst., fase . 2-A, 1940). 1) . Emostasi. Deve essel"e1 perfe l t.a : la })tese11za d1 un coagulo a n ch e se · ·tcrile 1)rol11.n ga il tem po di g·t1ar~g· ione e cosi p·u re l egature1 in rrl<issa cl1e de,·i1 alizzino i tessuti; 9) L ' infezione d1eve es e re il pi.ù possibile elimin.ata. Rigorosa sterilizzazione degli '&t.r11m·e11 ti e ·d ei guanti, dopo ]avag·gio d•ell e n1ani, come di norm a. Nelle feri te accidentali , i. tes llti devitalizzati elevano esser e a5po rlati e ] a ferita irrig·ata con soluzione salina iso tonic.a terile. J corpi estranei come leg.ature eccessive, dren[lg·gi , ecc. devono essere ridotti al minimo. l~ f;O dei !1TCl}nrnti s11lfarn idi ci o ~t1lfami.dico 1)iriùi11ic i coi ne 1ra t tamento pre\ cn tiYo dell 'infezio11e dell e ferite; 3) I tessuti feriti dc,rono es ere rit~ Clsti e r11ant enu li in ·ito il l)ÌLl Yicino · 1


« IL POLICLINICO ))

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l lossibile all e naturali c ondizio ni .tnato1n ich 0; 4) È essen ziale il ravvivar e e rr1anten er e la nut;izio11e d ei t essuti feriti . La d evitalizzazion.et e l a n ecrosi ~>orlano a ll'infezion e : eYita1:e . le· l~-· galure in n1a•s sa d ei vasi , ridurre al m 1n1rno 1~ tr au111 a cau sato d alle p inze e daig·li ag,hi u sati 11er l 'en1ost asi, evi tar e. la con1 pr ession e <l·ella ferita con medicazioni· incon grue; 5) Il n1a ]a to e la ferila ri1nar ginata ·devo110 e ser e m essj a r iposo, elim ina ndo i dol ori pri111~ e dop~ 1:oper azion e ; 6) II norm~l e 1n et ab ol1sm o· ,dei t essuti deve· ·esser e· r avviva lo e n1 an tenuto . Cran d i pro.g,r ess.i son o stati fatti n ella chimica del san o·ue ·e d ella ter a1)i a in q u esto carr11)0 col detern1i~are e m anten er e il bilan cio idrico e elettr olitico , il n1et abolisn1 0 d ei carboidra ti , un.a i)r opria eli.m inazio•n e· dei secreti. qel~'o rga ~ rLisn10 ool preveni1~e ci correggere i d1sturb t cardiovasc·o lari . La l}er cen tu ale d elle infezioni n.e l tratta1nento . d elÌe ferite è d iminuito dal l fJ 2·5 (10-1 2 °fo) a d oggi ( 1 %); 5eguendo i r>rinci1?i CS!J10S li e orm.a i lllìl''ersalme n~e C·On Osciuti la g uarig ione asettica de lle ferite deve esse re quasi l~t n or n1a. B ENDANDT.

SEMEIOTICA

[ANNO

XLVII, NuM. 28] ,

rebb e particolarmente importa nte J)er ~"v elare . qu·e gli . ta ti ·di d e1oalc ificazio11e· c h e favori·5 cono r1ei vecchi la fra ttura d el co~lo d el fe1l1ore i)er poterli o pJ)Ortu11arnente cur3r e. Inoltr e gli 1\utori 11anno rilevato l 'esisten za di urta riper cu ssione sullo stat o di calcificazion e delle ossa d a p arte ·d elle r11 a lat1 ie del sang u e ed h an110 ossel'va t·o· ch e 1n e11t re le iperpla sie a.ella serie r ossa accr escon o la con~ i· ·t en za os&ea, in,1ece le iper1>lasie clelJ.a serie bia n ca Len d on o a c1irninuirla . F. TosTr. •

LABORATORIO

Metodo semplice di omogeinizzazione degli sp11ti tubercolari.

Un,1 n o tevole se111i>lificazio11e n ella omo~tr i n i zzaz i o n e

degli SJ.) Uli tuber colosi è sta t a p r opc·s t.a· cla G. P acl1eo e J . Norl1on1 J>eres (C. Jt . S0ci età biol. e Gior11. l.>alt. e i m.m ., a prile 194 O). Si tratta sen1 plicen1 entc di diluire lo sp ulo in soluzio·n e i1is iolog-ica, 1~iscaldandolo 1Jc1i a 5;·~1)- 6 0°. Lo ·s 1)u to d i venta n1olto fluido e va l)O Ì ce11lrifugalo a 5000 g ir i , 1)er un 'or a. 11 sedi n 1e11to }) UÒ !)Oi e ~ ere u tilizzato i)er le coltl1re o l ' inocul azion e 111 ca,'Ì.a . •

La consistenza. dello sterno nelln puntura ster. nn.le utilizzata per la valutarione della calcift· • caz1one.

Err1ile W eil e S. P erl ès (4cla m edica ~c.,a n,dinaiuica, f.asc . VI , 19-l:O) rilevala l'irnporta11za d ella cal cificazio11e d ello sch eletro in patologia e rilevala l a difficoltà d i r end1er si un esallo co11to di essa con i con1ut1i m etodi (sint o1r1i <li alterazion e ossea , r adiogra fi a, d osaggio d cl cal cio n el san gu e e n elle u rine)J pro1~ o n go no d i studi.are qu.e:::t o i n1por tant e dato n1€dia11te la &en sazion e d i Jnaggior e o m inore <l u rezza 8ffer t.a d.alJo st onta.c o n ella p untura s te rna l e. Invece di una r esist en za n1 edja abi tu ale lo s le rno l) UÒ nr . esenta re u n aun1en to (sterno duro , n10Ito duro, durissin10) o una d~iminu • • z1on e ccc:css1va . BisogrLa t en er conto .an cl1e d i variazioni fi si11logioh 0: in dipe nden za dell 'età e del sesso. P e r qua n.to Tigl1arda le variazioni patol ogich-c gli .l\.utor i le 11anno f't u.diate particola r 111c11tc n elle m a la ttie d el sangu e e d h anno pot u lo constatar e ch e in al c un e malattie la consi.ste.n za d ello s ter110 è quasi costant emen te au n1 e11ta ta (eritr emia, eritroblast osi , mal attia d i P aget , leu cernia mieloide), in .alt r e jn ,rece diminuita (m .a lattia di Gauch er , mielom a, 0 steo rrtal ac ia, it ter o em olitico, car cinom a ·d ella rr1an1111 ella) ed infin e in a ltre ' 'ariabile da caso a c·a so. I / utilizzazion e di queslo n1 etod o .i)er111etterebbe, secondo g li Autori , di seg·uire. lo stat o cli calc ificaz ion e di uri in di Yiduo e quèsto saP.

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fil .

VARIA La facie s lunare.

Il Li po 11tor fologico cc l u nare » si oss-er\'a n el seisso fe111.n1inile ed è ca ràl terizzato d a llo S'1: il uppo i11 la r gh ezza d e:l ma , ' iccio facciale, con 11tenlo iJ>Oit)l asico e i11ass~ 1a t eral i arroton·da te e 111olli. Qu esto viso r otondo, lun ~ re non è ch ·e ll n . i rtlon1a n 1orfologico a c ui si agg·iungon·o u n 'ob e . . ità !1eltal11enlc rizon·telira, dei 5egni di i11 s uffici en za ovar ica (m alg-rado lo sviluppo rlorm ale o d .an ch e erc.e ssivo della pelosità sessuale e dell e 111am111elle), u n 'astenia , ,aso-motoria .cl1 ° si i11anifest a con acr ocia n osi d elle estre111ilà, ed infi11e u11 abb ozzo cli iJ}ertricosità . J.,o i)sichisrno e m o Li,·o, t a lor a pe rsino puerile e-on t ed en za scl1izoicl e, con1y1leta i cara tteri so111ato-psicl1ici d i questo v:e r o· bioti1)0. Pe1~ qu anto ri1g u ar<la la pa togen esi , E. May e I". Mo:iziconacci (1l nri . d 'eJi docrinol o~1ie, 1939 e ~1arseill e-m éd., 15 febb·r a io l 9J.Q) invocan o l ' inter venlo d ell 'ipo fi i , n1a n1·e tton o altresl in l'jlie.v o l 'indubb ia p artecipazio ne d el sistema n e.uro-vegeta li,ro, a c ui vanno at t rib,uite l'aste r; ia vé.tso-111ntoria, l 1i po tonia, la lassezza d ei le gél n1enti e la . te$Sa em o livi tà. No11 va evidenten:en ·re· trascu ra to il f.a itor·e er oditario. Sen1b·ra cl1.e l'ipo fis i n1a tern a esercili , n ell.' ut<;ro , una influc112a ·Tllor fo logica s ul fe to, influen za cl1e le gl1i.a1i<lole del nuovo) i1ldividt10 n on faranU<) cl1 e accentuar e !) ÌÙ t ardi . Sf)ecialment e · a l rieriotl o cl ella l)ll b er là .

fil.

'


[At'-~O ~I... VII,, ~U:i\I.

28]

SEZIO~E

LA PAOINA DELLO SPBCIALISTA APPUNTI DI TERAPIA DERMATOLOGICA

Tatuaggio.

Rioordi cliriici. -- ìVla ccl1ie costitue11ti dei diseg·ni o fig·ure più o i11e110 arti..:ticl1e, o dell e parole fatte volontaria111e.nte con la introduzione n el derma, a J)tezzo di ag-l1i, di so stanze co loranti. 1

Teraipia. -

La asportazio11e dei tatua·g g·i specialmente se es tesi i1on riesce 111olto facile; i11 og11i 111odo richiede d el te1l 1po. Non vi è altra c ura clic q1uclla distruttiYa. .., i l)UÒ f.ar penetrare nel tatt1aggio mediante i•unture di ago urta soluzio11G co11centrata cli l.11111 i no e quindi cau sticare c.:011 i1itrato di arge11 Lo in cannello. 'i for11ta cc, ì u11a escara r;rofon cla. Si i>uò usare la rlettrolisi o la n eve carbonica o la cau ·ticazio11 e con il calore. Io i)refe•·i~co e con siglio la eletlrocoe:1g·ulazione ch e, se J.1en reg·olata, distru~·ge co n11)letamente la cute co11 latuuggio e la . . ci<.l tlell e ))uo11e cicatrici. Ulcerazione fnso-spirillare. I?icordi oli111ici. -- Clcerazior1i n1ulti1)le della cr1Yità boccale. Su u11 fondo forte.n1ente i11fi ~t1t i 11 iato si vedor10 ulcerazioni special1ne11te ·ulL1 ·1t1ucosa delle gua11cie e d el la))bro intle1ri o ro. Sono ulcerazioni co11 bor(li a l)icco .a fondo grigia~lro felide co11 del riti, aniose e talvolta anche ·gangre110 c. <~u e te le. ioni sono lJrovocate dalla si111biosi fu, o-spirillare.

·Di infezione ac.:c urata d ella bocca ro 11 soluzioni disinfel i.<:tnli. Si ]) UÒ u sa re Terapia. -

1

il liql1ido di Labarracrue diluito 20 volte op11ure u11a soluzione iodo iodurala: Pr. Iodio . . . . . . . . . . . . gr. 0,30 Ioduro cli potassio . . . . n 0,60 A cqua . . . . . . . . . . » 1000

Fare delle. toccal urc sulle ulcerazioni con S(1luzio11i di nitrato di arge11to al 5 o al 10 'Yo ·o ppure con dell 'arsenobe11 zolo in polvere. Terapia. int.er11a. - So110 co11sigliab,i li inic, zior1i endovenose di Ar~e no})enzolo. Carbonchio.

Ricordi clinici. -

l\ilalattia infettiva grave <l1e può portare a 111orle. È dovuta al ba·cillus .anthracis. Pu~t,ola ,d ura profo11da, cò11 lornata da un alo11e cono-estizio e <la u11 ce rcl1io di ve cicale . r-, I.a. J)UStola si ro.n1pe, si for11ta un'e. cara profonda contornata d elle de ll,e \ 1escicole I fe· Po1neni generali sono g· ravi (feb·b re, p.o lso deboie, en1orragie, delirio, ecc.), Terapia eslerna1. - Deterger e la pustola: causticarla co1n il 1C.<l lore specialmente se ,è ag·l1 i1tizi e fare imp,a cchi con soluzio11i a.ntisetticl1 e. Terapia interna. - Siero a11ticarbonchioso -per via en·d ovenosa e sottocuta11ea alla doiSe di 1 •

1225

PRATICA

4.0-60 cc. ripetuto giorn<.\ lrr1ente fino a g·uarigione. Si ottengono delle guarigioni cl1e una volta non si sar ebbero l)Otute sperare . 'C urare le cortdizio11i generali co11 cardiocineti1ci, ecc. A.rgiro.si.

liicordi clin.ici. - Macchie di colore ardesiaco piccole o grandi sulla c ute o sulle mucose, dovute al deposito di granuli di arigento. Frequer1te 11el passato quand10 i11 ter.api.a era l1sato il nitrato di a rg·ento ·1)e r via or.ale, as• • ~1 rara ogg·1.

T erapia. -

Si possono tentare causticazioni con· nev·e càrbonica od anche 1c·o l calore1 o co11 la e lettricità, ma se111pre quando le chiazze · siano ])iccole. Le cicatrici ch e Timangono sono spesso peggiori dell a dermatosi stessa. Tricoressi nodosa.

,

Ricorài clinici. -

Piccoli rig·onfia111enti grig·ia st1ri ,d ei capelli, d ella b arb1a , e dei peli deil pub e dovut.i a frattu1~a del p1e]o in senso longiLudinal e. Questi nodi sono frag·ili. Il cap ello spezzandosi assume l 'aspetto di un pennello. 1

1

Tera1pia. -

Sicc0111e sem bra 1ch e questa all'r razione -5ia do,•ula sopratutto alla troppa secch e zza tdei p eli e' itare tutte le caru e di eccessiYo prosciug,an1ent0., le ondulazioni, tagliare i i)eli .al disotto deIla i1odosità e te11erli sen11)re ingras...~ti. 1

1

Tuberculide papulo-necrotica.

Ricordi cli11ici. -

Piccoli noduli rilevati rosso-scuro, la cui son1n1ità in bre,-e tem l)O divie11e violac,ea si trasforma i11 vescico -1)ustola qui11di n ecTotizza coprendosi· di una crosta aderente.. Si risolve lasciando cicatrice. Questi elementi si tro, ano per solito sulla cute d el dorso ·delle r11ani e delle dita, ai g·on1iti a]le ~·jno ccl1ia ai piedi alla faccia alle oreccl1i c. Ln folliclis e la acnitis non sono ch e for.rt1e di questa tub,e rcu.lide. . Te1·apia, ester1ia. - Cura ~·e 11e rale con raggi ultravioletti. Loéaln1ente to.ocare con ti11tura id i iodio le lesioni aperte ed ai..,,plicare impacchi all,ittiolo (5 %) se. vi è cong·estione oppure una pa ta all'ittiolo. Si può ancl1e in qualch e caso ricorrere con vantaggio alle causlicazioni col calore o co,n la elettricit à . 1

T era,pia interria. -

La so111n1inis trazio11e di ioduro di potas io o di olio di fe~at o di ,n1~r­ luzzo o le iniezioni di sali di cal1cio possono riuscire utili. Spesso ottimi ris11ltati Gi otte1n- . gono, con l'arsenob en zolo per ' 'ia endovenosa_ con1binato con iniezioni di tubercolina a dosi n"linin1e. N ot.are che questi sog·g·et1i ._ on o sensibili si111i alla tu·b er coli11a. Prof. P • .A . MF.INERI Direttore Ospedale di S. Gallicano. 1


1226

« IL P OLICLINICO >>

[ANNO XLVII,

ì\'UM.

28)

NELLA VITA PROFESSIONALE. MEDICINA

SOCIALE

Contro l'alcoolismo in Italin. I~a

Socielà laziale di ost etricia e g inecolog ia n ella su a seduta clel lo · 1uglio XVIII,, rievocata l 'opera svolta dalla ,Società italiana di g inecologia n el1'immedia to dopo guerra per la pro lezione della n1alcrnilà e dell a r azza; ricordat o ch e g·ià n el congr esso d el 1919, su r elazione Ferronj, ' si er a additato l 'al cooli sn10 come un grave fatt ore disgenico ; t enuto })resente che n egli ultimi anni si è accentua ta la l e11den za alle bevande alcoolich e sia n elle classi pop olari ch e in quelle abbien ti, non ri sp ar111ian do n emmeno le giovani ; riafferm a la n eces'sit à <li frenare l 'u so degli alcoolici in gen er e e di proibì re quelli a gr ad azion e oltre il 25 %; n ella a ll e~ n delle d isposizioni ch e le superiori Autorità Yorr a1111 0 em an ar e e .ch e avranno il più con sapeYolc affian cam ento d a p arle dei g in ecologi ; im J)egn a i propri soci a prender e p ar te alla can1pag n a con tre gli alcooli ci, so1Jr at t u t lo contro i liquori , illustrandon e i d anni sull 'individuo e sulla di cend en za , -sia con l 'in seg·namen lo e con le pubblicazioni, sia n el quotidian o esercizio ch e r appresenta la forma pii1 capillare d ella prop aga11cln. ·

CONCORSI. Posti vacanti. P ESARO. OspedQ1l~ Civil e S. Sa lv·a t or e. - Il co11cor so a m edico primario, con scaden za 15 agosto, vien e prorogato fino a nuovo avviso. ROMA. Min i st er o de l l'.4-frica Jtaliarta. - Con decre lo in d at a 15 giugno 1940-XVIII , l 'Eccellen za il Prefe tlo cli Misurata ha pror ogat o il Lermin e utile per la presentazion e delle d om a11d c di p artecip azione al con corso per le condotte m cdicl1e vacanti di: Garibaldi, Zliteil , Gaser -Kiar -Corradini , ·razzoli e Marco11i , di cui al bando del concorso 14 aprile 1940-XVIII, al 31 ago·s to 1940-XVIII . Rol\IA. Con sor zio Provin ci ale Anlilu ber co lar e In esecu zion e di disposizioni superiori, è sosp~so, fino a nuovo ordine, il Con cor O· p er un pos lo di Direttore ,S anitario del Consor zio e Diret tore d el Dispen sario Provin r iale pt1bblica lo co11 scaden za 31 agosto 1940-XVIII. VENEZr<\. Osp eda li Civili Riuniti. -· Primario dern1osiiilogr afo; li toli ed esami ; età limi Le 45 a. al 3 g iug n o; assegno annuo L. 6000 ; p er centuali. Scaden za , ore diciassette d el 3 settembre. Chied ère copia del band o (Il bando precccl en le, ch e era s lato pror ogalo , vie11e r evoca lo). Rivolger si all 'Uffi.cio di Protocollo .

Concorsi a premi. Fon cl azio1n.e Em1nw Fabris n at m Uglii 1

La

orie tà l\ilcdica Chirurgica di Bolog·11 a pe r 011orare la ine1noria d ella Sign or a En1n1a Fabris Jl at a Ugl1i, b andisce il concor so ad un 1)r e1nio di L. 600 (. cicento) per una inern oria scien tifica sul tem a: cc Pa lo logia e clinica del cli co interYerte1>r ale n.

Potranno concorrere al premio laureati nell 'Univer sità cli Bologn a da i1011 oltre quattro anni ed aventi cittadinanza ilaliana. I lavori concern en I i dovranno esser e inviati entro il 31 marzo 1942 al Presidente della Societ à ~1edica Chirurgica di Bologna (piazza Galvani 1). Per le altre conclizio11 i cl1icd er c .copia del bancl<> cli con cor so. Pre1nio B erti

La Società Medica Chirurg ica di Bolo·g na per 011orare la inemoria del compianto socio prof. Berti, b andisce il co11cor so al pre mio che a lui . i inti lola. Tal e prcn1io , cli lire mille, sarà conferito ad una m em ori a scien lifica d al titolo: « Fi. . iologia clel circolo 11eriferico n el lattante ». Le m em orie scic11lifiche con correnti dovranno esser e redatte in ling\1 a ilalian a, e presentate in d a ttilografato , i11 duplice copia. Le m e1norie do_, ra11no g iungere alla ,Segreteria d ella Socie tà, É olognn, Piazza Galvani 1, Archigin11asio, en tre j l 31 1nar zo 1942. Per le altre 111oclalil à, cl1ieder e copia d el bando di concor so.

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICIENZE Una Co111n1iss ion e formala clal prof. Adriano ., ' alen Li, p resicl ent e e d:ti professori Cesa Bianchi, Piccinini , Ecc. Rondoni, \ Tin aj, Zoia, ha asseg nat o il premio ~l assim o Piccinini per l 'idrologia italian a ai J)rofc ori Enrico Adami e Pie1ro Cig noli11i , n ella i11isura cli L. 1500 al primo e L . 1000 al econ<lo. • Una Co1111nì sio11 e con1pos1a dai professori: Ant onio Cazza11i g·a prc idcnte, Dom enico Cesa Bianiehi, Carlo Ragazzj, Gaetan o Arcoleo , ha asseg nato il premio l\i[assimo Piccinini p er la medicina coloniale di l .. 2500 per intero al dott. Fran cesco Colon11ello, l)Cr pubblicazioni originali e di speciale inter esse scientifico.

IJ rag. com1n. Giuseppe Ricchiardi è i1ominato gestore goYernativo d elle Regie Terme di Salso1naggiore, in sos titu zion e d el gr. uff. Ruffoni, ch e era stalo incaricalo provYisoriam ente della ges tion e dopo la i11 ort e <l cll 'E<'c. Rizzetti. Il dott. G. B. Mer goni, ufficiale sa11itario d el Comune òi Sal orr1nggiore, è n omin ato commendator e n ell 'Ordine d ell a Cor ona d 'Italia. Il dott. S aJ,~atore Collari è i1 ominato cavaliere ufficiale n ell 'Ordi11c Coloni ale d ella Stella d 'Italia~ RICOI\TPENSE AL VA"LOR M ILITARE 0RIANI G1usEPPE fu Gjoyanni e di Biscuola Teresita, nato ad Adria il 16 m arzo l~\1'3, caJ)O manipolo d el lo r eggimento fant eria coloniale. Croce di gu erra, con la segu e11 te inotivazione: cc Medico di un battaglione indj g·eni, dt1rante aspro con1batLim e11to, i11cur·an le d el fuoco aYversario, si procligava ins tan cabilmente n el occorrere e cùrare i feriti, ch e affluiYano in num ero rileYante al post o di med icazion e, situat o in prossimità della linea di . fuoco . E.. e1npio di calma ed abneg azion e n. Beggi, 2· felJbraio 1937-X.V. •


lANl."{O XLVII,.

Nu~1.

28]

SEZIONE PRATIC.l\

BnuNo di Don1e11ico e di Sa11giorgi Elvira, <la Ar1cona, capo mani1)olo 1nedico 4° r eggimen lo -CC. . Croce di g u erra,, con la segu ente m o tiva.zio11e : cc Ufficiale n1edico al comando di reggimen to,, in u11a g iornata i11 cui l 'arliglieria avver saria batteva inle11samente le nostre posizioni, si prodigava co11 ammirevole serenità e cosciente cora~jo n ella c ura di numerosi feriti. In gior11i .successivi disimpeg·nando la sua opera presso un battaglio11e impegn ato 1n dura lolta, ripeteva l 'a1nn1ircvole comportamento sen za limiti di riscl1io e di fa Lica n·. Alc~niz-S . Barbara, 16-21 mar.zo 1938-X, rl. ZAULI

NOTIZIE

DIVERSE

-Oongressi e convegni.

1 ~29

Per due colleghi. La Socie tà Italian a di P icl1ialria , presieduta (lal prof. Arturo Don aggio,. riunita in Fire11ze per il uo XXII Congresso, · 11a YOtato il segu ente or(li11e del g iorno : La Socielà Italiana di Psichiatria, in occasione rlel XXII Congresso t enuto i11 Firenze (6-8 giugno 1940) , plaude all 'opera SYolta a su o n om e d al pro]Jrio Presi<].ente per i collegl1i Pini e Corberi, si associa all 'Ordine del Giorno votato dalla Sezione lon;1 barda della Lega d 'igiene m entale a Milano, r in11ova ai colleghi l 'espressione della propria solidale simpatia ed esprime la ferll?-.a fiducia che sia riconosciuta al più presto la probità e la corrctlezza loro .

Ampliamento dell'Ospedale italiano di Rosario.

A Rosario Santa Fé (Argentin a) è stato inauLa Socie là t edesca di 1nedicina tropicale t errà guralo il g·randioso reparto c hirurgico annesso la sua IX adunanza nei primi giorni di o lloa11 ·ospcdale italiano cc Giu~eppe ,Garil>aL'-1i n . Ai bre, con l 'i11lerYento del consig liere di '.S'tato rilo inaugurale erano prese nli ìe ;tutorità p ruYin.do lt. Co ~ li, commissario della professione meciali di Santa Fé, le a utorilà rosarine, i ma~j o­ (lica d el Reich e sotto la presidenza d el prof. r cnli ([ella colleltiYità ilaliana ed una folla i1nMiihle11s. L 'adunanza si svolgerà nell 'Istituto troponente. Dalla capitale federale l 'incaricato d 'afpicale di Amburgo. Nel primo g iorno. verrà celefari italiano ha t elegrafat o espri1nendo l 'ad esione brato il 400 anniversario dell 'Is ti tuto; il 2° e dell 'Ambasciata e d egli italiani tutti residenti ih il 3° g jorno Yerranno desti11ali al tema: e< DiretArgen tin a. Il presidente dell 'ospeclale « Garibalt iYe sa11itarie colqniali in Africa » . Rivolgersi al di » ha rievocalo l a s loria dell 'isliluto che dal segre tario, Dr. C. Sonnensch ein , Institut fur · 1881 segna i '. ella vii.a r0sJrina « un :.\ co.l.1 d;1 inSchiffs- uncl Tropenhygien e, Bernard Nochtl ern1inabile di benemeren ze dovute alla g eneroS trasse 74, Hamburg 4, Germania. ...i Là italiana ». •

L'adunanza della Società tedesca per le mala ltie della dige. ljo11e e d el ·ricamtJio, inde tta a Vier1n a per la fi11c di se ttembre 1940, è stata rimandata, a causa <lella siluazio11e poli tica.

Per la lotta contro le malattie infettive in Àr· gentina.

Con docrelo del Duce è cos lituito in sen o al Comitatb pro' incialc d ei da lori di sangue,. u11 Consiglio direllivo com1Jos lo: de l presidente d el Comitato cl1e presiede a n ch e il . Consiglio dire ttivo ; de ll 'ufficjale sn ni~ario de l capoluogo; del capo d cJla sezione m edico-micrografica d el Labor a Lorio d 'ig jen e e profilassi; del Direttore d el Consorzio }Jrovinciale an lilubercolare; d el rappresen tante d ell 'assocjazione l)fOYil1 1~1 ·1le da tori di &<\n g ue, se esis te, o in man0a i1za di 11n é•ll ro 11'tmpro scel to dal Prefetto. Il Co11sigliQ cljrettivo si riunisce lutte le vol le ch e sia ritenuto i1ecessario dal presid en le .

In Argentina , con d ecreto d el p oter e esecutivo, l 'Is tituto « José p enna », sed e della cattedra di patologia e clinica delle m alat lie infettive nella 17acoltà d i Scien ze mediche, è aulorizzato ad emetter e d elle march e tte, da applicar e sulla corrispondenza; saranno destitutite di valore p er l 'affrancamento d ella corrispondenza; i b enefizi r ealizzati dalla vendita sar anno devoluli alla lotta contro le malattie infettive. Le marchette verranno poste in vendita ogni ai1no, ir1 occasione della fes la nazionale argentina . Per far conoscere gli scopi di questa iniziativa, l 'Istituto predet lQ h a organizzat o una campagna, i11izia tasi il 15 mag·gio con un 'audizione radiofo11ica d ella Radio Mu11icipale L. S. l, n ella quale J)arlarono il Decano d ella F acoltà prof. N. Palacios Costa,, il titolare della ca(Leclra prof. C . Fonso Gandolfo e il dolt. 1\1. Bcnlolila.

~ noranze

Catalogo della letteratura medica negli Stati Uniti.

I Consigli direttivi provinciali dei datori di san·

g11e.

al prof. Alfi.eri.

Il dire ttore della Clinica Oste trico-ginecologica 1niJan ese « Luigi Mangiagalli » prof. Emilio Alfieri h a compiuto n ei decoFsi giorni il 3()o annuale di insegn am ento . Attorno a lui si sono riuniti autorità, colleghi e alliev1, i quali lo hanno voluto festeggiare. Interpr eti efficaci d el pensiero d ei presenli e d egli assenti sono stati il sen. prof. P èpere, Re ttore Magnifico dell 'Università, il Presidente degli Istituti Clinici avv. ValvassoriPeroni, il prof. Dossena per- gli allievi e i proff. Clivio e Bajla. A tutti ha risposto commosso il prof. Alfieri, al quale vennero offerti una targaricorq.o, un volume di scritti pubblicati dal Maestro stesso in trentacinque anni di attività e un altro di lavori degli allievi.

Neo-li Stati Uniti si è costituito un «Comitato o • del prog·r esso industriale» (W. P . A.), organismo amministrativo ch e h a lo scopo di d ocumentare gli sviluppi realizzali in og·ni forma di at~ività. Una Sezione del Co1nilato si propone d1 compilare il catalogo di tulti · i libri di m edicina e scienze affini esistenti ·n elle bibliotech e d egli Stati Uniti. A tale scopo si sono creati !'umeros~ Comitali r egion ali e locali, che r acc?gl!eranno l cla ti secondo u11 criterio comune e 11 rivedranno })rin1a di inoltrarli al Comila lo centrale. L 'impon en za dell 'op er a può appr ezza.rsi q.ualor~ si con sideri ch e si })r evecl e di dover rien1p1re sei n1ilioni di sch ede; quanto all 'utilità di essa, ci pare clubbia ...

I


1230

« JL

POLICLI~ICO ~>

[.s\:x~o

XLVII,

~u:M.

28 ]

Notizie sanitarie di guerra. •

All 'osp ccl al e )fili lare cli 1'ori110, i)ri111a , e al] ·osp edal e ~1 aurizia 11 0, poi , jl Pri11ci1)e di ~ie1non ­ t e ha trascor so, jl 4 corr., lung he ore fra i feriti ed i inalali cli g u erra con i quali si è i11tratte11ulo co1l cordialità affeltuo a , interc ·sando i alle ~0 11dizio 11i di ciascuno e r~ ,·olge11do a tu lti calde })rtr ole cli in coraggia1nc11to. •

Il Conte ({i Tori110 ha visitato, nell'Ospedale "l\filitarc di Baggio a ~Iilano, i ricoverati r educi d a l fro11le occide11 lale, in 11umero di circa 800i de i qu al i }Jii1 di clu e terzi feriti e g·li altri soffcr e11li di I11alat1ie provoca le d al freddo; i congela111e11ti er an o tutti di primo g rado e avviati a g uarigione. Il Conte di Torino , guidato dal' clire Ltore col. Savarino e clall 'aiutante cap. Jennarone, è ri111as lo oltre due or e n ell 'ospedale ed 11a Yisila lo tutti i r eparti e la palazzina ch e accoglieva 25 ufficiali feriti . La Principessa di Piemonte si è recata al ~o , :_ clinico U111berto 1 <l1 Roma per visitare i militari ricoverati n ella Cl1n1c8 d elle MalaLtie Tropicali e ,Sublropicn ix aella l{. Universit à ; ven11 e guid ì !.t (lal clirct lorc ('l ell a Clinica sen. Aldo Castellani · di Chisimaio (r ece11t e111cn le tornato in Italia con gli italiani })rofug hi da Londra e iminediatamente ricl1iamalo i11 servi zio n1ililare nella R. l\Iarina co1ne Te11 e11te Generale Medico).

cu111e11lalo le b en e111er e11ze <1el1a :Croce Ros a Tedesca, la ~[u al e 'rese preziosi servizi rlura111 e la Gu erra inondiale ed è su ce ttibile di ulteriori perfczioname11 li. IJ Ce11tro di Mila110 dell :« Associazione , -olo11tari Italiani del Sangt1c » ebbe a provved er e , clo110 IJl riostra clichiarazio11e di guerra, a r endere pii1 eificientc il Centro, inedj ar1 le la costituzione di t1na g uardia perma11e11 le, formata da volontari clcl g ruppo u11iver ale. Ha fallo affiggere 1nanifes li murali, per ir1vitar e l a popolazionr ri d ntfrire il sa11gue ai feriti. Il Clero si è fat lo por1a voce cl ella campagna ; il cardinale Schuster ha i11clirizzato, al riguardo, un a nobile lettera al J)r esid'€n te d ell 'Associazione. All 'Ass . Pro,·incial e dei datori di sangue , })Tesso· la Clinica Os tetrica d el Policlini co di Roma, sono giunte 5000 clo111ande di d a tori ch e si offrono per esi ge11ze b elliche. I11oltre sono pervenute all 'Associazione moltissime le tt er e di d a tori ch e offriva110 di eguire Je truppe ii1 combattimento. Per i ca i cli urgente bisogn o di trasfu sione di ai1g u e i è organizzato, co11 l ' assi lenza del Mi11is lcro d ell 'Inlern0, lln pron lo servizio: 6 o 7 fialoni contenenti da 150 a 400 ce11 ti111etri cubici <li san g u e e provvi$li di tutto il inateriale asetl ico i1ecessar io, ono le11 uti sen1pre pro11ti ; inollrc 20 litri cli sa11 g t1C' . ono di ponibili all a . . ecle · centrale clell 'Associazione.

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I ferì ti òi g u erra, trasportati a Ro111a, ricoYerat i i1egl i os1)edali del Littorio e clel P oliclinico, ~0110 stati visitati da numerose personalità. La Dt1ch essa çli Addis Abep a, con sorte del Mar e, ciallò Badoglio, accompagnata dalla figlia e d a 11u111erose da111e clella1 C.R.I .,. ha trascorso oltre clt1e ore ai capezzali dei fe riti, facendo distribuire doni. La vice ispe ltrice nazio11ale della Croce Rossa i è r eca ta tra i feriti ricoYerati al ;policlinico ch e sono s tati visitali an ch e dal ' ' escovo degli Os1)edali, dalla fidu ciaria d el G ruppo Rio11ale Macao accompagnata d a oltre 100 donne fasci ste . Nt1merose }Jerso11e h anno pure visitato i feriti. 1

Il Duca cli Berg·a1no h a visitat o, a :Nlila110, i feriti ricoverati i1el padiglione l\1ulilali d el Yi so; fu accolto e g uidato dal prof. San Yen ero Rosselli. Ha poi , =isi tat o a Desio i feriti ricoYera li in quel1'0speclale 1nilitare t erritoriale; più I ardi ha sol a lo anch e i1ell 'Ospeclale cìvile di Desio.

Co11 d ecr e to pubblic ato stilla « Gazzetta Uffic iale>> Ye1111e stabilito il segno clis linlivo ch e devono n1o trare })er la difesa a11tiaerea gli edifizi co11sacr ati al culto, alle arti, alle scie11ze e alla ])e11eficenza, i ino numenti storici , gli o p c, <l ali civili e ·altri ce11t ri di raccolta di malati e ferili : u11 r ettan golo contc11uto jn un camp o di ·colore gi allo e diviso econ<lo u11a diagonale. i11 due tria11goli : uno cli .colore n ero e uno di col or e bianco. ,S·e il retta11golo è Yerticale, il trian golo cli colore nero va collocato in alto. Il seg110, per <lin1ensioni e siste1nazione, d ev 'es er e facilmentt~ Yi ibile a g r a11de clistanza ed a quota elevata. Ove occorra, il segn o va ripetuto . In · co11for1nit à ad un appello d i Hitler p er l 'orga11izzazionE di t111a ca1npagna a favore cl ella Croce Ro sa i11 gt1crra,. il dott. Goebbels ha do-

Il Co11 s iglio dei Mini:o, lri l1a a1)provato u110 ch e111a di d ecr eto-legge con cernen Le inodificazioni e uggi u11 le alle vige11 li 11orme i n n1ateria di p ensi o Il i cli gl1erra a favore drg li infortu11 ati civili a causa d ella g u erra. Azioni giudiziarie. Tn seguil o acl lln "inchie la <lell 'Ufficio rl 'igie1..1e <lel G0Yer11 lora lo di l{oma , Ye11ivano d~11t1nziati all "aulori là g it1diziari a i d ottori Sciaccall1ga Nicolò, .T acar ell i Luigi , Li cata Ni~ola,, Bra i ello E11rico, Iaccarino A11tonio, 1->ri11ci SalYatore, Perot la Fra11cesco, 1\fagrone 1\1nedeo e i farmacisti Sogn eri Lorenzo, <X> l abile Glori a, Mostacci l 1go, Laura Gjorgio, Casi110 Corlese, Tes la Ron1ilde e Zano11i ' 'cnanzio, lt1lli d a Roma , imputati , i J11cdici di aver rila. ciat o a tali Giurlanda Giuseppe e Lodi Roclolfo, d eclit i all 'u so degli stupefacenti, ricel te con i11giu s ljficate prescrizioni ·di coni di cocaina, i farmacis ti di aver so1n111ini' lr a lo la delta sos la11za in coni n on preparali seco11clo il r cgol am e1i lo e p er cui era facile ai clue cocaino111ani estrarre l a droga di cui abusavano. Tutti ft1ro110 rinviali a git1dizio pe r risponder e d el r ea lo di ct1i all 'art. 446 C. P. in r elazio11 e cl ell 'articolo i.53 della legge . . tl nitaria, ed il processo si è <.li scu sso avanti ln X Sezione d el Tri])11n ale ch e , cl opo· i11olte udicr1ze, assolveva tutti g-l i impu la li p er cl1è il fat1 o 11on costituisce r eato. l\ la avverso tale se11lenza proponeva appello il Procur atore Generale. La cau sa si è _p er ciò discttS$a i1l1ovamenle avanti alla V Sezione della ' Corte òi Appello cli Roma. La parte civile ed il P. ~1 . han110 sos te11ul o 1a responsabilità di fl1tli gli Ìl1'lpt1 ta1i , ina ~ l a . Cort e ha confermato , nei confronti di 111 I ti , la se11 tr 11 za di assoluzione . 1

Il clolt. Qt1art o Sabbali11i , in seguito ad -espos lo <li tale A11ge1 n Bi hl>iO$i e a(l un r apporto d ella

,


[ANINO XL,-II ,.

ì\U.ì\I.

28 ]

SEZIONE PRATICA

ll. tP refetlura di Ro1na al Ministero dell 'Interno, era stato sottoposto a processo, per il reato di truffa co11lint1ala. L 'accusa sosteneva che il Sabbatini si proclamava autore di un n1etodo di cura <lei tumori senza operazione e, perciò, carpi,-a somme ai offerenti,, inducendoli in eri:ore, pro111et tendo guarigioni ecc. Il pretore, G. ·Magrone, ha con a1npia motivazione (la sentenza è in tegralmen te pup})licata in « Pensiero Medico » del 15 giugno) assolto il Sabbatini, perchè il fatto non sussiste. La moti,·azione della ei1tcnza dfchiara tra l 'al lro: « Da qualunque punto di vista si consideri la questione,. anche un solo elemento costitutivo del i·ea1o di truffa sfugge alla disamina critica » . •

Un po' dovunque. La ~Iissio11e nipponica in Yisila a wlilano Si è recata all 'Ospedale del Perdo·n o, ricevuta dal presidente gr. uff. DelJa Porta e <lal direttore prof. Sollazzi. Il Mi11istcro dell 'Interna ha segnalato la necessità cli autorizzare al più pres lo l 'isti.tuzione di Scuole per odontotecnici. Tali scuole dovrebbero esser e istilt1ite presso le cliniche odontoiatriche di quelle U11iversità, ch e siano in grado di fornire i doce11ti, la direzione t ecnica, i locali e jl materiale d'insegnamento, tenendosi presente che alle pese si provvederebbe, oltrechè coi proven li delle tasse di frequen~a , co11 adeguate sovvenzioni da parte degli E11 li maggiormente in LP-ressa li alla istituzio11e cli queste Sct1ole. I « Gru1>pi di azione còrsa » sono e111anazio11e dei « GruJ:> pi di Cullura còrsa » cr eali ecl animati da un gioYane medico còrso, Yaloroso combattente italiano n ella camp agna etiopica ed in Spag11a, <lolt. Pietro Giovacchini, da poco promosso i11 servizio pern1anen le per n1erito di g u err a. .i\ , .ienna l 'Os1)edale cittadino Gugliel1nina ha

organizzato una sez ione per luposi; vi saranno accolti i casi ·più graYi ; la sala Finsen vi è capace di 25 letti.

.

L 'Ufficio d 'igiene di Monaco in Baviera ha predisposto la vaccinazione antidifterica gratuita di tulli i bambini dal 2o al 6° anno di età. Durante gli ultimi anni già er?DO stati vaccinati migliaia di bambini· ora la pratica viene ad essere generalizzata. P~r fare co.m prend ere ai genitori l 'utilità di essa, sono state organizzate 5 conferenze, con cinematografie. A Zurigo va svolgendosi un 'attiva campagna per la rivaccinazione antiyaiolosa. .

I

Il « Bulletin Médical » del 10 aprile è s tato d edica lo a Leonardo da , -inci; in un articolo di L. Diama11l-Berges sono riferite notizie biografiche e sono riassunti gli stt1di su progetti industriali e inilitari, secon.d o il inemoriale presentato a Ludovico Sforza; sono anche prospe ttate le ricerche di anatomia; molte figure corred~no l 'esposizione. A Parigi l ' Associazione per lo sviluppo d elle relazio11i 1nediche con l 'es tero (A. D. R. M. ) ha preso varie iniziat ive. Segnaliamo le seguenti: . Siccome v'è molto interesse a conoscere quanto s1 fa all 'estero, il dolt. Len1aitre ha proposto che, p or og11i Paese, un m empro clell 'Associazion·e rac-

l231

colga, n ella sal a Bérla rd , una doc u1ne1~ Lazion e aggiornata. Il dott. Moli11 ér y ha espost o un pi n110 tendente a coordi11are gli sforzi dell 'A sociazio11e con quelli clell 'Umfia. , Il doLt. Mathé ha avanzato una do1nancla d el clo tt. Wolff, del Messico, per la. creazione di un 'Accademia franco-iberoamericana. La cc Rivj s ta cli terapia moderna n (giug110 1940) pubplica la co11ferenza del prof. P. 1Pi.ccinini s11: « Roma n ella Storia della medieina », clella quale· clen11110 già notizia. •

Il prof. G. Pe1ragna11i, clireltore gc11eral e della Sanità Pubblica, 11a invitato il prof. Claus Schilling , ex-direl tore del reparto tro·p icale d ell 'Isti-· tuto Roberto Koch di Berlino, a co11linuare in Italia le sue ·r icerche ,. sulla vaècinaziione anti-· malarica. Un << premio {lel Duce n per le inYenzioni del-· l 'anno XVIII è tato assegnato al. prof. Arturo. Lanzerini, m e dico eser cente a Bologna, per il suo. « sfigmoma11ometro ofcillometrico », A.L.S.A. , di minime dimensioni e p eso, di facile maneggio e· che permette <li 1nisurare, oltre la pressione ar-· teriosa massima e quella minima, anche la m ed ia dinamica, rispondendo c-0sì a tutte le esi- · genze d el medico. Ricorre qu es l 'anno il centenario d ella fondazio n e del pri1no istilt1to educativo secon clo i principi di Friedri.ch Fropel. Esso fu aperto il 28· giug no 1840 a Blankenburg, in 1'uri11gia. A causa d ell e conclizjoni di g'l.1erra, la « l\lliinch. Med. Woch » h a' ridotto alquanto il numero delle p agine e farit allestire olo per la fine dell 'an_n0i la copertina in tela (in precedenza se i1e allest1vél1 una alla fine di ogni sem estre).

Il d ott. l\i{ANLIO FERRARINI, figlio dell 'illustre· chirurgo prof. Guido, è deced~to in .seguito ad una grave feril a riportata in con1.batt11nento sul fronte francese. Era nato il 12 dicembre 1912 a Pisa ed iYi si era· · laurealo 11el lu alio 1935. Fu poi in vari istituti scientifici, a Pi~a e Torino, ed infine si stabi1~ nella ' ·C linica chirurgica di Bologna, o,·e .çon segu1 il posto di assisten!e ordinario. Ric~i am~to alle· armi col grado di sottoten ente. med1co di batt ~-­ glione,. raggit1Il geva la prima. 11n e~ .s ul Mon~en1sio e in un villorio a azione, 1n cui il battagl1011eera mollo impegn ato, egli volle avere una parte attiva . Cadde col}Jito d a una sch eggia di granata ; trasportato 11 ell 'Osp edale Militare, malgra~o le cure prodigategli cl ai sanitari d ell '_Ospedale. slesso, dai Suoi l\IIaes tri proff. Uffre duzz1 e Forni e da~ padre accorso , l 'eroico medico combattente si sp egneva,. dopo ch e al suo capezzale erano state l ' A. R. Principessa di 1P iemonte ed altre personalità. Segue ndo Ja tradjzione p at~rna, _il dott. F~rra­ rini si era co11sacrato co11 impegno e pas ion e alle ri.cer che originali : in pochi anni aveYa pubblicato una crie (li studi apprezzati, sulla morfogen esi dell 'apo11eurosi palmare, '. sull 'art.icolazione del poJ so, st1lla patologia degli 11reter1 , s':11 corioepitelioma n1aschil e, sull 'a11:-iton1op at0Jog1a del m ·orbo <li ·D upuytren. Egli fa t lo alla Patria il J) Ìt1 nobile ... acrifizio ~

ha

P. A.


RASSEGNA. DELLA STAMPA MEDICA Folia J1Ied ., 15 febpr. -

\A~No

(( IL POLICLINICO »

1232

L. BIAvA e G. Luc nEzr.

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XL v-II,

~Ul\1 .

28)

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Indice alfabetico per materie. ApJ)Cn(lice: iclro·p e . . . . . . . . . . J3iJ.)liogr afia . . . . . . . . . . . . . . . . . Ci ti da ~hino cocco del cuore D ermatologia: appu11ti cli terapia . En.docardile lenta da stafilococco aureo Ernia ing uinale: inter.\·ento Bagg io Eslrofia vescicale: op er az . precoce . Facies lunare . . . . . . . . . . . . . F ebbre paludina: eziologia della cosidetta . . . . . . . . . . . . . . Ferita d 'arma da fuoco d ell 'addon1e con l esioni d ella vescica e dell ' intest. F erite: fon.d amen li d ella guarigione ase ttica . . . . . . . . . . . . . . .

Pa.g. 1223 )) 1221 )} 1222 )) ))

1225 1222

))

1195

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1222

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1207

F erite toraciche di g uerra: diag11osi e e ura . . . . . . . . · · · · · · · · · Pag . 1215 )} 1223 InYag inazione digiuno-gastrica . . )) 1226 !vledicina sociale . . • . . ..• . .. l\1alaria: r ecenti ricer ch e . . . . . 1212, 1213 )} 1224 Spuli tuber colari: 01nogeneizzaz1onc S lcr110: consistenza alla puntura per )) 1224 l a valutazione ctcl1a calcificazion e . Tossicosi gravidica, problema funzio-

. . . · · · · · · · · · · · · · ·

))

1217

Ulcera duodenale cronica . . . . . . . V·:o ce : modifli1eazioni da polip i delle corde vocali . . . . . . . . . . . . .

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Diritti di proprietà riservati. - Non è con.sentita ta ristampa dè Un.iori pubblicati ., .., Policlinico se non in seguito a11tenv;azjone scritta dalla redazione. ~ vietata la pubblicazione ds sunti dè essi senza citarne Ja fonte. L'Eorrou

a.t

A. Pozzi. resp.

C. FRUGONI, Red. capo

Roma, Stab. Tip. A.rmani di M. Co11rrier

-


VOLUME XLVII

Roma, 22 Luglio 194:0-XVIII

Num. 29

,,, PERIOE>ICO . DI MEDICINA CHIRURGIA E · IGIENE· I

\

.

fondato nel 1893· da GUIDO BACCELtI e FRANCESC.O DURANTE

.

f

'

SEZIONS P R A T I C A -·--REDATTORE CAPO': PROF. CESARE FRUGO NI Chnlco Medico

PREZZO

I

D'ABBONAMENTO

Singoli : (1) ALLA . SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale) (1-a). ALLA SOLA SEZIONE M.EDICA (men sile) . (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (m ensi le) Un num ero separato della

ANNUO Italia Estero L. 80 - L. 125 L . ~o - L. 70 L . 60 - L . 70 SEZIONE

AL

(( POLICLINICO » Cum~lativi :

(2) ALLE DUE {3) ALLB DUE (4) ALitE TRE

SEZIONI SEZION I SEZIONI

MEDICA o della C HIRURGI CA

di Roma · •

PER

IL

1940

Italia (pratica e me dica) . . L. 125 (p ratica e chirurgi'Ca) L. 125 (prat., m ed. e .ch ir.) L. 165

1.:.i. 6 ; della

P RATI CA

Estero L. 180 L. 180 L. zzo

L . 4,00

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SOMMARIO•

Lavori originali : R. Gos'io: La <<via " endocrina. Note e contributi : A. MicJheloni: Foll icolinoterapia ad a lte dosi negli i·mmaturi. Problemi discussi : T . Lucherini. : Si· pu ò p~rlare d i glo, merulo-nefrite diffusa acu ta reu matica? Sunti e rassegne : SISTEMA NERVOSO: w . F. Sch aller: I postumi dei traumi cerebrali. -. W. R. Russel : Diagnosi e cura dell'epi·l essia. - A. A.ustregesilo : Neuromielpsi beriberica. · • Cenni bibliografici.

Note biografiche : lio Ferrarini. .

R. Paolucci di Valmaggiore: Man-

Aocademie, Società Mediche, Congressi : R. Accademia

..

• delle Scienze Mediche e Chirurgi che di Napoli. Accademia delle Scienze di Fer.rar a. A'ppunti ' per il me~•co pratico : OASI STI CA: ll pn eumotorace spontaneo dei neonati. - L a rinite difteri ca primitivs,. - TERAPIA : Supp-0ste d 'insulina. - Istilla · zione intra-uretr"a le dell'ormon e m aschile nell'uom o. - A.trofia n1uscolarè locale da iniezi'Oni di insulina. -

VARI A,

..

Nella vita professionale : Amministrazione E;ani tari·a . - Insegna.mento superiore. - Crona ca del movim en· to corporativo. - Concorsi:. Notizie diverse. · Rassegna della stampa medioa. Indice alfabetico per materie.

distu1guono .u na con1pone11te simpatica e vagale, a tipo rispe ttivamente ·secretorio e di scaIstituto dt Semeiotica Med ica della R. Università di' Roma. rico ormonale. All 'azion·e r ipeit uta ·d ell 'aneste• Direttore: prof. ANoEr.o SrGNOREr~LI. sico deve corrispon d·ere, secori:d·o . ~e moderne vedute, u11a ·defin it~va alterazio•n e 1Ì1&tolog·ica La ''via,, endocrina. di queste d elicate r1eiu:rofibrille tiroidee• per cui Prof . R . (ros10, a iuto e 'docente. si conta che la regolazione n e.urochimioa ·d ella Il concetto di portare u 11'azione farmaco lo- increzione venga· ad esserne n1o~ificata o ridotta. Ma queste stesse so.s tanze-.. di tipo an.a lge- · g·ica direttamente nell '.a1r1b·ito parenc.h!n1ale cndoc.r in o ·è stato ·da 11oi inLrodotto nel ·1938 sico, ma di valore neurotropo rpolto più com1)lesso, corne è din1ostrato· da ·v ari esperimen ti , ~eguendo · 1a vi~ tiroidea co·m e quella 1)iù fa~ono tali cla in,o dificare, abol ire od istituire cilmente accessibile e ch e d'altra parte si ri,·olge ad u11 centro endocrino dorninatore· del - r iflessi a distan z.a che ad es. proiettati per n1ezzo delle vie di co·n nessione ai centri ganla vita neuro - v·ege~Liva . ,. Possiamo seguire la via tiroidea con inte11ti .g liari sin1patici p1arçtvèrtebrali, assumo110 il van1olteplici a · seconda dell'attivi~à del princi- lore di co1J1•p lessi 111odificatori della riflessipio ch e n ella tiroid'e viene ir1ocul ato. Anzitutto · vità correlata a pThil.to ·di parten za centro-tiroiabbiamo ·proposto. dì agi.re sul .(< valore della . dea. Si basa su queste cognizioni l'applicatiroide )) per r;nezzo di far1naci. a11estetizza~1ti zione dell ' anestesia tiroidea dapprima · nel ti1 oidismo patologico, .poi in . detern1inate· affeeono~cendo le lo:ro qu alità n·e urotrope generiche ·anzicl1è so ~tar1to specific.ame11te anèste- zioni cardio-circolatorie cl1e trovano nella tiroide integralmente funzio·n ale una fonte dansich e. Con la 11ovo1caini.zza1Zio1ie ;intrap.a renchi1i1ale nosa per ìe i)ro·p rie pof)sibilità fisiopatologiche. Possiamo anche contare di portare sp,eciali della ghiandola abbian10 quindi inte·so di atsi imo li ·locali eccito-funzionali specifici diret1en uare la conducibilità delle· 11eui'ofib rille peri,rasali e interfollicola ri fra le q11ali gli a u t~ori tamente nella sede di 1produzione· de·g li ormonì

LAVORI

ORIGINALI

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<e fL POLICLI NICO n

tiroidei , così d41 favorire o interferire, a se(.011da d elle sos tanze indotte, la ro111plet;sa ela l >o razion,e n eurochimica ch e n el par c11cl1ima tiroideo diuturnarnente si s volge . Con sider an d.o il torpore funzio n nl e d e.Il.a · tiroide n egli ~lati ipotiroidei, vie11 fatto di portar e sulle ter111i11azio1ti 1 ecettive, sulle cellule sec,ern enti , s ul le probabili cellule gan g liari interfollicol~ ri , d escritte d agli AA., lo stin1olo diretto ed esubera 11te di p1rinci1>ii cui abitualm ente si ritien e soggiacer e la tiroiùe o p er lo m en o con le quali l e singole a ttività d ella glandola rjs ulla1191 correlate . Così abbia1110 i11oc ulato ipofi si anterior e e ipofi si totale Il el g ozzo di cr.e·tinj , n ella tiroide di a lc uni i1)otiroid~i pri1niti,ri o secondari. Ne·gli st essi so.g·gett i a b bia mo a11cl1e inoculato ripetutan1entc per via e11dotiroidea la tiroidin a e la . tirox ina, poich è ,l 'ap p oTto d eì p rir1cipio 0111ologo ·diretta1nente in un pa~·en chima end ocrino c.h e 11e difetta o ch e è in stato dis f-t11n zi onale, può rig uarda vsi come . ~tin1olo on1ol ogo a q uello fisiol ogico d ovuto alla n o rma l e ed efficiente pr esen za dell 'inc:reto p er un.a r eg·ol.azio1!.e n ormal e d el ciclo .incr etc,log·ico. Non è nos tro com pito attu ale consid erar e ' 1 anta·ggi e svantag·gi , l 'opportunità -,di eseguire tali trà Ltan1enti siste111ntici, m a solt[tnto di di cl1ia1~are il fatto compiuto e b e1le sopportato sulle basi teor etich e c.h e veniamo es.ponendo. Un 'altra dire tliva ci è p r os-pettata con l 'introduzion e in tiroide di ormoni ch e ubitualn1ent e sogg'iaccion o alla Tego,l azione tir oi<lea, _n elri11 ten Lo di raffronlé\re in d ose concent r ata p ri11ci p·i q eoc.ito -is ecr etor e prima rio (quello ti r oideo), col p rincipio secr eto second ario o. r11eglio . ubordi11a to (aà es. q ue·l lo ovarico o q u ello t,esiicolare, qu ello parv.crea:t ico, qu ell o cortica-sul'renale) v uoi ch e si possa parlar e di un a com,p e11sazio11e ormonica locale l ega la a qu est o confronto diretto, vuoi ch e l a sie .. sa r egolazion e neurochimi c~ subisca q ualcl1c iuflusi&o p1a rticolar e da p art e · d egli stimoli 01monici correlati diretta1nente im portati . Perciò n egli· st a ti di ipertiroidis111 b g r ave abbiamo per la pr im a volta intro dotto in tiroid e estratti o' •a rici , estra tto corticale d·el surrenei ·e infine ripe tutaID;ente.. p iccol e quantità di in srilin a. Nel qua dro cie]l e azioni c;o1n 1)en &atrici o di interfere n za rientran o i tenta li vi di ir1trodurre n eJla t ir oide iperfunzio11ale a]cu11e çlelle con1uni antitiroidirie (sier o di san gu e di anima li ~. tiroidati , siero di la tte di e.a pre stiroidate, sier o di capre in 'p e.riodo di allattan1 ento1) o ad dirittura sier o di sa n gu e di cTetini gozzuti . Secondo una n òstra concezione, anch e lip idi di p r o, 1 enien za m amn1aria funzionale, sono &tati ripetu1 am ente e in alta co11centrazione, oltre t;h e ])er via .venosa, introdotti in tiroide. .l\r1cora molto i11ter:essante si è presentato 1

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alJ a n ostra ~peri111 entazio 11c lo sl uclio d elle azioni fart11ac,o-di1ta11LicJ1e n e uro-, egetativo-trope a 1}u11i0 -di attacco loc.ale. Co~i l'ad·rena,lina è s tata da n oi int.ro dotta i11 tiroide fino alla close · d1 ir1 ezz0 r11illig ran1mo con profonde ·e , a qua11to -LJarrebbe, esclu j ve riper t u"sioni vag.ali; <1n cl1e l 'at rop1.1ia per ·via endotiroidea adoi)er.3ta fino alla dose ·di lln 111illigrammo ha svolto analog l1e ma più fu g.açi ripercu s&ioni rte uro-v·egetative. Questi fatti così son1111arian1ente enuncia ti , 1t1e rita110 una preciS<l e di~ Li11L a Lra tt:izion e cui i 11os1ri colla bo~ratori sono i11ter1ti ed è ce rto' ch e la vi a endotiroidea per l ' i11troduzione dell 'atropina e d ell'a drenalina , ·e può riportare in discussione il con1plesso 11euro-anfotro1)is11Lo di qu esti p1r inci1Jii , puTe din1os tra d egli attributi peculia ri p er i qua~i si .deve trovare la r egoJ a e qui11 cli an c·h e fo~&e la sp eciale i11d,icazion e tera p eutica. Insie111 e .all 'adren a lina e .all 'atropina, la tii oide 11a sopportato anch e I'aoetilcolina, l'iSitan1ina, la pilo~arpina. P ortar e ~ul centro emi- .. n ente d ella vita sirnpatica Jo _tin1olo de i faTrnaci ve1g etativo-min1etici aJ)])a re ricco di sor1_.r ese e forse di a1>plicazio ni . · Infine abbian10 ino11tla to Ja tiroid,e i1pierfunzionale m edia nte sosta 11ze tenù e11ti a modifictt r e la r eazi on e attual e del te~suto e an ch e J181' questa via ch e si pro po11 e cli mutare l,opti1 111 um ti s ura l e p er l 'atti, i t~! i unziona l e della g·landol a: si posso110 pre, cd ere importanti in. . rtova z1on1. 1 F ra le· altre ghiandol e la m an1111ella e il te~ticolo so110 a()cessibili facilmente alla stimo1t12ion e intri11seoa o·r monicn e fa rmaco-dina.m ica. Non ..Jbbiam o esperienza in questo cam·pu e S·p eciaJmente n el testico1lo ì)ar e m olto d elicato attuare .analogl1i p ro1Jositi a quelli proSJ?etta ti per la tiroid'e . Nell 'a11i1nnl e tuttavia si p:ot ra nno a n ziLutto otte ne re da una ta)e speri111entazione in1portanti insegna n1enti: si tr.a~ta ·di ghiandole i)er C0 5Ì dire te r1ninali, n ella ger a r chi a d ell' appar a to e ndocrino e forse il portar e, gli stimoli a lo ro livello, quando sjano ·d eficitarii quelli prove nienti ,d alle g·hian d ol e d o mir1.anli correlate, })Otreb be ra1)presentar e un buon impulso diretto ed in eccesso a] loro sviluppo anato mo -funzion.ale. Più d ifficile appare gius tificare il concetto c:h e d a esse, una .volta satU.t.'a te di q.1moni dorr1inanti, . po&sano risalire azioni di co11tr.ac- . Golpo in altri sin1goli centri endocrini correlati. Conclude.n do abbiam o for11ito i primi esem1

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perfetta1r1 ente n<ento d ella 11iai delle già no,t e. vie re~ endovenosa; il pi ,

l oll t;ra.ti, per u11 o sfruttaendocrin·;, dom.e in.tegrante s,o itocutJ.riea, enrd omuscola--

pr0ocrran1ma si riassume nel lJOrtare a diretto contatto dei l)é\ren chin1i en-


~ ANNO

XLVII,

NU?\l. 2~']

1235

SEZIONE PRATICA

dc1crini princ ipii · ormonici in eccesso omologl1~ o correlali, sin·e r·g ici o antitetici, i1el considerare tali pare11chin1i e-0m0 punto di attacco peculia1·e per ur1 far111a co-dinan1is1110 ·ILeuro-, •ege Latìvo, i11fi11e riel te~tativo di n10.dificare opporluna11ter1te la situazione incretologica l tra1nitc azioni dirette sia sulle vie n ervose cl1e ug·li 0piteli secernenti. I l cam rr1 jno d.a per correre è 111olto a11t,l lio , si compone di una grand·o 1>arte speri111e1ttale che certo cc,1111Jorta u11 prepo11clerante interes'5~ teorico , n1a 1J rob~1biln1c 11te µo ~ i ed e nascoste alcune i>1·c1prie là cl1e ne l do111a11i µo tran110 fo1se an(1}1e avere un'opporLuna s.iste1nazio11e n el campo terape utico, cor11e per noi è orinai obbietti' alo qua11to si osserva n e.ll'uon10 111alato meclianle la 110, ,ocaìnizzazione ciclica i-:istematica intra1Jarcncl1in1ale della tiroide, eseguita seco11do le reg·ole d ettate n ei lavori iner enti. llIASSUNTO.

NO 'I' E E . CO N TR I B UTI CLINICA

OSTETRI CA GINEC.

R.

i11tegrante delle g ià n.ote vie d i s omn1inistrazione farula cologica, parla d ell 'anestesia pa r cn chimalc . endocrin.a , di un pec~1liare fanna~ o-dinamisn10 n euro-,reget..ativo a punto di attacco ·endocrino , di 1nodificazioni della situazione un1orale local e inducihjli con farma ci opportuni. •

BIBLIOGRAFIA.

R. Gos10 .

ul trattam ento del gozzo esoftalmico. .i\.Lti d el Congr. Med. Int.; 1938. In. ,v ouocainizzazione intratiroirlea in condizioni 1n orbose ttarie. Rass. di Neurol. vegetativa aprile 1939. ' Jn. Sette casi di « angina pectoris n trattati co·n novocaina. intrafiroidea. Boll. e Atti R. Accaclemia Med ., Roma, 1939. Io. Qtiattro oasi di ipertensione « rvon renale n trattati con .n ovorCtJina intraliroidea. Boll. e Atti R. Accad. Med., Roma, 1939. Io. L 'an estesia della tiroide. Poli clinico, Sez. prat. , 1940. In. La prova dell 'arnestesia tiroidea.. Atti dell 'Ac~ade1nia ~Iedica di Genova, 1940. ' _.. Ricordiamo l 'Importante pubblicazione : Prof. ETTORE MARCHIAFAVA

La perniciosità nella malaria · Indi ce in riassunto : .Pluralit'.l. del paTassita mala-

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rico. - Sede endoglobulare dei parassiti malarici. La perniciosità soltanto dal parassita estivo-autun... na.le (Plasmodium fal.ciparum ). - Caratteri morfologici e biologici di questo parassita. - Globuli bianchi e fagocitosi. - Decorso cliniw della infezione malarica estivoantunnale. - Anatomia patologica della malaria perniciosa, - Profilassi delJa perniciosita. - Cenn'<> sulla cua.·a. Volume di pagg. 66, con 3 grafiche nel testo e una tavola a colori fuori testo. Prezzo L. 1 2 + 5 % e più le spese postali di spedi'zi one. Per gli abbonati al « Policlinico ,, od a qualsiasi dei nostri Quattro periodici sole L. 1 1 , 2 5 franco di porto in Italia, Impero e Colonie. Per l'Estero L. 1 1 .9 O. Inviare Vagl ia Postale alla ditta Luigi Pozzi editore. Via Sistina 14. Roma.

L. M..\NGIAGA.LLI

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UNIVERSrrÀ DI MILANO

Direttore : l)rof. E. CLINICA P1~nIATRICA

AL FIERI.

e

D. DE

l{. lINIVERSITÀ DI

M 1.L!\ NO

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A.

~1ARCH1 » •

Direttore: Prof. I. N..\sso. • Follicolinoterapia ad alte dosi negli im· maturi

per il dott.

ARCHIMEDE MrcHELONI.

tF ino a pochi ar111i fa i d ettan1i di un iridirizzo alin1.e ntare e di u11a buona ossigenazione era1to gli elementi che com1Jl etavano il tratl<t1l1ento dell'immaturo, in seg·uito, basando:::;i su ricerche r~guardanti il neo11ato in genere e g·li i1nr11aluri in particolar modo , si it1ise in t,·idenza l'eccezionale i1r1portanza cl1e le riserYe ormonali e vita1ninich e ha1lno pe r lo svi luppo di questi ei&seri. Nel .1·92± Gueniot-Seguey e n el 1928 Orgier consigliarono di son1r11inistrare per via pare11terale o per via .endo·v enosa il sangt1e di g ravida. Marfa n , nel 1929, sperimentò in 17 in1maturi la somn1inistrazion·e di e&tratLi pla- . centari ed ovarici, f>er il loro · forte co11tenuto di or1l ione follicola re. Monier n el 1932, sotto l~ g uida di ·D evraig ne, trattò 80 neonati con u11a soluzion e idro-alcoolica di follicolina cris t:allizza ta . Pure Martin fu u110 d·e i prin1i a trattare con follicoli11a gli irr1111aturi ; in .seg uito Reich e, Mugcl, Schiller rileYarono cl1e con quantità variabili di ormo11e folli.colare (70-80-100-150 U. I. pro die) la mortalità n ei soggetti trattati era scesa sen sibil111ente. Schac ter-Nancy con - 1160 U. I. pro die notarono che la mortalità ne.gli immaturi trattati era sce~ a4 un livello basso, A ch e inoltre l ' incTemento pon·d erale in essi era costante, al contrario de.I gruppo· di controllo n el qua] e ]a ripresa era trascur.a bile e wggetta a brui&ch e . ri cadute. Bracale (con 60-80 U. I. pro die) e Fumarola h.anno confermato con le loro ricer che l't1tilità de ll'ormone fol licolar e nei rig uardi degli in1maturi. . Pure buoni sono i risultati ottenuti con somministrazione di sangue· di gra,rida (Sch'\varz, Giuffrida ed altri) ma non da ra·g giungere queg-Ii ottimi risultati · con la follicolina. Carrara, in parecchi cas i spe1·in1entò l'adre11alina, notando che essa conferiscè una magg iore· r esistenza; venne UtSata COD la folli colina. Il progesterone non dieqe ri ~t11tati apprezzabili . , I

I..'A. fornisce i prin1i esem1)i di impiego sperJ1nentale e clinico d ella · via e71 clo~rina come

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«. IL POLICLINICO »

fANNO

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Rece11len1ente Nlerlino • speri111entò neg·li im• 111aturi con risultati soddisf.ac·e nti la vitamina B1 , ed esp'I'esse la convinzione che questo trattamento aS6ociaLo a quello follicolinico, può dare risultati ancora più brilla11ti di quelli ottenuti col trattan1ento follicolinico e vitaminico separatame11te, riu·scer1do· a realizzare in tal n1odo un , ,ero · 5inergismo ' biologico. Nel 1938 il '1\iloncrieff ottenne b·u oni risultati con la somministrazione di estratti tiroidei a . lattanti imn1aturi, specialme·n te per quanto rigu.arda il l oro tato di ipotern1ia. Fatto notevole è sl1e la caduta di peso negli in·Jn1aturi so.g gel Li a fo llicoli11oterapi.a è ii.tardata e 11on ,,a oltre i 100 grarnmi, n1entre in quelli non trattati è brusca, r.aggit1ngendo i 200 grammi. Per questa ragione Brochier e (:ontan1in SÌ preoccupélTODO dei !)TÌ111Ìssin1i gior11i (li vita dell'immaturo· e cer carono di ìnetterlo nelle migliori condizioni biologiche; secondo le loro veduLe .g li in1111aturi, uperato il prin10 settenai·io di ,·ita, possono fa cilmente • s(;pravv 1vere. t noto che 1~ or1non,e follicola·re si trova dura11te Ja ·gravidanza in quanlità sempre cref.cente ta11to i1el sa ngue che nelle urine e irl dosi a~..:ai p ii1 deboli nel latte. Nelle prime otto setti1r1ane di ge~tazio11e si trova in q.ua11tità ' oscillante tra le 300-600 U . I., aun1enta progressivart1e11te nei 11~ esi s.u u::ei& i'ri e v.ers'o il tern1ine della gravidanza raggiunge circa , le 1 O. 000 l T. I . A differenza degli Autori più sopra citati io volli sperim entare i1egli ilnm.aturi forti dosi di foÌlicolina (10 casi con 2000 U> I. pro die e Ir casi con 10.000 U. I. pro die) somministrate esclusivan1ente per via ipo·dermica. I sog.g·etti da me trattati nella loro grande n1aggior-0.nza erano nutriti preYa Jenten1e11te con I.atte n1aterno; ·e ssi erano tenuti, n_egli appositi r-e1)arti per immaturi. ad ar ia condizionata es~­ stenti tanto nella Clinica Ostetrico-Ginecololica quanto nella Clinica Pediatrica (te1nperatura 26°-2'7° C. e 60 % di umidità). Mi sono servito per il trattamento del Cristallovar IBI. Riporto qui appl'·esso i pt"01toc0Ìli delle in1

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I

da10'ini: I G. E., numero di cedqla .5509 (Clinica Ostetrica) 1939; sesso femminile , primogenita nata · 1'11 ottobre 1939 da parto prematuro spontaneo all 'ottavo mese. Pe·so alla nascita gr. 2450; all attamento mercenario. Reazione Wassermann e Meinicke n egative nella madre. L '11 ottobre 1939 si sommini strano per via ipoclermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 13 ottobre 1939 si . somministrano per via ipo·a ermic« 10.000 U. I . di Follicolina.

XL\iII,

.NUM.'

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Il 15 ottobre 1939 si somministrano per Yia ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. ll 16 ottobre 1939 viene dimessa; peso gr. 2620. Sono state sommini·strate in cinque giorni 30.000 U. I. di ormone follicolare; la media dell 'incren1ento pondcr~le è stato di 34 grammi pro die. La variazione ponderale complessiva in ' più dall-'11 ottobre 1939 al 16 ottobre 1&'39 è stata di gr. 170. II Q. A., numero di cedola 5510 (Clinica Ostetrica) 1939; sesso femminile, secondogenita, nata il 15 ott9bre 1939 da parlo bigemino distocico a termine; peso alla nascita gr. 2450; allattamento inaterno. Reazione (li Wassermann e l\Ieinicke negative nella n1adre. Il 15 otlobre 1939 si somministrano per ,-ja ipodermica 10.000 U. I cli Follicolina. Il 17 ottobre 1939 si ·somministrano per Yia ipo-· dermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 19 o l Lobre 1939 si somministrano per Yia ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 21 ollo·b rc 1935' si somministrano per Yia ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 22 ottobre 1939 viene dimessa; peso gr. 2640. Sono state somministrate in cinque giorni. 40.000 U. I. di orn1one 'follicolare. La media deljncremento pondeTale è Lata di gr. 31,,6 6 pro ,die. La variazione p-0t11derale con1p1essiva in più dal 15 ottobre 1939 al 22 otl. 1939 è s tata di gr. 190. .,

III

G. E., numero di cedola 5516 (Clinica Ostetrica) 1939; ses·so femminile; primogenita nata il 19 ollobre 1939 da parto sp-0ntaneo prematuro al settimo mese (a carico della n1adre: albuminuria tossigravida). Peso alla nascita gr. 2000; allattamento materno. Reazione di Wassermann e di Meinicke negative nella madre. Il 18 ottobre 193S' si somministrano, per via ipodermica 10.000 U. I. di. Follicolina. Il 19 ottobre 1939 si somministrano per Yia ipodermica 10.000 U. I. cli Follicolina. Il 20 otlobre 19'3 9 si somn1inislrano per via ipoclcr1nica 10.000 U. I. di l'?ollicolina. Il 21 ottobre 1939 ·si somministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Fqllicolina. Il 22 ottobre 1939 si somministrano per via ipo- · dermica 10.000 U. I. di Follicoli11a. Il 23 ottobre 1939 si somministrano per ~ia ipodern1ica 10.000 U. I. ili Follicolina. Il 24 ottobre 1939 si somministrano per via ipodermica 10.000 u. I. di Follicolina. Il 25 ottobre 1S39 si soim ministrano per Yia ipodermica 10.000 U: I. di Follicolina. Il 26 ollobre 1939 viene dimessa; peso gr. 1980. Sono state somministrate in otto giorni complessivamente 80.000 U. I. di ormone follicolare. La perdita media ponderale è ·stata di gr. 2,5· pro die. La variazioin e ponderale in meno dal 18 ottobre 1939 al' 26 ottobre 1939 è stata di gr. 20.

IV F. G., numero di cedola 5658 (Clinica Ostetrica) 1939; sesso maschile, primogenito, nato il 19 ottobre 1939 da parto spon la neo' prematuro all 'ottavo m~se circa. Peso alla nascita gr. 2650; allattamento materno. Reazione di V\Tassermann e Meinicke negative nella madre . •

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[AN~o

XLVII, Nul\c. 29J

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[. S., nun1ero di cedola 5726 (Clinica Ostetrica) 19:3$1'; sesso maschile, primogenito, nato il' 22 ottobre 1939 da parto spontaneo prematuro ali 'ottavo n1ese circa. Peso alla nascita g r. 2380; allattamento materno. Reazione di Wassermann e Meir1icke negative nella madre. Il 23 ottobre 1939 si somministrano per via ipoclern1ica J 0.000 U. I. di Follicolina. Il 24 ottobre 1939 si ,s-0mministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 25 ottobre 1939 si somn1inistrano per via ipodermica 10.000 U. I. di. Follicolina. Il 26 ottobre 1939 si ·sommi11islrano per via ipoclcrmica 1,0.000 U. I. di Follicolina . Il 27 ottobre 1939 si somminislrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. • Il 29 ottobre 15'39 viene dimesso; peso gr. 2440. Sono .. tale somministrate in cinque giorni compl e~._ i,·amente 50.000 U. I. di ormone follicolare. La inedia dell 'in<'remento ponderale è stata di gr. 8,57 pr0i die. La variazio11e ponderale in pit1 dal 22 ottobre 1939 al 29 ottobre 15'39 è stata di gr. 60. VI ~I.

1237

SEZIONE PRATICA

Il 20 ottobre 1939 si somminis1rano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 22 ottobre 1~'39 si somministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 24 ottobre 1939 si somministrano per Yia ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 25 ottobre 1939 viene inviato all'Istituto Provinciale per la Prolezione ed Assistenza all 'Infanzia dove è regi tralo col numero di cedola 1443. Il 26 oltobre 1939 si somministrano per via ip·ocler111ica 10.000 ù. I. di Cristallovar. Il 27 ollobre 1939 viene ritirato d alla madre; pe::-;o gr. 2620. So110 sta te son11ninislrate coJPJ)le sivamente in se t te giorni 40.000 U. I. di ormone follicolare. I.a 1)erdita media ponderale è s lala di gr. 3,33 pro die. La Yariazione ponderale in meno dal 19 ot lobr~ 1939 al 27 oltobre 1939 è stata di gr. 30.

C., numero di cedola 5771 (Clinica Ostetrica) 1939· sesso maschile; prin1ogenito nato il 24 ottobre l939 da parto prematuro spontaneo all'ottavo me·se e mezzo circa. Peso alla nasci la gr. 2400; allattamento materno. Reazione di Wassermann e MeinicJke negative nella madre. Il 25 ottobre ·1939 si soministrano p~r via ip<>'<lermica 10.000 U. I. di Follicolina. 11 26 oltobre 1939 si somminislrano per via ipodern1ica 10.000 U. I . di Follicolina. Il 27 ottobre 1939 si somministrap.o per via ipo<lerrn1ca 10.000 U. l. di Follicolina. Il 28 ottobre 1939 si somministrano per via ipodern1jca 10.000 U. I. di Follicolina. Il 29 ottobre 1939 si son1ministrano per· -yia ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 31 ottobre 1939 ~iene dimesso; peso gr. 2520. Sono ·state som1ninistrate complessivamente in ci11que giorni 50.000 U. I. di ormone follicolare. In.c remento m edio pond erale è stato di gr. 17,14 pro rlie. La variazione ponderale in più dal 2'4 ottobre 1939 al 31 ottobre 1939 è stata di gr. 120.

*

..

VII

F. E., numero clj ce,s:l ola 5753 (Clinica O~letrìca) 1939; sess-0 ·fe1nminile; pri111ogenita nata il 24 ottobre 1939 da parto spontaneo a termine. Peso alla r1ascita gr. 2700. Allattmento materno. Reazio11e di Wasserman11 e Meinicke n egative nella madre. Il 25 ot lob re 1939 si somministrano per Yia ipo<ler111ica 10.000 U. I. di FolJicolina . Il 27 ottobre 1939 si so1nmini's lrano per Yia ipo. der111ica 10.000 U. I . di Follicolina. Il 29 ottobre 1939 i somministrano per via ipo:dermica 10.000 U. I. di Follicolina. I... 'l novembre IG'39 si s-o·m ministrano per Yia ipo<ler111ica 10.000 U. I . di Follicolina. Il,3 n0Yen1bre 1939 si so111n1inistrano per Yia ipo<lermica 10.000 U. I . di Follicolina. . Il 5 novembre 1939 si somministrano i)er Yia ipodermica 10.000 U. I. di Follicoli11a; in tale g·iorno vie11e dimesso ; peso gr. 2680. Sono state amministrate comple·ssivamente in 12 giorni 60.000 U. I. di ormone follicolare; la n1edia della perdita ponderale è stata di gr. 1,66 pro die. La variazione po11derale in meno dal 24 ollobre 1939 al 5 i1ovembre 1939 è s tata di gr. 20. • I

VIII

D. F., numero dj cedola 871 (Cli11ica Pediatrica) 1939; sesso maschile; primogenito nato il 27 settembre 1939 cl.1 parto eutocico a termine; peso alla n ascita gr. 2150. Il neonato ' nei primi giorni di vi la fu sottoposlo ad una inco11grua alimentazione ·artificiale tanto che esso pesaYa al suo ingresso in Clini.ca, il 12 ottobre 1939, g·r. 2270. Allattamento preva1enteme11te artificiale. Il 13 ottobre 1&'39 ·si ·s omministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 15 ottobr·~ 1939 si somministrano per via ipodern1ica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 16 ottobre 1939 si son1minislrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina . Il 17 ottobre 1939 si somministrano per via ipoder1nica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 18 ottobre 1939 si somministrano per ' via ipoder1nicà 10.000 U. I. di Follicolina. , Il 19 ottobre 1939 si somministrano per via ipodern1ica 10.000 U. I. di Follicolina. .Tl 20 ottobre 1939 si somministrano per via ipodermica 10.000 U. l· di Follicolina. • Il 21 ottobre 193~· i somministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 22 ottobre 1939 si somministrano per via ipo<iermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 23 ottobre 1939 si somministrano per yia . ipoderm_ica 10.000 U. I. di follicolina. Il 30 ottQbre 1939 si somministrano per via ipodern1ica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 31 ottobre 1939 si somministrano per via ipoclcrn1ira 10.000 U. I. di' Follicolina. L 1 n0Yen1bre 1939 si somministrano per Yia ipodermica 10.000· U. I. di Follicolina. Il 2 noveri1J)re 1939 ·si son11ninistrano J)er via ipodermica 10.opo U. I. di Folli colina. . Il 3 n0Yen1bre 193f, si somn1ir1istrano per via ipodermica 10.000 U. I . di Follicolina. Il 6 noven1bre 1939 peso gr. 2840. 11 19 noYem])re 1939 vie11e {li1nesso; peso g·r . 3000. Sono state so111n1inistrate con1plessiYa111en l,e in 22 g·ior11i 150.000 U. I. di ormon e follicolare:· la , 1

1


1238

e< JL POLICLINICO

m edia dell 'i11cre111e n lo ponderale è stata <li gr. 21, 17 pro die. La variazio11e ponderale in più dal 13 ottobre 1939 al 19 novembre 1939 è s tata di gr: 730.

IX

»

(ANNO

XL VII, NuM. 29'] '

Il 6 novembre 1939 vie11e climesso; peso gr. 2500. In cinque giqrni vennero somministrate complessivamente 40.000 U. I. di ormone follicolare. L 'incremento medio ponderale è ~tato di gr. 8,33 pro die . La variazio11c ponderale in più dall'l novembre 1939 al 6 novembre 1935' è stata di gr . 50. ,

J

l\ . ~I.,. numero di ceclola 5841 (Clinica Ostetrica) 1939 · sesso maschile; undecimogenito nato il 28 ottobre 193~' da pari.o eutoci'co a termi11e . Peso alla na·scita rrr. 2440 ; allattamento materno. Reazione Wasser~a·nn positiva e reazio11e cli _l\IIeinicke pure posj l iva nella madre. . Il 28 ottobre 1939 si somministrano p er via ipodermica 10.000 U. I. · di Follicoli11a. . Il 29 ottobre 1939 si somministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. . Il 30 o ttobre 1939 si somrn111istrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. . Il 31 o t lobre 1939 si somministrano per v1a ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. . Il 2 11ovembre 1939 si somministrano per via ipodern1ica 10.000 U. I . di Follicolina. Il 4 novembre 1939 viene di1nes·so; peso gr. 2670. Si ·so1nmi11is traron o complessivamente in sei o-iorrii ' 40. 000 lJ. ì. <li ormone follicolare . L 'incre~1en to medio ponderale è stato <li gr. 31.42 pro die. La varizione ponderale i11 più dal 28 ottobre 1~'39 al 4 norr1bre 1939 è stala di gr. 230. X B. C., numero di cedola 5867 (Clinica Ostetrica) 1939 ; ~esso femn1inil c; quintogenita nata il 30 ottobre 1939 da parto spontaneo prematuro all 'ottavo mese circa. !Peso alla nascita gr. 2400; allat-

r

tamento materno. Reazione di Wa ssermann e \'lei nick c negatiYe ·n ella maclre. • , Il 30 otto))re 1939 si somminis lrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. . Il 31 ottobre 15139 si somministrano per , via ipodermica 10.000 U . I . di Follicolina. L 'l novembre 1939 si somministrano per via ipodermica 10.000 U. I. di Foilicolina. Il 2 i1oven1bre 1939 si som1ninistra110 per via ipodermica 10·.000 U. I. di Folli~o~ina. · . Il 3 noYembre 1939 si somn11111strano per v1a ipocler;mica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 5 novembre viene dimessa ; peso gr. 2650. In sei giorni Yenn er~ sommjnistr~ te comp~~s­ siva111enle 50.000 U. I. d1 ormone follicolare. L in,. creme11to n1edio 1)011derale è stato di gr. 35, 71 pro clie . La Yariazione ponderale in più dal 30 ottobre 1939 al 5 novernbre 1939 è ·stata di gr. 250.

XI G. E., numero di cedola 5908 (Clinica Ostetrica) i939· sesso maschile; terzogenito, nato l'l novem-

XII R. M., 11umero di cedola 5144 (Clinica Ostetrica) 1939; sesso maschile, primogenito nato il 21 set-

tembre da parto prematuro spontaneo all 'ottavo mese circa. Peso alla nascita gr. 2400; allattamento mis lo . Reazione di Wa·ssermann e Meini<>ke negative nella madre. Il 23 settembre 1939 si somministrano per via ipodermiéa 2000 U. I. di Follicolina. Il 24 settembre 1939 si som1ninistrano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 25 settembre 1939 si somministrano per ·via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 26 settembre 1939 si son1n1inistra110 J)er Yia ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 27 settembre 193~' viene dimesso; pe·so gr. 2470. Vennero somministrate complessivamente in quattro giorni 8000 U. I. di ormone follicolare. L 'incremento medio pondera] e è stato di gr. 7,5 pro die. La variazione ponderale in più dal 2J se ltembre 1939 al 27 se tlembre 1939 è stata di gr. 30.

Xlll

P. 1\11., numero di cedola 5208 (Clinica Ostetrica) . 1939; sesso femminile,, primogenita, nata il 24 settembre 1939 da parto prematt1ro bigemi110 spontaneo. Peso alla nascita gr. 1900; allattamento inistò . Il 25 ·settembre 1939 si somn1inistrano per via ipodermica 2000 U . I. di Follicolina. Il 26 settembre 1939 si omministrano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 27 setten1bre 1S~9 si somministrano per via ipodermica 2000 U. I . di Follicolina. Il 28 se ltembre 1939 si somministrano, per via ipodermica 2000 U. T. di Follicolina ; in tal gior- . n o passa in Clinica Pediatrica. Il 29 settembre 1939 si somministrano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 30 settembre 1939 ·si somministrano per Yia ipÒderm.ica 2000 U. I. di Follicolina. In questo giorno vieBe ritirata dai ge11itori; peso· gr. 1850. In sei giorni vennero somm i11is lrate complessivamente 12.000 U. I. di ormone follicolare. La perdita media ponderale è sta ta di gr. 8,33 pro die. La variaziQne complessiva !'Onderale dal 24 settembre 1939 al 30 settembre 1939 ;n 1' ·eno è stata d1 gr. 50. ,.

bre 'ig35· da parto spontaneo prematuro all 'otta-. ' XIV vo mese; peso alla n ascita gr. 2450; all?t~amento materno. Reazione di Wassermann e Me1n1cke ne- F. M., numero di cedola 5191 (Cli11ica Ostetrica) 1939; sesso fen1mi11ile, secondogenita, 11ata il 23 gatiYe i1ella madre. . . . L 'l poYembre 1939 SJ· somm1n1strano per via settembre 1539 da parto ·spontaneo prematuro; peso alla 11ascila gr. 2400. Allattamento 1naterno. ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. . Il 2 n0Ye111bre 1939 si somrninistrano per via Reazione Wassermann e Meinicke negative nella madre. ipodermica .10.000 U . I. di Foll~c~lina. . Il 25 settembre 1939 si somministrano per via Il 3 11ovembre. 1939 si somm1n1strano, per ' 1a ipodermica 2000 U. I di Follicolina. ipodermica 10.000 U. I. di Follicolina. Il 4 noYembre 1939 ·si somministrano per via Il 26 settembre 1939 _si somministrano per Yia ipodermica 2000 l l. I . di Follicolina. ipoder111ica 10.000 U. I. di Follicolina. l 1

,


- [ANNO

XLVTI,

NUl\I.

2&']

·

Il 27 eltembre 1939 .. i som111ini slrano per Yia ipodermica 2000 L. I . di Follicolina. Il 28 setten1bre 19a9 si somministrano per via ipodermica 2000 U. · I. di Follicolina; in tal giorno viene dimessa; })eso gr . 2460. Vennero complessivamente somministrate in quattro giorni 8000 U. I. di ormone follicolare. L 'incremento n1edio oonderale è stato di gr. 10 pro die. La Yariazione ponderale in più dal. 23 settembre 1939 a1 28 settembre 1939 è stata di gr. 60.

xv '

C. L ., nume ro (li cedola 527 (Clinica Ostetrica ) 1939; sesso fen1111inile; primogenita nata il 28 settembre 1S'39 da parto sponta11eo prematuro all 'ottaYo n1ese. ~eso alla nascita gr. 2470. Allat-

1241

SEZIONE PRATICA

tamen lo m aterno. Reazione W assermann e Meinickc 11egaliYe nella moclre. Il 28 setten1bre 1939 si somministrano per iTia · ipodermica 2000 U. I. cli Follicolina. Il 29 sctlen1bre 1939 si sommini strano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. · Il 30 settembre 1939 si somministrano per via ipod ern1ica 2000 U. I. cli Follicolina . L ' 1 ottobre 1939 ~ i ommini-strano per ~ia ipodern1ica 2000 U. I . di Follicolina. Il ~ ottobre 1939 si somministrano per via ipoder1nica 2000 U. I. di Follicolina . Il 3 ottobre 1939 si so111D1inistrano per via ipodermica 2000 U. I . di Follicolina. Il 4 ottobr~ 1009 viene dimessa; peso gr. 2530. Furono _complessiYamente somministrate in sei giorni 12.000 U. I. di ormone follicolare. L 'incren1ento medio }Jon clerale è stato di gr . 10 pro die. La Yariazion e complessiva ponderale in più dal 28 set ten1bre 1939 al 4 ottobre 1939 è' ·stata di gr. 60. XVI

Il 7 ottobre 193&' si son1minls tra110 per Yia ipodermica 2000 U . I. cli Follicolina. I.\' 8 ottobre 1939 si spmmini~lran o i)er via ipodermica .2000 U. I. di Follicolina. Il 9' ottobre 1939 si son1ministra110 per via ipodern1ica 2000 U. I. di F 0llicolina. Il 10 ottobre 1939 ·i sommi11istrano J)er Yia ipodermica 2000 U. I. cli Follicolina. L 'll ottobre 1939 i somminis trano per Y1a ipodermica 2000 U. I . cli Follicolina. Il 12 ottobre 1939 si somministrano per via iJ)Od ermica 2000 U. I . cli Follicolina. Il 13 ottobre 1939 si somministrano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina; in questo vien e dimesso; peso g r. 2680. Ve11i1ero somministrale complessiYan1ente in sette giorni 14.000 U. I . di or1none follicolare; l 'incren1ento medio . pond erale è stato di g r. 15,71 pro die. La variazione ponderale in più dal 7 ottobre 1S~9 al 13 ottobre 1939 è st a ta di ·gr. l~O.

XVIII C. A.,. numero di cedola 5607 (Clinica Ostetrica) 1939; ·sesso femminile; primogenita nata il 16 ottobre 1939 da parto spontaneo prematuro ali 'ottavo m ese. Peso alla nascita gr. 2300; allat~a­ m ento materno. Reazion e di Wasscrmann e ~1:ei­

rticke n egative nella m adre. Il 16 oltobre 1939 si somministrano i)er via ip.odermica 2000 U. I. di FolliGolina. Il 17 oltobre 1939 si somministrano per via ipodermica 2000 L. I. di Follicolin a . ' Il 18 ottobre 1939 i sommini trano per Yia ipodermica 2000 U. I. dj Follicolina. Il 19 ottobre 1939 si omministrano per via ipodermica 2000 U . I . di Follicoli11a. Il 20 ottobre 193S' s i sommini·strano per -via ipodermica 2000 U. I . cli Follicolina . Il 21 ottobre 1939 i somministrano per via B. B., nt1n1ero di ceclola 5344 (Clir1ica Oste- . ipod ermica 2000 U. I . cli Follicolina. trica) 1939; sesso fen1n1inile; prii11ogenita nata 11 22 ottobre 1939 si somminis lran o per via l '1 ottobre 1939 da parlò spontaneo a t ermine; ipodermica 2000 U. I. di li'ollicolina ; i11 questo peso alla n asci la g r . 2500; allattamento materno. giorno viene dimessa; peso gr. 2425. Reazio11 e Wa ssern1an11 e ~jleinicke n egative nella In sètte giorni vennero S()·m ministrate commadre. plessivamente 14.000 U. · I. di ormone follicolare ; • Il 2 ol tobre 19.39 i omministrano per via 1'incremento medio ponderale è stato di gr. 17,85 ipodermica 2()')0 U . I. di Follicolina. pro die. La variazione po11derale in più d al 16 Il 4 ottobre 1939 i sommini·strano per via o ttobre 1939 al 22 ott obre 1939 • è stat a di gr . 125. ipodermica 2000 U . I . cli Follico~ina . . Il 5 ottobre 19$ si somministrano per via• XIX ipodermic·• 2000 U. I . cli Follicolina. . Il 6 ottobre 1939 si somministrano per via C. R ., numero (li cedola 5693 (Clinica Ostetrica) ipodermica 2000 U: I. di Follicolina. 1939; sesso ma~hile ; })rimogenito nato il 20 otIl 7 ottobre 1939 si son11ninistrano per via tobre da parto eutocico a termine ; peso alla naiJ)Od ermica 2000 U. I. di -Follicolina; in. questo scila gr. 2600; allattamento materno. Reazion e di giorno Yiene dimessa; peso gr. 2535 . Wassermann e Mei11icke negativ~ n ella madre. In sei giorni vennero somminislrate complesIl 20 ottobre 1939 si somministrano per via sivan1en le 12.000 U. I . rli ormone follicolare ; l 'inipodermica 2000 U. I . di Follicolina. • cremento medi o ponderale è sla lo di gr. 5 pro die. Il 22 ottobr~ 1&'39 si son1ministran o per via La Yariazio11e po11derale in più dall 'l ottobre 1939 ipoderip.ica 2000 U. I. di Follic~li~a. . al 7 o ttobre 1939 ·è s tata di . gr. 35. Il 23 ottobre· 1939 si somm1n1stTano per ~1a ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. XVII Il 24 ottobre J 939 si somministran o per via ipodermica 2000 . I. cli Follicolina. V. ~1., i1un1ero di ceclola 5447 Clinica Oslelrica) Il 25 ottobre 1939 i somn1inis lra110 per via 1939; 'Sesso inascl1 ile; seco11clogenito nato il ·7 ipodermica 2000 U. I . di Follicolina; i11 questo ottobre 1939 d a })arto po11taneo prem aturo all'otg iorno Yiene inviato all 'Istituto 1P rovinciale per tavo m ese <'irca. Pe$O alla nascita gr. 2570; allatJa Pro tezione ed Assistenza al1'Infanzia, dove viene tan1e1l to inat er110. Reazio11e di W a sern1an11 e re o()'is lra to con il numero di cedola 1442. ~[einick e nega~ iYc 11ella madre.

I

I

1

• •

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,


1242

« Il., POLICLI ' I CO »

Il 26 ollobre 1939 si sommi11istran o per Yia ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 27 ottobr e 1939 si somn1inistrano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. Il 28 ottobre 193G' si somministrjno })et Yia ipodermica 2000 U. I. di Follico~ina. Il 29 ottobre· 1939 si son1n1inistrano !Jer Yia ipoderipica 2000 U. I. fli Follicolina·. Il 30 ottobre 1939 ·si somn1inistra110 per via ipodermica 2000 U. I. fii Follicolina. Il 31 9ttobre 1939 si somministrano pér \'ia ' ipodermica 2000 U. I . di Follicolina. L 'l novembre 1939 si somministran o per via ipodermica 2000 U. I. di Follicoli11 a. Il 2 novembre 1939 si so·m ministr ano per via ipòdermica 2000 U. I. di Follicolina. ' Il 3 novembre J939 si son1mini stra110 per via ipodermica 2000 U. I . di Follicolina. Il 4 novembre 1939 si somministrano per Yia ipodermiéa 2000 U. I. di Follicolina. Peso all '8 n oven1b re 1939 gr. 27 50. Vennero comp1essivan1ent e sommin is trale in ·sedici g iorni 32.000 U. I . ·di ormone follicol are; l 'incremento· medio ponderale è slato di gr . 7,5 pro die. La variazione pon<lerale in più dal 20 ottobre 1939 all '8. n0Yen1bre 1939 è sta la di gr . 150.

xx •

M. M . L . 1 numero di cedola 820 (Clj11ica Pediatrica) 1939; sesso femminile; second ogenita nata il 19 settembre 1939 da p arte pre1na1uro SJ>Ontaneo al se ttimo mese circa . Peso all a nascita gI. 1800; allattamento misto. · Il 21 se ttembre 1939 si somn1in i·s trano per Yia · ipodermica 2000 u: I . cli Follicolina. Il 22 settembre 1935' si somministrano per Yia ipoderm ica 2000 U. I . di Follicolina. Il 23 settembte 1939. si somn1inistrano per Yia ipodermica 2000 U .I . di Follicolina. Il 24 sel lembre 1939 si son1ministrano per Yia ipodermica 2000 U. I . di Follicolina; Il 25 settembre 1939 si somministrano per via ipodermica 2000 U. I. dj Follicolina. Il 26 se ttembre 1939 ·sj s-0mministrano ,p er via ipodermica 2000 ,U. I. ·d i' F ollicolin a. Il 27 se ttembre 1939 si somministran o per via ipodermica 2000 U .. I. di Follicolina. Il 28 sett embre 1989 clecede; peso gr . 1750. Vennero somministrate complessivamente in sett e giorni 14.000 U. I. di ormone follico1are; la perdita media ponderale è stata di gr. 5,55 pro die. La variazion e po11derale in meno dal 19 settembre 15'39 al 28 settembre 1939 è stata di g·r. 50.

XXI P. L. , numero di cedola 5854 (Clinica Ostetrica) 1939; se so femminile; quantogenita nata il 31 ottobre 1939 da parto ·spontaneo prematuro al settimo mese e mezzo cir ca. Peso all a nasci la gr . 2120·, allattamento mercenario. R'eazione di Wasserma11n e tvlein~cke neg·alive n ella madre. Il 31 o1tobra 1939 si somn1inistrano per vi a ipoderrr1ica 2000 U. I. di Follicolina. L '1 nove1nbr e 1939 si somn1inistrano per ,·ia ipoderm jca 2000 U. I. di Follicolina . Il 2 n oYem])re 1939 si so1nministrano per via ipodermica 2000 U. I. di Follicolina. . Ii 3 novembre 1939 sj son1mi11ist rano per via ipodermica 2000 U. I. (li fi'ollicolina; i11 questo criorno vien e ritirata clal padre; peso gr. 2100. o • •

-.

[,\~~o

XL' ' Il, NuM. 2&']

'l ennero

somministrate complessiYamente in qt1attro giorni 8000 U. I . di ormone follicolare; la l)erdita media ponqerale è st at~ di g·r . 20. · ,,

1Mf\1ATURI DI CONTROLLO

'

.

..

I

V. S., numero di cedola 378 (Cli11ica Pediatrica) 1939; ,sesso ferQ.mi11ile; secqnd ogenita nata il 6 marzo 15•39 da parto spontan eo prematuro all 'ottavo m ese circa. Peso alla n ascila gr: 2350; allatla1nento misto. ~ Ingresso in Clinica Pediatrica · il 13 maggio 1939; peso gr . 2100. Dimcs·sa il 14 giugno 1939; peso gr. 1720. La perdila nledia l)Onderale in meno d al 13 maggio al 14 g·iug·no 1939 è s tata di gr. 380. II R. G., nu1nero di cedola 373 (Cli11ica ~ediatrica) 1939; sesso femminile; primogenita nata l 'l aprile 1939 cla parto prematuro spontaneo all 'ottavo mese circa. Peso ~Ila n ascil a gr . 2400; allattamento materno. Ing·r esso in Clinica Pedialrica il 10 maggio 15'39; peso g r. 2450 .Decede il 21 n1aggio 1939; p éso gr. 2200. III S. E. , , 11u1nero di cedola 515 (Cl i11ica tPerliatrica) 1939; sesso m aschile; J)rimogcnilo nato l '8 magg io 1939 d a p arto pren1aturo spontaneo all'ottavo Illese circa. Peso alla nascita g r . 2450 ; allatta-

n1en lo 111i, lo. Ing re-sso in Cli11ica Pedia ~rica il 19 giugno 1939; peso gr. 2520. Dimes o il 6 luglio 1939; peso gr. 2570. L 'increm ento inedio ponderale è stato di gr. 2,.77 pr.o die. La variazione complessiva ponderale in più dal 19 g it1gno 1939 al 6 lug lio 1539 è tala sdi gr. 50. •

i\il . D., numero <li cedola 1979 ('Clinica Ostetrica) 1939'; sesso femminile; ·secondogenit<;t nata il 15 agosto 1939 da parl o pre111aturo spontaneo al settimo 1nese circa. Peso alla 11ascila gr. 1900; allattamento misto . Dime·ssa il 31 agosto 1939. Peso gT. 1780. La J)erdila media po11cl erale è st at a di gr. 7,5 pro flie. La variazio11è ponderale in ineno da 15 agos to 1939 al 31 agos to 1939 è st ata complessiva111ent e ,di gr 120. V ·

A. ' ' ., 11 umero di c(fd oln 1953 (Clinica Os tetrica) 1939; sesso fe111minile; prin1og·enita nata il 14 agosto 1939 da p arlo bigemjno s1)011taneo a t ermine. Peso alla nascita g r. 2150 ; a1lat1an.1ento materno. Dimessa il 21 ag·ost o 1939; peso gr. 1960. La perclita m edia ponderale è stata di gr. 27,14 pro die. La Yariazione po11clerale i11 m en o dal 14 agosto J 939 al 21 ago·slo 1939 è s lat çom1)lessiYamente

cli g·r . 100 . . ... I

''I

B. _A., numero di ceclola 1944 (Clinjea Ostetrica) 1939 · sesso maschile; s'eco11cloge11ito 11ato il 13 ago-· ~ lo l939 da p arto prem a l uro spontaneo a11 ·ottaYo 1nese circa. Peso alla nascila gr . 2600; allattan1ento ma tèr110.


.lANNO

XLVII,

NUM.

29]

1243

SEZIONE PRATICA

Dimesso 11 18 agosto 1939; peso gr. 2·510. La perdita media por1derale è stata di gr. 18 pro die. La variazione ponderale in men-0 dal 13 agosto 1939 al 18 agosto 1939 è stata comples·sivamente -di gr. 90. Riassumo questi dati nelle segu enti tabelle.

}Jiù c.h e la rnaggior parte dei ca~i trattati si trovava· nel primo settenario di vita, nel quale, come è noto, si ha la caduta fisiologica del peso. Questa di 1&olito raggiunge nel neonato r1ormale 150-200 gr. sia per l'eva·po1raz\one

TABELLA

I.

Jm1naturi trattati

l

N.

N. ced.

Sesso

Quantità Quantità Peso di follicolina di follicolina Peso Giorni all'inizio somm1n1- somminidel tratta- strata pro strata com- di trattamento finale gr. mento d ie U. I. pless. U. I.

Variazione ponderale merlia pro die gr.

1

5509

o.

F

2450

10.000

30 .000

• cinque

2620

.2

5510 O.

]~

2450

10.000

40. 000

• cinque

2640

5516 O.

1~--

2000

10.000

80 000

otto

1980

2.5 '

~I

2650

10 . 000

40.000

sette

2620

3,33

+ +

Ann ota zioni

34 31,66

5658

o.

5726

M

2380

10.000

50.000

• cinque

2440

-r-

'

8,57

6

5771

o. o.

M

2400

10. 000

50.000

• cinque

2520

+

17 ,14·

7

5753 O.

F

2700

10.000

60.000

dodici

2680

+

1,66

871 P.

Cvi

2270

10.000

150.000

ventidue

3000

+

21,17

Allattamento pre· val . artificiale

o. o.

M

2440

10.000

40.000

·sei•

2670

31,42

iVIadre luetica

l~

2400

10.000

50.000

·sei

2650

+ +

• cinque

2500

t

8,33

quattro

2470

+

7,5

·sei•

1850

quattro

2460

9

5841

10

5867

11

5908 O.

M

2450

10.000

40 000

12

5144

o.

M

2440

2.000

8.000

13

5208

F

1900

2.000

12.000

14

5191

F

2400

2.000

8.000

·1 5

5274

F

2470

2.000

12.000

sei

2530

16

5344

o. o. o. o.

F

2500

2.000

12.000

·sei•

2535

17

5447

o.

M

2570

2.000

14.000

selle

18

5607

F

2300

2.000

14.000

19

5693

o. o.

M

2600

2 000

:20

820

P.

F

1800

5854 O.

F

2120

:21

N. B. -

O.

35,71

8,33 10

2680

+ + + +

sette

2425

+

17,85

32.000

sedici

2750

+

7,5

2.000

14.000

set le

1730

5,55

2.000

8.000

quattro

2100

5

= Clinica Oste trica ;

10 5

15,75

Deceduta

~ · = Clinica Pediatrica.

Dalle storie riferite, raccolte in modo rias·suntivo nella tabella 1a, risulta anzitutto che -su 21 immaturi trattati con alte dosi di follicolina si è avuto u11 solo caso di morte, pari al 4, 7 ~~; tale mortalità è quindi molto, inferiore alla inedia dato che la mortalità per gli immaturi si aggira intorno al 16 % (Pinard). N·ei riguardi ·dell'incre,m ento ponderale i ri·sultati conseguiti con la terapia follicolinica .a·d alte dosi possono considerarsi ottimi, tanto 1

dell'acqua attraverso la cute e i polmoni, sia per l'emissione di ine conio e di urine, sia per l'esaltazione· diei prooessi ossidativi oQe negli immaturi è anche più ~piccata. Di solito il peso iniziale della nascita viene recuperato soltanto verso il 110°-15° giorno di vita. Un incremento ponderale c h e si verifica già nella prima settimana di vita a1ssum~ quin,d i Utn particolare valore dimostrativo. Se esami· niamo la tabella l '", constatiamo cih e su 21


.. . 1244

(( J'L P OLI CLI NI CO

casi trattati si è avuto un 11etto incren1ento pond·e rale in 15 casi, tutti nella prima settin1a11a di vita; in altri 5 casi si è avuto una diminuzione di ~eso ma contenuta in limiti molto modesti, da 2,5 ·gr. al g iorno a 5 gr. ed in uno· solo a 8 gr. al g iorno; comples i,·amente questi 5 n eonati hanno perduto 20-30 gr. di peso; un solo caso 50 gr . , mentre neg li immaturi di controllo , i cui dati sono riassunti nella tabella 2a., 1.a perdita del peso è stata di 90-120-1190-200 e fino a 630· gr. Pel'tanto anch·e i casi trattati in c ui si è avuto in·vece di un incremento ponderale una diminuzione, tale diminuzione è stata di c osì piccola er1tità da costruire u g ualm ente un dato a fa vore d el trattamento. TABELLA

Il.

Imma turi di con trollo

N. N. cedola

o o (/1 Q)

UJ

-~ti.o.

-

cd cd

..... o (.) ~

fil fil Q)

~

cd

s::l

I

(/1 ~ Q)

bD

~ cd

bD (.)

s::l ......

~.....

Cl

........... ............ cd O

OQ

oo·....

Q) ~

o rn.

Q) ,..._,

cd

s::l

q:j

o

rn

~

Var:azioBe ponderale Ann ) media tazioni pro die gr .

I

378 P.

F

2250 2100 1720 -

12,27

2

363 P.

F

2400 2450 2200

-

3

515 P.

M 2450 2520 2570 -t-

o. o.

4

1979

5

1953

6

1944 O. N. B. -

Deceduta

2,77

F

1900 1900 1780 -

7,5

F

2150 2150 1960 -

27,14

M 2600 2600 2510 -

18

O. = Clinica Ostetrica; P. = Clinica

Pediatrica.

L'i11cremento p·o nder a1e n ei casi trattati h a oscillato da un minimo· di 1,5 gr. a l g iorno ad un n1assimo· di gr. 35, 71; particolarmente int eressante un caso di imma turo , figlio di madre luetica in cui 1'aumento ponderal e ottenuto è stato di gr. 31,42. L'aumento di peso ,è !risultato in rapporto con l a dose di folli coli11a i1l ie ttata. Da un esame attento d ei dati, ris ulta c·h e i casi senFwibili a l Lrattan-iento folli colinico rispondono con un aumento di peso anche a dosi relativamente piocele; p·erò l 'aumento di peso è più spiccato con l e dosi elevate. Ve·diar110 infatti che tanto negli 11 casi trattati con 10.000 U . I. di folli colina al g iorno· e con dosi completan1ente oscillanti da 40.000 a 60.00080.000, e in un caso persino 150.000 U. I . , quanto nei 10 casi tra ttati con sol e 2000 U. I . giornaliere e con dosi complesRive varianti d a un minimo di 8.00-0-12.000-14.000 e del massimo di 32.000 U . J. , si sono avuti tre casi 1

1

»

[ANNO

XLVII, NuM. 2&'J.

di diminuzione ponderale contro 8 e rispetti~ ­ va1nente 7 casi di aumento; pro1)orzione quindi di casi favorevoli quasi identica. Però si osserva ch e n1entre 11ei casi trattati con 1O.000· U. I. quotidi a n e si ::;on o avuti ben 4 casi C<)n un aun1ento quotidia n o di 31-35 g r. e 2 <on un aumento di 17-21 gr. , nei 7 casi favo·r evoli trattati con 2000 U. l. , l ,aun1ento di peso è stato di 7-1 0 g r. e in due soli casi si sono· a\;uti 15-17 g r. di aumento al giorno. S-em .b ·r a quin,d i. che b asti una._ dose di fo;Ili- .. colin a piccola per jm1)edire la din1inuzio·n e di 1>eso e d aPe una s~inta all'aum ento ma che per ottenere i massimi aumenti occorra raggiunger e la dose di 10.000 U. I. a l gio1no. Co·m e· h o già d etto , le 111ie esperienze ~ono state c ondotte con or111011e folli colare in soluzione· acquosa. Parecchi d egli in1111 aturi trattati furo•no da 1ne rivisti a don1icilio, parecchio tempo dopa· la dimissio11e dalla C:linica e furono trovati in condizioni soddi sfacenti ; il ch e f a pen sar e che' la qua n ti tà non jndiffer ente di orn1one folli-· colare so111ministrato . ia trattenuto dai tessuti ·e venga m essa in circolo a seconrd a d elle e~i gen ze cellulari.

*** Da ques te ricer ch e r isulta in niodo evidentech e la follicolina-terapia n ei riguardi d e1gli immaturi h a un indiscutibile valore. I risultati ottenuti vanno valutati s·i a biologicamente che clinican1e11 Le. Si sa che ' 'i sono orn1oni eccito -catabolici. e.d eccito-anabolici : i pri1n i favoriscono i proceis si di scissione e di disintegrazione molecolaJ'e, i secondi i processi aRisimilativi e costruttivi. T.ale loro azio111e si ripercuote differente111ente su lla funzionalita d ei vari organi. Al rig uardo u11 'azione regolatrice dello svi:.. lu]Jipo d ei vari tessuti e d el rrietabolis mo dell 'intero organis1110 spelta in particolar modoalla follicolina, la quale i11fluenzerebbe Io sviluppo dei muscoli dello scl1 el etro, d el grasso, ecc. l\.aufn1ann attribuisce all 'OT111on.e follicolare· un potere iperglicen1izzante, n1e11tre Lehn,virth e Pla.a b afferma n o l ' oppos to·. Pure Brunelli h-a notato cl1e la folli colina h a azionf, simile all'adr enalina, cioè è lievemente iperg licernizzante. Steinach rilevò cl1e I.a siecrezione interna ovarica favorisce la adipogenesi. Salvini 11otò cl1 e, somm inistrando o·r monefollicolare , si produceva una ipocalc.emia. Secondo Mulock-K.aufr11ann e :E,eil la lipasi del sangue ·s arebbe influenzata d alla follicolina; i11 seguito Artom e Cioglia con le loro ricer-


• {ANNO

XL, :-11,

NUl\l.

29) .

1245

SEZIONE PRATICA

.che 111iserl' in evid·enza e.b e con ~iccole dosi di orn1one follicolare si produceva ipercolesteri11emi.a, con dosi superiori alle 200 U. I. una i1)ocolesterinemia. · D ';).] Lro canto, dato i ra1)porti funzionali tra gonadi e ipofisi, pare verosimile che la folli.cc>lina possa interve11ire nella reg·olaz]one del 1uetabolis1no idrico, salino. lipidico attraverso ·t1n'influenza su]} 'ipofisi e sui tJrin cipl attivi da essa secreti, cl1e a tali attività pr·e&iedono. Te11endo prescn le i11oltre l'azione va·gale del-. .l'o r111 011e follicolare, si può pensare ch e esso .agisca n cll 'in1n1aturo ql1ale regoJ.arizzatore del s1slen1a i1euro-Ye,g·ctat ivo-endocrino cd abbia, .. sotto q11esto punto di \'Ì t~1, un'nzione simile a <tuelln dell'insuli11a.

PROBLEMI DISCUSSI ÙSPEDALE POLICLINICO •

5°.

<e ' Ul\tlBERTO

I )) -· ROMA

PADIGLIONE.

Si può parlare di glomerulo-net·rite diffusa acut~ reumatica~ ToMMAso LucHE.KINT.

·L 'arg·on1ento può ·esRere affrontato <:!ssenzial~ mènl.e Stllla scorta di osserv.a zioni cliniche, scar... ì ed in certi essendo p·urtroppo· i rilievi anato1110-patologici. Infatti la glomerulo-nefril e ..n.cuta diffusa nel reun1atis1no articolare ncuto passa il più delle volte a guarigione a seguito della cura nnlireun1atica, impedendo q L1indi c.l1e cas·i del genere nello stadio acuto CONCLUSIONI. e ::>t1bacuto, c'l1e più intere~sa, possano cadere l.'orn1one follicolare so1n111inis trato per via sotto· lo studio e l'osservazione dell'anatomoipedon11ica ad alt e dosi (2.000-10.000 U. I pro 11a tologo. Cosi pl1~·c la patologia sperimentale die) 11a dato otti111i risultati. Il trattan1ento riè ben lungi dal riuscirei a portare luce di do·duce sensibil1nente ]a mortalità, così elevata cum entazione i11torno a questo .argon1ent,o in rtei J)rir11i giorni di vita; riduce anche il calo cui. intrigati ed oscuri affiorano i problemi di peso, che per lo più ma11ca o è di entità etio-patoge11eti ci sia nei riguardi •lella nefrotrascurabile; in una proporzione del 7li,42 % patia i11 ·s è · tes a e sia nei riflessi d ella dottriimprime una n etta spi11ta all'a umento poì1cfe- na c.lella etiolog ia· del reun1ati:-mo articolare rale, nella misura di 8-35 gr. al giorno. acu lo. H o d etto cl1 e srarse sono l e~ osser,·azioni anato1110-p.atologi cl1 0 in1orno alle nefriti acute RIASSUNTO. così dette cc r eu111a liche », ed esse no·n portano L 'A. ha sperimentato s u 21 immaturi forti ancor.a contrib,u ti t.r.oppo persuasivi e sufficien<lo5i di orp1one follicolare (2 .000-10.000 U. I. ti. A tal I)TOJ)O~ilo ricord·e rò e.be alcuni AA. pro die). I ris ultati sono stati soddis.facenti, (13 lai ~d ell , '.Bacl1r e ~acl1..:), 110 11 11anno ri] e,rato -Ottenendo ottimi increr11enti ponderali. La cara 11 eristicl1c a nal 0 1no-·patolo~ir l1e particolarr11ortalità è s ta ta mi11ima (u n o l.J decc so). men le distaccabili· clalle a1tre form e di g lo111erulo-11efrit e çl . .a.. Beil i11 vece n el 1:932 BIBLIOGRAFIA. (Amer. Jou rn of Pa1thol., ' TJil 11 .. 6, novembre AGUIRRE E. Rif. ~led., \.IX . 1S~3~3. 3::3:1. 1f132) notò in· casi di g]omcrulo-nefrite a. d. ARToiyr, C10GLIA. Boll. oc. It:\l. Biol. Spcrim., ' 7 ol. IX ,, 1934, pag·. 1246. reumatica nei con fronti ·de] le altr.e; forme la AYKROID 'V. R. Bri t. M. J.. 2, 1937, 100 -1010. 1r1i.11ore infill raz iono di le uco.ci li n ei capillari 'BnAcALE U . Arcl1. cl 'Ost. e Gi11ec., 193 . fase. III. g·lo1l1erulari, l '.a. se1)za di essudati intracapilBnoce1EJ\ e Co~T.\l\llN . .T. d e ~Iéd. d e Lyo11 , 1937, lari e la J11.c111 ca I a obliterazione delle anse ca18, 67-72. Bnt;•:'iELLI. Annalj ital. Pharn1., 1935, n. 3, j)U g. 243 . 1>illnri , .e cc. A11cor~· Craciu11, Visineanu, GinCARRARA N. Il Lattante, 1938, pag·. 21. gold e Urs-u (r1nrial d'' Anatoniie po.thot., vol. X, (~ATTANEO . Annali di Ost. e Gin., 19.3 5, pag. 191. n. 4 aprile 1933) in sette casi ·di nefrite reuDAPSY A. Monatscbr. f . Kindern. , 193G. 67 . 146-154. 111al ira .a cut.a 11an no lro\lato e dc:-:;critto lesioni FUMAROLA. Clinica Ost., 1938, Fase. II, pag. 67. G1UFFHIDA S. Ann. cl'O l. e Gin., 1936, 68. 635-646. glo1n crulari (g·lprl1c rulo-capsulile), 1ega te alla MERLETTI. Annali cli Osl. e Ginecol., 1930, F{lsc. IV, azione dcl r. n. a. Tal i AI\. h a11110 ritenuto t1~at­ pag. 340. l a rs i di t11t tipo di g·lon1·e11·L1lo-11cfrito prolifeM1cRELON1 A. Il lalto.nle, 1940, fa$c II. rai i va e desc1uan)ali ra senza l e~io ni infia111malo ~ Ormorii, 1940, fase. III. In. Com. Sez. Lo1nb. Soe. It. Pediatria, ]9 febbr. 1orie vere e pr.o p·r j e, con altera1.ioni prevalen1940. ' t. e 111 e 11t o ca1)sulari , e senza totale i111rJcg·110 ·d ei 1\.fERLINO A. Il Lattant e, 1936, 1)ag. 313. g'lo111 cruli. T u10 I i po di glo111erulo-nefrite reuMUGGIA. Il Lattante i936, n. 7, · 1)ng. 5ìG. . rnalica pote\ra a loro avviso decorrere ulteriorNAsso. Trattato di Porliatria (l; diz. \\1 n . cr 1n~n 11 ) . PONTIERI F. La Ped ia Lria, 1935, j)Ug. 1212. . .. 111enl c Ycr~o il 111or1)o di B.rigl1L. SANNA G. Il Lalta11tc, 1&'36, 7, 2·19, 232. Di front0 :lll :l ~c.arsità dclìo o~seTvazioni ~IEN Scn.:\cu1TER-Ì'1ANCY. La Nipiologi\l, 19:3u, pag. :1nato1no-1)alolog·icll e f' $e nza dubbio util~ e 87 . ne cc~sario .appogg iar~ i ai rili ev i clinici cl1e per VAGLIO R. Il T~altanl o, 1938,. pag. 176. I

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u ll. POLI CL I~J CO >f

q uanLo 'es1Jressi \'i 1tel ·co11LriJ)uLo di lumeggia~cena della 1r1alaLtia o sorgono 111 co r ~ o di ulr e il qu·esito , pur t,u tt,avia non posso110 d·a soli teriori attacchi di reumatismo recidiva11te. o ' superare la barriera d ella rigorosa docume-nta- ricompaiono caralteristicar11ente ad og11i nuo . zione, scientifica. Per quar1to cor1 titubanza ab- Ya ri1Jresa della n1alattia . tessa. bia voluto prospettare tale delic.ato proble•m a E la n1anifes lazio11e g·loiner ulo -11efritica in cli fre sca attualità e per quan Lo le riserve più tali casi è cosi i1npor1e1rle e ~pess<.; cosi in1ampie d ebbano por,5i 11ella enunciaziofle e sul provvisa da far pensare ad uria vera e propr i~ si·g nificato d ei dati clinici , f.uttavia rni serr1c.on1.p licazio,n e, o n1eglio localizzazio n e r enale bra lecit,o di fronte alla scarsezza ·d ei rilievi del] 'infezione i·eu1J1a Lica, alla ::; tess~\ g uisa di auatomo-patologici ·esporre quelle, con sìde1·aogni altra . localizzazione 'iscer.ale (nf:rvo a, zioni che sono scaturite .dallo studio attento e sierosìti ca, polntonare, e p a tica , tiroidea. pa11prolungato di vari casi di glomerulo-nefrite r reatitica , ecc. ). Il quadro d ella complicazioa c uta diffu·&a r e·u matica capitati attra, erso ne. glornerulo-nefritica d el reu1natis1no in fo·nn1olti anni aìla mia oss·ervazior1e. ' do no11 si discos ta cJi11ica111ente da quello co·La forn1a inte rrogativa del titolo già pone 111une della glomeru10-11efrile a.d. D.al p1un lo in evidenza · il ·d1u hbio su questa no,n fr-equente . di vista dei rilie,-i urinari ~ i h a: olig uritl albuc,o mplicazione r e11ale del r .a.a. Si è g ià par- 111i11uria, c:ilindruria , })eso spe cifico ba~:;io ecc. · l~?to sp ecie da AA. di lirlgua fran cese (DumiI·' orse l 'ematuritl s i:.i i11 111olti ca ~i descl'itti ed trescu, Ber11ard, Rather)-, ecc.) di questa parin quelli da rne o"" ser,rati è i11 ge11ere di grado ticolare forn1a n1orposa , che da qualcuno è assai cospicuo ed il più tlel le volle di picstata p·ersino ·d ènominata r ene r eumatico. E c.ata intensità. Poi daJ punto di 'ista gen·erale così pure la l ette,r atura 11on manca ·di citazioni l 'ipe1~te11sione arterio a rag·git1.11ge livelli di · riguardanti la insorgenza o~tire che d ella glo- scr etan1ente e leYali ; g li ede1rti 0 110 pre e11ti, n·1erulo-nefrite a. d . .anche di forme di glome- la funzion e l·e11ale è compromessa, 1ne ntre rulo-nefrjtc a focolaio non emholica , e· persil e indagini r1r1ato-cl1i1I1ich e fan110 rilevare no di n efrite inter sti ziale in corso· di reuma tiau1)1enti più o r11en o cos.1)irt1i dell ' azotes1no articolare a . M.a le varie citazioni sii sofrr1ia, della colcste rin en1ia , eLc . f~ on1e 'Si vede fermano in genere alla desc['izion e d ella asso- il quadro urinari o e clinico è 4uello ti1)ico delciazione dei d11e p,r oc.esSii, limitandosi al rilie- ·ln, g·lon1erulo-nefrite a. d. com u11e c-011 ur1a inl' 'O ,d ei f~tti o tutto al p1 i ù offrendo spi egazioni µronta n1a.gari car~tt e tisti r a 111e 11t 1~ p iù emor rnrl1ol~e ' 'olte poco persuasive. 1\f011' pretenderò ·g ica, quadro cl1e il più d elle vc1lt.e si a cco11).c~rto di c.h iarire il problerna, ma mi lin1iterò , p·a gna o s e.g·ue o pr·eced e (Ber11ard). le <lltera co111e bo detto , a fare in proposito qualche ri- zi o11i ton --illa ri , n1 entre r11e n o fre quentemente (lessio11 e purarr1cnte clinica. f: i associa alle n1anifc~ l azinni flu ._ ionarie arCon1e ogni altra nlalattia infettiva acutd an. ti colari.. D o,rc i11,rece t!i di ... co -La la g-}0111.eruio · ' che il r. Et.a. d etern1ina come è noto il più d elJ1efrite a. d. i11 corso di r eu n1atis1no dalle col e volt.e n el cors o .delle sue manifiestazio1)i muni glornerulo-11efriti a. post-in fettiYe , è 1)re · acute un processo di n e.f resi infetti va acuta lecisamente n ella rapid a eYoluzione e n ella prongata all ' impe gno deg~nerativo delì 'epitelio tuta risoluzione cl1 e ... i o tte r1gono a seguito d i bu]are, processo· ,decorrente in .g enere favore- una corretta e n1assiva CU!'a a11ti-reu1nal ica (se • volme.n te .e co11 scar~o quadro urinario. ~la così è possibile e prin1 er si) a base di salici non .è a questa forma lieve di ~esione renale, di lato di sodio o di a'nti1ririn n. o di p iram,idon.e. tipo 11ettamente degenerativo ch e io intendo riNon è il caso cl1e io ricordi l e osservazioni ·f.erirn1i, sapé.11do con1e essa d eco rra in genere d ei ' 'ari AA. ·spe cie di li11g ua fr<.1nc e . . e . (Dumi# parallelamenle alla evoluzione d el r.a .a. e non LreRcu-1\ian te e Ciora1)riu ; D e.bra} e Stor e; Fiesi111prima alcun.a caratteristica al quadro c.lini- , 'i11ger , Albea u-~·ern e t e Ledou x Lebard nel co di tiale m a lattia. E così pure per o.·vvie r a1938, ecc.), ch e col1)iti da tale favorevole comgioni non n1i riferisco alla foTma di g lon ie- portamento h.anno ritenut0 01Yportuno e d oiveru]o-nefTite a focolaio non e mbolie.a, ed alla roso consegnarle alla l etteratura. Tali c itazioni foJ·ma di n,efrite interstiziale secondarie a l non sono molle, fors e percl1è oramai I.a ter :a.a , mancando i11 queste i sinton1i gener.ali rapia sintomatica antireumatica , qualur1que propri delle nefriti diffuse, ed i seg·ni clel diessa sia, è applicata n e]le nefropatie· reumat ich e senza titubanza dalla gran p1arte "·dei m eretto funzionale. Intendo in,·cce J)a rlare delle foro.1e di ~'l o- - di ci e 11 più delle Yo1te co·n evidente successo. '· m erulo-nefritc a.d. che ·q ualch e volta in l'or- NelJa~~glo merulo-netfrite a. d. reum.a tica ch e i11 ma cla1r1orosa insieme alle i11anifestazioni t onYcri1 n 11.0 11 è frequente . . n on esiste incompati])j lilà fra ltt le~iQne renale e la r ura salicilica sillari, arti colari o endocàrdiche aprono ln I

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{ANNO XL' ill, \ l.- ~I. 2fi'J

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SEZIOI\"E PRATICA •

o antipiri11ica. Io da ' rari a1111i 110 adoperato jn

tali casi da pri111a il saJiciJato dì "Odio e poi l '.a11t ip iri11a ('On -otl i111 i risultati e i1011 ho 111ai iileYato, do110 aYere riesan1i1i-ato a lung<.l dista11za di ten11)0 dal J)ri1no attacco renale g·li an·t111alati stessi : alcun -seg110 di co1t1pro1ni Eione re.11ale. Ora è lecito do111a11darsi: può i11 con sideral'io11~ di , tale sr1eriale co1nportamcnto· a se ~ uil o d ella cura a ntir~u111a ti ca pnrl:1rsi di ' rP.ra e 11r 8 }J J in g·lo111e rulo-11efrite a. d. reu111ati c.a , Jlel ~.e11~0 ciot'. <li u11 LY<'l rlicola re tipo a sè 51<111te di 11efrite ac uta diffusa? ( ,0111e i11ai la -tera 1)ia a11tireu 111a ti ca (salicilici , o derivati del r'il atc)] Oile) ~ ~e n za dan OÌ Sll Ì l'eJlÌJ a11zi è COSÌ pronla1l1ente a lti,·a ecl effi cace so lta11to pro]JJ' i{) n ella ~ lo1l1crulo-nefrite a . d. in corso di 1 et11 natis1110 nrt1colore ~c uto ? I11 ,,erità la pri~11 <1 tio1) 1a11da i11,·este t utl o il problema etiolo~ ico delle r . a. a. e quello etiopa tùgenetico 1 délla aJ01nerulo-nefrite a . d. , co1ne pure i rapJ 01 ti fra questi due p1rocessi. Ora non è il •~.~o che JJer il i)arlicolare cara ttere di questa 111i3 no ta io entri nel fer' ore dottrinale della que~ tio11e che ta11to ha appa~sio11 ato gli studiosi. È apr>erta i1eces$a ri o 1)erò dire ch e la tonsillite 1eu111atica prec€de o acco1npag11a corne è noto J e!'-1)lC$Ì011c del quadro glon1eru lo-n efritico ed Drt icolare. Ciò la~cia quindi ì)eJtsare ai rapJ•Ort i fra to11silJitc acu ta e n efropatia reum ati<a, co111e ai rapporti fra ton sil-li te e 111io-endo.~ard'it e reun1atic.a. L 'e cnza di tali ra:p·p orti· è stata come è n oto . ogge lto particolare di ricerc11e e di ~ tudi co n Li11ui , i cui risultati sono an cor.a· tutt.alLro cl1e con co rdanti. Rig uardo a i fattori patoge11e tici della gl. nefr. a. d. si sa , cl1e dal concetto c .l as~ico del l)rocess;o infiam1natorio nel en o dì Fahr, si è giunti alla dott rin a de11 ·angiospasn10 e della iscl1emia n el e n~o di '/oll1ard; co1ne· pure dalla ipotesi di Veil cl1e riconosce nelJa glon1 erulo-nefrite .a . d. n11 E-q4 iYn]e11te di processo reu1r1atismale , si è ~it1nt i aù invoc.are persi110 l'importanza dei fattori a ll ergici nella JJatogen e i della glom-e1 uJo-11efriLe a. d. (cfr. CoreJli , Sez. Medica Policlinico , 1937), in a ffinità alla in1portanza de·gli ~tes~i fatt o ri 11 e]Ì;:\ patoge1 n esi d e] r. a. a. com e è a1 l\J11f'!->::'O d~1 l] a cuola di r"'r t1goni . Ora se11za de,1i.a re rlallo• spirito di questa nr,ta e 3cnza ac1cennar e ai r.apporti fr.a i due r1rocessi (to11sillite e n efrite r eu1natica), è .p os~ibile parlare dal p.u nto di vista clinico di glo111erulo-nefrite a. T. vera e propria, legata esclusiva111enLe cioè a l })rocesso n1orboso reumati co e :-:uscettibile çli rapida .guarigio.q.e a seguito della cura an Lireiun1atica.? Ovvero la le~io11e rer1ale i11 corso di r. a . a. è legata non al 1

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,·irus reu1l1atico, n1a solta11to alla Lonsillopatia acuta, alla stessa guisa e con lo slesso deter1l1inismo etio-palogenetico e cronologico co11 . cui indiYidui predispost~ ed in condizioni di cc sen sib·i lizzazio•ne rc11ale » verso germi, so110 colpiti cl.alla n efrite in· occasione di p·r oces5i a1lgi11osi con1uni ? Il quadro clinico della glomerulite a. d. - che si risco11tra in cor so di r . a . a . lascereb·b·e suppor1 e p iù verosi111ilc questà seconda ipotesi, 11el sen so cl1e la respo11sibilità d'ella con1pror11is~ion e r ena1 e ricade tutta sull 'affe'z ione ton·sillare. t r ece11te a t al proposito un chi.aro e completo lavoro di Ma rcolongo (cc La g lornerulo-nefrite diffu~ ac.u ta r eurnatiéa ». Arch. per le Scierize 'Ai! e<J,iche, Torin o, fase . II, 11936), che sulla scorta di 5 osserv.Jzioni per so·n ali di glomerulo-nefrit e d. a . in corso di reun1ati-s111ò pre11de in esan1e i dati . etiologici , clinici, ariato111ici, patogenetic.i e tera1)eutici relativi a questa co1npJicazione renale dei r. a. a . Ebbene questo A. S?stiene ch e è poco p;i·obabile per n1olte ragioni l 'influer1za favor€,role della c ura salicilica , s.u lJo svo]gin1ento .-della malattia renale, mentre dal lJunto di vista patogenetico eg'li con sidera no11 -din1o:stJ·a-ta. 1'ori gine reun1atica d ella g'lom€rulo-nefrite ch e vicevers·a , secondo Marcolongo, -è come n elle altre forme di n efrit e acuta legata all 'infez ior1 e strP.tp~tococcica tonsillare. 'l'ale tesii infatti è ::l vvo lorala precisa111ente dal fatto ch e n ei casi di glorr1erulo-nefTite a . d. in corso di reumatibtr10 si ritro, a sempre u11 processo -anginoso di gra do I'iù <) mer10 particolarmente c.o spicuo. Ma ch e valore acquista quest'u·ltima con statazio1n e ·e come resiste alla critica l'ipotesi certo assai verosimil e d ell-0 res1p bnsabilità cioè della tonsillopatia acuta, qu.ando si sa che la cura .ar1tireumatica (sia essa a base ·di salicilici a forti <los1 o di deriva ti del l)irazolone) è capace di ~ tron care rapidarrtente · e~ il più delle volten-e ttam ente i] proce&l5o renale acuto~ ·È inutile, ricordare i lavori di queg·li AA. che h<u1no elog iato 1'.azion e. del salicilato di Na n ella complicazione renale del r . .a. a. (in Italia ·J:'·e rretti , Vanni, . l\lfi.c helazzi , !Barbaro-fForleo, 1'.'·C<' .). An cl1e io nor1 ritengo opportuno ri- , l)OTL~re in a P.X[enso i> le storie clinich e ed i t.r.acc ia.t i grafici ·dei malati_, di cui alcuni re- . centi, clie sono g uariti <lella form a glomerul,o~ 1 efriti< ·a a. d . ir1 corso di reumatismo articolar€ e co11 fatti e11doca rditici , a seguito di una inten sa e n1assi,r.a cura salicilir...a o antipirinica. I 1·isultati ·di tali cuTe sono rnpidi e si nota i11sie1 n-.. al 1r1ig lioran1ento delle i11anifestazioni 1rcicolnri e to11 sillari un graduale progressivo rj [)risti no della funzione r enale e.olla ~con11):i "1


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« IL POLlCLINl\.O. »

sa 1dell'e1naturia, della cilindruria ed albu111i- _ nuria , ('O l itor1ualizzarsi dell 'azote1nia e d ella p·res~}') r1e arleriosa , con 1'au111ento della diur e:&i .e con la ripresa delle. nor1nali condizioni generali. Il salicilato vie11e subito ·<lopo le pri111e so1ì1 • ministrazioni elin1i11ato i·egola r11tent e, a11c.h e 11ei casi più -g ravi, con le u·r ine corrt~ h o a' ruto io stesso campo di osseryare nei miei pazienti, 11 ei' quali non rin1ase (e5an1inati a distanza di qualt h l? anno dall 'attacco r er1ale) alcun segno di ins ufficienza renale. Lo sblocco glon1e•r ul<1ré a seguito d ella cura antireun1atj ca si con1pie il più delle ' 1oltc c-:or, sicura raii),idit.à . Ora ·&i l)UÒ convenire cl1e qu alch e voltn (Schottmuller, Bell , Ba.cl1r e Sacl1s,· ~Iarcolo11go, ecc.) la cura salicilica non sia riuscita ;J debellare il proc·es&o g lòn1erulo·-nefritico; ri ia tale1 fatto cl1e p·o i non iè t a11to cornune, n on è bastevole a distru ggero }'.e ventualità della esi~tenza della n efrite cosi detta reun1atica, per la ragio·n e çh·e in tali casi la lesion e renale ch e poi V.ll .a sfociare niella r forma cra ni.ca r ·u ò essere • accidentalmente provocàta dall,·angina streptococcica (l 'ang ina reu1n.atica si sa ch e è u11'angina mista da virus reumati co e da germi) con tutto i l suo caratteristico quadro \~linico evo-· . lutivo. Sempre 11ei casi ad esito curativo· sfavore,'ole inoltre non potrebbe neppure e:s cludersi ch e la cura antireun1atica sia stata i·s tituit1 trrr1Ypo tardivame11te , ovvero che non sia stata i)rati ca~ co11 le n ote dosi adeguate. e corr ette. Troppo· netto , rapido e troppo coincidiente con la somministrazione dei ~licilici cd in alcuni casi a rr1e con l'antipiri11a ed il piramid c•11e, è il 1niglioramento della lesiio·n e renale per invocar e .altri fattori che i1on siano i medi ca1r1entosi e n egare alla c.ura antireumatica tale. faYorevole influen za. A tale proposito ca.de. 0111Jortu.u o dire ch e il salicilato di so1dio1 s1>eciei colla so1n1rLinistrazior1e a do &i i11a ssive èloYrebbe ef;sere poco indicalo i11 C1l i di lesioni acute glomerul0-nefritich e, perchè elimin_.andosi in massi111a 1Jarle p e·r Jé vie urinarie ' )errebb·e ad irritare ed a compromettere la permeabilità r en ale, che di norma è tanto rispettata irt casi di impegno nefritico. E così pure· tale mediica.mento verreb·h e come € noto a p1T ovocare uno stato _ di acidosi n ell 'organismo n on certo favor~,,o] e al decorso d el pro. . cesso renale, tanto che vari AA. (Binet, Marek, ecc.) in&istono sulla utilità della terapia alcalinizzante rrelle n efrit.i acute, (bicarbonato di ·sodio i)er « os » o per iniezioni en~ove·no­ se). Ep1-,,ure come ~i spiega ch e nella n1aggior 1

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(Al\ ~o \L' Jr ,

~1 M . 2s·~

lJ&rte dei casi invece, co rllra~·ia 111 c 1tt c a queste logiche cor1siderazio11i teoriche, il s3 licilato di ' sodio riesce effi cace~ Non è facile riuscire a di111oslra r0 le iagioni IJer la qua li tale 111edica11tc11lo t1uò riuscire utile in casi di 11efrite acuta diffusa reu1hatica; 111a io ritengo in via d \i polesi .c he il sali-· cilato di sodio influen za fa~orevolit tente la le~ione a cuta renale verosin1i]meute collo st.eS80· potere e i11ecc.anisi110 a11tiflo.g islico, antiessudativo, antiflussionario· e qui11di d econgestivo , e decompressivo d_elle ar1 se g lon1 erul'lri, collo. stesso meccanis1no, di co con cui avviene la ri-· solU2io11e cl.ei fatti articolari e di ogni altra complicazio11e visc.er«le del r eun1atism o. E così i11fa tti n ort av,rìe11e, ad ese tlllJio, per la così detta polmonite reu111atica e co ..J pure per quella cara tteristica co1nplicazio110 11e1 vosa del r.a.a. ,. cioè La cc,rea, eh.e qual cl 10 ' 'olla riesce àd essere. miracolosame11te i11fluen za ta dalla cura •

I

salicilica~

È n ecessario aggiungere ii>Ql l re ch e t ale be-

r1eficio non devesi secondd llle riferire all'a-zio11e elelli va e 5JJecifjca del salicilato; ch·è purt1ìoppo in tema di terapia del r. a. a\ non esi._ lf: ancora alcun 1nedican1en lo . pecifico. Lo is tesso beneficio infatti in casi di glon1e-· rl1lo-11efrit c a . r. capit a li alla it1ia osservazione ho avuto can1po di rile, arlo anche colla somministrazione del piramidone e dell 'antipirina (usata per · ' 'ia endove110 a in quantità di 5-10 cc. della so]uzione al 10 <J~.); e ciò quindi viene a comprovare che n ort all'azione esclu- . siva dei salicilici , ma all 'azio11e di ogni m edicamento a ntireumatico in gen ere è dovuta la· regressione dei sintom i d ella i1efrite a.cruta, appur1to per il poi er e antiflus~ion.ario ed antiessudl.1 fÌ vo elle l1ann o tali medican1enti n elle complicazio1)i viscerali del r. a. a . Questi m edicamenti inoltre d ebbono co11 ogni proh·ab-i-· lità aver'te anch e un 'azione. "\7ar1taggiosa indiretta s t1i r e I!.Ì, per lfl ragion e ch e fa cendo· regredire con la fehb·r e a11che il processo flogis tico a rticolare e periarticol.ar e vengono a libe:rare· il rene malato dia un superlavoro dann oso. Come si vede colp·isce il fatto dell'azio·n e· favorevole e r.aJJida dei salicilici e dei derivati del pirazolone in casi di n efriLe. acuta d . reumatica; quando invece si ritie11e che tali m edic.anJ·en ti in gén er.e sono a~~a i poco racco111 andah·i li an zi co1ltroindicati in presenza di àffezioni renali acutè. T ale fa\·orevole riscontro terapeutico potrebbe fo1·se nel dubbio della esisten za P<)S<)logica ·d ella glomerulo-nefrite a. d. , così ·d etta reurr1atica, stim-0lare1 · a tentare n aturalmente con ogni prt1denza e cir1

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XLVII ,

lANNO

i~'U l\L

2S' )

SEllONE PllATJCA

cospe ·.~ i u n e

11ei ca~ i di g 101.1tcrulo-nefrite a . d. co1 11t1ne (non 111 corso di r eu111atis1110) 1.a c ura i n.assi,·a salir ilìca o anti j)irinica n ella speranza di 0 tt.enere (1ual cl1e va1ltaggio im11.1 ediato e defirtitivo. In co11cl usione r1011 eSiis tc i111.. 0·1111)atibilità fra la nefrilc a. d . in cor ·o di reu1natis1no a. a . e la somtninistrazione dol :5alic il ato di sodio e degli a ltri 111.-edicamenti antireti111.atici . A'nzi il beneficio d.a questi a11J)Orta to i1t Lali casi è, fra g li :1 ltri a rgo111 enl i cl1c s i JlO - ·0110 udd urre, forse il Jliù cs~re ... sivo p·er 11on distrug·gere :'l~'rioris li !' él!nrr le I esi lenza d ella g lo111erulonefritc acuta tliffu ~t ret1n1~tica co111e tir>o di J 1efropatia acu I a a sè stante. {~crt.a 111 c 11l e ii1Lorno a qucslo ca1:;itolo ancora co11fu:so e n1al d eli111itato no11 è possib·i le d i~e una !lélrola precisa e sicur.a; e pericoloso irt verità è il i1ro11u11 ciarsi i11 via definitiva a favore dell.una o del] ·.altra lesi, variati a rgo1uenli e clinici ed .anato1nici e t erapeutici esse ndovi a sostegno di e11tran1bi. La critic.a, l 'e~1)erin1énto, la n1inu la· indagi11 e anatomo-c.Ii nica 1>olra11no u llerior111 cnte gettare in questo cnn1l)O 111.aggiorc l t1 cc. 1

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l\lA SUNTO.

L'A.

ri a~~,t1111 c breve.111ertte la questio11c d.ella

esiste11za o JJ)e110 della · gl omerulo-nefrite a. d . rE:un1aLica; e clopo a ' rer fatte al cune consideTazio11i, i'p:p oggiaradosi particola rmente al b€nefi c1o della cura antireun1atica (&alicilato ·d i soclio e de rivali del p ira21ol-0ne) nella nefrite acuta diffusa (reumatica), affeTJ11Gt che, n ella incertezza .dei dati a11atoJ110-clinici, i1on è possibil~ ancora risolvere ir1 ' 'ia s icura -e d efinitiva il problei11a, se cio è tale forma ·d i n efropati~ sia da tenersi separata o no d alle altre • forme di glomerwo-11efrite .ac. diffusa. 1

Pubblicazione lndl!lpensabl/e per /•esercizio In condotta: Dott.

Prof.

BERNARDINO

MASCI

della R. Un·i ver sità e degli Ospedali Riuniti di R-Oma •

Tecnica Terapeutica Ragionata, Medica e Chirurgica I

con prefazione del prj>f. ACOSTINO CARDUCCI Medico..priana.rio e v. direttore sanitario del Policlinico Umberto I, i'q Roma Volume di paig,g. VII-845, .con 273 figure nel testo. Prezzo· in· brossura L. 6 8 + 5 '10 ; rilegato . in tela L. 7 8 + 5 % e p iù le spese postali di spedizi'One. Per gli aibbonati al << Po1iclinìco ,, od a qualsiasi dei nostri quattr·~ Periodici, rispettivamente sole L. 6 .4 e L. 7 4 franco di porto in Italia, Impero e Colonie. Per l'Estero rispettivamente L. 6 9 e L. 7 8. Inrviare Vagli1a Postale o· Assegno Bancario alla Ditta Luigi Pozzi, editore, Via Sistina 14, Roma.

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SUNTI E RASSEGNE SISTEMA NERVOSO. I postumi dei traumi cerebrali. •

(.\i\'. F. Sc1rALLER . J ourn. A ni.er. A1 edic . .4.ssoc., 11 no, e1r1bre. 193H). 1

I dist urb·i dipc11(lc11 ti da traumi cer.e b1rali po ~ sono esser e orga11ici o funzionali in 1·ap- · J)Orlo a lla p·rese11za o 11te LlO· di a lterazioni mal eri ·~li del lessut o n ervoso. NeJI.1 prima ca tegori n ''~'1n i10 ca talogate• l e 1 )rc~sioni esercitate 1Sul ce r,·cllo da· parte d i o "'3. fratturate da e111orrag·ic epidurali o ~ ubdt1rali, lei lacerazioni, le con tu1sioni, i ra111molli11tenti1 e l e con1plica zio·ni infe t-tive C0111e Je rnening·iti O .g li ~.lSCessi. Nella ~t'conda ca tego ria , o ·sia nel gruppo dei ·d.is turbi fu11 zionali , va11n catalogate\ le sjndro111i con ecuti,1 e alla co 1nmozione cerebrale e le psi1c.o·n e·u rosi post-traun1aticl1c·. Le alterazioni or~ra niche sono1abbastanza b e1l d.cfiuite da ttìtti i pur1ti di v ista, ·diagnostico, ~1rogno tiGo e t era1)e t1t]co, n1entre i disturbi ft1nzionali i [Yres la110 a11cora a 'JUalche discus. ' f 1<)11e. La cor11111ozio11e cer ebrale pura è cara lteriz7.<l l.a da una sospensione più o me110 prorfo·11da della cosci e.11za ed .abol.iziorLe della refletti,·ità . Si ha l 'aspetto del son110 o d ella morte ap•p are11t.e, e tal, olta vo111i to. Il respiro è lento , st1perficiale ma rit1nico, il 1)olso è d ebo1le, lento ed ancl1e esso .di soliL-0 ritmico, le J)Upille son o dilatatei e torpide, la temperatura subnorn1ale. ella ·gra;1de 111aggioranza dei casi la con1 1nozione è un fa lto transitorio·, n1a nelle forme gravi può essere accon11)ag11ato da a lterazioni org·aniche ine,m e11dabili. c:h e colpiscon o· la mieJir1a , l e cellule gangli.ari i ,,asi sanguig ni. Molti espe rimeriti so1to lati istit11iti e tnolte teorie fìono .: tate a' a11zate per p r ecisar e i fatti a11at.orri ici e fisiopatol o,g·ic i ch e son o alla base deJla com1nozio11 e cerebrale. · Più r ecet1te.m e11t.c Srha ll er , Ta11l aKi e New111ann ·a vr ebbero di111ostralo ·he la co n1n10• zione cereb1'-ale i1ella grande irLagg iordn za dei ca i ù t111a vera en c.efalopalia , ossia Ja 111aQife::;t Hzio ne di ver e ,e pro·p rie lesioni <,rgap icl1e diffu8e in tutta la 111assa cerebrale. Que t e l e~ioni colp irebb1ero· prevalc11te111e11te. i vasi con rotture e occlusio11i di piccoli vasi e surcessi' 'e piccole '3ano-rragie, iniillrazioni peri' asali , piccoli a neuris111i e Illinuli fo colai di ran1.n1dlliinento . In qualche caso i l ratterebbc solo di d isordinì vaso·m otori. . Nelle forme di commozione no11 ecc.e s ivan1ente gravi fil lia la scomparsa più o n1·e no ra11id<1 dei sintoim i di choc . La durata dei ?istl!rl)i residui, quando non ' 'i siano co1npl1caz10r1i, 11on ecc:ede di solito· i tre n1esi. Tali disturh·i sono ]a cefale·a , l e vertigi11i , i ronzii , il ner1..)

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fANNO XLVII,

ci f L POLICLINICO »

.NUl\1.

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queste affezioni · consiste n el dichiararle non " osisn10 (im1)ulsi vità ed irritabilità), difetti indennizzabili. · della n1e11Loria, ·di111ir1uzio11 e d1ella vista, J'acil ~ Sta di fa tto ch e tutto il con1portamneto d eesauribilità, ~carsa capacità di con centl"azio11e, g li indi viclui ch é 11a1~11 0 a vulo l esioni organii11tolle ranza del •caldo. ._ en~ibilità a 11 'alcole, cl1e d e l cervello e de g ~i individui cl1e 11anno . tono sentin1e'ntale elevato l>iù c h e (leore· - so . Il disturbi puramente funzion,ali è se11sibilm ente i>olso è di solito n<Jrn1ale o raro , la pr essione differ e11te. ~lentr·e· questi l1lt.it11i noP. .d es id.e vasale: bass~t, la 1~iflettività tal volta vivace. Olrano a ffalto d~ lni1gliora1·e e so·n o dominati solo i re a ciò si i)ossono a ver2. disturbi va• o n1otori dalJ 'idea di trarre il m aggior e p,r ofitto dale tr-c mori. • Le forrrl·e gravi di commozior1e i1.o . . son o es- ]'i11fortunio , i primi si disinte.r essa1lo quasi del sere· con1plicate d a la.c:er-1zior1i e contu io11i ce- risarc.irr1enio e cer cano di 13sser0 liberati dalle lcl:i'o· so ffer enze. J'e:brali, nònch è da l)iccole e tnorrag·ic a r.a cnoiLa seg-ue nte tabella indica le diffèr·e nze tra d ee, ch e p er lo IJiù dà11no· inton1i a fo colaio. i l) rin r ipal i sin tomi d elle due rondizioni: Gli ;·tati lJSicon eurotici con secutivi ai traun1i c·e.falic i sen z.a com1nozione cer el)rale ono sta1i Psicone1 ro.c;i ])OSt-trauma- P ost u mi deilla commovariamente denominati (neurosi tra un 1alica, ti ca ~ion e cerebrale i ~teria tra"Lrn1atica, n e urof~i da ri,rendic.azione, 1. "Tcssura d esiderio di Desiderio di riprender e r1-Eurosi da ind ennizzo). È preferibile }Jerò il riprender e il lavoro il lavoro non1e di neuro i post-tra un1atica ch e com1)r en2. Sta lo cl i cl epression e, Euforja, impulsività,. d e tutto le sp ecie di dist11rb·i (11evrastcn ici, IJSi cmo l i\·i là, len.òen za a p erioò i ili accen1 ti at <r . cast eni ci , ipocondriaci ,· i s terici) che ca ra tt e rizlam c:'nl::trsi. irritabilità z~no la sindrornc. 3. ~Ien l n lilà v igile Amnesia d ell 'infortuno; 01~an1ai tutti son d 'acco rdo riel riten ere cl1e difficoltà ili m emoria queste forme liann o un m eccanismo di J)r odu e di concentrazione zione schieittamente psicJ1ico· e cl1e guarisco·n o 4. Accen l l1azion e <l elle Alterazione d ella p er son11omnlie costitu zio- l1alità tu1te più o m eno rapida111e·n te a mezzo d 'innali flu enz.a ancl1,€sse p sichich e. 5. Spesso i] tra uma Spesso il 1rat1ma è stato Questi fattori psicogeni son o so1)ra tu1to e'iè 1a1o legger o. g raYe . denti n elle forme isterich e e consisto110 in fatti 6. Prese111n cli inlomi As~enza di si11tomi is tee1nolivi e nell e l oro istinti ve r eazio·ni, in s ug·isterici ric i . gestioni ed in d esideri più 0 rn.e no con sapevoli. 7. Tendenza ad esagera- Nessuna 1endenza ad eLa ~on·d.izion e è aggravata da un a preesi1stenle re ed a mettere in sager ar e ed a met1 ere costitt1zion e -ànormal e, e allora il trauma n on · mostra i dis turbi in m ostra i disturbi fa ch e rilevar e uno stato morboso lat ente . Un 8. Deror_o con 1enden- Decorso con 1endenza za .al peggioramento al miglioramento in·dividuo a·vido, indolc·n te, a ntisociale, queru9. Fa vor evole effetto Nessuna influenza d ella loman e dran1matizzerà ed ing·igantirà la su.a clèlla Jiq11idazione del- liquidazione d ell 'ini11validità p-iù o meno effettiva. urt individuo l 'incl en n izzo o il ella d en11izzo o della fin·e apprensivo, su ggestionabile cr ed erà in buon a .fjn e d ella rontrover ia della contro\rer sia fed e all' importan za d ei ~u o i disturbi. TI sog·g-et10. Molteplicità. Yariahili- Sint oin a tolog ia cost ante t'• diventa n ervoso, è trist e e d epresso. l'umina I ~t ed i n1 pre,cision e d ei e precisa sempre le s.u e ~so ffere11ze e te11de a rrtetterle disturbi Re1n.1Jr e in mos tra. Sì soff.ern1a volentieri s ul11. Cefalea raran1en I e Gefalèa frequen1 e1nente assenle. assente ] 'infort11nio di cui ricord a con nrerisione i mi12. Sen az io11i vertigi- Vertigini con p erdjta nin1i dettagli i11 contr[lf'f o con l 'a::;serita p e1"dinose dell'equilibrio ta d r lla rneJ11orin e d ell a rapacità di concen13-. Nessun a reazione al Intolleranza al calcio trazione. È fa cilm entP rmo7ionale e ·1end ente caldo e all 'alcole as· eò ali 'al cole. [-i d .nt tarc.ar l1,rie-l1e. r.erca di 1Jarlare sempre seni e df'llc f'.11e ~offrren zr rli- r11i ti ene• ad a fferm~ re • • DR . r h P n on .crl1arirh rn::li, ~i ~ottonane ' 'olr nti er·i agli esa111i n1edici di cni am plifi c::. i ris1lltati. Diagnosi e cura dell'epilessia. , · Tr1 siste. sopra t11tlo n·ell,a rc11sn r·e lA cefalea e (W. RrTCHIE R ussEL. Pra.ciictione.r, ap·r ile lr· ,re:rtigi11i. Con la ripefi zion e d egli es::tmi fi1940). riic::re nPr ;:\l)l)f'f'nnprP il c::.i o-nifi r.~ f() n Pll f\ sin Il grande ed il p iccolo accesso epilettico è gol e prove- e t enderà p rogresc::ivamente :-i d ~r ­ cfnt11are le r eazi oni n el sen so fa,rorevole alla dovuto ad llU improvviso disturbo dell'attività ;c::11.n trsi. I trcn1ori ·d iventano così semor.e più rer eb·r alc, ch e r ecrenti ·e sperienze elettro-enceintensi , i riflessi più vivaci , le a n est esie 5emft1 logr.a fi ch e hanno dimostrato essere accomprP n iù marcate. pagnati da abnorn1i condizioni elettrich e· del c-er,1 ello . Tnlta l ~ con clo tt.3 di q11e:;.ti soggetti è dominn1él d.all 'id en d ell'indennizzo Se non fosse La di.ag·n osi di epilessia solo eccezionalmenlì l'e,ri .to .alcu n 1is:areimer1to per queste forme t e. si pu.ò· fare p·er via diretta e con l 'esam e d el rnorhose. non si avrebbero 11sicon e11rosi p·o stsoggetto . Al riguardo si po1Ssono utilizzare solo t r[111111atirhe: P er1anto la i11j·:<:i;lio re profiltl s~ i di i d:ati anamne·&ti ci , ossia l e d escrizioni fatt e dal 1

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XLVII,

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.K11~c.

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SEZIONE PRATlCA

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paziente o r11'eglio dai testi111oni ~ ulle caratteristiche dei disordini sofferti. I dati più importanti sono : 1) Esiistenza. e natiira dell'aura. Noll: epile. sia n1.aggiore l'accesso cor1vulsivo è qua i c 111pre preceduto da un 'aura ch e, Con1e si ,redrà, p·uò e ser e ensoriale o motoria. 2) Inizio dell'accesso. L '.acce so 'i11 izia co11 un col] asso 'i mprovviso, rigidità inn scola r c. 1.alvolta con un grido caratteris Lico , € co ntc111pora11ea p erdit a d ella · co cien za 3) Decorso dell'accesso. 1\ll a rig i<li1 ~ i11 n ~ro­ lare seguon o ·&pa 111 i clonici d e,gli arti, pa Ilo re ìnt.en o d ell a f.accici, en1is -io11e di bn Y ~' dalla bocca . Le palpebre so110 s.e 111ia r>ert e e i })ul})i QCul ari rivolti in a lto Q ve r:'o t111 l~t o. 4) Du.raJa. dello stato d'in,ooscie1iza.. L ·iu.coscienza duJ:a dopo l 'acce::;so di solito 5-15 i11i1111 ti , ed è cgu ila in gen e re. da sonno i) rofo11do. 5) Fa~tti conseciitivi a:ll 'ac'cesso. i l ) UÒ· aver e u11a forte cefalea ed un periodo di confu ion e .con r11ovi111enti e condotta drsordinati . Dall o stesso paziente, inolLre, si può a' e re notizia de]l'eve1ttu.alc. incontinenza de lle urine, d ci traumi ri1)ortali in ' arie parti die l cc.rpo a . . egu ito delle cad11t c. a terra e d·e1le violenti contrazioni clo nicl1c nonchè delle n1orsica ture d ella lin g ua. 6) Ac ces1si d i i 1·a11l e il sonrto. ]) urnnt e il ~O n­ no si posso110 aver e acce si cl1 c po ~o no IJtt..: ~are i11o&Ser vat i, e cl1e posson o (\S ~ crc ·eg11ala ti dalle cefalee vioìente al l evar i dal letto, d&lla co nf1tatazione d ella p erdita dell'11rina o {1ella 1nor sicatura della ling·ua. 7) _JcceS1Si di piccolo male. '0110 caraiLeri zzat.i <la i1nprov\'ise as enze m entali con pallore della fac,cia e sgua rdo attonito. Duran o in g·er1ere 2-3 secondi e possono talvolta esser e ac.com pagnati ·dia leggeri spasmi n1uscol ari. La rJiagno ~ i differ en zia le d e.11 'are es o e tJile l ti co da quello isterico è facile q ua11clo il me<) ico asf1isto .alla crisi. Nella co11vulsior1 c isteI·ica gli occhi sono chitt-i e r esi tono fo1te111ente a i te ntativi fatti p er a1)rirli: se . i riesce a1d aprirli si constata ch e i · bulbi so no rivolti in :llto o conver gono verso la p unta del naso. l )er altro i n1ovin1enti sono sco mposti ed h a n110 qualche cosa di t eatrale e m an ca l a su ccessione di &p asmi tonici e clonic i. Cli accessi is te rici, oltre ~ c iò, . i ,·crifi cano J)er lo più in seguito acl emozioni , n1,ai dur ante il son.no. Il t:ornportan1ent-0 . d el sog.g etto .e l >esam c clini co posson·o anche ·dare utili eler11e11ti i)er la ·d iagnosi. L 'isterico ha p er ]o più un conteg·no cnratteris tico, è sugg·estionahile, t eatrale, desideroso di richiamare l'attenzione degli altri sulla propri.a personalità. t\ll 'esam e si pos~ono Tilevar e ancl1e [atti obie.tti vi (zone di un.e te~ i n. re~t.ringirr1ento· del campo visivo , ec.c.). Nei e.asi n1olto ·diUbbi si p:t1ò ri correre a Il ' el r ttTooencefal(\.,crrafia cl1e n egli e11ilc.Ltici riYel.n. fenol lìe ni elettrici ab·i1 )f.,n1i . 1

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L'ac,c esso di piccol o male va differenziato d alla sin.cope. (lu.est ' ultim.a, dovul a a d ancn1ia cer ebrale tra11s.itoria, si ha n egli indiYid1u i d e periti ed an emici con debole tono ye;•:,ale. Que ·ta Le.11den za j_JUÒ esse re <:iggravata dalle .ulLez.i';C ccc·e~~ive e d.all 'a.r terr iosclcr osi. Gli <.tLLaccl1i ~i ' 'e.rificuno di solito con i ca1nbia1ne11ti Ji Lcnsion e · corr1 e il Je,'a rsi in piedi, :--ono preccduli da offuscarr1enti d ella vista, .e 1Jossor10 Gsserc r a pid1amente1 arresta ti -con l 'abl)ns~an1 erLto d ella tebta e con r:ontrazioni ' vi·g·oro~0 rl ei 1nuscoli d ell 'a d clome ·e d elle gambe, l"u1ti s h e,a.gcvo lano la circolazio n e cereb•rale. La ,-e rtig jne di origine auricolare r aramente ~ accorripagnata ·d a verdita d·ella coscienza ed è fa c iln1ente riconoscibile dai suoi violenti effèi ti i11oiori: il paziente ba la sensazione c h e gli og·getti circostanti g irano rapidamente e riesce a m a ntene.r e l '·e quilib·r io solo app1o ggianclosi a qualch e cosa. Spe so sono presenti a ltri di Lurbi a ca rico d ell 'or ecchio (ipoacu zia, r on zii) . Ll n.a rcoless ia è caratLerizzata da frequenti a ttacc,hi di sonno , ch e nulla hanno a ch e fare e on la crisi epilettica. Nella cata l essia si h.anr10 improvvisi attaoc:h i d i j)aralisi con o se11za perdita d~ coscien za, ch e sogliono prodursi a seguito di una g ioia o di alLre emozio•n i piacevoli. · Anch e g li attacchi cardiaci possono fa r sorg E- re qualche difficoltà dia.gnostica, ch e ·~rà eliminalo, oltre clic. dall>€samc del cuore, ·d alln co11. La l{lzion c di ca ratteristici disturbi c iroo·latori e re f)ira tori (pallore, c ian osi , r espiro ~lertoro o) ·durante e in1111 edi atamente d o1)0 la i1erdita d ella coscien za. .l\ttualr11ente si ha ter1de11za ad a111n1ettere c l1e l 'epilessia, an1c1h1e. la così detta ·epilessia e~·~en ziale, J1a la sua c.a usa in ur1'alt.erazione t1 nato1ni ca del cer,re)lo, cicatrici di preg·res~ i proces · i m orbo i che· fan110· da s pina irritativ.a. .1.\- pa rte ciò le .c onvulsioni epilettich e po. sor10 e:-:ser e '2'l'ovocate da· lesioni encefalich e, accer1<rbili per altri sinto1ni, dip·e ndenti da tra.un ii, tumori , sifilide., tubercolosi , a ffezioni Yasali e • n1en1ngee. La i1aLura , d ell 1 aura l) UÒ i11diéar e· la sede ci.ella le ione d el cervello ·d alla qua le parte. ln scarica ch e dà origine .all'accesso. Quan-d ·o , prima d ella perdita della coscj.cn za, · si l1antio contrazioni di p arti circoscritte del corpo, ad es. <;li ui:i, arto, si può rite·n er e ch e l a J e~ ion c. sin locali zznta n ella zo·na motoria . La irritazio11e d ella zor1a sensitiva può dare un 'aura con "'istente in pa.restesi e della corrisponcl(ln1r 11J rtc clel corpo , d ella zona occipita]e 1111 '.anra. di fos fcni e di allucinazioni vJ.si,·e, del l0bo ter1111o ral c t1n ·aura uditiva e qu ella del ' . !!il'o t1nc in.a lo t111'aura g'us taLi,ra o olfatt1''a . .. Talvol La l 'aura non è ~eguita d alla scaric.a co n~çuJ siYn e ri111 ~ne l'unico segn o d ell 'irrita7i0n e1 de11n corri8nondente zona cer ebr al e. • • La ·r i c nolcs ~ in è l1 n~ roncli zion c cl10 rol111-

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sce i bambini, caratterizzata ·dal ripelerF-i frrquente, fino a cento al gio·rno , ·dii a ttaccl1i di piccolo male . Noll ced e ai se1d ati,1 i e sco111pare spontanoomentet Lo stat o epilettico è la più grave co111plicazione dell'epilessia: gli .accessi diventano Slll)entranti , ccnti.n ui e. possono te1~111in are con la n1o rt e. · I.a e ura d e.Il ' epilessia, sia essa dipe11de11 Le {la · tu1.a cau ~a 0rga11ica accertata o n o n , è i111tanzi tutto sinton1.uti c.a: si deve t ender e .a ri c1urt·e la frequ.e·n 2a degli accessi. , 11 p·a zicnte d eve osservare un r egin1 e di 'ita n1olto r cg·ola r e. Non deve sob b1a;rca1-si ad un <.'rr0s iv·o lavoro fisico e nL entale. La dieta de, e t1S ·er e quella normale 1na sc11za eccitan t i . L '<'l l C(>Ol ed il fl1n1 0 devon9 ·essere l)roibiti . · Com e n1eclica111enti .giovan o c~senz ial111.e nte i btion1ttri cd il Ju1n i11.tll . T anto l ' uno cl1e 1'~1l ro dc,1onc• esser e so1nrninist1:ati 1>e r a 11r1 i: dn e g r a1111r1i lÌi bro1r1uri e 10-15 cc11t ig·ra11111li di .1urrii n a1 a.I g iorno in tre preFe. Le do i l)Otra n110 e$ ere aumentate n ei ]Jeriodi n ei quali gli a1cc essi si ripetono co·n m aggiorr f acilit.à (r11f\·s1ruazio·ni.). . I,o· stato ep.i lett ico ·si ~ ura· con la so·1111nini$trazione perr via r ettale di pa~ald.e ide e con i11iczioni sottoc.u t nnre di luminal sodico. 1

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DR.

Nenromielosi beriberica. (:\ . AusTnEGESILO. •Jouirn al

of iVervous a. l\f en-

tal Disease, 1naggio 1940). I. . c n 0zion i clinich e ecl etiol ogic11e ul br1:il>eri si va nno sempre più preci1sando. Il beriberi è un 'affezio11e dovuta e:::iScl1zialJn e1: te .;1 lla· 1..;ar e:1la d·i vitan1i11.a B1 , cl1e se111br1 <:d.>bia u11a particolare r elazione ron il s iste111a 11 e1''' o ·o . Le' l e ~ io·ni 11er' o..: e cle ll av i larui11osi J3, sono cl i solit o rl e,g'e11erative e possor10 1ocalizzar $Ì sia ILei centri •c.h e 11ei 11e r'ri periferici. Le les iorli ce11trali pos~o no assume re due 1i l)i. c1l ·pri1110 tipo il proce~so patologico è costil ll i I o da molfepli ci altfrazi o•n i d·elle ce]lu le 11 er Yo .. e, special111 e11t e con reazioni neurog1i.ali; solo 1.>iù tardi ~on o alt era le a 11ch e l e cellule. c:c1111t1r1en1cnle le l esio11i cer eb rali sono p iù co~~i c u e di q11elle n1idollari. 111 c1uesto tipo il i... leu1a car<liovasale se111bl'a i11denne a Jmen o al prj n c.;i p io· del l 'affezior1e. Il sccondo tipo è caratt rrizzato da lesioni .ro11comita11ti del '"'. isten1a n er voso e ·di quello circola to rio . Occorre ril eva re1 cl1e · il si ~teir\ a n ervoso è c.01npronl Ct'~O non sol o n ell 'avilan1i110,f; i B 1 111a n11 cl1c n elle cape11ze di ~l l t r~~ vitamin e. Git1 sta111 enlr ~{i11g·nzz ini nffe rn1t> ch e la neuror·ntolog ia $tt rebbc &tat a 13 rull ~l <lrlla doltrin.a d elle 1

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' • • 'Ltil !\110'3 .

\

rANNO \L VIT'

Nul\ir. 2s·1

Iri. effetti i1ello corbuto• i fe.uo111e11i nervosi fun zionali sono sempre· ben marcati: parestes ia, .1nalg.e.sia 1)a]rr1are e pla11tare , mialgia , artralgia , rteural.gia ri corre11tc, a n1i0trofia, ecc. So110 stati ·deiscritt i .a n r l1 e casi di polineurite ~co rbuti ca .

Nella pellag·ra , o ra111ai cO tl ::,i<lerata da tutti come un'avitan1inosi , si h a n1Lo i111ponenti s intomi n m·vo·s i, ...·LJCCi e •Ce rebr.a li e n1idollari. Tr.<:t i sintomi ~11iziaJi più con1uni ' 'arino notati la debolezza n elle g'.flrl1l)e con c rantpi, t eiania ed csag·e razione. dei riflct:5!' i profon di. In un ulter.iore s tadio d ella llt a la tt in ~ i han110 parali~i spastiche, · diisLurLi «le l la 8en sibililà , utassia, ~ in tomi cerebellari e I cnde11za a cadere indieLro , ed in tali e.a i ancl1e. cefalea, dolOTi folgo-ranti alle gan1 be , llP·uralg ie, attacchi convulsivi. ~1 ental1r1ente s i J1a d apprim a u110 stato depressi,·o e quindi un o sta lo di ecc itamento e d ' iperc1no tiYi.Là. Con il progresso della malattia si mani restano di lurbi p ichici più g ravi, stati confusionali, delira11ti , allucinatori , con il b en i1ot o · coir nplcsso me11tale denon1inato d~ l>erronciLo ps~cosi pellagrosa. Le 1e·siofii analon10-patologicl1e d ella pèllagra sono notevoli: lept·om ·e ning·iLe c ro11ica 1 e111orragie diffu.se . ubdura li, a lterazio11i del cer vello, d el n1idollo, dei n·ervi. P aTticolarmente cara tt eristich e son o le lesio·n i del fascio pira111idaìe1 e ·dei fasci posteriori .e laterali. La stessa caren za. <li vitamina A produce 11-egli anirnali lesio ni a carico dei 11ervi periferici e del midollo co11 den1ielinizzazione d ei f;1sci. Adunque quasi tutte· l e avit aminosi · deterJninano alterazioni del sistema nervoso centrale e periferi co più o meno evidenti . 1\{ellanby h a climoslralo ch e 11ell'avitami11 osi B 1 si hanno clinicam ent e e d anatomican te11te. fatti ch e dimostrano alterazioni d'el midollo spi11ale e del sistcrna r1er,1oso centrale in g·en eral e . Austregesilo1 già vc.n Li an11i fa notò ch e n el beriberi si possono avere sintomi midollari n etti (e15agerazione dei riflessi, distu1bi sfinterici, bulbari e cer cbrr ali, sindromi di n euromielosi, paralisi spina le ascen·dente). Successivamente molti altri autori riscontrar ono lesioni midollari non solo n elle forme acuite ma a n ch e in quelle croniche, specialmente a cariso d eìle cellule d elle corna anteTiori d el tratto lon1bar c. e dei fasci. Qu est e l esioni _p osson·o esser e determinate dalla tossina b·erib·erica cl1e attaccherebbe tutto il n'e urone mot.or~ o sensitivo, oppure dapprin1a le fib re · p e·r iferiche· e su ccessivElmente l e cellule c olleg.a te con l e. fib·r e stesse .. Tutto i}erò ci induce a c1·e1d er~· che le lesio.n i siano simultanee. In con segu en za il b·eribeTi rion sar ebbe una polineurite in qua'nto le lesioni degen er ative potrebbero colpirei contem11oraneamente an cl1 e il si· tema n èrvoso centra1

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[ A NNO

XLVII, Nul\r. 2S']

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SEZIONE PRATICA

le. lrL effetti le manifestazioni clinicl1e ed i re})erti anatomopatologici depongono 1Jer alterazioni centrali, specie midollari , e perifericl1e. La sindro1ne di n euron1ielosi semb1ra co tituire la forma prevale11te del beriberi. special1nente con il quadro clinico della pseudotabe, lieve attassia e sc.on1parsa o dirr1inuzione p_ers,i stente o tran sitoria dei riflessi profondi.

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Con i ' 1ari argomenti trattali viene portato contributo a ch e gli istituti sani tari con rigo1 oso indirizzo n ell ' igien e e n ell a ! ecnica, con oculata organizzazione e con azione non solo 11el campo cura tivo , ma anche p reventivo - e ne sono indicati g li elen tenti - sempre n1eglio concorrano alla difesa della ~alute. A. 1). 1

DR. Dis1p lacc1neril oj lhe calcijied. pineal bodry in ro entgen piG,ttlres as QJn aid in diagnostic intrac.ranial lt.lmou rs. Vol. in-8°, di paigg. 182. SurJplerr1ento degli Act a r~dio­

n .ENGT LI UJ A. 1

CENNI IBALDASSARI

~lenlre

l'opera degli ospedali si fa _Rer progredire di scien za e di civiltà sen1pre più e tc~a ed effi cace è n ecessario ch e la funzion e lo ro dal la to tecnico, eco11orr1ico, di~ciplinare ve11ga guidala e sorveglia ta con competen za e co11 ntti' ità. Un personale numeroso vi è addetto e ~i ricl1iede ch e tutti dai gradi eleva ti ai m ode li abbiano buo11a pr eparazion e ed attitudine a lle funzioni che e ercilano ·e se11Limento del do' ere per ac1e1r1pierle n on solo co11 a bilità, m a con solet zia e con coscienza . Di fronte a tante e si d elicate esig·en ze bisog11a otten ere ch e sem pre i servizi si svolgan o co11 regolarità e con esatta coordinazion e ed a questo è rivol ta l' opera d elle Direzioni Mediche. L 'A., ch e h a lur1 ga esperien za o~pitaliera, fJrende breve1ne11te in esame i diversi en iz1 da quelli a1lilari e di assisten za - a11ch e o~ i a le a c1uelli a mministrativi , mostrando co111e debban o essere svolti e vigilati per ottenere ch e siano raggiur1ti i due int enti ch e d evono sempre essere presenti e cioè ch e i maluti 1ab1b iano in ogni n1ornelllto la m ig lio 1' a~­ sistenza e cura e ch e sia110 evitate le spese non n ecessarie, prevenendo e combiattendo og11i abu so e1 &preco. Agli Amndnistratori pure sono rivolte co11iderazioni a cl1e ten.g an o be11 conto dell a n on facile funzione a ffidata ai Direttori Medici, n e <J ])prezzino l'o pera ch e con coropeten za te·cnica svolgon o e 11e sostengan o l 'azion e spesso delicata, a n ch e affinch è el em e11to sanitario e d alnrnini. lrativo lavorino con cordem ente per lo scopo comune . Nei g randi istituti specialmente n on sono Tari gli inco11venienti e gli a b u si e ad evitarli g·iova i·e perie1)za della vita osp.i taliera ed il 58.peir ne rile,v are i turbamenti ed a tale fin,e sono diretti co n sigli ed amrr1aestramenti dai quali trarrà giovamento chi sarà chiamato ad assumere cariche negli ospedali, s·pecialmente nel can1po direttivo. Pure n e sono rivolti allo scopo ch!e siano b en F-viluptpate n egli ospedali la f11nzione didattica e quella pure im portante di Rropaganda igienica. 1

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(I) Si p3'ega d 'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recensione.

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B IB L IOG RA FI c1< >

L. Della fun zione ed o:rgartizzai.zione degli osipe.dali. 1Vote di te.c nic.a.. . A. Arte Poligrafica, Genova 1~ 3·9, pag. 78. L. 10.

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logica, Stoccolma, 1930. Il lavoro dell'A. è essenzial111ente una analisi antropon1e trica s tatistica ·s.ulla pineale calcificata: mediante il su ssidio roentg·en ~ stato possibile all' A. porre dei da ti statistici sulla sede d ella pirteale calcificata e sulle variabilità di • • JJOSlZlOn e. La fo rmuJa acceLLata 1?er fissare la posizione della p ineale è stata applicat,a a ll o studio a.elle n1odificazioni patolog·ich e• di posizione della pirieale in .caso ·di tumori : in ii1dividui normali so1Jr<t :JO an11i la calcificazione d ella pin eale è visibile n el 40 % dei ca&i, in 80 casi di tumori ~i è ve rificato uno s.postame11to del 37 %.E. MILAN!. 1

f.

Die kran,khaf ten, psycliiscJien Storunge11 der Huchwandlungsjahre von kliniscJie Standpunkl. Editore Sprin ger, Berlino . i>rezzo PtM. 2, 70. K EHB E R.

111 questa breve e suoc:osa nLOilografia sor10 studiati dal punto di vis lil clinico i disturbi psichici d·ell 'età invo•l utiva . ] 1 lavoro termina con una classificazione originale delle sindromi n1en·lali d ella vecchiaia. 1

.

DR.

G. AusT01NI. L e u1~elrop1lasticihe nel trattamei1ito d.ell'ipospadia maschile. T ecniche e risultati. Un vol. di 42 pagg·. rio di Padova, 1939.

~diz .

Tip. del Semina-

Scopo del lavoro è, secondo quanto l'A. afferma nella pre.m essa, qu.ello di offrire al chirungo, attraverso l'esposi zio11e dei prin cipi cui si inspirano le diver.se tecnich e, della modalità della ìoro esecuzione e de1i risultati ch e con esse si son o ottenuti, una visione per quanto possibile completa dei m oltie plici metodi cl1e sono stati proposti per la cura di q u·este malf ormazi•o.n i. Scopo pi,enan1ente raggiunto· dall 'A. il qua le l1a potuto sintetizzare in poch1e pagine e con chiare illustrazioni l 'enorme n10,] e di notizie ch e la letteratura offre in proposito e c]1e sono diS'seminate in g ran nu111ero di pubblic.a zioni , r1on sempre n è a tutti accessibili. Libro dunqu e veramente utile per il pratico e ch e si raccomanda anch e per l'accuratezza dell 'edizione: G. LA CAVA.


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« II.. POLICLINICO »

L·IBRO E MOSCHETTO

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Giovane, bello , intelligente, studiosissin10, educato al cullo del lavoro , ·della farn.ig]ia, d ella Patria, MANLIO FERRARINI, cl1irurgo e fig·Iio di chirurgo , ap1Jartene va per duplice ragion e alla nostra farl1iglia. Og·gi è titolo di onore per tutti noi av·e rlo avuto collega ed i11 cidere il Suo nome g·lorioso· nei r1ostri c uori. M.a nlio fJ!'errarini , Medico di Battaglione , il 2~ giugno su l fronte Italo-lFrancese fu colpilo · all'a·d1dorr1e r11cntre in un n1omento grave della })a ltaglia, cadutigli intorno vari uffic iali , si era trasformato da 1nedico ir1 corr1b1a ttente. La ferita e1r a di per sè mortale: tre lacerazioni dell 'intestino , una lar.g a lacerazione del mesentere, un voluminoso· ·e moperitoneo; e i)oi la permanenza per sei ore durante la ba ttaglia sotto u11a torn1e·nta di neve a 1700 i11etri, un lungo trasporto a braccia per balze· e dirupi , ed i1lfine la operazione, appena possibile, ali 'Ospedale di Sl1sa, dopo 22 ore. È so1) ra v vissuto 5 giorni, l asciando anche ta· l ora adito alla speranza, assistito· dal Padre 5uo trepidante , ·d al prof. Uffreduzzi, dal suo Maestro prof. ·F orni . È morto stoicam ente, nobiln1ente, Italianissimamente, n ella notte tra il 27 cd il 28; e con Lui si è spenta una certezza della chirurgia Italiana. Laureato con ]ode n-el 1935, aveva d edicato alcuni anni della Sua aLLività a perfezionarsi in T orino negli studi biolo1g ici e durante questi anni aveva pubblicato a1ct1ni po11derati e ve-

[ANNO XLVII,

NU!\it.

2&'1

ramente notevoli lavori scientifici, ognuno dei quali era stato premiato; così quello sulla morfogenesi d ella apo11euros i palrr1are, quelli sulla articolazione del polso, sulla patologia degli ureteri ed altri ancora che gli avevano ' 'also i premi Lepetit , 'F oà, Micheli, il premio Littorio, quello d ella Società pel progresso dellf· Scienze, ed in fin e t1n pos to di perfezionan1ento all'estero. Pochi rr1esi p rima di partire per la g uerra era an ch e riuscito brillantemente vin citor e al concorso nazionale per Assistente u1tiversilario ·di Clinica Chi rurgica . e chi scrive queste parole e lo esaminò in quella occasion,e, potè accorger5i ir1s iem e agli altri n1err1bri ·della Commissione, di trovarsi di fronte ad un g iovan e di eccezionale valore. IF u in seguito a tale con corso confermato quale ordin ario a l posto di Assistente ch e g ià aveva da alt.re un anno per incari co nella R. Clinica (;birurigica di Bologna. Aveva in corso di stan1pa un o s tudio sul Corionepitelioma nel inaschio, d c11so di c ultura, con ve,dute originali, ed era in preparazion.e tina voluminosa monografia sul morbo di Dupuytren, ch e avrebbe presen tato a lla Aocademia d.'Italia. Conoscitore delle lingue a lla perfezione, con uria preparazione biologica a l di f·uori del comune, Egli procedeva con metodo n ella ricerca scientifica, senza arrivisn1i, col passo sicuro di chi sarebbe andato lontan o . cc Avevo dedicato 28 anni della mia vita ad educare, istruire, indirizzare il rr1io Manlio , e gli avevo ormai dato il r11 etodo p er la ricerca scientifica. I o L '110 }Jerduto e con Lui se ne è andata la parte migliore di me stesso, quanto di r11eglio avevo saputo fare nella m ia lunga vita di insegnante e ·d i studioso ». Così tra le al tre cose mi h a i5criLLo il Padre Suo, il pr_o f. Guido F errarini , direttore del R. Istituto di Patologia Chirurgica di Pisa . Mi perdoni il nobile amico se Ìo rendo p ubb liche queste sue p·arole., ma dal Suo cocente e fiero d olor e si eleva un monito e d un insegnamento per noi e per i nostri allievi; ed infin·e il Suo ·d olore e la Su.a fierezz.a e.i appart engono , i)erch è sono anche nostri, sono di tutta ]a Chirurìg ia Italian a, ch e grida la commossa sua gratitudine al Padre, ch e sull'~ltare della Patria sacrificò la sua più alta speranza, e china le &ue bandiere ·d·a va11ti alla gloria del Figlio, che alla Patria fece 1 olocau sto supre1no. 1

Roma , 10 luglio 1940-:X \tIII. RAF FAELE PAOLUCCI DI

VALMAGGIORE.


' [ANNO

XLVII,

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SEZIONE PRATICA

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gato,. il quale; se in certe zone prese11tava tutti i caratteri della cirrosi anulare tipo i\tlorgag·ni-Laennec, il) altre zone presentava un quadro ben diR. A.ccademta delle Scienze Mediche verso per la manifesta tendenza alf'iper1)lasia del connettivo che si inframmetteva ancl1e dentro i e Chirurgiche di Napoli. lobuli isolando i singoli elementi celllulari. Si Sedu la del 10 'gennaio 1S'40 riscontrò inoltre una tron1boflebite della vena Presiede il prof. GAETANO J APPELLI: ·splenica, diffusa per breve trallo ed in modo a.el tutto parietale, .anche al tronco del~a porta. La inilRicerche spettrografiche sulla emoglobina nei leucemici. za n1acrosco1}icament~ presentava il carattere della BossA G. Nella leucemia esiste un compo,nlilza bantiana con la presenza inoltre di aree ai nente an emico, cl1e non è .semplicemente di na- . Ga1nna; l 'esame istologico d ella milza dim-0strò tura secondaria , e che è rilevabile prin.cipalmente però reperti non perfettan1ente sovrapponibili a dalla comparsa in circolo di elementi più o meno quelli descritti dal Ban ti, e specialmente accen·immal uri della serie eritrocitica, come, d 'altra tuate alterazioni vascolari e notevole numero di parte, nelle an.e mie primitive posso?o. comp.a~irc noduli sclerosiderotici n elle varie fasi di sviluppo. in cir.colo for111e i111111alure della serie leu coc1t1ca. Ques ti fenomeni vengono interpretati co~ fatto cl1~ Priorilà italiana: un singolare morbo cutaneo felicemente curato ogni stimolo inieloto·ssico, mentre ag1sc~ su~l1 nel 1752 nell'Ospedale degli Incurabili di Napoli dal dott. Carlo elemen ti for11lalori delle cellule della serie mieCurzio. loide , agi~cP a11cl1e come stimolo per gli elementi LANDOLFI M. Il dott. Carlo Curzio descrive un della serie eri lropoietica, il che si spiega facil singolare caso di morbo cutaneo, da lui osservato mente al lu111c delle moderne teorie unitarie sulnell'Ospedale Incurabili, mai prima da altri ·stula mòrfo n·eue · j d elle cellule del sangue. · dialo, caso ch e l 'insigne .compianto Ivlaestro An10Data 1~11111orlai1za dello studio della sindrome 11io Cardarelli individuò nell 'attuale sclerodermia. a11ein ica delle leucemie, l 'O. ha s tudiato con de• ~ferito gran<le del ~urzio fu quello di ave:ne fatta licati 1l1elod i spet trog'!'afici l 'emoglobina di amu11a espo&izione nosologica completa, precisata, ren1alali cli leucemia. Ha adoperato il grande spet-- .lativainente ai t empi, l 'anatotllia patologica, tentatro.rrrafo di quarzo E di Hilger co11 fotometro a la una teoria. patogenetica, e soprattutto applicata settori u sando come sorgente cl i luce ultraviouna cura (bagni a vapore, siero di latte, salasso . letta ~n arc0 di lungsteno; dalle fotografie degli mercurio per os, ecc .), che, prolungala per alcuni SJlel lri ha ricavalo le curve di a·ssorbimento . È ri1nesi O'Uarì definit.ivamen le J 'inferma, suscitando su lla lo ch·e negli individui normali i valori spet1'am~lrazione della R. Accademia delle S.cjenze troo-rafi<.:i o cillano enlro limiti assai stretti sia 0 di Parigi. L 'O. ,, dopo aver ricordato un caso ana0 per c1uanto riguarda la banda di Soret. (A 4200' logo, guarito cla lui anche col mercurio p er os, proche è ai limiti del visibile e che corrisponde aJ l)One, interpretando il volere. <li A?to11io Carda· componente eminico della. e1:1og~obina, sia per relli di chiamare cc morbo d1 Curzio » la m alat' . quanto riguarda le due princ1pal1 bande n ell ultia ch e ·si addimanda sclerodermia. tra,·iolel lo che corrispondono alla · globina. Nella emoglobina dei leucemici si hanno sca rti Contributo allo studio delle malformaiioni congttnite dell'esofago. discretamente ampi per tutti i tipi <li banda, con CAJANO A. L 'O . ha preso in esame dal })unto una spesso notevole allerazio11e d e~l a ~nt~11sità deldi vista anatomo-patologico due casi dj malforle bande ste·sse. Poichè le soluz1on1 d1 emoglo1nazjone con.genita dell'esofago, repertati su un bina studiate eran.o portate tutte previamente a inateriale di autopsie di neonati di 900 casi. La · · concentrazione costante mediante n1isurazion~ fatn1alformazio11e consis teva nel 1° .caso in un 'atresia. ta con lo stufofotom~tro, l 'attenuazione delle dell 'esofago all'unio·n e del terzo superiore .con bande n on })UÒ significare diminuzione de~la quanil t erzo medio con comunicazione della porzione tità della emoglobina, ma piuttosto esprime una i11feriore dell'~sofago con la trachea (fistola esovariazione qualitativa di essa. L ·o. prospetta. l 'ipofago-tracheale), e nel 2o caso in una atresia qeltesi che risultando la emoglobina dell'adulto, sel 'esofago allo 'Stesso livello con stenosi del carcondo r~cen ti ricerch e (Hauro"vit.z), almeno di due dias . Le marformazioni esofagee sono piuttosto differenti emoglobine, possa nella anemi~ dei leu- · rare. Dal 1670 ad oggi i casi computati si aggi:cemi.ci verificarsi un al1erato rapporto , rrspetto al rano sui 300. Tra tutte le varietà di malformanormale, dei due tipi. di emoglobina, onde il comzione congenita la più frequente (80 %) è qu~lla portamen lo sp et trog rafi?o differe~te. È d~ notare cl1e presenta, ioltre all 'atresia dell 'esofago, anche che nella anei11ia pernicios.a n on v1 sono differenze la fist ola esofag~-tracheale. L'A. dà u11 breYe censpet1rografiche apprezzabili rispetto al normale. no della sintomatologia del]e atresie esofagee in Su di un caso di sindrome pseudobantiana da splenomegalia trom· ' genere. I segni presentati dal n~onat~ ~e: l'~lte­ bofleblti<a. . razione esofagea esi·stente sono caratteristici. Si h a continua escrezione di liquid9 siero-mucoso ~all a Boss A G. - L'O. , nell 'i11tento di a1)porlar'e un bocca , impossibilità di deglutire il latte su~~~11~to, con tributo alle varie ques tioni di ordin~ clinico e~ accessi di soffocazione, e in.f in e l a progress1va. ~eanatomo-patologico c6nn esse con la s1ndroine d1 11utrizione fino all 'exitu.s a causa della imposs1h1Je Banti e con il quadro morboso della splenomegaali111enlazione. Da qui scaturisce la prognosi 'Sen1lia tromboflebitica,, illustra in modo .compl~to pre infausta, poi cl1è anche i m.etodi .ope.rato~i tendal punto òi visla clinico ed a11atomo-1s~ologiço tali sono falliti. ltiguardo alle 1poles1 etiolog1che e un caso cha in vita potette essere seguito per 1)atoge11elicbe invocate per spiegare ta~i n1alforma cinque an11i nella R. CÌinica Medica di 'Napoli . zioni, può dirsi che n essuna può spiegarle con:Il quadro clinico preseI?-tava le. note fond.an1eni1Ic1a1ne11te tutte. Quindi è da pen~are a fatt?1'1 , tali d ella ·sindrome bant1ana, d1staccandos1 però <liversi forse da caso a caso, che agi co110 s.ull abdal quadro classico descritto d.al Ban.ti per. !''esiJ1ozzo tracheo-esofageo del l 'en1~r.ione d~t ern111~ai1do stenza di un movimento febbrile e di 111an1festala malfo r1nazione . Souo s tati inYocat1 quali fatzioni emorrarricl1e. L'esame anaton10-islolog iro n1itori patogenetici: un a1111ormr111e11te g ran<le abl>ozse i'n eviden~a re1)erti particolari. a carico (lel fe-

AccADEMIE, SoctETÀ MEDICHE, CoN0Ress1

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« II, POLI CLI:\ l CO »

' zo carcliaco, la presenza di Yasi anorn1ali la pers!s~ei:iza dell 'occlusione epiteliale fisiologica delI .e~of.ago e anc.o ra altri fattori. L 'ipotesi più p1aus1b1le p~rò e che p·u ò soddis~are di più per fa g·r an parte d1 queste malformazioni è qu.ella cl1e ai11met te una , deviazione prim •ti\! 1 dello sviluppo la ~ui cau sa necessariamente ci sfugge. E su questa 1pote i l '0. fonda l'interpretazione dei suoi due cas~ . Infatti dall 'e:same isto1o.g.ico serialo <li ques.ti egli ha i1otuto esclude~e qualsiasi processo ge11erale o locale, in alto o pregress0, che r~le . :1;, a spiegare la atresia. Pensa quindi a una deviazio1le prirrti I iva dello sviluppo, localizzata in corrisponde11za della parie cefalica clel1'in1 es1ino pri111ìli, o.

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Il Segretario

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XLVII,

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patim~11 lo . 'R malatti~ com~

il caso di concepire adunque la una .neuro-n1eningiosi (Boschi) e la racb1centes1 curat1Ya come u11. mezzo di risveglio della fogiiatura 11eurome11ingea (id. Giordano). . Il sog~etto infatti che l 'O. pre~enta guarito d1 u11a s1ndrot11e acuta e gra' e di ineningite sierosa ave,·~ presentato una pressione del liq.u ido c~~a1orach1d1ano di solo 14 in posizione seduta, p1u ba ~sa adunque cli quella che suol leggersi ii1 soggetti cla qualificar si in questo punto di vista norma] e. • •

Estendimento del concetto di slnlstrosi In quello di " patologia sowventigena ,. • . G. Bosctu . - ~er « patologia' sovventigena » l 'O.

Accademia delle Scienze di Ferrara.

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i11ten?e l.'effettuarsi di ·un. influenzamento patogenetico i11 rapp.orto alla aspirazione del soggetto Sed\1la del 10 maggio 1940-XVIII. ad u11~ sovvenzio.n e . . L'O. richia1na due ordini di acquisizioni rela· Presidente: G. BoscH1. ti.ve alla n euge?esi, e cioè alla genesi nervosa ~11 e.erta patologia. Da una parte l'influenza che Modalità di indennizzo· nella sinistrasi. 11. gis1?n1a . n~urovege lativo esercita sulla patolo· G . . BoscH1. - . La sinistrosi rientra 11ella « pagia dei ,·ari Y1 sceri e quindi anche sulla funzione tologia -sovventigena » su cui allra co1nunicaziodifei1 s~Ya riparatrice; dall'altra il potere patogeno ne odierna. ;E>er una concatenazione patogena cli clclJa 1Llca qua11do essa possied e la carica dinamonatura vegetativa, che però parte da una aspiragena conferitale cla u11 interesse. Perciò l 'intezioi1e del soggetto a presentare dis turbi che valgai10 ad oltenergli un. indennizzo, viene su sci- · r esse di essere SOYYenz ionati , o da una Cassa Inf~rtunio o da una Mutua Sanitaria, o da un Istitata . o mantenuta una sintomatologia a tipo rle1':lto con1e un Sanatorio capace di largire conforYros1co ovvero post-comm0tivo ; ovvero anche è tevole degenza, possoT10 .conciliare I 'idea di maostacolata la risoluzione di un processo scbietlattia e con ciò valere - in tutta buona fede da la1T1ente organi~o a carico di questo o quel vil)~rte del sogge1l? ad intratten.e re, per via inscere diverso. Si ha in quest 'ultimo caso una diretta, l a 1nalatl1a st essa. B. ha osservato che n ei specie di associazione organo-funzionale e pre1I1alati ospedalieri così eletti « ibernanti >> si frucisamente una associazione organo-sinistrosica. s tra110 I.e ste~s~ cu~e che ~anno risultati più o A scinder e quesla associazione, contraria alla meno risolutivi nei malati che abbiano inYece risoluzione del male, l 'O. cerca, oYe sia il caso esclusiYamente inter e e a guarire. ed OYe sia possibile, di indurre 'il P. a rinunziare A co,11forto clelle stie congettt1re l 'O. cita argoin i11odo deciso e dichiaralo ad ogni aspirazione menti ed ese111plificazioni diverse; si richiama in all 'jn(lennizzo, legittimamente contrast ato in iispecie alla casistica delle turbe fisiopati.che o di specie per ciò che riguarda la sua entità· ed a . spese, onde aver su scitalo ' or(line riflesso, le quali sogliono verificarsi in curarsi. a proprie in ron t.inge11ze psicologiche particolarmente atte a lui un interesse antagonistico a quello della soYfavorire la pàlogenesi (situazione so,v ventigena) e Yenzione e polarizzare ·le energie, anzichè Yer o la loro patologia stessa si espleta, non già in sede il i11iraggio di questa, verso quello della g·uariligia al lerritorj.o della refle .. sivi1 à, ina in secle · gione. Si viene così a creare una atmosfera uffetcorrispon<l.ente ad u11a idea di c9mpromissione tiYa psicoterapica,, mentre la ·p rospettiva della (lelle funzioni. Cita il caso della afonia da sforzo so,·ve11zione, covando,. se non fon1 entando la sfivocale, ohe in. realtà spesso è do,~ta, non tanto ducia ipocondriaca del P. , costituiva e~idente­ allo sforzo quanto allo stato emotivo concomimente un fattore di contropsicote1·apia. L'O. considera poi con1e, d 'altra parte una ren- .fan.te che ha provocato ~o sforzo vocale. dità piuttosto bassa come ad una si11istrosi si ad- Risoluzione rapida ~on cura diacefalorachldiana di una nevralgia dice non. sia sufficiente a che il sogg·etto possa del trigemino datante da oltre quattro anni già destinata als9tto.p orsi ad una moderna cura risolutiYa in 1'intervento chirurgico. adatto luogo di cura. G. BoscH1. - Nevralgia del trigemino D. il.1 Per cui I 'O. prospetta con1e tra tla1Tiento roedico~artenza dal ran10 inferiore, ,tipica,. tormentosislegale opportuno per certi càsi di inistr osi un s1ma, datante da quasi cinque anni, con brevi provvedimenlo di questo genere. Un Collegio ~Ie­ r emiss ioni - n.011 complete. dico emetta insindacabile giudizio circa u11a inIl lato interessar1te del caso è offerto dal fatto dennità definitiva da corrisponder si: in parte al ch e iJ P. teneYa già l 'i11dicazione scritta giustaluogo di cura prescelto Q.al malato ed accet tal o ntente r edatta da un valoroso clinico internista dal Co1legio stesso; ed ii1 parte al P. a titolo di 1)er .l 'intervento operatorio. È dunque rilevante ed 1acita!-ione risarcitiva circa eventuali · postumi. eYidente il yantaggio offerto dal1a cura diencefalo- ' rachidiana praticatasi (1nodalità e) grazie alla Meccanismo della rachicentesi curai iva. q.uale ~opo poche seitima11e dall 'unica applica·P. L. BoNAzzi. - Caso eloquente a climoslrare zione s1 ebbe ~c01r~parsa pressochè completa della rhe l 'assenza della i11eningite sierosa è estranea affezione. Il P. · non ha più che qualche rara nlla iperte11sion e endocranica ,e che la rachicei1lesi soppo.r tabilissima .r.in1in1iscenza .d.e l dolore, non curatiYa i1on esercita affa1 to il suo ineccanismo })aragonabile nemineno a que1lo ch e pur soffriberlcfico attraverso una decompressione, ma ·alva nei periodi di remissione. . traYerso un iuflucnza1nento sul meccu 11i~ mo {lel • I .c. r. a van1aggio dci centri nervosi i11 i stato <li Il Segretario: Dolt. BA&ISON.

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_ANSO

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SEZIONE PRATJCA

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APPUNTI PER IL - MEDICO PRATICO. •

'CASISTICA Il pneumotorace spontaneo dei neonati. 4

11 pneu11)olorace sponta11eo nei neonati 110Il

61norragico. Evoluzio·11e assai lenta, il ban1bino è .abbatluto, si nutre difficilmente e si osserva quindi un abbassa111er1to nella curva del peso. La f orn1a t>·enigna spieg·a St.Q€SR-O la persistenza di 'certe epidemie. Spesso, si ,ra a pensare ad un'ipotetica çoriza degli erede-sifilitici; un esan1e batteriologico, p ertanto s'in)pone in questi 1

un'enlilà clinica, ch e è bene sia not<.1 i)er.c.h è la terapia fatta in tempo può ·salYare la ,·ita. E . .T. De Costa (A 1ner. j. obst. casi. gynec. ·I aprile 19-lO) ne ripo·r ta d-0lla letteraLa rinite difterica si osser,>a pure nell 'età ., t1 ra 67 casi e riferi sce clu€ os•servazio11i perscolastica (in cui l)UÒ essere, epidemiologica·sonali. Le cause possono co11sistere nelle seg·ue11ti: mente assai pericolosa) e nell'adulto . In presenza di una co·riza sal).guinolenta, 1) a11011lalie co11gertite (fistole, a11orr11alità d•ei bpecialmente acconi.:pagnata da erosioni delle vasi pol111011ari); le cisti pol111onari si confonnrlric i, o di una co·ri.&'l osti11ata, s, irnpone quin·dono f acil111ent.c col pnt.; 2) processi in fia111.111atori , associati co11 ascessi poln1onari o con • di un .esame batteriologico d el pus nasale , dPJp11et1n1onite od emboli settici; 3) trau1ni, ivi le p~et1dor11e1nbrane , d·e gli esp ettorati . fil. "' 0111prcse le fratture di cla,ricola o di rostole , fe$io11i p·a rrncl1imatose , drirett~ , tosse; 4) occ 1uTE R A P I A ...io11e i11eccanica. da i11uco , v~rnice caseosa. Suppoli'te d'insulina. 111eco11io ch e blorca110 l e ' ie areree, da a'ry0Jgin1ento di coTdone. struma, timo in~ros~to; Fin da quando fu introdotta l'insulina , dice \ • -~; re~pirazione artificiale. B. Brahn (Lancet, -! maggio 1940) si proV-e JlC SOilO due forme di~ tiute; quella Ìlllvai ono altri metodi di son11r1inistrazione di,~er­ .l>l'OV' i·:,a, cl1e richiede un pronto soccorso e si dall 'iniezione. P c·r via orale l'inf;ulina è d.iquell<l le11La, ch e &i dileg'ua da sè, con buona , t rutta dai fern1enti dig·esti vi . .µrognosi. I si11tomi datano da lla i1ascita o da Lasch e Schonbru11n e r nel 1938 hanno dimo_1)o co te111po do1)0•: il pan1bi110 è l)rofondan1ens lrato in vitro che l'insulina p·u ò essere p·r otc c ia110Lico, co11 n o te, ole dis pnea e s tridore, t etta dall'azione di quesli fermenti mediante in ca r;ace d1 pianger e; alla percussione iperalcu11e sostanze, una d·elle q11ali precipita la . ri ~ona11za, con spostamento dcl 11)edia ~ tin o e I ri psina e l'altra la pepsi~a. d elI ' ot Lusità cardiaca. _1-\ ll' esa111e radio logi( ·o, l)crò praticamente questa osservazione. non .colla ... so co111p1leto o quasi di un poln1one , con l1a avuto applicazioni cliniche. · (o senza parlecipazio,n c· dell'altro. Tal e è il quaAp1)licazioni di insulina l)er via cutanea, lin'rlro d ella ·f0rn1a impro,·vi a. guale, 11asale e ' raginale furono t entate, n1a In c1uella lenta, lo s tabilirsi della cia11os.i si nl1,b an.donate. fa progres iva111ente e lenta111e11te, tal,"olta 'i'Valton o Basset ebbero, Sf}erimentalmente, ib·ile soltan1o quando i] ba111b·ino 1)iange . Quebuoni risultati n1etle11do nel duoder10 una solt1~la for111a è spc so l' Ì cono~ciuta soltanto inci7jon e di ins11lina in alcool o i11 soluzione sa1de11lalmente.. Jina. La L·erapia d ella for11i.a acuta ·c on s ist e 11elSalvio li e Co·rbinf i11 trodutSsero l 'insulina n el .l 'intmduzio·n e di un .ago n ella ca' ità pleurica, r etto di neonati e di bambini ed ·ebbero buoni .._·0n aspirazio11e d ell'aria ; co11 tale nletodo si 1 Ì$ultati. Invece n ei b·a n1bini più grandi i risono salvate niolte ,·ile. ~ella forJ11a lenta, si bu lt.uti furo no poco incoraggianti. faranno eventualmente i11alazio11i di ossigeno L'.~. fece de·l le rieer cl1e su cor1igli e. uomini o di .C0 2 e si da ran110 ~ Li1l1o]anti respirato ri. ed ebbe questi risultati . fil. Supposté di burro ·di cacao e insu.lina non hanno av·u to n.essuna azion e sull'uomo e sul Li' rinite difterica primitiva. coniglio alla doso di 150 l.) . p er l'uom.o e. 115 Il. J.J8.n1bolez (JJull. m éd., 2(5 J11aggio 19±0) l>el coni glio. L'.aggiunta di a cido proteggeva .l'icltiu111a l'.attenzio11e sull 'importa11za ancl1e el'azione delle St1pp-0ste di burro di cacao-insu:piden1iolo,gi.ic.a , che può a' ere la rinite difterilina. Nei conigli quest'azione protettiva si ave.c a pi:i1nitiv·a, cl1e può s1~esso es_s~re alJa h·ase ra colla saponina, che i11,~ece era ineffica ce per 1del contagio fa1nigliare, ~cola·stico, n eJle 111al'uon10. L'ag·giu1Jta di saponina a ·supposte di . ' , i11sulina co n ten,e n te a c i.di a umentava l,azione .ter111La, ecc. Si osserva 111 lutte le età, co·n predilezjo11·c per dell 'irrsulina anclle nell 'tJon:o. La $3ponina ui più 1)iccoJi. No·n è affatto rara nei n t">onali , sata fu quella bianca, perch.è si es.servarono 1ìn cui ·si 111a11ife::-ta senza roriz.a , ~enza febbre, fc:nomeni di en1olisi rolla saponina saponaria ·senza reazio11 c ga11gliare· o i11an ifestazione fn rin(c11e pel."Ò f)ùl' ·via oralr è innoct1ri). :gea; altre Yolte, illYeCe, Si ha una C'O riza è)(' llta , L' ;\7ione del]"inst1lin a ~on1 n1i11istrata per supposte hA inizio r<tpidi~ _ in10 , r:lg-giungendo il .con sr•olo unilaterale, gi8llo-''e rdas.tro, siero-

·è una rarità,

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IL

POLIC LI~ICO

n1aissi1nc do,p o 3·0--!0 ' . L 'azione è a 11cl1e di bre' 'e durata . Si p uò a un1entare 1'azio11c delle supposte o aumentando la dose di insuli11a o modificando solo l a qu.a ntità di acidb e di saponina lasciando invariata 1~insulina oppure anch e ' 'ariando la quantità di tutte . e tre l e so st.a11ze . Non 51 deve però superare una datç1. quantità di a ic ido o di · s·a p onina, al trio1enti ~i pro,·oc a110 irritazioni rettali . Una piccoln qua ntità di a11es{esi na n on 1nodifi ca l 'efficacia d elle su pposte. Wul1r1rtan11 .11el 1939 h a fatto d·eg·li espe rin1enti clinici ed ha trovato effi caci l e supposte , di in sulina. Una u11ità per supposte corrisponde· a l ,O unità i)er iniezione. Contr.aria111ente a quanto si poteYa su1)po1~re, le sup1Jo~te di insulina ha11110 azion.e prolungata fino a ot to ore. Ulteriori ricerche sono necessarie l)e r dare lln g iudizio suJl 'utilità pratica di que to in et odo n ella cura clel diabete. L. 1

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Istillazione intranretrale dell'o1·mone maschile nell'11omo. ' •

Le applicazioni locali d·e i diversi or1noni e sp ecialmente degli ort11oni sessuali presentano V811tag·gi fin qui poco n oti . S. M. Milco (Btlll. et J\11 ém,. de la. Soc. Rou1na.i1ie d'Ji n..clocriri ol ogie, ·dicembre 1939) ch e in una i1ota precedente si era occupato delle rr?.odificaz ioni dell o scroto in segu ito all 'app1ir:}.zione l ocale di testosterone (' olun1e e p i-g·n1e11Lazion.c .aumen lat:i dopo 10-20 n1mgr. d'ormone), riferisce n ellà nota presente i vantaggi ottenuti in 6 casi di i111potenz.a maschile di orig ine varia , co11 l 'introdu zion 0 del propionato di testostero11e per istillazi o•n e ·endouretrale nella doi&e di 2,5 mn1g· r. I risultati ot le1) uti , a d P.tta rlell 'A. , sarebbe ro stati sorpr ji1denti. In u11 &olo .caso, r1e~un effetto: l'A. spiega l 'insuc.c essv col fatto che il inalalo, acron1eg·alico e diahelico, aveYa allerazioni troficl1e d1e gli orga11i g·crLitali Lali da , din1i1tuirne 11ote\ ol111e11te la recettività verso l'or11101t-0 . L'orn1one verrel)be assorb·i to dalla i11ucosa uretral e stcs~a . 1\11cl1e l a cura d ell ' iper t'rofia prostatica potrebbe e.gu<il1nente beneficiare della via inlra uretrale. Si otte rTebbero così buoni risulLnti ed effetti p iù co1npleti con dosi molto n1i11ori di quelle sino ad ora t1sate · per ' ria. en·d o111t1sco lare . M. RAsTELLI. 1

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A.trofi.a muscolare locale da iniezioni di insulina. È ·noto cl1e le iniezio11i 'di inisuliria posso110 l)l'O' 'ocare delle li1)Qdistrofie. In un ban1bi110 diabetico cw ·ato co11 i11 s ulina . fin clal 1925, E'. · Cinlra lo Prado e F. ~_,i gliolir1i ( f( l i11. Woche11~cli r ., 1° ·g·i ugno 1940) o~se r,-arono. 6 rr1esi dopo iniezione g iornalie ra di 10 unità d-i in~u­ lina, ~ una atrofia lqcalizzata dei nlusr oli cl1 e accon1pagna,-a l111a lipodistrofin in alr t1nc re1

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[ANNO XL, -11,

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g·ioni inie ltatc . I. r11uscoli deltoide e g·lute-0 medio, atrofizzali , davano reazio11e degen eratiya: i1 el res to d ella muscolatura reazioni elettric l1er1ormali . All'e.p oca in cui risalgP,no queste a lterazioni (192G) la i)repa razione della in~ ulina era molto più d e ficiente. I fenor11f> ni di aLroifia sono for ... e dovuti al triere ·ol o aggiunto alla insulina a scopo di ~ . • con1s ervaz1one. . p.

VARIA Gli antropoidi. j\J. l\'Iathis - (I>resSie niéd. , 12 marzo 1.940)· · f.c,rnisce a l cune ir1teressanti no tizie sul caratt f:re e su \'arie parti(;o]arità fisiologich e di alcun e scimmie su1>eriori, SJ)ecialrner1te d ello$Cimpan vè. Si è sern1)r e presi da u n a certa e1D'LOZione a conten111la re lo ~g· uard0 di questi esseri, in cui sen1b·ra di po i er affen·are un barlu1rte di coscienza. ì\Iale si rie...,ce •a trattarli con i11aniere b1r usche e violent e , ta t1 to più percl1 è dotati di enorn1e forza li ruscolare e ciò a· differe"nza delle sti1n n1ie iraferiori, ch e so110.1)rese da un terrore ch e le ii.nrnobilizza. 111\·ece, tutto si può otLenere con i n1·e todi di clolcezza e co11 l e ca rezze. L' A. ha tenuto per· . pa reccl1i mesi uno ~cimpanzè cl1e ·anda, 1a spontanea1nente a sedersi sulla tavola ope1·atoria e· · tc=-ndcva il braccio per il salas!"o , spingendo· ]a cornprensione· sino a tamponarsi con u11 bioccolo di cotone ir11bè' llto di a lcool . Lo at-tendeva, dopo, co111e ricon11)ensa una sigaret-t a, ch e esso acceri(leva da sè e fumava gra,,er11f.nte; i)erò quando ·gli ca de' a addosso la ce-· nere, faceva un balzo ~ g·ettava il mozz~cone. ·~e nza aver mai potuto capire il rapporto fra laL sigaretta .accesa e la .cen ere cl1e l o sco ttava .. Il i11eto·do di d olcezza vale a11cl1 e ·per i gorilla .. di c ui no11 si possono calturarc gli adulti, mai solo i piccini di -1:-5 an11i ; per poterli allè-vare, occorrono delle c ure rnal erne, altrin1enti. n1uoiono e, sernbra, di trist ezza. .· - Il ciclo niestraal e de.gli a11tropoidi 11a g·Ii. stessi caratteri ch e i1ella do1111a; fatto curioso· è che aun1entano, durar1te i i11e . . trui, il volu-· 1l1e e Ja colorazione della 1"€gione circum.g enil~Ie , ch e forse ridesla la co11cu1)iscen za. del rnascl1io . La rnedia degli inl er·valli n1estruàl i1 t.· di 35 g iorni per l o ci111pa11zè; nell'uran.g·-· \J lan, si sono osservali 3 cicli di 29, 58 e 59-1 g i·orni; può darsi cl1e lo stato di catti\rità in-fJ uisca 1.5ulla durata. · La durata della gestazione ..è stata O$Servata.1 di 255 g·io r11i al r11eno, 1)er l 'uran g- uta11 e di 245 lJer la sc i1111Janzè; per quest' t1ltima, il par- · t o è stato faciJ e. 1r1.a accon1pa•grtato da en1orra~ri.a . Il peso d el n èonato è n ot e' olmiente inferiore- a qt1ello dell ' uomo, poir l1è per lo scim11anzè h a varia lo d a kg. 18'0u a 2500, n1entreJa fen1n1ina h a un pe~o di 30-60 kg·. La c re~cenza è pit1 l Loslo l cn ta. fil. • 1


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N U l\I.

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S EZIONE PRATICA

NELLA VITA. PROFESSI ON·A L E. •

AMMINISTRAZIONE .SANITARIA. ltadnno degli Ispettori De:rmosiftlograft inter· provinciali • Pro:ft.la.ssi delle màlattie veneree. Il Minist ero clell 'lnterno (Dire~ ione gen. Sanità pubblica) ha diramato ai Prefetti ed al Govern atore di Rom a la segu ente circolare n. 70, in d{lta 24 giugno 1940-XVIII: Nel racluno degli Ispettori Dermosifilografi 1e.nut o i)resso ques la Direzione Genera~e ~ella .sanit à Pubblica il 15 c. m. sono stati d1 scu s i e j)r ecisa ti ·vari argom e11 li riflettenti i .servizi n11ti' cn er ei . Se n e co111un ica110 le conclusioni alle EE. V\". l)er oppor luna norma nelle det ermi11az io11i da aòo ltare: 1 1 Per l 'impianto, la sist em azione ed il fu11 zio11a111c11to delle case di t olleranza, dei dispei1 ari e clei rep erli der1noven er ei occorre a lten er si alle circolari n . 45, 46 e 53 del corrente anno . 2) Xella tru·jffa ch e la P . ,S. approva su cia~cuna casa di t olleran za sia compreso il co lo ciel preservativo e tubetto della pomata profilatticn, onde o tten ere ch e tutti n e facciano u so . :3 ) Jler ol le11cr e il libretto sanitario , le pro lit lit e devo11 0 ossere visitate, con esito n egatjvo, per forme a l live contagianti ' di tbc. , pocl1i gior11i prima n el disp en sario antitubercolare; nel quale devono tornare per visite periodich e sei11e.. trali, facendo .annotare j I risultato sul librelt o ~a 11il ario. 4 ) J..c eYen t u ali

degenze per la cura della scabbia e <lelle micosi non sono a carico del1o t ato. 5J Occorre pre.ci are ben e i compiti delle assi~ len lj sa11i tarie Yi ~itatrici presso i dispen sari der 1n0Yen er ei. Esse <levano sYolgere azion e domiciliare cauta ed in lelligente per sollecitare .alle cure 11ecessarie i m alati negligenti e già diagnosti cati n el dispe11sario e quelli che, per essere a conta lto di mala ti, essa dubita che siano t ali. Le <tssis tenti sanitarie, pt1r con un contegno ·di superiore moralità, devono diventare confidenti clei n1alali , 011de aiut arli a superare le éLifficoltà ch e ~ i frapJ)Ongono all 'espletamento delle cure. 6 ) Di r~gol a ~li ispettori fanno le visite di controllo alla presenza del san~tario addett.o . al serYizio, ch e deve essere preavvisa lo ; t ale v1sila deve essere impront{lta a cordiale , superiore collaborazione e t endere a perfezionare le con oscen ze <lel m edico e a miglioraré, sia la organizzazione rlei servizi rig uardanti le cas~ di toller an za, i <lisp en sari ed i reparti ospedalie.ri, . sia ~a ca ~a: cità diag11ostica e t erapeutica dei s1i1goli m edici aclcletti é:i servizi; n el caso che l 'Ispe ttor e n oti . r.he t1 n m edico ollre a non possedere le n ecessarie capacità, ~on ha le qualità per migliorare, lle propon e l a sos tituzion e . . 7) Ogni a11no l 'Ispettore dermosifilografo, <l '1n tesa con le tP refetture della sua zona e con la collaborazion e rlel direttore del r eparto der111~ ­ ve11er eo dcl capoluogo e, dove è possibile,. del .L1 tolare della R. Clinica Dermosifilopatica, organiz: za brevi cor si di aggiornam ento per i sanitar1 destii1ati ai servizi antivenerei. Il prograr11ma di tali ~ corsi ed i~ relativo pian o finanziarjo devono essere approvati dal ~·fini stero.

. 8) _\ e i dispen sari antiYen er ei e nei r eparti per • Yen erei, i inalati devono esser e m essi al corrente co11 tatto e forza persuasiva dei danni delle malattie veneree trascura le. 9)-llJ omissis. • Pel Ministro: G.· PETRAGNANI ..

Campagne àntitubercolari • Ricovero iscritti alla G. I. L. non abbienti. I_l ~Ii11.istero dell '111 lerno (direzione gen. Sanità j)ubblica) ha diram anto alle a\ltorità interessa le la segu ente circolare n . 71 jn data 25 giug 110 1940-XVIII:

Risul la al ~linistero ch e tal un i Consorzi prov. nntilubercolari avrebbero adotta to il. criterio di esclud ere · dal ben eficio del ricoYero sa11a loriale sui prove11ti del ricavato dalle Can1pagn e antitubercolari gli iscritti alla G.I.L. .p overi, dando così una i11terpret azione del tulto . arbitraria e r estritLiva all a dizione u sata dal Mini t ero - iscritti alla G.l.L. r1. on abbienti n elle circolari 25 tnarzo 1939, n. 20300.20/ 63404 éIX Campagna an, li lubcrcolare) e del 3 febbraio 1940 n. 20300.20f'0253 (X Campagna Antitubercolare). . Al riguardo,, si prcga110 ]e VV . EE. ~1 far presente ai ·C onsorzi prov . .ai1titubercolar1 che, seco11do la comune i11lerpretazio11e, ~a dizione « non abbien Li » , - adottatJ an ch e dall ,art. 81 del R . D. 30 settembre 1938 n. 1631 - deve intendersi comprcn siYa sia degli infermi p oYeri, sia di <Jl;lelli ch e pur I1on essendo munjti del certificato di pov'ertà, n on hanno la posi:-ibil!tà! pe~ le loro condizioni economich e e di famiglia, di sostenere le spese di ricovero . Si attend e ecc. P el Ministro: B u F FARINI.

Militari affetti da. tubercolosi. Il ~[inistero dell'Interno (Direzione gen . Sani1à l)UlJblica) ha diramato all~ autorità inter~ss at~ La seg·11ente circolaz. n. 72 ,in data 26 giugno 1940-X'' lII: . . Vierie segnalato dal Minist ero della Gue~r~ c~e i provvedimenti dispos1i 1n confroi1to degli iscritti di leva e dei militari, p er i quali è stata pronunziata la riforma dal servj zio con diagnosi di tul1ercolosi ven O'ono atluati con lentezza tale da ost acolare '1a di~issione dagli Ospedali militari degli infermi ~ lessi. . . Si ricorda, p er ciò, c}:l.e le segnalazion! eh~. pe~ .. Yen gono alle Prefetture dagli O pedali milit ar~ , circa i predetti rifor1nati debbon o esser e co~un1 .cate, con la possibile urgenza , ai Con sorzi provinciali antituber colari , vigilando che, con eguale J1rOD lezza, essi adottino i pro~vedimen!i Q~ COID})C le11za, specie f>er quanto r1guarcla ll ricovero in adatti istituti di cura. La tempestività di tale provvedimentò assume 11articol are importanza n ell 'attuale momento. . PreO'asi comunicare qt1an lo sopra ai Con sorzi 0 ]lrov. antitubercolari, chiedendo formale assicur azione di esatto adempimento. P el Afinistr o: •

B UFFARINI .

I


«

1206

IL POLICLIN ICO n

Consorzi provinciali antit11bercolari • Forniture medicinali. •

Il Ministero deJl 'ù1terno (Direzione g·e11. Sanità pv.bblica) ha diramato alle autorità in teressate la segue11te circolare n. 74, in data 4 lu glio 1940-XVIII: Viene segnalato dal Sinòaca lo. Naz. F ascista dei Farmacisti che quasi tutti i Con orzi 1P rovinciali antitubercolari si fornirebbero direttamente presso produttori e grossisti, di medicinali e di' altre specialità per la - di-s tribuzione gratuita ai propri assistiti in contrasto alle norme sancite all 'art. 46 del R. D. 31) sette,1 nbre 1938 n. 1706, che approva il r egolamento ~r il servizio farmaceutico. La somministrazione gratuita dei medicinali ai poveri non com}'.>t3te ai Consorzi prov. antitubercolari, ma ai co111uni di domicilio di soccorso o a locali istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza , a Il orma dell 'art. 91 H. 3o del T. L . della Legge Comunale e provin ciale e dell 'art . 55 del T. U. d elle Lcgg·i Sanitarie. Anche per l 'acguis-to di medicinali per gli u si interni dei dispensari ,. occorre atlenersi alla tassativa · çlisposizione d el su ccitato articolo 46 del R. D. 30 settembre 1938 11 . 1706. Si attende ec('. Pel 1Ylinistro: BuFFARINI.

Gli esami di libera docenza della sessione 194:0 • sospesi. Con ordinanza; in data 5 corrente, il ~1iiristro dell 'E~ucazione Nazi~naJe ha disposto ch e, fefrrti restando i termini del 30 g iugno e del 31 luglio 1940-XVIII per la presentazion e delle domande da parte degli aspiranti,. le ulteriori operazioni d 'esame. per abilitazione alla libera docenza della sessione 1940 sono sospese. Tali operazioni saranno riprese a decorrere dal termine che sarà stabilito con successiva ordinanza, la quale determi11erà altresì il tern1ine entro il quale i candidati dovranno inviare le loro pubblicazioni e il loro curriculum aì Commissari d 'esame e al Ministe ro. Il num ero delle abilitazioni fissato per ogni materia nel prospetto annesso all 'ordinanza del 1° marzo 1940-XVIII resta vinéolato a favore dei candidati cl1e hanno presentato la domanda entro il 30 giugno 1S40-XVIII o la presenteranno nei casi consentiti, entro il 31 luglio 1940-XVIII. • I

I

Cronaca del movimento corporativo. I

Per gli orfani dei medici caduti in guerra.

Si è riunito a Ro1na il Comitato nazionale di assistenza degli ·orfani dei medici morti in guerra. Ha approvato la relazione morale e finanziaria, dalla quale risulta che esso, creato nel 1924, ha assistito 103 orfani di medici caduti nella grande guerra e nelle guerre di Etiop.i a e di Spagna. Per questa assistenza i1 Comitato ha speso fino al 1939 la somma di L. 896.355,45. Il Comitato ha assegnato 29 borse di studio e 19 su ssidi, per l 'importo totale di L. 63.300. •

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XLVII,

NUM.

2&']

Il Co1ni lato si è ancl1e occt1pato di questioni ,·arie i11ere11ti alla situazione nella ql1ale potreb])ero Yenire a trovarsi , in conseguenza delle tuali contingenze, fa111iglie di inedici bisoonose ~li aiuto . ed l1a stabilito di riprendere ù1 ~nn:ìe 11 problen1a supito dO])O }a YÌ ttoriosa concfusio11e della ·no lra guerra .

at-

CONCORSI. Po~ti

vacanti.

Ospedarle Civile S. Salvatore. - Il concorso a n1edico primario, con scadenza 15 agosto, Yicne prorogato fino a nuovo avviso. PESARO.

Concorsi a premi.

P1·emio cc Giulio Alessanclri1ii »

bandito il concorso ad un pre1nio cc Giulio A:Ics .. andrini » ~i L. 3600, presso il Co11siglio Nazionale delle Ricerche, da assegnare a lat1reati in n1edicina uman11 e veterinaria, per un lavoro dì parassitologia. Scadenza: 31 dice111bre 1940-XIX. Don1ande alla Segreteria Generale del Co11siglio '1\azio11ale delle Ric0rcl1e, })iazzale delle Scienze. Ron1a. È

NOTIZIE DIVERSE I

Congressi e convegni.

INSEGNAMENTO SUPERIORE

[ANNO

-

La iaa riunione della Società tedesca per lo s ludio della circolazione d el sa11gue si è tenuta dal 7 al 9 n1aggio in Wiesbaden. Il resoconto dei lavori è pubblicato i11 Zeitschrift fiir Kreislaufforschu11g (a. 32, 11. 12, pp. 424-435); si può richiederne un estratto al seg·retario generale pr-0f. I. Schleicher, Residenstr. 32, Dresden.Blanse,vitz , . Germa11ia. La 53a riunion e d ella Società oftal111ologica ted esca ·si terrà i.I 6 e il 1 agosto a Dresda, nei locali del Museo d'Igien e, sotto la presjdenza del prof. Lohlein di Berlino; segre tario generale è il prof . Engelkiihn di Heidelberg. I.a Sezione Sicula d ell a Società Italiana di Der1natologia e Sifilografia si adunò il 3 marzo, nella Clinica dermosifilopatica d ella R. Università di Catania, sotto la direzione del prof. Franco ·F larer ,. assjstito dal segretario prof. G. B. Cottini. ' Tennero svolte 16 .cODìltnicazioni.

Corsi di perfezionamento. L '« Accademia viennese per il perfezionamento' n1edico » ha organizzato i seguenti corsi açcelerati : uno dal 26 al 28 settembre sul tema: « Mal attie allergiche e asma bronchiale », in Bad Glei~ chenberg, Steienn1arck; la 2a settima11a medica vienr1ese dal 14 al 19 otto~)re, sulle « Nuove vie terapeutiche n. Per i programmi rivolgersi a: Sekretariat der Wiener Akadémie fiir arztliche Fortl)ildung, Alserstrasse 3, \i\'i.c11 IX/71 , Germania: s 'inYia110 gratuitan1ente. ·

Notizie sanitarie di guerra. Tenuto conto delle eccezionali esig·enze del presente momento, tutti indistintamente gli _ufficiali attualmente in aspettativa per inferrp.ità temporanee provenienti o no da cau se di servizio. vengono

..


i.

[_~~No

XLVII,

N17~I.

25']

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1267

SEZION,E PRATI€A

sot lopos ti a nuoYo ac~er tam·en Lo anit a rio da parte clella C.O.M. per stabilire se essi 1>0 seggano o n1eno l 'idoneità per irupieg·hi limitati o condizionati.

Il Re imperatore 11a visitalo, il 12 giugno, a ~forino, i feriti cli g·uerra ri.coverati i1 ell 'Ospedale d ella Moli11et te; qui11dici giorni prima essi erano circq seicento, lna si erano Yenuti ridu~en­ do a non più della metà, i11 ql1anto gli altri erano stati dimessi guariti. 1P articolare affettuosa altenzione il Sovrano l1a rivolto ai mutilati e agli invalidi. Nella s tessa giornn la, il Duca di Pi 'loia l1a compiuto una visita ai feriti di guerra ricoverati, a Torino, nell 'Ospedale lVIaurizia110 .

Seconclo notizie SYe<lesi, in segui lo a co11Y~n­ zione con le autorità p1ilitari t edesche, i feriti graYi di guerra Yengo110 inviali in Germania. I prin1i inYiati , il 21 giugno,. furono in nun1cro di dieci. 11 ricovero si effe llua nelle Cliniche uniYersitarie di Greinfs,vald; il trattamento e il 111antenin1ento so,n o del tutto gratuiti. Una circolare· del i\ilinistero de11 'Interno del Reich stabilisce che la pomata per l a difesa de- ' gli occhi contro i gas cli guerra debba essere così con1posta: bo~ace g. 1, bicarbonato sodico g. 10, vaselina bianca g·. 80, acqua g. 10; la pomata deYe essere allestita dai farmacisti, for11ila diretlame11te ai richieden li secondo i bisogni e conservata in barattoli di porcellana ben ~l1iusi. ·

R giunta .notizia da i\iiahon

(~1inorca)

,\ Pisa, nell 'Osj:>eclale di Santa Chiara, sono stati ricoverati 35 feriti di g·uerra. Supito dopo l 'arrivo. l '11 luglio, ha11no riceYuto l 'inas:ne~tata quanto gradila Yisita della Regina I1nperatriée, che si è recata i11 tulli i reparli OYC er ano ricoYera tj i feriti.

che un aeroplano italia110 è atterrato in quel campo di aviazione, con sei uomini di equipaggio due dej quali graYemente feriti; questi sono stati ricoYerati nell "ospedal.e de.Jl 'isola, amorosamente assistiti dai medici spagnoli.

La Principessa di Pie111onte, Ispe ttrice Nazionale delle Infermjere della Croce Ro Sél., ha visitato i feriti di guerra ricoverati all'Ospedale Militare del Celio in Roma.

Un soldato tedesco prigioniero in Ingl1ilterra ha critto ai suoi pare11ti in Germa11ia una lettera, passata fra le maglie della censura, ove vi cl ice ch e egli venne imbarcalo su di un trasporto inglese protetto da una grande bandiera della Croce Rossa, quantunque stipato di truppe regolari britanniche. La stampa germanica rileva, al riguardo, con1e la Gran Bretagna abbia abus·a to di simili mezzi per ritirare le· Sl1e truppe dalla Francia durante la grande bat Laglia delle Fiandre.

J. . a 1Principessa di Piemonte 11a eseguito, l '11 luglio, un 'ispezione agl 'impianti ospedalieri di ~erugia; dopo aver visitat-0 la ede della Croce Rossa, $i è recata al Policlinico. Gli sviluppi della guerra hanno determinato in Germanja la 11e.cessità di mol1i nuovi pos ti-letto· ospedalieri. Il Municipio di Monaco l1a, quindi , istituito 4 ospedali ussidiari, capaci di 120, di 370, di 400 e di 380-400 posti. Si è organizzata in Germania un 'Opera per la casa del solflato·. cliretla dalla con1n1issarif\ delle donne d el Reicl1, Scholtz-Klinik, e dal commissario dei medici del Reich, dot t. Con ti .

A Berlino si è organizzato l 'Ospedale Militare di Riserva III, destinato ai mutilati gravi, in primo luogo agli amputati, che verranno rieducati alla vita produttiva , c-0n tutti i 1nezzi disponibili. Oltre al Reparlo chirurgjco-ortopedico, l 'Ospedale comprende una Sezione di orienta1nento professionale, scuole per rjeducazione alla pre~e ­ dente· professione o per l 'educazione ad una nuova professione e laboratori a11nessi . L )Ospedale di Riserva III riprende le tradizioni dell 'Ospedale di Riserva B,. organizzato a Monaco di BaYiera r\el 1938 per I 'assistenza pratica agli inYalidi di guerra. .

A Francoforte sul Meno è stata organizzata una Scuola professionale per feriti di guerra, u tilizzando la scuola prqfessior1ale preesistente; la metà della scuola è trasformata in. ospedale, con apparati e attrezzi per ginnastica medica, per 1nassaggi ec,c. ,Sono ricoverati feriti e amputati per i quali è necessaria una rieducazione o un cambiamento di a tlività professio11ale. La scuola è diretta dal prof. Wiesenmiiller, che già dopo .la precedente guerra nlondiale ebl)e ad esplicare un.'attività analoga. •

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Il D . N. B. .infor1na da Berlino, ~he l'll luglio t1n idrovolante tedesco era partito per portare aiuto al! 'equipaggio di un apparecchio germa11ico cadutL nel C'a nale · della Manica. Per quanto l 'appareccl1io tedesco di soccorso recasse i seg11i <lella Croce Rossa,. in base alle regole internazionali e alla Convenzione di Ginevra, un aeropla110 inglese del tipo « Bristol-Blenheim » lo attaccò, dann eggiandone t1n motore e costri]\lgendolo scendere in mare. L 'eqt1ipaggio dell 'idro germanico dovette far uso dei battelli di sal-rataggio, mentre per 4 volte l 'assalitore continuò ad attaccare l'equipaggio di soccorso, Solo dopb 23 ·ore di drammatica lotta co11tro i] Yento e le onde gli aviatori Jede$chi riuscirono a porsi in alYo. 1

Un po' dovunque. La Fiera di Lipsia si svolgerà, dal 25 al 29 agosto, 11ei 2·4 palazzi fieristici al centro della ciltà; documenterà al mondo, con i suoi 6000 espositori, come in questo periodo, così drammatico e riéco di avvenim~nti, la Germania di Hiller e l 'Italia di Mussolini conservino il loro volto serenp ed operoso. Vi avranno parte,. come di consueto le industrie sanitarie. Rivolgersi al commissario onorario generale per I 'Ita lia, comm. Franz Mohwinekal, via Quadronno 9, -Milano. La « Re·vue médicale de la Suisse romande» h a dedicato un fascicolo doppio (nn. 7-8 , del 10 e 25 g il.1g·110 1940) al prof. Louis Michaud, cliuico-


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1268

H

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POLICLI~lCO n

n1edico cli Losanna, che 11a compiuto il suo 60o , co1npl eanno. Il fascicolo, di oltre 250 pagine, conlie11e 29 lavori di s tudiosi svizzeri e stranieri. '

È i11 via di organizzazione l'Università di 1Posen. In primo tempo '\CÌ si terranno . solo confe-

re11ze, da })arte di studiosi del posto e invitati. . . Il 21 aprile, prirna fes la del lavoro della nuova _.\lba11ia fascista,. lo Stato albanese con una legge che è a11che un atto politico di fondamentale j111portanza stabilisce I 'obbligatorietà, per tulti i lavoratori industriali, dell'assicurazione contro g l 'infortuni sul lavoro. I

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•'

A Cerignola (Fog·gia) si era accertata la morte del bambino Michele Bergese, che stava per esere trasportato al cimitero, quando egli è rinYenuto · tra lo stupore e la gioia degli asta11ti. Nel Giappone,. per promuovere I ''assi stenza all 'infanzia, si è deliberato di organiziare 300 stazioni di con sultazione, c ui saranno addette infermiere e leYatrici specialmente praparate nel dare consigli sull 'allevamento.

_______

..._

..

...., ,

·È dececlulo in · Arona il prof. CESARE MERLEJ.'TJ , •

che fu direttore d ell 'l slituto di Maternità e della /Scuola Ostetrica di Ferrara. Aveva elarg·ito somme ingenti alle istituzioni di questa città. Lascia numerose e apprezzate pubblicazioni. È morto a Zurigo,' in età di 72 a nni, il prof.

l\1Ax CLoETTA, che diresse a lungo quell 'Istituto di farmacologia. :È deceduto a ~Iilane il presidente degli

Istituti- ospedalieri, gr. uff. avv. MASSIMO DALLA PORTA, il cui nome rimarrà legato al grandioso Osped'ale del Perdono, alle , opere di bonifica del patrimonio ospedaliero, in particolare alle case rurali, e al riorcli namento dei servizi ospedalieri della metropoli lo1nbarda :

l .~NNO

XL VII, NUl\>l. 2&']

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA Rif: 1\[ed., 9 n1ar. - C. RoNconoN1 e A. CASACCI. J-lapporti fra si stema diencefalo-ipofisario e liroide. - A. PETERFFY' PETERSON e P. BnuN1. Cateterismo <lei dotti eiaculatori . · Pathologi.ca, 15 mar. - .G. B1N1 e A. PARVIS. Linfogranulomatosi inlest. primitiva. - L. LAERVIx. I blastomi epiteliali fino a 30 an11i. . 'Proc. R. Soc. Med., mar. - F. GoLLA e al. Convulsioni prodotte el ettricam. - C. A. GREEN e al. Il trattamento del reumatismo acut.o con siero di convalesce11ti . Paris Mécl. , 30 r11ar. Sifilide e m zJattie V€11eree. Cl. A/ed. It., gen.-feb . - G. BRUNI~ Mielosi eritre 1nica. - G. PosITANo. Sindrome pellagroide in r aso cli .colite an1ebica. Brtzxelles-!Yiéd., 24 mar. - FRIBURG, BLANC. M~­ larioterapia e studio della m alaria. ljass . di Cl. e- Tee., gen.-feb. - G. PIERMATTEJ. Malaria cron. e surrenas~. - V. DELFit..~o. Una diciplina italiana: l a medici11a d el lavoro. Gazz. d. Osp. e d. Cl., 10-17 mar. - R. CAsA~ZA. Le tre lipfogranulo1natosi della moderna dermatologia . Ri1i.asc. Aled., 31 n1ar. - G . GEJ.~OVESE. Urticarie 11ella malaria dei bambini. Deut. :Nied. Woch., 5 apr. ·- ,ScHEUINERK. Bilancio Yitan1inico . Gior11. r1e Cl . .t\ifed. ; 20 mar. - A. BOLOGNA. Glicoscialia in soggetti normali e diabetici. D. CTBOLDI. Il pH urinario n ei cardiopazienti . Journ . .A. 'NI. A., 16 mar. - W. L. WJJ1THEMORE e al. St1lfaJ)iridina. - A. · OcHl\IER e M. C. Sl\1rra. l~a Yitam. B1 nelle ulcere varicose. I . S . WEcHsLER. La vitam. E nella sclerosi later. armiotr. A 1'ch. balkmn. de Méd. ecc., gen.-111ar. - A. LB1\IIBRl\E. Setticemia da anaerobi. S. VERAS. Fa-

.

\lSIDO.

Arch. intern. Med . , mar. - J. D. K1RSHBAU1\f. Epatite tossica. E. F. RosENBERG. Il cervello n ell 'ipertens. maligna. - H. J. Hox1E e C. B. CoGGIN. Infarto renale. ... Bull . Ac. de Méd., 5 e 12 mar. - CHAMPIG e a1. Compito della carenza B n ella congel az. dei })iedi.

Indice alfa·betico per materie

...

A 7 n1nin.istraizione sanitaria Pag. 1266 ' Antropoidi . . . . . . . . )) 1263 Bipliografia . . . . . . . . )) , 1257 Epilessia : diagno i e cura . . )) 1252 Esofago: malformazioni congenite n 1259 FERRAUJN[ 'M. . . . . . . . . . . )) 1258 Glomerulo-nefrile diffusa 1acuta reun1ati.ca: si può . parlare di - ? . . )) 1245 Immaluri: follico\linoterauia a d alte • closi . . . . . . . . . ·. . . . . . )) 1235 Insulina: supposte d )) 1263 Insulina per iniezioni, causa di atrofia muscol. locale . . .. . . )) 1264 Leucemici : ricercl1e . . . .. . . )) 1259 )) 1256 l\'euromielosi beriberica . . 1 -

Diritti di proprietà riservati.

autorizzazione scritta daUa redazione. t

••

Ne'VTalgia d el trige n1ino : cura cliaceialorachidiana . . . . . . . . . . . J?ag. 1260 Ormone maschile per istillazio11e in)) • 1264 trauretrale . . · · · . . . . · . . . )) 1263 Pneumotorace spo11taneo dei neo11ali . )) 1260 Rarhice'ntesi curativa: meccani sn10 . . )) 1263 Rioile difterica 1)ri1nitiva . .... . )) 1259 Sclerodermia: « n1orbo di CurziQ )) )) 1260 . Sinistrosi: modalità d 'indennizzo )) 1260 Sinistrosi: patologia cc sovventigena » Sple nomegalia trombopebitic a: sindro)) 1259 me pseudobantiana . . . . .. . )) 1251 Traumi cerebrali: postumi .. )) 1233 « Via » endocrina • • • • • •

Non è consentita la ristampa di lavori f>ubblicatj nel Policlinlco se non in seguito Wtata la f>ubblka,tione di sunti di essi senza citarne la fonte·. L'EDrroRB

A. Pozzi, resp.

C. FRUG0N1, Red. capo. lloma, Stab. Tip. Armani di M Co11rrier


Roma, 29 Luglio 194:0- XVIII '

VOLUME XLVII

Num. 30

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

'

.

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e . FRANCESCO DURANTE •

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PREZZO

D'ABBONAMENTO

Singoli : (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale) (1-a) ALLA SOLA SEZION E MEDICA (m ensile) . (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (m ensile)

PRATICA .

CESARE FRUGONI ANNUO

AL

Clinico Medieo di Roma

« POLICLINICO »

Cumulativi: L. 80 L. 125 (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e medica) . . L. 60 - L. 70 (3) ALLE DUE SEZIONI (pratica e chirurgica) L. 60- L. 70 (4) ALLE TRE SEZIONI (prat., med. e chir.)

Italia

Estero

Un numero separato della SEZIONE MEDICA o della GBIRURGICA

L~

IL

PER

1940

I talia Estero L. 125 L. 180 L. 125 L. 180 L. 165 L. 220

I I

6; della PRATICA L. 4,00

. - L'Importo dell'abbonamento, che può essere inviato con Vaglia Postale oChèque Bancario. può anche essere versato, senza tassa, nel Conto I Corrente Postale N. 1/5945 dell'editore L. Pozzi, Roma. Se dovuto riscuotere contro Tratta Postale dell1Amministrazione, questa com porta l'aumento di L. s.

SOMMARIO. Lavori ~riginali : P . Frag-0la: La cura s ulfamidica della con·giunti'Vite blenorra;gi-0a. Note e contributi : M. Prati: Rilievi clinico-statistici su 192 ferite pleuro.-polmonari. Tecnica medica : E. Becher : Metodi semplici per l'accertamento dellins ufficienza renale . Sunti e rassegne : TERAPIA : P. Fildes : Uno sguardo razionale alla ricerca in chemioterapia. G. Mara.n'°n : Indicazioni e contrindi'Cazioni degli ormoni genitali. C!_nni bibliografici. - Notizie biblie>grafiche. Appunti per il medico pratico: CASIS'J.'ICA E TERAPIA: Sindrome di L-Oeffler (pleuro-fJ)neUllilopatia esonofi-

-

lica). - La cura d·e lla bronchiec.t asia. - Tubercolosi e vitamina c. - MEDICINA SCIF!NTIFICA: Del significato dei bacilli tubercolari dimostr~bili nei noduli· di eritema n'Odoso. - LABORATORIO: L 'esame i stologico dello striscio 1a-ginale per la diagnosi di aborto ineompleto. MEDICINA SOCIALE : Il problema della lotta antimalarica in Africa Orientale Italiana. - VARIA. - FORMULARIO; Nel linfatismo. Nella vita professionale : Insegn~mento superiore . Cronaca del movi·n 1ento corp-0.rativo. - Concor si. Nomine, promozioni ed onorificenze. N•o tizie diverse. Indice alfabetico per materie.

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ORIGINALI

I R.

lsTITUTo DI CLINICA DELLA

R.

OcuL1sr1cA

UNIVERSITÀ. DI

Direttore·: Prof.

Y.

ROMA.

CAVARA.

· La cura sulfamidica della congiuntivite blenorragica. Dott. PIETRO 1FRAG6LA, assist. volontario. Da quando Don1agk nel 1 H35 dimostrò sperimental1nente il potere éùltistreptocoqcico della sulfamido·-crisoidina (Pronto&il rosso con le sue classich e esperienze sui opi , sono passati ar,ypona quattro an11i, m a già la nuova terapia è ~tata sperin1e.n tata n.elle· più varie malattie infettive e notevoli sono state le sue· applicazioni cliniche. Infatti l ' uso dei composti organici dello zolfo, para-an1ino-fenilsulfamide e suoi derivati, si .è esteso con ottimi effetti dalle affezioni streptococcich e, quali la eresipela, la sca:r)attina, le angine, le· jnfezioni puerperali, alle infezioni gonococcich e·, alla menin1 ),

gitei cer ebro-spinale, epidemica, alle brucellosi e·d a m ·o lte altre infezioni. I risultati ottenuti con questi com.p osti n·el caro.p o clii;iico e· sperimentale auto·r izzano a parlare di una ch emioterapia delle malattie infettive determir.ate d11i su·ddetti agenti microbici ed ogni g iorno nuove ed interessanti ricerche tentano di allargare sempre più ia cerchia d elle applicazioni dei sulfamidici. Anche· nel campo oftalmologico i · derivati organici dello zolfo sono stati oggetto di studi e di ricerch e e la letteratura relativa, per quanto sia ·di data recentissima - infatti i primi lavori al riguardo so110 apparsi solo nel 1937 è g ià notevole e assai dirnostrativa. Ne1lla recente comunicazione di Cavara al Con gresso d ella Società Oftalmologica Italiana i11 'F irenze sono appunto riassunti quelli che possian10 cl1iamare i p rincipi informatori della 1111ova terapia e la loro applicazione nella pratica oculistica in base ai risultati delle ricerche sino .a·d ora espleta~e. 1\ila certan1enle inolto cora c'è da .attendersi in questo can1po, tanto 1

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1270

(

[AxNo XL \'Il, Nu~r. 30]

« J;L, POLICLINICO »

più se !Si pensi ch e i ricercatori hanno approfo11dito solo alcuni · aspetti dell 'importante IJrobJen1a terapeutico. Per quanto riguarda le aff.ezioni oculari di natura streptococcica la letteratura è ancora se.a rsa. Swigert, Guyton e qualche ~ltro ha11no riferito !gli ottimi Tisultati ottenuti in qual cl1e caso ·d'infezione flen1monos•a streptococcica d1eille ·p alpebre del globo ocular6 e dell'orbita. IBusacc.a si ·è avuto a lodare d ella terapia ~ulfami­ dica nelle dacTiocistiti flemmonose. Anche noi n.ella R. Clin.ica di Ron1a abbiarrto· t1 attato co·n la sulfan1ide· parecchi casi di flemrnone ·del sacco lacrimale con risultati molto b11oni: bastarono in gen·er.ale 3-6 gior11i di cura per otte~ nere la ren1issione- dei fatti acuti ed evitare, quando si era ancora in terr1po, la fuoriuscita di pus dalla cute. Così pu·r e eccellenti risultati abbiamo ottenuto in vari casi di congiunti,•ite streptococcica a tipo pseudo-m embranoso e a carattere grave in· piccoli pazienti. Venco poi, neJla sua recente comunicazione al Cong·resso della Società Oftalm.o logic.a Italiar1a in iF irenz·e, ha segnalato i puoni effetti curativi da lui riscontrati nel c:h erato-ipopion, che, (comie ~ noto, è sosten.uto nella ma.g gioranza dei casi dal pneumococco . La nostra esperienza in proposito non ci portèreb·b je invece a conclusionj così ottimiste, che del resto sono eondivise anche da altri autori (Rose11gren, ltogg·enk:j.inper): così abb,i amo veduto guarire ra1)idam-ente con la sulfamide i casi lievi, che guariscono però egualmente con le comuni cure, sp ecialmente con l optochina; nei casi gravi nop abbiamo trovato che la sulfamide abbia fatto realizzare un grande progresso rispetto alle cure co:i.nuni. Occorre però notare che sia Venco che altri hanno adoperato un composto piridinsu lfamidico cl1e ·d alle ricercl1e sperimentali risu] ta dowto di attività antipneumococcica su peri ore a quella della sulfamide : potre1bbe qui~di ·darsi ch·e effettivarriente i risultati con questo compo~to siano migliori. Risultati incerti e discordanti sono stati riferiti ·nelle infezioni po st-operative e post-traumatiche del g lobo oculare, a:rigomento assai i1nportante p er l'oculista, ma in questi casi è verosin1ile che sull 'esito della cura influisca, oltre ad una quantità di altre· cause, anche la di,•ersità dell'agente infettivo che non è ·fiem pr·e il pneumococco o lo streptococ'c o. La cura sulfamidica ~esta tuttavia sempre in,d icata anche in queste forme _d 'infezione, che sono spèsso così ribelli ai trattamenti comuni. Anche nelle affezioni stafilococcic}1.e del gloobo e de·gli annessi gli effetti curativi che si ottengono coi sulfamidici non sono semp~e e,·i1

1

1

1

denti e costanti: in alcuni casi di cellulite orbitaria e di e.11doftal1nite da stafilococco atcuni autori (Golder1burg, Guy ton) han110 riferito risultati buoni, in alt1i casi il risultato n1ancò. Nelle blefariti ulcerois e, accanto ad esiti fav·o revoli noi abbiamo veduto nella nostra Clinica ar1ch·e casi che poco si sono giovati della nuova cw·a. Miglfori risultati sembra si ottengano nelle congiuntiviti catarrali da stafilococco; nessuna azione utile ·è invece spiegata dai sulfamidici, secondo le nostre ricerc.h e, nella congiuntivite .a11golare da bacillo di Mo·r ax-Axenfel d. Poco r1ota ·~ l'azione nelle congiu11Liviti · acute da bacillo di Koch-\'ì eeks, dove secondo Di 1F ede la cura sulfamiclica sarebbe pure consigliabile. Importantissirna è l 'applicazione dei derivati origani.ci dello zolfo nel tracoma, dove la nuova terapia ha fatto tealizzare un sicuro progresso. Quasi tutti gli sperimentatori sono d 'accordo n ell )ammettere l' eccezionale efficac.i a del preparato sul panno, sugli infiltr.a ti corneali e sulla secrezione (Lian, Loe, ))ik, Kirk, ecc.). Anche. noi nella Clinica di Roma abbiamo potuto constatare questi interessanti ·effetti della sulfami·de. sulla secrezione e sulle complicanze corneali. Quanto a ll 'azione sulle produzioni patologiche, ·della congiu11tiva (follicoli, granuli, pa.JJille) ·essa appare n·1eno pronta e meno sicura ma tuttavia degna di attenzione. Un altro campo dove i sulfamidici sonb stati sperim·entati è quello delle infezioni ooulari da gonococco, dati i brillanti risultati ottenuti nella ble11orragia ,d ella sfera uro-genitale. Ed è questo argomento, e più p1~-ecisamente la cura sulfamidica della congiuntivite gonococcica, che forma og·getto della pre·s ente nota. La letteratura in proposito è ormai abbastanza estesa; la riassumerò b1revem·ente nelle seguenti tab1elle (v. tab I e Il). 1

1

1

1 •

Pocl1e considerazi·o ni sono d.a aggiungere alle tab·elle sopra riportate . Gli AA. sono quasi unanimi nell'ammettere la benefica · azione dei sulfamidici sulla congiuntivite blenorragica e 'iulle eventuali lesioni corneali concomitanti, sia negli adulti ohe nei neonati, r1onchè l 'ecceziona lità dell'i11sorgenza di queste gravi con1plicanze una volta instaurato il trattamento. Per quanto riguard·a poi l'utilità dell'associazjo•n er della corr1une terapia locale al trattament()• sulfamidico i par·e ri al riguardo sono discordi in quanto alcuni sostengono di non aver ott.enuto nessun g iovamento dalla su detta associazione; altri invece a.f fermano che· essa non ~olo abbrevia il decorso· dell'a'ffezione, ma per-

-


• (_~NNO

XLVII, Nul\t. 30]

SEZIONE

nwtte ·di ridurre sensibilmente la dose di sulfarr1ide (Slobozianu e Herscovici). 1F ra i deri-v&ti organici dello zolfo sperime11tati il più atti,·o si sarebbe dimostrato il Dagénan che è u11 'associazione della p-amino-f enilsulfamide colla piridina. La letteratura ri·g uardo alle. altre affezioni oculari ~d eziologia gonococcica è n1olto scarsa. Un caso di dacrioadenite gonococoica bilaterale, trattato da Dollfusi, Pi Matteo e Pro,u x con la chemioterapia guarì perfettamente in terza g iornata. Thicr e Blanc usarono la ~ul­ famide in un caso di irite in soggetto con setti cernia gonococcica e ne ottennero la guarigione definitiva. Invece Swigert non · ottenne• mediante somministrazione di sulfamide risultati ~oddisfacen ti in un caso di irite gonococcica bilaterale. · Date le analogie cliniche con la oftalmo,b len c rrea gonococcica dei neonati , ]a nuova tera!JÌa è stata anche provata nella oftalmoblenorrea da inclusi. Thygeson ha trattato un caso di quest'affezione con, ]a sulfamide ottenendo al secondo giorno un mi1g lioramento notevole ed al 13° giorno la guarigione. Gli inclusi che pri111a della cu1a erano nu111erosissimi scomparvero rap•i damente. Le dosi dì sulfamide adoperate dai vari autori nella cura delle malattie oculari si aggirarJo, per quanto riguarda gli adulti, intorno ai_,3 o 4 gr. pro die, e perciò :1on dissimili dalle dosi medie adoper1t~ in medicina generale. Nei neonati la tendenza più diffusa è di so111ministrare gr. 0,50 di sulfamide frazionata n elle 24: ore; c'è chi si basa su una (dose media di g r. 0,20 o 0,25 al giorno per kg. di peso (Willis) e chi riferendosi .'l.lla regola di Guil, land-Wallie e Bourgonin, corlsigli8 di sommini~Lrare ctgr. 8 del medicamento al giorno per kg. di peso (J)ollfus e collabor!\tori). I fenomeni tos&ici , con le dosi sopra riferite, sono rari .e di poca entità, per lo più si sono ' Terificate eruzion.i cutanee, cefalea, a~Lenia , a11oressia, disturbi rapidamet1te regrediti dopo la sospensione dèl trattamento sulfamidico. In du e soli casi si sono osservati disturh·i della crasi sangu~gna: in uno (Willis) si trattava di riduzione clel contenuto emoglobinico e nell'altro (Dollfus, Di Matteo e Proux) si è avuta intensa ciano1si ·del volto e delle estrernità'. In questo ultimo caso l'esame morfologico del sangue ha dimostr.uto aun1enlo dei mon~nucl eati; sospeso )Jer qualche .g iorno il tratt:imento sulfamidico si ebbe, com.p leta remissione d.ei sintomi, tanto che in un secondo tempo fu possibile ripTendere il trattamento con una dose ridotta del rr1edicamento (gr. 0,50). I

1271

Pl\ATIC~

Le mie ricerche sulla cura sulfamidica della C01lg·iu11tivite gon<?COCCica sonc>i state eseg·uite . con la para.an1ino·-fenil-sulfarnide 111essa in commercio sotto il non1e di Streptosil gentiln.lente fornitaci dalla dilta De An1geli. I casi ·d~ me trattati, prove11ie1lti dal materiale clinico della R. Cliuica Oculistica di Roma, riguardano sia la congiuntivite gonococ· cica degli adulti che quella · dei neonati. I neonati '. fig·ur.ano nella mia casistica in numero di' 36; in tutti i casi è stato praticato l'accertamento micr~scopico della diagrtosi , e solo in pochissimi casi in cui, per spe.ciali contin· genze i1o·n è stato possibile ricorerre a questo mezzo, · la diagnosi è stata posta in base. ai ca. ratteri c linici, al periodo di incubazione della rr1alaLLia e all'anamnesi relativa ai genitori. (Jua11do è stato possibile, fu seguito :il destino del gonococco nel secreto congiuntivale con · 1'esa111e di strisci allestiti gior110 per giorno. Il trattamento è stato ese~ito secondo i due ti pi seg·uertti : 1) tipo misto: para-amino-f.enilsulfam.ide per os e loLalcnente lava1g gi con botato di sodic, al 3 ~<J ogni tre ore, seguiti da instillazione di argirolo al I.O <y~ ; , · · 2) tiJjO 8!SClusiva r11et1te sulfamidico: para- • .a1nino-fenilsulfamide p er os, e localmente frequenti lavaggi con borato di sodio.. , Il tipo ir1isto fu applicato a neonati CUirati .a n1bulatoriamente e· a tutti quelli con com· p1icanze corneali. La dose giornaliera di sulfarr1ide somministrata è stata di gr. 0,30 'frazionata in 8' volte ne]le 24 ore. P er r endere più age'V-ole la regols re so r(ì_minislrazione delle singole dosi ciasc.u na con1pressa è stata stemperata in otto cucchiaini di acqua zucch erata; la soluzione veniva consumata nelle 24 ore. I casi di con giuntivite gonocO{'cica degli adulti da noi trattati sono, stati soltanto · 6. In questo gruppo di pazienti il trattanìento è stato sempre misto e in qualche caso di eccezionale gravita si ·è ricorso anche all ' urotropina per via endo·v enosa e alla proteinoterapia ais pecifica. La dose di sulfan1ide son~ministrata è stata in ,genere di gr. 2,40 pro die (distribuita i11 più volte nella gior11ata) e per la <lturata di 10 giorni. Qu.ando è stato necessa rio·, e _dopo interruzione di qualche giorno, si è praticato un i&econdo ciclo di traltamento con le st esse· mo· dalità del prin10. Nel caso N. 1 la dose è stata alqua11to inferiore (di gr. 1,20) e ciò in considerazione della giovine età d el paziente . Nel caso 5°, essendosi manifestata una sulfamidoresistenza, dopo breve tra ttarnen to con ' 'accino 1


1272

f.AiNNO XLVII,

« JL POLICLINICO »

TAVOLA

I.

30]

NUM.

CoNGIUiNTIVlTE •

Numero dei casi AUTORI

Preparato sulfamidico usato

senza complica-I con complicazioni corneali zioni corneali

Pagès e Duguet

2

Accidenti in corso di trattamento

Sul'lfamide

l

'

)

.

Dollfus e collaboratori

1

Sulfamide

·l

In

un caso tx:>ssici

fenomeni

Fernandez L. e R.

In un caso lieve ulcera marginale della cornea

Sul.famide

8 I

, •

Magitot e collaboratori

l

Sulfamide

1

'

Lian

50

Uliron .

Bower e Frank

13

I

Walker

· Sulfamide

1

Sulfamide '

Prettin

• •

Busaaa

1

Uliron

I

Su1famide per iniezioni sotto-oongiuntivali ed endovenose

.. '

... Redslob e collaboratori •

.

-

1

-

Rodilo ne

, .. '


[ ANNO

XLv·II, NuM . 30)

SEZ101'E PRATICA

1273 I J

GONOCOCCICA DEGLI ADULTI

Decorso delle complicazioni corneali

.

Guarigione clinica

Guarigione be.tteriologièa

Note

' •

• L ulcera si è arrestata Tra il 2° ed il 4o giorno Tra il 2° ed il 4° giorno Localmente ' è $tato instillato argirolo 1

L 'ulcera si è arrestata

In 4a. giornata

In seconda giornata. In un caso recidiva dopo 11 giorni vinta rapidamente da un nuovo ciclo di trattamento

stato associato il com une trattam ento locale

È

Tra il 7o ed il 240 giorno Tra il 4° ed il 10<> gior- È stato associato il cono. In un sol caso si mune trattam ento loè avuta in 2oa giornata. cale in tutti i casi eccetto 2

L'ulcera si è arrestata in In 2a giornata. Una re- In 2a.' giornata. Una re- Nessun cidiva in 5a. giornata superficie; in profoncidiva in 5a. giotnata cale dità ha proceduto sino vinta facilmente da alla p erforazione un secondo ciclo di trattamento

Nel 90 % dei casi entro 4 In pochi giorni • • g1orn1 •

trattan1ento

lo-

In 45 casi è stata associata la piretoterapia e cure locali

In

~

Nei primi 10 giorni di È stata associata la cotrattame.nto mun;e terapia loca~

giornata

L'ulcera si arrest a e si ripara in 10 giorni

111

stata associata la e<). mune terapi~ _locale

È

10 giorni

In 8 giorni

Nessun beneficio sul decorso dell 'ulcera

~liglioramento

'

notevole

Bono state associat e 10 U. .di follicolina per ogni iniezione sottocongiur•tivale •

In 24 ore. Recidiva do- Resiste al trattan1en1.o Lavaggi di perma11ganat-0 ed instillazioni di po 4 giorni sulfan1idioo Rodilone '


TAVOLA

II.

. CoNGIUN'l'IV11'E

,,.

...

.

'

'

GONOCOCClCA DEI NEONATI

. ......., t.:>

""'1 ~

Autori

Accidenti in corso di trattamento

Preparato

Numero dei casi

sulfamidico usat".>

batteri ~logica

Guarigione

Note

Guarigione clinica

,

I

I

• •

rviagiiot e collaboratori

Sulfa111ide

3

I11

ur1 caso feno1ne11i 111 un c~aso in. 6a gior-

Guarig ior1 e al 2o giornata. 111 un altro 110 in du• e casi. Nel 3o caso nessun giocaso n essuna modifi cazione. vamento •

tossici •

'Nessu11 locale

tralla111en lo

.. ' ;

Dollfus e collaborà l

1 caso con 8 uJfa111id e I 111 u11 caso cianosi 3 casi co11 Rodilo11e

4

'fra il 2° ed il 4° g.

Iu u11 caso r ecidiva.

4a. giorJ1aia. Fra jJ 2° cd il 4o g iorr10.

111

"

In tutti i .casi è s talo associa to il comu11c - lra ltllmento .

~

,

......

~

\\iillis

,....

5

;g

Fenome11i tossici (ri: I In 36 ore dutione d el contenuto · e1noglobinico)

Sulfamide

In 3G ore.

Localme11 le sono s lali instillati preparati di argenlo

s::C".l t"' ......

~

C".l

o '

. 15

rviichels

Jn 111e dia in 6 giorni

Sulfamide

.......

o È s tato associalo il comu1~e

,

trattamento

locale

'

~

:

~

I

Best

Uliron

111 3a giornata. In 17a g iornata r etidiva

In 3a giornata

trattamento

,.......... '"t--

2

~

. I

mu11e

local e

SourdilJe

È s tato associato il co-

In. 5a giornata

Sulfarnide

In 4a giornata

o ?<1 •

t-"'

~ i"-4 ~

~

. Redslob e collap.

2

Rodilone I

In 24 ore

Recidiva in entrambi • • i casi

o .~

e.o

o .........


(71o,·.er

8ulfa111ide

2

Fra il iJo cd gio:rno

il

4o Fra l '80 ed il lQo giorno.

-

Localn1e11 le i11s lillazioni di }Jro11 losil

"-. ~

~

o

~ ~

~lichie

e W ebster

2

S ulfo}Jir i dina

Fra il 2o ed il • g1or110 ,,

4° I lu pochi g iorr1i

associala ~a comune terapia locale.

È· sla la

~

'.:L.

e..., .....

e.o

o .___, Bo,ver e Frank

6

In i11edia in 2n. g ior- 1 3 g uarigioni · rapidisnata sime, una recidiYa, 3 d ecorsi protratti per irregolare somn1inis trazione d el • farmaco

Sulfamide

,,

. .

.

Slobozianu

6

Uliror1

2 casi in 5a g iornata 4 casi trà il 7° ed il 18° giorno

. ,

...

È

stata associa la Ja comu11e terapia locale

Uliron

,,

.

VlCl.

5-6 gior ui . Ir1 . un caso in 13

111

,

,

J

Slobozia11 u e ·Hersco. .

17

VlCJ

Uliro11 i11 6 casi; Rodilone -in· 5 casi ; Dagenan in 6 casi.

Nessm1 acc;iden le; 3 casi di c iar1osi; 1 caso di cia11osi.

Fra 4o e 8° giorno. Fra 7o e 100 gior110 No11 è stata accertala

23

Uliron '

Ulrich

6

Uliron

.

• ;_

....

o

'.7. ttl

È s tato associato il co-

111t1ne locale

lrattamen lo

9 C')

:>

·'

Fra il 60 ed il 9o g. Fra il 7° ed il 10° g. Fra il 4o -ed il 60 · g. '

Dik

t:i

N

;g

Slobozianu e Hersco-

(/)

Nessun vantaggio rispetto alla cura com une

Nessun vantaggio rispetto alla cura comune

Comune lratt. locale Ness.. lratt. locale. Com u11e tratt . loc. ,

·-

,

1-1 ~

'l

C'l


1276

cc IL POLICLINICO »

antigonococcioo, si ·è praticato un secor1do ciclo (li cura con gr. 3, 60 di sulfamide pro d'ie. I risultat~ otlenuti sono slati in br.eve i seguenti: ' ,

I. Congiunbivile pUJrulenla dei neona,ti : 36 cas·i. .

1) Guariti 36 casi: tra il 3<> ed il 6° giorno dì tr~ttarl1ento: 17 casi di cui uno con ulcera corneale superficiale,; tra il 7° e1 il 110° ·gior110 di tratta111 ento : 16 casi di cui uno con ulc.era corneale superficiale; oltre il 10° gior110 dj tratta111ento: 3 casi, di cui uno:• con 1g rave ulcera corneale. 2) R·e cidivati: 3 casi: in uno di questi casi durante la ripr·esa dell 'affezione si è iniziato un infiltrato ç-0rn eale, che rapidamente 11a ceduto ad un i1uovo ciclo, di cura sulfanlidica; in tutti il go·Ìlocooco, già scomparso durante il primo ciclo di trattamento,. è ricomparso con -la ripresa ·della secrezione. 3) Esito negativo: n essuno . 4) Co·m plicanze corn ea li in corso di tTatta1nento: nessuna. 5) Fenomeni tossici: solan1ente in 2 casi • si sono ve-rificati dei disturbi tossici di lieve e11tità sotto fo·r ma di diarrea e: vomito, disturbi che sono rapid.a1nente regrediti sospenden·d o la somministrazione· della !&ulfamide. Dopo qualche giorno si ~tè rip:rendere la cura. 1

JI. Congiu.ntivite gonococcica de'gli adulti: 6 • casi.

Per quanto rig·uarda quest'affezione esporrò -brevemente· di ciascun caso la storia clinica e ciò in considerazione d·ella importanza che1 riveste il pro1ble.m a terape:utico di questa grave forma di cong iuntivite.

CAso I . - P. F. di 54 anni, contadina. Al momento del ricovero in Clinica presenta: notevole edema delle palpebre, congiuntive chemotich e e fortemente secernenti in E). O. In O. D. ulcera corneale estesa a quasi tutto il quadrante supero-esterno; la cornea di sinistra è notevol m ente infiltrata in tutta la sua estensione ed al centro e in alto presenta t1n'ulcera assai eslesa iii superficie e in profondità. L 'esame microscopico del secreto congiuntivale è positivo per il gonococco. L 'articolazione tibio-astragalica,. edematosa e dolente, in seguito a puntura esplorativa dà esito a pus che è positivo per la reazione di gonodeviazione . L 'i11izio dell'affezione risale a circa 20 giorni • • 1nnanz1. S'istituisce subito il seguente trattamento: localmente lavaggi con bora_to di sodio ed i~stilla­ zione di argirolo ogni due ore, istillazioni di atropina due volte al giorno ; per via gen erale gr. 2,40 di para amino fenil sulfamide per os e 10 cc . di urotropina per endoYena al giorno .

In lerza giornata la secrezio11e congiur1tivale e l 'edema palpebrale so110 i1otevolmente diminuiti, la che1nosi è ancora . rimarchevole. Le co11dizioni delle cornee sono invariale, così pure le condizioni generali e quelle dell'articolazione affetta. In 15a _ giornata la secrezion e con giuntivale è scarsa, I 'edema e la chemosi co11giuntivale compleiameu lc 5con1parsi. A11cl1e i ·articolazione affetta è migliorala per una diminuzion e dell 'edema e della dolorabilità. In 2oa giornata secrezione assente; l 'infillrazione corneale si è riassorbita e le ulcere tendono alla riparazione: nel frattempo l 'ulcera di O. S. si è perforata. · • In aoa. giornata la paziente può essere dichia, r ata guarita sia dal! 'affezione oculare che da quella articolare. Della prima residuano in O. D. macchi.a corneale del quadrante supero-esterno, in O. S. vas'to leucoma aderente nella regior1e centrale e superior e. Visus : 6/10 in OD: moto della mano in O. S. CASO Il. - C. E., 46 anni, donna di casa. Al mo men t-0 dell 'inizio della cura presenta in O. D. : palpebre edematose ed iperemiche,. co11giuntive ch emotiche e fortemente secernenti, corn ea leggermente infiltrata con ulcera superficiale ester1dentesi trasver salmente dalle ore due alle ore dieci . L 'esame microscopico del secreto congiuntivale è positivo per il gonococco. L 'affezione si era iniziata tre giorni prima. Il trattamento praticalo è il seguente: laYaggi ogni due ore con una soluzione di borato di sodio, segu~ti da instillanon i di argirol-0, istillazioni di atropina e gr. 2,40 di para amino fenilsulfamide al giorno per bocca. . Al secondo giorno di trattamento la secrezione è notevol1nente diminuita, così pure l'edema palpebrale e la chemosi. La cornea nel complesso si , è. rischiarata. Al 4° giorno la secrezione è quasi assente, la fluorescina tinge l 'ulcera solo nella porzione cen· trale. Al 60 giorno l'ulcera è riparata. All '8° giorno la guarigione è completa, residua lieve nubecola corneale n ella sede dell 'ul-· cera. CAso .III. - B. G., 32 anni, elettricista. Entra ii1 Clinica n elle seguenti condizioni: O. S. palpebre edematose ed arrossat e,. congiuntjve palpebrali ricop erte da lievi pseudo.membrane facilmente distaccabili, congiuntiva bulbf!re leggermente ch emotica. Notevole secrezione purulenta. La cornea presenta una lieve infiltrazio11e diffusa degli strati superficiali con ulcèra dei quadranti superiori. La ricerca batteriologica sul secreto congiuntivale è positi va per il gonococco. L 'inizio dell 'affezione risaliva a due giorni prima. S 'inizia &ubito il seguente trattamento: localme11te lavaggio ogni tre ore con soluzione di borato di sodio ed instillazione di argirolo e midr1atici, per vìa generale gr . 2,40 di paraaminofenilsulfamide. Al primo giorno di trattamento sect"~z\0119, cher~·~eisi ed edema palpe.brale alq111 ·1to rido1ta; le condizioni della cornea sono invariate. Al 3o giorno secrezione scarsissima , edema palpebrale e chemosi con1pletamente riassorbite. La cornea è rischiarata e i ·ulcera detersa. •


[Amto -X l.. VII, Nul\1. 30]

SEZIONE

A1 5o giorno congiuntive leggermen_te iperemiche, "ecrezione assente, ulcera corneale quasi complf·trrmente riparata. Vìe11e dimesso a sua richiesta.

CAso IV. - P. G., 7 anni. Le sue condizioni alJ 'ingresso in Clinica' sono le seguenti: O. S. palpebre edematose ed iperemiche, notevole chemosi, forte secrezione puru~nta delle congiuntive, cornea indenne. L'esame del secreto congiuntivale è positivo per il gonococco . . L 'inizio dell'affezione risaliva a· quattro giorni • prima. S 'instituisce il seguente trattamento : lavaggi con una soluzione di borato di sodio ogni tre ore ed instillazione di argirolo; per bocca gr. 1,20 di paraaminofenilsulfamide pro die. Al 2° giorno di trattamento l'edema è leggerment~ diminuito. Al 3o giorno l'edema si è riassorbito e la secre. z1one e scarsa. • Al 50 giorno la guarigione è completa. ~

CA so V. -

G. I., 19 anni, manovale. Circa 5 giorni prima si era contagiato di blenorragia uretrale. Due giorni doi)o si è iniziato in O. D. secrezione purulenta accompagnata da edema palpebrale e chemosi. L'esame obbiettivo dà i seguenti dati: palpebre edematose e iperemiche, congiuntiva palpebrale e dei fornici fortemente ipertrofica, congiuntiva bulbare chemotica; notevole secrezione purulenta; cornea indenne. Gonococco pres~nte nel secreto congiuntivale. · Trattamento: lavaggi ogni tre ore con una soll1zione di borato di sodio ed instillazioni di argirolo; per bocca gr. 2,40 di paraaminofenilsulfamide. A1 2o gjorno lieve lniglioramento; la secrezione è alquanto diminuita. Al 4° giorno la secrezione è di nuovo abl:>ondante. Al lOo giorno di trattamento condizioni quasi invariate; solo l'edema palpebrale è leggermente diminuito. Gonococco ancora presente nel secreto congiuntivale. Si sospende la sulfamide e si imzia il trattamento con il vaccino antigonocotcic0. Al 180 giorno le condizioni permangono ancora invariate. Si riprende la sulfamide portando la · dose giornaliera a gr. 3,60 pro die e si sospende il vaccino. . Al 2° giorno del nuovo periodo di cura sulfamidica la secrezione è notevolmente diminuita ed 1 in ea. giornata è assente. Dopo 24 giorni di degenza in Clinica il paziente viene dimesso col consiglio di continuare la cura ambulatoriamente essendo residuala ipertrofia congiuntivale. CAso VI. - C. P., 41 anni, muratore. Il paziente riferisce che circa 5 giorni prima l'occhio sinistro si era arros~ato con forte secrezione, .foto... fobia e dolore. All'esame obbiettivo si riscontra oltre ad un notevole edema palpebrale e una discreta chem<?si, forte iperemia congiuntivaleJ secrezione abbondante e a carico della cornea infiltrazione diffusa con ulcera del quadrante superiore. Rit:erca batteriologica sul ~ecrelo COIJé, i nr1tivale posJtiva prr l gonocooco. I rattamento: ~ocalm~r.te lavaggi, argiro~o ed 1

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PRATIC~

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a Lropina; per via orale para amino fenilsulfamide (gr. 2,40 al giorno). Al ~0 giorno la chemosi, l'edema palpebrale, la secrezione sono sensibilmente dimi1111iti e 1'ulcera si è arrestata in superficie, ma si è perforala. · .A.l 5o giorno i feno111eni infiamn1atori sono notevolmente diminuiti; l 'ulcera corneale è detersa ed in via di riparazione. AJ 15° giorno l 'occhio è in quiete e l 'ulcera è perfettamente riparata. Il paziente viene dimessò .

Dall 'esan1e di quanto si è riferito si possono trarre le seguenti conclusio11i: • I risultati da noi ottenuti nella cura della congiu11tivite go11ococcica degli adulti e dei neonati mediante la sulfa111ide sono stati nettàm€nte favore1voli, sia :ver la rapidità di regressione dei sintomi delJa n1alattia, sia per l'esito buono di. e:s-sa; · a ciò si deve aggiungere il vantaggio dèlla grande facilità di son1ministrazior1e del farmaco che }2e.rn1ette di ridurre e persino di abolire del tutlo la terapia locale. Si deve anche rilevare che i1ei nostri pazienti non sono mai i11sorte- lesioni corneali durante il trattan1en to sulfamidico e· che quando queste preesi15tevano il loro decorso è stato deci~men­ le più benigno di qua11lo suole a\ -Venire con le corr1uni cure. È da ritenere che questo fatto sia da n1ettersi in rap·p orto oltre che con una azione diretta della sulfamide sul processo i11fottivo della cornea, con la rapida scomparsa del gonococco dal sacco congiuntivale, donde 1'eli1ninazione di nuove infezioni corneali, e nei casi gravi con il 111iglioran1ento delle condizior1ì nutriti,,e della cornea per il p1 onto . di.rr1inuire della chemosi con,g iuntivale. Partico lar111ente favorevoli sono slati i risultati otte11uti · ne1lla congiu11Livite gonococcica dei neonati. Nella grandissi111a n1aggioranza dei ·casi la guarig·ione è stata conseguita nei primi gior11i di cura; solo in qua.J(·l1e raro c.aso il decorso è stato più protratto. Il trattan1en.to sulfan1idico ,,a però continuato per qualche giorno anche dopo la ren1issione ·d;ella sjnto1natologia clinica per evitare possibili riprese della n1alattia: in tre casi infatti noi ab,b iamo osservato una recidiva del proces. o infiamma.tor~o, dopo sos.p·esa Ja cura sulfan1idica, con rico,m parsa del gonococco 11el seciretC?; un ~uo~o ciclo terapeut~co co11dusse rapidamente alla guarigione definitiva in tulli tre i casi. In due dei picc~li pazienti preesisteva un'vlcerazione .superficiale circoscritta deJla cornea, • che regredì rapida1nen (e, e1)ilelizzandosi in po. t bi ' giorni; in un ter_zo lP lesioni corneali erano n10Jto ,g ra,;i ed estese, n1~ anche in questo caso ci è sembrato cl1e la cura sulfan1idica ab• bia fatto realizzare una guarigione con esito

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migli,)re di quello che si sarebbe potuto ottenere, con' la terapia finora in uso ~ I fenomeni d 'intolleranza sono stati lievi e tali ·da non giustificare le prevenbioni che al riguardo si sono formate verso il nuovo preparato. Infatti. solo in due caisi è insorto vomito durante il trattamento. La sospensione, in questi pazienti, della Sl1lfamide ha p·rovocato una ' riacutizzazione del processo b1le norragico, il quale però si è risolto ugualmente in· modo fa' 7orevole, qu.ando-, dopo qualch·e giorno, si è potuta ripre11del'e la cura. ' Nella 1naggioranza dei rasi abbiamo associato alJa cura sulfar11idica per os la cura locale con lavaggi borici ed instillazioni di argirolo : in un cer to nun1ero di casi abbiamo abolito il trattan1ento locale con l 'argirolo. No~ ci è sembrato che il decoreo della malattia fosse comparativam~nte molto diverso in questi ·due g1 uppi di r11alatj. Dobbiamo infine rilevare, :Qer giu·d.icare nel loro ~giusto valòre i risultati da nqi ottenuti., . che nella grande maggioranza i picc:~· li pazienti sono stati inviati alle nostre· cure nei prin1i gior11i dall'inizio della malat.tia. Risultati pure no·tevoli abbiamo .osservato col t1attan1ento chemioterapico della congiuntivite gonococcica degli adulti; le storie clinic.h e rill-Ortate sono molto dimostrative . In 4 dei 6 malati preesistevano ulcerazioni corneali: i 2 cas~ con forme superficia~i sono guariti rapidam·ent~ con la cura sulfan1idica, gli altri due con interessarr1ento più grave e più profondo della cornea hanno avuto una evoluzione che ci è parsa · più rapida e più favorevol€ di quella che si ·è soliti os1Servare con le cure comuni ; anc·he ne•l caso N. 1, assai grave in cui le corr1ee erano· estesan1ente compromesse si è potuto conservare, a cura ultin1ata , una vision-e utile. Questi risultati potranno essere apprezzati se si pensa alla p,rognosi assai poco favorevole che ha la · congiuntivite· gonocbccica d egli adulti specialmente se complicata · con infiltrati ed ulcerazioni ·dalla cornea. Occorre per altro avvertire ch e in tutti i nostri pazienti abbiamo ricorso, oltre alla cura sulfamidica, alla cura locale solita e nel caso N. 1: anche alle iniezioni · e11dovenose1 di urotropina. Di ·notevole interesse è il caso N. 5 per la sua resistenza al tratta11lrento 1sulfamidico a dosi no1·mali , resistenza cbe è ·s tata rapi·d:amente vinta da un secondo cicld di terapia sulfamidi·ca a do~i più alte, preeeduto da UJl trattamento· vaoci11ico. Può essere discutibile se la ra.pida i:egressione dell'affezio11e co11g iutivale con il secondo ciclo sia ·d çt attribuirsi all'aumento della dose del f~rmaco o, come sembra più pro1

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babile., ad una maggiore sen~ibilità dell 'organismo alla sua azione suscitata dal trattamento . . vacc1n1co . . N€lla rr1aggioranza dei casi di co·n giuntivite gonococcica da n1e trattati 110 visto il gonococco rapidam.ente scor11parire dal secreto congiuntivale. In due soli casi ho potuto constatare la &ua presenza anche a guarigione. clinica a,-venuta. Simili constatazroni sono· state fatte • anche ·da altri autori, ma occo1Tono ulteriori ricerche per . ve11ire ad un giudizio definitivo al · riguardo essendovi opinioni discordi. CorLcluden.d o l 'introduzione dei · sulfamidici nella tera.pia delle congiu11tiviti gono·c occiche ha fatto realizzare importanti ed indiscutibili progressi. f sulfan1idici fanno in g€ nere · ridurre o scomparire la secrezione in pochissimi giorni, diminuiscono al minimo i pericoli di com.plicanz~· corneali e portano a guarigione queste ultime, quartdo sono preesistenti in tem.po .p·i ù breve e con m.igliore risultato che non • le cure classiche finora in u so. ·' r.a· c.u ra sulfamidica del]a congiuntivite ble- · n'o rragica merita qui11di di · essere consigl~ata r~ella pratica anche al medico generale dato anc~he sua semplicità di applicazione e la possibìlità di associarla alle corrtuni cure locali~ 1

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. RIASSUNTO.

. L ' A. dopo aver breven1ente riferito le condizioni attuaij della terapia sulfarnidica in oftalmologi.a si sofferma ad esporre i risultati da lui ottenuti nel trattamento delle congiuntiviti · gonococciche dei 11eonati e degli adulti con là il.uova terapia. Le conclusioni cui giu.n ge 8ono quanto mai f.avorevoli alla terapia sulfamidica per la sua rapidità di azione sui sintomi congiuntivali, e per il suo benefico influsso sul decerso delle complicaziorri corneali. :~,a inoltre os&OC'\113!8 . oome in nessuno dei casi da lui trattati siano insorte çomplicazioni corneali una volta iniziata la cura .sulfamidica. . Roma, agosto 1939-XVIII.

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1939.

W ALKER. Colorado Ophthalm. Soc., 20 nov. 1937. WrLLis. Yale J. Biol. a. Med., 10, pag. '1115, 1938. Ricordiamo le lnwressaatl pubblicazioni: Prof. C. DE V I NCENTI IS

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NOTE E CONTRIBUTI Rilievi clinico-statistici su 192 feriti pleuro-polmonari. 1936-1939)

(GUERRA DI SPA\;NA

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Dott. MARIO PRA1'T Lib. Doc. di Patolog·ia Chirurgica nella R. Università ·d i Mo·dena, già DiTettore dell 'Ospedale Leg. Italiano 9 (Saragozza - Spagna). Le notizie che seguono si riferiscono al materiale osse•r vato e studiato nell 0sp ed.ale Legionario 9 (1100 posti letto), dove nei 10 mesi di mia direzione (20 gennaio -20 novembre 1938) so110 stati ac·colti 19.9li7 Legionari (italiani e spagnoli inquadrati dal C.T.V.) di cui 5.140 feriti. Di questi u] timi 499 era110 colpiti al torac.e ma soltanto 193 (vale a dire il 3, 70 % di tutti i feriti) presentavano segni no11 dubbi di penetrazione cavitaria. Non intendo di o·c cuparn1i dei 306 feriti .delle pareti toraciche in quanto di interesse scarso, nè dei contusi del torace anche se abbiano presentato fatti p leuro-polmo1n ari traumatici, perchè di comune osservazione n ella pratica civile. Per con segu.enza i 193 feriti di c.u i trattasi rtella p resente nota sono esclusivamente f eriti d ;arma da juoco co1i lesione pleuro-polmonare. ~ noto che i ferriti pleuro-polmonari p·ossono non pre.~en lare alcu.n segno so·g·gettivo od obbiettivo caratteristico di .!Je11etrazione e Ji ciò abbi~1no evidente din1ostrazione in soggetti portatori di proiettile intraparenchimale con completo silenz~o sintornatologico. Può quindi pensarsi che taluni dei compresi n el gruppo dei colpiti delle pareti toraciche possano eissere stati eiffettivame.n te dei c.aviLari. D'altra parte non tutte le ferite in cui la relta in1maginaria di congiunzione dei fori di ingresso .e di uscita del proiettile. p1as.sa per il polmone, gono penetranti in ca,rità. ~ noto infatti che proiettili c~e raggit1ng·ono la parete toTacica con fortet obliquità o tangenzialmente alla parete stessa, possono, se deviati dalle cos~e , percorrere lunghi tragitti nelle parti molli contornando alle volte· un emitorace. Per cui ho tenuto conto solamente ·d i quei casi in cui esisteva la certezza di penetrazione in cavità. Per l 'e&atta valutazione dei dati statistici che verrò esponendo occorre tener presente : Il) L'Ospedale Legionario 9 ha raccolto nel periodo di mia direzione, ~alvo un<J_ trascura·b ilissima aliqu·o ta, .tutti i feriti ·del Corpo, Truppe ' 'olontarie. 1

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Inviare Vaglia Postale o Assegno Bancario Circolare alla Ditta. Lui•g i Pozzi, editore. Via Sistina 14. Roma.

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2) Tali feriti giunsero a noi quasi sempre

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d 'accordo <lel resto con inoltissi111i osservatori, a tt1~averso la regolare trafila delle Se·z ioni di che la sorgente dell'ei111otorace è abjtualn1e11te Sani"tà e1d Ospedali da Ca111po, quin.di dopo u11a polmonare e solo raramente parietale. L,e1noselezio11e dei gravissirr1i deceduti nelle Unità torace è sintomo abitualmente precoce : a11che più avanzale. n ei feriti ricevuti in 1a. e 2a gior11ata assai spes3) La distanza delle zo11e di combattimenso era facile porlo in evidenza con l 'esan1e c lil·O dall'Ospe.dale 9 è andata via via aumentando nico e confer111arlo radiologica1ne11te. Può esco·111e conseguenza della guerra di ir1ovin1ento. Stjre dii scarso ·volume e n1an1enersi tale i1ei . . .. ' .' Tali distanze isi possono ritenere variabili g1orn1 success1v1; puo creRcere. p1u o i11e110 ·gro&.<-0 modo -- tra i 50 eù i 300 chilometri e rapidamente sino ad o;c cupare gra11 parte del &ono state percorse sia su autoambulanze sia ·e.avo pleurico. In qualch·è caso è cosi)icuo sino su tre·n i ospedale. dall 'inizio. 4) L 'intervallo 1di ter11po i1ttrercorso dal llaramente ab1biamo osservato ' ersa111enti · giorno della ferita a quello del ricovero nel così abbondanti da provocare sposta1Irento del nostro Ospedale va per la i11aggior parte dci i11ediastino. L 'e111otorace si accon\p(lgna con <...asi da l a 7 giorni. Solo 117 leg ionari furono grande frequenza ad un p11e u111otorace parr icove·r ati tardivan1ente cioè dai 2 ai 7 mesi ziale. · d.alla data della ferita e perciò li co11sidero Emoftoe: L'emoftoe p1u ò pre~entarsi 11ei feco1ne àffetti da postu111i di lesioni ple·u ro-polriti toracici corr1e sintomo i1solato. E.co,sa però 111011ari. Si tratta precisamente di n1ilitari f:.paè sufficientemente caratte1i..,tica per consen tire gno]i curati in- Ospe dali Spagi10Ji, che a guari(li 1)orre la dia,g nosi. di feri111e11 lo del poln1one. gion e avve\1Ut<.l erano stati ri11viati ai Co·r pi, D'altra parte l 'err1oftoe è ma11ca ta in casi in enLr.an.d() a far parte delle nostre Unità i11iste cui .erano .presenti e chiari tutti gli a ]tri see d.a queste· ricoverati a l nos tro f)sp1ed.ale per gni di lesione pleuro-poJn1011are e persino di s turbi legati alle pregresse ferite. quando vi era ritenzione intraparencl1i111.ale di 5) La durata di dege11za dei 193 feriti ha proiettile o di scheggia. ~ai abbiamo notato variato e ntro 1irr1iti da 1 .a 48 giorni. La prese11 1oftoe cospicua. Sempre o eryan1n10 en1issante necessità di sgombero dall 'Ospedale. per sione di pic,c ole quantità di sangue or.a liquido far posto, spec.i e nei perio di di azione., ai feora L·oagulato con la tosf:Je, o ra puro ora con1riti ed ammalati c.l1e ince&sante1nentei 1g iunge1r1i:sto a muco sotto forrtt~l di striature o di • grumi. vano ci ha costretti ad un rapido smis.tan1enLo . Tuttavi.a i feriti toracici veni vano sgomberati È logico pensare che le grandi emottisi per solan1ente quando - ultijn ati gli accertarnenti essere la conseguenza della lesione di vasi im- si rite11eva ch e essi noP solo potessero, sen- J)-Ortanti, non permetta110· i11 genere al ferito z.a danno sostenere· vi.aggi quasi sempre lundi sopra"vivere tanto da poter giu11g ere alle Unità Sanitarie più arretr:lte. ghi in treno·-ospedale, n1a cl1e fo ssero ormai a, ,·iati verso la g uari1gione. Di solito preco·c issin1a, nella g ra11(le i11aggioranza dei casi ad andamento re1golare l 'emoftoe spontanean1ente. cessa in pochi giorni; 11ei casi più g ravi può protrarsi a lu11go. Può · riDall esam e delle nostre cartelle cliniche ril)l'esentarsi, dopo essere scompar . . a, per ... forzi levo i segue11ti dati relativi alla frequenza con cui i sintomi, la concomitani1 di l esioni sch e- fatti ·dal ferito o p er l'inso·r genza di co1npliletriche e lei comp licazio·n i sono state da noi · canze infian1111atorie . 8tsservate: Erifisema sotlo cutaneo : P er lo più trattasi di zona limitata di e11fisen1a pos ta in im1nediata Emitorace 85 volte, cioè n el 44,7 ~{, ; Emoftoe 79 vicinanza dei fori di entrata, o di egresso del volte cioè n el 41,5 %; Enfisema 26 volte, cioè nel proi€ttile. L'enfisema circoscritto si ri.aswrbe 13,6 %; Ritenzione polmonare del proiettile 26 volte, cioè n el 13,6 %; P11eumotorace totale chiuso con celerità. So·l o in pochissi1ni casi abbia1110 8 volte ; Pneumotorace aJ>erto 2 volte; Fratture coassistito al rapido estendersi dell'infiltrazior1e . stali 30 volte; Fratture di Scapola 11 volte; Fratgassosa alle. reg·io·n i , ricine sino a creaTe quadri ture di Clavicola 7 volte; Fratture di Omero 1 volta; Fratture di Sterno 1 vo1ti\; Bronco Polmopreoccupanti . 11ite 4 volte ; Ascesso Polmonare 1 Yolta ; Empiema Rite.n zione iritrapareneihi1nalie del proi·ettile : l volta ; Flebite Safena 2 volte. Nessun rapporto esiste tra ritenzione del proiettile e gravità del quadro si11ton1atolog ico. Anzi Alle cifre 1su esposte faccio seguire ~o ch e pair1 qual che caso la diag11osi non si sarebbe role di commento: 11osta, per l'assenza de i sintomi clasi&ici, senza Emotorace : 1\il::ii è ri•&ultato che il prunto di la dimostrazione radiologica della ritenzione. orig in e d el ver san1ento eruatico fo sse nella fe, (~on facilità, dopo qualche te1npo dalla data ri1a della parete toracica. Quindi concl11d0, 1

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S EZ lONE PRATICA

della ferita si osS"ervano più radiologica111e11le che clir1ica111ente fYegni di con1pa1tecipazione del parenc·h in1a circostante, sotto, forma di fatti bro11co,pneu111onici circoscritti o di iniziali fatti di reazione cicatriziale con manifesta tende11za ad incapsulare il corpo estraneo. In due casi il proiettile fu localizzato nello sfondato pleurico posteriore ed una volta in pie11u ir1edi.aistino. Pnt;itr1i-0loraic1e totale chiuso: Ilo g ià ricordato co111e sia stata freque1rte l'osserv~1ione di lln p11eu11Lotorace parziale associato al versa1ne.nto ematiic o pleurico (e111opneu1r1otorace). Soltai1lo otto volte invece si è 111esso in evide11z.a il pneu111otorace puro totale. Tn tutti gli ollo casi v'era conco111itanza di enfisema sotlocuta11eo ed in due di questi l 'enfisema din1os1 rò ra1)ida tendenza a generalizzarsi. Pn ~tt1l1otorace aperto: .E'u constatato 3 sole volte. In un caso una ferita abbastanza an1pia, c l1e poneva allo scoper1o u11a costa fratturata co11t1t1 inuli vamente, permetteva di scovgere a l fo11do 1a pleura estesamente lacerata. In un seco11do ca~o il foro creato nella pleura da un proiettile di rivoltella era rirrtasto beante. Nel terze,, infine , esiste, •a t1na ' 'asta breccia toracica attraverso la quale appariva il polmone p1ofond<in1e11te laceralo dia una scheggia di granata. 111 Lutti i feriti ad ogni atto respiratorio fuoriusciva dalla ferita sangue ed a ri<l. Concomitanza di lesioni sch.eletrichc: Intendo di parlare di q uell e prodotte dallo stesso cor1x1 vulnerante cl1e }1a deter11linato la ferita pJeuro-1)()lmonare. In 30 feriti del poln1one coesi ··teva frattura di una o più coste, in 2 fratture di scapola, in 7 frattura di cla,,i.cola, in 1 frattura d ello ~lerno e pure i11 l i frattura dell 'orr1ero. .\ parte la n1aggiore gra, ità J)resentata dai ftriti , qua11do alla lesione pleuro-polmonare i ag·giu11ga una frattura è da 11otarsi che viene sen1pre più o meno diffi coltato il problema tel'apeutico data la irr1p0ssibili.tà di ben ridurre ed imn1obilizzare i segmenti scheletrici fratturat·i ser1za costringere il torace e senza dare all'arto sup~riore att egigiam e·n ti difficilmente sopport~ti dai pazien1 i l1L linea di massima ci si è necessariamente preoccupa ti più del fatto pleuro-poln1onare che delle fratture ·ei ci ~i è lin1i.tati .abitualmente a semplici fasciature molli . Complica.zio11i: Bron copolrnoniti , pleuriti, em,p ien1i verific.a tisi 11 p iù spesso rlal ]ato delferito, taloira nell'altro lato , sono ] 'emitorace • evidentem ente dovuti al prevalere sulle difes~ <lrganic.he dell'elemento microbico i11trodotto in cavità toracica con l'agente vulnerante. Ed è verame·nt.e a stupir-si con1e così di rado tali 1 1

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C<)mplicazioni siano state da i1oi riscontra te: !~ volte b11·o·ncopol1nonili, 1 volta ascesso polmona1~e ed 1 volta er;r1pien 1.:l.. ·)ccorre precifi.are cJ1e alcuni feriti giunsero a noi pleurotomilzati e cori tubo di drenaggio, verosirnilme nte le cartelle cli11iche non l o precisar10 - per em• 1J1ema. Infine in 2 casi con1parve flebite della aiena.

* ** Prognosi. La n1ortalità nel nostro Os1)edale b stata minin1a: 1 nlorto 5 u 19a feriti, pari al 0,52 %. Deve notarsi a11cl1e che que8lo esito )etale non può neppure cl1iaramente imputarsi é.!lla pur g·ravissima ferita polrr1onare, perc1hè coesif;teva urta parapl egia alta da ferita midol1<.tre. La i11orte avven11e irn,provvisamente. È necessario aggiungere che alcuni dei toraGici presi in esame pr.e sentavano ferite ta· lora anche gravi , di altre regioni: fratture di fon1ore, ferite- del collo, dell'addome, ferite ed amputazioni di arti. Cor1s1derando che i feriti l1anno affluito al nostro Ospedale per lo più in un periodo d·i te1npo relativamente breve dalla data del ferimento potremn10 conc ludere: il ferito to-

eoi

raca-polmanare; se non muore inimediutamente o rapidamente per e-morragia, per asfissia, per choc traumalico ha moltis::;im.c proba.bilità di 'ialvarsi. Ciò per la progno i quoad vilam. Circa i postumi a distanza .•1on posso es, ere categorico in quanto 111i è n1ancata la pos ~ibili tà di segui.r e i feriti sino a guarigione completa. Data la necessità di gon1bero noi li smi tava11to, appe11a possibile, in parte sul r1ostro Osped.ale arretrato, il 043, in parte per i Legio11ari Spag1loli - sugli Os1)edali di Ona, Calatayud, Tlha11t~l d.e Ara·g on, Palen cia. 110 già ricordato però che lo smi.sta.n 1ento avveniva quando le condizioni dei ferjti no11 d ef.tavano più 1)reoccupiazioni e che per i più .gTavi la ·degenza all :Ospedal e 9 si è protratta :.l nche per parecchie settimane. Sui 17 feriti che furono ricoverati p,e r po st umi di ferite pleuro-polmonari in periodi di te1npo varianti ~da 2 a 7 lllesi dopo la ferita per la quale erano stati g ià dimeissi come guariti , ~a Ospedali Spagnoli, noi riscontrammo i seguenti ·disturbi: dolore toracico 110 volte, dispr1ea da ffforzo 9 yolte, ripresa di emoftoe 4: volle, bronchite 4 volle, versa1nento pleurico 1 volta, sfTeg·arr11e nto pleuri1co ·i volte, fistola bronchiale 2 volte. Di tali feriti , dei quali 4 con proiettile ritenuto in parenchi111a polrr1i0nare, la n1a ggior parte ha potuto, ùopo bre~·e d egenza, , essere


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: ~NNO

« IL POLJCLJNJCO »

rinviata ai Corpi, una parte inino,r e è stata proposta .agli organi competenti spagnuoli per l)J'0, -ve<lir11en li m edico-1 egali. 1

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Terapia. Fui sen1_pre € decisamente contrario al concetto interventista sostenuto nella Guerra Euro pea 19114-1918 eia rr10Iti chirurghi d 'oltre A ipe. Ed oggi, .1 so·m ·me tirate, se d·ovessi scegliere lra un indirizzo chirurgico sistematica111cnte ag·gressivo ·e la co'!r1pleta astenr5ione d& qualsiasi i11tervento , prope11derei d·e cisam.ente JìBr quest ultim.a. La no::;lra linea di con.dotta fu in·dirizzata secondo .i se,g uanti c:ritari. Anzitutto riposo e tranquillità assoluta del ferito. ·D'Opo la prima medicazione, ·~ onsistente in ne ourata dete1·sione e di~infezio11e della cute circostante alla fe·rita e - solo in qualche ca so - nella regolarizzazione dei margini della stessa, il f e,r ito ve11 i va posto in letto, in posizione se1r1iseduta. M.ai-so1ecill.azioni nè cirenaggi. Contro il dolore , la dispnea, la tosse, l'agitazione, 1norfina o i11orfina-atrop1ina e1d eroina. Se esist e,,a a11emiziazione, trasl'usioni di sangue puro, eventualmentei ripetute. Al più presto, possibile, esame r<l·d iologico . Di froin te .ad u.n emotorace molto .abbondante o progressivo, abbian10 estratto quantità più o men.o gTandi ·di sangue e l 'ab,b iamo sostituito con conispondenti o lie.ve·rr1ente superiori quantità di aria. ~lai ci siamo prefissi di svuotare completamente il cavo pleuìico. Di solito in breve tempo· o:sservan·1rct0 il ridurf1i gradual.e dell'emotorace residuo. · Co11vie·n e qui ricoTdare ciò ch e ha r ecentemente scritto il Morelli (Presse médic. , p. 465, 1H38) cc Se si h.a Ja fortu1J.a di aiS.sist9re nei primi momenti un ferito del polmone e se non si lX>ssiede' apparecchio p er pn eumo , basterà di' 'aricare con una pinza le labbra della ferita e fare inspirare profon·d.amente il m.al<lto. Si formerà un pneumoto1·ace spontaneo sufficiente per impedire la produzione di un emoto,r aoe e per permetter.e la cica lrizzazione della parE-te. Si dovrà rico rrere .agli oppiacei per evitare ch e nelle inspirazioni brusche il.gas sia espulso :r;:·er la ferita to·r acica e formi un enfisema sottocutaneo. Nelle prime ore è ineglio non fare pressioni positive e atteneirsi ;alla pressio ne atmosferica o liev·emente negati va ». Noi non ci siamo mai trovati ad assistere feriti toracici n elle prime ore del ferimento', ma sono convinto che il consiglio del Morelli sia da seguirsi. Negli emotorac i n1ode~ti: attesa. Soltanto se il 10'!'0 J'iassorbimento ci pareva non a"V-venisse o si avverasse troppo lentarr1ente, piccole estra1

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zioni del sangue raccolto nella pleurP.. so110 state sufficienti per dare la spirita al rias&orbirr1e11to stesso. Qua11do pers.istevano rialzi termici si pratica va110 naturalmein te punture esp·l orative. In u11 caso soltanto dovemmo intervenire per em• p1en1a. Si potrà dirci che se avessin10 siste111atica111ente svuotato 1 e1r1otorace anche modesto ed introdotta aria nel ca, 0 av:r:-emr110 forse elimi11ato il rischio di postumi a·derenziali pleurici. Ma confes·s o cl1·e di fro,n te, al ferito c:hie non ha sofferenze ed il cui scarso versamento dimof1t.ra tendenza spo11tanea al riassoThimento, abbiaJr10 preferito evitare anche il trauma , se pur lieve, ·dell'estrazione e del pneumotorace. L'en1ofto.e non ci ha mai preoccupati molto~ Associando· ai medicamenti analgesici ed antisp.asm,o dici di cui so p1a, iniezio11i abbondanti di coaiguleno o di zimema l'abbiamo sempre vista scom.p·a rire in periodi di t empo brevi , ancl1e quando aveva inizialmente un carattere di u11.a qualch·e intensità. E~iste,ndo un p11eu111otorace aperto ci sian10imposti di trasformarlo in1mediatamt'nte in cl1iuso: in due dei tre casi osservati eseguim1no una sutura a strati della ple11ra e del piano n1uscolo cutane·o con ottin10 risultato Nel terzo ciò non fu pos ibile. Per l'enfi&ema ·sottocutaneo limitato e senza tendenza alla diffusione , ci si è limitati alla sorveglianza. Nei 2 casi in cui si v.e rificò t1na r8pida diffusione. ampliata la ferita parietale andai alla ricerca della breccia pleurica e posi u.11 tubetto di gon1n1a per veicolare direttamente all'esterno l'aria toracica e quindi impedire che q11esta si infiltrasse nel sottocutaneo. II tubo venne rin1osso assai presto ed il TÌ.f\l11tato fu del t11tto soddisfacente. Per un asces~o polmonare, l'unico osservato, ir1sorto nel polmone no1n ferito , praticai insieme all'alcool-terapia endovenosa, ]a frenicoe::\"'eresi. Il ferito andò a guarigiùne. Una sola volta ebbi occa~ione di intervenire. su1 polm-0ne di ur1 ferito gravissimo per uno squarciai dell 'emi torace con traum.atopnea viol€nta, emorragia pol1non.are continua e conseguente stato ·di anemia acuta. A tutto ciò si aggiungeva una i)araplegia alt.a per ferita verte bro-n1idollare. Dopo abbondante trasfusione, .attraverso la breccia toracica ulteriormente in.g randita con resezione ampi.a di 2 . c·o~te, fu suturato il polmone e zaffata la cavità pleurica non essendo possibile c.h iudere ]a breccia e· terna per lei sue di111ensioni. Trasfusjo,n i anche dopo l'intervento. Le condizioni del ferito mi~Jiorarono rapidamente. Però dopo pochi giorni impTo,rviAAmente e per causa sfuggita alla nostra indagine egli dece d e, a. 1

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:X.L \ 11,

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1287

SEZIONE PRA TJ CA

u11 pazie11le affetto da fistola pleurica r e~itl.ua a tora cotor111n. p er e1npien1a da ferita pol1nonare, praticai dopo costoto111ia, la lisi di i f J)aci adere11ze p,Jeu ricl1e , la sutura pleurica e quella n1u.s colo-cuta11ea. Il risultato fu buono. • In conielu sio11e, come si vede, niente interventi&mo1agg·ressivo e llepvure ast·en sior1e sistematica, ma ragior1evolc e proporzionata unione di cure mediche con ponclerati interventi chirurgici. I risultati ottenuti (n1inima mortalità e pre.s umibile scarsezza di postt1n1i) mi fan110 1>e11sare ch e la via battuta non sia stata errata. 111

I\IASSUNTO. 1

L'.i\. C':-::po11e i dati stati ·tici tratti diall os ervazione di 193 feriti d 'arma da fuoco pleuropoln1onari cura li n ell ' Ospedale l ,egionario n. 9 di Saragozza da lui diretto, durante la Guoerra <l i SJJ<tg na . .t\ccennata la diversa frequenza con cui eb bero a notar i i \ 1ari sintomi e le compli· azio1ti espo11e l'indirizzo terapeutico segu ito cl1e è co11si Lito , in generale, n el riposo assolu.t o in posizioin e scn1iseduta, nell 'uso di oppiacei, nello svuotamente dell'emotorace co n introduzione sostitutiva di aria, n ella tras forn1azio1

nc operat,)ria del prteumotorace aperto in chiu~o, nel drenag.gio pleurico• in casi di enfisema con tenden za alla diffusione, li111itando a casi ecce,zionali i g r<lvi interventi ope·r atori. Giun·g e alla conclusion P, suffragata d,a lla ~c~rsissima m ortalità osser, ata (1 morto &t1 193 feriti), r hr il ferito pleuro·p oln1onare ch e 1

11on soccomba im1nediatan1ente o rapidan1ente all'emorragia , all'asfissia, allo choc traumatico 11a moltissim e prob·a bilità di salvarsi. _.. Ricordiamo le Interessanti pubblicazioni·: Prof. Dott. MANFREDO ASCOLI

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TECNICA

MEDICA

Metodi semplici per l'accertamento dell'insufficienza renale. L'attività renale ~ da considerarsi duplice : il lavoro escretorio e la funzione nel ricambio i11term·e diario·. Il cort1pito .più importante dell 'organo consiste n el mantenere costante la composizione dei liq11i·di organici, il che viene ottenuto mediante i due m·eccanismi accennati. Nelle prove da farsi per saggiare la funzionalità renale vien e in prima linea la funzio·n e escretoria e, per quanto riguarda il ricambio in tern1ediario, 1&i deve soprattutto considerare li.l forn1azio,n e .dell 'ammoniaca. _ L'accertamento dell insufficienza r enale è della massima importanza per inqua·d'rare la forma di affezione del rene, per la sua prog11osi e terapia. Esso è basato su m etodi molto più semplici che non per l'insufficienza di altri organi, come il fegato, lo stomaco e·d il cuore. 1

E. Becl1 er indica le prove seguelll ti: . Peso sipecifico defl'urina. Un valore di. 1020 esclude in linea di lna 5sima I 'insufficienza rertale , ·mentre il pern1 anere a lungo di 10110 (va- . lore corrispondente al peso specifico del sangue. a~albuininato) depone peT un'insufficienz~, tanto più se si hanno anche d elle peroite d1 acqu.a extrar enali (vomiti, sudori , diarrea). Si deve escludere, naturalmente che siano state introd~tte notevoli quantità di liquidi , ch e artcJ1e nei sani provocano abbassa1nento del 1)eso specifico . Nella grave insufficien za renale, il peso specifico 1::,i eleva po1co prima della morte. Colore dell'urina.. Se costantem ente chiaro e pallido, tanto più in presenza di un peso Frpecifko sui I OI O, si può concludere per una i11sufficie11za renale, in cui rirr1ane tale anche ir1 pre&enza di perdite cli acqua estrarenali e quando vi è febbre. Il colore pallido non è do\'Uto a ritenzione di sostanza colorante, ma è da attrib·u irsi al fatto che questa arriva nel1'u1~ina in uno stadio incoloro e, nel rene insufficiente, non subìsce i p.r oc.e ss.i ossidativi ch e 11el sano da11110 il colore. Mediante oR·sidazioni otlenute chimicamente (riscaldamento con acicli minerali od .a ltro) 'si può far co1nparire il colore n ormal s n ell'urina dell'insufficiente renal e. Colorito grigio-gia.l liccio clella cut e, special111ente alle mani ed al viso (parti esposte alla luce). Si osserva nell'irtsufficienza di media· od alta grav·ezza ed è da attrib·u irsi alla ritenzione nel sangue e nei tessuti ·dei cromogeni incolori r he do·v rebbero esse re eliminati con l ' urina . La presenza di qu.esti tre segni p erm ette ·g ià di concludere per un 'insuffi<jenza r en ale grave o di media gravezza; altre prove semplici si possono fare per acce·r tarla . Prova di Volhard dell'acq·u a e d ella ooncentrazione: costituisce una prova di carico per 1


« IL POLICLINICO »

l'acqua e per la dieta secca. Per la prima, si fanno bere al mattino presto, 1500 eme. di acqua o di tè leggero e si fa poi urinareJ ogni mezz'ora, determina1)do la quantità ed il peso specifico delle singole porzioni. Nel sano, in 4: or·e ve,ngono eliminati i 1500 c1n c. ingeriti ed anche più, in porzioni da 400 eme,. e piùi il peso specifico si abbassa a 1002-1001 . Per qu·esto si debbono apportare delle correzioni sia riguardo alla temperatura cl1e sia diversa ·d a 15°, sia nell 'eventuale presenza di albumina (se del 2-3/1000, far bollire l'urina, filtrare e riportare a volume). Per la prova di concentrazione, si tiene il paziente a ·d ieta secca (senza brodi' n è zuppe o l:>e,'ande) e si raccoglie l' urina di .)gni ora, determinandone la qua ntità ed il p·e so specifi- ~ co. Nel sano, già dopo mezz'ora o più il peso specifico aumenta a 1030 e più, co·n diminuzione della quantità; se ·è necessario , la prova si prolu11ga per 48 ore. Con queste i&empJici prove, si hanno delle de, iazioni dal normale ·già i1ei bas~i g radi d ell'insuffici enza re11tale. La quantità ·di urina eliminata è minor-e dei 1500 em e. ingeriti, le singole porzio·ni non presentano le notevoli differenze che si h anno nei sani, il peso specifico si abbassa m eno. Nei gradi lievi di insufficienza, la quantità totale può raggiungere i 1500 em e., ma m a ncano le differenze nella quiantità ,d elle singole po1rzioni e l'abbassarnento notevoìe del peso &pecifico. La prova può anche essere utile per decidere se un ' albuminuria residua dopo u11a nefrite ha intacca io o meno la fu11zione del rene e se so.no da prevedersi p er il futuro aun1ento di pressiorte od altri sintomi. Ciò viene an.cih e confer mato se la . prova di concentrazione non d à i ,~a.lori di 1030. Il metodo di Volhard p ert11ette a n ch e di riconoscere precocemente l'in1&ufficienza renale all'inizio di una sclerosi mali.gna e ciò anc·h e prima cl1e le prove ~ul sang ue diano risultati positivi. · È però necessario in questa prova di Volhard di tener conto del fmttore extrare.nale, sicchè i risultati ch e si ottengono con essa non vanno interpretati sio et simpliciter co1ne espressione di funzioname nto d el rene. Sulla prova d ell'acqua il fattore ext.rarenale influisce n el ~ n­ so di diminuire la ·q uantità totale escreta, m a lasciando le differenze n elle quantità delle singole porzioni. Nella prova di con centrazione, poi, viene eliminata l 'acqua che era tratter1uta, sicchè la qua11tità di urina può essere alta nonostante la dieta secca. La tendenza agli edemi viene poi saggiata facendo la differenza delle prove secondo la posizione del paziente se in piedi od in letto. R evidente ch·e le prove di ".,.olha r.d non 6Ì faranno in casi di nefrite acuta, specialmente ·s e vi è debolezza c:ardiaca e n emmeno n egli i pertesi con tendenza all' asma cardiaco. Prova del carico alcalino. Si somministrano 1

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[ANNO

XL"\r11, Nul\11. 30]

5 •g. di bicarbonato di sodio ogni 2 ore e si controlla la reazione dell'urina. Nel sano, già dopo la prima o la seconda dose essa diventa alcalina; se vi sono turbamenti nella funzione renale, &i d eve dare una mag·gior quantità di alcali e si arriva nei casi gravi fino a 50-80 g. ; n ell 'insuffic ienza ini1Ziale, qu·e sta p1ro·va può d.a re risultati normali mentre riesce positiva quella di Volhar·d. l~o1nunque e.o n q11este prove si l1a un'i.dea d·ella eventuale insufficienza renale e si può giudicare il vero significato di un' albun1inuria , e.b e può aversi anche con una funzione ren.a le i11tatta. A queste semplici prove 6Ì aggiungono le ricerche ohimiohe Fu.l sangue e cioè : deter1 ininazione dell 'urea, dell'indacano, e reazione xantoproteica. In alcune condizioni, qualcuna di queste prove può esserne positiva una, come per esempio, si può a''ere aumento di urea in 1nalattie infettive, vi può essere reazione xanloprotek.a nelle n1alattie epatiche, e così via. L 'importante è la coincidenza di tutte tre, il che dimostra l'insuffic ienza renale. L' A. forn~soe poi alcuni particolari tecnici sull'esecuzione delle dette prove, fra cui osserva, p. es., ch e 11ella determinazione dell'urea del sangue con l 'uroometro di Ambard non è assoluta1nente necessario il fare la lettura nell 'acqua, 111a bas ta tenere l'ureo·n 1etro alle due estremità, in i11odo da impedire il riscaldamento del liq,u ido e dell'azoto J)rodotto, con le mani. 1

A.

IFILIPFINI.

SUNTI E RASSEGNE TERAPIA. Uno sguardo razionale alla ricerca in chemioterapia. (P .

FrLDES .

Th e Lancet, 25 maggio 1940) . 1

Vari autori hanno espresso recentemente 1 opin'ion·e che l'azione della sulfanilamide in vi:vo dipenda da una Teazione batterica enzimati ca che è neuessaria per lo sviluppo dell'oirganis:ino. Per ese1n·p io, Lockwood per1sa ch e gli en zi1ni proteolitici dello streptococco subisca110 azio11e i11ibitrice. Ma ques.t 'opinione non ha n essuna base ,&icura, p erchè non conosciamo a ffatto questi enzimi. ~le Intosh e Whitby p en sano cl1 e la su]fanilarr1ide possa a.gire blocca11do il rifornime nto alime11tare vitale del batterio ina ttiva ndo un enzima. Stan1y ha estratto ·d allo streptococco una sost.anza antagonista <lel~a sulf.amilan1ide e ritiene che questa sostanza possa contenere un fattore nutritivo neceissa rio, I.a produ1ione d el q11ale è impedita ·dalla sulf1{}ilamide. 11 fattore nutriti,ro sarebbe della natura di un co-enzin1a. Green, <~l1e otte11ne lo stesso risultate, concl:ide ch e questo fattore agisce inibendo un'azione enzimatica fondan1e11tale p er il m etaboìismo 1

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XLVII, Nul\c. 30 J

SEZIONE Pl\ATJCA

del batterio e c1h e la sostat1za attiva di questo estratto la stin1ola. Final111t11te Woods ha ottenuto dal lievito un estratto che agisce contro l'azione della sulfanilamide e l 'ha identificato nell 'acido p-amino1b enzo·i co. Q·u esta ·~ stanza ~­ rebbe un 111etaoolito essenziale. L ' A. ha con1piuto una serie dii ricerche sul fattore di .accr escin1ento d ei batteri. L 'accresci1l1ento e la moltiplicazione dei batteri (e certan1ent.e di tutte l e' cellule) i1nplica Ja si11tesi di sostanza 11uova da compos ti più $e11iplici. Nel caso della proteina, il con1.posto più semplice è l'an11no11iaca. A sosteg·no di quest a opinione c'è il fatto che il b. coli può c r escere per l ' a1-r1n1oniaca , n1e11tre il b . typhosunt non può farlo che coll 'agg iunta di ac11inoacidi. Questi aminoacidi invece ~0 110 sintetizzati dall'an1n1oniaca per opera del b. coli e rapprese11rano fattori di a ccrescimento per il b . typhosun1. Ogni stadio della sintesi 11ece&Sa ria p er l 'acc resci111ento è chiamato me1ab olito essen ziale. ~1 a oltre ad un elemento costrutti,·o è neces::,(:) rio un ele111enlo e11e-r getico. Questo co-fattore è con siderato una cozin1asi, sostanza che cont icn e acillo nicotinico, co11te.nuta probabilmente i11 tulle l e cellule e associata al p·rocesso di con1bt1stione d el g lucosio. Il J)roteuf1 vulgaris può crescere con amn101tiaca so lo coll'aggiunta di cozinlasi, mentre il b. typhos un1 non c r esce nem~1eno se . al1·an1n1011iaca si ~ggiunge cozimas1. Lo stafilococco cresce con aminoacidi se vi si ag.giunge acido nicotinico. L'Haemoph.i lu ... i11fluenzae 11011 può co111pie re la &intesi d ella cozimai&i e deve ricevere il prodotto finale (il fattore V d ei batteriolog i). I batteri sono così considerati con1e organiSJn i poten.zialmente capaci di sintetizzare la loro struttura e i reagenti accessori da composti sernplici . Lo stadio della sir1tesi che manca è un fattore di accre5cime.n to. Per quanto riguarda il n1eccanismo• di inibizione batterica I 'A. e il Kright avevano già din1ostrato ch e g li anaerobi non crescono se il poter1ziale ossidazione-riduzione d ell 'a1nbiente è mantenuto positivo ad un e-erto livello. L 'attività ri«ruttiva può essere din1inuita dal ferrocianuro1, dalla Lionina , dal blu di n1elilene. La tionina e il blu di metilen e l1anno azione i11ibitrice a11cl1e sugli aerobi i11 quanto inib,i srono i metaboliti essenziali. Nelio stesso in odo agisce il n1ercurio. La sul fanilan1ide agisce p·e rchè com.b·a tte u11 <11zirrta ai&sociato al m etabolito essenziale . L'A. co•n cJude che l e sostanze antibatteriche (coloranti, m er curio e sulfamide) agiscono per i11lerfer enza dei m e taboliti essenziali , e ch e ogni sostanza antibatterica deve o con1b·i narsi con un metabolite essenzial e p er formare una so~tanza priva dell 'azione 1netabolica o bloccare un· enzima associato al metaboJito. Su· questa via devono · essere dirette l e rice1·che in avvenire . 1

1291

Per la sulfa11ilam.ide la bai5e attaccata è associata all ' acido nicotinico, p er il su Ifa tiazolo è la vitan1ina 13. L. ·

Indicazioni e controindicazioni degli or· moni genitali. ({~. MARAilON.

Pairis Méd., 20-27 aprile 1940).

L' A. ha tenuto una conferenza al Cotso di _perfezionamento in Clinica Medica d ell ' Hòtel J)ieu riferendo sui 1220 casi da lui osservati 11elJ 'I stituto di Patoil ogia Medica di Madrid in '23 aJ111i e classificati come casi <li ·g inecologia endocrina e sui 168' e.asi dì insufficien za testiGC•1l\re . Gli ormoni ovarici hanno applicazioni i11oito viù estese di quelli testir:olari. Parlando di cpoterapia ovarica biso·g11a ril~erirsi u1n icamente ai due ormo·n i isolati, follicolina e luteina, 6ebbene 11on si debbano n err11neno ritenere i1tutili g li orn1oni ovarici. totali. La co1n posizio11e degli estratti ovarici totali non ci è pe!rfetl<l1nente nota , ma non è escluso che possano r o11tenere orrrtoni del tessuto. inte·r "'tiziale. Del res to, gli ormo11i ovarici totali avevano dato notevoli risultali prima che si conoscesse la folli colina. L·A. ritie11e che in questi 6uccessi i possa anch e pensare all ' influen 7.a p uramente psichica e~rcitata dalle cure endocrine ovariche sul]a donna. Gli orn1oni ovarici totali si de, ro,n o preferire n ei casi in cui i disturbi ger1erali prevalgono su quelli locali. L e inclicazioni degli ornio1ii ovarici sono: l 'insufficienza ovari(;a, l<t dism enorrea, alcu.11e e1norragi·e uterine, a lcuni disturbi sessuali (frigidità, aborto, sterilità. -e ccessiva )%erezione lattea) e anche alcune inalaltie , con1 e gli spas111i vascolari e la gotta. lndicazio·n e principale è ser1za dubbio l 'insufficietn za ovarica. Non tutte le ins·ufficie11ze o,~ ari che vanno c urate, con ormoni o·v arici. Per esempio , un eccesso di luteina può abolire la m estruazione e questo può dipendere o d a iperfunzion·e ipofisaria co·n eccesso di ormone luteinizzante o da iperproduzione di fo·l licolina con successivo aumento della lt1teina. Clinicam1ente questi casi si.. de,1ono sosp. ettare quan.. do 11 tancano fenom eni vasomotori e1 veget.at1v1 uniti all'ame-n orrea. La -diagnosi precisa si può fare solo coi m etodi di laboratorio, ch e m e ttono in evidenza un eccesso di folli colina nelle urine o n el san g ue (il ch e Gontrasta coll'am€n orrea). . Però, eliminati questi casi, l 'am-enorrea s~ identifica coll 'insuffici.enza ovarica. Spesso 1 di sturbi mestruali si acco111pagi1ano· ad altera 7',ioni scheletriche (speciaìme11te <li statura;, tendenza all'obesità o alla cach essia , irritabi1itù e ins tabilità del carattere , sintomi vaso1notori ·e pigmentazione della fa ccia. Tut~i q.u~­ sti si11tomi possono .anchie- man care, qu1nd1 1I sintoma fondam entale· d ell 'in sufficienza o'rarica è ~empre l 'amenorroo. Fatta la dia.gnosi di ins.t1fficienza 0'1aric::t, è


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IL POLICLINICO

necessario stabilirn·e la varietà patogenetica. Tre bono le varietà patogeneticl1e del! 'insufficienza ovarica: quella primitiva, quella seic:o ndaria ad alterazio11i di a ltre ghiandol·e endocrine e quella secondaria a processi generali cl1e si ripercuotor10 6ull' o·v aio. Le insufficienze primiti1'e dell'ovaio dipendono da castrazione, d.a menop·a usa, da lesioni accidentali dell'ovaio o da ipoplas ia primitiva dell'ovaio. Nei casi da castrazione la diagnosi è .evidente . Queste forme so110 acco111pagnate da feno1r1eni generali importanti. IF acile è pure la diag11osi di insufficienza ovarica da meno.p ·a usa, cl1e pr.esenta anch'essa notevoli fenomeni geIterali. Le lesioni accid·e ntali dell'ovaio (pro.cessi inf iammatori o· 11eoplastici) si devono ricercare con un'ar,curata esplorazione ginecologica. In questi e.asi i sin tomi locali ginecologici predominano su quelli delJ'insuffiGienza ovarica propriamente d·e tta. L'insufficienza ovarica da ipop·l asia è congenita e a volte ereditaria, è caratterizzata da .assenza di sintolJl.i gen·erali ma ·da presenza di ~]terazioni sche·l etri(c.h e1 simili a quelle della castrazion e fatta prima della pubertà (statura altai allungata, con arti molto lun,g hi e strettezza del ·diam.e tro pelvico in rapporto con quello toriacico) ~ Nei casi gr.avi c.'.è utero inf.antile e Ja mestruazio·n e non comparo mai.

Il gru,ppo clelle i1isujficie11ze ova.riche secortdarie. a lesiio.n i di a.ltre ghiartidole endocri1ie -è molto esteso, perchè compre•n de lesioni ipofisarie, tiroidee e surrenali, ed anche, in minor rtumero , timiche, paratiroidee e pancreatiche. La le:sione di u11a di queste ghiandole· p uò produrre insufficienza ov.a riic a anche. se l'ovaio si .conserva normftle. La glandola più importante è l'ipofisi, cl1e dà du·e ormoni gonadotropi, uno che rego la la secrezione della follicolina e uno quello della luteina. A sua volta poi J.a follicolina eccita la secrezicne ·degli orn1oni gonadotro1p i dell'ipofisi. Questo concetto è già r.a dicato nella mentie1 dei medici: tanto che c'è la tendenza ad attribuire importanza .all'ipofisi .anche nei casi in cui ·.l '!pofisi non centra. . . L'origine ipofisa~ia ..dell'insufficienza ovarica si riconosce dalla concomitanza di sintomi di piocol~ insuf'ficie·n za ipofisaria, p. ·e s., la tenda1:u:à1, alla statura bassa co·n proporzioni infantili, cio-è con gambe corte. Se c ' è invece sta.tura , ·alta . l'insufficienza ovarica è primitiva. Qu·e sto ·s i spieg.a . col ir fatto che qu.andb la lesione. è ipofisart.a 1 lo. :stato funzionale del} 'ipofisi ··è .abbassato, inv-ece ·è aum.entato nel caso che· la lesione sia ovàtica . . .i.' origine tiro·idea ,si svela per la presenza di ipqtiroidismo (raramente ipertiroidismo e solo in ~$i 1 di ipertiroidismo avanzato; l 'ipertiroidismo ·~ .\:~Jli\t;E!ce per lo più a_c compagnato da ipe• rovansmoJ. L'~nsuffic.ienza ovarica d·i origine surrenale si ha tanto nell 'ipo- c'Q.te nell'ipersurrenalismo. 1

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.È i111portante per la terapia ricordare che le

8ltm-azioni ghiandolari lpofiisarie, tiroidee e surrenali non sono, vere e proprie inalattie, 1l1a stati costituzionali di ipo 01 di ipe·r plasia. L e ins1J,ffic-ienze ovariche da malattie gener<i]i sono frequentissirr1e (il 18 % dei casi del l\farafion). Le cause sono: irtfezioni, anemie, disturbi psichici, insufficienze alimentari. Tra 1e infezloni, la tubarcolosi latente e quella addominale (e in questi casi la cura co11 follicolina .a ggrava la 1nalatti.a) le !11fezioni focali. L'anemia che c~a3Sicamente· accompagna l 'ar11e11orrea è la clorosi, ma ci sono ariche anemie secondarie alle infezioni che hanno prodotto i disturbi n1estruali. Esistono anic h e e.asi di inSiuff icienza ovarica di origine ali{_n eritare. A volte si tratta di impossibilità di alim entarsi sufficientemente, a volte si tratta di alimentazione volortiariamente fil('arsa a scopo dima.g rante. Per quanto rig·uarela le vitan1ine l'A. afferma che, sehben e teo'fican1ente si amm·ette che la deficienza di alcune vitam.i ne possa determinare insufficienza o-varica, n·ella pratica medica egli no·n ha visto nessun caso in cui si potesse attrib.u ire la malattia a1d un'avitaminosi. Un terr1po era frequente l'ipoovarisn10 da i j)eralimentazione. Però, osserva l 'A. , questo ipoovarismo delle donne. obese, è dipe11de.nte da una modificazione del n1etaboli~mo per azione isulle ghiandole che ,.i presiedo110. -Ci sono anche disturbi mestruali e am.enor-

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ree dipenderiti da psicopat ie e ne.vrosi. La diagnosi differenziale delle varie forn1e di ir1sufficienza ovarica è in1portante per la te.. . 1

rap1a. C'è un gruppo di insufjicieinze ovaridhe ohe si devono rispe.ttare, <>he cioè no·n devono essere curate direttamente. Esso comprende l 'amenorrea da stato ~·e11,erale debilitato, da proc€ssi infian1matori e neoplastici dell'ovaio (in cui si deve fare la cura fisiotei·apica o chirurg ica, non quella opoter.a.pica). Ali 'infuori di questi casi, si farà l 'opo·t e• rap1a. Nei casi di ipoplasia ovarica hisogna distinguer.e i casi gravi , con utero i11fantile e quelli rrte.n o gra·vi con utero relativar11ente bene sviluppato. Nei casi anche ·di ipoplasia grave è JlOSsibile ottenere un ciclo n1estruale coll 'opotif-·r apia ovarir...a. L'A. è ,contrario però a quest_o j)rocedimento se dopo ·quattro mesi di t.:ura l 'utero non presenta un aumento netto. Ba-sterà allora fare un trattamento blando ormonale per' via orale, cl1e sarà utile sop1ra tutto dal · ])unto di vista p$ichico, anche· perchè in fondo questi e.asi noJl. sono accompag·nati dp. disturbi generali e tutto si riduce all'amenorrea. S·e invece. c'·è tendenza ·dell'utero a mo dificarsi sotto l'azione della cura, è utile proseguirla con ur1a tecnica .ch e sarà indicata più sotto. Le amenorree da men t)l)ausa ei da cast razione sono quelle che indisoutibilmente richiedono l'opoterapia ovarica. 1


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SEZiONE PRATICA.

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Nella di:s menorrea di oriigi~,e psichica l'opoNelle insufficieT1ze ovaricl1e da lesinni di altre ,o-hiandole endocrine si dev.e fare l 'opotera- terapia o~arica' può e.sseire tralasciata; tutt'al M • • ' pia ormonale corrispondente a cu1 si puo· ag- pìù pÒtrà essère utilizzata unicameitte a sco·po giungere una dose discreta di ghiand1ola ova - · psichico.. In. quella da càuse anatomiche, sono ' • • • • queste- che vanno· curate; qui l'opoterapia ovarica .. !Bisogna stare attenti, in questi casi, a . , non a·d operare dosi ieccessi.ve di follicolina, per- . rie.a - è nettamie.n te controindiGata. Nella dismenorrea ·sia che dipenda da ipoohè qrueste in1bisco,n o l'azione ipofisaria. ·Nei casi ,d i insuffi1c ienza di origine tiroid·ea, plasia uterina 1c:h e d1a contraì~o,ni uterine spabasta l'estratto tiroi eleo a Ti·stabilire la fun - smodiche, &i userà la luteina a dosi forti e .non . zione e a far scom;piari1·e g·li altri .segni di or~­ la follicolina. gine ip·o1tiroidea . (frigid~tà $terilità, <lborto r1Nelle emorragie uterine l 'opoterapia ovarica petuto1). . . . si può usare solo dopo· ·aver escluso l'esistenza Nei casi ·di origine surrenale, se si tratta d1 di endometrite, annessite., fibromi, polipi,. ecc. alterazione surrenale grave l'amenorrea · va riNella nutropatia emorragica, la causa de lle espettata, e sì userà l'opoterapi~ testicol~re che tnorragie è l'iperfo]lico~inismo, sia diretto ·(per inibirà ancora di più la funzione ovarica. Se eccessiva formazione di follicolina) sia indiretir1, tece l 'insufficienza ~t1rren.a le è lieve si u serà to (per insufficienza luteinica) e la cura è la luteina. sempre ,~'intende a dose· sufficiente. l'opoterapia ovarica ·discreta . . . Nei caisi di insufficienza ovarica da ipercort1:E&Sa dà buoni risultati nell'8•5 °fo dei casri. Nei}:. calismo con virilismo è teoTicarnente· indicata l altro l i5 % si tratta t:li ipoplasia della mucosa la follicolina ad .alte rlosi . . Però la ·ura qui è uterina ·ei la cu.ra è la follicolina . Ci sono .a nche casi ·di emorragie uterine leefficace solo se iniziata 1) re.coc.e mente. Per quanto riguarda la tecnièa. dellàJ cu;r~ , la .tiroxina u.ate •ad .. .insu fficie.nza 't iroidea e oui o '\ cura energica è quiella di. dare prima la folliè efficace. · , . " colina e poi la luteina in nlodo da riprodurre Le altre indicazioni dell 'opoterapia ovarica un ciclo n1estruale normale. Ma molte volte sono meno iportanti. La frigVdità può qual·c1h e basta la sola folli.colina, perchè questa agisce ·volta guatire colla. follicolina", però. essa è per ancl1e sull'ipofisi ·eccitan·do la· luteinizzazione. lo -più legata al funzionamento dell'ipofisi o La follicolina si ado1)tl'erà ·da sola anic he nei della tiroide. Anche l'aborto riootuto, la stee.asi di menopausa o -di castrazione,, in. cui si rilità , la secrezidne .lattèa e·c cessiva possono atratta ·di alleviare ·s oltanto i disturbi gen.erali. vere un' origin1e· - ovarica. L'aborto rìpe~to si M.assirrta essen·zi.ale è l'uso di una dose ~u­ curerà colla lutéina, la sterilità più coin presta, perchè una dose 1debolc di follicolina è parati tiroidei o ipofisal'i c(h.e con quelli ovainsufficiente, e una d·ose• esagerata può <lare rici , l 'ec.c.e ssiva secrezione lattea colla follico, emorragie ~rayi, oppu.re inibire 1'àzio1ne ~ona­ . ]in.a. dotropa dell'ipofisi. La cura della tromboangioite, degli spasmi ' Stabilita la n ecessità-. di una cura opotera- vasali e del]a gotta con pre-p arati ovarici non pica follicolinica. si fa una cura p'e~ due n1~si~ ha d_ato a11' A. risultati inc·oraggianti: . per via· orale (4-8' comp·r esse al giorno , c1oe Ci .sono anche coritroindicazio·n.i .e pe·ricoli 5000-18.000 unità) dando il medìcamento per 3 degli ormoni ovarioi. Si è parlato di azio·n e settima.ne conis ecutire e poi sospen-O·e ndo _per cancerizzante ·degli ormoni ovarici. Ma no·n biun a settimana. S1)'esso1 basta questa .cura. per sogna dare eccessiva _impoTtanza ai risultati ottenere il ciclo m·estruale. Se non s1 ottl'ene, sperim·e1n taJi. in ~nimali, perc.h è le dosi adope• • • si rj1c:Orrerà alle iniezioni (per 3 settimane 1 rate in ·q1uest1• esper1n1ent1 sono enorm.1• e non i11iezione ogni 4-5 giorni di ll).000 unità), insi .a.doperano mai in clinica. _ t-ercalate con somn1inistrazione orale. J casi cliniic:i in cui un tumore è comparso 1Se anch·e così ·non si ottiene il ciclo, si alrap\dam.e nte e rapid.amente rsi ,è sy{lup pato doternerà la dose delle iniezioni da 10.000 con po cura follicolinica sono casi in cui il' tt1more quelle ·da 50. 000 per tre se·t timane ' nella 4a er.a certamente precedente alla cura . settimana 2-3 iniezìoni di 1-5 milligrammi .di Quin·di que.sto pericolo dell 'opoterapia ovaluteina. rica non esiste. Se così non ·s i ottiene nulla , è inutile contiIn ve e.e è "dannosa auan·do si fà senza che cl nuare. . sia l'indicazione·. . ' Le iniezioni vanno fatte nelle tre settimane ' che seguono la n1estruazione e si sospendono * ** . nella settimana che le preced·é . Per gli ormoni testieol~ri, le indicazioni teQu·eJsto schem.a di èura è jn~ic:\to per le amenorre·e. Per la n1eno·p::rusa, in cui si tratta più rapeutiche so·n o: l 'insUJfficienza geni.tale del che di ristabilire il ciclo, di migliorare lo stato bambino, I'eunucoidismo· dell'adulto, l 'impo- • tenza genitale, l'omosessualità, l'età critica mag~nerale, è necessa·r io adoperare dosi minori: c11e saranno . utilm·ente acieon1pagnate da alt.n 5chile, l'ipertrofia· {>1rostatic:a, l'insufficienza lJ)edicamenti: belladonna , g<lrdenal, igiene ali- surrenale, le mastopatie polino·dulati e policimentare a1d1atta. psicote~apia. A volte è qui in- stiche, gli .accidenti de ll 'età critica della d on. na 'e- alcuni casi di tetania. dicata l'opoterapia ovari ca totale .

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IL P-OLICLINIOO

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XL v1r, NuM. OOJ . .

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Nell'insufficienza ge11itale d~l ba1nbino è l1e- çh.e in ope1·e inonograficl1e si so110 occupati di cessario, distin·gQere l 'insu.fficienza pll·imitiva- questo argo:n1ento, ha -ques.t o particolare me- · mente1 testicolare· da quella ipofisaria. · L 'opote- i·ito·: ,d )avei· saputo ,c.on1mism·a1~e la parte purapia testicolare si deve ·fare solo negli an11i. l«.irr1e11te fisiopatologica a ·quella clinica, -in prepuberali, cio~ ·dopo i 10 anni. Prima dei inodo che l'u11a sia naturale sub strato ·d ell'altra dieci anni si adopreranno preparati tiroidei. · . se~ sove1·chiarla, e d 'altra parte ' fornendole L'en·u coidismo -d elI'adulto trae ~iovamen to quel filo condutti0re che vale a dar unità al da .prepara.ti : testi colar.i solp- · prima del · 30° co1nplesso dei quadTi nosologici e a rneglio ilanno di età. ... lumin~rli. Altro n1erito, e non piccolo, dell ,A. Buoni risultati ha avuto l 'A. dalla: cura op-0- è· quello ·d 'ave:r saputo resistere alla tentazione terapica ·nell 'omosessualità, i1elle f or1r1ie dedi fare OJ!era di' pu·ra erudizione, · accumùlando pressive ·d ell'età critica maschile nell 'ipertro- · dati e ipotesi fra loro non sempre concor.danti; fia prostatica, e nell'insufficienza suri'enale, ed aver per contro. passato al· va,glio della sua nelle mastopatie ·n od·ulari e cistiche no n avan- critica sagace dati ed ip·o tesi e ·d'aver tratto da zate. Non ha avuto· risultati nègli a·c cidenti essi per c·o sì dire il suoco, eliminàndone il più 1della menopausa fem111inile. · · possibile le scorie. Questa ·partecipazione· diretL ' A. non cono1&ee · pericoli della terapia te- ta dell 'A. alla .elaborazione· critica del materiale sticolare. Thompso1n ritiene -che dosi eccessive raccolto, se può allo stàto attuale degli studi di iestost€trone possono din1inuire il nun1ero sul S.N. V. impi·imere nota: di person·alis,ffio al- degli sp,e rmatozoi, rrUi altri, fra cui l'A., .non l ' ~sposiziòne di qualclie argom~nto contro·v er- · poFt~ono confermare · qu.eis t 'asserzione·. · · so, vale d "al tra parte a fornire snelleiza alla • L'opoterapia con ormoni genitali ha rag- tr~ttazion.e e c_h iarezza nell'esj>osizione dei singi.u nto-posizioni sicure e il isuo· studio può api::i~ goli capitoli~ Sarebbe lungo, se pur interes1sante., scendere re nuovi campi di ap.pli<?3zio·n e. cli~ica. L. alla disamina degli 'argome,n ti trattati, .basti, 1~er ·dare al lettore un 'idea de~la m,ater1a trattata e. ·d el metodo espo·sit.i.vo adot~ato, . elencare i NOTIZIE BIBLIOG:~AFIC·HE principali capitoli. Dopo aver.. definito. il co·n . . .e i limiti d:eJ ' co·siddetto S.N.V. l'A.. fa · ~l. BuFANO. La. Patologia e la Clinica del· si.- .cetto una succinta desc1rizione del su.b·stratpi anato·sterrwr .nervoso vegetativo .. Soc .. ed. libraria, n1ico di questo.; passa quindi a trattare estesa-· ~~ilano, 1940, pagg. 599, I.... 105. ,nente d el.la fisiopatologia d~l S.N. V. oon par~i­ _.P ochi argo·m enti hanno attratto i 'attenzio11e colare riguardo allo studio delle i11flue:oze1d·elle degli studiosi nel campo medico da un cin- sostanze e, degli ormoni · vegetativotro·p i e degli quantennio a questa parte quanlo ·la fisiopato- · elettroliti sul tono del S.N. V. .e allo studio· del-_ 1ogia e la clinica del sistema nervoso' vegeta- la influ·e nza del S.N. V. sNl ricamb.to materiale, tivo" Poohi argomenti, d'altro lato, :- - i ~ono di- sui fenomeni di anafilassi e allergia, sull<l; tem..: rr1ostrati si,a nel campo· sperimeniale che cli- 1)eratura co1:porea, sul! 'emopoiesi, ecc. Giunto ·nìco irti di difficoltà·, tanto che non è agevole alla p·a rte più propriamente clinica, che· occupa fra la ressa delle p_!!bb·licazioni al riguardo sce- la parte maggiore· d:ella completa trattazione, ver<)_re il buono dal mediocre e trarre concetti' il l'A. fa a questa precedere un interessante capipiù possibile chiari su'lle funzioni · e sulle sin- tole sull'eziologia ·ge11erale degli squilib·r i tem-drorr1i che al S.N.V. si riferiscono. per.a m-e ntali delle sir1dromi e inalattie del . In Italia lo stu,dio del ·s .N.V. ha un'illustre e S.-N. V. e un utile s:u ccoso· capitolo· sulla se.meiosalda tradizione, che dal De Giovartni, l 'indi- logia del S.N. , t.; dopo di . ch e si addentra nelmenticato 1~Iaestro, .dello\·studiò patavino.,. al Ca- 1'esposizione, più pro·pri.a1nente clinica. E -passa slellino, al ·Pen·de, al Galdi ,e alle Scuo,l e. 'r ispet- in rassegna le -111eteoropatie, le neurosi vegetive ma,ntiene una c:ontinuìtà "di n1etodo e di t.ative dell'ap parato respiratorio , del circolatolavoro davvero esemplari. Al Bufano, che, al·rio·, le n eurosi cosiddette distrofiche, le neurbsi , Jievo del Pende, si riallaccia con onoré a que&ta dell'appar~to dige.1'(e.n te, dell 'apparato · urop0ie~ tradizione, dob·b iamp la trattazione forse più tico, degli apparati ses.s uali , aggiunge11d10 a co1npleta che dèlla patologia e della clinica del co111pleme·n to un opportuno capitolo critico &ulS.N.V. sia stata fatta in Italia e fuori in questi la partecipazione dei centri diencefalici alla pa~ · ultimi tempi, ~Ierito d!ivveTo grande; se si pen- tologia delle neurosi vegetative. Infine chiude ~i alle diffico-ltà, cui prin1a ab·biamo accen:Qato, il volurr1e un breve con1pen·d.io sulla tera,pia e all'interesse che tale capito.lo della fi 5iopa- · dt1le neurosi vegeta live. · . • tologi~· e della .nosologia rive·s te per lo· studioso · · In questi d.ens.i capitoli si trovano· raccolti e e p:e t il medico pratico, il qiuale, · spe:cia]m~nte of1portuna.n1ente oTdinati argomen~i che· nei nella ~ua attività ·di .aìnbulato-rio~ a ogni piè trattati ancl1e maggiori ·di medicina ·interna· sospinto si· ·trova davanti quadri che in tutto .sono qua e là dispersi nei ca:pitoli più disipae ·in parte hanno attine~nza col S:N.''·, e che r·a ti; sl th<3 gli' ven,g ono· p·t esentati alle{' stu• s_pesso gli pongono ·fini proble,n ti di d.i agno- dente e· al medico· riuniti' in una trattazione stica e di terapia . Il· Bufan·o poi, frçt gli, Auto·r i on1ogenea ed esauriente per lo stud.io meiodìé·o • ... 1

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e per la consullazione &picciola. Inoltre frequenti sono i contribu~i casuistici perso~ali c~e l 'A., a esemplificazione e chiarimento, inserisce in vari punti. È un libro cl1e merita d'avere e avrà una larga ·diffusione e che s'inquadra nel mod~ mig1iore in quel movimento che vuol dar rinnovato impulso alla creazione del libro medico italiano. C. FRuGoNr.

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SEZIONE PRATICA

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no altre, ·rig·uardant.i le 1secrezioni, la riproduzjone e la vita dei tessuti in -g enere. La cr€atina ci appar.e coim·e uno ,degli elementi costitutivi . primordiali del proto_plasn1a muscolare e di quello contrattile in genere; il suo ricanlh1io ,è ·diretto da un vasto meccanis1no r~olatore ed i disturbi di qualcuno dei n1eccanismi di questo si riflettono su quello. D.a ciò l i111portanza e -- ad un t empo - la d~f fi cile valutazio·n e dei disturbi del ricambio della . creaLina, che p·ossono però venire resi evid.e11ti con delle ·prove di carico. fil.

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E. \iV.>\.NG. Clinica[ an cl experimental illvestiga.tions on tJ-ie creatine m etabolism. Un vol. E. CARAPELI.E. Analisi delle oririe, dei calcoli e in-8° di 338 pagg·. con 39 fi·gg. Edizione di dellte feoi. Un vol . in-8° di 637 pag-g., con A.!cta med. scand., supp·le1r1er1to CV, Helsing76 figg·. o 18 tavv., rileg·ato. Libr. Agate, Pafors, 1939. lermo, 1940. Prezzo L. 90. Scopo di questo lavoro è quello di inv~sti­ L ampio volume del prof. Carapelle ha il aare l'origine ed il ~ignificato .della creatJ.nu- ' pregio, di fornir·e anzitutto ai medici, che si ~ia, specia lr11ente con l'intento di \1 ed~re. s.e ad apprestano a praticare delle analisi e che sono e ~a si possa attribuire qualche significato digiuni di tecr1ica chimica, le necessarie no!)fatico. . zioni pratiche g·enera1i. Lo studio delle urin.e, Lo studio della vas.ta letteratura (sono citate poi, non è limitato alle, pure manualità dell,e l.J 55 pubblicazio11i) ha fornito le basi d:e lle poche ricerch·e che si pratic.a no correntemente, comples~e .ed· acc,urate ricer.che. fatte dall 'A. ma inv.es.te tutto il p1roblema ·della s-ecrezione F.gli studia l'influenza della tiroxina, della feb·uTinaria e considera tutte le so~tanze· che si bre e di varie condizioni patologiche sul ricampossono troyare nelle urine, nella 101·0 origine bio della creatina, il con1portamento di quee nel loro significato fi:&iologico e patologico. sta n elle fl ebiti profonde, nella paralisi poGtAnalogamente prooede per le fe ci, per la quale \ poliomielitica ed in altre affezioni 1nuscolari, si ·diffondei sp·ecialme11te sulla ricerca ·dei pala creatinuria e la creatine1nia. rassiti. Si occ,u pa inoltre dell'analisi dei calA quantq sembra, il ricambio .d ella cr~ati~a coli e, çla ultimo nelle ap·p endici, della rice.rè legato all'attività muscolare (la creat1nur1a ca d elle vitamine nelle uTine e deJia diagnosi iridica la presenza di una lesione muscolare e biologica di gravida1lza. Molte tabelle complemisura la quantità della sostanza muscolare tano il volume'. le~a) ed è probabilmente in rapporto con .delA mio modo ·di vedere, il trattato avrebbe po1 fil. le condizioni ormonic,h e . tuto essere reso più agile non insistendo su certe parti che ·debbono riteneir si b·en note a .T. VAGUE e J. DuNAN. La créatine. Etude P'h y- chi lo usa~ come, p. es., sulla ·desr..rizione· masio-p(JJlhologiq ue. Un v~l. in-8~ di 256 pag.g . cro- e micro'&copica d e] rep.e, degli ureteri, ·d elcon figg . Masson e C.ie, Par1s, 1939. Do,1la vie sci ca, del microscopio, e.e.e. 1Così pure, alle lari 1,40. · volte, l'A. ci dà dei particolari di chimica suJ)tlfflui, come p er esen1pio la l?rep~razion~ Ques lo lavoro è il frutto di una lunga colladel cromato potassico per la determ1n.az1on,e dei borazione fra la c1linica (J. Vague) ed il labocloruri, mentre pe:r lei ricerche usuali serve 1n.Lorio (J. Dunan); collaborazione necessaria b·en·e quello del co1nmerc.i o,; inveic1e. non ·d à la perchè il Qroblema, è ad un tempo·, c.hir_nic~ , composizion e1 del liquido ·di Fittipaldi per 1'.ebiologico ·e medico. L 'interesse che ~uscita il sam,e dei sedimenti u.r inari , n è la descrizion e problema de lla creatina è molto grande, tanto che i soli lavoTi citali dagli autori, pubblicati completa del metodo tanto utile di t ale autore. Dedica tutta una tavola lJer r.affjgurare il badopo il 193 ±, sono circa 500. . , La prima parte dcl libro tratta l~ proprieta cil·Io del tifo, lo FJtafilococco, il b coli, cosa del t~u.tto inutile. perch·è non è da quelle fig·ure della cr eatina, i metodi per la sua ricerca e l~ sua ripartiziooe· n ell'organismo. Vengono poi che si potrà fare l'ident.i ficazione di tali ge1:studiati il m ·ecca11ismo regolatore e l 'eli·m ina- mi , mentre· è invece mo•l to b·re,re nella descrizione dell'esa m e. n1ic ro &copico dell e feci. zione d ei rifiuti, arTivando p·o i a c'o nc.Jusioni QuesLe osser\1azioni non intendono sminuire JJratich e. . . il ' 'alo re d·el trattato, c.11e h a fra l 'al1 ro il n1eSi possono ora c.osì. conoscere le funz1?ni ri lo di avere raccolLo specialnie11te su]l e uri11e principali ·della creatina, che son o essenzialu1la quantità .di nozioni che spesso sarebbe m.a111ente neuro-musco]ari, a ct1i se n.e a g·gi11ngolngevole avere e ch e, d'altra parte, so110 molto titiJi p:e r tino s tudio ap1p rofonclito su ques la (1) Si pregà d 'jnviare due copie dei libri di cui i11ateria. fil. si desidera la recensione . 1

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IL P OJ.,JCLINICO

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(ANNO

XLVII, NuM. 30]

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.APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA B TERAPIA. Sindrome di Loeftler (pleuro-pneumopatia eosino· :lllica).

C. Santos (Rev.

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~1eù. Latino-Am~ricana,

febb1raio 19-10, J~. 508) descrive tre casi pel'6-0nali di sind1ro111e di Loeffler, 1nalattia conosciuta 811che coi nomi di e,dema polmo11are primaverile di origine anafilattica, eosinofilia febprile epidemie.a, ple1u ro-1)oln1onite: eosinofilica. È una malattia benig11a, di etiologia sconosciu. ta, caratterizzata da dimint1zione del n1urmure vescicolare· polmonare, . opacità po~monari r-::.diologiche fugaci ed eosinofilia en1atica. Bickel e altri furono i primi a mettere in evide1lza questa sindron1e-, ma a Loeffler ' 'a il n1erito ·d i averla descritta e individualizz.qta come entità clinica a sè. Numerosi cat5-i sono stati descrittì in Svi~ze.ra dallo stesso Loeff]er, inoltr·e in Ci1la a Shangai, in Francia, in Germania e in Portogallo. Etiolo!~/ia . La natura allergica ·è inv•)Cata dalla ma.g gior parte deg1i autori : alcuni ]a n1eltono in relazione con la presenza di vermi n ~ l'1'intcslino, altri la riferiscono a fenomeni tuherco]ari (infiltrati ip·er.r-ergici). Infine v~è chi pensa t ·h è la malattia possa essere d eten11inata dn uri ultravirus SJ)ecifico. J11wto11iia patologica. La benignità della malattia no11 11a per1nesso sinora rilievi anato111 0patologici. J.A r11aggior parte d egli autori pen~a che si tratti di u11 processo di edema poln10rtare, l)l'O·b ·a bilmente, associato a stato infian1r11atorio della pleura. Sin.torr1,atologia. Consiste in una triade caratteristica : sen1·eiotica (diminuzione de l murn1ure vescicolare), radi~logica (op·a cità p.olmonari) ed err1atologica (eosinofilia), la prima incostante nei casi lievi, le altre sempre costa11ti. La malattia evolve in 5-8 giorni oppure in 3-J settironne. · Si n1anifesta con astenia. modica cefalea, dolori 1d•orso-lombiari, mialgie,, tosse ~cca o con poco espettorato mucoso, talvolt<t muco-purulento, raran1ente· err1oftoico, febbre modica (37°-38'0,5). L'unico fenomeno sem·e i·otico che è dato rilevare è la diminuzione del ·murrnure in una · ~ola o in diverse zone del 1)olii1one·; radiografic.amente1 a queste zonè corrispo·n dono ·aree opache che ricordano generalmer1te l'aspetto degli infiltrati tubercolari; l'esame ematologico 1nostra ur1a eosinofilia .che p uò andare dal i:o al 70 %. L'espettorato è · negativo per agenti specifici. Diagnosi differenziale . Specialmer1te .deve. €Sser posta con l ' infiltrato precoce tubercolare, inoltre con le bro11co-polmoniti v·erminose e con le b·r onco-spirochetosi . Prognosi. Buona. No11 si co11oscono con1plicazio11i; però la 1r1aJattia 1)uò recidi' are . 1

M.

RASTELLJ.

La cur a della br onchiect asia. La bronchiec tasia ·è una condizione. in cui il poJ1none è irreparabilmente· leso, i bronchi sono dilatati e vi s.i sovrapp1one un'infezione purulenta. Per ques to , K. Perry e D.· l\.in·g (Am . .rev. of tub ., n1a,ggio 1940) sostengono che la guarigione può otte11ersi soltanto con l ' estirp·azione totale della l)Orzione di polnlon e leso. Tenuto conto d ella noteivolossima riduzione nel]a mortalità operatoria d'e lla lobecton1ia semplice, con as1)ortazione del segmento bronco1Joln1onare affetto, tale intervento p1u ò essere consigliato senza esitazione al bro11chiectasico. Anche se la malattia è hilateTa1e, il rischio della lobecto1nia b ilaterale non ·è tanto elevato da escludere l ~operazione. Prin1a dell'operazione, i] cl1irurgo d.erve conoscere perfettame11te l'este11sione della malattia,. mediante l'olio jodato; devono p1oi passare aln1eno due mesi prima tlell 'intervento, per far sì cihe tutto l'olio sia stato espettorato, in quanto che ,altrimenti esso potrebbe bloccare i broncl1i ed ostaco.Ja1·e la riespansione d·ei lobi polmonari r'esidui. L'ope1ra2ione non porta consEguenze di scoliosi o di altre deformità ed i be nefici, risultanti ·d alla scom'Parsa d'ei sintorr;ti che dura,rano da termpo, compensano ad ust1ra. la }J-Ossibilità cli qualche disturbo post operatorio, con1e quello dal o da una cicatrice sensibile. · Il trattamento non chirurg·ico ouò avere tutt'al più un effetto p·alliativo. NelJ~ statistica dei 400 èasi degli AA . , risulta cl1€ il 67 % degli operati ha rìacquistato un 'eccellente cap·a rità Javoraliva, mentre la proporzione è stata del solo 38 °!~ nel .g ruppo non chirurgico. Fra questi ulti111i, sono stati tentati il pneumotorace (6 casi con 2 esiti in piopn-eumotorace) la t oentgenterapia profonda (7 casi co·n nessiu n n1iglioramento), l'avulsione del frenico (4 ca si · . ' nessun effetto permanente). Il tratlan1e,n to pre,1 entivo di una con.d izione di cui la causa ci è ignota nbn può essere che èm1)irico. Evidenten1'ente, si farà ogni sforzo per fa,·orire- la riespa11sione del tessuto polmonare col1assaLo, in conseguenza di una polmonite o di altra rnalattia acuta del tratto respiratorio, vedendo altresl d i escludere la possibilità di presenza di corpi estra11ei in esso. fil. 1

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Tubercolosi e ·vit amina C.

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D. Giaqui11to (L 'Oittaa,litcl ,, I ecJica, in.arlìoo.prile 1940) ha sa-g giato clinicarr1ente I~ Yitarr1ina (redoxon) in arnn1.alati di sanatorio. Ntlle for1ne attive febbrili n·on ha constatato a lcuna mo·dificazione d1e1la ternperatura e delle lesioni locali , bensì un'azione tonica generale, con p·o ssibilità di i11igliore a limenta- . zione e di aun1ento del peso del corpo, ed una influenza favorevole nelle. en1otti'i ·] ievi. '.~ risultala anché utile l'applicazione Jorale in alcune ma11ifcstazioni specifiche (ascessi fre·ddi

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SEZIONE PRATICA

g landolari, pleuriti r ecidiva11ti parapnx). L 'a.zione benefica generale è confern1ata da ri.cer che di A. Lavagnoli (i vi ), il quale h a osser\Tato .clt.e .i 1n~lati .di t~c~ sono in g ran parte ìn ~ta l o d1 1pov1ta1111nOS'l C, tanto più acce·n tuato .quanto più ·gra vi so·n ò le l~sioni poln1onari e le roD:dizio~i ~ene~ali; questi malati, sottoposti a .carico d1 v1tarr11na e, presentano una cutireazione più evì dente di quella ch e presentavano prima d el carico; vicever sa le r eazioni gen erali <·he seguono alla cutireazione (sudorazione , cef r::l ea., ecc.) sono frequ entem ente m eno inten se. Du questi rjlievi si ·d educe che la vitamina e: ele,'a il potere di resistenza d ell'or ganismo di fronte al] ' infezio11e tbc.; essa rappre enta non ·<erto un n1edica111er1to specifico, ma u.n in.ezzo utile e<l i11noc uo che, ir1 con co r so con a ltri ·st1 , .. idi terapeutici, j)UÒ ·p otenziare l~ forz.e di 1 f&istcn1a <lell 'a111ma lato . M. P. 1

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Si trovano, qui11di , condizioni diverse nel periodo norn1a le·, in quello p r-emestruale mestruale, 'gr~vidico, ecc. La terminazione 'della gravidanza ·è caratterizzata ·d a fenomeni distruttivi . notevroli ; all ' inizio d·el parto }'epiteli<;> vaginale sogg iace ad tm 'este~a d en'udazior1e·, di cui si han110 tra·cce anche nel periodo del post-partum ed in quello post-abortivo. P: F. IF~etcher (Amer. j. obst. a. gynlec., · aprile 1~40) dà conie caratteristiche del perio. do po&tab·o rtivo le ~eguenti cellule : 1) C. pav11nen~ose b asali es te~:n-0, numerose·· quanto quelle superficiali, con nucl eo arrtpio relatiYam.e.n te al citoplasma, ch e si col ora con un blu a sfu1natura rossa, un po· p iù scuro che i l citoplas tna, r11a senza· il note, ole co11trasto ehe si ha n elle cellule ~uperficiali ; il citoplasma può c.o ntenere d ei fini g ranuli. Queste. cellule l1anno la grandezza ch e è la metà od i due Letzi di quelle superficiali; 2) C. interne b asali o germinative, in quantità r elativamente scar: sa; un po' più piccole eh.e. le p r ecedenti , con citoplasma omogeneo ch e si colora in blu pallido e nucleo r elativan1ente ampio , ch e si co' lora in blu scuro. A forma b en d efinita roto·n da, ovale od .u n po' irregolarei, senza accer1ni . a ·r etrazioni o raggrinzamenti. · L 'A. ha 111olto semplificato la tecnica di ri~erca che pu~ pra~icarsi correntemente ancl).e in ambulatorio. S1 preleva il materiale c·6 n tampone di co tone avvo,l to s u un applicatore di l egno , strisciandolo avanti ed indietro· s.ulla superfici e <l·elle pareti laterali n el terzo medio d ella vagina e poi distendend o 11 materiale stesso su un porta-oggetti, mediante rotolamento d el tampon e. ~ oppo1tuno (non indispensabile) fissare il preparato in . una miscela di a loool-eter e a parti tJguali , per m ezz'ora circa. Si mette il preparato in una soluzione filtrata di ematossilina, dove si lascia fJer un minuto; 1si la,ra in acqua corrente e si lascia per ve11ti secondo in una · soluzione di eosina (O, I ~~ in a l cool a 60°), l avando p-0i · Dn cora con acqua. La soluzione di emato.s silina si prepara sciog1iendo un g·r arnmo (li, que~ta· in 3 00 eme. di a";,q ua distillata e riscaldando. Si aggiungono poi 100 crr1e;. di una soluzione satura di allume d' amrr1onio, lasciando i11 riposo poi per djeci giorni. La soluzione ~a sempre filtr~ta prima d ell ' uso. . Il i11 etodo è di n ole\ 01e utilità p er la diag no&i di aborto incompleto, in donne con perdite sanguig n e .di cui talora non si riesce ad identificare la causa. fil. 1

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MEDICINA SCIENTIFICA lDel significato dei bacilli tubercolari dimostrabili nei noduli di eritema nodoso. In circostanze eccezionali , dicon o A. Wallgren e A. Guosspelius (Acta rriedica scandinava fa ·scicolo III-V, 194-0) si possono risco11trare' ba~ cilli tubercola.r i virulenti n ell ' interno di no.cluli di eriterna nodoso in pazienti ch e present<:no una reazione positiva alla tubercolina, come hanno potuto con.statare g li Autori. Anche in questi casi però l 'eru zion e dell'eritema nodo&o è., anatomicame~1te ·e clini carn~nte, as- solutamente identica a quella degli eritemi nodosi comuni sia con reazione posit iva sia con reazione n egativa alla tubercolina. La struttura i~lologica d ei n oduli di eritema nodoso non è 111ai riportabile a quella d el tessuto tubercolare S]Jecifico ed invece è sempre eguale·, an cl1e quand!o l 'agente c.h e l)l'Ovoca l 'allergia non è il b&cillo tube rcolare. Quindi si fJUÒ escludere .che la presenza d el bacillo tubercolare sia 11ecessaria per la forr11azior1e dei noduli di eri.ten1a nodoso: si d eve piuttosto pensare· ch e la l oro eventuale presenza sia d el tutto accidentale ed in rapporto ad una dissemi11azione di bacilli tubercolari, fenomeno freq ue·n te n ello :Sla di1) di infezio11e tubercolare ·d l1rante il quale si p uò svilt1ppare l 'erite1na nodoso. La co11statazìone perciò di bacilli tubercol ari n ei noduli di qualche erile.rr1a rlodoso non p·r ova affatto c he la sindroine in questione sia l' espr essio11e <li u na azione diretta e locale d ei bacilli n ella pelle e i1çn sj oppone, anzi si accorda, con l 'oj)inione cl1e I ' eruzio11e .s ia di natura allergica, non -spc,·ifica . ~·. T o3TT . 1

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MEDICINA COLONIALE

LABORATORIO L'esame istologico dello striscio vaginale per la diagnosi di aborto incompleto. _L 'epitelio d ella n1ucosa vaginale subisce d e1le manifestazioni cliniche, corrispondenti a quelle che •s i hanno in altre parti d el trattCJ .g eni.t ale femmi11ile; tali n1·C·dificazioni posso·n o esser e riconosciute mediante lo studio dei p ro c essi proliferaliYi e d esquan1ati,·i cl1 c si riflet1

Il problema della lotta antimalarica in Africa Orientale Italiana. A. Lombardi (I?a ssegna Sociale dell 'Africa lta:liana, aprile 11940) dopo una acuta analisi dell'efficacia e 'd elle indicazioni dei diversi antimalarici - riassunta in una tabella che l)UÒ definirsi un Vaden1 ecun1 per il ~{edi co p•ratico - nel camoo confuso dei farn1a ci antima]ari...

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e< IL POLICLINICO >>

t.ipo d i malaria h a la sua profilassi; ogni tiµo di malaria ha la sua oura; ogni forma olinic1a di malaria ha la sua cura più adatta; ogni ma'larico una particolare reazione ai farmaci . In fJase a tale principio l'Autore trac·cia uno scliema per la profilassi ~ la terapia rnedicamento·&a

siologia d ell'alimentazion e i1egli anin1ali. Vorl'. Lommel (ltlin. Wschr. e Med. J(lin ., 7 g iu-. g no 194-0) ha fatto delle prove sulla possibile· ut.ilizzazion.e dietetica e ìa soprportabilità di tale pi.anta n ell 'uorrLo·, cons.i1de.r a ndone ,a nche l'effetto'" di scoria · nell'intestino e la c.apacità di ~fruttarn e le piroprietà a1im,e ntari. Tale A. ha fatto pTep1a rare.· del pian e ic.o l 1 O ·~~ di fo·glie di c:1~ba m edica. Il contenuto1 in albumina è scar~o, ma elevato invece è quello in sali minerali · . i11 31 0 g·r an1mi di sos tanza secca di foglie di' erba m edica, è contenuto un quarto del fabbiso·g no giorn.ali er o in pota sio, qu.as.i tutto qt.Iicllo del cale.i o ed abb1o nd.ant0 magn·esio , 011t re ad un allo contenuto in vitamina A e B . Se non è possibile un ab·b ot1dante u so ·delJe foglie fres·che, si può ricorreTe i.>ene al pane al1'erba m'.edica il quale, con la sua cellulosa finen1ente ~uddivisa, s1arà un eccellente eccoprotico, certam ·e11te migliore dei tanti lassativi ch e si gettano in co·m mercio. fil .

ai1t~n1alarica

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in cui , in b·a se ancl1e alla sua person alè casistica n elle zone di ~I.agi (fiume Omo Bottego) e del Lin11nu (fiun1e Di<lessa), pone in rilievo la n ecessità e la efficacia della profiJassi e terap1i.a con Ita.lchina, per la quale n o·n si ebb·e nessun caso ·d i disturbi secondari o di intolleranza. ' L' I ta.lchi1ia è un otli1rto profila ttico della malaria terzan.a e quarta.n a e d f.screto n ell 'es tivo·~ autunnale. È un buon curativo nelle forme di terzana e q.u.1zrtana e discr eto in tutte le forme e~tivo-autunnali,

ove trova speciale indicazione n·elle for1ne cori emo globiniiria. 1

È din1ostralo ch e I ' l lalc.hina è ben toll'eraw

anch e nelle son11n i11islrazioni in massa e cl1e pertanto non d~ve esistere alcuna preoccupazione a lla diffusione dell'uso profila ttico. Per la cura non esiste nessuna n eoessità di som.m in~strare ii n1edicamento a lungo; 5-7 giorni di cura sono sufficienti a sterilizzare l ' organismo dagli schizonti. P·oi è n ecessario un gameticida . 01. p.

PO R M U L A R I O. •

I tè dimagranti. Sono molto in uso nella medicina po polare e più o m eno strombazzati dalla réclame; gioirn.alr&tica, i così detti tè dimagranti, ch e con il tè non hanno altro ·di ·C1o mune ch e il modo fil . di pr·eperazion,ei, cioè a forn1a d 'i·n fuso e non di d ec-0tto. ..- . Pubblicazione Indispensabile per /'esercizio Diamo alcune fonn.u le di tali preparati: In condotta: 1) :F io1i di ginepro parti 2; frutti di finoc. PAUL MARTINI chio e di anice, fiori di acacia, foglie di aspeProfessore Straord. nella. Università di Monaoo rula e di betulla, ania 5; fo·glie di tiglio· 10; L'esail"le diretto del 11-ialato f('.)g'lie di rovo 30; erba fragraria -10. (ad uso dei medici pratici) 2) Radice frantum.ata di calamo, fiori di Traduzione italiana. da.lla edi1Jione tedes-0a · d" 1 d l · 5 f i· d" 1 a. cura del Prof. Giuseppe Bastlanelli ar.ac1a e I ca en u, a, ana ; og Ie I asperu a Ordinario di Semeictioa. Medica nella. R. Uniiv. dii Roma e di rorvo , ana 20; foglie di m illefoglie, legno INDICE SISTEMATICO IN RJASSUNTO: . sand.a lo rosso, foglie di .Sena , a11a 50; COrtecDiagnostica generale. L'osseruatione del malato. L:ascolta.. eia di fr.angula 25, fiori . di sarobµco 30; corzione del malato. La percussione. L'ascoltazione. La palpazione de• corpo umano. pag. I a 56. teocia del bacceillo di fagioli 200. Diagnostica speciale. La dia'1ostica stJeciale degli organi 3) IFo·g lie di rovo e di lamp·o ne, ana 20; restJiratori. La percussione topografica del polmone. La percus• · 2"" f l" d 1' 10 f d' sione comparata del polmone. I rumori del respiro. La palpa• f b er ·a r:a.garia o' og le .S:ena ; rutto ] zione del polmone. Quadro sinottico delle malattie del polmone,, catartico 10; quercia marina 10; fiori di erica pag. 57 a 116. . . La diagnostica speciale della circolatio~e. l spe• e di acacia 5. zione e palpazione della regione cardiaca. La percussione del cuore. L'ascoltazione del cuore. Quadro sinottico delle malattie· Se ne f.a un infuso· ' 'ersando dell'a.cqua boldel cuore e dei vasi. rag. 111 a 201. . . La diagnostica degli °"' )ente sulla miscela, in ragione di una tazza di gani dell'addome. L'ispezione dell'addome. La p ercussione del· . l'addome. L'ascoltazione dell'addome. La palpaziòne dell'addome. acqua per o•g ni cucchiaino di m iscela; .si beYe pag. 208 a 248. al mattino. La co·m po1sizion,e di qt1este1 misoe] e Indice generale delle materie, pag. 219 a 256. din1ostra il p1e rico lo ch e p1u ò derivare dal loro Volume di pagg. VIII-256, con 35 figure nel testo, ri· legato in tela. Prezzo L. 3 5 + 5 % e più le spese u so lasciato al profano, senza cpntrollo n1e- · postali di spedizione. . dico. fil. P er gli aibbonati a l 1< P oliclinico ,, od a 'qualsiasi dei nostri quattro P eriodici, sole L. 3 2 , 5 O, franco dì porto in Italia, Impero e Cblonie. Per l'Estero LiL'erba medica nell'alimentazione umana. re 34.50. · È noto che Mac Collum ha dimostTato I.n I nviare Vaglia Postale alla Ditta LUIGI POZZI, edig rande importanza dell 'erb·a m edica per la fitore, Yia Sisti11a 14. ROMA. 1

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Nel linfatismo. A. Martin·ez Var g.as con siglia le du e forn1ule seguenti: 1) Vanadato sodico cg 2 Arrenal n 1O Tintura di jodio g. 10 2) _.\cido .ar~e11ioso cg. 5 g. 11 Acido tannico Tintura jodio » 10 Da pr-enderne 6-10 gocce ir1 acqua zuccherata due volte ul giorno. La seconda fo·r mola è 11iù adatta per le for1ne torpide e pastose. 1

VA .RIA

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SEZIONE PRATICA

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NELLA VITA PROFESSIONALE. INSEGNAMENTO SUPERIORE A. proposito delle cattedre di Fisiologia. • Il cc Bollettino del Ministero dell 'Ed,1cazione ~azionale » ha pubblicato la relazione dei commissari : proff. Sabato Visco, presidente, . Osvaldo Polimanti, Gilberto Rossi, Gaetano Quagliariello. Antonino Clementi, Pietro Tullio ed Achille Roncato, segretario-relatore, per il concorso alla cattedra di professore straordinario cli Fisiologia nella R. Università di Bari. Fatta la terna fra i 20 concorrenti, la Commissione ha creduto opporl uno chiudere la relazione facendo alcune .consiclerazioni sullo stato attuale dell 'insegnamento della Fisiologia, materia di primaria importanza tra le discipline medi.che, che in 10 Università, tra le più importanti, non ha un professore di ruolo. Riportiamo integralmente · tali considerazioni: « Nel presentare crll 'E. V. questa relazione, la Cornmissione è lieta di informarVi di aver constatato che tra i 20 concorrenti, che han no partecipato a questo concorso, parecchi hanno già dato prova di lina cospicua e lod.evole attività s.cientifica cd hanno portato importanti contributi al · pr:ogresso della fisiologia, della cl1imica biologica e della chimica fisica biologica. Qualcu110 tra i migliori candidati ha già superato i 35 anr1i e appare, quindi, necessario favorire una loro sistemazione definitiva, ancl1e perchè, trova11dosi essi in condizioni di grave incertezza finanziaria, non si sentano spinti ad abbantlon are la carriera scientifica ·per più lucrose occupazioni. Oggi I 'insegnamento della fisiotogia umana non è impartito da professori di ruolo nelle seguenti Università: Palermo, . . Bari, Siena, ~erugia , rP arma, Pavia, Ferrara, Torino, Cagliari e Sassari., Soltanto nell'Università di Roma l'insegnamento della fisiologia generale, materia fondamentale per le lauree in scienze naturali, scienze biologiche e farmacia, è impartito da un professore di ruolo e la chimica biologi.ca, materia piena di promesse sia dal punto di vista teorico, sia da quello applicativo, è insegnala da professori di ruolo in appen a 4 Università. Ora, bisogna tener 'presente che la fisiologia, nei suoi 3 indirizzi secondo i quali è stata innanzi considerata, occupa un posto preponderante tra le scienze d'importanza sociale e fornisce le basi teoriche per tutte le applicazioni pratiche alla salute dell 'individuo e delle collettività. L'Ecc. il Ministro Bottai, che ha legato il suo nome alla Carta del Lavoro, può meglio d 'ogn i altro valutare l'importanza della nostra preoccupazione. , Per queste considerazioni noi preghiamo l 'Ecc. il Ministro dell 'Educazione Nazionale di voler esaminare benevolmente 1a possibilità ch e nel presente anno venga bandito un altro concorso di ~isiologia ».

Cronàca del movimento corporativo.

professionisti, i quali hanno aderito alla storica adunata in Piazza S. Sepolcro ed aspirano ad un riconoscimento, devono produrre subito tutti i documenti (giornali, fotografie, testimonianze scrftte, ecc.) comprovanti la medesima adesione. I documenti dovranno essere inviati alla Comn1issione stessa.

CONCORSI. Sospensione dei concorsi_e norme eccezionali per i concorsi in att o. La Presidenza de~ Consiglio dei Ministri in data 5 giugno ha disposto che, date le attuali contingenze, siano sospesi tutti i concorsi indetti . o da indirsi per il conseguimento di posti nelle amrt1ìnistrazioni statali, enti locali e parastatali, fatta eccezione per le amministrazioni militari. La sospensione concerne anche i concorsi interni per promozioni di grado o per passaggi di categoria~ ovvero per sistema~ione in ruolo, sia che i concorsi stessi abbiano luogo per titoli, o per esame, o per titoli ed esame . Sono esclt1si da tale sospensione i concorsi per esame, le cui prove scritte siano già iniziate, ed i concorsi per titoli, i cui termini per la presentazione delle domande siano s.caduti.

••• La Direz. gen. della ,Sanità pupbl. 11a diramato ai Prefetti il seguente telegramma di. preci azione : Stante continui r ichiami alle ar:qii determinati rlalle attuali contingenze e attesa opportunità non distrarre funzionari medici particolari loro compiti connessi emergenti esigenze, avvertesi che conco·r si sanitari già indetti o da indirsi sono so.. spesi fino a nuovo ordine. Sono esclusi dalla sospensione conco·r si cui operazioni risultino già ultimate purchè non vi siano .ca~didati che abbiano fatto conoscere di non aver potuto presentarsi prove esami perchè richiamati alle armi. Restano del pari esclusi sospensione concorsi per titoli cui termjini presentazione domande ·siano gtrà scaduti nonchè concorsi per ostetriche condotte.

NOMINE. PROMOZIONI ED OMORIFICIENZE Il ministro dell 'Educ. Naz. ha conferito la libera docenza ad honorem in storia della medicina al dott. Giovanni- Arcieri, residente a New YoTk. L'Accademia tedesca di scienze naturali in Halle ha nominato mempri i proff. : Eduard Gla11zmànn, clinico pediatra nell 'UniYersità di Berna; Giuseppe Morioni, direttore dell 'Istituto di medicina legale nell'Università di Roma e ,Silvio Palazzi , direttore dell'Istituto di odontoiatria nell 'Università di Pavia. stata conferita la medaglia d 'oro al valor n1i1itare alla memoria del veterinario dott. Natale Marbelli, capo manipolo di uno squadrone di mitraglieri in Spagna; deccclette ad Alcanò il 26 dicembre 1938. :È

P er i medici Sansepolcristi. Il Presidente della Commissione Sansepolcristi presso la Corte centrale di disciplina del P.'N.F., Palazzo Littorio (Roma), ha fatto conoscere che i

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NOTIZIE

IL POLICLINICO »

DIVERSE

XXIII Congresso della Soc. Italiana di Psicl1ia· tria. 11

Ha avuto luogo a Firenze n ei g iorni 6, 7, 8 del m ese di giugno. Nella seduta inaugurale, al Palazzo Riccardi, sono s lati rivolti agli intervenuti augurali saluti. dal Preside della Provincia di Fi r enze, d al Magnifico Rettore dell 'Università, dal · Preside della Socie là di ~sichiatria prof., Donag.. g io, dai membri d el Comitato orga11izzatore professori Zalla e Simonelli. Il prof. Gozzano d ella R. Università di c.; agliari ha ampiamente, con molta competen za e clìiar ezza svolto il teina d ella Relazione « L 'elettroencefalografia. Applicazioni alla Clinica Keuropsichiatrica >>, Alla i11teressan te esposizione h a seguìto una elevata discussione e numerose comunicazioni sull 'argomento alla quale hanno preso parte il pròf. Gemelli e suoi allievi, Porto, Posteli, Colomba ti, Ayala ecc. I lavori d el Congresso sono in seguito continuati su di u11 terre11 0 essenzialmente pratico, rivolti in special modo alla trattazione delle moderne terapie de1Ie malattie mentali . . Su questo argomento si sono intrattenuti ir1 modo particolare il prof. Cerletti parlando e discutendo sull 'elettr.oshock e sulla shokterapia in genere, il prof. Buscai n o sulla efficacia d élla ter apia vaccinica specifica ed aspecifica nelle schizofrenie. Il Congresso si è c4iuso a Montecatini ove i partecipanti sono st ati_ cordialmente ospitati alla Direzione delle Terme. ' 4

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XLVII,

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Essa, percorrendo oltre 2000 km., partì da Cher en ai pri!lli di marzo, e toccò Agordat, Tessenei, Cafta. Ad1 Remoz, Sabderat adottando mezzi di fo:rtuna per r ecare il conforto delle cure i11 località ,della montagna, .e raggiunse infine le tribù nomadi nella piana fra Tesser1ei e Cassala . -~-arie migliaia d 'indigeni furono visitati ed .il d ott. D 'Ettores nei luoghi visitati per la primfl, volta tenn e ai capi e notabili alcune conferenze di propagan da, r ese più istruttive da un materiale illustrativo e documentario tli rara efficacia ' cl1e impressionò i foltissimi uditori. La propaganda fu più ch e opportuna se si p en sa che ancora troppo gl 'indigeni hanno cieca fede· negli stregoni ed en1pirici, con infelici conseguenze, le quali invece non si verificano quando 1 malati si rivolgono ai m edici coloniali p-iancl1i orn1ai istituiti largamente d al Governo ita,. liano. Le cure prestate anche agl 'indigeni d ei limitrofi t erritori e ritreo-sudanesi , ch e accorsero in folla per ricorrere alla perfetta organizzazione sociale, i disagi e sacrifici dei componenti la missione, non potranno ch e migliorare fra le genti di colore l 'alta idea d ella tutela ed opera di civiltà. ormai diffuse i1ell 'ln1pero It alian a, ldopo ta11ti · anni di barbarie tafariana.

I medici in Germania.

Secondo una statistica pubblicat a nel « Deutscl1e Arzteblatt », il 11un1ero dei n1edici entro i confini d el vecchi-0 Reich è aume11ta to d a 55.259 n el 1937 a 59.454 n el 1~39. La differen za effettiva è ancora m aggiore, poichè la statistica del • 1937 comprendeva oltre 4000 m edici ebre i. L 'aumento risulta , così , di più ~he 8400 medici ; • Congressi e convegni vari. ossia di 15, 2 %. Nel 1937 e n el 1938 si ebbe il La Società tedesca di em alologia si è adunata n1assimo numero di nuove abilitazioni all'eserdurante la 3a g iornata del Congresso dei medici cizio professionale m edico: esse ft1rono circa 8000. internisti del Reich. Ha trattato,. in sp ecie, · i Ogni 10.000 abitanti del Reich ora si contan o problemi della trasfusione del sangue; un 'esau8,6 medici, invece di 8,~ come n el 1937 ; su 100 riente esposizion.e del tema è stata fatta dal prof. kmq. se n e contano 12,6, invece di 11,7. In V. Schilling di Mi.inster: risulta fra l 'altro che si modo sensibilmente superiore alla media è auè riusciti a conservare il san gue fino a 50 g iorni, mentato il numero d elle medichesse, e cioè di senza che li, 3ua compo'.ìizione muti sen sibilcirca 1800 = 42 %; il loro numero totale è risulta. m enle. to di 5843. Nella Marca orientale eser cit ano, a un dipresso, 17000 medici ; n ella Terra d ei Sudeti ·D emmo g ià notizia , n el n. 20, al Convegno re2000. Sono anche da includere nel conto le autogion ale della Sezione Campana e di ~otènza del- . riz.?J;azioni · a nticipa'U3 all 'esercizio professionale la F .I.N.F .L. T. Esso si svolse a Napoli il 5 ed il avutesi dopo l'l set tembre 1939, a cau sa della 6 g iugno . Ad una prima riunion e tenutasi nel guerra: il numero delle giovani reclute della salone d ei Congressi, alla Mostra d 'Oltremare, il / medicina si calcola in 7000, cosi-0chè ora i mediscorso inaugurale venne pronunziato dal 'prof. dici esercenti raggiungono, groos~ m odo, jJ nuR. J emm a; dopo le r elazioni dei proff. Omodein1ero di ,75.000 nella rGrand-e Germania, sen za Zorini e M. Zappia e le r elative discu ssioni, il contare i nuovi territori d ell'Est. (« Deut. Med. cons . n az. Bacch etti , che presiedeva, illustrò i Woch. n, 12 lug. 1940). 1netodi di terapia lavorativa dei tubercolotici; al rigu ardo venne votato un o. d. g., su propost a Borse di studio per al1ieve infermiere. del d elegato r egionale prof. De Bonis. Il. giorno segu ente i lavori continuarono n el m ag11ifico saAllo scopo di' favorire l'afflusso delle giovani natorio cc Principe di rP iemonte ». alle .Scuole convitto professionali per infermiere, il Ministro dell 'Interno ha indetto un pubblico Assistenza sanitaria in A.. O. I. con corso per titoli per il conferimento di cento borse di studio di L. 1500 ciascuna per la fre· Di recente in Eritrea una carovana autocarrata qu.enza del 1° anno di corso ?i una scuola del di cc assistenza oculistica » fu dal Governatore ingenere. viata, dotata di p erfetta attrezzatura scientifica, Nelle sct1ole convitto le' allieve compiono un a percorrere un g iro di propaganda e di assicor so bie nnale t eorico-pratico con relativo tiroci: ste11za igienico-sociale n el })assopiano e nelle monnio, al termine del quale, previo st1peramento d1 t agn e d ell 'Uolcait . . ,

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SEZIONE PRATICA

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apposito esame , conseguo110 il diplo111a di Stato no1ne cli cc Istituzjo11 c ospeclaliera '' Ferdinando per l 'esercizio t.:lella profess ione di infermiera. Sauerbruch " », in occasione <lel 65° complean110 Le domande, corredat e d·ai prescritti docu111endi questo illustre chirurgo. ti, in car ta libera , indirizzate al Ministero delCon decrelo del Ministero spag nolo dell 'aria 1'Interno, d0Yran110 >essere presentate entro il stati creati due istituti di m edicina aero· 3? agosto, alle. .Pr..efe tt ure delle Province ò i rispet- sono nauti?a. u~o . a ~I adrid e l 'altro a Siviglia_. A 11Ya residenza delle a pira11ti. ques ti due ist1tut1 saranno affidati anche il coorPer aspirare alla co11cessione delle borse di studinamento e la direzione dei servizi annessi cioè dio le concorrenti cleYono aver co111piuto gli anni di igie11e aeronautica , cli medi~ina legale 'aero18 e non superato gli anni 25 e devono essere in possesso del certificato ~li Ucenza di u11a scuola . n autica ecc. m edia di primo grado, Molle mig"liaia di ba1nbi11i olandesi sono stati Per ~gni chiarimento le interessate potranno rii11vilati a trascorrere t1n quadrimestre nella Marca Yolger s1 alle prefe tture del Regno e alle Direzioni orientale tedesca , per· migliorare le loro condizioclelle Scuole convitto professionale per infermiere. ni di salute.

Notizie sanitarie di guerra. I militari in congedo, laur'8ati in medicina e chirurgia, ch e no11 abbiano superato· l 'età di 68 an11i, debbo110 denu11ziare la loro posizione ed i loro titoli professio11ali , ai fini della nomina ad ufficiali di comple1n·e nto nel R. Esercito , al Comando del Distretto 1'filitare nella cui giurisdizione risìedono.

Il Bollettino deil 'Ufficio sanitario federale svizzero 11. 26 reca un . prospetto delle norme per l 'eventuale evacuazione della popol:izione civile in caso di guerra. ' Oltre ai periodici della Germania e della Sviezera, continuan o 'a pervenitiei, irrego;larmente, quelli della 1P enisola iberica; ne riceviamo anche qualcuno dai Balcanj .

Un po' dovunque. A apoli la Principe sa . di Piemonte ha visitato, il 16. luglio , 1'Ospedale d ei Pellegrini, ove ha presenziato l 'avYiamento del servizio delle infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana le quali coadiuve!anno il per sonale sanitario 'nel campo della traumtologia. . È stato organizzato a Bologna un cor so di nozioni mediche colo11iali . Venne inaugurato nel1'Istituto Fascista dell 'Africa Italiana, dal cons. naz. Aldo Andreol i; })Oi il prof. Bollini prospe{tò · il prog ramm.a e il dott. N. Siberi(}.ni trattò dei climi e delle nor1ne igieniche. Il Governatore di Roma ha emanato recente111en te d el];.e cc No!fme per la lotta contro le mosche )) . L 'industriale Riccardo Mqntero ed il figlio fa- · ranno dono alla città di Como, di una cc Casa della madre e del ·ba1nl)ino », ch e importerà 700.000 lire. • Gli archivi d ell 'Ospedale Maggiore di Milano sono stati trasferiti in un vasto edifizio di camP3:gna, a cura del solerte e dotto archivista prof. còmm. Giacomo Bascapé. · Occo·r sero 25 vi~gi di capaci autocarri per il tra sporto delle armature e dei documenti; gli archivi comprendono, fra I 'altro, 17.000 pergamene. . •

Il prof. M. Pavone ha tenuto al Dopolavoro Ferroviario di Palermo una conferenza sul tema: cc Sorvegliate le urine ». Il Consiglio municipale di W uppertal-Elberfeld ha deliberato di conferire all'Ospedale civico il

Nel bilancio della Sassonia per -il 1939 venne s labilito di stanziare i mezzi n ecessari per trasformare i posti di ass istenti onorari in posti di as ist enti effettivi presso g·l 'istituti scientifici delle Scuole superiori. La trasformazione è ora avvenuta, almeno rlelle, Università di Dresda e Lipsia. Nella facoltà medica di Lipsia i p_o sti trasformati sono, i11 cifra toncla, 40. Nel territorio di Danzica sono stati finora organizzati 28 uffici sanitarj , cui sono addetti 85 m edici, 30 m edici dentisti, 23 dentisti e 51 ostetriche. Il fascicolo del 13 luglio clella cc Medizinische Welt » è destinato all 'Università tedesca di Prag·a; reca 13 lavori e articoli originali di studiosi di quella Facoltà medica e cli addetti ai servizi sanitari del Protettorato Boe1110.

Nell 'cc Annuario del Missionario )) per il 1940, p adre Tragella riferisce sull 'cpera s,·olta in Africa dall 'Unione --~redico-Missionaria Italiana, fondata a ' rerona 11el 1!1'33. A cura di 10 Vescovi e 8 Supe· riori, le Missioni si giovano dell 'attività profession ale cli 1ned ici e farmacisti ; organizzano anch e dei corsi di lezioni (il ter zo clei quali era in programn1a i)er il 1940) . 1

L 'Opera dei Missionari Gesuiti a Canton, in Cina, è continuata ininterrottamente dopo l 'occupazio11e giappon ese . Il su1)eriore Ke11dy, irlandese, rispondendo agli appelli del Vescovo, ha curato cl1e neJl 'ospedale di Yong Pen missionari medici e della Croce Rossa assistessero cinesi malati e profughi, anche durante i saccheggi e le rivolte, della plebaglia.

Da Oslo er a partit o per Biornfield un aeropla11 o della Croce Rossa, il quale portava tre medici, otto infermieri e abbo11dante iuateriale sanitario; non è più giunto a destinazione e inutilmente si sono praticate attive ricercl1e per accer, tare la sorte clel veliv:olo e il el per so11ale viaggia11te. Il Ftil1rer ha concesso un 'amnistia a tulti i m edici , odo11toiatri, farmacisti, veterinari per reati commessi prima del 1° settembre 1939. Sono in . elusi tutti i reali professionali, eccetto quelli col:Qiti oo·n la pena massima per . dichiarazione di indegnità professionale. È p~rò ammesso un ricor· so contro la pena comntin é\ta per quest 'ultimo r.eoto. •

Con profonda costernazione abbiamo appreso la notizia della trao"ica morte di ALBERTO PEPERE . o •


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POLICLINICO »

Dell'illustre Scienziato e l\1aestro diremo in un prossimo fascicolo . Si è spento a Milano il prof. UMBERTO CALA:tvIIDA, direttore della Clinica oto-rinolaringologica di quell 'Università. Era nato ad Empoli nel 1871. Oltre ch e per il suo valore cli s Ludioso e di medico·, era noto per le sue attivit à letterarie. Si è spen to a Milano il prof. CESARE CASARINI, che .ebbe ad occupare un posto eminente n el Corpo sanitario militare. Per molti anni diresse il cc Giornale di Medicina l\1ilitare >l. Compì importanti lavori <ii storia .della medicina. Fece an ch e opera €fficace di divulgazione medica. •

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IL VALSALVA

RIVISTA MENSILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRIA fondata da CUCLIELMO BILANCIONI Direttore : Prof. AR.N"ALDO MALAN. Torino. Professore di Clinica Otorino-laringoiatrica nella R. Università di Torino Redattore-carpo : Prof. DONATO DI VESTEA, Roma. fl Numero 7 (luglio 1940) contiene: R. BORTOLOTTI : Meningite otogena second a ria a f:i::attura della rocca petrosa (con 10 figu r e nel testò). - .A. PATRONI: Etiologia dell 'ozena ... Parte I: Il nuovo fattore vitaminic:o antiozena 0 2 del dott. Piccinini. L 'ozena. - Parte II: Analisi delle singole disfunzioni endocrine. Recensioni : NAso: Meningioma del nervo olfattirvo. NASO E SENI PARANASALI: Alterazioni d ella funzione nasa l e dovute a modificazioni anatomiche delle n arici. - OROFARINGE: Tre casi di tuberreolosi linguale. Alcunr commenti stilla chirwrgia ed anestesia delle tonsille . palatine. - Signif~ato biQlogico delle tonsille, delle adenoidi e delle- masse linfatiche, faringee. - Rapporti fra allergia e tonsillectomia n el bambino. - ESOFAGO, TRACHEA e BRONCHI : I fattori· costit uzionaij dell'asma bronchiale e tera;pia sedative degli accessi. - VARIA : Considerazioni su tre -Oasi di flebite della vena facciale. - Indicazioni e teon·i'Ca òell'ossi genotera,pia nelle affezioni cardiovascolari. 1

Abbonamento peri il 1940: I talia L . 6 6 ; Estero L. 80. Per g li associati al « Policlinico » : Italia sole L. 6 O ; Estero sole L. 7 4. Un numero separato L. 7 .

Inviare Vaglia Postale o Chèque Bancario all'editore LUIGI POZZI, via. Sistin~. 14, ROMA.

[~i\ NNo

XLVII, Nu1-..1. 30]

CUORE E CIRCOLAZIONE Periodico mensile diretto dal Prof. CÈSARE FRUGONI . '

Redattori :

<.ì. MELDOLESI, C. PEZZI, V. PUDDU, A. SEBASTIANI Il Numero 7 (lUJglio 1940) contiene :

Lavori originali: I . -. A. MUSSAFIA: Complesso disturbo del ritmo atriale in un bamb ino con squilibrio neurovegetativo. - II. - E. TRIMARCHI e C. DU OHALIOT: Confronto fra metodi di sta si e di aspirazione p er lo stt1dio della resistenza capillare. Comportamento· della resistenza capillare in a l cuni stati morbosi. - III. - A. POPPI: Di una forma particol a re dr scompenso cronico di circolo da insufficienza del cuore destll'o. (Sindrome d~ ipertensione polmonare primitiva?). I periodici specializzati. Tra le riviste ed i congressi : ELwoon B. J ., PILTZ G. F. e SorrcE B. P. : Osservazioni elettrocardiografi che nel pneumoperitoneo. - BOYER N. H., ECKSTEIN R. w. e WIGGERS O. F.: Le caratteristiche dei toni cardiaci normali' r egi strati coi metodi diretti. - ROTl'INO A. : Degenerazione della m edia, varietà ci stica in aorta non soggetta a rottura. - BRA UNSTEIN A. L. e TowN, SEND R. S. : Endocardite batterica sovrapposta a valvolite aortica luetica. - EwANS W.: Il valore relatiYo di alcuni preparati digitalici sullo scompenso cardiaco ieon !fibrillazione auricolare MINZER F~ e KRAUSD M.: L'elettrocwrdiogramma nella pellagra. - . MARCBANT E. w. e WALLAOE JON'.ES H. : Azlione di elettrodi di vari metalli sulla corrente cutanea. - HARN L. : Il tratto P-R nella cardiOJ>atia ipertensiva. LEVIN E.: Effetti jmmediati dell'atropina endovenosa sul ri'tmo .cardiaco. - REY A. M. e LANARI A. : La embolectomia retrograda dell'aorta terminale e delle iliache primit ive. - BATTRO A. e TABANY s.: Febbre 'reu•m atica a inizio polmonrure; ombra radiologica fugace. - HINTER A.. PAPP c. e PARKINSON s. : La sindro~ e del P.-R corto, blocco di 1 branca apparen te e tachicardia .parossistica associata. - CASTEx M. R., D1 Clo A. W. e SCHTEINGART M.: La ipoavitaminosi « A » nelle affezioni vascolari. Abbonamento per il 1940 : I talia L. 56; Estero L. 7 O. Per gli associati al l< Policlinico » : Italia sole L. 5 O ; Estero sole L. 6 5. Un numero separato L. 7. •

Inviare Vaglia Postale o Ohèque Bancario alla Ditta LUIGI POZZI editore, Via Sistina 14, ROMA .

, Indice alfabetico per materie. Aborto incompleto: diagnosi • • • • Pag. 1299 )) Alime.ntaz. umana: erba medica nell' 1300 . • Bacilli tubercolari In noduli di eri)) tema nodoso • • • • • • 1299 • • • • • Bibliografia • • • • • • • . • • • • • 1294, 1257 )) Bronchiectasia : cura 1298 • . • • • • • • )) Chemioterapia : sviluppi • • • • • • 1288 Congiuntivite blenorr agièa : cura sul)) famidica • • • • • • • • • • • • • • • 1270

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Cr onaca del mov im. corporativo

• Feriti pleuro-polmonari in guerra: r1. • • • • • • lievi clinico... statistici

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• Insegnamento superiore

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Pag. 1301 )) ))

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)) )) ))

1290 1300 1298

se non in seguito

L'Eorrou

A. Po.zz1, resp.

C. FauooN1, Red. capo . ,

• • . • • • • • • Linfatismo: prescr1z1one Malaria: lotta in Africa Or. Jt. • • • Reni: metodi semplici di esame funzionale . • • • • • • • • • • • • • • Ormoni genitali: indicazioni e controindicazioni • • • • • • • • • • • • • Sindrome di Loeffler (pleuro-pneumopatia eosinofila) • • • • • • • • • • Tè dimagranti • • • • . • • • • • • • • c • • • • • ' Tubercolosi e vitamina •

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Roma, Stab. Tip. Armani di M, Courrier I

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VOLUME XLVII

Roma, 5 Agosto 194:0-XV III

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PERIODlCO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PR.ATICA REDATTORE CAro: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medi~o PRE ZZO

D'ABBONAMENTO

Singol i: (1} ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale} (1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . (1-b) Ar.r.A SOLA SEZIONE CHIRURGICA (mensile)

J\ NNUO I tal ia. Estero L. 80 - L. 125 L . 60 - L . 70 L . 60- L. 70

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« POLICLINICO »

di Roma

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Cumulativi : (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica. e medica.) . . (3) ALLB DUE SEZIONI (pratica e chirurgica.) (4) ALLB TRE SEZIONI (pra.t., med. e chil'.)

IL Italia L . 125 L. 125 L. 165

1940 Ester o L. 180 L . 180 L . 220

Un numero separato dellu. SEZIONE ?tfEDICA o della. CHIRURGICA L. 6; òella. PRATICA L. 4,00

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SOMMARIO. Relazioni. G. Cavina: Direttive pratiche di chirurgia di guerra. La vor i origi nali : "". De Candia : Il timo nella terapia dell'anemia pernicio-:,a di Biermer. OsserYazioni cli niche : E. Bascbieri: Sopra un caso di neoplasma pleurico. Sunti e rassegne : SEMEIOTICA : H. Franch : La cutireazione di ascaridiasi. - SANGUE E ORGANI EMOPOIETICI: Le agranulocitosi ed il loro trattamento. - R. Dues, berg : Anemia. da erron-ea. differenziazione eritroblastica. - K. T. Schaefer : Patogenesi della anemia da. infezioni, con riguardo specialmente ai suoi :rapporti col ricambio del ferro nell'organismo che ere ce. )!EDICINA DI GUERRA : p. Martini : Possibilità di progressi della medicina interna in guerra. - F. Lombardo: Il risanamento dei campi di battaglia. F. Neri: L'approlVigionamento idrico delle forze armate in guerra. - DIVAGAZIOXI: E. Cecchi : Il gra \ame della. cultura.

Cenni bibliografici. Appunti per il medico pratico : CASISTICA E TERAPIA: Diagnosi di lue in gravidanza. - Il calcolo della durata. della gravidanza. - Cura. dell'erosione sanguinante durante la. gravidanza.. - L'uso della chininia. per facilitare il parto. - Il tratta.mento dell'aborto abituale. - Le cure coadiuvanti: la. radiumterapia. nel cancro dei genitali femminili. - LABORATORIO : Applicabilità della reazione di Cbediac per la sierodiagnosi della lne congenita. MEDICINA SCIENTIFICA: Rilievi sulla emopoiesi negli stati allergici. La pagina dello specialista : P. A. Meineri: Appunti'. di tera pia. dermatologica. Ne lla v•ta professionale : A1nmin·i strazione sanitaria. - Cronaca del monmento corporativo. - Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Not izie diverse. Ind ice alfabetico per materie.

RELAZIONI

noi la letteratura (1) è estren1amente lJOvera ir1 n1ater ia di chirurgia di guerra. Ora, per riparare in parte a questa i1nperdonabile lacuna i)enso cl1e specialmente 11oi anziani, nel morrtento attuale, abbian10 l'obbligo di comuni< are ai gio,rani Colleghi ch e indossano la gloriosa uniforn1e, qualche cosa i11torno alla chi1 urgia di guerra, quale fu intesa e praticata nel 1r·15-18, .anche se per avventura le condizioni in cui si svol·g e il conflitto presente e le armi cori cui oggi si combatte, sarann.J forse alquanto diYersi da quelle della grande guerra e ui abbian10 preso parte. Senza avere la pretesa di inF-egnarVi alcunc})è di nuovo, anzi con il proposito di insistere specialn1er.te su nozioni apparer1teme!1te el.en1entari, mi limiterò dunque ad esaminare 111 forma sommaTia, semplice e piana, alc,u ne delle questioni principali di cb.irurgia di guerra, nonchè ad indicarVi in base alla mia a~perien­ za personale quelle ch e dovrebbero essere le

Di1·ettive pratiche di chirurgia di guerra.<•> PrC>f. Gro\-ANNI CAVINA .(1F irenze). L'esperienza chirurgica fatta nella ·guerra passata, cui ebbi l ·onore di partecipare per tutta la durata, costituisce l'unico motivo sufliciente per giustificare il mio ardire di affrontare un terr1a di rx:>rtata così vasta, quale è quello che il i1ostro Presidente n1i ha amabil111ente concesso di trattare nell 'odierna Adunanza. Non senza ragione, da \ arie parti si è d eplorato che i frutti della enorme esperienza acquistata dai chirurgi e dai medici nell'as istenza dei feriti e dei inalati durante la guerra passata , siano andati quasi del tutto perdut.i, perchè ben pochi hanno avuto tempo o voglia di fissare sulla carta quanto a' evano osservato di più interessante dal lato scientifico e pratico. Si deve, i11fatti, riconoscere che anche da 1

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Relazione all ' Accademia l\Iedico-Fi ica Fiorentina nell '_i\.dunanza del 27 giugno 1S'40-XVJII. (• 1

(1) Solo in questi ultimi giorni ha visto la luce una importante e voluminosa pubblicazione del~ l 'Uffreduzzi e Teneff per i tipi della U.T.E .T. d1 , Torino: « Chirurgia di guerra » .

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cc IL POLIC'Ll:\'lCO n

linee direi.li ve fondamentali nella cura dei feriti, sopraltulto· nelle pri111e ore, in zona avanv<:, ta di operazioni. I

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.I:~

j)e r entrare senz'altro i1l argor11e11to, è d , uo1J•) a11zitutto don1a11d.a rci che cosa s'intend e. p er ferita di guerra. t questo u11 tern1ine gc11erico ch e cs ig·e una definizione p 1recisa. 111 i ealtà, l10l1 si tratta semp1·e, con1° 11elle guerre del secol o scorso, 1d'una ferita da arma da fanleria , cioè <la pallottola di fu"èiJe, carattetizzata da due fori piccoli: talora puntiformi, con tramite. ris tratto, con trascurabile offe1& a dei tess uti circostanti , quasi d el lutto asettica e p erò a decor o in ge11ere b eni·gno , s11ecie se non m .altrattata da i11ani ines pe1te (b e11 a rag·ione il fucile ·è stato considerato co111e un 'arn1a umanitaria!), ma il più d elle volte trattasi invece di ~erile dete1·111ina le da })roiet tili di artiglieria (.shrapnell, g ranate.), 1da b ombe a mano·, da bo111be aeree , l e quali clan.no luoo-o· a soluzioni di continuo irregol ari, lacer~, di Yaria for111a e grandèizza, a cavità a 11frattt1ose, co11 l esioni contusive e n ecroticJ1e più o 111eno e&tese id ei tessuti circosta11ti o addirittura co11 asportazion e rilevante di parti n1ol1i, con ritenzio n e frequente del proiettile o di altri corpi estra n ei 1r1olto sporchi. Tali ferite (an ch e se detern1inale da piccolo schagge) so no costant emente rr1olto gravi, :pe1·ch è espongono ad infezioni seoondarie ch e -d alla J).8.nale s uppurazione. da germi piogeni ,,a nno alla micidiale g:angrena gassosa che termina per lo più con ! :amputazione di un. arto o co11 la mort e. Pe r t1sare1 un para g·on e di Kirsch1) er , la g·ravità d elle i11·irr1e sta ,1lle seconde co u1e una pus tola acneica sta ad un grosso antrace. Nella .grande g uerra la p ercentualc d elle ferite 1da fucile nel n ostro esercito secondo Memm o f.u del 24 <}~ i11 con fro·n to al 66 % di ferite prodotte da sch egge ·d i granata e al 1O % di ferite causate da altri agenti vulneranti. Seco ndo Bono·m o ]a p er centuale. di ferite da proiettili di artiglieria fu ·del 55-60 %. Secondo uria statistica ·dla rr1e racc·o lta nel ·p1inlo anno di guerra, in un ospeda le di tap1)a, su 407G ferite il ±3 % risultò dovuto a pallottol e di fucile o di l11itraglialrice e il 57 % a proiettili di artiglieria, bombe a mano o proiettili seco n1

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da ri. Ma di gra11 lun·g·a s uperiori ono le cifre r egistrate nell'esercito tedesco. Mentre n ella gi.1erra Prussiana del 1870-71 il 91 1,6 % de11e ferite risultò causata da a rn1i di far1teria e solo l '8,4 % da proiettili di arti glieria , neg·li ultimi tre. anni d ella ultima gl1erra la percenlu.ale d el -primo gruppo discese a1 6 % e quell a d el secondo salì a11'85 '->;~ , prescindendo da un g ruppo di ferile determinato da arn1i bian cl1e, da infortuni vari , da cau se in1precisate aml"(IOntant e al 9 %.

* ** Un secondo p:roblen1a cl1e 'a con sidel'ato con la n1assima attenzio11e è quello che si riferisce alla topografia. delle ferite, .e ssendo della più alta i111portanza sapere quali per la loro sede siano quelle ]} ÌÙ frequenti c11e dovranno poi all'alto pratico essere oggetto delle nostr€ cure. Senza dubbio una classificazione topog rafica delle ferite di guerra urta co11tro no11 poche ed ardue difficoltà ed io ne RO qualche cosa p e r un tentativo che feci al riguardo durante il primo 11eriodo della ·guer1·a passata. Spe~ sian10 ·d i fronte a ferite n1ultip·lc (una volta 111 un ·so]dalo ne contai 23· da pa1letta di shrapr1el1 ) per cui non si sa co111 e con1putarle. lo proposi allora ·di tener ieo11to solo della ferita principale; « a potiori fil de110111i11atio ! ». Difficoltà pure s' incontrano· n ell '.asseo11are i li1)1iti anaton1i~i dei vari segrr1e11ti de;li arti, che non 1&ono lde11tici ])er tutti. Difficoltà infine·, 11otevolissi1lle n ei ra.c cogliere e co~·r1 d1i­ n.are i dati delle varie unità sanitarie scaO'lioo nate dal fronte a ll 'interno del Paese . Per quanto mi consta dalla lettura de.Jl'i1111)ortanle e pr-e g.e vole volu11t e clel Col . Med. Carmelo Manganaro (Il servizio sanitario militare in guerra, r,irenze, Casa ed. Cya, 1935, pag. 163) per I 'esercizio italiano esiste una statistica incon1pleta lin1itata ai prin1i 12 mesi d.ell 'ultima guerra, secondo la quale le ferite rlt:lla testa o del collo rap·p resen1 ano il 21, 92 %, quelle del torace il 12 83 %, quelle dell'addome 1'8,8'0 %, quelle ·d eli 'arto su.p1e.r iore il 27,52 %, quelle dell'arto inferior e il 35,79 %. Secon1do la stali ,ti ca perRonale precedenten1enteì menzionala, su 4076 feriti curati in un OSJ)ed.a le di Lappa si riscontraro110 queste percentuali : testa e collo 15 , 27; torace 9, 1 O; addo1ne e r egioni lon1bari 3,20; rachide, bacino l i,87; a1ti 70,31 (.arto super.iore 26 , 7 ±, arto i11feriore 43,57). Nell 'eser cito francese secondo Toubert furono registrate l e seguenti p er centuali: te·s ta e collo 15,50; torace 12 ,30; addo1ne ±,51; arto sup·eriore 31,60; arto inferiore 315 ,79. Ma non posso esimerm i dal riferirVi i dati cl.e lla ~tatistica più con1pleta che si c onosca, quella cioè dell 'ese;rcito tedesco (Der Ch,iru rg. 1939, p . 769). Su 13 n1ilioni di combatt€nti d ell'ultima guerra si ebbero 4.800.00·0 (35 %) di. . feriti c urali n ei vari os pedali, cÒsì suddi1

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V1 .. l :

Capo Collo Racl1idc Torace Addo1ne 1B acino Resto del tron co Arto superiore Arto inferiore

693.000 1-i.-i % 1. 5 )) 72.000 5. 9 )) 284.000 6.2 )) 298'.000 1. 9 )) 91.000 2. 4 )) 1•15.000 4.1 )) 197.000 1.665.000 34. 6 )) l .3·96.000 29. o ))


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SEZIONE PRATICA

Mi pre111e di farVi notare clte il total e delle ferite dcg·li arti so11•ma110 in questa statistica al 63,6 %, cifra quasi identica a quella d ella statistica italiana del primo anno di guerra (63,31 %), alquanto inferiore i11vece a quell<t dell'esercito fran cese (67 ,39 <J~,) e alla n1ia (7U,311·<yo). .Ad ogni modo, da que~t e· cifre ei1terge una V·erità asi oluta ch e , c ioè, le ferit·e 1

d·elle e~tre.milà rcnppre.se1itano il numero pret'alente, circa i 2/3 del totale. Aggiu11 gerò an ch e che le ferite degli a rti su1Jeriori figuran o in n·u111ero maggiore rispetto a quelle dell'arto inferiore nella statistica tedesca, inentre il co11tra rio risulterebb e dalle statisticl1 c italiane e fr.an cesi . Ma " ·è un 'altra con st atazione in1portantissi111a d.a fare, sen1pre a proposito di quest e f<: rit e dello estren1ità. Quante sono quelle inlere.::;santi unica1l1ente le parti molli quante quelle con1plicate da lesioni dello sch eletro? Per l 'esercito italiano , secondo .quanto ha riferito il Col. ~led. l) rof. Alfonso Mag·Jiuolo n ell a sua pregevole relazion e del 1936 alla Società italiana d 'Orlopedia sul « Tra lta 111 ento delle f r.a lture esposte nella pratica di g u erra », il 'alinari caicolò la pe·r centua 1e delle ferite O$teoarticolari al 25 % (cifra analo·ga a quella cc.nsta tata da me), m entTe n ell 'esercito tede~co d ette ferite ascesero a l. 30 % circa e pre~ cisan1enLe: Ferite dell'a rto superiore . parti molli 63 %, 05Sa 32 °/o. Ferite dell 'arto infe.r ior e : parti molli 71 %, o~sa 29 %. Con cludendo, è lecito asserire ct1e le, ferite di guerra degli arti rap1Jr ese1itano 2/3 oirca c1el totale e di queste il 3'0 % circa interessano lo sch eletro, ossa e articolazioni. Ne vien e di con seguenza che l'attività del chirurgo in zon a ava11zata , di fronte a .grandi masse di feriti, deve \rivolgersi soprattutto a ll.'asffl.siten.za id ei feriti dell e n1en1pra e p·a rti colarmente dei feriti g ra\-i con ìesioni osteoarticolari. Ma no11 è ·solo la g r ande prevalenza di tal ge11ere di fe.rite ch e con siglia di trattarl e con s r>erialissima attenzione. Vi so·no altre ragioni ch e confortano questo modo di vedere : anzitutto , la n ecessità impellente ·d i prevenire e di coniliatter c l 'ir1fezion e ch e minaccia le parti molli e di i111n1 obilizzare in mod~o convenie11te la frattura spesso co11co1l.1itante'. In secondo ìuogo la constatazione d ei favorevoli ri~ultati di questa terapia imn1ediata che ci perrrtette di salva re una g rande percentuale. di rnotulesi. Vi è, infine, una riflessione deri' ;ante da que·s.to calcolo fatto dal :F ranz, b en noto chirurgo n1ilit.are tedesco. Questi ritie11e ch e le ferite g ravi di g u erra su cettibili di u11a ct1ra operatoria attiva si aggirano attorno a ] 30 % circa del totale. E per ferite gravi si debbono intendere: a) f . del ca·p o e ·del tt·onco interessanti organi interni (cer vello , poln1oni , ston1aco e intestino, organi J)aren r hi1

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rna losi, veFicica) 15 ~~ ; b) f . degli a rti con lesione. o~sea o articolare 85 %. Il rap,porto fra le pr1m.e. e le seconde è ,d unqu·e di I :5 , J:?er cui il chirurgo di prima linea trovasi in condizione di prestare l :01)era sua per 4/5 a feriti g ravi degli arti. Orbene si tenga presente che la 111ortalità nel primo· gruppo di ferite ora ricordate è secondo i calcoli più otti111istici pari al 60 %, 111entre la mortalità 11el secondo g·rupJ)O è del 12 % circa; ciò significa che dei feriti g·ravi degli arti n oi sian10 ir\i grado di Mlv.a re 9 in·dividui su 10, laddove cl1e deg'li a ~tri ne . salvia1110 app·ena 4 su 110 ron m ag·g1ore fatica e spesso con esito defi11iti,,o m olt o i11certo . La co11clusion e p ratica di lutto qua11to 110 espos to fouse con troppo lusso di dati nu111erici è dunque qt1esta : il tratlam erito d'e.lle ferite gravi degli arti è u:n problema d'i prim.o· 1

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pia·no, esse1ido esse p1revalertti per numero ed essendo il chirurgo in.. grado di giza,rirn e qua:si il 90 % con, u1i i1itervento ad,eç1uato e tem1)estivo. 1

* ** Ma )}ri1n.a di affrontar·e que&to argon1er1to , con cedetemi alcu11i rapidis imi cenni r~g·uar­ do al trattan1ento in zona di operazion e delle ferite pen.etra11 ti del crartio, dél torac·e, deli.l ' cnddom e.. Tre g ruppi questi di ferit e, ciascu~ o d ei quali p~r la eoc,e zionale im1Jortanza pratica dovrebbe es ere oggelto di particolare trattazion e. M~ ch e cosa occorre sapere di essenziale riguardo ai feriti c.ranio-cerebrali? Quelli che .arrivano alle formazioni sanitarie avanzate sono , secondo Kirscl1ner , appena il 0,72 % di tutte le ferite e il 2,4 % del nun1 ero .g lobale di quelle così deit te gravi . Trattasi dunque di ur1,a cifra assai mo,d e·s ta. Al fronte, n ei mom enli ·d i g rande r essa, sarà co11si·gliab·ile praticar e solamente una rapida toeletta della ferita del cuoio capelluto ed una n1edicatura asettica seguita da adatta fascia tuTa, invitando il ferito raellei r etrovie , dove con calm a e con il &ussidio di tutti i m ezzi indispensabili ~i pro·v vederà all'intervento operatorio, e dove il ferito sar à tratte11uto p e·r un tempo conve11ientemente lun go. Si ricordi cl1e ~ preferibile tra portare un cr.a nic.o prima che do.po l inter,rento . P '.altra parte l 'operazio1le in questi casi non è urgentissima, essendo din1ostrato che le parti n1olli del ca1)0 e la ostanza ce·r ebrale op11ongono una notevole r esistenza a 1l 'infezion e. Tuttavia, con,1ien e inter venire possibilmente non più tardi di 12 o re d al n1on1ento d el trauma. La prognosi delle ferite cranio-cerebrali è poco fa,•orevole. La rr1 ortalità si calcola attorn o al 65 % e la sorte diei Sliper stiti non è delle più invidiabili. Tutte qu este con side;razioni consigliano di curare ne i n1omenti di gran1


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IL POLICLINICO

de alti vi là bellica le ferite del cra11io dopo que lle. degli arti. Per quanto concernei le ferite pen·e tranti del torace o pleurO··pol111onari, rappresentan.o circa il 4,3 °I~ del tolale (il 9 o/o dei casi gravi). La morlalità è alquanto inferiore a q•u ella del gruppo· preGede11te, circa il 40 ~~~ · La n1~ggior parte ·d i questi feriti deve in un primo ternpo esisere ricoverata possibil1n·e11te negli ospedaletti avanzati, pe.rchè ·il trasp·o rto P·UÒ riuscir-e assai dannoso ostacolando la erriostasi sponta11ea de.ila f etita endotora:cica. D 'altro· canto .IlOn bisog11a di1r1enticare alcu11e indicazioni operatorie urg·e nLi: 1) vi sono larghe ferite da schegge di granata o di bon1ba con pneumotorace aperto e grave traumatopnèa in cui ccnviene procede.r e a·d una provvisoria chiusm·a totale o parziale della ferita esterna, previa eventuale estrazione del proiettile se questo è facilmente reperibile; 2) vi sono ferite con pneumotorace chiuso a valvola, accompagnate da enfise ma so ttocut.aneo che in rapi·d o volger di tempo si può estendere a tutto il tronco e af collo; ur.g e una toracotor11ia e a volte· anche una mediasti11oto·m ia; 3) vi sono, infine, ferite. con emotorace imponente progressivo, in cui si i1n pone una p1u ntura evacuativa (o una toracotor11ia) a i: ; copo decompressivo. Nell'ultima ·guen·a, a Gorizia, mi trovai in un centro· di raccolta di to·r acici e pe-r ordini st1pe1~iori secondo le direttive del Morelli in alcuni casi, pre.v ia estrazione dell'e1notorace, praticai il pneun1otorace artificiale alla ForlaItini a scopo emostatico, ma rrLi c·onvin1s i che· il 1Jrocedin1ento in ql\elle condizioni di ambiente era ·d i ben difficile attuazio.n.e; d'altra p·a rte esso esponeva troppo· fa cilmente alla infezione del versamenlo &anguigno e quindi, in definitiva, favori,;a la formazione ·d i un empiema 11leurico, c.on1plicanza già per se stessa abbastanza comune nelle ferite toraciche e che va trattata secondo le note· 1~egole della chirurgia abituale. Rigua-rdo, da ultimo, alle ferite penetranti dell'addome, è d'uopo ran1mentare che esse c~)stituiscono, circa l' I % .del totale, e il 3,3 % d elle ferite gravi. Non intendo menomamente er1trare nel problema ·del trattamento degli ad'dominali ·che fu uno · dei più grossi e appatSsion.anti della ultima guerra. Dirò solo che l'interv:e.n to operatorio è per ovvie' ragioni quanto mai logico e razionale e dovrebbe essere la regola se in pratica non inco·n tras6e •gravissim·e, spesso insupe.r abili Jdifficoltà di cui .accennerò le principali. Anzitutto, la diagnosi differenziale fra ferita penetrante endocavitaria e ferita semplice parietale, fra ferita inte·r essante or~ani cavi ecl organi parenchimatosi o semplicemente l 'ornento ·è tutt'altro che facile. La laparotomia siste·m atica proposta da alcuni non è in guerra giustificata, rappresentando un intervento inutile ed anche dannoso per le lesioni suscettibilj di guarire spontaneamente. In s-econdo luogo &i 1

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lk"fNO XLVII, NUM. 31 J

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deve riflettere ch e per conseguire risultali diRcreti n.ecr.1Ssilà operare al più presto, nelle primissime ore, ciò che ben di rado è realizzabile in· zona di operazioni. È indispe·nsabile inoltr·e- una installazio11e operaL01ia completa con un .chirurgo circondato da assistenti esperti e bene affiatati. Si richiedono u11 notevole impiego di tempo pe r ogni ir1tervento (mai lneno di un 'ora) ed un grande consumo di materiale ·s teriliziiato (can:iici, maschere·, telini, ecc.). La progno::;i delle ferite addominali è relati' 'amente poco ~uona, anc'h e nei casi trattati precocernente ad 011ta dei nostri perfezionar11enti tecnici. Nell'ultima conflagrazione mondiale seco·n do Schn1ieden il trattamento opera. torio, diede il 66 ~o di mortalità (cioè circa 1/3 di guarigioni), mentre il tratlamento conservativo diede il 92 ~~ . Questi valori presso . a poco corrispo·ndono a quelli segr1alati nella guerra passata da Alessandri, Bastianelli, Calabre5e, llossi e dal mio con1pianto pre.decessore GiannetLasio. Ho ricordato queste poche notizie per concludere ohe..al fronte· nei mo1nenti di grande af fluen.za di fe1iti gravi (lo ripeto per non essere frainteso) è lecito ri11un·c iare alla cura di quelli addominali eidì è preferibile d e,d icarsi alla cura delle ferite degli arti, corr1e del resto i<J feci nelle ,gra11di offensive, del 191 7 , a Gorizia, con la piena approvazione di un grande Maestro della chirurgia di ·p·a ce e di guerra, Bartolo Nigrisoli. Tr.alascio le ferite dei m(llscellari (l i% circa) le. quali potranno essere opportunan1ente raccolto in centri specializzati dell1e retrovie e quindi affidati· alìe cure di stomatologi esperLi, come avvenne nella guen·a passata pe.r opera particolarmente ·d el compianto mio fratello prof. Cesare, il quale a questi feriti · dedicò 1utta la sua intellige11te e.d insuperabile atti.' vita. 1

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E veniamo ora a ciò che più 1nteriessa, .al trat~amento,

cioè, delle ferite gravi degli arti.

·D ue isono gli obbietti,,i principali che il chirurg·o deve aver di mira sollo questo riguard(li in zona avanzata: 1) prrevenjre e combattere l 'infezio·n e; 2) ridurre la frattura e immobilizzarla il meglio possibile in buona posizione. Il p1rimo comip ito è il più urgente pe1rchè d'i1n portar1za vitale. La condotta sarà diversa a seco·n da del g·enere· delle ferite. Nelle ferite da fuciìe o da n1itragliatrice cl1e sorto .d a co11siderarsi il più delle volte asettiche, non occorr:e nessun trattamen1,o operatorio speciale. Da evitarsi è l 'esplo1·azione degli ol'ifici 1con la sonda o co•n il b istl1ri. NesS1Una uTgenza vi è di togliere la pallottola nelle f erite a fonid o cieco. Si dimostrerà sufficie·n te l1na semplice. disinfetZione della cute attorno ai due fori d'ingresso e di uscita con benzina, con alcool ·d enaturato o con alcool jodato. Un 1

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[ANNO

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quadretto di g·arza sterile v·e rrà fissato sulla ferita con due striscioline parallele o crociate di cerotto adesivo. Quindi la medicazione sarà completata da una fasciatura protettiva e legg-erme11te .compressiva in caso di gemizio di sangue. Occorre tener presente che alcune. volte la ferita da fucile si presenta con i così detti fe 11omen·i di scop1pio. Di fro·n te a1d un orifizio d'entrata ·della palloLtola piccolo e. regolare, ne esiste allora uno di uscita assai ampio, a bordi lac.e ri e contusi. La p.a rti molli sono spesso ridotte a brandelli e attrav·e rso le fascie lacerate fanno ernia i n1uscoli sottostanti. Come è ben noto, tali ferite (tutt'altro che rare nella guerra di trincea) sono causate da colpi di fucile sparati da breve distanza, nel raggio de1la così detta zona esplosiva la quale si estenderebbe secondo Delorme fino a 500 metri, e ono confuse a volte con quelle da pallottole e~plosive o dum-dum. Allorchè la pallottola di fucile (altra evenlaulità non rara) colpi.rsce il soldato di rimbalzo dopo aver toccato il suolo, è generalm.ente ' 'eicolo di germi patogeni e agli effetti delle complicanze infettive la ferita va considerata al la stessa stregua di quelle prodotte da proiettili di aitiglieria. Ma sono ]e ferite da schegge di f!ranata , di bomba a mano, di bomba aerea, e an.che· da lXillette di shra pnell quelle che rappresentano il campo d'azione più in1portante per il chi1·urgo in rapporto alla loro eocezionale frequenza e gravilà. Una descrizione n1inuta dei caratteri anatomici di de t.te ferite è con1pito pr-eisso(hè impossibile, perchè la loro varietà è straordinaria: dalle semplici contusioni, dalle lievi escoriazio·ni, dalle ferite lacere più o meno estese dei comuni tegumenti si passa gradatamente al]a asportazione di er1ormi masse muscolari, all'amputazione 11etta parziale o totale di un arto, sicch.è tutti i tipi, tutte le gradazioni sono rappresentati da una gamma ricchissi1na, infinita di le1sioni. Carattere comun·e a. que&te ferite è l 'infezioine., Le granate, le bombe a mano, le bombe aeree esplode1ndo sul terreno si dividono in schegge metalliche di varia forma e grandezza che s'infiggono nei tessuti, traspo1tandovi frammenti di vestiario, sassi, terriccio, materiali di ogni .ge.n ere con1unque inquinati. Di più lacerano, contundo110, spappolano i tessuti i quali vengono a foi'rnare CO'S Ì un ottimo terreno di cultura per i germi patogeni e in special rnodo per quelli anaerobi. Le nostre conoscenze intoTno a questa categoria di ferite risalgono ap·p ena alla guerra passata ·d alla quale furono rivoluzionati i concelti di astensioni~1t10 operatorio che avevano il loro fondamento nel decorso generalmente asettico delle ferite da fucile. È ormai in modo assoluto a cquisiLo che il trattarrtento delle ferite da proiettili di artiglieria deve essere attivo, energico e so11irattutto p1·e.~oce. Ecco 1

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SEZIONE PRATICA

quanto sctivevo nel 1917 e che credo debba a,·er valore anche ogg·i. elle ferite fresche rece.1iti si in1po·n e anzitullo u11a pulizia scrupolosa delle. parti circostanti la ferita: tricoto1t1ia, lavaggio della cute con soluzioni diluite di carbonato di Roda (le quali serrono egre2i.a11 ~e~1te :per allontanare il sangue raggrumato), d1s1nfez.1one oon benzina, con al cool semplice, <.on tintura di jodio (pretpar:a ta di fre sco). Indi, sul letto o·p eratorio in co ndizio ni fa·vorevoli di illuminazion·e naLurale o artificiale si procederà ad un vero e p1·oprio atto chirurgico : es.ame 1netodico 1della ferila - esplorazione co,n il dito guantato e con l'aiuto di divaricato1i di tutti i recessi e di tutte le anfrattuosità - n1essa allo .;(·operto dei tramiti profondi con opportuni sbrigliamenti - asportazione d·ei bTandelli di tes.suto destinati alla mortificazione -: accurata estrazione dei corpi estranei (scheg·g e metalliche, cenci ·di stoffa, frammenti di sasso, ecc.) .e d anche, con prudenza, di eventuali schegge ossee libere. A mio avviso, la rimozione dei ~orpi e.s tranei può essere facilitata da aboon·danti irrigazioni ·d ella ferita con soluzione fisiologica o anche con acqua bollita ~iepida o co·n soluzioni antisettiche molto de1'oli (ipoclorito di soda, perma11ganato di potassio). Oltrei a questo trattamento fisico-n1ecca11ico della ferita (nettoyage chirurgicale, épluchage dei francesi) è indispensabile provvedere ad ur1a emostasi perfetta. L'emorragia (1) che è molto frequente e cospicua nelle ferite lacere da schegge di granata, va arrestata con la legatura de·i vasi in sitlL Si porti una particolare attenzione alle così det~-. e ferite secche dei va1&i, cioè a d:ire a quell0 piccole insidiose discontinuità ·delle arterie occluse temporaneamente da un 1C'oa~·ulo, da cui tutto ad un tratto J)UÒ scaturire una ·err1orragia infrenabile. Non si ricorra all'imp iego di tamponi stipati di g·arza i quali favorisco,n o la fo·r mazione di coaguli destinati a dive11ire u11 ottimo pab·u lum nutritizio pe1r i germi. Così pure la garza che si applica 1sulla ferita non sia troppo pigiata nè la fasciatura troppo stretta, .g iacchè queste condizioni favoriscono il ristag·no dei secreti, i1npedisc ono l'aereazior1 e d.ei tessuti, fa cilitano l'evolversi della i1tfezione1 ed in partic-0lar modo della 1g angrena gassosa. Poich,è le ferite ·da proiettile di artiglieria sono sempre da considerarsi irLfette, in atto o in. pote11za, la su~ura p·rimaria immediata è da rigettarsi in linea di massima. Eccezio11aln1ente sarà applicata quando esisit ano favorevoli cc,11dizion.i concomitanti: ferite fresche osse.r1

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(1) L'emostasi

provvisoria sarà ottenuta sul campo di battaglia con la costrizione dell 'arto mediante il classico laccio di Silvestri-Esmarch. Ben pochi sanno applicarlo! Vari sono i metodi. Secòndo la mi~ esperienza il più semplice e il più rapido è quello per pressione da me illustrato in una nota in corso di pubhlirazio11e in cc Forze Sonitarie n.


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l&"lNo XLVII, .l\u AI. Sl]

cc IL POLICLINICO )).

vate 11elle pri111e o re ; cl1irurgi esperii; an1l)iente adatto; possibilità di seguire il d ecor so della fe;rita per alcuni giorr1i , .ecc. Senza dubbio la riunio11e in1n1ediata della ferita h a il \'llntaggio cli dar luogo a guarigioni rapide., brilla nti', ideali , co n 111inori so ffer enze, ma si ticordi b en e ch e es5a esp·o n e al rischio di una infezione seco11daria capace di d eter1nina re i1ef~1ste con1pli cazioni l ocali e generali , tali da n1inacciar ei perfino la vita d el ferito. f)ccorr e insister e su ques to punto, per ch è a11cl1e in ite.mp·o di p ace i nostri giovani assistenti n o n sa11no resistere alla tentazione di ~ utura re ogni ferita che capita davanti a l oro, brar1ìosì solo di a5sicurarsi i pri1ni successi della loro carriera 0 pe ratoria ! In ogni caso, per rr1isura di p rude11za, a lla riunione prima ria totale sarà d<i p·r.eiferirsi quella par ziale, insinuando opportu11i drenaggi di garz.a agli estren1i della cucitura. T alvolta, sen1pre con le d ebite cautele, si potrà p raticare la sutura •Cosidetta ritardata, a distanza di qualche te111po dal traun1a. :Vi è una solà circo s tanza n ella quale la s.utura primaria se111bra essere indicata, cioè n elle ferite ·d elle g r andi articol azioni, s peci e d el g inocchio , e s e~1do di1nostrato ch e in tali casi il tratc.an1e11to .1 perto favorisce l 'insor.genza dell,in fezion e . In queste ferite sarà bene pertanto 1Jraticar.e la chiusura in1mediata d ella capsula. P er quanto i riferisce .alle ferite non più recenti, n elle quali l 'inf.ezione secondaria si è s.tabilita n ella su.a forma più comune, la suppurcnzioroe, il loro trattamento sarà i1&pirato ~gli stessi criteri eguiti da ciascuno di n oi nella p.ratica di pace. Sbrigliamenti razionali e ge11erosi ·d ci tran1iti profon1di e dei seni fis tolosi - controi11 cisi c ni n ei punti d eclivi per le· scolo dei secreti - fognalur.tl razionale con tubi di gomn1a - i1n111 obilizz.Hzio·ne. rigorosa della parte - medicazione piuttosto r ara (non ra rissi irta) costituiscono sen za dub,b io i fattori più i11tportanti i}er n1e ttere una ferita infetta nelle c.011'dizioni più adatte per la ,g.u arig ione. Se~, rsù valore, a parer rnio, va assegn ato· all ' impiego1 deg li antisettici chiniici n ella cura delle ferite suppm·ate. Con il suo abituale spirito .a rguto ·d isse un a ,·olta (1iordano .ch e il valore della n1aggior parte d t:.gli antisettici può esser e ' ralutato ad 1 x 11000, togliendo p·erò, a questa cifra I ' uno dava nti. Second10 Chiurco, n ella g·ueTra ,di Spag11a, si sarebber o r egistrati puoni risultati con la pon1ata all'olio di fegato di m erluzzo', racco111anda ta da Lohr e s tudiata con tanta dilige,n za nella Clinica Chirur1g ica della i1ostra città. Jon credo ch e essa sia da u sar si n elle ferite fresch e, rna solo n el trattamento su ccessivo post-operatorio. Non si Gonosce anco·r a con esattezza l 'efficacia d ei sulfamidici !i-pplicati in polvere o i11 !)Orn ata sull e ferite.

Molti han110 lodato la 1nedicazione rara seco11do la metodica di Orr e di Lohr, dimenlican,d ·o trattar~i di un metodo prettamente ita]iano che risale al mo11aco Cesare Magati di Sta1Jdiano e che fu largamente a1Jplicato con successo nella Scuola ·B olognese dal Ruggì, d.al Magni, dal Solieri, dal Putti, ecc.

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Il secondo compito del cl1irurg·o è quello d ella ridiLzio ne del"la f rattiira e della sua im.mobilizzazione in bu.on·a posizione. Tralascio di parlare qui de~ n1 etodi provvisori lJiù acconci per il trasporto d ei feriti osteoarticolari dai posti avanzati di 11tc J1ic.azi-0ne a lle sezioni di sanit à o agli ospedaletti da ca111po, benchè ! ,argomento sia 1i5talo ogg,etlo di ~un '.a pp·a~s ­ sionata discu ssion,e qui a ;F irenze, Ilel ge11naio 1 ~•36 , jn una ad·unanza d ella Società ToscoUmbra di Chirurgia . Accenr1erò solo c.h e, se p er le ferite dell'arto sup.e rio re il problema .è di soluzio11e abbastan za fa cile (tutti i m ezzi noti sono buoni), ben a rdua è invece, l 'impresa 1)et le fratture dell'arto inferio re, special1l1ente pe1~ quelle del f e1nore . La staffa di Tl1on1as tanto raccomandata d.al Putti, se rappresenta l 'optimum come n1 ezzo di immobilizzazione provvisoria, spec,ialn1ente con l'aggiunta del1'aml> ca dit sostegno su11~rgerita da Lardennois, ha però l'inconveniente di costituire. un r11·ezzo irlgombra nte e. di applicazione non del tutto facile. Ottimi, a mio avviso, si 1dimostreranno f >Ul'e sempre le stecche di legn o di faggio imbottite ·di. ovatta e fissate sul]a faccia esterna dell'arto con alc.u ni g iri di benda, con1e pure le ferule di Cra1ner molto in uso nell'eser cito tedesco. Per chi non lo sapesse, sono queste ultime costituite da robusti fili di ferro l ongitudinali ai q,uali sono fissati altri fili traS\1ersali legig·ermcnte curvi, a n10 ·d i se.ala. SottiJi , l e1gger e, elastich e al tempo s tesso, con ~·rande fa cilità possono .e s er e a·dattate per forn1a e lungh ezza a i vari tipi di frattura. Utili pure per l e fratture della g.a111ba riescono ~ a rr1.i o avviso, le docce di latta di c ui io st esso feci c ostruire nella g·uerra passata un n1odello leggerissi1no e molto pratico. l\1a venia1110 al punto1c ruciale de lla q ue&tione ch e va esaminato senza preconcetti e con ]a 111ass.irrta aderenza .alla r ealtà. Quale sarà il trattamerito più ra.zionale delle fratture espo·ste negli ospedaletti del fronte ? Sia1110 tutti d 'accordo nel ritenere cl1e il trattan1ento ideale di qualsiasi frattura .espo&ta do,11·ebbe con sistere rLella cura della ferita as, oci.ata a sin1ultanea riduzione e contenzione d efinitiva della frattura, come· si suole praticare in tempo di piace·. Non nego che ciò sia possibile anche in g·u erra quando si tratti ad es. di feriti da incursione aerea racco] ti in una città e direttamente· trasportati nei centri ospe1 d~alieri Ì\1i esistenti, n1a i11 zona di operazione, ove i servizi di sg·oinbero d ebbono sottostare ad im1Jeriose esigenze 1

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logislicl1e, questo l ratta111ento ideale ù eìla frallura esposta è be11 di rado realizzabile, a l1n eno seco11do la 111ia esperienza della g·uerra 11a ·sala. Di so1i lo i fra t Lurali gravi , specie quelli del fe111ore, co11 e111orragia in atto e co11 fe11on1e11i di ghock a lla r111anti oJ co11 ferite co1uitate 111 ultiple ::;0110 i1ece:::;saria111ente trasportati negli ospcdalelti .a , a11zati, dove il chirurgo il i>ÌÙ delle volte è costretto a rinunciar e ad un trat ta111 enlo J?Crfetto e co11 t1)l eto della f1:attura per le co11dizio11i g·ravi de·l ferito stesso, per difello <li Le111po e dei i11ezzi adatti a llo sco po e per l 'obb ligo di sgo111b erare i rico·verati il più preslo possibile. E a llora converrà, a 111io so1nn1esso parere., procedere per così dire iii due te11ipi: AnziLutto si praticl1erà co11 og·11i scrupolo quel Lratla111enlo 01J€ratorio della ferita e~ter11a già da me descrill0 , li111ilando ~ i ad i111111obilizzare ii1 buona po izione la frattura con i11ezzi e111plici (steccl1e g·es a te) ·enza i11si&Lerc i11 le11taliYi i11fruttuosi di riduzion e capaci di faYorire il diffond·ersi dell ' infezion e. Seco11da ria111en te, &U J)er.a to il pericolo del 1'i i1fezionc, il n1 0Luleso sarà a' viato negli o pedo li delle relro,ric (o a n che de ll 'i11tcrno), d o' e c o11 l 'au .. ilio di tutti i mezzi idonei allo scopo ~arà so lL01)0 to alla sistemazione definitiva <lella f1 altur.a fino a g uarigione, co111pleta. Per1net.teten1i di insist e re su queslo punto tli ca 1>i t~le in1 J)Orla11za ch e è stato og·ge tto di 'iYa·c i e non ancora spente discussioni tra noi. La lotta contro l infezione è il co1npito più uracnte 1)erch è n1ina ccia la con ~ ervazio11e d el l :arto e la vita stessa d el oldato, n1 en lre la correzione della frattura è un problema di mir;ore i111portanza in quanto riguarda ol o la for111a e la funzione dell'arto. Convie11e poi é•g·g·iunge.re. cl1e per buo·n a fortuna noi sian10 i11 graclo1 oggi di ridurre b·eri.ei una frattura ancht do1)0 patecch i giorni d a l traun1a ntedia11le la trazioHc trans-schelell'ica seco11do il geniale n1etodo di Codivilla , p·e rfeziona. lo cori il filo a trazion e. di I\.lap11-l\.irscl11te1r. Secondo quesl 'ultimo Auto re l a ·poss ibilità di raggiungere t111a correzio11e d ell a frattura ha un limite <.1bb:Astanza a111pio di 12 gior11i , 111entre i] traltrt111el1Lo o~ieralorio del]a fe ril a de ve e e re J>rat.icato e11tro le pri111e 12 ore. Co11clude1id 0, i1elle fratture gra 'ri e po; t e d e-gli arti la iniglior condotta se11)b ra e ser e questa: il cl1irurgo di pri111a li1tea si occuperà soprattutto del tra ltarnento de]la fe rita delle parti lHolli, riserva11do ai col] eghi delle retroYie il co1n JJilo di si stemare d e.fi.nitivan1c nte ]a frattura cò11 quelle nor1n€ ch e Tegola110 Ja trau1ttatologia di pace. Come doYrà essere i111n1ol1ilizz.ata la frattura per il tra sporto dalle formazioni sanitarie del fronte. a quelle arretrate, o a n ch e in n1odo definiti,10 quando siasi raggiunta una oddisf.accnt e riduzione ? Secondo il consenso p ressocl1 è u11anin1e s ia i)er l'arto ~uperiore ~ia per quello inferiore, il 111etodo n1igliorc è rap1presenl a to dall 'a p1)areccl1io ges alo c ircolare or>0

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1Jortuna111e11Le fenes lralo o tag·li:_tlo iu due ' 'al,e, avendo cura di rive ·Lire l 'i11terr10 co11 g·utLa1Jerca lan1i11ata al line di impedirei l'infiltr ~t­ :tio11e dei se.e.re.ti nel ges o e il rapido deterior«n1 ento dell'apparecchio stesso. In alc uni e.asi u11 rr1etodo inolto se111plice e rapido è quello delle cosidet te stecch e gessate .applicate lungo la faccia esterna dell'arto che r.appre~enta110 u11 ottimo apparecchio di i1nn1obilizzazione e di tras,porLo, pern1ettendo una facile ispezio ne o sorveg·lia 11za della ferita. Mi sia l ecito, infin.e-, ricl1ian1ar e l 'attenzio11e sulla in1periosa i1ecessilà di avere a dispGsizione, tutto l 'occorTente per la confezione deg li appareccl1i gessati: ab,b ondante quantità di geisso fig·ulino anidro, 11oncllrè fascie d i ta1'1ala11a d~ , ·aria a ltezza e lunghezza . 1

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E di.1 ulti1110 i1on !)Osso esi111er1l1i dal toccare r opidarnente u11a que,~tion e n1ol 1to dolorosa , quella che si riferisce a ll e am•p utazio11i . Durante la guerra passata b en ricordo cl1e nel Paese gr.a nde fu lo stupore di 1nolti colleg·hi a]l a1·11.vo dei primi n1utilali dagli ospedali del fronte. Si era e.n tl'ati in g·uerra animati da concetti conservatori ad ol lranza. Di fronte a tale triste st1eltacolo si gridò al falli1nento ·d elJa cl1irurgia e si tentò anche. d 'incolpare i chi' urgi che prest.a,ia110 l 'o·p era loro n elle unità sanitarie avanzate. Ma po.i i E.alti convinsero tutti che le indicazioni dell: an1putazione nelle ferite prodotte dai n1oderni proiettili di artiglieria sono n1oìto più co111uni di quel che s i i.1ossa i1111r1aginare e . i finì per con1prendere cl1e nlolte ,,olte per salvare la 'ita del feTito era g iocoforza d ecider si ten1pestiva1rtente a questo atto così ri1)1ugnante pe1 ciascuno d i noi . Senza tlub·h io l 'indicaziO'lle l)Cl.' la derr1olizione ·di un arto è u11 J)rob l en1.a im,b arazzante e delicato an ch e per chirur.g i espertissimi . Fi110 a q11al punto si guò. l»enta1~e la c.onservazio110 di un arto profonda1ttente offe o n ella sua struttura con probabilità d.i successo? 1Fino a qu,al punto è lecito insistere nella cw ·a di una J.~1rita gra,·e non tanto p er J.e lesioni anatomiche, quanto per le com·p licanze infetti".e locali e gen·erali che m inacciano la vita d cl ferito? Ecco i quesiti d.a risolversi caso per caso con g rande cautela e con severa coscienza, ma con ani1110 deciso. Vi sono a111 puLazio11i /Jrima.rie o i11 t111ediate i rn poste da arti sfrace.Jlati, r11aci ullati, 6tritolati e.o n lesioni vasali ·e nervose irreparabili . L'i11dicazio11e è netta, la der11olizio·ne va p·r aL.ìrala senz'altro. Vi sono an11)utazion i seco1idarie m,ediate o precoci, r cclarr1ate da fatti di ga11grena iscl1e=111ica i)er ferite dei grossi vasi, o da gravi e1norragie secondarie ripetute·, o da con1plicanze subitan ee coni.e la ,gangrena gassot>a e l 'ede111a malig·no, o da gangrena totale dei piedi da freddo, co111e purtroppo si verificò su Ja rg·a scala i1elJ'ultin1a guerra. 1

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Vi so·n o, i11fi11e, arrLputazioni seco1idarie tardive giustificate .da fe1ite settiche specialmente degli arti inferiori, del ginocchio· e ·del piede, con stato generale allan11.a11te. In questi ultimi casi soprattutto è (l'-uopo decidersi per te1npo, an1putando prima che ·d i questi infelici l 'intossic.a zione abbia fatto .d ei moribondi. Nella g·rande gu·e1~ra innur11erevoli vite sono audate perdute perchè si è a1nputato troppo tardi, quando g·ià lo stato d'intossicazione del soggetto era tale da non dare l)iù alcun affidamento di &ucoesso. La tecriica delle arrìputazioni di g·u,ein'a deve e~sere delle più se1nplici. È questo uno deg·li i1l segnamenti più preziosi scaturiti .d all'esperien74a )(::lell 'ultimo conflitto inondial1e1. Desidero, sottolineare q·u i quanto recentemente hanno scritto Vittorio Putti in Italia e Leriche ir1 1F rancia. Durante la guerra 19114-18 nell'eserc.ito francese 5-i ebbero 80. 000 amputati ciTca; or bene il 50 % degli an1putati per l 'arto ii1feriore dov,e tte essere riop erato· per l 'applicazione della pro·tesi. Qualcl1e oosa di analogo è successo in Italia , benchè io non cono ca cifre preci~e. Ben giustan1er1te 11a affer111.ato il Putti (Le Jiorzei ,Sanitarie, 1940, fase. VII) ch e occorre ({ Operare coll 'int.endimento di dare al muti· 1ato un n1on0one utile, non un n'loncone lungo. Utile significa un n1oncone che si presta alla protesi, e quindi che facilita la funzione )) . L'esperienza ha dimostrato che la gr.and.e rn.aggioranza dei metodi descritti n ei cl:assici testi di medicina operatoria, sui quali n ei nostri anni giovarJili apbiamo perduto tanto tenlpo e sui qu.a li an,c ora inutilmente si insi,&te nei co11corsi ·d a certi esaminatori del buon ten1po antico, non corrispondono allo scopo. A1)partengono ormai alla.. .- storia i Processi operatori famosi , quali quelli ,d i Ssabanejeff, di Abrashartoff, id i ;Syme, di V\Tladimiroff-Mikulicz, di Pirogoff, ecc.. vanno definitivamente banditi · dalla tecnica operatoria moderna. La stessa disarticolazione di Chopart non vale nulla n el 95 % dei casi ,5 econdo Leriche. Perfino la Gritti che io praticai volentieri in parecchi casi nella guerTa passata, par-e ·debba esse.r e ab·b ando11ata, ·perchè inferiore nei risultati ad una buona amputazione della coscia al terzo inferior·e. La ,d isarticolazione di Lisfranc invece va conse.rvata. Tutti s,o no· d'accordo nell'insister.e che è d'uopo usare ìa massima eco11on1ia al terzo superiore della ·g amb·a e dell 'avambraccic in modo da risparmiare l'articolazione del ginocchio e del gomito, in·&ostituibili. Si deve essere p1iù eco·n omi nell'arto superiore che in quello inferiore, essendo nel primo minore il J)ericolo di infezioni secon·diarie del moncone e perchè anche piccole masse muscolari possono essere sfruttate ai fini della protesi o ai fini della cinep1lastic.a alla Vang·hetti. Riassumendo adunque, in guerra la tecnica dell~amputazio1 ne. è da ridursi ad un'estrema semplicità. Bando ai gesti teatrali dei n ostri predecessori e alla loro ·e ccessiva 12recipitazione· (si narra che Larre~ eseguisse 200 am1

[A·~NO

Xl.VJI,

~UM.

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putazio11i 11ello spazio di 24 ore). L'an1putazione va fatta con l 'uso dei comuni taglienti; 0001 ca 1111a ·e con g·rande scru1)()lo della emostasi. J)a preferirsi è il taglio circolare co11 una semplice o do1Jpia inci,s ione laterale, desti11ata ad agevolare la sezione dell 'osso e l'applicazione d1ei ·drenag·gi (P·utti). Utile pure, a parer di r.11olti, ·è il n1elo·do a du·e le1nbi ineg·uali, di cui !'.anteriore ]) ÌÙ abbo11da11te 1~e r rivestire meglio il moncone osseo. L'amputazione « en sauGisson >> cioè a sezione piana (metodo di Celso) eb1b e una .g rande voga r1ella ultirna co11flagr.azione rr1ondiale, ma naturalmente per il retrarsi delle parti molli dà un moncone osseo sporgente eh-e ob1b liga ad un reintervento. Tuttavia è un meto do gius.t ific.ato in e.erte amputazioni per gangrena gas• • so sa mass1cc1a . In genere è bene conse1~are un abbondante cappuccio di parti molli. Se.nza stare a fare il calcolo dell'altezza del n1anicotto in rapporto al perimetro del! »arto, si ·d eve av·ere cura di sezio1n are l'osso semp•r e molto in alto. Attenzione speciale va portata ai grossi tronchi nervosi che saran110 afferrati delicatan1ente, stirati e sezionati per un certo tratto al fine ·dli e~tare neuromi dolorosi. L'osso va segato e· limato senza plastiche r»eriostali. Il più delle voìte, n1a di reg·ola nei casi altar11enle settici , sarà O}Jµortuno lasciare il 1noncon e a'Perto, rivestito di ga rza soffi1c e e acol1ratan1ente fasciato. Spesso io ho l 'abitudine di avvi c,inare al di so1)ra della garza i due lembi con un sol p unto di grO$Sa seta, ciò cl1e favorisce l'emoRitasi. Nei casi adatti si potranno suturare fra loro i mu:;eoli antagonistici 53 quindi la cul e, lasciando però al disotto cli questa un tubo di drenaggio trasversal e. 1

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E così pongo terr11ine a questa son1maria esposizione, riD.o.o-raziando Vi dell:l vostra benevola attenzione e dichiarandomi lieto se sarò riuscito a dare ai giovani colleghi qualche idea cl1e possa riui5cire, all'atto l1ratico, ·d i utile guida nell'assistenza dei feriti di guerra. Nobilissima missione sarà pur sen1pre quella del medico militare, ispirala ai più alti sentin1enti di solidarietà umana: nel fu1~ore della battaglia, con ger1erosa e frate·rna cvrità, prodigare ai corr1battenti i preziosi soccorsi della nostra arte benefica e , alutare !

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BIBLIOGRAFIA 'PERSONALE. 1. lrttorno aille congelazioni dei piedi, e specialm e1ite alla gangrena dei piedi da· freddo. Bull. ,Scienze Mediche, 1916, fase. 1, pag. 39. 2. Osservazioni S0/)1'<1. ve nti casi di ga11grena gassosa. Il Morgagni, ArchiYio, 1916, n. 4, pag. 142. 3. Inta11n.o a, due casi di an eurisn1a. artero-venoso della f emoraJ,e. Il Policlinico, Sez. Pratica, 1916, llag. 747. 4. Iritor110 alle m u tilaziOni in tempo di guerra_ Il Policli11i co, Sez. Pratica,. 1916, 1)ag. 1271.


;,{ANNO

XL\ Il , Nl ~c. 31 .

SEZ IONE PRATICA

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Pubblicazione utili••ima anche per il aeruizio clairar • gico militare in guerr• : Prof. Dott. LEONARDO OOMINICI Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Chirurgica .e Propedeutica Clinica nella R. Università di Napoli.

Piccola Chirurgia e Chirurgia d'urgenza Seconda Edizione con 367 figure nel testo delle quali 142 aggiunte nuove. Prefaz. del Prof. ROBERTO AliESSANDRI alla I eòiz. e dell'AUTOR.El alla II edizione.

Ecco la Premessa dell'Autore alla Seconda Edizione : « Questa seconda edizione della Piccola · Chirureia e Chirurgia

d'Urgenza 1'J01) è una semplice ,.evisione ed una CON'et,ione della f>nma edit,ione, ma, un rifacimento totale di e11a ehe ho creduto ·ttene cli fare per vari motivi. « Prima di tutto nel tempo t,.asco'Yso della pubblica,zicme della prima edizione fino ad oggi, sebbene non st,.aot'dinariamente lungo, la Chirurgia ha modificato alcuni dei concetti sui quali ai '.fondano le indicazioni operatorie ed ha proseguito, specialmente nel campo della tecnica, in quel meraviglioso ed a1cen1ionale

e•mmino che la Chirurgia moderna iniziò si può dire colla tri• plice scoi>erta dei mezzi meccanici di emostasi, della narcosi, dell'a1ep1i e aul quale da allora easa non ai è mai fermata. Era aecesaario perciò mettere a punto moltissimi se non tutti i capi• toli svolti nel Compendio. « In secondo luogo ho cyeduto bene, seguendo il concetto fondamentale della attuale nostra vita nazionale che il cittadino deve estere un SOLDATO, concett:.o al quale i medici, etl sl chi~ rurgo in specie non possono e ncm debbono veni,. meno pe,. la loYo funzione di assistent,a, ho c,.eduto, dico, di svolgere matr• tiormente la parte riguardante la TRAUMATOLOGIA soprattutto di GUERRA, ampliando alcuni capitoli come quelli sulle FRAT.. -nJRE e specialmente qaello aulle FERITE DA ARMA DA FUOCO ecl aggiungendovene dei nuovi come quello SUGLI AGGRESSIVI CHIMICI (GAS DA COMBATTIMENTO). « Ed infine, pur tenendo semf>t'e pYesente che queste Compendio è stato ideato e fatto pe,. uso specialmente del Pf'atico, che, spesso da solo, deve pyovuedere a casi chi,.Uit'gici e Pf'tmCMe i relativi indispensabili interventi, ho pensato che il Compendio sa• rebhe potuto riu1cire utile anche al 'V'ero chirurgo, per lo meno nelle prime fasi della sua carriera pratica ospedaliera e clinica, ampliando la parte riguardante la CHIRURGIA di URGENZA. Anche per ra,ggiungere queato ultimo scopo, eono stati svolti CA· PITOU NUOVI che non esistevano nella prima edizione e eono stati sviluppati maggiormente quelli esistenti in tutte e quattro le parti del Compendio ma •J>ecialmente nelle due parti relative ai TRAUMI ed agli INTERVENTI OPERATORI e SOCCORSI DI tJRGENZA. , « Non so se gli. scopi. pyefissimi sono stati ra$gjunti. Lo spef'o e spe,.o sopf'attutto di riuscire utile al medico pratico specialmente quando si t,.ovi lOf'Jlflano dai gYandi centri, ed al chi,.urgo nei suoi l>rim4. e più difficili passi suU' astwa via che deve percorre,.e ». Napoli,

Marzo 1938..XVI.

LEONARDO DOMINICI

Volume in-80 di pag.g. VI-584 con· 367 figure nel testo, delle quali 142 atggiunte nuove. Prezzo: in brossura L. 7 2 + 5 %; rilegato in tela L. 82 + 5 % e più le spese postali di spedizione. Per gli' rubbonati al « Policlinico 11 od a qua lsiasi delle altre nostre Riviste, rispettivamente sole L. 6 7 e sole L . 7 8 franco di porto in I talia, Irm.pero e Colonie. Per l'Estoro L . 7 1

e L. 81 .

Inviare V ruglia iPostale o Ass egno Bancario alla Ditta LUliGI POZZI, editore. Via Sistina 14. ROMA.

LAVORI

ORIGINALI

l sTITuTO DI PATOLOGIA MEDI CA :E

DE1LLA

l\iIE·ronoLOGIA.

R.

MEocc,\

UNIVERSITA DI ROMA

Dil'ettor~ : prof. sen. N.

PENDE.

Il timo nella terapia dell'anemia perniciosa di Biermer. • (Nota preventiva). Prof. SILVIO DE CAN D!A, aiuto.

l,a presente nota riguarda alcune mie rioe~che, tutt'ora i11 corso e C'h e1 formeranno oglavoro più esteso e dettao-liato g·etto di un . . 15 ' sull 'aziqne teraip.eutica esercitata dal tin10 nell 1anem ia perniciosa di Bierrn·er. Quòste ricerche mi sono sta te suggerite da altre mie recenti ricerche, fatte in collabt0razione col dott." Pelosio , sull 'azione. eser citata dal timo n ello s·c orbuto sperimentale, allo scopo1 ·d'indagare ulteriormente e più estesamerLte i rapporti inte1.·correnti fra timo ed ein:topoiesi, ·d i cui già 1n1 ero occl_lpato. Da qu.e~te ricerche è risulta to anzitutto il fatto interessante che nello scorbuto sperimentale si ha un quadro istologico ·del nlidollo osseo, che è assai analogo a quello dell'anemia perniciosa, n1entre n egli .a11imali scorbutici ipertin1izzati l 'en1opoiesi midollare non è più ·devia ta notevolmente da.Ila norma come 11ei primi e d'i ti·po embrionale, ma è quasi corri.pleta1nente normale. In ha&e .1 questi risultati , io h o voluto provar.e la tera.pia con timo nell'anemia perniciosa di Bierr11er. J primi risultati da 1ne otleriuti sono vera · rri:e1nt·e degni di nota: sebbene i casi ·osservati • • • • • siano ancora scarsi, tuttavia 1 vantag·g 1 teral)eutici avuti sono nol.evoli , specialmente·, se si considera cl1 e uno dei casi di anemia perni~iosa di IBiermer e-ra piuttos~o grave e con sindrom-0 di Li chteim. Dapprima mi sono servito ·del timo fresco e crudo ·d i vitello (gr. 100. al g ior110) opportunamente preparato·, ma h o avuto risultati qu.a si nulli con questo metodo , pe.lrch 1è oltr·e al fatto che per i malati il timo così son\ministrato riusciva di gusto sgradevole ·e poc.h i1&Simo tollerato, e 'e.r a anche la. scarsissima ·digestiontl d·el timo crudo per l'a chilia in essi esistente, con sua utilizzazione quasi nulla da parte 1dell 'orgar1ismo. Perciò sono ricorso a lla somministrazione per via ,pa-. r enterale di es.tratti aoquosi totali di timo (per via intram.u scola1"e e d endoveno:&a, alla dose q11otidiaria ·di 8 cc., frazionata: ogni oc . equi-' vale a ~ gr. ·di ghiandola fresca). Il trattamento è stato eseguito. per circa venticinque gior-. ni. I primi risultati terapeutici si hanno già do po un.a diecina ·d i giorni ·e sono poi progressivi, e sono· a carico ·del sangi1e ,·ircolante e del mido,Ilo osseo, e dello stato generale. 1

1


1316

e.e JL POLICLlNlCO

'.L\.·~NO ~L ' 111' NUi\I. 31]

» •

A carico del sangu.e circolante si ha un discreto· aumento dei globµli rossi, i11entre· l 'emoglobina, pur dimostrando una ·e vidente tendenza all,aun1e nlo, resta ;p iuttosto bias, sa, con dimi11uzione quindi. ·de.Ile .c.ifre elevate • del valor·e glo·b ularei da:pp rima n1olto al disopra dell ,unità; diminuzione ·de;} numero dei 111egalociti; aun1.e nto ~piccato dei reticolociti; aumento ·dei leucociti; aumento de~le piastrine . A carico ·del i11idollo osseo. sternale si ha una ceJ:ta diminuzio·n e dei n1egaloplasti e dei megalociti. Inoltr.e .a carico· dello stato generale si ha una diminuzion·a rimarchevole .d el tipico pallore ·d·e lla cute e delle 1nuco1Se visibili de·gli anemici perniciosi, con .c omparsa gra·d uale di un coloTito rose.o , specie al viso; dìminuzioi n e dell'a&tenia fisic.a e psichica ; un • e' id·ente aumento ·dell'app1e tito; . scomparsa dei rialzi termici ·e sistenti speis so i1ell 'anemia perniciosa; dintinuzione della ·dispnea e· della tachicardia. Da notare il fatto· che anche la .gì'ave sindrome di Lièhteim cor11p·l icante· uno d.ei casi da nie1 01&seirvati si è alquanto avvantaggiata co·n la opoterap,i a timica. Il carattere .d,i questa nota no n .ci · au.torizZfl ancora ad errtette·r e conclusioni definitive, perchè sono in corso ulteriori os~ervazioni al riguardo. Ad ogni modo ·è p resu111ibile pensare, in basei a. qu,e sti prin1i risultati interessanti da me ottenuti, (~he il timo può r3.pp1res·e ntare un rim ,e dio veramente efficace nella. cura dell'ane1nia p1er11icio·s a di Biermer.

OSSERV'A ZIONI CLINICHE lsTrru 1'0

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RIASSUNTO.

L'A. riporta j primi risultati ottein uti in alcuni ca&i di .a nen1ia perniciosa di Biermer medil-t11te Ja opoiterap ia timica pe1~ via parenterale. · La notevole ,e fficacia terapeutica esercitata da un trattamento timico· prolungato viene di1nostrata 9all'aun1ento progressivo ·d ei ·glob·u li rossi e1 .da un aume nto·, di g rado minore, dell'emoglobina, cosi.c>ch è le cifre, n1olto al di sop:ra dell 'ul).ità del -valoTe globulare t,e ndono ad abbas&lrsi; .d alla diminuzione dei megalociti nel 1s angue circolante; ·dall 'aumento spiccato dei reticolociti; dall'aumento dei globuli bianchi e dell·e i:p1iastrìne. A carico d,e l midoillo sterr1ale si ha una certa ·diminuzione dei megaloblasti e dei megalociti. Inoltre si ha un miglioramento abbastanza ev~dente delle condizion·i gen.eral~; con aumento dell'appetito, diminuzione ,d ell'astenia fisica -e psichica; dir11inuzi'one della tachicardia e della .d ispnea, scom parsa dei rialzi termici. 1

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1

FA:SC . PREV.

So1c1.i.\LE

OSPEDALE SANA1 ORIALE

1

1

NAz.

(( A. diretto dal

di AREZZO dott. D...\.RIO MAESTRINI.

G.l\H.BASSO ))

p1~of.

Sopra nn caso di neoplasma pleurico Dott.

ENRICO

BAsCHIERI,

n1e1dico assistente.

Il caso, sul quale ci a·ccingiamo a riferirer capitato ultima111e11te al nostro studio·, perchè· inviatoci in os~·e rvazio·ne per tbc. da un <~011 -­ sorzio Ar1litubercolar·e, ci sen1bTa assai i.:i t.e-ressan.te. per il decorRo , ed anche più IJCr le..difficoltà diagno·stiche pre·~e11tate. Specialmente sotto questo ultimo pu·n to divista, ci sembra ·Che il caso ribadisca più di ogni altro la norma che i risultati delle indagini biologiche e sierologiche deb1b ano essereacce ttati .serr1pre co·11 grande prudenza, quando i da.ti clir1iri no~11 con cordino; perchè, <'nzichè chiarire il c.a~o in studio, potrebbero purtroppo allChe portare ad ipotesi non riSp'ort.denti .a verità. e d'e stinate ad '€f;Sere desti-t.u ite di qualsia·&i valore dal repertn operatorio o da quello aut.optico. I

B. D. di ~Ionterchi, di a. 56, coniugato, con & figli viventi e sani, con1mer ciante (cartella clinica del Sanatorio n. 3356). · Notizie familiari . Padre morto a 48 anni per cir... rosi epaticai; madre morta a 55 per cardiopatia;.. null 'altro di notevole : non tubercolosi, non lues. A.na mnesi person<lJl e r emota. Nato a termine, da parlo eutocico, allattamento materno , no11 ha sofferto i comuni esantemi d~ll 'iffiaa.~a-; sv.ilu.p-po fisico e psichico normali. Fu affetto da colera nel 1916, ne·ssun altra ina ... lattia prima dell 'attuale. Neg·a lues e malattieveneree; modico pevilore e mangiatore; non fumatore. Anamn.esi personale prossima. ' Nel 11ovembredell 'anno decorso (1938), cominciò ad avvertir~ crampi allo stomaco, anoressia , qualche attacce>: febbrile intermittente, dimagram.ento, qualche, dolenzia alla base dell 'emitorace destro, specieposteriormente. Visitato dal medico condolto del proprio paeser · e riscontrata la presen za di un versamento pleurico a destra, fu posta diagnosi di pleurite essudativa destra; e curata con gli ordinari preparati calcici e ricostituenti . Ma il paziente non notò nessun miglioramento; vide invece accentuarsi lentam~nte e pro·gressivame11te il suo stato di debolezza, senza che per altro le condizioni g·ene- . rali ne risentissero visibilmente. Fu nel marzo 1939 consultato il prof. D. ~Iae­ strini, che constatò la presenza, a destra, di nu.., merosi livelli liquidi, radiologicamente confer~ mati (Fig 1) e consigliò di continuare la cura, 1na di farsi presto rivedere. Il p. es~g<lì una cura calcio-gluconata per via endo,v enosa; bioplastina intramuscolare, e per os


lANNO

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Nu~r.

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SEZIONE PRATICA

.anche teobromina, e vitamine; ma i1essun beneiicio ne trasse. Onde nel maggio si recò nuovamente dal Prof. Maestrini, il quale, dopo averJo, nuovamenlc e·saminato, ed aYer vislo che i livelli liquidi, anzichè regredire, acquistava110 maggiore estensione, pur n1antenen dosi dissociati, .come dimostra la Fig. 2, scrisse al medico curante ques te parole: « Non sono persuaso che si tratti di un.a pleurite ordinaria, ma di reazione pleurica di altra origine (cisti, neoplasma, ecc.); per decidere su questo purito è necessari.o u.n periodo di osservazione in Ospedale. La lesione ha ten.denza progressiva, e quindi bisogna .~ubito provv·eclere )). 1

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1.

F1G.

2.

Con tali precedenti il P. entra in osservazioi:ie, ìn ques to Sanatorio il 10 maggio 1939-XVII, inviato dal Consorzio AntitubercoJ~re come sospetto di tbc. Esame obiettivo. Brachitipo. Condizioni generali discre te, colorito pruno-pallido; pan11icolo adiposo ·scarso. Apirettico. Nulla di notevole a carico del cnpo, del cavo orale e del faringe. App. resi>. rulla di patologico a carico del naso .e del laringe. Torace: Emitorace destro, estul>erante alla regione an lero-laterale (v. fig. 3).

FIG.

3.

F . v. t. = n ormal1nente trasmesso a S.; a de~tra invece lievemente indebolito nei due terzi :superiori e i1el terzo inferiore abolito. Suono di percussione ipofonetico in sottoclaveare destra; ed a liYello press 'a poco del capez,zolo si pas·sa all 'o ltu sità assoluta.

**

1317

Tale ott<lsità si riscontra fino alla base che è in1n1obile. Uguale r eperto in ascellare ~edia in ascellare posteriore, all'angolo della scapola' ed in paravertebrale. ' All 'ascoltazione il respiro è, a destra, affievolito, ed impuro in sottoclaveare fino al capezzolo; dal capezzolo in giù invece è assente; è udibile, sebbene un po ' affievolito, sul pro·seguimento del1'angolare della scapola, e così in interscapolovertebrale fino alla base. A sinistra nulla di notevole. Apparato circ.01latorio. Aia cardiaca nei limiti fisiologici. Toni cardiaci un po' deboli, ma abbastanza netti su tutti i focolai di ascoltazione. Polso: di media ampiezza, un po' frequente, ritmico. App. dig erente. Addome . pareli discretame11te pro·v viste di adipe, abpastanza trattabile e indolente nei. vari quadranti. Stomaco : 11ei limiti fisiologici. Colon: nulla di notevole. Fegato: palpabile all'arco cost ale, indoler1te, con margine arrotondalo e molle. l\IIilza : s·ù periormen te nei limiti fisiologici, menlre inferiorn1ente si palpa; è molle, a margine arroto11dato, indolente. App. a roge11itale. Arti. Sistema n ervoso. Nor111ali. PRil\1A

SERIE DI ESAMI Sl>ECJALI.

Furono st1bilo pratiGa li i ·seguenti esami: a) l 'esame dell 'espeltoral:o non fu potuto praticare per la mancanza assoluta cli espettorazione; b) l'esame delle urine ris·ùltò co1npleta1nente n egativo; e) le sieroreazioni per la lues (Wassermann . ~Ieinicke, Kahn,. Citochol), furono costantemente negative, anche dopo riattivazione. dJ la Yelocità di sedimentazione delle emazie fu in forte aumento;

FIG.

4.

e) la prova alla tubercolina vecchia di Kocl1, ipodermica, dette esito ripetulamente negativo. L'esame radio·scopico e radiografico misero in evidenza opacità di tutto il campo inferiore d estr0 e di Lu tta la zona marginale destra. Particolarmen t c nei due terzi inferiori della zona margino-


1318

« IL POLICLIN I CO »

la lerale d estra, ques la opacità assumeva Jn distint o e caratteri stico aspetto m ammellonare. I m am~elloni si sovrapponeva110 in sen·so apico-caudale, lJ?- numero di quattro o cinque e for se più , com e dimos tra la unita radiogr afia (fig . 4). ~Ientre le suddette ricer ch e di laboratorio si espletavano, avemmo can1po di t en er dietro alla sintom a tologia clinica, ver am ente :-ì i1lgol nrc. Al t erzo giorno di degen za il BD . presentò una elevazione febbrile, preceduta da bri vido di freddo lieve, e ch e durò appen a ven I iqu a ltro ore (Vedi curva t ermica 1ig. 5).

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r as tern ale, occupante i 2/3 interni della regione so l~ocla veare , ed .il terzo interno superiore della r egione m ammaria. L 'o ltusità non presentava limiti mobili. Dinanzi quindi a queste constatazioni le nostre ric~rche furono rivolte ad indagare s~ ·si tratt~ss.e d1 un tumore della pleura, ovvero di un a .c1st1 da Echinococco. J~d eccoci quindi al secondo gruppo di ricerche le quali concorsero tutte p er indirizzarci vers~ u na diagnosi errata.

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Durante ques to breve period o febbrile il m alat o accu sava ·affanno e dolore a tutto l 'emitorace -des tro, ed an ch e do) or e retrosternal e; null'altro di notevole si rilevava . La fun zione cardi aca er a .solla11to m odificat a per frequen za. Sin1ili periodi febbrili, con iden t ica sintom atologia clinica, si ripe ler oru:> al n on o ed al quattordicesimo gior110 di degenza. Durante questi periodi fepbrili , furon o esegtiiti ·e·s ami morfologici di san gu e, così com e durante i periodi di apiressia, ed i risultati non varia~01lo ; ecco ad es. un esame d el 17 m aggio 1939: Linfociti Monocìt i ' Eosinofili Neulrofili

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Dal lato clinico, durante gli a ttacchi febbrili, si n otaron o fini crepitii pleWJ;ici su tutta la base di destra, specie anteriormente, e qualch e r on co quà e là sui due emitor aci. Quest a sintomat ologia, durante i periodi apirettici in gr an parte scompariva. F urono anche eseguiti esam i di sangu e p er la malaria, ch e det~ero / esito n egativo. Il m alat o an ch e a casa pr9pria aveva avut0 di t anto in t anto dell e febbri ; ma probabilmente er ano episodi meno ravvièinati, per ch è in sist eva su febbri settimanali, di circa un giorno di I du rata. Dagli esan1i clinici ripetuti , e da quelli di laboratorio, dovemmo escluder e l 'infezione luetica, I

1

q uella tub er co1lmre , e la m alari ca..

Una nuova r adiografi a, eseguita il 19 ni.aggio, ci inostrava ch e l'opacità era cresciuta in estensione, ed avan zava verso il centro ed il m ediastino, in forma di grossi e multipli mammelloni, come. dimo·stra la unita fig . 6 . Nel contempo si era rilevato ch e l 'ottusità alla per cussion e er a anteriormente aumentata in senso centripeto , tanto da lasciar e, di sonorità polm on ar e, solo un piccolo trian golo anteriore, pa-

F1G .

o.

All 'esam r cli11ico non si era potuto notare tu1nefazione di linfoghiandole, s·u n essuna s tazio11e: n on ai l ati del collo, n è in r egion e soprac~ave~re, n on in sotto ascellare, n on all 'inguine; I em1torace destro non era retratto, ma anzi estt1Jlerante, con spazi intercostali allargati (come si possono trovare n ella cis ti. d a echinococco). l Tn ver sam ento pleurico esisteva, indubbiamente, e lo si era ben con statato ancl1e precedentenwr1 te all 'ingresso in Sana lorio; e si era presen1ato a livelli multipli e sovras lanti . Attualmente er a difficile comprovarlo, per ch è i limiti dell 'ottusità ·sia r adioscopicarne11te, sia semiologicamente, er ano fissi, non livellabili affatto. In ogni modo gli accessi fepbrili , cui di tanto in t anto andava soggello il m alato, depon evano pur essi p er una r eazione pleurica, quando si confrontavan o con l 'esame clinico; p er cl1è, come si disse, durante t ali episodi febbrili, apparivano m olto eviderit i fa lti acu s tici a tipo essenzialm enLe pleurico, alla b ase dj de·stra. SECONDO GRU PPO Dl RICERCH E .

a) Intradermoreazione di Casoni:

Reazione J)recoce: n egativa. Reazione tardiva : leggerment e + . b) R eaizi one sottocuta.n ea di Pontano : 1

leggermente positiva. e) D evi azi on e del complemento (reazione di Ghedini-vv-einberg) : 1) Prova con dosi scalari di siero secondo il 1nelod o originale di Ghedini: r eazione positiva. 2) Prova con dosi scalari di an ligene secondo W einberg : r eazione positiva (++). 3) Prova col metodo dell 'Istituto <l 'Igiene di Roma : r eazion e positiva ( + + ).


[ AN)jO

XL VII,, Nul\I. 31]

SEZIONE PRATIC<\

E dall 'allra parte: d ) Reazione di Botlielo sul siero lli sangiie: nettamente riegativa, per l 'esi s lenza di

un

tumore. e) Reazione di Davis sull'orina: 11etta111e11le negativa, per l a prese11za di un tumore.

Di11a11zi a ] risullato di queste ricercl1e, lutte concordi 11el deporre e,l1e si fo·s e di11anzi a un raso di Ecl1inococcosi a.e} pol1none, le· nostre i1tdagini si arrestarono; non ci azzarda1111l10, ad ese111pio, a e~Lf'arrc liquido cl.al torace, il cui e~a1ne avrebbe potuto darci il ' 'ero orienta111enlo ·dia.g nostico; anzi ci guardarrL1no bene dal farlo , per non esporre il 111alato a qu.e i pericoli, cui s11esso si va ir1co11lro, pungendo ci~l i da ecl1inococco. I ri~ullali delle suddette rirercl1e parvero anc J1e confor111i al re per lo morfo loµ'ico del angue, già in pre~ede11za e eguito, il qu.ale de1>onr' a JJer uno sta1o di eo. inofilia abbastanza s11iccata. Si affidò quin.di, al 25° ·g ior110 di osservazio11e, al cl1iru1rgo, perchè intervenis e 1)er pro1.Jabile cisti da echiriococco; ed il n1alato c1uindi uscì dal sanatorio e fu trasportato all 'O peclale Civile, per essere OJ)Crato. L'atto oprratorio fu eseguito, il 30 maggio 1939-X\-IJ, dal prof. Cocc i, ch e dettò quanto e.gue: « inci-&ione a lembo anteriore e d ascella re nel torace destro; resezione ·±0 e 5a. costola per circa 1O cn1.; puntura esplorativa -· liquido sieroso citrino, svuotam·ento di circa due Jit'ri t.oracoto.111i.a .ampia, che dimostra il poln1one atelettasiro , con briglie di aderenze pleuriche , che con cameravano la mc.colta liqui<ln. Sulla ~perficie diaframmatica tumore be1·norcoluto, grandr~ come un piccolo popone , di ns11etto canceroso; sutura completa delle pareti n. Una parte del liquido estratto fu da I\Oi esarr.inata; furono riscontrate delle cellule grandi, a p rotoplasrr1.a vacuolar·e, come talvolta &i trovano n egli e5~U<iati plellrici da tu1nori maligni. Da 11otizie lllteriormcnte raccolte, risulta che l 'ammalato , ritornato a cas&a, do·p o é\.l tri tre m csi ci re a, 111ori. Da quanto abbiamo esposto, risalta tutto I 'interesse del caso clinico da n oi rife rito, che r1on ci sen1bra abbisog11evole di ulteriori comn1enti. Solo ri11eteremo quanto il Cardarelli, r>ar]ando della µleurite neo1)la~tica, ebb e un giorno a dire : « In mo7ti casi /,1 diagn.r:.-;i è sommamente difficile, e vi dicn nnzi in17;o s~ibife n . 1

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1

1319

Con esso :-.i din10, tra con qua11ta prudenza debb,a no sempre accettarsi i ri~ ultati delle varie ir1dagini biocliniche, e vie11e ancora u11a volta riba·dito il concetto di A. f.ardarelli , che . in alcuni casi la 1'Ìia,gno si di t1imore della pleura è impossibile. 1

, 1.

BIBLIOGRAFIA.

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RicoTcliamo le intere1111anti pubblicazioni:

Prof. CESARE FRUCONI con la collab. dei proff. G. MELLl, E. PESERICO, A.

LUISADA

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( Pareti, mediastino, timo, perlçardio, cuore, esofago, pleura, polmoni e diaframma). Volume di pagg. 252. con 144 figure nel testo, 20 delle quali in tricroomia. Prezzo L . 5 6 + 5 % e più l e spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinico » od a qu a l siasi dei nostri quatt ro Periodici, sole L. 5 3 ., franco di porto in Italia, Impero e Colonie. Per l'Ester<> L. 5 5, 7 5 .

della pleura, interessante per il decorso clinj co e per le difficoltà diagnosticl1e presentate.

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RIASS·UNTO.


1320

« IL POLICLINICO »

!1:1

SUNTI E RASSEGNE SEMEIOTICA. La cutireazione per la diagnosi di ascaridiasi. (I-1. FR:\ NCK, Deiit. Medi. vV0 chens. , 8 Jn,a rzo, 1

19-10).

La dia·g r1osi d elle elrnintiasi preseil ta talora

co:°1 plesso, que~ta r euzio11e può essere 11 L.1lizzab1le sol La r1to come u11 indizio . Essa ha. \alore ">Ola111 e11t e quando dall , ana111nesi non rj~ulta altra sorta di allergia, Sù esiste un fatt<>Te costituzio11ale J->e r c ui i parassiti intestiJ)ali i:o~so?o de l~~·rr1jna re l 'allei-g·ia, quando gli asc~11.d1 s.1a.n o g1a .da uri certo t empo nell 'i11test1no .e. qua~do la p elle d el paziente possa ess-er e u .L1l1zz.ab1Je come « superficie di proiezion e », il ch e no11 è sempre il caso. L'Ascaris lu•rribrico1ides c·o·r1tiene due diversi antig·eni, l'u1)0 'd.ell'utero e l 'altro d el tubo cuticolare, il cl1e l:,.i 1nanifest,a con due r eazioni diverse·. La reazione, poi, p uò esser e precoce,. i1t form.a di ve1scicola P.allida di circa 1 cm. di di.ametro , cl1e scompare entro una giornata; ·es·sa si osserva sposso n ei ·p,azienti senza ascaridi e non è u Lilizzabile a i fini diagnostici. La r eazione tardiv.i si r11a1lifesta dopo l(J ore, n1a talvolta ancl1e1 ·dop10 3-4 1gi o r11i e può durare anch e 8 g iorni; soltanto questa può con siderarsi cc>me positiva , pur.ch è sia n egatjvo il controllo. Con esa1nt3 d elle feci n ega tivo, il sig nificato della r eazioite non può essere s\•alu lato, i1oich è r~ell'intesti110 possono esservi ascaridi maschi,. oppure fen1mjne immature, s icrh -è 1'esam e microscopico è n egativo. Una r eazio11e tardiva n ettamente n eg·ativa dirr1ostr.a ch e, se la cute dcl paziente è utilizzabile come reattivo a llergico, 111an ca n el paziente st esso un 'infestione ·da ascaridi datante da lungc1 tcm po. Le r enzio11i dt1bb·i e non hanno nes~un valore. fil. 1

delle difficoltà, an che per il fatto ch e molti ~iq.t on1i iso110 di natura allergica , espr essione , cio·è, di una r eazion·e d ell'or ganisn10 alla p·r esenza del vern1e, n el sen so di anafilassi ; n el ca~o degli asca ridi, poi, r1on si può escluder e l 'azìone' dì una compon ente tossica. Si è per1sato a lla possib·i lità di sfruttar e la r eazion e .a ll er gica a scopi diagn ostici (0 ltre eh€ per altri ver111i , come nel ca.so d ella r eazione di Casorti e Ghcdi11i) anch e }J er gli ascaridi , ciò 1cihe Jla nno. f.atto Fulleb·orn 0 l ilrutl1, usandc, l 'antigen e compl et o (Vollantigein), prepar ato secor1do la tecnica di O. l( h a\vs, delJ 'Università di Ainoy (Cina). Si prendo110 ± ascaridi vive11ti e si puliscono b1e11e con soluzion e salina ed .acqua e poi con forn1ali11a al 10 %. Si fa un tag lio JongiLu<li11ale e, dopo avere allo11Lanato l 'intestino· e l 'app a rato genitale, si rasc hia l a cuticola ed il resta11Lc del ·v~rn1e, cioè la muscolatura, s i dis~ecca e si polrerizza. A t ali;· scop o, si lascia il ve rme pP-r 24 ore a t e111 pera tura di stanza e per altre 48 n ella stufa da paraffina; si tritura poi a ccurD ta111enLe in un mortaio di porcellana e s.i conserY.a in barattoli di vetro, protetti dalla luce e SANGlJE E ORGANI EMOPOIETICI, clall 'aria. ·r er la pr ova, si fa un'incisione leggera, lun g·a 1 crn. al bra ccio, in n1odo ch e n e Le agranulocitosi cd il loro trattamento. fu orj esca .appena un po' ·di sangue e vi si apAl Con g resso dell 'Unio1le terape11tica inte r 1>l ica l 'estratlo,; la prova è l)O~itiva se 1si for rr\a 11D zionale, tenutosi a Parigi n el marzo ·d~ queu1J a ve:scicola con a lo11e rosso, dubibia, se ,.i st 'anno, è stato trattato, fra l 'altro, il tema è il sol o a lon e, n egativa se la reazione è u g uale d·e11 , a gra11ulo·c itos i, c·h e d a q·u alcl1e anno ata l co.ntrollo con soluzione salin.a . tira l 'atteinzione d e.gli studio~i, tanto più perL 'A. u sa i11vece un a ntigen e preparato con ch è spesso e~sa è connessa .con lei sorr1n1inistral 'a·ppnrato· genitale· femminile; (ivi co1nprEse le zione di al·c uni rr1edicar11enti e rientra nel cauova) ed u11 a ltro col tubo cutan eo; 11 · p repa- pitolo della pa tologia d ella t erapia . Diamo qui rato , disseccato, viene poi mescol a lo c on ·l~olu s il r·esocornto di due relazioni s ull'argomento, alba in r agione -d i l i a 5 e si applica sull 'in ciuna d elle, quali -è sta ta r edatta dal Rappresension e, do po averne fatta u11a poltiglia co11 u11 thnte d ell'Italia , il p1 of . llie tti di 1Ferrara, che ])O' ·di acqu8 Corne controllo, invece d ella ~e rn ­ l1a t1·a tL.a t o _plice solt1zione :~ alina, llSa i ,istamina (in S•:']uzione a 1/ 15. 000) p el' la possib·i le reattività alle LE ..\.GRA.NULOCl fOSI MED1 CAMEN1 OSE. sostanze alb·uminoi (li. I limiti d ell 'A., traccia li ù.a S·chultz, so·n o Con questi an tigeni , l 'A. ha fa tto n1olLe p r o~t.ati a111pliati ·da At1b ertin, il qua l e ha Tilevato \ 1e s u pazienti sicuram\3nte infestati da ascal 'im.p ortànza d elle r\. associate (n1ielosi G'pl aridi e su a itr1 in cui tale infestione si poteva escludere. Nell 'RO o/c, di questi ultimi , ]a r ea·sliche miE-te) , in c ui la carertz.n d·e1l si~te1na grazione l1a r.oncordato cori l'esame delle feci, iJ . nuloc.itario è .associata alle altr e gra ridi sindroch·e dimo5tra che alla r eazio11e nettamente n e1ni della patologia anguign a (anemia, trombogativa d eve 1sc1~ive r s i u 11 valore ma.gg·iore c h e p16nia , porpora) . Le A. n1 0dicamentose so no di a quella più o· nten o p os itiv1; -1 uesta può estiere gran lunga l e ·più freql1 cnti d i t11tte le A. tosd ovuta a precedee te ir1 festion e da ascaridi, da sich e e, forse .an cl1e, di tutte le A. !n genere. anticorpi a specifici , 1)p·p·u re a lla i::rr c·f,.c:•nza di l ,a li1sta dei n1edil'arr1e11ti cl1e l:>ossono proHsraricli rl1ascl1i 11e]]e fe ci . Vt)carle com prende a11zitu tto il · JJiramidon e, iT 1

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[ANNO XLVII,

NUl\1.

31)

SEZI ON~

dinitrofenolo, gli arse11obe11z0li, g li <trsenicali ].Je11tavalenti , il bism.uto, la sulfanila111ide e d eri Yati, i sali d'oro·. Me.n o spes~o entrano in c.au~ dim?str a La o _sosp~tt:3- l 'antii1irina , l 'acetan1l1de, 1 u tofan, la cl11n1n.a , la m a retina il sedor1r1id, l 'antimonio , il 111er curio, l 'arge~to. In qualch e caso·, ·due o tre di tali medican1·e nti s~no stati ~onm1inistrali e si po•s a la questio·n e d1 quale sia realme nte in causa; sp eFYso , essi sono sta ti somministrati in occasione di una i11alattia in [~t ~i va e .:.i si può d omandare se a que·sta si debba attribuire l 'A. L ' /._. medican1entosa è un caso pa rticolare di un fatto bii olog ico gen erale , cio è d ella variabilità d ella risposta ai m .e dicam en ti , quale si osserva i.n farmacolo~ia speriment ale; g·ra fica111enle, tal e variabilit à 1~i esprime co u una cur' 1a sign1oide, a n aloga .alla ·~urvJ. dea-li e rrori cl i Quetelet. In diTJonderi.t eLnente dall 'idiosinr r.asia e ·d a a l tre cìrcos.ta1) ze, è pertanto logico a ttendersi anch e n ell 'uon10 delle r eazio11i sfa 'rorevoli. In alcune A. (p. es., sulfa11ilantide, dinitro1en olo) le dosi forti e l 'u Bo prrolungato sono probabilrnenle i fatto ri più importanti. In altre \ l>· e:. piran1idone) non si tratter ebbe di intossicazio11c, ma di reazione allergica in individui prcdisposli. In quelle a r sen ol)en zolich e, i p azi onli :\vevan o g ià presentato d·ei se·g11i di intolleranza in occasione delle i11iezioni }"'reced enti. L' A. da IJriramidone h a potuto esser e· riprodotta (talvolta non sen za pericol o) ir1 ir1dividui ch e nvevano g ià superata la m alattia con d elle dos i tninime. Vi son o dei e.asi d~ int~lleran za a tale m edicam ento (esantemi, n ausee) pur senza a~1 anulocitosi ; l a seusibilità è talora loc·a lizzata a] midollo osseo. Non sembra ch e gli ii1dividl1i sen sibili al piramidone lo si.ano anche ad altri n1.edicamenti ; l e µ rave ·dermiche ed intra<ler1nich e danno ri sultati incerti. R aram ente i t entativi di riprodurre l,A. da ·oi.ramidon e hanno da to risultati . Nei c ani sottopo•s ti a dieta carenzata, ch e1 produ ce la lin gu.a nera , la stoma tite acuta e l'an en1ia si manifestano più rapidiam e nte quand'o si somministra d e] piramidon·e . P er quan to riguarda i sali d 'o ro èd il bi~mu­ t o, sembra probabile un blooco anafilattico del 111idollo osseo. La distribuzione geog·r afica d ell 'A. è di difficile sp1iegazion.e ; sembra a ccertata ~n a inaggiore freque nza nei c lin1i freddi ed umidi. Il meccanismo di produzione dell ' A. p uò SJ)iegarsi: I } con la dis truzi on e d.Jei l eucociti nel sangue circolante; 2) ·con l o spostame!Ilto della corrente san1gt1ig11a ver so diverse parti e verso i visceri; 3) con un blocco d ei granulociti 1n.a turi nel midollo osseo; 4) : con una siderazionc delle o rigini midollari ed arresto d ella maturazione degli e lcme11ti mieloidi.. La più a1ccettata sembra Ja teori~ inidollare. In qualch e caso, corne ha djmos trato l o stc~­ so O ., l 'agente t ossico par alizza le cellule bia111

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PRATlCA

132·1

cl.1e d~l _r11ìdollo e sti.n tol a ql1elle r osse (azioiie d1 ssoc1a~a) . Posso110 inter venire clei fattori v.asomoton e r:e.rv~ i (ce11t.ri i polalumiciil); poss.ooo ~ntrar e1 in g ioco la carenza d i qual che fattor e i~11po.1ta11~e o così pure i fa ttori er editari e cost1tuz1011a l1. . La p·rog nos i è g·r ave ed è spesso di difficile apprezzament o, a n cl1e c on l 'uso d ci n1ielogra1n111i . L<t ter.~p'.ia_ ·dispone di inolli n1 ezzi , ·di cul è FJ)es o d1Lf1~1le valutare l 'effi ca cia, l)Oich~ i&ono sp es. o. u~at1 conten1p·o raneamen1e. Gli es.t ratti epa t1c1., 11. r1ucleo tide p en tosico , l e e1nulsioni leucoc1tar1e, , . forse la . nicoit amide semb1ra no aver.e ':111 ~z1one superiore a quella d elle trasfu s1o n1 d1 sangue n orm.a le o l eucemico. Lu profilassi con siste soprattutto n ella str eLla. sorve~lia11za dei i1talati sott oposti a ch e11t10 terap1a , ·evitando s1pec.:i al111.ente le inutili cc a~gr ~sion i m~dica111enlose ». Comunque, i c.as~ ~i A. n1ed11carnentosa rimangono n1olta rari, 111 confronto dell a grande diffusione clei 111edica111.enti r espon sabili e, se indican o u11a certa. P'1:lldenza, 11on potrebber o in a lcu11 i11odo con s1g l1arc l'abbandono o la limitazione di c~ 1· ~i r11edicamenti ch e r endon o preziosi servig i. 1 '1'.\.4. TTAMEN 'l"O DELL ' A(;l'.\.i\.~ULOC ITOSl

COI

NUCL EOTIDI

PENTOSI CI.

Su que lo, ar gor11ento l1a1lrio r iferito L Habonnoix e 1-I. Bt1squet. · Il ·nuc leo tide JJtentosico è u11 derivat o del] 'Glcido nucleico, costituito dalla combinazion e ·d ell 'a cido fosforico co11 un nu cleoside ri~ultanLe e so stesso dall'associazion e di 'uno zu.cc.h ero (rib·osio~ ~on una base purica o piiri1111d1c..1. I i1u cleo t1d1 scn1plici possono r iunirsi , pe r d<tr luc,go alla for111azi on e di polinucleotidi. Tutte ,que te sostan ze si presentano co11 l 'asp etto di polveri amorfe, s.o'1 ub·i1i in acqu a ed insolubili in alcool. I llltcleotidi ·e nucleos1ci son o pratica111ente 5-_µrovvi s ti di tossi cità; 101c aln1ente n on sono irritanti, sic.cl1è è possibile la &O'n 1ministrazion e parenterale. Oltre a ll 'azion e l eucopoietica, h anno effetto ca rdiot onico n e tto e ,duraturo dovuto in parte a d una vaso-dilatazione coro~ 11 uria, cl1e assicura una inig lio re nutrizione del cu or e. Gli uni e gli ::\Itri non esisLo·n o in co1nmercio se non so llo forrna di. specialità. E5si son·o indicati in tutte l e forme di A. e co11troindic:a tì natura lmente n ella leu ce111ia i11ièloi.dc e forme ana lo ncrh e . Si introducono per via e11dovenosa od end omuscol.arei; c.:011 la pri111a, .·i JJO so110 talora ave: e .ir1cidenti spiacevoli , ch e va11no prevenuti con la somr11i11is trazion e '"' i111ult anea di a1ropina. I ris11ll.ati son o 111igliori ch e ro11 c1t1alsia$Ì altro 111cnzo; è 1)erò im1)orlanl e inii'iare al 1

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1322

«

J L POLI C'LINICO

i>iù presto la cura ed associarvi la t rasfu~ ione, lotla11c.lo i11ollre co11lro l' eventu ale infezio11e cl1e può c~se.re in causa. Ta li ri111edi eserciter ebbero u11'azion e ti111olan le sul n1idollo, per n1ette11dogli di produrre dci mieloblasti, ch e si trasfor111ano i11 111ieJ.o·citi, i quali diventa no , a loro olta, p-0li11u clea ri. Se i1ell ' A. , essi riesc-0110 n1eglio di ogni altro prodotto , è p·er ch è parlano a ll 'ecoJ1on1ia il fattore dì c.ui la care11za provoca l ~arresto di rr1atur.azione dei g ranulo1c iti, però a cor1dizione cl1e il 1n ido.Jlo osseo i.a ancora i1l stato di reagire. fil.

Anemie da erronea differenziazione eritroblastica. (l-l. D

GSBERG.

/{lin . lt'ochen.sc71r., -! 111aggio

] 9-!0).

!•.\..'1No XLVII,

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i'. u ~1.

31).

rossi prese11ta110 111acro- e i11icrocitosi, a11isocitosi, i)oichilocitosi. l{aran1enle n1anca la punteggiatura basofila. Nonostante la norn1ale re~iste11za os111otica, una n1agigiore fragilità dei g lobuli rossi è di111ostrala. dall 'aum·entato ric~t 111bio dei pig1n(;11ti en1atici. Milza e fegato so110 di solito in g ro&sa l.i. Come sintomo più o ineno spiccato la eritropoiesi displastica si osserva n·elle e1ritroleuc,en1ie ·e n ella carcinosi del mid,ollo osseo: speri11l entaln1 ente la ffi può produrre con benzo pirene. Il confronto ·d ella eT- · ronea differenziazione ·e ritrob1lastica con la difettosa .cap acità .cli differ e11ziazione (risp. la sd ifferenziazione) d·ei pr.anulociti nelle n1ielosi l eucemich e ch e induc.e ad attrib·u ire ai1ch e la prima .a·di un proc0&so neoplastico : lo conferma il d ecolfso autonon10, non influenzabile d el processo di anorn1ale differenziazione. L'A. descri, e la trLalattia di Di Gugliel1l1 0 in due rasi di eritroleucen1 ia di cui u11 a probabiln 1ente con secutiva ad ir1L os&icazione b enzolica· e in tre mielof.i eritremich e. Ogni terapia ri-sultò i nefficace in tultj e 5 i casi . 1

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In og·ni forma di a n emia il 111 edic.o deve badare soprattutto alle modalità del la rigenerazjo11e del sangue, perchè è su esse ch e si fonda il giudizio p1rog nostico. Così una norn1obla1 to i i11l rainidollare pr evalcnten1 ente ossifilo-1Joli cromatica rappresenta l 'optimum ·della rige.n erazio11e compen satoria e garantisoe u11a rig·en era zio11e spontan·ea ch e non richiede alct1n m e dicam ento. Una difettosa 1nat11razione d·cgli e rit;rol)1lasli è in·dice di deficien za di ferro e r ichi ede la ~omn1inistrazione di questo, 11na trasformazione inegaloblastica d elle ceJlnle emo-,_1oieti cl1e ricl1iede la son1ministrazion e di estl'atti e1)atici. L'aun1e·n to del m idoll o ~ritro ­ poietico indica di regola una aum entata forn1azion o di eritroci ti: questa però riesce a compensare la anernia solo se la diffflren ziazione eritrohlastica si compie in n1 odo fi iologico. I11fa lti gli ·e ritrociti ch e· ve11gono prodotti ·d a ll11 1nidollo rperp·l astico ma in cui la maturazione n on è fisiiolo·gica, sono p oco r esist enti ed l1a11no1 una vita bre,re; per cui nonost ante l 'aun te11tata i)roduzio11e di eritrociti, 1'a11cmia non mi gliora, p.t1ò anzi persino pe1g·gior ar e. Si osserva qu·eSlto n ell.a anernia da piombo, n ella a11cmia di Cooley e nella cl0ranem ia achilica. Nella n1 ala ttia descritta per prin10 da Di Guglielmo i h a n el n1idollo una prolif.e1·azione e un a differenziazione anorn1ale delle giovani cellule d ella ·serie rossa. Il numer o degli erit1 oblasti del midollo ·è superi<.)re al n ormale : sono a u1n entati soprattutto i macr o- e i n ormobl asli. Si no ta ogni s·pecie di combin azioni aTt(>rmali tr.a ' il gr ado di maturazione del p roto1)lasan.a e quello del nucleo: pi ccoli nt1cl~i di 1~ormoblasti di colore unifor111 emente sct1ro si trovano in cellule ricc.h e di prrotoi::ll.asma b asofilo , inentre nuclei giovanili di n1acrob 1laf'iti, a1)1)e1la seg·n1e11tati, so no circondati da un orlo proto plasmatico relativa111·e nte sottile, ricco di <'D'Joo·}o])ina. 1\Iolte mitosi, a b·b o11danti nuclei l1 o rn1obla lici lobati. Nel &a11gue l1eriferico si r isco11tra t1n at1n1ento cli reticulor iti; i globuli 1

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P.

Patogenesi della anemia da infezioni, con· riguardo specialmente ai suoi rapportr col ricambio de1 ferro nell'organismo· che cresce. (l\.. H.

S c H AEFER.

/\-lin. W ochensch r. , 15 giu-

gno 19±0). Il n o·r male contenuto di ferro n el siero dir11inuii&co norn1aln1ente n el secondo e terzo se1r1e$tre fi110 a 45-60 'Y 0/o, e solo alla fine del Bec<!ndo .;111no ragg·iunge i 100 y % e più. In tutte le; infezioni febbrili , com prese le malatti e r eumatiche .e la tuber colosi, il contenuto di ferro n el siero si trovò 11e tLarrte11te diminuito. In bambini am111alati di m o1billo dosaggi contir1uati -d imostrano che la dir11in11zio11e ·del ferro si inizia già prinla d elle elevazioni termich e, P.egli ultin1i g ioTni dell 'inc11 bazione. .Con la· som.ministr.azione di ferro, ~11 cl1 e maF-S1va, per· via orale non si riesce a ri portare durante il periodo f.ebbrile la en10.globi1l a ~è .g li eritrocit~ nè i r etic.ulociti a ' 'alo1r1 normali : e 11eppure s1 rì esce a ciA combinando la son1111ini·&trazione orale con la iniezione endovenosa di ferro. Così 4 barrLbini affetti d1a empier11a. trattati profilat.ticamente fin dall :inizio della malattia con ferro (ferro 66) presentarono ~utti 11na ~p~c~ta· arJemia ipocromiGa. È probab·1l.e .ch e la infez10~ n.e d '3 termini oltre ad una deficienza locale d1 ferro n el rn1dollo rosso, .a rich ·e la incapacità di sintetizzar e la ·e mo globd.na da] cromogen~ e· ferro a disposizion·e. Nel midollo rosso e~1ste i1uiu~iarn ente durante le infezio1ni ull:.a spie.ca: ta d·eficicnza di fe:rro: in 9 su 10 cas1 stud1at1 g li eritrociti presentavano alterazioni qualitati,-e, soprattutto anisocitosi e n1i crocit o~i. Qur"te al terazio11i qu alitati' e scor11parvero in 8 Slll 1


.[ANNO XLVII_, N U l\I. 31J

S.l::ZIOKE PRA1'ICA

9 ba111bini in seg·uito a so 11Ln1ini ~ tra zio n e di .ferro, pur restando invariata la ipoglobt:lia. In co11sider azione ·di questa azione del fen·o, co111e pure di ricer che cl1e indica110 che l 'orga11ismo .cJ1e combatte contro u na infezior1e h a u110 spicca to bisogno di f.erro, è indi.cata l a so111111i11is trazione di ferro in tutte inf ezi.oni gravi e i&oprattutto in quelle c.i·o.n ich e. Poich è la 111edic~zion e ferrica non 111odifica n è impedi ce l'anen1ia , n ei casi minacciosi di anemia da infezioni i rico rrerà a lla t ras fusione di san g u e. P.

MEDICINA DI GUERRA. Possibilità di progressi delJa medicina interna in guerra. (J>.

1\.ifARTI NI.

Jltiincli. J11edizin. TJ'ochen,schr. ,

J i11aggio 19±0).

1323

. . i vo d el iriedico r accog lie re n el g·ruppo tr at tato e 11el g·r uppo controllo t1n n1ateri:ile quanto più on1og·en,Go è possibile, e annotare scrupolc . . ar11e11tc tulti quei da li ell e pos::s-01l o aYe re in1porta n za p er il giudizio s u una detern1inata terapia : questo n1a ter ial e verrà poi elabo1 ato da cultori di statis t ica. St atistich e fatt e i1t un unico osped ale 11anno il Yantag·gio d ella omogen eità di an1.b iente, di regi111 e , di assisle11za, di d.ire lti,;e : esse forniscon o d ati molt o utili, ch e però dovranno poi ulteri0 rn1 cnte ' er1ir elaborati in ce11tri dove afflui._cono le st aListicl1e .di a ltri .ospedali , il confr011 to co11 qt1est e. pot rà chiarire a ltri ]ati dci prob·1e111i. Percltè ... i possa g iudicar e d cl l ' efficacia di una detern1inata t e1·a pia, è n ecessario· ch e i n1edici cu1'.1. 11li si aste11gano da ·qual siais.i a11 ra, a d ecc:.ezion e d ell a t erapia sin tor11a Lica inctispensal)ile . P.

La g·u erra offre al J.nedico u11 vasto materiale <li osservazio11e . Per polerne d edurre criteri e

Il risanamento dei campi di battaglia.

..i11segnan1c1tti terapeutici utili sia per il te1l111iJ di g ue rra eh ~ per il tempo di pace, è n ecessario seguire un rigoroso n1 etodo scie11tifico. Così è possibile slabilire il valore di una deter111inata te rapia so lo 8e ·e sist e una adeg uala base di confro11to . Nelle n1a lattie cro11ich e il confronto irti·g lio r e s i fa con il paziente ~lesso: si segue a tLertlan1ente il proce. so i11orLoso spontaneo per q t1alcl1e settimana, e i osSt:rva poi com e esso ~i rr1odi[ica sot to l 'azione della t erapia i11trapr esa. Ma le 1na l1ttie 1Jiù in1porla11Li j11 guerra sono quelle acute, e : > Oj)l'attutlo l e n1alattie irifettiv~ . l criteri dai c1uali .si g·iudica la efficacia d ella tera1Jia . ono vari : la l etalità , la dura ta della llta la t Lia o di p·a rticola ri s i11tor11i di e:;sa, la frequen za d i co1t1plicazioni e il loro e . . ilo. P oich è n elle r11alattie acule il confro11to si può fa r e solo c on a ltri an1111 a la ti d ella ste . . sa mal at tia, si contra1J.1Jone a d un g rupl)O soltoposto a una data ter apia ur1 a l tro g rUJJpo curato solo sinlomati<a n1e11te. })oichè !)erò p er ovvie ragioni il gr up])O di confro nto r1o r1 può 1nai es ·er e egu.a lc a quello in cu i si : -: t:e rirner1ta la terapia, si pot1·a nno tra rre d a un tale confror1to deduzioni ét JJJ>rezzabili sol o se i g rup p i son i) rrtolto nun1ero:-;i e s.e i risulta ti v ~n go r1 0 val utati 1l1a1e111a licarrtcn.Le, in b ase a l calcolo delle. p roba1ililà ed a,gli erro ri 111edi. Si ce rcl1erà ad ogni i11odo di re11dere i due gruppi C.J.Lta n to p iù eg u ali possibile : ·già il sesso è sol o inaschile e i limit i di età dei sol rla ti son o piuttosto risi.retti. Si t<errà co nto dei precedent i m orb o~i, deJlo s ta to di nut rizionB, d ella rob.u st ezza , e ·soprattullo d el g iorno di n1a laLLia in c ui si inizia l a cur<i. lnrd ivìduì evidenterrtente d eboli , e a ffetti da a ltre n1alàttie, o sotto11ost i a g ravi fat.ic·h e r ecenti vanno scartati dalla stati. t ica. Na turalmente es'i ster~nno semrJr e diffe renze 'i11dividuabili non elìmìnab·i li, ad esse si ovvia ·fiolo con il g rande nume ro di osservazio11i ·C :con le corr.ezioni slal]s tìcl1e. E coqlpito cscl u-

Un irnporlante p r oblert1a roarg in o.l e d ella g·ue rra è il risanamento dei carnpi 'di battaglia, inteso nel se11so dello sgombro ir11mediato dei i11orti , la ri1noz ione d ell e cause di ir1salubrità cl1e..posso110 d eriv.are d alla corl 11)0sizio11e dei cadaveri e dell e car ogne e la sist er1lazio11e d efi11iliva delle sa li ne dei caduti , 11011ch·è la d estinazione. t1llima delle car ogn e . Il proble1r1a vie11e esa n1ina Lo da 1p . Lor1 tbardc· (1), cl1e si basa specialm ent e sull 'esp erienza fatta a Mes ·in a, iu occ.a sion e del terremoto del 1908, cl1e causò c irca 70.000 morti. L 't\ . 11a ancl1e fa tto i1un1er ose an alisi chi111ich e e ba t.te l'io log·ic.11e d ei t errc11i in cui ,erano sta ti se]Jpellili i cad a\ 1eri e del l e acqtie cir costanti. 1'.ali ricer ch e lo poi Lano a co11cll1der e cl1 e : 1) le ll1acerie costit uiscor10 il terreno più adatt o J>e r la rapida d ecomposjzio11e d el cadaYere ; 2) i sepj)elli111e.11Li in g·iardini r1 011 favo riscono il ·pro·cesso di nitrificazione; 3) il sottost1olo di piazze pt1bblich e se1 11 b-ra ritardJre il proce.: . . o di a ulodcpurazione, fo1 se 11erchè già precedentemente i nqui11 ato; ±) la cal e.e viva a1resta il p r ocesso d i d eco111tJosizio11e d·el cadaYe re all o stato di adipocera. Ne conseg·u e ch e, pe r i cam pi di battaglia è co11sig·liab·il e anzil utto l 'inun1azione prOYYisoria , occa~ io n ale 11el can1po stesso dell 'azione, pu1~c h·è sia o pportunamente d istanziato da sor ge11Li od erner·ge n ze di a cqua; le fosse di i11umazio11e devon o esser e profonde; è inoltre i'l.ece sario praticare una can1era di ae reazionc E~ ttorno al 1;adavere con n1assicciate in pie trarne, il cl1 e v.a f.att o anch e per le car o.g n e . Del tutto sconsigli.abile t' l:u so d ella ralce ' riva, la qu.al e -va invece largamente adope rata i)er I~\ di infezione del t erren o d ' inun1azione pro,·visoria ' dol)O . la rin1ozion e della ~aln1 a. ---~-

(1) L 'i piene in, g u erra. Raccolt a cii 111on ogr afie a cura <lel prof. G. Labra11 ca. Ed izioni « .\11nali di Ig·ien e », Roma.


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"(( IL P O]..ICLINICO

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f;resenLa però difficoltà tecnicl1e per allestire <lei forni mobili cl1e funzionino bene.

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lDlCO.

L,A. prOJ)ug·r1a es·senzial111 e11te la p,otabiliz.zazio11e ce11tralizzata, co11 lab,o rat ol'i mobili b ene a tLrezzati, ch e posso110 tratta re grandi qua11Lilà di. acqua, da trasµort ar e con ll1ezzi rrtotorizzati fin o alle lin ee av.ar1 zate. Grande jmprta ri.za ha la chiarificazione, ~b e può €Ssere eseguita con la coag·ulazione e s ucces iva .filtrazion e o (per piccole quanLità) con dei filtri di. a111ia nto e cellulosa, tipo Seitz. La purificazio11·e va eseg·uita con cloro gasso~o, col cloro a tLi vo degli ipocloriti e con ozon o. Im_p or la11te è una lar gl1issin1a dotazione di ser}laloi d.a tra ·porto. \Ta ridotta al i11inirr10 la po Lab·ilizzazione .d urgenza, cl1e però deve essere sempre tenuta preser1te·, a p_pro1rt.ando tutti i 111ezzi allo· RCO f)O: filtri tipo Seitz, s.accl1i it11per1 r1ea bili, pur-ifinizion e con cloro ; a ·p roposito di questa, 1'A. consig·lia giuslan1ente l ~u so di una dose fissa di clor o a ltivo, ch e de,,e ag'ire in un ten1po i1on Sl1periorei a 30 minuti. Si adotterà .quindi nna su1)cr clo-razion e, da farsi seguire da -d eclor.azione con tiosolfato sodico . elle con.di zioni pr atica lncnte più sfavor evoli, si a dott er à la dose di 20 m g . di cloro aLLivo per litro, ,per 30 minuti; l ~acqua però deve esser e sufficientemente lin1 pida per essere accettabile al .consumo. Si ricorrer à al n1ezzc• ·più semplice ·del cloruro di calce (ne1ce~&i.tà ,d i stabilirne '. ben e il titolo! N. de l r ed .). L 'A co11siglia la prepa razio11e di personale ·dirigente ed esec uLivo p•er la potabilizzazione, orga11izz.ato in co1n pa·gnie e riparti idrologici si •ecilllizzati , r espor1 sabili delle oper-0zioni. 1

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fi l . (1 ) L 'igie11e i11 g ue rra.. Raccolt a di 1nonografie a cura del p rof . G. Labran ca. Eclj zio ni « Ann ali ·di Jg·ie11 e », Ron1a.

d~lla

Il gravame

fil.

Cos tiLui&ce un con·tpito i111porla t1ti i1no ed ..assai difficile, ch e esige una n1i11uziosa prepa1·.azione di personale e di i11a teriale. Si tratta, co1ne osserva :r,. Neri (l·) di raggiung·ere il du})lice sco:po qu.a ntitati\'O e qualitativo, i11 co ndizioni difficili, in cui l 'i111p revisto è di re.gola . Poco o punto si può contare s.t1 i111pianti 11r ee i ' Leitti, m entr e il ser vizio si d eve svolgere .con rapidità, 111etodo e deci6ione, con la stretta collab·orazio11e del Ge11io Milita r0 e del Cor p o Sanitario. Rapido e so111111ario deve es er l 'esan1e; l 'A., .a11zi vi include ancl1e la ricer ca della durezza, cl1e in. casi di una certa urgenza va con iderata com e superflua. L 'esame va esteso qua ndo si prospe.tli la possibilità di inquìnarne1i ti o di introduzi011e dt sostan ze Lo:::,sicl1 c f.a tti d'a l i1e•

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O IV A G A Z IO N I

L 'i\.. è favorevole alla cr emazione, la qu ale

L'approvvigionamento idrico delle t•orze armate in guerra.

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}'LVII, NuM. 31]

cultura.

Ri:flessioni paradossali.

lj n j11Leressnnte articolo di E. Ceccl1i , ri, pubblicato nel r·ecente volun1e cc America an1ara », ci dà noLizia della vi ita d.a lui fatta in una iE.tituzione degli Stati Uniti, destinata alla rac.c olta di mate·ri.ale ico nogr.a fico e ci descri,,e arguta1r1 ente il lavoro di .alcune dozzine d 'in1piegilti, occupati .a ritaglia r·e da riviste, lib ri, c.ataloglti, gior:na]i, ecc.. d 'c.g11i ternpo e pae~e tutto quanto ·è stato fermato dalla m,a cchina fotogr afica o dal diseg110 )JCL' collocnre· poi le figure i11 apposite bus te minuziosamente c.atalogat e per soggetto, a disposizio11e di chi s 'inter essa della iconografia di dati so.g getti. Lavor o d<.t collezi oni:-,ta e da e rl1dito ch e, senza lin1itazio11c di oggeLti , di pro, ·enienz-e, di tempi, atLe rrisce per la sua m i11acci.ante i1111nensità . Il Cec;:hi h.a due par agoni poco feli ci con la botte delle ,Danaicli o con il voler vuotare il n1ar e i1tedia11te un cucchiaio. Ma rton è l'impossihiliLà di co11osce re tivtto il i11aLeriale illustra Li vo cl1 c è stato pubblicato nel nLondo ch e dà a qu esto lavoro la sensuzione di incubo ; nel diluvio· ·di carta illu·str.ata c.h e oggi irr.11Jerver&a, è l 'enor1ne accun1ularsi all 'i11finito di una raccolta di tal gen ere·, ch e col suo conti1t110 dilagare J11inaccia di son1n1er1ger ci e ·di tra volgerci, facendo anch e perdere la possibili Là di 01·ie11tar:si in un a raccolta di tal gen er e, cl'1 e si fa ~c1r1 prre1 JJiù sLerminata . Un, ana log.a sen&azion e di i11cubo ci viene ·d ata ancl1e q uando co11sideria 1110 la bibliografia ch e si vien e. r.accog·licndo su ogni argo1nento e cl1e è necessario co11sulla re ,e citare pa-ima ~i occuparsi di q ual1&iasi question e, J!er non sco11rire clelle cose o r111ai ran cide e .n?n . d·e~tare le rivendicazioni di priorità o· le cr1t1ch e d1 qual. . . cl1e s.pulciatore. Con il per en11e .ac~u111ul.arsi d.egl~ s~ud1 ~u tutti o·li a rao111enl1 - ._, , il lavoro d1 bib,liograf1a diventa ~empre più arduo ed irnpJ:ob?· Quando avr ete raccollo i titoli dei lavori, rimane· la difficoltà di avere a dis po::>izion·e i volumi ed i periodici su cui sono stati p ubbli~ti. Ciò. è possibile soltanto per a lc une g randi orga.n1zzazioni, qu,a li esistono agli S. G.A. , con minuziosi 1Scl1 edari e ricch e bibliotech e. Ed anche a vençlo tutto questo a disposizione e conoscendo be.ne varie ling·ue, si co1nprende la difficoltà di meltersi a legg·e re tutto e tr.arr,e in sinte~i le cose essenziali di un così vast o materiale. Un .eserr1pio: sul lin1iLatissii110 .arg·ome·n to ·diella a11chilostomi.ai&i, la Fondazion·e ~oc,kef~l­ ler h.a p1ubblicato nel 1'922 un volu111e, di sole citazio·n i bibliog rafich e, ch e arrivano a 5680 e. 11on sono tutLe per ch è si notano delle din1enticanze. Un analo!g o m eritorio lavoro ha compiuto 1'Istitulo russo per la trasfusione del sang ue ch e, 11e.I primo volun1e dcJla bibliografia (dal 1900 al 1933), riporta 4±23 citazioni bibliograficl1e s ulla trasfusion e. 1

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[ANNO XLVII, Nul\r. 31J

SEZIONE .PRATICA

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Ricordiamo l'lateressaate pubbllcazloae : • Prof. C. FUMAROLA e Prof. C. MOGLIE Docenti nella R. Università di Roma

La terapia delle malattie nervose e mentali con la collaborazione dei Professori C. ENDERLE, D. PISANI, F. SABATUCCI Prefazione del Prof. UCO CERLETTI Dir. dell:\ Clin. Neuropsichiatrica della R. Università di Roma Riportiamo qui appresso uno dei tanti lusinghieri giudizi espressi dalla stampa medica su questa opera : « Questo libYo nuovo e squisitamente italiano, onoYa l' ltalfa e saYà indubbiamente cmoyato all' estet'o se t>i sono ancoya nel mondo lettori ed intenditori. Poi che in esso lo specialista aYYetYato rilcoatrerà non senza meraviglia i nuovi mondi che la terapia ha diechimo alle malattie nervose e mentali, ed il medico pratico e 1enerico ai eleveranno finalmente al dilopra delle solite pillole di •aleriana o cli fosfuro di zinco e dell'abituale bromuro,. rutinario basaslio per q11al1iaai sindrome nervoaa o mentale. (< Si tmtta di un vero t1attato di nuoiia terapia - come af.. ferma n(lla Pt'efa%Wne il Pro/. CeYlettf, direttore della Clinica Neuropsichiatrica di Ramo. (da Rinascenza Medica, 15 luglio 1936 , N. 13). C. M. Volume di paigig. XVI-706 con 47 figure nel testo.

prezzo L . 7 8. 7 5 + 5 ~., .e più le spese postali di spedizione, che i nostri abbonati possono pagare anche gradualmente, ossia con un primo versamento di lire 3 8, 7 5 e con due successive rate m en sili da L. 2 O cadauna.

Inviare Vaglia Postale o Assegno Bancario Cir colare alla Ditta Luigi Pozzi, editore. Via Sistina 14. Roma.

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Con questi reipertori, lo $tudioso trova elin1inata la fatica di riceTcare i titoli dei lavori, ma deve poi tro,1are e "legger si tutta qu ella roba soltanto per mettersi al corrente dello studio che vuol fare . Sènza co·n tare che la capacità di sfruttamento del materiale che sii pl1ò a\ ere a disp osizione è in ragione inversa del1a quantità di questo. E la marea 5ale. continuame nte; gli studi i accu1t1ulano anche se im·pallidiscono d 'i1nportanza man mano ch e passano gli anni ed i co~­ cetti 11 iuta110. Q·uestioni cl1e ci serribr:~ vano vita li vent'anni or sono ci appaiono oggi so1rpas6nte · lavori cl1e allora erano di j)ionieri sono ora \1n luoao con1une, sicchè l e vecchie citazioni bibliografiche costituiscono una pesante 7~\'ùrra ch e rende t)iù lento il no tro lavoro , rna che pure dobbiamo curare p er ch è ne pl1ò sorgere Lalora t1n ' id ea import~ nte. . E q•uesta 111onta11te ina1:ea d~ coltura. ch e c1 soffoca e ci dà d elle pastoie tali per C UJ. buo11a IJarle della nostra a ttività si perde per mettere a pu11to la que tio 11e che ci interessa. Le rac<'Olte di dccu111flnli si gonfiano continua111 ente. Jo svill1ppo \ri goro~o .diventa ipertrofi co, quasi tumorale. e la !!roduzione scientifi ca lar1.c-ue oppriessa sotto i] peso della coltura , soffo~ata da] suo paLologico svil11ppo. Non faccio n è recri111inazioni , n è presagi; rilevo un falto i)er cui la cultura , ch e è IJarte co ì integrante della nos tra vita , ci appare tal\ olta un ingombro che ap1)esantisce il nostro procedere; un fatto che dà un ~e11 ? di ?!>pressione e disagio a chi lo co11s1cler1 &p ec.1al1r1en~e negli sviluppi futuri , in cui an,drà sernpre pcgg·iorando con l 'accumularsi della docurc1entazione, per cui viene quasi fatto d~ a uspicare l'avvento di un uomo nuovo ch e, 11be1:0 dalle pastoie del passato, affron.ti con slancio vigoroso e con altro indirizzo i problemi della vi ta.. fil. 1

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CENNI · BIB LIOG RA FICI< 1> Iiandbucli der i1ineren, i\1( edizin, fondato da L. MonR ·e R.

III e dizione , vo J. V. K ra1n kh,eiten des N eirvens ystem.. Due1 voll. i11-8° di 1797 pag·g . , con 6111 figg., i11 parte a colori. J. Springcr, ed ., Berlin, 11, 1939. Prezzo RM. 130. · STAEHLIN.

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Il classico trattato di Mohr e Staehelin, si viene ora ripubblicand,o· n ell a JlI edizion e atte la direzione di G. v. Bergm.ann e R. Stae11elin e la collaborazion e di V. Sal] e·. Questo V vo]u1n e, cl1e tratta le n1alatti e d el sistema n erYOSo, ·è notevolm ente an1pliato in ronfronto della I edizione, cl1e compre11deva i1e1la traduzion e italia11a circa 1200 pagin e. Qua ~ i del tutto rriutati g li a uto,r i d ei singoli cap1Loli , aun1 entati da 8 a 14, di cui soltanto due (R. Bin g e II. Cl1rschmann ) aveva110 colJaboralo anch e a lla prim.a edizione. D el r esto, un rimaneggia1nento a fon (lo era tanto più necessario in questo campo del i ·tema n ervoso, dove le nuove acquisizioni hann0 }JOrtato 11uo·ve correnli di idee e sostanzia ln1ente modificato molte di quelle antecedenti. Basti acc€.nna re al sisle1na n ervoso vegetativo, al sist en1a ex:trapiran1idale, alla citoarchitettonica de]Ja corteccia cer ebrale , p·er compre11dere qu.anto diversamer1le v.a trattata oggi la m ateria in con fronto di oltr-e vent ,anni or so110. ~on è eviden te1nente possib·i le prendere in })ari icolareggialo esarne l e ~ingole parti, alcune de1le quali cos tituiscono del1 e ,·er e monog ra fi e. Dia mo pertanto l 'el en c·o de11e 1naterie trai ta le cen i rispettivi autori. · L'at1ività d el sis ten1a n er,roso central e (V. v. 'Veizsacker). Il sislema n erv·o so e le fun zioni vege tative (R. Siebeck). Anaton1ia gen erale, fisiologia, patologia e s,inton·1atologia: Cervello (R. !Bi11g); Mi·dollo (1F . HiJler); Nervi periferi ci ( l~ . J_,iith)i). Liquido cer e1b ro-spinale e radiologia d elle relative cavità (Id. ). Nl alattie del cervello e dJei suoi involu,cri. Disturbi circolatori (J. Lan.g·e). Mal. infiammatorie (fderr1). ~lal. er editarie e da parto (Idem). Malattie ch e restri11go110 la cavità cranica interna - tumo-ri, parassiti - (H. Altenburiger). Mal. cer eb rali senili e ·p rese·n ili ·cA. Bostroem). 1\fal. c·e r ebrali traumatiche (Idem ). Mal. d el sistema n erv. extrapiramidale (Idem). Mal. cerebrali sifilitich e (Idem ). ~Ial. d el ponte e del midollo allungato (.J. Lange). l\IIal. del cer, e1le1to (Idem) . M.alattie del midollo spinale (G. !Bodechtel). Mal. d ei nervi periferici (H. Scheller). Scle'fosi multipla (F. Curtius). Prelim~naTi sulla pia tologia oceditaria del 1&ist. nerv. (Idem. ). Mal. neuromuscolari prevalentemente €reditarie (H . Curschmann e K. v. Saatha). Cefalea, e mi cra11ia, vertigini (1-I. Curschmann). Malattie vasomotorie e troficl1e (Idem). Disposizion i , sta1i, 1

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(1) Si p3'ega d'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recensione.


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<< IL POLICLINICO »

sviluppi psicopatici (O. Burnke). Epilessia genu.ina e Rtati epilettici sin ton1atici (Idem). fil : lVeue d'eut soh e Klinik. Voi. XVJ. Sotto la di. rezione di R . CoBE'l' e K. GuTzEIT. Un vol. in-8° ·di 78'7 i)agg., con 116 figg. e1 5 tavv. col. , rilegato. lJrb.an e SchVYarzenberg. Berlin, 1939. l)rezzo Rl\iI. 35.

La nota er1ciclopedia i11edica, diretta da G. Klemperer e tradotta anche in italiano sotto il norne di Clinica n1oder11a (U .'f.E.T.), si viene a11r1ual111ente aggiornando con un ' 'olume, c he contiene nuovi stu·d1 e nuovi orientamenti. ~ que1sto il VI vol,ur11e della Serie di completan1er1to. Non potendo fare singolarr11ente l 'esam e di ciascuna ·delle memorie in esso contenut e ne dian10 l'elenco, dia cui risulta il grand e interesse che gli argo1nenti trattati offrono per lo studioso e per il pratico. Patologia dei 1s u1Teni (S. Thadden). I tumori cerebrali ·e la loro diagnosi e tera1 ·ia moderne (45' mernorie ·d i O. ~E'oerster). Diagnosi e terapia deti. disturbi- polmonari posl-operatori (W. liasslinger). Il trattamento successivo della parali si infantile (J. Siegl). S~ti ac.uti minaccio~i ir1 chirurg ia; diagnosi e lerapia (H. Simon). Diagnosi e terapia degli sta! i morbosi pericolosi' in n1edicina (lf. Reinwein); id. in pedi~tria (IF . Goebel). Uon10 e meteore (H. 'fich-y). Disturbi del sen6o cromatico (K. Velhag·en). ~1alattie ·dietetic.h e p,e ricolose del sistema nervoso (P. Hilpert). T erapia dietetica dE:Jle malattie cutar1ee (S. Bommer). Il tratta111ento naturisti co nella pratica generale (H. Bott-6nberg). La diarrea e la sua terapia (F. Kuhlma11n.) . La difterite (J. Kath'e). Lesioni d~ntarie, mascellari ed OTali ne.ll~infanzia (P .P. l\.ranz). Le anemie nell'infanzia (H. Opitz). Il trattamento medicamentoso della Lubercolosi i)()lmonare (H. Schulte-Tigges). Le indicazioni per il trattam,e nto operatorio nella tubercolosi pol1n1o·n are (W. Schm.idt). J~sioni e rlanni da sport (W. Baetzner).

fil. I stiluto di Sanità ])tibblica. <( Rendiconti )>. Vol. II, parte II. Un vol uro.e in-8° di 546 pagg., con fig.g . ,. l:loma, 1939. Que~to

grosso fascicolo, c.he completa il II volume dei Rend'iconti dell'Istituto di Sanità Pubblica, si inizia con la co1nmemorazione di S. Cannizzaro, fatta dal Direttore stesso dell'Istituto, prof. D. Marotta. Seguono altri 29 lavori sulla malaria (M:etodi biologici di conlr(>llo dei medicamenti antimalarici, A. Missiroli; Immunizzazione contro la malaria, C. Schilli11g); sulle leptospirosi (B. Babudieri); di elmi11tologia ·e para&sitologia (G. Penso); entomotologia (Culic.i dae ·dlell 'Etiopia, L. La IFace). G. Russo si oooupa ·dell'ultrafiltrazione della tossina ·ed anatossina difterica; G Birelli e D.

XLVII, Nul\t:. 311

Ortensi di un progetlo di costruzione di u11a çolonia r11.arina, ' ' · Pacilio del movimento den1ografico delle Provincie italiane, ecc. Troviarno inoltre due lavori del compia11to A. Giov.a nnola e la con1memorazior1.e dello stesso, f<l tta da A. Corradetti . Da ultin10, l'elenco della grande· ~01nma di lavoro co1r1piuto dalle due Sezior1i (Batteriologia e Cl1i1nica) dello stesso Istituto , con ar1a}j si, ispezioni, controlli, ecc: fil. . Annuario « Merk » . Un vol. in -8° di 333 pag.g. S. A. Bracco, Milano.

L ' Ar1.i.1uario della Casa Merck è ben noto agli studiosi di argomenti di chimica e farmacologia, per gli studi di grand.e interesse scientifico, che vi si trovano. La Casa « Italmerck » rie pubblica ora un'edizione italiana, con una serie ·di lavori, di cui n e menzioniamo qualcuno: Gli alcaloidi delle radici di belladonna (K:iissner e l<.reitn1air); Ricerch e sulla radic·e di !Bryonia (id. ); La titol~zione delle foglie di digitale (Sieckmann); La sparteina come stimolf:nt·e delle contrazioni uterine (Klaine). Seguor10 alcune riviste sintetiche (sulla clorofilla, ]a colesterina, ecc.) ed un elenco generale di preparati e droghe, con la com posizione, l 'azio·n.e farmacologica, le applicazioni e relativa biblio·grafia. Da ultimo, dlue indici, dei prodotti e delle indicazio1li terapeutiche.

fil. G. TESTI. Storia della Chim.i-ca. Casa Editrice Mediterranea, Roma. Prezzo L. 25.

La chimica è forse vecchia com e l 'umanità ed i 1suoi inizii si confondono con la preistoria. L'uomo ha cercato sempre· di dominare ia materia e di trasformarla per renderla ido·n~a ai suoi bisogni. . Ma questa tendenza solo da non molto è diventata un'attività pratica, veramente efficace ,e benefica 1&010 quando ha assunto la dignità di una scienza positiva. La sua sloria ha fasi di smarrimenti, come quella dell 'alchimia, dell 'iatro~chimica, del flogistò, ma poi tròva la .sua vi.a giusta, la via che l'ha condotta a mete luminose. Ed allora la chimica ha una &t.oria ricca e concitata interferen,do sensihilrr1entei e.on la storia dell'umanità, rivoluzionando sistemi economici e diventando sempre più do,m inatrice ed essenziale pe1· la vita del1'uomo. · L 'autOTe passa in concisa e lucida rassegna tutte le varie tappe della storia della chimica, soffermandosi più a lungo sul periodo moderr10 , mettendo ben-e in evidenza ed in giusta luce l'apporto ch e gli italia11i hanno dato allo sviluppo di questa scienz~. . Capitoli ·di ~peciale interesse sono quelli riguardanti la chimica e 1 archeologia, la chi1nica e la filosofia, e la' chimica e la 'poesia. 1

. . ,

[ANNO

DR.


[ANNO XLVII,

N t;~1.

31 J

1329

SEZIONE PRATICA

APPUNTI PER CASISTICA E TERAPIA. Diagnosi dl lue in gra,·idanza. H. chwal1r1 (lii ilnch. frl ediz. lrVocl1en,sclir., 12 aprile 194.0J rileva che l.a possibilità di eseguire reazior1i specifiche con piccole quantità di sang·u e estr.atto n1ediante pL1ntuTa del ·d ito l1a 111olto semplificato le pos&ibilità diagno1&tichc della lue. Come però nelle .sieroreazioni le ~111go le j)rove sono fatte con più estratti o con clifferenli reazioni, co'5ì n·ei n1icron1etodi diag nostici non ci ~i deve accontentare di uno "'Olo. Buoni risultati si ottengono associando la reltzione di Chediac e la reazio•n e di Ide; la pri111a vie11e eseguita con due e&tratti. Ricerch e su 1000 g ravide e 31 casi di lue accertata dilìlOstrano c.h e le du e microreazioni associate clà11n o risultali egualmente sensibili quanto le • • • • • co111 uni siero r€az1on1 : in n essun caso n ega tivo alle prime, le sieroreazioni risultaron o P. chiaramente positive.

MEDICO PRATICO. lcelo di leg·no1 (un c ucchiaio su 1 litro di acqua). Si or11ett-erà qualsiasi cura intracervicale 12:er il pericolo di interruzione della gravidanza. È necessaria una accurata o&servazione per la diag nosi differen ziale col carcino1na : o,·e esista qualche dubbio si praticherà una escis&io·n e di prova. P.

L'11so della chinina per facilitare il parto. In questi ultimi ternpi, accanto ag·li estratti post-ipofisari si è cor1sigliato l'uso della chi11ina per favorire le doglie del _parto, somministrandola a dosi di 25 cg., 3-± volte al giorno. K. Heyrowsky (D eut. m ed. vV sch. , 24 maggio 1940) trova che tali dosi sono troppo elevate e possono d eterminare i con·s u eti disturbi (ronzii d 'o:recchio , vomito , ccc.), danni al feto (espulsione di una certa quantità di meconio) ed indebolimento delle doglie fino alla scomparsa ; in oltre, il chinino può dare fatti derivanti da idiosincrasia, con1e dimostra un caso dell 'A. (porpora grave). Ora la chinina non ·è da considerarsi con1e un ve1·0 rim.e·dio che favorisce le doglie, ma ~oltanto come se•n sibilizzatore dell'utero. Va perta11tc somministrata a dosi molto inferiori a quelle attualmente in uso e cioè in ragione di 2 1ng. per Kg. di p eso; la dose m assima deve essere di 110 cg. , 3-4 volte a] giorno . fil.

Il calcolo della dt1rata della gravidanza. Il e.alcol o d·ell~ durata della gra, idanza vie11e fatto gen eralmente secondo la formula di Naegple, secondo cui dal primo giorno del! 'ultimo periodo si sottraggono 3 mesi e si aggiungono 7 g iorr1i. 1F. A. 'Vahl rileva ch e in questo calcolo vi sono due errori fondament&li . .n nzitutto la gravidanza - a lmeno ag·g iu11ge l'A. 11ella Germania nord-ooc.identale . Il trattamento dell'aborto abituale. - dura 3 giorni di più di quanto si ritenev.a un t empo; la cifra da aggiungere, quindi , non Varie possono essere le cause dell 'aborto abiè ,d i 7, ma di 10. La diversa lunghezza d ej tuale come: anormalità, spDstam enti ed inrne&i, inoltre, porta un altro erro-re. fiammazioni del tratto genitale: malattie infetTenuto1conlo• di questi rilievi e sulla ba1&e di ti,,e, difetti del plasma germinativo, tumori 25 .000 osservazio11i pro1)rie e 19.000 raccolte degli organi genitali, deficifnze di·etetiche, da varie clinich e , l ·A. Titiene che la durata nonchè rriodificazioni endo.c rine, specialmente della gravidanza sia di 283 giorni e ~.he il caldella tiroide , d·e lle ovaie e ·d·e lJa pituitaria. colo del termine si ·debba fare come segue.: In 13' casi, in oui non si trovavano lesioni 1) Per un c iclo me~truale di 28 giorni: ]or,.ali tali ·d~ spire gare l'aborto abituale, P\. E. Il giorno dell ' ultimo periodo - 3 mesi, + Campbell e E. L. Se,'rinhaus (A mer. j. obst. a.. yynee., aprile 19·10) hanno fatta una cura con 10 giorni; + 9 g.iorni p er aprile e settembre; + 8 giorni per di.cembre € · ·gennaio; + 7 g ior- progesteron·e. Tutte avevano abortito due o più volte e1 nessuna aveva mai avuto un barrlni per febbraio; hino a tern1ine. Dopo la cura, si ebbero 111 2) Per un ciclo n1estruale più lungo o più gravidanze continuate fino al t ermine con breve: calcolare prin1a per il ciclo di 28. giorni e poi aggiu11gere o sottrarre tanti gior~i parti spontanei di bambini vivi; delle altre due., urta abortì a l 4° e l'altra al 6° mese . corri&pondenti alla diff€ifenza (in più o~ in La 1dvse più conveniente è quella di due un 1eno) dal ci clo 11orma] e. fil. nità-coniglio, continuate p er 26 setti111ane. In Cura dell'erosione sanguinante durante la gra· pr·esenza di insufficienza Liroidea, sarà oppo-rtuJ1a una cura con estratti tiroidei ed joduro vidanza. La cura con sigliata da Albrecht (il/ ii1icli. di so·d io, allo scopo di stimolare l'atti,' là ghiandolare ge11erale. fil. JYJ edizin. Woctiensclirift, 12 aprile ' 194:0) consiste in cauti toccarr1enti d·ella erosione co11 acido 11itrico pui o , o con la matita di nitrato Le cure coadiuvanti la radiumterapia nel cancro del genitali femminili. d ·ar~e1 ito, oppure con soluzione ·di nitrato d 'ar: F. D'Erchia (Soc. Lazia,le di Ost. e Gin. , 1° gen to al 10 %. Questi toccamenti vengono fatti 1-2 volte per settin1ana. La cura è con1pletata 111aggio 19±0-XVIII) rilev,a che l ' uri11~er.api~ da irrigazi<>ni t iepid c con allun1e, tannino o l1~n ta nel carcinotn1. clell L11 ero con or1ne d1 1

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1


1:330

« IL POLICLINICO » •

gra,1 ide pres~ochè al ter1r1ine di gestazione, e co11tene11ti gra11 quantità di follicolina e di luteina di origine placentare, con scarsa qua ntilà di prolan, può provocare disturb i clel rie.ambio n1ateria le, del trofis1no· e d·ella attivi là riproduttiva del tessuto car ci11omatoso, potenziando così la radiosensibilità e gli € 1ffetti della radiumterapia ad azione letale, s:pecie1 col1'uso della sola luteina ricavata dal corpo luteo , secondo le rice rch e del M.arinucci . . Possian10 anche rilevare cl1·e se il p rolan in eccesso· uelle urine delle car cino111atose i1ell '80 % dei casi sta a ,denotare ipe.rfunzion·e de1l 'ipofisi, ques ta potrà !esse re sottoposrta con profilo, dal radiologo , alla roe.ntg.e[}sterilizznzioue ten1poranea o definitiva a seconda dei casi , e questo piccolo intervento i·oentge1n tera1)ico viene a rappresentare un'altra cura coadiuvante della radiumtera-pia. E g·iacchè sareb·b e desiderabile che il 111e.todo di cura si diffonde,sse n elle Cliniche Ginecologiche, l 'A. ì au·g ura ch e il prof. Gaifami, a ntesignano di ogni progre &o, vorrà essere il primo· ad in1partire al rig uardo· tassati,1 e diposizioni al suo perso11ale a sistente, con la spera11z.a c.h e· il metodo di cura possa sùbito esten·d ·e rsi n ella t erapia di tutti i tumori m.ali1g no (1). 1

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(1) Il lavoro i11 esteso sar à pubblicato Clinica Ostetrica e Ginecologica » . t

i1e

«

La

LABORATORIO

Applicabilità della reazione di Cl1ediae per la sierodiagnosi della lue congenita. La reazio,n e1'di Cl1ediac (TiBR.) ' 'enne pro,ata su 216 bambini da Pt. He~talka (L~f iinoh. M edizi111. Vfi ocheris chr., 3 maggio 19±0). In 10 c~.si di ]ue congenita la TBR. e la 'Vassern1ann diedero risultati c oncordentente positivi; su 1·0 han1.b ini s-0spetti di lues. pe·r ch·è la W. era P'OSitiv.a - n elle· 111a.dre, la 1'BR. riuscì positiva in 2, :n1entre l a W. era negativa in tutti. :E~se~ita la TBPt. in 1195 bambini affetti da s'ra·r iate rr1alattie per lo più altam en te febbir ili .e~sa ri~u ltò positiva in 3 soli casi; in questi la 'Vasserma11n diede esito negativo. Questi ri~ultati conferma110 ch·e la T'BR. permette di riconoscere tutti i casi vV-positi,,i di lue congenita; una TBR J1egativa esclude senz'altro che la W. possa essere positi,7a. In casi di TBR. i)ositiva ~0110 però necessarie 11ei casi duhbi , i-ioorche qi controllo, perchè in una piccola l">ercentuale compaiono anche reazioni positive aspecific.l)e . P. 1

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MEDICINA SCIENTIFICA Rilievi solla emopoiesi midollare negli stati allergici. ~on si è giunti. ancora ad una .:;icura di1110st.razione di quale sia il luogo d 'orig·ìne dei I.>o1ìnucleati eosinofili che appaio no nel san·g u€i circolante. 1Di fro11te alla teoria di una genesi esclusivar11ente midollare•, sta la teoria 1

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co1npletan1enle op po. ta, cioè rli una ge11e:::i extran1idoll<ire ed ognuna di q uesla teoria 11a di, ersi dati probativi in suo ap_po·ggio. N·e1g·li stati allerg·ici (as111a, fe·b ·b re da fieno, eden1a di Quinc.k e, anafila ssi speTimentale ecc.) il numero• degli eosi11ofil1 circolanti cl1e, co1ne è 11oto nel nor11~.ale varia tra il 2 e il 4 %, può subire, aumenti più o 1ner10 spiccati. Anche altri stati n1orbosi .12ossono accompagnar. si ad eosinofilia ematica (i11erlonie vagali, discr1n1e , linfo~·ran11lon1a co11' alescenza di tiìo e melitense, eln1intiasi, molte malattie cutan.ee, e.cc.); ino1ltre esiste una ipe1~eos.inofilia :ostitu.zio·n ale.. La causa della eosi1Lofilia 11eg]i stati allerg ici, viene da n1olti attribuita allo stirriÒlo specifico esercitato' dalle µroteine eterogenee sui tessuti emopoietiçi. S . De Renzi (Folia 111 edica, 1!5 aprile 19±0) facendo in 25 Ca$i di malattie alle rgiche degli studri co·m parativi tra i reperti q·uantitati'i 1norfologici del sangue· circo•l ante e quelli del Tfiidollo osseo (n1ielogramma), offre la din10. 1 razione di u11a frequente re'a zione iperplastica n1idollare con aumento dell e cellule parencl1imali immature, particolarniente di quelle della serrie eosinofila. Special111ente è da notnre e.b e la reazione eosinofila n1idollare è se1n1JJr e molto più evidente e precoce della reazione1 eosinofila .ematica. L'esame del puntato midollare è perciò in ·grado di mostrare con maggiore J;>recocità ed evidenza una tale reazione eosinofila en1.a tica . L' esa1ne del JJuntato Jnidlollare è p erciò in grado di n1ostrare con maggiore p-recocità ed e'ride11za una tale reazione, abbastanza caratteristica , se non esclusi,1a, deg}j stati allergici. M. RAsTELLI. 1

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.... Ricordiamo le Interessanti pubblicazioni: Prof. GAETANO BOSCHI e Dott.ssa MARIA CORI del Reparto Neurologico dell'Osped. Prov. di Ferrara della Poliambul. Med.,Chir. Docente di Neuropatologia di Ferrara. nella R. Univ. di Padova

COMPRESSIONI MIDOLLARI

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w.

SPIELMEYER Professore all'Università di Monaco di Baviera

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Traduzione italiana del Dott. G. Lippi Francesconi Assist. Olinica Neuropsichiatrica della R. U~iv._ di Pii:Ja con Prefazione del Prof. G. B. Pell1zz1 Dirett. R. Olinica Neuropsichiatrica dell'Univ. di Pisa Volume di pagg. VIII·208. Prezzo: in brossura lire 22 + 5 %; rilegato in tela L. 28 + 5 % e più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al 1< Policlinico ,, od a qualsiasi ~ei quattro nositri :Aeriodici, 1rispettiva.mente,_ sole lire 2 O, 7 5 e L. 2 6, 5 O franco di ·porto in Italia, Impero e Colonie. Per l'Estero L. 21 . 7 5 e L. 2 7, 7 5 . Inviare Vaglia Postale alla ditta LUIGI POZZI edi· to1·e Via Sistina 14. R.OMA.


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LAN1'0 XL\ II,

Nu~r .

31J

LA PAOJNA DELLO SPBCJALJSTA

APPUNTI DI TERAPIA DERMATOLOGICA 'Tricofizia delle unghie.

Ricordi C·liriici. -

Le ung·hie appraio110 isp,essìte opache friabili, 11ella loro ebtremità libera conca' e. La la111ina esterna dell ' un.g hia può distaccar i ed allora l ' u11gl1ia avpare erosa spug11osa e più o ine110 distrt1tla. ~i~a11do un o tagliandone pezzett1n1 con forr110' i · u110-l1ia b . ·bi ci e J.11ette11do. questi fram1nenti a n1acerare .a lungo in ... oluzio11e di potassa cau stica al ±0 % i osservano al i11icroscor1i o i n1iceli del tricofito 1

T era.pia. - No·1l è facile g*uarire un'u11 gl1ia lricofitica per la difficoltà ohe •&i ha di di ... trugO'ere i parass.ili n ell 'i11terno dell ' unghia stessa. Il mezzo più radicale consiste n el! '.asportazione chi1llrgica dell'unghia previa a11este ia locale e quindi imp~ocihi di soluzione iodo-iodurata per ostacolare le recidi,1e cl1e posso110, n onostante la asportazione, inanifestarsi. en ~a rico1Tere alla asportazio11e i l) UÒ li111are l 'unghia, grattarla il più i1os... ibile e IJOÌ fare ripetute toccature con tintura di iodio nella speranza che questo medican1e1n~o riesca. ~ p·e: netrare ov·u nque a contatto dei parass1t1. Si possono anche fare inrpacchi di soluzione iodoiodurata, oppure anc.h e ai1plicare po11lata alla .(;risarobina al ll0-2 0 %. In og11i inodo ci , ·uol e n1olta costanza e 1)rolu11gata 0 ervazio11<->. 1

1• •

Tricofltidi.

R icorcli clinici. -

Rara eruzione c uta nea ch e nppare talYolta in bambini affetti da tricofizia profonda del cuoio capelluto (Ch erion), sotto forn1a di ele111enti piccoli rileva ti dissen1inati sulla r·11Le del tro11co, che ricordarl o molto da vici110 il liche11 scrofulosorum. !11 aloon i di questi casi è stata pos&ibile la cul Lura d el Lri.cofiton dal sangue.

Terap,ia . -

La terapia è i11diretta. Cura ndo la tricofizia µro·fonda che ha originata la triieofitide questa sco·nl1YaTe. Tigna tricoft ti ca.

Ricordi clinici. -

1331

SEZIONE PRATICA

Colpisce. soltanto i ha1nbini no11 oltre i 112 anni in ge1lere. -8 d1etm.atosi del cuoio capelluto n1olto contag·iosa e cl1e si n1anifesta sotto for111a di chiazze rotondeggianti con desquan1azio11e pitiriasica nelle quali i capelli sono in parte troncat.i alla loro bl'5e. Quando le chiazze so:n o al loro inizio possono apparire soltanto co11ìe un po ' di fol'fora .e sfuggire alla osservazione di chi 11on ha r11olta pratica der:r1tntologica. È n ecessa~o eh~ .ai harr1biini i&ospetti siano Lagli.ati i cap-ell1 co rti perch è non è possibile fare esame . s.icuro . tra i c.a1)elli l unghi s1Jccie se si tratta d1 bamb111e.

Per la Ticeoca dell 'ifo1l1icete strappare qual~he capello tronco n1ett erlo su u11 'etrino porta-oggetti in1merso in u11a goccia di pota1&sa cau stica al 40 %, coprire con un vet rino coprioggetti ed osservare a nl·erd io ingra 11dimento . Dentro il p elo si vedranno nu111 erosissin1e spore. '

T erap,ia..

~

La sola t erapia utile ·ta n eJ togliere i capelli amu1alati. L11a volta si faceva questa. operazione c~on la pinza. Si immagini con quale dolore dei poveri b·a1ubi11i. Oggi i rag·gi Roentgen riscono a fare de_Qilazione c.o·m pleta senza dolore e ad accor ciare notevolmente il periodo di cura. Irradiare il cuoio capelluto in cinque zon e con dosi depilazione: tempora11ea (300 r = 5 H G(>Il filtTo di un mm. di alluminio; ten & ione 7U-120 I\.V). Dopo circa 10-15 giorni i capelli incon1incia110 a cadere. Tutte le rnattine aiutarne la caduta m·ediante sapo,n ata e strofinatura c1on una &pazzola. Asciugai~e e sp-ennellare. .alcoo1 iodato al 3 % e quindi s pal111are una pon1ata solfo salicilica: 1

Pr. Zolfo precipitato . Acid'O sali~ilico Vaselina . . . . . Lanolina . . . . .

. . . .

. . . .

. . . .

. . . gr. 20 . n 10 . . . » 40 . . . 11 30

e fasciare il capo. Questa i11edicazione va continuata anohe qua11do la depilazione sia corr1pleta e fino a t ota le rinascita dei capelli, la qual0 inizia in 111eilia dopo due i11es1 e p.r ocede lentamente nello spazio di un mese . Durante queste m edicazioni osi&ervare se qualcl1e capello· è rimasto , speciaJn1ente se n1a lato. Strapparlo con la pi11za. Avvenuta la con1pleta rinascita dei capelli sosJ:Jendere le n1edicazioni e fare ripetuti esami dei c.apelli p er {jSSere sicuri della guarigione. Tutte queste cure che posso110 parere sen1plici sono invece pare cchio co111plicate perchè ric.b icdono d el personale sanitario e ~.ubalterno specializzato e inolto pratico. La tigna non può e~ ~ere curata ch e in Istituti a ciò attrezzati. Si può ancl1e. provocare la depilazione con la onl1ninis.trazione ·dell'acetato di tallio in dose di 8 i11illigrar11n1i per chilogrammo di peso del b a11ibino n1alato. La d epilazione avviene più precocemente ch e· con i Rontgen e spesso i11eno co111pleta e più fu g~oe : Però que: ~to n1edicamento è µ.o co da con sigliare p.er gli iH co11venienti cl1e può dare. Si sono r cg·istrat i an c he casi di inorte. .Se ·si ha a ch e fare co n ba111bini .al di sotto dei due anni e n e.i quali la dose Rontgen per depilazio11e potrebbe rilll5cire i1ociva si può fr1re la cura mi La 'fallio-Ro11tgen a metà dose di c iascuno . Prof. P • .f\. MF.INERI Direttore Ospedale di S. Gallicano. 1

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1332

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IL POLICLIN I CO

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~J\•NNO ~LVII, ~l ifti.

31 ~

VITA PROFESSIONALE. AMMINISTRAZIONE SANITARIA.

2. Prestazio11i a deg·e11 ti in Ospedale a carico d ii E~ti_ vari (Istituti di assistenza .ecc.) : quota fiss :1. minima per ogni donazione: L. 50. 3: Pres l~zioni a non abbienti ricoverati ii1 Ospedali a ~a~l?O dei C_omun.i .e agli iscritti ad ep.ti mutual1s t1cr ed ass1curat1vI: quot a fissa niinima· J)Cr ogni donazione: L. 25.

Tari:ffe per le· prestazioni di sangue 11mano.

.Il ~lini stero dell 'Inter110 (Direzione gen. Sa:. n1tà p11b]1lica) ha diran1ato ai Prefetti e al Governatore di Roma la seg·u ente circolare n. 79 iu data 10 luglio 1940-XVIII: . Con riferimento alla precorsa corrispondenza, SI trasmette, per norn1a, l'accluso schema di Cronaca del movimento corporativo. t~riffa per le prest azioni di sangue, da servire d1 p ase p er le determinazioni, di cui all'ultin10 comma dell 'art. 7 del decre to minist eriale 13 di- Istituzione della qualifica ''Medico d~l C. A.. I. ,,. cembre 1937. .La . Presidenza Generale dell 'Organizzazione saCiò premes.30, p oichè, ai sen si clell 'arl. 81 del n~tar1a del Centro Alpinistico Italiano (C.A.I. ) ha R. D. 30 settembre 1938-XVI, n. 1631 sulle n orme diramato la segu ente circolare n. 160 in data 1 luglio: per l 'ordinameI1to dei servizi sanitari e del personale sanitario degli ospedali, le diarie stabilite A:llo scopo di predisporre un corpo di medici,. per i malati non abbienti d evon o comprendere, spci ~el C.A.I., che pres tino volontariamente lai oltre tutte le voci che coslituiscono il costo del propria opera di organizzazione e di assistenza. rico,v ero, anche le spese riferentisi alle indag·ini e in caso di accidenti in montagna, la Presidenza alle cure n ecessarie, occorrrà tener e conto - n elGe~er~l~ del C.A.I ..' ~u proposta del Comitato· la de terminazio·n~ annuale delle r ette per tale genere di infermi, a norma dell'art. 34 del R. D. L. .. ~c1?ntif1~0, . Oo~miss1one ~ledico--Fisiologica, ha deciso 1 Ist1tuzione della qualifica cc Medico def 30 dicembre 1923, n . 2841 - del cos to delle preC.A.I. », secondo il seguente regolamento: stazioni di sangue, da comprender si n ella ca te«. I 1:Iledici del C.A.I. vengono nominati fra ii goria delle spese per la cura del malato, secondo soci d1 r azza ariana iscritti al P.N.F. e alla Fele norme dettate co11 la Circolare di questo Mi~erazio~e. Italiana Medici degli Sportivi, laureati nistero (Direzione generale dell 'amm.n e civile) ln medicina e chirurgia, esercitanti la professioin data 28 gennaio u. s. n. 2'5289-8-J.O. ~e e residen~i in l<>calità montane, i quali facL'importo delle prestazioni di sangue de,-e esc~ano .P~rve~re doma{lda alla Commissione Mesere ver sato, in ogni caso, dalle Amministrazioni d1co-E1siolog1ca, Via Silvio Pellico 6, Milano. ospedaliere al locale Comitato provinciale per i La. eo~missi~ne ~edico-Fisiologica propone la datori di saI1gue, ch e, ove si tratti di prestazione nom!~a In og1!1 sezione del e.A.I., di uno o più effettuata da un professionale, provvederà al pagam ed1cI che dipendono dalla sezione stessa. La m ento all 'interessato della somma spettantegli, nomina verrà fatta dal Presidente del Coinitato trattenendosi una quota percentuale del 20 % per Scientifico, e ratificata dal 1P residente del e.A.I. i propri servizi; se trattasi, invece, di prestazione Og11i medico ha la sorveglianza sa11itaria di una effettuata da un datore volontario, tratterà l 'indeterminata zona con un dato 11umero di rifu.g i tera somma, provvedendo, peraltro, alla costitui11 questi ._rifugi ha diritto all 'ingresso· ed all 'al: zione di un fondo di assistenza a favore dei volontari bisognosi, deYole11do a tale scopo il 50 % loggio gratuito durante il servizio. I medici del e.A.I. durano in carica Cino al degli introiti relativi. 28 ottobre dell'anno s1*cessivo a quello della Si prega di portare a co11oscenza degli enti in110111ina; a tale scadenza potranno essere rjconteressati (Comitati prov.li datori di sangue, All)fermati in servizio per un triennio e così succesministrazio·n i ospedaliere, Comuni ecc.) le norn1e sivamente. La loro prestazione è gratuita. . di ICUi sopra, fornendo u11 sollecito cenno di I medici del C.A.I. dovranno in servizio portare ricevuta o di assicurazione. l 'apposito distintivo indicante tale loro qualità_ Pel Ministro: BuFFARINI. Il distintivo verrà f1ornito gratuitamente dalla Tariffe p er i da tori professionali Commissio11e Medico-Fisiolog"ica. I m·edici del C.A.I. si in1pegnano a: 1. Prestazioni ad abbienti in case private o in 1) ~restare gratuitamente ai soci del C.A.I. , in case di cura o in reparti a pagamento di Ospecaso di disgrazia accidentale, i primi soccorsi dali: L. 1 per cc. (coI1 un ininimo di L. 75). immediati d'urgenza ed a provYedere iti .urtione, 2. Prestazioni a degenti in Ospedali a carico ove occorr-e, al comandante la stazio11c buse o alle di Enti vari (Istituti di assistenza ecc.): L. 0,50 g·uide del luogo, alle necessità richieste dal caso, per cc. (con un miniino di L. 50). come trasporto, ricovero in luogo di cura, ir1for3. Prestazioni a non abbienti ricoverati in Omazioni ai famigliari. Han,n o sempre dirittu al spedali a carico dei Comuni e agli iscritti agli rin11Porso delle ~pese ' 'ive ii1c.;on Irate da parte enti mutualistici ed assicurativi: L. 50 (quota degli ii1teressati. fissa, indipendente111ente dalla quantità di san2) Fornire consigli di carattere igi<!r1ico agli gue dato). alpinisti. Ta1"ifj e p er i datori vo l ontari 3) Ispezionare i rifugi della loro circoscrizione 1. Prestazioni ad abbienti in case private o in per quanto concerne le dotazioni di materiale case di cura o in reparti a pagamento di Ospesa11itario e le condizioni igieniche dei rifugi stessi, inviando il 28 ottobre di ogni anno t1rta reladale: quota fissa 1nin.ima J)er ogni òo11azione: zione sul! 'esito delle ispezio11i ~ segt1aJando eYe11L. 60. 1

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~~.\.~NO

XLVII,

ì~U!\f.

31)

SEZIONE

tuali defic~11ze riscontrate alla Comrni~sione Me·dico-Fisiologica. 4) Provvedere alla compilazione clelle schede jnfor1native sulle cause e conseg1ie11ze degli infortuni alpiujsticj. Le schede vengor10 for11:ite -dalla Commissione :Medico-F'isiol•)gica. 5) Studiare eve11 lualmente le questioni sa11itarie direttamente connesse con l 'attività del C.A.I. Prego le presidenze sezionali di diffondere questa iniziativa fra i Soci medici e di agevolare l'opera clel Comitato Scientifico Centrale. Il Presideinte generale: A. MANARESI.

-Valutazione del servizio militare nei Concorsi sanitari. A seguito dell 'ii1tercssame11to dei Si11dacati Ve-

terinari il Ministero dell'Interno ha diretto a tutti i Prefetti del Regno ed al Governatore di Roma il ~ eguente telegramma: Sanità n. 34.459. È occorso rilevare cl1e qo1n1nissioni giudicatrici Concorsi sanitari nel precedere valutazione merito comparativo candidali omettono talora considerare servizio militare da essi prestato quali ufficiali medici o veteri11ari. Tale omissione non appare ammissibile non potendo logicamente sopraccennato servizio non esse:e riguardato quale indice preparazione professionale. Prefetti province sedi commissio-n i predette vorranno pertanto impartire disposizioni perchè commissioni ste se assumano suindicato servizio e coefficiente Yalutazione merito candidati inquadrandolo n ella categoria: altri incarichi e servizi previsti articoli 12, 45, 48 e 72 regolamento 11 marzo 1935 n. 281. Attendesi assicurazione. P el Ministro : BuFFARINI.

CONCORSI. Posti vacanti. Vm.r.ETRI (Roma). Ospedale Civile. - Cercansi aiuto chirurgo e assistente chirurgo. Per infor1nazioni rivolgersi alla Segreteria dell 'Ospedale.

Concorsi a premi. Concorso mirtjisteriaJle per il migliorr e es t1 1~tto epatico Con docreto 28 novembre 1938-XVII, è, stato bandito fra gli studiosi italiani particolarmente versati nella materia e i tecnici dirigenti delle industrie produttrici di preparati biologici u11 concorso per la preparazione del migliore estratto epatico a più alto co11tenuto di principio1 antianemico per la cura d ell 'anemia perniciosa. I t ermini per la presentazione d ella domanda di ammissione al concorso, già prorogati dal 31 dicembre 1939 al 30 g iugno 1940, sono s tati ulteriormente prorogati al 15 ottobre prossimo ve11turo. Ai fini di sottoporre i preparati che saranno presentati al vaglio della commissione giudicatrice alle necessarie esperienze cliniche, si invitano i medici condotti di tutta Italia a segnalare al Ministero dell 'Interno i casi di ane111ia per11iciosa a loro conoscenza. Si ritiene all'uopo opportuno far conoscere alla classe 111edica italiana ch e la Commissione giu-

PRATICA

133a

clicalrice del concorso in parola è costituita dall 'eccellenza il Direttore ger1erale della Sanità pubblica e dai professori: sen. Nicola Pende, Paolo Alessandrini, Pietro Di Mattei e Vincenzo -1Paolini.

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICIEMZE RICOMPENSE

AL

VALORE MILITARE

Croci di Guerra P1scumnA Raffaele di Antioco e di Pinna Maria Ang~la, da Chiranza (Cagliari), capo manipolo medico 2° reggimento fanteria volontari del Littorio. « Ufficiale m .ed ico di un battaglione di fanteria, durante un iutiero· periodo operativo dette ripetute prove di coraggio personale e di altissimo spirito di sacrificio. Durante un contrattacco notturno n emico, malgrado la violenta • • • reazione avversaria, non es1tava a portarsi fuori delle linee per ric11perare la salma di un collega caduto ». Torrecilla de Alcaniz, 19-20 marzo 1938XVI. ARRIOLA NAVEA Jaime di Celedonio e di Blanca, da Ondarroa (Viz.caya), alfiere 2° reggimento " Frecce Nere " . « Uffi.ciale medico di battaglione, in più occasioni dava esempio di serenità e calma, portandosi presso i reparti avanzati per accudire i feriti. Nonostante che il posto di medicçizione fosse sotto il tiro violento di artiglieria nemica che colpiva gli stessi feriti, procedeva deciso e sereno alla medicazione dando esempio di coraggio e di mirabile sen so del dovere ». 'f orrevelilla , 20 marzo 1938-XVI, quota 675; Valjunquer a, 27 marzo 1938-XVI. BIANCHI OttaYio fu Giuseppe e di Pieri Rosa, da Cesena (Forlì), sottotenente medico 4° gruppo artiglieria divisione '' XXIII Marzo ''. « Vista insufficiente l 'opera del m edico nella cura dei feriti, 'Olto intenso fuoco d 'artiglieria nepiica, che au1nentava continuamente le vittime tra fanti ed artiglieri, incurante d el p ericolo a cui si esponeva con spontaneo e coraggioso slancio, accorreva a1la linea dei pezzi, prodigando l 'opera sua preziosa nella medicazio·n e degli artiglieri colpiti da ferro nemico. Raro esempio di d ediziope assoluta che non traccia limiti al proprio dovere n . Fronte di Aragona, 9 marzo - 15 aprile 1938-XVI. CAMPANA Claudio di Benvenuto e di Molinari Giuseppina, da Mantova, sottotenente medico 7° r eggimento CC. NN . << Ufficiale m edico add_etto ad un comando di reggimento, m entre un forfe contrattacco n emico produceva parecchie perdite, sotto intenso fuoco nemico, si r ecava fino· alle prime linee p er portare con maggiore celerità la su a preziosa opera ai legionari feriti ». M. Mufedes, Fronte d 'Arago11a, lo aprile 1S'38-XVI. Il prof. l\tlario Barbara è nominato ordinario di scien za dell 'ortogen esi, nella R . Università di Genova, a decorrer e dal 29 ottobre 1940-XVIII << p~r alta fama e singolare perizia nel campo della predetta disciplina » . .Sono stati trasferiti i pro·f f.: Giovanni Revollella, di clinica ostetrica e ginecologica, d a Cat ania a Padova; Salvatore Maggiore, di clinica oculistica, da Messina a Palermo. Alla direzione dell 'Istituto sud-africano di ricerche m ediche è st a to nominato E. C. Cluver, in sostituzione di Spencer Lister , d eceduto.


1334

<< JL POLICLJXI C..0

NOTIZIE DIVERSE Congresso italiano delle scienze.

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[A~NO

XLVII,

~U:i\I.

31]

len1pesli va comunicazione della data cli apertura. e della sede del congresso. Dai partecipanti non sarà dovuta nessuna tassa di iscrizione e a i i11edici iscritti alla F.l.~I.S. sarà concessa la riduzione ferroviaria del 50 per cen to sull'intero percorso.

La Società italiana per il progresso delle scienze ha indetto la 41 a riu11io11e sociale a Genova d al ' 12 al 18 otto·p re. La Società è pre ieduta dall'Ecc. l\tI. D'Amelio ; l\ella UniYersità Columbja di New York si orne sono vice presidenti l ·Ecc. G. B. Bonino e gan izza un Congresso internazionale di scienze l 'Ecc. D. De Blasi; ne è seg·retario ge11erale il })t1re eò applicate; esso sarà presieduto dai proff. prof. L. Silla. La Giunta esecutiva è presieduta R. B. l\ifillikan e C. H. Urey. dal sen. M. ~Ioresco; ne è segretario generale il prof. M. Scern i . L 'Accademia spag·nola di dermatologia e sifiSi è pubbli ca lo il prog·ramma prelimi11are, in lografia organizza un'adunanza nazionale a Barun fascicolo di 40 pagine; la Presidenza della cello11a 1)er i g iorni 19-21 ottobre. · · Società , a t empo O})portuno, presi gli ordini del Duce, provvederà alla pubblicazione del proPer il corpo medico della '' Consociazione Itagramma definiti,·o della riunione, cl1e sarà il liana ,, a Buenos Aires. Congresso della Villo ria. A Buenos Aires, presso la sede della Cons-ociaIl programma lJroYvisorio comprende tra i dizione Italiana, ben 400 persone con a capo il sco1·si geru~·atÌi: « Importa11za dello studio del R. Co11sole generale, V. Ta~oo, si sono unite mare per la fisiologia » (prof. G. Brunelli , Ro111a), per tributare un !(}maggio ai comp-0nenti del cc Il mare e l 'alimentazione umana » (prof. G. corpo medico della Consociazione, all'opera diuQuagliarell-o, Napoli); tra i discorsi di clilsse: turna e disinteressata del quale, umili operai e « Previdenza e assistenza per la gente di mare » n1odesti camerati rico·r rono da anni per le varie (sen. prof. Meldolagl1i, Ro111a); «Il mare e l 'incure ecl assiste11ze nei 11t1mer-osi ambulatori della fanzia » (prof. G. Pacchioni, Genova), ·« La dicilt~l. fesa sanitaria marittima » (prof. L. Piras , Ge110, -i è tlll Ambulatori-0 centrale, e YC i1e sono va); tra i lavori di sezione: « Il contributo della altri rionali, la cui direzione è tenuta dal seniore fisiologia comparata alla c-0noscenza degli ormoni òott. C. B. Gonella, con vice-direttore il dott. E . gonadotropi » (prof. M. Benazzj , ,Siena); cc La Vercelli no; una serie di medici delle varie speciamisura della fatica » (pr-o.f. A. Donaggio, Bololità presta pure la propria opera per gli 8000 gna); « Il metabolismo intermedio dei glucidi >> consociati, a cui presiede il dott. Paolo Giordano. (prof. P. Mazza, Torino); « Solfo e metabolismo Per l'occasione, questi ricordò in un alato didei glucidi» (prof. D. Campanacci, Parma); « Abiscorso le penemerenze e l'abnegazione dimostrata tudine ai farmaci e fenomeni di astinenza » (prof. dai molti colleghi nel! 'esercizio della propria misA. Valenti, Milano); le seguenti relazioni annual; sione, svolta con alto sentimento d'italianità. sull 'attività scientifica e tecnica in Italia : nel campo della fisiologia (prof. L. De Caro, Pavia), della farmacologia (prof. P. Mascherpa, Pavia), Notizie sanitarie di guerra. della patologia generale (prof. B. Polettini, PaIl l\ili11istero delle Comunicazioni ha concesso dova). della patologia speciale (prof. E. Antognetle seguenti agevolazioni di viaggio sulle FF. SS. ti , Roma). a favore dei congiunti che si recano a visitare Le Socjetà scientifiche e tecniqhe nazjionali, militari reduci da qualsiasi teatro di operazioni gli Istituti di ricerche, gli Enti culturali itadella g·uerra attuale degenti in lu-0ghi di cura liani , sono invitati a darè la loro collaborazione del Reg110 per ferite o successivamente deceduti al vasto programma. in con eguenza delle ferite stesse: È fissata la riduzio11e ferroviaria del 50 % e sono a) riduzione del 70 % per i congiunti indigenti previste altre facilitazioni. Sono predisposte quatrecantisi a visitare militari feriti gravi o decetro escursioni. · duti ; La corrispondenza relativa all 'organizzazione Ya b ) riduzione clel 50 % per congiunti non indi· indirizzata impersonalmente alla S. I . P. S. , 41a genti recantisi a Yisitare militari feriti o deceduti. Riunione, piazzale delle Scienze 7, Roma; la corPoichè il Mjnistero delle Finanze ha autorizrispondenza relativa agli all-0ggi, escursioni, viag·zato l 'assunzione, da parte delle ammjnistrazioni gi ed altre inforn1azioni locali va i11dirizzata esclumilitari interessate, dell'onere del 30 % dei viaggi sivamente al Comitato ordinatore della 41a. Rit1degli indigenti, ne conseg·ue che questi potranno nione della S. I. :P. S., R. Università, Genova. effettuare gratuitamente sulle FF. ,S S. i viaggi di cui trattasi. Congressi e convegni vari. I con g'iunti non indigenti dovranno invece soIl I': qc>ngresso di medicina d~llo spoirt ~è stenere in proprio le spese di viaggio fruendo stato r1nv1ato ad ottobre del corrente anno. I della riduzione del 50 % delle FF. SS. temi di relazione r esteranno così fissati: I congiunti sia i11digenti che non incligenti 1) « Le lesioni traumatiche dell'arto inferiore per fruire delle suddette facilitazioni, doYranno djel calciatore (escluso fil ginocchio}», relatore presentare domanda in carta semplice alle stazioni prof. O. Uffreduzzi; dei 8C. RR. e ove queste manchino, ai podestà, 2) « Il cuore dell 'atleta », relatore prof. Gioesibendo i necessari documenti. vanni Pini. Co1ne già riferimn10, nei RR. Ospedali Riuniti Sono ammesse ~01nunicazioni inerenti ai ten1i cli Santa Chiara in Pisa so110 g iunti molti soldati di relazio11e e su altri argomenti, sempre però italia11i feriti, reduci dal fronte alpino. La Renell 'ambito della m edicina dello sport~ Sarà data 1


(_l\NNO XLVII, NUì\f. 31 J

SEZIONE PRATICA

gi11a Imperatrice ha. effettuato i1umerose visite nei vari rep·a rti os1)edalieri ove essi sono ospitati. Successivamente Ella si è compiaciuta di inviare loro dalla Regg·ia cli S. Rossore, quasi quotidiana111enle ed in rileva11ti quantità, doni di varia natura (sigarette, car toli11e, carta da lettere, fra11co})olli, frutta, cibi). Nel « Sunday Dispa Lcl1 » lord Donegall si cl1iecle : « Chi lasciò partire Castellani » ? Egli rileva che l 'illustre tropical ista ita:liano era nel s'uo gabinetto di lavoro a Londra, in Harley Street, il giorno della dichiarazione di guerra d.ell 'Italia e che non si doveYa permettere a tanta personalità di lasciare il lerrit-0rio del Regn-0 ·Unit-0. L'articolo· è com111enta lo 11el « l\iiessaggero » del 24 luglio. •

Un po' dovunque. Il Co11sigli-0 dei 1"Ii11islri nella seduta del 6 luglio, su proposta del Ministro dell 'Ed. Naz. , 11a approvato un disegno di legge per la creazio·n e di 11uovi p-0sti di ruolo nelle RR. Università ed un altro disegno di legge per il nt1ovo regolamento delle Scuole d 'ostetricia. Il corso ordinario d 'idrologia medica nell'UniYersità di Il.orna, tenuto dal prof. M. Messini, è lermi11ato con un sopraluogo allè sorgenti di Sàngemini: il .p rof. Schiboni, direttore ~anitario, tenne una lezione e il comm. Violati, amministratore delegato , una relazione; il Messini riassunse l e indicazioni di quelle acque. Il prof. Arturo l\ilanna prega i collegl1i chirurgi, richiamati in servizio militare, volergli co111unicare i çasi clini.ci nei quali abbian-0 avut-0 occasione di praticare interventi plastici st1 qualsiasi parte del corpo; occorre una breve storia e clescrizione de11 'operazione e possibilmente fotografie, disegni, zincografie. Detti casi saranno, a cura del prof. ~Ianna, pubblicati nella Rivista « La chirurgia plastica ». La corrispondenza può essere inviata alla R. Clinica Cl1irurgica di Roma. Il n. 6 della « Bibliografia Medico Biologica » riporta e recensisce più di 1500 lavori pubblicati in Italia durante gli ultin1i mesi, il che attesta come i medici ed i biologi italiani continuino silenziosamente ma intensamente la lo·r o op~ra. Il fascicolo, di oltre 250 pagine, reca anche aflicoli di G. Petragnani e di S. Baglioni e al• • • cune rev1s1on1. Il Ministero dell 'Interno, d 'intesa con quello dell'Educazione Nazionale, ha stabilito che il servizio prestato in qualità di aiuto ed assistente presso l 'Istitut-0 Nazionale cc Vittorio Emanuele III » per lo studio e la cura dei tum-0ri a Milano (piazza Gorini 20) venga equiparato al serYizjo prestato come aiuto od assistente universitario ai fini dei requisiti per la partecipaziot\e al concorso a posti di primario ospitaliero. 1

A Roccapiemonte (Salerno) si è inaugurato un. . istituto di cura e di educazione per m1norenn1 anormali psichici; porta il nome di « Villa SilYia »; ne sono consulenti il prof. Giuseppe Montesano e la dott.a Maria Teresa Rovig·atti. Si è organizzata a Gorden, pre$SO ~rande~­ burg a H., in un 'azienda rurale, una sez1011e psLchiatrica infantile e(lucativa; altre istituzioni co·n generi sono in programma nella Germania.

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Il Duce ha co11cesso Lln con lributo di due mi lioni di lire per spese di ampliamento e arredamento delle sale d.ella cli11ica ostetrico-g·ineco1ogica de] Policlinico di !Perugia. La Pri11cipessa di Piemonte ha assistito nel1'0spedale militare di Napoli , ad uno spettacolo teatrale organizzato dall 'E.l.A.R. per i feriti di guerra. Il Con siglio d 'amministrazione degli Istitu li ospedalieri di Milano è stato sciolto - in seguito alla morle del presidente avv. Massimo Della Porta - e 1'avv. Sileno Fapbri è stato i1-0n1inato commissario strao.rdinario. A v-arsavia è stato organizzato un ospedale per tubercolotici, capace cli 300 letti, attrezzato con i mezzi più moderni.

J_. '« Ospedale della Santa Famiglia n di Litz- · n1a1111stadt (già Lodz) ha cambiato il nome in Ospedale Erwin Payr . Con circolare del Ministero dell 'Inter110 del Reich in data 18 giugno 1940 le levatrici ve11gono chiamate a partecipare, in cooperazione con .i medici e ·con le assistenti sociali, alla lotta contro la mortalità materna e infantile, mediant~ l 'assistenza diretta e median·te consigli. Col prin10 ap·r ile sono andate in vig·ore nella Ger1nania le nuove disp-0sizioni che disciplinano la vendita dei derivati dall'acido barbiturico. Il prof. G. · Sangiorgi, direttore deJl 'Istituito d 'Igie11e di Bari, ha pt.1bblicato ne cc La Gazzetta del Mezzogiorno )) (21 luglio) un articolo dal titolo: Malta italianissima (nei miei ricordi di goliardo ·i. Il prof. Henschen di Stoccolrna ha t enuto ùna co11ferenza ad Erlangen, sui problemi di patologia geografica. Egli ricordò che già Linneo, n ella sua prolusione all'università di Upsala (l 7_41), ~veva prospettato un prog·ramma di studi in qÙesto campo. Il · prof. Albert Doderlein , g·ià clinico ostetrico ginecolo·g ico a Monaco, ha compiut-0 il 5 luglio il suo 8()'0 compleanno. Il prof. J. Wag·11er-Jauregg·, emerito di psichiatria e n eurologia a Vienna, ha festeggiato il 14 luglio il suo 60o anniversario di dottorato. All'Università di Vienna ha conseg·uito la laurea in medicina l'americano -Henry F. Cuttler, di 79 anni, già .titolare di due lauree america11e in medicina e medico hono1,.is caus<.i. Egli ha 6 figli e 21 nipoti. Il prof. L. Tarulli Brunamonti ha comme1110rato Gentile da Foligno, nella citt~ natale del1'insigne « principe della medicina n . Si ha notizia che ad Hollywood si s tan110 allestendo una cinemato·g·rafia sulla vita di Ehrlich e una su11a vita di Mesmer. L 'uon10 che da quattro anni vive n el cosiddetto << polmone d 'acciaio ·)), Frederi.ck S11ite, il qual~, co1ne avevamo annunziato, aveva contratto matr1111011io, ha avuto u11. figlio.

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1336

<e

WALTER

CESARE

IL

POLICLINICO

GALLI

Nato a Roma nel 1902, è deceduto a Como, a soli 38 anni, il dott. WALTER CESARE GALLI, figlio del noto cardiologo italiano prof. Giovanni. Si era forrnato all'Università di Tubinga, dopo di che venne a sost enere l'esam e di 1Stato a Roma. Fu quindi p er un anno a Dusseldorf dove si perfézionava in cardiologia n ella Clinica di Boden, d el quale traduceva in italiano il classico volume sulla elettrocardio logia, corredandolo di note ed aggiungendovi due cap·i toli. Passava poi nell 'Istitu to Ker ckhoff di Nauheim, dove lavorò sotto ·1a guida di Eh. Kocl1 p·u bblicando con esso alcuni lavori. Nella sezione radiologica dell 'Ospedale Santo Spirilo di Fran coforte, diretta da Lossen, si perfezionava in radiologia pu~blicando un nuovo m etodo per l 'esam e dello spazio di Holzknecht. Fu collaboratore assiduo della cc ·G azetta degli ospedali e delle Cliniche » dove sono comparsi numerosi suoi articoli originali di cardiologia . Tra i cultori di questa branca occupava meritatamente uno dei primi posti. L. ~ · 1

GIOVANNI .LORENZINI

Il conte prof.- cav. di gr. cr. G1ovANtN1 LoRENz1N1, rimasto vittima di un incidente automobilistico a Milano il 24 luglio, era uno studioso reputato, affermatosi decisamente n el campo della vitaminologia. Pro·fessava la liber a docen za i11 chimica biologica ed in p atologia medica e metodolo·g ia clinica a{ll 'Universi.tà di !\filano. Dal 1930 era membro del Consiglio Nazionale d elle Ilicer ch e e nel 1932 gli era stata con.ferita la m e. daglia d 'oro p~r ben em er enze scientifiche. Aveva cr eato e dirigeva l 'Istituto Biochimico Italiano, fiorentissimo e che conta su ccursali in Italia e all 'Es tero. L'Istituto pubblica due periodici apprezzati : gli cc Annali » e la « Rassegn a Clinico-Scientifica ». t>er le sue benemerenze industriali il Loreni ini " era stato fatto cavaliere del lavoro.. Gran signore, era proprietario di una scuderi~ , i cui colori avevano trionfato in molte competizioni in Italia e all 'Estero. Il Lorenzini era una della personalità più in vista del mondo milanese.

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"XLVII,

~u~i. Hl}

Era nato a 1'1ilano n el 1886. La sua tragica fine hu destalo vivissimo ri111JJianto. G. P. .

Il prof. ANGELO LUCRI, chirurgo primario di Sarzana, è stato ucciso a colpi di revolver esplosi da un irresponsabile. Il Lucri era un esperto operatore e uno studioso di valore. Nel numero scor so, dando notizia della perdita del prof. Cesare Casarini, confondemmo questi col fratello, prof. Arturo, il quale fu a lungo <lirettore del e< Giornale di Medicina Militare » ed è un cultore della storia della medicina. In questi giorni è stato richiamato in servizio. Mentre presentiarno al prof. Arturo le nostre sentite condoglianze per la inorte del fratello , aggiungiamo che i suoi amiçi saranno felici di apprendere come egli sia sempre in eccellente salute e l'errore co1nm esso nei suoi riguardi gli permetterà, quanto m eno, di apprezzare la stima da cui è circondato.

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ANNALI D'IGIENE. PERIODICO MENSil,E Sommario del n . 7 (1940) Memorie originali: E . BIOCCA: Osservazioni sulle proprietà bioohimiohe e s ierologiche dei batteri para, dissenterici. - P. Tri'Podi: Sull'identità o meno del « Bacterium ceylonense A » con il << B. sonne ». L Molina: Sul oomportamento di 636 ceppi di « Ebert hella ty1p hi >> verso lo xilosio e l'wrabinosio. Note di tecnica : A. OIMMINO: Differenziazione de1 batteri dissenterici mediante terreni coni f o:ronalina. Questioni d'attualità : V. PUNTONI: Ancora sul mecca, nismo d'azion e dei fermenti lattici. Igiene pratica : G. CIANI: Per la disinfezione delle stoviglie nei pubblici esercizi. Recensioni : Microbiologia. R•vista bibliografica. Amministrazione sanitaria Notizie. Abbonamento 1Per il 1939 : Italia L. 7 O ; Estero L. 1 2 O; Per gli abbonati al << Policlinico» L. 6 4 e L. 1 1 Q. Un numero separato: Italia L. 8; Estero L. 1 2 . Inviare l'importo mediante Vaiglia Postale o Chèque Bancario alla. nostra Amminist razione, ditta LUIGI POZZI, editore, Via Sistina 14, ROMA. Numeri di saggio gratis. Farne richiesta alla Direzione del Periodico, Via Antonio Salandra 14 - Roma.

Indice alfabetico per materie

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Aborto abituale : trattamento . . Acqua potabile in guerra . . . . . Agranulocitosi e loro trattame11 lo . Allergia : emopoiesi midollare . . Amministraz.

sanita1fu

. . . . . .

Anemia da infezioni : patogenesi . . Anemia p erniciosa di Biermer: t erapia timica . . . . . . . . . . . . . Anemie da err o·n ea differ enziazione eritroblastica . . . . . . . . . . . . Ascaridiasi: cutireazione diagnostica ~ibliografia . . . . . . . . . . . . Campi di battaglia: risanamento ..

Pag. 1329

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1324 1320

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1325 1332

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1315

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1322

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1320

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1325

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1323

Cancro dei g·enitali femm.: cure coadiuvanti la radiumterapia . . . · . Pag . 1329 Chirurgia di guerra: direttive prati)) 1305 che . . . . · · · · · · · · · · · · · .

))

1332

Cultura: il gravame della . . . . Dermatologia: appunti di terapia . Gravidanza: calcolo della durata .. Gravidanza : erosione cervicale: cura Medicina ir1terna in g·uerra . . . . . Parto: u so della chinina per facilitarlo Pleura : neoplasma . . . . . . . · · · Sifilide congenita: r eazione di Chediac Sifilide in gTavidanza . . . . . . · ·

))

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1331 1329 1329 1323

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Cr a.naca de l m.o·v i1nento corporativo

Diritti di proprietà riservati. -

Non è consentita la ristampa di lavori pubblicatii nel Policlinico se non in seguito autoriztati.one scritta dalla redazione. ~ vietata la pubblicazione di sunti di essi senta citarne la fonte. L'EDITORB

C.

FRUGONI,

A. Pozzi, resp.

Red. capo. Roma, Stab. Tip. Armani di M Courrier

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VOLUME XLVII

Koma, 12 Agosto 1940 ·XVIII

Nnm. 32

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE •

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PREZZO

D'ABBONAMENTO

PRATICA

CESARE FRUGONI ANNUO

I talia (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale) L. 80 ( 1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . L. 60 (1-b) .ALLA SO L~ SEZIONE CHIRURGICA (m ensile) L. 60 Singoli :

AL

Clinico Medico di Roma

« POLICLINICO»

PER

IL

Estero Cumulativi : L. 125 I (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e medica) . L. 70 (3) ALLE DUE SEZIONI (pratica e chirurgi•c a) L. 70 (4) ALLE TRE SEZIONI (prat., med. e chir.)

1940

Italia Estero L. 125 L. 180 L. 125 L. 180 L. 165 L. 220

Un numero separato della SEZIONE MEDICA o della GBIRURGICA L. 6; della PRATICA L. 4,00

..- L'importo dell'abbonamento, che può essere inviato con Vaglia Postale o Chèque Bancario, può anche essere versato, senza tassa, nel Conto Corrente Postale N.1 /6945 dell'editore L. Pozzi, Roma. Se dovuto riscuotere contro Tratta Postale del! 'Amministrazione, questa comporta l'aumento di L. s.

SOMMARIO. Lavor i originali : P. Piulachs: Il

i nghiozzo come sintoma deì legamento rotondo del fegato. Osservazioni cliniche : T. Lu cherini A proposito della colecistopatia. con così detta b ile calcarea. Note e contributi : V. Montesano: La reazione di Ide nella diagnos i di sifilide. Apparecchi e strumenti nuovi : E. ovena : Presentazione di una nuova siringa per trasfusione di san gue. Sunti e rassegne : OHIRURGIA DJ GUERRA : w. Ton•nis: Sul t rattamento delle ferite d a a rma da f uoco del cervell o. - TIMO : Ch. Bom skoY e L. Slado,,- ie : Il timo, organo endocrino. - E . Rehn : La iperfunzione del timo quale malattia. - Werner Wesse: Morfologia e clinica del timo. Cenni biblipgrafici. Appunti per il medico

pratico :

CASISTICA

E

TERAPIA:

LAVORI ORIGINALI CLINICA n ' uRGENZA nELr.; OsPED:\.LE DI B ARCELLONA

CLI NICO

(Spag·n1).

Il singhiozzo come sintoma del legamento rotondo del fegato. Dol t. P.

Prc.i LACH • .

111 casi di ulc us gastrico penPlrante n el l ega11"1ento rotondo d el fegato, in casi di ing lob amento di quefYto legarrtento in un sacco di aderenza iuxtao111b elical e, od i11 lesioni .apparente1r1e11te prin1ili ve del n1e·desimo, Buttiter l1a descritto una sindro n1e caratterizzata dalla seguc11te t riade : l i) Dolore nelle 'ici11anz•e dell'on1b0lico; 2) Sen ~o di pesantezza retrosternale , con cspulsio11c di u11 liqt1ido n1uco· o, senza vorri iti; 3) Singhiozzo , il quale è il più importante e c aratteristico ele111ento di questa sindTo111e del leg·a1nento r otondo. 1

Sull'infarto. del miocardio. E1uorragie sottoendocardich e nello shock . - Sin drom e cardi o-appendicolare. - L'i pertensione arterio3a polmonare primitiva. - La terapia della claudicazione int e.::mitten•t e. )t[orbo di Raynaud e stati ipoglicemici. - MEDICINA COLONIALC: La cacoforia tropicale O sindrome di Ca, stel1ani. LABORATORIO: La dia.gnosi batteriologica d ell 'infezion-e gonococc:Lca. Nella vita professionale : Medicina sociale. Cronaca d el .m.·o vimen t o coruorativo. Concorsi. Nomine, promozioni ed onorificen ze. Notiz•e diverse. Rassegna della stampa medica. I nd1ce alfabetico per materie.

Buttner defin ì ce il sing hiozzo co111e una ri$u l lant e cl 'i11spirazio11e ·e c l1iu st1r:i ·irn ulta11ea c1eìlr· 'i r. r espira lorie .a lte. J\'loye r-\,Tildison di, jcl e il sing-11iozzo a seco nùa d~lla . . ua o riginl' ir1 cluEi l ipi : 1) cer ebral e o i:;e11 tral e i1el qt1ol c collli)r end e il ~jn ghi ozzo e1Jide111iro (in r clazio·n e con u11.a en cefalite l eta r g ica), c1uello prodo tto cl~ affezioni di i11en in gitc, q t1ello ri ~ult '1. 11 te da una iper eccitabilità n eu rc111uscolare (ure11ia grave, i~ Leris11 1 0); 2) :.. iugùiozzo coJ1secutivo ad un.a irritazione locale o reg·io11ale, fre rtica o si1r1 p at.ira, co11 inclu sione d i 1111'eye11tuale com·pone.nbc vag·al0. T11 questo sin ~:rl1i0 7L.O è con1preso quello prodotto da r o 111pr e~sio11 e frenica , a ffezioni deg·li organi addon1 inali , ecc. Nei casi di . in g·l1iozzo i1er ll ffez in11e deg·li or ga11j addo1) lÌJ1,ali , M eye r\1\' il d i ~ on crede cl1 e il legarr1e nl o r o tond o . . ia l 'oro·ano ch e ;::,aioca la parie cl intern1edia rio. o B11tl1 ter lo co11sidera lJa rle esse11z iale neI mecr anis1no del singl1iozzo, ch e avrebbe origine i1er la trazion e del legan1ento To tondo, il qu<lle a Slla volta fa rebb e trazio11e :::ul lepa111ento 1

1


133'

cc IL

POLIC:LlNlCO »

fal('ifo r111r i1111 erv.a lo dal fr enj ro. l l ~in g·J1ioz­ zo ~a rebb c t1ui11di ut\ inl.0111 0 del Jega111en to J"O l O tlÙ O .

No i abb-ia1ltO a \ 11L0 occasio ne d i oss -·rvar e tre casi 11ci t1ua ]i il "-int5·l1i.ozzo :;i 111 a ni fe:'tò L'011 1e u11 ~ i11to 1u a clel J·e~·a n1 e 11 1 0 ro to n<lo . Li descri\i'-l1110 i11 111 1.u1iera 111 olLo st1 rci11ta . ()ssERVAZJONE I . - .J . C., ann .i 50. Pr<'se11la il fega to 1nollo au111e11l at o cli 'olunic che si es le11cle dal ()o ·pazio )n lercos lale J:i11 0 a 12 cc n li1nelri r irca , ol lo j} bordo co lale (li11 ea n1an11n illa rc). Le 1caziolli id a licli.cl1e ·on o Lullc p ositiYe. Vie11e <liagr1o: lica la un a cisl i id a lirn ciel ìeg·ato . [ L n1ala lo p re ·e11Ia .i11 qt1 alch e occasione d elle crisi di ~ i11 gl1 i ozzo 1·ibellj a qual i a~i lra lla111e11to. Si i11l er,ie11 e tro, a nclo il fega to i11ollo g ra11cle, re1dle11le e.rl il leg·a n1c nt o r olo11do n10Jlo leso, cl1c i ·eziona; ap pe na sezio11 at o i ·api si rj lira110 ~ e1)ara11 d o i di ,·f'\ ri ce nl in1e lri. Ma r' ulJ ial izzazion e d ella ci · Li. Il 11 1a1ulo 11011 l1a jJ it t a' ulo si11gbiozzo. OssERVAlIONE II. - V. H. n1111j 45. i\!I al nlo t11olto ob eso, fega to -g ra ncle d alla 5a. co · tola a circa 5 traver se cli dito so tto il ))ordo cos tale ( li uea ina1n n1illar e. Reazio11i icl atidicl1e po ilive. 11 111 alal o soffre cri ·j di si11ghiozzo .cl1e so110 · tate r ibelli a qualsiasi t ra ttam ento. Si oper a lrova11clo un fega to g r nnd c 11c l qu ale, 1i~aJ graclo ripe lu L.e. }Ju11l t1 re, n on : : i (• po tuto loca li zzare alcun a cis U. Il lega1ne11 Lo i olonclo è i11 e · trc1na lc11 :-.1oo e, si sezio11.a ed i ca1Ji s i ritiran o co11sicl cr.ev0Jn1e11Lc. C'o11 ciò il i11g· hiozzo ced e d cfini liv amen l('.

i lraita q ui11di ui d ue an 11r1 aJctti t•l1e j_JJ"e ·e11ta110 Lutti ·C du e un feg·a Lo gr.a11de ch e p·e 'a ul legan1e nl o roto11do ren dendolo 1110Jto te ·o, ciò r l) C si lra duce co11 la r eLt·azioll e 0111b1e li1cale, ( 0n1p•rovand o i n ella la1)aro lo111 ia cl1e il leg·aJl 1ento a1)pare in g rn11d c t ensior.c e nel taglia rlo i suoi ra1>i si rii i r.~ 110 f(; fl idevol111e11tc . I d u·c Jllc lati soffri, ·a110 c risi di ino·]1iozzo cl1e ce l'la111 e11 l c er a11 0 lega le a q ue to stato di t e11~ i 01 1c cd a11 u ng·a111e n Io del lega111ento roto.n Jo del fega to . 111 a111bi(lt1e i ca i la ezion e del lega111e nto fece . }Ja rire dc riilÌ1i\ an1 e11to il singl1iozzo.

J~ 'operiamo, lrovn11do il legan1e11to rolo11do pun-

to d e11lro il sacco er11iario . Sj seziona fr a due leg·atur~. Gu :lri ce dell 'er11ia. Il n1alalo no11 h a pit1 avu lo si11gl1iozzo .

Pure i11 que to caso la relazio 11e fra il ing·J1iozzo e la co n1f>ro111issio1le n elle a deren ze e la trazio11 e dcl !eg·a 111e11Lo ro1lo1~do se111b·r a in1tegabile. Lo co11fer111 a la g ua rigione c.lo1lo il sezio11a111en Io del 1nedesi111u. Buttner e Meyer-V\t-ildi ~o 11 l1ar11to tro' ato in • qualch e c.a so ing ros.sa111 enl o ed a de r~\_1 ze del leg.amento rolo11do. Noi in n es ·uno d ei no!"tri tre " à i .abbia1110 trovato lesio ni 111ac r0&.' 0I)ir l1e d el in ede: i1110. L'azio11e iifl e~ a era do' uta '·Olan1 e.n te a d un fa lla re i11ecca11iro di l c11 ~i o n e.

RIASSUNTO.

L 'A. ri ferrisce tre osser vazio11i cli11 icl1e di ~ in ghi ozzo ribell e, in cui ~ j tro,·ò in ~t ato di lt'nsione il lega111e11lo cp-a10-0111})e]Jirale.

BDTTNER G. Zur Chiru r gi e des L ig . teres hepa tis un.cl rle r Nabelg e·b i lrl e. Ei11 Bei trag zur Pathogen e ·p de .. Si11 gullu s. Zol . Chir ., .56, 1996. 192&'. Ju . W eil er e Beitrdge zu r Diagn os li'h· u n.d (~ l1 ir u r­ gischen Path ologi e de· Nabelsbacler sys tern s. Der Sing·ul tu s als Liga n1en lu1n -terc -Sym a lo111. Beilrag. z. Kli11 . Chir ., 154, 603, 1932. NI EYER-W1LD1 SoN

te r es /1epal is .

OssERVAZIONE III. - _.\. C., an11i 30. P re cnt a da u11 a1111 0 un 'er n,i a epigast r ica d ell a gran clez,1;a cli u11a 11oce ·itt1a tà a du e elit a t ra' er ~C' circa al cli sopr a dell 'omb.elico. A Yoltc è dolorosa. Il inalato . offre da circà . ej ine i di ing·]1j ozzo riJ)elle a q ualsiasi lra ll an1e11to.

R.

in gul tu s u nd Ligan1e11tiim

ch ,v. ì\lccl . \.\ 1 cl1r ., 63, 857, 1933.

Rammentiamo l'importante pubblicazione:

1

Nella II osser vazio ne il fatto ha più va lore Dn cor a in q·u a11to c11e q u e ~ ta sezio110 d cl lega 1nen to rotoed o fu J'u11ica cosa che si fece nella lapa roto1nia, po iC"l1è i1on i pot è localizzare l n cisti idntica cl1e i cerctlva . _\ l tro cas·1 d in10 trativo della pa rte del le• ga111cn Lo ro1011do 11el i11 ccca11ism o d el in- . ' g11 iozzo è iJ t-eguen te :

'

Prof. LEONÀRDO DOMINICI e

Direttoi e dcl R. Istituto di Patologia Chirurgica pro pedeutica clinica de lla R. Università di N ap oli.

Compendio di Semeiotica Chirurgica S econda edizione accuratamente aggiornata e notevolmente ampliata lCOn

P refaz. del Prof . Roberto Alessandri a lla 1• ediz. . )

t<iportiamo L'Indice sistematico del v olume: Introduzione. PARTE I. Esame Clinico. Cap . I. Anamnesi. Cap. Il. Esame obbiettiv o semplice generale. Cap. Il I. là. obbiettivo semplice locale. Ca p. IV. Id. obbiettiv o semplice locale delle varie regioni e dei v ari organi. Cap . V . Id. obbiettiv o con m etodi speritnentali. Cap . \li. Id. della funzione dei v ari organi. PAR'fE li. Esami di Laboratorio. Cap. I. Esame delle urine. Cap. li. Id . del sangue. Cap . lii , Id. del liquido cefal.o ,rachidiano. Cap. IV. Id. del succo gastrico. Cap. V. Id. del succo duodenale . Cap. VI. Id. delle feci. Cap. VII. ld. dell'espetto1·ato a scopo diagnostico in chit·urgia. Cap. VIII. Punture esplorative. Biopsie. Oper"' zioni esplorative. Indice alfabetico. Volum e in,8°, di pagg. XVI 468, nitidamente stampato 1n carta am ericana, con 216 figure in nero ed in tricromia inte rcala te. nel testo. Prezzo L. 5 6 + 5 % e più le sp ese post ali di speC:i, z1on e. 1

Per gli a bbonati ~ I « Policlinico » od a qualsi1si dci nostri q uat tro per iodici, sole L . 5 2 . 9 O fr anco di porto in Ita lia, Imper o e Colon ie. Per l' Este r~ L N 5 5. i nviare Vaglia Postale o Assegno Bancario cir colare alla Ditta LUIGI POZZI Editore, Vi:i s:stina 14, ROMA


[AN1No XL \ ' II, Nu1V1. 32 ]

SEZIONE PR.\ TICA

OSSERVAZIONI CLINICHE OsPEDl\.L.E

POLICLINICO

(( u~lBERTO

I )) - Ro·MA

(V p ADIG LIONE)

A proposito della colecistopatia con detta bile calcarea.

COSI'

Prof. ToMl\llASO L t;-CIIE RINI 1)ri111ario m edico ed agg·r eg·ato clinico . L · i1111)orta11za e Ja raritù d t>llil cosid etta bile calcarea è nola e p U1' llel co1 11 plcss o ed osc uro cu J)itolo d elle colecistov·a t ie cro11ich e litiasic!1e ed a litiasic11e questo tipo di -colecistop•a tia offr e l 'occas,io rle j)e r IJros1Jettarsi dei quesiti, la cui ri ·o luL io11e 11011 è cert.a111ente ag·evole. Assai ~e a r~a è i11 I talia la lettera tura int o rno a ca ·i (}i co&ì detta })ile -calca rea . Recentem ente G. Lo11go r 1938) 11a desc ritto u11 caso di b ile cal c area LJ.arl icolar111e11l e clnl JYU11lo di vista radiolog·iro , i1on essendo stato 1Jo•s sib·ile praticare itelln 11u.data 1'intcr\'ento cl1irurgico. Longo (Joµo a' er descrit to il quadro clinico- i11ton1aLologic o ed il re perto ico11og·rafico i offerrrta n di ~c ulere il 1r1ecc.a.nis11to l)a toge n etico cl1e. a st10 giudizio è legato in pr i1110 ten1po alla forn 1az io11e di u11a ca l c o l o~i colesterinica , cui segue l'al terazion e delle l)areti d ella colecisti , i11 ~eµ·uito a cui verrebbe a formar ·i una p recipitaz ione del calcio , il c ui indice di saturazion e sa rebbe 1)e rò ]1Ìtl allo del norn1 nle. A ' ~ ai più ricca è ] a letteratura straniera ch e corr1incia con la citazion e cli Volk111 ann il qu.ale r1~l 1929 d escris ·e due ca i di bile calcar ea . In eg~uito sono stali o·sse r\'ati casi da Re,vbridg e, Pl1e111ister e Goldl1a11 ter , ecc. L' A. r1er ò cl1e ci 11a consegnat o il lavo ro più preg·evole ~ ulla co.: idetta bile calca rea è I\.nutsson il quale 11el 1933 11a descritto 12 casi occor .. i all a sua os::;er\·azione e tu tti arri ~chiti del r e1)e rt o Oj)eral i,·o. In tutti i casi tlescritti da Knutsso n so110 stali trovati ca lcoli di colesterina, dei qual i alcu11i in n ove ca i risiedev.a no riel ci~ t iro . Lo stesso A. h.a rilevat o n ei suoi casi i . . eg1l i di uno s t3to flogistico cronico della l1arete della f-ellea, 111er1tre l 'esan1e chimico del contenuto colecistico cl1r era di consistenza la })ÌÙ varia (in g·en er e sern isolida) , h a fatto rile,·are la costante presenzi\ di cnrbon ato di Ca. A n1e è rece11ter11efltP- occorso di o se rvare un <·aso di c olecisto~)ati a co11 .])ile c.nlra rea ch e breve·m e11te d escrivo :

133&

cl olorj alla r egio n e Jo111JJ0-sacrale d es tra co11 ·irradiazion e all a fa ccia pos te riore della coscia. l .. ·e a111c obje lliYo n on 11a f a llo rjlevar c alcuna })a rticolare a11omalia a carico d ei ''isceri iJ11 er11i. Il Ceg·a to è nei limi li 11ormali ecl il pu11 lo epatovescj.colare è in.d ole11tc all a pres~io 11 e di g'ilale di rel t a . Sj rilevano soll a11lo i seg11i tipici <li u na 11e,·ril c sci alica d es lra . . Esa1n e d elle uri11 e : neg a Liro. Pre~siou c nrt erjosa: 150-95 (Riva-I{occj); Rcaz io11c vVas. . er1na1111: 11 cg·a LiYa. Azo temia : 0,40 per mille .

1

l~li sa

i\111ali ; cli [111r1i 47 , clonI1a cli c asa , coniu ga.la con prole. N"L1lla di parti colar e nel gentilizio. I r1 })assato no11 h a rn ai aY11to a soffrire di alcuna inalnt~ia degna òi nota. 15 giorni primJ <lell 'i11g res:::o all 'O$f>t'òn1e l a 11azien te è colpita ò a

RAnroGn. n . 1. Ci-lice n1 ia: 0,97 p er 111ille; rolest eri11em ia · 1,40 J)er n 1 ille ; calcemla: m g·r . : 105 per inille. Eso1ne e111orron1 oritome trico e 1norfologico n ei lin1iti n o r111a li. L'esi.; Le nza d ci seg11i d ella Il evrite sciatica 1ni indus·ae a praticare l esa1ne r a diog·rafico d ella coJ0n11 a lombo-sa.crnle che dal punto di vis ta vert eb rale risul l.ò n egati vo all 'inft1ori ò el1 a esist en za <li 1Ln sacro di sei p ezzi. Quest o esa111e r adiogrnfic:o 1nise i11vcce ca u sal1ne11Le i11 e,·id ei1za l.ln a

orn l)ra o paca 11on omogen ea , cti cle11 sità calc ifi cn livello d el marg·in e i11fe riore d el fegato, 0 111lJra cl1e per la sede, l a .for111a er a da riferirsj ad uu a col ecis ti pa tologi.cl\ C:ont è11en te bil e con al lo co11t e11uto di sali calcar ei. A segt1ito di tale rerert o ,·e n11ero e·:::cgui le t1ppos i le inòag·iui coler is l ograficl1e · cl1e rnostrarono l 'es js len zn cli una cistifell ea a forma di pera roJ1 il ·tto coJ lo allu11gn to e ric urvo a con cavità 1ned ia l c ~ cou i11L e 11 ·ilà d 'o n1bra <li tip o .calcifico nla nou on1oge11ea per l a })Tesenza di 11 t t111erose i111n1agiui ch iare di Yaria g·r a11dezza r o tondeggian 1i. ari d o sa le J't1n a all 'altra e rife ri})ili a calcol i 1)Ì· lia r j trns11are11 li , i ·r11n1r r~ i i11 1111 con tenl1l o bili are ti


1340

Cl

IL POLIC'L i l"iI CO

011aro . .:\1 cli !uoTi del collo della coleci::i li $ilualo nel d otlo cis tico si rileYaYa un calcolo biliare (Yeò i r a.rtiogra111111i n. 1 e n . 2). Le radi ografie d eJla colecisti e·seguite s ia i11 clect1bilo s upino, cl1e prono, ia jn posizio11e eretta (rad. n. 2) ,

»

[ANfNO

XL , -11 , -

32 J

l M.

l)er quanto la p azien le no11 abbia mai prese11lato di lurbi a carico delle vie biliari pur tuttaYia decj·se di sottoporsi all 'i11terYento 011erativo cl1e venne eseguito l '8 febbraio 19'3G' i1el reparto cl1irurgico del II pecliglione: la ci. tifellea venne asporlala .facilmente ed esaminata macroscopica1nente éllJj)arve della g·randezza di un medi a pera la cui p arete non era ispessita, ma presentava all 'ester110 qualche te11ue aderenza fibrosa. La fellea, la cui i11ucosa era atrofica. conleneva 34 calcoli facce llati, immersi in una . . o:, lanza den sa, cretacea di colore bianco-g·iallastro, di con siste11 za i11olle p ast o·sa,. mentre un calcolo gros... o era situat o a li' ello del clolto cis tico. J..,a sezio11e di qt1al.

-----r---

.

\

.•

' ,

L H.ADI OGR.

lJ.

~·.

-

Proiezion e

i11 }) i e cl i

11011 m os lrarono })arlicolari 111odificazioni clj ·eclc, for111 a e g rand ezza dell '01ubra col cci ~ 1i r(l. La proiezioll e laterale rnise l~ e1Je in e' iden zn la colecis l1 cl1e era i11 sede 11ormale e °})r e. enlava

l\Au1ot. R. 11.

~.

-

Proiez ione later ale

un _aspE:: ll o ai1 a logo a qu ello ri·:;ulta11lc 11 cll e ;_. lire~ pos izio11i (ve(lj rad iogr an1111a 11. 3) . La coleci log rafia co11Lre lrùiodo11011 f<'ce ril e\a 1r alcuna n1o(lilic11zionC' clcl l 'opnci là d ella cole .cisti , In quale n o11 '"' j 111orliiicò n c11pure coJla pro ' n e.li Bro1111er e.cl a segu ito delle ini czior1i di :1 drc nali1l i\. di clo rnro di cnlr io , di g luco:-. io , d i ulh ofa: 1YI. •

._ ....

l

-- -~--

n. 4. - Radiografia cli un g·ruJ}petto di calcoli prelevati d alJ a cis life]lea .

RAn10GR.

cl1e calcolo i11ostra' a 1·a~ 1)e tto a doppio co11lorno: I 'es terno grigia s lro cos tituilo di ro1~ ~ lerina ; l 'i11lerno bru1Jo iitl eu so co111posto di pig1nenti bili ari. L'esa111 e ist ol ogico praticato dal prof. vcrno11i dell a colecisti fece ril eYare : cc .cavità riveslil <l da fori e parei e i11 u ·colare qua si con1plet a111en te priva di epilelio. In una cavità o i11eglio 1ac u1l n ~ i ve<1 0110 amn1 assi di t11ateriale an1orfo con 1 ·a·~pello <li concrczio11i inl E11 _ame11 Le lin te co11 en )atossjli11a. Non . i può parlare cli coleci ... lit e percl1è J11an cauo segn j n1a11ife li cli fl ogo i acu te o t:"roniche n. L'esame cliiniico delle con crc' zio11i fece r ile' are cl1e ques le erano co!' lil t1ile d a pig·n1enli hili 1rj e eia colesterina. L'esa1ne chi111ico ci el i11nl eri ale .cretaceo 11a cli111ostrato la 1)rese11 za .cli i1oleYole qt1a11 tit it •li carbonato di calcio. ~lostro ptLrc la radiografia cli u11 gru1)l•t' l lo di calcoli (li Yaria g·rau clezza preleYali dalla (' i ~ I ifellea C' clic 1no·s Lra110 cl1iaramcnle l 'as1)e ll o <l ei dop]>io co nt orno (Yedi radiogr. n. 4) . Pre!:> c11La110 la forr11a poliedrica, e lo $lra lo es ~ e r11 0 a}Jparc r a{liografica111e11 le opaco. La pazie11te u ... cì cl opo l 'atto opera li' o co111plel a n1e11te g uarila dnll 'os1JedaJe. CoMlVl EN TO.

Dirò prin1a di Lutto ch e in cas·i lli <JHe ~lo gen ere i1on è opportuno secondo ll1e )Jarlare con1e ·uol clìr_i di <'bil e calcar ea»; 11\.a -È' i11-


JANlNO XLVII, l\ul\1. 321

SEZ10NE PRATICA

·v ece più logico parlare di colecistopatia con })il.e calcarea, per la ragione che quest ' ultirr1a .è :8oltanlo l 'espressione sintomatologi ca di u11 processo col~istopatico c.ronico litiasico. La .colecisti può ritrovarsi infatti ripie:na di creta, i1r1mersi in cui trova11si calcoli di colesterina .e !JÌÙ raramente di pigrrtenti biliari. }ìTirtlC· d.ato j11ter.essante nel rrtio caso ,è l'assertz.a .assoluta di ogni nlanifestazione clinico.sir1to1J1at ologir..a passala e pre.s ente, per cui la diagnc·si fu acc~dent.al1t1ente fatta ir1 seguito .étd i11da~ini eseguite per altri scop·i . Ora p er .qua11to al(·un) l\A. e fra questi Knutsson e in Ita.lia l.0ng<l ucl suo caso, ab biamo rilevato r~ella storia di tali n1alati l'esistenza di coliche epatiche l)iù o meno ir11ponenti, nel 1nio caso, ver quanto sia stata fatta accurata incl1iesta , non risulta110 episodi passati e pTesenti di sofferenza epato-colecistitica. Ora colpisce· a lquanto il fatto che la cistif€llea della mia paziente ' JJUr ridotta nelle condizioni sopra esposte nor1 ~ hl>ia clal-0 mai alcuna dolia . Per quanto però tait' dJto vossa apparenten1ente colpire, pt1r tutta,1ia irt ter11a di colecistopatia non fa meravi!.{l ia ossnrvare tutta I.a gamma di ,,ariazioni .clinico sinto111atologiche, rhe andando da qua.dri di coliche e di sofferenza epatica assai manifesti per inten·sità e frequenza, possono - arrivare a quadri più lievi o assolutan1·e nte asintom.atici. Ed è bene a tal proposito ricor·dare che non vi è rapporto diretto fra gravità ed importanza del quadro litiasico e corrispondente sindrome clinica. Tanto cl1e.. come è noto , non . iè affatto necessaria la presenza di cal coli biliari per giustificare l ' insor genza di tipiche .co]iche epatiche.. .ti\.r1zi s·i sà ch e sp·esso queste -sono legale a stati di colecistopatia alitiasica ed i chirurgi r...e ne dànn0 frequente dimostrazio11e. Nel caso mio poi ancor minore è la meraviglia pensando che: I.a fellea n~n presenta,ra alcun segno rr1acros.eopico e-d istologico di flogosi e che essa anzi ·e ra ricolma di mate1iale direi inerte, che ha cementato sterilmente le pa1 eti interne della col ecisti impeden.d o ai ca lcoli presenti di mob ili\tarsi, e riducendo lu fellea ad una cc b-0rsetta n di c.a rbonato .d i calc io , elirr1i11andone direi quasi le sue par1ico~ari funzioni. Non è il c.asÒ che mi sof fernìi a parlare· a lungo della importanza deJl 'indag ine radiologica, la quale da oola h a permesso la diagnosi~ Intendo natu1~almente parlare dell 'impoirtanza ché tale indagine diretta a'Ssume in mancanza di ogni se.g no clinico nel preciso1 ricor1oscim·ento diagnostico e nel]a particolarità del quadro ico·n ografico. Infatti i casi di· bile calcarea dal punto di vista radiologico si diffe1

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renzi.ano st1bito da quei casi di colecistopati·e c1oniche visibili ai raggi X e che sono dovute ad i~p·essin1enti e calcificazioni -d ella parete e dalle cosidette colecisti a « porce]lana »: In tali casi la cistifellea a·ppare opacificata omogenean1en,.'· te 1ed i calcoli non si rendo110 visibili. Nèilla c-olecistopatia con bile calcarea invece la colecisti è opacificata non a causa dell'ispessin1ento o ca lcificàzione de.I le sue. pareti,. ma a causa del contenuto più o 111eno solido, ad intensità calcarea, perch.è costituito in gran parte da carbon.a to di calcio. Inoltre1 tale tipo di colec.isto1Jatia crouica è caratterizzata dalla , fis .. sità topografica dei calcoli visibili come 0111bre negative, e di cui uno o più sono situa ti ri el dotto cistico. Ed è caratterizzata ancora dalla n1ancata ris·p osta alla prova di Bronner e dal marn1oreo costante aspetto che non supiscei alcu11a n1odificaz~on·è ·d i fo·rma , volurr1e e sede nelle varie posizioni e a seguito delle varie prove. Non è difficile pensare alla ragio .. 11.e per cui Ja colecisti rimane in11nodificata nel suo aspetto inorfolog ico e perch,è i calcoli perrnangono co·stantemente « fissi » : ciò è . da al trib·uirsi al riempirriento quasi solido, cretaceo da parte della colecisti, c h e non ha più po&·sibilità m ·eccanica di contrarsi a-g li stin1oli deriYanti dai riOessi gastro-duodeno-cistici , ecc., trovando un ambie11te nor1 liquido , n1a se· rr1isolido non espulsibile. L'esposizione del caso è inoltre interessante ir1 qt1anto serv·e come h? detto a prosipettarsi dei quesiti in meri~o : Corue e •perch·è si . produce la cretificazione de.I co11lenuto biliare ~ Qu.a le i-n1portap.za ha la litiasi biliare nel detern1inismo del fe·n on1eno? È la litiasi primitiva o secondaria alla precipitazione dei sali cal, carei ? Su tali quesiti non cert.o di facile ris-0luzio11c si possono lasciar formulare le· p~ù svariate ipotesi , le q11.a li però sono ber1 lonta n e dall'essere precisate e docun1entate. Quanto al prin10 quesito e.i si para .d inanzi qu.ell ' oscuro e complesso argo·m ento che riguarda il capitolo della patogenesi· della litiasi biliare. in genere ed a cu i le varie teorie (quel · I.a dell~ sta~si, la infiamr11atoria, la diatesica ,ecc.) si sono sforzate invarlo di costruire l'edi., fi cio ge'n etico. Sa l)pia1no che la bile ,è un liquido stabile, la cui stab ililà è do.v uta allo stato fisico-cl1imico dei su.a i colloi di. ffutte ]e ir1fluenze ch e. diminuiscono questa stabilità provocano delle precipitazioni e q11alche volta posso110 andare · tanto oltre ·da re·n dere la bile semisolida o ·solida. Tali precipitazioni possono colpire uno dei vari ·componenti ·d ella bil e vescicolare (colesterin·a , .pigmenti biliar~, ecc. )._ I

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« IL POLl·CLlN I CO »

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fra tali componenti si sa che vi è an che la calce1 che nella bile della fell ea è ...:ontenuta r1ella proporzione dell'85-3u0 ingrrr1 . p·er mille secondo Lichtwitz e 'Bock. Ora pe;r quanto la quantità di calce della . b·i le, seppur variabile, è sempre minima, non può essa in determinate contingenze essere au1r1entata e tale aun11e:nto essere i11 rapporto con disturbi del ricambio e della nutrizione ~ Sarebbe forse assurdo pensare ch e la precipitazione dei sali di C<llcio (non esistono, forse, pe-r quanto rari, i calcoli di carbonato di calcio n.ella colec.i sti ?) , ill particolari evenienze non riesce ad arrivare allo stadio terminale della formazione dei calcoli, i11a si soffermereb b·e soltanto allo studio direi cc precalcoloso » e· qui11'di cretaceo? Il probilema in verità impone il riconoscirriento e lo studio di altri fattori e fra questi è il fegato, ch e non sapEiiamo q11ale1 importanza potrehbe assumer.e n el gioco della formazione ·della bile calcarea. Così pure fra gli altri fattori dobbiamo porre , la vescich etta bilia re·, le cui pareti pot.rebbero av.ere un :ruolo intportante in rapporto alle sue eventuali ancor discusse funzioni o in quella cioè d eJl'assorbi1nento del carbonato di calcio secondo alc11ni AA. o in qu-ella invece della secretzione di tale minerale. secondo alcri AA. (Phemister) . Qu·el ch e è certo è ch e nei casi di bil~ calcare~ non credo che possano essere inYocati gli stati infiamrr1.atori della colecisti, perchè secondo rec.enti ricerche (Licht.-vvitz) non si cTede più oramai che in tali stati possa aun1entare il contenuto in cale.io della fellea. Nel mio caso infatti l 'esame istologico della parete vescicolare, ha fatto escludere l 'esistenza di fatti fio- . gistici. Or.a è vero che n ella maggior par1e dei caisi descritti 11ella letteratura, e tra questi i più dimostrativi son quelli di l{nutsson , risultar10 all 'esame istologico· i segni ·d i un processo infiammatorio· cronico del] e pareti della fellea. Anzi Knutsson stesso 11el suo la,'oro pensa c·h e la precipit.azione di carb·ona to di cal.cìo p·u ò dipendere da una riduzione di sali biliari o di colesterina, secondariamente ad ur1 proce.sso flogistico della colecisti ?tessa. Ma a tale dedl1zione, a parte la difficoltà della precisa documentazio.ne., e1d a parte la mancata con cordanza con le ricerche sperin1entali recenti di Allodi, l\ilolfese ·e· Donegani ch e trovarono ipercalciobilia B. parallela1n.('nte ad aumento della colesterina e della b·i lirubina , mal si adatta il mio caso completarnente studiato ed in cui son mancate all'esame istologico le note ·d ell'infiammazione. Per quanto uno solo· sia il caso da m e osservato e . per qua11to si potrebbe anche per1sare cl1e l'infiamn1azione ci sia stata 1

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in epoca lonta11a, pur tuttavia tale caso è ha-stevole a ge ttare il dub biio sull 'ipotesi infiam111ettoria 11ella patogenesi . della colocistopatia· con bile calcarea. E poi è naturale che sor·g a-· n o a tal proposito le considerazioni clinich e, lequali precisa1nè1n te ci dicono ch·e in mezzo al..l:enorme frequenza delle colecistopatie litia .. sich e ed alitisiatiche primitivarltE-11te o secon-dariamente i11fiarnm.ate, è ser11pr e estrema-mente raro osservare pr·ecipa t.azior1e di sali cal..:. carei e tanto nteno formazione più o n1eno to-" tale di cretificazio11e biliare. Gli altri duei quef\it i inollre da me prospettati, ·Cioè ~e la litiasi sia prirr1itiv'a o secondaria alla precipitazio11e dei sali calcarei e quale im-portanza essa possa avere nel deter1ninismo del fenom.ein o, si p·r estano alle seguenti riflessioni: per quanto il processo di cretificazione ·della bile· d ep·b~ aver avuto un inizio ed una pro..gre·ssiva evoluzione (ed i casi della letteratura· çon ~il e parzialmente calcarea lo di111o~t.rano) 1 por tuttavia non è possibile cl1e la litiasi tii-liare sem.1)r e presein te in casi ·d i bile calcarea. rappreisenti un fenon1eno secondario. AnzituttO' la cost.anza della presenza dei colco]i in tali casi è un dato di fatto assai espressivo. E poi è difficile pieITTsare cl1e in rr1ezzo ad una bile ch e 1Si sia alterata e che abbia perdut.o ~ suoi caratteri fi ico-chin1ici, possa no uiteriormente pro·vocarsi delle precipitazio11i di altri elerl1enti costitutivi de1lla b1ile in un amb iente in gran parte già ·rico.Imo di e.alce sen1isolida o solida .. ~ logico p~nsare ch e la calcolosi 1iliare sia primiti,1a alla pre·c.ipitazion e. del C'lrbonato di cAJlcio e che piutto.sto essa nor1 possa essere e:.. stranea del tutto alla forn1azione della bile calcarea. Non dico eh.e la litiasi debb·a giocare un ruolo di importanza assoluta; ed a ciò con ... ttasteir·eb·b e il ,d ato. clinico che essa è un processo tanto frequente e co mune e pur tanto ec-c1ezionaln1ente accompagnato dalla cosidetta bile calcarea; ma penso ch e• la litiasi b1ilia i·e rapprese1lti nel complesso ·d ei fatt9ri determina nti e scatena nti della bile calcarea una causa secondaria, n1a cc riecessaria n alla provoca-zione del feno1r1eno. A tal prop,o sito infatti 11on si spieg·h erebbe la ragione per cui non esiste nella letteratura caso di bile calcar ea cl1e i1on rSia accom pagnato da lla presenza di calcoli cli coJe~terina. Ho detto ch e 1::. litiasi biliarerap·presenta una causa n ecessaria, direi quasi <l la sp,i na n, ch e serve a favorire lo scatenarsi di altri e' 'entuali fattori pur avvolti nell'oscu ... rità. A tal proposito non ·è possib·ile dimo•stra . . r e se fra tali fattori poss·a esse re invocata l'aJ... terazione delle pareti della cistifellea, elemento questo ch e se· pur necessario non è fondamen1

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SEZIONE PRATIC•

la]n1ente indispensapile essendo comune a tutte le colecistopatie croniche. Non è neppure dimostrabile· l'importanza che da vari AA. a cominciare da Knutsson, è stata d.ata alla presenza in tutti i casi di bile calcarea ùi uno o più calcoli incuneati nel cistico, in quanto questi, secondo Knutsson s~esso, possono provocare una occlusione a valvola del cistico e r)er1nettere alla bile di entrare r1ta non di uscire, venendo· così a d elerininarsi una rr1aggiore .concentrazione della bile vescicolare. Ma tale i1>0Lesi pur rispettabile è alquanto artificiosa e direi quasi formalizza il n1eccanismo geneti.co della così detta bile calcarea. D'altronde quante ,·olte si ritrovano calcoli incuneati nel c istico senza che si ,·erifichi mai cretificazione del co11tenuto biliare~ Il costante rilievo di u11 c.a lcolo incuneato nel cistico in tutti i casi di l~ile calcarea potrebbe viceversa essere con ogni verosimig·lianza legalo ad un n1eccanismo non lJrimitivo, ina 5econdario alla colecistopat.ia litiasica con bile calcarea . Non potrebbie tale l·jlievo, fra varie altre ipotesi invocabili, essere l·on ogni riserva la espressione costante di un ( alcoìo che sospinto inizialmente in alto vers-0 il collo della fellea le cui pareti si ipertr0Piz2a110, com e nel mio caso, vada poi secondarian1e11te ad incunearsi nel dotto cistico e colà 1-)er1nanga d efi11itivamente cc cementato n dalla bile calcarea? Come si è visto vari e coroplessi sono i problemi che sorgono intorno alla genesi di questa interessante varietà di colecistopatia cronica e la cui risoluzione non è certàm ente sen1plice ed agevole. 1

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RIASSUNTO. L 'A. espon.e dal punto di vista clinico-sintomatologico, radiologico ed anatomo-patologico, un caso di colecistopalia cronica calcolosa con bile cal carea (denominazio11e più propria di quella esclusiva di bile calcnrea) e trae occn5ione per ìJro&peltare i prob·lemi inerenti al suo determinismo patogenetico. Discute le· varie ipotesi, fra l e quali quella della importan2a, fra gli altri oscuri fattori, della liti.asi biliare quale « spina » n.ecessaria nel meccanis1l10 della precipitazione dei sali calcarei nella cistifellea. BIBLIOGRAFIA. DoNEGANI. Sul contenuto di alcuni minera.li della bile. Arch. ital. malattie appar. diger., f. 2, vol. V, 1936, 87. K·NUTSSON. On li1ny bile. Acta radiol., Vol. XIV, fase. 5, n. 81, 1933. LoNGO. Sulla bile calcarea. La radiologia medica, aprile 1938, pag. 385. PHEMISTER. Cit. da Knutsson. ALLODI,

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NOTE E CONTRIBUTI REGIA CLINICA DERMOSIFILOPATICA •. DEL·LA UNIVERSITÀ DI Ro~1A Direttore: prof. P. L. BosELLINJ

La reazione di lde nella diagnosi di sifilide. Dolt. VINCENZO l\iloN rESANO, junior , ass. incar. Nel 1.936 i giapponesi Sabei e Tameo Ide proponevano per la diagnosi di sifilide una microreazione di flocculazio11e, che oltre alla possibilità ·dti impiego di do1si minim·e di siero, pc>ssibilità per vero già possedutei dalle microreazioni di l\ileinicke e di Kline, avrebib e avuto il vantaggio di 2oter essere pratir,.ata anche sul sangue totale, sul liquido cefalo-rachidi.flno e sul liquido di vescicolazione. Dalle n1icroreazioni ricordate, che pur semi:~re richiedono una tecnica delicata e relativamente del tempo per la esecuzione, la reazione di Id·e si differenziere1b pe e 1>er la semplicità della tecnica e per la rapidità .di €k3ecu1.ione e di lettura. Tali prop·1-ietà 11011 possedute finora da nessun 'altra r eazione cl.anno ragion·e dell 'interesse su~citato da tale reazione e delle espeTienze condotte in proposilo per il controllo in can1fJO pratico di attuazione di tali prop rietà. I giap.p onesi Ide spe rimentan·do quasi esclusivamente la reazione da loro propost.a sul sangue totale e confro ntandola con la reazione cli Was.serma11n su 2350 casi hanno avuto 229 ri&ultati positi,,i per la reazione di Ide contro 235 !)Ositivi per la reazio11e di vVassermann; urJ.a po sitività quinid i del 97 % della reiazio ne di Ide in confronto al 100 % di positività della reazione di W asse.rmann . Uguali conclusioni traeva da un controllo ese,z,11Ìto siu circa 1000 soggetti l 'am P.riCRno l\1anuel Qui&uJnbi·g nel suo lavoro pubblicato sul cc JouTnal of the Philippine Islands l\ile1dical A~·sociation » dell'o•t to·b·r e 1936. Co·m unicazioni al riguardo, se pur non nurr1e1·01se, sono già apparse in Italia. Il Rosti ha esegui1o la R. di Ide sul sangue di 602 soggetti esegu·endo contemporaneamenla R. di W assermann, di Meinicke sul &i ero. l\tienlre nella sifilide. primaria ha ottenuto una positività del 100 % per la R. di W., di Mk., e del 97,6 % per la R. di Ide sul sangue, n egli altri periodi della sifilide la sensibilità della R. di Ide ·è risultata •&up·e riore a quella della R. di W. /e di Mk. Ilisultati concordanti ha ottenuto il Barlolozzi dagli esami praticati su 3'19 soggetti, con1

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trollan.do la R. di Ide con quella di W. e di Mk. • Il 1F erraioli che ha eseguito la R. di I de comparandola con la R . di W. , di Mk e di l(ahn, esprin1endosi favo•r evolmente alla R. di Jde nei riguardi ·d ella sensibilità ug ual e a qu·ella })Osseduta dalle altre reazioni p·r aticate, 11a inoltre raffrontato in lOli casi I.a R . di Ide SLl ,5iero fresco ed inattivato· con la Jl. di Mk., concludend·o c·h e la .Pt. di Ide su siero fresco ed i11attivato ha una 15ensibilità minore d ella l\itl<.R, la quale d 'altron·de ha u11a asp ecificità 1na·g giore n ei co·n fro•n ti ·d ella Ide . In con seguenza l ' indice di sensibilità specifica d ella R. di Ide su siero inattivato sar eb·b e superiore a quello d ella ~IKR. Il Biasiotti ch·e ha praticato la R. di Ide cc>ntemporaneamente alla R. di W. ed alla Pl. di Snchs-Witeb~ky S!\l 2128 soggetti d ei quali 596 sifilitici e 1532 non s ifilitici, conclude che la ll. ·di l·de po·s siede una senr&ib ilità specifica lievemente inferiore a quella della Jl. S.. W. e molto superiore a que·lla d ella R. vV.; oh e la Pt. l d'e nei luetici in cura 1Persj 5t e positiva per un tempo rnaggioife in confro·n to alla R. S. W . e·d alla R. W., e che infi11e la aspe1cifìcità della R . di Ide è inferiore a quella d ella R. S. W. A11.c l1e il Biasiotti che 11a co1nparato l e varie tecniche di esecuzione (siero attivo ed inaltivato, sangue totale) ha riscontrato una mag·giore ser1sil,ilità d e l siero i11attivato con un conseguente lie've aumento de lla a1&pecificità . La R. ·d i Ide sul Liquor è stata e~eguita dal J.'erraioli e dal .H.osti in un discr eto numero di casi con il controllo delle reazior1i c1o munem 1einte p raticate. Il F erraioli ha esperi111entato la R . di Ide su 52 1soggetti a ffetti da inalattie varie del sister11a nervo.s o e mentale, confro11tandola co n la R. W ., co n la R. di Pandy, con quella di Boveri e di Nonr1 e-t\ppelt, e d educendo una concordan za di plO·sitività tra la R. W. e la R. kli Ide, con una lieve niaggiore sens.i bilità di que·s t 'ul Li1na. Conclusioni ide1ntiche deduceva il Rostì dalle ricerche praticate ·su 130 Liquor, in una co1np·arazio ne tra la R . di lde, la R. W. e la R. del Ben zoino. Accia nto agli o~servalori citati ch e si so·n o e$1Jre1s si in linea di. massini.a fa,rorevolment.e alla R. di Ide sia n ei riguardi d ella sens.ib·i lità e della specificità, c;ia ancora nei riguardi d el]::. fa cil e e rapida tecnica di allestimento di e.secuzit)ne e di l ett11ra, ciò che permetterebbe ancl1e al medico -ge11.er-ico di praticarla in qualunque momento ed in qualsiasi ambie,n te, 1

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vi è chi &i discosta dalle C0 nclusioni riporlate . Il Den1anche e ~f. Ile Segal in una com unirazione fatta alla Socieità !E'rancese di Dermatolog ia e Sifilografia nel dice·m bre del 193 7, critica110 infatti la R . di Ide discutendone la • interpretaziqine. Avendo sperimentato la R. di lde sul sangue di 295 soggetti (in gran parte affetti da lu.e s in varia fase di evoluzio·n e) e«:l! a \·endola confrontata con la R. W., con la R. di Kahn e con quella di MK., concludono ehe la R. di Ide è meno sensibile delle' reazjoni di W., di K.ahn e di l\il\.., ed .è sopratutto n.~sai m e110 precisa a causa ·della difficoltà talvo]ta d-e lla sua lettura che aumenta il numero d ei ·Ca8i dubbi, rile.v.ando i1loltre clLe J.-"eT quanto semplici possano se111brare le indagini biol0gich e, per esse rd eseguite ed interpretate corre1 lamente richiedono sem]Yre una lunga esperienza e d w1a eontin.u a pratica. E così ancora il l{ertellotli tenendo prese11ti le svariate cau~e di erro re in cui si può incorrere nell"eseguire le reazioni di flocculazi.one in ge11e:re, avanza 1'ipotesi che l'a·p paren te .&em.p licità di esecuzio·n e della R. di Ide 1•06sa portare ad errorri di valutazione dia·g1)ostica, e dubita c1uindi ch e la R . in parola pc1·5sa entrare a far par1 e del comune arn1a111entario del medico pratico. Il Pasini infine, dopo aver d etto della riSJ>Ondenza d ei risu l lati d ella R. di Ide con i risul~ati delle altre 1)1fove siero·logiche, così si esprime: « la R . cli Id e ir1erita sp·e cialn1ente in alcune :particolarj contingenze la preferenza per semplicità di tecr1ica e rapidità di esec uzio·n e. Ma ancl1e la R. di Ide ·è consiglia1."Jile sia eseguit.a , ro1me og11una delle prove 11ote, a lato· delle altre per meglio controllare e{l avvalorarne i reperti ». Tecnica della Pt. di lde. Preparazione de ll 'antigene. Muscolo di cuor e di bue liberato dal grasso dai vasi e dai t ts&uti fibrosi finemente triturato, viene posto in alcool a 95° nella proporzione di una parte ir1 p e.so di muscolo più 5 volumi di alcool e n1antenuto in bagno-maria a costante temper.éJtura di 60° per nor1 m eno di 50 giorni. Per assicurare al r ecipiente una chiusrura ermetica, necessaria per impedire ·durante il lungo pe,r io·do di pe.r manenza a bagno maria, ' rolatizzazione dell'alcool o immi~sio·ne di vapore acqueo, è ne·c essario usare un matraccio a co llo cilindrico lungo, ed un tappo lungo a perfettia tenuta ed impern1eabilizzato. Il recipiente ·durante il p eriodo· d ell 'imJ!t&Sione a bagno-maria veirrà agitato due volte nelle , ·e11tiquattro ore. Dopo tale periodo, &i toglie 1

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SEZIONE PRATI CA

,

il recipiente dal bag·no-maria e si lascia raffreddare a temperat1Jra arnhi·e·n te il contetn,u to cl1e viene filtJ·ato e quin1di co·n .&etvato a temperatura ambiente e1d a rip,a ro della luc,e·, ri}Jetendo l 'operazione di filtro qualora al mon1ento dell 'u1&0 per la prep.arazione delle varie ,d ,i luizioni dell'estratto stesso, qruesto si 11.resenti torbido . A questo estratto alcoo lico, dopo av·er prelevato una piccola r)arte occor1·ente p1er preparare una soluzione al 5 % di ·go1m.n1a b e•n zoino , si ::.gg·iu.n ge colesterina purissima in proporzione del 6 ,2 %, riin1.111ergendo in bag no n1.a ria a 60'' il recipiente ed ag·it~ n· do per cir· ca dieci minuti, onde 0 ttenere una completa soluzione della colest,e rina. Occorrono i11oltre ·d ue soluzioni alcooliche (a lcool a 95°) all' 11%, l'una di cristalvioletto Merck , e I 'altra di azzurro II. Per ottenere l 'antigene colorato di Ide pront.o per la diluizion·e, si aggiungono a 100 cc. dell 'estratto alcoolico colesterinato , 5 cc. della soluzione al 5 % di gom1na benzoino , cc. 0,6 della soluzio·n e alcoolica di azzurro II, agitando quin·di e filLra ndo attraveTso carta. L 'a·ntigene così o Ltenuto, opportu,namente titolato, può essere u sato subito ovveiro co11~ervato al riparo da lla luc,e ed a te·m per·a tura an1biente, tenendo presente che se questa è t1 oppo bassa può talora aversi precip,i tazione della coles.t,e rina; in tal ca.so sarà n ecessario imnwrgere per qualche minuto il re cipiente contenen.te l'antigen e in ba·gno-maria a 60°, lnsciando quindi raffreddare. Il materia le necessario per la esecuzione ·è costiLuito da un vetrino porta-oggetti con ca\•ità del diam·etro di circa 2 cm. e profondità di ciTca 2 mm., di pipertt-e alcune calib.r ate in r11odo che una goccia corrispon·d a a cc. 0,03' (da usar~i per la di stribuzione del liquido in esame e della soluzione ·d'e ll'antigene), altre calibrate in mo.d o ch e una goccia éo1Tisponda a cc. 0,5 (per la distrib·u zione della RK>luzione di cloruro di sodio al 3,5 % occorrente i)'er la diluizione del sar1gue i11 toto La d il uizio·n e d ell 'antigene da far:si al moTrl!e·n to dell 'uso perch è dop10 circa 30 minuti dalla diluizione .&i I1 a preicipitazione, si ottiene aggiungendo ad una parte di antigen·e tre parti di soluzione di cloTUro di so·d io <i l 2,50 % ed agitando per circa 30 volte o.n .de ot t·enere una perfetta mescolanza d ei .d ue liq11idi. La tecnic.a d ell 'esecuzio·n e della reazion.e di lde è la seguente : una go·c cia (circa cc. 0,03) d-e] materia le in esa111e (siero inattivato· o fresco, liquido cefalo-ra·c·h idiano, liquido di ve1

1

1

1

1

1

~cicolazione)

viene fatt.a cadere n ella concavità de.I vetrino porta-o·g getti, a questa ..goccia se ne aggiunge .un 'altra ·di antigene diluito . .l\f esco.Jati questi due liquidi a mezzo di agilaloTe ·d i vetro, rSi imprr ime u11 movimento rotatorio su di un pia~o orizzontale al po•r taoggetti p e1· circa 4 0 5 n1iuuti, dopo ·d ei quali si vas.s a alla l·e ttura che può esser fatta o al n1icrosco.p•io a debole· ing·ra 11dime11to, esaminando ·d i .p lfeferen·za la zor1.a p erifeTica, o ad occhio nudo, n el qu el caso è c.o nsigliabile prp-. Ju11gar e l 'agitaz.ione p;er qualch·e minuto di J>ÌÙ e servirRii di un fo·n ·do bia11co ch e servirà a dar n1agg ior risalto ai p1ic·coli flocculi di colore azzurro . Le reazio·n i positive sDno caratteri zzate dalla JJ'r esenza di flocculi più o m ·e no voluminos.i di colorito azzurro, ed è dalla g·randezza e dal r1umero d i questi floccu]i che si ·d·e.d uce il ' 'ario g1vado di p·o sitività; l 'as&enza in,·ece di qua lunque traccia di questi · d·eiporrà per una r1 e1gatività del liquido in esame. Qualora la r eazio11e si pratichi su sa.n.gue in toto·, è n ecessario diluire i11 primo tempo la goccia di san·g ue posta n ella concavità del vetrino porta-oggetti, con un.a goccia (cc. 0,05) di soluzione di cloruro di sodio al 3,5 % e·daggiunger ei quindi una go·ccia di antigene per pussare infine e do·p o u.n u guale perio do di agitazione· alla 1ett11ra.

un

1

1

1

P er un n.o stro co11trollo, ab·b iamo praticata la R. di Idei su u11 totale di 1018 ~oggetti , com.p arandola con le reazioni di 'Vassermann > di Meinicke e di S·ach1s.- Wite1bs kv. Do·.po aver sperim entata la reazion·e su sangue totale, reazione che ci è sembrata talvolta di dub bia interpr etazio1n .e e p1e1r una scarsa colorazio·n e dei flo·c culi , e per la eventualità, f:ia pur rara , della p•r esenza ·di piccoli ammassi opachi 1dovuti ad err1azie ,a·g~lutinate cl1e. possono trarre in inganno f.acen-d o pe·ni5.ar e ad una flocoulazio1n e in realtà inesistente, r1oi abbiamo p·r efe,r ito ese·g uire la f). ·di Ide su siero inattivato, pro ichè raffror1tando· in circa 100 casi i risultati ottenuti e su siero attivo e su siero inattivato, quest'ultimo ci ·è sembrato avere una maggiòre sensib ilità. P er la tecnica ·di es0cuzio ne ci siamo, att;enuti streit tamente <i quell<i co•n sig·liata da Ide, usando· inoltre e l 'antigene orig·ina]e' di Ide e il materiale di allestim·ento e di esec uzione foTniti clalla casa rapp resentante.. ·Allo sco·p o• di eliminare ogni eiventuaJ.e eTrore di interp·r etazione, ab bia1110 scrupolos.a1r1ente b,a dato alla pulii ìa ·delle v.a rie pipette e del vetrino pDrta-o•g getti, coisì come abbia1

~

1

1

1

1

1

1

1

1


1348

cc

IL POLICLINTCO »

mo ce 1ic,a to di eseguire le reazio11i in ambiente non polveroso per evitare che granellini di polvere cadendo n ella concavità del vetrino e colorandosi in azzurro potessero f:limulare u11a flocculazione-. Nella maggioranza dei ca~i per la !ottura ci siamo serviti del microscoI)iO ·e di un piccolo ingr.a11dimento d iaframn1ando sì ·da ridurrei al n1inimo la sovgente luminosa per meglio n1eltere in evidenza anche i più fi11i flocculi, nc>n trala.scian do nei casi dubbi di osservare particolarmente la parte peTiferica de lla camera del vetri110, dove è più facile osservare anche S'c a rsi e piccoli flo cculi ~pinlivi dal movimento rotato•rio impresso al "Vetrino. Con la letlura al microscopio abbiamo potuto notare talvolta, anche con 5ieri sicuramente non lue.t ici, una 111inutissima flocculazione, che dev'essere ten,uta presente per evit~lre dub·b i di in.terpreitazione. Dei 1018 soggetti n ei quali sono state pratrc.ato le reazioni 514 erano affetti da sifilide in varie fasi ·di evoluzione, e. 504 risultavano indooni. 1

[AN1No XLVII, NuM. 32]

nei rimanenti 8 casi la positività è risultata di intensità varia nelle quattro reazioni, come si rileva dallo schema seguente. Nelle varie prove la positività è risultata del 100 %. L UES IN PERIODO SECONDARIO CASI n. 150

w

MK

SW

IDE

142

150

142

145 5

1

1

· Lu-Es PRilVIARIA. In 42 soggetti affetti da lues in periodo primario, si è avuto un risultato po~ itivo completo ( + + + + ) e concorde nelle 4 reazioni in 30 casi, in 6 sono risultate positive (+ + +) le reazioni di MK e di IDE, in 3 casi è risultata positiva ( + +) la sola R. di MK., mentre in 3, jn fase presierolog ica, si è avuta negatività completa delle 4 prove. La p er centuale di po·sitività della R. W. è risultata del 71,4 %, quella d ella MKR. del 93,9 %, quella della RSW. del 71 ,4 % ed infine della R. di IDE d ell '85, 7 <t~ . ,

LUES PRll\IIARIA •

CASI Rrsultato

-t-+ + + + -t·+ ' ++ +

w. 30

MK.

30

sw. 30

6

Il.

42

IDE

30

++++ .-+ + ++ I. % di po. . . ' s1t1 vita

3

5

5

-

-

150 100 %

-

-

-

150

150

150

100%

100 %

100 %

LUES IN PERIODO TERZIARIO CASI n. 12

·r-++ + ·t++ ++ +

-

w

MK

sw

7

9

7

7

2

2

9

9

3

3

12

12

75,0

75,0

2 2

3

11

12

I 12

% di positività

-

-

LUES TERZIARIA. In 12 casi di sifilitici con manifestazioni terziarie si è avuto risultato poLivo completo ( + + + +) e concorde in setti casi, negli altri 5 casi mentre la R. di MK. è risultata positiva intensamente in due, e lievemente (+ + ) in tre, le altre reazioni hanno dato risultato talora concorde, talo!l'a negativo, risultando per la R. vV. una po·sitivilà del 91 ,7 %, per la R·. MK. del 100 %, per la R. SW del 75,0 % e per la R. di Ide del 75,0 %.

6

3

3

91,7

12 100%

'

IDE ·

~

negativo

% di

positìvità

30

39

30

36

12

3

12

6

42

42

42

42

71,4

92,8

7 1,4

85,7

LUES SECONDARIA. Su 150 soggetti affetti da sifilide in periodo secondario con manifestaziorti cutanee e mucose in atto, si è avuto risultato pos iliv.o completo ( + + + + ) e concorde in 142 casi,

LuEs coNG&~ITA. - In 29 sogg etti affetti da lues congenita si è avuta positività compl eta (++++) e concorde delle 4 r eazioni in 19 casi, e negatività oompleta in 5, in 2 casi. sono risultate positive ( + + + + ) le sole r eazioni di MK e di lde; nei rimanenti casi si è avuto positività ( + + + ) di minore intens ità della sola R. M.K. ed in uno anche della R. S. W. La percentuale di positività è risultata per tanto del 65,5 per la R. W., del 82,8 per la R. MK. del 69,0 per la R. S.W. e del 72,4 per la R. di lde.


[ANINO XLVIl, NuM. 32) L UES CONGENITA

CASI Il.

W

++++ +++ ++

-

+

-

%

MK

di positività.

Sw

IDE

22

19

21

2

1

.

19

1349

SEZIONE PRATICA

29

accanto a due risultati negativi della R. W. e della B . .SW., risultando una percentuale di positività del 93,8 per la R . W . , del 100,0 per la B. MK., del 93,8 per "'l a R. S. W. e del 100,0 per la R. Ide. LUETICI CON CONTAG[O DI MENTE CURATI

-

24

20

21

10

5

9

8

29

29

29

29

65,5

82,8

69,0

I

27

32

I

% di

posit.ivi tà

27 3 •,

27

I

-

2

-

32

32

l

-

.

32

I

-• 32

32

.

4

30 2

100,0

93,8

27

-

32

30

-

.

2 3 1·

IDF

.

-

sw

MK

3

--t-

1

JRREGOLAR-

CASI Il.

+ -t--f- -++++ ++

72,4

Abh·i amo inoltre praticato le reazioni in un ceTto numero di in·d ividui che sicuramente luetici si erano sottoposti a cura Rpecifica, raggruppandoli in ra·p porto alla dat·a recente o non del contagio, ed alla cura eseguita regolare o nQn 1'ego] are.

RECEN·T E

. w

- 19

DATA

93,8

100,0

LUETICI CON CONTAGJO NON RECENTE E REGOLARMEN· TE CURATI.. Casi Il. 189.

LUETICI CON CONTAGIO DI DATA RECENTE ED IN CURA REGOLARE.

Casi n. 85

In 62 casi si è avuto ri·sultato negativo con1pleto nelle 4 prove, nei rimanenti si sono avuti risulta ti positivi di varia intensità e non concordi, risultando una percentuale di positività del 17,6 per la R. W., del · ·21,1 per la R. W, del 21 ,2 per la R. S.W. e del 22,4 per la R. di Ide. LUETICI DI DATA RECENTE ED IN REGOLARE CURA CASI

I ++++ -t- ++ ++ +

% di positività

Ml{

sw

2

14

2

7

11

3

12

5

2

6

4

4

-

1

23

18

19

..70

62

67

66

85

85

85

85

.

17,6

27,1 I

LUETICI 00.N CONTAGIO DI DATA MENTE CURATI. Casi Il. 32.

w

++++ +++ I ++ I

+

NON

RECENTE . REGOLARMENTE

22,4

-

-

I

di positività

sw

MK

.

3

3

--

n. 189 IDE

-

8

5

6

4

-

3

3 -

4

14

185

175

186

14 175

189

189

189

1,6

7,4

2,1

CONTAGIO

NON

3

0

11

21,2

CON'IAGIO

CASI

IDE

-

-

LUETICI CON CURATI.

n. 85

w

--

In 175 casi si è avuto risultato negativo concordemente n.elle 4 reazioni, in 14 le reazioni di MK. e di Ide hanno dato risultator positivo di varia intensil~, con una positività anche della R. SvV (+++) in 4 casi, e della R. W. (++) in 3 casi. La percen t·u ale di positività è risultata per la R. W. del 1,6, per la R. MK del 7,4, per la R. SW. del 2, 1 e per Ja R. di lde del 7 ,4. ,

-

189 8,4

I

RECENTE

IRREGOLAR-

In 27 casi le 4 reazioni ha11no dato risultato positivo completo ( + + + + ) e conco·r de, nei rimanenti casi ·si è avuto positività di intensità ' 1 aria

LUETICI

CON

l\1ENTE CURATI. CASI

RECENTE

ED

1RREGOLAR-

n. 75.

In 62 soggetti si è avuto risultato positivo completo ( + + + + ) e concorde nelle 4 reazioni , in 3 ca·si si è avuta una positività lieve della sola


1350

«

IL PO·L ICLINICO

R. Ml(. (++), nei ri1ì1a.rienti casi si sono avuti ·risultali posit.iYi di int ensit à varia con negatività di · qt1alchc reazione. :per tan lo la percentuale cli positivi là è risultata per la R. W. del 88,0, per la R. MK. del 100,0, per la R. SW. dell '88,0 e per la R. di Ide del 96,0 . LUETICI

CON

CONTAG IO

NON

RECENTE

ED

IRREGOLAR-

MENTE CURAT[.

n. 75

CAS I

w

sw

MK

IDE

-

-

+ +++ 4-++

62

66

62

66

4

6

4

6

+-t-

-

+

-

. -

-

sitivitè

-

-

75

66

72

9

-

6

3

75

75

75

88,0

96,0

-

88,0

100,0

[ANlNO XLVII I NUM. 32]

R . MK. d el 71,8 %, per la R. SW. del 63,6 per la R. di Ide del 68, 7 %.

.

J... e qual lro re:tz ion i i11 parola sono state inoltre eseguite i11 504 sog.gel li sicuramente non luetici, alcuni di qt1es li presentavano malattie varie della pell0 o i11alattie ven eree, altri apparivano clinicamen le indenni. In 485 casi le quattro reazioni sono concordemen le risultate negative, in 15 .casi si è avuta un.a positività di vario grado della R. MK. , in 8 della R. Ide, in 2 della R. S\V ed in un solo caso della ll.W. In rapporto ai ris·u ltati positivi di varia intensità ottenuti nelle varie reazioni, la percentuale di positività è risu1la1a del 0,2 per la R. W., del 3,0 per la R. l\IIK, del 0,4 per la R. SW e del1'l,6 per la Il. di !dc.

SENSIBILITÀ

CASI

w

.

++++ +-t-+

--

-I ' - -

1

+

1

%

di positività

sw

MK

-

.

3

12 . -

489

504

504 •

0 ,2

3,0

IDE

4 4

2

-

-

15

503

n. 504

2

·I

8

502

496

504

504

0,4

1.6 •

CalcoJ:ando la percentuale di positività in relazior1:.3 ai casi presi in esame :;icuramente luetici, di ognu11a delle quattro reazioni abbiamo delermi11ato il valore della positività specifica, che è risultata per la R. W. del 63,0 %, per la

SPECIFICA

w

MK

sw

IDE

Positività specifica

63,0 %

71,8 %

63,6 %

68,7 %

Positività • aspecifica

0,2 %

0,4 %

J ,6 Ofo

63,2 %

67,1 %

~,<)

%

Sensibili tà specifica RIASSUNTO

DELLE

PERCENTUALI

DI

POSITIVITÀ

.

1

SOGGETIC :"lOK LUETI CI

%, e

1'enulo conlo inoltre della percentuale dei risultati positivi ottenuti n ei soggetti sicurame11te non luetici, abbiamo calcolata la positività aspecifica che ha dato i seguenti valori: per la R. W. 0,2 %, per la R. MK. 3,0 %, pei: la R. SW 0,4 %, per la R. Ide 1,6 %. Sottraendo dal valore della positività specifica il valore della positività aspecifica, abbiamo determinato per ognun a delle reazioni l 'indice di sensibilità specifica che ò risultato per la reazione di Wassermann del 62,8 %, per la reazione di Meiniclce del 68,8 %, per la r eazion e SachsWitebs.ky del 63,2 % e per la r eazione di Ide del 67,1 %.

-

66

75

oYo dì po-

-

3

»

Fasi della malattia

N. casi esaminati

w

sw

MK

IDE

' • • Lu es pr1mar1a

42

71,4

92,9

71,4

85,7

150

100,0

100.0

100,0

100.0

l.ues terziaria

12

91 ,7

100,0

75,0

75,0

Lues congenita

29

65,5

82,8

69.0

72,4

Lues recente curata regolarmente.

85

17,6

27,1

21,2

22,4

I ues recente curata irregolarmente.

32

93,8

100,0

93,8

100,0

Lues non recente ·curata regolarmente.

189

1,6

7,4

2,1

7.4 •

o

96,0

0,4

·1 6

Lt es secondaria

Lues non recente curata irregolarmente. N on luetici

• I

75

88,0

100,0

504

0,2

3,0

I

88

'

Da quanto sopra ei&posto, tenenid o presenti i valori della se11sibilità ~pecifica ottenuti per Ja R. di .Ede (67, 1 'Yo) lieverr1ente inferiori a quelli ottenuti per la R. di Meinicke (68',8 %) e .m o·d ic.a mente superiori a quelli ottenuti per la R. Wasser1na11n (62,8 ?o) e per ]a R. SachsWitebsky 63', 2 %), !lOi riteni<imo di poter con-


(AM.'\O XLVII, Nu1'1. 32J

SEZIONE PRATICI\

eludere che la Re.a zione di lde, sia per il vantaggio di una rapida esecuzione, sia per la pc>&Sihilità di impiego di dosi n1inime di siero attivo od inattivato e ancora di sangue in toto (1)1err quan,t o ·ci sia semb·r ato che € co·n il siero

1353 '

zione, la Reazione di I.de nor1 pos.sa essere pra ti t:.',ata da f:lola, specialn1 ente se non si ha di essa una lunga t$perienza ed una contin,ua pratica, tanto più cl1e come :}bl)iart10 potuto o~servare, anche ·dei sieri di individui sicura1

1

POSITIVITÀ SPECIFICA

-

w

sw

Mk

lde

% 100

80 60 40

Lu es • • pr1mar1a

20

o

100' 80 60

Lues secondaria

40 20

o 100 80 60

Lues terziaria

40 20

o 100 80 60

Lu es congenita

40

-

20

o 100 80 60 40

Lues di data recente cura fa regol.

20

o 100 80

Lues di data recente curata irregol.

60

40 20

o 100 80

Lu es di vecchia data curata rego/.

60

40 20

o lO O

Lu es di vecchia data curata . itrego/.

'

60

40

20

f

o

ir1atti,;ato cl1e si a bbiarto i migliori risultati) è una reazione ch e potrebbe entrare a far parte d·ella co1nu 11e tecnica sierologica. Conveniamo per altro con quegli AA. i quali ritengono che, pur di sernplice ese·cu1

n1enle no n luetici , danno talvolta una floccu1.azione, sia p·ure assai mi11ima, ch e salvo controlli, potrebbe far sorgere dubbi nella interpretazione n·ell 'inesperto e nel non pratico. :È opp ortuno ricordare inoltre come il fon 1

1


1354

« IL POLICLINICO »

dare una diagnosi di sifilide su una sola rea1ione, e per di più di flocculazione, non sia ~cevro di in.c o nven ie11ti, e che secondo il giudizio di ·competenti sierologi, per evitare la maggior parte degli errori, per una sierodiagno,s i di sifilide sono sen11->re indispensabili u11a reazione· di deviazione di complemento ed alrcteno una rea2ione1 di flocculazione. E ciò a conforto1 del no~tro parere che c.io1è 1la reazione di Ide è una roozio;n e dotata di sensibilità e di specificità, cl1e può talvolta fornirei in particolari circostanze, sen1pre eseguita da esperti, un rapido orie-n tamento prov''i$orio, ch e dovrà essere però controllato dia.Ile altre classiche reazioni praticale in sierolo·g ia. 1

RIASSUN1'(). L'A. che ha eseguito la R. di Ide in 1018 soggetti (514 lueti ci e 504 non luetici) compaTun·dola con la R. W. la R. M. K. e la R. S. W. e determinando per ciascuna i ,,alori della positività specifica ed aspecifica ·e della sensibilità specifica, ritiene che la R. di Ide dotata di buona sen sibilità ~ specificità, richiede esperi-enza e pratica, e non può essere praticata da sola nella diagnosi sierologica della sifilide. BIBLIOGRAFIA.

BARTOLozz1. Rinascenza Medica , n. 9, 1937. BERTELI..OTrI. Società Medico-Chirurgica di Pi·sa, 13 gennaio 1939. BIASIMOrrr. Assistenza ,S anitaria, n. 2·, 1939. DEMANCHE-SEGAL. Bullet. Société franç. de Dermatolog. et Sifilog. 1937, pag. 2101. FERRAIOLI. Giornale di Medicina Mi1itare, n. l, 1939. InE. Annales des maladies vénériennes, 1937. Qu1sUMOING. Journal of the Philippine. I-sland Assoc. Med. , 1936. • Rosn. Giornale Italia110 di Dern1at. e Sifil. n. 3, 1938. ....

Ricordiamo l'lateressaate pubblloszloae: Prof. UBERTO ARCANGELI

Primario Emerito degli Ospedali di Roma

Clinica della sifilide ereditaria nelle varie età della vita e nelle successive generazioni Riportiamo uno dei tanti giudizi, espressi dalla starrapa mec!ica, su questo libro dell' ARCANGELI • « ~ una pubblicazi,one, in cui L'Eme*to Primario d~gli Ospe« dali di Roma, Prof. V. ArcQJngeli, trasfonde il risultato della «sua lunga pratica sull'argomento illustrandolo nel~ varie età ll della vi.ta e nelle generazi<>rn. successive, con la ripe1·cussione « sui più differenti organi e tessuti. L'argomento è trattato molto

«proficuamente, tanto come nosografia e diagnosi, quanto come «prognosi, terapia e profilassi. Speciali capitoli riguardano il « sistema nervoso, le vi.e respiratone, le vi.e digerenti, le mani· « fcstazioni end-Ocri.ne, i difettli dell' appa,yato sessuale. Precedono « un indice sistematico ed un indi.ce alfabetico ge-nera'Le ». (Da Rifènna Medii.ca, Napoli, anno LIV, n. 23). A. FERRANNINJ. Volume in-8° di pagine 116. Prez:L > L. 2 O + 5 % e più le spese: postali di spedizione. Per gli abbonati al << Policlinico » od a qualsia:.i dei nostri quattro periodici sole L. 1 8, 9 O franco ~i porto in Italia, In pero e Coloni'?. Pt.r l'Ester~ L. 1 9 , 7 5.

Inviare Vaglia Postale alla Ditta LUIGI POZZI, edÌtore, via Sistin'l 14, ROMA.

[AN·No XLVII, NuM. 321

APPARECCHI E STRUMENTI NUOVI p t ..DIGLIONE }lEDIATRICO (( ~l,\RIA. PIA DI SAVOIA )) POLICLINICO (( UMBERTO I )) Direit tore: SenatoTe prof. Lu1G1 SPOL\-ERINJ

Presentazione di una nuova siringa per trasfusione di sangue. Prof. ENRICO SovENA, aiuto e docente. Da lungo tempo io avevo ideato una siringa ver trasfusioni di san·gue che riunisse in sè i v.anta.ggi di un sicuro e semplice funzionamento, di una grande n1a11egevolezza·, di un rapido impie.go e di u11 costo poco elevato. Dop·o' vari tentativi sono riuscito a realizzare c:o11 il dott. Agarnenno,n e, direttore e proprietario di un 'officina elettromeccanica , una siringa che una orn1ai lunga esperienza di in1piego ha dimostrato rispondere piename,n te agli scopi prefis~i. Infatti l'uso che io 110 fatto di questo strumento ( def:ignato col nome di cc siringa Sove11a-A.igam.ennone », già brevettalo e già adottato dall .Ufficio Provinciale dell 'AssoL:iazione Nazionale dei Datori di Sangue di Roma, PolicliIlico cc l imberto In, dove è in visio11e) in varie decine di trasfusioni di sangue da me com piute al Padiglione Pediatrico cc Maria Pia di S.avoia » mi pern1ette di forrr1ulare con la massi1na obbiettività un giudizio -sicuro e di elencare le sue caratteristiche e i suoi vantaggi: 1) È anzitutto una siringa ideata e costruitEt in Italia; 2) È di grande sen1plicità, di facilissimo t1so, di agevole manutenzio,n e, di piccole di111ensioni (occupa il posto di una siringa Record da 20 cic.. ); 3) È di co~truzio·ne 111olto sen1plice e ~i costo modesto; 4) Permette di graduare voltn a volta, mediante l 'uso dell'apposita vite sco,r re·v ole su 11'asse del pistone, la quantità di sangue da as·pirare nella siringa; o) L 'aspir.azione del sangue si cor11pie ser1za alcuno sforzo; anzi quando nella vena del datore di sangue esiste una forte pressio·n e positiva, il riempimento del cilindro attrave·r so la valvola di aspirazione avviene automaticaltl·ente. L \l5l)irazione e la con1pres~ione si compÌ<>no rapidamente, tanto che è possibile effetluare la trasfusione anche c,on una sola mano; 6) L'irr1piego di valvole a sfera (1'una di entrata, l'altra di uscita), molto semplice ma di f uJ1zionamento sic.,uro (le valvole si sono S(l1npre dimostrate a tenuta perfetta), impedisce ch e il sangue ,de] 1icevente possa rag1giungere ]a vena del datore;


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XLVII, NuM. 32]

SEZIONE PRATICA

7) È a perfetta tenuta d'aria; 8) Non esiste praticamente, purc1h è l~ siri11ga sia opportunamente vaselinata, possibilità di grippaggio. Riporto ora i disegni sc·bematici e la descri1ione tecnica della siringa e delle sue parti. Nei detti disegni: La fig-. 1 è lo scl1en1a di fronte di una siringa · per trasfusione conforrr1e atl una prima forma d',e secuzione <lcll 'invenzione; La fig·. 2 ne illustra in scala ingrandita un particolare, e precisamente il raccordo inferiore, le cui parti sono raffigurate staccate per ma1g gior chiarezza; La fig. 3 illustra una variante costruttiva della precedente forma di esecu zione, particoJ,trn1e11te atta a tra:,for111are un·\ ordinaria siringa in 6iringa per trasfusione. Come rilevasi dai detti disegni, in cui eguali numeri di riferimen to contraddistin g·uono le

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tra tto dal basso, per ricevere i duB dadi - 11 12 - scorrevoli lungo la tìletLatura, e ciò al fine di poter regolare convenientemente, secondo una caratteristica essenziale d·e ll'invenzione, la corsa dello sta nt"ùffo 6 in rapporto alle necessità volumet.riche richieste dalle varie trasfusioni. Gli ugelli, 9 e 10 portati rlal raccordo 5 ' che ovviamente hanno il corrtoito di immettere il sangue del « datore » nella siringa e di distribuirlo indi al « rioevente », sono ' a tal fine r provvisti di adatte valv·o le a sfera; ma essendo iit''ersa Ja loro funzione (d'ent rata l'una, di llScita l'altra), inver sa è ar•.che la disposizione <le1le valvole stesse l ' una rispelto all'altra. Infatti, (' ' · fig. 2), l 'u.gello d'entrata 9 ha una inc.amerazione interna 13 tern1inante con una sede .oonica in cui può perfettclme11te ad.~giarsi lH sfera 1_5 e chiudere così il passaggio al fluide• uscente, mentre la corrispo·n ·dente parte 01)posta 16 , solidale al raccordo 5, termina con u11a appendice conforrnata i1t modo tale, ad ei5. a punte, ch e n1entre trattiene la sfera 15 non iu1 pedisce· il passaggio d el fluido entrante nella siringa. 'fale ·disposizione è completamente in' 'ertita f>er }'ugello d'uscita 10 in esso si rileva che l'incamerazionc interna J 4 termina con tma estremità .!J.tta a trattenere la sfera 18, ma non ad impedire il passaggio ·d el fluido uscente, inentre la rispettiva I:>iarte opposta 17 del raccordo ha la sede conica n ella quale 6i adagia la sfera 18 chiudendo il passél!ggio al fluido entrante . Il funzionan1ento d Plla sitinga per trDsfusione qui descritta è evidente; colleg·ato l 'ugello 9 d 'entrata con il « datore » e quel1o l'O d'uscita con il cc ricevente n, si sposterà gradualmente lo stanll1ffo 6 ve rso l 'alto, agendo sull'anello 8 A ca usa d ella depressione interr1a cosi creata, le sfere 15 e 18 verranno· trascinate versc1 la parte alta dei rispettivi ugelli 9 e 10, per cui la sfera 18, in fun zione di valvola , insei-endosi nella sedC' co11ic.a rispettiva, chiuderà C'rmetican1en te og11i comun icazione con l 'u gell0 10; la sfera 15,. invece, essendo trattenuta dall ' e~L ren1ità a punL.e della parte 16, lascerà libero il pa saggio al fluido ent1ante, ch·e si solleverà nell'inter110 della siringa. Al termine della corsa verso l 'a lto, o fase d ·aspir.azione, lo stantuffo 6 inizierà la sua corsa "Verso il basso, o fase di compressione. La riressione eser citata sul fluido 6i ripercuoterà s11llo sfer~ 15 e 18, ch e ' erra11no• eJ1trambe ~pinte ve:riso il basso. In tale posizione, la sfera . 15, adagiandosi nella sede conica rispettiva, chiu·d1e rà ern1etican1ente il passaggio d 'entrata . del fluido, mentre quella 18', essendo trattenuta dalla estremità ::;1. i)illtlte dell'incamerazione 14, lascerà ]ibera l'uscita del fluido com~

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stesse parti, secondo la forma d'esecuzione di <"ui alle figg. I e 2, ]a siringa per trasfus ione oggetto della presente descri zion·e è essenzialn·1ente costituita: <la un corpo cilindri,c o 1 cl1iu~o SU[>eriormente da un cappellotto· 2, con fenditura laterale 3' p:e r chiusura a ]Jressione contro il perno 4, e provvisto inferiormente di un adatto raccoroo 5 portante g li ll1g elli obliqui 8 e 10 p-0r collegare la siringa al cc datore » ed al « rioevente ». Nell'interno del corpo c:ilindrico 2 è disposto lo stantuffo 6 rigidamente fi&sato all'asta verticale 7 cl1e·, dopo 1ver attraversato centralmente il cappellotto 2, termina superiorme11te con l'an ello 8 ad essa fissato. La detta a&ta 7 è, inoltre, fìlettata per un certo

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« IL POLICLINICO ))

1n·esso Successivam.ente, ripe tendosi le stesse fusi, si ripeterà , .a.naloga11lente il funzionament(> d·ella siringa per tutto il perio<io di tempo .desiderato. Inoltre, a causa della r>ossibilità di regolazione d·ella cors1 dello stantuffo 6 me.diante gli appositi dadi 11 e 12, ~rà anche p·ossibile proporzionare a deg uatame nte la portata ·d ella siringa in rap·porto alle esigenze vo·lumetric.h e di fluido richieste dalla trasfusione ~tef..sa.

[Am~o

XL v' II, NUM. 32)

di aggiungere alla sirin ga un ago ·d i piccolo cali.1?-ro, col rispettivo raccordo e tubo, per poter pralicare la trasfusione anche nelle vene dei la tianti e dei bambi11i. P·er il funziona1n ento della siringa occorrerà osservare le segue11ti regole: 1) La sterilizzazione della s1r1nga f'arà compiuta prefe.r ibilm·e nte i)onendo la siringa stf-ssa per circa ·due ore in etere o in alcool l'Uro (a ciò sarà fatto se.guire, in quE:sto ultimo caso, un lavaggio con etere). Qualora si avesse urge nza di impiego della siringa, quest'ultima si poti·à far bollire dieci i11inuti. All'ebollizione sarà obbliga torio far 1&eguire u11 lava.cr.o-io della o;:, sirirtga f"tessa con etere alJo sc.op·o di eliminare og11i j)O~sibile ristagno di a.equa nella siringa o nei tubi . I tubi di gon1n1.a con i raccordi e gli ogl1i saranno fatti bollir·e per 15 minuti e ·quindi saranno lavati con etere . 2) La siringa prima dell'uso sarà accurat.an1ente lubrifica ta con olio di vaselina steril~. Sarà opp·o rtuno, prin1a di introdurre il pistone della siri11ga i1el cilindro , di immerg·ere detto pi·&tone n ell 'olio di vaseli11a. Si innesteranno i tubi. di gomma muniti .di raccordo ai rispettivi u g·elli in rr1o·do ch e il tubo del « datore >l sia inne~tato all'u-g ello di cc e ntrata >> (ricono~cibile da un apposito 5eg·nale m etallico) ed il l ubo del cc ricevente n all ' u~ello di (< uscita >> (l 'intro·duzione degii ugeJli nei tubi di gomn1a sarà facilitato vaselina11di) gli ugelli e la porzione di innesto dei tub·i). Quin·di si provocherà il passaggio n elJa siringa dell'olio di vaselina (ra c.c olto in u n ·adatto recipiente sterile) facendo funzio·n are regolarmente1 la siringa 1nediante il meccanis;ino di aspirazione e di .espulsione. È co!}~ig·liabile, acciocch·è tutto il cilindro· ·di vetro sia bene lubrirJ cato , di togliere il cappcl]olto della siringa ·e di co·n 1piere l'aspir.azio11e dell 'olio di vaselina sino a che la nietà superiore <le.I pi~Lone sia u scita fuori dal cilindro . Per ottenere un'efficiente lubrificazione. della sirin·g a ed assicurare perciò il suo fun zionamento, occorrerà ·Co111piere almuno una cir1quantina di n1ovin1enti completi di aspii ra- . 7iione e di espulsione dell 'olio di vaselina. Compiuta la lubrificazione, si avrà cura di er-;.pellere dalla sirin,ga e dai t11bi l' eccesso ·d i olio di vaselina n1ediante cinque o sei movirr1enti di .. V<l e vieni dello sta11Luffo compiuti fl 1

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FIG.

4.

Nella flg. 3 si è illustrata ur1:1 variante cosl rt1ttiv.a della J?recedente for1r1a ·d 'esecuzione Jn·e·d iante la quale è possibjle la trasformazione di una sirin·ga . di 1i1)0 Uf:u.ale in siringa per tr.asfusione conforme .all 'invenzione, e ciò colleg.ando ad essa un adatto accessorio portante gli u gelli e le relati ve ' '.al vole., in tutto simili a quantv in precedenza <lescritto . In della figura si è contr.a ddistinta con 19 l1na siringa U!S.uale la qua le è collega ta al gi·uppo accessorio 20 rr1ediante u11 corto tubo di gom111a 21, conte illustrato. Il ,d'etto· gruppo accessorio 20 ·è, sir1tiln·1ente .a lla e~ct1zione pre• cedente, pTovvisto di due u g·elli orizzontali, 2~ e 23, e delle rispettive ' 'alvole a sfer'a 24 e 25, ( d ·entrata quella 24 e d'uscita quella 25); e(l il SUt) fun zion.arr1cnto è q11indi identico a quel] o della prece·dente forrr1a d'esecuzione. Co11 t ale disposizio·n e sarà possi.~ile effettuare tra.sfusior1i anche con siriu g·l1e ordir1a.rie di ~d~ttta c.apacità. La siringa, di cui abbiamo descritto· le caratteristicl1e e di c ui riportian10 p.er maggiore cl1iarezza la fotografia (fi.g. 4), è fornita di due tubi di go1r1ma da innestare nei due ugelli. Ogni t11bo è n1unito di un raccordo rispettivamente per l'ago da intro·durre n ella vena d.e l ~ri cevente e per l 'ago da introdurre nella vena del datore . Detti ag,hi sono egu.ali ai comuni a-g hi da tra sfusione (come quelli adoperati n ella siri1lga di Jubé). Ho avuto IJerò cura

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VllOtO.

Ancl1e .gli ag·l1i, dopo lavaggio con etere, saranrto 01)portunamenLe lubTificati con olio di va~elina.

Quindi si ii1trodurrà l 'ago d~l ricevente r1ella ·ve:na del ricevente e quindi l 'ago del datore nella vena del dlatore di sangue. A quest'ultimo ago si u·nirà subito, ap·pe.na uscito il sangue, il tubo di raocordo apposito della ,s iringa .


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SEZIONE PRATICA

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necessario prin1a di ra0cordare la siringa .all 'ag·o immesso nella vena del ricev-e nte. di « lavare n _la F-iringa e i tubi cor1 il sangue del <lonalq r e, facendo funzionare la siringa mediante t re o quattro lll.ovimenti di a-spirazione .a di es~ulsione (e ciò i11 modo da :cacciare la ri1l1.an.enza di olio di vaselina depositato nella sirin·ga e nei tubi); dopo di che si unirà il rac.cc.\rdo del tubo del ricevente all 'aQ"o .. del ricev-ente e si compirà la Ìrasfusio11e. Que&ta, come ab.b·iamo detto, ·vie11e effettuata rnediante un sernplice 1novirrte11to di as·p irazion e e di espulsione. Co11rpiuta la trasfusion e, sa rà nece:;.sario lavar e entro il più breve tempo possibile la .siri11g·a. i11 aoqua possibilrtle r1te tepida , sino a cJ1 e l a·cqua di lavaggio no1t esca li111pida dai tu bi. Quindi sarà consigliab1ile laYa re I.a siringa co11 etero al lo 5Copo di eli1ninare ogni r esiduo di acqua o di g rasso n ella siringa e nei tubi e di poter con servar e la ~irin ga perfc1tarnente usciutta. Sarà inoltre con sigliabile di s111011tare le due ,.~tlvole svitando la porzio11 e distale deg·Ii ugelli allo scopo di asportare eventuali r esidt1i di sangue c he si fosl"ero depositali n elle valvole stet&se. L.1 mia lunga esperienza d ell'uso della f.iri11·g a , però, mi ha dimostrato ch e, qualora la siringa venga accuratamente lavala con acqua in1mediatamente dopo il s uo uso, non ·è possibile che si formino n ell e valvole depositi di sangu,e .

·SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA DI GUERRA. I

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Docente nella R. Univer sità di Roma

Le malattie del

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Sul trattamento delle ferite da arma da fuoco del cervello. (W. ToNNI S. Bruns Beitrage Zur J( liriisclien, ohirurgie, Band. l 'i"O, 19±0) . La es1?e rieuza della g· uerra n1ondiale h.a dato 111otivo acl iunun1crevoli form-c ,di trattamento clelle ferite cr a11io-cereb.r ali, come si può d es um ere sco11·e11do la l·elteraturJ dalla Relazion e di Tilrrta 11n al congr esso di chirurgia di g ue1:_ ra ir1 1Bruxelles (7 aprile 1915) al rapporto, di Payr d el 1922 i11 « E.rfahrt111g·en des \ Veltkr ieges » di v. Schj ernings . Tutti i "'-ari rnetodi po1s~o 110 p·erò in ulti111a ar1.alisi esse re riuniti in due grupi;ri i1rin cipali: tratta1u e11to .aperto, o chius urB. primitiva ·delle ferite. Nei quali tro\1iamo variazioni , ch e va11no dalla c.hit1sura della ferita senza ·dr·enag·g·io (J3a r any), tal9ra con p.Iastich e fasciali d ella cl ura (Jeg·er), alla chiusura con drenag·gio, a qt1ella eseguita sopra tarr1pone, fino al tan1ponamento aperto fatto anche se(»ondo Mikulicz. La n-e cessità ·d i un ir1tèrve t1to precoce in queste fe rite avev.a raccolto la l111ani1n ità d ei co11sc11si, poich è que &to appariva il n1 etodo più effi c.nce per prevenire una infezio11e. Baran y riferi\ a s.u 39 e.asi, in cui era stato f,1Lto un tralt.an1ento ape[to della ferita , ed i11 c ui si ebbero 34 n101·ti; i11entre su altri 10 casi, in c u i era stata fatta la chius ura per pri111«1111 i1on si era verificato a.lc,u11 esito letale. Va tutta via ricordato che le ferite cranio-ce r·eb,r a li di guerra 11on s.ono sen1pre 11ecessariamente infette, ·e cl1e il loro trattamento p·r ecoce può, arJzich è esse re utile , riuscire pericoloso, o p er lo m eno in adeg·ua to, quando veng·a f.atto in condizio11i di an1biiente inadatt e, co11 rt1ezzi ·insufficienti. e praticato da cl1iruTgi i1011 sufficient emente. esperti d i chirurg·ia cra11io-ce rebr alc. La moderna n et1ro-cl1irur g·ia, se 11a i)ern1 e~ ­ so e.li oltener e ris ult.ati i11~pe rati 11el tra tta111e11to di n1olteplici affezioni c·er eb r ali di ri( onosccrC' le r eazioni del t ess1Jto Jtervoso ai t1·aumi accide ntali ed a quelli chirurgici, 11a a11cl1e ii1seg·nato· cl1c t.a]i risulta ti sono possibili solo) se ci 11an110 a dis.posizion e m ezzi del ermin~.ti , e S·e si se,g·uono i rletta1ni di u11a chirurg·ia s1)ecializzata . Una tale chirur~l?.·ia è qt1a~i i1npossib.il e n ell e formazior1i chiru rg·ic~e aYaJ~­ zllte, sor>ratulto durante I.a g·uerra <.il 111ov1r11ento. E: opportu1lo, a tale rig·uardo, rias&u11tere b reve111·entc le conside razio11i, cl-i:e Ton11is fa , a proposito ·d·i alcuni casi da lui c urati. Si 1rattaYa in un ·prin10 ca~o di u11 $Oldnto , il lJU-a lc ure&e11 tava u11a ferita scgn1B11Lale (tras [os~a) della reg·io11e te111 parale cl., con ape r1

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« IL

POLICLli~ICO

tura d el corno i11feriore del ventricolo d. Il tessuto cerebrale rammollito ' enne svuotato lG giorni dopo che la ferita era stata inferta ; furono asportate an cl1e d elle sch egge· osiⅇ il cavo fu tamponato con garza i111bevuta di prontllSil . Do·p o alcuni ·giorni , durante i quali si ehbero 111a nifestazioni m eningee. e d il liquor appariva Lorhido (fino a 1070 leucociti), si ebbe un .g raduale n1iglioramento, ta1lto ch e in 25a giornata dal ferin1ento fu. possibile chiudere In pe rdita di rostanza con un lemb10. cutaneo. l irla encefal ografia fatta 11 settin1ane d opo il feri1111ento dette una ino·dri.ca dilatazione d·e i ,,e ntricoli. Tonnis conclude· che questo caso di1nostra ch e non tutte le ferite cran io-cereb•r ali di g uerra sono pri1nitivamenle e gravemente infette, e cl1 e· la cura e il trattan1ento p·o st-op«?,.r ativo adatti erano apparsi in que sto caso })iù i1npor. ta11ti ch e no11 la p·recocità dell 'inter,·ento chi• rur.g1co. Nel secondo caso si trattava di una ferita della reg·ione occipital·e d. d a sch eggia di g rar1ata, che era stata trattata in un o spedale da campo . Il paz. fu trasportato n el servizio di T. dopo 33 giorni dal feri1nento ; e quivi fu a1}erto un asce~so (da s trep tococco emolitico) del lo·b o parietale, a sacche nlultip1le. Guarigione. La parte scoperta ·d el cerv·ello ' 'enne &uccessi''-1Jnente coperta con un l en1bo a pe·d unccJlo te111porale, imped endo così la formazione di u na estesa ci catrice fra cer vello , dura e cute. In u11 te rzo ca o si tratta,1.a di una ferita a can a le drill:l r egione retro·a uricolare sin., che 11on a ' 1 eva s ubito al cun trattamento precoce, e ch e appariva ·grav.c n1ente infetta. L ' inter·vento, eseguito dopo 25 giorni dal fe rin1ento , permise d i vu otare un ascesso del l obo temporale 8in. e f.> uccessivamente due altri a6Cessi. Anch e in questo caso il trattamento a d atto permise di arrestare il p r ocesso di en cefalite flemrf1ono$a -e di vuotare su ccessiva1l1 ente tre ascessi , coo esito favorevole. T. rife risce ancih e •&u due altri casi di ferite cr-anio-cere.brali, in c ui, n onostan te I 'intervento 1·i tard a to, si eh.b e guarigio11e. A conclusion·e di questo lavoro , T . fa l e se .. gBenti ~()Il$iderazioni : U 1t co·ngruo trattamento dellE. ferite cer ebrali no·n d e, 1 e lin1itarsi alla cl1iusur a d elle ferite c utanee, JY1a deve n1irare ad ur1a guarigione .d ur~ttura, cioè ad evitare le complicazioni tardive, (<1sce~si, epilessia) e a d impedire, per quanto pos.sibiJ c, l 'insorger e d ell a e n cefalopatia traun1atira. Il 1nezzo n1iglior e 1)er evitar e ch e si formino ascessi tardi·vi è quello di asportare il tessuto cerebt·ale contuso in sien1e cori l e sch egge ossee e altri cor·pi estranei . Là causa della epilesFtia tardi, a è la cicatrice ch el oidea cutan eo-n1e11ingea -oer ebTale, che quasi sempre raggiunge il ventricolo , ch e stira , 1

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1t1enlre ·danne·ggia il tess uto nervoso, . cl1e si. trc>va localmente serrato dalla cicatrice,_ durante le o&eillazioni respiratorie e vascolari. 11 vuotam-ento d eìla ferita cereQrale, la con1-· pleta chiusura ·de lla perdita di sostanza a mez-zo di un lembo c utan·e o ben nutrito, o la copertura secondaria di un 1)rolasso granulante.· con tin l emb-0 cutaneo, in1pedi ~cono la forn1azione di tali cicatrici. Se con tali misure si potrà effettivamente irrtpe dire la comparsa di epilessia taràiva, r esterà a vedersi; ma è pro-bHbile ch e ciò si possa ottenere. Anche la en cefalo.p atia, che si manifesta con cefal ea , v e•rtigini, occ. , ·e che vi.e·n e· ripo rtata ad atrofia cer ebrale e d ii&turbi della circolazione d el liquor, potrà verosi111ilmente e·s sere· evitata, seguendo il trattamen to sopraaccennat o. No,n eccezionalmente si deb·b ono vuotare· d·elle forinazioni p f'e udocisticl1e, r esiduo di e-· m .orragie localizzate . Il su ccesso riport,ato col trattan1ento tardiv0t n ei casi ricord:ati da T. non d eve far dimenti-c.are ch e un tra tta111ento precoce, qua11 do possa. es&ere eseguito in maniera idonea, è oertamente da pre ferire. • E, per poter far questo, per potere cioè af-· fid.aro rapidamente a chirurg i ispecializzati, in condizioili di ambiente favo·revoli, i fe,r iti era-· i1io-cer ebrali il m ezzo p·i ù adatto è quello di tr[tSportar e i feriti cranio- cerebrali per via aer·ea n egli ospedali e n elle clinich e attrezzati'. allo scopo. A. CnrAssERINI. 1

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TIMO. Il timo, organo endoerino. (CH. BoMsKov e L. SLAnov1È. Deul. Mediz . !fochenschr., 31 111aggio 19-10). !Finora si distir1guevan o 5 diver si ormop.i prodotti dal 1·0bo anteriore della. ipofisi: l ' 01·mon.e tireotr opo , l 'orr11 on e gonadotropo , l 'orn1one lattotropo, l'ormont:J della c rescenza -e l ' ormone di:1beLogen o. Esperienze degli AA. hanno dimC?st.rato che è possib·i le separ.tre uno dall 'altrotutti questi orn1oni, tran11e .g li ultirni due.: l 'azione sulla crescen za e l'azione diahetogena non sorto assoluta1n€nte scindibili, per cui si <leve ammettere ch e es&.?- siano due diverse pro- . prietà di uno stesso ornt()ne. Se si inietta quest·o ormone a cavie o a r atti , il g licogeno epatico ·dimin ·1isr.e con ~iderevolrr~ente già dopo 6 or e. Gli AA. chiam.a1to 11na unità cavja quella dose di orinane che e ntro o ore riduce del 50 % il tContenuto di glicogeno del fegato della cavia: essa corrisponde a 10 mg. del preparato da essi usato p er le esp erienze. L'orn1one diab etogeno favorisce I 'accr escimento perchè esso n1obilizz.a il glicogeno epatico a scopo plastico e non a scopo dinamico : infatti questo ormone non fa aun1er1tare affatto il ~ir.ambio basole, mentre l 'orn1one tireotropo della preipofisi mobilizza anch'esso il glicogenò epatico ma fa conten1poraneam ente aumentare il ricambio 1


.!ANNO

XLVII,

NUl\il.

1361

SEZIONE PRATICA

_basale, i11 rapporlo alla quanlità di glicog·eno Jih.e rata . P·oichè è 11ota l'i111 porta11za del timo p er la ..cre5cenza, è logico pensare cbe l'ormone dial:>etogeno della preipofisi agisca attraverso que.5t' organo. Le esperienze d·egli AA. confer1nano pjenamente la ipotesi che l'ormone dia.betoge110 o di cresce11za sia un or111one tim·o•tropo. Dapprima essi cercarono di -estirpare chi1·ur1g icamente il timo di ratti, di ca11i e di altri ..a11irnali: ina ]a iniezione di orrrtorle diabeto_geno provocava egualr11ente una dirr1inuzione del glicogeno epatico. Autopsie di questi ani111.ali di111ostrarono che p·ersisteva110 ancora re.bidui di timo. Invece µer mezzo dei raggi X riuscì agli AL\. di <li ~ truggere completame11te il timo di giovani ratti <lel peso di 60 gr. : in .ques ti ~nirnali irradiati la iniezio110 di ormone dj3betogeno no11 provocava più alcun effetto .sul glircog·eno del fegato. L'autopsia din1o~trò c he la irradiazione aveva del tutto cli:::;trutto il parencl1i111a del tirno. L'ormone diabetogeno de]Ja ])reipofisi o or1J1 0ne di crescenza a·gisce. solo se esiste n e)l 'organismo del tessuto tin1ico: e~so è quindi un orinane tinto tropo. l)oichè tutti gli ormoni orgar10Lropi della ipofisi sono proteidi, 111enlre gli or111011i prodotti 11egli o.rgani stimolati da questi proteidi sono .slerine, per identificare gli ulti1ni si d eve ricor1ere .ad estraili lipoidici. Da ur1 estratto lipoidico di tirno di vitello gli AA. sor10 riusciti ad i solare l 'ormon e del t i1no : finora si .era r1 eg·ata };-; funzion e endocrina d el tir110 p er ch è n e suno .a r e va pe11sato di ricorrere agli estratti lipoi~ici. L'ormon e lin1ico estratto dagli AA. provo-ca negli animali tulti gli effetti d ell 'orn1one di.abetoge110 o di crescenza della ipofisi: ess.o .r iduce con sider evolmente il glicogeno .e1).atico €d a·g isce ancl1e su ratti in cui il ti1r10 era stato .distrutto dai raggi X. Gli AA. dosano l 'ormone i11iettando la soluzione oleosa di or111one a ratti .(·]1c vengono u ccisi 36 ore dopo. Una unità è la quantità cl1e ri duce del 50 ~{) il ·g·licog-e no epatico: essa corri ~ 1 >o nd e a 10 rng. di e Lratto oleo.se di tirno di 'itello. L' ormor1e ti1nico è stato })Urificato irt n1odo d.a risultare attivo alla dose di 1/ 10 i11 g . L'ormon e purificato 11-roduce n egli <l11i1nali iniettati, oltre alla diminuzior1e d el glicogeno epatico, una i1)erglicemia ed a d osi alte una glicosuria. Condizioni queste quali i verifica no 11el diabe te infantil e, o diab ete ipofisario, che quindi l)iù appropriatàmente si do~rebbe cltiamare <e diabete tin1ogeno » . Negli urtimali iniettati l 'arnione tin1iro provoca già irt piccole d·osi una notevol e, linfocitosi e leucocitosi; esso i11ibisre Jo sviluppo delle glandole genitali e n e provoca .anche la atrofia. Tutte quante quindi le n ·1 anifestazioni d ell 'infantilismo (aurr1entata cr escenza, riduzione del glicogeno epatico, linfocitosi, regressione delle gl.andole genitali) vengo·n o p1rovocate s_p.e rimentalrnente· negli ani111ali con l'estratto lipoidico di timo. L'ormone è abbondante nel timo di anirnali giovani, !$Carso in quello di animali a1

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32]

dulti, l.1 n1ilza e le linfogla11dole n e contengono l :0-20 volte di meno che il tim·o A differ enza d.a tutti gli ormoni fir:.ora noti quello del timo no11 si troYa sciolto nel siero di sangue ma è legato ai linfociti. I linfociti, formati dagli 01,g·a11i linfatic i , vengo110 attratti dal ti1no: })assando attraverso la parte midollare di questo, essi si carica110 di or1no.n e. <Jui11di essi vengono accu111ul.a ti nelJa parte corticale del timo e da qui so110 •_ecluti alla circolazione a seconda d.el fabhisog·110 in orrr1one. L' organisr110 si va1e di tali rr1ezzi di sicurezza perch-è l'orn1one timico e,&erciia una azione troppo forte sul cuore per potere in1 p·u nemente circot'lre libero nel sangue . . L.a . cope rta d ell 'orr11one timico getta nuova luce u alcune sindromi morbose. Così la parI ecipazi011e del timo al n1orbo di Basedow si deve interpre tare come un fe.n omeno di con1penso. Inf.ntti l'ormone tin1ico inibisce negli animali gli effetti d?-ll'ormone tireotropo della preipofisi: quest 'ulti1no non fa più aumentare il ric.am bio basale se iniettato a cavie che erano state pe.L .alcuni giorni p·receclenti trattate con l'orn1one d eJ timo. Negli ani1nali l 'ormone timico provoca manifool.c.tlioni analoghe a quelle d ello stato timoli11fatico; si riesce a riprodurre i11 ··:;si anch e la estrema labilità che dor11ina il quadro morb·oso dello stato tirno-lir1fatico e cih e per lievi influssi esterni può condurre all'an·esto d el cuore. I falLOl'Ì più comù11i della morte timica n ell'uor1lO 01to la n.arcosi cloro forn1ica e la corrente elettrica. .Es·perienze sui ratti dimo~ trano ch e gli anin1ali iniettati co·n a rnione tin1ico diventano particolarmente sen sibili alla narcosi cloroformica : essi soccombono in 3-5 n1inuti irt .1ria contenente s u 10 litri 1 cm .e. di iClorioformio, m entre ratti nor1)1ali vi r esistono fin·o a 3·0- iù nlinuti prima di morire . L 'orn1011e timico di1ninuisce .a11c:l1e la resistenza alla novocain a . L'a rresto del cuore in seguito a lievi ca u se estern e è con seguenza d ella d1n1inuzione d el glico.g ena cardiaco. Sperirnentalmente s i I>UÒ Jin1 os lrare cl1e l1n.a 1nag·giore sensib·i lità del cuore ' 'er so la 11arcosi cloroformica si ma11 ifest a q ua11do il g licog·epo cardiaco si è ridotto d el 50 o/o. Una tale diminuzione vie11e provoc.at3 11el ratto 36 ore dopo la iniezione di 200 1ng. di es.tratto oleoso .di tin10: 72 ate· dopo la iniezione di glicogieno del cuoire si è ridotto al 20 % d ùl valore normale. La n1orte timica è quindi dovuta alla scarsa resist en za del cu ore il c ui .g·licoge110 si è ridotto in seguito all 'eccesso di orn1011e timico forri1ato n.ell' orgardsmo. P. 1

La iperfunzione del timo quale malattia. (E. REHN. Deut. fl.1 ediz. Vf/ och.enschr., 31 m agg·io 1940). l...a dimostrazione della esisten za e degli effetti d ell' orn1one del tim o ba r esi p iù coinprensibili gli stati di ipe rli1ni~n10 . Sappiamo che l'ormone del timo mobilizza il g licogeno 1


1362

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d el fega to, il cl1e rende possibile dura11te la infanzia, 1,accr escimento . Se i)e rò l 'orn1one timic::o viene prodotlo in eccesso durante la infan..zia o, se la sua produzio11e· i1o·n din1inui·&ee consid erev·ol1nente n ella età adu]ta, feg'.llo e cuore in 1poveriscono i11 g·licogeno e n e ris ulta una o~Lrema labilità organica (n1orti i111provvise, scars.a re.'1istenza alla narcosi e a lle infezioni). I·:sp erienze s u ratti di111ostra110 ch e il contenuto itt g licoge110 d el fe·g ato e d el c uore è minin10 a l] a nascita e ch e au1nertta gradualn1ente con la età: l1ier ai1alogia si può an1mettere cl1e l a iioverlà di g·licogeno nel fegato e nel c uore dPl l:.a111bino, conseguenza dell ' inten so funziona111 ento d el ti1no , sia ]a cau·s a d ella labilità dell eLà ir1fanlile di fronte alle infezioni , alla narro .. i , al tra urna operatorio.. Da tale stato · fisiolog ico ·è breve il p·a sso verso una iperfunzion e i;.atologica d el timo quale si osserva in modo ti pico n ello <e s tato ti1110-li11fatico » : infatti nella età infantil e sono inattivi i principali antagonis ti d el ti1no , le glandole sessuali . In , -ari s ta li patologici s i d eve tener conto della i1_)erfunzione d el timo. Nel morbo di Basedo'v la inerte cardiaca post-operatoria si osserva quasi so] tanto nei pazienti co·n timo g rosso. Si può a ccerlarRi clinicamente di una iperfuzione d el ti1110: segni <li iperfun zione sono l a linfe- e le ucocitosi , la iper·glicen1ia, e la eli111inazione urinaria di abbondante ormone tirriico (p-rova su 50 em e . <li urina: il limite norn tale di elimin.az ione arriva fino a 2000 unità LOJ)O). Nel naseùow tireogeno la funzio·n e del ti1no è norntHle : in questi casi la resezione della tiroide è b·en tollerala e porta a guarigione. Se il ricambio b·a sale è aurt1entato si può tentare una cura, a11zichè con iodio, con l ormo.n e d el timo (antagonis ta di quello tiroideo e ch e seda la tiroide e n e inibisce la secrezione). Nei casi di Basedow con ipertirn i~mo quest ultirr10 può esser e coesistito fin dal principio dell ' iperfunzionam ento cl ella tiroide o µuò esser•s i sviluppato secondarian1ente. Se l 'ipertimismo è secondario e ancora non mollo accentuato·, la cura iodica sedando l a Liroi·de ab-0lisce l 'eccessivo slin1olo al funzionan1 ento del ti:rno: quindi si cura il Basedow con la resezione d ella tiroide. In tutti gli altri casi è necessario rivol gere la c ura anzitutto al timo: deprim·ern e ca utame11te la funzion e e in secondo tempo oµerare con o sen za p·r eventiva cura iodica, a seconda del ricamb·i o basal e. Il pericolo ope r a torio si d eve sempre attribuire all ipertimisn10 : i casi più pericolosi sono quelli in cui sulla base di un i pertin1ismo p-rimiti,ro si ~ poi s,·ill1111)ata u11a disfunzione tiroidea . Nei carcinomi pericolosi ad operarsi si riscontra r egol arn1ente un ipertiroidi•s mo; quindi uno stato di labilità quale si h a nel t emuto s ta t o « tin1ico-linfatico ». L 'or1r1on e tin1ico estratto dalla urina di 3 an1malati di carcinoma diminuì n ettan1 ente il g licogeno del fegato e d el c uore d elle cavie cui ·e ra stato iniettato. 1

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[ANi::'io XLVII, ~l.ì ~t. 32)

IL POLICLINICO »

Molti argon1erlli indicano cl1e an ch e 11el i11orbo di Hoodgkin esisle un ipertimisr110: non si può1 ~er o·r a dire se esso sia pri111itivo oppure seco11dario. Nella e ura dell 'i pertirrtisn10 la resezion e del timo va li111ilata ai turr1ori e agìi ingrossa111e11ti tu111oriforn1i d el tin10. In tutti g li altri casi si riduce il tipo pe r i11ezzi dei raggi X: con grande cautela però, 011de evitare una ii)ofunzione O· ll!la dis funzione del ti1r10, ch e sono pericolose quanto l 'iperlimis1110. Con il diminuire della iJJeJ]1'r oduzione di orn1on e timico sotto l 'azio-· ne e.lei raggi X, il fegato riacquisla la capacità di a ccun1ulare g li cogeno: clirlicamente scoml 'ar e la iperglicemia alimentare. P. 1

Morfologia e clinica del timo. WEssE. Deut. Zeit. fii.1' Ch.irurgie,. Band. 253 , 1940). In queis.to lavoro sono stati fatti accertati sl udi i11orf0Jogi ci su timi di cani e di uomini di varia e tà , ottenendo i Se{Suenti risultati: Il ti1no è una g l1iandol a a secrezione interna ch e ri1nane. atti\r.a fino ad età av.a nzata. Il su.o secreto viene versato n el circo lo ìinfatico e san• gu1gno. L 'unità 1norfo]og ica e funzionale d el tin10 è u11 certo tub-010 epiteliale, co111e un piccolo C(Jrpuscolo. Vasi di tali unità sono riuniti .da t1na comune ine111b rana. 11 tt1bulo h a una vita li1nitata per c ui continuament e da un la to se n e forn1ano di nuovi e dall'altra qiUJelli inveccl1iati \ anno in s facelo e si trasfo rmano in corpuscoli di llasso.J , ch e non hanno alcur1a funzione or111onica. Non è 'filato sicuramente s tabilito la forrr1azione di li11fociti n el ti1no: essi l o a ltraversano soltanto in g ra 11 quantità. La corteccia li mica non è stata sotto1)0 ta a s-peciali ri·c.er cl1 e is tologiche. Nella 2a parte del ]avoro: la cli11ica del timo, sono studiati i quadri clini ci di dieci malati ntorti di malattie varie (osteite fib·r osa genern.lizzata , Basedow , leucemia linfatica , linfog ra nulo·n 1atosi, en cefalite cronica e mesoaoi'tite luetica, cianosi e patica, endometrite i)uerperale; tubercolo,s i cav.ernos~ , 111iastenia ps~~­ doparalitica grave, m1asten1u p·seudo-paral1t1ca). Per ogr1uno di essi è fatto l o s tudi.o morfo: l ogico d el ti1r10 d al quale si ~artn~ r1sa~tare 1 rappo,r ti di tale g landola con i vari .sta~1 mor: b osi. I tubuli d el timo a volte sono st1molat1 ad un maggiore lavoro, a volte invece è chiaTa mente dimostrabile una dimi11uzione od un irr1pedim ento d ella loro attività. D el tutto sorpirendente era l'esame del tin10 d a Basedow: ·dal quadro i stolo1gico si potrebbe leggere una compo·n ente miastenica di tale . n1.a. l .a , t1a. Importante è la dimos.trazione ch e il midollo timico non forn1a nessuna cellula rotonda dé.tll'as.petlo di linfociti. P er ciò la parola: timocità ,dev·e sc.omparjre ·dalla n1orfologia s~)e­ cjale d el sang ue. Esisto110 rapporti tra linfe( WERNER

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IANlNo XLVII, Nu~r. 32J

$E.ZIONE PRATICA

citi e difesa c-0nti-o , ,eleni e i11fezioni. La inia stenia è prodotta da una iperfunzione patolog·ica del midoll o timico. La tirt1ecto111ia n on porta a sinlo111i di d eficit. L'a lta n1orta lità , la tendenza <ill 'i11fezion e d elìa ferita dopo la tin1ectomia, vien n1es o in rapporto p r esur11ibil111ente con una progressiva insufficiente difesa dell 'o rgani·sr110 conlro i ge rn1i piog,eni e ~ontro sostanze tossicl1e. SAiLSANo. 1

CENNI BIBLIOGRAFICI E.

<1>

Prédis d·ailimentat.io n, des no urrisson.s. ~1asson e C. 1939, J)élg. 300. Prezzo 0,80 ,.fRRRIEN.

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dollari. In qt1e ta sesta edizione l:A. tie11e conto d elle più 1 ecenli conc..:.ezioni e n1e todi n el campo d ella a li1nenw zion e del lattante. Il libro è diviso in 3 imrli: alin1entazione d el lattar1t e norn1ale, 1 r.gime a lin1e11ta re n egli stati patologici, e re g imi corretti vi e rispettivi a li111enti . Segue un breve capitolo sul controllo coproJogico . Pur i1on tra c ura ndo i p rincipt teorici , il libit·o h a un caratlel'C prevalentemente pratico ch e lo rende utilis i1r10 p er tutti i inedici. Tutti i m etc,di e i con s igli t erapeutic i e c·on1unque corre ttivi sono v.agliati e discu ss.i sulla base d ella e~perie n za personale d ell 'A. Utilissime l e conclusioni riassuntive e c riticl1e a]la fin e d ei singoli ~trgom.enti. P. 1

1).

NoBÉCOURT.

PréC·is de Méd1ecin.e des enfants.

Masson e C. ie, 1939, pag. 1300. Prezzo 150 fr. La sesta edizione di questa opera di Nobérourt con sta di 1300 lJagine ed è co rredat a da 600 figure tra cui molte ta'role t ern1icl1e. I vari ar•gom enti sono, tra ttati ir1 forma scl1ematica ma e auriente, in nlodo da dare al lettor e una idea presso ch e completa d e·l le singol e malatti e. È un lib r o utile J)er il medico pratico e J>er lo s tude11te ch e vi t.roveranno con<l·en sate irt poco spazio le idee fondam entali di cui ab bisognano. P.

1363·

za ed anche lo slud e11t e

faciln1ente r accog liere notizie l)Taticl1e cl1e .gli potranno es ere cli particolare ulilità n el s uo futuro eser cizio IJrofessiofiale. Non ir1ala1 tie r a re ono, i11f11Lti, trattate n1a invece ..orto s' rolti quadri cli11ici clelle più co111uni affezioni del si.:;te111a urina rio e per ognunc di essi è d ettata la Ler Jpia. Ogni capitolo· Èco1np le ta Lo da 1111a ricca e eh i ara ic·o·n ografia j llus trante pezzi ar1ato111ici din1ostrativi e strum enti. A parte è l)Ure r accolto u11 utile ricettario tiro log ico; un 'ap1Jendice1, a . ai op1Jortunamente, è deelica La a l ca t eI e ris1110 d ella veRcica. A. 'FILIPPINI. l) UÒ

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I.

Elemenli di f armaicog1io1sia, II ediziD11e. Un Yol. in-8° di 2G4 pagg. con 167 fig·g. Soc: e d. lib rari a, Ron1a, Milano , NaJ1C)li , l H10. Prezzo IJ. -:10. S1MON.

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\ 1edia11tc1

co11 f)iacer e riµubblj cato il noto 111anuale d·el prof. Si111on, di cui la 1)rin1a ed izjon e risal e al 19111. Dopo tanto i111 per,rer ... are di 111edicam enti sintetici , si tende ora a ritorriar·e: a ll e ve.c cl1ie. drogl1 e, in c ui la n atura i1nrnette ta11ti preziosi p rinc ipi te ra1)eutici. l J11a buona .g uida i1er il loro riconosrime·n to e per sco1)rirne le frequenti sofis,t ic azioni ed adultE:razioni rie~ce p ertanto molto utile. Tale è appunto que&to libro d el prc)f. Simon ch e, n ella nuoY.a edizion e, è ri1na to simile alla precedente n elle parti esse11ziali , co n gli 01)portuni rimanegigiamenti e ' 'arie aggiunte. Le droghe sono classificat e econdo il criterio t erapeutico. Di ognuna, son o descritte l 'origine, l'a spetto , la composizione, la ricerca microscopica, lei &ofis licazioni, i saggi , l 'azion e l 'u so e le dosi. Da ultimo , al cuni cenni di te~nica n1icroscopica . fil. 1

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1-

(~. BRUNI.

Clinica T era,1euticGJ delle malattie

u1rinarie. L. c:appelli, editore. Bolog11a, 1940, L. 26. Questo n1.Iovo trattato di clini ~a e tera pi.a delle m a lattie uri11arie ch e il prof. Bruni presenta è un prezioso volun1e di 336 pagin·e, in una veste tipografica el egante e dall ' editorre curato in ogr1i particolare. Scorrendo i vari caJJiitoli, è d 'uopo ricono~cere ch e l'opera costituisce un. prezioso con tributo al 11os tro p.atrin1onio biiblio.g1·a fico , n o.n molto ricco in quei5to campo , poicl1 è essa è il f111tto di lunghi a nni di osservazione e di espe• l'lén W. I vari argon1enti, sebbene &iano svol ti in modo sin tetico, 110n hani10 pecca nella chiarez1

(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recen sione.

~1 inifitero d ell 'lnter110 . I.s ti Luto di Sanità Pub-

blica. Reridico nti. Vol . II, parte I. Un vol_ in-8'0 di 3128 pagg. con figure e tavole. Roma, 1939. 1

Delle me111orie cont enute in questo fa sc icolo, alcun e so no d edicate ai problemi d ella panificazione : bro111.ati e per solfati ne] la J)anificazion e (D. ?\1arotta e 1 r"'. l\iluntoni) , II traltarnento chimico delle farine (D. Marotta), Potere fermentativo di lieviti rl el commercio (1\1. E. Ale$sandrini); a ltre a lla n1 alaria: Varietà ·di A. 7naculipp,nnis. ed il problema della n1 alaria in It.alia (A . Mi ssiro li). L ' anofe1lismo n c11a bonifica ·di 1\ilaccarese (L. La Face), L 'al leva111ento degli anofeli (C . Srl1illing); altre di A. G.alan1ini, A. Pirani e M. T . Minozzi .allei vitan1ine. C. Ru so studia in due la' ori alcuni problerr1i della lJeste; G. Druetti l 'approvvigionamento idrico degli .aggregati u.rh·a n i; G. C. Trab·a cchi fa la cel ebrazione di G. C. Roeintg·en ; ecc. Un com1)lesso di 16 111emorie, ch e attestano la !1ole\ ole attività del1' I~tituto. fil . 1


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APPUNTI

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IL POLICLINICO

PER IL MEDICO PRATICO. •

Sull'infarto del miocardio. Ch. Lau.bry e J. Lenègre (Paris Médical, 4-lll n1aggio 194:0) hanno praticalo l'autol?6ia di 32 n1alati affetti da infarto del rniocardio ed han11 0 rilevato le seguenli alterazioni macroscopict1e. Le alterazioni miocardiche, spesso poli- rr1orfe, sono l 'espressione di un processo evolutivo e recidivante, di una affezione che procede p er tappe successive. Esse non so·n o sem1)re evidenti all ' ispezio11e e sono spesso molto localizzate (punta ·d el cuore, pilastri) o atipich·e. Secondo quanto hanno riscontrato gli Autori, ai tre tipi clas•s ici dell 'infarto - necrotico , emorrag ico e fiQroso - occorre aggiungere i fenomeni di apoplessia emorragica o eden1atosa p er se111plice strava so sa11guigno, siero&-=tnguig no o sieroso. Queste apoplessie p er stravt:1so si producono d'em.b lée o n ei pressi di una zona preced entem ente infarcita. La t opog·rafia d ell 'infarto , così come è stata constatata d.ngli Autori , non ha sempre la sistematizzazio11e vascolare cl1e è indicata dalle le·gature s pe rimentali: le lesior1i miocardicl1e devono .esser e ricercate , con tagli sistematici, soprattutto all'estremità dell 'albero arterioso (punta, lJilas tri, r egione sottoendoca1,dica). L'endocardio parietale r eagisce spesso sotto for1na di endocardite cronica deg enerativa o di .endocardite tron1bosante. Qu esta assume il tipo di cc mural thro111bus » o, più raramente, quello pseudotumorale. Essa colpisce molto più sp esso il ventricolo S. ch e quello D.; non si <le:ve dimen ticare poi la trombosi delle orec.c:hiette, specie a D . Nei due terzi dei casi circa il p ericardio è sede di lesioni diverse più o m eno inten se. Nell'immensa n1aggiora 11za dei casi con l 'infarto rnio,c a rdico coesiste una atero-sclerosi aort.o-coro11arica. Le alterazio11i d elle coronarie sono quasi &empre diffuse e bilaterali e vanno da una trorr1bosi a stenosi multiple, ad una .semplice aterosclerosi . Tra le lesioni riscontrabili nei ·d iversi visceri, l a più frequente e d importante è senza dubbio la tromb·o,- arterite polrnonare. Gli Autori , i11 b ase ai r eperti autoptici, con.eludono affermando ch e n ella m aggioranza d ei casi l'infarto del mioc.a rdio è unà necrosi ischemica determinata dall'obliterazione di un gros1so tronco . 'futtavia un certo numero di casi ·si sottrae a que sta r egola. Da una parte oblit erazioni coronarich e g ravi possono non complicarsi con l'infarto, g·r.a zie ad anastomosi cor onariclte e.fficaci; dall'altra 1' isch emia non ·s piega tutti i easi di infarto e specialmente quelli che coesistono spesso con una permeabilità relativa o completa dei grossi tronchi <lelle coronari.e. In tal caso è necessario invo1

[ANNO XLVII, NuM. 32]

CASIS'flCA E TERAPIA.

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c élre fattori diversi dall'ischerr1ia, fatto·r i che, con Ja più grande probabilità, sono rappresen. tati da turbe vaso111otorie riflesse con punto di partenza 11elle coro11arie, nel! 'aorta o anche r1 ell 'arteria polmonare. 1F. TosTI.

Emorragie sottoendocardiehe nello shock. La maggior parte della letteratura sullo ·s hock riguarda studi cli11ici o sperimentali. Poco è stato pubblicato nei riguardi dell 'anatomia patologica. Sheehan (The Lan_cet, 4 maggio 1940) già in un precedente lavoro aveva n1esso in evidenza che nello shock ostetrico le emorragie sottoendocardiche sono il reperto anatomico caratteri&tico. Queste emorragie si trovano sul lato sinistro del setto interventricolare, circa a metà strada, al disotto delle cuspidi aortiche. Si possono trovare anche più giù, verso 1'apice, o alla hai&e dei muscoli papillari o su una trabecola della parete posteriore del ventricolo. Le emorragie sono di varia ·grandezza, per lo più superficiali, ma a volte estese nell'interno della n1assa n1uscolare, spess-o disposte seguendo le fibre di Purkinje d ella branca sinistra del fascio auricolo-ventricolare. I casi di shock ors.tetrico s tu·diati dal1' A. sono: 16 casi di distocia, 112 di ritenzione di pla centa , 9 di apoplessia uteroplacentare, 5 di rottura o in,rer sione del! 'utero e 10 di altre condizioni (fra cui emorragia). Le n1alate morte n ello spazio di un'ora non hanno pref'entato emorrag ie sottoendocardiche. Emorra.gie so ttoendocardiche furono trovate nnc.h e nell'eclan1psia e nell'iperemesi. Le emorragie sottoendiocardiche no11 sono g·ravi di per sè. Indicano solo che c'è stato un di·&turbo circolatorio loc·a le. Probabilmente il meccanis1110· di formazione di queste emorr.agie è nervoso. Ancora non è chiarito il n esso ch e c'è fra queste emorr.agie e la sindrorr1e dello shock. L. Sindrome cardio-appendicolare • C. Dimitracoff (Le Bull. Médic.. 18 maggio 1 D40) ha racco1to una dozzina di casi in cui l'infiammazione acuta o sub.a cuta dell'appendi ce h.a dato e11docardite semp lice con lesioni croniche degli orifizi . In tre casi si ebb·e en·d·o cardite &ernplice, manifestat-Osi con la presenza di soffi, dopo l 'intervento per appe11dicectomia. In un caso si a''eva stenosi mitralica in una donna che non aveva axuto nè angina nè re umatismo, ma solo un'appendicite, per la quale era stata operara. Questo caso fa pensare all'A. che alcuni casi di stenosi 111itralica ritenu la congenita siano rasi di endocaràite da appendicite. Sei casi erano di malati èon palpitazioni e altri disturbi funzionali del cuore (extrasistoli) 1


tANiNo

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SE·Z IONE PRATICA

nei quali c'era un . dato ob·b iettivo da rilevàre: cl1e avevano dole11tissimo il punto di Mac BurJj€•Y. In un caso si ebbe algia precordiale. L'interve11to chirurgico sull apper1dice è sufficiente ad elin1i11are definitivamente i disturbi cardiaci f11nzionali. L. 1

L'ipertensione arteriosa polmonare primitiva. C. Lian (Paris 2Wédical, 4-11 rnaggio 1940) rileva che n1entre sono ab.b astanza frequ enti le i1)ertensioni e le scleroF-i dell'albero arterioso pol111onare secondarie ad altre malattie cardiache o· poln1onari, v·eng·ono inv-ec..e co11siderate re.re le malattie prin1itive di essi) e riaSSiunte nelle sole arteriti. L'A: ritiene ch e. il dominio delle malattie prjmitive delle arterie polmonari sia notevoln1ente più estew in quanto, a ccar1lo alle arteriti, deve essere fatto posto anc.he al! ' iperten sione arteriosa polmor1are pri111iti va. Di questa se ne. po:;sono distinguere tre t~pi pri11cipali, di gravità gradualn1ente maggiore : una forma leggera, uria rne.dia ed una .g rave. ella f ornia liev·e i ·disturbi funzionali non hanno speciali caratteri&tiche. Dal punto di vista clinico, l 'atte11zio·n e vie11e fermata da segr1i stetoacustici, radiologici e elettrocardiog·rafici. Tra i primi il più importante è il cosiddetto schiocco arterioso polmonare protosis.tolico, descritto dall'A. fin dal 1921, che rapp·r esenl<l, sul focolaio della polmonare, la seconda parte di uno sdoppiamento del I tono. Nel c~rnpo radiologico . si nota una s~orgenza conves a e f ortemente pulsante dell 'arco ine die e una dilata ~ zione pulsatile de.Ilei b~ranche arteriose ·poln10nari degli ili. Nel campo elettrocardiografico s i con stata una legg.e ra deviazione dell'asse elettrico verso destra e talora una prepo11deranza ventricolare destra. · Questa forma l~eve non s.i accompagna a lesioni di sclerosi arteriosa. Nella forma 1ned ia, l 'ipertensione primitiva è a ccompagnata da leggere lésioni di sclerosi arteriosa polmonare. Nella forma gr.ave infine si riscontrano lesioni di sclerosi arteriosa polmonare accentuate e primitive, aocomp·a·gnate o no ad iperten sio11 e arteriosa polmonare. F. Tos TI. La terapia della claudicazione intermittente. Oltre al riposo, Ja stasi venosa ed il riscaldamento indil'etto, specialn1ente col ba gno di luce, M. Ratschow (D eat. med. Wschr., 24: inaggio 1940) con siglia il t.rattan1ento· si•s tem aLico rCOn gli ormoni sessuali (n1aschili e fen1rni11ili) com e pure con gli estrogeni; tali rim edi hanno dato eccellenti risultati anche in casi brravi. Importa11te, poi , è il riprendere molto ·gradatamente l 'eser cizio e no11 portare mai n elle prime 4 settima11e lo sforzo del camn1inare fino a]l 'insogenza del dolore. Le piccole l' Ccidive JìOSSono venire intpedite con l '11 so cli

136'f.

sup po::;itari di eufilJina ch e, r1ei casi lego-eri b T f 5ono su ficienti ad inibire gli accessi somn1ir1i st~·andoli 1>er un paio di giorni. ' D1 g rande importanza è l 'assolut.o divieto di fu1nare. · Altri consigli so110 qu·elli di tenere 1·arto b.en ca ldo e ài portare ca lze di la11a , da c.a111biarsi cgni gior110, di ev itare· ogui lesione del 1)iede,. c t~r~ndo b ene le callosi Là, di ervitare gli elast1c1 per sostenere le calze, di n on sedere con. le gambe accavalciatc, di b er e abbondanlernente e di fare scarRo u so di carne. NeJla g·er1esi del]a claudicazione inter1nitten-· t~, ·può entrare una co1nponente n euritica,· s.p ec1al111ente n el caso di diab etici. Al contrario di a.Itri casi di neurite, la vita1nina [8 1 rimané· in cffi1;ace, a cau-5a del disturbo circolatorio , il quale va quindi · 111iglio rato con 1'uso· di sup·positori con 3 mg . di acetilcolina , eventualJn f nte co r~1binata con la prostigmina. La claudie;azio11e intermittente va con siderata• com e un se,~11aJ.c di pericolo , ~ndicando una deficiente irrorazior1e sa11g·uig~a <lei tessut i lai quale, se non curata a ten1 po, può portaTe at r1ecrosi e ga n.gren.a. fil. 1

Morbo di Raynaud e stati ipoglicemici. A. Baserga (1l1inerva Med'ica, 2 giug·no 1940)1 d·escrive un caso di rr1orho di Ilaynaud con va-lori g lice111ici a digiuno, bassi (da 0,62 a 0,68· 1>er mille) e aumentata sensibilità ali 'insulin a._ Secon·d o la classificazione di Ha1Tis ch e distingu e le ipo.g lic·eruie in for111 e nievi (co11 ta8ro glicemic o a digiu110 tra O, 75 e 0,60 %o), forme medie (tra · 0,60 e 0 ,50 %o) e forn1e· gravi (1sotto 0,50 %0), questo ca o rientra tra le forme lievi. Anch e Sunder-PJassmann e Miille1r hanno rr1 esso in evid·er1za ipoglicen1ie a dig iuno in un caso di n1orb·o di Raynaud. Merita perciò che si porti attenzione al fatto se ·questi r eperti di t.a 10 gli1cemico basso in tale n1 alattia non sian o solo de·Jle con stata2ioni occa!'ionali n1a n e costituiscano un dato relativan1·ente freque nte e caratteristico. Secondo la classificazion e· di Sigwald, gli stati ipoglicemici posso110 esse·r e di stinti in tre gruppi: 1) Forme da lu rb e del ric·a1mbio dei carboidrati (insufficiente apporto dei car boidrati con l'alin1entazion e·, perdite di ca rboidrati per diabete renale, per allattamento o per sforzi esagerati, esaurimento dell e riserve organich e di glicogeno· per g rave atrofia ep'ntica o rr1uscolare); 2) tF orme provocate (da farn1aci a.d a·zione sul si6tema n eurovegetativo); 3) Forme da caUisa endocrina (in~ulare1 , ipofisaria, surrenale, tiroidea, ecc.). Si per•sa di far rientrare il caso descritto in questo ultimo gruppo, cioè nelle form e da causa endocri11a, a causa dell'esiste:n7.a di dati r h crparlano in favor.e del sospetto di una insufficienza surrenal e di modico g rado . Rilev:.ta così la nozione di ltna possibile ipo1

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[ ANNo XLVII, Nul\1. 32 ~

« IL POLICLINI CO »

g lice rnia ed iµersen~ibiJità aJl'in ·uli11a nel mq-rbo di Raynaud, ci si d eive, da un t)JJnto di vista pratico,, n1ettere ir1 g uardia contro la terapia insulinica .d i qt1-esta rrtal~ttia r ecenten\ente preconizzata da Séz.a r )· e Br,a ult. M. R .i \STELLI.

MEDICINA COLONIALE La cacoforia tropicale o sindrome di Castellani. Trattasi di una sindror11c, che i colo nia]i ed i trattatisti fra n ce6i dislin!g uo.n o col n on1 e un po' gen erico e qt1a. i di ge rgo di « ca fard » ed a cui il Castellani ha dato il nome di ca coforia tro-p ica le. Nessun ·disturbo specifico· o b en det erminato ·accu sano i pazie nti , ch·e si ·1amentano invece di ~tanc11ezza .g·en erale, diminuita r esis le11 za , anch e in telJ.etl t1a]e al l avoro, eccessiva sonnol enza ·e, p er contro, un certo grad o' di i1i.sonnia , digestioni lunghe, lievi e passeg1geie cefalee, malinconia, tcnde11 za alla mi·~a ntropia . alla ...contemplazio·11é . al pes$i n1ism o (d a ciò l a denon1inazion·e ·dì « caf::ifd n) . Quando .tale sir1dro111e no r1 l) UÒ ,·enire attribuita aiCl una malattia b e11 precisata (ten er e sorJrattutlo in consider azion e la ttlb·e r rolosi, l a malaria e la sifilide) va unicamente ritenuta come un d ecadin1 ento d elle fo,rze fi~icl1 e e mo. rali , d ovuto principalm en te a fattori clin1a l ici. Tal,rol ta, es.sa è favorita d a pregresse m ,a ]attie, d a fa tto1·i d'indole m oral e e cla disagiate con dizioni di vita . Qt1est 'l1ltin10 fattore è in g it10co for se più spes o ch e n on si ritenga gen eralm e nte. Di fatto se, .alle· privazioni d i ordin P n1orale, si .aggiung·ono i di sagi materiali e la imµo ssibilità <li ris1»armiare una parte d el1o stipendio ces~a per molti l o scopo dri avere affrontato la vita .a Fric.ana ; si dileguano l e forze mora li e r.esta il fisi co, incapace di resistere d a :;;iol o .a lle numero1se insidi e di lln clima a rl1i l 'jndividt10 non è abitt1ato. Con corrono a d eterminare tal e si11ù ro111 e il clima caldo ed un1ido, la lem1)eratur.a .all'incirca sempre uguale, l'aum entata diafor·csi , l 'a limentazione non sempre .ap1pro1p-riata, qualch e s trap·azzo, le disagevoli condizioni ·di vita, ecc. Agi scono come .c.ause coadiuvanti piregres~e malattie , e specialmentf la cattiva funzion.a lità ·d.el fegato·, sen1pre in grandito ·d opo un soggiorno ·d i circa sei mesi ai tropici. · Qu este. forme· si riscontrano più fa cilm ente rtelle colonie equatori.a li e ' tropicali •$ ituat~ a modeste altitudini, con tem·p erature el evate e'd· el evata umidità relativa d·el1 'aria, con centri a grandi distanze l 'uno dall'altro, caratteristiche primitive e selv.a.g aie d el paese. Sono in".ece rare in A:O.I., dove si hanno notevoli a ltitudini , fresch e.zz.a della temperatura, r::lcilità di • • • comun'icaz1on1., ecc. Tuttavià qit1al ch e caso ~i verifica ir1 i),e rsor1e a bitanti il basso p iano , in centri minuscoli bd in canti eri sperdt1ti n elle piane d ese·r te ed inI

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fuocate . Alc·uni cas i d el genere 150'IlO· d€}::;crilt.i d~t A. Brissol ese (Rifornia m edicaJ, 11-18 maggio 1940) , n ei quali per la presenza d ei sinto11ti accennati e l 'as~enza di altTe malattie· che potessero· comunque giustificarli venne fatta la diag rtof.i .di cacoforia tropicale, conferrr1ata d.a l1' esito della cuC'a , a base di ricostitue:n ti e coll:invio in popol osi centri di montag na. Im1)ortante è sen1pr-0 il rr1utamento di ambiente e, Ilei casi ribe lli , il ritorno in Patria. Si d eve però sempre, 1~tare attenti a possibili simulafil. zioni.

LABOR·ATORIO La diagnosi batteriologica dell'infezione gono· • cocc1ca. A. Be rtrand ( U1iion. méd. Ca:n.adà, apTile 1940) fa rilevar e le incertezze ch e si hanno sp1e~o J1ella diagnosi di ìnfeziorte gono·cocci ca, i11 b ase .al solo esame di uno striscio colorato. Teoricam ente si dovrebbero aver e dei diplocc1cchi a chicchi di ca ffe rli 0,4 a 0,6 µ .. Ma non è r aro trovarne ·d i più L>iccoli o di più grossi fino a 1-2 µ. I r a pporti d ei du e elern e·n li va riano fino a,d aversi ·d.ei germ i a D maiu.co la, con un ·ele111 e11to più gro"'so; oppure si 11an _n o fo1·mc fericl1c o d ovoidi i solate o riuIl-ite a coppia. Secondo Strasbourg, all'i11izio della m alattia si hanno d ei inicro:~onococchi, cJ1e ·diventano norrl1 ogo!Ilo·~occhi 11e·l periodo fl cuto e mac rogonococchi in quell o cro·n ico, in c ui possono arrivare alle dirnen sioni di un leu cocita. La diag nosi di gonoco·c co irnplica, oltre a1la forn1a, la colorabilità (gran·1 -nega tivi) e la po-. sizion e (11ell 'inlerno dei poJinucleaTi) ; qualch e autore in ·i ·le anch e s ulla necessità ch e il gonococco si trovi da solo n ell 'interr10 d·ei po1linucl ea ri. La colorazio 11è col Grani, però , non d eGide sempre la qt1estion e, potendosi avere, ·aècanto a i gonococchi g r.am-negativi, quelli dubbi · e. p er ino positivi . Questi due ultimi tipi sar ebber o ,d elle form e di degen er.azione, che l)Ossono n1agari essere d eterminn1 e dall ' iniezione1 di vaccino. · Con1.u nque, nell'uonlo, n elle uretriti ac ut€, I 'esame batteirioscopico può fornire informazioni pr.eziose, ch e non sono J)iù tali per l a donna , per la quale i risu ltati .,,aria.no anch e St•condo . la ·provenienza ·d ·el materiale in esame; il rerpert.o del vero gonococco è a•s sai più fr equente n el niateriale prelev·a to dall'uretra ch e per quell o vaginale. P er la sict1rezza della diagnosi, l ' A. propone pe1'tanto _]a coltura su mezzi zucch erati, ch e permette di ottenere il gonococco con tutti i suoi caratteri classic i. La gono-reazione pt1ò d a re utili informazioni ma non al1torizza, d a sol.a, ad una diagnosi sicura, anc.:he perchè· essa rima.n e positiva per molto tempo· .dlOpo rhe so110 d el tutto scomparsi i fatti clinici . fil . 1

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SEZIONE PRATJ CA

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NELLA VITA PROFESSI ONALE. Cronaca del movimento corporativo. Provvi denze per i professionisti richiamati. ~egli

Co m missi o ne collegi ale medica istituita presso g li u ffici d elle mn tue. Allo copo di esaminare i ricor . . i })rc ~e11 lati d ai 1nutuanti in r apporto a questio11i cli ordin e sanitario, presso og ni ufficio provin ciale delle Mutue vie11e is tituita una co1111nissione coll egia)e medica con1posla di lre sanitari d esig11a li rispe1tivamenlc dalla l:;iederazione delle casse n1ulue malattie per i lavoratori clell 'industria , darla Confe(lerazione fascista d egli inclustriali e dalla Confed erazio11e fascis ta lavoratori dell 'industria. Tale con1mi ssione h a il compilo di esaminare ogni singolo caso e <li prese11 lare le proprie co11clusioni agli organi ai quali è d en1andata og11i decisione in merito.

llltimi clue Consigli d ei Mi11istri furono a<lol lati alcuni provveclim enti a Yantaggio dei professionisti richiamati, che ora stanno divenendo di larga e socldisfacen lissi1na applicazio11e. Nel primo fu approvato un di$egno di leg·g·e col quale si sosp ende la riscossione e si con se11t ono il rim])orso e lo sgravio dell 'imposta di 1\ . l\[. (lOYuta dai Con lribuenti della categoria C 1 ricl1ian1ali alle armi e per flttla la durata del richia1uo. Eguale agevolazione è con sentita per i professionisti n e] riguarcli dell 'i1nposta generale s1t ll 'entrata. Era evide.nte che, venuta a mancare ogni possiMEDICINA SOCIALE bili là di g·uac.lagno per i professioni s i i richiama ti alle armi, 11on solo si sospende se t1na las azione Le colonie estive della G.I.L. clic si fondava su Lali cespili, m a anche Lulti i Nelle attuali continge11ze l 'assis te11za climatica g r DYan1i doY1Jti p er l 'imposta sulle entrate ch e che, nel nome del Duce, la G.I.L. atlua d a anni, cli quei cespiti era una diretta con segl1 enza . nor1 ha st1bito rallent3menti. Al contrario, tàle "\ella tessa occas ione la C-0nfederazio11c profesn1tività - ch e r eca efiicacissimo contributo alsionisti, che ha istiluilo un apposito uificio per 1 'azione di clifesa della razza è stata increvenire ii1contro alle necessità dei s uoi rappresentne11 la la e p erfeLio11ala con tutti i preziosi suggetati richiamali alle armi, ha chies to cl1e non solo rimenti che scaturi sco110 dalla lu11ga C'Sperienza si dia il rimborso e si effettui lo sgr avio p er tali e dagli studi predisposti in materia. imposle, ma a richiamo ulti1nalo si addiYe11ga ad Le colonie eliolerapich e diurne, ch e b a11110 acun 11u0Yo accertamento tributario, i1 on essendo collo i11 precedenza i figli dei richiamati alle armi, 11è ammissibile i1è corrispondente a esattezza ril1anno avuto quest'anno particolare sviluppo. Funtc11ere che i ce piti })rofessionisti, d opo una più o zionano attual1nente più di tremila colonie ed i 1neno lunga paren lesi di esercizio, possano conbambini assistiti in questo primo turno s uperano li11uare a rilener i come im1n()bili e imn1utabili. i tr ecentomila . Le colonie, presso la totalità dei ~ella sedl1ta del 6 luglio il Consiglio clei MiCo1na11di federali, altu.eranno tre tur11i di assinistri, u proposta del ministro di Grazia e Gius ten za e funzioner anno anche dura11 Le jl me ~ e .di ::, t jzia, ch e i è compiaciuto accogliere i11 n1erito cllcmbre. i cl esid eral J della Confederazione, ha approvato L :impia11to di tali colonie è stato atll1alo con un disegno di lrgge, ch e mira ad assicurare ai la massima cura p er quanto riguarda la scelta professionisti ricl1iamati, ai quali iano s tali co11delle locali!à, l'attr.ezzatura r elativa e tutte le feri li incaricl1i da1l c pubbliche au Lor i là , il diritto provvidenze di ordine igienico-sanitario n ecessarie cli e. ser e r ia1nmessj, al loro ritorn o, ag-li incari- · all 'efficacia delle cure. I sanitari, i dirigc111 i e le cl1i slessi, garanlendo loro, in og·11 i ca o, tiri co11vigi latrici preposli all 'attuazione di q,u es to vasto gruo co1111)e11so per l 'opera presta la. P er quanto piano rli assistenza , ~ volgono opera assidl1a cd inco11cerne gli amministratori, i sindaci ed i liquit ellig·ente perchè il fl1nzi-011a111e11 Lo dell e colo11ie datori d elle società commer cia li , il prov' ecli1ue11to ·ia i11 l ullo rispo nd ent e alle prec i e direllive e1n~i. li lui . ce la figura cl ell 'amministrél I ore, clel sin11ate dal Comanda11l c ge11erale della G.I.L. ç-0~~ daco e òel liquidatore provvisorio , con Lemperanl 'ordine, la discipljn a, l 'ig ie11e, caralterizzn110 la do le norme della legge commerciale co11 Je e ivita d elle colonie, me11lre conversazioni c.hiare e ge11zc del l)articolare mo1nento. brcYi, nelle. ore di ricr eazio.i1 e, te11gono giornalIl disegno di legge, i11oltre, allo scopo cli ttrl emente viva I '.attenzione dei bambini sull 'alluale morne11lo storico e cornple la110 l 'opera edu<'ali·va lare anche gli inter essi dei professio11 i li ai quali : ja . lato conferito un incarico d a i })riva li , attri<li queste belle is li Luzio11i d el Regime. I11ollre su lulla la riviera aclria lica ono in piebuisce all 'Associazione sindacale, in 111an canza <li accordo tra i professio ni ~ li , il poter e di riparti110 funziona111e11to le lrentase lte colonie ch e ospi1ano, in ambienti luminosi e riclenti , 12.500 bamr e, con crilcr i di equità , il com11en o d ov~ lo da] c liente . bini proYenien Li dalla J_,ibia. · . . . , La salute d ei ragazzi è ottima: 11 loro .sprr1to Ln Co11fecleraz io11 e, validame11 le coadi11va l a dai elevai issi1110. Par ticolar1ne11te a t lrezza Lj SOIlo stati i ,·ari Si11 dac ati i1azionali di ca tegoria, ha avuto diver si servizi cli collegam ento ch e ha11no· consencura di far })resenli agli organi superiori, cl1e. si ti lo, per inezzo a11ch e di tra missioni rad}o,. alle 0 11 0 moslral.L se111pre alle11lissi111i a tali seg11alafamiglie restate i11 Libia, di aY~r~ freql1ent1 ~ prezior1i, le provvid e11ze che potrebber o es er e })rese cise 110 li.zie d ei loro piccoli osp1t1 d elle colo!11e. a favore dei profe ~ sj o nis li e degli arli li ricliiaOvunque il funzio11ame11to delle colonie d el1na ti , 111entre le dipendenti U11io11i provi11ciali sono l 'n 11110 X'' III 11a òi1nos trato come l 'assi ·Cenza deltnle i11Yilate acl i11dirizzare la lor o a l tività sola G.I.J... . cos tituisca, an ch e i11 ques to Jle-rjod9 d.i pral tulto a favor e dei richia111ati r dell e ~oro fagu erra , una delle. prove più ev~d c11t i de.11o sp~· 111 igl ir, in ·Lre lt a. col laborazio11e co11 i Si11clacati rilo di solicl arie là cren lo òal RcgJnle. local i e n azio11 al i ad er e11li alla Co11fccl erazjon e. 1


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POLICLI~I r.O

CONCORSI. Posti vacanti. VELLETRI (Roma) . Ospedale Civile. - Cer can si a iuto chirurgo e assistente chirurgo. Per ii1fo r11)azio11i rivolgersi alla Segreteria d ell 'Osp cclale .

Concorsi a premi. Reale Accadfmia d 'Italia fJer la P.lerlicina.

1\n cl1r quest 'a n110 dall a Il. Accade111 ia cl 'Italia ven go uo band il i j egu e1rli ('011corsi a pre111jo: Pre111i Reali di L. 25.000 d esli11ali alla F isiol ogia n or111 ale ed alla Patologia; Pre111io Bora di L. 10.000 cl es l i 11ato a stucli 11el ca rn po d elle cien ze })iolog icl1e e· d elle loro applicazio11i 1)raticl1e; Premio Carp i cli L. 1500 p er laYori rig·u arcla11 li le scienze })iologich e; ~re 111i o :NiarchiafaYa d i L. 5000 dcs liua lo ad un laYor o st1i 1) rO})le111i e1)i{fe1n iologici delL 'Afr ica Orien tale, co11 " pecia l.e riguardo ai le1 ri tori i lali a11i ; Prc111io tPiccjnini di L. 10.000 ~ieslina l o acl t1 11 0 lt1dio ull a · tori a d elle Univer s jtà i talia11e. Coloro cl1e ill tc ucl ono 1)re11der e p ar le aj suddetti co11.c'or i elc])bo11 0 i11viar e, er1tro il 31 dicembre 1940-XIX, reg·olar e don1anda, i11dirizzata a l Pr eside11 le d clln Reale Accademia {l 'Ilali a, corr edata dai docu11te11li lJ re crilli e dai ·t ito]i.

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE Il dott. ' .rincer1za Cu lotta, med ico a Baltim ora, u110 d ei 1)rincipa li es1)011 e11 li di quella colonia i ta lo-a1n e rica11a, è st a lo no1n in a lo cavali er e 11cll 'Ordine de1la Coro n a d 'Italia , 1notu prop,.io di Vittorio Eman u elc III . L '011orifirenza g'li Yen ne con eg11ala d al Co11 ole in occasion e <l r l1 a rerin1on iél ro mn1 en1or 11 tiva della fondazion P <l ell 'Associazione It alian a d e i v. eterani di Gt1erra, di c;u i il d ol t . Culo l l cl pres ied e la sezio11c loca le. Rnllcg:ran1e11 li cordiali all 'insig nc coll egu. Il dol l. Danilo Boari è n ominato ttffi c ialr sa nit ario e n1ed ico CaJ)O a.e} Comun.e di Cr cm o11a. Con r ecc11 le provvedi111e11lo il l)rof. Ignazio ColliC'a, L il)ero Doce11te di Pa tologia C11iru rg i.ca nella ll . L11iversità <li P alern10. 1)er il serYizio chirurgi co pre-- la to 11ell 'ln11)er o, è la to pro1110 so Te11e11lc colonnello << per m e riti eccezio11ali » con la segtLe ttle m o liv~zi o u.e : cc ' To]o,nt ario cle11n g·ran·<l e guerra e '<l el1 a ca1111J ng11a A. O., Yalen le professio11i La ha r eso al P aese segn alati serYizi ». Il do lt. l\1a r io o lo è n o111i11a lo tilolarr della cattedra di farm acologia e ter apia n ell a Facoltà di ~c ienze m eclicl1e di Bt1 e nos Aire~ .

DIVERSE Congressi e convegni. Tia 47~ , riunio11e della Soc ictn tecle!'\Cfl cli pediatria i t errà a Vic111la dall 'l al 4 se ll c111]Jr e, otto

la 1)r cside11za del ]Jrof. Bir.('11 di TulJi11ga, n cll 'audi tori11m della Cl i11ica pe.dia lr1 ca u11 i \'ersitaria (Lazar ettgasse 14). Tl co1nn1issario d ei medici , seg:r c la rio di S t a lo do t l. Con1 i, l)arl er à sul tem a « ,A_mpilo e . scopi dell a tulela ..,anit aria d ell 'infanzia n. Ten1i di r elazione n el ça1npo scie11 lifico: « Vila n1in a e»; 1101 ra111µ0 })I'aliro: ({ llelazio11e critica s ui nuoYi J)rocedin1e11 li alin1e11lari » <l Re-

»

lazione cri lira sui 11uov i ri111edi (1)ro11 losil , et1basin, alht1.cid , uliro1) , ecc. »; r elaz io11 i educa tive: << Basi 11eurologiche dello s,·ilttl)PO psichico ». « Psicolog ia in fantile». Il 3 e lte111b1c si adt111er à 11 ell o le so locale la 50. confercnzn 111edira clellc Legl1e leclcsch e per la lutela d ei la tt a11li e elci ragazzi, so l to la })re idc11za del prof. Bassn u di Berlino. Lo lesso g ior110 a"Tà ai1<'l1e luoo·o u11a c<l u la d e1l '01)era p er l a lo lla a11 li l uberrol~re d cl Reich. Il 6 sette111brc, 11ell a Cl inica i1et1ro-p ' ichialrirn cli Vi e11na, è a11nu11ziala la i a Riu11ione d ella Soc ie tà tedesca ·per la p icl1i a tri n infantile e per la p edagogia ·au ilaria, sot lo la pres iden za d el J)rof. Scl1rocler cli Li1) ia. Il 6 e il I se lte111brc, n ella . l e · a Clinica, 0 i11d e lta la 3a riu11ione d e lla , ocietà ge11 eralc n1ed il' a ted esca lle r la 1) ico ler H· ] )Ì O, o tt o la 1)residC'11 za ci el })l'OL Goring di Berli110; tra i r ela tori arà il prof. F . Banis ' o11i di Rorn a. . Le cinqt1e riun io11 i ro tiluira11no, 11el loro ins 1e1n e. una (( Selt i111 a n a infan til e>>. Pe_r i_11forn1azion i ri vol ge r~ i a l prof. Goebel, Akad . Kil t·derk1in ik, ~I O\ 1'('11 s t ra, se 5, DUsscldorf. G cr111 a11 ia.

Fiera autunnale di Lipsia. Uno cle i car a tteri di s tin tivi <li potenza delle l\azion i rlPll 'A se 11ei co n fro11li d eJ ,·ecrl1io n1011do ))J utocratico i11 tran1on to, è sen za dubbio cos lil uito dall a erenilà dr I clin1a in tcr110,- es1)rcssio11c cli i11 nturi tà J)Olili ra d e1le 111a s~c . e dalla cura co11 la quale i Gover11 i, i1111)eg·nn li i11 una lo1 la lil n11ica per il trionfo cli u11a i1t10,·a g it1 ti zia intcr r1azi o11 alc, vig ila Ho c<l esalt a no il laYor o, po.le11zia110 l 'agricoltura, l 'i11du l ria C' il co111111cr cio , Jncreme11 ta110 le n1anife tazio11i d ella vi1a eco1101nica nazionale. È ~11 q u c ~ la a t111osfe ra cl i eqt1i I i hra la attività pro<lu l 1iva clic dal 25 al 29 agos to i svol 0aerà a Li'p ia -1a ritu1ione nttlL111naJ c clell a g ra11d c n1a11ife tazio11e fi eri t~ a gcrn1a11ica, la quale , è facjle preYe<l crlo, ri11no' 0rà i su cccs i già r erris lrat:i li clalla ra ·eg11a del n1arzo scor so. L 'Il al in cla qt1asi un ' e11te1111io JJart ecipa nlJ e rit1nio11i prin1aYerili cl ell a fiera di Lipsia .co11 t111a iit l ere~ a H lc lnostra colle t tiYa diligr11tc111cn te o rga11izzal~ n0l IJalazzo fieris li.ro lling-l\los.. h aus <lall 'I li lul o !\azionale F ascis la 11er il Co111111 er cio Es tero, l;\ nl ocl1è i 110 tri esposit ori })O son o g ià con tare ti t111 'afiezio11a la clie11 lela tedesca cl1e ha din1os tralo cl i apprezzar e i prodotti dr]' n o tro su olo. clel 11oslro ar t ig· ia11ato e d ella 11o~l ra inctt1 s tria. s labil e11Clo ro11 g li e l)Ositori itali ani 11ii1 ch e socl<'l isface111 i rapporti ct 'affari . Viene ora ai1nun c iato cl1e, p er i11t eressam enlo d cl Govcr110 Fascista, la l)r0Clt1zion e ilal1a11a sa rn prPsentc ques l 'anno l1C' r la pri111 a ,-olta a11ch c al ln r ns ·eg·11a ca111pionaria at1tu11nale, o.r c upa11 clo n el opraci tal o palazzo t111'a1 ca not evol111e11 le $l1J1C'riore a quella consu e ta. Nel rno1n0n lo attual e, ln J1ol izin assu111e 1)a rlicolare Ya]orc e ros t i tu i ce t111a 11uova riprova d ella 1nirabile rollal)orazio11c italo-tedesca ancl1e n el can1po d ei rapJ)Orl i eco11on1ici-co1n1nerciali. Un po' dovunqnf'. Il 11rof. 1\I. Ajazz i-~[a 11 c ir1i , orcli11 atjo cli farmncologia e lo .. icolog· ia a F ire11 zc, l1a tenuto un n ronferr11za 11ei locali d cll 'l ni o11c Fa ~ ris t a d 0i Pro-


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32]

SEZIONE PRATICA

fes io11jsli e degli :\rli li di questa cill à, sul le111a: <e (;t1erra cl1i111i ca. Offesa e difesa. S ta to pre~e n le ». Il prof. G. a11giorgi, ordin ario (l .ig ie11c 11ella R. Ln i, cr ·it à di Bari , al corso di preparazio11e politica dei gi0Ya11 i 11a parlalo ·u (( Aspetti del razlis1no i laliauo ». La riYisla r on1e11a « Spit alul n 11a [cs legg·ialo iJ SllO 600 a11 n iYersario ro11 u11 11u1nero speciale di 172 1Jagi11c; l ra i col laboratori so no i 11 0111 i pii1 rap1)r e::-e nt al iYi <lella il)edicin a ro111ena .

Le\ « l\i,·it- la dc Medicina TrO})icale, ccc;. n di \ Yana 11 a cled ica lo il i1 . 1 (ge1111aio-.febbraio 1940) al « l\lal d<'l pin lo » o (( carat e », al lribl1i lo al Tre11onerna l1errejoni, -i111iJe agli age11 li della ifiJi<l c e della frn1nboe -ia lro1)icale . L'r11le })er 1< a~~i curazi o11i ociali cli Varsa,ia ha apt•rlo, i1cJlo ... 1abili111e11lo balneare sla lale di Bu::-k o. rhe ha una clirczio11e lede ca, una lazionc )JCr 111alati cli rcu1nalismi, scia tica e gol la; e sa i.• ca pace <li 100 letti; as ~ u111erà 1nala lj dall 'i11lr· ro (io' cr11a lor a lo JJOlacco, a par lire dal 1° giugno fi110 a lullo i·aulu11110 i11ollrato. Le cure di fangl1j e di zoJfo <l ura110 4 settimane. Le JJese sono so::- lc nule per intero dalle a sicurazio11i :-;ociali. 1

'1el1n Ron1a11ia , <.'011 rcce11lc 01d iu a11za, 0110 ~ l at i sosprs i d all 'i1n1)iego , co111e ebrei, 34 1neclici di c ircolo e 81 111cdici delle- ra~se ct 'a sicl1razio11e. .\cJ1 · 1 ~ titul o per alcoo]i ti « Bl1cl1e11lu l >> pres::,O Glei'' tz, i11 Gern1ania, è stato Yielato l 'u so <lel la bacco, no11 olo ai malati, ma anche a rl1iu11ql1e · j tro' i nell 'Istiluto. Risulterebbe che l 'u.;o dcl tal>acco facilita le recicliYe de11 ·a1coolis1110. Ì\ella Cli11ica p ed ia t ri~a u11iYersi l aria <li Colonia ~i era organizza la una stazione di la l l e di clonna . L 'affll1e11za dj_ bambini che a' cYa110 1Ji ·og110 di que lo soccor o si è raddoppiata ò ura11 te gli ulti111i a1111i; })erciò ora si è la11ciato t111 ap]Jello alle i11arlri cl1e a])bia110 latt e i11 eccesso, affinchè 'oglia110 fornirlo alla clini<' a. Il la l lc Yicne 1>agalo 4 J{.~f. (lire 24 circa) ogni litro. l . e do·n ne la lta11ti ricevo110 lilri 1 e X di lat te Ya.cci11 0 al gior110 })er sè, e li lri 1 e % per og11i figlio fino all 'età di 3 a n11i; i11ol tre le donne cl1c Iorni sco110 lalle all a tazion c rircYono, ogn i sc llin1an a, g. 125 <lj Jlurro e 250 di carne. B clccetlu la a Gcno"a in età di 103 a1111i la casalinga .\11gela Parodi; aveva aYuto due figli , uno <lei quali è YiYo e conta 75 anni. Con R. D. 14 111arzo 1940..XVIII la R. 11iYersità cli .:'\aj)Oli è ::-ta ta autorizzata ad acce! lare la do11a1ione di L. .37 .293,90 disposta a ~ t10 faYor <lal gr. uff prof. Raffaele Caporali , a 110111c i)ropr io e cli al tr i ol l o~crill ori, per l 'is lituzio11'c di u11a borsa di ' luclio d a i11tilolarsi al i101ne del prof. .\ 11 lo11io Car<l nrcll i. Il Dt1ce 11a asseg·11 a to 600 mila lire a11 '0 pedale C~ i' ile cli San Remo. :i; inorto i11 c là di 64 a11ni il prof. FruTz H.\R'I'EL,

cl1e dal 1922 al 1930 diresse la Cl i11ica chirurgica dell 'l.: 11iYcrsità di Osaka, nel Giappone; egli fu poi chirurgo J1ell 'O l)edale « Oskar Zielhan » di Berli110-l.icl1te11berg.

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RASSEGNA. DELLA STAMPA MEDICA 1lrcli. in. t~rn. de Neurol., g·e11. -- " i111 1Ja lologia.

Pre se ~\Jieà., 27-30 mar. - R. LECOQ e O. V1GNAL. Il compito del terre110 n ell 'evoJuz. della pol iH eYr i li. J ~u rn. de 1 \!Iéd . de Lyo1i, 20 111ar. - Oftal111ol. R1f. 'ttled., 16 mar. - F . GALDI. E1nicra11ia meleorotropa. \Vien. .4 r cli. inn.. 1\tled., 30 rr1ar. - Z. KovA.Ts e 1'. iVI1Ht\'LKOVJCs. Seg:ni rele llrocard iorrr.a.fici <lcl5 l .jpe rlireosi. Bril. Me·d . J ou rn. , 6 apr. - W. GnAY. 1'ra·ltam. OJ)eraliYo clell 'ernia ing . - W. BIGLER e al . St erilizzaz. di sirin gh e e aghi . W i en. I <lin. ltVacli . , 12 apr. - H. R uBnJTIUs. l 'ra ll a111 . clell 'iper lrofia prost. S. V\' oLFRAl\iI. ~Iala ltj a cla 'irus i11 dermalol. Jn,d. J oizrri. 1'\lled. R es., gen. DBARì\t.E.NDRE ~ \ . . ~I UKHERJI. Az io11e del blu di metilene sul bac illo della lebbr a. - vV. R. AYKROYD e N. S\YEJ\ll:NTHA L'. Acido nicoli11ico 11 ei cereali e pellagra. - L. N1cHoLLs e A. N1l\IALASURIYE. Lesioni ocu lari, orali e cutanee <la care11ze Yita1ni11icl1e D eu t. ~Ied. Wooh. , 12 ap1·. - B 1cKEL. Ali11;e11tproleica del popolo ledesco. CHUL1·z. Profilassi d ella s.carla Lt. Pa1ri s l\l éd., 6-13 a_pr. - Ali111 c11laz . RClss. Cl.-Scie n.t. , 15 apr. - E. GREPP1. Ipertesi urice111 ici. - ~I . CruovEND'A. Il (( c uore venoso pol1no11 are » 11ella stenosi mitral . Ri11asc. 1'\tfed., 15 apr. - G. SACCONE e J. ~IENDE­ LOl•' F. Tumore g·lomico del braccio. Bull. Nléd., 10 apt. L. D1Al\IANT-BERG.ER. Lt\011ardo rl a Vinci. J ovr1i. A. A1. A., 30 111ar. .\un1ero sl1gl i ospecla li. - Id., 6 apr. W. C. ALVAREZ. Appendicite cro1lira. - V\--. DE V\1 . ANnn11s e .J. ' '' · Lonn jr. Corretione della defi cic11za cli 1Jro trombina. - vV. G. LENNox. Terapia far1nacolog ica òell 'e11ilcs ia. . Amer. Journ. Med. Se., a1)r. - M. l.,ox e ~11 . HARDGRO\V. Terapial ;della scarlattina. U,. E. BERK. Te1npo cl i circolaz. n ella diag·nosi cl ellc i11alal tic Yascolari perifer. Presse A.f éd . , 16 a1Jr. - G. L1A N. ProYa cl'a lli Ludj11e agli sforzi fisici. - H. PAscHonEn. Irra<linz. U.-V. delle fer it e sudj cc. Bruxelles-Aiféd. Numero special e sulle (iior11at e wlcd i.ch e 1939.

l\l in. 1~1ed. , 7 a1)r. -

A. DELJ~A VEDOVA. Verti-

gine labirintica ati1)ica cla (( impressio11c basilare ». - P. l\L.\RFORI. Sulfamjd i ci : lo icità e an Lngo11isli. .4.rcl1. It. ìilal. Ap[Ja.r. Diger., feb. - D. CossD. "le110. . i della sezione alt a d el le11ue. - L. Z"err1. ~Ianifes l azioni i11ogl jccn1 irhe i1ella r l1irurea1· a eaa tr - . Gazz. d. Osp. e d. Cl ., 14 a1)r . - G. RETTA?oi:j'.;J. ~Iodi fi cazio11i cir colatorie da l i111olazioni termic he locali della cute. Settim. Me'd., 2 mar. - G. OLA tu N r . Ra1Jporli Ira leucemie e tumori. Min . JV!ed.. , 14 apr. - l\lecli.c ina lede cn. A.rcli If . di Chi r ., mar.-apr. - F. TE.'i\IPEST:\. llesezio11 i <lel fo11do dello s tomaco. - C. UGGERI. Er11 ie cli appe11clici epiploich e e loro .c.·om1)licazio11i. - A. BAs11;E. eoplasje re l icolo-is ljoc i tari e a ~ ecle glandolare. Rif. 1/ed., 6 .apr. - A. Co·L.\RU o. ì\[eta]Jo}js1110 dei lipoidi 11e]]a p orjasi.


1372

« IL

POLICLINICO J>

Hae111at. ,

(AN•No X.[, , .li,

Nul\r. 32J

S. BATTAGLINr. Porpora in luetici. - A. FoaEi\II e A. CARERE-COMES-. . Leucemja e tun1ori. Brit. M ed. J ourn. , 20 apr. - V. KoRESCHEVSKY e M. A. Ross. Reni e ormoni sess. - A. D1cKSON W RIGHT. Vene varicose. CUn. Chir., mar.-apr. C. UGGERI. Liposar-coma e lipomatosi. - L . l\iIENNA. Fratture della .base del cranio. - C. UGGEHI, B. Rossi. Sarcornatosi ipodermica. Presse lvléd. , 17-2·0 apr A. DESANA. ,S ecr ez. interna cuta11ea . . Giorn. di Ba,t ter. e Im1nun. 1 apr. A. RosA. -Portalori di b acillc d.i fterico. .4rch. per le Se. med., apr. C. PATRAssr.

Morbo di Banti. - G. Boccuzzt e R. DE l\IIATTJA. Ricambio dei carboidrati nella difterite. Wien. Klin. Woch., 26 ap.r. W. BErGLBOCK. Collasso e suo trattafi,l. - C. HRADECKY. Tratta111. della rinite vasomotoria con corpi sulfamidici. J(li.nJ.. Woch., 4 mar. - W. Nol\tESBRUOH. Tratla1n . chirurg. dell 'ipertens. - W. GRos e W. S1BDE. Trattam. chirùrg. dell'ittero epatocellulare . Pathol., apr. - V. BoNGIORNo. Fibromio1na della vescica. L. LAcno1x. Blastomi epit. maligni fi110 a 30 anni. P()Jris M éd., 20-27 apr. - G. MARA.NON. Indicazioni e contro-indicaz. degli ormoni genitali ~ Rinasc. Med ., 30 apr. - R. DoND1. Cura degli igromi e delle cosiddette cisti sinoviali.

LA CLINICA OSTETRICA E GINECOLOGICA

IL VALSALVA

Rivista mensile diretta da P.A.01..0 G.A.IF.A.MI Il Numero 8 (aigosto 1940) contiene: Lavori originali : P. 0 ATTANEO : Sindromi da persistenza dell'attività del corpo luteo. Cons iderazioni cliniche ed eziopatogenet iche. !Fatti e documenti : E. FRONTICELLI: Piometra tardivo d·e>po radioterapia cavitaria : djfficoltà diagnostiohe. :Rivista sintetica r E. DE DONNO: Le reazioni di gravidanza. Rivista Crjtico-Sintetica. lla rubrica degli errori : E. PERAZZI : Gravidanza in corso accessor io dell'utero simula nte u11a ,g ra'Vidanza extrauterina. Opera zione di Strassmann, su ccessive due gravidianze a t ermi ne con parto spontaneo. N·ata storica : G. ALDERTI : Di G. B. Geremè Santarelli da F o rlì €' del suo trattato inedito d'ostetricia. Terapia : L. CAILLON: Trat tamento della leucorrea. Dalle riviste : OSTETRICIA : La diagnosi precoce di gra'Vidanza mediant e la reazione Friedman-Brohus con l 'ausilio della ova.rioscopia tra n s p eritoneale. - La t e, rapia, d ell'iperemes i gravidica. - Si possono fare ba·g r:·i in vas ca dura,nte il parto? - n tratta~ento dell!t -se usi post a bortum e postpartum con sp eciale considerazione per la chemiote1·apia (sulfamidici e derivat i). - Tra t t a1nen t o dell'aborto febbJ:ile e delle complicanze puerper a li con prepara ti di rame. - G~NECO­ t.OGIA : Le m estruazioni an-0iVula1'i (idee attuali). La f1·e quenza della doppia rottura follicolare : la durat a dell'involuzìone del corpo luteo. - La -0erviccr vaiginite bismut ica. - Pessario en<louterino a punta quale ca usa di gravissime les.ioni a~essia~i e pa..ramet r a li. - Necr osi d ella vagina a tipo d1 noma. I libri. - Varietà. - Notizie. Abbonamento per il 1940: Italia L. 5 6; Estero L. 7 O. Per gli associa,ti al « Policlinico " : Italia sole L. 5 O; Estero sole L . 6 5. Un numero separato L. 7. Inviare Vaglia Postale o Chèque Bancario alla Ditta LUIGI POZZI. editore. Via Sistina 14. ROM.A.

RI'°ISTA MENSILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRJA fondata da CUCLIELMO BILANCIONI Direttore: Prof. ARNALDO MALA.N. Torino. Professore di Clinica Otorino-laringoiatrica nella R. Università di Torino Redattore-ca,po : Prof. DONATO DI VESTE.A., Roma. Il Numero 8 (a,gosto 1940) contiene: C. GATTI M.A.NAOINI: Oontributo allo studio delle lesi oni la,birintiche da correnti elettriche ad us 0 industriale. - F. BRUNETTI: Lesioni cocleari nella retinite pigmentosa. - A. PIRODD.A. : Comportamento della b.ron1oemia e d·ella bromuria negli adenoidei. - L. TOROHIAN.A.: Not e di tecnica sulla laringectomia totale. In biblioteca. Rece nsioni : ESOFAGO: Un nuovo istrumento per il tratt a me nto dell'esofagos pasmo. - CAVO ORALE: Leucemia mieloide e la sua p.rima manifestazione nel cavo orale. - Rapporti t ra il diaibete e il cavo orale. Su di un caso di anestesia e di ageusia linguale consecutiva ad ·a nestesia tronculare del nervo den,tario ·inferiore. - ·v AKI.\ : Alterazioni patologiche delle ossa nella lebbra. Abbonamento per il 1940 : Italia L . 6 6; Estero L. 80. Per gli associati al « Policlinico » : Italia sole L. 6 O ; Estero sole L. 7 4 . Un numero separato L. 7 .

Invia,.e Vaglia Postale o Chèque Banca,rio all'editore LUIGI POZZI, via Sistina.. 14, ROM.A.

Indice alfabetico per materie. Bibliog·rafia . . . . . . . . . . . . . . Pag . 1365 Claudicazio11e inlermitle11 Le: lera1)ia . )) 1367 Colecis lopatia con così detta bile cal)) 1339 carea . . . . . . . · · · · · · · · · · Cronarca del 1novim. cor1>ora l . . . . · )) 1369 Ferite da arma da fuoco d el cer vello )) 1359 trattam. . . . . . · · · · · · · · · · Gonococchi: diag nos i di laboratorio . )) 1360 )) 1367 Ipertensione arteriosa polmon . primil. )) 1366 Miocardio : infarto . . · · · · · · · · )) 1367 Morbo di Raynaud e stati ipoglice1nici

R eaz. di Ide nella diagnosi di sifilide Shock: emorragie sottoendocardichB . Sindrome cardio-appendicolare . . . . Sindrome di Castellani o cacofonia tropicale . . . . . . . . . . . . . . Singhiozzo nella t en sio11e del legam. rotondo del fegato . . . . . . · . Timo: iperfunzione . . . . . . . . . . Timo: morfologia e clinica . . .. Ti1no : organo endocrino . . . . . . Trasfusione di sangue : nuova siringa

"';!, Pfonte. oliclinioo

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Roma, Stab. Tip. Armani di M. Courtier

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1366 1366 1368 1337 1361

1362 1360 1354

se non i~.~~ aà

A.

C. FRUGONI, Red. capo

Pag. 1343

Po~z1,

resp.


fOLUME XLVII

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Roma, 19 Agosto 194:0-XVIII

Num. 33

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,, PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA. E IGIENE

fondato nel. 1893 da GUIDO . BACCELLI e FRANCESCO DURANTE SEZIO.NB

CESARE FRUGONI

REDATTORE CAPO: PROF.

.

PREZZO

~HATICA. . .

D'ABBONAMENTO

ANNUO

Singoli :

Italia Estero (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale) L. 80 L . 125 ( 1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (m ens ile) . L . 60 L. 70 (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (mens ile) L. 60- L . "10

AL

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Clinico MedJco di Roma

« POLICLINICO »

PER

Cumulativi:

IL

1940

I t a.lia Estero (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e me dica) . . L. 125 ~- 180 (3) ALL~ DUE SEZIONI (pratica e chirurgi'Ca) L.' 125 L. 180 (4) ALLE TRE SEZION I (prat., med. e chi1•.) L. 165 L. 22l·

Un numero separa to de lla, SEZIONE MEDICA o della CHIRURGICA L. 6 ; della. PRATICA L. '4 ,00 · --------------------------~.--~----------~~----------------------------~--------------~~

t _.. L'Importo dell'abbonamanto, che p11ò essere inviato con Vaglia Postale oChèque Bancario, può anche tssere versato, senza tassa nel Conttr

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..

Corrente Postale N. 1/5945 dell'editore L. Pozzi, Roma. se dovuto r1sc11 otere contro Tratta Postale dell'Ammlnistrazl one, questa comporta l'aumento di L. s.

SOMMARIO. Note e contributi : G. Liuzzo: La derm atomiosite (Cont ributo anatomo-cl inico). . Osservazioni clin•che : G. Ricci: Su di un caso di leis h maniosi infantile. (Contributo epidemiologico). Med icina coloniale : E. Cicchitto: L'emo-trasfusion e nella pratica pediatrica dei: p aesi caldi. .sunti e rassegne : CUORE E CIRCOLAZIONE : K. H. Zinck : Concezioni nuove n el caimPo dell'infa rto coronario e delle necrosi miocardiche. - G. Rastelli : Le altera~ion•i elet trooardiograifiche rilevabili nell'i 1ntos'sicazione da ossidic· di carbonio. - A. Hus ti11 : Influenza della rachianest esia sulla circolazione s ang uig n a . W . U sadel: Schok e collasso. - H . O. Mosenthal: Il t r attamento ·medico dell'ipert en•s ione . - I . Simion& sco O. Ra.covit za Jalova e S. Paraschiv : Due casi d i chi~urgia d'u.r genza p er ferit e della r eg ion e p r ecorniale. Sutu ra del cu o r e. Guarig~one .

' Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, Congressi : R . Accadem ia

dell e Sci enze Medich e e Chi.r u rgic;he di Napoli. Società Medica della Libia. Appunti per il medico prat ico: CASISTICA : Danni da scarlattina del fegato, del pan·oreas, del canale gastro-intest ina le. - S u due casi di mala tti a di Lol1stein (m a lattia delle sclerotiche blu ). - La rinite difterica; primit iva . - TERAPIA: L 'u so dell a sulfapiridina sodica p er ipodermoclisi. - I s t a minasi n el t r a t tamen t o de~l ' allergia . - VARIA. Nella vita pr.o fessionale : Ins egnamen·t o s uperiore. Concorsi. - Nomine , promozioni ed ono rifi cenze.

Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

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NOTE E CONTRIBUTI ùsPEDALE

PoL1c L 11\1c o u~1nER1·0

i - RoMA

V 0 JJADIG LIONE

Prof. L uc11E RINI T oàiIM.ASO primario m edico ed agg r egato clini co .

La dermatomiosite. ( Contrib11to anntomo-clini co ).

Dott . G1ovANNI L1uzzo, aiuto'. Dopo le pr im·e d escrizioni di Wagn er , Unverrioh ed Hepp (1887-18'91), la dermatomiosite si è conquistato a buor1 diritto il suo p osto auto1no~o n el 1gruppo d1elle mio,p atii e primiLive acquisit e. Le ricerche antich e e recenti di ordine clir1ico e ana tomo-patolog ico h a nno contribuito .a.d a pprofondire alcuni lati di q uesta sing olare affezione sisterrtica d ella fibra muscolar e, 1llust randor1e il polimorfismo clinico in r ap·porto al gra,d,o e alla qua li tà d elle lesioni n onchè a lla eventu.a le J)artecip.azion e m orbosa di organi e apparati, e intra,•ed end o punti di .co11tatto e ·& imilarità istolog iclte rra questa e 1

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allre 1nalattie s ulle quali ferve· tutt.ora il dibattito v eif ] 'esatto inquadramento no5-0logico (t..JJt1ali s.p ecialpiiente la miastenia g rave tipo Er] ; . (~ o ldflan1 e la sclerodermia) . Prevale l'opinione, fondata s u numerosi ind jzi , ch e la d eirma tomiosite r iconosca una etiologia i11fettiva o tossiinfettiva; ven gono cl1ia m a ti più frequeoten1e1Jte irt causa la sifilide, la t u b erc·o lo;5Ì, l 'infezione r euma tica, nla a11ch e morbillo , in fluen za tifo , an g ina ton sillar e, in tossic~zio ni intestinali , ecc. Sick e Le,vy h anno n ot ato J'insor g ere di casi di polim iosit e in forma epiderr1ica. Tuttavia la maggibr parte d ei casi <li dermatorniosit e non offr t ad un at tento csan1e alcun el emento ch e permetta di 1Sosp ettaee con fondam ento una gen e. i infet ti v.a d eter1ni11ata ; n è è stato possibile fino ra ai vari ricer cator i, attraver so le indagit1 i d i lab or atorio , di fornire la dimostrazione di u n r1esso etiologico F-icuro con d eterminati 1

1

germi.• Il d ecorso della malattia può e~&ere acuti. sirn o (8 giorni n el caso illustrato da Plehn), sul )la·ctuto , cronico e cronicissimo (perfin o otto a i1ni e m ezz.o n el r aso di W einber ger ). La 1

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})rognòsì del\a- -'ù\alal:ti:a -è per lò ··più s~ Yera;-· ,r ei11ota cò. f il~ì:=-ée un 1-can1po ~uggestìvo di . os. . 1 ) la r~10ifte }jnterviene ,p er con~plicaz ioni resp i- .se rv~zioni ' e di indagi1J-i i1el quale appar.e1 inrHtorie.. _ _Q_ pc1~ p~.rali ~i cardiaca . SoJ10 sta.ti p èrò _, di~pe n sa.hile e fe co11da la ·col l ab~orhzione fra descritti va.r i ca~i .ço·11 es,i to in g·ua.rigjou1~ c~m- " derma to~ogi e _j nt(l·r1~isti. Sul1q ~ scorta di una pleta , e casi cori -è ,s ito in distrofia rnu ·colare osscrvazi'or1e person~'rJe avremo -} occasione più p1ogr~siva 0 · in $èlet6'd.fai:rqi·a~ Certa1r1ente i~o~ ol·t~~e · di . corìs~derare particola~ente ii rkppotde,·e essere estraneo alla gravità d e] qua dro la ti fra la dn1. e la sclerodermia, già da te1npo ll<ltura dell 'ignoto 'rirus_ càusaJ e, i} quale in noti e variame11te. iI\tèsi. . sog.g etti pa.r ticolarn1ente tarati o d ebilitati da La frequ enza clella dm. , anche volendo a ... n1alattie inf~ttive .può irr1p11timere ' unn,. evolu- · d erire al so.spetto che non pochi cas'i pe-r dub ... zione r~pidamente mortale. Dimo,s trativa , a bia o e rrata in teir vretazione dia,gno~tica ven.., questo proposito, è la cas.ist.ica di Deak. gano &ottratti al domi11io della' dm., rimane La ,,rt~alattia è. caratterizzata da u11a .lesione piuttosto modesta. Su.Jlo scorcio dell'anno deprimitiva e s~ten1i c.a de l n1u1&colo. I 111uscoli C<)l'SO abhia1110 avuto l 'occasione di studiare a·ppaiono scolo~.ati, con to'11alità paragonata co·n temporanean1ente due ca si di dm. con esialla carne di coniglio· o 'alla ca rn e di pesce to letale le cui caratteristic11e cliniche e ana(Fahr;· .. Lon1mel) , .molli o asciutti, friabili , a tomo-1Jatologiche ci sen1brano, deg.n e di esvolte chiazzati o piccltiettati ir1 rosso (polisere ilìu s lrate. • · · -~ 1niosite ·emorragica) ; l 'esar11e istologico de' Iluncia le&ioni _di tipo degenerativo-flogistico. CAso I. - G. ~!·, anni 28, pittrice (.A.rgentir1a) . . Lo studio del rican1.b io n1io·g lobinico, seconAnamn esi . ~ull a nel gentilizio. Genitori viven do le ricerche accurate di ~teldolesi , dimo~tra li e sani· Ebbe i comuni esantemi dell 'infanzia. Le mestruazioni, iniziale a 13 anni sono st atealterazioni co·s tanti sist e1niche. sempre regolari per tutti i CGtratteri. Cinque anni Il te rmine più proprio dal r)u11to d\ vista fa ebbe a soffrire di profonda astenia nervosa anatomico è quello di polimiosite. Tuttavia con cefalea, capogiri, insonnia e façile esauri-bilità al laYoro sia fi sico ch e m entale. Dopo conc ule, n ervi , inuco se, vasi sÒno .. pesso sede. di grue cure si rimi·se, ma non del tutto, andando· alte1azioni anato1r10-clinich e svariate di . g ra·do sp e·sso soggetta a periodi di astenia e di irrita . . più o m ,e1n o ri]e, anto, al punto da fornire quabilità nervosa di Yaria ò·Jrata. dri sintomatologj ci corr1ple;.;si ch e rendono Coltiva con p assioue l 'arte della pittura, ri-talvolta difficile la disamina diagno.slica-di{. traendone lusinghieri su ccessi. Le su e abitudini <li vi la sono o r cl i nate. 1 La malatt ia al Luale ebhe inizio circa un m ese· fe.r enziale ; ·&i usa allora rispettivan ente la de11ominazione di der111alorr1iosite, n e u:rom.ios.if::i , qua11<l o la p. in state, cli b enessere comincià le, muco111iosite, a ngiomiosite, con larga pbs~ ad acc·u sare dolenzia diffusa agli arti inferiori sibilità di intr,e ccio, ad indicar e le sezio,n i d elaccompagnata da sen so di ten sione e resistenzai delle inusse muscolari di tanto da impedire Ur?i.l l ' economia variamente compromies se in midea mbulazione corretta , e soprattutto penoso· s ura . ~vidente . La più nota e di più con1une riusciva lo ce11dere e il sa lire le scale. Ben pre"' osservazione è la varietà dermato111i0Rii tica , sto insorsero dolori agli arti superiori special-poichè le ,a lterazioni cutan·ee e del sot tocutainente coi movi1nen ti , e tumefazion e edema to·~e l l al viso e agli arli , dap])rima f·agaci vaganti e df I!eQ n ella polimio,s ite sono di gran unga e i11len silà YariabiJ e, cli poi persistenti con locH più frequ enti, se non asso lutame11te costanti , lir.zazione ]Jreferita ag'li arti superiori. Coesisle..,· e tali d~ impo,r si già f~n dal loro insorgere Yano parestesie (so1Jrattutto formicolio) agli arti. all'attenzio.n e clinica. P er tale cagione, preL~ p. riferisce di aver n otato elevazioni termi.,. ch e irregolari, con cuspidi i1011 superiori ai 380 .. · l · h scindendo da sotligliezze termino ogic e , aLa son1mini strazione di preparati salicilici è ri -• dotteremo il tetmine di deif111atomiosite (dm. ), in ast a se11za alcun effel to. In que·sti ultimi gior"' che più risponde a11 'aspetto clinico più co- ni , persis~ endo la sinto1natologia dolorosa, l 'i'1n~ mun e della malattia, restando i)er altro intepotenza muscolare, soprattutto a carico degli arh 1·1 f d ti inferiori, i è 11otevolmente acce11tuata, e sonO' so, come del re&to è pacifico, c e on acomparsi di sturbi della deglutizione con difficol ... rr1epto· anatomo-istolog'ic0 è rapi.)resentato da tà spiccata n el ·passaggio dei cibi solidi, rigurgita· un processo primitivamente n1iositico. La derd ei liquidi dal n aso, rinolalia. _i\.IYo e diuresi normatomiosite, in sen•s o stretto, esclude la suprnale. h f Entra in Reparto il 30 dicembre 1938. 1)urazione del muscolo; cosiçc è non anno Esame ob ie·tt'iv•o. Co ti:Lu zione scheletrica rego~ propriamente parte del quadro quelle miositi lare. La p. giace in decubito orizzontale obbli-da tifo con (C o~tan zi) o senza compromissione gato (s·upfno o e1nilaterale destro) co11 espressio8 tipo n ecrotico -suppurativo della cute, nelle ne marcata di soffere11zn che si accentua n ei te11-· · · l talivJ, infruttuosi, di mutare ·il decubito. ,Spicca qt1a]i la suppurazione è l'esito fina e. l 'aspetto tu111ido edematoso del viso, particolar-L 'asp·e tto cutaneo della dm . n el suo poli- mente delle labbra. L'imJ)ibizion e cutanea è ma..n1orfi ~mo clinico e- n·e lla possibile evoluzione nifesta nn ch e alla regione posteriore del cullo,. 1

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XL \ "II, NUl\1. 33]

SEZIONE PRATICA

a l.la radice degli arti su1)criori specialmente il si111s l ro, atlei1uan<losi in corrispondenza delle m a11i. _l'.viodico grado di cianosi delle labpra. La pal1)azione d elle zone edeinatose su scila dolore vivo -e non lascia alcuna impronta. Sistema ·pilifer~ a ssai sviluppalo sui quadranti inferiori dell 'ad~1or1 1e e sugli arli inferiori. ~ulla di imporlante si rileva a carico del! 'apparato r espiratorio. Il cuore è nei limiti · toni de])oli 11elli; polso frequenta (110), norm~teso . La pres·sior1e arleriosa non è stata misurata perchè 1'applicazion e del bracciale risvegliava fieri dolori. · Apparato digerenle e addome: Lin gua umida a rrossala ai ~Jargi1:1i e alla punta , ricoperta ai ce ntro da }Ja lina biancas tra ; sui bordi d ella ling u a s i ri11vengono piccole ulcerazioni dolenti al loccan1ento. Arrossamento diffuso d ella n1u cosa <l.elJc guance e del palalo, il quale presenta estesa erosione della mucosa i)arzialmei1le ricoperla {{a ine1nbrana bianco-grigias tra facilmen te st accabile; gengive tumide arro·ssa le dolenti sa11gui11an li alla pression e. ' 1.,cga lo si palpa un dito dall 'arco , di consisten za 11orn1ale; la n1ilza è nei limi ti. Sistema n e u1~0-musco1lare. Abbiamo g ià accen1~ato al dec ubito che è quello supino, e facolta~ ivamcnte (m a con l 'aiuto) laterale d estro . I lineamen ti del volto sono rig·idi per spiccata riduzione d ella mimica facciale La p. non riesce a 111 e ~ t ~ rsi se~I uta sul letto ; sostenuta in quest a l}0"1z1one, s1 lagna di d olori particolarmente ·viv i alla radice delle coscie e lu11go il rachide · la tes la vien tenuta estesa quasi immobile ed i ~o­ Yimenli })assivi acl essa impre·ssi incontrano urta certa r esis tenza arr ecando .-}olor e. La p. non si r egge assolutamente in piedi. I moYimenti oculari son o li])eri del tulto. Pupille u g uali , d i m edia ai11piezza, a co11torno r egolare, r eagenti torpid am ente alla l·uce e all 'acoomodazion e. L 'apertura della bocca è in con1pleta, p er contral lura manifesta d ei m assc ler i i quali presentaiJ o inoltre facile esauribilità . Il velope11d ulo è 1)arclico , specialmen le n ella s u a m e là sinis lra; rigurgito di liquidi dal n aso. 1.,iin})rc spicca lamen.le na·salc dBlla voce. La p alpazione dei muscoli fa rilevare la con sis len za d•uro lign ea di alcuni distre tti, quali il quadricipite bilateralmente, bicipite (sp ecialment e d el braccio sinis lro ), muscoli della nt1ca. Al ter azioni del trofi'smo muscolar e sono evidenti a ~arico d ell 'emine nza tenar e ipolenar ; gli spazi 111termet acarpici ·sono assai pronunciati. La motili là a lt iYa è assai ridotta s1)ecia] 1nen Le a carico dep-li arti ii1feriori, i quali non Yen g·ono sollevati dal pia110 del letto, pur riuscendo Cl compier e scar si movimenti di fle sso-es ten sione . L~ pa.raparcsi è di t al gr ado d a impedire, coinc già rilevammo , la stazion e erett a. La m otjljt à pa·ssiva è anch 'essa ridotta; la flessio·n e delle gamb e sulle coscie non arriva all 'an golo r e tto p er con trattura p erman ente dei quadricipiti. 1'oli ma11ovre di inolilità p assiva · son o oltremodo dolorose. La compressione <!lei troncl1i nervosi a carico degli arti superiori e inferiori è dolorosa. La reflessività non. nlostra particolari modificazioni tranne ch e per i riflessi rotulei che son o a·s senti cl 'ambo i lali. ~o n esiste Babin ski. Sen sib ilità superficiale e profonda normale. Sen .. i spec ifici i11legri: esame oft almoscopico nega tivo. 1

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Asse?ti di lurbi degli sfinteri. Psich e rtormale. RLcerch e su·ssidiarie. - Esame d elle urine: nulla di notevole. Esa1ne em ocromocitometrico (31 dicembre 1938) : e1nog lobina 120, globuli rossi 6.100.000 Yal~re .gl. 1, globuli bianchi 16 .000 ; formula leu~ cocitaria: lleutrofili 80 ~{, m-0nociti 5 % linfociti 15 %. o, I

S~erod~agno·si tifo-paratifo : n egativa.

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S1erod1agnosi m elilen se: negativa da 1 a 1 :3200. Tampone n aso-faringeo : n egativo per b. di Loffle r. Emocultura: negativa. Calcemia (27 dic. ) : n1g. 9,8 Cfo. Azotemia: gr. 0,38 %o. R. W. : negativa. . Esame d el 1iqucr (1-1-1939) . cc. 10, limpido, incolor e, senza reticolo. Nonn~-Pandy ileg. · Taka~ a-Ara: n ormale; albumina 0,12 %0, glicorach1a 1 %Q; es . citologico : rare en1azje rarissìn1i linfociti; R . W. n el li<JllOr n eg . con 0 ,20-0,30-0,50. f! ecorso .. - . La d egenza in Reparto è stata di soli tre giorni. La t emperatura si è m ar1tenuta sempre normale. Polso di frequen za elevata . Il respiro si faceva sempre più superficiale e freq·uente (36-40 atti al minuto); la difficoltà del r~·s.piro r ende ]a p. ansiosa e lamentosa. Deglu11zione quasi impossibile; l 'alimentazione s1 etfeltua con sond a nasale. Obitus il 3 gennaio 1939. Diagnosi clinica: Der1nalo-neuro-miosite acuta. R ep(}Jrfo anatorn o-pat.ologi co. Stralciamo il verbale di. autop~i~ . Strutlura sch eletrica r egolare; slalo di nutrizion e buono; r~gid)tà cadaverica persisten le. Colorito d ella p elle subitterico, t erre?; i:nac~hie ipo s~atiche ~nl en se, notevole ipertricosi d e1 gen!ltali ed arti inferiori. Tracce di numerose iniezioni ipodermich e sen~ za suffusioni emorragich e circos tanti. Messa allo scop erto la colonn a Yertebrale i m ·uscoli dorsali 11anno colore rosso carnoso . I1nbizio11e edematosa del cellulare adiposo sottocutaneo t endente alla for~a scleroedemato·sa in corrispondenza dell~ 1egion~ scapolare e cerYicale i11f. e post. Il mu~~olo lung·o dorsale prese11ta u n aspetto emorrag ico con punteggiature disseminate. · L 'esplorazio·n e d ei mu scoli d el braccio, a\·am})raccio, glutei, pol1)acci dà reperlo di tessutp ind en11e da all ernzioni . 1\.perlo l 'addoine: peri toneo lucido omento rel~a lto, ~inima quantità di liquido n~l piccolo baci n o; d1afra111ma al lOo sp azio ii1ler cost ale, fegato cop er to dall 'ar ca ta cos tale. ~1It1 scolatura {:lell 'addon1e e t orace normale. N·ulla di noteYole p er il bul bo ·sacco durale, Jlia spin ale e midollo spi11ale . ' Area cardiaca scoperta cli aspe l1 o n ornJa]e, piccola qt1antità di Jicruid o n ell e 1)leure e n el sacco ])ericardico ; discr eta qu nn ti là cli g r asso solto-epicarcliaco; apice bifid o, i Yasi coro11 ari no11 si palpano; semilunari aor licl1 e ipoplasich e so ttili elastiche pe11etranti sotto il bordo di cl1iusura; tend ini aberr anti; aorta p iccola ; i1u1la di n otevole 3J1 a i11ilra1e; n1iocarclio consi·s tente di colorito car11oso normale. Nulla di notevole al cuore des tro. Poln1one S. liber o, ])leura lucida u11iformen1en te aer eato ed .e 1)ai1 so, edema ipo:-. la1ico


1376

« IL POI,JCLINIC0

fliffuso misto a sangue. A11alogo re1)erlo J">er i1 poln1one D. Milza piccola: capst1la grinza, apparati connettivali e follicolari evide11 li, polpa scarsissi1na. t" ienle di notevole sYolg·endo l 'intestino. Surreni: abponcla11te qt1antità di lipoidi nellu corticale, iperemia midollare. l{e11i fi ~i in sede norn1ale , capsula sYolgibile, superficje esleri1a regolare, superficie cli taglio lucida. .F'egato di forma e Yolun1e 11orn1ale; superficie lev igata lucida, stru t lt1ra acinosa eviclente. Pancreas uniformemente con gcsto.

[AiNNO XL VII, NuM. 33]

>)

Scleredema della cu te della r adice posteriore del co·l lo esteso fino alla regione interscapolare. Miosile parenchimatosa e1norragica dei mu·s.coli psoas e dei muscoli lunghi dorsali. Iperemia della midollare surrenale~ Reni e fegato inde11ni. Iperemia del pan crea~ Varici so ltomucose del t erzo inferiore dell 'esofago. Malacia putrefattiva del fondo dello stomaco. Ipoplasia aortica . Ane1nia e scomparsa della secrezione colloidale della tiroide . Esame istologico . Le allerazioni istologiche reperibili nei vari segmenti mu scolari esaminali sotto differenti per grado, per tipo e per intenDiagnosi

anatomica:

Fio. 1 (Caso I). - Muscolo psoas. Aspetto d'insjeme del processo degenerativo-flogistico-emorr agico •

Stomaco vuoto, contratto, contiene piccola qt1antilà di sangue proYeniente dal cluodeno dove esisto110 ·soluzioni di continuo della mucosa à cor1 torn0 frastaglialo. ' ' arici sottomucose della terza parte dell 'esofago. Malacia p·utrefattiva del fondo dello stomaco. Nulla di notevole a carico del diafran1n1a. Muscoli psoas presentano delle piccole soffusioni emorragiche e un aspetto di opacamento delle fibre. Ipoplasia dell'aorta toracica e addominale. Asporlala la tiroide a1)parenten1ente pare manr;are la sostanza colloide, GJandole a c-0lorito pallidis·simo.

Fia. 2. (Caso I). - M. psoas. Alterazioni regre ~ ­ sive di vario grado delle fibre muscolari. sità. Lo stes·so fatto del resto si ripete anche nei singoli distretti, dove si dimostrano, pure nellas1 essa sezione, in punti immediatamente contj~ gui aspetti istologici diversi. Volendo riassumere in poche proposizioni lemodificazioni fondamentali riscontrate, ri·sultél quanto segue: 1) Allerazion~ nella disposizione di singole fibre muscolari o di alcuni fascetti di fibre. 2) AJ terazio11i m orfologiche e strutturali le quali interessano la fibra o alcuni gruppi di fibre in torto senza manifesta lesione del nucleo. 3) Alterazioni morfologiche e strutturali di fi:bre o fascetti di fibre con evidenti lesioni del nuc1eo.


SE ZJ O~E

Allerazjonj del connettiYo inter stiziale. 5) Al lerazioni flogis tich e in alto . Le prime ·son o costituite dal fa tto cl1e Ja n or ~ n1ale disposizion e delle fibre n1uscolari o di qualch e gruppo di fibre apparisce t alor a ni odificat a dalla presen za cli num erosi ed irregolari p azi chiari, onde risultan o i11 alc uni pun li di . . ociat e in toto, ar1ch e se n on esist a qualsiasi altra 111anifes la lesion e in atto o in esit o. Oltre a ciò ·si n ota in alcun e zon e - an ch e ab. bastan za estese - un a manifesta clissocjazion e, determinata da em orragie recenti , per cui fra fibra e fibra si rilevano numerosi glopu]i ross i, 4)

PRATJ CA

1377

In allri tratti il quadro is tologico si n1anifesta co11 car at leri·stich e cl el 1u tlo diver se. Le fibre m·uscolari si presentan o deformale, interrotte, con prot oplasm a om ogeneo, diYer sa1nente color abili con l 'eosina in con fr onto di q uelle con serva le ovvero atrofich e. Il nucleo in tut t e è scom parso. Soltanto in alcu11i tra tti si n o la110 blocchetti di cromatina, varia1nen le riuniti, ch e n n dimostran.o la fram1nentazion e e la n ecr osi . In questi pur1ti il tipo della lesion e istologica si ide11tifica con la n ecrosi d a coagulazione. Procedendo n eJJ e osservazioni si r ilevano zone omogen ee, di varia es len sio11e e forma . Qui m an 1

•• '

' 3 (Caso I). - M. lungo dor sale. StraYasi emorragici r ecer1 ti.

4 (Caso I). - M. lùngo dor sale. Man ico tto d 'infiltrazione perivascolare.

F1G.

F1c.

ben e con servati per forma e color abililà, 11.0 il aver1clo perduta la loro en1oglobina. 111 pr ossimità degli st ravasi em orragici n on si riesce a m e tter e in evid en za la presen za di cellule globulifcre n è di cellule pigm entifer e, n è di pign1en to em atico, n è di infilt r ati linfocitari o leu cocitari. Le ·seco11dc sono più ch e altro in r apporto con fatti di atrofia. È agevole riconoscerlo perch è le fibre appariscon o più sottili , sen za alcuna particolare m odificazio·n e del pr otoplasm a, o del nucleo, o della lingibilità. Qu alch e volta posso110 spiegar si con la compression e eser citat a dagJi stravasi em or ragici, ma t alor a ne son o del tutto indipendenti .

ca ogni traccia del t essut0 muscolar e, ed il reperto istologico corrisponde alla fibrosi ialina del t essuto inter stiziale. Oltre a quest e alterazioni istologich e - pen e dimostrabili in specie n elle sezioni seriate - .non sono del tutto infrequenti i focolai i11Iiammatori . ir1 gen erale disseminati, m a qua·si sem pre in rapp or to con qualch e vaso. D iagnosi i st o1logi ca: Dermatomiosite em orragi co-necr otica con aree di sclero·si inter stiziale. CAso II . -

R. M., di an11j 12, scolar a, d a Roma ..Anamn esi . Genitori Yive11t i. Il padre ha r iferito di esser si contagiato a 17 an ni di u lcer e m ultip le g u arite co11 cure locali ; a 18 anni ebbe una


1378

<t IL POLICLINI CO >J

escoriazio11e al frenu1 o di cui no11 si preoccu1)ò affatto e ch e non. curò. L 'ar\no scorso si fece 1)r:ltica re una 1-l. W. ch e ris ultò positiva ( + + + ), per cui è attualment e in cura. La madre ha avu lo sei gravida11 7)e e nes.s11n abo·r to; dei sei figli tre (il 1°, il 3° e il 4o) sono nati 1norti. La infer1na in ten era età ·soffrì di morbillo, a 14 mesi . di broncopolmonite. Va soggetta ad an g ina t o1tsillare, p er cui h a pra tica to cure 1na1·ine co11 buoni risultati. La malattia per cui chiede ricoYero in Ospedale si sarebbe i11iziala nell 'agosto scorso, quando in s tato di ben essere clurante il soggiorno in Colo11ia Marina a Formia fu col la da febbre alta continua d ella durala <li pocl1i g iorni . Scomparsa la febbre la r1. lasciò la Colonia, m a le su e condi-

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o- (Caso II).

' zior1i ge11erali era110 scadute; si era fatta pallida deperita a·s tenica . Dopo qJalch e g iorno di apiressia ricomparve la febbre, la quale per circa 20 g iorni presentò remitten ze accentuate mattutine, JJOi divertne intermittente con irregolari intervalli di apiressia di 1-2 giorni. Si accompagnava m alessere generale e, fin d al primo giorno, iperestesia cutan ea dolorifica particolar1nente accerttu ala alle mani e ni piccli. Altri fatti di notevole importanza colpirono l 'atte11zione d ella p . e d ei familiari, e precisam ente: co111parsa precoce di u11 certo grado di tumefazio11e dolorosa in oorrisponza del! 'articolazione tibio-astragalica d 'ampo i lati : e, dopo qualche se ttimana dall 'inizio d ella febbre , un 'alter azion e c uta n ea con sisten t:~ ;n sensazione di t en·sion e al la c ule delle mani ch e divenner o rapiflan1en le serle di screpolature ~iffuse facilmen le sa11g ui11anti. In quest'epoca un sanitario ebbe a 11otare la p~·e ­ senza di iperplasie glandolari Ji11fatiche n elle Yarie stazioni.

(ANNo XL VII, NuM. 33 )

Verso la fin e della man ifeslazione febbrile, cl urata circa 1111 mese e mezzo, l a p. cominciò ad arc usare astenia agli arti ·superiori e al lro11co, i c·u i in 0Yin1 e nti si facevano se1npre con maggiore difficolt à la11lo da rendere impossibile il passaggio dal d ecubito supino alla posizion e seduta e il con11Jin1en to di d e terminati movimen li con le braccia. La d eambulai ione era possibile, per quanto gli arti i:oferjori a11dassero soggetti a facile esauribilità. Da 20 g ior11i è compar sa alterazione della voce che ha a·ssun lo timbro n asale; la deglutizione si è fa lla difficile specialn1ente per i cibi solidi, qualch e volta si ha fuorusicita di liquidi dai 11aso. Bnlra i11 Reparto il 16 dicembre 1938. E~a rn e obiettivo. Condiz ioni generali scadu te. Sensorio integro. Decupito supi110. C11Le ovunque arida, asciutt& con desquamazione furfuracca pre,·ale11 le agli arti. Colorito violaceo del viso e d egli arli. l.,a cul e si solleva in pliche sul tronco e s11gli arti salvo che ·su lle m ani ove, ·special m ente alle dita , è comple tam ente inelas tica adere u le é.i i tcss uli sc llu:-'1n11li e alq11anto ispessita. Pupille llguali , bene r eageitti alla luce e all 'accoIl1odazìon e. Lingua asciutta. Cavità orofaringea:· p allore de] faringe e del velopendo·lo. M-0dica <.lispnea . Polso di frequenza aumentata ( lOo }, n ormoteso. A carico de11 'apparato respiratorio si rileva alla base polmon are sinistra respiro a~pro accon1pag·11ato d a fini ra11toli umidi. Il cuore è i1ci Ji111iti ; toni ne tti. . Adclome Lrattabile, indolente; il fegato in allo si deli1nita al 5o spazio sulla emiclaveare, i1t basso si palpa all 'ombellicale trasversa di con siste nz.~ i1orn1ale; milza in alto all '80 spazio, in bas~o :;' pal1)a ·un dito dall 'arco g lobosa <lura. S istem a. n eu ro-muscolare. Decubito supino . La J). non è cap a.ce di porsi seduta sul letto. ,S ten-. latamente riesce a compiere piccoli 1novimen1i dal 1)ia11 0 del letto. I movime11ti di flessione, es tensione e lai eralità del capo sono possibili. Nl1lla a carico d egli orbicolari. I bulbi oculari si possono muovere in tutti i sensi ; non nistagmo·. Velopendolo cli colorito pallid o, si muove scarsamente. Arti superiori: notevole din1inuzion e della forza muscolare attiva; il sollevam e11to è stentalo. Gli arti inferiori si muovo110 ])en e, ma 1:. p. riesce a sollevarli con st ento dal piano -d el letto: la manovra riesce }) ÌÙ facilmen le se viene compiuta separa lan1enle per i d·ue arti. I movim e11ti de] })ied e si compiono sufficie11ten1er1te. Riesce a. chiudere sufficientement e le due mani , u1a la forza di pren·sione è n ot evolmente dim inuita; I 'opposizione d el pollice ;:} Ile altre dita è i11st1fficien te. Esiste ipotrofia delle eminenze tPnari e m eno spi ccala d elle ipolenari. Non si nola atteggiamento a sc:immia o ad artiglio della man o. Il diseg·no dP.i rnetacar1)i è eYide11te per atrofia d egli intero·ssei. La }Jr essio11e sul n.e.r"o radi ale nella doccia di torsion e e d el c ubitale n el solco paraolecranico provoca d olore bilater Jl1ne11l e. Non è dolorosa la pres·sione su gli sciatici nè qt1ella sulìe interlin ee arlicolari . I movimenti forzali d elle })iccole articolazion i provocano dol or e. Riflessi: Negli arti superiori sono presenti e n ormali i riflessi di flessione e di p1 onazione; iJ tricipi1 ale è presente a sinistra, 1ne11lre ~ rl estra quasi 11on si provoca . Negli arli inferiori rotulei


[ANNO XLVII , Nuì\1. 33 )

1379

SEZIONE PRATICA

ed achillei p1 unti e vivaci. 1\011 clo110. ~or1 Babinski n è Oppenhe1m. Non atas·sia .. ta tica e di11a mica. Null a a carico della sen sibilit à s uperficiale e profonda.

Ricerche sussidiarie. Esam e urine: n egativo. R . vV. : azion e an ticom1}leme11 lare d el sier o; Citoch ol: depole floe<:ulazione. Azo ten1ia: gr. 0 ,27 %o ; Glicemia: gr. 1,25 %o; Ca Icernia : mgr. 129 %o ; Fosfatemia: ingr. 4,27 % 0. Pressi on e arteriosa (al Riva Rocci) : 105/65. Peso: kg. 30. Sier odiag nos i rnelile11 se e paran1cl it en se : n egatiYa da 1 :100 a 1 :3200. Esam e e111ocr o1nocito··

dell 'ercilapilità ele llrica d egli est en sori d e11 a gan1ba e d el piede (più a D.). Puntura lombare: Si estr aggo110 cc. 12 di liquor ; pression e al Claude i11 posizione seduta. Inizial e 40, t ermin ale 30. E sam e d el liquor : limpido, senza r eticolo e deposito; alb . !0 ,15; Nonne neg.; Pandy: lievi ssima ' opalescenza; 1'akata-Ara normale; e·s. cit. rari linfociti. R. \"l. rlel liqt1or neg. (con 0 ,20; 0 ,30 ; 0 ,50 ecc.) . Reperto r adiologico del cranio : l'esame n o11 dimos tra alter azioni apprezzabili a carico dell a volt a e d el profilo della base. R adiografia d ei inuscoli del cin golo ca1)olc:ire destro: r eperto normale. · ~Ie labolismo b asal e (d et erminato con apparecchio Ben edikt, modificalo da Cast ag11 a) : + 14. Ele ttrocardiogramn1 a: n ormale.

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Fio . 6 (Caso II). - Aspetto radiol ogico dei muscoli d el cingolo scapolare. metrico: Hb 70; gl. rossi 4.500.000 v. gl. O, 7; g l. bianchi 8600; formula leucocil aria: neutrofili 69 %, eosin ofili 4 %, monociti 10' %, linfociti 17 % Esam e oc ulis ljco: Iperm e tropi a in 00 . L 'esam1~ ofl almos.co1)ico non rileva nien le di particolare a carico del fondo d ell 'occhio in 00. Il carnpo visiYo è normal e. Esame l aringoscopico : L a p. prcsc111 a pallore alla laringe, diminuita motilità d el velopendol o; in lari11ge : arrossamento delle aritenoidi, pallore diffuso, corde n ormali, mo·tilità buona. Esame elettrodiagnostico : Arti superiori: ipoPcci Labilità d ei muscoli d eltoide, bicipite, tricipite, e·s te n sori d elle dita e muscoli ten ari . · R . D. quasi comple t a d egli st essi i11u scoli (p.ig rezza d elle contrazioni ed. inver sio n e d ella .formt1la). Arti inferiori : alterazione quan Litativa 1

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F1G.

7 (ca so II) . -

Elettrocardiog ramma

Biopsia mu scolo bicipite: sarà riferi1a in segu it o esp on endo. il repe rt o istolog i.co. Decorso. Durante la degenza in Reparto (28 g iorni) si è notata un a accentuazione modica del1'as le nia a carico della inuscolatura <l rgli arti. La p. riesce sempr e a camminare ma n on sp editamente; . d opo poco accu sa tin sen so di star1chezza ch e la costringe a fermarsi . La ct1 te degti arti superiori ed i11feriori, e in ininor grado d el · tron co, è ricoperta da squam e ch e ir1 qualch1.! lratto (facc ia dorsale d el p·ied e) ass11mono aspetto ittiosiform e . L a cute delle mani è ispe·ssita anelas tica quasi ader ente ai }Jiani so tt os ta nti. Neg li arti inferiori perma11 go110 sempre i riflessi r otulei e achillei . I riflessi t end i11ei e osleo p eriostei degli arli superiori i1-011 i riescono più a pro' orar e. Si aggravano i dis turbi d ell a d eglutizione. Dt1ran le la d egenza n on è sta la mai notata ele, .·azione termica, ·sal vo cl1e i1eg·li ul timi gior11i


1380

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IL POLl CLIXI CO

d ella 111al attia, jn coi11cidenza di complicazione bro n copolmonar e ch e conduce a morte la p. (14 gen11nio 1939). Di(JJgn,.osi clinica. Dero1 ato-miosite subacuta co11 s ta to scler .o dermico. Reperto anatomo-patolo1g ico: Struttura sch ele trica esile. Stato di nutrizion e scad ente. Rig idità cad averica lassa; m acchie iposta tich e diffuse alle parti del d or so. Reticolo venoso sott ocutaneo evjd e11te specie all a radice del le cosc1e ed alla parle anteriore e ·s·uperiore del

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[A:'.'lNO XLVII, NuM. 33]

Aspetto p seudo call oso del palmo d elle mani. La pelle della faccia è indenne. Incisj i tess u li anteriori d el torace si nota lie,·e s ta to di edema d el cellulare sottocutaneo che poi si rilrova in corrisponde11za della regione ~el. basso v~nlre . Muscoli. ~etti addominali pall1d1 con ·s triature an ch e 1J1u scolorate. P eritoneo lucido . Omento dis teso })Overo di grasso. Notevole ptosi d el colon. Piccolo b acino asciutto diaframma a] , - spazio. ' F egato deborda 3 clita clall 'ar co costale. ì'ulla di i10LeYole alla superficie posteriore

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Fic . 8 (Caso II). - l\Iuscolo bicip ite brachiale. Fibre muscolari dissocial e !l a ampi spazi vuoti ; infiltrazione int er s liziale.

F1G. 9 (Ca o II) . - ~I . })icipite brachiale. Framn1c11 tazio11e e a trofia delle fibre mu scolari ; sp azi \'UOli.

torace: La pelle d egli arti, g radual1nenle d all 'articolazio11e prossi1nale alle estren1ità, · si presenta secca, ispessita , cop erta da minute squame l am ellari difficilmente asportapili sotto l e quali l 'epicler1nide risu1ta di asp e Lto normal e con d elle striature longitudinali i)arallel e d a r aggrinza1ne11to. Circonferenza t er zo medio del braccio cm . 14 e 111ezzo ~ circonf. t erzo m edio dell 'avambraccio ·cm. 14; circonf. t er zo medio della co·scia cm . 29 ; cirto11f. terzo m edio della gamba cm. 20 X . Scomparsa l a linea ar tis tica della spalla e dei d eltoiài ; avpianamen lo con1pleto dell 'arcata paln1are 1)er a trofi a d ell 'en1ine11za t en ar e ipotenar .

dello s terno. 'filno 1)er si s tentc piuttòsto sot tile , i lobi inferiori noteYolmente pronunciati. l\ilt1scoli pettorali scolorati so ttilissimi, p allidi con s triature giallas tre. P oca quan li là di liquido nel solco p ericardico . Cuore libero. Epicardj o 111cido. Scompar sa d el g·rasso sottoepicar<lico. All 'ilo del cu or e fuoriescono grossi coaguli. Intim a cl ell 'aorta levigala ; appara ti valvolari e -::ardiaci indenni. Nulla all 'endocardio atriale e ventricolare; miocardio con sist erite piuttosto scolor ato opaco; nulla di notevole al c uore d estro. Pol111on e S liber o; pleura lucida; null a di notevole all 'ilo; enfisem a del lobo superiore ; broncopoln1onit r. confluente su fondo ipo·s tatico e1norragico


SEZIONE PRATICA

<li lutto il lobo inferiore. A11alogo reperto per il j}Olm on e D. Milza: poco aun1entata di volume, capsul a grinza; ìperplasia li11foid e netta dei follicoli ; scar~a polpa. Iperplasia del! 'apparato linfatico mese11lerico. Surrene S: si presenta di dimen sioni ridotte; la differe nziazion e fra corticale e midoll are è evidente e n ella corticale le zolle dei lipoidi ·sono irregolarmen le dis trib·uite e la sostanza midollare è ridotta alla espression e n1inima, m entre esiste m assimam .e n le evide11te la sezione della vena ce ntrale con par eti beanti. Rene sini stro i11 sed e normale, di forma un poro schiacciata m e(lialrnent e, non aun1entato. Fine i11iezion e delle

F1c . 10 (Caso li). -

M. bicipite brachiale. Gros-

so focolaio di infiltrazione inter stiziale. "·enule stella le. Alla superficie del taglio evidcn li j confini fra le due sos tanze di cui la corticale l1a aspetto variegato emorragico con qua]ch e s lrialura opaca g ialliccia ch e j11siem e riunite conferiscono alla sup. di taglio un caratteristico aspetl o p seuclo-tig rato. Analogo reperto per il rene destro e per il surrene des tro. La vescica co n Ljene poca uri11a torbida. Fin e iniezione delle vene sotton1u cose. Geni Lali non ancora evoluti. Ovaie piccole, pallide. Pancreas cl i forn1a e dime11sion i r egolari; presen La u11a st1perfi cie di taglio di a·spe tto iperemico. .Stomaco semivuoto contratto con mucosa sol-

1383

levata in pliche dist e11sibili coperte di catarro rimovipile. Fegato aumentato cli voluroe, capsula levigata; alla superficie di taglio poco evidente la struttura acinosa umida lucentissima (stato di edema). Muscolo diafram1na sottile, pallidissimo con fasci b en individualizzabili ·sollo la sier osa peritonealè quanto sopra la sierosa. Muscolo psoas palJidiss j1110 scolorato con s triatura ed i11filtrazione adiposa. . All 'as~ortazio n e del b~llJo e del midollo spinale nulla d1 notevol e a carico dello speco vertebrale e del sacco durale spin ale. Pia m eninge spir1ale pallida so llile. Il inidollo si presenta unifor1nemente assottiglialo ed ind11rito alla palpazione pur con servando ·e videnti i confini del rigonfia1nen to cervicale . e lombare. Al taglio diffu so pallor e e scar sa evidenza delle corna grigie anteriori e posteriori. Diagnosi anato1nica. Polimiosite subacuta con es tesi fatti atrofici dege11er aliYi dei muscoli striali. Sclerodern1ia . Anemia del miocardio. Broncopol1non ile ca tarrale conlluente bila terale dei lobi inferiori ed enfisema vicario dei lobi superiori . Esain1e ist.ologico . Le alterazioni i·stologiche risco11trate nei Yari dis tretti m11scolari dimostrano se11sibili variazioni nella qualità e nel grado <lelle lesio11i. Esan1inando jl n1uscolo ileo-psoas, il fai lo ch e soprattutto colpisce è l 'uniforme asso l lig·lia1nen.to delle fibre muscoJC1ri reperibile in ca111pi molto e'Stesi . Oltre l 'a lrofia si rilevano mod jficaz ioni assai n1 arca le 11ella color abilità delle fibre, i ·aspetto in diver ·i j)ui1li omogeneo, co.o ·car a ,-isibilit à del 11uclco oppure anche con perclila del nu.cleo . Così pure i o·s ervano fibre fra cli loro dissociate oppt1re grù J)pi di Iascetti mucolari fra di loro allontan a li per la prese11za di spazi Yu oti o per 1a compars:1 di connettiYo fibrillare i11ollo tenue, con pochis·simo tessuto adipo~o e co n vasi m olto eYicl en li. La bjopsia del musco]o bicipile 11a i11ostrato i11vece ollre a fat ti atrofici delle fibre n1uscolari ancl1e la presen za di focolai infiltrativi flogistici Ìll atto. 'fart to n ei n1uscoli nderenti al framrnento pr eleva lo, q·\1anto n el pezzo di 111t1scolo isolato si osservano infatti feno1neni evidenti di infiltrazione i11ter stiziale (numero·si elem enti linfocitoirli in prevalenza e in J)ar le plas1nacellulare e a tipo 111a.c r ofagico e in certi })unti pure fibroblastico); la.li fatti infiltrativi i11 molli punti si accompagnan o a fen omeni regre sivi a carico delle fibre 1nt1scolari (atrofia , fra111me n lazio11e). Cuore: Nelle sezio11i del 11Tuscolo cardiaco si nota quanto segue: epicardio iper])last]co bene vascolarizza to, con vasi dilalal i i quali conten go110 ombre di g·Iobuli rossi. Le fibroceJlule muscolari con servan o dovunqt1e la ordinaria disposizione, e così pure caratteri 11orn1ali di color abilità del protoplasma e del nu cleo. nlentre non è dimostrabile alcun aumen to del conn ettivo di sosteg110 nè la presenza di focolai i11fian1matori in al lo o in esito. L 'u11ica 111odificazio11e strut turalo reperibile nelle varie sezio11i è rappresentata dalla frequente interruzio11e delle sin gole fibre anche all 'infuori dei tralli scalariformi . Anche là dove la fibra è interrotta non si dimostrano particol ari 1J1odificazioni ~tr11lturali del nucleo. Diagn.osi isto l ogica. 1\trofia n1u·scolare su ccessiYa a proce$SO der1na Lon1iositico. Fragnu~11 Lntio cordis. (Continua )


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cc IL POLICLINICO »

08SERV AZIONI CLINICHE CLINI CA DELLE MALATTIE J~FE TTIV I•: DELLA l1. UNIVERSITÀ n1 RoM_-\.

DiretLoro : pro E. G.

CARONIA.

Su di un caso di leishmaniosi infantile. (Contributo epidemiologico)

Dott.

(~.

Pt1cc1, assistente .

Seg 11alo il cas<.l seguente sopratutto per quello che può i11teressare dal lato epide1niolo• g1co: D. G. Albin a, di anni 3, figlia di operaio, nata in Francia a La Seigne sur Mer (Tolone), ove h R sempre dimorato fino al gennaio d el 1939 per trasferirsi poi a Sicinaro (Aquila). Genitori viventi e sa11i. La madre h a avuto 4 gravidanze a t ermine, n essun aborto ; i fra lelli godono buona salute. Ultimogenita, nata a terni.ine, da parto normale; allattata al seno matern o fin o a 16 mesi. La dentizione è iniziata a 10 m esi, la dea111bulazione a 11 mesi. Sviluppo fisic0 e p sichico regol~re. Ali 'età di 6 mesi , per un breve p eriodo di t empo, soffrì di piodermite. Ben ch è n on si riesca a precisare l 'ep oca cl 'insor genza della malattia attuale, tuttavia, a quanto riferisce la inadre,. i primi disturbi avrebbero avuto inizio n el luglio 1939, quando la bambina cominciò a p erdere il suo normale colorito roseo, ad aver poco appetilo, ad essere svogliata, a stancarsi facilmente e spesso a piangere senza ragione alcuna. Agli occhi dei genitori s-en1brò inoltre cl1e lo sviluppo della bambina si arrestasse. Nei primi giorni di settembre d el 1939, men lre i disturbi precedie11ti s i aocen lt1avano, specie il pallore, cl1e diveniva sempre più intenso . fu notato ch e l 'addome aumentava di volum e e che in alcune ore del giorno, specie Yerso sera, la bambina era più calda del normale; n ello stesso tempo appariva sempre più svogliata e stanca e sudava facilmente, sia durante il gior110 che durante la notte, talora sino a bagnare con1pl etamente maglia e camicia. La lerrtperatura fu controllata p er la prima volta soltanto il 20 se ttembre u_ s. e si notò che da 360 al mattino raggiun se, n el pomeriggio, 380 e 39°. Da allora la temperatura, che poi è stata sempre controllata, si è m antenuta fino a<l oggi con un andamento del tutto irregolare, alcuni giorni n1a11len endosi normale , altri salendo nel altezza variabile (p er lo più 38o-39o) con varie oscillazioni nella giornata. Qualche volta l 'i11nalzamento t ermico era preceduto da brivido e spesso la caduta çlella temperatura si accompagnava ad abbo11dante sudorazione. Verso la fin e del settembre compdrve anche tosse, che, qualche volta, era accompagnata dall '.emissione di espettor ato scar so biancastro. Da un sa11itario in qu ell 'ep oca fu risco ntrato un reperto di bronchite diffusa. Su ccessivamente, n el mese di ottobre, accentuandosi la tosse e lo scadimento dello stato ge11ernJe, m entre persis levano le oscillazior1i feb})rili di tipo irregolare, fu vista di nuovo da un sanitario, ch e gli ri scontrò aume11to di volume d el fega1o e della milzn. Da m etter e anche in rilieYo è ch e

[A ·NNO

XL VII)

~l.' M .

33 J

fin da allora il Yiso (]ella p. aveva assunto u11a particolare espr essione di tri s tezza. Nel m ese di n ovembre fu ri1Covera ta per un breve p1e riodo in un Ospedale. Ancl1e lì fu riscontrato ing randin1ento del fega lo e clella milza. Uscita dall '0sped ale, accentuanòosi ancora il pallore , l 'inappelenza ed il d ecadimento d ello stato generale,_ il. 1° dicembre 193g fu condotta in questa Clir11ca. . F' u trovata una bambina di condizioni generali cli crete, con cute mollo pallida, di un pallore cereo, che in qualche punto presentava u11a sfu1na Lura g rigiastra. Mucose visibili anche inolto p oco irrorate, t essuto sottocutan eo scarsa m ent e sviluppato, muscoli ipo tonici ipotrofi ci . Nelle reg·ioni so ttomascellari , la t.ero-cervicali, ascellari ecf in g uinali si palpavano alcune linfogl1iand0Je pie.cole, spos i abili, indolenti, duro-elasti che. La lingua era umida, patinosa, il faringe leggerment e arrossato, ]e tonsille ipe rtrofiche. Unico reperto da segn alare a carico d el torace era che si presentava un poco svasa to verso le basi e, a rig u ardo d ell 'appara lo r espira torio, vi era da seg n alare la presenzn, all 'ascoltazione, di scarsi ronchi e sibili diffusi. Nulla a carico del cuore, se si eccettuava un li eve rumore sistolico dol('e a11 'ascol lazione dei focolai d ella base . I.. 'add om e era g loboso, trattabile e la p alpazione sembrava su scitare dolore in corrisponder1 za dei quadranti superiori_ Il fegato, st1ll 'emiclaveare, presentava il suo limite superiore alla V costa, quello inferiore un dito cirlca sottio ~'arco !don margine regolare, liscio, che sembrava lievemente dolente. La milza, che, in alto, sull 'ascellare media , si trovava alla VIII costa, inferiormente si portava un dit o sotto l'ombelicale trasversa, di co n sistenza duroelas tica. Nulla vi era da segnalare a carico del sistema n ervoso. La p . è stata degen1e in questo Rep arto dal 1 dicembre 1939 al 24 dicembre 1939. La sera deI giorr10 d 'i11gresso la temperatura sali a 370,8. rr g iorno su cc.essivo d~ 38°,2 presentati al mattino discese a 36°,.7 n el pomeriggio. La p11ntura splenica, pratica ta nello stesso giorn o, diede certezza alla diagnosi, già sospeltata cli11icamente, di leishmaniosi vi sceral e, per la presenza di numerose tipiche forme di parassiti _d i Leishman. Le -ri cer che praticate al! 'ingresso hanno forni l o i seguenti risultati: Esame tirine: reperto co1npletamente norn1alc. R. W. nel sangue n egativa. Esame di sangue del 2 dicembre 1939: glob11li rossi 2.444.000; globuli bianchi 5.400; Hb 43 ~k> ; V. gl. 0,.89'. Formula leucocita ria: neutrofili 36 %; linfociti. 58 %; m onociti 6 %. Reazioni sp eciali: Reazione all'antimonio (Chopra-Gupta) : posi ti va + + +; Reazione al formol o (Napier) : positiva +: Reazione al peptonato di ferro (Auricchio e Chieffi): positiva + + +; Reazione di precipitazione (Brahmach ari) : positiva + +; Reazior1 e ad an)2llo (Brahmachari) : positiva + + . Fu immediatamente iniziato il trattamento co11 n eostibosan a giorni alterni, a dosi progressiYeJ Al 60, 7o e 80 g iorno di degenza si ebbero ancora elevazioni termich e con massimo di 38°, 7. Furono lJraticat e in tut lo 9 iniezioni di cui 1c·


fA~NO

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pri1n e due per via endon1u scolare (di ' ctgr. 5) e Itessun dl!bbio può esist er e s ullo stato di p-iele al tre per via venosa (alla dose di ctgr. 10 la no benessere presentato da]J a piccola dal aen}& e la 2a, di ctgr 12 la 3a. e di ctgr. 15 le altre). naio 1939 al luglio 1.939. b Dieci giorni dopo l 'inizio della cura fa febbre era Pur non av~ndo ancora preciRe n ozioni sulla s~on1parsa! ~en~re già le condizioni della paz1e11le m1gl1oravano rapidamente. Infatti la durata reale del! 'incubazion e d ella Leisl1n1ahambi11a riprendeva l 'appetito, il pallore era n iosì, perchè dalla dura ta 111edia di circa 20 me110 i11lcnso e l 'espressi-0·n e del viso non era più di 1~ rofonda tristezza come all 'inizio. Anche . giorni si può andare in ·casi eccezionali alla durata di parecchi m esi , no11 riteniamo n el i~ fegato e la milza diminuivano rapidamente di volu1ne. 11 polo i11feriore detla milza infatti dopo c.aso attuale dover am1n eller e una si lunga inle prime 4 iniezioni si ridnceva all'ombelicale , {·ubazione, dato il lµ'ng·o· st ato di bene~sere dal trasversa ed alla fine del trattamento era a li g·iorno d ella p1ar~enza .d a 'folone all'ir1izio delÌa tvello dcll 'ar co /cos tale . 'Neg·li ultimi g iorni di dege11za . la bambina aveva ripreso la sua viva- , rr1alattia e data l 'età d el sogge.tto. I casi ecc.ecità, il vi o era sorridenle, l 'appetito era mizionali a lun•ga incub azior1e· segnalati n elfa letglioralo e sia le mucos~ ch e la pelle avevano teratura , speciè in India, rig uardano a dulti o . riacquistalo la tinta rosea. hambini grandetti, n1ai la ttanti. Il miglioram ento clinico era accompagnato a11Riteniamo pertanto ch e il n ostr o caso debba cl1e da inod ificazioni del quadro ematico . Infatti un esa m e di sangu e praticato negli ultimi giorni con·sid-erarsi autocton o d ella zon a 111ontuosa di degenza ha dato: · d' Ahbruzzo. (;lobuli rossi 3.777.000; globuli pianchi 5.400; Hb o2 ~o ; , -. gl. 0,83. IlIASSU NTO. For1nula leu cocitaria: neutrofili 37 %, linfociti L 'A. rife.risce un caso di leishmaniosi infan54 ~o; monociti 8 %; metamielociti 1 %. tile che ·d.al lato epide.miolo.gico interessava seIlo creduto ·11lerite, role di segnalazione que- g·r1a la re per ~l suo pr-o·b abiiJ.e luogo d 'insorgensto caso,, co111e 110 detto, per il luogo da cui za, in una zor1a .a lta e lonta11a dal mare (Siprovie11e, cioè da 1111 picc oìo paese dell 'alto Abcinaro prov. di Aquila), ·dto ve mai prima di bruz1.:o \Sicinaro in prov. di Aquila), ·d ov·e mai oggi erano stati ·s egn alati a ltri casi. l)J'Ì1!1a di ora erano stati segnalati casi ·d i Leish111a11io i interna . Com'è noto, pe r il passato ME I I N A . Lo N ·1AL E s i riteneva ch e qt1esta malattia, nel Mediterraneo, fosse l ocalizzata alle coste; su ccessivaG OVERNO DELLA LIBI.\ 111 ente per ò, specie p er opera di J emma e dei · LABORATORIO DELL' lsPE'ri'ORA.TO CEN TRALE suoi collabora Lori, è stato dimostrato ch e vi DELLA SANIT.~ Puas1.1cA son o focola i en <.le·n 1ici· non solo n elle regioni Ispettore capo: prof. ALBERTO C 10TOLA lorJ tane dal i11are, ma anche in quelle poste ad u11a cerla altezza sul livello d el m a r e, con1 e neJl ' interno della Campania, d ella Si·cilia , L'emo-trasfosione nella pratica pediatrica dei paesi caldi. de lla Calabria. · In alc une zone dell'Ah·h ruzzo , · anch e intcrDott. ELIO C1ccnrrTo, m edico c·olo11ia le. 11e, d~ recente sono stati seg11alati numerosi La frequente. n ecessità di ovviare a discrasie casi <li for1na cutanea (Sarnelli, Monacelli , e.matiche, .postume o con comitanti a malattie Va1111i , ecc.), ma n essun caso di .leishmaniosi i11fetti\'e o parassitarie oppure conseguenti a ir1terna e ra stato mai segnalato n ella parte. più quei con1plessi .e spesso oscuri fattori ch e, n ei ~lta della zona montuosa 'della provincia d e paesi a clirrta sub-tropicale e tropicale, hanno L'Aquila. Il ch e convalida q11anto Jemma tanta parte nel deterrr1inismo d elle di8crasie aveva già a ffern1ato , ché la leishmaniosi interstesse., ci ha fattq frequenten1ente con•&iderare na cioè i1on è solo appannaggio d ei paesi di l'opportunità d ell a trasfusi o ne sang uigna spe1nar·e, ma può infierire .a.nch-e· in zon e alte cialmente nei bambini. e lontan e dal rr1are. La e mo-trasfus.ione nell,adulLo n on offre parNel caso in esame un dubpio può so·rticolari ie::Lifficoltà t ecniche e·, in . d.eterminati gere e cioè che la infezione sia \Stata contratti;\ casi, può anch e trovare. una sostitu·z ione, spesd alla bambina ir;i Francia, a La Seig n e fiiUr Mer, 8() redditizia, n ella. co111u n·e t erapia chimica e vicino Tolone, zona notoriame.n te colpita d.a lla biologica. Non semp;r e questa sostituzicne, in- . Leishma11iosi ·interna. Bisognerebbe an1.m etteveoe, offre po1&sibilità di utili risultati nei ban1 re in tal caso un periodo d 'incubazione di al bini. La tenera età esclude l :i1npiego di .quei m eno 6 m esi , volendo riportare l ' inizio della n1edicamenti ch e, per -essere essi f; lessi d ei tos 1nalattia ai primi di luglio e non al settem~i ci , trorv ano esaltat 0 tale potere in rapporto bre, com e riferisce l a madre; . periodo non alla deficiente possibilità della loro utilizzaziocontrassegn a lo d.al n1inimo disturbo , perrhè

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n.e da pa1·te di org·an1s111i depauperati o di or-

ficienti <11elle Rintlro111i 11lorbose. :Nla se la coganisrr1i le cui capacità metabolich e &ano rirnu11e ter apia no11 riesce a sollecitare i vari ordotte per uno s·v iluppo insufficie11te r1ppure per g·fA ni e sisterr1i ad 1111 rendir11.entc.) più proficuo> u11 « deficit n funzioua Je e s ontir1gente. degli l ;inoculazi,o ne rip·e tuta d i sangue ritrova spes01"gani gl1iar1dolari pre·n1i11enti nell 'economia so, co·n l 'apporto cli ele111e.nLi freschi e vitali, . Ol'g<lJ"J 1ea. i mezzi per detern1inare il rifiorire delle enerTali condizioni deficitarie degli org·a11i ca- gie; residue. e Iate11ti; ciò avvir.ne specialmente pitali deì ric.:a111bio (fegato , rene), alle quali TJei casi in c ui gli organi s.vele11atori e :ripa. . ' . . part.ecJpa con int1e.11s1ta mag~~r1ore o_ m111ore ratori dell'economia non si.ano g:t'.a,~e 1n.ente e };apparato a&sin1ilatore (sistema gastro-enteriquindi irreparabilment·e con11)ron1essi. c.o): .a~sun1ono, tal volta, 11el tiecorso delle inaNfgli stati tossi-ir1fettivi , :-;-otto ],influenza lattìe acute, n elle distrofie a queste conseguenti delle inoculazioni &an.g·uigne , si manifestano, e n.efle di str~ofie di mera orig·i11e alimentare e ·talvolta solo tempora11ean1ente,' ina seinpre con · costituzionale, caratteristiche di gravità parti- nettp cost~nza, segni e.v ìdenti di un avvia1l1encolarmente inte11se. Le dette condizioni deficitatc1 .alla disintossicazione.: l'apatia, la sonnolen1 ie, causa od ·e ffetto 0 ppure causa ed effetto inza, il sen so di abba~1 d1ono, lo sg·uardo nel vuosie1ne di uno sLato tossi co gen erale , quale 6i frtato si att.enuan·o· o si dileguano, il ba111bino ~i biljsce in sin1ili eventualità, trovano nelle carisveglia e most1r.a di p ercepire e rispondere . pacità _ostitutive, ::;ti1nolanti, reidratanti e ~gli stimoli con u11a pro11tezza e. una vivacità rei11tegranti della tras·fusione, un mezzo idocorrispondenti alle attitudini proprie dello &viIl.eo, se non se1npre di valo·r e assoluto e1 definiluppo raggiunto. tiYÒ, ad t;)vviare alle conseguenz.e più imme~egli .intossiGati ali11ter1tari tanto frequenti dièl te di una contingente depressione umorale 11ei paesi caldi, il regime dietetico, reso più e vasale e di un depa~peramento organico conproprio e conveniente , porta, se le . alterazio,n i co111i tante. r1on sono avanzate, ad ·una riduzione nelle conNei paesi caldi , le regioni di depat11:>eramento seguenze della in1,ossicazione stesf:ca la quale, per gli or·ganismi g io·v anissi1ni , son o numequando si jnterviene con la trasfusione, nlodir05e se pure i1011 tulte note n è ::;empre precisafica con ·più rapida efficacia i suoi segni di- • bili. sti11tivi. Sono i di1&turbi del sensorio. che iniI .p icoo1li n1a]ati sfioriscono, portando nel tesgJiorano co11 più netta evidenza: l 'espressione $lìt o e1natico i seg·ni più vari e imprev i ti d ella perde qt1el carattere statico di indiffe1~e11za , la ]oro sofferen za. L'esecuzione di uno striscio, n1imìca si fa più viYac.e. e il baxnbino riprende djfatti, ci porta all 'osse1"vazion e g·Ji effetti d elle inter esse oer l 'an1biente. Gli effetti sulla nud jscr asie ch e giustificano nei tr?pici il declitrizione ·gen erale non sono imrnediati , ma se n.are dei piccoli pazienti , an ch e se, 'Spesso, riil loro IJrecoce riconosci111ento sfuggie, non si JY1ane oscura l 'identifi cazione d ei fattori d·e terr>uò per questo mettere in dubbio che il ·sangue 111inanti. tras-fu &0 ' deterrmini un apporto di albun1ine e ·Prescindiamo qui da qt1elle cau se ob1ietti,rarli sostanze nutritive ch e, p ur inferiore al com111ente accertabili e quindi terapeuticamente plesso dei bisogni organici, 11a il ;vantaggio di influenzc1bilì , per riferirci a quelle che peressere utilizzato integralmente p er i propri carnangono celate anche dopo ripetuti es.an1i dei ratteri ·di assin1ilabilità. vari or.g ani e sistemi. Nei disidratali, g·li .effetti della trasfusione In tali ca~i, si vorrebb·e ricer care n el clima ii fattore princir-.ale che limita lo sviluppo e il · ~embrano più appariscenti , ed è ovvio: l,effetLo oostitutivo e r eintegrante è i111111ediato e fio·r ire di organismi cosi t e,n eri. Ma accanto al e.lima va p<:>sto, principalmente, il regin1 e 1Jronto non sol 0 corri.e app·o rto di 111.assa ut~le alimentare <~he, n ei b~mbini indigeni , è par- · al ripristino dell'equilibrio idra11lico del c1rcolo, 1na anche c101n0 ap.p orto di rle111enti corticolarmente difettoso. Ove questo1, op11ortunapuscolati freschi cl1e, nella .nutrizioin.e ge~e­ 1r1ente modificato ed adat.tato·, non ba ti a ri~ rale , per :::>a-li stimoli ·ch e e·:;erc1tano, l1a11no P'le-• 1>ristinare. l'efficienza ·d ei i;>icco li m alati. }'in11a capacità di influenzare favorevo]~ente I tervento di ripetute trasfusioni, con lo stimolo i1r 01c,eibsi assimilativi. Si , ha l.a prova ..d1 tant~ a.çl esse inerenti, è il pi11 indicato a favò·r ire Jl ella ripresa rapida del tono e del trof1sn10 dei u na ripresa della loro ,·it.alìtà. tes uti 1nolli. Natural1nent.e, suJle 1~s~ibilità di N1ei prematuri , n.ei debilitati conge11iti, n ei • • • • disidr.at.ati. nell€ tossi-infezioni estive, nei po- recupero dei l)iccoli soggetti, nei ~asi sopra in1 stumi delle d.ispepsie, l "erno-trasfusione non è dicati , ese1·cita una influenza note, 01~. l'età, certo in g rado di risolvere da sola tut.ti i coef- il ~cren ere di alin1ent"3zio11c, !e malattie pre.g res1

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se, il 111q.do Gol qualè il b1a nibino è curato e .allevato la coistituzione, ecc.. N·e gìi ipK)-alimentati per ·dist.urbi della nutrizione o per vomiti abituali, la trasfusione, in1&ièr111e n.·d u111 migliorato reg·ime alimentare, facilita la ripr.esa dello stato gen e1-ale. Quanto di quesrta ripresa sia dorvut0 alla trasfusione e . qué1nto a ll 'alimentazione è difficile dire, come ci sen1bra azzardato volerla riferirei al} 'influenza dell'una pit1tto·s to1 che d ell 'altra. Va rileVFt lo qui ch e la trasfusione no11 .esic•l ude l 'impìeg·o di altri 111ezzi ter apeutici o dietetici, anzi ..a noi se111b;r a ch e l'afflusso di nuovo sangue fa.ciliti ]:utilizzazione dell 'app orto alimentare o terapet1li co e T-e-nd<:1 più sicuri i p1·ocessi assimjlati,·i. Nei pra111.a t1ri, il problema terapeutico appare. rnolto· arduo ,a ncl1e con l'impiego delle tJ·asfusioni a lungo ripetute . Il prematur-o è in ~e stesso un'incognita e tutto il con~edo sinton1atologico, sul qual.e si b-as.ano ],ei p·o ssibilità <lella &t1a, vitalità, ·è più o m ·e no inojd ificabile a seconda della intensità ·dei suoi caratteri distintivi . Anche qui la trasft1sione entra in fun. zjone i11sieme ad altri fattori che siano· in grado di contribuire. ad ovviare alla deficiente term0r egolazion e, alla ten denza alla cianosi , all,au1r1·e nt o 11elle richieste organiche di sali ed alb11- · n1in e, alla tendenza .:llla seipsi, alle emorragie, . a lla eccessiva sonnole11za, a·g li ·e demi, ecc. È u·n con1plesso di bisogni e di sintomi che1 i climi (;aldi acc,e ntuano e sui quali l 'inc,culazion·e ·di sa11g'ue n on sembra idonea ad esercitare una influe1tza decisiva. Riteniamo ch e lo stimolo all' ac·c.r ei&cimento , a llo sviluppo o alm:e:no al n·ii glioran1e11to n elle con·dizioni di , ritalità e di resi~ t enza dei pren1aturi e an'c h e dei debo·l i CC(l1ge11iti riman•ga n ei tropi ci allo stato di ·des ideTio. È p·r obabile che, n ei paesi ca'ldi, !,apporto di energ·ie vitali fresche del sang·ue trasfu ·o venga attenuato o a r1nullato , più piarti<'(>lar111ente in questi s,tat.i mo-rbosi , clalle de/ fic1enti capacità biologiche di riserva e ·da lle Ji1r1itate- possibilità co stituz.i onali nei · pI~oc.essi · ri1).-arativi e di recupero trasn1e&se da genitori Ìl1 condizioni statiche di depauperamen to D·el succ·eder&i ·delle gener -a zioni. Razze povere biolog·icamente ·e generalmente tar ate (la sifilide discende <e per li rami n in terra ·d.' Africa) r}ortan.o senza eccezione a ·discendenze costituzionalmente in difiet.~·. Abbiamo voluto , anche , provare. nei p·r ern aturi e· nei deboli congeniti le trasfusioni di san gue éli donna g ravida lJeT seg.u ire i con. -cetti formt11.at.i dall' Asch eim ·e dal Zonde.k circa la prese11za n el sangue, n el corso ·dtella gesta, .zio11é. di fa 1tori orn1onici atti a stin1olare lo 1

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sviluppo e i processi metabolici nei pr,e maturi stessi. Nonostante il largo impiego ·d i questo · rrJetodo e le dòsi ge11e.rose, opportunamente refratte, no n n•e. abhiamo avuti risiultati con·vi11centi o che si siano differen i iati da quelli conseguiti con sa11gue dì ·d onna non gestante. Gli esiti n egativi da noi avuti contrastan o con quelli favorevoli dello Schwarz n ella CliniCAl Pe,d iatric.a milanese. La ragìo·n e può essere riferita a lle condizioni ar11bientali e climaticih e dei paesi caldi, al s-i·stema .di alimentazione ivi vi·gente tra gli indige·n i e alla diversità della struttura· organìca d-ei piccoli muss ulmani nei ronfro·n ti ·diei m etropolitani , struttura variame11te .atta a rispondere a.g li stin1oli. Nelle forme di ipo·p lasia gen era le, co11se g·uenti a -dist:urbi cronici della · nutrizio·n e, la terapia dietetic~ non pare s·emp1r e idon·ea a ri parare da sola le gravi deficie.n ze ·del trofisn10. 'Q-µelle ·dovute ad ~limentazione impropria, p.er difetto di idrati dì carJ:?onio , SOILO molto rare ill Libia poicl1è larga parte della nutrizio.n e Ìl) fanti le ed adulta trova nell 'u so degli idrati di carbonio stessi la base fo·n dan1ental.e. Più frequenti, invece , sono le ipotrofie postume ad alimentazio·n e quantitativamente ir.usufficiente per difetto ·di •g'rassi , di sali , ,d i albumine e ·d i vitamine (disturbi della nutrizione da farin e). La differenziazione di queste. forme di ipòpJ.asie organiche pri111itive . non è difficile, poichè il regime a lime11tare infantile negli ag·gregati indigeni sia stabili ·ohe. n on1adi , ha · caratteri così limitati da consentire facilntente 1, o·r ientamento diagr1ostico. In tal'i ipoplasie, le trasfusioni rip1etu.te segn ano una i1et ta ripresa del trofismo il qua le, mentre oon la correzione del regim e dietetico ritrova lentam·ente le vie della &ua rior.g anizz.azione, JJO tenziato dalle iniezio·n i san g uigne sembTa trovare, n el t essuto ematico intro·d otto, il cataljzz.atore ,d ei Droc.es.si a!S·similativi . • Nelle ipoplasie .g en erali per cau se ig·note , con corporatura proporzionale ma troppo picr.o]a, la trasfusione ma11ca ·di og·ni esito. Nelle atrofie con 5eguenti a distt1rbi cronici. della nt1trizione, quali si osservano n ei bambini alim-entati artificialmente, il process·o di riparazione .:si basa n.aturalrnente in gran par1·e sulla r evisione .del sistema di .alim·e ntazione ch e, ove i segni di atrofia n on siano molto rilevanti , viene accresciuto nei suoi effetti dinam ici e trofici dalle trasfusioni. Le prove ch e ab,b iamo fatte d·elle trasfusioni vertono , in ~piec ial 111odo sui postumi dei disturbi della nutrizione, ch e so·n o , nei paesi c.aldi, i più frequenti e c0muni ad o·s servarsi e pè r i quali è più insistente la sollecitudin·e del 1

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i11011do i11digeno. Difatl.i se l'orgoglio del na- gia e _a]la patogenesi ~elle varie discrasie tiYo è particolarme11te se11sibile per ciò che si stesse. rirerisce alla efficienza cosn1etica della progeL'impo,r tanza di questi due fattori, nella te. .' i11e, JJ lU raram·ente I11ostra ipteresse per un · rapia rlelle anemie, è special111e11te notevole €pisodio morboso acuto di rap·i da evoluzione. n ei paesi caldi, dove le malattje inferttive, le llarassitosi ematicl1e, cutanee e intestinali, il clin1a, l 'alini.entazion.e in1propria, ecc. costi* ** tuiscono le cau.s e più f requie1nti delle si11dro111i. La tras~u&ione li.a trovato, da parte di molti discrasiche e che vanno rimosse, ~e possibile, .L\ _.L\.. , larga ap plicazione n·el trattamento delle in. via preventiva. bronco-polmoniti i11fàntili. Noi n e abbiamo Anche nelle discrasie, istologica111e11te iden-· u11a espeTienz:) li11J~t.ata con1e effetto terap·eu- ti~ic.ate m .a di natura non prècisata, riteniamo Lico in lali evenienze, ma is ufficiente per in- si pos~a tentare la transfusione. Tra questedurci .a ritenere ch e i rilievi espressi da taluni sono ·da rilevare le anemie cosidette aplasti ... (Spohn) sulle difficoltà di circolo J»'Ovocate c11 e n el~e qua li, secondo quianto autorevoldalla trasfusione - edema pol11to11are per ple- niente afferma il Nasso « per l 'incapacità del t·ora circolatoria :--- possano essere superrati con midollo osseo di sopperire alla normale rigeun preventivo modico salasso. Gli AA. fran- nerazio11e degli elen1enti c·o rpuscolati, la traresi operano e suggeriscono il salasso prima sfusione di sangue può p,r ovocare sola1nente di og11i trasfusi o n e; ciò fors6 è eccessivo poi- un n1iglioramer1to transilorfo ». In n1erito vorch è le condizioni di circolo di un lattante, far emmo far rjlevare eh.e, tra anemie ap1astic.h e ciln1ente obie1 tivabili; con sentono una valuta- ,,ere e quelle con possibilità rigeneratiYe. <lezione esatta delle sue pos. ibilità dinamiche e ficienti, vi è tutta una erie di n1ielosi di inq'uindi della tollerab.iliLà o .i11eno di un 11uovo tensità varia, n·elle quali si può sen1pre preapporto en1atico. Inoltre, }'.applicazione, che sumere. la persistenza di elen1enti di tessuto noi sian10 soliti fare, <lcJla trasfusione a dosi n1ieloide in grado di esse.re stin10J.ati e quindi refr.a lte e ripetute anche n ella ~tessa giornata suscet,tibili di un processo rige11erativo. 111 rr1etite al riparo d~ C!isi ipertensive senza al- con segu enza, un tentativo trasfusionale, in· tale cuna n ecessità' quindi, di i)ri,·are drganisn1i tipo di anen1ie, non è del tulto inutile' non tanto teneri anche di una mirtin1a· parte del fosse per altro che per sa.ggi.are il potere for11rezioso tessuto. n1ati,10 del midollo che, ove rispond1a c-0n una Il Nassa , ch e in Italia 11a volgarizzato la pra in1missio11e in circol·o di reticolociti, pl1Ò estica della tra ~fusione n ell 'infa11zia, ha insistito sere convenie11ten1.er1te stin1olato anche me,_ sui favorevoli risultati con6eg uiti spe1cialmente diante l 'apporto terapeutico· di estratti epatici I1 el trattan1ento delle bronco-polmoniti nel lat- e di midollo osseo. tante. In m e rito, la nostra limitata e~perienza Sia detto qui che 1e prove che abbiano avuto ( 11 casi) n ei piccoli bronco-polmonitici indioccasione · di fare d.ella tras.fusione ci sono -g·eni ci r ende u11 po? cauti nella definizio·n e slate. possibili per la sentplificazione ad·ott.ata dell azione t erapeutica trasfusipnale. Le affe- d ella suR tecnica, rhe ne rende facile J'applizioni respiratorie acute .ass.un10110, . n·el clima cazione anche nelle più ]011tane e inospiti pecaldo-umido colo11iale, t1n andamento spietato rjferie coloniali. L'espeJ>ienza fattane ne1le di.: e i piccoli n1alati non pa1~e ch e trovino nel strofie di origine alimentare e costituzjonale san gu e trasfuso quel « quid » umora.le capace e in quelle di origine infettiva ci ha posto i11 di risoll e, rar11e le difese e le resistenze. La di- grado di averne risultati ·vantaggiosi e partiversità d1ei risultati ·d::t noi conse1guiti deve es- colarme.rtte notevoli anche perch è la pratica ~ere sen za dubbio riferita .ai diver si fattori c11e trasfusionale richiede scarSrissimo in1piego stru~os tituisco110. la personalità .b iologica dei pamentario e nessun<{ spesa. E quj11di un 111ezzo zienti in fun zione di tulti g li altri compJe si terapeutico veramrnte at1tarchico che, a1)pli_fattori ambientiali. cato con discernin1ento , può contribuir-e a lirr1itar.e l~ co,n seguenze delle ·d istrofie infantili della più varia origine e a conser,·are il più . * ** giovane e pre·zioso 1r1ateriale umano . • • :Xelle ane1ni€' acute o cro11icbe, la trasfuRIASS·UNTQ. 5ione può trovare una buona app,l icazione la quale, per quanto riguarda i rist1lta ti in1n1eL 'A. che ha ap P'l icato nei p·a esi caldi la tradi.ati e 1011tani, va previan1ente valutata, caso s fu sion e sanguigna nel trattam-ento terapeuper caso, onde sia sen1pre riferita a1la eziolo- tico delle distrofi e infar1tili di varia origine, 1

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BIBLIOGRAFIA.

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• SUNTI E RASSEGNE •

CUORE E CIRCOLAZIONE. Concezioni nuove nel rampo dell'infarto coronario e delle necrosi miocardiche . Z1N CK .

Jflin . Woahe11sclir., 15 g iug110

1940).

Il cuore è uno degli organi che sottos ta11no al lavoro più gravoso: in m edia es~·o con1pie 1 ~1.000 chilo·g ra1ne tri al ·giorno e richiede p·e rciò p e r sè, nonos tante il suo 1nodico peso di 300·350 gr. 1/ 20 ·de lla en ergia totale d ell'organ~ ·m o , 135 calorie. Questo intenso ]a,·oro richi ed e una sp eciale disposizione ch e as.$icuri la sl1ifficiente nutrizione d el ct1ore : è quest a la circolazior1e coronaria . Il siste ma di 11utrizio1n 0 indipendente co rr1po rta p erò, anch e dei 1·ericoli nuovi, p er ch è in ca so di, insufficien za , }Jatologica , t orritoTi più o m eno g r andi d el 1niocardio cadono in nec~o si e l'individuo può i11orire. Necros i ·d el rr1io cardio si posson o, aver e per 3 gru:ppi di causo : 1:) ir11pe.r vietà d ei va si corona:ri anato1n ticamente· alt.erati ; 2) r eazioni i)atologicb e dei va&i coro,11ari da ·di~tt1rbri. funziona ]i , di n atura nervosa., chintica O'l)tJure t ossj ca; 3) anorn1ale compoFoizione d el san.gn e o f :.. f erto al n1iocardio , o d eficiente offerta, o· diffi colta ti scan1bi.- Al primo gru ppo ap1Ja rt enaon o le a lt er~zioni s ten osant], scl é rotici) e o lu e1

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SEZIONE PltAflC .\

i1e studia i risultati e ne ricerca le i11odalità di azio11e i11 riferimento alle particolari còndi1ioni ambienlali e alla co ~t.it11zion e d ei piccoli malati indige11i.

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t ir·he: rare le tro111bo ·i , le e111bolie, l a periarterite nodosa. Ter zo gruppo : il '::;a11g ue può non eonte11ere sufficie11te ossigc110, così n elle ane1rtie ; in occa sio11e di aun~en tato fabbi~gno (faticl~e n1u&cola ri) si possono alloca svilu.p pare ii.ec rosi n1iocardicl1e. Si sviluppano n ecrosi ancl1e se l 'òssigen o i10n è utilizzabile, dagli eritrociti p er a,,,,elen a n1 ento da o ssido. di carb'011i o . Altre volte vien e offerto al cuore troppo p oco san.gue p erchè questo è insa ccato niella .perif~ria (sho ~ , collasso or'lostaticò). Oppure la capa c ità di diffu ~io11 e d ell'ossigeno è diminuita (ipopressione, voli a grar•,di altezze). Le cause d el second o gr:uppo , una volta n,egate, a ssuffio,n o sempre m{lggiore imp·o.rtarJ za. Così si osser vano gran.di infarti men-· tre le coir onarie sono d el tutto n orn1ali. Infarti l lOSSOJlO seguire a traumi toracici r h e soottono il cuore sulla colonn a vertebrale (commotio cc,r·d is). Dalla i11 edicina s porli,1a ·si ~a ch e se si srr1 e tte brusca111ente l 'alle11a m e nto - si pos.scno svilu1ppare infarti d el miocardio . Gli infarti da cause ft1nzionali dipendono d a riflessi anorn·tçtli , sop r nttt1tto spa ~n1i , r h e J1anno per co,n segi.1enz.à l1na iscl1 emia d,eJ mioc.ardi9 . Gli SJ>a:&mi e· il r allentato afflusso ·(allename nto bru scan1ente interrotto) isch ern izza n o il cuore a cat1sa d èlla speciale co11for11tazion e an atomir,a dei vasi corona ri , g-razie a c.u i la corTente i1uò ' renir strozzat a elci tutto a11ch e n ei segn1enti a pie.ali. , Questa cap<i cità ch e di regola S.J>ef.ta alle sol e arteriol e (e.b e f:.i p ossono contralre fin o a C)b]it er azion e del lume) è dovuta 11·ei r a mi - apicali a d i spessim enti a cu scinetto, itnati alle diran1azio,n i , che contraer1dosi strozZrlno l ~ iTI1bocco d el r.an10 t ermina le. Questo rn eccanis.n10 ser Ye in condizio ni no1n1ali a regolare più fin en1 ente l ' afflt1 s ~ o, di s~ ngue al cuore, ·e a fre nare la elev.a la pTe si o ne d el sangt1e a ortico . P. 1

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Le alterazioni elettrocardiografiche rileva· bili . nell'intossicazion~ da ossido di ca.r• bonio. (G. RAsrE LLI. Gior1uil e ài Clinica. 1Jedica, 20 maggio 19-!0). Il problerna d elle alterazioni cardiach e nel]'intossica zjo11e da ossido ·di carbonio è stato studiato tanto d.'.lf lat o s ~. . e rin1ental e ch e da qù ello clinico. Hag·gard trovò n ei '-·a11i i11 lo sica ti a u111e11to di frequen za d el · b::t tti to, fl l lerazioni di forma e di direzione d ella T, sfi,1ellan1ento d el tra tto . S. T ., i1on alterazio11i della· conduzion e. Tutte qu es l 0 n·i_odific.azioni erano rever sibi·l i ." La rr1or-tc per for ti ,]osi er a se1n p·re co n ,. egu entc a blocco car·d iaco. In qu es te ri cer ch e fu usat o a , ·olte ossido dì carbonio puro, a volte gas )]] u111inan le, sen zç1. ri sco n Lr ar e differenze fra i du e. Cas tro,·illi , t1sa11d0 i1ei coni gli gas illon1i-


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« IL POLICLINIC,) »

[A·NNO XL VII, Nul\-1. 33]

r~n11t~,

osservò aumentò dello spazio PQ, 111odi- la La dopo 8, 10' ritor11a supi11a. Nella raahianef1cazione e sco111J_Jarsa della P, modificazioni stesia alla P. iperbara l '.ammalato è· seduto sul . . ' sc.ompa~sa e inversione della 1,, prevalenze ventavolo operatorio ; co11 p1u ntura praticata tra tr1colar1. 3a, 4a. V•ert. lon1h. sono introdotti in 20 30' · Tulle queste alter.azioni erano transitorie. cc. di P. al 0,50 % nello spazio sotto ara~noi­ p~l ~u11to di vista clinico e' è d_ivergenza di deo senza sottrazione alcuna di liquido C. R. op1nion1 sulla durata d.e.lle modificazioni eletQuindi l'ammalato tor~a supino. Le ricerch e trocardiografiche. Secondo Zieigler, Litzner e · con queste due, tecniche hanno, dato i segu1enti altri le modificazioni sono transitorie. Secon- 1·is,u ltati: do I\roetz, Hedi11ger, Wacholtz e altri si han1) La P. iperbara provoca una 1eggera caduta ·d ,ella pres&ione senza influenzare la' fre110, come conseguenza ·dell 'i11tossicazione, attacchi a11gìnosi e vere e proprt-e embolie delle co- quenza del polso. La P. ipobara dete,rmi11a una caduta cospic ua della pressione ed u11 ro11.arie col quadro elettrocardiografico che ne r~ llentamento., della fre.quenza del polso, perderiv·a . L:A. l1a eseguito ricerche sperin1entali su co- s1stoote per p1u o-re , talora per solo 20' . 2) La complicanza de l 20° minvto (di1nir1igli ed ha trovato che nell'intossicazione acuJì.uzione J?rusca della fre1que11za d el ·p olso e cata a ,·oltè ci sono alterazioni elettrocardiograduta . della pressione, però non persistente), fiche e a volte no e che, quando ci sono, esse scon1paiono dopo 24 ore, 1ne1Ltre nell 'intossi- c11e ~ <?sserva t.alora con la rachianest~ia iperb~ra, s1 acco:n1p·a gna .a gli stessi sintomi e alle cazione cronica. qu-e ste alterazioni mancano. Nell'intossicazione acuta le alterazioni elet- stesse turbe circolatorie costa11ti, ma più attenuati della R. ipobara. ·Tale con11)licanza satrocardiografiche consistevano in aumento della frequenza c:telle rivoluzioni cardiache, . g.u- reb·b1e la consegu.enz.a di una sa]ita iJl alto verso il i1tidollo deilla P. (paralisi dei nervi · accemento di altezza dei ·corllplessi atriali, modifileratori e ner·vi spl anc.nici). cazior1~ qei c·omr)lessi iniziali (aumento detlla 3) Prima o durante la iniezione d ell 'a11eQ), modificazioni del ' tratto tern1inale che vans.Letico 1)ossono comparire 1d,elle sincopi parano dall'appianamento della T .all'onda a cupola gonabili a qt1e1le desc:ritte da Le,vis con il nodi Pardoo, extrasistoli ventricolari L ' A . riferisrJB dettagliatan1.ente i ca1si di in- . Jl1: di i11copi vasov.agali; (pe'fdita della cosc1e·n za polso raro; c.a·druta d·ella lFessione) tossicazio11e acuta osservati in uon1ini. Egli ha trovato subito dopo l 'intossiicaziorte potenziale 111olto vicine a~ riflesso depr.e&sorio detern1i11ato da co111pressione · sul seno carotideo. d'azione del miocardio n1olto basso, fib rillazio4) La . posizio11e influisce sulla circolazione ne auricolare, extrasistole ventricolare e pr.e:vasanguigna; la posizione ventrale provoc:t aclenza ventricolare sinistra, tutti fenomeni ce l erazion·e del polso e forte , càduta della presscomparsi compl etamentei dopo due me•&i. Nelle intossicàzion i acute a di•s tanza di anni sione; tale reazione cessa in posizione supina . 5) Accelerazione del polso .si ha qua11do il e nelle intossicazioni croniche vide in a lcruni liquido iniettato nello spazio sotto .a. sorpassa casi la presenza di compte$si i11iziali trifasici 8, 10 cc. i11 ·D 2 e D 3. 6) Gli interventi chirurigici possono farsi Seco11do l 'A. a spiegare ·qt1este alterazio·n i elettrocardiografiche non può bastare l 'anos- sia a b assa frequ e11za (po1]so al disotto del ritf-ie1nia ch e per alcune di esi::.6, mentre per al- 1no normale) sia ad alta frequen za. 7) Sembra ,c.h e siano più ' 'antaggiosi gli tre ( corr1p1lessi iniziali trifasi•c.i in D 3) bisogna interventi praticati a bassa frequenza, essen do a~m-ettere l' esistenza di una lesione delle co• la resist enza individuale ai tr::iumatibmi auronar1e. L'anossier11ia sarebbe causa ·delle alterazioni me11tata nel p·r imo caso, diminuita n el secondo. Bisogn.a peirciò da1•e la prefeTenza alla an€- · elettrocR rdiograficl1·e transitorie , mentre le alstesia o a quei mezzi terapeutici che favoriterazioni permane11ti delle intossicazioni croniscono tale rallentar11ento anche se provocl1ino che sarebbero legate a l E?sioni endoteliali ·d ei t1n lieve abba&samento di piressioin e vasi coronari. · L. 8) Essendo le reazioni circolatorie da anestetici ora nocivie ed ora giovevoli, il chirurgo Influenza della rachianestesia sulla cir- · ha dunque interesse a tenerne conto si.a peircolazione sanguigna. · r.hè possono servire di criterio a l) o stato di resiste11za d el n1.alato sia perchè c.on,,i ene inter(A. HusTIN .. L e Scalpel, 23 n1arzo 1940). venire per favorirl e o combatterle. L'autore riferisce su ·di alcl1ne ric.eirche da SJMEONE. lui eseg-uite ~ulla influenza della rachianestesia alla Percain.a iperbara ed i1)obar.a sulla freSchok e collasso. · quenza cardiaca e sulla pre~sione sanguigna. 1 (W. l ~ A.DEL. L l 1ed i.zinisch.e J(linik . 21 marzo l\~ r:.lla. 1'a.chianestesin a.lla Perraina i po bara. 1940). . l'amn1alato è prona 001rt addo111e po,g giato S.ll di 1111 c11scino. Si ptatìca la 11untura tra iia Lo chock eid il collasso sonò stati morbosi e 2& vert. lomb. iniettando in 2 .3' da 14' a 18' cl1e si verifica110 ron 11na certa frequenza in cc. di solt1r.ione di Percai11a a 1/1500. La n1aoocasione di in terve11t i chirurgici. Sono sempre 1

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SEZJONE PRATICA

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i1t rapporto a distm·bi circolato1 i acuti che intetve11.g·ono in1mediatan1ente dopo t1na grande OJ>erazione o dopo . . un traun1a grave. Talvolta il collasso pt1ò · ~ssere tardivo o secon1da rie (lo schock secondario· non si ha quasi n1.ai) verifica11dosi a giorni ·di distanza dall ' operazio11e o dal trau1n.a .in conse-guenza .d el versa1l1ento in circolo di sosta11ze d.erivanti ·d al diE,faciCTtento dei tessuti (istamina e sostanze analc·gl1e) o ·di tossi11e batteriche. ,· Lo '3chock ed il collasso acuto possono verificar5i anche i11 individui sani con apparato circolatorio indenne ed a11ch·e i11dipendenterr1ent.e da lesioni son1aticl1e e cioè in conseguenza di un traun1a psichico in 0 ccasio11e d ello ,s,copp•i o di granate , e di tl1i11e , o <li sepp1ellirl1ento. · 1 concetti di sc.hock e di collasso i1el lingua-g gio co1n une &ono spesso confusi , mentre si tratta di due co11dizioni be11 distinte sia dal punto di vista sinto1natologico· che da quello dal ineccanisn10 patogenetico. llanno solo di comune il fatto che sono in i~app-0rto a <listurl1i circolatori. Dell 1individuo colpito da collasso si ha l 'impr ession.e' cl1e sia un depresso, un abbattuto, i11e11tre di quello colpito da schock si ha l 'impressione che sia u.n eccitato. Nel collasso il polso è accelerato> appena apprezzab1ile, ins tabile, il r~spi1·0 affrettato, la p1'essione è bassa, la ten1peratura al disotto della n orn1ale, la coscienza 1&pesso obnubilata. · ()]tre a ciò si hanno: su,dore, vo·m ito , volto grigio·-cia11oti(,o, irrequietezza ca ratteri~tira , a11• gosc1a. Nello schock i1lV·ece ~i ha: li11ea1nenti stirati, colorito cereo, .sudore freddo, labbra se·c che, occhi i11fossati, respiro lento e profondo e sopra tutto po•l so leso, pieno e non molto frequente. La pressione supera di poco i valori r1ormali. La- coscienza è quas.i sempre integra, ma per lo più i colpiti li.anno r1otevoli diisturb·i L>sichici: len lezza delle reazioni , riduzione della se11sibilità dolorifica, terld·enza all'agitazione ed a grida inonotone.. Tale è il quadro d ello · ~chock ne lle sue fo:rme toTf)ida ed eretistica. Dunque an1b.e due i quadri i11orb osi sono do:J 11 i r1ati ·da disturbi di circolo. Per rendersi conto del 1nodo con1e sii pro·d1u cono tali ..disturbi e con1e essi detern1inir10 la fenomenologia cliriica dello scl1ock e del collasso giova ricorda 1"e alcuni dati sulla fisiolo gi a della circola• z1one. Come è noto la quantità di sangue circolante si distribuisce ai vari org·aui e tes&uti in quanl i tà diverse a seconda delle varie esig·enze. l Tn org·a110 ·ir1 al tività ha b·isog 110 di una maggiore. quantità di sangu.e- e perciò i suoi vasi si tii- . Jata110; invece un organo in rip·OSO' ha bisog110 rli una minore quantità di sangue e perciò . i st1oi vasi si restringono. Da ciò la ne.c essif,à che la dilatazione ed il restringin1en~. o dei v.asi sia 01)portu11amente r·e golata in modo da mantertere un cquilib,r io costante nella circolazione. 1

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~.\ ciò provvedo·n o i n e.r vi vasali'. che sotto la di1)en1denza dei cent1~i vasomotori o· p·e r vie più

br1evi te.n dono a bilanciare il tono vasale delle ·v arie parti del corpo. Uno stimolo sensitivo cutài:i.eo può eccitare direttam·e mnte il centro simpatico o attraverS-O il rnidollo sp·i nale eccitare le fibre si11tpatiche ·dei vasi. D 'altra parte le, eccitazioni pot&sòsono essere. trasr11esse dal midollo ai centri b-ulbari, e particolarmente a quelli del cuore e degli org·ani respiratori. Naturalmente. l'eccitazione dei centri vasomotori può essere prodotta da stimoli p1·ovenie11ti da -cellule gangliari di centri situati più in' alto e1d anche nelle circonvoluzioni cerebrali, il che. spiega i (atti circolatori ,di origine psichica. Inoltre le influenze eccitatrici ed inibitrici sull'equilibrio del sistema vasale· oltre che dal centro poi&sono pre' ' enire d.alla perifer1a ossia dagli stessi nervi vasali. . È noto che una parte princip,ale nell'equilil~rio dei vari territori vasali è disimpegnata dalla circolazione~ , s,p1lancnica, che in condizio·n i normali reagisce .sempre in mo·d o contr~rio alla circolazione periferie.a extraportale e quin- . di a quella cereb·rale. Ad un accumulo di sangue negli organi splancnici corrisponde se·m pte una di1ninuzione di apporto di sangue nelle parti periferiche e nel -cervello. Gli eccitamenti de.i centri in quistione · che .abbiano un 'abnor1ne intensità ·o a lunga durata, alte1·ano questo equilibrio con la produzione ,di disturbi circolatori più o meno im.p ortenti e che possono compro1netterre .a nche la vita. Gli sti111oli deter111inati dai trau1ni di qualsia si genere, 0 1peratori o accid1eintali, wmatic1 o psichici, raggiungono i e.entri vasomotoTi superiori, nei quali p·r oducono . uno stato di eccitazior1e o di esaurim.e nto di breve o lun·ga dur3.ta, che si traduce in auroe nto e ~i.spettiva­ fJJ>e11te nella ·diminuzione ·del tono d ei vasi e quindi in uno _s quilib-rio della grande circolamon,e '.p eriferica. Se sì ha uno stato· di eccitar11ento dei centri ,,asomotorl, si ha una crisi vasale tonica, uria vasocostrizione abnorme, ossia lo Rchock. Se i1rvece .si produce u11 esaurirr1en to· dei oentri si ha una crisi vais.ale· atonica, llDa .Paralisi . e vasod.iì.atazione di tutto il sisfellla vasale, ossia il collasso. Tanto nello ·&chock acuto eh-e ne.l collasso1 acuto si può avere di colpo .la mo,r te se rispettiv.a n1ente la costrizione e il 1·ilasciamento di tutto il sistema va~le pro·du.cono un disordille· della circolazione superiore al sopportab 1~le . l:mi moltissin1i casi la crisi vasale tonica ha S(!)to1 una bTeve durata: l'eccessiva eccitazi•n·e dei centri si suegne e i disturb1i circolator1 tendono. a sco1nparire, e·d è perciò raro elle dopo1 ii trau11li si abbia110 c1·isi vasali to·n iche. È più frequente in, ece che all 'eccit.am-e nto abborme· segua un periodo di esaurimento donde la cris.ii v:.sale ato.n ica, ossia il collasso, che può essere ri1Jarabile o irriparab·i1e. .

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Lo schock ed il collasso a·dunqt1e ... 0110 du·e quadri 111orbosi distinti, cl1e qua11do si manifestano immediatamente dopo l'azione trau111atica hanrto un meccanisn10 esclusivamente neurogerLo. Nel collasso secondario invece si deve 2mm.ettere, oltre ali' azione sui centri nervosi, un'azio11e in11nediata periferica esercitata dai prodotti d·el disfacir11ento d ei tessuti di corrtpo..sizione analoga all'istamina. Queste concezioni patogenetiche naturaln1ente co111andano l'indirizzo terapeuticG> che deve esisere vario a seconda che si tratta di schock o di c.o llasso, ·donde la n ecessità di un·' esatta e rapida diagnosi. Al riguardo ha irpportanza sor1ra tutto il reperto del polso che è frequente, piccolo, debole n·el collasso, mentre non è frequente e può essere a11che raro e teso n·e llo scl1ock. Tuttavia in questa condizione lo spas1110 delle arterie può es,s ere tale da lasciar passare il sangue con grande difficoltà per modo che il pol&o puç> diventare a11che non ap·p rezz.abile.. Bisogna infine tener co1i-to al riguardo ancl1e <le.gli effe ~ti sul polso delle abbondanti emorrag·ie esterne o intern e. Ne 1lo stato di schock rlon si deve1 mai bpe:r.u re al trin:ienti si .apporterel11bero nuovi sti111oli ai centri vasomotori; se si è costretti ad intervenire bisogna farlo ·con l 'anestesia locale o la puntura lon1bar~. La cura ·d·e llo schock va i11dirizzata a rallentare lo spasn10 tonico vasale. C:iò si ottiene , con il caldo e gli stirnoli cuta11ei. Il ferito de,r.e e.ssere ricoverato in ambiente riscaldato e sottoposto a frizione. Molto utili riescono le bevan·de .alcooliche ed il caffè caldo. Comunque non bisogna insister e con n1 ezzi energici intesi a produrre la rapida dilatazione dei vasi; così facendo sì ri6chierebb·e di provocare il collasso. P.er evitare c.i ò è ànchc con igliabile di praticiare un 'iniezione intramuscolare di 3-4 cn1c. di olio canforato . · ·. Ap1p ena cessa to Ìo schock si deve provv·e dere al trattamento d·ella ferita per e,·itare l'assorbirrie11 to dei prodotti del disf.acimen to dei tessuti e con esso la produzione del collasso sec:ondario: Il ·collasso nella gr.ande n1aggioranza dei casi è accompagnato da perdite di sangue più o meno abbondanti , occorre perciò innanzi tutto , provvedere a ristabilire la massa di liquido circolante con iniezioni' di siero fisiologico o meglio con la trasfusione .. Conte~pora?ea~en­ te si adopereranno med1 cam ent1 ecc1tant1 la circolazione periferica. DR.

Il trattamento medico dell'ipertensione. H. O.

(A•NNO XLVII, Nul\>r. ~]

cc IL POLICLINICO >J

MosENTHAL.

Jowrn. amer. med. ass.,

20 aprile 1940). Una trentina d'anni fa, l'ipertensione era ooin siderata come un fenonte·n o compens1atorio necessario per mantenere le funzioni cirèolatorie ad un llvello normale e, per conseguenza .

11011 si riteneva opp1ortuno. 111ettere i11 op'era una terapia atti,ra per abbassarla. Ma la co11Riderazion1e che un 'elevata 1}ressio11e arteriosa è llna ·:a usa in1po1t.ante, se no1t la più con1u11e di 111orle i11 _?èrs1o•ne di età n1edia ha dato lo sti11tolo a 1nolti studi in propos.ilo ed è ora r1oto l~he l'abbassa111ent.o della pressione, ,q ua1tdo es5a è n1ollo elevata, è compatibile con u11a buor1a sircolazio11e ed una nor.n1ale vitalità. Delle tre tèr.apie n1e&se in 0 pera (chirurgica, ig·ienica e Iltedica) contro l 'iperte11sione, 1'.\. co11sidero. soltar1to c1uest'ulti11la. Il va.lore della terapia rriedica è stato as~ai discusso, ma a torlo e l'A. cita il parere di Ay1nan, cbc l1a ottenuto un definit9 migli0ra- , i1tento dci ~in~o1.11i 11ell'82 \}~. dei casi, co11 la se1nplice, somn1inistrazione fatta in mo·d o co11vincente di acido cloridrico diluito; il che rli111ostra quanta rarte p05Sa avere la suggestion e e la p~icot.erapia in qµesta malattia. Ques to però 11on ·esclude cl1e vi sia110 dei medica111enti, cl1e hanno un valore ir1trinseco nel1·abbassan1ento della pressione. Essi sono: il nit.rito di sodio, il nitrito d'arrlile, il pentotal sodico e 1.amital sodico. '"f ali rin1edi si usano a sco·p o diagnostico iJer la detern1in.azione della capacità d el paziente iperteso a sopportare un'o perazione, r11a non sono adatti per un uso lJrolu ngato. Si a111n1elte .·g·eneraln1ente cl1e ]a causa dell'i1)erte11sio11e sia da ricerGnrsi nella resistenza periferica data dalla va&ocostrizio11e, sia essa IJrintaria o secondaria, siccl1iè i rimedi adatti IJer abbassare la pressione sono, i11 fo11do, dei vaso-dilatatori; n1a vi sono altre ì dei sedativi, oltre a dei l~in;ie1 di ero-pirici. Sc·o po principale del trattamento dello stato ipertensivo è quello di abbassare la pressione sanguigna , inantenendola ad un li,rello tale per cui non 15~ abbiano quelle1 complicazioni secondarie, che sono spesso causa Q.i 11101:te. Si inet, t.erann.o quindi in opera le seguenti misure: 1) per i fatti cardiaci (dilatazione, in&ufficienza, degenerazione miocardica, trombosi coronarica), "'i tenga presente che essi esigo ho lo stesso trattanìento, es.ista o non l'ipertension e e che la dilatazione cardiaca nell'iperte11sione risente ben e l'azione ·della digitale, e ~ ·endo generalmente il n1iocardio in buone co11dizioni; 2) gli accidenti cerebTali possono es. ere prevenuti da frequenti e. modeTati (2·00-300 eme.) salassi, che servono a te11ere la l)ercentua le emoglobinica e:d il nu111 ero delle e111azie in limiti no1r1nali; 3) si insisterà n,el frenal'e l 'e·c cesso di peso, si)ecialmente e.on l'intento di irnpedire l 'i11sufficie11za cardiaG:a; I • 4) si prescriveranno dei purganti adatti, in modo ·da evitare la distensione gastro-inte-stinaì·e e )o sforzo nella defecazione; 5) un· eser·Cli.zio fisico lieve e prolµngato, incapace di prodt1rre dispnea mantiene una 1

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SEZIONE PRATICA

])uona salute fisica e non detern1ina dilatazione cardiaca, purchè ben sorv·e·g liato; . G) se non esiste u.na encefalopatia i:pertensiva, sarà utile un'occupazio11e sedentaria ed nbitudina~ia, meglio che il conti11uare in un at5soluto· rij)05o. t poi necess·ario· conquis tar e la simpatia e la fi(lu cia del pazie·n te, in sis tendo con cal.0 re su]l ' ul ilità dei rin10di e delle cur·e prescritte. I calma.n ti e gli ip11otici. ~ della masfYima i1111Jortanza sia l'otten ere un b uon sonno ristora tore si.a l 'ervila re nel p:a ziente o~rni sorta di a 11sia e di tensio n e nelle sue occu1pazioni ·e n ell 'an1hiente che Jo ·c irconda. Di gran,de utilità è, quindi, il riposo (quello in posizione f.>rona determina u.n n·otevo1e abbassam ento d ella pressione). Si cor1 siglie·r à quin·di al pazje11te un riposo com1)leto di un paio d 'ore doJJO il 1)asto di i11ezzogiorno €d uno non i11f.erio1~e alle 8' ore la 11otte; n e l resto, della giorn.ata € ' 1 itare ~forzi ch e possono ·p rovocare disl)Ilea. Se il ri1}o•s.o od il so1tno non si hanno spontanean1en1 e si ri 1co n~e rà ai calmanti e·d ÌJ)notici. Prima dell'introduzione dei barb·iturici, si usava110 111olto i bromuri ed il cloralio . I p rimi ~i danno a dosi di 30 cg. ad 1 g . ogni 4 ore carne cal11·1a11ti e di 2 .g. cor11e ipnotici; vanno ]).resi in soluzione con molta acqua. Il cloralio idratai si dà a dosi di 20 a 70 cg. ogni 4 ore., cor11e c.alr11ante e. ·d i 70 cg. a 2 g. com e ipnotico. P1~es.enta vari inconvenienti, fra c ui anch e quello d ella diversità di azione secondo g li individui; in alcuni può produrre a1g itazione , ubdelirio , ecze·m i. Di grand e utilità &ono i barbiturici, ormai entTati largan1ente in uso; l '_t\. cita var~e specialità ::\mericane, di cui no11 mancano l e .corrispondenti anche da noii. I va.so -dila.latori dovrebbero cos tituire il ri~l1edio ideale nell ,i1)erter1sio11 e. Purtroppo, però, es:;i ris ultano spes..,,o inerti se som111i11istrati a f>iccole dos i, mentre possono dare delle sen5azioni sgradite ed anche un collasiso vason10l(>rio, co111e a ccade per la nilrog'licerin.a ed il nitrito d 'a r11ile, che pu1·e sot10 d ei rim.eidi insostituibili nell 'a ccesso ·di ar1gin a pectoris. I ,.abO·dilatatori u sati sono : 1) Nitrito d 'amil:e: pe r i11alazione, con effetto vasodilatatore· in 10-115 secondi; 2) Nitro.g·liceifin.a , l'azione si manifesta entro un mi11uto e ·dura r11ezz'ora, gli effetti sono più rapidi e transitori se il ri1nedio è posto sotto la lin.gua, anzichè ing·erito; 3) Alt.ri preparati di nitroglicerina sono lo ·&pirjto di r1itro:glicerina (a d·o si di eme. 0,06) e l e pastiglie (dose. media 6/10 di n1g.); 4) Il nitritf) di sodio (dio se me·dia 6 cg.) produce, ·e ntro l;) minuti, 1~effetto v.asodilat.atore, che ·è co·1npleto ir1 1-2 ore; 5) Il tetranitrato di eritrolo dete·r111in.a in 15 minuti l'effetto ' asodilatatorei, cl1 e dura 3-4 ore; 6) Il sottonitrato di bismuto è ~ta to ·preconizzato da Stieg·litz, che lo S<>m1ni11istra in ca1)sule da 65 cg-., 3 volte al 1

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g·ior110, otl e11endon-e risultat,i non confer111ati d a a ltri. ' Rimedi. em p·irici. Sono sostan ze ·di cui l 'azione non è farmac.:olo,gica.me11te b·en conosciuta e controllata. .ITra e•ssi, il tiociar1ato (iposolfit-0) di . sodi°'. o di potassio a dosi di 2:0-30 cg·. ~ volte al giorno. E un fatto el1e questo ri11'1edio .abb·a s.sa Ja pres&ione e dà sollievo ai sint<)mi ; no11 b1isogna .però d ime11tica1vne g li effietti tossici : d ern1atosi estese ed ar1,che morte r~Tece1 duta da d ebolezza muscolare, nauis ea, ·yomito . ., confu:sio·n e mentale, d elirio e convulSlOnl. Efficaci so110 in a lcuni casi ·g·li jo.duri .a IJiccole dosi di 6 a 30 cg. , ·da so·n1ministrarsi in R<Jluzione, una volta al ·g iorno; le forti d osi progres.si\1e, quali sono iil us·o p·er la sifili·de,. 11on hanno effetto sull'ipertensione. Nesti.u n ef-· fette· 11.a rilevato l 'A. dagli e ·tratti di t essuti. (])ancreas, fegato" ecc.); non ad.a tte od inef-· fi.caci sono, a suo parere·, l 'istamina e l'acetil-· eo.Jjna. I semi .d i cocomero ed jl vischio for111ano la base di vari preparati di cui l 'effica-· eia è , ,a11tata .da talun i , Illa no11 gen eTalmente.· riconosciuta. fil. )

Due casi di chirurgia d'urgenza per ferite della regione precordiale. Sutura del · cuore. Guarigione. (1. S1MIONEsco·, G. ltAco·v1TZA JAL01vA e S. P .ARAscn1v Revista e.le Chiru1rgi e, fase. 9-10, 19 ~)8).

Nel JYri1no caso ~i Lratt::1 èli lJ rta ferita d eI c uore. da arma bianca, p enetrante ·d al 5° spazio irltercostale sinistro, al di sot to e all'inter110 della mammella, in un giovane di 20 anni. 1lesezion.e (ii due costole, grande quantità di sang·u e n el pericardio; l 'arnia ha attra \'€'1' ~ to la }JJeura e il polmone. :E'erita di 2 cn1. claìl ' orecchietta sini1&il'a. Chit1st1ra con pinze di Kocher e sulura COl1 tre r)unti staeic ati di catg·ut n. l i. Allo11tana111ertto clei co·a g uli claI t~ eric:~rdio. Drer1.ugg·io a.ella plet1ra ch e è inond.ata d'i sang·Lie. Guarigione con1pleta 26 giorni dopo. Il controllo clir1ico, ele ltroca rdiog r.afico e le i}rove di sforzo ese.g uite a tre anni ·di dj sta11za l1anno r11ostrat.0 condizio1ti n o rn1ali. Il p. lavora &enza alcun fastidio. Nel secondo caso, la ferita i1 ella reg·ione l)Tec:ordiale, l 'ab,bondante emorra:gia fa sospettare una lesione cardiaca. 1\.ll 'i11ter,rento si con stata llJla lesione della 111a;rnm.aria interna, il p eric.ard io vi en.e aperto e co11stata ta l 'integrità d el c11ore, viene s uturato. Il i>. esce -g uarito dopo 1

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n1ese.

Gli AA. riteng·ono necessario e urgente interven ire ir1 tutLi i casi di ferite precordiali in c ui lo s t.ato generale del 111alato ·è allarma11te l)er segni gravi di emorra~·ia interna o est erna. Le mag.g iori prob ahilità di s uccesso sono leg·nt,e a1la tempe~tività e rapidità d ell'inter,ren to. 1

FERR.\ RA.

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J.398

e< lL POLICLINICO »

CENNI

BIBLlOGRAFICl

B dd er-und Klin1(1Jt.eislrun.d·e. }:dito re (~ . St einko1JJJf. Dr:esda e Lipsi.a . Prezzo RIVI. 3, 25. È la r accolta di ]}r evi contributi a lla e liol oo·ia

ed alla ter a L)ia d elle \ia rie for111e di r eum : ti:sn10. I vèl ri fatto ri ca usali d el r e u11la tisn10 on o })[l·~sati in rassc·g·n.a te11endo conto d elle più ino'<ler11c vedute a l rig ua r do. D et tagliatame11Le descritte so110 le varie f or 1ne di t e1'apia con l e s11eciali ind icazioni in r <lpt)Orlo alle ~ing·ole forrr1 e di re urn.a tis1110, e p a r licol.artll en l e con ... ider a t e sorlo le c ure lern 1ll li , cli1na tic}1e, die teticl1e, fisi ch e e sp ortive . 1

DR. {1.

e C.

Graf ologia. Un Yol . in-8° di 266 pagg., con oltre 150 fac•s i1nili. Ediz. Min e rYa 111ed. , T o rin o , 1939, L. 18'. . ZA NETTI

La scTittura

RoL L AN OI NI.

una d elle n1anifeslazioni dcli 'u omo , ch e p or la l) ÌÙ spiccata le impronte rlel] a pe rson alità, ch e vedìarn o forma r ~i d al1'in c erta e n1.a lsicura scrit tu r a d eì ba rnbino a iquèlla variamente car a ltcristica d ell 'adulto e d e formarsi i1ella v·ecchiaia e n elle n1 alattie. Nel confronto di n1ol te g·r.afie, l a ttent o osser va t or e sa cog·lier e l e d1ffer e11ze e trov.a re le affinità, in n1od0 d a fa rne un a clas-ificaz ion c r aziona le in g rup pi e d!e durre i segni ch e so110 e~pre·s.sion e di d ele rn1ir1ati car a lteri. Così intesa, la ·g r a fologia a·ssurge a l1 'i111por tan za e di·g n ità di uno studio scienlifico, ch e l1a nu111 er o ·i c ultori all 'ester o, m 1e ntre da n oi essa n on è a n c.ora s tat a apprezzata a d over e, n ella varj età d ei . . u oi intenti e nell ~ i mpo rlan za d elle s u e av1)licazioni. Se1r1bra p er ò ch e ora un certo i11ler esse si vada ri<l e t a ndo ai1ch e d a n oi ; qua lcr1e a nno fa, l a s ig. na LeibiJ , ispi ran·dosi speci.alrn ente alle o per e di Ju n g, I\.l ag.es e Pul,,er , Jiubblicò un lib r o di « Gra fol ogia i)sicolog·ica » e d ecco o ra l'op era d ei due a ut.ori , la qu.a l e, oltre a fa r con osce.r e quan to . i è fatto altrove , ir1ten·d.e soprat tutto 11 lurneggia re ron dell e osf.ervazioni l)e rso11ali q t1a l.cl1c pr ob lema fra i ntolti difficili ch e si l) rese11ta no n ella pra tica . Gli At\ . c i inforn1an o ch e all'avan g ua rdia degli s t.udi g rafolo.g ici si t rova u11 n1edico ita li an o , C. Balbo, che g·ià 11el 1622 pub blicò un trattato sull'a rte cli ri con oscer e d alla Rcrittura l a n a tura e le qualità d ell o scrittor e. La trattazione d a ta dagli AA. alla m at eria r1 on è sch en1a tica con1e quella di alcuni tJ'atta ti clais si ci . Essi esami11an o, in una serie di 26 capitoli le car atteris ticl1.e d ella scrittura: n at ur alezza ed a rtific iosità, voJo.ntà , u g uag lia nza, l' armonia, l ' i11clinazion e, le dimen sioni, la ])r ession e, ecc. , m ettendole in rappor to con il c..a r att,e r e, l 'età , lo· s tat o di salute, ec.c . Gli AA . i-ifuggon o d alla esag·er azion e di cer t i a utori , che ·d.a lla scrittura ' 'orreb1h ero d edurre trop·p o soitili di tinzio ni ca rat l e rologi ch~, per n1ante1

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XL VII} Nul\1. 33]

r1.e r si in una p osizio11 e di g·ius to e quilibrio, nella ' ~·lutaz ione di og ni trat1 o d ell a scrittura. 11 volun1e offre così a i le ttori la Yis io11e di fatti inter essanti e di un ca1111)0 di s tudi, c he i1r esonta oggi u11a g ra11de attrattiva , rientrand o n·el com.plesso problerna della caratterolog ia . P er g li italiani , questo Jibro ha an c.11e il va11taggio di ri1Jo-rLare ese111pi cli scrittura d el n oslro p aese. ch e, p er c1ua nto IJO~·san o esservi delle affinità nei segni parlicolari, s i p'1'esent:tno con un aspe tto al qL1a r1to diver so dalle f:.c ritture di altri paesi. fil.

li a~i dbucli der 1.Jiologiscfien A rbeitsn1ei.hode1i. :-,ez. V l\tletl1. zur11 St.udiu1n der 1~...,unktione11 de r einse1nen Organe d es tier. Ora a11isrr1us Dispensa ±61. Un voi. iit-8° di 255° pag. con 19 fig . Urban e Sc h,var zenber g-. Berlin,

lJrezzu : Rl\f. 13. . Que,st o fas<;icolo d el monume ntale trattato d1ret.to da Abderhalden si occupa, in sei mo11ografie, de.Ile singole vilami11e . So110 anzitutto t~attate _da. r'. Laquer qu elle B 1 e C, con precise n oz1o·n1 sulla prove nienza l 'a zion e il m odo di r)r.epa r azion e e di si11tesi la costituzion e chimica ; di particolare int~re.sse e qui J a rg~m.er1t.e esposte sono le qu€stioni rig uarda nti l 'a cido ascorbico , di cui si è v·onv_ta recentemente dirn.os Lra11do l '11tilità prati ca ancl te in t er apia. T. Wag ner-Jauregg si occupa della 'itarr1ina IB2, A. L11Ltringhaus d ella D, 'F . Verzàr della E; B. ·e IJ. v. Euler d ell.a p rovian1i11a A e F. Ben z d ella vitamina A. Da ultimo , un utile elen co compila to da A. Scl1eun ert d el c·o r1tenut o ,,j taminic o d ei principa li <llin1enli. Le questioni d·elJe vitamine so110 01agi fra ·1e più importanti sotto ' 'ari punti rli ·vista , sicch è quest o lib·r o sar~ la rgamente consultato e letto . fil.

Acc ADEMIE,

Soc1ETÀ

MEDICHE, CoNOREs~ 1

R. A.eeademia delle ~eienze Mediehe e Chirurgifhe di Napoli. Seduta del 7 febbraio 1940 Pre iede il prof. G. JAPPELLI •

Sopra un caso di cloroma. G.\T ALDI G. M. L'O. , dopo aver ricordato com e di ver si problemi rin1.an gono insoluti n el campo (lel clorom.a , prin1i fra tutti }'etiologia, la posizione n osologica e la natura , espon e un caso t ipico per sintom atologia clinica, s€guito fi11 0 al laYolo anatomico. i\Iet te in eviden za l 'assen za di alterazioni ossee r adiogr aficam ente dimostrapili e la squisita sen sib ili1 à ai r aggi X delle m asse tumorali. 1'r ova il colorito verde solo in alcune zone, la qual cosa conferma ch e n on è ques to un car atter e n ecessario , se pure frequente, della m ala lti n, e la presenza , n·el midollo osseo e n ei focolai ex lra1n idoll ari , .cli parli.colari cellule g iganti. Queste cellule, pur presentando un a ret e cromatinira


fAN~o

XLVII,

Nti M.

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SEZIONE PRATICA

tale da farle classificare tra g·li e111ocitoblasli , presenlano caratteri i1uclcari e plasn1alici molli -simili a quelli delle cellule n eoplastiche. Dalla constatazione di tali cellule e da altre considerazioni i lologiche l 'O. è indotto a cl asifi.care il cloroma in un pu11 to intermedio tra neoplasmi ed iperplasie, ma molto più vicino ai primi che alle seconde.

!Influenza di alcune anestesie sul metabolismo dei tessuti orùli. ARMEn10 O. A. L 'O., dopo aver ramn1entato gli esili comuneme11te poco l)ri ll anti 'li egli inlerventi per plastiche orali , ia r l1e si lral Li di palatoschisi, sia che si tratti di fis tole orosi11u snli , avanza l 'ipotesi che, oltre i fattori comune 1t1e11te conosciuti, un elen1en to di particolare i111portanza ,clcle r1ninnn te ·t111 rallen I ai11er11 o <lei processi di cicatrizzazione, l~ossa essere rupprese nla t o da alterazioni d el metabolismo cellul a r e, indotle dall'anest esia. Da ciò egli prospe tta la grande importanza pratica di una l)jù precisa .co11o ~ce 11La dei fe nomeni biolog ici cl1e s i deter1ni11a no i11 seno nj I essuti n el cor so d ell 'anes tesia. . Il probl en1l è vas to e co1111Jlesso e l a s11a solu2 ioc pt1ò ... ca lurire solo da un ins ien1e di ricerche , di etti l 'O. ne ha iniziato qual.c:t111a. Egli , infalli , ha sperin1enlaln1e11le s tudiato sui conigli, col metodo di Wi€land-Lipscbitz , l e moòifi cllzionl-d ella res1Jirazjo11e cellt1lare che si pro·ducono i1ei t essu ti orali a seguito cli aneslia cl-0toforn1ica o di quella adreno-noYocainica, sia troncularc c he plessir-a. Dai J)rotocolli d elle esperie n ze s i rileva che, sul metabolismo dei 1e suli orali , la c1oro narcosi causa un t urbamer1to magg iore (lc]l 'a ne ~ t esia locale,. rappresentato da una forte riclt.i1.io11e d el coeffici en le clj cleidrogenazjone; e c l1e l 'a11c tesi a da con<luzione, pratica la con l '111iezion e adrenonoYocainica n el luogo d i elezione, ri ulta 111eno dannosa d ell 'anestesia plessica , probabi ln1<>n le p er ch e sottrae i proto1)la n1i della reg ione o peratoria al duplice dan110 , chin1ico e m eccanico, indotto dalla infiltrazior1e d ell 'aneslelico. Osservazioni batteriologiche sulle ·diarree estive dei bambini. BocCrA G. e CHIDFFI S. Dal luglio all'ottobre 19;39 g li 00. hanno eseguito ,indagini S Ll 84 cas i di cliarree jnfantili febbrili ed afebprili , acute e croniche, con o senza prese11za cli muco-p11 s e sa ngue : hanno isolato ~5 ger111i,. e cioè un B . jaecalis al,caligenes, tre paradissenterici, un m e1adi &enterico , Yenti salmonelle, da identificar e i11 gra11 l)arlr col Bacterium 'Nlorgan, n. 1. L 'esa111e dei risultali ottenuti dimos tra i seguenli dati interessa11li: l } la segnalaz ione, per la prima Yolta , d ei batLer1 del grup})O Morgan quali agenli e liologic i pjù diffusi delle òiarree estive dei bambini i11 Napoli e dintorni; 2) l 'isolamenlo, in u11 caso a decorso aculo, di un batterio meladissenterico , varie tà n1adampense finora riscontrato sempre come agente etiologico di coliti ad flndamen lo cronico; segnalazione ch e va tenuta i11 consicleraz jo11e, tanto piit c he tali forme m orbose si g i0Ya110 molto d elle c 11 re specificl1e; 3) l 'isolamenlo di un batter]o faecalis a.lcaligen es, che n ei climi tropicali e subtropicali suole essere d esignato come responsai1il e cli ent eriti acute e croniche e non r nr amente di infezioni l ifo-pa ra l ifosin1 ili. La presenza dei nos tri 1cli111i di batie ri d el gr\1ppo Morgan , i ql1ali so11 0 !)a loge ni p e r bam--

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bini e per aclL1lli e sogliono cletern1i11are non solo forme enterocoliliche, a.cule e cro11icl1e ma 1

ancl1e febbrili i1nulanti il quadro cli11ico delle infezioni tifo·paralifoidec, i11 clttce , i11 o I::'o-11i form·\ . f . i11 ~ tt1Ya ad ig11o la etiolog ia , a con1pi-er c inYestigaz1oni accurate a11che in ques to sen so. l

Seduta d el 6 111arzo 1940 Presied e il prof. G. J APPELLI

Primi reperti di oncocercosi in A. o. I. J ACONO I., GrAç:UI NTo 1VI1aA M. , Buoco G. - Gli 00. riferiscon o su alcuni casi di onco.cerosi da O. Volvu·lus , rile \·<t ti in ag·glo1ncrali indigeni nel su(l-ovest etiopico . La_ oncoc€rcosi non cle Ye, srconclo la opinio11e d egli 00. , essere rara n elle zo n e delle jn1mense fores te di quelle r egioni . I rilievi clinici, parassilologici e g·eografici inducor10 g li osser,-atori a considerare ques ta parassi.lo i d el tutto ~ imil c a qt1ella d e crilta cla Hi .. e ll e ccl allri autori i1 el Congo b elga. Il egr et ario.

Rocietà Medica della libia. Sedu ta d cl 4 fcbbrajo 1940-XVIII Presiecle il prof. ~I. TRIPODI, Yi ce presitle11 le.

le meningo-encefaliti animali in rapporto alle possibili zoonosi . Dolt. F. RAZZA. - Le principali m e11ing·o-e11cefaliti d egli animali dome t ici con sider a le quali prore si })rimari,. l)OS ono ragg· rupparsi in: a) ~Ie11ingo-e11cefa1iti cl 'orig ine bat lcrica; b) ~Ieni11go -encefalili cl 'orjg·i11 c micotica-parabotulinica; e) ~Ie11ingo-en cefaliti cla Yirus fillralJili . Le 1neningo-en ccfali li batleric;l1e hanno un carattere sporadico. Tra i batteri cau ali spe ~o si isola il diplococco di Talamon e Frankel , il quale allorchè proYie ne dal cerYello d ell e capre può acquistare u11a Yirt1le11za tale eia conferire in i specie ai bambini una i11eni11go-en cefalite . La principale via di trasmissione sarebbe rappresenlata dal co11sun10 cli latte crudo prove11i enle clagli animali am111alal1 . Il diplococco di Frankel s i e~ alta di virulenza rispetto all 'uo1no con passaggi i11 serie nei co11ig li e n elle capre, s i al tenua viceversa con trap ian Li in serie i1eg li ovini. Le meningo-encefaliti d 'originr i11icot ica-parah o l t1lin i ca si ril engono trasmesse }JCr opera di so·stanze alj1nentari inqui11~le da crit Logame o da germi appartenenti all a svariata flora batterica d e terren o agrario, di r1atura per lo pii1 anae robica. Quest 'ulli111i avrebbero il potere cli e111e lt er e d elle tossi11 e simili alla bo Luli11ica. Si c lassificano fra le m e11ingo-encefaliti a virus fil tra pili la rabbi a, la l).~ c udo- rabbia o 111orbo di Aujeski , I 'encefali le ep jzoolica clei Yi lelli, e la tnening·o -e11cefalite d eg·li eql1 i ni o i11 al a l ti a di l3orna. La J)Seudo-rabbia si verifjca n ei ca ni e n on r ispar1nia g·atti,. boYini e(l OYini. Ha u11 d ecorso rn1)idj _·si1110 ro11 un p eriod o d:in c ubazio11e di J>O cl1i g iorni. Ri petto alla rabbia, i di sli11gue per l 'a ·!:e11za dcg1i acccs i furiosi, per n1ancan za d elle paralisi m ascellarr, ed inoltre p er il fatto che, ollre alla sostan za cer ebrale è Yirule11 lo anch e il sn11gt1e, ma non la saliva. e.cond o Ratz il inorbo p11 ò cau sare n el! "uomo un arrossam en lo infiam-


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cc IL

POLICLl:\'ICO

1nalorìo ecl u11 ede1l1a l ocal e cl1e scon1paiono do}Jo a lcu11i g ior 11 i. L 'en !Cefalite epizootica d ei vitelli i p·r esen la i111provvisamente,, ed ha un decorso acutissin10 di 12-24 ore o acuto di 7-8 giorni. Gerle facilmente al tratta111ento di antiforn1ina e dal pu11 lo di vi la clinico si dif!erenzia dalla rabbia p er l 'asse11 za el ci 1nugg·iti selvaggi, degli sforzi e pulsivi e d elle eccitazioni se suali. La i11e11i11go-encefalite degli equi11i o inalat1ia di Borna nel passato si rileneYa causata d'"' uno (li p1lo1s tr eplococco. In seguito alle ricer ch e 'deJ J oest i1elle qt1ali venne messo in evicl enza nei 11uclei clel le cellule gan gliari specialment e quelle del Corn o di . i\ .mmo11e, delle inclusioni eosinofilc sin.1 ile ai corpus.coli del _ egri, si ammise che la 111alaltia di Borna dovevasi in colpare ad un Yirt1 ~ filtrabile. Tuttavia alcuni autor evoli stn{lio. i non conYinti di tale etiologia nè di quella b at te rica, l1anno sos tenuto ch e l 'agente causnle <lOYCVaSi ri l n11ere Ul1 veleno chin1iC0'1 ne11rotrol>iCO lega lo a })arti colari fat lori di ordine climati co e creologico. Ormai è as·sodato ch e la 1nalattin cl i Bor11a è so lenu la cla l1n virus o più tipi di virus fil trabili (si con oscono, 2 ceppi fn America e 4 in Russia) atti ad aggredire equini,. o'i ni ed al Lri an in1al i tra i quali finanche quelli dj laboratorio. Tra quest 'ullin1i i più sensibili so110 1e caYi0 ed i piccioni. Il grado d 'infezione ri111a11e ro n111nque sempre legato alla natura chi111 ira d el t erre no. Anzi è s tato n1esso in eYiden· za che i terren i })rivi o d eficienti di cal cio son o qt1elli ch e ]'.)iù favoriscono il diffo,n d ersi d ella i11alattia. _.\ t ale proposito si è notato eh~ gli nnirn :-di n1 nggiorm ente colpili son o quelli ch e si alin1 en la110 con sostanze pover e di calcio o troppo r iccl1e di lì r o teina. Rantoli crepitanti paradossali. Referto steto-acustlco di eccezione in patologia pleuro-polmonare e il loro determinismo seçondo P. M. Franco e A Bettolo.

Dott. ,~. GrovANNINT. - L 'O. richian1a l'att en· zionr fl el n1edico pratico sui rantoli cre1litanii paradossali, reperto stelo-acu stico che costituisce ,--er la t1Jente il si11tomo più caratteris tico del]e pleurl)-cor l·icali li inquantochè è in esse ·sole ch e rP.per ta . Parla poi del loro rle termini smo, il quale 1i. iede nella p articolare fi siologia patologica dellr. pleuro-co r ticaliti , e delle zone di elezione do, 1e que ti ran I oli vanno ricercati con cura. Co11clude ftimostrando l 'in1 portanza fii saper ben reputare qt1es to si11 ton10 obbli gatorio d elle pleuro-cortical i li, l<t nat11ra d el le qual i 1nolto sp esso è tubercolare . Il prof. ~f. TRIPODI fa i1ot are ch e la fugacità de] 1·eperto dc i r antoli ottocrepitanti, all 'infuori d ei segn.i llropri rlelle cortico-pleuriti, va consideratn con molta circospezione specie in m edicina pratica bench è potrebbero es·sere co11fusi soprattut to se l ocalizza ti nelle b asi , con i rantoli crepitanti 1)er (li s le ns ione alveolare (at electasin) ch e si producon o ;i n.cl1c ne i sogget li norn1a]i. al loro alzar . i dal Jet to o in cr epitii ple11rici, con r ep erto f\1 g«1ce. cl10 tanto frequen l01nente si ri scon lran o n ct:l i an1mnla1i <li forme reumati ch e . l)el r(·s t o,. secondo gli s Iessi au·t.ori fran cesi })rin10 fra tutti il Sergenl r h e 11a11110 creato il ler1ni11e <1i corti ro- pleurite , è impo ~ ·ibile separare 11et tan1e11 te le cor l ico-11l euri li dalle 1)l e11ri li secch e })Cf ìa ·ragione c h e tulle l e pleuriti . J accompa-

lA·.NNO XLVII,

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g 11ano a<l t111a co1111:>ro11J i ssion e più o m e110 SU})er-· ficiale d ello stra1 o corticale d el poln1one. Il prof. A. Be1·r0Lo osserva che è pienamenteg'ius lo secondo q'\1a11to obietta Tn1Pon1, che le crepitazioni le ~ftiali s i ascoltano n elle parti laterali e d ecliYi del torace, Yerso la base, ono da impular~i éilla co111pre ... ione polmonare d e ler1ni-nata d al dec11bilo ~11pino o supino-laterale in ·soggetti co !r etti a l e tto p er una malattia qua:lunque ed aJ1che n ei normali. Però i rantoli crepil an ti paradossali caratt erist ici d elle p leuro-cor-licalj t i, so no be11 diversi e p er lo più sono in sed e apicale o sci s..; urale ove, per ovvie ragioni il i fisi ologia-p a tolog ia r espiratoria, l 'atelec1 a·sia da com1)rCS$io11c è })O('O ·da prendersi in co11 s idera. z1one. La j)lc:11ro-corticali I e l1a una sin lo1natologia ben definita e<l t1n corri pettivo anatomico, occtipa il su o posto nei mod e~11i trattati di patologia e cli11ica dell 'ap1)arato re pira torio , per meglio non solo dei fra11 cesi n1a forse pii1 reccnternente d egli AA. itali11i ed ogni criticù n ei riguardi rli essa èormai superflt1a c.llo s tato al luale d elle conosce11ze. In cr11an lo al Sergent ci tato d a TRIPODI, faccio no1are ch e egli non ha creato il termin e <li corli co-ple11ri1 c: ciò sp etta al Peron (1896), al~ lVIallojel (1S4Q7) ecl a Berançon e Braun (I glo). Inoltre Sergent non 11a m aj detto ch e è impo:s ibilç eparare n e t lan1en1 e le cortico-pleuriti dalle pl0uriti secche , n1a sebben e esserr alcune Yolle i1on facile rliagnosticare 1Jna p leuro-corti<' ali le croni ca dn u11a })leurite seccn . Ripercussioni nello specchio glicemico della resezione de ll 'arte-ria pancreatico-duodenale.

Dott . MARINO. L 'O. ha voluto an.alizzare il rncccanis1no d 'azio11c {}ella simpaticectomia arteriosa peripancr eatica, cer cando per qua11to fosse' possibile di chiarire se es a agisce com e s timolo· puramente nervoso o indirei lamente, per la Ya so~ dilatazione che produce n ell 'organo . Egli i11 di -' er s i casi b a t agliato l 'arteria pancrea tica-<luoclen~ le in moclo ch e oltre a ridurre l 'irrorazioneang11igrta, Yeni,-a a togli er e quella parte òi t erri- · torio simpatico ch e entra 11 el pancrC'as segue11òo· que · ta ar1eria. È g iunto agli stessi risultati otte-· nuti da AA . fra11 cesi e ciléJ1i in un loro la,-oro· « T_,a simpaticectonia p eripancr eatica sperimentale n . L 'O. conclud e d icendo che questa aumentata funzio11e jnsu lare i1on può essere interpretata come conseg u enza di l111a n1aggiore irroraZ'io11e sanguigna da va ~odilatazione,, perch è il taglio cl ell 'arteria pa11creatica-òuodenale ha co111unque ridotto la nt1trizione sanguigna del-· l 'orga110, deve esser e inYece interpretata con1e un al1men to funzional e dato da uno stimolo pura111e11 te J1 c rvoso ch e sarebbe l 'aumentata funzi one é'c<:i tosecrc l r ice de Yago p er parziale sottrazione· <l cll 'an1ago11is ta sin1pa tico indipendentemente dal-· le m odificazioni circolatorie ind ette nell 'or gano. Il 1)rof. BETTOLO osserva che Je originali 06perienze d el dolt. Marino , l e quali dimostrano an cora una Yolla la grande importanza d~l siste.~1a 11er YOso Yegca tiYo , sia clirettan1entc, s1a mediante le complesse correl az ioni n euro-ar1noniche, 11 el. m~~­ r.ani sn10 clclla glicer egolazione sul quale 1n c1~e notevolmente qt1 al11nqt1c equilibrio ch e si abb1:l llll l norrna le ri t 1110 fl1nzio11ale Yago-·simpa t ico.

11 Segreta.rio: Dott _ A-

NASTASJ_


(Ax~o

XI..VII, Nuftr. 33 )

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SEZ101'iE PR.\TlCA

PER IL MEDICO PRATICOe

APPUNTI

CASISTICA

logie, dicen1bre 1939) riferiscon o due cas i cl1e sono i pri1ni ad cs·s ere d escritti i11 Ro111ar1ia.

Dauni da sca1~lattiuu. del feguto, del pnucreus, Si tratta di cl ue donne, 111adr e e figl ia, i) retlel cu.uale g11stro·i11testinule. sentanti il complesso· sin tomatico co11osciuto H. O tto (lì liri. v1i ocltc1isclir. , 1 e 8 g·iug 110 SCl1 t o il nom.e ·di n1alattia di Lol) . . t ei11 : sclero1 f1 ..J:O) rileva cl1e tra la µri111 a e la Lerza se tli- ticl1c blu, di1ninuzio11e ·d ell. udito , statura p ic 111-<111a d i n1ala llia la sca rla t t i11a può led er e il cola, osteoporosi, d eforn1azion e d elle ossa e feo a lo il quadro a11a to1110 -palo logico è quel lo f1 atture . diio u 11~ af fezio11e a ller g ica, a11cl1e cli11ica111e11~e Anche la 11onna i}r c enta, a le ~c l er0Lirl1e blu. e~i · 1o no indi zi di u11a gen e~i a lle rg ica d el d1Si tratta .e videnten1.en te di u11a 11t:ilattia er edisl urbo. Lc1s ioni g·ravi d el fegato s i hanno i)er turia e famigliare. ]o 11iù n ella ter za setli111 a1La:. bilirubina, cole- · La su a p a togen e&i è ancora i11cerla. i p-e 11i::,a s lcri11a zucch e ro e <.1z0Lo r e ·1tlt10 po son o es - ir1 g·en era le ad una disfunz io ~e delle paratiroiser e a~r1tentaLi n el sa11gu e . 11rove ui carico di di, se11za p er altro po ver prec.1sar e s·e 11el sen so rra]a ll o io r110. lra110 u11a Ìj.>Oglice11tia r eatt i' H di un 'iper- o d ' un 'ipofunzione. Ai1che i ra1)~ ii1i zia lt'. ·proYe analog·l1e co11 g·luco_io, u11a _rirorti co·n la sifilide er editaria sono stati 1J r e~ 1 la1 clala di111inuzio11e d ella i1>erg·lice1uia. L ' Ltir1 con side raz ione·: infatti la presenza d ella sirina contien e se111 pre indacan o , in caso di itfilide in t ali mal ati è v.er a11Len te. im·pressiona 11lcro e' ·idente a 11ch e b ilirubina. Co111 e il fe.gat e. Nei due e.a si in esamo vi e ra .sifilide n el 111a1o a1lch e il pa11creas p·a rtecipa alla rr1alattia : rito d e lla d onna e l{. 'l'i. 1Jositiva n el liqµ or i1\' contraslo con i r e J)erti aller g·ici del fegato , della figlia. Tuttavia g li AA. pe1\. ano cl1 e no11 , i :--i o~e r' a 110 rigonfia111ento torlJido, focosi possa an cora afferm.are con c:ertezza lil nal a i di d egc11er azionei, e111o rragic e n·ecro5i. Cli- l ura lue tica d ella malattia stessa. ' nìcamertte pocl1i segni: dopo ca rico cli g·rassi M. lt.\STELLI. ~i l1a rtno feci fetide . La dia l~1si è a u1nentatc.1 11c l san gu e e n·ell 'urina . Do l JO alla rg·ata die ta La rinite difterica primitiva • .di ]Jrova di Scl1midt qua si in n1età ù eg·li scarlaL.t.inof'i si o ttierr1e esito JJositi,·o, indice d el La rini le difterica 1.Yrimitiva dice R. La111bo.clar11to JJ.an c reatico. AncJ1e l 'a1)1}arato gastrolez (Bu lletin àl éllicale, 25 i11.a g·g·io 1940), api 1tle tinale parlec..ipa alla i11ala t tia : la ga t roJJa rtien e a tu lle le età , co11 predi lezio ne i)er sco1)i a mostra i segni di una ·ga·st.rite ac~ta, . d.a 1 infa n zia. ct1i di1)ende forse sp esso ancl1e il vom ito iniNei n eonati non è rara : si n1a11ifesta con un z ia le. Inap_p cten za, di lurbi dis1~eptici , dolora- JJO' di corizza, sen za febbre, se11za rea~io 11i bilità d el ìa r egione gastrica, lingt1a patinosa crhiandolari. Lo scol o nasale, spesso un1late~011 0 seg11i della gastrite. L ' esa lll e r adiologico ~al'e, ·è un poco purulento , di col ore ~·iallo ver 1110. Lra talYolta u110 s ' 1uotan1c11to rall e11tat o, alcl.a:stro con parti scmisolide, oppure sie ro en1ortre vol te accel erato: la lJla tica della mucosa rngico. Non s i notano fal se n1~111br<:!11e. La è alt e ra la in eg·uito ad eden1a 111uco o. La so111 - ouari a ione è la r egola ma l ' e\roluz1one e le11la : nLinis trazione. d el pasto di J:Jrova dimo·s tra una ba1~ bino è o.bbàt tuto , si nutre con difficoltà , ~os t an t e anacidi tà 11ella prim a settin1 ana d ella diminuisce di peso . La _b,enignità d.ella forn·1-a ~carla ttina: l 'acid ità t ot al e varia t r a i 20 e i 30. sp·i ega il pe rsist er e di certe epiden1ie. . ·D iarree, rur11 ori di guazzamen to alla pa lpaNei f anciulli e n e1g li adxwlli si osser,rano invezion e d ell 'a ddc)1n e, presen za d i zone di Head , e.e. p seudar11embrane: Bisog·n~rà sop·r.atu.t to por.(lu1l1.e11to d e11.a xant.op·r o leina n el sangue e inro attenzi one a quei so·gg·ett1 Gh e s1)ut.lln? ba.dacanuria cos1ante }ndicano l a esi t e,nz.a di c illi ·dii Loeffer espeltor ando l e secr ez1on1 11ai1n.a cr1l erite. Radiologicamente si nota un aca li dittericl1e. celerato svuotamento· d el t enue (c.l iarrea inIn p reis en za quincli di un.a .c~rizza sang·ui110l erna ) : il co lo t1 è inve·ce n orrnal e . Ma n can o d i - lrnta o con1unqu e sos.petla si in1po11e . u11 -~sa~ l nr}) i di tono dg_ll a mu ~col R tura gastro-inte ti1ne b·a tteriolog·ico .accuratamente e se~ 1t.o. ~pe­ J;[iJ e. Lèl gravità delle a lt er azio rti radiolog icl1c CÌéllme11te ·d i fronte a forn1·e 1.arvate d1 d1fLer1t.e è 1)ar.allela alla g r avità .f ella ~c.arlattina . Nel - bisogna conta re esclusi,1an1ent.e sul la l)orato1 'itt e ro :::.rarlattinoso r,,rid en te si l1 anno r eper- I io: la s u a importanza è fo11da1i-1c11t.R]c. t i r adiolo,aici simili, 111a n1 e no intensi , c0·1ne J\if. RA STELLI. r1 ell ' itter on cat a rral e o j11 quello da occlu sic n e del le Yie J)ilia ri . TERAPIA Si può 'l Uincli dire r:h e l a scarlattina si a c con1 1)agna ~ f)CS.'3ù afl i 1n ·t gastro -rnterite sie- L'uso della snlfapiridina sodi('a per ipodern1oclisi. P. , osa. Quando n el 1938 fu intro? ~t~o da E va11 e Su due casi di malattia di Lobstein (malattia del· (~<:,isford l 'u o d ella sulfap1r1cl1 na n ella cura delle infezioni pncurnococcich e si Yide ~~e le sclerotiche bln). , C. I. Parhon , I. D.a niel e ~f. Vladoianu (Bull. 1 1JOlL·~ p erson e 1~0 11 n e toll e ~·~ya no ~ a ~~o n1n11~,1 et ,\Jém . de la Sociélé R oumnine rl'F;ndocrino- slraz1on e per \ 1a or ale. P1u t ardi :::;1 ossei' '> 1

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[A.N.NO XLVII, ~t, 1\r. 33).

lL JJOLJ CLl N J CO n

cl1e l'a:sso rbi111enlo per \ ia g«.tsl roi11t esli11a]e era ii regolare, per cui la quantità ~01r1mini stra ta 1)er quc ~ ta ,,ia non e r.a se111p·r e proporzion~La alla qua11 ti tà giunta n el sang ue. G. 'faplin , Il. ~"'. Jaco·À_ e J. ' '' · Ho,,·land (T J1.e; J ourn. oj the A mer. l\f ed . ,t sso c., ± 111agg io 1940) fin d.a quando Ì\fa r. l1all (pu re nel 1 ~)38) proieiusse la piridina sodica, solubile, curarono i malati di µol111onite corL irli ezioni intra cutanca e so ttocul.anea di soluzio11e dell ' l ~~ di questa sostanza. Dal gennaio, 1939 ·g·li AA. usaro110 questa sostan za per ipoder111oc1isi in più di 50 e.asi di rjolmonite e di altre 1ocalizzazio11i p·n eun1ococciche (n1ening·iLc). La dose i11iziale ft1 di 3-7 .g r. sciolte i11 un litro di soluzior1e fisiologica, vari.a n do la dose secondo il pes·o <iel 111a la to, la cl~] >qcità fnn zior1ale del r en·e e lo ~tata di idratazio ne dcl malato. Dosi s uccessive UQuali si •• son1n1ini·s.traron o dopo 2±-36 ore ~cc or1do la renzìone del malato e il livello· rag·g·iunt o nel sa11gue. Seb b·e n e queste- reazioni sian o fort crn ent e alcalin e·, non si ebbero reazioni locali s piace, ro]i . I vantaggi della somn1ini$trazione i1er ipodermoclisi sono questi: 1) Non ~i son J dubbi sull 'a'"' orbi111 c11t-o , spec ialn1ente n ei C.Jsi in cui c. è \·01nito. 2) Si r aggiunge i11 poch e ore un~ con cen t1 a~. io n e nel sangue di !-10 mg. irer cento cc. P f: Ì n1antiene (fUC'S ta co ncentr.1zioe pel' 18-36 O I e. 3) Conten·111or .-\ ne:i m ente alla sul fa1)i ridin•l c'è u11 'utile so111111inistrazi011e cli cloruro di sodio. 4) Si ha una so 111min~ s lrazione al)·b ondante di liquidi, ch e inYece viene a l11 ~111c are nei casi di vomito . 5) Le do. i totali usate vengono ad €Ssere n1inori di quelle date per via orale. La Yia cn doveno:;a di som111inistrazion e 1Jret-enta il vanta·ggio di n o11 dare reaz ione locale (le soluzioni al 5 % s·ono irritanti se ,rann o fuori dalle vene) , la. con ce ntr:1zione del medica mento 11el ·&ang·ue si mantien e per ur1 1c111po :r.iù lungo e 11 tec.nica è semplice e di fa cile applicazion e. Anche per ' 'ia parenterale ~i ha vo111ito in circa metà dei casi; il ~he ci dice ch e il von1ito non rè di orig ine gastrica, ·n1a di origine cent1 ale. La son1111i11istrazio11e l1er ipodermoclisi l1a da to gli stessi riSiult.ati terapeutici rl ella somn1ir1istrazion.e p·a r bocc.t-\ richiedendo anch e una dose comp.Jessiva 1ni11ore. L.

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lstaminasi nel trattamento dell'allergia.

J)alta relazio11e <li L.1y111on e (~ u1111ing alla Società di ricercl1e dermatologiche lascia l 1irr1lJression e cl1c ~i a tiubbio il ' 'alare clinico dell 'is ~arr1 i i1asj . Dal giugno 1939 H. 1\1iller e (-i . Piness (Tl1e .l ou1rri. oj T/1.c ."1n ieri c. lWed. A ssoc., 4 mag·gio· 19±0) hanno curalo co J1 ' i s tan \ i11a~i ±2 1na lati ,. (di cui 28 co11 urticaria). Il .g iudicare t1ei risultali otter1uti è ·d ifficile a11cl1c tenendo conto del faltore psichico cl1e ha in 1j)Ortar1za note, 1olc 11elle sindromi aller gich e. ì~e i dettagli i ris.ultati ottenuti sono stati ques ti: se tte n1.alati djcl1iararono di sentirsi meglio coJl 'uso dcll 'i·sta1 tlina i. (Si trattava in tutti i sette casi di r11alal i d1 urticaria). In uno di quesli i11alati la sco1n11arsa per sei m esi del]' urlicaria 'i era ,·erificala a1tcl1e precedent-eIi1ente con .alt re cure. L111 n1alato :=;enti va un ollievo subbi ettiYo , sebbene l 'u rticaria 11011 fc,sse scorri parsa . Gli r\A. con cludon o le loro osservazio11i af-. . . ferrr1.and o cl1e i1on e è stata r11a1, nei pro1JT1 r<1si , la p r OYcl inrt1uivocabiJc del beneficio otLenuto c.:oll 'islu111ina . . i. L.

VARIA Denatalità. e derattizzazione. A. Loir (f'aris Jl/éd. , 16-23 n1arzo 19±0) rile' 'a ch e il 111etodo cc a ·µrova di ra lto », applica·t o bulle na,1i , ne] le· c ase, n ei 111.ag.azzini, ecc., consi~tc n el ridur re le po8-.. ibilità di rioetto dei ntolesli rosicanti. Non avendo con1e fare il i1jdo, si deter111in<.1 una liniitazion e auton1atica d ella specie. Tra )'altro, ·gli stes i ratti 111aschi uccidono i piccoli e le femmina. Nell 'uon10 a ' -vi e11c oggi qualcosa di analogo, 1Je1 rag·io11i sociali : le fan1 iglie cort n1olta p.role tro,1.ano difricilrn cn te alloggio : i proprietari cli case rifiutano ·di -O• -p.itarli. :È auesto uno dei i)rincipali motivi !1er cui si tend e a limitare la p role. Volendo lottare contro la dena talità , im·porta molto di fornire alloggio f.ncile e co·m odo all e farniglie 11u1n erose. · ~

1

PUBBLICAZIONI A.

PERVENUTECI .

SEGA. Co mm.emor<1!zione del prof. Fabio Rivo lta.

Stab. Grafico F .l1i Lega Faenza 1939. E.

BROGGI.

L ·ospedale psicliiatr ico !Provinciale di

Ve r celli . Soc.

_i\1L

Vercellese Industria Tipogra-

fica 1939.

A.

Car atteri e <1ecor so dell 'a.nemia da grandi emorragie J)er 1ilcera gastrica. e duodenale. Eff etti della trasfusione ·di Rangue e della epatote r apia p P- r os. L . Cappelli. Bologna 1939. A. ,SALMON. Le role du S)'S l en1 e d i encep•ha lolynpopliysaire cla1ns le meoonisme de la migraine. Im SgGA.

primerie Ct1llurn. Bt1 car est 1939. G. CURTEn. Con f ribu l o al l a terap·ia dell'ozen<l con,

La teoria cl1e la lib.erazione di istan1 ina n ei 1essuli sia la causa i1nn1ediata dei sint.on1i all ergici ha condotto all ' uso dell '<l ntagonista dell 'istan1i11.a , l'enzima istaminasi, i)er la prevenzione e per l 'atlenuazion e dei disturbi.

la vitamina e. lz.Jo/ esi cli uina etiologia. poli genica.. Tip. Ro1nella. Firenze 1939. F. FLARER. Bishe r u n.<lekanf11.ite Reprodriklion sa rten der Leislima:ni e bei Orientbeule. ' rerlag _i\_

Ba1 Lh Lipsia 1539 . •


[ANNO

XL' 'II,

~lj~L

33 J

SEZl ONE PRATI CA

1405

NELLA VITA PROFESSIONALE. INSEGNAMENTO SUPERIORE Nuovi posti di professore di ruolo presso le Università. Presieduta dal se11a tore Belluzzo si è riunita la Commissione clell 'Educazione Nazionale e d ella Cul · tura Popolare che, clopo ampia discussione, ha approvato il disegno <li legge che isti Luisce nuovi posti òi professore .di ruolo presso le Regie UniYersità e i Regi Istituti universitari. Alla discus·ionc hanno preso parle numerosi senatori oltre il Presidente e il relatore Giuliano. ,Sono · tati inoltre approvati due disegni di legge concernenti la valutazione dello stato civile degli insegn a11 Li e alcune norme transilorie in relazione allo la to di gi.1crra . i è quindi riunita sotto la Preside11za clel senatore Scialoja e con l 'intervento d€1 lVIi11istro delle Finanze, la Commissione òi Finanza, ch e h a di·11 sso e approva lo i1umerosi disegni di legge tra i qt1ali quelli sulle pen io11i agli infortunati ciYili in guerra. 1

CONCORSI. Concorsi a premi I l Premio « Edoardo i\laragliano » per UJn lavor o sulld immun.ità anti l ubercolar e.

Con decreli 29 febbraio e 30 aprile l S~O-XVIII dcl Duce del Fascismo, Capo del Governo Ministro dell 'Interno è stato islituito un premio di lire 20.000, denominalo « Premio Edoardo l\IIaragliano » da assegnarsi al migliore lavor o scientifico sulln i1nmunità antiluber colare. Possono concorrer e all 'as egnazione del premio i cilladini ilaliani, for11ili della laurea in medicina e chirurgia, o an che gli istiluti scientifici, che abbiano o l tenu lo il regolare riconoscimento, ai sensi dell 'articolo lo del R. D. 30 se ttembr e 1938 i1. 1631, nonche le RR . Cli11iche e gli Istituti cientifici Universitari (Lett. 30 aprile 1940-XVIII). Gli interessati - ed in caso trattasi di istituti, chi ne ha la legale rappresentanza - dovranno far pervenire al Minis tero dell'Interno (Direzione generale della Sanità pubblica), entro un anno dalla pubblicazione del presente Decreto nella Gazzetta Ufficiale (1) , tre copie a stampa o dattiloscritte della monografia, anche se edita, ma che non sia sta la già present at a ad altri concor si . ., . A corredo d ella monog·rafia i concorrenti, che sia n o persone fisiche debbono unire i segu en li documenti, in compe len le carta da bollo e debitamente legalizzati: a) certificato di cittadinanza italiana; b) certifica lo rilascialo dal Segretario Federale del P.N.F., at lestante l 'appartenenza del con corrente al Partilo. È dispensato dal presenlare tale certificato il concorrente mutila lo o invalido di guerra; e) dichiarazione dell 'in leressato di non appartenere alla razza ebraica. Ove si tratli di istituti , basta che sia riprodotta a corredo della mo11ografia, copia del decreto di

-·--

(1) Il Decre to è slalo pubplicato nei nn. 171172 del 23-24 luglio 1940-XVIII.

ricono cin1ento ciel caratter e cientifico (lell 'Istitulo, ai sen si clel pre_detto art. 1 del R. D. 30 settembre 1938, n. 1631. Un 'apposita Comn1ission e, da nominarsi con successiYo dec relo minisleriale, prima dell a scàdenza clel lermine fissato , sarà cl1iamata a giudicare ul Yalore scien lifico e pratico della monografia. J_,a Co·t nmission e sarà con1posta : a) del Direttore generale della Sanità })Ubbl ica,. presidente ; b) di lln tisiologo; e) di dt1e doce11li uniYersitari particolar111ente con11)elen li nella male.ria; dJ di u11 funzionario medico appar tenente ai ruoli d ell 'Ammin i strazio.n e della San i là Pubblica, di grado non inferiore a VI , che funzionerà da segretario. Alla ll1onografia ritenuta migliore, a g iudizio insindacabile dell a predetta Commissione, verr à assegna lo il premio di L. 20.000. el caso che il laYoro vincente sia stato presentato da un Istilu lo scientifico, la somma sarà,. JJer inrlà a segnata all 'Istituto stesso, per i11igliorare la dotazione tecnica occo. reu t ! per ricerche <lel g enere ; l 'altra metà della somma sarà distri])uita fra il personale tecnico dell 'Istiluto, che abpia collaborato alle ri cerche e agli studi neces• sar1. I lavori JJ On ritenuti meritevoli del premio, potran110 ~ ' ere presentati per la partecipazione a successivi concorsi del genere, se opporlunamenteintegrali e completati, in base a nuove ricerche scien ti fi che. La r elaliYa spesa gr averà sui fondi del Ministero defl 'I11terno per la lotta contro la tubercolosi (capitolo 41 del bilancio in corso). Il premio, pro1)osto dalla Direzione Gen er ale della an ità Pubblica (Divisione VI C. Sez. III) è s tato intitolalo al nome del sen. prof. Maragliano, in riconoscimento dei suoi alti meriti, quale propugna Lore della vaccinazione an litubercolare i1J Italia e l 'applicazione della stessa fin dal 1903.

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE Nel concorso per la cuttedra di Patologia Speciale Medica della R. Uni versità di Catania, è risultata vincitrice Ja seguente terna: 1) prof. Gino Meldolesi; 2) prof. Lorenzo Antognetti; 3) prof. Giulio Sotgiu. È slata inoltre riconosciuta la maturità a molti altri cand id ati fra i quali il prof. Tommaso Lucherini, Prin1ario degli Ospedali di Roma. Il prof. B. R. Castex è s tato nominato Presiòente d ell 'Accaden1ia di l\IIedjcin a di Buenos Aires, in so s ~ituzione del ginecologo prof. A. Peralta Ra111os . La (< Fondazjo11 e }Jer la terapia sp erimentale » cli .Berlino 11a assegna lo, ad unanimità, il premio per il 1940 al prof. G. Domag k , dire ttore della Sezione di patologia sperin1en tale e batleriologica 11egli Stabilin1enli della t< G. Farb€nindu lrie » a Elberfeld-~Tupperlal , JJer la ~.coperta dcll 'impiego dei s ulfamidici in lerapia . Il premio importa 3000 marchi.


140G

« IL POLICLINICO »

NOTIZIE DIVERSE ~ongressi

e convegni.

La IV Conferenza l)élnan1 crica11a d ella Croce Ilossa si riu11irà a Santiago d el Cile dal 3 al 14 dicembre, so Llo la presidenza clel gen. Loui s A. Brieba, presiden le clella Croc.e Rossa Cilena. Tra i problemi discussi sarà lo sviluppo del programJ11a di solidarietà u1naua , con speciale riguardo .alle viltime della g u erra europea e del conflitto cl 'Es tremo Orie11te e allo st11dio d ell 'azione di soccorso i1elle gra11di cala111ilà; altro punto del progran1ma sarà la re g·olarnentazione d ella Sezione .croce Rossa g ioya11j] e.

[A1NNO XL , .II, Nul\ir. 33]

Un museo farmaceutico in Germania. Era s tato organizzato a lVIonaco di Baviera. ~i è ora d eliberato di trasferirlo a Francoforte sul ìVIeno. Il l\i[u11icipio di questa città ha destinato allo scopo. un edifizio, che verrà adattato . Al tempo stesso l 'Univer sità di Francoforte ha d eciso di fondare un Is tituto per la storia della farmacia : così Francoforte, sede dell 'I stituto di farmacologia sp eri1nentale, diverrà u 11 centro delle scienze f arma ceu tich e.

Istituto di endocrinologia nel Brasile.

Il 470 Congresso della Società tedesca di Pe·dia Lria si lerrà a , . ienna dall 'l al 4 se ttembre, .sol lo la presidenza del })rof. Bink. .Pure a Vien11a, j11 quel Lorno di tempo si terra11110 altri Co11gres i e cioè: il 3 settembre, la IX Co11ferenza clella U11ione t edesca p er la protez io11e d el poppar1te e del ban1bino; il 5, la 1a Riu11ione d·e lla Società tedesca p er la psichiatria infantile e la Pedagogia educa liva; il 6-7, il III Cong r esso della Socie I à ~edica t edesca p er la p sicot er a 1)ia, tratta11do il t eina: Psiche ecl efficienza la Yoraliva. Fra i Relatori, vi è anch e il .prof. F . Ba11issoni.

Con decr eto del 16 aprile è slato creato a San Paolo clel Brasile un l s litulo di endocri1tol1Jgia. l~ previs ta la divisione in 3 sezio11i : (ll) E11docrinoJogia sperimen.t ale; b) Endocrinologia umana ; e) Vigilanza e disciplin a sui proclotli ormonolerapici. La prin'la Sezion e g ià esis teva come Sezione di fisiologia nell 'Is titulo Bulantan, )J.ve erano s ta le falte interessanti ricer ch e cla Tl1ales Marlin , da Flolta e (la al tri. La seconda Sez ion e, . già esis teva in parte, come an1bulalorio sp ecializzato clir e i Lo dal dolt. M. Sampaio, presso la catt edra di Clinica m edica <.l ire ll a dal l)TOf. A. ~ado. Circa la terza Sezione, data la cliffusio11e dei prodotti opoterapici, si è r eso necessario provvedere al controll o, al campioname11to e al dosaggio di ques ti n1edicamenti, in conformità alle co11venzio·n i i11ternazionali ( « Arquivos d e Biologia », S. 1P aolo, apr. 1940}.

Assistenza sanitaria in Polonia.

Un po' dovunque.

Le autorità sa11ilarie tedesch e duran le i prin1i i11es i di occupazio11c 11a11no prati ca lo , per com)Ja tte re le infezio11i tifoidi, 850.000 vaccinazio11i, e (ruesle i)rosegu o110. Per con1J)atlere il tifo esantematico, acca11 lo all 'un ico s tabilimento di disin fes lazione e iste11 te, ne hanr10 cr eati altri 17, che sono in grado di proc edere alla disinfes lazione di 9000 p er sone al gior110. Per i ·assistenza ai m alati har1no aperto i1uovi o peclali, trasformando al1 'uO})O vari edifizi -.: cola Lici ; l1anno così ricavalo due ospedali J)er i11fettiYi comuni, 4 os,tpedali cl 'isolamen lo e 2 cor sie p er operai; vari ospedali so110 stati resi più efficie11ti. A Var savia son o stati ap erti 10 ambulalori e ingranditi o riordinati gli a111bula tori g ià es islen li

'f re medich -essc g iappo11e i si so110 ora r eca te i11 GerÌr1an ia allo scopo di perfezionarsi; clue di e se so110 sp ecializza le i11 g i11ecologia e l 'altra ir1 })edialria; intendono interessar si in sp ecie al1' a~s is t enza sociale e femmi11ile i1el can1po me-· clico. Nel Giappone si con.ta110 5500 medichcsse.

Nel gennaio si è lenulo a Santiago del Cile i l 1° Congresso lati110 america110 d egli ospedali; è· s lato svolto un Ya 1o progr a1l1ma di lavoro.

. La demolizione delle case di Malpighi e Galvani a Bologna. Vivaci pro Le te si son o solleYa le co11tro 1'ordinan za del Pod es tà {li Bolog n a, ch e per l a sistemazio11e di Via Ro1na, comprende fra le d emolizioni le case di l\ilalpighi e cli GalYani. Case troppo m od es te, ch e .contras ler ebLero nell 'alinean1ento noYecentesco di ' ' ia Roma cd affidat e quindi al piccon e distrullore, a11che se in esse nacquero e Yisser o due clelle più fulg·id e glorie italiane . A nulla Yalser o , p erò, fin or a le proteste ch e posono chi.an1arsi ple})iscitarie d ella Facoltà cli Meclic i11a, d ell '_i\ccade111ia d elle cien ze, della Società incclico-chirurg·ica, della Soc. italiana di storia delle scien ze n1 ediche e naturali e quelle contenute. in un vivace articolo d el prof. ' ' . Putti (Forze Sanitairie) ch e fra l 'altro , ironicamente osserva co111e un.'Amn1i11i trazi011 e pupblica i1on deve p er qucs li << inter essi .. cntimentali » trascurare i valori i)r a lici.

111 Argentina pri1na d 'iscriYersi alle Facoltà di m ed ci11a occorre sottopor si ad un esa1ne radiolog jco, ch e escluda una tt1bercolo i pol1no11are attiva. In Cina, con 9 milioni di k111q . di t erritorio e circa 500 milioni di abitan li, si co11tan o 10.000 1nedici. L 'Italia, che ha u11a es ten sione 30 volte Jninore e una po·p olazione 12 volte minore, con t a un 11umero })iù ch e triplo di m edici .

Presso l 'UniYersità di I11dia11apolis è stato istituilo un ·Centro per la raccolta cl ei sie~i di convalcscen li, diretlo dal prof. M. vVi11lers, direttore d cll 'I - lituto di p ediatria. 1\. 1\ew Yorik si è t enuta nel giug110 l 'esposizione clei b a1nbini prematuri allevati negli incubatori, n el 1939. Allo stabilimento di incubazione ne era110 s lali portati 50, di cui soltanto 5 morirono (3 erano slati portati in condi zioni disperate). Dei 50 1)remaluri , 36 erano fe1nmin e e 14 maschi in e là cla 1 a 67 giorni (n1edia 9,5); 7 p esaYan~ 1neno di 1000 grammi (2 sono ·morti); 22 fr a 100 e 1500 (3 so110 morli); quelli oltre 1500 ... ono tutti .vivi.

In « Ac Lunlidad lVIédica » cli Granala il dott. J . V. Flores desc rive ampiament e la Clinica ortopedica


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[ANNO

XLVII, NUl\1. 331

SEZIONE PRATICA

e trauma Lo1og ica dell 'Unjver sità di Roma da li --ula Ci l tà Universitaria. L 'esposjzione r edata di 4 fi g ure.

è

con co r-

E segnalata una graYe epidemia di inaJaria nel] 'Anatolia occiden tale.

Il

~u1nero di lug lio degli « Archives of Patho-

logy » è dedicalo alle onoranz€ <li S. Burt ·woll>ach della Scuola m edica dj Har"varò d o.v e egli s i trova da trent'anni. Nel nutrilo fas~icol o d cgJi · Arcbiv0s, 1rovansi imporlan li inemorie di 'allievi e colleghi d cl prof. vVolhach, il quale è nolo spe.cialmente p er le su € ricerche sul tifo esant ernatico, sull a fe bbre delle Montag n e R occiose e sulle vi la111i11c. Il 29 magg io ha t enuto in Bueno. Aires la sua assen1blea generale la cc Società p er lo studio del J'alle rgia »: Si è rin11ovato l 'ufficio di presidenza; com e presidente venne nominato il prof. ~laria­ no R . Castex, e come segretario il clot I. Gt1irlo Ruiz ~lore11 0. Si è iniziala la pubblicazione degli cc A11nali cli Patologia 1'ropicale e di Parassitolog ia » diretti dal prof. G. Serra, clirettore della Cli11ica per le malattie tropicali presso l 'Universjtà di Moden a ' ove . è su cceduto al compianto prof. Franchini. La ri~ 'i s ta, a p eriod ici! à m ensile, ospiterà i lavori della clinj<'a. S 'inq,t 1adra nell 'attuale sviluppo degli studi di m ecl icin a tropicale e di parassit ologia. J\ug uri. Il dolt. , -ic lor E cribano Garcia, professor e di t erapi a cl1irurgica e decano della F acollà m ecli ca di Gran ata, è ai1dato a riposo per limi li d 'et à; i1e11'occasione i] periodico « Actualidad Médica » g li ha dedica lo un nu1nero sp ecial e (giug no 1940), c l1e co11tien e 7 ar ticoli i quali illus lrn110 l 'a llività de ll 'E cribano e 8 lavori originali. Il 19 111 agg io ve1111 e in a 11gur a lo a Buei• os Aires il nt:1ovo ospedale « San loja11n i »; alla cerimonia intervennero il presid ente della rei)ubblica, il i11i.nislro rlcll 'inter110 e del lavoro e altre autorità. L 'edifizio è a tipo cc monoblocco »; è previsto un a1npJiamenlo. L 'ospedale è cir condalo da ampi e rr1agnifici g iardi 11i . l .1a spesa fin 'ora sostenuta è di 1. 600. 000 pesos.

TI 6 g·iug n o s i è in augurato a Bos to11 un O ·pedale p t'r l a mari11a co1nmerc iale, capace di 360 poti, alla dipc11denza del .Servizio <li Sanità Pub}Jlica. Il << Patronato dei lebbrosi» d ell 'Arge11tinn ha inat1g t1rato, il 1° g it1g no , una « Biblio·leca di lei·: ologin <' affini », ch e recherà il nome del prof. l·:. P. J•' id a1• za, fo11dalore del Patronato. •

In Oland a s i è disposto, come di consueto, la ' 'e1tdita di cc franc obolli estivi ». La metà dell ' in troito netto è destinata a scopi penefici: 60 % al la lotta contro la tubercolosi, il 10 % a qt1ella contro i reumatismi , 10 % a quella contro il can cro, ecc. ~egli

St at i Uni li <i' A111erica rlura11te l 'a11no 1939 le 77 scuole di medici11a impartirono l ' jnsegn a1ne nto a 21.302 s tudenti (contro 22. 888 ·nel 1938) e rilasciarono 5085 diplomi (contro 5101 nel 1938). (i-li s lurl e11ti a1nericani che compivano i lor o sfu-

1·407

di all 'esleTo er a110 680 , di cui 437 ir1 Ing hilterra_ ( 401 in Scozia), 56 in Svizzera 54 j n It alia , 45 111 Ji'r u1 1r ia. ' _ Nel P:rete ttorato di Boemia e ì\ilorav ia i11 data, ~~ .l ug lio, ven n e vi e lato 1'eser èizio pratico ai merl~c1 che 11on sia11 0 di razza ari a11 a. Nello s tesso g1orno, questi ve11nero obbligal i a togliere Je targhe, e i prospetti della loro a ltività professionale ~ali es_le!·110 tlelle case e dagli ingressi i11tern i. . Per · l i~e.d1c1 ~brei autorizzati ad eser citar e tra i co~ re11~1~na~1, sarebbero s tate impartite ulteriori <lispos 1z1on1 dal Mini stero per gli c-hreL

' '

g sta la deci sa l a fondazi o n e~ a Basilea, di u11 nuovo Osped~le an liareo. Sono s ta te p·rogettat e qu 1~tlr~ entrate, c? e potrnnr10 per.111eltere 1'ingressÒ. e I u scita an ch e 1n caso <li parziale -0struzione di qualcuna cli esse a cau sa di rovinio da b ombe. E, ·tato pre, 'eduto il dega sam ento dei aa ssati 1 in ra~ g ione di 8 minuti ciascuno, preven li~·ando j] lavo- · ro p er 3000 a l giorno. Nelle 24 ore possono esservf ~ecl.i c.ali 500 fe~iti leggeri e compiersi 100 opeia-· · z1on1 1n1portant1, anrh e con trasfu s ione di· sangue. Il cos lo d ella cos truzion e è calcola lo in 800.()()(}· franchi svizzeri. · 1

.Il Senato degli S.U.A. ha approvato un progettQ'I d ~ l egge.' per l a c?struzio.11e di ospe<laJi e centri per d1ag no.·1 e terapia. Sono st ati appor tati però due · en1?ndamenti al JJroge llo origin ale: l 'uno pre .. scr1ve che le agevolazion i clevono esser e concesse· ·enza distinzione di ra zza, cr edenza o colore; so-pratt~tt? nel senso c h e, e sono con cesse delle agevo.laz1on1 ad un dato g ruppo di popolazione, anche g l1 altri debbano goderne. L 'altro t ende ad ammet Ler e ch e n el . Co11sig1io 1nedico comp€tente in 111alc.\ri a di ospedali si a inclu so anch e un osteopa1n; la cosa appare lanto s trana e senza sen so che 1ale proposta è st a la rifiutala arl un su ccessivo esa1ne d e] progetto.

ell a Slovacchia è s tat o vie ta to l 'esercizio pro- . fe~si onal.e a 94 Jn edirj ebrei . ., A Lipsia, nei 1ocaJi d el gasoge no, centrale, s1 è· orga nizzata una stazione p er ba1npini pertossici a ·r u ra d ell 'Ufficio d 'Ig ien e rlel MunièiJ)io e di medici della città. I~a p arte 11rincipale d ella stazione · è costituita da spiazzi <li . ahhia, ui ql1 ali g iocano i b an1bini ; Ja sabbia risulta cli terra d 'alluminio, dopo essere stata u sa ta com e filtro per la d epurazione del gas: è di un colore bruno-nero e ricca di zolfo e di derivati d 'anilina ; se n e liberano d e?le sos tanze volatili gassose , ch e si vuole esercjt ino azio11e curativa sulla pertosse. Si attende l 'esi lo rlell 'esperimento . Già n el ecolo scorso vi era l a consu e tudine di mandare i })amhjni p ertossici i11 vicinanza ~egli stabilimenti di produzione di gas illumin.ante, con la cr ed enza ch e quelle emanazion i fossero giovevoli .

'\

Si h a notizia cl1e a Londra dal lo gennaio trl 1°· lug lio 1940 si sono avu•t i 571 suicirli , contro 293d al lo gennaio all '8 Jug Jio 19~9 ; I 'i11cidenza è m agg ior0 nei quartierj poveri. •

B deceduto il prin.c ipe lY ESATO ToGUKA"\VA , presirlen te del la Croce Rossa Giappon e e del 1S'29. •

.


1408

« IL POLICLINICO >1

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA Proc. R. Soc . Med., apr. -

Discussioni: Remozio11i di tonsille e di adenoidi; Malattia cistica <lei polmoni; Prog nosi e. traltam. dell 'iperpiesia; Colecis ti: 'l'rallam. della mela stasi cli tun1ori ; Infezioni da salmo11elle. - Casistica. Deut. lvl ed . W oc:h., 3 màg . - EPPINGER. Polmonite e circolaz. - NEEGAAnD. Influenza d e] m ondo .a1n l>ien le sulla malattia. Journ. A. M. A ., 13 apr. G . de rfAKATS 'l'. H. J ESSER Embolismo polm. H. M. MARGOLIS e V . W -. E1sENSHEilVI. Trattam. dell 'artrite reum atoide. M ed . l(lin. , 3 mag. H. KNANER. Cura diet e.tica delle malattie cutanee nell 'infa11zia. - Retferendum : trattam. della polmon. M ed. W elt, 4 mag. M. HocHREIN. 1'ratlam. -eziologico del] 'angina pectoris. Arch. f. Sch.- u. Tr.-Hyg,., mag . - J.-D . Van:selo"v. L 'alebrin n ella malaria. J ourn. A. M. .4., 20· apr. - R. 1~ . l!, RANK. Or111oni sessuali. M. ~I. WINTROBE e al. Disordine -emopoietico familiar e in itali ani (a11emia di Cool ey bé11igna) . - ~ H. O. ~IESEINTHAL. Tratt<lm. m c~dico d ell 'ipertensione . . · . . Practitioner , mag. Organi d . re p1r. Edinb. M ed. J ou.rn ., mag. - D. M. LYoN . Pres·s ione del sar1g u e. Rij. !Y[ed., 20 apr. - N. DoNADio. Il fegato cofne org. vascol. - G. ScoTTT e P . TRIPODI . Piti·riasi ve r s . acromizzante. .. Presse Méd. 1-4 m ag. A. G1n0Nn e A. R. ..I\ATSil\IIAMANGE.' Insuffic. surrenale e avitaminosiipovitaminosi C. J 01u r n. Intern. Coll. o/ Su rgeons, apr. - D. RoMAN . Ohirurgia d ella tiroide. ..- M.. BEH}\BND. ·Pneumo t. extra-ple u r. Mi·n. Nl ed ., 31 mar. - l\ . .BAu cE. Quadro e malol . d elle nefropatie. Brit. M ed. Journ ., 4 mag. H. R. H1l\lrs,vonTH . Deficienza inst1linica e i nefficie11za insu linica . iI. MAc ,CoRMAC. Eczen1a <1cl piede. Mane /i. Med. Woch., 10 inag. - R . Pn1GGE. Vac·c jnaz . contro là disse11 teria bacillare. " Bull. Ac. de Mécl., 16 apr. - V. CHollIN. Trattam. local e delle ferite con p ara-amino-st1lfamid. Wien. Klin. Woc.l'i., IO mag. - H. EPPINGER .

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I

[ArNNo XLVII, NuM. 331

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.Indice alfabçtico per materie ' •

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Anes tesie. Influe11 za su tessuti orali Bibliog r afici (Cenni) . . . . . . . . · Clorom a (Un caso di ) . . . . . . . . . Coronario (Infarto) . Concezio11i J1uove Cuore (Ferite d cl); s u lt1ra . . . Denatalità e deraltjzzazio11e . . . . . Dermalomiosibe (La) . . . . . . . . . Diarree es tive d ci bar.nb. Balt eriologia G licem ia. Influe11za della resez. d el1'art. pa11cr eati co-du-0den. . · · · Iperlen s ione. Tratlamento i11ccli.c o . . I s la1ninasi (L ') nel} 'all er gia . · . . . J_,eishmaniosi infantile. Epidemiologia Lobstein (Malattia <li) . · · · · · · · · t·1. Diritti di proprietà riserva

· autorizzazione scritta daila f'edaZJone.

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~f,c ningo- c11cefa liti

(Le) animali . . . Ossido di carbonio (Intossicazione da). . . . . . . . . . EletlrocardiQgrafìa Rachian est esia. Influenza sul circolo . .. . Rantoli crepilanti paraòorsali Rinite cliftorica primitiva .. · ... . Sarcocercosi in A.O.I. . .. . · · · · Scarlattina. Influenza ·ul fegato, p an cr eas, i11 t . . . . . . . . . . . . . · · Sl1ock e ,c ollasso . . . _. . · · · · · · · Sul.fapiridina sodica (La) per ipoder moclisi . . . . . . . . · . · · · · · Trasfu sione (L a) d i san g u e nei paesi • caldi . . . · . · · · · · · · · · · · ·

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1 N...... ris•-mpa t:U lavòri "'ubblicati nel Policlinlco se non in seguit<> .,,. e' ca-se-t;ta " •• r "-" w.. Y •....... .;•tata la 1<1.ubblsca.,.;"'ne di sunti di essi senza citarne l4 fonte. L'EorroRB Y >lo""' r

A : Pozzi, resp. ·

C. FnuGoN1, Red. capo. Roma, Stah. Tip. Arman·i di M Courrier


VOLUME XLVII

Roma, 26 Agosto 1940- XVIII

Nnm. 34

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE •

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

PREZZO

D'ABBONAMENTO

Singoli : (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settiman·ale) (1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA {•mensile)

PRATICA CESARE FRUGONI Clinico Medico

ANNUO Italia

Estero

L . 80 -

L. 125

L. 60 L. 60 -

L. 70 L. 70

Un numero separato della SEZIONE MEDICA o

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« POLICLINICO »

di Roaa

PER

IL

1940

Cumulativi : Italia Estero (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e medica) . . L. 125 [ L. 180 (3) ALLE DUE SEZIONI (pratica e chirurgi'Ca) L. 125 L. 180 (4) ALLE TRE SEZIONI (prat., med. e chir.) L. 165 [ L. 220 della GBIRURGICA L~ 6; della PRATICA L. 4,00

_. L'importo dell'abbonamento. che può essere inviato con Vaglia Postale o Chèque Bancario, può anohe essere versato, senza tassa, nel Conto Corrente Postale N. 1/6946 dell'editore L. Pozzi, Roma. Se dovuto riscuotere contro Tratta Postale dell'Amminlstrazlone, questa comporta l'aumento di L. s.

SOMMARIO. Osservazioni cliniche : P . Timpan-0: Un caso di anemia d·i C'ooley complicata da Kala-azar. Lavori originali : P. G. Frattini: Prevenz.ione e trattamento degli incidenti da narcosi e ndovenosa con barbiturici. Note e contributi : G. Liuzro: La der,m atomiosite (Con· tributo anatomico-clinico). Sunti e rassegne: FEGATO E VIE BILIARI : P . Woringer : I disturbi epatici nei bambini. La disepatia lipidoge:i a. - H. Gros e W. Siede: La cura c hirur45ica dell'ittero epato-cellulare. - J. Friedenwald, S. Morrison. M. Feldmann : La genesi ed il trattamento medico della malattia colecistica. - Conrad L. Lam : Stato attuale delle conoscenze sul cancro della vescichetta biliare. - F. Munk: Indicazioni OI>eratorie nelle malattie delle vie 1biliari. - OS'l'ETRICIA : Marinesco, Slatina, Popovici, Davidesco, Athanasiu. Vergu : Inondazione peritoneale da rottura di cisti

ematica del c orpo giallo. - H. Runge: Febbre durante il parto. Storia della medicina : G. Alberti : Gentile da Foligno « splendida vitti m a,, del morbo da lui studiato (1348). Cenni bibliografici. Appunti per il medico pratico : Anemie nella nefrite. - Le cause della recidiva dei calcoli renali. - Cont r ibuto allo studio del sar coma renale vero. - Risultati lontani delle ·oper'azioni conservatrici per idronefrosi. - LA.DORATORIO: Diagnosi diei coli nella batteriologia clinica. - 'fECNICA MEDICA: L'inefficacia dell'alcool nelle disinfezioni delle siringhe. - VARIA. Nella v•ta professionale : Atti ufficiali. - Interessi professionali. - C-0ncorsi. - Nomine, promozioni ed onorioficenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

OSSERVAZIONI CLINICHE

renziali data dal i)ediatra americano, Rarà certn m,e nte più a.gevole scoprire nuovi casi e sarà an c·h e possibile din10 strare, come ,è accaduto per a lcune malattie tropicali e subtro•picali, che detta anerr1ia non sia nemmeno esclusiva della razza mediterranea. Il cai&o che ho .1vuio 0ccasione di seguire per circa tre anni e di cui esporrò subito la storia clinica, è in1portante sopratutto per l 'associazione dell'anemia di Cooley con il Kalaazar, che potei dimostrare quando lo ,-isitai la prima volta (gennaio 1938) n1ediante l'esame diel succo splenico. Crea 1F ilippo di Pietro, di anni 5, da Condofuri n1arina (Reggio c:.al.). Il padre' è vivente e sano e dice di non aver mai sofferto di malattie ' reneree o sifilitich e. La madre si ·trova alt ualmente in buone condizioni di salute·, ma él fferma di avere avuto un bambino nato morto e di a''er sofferto parecchi anni fa di ittero. All'età di sei mesi il ba111bino cominciò a divenire pallido e febbri citante. Il medico che lo visitò la prima volta riscontrò un discreto aun1ento del volume della rnilza e lo curò per

OPERA PRINCIPESSA Dl P1.EM01{TE l STITliTO DIAGNOSTICO DI REGGIO CALABRIA

Un caso di anemia di Cooley complicata da Kala-azar. p.

Til\1PANO.

questi ultimi anni e precisamente dal 1925, epoca in cui il pediatra americano Thomais B. Cooley descrisse per la prima volta la .speciale anemia splenorr1eg.alica in bambini di razza mediterranea, molti ca•&i di anemia di Co,oley sono stati osservati in Italia e fuo1ri. Si .è pure osservato che quest.a malattia non è ·esclusiva dei bambini, ma che può ri~con­ trarsi negli adol·e scenti e ne.gli adulti. Non è improbabile, come ha notato il Dondi , che alcuni dei casi diagnosticati i11 passato co111 e semplici anemie splenomegaliche o con1e pseudoleucemi-e spleno1negaliche, fossero stati <Xl5i di anemia di Cooley. Oggi , dopo la descrizione dei caratteri fondam entali e diffeI11

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IL POLICLINICO '

rr1alaria, senza a.Lcur\ ris.ultato. Nel gennaio 1938 fu visitato da n1e: notai pallore terreo d ella c ute, febbre , n1ilza molto aum.e n tata di vol url1e ( fig . 1 e I-bis). L~esan1e del &u cco splenico dimostrò la presenza di molte l eishmanie. La cura con le iniezioni di stibional ])er ,~in n1uscolare (2 scat.) p·o rtò a lla cessazio11e della fcbb·r e, a una discreta riduzione della rr1ilza (fig. 2/ e a u11 certo miglioran1 ento nello stato g~ n eral e. . ·"j

deg·li arti e di farlo visitare da uno specialilista 1~r le n1alattie del naso ; ma per 1nolto tempo non rividi n è il padre n·è il figlio. Dubitai che il ba111bi110 fosse d eceduto. Finaln1ente il 211 genna io di quest 'anno il padre 11 ti ripo·r tò il bambino, ma le ra·d•i og rafie. cl1e aYeva fatto fare all 'Ospedale Civile di Reggio Cal. , non le aveva ritirate. Ripetei 1 ~esa111e del sangue e fe ci rifar e l 'esarne radiologico. Questa '\'ùlta andò all ' Ospedale di Mellito P. S., perc h è più vi cino. Sempre n otevol e l 'eritrocito11eniu

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Tuttavia l 'anemia 11on $Co111parYe 11è la ittilz.n. ri1)r ese· i lin1iti no.rn1ali. 1 el g iugno d el ' ;3·9 rividi il ban1bino e n1i so rpre e la persis tenz.a del piallor·e terreo , la irregolare conforrt1azione d el c ra 11io e d el torac e. l 'ipotrofia dei irtus ·oli d egli arti, il respiro run1oro.so quando stava a bocca c.hiusa. Dubitai ch e la malattia fond:an1 e11tale non fo·&se il K ala-azar, e che questa i11fezione si foss·e ir\~ediata nel corso di un'e.rnopiatia di altra n a tura. Esaminai di nuove il &a11 g·ue e potei co11gtatare la scomparsa d·elle lei hmani e e una n otevole diminuzione dei globuli ros . . i e dell 'e111ogl obina, c on · a r1isoc itosi. poichilocitosi e a11isocromia e una spiccata eritroblastosi (fig·ura 3). Co11sig'liai il padre di -e ttoporre il ban1bino a ll'esa1l1c radiologico del cranio, dfll torace e

FIG.

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e I ' oligocron1en! a , la de formazione globulare e t·eritro·bla&tosi (fig. 4). Pr·e senza di rari 111ie~ loc iti. A carico delle ossa, una diffufia rarefazione, co11 zor1e di spiccata osteoporosi e formazioni 0$1eofitic l1e. Caratteristico il cranio a spazzola. Nella fos. a cranica anteriore si nota l 'a sotti·glian1ento d el tavolato interno e la scomparsa del ta,·olato esterno , con produzioni osteofitich e pe~io~ta li . Nella sezione sellare atrofi;1 d ella rocca. ben vjsibile la cl1if1cciola , sella distrutta. L 'esan1e della snalla destra din1ostra le ioni • a tip·o poroso e fibro-cistico (prof. Anzilotti) ( fi g. 5 . 6' 7' 8) . Non c'è dt1bbio, dunque, ch e n el ca o in esan1e si &i.ano svilup·p ate due 1nala-ttie : l 'anen1ia di Coo ley e · il K ala -azar . Quale delle due 1

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malattie s ' i1Liziò per pri111a ~ Se fosse stato il Kala-azar, avrebbe potuto determinare !,anemia ·di Cooley? Non possian10 dirlo con certezza e d'altra parte l 'etiopatogenesi dell 'anemia ·di Cool ey è ancora oscura. Vi sono degli autori che pensano che il Kala -azar, con1e la lu·es o altre m ·a lattie cap·a ci di alterare i1oitevolmente gli organi en1atopojetici , po~ ono ...

lA·NNO XLVII'

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r un beneficio a]l 'anen1ia di Cooley, che continuò e continua an cora a tormentare il picc0to p aziente. 1

RIASSUNTO.

L'A. descrive u11 ca·s o d i anemia di Coo1ey co111plicato da K.ala -azar e trae occasi one. .rier féir€ a lc une considerazioni di ordine €ipidemiol<lgi co e clini co .

'

BIBLIOGRAFIA .

A.

GELt·N~.

Pi imi ri sultati di ricerche emat ologi che sui fa.miliari di ammal.ati di anemia di Cool ey. Minerva Medica, sett. 1937. CooLEY. Eritroblastico-ainemia. Scritti n1edici j n onore di R. J emma. Vo.J. I , 1934. C HINI. La sindrome di Cooley. Rassegna clin . scie11tifica , ott. 1939. Di G1J GLIELM.:> . L e eritremie. Medicina Co11 lemporanea, n. 4, 1936. Contributo anatomo- clinico alla conosce11za. dell'ronemia di Cooley. L. Cap-

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zioni eti opa1t ogenetiche su di un ca.so di sin dro1ne di Cool ey . Boll. delle scienze medicl1e, fase. 1 '

IV, 1936. ITALONE. Con side razioni su di un caso di a.11.en1ia <li Co1ol e.v. La Clin. Pediatrica fase. VII, 1939. 20 n1arzo 1940 . Ricordiamo / 'interessa.ate pubblicazione: Prof. MARIO CHIRON Docente nella R. Università di Roma

LE MA.LATTIE DEL SANGUE Manuale Pratico per Medici. Prefazione del prof. V. ASCOLI

SOMMARIO DELL'OPERA: FIG.

8.

dare origine a11 'anen1ia di Cooley. Altri, con1e il Pontoni, pensano a un disturbo dell equilibrio e' rolutivo dei differenti tessuti di origine 111esenchimale. Il Di Guglie1110 crede che la malattia abbia origine in una alterazione primitiva del tessuto mieloide nella sua funzione eritrog·e11etica. Co11siderando che l 'ane111ia di Cooley è il l >iù spesso con°g enita, che nel nostro caso la si11dron1e anemica-sple11ome·g alica potè esi&ere be11e apprezzata fin dal 6" n1ese dalla na ...cita , ci se111hra più l ogico ammettere c.h e l ' infezio·n e da leishmanie . i fosse insediata durante il d ecorso d1ell'an e·111ia di Cooley . La cura '"'pecifica ha dato rag ione del K.ala-azar (cessazione della febbre, ~comparsa ùei para·f.siti, riduzione del YC•lu111e clella i11ilza), 111a non ba apportato al1

Morfologia del sangue - Organi emopoietici <) siste• ma retlcolo-endoteliale R•·cambio emoglobinic1 e ftSiopatologia dei leuco~iti ~ Anem_ie - L_eu~e_mie - cranulomi - T ·J mor1 degli organi emopo1et101 Diatesi em1rragiohe Teonloa ematologica 1• quadro ematologioo nelle varie malattie. Indice Sistematico in riassunto: INTRODUZIONE. Caratteri generali, pagg.

a

PARTBPRIMA: Morfologia e fisiopatologia del sangue, pagg. 11 a 38. - Organi emopoietici, pagg. 39 a 104. - PARTE SECONDA: Le malattie del sangue: Anemie, pagg. 105 a 187; Leucosi, I

10.

-

pagg. 188 a 276; Diatesi emor1'agiche, pagg. 27_7 a 332· - PARTE TERZA: Metodica delle rioerche ematolog1che, pagg. 333 a 408. Tavole a colori e rispettive descrizioni, pagg. 409 a 416.

Volume di pagg. XIl-416, in car ta patinata, eon 4!r figure nel testo e 5 tavole a colori fuori testo. Prezzo L. 6 8 + 5 ~0 e più le spese postali di spedizione. Per gli a,b bonati al « Policlinico» od a qualsiasi dei nostri quattro periodici sole L. 6 4 !franco di porto in Italia, Impero e Colon·i e. Per l'estero L. 6 7 · AVVERTENZA. - I no•tri abbonati poeaono fornir•ene anche con pa,amento graduale. cioè oer•ando un primo ac· c onto di L . 34 e /e rimanenti L . 30 in tre rate menai/i di L. 10 ciascuna.

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[ANNO XLVII, NUl\I. 34]

SEZIONE PRATICA

LAVORI ORIGINALI OsPEDALE 1\IAu R1z1ANo ·ul\11BERT0 I - ToRINo DIVISIONE CmRURGICA Primari proff. G. BERTO'\;E e G. MAssA

Prevenzione e trattamento degli incidenti da narcosi endovenosa con barbiturici. Dott. PIER GIUSEPPE iF~ATTI~I, assistente. L'anestesia endovenosa si è affermata con l'impiego dei d ,eriv·a ti dell 'acido barbiturico ecl ha trovato posto nella pratica chirurgica corrente, nonostante le numerose coI1troversie sollevate sul metodo. Le sostanze adoperate per l'anestesia endo' 'enosa si sono moltiplicate in questi ultin1i llnni e nu111erosi sono stati i t entativi di tro' 'é.lre l'anesteti co id-eale per via endovenosa che abbia la 1naggior efficacia congiunta con un riscl1io 1ninin10. Tra i molti ipnotici p·r eparati i barbiturici 1l1anno preso ·un considerevole ~vjJuppo, perchè è stato possibile ottenere un numero rilevante di derivati della malonilurea di diversa azione ipnotica. Tra questi, alcune sostanze sono risultate d 'o tate dei requisiti i11dispensabili per l 'impiego come anestc .. tici generali: fìacile e rapido assorbimento, eliminazione completa e rapida, proprietà di produrre un sonno accompagnato da insensibilità, dn scon1parsa di riflessi e da rilasciam e11to mu8colare. Ai gra11di ·va11ta·g gi che offre la narcosi per via endovenosa (rapidità di azione e tranquilJiLà d-:1 paziente) si oppongono alcuni inconvenicr1t.1 e i11 primo luogo l 'impossibilità di {)Oler don1inare il narcotico introdotto in circolo qualora 8Ì rn1.'-l. nifesti un incide nte . È indi&pensabile perciò una tecnica inappuntabile e la conoscenza degli stati che presentano una c·o11 t roindicazione. L ·elettività dei barbiturici per i centri bulbari del respiro e del circolo, anche a dosi ben lonta11e c!a qu ~ lle tossiche mortali, è sufficiert· te a chiarire in quali pericoli si possa incorrere con una somministrazione inca}lta di questi prodotti per via endovenosa. Quando la somministrazione dell'anestetico sia effettuata con una tecnica rigorosa, la narcosi endovertosa con i barbiturici può eissere considerata come un coma barbiturico di durata controllabile. La rapida decon1:Qosizione nell'organismo di questi derivati in prodotti inattivi riduce ~cl una p ercentuale minima l e p,r obabilità di insorg·enza di incidenti che mettono ir1 pericolo la vita del paziente negli avvelenamenti açL:ti da barbiturici. Un errore di tecni1

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ca o un :imr;rf vedibile se11sibilità del soggetto per l'anfs1etico possono rendere il coma più prof( ndo o di ·durata eccessiva: nel primo caso può intervenire la i-aralisi bulbare con arresto del respiro o del cuore, nel secondo caso l 'in::"ufficit~ n~a t.:ardiovascolare con edema polmo. nare. Da queste prtmes~e risulta la necessità di sorvegliare altenta1ne11te durante la narcosi il cor111Jortarrtertto de] respiro e del cuore. ~1a poichè gli incidenti che possono seguire a qualunque narcosi sono conne&si , oltre che con la tossicità dell 'anest etico e con la tecnica di so1111nini~trazione, con i fattori individuali del soggetto da an·estetizzare, è ovvia la ricerca di sostanze svelenanti, che siano in ·grado di interrCJffil)ere raJìidamente l 'azio11e d el tossico inlrodotto nell orga!1js1no. f)uplil'e è l !i·111 C:'resse :Qer tali sostanze, in quanto esse r11efterepbero in condizione di interror11Jiere a volontà la n.arcosi e di combattere gli incid.e11ti che nossono intervenire . Una sostanza di tale , tipo, ·dovrebbe agire sui diversi organi e apparati in senso inverso alla sostanza tossica, esserne cioè un antagonista (.Zunz). Lo &punto per questo campo di ricer che è stato dato dagli avvelenamenti accilientali da l>arbil urici. . Si era sperato cl•e la stricnina fosse un antidoto dei barbiturici (Haggard, •(J-reenberg, Ide); ma le eFp€rienzf di l\fassonet, Carriére; Chauchard han110 dimostrato che la stricnina è bensì un buon antagonista, ma che la &ua effi.c acia è in rap porto· con la quantità d el prodotto introdotto e con la suscettibilità persor1ale dei paziente. Inoltre Barlo~:v, l'vialoney ed altri hanno constntato che forti dosi di stricnina p1o ssiedono t1n 'azione secol1«llaria opposta alla principale, àep1 i1r1ono cioè i centri bulbari s1~ecie quand;) .e5si sono già stati resi ipoatti vi dalla so s tanza ipnotica adoperata. Perciò la stricnina 1:uò e de,,,e essere ad0perata solo con cautela e ~ piccole àosi. I risultati cort la cocaina sono stati nulli, nnzi talvolta la sua azione ·depressiva sui centri nervosi ha aggravato l 'incidente. Qualche $Urcesso ,è stato seg11alat0 co11 la picrotossina fJer iniezione enclovenosa, 1na assai scarsi so110 i casi tratlati e le €sperienze in proposito . Anche l 'al cool ha azione ar1ta gOJ?.ista verso i barb,it11rici , ma il suo intpiego J1on è entrato nella pratica che in casi isolati. Ovvie ragioni fanno intendere che in un paziente già colpito da un tossico dei centri nervosi , non è del tutto pacifico intervenire cori una sostanza sia pur eccitante, ma tossica. 1

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IF ra le rnolte. sois tanze irnpiegate la più efficace e maneggevole è la Coramina che · per la sua azione stimolar1te sul bJUlbo agisce sia negli inc.i denti respiratori che in quelli circolatori. La Coramina, soluzione acquosa al 25 % di dietilamidecarbopiriridina, appartiene al gruppo dei medica1nenti detti analettici. Esplic.a un'azione eccitante sui centri respiratorio· e vasomotore, accelera ]a frequenza respiratoria, aumenta il tono vasale e la pressione sanguigna; pe:r l'azio·n.e1vasale ·e sercitata sulle coronarie produce una migliore irrorazione del miocardio la cui capacità funzionale viene così aun1entata (Zunz, 'F aus t, Mezey, Helaers, Schuebel, ecc.). Per le sue proprietà stimolanti sui centri respiratori ·e circolatori la Coramina è stata impiegata n·elle narcosi basali (tribromoetanolo, acj do metil-ciclo-esenilnte tilbarbi t urico) per combattere disturbi e incidenti respiratori di origine centrale (1Fischmann, Loewenburg, U1gelli, Killian, lBarb·era, Moerl , ecc.). I\.illian ha rife:rito sulle possibilità d'interrompere la narco·si avertinica, usando forti dosi di Coramina. Esperienze analoghe sono state fatte da Moerl , Fischmann e Domanig che hanno conferm.ato i buoni risultati ottenuti da Killian. A seguito delle osservazioni fatte da Bloch st1 casi di barbiturismo acuto trattati con successo C·On la Coramina, Carriére e suoi collaboratori hanno fatto qualche ricerca sperimentale con questa so1&tanza. Jnoltr·e la letteratura medica negli ultimi anni si è andata arricche11d'o di numerose osservazioni in qu1esto senso. Risulta pertanto da queste ricerche e altre (Schube) cl1e la Coramina è un medicamento relativam·ente innocuo e ·d i azione sicura per combattere i &intorni ·di intossicazione provocati dai derivati b·a rbiturici. Introdotti i derivati barb·i turici 11ella pratica chirurg ica per ottenere narcosi endovenose, si è penis ato di utilizzare questa sosta11za allo scopo di combattere .g li eventuali incidenti di res1)iro e di ci1·colo ch e possono intervenire. Nel reparto chirurgico diretto dal prof. Berto11e abbian10 iniziato le prime narcosi endovenose sin ·dal 1933· é 1934 con la soluzione del sale sodico dell'acido N-m-etil-ciclo-esenilm.etil-barbiturico che- abbiamo u sato ininterrottamente sino· al 11937, epoca in cui abbiamo adottato com e anestetico endovenoso il sale so·d ico dell'isopropil-~-bromoallil-N-metilmaloni­ lurea. In questo periodo di tempo sono state eseguite oltre 1800 narcosi en·d ovenose per atti operativi rigu.a rdanti la chirurgia del cranio, I

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della faccia, della ghiandola n1ammaria, degli arti superiori, dell'addome (appendicecton1ie, i11terventi ginecologici e un buon numero di ii1terventi sullo stomaco· e sulle vie biliari), come già risulta da una mia pubblicazione sul cc Giornale Ita1. di Anestesia e Analgesia ». Chi ha pratica di questo tipo di anestesia sa che non è possibile praticare a priori un dosa·ggio della quantità di anestetico da iniettare, ma che si deve iniettare lentamente l 'anestetico seguer1done la somministrazione a seconda delle fasi della nartosi, più o meno profonda. Poichè il pericolo riguarda i centri bulbari, ~'iniezione non deve es&ere troppo rapida per dar tempo al farmaco di diluirsi nella massa sa nguigna circolante, cl1è altrimenti si può correre il rischio ·d i un iperdosaggio con presenza ·di acido barbiturico lib1ero nel sangue, la cui azione può essere dannosa per i centri nervosi; d'altra parte non deve essere c0sì lenta che l'eliminazione dell 'anestetico non arrivi alla c0ncentrazione ,&ufficiante per una h'u ona narcosi. Il tempo di iniezione ha quindi importanza grandissima per giungere alla soglia di co11centrazione voluta e per non oltrepassarla. Ma in questo appunto ha grande valore la 1&ensibilità d el p·a ziente ali' anestetico, per cui il dosaggio fissato a priori non può avere che u11 valore relativo. Inoltre l'uso del preanestetico (oppiacei, ecc.), indispensabile per dirr1inuire i fenomeni ·di eccitazione specie al risveglio, fa sì che l'azione depressiva degli alcaloidi dell'oppio venga a somm arsi a quell~ dei barb·i turici sui centri bulbari. I segni di sofferenza del respiro e del circolo sono appunto quelli che dobbiamo at• • • tentamente riconoscere in queste anestesie, non appena essi insorgono, per poterli opportuna111ente combattere. Una ciano·si lieve o spicca• ta , una din1inuzione del r espiro, che &i fa più superficiale e talvolta, in casi assai più rari, l'apnea, possono intervenire all'inizio o durante la narcosi. Casi di pallore intenso con rallentamento d·el polso tali da far prevedere una mi1laccia di paralisi dei centri b~ulbari S<>no assai rari. I tremiti erano assai frequenti a]l 'inizio della narcosi endovenosa, fipecie nei primi anni, e·d io ritengo si tratti ·d i una fase di aumento ldell 'eccitabilità riflessa, dovuta alla soppressione ·delle influenze inibitorie corticali. Il ritardo nel risveglio al termine d-el1;atto op·erativo, è pure u11 - altro degli incon' 'enienti più ·di sovente segnalato dai vari Auto.r i. Per combattere tutti questi fenomeni, clie abbiamo avuto occasione di osservare, noi co1ne gli altri Autori, in misura e frequenza


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SEZIONE PRATICA

n1aggiore o minore a seconda delle varie stati~tiche (per quartto ci riguarda in ne.ssun caso in modo preoccupante), ho sperimentato sin dai primi tempi la Coramina. Mi sono così convinto dell'efficacia di questa sostanza che be usato in n1oltissimi casi. Nel corso di lievi incidenti o dei fenomeni sopra ricordati (cianosi, apnea, tremori, ritardo al risveglio) per via ipodermica il suo effetto è assai lento, mentre per via endoveno&i la Rua azione è rapida e costante. Ho riscontrato un aumento della profondità del respiro. dell'attività cardiaca e un aumento della pressione sanguigna con scomparsa dei fenomeni sopracitati. Anche nei riguardi del risveglio, specie nei casi nei quali appare -ritardato, si constata, senza dubbio in seguito all'effetto eccitante esercitato sui centri bulbari, un risveglio più sollecito facilmente controllabile. Ma i migliori ri~ultati li ho ottenuti iniettando contempora11.e.amente la Coramina per via endovenosa insieme con il liquido anestetico. Questo n1etodo semplice che ho introdotto da anni non mi risulta sia stato altre volte applicato. Con la stessa siringa, nella quale si trova il liquido anestetico, si aspira il contenuto di una fiala di 1, 7 l''C. di Coran1ina, praticando poi con la solita tecnica l'iniezione endovenosa per la narcosi. La narcosi subentra in questi casi in n1odo assai più regolare e senza il minimo inconveniente (tren1ori , agitazioni, cianosi, pallore, rallentamento del r~spiro e d el polso). Il risveglio avviene pure in tempo più breve. Il metodo da me applicato ha dato ottimi risultati specie nei casi di narcosi endovenosa prolungata, nei quali si è potuto arrivare ad e~pletare interventi di oltre un 'ora , con dosi di 15-20 cc. di anestetico senza alcun disturbo nè del circolo, n è del respiro e senza alcun stgno di intollerauza nep11ure a distanza da parte del paziente. Per la sua semplicità, mi sembra cl1e questo nìetodo d ebba essere preferito ad altri t>istemi del genere già utilizzati da altri Autori, ad es. fleboclisi con apparecchi a goccia, siringa a d-0ppia ,-ia (Flandin, Isack, Schroeber, Cadenat). Seppure non si tratti ancora di un vero e proprio antidoto, si può affermare tuttavia che 1,azione della Coramina è antagonista a quella dei barbiturici. Tale azione sembra, sia nelle ricerche nell'uomo che nell'animale, anche più efficace di quella esplicata dalla 5tricnina. Si può concludere che è meno dannosa, poichè mentre la stricnina può produrre gravi inconvenienti, la Coramina ~ t5empre perfettamente tollerata anche a dosi assai elevate.

Noi 1'abbiamo sperimentata largan1ente in tutte le narcosi sia negli stati di choc postoperatorio, sia per ottenere un ri::Yveglio più rapido del paziente, sia infine per aumentare l attività cardiaca e stimolare i centri del respiro in soggetti particolarmente debilitati e questo specialme11te nelle narcosi e11dovenose. Casi di particolare gravità non abbiamo avuto l'occasione di trattare, perchè fortunatamente non sono stati riscontrati; questo suc...cesso va attribuito oltre che alla tecnica e all'in1piego razionale del m etodo, all'iniezione e;omhinata dei barbiturici e della Coramina. Gli insucceR-Si completi o parziali n ella nostra statistica con la tecnica cl1~ ho descritto sono assai rari (0,50 cy~) : incidenti gravi o n1ortali non ne abpiamo mai osserva ti in oltre 1800 anestesie endovenose. 1

RIASSUNTO. L ' Autore in base all'esperienza di_1800 anestesie endovenose con i barbiturici, ha potuto stabilire che: 1) La Coramina as..~ociata direttan1e.nte all ;anestetico nell'iniezione endovenosa previene gli incidenti e gli inconvenienti di questo tipo di anestesia (cianosi, tremori, ritardo nel risveglio). 2) Fra gli antagonisti dei barbiturici sinora impiegati ne.gli incidenti, la Coramina è risultata la più efficace e la n1eno dann osa. BIBLIOGRAFIA. BARBERA.

Giornale Ital. Anest. e Analg.

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NOTE E CONTRIBUTI OSPEDALE

PoL1cL1~1co UMnER1'0

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RoM.i\

V0 PADIGLIONE Prof. LUCHERINI TOMMASO primario medico ed aggregato clinico.

La dermatomiosite. (Contributo anatomo·clinico ). Dott. GrovANNI L1uzzo, aiutai. (Continuazio1ne e fine vedi numer.o precedente). CoNSIDERAZIONI .

I due casi di dern1atomiosite che abbiamo esposto presentano particolarità cliniche e anatomoistologiche così diverse da meritare una illustrazione separata. Per quanto i due casi si riferi'scano al sesso femminile, non crediamo, per la scarsezza del nostro contributo, di dover sottQscrivere all 'affermazione di Herz nel senso di una predisposizion.e di sesso alla malattia, risultando dalla letteratura recente una equivalenza di morbilità per i dt1e • sessi. La malattia ha avuto n el primo, ca·so •una evoluzione rapida. Iniziatasi con sintomatologia dolorosa mio~ticolare, accompagnata da elevazio1Le termica irregolare modesta, ha assunto successivamente l 'aspetto clinico caratteristico della dm., quale ci è noto fin dalle ormai lontane descrizioni di Unverricht. Abbiamo notato la durezza lignea dei muscoli di vari distretti muscolari as.sociata a manifes ta grave impotenza mu·scolare sopratutto a carico· degli arti inferiori (paraparesi con abolizione dei riflessi rotulei) ; abbiamo inoltre rilevato l 'edema cutaneo duro che non mantiene ~ 'impronta del dii·o, particolarmente localizzato al Yiso la r,ui mimica ne risolta alterata e alla nuca e al dorso che si irrigidiscono; i tronchi nervosi degli arti sono dolenti, ma la sensibilità superficiale e· profonda è jJ.1tcg :a; sono evidenti infine alterazioni mucose orali di tipo ·ulcerativo-necrotico. Il decorso morboso e la modalità della morle completano il quadro impressionante della malattia. Avevamo quindi validi segni per una diagnosi presuntiva se non diretta di dermalomiosite: Di fronte a un tale quadro clinico si possono facilmente escludere le varie ipotesi diagnostiche che è '·~lassico fc,rrnulare. La polineurite non presenta alterazioni cutane~ ed edemi di tipo flogistico se non in epoca tardiva e di grado comunque modesto . La sclerodermia è contrassegnata da alterazioni cutanee tipiche che nel caso nostro mancavano , mentre alterazioni ·miodis lrofiche o 1niodeficitarie nella sclerodermia umana progressiva si rinvengono in . uno stadio evolutivo inoltrato quando la malattia superando la barriera cutanea invade organi e sistemi. .Sono note le analogie cliniche e istologiche che corrono fra la malattia di Erb-Goldflam e la dm. Quando l 'atrofia muscolare non è ancora clinicamenle ben manifesta ed è positiva la reazione elettrodiagnostica di Jolly, la dermatomiosite può presentare un aspetto pseudo-miastenico talvolta per un periodo abbastanza lungo del ._suo deco~­ so; la biopsia del muscolo non offrirebbe cri-

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teri distintivi u11ivoci, essendo nelle due malattie singolarmente affine il quadro istologico ner que·. che co11cerne e la distribuzione degli infiltrati parvicellulari e il tipo della lesione muscolare. Ma le due malattie vanno tenute distinte per diverse considerazioni. Elemento clinico fondamentale per un esatto inquadramento diagnostico è l 'impegno cutaneo quasi costante nella dm., as-sente del tutto nella miastenia; va rilevato anche che la amiotrofia manifesta in casi ad andamento subacuto o cronico di malattia parla per la dermatomiosite. Riguardo alla sede prediletta, per quanto occorrano rari casi in cui le tipiche alterazioni iniziano nei muscoli degli arti inferiori , sono però di regola netti, per la .mia-. stenia, l'inizio e la prevalenza dei fenomeni nei muscoli innervati dai nervi cranici. A tali dati, nel caso nostro, va aggiunto il tipico reparto anatomo-istologico della polimiosite emorragica. L'unica malattia che poteva realmente simulare una dermatomiosite con un quadro clinico sovrapponibile al nostro, era la trichinosi. (Da ricordare la denominazione suggestiva di pseudo-trichinosi proposta da Hepp per la derma tomiosi te). I criteri differenziali sono impern in1 i fondamentalmente st1ll 'assenza, nella dm ., di ';1sturbi intestinali, <li parassiti nelle feci e nei frammenti muscolari prelevati per biopsia, di eosinofilia nel sangue. L 'alta eo·sinofilia ematica -però, conside1ata isolatamente, non è di importa11za decisiva per la diagnosi, essend~ noti casi di dm. nei quali è stato riscontrato fino a 76 % di eosinofili (caso di Fiedler). Dal punto di vista etiologico nessun elemento si riesce a trovare _nella ·storia familiare e personale dell'inferma che orienti v~rso alcuna di quelle condizioni morbose che dai vari AA. sono state ammesse quale causa presunta della dm. Fra i precedenti morbosi figurano bensì fenomeni neurastenici i quali periodicamente assumevano for ma e inlens~tà siffa1te da richiedere te1npestivi congrui trattamenti. terapeutici; a ~:ile .del~~ilità nervo·sa è forse da riconoscere, al p1u, s1gn1f1cato di ca·usa predisponente generica alla particolare gravità del quadro clinico.

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Vari argon1e:nti ci in·d ucono a ritenere nel r1ostro caso probabile una ~ene.si infleit tiva. Abbiamo visto· ohe mancava il tumore di ~il­ za che anzi appariva all'esame auto·p tico piccoia, co·n cap&ula gi·inza e polpa scarsissima; tale dato n egativo perde però il suo valore dopo quanto è noto circa il comp·ortamento della rnilza nella dm. che può essere il più v.ario (nel secondo cas.o nostro esisteva invece modico tumore di milza). . Ma l'inizio fu quello di una malattia febb ,r ile, anche se la temperatura .5i mantiene mod•e.s ta e do·po qu.alcl1e settimana scese a valori norn1ali . Quadro clinico e decorso morb·oso si accordano con una etiologia infettiva, pur se ignoto rimane il viru:& causale della malattia; un'ulte·r iore conferrr1a ci è data dall'esame istologico che ha permesso di rilervar.e a carico della muscolatura striata focolai flogistici 1

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SEZIONE PRAJ'ICA

a.ssociali ai prevalenti fenomeni emo1Tagico11ecrotici delle fibre mus·c.olari. J.,,a poli111iosite acuta emorra.g ica, classican11ente descritta da P.r inzing nel 1890, è oggi da inc]udere nel capitolo della derrnato .Jni()site di cui rapprese11ta una, varietà anatomoclinica. L'ele1r1ento· caratteristico ·è costituito dalle er1torragi€· di varia forma 1e gran1dezza, le quali possono rinvenirsi sulla cute e nei visceri, ma · possono essere localizzate eS:clusi.vamente nel sistema n1uscolarei. Già 1nacroscol"ic.a1r1ente singoli muficoli offrono un aspetto ''ariageto per presenza di stravasi emorragici che contrastano con zone più o me1no estese di atrofia e 11ecro5i n1uscolare; spes o però l 'a&petto del muscolo leso non è dissin1ile da quello di muscoli normalmente Mnguificati e sani e in tal caso è il reperto istologico che denuncia le caratteristiche. alterazioni, di cui abbiamo fissato nella nosttra osservazione i tratti salienti consistenti in: stravasi emorra·gici eh€ dissociano le fibre muscolari ·determinando1ne talvolta l'atrofia per compve6sione1; alterazione della fibra muscolare di v,a 1 io .g rado fino alla necrosi da coagulazione, fibro:;i ialina del tessuto interst.iziale , focolai flogistici disseminati per lo più a disposizione perivasale.

*** Se, oome abbiarr10 già rilevato, il primo caso riproduce fedelmente il quadro clinico deJla dermatomiosite acuta di claRBica 11ozior1e, e il suo i11teresse va quindi ric·e rrato piuttosto nella relativa infreqnenza della dm. in genere e della varietà e·n1orragica in pairticolare, il secondo caso invece, per le alterazio1n i cutanee ·di tipo sclerod·e·r mico instaurate·si pirecoc'e mente e per il rilevante grado di atro.fia n1uscolare, ci documenta un aspetto in.solito della dermatom.iosite che va opportunamentE> segnalato e cor11metato. Si tratta di UilJi bambina di 12 anni, nel cui passato patologico figurano frequenti angine tonsillari, la quale improvvisamente. viene colta da una malattia febbrile a sintomatologia iniziale prevalentemente reumatoide. Ben presto però, già durante il periodo febbrile, si afferma la fisiononiia speciale del male per l'insorgere di alterazioni cutanee e muscolari. La pelle si fa secca atrofica anelastica, sottile diffusamente, i·spessita alle dita, con screrJolature faci lmente sanguinanti alle mani, e si copre di squame; si delinea inoltre una grossolana insufficienza motoria che colpisce soprattutto gli arti superiori, la nuca, il dorso. La piccola inferma si presentò al nostro e·sa1ne appt1nto co1ne uria miodistrofica progressiva con sclerodermia.

1'r~lascio.

di elencare i noti criteri diagnostici per i quali nel nostro caso si potevano scartare agevolmente la trichinosi, la miastenia grave tipo Erb-Goldflam, l 'atrofia muscolare mielopatica la polineurite, la polineurite ascendente tipo Landry. Fra l 'altro, in nes·suna d elle malaltie menzionate ricorre una alterazione cutanea a carattere sclerodermico. La .storia . depos~a dall 'infern1a , non presentando soluz~o~e d1 continuo fra le iniziali manifestazioni fcb~ril1 con precoce impegno della cute e dei muscol1 e l'aspetto clinico termin'8.le quale cadde sotto la nostra osservazione, den~nziava già esplicitamente la natura infettiva della malattia. La conferma fu data dalla. biopsia del m·uscolo bicipite, la quale pose precrsamente in evidenza accanto a fenomeni degenerativi atrofici delle fibre mus?olari la ~r~senz~. di focolai di infiltrazione parvi?el.lulare ~nter~tiz1ale. )?er questi due argomenti, clin1co e 1stopatol-0gico, andava quindi esclusa l 'eventualità che si potesse trattare di una atrofia muscolare progressiva miopatica, emergendo il carattere flogistico mio·sitico dell 'atrofia muscolare. ~ale cara.ttere. distintivo, su cui insisteva Oppenhe1m, m~rita di essere sottolineato, perchè in sua assenza riesce ardua la discriminazione dignostica . fra atrofie muscolari post-miositicl1e e atrofie mu·sco~ari pri~itive. Può talvolt~ accadere che l 'episodio febbrile col quale solitamente si apre la scena della dermatomiosite sia di entità trascurabile così d·a sfuggire all'attenzione dell 'infern10 o sia troppo isolato sintomatologicamente o troppo remoto per riconoscergli un nesso clinico col quadro morboso su ccessivo; può anche accadere (e tale eventualità, a parer nostro, va tenuta sen1pre presente) che l 'indagine istolog jca cada su un frammento di muscolo nel quale facciano assolutamente difetto note di flogosi in atto o in esito. f : importante a questo proposito rilevare che l 'alterazione miositica può colpire prevalentemente o esclusivamente ·sii1goli distretti muscolari, e perfino singoli fasci di fibre muscolari rispettando l 'integrità strutturale morfolog·ica di fibre e fasci viciniori; e -cl1e i due tipi di lesioni, degeneralivoatrofica ed infiltrativo-flogistica, i11 cui si espri111e il fondamento jstopatologico d ella dermatomiosite, si presentano di regola variamente combinate con predominio ora dell 'una ora d ell 'altra nella stessa sezione di muscolo in campi d •o·s servazione contigui, o in muscoli fra loro distanti. In altri términi, tra focolai miodegenerativi e infiltrati parvicellulari non esiste corrispondenza per ciò che concerne e la distribuzione topografica e la gravità della lesione (rilie,·o che trova ampia confern1a nello studio istologico dei nostri due casi). Tale argomento varrebbe ad ad appoggiare 1'ipotesi che i due proce·ssi, originati per l 'azione ctello stesso agente infettivo o tossiinfettivo presunto, si svolga110 con larga autonomia n elle rispettive sfere parenchimale e interstiziale. È interessante notare come nel nostro caso l 'esame istologico non rilevasse, come abbiamo detto, a carico del cuore alcu1:i aumento del connettivo di so·stegno nè segni di flogosi; unico reperto era rappresentato da frequente interruzione delle singole fibre muscolari non accompagnato da modificazioni slrutturali del 11ucleo. L'assenza di focolai flogistici in atto o in esito può forse giustificare la normalità del profilo ecgrafi.co, riportato 11ella fig. 7.

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Nel riguardo etiologico il nostro caso offre alla discu&sione due lati artamnestici. Il primo, de.5un1to dalla sto ria personale del! 'inferma, si rife1risce all'angina tonsillare a ripetizione che costituisce. l'unico precedente patologico evidente della P'· Senza disconosc .e re all'angina tonsillare quel valore efficie.r1te già sosp1ettato da altri autori (Marinesco) r..ella genesi della dm., ci sen1b ra opportuno di insi~tere sr)pratutto sul secondo ·.lato. Qltest 'ultimo ,si riferisce alla lues paterna, contratta certamente i11 -giovein tù e lasciata senza alcuna cura per mo]tissimi anni; s.i ricorderà che delle sei gravidanze della madre ben tre d-e ttero alla luce. re.ti mo·r ti. Pi fro·n te ad un precedente er·editario siffatto la negatività della R. W ai&se1n1ann nella nostra inferma ha . un ~alore rnolto relativo, chè anzi siamo a11tirizzati ad ammette.re, pur con ogni riserva, la pos&ibilità ch e la lue sia ·p resente non solo, ma eh~ con ogni verosimiglianza essa gioc.h i Uil ruolo importante nella etiogenesi della malattia, per lo metllo nel favorire i fattori diretti die terminanli il mo rbo in causa. Circa il comportan1ento dei mflIBcoli al1'esame elettrodiagnostico è o·p portuno ricordare che neJ nostro caso abb·i amo riscontrato in corrispondenza ·degli arti sup1erio·r i presenza ·di R. D. parziale rappresentata dalla p1igrezza delle contrazioni e dalla inveTsione della formula. La le&ione muscolare non comporta, per sè, di solito alterazioni qualitative dell~ec·citabilità elettrica, salvo i1npe1gno conte1i1poranoo dei .nervi. È da osservare però ch e rtel nostro caso mancavano assolutamente disturbi della sensib·i lità a tipo periferico che ave&sero giustificato clinicamente la diagnosi di dermato-nevro-rr1iosite e quindi la R. D. D'altra parte è nolo che la R. P. non è costante nelle 6tesse forme, di nevro1niosite (GoV\'er.&), e viceversa in qualch e caso di dm. è stata risco ntrata uria re.azione ·e lettrica degene.rativa parziale (l,,ewy). Tra le ricerche collaterali merita di essere n1enzionato l 'esame radiologico ·d elle masse n1uscolari che 11el nostro caso dette risultato r1egativo. Abbiamo volulo eseguire il su <ldetto esan1e r1ell'intento di stabilire se la muscolatura della nostra inferma, gravemente in1pegnata dal proces~o atrofico, venisse a presentare p,e r avventura quel particolare aspetto radiologico in- _ travisto e studiato da Gaston.e l\feldolesi e Ugo Garretto nei malati di atrofia muscolare neurogèna tipo Charcot-Marie, di distrofia muscolare progressiva pTi1niLiva nonch·è nei portatori di diatesi miopatica secondo i concetti 1

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di Gino Meldolesi. Non è qui il luogo di riferire i tratti salienti che caratterizzano la sistem.a zione patogenetic.a della di~trofia muscolare :Qirogressiva pri111itiva pro~osta da Meldolesi G. Ricordo soltanto, per ciò Ghe si attiene st.r·e ttame·nte al dato radiologico, che la radiografia ·della muscolatura degli arti, eseguita preferibilmente con 6chermi di rinforzo e adoperando radiazioni più rrtolli di quelli in uso per lo studio élelle ossa con tempi di P'Osa alquanto più lunghi, p1eTmette di rilevare in tali malati la presenza di bande. lineari tra~·parenti nella massa del muscolo che conferiscono un aspetto fascicolato ovvero cribrato nella proiezione rispe·ttivamente laterale o antero-poste• • r1ore. TI quadro radiologico dell'atrofia tipo Charcot-Marie offrirebbe nei confronti con la distrofia muscolare progressiva una più netta localizzazione in singo,Ji distretti muscolari e inoltre maggiore grossolanità e irre·g olarità di reperto.

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L'atrofia mus-coilare, di cui abbiamo stabilito con la necessaria documentamone istopatolo·gica la genesi infettiva polimiositica, rappre&ent,a uno degli aspetti clinici offerti dal secondo caso. Che la dermatorrtiosite po&sa trasformarsi i11 distrofia muscolare progressiva o stazionaria, (no1n in se·nso classicamente nosologico d·ella parola) ci è noto dopo le segnalazioni di Schultz, Oppenh-eim-Cas.sirer, ma non è certamente una eventualità di comune riscontro. Rin1ane ora da considera.re I 'altro a·s petto non me.n o interessante e singolare chei si riferisce alle alterazioni cutanee. di tipo sclerodermico. La componente ·o utan ea nella der1)1ato·m iosite ha da lungo tempo attirato I 'attenzione dei clinici p.e r la co,sta11za e per il 1>olimorfismo deille lesioni. Trattasi, per lo più, di una forma speciale di edema duro, vagante o fisso, sul quale la pressione digitale non lascia impronta; esso pre·dilige il viso ma non risparn1ia gli arti .s pecialmente in corrispon.denza dei distretti muscolari più gravemente colpiti dal processo. Per le sue caratteristiche l'edema della drn. è stato asi&imilato all 'e1dema duro sclerodermico (Lowenfeld); Striirrtpell parlava di eidema infiammatorio coil laterale. Possono coesif..tere manifestazio11i ciutan.e e le più varie, eritemato•se, papulose1, discrete o confluenti, erpetit"orn1i, orticariodi, ecc. Infine sono stati segnalati casi di dm. che


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ad un al.tento esan1e dermatologico hanno presentato, in decorso di tempo, alterazioni cu~ tanee di schietto tipo 6clerodern1ico. Ben·d er e Wassiljew a1nmettono la possibilità che la dm. evolva verso la sclerodermia. InteTe&c:;ante .sotto questo aspetto è una osservazione di Oppenhei1n riferentesi ad un caso di sclerodern1ia nel quale un anno p-rirna lo st~ auto re aveva posto la diagnosi di dermato1niosite. L 'associazione della sclerodermia con la polimiosite1 è stata rilevata e studiata da Peitgie'f> e Cléjat. in una loro osservazione ch e si riferisce a·d una do1n na di 30 anni, affetta d~. ~u­ hercolosi e contemporaneamente. da un 'atrofia sclerodermica progressiva con distrofia ge.r1erale dei mu,s coli . La con statazione di uno stato f>Clerodermico succes&ivo o co nte1n.pora1100 a proce so miositico, conferm ata da segna laz ioni autorevoli, pone &ul tappe,t o il problema dei rapporti intercoTrenti fra le dl1e malattie, investendo in pieno la discussa posizione i1osologica ed etiopatogenetica della sclerodermia. D'altra p·a rte, è stato rilevalo ch e la sclerodermia nella sua varietà estenso-progressi va offre un quadro clinico ch e per l 'in1pegno della p elle e dei muscoli, per decorso ed evoluzion e è d el tutto sovrapponibile alla dern1atomiosite (Allen). La scleroderm.ia non è più, o non ~ è soltanto , una 1nalattia del mantello cutaneo; il reperto isto,p atolo·gir,o di infiltrati perivasali, di endo- e rrLesoarterite e arteriolite nei più svariati o,r gani e sistemi denuncia un proces·so morboso di p-0rtata b en più ·vas1·a ·d i quel che c linicarnente era da to sup·p orre. A11a lo.g ie clinich e. e anatomo-patologiche rendono ra gione della tendenza di diversi Autori (Kaposi , l{osenthal, Hofn1ann, Oppenheim) .a fondere le due malattie in un quadro nosolo,g ico unico. Sclerodern1ia a decoirso progressivo· equivarrebbe: .a dermatomiosite ad a11damento er o1

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L'oscurità ch e avvolge l 'etiopatogenes·i della sclero dre1mia ei della ·d erinatomiosite n on consente oggi di stabilir·e senza e.s itazione se le due rnalattie deb1h ano essere te'n ute ancoir a distinte o rappresenti110 invece due manifestazioni di un unico processo morb-0so Le obie.zioni che tSono state mosse contro il tentativo di assimilare la dm. alla sclero,d ermia non ci sembrano in r ealtà tanto persua~i­ ve e asso lute ·d a ten er chiuso il dib·a ttito spezzan·do definitivamente i p1cynti fra le due m.alattie. Veio è ch e per la dm. si riconosce concordeme.n te una origine tossinfettiva, m entre la sclerodermia modeTnamente si interJlreta da 1

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diversi autori al lume di alterazioni angiotrofon eurotiche su ~e endcorina. ~1a m olto probabilm1ente l 'intervento ,d ell'uno o d ell 'altro fattore ormonico non rap·f ·rese11ta. che un a11ello ·d ella complessa catena patogen etica d ella sc1lero1d1ermia, n·è perde il Siuo· ·valoTe l 'antica i pote.si vascolare infetti va o tossinfettiva ~i.a pure atteggiata nella luce d ei più mo·d erni orientamooti. Si insiste inoltre sul dato clinico ch e la scl·eroderm1a è u11a malattia primitiva clinica1n~rnte tegumentaria, le cui alterazioni disi 1 ofiche possono po.r tare alla mummificazio11 e della pelle co me n ella cla&sica cc mummia ,.i,;ente » di C~rasset., m entre la manifestaziorte sclerodeT.mica asso·c iata alla drr1 . è ·di grado modef:lto e suole essere tavdiva o termin.a le· ri~IJetto .a lla domina11te alterazion 0 polimiositic·a . Evidentemente, tale argomento· riflettendo una questione puramente cronologica o di grado, è scars•a mente clecisivo. J\ tal riguardo, intanto, gio·v a sottolineare il fatto che la tras formazione in 6clerodermia, Stgnalata n e.Ila letteratura, si riferisce solo a casi di ·dn1. ad andame11 to cronico (Bend·er , \~iassi1j·e\iv, Oppenheim); il che può &uggerire la suppop,,izione ch e in molli casi di dermatorr1iosite con manifestazioni t egumootarie scleroder1nosimili, l 'evoluzion e ·d el quadro d err11 atologico verso la sclero(L er1nia non 6iasi verificata non già per fondamentali dissomiglianze n ella natura intima ·del pro·ce5so ma i)8rchè tron cata anzitempo dal rapido fatale evolvere delle alterazioni miositiche. Del resto , l 'aspetto clinico e istologico della stessa sclerodern1ia, intesa come malattia 11osologicamente definita ad andamento squisitamente cronico, è notevolmente ·diveTho a seconda ch e l'osservazione venga portata n ella fase inizia le o terminale del male. Nel Ilostro· caso è da rileìv are che l'atrofia scleirodermica esoir dì p1recocemente, evolvendosi a fianco della atrofia muscolave; la sclerodermia ·dunque :a1on può con siderarsi alla stregua di una manifestazione· cutanea tardiva o terminale della de:rmatomiosite· (e comunque anche sotto que::,to aspetto co·n serverebbc il suo valore ·dottri11 ale): e6sa ci appare chiaramente co,m e un proce·sso morboso precoce111ente insediato n el rr1.ar1tello cutaneo che si .5\ olge parallelan1entei (pur con diverso significato prognostico) a1la localizzazione polimiositioa, alle dipe1Ii d enze di un unico fatt oTe etiopatogenetico. C0tn la riserva im posta dalla mancata dimostrazior1 e d el virus cau sale riteniamo che gli ar-g omPnti clinico-istologici invocati per stabi1

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lire la 11alura infettiva ·dell'atrofia inuscolare possano nel caso nostro· verosimilmente orientare verso una 1genesi egualn1e11te infettiva del processo, sclerodermico. La possibilità che la scleroder111ia I.SÌ innesti riel quadro della dm. cori evidente co.m une etiopa Logenesi, del che esistono din1ostrazioni indubb·i e anche rernote nella letteratura, de\ e Ileces&arian1 e11Le servire ·d i base l;>er una valutazione obie,t tiv.a dei rapporti fra la dm. e l a sclerodern1ia. f..,orse e es.a gerato e prematuro, i11 base al le i111preci&e attuali con osce1n.ze etiopatoger1eticbe, affermare l 'identità delle due rr1alattie, interpretando la sclerode1mia quale processo dermatomiositico ad a11dam,e11to cronico con pre1ninente ·distrofia cutanea. Tale co11cetto, al viù, potreb b'e valere per l e forn1e gravi di sclerodern1ia generaliztzata progressiva, n1a nor1 siamo autorizzati ad estenderlo a tutte le forJt 10 di sclerodermia. Pur riconoscendo cJ1e i limiti della scleroder1r1ia nei confro11ti della dern1atomioiSite so•n o molto mal ·d efiniti con possibilità di interferenze notevoli, é p rude1.1.te ancora oggi mantenere distinte le sue "o· r~rte. l'To11 diversame11~e si opina qualora ~i 'og lia esaminare la posizione. della scleroderm ia nei confronti di sindromi i11orbose, quali la .acrocianosi e il morbo di Raynaud, la cui ricor· • renza nella sclerodermia ·è pure notoriamente el evata e singolare per prob·a bili affinità patogeinetiche. È verosiu1ile che il prevalere dell 'uno o d ell'altro fattore nell'oscura e mulLif orme etiopa togene~i, della sclerodermia pos&a in1primeire di vo lta in volta al q·uadro morbose orientamenti disparati. La sclerodermia è u11 processo distrofico prin1itiva.m ente cutaneo; la derm.ato111iosite è un pTocess.o clir1ic.a mente e anatorno-patologi camente 1niositico, e secondariamente dermitico. Tuttavia conviene ammettere e tener presente1il fatto che in detern1inati casi e per n1eccanismi ancora n1al noti le alterazioni cutatanee della derrr1atomiosite possano e\ olvere ver.sc la tipica scl erodermia. Ben s'intende· che ri conoscere· alla dermatomiosite un carattere r1otenzialn1 ente sclerodermizzante equivale ad i11tro·d urre tra i possibili complessi momenti etiolo.g ici della scJ.erodern1i.a anche l a dern1ato111iosite. Ci piace per ultimo, p·r endendo lo ::;-punto dalla nostra seconda osservazione·, richiamare l 'attenzione ·sulla possibile realizzozio1ie di sin , 1

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Può infatti la po.Ji111iosite presentarsi a forma miastenica con reazione di Jolly positiva; e questo è il caso illustrato da Bolaffi, nel quale l a distrofia cutanea grave diffusa potrebbe forse, a nostro avev iso, ricondur:,i al tipo sclerodermico (polimiosite n1iasteniforme con sclerodermia). Può la polimielosite condurre alla distrofia i11u colare, 11011 d el tipo classico (distrofia muscolare progressiva j)OSt-miositica con sclerodern1ia), com,e 11el caso da noi illustr.ato e nell 'Of'Yservazione già citata di Petges e (~ l éj.at, in cui i caratteri distrofizzanti delle masse muscolari, p1a rzia]111ente o ir1 toto second.a ri al processo infettivo-infian1n1atÒrio, cos tituiscono l 'aspetto fondan1entale della ma. lattia. RIASSl!NTO .

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r1olari complessi sindromici in rapp·O'l'to alla 1zlteriore evoluzione della dermatomiosite nelle due oomponenti dermosclerotica e mioatrofica.

L ' A. illustra dal punto di Yista anatorno-clir1ìco due casi di dern1atomio ite, di cui l 'uno a decorso acuLo ad impro•11ta emorragica (polirr1iosite acuta e1norr,!:tgica), il secondo a decorso subacuto· caratterizzato d,a grave atrofia mui&colare as&o·c iata a scJerodermia (distrofia muscolare progres.siva l)O~t-mio sitica con sclerodern1ia). BIBLIOGRAFI.I\. BAUER. Deut. Arch. f. Klin. Medizin, 66, 1900. F AHn. Arch. f. Dermat. u. Sypl1., pag. 1, 1921. FRABNCKEL. Deut. l\iled. Wocl1., n. 9, 10 e 11, 1894. FENOGLIO. Atti del I Congresso di ~led . Int. Roma e Riv. Clin., Milano , 1890. MEI.DOLESI. Accademia medica 1927. GRAWITZ. Klinisch ì\!Iedical Journal , pag. 65, 1899. HEPP. Berl. Klin. Woch., n. 17-18, pag. 297, 1887. HERz. Deut. Med. Woch., n. 41, pag. 790, 1894. FRUGONI C. Riv. Critica di Clin. Med. n. 37-38-39, 1917.

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SUNTI E RASSEGNE I disturbi epatici ~nei bambini. La disepatia lipidogena. .(Jl. WoRINGER. Schwciz. rrted. ii:schr. , 6 aprile

1940). Non vi è ca1npq della pato]ogia i11fantile tanrto contrastato q 4anto qu·e llo dei disturbi epa'tici, sicchè alc.u ni vedono qua~i dovunque· la ii1sufficienza di questa ghia11clola, 111entre altri sono del parere che il fegato è soltantoi ecce.zionalmente toccato nell'infanzia. Nei trattati clais sici, non si fa che accennare a11e grandi sirtdromi quali si osservano nell 'adulto e· che .sono cstrema111ente rar·e nell'infar1zia. Proprio .soltanto a questo si limita la patolo gia epatica ii1 età giovanile? Quando si esan1inano molli bambini ad un con~ultorio, non si nianca di es ere colpiti dal fatto che il fegato d el ban1bino è di volume as ai varia,bile; non oltanto da un in·dividuo .ali 'altro, ma an.c.he per lo ste&so soggetto da un .eRame all'altro, le dimensioni del fegato variano in limiti molto .am pi. Un primo fatto colpisce quando i confrontano i bambini a fegato grosso con gli altri in cui tale organo è i101male ed è cioè ch e quelli i11 cui esso non olLrepa:;sa o di poco, le costole, si ~viluppano meglio che non quelli in cui l'organo si avvicina all 'orn.belico. Questi ultimi presentano con grando frèq1uenza dei disturbi gfnerali o digestivi, ch e seni.brano in evide11te rapporto con la ghiandola epatica. Del resto, i ·esistenza, in questi casi, di uno stato morboso di origine epatica è confermata dai risultati della tera pi.a; basta, di fatto spesso, pre~crivere un regime a.datto spe1cialmente povero in 1grassi per vedere diminuire il volume della ghiandola e scomparire i disturrbi. Si ha, pert<lnto, l'impressione, che e·s ista nel bambino un'affezion-e epatica dis·tinta dalle malattie de-tirritte nei Lra Lta ti. In verità, non si tratta di una sindrom·e nuo"·a. Tutti gli elernenti che la com·p o·n gono appartengono al quadro della insufficienza e·patica. Ma ·tale sindrome no1n ·è connessa con una cirrosi, un.a litiasi, un ittero,; e-sf:.a è in ogni mon1ento riparabile, sicchè le condizioni d ·e lla sua comparsa la distinguono nettamente dal! 'insufficienza epatica delle malattie conosciute·. L'affezio,n e pres·e·n ta quindi una propria individualità ed autono·m ia e merita d~ prender posto nei trattati, allo stesso1 titolo· rd ell'itte-ro i11fettivo o dei vomiti acetonemir.i. Invece del termine' di cui si è troppo abusato di insufficienza, l ' A. adotta quello di disepaitia, per analogia con « dispepF1ia », essendo al pari di ,q uesta un disturbo funzionale senza alterazione a natomica duratura, Tenuto poi conto 1

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che. il disturbo si estrinseca soprattutto nel r11etabolismo dei grassi, l 'A. chiama tale affezio-

ne disepatiq, lipidoge11a..

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Essa è caratterizzata ·d:a 3 or.clini di sint.onti: 1) attrr1·ento di volun1e del f-egato; 2) insie1ne di disturbi dig,e stivi e .g enerali co nne~i col fegato stesso; 3) guarigione sicura con un re•gi• • me povero· in grassi. L'aumento di volume della ghiandola costilt1isce il seg1lo cardinale della malattia, sic.chè tale re:p1erto as&·u me grande im·p ort.anza. L'•es.an1 e è delicato, in quanto che ]a consistenza del fegato è piuttosto molle e non dà r11ai l'in1presF<ione fornita dal fegato cardiaco o cirrotico, ma piuttosto quella di una massa plastica. La d elimitazione è quii1di difficile , si fa tertendo conto del margine che si sposta con i n1ov1me1n ti resp1rator1 , ·e puo essere impos~bile quando vi sia un abbondante pannicolo adiposo od il bam,b ino non arrivi a rilasciare la parete mu~colare. Trovato il margine, è ner.essario rifrerirlo a que1llo costale, il che deve farsi sempre in un dato 111eridiano, che è quello ch e passa per il capezzolo destro. Nel b1a mhino oltre un anno, il limite· fra un fegato normale ed uno pato1}0.g ico va fissato a 2 cm. dal margine costale; 01gni qual volta lo si trovi più in bai5 o, esso p1uò essere1 riportato alla norma con ur\ regirr1e adatto, il che dimostra che eFoSo non era norn1ale. In questa dj5epatia lipidogena, il margine inferiore del fegato si trova abitualmente a 5-9 cm. da qu·ello costale . . La sintomntologia subbiettivia della, dise.patia lipidogenai è quanto T?ai varia .. Il più s~so, tali malati sono portati dal medico per dei dolori di ventre. Si lamentano di pesantezza epigastrica, di coliche p eri-ol!tbelicali , o ~i sens~­ z ion~ dolorose .male localizzate, che si manifestano a crisi f:.enza orario caratteristico. Tal,~olta i dolori' fanno pensare. ad appendicite. Dt1rante le crisi dolorose, possono aversi de1le nausee e dei vomiti, spécialmente il mattino dopo la prin1a colazione o durante la notte ; tali vomiti generalmente di sostanze .alimentari, più o m·eno modificate dalla digestione, danno al piccolo malato un senso di sollievo. ~ di regola un'anoressia più o meno marcata, che talora si in~ta lla rapi1damente in t1n bambino che mangiava abbondantemente; spesso si ha un disgusto particolare· per alcuni cibi (grassi, latte) e per gli altri alimenti, Ja digestione non è turbata. Funzioni intestinali normali, salvo un po' di costip.a zione; feci di aspe·t to normale, od un po·' grigiastre o giallastre, mà senza la spiccata decolorazione delle feci da ittero. Altro fatto di cui si lamentano i malati è la ce falea, ~pecialmente alla regione frontale, iniziantesi fin dal mattino ei talora accompagnata da vomiti, per cui· si può anche pensare ad una meningite bacillare. Pigrizia intell-ettua.le, n1an•

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oanza di concentrazione in ban1bini che eJ·ano dapprirn~ svegli, grande sta11cabilità e muta111ento di carattere. . Colorito pallido, tende nte un po , al giallastro, .talora con lieve subittero delle congiuntive. Quando l'affezione si prolunga, si ha il dimagrin1ento, ma n ei casi acuti lo stato di nutrizione è spesso eccellente. Talvolta il bambino accusa molta sete1. Gli esarni di laborato'lio sono negati \i. Il terzo elen1ento della diagnosi è coFitituito dall ' effe·tto· ra)p ido d,e lla cura .diiel'eti~. quand.o si sopprimono ra dicalmente i -g rassi e si proibiscono sopr.a ttutto le uova, il cioccq_latto·, latte e lattici"ni, b·r odi grassi, salumeria, e fritture, si vedono rapidamente scomparire i disturbi e·d il tumore epatico ridursi. È raccon1andabile un regime composto di verduTe, frutta, pa.s te alimentari, pane, legumi, zuochero , . poca carne alla graticola. l/indo·m ani o dopo cessano i dolori e le nausee; nelle forme acute il bambino entra n ella norma in 1-2 settimane. La minjma infrazione al regime, però, può scatenare· nuovame nte gli accidenti, fino a ch e la .guarigione completa no~ si sia .ottenuta• . Il quadro clinico della malattia non è sempre completo, n1a talora dominato dall ' uno o l'altro1 sintoma. Si hanno quindi: 1) For.1n,e cclialgiche, in cui domina n o i dolori ad·d'o mir1ali; diagnosi con l'appendi·cite .(m a n canza di fe.bbr·e e ·d i resistenza muscolare, pr~nza ·d i un fe·g ato grosso); 2) Forme C•efalalgiche, che fanno pensare ad una n1enin1gite tuh . iniziale:; 3) ·Formçi. o~ch eltiz.za.nite, con dimagramento, pa~lore, stanchezza, ch e fanno pensare ad una infezione cronica; se cutireazione è n e!g ativa la ·vera causa della malattia i1on sfugge e la c ura dietetica chiarirà la situazione. L'affe~ione è abbastanz;l freClu·ente dal II a11no, in poi e. specialmente nell'età scolastica. L )o~ig~ne è alirr1entare con fondo ereditario (fami glie artritiche1e c,o·n litiasi biliare). L'evoluzione1 di1pende. ·dal trattarrtento istituito, altrìmenti · dura per degli anni. Comunque, il ragazzo r~n1ane molto sen sibile e bastano delle d 1eiviazioni ·d al regin1e per dete·r minare delle r ecidive. La posizione· nosologica della disepatia lipido·g eria non è. artciOira d efinita. L ' A. ha l 'impressione che essa cof'tituisca. la prima fase d ella m .a lattia litiasica dell 'adulto e ch e rappresenti il ·disturbro ohe in seguito occasionerà la precipitazione della coleiterìna nella cistifellea. Pertanto• lo scovan1ento precoce ed il tratt amento adatto presentano un g rar1d·e interesse p er prevenire ]a liLiasi dell 'adulto. fil.

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La cura chirurgica dell?ittero epato-eellnlare.

éH.

GRos e W. SIEDE. •J(liri . ll-''o,c.henschr. , 4 ma·g.g io 1940). .' . Il cosiddètto « ittero catarrale » è stato a lu11go con siderato una malattia i1lnoc.u a e n on

bisogHoia-di s peciali cure. Si ~ 1~01-ia-...at-ten-z.H>-- ., -· ne alla c ura .d i queste fon11e solo in ten1pi reeer1ti, da. quando si è riconosciuto ~he la causa. de1l ' itt.erò· sernplice, non mecca11ico1, è una lesio11e d€l Mren chin1a e pati ~o : e ch e questa lesioJ1e può talora pa~sare alla grave f.or·ma del..:. l :atrofia acuta del fegato. Oltre al1a dieta adatta i11 c.u i si diminuisce soprattutto la carn·e e· si danno abbo11danti idrati di carbonio, si cerca di aumentare la resistenza delle cellule epatic h e, n ei casi particolarn1ente gravi, con infusio1n i endovellflée di zuccl1ero ed. insulina .. Nei casi n1olto gravi la terapia viene integrata. da lava·ggi duodenali. Usando tali criteri tera-p eutici, la r11ortalità ·d el! 'ittero epatocellularesi riduce a O <;!~;guariscono sen1pre anche i casigravi d·e1 co~iddetlo ittero catarrale, casi in cui, l,ittero ha una durata insolitan1ente· lunga di· 5-7 setti1nane. Non vi è quindi alc una ragione· di abbando·n are la terapia co·nservati va e adot-tare la cura chirurgica consistente nel drenag-gio del coledoco. Se da una parte il drenagg io del coledoco g iova alle cellule ·epatich~ (eliminazione di pro·dotti autolitici) d'altra par-te esse vengono danneggiate dall a n.arcosi e· dagli effetti eb.e rcitati dal trau111a operatori0> 6ul ~iste·m a nervoso·. L 'ope razione ,,iene. raccoman<lata perchè talo·r a sotto l ' aspetto di un ittero se1np]ic.e. si nasconde una .atrofia a outa. del fegato e perchè 11on è ~mpre facile escludere un ittero da ostruzion e. Però i risultati ottenuti con il .drenag'gio del cole.doco nella, atrofia acuta e suhacuta del fegato non sonoaffatto cor1, ince11ti. Su 18 casi di atrofia acuta ò suba cuta de] fegato c urati conservativamentepri111a ch e si iniziasse lo stato comatow (altri 35 casi entrarono in stato di coma grave n ella c.Jinica , e v'e·n nero a moir t.e il giorno stesso o· al mas~imo entro 2 giorni) si salvarono 111 ~ dunque mortalità 39 %. D11e casi operati ven;r1 er-0 a morte. Altri autori vantano risultatr rr1olto n1 igliori co11 la cura chirurgica : l'autor~ }Jensa però ch e tra i loro casi ~iano co~pres~ ir1olti di ittero semplice, erroneamente ntenut1casi di a trofia per una supervalutazione de~. repe:rti 1&tologici di pezz-e tti escissi (l 'esame d1 un pezzetto no11 dice nulla ,d ella struttura ed e1lo stato d el resto del fegato, inoltre nell'it-tero1 cata1Tale si possono avere n ecrosi a focolaio d1elle cellule epatiche, di aspetto id~entic<?' a quelle della atrofia). Raggruppando .1 suor e.asi di ittero grave (durata oltre 5 f1iettimane,_ 60 casi) di ·colangite con ittero1 (durata oltre & seltin1ane 118' casi) e di atrofia acuta e suba-cuta (32 ~asi) l 'autore. trova una n:torta.lità de~ 7 ·%, mie ntre nei casi o·perati ·d ai ·diversi auton si trova t1na mortalità gloib ale dei! 14 %. È indi8c.utibile la necessità di operare al pit: pr·esto possibile nei ca~i dli. itt~r~ da. ostacol• n1ecca11ici grossolani. Chi co.n·s1:gl1a 1 ' 1nter~e~-­ to nell 'ittero epato-cellulare 1n&1ste sulla d1ff~­ coltà di disting·uere le form e eausate da osta-· coli m~ccanici. Su 170 casi osservati dall' A.,. solo· 4 ' 'ennero sottopo•s ti all'operazione per un31 1


{ANNO XLVII, NuM. 34] •

SEZJONE PRATICA

errata diagnosi di ittero n1eccanico. l,a diag110~i differei1ziale è possibile per lo l)iù in base ai ::;oli criteri clinic~ n~i casi dubbi si ricorr~ alle prove funzionali. "\tere difficoltà diagnostioh·e si ha11no solo in singo1li cais.i di colangite e nei casi atipici di ittero epatocellulare in cui lo stadio acolic9 si prolunga per 2-3 settim<lne. Le prove funzionali ripetute, p ermettono la diag11osi (reazione di 1'akata, prova di eli1ninazione del galattosio, ·dosaggio della co·lesterina nel sangue, prova di Millon nella uri11~). Una nuova prova utilissima per la diagnoFii differenziale· tra itteri epato-cellulari e 111eccanici è la ric.erca della colesterina e del colestanolo nel siero itterico : la frazione del cole~tanolo è per lo più norn1ale o diminuita 11ell ' ittero epato-cellulare mentre è aumentata r1ell'ittero m eccani co. Nei casi di colangite co n ittero si penserà alla opportunità di un dre11a·ggio delle vie biliari se con la cura con servativa con lavaggi duodenali, salicilato, pront<Jsil , event. autovaccino, e i1liezioni endovenose di insulina e glucosio non si ottiene una reg1·essione dei . intorni clinici entro 4-6 se ttin1ane. P.

La genesi ed il trattamento medico della malattia colecistica. S. MoRRISON, M. FELDMA.NN. Rev. of Gastroe1it .. lliaggio-giugno 1940).

(J .

lFR1EDENWALn,

l lna terapia medica razionale d ella malattia colecistica dovrebbe essere fondata sull 'eziologia; ma troppi so110 ;;lncora i1t questo ca1r1 po i punti oscuri e controversi . Si an1mette generaìmente ch e, nella produzione d ella colecistite e della colelitiasi , abbiano grande importanza 1'infe·z ione, la s tasi biliare ed i disturbi del r11etabolismo specialmente d el col ester ol e dei pigmenti biliari; ma sono tutt'altro cbe1 noti la pnrte di ·~ ia5eu1to1 di tali processi, i rec iproci rapporti ed il meccanismo per Cl1i si inizia la disfunzio·n e. Comunqu·e, è certo che l ' infezione h a u11a grande in1portanza nella produzione della malattia colecistica , com e è dimostrato dalla frequenza con c ui si trovano certi gerrr1i, special11 ien te streptococchi, B. coli e stafilococcl1i co111e pure occasionalmente il bacillo d el tifo. Rehfuss e Nelson ha11no dimostrato la pos sihi]ità di produrre una cole.cii stite cronica, con 1·i petut.e iniezioni i11 coni·gli di piccole quantità dei .detti germ .i , isolati dal naso , gola, d enti , e olon ed h a nno posto in riliev<') la -grande f rcql1enza co~ c ui si iso la110 d ei germi nelle cis tifellee asportate con la colecistecto1nia. Nei casi , in cui non si isolano d ei germi , tali autori an1rnettono che un 'infezione vi sia stata u g ual1neinte e che in seguito i germi siano scom• parsi. Non meno irnportante d ell 'infezion e, appaTe la stasi biliare. Pur non avendosi prove ch e i e al coli possono prodursi per la sol a sta$i, è lln

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fatto ch e questa, assoc.ia La con alt1i fattori a. ' gisce con1e causa fon·darnental e. J)èl resto, la produzione sperirnentale di cole.cistite che è difficile per la sola introduzione di ge;mi nella cii&tifellea, riesce facilrr1ente quando '1 si associ ur1 trauma e la stasi biliare. Tre sono i disturbi ch e possono portare alla . slnsi : 1) l 'obesità e la perdita del tono muscolare: quali si osservano spesso verso la meno,pausa ~ 111 qu,este condizioni, si ha spef!Bo acloridria ' che agisce col segue11te rr1eccanis.mo. Per I'as: se11za .di acido, si ha una distenisione atonica della cistifell ea, in quanto ch e l 'a cido libero f.a i·ilasciare Io sfintere di Oddi e stimola i] deflusso d€lla bile. 2) La presenza di duodenite, ader enze duode11ali, ulce ra gastro-duodenale e p1ilor0Ripas1no, tutte condizioni che ostacola110 il rior1nale svuota1r1ento della cistifelle.a, per cui qt1esta si ir1ertonizza e si arriva corsì ad una diste11sione spastica, che porta alla stasi bili~'=lre , fac i ~ li tata a su.a volta an ch e dal la presenza di mt1co s1">esso. Tutto questo , ~e pure non S}Jiega la ge11esi d ella malattia biliare, chiarisce- l'i11. o rgenza di alcuni sintomi ~ii essa. 2) La presenza di duodenite, aderenze duod·e nali, ulcera gasLro~duode·nale e pilorospasmo, tutte condizioni che osta cola110 il normale svuotan1ento della cistifellea, per cui questa si .~perto1tizz.a e si arriva così ad una diR1tensione spastica, che porta alla stasi biliare, facilitata a 5Ua volta anche dalla presen za di r11uco sp·es:::;o . Tutto questo, se pure non spiega la gertesi d ella malattia biliare, chiaTisce l'insor gen za di alcuni sintomi di .e ssa. :3) Lo spasmo e l ' aumento di tonicità d ello sfintere di Oddi, consecutivi a stimolo del vago, dipe11dente dal siste111a nervoiso centrale o co1ne riflesso di condizioni m orbose di altre parti del tratto digerente (a ppendicite cronica , lnala ltie pelvich e, ec.c.). 4) Hanno, .grande ii n portanza a11che i disturbi d el metabolis1110, specialmente d el colesterol, il quale agisce come il nucleo del calcolo, a ttorno al quale si d ep-0sitano .:e1igmenti e f:Jali di calcio. Ma anc1h e qui non mancano punti oscuri poich·è, per esempio , non è aff.a t to cvstante l'ipercolesterolemia nella colecisti Le e c olelitiasi; essa si osserva gooeralmente nella gravidanza e nell 'obesità, il c:h e· può spiegare la n1aggior frequen za id .e lla maJattia colecjstica in queste condizioni. Le co11dizioni del plf possono avere qual ch e significalo n on però decisivo, n1entre ne. un €ffetto sen1brano avere le avitan1inosi. Nello stabilire il pia110 del tra tta m ento r11edico, si d ovranno con siderare i ' 'ari fattori etiologici , individualizzandoli bene per og ni s in ·g·olo paziente. Anzitutto.· tenuto conto d elJ ' j 111portanza del fattor e infe ttivo , si ricerctteranno gli eventuali foci (lonisille, denti, seni) 1)e r 1


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« IL POLICLINICO »

curarli radicalr11ente; poca fiducia ha l ' A. n ei • • vacc1n1. Il drenaggio no11 chiru·r gico è spes~ di grande ausilio non soltanto per deterrninare la presenza e la natur.a ·dell 'infezione, rna ancl1e come misura terapeutica. Di grande efficacia può essere il combattere la stasi biliare: anzitutto con la prevenzione ed il trattamento dell'obesità e con la cura ·d i tutte le condizioni che possono favorire la stais i, cioè l' ul ce ra p·eptica, le adere11ze periduodenali e lo spas1110 d ello sfintere di Oddi. Di grande effiCl1cia sarà per tale scopo il drenaggio bili.are non chirurgico . Il i)ilorosp asmo e d a ltri sintomi ga~tro-inte ­ st.inali , riflessi o nor1, vanno trattati con· gli a11tispastici (atropina e simili). I fenobarbiturici sono utili contro le n1anifestazioni n-ervose o n eurasteniche; gli alcali contro l 'ipeTacidità, m entfe n ei casi di ipo- o d a na-cloridria , si darà dell'acido cloridrico. La costipazione sarà trattata con la sommir1i strazione di la~tivi b1la11di o salini. Tenuto c·o nto ch e l 'ipercolesteroJ.emia ~ spesso precorritrice della colecistite o colelitiasi, in llresen za di essa, si prescriverà una dieta adatta ,· ·escludend·o i cibi ricchi di colesterol, quali le uova , la panna, il burro . °È pertar1t.o· opportuno far e la determinazion e d ella colesterolerr1ia ir1 certe co11dizioni (obesità, g ravidanza) ir1 cui più facilm·ente essa può esser-e in eccesso. In presenza di ob esità, si p en serà alla sua ridu zion e, ch e però non d eve essere trop1)0 rapida , p er ch è il cole·s tcr ol ch e si vien e così liberando determina un'i percolesterolen1ia , con tendenza alla forn1azione di calcoli biliari. D 'altra ,p arte, in presenza di colecistite e d assen za di ipercoleste-rinemia e quando non esista evide,n te intoller an za per i gr assi, tali alirr11e nti (panna, uova , olio di òliv·a ) a.giscono fav1or evolmente stin1olando il ·d eflusso. della bile. Se lo stato infian1mato1rio è n otevole, un a dieta con grassi a ttiva la peristalsi e può aum entare i diisturbi del pazie111te. Comunque, i cibi riccQci in colesterol no11 vanno somministrati se vi sono dei calcoli, specialmente piocoli p erchè ne può risultare un 'occlusione d el dotto cistico o comune. Rehduss ei Nelson consiglia no· una dieta scarsa in grassi e l 'aggiunta graduale di questi fino al limite di tolleranza , esclude·n do pe-rò gli alimenti ricchi di colest erol. Gli AA. consigliano di adottare una via di m ezzo per quanto riguarda i graR<si e cioè : n ei casi di malattia colecistica di m edia gravezza s en za calcoli, c:onoede·r e una nl·O·derata qua ntità di gr.a ssi, di natura tale da non _inferire sul 1)r 00esso digestivo, sommini&trati n ella forma più · dli1geribile ed 'in qua ntità gradatamente crescent e. In presen za di calcoli o con tendenza a lla loro formazione i grassi vanno pro seri tti o concessi in quantità minim a.

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Generalm-ente, 11ella malattia colecistica · la dieta deve essere blanda, bene equilibrata e deve consistere di 3 pasti modesti, con qualche s.puntino intermedio. Vanno assolutan1enle p~oibiti ~li e cce~s.i del ma11giare, nonchè gli st.i.m olant1 alcool1c1, come pure si dovrà evitare i$ia il, s~lto d·ei pasti sia la loro itTegolarità, per~h e s1 te·n derebbo a produrre sta~ biliare. ~on sarà mai abbastanza raccor11andato il valore .delle miS'llre igie11iche, ivi compreso· u11 certo riposo ed un ·esercizio moderat.o, che co11'co1rrono .a · vincere la stasi bilia re. L'esercizio fi8ico sarà prescritto in rapporto con l 'e·t à e le condizi~ni in.divid'uali; se queste sor101piuttosto scadenti od in caso di -età alquanto avanzata b~ster~ ricorrere .a qualch e J)asseggiata; n ei piÒ giovani Te ro:bust!, si potran110 concedere degli s port. Nel rilasciamento d ella rnuscolatura addominale ed in pre~nza di v.isceroptosi s.pecialrnente dopo la gravidanza, s1 prescriveran-no esercizi ~ddom~nali ed un buon sostegno. · Buoni effetti potranno otten ersi da cure idropinicl1e,, s ebbene gli AA. n on credano agli ·effetti c-0lagoghi ·delle loro acque ed attrihui1scano gli eventuali successi alla r eg-olarizzazion e d.ella d·~e~ e d~l .regir:w. ~i vita ch e si segue Ile.g li stabil1ment1 idro1p1n1c1. Si andrà cauti con le m edicine . Per ovviare a Ila tendenza e.morragica associata con l 'itt.ero occlusivo , si darà della vitamina K, con sali biliari. In caso di attacchi di colica , acuta, somministrare g li oppiacei ed ogni tanto degli antispasmodici. Recentem ente, sono stati lIRati con un certo successo i nitrati. IF ra i rimedi da usarsi n·ella m .alattia colecistica cronica, uno dei più usati è la miscela consiglia ta da Lyon, con oleato di sodio, glic.ocolato e salicilato di odio; altri sali biliari sono utili, C<}me I 'acido deidrocolico, dal no111e commerciale di procl1olo11 . IF:ra i sali, i più u sati sono il i5olfato di magnesio ed il solfato od il fosfato di sodio, da son1rninistrarsi al mattino, sciolti in a·cqua cal·da. Molto vantata è anche l'esa1netilent-etramina . Si cureranno anche gli eventuali disturbi di gerenti, con antispasmodici, alcalini, acidi , secon1do i casi. Nei casi con a·c.cessi di colica biliare da calcoli o di infiarnmazione della cistifellea con aderenze o con occlusione dei dotti e forme supp,urative, si ricorrerà al trattamento· ch,i rurgico, a cui dovrà però precedere e seguire q,u ello m edic·o. fil. 1

Stato attuale delle conoscenze sul cancro della vescichetta biliare. (CoNBAD R. LAM. Ann. of Surg., voi. III mar1:0 11 940). Sulla base. di 34 casi che l'A. ha :1vuto modo di studiare e di cui 6010 in 4 la diagnosi preoperatoria era stata fatta esattamente l 'A. paf'sa brevemente in rassegna lo stato attuale del


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SE ZIONE PRATICA

i)robler11a d el can cro d ella ' rescich etta biliar~ . Secondo G·ral1a111 n el 1926 la n1ortalità i)er carcin on1 a del fegat o e d ella v e•s ci.ch et ta biliare fu del 10 % di tutte l e m orti p er carcinon1a e questi 10 % per lo più era n o can cri pri111it i vi d ella vescich etta b ilia r e ; secon clo l 'A . tali d.a ti ,·anno rive duti , e son o p iù bassi e cioè son o il ±, 5 i)e r ce11to di tutte le ca use di morte pe r cancr o . I fen o111eni clinici , l età, la razza e il &esso n on dicon o nulla cl1e p.o ssa esser.e uti. ] e p.ei· Ja diagnosi esatta di tale n1al attia, a n cl1 e la sinton1aiolog ia e -g li esami di la bo r at orio dicono b en poco, ço n1 e dicono p oco an cl1e ·g·li t:~ a111i r a dio·l ogici. ei 34 casi osser va ti d all 'A . fu fatta 12 volte diagnosi di col ecistite, 9 di carci11011ta d el J.-'1an cr eas o d el d o tto, 4 di ca r ci11om a d ella ' 'escicl1etta, 2 di car cinon1a d el fe gato , 2 di calcolosi d el d o tto con1u rLe, 2 di c ir1o"i del fega to, 2 di occlusion e intestina le, 1 d i can cro d ello st om aco . ~.,re qu e 11 t i son o i calcoli (in 20 casi u 23). Con1e p rofilassi l 'A. riferendo i a quanto a fferma <} r ah am c l1e cioè 1)er lo n len o il 4_-5 % d elle d o n11e a ffett e da calcolos i d ella vesc ich etta sono sogge tte a d essere co li)ite d a can cro dell a ' 'escich etta, e rifer enclosi sia alla ua pratica cl1e a quanto da €SI)e1ri111 e11ti r eoenti è risultato circa la diretta dipender1 za d·el ca11cro c·o n i ca lcoli , con . ig lia la colecis lect on1ia n ella colelitiasi . A. P oRrGo. 1

ger o compare a varie rip r ese esiste il pericolo di una occlusion e completa : se i tentativi di cura interna n on son o subito efficaci è · ind ispensabile ! ,interven to ch e verrà fatto di p r efer en za in un inter vallo in cui no11 e iste ittero. Altra indica zione assoluta per l 'operazion e è una p r ovata compartecipazione d el pancreas. Più difficile è d ecider e circa la oppor t u n ità di l1 n in tervento in casi di comparsa r elativamen te imp·r ovvisa di un ittero g rave . ~ a llora speso dj fficile stabilire se si traili di un itter o ·ep at ogen o o d.a occlusione, e se q u est'ultimo sia dato da u n cal colo o d a un car cinoma. D 'altra pa rte n ell ' ittero grave da oc clu·sion e caìcolosa l operazion e è urgen te ; la mor talità op·e rat oria aumen ta consider evol1ne11te (20· % -50 %) qua n do comincia n o a mani fes tarsi g li effetti d ella i11tossicaz1on c biliar e, e opr attu tt o la temuta diat esi emorraigica. Se si p u ò stabilire o an1me ttere con una cer ta sic urezza ch e l 'ittero è dovuto a d occlusion e si d ecide sen z'altro l 'operazion e ; t alvolta è utile far preced ere u n bre,-e ]Jeriodo prep ar at orio in cui si raccon1andano soprattutto le iniezioni di calcio . Ci si ast errà invece d alla oper azion e n ei casi in cui la cau sa dell 'itter o n o1n è s tata cl1ia riia a s.ufficien za; e così p ure n ei casi di it ter o da occlus ion e in cui lo st at o gen era le d el p·a ziente sia cattivo, l 'infezion e già estesa, una dia tesi emorr.a gica i11 atto o esistano segni di un gr ave danno d el fegato. In qu·e sti casi 1 alta nlortalità ope1~ato ­ r ia (50 %) sconsiglia ·d i far corr er e al paziente l 'alea della op erazion e e induce a preferire la cura medica ch e spesso p u ò por tar e a g u arig iorte an ch e se 1'itter o è cau at o da occ]usion e ·calcolosa. La cur a medica h a an zit u lto lo scop o di fa r scompa rire i d olori e portar e in t al m od o ad un.a laten za t en1por an ea o duratura . Si ottien e qu·est a laten za se i calcoli d ella ci stifellea o d elle vie biliari si m etton o in una posizion e tal e d a n on costituire uno s tim.ol o pe ri t alt ico e d a r1 on ost acola re t rop po il d eflusso dell a b ile . Nei casi lievi iSi ottiene questo con impacchi caldou m idi, con una bevan da cal da , o con un bicclJier e di cogn a·c; n ella n1aggio r parte d ei casi j)erò si d eve ricorrere a i n arcotici . Oltre a sedare i d olori e rimuovere g]i pasmi ch e n e ono la causa, la t erapia 1nedica d ella colelitiu i d eve cer care di impedire le stasi e con ciò l e infezioni bilia ri. Si ricorre a t al e scopo al Ja,ra1g gi o duo de·n ale, p r ezio .. o n1etod o 5i~ .d ia g 110 tico ch e cu rativo . Color e e con1j)OS1z1one clella bile es tratta con la ~nda duoden ale son o pr·eziosi indizi . Così una bi~e epa tica scu ra ind ie.a una r eazione compen satoria d el fcg·at o a1la abolizione d ella funzion e d ella cistifellea : p r ese1> za di leu cociti o batteri n ella bile indican o ]Jrocessi infia1nn1 atori lo svuo t.an1ent o o 111e~ o d i bile dopo iniezion e di solfa to di 1l1agn e510 rivela il modo i11 cui fun zion a la c istifell ea. L azion e t erapeutica dcl lavaggio duode11ale è 1

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Indicazioni operatorie nelle malattie delle vie bil iari. ( F. ~I uNK . D eul. "fll ediz . ii·oohenscJ1r., 1° ma rzo 19! 0). L e m a la ttie d elle. Yie bilia ri rar a11te11te 1)r ovoca110 s tati m inacciosi ch e richiedon o un urg ente interve11to, la indicazion e o n1 en o di un a Of)erazion e pu ò quindi di Tegola ,,enire valutata a ttraver so una osser va zio n e prolungata della mala ttia . Nella maggior pa rte d ei casi la 01)eTazio·n e è r esa n ecessaria d a ost acoli m eccarti ci n elle vie biliari, d alle cons~au enzc e d ai dis turbi soggettivi ch e essi p rovocan o . In m olti ca si no11 esiste una indicazione assoluta per ii1 tcrvenire ; si dovra nno a llora , ·aluta re oltre allo s ta to d elle vie biliari amm a la te a n ch e al tri elem enti quali la p e rs ist en za o m en o dei disl urbi, il t en or e di vita ch e il paziente pu ò te11er e, la sua attività, la più o m en o b uon a stia sopp-0rtazionè d ei dis turbi e d elle limitazioni cl1e la n·1alattia gli irt1pone. D ,altra pa rte si ricor di sempre ch e gli ir1ter venti sulle ' 'ie bilia ri . ono gra, 1 i ed es pon g ono il p1a zientc a ri5chi n o tevoli . l .'01)era zione è sp·esso n ecessaria 11ell 'empiema d ella cistifellea e 11egJi essudati i11fian1maLori p ericolecistitic i; con la osser vazione accurata e co11 il con si glio di un chirurgo si dovrà p erò sceg lier e il inomento op por tu110 per ir1tcrvenire. Uno d ei p ochi incidenti cl1e m ettono in p ericolo la ' 'ita n ella colelitiasi , è l'itte ro d a occlusio11e. Quando un itter o leg1

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cc IL POLICLINlCO »

dovuta soprattutto allo, stirr1olo allo svuota1ne11to delle vie biliari: si eliminano con ciò gli stati catarrali. Non ·d i rado si assistie .allo svuotamento di forti quantità di flUS dalla cistifellea, o di cTistalli di cole•s terina, o di sabbia . I lavaggi duodenali fanno talvolta scornparire di colpo colecistiti altamente feb1b ·r ili. Essi possono anche far eliminare calcoli incuneati nelle vie l)iliari. In genere 1-2 lavaggi basta110 per portare la malattia ad uno stadio di latenza; do·p o alcuni mesi può -e ssere necessario e utile ripetere i lavaggi. Effetti simili a quelli dei lavaggi si ottengono talora somministrando la mattina a digiuno 1150-200 ·gr. di olio di oliva. Piacessi infiamn1atori vengono rapidamente dominati da iniezioni endovenose di cilotropir1a. Passata la fase acuta, si continua la cura somn1inistrando preparati che contengano acidi o sali biliari e farmaci antiperistaltici; saltuariamente &i danno anche 1-2 compresse al giorr10 di. urotr01Jina o novatophan. Nella dieta i pazienti si asterran110 dai ~ibi che per esp·erienza provocano loro dolori: in genere si tratta di grassi, specialmente se cotti. Oltre alla qualità .d1el cibo ha pe.rò inolta importanza il mo.d o in cui eisso viene consumato: i pasti saranno piccoli e frequenti, e presi in stato di riposo fisico e psichico. Anche indipendenten1ente dai pasti, ecci tazioni p&ichiche possono ' provocar:e la comparsa di aocessi dolorosi; così pure certi movimer1ti del corpo e l' eccesso del ft1mo. P. 1

OSTETRICIA. Inondazione peritoneale da rottura di cisti ematica del corpo giallo. ( MARINEsco SLATINA, THANASIU, VERGU.

DAvrnEsco,

7-8, 1939). Una ragazza di 19 anni si è presentata con dolori alla fossa iliaca de&lra, conati di vomito, stato generale scarsamente alterato. modica ipertermia. Nella storia figurava un attacco dolo roso sofferto 3 anni prima, durato quattro giorni e ·guarito fYenza intervento. Ave·va una leucocitosi dii 8500 con pre,1alenza neutro.fila. Operata, si con statò presenza di circa 500 cc. di sangue libero nel peritoneo, e.m .atocele nel Douglas, l'annesso destro aumentato, di volume con n11mero1&e aderenze con l 'utero venne asportato l'annesso destro, drenag.g io e guarigione in 10<1. giorna:ta. L'esan1e del pezzo asportalo ha mostrato trattarsi di una rottura di cisti di corpo giallo rne~truale. GJi AA. richiamano l'attenzione sulla ·d ifficoltà di diagnosi e sulla si1nilitu1dine del quadro cli11ico con quello di un'appendicite acuta anche perchè la p. non presentava segni di emorragia interna acuta . , 1

ARevista de Chirurgie, fase. P0Povrc1,

[ANNO

XLVII, NuM. 34)

Difficoltà prese11ta pure il diagnostico opera~orio per la differenziazione con una gra' 'idanza extrauterina. Tale differenziazione è j)OSl5ibile 1nicroscopican1ente per la presenza in questo seco1n ·do caso di cellule deciduali o di ·villi coriali, i11enlre la cisti ematica del corpo giallo mestruai~ è caratterizzata dalla presen za cli cellule luteiniche c.ircor1 date da uno strato di fib,re connettivali. Qualcuno (Cotte) con&ig lia la semplioe sutura dell'ovaio, ma ~er la certezza di una buona emostasi, pe,r evitare le recidive e per il dubbio di u11a .gravidanza extrauterina , gli AA. sono per l'annessectomia. IFERRARA .

Febbre durante il parto. (H. RuNGE. Munch. i11 ediz. ltVochenschr., 3 maggio 1940). Se la fe.h,b re 611 ~ iniziata co11ten1porane·a menLe alle doglie o esisteva già prima, è mail to raro essa sia causata da processi degli organi genitali: la causa più frequente di queste. febbri è la pielite. Questa e le altre malattie infettive che possono esF-ere causa della f.eb·b re si curano co·n i comuni; criteri anche durante il parto. Durante il perio·do ·d ilatante le malattie infettive non rappresentano un pericoJo per la madre, 11on entra quindi in discussione la op1p ortunità ·d i inte·r venti. Un effetto dannoso può ir1ve.ce. esserei esercitato f'.u l feto sia dall e tossine che dalla feb1b re, che nell'utero è per lo più di l i2 grado più a lta che nel retto, si può aY.ere la m .o rte, endouteri11a del feto·: ma neppure questo pericolo jndu1Tà ad un taglio cesareo. Nella donna febbricitante ~i la!'Cia dunque che il periodo d~ìatante1 segua il suo corso normale: si cercherà solo di alleviar-e i dolori con narcotici (1 -2 ctg. ·di pantopon). Se 6i rir.11.iedono stimoìanti delle contrazioni uterine si ricorra al chinino c.h e potrà così esplicare a11cl1e1 una benefica azione antitermica. Nel periodo dilatante la donna corr1pie un enorme sforzo muscolare: nelle malattie feb·b rili quef'ito può essere pericoloso, perciò se la bocca uterina è apeir ta e la te~ta afferrabile, si completa il parto co1n il forcipe sotto narcosi (e·vipan endovenoso nelle malattie .respiratorie, narcosi l~loretilica co,n piccole a-g giunte di etere ne1lle altre). L'azione esercitata dal parto 5ulle varie malattie preesistenti è diversa. Nella pielite è nettame,n te fa vorevole nei primi giorni di puerperio si ha lo sfebbramento. Il decorso della m<l!o-gior parte delle altre i11alattie no1n. viene o . ir.1flu·e nzato d.a l parlo: unica eccezione, import.::tnte per la sua relativa frequenza, è la gripp:e. J\fella grippe dobbia1no temere durante e poco dopo il parto la comparsa di lesioni card4ache gravissi1ne', mortali : la circolazione va quindi os~eTvaLa con la massima attenzione. ~ utile la somministrazione profilattica e curativa di strofantina. Subito dopo l'uf,cit.a del bambino 1

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!ANNO

XL' 'Il,

NUl\I.

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SEZIONE PRATICA

si fasciano alla madre le estren1ità e l 'ad.do.m e c on fasce elastiche. !Fino al mon1ento del parto sono molto rari i processi infettivi che partono dall ' utero e dalla sua cavità: la integrità del sacco amniotico e il tappo mucoso cervicale proteggono contro infezioni ascendenti. Solo se tutti e du-e questi meccani~mi sono aboliti si posson Ò ·avere infezioni ascendenti, se nelle vie basse esistono germi patogeni. Si ha una ascensione di germi quando la bocca uterina è aperta e il sacco amniotico rotto : per lo più però il :parto arriva al suo termine pTima ch e i germi penetrati nella cavità arrmiotica abbiano potuto moltiplicaD5i e pro gredire, si elimina quindi tutto il sacco con i germi che vi sono contenuti. Se il parto ha un a durata anormalmente lunga i genni alterano il liquido amniotico: 1&e non si tratta di germi p atogeni, le conseguenze non sono gravi n è Qer la donna n è per il bambino. Se invece i germi aF-cesi sono patogeni la donna presenta febb·r e e in tal caso si eleva di mollo la mortalità intrauterina del feto. Verso la fine d el p:eriodo dilatante si for1nano lesioni e lacerazioni de Ila mucosa, attra, er so cui possono fa cilmente penetrare i germi; il pericolo è naturalmente magg iore n ei parti prolungati e difficili: indice· di tali infezioni è la febbre. Se poco tempo dopo l'inizio di queste febbri da infezione il bambino e la placenta vengono espulsi, tutte le manifestazioni morbose regrediscono; la feb,_ bre scompare n ei primi giorni dopo il parto, il puerperio è normale o ~ caratte rizz.a to ·da u11a lieve endometrite con lochii di cattivo odore. Si ha un d ecorso meno favorevole di queste infezioni f-Olo se la febbire coincide con un arresto completo del parto·, che si prolunghi non per qualch e ora ma per giorni; in tal caso i batteri oltrepasf'ano _l'amnion, penetrano nella parete dell 'utero e pro.pag·.a ndosi per via ematica e linfatica provocano una . infezione . ' . set-. tica. L ' utero infetto non rea-g1sce p1u a1 m ezzi (;he n e stin1olano le contrazioni : si ha una in-e rzia settica dell'utero, il feto muore e si sviluppa una infezione puerperale settica, qualunque &ia il mezzo con c ui il parto vien.e cond.o tto a termine. L'asce11sione di germi patogeni può dunque determinare la febbre solo se, a tap:Qo cervicale scomparso e sacco amniotic o rotto, 'il parto si prolunga molto oltre il tempo normale. Questo si osserva so pratLutto nei casi di sproporzione tra il bacino materno e la testa fetale e nelle primipare anziane. La feb.b re da sproporzione tra testa fetale ·e bacino m ·a terno è 0 1ggi più rara perc:h è si cerca di ricono15cer e a tempo le stenosi pelviche onde ricorrere nei casi necessari al taglio cesareo. l\1a n elle stenof;i più legge.r e in cui è lecito sperare in un parto spontaneo, possono sempre sorgere difficoltà impr~vedibili a causa di contrazioni poco valide, di resistenza delle parti irtolli , di ecces&iva grandezza d·e lla testa fetale. Anche in ba1

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cini no.r n1ali poswno inso rge1~e difficoltà a causa di d efìessione della testa o di macroison1ia del feto : se questo pesa più di 5 kg., oltre alle difficoltà m eocanicl1e si ha a11che una scarsa e~ficienza delle contrazioni dell'utero troppo dt&teso. In questi parti difficili le codizioni sono aggravate se il sacco amniotico ~i ron1J)e tr.01prpo presto. Nella p1rimipara anziana jl parto si prolunga a causa della ri.g idità della bocca uterina della solidità della muscolatura pelvica e ·dell~ comparsa di spasmi anorn1ali, in quest'ultima e n el territorio cervicale : la progressione- della testa fetale ne vie11e o~tacolata, manca così u11 im })Ortante fattore ·d ella dilatazione della b·o cca lit-B•r ina. Inoltre. la primipara anzia na comincia a premere prematuran1ente, prima ch e la b occa dell'utero sia aperta: questo ne può of.taco Jare l'apertura e p1uò, pro·vo·c are t1n ed ema delle labbra uterine. La febbre ch e compare durante il parto costituisce induhb iamente un pericolo sia per la madre' che per il feto; sarebb e q·u indJ opportuno portare a t ermine il parto al più fresto. D 'altra parte le stesse condizioni che hanno facilitato la infezione rendono poco probabile un parto spontaneo sufficienten1ente1 rapido : se il collo uterino è ancora poco dilatato e la testa del feto è a lta sarebbe possibile espletar e il parto solo co n il taglio ce~areo, oltremodo pericolo1w p er chè si tratta di r aggiungere una cavità infetta. I>erciò in linea gen erale è meglio rinunciare al taglio oesareo ed attendere il decorso spontaneo·: tanto p1iù ch ,e r5olo· dopo circa 24 ore ]a infezione della cavità uterina passa alla sepsi generale1. Durante queste 21 ore si oercherà di vincere la inerzia secondaria procurando ·dapp-rin1a u11 riposo muscolare per 111ezzo di narcotici e cer8ando poi di ottenere· una apertura della bocca uterina rigida co1n il c}1i11ino e con .1:>reparati ipofisari. Ai narcotici (derivati di morfina) è utile associare sup·p oste di e&tratto di b ella donna p er rimuovere gli spa~mi del collo uterino. Nella primipara anziana i11 cui l ~utero si contrae spasticamente mentre il collo è ancora chiuso può essere utile· sostituire .ai narcotici• anzidetti uria vera narcosi con evipan o cloretile fino a deten sione muscolare completa. Se con questi m ezzi abb ia1r10 otte.1\uto la diìaLazione d·ella bocca dell 'u tero ei la progressione della te~ta fetale, o se la febbre compare solo nel periodo eiSpu lsivo di"enta possibile l'applicazione del foroipe. Il parto strumentale evita una ulteriore fatica a lla clonna stremata di forze e1diininuisce i pericoli µer il feto. Se n·ecessario non si esiti a praticare l!Da episioton1ia, le ferite ben ~uturate guariscono in casi di infezione febbrile come n ei casi co1nuni. Dopo applicazioni di forcipe per febb1re ·d urante il parto: il puerperio è di 60lito 11onnale. Si eviterà sempre di applicare il forcipe prima che la dilatazione sia completa per1.J1è la ne-cessiir ia i11cisione cervicale aprirebbe vie di penetrazione ai ·g ern1i infettivi. P. 1

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<< IL POLICLINICO

STORIA DELLA MEDICINA Gentile da Foligno ''splendida vittima,, del morbo da lui studiato ( 134:8). DoLt. GIUSEPPE ALBERTJ

e•).

La ·s toria delJa m edicina n el secolo XIV, dur~tnte

l ' ultirr1a fase del tormentoso e non infecondo tu1nulto ideale d el Medio-Evo, è pur d eg·na ·di .attenzione da parte dei cui tori Iion dico ·ai storia d ella filosofia, n1 a di storia. gen erale del pe11siero scie1ltifico . Il ~Je dio-Evo. ch e COil\'·er1zionalmente ~ ancor chian1a to teri.ebros0, stava allora 121er sgombrare le. sue calj·g·ini 1e per da r l uogo alla luc.:e del Ri11a scirr1er1to; in queslo rifiorire dei peP.siero i n1 edici, .anche come filosofi, non occupano .g·li u]ti1r1i poFtti e la loro opera dev 'essere riesarr1in ata oggi ·&otto un b en di Yerso an golo vi511ale . 1J 110 di questi , Gentile d a F olig no, uscito da lla fan1iglia cl1e poi dove va e pri1nere il so1nmo· Alberi·c·o, ·è a paTer nostro col11i ch e, JJrima indul1g0ndo vi , ci poi, forse in consap evolmente, p er logica interiore e pr-er>otente, opponendovisi, s u p era il dor11n1a in n1e<licina e dà (M p1e r.a, al m odo ·d'i Taddeo Alderotti , suo n1.a estro, ascoltato e an1n1irato dal lJadre Dant e, alt'avv·ento di quelle vere (( osseirvaz•i oni cli11ich e » raccolte sotto il titolo di Consil.ia•, i Il cui l ' O, sen razione diretta. a Lfine prende il 5opravvento sulle controversie scolastich e . Un Consilium cl10 tra111.ar1da il non1e di Gentile da !E'olig·no alla storia non solo d ella inedicina ma anche alla stori a delle vittin1e d el dovere, è quello intitolato « Con silium d e p.este. » . Es o fu scritto n el 134-8 durante la epiden1ia di J)est e, rosid1detta d el Boccaccio , cl1c t.anto desolò l 'Italia . E ra entrata - ci dic1e lo slesfço Ge.n tile - . da Ge11ova, con le galee g enovesi ch e ·veni vano dall 'Oriente: cc Ad pe ·tilentiain quae accidit Ja nua è - scri,·e Gentile n el suo latino 1se111plice ed effi cace - qruae ven it de partibus orientalib,u s e t 111eridionalibus, et occupa\1 lt loca ma 1iun1, et p ervenit ad civit atem Perusiao, .anno 1348 tempore magna. pestilerilicn ». Soggiunge n1aestro Ger1tile : (< A doctisi..~imis nostTis d e J;anua ubi maniflesta fuit haeo pestilentia es t scriptum. Ifaec q11idem inaudita . est, ne·c visa in libri s ». Gentile si trovava fin dall'april e del 13±8 a fJerugia , 1dopo essere stato professore a Bolog na. (A Padova fu chia1nato nel 1340 con1e 0

(~)

Comunicazione letta n ella seduta del 7 1naggio . 1940 .ali ' Accademia Medica-Chirurgica di Perug1a.

»

consulente da ùberlino da Carrara per la propri.a mala ttia e quindi fu sentito p er un riordinan1en to degli studi). (1) Gentile non ,è atterrito da l morbo cl1e , « u ccide in due giorni » , ar1zi si dà a studiarlo e a combatterlo co111e .può. (Ci ri:;;ul1a che furono praticate autopsie in morti ·di p esLe). Chi poteva fuggiY:a n llo:i~a da Perugia; non ·e sclusi i professori della U11iversità. Guidone Vannucci da Isola l\1ag·giore n el Trasin1eno, scriYe, - in una episto1la latina diretta a Silvestro Cortonese, come per la pestilenza c}1,e reg na va in Perugia languissero le lettere e i professori p1·e. i dal terrore se ne f uggisF-ero ... La p este infieriva ànche nell 'l Tmbria settentrionale e n elle Marche; dice Guidone: « Lu es habct mag na ex parte Picenense .. . » e i 1norti furono in quattro rr1e1si più di ll0 0.000. GerJ.tile è il pri1110 c.h e cc affrortta » scientificamente e con l 'animo intrepido del ricercatore 8 ·del ;i:11edico cosciente della sua n1iss ione , il p erico,l o. Ci dice il Girola1ni suo parco biog rafo (2) : cc Il GentiJi assi. Lè premuroso alla terribile catastrofe ; l'anin10 · ac.ceso di an1orre e di vera carità ' rerso un popolo che l 'avea b en efi cato, e tutto accli11e e intento a prestar sussidi, .alle,·iare gl ' infeTmi e nel proI)Orre cons1gli ,(}'igiene ». Il (:omune di Pe- . rt1g ia a veva già onorato Ge11tile (erano quelli tempi n ei quali la liberalità illuminata verso gli studi si .d ispos.ava alla magnificenza) c.:ol dono di una casa i)res..c;;o la chie~a di Sant 'Agostino. Maestro 'Gentile adunque affronta la peste; pensate che cosa dov·eva essere per i m e dici d'allora una 1)es tilenza « cl1e u ccidevia in due g iorni » di cui era ignoto il n1odo di proJJag azione , in cui p er la raffica di religiosità "' ucceduta all'apocalit tico mille, si propendeva a riconoscere un.ican1ente il cc Castigo di Dio ». Gentile atten.de,ra a scrivere il suo « Con~ilitim de :Peste » e dava opera per quel che poteva , e per quel che poLevano i tempi, a combattere I ' epiden1ia, sì che ne morì. Fu precisan1en te il dodici g iugno 13'4:8: ce lo dice Fran cesco· d a Folig no suo allievo (da non confondere- · a quanto sen1bra -- con Francesco figlio di Gentile , anch'esso 111edico come era stato m ed i.ro il p::idre , n ato il 123'0 e morto nel 1310· 1

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(1) Così anche opi11a il 1)rof. TANFANI cui sj deveil pregevole studio sul Consilium di Gentile chetratta di un caso di neurassite vaiolosa. (2) Sopra Gentile da Foligno medico illustre· d el secolo XIV. Napoli 1844. Delle 58 pagine onde· è composto I 'opuscolo ben poche sono dedicate a· Gentile; il resto sono considerazioni storiche gen erati . Il Girolami (Giuseppe), folignate, fu non oscuro medico a Civitavecchia ed era d'iscendente, 1>er parte di madre, da1la famiglia di Gentile_ ··


IANNo XLVII, Nul\ir. 34]

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SEZIONE PRATICA

profe·&sore a Bologna, dove fu sepolto i11 San Dor11e11ico). Scrive dunque l'allievo ·F ranc.ffico, come si i1uò leggere in un i11anoscritto che trovasi nella Biblioteca di Cesena: e< J~t postea Gentilis infir1natus est ex nin1ia 1~equisitione infirmorun1 et hoc fuit _12 juni el vixit diebus et mortuus est. Hoc fuit a. 1348. J~t ego Franciscus de Fulgineo ir1terfui aegritudini ·e ius et nunquam diu1i1&i eun1 usque a d finem et sepultuN fuit F oligi11ii in loco Ererr1itani ». Cio1è nella Chiesa di Sant.' Agosti110 ·v icino all 'altar n1ag·giore. Sul sepolcro fu scritto: « Sepulcrum egregii ine<licinae doctori~ 1\1;,gistii Gentilis d e f'ulgineo Ci vis Perusini l'. Un po' poco per un ~~aestro come lui, di cui Miche1e. Savonarola, ostetrico, avo di Girola1110, dirà « Divinus ille Gentilis a ~-ulgineo nos lrae et suae aetatis medicorum princeps ». i\1a anche IFederiro 'F rezzi, vescovo di !Foligno (morto al Concilio ,d i Costanza nel 141·6) lo celehrera nel suo « Quadriregio » (J2 0ema ch e e è .alqua11to di.s tante1 dalla Commedia, pure 11on dev'es ere g·iudica to per l a cc costruzione 1> simile, Lroppo ·diserto di poesia) quando proro111pe, fing·endo che la Prudenza, una delle virtù ca rdinali de1l n1edico in pecie, glie lo additi: ... o patriota mio, sple11dor per cui e gloria e fama acquis.t_a il mio Foligno 1

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dove I>atriota (come ne certifica Carlo Curcio, rrofes:::;ore illustre di scienze politiche· in queto illustre J\teneo) ba il valo re affettuoso di più che con c ittadino. Così dunqu.e, cc splendida vittima del n1orbo n finiva ~laestro Gentile, non p rimo e non ultirno dei suoi colleghi siano essi i·gnoti e rninimi o celebri e fir1an co trcppo :r1oiti morti rtelle e1>idemie. No·n si comportò il Gentile, c-h e doveva quale professo·r e d:ar l'esempio, come il pur ragguardevole Maurizio Bufalini che n-el colera del 1855 fu~gì da ~,irenze e si rifugiò a Cesena, ie fu censurato dal corag·gioso, dotto ed acuto, prof. Betti, sopraint enclente all 'lgiene pubblica nel Granducato di Toscana. A questo punto, mandando a Gentile la nostra eis pressione di a1nn1irato omaggil.p non posso a meno di rivendicarlo all'attenzione di col·o ro cll<e non lo h,a nno incluso ancoira (in sede definitiva) tra i nomi ,d a ricordare nelle prossime celebrazioni un1bre n1ino·r i (1). . (1) Mentre correggo le bozze leggo sui giornali quotidiani che il chiarissimo prof. Tarulli Brunamonti, torico degno, e da epoca insospettabile, di Gentile,. ha celebrato il Fulginate il 9 giu gno corr. a Foligno, dove è stata apposta una lapide nella sua casa. 1

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Gentile ·d'a Fo11gno - poicl1è è la Confede~ razione Professionisti e Artisti che promu-0ve le Celebraziorii e <là il suo i1atrocinio - merita di essere rammemorato e cele·b rato come uomo <li scien.za e come p·r ofessionista: vittima del dover.e professionale ( eix nin1ia requisitio11e infirmoru1n) nel tempo in cui andava, di certo, rioRservando e controllando quanto ave,ra fl\'Uto nlodo di scrive,re, nel suo, a buon diritto fan1oso, cc Consilium de peste >>.

CENNI ì\.

BIB LIOG 'R A FICI< 1l

Elementi di tecnioa mio.roscopica. III edizione. Un vol . in-16° di 322 pagg. BEcCARI.

Sic. ed. libraria, Plon1a, Milano , Napoli, 1940. Prezzo L . 30. Per b ene addestrar;o;i n ella tecnica n1icro·~co ­ µica, &e è nec·e . . saria la guida di b uoni maestri di laboratorio, è p·u re di somma utilità avere a portata di n1ano un libro che di tale materia ~i occup·i sisten1aticam·ente e con intenti pra1ici, in modo da avere le co·g nizioni generali c.l1e l ' insegnarnento, necessariamente fran11nentario· del laboratorio non può fornire e di potervi ricorrere quando lo stt1dioso·, senza più essere &orretto da altri, ~ntende lavorare cla sè. A questi scopi bene rispondè il libro del plof. Beocari ch e, in questa terza edizion·e, ci si presenta an1pliato e bene ~ggiorn~to. In esso si considerano dapprirr1a il n1icroscopio e l 'esa111e a fresco dei tessuti; :5egue poi il \rasto capitolo sulla tecnica d elle f;ezioni e delle colorazioni e, da ultimo, lo s tudio dei singoli tessuti ed or.gani. Consigli realn1ente p'I'atici ed es,p osizione chiara , tali da J)ermettere il lavoro anche all 'autodidatta. Un rili~yo di indole linguistica. L ' A., invece dei tel'1ni11i correnti in is tologia di <' sezioni >> e di « sezionare » usa quelli di « fette n ei di e< affettare n . Può da1,$i cl1,e dallo: stretto punto di \rista di un purista della parola l ' A. sia nel g.irusto. Ma non bisogna din1enticare cl1e il linguag·gio scientifico italiano ha le caratteri Licl1e dì essere accade111ico e :1on popolaresco; pertanto, il ' roler sostituire l e voci orn1ai consacrate da ll'uso con queste che ricl1iamanu alla mente il pane ed il salame non mi ~en1bra conveniente. fil. 1

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P. M1cno~ . Le temps de réaction. Applica1tio11,s cliniques. Editore Masson, Parigi. Prezzo

·F r. 22 .

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La cleterminazione dei ten1pi di reazione a stimoli sensoriali ha costituito finora un metodo di ricer che psico1ogicl1e ed è stato tradotto in pratica per l 'accerlamento delle attitudini psicofi•s iolog iche occorTenti per l a selezione e l'orientamento professionale. (1) Si prega d 'in,iare due copie dci libri di cui si desidera la recensione.


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IL POLICLINICO ))

L'A. ha applicato ìl met.0 do alla clinica adoperando stimoli visivi, uditivi e sopra tutto tatti li e vibratori o pallestesici. I risultati ottenuti non sembrano più chiarificatori di quelli che si :Qossono ottenere con i comu11i esami clinici. D 'altra parte, malgrado le sem.p lificazioni ap·p ortate nell 'apparecchio per il rilievo d ei ten1pi ·d i r e:azione, la strumentazione necessaria non fa prevedere che il m etodo diag nostico proposto possa aver e larga applicazion·e n·ella DR. oPdinaria pratica n1 edica. 1

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N.

F1Ess1NGER.

Les prcmiers pas en, médecine.

Editore, Masson, Parigi. P,r ezzo dollari O, 70. L'iniziazione alla m edicina è certamente difficile. È un proGesso che si svolge lentamente con lo studio e con l 'esperienza , con l'abile guida dei nlaestri e sopra tutto con la passione dello sludente. Conden sare in u11 picoolo volume le nor1ne occorrenti per iniziar e lo studio d ella m edicina 11on è possibiJe. ~Ia Noel FY·es·&inger non ha avuta questa pre.tesa . Egli si -è proposto di prospettare quan to di b ello e di buono h a la n1,e1dicina , di far e am.a r e la n1edicina, e di inYogliare perciò a studiar e. Qu·esto scopo è rag·giunlo effìcaoem ente. DR. 1

Lezio:n i di m edicin.a rurale. U11 vol. in-8° di 3·66 pagg. tBoll . dell'Ace . med. pistoiese cc !Filippo P acini », anno· XII. Nel 1 ~ 3 tl, per iniziativa del prof. C. Cantieri

venne te rtuto in Pist oia un corso di cc Medicina rura lo » aPg o·m e·n to ·d ella più palpitante attualità a cui fu pure d edicato uri Conve gno t en utosi irt Pistoia n el giorno dello scorso anno. Le Lezioni e gli Atti del Cong re5so sono qui riuniti in un bel volume ·d el Bollettino d ell 'Accaden1ia m edica « 1Filip po P acini » di cui lo st esso prof. Canti.eri è direttor e. Le lezioni sono 112 e rigua rdano varie questio·n i di patologia, igiene e 1nedicina sociale n ell 'aniliiente rurale. Molto inter essanti anch e le numerose co1nu11ic.azioni tenute al .« Convegno » , sicchè il v·o lume ,costituisce un.a buo11a bia se pe r una coltura specifica sull 'argomento . fil .

I...

DELORE .

Hygiène et. cancer. Lin ' 'ol. in-16°

di 62 pagg. Pr·es&es univer sitaires d e France~ Pa rigi , 193'9. Prezzo fr. 6. Piccolo libro ·di efficace propaganda antir.ancero1sa , 1dettato 1con gr.ande buon s enso. I~ ' A. sostien e ch e il can cro dell ' uomo si svilup·p a &pesso su terreni predisposti, prepa rati d a errori 1ii igiene ripetuti g iornalmente per pa r ecchi anni. Vi è dunque un 'igiene precan cerosa ch e rigua rda tutlo il t enore di vita, non esclusa l·a ttività psichica. Quei&to non toglie ch e si d ebba, specialmente nella seconda m età d ella vita, stare all'erta

]Jer le possibili prim e avvisaglie del male, in 1l1odo da provve·der e in tempo utile. Il lib·r o· è scritto con li11guaggio e stile bene accessibili al profano, ma sarà utilme11le letto anoh e dai miedici . fil . 1

I\.. WALCHER. Gerichtlicli-med'izinische und kriminalistiche Blu.t untersuchung·en. Un voi. i11-8° di 175 pagg. con ±9 figg. in parte a .colo ri . J. Spri1iger, Berlin, 193'9. Prezzo RM. 12.60. . J11 rr1 ~di·cina legale, le ric erc.he ~ul san,gue han 110 vari scopi ed indirizzi : ricer ca d elle tracce e della loro configurazione, identificazione che si tratta di sar1gue, eve ntualmente determina zione della ·~»µecie da cui il sangue provie11e e ·dell 'età della macchia, contenuto in 0ssido ·di carbonio del sangue. di cadavere. 01tre a questi COI!lpiti della rnedicina legale classica, altri se ne so·n o venuti aggiungendo 11egli ulti111i. te1npi, con la 1delerminazione dei g1uppi sanguigni e quella d el contenuto in al.cool, entrambe largamente utilizzate in Germa nia , la prima per le questioni sulla paterI:ità, la seconda specialmente nell 'accertamento d ella r esponsabilità in infortu11i stradali . L 'A. , .c.I1e è Direttore dell'Istituto di Medicina legale e socia le di V\t'-lirzbur·g, dopo una accurata &celta dei 111etodi di e.s ame di cui adotta solta11to quelli oh e servono ben e per i fini pratici , li d escrive con grande chiarezza , i1on soltanto per quanto riguarda la t ecnica di labora torio , rr1a a nche per il sopraluogo, sicch è ·dall 'esarr1'e del mo1do con cui sono distribuite le tracce di sangue si possa ris·a lire a lla ricostruzione del fatto . Sch·en1i ~ moduli aiutano la com1)ressione d el testo e facilitano il C0ffiJ;>ito. fil. 1

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F.

H epaloliert ogra·phie mil I o·dosol. Thiem e, 1940, pag. 8'8. ~1arcl1j 8. B ECKE RMANN .

BeckernJar1n ha raccolto in questo piccolo libro, le ricer che, la storia e i pri1ni risultati del m etodo che va w ppiantando ormai il metodo della epatolienografia col thorotrast. · È m erito di Degkwitz di avere trovato un preparato ·di i o·dio solubile in acqua (sol di .iodio· allam ente ·disperso, isodisper so e stabile) cJ1e. già dopo u11 'ora dalla iniezione· I~em1ette una buo,n a ' ri1sibilità del fegato e della milza . L'iniezione1 deve durare tre qua rti d'ora almeno (91 ~e . di iodosol al 20 % per un t1on10 di 1

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65 kQ'.).

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Il prepara to è innocuo: la massima opac1ta degli organi si ha al 60°-1120,, minuto,: dopo 24 ore il preparato è eliminato. È questo un gran(le vantaggio risp·etto al torio colloidale della e ui irLnocuità molto v"è da dubitare. Il preparato non è anco-ra in commercio ma in Italia ·è stato già speTim1entato1çon buon succe~so (nell'Istit uto d el Pende). E. MILANI.


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APPUNTI

SEZIONE PRATICA

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PER IL MEDICO PRATICO.

CASIS'fICA E TERAPIA.

sti calcoli : si tratta per lo più dello stafilococco, del b . proteus e dello streptococco. La Anemie nella nefrite. stasi! nelle vie urinarie deve esser e considerat.a \ ' . Lacnit (vv·ien. KliTlr. vv·oclie11schr._, 31 come un fpttore importante n e] ripro,d ursi di n1~~ggio, 1940) rileva che i nefr~t~ci son~ se1n: calcoli. An·che il trau matismo chirurgico faJ..>re pallidi e spesso sono an?n11c1. Negli. stadi vorisce la r ecidiva dei calcoli: questa è più . i11iziali della glome1ulonefr1te acuta diffusa . frequente ·d o1p o nefrolitoto mia e nefro-p1ielo11on esiste per lo più ancora una anemia: il tomia cl1e dopo un intervento limitato al bapallore è allora dovuto ad uno fYpasmo ge.ne- cinetto. Talora il nucleo ·d el calcolo r ecidivante raJizzato ·dei capillari, più raramente alla im- è costituito ·d.a un coo.g ulo sa11guigno: è opbibizione edematosa sottocutanea che ricopre portuno perciò fare una accurata pulizia d-ei il plesso venoso. Nella glornerulonefrite dif- calici e dc31 bacinotto durante l'intervento chifusa acuta si può avere anche una vera ane- rurgico . Riguardo alla co•ncentrazione del fon1ia, ma questa non è una eve-~ie~za frequente. sforo e del ca.lcio nelle urine si è notato che L'anemia è allora dovuta pr111c1paln1ente ad l'eliminazione di ·q uesti sali è in d1pe.n dente urJa idremia. Di 39 casi di nefrite ~g-lom1 eTulare dalla qu.a ntità ing·erit.a: vi r-0no individui ad ~ c uta ·diffusa studiali dall'A. , solo 6 1p!I'esentaescrezione calcica au.m entata, anche se l'inge,·ano meno di 4 milioni di eritrociti: il valore stione di qu<7sto elem·ento è scarsa, e:d in essi o-lobulare si aggirava sull'll. In ~essun caso ~ più facile la recidiva d ei calçoli. L'iperpara~i poteva mettere l' anem.ia in rapporto alla · e- t;l'oidismo e l'assorbimento di graride quann1a turia, nè vi era rapporto tra l'anemia e la tità di sostanze acide o aldalìne non ~mbra i-itenzione idi sostanze urina;rie '.nel sangue. abbiano alcuna importanza e cosi pure l'aviNelle n efriti a focolaio l,anen1ia è assai più taminosi A. F. Tosn. freqt1ente : 6 casi 5 U 10 avevano men? di 4 ~i­ li oni di eritrociti. Cause della anemia sono 1n ·contributo allo studio del sar coma renale vero. que~ti casi le copiose em aturie el le sostanze V. Belgrano (Pathologica. 15 agosto 1939). tossich e prodotte n el fo cola io infettiYo. PuntuI.' A. riferisce un caf\o raro di tumore rienale, re del midollo osseo dimostrarono una eritroiJ ·cui repeTto anatomo-patologico, sia macropoi·esi piuttosto aumentata se11z.a :i bbo ndan~~ scoprico che istologico, 101 fa classificare co me p E-rò ,d i forme imn1a ture ro·RSe . Nelle nefr1tt sarcoma renale vero a tipo ~uso-cellulare. croniche l'anemia è quasi cors tante, spesso è L'A. ricorda la rarità di ques.ta aff.ezione e molto· acoentuata. Esisteva una anemia in 35 n e discute le caratteristiche cliniche, tra cui le ~u 38 casi esaminati dall' A. : in 5 di essi gli princi pali sono r apr1rese ntate ·d all'ematuria ,· eritrociti ·erano m eno di 2 milioni . Punture del dalla tumefazione palpabile in sede renale, dal rr1idollo osseo mostrano una scarsa rigenera- dolore e da una varia fenomenologia intestinazion.ei sia della serie rossa ch e di quella bianle. Il deconso ·è per lo più l·ento, ma qualch.e ca. L'anemia n elle n efriti croniche si deve volta può esserei discretame11te rapido, come è quindi considerare di natura tossica: l'azione avve.n uto nel caso in questione. tossica viene esplicata dalle sostanze c he nel IF. TOSTI . n.e fritico vengono ritenute n el sangue. È la totalità di queste sostanze che ag isoe· in senso Risultati lontani delle operazioni conserYatrici tossico sul midollo osseo: infatti le singole per idronefrosi. 5osta.nze isolate iniettate alle cavie non ·d eterE. Wildbo]z (Zeit. Urol. Chir. G.yrt., fasciminarono mai una an·emia. P. colo I , 193~) ri-porta 10 ·e.asi ·d i idr?n efrosi ?pe: rate secondo metodi conserviaton : 5 sez1on1 Le cause della recidiva dei calcoli renali. trasversali d-e ll 'uretere e reimpianto (in un Alcuni autori ainericani dice R . Clément (Presse "A1 édicale, 28 feb·b raio 1940) hanno re- caso associata a n efropessia e sezione di un centem e.nte f.tudiato que·&to argomento cercan- vaso anomalo), 1 r esezione cl'el b acinetto e reimdo di precisare l'importanza, nella r ecidiva d ei pianto1 al suo polo inferiore, 1 n efroureterolisi . calcoli renali d opo intervento chi.ruflgico, del- ed infine una sezione di un vaso anomalo . In otto casi l'idron efrosi era causata da un ! 'avitaminosi A., ·d·ella concentraz1o:ne del calcio nelle urine, del] 'iperparatiroidismo , del- vnso anomalo. In sei dei sette1 casi cl1e so·n o stati co11troll'assorbimento di alcalini o acidi. del traumala ti a notevole distanza di tempo (da cinque a li$mo o·p eratorio e dell'infezione. La frequenza della recidiva dei calcoli re- venti anni), vi era una netta regressione della tasca idronefrotica ed un ritorno ad una buonali varia se.condo le statistich e, dal 15 % al 50 %. Un ' gran nun1ero di calcoli seconda~ è na funzionalità 1del r ene operato. Non ci si deve costituito da calcoli fosfatici ed è nota l'un- tuttavia attend·ere il ripristino di uno stato de] tutto normale. J.lOrtanza dell ' infe~ione delle yie urinarie. nella MONTANARI . formazio1)e e nell au1nento di volun1e d1 que1

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(( IL POLICLINICO

LABORATORIO Diagnosi del coli nella batteriologia clinica. 11 b·a cterium coli, dice T. lBaun1gartel (K lin. li/ochensc.hr., 20 giugno 1940) mostra una spiccata ten·d enza alla variabilità: essa dipende da una .g rande capacità di a.dattamento alle più diverse condizioni di an1biente da parte di questo abitatore, ubiquitario dell'intestino. Nella diagnosi batteriologica del coli dob·b iamo distinguere tra modificazioni transito·r ie e v.oriazio•n i d efinitive. Le pri1ne sono soprattutto n1odificazioni <' nutritive » e dip·endono· dalle ·differentiso~tan ze. nutritive che il coli trova a sua disposizione; se si coltiva110 questi coli modificati, su · terreni adatti, essi riacquistano dopo poche gen erazioni le caratte·r istiche del ceppo originale. Le ,,ariazioni d efinitive sono invece fi sse, esse. non regrediscono in seguito a ripetute culture ~u terreni adatti, i11a si m1antengono inalterate . Queste varietà di coli non si devo·n o però ·definire. sie'lllz'altro com.e cc paracoli » : il paracoli è un batterio a sè, patogeno per l'uomo. I metodi culturali diag11ostico-differenziali in u so per il coli si basano sulla capacità del batterio di fermentare il lattois io formando acido : si formano quindi su terreni di endoagar, delle co]onie incolori, o rossiccie, opp,u re rosso -scure·, a seconda del]a inte.n~ità con cui viene scisso il lattosio. La capacità di scomporre il lattosio ·y aria per il coli in seguito a condizio·n i unila1erali ·di cultura. Così si pos ono rendere i coli di una stessa cultura poco .1tti a scindere il latto~io, coltivandoli co•n tinuamente in acqua peptc>naw , mentre si p.0&&0110 an ch e a ttivare al massirr10 n ella ]oro capacità fermentativa coltivandoli continuamente in soluzione di lattosio pove-ra di peptoni. Su eindoaig ar si avranno nel i1rimo caso colonie incolori, nel secondo caso colonie. di colore rosso -scuro1. Coltivando quest e varietà cc nutritive » su terreni 0 pposti a quelli cl1e Je hanno d eterminate esse. riacqui stano le proprietà del ce1?PO ori.ginale1. Simili variazioni subisce il coli anche nell'intestino uma no. Nei diFlturbi a.ella digestione idrocarbonata da malattie del p·a ncreas il coli, d·e componendo aboondanti idratj. di carbonio non digeriti, acquista una forte capacità di scin•d1er e il lattosio ; al contrario esso non scinde quasi affatto il lattosio se proviene dall'intestino ·d i un malato ·di ipotcloridria, in cui passano abhondanti proteidi non digeriti. La prima varietà di coli si isola costantemente dall'intsetiIl<l dei diabetici, la seconda da quello dei gastritici. Nel] 'intestino d ell'uomo il coli può ap·parire ' rolta a volta o come un agente dii fermentazion·e che forma degli acidi, oppure coJne. 'll'n agente ·dli putrefazione che forma sostanze alcaline. I coli che fern1entano il lattosio in mo.do 1r1olto inte11so formano su endoagar colonie ros•&o·-scure . in seguito queste si possono però decolorare tanto· da ve11ir difficilmente1 più riconosciute co1I1e colonie di coli. Quando·, per 1

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l 'accrescimento r.a pido della colonia, il lattosio ·della regione ·è stato consumato1, i coli utiJjzz.ano conLe fonte di ell!engia il coloir ante fucf.inico rosso : essi lo riducono, decolorandolo. P.

TECNICA

MEDICA.

L'inefficacia dell'alcool nella d!sinfezione delle siringhe.

L 'alcool god e una grande quanto immeritata fama come disinfettante e·d è largamente usato da profani e da medici per la disinfezione ·d elle siringhe. Ora, è notorio che esso rton è affatto uno sporicida ed è quindi del tutto in·effica ce quan·do si possano temere infezioni da sp·o rigeni, come il tetano, il carbo·n cl1io o la gangrena gassosa. Ma an1c.he pe·r altri germi assai meno· 1~esi­ f. I enti, esso appar·e i11effi cace. R . Regarr1ey (Schiveiz. med. Wochens., 1939, n. 40) ha ratto delle colture co n 13 cam·pioni di alcool irl cu,i venivano tenute le siringhe in diverse cli11iche univ·e rsitarie di Berna ed ha ottenuto ir1 11 risultati positivi. Ulteriori ricerche dello stesso autore hanno dimostrato che· dei germi aerobi ed anaerobi anche patogeni possono vivere a lungo in alcool. p,e rfino lo stesso B. coli :p11ò resistere all'azione dell'alcool. Mescolandone una hrodo-c.u ltura all'alcool in varie c'o ncentra zio·n i fr.a 50 e 99 °/o, se ne ha la n1orte in. 50-60 n1i11uti; in.a quando tale gern1.e viene deposto su fili di seta che· ,,engono ,p oi disseccati, la resistenza è b e·n maggiore: rimane di un n1inuto circa quando l 'alcool è al 5060 ·%, ma sale a 3 con l 'alcool a 70 %, a 15 con 1'80 % e d a 24 ore in quello a 90-99 %· \ ' i è qt1i11di bisogno d ell'acqua perchè l 'alcool 1)ossa lJ'enetrare della cell11la vivente· del ge,r me ed u cciderla; è qùindi fallace la ~peranza di s terilizzare gli strum.e11ti, 1nanten end0Ji in alcool con centrato mentre, d'altra parte, non si può tenerli in alcool diluito perchè l'acqua p·r esent.e n e provocl1erebbe l 'arrugginim·e nto·. Certa1nenie ,è da domandarsi la ragione . per cui·, no11 ostante la ·d imo5trata ineifficacia del1'alcool com.e germicida, le infezioni consecutive ad iniezioni non siano più frequ.e nti, il cl1e può attribuirsi al fatto che nell ' uso• nor1nale raramente le sirin·g h e vengono ad infettarsi in mo do pericolo.s o·. In qualche caso, in,1ece, questo può accadere, come si ~ verificato a Dublino dove in occa•&ione di ' 1accinazioni antidifterich e. si è avuta un'-e.n demia di tub·eircolosi (cfr. British m ed. J. , 20 gennaio 1940) Esclusa la possibilità di uno scambio di culture o, comunque, un 'infezione ·delle fiale nella stessa fabbrica, poir l1è il fenolo p•r esente (0,5 %) avrebb·ei u cciso il germ·e. in una settimana, si deve pen·s are ad infezion e dell'ag·o ·della siringa. Sono state· fatte delle prove , infettando .con una gocciolina quas1 invisibile di 1sp.u to tubercolare l'ago d ella siringa a 3 mm. ·dalla punta e poi aspiran1

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SEZIONE PRATICA

do la 111iscela p er la vaccin.azio11e a11tidifte rica ecl inoculandola in 20 cavie successivame11te; i11 tutte, si ebbe svill1ppo d i tub1e•r col osi diffusa e11tro 6 settima ne. E ne1nmeno gli streptococchi ,·engono ucci i dall alcool. In u11 'altra serie di esperienze, si infettò con uno s 1)uto conten ente istreptococchi l 'interno dell'ago di una sil'inga , che si teneva poi in a lcool e veniv:i risciacquato co•n u11a n1iscela di .ak-001-etere; in tutte l e 30 colture fatte, si o ttennero de~-li . treptococchi vivf.n ti. È 1qiuesta u11a coJnprova dell'in·efficacia dell'alcool· un eVelJltuale ins·u dicia111ento dà la f (>rn1azione di una lieve pellicola di n iuco, pus o sangue infetto, su c ui n è l "alcoo], 11è l 'etere e::;ercitano alcuna azione germicida. Come osserv.a 1\.. Brandenburg (Mediz. Klin. , 7 g iu.gno 1940) esperienze di ta l fatta non poTta110 r1ulla di nuovo alle cono ce11ze già da te111po acquisite. ~fa ]e abitudini in,reterate difficiln1enle si abbandonano e rimane la cieca fiducia nell 'azio11e gern1.i cida dell'alcool , fid'ucia di cui anche l e nuove ricerche di1nostrano la falla cia. fil. 1

VARIA

in cu.i si incorre quando ci si basi sul solo criter~o. 1~ctoscopico 1della longiti1)ia e della brach1t1p1a. La Ve11ere Cnidia, di fatto, era staia ritenuta da critici d'arte (Richet) come avente forme slanciate, giud,izio ch e è del tutt~ 0~1pos~o a quel.l o basa~o su n1isurazioni pre cise• e sui rapporti ·cer1tes 1ma li cl1e la d efiniscono , come si è detto· brevilinea. [n l 1er essa11te è a n ch e il noL.are co1ne anche i)et questa Vene re la bellezza non coincide con la n1edianità, il che ci conduce a consi.d.eirare a quali tipi si inspiraro1n o i grandi artisti n el foggiare le loro o pere. Il ci clo di Afrodite, a cui appartien e questo e.. em~J are trovato a Cnido, è quello in culi r1 1n,gg1orm.ente r ifulse la g loria di Prassìtele. Or~ è da ritenersi. eh~ il. grande artista, pure att1nge11do la sua insp1raz1one .alla diretta r ealtà , ab·b ia prescelto fra i vari tipi quello ch e rr.•eglio rispondeva al suo ideale di perfezione della fig ura femminjle. Non inancano, del resto , esen1pi del genere nei gran di artisti di tutti i tempi ; basti p e•n sare a lla diversità dei tipi femminili di Van E~Yrk , di Botticelli , di Rube n s. Basandosi sull ' antrooometria della ' ' enere di Cnido·, si può pertaiito inferire che l 'ideale della b elle1zza rr1.u] ieb·r e seco•n do PTassìtele o secondo i greci nel periodo aureo del] 'arte clas&i ca, fosse il tipo brevilineo a prevalenza addon1inale , il che m i sen1b,r a meglio rispondere agli attrib·u ti ·d ell<t femminilità , che rtell 'addome racc.h iuà e gel osamente l a s·ac.r a fu11 zionc materna. fil .

Le opere d'arte,lal vaglio dell'antropometria. La Venere Cnidia del Museo Vaticano. La Vene r ei di Cnido1, ottin1a replic.a cli una celeberrima opera di Prassìtele (IV secolo a. C. ) fu considerata dai contemporanei come la più llella statua della Grecia, suscilando altis..,i1110 SI è pubblicata la taato sollecitataci 2• edizione e11tusias1no e facendo accorTere da ogni luogo dell'lateressaate opera: numerosi pe11egri11i au a11 i111ira r]a . Prof. CIULIO MOCLIE Intera1nente ignu da, e&sa ~ rappresentata Docente c!i Neuropatologia de1la R. Università di Roma pronta a scendere nel ba·gno , 11ell 'atto di deConsigliere della Sez. della R. Corte d'Appello per i minorenni. porre ,~icin o a sè le proprie ,-esti. La delicata MANUALE DI PSICHIATRIA. os~tura è ricoperta di muscoli bene svilupad uso dei medici pratici a degli studenti pati al torace, a ll'addon1 e, a i tia11chi , ai lo111b1i, Prefazione alla 1 " edizione del prof. SANTE DE SANCTIS (i·) agli arti. Gli accun1uli di grasso caratteri tici Ci s ia consen6to di riportare, su questa nuova edizione, un per il sesso femn11nil e i fo11dono a r1no11icagiudizio espresso da personalità c!i a lta competenza in MATERIA 1r1ertte al Joro limite con il pan11i colo adipo o PSICHIATRICA.: t< Ho scorso attentamente e con vero piacere la nuova edizione delle regioni vicine, di cui il ri\ e ti111ento dà del " lvianual.e di Psichiatria " del Mòglie che, ccn genti.le pen, t111 'i1npressione ·d i 111orb·i dezza del tutto paTti- « siero, mi è stat.-. mandato in visione. « IL libro, che già nella sua prima edizione era stato molto a,p, Go]ar e. « p,-ez_zato dai Psichiatri italian~, raccogli.erà sooipre più, nella sua F. Landogna Castio11e (Rii·. di Antrop101logia , « ampliata e perfezionata nuova edizione i1. plauso di tutti. Esso ci dà infatti, in forma succinta mai chiara ed esauriente, il 01. XXXII) ha studiato dal punto di vista a11- «11 quadYo delle nostre più moderne conoscenze psichiatriche, dando , tropometrico la mirabil e O:Qera d 'arte, confron- « con giusto equilibrio, ospitalità a tutte! le varie e più disparate « v edute c:Wca i problemi più scottanti della patologia, della tar..dola con la ·don11a media (veneta) ed h a , 1 semiologia e della terapia delle malattie mentali . VE dut,) ch e alcune misure corrispondono per- · << Sono certo di non anda,.e eyrato afft;nnando che it manuate " riuscirà prezioso non soltanto ag!i studenti, ma anche ai medici fe ttamente o ·d ifferiscono di poco (diametri ,, pratici i quali, leggendol-0, potìranno conoscere meglio la nostra toracico ed ipocondriaco, d. Lras,rerso del ba- « specia14.tà fino ad oggi, purtroppo, da molti di essi poco com, ci1Jo, lungh·ezza d egli arti superiori al polso~ « pres..._ ed ancor meno ... apprez_z.,ita ». Roma, 8 luglio 1940-XVIJI. r1ientre a ltre ne differiscono notervolmente (lunProf. F RANCESCO B ONFIGLIO ghezz1a 1dello sterno e dell 'a.r to inferiore al Direttore dell'Ospedale Psich:atrico Prcvinciale rna lleol o). Volume in-8°, di µag3 . XXIV.-608, cou 101 figure nel testo* Risulta, n el con1plesso, che il valore de] Prei:zo L. 7 5 + 5 % e più le spese pos tali di spec:!izione. Per gli abbonati al « Policlinico » od a qualsiasi dei nostri tronco prevale u quello degli arti, m entre quattro periodici sole L. 7 2 franco di porto in Italia , Impero quello to1·aci co è t1 tinore del valore ad1d ornie Colonie. Per l'Estero L . 7 4, 5 O. nale. Essa è pertanto d a con1s.i·derarsi com.e1 una Inviare Vaglio Postal! o .l\sse3no Bancario alla D itta LUIGI b1 evili11ea , con prevalenza addo1ninale. Questa con clusione fa rile,-.are l 'inesattezza POZZI, editore , Vi:l Sistina 14, ROMA. 1

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NELLA VITA PROFESSIO.NALE. ATTI

UFFICIALI

Tessere sanitarie per le persone di servizio. La Direzione ge11erale della Sanità pubblica (Divisione VI/C, sezione III) con circolare ~l d el 10 agosto 1940-XVIII dà le seguenti disposizio11i ai RR. Prefetti ed al Governatore di Homa: Pregasi comunicare alla fine di ogni trimestre, a decorrere da quello maturalo il 31 luglio scorso il numero delle persone di servizio visitate ed il numero delle tessere rilasciate, suddividendo numericamente le domestich e, non riconosciute idonee, per gruppi di infermità, a causa delle quali non si è ritenuto di rilasciare la tessera. Avvertesi ch e le domestiche rico11osciute ai1elte da tubercolosi dovranno immediatamente segnalarsi all'I_.N.F.P.S . o al Consorzio prov. antitubercolare, per l 'assistenza nelle rispettive competenze. Qualora le domestiche 11on risultino assicurate, si dovrà accertare la causa dell 'inadempienza alle disposizioni di legge sulla obbligatorietà dell 'assicurazione, per tale ca!egoria di lavor atori, e adottare i provvedimenti del caso a carico dei trasgressori~

Le riconosciute affette da manifès lazio11i contagiose di malatlie ven eree, si dovranno ospedalizzare a carico dello Stato, ai se11si dell 'art. 303 del T. U. delle Leggi Sanitarie. Quelle affett e da tracoma, tricofizi e od allro, verranno avviate ai dispensari comunali specializzati, dove saranno curate gratuitamente. Dei singoli provvedimenti adottati si dovrà far cenno n el rapporto trimestrale. Si attende un cenno di ricevuta e di assicurazione. P el Ministro : BUFFARINI

INTERESSI

PROFESSIONALI

Il Concorso per 14 poslj di Assisl e11te all 'Ospedale Maggiore di S. Giov. Battista e della Città di Torino è prorogato fino al 30 selle1nbre.

Concorsi a premio. R. Acoodemia d 'Italia 1. Pre11ùo t< Ettore Bora », di L. 10.000 per sludi

n el campo delle scienze biologiche e delle loro applicazioni pratiche. Nella domanda, si doYrà p~esentare un programma parlicolareggiato cli ricerche <la compiersi, -unilan1e11Le ai titoli di studio e di carriera che comprovino la capacità ed attività scie11 tifica del con corrente. 2. ~remi o « Ba tlist a Grassi >>, di L. 4000 per studi nel campo della parassitologia. tP resentazione di lavori, edili od inediti, o di progran1mi particolareggiati delle ricerche da compiersi. 3. Premio « Carpi », di L. 1500 per un lavoro r elativo al1e scienze biologiche, da assegnarsi a Memorie inedite, ch e possono essere inviate a110nime e accompagnate da una scl1eda suggellata portante sulla busta lo st~so m otto della Memoria e contenente nome ed indirizzo dell 'A. Per tutti, domanda in carta semplice, co11 i certificati di cittadinanza italiana e di inscrizione al P . N. F., da inviarsi entro il 31 diGembre 1940 per il n. 3, la presentazione dei detti clocurnenli si farà solo in caso di vincita del ptemio. Per informazioni, rivolger si alla R. Ace. d 'Ilalia, Lun got evere Farnesina 10, Roma. .'

Soc. med.-chir. di Bologna. Premio « Berli » per una me1noria scientifica dal titolo : « Fisiologia del circolo periferico n el lattante ». L. 1000. $cadenza 31 marzo 1942.

La memoria deve essere anonima e portare u11 inotto, ripetuto su una bust a sigillata, contenente nome ed indirizzo dell 'autore. Indirizzare alla Segr et..eria della Società, Piazza Gal Yani 1, Arèhiginnasio, Bologna.

L'ammissione degli scapoli ai concorsi.

L eg a italiana contro·· i tumori.

Può essere inter essa11 Le il conoscer e il parere espresso dal Bollettino Naz . Con cor si ed Impieghi in risposta alla domanda se uno scapolo può partecipar e a concorso per Primario medico e se uno scapolo che già sia Primario medico e Direttore di un ospedale di II categoria possa presentarsi a concorsi per Primario m edico. di ospedali di categoria uguale od inferiore. Ed ecco ìa risposta: « La Giunta Provinciale Alnministrativa deve avere stabilita l'equiparazione di ciascun posto di ciascuna Opera Pia ai gradi della gerarchia degli impiegati statali. Quindi bisogna vedere caso. per caso se il posto è e<I1Uiparato o no al grado ottavo. ,Se sussiste l 'equiparazione i celibi non possono concorrere (arl. 1 R. decreto-legge 25 febbraio 1939X,TII, 11. 335) )).

Premio della cc Fo·n dazione Alessandro Lustig ». L. 3000, come sussidio di lavoro per nledici che si dedichino a studi sui tumori negli Istituti di Oncologia o delle R. Università. Presentazione di documenti co·mprova11ti l 'attività e la competen za del richiedente. :Scadenza 31 ottobre 1940. In~ dirizzare al Pres. della detta Leg·a, Viale Regina Margherila 291, Roma.

CONCORSI. I RR. Prefetti delle de1la, .Sassari , ' ìarese, ramo comunican o· che ordilne i Co n.cor si per petliYe pr0Yi11ce.

Province . di Ferrara, MoMacerata, Bologna e Teson o sospesi fino1 a nuovo 1ne·d'ic·o coridollo n elle ri-

Sez. pr<>v. di Bari dell,a L ega il'. contro i tumori .

Premio di L. 500 per un opuscolo destinato a divulgare in modo semplice e piano le principali norme per la difesa contro i tumori; il lavoro non deve superare le 8 pag. di s lampa (11 x 16, corpo 10), deve essere anonimo, COJl l 'indirizzo in busta suggellata ed inviato alla detta Sezione, presso l'Istituto di Clinica m edica della R. Università di Bari entro il 30 settembre 1940.

Borse di studio. Nlin. Edu cazion,e 1Vazionale .

Due borse di studio (4000 pesetas) di reciproJ cilà istituile clalla Spagna a favore di laureati n el Reg110 dal 1934-35 al 1938-39. Conoscenza della lingua spagnuola e della disciplin a oggett o d·e.g·li studi. Scadenza 14 settembre.


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SEZIONE PRATICA

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MOMIME PROMOZIO.N I ED ONORIFICENZE Al prof. Arnaldo Pozzi della clinica inedica di Roma è stato conferito il pre1nio Baccelli 1940 al merito clinico, assegnandogli la lnedaglia d 'oro. Vive congratulazioni. Su proposta del Ministero d.ell 'Educazione Naz., S. M. il Re Imperatore ha concesso al prof. C. -Serono la medag'lia d'oro per i ])enemeriti del! 'Educazione Nazionale, giusto riconoscimento dei meriti dello scienziato, che incoraggia e promuove lo studio fra i giovani italiani.

NOTIZIE

DIVERSE

Istituzione di un premio annuale per gli studiosi di farmacoterapia sperimentale. Il prof. gr. uff. Prassitele Piccinini, per onorare la memoria del proprio Padre prof. Massimo PiccininiJ ha donato con il1umi11ato mecenatismo alla R. UniYersità di 1P avia la somma di L. 50.000 i11 rendita 5 ~~ per un pre1nio annuale di L. 2500 òa conferirsi a Studiosi cli Farmacoterapia sperimental.e. Tale premio è tra i più ragguardevoli che si abbiano in Italia nel campo della FarmacoteraI)ia ed è destinato ad incrementare studi che sono di fo·ndamentale importanza per la Medicina i11 quanto, perseguendo lo scopo di preparare e studiare farmaci nuovi, possono portare a preziose conquiste nel campo della terapia. Il concorso sarà nazional.e e la aggiudicazione del premio sar~ fatta da una Commissione presiedu1a dal professore titolare di · Farmacologia· della R. Università di Pavia. Appena ottenute le au torizzazioni di legge, verrà han.dito il primo concorso.

Onoranze ad un medico. A Penne (Pescara) si è costituito un Comitato per le onoranze ad dott. Nicola Tucci, in occasione del suo cinquatenario professionale. Il simpatico gesto, che rappresenta il riconoscimento delle alte ben.emerenze professionali e e i·v iche del valente Collega, merita· di essere segnalato anche perchè è motivo di soddisfazione per tutta la classe medica, che vede così riconosciuti i ineriti di un suo rappresentante.

L'assicurazione della Maternità in Spagna. in via di organizzazione l 'assicurazione della maternità in Spagna, obbligatoria per tutte le donne che prestino un lavoro salariato con non oltre 4000 pesetas annue. L'assicurazion€ prevede: 1) assistenza medi.ca, ostetrica , farmaceutica ; 2) indennità per il periodo d.i riposo (6 settimane IJrima e 6 dopo); 3) uso gratuito delle opere di pro lezione per M. e I. ; 4) indennità di allattamento (5 pesetas alla settin1ana) ; 5) prestazioni complementari. Ai fondi per la assicurazion-e contribuiscono il Gov·e rno , il datore di lavoro, le le' 'atrici, i Co·n 1uni. È

GIOVANNI LORENZINI

Il 24 Juglio un tragico incidente troncava in pie110 fervore ·di opere a soli 54- anni la vita . di G1ovANN1 LoRENZINI. Laureato in chirnica industriale, docente di chimica biologi.ca e di patolo.gia me1dic·a , lascia una serie di ·pubblicazioni di notevole interesse, specie co ncern·enti i problemi della nutrizione. Suo campo di ~tudio favorito· fu que1lo delle vitamine.: oltre a 11umerosi contributi o-r~oin.ali e imp·o rtanti a Lui si deve uno dei primi trattati sull'ar:g omento, edito da M.a sson nel 1925 0 in 2'1\ edizio11e ·da Pozzi nel 1928 J e ·&ullo stesso argomento diresse ed in buona part~ compilò un ' 0 pera recentissima cc Vitamin e e sind1om·e da avitami.nasi », che è quanto di più completo ed on1ogeneo si poss.a leggeTe oggi in ,!1 rgomento. 'Fondò e dires~ la Rassegna Clinico-Scie.n tific.a e l'Archivio d1ell'Istituto Biochimico1 Italiano, fu re dattore capo del [Bollettino della Società Italiana di Biologia Sp,eirimentale. Si ,d :e,~e alla sua tenace opera organiizativa la pubbjl icazione del primo Trattato Italiano di Medicina Interna. ln·dustriale. di larga fama fondò e diresse l'Istituto [Biochimico Italiano, e con perseve- · • rante lavoro 10 indusse a notevole affermazione non solo in Italia , ma anch·e all'l!~s.tero , riuscendo a far prosperare Sedi e Filiali in o·g ni partel del mondo. I suoi meriti ebbero dovunque altissimi ric-0noscimenti : memb·ro del Consiglio Nazionale d·elle Ricerche , gli fu attrib·u ito· nel 19311 un premio della Reale Acca·de1m ia d '·I talia e nel 1932 fu insignito· dlella 111e.daglia d'oro per benem.e renze scientifiche. Nel 1938 l'Università iF e·d·eral e di Rio de Jane.iro lo proclamò hono ris1cau1sa dottore in m edicina e lo ascrisse fra i propri docenti per le malattie della nutrizione. Tutta la Sua vita, sia co1ne &tudioso sia C10 me irJdustriale, fu in1prontata alla maggiore dignità di forma ed ispirata a p1rofonda nobiltà di intenti. Uo1110 .ii grande bontà e munificenza, lascia nella Scienza e ne.Il 'Industria Italiana come nel cuore di innumeri amiri un vuoto incol'" . ma bile. C. ··F. .' 1

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cc I L POLICLINICO n

Un po' dovunque. Il Duce ha con cesso -un cont ributo d i due milio11i di lire p er le spese rli amplia111ento ed ar redamento d elle sale della R . Clinica Ost etricog inecologica d el Policlinico di Perugia. Negli S. U. A., sono tat€ e eguite le reazioni di Wassermann su 78.388 studenti, a ppartenen ti a 505 Collegi, in età n on superiore a 24 anni. L,a percentuale d ei positivi è st at a di 2/1000 n ei m aschi e di 1,7 n elle femmine. Nel primo trimes tre del 1940 , è aumentato in G erma11ia il 11umero dei m a trimon i (complessivamente 76 .394, p ari ad un aumento· del 40,5 % in confronto d el primo trimestre 1939 e d elle nascite (11,6 %). Nello stesso p eriodo, è attmentata an ch e la mortalità generai€ (ch e ha ragg it1nto il 16,l per mille) e quella infantile, il ~he vien e attribuito al freddo eccezion ale avut osi n ella scorsa invernata. 1 )

Nel 1939, sono st a te tolte in Ge rma11 ia le p at e11t i di g uida a 10. 796 autis ti ; la cau sale è stata p er 6013 casi d 'alcoolismo e, fr a q u est j, in 482:'5 casi l 'inno'cu o hicchiere di birra .

(Ass.

· L 'A.M.l.A.S . m ed . ital. artisti, scritt ori) 1.errà il VI Convegn o n azionale a ,S alsom aggiore, i I 5-6 ottobre. In Germania, n o11ost an te le difficili condizioni, i m edici e giuristi mu sicisti continu an o i loro ,concerti ; uno di essi è stato recentem ente tenuto :al Giardino Zool. di Berlino sotto la direzione d el dott . J. Kopsch .

Uri bell 'origin ale, l 'am ericano H. F . Cutler , che ·a veva studiato filologia n ei suoi giovani an11i, e si .è inscritto come studente di m edicina nel 1~'34 .a Vienna ed ora, a 79 anni di età, h a ottenuto la relativa laurea .

E stato rinviato ad epoca non fissat a il VII Congr esso 'Nazionale contro la tubercolosi , ch e .avrebbe dovuto effettuarsi a Carbonia . Recenti dati sulla mortalità per malattie re u·matich e in Italia dimostrano ch e n el n os tro P aese, esse non rappresentano la grave minaccia .ch e, invece, costituiscono per altre Nazioni . La

rAN No x Lv 11, N ul\>r. 34 J

1nortalità pe r tali 111alattie è stata, per il 1938, d el 0, 55 %. Il prof. V. ~[011a ldi d ell 'Is tituto C. Forlanin1 h a tenuto alla Facoltà di Medicina dell'Unive rsità di Madrid una serie di conferenze per illustrare il su o m etodo di a pirazione endocavitaria d alle cave rne tubercolari. A cau sa dell 'impo sibilità di i1nportazione del1'olio di feg ato di inerluzzo in Inghilterra, si è provveduto ad un "' urrogato, utilizzando l 'olio di ar achide, con aggiunta d i Vitamina A e D, in quantità approssimativamente uguali a quelle contenute n ell 'olio di fegato di m erluzzo origin ale. In Ing hilterra, era già i11 u so lLlì urrogato di ques to per tiso veterinario.

Nella parte orie ntale della Ger111ania attuale, la r abbia appare piutto to frequente. Ai fini profilattici , pertanto , sono stat e em anate delle disposizioni per la repressione e per l 'educazione della popolazione ; a tale scopo è stato allestito un film di propagan,d a. I cani , in puhplico, devono essere t enut i al g tiinzaglio. Fra Je precau zioni pre e i11 Ing hilterra per ovviare al p ericolo della « Quinta colonna », vi è anch.e l 'intern a1nento di tutti gli apparter1enti a n azioni 11cmich e dai 16 ai 60 a nni e mc lte rcstrizi9ni })er g·li altri. Ciò h a portato u11 certo perturbam ento fra m edici e .. tudenti, specialmente all 'Univer ità di Edimburgo, do ve si trova no molti m edici e studen Li tedeschi cd au stri:\c:;i, ivi rifug iatisi. Ma il timore che fra i rifugiati si n asconda qu~lche emissario del nemico ha fatto prendere alla letter a il provvedimento. Per lo stesso timore~ sono st ate fatte notevoli restrizioni ad individui di altre n azionalità, an ch e se non nemich e; così è accaduto per numernsi a1ne1 icani inscritti alla Facoltà lii r 11ed i ·~ i :tJ. di Edimburgo, ,. h e non possono u sc ire d opo le 20; il provvedimento intralcia il loro lavoro, specialme nte p er il soccorso d 'urgen za ch e sono spesso chian1ati a com· piere all 'ospedale (J.A.M.A. 13 luglio 1940). In et à di 7'1J a1111i, è 1norto il noto farn1acologo di Zurigo, prof. ~fax Cloe tta . •

Indice alfabetico per materie. Anen1ia di Cooley complicat a d a Kalaazar . . · · · · · · · · · · · · · · Pag. 1409 Anemie d ella nefrite . . . . . . . )) 1439 ;B. coli. Diagnosi di p att . cl i njca . . 1) 1440 Bibliografici (Cenni) . . . . . . . . . )} 1437 Biliari (Malattie delle vie). Indicazioni operatorie . . . . . . . . . . . . . )) 1431 Cis tifellea (Cancro della). Conoscenze )) 1428 attuali . . . . · . · · · · · · · · · Colecis tica (Malattia). Genesi e cura . )) 1427 )) 1432 Corpo g iallo. Rottura di cisti ematica . . . . . . · · )) 1416 Dermatomiosite (La)

C.

FRUGONI,

Epatici (Di turbi ) n ei ba n...Pini .. Gentile da Folig no . . . . . . . . . Idron€frosi ; oper azioni co11serva trici . Ittero epato-cell . Cura ehirurg . . Narcosi endoven . con barbiturici. ~rofilassi e cura degli i11ciden ti . . . Parto (F ebbre durante il ) .. . . . Rena le (Il sarcon1a) . . . . . . · · · Ren ali (Calcoli). Cause della recidiva Siringhe (Disinfezion e delle) . . . · Ven ere Cnidia. Studio antropometrico

Pag. )) )) ))

)) )) )) )) )) ))

1425 1434 1439 1426 1413 1432 1439 1439 1440 1441

A. Poi:z1, resp.

Red. capo Roma, Stab. Tip. Armani di M, Co1•rrier


An10 XLVII, 2 Settembre 1940

''

IL

PERJ\ODIOO

DI

po LI e LINI e o ,, MEDICINA CHIRU~GIA E

Sezione Pratica N. 35

IGIENE

(VOLUMI N. 4:1, 4:2 I , 4:211, 4:3, 4:4: DELLA. COLLANA. MANUALI DEL '' POLICLINICO ,,) " OPERA DEDICATA AL MAESTRO NEL SUO :XXX ANNO D~ INSEGNAMENTO DAGLI ALLIEVI .. ASCOLI M. BOMA - BAGGIO CAGLIARI - BIANCHINI A. BOMA - BRANCATI R. PARMA - CERMENATI A. TEBAMO - CHIASSERINI A. ROMA - CRAINZ s. ROMA - DOMINICI L. PERUGIA - FERRERI G. PERUGIA - GHIRON V. ROMA - GUSSIO s. CATA~IA - JURA v. BOMA - LOZZI V. ROMA _:_ MARINO-ZUCO c. BOMA - MATRONOLA G. ROMA --. MINGAZZINI E. ltOMA - PACETTO G. ROMA ,__ PAGGI B. ROMA STEFANINI P. ROMA - VALDONI P. ROMA •

ç.

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PROSPETTO DELLA MATERIA TRATTATA NELL'OPERA

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VOLUME SECONDO (PARTE I).

VOLUME PRIMO. 1. Anestesie e anéstetici - Prof. V. Ghiron, Roma, 1

2. Infezioni chirurgiche in generale e lora cura Prof. V. Jura, Roma. 3. Chirurgia dei vasi sanguigni - Prof. V. Gliirort, Roma. 4:. Chirurgia dei vasi linfatici e delle ghiandole linfatiche - Prof. V. Ghiran, Roma. ~. Chirurgia delle parti molli degli arti: Pelle e suoi annessi; Sottocutaneo; Muscoli; Tendini - Prof. G. Pacetto, Roma. 6 . Chirurgia delle ossa: Generalità; Malattie sistemiche dello scheletro - Prof. P. Valdoni, Roma; Malattie infiammatorie acute e croniche - Prof. J-·. Jura, Roma; ·rumori e malattie parassitarie - Prof. R. Brancati, Parma; Fratture in generale e in particolare - Prof. V. Ghiron, Roma. 7 . Malattie scheletriche della crescenza - Prof. C. iYarino-Zuco, Roma. .S. Chirurgia delle articolazioni: Generalità Prof. P. Valdoni, Roma; Flogosi acute Prof. V . Lozzi, Roma; ~.,logosi croniche e tumori - Prof. P. ll aldoni, Roma; Traumi delle articolazioni eccetto le lus·sazioni Prof. V. Lozzi, Roma.; Lussazione in gene- . II I rale e in particolare; Anchilosi e contratture - Prof. ~' . Ghirort, Roma; Malattie di crescenza - Prof. Marino-Zuco, Roma~ '9. Deformità congenite e acquisite degli arti Prof. C. l'rlarino-Zuco, Roma. 10. L'indagine radiologica in chirurgia · Prof. A. Bianchini, Roma .

1. Chirurgia dell'orecchio - Prof. G. Ferreri, Perugia. 2. Chirurgia del naso e dei seni della faccia • Prof. G. Ferreri, ~erugia. 3 . Chirurgia del viso - Prof. S. Gussiv, Cataniat 4. Chirurgia dei mascellari - Prof. G. Matronola, Roma. 5. Chirurgia della bocca e della lingua - Prof. A. Chia~çserini, Roma; Chirurgia delle ghian• • dole salivari - Dott. P. Stefanini, Roma. 6. Chirurgia della faringe e della laringe . Prof. G. Ferreri, Perugia. VOLUME SECONDO (PARTE II). 7. Chirurgia del collo: Malformazioni congenite; Malattie infiammatorie; Tt1mori - Prof. P. Valdoni, Roma. 8,, Chirurgia della tiroide - Prof. M. Ascoli, Roma; Chirurgia delle paratiroidi - Dott. B. Paggi, Roma. 9. Chirurgia della mammella - Prof. R. Brancati, Parma. 10. Chirurgia del torace: ~areti toraciche; Mediastino e timo - Dotto toracico; Esofago; Pleura - Polmoni; Cuore, pericardio e grossi vasi; Diaframma - Prof. M. Ascoli, Roma. 11. Chirurgia dell'apparato genitale maschile : 'festicoli, deferente e scroto - Prof. G. Matronola, Roma; Vescichette seminali; Pene Prof. V. Lozzi, Roma. 12. Chirurgia dell'apparato genitale femminile • ·· Dott. A. Cermenati, Teramo .

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Signor LU/01 POZZI, editore -

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R.OMA

Avendo preso conoscenza di quanto trovasi pubbli.c.ato nel MANUALE DI CHIRURGIA dedicato al Prof. ROBERTO ALESSANDRI, da voi edito, come trovasi specificato qui so· pra e nella pagina seguent.e, mi impegno, quale abbonato al vostro Periodico «Il Policli:nico » di acquistare una copia della intera opera al prezzo di sòle Lire Quattrocento anzichè di L. 446 stante il decretato aumento del 5 % su,l l'antico prezzo di L. 425, da potersi pagare, con un primo acconto, ,d i lire Ce11.toquaranta e le restanti L. 260 m.ediante dieci rate mensili di L. 26 ciasouna sino al completo saùìo. Pertanto vi invio ~.antemporaneamente il mio primo versamento impegnativo di L. 140 e mi, obbli,go di pagarvi le rimanenti L. 260 in dieci rate mensili di L. 26 ciascu.na, col rimettervi ogni mese mio relativo Vaglia Postale o Bancario o di versare mensilmente detto importo nel vostro Conto Corrente Postale N. 115945, fino alla totale estinzione del debito. (Coloro che preferissero ricevere i volumi pubblicati in pacco gravato di assegno del primo acconto

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di L. 140 e delle relative tasse postali, all'uopo occorrenti, ne scrivino l'autorizzazione a tergo della presente, nel posto riservato per le comunicazioni del mittente).

In mancanza del mio diretto versa"iento mensile come sopra, vi riconosco il diritto di riscuotere da me l'importo della rata mediant.e Tratta Postale aumentata di L. 3 per "le occorrenti spese e tasse. Per qualsiasi controversia e per tutti gli effetti degli obblighi che èlerivano dal presente mio impegno, eleggo il mio domici;io in Roma, presso il vostro Uffìcio. ( Re$idenza. data e indirizzo ben ·chiari)

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( Paternità) .... ____ .. ___ ----· ·-·------------· (Firma ben leggibile) ·-----------------------------------·----------- ---- ------------•

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« IL POLICLINièO » •

VOLUME TERZO, _

VOLUME QUARTO.

I. Chirurgia del cranio e dei tegumenti cranici ,. Prof. A. Chiasserini, Roma.. ·2. Chirurgia del cervello - Prof. A . Chiasserini, Roma; Chirurgia del midollo spinale - Prof. L. Do1ninici, Perugia. 3. Chirurgia· dei nervi periferici - Prof. A. Chiasserini, Roma. 4. Chirurgia della colonna vertebrale - Prof. S. Crainz, Roma. 5. Chirurgia deJ bacino - Dott.. P. Stefanini, Roma. 6. Chirurgia dell'appara.to urinario: Reni e ureteri; Vescica - Prof. E. Mingazzini, Roma; Prostata - Proff. E. Mingazzini e V. Lozz.i, Roma; Uretra - Prof. V. Lozzi, Roma..

Chirurgia dell'addome: 1. 2. 3. 4.

5. 6. 7. 8. 9· 10. 11.

Pareti addo1ninali - Prof. P. Valdoni, •Roma. Peritoneo - Prof. P. Valdonì, Roma. Ernie - Pròf. S. Gttssio, Catai:iia. Fegato e vie' biliari - Prof. L. Dominici,' Perugia. Pancreas - Prof. L. Dominici, Perugia. Milza - Prof. P. v·aldoni, Roma. .Stomaco - Prof. G. Baggio, Cagliari. Duodeno - Prof. G. Baggio, Cagliari. Intestino tenue e colon - Prof. P. Valdoni, Roma . Appendice - Pro~. P. Valdoni , Roma. Retto e ano - Prof. P. ValdJoni, Roma.

Pre\zo d ella inter:\ opera in quattro volumi, uno dei quali (il secondo) in due grosse parti, tutti rilegati in piena tela, di compie&;

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sive pagg. 4300 con 2396 illustrazioni nel testo d elle quali Io6 in tricrC\mÌa, L.

4 25

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' il d ecretato aumento del 5 % =

L.

4 4 6 ,.

fran co di porto in Italia, Impero e Colonie. • N. B. - Esclusivamente agli abbonati al « Policlinico » od a qualsiasi deUe altrv nostre Riviste l' opera è c«Luta Pef' sol.e L. 4 O O ' ant.ichè L 4 4 6 ed anche con la possibilità dì paga#le, rradualmente, ossia con t.m· primo vei-samento d4. L. 1 4 O aU' atto della richiesta da farsi accompagnata dall'impegno scritto di 11ef'Sat'e le rimanenti L . 2 6 O in I O rate m ensili da L . 2 6 cadauna, fino al

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saldo. Alla nchiest.a unif'e la fasc etta comprovante la qualità di abbonato aà una delk nostf'e Riviste.

-

· Per l'Estero aggiungere, in ogni caso, L. 65 per le occorrenti maggiori spese postali di spedizione. l·l I 0 pagamento di L. 1 4 O può essere. anche versato n el nostro Conto Cor1'ente Postale N. I / 5945 m ediante l'apposito Bollettino che dall'Ufficio di Posta è fo f'nito gratis, usando il quale si risparmia la tassa deU' 01'dinario Vaglia Postale. AVVERTENZA • L'impegno del pagamento dell'intero ammontare di L • 4 O O (ridot to a tanto esclusivamente per gli abbonati a qualsiasi delle nostre quattro Riviste), può essere stillato e sottoscritto nel predetto Bollettino postale.

....

Riportiamo un altro del tanti giudizi espressi pel nostro '' Manuale di Chirurgia ,, :

« È ~nutile ormai ripetere tutto il bene che di questo trattato è stato detto ; con questi due volumi viene completata la parte JpecU&J. di esso: tl volume che conte,,.,.à la parte generale, è atteso ff'a pochi giorni. Nei volumi pubblicati è compf'esa la chif'ut'gia deU'orecchio, del naso, faringe e laringe e dei seni della faccia, scritta magiatral•

mente e con ricchezza di osservazioni penonali da Ferreri , la chin1f'gia ·del viso redatta accuratamente dal Guaio 1 la chiruf'gia Mi mascellari da Matronola; la chirut'gia della bocca e della lingw da Chiatserini ; Stefanini ha ?"accolto tutto quanto riguarda la cbi• rargja delle ghiandole salivari; Y aldoni Jia trattato in maniera completa la chirurgia del collo ; Asèoli la chif'u,.gia della Af'oiàe, della pa,.ete tof'acica, del mediastino, del t~mo, pericardio, cuOt'e, g,rossi vasi, esofago, dotto toracico, pùu.,.a, polmone e dia/t'amma: stuao questo dell'Ascoli veramente completo sotto ogni punto di vista e ricco di oaervazioni sensate e di equilibrio • • 'B,,ancati ha ?'ed.atto la chirurgia della mammella; Paggi quella delle paratiroi.di, capitolo nuovissimo che manca ancora nei comm trattati ; Matronola la chirurgia dello sc,,oto, deUa vaginale e del testicolo ; Lot.t.i la chif'ut'gia delle t1escichette seminiili e la chi1111'P. del pene; Cermenati la c'hif'Urgia dei genitali femminili. L'Edizione, è, come cwmai la Casa Ed. Pot.t.i ci ha abituati, splendida : vi sono delle tricromie che, oltre ad -.ere tiporra&camen te (Da « Rinascent.a Medica », I5 giugno I934• Napoli). G. L. belle, tono tante piccole opere d'arte ». \

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ROMA .

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VIA SISTINA, 14

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V.OL UME XL VII

Roma, 2 Settembre' 194:0-XVIII J

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE . . I . I fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE I

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SE~IONE lù:DAl'TORE CAPO: PROF.

PKATICA CES.ARE FRUGONI Clinico Medico.

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PREZZO

D'ABBONAMENTO

ANNUO· AL

<<POLICLINICO»

Singol·i:

Cumulativi:

Italia Estero (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settiman ale) L. 80---= L. 125 (l·a) ALLA SOLA SEZI,ONE MEDICA (mensile) . L. 60 __..;. L. 7.0 (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (mensile) L. 60 :-~-. ~' 70

·1L

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1940

· Italia Estero

(2) ALLE DUE SEZIE>NI (pratica ie medica) .. • .~: ~25 · L. 180 (3) ALLE DUE SEZIONI (pratica e chirurgi'C~) L ,. 12& ; L, '18Q (4) ALLE TRE SEZIONI (prat., med, e chir.) L. 165 . L. 220 1

1

Un numero sepa;rato della. SBZIONB ·MED.I~A

PER

della CHIRURGICA L. 6; della PRATICA L. 4,00 .

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_. L'importo dell'abbonamento, che può essere inviato con Vaglla Postale oChèque Bancario, può anche esse:e versato, senza tassa nel· Conto Corrente Postale N. 1/5945 dell'editore L. Pozzi, Roma. Se dovuto riscuotere contro Tratta Postale dell'Amministrazione, questa èomporta l'aumento di L. s .

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SOMMARIO. ·

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delle Scienze Medico-OhiTurgiche di ·_ Na,:poli. Sew zione F.in]liana della Società Italiana di Gastro-En· terologia. · · ' r .·: , ·· · · ~ppunti per il : medie~ pratico: 04-SISTICA B ,'r.ERAPIA :, La tubercolos i delle surrenali come· causa· di morte. ·c eliachia ed insufficienza surrena;le. - Clinica . e cura d ella paronichia cronica. · - La · soiuzione iper't~niça di solfat o di sodio nel trattamento delle · 'ferite infette . - Urea. e rod'a nio nella . cura· dielle ferite. Effetti terapeutici dell'oliò dì tonno nella ';pratica infantil e. - Il significato clinico e terapeutic-0 n-el : clo- ~_uro di sodio. VARIA. - POSTA DEGLI \ ABBONATI. ' . Nella vita. professionale : Cronaca del ·movimento cor:porativo. - . Concorsi.

e contributi : G. Casella: Or.m ,onoter a pia ;nella ipertrofia J>-rostatica. - T. Silla: Su cinquan•t a casi di dis~esa inoom•p leta del testicolo trattati con cu1·a omnon1·c a. Tecnica medica: P. De Muro e A. Curatolo : Nuovo metodo di d<>saggio della catalas i feca l e · (N dt a prelimina.re). · sunti e rassegne : APPARATO URINARIO : Le oligurie . Morson Oli·f ford Graham H. William : Trapianto , d egli ureteri n ell'intest ino crasso e s uoi effetti s ul rene. ·- F. Linder: Iperten sione pallida nelle malat tie unilaterali del rene e loro cura causale operatoria. - OSSA E ARTICOLAZIONI : K. Gebhard e L. Stumpfegger : Trattament o delle ferite da spar<> d elle ossa. - J. c. Flood : La ddaignos i· d elle . lesioni articolari.

Note

Notizie diversè.

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Rassegna della stan.pa medica. Indie ., alfabetico per materje,.

Cenni bi1bli~grafici. Accademie, Società Mediche, Congressi: R. Accadien;iiai

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NOTE E CO.NTRIBUTI

Per quanto riguarda la conoscen.za e ' l'isolam·e nto dell 'ormone sessùale· masèh~le, :note- ' OSPEDALI RIUNITI . ' voli difficoltà si presentavano. Minori 01staG. MALACRINO e F. BIANCHI DI REGGIO CALABRIÀ. coli, inveG>e, incontravano le ric·e rchè sull 'ecto• rnia testicolare e poi da queste. si. passò, all 'inOrmonoterapia nella ipertrofia prostatica. nésto di testicoli in. individui castrati~ . In pas·- . sato i tentativi per isolare e.d ottene1~e' a}lp ' ~t~­ Dott. G10VANNI CASELLA, chirurgo specialista. tq puro· l '0;rmone. orchitico · si infrangevan.o . ' I . Le ricerche sullà secrezione. interna · del te- contro· no·tevoli difficoltà, sopratutto per la i&ticolo rin1ontano al 18'49, epoca in. cui Ber- n1ancanza ·d i una misu_ra biologica, ché pote~e thold dim•o strava le ·da11nose conseguenze de1- daTe nozioni :p.r ecise sull'intensità di · azione , · l 'ectomia testicolare suilo sviluppo de.i . carat- ·d~li es tratti orchitici. .Dato, dunque,, la neteri Lr.yecon·dari d ei polli, .oonseguen.ze che pote- iç~s!'1ità ·di trovare una unità di . misura, ip. se~ , guito v,ennero proposti rriolti ~ggi fi.s iologici. vano 1essere evitate. co·n il trapianto dei teS»ti1F inalmente si giQ.nse, per opera della !Frattini c1oli. ' e. Maino· ad isolare allo stato cristallino l 'orBro\.vn-Sequa1~d nel 18'.89 comunicava i benefici ottenuti con l'ingestione di ·e stratti te- _rnone .&e1&suale · maschile. 1 i cui c1·istalli presenstico·l ari, sperimentati sulla sua stessa perso- - tano' una gr.and·e affinità morfologica con quelna. :Oo·p o tale epo.c a, le ricerèhe non si sono li dell 'ormone follicolare. Giu11ti co~i ad isoaffievolite, ma anzi le gonadi so·n o 1s tate s~­ lare l 'ormone· sessuale maschile, · si volle speI>Te oggetto ··di o;;se-rvazio11i dal lato: en·docri~ .r imentare l'azione fisiologica dell 'ormç>n e siat nolo·gico da parte di num•e rosi osserrvatorri, , i maschile ch·e femminile. Si c-0·n cluse. che i due: · quali s9no giunti a risultati dt 1gran1de· .impor- ormoni in·fluenzano lo sviluJ?po del tratto genjtale nei ·d ue sessi in ugual misura, aven.d o, tanza. I

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cooì,' azio·n i fi&iologicl1e con1u11i e che altreS'ì hanno azioni spercifiche, ch·e si riv·e·l ano p1et· la diversa azione nel determinare lo sviluppo dei car.a tte·r i s·e.c;;suali secondari. Nel 193'li fu isolato per inerito di Butenandt e Tsechernin g, un ormo11e ohe cih iamarono androste1·one, il quale produce in forte dose la c.r escita notevole della cresta ·del cappone ed esplica una netta azion·e sulla :Qrostata e sulle vescicole seminali dei ratti castrati (Ruzioka, ecc.). Altre ricerche dopo assodaro110 esistere una niag·giore a.ttività h 1iolog~ica dell'e,s tratto orohitiro sulla prostata e vescico,Jie •s eminali da quella esplicata dall 'androsterone. Quindi una differenz.a dal punto di vista quantitativo e non qu.alitativ·o, pe;r cui si dedusse che I' androsterone non e;ra il principale orrnone te.sticolare. E cosi,. pa6Sando da con1q uista in .conquista, si riuscì ad estrarre dai testicoli . per 01)era di David Laqueur, Dir1gemause e Freud, un or.m an.e- cristallino, che fu chi.a. mato testosterone. Confrontando l 'orn1one naturale testosterone con l'androstenolone, ottenuto .sintetican1en1te ·da Ruzicka, ne rirultò una identità fra le due sostanze. In seguito, l'azione del testosterone fu potenziata, aggiungendo ad esse una oostanza, c.h e può essere isolata sia da te·s ticoli, che da altri organi (LaqueUJr), oppure aggiun·gendo uh acido grasso (Miescher, ecc.). Così pure si giunse ad ottenere sinteticamente un ormone sessuale maschile I)ÌÙ attive} del testosterone, sotto forn1a di propionato ·d i testosterone (Ruzicka). La fase sperin1entativa dell'ormone orchitico im·p ose la s·o luzione ·del problel!la dei rapporti fra orn1one sest'uale femminile e maschile. Sembra assodato che, dal punto di vista chimiço., i due ormoni abbiano una identica ~truttura, ma il probleni.a che si impo.n e di cono1scere, ·è quello biologico. Hanno essi azione sinergiGa o antagonista? Numerose s·o·n o le ricerch.e a prop.osito, le quali hanno dimostrato, non solo, fatti di sinergismo, ma anche fatti di antagonismo tra i d·ue ormoni. ·Di somma importanza è la ~onoscenza, oggi acquisita, che gli o,rn1o•n i s.essu·1li non sono specifici di ciascun sesse)'. La follicolina è stata . estratta dai testicoli ed è stata riscontrata nel sangue e nell'urina dell'uomo e di animali in.aschi (Dohrn, Laque ur, ecc.), come prrincipi ad azione androgena sono stati rir&contrati nell'urina di donne no rm.a li o gr,avide. Con la felice scoperta dell'ormone sessuale masehile si iniziò un periodo di sperimentazione 1

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e di c'.l}Jplicazio1lé pratica curativa di varie tità 1norbose. L'ipertrofia prostatica si a\rvanl.a.ggiò di questa co11quista e si \ er1ne fonnula·Il1eio la sua etiopatog·enes.i. La teoria endocri11a è stata nel passato già i1lv·o,c ata, assieme alla teoria arteriosclerotica ' inf~mn1aioria e neo1)last.ica, per &piegare l 'insorger.e della ipe.rtrofia prostatica. Infatti, fin da ten1pi roo1oti, si è messa in relazio ne la malattia con la docad.enza sessuale , e si credette essere legata ad una ipoatti\1ità della ,5ecrezione interna del testicolo. Altro fatto conosciuto n·el passato è l'atrofia prostatica da caRtrazione, per cui, passando dal c.ampo spe·r in1entale a quello p.r atico si volle applicare all'uomo la castrazione., con risultati incerti o quasi n.u lli. Ma se l'atrofia era la co·n seguenza della ca§trazione nella prostata normale, no111 oorta1nente lo &tesso ·poteva av' 'renire ne1Jla prostata adenomatosa. . Se risilltato vi sarà stato in qualche caso, si potrebbe spiegare con il fatto che la sop·p ressione del testicolo porta alla soppressio11e ·deilla produzione di follicolina, oggi creduta la causa del complesso morboso. Appare quindi, verosimile, sebbene anco•r a non din1ostrato i11 r11odo ce1to, che l 1ipertrofia prostatica sia dovuta ad una disendocrinia per l 'Ottura d:el-l'equilibrjo fra i due orrr1oni sessuali maschili e femminili , secreti normalmente dal tesLicolo. Lacass~gne, De lonigh ed a]tri hanno provato spe·r ime ntalmente che la somministrazione di follicolina provoca un qrua:dro anatomo-~atologico analogo a quello dell'ipertrofia prostatica 5pecialmente !\ella scunm.i a, il cui apparato genitale è quasi simile a quello dell'uomo. Proce,d en.do ~l dosaggio della elimina~io11e degli ormoni seF-suali, Champy ha trovato che nell ' urina dei prostati·ci l 'eliminazione dell 'ormone maschile ~ se·ns.ibilm,e nte diminuito, . e De lo1ngh ha co•n statato un aumento dell'o,r1n.one follicolare. Secondo '\Tai·e rio, il tasso uriru::trio di , fo·l li colina diminuisce dopo sommir1istrazione di ormone n1aschile. Mac Cullagh ritiene e·sse·r l'ipertrofia pi'o.5tatica consegue.nza della diminuzione non solo dell'ormone antiprostatico., elabo1·ato· dal- · le cellule del Sertoli ma anche al contemporaneo .a umento di produzione dell'ormone delle cellule, del Leydig, capace di provocare l'auro ento di vo,l um·e della pro~ta. Inoltre, secondo Cullagh e IF iohera, 1'ormone, elaborato dalle C'ellule d el S.e rtoli: ha azione, inibitrice sulla secrezione della ipofisi, lobo anteriore, il cui ormone sessu.ale, Prolan, ha azione stirr1olante sulle cellule del Leydig. Ne deriva co1

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me c01115eg·uenza •che nell 'età avanzata, quando il ciclo dell'attività sessuale sta per finire', diminuen1do la capacità funzionale delle cellule del Sertoli, viene a mancare o a diminuire la funzione inibitrice sul lob·o anteriore della ipofisi, la quale imme.tterehbe in circolo una maggiore quantità di Prolan, che ecciterebbe la capacità funzionale ben c1onservata delle cellule del Ley·dig·, che come abbiamo· visto hanno azione ipertrofizzante sulla prof.tata. In seguito De Iongh formulò la sua teoria • sulla patoge.n esi d e11a ipertrofia prostatica e cioè esser qu€sta dovuta alla prevalenza del1'azione antagD1n i &tica della follicolina sull 'ormone testicolare, venuto n1eno i1ella età critica. La teoria fonnulata dal Wugmeister, sebbene con f andamento etiologico sempre or1non0le, ne differisce profondamente per il rr1eccanismo con cui si stabilisce dalla teoria sopra riportata. Esso ritiene ch e l'ipertrofia prostatica è dovuta ad una iperfunzione dell'ipofisi anteriore. Questa iperfun~ione si 1nanife&terebbe n ell'età adulta per la diminuizione delle, sostanze inibenti l 'ipo.fisi (follicolir\a), diminuzione che, a sua volta, provoca da parte del lo·b o ant.erìore iperproduzione di ormone gonadotropo, f'timolante l 'apparato genitale ed in n101do particolare il tessuto gla11dolare prostatico. In base a tale concezione praticò nei prostatici la cura o·r mo nica con dosi progressive di folJicolina fi110 alla dose di 25,0.000 U. Int. In s-eguito alla cura l'Auto1re asserisce di ave.r ottenuto risultati favorevoli con scomparsa od attenuazione della sinto1m atologia urinaria ed a11che un mutamento nella con~isteniZa della prostata. Le ricerche di Harol P. Rush e Palmer R. Khudert verrebbero ad app·o ggiare la presupposta. teoria di Wt1gmeister. Essi, ricercando le variazioni di concentrazioni degli orm'o ni rriaschili e. femminili n ei topi e comparando i r~&ullati ottenuti nei ,sogg-etti sàni ed in quelli affetti da ipertrofia prostatica, ~iu11 sero alla conclusione che la quantità di ormo11e femminile è uguale nei due casi, me.nt1~e le sostanze androgenicl1e sono secrete in ma~sima quantità nei casi di ipertrofia prostatica. An·Cih e ' M. Farkas, avendo ap1>licato l 'ormone femminile in grande ·dose nei prostati·ci, riferisce di ave.r ottenuto. con sua grande .s orpresa, un buoiJl effetto , come con il trattamento con 1'0rmone 111ascl1ile, a11zi, n1igliore in alcuni casi. Tale teo_ria è contrastante con i risultati degli autori ch e 11anno veduto stabilirsi il quadro· anatomo-patologicc dell'ipertrofia prostatica con la ~ommi11istrazione di follicolina (Lacassagne, 1

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De Ionght, ecc.) e con i risultati ottenuti dalla riC€rca nelle urine dei pro.s tatici della follicolina, la quale non è risultata in diminu• • z1011e. Recentemente G. Petit, P. Gley e Béraut hanno· re5o noto gli effetti ottenuti su cani veccl1i, pro vacando una iperfollicolinemia temporanea, iniettando per dodici-quindici gior·ni una dOt&e di benzoato di idrofollicolina di 200 U. Int. I ri&ultati sono sempre consistiti in un ri.s veglio 1d ell "epitelio uretrale sotto forma di in.t e11sa proliferazione con formazioni adenomatose a carico della prostata primitiva, che~ sotto l 'influs"o della follicolina , raggiunse, se non lo s.vilupipc,, almeno la st.ruttura di una prostata adulta. Socon1do· g li AA. tale ipertrofia è i1ettamente adenomato1&a in c·o rrisponden7Ja della proliferazione dell 'epitelio uretrale; 11on si ha , invece, n ella prostata un vero e proprio adenoma . llisogna ten.e r conto, p,e rò, che il tratta111ento è durato solo una quindicina ~i g·iorni, m.e,n tre per ]a realizzazione di un tu1nore, di una i:gertrofia prostatica, macroscopicam ente comparabile a quella dell'uomo, occorrerebbe un periodo di cura più lungo. Molti altri autori hanno sperimentato il trattamento follicolini co con risultati negativi (Oberholtzer, Ca&Suto, ecc.). Tracy O. Povvel Tiporta il caso di un giovanetto 1di anni 17, il ,q uale ~i è presentato da lui accusando disturbi della minzione ed erezione trop1J'o frequ.e nle. Due anni prima al ra,g.azzo eTa, stata prati·cata una o,rchipessi~ 6inistra e poi in segu it.o una cura per iniezione di ormone gopadotrope, ripetuta per un an.n o. Il testicolo destrò i11cominciò allora ad ingTossare ed a discendere sen ia p erò raggiun•g ere lo scroto. All'osservazione clinica i due tf'.stic.oli : i trovavano quasi a posto; i peli del pube e la . verga regolarmente i&viluppati. La prostata si prese11tava un po' i11gro·s sata e1d inoltre 's i ri 5contra, a un residuo vescicale di 150 cc. ·d i urina. L 'l,lretrosco·pia fa ceva rile• ''are una grossa connessura poster101·e e una leggera ipertro·fia d el lobo· siniFvtro . Fu subito i tituita la . segu ente1 cura : somministrazione di testicolo di toro, · massag·gi prostatici e dil-0tazione uretrale. L 'Autore ritiene il caso, molto interessante, esser dorvuto al trattamento terapeutico con l 'ormone ipofisario , per cui raccom.a nda di sorvegliare molto spesf\'Q i pazienti sotto posti alla cura 01rmonale. Tale caso verreb·b·e a conferma re quanto è stato 50stenuto da Mac Cullagh e Fit~hera, precedentemente rirerito e cioè sull '8zione stimolante del Prola11 sulle cellul e interstiziali del Leydig, il cii 1

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cui ormone i~ capace di prov0care ' l'aumento della ghiandola prostatica. Prima che si arrivasse alla scoperta dell 'or.L m.o ne ~·ssuale masc:h ile e alla· sua sintesi, vari metodi curativi dell'ipertrofia prostatica &ono stati escogitati per supplire alla deficienza del:. I, ormone se8suale. ' È stato tentato l 'innes.to testicolare con ri~ suita.ti- poco soddisf.acenti, dovuti alle modific.azioni alle quali va incontro l'organo trap~antato fino alla scomparsa di tutti gli elementi di esso e alla loro ~tituzione con te.ssuto connettivale. Gli eie1ner1ti primi a soom;. parire sarebbero quelli della serie spermatica e pòi, . in secondo ten1po, quelli della secrezione interna, cellule del Sertoli e cellule di Leydig. ' Steinach, ba5andosi sulla dimostrazione fornita da Anc-el e Boudin, praticò l'interruzione dellè vie spermaticp.e allo scopo di ottenere un aumento· d·~1 tessuto inte·r stiziale e quindi della ~ua· ·s·eorezione interna. Tale meto do subi tre modifiche e fu praticato da molti Autori con risultati discordanti. Tale operazione viene ancor oggi eseguita, n1a allo scopo di evitare le complicazioni epididimarie, cui ·d i rado sfuggono coloro che vengono .cat,e terizzati od operati di prostatectomia (Volcker). L'applicazione pratica d ella teoria o·r monale seguiva di pari passo il progredire delle ricerche peT l 'isolarr1.e.nto 1dell 'ormone m!a.sohile. La cura ormonale è stata in primo tempo praticata con gli estratti acquoso, oleoso, idroal.. clico, idroglicerico di testicolo secco. · Heitz-!Baj-er,. adoperando un estratto te~tico­ lare preparato da Cham.p y, ha ottenuto buoni risultati nell'ipertrofia prostatica. Buoni risultati ha anche ottenuto nel 1933 Von Capellen. Nel 1985 Weper comunicava di aver ottenuto co•n un estratto testic.o lare purificato, miglioran1e11to dei si11tomi ·urinari: djminuzione della pollachi:uria, della disuria, at1mento del getto e' diminuzione del residuo vescicale. Solo 'e cciezionalmente la prostata presentava una sicu1~

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èbncordanti, per .cui non è da paragonare o da preferire tale terapia a quella con solo ormone otchitico. 1 Della terapia follicolinica ne ho già · accennato i·n precedenza. Ultimamente G. Cristea e J. Petrescu hanno tentato la cura della ipertrof~a pros.tatica con estra~to mammar"io. Essi banno praticato pe·r un periodo di 5-8 ffettim ,a ne 11-2 inieziGni al giorno di estratto mammario e contemporaneamente so.mministrato da 3 a 6 con1presse dello stesso preparato. A,rrcl>bero ottein·u to un evidente miglioramento d·ella sinton1atolo·gia e avrebher.o notato in 6 casi una diminuzione del volume della prostata ed un aumento de.I tono della· muscolatura vescicale . L'effetto benefico, a parere di ·d etti AA . .si verifioherebbe (>er u11a azione s-ulla · parte femminile degli elementi, che si originano dal detto di Muller. · Vi è chi ritiene non più le ghiandole periuret rali pulllto di partenza della ipertrofia prostatica, ma henisì alcune ghiandole, che per la loro ~de si credono origi.,nare dal canale di Miille r. Tali ghiandole sono state riscontrate negli uomini an.ziani annesse , all'otricolo prostatico, le quali proliferando formane:> un !obolo ghiandolare c:he topograficamente corrisponde alla sede dell ' adeno111a prostati·co (Cunéo). L'ormone sintetico è già stato messo in pratica da parecchi Autori. Buoni risultati han·n o ottenuto IBro,~dy, Bergmann, Zuckerman, Sch1nitz, Corvini, Oberholtzer, Sorrentino, Pavone, Ra,ràra Alve;&, Bruni , Bergamini , ecc. • · IG. Larocchi e E. Bompall'ad ritengono ch e tale terapia ·è efficace secon·do i casi. In 15 pazienti, curali con iniezioni di te~tosterone, banno ottenuto do·p o la · sesta iniezione un mig liora1ne.nto notevole «iei sintomi funzio nali. N·elle ritensioni ciro·n i·c·h e incomplete, senzia ·d1s'ter1zio·n e vescicale, il miglioran1e.n to è stato frequente, mentre la coesis.t·enZJa di d~stenzio­ ne è stato un 0$tacolo all'azio ne dell'ormone (un caso di miglioram·ento su otto). Nei casi ~i ritenzio·n e completa la cura può agire, ma diminuzion~. Lower' su 76 amrnalati otteneva con la som- deve e~ere intensa € prolungata. • L'opoterapia, sec.011do gli AA., deve essere ministrazione di polvere di testicolo, un miglioramento, che• ·1·aggiun.geva il massimo in praticata al1!Ch e nei pazienti inoperabili pe.rohiè ottava giornata. Altri AA. hanno ottenuto qua- -è in ·grado idi far sco1nparire le ritenzioni risi uguali risultati (Cuneo, Bodechtel , W e - · belli; non impe1disce . 1del rest-0 l 'intlfrvento, ber, ·e cc.). Altri, ancora, hanno praticàto il trat- anzi migliora le c.ondizioni· per 11na opera, • z1one. t<)mento qrmonico, associando g li ormoni ma_, An1che ·nei ca.s i di infezioni essa va aS6·o ciata schili con quelli fe.m minili ed anche con i~ alle oure a bituali. Gli AA. hanno · usato indifProlan (Valerio, Pelliochia, Cominelli-Guariferentemente il pr0tp1rionato o l '~cet.ato di teglia, Di Majo, Habler , Cassuto, Wohling, ecc.). I risultati · 11on sor10 $tati incoraggianti, nè stosteron·e quando le. dosi ·g iornaliere non soT-· 1

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' pas.~vanc

i venti mmgr., n1entre per dosi maggiori ritengono preferibile l'uso dell'acetato, perchè meglio tollerato. Con le forti dosi il propionato determina n-ervosismo od astenia. E. ioltram notò che J'acetato di test05te.r one non solo agisce sui disturbi funzionali ma sembra abbia anche azione sulla permeabilità renale, come dimo1strano le curve dell'urea sanguigna e della costante di Ambard. Oberholtzer, . usando il propionato di te~to·sterone, ha ottenuto un mi1gliora1nento in quasi tutti i suoi pazienti con effetto evidente sulla sintomatologia urinaria, sulle condizioni generali, sulla funzione renale con abbassamento dell'azotemia. Non h.a però mai ri15e0ntrato. diminuzione d el volume della prostata. Alle medesime conc lusion.i giunse Bruni e Bergamini nei loro rispettivi lavori. 1

Spinto da giu dizi favorevoli , ho voluto, fin da due anni or sono, sperime.n tare la terapia Qrmonica nella ipertrofia prostatica. Ripoir to in ordine di tempo e per esteso ~olo quei casi, che rivestono un ce rto interesse.. 1

1) C. R., u omo di anni 70, ·sofferente da più

effetti si sarebbe1·0 avvertiti verso la decima-dodicesima settimana (Wugmeister). Giunti alla ottava settima11a, l 'a1nmalato, ormai disilluso, mi propose la sospensione della · dispendiosa cura. Ho insistito e l 'ho persu aso a continuarla, servendomi questa volta di campioni medici-omaggio. Il residuo era di poco diminuito e n essuna diminuzione dell'adenoma si constatava. All'insaputa del paziente, ho sostit.iito alla follicoli11a l 'ormone testicolare. Durante la prima settimana ho iniettato giornalmente una fiala di proprionato di testosterone da 10 mmgr. ; nella seconda settimana ho aume.n tato Ja dose a 15 mm.gr. a giorni alterni. Dopo due ~ettimane l 'ammalato cominciò a percepire miglioramento: la pollachiuria si era ridotta ed il, getto dell'urina aveva acquist atQ in forza; il re. s1duo era sceso a 40 cc. La prostata si mantenne, però, di immutate dimensioni. Nelle due seguenti settimane ho prescritto tre confetti al giorno di « Androstina ». Durante t ale p eriodo praticai qualche cateterismo, associato a lavaggio vescicale. I ,,, benefici ottenuti permasero per un di·screto per iodo di tempo e poi si ebbe 1una ripresa dei disturbi. Ripresi di nuovo la cura come in precedenza ed il miglioramento si è stabilito in modo più rapido di prima. II residuo si ridusse con t~nden­ za qua·si a scomparire. L 'azotemia si abbassò sensibilmente a 0,400 %0,; la pressione arteriosa, che prirr1a er a Mx. 175, Mn. 95, è poi, dopo la cura, discesa Mx. 170, Mn. 95. Nessuna riduzione del volume della prostata 'è stata rilevata. La cura ormo1n ica è stata periodicam er1te ripresa ed i ben efici tutt 'ora persistono.

, di un anno di disturbi urinari, che sono andati

progressivamente aumentando : difficoltà nella minzione, diminuzione della forza del getto, pollachiuria notturna e di urna. Era stato in precedenza sottoposto a cura conservativa, avendo rifiutato l 'intervento operativo. L'esplorazione r ettale faceva rilevare una pro&lata u~iform emente ingrossata n ei suoi lohi , di con sistenza molle elastica, a su perficie liscia, non dolente. Il cat eterismo uretrale, praticato con una sonda Tiem ann n. 18 trovava -0stacolo in corrispondenza dell'uretra pro,s tatica, ~be poi si riusciva a vincere con lieve emorragia. All'esame uretrocistoscopico si riscontrava l 'uretra prostatica congesta con OO·l levamento della parete inferiore e di quelle laterali che quasi collabivano; le pareti vescicali si pre·.sentavano di forma trapecolare con segni di cistite. Residuo vescicale cc. 80. Esame 1urina: presenza di muco pus; azotemia 0,475. . Iniziai la cura conservativa: cateterismo e la,·aggio vescicale a giorni alterni; somministrazion e per bocca di antisettici urinari. Co·n tale cura ho ottenuto, dopo non molto,. un · leggero miglioramento della sintomat-Ologia. A tal punto, mi son deci·so di t entare la cura follicolinioa, . attenendi0.m i alle norme dettate dall'esperienza di Wugmeister, somministrando 200.000 U. I. nella prima settimana e ~00.000 U. I . nelle successive settimane. Dopo circa 15 giorni n e·ssun beneficio il paz~ente aveva ottenuto dalla cura e, siccome i disturbi si. erano accentJati, dovetti riprendere la cura locale. Tuttavia ho continuato la terapia t enendo presente ch e i b enefici 1

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Petto caso mette ben fn evidenza i risultati ottenuti con la terapia ormo•n ale maschile e quelli ottenuti con la terapia onno nale femn1inile. 1

2-3-4). In altri tre casi di ipertrofia prostatica in ritenzione incompleta, h o ottenuto con la cura ormonica ur1 discreto miglioramento. I disturbi disurici 'Si so no attenuati; il residuo vescicale, trann e i11 qualche caso1 diminuì sensibilmente. La prostata in tutti i tre casi si mantenne di u gu ale volume. Tali benefici sono stati limitati nel tempo e periodicamente si r endeva necessaria Ja ripresa della terapia locale e di quella generale ormonale. In tutti i pazienti ho potuto rilevare un evidente miglioramento dello sta- ' to generale. Il testo·sterone ha determinato, quasi sempre,. un sollevamento rapido di tutte le forze fi sich e ed anche dj quelle intellettuali. 1

5) Nell 'aprile 1938 ven11i chiamato d 'urgenza a ]etto di un prostatico, .P. G. di anni 67, perchè incapace ad urinare. Il cateterismo era già ·stato tentato dal sanitario curante. Il paziente, discreto bevitore, soffriva da alcuru.i anni di disturbi della minzione, ch e ·s i erano accentuati nell'ultimo periodo . Soggetto in discrete condizioni generali. All 'esame rettale si rilevava una prostata enormemente ingrossata qiuanto un mandarino, poco dolente, a superficie liscia, di consistenza alquanto fiprosa. Riu·scì a praticare, dopo alquanta difficoltà , il cateterisn10, servendomi di un catetere


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·riemann di medio cali:P·r o, che lasciai in permanenza. Al lavaggio vescicale associai la cura medica del caso;. Dopo due g'iorni tolsi il catetere ma il paziente no·n 'riusciva ad urinare spontaneamente per cui si ;rese neces·sario ripetere due,. tre volte al giorno il cateterismo. In 5a giornata dall 'attacco di ritenzione acuta iniziai la terapia ormonale col proprionato di testosterone e so.Io dopo altri 5 o 6 giorni il pazientai inco·m inciò ad urinare. Ho rilevato un residuo vescicale superiore· a 100. Dopo qualche mese il paziente aveva acquistato un miglioramento. La cura venne rigorosamen.t e continuata. L'azotemia era diminuita d a 0 ,563 a O. 465,, la pres&ione Mx. da 160 a 155 e la Mn. da 95 a 90. Il residuo vescicale era scèso a 30 cc. La prostàta si mantenne sempre di volume in1mutato.

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6) L. P., di anni 78,. pensionato. FF. SS., vedovo. Ha sofferto in passato di malaria e di uretrite gonococcica. Da circa . tre anni incominciò ad avvertire disturbi urinari : frequenti urinazioni specialmente di notte con getto di urina indebolito. Da una ventina di giorni si era accorto di 1una tumefazione dolente al perineo, che n o11 tendeva a sc-0mparire, nonostante le applicazi~n:i,, calde. La temperatura oscillava da 37 a 39 gradi. Per co,nsiglio del Sanitario curante, fu richiesto il mio parere. Il paziente cors tretto a letto da oltre un mese, si presentava in condizioni generali abbastanza cadute, di oolorito pallido. In corrispondenza della regione peri11eale notavasi una tlJlme. fazione di colorito rosso cianotico, senza limi ti netti. Alla palpazione si aveva un terrnotatto positivo ed una consistenza molle della tumefazione, in qualche punto fruttuante. All'esplorazione rettale si rilevava una pros~ata molle-elastica •uniformemente ipertrofica a ·superficie liscia. Praticai il cateterismo uretrale, incontrando solo un lieve ostacolo in corrisponden.z a dell'uretra pTostatica. Residuo vescicale circa 120 cc. 'All'esame chimico dell'urina si rilevarpno tracce di albumina e a quello del sedimento numerosi globuli bianchi degenerati. ' Pressione Mx. 195 e Mn. 105. Praticai l 'incisione dell'infiltrazione perineale, donde venne fuori del pus e del liquido ·sanioso. e porescrissi lavaggi vescicali e la terapia medica del caso. Dopo qualche giorno la temperatura era quasi discesa al normale. , I disturbi ;urinari si erano attenuati. La ferita a distanza di giorni, però 1 non tendeva a guarire. Do·p-0 ·15 giorni ho iniziato la cura o.r monica orchitica e dop·o qualche settimana ho· constatato un leggero miglioramento dello stato gen'erale e della ferita, la quale si presentava ricoperta di buori.e granulazioni. Dopo tre settimanP, di cura ormonica la 'ferita si chiudeva ed il paziente, riacquistato il colorito roseo e la sua abituale euforia, lasciava il letto . Nelle· tre settimane sono stati somministrati 180 mmgr. di prop·r io·n ato di- testosterone. La pressione arteriosa era lievemente dii;riiuit~ _ed anche l'azotemia da 0,52 % a 0,474 0,~ ; il residuo ve·scicale tendeva anch'esso a ridursi. Nelle d ae settiman·e suceessive ho prescritto la continuazione della cura in com'})resse. Dopo circa un mese e mezzo l'ammalatoi fu .in condizioni di venire in ambulatorio. La cura venne continuata alternan<lo]a , a periodi di riposo . 1

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[ANNO

XLVII, NuM. 35}

7) M. G., di anni 57. I primi disturbi urinari rimontavano a circa 5 mesi, consistenti in difficoltà della minzione, in, diminuzione della forza del getto,, ed in pollachiuria notturna. All'esplorazione rettale la prostata si pre:s entava lievemente ingrossata ed ·a superficie liscia. Il cateterismo uretrale metteva irì evidenza un lieve ostacolo in oorrispondenza dell '1ùretra prostatica. Non vi era residuo vesoicale. Non si riscontrava alcunchè di patologioo all'esame dell'urina. Si iniziò il trattamento ormonico senza associazione di cura locale .. Dopo oirca 10 iniezioni di 10 mmgr. pro die di proprio11ati0 di testosterone, l'ammalato accusò miglioramento.: la minzione avveniva senza difficoltà e la forza del getto era aumentata. Non si constatò diminuzione apprezzabile della prostata. I

8) L. S., anni 81', vecchio prostatico, portatore di voluminosa ernia destra incontenibile ed in cattive condizioni generali. Venne ricoverato in ritenzione cronica completa. La prostata ·si presentava molto ingros·s.a ta e di co.n sistenza fibrosa. L'esame dell'urina svelava una cistite. Azotemia O, 70 %; pressione arteriosa Mx. 185, Mn. 95. ~l cateterismo riusciva alquanto difficoltoso. Si eseguono lavaggi vescicali antisettici. Dopo 5 giorni, toJto il catetere a permanenza, la minzione spontanea non si ristapilì. Ho iniziata una cura ormonica orchitica intensiva di 20 mmgr. al giorno. Dopo parecchi giorni ne·ssun mig}ioram-e·n to era avvenuto per cui si ritenne opportuno praticare il primo tempo dell'operazione di Freyer.

La cura' ormonica ·è &tata de me praticata in un discreto numero· di casi, ma solo in otto ho p<:1tuto p raticarla con metodo e seguirne l'andamento per un perio do. cli tempp, che va da parecchi mooi a1d un anno· ed anche più. La terapia testic.olare ha dato quasi . in tutti i casi un ·di~creto risultato, tranne n-ell "ttJ.lti1r10 descritto in rit'?nzione cronica co·m pleta. N.ei casi inizi.ali il miglioramento è stato pi1~1 pro·n to e più co·m ple·t o. La .&intomatologia 11rinaria per prima ne h·a tratto be11eficio, infatti &i ebbe la .diminuzione fino a sco·m parsa della ·disuria e ·d ella pollachiuria, la minzi9•n e di,,enne più faci]e e qu.a lche volta si ristabilì nei pazienti in ritenzio·n e con1pleta, la validità ·d el getto aumentò, il resi·duo ve1s.cicale ebbe too·d enza a ri1dursi. Tali benefici non ·e bb,e ro molta durata, tJier cui, dopo un periodo più o n1e·n o ll1ngo dalla &-0spernsione della cura, ~i rese n.eicie.s saria la ri21reB.a della terapia onno'nica. In ness.11]1 caso ho rilevato una sensib ile diminuzi-01n e .d.e lla prostata . .La terapia 5emhra, p1erò, arrestar·e }'.e voluzione dell 'a·d-enoma nelle form.e i11iziali. La cura, quirtdi, è tanto più · efficac.e cp1anto più pr:ecocemente attuata. Recentemente E. Sharp,ey-Shafer, R. Shackman ha.nn10 studiato in un ·caso di ipertrofia prostatica l'is.tologia di qu·e~·t'organo prima e dopo un perio·d o di 34 gio·r ni di cura con ini€1

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SEZIONE

zionc. lltlolidiana di proprionato di tes tost ero1

11e e 11on hanno riscout!'ato alcuna modifica-

zione i~lo]ogica . Da ciò rilevasi ch e l 'orn1011e lestico l:lre n<1n rserGita alcuna azione diretla su] tessu lo prostatico adenontatoso. l -11 et1sibile i1tigliorarnento si ebbe nel La · ·o <.tzote11tico ed an•ch.e1 s ulla J)ressione arterioi&a. L<.l :;Lalo ge11e rale si avvantag·giò di molto ·d ella terapia orrr:ionica, la quale esplich erebbe I.a s ua azione r egolarizz.a ndo lo s1quilib-rio orn1011ico e d eleva11do il tono muscolare ge•n erale. I }Jazie11li ac.qui5tar0110· un colorito sano ed u11 .a~pello più vivace; le (o·r ze rip·r esero ed i ino' i111e nli , i fecero più liberi e più sciolti. Tale alio11c e utrofica e Lonico-1nuscolare influirebbe pe r via indiretta &ul tono vescical e co·n b enefici e ffetti sui di&turbi dis lli-ici e di rit e11. i.ione. 'f ale è l 'opinionc di n1olli Autori. Altri pe11~ .: r eLbe ro ch e l 'or111011oterapia testicolare eser( il a un 'azione, ir1vece ch o sulla mu cola turl s triata clella vescica~ sulla n1uscolatura liscia dello sfinlere cervico,- uretrale, ad di cui F-pas 1110 o contrattu,r a ~ono dovuti i d~&turbi dis uric i e di ritenzion e (Clta1L1p1y , H eitz-Boyer, Cou)·ard). 1

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l1t !..>ase a lla 1)er so11ale esperien za ed a quella degli AuLori ch e dell 'a rgomer1to si sono ocCUJ.Jati si può conclud e re : 1) clte allo ~ talo atluale J1on si può af[er1i1are ri1&0lto in modo sicuro il problema etioIJ.ltloge11e Lico d ell ' ipert1·ofia pro ... tati,ca, sebbe11 c· la teoria enclocri'1 a, i1el senso di .8 quilibrio d rg·Ii ormo11i sessuali con prepo11d·e·r a n za clel1·or111011e fe111111inile, a1)1)are verosi1nile; 2) c,l1e la t c.r apifl prostalic.a con g·li orn10n i ferì11ninili non dà buoni ri s ultati; 3) ch e la terapia con gli or111oni n1.a schili è cli ulile a 1,plicazione i1ell 'ipertro fia prostatica. Essa ~ particol arm ente indicata n elle for111 e i11iziali, lJolendo arre tare I ' e,-oluzione dell 'ade11on1a. eJle· riter1zioni cro-I1iche incor11pl ete enza cli lin zion e vescica.le, il n1igliorar11e11to è frequente, mentre l a coesislenza della distenzion e ne infirn1a i ri ~ uJtati della terapia; i1clle ritenzioni comp1lele acute spesso· si otte n gono ottin1i i1.sulta ti; risultati no11 buo ni è d.a atLen·d er~si n elle riten zioni cronich e ('OJll pletc; 4J ch e la terapia or111 onica t esticolar e, non ir1durc nd o al cun a dj1l1inuzione ap11)rezzabi]e dell 'ad eJ1on1a pros LaLico, i1011 può essere con &iclc rata u11a te rapia causal e ben.si palliativa da rto11 lJOler, pertanto, sostituire la terapia cl1i-

PRATlÙ.\

1455

5) che l 'orn10!1 e m ascli.ile, esplicando un 'azion·e su tutto l 'organism·o con solleva111ento di tutte le forze fisich e e talvolta m entali , trova la sua i11dir.-azione coadiuvante n el]a cura pre- e post-operatoria; è in· special n10 d o indicato dopo la resezione pr0&tatica c11douretrale per prevenire le recidive, n ei casi inoperabili ed in quelli ch e rifiutano l 'opera. zion e; 6) che tale terapia è in,o cua e IJiuò essere usata- senza alcuna controindicazione. ;L 'ipotetico potere cancerigno d el te5tosterone non h.a finora ricevuto alcuna conferma clinica sperinien.tale; 7) r he e ... sa esp1i·ca una benefica azio·n e li111ita ta n el tempo, per cui è necessario riprenderla ad intervalli. 1

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RIASSUNTO. L 'autore accenna alle varie teorie ormonali dell'ipertrofia prostatica e si intrattiene s11l I rattamento ormo•n ico cura tivo della malattia, riportando i risultati ottenuti ir1 alcuni casi. Pur no·n disco·n oscen,do i buoni risultati, che s.1'e5So .5Ì ottengono con tale t erapia, l'A. conr lu1d e aff.ermando che eis.sa è da riten ersi pallia tiva , coadiuvante da n on poter sostituire la I er a pia chirur.gi·ca dell 'i perrtro fia pro sta tica. BIBLIOGRAFIA. BARBIES. Il lrallamento dell'ipertrofia prostaili ca con l 'H ombr éol. Magg. Urol., 1,. 43, ~u­ dapes t, 1938. AscnB1~1 S. Go•nades et regulations Hypophisaires, Ed. Bailliére et fils, Paris, 1937. ARON. Citalo da 0BERHOLT2'.ER. ANCEL e B·uo1N . Citali da OnERHOLTZER. IlBRGAMINI . Riforma Medica, 4 m erzo, · 1939. B1c KEL. Revu e m éd. della Suisse Rom, 25 giugno 1939. BRUNI. Ormorioterapia n ella ipertrofia prostatica. Rivis ta di Chirurgia, Napoli, 1939, n. 12'. B1scEGL1E. L e m,ocler ne ric erche sull'ormone sesuale rna schile. Le forze Sanitarie, 1937, pag. AuTRAL

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ISTITUTO

CLINICA CHlRURGfCA GENERALE· E TERAPIA CHIRURGIC.4. nELLt\ R. u ·1'i1vERs1TÀ n1 1F1nEN7:E Direttore: Prof. ANTONIO CoMOLLJ. DI

Sn cinquanta casi di discesa inromp1fta del testicolo trattati con cura ormonira. Dott. SILL_.\ ToNI01Lo,

assi~tente.

LEOTTA N. Policlir1ico, Sez. Chir., n. 51, pag. 1799, 1925. LuYs G. Bt1ll. Mem. Soc. Chir. de Paris, n. 3, 1936. l ,owER y°l./. E. Journ. of Urol., n . 4, pag. 555,, 1937. l\1ARION G. Journ. Belge d'Urol. ,n. 4, 1937. M1EDLIG. Zentralblatt f. Chir., n. 40, 1937. l\1rNET. Bull<'Lin du 35° Congrés français cl 'Urologie, Paris,. 1935. l\tfosTI. Gazzetta Medica Italiana, n. 7, 1938.

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Un pro·b1ema ch·e ha sen1pre assillato i chirurghi: è quello· di cerc.ar·e il modJ di condurre nello sctoto i testicoli ecto p·i ci e a questo scopo non si ,è finora trovato di meglio che ricorrere alla ri1)osizione n1eccanica mediante i11terv·en to op eratorio. Un.a prova della difficoltà ·di ottenere urla buona riposizione di un organo ta11to intportante e tanto delicato~ è il 1


SEZIONE PRATICA

grande nun1ero di t ecniche che 5ono stat e 1proposte. J)el res to :,i sa che i risu]tati d elle orchido1>eFTsie non so no stati sempre brillanti , senza co11tare ch e di fronte alla ritenzion·e add!omi11ale dei testicoli, il chirurgo si tro,'a disar111atc. Si comprende quindi ch e d ebba accogliersi cç,.n grande favore ogni tentativo volto a cercare dì o ttene r e una modificazione n ella posizione del testicolo fino ad una disce$a completa, non più n1ecca11ica ma spontanea, cosa e-b e ' ·crosi111i]n1ente dovrebbe essere possibile, se non i11 tutti i casi di criptorchidismo , aln1eno in molti di di-.: cesa inco111pl eta . Le cau se d ella mancata o incompleta diS('esa dei testi coli n on sono ancora chia rame nte conosciute. L 'ostacolo meccanico ch e viene ~oF-ì spesso invocato, non risulta t'b e rar ainentc all 'intervento operativo, e a n ch e in quei casi nei quali i testicoli appaiono fissi , r-imane il quesito se t ale fatto sia d a interpretarsi qual e c.ausa , oppure con&eguen za del criptorchidisn1 o. Le rice r ch e nel campo or1nonico e i risultali d ei te11ta ti,1i fatti in questo campo a proposito d ell 'organo genitale maschile, sembraTJO inettere i1t evidenza la possibilità di modificare i nostri con cetti terapeutici, sostituend o, fin d o,,e è po~sibil e, l a cura medi "a a quella chirurgica. Da t en1po si è da t a in1portan za, per ciò ch e rjguarda lo sviluppo e la discesa d ei testi coli, aJ]e ghiandole a s-ecr ezion e interna; so·n o note le correlazioni fra ipofisi e gonadi. L'esam e accurato dei pazienti e l 'accertata coesistenza di s~ni indubbi di deficiente sviluppo sessuale (teFrticoli iipoplasici, assenza di c~ratteri sessuali secondari) e di disordini endocrini che si palesano dalla costituzione d el soggetto (eunucoidismo m agro , adiposità genitale, nanismo ipofisario) e dall'esame funzional e (diabete insipido , a lterato metaboli~mo dei carboidrati , alterazioni d-el ricambio })asale) hanno indotto molti Autori a considerare Ja discesa incon1pleta d ei testicoli nel quadro compl etto delle disendocrinopatie. Secondo l)end·e, H enke ed altri, il criptare J1idismo è il reliquato di una malattia della crescenza sviluppatasi durante la vita intrauterina, e precisamente l'esponente di uno squilibrio ormortale f.etale. Schlos e liiau11i ritennero che l a discesa dei te.sticoli durante la vita intrauterina fo.s::;e in relazione con la plfesenza n.eJ saugu·e materno dell'ormone ipofisario e ipo fisariosimile (pl acenta) e riferirono il cri1ptorchidism o alla ins ufficienza o 1nancan za di tale elemento. 1

1

1457

_.\sch ein1 e ·Zo11d ek l1an110 din1ostrato l a note·yole influe11za dell 'estratto d el lobo anteriore dell 'ipo.fisi sullo svilupi]_JO se"s uale. Secl111 do il M.araiion lo ::;,-iluppo normale del testi· t·o]o consiste sia n-el co111pletamento d elle su e . trutture a 11aton1icb e, sia nella sua migrazio· zione n ello &eroto e i due fatti avvengono parallel a111ente, cosiccb è un difetlo nella discesa sta ad in·dicare un difetto 11ello sYiluppo d el1'organo . Note,-ole contrib·u to alla conosce11~ delle correlazioni or111011ali delle gon adi , fu po1tato da Ascl1ner c.h e n el 1912 din1ostrò ch e l 'abla. zione d ell 'ipofisi è seguita d all 'at1yofia dell e gl1iandole sessu ali. Otto anni d opo Hirosa 1nise in eYiden w. l ~ormon e stimolante le ghiandole se s u.ali n ell 'estratto di placenta e nel 1926 _i\ chner l o di1nostrò n ell 'uri1ia <li d on11a in ci11ta. È opinione or111ai accettata dalla maggior l1nza degli Autori ) ch e l 'ipofisi pro.duca due ormoni gonadotropi , e cioè un ormone solubile i11 acqua, e . . tra tto acido o Prolan A e un or1no11e diffi ciln1ente solubile in aoq;ua, estra tto alc.alino o Prolan B. I principi estratti dalla placenta e rlall 'Gri11 a di incinta h an110 co1nportamente analogo agli or1noni preipofisari. Il Prolan /\. non 11a influenza su gli organi sessuali n1ascl1ili (Brindeau Hinglais ed altri) , il Prolan [8 iniettato n el topino maschio impubere d etermina aumento di volum e dei testicoli e la loro discesa precoce nello scroto. Nel 1932 Heng l e studiò sperimentalmente I :azione d el Prolan n ell.a scimmia, animale questo ch,e si pre ta assai bene allo scopo perchè, mentre n ell 'uomo la m ancata discesa dei testicoli costitui:&ce fatto anormale, in alcune scimmie (macacca n1ulatta) il testicolo non scende nello scroto fino al periodo d ella C<)mpleta maturità. Su 10 scimmie, dopo un.a seri e di iniezioni di Prolan, n ot ò in 8 la compl eta e precoce discesa d ei testicoli. A.berle e Yenkins condussero ricer ch e simili su animali della stessa famiglia~ e oltennero ri sultati a11a· l oghi . .Scbapiro·, per il 1p1rimo, i1el 1930, curò con Prolan l a discesa incompleta d-ei testicoli nel1'uomo. I risultati di questo Autore son• stati più tardi confermati da molti altri EGoldm an e Stern, Sexton, Cobn. Aberle e Yenkins, Lomhard, Novak , vVeester, Dorff, Allen e Stokes, ~'errler e l{elling, Ko]Jlin , Rotteri, V.annonci· r1i, Spence e Sco,,ren e altri). George ·e Dorff distinsero gli affetti. da ri· ten zione d ei testicoli in 2 gruppi . Nel 1° gruppo con1pr esero gli affetti d.a distrofia adiposo-


1458

« IL P OLICLINI CO »

g·enitale! obesi, e urtocoidi ; n e] 2° gru1)po g li ipotiroid·ei co·n &vilupip·o osseo ritardato ·e 1pop1asi.a genitale. Curarono con successo i pazienti del 2° g ruppo con estratto tiroideo più Prolan . Altri Autori hanno messo in evidenza in alcuni loro pazienti il quadro d ella deficienza i1>ofisaria ( din1i11uzion·e o aumento anormale della tolleran za p·e r g li idrati di carbonio, diabete insipido) e la son1n1inistrazione di Prolan d ele1minò la ·discesa dei testico·l i e la scon11)arsa della Nind.r o,m e i11ofisaria. Ptiassu1110 in un quadro ~chema tic o i risultati ottenuti dai vari Autori, d9s11r11endoli dai lé1v o·r i1 fino ad oggi- pub,b licati. Dai dati inc-0n1 pleti forniti è spesso difficile orientarci. sulla r eale e ntità del su ccesso ottenuto; qualch e Autore parla di ·discesa d ei t esticoli in fondo alla borsa scròtale . Altri afferm.a soltanto la sede ra1ggi11nta n ello scro to se11za precisare in quale sua p1a rte. Altri ancora con sidera a lcur1i ·dei risultati ottenuti quali . . ucoessi parziali sen za in dicarn e l 'entità . Di fronte a questa dispiarità di descrizioni 110 preferito segn.a re sullo schema il numero d ei casi tratta ti e quello d·ei casi nei quali gli Autori a fferma ne) di n on aver o ttenuto alcun effetto dalla oura . La dif fere.n za dovrebbe cosliluire il nun1ero d ei su ccessi ma in realtà apJ}are cl1e in a lcuni casi il •su ccesso sia stato parziale (ve·di tab·ella a P'- 5). c: r111cluclen,do i casi trattali di criptorchidis1no u11ilaterale o bilaterale sono stati 306 e il successo corr1pleto o incou1pleto h a coronato ìa cura in 207 casi pari al 67 %. L 'età dei pazie11Li guariti variò dai 2 ai 21 • anni. Werne·r , K elling, e Ell,ersieck e Joh11s hannu usalo un e::;tratto ipofisario alla dose da 10 a 20 U . Pt. a :g io·r11i alterni. Gli a ltri Autori un estratto di urin.a gr avidica a dosi le più varie tra 25 U. Pt. al giorno e 500 l J. R. tre volte r>et rSetli n1ana. La maggioranza di essi è però d 'aocordo sulla necessità di somministrare dosi eleva le per in.iezion·e ipodermica. La dose totale fu compr esa fra 700 e 100 mila U. R. In alcuni casi il FJuccesso fu ottenuto do1po pocl1i -g iorni· di c ura (20-30 giorni), in altri i11eno felici il t esti colo r itenuto raggiunse la sede scr otale .sol·ta11to dopo alcu ni mesi di cura (12-24: mesi). Non risulta dalla l etteratura ch e siano ~tati riscontrati incoDvenienti rifieiTibili a lla somministrazione di ormon e. Soltanto Kopling n el su o pazien te di 30 mesi, eb·b e ad osservare gli1

1

I

[ANNO XLVII, NuM. 35 J

co:;;uria cl1e sco11tpar ve a sosp er1sione della c.ura, e Repard e Nevratil descrissero il caiso di un paziente i1el quale l 'intolleranza al m edicamento si dimostrò con nausee, cefalea, dolor·e addon1inale e peri11eale. Dal settembre 1935 a d oggi io ho trattati con iniezioni di Prolan 50 pazienti affetti da disc.e sa incompl eta d ei testicoli ed ho ottenuti rj sultati soddisfacen ti che rendo noti per concorrere alla diffusione di tale metodo terapeutico che ritengo dovrebb e essere sempre praticato prima di ricorrere alla cura chirur• g1ca. Il più giovane dei miei pazien.ti av.eva due a11ni, e n1aJ.grado la tenera età ch e ip oteva lasciar 1&perar e in una discesa sp·o n tanea d ei testicoli (la discesa dei testicoli non è co·mple·t a alla na 5cita n el 4 % d ei casi e si compie fl11equentemente n ei pri1ni anni della vita, cosiccl1è il criptorchitismo si riscontra alla pubertà con la freque.n za del 0,50-1 % secon.d o HenkeLubarsch e dell' li, 25 % secondo Thorek), ho ri I enuto di dover intraprender e la cura o·r mo'nica, d a to il palese ~tato di ipogenitalismo del paziente (testicolo dest1·0 del volume di un l)j.5ello, testicolo sinistro impalpabile in emiscro1to apla1&ico). Il m aggior e dei miei pazienti aveva 16 anni. In due casi l 'esart1e clinico h a riv·elato una prevalente. ipofunzione tiroi dea e .alla Cl\ra con Prolan ho associato I 'estra tto tiroideo. L 'ernia inguinale, che secondo Uffreduzzi, si accom1pagna a l 90 % dei casi di i·itenzione dei testicoli e 6econdo Odiarne e Simmons a l . 57 %, fu d a n1e riscontrata in 17 JJiazienti, pari quindi a d una frequenza del 34 %. In 6 la cura ebbe pieno su ccesso nella discesa del t esi icolo ritenuto e in un 9, ch e aveva tern1inato il trattamento n ell'ottobre 1937 ed era portatore di una pi ccola er11ia in·guinale, la tumefazior1e negli otto m esi su ocessivi, a d etta della m adr10, non si sarebbe più pr esentata (sfortunata1nente 11on ho più p otuto rintracciare il rag·azzo). Cinqur- degli allri nove sono st ati sottopos ti a d intervento· chirurgico per erniotornia ed orchidop·essia durante il quale fu i1ossibile cons tatar e in un caso la presenza cli un ·diverticolo sottocutaneo del dotto peritoneo vagin ale de11tro il quale ad e.riva il testicol o{, in due un robiu sto cordone fihroso che univ.a il poil o inferiore ·d el t esticolo a l margine dell'orificio superficiale del canale inguinale, 11egli altri due lasse aderenze che fissavano il testicolo n el canale ing uinal e. Io h o praticato ai miei pazienti i11iezioni quotidiane di 100 U . R. di Prol art oppure a alterni a secondo dell '.età e dello svi·aiorni o 1

1

1

1

1

1

1

1


[ANNO XLVII, NuM. 35] .... (I)

(Il

u

AUTORE

n.

Aherle S. e Jenkins J. .

5

Alle11 A. e Stokes S. . .

I

. . . . . · 10

ù

~

(I)

4> . ...

3-0 (I)

Brosius W.

1461

SEZIONE PRi\TIC.\

Dose

~

Dose totale

Durata circa

v v (I) -

e e:

2

2

125-200 U. R. lre voi te la settimana

1700-4500 U. R.

100 U. R. tre vol Le la setti111ana

2500 U. R.

100-300 U. R. tre volte la sc ttin1ana

700-7500 U. R.

100 U. ll. tre volte la selti1nana

1000 U. R.

4-7 se llimane

..

2 mesi 3-10 seltimane

Cohn S.

• •

6

3

Denk W.

• . • • 27

Dorf G. .

. . 40 11

• •

Gelderen Ch . Giauni G.

8

9 1

3 seltimane •

2 m esi-2 anni 250 U. R. tre volte la settimana

5000-46000 U. R.

8-13 mesi

2500-15000 U. R. 3-6 mesi

500-1000 U. R. p er settimana

.7

3

100 U. R. al giorno

15 g iorni-3 mesi

. .

14

2

250 U. R. al giorno

fino a 3370 U. R. fino a 18 m esi

Goldmann e Stern A. .

2

1

100 U. R . al g iorno

Giorge B. e Dorf M.

11

Goldman11-Stern-Lapin

Huevkovsky O. . . . . . 16 Koplin H.

. . . . . . . •

• •

3

Ypes M.

• • • • •

7

Lellan Mc E.

Lomhard P.

• •

• • • 25 •

1 125-375 U. R . al giorno 1800-14000 U. R. 1500 U. R. 5 100 U. R. al giorno

2-12· m esi qual che settin1ana

100-500 U. R. due volte Ja settimana 8 500 U. R . per se tt'im ana

3050-8950 U. R.

6-10 se tti1nane

1500-9000 U. R.

3 seltimane-9 mesi

I

Kunstadter

parecchie settimane

1

-

1

Mimpriss T.

. . • . . • 20 14 500 U. R. per settimana da 950 a 2250 Priesley J. e Coben J . . 2 I 50 U. R . fino 300 U. R. U. R. al giorno 5000-9000 U. R. 9 4 50 U. R. a 500 U. R. Rubins in H. due-tre volte la settim. 9000-36000 U. R. Schapiro B. . . • • • • • 32 3 200 U. R. al giorno Sexton D. L. • • • • • • 6 2 50-300 U. R . al giorno 6000-100000 U. R. 5000-56000 U. R. Spence A. e S<:owsen E. 21 10 200-500 U. R . due volte la settimana 8 iniezioni 1 Springer C. • • • • • • 4200 U. R. Vanoncini A. . . . • • • 2 25-300 U. R. al giorno

diverse sel timan e 5-6 setti111ane 2-7 inesi

1

Verpies t U.

Web·st er B.

• • • •

Werner A. Hellingh

Totale

1

100 U. R. a g iorni alterni

. . 11

1

25-250 U. R. al giorno·

17

5

10-20 U. H.. a giorni alterni

• •

3-13 rneisi 4-11 m esi 3 sellimane-14 mesi

8 se llimane qualche setlin1ana

1000 U. R.

u.

4876

11.

20-520 U. R.

4-29 giorni

306 99

luj)po corporeo del n1alato. In alcuni tasi 11ei quali dopo una serie di inie1zio nì ( i -5) non si erano i11ar1ifestati quei primi segni ch e negli altri soggetti mi avevano dimostrata I 'effi cacia della cura, ho creduto opportuno di somn1inislr.are una dose quotidiana di 200 U. R. I_~t do:,e totale variò da 1000 a 5000 U. R.; il 1

tempo di cura da 1O giorni a 7 mesi compresi gli intervalli di tempo che lascia, 0 trascorrere fra una serie di 5-10 iniezioni e ]a successiva, intervallo c.h e variò fra 5 giorni e· un mese. Ho cla,ssificati , fra i successi del trattamento anche quei -casi nei quali i testi coli non sono .scesi j n fo11do a1Jo scroto, ma aumentati di 1

1


cc IL POLICLINICO »

1462

[ANNO

XL VII,

1'Ul\l.

35 J

,

Nome e cognome

Età a.

1. Luciano Z.

3 1/2 fe·sticolo D. i11 sede nor- 3400 U. R. male; tes Li colo S. nel1 la parte alt a d el canale inguinale.

2. Renzo G.

7 1/2 'festicolo D.

3 . .Gl1 lo P.

4 1/2 Testicoli in1palpabili.

4. Carlo M.

4

Posi zio n e

Dose totale

Durata cura g.

Esito

Osservazioni

92

Successo incompleto

llifiula l'intervento operatorio per erniotomia ed orchidopessia.

parte alta 3700 U. R. d e1 canale inguinale; testicolo S. impalpabile.

36

Successo

5000 U. R.

110

Successo

Testicolo D. i11 sede nor- 3700 U. R. male; te·sticolo S. parte media ca11al e inguinale.

135

Successo

~1.

5

Testicolo S. in sede i1or- 3100 U. R. male; testicolo D. part e jnferiore ca11ale i11guinale.

33

Successo

6. Mario G.

7

Tes ticoli impalpabili.

2000 U. R.

56

Successo

7. Piero S.

9

Testicolo D. in sede nor- 2300 U. R. male; tes ticolo S. i1npalpabile.

92

Successo

8. Gianni R.

3

rfesticolo D. in sede nor- 1500 U. R. male; testicolo S. parte alta del canale inguinale.

30

Successo

9. Pasquale B.

3 1/2 Testicoli impalpabili.

2000 U. R.

73

Successo

Testicolo S. in sede nor- 1500 U. R. male; testicolo D. parte superiore del caria. le inguinale.

11

Successo

5. Luigi

10. Leonarclo B. 6

5

'festicolo S. in sede nor· 2000 U. R. male; testicolo D. impalpabile.

30

Successo

12. Sergio C.

7

Testicolo S. in sede 11or- 3100 U. R. male; testicolo D. parte media del canale inguinale .

50

Insuccesso

13. Enzo C.

8

'Iesticolo S. in sede nor- 2000 O. R. male; testicolo D. parte superior e canale ing·uir1ale.

22

Successo

14. Silvano F.

8

'festicolo S. parte supe- 2500 U. R. riore canale inguinale ; testicolo D. impalpabile.

40

Successo

3 1/ 2 Testicolo S. in se<le nor- 3000 U. R. male; testicolo 1). parte superiore d el cana,, le inguinale.

60

15. Casildo C. ,

Coe is le ernia ingu inale D.

Coes iste ernia inguinale S.

Coesiste ernia ingui11ale S.

'•

il. Renzo C.

.

Coesiste ero i a ir1guinale S.

llifiuta l'intervento operatorio. •

Si somminis lra pure estratto tiroideo.

incompleto

S'interviene per erniotomia ed orchidopessia; esiste diverticolo del canale peritoneo-vaginale .


11\NNO

XLVII,

Nu~i:.

Nome e cognome

35J

Età a.

-

SEZIONE PRA.TICA

Durata cura g.

Dose totale

Posizione

14G3

Esito

Oaservazioni

J

16. Italo Pr.

7

Testicolo S. parte infe- 2000 U. R. riore canale inguinale ; testicolo D. parte superiore d el canale inguinale.

22

Successo

Coesisteva piccola ernia che a distanza di sei• mesi• non è ricomparsa .

17. Mario P.

13

Testicolo S. in ·sede nor- 2000 U. R. male; t ésticolo D. impalpabile.

90

Successo incompleto

Il testicolo è :fissato da uno spesso cordone fibro·so . •

18. Ot tavio C.

19. Renzo M.

9

7

Testicolo S. nella parte 2500 U. R. superiore del canale ing·uinale; testicolo D. in sede normale. Te~ticolo S. impalpabile; 3000 U. R.

testicolo D. normale.

in

86

Successo incompleto

4l

Su ccesso

sede

20. l ;mberto P. 10

Testicolo S. nella parte 1300 U. R . n1edia del canale inguinale; testicolo D . nella parte inferiore del canale inguinale.

36

Successo

21. Luciano B.

'I'esticolo 1S. impalpabile; 2500 U. R. testicolo D. in sede ... -. .. -· . .. . . . I . .. normale.

60

Successo

9

/f:'·~~ ,

~esiste

idrocele in emiscroto privo di testicolo.

--.:~.::::.-

~-'l

~

/

22. Gino F.

14

'Testicolo S. in sede nor- 1500 U. R. m ale ; testicolo D. n ella parte superiore del canale inguinale.

30

Successo

23. Mario R.

4

Testicolo S. n ella parte 3000 U. R. m edia del canale in guinale; t e-sticolo S. nella parte inferiore del canale inguinale .

43

Successo

Testicolo D . nella parte 1300 U. R . superiore del canale inguinale; testicolo S. nella parte inferiore del canale inguinale.

95

Successo

Coesiste ipospa· dia balanica.

25. Giuseppe M. 4

'Testicolo D. e S. n ella 2000 U. R. parte 1superiore del canale inguinale.

95

Successo

Coesiste ernia inguinale D.

8

'Testicolo D. in sede nor- 2000 U. R. male; t esticolo S. nella parte su periore del canale ing uinale.

30

Sue.cesso

2500 U. R.

50

Successo

2 1/2 Testicolo S. nella parte 1500 U. R. superiore d el canale inguinale; testicolo D. in sede normale.

62

Su cx esso incompleto

Testicolo S. in sede nor- 2000 U. R. male; testicolo D. parte superiore can ale in· guinale.

55

Sue.cesso incompleto

24. D'Annunzio 2 M.

26. Otello B.

27. Raffaello F. 10

28. Giampiero

M.

29. Renato B.

8

Testicoli impalpabili.

~oesi ste

ernia inguinale S.


1464

(< IL P OLICLINICO

»

(ANNO

XLVII,

"l.:-1'1.

35J

..:.

Nome e cognome

Età a.

Posizione

Dose totale

30. Mario F.

8

31. Serg·io N.

4

Te·sticolo D . e S. parle 1500 superiore dei canali i11g uinali .

32. Luigi S.

9

2500 U. R.

Durata cura g .

Esito

O s s e r v a z i o ni

76

Successo

Coesiste ernia· inguinale D.

R.

120

Successo

Coesiste ernia inguinale D .

'fes licolo D. i11 sede nor- 2000 U. R . i11ale; tes ticolo S. impalpabile.

80

33. Giancarlo N. 5

Tes ticolo S. i1npalpabile ; 500 U. R . t es ticolo D. parte su})eri ore canale inguinale.

200

Successo incompleto

34. Sergio R.

12

Tes licolo S. sede i1or- 2000 U. R. inale; tes ticolo D. parte inferior e canale in gui11ale.

86

Successo incompleto

35. Mario B.

7

Testicolo S. parte supe- 2000 U. R . rio r e canale inguinale; t esticolo D. in sede n orn1ale .

90

Successo i11complcto

36. Mario M.

7

Tes ticolo D. n ella par- 3000 U. R. t e inferiore del canale inguinale; t esticolo S . n ella parte media del canale inguinale.

70

Successo incompleto

37. Dino P.

7 1/ 2 'fes licolo D. nella par1e 2000 U. R. media del canale ingt1ìnale ; testicolo S. in ·sede 11ormale. ·

61

Successo incompleto

Coesiste ernia inguinale D.

38. Piero M.

12

Successo

Vien e' trattato pure con e1stratto tiroideo; notevole miglioramento d elle condizioni fi'siche e psichich e.

.

Tes licoli nella parte superiore dello scroto.

U~

3000 V . R.

120

Insuccesso

Era stato precedentem ente o p erato di or chidopessia pilaterale.

I

39. Mario P.

3

1'estjcoli ii ella p arte su- 1800 U. - R • p eriore dei can ali Inguina li.

150

Successo incompleto

40. Marcello C.

10

Tes ticoli n ella parle me- 2000 U. R . dia dei canali inguinali.

27

Successo incompleto

41. Angelo C.

3

Testicoli nella parte in- 2300 U. R . • feriore dei capali li) gu inali.

41

Successo incompleto

42. Augusto R .

11

'fes ticolo D. nella parte 3000 U. R. media del canale inguinale; t esticolo S. in ~ede r1ormale.

60

Successo

43. Umberto V. 16 2i l 'f esticoli n ella parte i11- 2500 U. R. . feriore d ei canali 111guin ali.

64

Successo incompleto

.Joesiste ernia inguinal e D.

I


!"" ·-· .•-:::--:

[ANNO

XLVII, Nu M. 35 )

Nome e cognome

Età a.

SEZlONE PR.\.TlCA

Po s izi o n e

D ose totale

44 . Mario B.

4

Tes ticolo D . i11 sed e n or- 2000 U. R. ' n1ale; t esticolo S. n ella parte inferior e d el can al e inguinale.

45. Vi11icio B.

9

Tes ticolo D . i1ell a J>artc 2000 superior e del ca11al e i11 g uinale; t es ticolo S . nella p arte ·s u1)erio re d ell 'e111iscr o lo .

46 . Mario B .

u.

1465

D urata cura g .

93

Es it o

O sse r v a z ioni

Insu ccesso

R.

· 63

Tes ticoli i1 ella p ar te su - 3000 U. R . . p eriore d ei ca11 al i 111g uinali.

210

Tes ticolo D. nella parte 2000 U. R . alla d el can ale inguin ale ; t esticolo S. i11 ... ed e n ormale.

59

Tes licolo D . n ella par le 3000 U. R. alta dell 'emi scr ot o; lesticolo S . in sed e n or1n ale.

105

9

Testicol o D . in sede nor- J500 U. R. inale; t esticolo S. n ella p arle inferior e <lel cai1ale in g uin ale.

ti8

Su ccesso

9

Tes ticoli in1p alpabil i.

67

Su ccesso incomplet o

I 13

Su e.cesso

Su ccesso i11complet o

47 . Gian Pier 9

10

F.

' 48. Ri11aldo D .

49. Allilio

s.

50. Carlo L .

11

2500 U. R.

Coesist e ernia inguinale S.

1a d i minuito il proprio peso di 6 Kg. Soggetto eunucoide no t evolmente mi glior ato d alla cura .

Su ccesso

Su ccesso i11comple to

Coesist e ernia ing uinale S.

' olu111e si son o porta ti n el su o te rzo m edio . Non h o 1nai riscontrato al cun in con,renie11te riferibile al] a cura. Talora il bambino accu sa sub·i to do1)0 le })rime iniezioni rr1odica dolenzia in corris1)ondenz-0 dell e regio11i ing uinali. I primi segni lo cali dell 'effi cacia rl·el trattam ento 110 p o tuto ri•&contrarli quasi costantemente dopo 3-4 giorni, e cioè h o n o tato u na particolar e pig m entazion e e su ccul e11za dei tegt1menli superficia li deJJo scr oto , u n aumento di volume dei t esticoli, turgore del i)en e. Il t esti colo o i testicoli rite11uti su ccessivan1ente occupa110 le varie tapp e per r agigiu n gere la sede norn1ale. Con maggiore l enten za procedono dal] 'a11 ello inguinale superficiale al fo11d o dello scroto che molto spesso· non ha ancòra raggiunta la capacità p er contenerli, specialmente nei c:.si di cri1)torchidism o bila ~era le nei quali la borsa scrotale prima d ella cura è rappresenta ta da una sen1plicc· plica tura di cute g rin zosa. . Riassum o sch ematicame11te la nl ia casistica . (Vedere I ab cll e).

Dallo spog·lio della n1ia casistica risulta che J10 trattato con Pro.Jan 50 ba mbini e adolecenti affetti da discesa in c·ompleta del testirolo uniJatc-rale o bila tera le, o ttel:endo su cC'esso in 2P casi pari cioè al 58 %, &uccesso i11 con1pleto i11 17 casi ed a ffetto nullo in 4. Qui11di so]tanto in 21 su 50 cripto·r cl1idi si è mantenuta l 'indicazion e di or chi dopessia ctJirurgica dopo la cura ormonica. I casi con1presi n el secor1do gru ppo h o cla sf: i ficati fra i su ccessi i11 co111pleti , p er.ch è i te~ ticoli alla fin e del periodo di o.sser vazion e n on aYevan o an corA r.aggiunla la sede n or111ale, ina eran o u sciti dal ca11ale ir1guinale e· occupa, an o il ter zo superiore dello scroto . È ,pr ob abile ch e questi sogigetti, seguendoli ])€1' un lungo perio·d o di ten1 po, possan o en1rare n el gruppo di' •q uelli n ei quali la cura ebbe successo. Jn tutti i casi i testicoli so110 .aume:v tati di volun1e, le co,n dinioni gen erali dei pazirenti sono migliorate e co&ì pure lo sta to psicl1ico in quei ca ~i i1ei quJ.li si era r ivelato torpido . 111 n1olti .soggetti si è rapidam ente ·veri ficata L

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ì466

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IL POLICLINICO

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XL"\iTI, Nul\r. 35]

. . la cor111>arsa dei caratleri sessuali secon dari, with a.nteri oll' piluilary like goriaclot ropic hor mone. Am. J . Dis . Chil., 1935 . .quali la presenza precoce di peli sul pube e E~GLE E. T . The action of extracts of anterior ..aJle ascelle. pituitary and pregna.ncy urine on the testes Da quanto ho esposto appare evidente che of immature r at s and montrey. Endocrinoligy, 1932. .gli effetti della cura ormo11ica i1ella discesa FASANO M. Contributo all'istologia del testicolo iiJ co1111>leta del testicolo n ei casi coronati da in ritenzione. Policlinico, Sez . Chir., 1910. ·.successo, non sono n eppure da confrontarsi GEoRGE B. e DoRF' D. M. Maldeve lopme1it and .con qu elli della orchidopessia chirurgica. m aldescent or the test. R eport of treatment wilh th~ anterior pituit.a ry-like goriadotropi.c Nel 92 °/~ dei casi da me trattati , il P~roléln hormone fr om the urine of pregna:1it women . .estratto dalle urine di gravida ha de.tern1inato Ame r. J ourn. of D is. of Ch il dre11, 1935. t1n notevole impulso allo svil11ppo dell 'app·aGIANNI G. L e coirrel cozioni ipofiso-testicolari in terato genitale e in 29 casi su 50 h.a portato alla rapia. Gazz. degli Osp. e d elle Cliniche, 1936. HIGGINS C. e W ELK H. Surgical treatment oj Undg uarigione con1pleta i picc.o li an1malati ristaesc'e nd t esti cl e. Surg . Gynec. and. Dbst. , 1929. bilendo il loro equilibrio orn1onico e la loro LELLAN Mc. P. Decline and fall .of the undescenintegrità fisica e psichic.a. d ed testi . The Lancet, 1936. Lol\IBARD S. La migration testiculaire est un pliéRiteng·o quindi debba essere considerata con nomène hormonal. Presse ed., 1934 . .grande favor e la cura or1nonica. della discesa L 'azion.~ de'll 'orm one sessuale ipoifis11i11co1npleta dei testicoli cl1e dà la possibilità L uccaEs1. rio nella ghiandola maschile. ~oliclinico , Sez. a d ogn i medico, anch e lontano dai centri ospeChir., 1936. <.1.alieri, di g u.arire tali an1malati ri1portandoli J(OPLI N H. Glycoi.suria causecl b~y administratio·n of antuitrin S. foir bi late r al undescended test . Y . .alla normalità anaton1ica e funzionale. A. M. A. 1936. Semb·r a quindi ch e il chirurgo debba lin1iMAR10.~ G. A prop,os d ' un cas d'ectopie t esticulaire tarsi ad intervenire n ei casi di i11successo deldouble en positiori crurale traité p ar l e prolan. Presse Med., 1936. la cura inedica e nei casi di ecto·p ia vera, per l\tlARTIUs Ta. e DE MELLO R. Pou•r centage rélatij portare il testicolo in sede normale. des types cellu laire dans l 'hypophyse anteIl suo con1pito sarà con1u11que note,rolmen , ri eure dex rats normaux et des rats cryp,t orte agevolato d<ille migliorate condizioni trofichides. Cop. rend. de la Soc. de Biologie, noven1bre 1935. cb e dell 'orga110 dovute alla son1n1inistrazione l\I1MPR1ss T. W. The treatm ent of imperf ect dedi Prolan. [ANNO

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I

RIASSUNTO.

L 'A. tra.tta della e ura ormonica del criptorchidi~n10 e illusl.ra i risultati ottenuti in 60 casi di discesa incomp·l eta. dei testicoli curati ·Con P·rolan: la guarigione è stata com1)leta nel 58 % dei casi e inco1npleta neI 34: %. Ritien b che, quar1do è IJoss.ibiile, prima dì Ticorrere alla orcl1ido1Jessia, sia bene praticare la cura o·rn1011ica ch e riesoe utile anche quando dà un ri &ultato solan1ente parzi8le. 1

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WERNIER


(ANNO

XLVII,

NUl\C.

35]

TECNICA

SEZIONE

MEDICA

ISTITUTO DI CLINICA ì\'1EDICA DELLA ll. UNIVERSITÀ nr ROMA diretto dal prof. CESARE FRUGONr.

Nuovo metodo di dosaggio della catalasi fecale. (Nota preliminare).

P. DE ~fuRo, ass. e doc., A. Cu1\AT0Lo, ass. v.

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PR.\TlC~

1467

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&lJSsiste presenza di II 2 0 2 , si vedrà subito com1>arire, all'aggiunta di ~alda <l'amido, un bel , ·iola intenso dato dallo J cl1e l 'H.. O., libe1'a clal HJ , secondo la reazione:

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2H202

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-

2HJ = 2KOH + J 2

La catala si è tanto più abbondante quanto r11aggiore è il numero delle provette nelle quali il saggio qualitat ivo dell ~ H 2 0 2 risulta negativo. La qua11tità di c.atalas.i è n ei limiti compatibili con la norn1alità qu.a ndo la reazione risulta neg·ativ.a sino a lla IV provetta; quantità i)a tolog·iche daranno la r eazione neg·ativa ancl1e n·ella V, VI, VII ed VIII provetta, proporzionatamente .ad un 1naggior contenuto dell,enzin1a in parola. Tenendo conto ch e la H 2 0 2 al O, 15 % corris11011de ad una concentrazione tale che 1 cc. JJUÒ liberare. 0,5 et. di ossigeno e tenendo prestn te ct1 e in og11i provetta si tro·var10 g·r. O, 10 di feci, si potrà, se 6i voglia, riferire il valore trovato ad I grammo di feci ed eis.primerlo in cc. di ossigeno lib·erab·i le, dall 'H:i0 2 per azione della catalasi. E prec.isan1ente la catalasi di 1 gr. di feci sa1E:bbe capace di liberare, in 3·0', a ten1peratura a1nb iente ed a pH 6,8:

La ricerca d ella catalasi fecale ha una grande import.anza nella diagnostica delle coliti. È dal di~faci111 ento d~i leucociti, pus, globuli rossi e cellule epiteliali cl1e pro,ri e11e la catalasi recale: un fcr1nento che 11a ]a proprietà di liberare l'o sigeno molecolare dall'acqua ossigenata. In que La nota prelin1inare parleren10 soltanto d el n1etodo da noi proposto per il dosagg io della catalasi fecale, riservandoci di ='VOl·gere a1npiamente questo argon1ento in un prossimo lavoro, nel quale daren10 ulteriori J)recisazioni tecnic.h e sull,optimum d'i te1mperatura e con centrazione del substrato per l 'esa lta ,,a] uLazione qua11titativa dell 'enz in1a in parola . 11 nuovo metodo da noi proposto consiste nel i11ettere .a contatto quantità eguali di feci con oltre 1,25 cc. di ossigeno se la reazio11e risulta quantità gradatame1lte crescer1ti di acqua ossinegativa solo alla I provetta; · ollre 2,5 cc. di ossigeno se la reazione risulta genata. Indi dopo mezz'ora all'incirca, con la i1e~ativa solo alla II provetta; 1 ioerca qualitati,,a dell'acqua ossigenata nei oltre 5 cc. di ossigeno se la reazione risulta nli1&cugli in esame, si può dedurre la quantità 11egativa solo alla III provetta; 111assir11a di H 2 0 2 ch e in quel tempo d eter111ioltre 7,5 cc. di ossigeno se la reazione risulta nato si lascia intera1nente scindere da lla catanegati,ra solo .alla IV provetta; lnsi presente in qur Ila deter1ninata quantità di oltre 10 cc. di ossigeno se la reazione risulta feci. i1egativa solo alla V provetta; A tale scopo di~1)oniamo la prova riel modo oltre 12,5 cc. di ossigeno se la reazione risulta i1eg·aliva solo alla VI provetta; seguente: preparata una diluizione fe cale al oltre lu cc. di ossigeno se la reazione rist111 a lfJ <f~, il più omogenea111ent0 possibile, se 11e i1egaliva solo alla VII provelta; 'ersa 11 cc. (pa1i a gr. O, 10 di feci) in ciascun a oltre 20 cc. di ossigeno se la reazione risulta provetta di una serie di 8 e quindi, in ognuna , n egatiYa solo alla VIII provetta. si aggiunge 1 cc. di soluzion e tampone di fosfati (~Ij lu J&ec. Sorensen) a J)H 6,8, ed infine Il metodo che proponia1llO IJossiede J.a note'\ arqua ossigenata a l 0,15 <}~ in quantità cr esensibilità ·d ei 111etodi jodo1netrici, senza tutscenti, e p recisam e11te: cc.. 0,25 11ella I provettavia richiedere, come qu·esti, particolari acta, cc. 0,50 n ella II , cc. 1 nella III , cc. 1,5 nella corgin1enti. tec11ici. Ris.ulta perciò di una praJ\T, cc. 2 11ella V, cc. 2,5 n ella VI, cc. 3 nella ticità veramente clinica e riesce di grande uti''II e cc. 4 11ell ,YIII provetta. Si lasc ia qt1indi lità per lo studio d·elle coliti, cc nella cui d.iala diluizione fecale, tamponata a pH 6,8, in . g·nosi , con1e giustan1ente scrive Axel l\funthe, contatto e.on l'acqua osf.igenata per 30' e dOJ)O vi è qualch e co8a di im1)reci. o e insoddisi interro111pe I 'azione della catalasi v er sando sfatto ». in ogni pro·v etta 1 cc. di II2S04 20 ~lo. Si v·erc;;:-.110 poi in ciascuna provetta cc. 0,5 di jo1 d uro RIASSUNTO. di potassio 5 %, 11-2 gocce di u11a soluzione Gli AA. propongo110 un nuovo metodo per la acquosa satura di ac. mo1ibdico e alcune ·g occe cli salda d' an1ido. Nel le l)roYette nelle qltali valutazione quantita li,·a della catalasi fecale. 1

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1468

« IL

SUNTI E RASSEGNE •

APPARATO URINARIO. Le oligurie. (Praxis, 11 luglio· 19-!0).

Il nun1ero degli esa111 i di laboratorio aun1en la ogni g iorno. La 11ovità di alcuni eis ami 11on deve farci din1enticare gli esam i più vecchi e più semplici e, p1·imo fra tutti, l 'esan1e delle urine. Se però l '·esame d elle urine è uno d ei più f.acili e più sen1p1lici, è comples~a e. difficile l'inte r pretazion.e dei suoi risultati. 1F ra le sin dro111i urinarie le oligurie sono pa1·ticola r1nente importanti per le con clusioni di.agnostich e ch e ci perm ettono di fare . Lo s l udio ver an1·e nte scien tifico delle oligurie1 è con·1in ciato un.a cinquantina di anni fa e contrib·tll i impo·r tanti h ann o da.t o i11 questo cam1:>0 Amb.ard, Cattot , w ·idal , Ca taig11e. P er oliguri a si intend e, secondo Casiaig ne, dit1resi quanlit-0.tiYa o quali1.ativa insufficiente 11er assicurar e la deJ>U razion e d·ell ' or1gani sn10 e non una sen1pli ce din1inuzion e della quantità di uTina. La quan tità di urina eliminata \ aria attor110 1a t500 cc . 11ell e 2-! ore e dipie11 de dall 'età , dal l)eso· dell 'individl1 0, da1l 'ali111 en taz ionc, dalla costituzione. L 'cliguri.a si deve con sid erare La1e solo dopo ch e l 'elimin.azio11e d.fi Siu oi co n1pon c.n ti è an ch r 1l1odificata . iJ3isognu per questo tener conto di 1t1t1 i i car~ttteri ;iell\urina. L'aspetto h a i111porta n za: 15e l ' urina è scar a n1 ente color a ta, sElnza alct1n d3pc>si Lo nlacrt1sl"'o·p ico , si p·UÒ sos1>ettar ei cl1 e sia un 'l1rin'l patologica (di.ab€te, in ufficient c elin1i11az.ion e urinaria). La d en sità ha i11aggior valore: densit à cars.; con ·elimin azione totale rido1 ta è certo l):atolog·ica; ·den ità fort e n on hastél a indicare l1n~ su fl'i cie11te elin1i11azior1e dei vari co1111}011 enti dell'urina. È lo btudio di Qt1esti cont1)on enti cl1 e h a i111·porla n za ·per s tabilire se l 'cli1r1in a7.ion e urinr. ria è suffic ie11te o no. È indispensabile c11e que ti dosagcri si faccian o sul] e urine delle 2± ore. ,A,. cl1 e serve sapere ch e· un n1alato eli111ina 15 gr. di cloruri o 1!2 di urea per n1ille se n o n s.ap·p,i n1110 qt1anto elimin a in 24 ore? Basta pensare alla differenza cl1e c'è se· un m alato h.a 500 o 2500 cc. di urine n-ello 24 ore. Anch e · conoscendo l 'elin1in azion e · delle 2-l: ore, q11 esta di pende da molteplici fattori: alirnentazione de1la giorn ata e dell e giornate pre~ redenti, quantità rlei liqi1idi in g-eriti , sl1dorazione più o n1eno abbondante, e~erc i zio n1 u._colar c e riposo. Quando poi si vo.g ]iono interpr€tare i ra])porti fra urea, acido uri co, azoto. amn1onia1

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POLICLJ~ICO >J

XL \ ·11,

~t:l\1.

35)

ca, ecc. si deve far assegna1ner1to su un virtuosisrl10 che è ·p reoccupa1}te per il m edico e i)er il m.a lato. · Castaigne ritier1e cl1·e nello st11dio ·d ell 'oliguri.a è la deter1l1inazione dell'urea ch e ha la i11agg.i ore i111portanza. L'elin1in.azio.r1e dell 'u rea colle urine e la quantità d·ell ' urea del sang ue dànno le più sic ure lloiizie del grado dell 'oliguria , per cl1è w lo quando l 'eliminazione di urea n on è sufficiente a co11servare u.n ' azoLemia nor111ale si può parlare di oliguria. Clinican1enl e le oligurie si dividono in: olig·urie evide11ti, olig uri e c roniche fruste, ·ed olig urie 111a,5.ch erale o can1uffate. Le olig urie e\•ide11ti sono quelle di cui si accorgono imm·ediata111ente 111a lato , parenti e 111edico. P osso no dipe ndere· da assorbimento di b e\'ande, a elimin azion e esager ata di liquidi f )~r vie di\1erse dn quelle urinarie (von1ito , diarrea , ~udore ), da eccessiva ritenzione tissulare di ac qua , da difettosa elin1inazione di .acqua l:>er le \ 1ie urinarie per lesioni o · per dis i urbi funziona ì i o p.e r riflesso. Ci wr10 degli o]igurici per scarsa in-g estione d i acqua o per l 'abitudin e di b er e poco o pel t.irl1ore di ingrassare (pìl·e·giudizio ancora molto diffu so) o J)er ch è i J.iqt1idi fa11no veramente 1r1ale (dis pepsia dei liquidi) o on o ·d'i fficilmente i11 geriti per malattia dell a l!5ola o dell 'esofa go. Oligurici sono pure i malati ch e vomitano s1Jes~o, o r l1e h an110 en1orragie o diarree. Cosi pure i mala ti di n1alattia infettiva febbrile, gli. intos ic.a li , gli sho ckizzati per operazioni chirurgich e, gli ustionati. L'accru a JJUÒ e&Scre ritenuta n ei tessuti ed· e~S€Te in ~u fficient.e1nentc eliminata p,e r i reni n elle rnalattie cardiache, nelle malattie epatich e e in .al LeTazioni costituzionali. Gli obesi p . e. urinano poco (ob esità cloruro idrica di Zond ck), così pure alcuni tiroidei - e alcune· donne in menopausa. L'oliguria è spesso se.g no frequente di 11e-frit e nct1la o cr oni ca, infettiva o tossica. P er prelfisare il significato di un 'oliguria bi-· so·gna esa1nina r e il &e·d im e11to delle uTine, cerca re e dosare, ~e c'è, l'alb11111ina. Per quanto rig uarda l'uren ·d el sangue, l'a1o l ~n1ia al1n1e11lala può dipendere da alimen1azio1te azotala esag·erata . Ci sono iperazote1r1ie n elle malattie epatich e, c om~ p·u re per n1anranza di ~nl e r)er o1ig·uria (n·ei ' 'on1.iti, n elle diarree). Qu•e.s.te forn1 c di azotemia extrarenale son o· • • • l lìl l)Ortant1 a c-0noscers1. C:astaigne chiama oligurie camuffate alcune i1 or11111rie o l10liurie insufficienti. La parola· r1on è n•olto accettabile anche perchè si pres1.a 1ro·ppn a confusione : s~ rebl1'e b en e parlar~ ~i de-purazione urinaria in &uffi ciente con el1m111azione di urina in quantità normale o aun1entntn . Si tratta per lo l)lÙ di J11alati di lesioni r en ali co11 in su ffi r i~n za ft1nzi onale , che urinano 15002500 cc. e eh.e. hanno, ciò nonostante, forte. ri1


[ANNO XL' ' II,

NUl\I.

35 )

SF:ZIO~E

1471

PRi\TICA

lenzione azotata. Ma si o&serva anche in forti r11angiatori di carne o degli .epatici . Le oligurie sconosciute sono fre quentissi111c. lit tutti i casi si fara11no tutti gli esami indiL.ati anche ripetutamenLe e, trovatane la causa, s i potrà consigliare l a cura adatta L.

'Trapianto degli ureteri nell'intestino c1~as· so e suoi effetti sul 1·ene. (MORSON CL;rI<' FORD GBAHA.M

H.

w -JLLIAM.

Brit.

Jour. Sur g. , n. 107, 19 4O). Gli AA. fanno procedere ad una nu111erosa

e brillanle statistica operatoria alc uni dettagli di tecnica ch e secondo g li AA. stessi avrebb1el'o l111a cer la irt1portanza per la buo1ta riu::;cita dell 'interve11Lo. Il tratta111en Lo i) reo i)e.ratorio co11sidera l ' impo1~ta11za di clisteri evacuativi quotidiani per 10 giorni e ,due purg11e a distanza J>rima dell'intervento. La sorm.11Linistrazio11e di sulfamidici quotidianamente è consigliata per 111antenere una antisepsi delle vie uri11arie. La tecnica ope1ratoria conside ra la 11ecessità e il beneficio dell'intervento bila tera le in u11 te111po !Solo in anestesia eterea essendo il paziente in posizione di Trendel en tb·u rg. Isolato l 'uretere viene praticata l 1interruzione e una parte della parete ureterale, essendo il i)eritoneo bene protetto .contro la di ·p er ione di ori11a, Yiene inserito n ella parte di intestino scelta co111e più adatta allo scopo. La 1)arte di ir1testino deve e&Sere il più ,·icino })OS ·ibile a l pron1onto1 ic sacrale cor1siderar1do la posizio11e dell 'i11les l ino eissendo il l>az . in p·o,s izione. eretta. Qu,e :-.;Lo ad evitare le poFYsibilità di inginoccl1ia n1ento. Gli AA. sconsigliano qualunqu e altro tratta1nento o tecnica cl1e ·pos ·a in qualunque modo t111che nel modo più lieYe o ·tacolare il cl e fht ~ so l! reterale. Quindi niente l>'U11to di l\ilayo, niertte catetere lJ reteral~, non j)assagg·io del l'ur·etere a s i ni~t ra attra\'erso il 1ne osigma. Gli AA. con. ig·lia110 l1n drenaggio tubulare d el Douglas per ± o re. Una i&onda rettale è considerata 11ece . aria ))er la prima sel lj.mana se il lYaz. 11a so fferto <llmeno a p eriodi intervallari . el tratta111e11to 1>ost-ope ratorio gli AA . con siderano la i1ot~vo ­ le utili là della azioin e diuretica d ell a so 1uz1one :--i solfalo di so dio al 3,4 % som1r1inistrala l)er fleboclisi a gocc ia a goccia per !8 ore clo110 l ' intervento ad ore alterne. Nei JJaz. cos'] opera.t i g li AA. 11,a nno osser\rato ~ca r~a reazione po L-0'1)eraloria. Tn ge11erale la fuoriuscita dell 'uri11a d alla ' onda r ettale n on si verificava che 3G-48 ore dopo l 'interve11to. Le scariche diarroiche inter-Yenivano nei prin1i I O giorni abbastanza frequenti (una ogni 3-± or e) Il1.a dopo il decimo g·iorno si av·eva una 1)e rfetta ft1nzione co·n il solo inconveniente \ erifi cato qualch e volta della simultanea c1nissione di g·as e di urine. Alla fine della l'\' setli111ana qun ~i tutti i 11azje11ti cosi o,p1erati poLevano \'enirc di111 e~~i. 1

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Pri111.a ·d i essere <lime. si veni Yano regolar11J ente esa1ni11ati co11 la lJiel•)grafia di·scen dente irL III se ttimana. Quasi tutti i r e11i, anche i norn1ali di1rtostrano un lieve, grado di idronefros i probabilntente inerente all 'ostacolo al d eJflusso urinario in sede d'innes to. L 'idronefrosi preoperatoria recede nel periodo di un m ·ese· dopo l ·intervento, anic-0ra più pror1unziata la ridu11ione d ella _pelvi dopo ui1 periodo, di 6 n1esi. Mentre alla stessa data l'id•rone frosi ·co11staiata !tiE·ll 'in1n1ediato ])Ost-ope ratorio non r ecede completamente. La ·statis1,ica si riferisce a 13 ca i ope rati dal 1US6 in poi per tbc. vescicale n eoplasia vesc icali o uterine con i11vasion e d el tri.go no, cstrofles5ione della vescica, incontinenza completa, delle fistole \ escico-vag inali di origine neoplaf'tica . Gli AA. sui tredici interventi segr1ano 5 1rtorti tutli riferiLi alle 11eoplasie maligne. 1

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PESCATORI.

Ipertensione pallida nelle malattie uuila· terali del rene e loro cura causale operat(,ria. (.t'.

LINDER.

J(liri. l-l/ oohe1isclir., 8 gi ugn o 19-.l:O). ·

Noi d1s linguia11to n ell ' uo1110 u1ta iperten sio11e rossa e una ivertensio11e pallida : la pri"tna dipende cla u11a din1inuila elasticità del &iste1u..a arterioso, la seconda da un disturbo circolatorio del r e•11e che ha peT co11seguenza ìa COTYi})arsa 1i.el sangue di f.vstanze vasopressorie e quir:tdi una "Vasocostrizione g·e11erale. Ri- . cerche speri111enLali riproducono in u1odo perfeL Lo 11 quadro c linico della ipertension,e palljdia. in seguito a disturbi circolatori d el rene. Nel cane si riesce a provocare un a un1ent o della pressione del sangue con la legatura uni- o Li laterale dell 'arteria r enale, con lo s lrozzan·1ento della ye·n a renale e inoltre con l& l egaLur a uni- o bitaLer.aJ.e dell'uretere. Lo strozza111ento delle arlcrie r enali produce nlolto ra1)ida111ei1 Le un aun1ento di pres, io11e: già nella pri1na ora si ha ut1 aun1ento fino a ±0 n11n. Hg, dopo alcuni g·iorni la pref;sione arriva a 200 lnn1 . e sop1·a. La rai.1idità con cui avvie11 e l 'aur11 ento di l)ressio11e farebbe pensare ad u1l ri·flea~·O. Però esso avviene anch·e dopo dertervazio,nei e ~c aps ular11 e nto d el rene , dopo ~ i ·n 1 patec lomia totale, do1)0 sezione dello spl an~ c11ic-o o d ell e radici an leriori D 6 -L 2; questi fi l e~si interventi non n1odifiran o una ipe rpres~jone già a\rvenuta in seguito a s trozzan1'ento renale. Persino in lin r e11e asp o rta1o e trapianté1to (a nas tomosi dei suoi vasi con l >art. carotide e· la v. g iu g·ulare, risp. ]a art. e ' ' · ipo·O'nstrica) lo strozzam ento fa aun1,e ntare la pres~ion e de·l 5angue n ell'anirr1ale ospite. Il r en e 1E-... o isch en1ico. I>lIÒ quindi agire sulla pression e solo ·per via l1111oral e : a1Yposite ri ce r chr din1o~ trano che J'nzione è diretta, sen za influen ze endocrine. E... sa n on dipende n eppure da Tit enzione di sostanze urinarie Il t da distruzione cli parenc.11ima r enale (i reni strozzat i 1


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11vn110 m .a croscopi came11te grandezza i1or111ale. 111icr oscopicamente essi presentano solo u11a lieve degen erazion e L11bulare1, mentre la 111edia delle arteri e e a rteriole è is pessita). Si d eve amJJl·e1ttere che. il rene rcs<J j~chernico, produ ca S(»stanze vasopr essorie c he passan<) i1el sang u e : dal san g·u,e di cani co 11 reni isch e111izzan t i si son o potute i solare tali sostan ze ch e iniettate a ga tt i d e.tern1inavano un prolungato aun1ento CJella p·r essione. Al c or1trario· della « 1·enin a » ~olub1ile in acqu.a, si t r att:1 di .estratti solubili in a lcool . La p r csenza 11ell 'org·anis1110 di t e suto r erLale normaln1 ent0 ir1·or a to inibisce fin o a un certo grado l 'azion e1 <lelle sostanze vaSC•J)ressorie : se i;lfalti ad animdli con un rene st ro·z zato si e t>tirpa il r eno sar10, la pressione aumenta ll'lteriormente • • Se lo str ozzan1ento· d el r en e dt1ra a lungo, si c;vilu1,pano a lterazioni angiospa~tiche anche llell.a retiua; se Jo strozzamento d ielle arterie 1 enali è molto forte, p·ossono· compa rire anche gr avi fe1nom c11i di insuffic ie nza renale con ritenzion e e i1ecrosi e ialinizzazione delÌe arteriole. Si detcrn1ina co ì speri mentalm ente, per J11\ezzo dello s troz.za rnP-nto renale, il qua dro completo della i-perte11~ioi1 e pallida di Volhard . La terapia di questa iperten sione sperimentale ·è soltanto causale: n on ap•pena si elimina lo s trozzan1e11 Lo d e11 ·arteria renale, la presFiione ridiventa norn1ale. Si o ttiene lo stesso risultato estir1)ando il Tene strozzato. In seguito alloi strozza111 e11to art.eri.oso si forrrt.a un cospicuo circolo collatera le dei va1si ca psulari: suturan.d o alla c~tp s ula l 'om·e nto, la n1ilza o a ltri or·g ani addomin ali il circolo· coll aterale può djventare così efficiente da far ·d·ì minuire la ÌJ)er pres.sione pur perdurando lo s trozzamento della arLeria re11a l e. Nella patol ogia u111.a na varie f'. ff.e1zioni bilaterali <liffuse d ei 1~erLi producono un grave disturbo c ircolatorio renale e quin di una iperten sjone: la glomeru lonefril e acuta e cr onica, la n ef1·01s cle rosi r11alig n a, l 'arriiloidosi, la perinrterite n odosa, la endoarterite luetica d ei vasi renali, il rene cistico. Esis10 110 però nell'uomo a n ch e in alatti.e unilater.ali, localizzate, ch e pr'o du con o un aum.ein to di p ·cessi.one sen za .alcuna in1s uffic ianza renale: f\)1.alogia p1erfe tta qui11di con la ipertensio13e sperimentale da str ozza1ne111to unilaterale d el rene. Così il rene grinzo pi elonefT otico o idronefr0tico, l 'infarLo renale, il ren e malformato o aplasico producon o au1ne11t.i della pressione d el sangue ch e scomp.ai.ono se si estirpa il reD·() a11ormal e. An ch e il r en e grinza litiasico si .accorrtpagna ad ipertensione, n on sono però an cora r iferiti cais i di irJer ten sion e guarita ,dopo estirp,azione di r e11i 1itiasici. Questi casi di iperten sione p.allida d.a affezioni localizzate unilat e(l·ali del Tene pagsano in seconda linea di fronte .alla fre1quenza della iperten sione da mala t t ie bilaterali diffuse; m a poichè esse sono i)erf eLta1nente ~arib·ili con la n efrectomia , in ogni caso d.i ipertensio11e p·a llida si d ovrà pen~are alla possibilità di una a ffezione unilaterale del r ene. P. 1

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IL P OLICLJN JCO

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[A NNo

XLVII, NuM. 35}

OSSA E ARTICOLAZIONI. Trattamento deJle ferite da sparo delle ossa. (K.

GEBHARn e

L.

STul\trPFEGGER.

Mun,ch. 111ed

l,Y ocl-l.erischr., 7 g iugno· 1940). Nell e r ecenti l esioni d a sp.ar o delle ossa li.. cie e da piccolo calibro basta in pri1no ~m­ t )O u11.a fasciatura asettica. Invece le f.erite lalC r e, con insenature e· fran11r1enti ·d i tessuti 'u11110 an1pian1ente escisse sen za led.er e nervi Yilsi n è tend1ini. F ra1r1r11enti o~ei ,,anno allon~ tanati solo se so110 co·: ì fortemente s tac.cati da 11on po ler p iù venir sufficie11tem·enle nutriti e se on o forte111ente inquinati. Molto importan~ e per .tutte ~ e ferit~ ossee è il riposo con1pl eto: i 1noY1111.ent1 favoriscono ed e~ te ndo·no l 'infezion e. Nel primo soccorso la i1t11nobilizzazione avverrà fasc.ia ndo l e eslremiLà col tronco, op11ure con . do.c ce ·g essate. Si evite rà di comp1rir11cre o d1 str ozzare le parti lese, n elle n1an o' re e co11 i procedimenti di in1mobilizzazion e. L 'ulleriore d ecorso della feTita dipende, oltre ch e ·d alla razion alità del primo soccoii·so dal ~01:nple to riI?oso d ella parte : spostarnenti d el fcrJto, ca111b10 frequente d ella fascia lura ' doc. . c1e ca.tt1v~ 1 o troppo corte , tampona1nenti tropP<) st1p.at1 p·r o' ocano quasi serrtpre un flemn 1one f}r O·g red.i ente delle parti molli e d,ell 'osso, spesF-o accon1pa,g·na to da sintomi gen erali a llarmanti . L 'esa111e radio·logico n1ostr.a allora i IJrimi r.Segni di sequestri. In tali casi è n ecessario . n1ettere ampiamente allo sco12e1'to, quante> più precoce1nente è possipile, il fo colaio SUJ)purativo d ell e parti n1olli e d ell 'osso·1 ed elin1ina re tutti 1 fra.n 1menti osteomielitici e<l i se questri risparmiando per qua11to 'è possibile il perio'"' ti o, ir11portante per la succe5siva rige n er~z i one. A·s cessi d elle parti molli , seni fis1olos1, g ra11ulazi.oni anticl1e.1 torpide e ca,rità residue osleoi11iel ilich e ve11'g on o con F-uccesso trattate eleltrochirurg icamente. A seconda d elle. particolarità d ella ferita e della r eazione individ·u ale, la fe rita vien e tenuta ap erta dapp1in-ia con s trisce di garza non stipate, asciutte, 11n1ide o ingrassate, oppure con tubi di gom1na dimezzati o ir1teri: in se'c ondo tempo, con strisce di g·arza ispalma t e di }){)mate. Questi i11.terventi radicali vanno con1pJ.eitati con un.a totale immob·ilizzaziol'le d e11' art o Jeso: metodo di ele.zione è la fascia tura circolare ges.sata. Nelle l esioni d ell 'arto· inferiore il gesso d eve con1prendere anche l'anello pelvico, n elle l esioni d ell 'arto su perioTe, anch.e l 'articolazione della spalla ·e il to-race. Se la ferita tarda a g ua rire si u san o impacchi di P al{in , lavaggi di rivanolo o di acqua ossigenata. Miele o zu ccJ1cr o eccitano· le gra nulazioni torpide·. Buoni ri1sultati si ottcn·gono an ch·e dalla a pplicazione di urea in polver e s.ulle fe rite infette. La cur.a gen erale con si~te in una cauta stirnoloterapia. Giovano co·nt.ro la sepsi i clisteri ,di siero vitale - g·l t1co ~ io e l e p r ecoci e ri petute t rasfu sioni di. f>iiccole q11a ntità (150-200 eme.) 1

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.. [ANNO

XL' "II,

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SEZIONE PRo\TICo\

di sangue. ~e]le for111e acute di osteon1ielite, dieta ricca di ,·itamina e di calorie; nelle for111e suppurative cronicl11e è n1olto utile alternare una dieta acidificante ad una alcalinizzante (eccitan1e11to biologico delle cellule). Dopo ch e si sono riparate le ferite di tulti gli strati di tessuti s i inizia la rieducazione dei 111uscoli: è dannoso iniziarla troppo pre~to come pure troppo tardi. La ... tin1olazione dei muscoli co11 massaggi e 1110 in1enti passi,-i ed attivi va graduata individualn1ente, a. seconda delle condizioni circolatorie, dello stato dei tessuti riparati, della eccitabilità nervosa. P.

La diagnosi de Ife lesioni articolari. (J. C. FLoon. Brz~tisl& med. journ., 27 aprile 19-!0).

Le lesini articolari sono di due tipi : quelle che coin Yolgono l e parli interne d ell'articolaL.Ì<)'ne e le superfici sino,·iali ed arliro1ari e quelle che interessano i l egan1en ti ed i tendini. In qualche caso, entrambi i 1ipi possono essere presenti indipendentemente l'uno dall 'altro; altre volte, invece, possono essere complementari come, per esempio, n ella di torsione del l 13gan1ento laterale inte rno , che è la condizione precedente lo spostamento del n1enisco rr1edio del ginocchio. Le lesioni i o]ate dei legamenti, ·senza l esioni delle superfici interne arlicolari sono molto P.iù freq uenti ch e r1c.-n queste ultir11e senza l esioni legam entose. Jn base all'esperienza di 9 anni su varie n1igliaia di casi, l 'A. esclude, o quasi, la po-. ihilità di lesione lin1itata alla sino,rial e, che lasci i11tatta ]a cap. ula fibrosa con i su oi lcgan1e11ti e le SUJJerfici articolari. Un accurato csa111e farà riconoscere 5er11pre una lesi on e <:'xtra&inoviale ,· il ri , tabilirsi d ella funzione di. penderà dalla ·d iagnosi esatta e dalla cura delle strutture legam.e·n tose lese. L'ispczio11e deve precedere ogni altro esa1ne e fornirà importanti dati sulla deviazione d.ill]a linea normale, sul gonfiore e la colorazione e &ulla po&iziorie dell'articolazione. Si passerà poi a ricercare il tipo della lesione , ~e interna od extraarticolare; a tale scopo si praticl1rranno d ei movimenti passivi ed attivi: lenendo presente quanto -..egue: 1) quando la lesione coinvolge l e superfici interne, tutti i n1ovi111enti, passivi ed attivi, sono ]imitati; 2) ]a presen za di qualsiasi movimento normale (attivo o pa~sivo) esclude la l esione o Ja malattia dell e superfici articolari interne. Si passa l)Oi a ricercare la eventuale lesione dell'ap1r)aralo l egame11tare, ricerca .ch e va fatta procurando il· minin10 disturbo al paziente ecl avc11do bene in m ente la ]Josizione anatomi<'<l clei rispettivi legan1enti. 'f enendo prescnle cl1e l a distorsione (sp r ain) può essere d efinit1 c<n11e la rol tura di una o tutte le fibre di un l e.gamen to o di u11 tend ine , la diagnosi sarà basata su due cri teri ch e, cioè, \1i sarà un do-

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lare riferito al puulo ùella le . . ione quando ~i 111ette il lega111enlo i11 tensione e che, a lega1t1ento 1-ilasciato, \1i sarà dolore alla pressione 11el punto leso . Si procederà quindi nel inodo seguente : 1) senza toreare il leg.a1nento sosp.etto di le ione, !'i i11uova I 'arto i11 n1odo cl1e il lega111enlo stesso veng·a st irato; il paziente avvertirà dolore al punto l eso; 2) . enza toccare il 1ega111ento sospetto, si i11ano,rri l 1arto in n1odo ch e tale legan1e11to sia rila ciato e poi i pr.aticl1i una palpazione. sistematica su di es&o; see so è in qualche pu11LtY strappato, vi sarà un dolo:r.e in tale punto, dove u11 o . . er\rato re sperimentato avvertirà ancl1e la presenza di un ' effusione. S-oltanto in ])resenza di e11trambe tali condizioni può csssere fatta la diagno:i }JO"iti"\'<t di s trappan1ento del l ega111ento; la manovra suddetta è util e ~nrhe i)er S<'OJ)rire eventuali sirnulazioni, a meno che il paziente non ab·b ia una perfe1 ta conoscenza dell'anaton1ia. Si andrà poi alla ricerc~ di un'e,'entua]e frattura . A tale s.copo, con l ' a rt iccllaz1011c in i1osizione di' riposo, si pal j)ano sisten1aticalLtentc1 le superfici ossee sottocutanee ed i relativi contorni periarticolari ; la prese11 za di una area dolorosa neLtar1lente localizzata i11dica una probabile linea di frattura; un osservatore abil e avvertirà anche la se1)arazione. È in1portante u Mre sen11) re le stesse dita per· la palpazione ]->erch è in tal n1odo si sviluppa u11 fine senso d el tatto; è pure importante l 'applicare il polpastrello del dito palpante a piatt.-, stilla superficie ch e i esan1ina , irr1pri1nendc. dei leggeri mo,1im enli rotatori alle dita nel momento dii esercitare una pre~sione. i farà poi la radiografia in due piani, antf:ro-post eri ore e la Lerale. La radiografia conferma la diagnosi clinica, ovvia al pericolo cheuna frattura venga misconosciuta e n.ei precisa l 'esten sione. Se vi è un abbondante vers.an1ento int.raarticolare, il suo svuotan1 ento faciliterà l ,esame· clinico. La presenza di notevoli stravasi ed edf.ma n ei tes~u.ti sottocutanei periarticolarì rende difficile l'esame, SJ)ecialmente la palpa7.ione. Si potranno eliminare mediante un l'uon mas·&aggio vibratorio, se la parte non è111olto dolente, altrimenti, si potrà applicare una fasciatura compre8 i\1a per 12-2 t Q1:e e più. l~ però irnpoitant.e te11er p)·e ente che una fa sciatura compressiva inadatta p 1uò e$sere dannosa; si procederà quindi come seg·ue. L 'articol azione va av-vo]La con pareccl1i ~trati di lana soffice e si farà poi la fa ciatura p rocedendo dal basso all'alto. ))opo qualcl1e ora, col dimj11uire del gonfiore, 1<.1 f.as ciatura si rilascia; so si desidera ridurre anc01a il ·gonfiore , sì ap1)licherà un 'altra fascial u r~ leg~rera al disor•ra della prirna. L'osser"'rato re larg-arnente sperin1entato, però, non l1a bisogno di tali proceclura e può f~re bene l 'esan1e ancl1e se i tessuti ~on o gonfi ed ederuatosj. fil.

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« IL POLI CLI NICO

CENNI B IB LI O GRAFI C 1<1> J\ eue deatsc.h .e Klinik. Erganzungsba11·d 5°. lJn vol . i11-8° di 746 pagg., con 146 figg. in parte a colori. Urban e Schw-arzenberg, Berlin. Pre.z zo RM. 30.

Il noto trattato « Nieue deutsc.h e Klin1k » , e11e è anche slato· tradotto in italiano sotto il rtome di « Clinica moderna », viene continua111e.nto tenuto aggiornato co11 questi suppler11en}i clLe sono pubblicati sotto la direzione di R. 1: o·b et e I\.. Gutzie it. . l\ipo•r tiamo i tilol1 delle n10.n o.g rafie. conter1 ute in questo volun1e , ch e toccano ar·g omenti di gra nd·e ii1tereisse e di attualità. 'f ro via1r10 ·dapprin1a tre studi sull 'ipofisi : l .e sostanze attive de1l lobo anteriore (K. J. A11.&elm.irJo- e \F. Hoff1nann); Le nlalattie del lobo ar1terìore (F. Krause0; Gli ormoni del lo]Jo pof1teriore (H.. Lucke). Sulle ghiandole e u docrine, vi è a11che u11a monografia di H. Be.rnl1ardt sul rico11oscimento delle malat.tie .. -endo.ç.rine. Seguono: Il ~ parto indolore (F. Sigert); La car ie dentaria (O . 11tib11er); L ' elettrochirurgia (:b' . J\.ey sser ); La lotta contro le malattiei ven eree (B. S1)iethoff e H. Gottschalk); Progressi della m edicina sportiva (W. I<.noll); Stato alt ualie della i5ierodiag nostì1c,a e- sierocitodia.gno~t ica dei tumori malig ni (II. Aule:r); I disl urbi d ella deglul1zion·e (A. Beutel e ·I<.,. G·rog·J er); 1or.apia delle malattie sifilitiche del cuo. re e d·ei ' 'asi (E. SLadteir); Indicazio11i p er le .acqu·e minerali te.desch·e (11. Volg·t e A. Ever s) ; I"'· aFiµta cavdiiaco (M. fiochrein); Disturbi del circoJo della bile (H. \V. Horsters); Diagno i, decorso e t era pia d e.11.e lesioni da gas di com })atti.mento in .g uerra \E . Gillert); La de·m~n­ .za, çause e 1g i11dizio (W. v\Teyga11dt); Le pOSSÌ})i}ità di uso d el ·g luco·sio in m edicina (E. H.asse11camp); L 'alo·pecia 1e ! la lotta contro di es.sa (G. Rie.hl); I;a varicella (H. I\.nauer); Trombosi e tron1boflebiti n el circolo portal1ei (E. Goh·e.rbandt); La r o•6Ittg·enterapia· d·elle n1alattit' del sar1gue (F. Bardach zi); la se ps.i post-an~gino~,a (H. CI.aus); Sta li acuti minacciosi de ll e 111al.atliei di o.recchio (L. '13. Seiifert); La diag·nosi tuber ciolinica ed i m etodi di ricerca sierolog ica nella Lub·ercolosi (H. Selter); Stati act1 ti minacciosi n elle rri.alattie oculari e loro tc.. rapia (E. Bunge) . Qu·esto volume contiene a11 cl1e l ' ~ndi ce alfab·etico per tutti i 5 ' 'olur11i .d el ,~ upp] e1n en10. fil. 1

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J\ otiziario dell'A n1.minislra.zio ne S.artitaria del 1

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Regno, 19319, n. 3. Il b·cn 11utrito fasçic·olo di oltre '.t~OO pagine, è lutto declicato a ll 'assistenza infermie ra. Precede una rela~ione ir1tro duttiva d ell'E. Buffa1ini, ch e d escrive efficacen1ente l'opera del1'Italia in questo car11po e le realizzazioni ra1g giunte. Seguo.no i discorsi di l)ro1J1aganda te1

(1) Si prega d 'inviare due copie dei libri di ct1i :si clesidera la recensione.

[ANNO XLVII, Nt1M. 35]

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r1uli alla radio dal Direttore Gen·erale della SalJità, dai p·r off. R. Baslianelli, G. Sabatini, ecc. e le I'elazion i tenute da varie direttrici d elle Scuole-convitto· lJer inferm.i·ere al raduno del ;luglio del 1930, col discor so di cl1iu·&ura del1'A. R . la Prin1cip essa di Pier11onte. Completa110 il Yolume le ·disposizioni legislative1e le cir colari e1t1.an.ate in a rgo·n 1ento dalla Direzione GE:nerale della Società publ)lica. fil. 1

II . RunR1T1us. Die HyJJertoriie des irt.n·eren Blasensph~rikters.

Vol. in-8°, di 22 pagg. cartonato. G. Thie111e, Leipzig. Prezzo RM . 1,80 col 2·5 % di sco•ntQ per l'estero. L 'iperto11ia dello sfintere vescicale interno decorre .. enza un corrispondente aumento del tono del detrusore. Ne consegu·e, quindi, un ostacolo al totale .&vuotamento ·della vescica, il ch e s i ripercuote poi sulle vi·e urinarie superiori. Tale condizione si trova in varie maJatlie , quali la tab·e dorsale, l 'ipertrofia della prostata, ecc. ed ha una grande importanza cliniica . L ' A. ne espon·e 1e cause, la sintomatologia e la diagnosi e si diffond e essenzialmen te sul lratt.a1r1e nto chi1Lirgico , per cui. in oe.r ti casi consig1ia I' ablazrione del collo v·eiscicale. La bre v·e n1onografia fa parte di una collana di l?-ubblicazioni sulla urologia, diretta dal prof. II. Poemingl1aus. fil . 1

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Necessario per tutti I medici coadottl :

Prof. ERMANNO MINCAZZINI Primario Urologo negli Ospedali Riuniti di Roma Docente di Clinica delle Malattie delle vie urinarie nella R. UnivP;rsità di R.oma

UROLOGIA •

PRAT,ICA ·

e schemi di terapia COMPENDIO AD USO DEI MEDICI Prefazione d el Prof. ROBERTO ALESSANDRI.

Ecco uno dei giud izi espressi su questo volume: « Quest.o Manuale è un vero trattato completo di Urologia Moderna, modem a in quanto fondata su basi solide di m edicina e chirurgia generale e al corrente con i più moderni metodi di ricerca e di cura e con i più moderni concetti scientifici e pratici. « Per dare un'idea dell'impostazicine e dello sviluppo della trat.tatione, accenneremo all'indice sistematico del volume. · « L' A. mostr'& ant,itutt.o al lettore lo strumentario urologico ecc. • • • • • . • . . . . . « In una seconda parte, entrando nel · campo puramente cl;.. nico, tratta in sintesi comp!eta e precisa delle t.•arie entità patologiche delle vie twirl'arie... . . . . . . . . • • . . < <Segue un indovinato capitolo: Schemi di terapia, del quale, io quadri sintetici è 1·ias1unta, per ogni entità patologica, la terapia immed.i ata, mediata, e dove sono anche indicati gli esami neces.. sari che debbono essere praticati nei singoli casi. « U volume, corredato da numerose e àimostyative illustrazioni, nonchè da tavole colorate, chiaro rieU' esposizione, completo nella tYatta:done, è per tanti pregi intrinseci veramente degno del nostro incondizionato plauso e dell'accogl~en~ più fa• vorevole della classe medica, la qua!e troverà nel libro sn parola quanto occOt't'e per una conoscenza complet.a d~lla materia, e pef' convincersi del progf'essi notevoli di questa giovane branca d.eUe scienze medicCYchirurgiche ». (Da Cultu-ra Medica Moderna, Palermo, n. ~).

Prof. MI CHELE PAVONE.

Volume di pagg. XII-420, con 83 figure in nero ed a colori nel testo. Prezzo L. 4 O + 5 % e più le spese postali di :5pedizione. P er gli aibboniati al « Policlinico» od a qualsiasi dei nostri quattro Periodici, sole L. 3 7, 7 5 franco di porto in Italia, Impero e Colonie. P er l 'Estero L. 3 9 . Inviare Vaglia Postale alla Ditta LUIGI POZZI editore. Via Sistina 14. Roma.


[ •.\.NNO

XLVII,

Nu~r.

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SEZlONE PR.\'flCA

AccADEMiE, Soc1ETÀ MEDICHE, CoNOREss1

R. Accademia delle Sci*'nze Medico-Chirurgiche di Napoli. Seduta del 3 aprile 1940-XVIII Presidente: Prof. G. JAPPELLI .

l'Art. 71 d&I Cod. Pen. C0Lucc1 C. - In questo articolo del nuovo Codice Penale, in vigore dal 1930, il Legislatore ha trasferito l 'articolo 153 della legge di P. S.; base al disposto di esso, ed allo scopo clella profilassi del delitto dei folli, si fa obbligo ai medici di den u nziare alla P. S. i casi di grave malattia mentale sospetto di pericolosità. L 'O. osserva la indeterminatezza di tale articolo e la impossibilità di attuarlo senza una comprensione tecnica, e clinica, sia per. evitare che i medici facciano de·n unzie inutili, e dannose, e ::-ia perchè i Magistrati, come da qualche tempo si sta verificando, non d iano condanne che non sono ragionevoli. Lo scopo della denunzia · non può essere che quello di fare una diffida la q'=1ale imponga la sorveglianza. Tale diffida è inutile per gli indifferenti men.tre è una molestia ed una offesa per ogni fa111iglia che sente naturalmente l 'istinto della difesa e della custodia del proprio malato. ~ Una denunzia non necessaria dà gravi inconve11ienti al malato· ed alla sua famiglia, e vi sono casi nei quali un intervento eterogeneo della P. S. può provocare una tragedia. A parle la considerazione che ogni malattia n1entale può dare il sospetto di una pericolosità, l 'O. ritiene che sia indispensabile limitare la denunzia a quei casi nei quali il medico assodi che l 'infermo pericoloso o i1on ha famiglia, o ne ha una che per indifferenza, per ignoranza, per miseria, per incapacità mentale non può esercilare la debita tutela. Al riguardo, l 'O. enuncia le malattie mentali che realmente portano con sè il pericolo tiella tragedia. Nervus Phrenicus. DONADIO N. - L 'O., che si accupa da n1olti anni dello studio del nervo frenico, ha preparato un lavoro nel quale si è occupato di tutte le questioni che a tale argomento si riferiscono, e di esso riferisce i punti principali. C.Osì ha preso in esame in altrettanti capitoli l 'origine reale, i caratteri generali, le origini apparenti, le connessioni con gli altri i1ervi e specialmente col simpatico, i rapporti più minuti con gli altri elementi del collo.: ha poi studiato il frenico nella porzione toracica e in quella diaframmatica addominale fino alla terminazione più ininuta nel diaframma, nella pleura diaframmatica e nel peritoneo, nonchè sul plesso celiac<).. Per quanto riguarda l'anatomia microscopica del nervo, ha messo in evideI1za che da questo punto di vista il nervo frenico presenta due componenti: una spinale e una simpatica ma che la prima comprende una via motrice, una via sensitiva in rapporto alla sensibilità somatica e una via in rapporto alla sensibilità_ visc~rale. Tra <;IUe: ste ulti1ne l'O. ha dimostrato, sia con cr1ter1 morfologici sia con criteri sperimentali, che bisogna i11cludere le fibre cerebro~spinali che dal frenico Yanno al simpatico e di lì al polmone: le sue vedute si accorda110 con quelle dj prece-

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denti sperimentatori che p erò n on eran o riusciti ad ide11tificare tali sis temi di fibre . ..~ proposito delle fipre amieliniche, l 'O. rifer~sce la siste111azione cla lui i1roposta sulla base di un gran nt1mero di osseryazio11i ch e documenterà n ella parte iconog·raficà : le fipre amieliniche sono in massima parte ascendenti e collegano il sistema simpatico al sisterna cerebro-spinale, in parte discendenti e vanno ai vasi e al diaframma senza però pre11dere alcuna par le n ell 'innervazione motrice di esso·: esis lo poi una via della sensibilità viscerale anche di natura simpatica. L'O. dice di aver dedicato un capitolo ai riferimenti dei dati morfologici alla fisiologia e alla patolog'ia e da ultimo .si è occupato del frenico, <làl punto di vista anatomo-chirurgico.

Sezione Emiliana della Società Italiana di Gastro~ Enterologi a. Presidente: GAMBERINI. Seduta del 18 aprile 1940-XVIII Carcinoma delle vie blliari extra-epatiche con metastasi cecal& simulante primitività. GALAvorr1 B. (Bologna). - L'O., in una donna di 36 a., ha riscontr ato un caso di carcinoma infiltrante, diffuso delle vie biliari extra-epatiche con m etastasi m ult iple viscerali e linfoghiando, lari, di cui una interessante ll cieco in guisa da simulare per i suoi caratteri una localizzazione primitiva. Prendendo lo spunto da questo singolare reperto, l 'O. mette in rilievo quanto possa essere delicato, talora anche al tavolo anatomico, il giudizio di prill:.1itività nei confronti di un pr-0cesso neoplastico; indi passa a gualche considerazione sulla portata pratica che può rivestire la metastasi cecale descritta. Alcunl casi di linfoadenite acuta del mesentere. GENTILI G. (Modena). - L 'O. illustra quattro casi di adenite acuta del me~entere mettendone in riljevo le difficoltà d iagnostiche e l 'impol\tanza dell 'intervento operatorio. Fistole gastro-digiuno-coliche. CAVA'LL1 G. (Modena). - L 'O., dopo aver brevemente accennato all'individualità c'linica della fistola gastr-0-digiuno-colica, ne illustra tre casi e conclude descrivendo l 'intervento più consigliabile, precisandone interessanti particolari tecnici. Considerazioni cliniche su un ·caso di pancreas accessorio del duodeno. , 1P0Lr...1nonr A. (.Bologna). _. L 'O. descrive un caso che si differenzia dai più comuni reperti per la sintomatologia clini.e.a, dovuta al volume notevole del nodulo pancreatico, che ostacolava la canalizzazione del tratto intestinale. Ritiene che tale no Levo le sviluppo possa determinarsi in particolari contingenze per una richiesta di maggiore funzione vicariante, il che porta il pancreas accessorio alla ipertrofia ed alle sue conseguenze. localizzazione del linfogranuloma maligno nel tenue. PossATI A. (Bologna). - L 'O. illustra con abbondante nlateriale iconografico alcuni interessanti casi di detta localizzazione, precisando le cara t leris liche del particolare quadro radiografico.

Il Segretario

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IL POLlCLINICO »

[ANNO

XLVII: NuM. 35]

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APPUNTI

PER IL MEDICO PRATICO. •

CASISTICA E TERAPIA. La tubercolosi delle surrenali come causa di morte.

W. Berblinger (Sc hweiz. med. vVschr., 6 aprile 1940), su 1.120 auto~c;:.ie di individui con , tubercolosi polmo11are attiva 0 d inattiva a Da,-os ha trovato in 40 d·ei focolai tubercolari uni- o bi-laterali nellif1 gl1iandole ·su1Tenali. Dalle storie cliniche è ri~ultato che, nell' 1. d1e gli individui con reperto auto·p tico di tubercolosi surrenale bilaterale, vi erano stati sint<)mi del i11orbo di Ad.d.ison. Le cifre dell 'A. co11corda110 cori quelle di altri òsservatori. La tubercolosi surrenale può portare all'insufficienza cronica di tali organi, per cui &i può .avel"e il r11orb·o ·d i Addison, con ipo·t onia ed a.dinan1ia meno marcata che n ell'atrofia parenchimatosa. Il morbo di Addif\011 si manif.esta con maggiore fTequ·e nza negli uomini c.J1e nelle donne e con1i:>are per lo più fra il 4° ecl il 6° decennio di vita. La sua durata viene calcolata da alcuni in 7-27 anni e secondo altri da poche setiimane ad 8 anni. Importante è il tiener presei;tte che, alla comparsa dei sintomi d·e l morbo di Addison, il complesso primario, che. si è poi diffuso ai ~urreni, può es&ere inattivo o rd,el tutto guarito. La malattia non è rara n ell'infanzia, come da taluno si crede. Fra i sintomi inizi.ali, sono da menzionare i disturbi della regolazione sanguigna e del ricambio ,dlei carboidrati, no·n ch·è sintomi <g astrointestinali; la melanodennia appare negli stadi tardivi. La possibilità di morte per· tubercolosi dei surreni deve sempr-0 ies5ere tenuta presente quando si ha in cura u.n caso di tuber.colosi, perchè con un'adatta terapia a base o·r.monale esso non solo può essere mantenuto più a lungo in ' ita, ma anche in capacità lavorativa. 1

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. fil. Celiachia ed. insufficienza surrenale. La celi~chia, o ·m alattia di Gee-llerter-Heubner, è caratterizzata ·d al segu.ente. complesso sintomati c•o : 1) frequenti evacuazioni intesti.na]i; 2) ·addome rigonfio; 3') idrolab1ilità; 4) ipofosfatemia; 5) ritar·d o nello sviluppo; 6) modificazioni ossee; 7) notevole ipotonia della muscolatura striata; 8) anemia; 9) steatorr·ea. Per qu.a nto tit,auarda qùest'ultirr1.a_, la presenza di abbondanti acidi gra~·si saponificati dimostra ch·e i processi digestivi no·n sono alteifati. Per quanto riguarda le mi0dificazioni ossee, esse non sono :i n alcun rapportq col rachitismo e, di fatto , la vitarnina D non determina alcun 1niglioram· . . e nto; ·si tratta piuttosto di osteo·porosi. Corne ooservano 1F. Gonzales Alvarez, O. 0 rias e J. B. Sosa Gallardo (Schweiz. med. Mi sc,h r., 30 marzo 1940), nella diagnosi di questa malattia , è imp'Ortante lo scovarne il fat1

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tore etiologico; che solo può dirigere la terapia. Due sono le possibili cau&e, cio·è l 'avitaminosi B2 e l ' insuffici~11za surrenale. La prima (c.arenza di riboflavina) può essere data da mancanza della vita1nina nella ·d:ieta o da disturbi nell'aStSOrbimento per malattie gastrointestinali. • L'insufficienza surrenale può e~sere dovuta a ·d istruzione primaria della sostanza srurre11ale, eppur.e essere di natura secondaria, come conseglljetnza di i11sufficienza· del lobo anteriore ipofisario. Varie cause poSiSono detern1inare un 'insufficienza surrenale relativa, quali il lavo·r o muscolare esauriente , varie inalattie inf.e1ttive, Je Uf'itioni, lo cc shocl( » traumatico od ope·r atorio; si comprendono i disturbi nello stato nutritivo che ne possono conseguire, quan·do f;i ponga mente all'incessante lavoro della corteccia surre11ale nella demolizione' e ricòi&truzione dei prroce&si ·metabolici. La stessa terapia può alle volte peggiorare le oon·d izioni, com.e· quando per esempio per ovviare alle condizioni di distrofia, nella celiachia, si fanno ,d elle inie.zio·n i di soluzione glucosata, 1nentre ,è noto ch e il glucosio agisce come un vel~no deg1i a11imali senza surreni. NerlJa terapia, ci si orienterà qu indi , ·erso la somn1i11.istrazione di vitamina B2 e di ormoni surr.enali. Gli AA. ac~ennano anche ai possibiJi rapiporti d ell'insufficienza sun·enale con la di1&trofia ·d ei poppanti e, quindi , al pos&ibile irr1piego dell'ormone isurrenale ar1che in tale fil. rnalattia.

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Clinica e cura della paronicl1ia cronica. . I ... Wymer (Miincli. !'rlediz. Wochensch1"., 14 giugno 1940) rrileva ch€J la paronichia ;cror1ica è una consegu enza del patereccio acuto pariungueale. Popo svuotato il pu~ e scomparsi i fenomeni infiammatori acuti, il margine u~gueale € sotton1inato e vi si trovano granulazioni sec.erne11ti, ricoperte 1da siero, pus e croste. La pelle circostante è rumefatta 111a non è sensibile alla pressione Si tratta di un processo infiammatorio perfettan1ente localizzato, cronico, a decorso oltremodo o.&tinato, ri'belle a tutte le cure conservative (causticazione delle granulazioni con nitrato di argento, collocam.e nto di tamponi fini ~otto l'ung11ia sollevata, ecc.) Neppure la parziale asportazione dell'unghia porta a gttarigione: questa avviene sicuramente se si .asporta com,pletan1e~te l'ulllghia, questo intervento però rende l 'individuo per un lungo periodo inabile al lavoro. Nella paronichia cro nica la puntq del polpastrello è oltremodo sensibile alla pressione. Ogni toccarnento "del margine libero del! 'unghia nei spinge il margine pros&imale che è scalzato dal suo letto, .ad urtare contro le granulazioni. s'o·n o questi continuati traumatismi la causa della cronicità del male e della j

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SEZIONE Pl\ATIOA

sua ;resisLerlza alle c,ure. Se si eiimina questa .causa di irritazione, la paronichia cronica guarisce spontaneamente in breve tempo. L' A. ha ideato lino s~iale salvadito di gesso, modellato cru;o per caso. Anzitutto si fascia il polp·a strello anLil1alalo, a guisa di sfera, con una fascia cJ1e si fissa quir1di alla seconda fala11ge. Si ricopre poi questa fa sciatura c.0 n una fascia gessata Cellona, lar.g a 4-6 cm. cl1e verrà accuratamerLte modellata sulla seco11da falange del dito. Quando dopo pochi minuti il gesso co1nincia ad i11durire, lo si sfila dal dito: in1&ien1e vie·ne via la fasciatur.a sottostante che si toglie perchè no11 serve ormai più. Si ottiene così un salvadito ad estremità sferica; su questa si praticano vari fori che permettono il passaggio dell'aria . Questo sa]vad.ito di gesw viene irtfil3.to _ul dilo ammalato su cui è stato i11odellato, e si fissa con cerotto al dito. La falange .terminale an1malata rin1ane; completan1ente libera nella parte sfe1ica del gesso ch e la protegge da qualsiasi u1to: attraverso i fori passa l'aria che consente così l 'essiiGcan tento delle gra11ulazioni. 'D opo 8 giorni si toglie il salvadito, per lo più I.a paronichia è guarita;: la guarigione, co1npleta avviene ~l massimo eritro 14 giorni. · P. 1

La soluzione ipertonica di solfato di sodio nel trattamento delle ferite infette. J. C. Lyth (Lancet, 3 febbraio 11940) da quattro anni, per ogni ferita accidentale, settica e simili, salvo quelle operatorie, non usa più .a11tisetLici di sorta, ma soltanto una soluzione satura di solfato di i&odio, ch e applica in forma di compresse imbevute od, in qualche caso, di ba1gni dell'intero arto; foruncoli, linfangiti e linfadeniti, grandi celluliti, µlce;ri settiche varicose, seni fistolosi, ecc.) tutti guaTirono &alvo .q uelli con ulceri 1naligne; per' tutti fu a ssai breve il perio·d o di inattività lavorativa. L'A., oltre alla statistica generale, riporta qualcl1~ caso particolare; fra questi, un uomo con u11a })Ìccola ferila da ~'' erza di legno alla eminenza tenar.e e con la mano edematosa, I'(>ssa e dolente; applicazione di compresse imbevute della soluzione ed immol1ilizzazione della mano in una doccia; guarigione al terzo giorno. In un altro caso, con una cellulite del braccio, vi era forte gonfiore dalla -mano alla spalla; ten1 peratura etica, ·dalle numerose incisioni praticate scolava un pu~ sanioso; il chi1 urgo cortsultante1 aveva fatto cattiva prognosi proponendo comunqi.1e l'amp utazione. Si tiene il braccio in uno bag:t10 ·della so,l uzione e dopo 48 ore, l'e dema è di i11olto ri dlo·tto e la febbre· $Comparsa; 6i applicano allora le co111presse : dopo una settimana il braccio ·era ritornato 11ormale; al 20° ,~iorno 1e f1eTite erano cicatrizzate ed il braccio potè essere nuovan1ente usato al 39° giorno. La solt1.lione non ha affatto potere antisettico nè germicida; ·e ssa agisce ~oltanto per la sua ipertonicità. La stasi linfatica nei ~essu!i è il ri&ullato dell'edema cellulare; con 1 .appl11

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cazione d.ella soluzione, le cellule si sgonfiano e la linfa riprende la sua via normale, peT gli spazi ea i capillari linfatici. La pressione perivascolare ~ ridotta , nuova linfa affluiF-ce dai capillari sanguigni, le tossine sono diluite e neutralizzate, i geirn1i distrutti e tutti i segni e sintorrti dell 'infiam•m azione scompaiono. Una parte im.p ortante per il sucoe5so è la imrnobilizzazione della parte i11teressata. fil.

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Urea e rodanio nella cura delle ferite. La benefica azio,n e e,f 'ercitata dall'urea su1lla guarigione di fe~ite infette ·è complessa. Semb1·a particolarn1ente ulile: la azione secretorisp. peptolitica ·d ell'urea, e la sua azione battericida. Per agire bene· la concentr.azio·n e del- . l'urea deve essere alta; onde orvviare ai dolori locali provocati dalle solu'zioni con centrate, H. Jung (l'rliinch: Mediz. Woschenschr., 7 giugno 1940) ce;rca di ottenere lo stesso effetto utile combinando a una coneentr.azione non forte di ur·ea, una piccola dose ·di l"Odanio, sostanza a più intensa azione b<.ittericida. 1Con un preparato . speciale a base di u.r ea-ro,d anio l'A. ottiene ottimi risultati nelle f~rite infette e in quelle lesioni ohe s-0no rib1elli agli altri trattamenti. Naturalmente in casi di pro·c.essi suppurativi la prima indicazione ·è quella di fare nmpiarr1ente defluire il i.Secreto. P. Effetti terapeutici dell'olio di tonno nella prati· ca infantile. L'olio di tonno può, dice A. Ranieri (Giorn . di Clin. M edioa, 110 giug110 1940), sostituire vantaggiofYamente l'olio di fegato di merluzzo del qruale possie1de tutti i requisiti -e1 le indicazioni. I vantaggi son o di ordine terapeutico (assenza .di effetti secondari spiacevoli quali nau sea, anoressia, perfetta tolleranza anche nella stagione· calda) e di ordine economico , (1&bstituzione di un pro·d otto itali.ano di cui il nostro paese e le· nostre colo nie sono tanto ricchi , al tradizionale pro·dotto stranierro fin qui largament_e uooto). L'impiego dell'olio di tonno nella pratica non è di data recente, poichè già da tempo i derivati di 1d.e tto olio ven•g ono usati in talune regioni costiere, spe·c ie tra i pescatori di tonno. Nella pratica clinica è stato il Giacosa nel 1~103 a. pr~conizzarn-0 l ~uso che venne iniziato nel 1906 d<). Allaria e Brinda. Presentemente lo si trova in commeircio in I1alia s otto forma di un prodotto, l'adisole , che riRul ta ·dalla combinazione di olio di fegato di ton110 con olio verg·ine di olive. L'autore hf\ sperimentato quer&to prodotto' in numero si Ci1si ·dell,a pratica infantile trovandolo molto soddisfacente. · M. RAsTELLI. 1

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Il

~igniftcato

clinico e terapeutico nel cloruro di

sodio. 1Come risulta da un lungo studio di coni (De1Uil. rned. Wschr., 1940, n. problen1a del cloruro di sodio è molto so 1e va considerato sotto vari 1Junti

G. Fran24-25) il complesdi vista.


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IL POLICJJNICO

Il NaCl rappr esenta una ·p·a rte di assoluta nece. sità nel nostro· organismo. Q·u ello stabile, rtell'uomo sano e specialrr1 ente n el bambino che 11a una stabiliLà a11cor mag·giore ·d i detto sale, si adatta con tanta prontezza all'aumento od alla di1ninuzi•o n e d egli apporti in NaCl cl1.e <1 r1 cl1e delle g randi oscillazioni non a1Tivano a turbare l 'equilibrio. Altrimenti vanno le cose n eg·li i11dividui in ·c·ui il ricambio del NaCl è turba to sia :pe1r cau se endog·en·e (p1rimarie), sia . per esog·ene (~econdarie). In e. si, secondo il disturbo fo·nda111entale , l e stesse quantità di sale po&sono agire' da veleno o da rin1edio che salva la vita . Quindi, 11-essun n1edico serio si assur11erà la responsabilità ·di pI'oibire1, in linea gen e1·ale , l 'uso del sal e. Se anc.h e è possibile ch e degli individui sani R·i manten gano in eql1ilibrio con l 'u&o di miP.ime quantità di sale, inferiori ad un gram m o, non è detto che questo minimo sia un ottin10. Noi sappiamo cl1e alcuni fermenti , per esempio l 'amila·&i , possono· agire· soltanto in presen za di j oni di NaCl. Inoltre, il sale degli alimenti r egola le secr e1zio11i dei fermenti d ella bocca dello s tomaco, dell'intestino , il . ch e fa,'orisce quindi l a digestione, ciò ch e n on ' 1a trasc.u rato nell'anoreRsia e n elle malattie del1!apparato digere nte. Inoltre, è n ecessario a umentare con l ' e er cizio la funzio·n a lità e l'effi cienza ,dei r eni , da cui si prete1r1d'o n o degli 1&fo:r:zi n ei p eriod1 di. ma. l é;ttia . Quindi, durante lo stato di •s alute, è ben e esercitare t ali •oingani che , com.e ·dimostrano le eisperienz.e sugli a11imali , si ipertrofizzan o con l 'abbo·n dante u so di sal e. Di fronte ·.alla moda o·ggi imperante di limitare a l possibile il consum o di sale·, Ri d evono ter1er -presepti tali con side razioni , e t anto più d o, rà f.aTlo· il medico, ch e conoscei ch e ,ri sono delle m alattie, acute e cronich e, in cui la sottrazion e cli sal e può dive ntare peri colo sa per la vita. fil. 1

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XLV-II.' Nuu.. 351-

Nelle urine, il coefficiente ammonìa<:ale di Maillard si eleva da 5,1 prima ·d elJa corsa a 10, 1 dopo, il che indica un aur11ento degli joni ac~di nel sangue; i11 rapporto a tale modificazione1 si tro,;a aumento del pH, da 6,2 in m e-· dia a, 5, 1. In 4, si 1&o·n o t1·ovate tracce di glucosio1. In 8, si è trovata dell'alb11mina ed in qua ntità abbasta.nza rilevante. Ora, è n oto che l 'albuminuria e la c.ilindruria sono spesso la con seg·uenza di sforzi muscolari i11tensi anche se b·r cvi . . Com.u nque , l e acce'l1nate rnodificazion i ,del sangue e delle t1rine indican o che una corsa a cavall0 di .7 k1n. può provocare sintomi cl1e possono anche con sidera1,5i come patologici. Il ch e din1ostra ch e tale sforzo esce dai limiti d ell'educazior1e fisica , per entrare in quelli dello sport di 1 compe~zio11e, da riservarsi agli 1

~tleti.

A. Wiln1ae r s 11a studiato 8 atleti arrivati da 1 a 7 minuti d opo. il vinic.i tore di una corsa ai piedi; individui g ià allenati e costitue nti un g·ruppo omogeneo. La pressione, che in riposo •eTa i11 media di 123/66, non ha suhii to modificazioni impa rta11ti; queste ·si _ono .invece av ute nel rpolso: <la 64: (i11 ripo..:o) è passato a 103, 10 minuti do·po l 'arrivo; a 96, 25 minuti dopo e dopo un'ora circa: era a n cora 88. Nella JJ1aggior parte, il polso e1·a in&tJ b·i le ed in uno r1 ettan1en te irregolar e. ..i\.ltri auto1·i h an110 tTovato nell 'elett1·oca rdiogramma d elle Inodificazio11i d elle1 onde P e T, ·di c1Ui però no11 ·è p e r o·ra possibile inter petrare il significato. Comttn(1ue, quci;te osservazioni i11dicano la r1ec essità di un controllo m edico n ello spott, con I ' esclu ~ ione deg·li indi, 1idui presentar1fi albu1ninuria e .glicosuria, sorv·e glianza dell'alirr1entazion e ed organizzazione del riposo. :E: ÌJ)oltra ·da consigliare molta prudenza n ell 'am1r1iss·i one degli individui n1olto gio,'anì . 1

' fil.

V A R l·A

POSTA DEGLI ABBONATI

Studio medico di una prova sportiva. . . A. !Gova.rirts l1a sottopoi&to a controllo· medico vari giova ni dai 113 a i 19 ar1ni, dopo una corsa a ca':allo in campagna (cross country) di 7 chilometri. Il .primo arrivato, 6 minuti dopo ch e era giunto , dimostrava una note,·ole tabilità del ritm,o cardiaco: 108 pulsazioni al minuto , r..a· pidame11te ritoTnat-e alla n o·r ma. Negli altri. si .aveva 11na tachicardia più o meno persistt:nte, 13 2 i11 rnedia . Questo sta a dimo trare ch e· il cuore .a ccelera tanto m en o il suo rit1110, . qu.anto n1.1g·giore è l a resist en za di tutto l'indj,riduo· allo sfor zo . . . Notevoli so n o le modJifi'cazi orii del sa1ngiie: i1)erleucocitosi , iperglicemia , che possono esse.r e in raprporto sia con l'a ciclosi dello sfor zo, $ia con l 'en1ozione .

_i\l d olt. 'G. Falascl1i, da Varese: Jl 1Cloro for111i o co rne cura dei Cestodi è be11 tollerato e si può :prescriverei ad adulti e bambini j)Urch è le fu1l zio ni r enali non siano a ltera te. dose con sig'lial)ile è la seg uente: per adulti: Cloroformio pii.ro per anestesiai cent. cubici 5; Olio di ricìno g r. 35-±0, d a p·re11dersi a digiuno in 1/ 2 biccl1iere d 'acqua fredda. per ba mbini : C1oroforu1io pivro per _o.11estesia cent. cl1bici 2-3; .Olio di rici110 gr. 20r Do·po un' o r·a u11a tisana calda. Se dopo la son1111ini5trazi one il pJziente è preso da so,n nolenza i1on preoccupar i e si 1a$CÌ tranquill~. G. .\r.EsS.t\NI•~JNI.

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XLVII,

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SEZIONE PR..\.TJCA

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NELLA · VITA. •

Cronàca del movimento corporativo. .

CONCOR SI .

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Per i professionisti richiamati alle armi.

I RR. Prefetti delle Province di Ferrara Mocl ena , Sassari, Varese, Macerata, Bologna ~ 1 eIl Governo F ascista ha e111anato, in questi ultimi tempi, numerosi provvedimenti legislativi · ra1~0 corp.unicano che sono sOS'pesi fino a nu:Ju·J 01(llne i Cuncorsi per m edicu condotto n elle 1idiretti ad eliminare o quanto meno ad attenuare spettive province. i danni derivanti ai cittadini ch e sono chiamati a servire la !Patria con le armi, dalla forzata asIl Concorso per 14 posti di Assistente all 'Ospesenza delle loro sedi di lavoro. .clale M.a ggiore di S. Giov. Battista e della Cittb. di Torino è pro!ogato fino al 30 settembre. Il problema si presentava particolarmente complesso ed urgente per le categorie professionali. Ad ovviare a tali inconvenienti il Duce ha dato NOTIZIE DIVERSE disposizioni al Ministero della Giustizia di concretare gli opportuni provvedimenti. Un 'apposita legge in questi giorni approvata L'Ente Nazionale per le costruzioni ospedaliere in Albania. dalla Camera d~i Fasci e delle Corporazioni infatti garentisce ai professionisti chiamati alle armi il Sotto gli auspici del Sottosegretariato _di Stato diritto dì conservare gli incarichi ad essi affidati per gli Affari Albanesi, si è costituito a Tirana, disponendo che la nomina delle p,ersone chiamate con Decr eto Luogotenenziale che sarà convertito a sostituirli apbia in ogni caso carattere provviin legge, l 'E;nte Nazionale per le Costruzioni Ospesorio. daliere-Scolastiche, il quale avrà il compito di afSono s tabilite poi particolari norme dirette ad frontare e risolvere il problema edilizio sia nel assicurare un 'equa ripartizione del compe!1SO tra campo sanitario che in quello dell 'insegnamento. il professionista richiamato e q ùe.'.0 c11e · lo _ ha .Il programma, oltre al potenziamento degli Ospesostituito. dali esistenti, comprende la costruzione nei cenIl principio che la sostil uzio11e del profe5slo11itri più importanti (citiamo, ad esempio Scutari, s la richiamato alle arini è provvisoria e cessa col Argirocastro, Durazzo, KUk.es, Pescopeja) di nuovi suo ritorno alla attività .p rofessionale, è stato Ospedali moderni ed attrezzati p er tutti i rami opportunamente esteso dagli incarichi conferiti da dell 'assistenza medica e chirurgica. ·Ma l 'elemento pubbliche autorità a quelli concernenti l'amminuovo di questa opera vasta e generosa a f{lvore nistrazione, la vigilanza e la liquidazione di sodel popolo albanese, è costituito dalle iniziative previste p er l 'assis tenza alle popolazioni delle . più cietà commerciali e di aziende e di istituti di èredito, creandosi così • una figura del tutto nuova lontane ed impervie regioni dove non solo il menella nostra legge commerciale, e cioè quella deldico era finora nell 'impossibilità di ·risiedere, ma l 'amministratore, del sindaco o revisore di conti dove, per la difficoltà çlelle comunicazioni, era e del liquidatore proYvisorio, che può essere 110reso praticamente impossibile ai sanitari di recarsi minato secondo una procedura molto sollecita e in caso di necessità. Sono cioè circa 70 « centri le cui funzioni cessano col ritorno del titolare sanitari rurali )) che saranno distribuiti in regioni <talle armi. lontane ed in gran parte al di fuori delle vie di comunicazione, costituiti da piccoli edifici a Il provvedime11lo legislativo tutela in tal modo uno o due piani e correda,ti di tutto il necessario non soltanto i professionisti, ma tutti i richiaper l'assistenza sanitaria nonchè di un alloggio n1ati alle armi, siano o no professionisti, i quali destinato al medico ed alla sua famiglia. ricoprono incarichi del genere, e si ispira quindi , al concetto altamente morale e politico che coloro i quali hanno potuto proseguire indisturbati la Notizie sanitarie di guerra. loro attività non debbono costituirsi posizioni <li Una corrispondenza al « Messaggero )> del 13 favore a da11no di coloro èhe hanno servito la agoslo documenta come gli aviatori della Gra11 BrePatria con le armi. tagna persistano nell'attaccare ·anche e soprattutto gli .aerei germanici di soccorso·, che equivalgono alle an1bulanze e ai treni della Croce Rossa adopeSocietà mutua di soccorso dei medici chirnrgi ra li nella guerra terrestre. Un episodio fra i molti del Piemonte. altri merita particolare l?enzione. Ad un deterSi ·è pubblicata la r elazio11e 111orale ed econo1ninato momen~o della battaglia del 10 agosto mica della presidenza di questa ;;ocietà, ch e ha sulla Manica u11 bompardiere inglese fu stretto compiuto recentemente un secolo di vita. dappresso da tre cc Messerschmi_tt » da caccia i I soci alla fondazione erano 232; raggiunsero un quali lo bersagliarono ininterrottamen t~ col fuoco massimo di 455 r1.el 1908; sono ora 2630. delle loro mitragliat rici . Dopo qualche secondo una raffica di pallottole ragg'iunse il serbatoio Nel 1939 furono erogate 6.500 lire di sussidi a della benzina, obbligando il pilota ad una disce6 medici, 8.000 lire a 18 vedove e 7.000 di assegni sa che divenne sempre più precipitosa finchè dalvitalizi. La consistenza patrimoniale· è aumentata di 48.000 lire. 'l'altezza di una cinquantina di m etri probabilmente in seguito ad un brusco arresto dei motori Il 20 giugno si è tenuta l 'çissemblea generale cadde in mare. La caduta era stata osservata da dei soci; alla presidenza è stato chiamato il prof. un aereo germanico di soccorso che, senza por Carlo Gamna.

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tempo in mezzo, volò verso quel punto per rac- ' cogliere gli uomini dell'equipaggio. Prima di raggiungere la zona l'apparecchio, sulle cui ali bianche .come la carlinga, si distinguevano benissimo data anche l 'ora e la luminosità della giornata,' ·gli emblemi della Croce Rossa, fu attaccato da due cc SpiLfire » e fatto segno àd un fuoco violentissimo. Nessuna delle rafficl!e raggiunse il bersaglio e il sopraggiungere degli aerei da caccia tedeschi indusse gli inglesi ad allontanarsi permettendo così il salvataggio dei quattro uomini del « Gloster » caduto in acqua. Due degli avi~tori nemici gravemente feriti morirono quasi subito. Gli altri non avevano riportato se ·non scalfitlure, mà il loro stato generale appariva piuttosto delicato cosicchè al giungere ' a terra furono subito ricovera ti in un ospedale germanico . Il D. N. B. del 13 agosto è informato che ad Amsterdam è stato colpito il noto Ospedale Guglielmina; che è il più grande della città. I numerosi 'edifici che lo compongono portano visibilissimi sui tetti i segni della Croce Rossa. Gli inglesi hanno lanciato numerosi Fazzi illuminanti. cosicchè qualsiasi ·errore è da escluder si. Un gran 11umero di bomJ:>e ha colpito anzitutto la clinica oculistica e dentaria, ed · ha causato gravi perdite. Grazie ad energiche misure, gli ectifici danneggiati hanno potuto essere rapidamente sgombrati, ma come è naturale, una grande agitazione si è manifestata fra i numerosi malati. Molte altre borr1be sono cadute nel giardino del! 'ospedale, scavando crateri di un diametro da due a cinque metri. È stata bombardata anche la ·clinica femminile di Duin en Bosch, presso Gatsiehm, nell'Olanda settentrionale. Anche essa era provvista dei regolari contrassegni della Croce Rossa. Quattro bombe hanno colpito in pieno l 'edifi.cio in cui si trovava il reparto delle donne squilibrate. Due ammalate sono state u ccise e altre nove ferite gravemente. Altri edifici çtell 'ospedale hanno riportato gravi danni . La popolazione olandese è ta11to più indignata per questi attacchi della R.A.F., contro i suoi ospedali e le sue abitazioni, in quanto a I .ondra esiste tutt'ora il cosiddetto Governo. olandese, che si professa come un alleato dell'Inghilterra. Inoltre ·aviatori inglesi hanno lanciato bombe i11cepdiarie su un ospedale · nella Germania occidentale. Anche qui essi hanno mancato il loro bersaglio. ,Soltanto una sala mortuaria ha preso fuoco ed ~ s tata distrutta. Così l'ospedale di Marina come l 'ospedale civile erano contrassegnati dalla Croce Rossa sul fondo bianco secondo. le prescrizioni, ed erano facilmente riconoscibili da lontano. '

Un po' devunque.

. Il presidente dell'Istituto naz. fascista per l 'assicuraz. contro gl'infortuni sul lavoro, dott. Vecchioni, accompagnato dal direttore generale rag. Sartori, ha preseD:tato al Duce il bilancio del1'Istituto per l'esercizio 1939~XVII-XVIII ed ha riferito sull 'attività dell'Istituto stesso, il Duce ha disposto nuove provvidenze, che avranno decorrenza col nuovo anno fascista, cioè dall 'l novembre e saranno estese ai casi anteriori dall 'l apri' poi. le in · Il Duce ha approvato i criteri concordati dal n1i11istro dell'E . N. e dal segretario del P . 'N. F.

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per organizzre e coordinare la collaborazione tra la scuola e la G.I.L. e ha impartito ie direttive per la loro immediata attuazione. II coorrunamento sarà affidato a una Commissione centrale ed a Commissioni provinciali, for1nate da elementi delle due istituzioni. Sarà compito delle . Commissioni, tra l 'altro, Io studio dei problemi relativi alla vigilanza igienica sanitaria sugli alunni e al) 'assistenza sanitaria in genere. La Società di Scienze mediche di Conegliano e Vittorio si è riunita il 31 maggio 1940-XVIIl. Vi sono state comunicazio·n i di Opocher (presentazione di cancro vulvare, illustrazione di un film riproducente quattro interventi operativi intesi a favorire la maternità) di Gritti (encefalopatie infantili in infezioni miste), di Del Fabnro (mielosi globale aplastica) e di Prirone (Infezione reciproca in .tubercolosi).

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Il Di;rettore statale della Sanità pubblica <lel1'Illinois (S. U.A.) è stato condannato ad una multa di 1000 dollari ed esonerato dall'ufficio per negligenza in rapporto con un 'ep-i demia di tifoide sviluppatasi nel 1939 nell 'ospedale di Stato, in cui sono morte più di 60 p er sone. Il direttore e la dietista dell 'ospedale sono stati invece assolti.

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Il capo dei servizi sanitari del Reich, sottosegretario dott. Conti, è rimasto viltima , durante un viàggio di servizio, di un incidente automobilistico sull'autostrada Stettino-Berlino riportando la frattura doppia della mascella. Il guidatore e chi l 'accompagnava sono rimasti illesi. Il dott. CÀ>nti è . in via di guarigione. Da Algesiras si segnala che in questi ultimi tempi è preoccupantemente aumentato a Gibilterra il numero dei malati di mente, forse a cagione delle scosse nervose prodotte dai bombardamenti. Le autorità hanno dovuto adibire l 'ospedale coloniale a ricovero per i pazzi. L 'Istituzione dei Concerti del Governatorato d~ Roma e della Regia Accademia di Santa Cecilia ha offerto ai feriti di guerra dell'Ospedale Militare del Celio un grande concerto sinfonico esegui lo dall 'Orchestra Stabile della R. Accademia di Santa Cecilia sotto la direzione di Bernardino Moli nari. Alla M-aternità di S. Giovanni in Roma è ·stata inaugurata una cc camera isotermica » per l 'allevamento dei neonati immaturi. Essa sostituisce le vecchie incubatrici. È capace di una decina di posli. È a doppia parete e doppie vetrate: vi s! accede attraverso tre usci che si aprono e chiu· dono successivamente. La temperatura vi è regolata a 32° C., l 'umidità a 62 %; riceve aria depurata attraverso un ·f iltro; un dispositivo produce raggi U.-V. in misura regolabile. Il personale addetlo, prima di entrare 11elle camere, è sottoposto a disinfezione del corpo e delle vesti; esso presta la sua opera in condizioni di asepsi d 'impianto. È il più completo che esista in Italia,· è dovuto ali 'iniziativa del primario, prof. Luigi Caravani. Un interessante articolo pub~lica,to sul « Messaggero >> dell '11 agosto desc;iv~ ed illustr~ I~ Clinica per Je malattie trop1cal1 e subtrop1cal1 cliretta dal sen. Castellani.


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SEZIONE

La Principessa di Piemonte ha visitato a Roma la Casa della Madre e del Bambino dell 'O.N.M.I. nel Rio11e Tiburtino e la Maternità dell 'Ospedalé di S. Giovanni.

PRATICA

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RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA

J ourn. d. Prat., 18 mag. - MARION. Ematurie vescicali. ' Rinasc. Med., 15 mag. - F. DE FUERTES. AneIl Prefetto di Milano ha visitato l'Istituto nai mia dei divezzi ospedalizzati. zionale Vitt. Em. III per io studio e la cura del .1lrch. It. di Anat. e òst. Patol., apr. - G. R1Ncancro ~ diretto dall'Accademico prof. Rondoni. DONE. Arteriosclerosi. - S. CEM10N1TI. Ulcere gastr. La colonia cc 9 Maggio » di Bardonecchia è diMirt. Med., 12 mag. - Med. colon. venuta un centro di assistenza per gli ex-interPresse Méd., 15-18 mag. - C. LEUBRY e al. Ossinati italiani nei campi di concentramento di Frangenoterapia. - N. JoNEsco-S1sTEsTI e L. CoPELMAN. cia . Speciali cure ricevono i bambini, le donne Riflesso psicogalvanico in neurologia. ed i sofferenti per denutrizione. Journ. d. Pra.t., 25 mag. - MELNOTH. Sulfami· doterapia nell'esercito. Nel comune di Pulgano (Taranto) certa NataliMairseille-Méd., 30 mar. - H." RooER e al. idrozia Marino, moglie dell'agricoltore Viseo Laterza . cefalia ventricolare e aracnoidale cerebrale poster. ha dato alla luce una birupa del peso di circa melitococcica. kg. 7, lunga 60 cm. e con una circonferenza toraBull. Méd., 18 mag. - C. D1M1TRACOFF. Sindrocica di 42 cm.; è stato necessario un intervento me cardio appendicolare. chirurgico. Presse ..Méd., 21 mag. H. JoLY. Pneun1olisi Un 'interessante inchiesta sull'alimentazione delassociata a toraco-plastica: tecnica di Semb. le gravide ' in prevalenza contadine nel ANDRÉ-THOMAs e AJURIAGUERRA. Mixoedema della Par1nense è stata condotta dal prof. Ponzi su 1000 menopausa. ricoverate nella Clinica Ostetrica di ?.arma. 1Non Jorn. A. M. A., 4 mag. - A. HoLL e al. Encesono emersi evidenti disturbi da carenza, mentre falite d'orig. equin a. - W. H. CLIF:iu e M. O. è risultato che le manifestazioni di tossicosi si HE1Nz. Sifilide prenatale. - C. G. TAPLFN e al. riscontrano più spessq fra le gestanti che consuSulfapiridina sodica per ipodermoclisi. mano di~Le ricche di grassi e proteine. Risulta Deut. Med . .woch., 24 mag. - · TREN»ELENBURG e pertanto assai utile 1'opera profilattica e consulal. Adattam-ento al buio. tiva dei Refettori materni e di altre disposizioni Med. Klin . 24 mag. - G. GAEHTGENS. Alimentaz. dell'O.N.M.1. della gestante. - E. KoNIG. Contratture di Dupuytren. ·· Nello stato di New York, si è istituita la Fon.."it,1ed. Welt, 2Q mag. - F. UTz. Correlazioni tra dazione G_ Lake per l 'estensione dell'assistenza glandole endocr. - F. e H. HoLLDACK. Trattam. medica e della terapia lavorativa ad individui di del 'byperemesis gravidarum. condizioni finanziarie modeste, ~ cui vengono così Quart. Jou·rn. Med., apr. - D. BLACK e A. .LEESE. assicurati .i vantaggi della psicoterapia. Metabolismo dell'azoto e del cloro nell'emorr. A Cincinnati (S. U. A.) il Servizio Federale per gastr.-int. - N. F. MACLAGAN. Esame funz. del la Sanità Pubblica ha organizzato un grande espefegato. rimento di vaccinazioni di masse contro la polJoum. de Méd. de Lyon, 20 mag. - Dermatol. monite che ivi dà una elevata mortalità (35-40 %). e venero!. Circa 15.000 persone hanno accettato di assoggetLancet, 18 mag. - D. HARLEY e G. RocHE LYNCH. tarsi . all'esperimento. Gruppi sang. e ricerca della paternità. - V\T. H. 0GILORIE. Chir. delle ferite infette. L'Associazione medica an1ericana si lamenta delBrit. Med. Journ., 18 mag. H. BEsT. e D. la poca precisione con cui i medici riempiono i G. SoLANDT. Siero concentr. per lo shock. - F. moduli di inscrizione all'Associazione stessa; di· FoK. Convulsioni indotte elettricam. menticano di mettere la data di nascita, o quella Paris Méd., 18-25 mag. - J. LERCBONLLETB. Vidi laurea, oppure le date non concordano con la 1 tamina K. DAvis. Collassoterapia doppia. realtà; altri omettono di segnare il sesso (che spe· Journ. A.. M. A., 11 mag. - "'vV. D .. GATCK, W. cialmente in America non è sempre indicato dal Trattarn. dell'appendicite. i1ome), oppure dichiarano di essere ad un :tempo , D. HA.GGARD e al. B. ZoNDEK. 1Somministraz. protratta di estrogeno. pratici generali e specialisti, od altre inesattezze Arch. int. "'M ed., mag. - J. R. Liso e E. McPEAK. del genere. I moduli così inesatti assommano a Infarto miliare acuto del cuore. - J. S. KANTR. parecchie inigliaia. La >ichiesta di tali informaSteatorrea idiopatica. - A. A. HuMPHREY. Citomizioni è iil rapporto oon un vasto arruolamento tosi reticolo-endoteliale (istoplanuosi di 'Darling). di inedici per i servizi militari, che possono coAc~ Med. Scaind., I-II. B. Roos. Manifestastituire una buona carriera per i giov~ni. Gli stizioni cerebrali della IiIÌ.fogranulomatosi benigna pendi annuali arrivano a dollari 3905 per il ca(malattia di Schaumann). - A. T. Qu1cK. Esame pitano e 3152 per il primo tenente. funz. del feg. - A. PoLAK DANIELS. Intolleranza Nel ~Iinnesota· (S.U.A.) vi sono state varie conrenale da iperergia. danne per aborto crimin-0so: 4 anni ad un tale Id., III-V. - A. WALLGREN e A. GNossPEL1us. che non era nemmeno provvisto di diplomi meBacilli tbc. nell'eritema nodoso. - E. AsK-UPRdici; 4 anni di lavori forzat.i ad un osteopata ed 1v1ARK. Patogenesi dell'ulcera gastr. alla sua assistente, che avevano provocato parecId., VI. - P. WEIL e S. PERL1s. Consistenza delcl1i aborti con esito in morte. A quanto sembra, lo sterno nelle punture sternali. - P. PRAEST. in questi casi era stata usata la pasta di LeunRespir. artific. . back ed il J ourn. a;mer. med. ais. si augura che Ann. de Méd., 4. - G. MoNRIQUAND. - Reumat. venga proibila la vendita di un prodotto tanlo cron. e avitaminosi. A. DELACHAX. Bilancio vita- . pericolo o (S(llrebbe tempo !). mi nico. 1


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IL POLICLINICO »

Wie1i .-!rch. irt1n. Med. , 30 apr. - J. Y. A•:'iGYAN e al. Elettrocardiogramma sulla pericrdite. - H. HERRMANN e W. RuFF. Il triptofa110 sull 'essudato articolare . Pediatr., mag. - M. MIRAGLIA-DE"L G1un1cE. 1111 magini polmon. pseudo-cavernose. Bull. Méd., 25 mag. - 0.-R.-L. Med. Welt, 1 giu. - M. GRUNDEL e W. HE1NE. Difterite d€lle ferite. F. GunzENT. Reumat. artic. acuto. - H. BA»E. Addome acuto. Settim. ~rvled., 13 apr. - I. GATTO. Anemia splenic atipo Strumpell-Bignami. Paris Méd., 18-25 mag. - DAvY. Colla oterapia nella tpc. bilaterale . Riv . . di Pq,t. nerv. e ment., mar-apr. - A. CAl\1PANA. Sclerosi a piastre e traumi. - G . FALLov1ca e P. LEUT. Lesioni vascolari del cervelletto. - M. FELICI. Cisticercosi racemosa Min. Med., 19 Ìnag. - Terapia. Miinch. Med. Woch., 11 mag. - O. l\lEYER. Flebite late11te come causa di gangrena. Klin . Woch ., 1 giu. H . ALBERS. Tossicosi gravidiche. Journ. A. lvl. A., 18 mag. - ,S. PERLo,v. Prostig·mina nei disturbi circolatori periferici. - W. E. - HA~IB"GRGER. Barbiturici. D eut. Med. Woch., 31 mag. - BolVrsRov e al. Timo. Bul. Ac. de Méd., 23 apr. - M. KLI1NG. Virus poliomielitico nelle acque di fogna. 30 apr. H. 'DE BALZAC e al . Silice e tbc. _ Presse Méd., 22-25 mag. - G. MoNRn;:uAND e al . Litiasi urin . legata ad avitam . A. Forze San., 31 mag. - B. SORRENTINO e 1P . GAIFAl\III. Diagnosi precoce del cancro uret. Folia Med., 15 apr. - S. DE RENzI. Ematopoiesi midollare negli stati allergici. Med. Welt, 8 giu. - R. GoLDRARN. Shock e coll asso. - K. BRUDER. Sifilide congenita alla 2a. e 3a generaz. Klin . .WOlch ., 2 giu. - F. LINDER. Ipertensione pallida. - W. G1EsE. Silicio , silicati, silicosi. SANG. - C. DREYFUss. Fisiologia e patologia del g lobulo rosso. Wien. Arch. inn. Med. , 31 mag. - F. KoBERLE e R. PFLEGER. Tumore di vena epatica un complesso sintomatico di endophlebitis obliterans hepatica. - W. BErGLBOCK e ~· M. GR1 MI. Eliminaz. di lattoflavina dopo somministraz. d'insulina.

[ANNO XLVII, NqM. 35]

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CUORE E CIRCOLA.ZIONE Periodico mensile diretto dal ·Prof. CESARE FRUGONI Redattori: (1. MELDOLESI, O. PEZZI, V. PUDDU. A. SEBASTliNI Il Nu1nero 8 (agosto 1940) contiene : Lavori originali : I. - A. RUBINO: Il polso venoso giugulare studiato in oonfronto al pletismogramma cardiaco. Genesi: dei vari incidenti flebografici loro rapporti coi vari momenti della rivoluzione ca~diaca (Ricerche sperimentali). - IL .. 8. OHIODI e :M. M.ESITI : Contributo allo studio dei rapporti tra res?iro e circolo. Nota I : Il polso venoso e la pressione venosa nelle prove di Valsalva e di Miiller. Ili. - A. DI FILIPPO : La tubercolosi del ouore (Rivista sintetica). I peripdici spec•alizzati. Tra le riviste ed i congressi : COELHO E. e DB OLIVEIRA A .. : Tachi~~rdia e - fibrillazione ventricolari parossistiche nell infarto del mi'ocardiio. - OOELHO E.: Dia~ ~osi de~li al!-eurismi parietali del cuOO'e nei casi di infarto silen•z1oso del miocardio. - SODEMAN W. A.: Alterazi'oni cp,rdiache nella gravidanza, non in rapporto con gli abituali tipi etiologici di cardiopatia. - . OOELHO E., iDA COSTA F. e DE OLIVEIRA A.: InfiltraZI·ç>ne novocainioa dei gaD1gli stellati nell'angina di pe~to. - SussMAN M. L., DACK S. e MASTER A. M.: n chm:iogramma nell'intfarto miocardico. - I. Le anomalie della contraizione ventrioolare sinistra. _ DACK S., SUSSMAN M. L. e MASTER A. M.: Il chi.mogramma nell"infarto miocardico. - II. Ra.pporti clinici ed elettrocardiografici. - HINES E. A:-: Il significato della iperreattività vascolare qttal'è .misurata dal test freddo-pressorio. - MICHETI'I G. e GALLI T. : Re.perti elettrocardiogralici in artropatie croniche. SPILLANE J. D. e WHITE P.: Dolore atipico nell'angina pectoris e nell'in.farto miocardico. - Woon P.: L'azioI.te della digitale nello scompenso Qardiaco con• ritmo n ·o rmale. - BOYD L. F. e SCHERF D. : L'elettrocardiograimma nelle stimolazioni epicardiche, endocardiche (e miocardiche corrisp0ndenti) localizzate. - ALVARBZ C. e BARRAGAN E.: L'elettrocardiogramma n~lla gravid a nza. - MOIA B. e BATTLE F. F. : Caratteri' del polso . epatico nei casi di ' coin<0idenza della contrazione atriale e ventricolare. Notizie bibliografiche: LEQu1ME J. : Le débit cardiaque. Etudes expérimentales et -cliniques. · · Abbonamento per if 1940: Italia L. 5 6; Estero L. 7 O. Per gli associati al « Policlinieo »: Italia sole L. 5 O; Estero sole L. 6 5. Un numero separato L. 7.

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Indic~ alfabetico per materie Articolari (Lesio ni). Diagnosi . . . Pag. 1473 Bibliografici 1(Cenni) ., . . . . . . )) 1474 Biliari (Vie). Carcinoma . . . . . . . J) 1477 Celiachia e insufficienza surrenale . )) 1478 Cloruro di sodio. Significato clin. e terap . . . . . . . . . . . .· . . . . . )) 1479 Fecale (Catalasi) . Dosamento . . . . . )) 1467 )) . 1479 Ferite. Cura con urea e rodanio .. )) 1472 Ferite da sparo delle ossa. Terapia . )) 1479 Ferite infette. Cura con sol. ipertonica Frenico (Nervo). Anatomia . . . . . . )) 1477 Ipertensione pallida nelle mal. renali unilaterali . . . . . . . . . . . . . )) 1471 Diritti di proprietà riservati. autori~atione scritta dal.la f'edatione. !

Linfogranuloma mal. Localizzazione nel tenue . . . . . . . . . . . . Pag. 1477 Mentçi.li (Malati) pericolosi; denuncia )) 1477 Mesentere. Linfadenite acuta .... )) 1477 Olig urie (Le) . . . . . . . . . . . . . )) 1468 Olio di tonno. Effetti terapeutici . )) 1479 Pancr eas accessorio . . . . . . . . . . )) 1477 Paronichia cror1ica . .Clinica e cura )) 1478 )) 1445 ;prostatica · (Ipertrofia) . . Cura ormonica Sportiva (Prova) . ,Studio medico . . )) 1480 Surrenali (Tub·. delle) . . . . . . . . )) 1478 Testicolo indisceso. Ormonoterapia . )) ·1456 )) 1471 Ureteri. Trapianto nel crasso . . . . .

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C. FRUGONI, Red. capo. •

Roma, Stab. Tip. Armani di M Courrier


Bema, 9 Settembre 194:0 - XVIII

VOLUME XLVII

Nnm. 36

'' PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

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fondato nel

~893 , da

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GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE . ....,.._

SEZI·O°NE

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D'ABBONAMENTO

PR.À.TICA.

CESARE FRUGONI ANNUO

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Clinico Medico di Roma

« POLICLINICO »

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Cumulativi : Italia Estero (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e medica) . . L. 125 t L. 180 (3) ALLE DUE SEZIONI (pratica e chirurgi~&) L. 125 r L. 180 (4) ALLE TRE SEZIONI (~rat., med. e chir.) L. 165 1 L. 220 della GHIRURGICA L. 6; della PRATICA L. 4,00

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'SOMMARIO. Note e contributi : F. Marconi e L. Scalfi: La terapia sulfamido-piridin•i ca della meningite pneumococcica. Lavori originali : G. Lucrezi e G. Loriga: Reazioni sie· trologiche nella leishmaniosi canina. Riti.evi e commenti : O. Oolucci: Contributo alla conoscenza dell'ascaridiosi chirurgica. Sunti e rassegne : SISTEMA NERVOSO : H. Roger, G. Ay:ip.es e Olry: La meralgia parestesica. - M. Schachter: Spasmi ed ipercinesie della. faccia. - O. T. van Valkenburg: Le sindromi commozionali e post-commozionali. - M. de Orinis : La diagnosi precoce dei tumori midollari. Cenni bibliografici. Accademie, Società Mediche, Congressi: Accademia

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Medico-Fisica Fiorentina. - Accademia · Medica Pistoiese « Filippo Pacin1i ». Appunti per il medico pratico: SEMEIOTICA E DlAGNOSTICA: Il problema del dolore dal punto di vista clinico. Diagnosi differenziale dei dol-Ocr.'i addominali a tipo coliche. - Un nuovo mezzo per la diaignostica dello stomaco. - TERAPIA: Emorragie gengivali e vita.mimina Porpora emorragica dopo terapia arsenicale curata con vitamin·a P. - MEDICINA SCIENTIFICA: Il valore biologico della mestruazione e della gravidanza n el ciclo estrale della donna. - VARIA. " Nella vita professipnale : Atti ufficiali. Notizie diverse.

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Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

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NOTE E CONTRIBUTI .

La 111 . p. ha gcneral1nente un inizio brusco , che può portare anche in poche ore al ao ma; evolve i·n maniera molto rapida (media da 24 ore a 2-3 giorni); ·e solo r.a r.an1.e nte ,ha un decorso più prolung·ato. La sintomatologia presenta i segni caratteristici delle forme, ;menin,gitiche acutisf-0.me nella quale prevalgono spesso i segni ·d i compromissione dei segmenti alti dell'ar5se cerebro-spinale. · Il liquido cefalor.achidiano presenta il quadro quasi costante della dissociazione cito-batteriologica, caratteriz- · za to dalla evidente sproporzione tra l 'enorme num·el'.'o di germi e la relativamente scarsa quantità di eìementi cellulari. La particolare .gravità di qu.esta forn1a mor})osa rendeva la prognosi i11fa usta nella quasi totalità dei casi. IF ino al 1937 erano comples:&ivamente i11e11zionati nella letteratura circa 180 ·c asi di gua.r igion·e . Tranne alcuni casi eccezionali di guarigion,e1 spontanea della malattia, rife1iti da Alman11 (1), iFrankmann e Ste\va1t (2), la maggio·r parte dei successi favorevoli era stata ottenuta mediante .le punture lombari ripetut e o con l 'uso dei sieri antipneu1

J::;·r1TUTO DI CLINI.CA MEDICA -GENERALE DELLA

R.

uNIVERSITÀ DI RbMA

Dir·e ttore: . Prof.

CEsA.RE

FnuaoiNI. .#

La terapia sulfamido.piridinica della me· ningite pneumococcica. Dott. F. MA.RcoNr e dott. L. ScALFI, assisLcnti volontari (I). J

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La rariLà dei casi di guarigione della meningite pneumocor.ci·Cq (m. p.) ottenuta con i vari inetodi di tera1~ia precedentemente adottati, ·giustifica il vivo interesse che attualmente è rivolto al Lraltamento sulfamidico e sulfa1nidopiridinico, di questa forma morbosa. Tale interesse ·è pro dotto sia dalla r.e1lativa frequenza con cui ·q uesta affezione mertingea si rr1anifesta, specie ·c ome complicazione di flogosi auricolari, sia d.alla sua particolare g ravità. 1

(1) Il presente lavoro spetta in parti uguali ai due AA. •

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111ococcic i o dell'optochina. Fra, g·li altri n1eLo·d.i idi terap ia te·n tati pe·r l:a c ura ·d ella m. p. scino ·da ricordare Ja craniotomia decompress~­ va con o senza drenaggio continuo; la sommi- . 11istrazione di metalli colloidali [.argento (Netter (3), slag·t10 (Sab1r~z ès . (4)], dell :urotropina ; l :asc.esso da fissazior1€i fFortin (5), Netter e Cesari _(5), IF ochier (7)]; i vaccini, gli autovaccini [Sab;r azès (4)]. Nonostante questi t>poraidici risultati favorevoli la n1alattia si pote,,a considerare mo,r tale nel liOO % ·dei casi: Hevvell € Mitchell (8) in 2') ·casi 1di 1n. p . in ])•an1bini .r icoverati nell'Osp edale Pediatrico di Cinci11nat_i, hanno avuto uria mo,r talità ·del 100 ·%. . Hodes, Gi111bell e BuT11e_tt (9) hanno avuto la stessa percentuale di: m io rtalità in 29 e.asi osis ervati dal • 11930· al 1936 e trattati co,n terapia asp,ecifica; e su I7 casi .analoghi trattati con sulfanilan1id·e ottennero un , solo caso di guarigione. Cable (10) riferisce ch e prin1.a dell'uso d ei sulfamidici la n1ortalità della n1. p1. era del 100 %; . 3H caFiii da lui osservati ebbero tutti esito letale. 1 adei (11) n ella Sfll,a tesi sulla m. p·. ha raccolto 26 ·c·a si di cui wlo 3 guariti (87 ,4 % di n10Ttalità). In contrasto con questi dati i&tatistici Fortin (15) ha riportato su l'O casi osser·v ati 5 casi di guarigione otte11uta mediante ]~u so ·d ei si eri , le punture lombari , i bagni caldi ripetuti (50 % di e.asi favorevoli). La ·dimostrazione sperimentale dell 'efficacia della sulfamidopiridina nelle infezioni pneu·mococciche f Wilby (12)], e i brillanti risultati t er apeutici ottev.uti nel trattamento di altre fo1·1ne pneumoco,c cic.h e n e11·uon10 , h.a nno co·n sigliato l 'uso di que&ta sostanza anch e n ella n1. ·P· I risultati pratici di• qruest.a terapi?- sembra non abbiano d eluso le speranze in essa riposte; ed in questi ultimi anni si .viene raccog Jienclo n ella letteratura un certo nu·m ero di casi di m. p. trattati con esito favorevol e. Nel m01ns nto attuale è difficile farsi ur,1.'i•d'e a esatta di quanto la terapia sulfami,dopiridinica abbia r ealmente miglio·r.ato la prognosi della della n1 . p. poichè i da li ·della letteratura si ' riferiscono per lo p1iù a caJ&i isola ti trattati e.on successo, e non ci Te.n dono ·cor1to esatto dei casi in ·cui il tr:attamento non otte11ne alcun risultato. Gli unici d.ati in proposito si possono ric.a,rare dai laYori di qu,egli AA ch e hanno riferito la totalità dei casi da essi trattati in u11 certo p eriodo di t empo con esito fa,1orevole o me:n o. La statistica più numerosa è q nella di Hodes, Gimhell e Burnett (9), in cùi 6<Jno riportati 17 casi personali trattati dall 'ottobre, 1938' al m aggio 1939 co11 terapia sulfarrtiid.o piridinica, ·dei quali 8 (47 °),) giunsero a 1

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« IL P OLICLINICO >1

[Ai'\NO

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co1l1pleta g uarig·ion c. He'' ell e ~Iil cl1ell (8) su 6 e.asi tratta ti con sulfamidopi ridi1~a ha11110 ott.enuto 3 g uarigioni (50 '7~) . M~c J eith e Opp enl1ei111er (13) ha11no ·Tiferito 2 e.asi di guarigione (40 '1~) su 5 ca~i trattati con sulfarnido.piridina. :F inland, Bro,vn e Plauch (14) l1ar1110 0Lten11to 6 casi ·di guaTigio·t1e1 (60 %) f1ll 10 casi trattati con sola tera 1>ia sulfamidica o co11 terapia 1&ulf.amidica e serie~ associate. Neal (15) ha riferiLo, ~u 36 casi di m. p., 6 C8.6i salvati con iniezioni ·d i Prontosil &olubil e. Le cifre percent11ali di guari.gione" riferite n.e.i la' 'o•r i citati. c9nfern1ereb•b ero 1 utilità e l'efficacia della terapia sulfamidi.C<'\ n ell e for1ne di Jn. p. 1

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Dall 'ottohre 193'9 al giug·n o 1940 abbiar110 a'"U·t o· l'occasione di osserv.are e. trattare con ter apia 1&ulfarnidopiridinica 4 casi di m. p. di cui riferian10 riassunti, amente i protocolJi. 1

CASI

PERSONALT

CASO I. - Rigu-arda una donna di 50 anni (M . Maria) che non presenta note patologiche nell 'an amnesi familiare, dei collaterali e fisiologica. No11 ha mai avuto malattie degne di nota , salvo fin dalla giovane età una miopia di notevole grado accompagnata da esoftalmo accentuato, senza peraltro aver mai presentato alcun· segno di ipertiroidismo. Sei giorni prima dell 'ingresso in Clinica la p . avvertì senso di malessere, qualche brivido di freddo, dolore piuttosto vivo all'apofisi mastoidea sin. , e dallo st esso lato dolore alla gota con modesta tumefazione locale, tanto ch e la p. credette di avere una flogo si dentaria. La temperatura segnava 38°,5; una profonda astenia possedeva là , inalata che, avendo fatto con vantaggio dei cataplasmi caldi sulla regione dolente, il giorno successivo (2<> giorno di nlalattia), notò una marca la diminuzione del dolore retroauricolare e tot ale scomparsa della tumefazione della gota. La temperatura era p erò salila a 390; la p. avvertiva ronzio auricolare (non ipoacu sia); dolenzia ai movimenti della testa; il giorno successiv.o (4° -di m alattia) comparve vomito ostinato di tipo cerebrale, la tempera.tura oltrepassò i 39°. Il giorno prima dell 'ingresso in Clinica (5° di malattia) il vo1nilo insistente continuava, il dolore retroauricolare era del tut lo scomparso, esisteva modica rigidità nucale; la p. ier a perfettamente cosciente t anto che polè, aiutata , levarsi t en1poraneament e dal letto. Nel pomeriggio dello slesso giorno la p . improvvisam ente cadde in profonclo sopore; 1Jo11 rispose che molto torpida111ente ad <?g11i stimolazione, non riconobbe piì1 i familiari; ecl in queste condizioni fu portçita all 'Ospe(lale. Degno di nota è il fatto che mai, 11è in passato, nè precede11temente alla attuale sintomatologia nlorbosa, la p. aveva presentato flogosi otitiche o del nasofaringe. La p. entra in Clinica il 16 g·cnnaio lS~O alle ore 10. Es. obbiettivo (all'ingresso) : Bracl1itipo, in condizioni generali gravi , ed. in stato di completa 1

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!'IJ·~ZIONE

)11coscienia. Giace passivamente in decubito supino col capo costantemente ruotato verso destra, Yiso congesto, labbra e pommelli cianotici. Cute arida scottante co11 nette strie vasoparalitiche. Pan11icolo adiposo abbondante; sistema linfoghiandolare i11cle11ne. Muscolatura discretarr1e11.te trofica, 11or1notonica agli arti di sinistra, i]lO lonj ca a qu'3lli di destra. Scheletro normale. Arto ·sup. sin. flesso e con mano appoggiata cos lantemente al capo; arto sup. destro inerte, abbandonato; arto inf. sin. in flessione; art. inf. destro esteso; immobile. Polso piccolo, molle, a frequenza 150; pression,e arteriosa: 116/90. Respiro superficialissimo, Irequc11za 50, senz31 particolari caratteristiche. 1""emperatura: 390,1. Es. obb . segmentaiie: Cranio senza segni di localizzazioni flogi stiche. Regioni mastoidee non edematose, n è arrossate, nè dolenti. Nervi cranici indolen li . ' Faccia: Viso arrossato congesto, Cia110 i delle labbra e clei pommelli. Cospicuo esoftalmo più 111arcato a d estra. Leggero strabismo convergente dell'occhio sin. 1Pupilla sin. midriatica , torpidamente reagente alla luce. Opacamento corneale e miosi dell'occhio deslro. In O.O. con giuntivite catarrale. Lieve nislag1110 orizzontale. Mucopus 11el faringe. Trisma di discreto grado. . · Collo: esteso per marcatissin1a rigidità nucale. Tiroide ingrossata. Torace: Apparato circolatorio: rf achicarclia notevolissima (150). Cuore sfiancato in tutti i su oi diaelri con toni lontani e fiacchi . AppMato re~ spiratorio: alla base del polmone d estro ipofonesì , respiro soffia11te, qualche rantolo umido a piccole bolle. Addome: nulla di patologico. Arti: nella posizione descritta nell 'es. obb. generale. Kernig e Lasègue presenti . Accenno a Babin ky a destra. Siste1na nervoso: slalo cli complela i11coscienza. Deficit lieve"" del VII paio di sin. Riflessi addominali assenti. Riflessi tendinei e osteoperiostei presenti e deboli in ambo i lati. Decorso.. - 16 gennaio 1940 (giorno d ell 'i11gresso). La IL è rimasta completamente in cosciente durante tutta la g iornata . L'esame olojatrico 11n dato a sin. mucosa timpanica leggermen te opacata ed iperemica nel qua,drante post-inf. Mastoide sin. indolente alla pressione. A deslra nulla di no1evole. Naso-faringe fortemente se ttico. Es. urine: Peso spec. 1031; albumina pres.; glucosio 5 ·%o; mucopus e uropilina presenti in traccie; nulla di 11olevole nel sedimento. Es. sangu e : Hb.: 68; G . R . : 3. 450. 000; Val. Glob. : 1 ; G. B. : 26. 000. Granulocili neutrofili b14; monociti l; linfociti 5. Reazio11i di Wassermann, Mei11ickc e Kahn sul sangue 11egative. Emocultura ed agglutinazioni per tifo , 1)aratifo A e B, maltese negative. La puntura lombare dà esito a liqu·o r nettamente torbido oon pr,essione iniziale 65 e finale 38 (Claude), clopo lestratti circa 15 cc. Albumin~ (Sicarcl) 0,88 %o; 'N onne-Appelt e Pandy positive (+ + +); \Reazio ni di Wasserma11n, Meinic'k!e e Kahn negative; curva del mastice di Upo m e. ningitico1; oltre 5001 cellule per mmc. quasi tolalmen Le ros li l ui1 e da polinucleati in gra11 parte cfisfatli. Vengono iniettati endoracbide gr. 0,50 di ·sulfamido"'})iridi11a (10 cc. della soluzione al 5 %). La cultu ra del liquor è ri sultala positiva per ;1 pnerimococco. Viene data cont empor a11ea1

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PBATlCA

mente sulfamidopiridina per os (una compressa da gr. 0,50 ogni 3 ore). Esame radiografico (decu.b ito orizzontale) : .cupola diaframmatica destra più alta che di norma. Alla base polmonare di questo lato, in sede para111ediana, presenza di noduli confluenti. Emitorace destro leggermente velato per probabile esistenza di piccola falda di liquido pleurico. Es. radiografico del cranio eseguito n elle due proiezioni n o,n inette in evidenza alterazioni apprezzabili. Date le condizioni della p . non è stato· possibile studiare cori acconce proiezioni le rocche petrose. 17 gennaio 1940. La temperatura è' diminuita a 37°,5. La paralisi flaccida degli arti di destra è sostituita da una pçtresi spastica. Tremori e talvolta movimenti convulsivi clonico-tonici agli arti sup. Alle ore 10 e 18 collasso cardiocircolaoorio durato circa 10 min. Nel pomeriggio viene· r'ipetuta la puntura lombare che dà esito a 15 cc. di ..liquor torbido come il precedente. Si iniettano nuovamente endorachide gr. 0,50 di sulfamidopiridina (10 cc. della sol. a 5 %) mentre si prosegue la st essa t erapia per os (gr. 4 nelle 24 ore) oltre la t er apia sintomatica. Le con~ dizioni della p. rimangono immutate, gravi. Te111peratura: 37°,7; polso: 140; respiro: 48. 18 genrt(J;io 1940. Condizioni generali invariate. Temperatura: 38°,9; polso1: 160; respiro: 52. Sì prosegue la terapia sulfamidopiridinica per oiS che Yien e solo parzialmente tollerata a causa d el vomito. La puntura lombare più volte tentata ha .dato esito negativo: si ha la n etta impressione di penetrare con l'ago in uno· speco bloccato. Si iniettano allora per via endovenosa. 2 gr. di sulfamidopiridina in due volte. Le co11dizioni della p. si aggravano rapidamente. In sorgon o movimenti di carpologia. 19 gennaio 1940. Obitus alle ore 8. Diagnosi clinicm: Meningite pneumococcica con prevalente localizzazione della volta specie a sin. Reperto cli autopsia: Lepto-meningite purulenta diffusa. ~1accl1e di pachin1eningite localizzate esclusiva1ne11te a si11. Mastoidite purulenta sin. Non esistono segni di compromissione d ella sostanza cerebrale grigia e bianca ad eccezione di un a_.int~nsa iperemia. Placche di essudato purulento ]nglobano la faccia ventrale del bulbo e della pro~uberanza anulare. Tiroide grossa con vescicole· ripiene di sostanza colloide bene evidenti. Nel polmone sin . zone cli atelectasia a carico del lobo polm. inf.; a destra proncl1ite purule11ta diffusa localizzala- al lobo inf. CAso II. - B. Cataldo, di anni 34, fruttivendolo. L 'anamnesi familiare, dei collaterali e fisiolog ica sono negative. L 'anamn esi patolog·ica registra una infezione blenorragica e luetica a 21 a11ni. Due m esi prima dell'ingresso in Clinica il p. aveva presentato, all'improvviso , e senza prodromi, dolere alla r egione dell 'ipocondrip destro e all'epigastrio che durò soltanto pochi mi11uti, cui seguiron.o eruttazioni acide, · prividi di fra._ddo e vomito. In breve il p. to!nò alle. pri111ilive buone condizi,o·n i di salute, fino al giorno 15 g·ennaio 1940 quando, all 'improYviso, presentò di nu,ovo dolore vivo in r egione epatica irradiato all'epigastrio e alla spalla destra, vomito alimentare, febbre alta in sorta con privido. Nei 4 giorni segue11ti la temperatura si 1nan tenne 1)ressochè costant en1e11te sui 38° ,5 - 39<>; jl dolore perdurò

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« IL POLICLINICO »

nella detta localizzazione, ta11to cl1e il p. si fece ricoverare all 'Ospedale. Entra nella nostra Cli· nica il giorno 20 gen11aio 1940. Es. obb. generale : Condizioni generali scadute; leg·gero obnubilamer1to del sensorio. Ittero della cute e delle sclere. Nulla di patologico all'esame segmentale del • capo, collo e torace. Il fegato, che arriva in alto al V spazio intercostale, si palpa di consistenza molle, i11odicamente dolente ad un dito trasverso circa dall 'arcata costale. Dolente è il punto cistico. Milza appena palpabile all'arco costale. , Nessun segno di 00 mpromissione meningitica. 'Decorso.: 20 gennaio 1940. Il. p., in condizioni stazionarie, con psiche torbida, e scarsa reattività ad ogni stimolazione, vomita spesso gli alimenti. Temperatura 37°,5. Nelle urine presenza di urobilina, di pigmenti biliari· e traccie lievi di albumina; nulla di patologico nel sedimento. Es. emocrom ocitometrico e morfologico del sangue i1ormale. Leucocitosi : 13.400. Agglutinazioni per tifo, paratifo A e B, maltese negative. Nei giorni seguenti le condizioni del p. non hanno subìto variazioni degne di nota; la temperatura ha raggiunto qualche volta anche 39°, senza presentare particolari oscillazioni. 25 gennaio· 1940. Nella mattinata le condizioni del p . hanno subìto un notevole peggioramento; il. vo·m ito si è fatto più ins.istente; quasi improvvisamente si .è instaurata una chiara sintomatologia n1eningitica con rigidità nucale intensa Ker11ig e Lasègue presenti, perdita quasi co~pleta della coscienza, stato di agitazione psicomotoria. La puntura lombare dà esito a circa 30 cc. di liquor purulento, · che fuoriesce a pressione iniziale di oltre 80, che dà positive le reazioni delle g·lobuline ed un sedimento costituito da un gran numero di polinucleati in gran parte ammassati e disfatti, nel quale sono visibili in gran copia elementi c\iplococcici (gTampositivi (pneumococc.hi). Viene iniettato endorachide 1 gr. di sulfa1nidopiridina (20 cc. della sol. al 5 %), e poichè il p. per il vomito insistente nion tollera la somministrazione orale della sulfamidopiridina, questa viene iniettata nei muscoli e nelle vene (4 gr. nella giornata). Le condizioni del p. sono sempre più gravi. Nel pomeriggio viene eseguita una nuova puntura lombare che dà liquor coj caratteri già descritti, e che viene seguita dalla iniezione endorachidea di gr. 0,50 di sulfamidopiridina. In tutto nella giornata il p. ha ricevuto per le varie vie gr. 5,50 di sulfamidopiridina. 26 gennaio 1940. Le condizioni del p. sono molto gravi~ la coscienza è totalmente obnubilata; lo stato di agitazione ancor più accentua1p. I segni della compromissione meningitica sono tutti presenti; solo la temperatura è caduta a 36°,1. Non è stto possibile eseguire la pu.n tura lombare, verosimilmente per uno stato di bloc·caggio dello speco vertebrale. La sulfamidopiridina viene somministrata per via intramuscolare e endovenosa nella dose totale . di gr. 5 nella ' giornata. 27 gennaio 1940. L 'emocultura è ancora negativa. La cultura del liquor è risultata positiva p er il pneumo cocco. Poichè la puntura lombare non 11a dato esito · a liquor, ;viene eseguita la puntura sottocipitale che dà pochi cc. di liquor purulento. Si continua a somministra la sulfamido piridina per via ·intraml,\Pcol ~re ed endovenosa 1

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n ella quantità di gr. 5 nella giornata. Condizioni del p. molto gravi. L 'amalato viene trasferito riella Clinica Neuropatologica per l'esecuzione .di successive p:µnture sottoccfpitali e l'eventuale inoculazione di sulfamidopiridina. ' 28 gennaio 1940. Nella Clinica Neuropatologica sono state invano tentate successive punture lombari a varia altez~a. Lo speco è apparso bloccato. · L.a ~ulfamidopiridina è stata somministrata per Y1a intramuscolare e en~ovenosa in. quantità di g·r. 5 n ella giornata. Condizioni· del p . gravissime,. 29 gennaio 1940. Obitus. R eperto. di autopsia: Leptomeningite fibrino-

purulenta dell 1 volta e della base. Edema - cere- · ' brale. Focolai di broncopolmonite ipostatic·a bilaterali. Modico aumento di volume del cuore con degenerazione albuminosa del miocardio. Tumore settico della milza. Grossa cisti di echinococco dell'ala sin. del fegato. Scarsi segni di ateroma aortico. CAso l!I. [I ]. - 1P. Egle, di anni 39, impiegata. Nulla di notevole nell'anamnesi ~amiliare dei collaterali e fisiologica. La p. non ha sofferto malattie degna di nota fino a circa un mese fa quando fu colpita da una forma influenzale com~ P.l icata. d~ br?ncopolmonite, durata una quindicina di giorni, dalla quale guarì completamente. ~l 26 f~bbraio 1940, di mattina, la p . avvertì improvvisamente dol0re acuto all 'orecchio sin., che andò progressivamente aumentando di inten. sità , tanto che n el pomeriggio dello stesso giorno la p. ricorse alla visita di uno specialista otoiatra che trovò a sin. un foruncolo già aperto n el co·ndotto e una leggera otite congestizia per cui ordinò instillazioni nasali e auricolari. Era comparsa, cont€mporaneamente al dolore, anche . modica febbre; però nel pomeriggio dello stesso giorno il dolore e Ja febbre erano quasi del tutto scomparsi, tanto che la· p. potè uscire di casa e recarsi in ufficio. La sera del 27 febpraio, quasi improvvisamente, comparve intensissima cefalea. la febbre si innalzò rapidamente con brivido fino a ago, e perdurò elevata tutta la notte. Le condizioni generali della p. si andavano progressivamente aggravando e la coscienza cominciava ad ottundersi. La mattp.na del 28 febbraio 1940 la p. era completamente incosciente; lamentava intensissima cefalea; non presentava scosse convulsive nè tremori, nè disturbi sfinterici. Entra in Clinica il 28 febbraio 1940 alle ore 10,30. . Esame obbiettivo generale: Brachitipo in stato cli completa incoscienza e di notevole agitazione psicomotoria. Si muove continuamente, verbigera incoerentemente, lamentando insistentemente i11ten sa cefalea. Nei momenti di calma giaee di preferenza in decubito laterale nella tipica posizione a cane di fucile. Stato di nutrizione. buono; cute e mucose visibili ben sanguificate; pan11icolo adiposo abbondante; apparato linfoghiandolare indenne. Muscolatura tonica e trofica piuttosto contratta. Iperestesia notevole alla palpazione della cute e delle masse muscolari. Sche- • letro nor~ale . Polso piccolo, a frequenza 120; e (1) Questo caso è stato comunicato alla Seduta

del 22 giugno 1940-XVIII della Real€ Accademia Medica ·di Roma.


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~.ZIONE

pressione 142/90; respiro di frequenza 2·2 senza particolari caratteristiche; temperatura 38°. Es. obb. segmentale. Cap·o : Vivissima cefalea ad ogni benchè minimo movimento attivo e passivo del capo. Punti di emergenza dei n ervi cranici e apice della mastoide sin. spiccatament~ dolenti. Le gravi condizioni della p. non hanno permesso di osservare la motilità e . la reflettività oculare e l 'obbiettività faringe-tonsillare . Talvolta sembra di poter apprezzare un modesto d eficit d el facciale sin. Labbra secche e screpolate ; lingua secca,. patinosa. • Collo; intensissima rigidità nucale. Torace : nulla di patologico agli app. ti circolat orio e respiratorio. . . Addome : trattabile, indolente. Riflessi addominali pres. normali. A rti sup. e inf.: Vivissima iperest esia cutanea e muscolare. Nessun segno di d eficit motorio. Kernig e Lasègue presenti. Riflessi t endinei e osteoperiost ei presenti tutti un po' vivaci. Babinsky assente. Decorso: 28 febbraio 1940. La p. entra in Cli11ica alle ore 10,30 in stato di completa incoscienza. Viene eseguita immediatamente la puntura lombare che dà es.ito a circa 20 cc. di liquor torbido, con pressione iniziale superiore ad 80 (Claude), e finale 40, . con Nonne-.Appelt e Pandy fortemente positive, il cui sedimento presenta in ogni campo microscopico, oltre un vero t appeto di polinucleati, 5-6 elementi diplococcici, grampositiVi di tipo pneumococcico. Viene immediatamente iniettato endorachide 1 gr. di sulfamiclopiridina (20 cc . della sol. al 5 %). Nelle su ccessive prime 14 ore di degenza in Clinica la p . 11a inoltre ricevuto 2 gr. di sulfamidopiridin a p er via endovenosa iQ dosi frazionate di gr. 0,50 l 'una, ed 1 gr. per os in dosi frazionate da g r. 0,50 l 'una. In totale n elle prime 14 ore la p. h a ricevuto 4 gr. di sulfamidopiridina. Es. urin e: t racce di afbumina ; qualche emazia e qualche cilindro granuloso nel sedimento. Es. sangue: Hb .: 75 (Sahli); G. R.: 4.450.000; Val. Glob.: 0,84; G. B. : 35.000; Gran. n eutr.: 88; Mon . : 6 ; Linf.: 6. Cultura del liquor positiva per il pneumococco. Alla sera le condizioni della p. sono stazionarie, sempre gravi; l 'incoscienza è completa; t emperatura: 38°,8; l?olso: 120; Respiro : 22 .· 29 f ebbraiio 1940. Le condizioni sono sempre molto gravi; l 'incoscienza completa; notevole l 'agitazione motoria; intensissima la cefalea. La temperatura è- scesa a 38°; polso : 128; respiro : 36. Si esegue una nuova puntura lombare. Il liquor, torbido, fuoriesce a pressione elevata (più di 80 al Claude) con pressione finale di 60, dopo estratti circa 20 cc. ,Si inietta nuovamente en dorachide 1 g r . di sulfamidopiridina (20 cc. d ell a sol. al 5 %), Vengono somministrali inoltre n ella stessa giornata gr. 1,50 di sulfamidopiridina per via endoven osa in tre dosi frazionate di gr . 0,50 l'una, manten endo ~ somministrazione orale di gr. 0,50 ogni 4 ore . Nel pomeriggio dello s lesso giorno viene eseguita una terza puntura lombare ch e d à esito a liquor molto torpido a pressione iniziale di più di 80 e finale di 45, dopo estratti . .eirca 20 cc. Si iniettan o e ndora cl1ide altri 10 cc. della sol . al 5 % della sulfamidopiridina (gr . 0,50). Si prosegu e la terapia sintomatica (ipodermoclisi , analettici, sedativi , digita]ici). Le reazioni di W assermann , Meinicke I

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Pll.\TICA

sul sangue sono risultat e n ega tive,. la r eaz . di Kahn positiva. Es. radiografico d el t<>raoo : nessuna alterazione polmonare apprezzabile. Ombra cardiovascolare nei limiti normali . Seni costodiaframmat~ci liberi e bene espansibili. Es. radiografico d0l cranio in propiezione fro11to-occipitale diminuzione di trasparien z delle 1cavità n asali . Seni p ar an asali lieri . No n sono apprezzabili alter azioni d elle rocche petrose. 1

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Nel pomeriggio le condizioni della p. sono molto gravi; la coscienza ass-ente, l'ag itazione psicomotoria forse un po' diminuita; temperatura 37°,8 ; polso: 120; respiro: 32. 1 marzo 1940. La p . è st ata m eno agitata dur ante la notte. Al mattino la temperatura è di 37°,7; polso : 140; respiro: 32. 'S i esegue una nuova puntura lombare con la quale si estraggono circa 20 cc. di liquor ancora intensamente torbido, a pressione iniziale di circa 80, e finale 50. Un gr. di sulfamidopiridina viene iniettato nel r achide ; 1 gr. in due volte per via endovenosa (10 cc . d ella .sol. al 5 % per volta); si man.tiene la somministrazion e p er os di un compressa d a gr. 0,50 ogni 4 ore. In quest a giornata la p . h a ricevuto in tutto gr. 5 di sulfamidopiridina. Nel pomeriggio dello stesso· giorno si è . potuto constatare un n etto miglioramento delle condizioni della p. che, non più co~pletamente incosciente, comincia a rispondere, sebbene tor.pida~ente, alle stimolazioni e ad orientarsi un po' n ell 'ambiente. 2 m ar zo 1940. La p. è notevolmente e rap idam ente miglior at a ; ha riposato tranquillamente durante la notte senza bisogno di sed ativi . La coscien za si è notevolmente rischiarata; risponde alle domande: si r ende conto d ell 'ambiente e d el suo stato; lam enta sempre cefalea piutt osto intensa . Temperatura 37°,3, polso: 116; r espiro: 30. Il miglioran1ento si accentua n ella giornata , nella quale vien e iniettato per via endovenosa in due volte. 1 gr. dì sulfamidopiridina e . viene manten.u ta la somministrazione per via orale di una compressa da g r . 0,50 ogni 4 ore . La p. riceve in tutto in quest a g iornata gr. 4 di sulfamidopiridina. fJ maJrzo 1940. Le condizioni della p . sono mo}. to migliorate. La coscienza è ritornata quasi normale. Per sist ono la cefalea , la rigidità nuca1c e un modest o Lasègu e. La puntura lombàre dà esito a 15 cc. di liquor quasi limpido, parzialn1en . te commisto a sangu e (da puntura), a pressione iniziale di 55 e finale di 25 . Le cellule sono 50 ·per· mmc.: la cultu ra de l liquor è risùlf;afA:t. ste;·ile. 1Per via endorach,idea vengono iniettati gr. 0,50 di sulfamidopidirina; s.i mantiene la somministrazione per Yia orale di una compressa di sulfamidopiridina da gr . 0,50 ogni 4 ore . La p . riceve in tutto in questa g iornata gr . 3,50 di sulfamidopiridina. 4 marzo 1940. Condizioni g ener ali buo11e. La p. , p erfettam ente cosciente, tranquilla, lam enta ancora cefalea piuttosto inten sa. Per siste m odica rigidità nucale; la p . tiene di preferenza il capo in esten sio11e. Lasègue appen a accennato . Leucociti 21 .000. ~ochi leucociti, r are em azie e qualche cilindro g·ranuloso nel sedin1ento urinario. Urobili11a assente. Si nlantien e unicam ente la somministrazio11e or ale delle stesse dosi di sulfamid opiridina (g·r. 3 nelle 24 ore). .5 m-0 1·zo 1940. La p. lamenta an cora mod e la 1

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« JL POLICLINICO

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[ANNO

XLVII ,

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cefaJ ca; }Jer sist e scar sa rig·idità nucale che si va len tan1.ente risolYendo. Anch e il Lasègue è ap1)en a accennato. La p. riceve 1 gr. di sulfami(lopiridi11a in due dosi da gr-. 0,50 per via orale. L 'es. otojatrico mette in evidenza un n etto miglioram ento d€l quadro timpanico a sin. , con ricomparsa del lria11golo luminoso. Nulla cli n oteYole alla mastoid e sin. 6 marzo 1940. La puntura lombare dà esito a 20 cc. di liquor limpido a pression e iniziale di circa 80 e fi11ale 55, con Nonne-Appelt p ositiva (+), Pandy leggermente positiva, .e 33 cellule (po1i11ucleati) per mmc. Es. cultura,le del li quo1r ri<»gaitivo. Le condizio11i d ella p. sono ottime, persist e solo leggera cefalea. Viene sospesa la somministrazione di sulfamidopiridi11a. Decorso ·dei gw rni successiv·i. La p. ha lamentalo anco1ra un po ' di cefalea e qualche disturbo intestinale rappresentato da diarrea con premiti alternata a periodi di stipsi. 13 marza 1940. La puntura 101n·harc clà esito a 15 cc . di liquor limpido con pres · io11e iniziale di 55 e finale di 40, .c'on albumina di 0,30 1%n, NonneAppelt e Pandy n egative, cellule 4,5 per mmc. La cultura deil liquor è 1•isu ltata sterile. 8 aprile 1940. La p. esce dalla Clinica completamente guarita. Dopo 3 m esi la p. (da noi rivista) era in perfette condizioni di salute e non presentava alcun es ito patologico d ella sua grave i11.alattia. Riassu111iamo n ella seguente Tabella le dosi e le modalità di somn1inistrazione d ella sulfamidopiridina (Streptosil-Piridina , Piridenc) in questo caso: Giorno

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28-2-'40 (14 ore) 29-2-'40 1-3-'40 2-3-'40 3-3-'40 4·-3-'40 5-3-'40 TOTALE

Via orale

gr.

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:1 3 3 3 3 1

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gr. 17

Via endove· nosa

Via endora· chidea

Nelle 24 ore

gr 2 gr.1 gr. » 1,50 » 1,50 >} )) )) f 1 )) >) 1 >) 0,50 » )~

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gr 5,50 gr. 4

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n 5 4 3,f>O 3

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gr. 26,50

C.\SO IV. - Z. Lucja. Rig u a r(la u11a clo11na cli 45 a11ni , con nessun precedente morboso nelle anamnesi familiare, fisiologica e patologica, che era stata in ottin1e condizioni di salute fino al g·iorno 2 a1)rile 1940 quando fu colpita da una forma influen zale. caratterizzata d a febbre alta fino a 38°,5, tosse, rinite e con,g iuntivite catarrali , sen so· di profo11do abbattimento ed astenia. Cont e111poraneam ente a questa sintomatologia la p. avvertì anche Yivo dolore all'orecchio sin. che curò con impacchi .caldi locali dai quali trasse un certo giovamento. Fattasi visitare da uno speci(!lista. otojatra, questi no11 trovò nulla di anormale all 'orecchio e alla mastoide di sin. , e prescrisse instillazioni auricolari e impacchi caldi locali. Nei giorni seguenti la sinton1atologia per-

clurò quasi immuta la co11 febbre di tipo co11tinuo sui 38°,5, mentre il dolore all 'orecchio sin. si attenuava e scompariva completamente. Il giorno 7 aprile 1940 le condizioni ·della p. quasi improvvisam ente si aggravaro110; co·m parvero cefalea inten sissima e vomito insistente. Un medico, chiamato a visitare Ja p., la trovò in condizioni generali molto gravi, in stato di quasi complela incoscienza e con chiari segni di comJ)romissione menin~itica, per cui .con sigliò l 'imn1ediato ricovero in. Ospedale. La p. entra nella nostra Clinica il giox:_no 8 aprile 1940, alle ore 21. Es. obbiettivo gen.eraie: Bracl1itipo in stato <li nutrizione buo110, complet am ente incos'c iente, in preda a viYa e continua agitazione p sicomotoria . Decombe indifferentemente con la t esta in posizjone di n e tto opistotono. Vivissima ipere tesia .cutanea e m u sco·l are. rP olso piccolo frequenza 120 ·· respiro di frequ~nza 28, senza particolari carat~ teristiche; temperatura 36°,8. Es . obb. segme:nit<JJle: Capo: Viva dolenzia alla palpazione sui punti di emergenza· dei nervi cr anici. Nessun segno di deficit motorio. Date le gravi condizioni d ella p . non è stato possibile esplo.rare Ja r eflettività pupillare e le condizioni del rinofaringe. Collo: inten sissima rigidità nucale. Torace: apparato circolatorio e respiratorio, a·ddom.e: nulla di patologico. Arti superiori e inferiori: nessun seg110· di deficit inotorio ; iuodico sla to cli contrattura gen eralizzata; Kernig e Lasègue presenti ; reflcssi tendinei e osteoperiostei t u'Lti presenti e vivaci. . Decorso: 8 aprile 1940. Entrata i11 Clinica la p. viene so t1 oposta a puntura lombare. Il liquor, cli aspetto fortemente torbido, fuoriesce con press-ion e iniziale superiore ad 80 e finale 45, dopo estrazione di circa 15 cc. Albumina: 0,601%0 ' ,· onne-Appelt e Pandy positive; numerosi poli11ucleati nel sedimento . L'esame batterioscopico m ette in evidenza numerosissimi diplococchi grampositivi di tipo pneumococcico. Viene subito istituita una intensa terapia sulfamidopiridinica : 1 gr. viene iniettato endorachide (20 ~c. della sol . ol 5 %) ; 1 gr. vjene somministrato per os in due ·d osi da gr. 0 ,50 l 'una; 2 gr. d el sale sodico solubile vengono omministrati per re.t toclisi a goccia. La p. n elle prime 3 ore di permanenza in Clinica (dalle 21 alle 24 dell '8 aprile 1940) 11a ricevuto in tutto 4. gr. di sulfamidopiridin ~ . 9 aprile 1940. La p. è in condizioni molto gr avi, e nonostante i sedativi ha passato una notte molto agitata. La coscien za è totalmente asse11 te. Vie11e proseguita la somministrazione per os della sulfamidopiridina (una compressa d a gr. 0 ,50 ogni 3 ore); alle ore 8 viene iniett ato ur1 gr. p er via endovenosa, viene cli nuovo applicata la rettoclisi a goccia di sulfamidopiridina ; ma, nonostante questa terapia, associata alla terapia sinto·m atica, la p. si aggrava rapidam ente e decede alle ore 10 del 9 aprile 1940. R eperto di autopsi(l): Enormi masse fibri110-purule11le avvolgono quasi completamente la convessità cerebrale ed anche la base. Edema cer1;1))rale oon scar se emorragie sottocorticali. Idropericardio. Dilatazione della sezione destra del c uore. Pleurite siero-fibrinosa. Emorragie puntiformi sottopleuriche. Rigonfiamento torbido del fegato e d ei reni. Gastrite acuta con emorragie d ella sottomucosa. Colliquazione della 111iòo11are surrenale. 1

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[ANNO

XL' "Il,

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In tre dei casi cla 11oi. osser\ ati la 111. p. è apIJ.arsa ·di origine. otog·clna; in un i&o·i o caso però il repertd autoptico ha confermat.01 l 'esiste11za di un processo purulento i11astoideo, n egli altri due éasi nè l , esame specialistlco, n~ il reperto autoptico iri quello venuto a i11011t€1, hanno mes se in e\Tidenza una flogosi auricolare purulenta in atto e i sintomi si sono lin1ita'ti a·d otalgie pasreggere. Nel caso III il reperto autop1tico ha dimo·5trato l'esistenza di focolai broncopne-umonici ·da ipostasi al~ basi polmonari i quali pos&ono aver costituito il punto di part·enza <teli 'infezione m eningea. Tutti i 4 l?'P· furor10 sotto po&ti ad intenso trattamenlo coJl preparati sulfarr1idopiridinici. Tre· di essi vennero a i11orte dopo un p e.r iodo· di tempo più o · 1neno lungo dalla comparsa dei primi $inton1i :meningei; il caso III passò a complata guarigio11e se11za alcun esito morboso. Il più largo contrib1uto allo stu·dio del tratta- · i11e11t0 della n1. p. coi pre.piarati sulfamidici ~· su]fa1r1idopirìdinici è s tate P.01talo dagli AA. ame·r icani ed inglesi ch e i11 questi ultimi anni l1a11110 riferito diversi casi .g uariti con tale trattamento. Nel n1arzo 1939 ll e\·vell e Milchell (5) riferendo su alcuni casi personali trattati con terapia sulfan1idopiridinica, in una messa a punto ·dell'a:ngomento, hanno raccolto tutti i casi di m. p. trattati con succ.esso con terapia sulfamidica,. regif.trati nella letter'3:tura sino a quell'epoca (16-29). Gli AA., oltre a ;3 casi pe1'6onali trattati con esito favorevole, riportavano 19, casi r accolti n ella letteratura , di guarigio11e o ttenuta con la sola t erapia ~ulfa­ midica e sulfa 111idopiridinica, più alcuni altri in cui tale terapia era stata associata all,uso dei sieri antipneumococcici. /Per quanto risulta' dalle nost re ricerche bibliografich e, dalla con1parsa del lavoro di I;Ie,vell e Mitch ell (8') fino ad oggi sono sta ti p•ubblicati circa altri 40 casi di m. p. guariti con terapia sulfamidica (30-54). La casistica più i1u111ercsa è quella di Hodes, Gimbell e Bur11ett (9) con ben 8 casi di guarigio·n e ~u 17 ~rattati , seguìta da quella di M;ac Keith 0 Oppenhein1eh (13') con· 2 casi guariti su 5. Nella letteratura francese fino al gen11aio 1·940 c1. a110 stati pubblicati soltanto circa 10 casi di m. p. guariti oo·n trattamento sulfarr1idico [Tixier, Eck e Gro&siard (25) , Hubert (26), Neimann, Thomas e K.i1~iacopulos (41), D.amez e Rattier (42), Dercux (43), Bolzinger (.14), IGemiairl .e Gautron (45), Laun ey, Passa e Temine (46j , Martin (4: 7), D·e11oyelle (48), Molongi.1et e. Lemoine (4:9)]. J\lcu11i e.asi i. olati ono stati anche rif ~ riti nella letter.a tura belga fFranco tlc e Lafaille (30), GessleT e Li])l)ens 1

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SELIONE PRATICA

(G l), Evrard e Bragard (52)] e per quanto ci ri~ulta, n ella letteratura italiana figurano solt.a11to tf·e casi descritti da 1F erreri ·e Coppo (53), da lla Verrotti (54), e da r~ornara (55). Il numero esiguo dei casi da noi t1'. attati _n on ci consente di far.è d eduzioni slatistich e sulla lJercentuale dei casi di guarigione ottenibili col tra ttamento sulfamidic·o ; tuttavia è nostra impressione cl1e si d·eb,banc) fare riserve alle 1)e.r centuali vera111ente lusinghiere ottenute da alcuni AA. precedentemente rico t'd'ati [Hodes, Gimbell e Burnett (9), Ife\rvell e l\fitcl1ell (8), Mac I\.ei th e· Oppenh ein1er (13), e ch e la progno~i clella malattia, anche C0 Il la" terapia sulfamidica, debba essere sempre con6iderata gravisi&irr1a, se pur nOil COSÌ fatale come per il passato . I casi di guarigione costituiscono ancora oggi un ·eve·n to se non eccezio11al e certo piuttosto raro. 1_,ra i fattori che possono siouramente avere influenza sull 'esito della terapia ha decisiva importanza la pi!·ecocità dell'intervento. Già da altri AA. è stata richiamata l,attenzìone1 sulla 11ecessità di intervenire quanto· prima è possibile per don1inare il ila.tale rapi do .evolvere della 1nalattia, · p,rima che si siano. stabilite lebioni troppo gravi e; prima che i germi abbiano sopraffatto le ·difese org·anich e. Particolarme·n te significativo a questo· 1igu1a rdo ci se111bra il nostro caso IV, ,venuto a morte circa 40 ore dallo scoppio della s intomatologia 1neningea, in cui il reperto auto ptico mise1 i11 evidenza lesioni della n1assin1a gravità (enor1ni masse: di essudato fibri1to-puirulento avvol·g enti quasi completamente i .due emisferi c'e rebrali ' il bulbo; edema. cerebrale, e.cc.), n ortostanlo la t erapia sulfan1idop·iridinica istituita 24 ore dopo l 'inizio d ella malattia. Soltanto nel r1ostro caso III ·è stato s tudjato il ti po di i)n.e,u rnococco iJSo·~a to dall-e culLure del liquor: questa ri cer~, eseguita secon.d o l~ tecnica di N eufe1d, non l1a pe1n1esso1 la identificazione del pneun1ococco con I 'uso d ei si.e:ri dei primi 32 tipi. D'altra parte sembrerebbe dimostrato c'h e non vi ·è una diretta r elazion e fra il tipo ·del p n eun1ococco e l ,efficacia" della tera1?ia suJfan1idica n elle ln. P'· [Hc' vell e Mitch ell (8), Ho.des, Gimbell e Burnett (9)] cor11e era s t.ato sperimentalmente osserv~­ to. Cosl pure· sembrano privi di i1npo rtanza il sesso e 1'età dei pp. Tutti i no.stri cafii son o stati trattati con sulfa111idopiridin a (Streptosilpiri·d'i na, Piridene) I>eT vi.a orale, endovenosa, intramuscolare ·ecl endorachidea, e n el caso IV si ·è .ancl1e usato li.assorbimento• per via rettal ~ inediante retto1

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elisi: a goccia di Streptosil-~iridina (sale sodico). Tra i vari preparati sulfa1n.idici per la s.ua elettiva azione antipneunto,c o ccica, il medica 11)ento ·d i scelta è costituito ·d alla sulfamidopriridina, che gli AA. [Hodes, Gimbell e Burnett (8)] conFJigliano di U6are sotto forma ,d el su o ~.<tle sodico. La sulfamidopiridina presenta irregolarità di aRsorbimento co11 conseguenti varìa2.ioni della sua concentrazione nel sangue e nel liquido cefalorachidia110: tali inconvenienti possono essere1 evitati con l'uso dei suoi sali. Daila constatazione c1ell.a n ecessità di intervenire precoce1n·e nte d eriva come· logica conseguenza l 'opportunità di r aggiung·ere n el n1inor temP.o possib1ilc. i livelli più alti ·d i con ce11 trazione di sulfamido piridina nel liquor. I vari AA. non sono affatto concordi sul livello çhe le con centrazioni di sulfamidopiridina deb·b ono ra·g giungere nel liquor per riuscire ·efficaci. Secondo Germain e· Gautron (4-5) sarebbero &u.fficienti 3 nig . % n el liquor mentre per Ho de,s , Gin1.b·ell e Burn·e•t t (9) sarebbe desiderabile la con cein trazione di 10-15 mg. %. sarebbero sufficienti 3 mg. % nel liquor, m.endiante la somministrazione orale, endovenosa e intramuscolare di sulfa 1nide e sulfa1nidopiridina hanno variato moltissimo da caso a caso [da mg·. 1,11 a r1ig. 29 7~ secondo H'odes, Gimh ell e Burnett (9)] indipendenteme11te dalle quantità d elle so&tanze adop~rate. È p er questa ragione che. abbian10 creduto di ricorrere nei nostri casi a n che alla i11troduzione per vi.a cndorachidea in maniera di stab ilire proprio nel liquor il p\ù alto livello &ulfamidopiridinico. · :È :&tata 1discu ssa l'utilità ·d ella somrninistrazion·e dei sulfan1.i di.ci per via er1dorachidea. B accertaÌo nella SOlllministraziO'Ite oralg, intran1usc.olare -ed endove11osa (}.ella sulfam ido:piridiria il passaggio· della so.s tanza n el Jiquor ch e i.vi raggiunge secondo alcuni AA. . ~1artin , P.antrier, Nouaille e1 l\tllle Hamond: (55)] un tasso di ·poc.o infe riore a quello del sangu e (st1 questo dato ·di fatto si b·asa l 'opini,1n e di quegli AA. ch e 15ostengono l 'inutilità d·el tratta1r1·ento per via endoracl1id ea), rnentre second o altri il tasso del liquor sar eb b·e. inferi ore d el 30-50 % .a quello del san·gu·e. In un recentissimo lavoro su ques•lo a r go• mento ~lartin e co llab, (56) h a nnq messo i11 evidenza gli innegab ili vantaggi dell ' inoculazione endorachidea nelle forrr1 e gravi di me11ingite 11urulenta .ed in particolare nella m. IJ. 1'ale trn1 tan·1ento, d el tt1 ttd innocuo, 1)ern1ett c1

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rehbe di raggiungerti per più di 6 ore dopo i ·iniezio·n e endorachidea un tasso di conce11trazione nel liquor superiore a quello del. sangu e. Nu1n erosi AA. 11anno usato l'introduzione di IJl'e parati sulfa111idici p er via endorachidea nelle: ferme di meningite purulenta. In u11 barrlhino di 17 1gìorn~ affetLo da meningite s1afilococcica Blnck e Pacella (57) hanno Ticor~o cun esito favorevole alla introduzione clella sulfa rrtide pe·r via inlratecale. Lei concen-• trazioni g'en eralrnente usate per via endorachidea corrispondeva no a soluzioni al 0,85 %, di. cui venivano iniettati per solito 20 cc. pari a gr. -0,17 della sostanza. j_Dereux (43), ~ermain e Gautron (4.5), Stein e Steine.r (58) l\1artin e coll. (55), Jannuzzi (59), ecc.]. Solo raramente sono state usate concootrazioni superio-ri [iniezione di 3 cc. ·di una sol. al 33 ·% ·d i Solu-Dagénon (Laup.ay·, Passa e1Temine (4-6)]-, ma in gentre gli AA. n on ha nno creduto opportuno di .adoperare soluzioni maggiorme11te conGentrate IJel ti111ore di inconvenienti ch e possono seguire a tàle via d'introduzion€. Nella letter atura son o sta ti d escritti vari ·disturbi prodotti dalla intro·duzione end1orachidea dei preparati sulfamidici, emon·agie endorachidee, disturbi sfinterici, n ecrosi sacrali , di.stuTbì motori e sensitivi agli arti inferiori; elevazioni termich e [Launay, Passa e Te1nine (46), "\Vihlelm (60), 1]ìiorio (61), €'Cc.]. In con siderazione ·di questi fntti Martin e collab. (55) sostengono che non si dovreb1b€ praticamente superare' la concen- · trazione del 0,85 '%, che, sia per la loro diretta esperienza, sia per i dati 1d ella letteratura, non avrebbe mai dato luogo ad in·c on venienti di sorta. Questi AA. temono· cl;ie le forti con centrazioni -possano riuscire dannose non solo per gli artifici ,d i tecnica c1u i si de,?e ricorrere per ottenerle (sol. so,dica a p1H 11,4; so•l. in etilene-glicolo o acctiletilam.ina .a.annose per le meningi) ma anch e percl1è l' in~ • • troduziione n1a::;siva potrebb.e portare a d un tasso di concentrazione d ·e lla sulfamide n el liquor tale ·da pro·d urre lesioni del sistema nervoso. Nei nostri casi abbiamo usato· per l 'intr.oduzione endorachidea Streptosil-Piridina e Piritlen e (sale sodico, sol. S %). di cui 20 cc. corrispondono a un gr. di sostanza. Sia la quantità ch e l e con centrazioni usate1 furono ottiman1·ro1Le soppo,r tate e in nessun caso corrJparvero di;.;turbi ·d i sorta. Le ste•s se s0luzio·n i nella stessa c.onc,e ntraziorte e quantità furorlo d.a noi usate 11er ,ria en·d oracl1idea sen za disturzi con ·esito favoreV'ol.e in diversi casi di meningite meJ\ingococcica. La via di introdl1zione endorachidea rite11iamo cl1e debba esssere t enuta presente specialn1 cn le 1n qu ei casl. n ei qnali per 1

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[ANINo XLVII, NuM. 36]

SEZIONE PRATJCA

le gravi condizioni dei pp: non è possibile la somministrazione per via oir ale· del rn·e dican1ento e bi deve ricorrere alla via parenterale. Abbiamo inoltre attualmente in co1~so dellei esperie.11ze sulla possibilità di usare ir1 simili .casi ancl1e l 'assorbirnenLo· per vi.a :riettale (rettoclisi a goc.c.ia), un primo ten.tativo ·del quale è stato già fatto ne1l nostro caso IV. La quantità totale della sulfamidopiridina Llsata ha variato notevoln1ente secondo i vari AA. e non è possibile stabilire se non caw ft&r caso il 1qruantitativo di i11edicamfnto da somministrare. In genere i segni del miglio1~amento compaio·n o da 5 a 24 ore dall 'inizio della terapia sulfa1nidica j·Deno~1 elle (48), Ge·r1T1air1 e Gautron (45) Ho des, Gimbell e Bur11ctt (9), ecc.]; la sterilizzazione del liquor interviene secondo i vari AA. p1~ecocemente· (in 2 0 3 giorni), co1ne .a nche abhia1no osi&eirvato nel nostro caso III), però sono. riferiti casi in cui è inLervenuta molto tard~vamente. Do:Q101 i primi segni di rniglioramento ·è necessario p rose·guire ancora pe.r alcu11i g iorni la terapia inLensiva . La particolare gravità della m. p. giustifica in questi casi l'uso di dosi anche ma.ggiori di quelle norn1almente usate senza dare eccessivo valore alla comparsa de·i disturb·i che possono accompagnare il trattamento sulfamidopiridinico. 1

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. RIASSUNTO. Gli AA. riferiscono su qt1attro casi di menin1g ite pneumococc.i ca trattati con terapia sulfamidopiridinica, dei quali uno con esito in • • guar1g1one. Dopo una breve rivista bibliografica sull'ar.go1nento , g·li AA. fanno alcune considerazioni ~ull 'efficacia e s,u lle modalità del trattamento su]farnido·p iridinico· nella n1eningite pneumo• cocc1ca. BIBLIOGRAFIA. 1. ALLMAINN. Arch. Otolaryng., Chicago, 25, 653, 1937. 2. FRANKMANN e STEWART. Ohio St. Med. Journ., 33, 1105, 1937 3. NE'l*l'ER . Monde Méd., febbr. 1914. 4. SABRAZÈS. Gazette hébdom. · des Se. Méd. de Bordeaux,, 22, 1919. 5. FoRTIN. Thèse de Paris, 1923. 6. NETTER e CESARI. Presse ·Méd., 490, 1923. 7. FocHIER in TADEI. Thèse de Paris, 1924. 8. HEWELL, M1TCHELL e STEWART, J .A.M.A. , 112, 1033, 1939. 9. HonEs, GIMBEIJ. e BuRNE'IT, J .A.M.A., 113, 1614, 1339. 10. CABLE. Lancet, 2, 73, 1939. 11. TADEI. T~se de Paris, 1924. 12. WITBY. Lancet, 1, 1210, 1G'38. 13. MAc KEITH e OPPENHEIMER. Lancet, 1, 1099, 1939.

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14S9

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LAVORI }·!

IL POLICLINICO »

ORIGINALI

R. CLINICA DE1LI.E ~lALATTIE TROPICALI SUBTROPICALI DELLA R. UNIVERSITÀ DI NAPOLl Direttore: Prof. J. JACONO.

Reazioni sierologiche nella lei 8hm ani()sì • ean1na. Dott. G. LucREzr, assistente. Dott. G. LoRIGA, assistente.

I n1ezzi di più ~icuro affidantento per la docu1nentazio11e eliolog ica della leishmaniosi ri1na11gono .a tutt 'ogg·i qLlelli ch e si baRano sulla ricerca del parassita neg·Ii orga ni interni ed in isp ecial inoid o n ella i11ilza e 11el i11~dollo osseo; tu lta via questa ricerca presenta i su oi inconvenienti, dovuti in p·r imo luogo al fatto che qualc1h e volt.a i:mò 8.versi un r e perto n·egativo a11ch e di fronte ad una sicura infes tj0n e o perch è i p arassiti sono assai ra ri , o p er chè non si è as·p irato il mat·eiriale ad.a tto, o i11fin e p.erchè no11 tutte l e parti di u n organo infetto sono parassitate, co me. si è potuto ·din1ostrare con tagli in serie su n1ilzc leishn1aniotich e; a parte questa imporla 11Le co nsideraz ione rimane, a 8vantaggio di questi 111elodi , il fatto che essi 11011 Rono di faci le .a Lluazione e poco graditi ai pazi0nti. Si ,è cercato di ovviare a quest'ultimo in conveniente -:on la ricerca del p·a rassita nel liquido di bol]a o nel materiale dj puntura dei gangli: rr1a questi i11ezzi s.i sono dimo·s trati ser1z 'altro di dubbio valore. Per quanto .&u es posto ,&i ,è cercato da molto tempo da parte dei ricer catori la dimostrazionee indiretta. d·ell 'infestio11e l eishrrtaniotica media11t e re.azioni b iologi c.h ·e tendenti a s veJare e''e11tuali modificazioni presenti n ell 'ol'g·an ismo an 1n1alato: :1lcune di que~te reazioni si ba 1s ano sul meccanisn10 d ell'immunità per una possibile formazione di anticorpi specifici , altre 1&u modificazioni di ordi11e fisico-chimico; per molte di queste prove ed in ispe.cial modo p er quelle immunitarie si urta contro la. l oro elaborata tecnica (possibile quindi solo in laboratori b ene attrezza ti) e si sono poi anche din1ostrale, nella grande n1aggioranza, di as·&ai scar sa .a tte11dibilità; ciò vale, ad es. , p·er le agglutirtine e precipitine specific.h e , p er la deviazione del con1plemento, per la cutireazione, per I '.a nafilassi in vitro , per la reazione meiostagmirtica · La maggiore attenzione è stata rivolta allora a]le prove basate su squilibri fisico-chimici ; q11 este prove pare sian o legate , nella loro mag1

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(*) Il merito del lavoro è dovuto in parti

uguali ai du e AA.

[ANNO

XLVII, NuM. 36J

gioranza, ad una rottura dell 'equilibrio, colloida le d ell 'organismo ammalato e più alle mo<lificaz[oni qualitati,,.e che a quelle quantitaLi ve delle alb,umin e del san.g ue. Si praticano oggi un gran numero di queste reazioni (consi&tenti nel mettere in contatto il siero di san1g ue so1spetto con sostanze varie) conosciute col no111e dell 'A. o degli AA. -che le hanno f>ropos te (per quanto oggi regn i un po' di cor1fusione). Le più comunemente usate sono quella di Brahamachari, con acqua distillata o cc globulin 's test », distinla in cc globulin ring test >l e « globulin pr,e cipitation test n a seconda della quantità del reattivo e· della mod,a lità della reazione; la r eazione di Auricchio e Chieffi al peptonato di ferro; la reazione di (i-atè e Pappacoslas, o formoleu cogelificazione, con formolo; la reazione di Castellani con feriolo·; la reazio·n e di Chopra o cc antin1ointest », con antimonio; la reazione di Fox e 1'1 ackie con formolo; la reazione di NattanJJarrier e Grimard-Richard o lattogelificazione con acido lattico. <~ueste prove sono state trovate più o meno ~pecifiche dai vari ricercatori; si ammette tuttavia da tutti che molte di .esse servano co111e buon criterio di orientamen to nella diag·no·s i. Quanto abbiamo esposto , valevole per la leishmaniofs i umana, ha spinto ricercatori a sa1g giare il valo1~e fli queste reazioni sierologiche anche n egli anin1ali e SJJoecie nel cane, a11imale che può an1111alare di leishmaniosi ed al quale si dà tutt'o·g gi una gra11de importanza come fonte di infestio,n e per l'uomo .. Uno Ntudio sistematico di queste reazioni (la di Auricc hio e Cl1ieffi , quella di Gatè e Pappacostas e quella di Chopra) in 100 anill1ali di diversa specie h a dimostrato (Aiello P. ) che esse non hanno alcuna specificità e posso110 essere usate soltanto come sussi~ia­ rie d.ell 'esame clinicc) e so1)ratulto· microscopico. Nel rane leishma11iotico sono state eseguite pareccl1ie di queste r eaiioni; i pareri sul loro valore sono di.scorda11Li , così la forrnologelificazione è ritenuta ·d a a1'cuni A/\. (Girard, Montus e Audier, Vale.arenghi) specifica , da allri AA. (Faure-Brac) solo raramente assente r1ei cani leishmanioiici, altri AA. infine hapno t1 ovato questa reazio,n e positiva in a]trfl affez:ioni del cane con1 e la tripanoison1iasi spe:rin 1entale e la tuberc0lof>i (Faure-Brac). Le stesse in certezze valg·ono anche per le altre r e.azioni saggi.a te- come ]a Chopra .. (v. Faure-Brac e Oelnitz e Ronchèse), l ' ..\uricc:hio e Chieffi, eoc.. Sul ,v.a lore di qu este r eazioni nella leishmar.iosi canina, come si vede, i pareri sono di1

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tANi.No XL \ 'II, NuM. 36]

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SEZIONE PRATICA

.scordanti, forse più che per le leishmaniosi piccoli fiocchi Le1tde11ti a costituire grossi glou111ane. Data l'importanza ·d ell'infestione ca- 111erati e d a p recipiLare ·q ui11di rapidamente al nina Ilei suoi rapporti co11 q u·ella dell 'uo1I110, fon.d o della provett,a; 2) posi Liva ( + +) nei casi .abbiamo perciò creduto utile urLa nostra ricer- di intorbidimento 111assivo con formazione di .c.a sisten1atica fatta esegue.n do la magg·ior parpiccoli fioccl1i te11de11ti a precipitare lentate di queste reazioni iI1 un buon numero· di n tente; 3) lievemente positiva ( ;- ), nei casi . di .cani, alfine di portare un contributo sul loro lieve intorbir1D u Le11to rr1ai.. ~ivo, r.on formazior.eale valore nella diag11ostica della leishma- n e cli 1nin.utis::;i 1 n i fio c1;]1i da11 ·aspetto pulveru• • • n1os1 canina. lento e con scarsa tendenza a precipitare enLe reazìoni veniva110 eseguite sul siero di tro il tempo d'osservazione ». .sangue dei cani, prelevato il 1giorno anteceReazione di Chopra. Abb·i amo seguito la d·ente o subito prima l 'uccisione ·dell'animale; tecnica suggerita da Chopra, Gupta 6 Napier. il siero, conservato in ghiacciaia, veniva ci- 1Il 3 i)rovettine ·da emolisi si facevano cadere n1entato nella stessa giornata del prelevamen- I>ella prima 1/2 cc. di siero non diluito, nel]a to, di rado il giorno successivo. seconda 1 cc. di siero diluito 1 :5 e nella terza 1 cc. di is iero diluito 1:10; iI1 ciasct1na di queDi og11i ar1imale venivano €seguiti, dopo la .sua morte, due o tre strisci da punti differenti ste pro,:ettine si aggiu·n ge,'ano, facendole ~cor­ della n1ilza; in due cani sono state eseguite rere lungo la parete della provettina, 5-6 gocce delle altre ricerche sulle quali riferire.mo più della soluzione di .antimonio (non avendo po.appresso. tuto avere l 'ureo-stibamina ci siamo serviti del Riteniarno utile espo·r re brevemente le reaNeostibosa11 « lBayer » p. an1ino-fenil-~ti­ .zioni eseguite, notandosi discordanza tra i vari bialo di dietilamina - al 1 ~lo in acqua distiJAA. sia nella tecnica, sia nella interpretazione lnta; questo sale org·anico pentavalente di ar1ti.monio, s',è dimostralo ad altri _\A. attivo dei risultati. Ne 1 corso delle nostre ricerche ci si.an10 attenuti, per quanto possibile, alle te- quanto l ' ureostibar11ina). Abbiamo conside<:,r1iche origir1ali. rato positività ].a for1naziorte di un anello bianReazione di Caste.lla11i. In una provettina da co-giallastro1 al punto di contatto dei due lie111olisi eme. l i di siero in esart1e previamente quidi , con successiva precipitazione di 11n <Jjluito 1 : 300 in acqua ·distillata + 15 go·c oe di flocculato al fondo· della prov.ettina. Ab biamo fenolo liquido puro lasciate cadere lentamente ·dato inoltre valore solo a quelle reazioni che lungo le pareti della provetta. In caso di po- n~ostra va110 n1odifir.azioni eviclenti in t.utte e sitività si forma un anello hianco-o,p alescente tre le diluizioni. Reazione di Gatè e Papp·ao'o•stas. In una pronella zona di contatto tra i · due liquidi. La lettura va eseguita entro 3 minuti. Non ha im- vetta da omoli5i si lascia cadere cc. 1 di siero . portanza uri lievissimo anello che è pressochè e vi si aggiu1lJgono due gocce di formolo del corn1nercio; si agita. Per l 'interpretazione abcostante. La positività varia a seconda dell 'inbjamo tenuto conto d·e11a modifica di Napier tensità della reazione.. Reazione di Au.riccliio e Chieffi. In una pro- ro11siderando positive quelle reazioni nelle vetta da emolisi co. 0,20 di siero limpido e quali si aveva lattescenza e gelificazione nel · r1on inattivato+ co. 1 di soluzione di peptonato tie rmino di due ore. Reazione di Fox e A1ackie. In una provetta rJi ferro (~lerk) all '1 : 600 preparato di fresco; i t1 una seconda provettina (controllo soluzio- da emolisi cc. 1 di siero in esame ·+ 1 goccia ne) 1 cc. di reattivo; agitare e mettere in ter- di formolo del commercio. Lettura e interpren1ostato a 37°, leggendo di 10 o in 10 minuti tazione: com.e la precedente. Reazione di Na.ttan.Larrier, Grimard-Risino a 40 minuti. Riportiamo quanto scrive c Jiard. In una provetta da e.mo lisi cc. 1 di sieAuricchio nei riguardi dell'interpretazione: rrr + cc. 0,20 di acido lattico. Abbiamo con« Se la reazione è positiva nella provetta con il siero in esame si osserva più o meno rapida- $i1der.ato· }Jositivi quei casi nei quali si aveva n1ente una opalescenza, indi la comparsa di _una trasformazione viscosa con 1susseguente 1)iccoli fiocchi che tendono man n1ano a con- gelificazione nel termine di 2 ore. In questa re.azione 110,n ha importanza la la ttescrnza. ~lomerarsi pr.ecipitando al fondo della provetReazion•e di Brcnlia1nachari. Abbiamo esegui1a. Rimane limpido il controllo ma una eventuale opalescenza t)UÒ essere dovuta all'a,c·q ua to tutte .e due le reazio·n i proposte dall 'A. a) cc Globulin rin.g test » : in una provetta diistillata ,, . Abbia1no seguito ancora l 'A. nel1'interpretazione dell'intensità della reazione d~ Wassermann cc. 2 di siero + cc. 2 di acqua d::t lui distinta in · « 1) fortem·ente positiva dif;tillata, fatta scorrere lent.am·en1c l11ngo le ( + + + ), n·ei casi di intenso intorbidimento pareti della provetta. ~\l}bia1no 1 considerato più o meno intensadi tutta la massa liquida con formazione di 1

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28-VI-1939

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Reazione di Chopra

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Reazione di Nattan Larrier e Grimard Richard

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Reazione

Reazione • di Auriccbio è Chieffi

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niente positive quelle re.azioni nelle quali si a\·e·va un netto anello zo·n ale h·i anco con intorbidarrtento più o meno evidente del liquido sopras.tante. b ) « Globulin precipitation test » : in una pròvetta da Wassern1ann cc. 2 di siero + cc. 4 di acqua distillata. Si m escolava la miscela e si cortsideravano positivi quei caisi nei quali si aveva un intorbidamento con ~uc cessivo precipitato biancastro. Riportiamo ora in forma schematica i risultati ottenuti; abP,iamo annotato solo quei casi c.11e offrivano interesse da.I punto di vista delle nostr,e ricercl1e e cioè quelli nei quali si è avuto positività per la leishmaniosi o per la piroplasmosi ~ quelli che barino dato reazioni positive senza che in es~i si siano potuti din1ostrare para.8Siti; tutti gli altri casi sono stati negativi tanto come reazioni che come parassiti. Abbiamo riportato, oltre che i casi positivi per la leishmaniosi anche quelli nei quali s·i è risco·n trata la piroplasmosi perchè è stato notato che qualche volta queste reazioni sierologiche :possono eis6ere . positive in que.s ta affuzione parar5sita:ria del cane (vedi tabelle). Oltre a ques ti dati schematic i ritenian10 utile far notare e.b e, ai fini di poter meglio valutare l'importanza di queste reazioni nell ' infestione leishmaniotica, in due cani nei q.u ali erano ~tate positive alcune reazioni (N. 91) o tutte (N. 94) si è proc eduto ad uno studio più completo. Riscontrato il 'reperto sierologico ~d essendo ancora questi due cani in ' 1it a si sono fatti venire in Clinica. FJ&poniamo detta1g liat.amente il loro aspetto elinico e le ricerche su di essi eseguite. 1

n . 91 . Era un grosso cane lupo, col pelo non lucido , ·smagrito, irrequieto, dall'aspetto senz'altro sofferente Quest'animale presentava per tutto il corpo delle zone più o meno vaste di depilazione, alcune dell'aspetto della dermatite furfurar.ea , altre ulcerate senza alcun carattere speciale. All 'autopsia la milza si presentava grigiastra , indurita al taglio, sclerotica. Nulla a carico degli altri organi. CANE n. 94. Era un grosso can e 111ast1no , dal pelo non lucido, alquanto sofferente. All 'autopsia la milza ·si presentava a superficie irregolare per la presenza di vari noduli, tre dei quali della grandezza di un tuorlo d '•uovo, a superficie regolare, di colorito - anche al taglio - dal giallo-grasso al rosso-vinoso. CANE

Di <>,ntrantlli questi cani ~ono stati €seguiti , JIC·f StriSCÌO ·e a stampo, molti vev·ini dalla n1ilza , dal ntidollo osseo, dal fegato, dai reni, dal cuore; dal cane N. 91 sono stati a11che eseguiti numerosi stri&ci del derma nei punti di depi,.

[1\KNO XL VII, i\uM. 36)

cc IL POLIOLJNICO »

lazio11e. .D a tutti questi orga11i e specie dalla cute del N. 91 e dalle due i11ilze 5i sono anclJe praticati numerosi preparati istologici. (,on pezzettini delle due n1ilze e della cute del N. ' 91 ~no stati pure inse11tenlati numerosi terreni (N.N.N., N.N.N. e brodo fieno l' N.N.N. ie latte, latte) per tentare un eventuale iRol.arnento della leisl1mania. Tutte le suddette ricerche i11 qll:esti due ca11i eseguite a lungo e pazienten1ente, 11a11no dato risultato negativo. , J)a quantp isu esposto e dalla tabella scherr1atica riportata si possono trarre le segue11ti conclusioni: 1) Su 210 cani esaminati abbiamo notato talune reazioni positive in 22 e cioè nell ' l,47 % dei ca.~; in un solo caso ( ~4) sono state positiYe tutte le reazioni eseguite; l 'a·c:ido gelificazione ha dato la maggiore percentuale di positività, la Chopra la minore . 2) Nessu·n a di queste reazioni bi ~ mostrata specifica, in quanto che ve ne sono state positi,1e senza reperto parassitario e negative con l"eperto parassitario. In base a quanto su e~posto riteniamo di poter affern1are che le varie r eazioni sierologiche da noi eseguite no11 hanno u11 valore ~pecifico nella leishrr1aniosi canina. RIASS·UNTO. Gli AA. hanno eseguito sul siero di sangue di 210 cani prima del loro .abbattirnento gran parte delle reazio11i sierolog iche fJer la Lei&hn1aniosi ai fini di valutar11e I ,utilità diagnostica n ella Leishma11iosi c.ani11a. fianno docu1nentato in pari temp'o I 'infestione o meno di questi cani, ricercando la Leishmania negli s1risci di milza degli stes.si dopo l 'abbattimen. to. L'osse rvazione è stata condotta su cani rand<>g·i razziati dal Canile Municipale di Napoli; i n1etodi .sono stati, per qua11to possibile, g~i originali. I risultati hanno n1esso in evidenza la non specificità di queste reazioni risultate talora poRiiti,re· in cani non infestati e negative in cani leishm.aniotici. BIBLIOGRAFI_!\.

r.

su lle siero-1·eazioni d.el formolo, dell ' ureostibamina e del peptonato di ferro nella diagnosi della Leislin1aniosi. Giornale di Batt. e Imm., vol. XVI, pag. 386, 1936 .. Al,TRI CCHIO L. e CurEFFI. u.n1a n Ho va, sensibile e rapida rearzione per la d'iagnosi: di Leishmaniosi in.faintile (nata prev·e ntiva) . La Pediatria, n. 8, 1 o agosto 1934. AU R1ccu10 L. Ulteriori ricerche sn una 1iuova siero-reazione per la diagnosi della Leishmaniosi. in t erna dell'infan.zia. Studi Sa·ssaresi. Vol. XIII · _.\nno 1985. AIELLO


[ANNo XLVII,

Nl.•~r.

36]

BERGONZINI ~I.

e L.

J EN

1507

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SEZIONE Pl\ATIC.A

J AN G. L 'an.tirrioint est ed il

suo valor e prognostico1 dtirante e dopo la terapia del K(JJla-azar. Boli. Soc. It. Sperimentale,

n. 10, pag. 1208, 1934. BoGLIOLO L. e Dott.ssa GRECo Z. Sopra la specificità ed il valore pratico di alciine reazioni umorali per la diagnosi della Leishmaniosi viscerale. (< Annali di medie. navale e coloniale ».

RILIEVI E COMMENTI Contributo alla conoscenza dell'ascaridiosi chirurgita. Riceviai1110 e pubblicliian10 :

S.pett. le Giorna.l e 11 Policlinico, Anno XLI, voi. I, fa se. V-VI; 1935-XIII. Ho letto con interesse nel n. 27 dell .8 luglio BRAHAMACHARI M. N. a. ,SEu P. B. The Globulin 11940 il « Contributo alla cono·s cenza ·d ell'ascaOpacity lest for Kala Aza:r. Indian. Med. Gaz., LVIII, 1923, pag. 295. ridiasi chirurgi~ » dell 'Agostinelli. CAPRARA P. Su la si ero r eazione precipitante di Desidero fare qualche 1~ili evo . Brahamachari. Cultura m~dica Moderna. A. V., Anzitutto, sebbene ciò n on mi tocchi -d iretn. 30, 1926. · t~l1nente, per la giustizia d·e vo rilevare che non CASTELLANI A. e JACONO J. Manuale di Clini'ca Tromi pare esatta l 'affermazion·e dell'autore no11 picale. R osemberg e Sellier. To1ino, 1937. esistere una m onografia con1pleta sull'argoCHoPRA R. de e Gu PTA. Méthode simple e facile nl·ento, perchè quella del Ruggieri del 1932, pour l e diagno'Stic sér ologique du Kala-azar. dall 'Agostinelli citata, mi sen1bra rappre.5enti La Pres·se Medicale, n . 94, 1931. una bella e çompleta trattazione cJleil l ' argoCBoPRA R N. GuPTA I. C. a. BAsu N. K. Further 111 ento. observa.tions on the serum test for Kala Azar With antimony comp0tunds. A simple bloodAll 'Agostinelli è poi sfuggito un breve cor1test for K . A . Ind. Med. Gazzette, vol . 62, n. 8, tributo pubblicato sulla Sezione Pratica <lel pag-. 434, 1927. Policlinico del 1938 dal dott. Cipriani, su quatIn. Antimony t est for diagnosis of J( . .4 . Ind. tro casi di occlusione intestina le acuta da Med. Gazzette, vol . 62, n. 12, pag. 688, 1927. ascaridi. CuoPRA R. N., GuPTA I . C. ,. BAsu N. K. a. DAVJD Qualcuno di questi casi , fra cui uno con J . C. A Pleliminary note on the action of anvolvolo secondario a gomitolo· verminoso otimony e-0mpounds on the blo10d serum. A new ~ truente, presentava un interesse notevole e serùm t est for K . A. Ind . Med. Gazzette, Yol. merilava di es'5ere riportato in una rivista sin62, n. 6, pag. 325. tetica sull'argomento deil le ascaridiasi chirurC1Accio I. Contributo alla sierodiagnosi d ella giche. Leishmaniosi cutanea. Policlinico . Sez. pratica, anno XLIII, M. 19, pagg. 862-874, 1936. Così gli ·è sfuggito anche 11n altro b-reve conD ' OÈLNITz M. et RoNcHÈsE. Valeur et sensibilité tributo di u11 altro mio assistente ( àott. Mario de la réaction de Chopra pur fa diagnostic du Matronola , Umbria medicai, 1935) sull'esam e K. A. Soc. Med. des Hopitaux. 13 avril 1934. radiologico nei casi di parassiti intesti11ali. FABRIS ST. Sull'azione d ei preparati organici di ~fa più ch e altro mi preme chiarire ch e l'Aantimonio l Ul siero di sangue n ella l eishmagostinelli, C·h e evidentemente non ~a potuto niosi infantile . La ?ediatria, Vol. XXX, fase. 1, leggere nel testo la mia breve. nota cc Sulle per1928, pag. 5. forazioni di\ venni intestinali e su gli a &cessi FAURE-BRAc F. La L eishmmniose Canine (Sa fr éverm1nosi ».pubbli cata n ell'Umbria m.edioo del quernice en France sur l e littoral méditerranéen. lf•29 mi a ttribuisce, a proposito di un caso Son dépistage). Thèse de Doctoral Vétérinaire di peritoriite ii1 c11i trovai un ascaride libero de Lyo:n. L y on: Bose Frères, M et L. Rion . 1933. F10RENTIN0 A. Contributo allo studio dell'imporn ella cavità p eritoneale ed esisteva una pictanza della Stibosanre(l)Zione nella diagnosi delcola lesione de1lJ a sierosa e della muscolare di la Lei~hmaniosi interna infantile. La Pediaun ,ansa. una interpretazione cpe io, confes&o, tra, li. XXXVIII, fase. 3, pag. 137, 1930. non h o mai voluto dare. Giustamente l'AgoGiflAUD p. , MoNTUS e Au n1ER. Valo r e della formolst.inelli fa seguire la inia presunta interpr€taroozione per la diagnosi della · Leishmaniosi inzione da un punto a1nmirativo., ma natura lterna. (Seduta del 1° febbraio 1934 della Soc. di m ente que~to non va attribuito a m e, n1a a Pediatria di Parigi) . N \SSo I. La r eazione di Braharnachari n ella dia- chi 11a d·efor1nato il n1io pen siero. L'.~gostin elli dice : gnosi di Leishmaniosi infan tile. La Pediatria , « Colucci operando una peritonite, trovò un · vol. XXXI, n. 5, pag. 225, 1923. « ascari,d·e nella cavità peritoneale e Sll una delOruoL H . L eishmanios-e et D ermatite furfura cée « le anse circostanti una piccola perdita di sodu Chien . Thèse d e Doctorat Vétérinaire de Lyon , 1926. « stanza ch e interessava la sierosa e la mu6coVALCARENGHI E. Sulla leisli1naniosi ca rtina. Profi<< lare senza con1unicazion e con il lume intelassi, anno VIII, fa·sc. 4, luglio-agosto 1934-XIII. « stinale; perdita di sostanza ch e l'autore attriVELU A., HrnAun et PETITDIDIER. R e·c herclies sur ce buisce al tentativo deJl' ascarid e di rientra re la leishmaniose canine daris la région d e Casa<e ne]l 'ambiente ad e~so più adatto; il lume inbla·n ca et sur l a val eur d e la form ol gelifica<' testina le n ( !) . tion comme m éth oid e de diagnostic. Bull. Soc. Io ho scritto: Path. Exot ., tome XXV, n. 3, 1932. « La dolorosa n ecessiLà in cui m.i son troVERDE M. Il v·a lore del.la f erroreazion e di A uric« vato di d,CYVer far ei in un can1po jnfetto cochio e Cliiejfi per la diagnosi rlella L ei shmanio« m e quello di u na peritonite acuta, l 'e~pl o­ si infantile. La Pediatria . .i.\.nno XLIII. 1935cc razioile completa del tubo di gerent e, mi ha XIJI, n 8. 1

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[A~~o

cc IL POLICLINICO n

dato I ' op~ortunità di constatare con1e a ca« rico di qu·esto non vi fossero alt~e perfora« zioni a11 'infuori della piccola lesione de« scritta;... E nell 'addo1ne non vi era conlecc nuto intestit1ale. ll È J:>er questo . : l1e sono tentato di pensare cc che l'ipotesi for111ulata da Sebold e Mhondie<( re forse ·d'e bba ritener~i vicino al vero, intesa « solo n el senso che le fibre muscolari dell 'incc te1s tino possono venir divaricate dal vern1e, cc per poi ritornare su di sè almeno in parte cc (le fibre , non il verme) , in modo ch e la per« forazione risultante sia molto piccola e facile< mente obliterabile ... ». È evide1n te che io tenta VO spiegare il nlodo c<Jme era avvent1ta la n1i.grazione del verme dalla cavità intestinale nella cavità periton·e al e : non ho mai pensato ad u11 te11tativo dPl verme a ritornar.e nel cavo i11testinale. Mi voglia scusare l' Agostinelli que~ta preciSRzione, necessaria per evitare che n1i si attribuiscano delle idee ch e non sono mie. Ti,,oli, 111 luglio 1940-XVIII. cc

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Prof. dott.

CARLO C0Lu c c1.

SISTEMA NERVOSO. La meralgia parestesica. (H. Roc.ER , G. AYlVIES e 0LRY. 111 arseille-111 édioole, 30 marzo 1940). La meralgia parestesica o nervalgia del fen11oro-cutaneo è caratteriz~~ta tlal punto di vista subiettivo da dolore e disestesie in corrispond,e nza del territorio di di1&tribuzione del nervo femoro-c utan·e o . Più che il dolore sono significative le disestesie: sen so di puntura, di scottatura, di formicolio, di u111idità calda o fredda, d'intorpidimento· profondo, sensazione di pelle infiltrata di cocaina. Dal punto di vista obietlivo si riscontra ipoestesia e sopra tutto parestesie; in quanto ogni contatto determina &ensazioni ~o-radevoli. Se la zona di risonanza delle algie è talvolta u11 p10 ' incerta, la to·p ografia dei disturbi obiettivi ·è costante. La per cezione di contatto, di puntura, Q.i caldo e freddo è nerttarnente alterata in un terr~torio più o n1eno a racchetta con sede nella parte esterna della coscia e. corrispond.e nle· all~innervazione del f~moro-cu.ta­ rtro, o almeno della sua branca cruraJe. Il dolore è risvegliato dalla stazione in piedi •p rolungata e . dal cammino, ed è invece attenuato dalla posizione seduta o sdTaiata. La meralgia parestesica può ns&t1m·e re tre f cirm e cliniche : Forma nevralgica piira (dolore lancinante acuto, algie folgoranti); F orma parestesi~a pura nella quale prev.algono le ·&ensazioni atipiche; For1na mista, che è la più comune. Sono state descritte ferm e l1il ater ali , ·gravi 1

~UM .

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e leg·gere, forn1e associale a nevralgie del cruraJe o dello sciatico, forme secondo la sede della lesione , secondo l'etiologia. Il quadro clinico è nertto e quindi la diag·r1osi è facile. Tutta,'ia bisognerà aver cura di no11 confonderla co11 un 'artrite dolorosa del1'anca, con un 'occlusione arterio·sa dolorosa degli arti inferiori e sopra tutto da un 'algia tabe tica, da una n evralgia c rurale o sciatica. Al riguardo ha· importanza la conoscenza dell'anaton1ia del nervq femoro- cutaneo. Quesl<) con il g·enito-crurale rappresenta una delle branche collaterali lunghe del pless·<) lomb are. Ha origine dalla 3a radice 101nba1~e o dal1'ansa anastomo!ica con la 3a radice lombare. Staccatosi dalla colonna vertebrale si dirig·e in fuori ed in basso sul margine ester110 ·dello p~oas, incrocia il quadrato dei lombi , il muscolo iliacoJ atlraversa la fossa iliaca in rapporto quello di de.stra con il tenue ed il cieco, quello di 1&inistra con il sigma. Fuoriesce dal ba cino tr·a le due spine iliache anteriori e ra!g g iunge la coscia dove s'insinua in uno sdoppiamento d·ell'apone urosi femorale e si divide n·ei suoi due rami terminali, ambedue cuta11ee: il ramo esterno, gluteo, e il ramo inter110, femorale. Il 1~amo gluteo o posteriore si distribuisce alla pelle della parte supero-esterna della regione glutea; il ramo femorale o e.rurale, che è la continuazione del tronco principale, si divide ancora a qualche centime·t ro al di sotto d-ella spina iliaca in una branca interna e·d una esterna, che r5i distribuiscono nella regione antero-esterna della coscia fino al condilo esterno ed al margin e superiore della rotula. Questo nervo è esclusivamente sensitivo, ma le partico,J arità del dolore che caratterizzano la m ,e ralgia parestesica ·fanno suppo•r re che c~so conti~ne anche fibre sim·patiche1 prover1ienti dalla catena lombare (fibre pilomotorie, ~u·dorali e vasomotorie). La lunghezza ·d·e l tragitto del nervo 6piega la molteplicità dei fatti che possono colpirlo. Le lesioni del rachide. il morbo di Pott, le SJJOndilosi, le fratture delle vertebre lom.b ari, i tumori delle radici possono lederlo alle sue origin.i. Si avranno allora nevralgie bilaterali ed il dolore sarà diffuso ad a Itri territori del plesso lombare o .sacrale. In tali casi la diagrlosi sarà fa cilitata dal l'esame del liquor e dall'esame r adiologico. La presenza o l'assenza di rif1es6i simpatici consentirà di pre·cisare l'origine intrarachidea (radicolare o funicolare) o l'origine periferica della nevral~ia. La r eazione pilomotoria anserin a (pelle d'oca), la secrezio•n e sud orale in seg uito ad iniezione di pilocarpina, localizzate al territorio de 1 nervo . si hanno auando la lesione è intrarachidea (le radici -nella parte intrarac hidea non contengono fibre simpatiche). l\fancano invece quando la lesione è localizzata sul nervo (a ffezioni viscerali, lesioni della parete, alterazioni a livello della spina iliaca). La con1presf>ione o l'irrit~zione del nervo 1

SUNTI E RASSEGNE

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XL VII,

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lANNO XL VII, NuM. 36]

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SEZIONE PRATICA

può essere p rodotta da lesioni renali o più s1)esso da lesioni parietali o viscerali della fossa iliaca. 111 alcuni casi la nevralgia è scomparsa in sc,guito ad interventi sull 'appendice1, s1"tec.i e nelle for1ne complicate co n asces&o1 ret1·ocecale. Le crisi dolorose posso no essecr·e in rapporto a distensione. del ci.eco o dell 'S iliaca 11elle coliti o sigmoiditi. Sono stati pubb licati casi in rapporto a cancro intestinale, ad aortite addon1inale, a tumore pelvico, a gravidanza. Tra le cause più periferiche vanno annoverate l 'ernia inguinale e crurale, le lesioni ipe1·trofiche del collo del femore, l'osteite tubercolare del gran lrocantere, le ferite della parle superiore d·e lla co~cia, i piccoli traumi ri}-)ttuti della coscia, che posso1to esserei pro'fessionali (bottai, fornai), I 'esposizione al freddo s_pecie 11el cavalcare (parte supero-ester11a d ella coscia esposta alla pio·gig ja fredda). Come cause generali possono ei5sere incri111 inate l 'influenza, il tifo, l a rosolia , la scarl a Ltina, la sifilide. P-ar lo più, con1e avviene anche per la ne' 'il1gia sciatica, cerYico-brach iale e facc.i al e, r1on &i riesce· a precisare. n es·. . una causa e.d all ora bisog11a pensare a lla- diatesi artritica ed al reumatismo cronico. Sica1xi ritiene che la n1eralgia parestesica è i)err lo più dovuta a procei&si congestizi e scl e1·osanti del condotto osseo-fibifoS·O' co·s tituito dal s·olco tra le due spine iliac he, superi ore ed inferiore, attraverso il quale passa il nervo fen\oro-cutaneo . Questa nevralgia d·el femoro- cutaneo, che vien chiamata reu1natica o essenziale è relativamente frequente, e più nell'uomo ch ,e nella donna. Può esse['e fan1jliare. . La cura nelle fonne da cause accertate si risolve nell'eliminazione d·el processo determinante. Nelle1 forme così dette reun1aticl1e o• essenziali si ri·correva ai comuni antine,rral gici, al1'alta frequ.e r1za, alla radioterapia. Sono state tentate con buoni risultati le i11iezjoni sottoc utanee di aria o· di o·ssig·eno nella zona parestesica. Nei casi ribelli si potrà ricorrere a lle iniezio1li di soluzione <li novocaina a ll'll 0/o o di alcool in un punto situato ad' un dito trasverso .all'infuori e ~l ·di sotto della 1&pina iliaca anteriore-superiore, spingendo l 'ago per 5 cm . sotto l 'aponeurosi parallelan1ente all'arcata crurale. Come ultin1a misura si praticherà la sezione o meglio l 'estirpiazione: del nervo. DR. 1

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Spasmi ed ipercinesie della faccia. (ìVI. ScHACHTER. "A1arseille-"f'tl écT., 15 febbraio 1

1;94. O). S'intenda· come· s1)as.mi od iperci11esie facciali l'insi eme dei disturbi motori parossistici cd esse11zialn1 ente involontari , cl1e hanno sede riel dominio innervato dal fa cciale. ~ questo

che presiede alla n1i111ica volontaria, che è turbata in 111odo grottesco nella paralisi facciale periferica ed abolita o quasi, nella diplegia del facciale. · 1F ra la motilità volontaria, controllata 1dal fa.cciale, e. qu·ella ·e1nozionale (sotto il do,m inio delle forrnazioni nucle·a ri della base ·dell'encef.alo) [lUÒ esiistere una dissoc.iazione, specialm·er1te. in cr-rti parkinsoniani post-encefalitici, i quali presentano i tratti ·del viso deviati quando $i fa lo·r o ese·g uire un dato o:ridi11e (mostrare. i denti), ment1"e n el riso scompare ogni sorta di .anomalia. La mimica un1ana dipende, quindi, non solta.J1to dal fac ciale, n1a da tutta una serie di fattori, di cui incorrtinciamo ora ad intrave,de1~e la grande complessità ed è, pertanto, v.ano ridurre al solo facciale tutte le forme di spasmi e, di i 1.>ercin esie del viiSo, ch e vanno ·distinti in quelli dì 01·igine periferica e c·e ntrale.

11t.1\l·o

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.5 PASMI DI ORYOJNE PJ~RIFER!CA.

Unilaterali e strettament.e limitati al dominio del f.ncciale , si manifestano· con1e contratture simultanee del] 'orbicolare delle palpebre del frontale e di tutti i muscoli, che muovo·n o la commessura labiale -ed incurvano il naso dal lato .~ffetto. Possono essere consecutivi a lesione paralitica d el YIJ, o costituire un' entità <lU lOllOTO..a. 1) E1n.ispasmo pos·t-paralilic·o. È importante sc0iprirno presto i primi accenni (Jieve sin.cinesia anormal3, con el eiVazione ·de ll 'angolo della l1oc.ca nel chiudere gli occhi, o re.stringimento della rin·1a palpeb rale, nel .g esto ·di mostràre i denti); alla cornparsa di questo segno, è necese.ario sospen de1·e ogni tratta1nento medicamentoso o fisioterapico della paralisi fa cciale: Purtrop·po, si arriva ·generalmente tardi, quando l'e1nis rasrno è g·ià costitt1ito. Si ha allora l 'impressione di uina nuova paralisi facciale, poichr la deviazione ·dei tratti del viso si fa dal Jato, !)ppost_o a l]a paraJi si primitiva. ~{a l 'esam e attento n1ette in eviden za u1\a pal'esi delJ 'orbicolare: delle !)(llpebre e Je sincin·e sie , a c11i si è sopira, accenrt-ato. Nel ripooo i tratti sono sempre accentuati dal lato in cui risiede 1'e1nis1ras1no e p er l a co11trattt1ra degli zigomatici, t.ali malati danno l ' i1npressione di aver sem1Jre un liev·e son~so od un 'afflizione per1n.anente. Sul fondo di ipertonia, non è raro vedere ogni tanto delle sc-0sse fibrillari o fa • $CÌcol ari, che asF-ociate all e sincines.i·e paraclossali , possono d eterminare d elle ,,ere smorfie. .g·rottes.che. Trattas i di una coI1dizion e che , si p·u ò dire. • • non ,Q1.Jar1sce ma1. 2) Emi spasmo au fono1ri o, od essenziale. Si installa birusc.a n•ente, c·o n contrazioni spasticJ1c ed intermittenti. L 'accesso si inizia con S('.OSse dell'orb·i colare delle pa]]:,·ebre. che at1n1entano d.'inten siLà , deter1ninando diminuzione od occlusione de.Ila rima palpebrale e diffondendosi poi a tt1tta l'emifaccia corrispo·n 1

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cc IL POLICLINICO »

dente, in u11a smÒrfia disordi11ata. Può man.ifestarsi anche durante il sonno, 20-40 volte al giorno, con crisi ,d ella ,d u·r ata di 20-60 secondi; dura talora lunghi anni senza subire modificazioni. Lo si distingue da quello post-1)aralitico, perchè in ripo1s o non si osserva asin1metria fa1c... ciale, nè segni -d i d·eficit. Talvolta, si osservano lie·vi disturbi vaso-motori (rossore e lacrimazione) od ancl1e dei lievi dolori (dovuti all'intermediario del Wrisberg). Di origine nucleare, la causa rimane quasi sempre sconosciuta; irL qualc1h e caso', si so,n o ÌIL,·ocate le emozioni, un'otite latente, delle sinusiti, delle placche di cellulite, ecc. Cosi pure oscuro ·è il meccanismo patogenetico che sembra doversi riferire a·d una scarica int~rmit­ t.ente di un'energia nervosa in continuo accu:rr1ulo. Unica risorsa della terapia è la neurolisi del faociale con l'alcool al 50 od al 70 %; si ottf;ngono così dei perio·di di .c·a11na, ch·e possono prolungarsi fino a 4-6 mesi od anche un anno. Le recidive necessitano nuove alcoolizz:-*zioni c.h e non sono n1ai danno•se. Nei casi rib elli, la sezione de] faccia le, associata a resezione ,d el 1g anglio simp1a tico cervicale superiore. Utili i sedativi del grup po della belladonna. 1

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SPASMI nI ORIGINE CENTRAI.E.

A differenza di quelli periferici, non sono unilaterali; la loro zona non rispetta rigo:rosamente il territorio del facciale; sono sempre involontari e possono essere, se non arrestati , almeno frenati dallo 1Sforzo cosciente. 1) l\1an,ifestazioni ad andairnerito primitivo , a cui appartengono anzitutto i tic dellai faaci a ir.>ercinesie che si ripetono ritmi<'amente nello ste~so territorio e con una ' elocità sempre identi.c:a; sono l'espressione di u11 .gesto, che al principio era cosciente ed è poi di,1entato, 1.>er la ripetizio•n e , autom.a ti ro. Si installano, il l) iù spesso, sui 6-8 anni , specialmente in individui di fami~·lie in cui altri n1entb ri sono irascibili o degli stanchi cerebrali. Talvolta, si ha un V·e ro contagio scolastico. La n1orfologia ne è estremam~nte varia. Il tic può esser-0 temporaneamente inibito dalla volontà , dalla distrazione , dal giuoco ed assente d'l1r.a nte il sonno. Le .analog·ie fra il tic e ]a corfla od il torcicollo , con1.e !)lite la comparsa di tic. consec.u tivi all 'encef.alite epiden1ica sembrano orientare la riC'.erca oziologica verso la co11cezione esogena , infettiva di que·s.te manifestazioni. Tratte.rPhbesi di lln fatto fun ziona 1,r. cruindi reversi, bile. rhr colpiisre i centTi in fracorticali de1J'autom.atismo m otore, op1Jl1re di una lib'el'azione di dispositivi moto1~j areai.ci in segu ito .a cedi.mento. d,eJl a fren::\tt11~a corti.ca le. Tutto que~to indica ]a possibilit~ di correg-ger]i. m ediante la rieducazione, la psicot·rrapia, la gin1

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nastica facciale e g enerale, associate a seda tivi della serie dei h ·a rbiturici. Pu1·e dovuto ad una causa centrale è lo spasmo fa,cciale me.diano, cl1e si osserva in individui oltre i 50 anni, ch e incon1inc1.ano (di ·solito senza causa apparente) a so·ffrire di 'bl,e faTof~1pasmo di en.tram·b·i gli o·cchi , .e1stendentesi r··o i all'orbicolare orale. ))etermin.a to dalla prima luce dlel giorno , al n1ome.n to del 1isveglio, lo spa.sn10 si esag-.e ra sotto l 'i11fluen za di un ecc,esso ·d i luce, ·di rumori, di e111ozioni e si cal1r1n col riposo e 1'0scurità. T ende ad aggrava1si col passare del tempo. L'origin e è arLeriosclerotica (negli anzia11i) o più rar.1111ente attrib ui.bile ad u11 virus neurotropo. Trattasi ·di un di.sturb 0 · a punto di partenza ,c:entrale. L ~al cooliz z.azion·ei dà scarsi risultati; comunque, si i~otrà tentarla, aissociandovi un regime poco i ossico e 1'uso di sedati vi (sco polan1i11a, atro·p ina, barbiturici). I crarmp.i professionali a localizzazione facciale s.i osservano soprattutto neg·li orologi e nei micrografi e co11sistor10 in ·una contrazio·n € spastica dlei sopraciliari. Per la loro genesi, oltre alle cause locali, è da invoc1rsi uno stato particolare delle formazioni :n ervose etrapiramid.a li. Le rnioclo1iie facciali ritmiche sono scosse parcellari e di scarsa ampiezza, siccì1è non determinano delle vere srr1orfie. R.aran1011te localizzato alla faccia, sono in dipendenza .probahilre, ·d i una lesione vascolare ,il più spesso dell'oliva b1ulbare. Il blefarospasn1.o isterico si riconosce co11 u11 esa111e attento, il quale rivela che durante il e.osi detto spasn10 le palpebre sono animate da continui n1ovin11; nLi, di cui I 'irregolarità e l 'accer1tuazio11e d11r.a nle l 'e~arl1e i11clicano l'origin·e volontaria. Il tentalivo di allontanare le IJ§Jlpebre deterrr1ina un rinforzo dello « $1>asn10 », c·o n una eievazione ·d e·l g·loJ}o ocula re, dirr1ostrando cos'ì la cooperazione <e negativa n della Il1alata. La ~e11olizzazionc del gangli o ~fieno-palatino soppri11l e imn1cdiatan1.e nt e lo spasmo. 2) 'ft1a,nifes,t.a.zio1ii secortidarie. T11 qualcl1e caso, l'epilessia faccialie .appare del tutto i11dipen·de·n te e può essere a11che con fusa con lo , pasn10 faccii\J.e periferico. L'esame neµrologico però din1ostra che J'i.p ercinesia mette in movi11tenlo dei musc,ol i sinergici oltrepassanti il territorio del facciale. Inoltre, l 'a .~sociazio11e di dieviazioni dei buibi o.c ui.ari , di contrazioni dei 1nasseteri, l 'in1possibilità ·di parlare durante l'accessoj n1etteranno in sospet4:.o ·d1ell 'e1)ilessia. In pre,senza di lJn.a neoplasia intrarr,a rJica , gli aoccssi di e,p ilcssia jacksoniar1a si accomp.a·gneranno ben presto ad altri sintomi . Relati.va1nente frequenti sono le ipercinesie facciali dei parkinson i'ani, i11 cui si h ann o spesso artche sp11smi dei muscoli de1ln lin.gua, de]ln nuca, della ir1astic.azione e della deg-l11tizione. 10 iperci n esie si pr-eisentRno ~enza ca11sa 1

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SEZIONE PRATICA

talea .~pecial111e11te dopo ese'C'cizio fisico. Si tratai)1Jareu te e se1ua regolarità nè di ritn10 nè di ta di u:na sinto1natolo·g ia che ricorda I.a neudurata. Non so·n o influenzate dalla volontà e rosi post-traur11atic.a. ~ u11 ·d isordinc1 funziosco1npaiono durante· il so11no. ~1.aJ~ cl18f seg·ue la conl!mo·z ione e che. colpisce Fra le ipercinesie seconda1ie .è anche da L. 1nenzio11ar·e quella cl1e colpisce l'elevatore del- i1 sistema r1ervoso autonomo . l(t palpebra, superiore (1c1h e n el morbo di Basedow costitu~sce il segno di Graefe). Questo spa- La diagnosi precoce dei tumori midollari. s1r10 tonico bilaterale consecutivo a lesio11i (.e(l\il. DE CRINI ~'). Deulsche lvl ed'iziriisch,e W ochenre.b ra li a fo colaio ·è in rapporto : 011 una loca- - sorijt, 22 marzo 1940). lizzazione p1e1duncolare . La 1 diagno~i precoce ·d ei turnori del midoll~ La n1.orfologia di questi spasmi, di origine spinale ha una . notevole irnportanza in quanto G<:'11trale o periferica, è abbastanza caratte·r iL.onscnt.e l 'interveuto chirurgi.cc prirr1a cl1e si st.ica .P er il caratteTe, la ripetizio11e o la sede siano verificate lesioni irr.e parab1ili. per i1nporr-c la diagnosi a·d un o,s ser vatorei atNella grar1de n1agg·io·r anza dei casi i sintomi tento. fil . iniziali durano 111olto tempo e quindi si ha la v.ossibi1ità di r ilevarli e ric,onoscern·e il signiLe sindromi commozionale e post-commo- ficato. Ma purtroppo so110 spesso confusi con zionale. rDanifestazior1i di altre affezioni come la ttcia(e. T. VAN VALKEN13URG. 1 h e Lain1cet' 1o giugno tica, la nevralgia interco·s.tale, il reum.atismo rr1uscolare, la neurile e·d artch e ·di 1nalattie de11940). gli or ga11i interni, ·dell i:Ò.testino, del fegato, La diagnosi di corr1mozione è usualmente della cistifellea, d·ei reni, dello ston1aco del, basata ~ull 'associazione di perdita della co·- 1,utero. s.cienza e traurrta del 1ca_po . Ma quest'asso·c ia. Il _.d.o lote è tra i fiintomi precoci più signizione si può av.e re a n ch e 11ell ' epilessia, nella f1 cat1v1 . È presente nel 90 p·er cento dei casi. apo'pleissia e anche n ella se111plice &incope. AnPuò essere localizzato o vagant·e -ed ha caratche l'amnesia r etTograda , ch e si ha nella co,m teri va ri . ·È ·dia considerarsi come un fenomeno mozione, Fii può av.e.re in altre con·dizioni, seb· irrita tivo delle radici posterio·ri (dolori radibene più raran1ente. Gli altri siintomi, cio1è cecolari), ·d ei cordo11i sensiti,,i (dolore cordonale) falea e vomito·, non si hanno sempre e non e ·dei rami posteriori (doler~ spinale). sono patognomonici. Il dolore radicolare è diffuso nel territorio L'A. ritiene ch e un seig110 o.b .b 1ietti vo ·d i co·m di distrib·uzione della ra·di c:e interessata, e 11elntozione è quello da lui descritto t1el 1931 e cioè la linfo·p enia . Essa spesso è p resente !&Olo lo stesso lato1n el quale ha se.de il tumore. Sol0 n el primo giorno do·pl() il traun1a, m a qualche ecoezionalm·ente può es~re c ontrolaterale a volta anche fino al terz,o o quarto giqrno , mai se1guito <li pressione esercitata dal tumore sulla ra<li.~ e ·d~l lato opposto . Il (!olore radicolare lJÌÙ ~n là. Conte1111p orane.a n1ente alla linfo1Jer1ia si ha scomparsa degli eosinofi li con ]eu- può aversi .1 nche quando il tumore ha una localizzazione. alta. C<)'Citosi !)Olin1orfonucleare (10. 000-30. 000). Il dolore cordonalè .e spinale è accompagnato Su 241 C<l.si 1dell 'A. la linfopenia è stata preda parestesie tattili e termich.e e nei tumori sente i1.el 91 % dei casi , la 1Jerdita di co·s cienza n el 98 % circa e l ' a mrlef'tia r·etrogra·da nel 94 %. extramidollari ha inizio per lo più, r•ei segmenti Si co1\ &idera linfopenia a&&o]uta un numero· lPiù bassi. Ciò ·è in relazione alla dispo:;izione di leucociti inferiore a 1500. Se i linfociti 1sono eccentrica delle fib·r.e sensitive lungh·e, · oh.e perciò sono alterate dal t11more prima delle alpiù di 11500, n1a sono meno del 10 % dei lwtre. Il dolore nei turrtori ·e xtramido11ari suole cociti totali , si ha linfo·p enia r elativa . La co cr1111ozione ·è pro·dotta da .• n trauma ascendere, mentre in quelli intramidollari, che che si propaga attra, ers0· il liquid o ventrico- da11neggiano prin1a le vie, sen sitive più brevi, lo.re e colpisce prevalentemente la r.e1g ione &uole discendere. I dolori cordonali ·e spinali hanno un caratposta a ttorno al terzo ventricolo. Perc.h è comtere ottuso, sono .sentiti_ nella profondità ·d ei TJiaia la tria de sintomatiica è n ecessario che sia col1)ita ]a regio·n e d e1ll'ipotalamo. Qu·e sta lesio- inuscoli, e diventano più forti nella posizi o·n e ne è :rev.ersibile, a meno ohe non ci sia stata sdraiata con la percu~sione delle ap·o fisi spi• nose. , emorragia. La percussione delle apofisi s,piinose è un meQuand·o· il malato ri.acqu~$ta la coscienza, il todo di esame che non va mai tr1scurato quanprimo segno a scomparire è la linfope nia . do si so &petta un tumore midollare. Va pratiSe n ello spazio di tre m esi il malato non è in gra·do di ritornare alle sue occupazio·n i è cata con il oo·m une martello per riflessi e facer1do metter·e il paziente in decubito v·entrale C·ert.amente 11ello stato post-commozio·n ale . con appoggio sui go111iti o sulle ginocchi.a e teI sinto·m i del~.o stato· post-commozionale sono: incertezza ·della memoria, fa cilità a stan- st.a inclinata. Anche nelle spo·n diliti la percussione delle car si fisicamente e mentalment.e1, ipersensibil]tà , instab.ilità vasomotoria e1d emozionale, oe- apofisi è dolente ma lo è ir, qualsiasi posizione 1

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cc lL POLICLINICO »

e d 'altra par Le il dolore sporttaneo manca in detta p osizione e nel decubito dorsale in c ontr.as Lo ·Co11 quanto avvierte n ei tt1111ori siano e•&si extra- o intramidollari. Nello stadio iniziale dei lun·1ori i1lidollari si può osservare cl1e le apofisi al disopra dei seg·i:ienti lesi sor10 i11doler1ti .alla porc u&~ione prat1cata quando il sogg·e tto è in posizione eretta e sor10 i11vece dolenti quando Ja IJer cussion·e è jJraticatD nella posizione gorrtiti-g·inocch ia. I tu111ori dei ba ssi segmenti lomb,a ri, sa crali o della c.auda equ in.a co1r1in ciar10 molLo 6pesso con d·o1ori a tipo iscl1ialg·ico. Ma a nche n ei tun1ori d ella sezione dorsale si può avere un quadro sintomatico che può far i)e n ~are ad una 8ffezione r eurnatica della muscolatura delle co.scie e delle ·g ambe. Per precisare se si tratta di dolori da n eul'Ìte ei nevralg'ia dello sciatico o da reumatis1110 muscolar e , oppure di dolori centrali è utile praticare un'iniezione e,pidarale d1 30-40 em e. di soluzione fisiologica e {li 8-10 <"'m c. ·d i soluzione cli novocaina al 0,5 %. Tali iniezioni non l1anno a lcuna influenza sul d olore d ei tun1ori Jnidollari, mentré alleviano il dolore di una :sciatica. Nella faJse· iniziale di tt1n1ori n1idollari si po·~sor10 avere anche disturbi vac;omotori e alt erazioni del tono muscolare. I disturbi vasiomolori si rivelano con s l1ie -O.ermog·rafiche bianche nella zona cutanea corrispondente al seg·m ento o alla radice lesa. Nella ~ t-essa zo11a si può risc ontrare il fenomeno della jJelle d'oca e l'iper est esia tattile. Nel territorio radicolare dolente iSi può avere t•.n ipertono rnusco·lare talora acc0mpagnato d:a. spostarrtento delle .12arti (deviazione d el capo per co11traz.io ne del trapezio, ec.c.) Tale ipertono può essere scambiato co11 la difesa muscolare ed indurre in errori di.agnostici (appendicite, e.al calosi renale, e.cc.) . Comunque è da co11&iderare con1e una vera difesa la conl1azione reflettoria-tonica d ella muscolatura paravert.ebrale, che si riscontra frequentemente nei tun1ori n1idollari. Ancl1e la debolezza e l' alro'f ia niuscolare pos-sono esser e tra i sintomi precoci. P er lo più si tra tta di paresi costanti o transitorie di sing·oli gruppi n1uscolari accompagnati d.a segni piramidali. Tai volta non si riscontra che una modificazione unilaterale dei riflessi tendinei. I11 ogni caso i fatti motori compaiono quasi ~.E.mpre insieme o dopo il dolore. Uno speciale inter·esse è la combinazione di di1&turb·i sensitivi e m ·otori con una sindrome analoga a quella di Browrt-Sequard: ·d al lato del tutnore si hanno dolori radicolari, sintomi piramidali e disturbi della sensibilità superficiale e profonda e del senso muscolare, e dall'altro Jato indebolimeto o scomparsa della sensibilità termica e d 01orifica. Durante lo stadio iniziale non si ha quasi inai una vera e propri.a paralisi. Quando questa si manifesta bisogna già pensare a gravi al1

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terazioni del 111idollo e ad u11 neoplasma a svilujJpo rapido. Un altro sinto111a precoce molto importante è ciostituito dai disturbi ves cicali che possono vtrifica.rsi non solo i1ei tumori del cono e d.ella cauda ma anche in quelli del n1idollo dorsale e c ervicale. Sono più frequenti nei tumori intra111idollari, sogliono di ~~olito preoode·re i disturbi rettali e mi·g liorare rapidamente dopo l 'as.p ortazione del tumore. Tra i disturbi simpatici dello stadio iniziale v.anno segnalati la sindrome di Horner. nei tumori del midollo cervicale inferiore e ·d orsale, l'iperidrosi o l'anidrosi segm.entaria o n·oin , e che nei tumori dcl mi·dollo cervicale può essere localizzata ad u11a metà della faccia . La punlura lombare fa rilevare alterazioni idrodinainiche e chin1iche del liquido cefalor.t.tchi·cliano. Il liquor esce a goccie e do po poche goccie cessa di fluire. Il flusso d·e l Jiquor per altro non ~ubisce l e oscillazioni ritmiche con i movir11enti respiratori. 1'utto ciò dimostra che il pnissaggio del liquor è interrotto da un ostacolo nel canale vertebrale. Se ne 11.a una confern1a nel fatto che il fenom·e no di Queckenste·dt (aunJento della p ,ressio11 e d el liquor in seguito alla com.p ressione -d i ambo le giugulari) è negativo. Nel liquor si ha i11ol tre la caratteristica color azione gialla (xanlocro·1nia) ed un notevole a umento di albu.mina. Ma il numero de·l le cel .. lule rimane in varialo o è di poco aumentato, il Ghe depone contro 1'esistenza di un processo infiammatorio. La puntura sottoccipitale o della cisterna dà un liql1o·r nor1na1e e ciò confern1a l 'esi_stenza di una sottostante interruzione d.e l passaggio del liquor stesso·. Solo di rado si trovano nel liquido cefalorachidiano cellule n·eo.p lastiche che possano far riconoscer.e I.a natura d·el tumore. L 'imm.agine di contrasto ottenuta mediante i1tiezio11e di iodipina in seguito alla puntura sottooccipitale consente di determinare se si tratta di tumore extra drurale , extra- o intran1idollare, e subordinatame11te anche di far la diagnosi della natura del tumore. Nei tumori extramidoll.ari, che sono per lo i1iù rnenin·giomi o neurinomi, la base de'1l'arr·esto sul tumore è larga e per lo più conca,ra. I neurinomi hanno uno sviluppo molto più lento dei meningiomi. I tumori intramidollari (gliomi) danno una base di .arresto in.e no larga. L'ombra della i·o·dipina si presenta come u·n am.m asso late·r ale, che si ester1de in senso 1011gitudinale a mo' di f.n~cia e talvolta a vvilupp1 a il n1idollo co·m e un pol•s ino. ~ be11e pr.e·cisar e ch e il tumore si trova alcuni millint·etri ed anche un centim.e tro al disotto dell'arresto indicati) dall'om.b ra radioscopica. Un'ombra esclusivamente l aterale corrisponde .ad un tumore extradurale di o·r igine vertebrale (sarcorna) . Dn. 1

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CENNI L.

PRETI.

BIB LIOGRA FICI< 1>

Tr.allato di patologia medica del la.-

voro. Un vol. in-8° di 853 pagg., con 17 J. figg. in nero e 71 a colori, rilegato. A. Corclani, Milano, 1940, prezzo L. 160. Il prof. Preti, che del Devoto continua la tradizione e i ·insegnamento nella stessa Clinica da questi fondata, ci offre con ques.!o v~­ lume, ch e si presenta bene anche d.a l lato editoriale., una vasta trattazione di un gran nu111ero di for111e morbose cpe · nel lavoro· trovano gran parte della loro e&senza. Come indica il titolo, la n1ateria vi è svolta dal punto di vista della patologia medica n1a, ben lungi dal Ìimitarsi a lla sola patologia e terapia, l 'A. ha ir1quadrato q11esta ·n el campo del lavoro, svilu]Jpando anche la parte riguardante le necessarie condizioni patogenetiche, i m ·ezzi di preYtnzione e d'igiene, nonichè gli opportuni riferimenti legislativi. Il trattato, alla compilazio11e del quale ·han110 contribuito anche quindici collaboratori, si presenta così com·pleto per ·gli scopi speciali a cui è destinato, ·d i fornire ampie e sicure· noiJoni per chi si occupa di questa branca di me<licina e di igiene del lavoro, destinata ad un 5empre maggiore sviluppo. Dopo un capitolo introduttivo sui c·enni di. semeiotica medica professionale, sono trattate le intossicazioni nelle infezioni ed infestioni p1ofessionali. S~o-uono le malattie professionali da ag·enti fisici, le allergiche e •q uelle da eccesso di lavoro. A parte ~no considerate le n1alattie profes&ionali di alcuni apparati (articolazioni, app . digerente, visivo, oto1p atie e•c c.) , I'in1portante capitolo delle dermatosi, le deforn1azioni e le discinesie. Nell'appendice, sono considerati l'alime·n tazione della classe operaia €d agricola, l' orientamento e la selezione professionale e la legislazio11e sul lavoro. fil. 1

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(e1 co llabo ratori). Ma.nu.ale Meclico di Dia.gnos/,ica e Terapw. Pubblicato a

S.

RovERSl

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curoa d·ella S. A. Farmaceutici Italia, Ed. L. di G. Pirola, Milano ,~ 194.0, p·a g. I-XL,· 1-810. "

u11 n1nnuale tai&cabile sta111pato su carta sottile, concepito quale un vaçfe:m ec'u m p~r il n1C?dico pratico. Ricorda un po' il TaschenJahrbuc.h ·d er The1rap~e , che vien e edito co~ molto succes~o ogni an no in Germania e l 'ottimo De C&roli!3 che fu stan1pato irt Italia per la prima YOlta n~I 1906 . Le i1 t "• Lattie sono distribuite in nun1erosi capitoli, ~volti da autori c~_peitenti s&ifl!i , e di CO'nuna è detta la rjian-nost1ca e la t erapia. Sono 0 svolte anche tutte le nbrar1ch e sp,ec ·ta l.izza t e, per qua11to in1 ercssi110 il n1'edico p1:atico, ~mp~'ese l'of!tetri r ia ·d 'urge11za, la ined1c1na ass1cuTativa, le ricorche ·di laboratorio f) ÌÙ con1uni. Nun1e~

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SElIONE PRATICA

(l) Si prega d 'inviare due copie dei libri di cui si desidera la recensione.

t:Use soino~ le tabelle, incluse alcune che non c i si aspetterebbe di trovare• in un testo di inedicina. Chiude il volur11e un cc dizionario dei medicamenti » in 140 preziose paginette scritte certamente da un intelligente << certosino ». Nitido, preciso, ·detta·gliato, il volumetto è iJ n1igliore di quanti ·del •genere abb1ia visto; esso inoltre ha come di Cesa-Bianchi nel i)re.s entarlo, uria ch~ara impro·n ta d 'italianità e di ciò, va dato il m erito agli autori e alla 1F arn1ace1u tici Italia, che 11a curato una cosl elegante edizione. Il libro si chiude umar1isticamente con una ~ecente&ca · cc p refazion01» del tipogr.afo Cavalco, il qu.ale rico,r da che « in, tutte le a.ttioni hu1

nlane qUOJsi dli, necessità con.vien. che succedano de gli errori Q. E 'P'i ù che ril evare errori io vorrei dare qualche consiglio p er il futuro; sareb-' bie forse p1referibile un minore spezzettamento de1la materia, una più b reve trattazione ·di aIcuni capitoletti di diagnostica che non hanno carattere di imme,d iata applicazioné p;i-atica, e ~oprattutto1 : ·attenzi,)ne a un pericolo I Quello di ipertrofizzarsi; sarà m .e1glio che il manuale tenda a divenire, più sintetico, piuttosto che a crescere; perderebbe altrintenti la sua esisenziale, la sua miglio1re c.aratteristica. M. l\'1E.SSINI.

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e S. hlTZ. Le traitement a1ctu el de la tuberculose pulmonaire. Un 'vol. in-8'0 di vVEILLER

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234 pagg. con 44 r.adiografie e 13 figg. Vigot f:vères, Paris, 1940. Prezzo fr. 90.

Contro quella che è stata chiamata « la malutti.a che non perdona » ~ i ap1)untano 01g·g i tante: atn1i che le hanno tolta la tragicità di u1i tempo. Orientarsi, però fra i vari mezzi terapeutici , scegliendo quelli adatti nel sin~o­ lo caso non è sempre a:gevole per il medico pratico a cui sarà pe1tanto n1olto utile. qu.esto lib·r o a cui il prof. Ramon d nella prefazione giustamente riconosce il merito di essere com· pleto e molto p(r eciso1, mettendo alla p 01'tata di tutti i medici non specializzati i metodi attuali di trattam,e nto 1dL qt1:esta rrnalatti~, in modo da poterne generalizzare l 'uso. Gli AA. si occu·pano d.a pprima dei dati essenziali ·della diagnosi, con·&iderando poi le va .. rie forme della tupe!I.'colosi dal punto di vista della terapia. Do·p o un breve capitolo sulla p1 ognosi , si passa ai preliminari della cura (nel senso· della preparazion~ :del. malato. e ~el­ la psicoterapia), alla cura 1g1en1ca ~ d1etet~rea ed ai ,d iv·ersi meto·d i ·di collassoterap1a, medie.a e chirurgica. . . ·. Troviamo poi considerate la ch1m1oterap1a, le terapie bio1logiche e le c.u re sinton1atiche: Jn capii toli a parte, sono trattate la t11])ercolos1 della pleura, il pn·eurr1otorace ·5ponta11e?, Ja. tu: bercolosi infantil e .e senile. le local1zzaz1on1 extrapolm·o nari, no11cl1è varie question~ come le n1.alattie inter correnti, l 'alcoo·l ed il tabacco, ecc. :Oa ultimo , i criteri di g·uarigione .e le diretti,re della lotta antitubercolare . fil. 1

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u

AccADEMIE, Soc1ETÀ •

MEDICHE,

lL POLICLINICO »

CoN0Ress1

Accademia Medica Pistolese ''Filippo Pacini ,,

,

Centro Culturale del Sindacato Medico della Provincia. ,.

Sedula del 24 aprile 1940-XVJII . l'I fenomeno di Narcus Gunn.

· Prof. D. Rossi. - L 'O. ne descrive due casj : 1) si riferisce ad una giovane signora di 27 anni da Firenze. Ptosi della p,alpebra superiore destra n ello sguardo orizzontale ed in basso,, solclella levamento della palpebr a nell 'ab,p assamento 1 ., mandibola durante la masticazione. 2) si riferisce ad, una signorina ve_!ltenne. La palpebra interessata è la superiore di sinistra. Il fenomeno di questo secondo caso è più m arcato del primo. Sia n el primo che nel secondo caso gli esami sierologici e radiologici sono stati negativi. Il feno1neno è congenito. L'O. ritiene trattarsi di ·connessio11i tra • 111 e IV motrice del trigemino.

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NUl\l.

36]

schizofre11iche si o lle11gono 11otevolissin1 i resultati (68,42 % ritor11ati lotaln1ente o quasi allo stato normale nelle form e datanti cla non l)iù di 2 anni). Adunanza del 13 febbraio 1940-XVIII Trionfi della chemioterapia. I sulfamidici. farmacologia : meccanismo d'azione, applicazioni terapeutiche, tossicologia. Prof. A. AIAZZI MANCINI. - L 'O. ha illustrato l 'origine dei sulfamidici, lo studio batteriologico e tossicologico dei })todotti stessi mettendo in rilievo· la grande portata pratica e tutte le possibilità di sviluppo ch e la molecola della p-amidobenzensulfarr1ide può lrovre Ilei più svarja1i camj)i della che1nioterapia .

Adunanza del 27 febbraio 1940-XVIII .

lnsulino-terapia delle malattie mentali. 1P rof. E. RoBERTI. - Dopo una breve esposizione del metodo terapeutico e dei risultati ottenuti dai vari AA., l 'A. si S<?,f ferma sull 'importanza di .chiarire e di delimitare il concetto nosografico di demenza precoce. Passa ta quindi in rapicla rivista 1'evoluzione del pensiero clinico i11 fatto di schiAffezione retinica del Purscher. zofre11ia, con particolare riferimento al dj sturho Prof. D. Rossi. - Si tratta di u n contadino essenziale delle funzioni psichich~ che ne è alla che caduto da un albero da un'altezza di 4 m. })ase, l 'A. rileva come esso sia l 'espressione di u~ circa riportò lesio·n i al èu oio capelluto ed alla anomalia strutturale. avente radici genotipiche, a colonna vertebrale, .commo·zione cerebrale ecc. Gli cui si associano, nella grande m agg iora11za dei esami radiografici del cranio e della ,colonna casi stiumate dispastiche morfologicamente rivertebrale furo·n o negativi . conducibili disturbi d 'ordine disendocrinico. All 'esame. oftalmoscopico nella regione polare Quanto 1n~ggiori sono queste note displastiche, })Osteriore focolai bianco lattei di diverse dimentanto minori sareb.p ero le probabilità di remissioni, a forma irregolare e focolai emorragici disione del quadro schizofre1)i.co indipendenteme~­ sposti per lo più lungo il decorso delle vene. Dette te (entro certi li1niti) dalla sua maggi?re .o mialterazioni erano identiche ad ambo gli occhi. nor durata. ~Ialattia in gran parte cost1tuz1onale, L 'O. ne attribuisce la causa all 'improvviso squila schizofrenia vera sare·b be, in lin ea di m assilibrio della t ensione artero-venosa in conseguen01a inattaccabile dalla t erapia insulinica. Il vaza del trauma cranico-dorsale. lor~ pratico di q1uesta. ~oderna ~e;apia s~arebb~ invece nella sua netta azione ant1s'lntomat1ca n et On (aso di mesenterium commune. confronti di una quantità di disturbi mentali claDott. M. SANTI. L 'O. descrive un caso di M.esenterium oommune capitato all 'osservazione - morosi secondari rispetto al nucleo fondamentale deÌie vere e proprie alterazioni psichiche schiclinica e radiologica. Riferiti prevemente i dati analomo-embriologici, si ferma specialmente a · zofreniche. Segreta1i: Proff. L. P1ccH1 e A. GtANNONI trattare dei fenomeni clinici riferiti a torto o a ragione a tale anomalia e specialmente nei rapporti con alterazioni del sistema n curo-v.egetativo. Esprime il dubbio se realmente il Mesentetiu111 SEZIONE MEDICA (lenslleJ commune abbia una patologia propria. diretta dal prof. CESARE FRUCONI

''IL POLICLINICO

Il Segretario

Accademia Medico-Fisica Fiorentina. Presidente: prof. ANTONIO CoMOLLI Adunanza del 30 gennaio 1940-XVIll La cura cardiozolica in un anno di pratica nell'Ospedale Psichiatrico di Firenze. Dott. M. CAMIA. - La terap·i a· convulsivante car(liozolica rappresenta uno dei migliori mezzi che al momento attuale po-s sono essere impiegati n ella· cura delle inalattie 1nentali. È più efficace nelle forme di data recente, poichè nel 71,42 % si ha il ritorno totaie o quasi àllo .stato normale, inà. è anche di una certa utilità nelle forme di data più remota, ossia di 3-5 o più anni di mala Ltia, nelle qtiali si ottiene il 41, 17 % di miglioramenti. La perce11tuale più alta di esiti favorevoli è clata dalle forme affettive (97,68 %) e dalle forme co11fu sionali (73,33 %), ma anche nelle sindromi

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Il Numero 9 (Settembre 1940) contiene: LAVORI ORICINALI : Costant ino J ANDOLO

Sirio LENTINI e Anacleto CIRENEI

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Lorenzo LAPPONI N SABATUCCI-'l RAJNA 1

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Sulle sindromi ipofisarie di or1g1ne traumatica {Descrizione di tre casi clinici ). Formazioni linfatiche del ri no-faringe prima e dopo involuzione del timo da raggi Roentgen (Stu. dio .anatomo-clinico). Ricerche suHa magnesie· mia in rapl?orto con l'ul·

·1 ~ra gastrtoa e duode·

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IO Prezzo del Numero L. 6 , Abbonamento annuo alla Sezione Medica: ltalld L. 60. • Estere L. 70 Se cumulativo con l a Sezione Pratica: Italia ~· 1 2 5 . Estero L. 1 8 O · se cumulativo con l a .Sezione Pra· tica e con la Sezione Chirll'gica: Italia L. 1 6 5 · Estero L. 2 2 O. Inviare Va.glia Postale alla ditta LUIGI POZZI editore Via Si stina 14. ROMA.


(ANINO XL VII, Nu~1. 36)

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SEZIONE PRATICA

PER IL · MEDICO PRATICO.

APPUNTI

- SEMEIOTICA E DIAGNOSTICA. ._Il problema del dolore dal punto di vista clinico. La perciezione del dolore· :notc;t I. 1-Iatting·berg (1l1iin ch. J)Jeàizin. lVochens_ c hr., i1. 14 g·. iugno l f•40) è un.a funzione sensoria le. Mentre però · le funzioni d egli altri sen si sono r e1g olate1 sug li .sti111oli corrispo11de11ti in n1odo d8. in dicare entro certi limiti ab,b astanza ristretti la &ed e, la ·durata e la natura dello stin1olo, il sen so del dolore ·è insufficie11ten-iente regolato verso g li stimoli ch e lo eccitano. Così la intensità d el dolore percepito non è in proporzio1n e con la intensità dello stimolo; un dolor e ch e duri a lungo non rimane localizzato alla sede in cui agisce lo stin1olò ma si irr.a dia allei regioni circostanti, an c·h e 1011tano, p ur _en za ch e Stia colpito dalla c.a u·5a dannosa un filamento nervo~o cospicuo (irradiazione a l bracci o . . inistro dei dolori della angina pecloris, a lla cute del1'addoni.e dei dolori da ulcera gastrica); infine le sen sazioni dolorifich e sono indi solubilmente collegate a feno meni riflessi ch e· in g·ran · _1Jarte determinano il r.aratter'e ·d el do·l ore (senso di .ango·s cia e di mo·r te imminen te nella an- · gina pectoris). Considerando il dolore come legato ad un organ o di sen so, esso ha evide nte.111ente la funzione di un grido di allarm e di fronte a qual ~he peri.colo. P erò la localizzazio1\e ·della ~a usa dann·osa riesce1 bene, solo sei colpi.sce g li strati esterni. del co·r po : in gen ere si può dire ch e la localizzazione. del dolore n e1lle v.arie parti de.I corpo ri esce tanto più perfetta: ·quanto p iù spesso la parte ,·i en e colp ita dagli - ·ti111oli. Negli orga11i interni g li stimoli dolorifici sono più rari e •5on se111pTe p«tologici: in c1uesti organi la localizzazion e è molto ini_1)erfctta. Tra gli organi interni lo s.ton"l.a co è ·spesso sede di dolori: quindi I.a localizzazione ·esatta a llo sto1naco è di regola . fa cile. Sono · in,·ece; 1r1olto incerti e conft1si i <loloTi pro,10. cati da un a·scesso dei fegato : n è è po.s sibile ·distinguere n ella per-eezion e dolorifica due di- tinti focolai morbosi n ella cavità addominale. Al contrario da tutl e le altre pe r cezioni se·n ·:,oriali, quella d·eil dol·ore si ··Duò autonomizzare. ··c ompletam.ente quanto a durata, esten sio11e e riflessi concomitanti: il dolore di,renta allor a lIDa malattia a sè, senza più alcun rapporto con la causa che lo ha provocato . Così sotto l'}'azio.n e continuata di piccole ca11 e dannose rch e1 si sottrag·gono alla n ostra CORCien za e ch e ·in sè non co1npo·r tano .a lc,u n pe1·icolo per l ,or.,g·anismo, si può s' riluppar e una V·e ra cc n1alat' ti.a del do1lore n . Que te con siderazioni sono irr1p.01~tanti. P.er la. ~ura del ~01lore : i:nentr~ -J.n -1utt1 i casi in cui il dolore e un grido d1 allarme, ·è necessario identificare ·e curare, p iù · c-1).e il dolore stesso, la cau sa cl1e lo pro, oca (cura indiTetta del dolore) nei casi in ct1i il ·dolore. si 'è autonon1izzato è O'Pport11na la cura ·diretta, f:enza t ener co nto della rn u ~n prirna , 1

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an cl1e senza ricon oscerla . Così una sciatica cronica può .g·uarire in se guito ad un·a sola ir1iezione di novocaina , se eseguita ~l p unto g·iu·~to : e&5a ha interrotto il riflesso· vegetativo (la narcosi non vi riesce) attraverso cui il dolore, in otrigin€r p1ro·v ocato d.a calcificazioni vertebrra li o· da punti cicatriziali del n er vo, s.i è é.1 uto11omizzato. P. f:

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Diagnosi differenziale dei dolori addominali a tipo coliche.

F. Lon1n1el

( ~J ediz.

1'l1 elt, 29 g·iugno 19±0)

rileva 1cl1e in casi ·di spasmi n ella regio n e epi' g:astrica si do·v.ranno poter scartare i 'ap pendicitc e le affiezioni bii liari 1)rin1a cli attribuirli allo s tomaco. ·Gastrite, ult~ ere ·gaRtrica e duoclenale possono cau sar e i dolori, si pen si però ar1 ch e a lla possibilità ·di crisi tabeti.c.h e . Anch e l 'emicrania si a cco·m pagna •&pesso a disturbi inot ori e secretori dello· ston1aco. Dolori epigastrici si hanno talora llella ~tenocardia: dolori del tutto· simili sono p1'ovocati dall'inoune·a rsi d ella -parte cardial·e 1dello stomaco neJl 'iato esofageo, il riempimento· gastrico con liquidi g-.8ssosi elimina que ..;-ta condizione. Disturbi b iliari son o particolarmente freqt1enti n el se-&so femminile; n egli spasmi della cistifellea i dolori mostrano una ·d ipendenza da i pasti analoga a que1lli del} 'ulcera gastrica, ma per lo· più si h a una ipo- o .a nacidità (n el 50-90 % deì 1

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ca~ 1' ì,.

l Tn feg·ato .da stasi può tJro,1ocare accessi ·d o·lorosi quando, ingro&sandosi ulteriormente dopo i p·a sti , esso t ende f.0 rten1ente la capsu] a se11sibile. Un dolore, all' e1p igastrio sinistro accom pag 11a rnoìte. affezioni del pancre.àsi, esso' si esa cerba accessualn1e,nte: do·p•o1 i pasti. IF e·g ato· e pancreas son o confi-m:anti co·n i reni e i baci11 etti: quindi la confusione1 con dolori pro,-oca ti dall e vie urinarie, da pieliti, da nefro1itja:;.i: qu est,ultirr1a può t alora simulqre un ileo da strozzan1ento (collasso con · 'lomito·, s.p asnìi e paralisi riflessi del] 'intestino, persino von1ito .fecale), c1 così pure l 'infarto· renale· (ematuria!) . Attenzione alle zon e di ITead. Crisi renali tabelic·h e posson o simulare· colicl1e da n·efro1i Liasi. Il rene i11ig·ran te può i)ro,1o·c are colich e nelle più di,rerse regioni, per torsion e, stirarnenti , idron.efrosi 'intermittent e. Riposizione manuale del re11e in decubito dorsale rimuo.v e i dolori . Esame r adiologico. Dolori irtten si po 5sono· accom_pU!gnare la cc ossaluria parossistica » (p1recipitazioni di os alato (}i calcio n el reI)e) e la fosfaturia (forte stin1olo alla minzion e, ten esmi dolorosi , dolori a ddominali a tipo colich e). Colich e da spasmì int e.~tinali si hanno , oltre ch e· nell'appedicit3', n ella colite del 1$ign1a (ingrossa111cnto• a salsiccia, diarrea, spesso febbre e leuic ocitos.i) n·ella entetite del t enue (dolore a lla pres~ io n e a sinistra dall'oro1

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cc IL POLICLINICO »

helico e a sir1istra della prima vertebra 10111bare; ir1izio ·delle colich-e1 pocb .d o po la in.o-estione di cibo) e nella colica m.u cosa o e~terite m embira11acea (soariche· pe·r iodiche di muco con coaguli m.eniliranifonni, spesso accompagnate1 da forti coliche; muco inLestinale rioco di eosinofili e di cristalli di Cltarcot, indici di natura allergica : ta.lora ·oli.ch e :~o&ì i11tense e dura.ture da simulare la peritonite). I1r11Ji0Ttante ca:usa ·d i coliche sono le stenosi d el canale dige1rente, da cicatrici,· neoiplasmi, sp asmi, o comp~e. ssioni. · N·elle p1e rso·n e .cli età penRare al carcinoma. Catarro intestin.ale c.ronico1 evidente non b asta per la ·diag11osi : è spesso un.a conseg·uenza della ·~tenosi. Utile nelle stenosi l'esame radio lo·g ico ~e1u.a m ezzi ·di r-.011tr·1sto (gas e livello liquido sopra il i)unto stenotico). L'ileo da ot- . turazio:ne può avere inizio graduale (ostacolo ba~'bO del r etto) o violanto (ostacolo in1pro, viso). Gravi segni periton·eali fin dall'inizio nell'ileo da strozzamento (nel 44 % dei casi d.a ernie). All'inizio, importante per la lo calizzazione, il rigo.n fiaplento isolato dell'ansa lesa; in seguito·, di q11elJ.e a monte. Altre cause ·di coliche gravi sono l'emb-0lia e. I.a tromb·o·&i dei ' rasi inesenterici, talora un.a emorragia intestin.al e facilita la <liagnosi. P. 1

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Un nuovo mezzo per la diagnosliea dello ston1aco. Fin dall'anno 1926 &i u sa la istamina per la diagnostica funzionale dello ston1aco. Ess·a rappresenta lo stin10Jo più intenSQ finora cortosciuto per le glandole gastriche' acido-sece·rl)enti, superiore alla caff.eina e a tutti gli altri « acido-eccitato1·i ». La mancanza ·di una secrezio ne acida dopo iniezion·e di istamina d·eve1 far pensar e ad una estesa · distruzione delle .g landole acìdo-secern·e nti: se allo 6tesso t.emp 0 mancano i fermenti digestivi d ello st·omaco si ha una acl1ilia comp le.ta, espr0ssio11e clinica ·di una avanzata atrofia d·ella mucosa. Jl va~to uso diag nostico della istan1ina è stato ostacolato da inconvenienti seco ndari: ancl1 e con u11 dosaggio .accillrato si ha nno talvolta u11 n1olesto senso di calore con forte arrossa111e11to del vi&0 e tacl1icardia con sens-0 di palpitazioIte. Un preparato chimico affine al gruppo ad re11alin.a-efedrir1a, una irnidazolina idrosolubile vicina a lla istamina, usato con1e vasodilatatore ed ipote11sivo ·è stato studiato in molte c.entinaia ·di casi da W. Thiele (Klin,. W ach.enschr., 27 giugno 1940) n ei suoi effetti sulla secrezio ne acida dello stomaco . Esso ha un.a 1~pi ccata azione· acido-iec.citativa, su·p eriore :a quella della caffeina ·e ·dél pasto di prrova: se il parenchin1a glandolare d ello. ston1a cò fu.nzio- . na normalmente, la inie~ione di 10 mg·. ·d i priscol provoca Ja secrezio,n 2 di acid·o· cloridTico libero risp. un aume·n to della acidità. In casi di di$tt1rhi funzio·n ali d el parencl1im<l gJandolar(' può e~re neoeis sario ripetere ln iniezione dopo 11n breve intervallo pel' ottenere 1

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la secrezione acida: i11 qu~'Sti casi la acidità si mantiene piuttosto ba&sa. Nella maggiOlì parte dei ~azienti .in cui il prisco} non provoca .una secrez10ne acida, questa non avviene nep1~ure dopo iniezione di istamina : in singoli casi però in cui la caffeina e il prisco} erano. s.t& ti inefficaci , la istamina riesce ad eccitarel.a secrezione acida. L'azione del prisco} è ·dunque un po· inferior:e1 a quella della i~tamina : cli fronte a questa ha p erò il vantagg'io· di non provocare fonomeni ac,c essori molesti, nemr11eno :&e la iniezio ne viene ripertuta a b1reve intel'vallo nè se si iniettano 2 eme. Non si hanno disturb i locali al postò della ir1ie-zion·e. I piazienti co11 li evi disturbi circolatori tolle1·ano bene il prisco! : n e·l1e malattie serie del c uore e della circolazione esso è controindicato p er cl1è come è stato d etto, dilata i yasi erl abbassa la pressione del sangue. P. ... 1

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TERAPIA Emorragie gengivali e vitamina K. G. IF asoli e O. Hoffer (La stom,a tologi,a i:taliana., luglio 1940), che già si eran·o o·ccup.ati "del! 'influenza della vitami11a (: sulle errJorragie· .g engi,7a li (influenza (·h·e . si può · sp1iegare con azione sul maJ1te11imento delle sostanz~ pirotoplasmatiche d elle· pareti vasali), har1no studiate il comportamento, della vitamina K &ulle· stesse emorragie .geng ivali. D.an1 ha scoperto .la vitamina K nel 1,929 estraendola dalle ui .. a11te verdi. Successivamente· Almqui.3t e Klose la isolaro110• allo stato cristalli110. Roversi n e studiò il potere terape.utico ah- tiemorragico in un caso di ipoprotroinbinemia e più precisamente· di itteTo da ostruzione. Egli" rJensa che .la vitami11a K .a b·h ia potere antiemor:ragico i5olo nei casi di ittero da ostru'Zione e· nòn in altri 1c.asi di emorragie da diat.esi emo·r ragica , perch·è w l i1ell'ittera d.a ostrvzione si· hia in5tufficiente sintesi ·d i protron1bina. , Su 4 casi di emorrag·ie gengivali ourrati .da-gli AA. colla vitar11ina K in 1 solo· ebbero ri-- . sultato so_d dis faoente. Negli a ltri ottennero· ar-re5to dell'emorragia solo coll 'aci·do ascorbico. ·An c.h e il te1111Jo di coa~ulazione non si è seDi&i-bilmente modificato coll 't1so della vitamina I<.. 1

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L. emorragica dopo terapia arsenicale cn-rata con vitamina P. D. R. G'J·rrie (The Lancel, 1° giugno 1940) ri-COT·d:a ch e nel 1938 Jerrsi},d h,a a'ruto b·u oni ri-. sultati nella porpor.a di Lehohlein-H·enoch in-sorta ·d o po terapJ.a .arsenicale e ch e in Inghil-terra .due 5oli casi furono deR·c ritti da allora, da· Scarborongh e Stcwart. .. Un caso descrive· l 'A. Si tratta,1a di uno sca- . polo, trentenr1e , ch e aveva avuto gonorrea nel' · l !H28 e poi nel 1936. Nel 1937 aveva avuto si- · filide primaria , per etti fu sottoposto a trattaPorp~ra

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n1ento arsei1icale. Fino al 1939 egli ~i curò insufficientemente. In quest'anno .ebb·e ulcera prepuziale da cui si ottenne il treponema pallidum. IFu interpretata questa le&ione come ur1a reinfezione. Gli furono fatte sette iniezioni di arsfenarr1ina e sette di bismuto. Diciotto or·e dopo l 'ultima iniezione di arsfenan1.i11a ·eb be un' eruzione di petecchie agli arti inferiori ed emoirragia della bocca e della vescica . Successivamente ebb e petecchie anche alla fronte, al tronco e agli arti superiori ed ,ecchirr1o~i nelle zone ·dove· erano state praticate le iniezioni endovenose ed en·d omuscolari. Non si e1b be nessun miglioramento da inie-. zioni di tiosolfato di sodio e di g-liconato di calcio. Ebbe poi angina necrotica con cultura negativa pel b. della difterite. Il quadro ematologico era quello della trombocitopenia, leucopenia e1anemia norn1ocitica. 1F u iniziata la r5omministrazione per bocca di vitamina P (0,25 gr. ogni due ore di Hesperidin Glaxo). Dopo quarantott'ore, per la prima ''olta non ·ebbe più sangue nelle urine. 1F u fatta a11che una trasfusione sanguigna. L.

la quantità (Scl1roeder) e per le qualità biochimiche (D'Erchi.a). · La durata ,deUa -g ravidanza è naturalmente .in rapporto 1c on quella del ciclo estro-rnestruale, che può essere di b.reve, media e lunga durata a sec;o nda l'epoca della ovu1azio11e.

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.A.utoinnesto di dit o amputato. Sii:- ~· ~illies (The Lancet, I 0 giugno, 1940) C<)n51gl1a ù.1 fare la seguente ope•r azione in caso di dita gravemente c.olpite o amputate da un trauma. Si es-c,i dono completamente cute e sot1oc,u taneo ta11Lo del 1uoncor1e rirnasto che della porzione del dito amputato. Questa parte a cui si to1gono, oltre alla cute e ad f!ottocutaneo, anche 1'~n~hia, si pulisce pene con acqua e sapone e s1 introduce per qualche minuto nell'alcool. Si suturano i capi dei tendini. Il dito cos.ì suturato non ·d enu·dato s.i po ne in una tas~ di t~ssuto· cutaneo fatta nella . parete, addom1nale1 in mo·do che il malato vi possa te11e.re il dito nella posiziòne· più comoda. La MEDICINA SCIENTIFICA booca ·d i questa tasca cutanea -~i sutura attorno ~ Il val ore biologico della mestruazione e della gi·a· <1lla l·a·dice del diio. Dopo un periodo rr1inimo di tre settimane vidanza nel ciclo estr ale "ella donna. 1F . D'Erchia (Società Laziale di Ostetri'Cia e ::ii sezio,n.a la cuter che. copre il ·dito e si avvol~ Gineaologia, 1° giugno 1940-X"\TIIl), ricerçando ge con questa il dito stes·so, risuturan,dola alla il principio efficiente del rapporto tra durata cute 3ddominale da cui fu e5cissa. Dopo un'altra · settimana si può rimuovere del ciclo m·e struale e durata della gravidanza, si addentra nello sLudio del valore biologico lutto com'Pletando la sutura :~ttorno al dito. Dalla sesta alla dodiceRima settimana ricomtlel1a 111estruazione e della gravidanza nella 11ostra specie. Egli mette in rilievo quanto tlare la sensibilità del dito, che a volte è lieve, · segue: n·e l periodo, intern1.estruo della donna · quel tanto che basta ad usare il dito· stesso. Quest'intervento può avere più vaste applisi ·e ffettua l'ovulazione, per quanto ad e·poca vari<;lbile, ma di solito 8-10 giorni prima del- j)licazioni, potendosi, .e ventualmente, fare trali1 pross.irna n1estruazione (L. 1 Frae:nkel). Que- JJianti ·d i dita di persona morta da pochis&imo , sta evoluzione, che avvierte n.el ·periodo in- o di dita amputate .a d altra persona. ,L. terme.strualei, è preced·uta o seguita da tutti qu1ei fenome11i anato1nici, biologici e funziortali .c1h e si r15contrano nel ciclo estrale dei PUBBLICAZIONI PERVENUTECI rnamn1iferi e perciò il periodo intermestruo F. FLAREB. Patolag ia; Generale della infezione tumensile ·della donna merita la qualifica di ciclo bercolare cutainea. Tip. L. Parma. Bologna 1939. dell: estro. G. B. CornNI e G. ;B. ~!AZZONE. The · effects of 3; Questo ciclo, allorq1u ando si conclude· con 4 Benzpyrene on Humam Skin. Journ. of Cancer la rr1estruazionc, per la m·o rte dell' uo\ 0 non 1939. . fecondato, e per 1' en1is:;;ione della mucosa del- ' G. B. CornNr. 1'abercolosi gommosa o colliqua- · tiva. Scrafulidi. Linf0;ngite tubercolaJre. Tuber1:utero che 5i distacca e cade·, doiVTà es5er·e decolosi èutanea neoplastiforme. Tip. L. Parma. signato -per cic]o estro-mest1llale, invece che· di Bologna 1939. ciclo mestruale soltanto. Se poi detto ciclo dell'estro si c,o nclude con G. F. CAPUANI. L'equilibrio acido basico nei malati di (l)Sma broncliiale'. Editore F . Vallardi. la fec-0ndazione ·dell 'uovo, si svilU'p1p.a }a gravi1940. danza, che ·~l punto di vista JJ·i olo·gic,o dovrà G.Milano B. CornNr. Sindrome anemicà tipo Cooley in. chiti-marsi ciclo-estro-1gravidico. soggetto con lue congenita; di seconda generaI due· cicli, quello mestruale e quello gravizione, con tubercoilosi splenica e tubercolosi C'O ldico, · rappr:esentano l'ultirrta fase del ciclo eliquativa da ceppo bovino. Ediz. Min. Medica. strale, ,e terminano tutt'e1·due. con l'espulsione· Torino 1939. dell'uovo, ·della mucosa, -ed in genere del con- F. Russo. La reazione di Casoni nelle malattie non echinococciche. Tip. Consorzio Nazionale. 1enuto dell'utero e con un.a emorragia, la quaRoma 1940. le, in entran1be le evenielllze, si equivale per 1

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NELLA VITA PROFESSIONALE. . ATTI UFFICIALI ·

Tirocinio per i laureati e laureandi in medicina ..

Re11matismo art icolare acuto: pr ofilassi e cura.

fallo obbligo ai laureati e neolaureati dellai Facoltà di i11edicina e chirurgia di frequentarer anch·e per il corrente anno accademico, il semestre di tirocinio pratico ospedaliero prescritto daJI R. D . L. 30 sett. 1938-XVI, n . 1652 per esserean11nessi a sost enere gli esami di abilitazio11e all 'esercjzio della professione di medico-cl1irurgo.

Il Minist ero d ell 'Interno, per agevolare l 'uso del salicilato di sodio nella cura t empestiva del reu matismo qrticolare ac.uto, h a invitato la C. R.I. a farlo pr.ep arare secondo una formula approvata da clinici e farn1acol9gi dalla prO]Jria officina farmaceutica in compresse, pillole ch eratinizzat e, t abloidi di cioccolato (per bambini). Il m edicam ento in parola vie11e ceduto dalla Croce Rossa Italiana ai farmacisti ad un prezzo di puro rimborso d€lle sp ese e questi ultin1.i vengono autorizzati a cederlo agli Enti pubblici ed al pubblico pratican clo un coefficiente 1naggioritario d el 6 e d el 28 p er cento. I sigg. Prefetti sono invitati a portare quanto sopra a conoscenza d ei Sindacati, informando che g·li accordi al riguarao deb.bono esser,.e presi co11 il Comitato Centrale d ella Croce Rossa Italia11a (Via Toscana 12, Roma). -

NO.T IZI E

DIVERSE

Società Italiana di P siehiatr ia.

'

Il .Segreta.rio d.e lla Socie là co111unica: 1) I Colleghi che hanno presentato o inscritto comunicazioni al XXII Congresso d ella Societ à Italiana di P sichiatria, t e.n utosi in Firenze d al 6 al 9 g iugno c. a., o ch e h anno partecipato alle discu ssioni, sono pregati di voler inviar e, all 'indirizzo sottosegn ato, con cortese sollecitudine, il t esto dattilografato e definitivo d elle comunicazio11i o d elle discussioni, o un riassunto di esse, se d esiderano ch e i1e sia curata la pubblicazione n egli « Atti » d el Congresso di cui si è già iniziata la stampa. Delle comunicazioni o delle discussioni di cui non saranno perve nuti il testo o il riassunto entro il t ermine improrogabile d el 31 ottobre 1940-XIX sar anno pubblicati negli « Atti )) la sola indicazione bibliogr afica, o, rispettivam ente, il solo no1ne del disserente. Non sarann<J inviate ulteriori sollecitazioni per sonali. 2) A norma del Regolamento vigente, i Soci h ann o diritto alla pubblicazione gratuita neg·li « Atti >> dei loro contribu~i al Congresso per otto pagine di stam1)a per ciascuna comunicazione, e per du e pagine di stampa p er ciascuna discu ssione: le pagine in pii1, come pure la riproduzione d elle figure, le tabelle e le tavole, no11 incluse n el t esto, eono a carico d egli Autori. Per u sllfruire pertanto delle sopra accennate facilitazioni, occorr e essere Soci d ella Società e in ·regola con il · pagamento delle quote sociali . Per gli Autori non soci , an ch e se ader enti al Con gresso, la pubblicazione dei contributi è a totale loro carico. 3) Si preg·a di' indicare, all 'atto dell 'invio dei dattiloscr ittj d elle comu11icazioni, il numero deg·li « estratti » cl1e si desiderano, t ene11do presente ch e 30 copie di essi sono date gratuitélm ente, ma solo su richiest a precisa. 4) Indirizzo per la corrispo11den za : Segretario d ella SocJetà Ital\i ana di Psichiatria, OSJ)Cdale Psichia trico Provinciale di Rovigo. R ovigo, 125 aigosto 1940-X T'lll. E. PADOVANI. I

È

Notizie sanitarie di gnerrn. Il i\1i11is lero cleg·li Est eri del Reicl1 h a l)regat() il Gover110 syizzero di trasmettere al Governo britannico una nota di protesta contro gli attacchi commessi da forze armate britanniche su aeroplani da soccorso germanici. La nota elenca dieci casi di aeroa1nbulanze tedesche attaccatte o distrutte da forze i11ilitari inglesi, e fa rilevar.e con1e la sit uazio11e g·iuridica di questi aeroplani sia fondata su uno stato di fatto derivante naturaln1.ente dal1'applicazione dei princìpi dell 'Accordo di Gine· vra sulla g u erra marittima i11 d ata 18 novembre 1907, .cl1e garantisce alle n avi-osp edale la inYiolahiljtà di principio . Dopo aver e sottolinea lo il fatto ch e le aeroambulanze sono aer-0plani speciali, non armat i, c.11e servo110 unicam ente a salvare vite umane, e. dopo avere descritte le caratteristiche di questi appar.ecchi, provvisti di distintivi della Croce Rossa, equipaggiati con soldati ch e portano il bracciale della Croc.e Rossa e non armati che di una riYolt ella per la difesa personale, la nota con st ata che l'atteggiam e nto delle forze armate britanniche verso gli aeroplani da soccorso gern1anici non può €sser e fondato su alcuna i1ecessità nlilitare, che esso pertanto viol a i1on soltanto ogni legge dell 'u1na11ità, ma anche in modo grave i dtritti internazionali. La nota co11clud e dichiarando che in tali circost anze il Gover110 tedesco si riserYa il diritto di rispond ere a queste azioni i1el i11oclo cl1e riterrà 11it1 opportuno. Il Quartier Ge11erale d elle Forze A111ate 11a reso noto, nel Bollettino n. 81, che a Torino è stato bombardato, da .aer ei inglesi, il 1Sanatorio di San Luigi ; e nel Bollettino n. 82, che ad Hai:rar è stato colpito l 'ospedale militare indigeno ~ a Dessiè l 'inferm eria presidiaria, il che h a cagio11at-0 8 n1 orti cd una ventina di feriti. \

Azion i g i11d iziarie.

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La Corte d ci Co11ti, II Sezione g'iurisdizionalet 11a accolto, in data 17-28 febbraio 194p, u11 ricor so · del dott . Giuseppe Intontì, già veterinario del comune di Napoli, contro un decreto, 11 luglio 1938 del Direttore generale della Cassa di previde11za per le pensioni dei sanitari , in quanto che, nella liquidazioi;ie della pension e, i1on si era tènu to co11to, d el servizio prestato .con1e veterinario c.o11dotto nlle dipendenze di un altro comune, Ariano lrJJino, per oltre un anno, dietro incarico prov·Yisorio e temporaneo ricevuto dal R . Cion1missario straordinario di Napoli; la Corte h a ri conosciuto il diritto dell 'interessato alla liguidazio11e rlella pensione rispetto a 38 anni di servizio utile ed a 67 an.ni di età e ha disposto il rinvio d egli ntti all 'a1nministrazione predetta, pei

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lAN~O

Xl.. \ Il,

NUM.

36,

SEJ;IONE PRATICA

1525

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prov,·eclime11ti di sua spettanza (Da (( Rinascenza Med. », 15 agosto 1940). ,

Il dott. O. F. ùa Napoli, in seguito ad investime11to tramYiario, era s tato riconosciuto permane11temente inabile al lavoro ed aveva ottenuto in liquidazione (lall 'azienda la somma di lire 300.000; ma, ritornato alacremente al suo lavoro , .. i·Azienda ha proposte ricorso ed il Supremo Consiglio ha revocato la sententa disponendo, eh.e la gius la \indennità sia stabilita ex novo in base a J)erizia affidata al J)TOf. Onofrio Fragnito (Ibide·m ).

Il "' Convivio Letterario ,, e la Rivista '' Nicia ,,.

Il numero di luglio-agosto del cc Convivio letterario », di cui ha fatto cenno lusinghiero cc Il Popolo d'Italia», è interessante sotto vari punti di vista. Oltre 'un an1pio .articolo ,editoriale intitolato ~< Il Convivio lette~ario dalla sua fondazione », che ricorda una quan:tità di fatti non generalmente n oli dimostranti quale ardore di fede, fin dal1'inizio, animò il sodalizio e jl giornale omonimo, seguono altri articoli riguardanti .!a Cor~ica, Nizza, l\1al ta, cori })rofili rit1scitiissimi di al1·unc personalità che particolarmente sono ben'3merite di tali argomenti; ad esempio Ecc. G. Volpe, }!~cc. A. Potzolu, Francesco Gt1erri. Basterebbe il cc Notiziario dei Gruppi irreder:ttisti » per rendere interessante il « Convivio lettE:Yario )), che è anima1o anche dalla collaborazione del dott. Petru Giovacchini, presidente generale dei Gruppi di Cultura ·C òrsa (ora cc Gruppi di Azione») e dei presidenti dei circa quattroce11Lo Gr11ppi ora esistenti i:q. Italia (per la Corsica), oltrechè dei mollissimi pure per Malta, e d~ quelli per Nizza. Filippo I~'ichera , che dirige il giornale e che da ten1po è noto per la sua ardentissiina fede i1ellc cc aspirazioni )> che stanno ora per diventare renltà, dedica alcuni cen11i all'opera di appoggio ideale e concreto che sempre ha dato il prof. Prassitele Piccinini , presidente del << Convivio letterario », al q1~ale partecipano ancl1e vari fra i medici « geniali» d 'Italia. Insieme a « Convivio letterario >> va ric-0rdata la Rivista « 'N icia » , diretta dal dott. N. Ben11ati e che riflette, oltrechè le attitudini letterarie e artistiche, sopratl utlo i ser1timenti profonda1nente i)atriottici dei n1edici italiani.

La so1ni:i~ a11n~a disponibile p ei }Jremi è di L. 5000 (c1nquem1la), essendo la Fondazione dotata di lire centomil a di Rend. 5 %. Saranno anche assegnati dei diplomi di benemerenza. Poichè tutto ciò che riguarda il cc mare ,, è per l'Italia di sòmma importan~a, è bene che anche gli -studi di terapia marina siano incoraggiati e rj c.h iamino tutta l'attenzione della cla sse medica .

In memoria di Paracelso. Il 400° anniversario della inorte di '.Paracelso verrà commemorato a ,Salisburgo dal 20 al 28 settempre. Il 21 si dep,o rrà la prima pietra dell 'ingrandimento d_ell 'ospedale, che verrà denominato da Paracelso. Il 24 si terrà una grande riunione scientifica, nella sede della vecchia Università; vi saranno rappresentate tutte le Università della Germania e anche Università di altre Nazioni; durante la settimana celebrativa si aduneranno anche, a Salisburgo, molte società scientifiche e mediche. Verrà rappresentato uno dei 40 drammi teatrali di Paracelso. Verrà inaugurata un.a ·Mostra, sulla vita, le opere e la dimora a Sali sburgo di 1P aracelso; sarà divisa in 8 Sezioni.

Un po' dovunque. Dal 1° aprile di quest'anno , in Germania, 3000 studenti (maschi e femmine) prestano il prescritto servizio obbligatorio di infermieri (Famulari) in Cliniche ed Ospedali. Il prof. Alfredo Hoche, già ordinario dj psichiatria a Friburgo i. B., ha compiuto il suo 750 anno. È molto nota l a sua autobiografia cc Circolo vitale ». Ai primi di agosto cominci ò a funzionare in Vienna (Apollogasse 19). un ospedale· per la Polizia, destinato agli agenti ed impiegati degli uffici di Polizia del sud del Reich, ivi con1preso il Protettorato di Boen1ia e Moravia. Un ospedale del gen er e già esisteva a Berlino. A Vienna la maggior parte degli ospedali è stata pos ta alla dipendenza direlta d el Municipio, in inodo da ottenerné l 'unificazione amministra-. Liva e la coordinazione delle attività ; sono stati anche cambiate le denominazioni di molti ospedali. L 'Upiversità di ·Rio de Janeiro ha commemoralo, ,'}l 26 ag·osto, il prof. Gio·v anni Lorenzini. 1

Il céntro di studi talassologici per la Riviera Ro· magna. Questo ~ntro di studi , con sede in Rimini, assegnerà ..entro quest'anno i premi della FOlndazione Elide Piccin.ini Straimezzi per la Talassologia, a norma del concorso bandito in data 10 novembre 1939-X'' llI e chit1so , per la accettazio11e dei lavori, nel maggio del corrente anno. Come è noto, possono venire pre1niati anche Enti, o persone, ch e pure non essendo fra i con~ correnti, siano noti per speciali b enemerenze scientifiche o pratiche. in rapporto co11 la Talassologia italiana. . Nella CommissioT1e ag·gi11dicalr1ce dei premi saran110 r apJJresentanti I) 1'Associazione italiana di idroclimatologia .e talassolo·g ia; Il) il Sindacato provinciale fa sci. la d ci medici di Nlilano; · Ill) la Reale Socie l ~\ itn] iana cl 'igiene ; I\-) la lan11)a medica italia11a.

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Si annunzia da Mosca ch e il prof. Chpanir, dell 'Istituto anti-tupercolare di Odessa, ha ottenuto un estralto liquido di foglie di noci che, seèondo i risultali ~i esp erimenti effeLLuati n egli istituti antitubercolari di Kiew, Od.e ssa, Charkov e Yalta nonchè n elle clipiche d elle malattie cutanee degli Istituti di m edicina di Mosca e di Kie'v, si è dimostrato un mezzo· efficace per la cu ra d el]e affezioni tubercolari delle p elle.

Il prof. Leopold Freu11d , che fu il prin10 ad applicare i raggi X a scopo terap eutico! è. stat~ ospite della Società belga di dermatologia, il cui })residente, prof. Y·e armaux, i1t una brillante esposizione mise in evidenza i m eriti del celel)r e radi·o logo viennese . ' 'Nel fa c. 33, p. 1407, lin ea ultilegg·ere : dal 1929.

ConRIGEl"'lDA. 111~ ,

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1526

« IL POLICLINICO »

RASSEGNA. DELLA STAMPA MEDICA. .

Paris 1Vléd., 6-11 mag. Cuore e vasi . Ga.zz . d . Osp. e d. Cl. , 2 giu. - A. DELLA VE-

· Rif. Med., 11-18 mag. - l\rledicina coloniale. Folia Med., 30 apr. DI Pnisco e L. SzwARc . Intossicazioni da glicoli. - D . CAPOMOLLA. Reaz. Nolli nella sifil . Giorn. di Cl. Med., 10 giu. - G . N1zzI 'NULI e P. CAPPELLI. Ac. ascorbico. - A. RANIERI. Olio di tonno. Miinch. Med. Woch., 21 g·iu . E. PoECK. Il ferro rovente di Bier. Rass. Clin. -Scient., 15 giu. L. MARTINOTTI. Granuloma eosinofilo. - O. BusrNco. Radioterapia della paralisi infant. Bull. d. Se. Med., mag.-giu. - 'M. RIGONI. Tono del cuore nel m. di F l aiani -Basedow. - M. ORTOLANI, É. VALLISNERI. Sindrome anemica. Cli Cooley. D eut. Med. TìVoch., 21 g i . RoTH e ScBUl\IACRER. Reazion1 febbrili tardive. nella trasfus. di sangue. - RoGGENBAN. AscessO' cerebr. Me'd. Welt., 22 giu . - W. BECKERT. Trattam . moderno del diabete. · .J\!led . J(linik , 21 giu. - E. SuNER. Trattam. delle · malattie polmon. i11fiamma lorie con iniezioni di sangue. - H . GoLDECK. Cura bulgara. Rev. Méd. Suisse. Rom., 10 e 25 giu. - Numero in onore di L. Michaud. • Rass. di Fisiop(JJth. clin. e ter., apr. A. M. MrcHELAZZI. Anemia emolitica familiare con sinromatol. nervosa.

DOVA. Rapporti patologici naso-oculari, fVien . Klin. Wo ch ., 7 giu. - W. FALTA. Trattam. del diabete. - F. LUCKSEH Vitam. c e funz. gastrica . Practit'ioner, g·iu . - Fratture e lussazioni. PrQ/c. R. Soc. Med., mag. Discuss.: Evacuazione dei bambini. Lancet, 25 mag. P. FILDES R. Indirizzo alla chemioterapia. - H. P. HIMSWORK e al. Vitamine D2 e D 3 • · B rit . Med.-Jounn, 25 mag. - A. I. S. MAcPHERsoN e al. Vitamina sintetica K nel neonato. D eut. lv.led. Woch., 7 giu. - Mum:ENs. Dissenteria amebica . - LoRENz. Nuovi tipi costituzionali. Arch. I t. l\1al. Appar: Dig., apr. - C. RENDANO. Avitaminosi. C. - F. FuLCHIERO. Cromoscopia gastr. col rosso neutro. Gazz . d. Osp. e d. Cl., 9 giu. - F. FERRAR!. Magrezza ipofisaria giovan. MedJ. Klinik., 7 giu. - H. LoHR. Epidemie di g u erra: dissent. , tifoide, influenza. - O. HocnE. 'frattam. dei feriti di guerra. Gaz. d. Hop., 5-8 g iu. - G. )?rrrALUGA. Trattamento della anemia con estratti di globuli rossi . Rinasc. Med., 31 mag . - C. MARTELLI. Sindromi criptogenetiche e focali. J . W. GROTT e Z. GAL1NowsK1. Acido ossalico e urioo nel sangue. SEZIONE CHIRURfilCA '' (mensile) Wien Klin. Woch., 14 giu. F. HAMBURGER . L 'appetito. - 'D. CrcovACKI. Cirrosi epatica e anDirettori : prof. R. ALESSANDRI 8 prof. R. PAOLUCCI. g ioectasie cutanee. Il Numero 9 (15 settem1bre 1940) conterrà: Prensa '!vléd. Arg., 15 mag. - M. R. CAsTEX e LAVORI ORICINALI: al . Ipovitaminosi e affezioni vascolari. Carlo CARLI - L'aut~lis.i epatica (Contributo Deut. med. Woch.,. 14 giu. - FRANCONI. Il sale. sperimentale). Luigi COSTA - Carcinoma primitivo della cole· UMBER. Diabete e intervento chir. cisti. Ann. /tal. di Chir., mag.-giu. - G. MoNTANEI e Enrico BAVARESE - Osservazioni sopra due oasi di F. ScIAécA. Rivascolarizzaz. chirurg. del cuore. tuberoolosi mammaria. - P. BAIOCCHI. Mioomostasi nelle emorragie paI S Prezzo del Numero L. 6 renchimatose. Abbonamento annuo alla Sezione Chirurgie.a: Italia L. 60. • Estero L. 70 Arch. di Pat. e Cl. Med., mag. - C. CATTANEO Se cumulativo colli la Sezione Pratica : Italia L. 1 2 5, e al. Asma da alimenti e fermenti protettivi. Estero L. 1 8 O; ·se cumulativo con la Sezione PraM. RIGONI. Capacità polmonare e piccolo circolo. · tica e con la Sezione Medica : Italia J,. 1 6 5, Estero L. 2 2 O. Miinch . med . .Woch . , 14 giu,. - I . v. HATTINGBERG. 11 problema del dolore. - I. WYMER. TratInviare V~lia Postale o Chèque Bancario alla Ditta tamento della paronichia. / - . LUIGI POZZI editore. Via Sistina 14, Roma. _ 1

lANNO XLVII, Nu~r. 36]

'' ·IL PO LI CLINI CO

Indice alfabetico per mater-ie. Ascaridiosi chirurgica . ·tPag. 1507 )) 1517 ~ibliografia . . . . · · · · )) 1521 Dito amputato: autoinnes to )) 1519 Dolore dal punto di vista cliniço Dolori addominali a tipo di coliche : diag n. differ. . . . . . . . . . . . . )) 1519 Emorrngie gengivali e vila111i11a K . . )) 1520 )) 1500 Leishma11iosi canina: reazioni siero)) 1500 . . . . . · · · · · · · · ~ · logich e )) 1518 Malattie mentali: cura ·cardiazolica Malattie mentali: insulina-terapi a· . )) 1518 ~feningite pneumococcica: terapia sulfamidopiridinica . . . . . . . · . . )) 1487

Meralgia pare~tesica . . . . . . . Pag . 1508 Mesentherium commun e . . . . . . . )) 1518 Mestruazione e gravidanza: valore bio)) 1521 logico nel ciclo es trale . . . . . . )) 1518 Palpebre: .fenomeno di Narcus Gum 'P orpora emorrag·. dopo terapia arse)) 1520 nìc. : cura con l a 'vitam. P. . . . . . )) 1518 Retina: alterazione del Purcher . . . Sindromi commozionali e post.,commo)) 1513 zionali . . . . . . . . . · · · · )) 1518 Sulfamidici . . . . . . . . . . . · )) 1511 Spasmi ed ipercinesie d ella faccia )) 1520 Stomaco: nuovo mezzo diagnost. . . )) 1513 Tumori midollari : diagnosi precoce . .

'

C.

FRUGONI,

A.

Red. capo. Roma, Stab. Tip. Annani di M. Courrier

Po~z1,

resp.


..

fOLUME XLVII

Roma, 16 Settembre 1940-XVllI

Num. 37

\

''

"

PERIODICO DI MEDICINA CHIRU~GIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE I

SEZi._.ONB -

REDATTORE CAPO: PROF.

PREZZO

D'ABBONAMENT O

PRATICA

CESARE FRUGONI i\ NNU O

AL

Clinico Medico di Roma '

<< POLICLINICO >>

PER

IL

Singoli :

Ital ia Estero Cumulativi : Italia (1) A L LA f:OLA SEZIONE PRATICA (settimanale) L. 80 - L. 125 (2) ALLE D UE SEZI ON I (pratica e med ica) . . t. 125 (l·a) ALLA SOLA SEZIONE MEDI CA (mensile) . L. 60 L. 70 (3) ALLE DUE SEZION I (pratica e chirur gi'ca) L. 125 (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGI CA (mensile) J ,, 60 L. 70 (4) ALLE TRE SEZION I (prat., med. e ch i1•.) L. 165 Un n 11m ero separa to d ella.

SEZIONE

MEDICA

o della

C HI RURG I CA

L. 6; della

P RATI CA

1940 Estero L : 180 L. 180 L. 220

• •

L. 4,00

L'Importo dell'abbonamento, che può essere Inviato con Vaglia Postale oChèque ·Bancario, può anche essere versato, seaza tassa nel Contf Corrente Postale N.1 /5946 dell'editore L. Pozzi, Roma. se dovuto riscuotere contro Tratta Postale dell'Amministrazione, ques.ta comporta l'aumento-di L. 5 .11r I

·-

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SOMMARIO. Lavori originali : S. Maugeri: Sulla presunta sindrome da decalci·ficazione nella diatesi ossal ica. - S. Gangi : Sull a opportunità di utilizzare in cl inica la dissimetria del corpo umano. ' Prospettive : C. , Faelli : Il problema d ell'ìusulinai e la terapia correlazionistica del diaibete. "Tecnica di laòoratorio : G. Spicca: _\. p1·oposìt.o delle microreazioni .per la di'agnosi serologica della sifilide . .Sunti e rassegne : RICAMBIO: S. Mendon1,:a : Alcalosi in clinica. - K. Voit : La patogenesi dell' uremia. TERAPIA: F. 1Gautier: L e terapie eccessive nel bambino. - P. Mollaret e J . Schneider: Nuovo metodo di malariotera,pia. Notizia b•blipgrafica . •

LAVORI ORIGINALI .

CLINICA DE L LAVORO

R. UNIVERSITÀ DI Direttore : prof. Lu1G1

DELLA

Mir.ANO

PRETI.

S ulla presunta sindrome da decalcificazione nella diatesi ossalica.

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aiuto e doce·n te. . I vari disturbi determinati d.a u11 alterato ricambio 1dell 'acido· ossalico sono no·ti da molto tempo .e ~ano s tati precedentemente designati .con il termine improprio di ossaluria. In questi ultimi anni si è voluto 1·iunire sotto il norne più vasto e I)iù proprio di diatesi ossalica tutta la sintomatologia attrib·u ibile ad un a lterato ricambio di quest 1acido organico. · ~er analogia co11 qua11to si è fatto nello stu.dio ·del ricambi·o dell'acido urico, des ignando .col nome di uricemia la sindron1e urica, qualc uno (Violle) vorreb1b e indicare col nome di ()Ssalemia la ·5 indrome det1erminata dall'acido o~salico. C9sì come ci semb ra più proprio par·

SALVATORE M ,\TJ GERI,

1

1

Cenni biblipgrafioi. . Appunti per il medico pratico : C AS I STICA E TERAPIA: Sull a cicatrizzazione dell'ulcer a g.a stro-duoden ale. La splacnomegal ia solitaria . - I reinterventi lapar atomi·c i. - L'asportazione di milze voluminose. LABORATORIO : Rìèer oa dell'acetone e dell'acido acetoacetico nell'urina. - RADIOLOGIA· Reperti radiologici polmonari, specialmente di in·f iltrato nell'asma. -MEDI CDNA SOCIALE: Contagi luetici famtgliari a sede extraigenitale. ·- VARIA. Nella vita professi(>nale : Nomine, promozioni ed onorificenze. Notizie diverse : R ~segna della stampa medica. Ind ice alfabetico per mat erie.

lare di diatesi urica ' e no11 di uricemia è eviden t(:lmente più €satta la designazione ·di diatesi ossalica che quelLà di ossale1nia od iperossalemia. Allo stato attuale delle nostre co_n osc1enze r1on pos.siamo mettere in dubbio ch e la ·dìiatesi ossalicaJ come entità nosologica , e~ista sotto varie form-e e con ma11ifestazioni clinich e. diverse. Dobbia1110 p erò riconoscere che la ide ntifi~zione di questo stato rr1orboso riesce straordirtari~mente difficile, come co•mplessa è la pa togen·esi, oscura la te•r ap ia. ·I progres&i fat1 i in questi u ltimi anni pe:r opera special- · rn ente di autori italiani hanno chiarito alcu-. i1i punti n el comple~o capitolo della patologia di quest 'acido; ma ci hanno dato sinora poco ausilio pe1r la clinica di questa diatesi os· salica. Prima infatti ci si limitava alla ricerca d ei cristalli ossa.latici n el sedimento orinario, IT'tf-lltrc ora ~ppia1no che questo reperto non l1a quasi alcun vaJ.ore a scopo diagnostico, in qua11to i cristalli o~salici sono espr essione di calciuria e non di ossaluria. Attt1almente dia1

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I

Il. POLICLINICO \

quin·d i più V~lore ad Un .aumento del} ac.id9 ossalico , nel S·ànguce quando si tratta . di stabilire_ la presenza di una diates.i· ossalica. . Ma anche· l'iperossalen1ia non .è se·m pre· esp·r essione di una diatesi ossalica. Infatti si <)sserva . ' talYolta iperossa]e.m ia di ~lto grado se:n za alcu.n o di quéi S~O"fii che abitualmente si Ol&Servai:io in . questa sin1dro me morbosa. D'altro canto si osse.r \ ano alcuni casi i11 cui trovi.amo elementi da far pensare a1d una . di.ates.i osRia-· lica (calcali ·ossa1atici) .e:p·.pu-re il tasso o~.sale. mico non è ecc;e ssivan1ente elevato. L'iperossalen1ia dunque è un seg~no utile1ma r1on . esclusivo per la dia.g nosi della diatesi osS1a lica: Tutte . altr.e: manifestazio· n i 111orbose attri. buite· ad un alterato ricambio ossalico furono d!Ì&tinte in tre· gruppi .a seconda d·e lla causa determinante e prec isamente vennero· distinti disturb·i da rit.e nzione·; da elin1ina~ione .e da decalcificazione. Tra i disturbi da rit~nzione vennero annoverate le rnanifestazioni a c.a rico del sisten1a nervoso ..(astenia , Ìp-0tensione, ipocondria?· n euriti, n·e:vralgie specialmente . del plesso ce]iaco); Je 111anifestazioni articolari (artriti apirettich~, talvolta ·deforn1ant.i più fre:quenti .d elle picco·l e articolazioni); le manife~fazioni a , carico dei muscoli . (lombaggini, rrtialgie); le manifestazioni cutane~ (ulcerazioni , ecze.m i). Come m.anifestazioin i morbose legate al 1non1ent<J cl1~l' eliminaziorie vennero ·considerati i disturbi ~ caric 0 ·del tubo ·d'1.gerente. (dispep·sie, gostriti, c;oliche intestinali, litiasi intestir1ale, ed i ·dis.t urbi a· c.ari.co delle, vie urinarie (b,r uciori, litiasi). Com·e, d1istu1rbi da decalcificazìorie venn.e ro consideirati la vagotqnia, la tendenza agli spasmi e le manife&.tazioni nervose ,d egli os.salell}.ici. _ 'T ralascio di occui;>armi delle sindromi. determinate dalla ritenzio·n e o dalla eil iminazione di qu.e st'acido perchè .q uesti argomenti verranno tr.attati più estesament.e in unfi ,d elle mie r,-rossim·e :gubblicazioni a oaratter·e rr10,n o,grafic-0 sull,çt · diat·esi ossalica. Mi fermerò a considerare più diffusamenLe la sindrome ·d a ·decalcificazione nella diatesi ossalica po1ichè &inora tutti gli autori che si sono occup ati dell ~ar- . gomento la riteng9no · costante e. specifica di questa · forma morbosa. . Non c'è alcun .dubbio e.b e qu.an·d o· .esiste urt alterato ricambio ossa]ico1 p.o~sa esserè anche influenzato quello calcico-. L'affinità chimica di queste due so&tanz:e.. ci autorizzano· a·d an1mettere a priori una tale possibilità. . . Secondo Baldwin, Autenrieth ·e Warren la tossicità dell'acido ossalico viene ad essere 1

IQC1

.

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1

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»

[ANNO XLVII, NpM. 37!

grande1nente ~lte1:l.uata in co11seguènza · della · •sua grande affinità per il calcio~ però l'azio·.. ne. co1ntinuata de·l l'acido ossalico d.eltermine-· - . repb€} secondo · Chiari, 1! rt)plich, Sa rvonat e.Roubìer fenomeni di decalcificazione. L'acidoossalico circolante nel f\angue combinandosi, con il calcio ematico deterrni11e.rebb.e: oltre ad una 1 din1~nuzione dell 'alcali11ità e del potere di. coagulazione del sangt1e anche una decal·cifirazione più o rr1.eno ptonunci.ata di tutti i tessuti a cominciare. dalle parti n1olli per finiresl]C?, scl1e]elro·. Così pure Castellino, Ale515and1·i11i e 'F errannini data Ja· spiccata affinità chirr1ica de.Jl 'acido ossalico per il ca lcio conside-rano que·s t'acido responsabile. di decalc ifica-zioni organic1h e e di sindron1~ da questa dipen-den Li come la vagotonia, la tendenza aglil ~pas1111. . ' ' .Da una soorsa accurata della letteratura s.ul-1'.av.gomenLo 11on si riesce a Sltahilire per quali, rr1otivi sia stata fin{):r a an1n1essa l'esistenza di. uno stato di decal.ciiicazione nella diatesi os-.s alica. ' L 'osse,r vazione di Gas1Jari fatta nel 1897 noni autorizza ad ammett.ere. con1~ dimo~trata l ' azione decalcific·a ntc dell'acido ossalico. QuestO' autore infatti ha ,realmente descritto le•s ion) osteo1nalacicl1e si.111ili insorte in .animali a~ quali V•e niva son1ministrato acido . ossalico; ma• è da notare che l'autore teneva gli animali ad\ • una .dieta povera di ·c alcio. Forse- si .è creduto sufficiente, per ammet-· tere senz'altro l'azione d·e calcific.a nte d:ell 'acid0> . ossalico, l'osservazione che la sommi.n istrazio-n e parenterale <li quest· acido determina una· ipocalcemia. M:a ise- si considera m.e glio· il significato dell 'ipocalcemia si vede. subito che· questa da sola non basta a fare ammett~re un effetto decalcificante d·eTI 'acid'o òssa.li.co': anzi i11 dete.r n1inate evenienze c.liniche e s.perimen-1ali ci accorg·iamo al c·o ntrario che là dove· si v·e rificano fe.n om·eni di decalcificazione esiste· ~e1npre unò stato di ipercalce.111ia. " Le osservazioni antiche e. recenti sull'azione· dell'acido ossalico nei 1~igqar·di del calcio en1ç1.tico hanno dimostrato 1~empre· e. soltanto· cl1e· · questa è ipocalce111izzante n1a non decalcifi.... cante: e p è<r ana}o.g ia con quanto, si ' Terifica in ~1ltre evenie:tize· verre·b·b·~ fatto ·d i pensare che' l'acid0 ossalico circolante anzicl1è fenomeni di1 decalcificazion·e. debbil d1etetininare fatti di accumulo di calcio nei vari organi. ·Consideriamo· 1>e·r un 1no1nento il s.ignificato dell'ipocalcernia: e·ssa :può esser in genere dovuta 0 ad u~a· rapida perdita ·d i c<tlc~o attraverso i vari emuntori 0 p1pt1re alla Iissazion€ _ del calcio n1ei luoghi di deposito. 1

1

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...

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~~\:\No

XL , .II,

Nu~r .

37]

SEZIONE PRATICA

Nel caso della ·d iatesi os &alica è evide11 te111.en te più probabile cl1e la tli111inuzione d eb ha esser dovuta ad uria fissazione d e,l calcio i1ei vari organi interni anzicl1è acl una perdita di calcio dell 'organis1no. Infatti la ipocalcc111ia da acido ossalico i verifica n e·l l o spazio ll i pochi minuti ii1 un pe rjoclo di ternpo· cioè in c.ui è i1r1possibile pe11sare cl1e co~ì rapida1nent.e. possa eS&ere sottraLLo il <::alcio d a l sarlg·t1e per essre eli11\inalo. I11 second·o, luogo se i ealmcnte si avesse una p e rdita di calc io p er aurnentata elin1in.azione, i co111plessi n1eccani~1 11i r egolatori interverrebbero a compen~are Je perdite di calcio. i.n modo da tenere a livello r oslante la calcen1ia })Oich è . appi ar110 qua11to s ia stabile il tasso ein alico di calcio . Ad una co·n siderazione più accurata d ella questione apIJa re rr1anifeslo dunque c.11e non si può trattare cli azione decalc ificante del! 'acido ossalico ltla di un'azione i pocalcen1izzanl-e p.er prob ab·ile fiss.azio11 e d el calc io c ircola11te . Ciò portava ac.l a inmetter e che se nella diatesi ossalica . i han110 manifestazioni i11orbose attribuibili a d u11a alterazione del ricambio calc ic·o , qu·e sle do' é,·ano dipe11<ler e da uno &La lo di ipocalcemia e non d·a uno stato di d ecalcificazione sinora j 11oteticamenlie an1messa. Qt1esta noslra restava un'ipotesi r he biso~· nava suferagare con ricer cl1e clinico-speri111entali. A questo scopo ful'o110 :&tabilile le esperienze che i11i propo11go di riportare breYernente. Le ricer cl1e furo110 co11tlotte s u individui i11 buone condizioni di salute ricoverati in Cli11ica per forme i11orbose ' 'arie, i11a n ei quali non esiste\ a110 a lterazioni d el ric.atnbio . Su ques ti pazien Li, t enuti ad una dieta fissa ve11i va delermir1ato d·opo 4-5 giorni tanto la calcemia co111e il calcio urinario e quello fe.cale . Que$te detern1inazioni venivano ripetute p.er tre g iorni consec utivi in n1oclo da pote r avere una. media sufficientem ente esatta . Subito llOfrO venivano praticate iniezioni end.o venose di ossalato di sodio alla <lo1&e di 1'0 cc . di una soluzione all ' 1 °/o. Le iniezioni veniva n o ri]Jet.ute n ei gior11i seguenti e L)er un periodo di 8 -10 giorni. Durante i pcrio di di esp·erirnen1o i pazienti veni,·ano ali1r1e11tati con la dieta co stante e su di essi ' 'eniva no d e terminate tant o la calcemia quanto il cale.io urinario e fec,alc. Cc1nien1poranea111ente veni va stabilita la qua i1tilà di acido ossalico eliminato con l e urine. 1

1529

notu cl1e l 'acido ossn lico introdotto n ell 1uo1110 per via e11dovenosa de terrni11a un abba~­ n1ento del tasso calcemico. A questo scopo al nlattino a ·digiuno veniva pirele,•ato il sang·ue vcr il d osaggio del calcio e subito dopo veniva praticata l'iniezione er1dovenosa di ossalato di sodio· (10 cc. ·di una soluzion.e all'll %). Si proced eva quin-d i alla deterrninazione d ella r alce n1ia . I ris ultati furono i seguenti :

1J0

1

1

Z. E. Prima dell 'iniezione Subito dopo . . Dopo 30 ' . . . . Dopo 90' .. · Dopo 5 ore ...

calcemia 11,.8 }) 11 ,6 )) 11 ,2 )) 10,7 )) 11,2

G. 1\ . Prima d ell 'iniezion e Subilo do1:0 · Dopo 30' . . . . . .... Dopo 90' Dopo 5 ore

calce mia 11,2 )) 11 )) 10,.3 )) 10,5 )) 11

C. A. Prima dell 'iniezione

calcen1ia 11,5 )) 10,9 )) 10,,5 )) 10,7 )) 11,2

Subilo dopo . . Dopo 30· .... Dopo 90' . . . . Dopo 5 ore ...

1

1

1

G.

~I.

Prima dell 'iniez ione cal.cemia 11 ,5 )) Subilo d opo . . 10,8 )) Dopo 30 ' . . . . 10,2 )) .... 11,2 Dopo 90 ' Dopo 5 01 e . . . .

S. i\ . Pri1na d ell 'i11iezione ,Subilo dopo . . . Dopo 30' . . . . . Dopo 90' . . . . . Dop o 5 ore . . . .

calcemia 11,9 )) 11,6 )) 10,3 )) 10,8 . 11 8 ))

~I.

calcemia )) )) )) ))

,\ . rP rima dell 'i11iezion e Subilo dopo . . Dopo 30' .... . .. . Dopo 90' Dopo 5 or e .. .

h.,

FIG.

1

1

1.

RiJ)O rlo ..,olo uno (1) dei traocia ti cl1 e di1 r1os trano il c1 0 mporlarsii della calcemia dopo i1ìiezion·e di o·&.:;alato. I risultati opra riportati din1oslra110 ch e rtell 'uon·10 l ' iniezio.n e endoven osa di ossalato . "' . . ~odio detcrn1i11.a ordin.ar1arr1en Le una a1m1nu1

In un primo ten1po abh·ian10 voluto studiare l azior1c d ell'acido ossalico sulla cal cemia p er c<..>nfcrrnare ar1cora una volta quante> è d.a lem-

11,2 11 10,6 11 11,4

....

1

CoMPORI'AMENTO DEL LA CAT. CEMIA.

1


1530

« J'L

IANNO XLVII'

POLI CLINICO »

zio11 e più o 111eno evide1) le clclla calce111ia. I . a diminuzio11e dcl Lasso calce111ico i labili. . ce i1n111ediata1nenle ed è rile,Ìabil e pocl1i n1inut.i dopo l'iniezione. La calcc111ia i)e r111ane bassa per q ua] cJ1e ora e tende a rilol'11arc all a Jtorn1 a dopo ±-5 ore dall.iniezion e.

C. E. Prima {l ell 'i ui czion c ))

))

))

))

))

))

D O}) O ))

)) ))

(~OMPOH'f1\ME NTO DEJ"'I.A CALC Jl TRI \.

Le espe.rie11ze p·recede11ti dirnostra l'ono che

.

un a 1111 cz1011 e due » tre » qua ttro »

S. G. Pri1na dell 'i11iezionc

l'acido ossalic·o fa din1i11uire il calcio c111ati·co. Occorreva ~tabilire quale fo·ssc il <lc~ I in o del cale.io cl1e veni va sotl.ratlo d.a l ci reo lo generale. l rLfatti du e po ssibilit~ µot evn110 ' crifi car i o cl1e il calcio ve1n iv.a eli111ina to at lrnYerso gli e il tu11lori o cl1e \reni' a fi s~n to J1 egli orga ni int err1i. Per chiarire <JU e::: l o punto abbia1110 tenulo . og·get ti 11or1nali ad uri a <lieta con co ta11te cont enuto di c.alcio prr alcu11i g iorni e succPs i' a111ent e al1hin1110 d ctr r111i11a lo r>eT 4 •giorni COJ1 5eCUtiri la quanl ilà dj •C.Ulri o elin1inato co11 le urine. Al 5° g·ior11 0 ' en i Ya praticata I 'iniezione endovenosa di os .. alHLo sodi co (10 cc. di l111a soluzione all: 1 °;{)) e <1uc~ 1 a veni, .a riµ e tuta ·per altri tl'C giol'ni cor1scr.uti,1i. Dul'a11tc quest o J.Jeriodo cli trat1an1ento e11iYa <1eter111i11 a tD og·11i g·iorno la c1t1anli1 à di calcio e di acido ossalico eli111in J t•) ro n le ltrine. I ri sullali furono i e,~ ue n Li :

))

))

))

))

))

))

Dopo u11a jniezion e » due » Ire n » » quallro »

NUl\i.

S7 j

110 105,6 124,9 118 94,8 95 90 95,.8

133

J35,5 140,2 145,3 138 130,5 120,4 125 118

11.5 110,8 117,4 120 125,4 131 140,2 136

113,3 118 105,6 101,4 100,6 104,5 119,4

1

1

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·t

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1

, -. ,A.. Prima clell 'iniezi one ))

))

))

))

)J

)}

DOj)O

lll) ll

))

du e

111 lCZ lOlle ))

Ire quattro

))

))

L.

. .

.

'r· Pri111n

)) ))

<l ell 'ini ezio11e

))

))

))

))

))

))

C. G. PrilXHl d el] 'iniezione ))

))

))

))

))

Dopo uua 1111ez1one )) )) due )) )) tre )) quattro ))

T. G. Prima rl ell 'i11iezio11e ))

))

))

))

))

))

Dopo l1na )) due ))

))

jniezione

tre quattro

131 126 106 10·2

124 140 142,7 ] 52·,8

166,3 180

160,5 145,2 1:19,3 130 135 168,4 174 170,2

167

Dopo u11a iniezione )) )) rlue )) )) tre )) r1uallro )) ))

Calciurj a O.. a1urj a J 5G,25 100 ] 45 105 145 113 ]44 102

))

)) ))

180 14G 137 121,8 120,4

FIG.

2.

II riprod ucc il con111o rt<.~11te11to del calcio urinari o e dc ll 'o~. al uria ùou·o iniezi o n i tl i o ..· ·a1tl t o . I ri~u llat i ~op rn · ripo r La li di111o_!rano co-

Il

Lruc~ialo

82,8 75 84 70,32

135 156,2 132• 13&',8 110 121,4 115 115

81,75 102,.30 103,5

150 157,5 168 169,05 153 129,8 132 123

172 158 148 142,25 151,5 165 164 180,5

77

F'IG.

3.

si a11Lc1neulc 1_ l1e in ·eguilo a ll 'ir1ie1io11e e11do'1 eno&~ di .acido o.· alico si deter1nina se·n1pre u11a di1njnu'zione del C<\lcio urinario più o 111eno inte11sa m entre è se111pre aun1entata l<t

elin1i1 tazione dell'acido ossalico.

'


[. .\~~o XL\II,

_\1 ,\l.

37 ]

S ElIONE PllATJCA

1533

Ca fecale Calciuria

ColVrPoRTA MENTO DEL cA1,c1f1 FE·J ..\I .E.

Rcst.uva anco ra da vedere se iJ calcio di1t1in uito tanto nel ~ a11 g· ue quan I.o 11e]le urin1e no11 fosse &La to eli1r1 inato attraverso l ' e'l11untorio i11testinale. A questo scopo ten endo i pazienti i, elle co11dizion i ugtiali a quel.~ e delle e perien1e pr€ccde111 i , abbiamo deter1uinaLo la qua11lilà di calcio elin1i11ala on le feci prin1a o dura11te il Lr.alla111ento con 0 ~al ato di sodio. (~ onte11 11Jora11e a11tente a scopo di n1aggior cont1 o]lo abbiamo t)raticato il dosag3·io del calcio urinario. I ri'" u1tati ft1rono i Pg·ue11ti:

DO }) O

C . E. l>rin1a clell 'i11iez·io11 e ))

))

))

))

))

,,

))

))

J)o po

U11él

. . . J111ez1one

clue )) )) tre )) qt1a ltro )) . )) )) cinque A. Prin1a del I ' in iezio11c ))

))

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))

))

))

))

))

))

. . .

Dopo u11a 111 l CZJOne )) }) due )) )) tre )) )) quattro . )) )) cinqu e L. V. 'l )ri n1a del l 'ini ezion e ))

))

))

))

))

))

))

))

Dopo un n in jcz ion c )) )) du e )) )) tre )) )) quallro . )) )) cinque G. M. Pri111a dell 'ini ezion e )~

))

))

))

))

))

. . • Dopo· u11a 1n1ez1onc )) )> clue )) )) tre )) quallro . )) c111que )) . G. Pri111a d el] ' i ni ezio 11 c ))

s.

))

))

))

))

))

))

))

))

u11a irr~ezione » due >> >> tre » >> qual lro >> » cinque >> C. P. Prima c.lell "iniezi on e J)OJ)O

))

))

))

))

))

))

427,4 398 343 410,1 401 :7 345,6 320 346 297

107 105,7 120,1 ] 10,2· 118,5 101,3 97,35 89,6 86

461 ,6 450 .

178 160,8 167,5 166,5

396 380,4

i 11 iez io uc

268 226 322,3 208,6 220,2 653 ,6 695,7 677 ,6 7011 ,2

)) clue )) )) ire tJu . a l l ro )) c1nqu e G . .\. Prin1a {lell "i11iezion c

))

))

))

))

))

1

Ca feca]e Calci uria !555,8 128 586,6 134 619 ' 119,10 F>67 ,8 138 650 149 132 !550 426 132,90 500 119,7 450 104 445 ,2 126,2 466,.5 150,8 509,4 140,1 552 135,2 601 143,12 410,5 126 4701 110 415,2 1;21,5 512 105,3 440 104 29 100 276 105,f> 297 98 2 8 96,4 3(J0 95 255 90,1 280 88 175 75 71 ,2 225 73 210,8 :327 ,4 136,6 :385 ,() 4 127,4 296 131 ,7 065,8 125' ~20 131,6 245,6 125, 7 278, 2 105,1 245 112

Ulll\

))

))

))

))

))

))

))

. .

666 , 7 .•

.

' .• '

Dopo u11a 1n1ez1on c )) )) due )) )) Lre )) <1uallro )) )) )) cinque V. Prj1na flelJ ·iniezio ne ))

))

))

))

))

))

))

))

..

348• •

))

du e

))

))

Lre

))

))

qt1a . l l ro

c111que

531 501 ,2 545,7 50·4 ,3 I 304 294 240,8 . !l 323'

..• • •

))

))

I I

o

Dopo u11 a iniezione

))

'540,4'

.

F 1G.

4.

FJG.

5.

257 ,7 20·378 ] 81 ' J 6,5 170,3

I

152,6 155,2 146,9 162,4 135,2 145,3 160!,4 167,6 153,7 161,6 148 139,7 131,7 142,5 125J7 160,5 169 166,2 133 140 125 132,1 109 160 110,5

Jl tracciato llJ din 1o~ Lra cou1c si co111 porta j i calcio urinario e fecale d·o 1)0 in iezio)1j ripe1u te di ossa la to. I e o servazio11i ~ apra din1ostra te fli111 os trano c ]1c ]'iniezion.e endoven o a di acido o~salico del ern1ina oltre cl1e u11 a dimi11 uzio11e tl e 1 cal-


~A1~.No

«"IL POLICLINICO n

cio urirtari1) , ancl1e u11a di111i11uzione del cal cio eliinanalo con le feci. CoNs1nF.RAZIONI.

I 11 co11tl:J lesso i ri:o:u ltati delle nostre ricercl1 c dimostrano cl1e dopo un 'iniezione endo, e11 o~a di ossal.ato di sodio non si verifica alcu11a i )erdita di calcio da l)arte d ell'o rg·a nis1no l11a a nzi u11.t1 fissazione ·di questo negli or·gani i1lle r11i . 111fat ti dopo ini ezio11e di ossalato so dio dirn i11uisce ta11to ìl calcio circolante co111e qt1 cJlo cl1e ordinLtria1nente veniv.a eli1n i11ato al Lraver o i due j ) ÌÙ iD11Jort.a11ti emunto ri delJ 'o rg·ani ·n10. Que ta condizio11e s.p erirn enlal c non ri1) roduce ce rta111c11te lo s tato ·p aloJog·ico d ella diat e -i os ·alica e quindi no11 sar e111mo a utorizza i i a lras1Jortare i noslri ri ult ati n el cam1)0 cl i r1 ice. 'i po lrebl1e osserYare ch e n elle nostre es1Jeric 11 ~. e l 'azione d ell'ac ido ossalico ini ettato è di b·rcve durata, 111PJ1tre nei casi di iperossa l c1llia di origine cliaL.e sica, l 'azione d ell 'acido o~~ a lico è conti11ua e polrebbe co] ~Pn1po dettr111inarc uno s tato di d ecalcificazione. È da notare IJerò che nella diatesi ossa I ica ..i a ttunette l esiste11za di uno stato alcalosico d eg·li un1ori organici, stato i1el quale ordina1ja JJ 1e1lte iamo soliti osserva re piuttosto un <• cc urr1ulo di calcio nei va ri organi anzichè u11 a i1ta 0 ·g·iore eli111inazione di esso attraverso i Yari :-1 n1t1n lori. Tn o li.rc al)bian10 visto, ed è da ten1po n oto, clic ~ ub ito dopo l'introduziorte in circo lo di ac iJo ossalico, co111e i)ure n ella diat esi ossalica. il tasso di calcio nel sang ue .è l)iuttosto ])af:so. Or~ non sapren1n10 com p·r:endere come rri ui co n un ta so cal cemico basso possa d eter111 i11 a r~i urta m ag·giore i)e rdita d i cal cio e quindi feno1l te ni di d ecalcificazione. Bif'ognerebbe <11 1111 1elle re allora che sia abb·a sala la so.g·lia r c1laJ.e per il calcio, ciò ,cl1e è tutt'altro che di1 n·os t rato. Jn co1nplesso dunque non abbiamo alcun elé111 e11Lo che ci autorizzi a sostenere l'esistenza e.li urt lJrocesso di decalcificazion e n ella diat e~ i o salica; in.e-ntre al co·n trario ab·b iamo considerazioni cliniche e dati sperimentali i quali di1nos lrano ch e l 'acido o;:;.salico non ha al c u11a .'lziono ·decal1c~ficanle. Possia1110 quindi concludere cl1e nella diale-5i o -· alica non può esse-r,vi uno stato di d·eca lcificazione d ell 'or ganismo e. che i disturbi attribuili ad un alterato rica111bio calcico de' '0110 cs~ere riferiti all a ipocalcemia determi11at.a <la1l'acido ossalico circolante. Questa ipocnlcen1ia non deriva da una abhDndante per-

dita di calcio da tJarLe dell 'or·ganis1110, ma da una fissaziorte di esso in corrispor•.denza degli organi interni.

RIASSUNTO.

1

7

1

1

XLVII, Nul\-t. 37]

Tutti g li autori hanno am111esso che nella diatesi ossalica esis tono proc,essi di decalcific.a zione organic.a: questo però non è stato mai din1ostrato nè con osser·y:izioni clir1iche nè con ric;erche di laboratorio. Le ricercl1e del] 'autore <li111ostrar10 che in seg uilo ad U.n aurne11to d ella 05S al en1ia n<:>in s i ba a] cuna p erdita di calcio ·d a parte dell 'organìsmo; 111a anzi un acc1u111ulo di esso negli organi interni. Nella di.at.esi ossali ca non si può parlare quindi di sindron1e da decalcificazione poichè g li eventuali dis turbi attribuibili ad un alteralo rican1bio calcico sono da rife rirsi alla ipocalcemia n1a n on ad una decalcifi cazione. 0

1

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È da t e111110 d e i<lerio co1r1unc ai cultori

di

C:linica e di Patol ogia u111ana di ap1)rofondire lo studio d el terreno organico, la cui i1111)ortanza n el m cccanisn10 dell ·aulodifesa appare sempre più n1anife ta e basilare. Nel campo do·ttrinario si è iniziata non da og·gi la manovra esplora tric e : biochimica e bio ti po logia perco·rrendo i tinera rii paralleli l t"a11no di già conquista to posizioni importanti. Ma ispirate a·d un indirizzo prevalentemente • • •• analitico, oper.a no e producono 111 tcrr1tor11 st&cc.a ti, lungi d.a l conver.g ere in una sintesi pratica che possa esser e da tutti utilizzata a l l etto dell'ir1fermo. È ben vero che l'Endocrinologia raccogliendo in un concetto d !in•s ien1e n1orfolo.~ ia e chimi·bmo comin cia ad illumin.are l'orizzonte uni-


{ANNO

XLVII,

NUi\I.

37]

1535

SELIONE PRATICA

ta1 io per la identificazio11e ùe lle deficienze in -

dividuali , n1a fino ad oggi il vasto problen1a ri111ane sul tappeto de lla discussione, per cui non appare s uperfluo ogni rilievo cl1e poss.a colmare una lacuna sia pure limitata. Co1nunican<lo l e i11ie osservazioni sulla dissi n·1etria d el corr.JO un1ano è sulla coinciden za della localizzazione ed omolateralizzazione d ei processi mor}Josi acuti e cro11ici n ei segmenti atipici,. 111i p roposi di segnalare una guida pratica utilizzabile in clinica p er individualizwre il Cucus minnris res•islentiae congenito: la zona cioè vulnerabile o più vulnerabile di og·11i i1azicn1 e. Non è esageralo affer1nare ch e in certi soggetti spi ccatame.nLe destro-atipici o si11istroatipici la loc.alizzazio11e è così cost ante, ch e fissa p ersino 1'attenzione d egli i11fermi, i qua li a co111 pletamento d ell 'a11an1r1esi con cludono affer1nando spesso che quella data m età del co rpo è sempre la sede d ella di&grazia e d elle lor:l soffe r enze . Da 11ota re inoltre cl1e la conosce11za della di ssenteria d el corpo llrrio:no non costituisce una sen1 plice guida di fa cile orientam ento : dalle m etodich e osservazioni comparative er11erge sen1pre più il con cetto cl1e. l ' atipin r a ppresenti la manifestazione d ella con genita labilità, di111os lrando la r agio11e ·dell'l tl1aggiore ,-ulnerabilità del segi11e11to. Quest a costante inferiorità d cl segn1 ent o atipico assun1e il ruolo di una Jegge biologie.a , g iacch è si rivela non solo 11ei rig ua rdi d elle a ffezioni morbose a caratter e infettivo e p er or gani bilat erali , carne ho pottlto din10.strare i11 un 1)rececl enle lavoro, nla si m an ifesta anch e in 01~ga11i a caratteri tipicamente unita ri , quali ad es. il cuore ed il colon, i quali posson o amn1alare n ella sola metà d estl'a, o sinistra, m entre rimane integra l 'altra metà. Mol to inter es$'an t i n ei rigt1ard i del · cu ore son o le o5Servazioni d ell o Schiassi l>Ub·b licate sulle colonne d el P olicini co (Sezion e ~1 e dil~a), 1939 sotto il titolo seguente: cc Una forn1.a parti colare di ~com 11 e n so cr onico di circol o da insnffic ien za d.el cuor e d estro ». Riten go OJ)portuno riferire int egr aln1ente 11n p eriodo dcl l avor o citato, p er ch è un rie1)iJog·o, p er ql1anto fedele, non potrebbe ripro d1Jrre la in cisiva esposizione dell'autore. « Per quanto possn ~ ppi<..\rire .artificioso, scricc 're lo Schiassi, n e] can1po patologico sepa« r ar e l'a ltera la funzion e della metà di un or<c gana . i cui 1n ecca ni ~ n1 i r egol atori h a nn o un « ca1attere unitario, n el sen so ch e agiscono sul cc l'attività di Lutto il ,.i cere (centro r egol atore

cc del ritina o n odo del sen o, influe11ze· , acce.lecc r atrici simpatich e, rallcn I a tr ici vàgali , ect.)

cc tuttavia sicco1ne l e singole cav 1tà han:rlo comcc piti diversi e d anch e struttura divérsa, avù ,·iene cl1e in pratica il turba111ento d·e]la ]oro Cl struttura e d ella loro funzione si rivela con « car a tteri, c ioè con sintomi diversi -a seco11da cc ch e si tratti , ad esempio d el ·yentr!colò de" s lro o del ventricolo sinis tro ». · Nel lavoro d eJlo Schi.a ssi i1on risulta fa e' ie11l t1.ale a ti11in d ella metà destra del corpo <lylle pazie1) Li 5Ludiate. P.ur tutla,ii.a le oss.er,"azì911i sono assai dimostrati,•e, giacchè rivelano l a 1)ossil>ilità c.h e il cuore de&tro e l 'arteria ·pol111onarc, anche grave1nente co111promcssi , pos~ so1~0 n·el medesimo pazien Le coesister e con un c uore sinistro integro. La cap acità del cuore d est ro di a111n1alare i sola t amente fino ~l pu11to ·da assum er e il r uolo di una se de autono111a e la 11ossib·i lità di con ser vare la pro11ria i11dividualità clinica anch e1 se investito da tina i11 fe1ntità non i-nfcttiva a d ecor so cronico ed esito letale si1nile in t.utto al comporoom ento deg Ji organi bilalerali isolatam ente colpiti , confortano a parer n-,i o, il con cetto d ella esis te11za delle due p r r~o nalità, a netta delimitazione: la destra e la s i11istra, da me in precede11za segn.alate. La n etta i1idi,1iduaJità clinica d ell e due metà ci el cuore n o·n è un r ep erto isolato n el] 'or·ga11 is1110 u111<:lno: ho µnluto notar-e ch e an ch e orga ni a car a tteri unitarii d ell 'apparato digeren(.e, quali. ad esen1p.io il colon , p-ossono a111111alare con alterazioni distre ttuali· limitate alla sola metà destra , ocl alla sola m età ~iois!Ja. Ecl in questi co.si la emil.abilità degli orga11i unitarii coincide co11 una p iù o meno s1Jiccnla emiatipia d el corpo. A,-evo llOlato da Le111 po cJ1e pazienti affetti ~peci al 111 e11t e da i)erivisre rite radiolo.gicai:1entc rontroJlata, presentavano spicc.a L~ reazio11 è· di difesa alla pal1)azione sull a m et à d estra , 0 1 !~11]ìa n1età sinistra del colon e 150]0 su qltella met à in rr1odo di avere s ulla lin ea 111 ediana 1111. lin1ite r1 etto di se parazione. Se.g n.a l ai il 1l1io reperto al prof. F. Tali~'\ il quale con l ett era del ± agosto l 93G così n1i riferì : cc n ella i11i.a pratica radiolog ica 111i è ca" p itato frequen ler11 ente di ri sron lrare altera« zioni in tu l to il col on i1rossi1nal e. m e11tr c il <e col•) n distale abitualn1ente rin1 a11eva indencc 11e d a l esioni perivisceriticl1e. Anche nella " settin1ana d ecorsa ho a,·uto un caro lJCcc li.visceri t e duod en ale e clel col on prossimale, cc J11entre tutto il colon d istale ap1)ariYa perfetcc ta111ente Jl orrr1nl e >> . I /au r0no111ia d ell e clue 111ctà del col o11 rion 1

L

1

Còn


153<3

« l'L POLICLIN I CO »

si liruil n all a ei11ilabililà , lllH ' a oltre qt1a11do è iu g r~.d0 di !Jresentare un o stato diverso e co11tra .. l:nn te i1eLle due 111e1à , co111 c dimo tra la ( fi g-. 1), fig ura radioJ ogica l)a110111ari ca, n ell a qua le è . tata sorpresa ]a 1n età destra del colon in uno sta to di ato11ia, contra tante ccn la n1 elà si ni ~t r.a iu evidente spasmo. I, ' ir uporta n za di qt1e to rilievo c he pre c•11t a il colon co111e costituito dn due j)Orzi o11i 11 ct-

FIG.

1

1

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- --

-

XLVII,

NUl\tl.

37 J

po un1ano , e1r1erge dalle n•ie osservazioni su i r"apporti fra i Lraur11 i localizzati ad u11a rnel~ del torace pe r ferita d 'arma da Cuoco ed il successivo ins-ediarsi di t1n µroçcsso tubercolare a carico d ell'a1>pa ra to r e piratorio. Allo lato attuale delle n ostre conoscenze s6111bra di1110 . . Lrato e p11cifico cl1e la se,d e di u11 traun1a, an r J1 e non g rave, pos~a rappresenl«tre una zo11 a di 1l1i11ort' re ~ i ~ l e n za acqui sjt a,

F 1G.

1.

ta 111 e11te i11 cor1tra sto fra loro dal punto di \ 'Ìs ta funzionale, &i ripercuote ancl1 e 11el ca111po della tera.p ia ed indu ce a medit1re sulla cvenlt1fl l ilà clic far1t1a ci a doperati ad e . lJer vinC.f>re lo s1}a Trto della 111età sin i tra, possan o in cid ere sull 'atonia della n1 clà de tra, sconvolgE-ndo il pre8u PI)Osto be11eficio ct1rati\ o. A11che lo 8to111aco se111 b ra c he segua la legge della e111 ilabilità in rel<_lzion e con l 'erniatij ) Ìfl d !'l COI'j)O. 1-lo riota lo acl es. la locaJizzazioJl C di u11' ulcera .ga·&t rica r1-ella regione del card ias, in u 11 paziente da n1e in precede11za curato per p.J euril e sin is tra. E Ja e1r1ilabilità ·1~1 ql1 e to })aziente era a ssoci.a ta ad una 111a11ifes la e 111ial i pii.a. Un altro rilievo che Sllffra gando l'im11ortan za della e1l1ilabilità congenit a concordant e co11 1 e rniati pia depo11e i11 favore della o p1JlOrtunità di utilizzare in clinica la dis~ i111 r tria dcl ro r-

~

[ ANNO

2.

e.up.a ce di offrir e nncll c nel tcn1po una rN·eferi ta os1)iLalità nl lo ii111e ·to di t1n processo tul~ erco lare. C.on ~cguent ernente nel can11)0 n1 ed.ico-1egale si a tLribujscc al lrau111a il \ alore di cauisa })rer;onderante, facendo quasi u11 dogma della re ponsabiJ it à a . . soluta d-el trau1l1.n 11ello sviluppo del processo lt1hercolarc eventualn1en1r. i11 ediat osi 11ella zo 1~'1 trau1T1a1izza ta. 1\1<.tricando le cog·nizio1 1i di rcce11 te sYiluppatc ~ ulla dissimetrìa del cor po un1ano, non si era 11ltturaln.1 ente controllato l'a llro fattore ch e J)Ote.va i11cidere nei rapp1orl.i fra trat1m.a e tuberr.olosi -e cioè la con geni1 a labilità del ~egme11to trnun1atizzato, i)roicttata n1orfolog·ic.an1e11te dal1'atipia:. L 'osservazione 11le1odi ca prati.cat.a sui n1ilitari feriti durante la guerra n1ondiale e da 111 e visitati ai fini della i)en sion e, n1i 11.a offerto la i)ossibiìità di constata re cl1e t1n trat11


SEZIONE PRATICA

il11cl1e n o11 g·rave può costituire l' a' anguar(]ia di una localizzazione tubercolare , se ebsO l. 0J1)i::;.cc uno dei seg1nenti atipici e q11indi con111u

1

...rrenita111ente

labjJi. 1\ila in contrasto con tale 1·e1)erto 1ni l1a consentito di rilevare che un traun1 a aP..che grave ·d ell' emitorace 11iù svilupl)ato può lasciare integra la· re~istenza d·el polrnone corrispondente, mentre un p1rocesso tul}e rcolare s'insedia in epoca posteriore al trau111D nel i)oln1one non trau1natizzato, rna ubica to 11ell'emilorace atipico e quindi congenita-

lità c.ong·enita, proiettata n1orfologicam ente dalla atipia, l) UÒ costituire un coeffici ent e di 111i1torazione unico o superiore alla lal) i]ilà acc1t1isila per Lrau1n.a . CAso I. - R. C., di ar1ni 41 ,, faleg·n ame da Darfò. Destro atipico (des tro-labile costituzionale). F.e ri1o da palletta di shrapnel! all 'emitorace sinistro il 24 maggio 1917. Nella visita collegiale del 13 luglio 1920 il paziente presentava una cicatrice a stampo sulla paravertebrale si11istra a live llo d el Ja III vertebra dorsale (esito· (li foro di en lrata di pallet la di sl1rapnell ritenuta riel-

Fra . 3.

111en.te labile. Qunsi a di11 1ostr.are la i1nporta 11%a prevn]ente· flèlla emi]a.b ilità · cong·enit:a · ll qu ella a cqui~ita. · Va da sè che il traurr1a di ve11ti cleleterio, se i11' e"le u11 segrnento· ativico e cor1genitam e11te lH'e() i ... posto al })atlesimo infettivo in g·en er e c o111fH~eso c1uello tubercol.arE: . A1rpariv.a infatti 11on chia ra la rico~lruzione del n1 eccanis1110 i)atogen et.ico r1el ca&o in cui _u n proiettile u11 c l1e esplosivo la::;cia11do ir1teg ra Ja r esistenza d e1 11ol111one destro colpito, ·poteva inficia.re quell a del pol1n,Jne sinistro nor1 rag·g·it1nto, fino a cos tituirne la se·de unica o prevalente di t1n p roces so t ul:>ercolare anche a di s tanza di Il1olti anni. La coincidenza d ella localizzazione tubercolare unicamente o i)revalenten1e11te con l 'atipia d el I' e1r1itorace non. violentalo, da n1e rilevata n ei casi · eh.e riferisco, potrebbe offrire t1r1 a logie.a spiegazio·n e d·elle localizzazioni controJaterali s1)ecifiche, di1T1.ostrando ch e la en1ilabi1

·1539

l 'en1i Lor ace ~ inis tro). L'esam e radiologico d el tor a.ce allora 1) ra licato fece ril evare la presenza di u11a palletla cli shrap11 ell localizzata tra la IV e ' ' co ·tola sinis lra , addossata al polmone. Normale tras1)ar enza clegli apici e dei campi po1Jl1onari . T_, 'esatne r adiolog ico ripetuto il 26 luglio 1923 dimostrò : 1)alloltola di shrapnel! neil 'emitorace sir1is tro , r1 el V spazio intercos tale a.d (lossata al polrnou c. IL 1)azie11te eser cilò il .~ uo incstier e e s le lte bene fino al i1ovembre 1937, allorchè co1ninciò a no La re 111alesser e, rialzi · termici serotini e tosse sli.zzosa. Nel febbraio 1938 fu ricovera1o 11el Sa· natorjo cl i Can1erlata e trovato affetto da · J)ror1copo]n1011ile ulcero-fibrosa a tende nza fi})rosa, lirnj La ta al lobo superiore del p olmone des lro. Nessuna lesion e tbc . a sinistra. T_, iesan1e r adiolog ico eseguito jl 6 111arzo 1939, con1e din1os lra la figura ~ ' nli se i11 eviden za sclerosi clel lobo s.u perior e des·lro, sclerosi a_grosso lralcio 11ell 'i11terlobo superior e destro. Nessuna lesio11e Lbc . al polinone sinis tro. Presen za di una palletta di sl1rapnell n e]l 'en1ilorace ~ inis tro a livello d ella V verlepra dorsale, so llo 11 bulbo aortico.


1540

« IL POLICLINICO

CAso II. - P. C. , di anni 45, agricoltore da Castel Cellere. Sinistro-atipico (sinistro-labile costituzio11ale). }i"'erito da pallollola esP,losiva all 'emitorace des lro il 20 i1ovembre 1917. All 'atto della visita colleg·iale praticata il 9 giugno 1924 fu constatala una cicatrice a slampo sull'ascellare inedia di destra, a livello della V costola, es.ito di foro di entrata del proiettile, uscito in corrispondenza dell 'angolo della scapola omonima, doYe si i1otaYa una cicatrice irregolare, in parte i11fossata ed ader ente. Nell 'esan1e radiologico . allora eseguito furono rilevati solo gli esiti di frattura delle costole, della pleurite deslra traumatica. Il reperto venne confermato negli accertamenti sanitari d el 23 agosto 1926. Nel 1931 il paziente aJ11malò, a suo dire, di iniluenza. Essendo residuato un dolore costante nlla spalla sinistra, si ·fece visitare da un sa11it ario cli sua fiducia, che constatò una infiltrazio11e tubercolare all' apice del polmone sinistro . L 'esame radiologico del torace eseguito il 3 lug·Jio 1939, come si rile~a dalla fig. 3, fece co11s ta lare: a sinistra sclerosi apicale tubercolare; a destra nessuna lesione tuber1colare, solo gli esiti della pleurite traumatica.

La ca5istica appena indiziaria non co11 e11t c illazio11i dottrin arie, n1a indirizza la J11er1te verso la conosce11za e la valorizzazione della emilabilità .co11g·e11i l~l , n1orfolc·gican1ente controllabile per m ezzo dell~atÌJJlCD n ei varii segmenti. Senza pi·etesa cli valori a ssoluti ed acceltan<.lo l o eccezioni così frequenti n el vasto territorio clinico, se1J1bra lecito afferr11are che ] a conoscenza della dissin1etria del corpo umano può fornire i11 clin.i ca uria .guida pratica per individuare e valorizzare il locus minoris resistentiae <·011genito, fattore di non trascurabile importa11za nell' es er r iziq quotidiano_dell'arte n1edica.

fANriO XLVII,

>>

trie).

Societas

37]

NU!\I.

Oto-rl1ino-laryngologica

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-

PRQSPETTIVE . \

ISTITUTO DI PATOLOGIA SPEGlAI.E · MEDIC.\ E l\ilETODOLOGIA CLINICA DELLA

R.

UNIVERSITÀ DI ROM_.\

Direttore: Sen. l)Tof. N.

PENDE.

Il problema dell'insulina e la terapia correlazionistira del diabt>te. (~ •\RLO F ,\ELLI,

ca po dcl rep. di Diabetologi:\.

1 1

P\IASSUN1'0. L'A. ric hia111n l 'attenzione d cg]i . ._ Ludio5i s ulla opportunità di utilizzare in Clinica la co110cen:u1 della dissinietria del corpo iin1an o. Mette a tal 'uo1:>0 in rilievo. la possibilit à cl1e organi· a -earat Leri t111itarii , quali ad es . i] c11ore ed il colon , l) OS a110 amn1alare lin1itatan1e nte 11ella loro 11 tetà destra o. nella loro n1età si11istra, conservando un.a in di vidt1alit à clinica ben precisata. Dirt10-&tra infin e la i111porta11za d ella e111ilabiJità congenita, con troJla bile per mezzo d elz:e1nia.tipia, nei rapporti fra tr.aumi d el torace e. la posturna installazione di un lJrocesso tu])ercolare nell 'ap·parato resµiratorio. Ro111a , 15 g·ennaio 1940-X\7JJT . BIBLIOGRAFIA. G .\ ì\G1

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Ra,p porti fra le sordità nervose e le ainornalie dello svilup p o somatica (dissin1e1

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Jl problen1a d ell'insulina, fin\.1ra considerata t111ico ecl insostenibile fattore della ter~pia d el cliabete, è Ol'Tllùi d'i11tportanza n.azionale per le ripercussioni cl1e l' approvvi·gio11amento di ques to me·dicinale l1a sulla bilancia comn1erciale del paese e per le djfficoltà che finora si sono incontr.ate per rag·giungere anche in q•ue~to c u111po la completa autarchia. Perchè pur contraendo al possibile ogni i111l"'Orlazione SUJ)erflua b·i sog-na te·n er conto d el fatto che n1olli ssimi ir1dividui affetti da di abele hanno necess ità di t1na s0n1mi11istrazione giornaliera d 'insulina senza di che Ja quasi norr. tale attività soci.Jle di tali soggetti sarebhe p t>Tduta per la Nazione-. Giustam ente 1)reoccu _p ata di quest:1 que.:ti one la Direzione Ger1erale di Sanità ha indetto t111 concorw ii.azionale per ur1 ritro,1ato c.a1Ycl cc di soi&tituire l 'ins111ina nella c11ra d el driab et e , f<)rnerido il co11cor so anche di un premio ·che Jlerò non è proporzionale .alla in1portanza che potrebb·e avere u11 ri trovat<) real mer1te. ~ffira rc . Conve11·à però ricordare cl1e il i)robJ en1a stesso dell'insulina è stato sopravalutato da concezioni pc.1togene.tic.h e ·d el dinbete che or111ai clobbiarno ai;ere })er sor·p .assate in · quanto alla Yeccl1ia teoria, di cui la scuola francese (Labbè) è tuta la più forte so ... tenitrice , di un' esclu~i va irr1porlanza nella genesi d.el diabete di uno &tato rli insufficienza pancreatic·a possiamo oggi 01)porre i diritti scientifici della Scuola Italiana co11·elazionistica cl1e , con1e tutto ciò cl1e (· ita1


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SEllONE PRATJC:\

lit.tuo, è i11 _p ieno rigoglio c.Ji espur1-sio ne ir11pe - cJ iria a lla corteccia Siu rrena].e, all 'ip-0fisi posteriale, -e cl1e1 con una concezione pluriglar1dorior.e , a lla roentgenterapia di Per1de, e alla telare del diab·e te ~:iporta s.u· di un piano r ealirapia sintomatica; n elle forme dovute all ' i11~ Li co il problen1a ·di qu cs la malatli.a e quindi ~uffic~ enza d ella ·glaridola tiroide u seremo l a .a.n che quello· dell'insuli11 .1. · tiroxina, lo iodio, l'innesto· gla11dolare'. · I11fatLi per an1mettere 1:esclu sivo 'uso . d ella Nel diabe te surrenalinico , in genere associato jnsulina nella cura d eì .d iabe te biso·g na esser e ad ipertension·e .a rteriosa .PeT lo ~tato ipe'.radrec onvinti ~ostenitor1 d ella i)atogenesi esclusiva - ILalin~mico ·d eil soggetto ho applicato con suc1r1~ nte ipopan c.reatica (li questa malattia, ma cesso il metodo di Pen d·e (r,aelli : Riv. Clin. oggi per la concezion e }Jlurig landolare ·e corre - Pt1ed., 8, 193'9; Faelli e Tosatti: Atti So c. Rorn,. l:1zionis.tica del diabete. d ovuta a P ende e d alla Chir., li, 1939) bloccando chimic.ame·n te· o in.sua scuola , possian10 valutare opportt111a rnent~ terrompendo c,~irurgl.cam· e nte i . nervi splancni]a irrtp_o rtanza delle · altre· gl.ando,J e end-0crine ci di si11is tra con risultati assai brillanti · e e del sist~n1a vegetativo n eì!a gen e. ì e n ell'evo - tanto più rima r chevoli pe~cl1è queste fonrie luzione del di ab·ele. No i abh·ia·mo i)iubblicato sono in genere resistenti all '~nsulina. Qualora .casi ·di diabete d ov uli .-i disturbi · della tiroide: inv e·c e· cì si trovi ·d i fronte ad uno ·stato iposur' (t"aelli: Ace. Nled ., 8, 1930) , delle gonadi renali,co pot:r-emmo rioo•r rere a~ cortico-stero11e, (Faelli: Ace. A-l ed., 9, l l930J, delle g landole ~­ - al cortigen, al corticçll, al cloru1·0 di so.d io. liva ri (Faelli: Ace. lrled. , 13,' 1930} d ella man1Nei casi dovuLi a insuffi·c.ie11za ò·varica~ sia 111ella (Faelli: ,l/onil. Ent(,locr., 5, 1934), del follicolinica ch e lut,einica, . la dovizia dei pir epa1 :\urren e (Fae lli: Ri1J·. Clin. Mell .. 8, 1939), d erati opportuni n on e.i lascia che la difficoltà gli organi linfa tici ('F ae.JJi: Arch. St. Fisio l . della scelta. . Clin . del Ricamb., 19-39): me11tre per altre sono certi ca~i in cui il pa11creas è all.' origlan~ole sono i11 cor so d i lJubblicazione i rislllg i11e primitiva delle . a lterazioni diab,etiche e in tati d ella ·v·asta Gasi5tic a raccolta n el no tro r e- 1q·uesto caso ·d eve essere usata la ter apia insl1. linica. j)a rto specializzato di Diubt>1o logia. . Avendo per ò osservato., precisamente' in mol- _ Con la con cezione pluri·g la11dolar e d el cliab·e te te ·di queste for:rp.e pancreatich e ch e o sponla) e risorse t erapcut.i cl1e· .a l di fuori d ell .'insulina . r1.eam ente o in seguito a rimedi si · ab1b ,i ano feaumer1ta110 straordi11ariamente, di111ostf'andosi r1ome ni d ' ipogliè~mia sp€·cialmente post-:p·r an- · spessissimo la necessità di curare la malattia all 'origine patogenetica c on fattori extra-pan- ·diale, talora .a11che con esiLo letale, sono· ,1e- . • c reatici; 6i ha c osì una fortis:- ima diminuzione· nuto alJa conclusion·e che in questi casi di diad el consumo dell 'insulin,a, fatt:) l}Uesto di e- bete così detto pan('.r e atico _primario più ch e di lesioni disttutlive delle isole, possa tratta ris i di r1orme importanza p r ati ca. per l'attual e mon1ento econ omico e politico d ella i1azione. Inuno stato di inibizione secretoria con incap,nc.~tà ·d i elabo,r azione in~ulinica . . P er cui ritengo fatt.i nella cof.tellazion e orrr\onica e ne·u ro-chiO}JpOltllDO u~re in t..1li ca~i costantem ente l'in 1nica eh.e regola i1 ricarrlb1io d ello zucch erro e • (1uindi governa la p·a tologia di tale rica1nbio il . BÙli11a .a dù&Ì moderate (15-25 unità per volta) 11er otten.eire no11 tanto un -e ffetto ipog']içemizi)'a ncreas è sempre al cen t ro ed intervien e in zante., con un 'azione sostitutiva dell 'jnsulina in :r1anie ra obbligata,. p er lo. JYte n o indiretta , ma trodotta , ,quanto un 'azione di s.blocc<1n1 ento tenendo conto del princ ipio correlazionistico l'lella terapia .endocrirLa noi ·possi a mo curare le . . delle isole ·d el ·p·a n creas, di cui era inibita ]a • f11nzio11e da fa ttori extrapanc1~ea~ici . Ecco· cl1e forn1 e di diabete dovute originariamente a di~lnch e qui può realizzarsi un~ notevole econo~turbi della funzionalità epatica .con tutti i me1nia d'i ins11li11a. dicamenti capaci di s tir11.o lare il fegato n ei casi Nelle forn1e dovute a 'i11s 11fficienza t estico.di ins ufficienza , o di .f rena r e J 'attività} nei casi di ipereipatism ·o.. Usando n el !)rimo caso )a 1..l re pos~iamo usare il testosterone, 1'i1)ofisi anteriore, la corteccia .s urrenale, l'inn esto g lan<liet::\ op1)ortuna, i purganti, ]a .bile, l 'a cido cJol.are. ·deidrocolico, il solfato di rnagn.esia, il solfato . , Nel <iiabete ipofiSc.'lrio useremo la l'Oentg~en­ di sodio, il rabarbaro , le acque di Montecatini o di Chianciano, con qual.che cautela ]a terapia, e 1·uso generoso ·di ormoni gen itali chf tiroxina , ecc., con1e nell:iperepati&mo il citr.ahlocca.110 l'ipofi si anteriore. Qua1tdo siano in cau sa le tonsille~ la milza , to ·9i sodio 1 il latl.ato d'i sodio', i prep1a rati linfati ci , (linfo,g angJina }eIUçoplasÌ, ecc.) e gli l '{~p1)e 111dice, il tirrlo, po tremo ii1ter,renire cl1iestratti della corteccia surre.r1.ale. rurg i1camente o con la roentgc11terapia, con Nel diabete a etiolo~~ria ipertiroidea r.icorrere - l 'opoterapi.a · genitale e tiroidea, con l a ~01nnì i ­ 1no alla dieta a·ppropriata (Pen~e), al] 'a ntitiroi n i. trazion e di· calcio. 1

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cc fL POLICL[N!CO

Cor11e appare <la lle considerazioni terapeuti<;l1e suesposte la terapia del diabete non è come è o pinio11e diffusa n el pubblico esclusivamente insulin ica, n.è in g·enere esclusivarnente ormo11ica, percl1è al-'punto per le i11olteplici correlazioni in terglandoìari .e p·er il . meccanismo conrple?sv della regolazione g licemica, possian10 ii1fluire sulla ulilizzazio11e ·dello zucchero a i.Lraverso ' 'ie d iverse, abolendo c oiSì automaticameitte. og11i esclusivis1no terapeutico ·che finora 11a . es taro lato la ter apia razionale del diabete e res<) 1 ~0slosa agli ilndividu~i ed allo Stato la tera via st<-·t=sa. Così an:tlizzantlo le i1ostre sta t. i~tiche am1no11la 11ti a 7000 e.asi di diabete troviamo ch·e di es-;i ·svl1,an to• il 22 <J~ l1a fatto c ure periodiche di inÉYulin a e solo il 6 % è o·b·blig:ato ·all 'uso . co1ltin ti a Li vo dell'insulina stessa : negli altri l 'i nsulina può essere sostituita da mezzi cura• ti vi delta Li dalle i1uo, e dottri11e patogenetiche st1 acceJ1nate. Ch~ l 'i11 su ]ina sia 11ecessarj a periodica111ente, si sp if~g·a c c.1] fallo cl1e n1oltissin1i '· tati di alte' r.azione ·della re!So1azion,e ·glicen1ica di origine pluri6~ a1 1d r.J ·e1a r>ossono essere abbastanza bene compr.nsale i11 condizio11i normali, rna che questo stat0 di co1lYpe11so può turb·a rsi in periodi in cu i si a. · re r1tu~ l 'i11stabili tà ei1docrina con1e ILei can1biamenti di stagior1e, in coincitl~nza a stati febbrili, ver malattie intercorrenti, per errori (lietetiri, per t·urbe psicl1icl1e . Il 6 % .del totale ·d ei casi, quelli cl1e usano cioè l 'insulina quotidian'a mente è composto pe1· lo più- da &og·geLLi g iovani, in cui più facilmente ritrovi.an10 la co111pone·11 le p1a ncreatica <liabeto,g·en a in forma gT·ave. · ~la, a1) 11ur1t0 per la im 11ossibilità pratica di trovare in cJir1ica una monoedocrinopatia pura . _ ~111cl1s uRando ir1sulina noi la associan10 ad al• tri medicarJ1en1i .ormonici o no. E:c('o clte con questi accor gin1enti, n1erilevoli ·di essere portnti a con osc.enza ·d i tutti i n1edici, rtoi rea lizziam-0 una grande economia ·d i i11 sulin.a an che nei casi in cui è indispensabile. Da · qt1anto abbia1110 detto appare l'i1n po1;tanza prati<.a, oltrerl1è scientifica, della concezio11e del]a dottrina f>lurig]andolare ~OStenu1 a dal J?ende 11f; ] la patog·er1esi · del ·d iab1ete. ' 'era . malattia d ' j1 ~tere:5se so-c iale QFaelli: _4 tli Co ngr. · ! nier11. · Stud. Pop. , 1931), sia p·er le con•Eic o·ue11ze sull'-l l"'TOCJ'Cazione (E'aelli: Xx";\."v' Congre ..,30 SY)C. l l. 111 ed·. l nt. , 1939), e sulla r azza ( l~aelli: J1if. :\tled., 17, 1935) sia per gli i111c'ressi econo111ici r1azionali cl1e la sua terapia com1Jorta. •

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IlIASST;i~T O. L ' A. po11e in evi<lenza rotl\ (', ir1 baRe alla 11toderrta co ncezione correlazionistica de·l di.ubete 11ella cui f>atog·e ne~ i l)UÒ ven ire chian1.a la in caYsa iCJua ] ~i a i g1ando la a secrezio•n e i11lerna o c1ua lsiasi co~tej]azio11e or11to11ica, il ~»ro­ h len1a clell 'insu.iina : i llonga in maniéra af.sa.i J11 en\, n~~ilJantc che n o11 ai tempi in ttti il diabete era ri-Lcn uto nlalall ia esclus.ivan1e11te jp0panc real i,·n . Jrtfa tti oggi noi possian10 attin gere a r1lol1eJ>1i ci sussid i dell a terapia por la 1:ura di questa n1alattia ti1~ica n1e11 te · plurigl.anrl o lor·~ rcal izza11do ad t1n lemp 0 il progrn~so ~cien tif1<.,0 e: l 'ect)llLr11ia ue I consumo . dell 'i1' ~uJj 11 a P quindi cor1 u11 reale contributo- ali ·a utarchia della Nazione. • 1

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TECNICA DI LABORATORIO J>l. C 1.INl CA DER~AOSIFILOPATICA DI ROMA

· Direttore: P. L. BosELLI'-JJ.

A p1·oposito delle microreazioni per la diagnosi serologica della sifilide. Prof. G.

SPICCA. •

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1929 1"1 èinicke i1ro11011evu la ~ ua 111icro-

reazio11e o reazio-n e di rapidità. La tecnica , è n ecessario ricordarla consi · Le,;a in qt1.anto • segue: Occo rrevarto due n.nse di plal i110 · u11a del di:t1nelro di 2 mn1. ed un 'altra di 5 mm. (~t1ale materiale t1n vetrin o a goccia penàc·nl e ed un vetrino copri-ogge tto. All'atlo di pra lir:are la reazione si lutnva c0 11 :-:.ostanza g rassa il contorno del la vasch etta clel velri ilo a goccja p·e·11dentc e· st1bito poneYasi al centro d e] copri-ogg·etto , un'ansata di 2 i11n1. ùi siero al li,-o e poi l1na di 5 mm. di re~1gcnle di Meini cke pronto 11er l'uso. Si m~­ scola,·a un po' il tutto e _poi si adag~iava sul COJ)ri-og·getto il Yclrino a goccia i)cndente cl1e rllJ)ida111ente capovolgevasi. Do110 u11 'o rR al 111icroscopio ed a piccolo i11 g randi111ento si l)rocedeva . alla lettura. La presen za di flocculi J)ÌÙ o n1e:po _grandi :-l seconda de lla i11tens·i tà indicava positività. Si 1)oleva dire a -priori, senz.a cioè praticare e~a1 t1i cli con trollo, ch e la micro-reazione · di l\{ei11icke doveva dare resultali id entici a qt1elli della n1acro-r·eaziooe in qua11lo .trattavasi di se·rvirsi di dosi mi11ori se11za per quest.o modificare il r apporto siero-estratto di 2 a 5, stahililo 1)fl f la macro-re.azione. A questa rispondente, infalti. ln trovaro110, i11 seguilo, gli autori ch e S·e n e voll~ro occullH.re: I

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SEllONE PRATICA

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Meinicke però, io cr ed o, propose la sua micirca 10-15 m ' v·e rso con pipetta P aste ur 3 gort. ro-réazìon.e quale 1l1czzo di rì1)iego da usar~i re di sol. fisiolo gica. Agito un po ' e l eggo : solta nto qu-ando ... i fosse i11 vossesso di una se trattasi di si er o positivo si vedono ad mini111.a quantità di siero oppure di front.e a occhio nudo dei b elli ssimi fl occuli più o n1eno soggetti eo1ne neo1lati , }Jiccoli bambini, adig r andi a seconda d ella inten i1 à i quali nuotaIJO i, ecc . 11ei qual i 11011 sen1pre è facile il ne> in liquido incoloro con tendenza di dipreli evo d1 15a11.gue. Bas ta allora pungere un ~porsi alla periferia; dito ed in 2-3 ca11tllari raccoglier,e d el sangue . se invece il siero appartiene ad inde·I_lne si cl~ e cenlrift1 gato ci clà quel r11inimo di iero t1a liquido opalino sen za flocculi . suffi c iente 11er alle tire una micro-re1zione. Dèll '.ag:g·iu11ta d e1ll 'acqua può farsi anrhe a Io , cl1c ft1i u110 d ei p rirni a p rend ere in 1ncn o ' co11sider.azibn e la 111ic ro-reazione di Meinicke, Riesco c0&ì da tempo ad eseguire due rea}te1 i-.;emplifica re le 111a11ovre tecniche e d anche zioni co11 un quantitativo minimo di siei·o (3-4 · i >er fare a i 11e110 tiel rnicroscopio ricorsi ad - gocce), sem·pre, s' intende, og11i crualvolta esso u11a p iccola 111odifica ch e riconduceYa per così non -è sufficientementé b.astevole. dire la 1nicr o-reazio 11e nuovamente a lla 111acro. 1\fa di questi miei ri1)~e ghi non a' r ei mai • i e<lz1one. dette> se in questi ultimi tempi n on si · fosse Feci i11fatti preparare d ell e rninuscole pro- ' 'enuto determinando una spicG:ata t endenza ' ett i11e alt e c irca 4 r1 11. e di diametro interno e con un certo entusiasmo alla 1l1i croreazione. d i 2 mn1. Non mi occuperò della << mi,c roknhn » r e-. 111 ~ · e l lOJ1 e"o dt1e piccolissime gocce con c011tem ente proposta d.n A. n. Casilli p erch è pipett.a Pa .. teti r di siero attivo e subito dopo trattasi di un mezzo ch e, eguaglia in definitico11 1' i te a p ipetta ben lavata con sol. fi siol. ,~a i miei e, certo , l'autor e non avrà vqluto 5 gocce di reattivo di ~Ieinicke pronto per r t nderla nota se non percl1 è ad essa possa ril'u ·o. Agit<1vo ed eseguivo la lettura dopo correr si ogni qualvolta si l1a p enuria di siero. 12 or,e. Consiste infatli la « microkahn » del CaNon poteva -i così parlai:e più di r eazion e ~ i]li in una nlìcroflocculazion e ch e si ottiene • 1opida, n1a i risultati d a n1e ottenuti con quentesco1ando su di un ' e trino una •goccia di _ sta mini111a quantità di siero e r eatti,ro si equisiero ad una di e tratto ori.g·inale di Kahn preval evan o a quelli o tt enuti c o11' quantità magvia1uente diluito ed esegu end or1 e la l.fttura al • • giore ed io da a llora . quando p er esigenze d ebn1 icr oscop10. bo eseguire tina n•ic.ro-reazione, mi servo d elPrendo invece in considerazione le microla n1ia J)iccola modifica. . re·azioni ad antigene proprio proposte da KliNon n1i è 1nai occor so <li dover da r e u11a ri- r1e, Bertrand, Chediak-Dahr, Ide. spo. t a 11rge.n I e. 111a e ciò si avverasse n o11 faLa reazion e di Kline (J. La.bor. a. Clin. Med., ·rei a 11 ro ('l1e ce11 tri fugare il tutto per pochi 15, 1930), 11onosta11te che l'autore· sostenga 111i1111ti (111etodo clella centrifugazione di. Meidi semplioe e facile esecuzione anche per . corJicke) rico11duce11do, cosi , al meto,d o rapido loro che no1n so·n o espe.r ti in serologia, per le Ja mia ll1odi fi ca. ' 'arie manipolazioni cui l 'es tratto va sottopoPre . a, in eguito, in considerazione la r easto, per la preparazione d elle cellett e di parafzione « \.ilochol n di Sachs e Witebsiky e visto fina, per la nece~&ità di una .attrezzatura non r l1e t ral Iava i di un a r eazione squisitainente i11differ ente (due termostati , una centrifuga , ~1>ecifica (. u circa 12: 000 sieri da m e esamiun microscopio, pipette speciali, ecc.) n on può essere praticata &e non in I stitl1ti · 1)en e attrez11ati mai un caso di aspecificità i11i è occorso di osservare) e , ·i s to anche ch·e trattasi di una zati , sibbene anche qt1i per i tanti accorg ireazione cl1e 'a quasi sempre di pari p ,a sso con m·enti di tecnica , per la lettura n on sempre la r. Was.er111a.nn 11el &e.n so che là do.v e è po- fa cile, spontanea wrge la don1 and a se ne valga proprio la pena quando a dis1)osizione si sjtiva 1~ r. <: it och ol là è positiva la r. Wasserh a nno reazioni clasi&iche, ch e da t empo hanno rr•ann, volli l)rocede r•e anche ad una « microfatto la loro· buona pr'o va e ch e si sono· imcitochol n, cJ1c, dopo 1~·rove che mi hanno ben risposto, esegu o ogni qualvolta tro·v omi a cor - poste· IJer la loro fa cilissima tsecuzion e·, perr h è :non richiedono speciali .attenzioni, p erte> di si ero, ch1è egregian1ente rispondono allo scopo. La 1<tcni ca è delle più semplici: La r eazione <li Kline infa tti, proposta sin dal Prendo t111 vetrino a g·occia pendente e n el l l930, salvo lavori di controllo n o11 sempre concentro della va cbetta faccio cad er e du e pi ccol e cordi sul valore o m eno della reazione )stessa, gocte di f'-iero in a l.ti ,·ato e poi :&obito dopo · 11na non è entrata, a quanto n1i con sta , n ella pragocc ia cl i reattivo Citochol p~o11to per l 'u F-o . lica sero]ogi ca a lle reazioni classich e predette. i\git o in 1ni"lnier.a rotatotia per un m' e d opo 1

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« JL POLICLINICO »

P e r la microreazione di lBerlrar1tl (L' U1tio1i fl-1 édicale du Cariada, t. 67, n . .1O, ottobre l 9:J8, p. 1080) l'antigene è r.appresentat<J da u11 estr.allo alcoolico di . cuor e di bue, u11a oluzionc alcoolica di colesterina all'l % e- ti11tu.ra di benzoi110; il· 1naleriale: un ,,etrino · riorta-oggetto e due pip·etLe Pasteur; la lettura dopo qualch e minuto; la pr~senza rl.ì grani e la rapidità d ellA lor o forrr1arion~ son o i11 r.apporlo con 1'intensità d ella reazione. B ertrand , ch e avrcbb·e ottenuto il 96,6 9b di rispondenza con l a t e.azione di Kal1n , raccon1anda che l a s ua 1r1icro-reazione s.i esegua accanto alla r. Wasserrna11n ed alla r. K ahn . Non n1i co n sta ch e·, al1n·er10 da n oi , ~ i n stata presa i11 considerazione. La micro-reazione di Chediak-Dahr (A r ch. A1cd. inf. Hos,p·. G.argia, 1932 , n. 3) s i diversifi ca dalle procedenti ·p erchè vier1e lJraticat a Sll sangue. totale: una goic cia di sang11 e (]efibrina to e d essiccato su di un vetrino viene ridi·5ciolto con 80luzi0ne salina al 3',5 % e finalmente m escolato· con una goccia di reattivo orig inale di Meinicke (M. K. R. Ila) pronto pe r l 'u so. La l ettura viene fatta ·dopo circa u11'ora al microscopio. I soliti g r a11uli ~e ]JO itiYn, asse11z.a di essi se la reazione è negativa. Si tratta in definitiva di t1na rr1icro-reazionc di Meinicke con la so1a differ enza che ess·a viene eseguita su sangue totale defibrìn.ato ed e5siccato invece che sul siero attivo. Serr1bra però eh~ la tecni<:a sia .1 lquanto difficile 5pecialmente per la defibrìnazione ch e se insufficiente può ·dar luogo ad errori. · Quando poi uno ha , co1nc suol dirsi bucato, non si con1prende pe-r q11ali ragioni debbasi accontentare ·di una sola goccia di sangl1e , s<>ttopo1r la all'essiccamento, a lla defibrinazione , per servirsi poi' del r eattivo di Meini_cke. U11a brevissima centrif u.g azione del &an gue raccolto in un capillare (se si tratto pro1)rio di individu.o al quale non può togliersi che lin quantitativo minimo di sangue) dA q11 el tanto di siero bastevole per l 'esecuzione d~lla microreazione di Meinicke. Il tempo occorrente per l a centrifugazione r certamente minore di quello per 1'es~icca­ Tnento <l·ella gocci.a di san gue e per ]a defi})rinazione di essa e che C.hediak rat con1a11da di eseguire a ccuratamente. Il tempo ult erior~ è u g11al·e per 1'11na e l 'altra reazione . Se si volesse poi ·procedere più rapidamente, non attendere cioè l'ora n·eces~ ria per procecle re alla le ttura si potrebbe ricorrere alla mi.a rr1odifica alla micTo-reazione di M'cinick.e e, •seJlZa .atte·n dere le 1 2 ore l>er la l cttllfa, ceni ri fi.1g-are per ql1alche n1in11to a cir.ca 3000 giri 1

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[ANNO

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NU?\I.

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al m' e Jeggor e . (J\!Jctodo d ella ccri.L rifugaz ion e di Meir1ickc) . ,. , : Tutto ciò scrr1prc c lic si voglia far qui ~l i o n e di rapidità. L 'unica cliff.e~'e 11 za fra la inic ro-reazio n e di Che·d iak e quella ùi ~Ieinicke è queil la , carne si è visto, che la prjrua vie.n e eseguita sµ sa ngue essiccato e ciò potrebbe, forse, e&sere util e in medicina legal e per quanto il tal c~so, trattandosi di esar.l1 e Illicroscopico, del polYiscolo, dcg] i elerr1.c11 Li icstra11ei più. o rneno c;ommisti al san g u e c. siccato J)Otrebbero n on i1Jdiffe1·enl c~r1 cnte rendere indaain o_o l ' c. am e a1ich e per l ' esperto. , Nel 19 ~36 Sob ei ld e, sierologo. d€1 Doai :.\Icn1ori.al Jfo·~1 i ital cli 1'o kio ed il suò ~ssiste11tc T amao Id e proponevano un.a nuova reazione ch e fu cl1i u1r1ata « ldechingen » o più sern1~,]i­ cen1c-nle cc r eazione di Jde n (I . R. ). (l(lì1i. WoclienS>&hrifl, 1936, n. 27). ' T ale l11i c ro-reazionc i differenzia• d·a tulle le altre prese in e, arne fin qui perchè l) UÒ essere e eguita : su .·iero attivo; u siero inattivo; su snngue' totalr; su sangue essicca to. J. . '.antigen e è un rsl ratL~ alcoolico di cuore di bue col esterina I o. benzoi11ato e finalm ente colorato con cristal-, ioletto e azzurro JT. r Quanto alla tecn ica : a) siero..: una ·g·orcia di sie ro a ttivo od inatti:vo l)ÌÙ una go cr ia di reattivo pir onto per l ' uso e diluito co11 ~o Ju zi one cloruro sod ica al 2,5 °I<-) · Si agita per 20-30 volte e i legge: flo ccu li azzurrastri ~e la · r eaz ione è l JO it1 va; assenza di essi f'e nr p-at i va; · . b) sangu e tela] e: una goccia di sangue p iù una goccia di solu zione clo ruro-sodie.a a l 3,5 pe·J.; cento ; ai dt1.c li cru idi accuratam ent e 111 esco lati si aggiunge 'I 'c~t ratto dilt1ito; 4-5 m' di rr1ovimen to rot<ttorio; lett11ra: fl occuli azz11rro-violacei su fondo r osso opaco se la r eazione è positiva; non flocc: uli se n eg·ati,·a; · e) sangu e essicrato : una •goccia di ·s angue su vetrino viene rjm esta1a per 3-4 m , con lo spigolo di un altro ve trino o nde estrarre in maniera meccanica la fibrin.a ; si lascia 11oi essiccare l a goccia; indi si stempera co11 una soluzione cloruro-sodica al 3,5 % e la · si ' rer sa nella va ch etta del porta-oggetto; fin alm ente si .aggiunge una g occia di est ratto diluito e dopo a'T('·re agita. lo r>er 4-5 n), ~ i procede alla lettura. Prendiam o ora in con sid erazio r1e questi vari procedimenti rapidi : a) siero attivo : è r erto questo un n1etodo rap1ido per l'esa.me cli uno o du e sieri, ma supponiamo di dover esamin are 30 sieri. Pur . senr,a 1ener co11to d el tempo che certan1 ent e dcvc~i imp iep-a r e per la distribt1zione 1

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SElIO E l>RATICA

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dei ~ieri, p er l 'aggiun1a dello estratto, r11a 5olI)OCO di' ersificl1i da quello ui wlei11icke, la l<rnlo di quello cÌ1e ocro rre l)er l 'agitazione e reazione di lde su sa11gue e·..,siccato l)Otrebbe cioè Ji 5 111 ' ~P moltifJli chiam o questi per 3l) consid·erarsi un duplicato della r eazion e di Ch eve11ia1no ad a~ ero e&itla mente 150 n 1' e ·io:è d.iak e ricoi-t-ere a l'uno o·d all 'altra ir1 caso di ur1 ter11po di ore 2,3'0. rtecessii tà -è i11differen Le. Ora, per ]a mic ro ~reaz ion e di ~[ei11icke da d) Sangue totale no11 essiccato: è questa llle 111odiiica la , ·e.guendo il m e todo della cenla prova originale della reazio11 e pro1)osta da tri f ugazio11e, 110 0 occorrono j) ÌÙ di l l1-12 111 · per Ide, che nettarnente si differe11zia da tu lte le ver are 11elle ri spe ttive nrovettine le 2 .rroccie altre micro-reazioni iJ) qt1anto non occorre • o centrifugazione, r1011 occorre· i11,a lti vazior1e e di siero, ta11Lo qua11to cioè occorre per IJr epaquindi p o treb,b e clavve l'o . esegu irsi al le tto rare e rendere il reattivo pronto pe r l'uso; lO .n1' al massimo p er versare s u 1utte l e proist es o dell, am111alato. P erò 11011 lutti gli AA., Yetti11c le 5 ~orce di r eattivo· 3 n1 ' !)ér la ce11ch e hanno voluto cor1tr~llaTla , n e riten gono trifugazio11e; lettura . In tutto 25 in'. fnril e la l ettura: D en1a11che, noto ierologo In tal caso - n1i ~i dirà - ri . i ~{'rYe di ' fran cese, in collaborazione co11 S(lg.al , avrebbe n otalo cl1e non semr)re i. 11occuli i ·pre. ·entano u11 supporto di 1eg110 a ppo~l t a n 1rntc l)l'epal:1e 11 colorati , ma a1)1?'aio110 piuttosto . opachi sì r.a to, .al q11aJ 0 si im1)rin1rrà il mo' .in1 ent o roebe non è facile stabilire se trattasi ,di floc tatorio solo dopo ch e ·Su <ii es·so ~ono stati culi i:;opecifici o non 11iuttosto di agglomerati posti tutti si eri di già preparati ~ì rln i111piedi cn1azie; a Montesano jm1ior, al qua le ho gare per tutti solt a nt o r5 m ciato l 'incarico di occup~rsi d ella r eazione, ed 1\fa a lìora dobbiam o t ener co nt o d cl t e1npo a m e sp e&so è ea1>itat o di r e tare per l ' istessa che s i i111piega· p~r ciascuna reaziot1e (1ness.a a r.ngio11 e in dubbio. ))O to de l sìero, aggiunta d ello estratto, meSi dirà ·d.a quelli che 1'J1anno in vece trovata srolazio11e accurata d ei du e liquidi ) che no111 otti1na e di fa·c ile l ettura che fors e non ab1b iapuò l'ichiedere , l)er q11ant.o ra1)Jda1l1 cnte si la1no posto speciale attenzione n el distribuire la ' 'ori, m ·eno di · 1 lll.': dei 5 ll'l · , r h C' occorro,no rr1i cela su tt1tta la .. uperficie della concavità IJer il 1110,·i111cn lo 1 t>I a torio; del t e11100 di letd el vetrino; ch·e forse non abbiarno impresso tura , che anche se fatta ~ ul piano del S'llpal liquido l'en er g ico movimento rotaf orio , ecc.; 11orto ~ì che le r eazioni · controllan·dosi a vicenda la fa ciliti110, 1101l 11otrà richiedere m ·e no di · potrebbe anche darbi , 111a tutto add·i mostrerebbe che l'esecuzione della r eazione 11on è co·sì 20-25 rn' sperial1n,r nte se eapitano, co111e di f flcile e che il volere, con1e si t e11der ebbe, vol1torn1a d el re ·to , 3-4 reazioni dubbie. Jn tota le garizzare un metodo biologico, c h e esige l)er dunque, anche serYe11dosi d el s upporto agit<itor e per una r eazione accurata di Ide s.u 30 esser e praticato e be11c interpretato non pocl1e cautele, si rischia <li f.ar ro111111etter e g ravi e r$ieri occorro110 60 n1, . e n on 25 occorrenti ' rori a detrimento d ella serietà c11c ricerche d el co111c abbiamo \ 1istb , per la n1icr or eazio11e di genere ricpied.o no. 'feinicke , quale l'ah·b iamo espo~t.a. 1F orse per quanto sopra o pe r ~ltro g·li Ide Se quindi ogni qua lvo1ta si abbia a dispo51.r ecent.0111ente h.a nno modificata la tec1;ica con7ione un quantitati\·o 111ini1no di o..; iero ed urgente bisogi10 di u11 re pon:-:o la n1icr ore.asiglia11do di portare da 5 a . liO i11: il 1)eriodo d ello scuoti1nen Lo e poi di procedere a dt1e 7.ion c di Id.r rr ~ ta t1na prova se rologira alla letture : una subilo ed un'àltra dopo 15 n-i " quale può ricorrer~i con fiduc ia p ercl1è ben risponde n è divcrt:-amentc, come si ' redrà , poSJ»ecialment.e, n ei caFii di ,r eazioni dubbie. trebbe accadere, per re.azioni in ~eri e Ja rapiNei casi poi ·di sifilide c urata ed a r eazio11'e dità di essa ·è relativa e pe-rchè la ~cin sibilità 11egativa sug··g eriscono .anche il riscaldame nto € specificità di tal r rrazione poco o ,· nulla si del angue -g ià d·cfibririato per 20 m' a bagnod1 scostano da quelle di altre r eazioni , a rneno n1~trj a a 56°. r he altro perR-onale t ecni co n on ' 'oglia . adiNon sfugge a d al cuno che co11 qt1c te n1odibirsi a tale ricer ca, là dove 80-100 esa1ni sefi.ch le, anche se la reazione acquistasse in senrologici p er · volta si f\ egùono , forse , si presibilità, ven,ebbe a risentirne 11110 d c i i11111t i f erirH procedere alle reazio·n i r lass.icl1e .. OTigin.a li' di ·es~a: ln rapidità. b) Siero inattivato: pronto, qui . il. siero, Non si vuole , certo , con qua11to sii è del to procedere alla reazion e di Tde o a qi1 e'lla di r11enoman1ente disconoscere il valore d ell e fniRertrand o alla mi r r okahn propo . . ta da Cacro-reazioni ·C specialn1e11Lc di quelle ch e possi lii od infine· alla t)1icroc1torbol , ch e io esetSC•110 esser.e praticate su sangue essi ccato (r . di gt10 da tempo ogni qualvolta h o $\arsczz.a di C:he·diak, r. di Td·e) ·o s u sangue totale fresco · siero, ·è, f0rse in·diffe·rente quanto a rapidità. (1·. di Jde). Rap1>resen tano esse lJ uovi ed ori· e) Sangue e~sicr..ato: ~e si errettua la difg ina] i 1ne lodi ::scr ologir i ai quali pur ser r11>r~ ferenza degli estrat Li, µer qt1ant o qt1e llo ·d i lde I

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<< IT., POLICLINICO

riic orrersi ogni qu.alvoltfl , per rara eve.r.ienza, il 111 a leriale a nostra dis1)osizio11e 11011 è ch·e un.a sola piccola goccia di ·a11g ue od u11 ·g 1u111etto, ii-1a dubito ch e esse i )OS ano !50 ·ti1ui re le cla sich e reazioni di fJ oc(: ul azio11e (r. Mei11icke, r. l\.ahn , r. Muller, r. Sacl1 ·-\ Vilebsky) di fa cile eseé uzio11E} e di più f<lcile leltul'é.t; clic po ·s:i 110 esseTe sisten1atica n1 enl e prati ca te ~·cca nt o ad ,esse percl1è pur a11L111 ette11do cJ1e i11 se11sibilit.~ e specificità le eg'uaglia no rc:rtame11Lo 11011 le superano e quindi se11za va1ttaggio alc uno si sar ebbe p·ort ati ad t1r1a inutile perdita di Len1po ; elle i10 ~n n o, fi1i.a]111ente, affidarsi alla lJ!Ta tica medica co rrent e, sia i)ure quale orie11tan1ento dìagn o$lico, perch è n on o tanle l ap11aTe11t e facilit à ricl1iedono nella e ecuzione e 11ella lettura 11on indif feren Li e ,igenze se nza per altro ' rolere in .. i tcre st1 u110 dei can oni esse11ziali in . ., erol og·ia r cioè sulla n ecessità, per un probativo re ponso, di abho11dante n1ateriaJe cli e ~a 111e e tlj contro,llo.

[ANNG XLVII,

NUl\·I .

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rtoi ottenia1110 con ]e l ~cazioni oggi in uso , è ])e11e, forse, di continu are a ·ervirsi n ella pratica 'erologica della r. W a · crn1an11 e conten1JJOra11 ean1en le di u 11a o meg·lio due reazioni di fl occulazione di g ià ri conosciute con1e perfelta111er1.Le sicure circa la s pecificità; . di i:icorrere ad un.a o più delle· tante n1icr orcazioni di cui si è detto quando e soltanto si .abbia p e11uria di siero; di servirsi del la r. di Ch edia k e delle r. di Ide s u sa11g·ue essiccato o ~u sa ngue fresco tolale soltanto quand o rare evenienze lo in11)ongono, ptonti , se po. ibile, a controllarne i resu]tati co11 le reazioni c la s~icl1e.

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Ill~t\SSUN TO.

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"L\. IJropo ilo delle n1ic,roreazioni per la di.a-

gr1osi serologica della . ifilide l ' A., dopo di avere a ccenn ato a due suoi ripieghi (modifica alla micro-meinicke; microcitochol) ai quali i)er SllO uso ricorre og11i crua]volta h a penuria di lTLaleriale ollen endo re~ u]t~ ti s,ovrapponi})ili a q ne1li .delle 1nacTO· reazioni , 1}rende in esarr1e talun e. altre micro-reazioni da altri AA. proLJoste e ritiene: . cl1e i cosidetti antiQ·eni di es-e nop sono, r er quanto- più o m eno mani·polati, ch e quelli in u so per le macro-reazioni : ch e per ciò no11 vi po ~so 110 ef'sere vant-ag-gi in sensibilità e specifi cità il cui per cento, Y<triabile da autore a d autore, è ql1istione piutto. . to di tecnici . . 1no: ch e I.a rapidità e la fa cilità di esecuzione r cli lettt1ra di talun e di esse sonQ relati, e: con clude, per q11a11to sopra, ch·e alle mirra-r eazioni può ricorrersi soltanto qu.ando, r er rare eveni en ze, si ha scarsezza di materiale. Da ciò ~ltanto· il pregio di esse.

11 och e pa role, infine, snJJ a . j)ecifi ci tà e sen~ibil i1·à di ta li rnicro·reazioni. Gli AA. , ch e i1e .,,ono occ u L}ati , J1an no ' qua ·i Lui li con cluso il lo ro lavo ro di controllo dicendo c he i risultati otte11ut.i con le 111ic roreazio111 non diversifi cano da qu_c JJi de ll e reazio11i co1nunemente in uso. lJoleva accader e cliversam€nle ~ l o n on 1cr edo perch è i cosidcl ti a n ligeui cli tali in icro-reazioni altro non sono c lic cs l ratti • cli cuore di bue più o rnen o ln anipolati , l'iù o 1 111en o co JesLerinati , più o n1en o })enzo i11 nli , ed in fin e l)iù o ·ra.e110 colora ti , i c1uali ~ol t 01)osti ad accura ia titolazione, non possono non dar . luog·o a flocculazione specifica a contatto ·di siero luetico con1e quelli di già in uso 1)e r le . . . Ricordiamo l'lateress11ate pubbllc11zloae: 111ac 1·01·eaz1on1. Prof. UBERTO ARCANCELI Il per cento in sensi:b1ilità e ~p e c ifi cità, quiPrimario Emerito òegli Ospedali di Roma ~ tione piutto to di t ecni cisn10 , varia se1111)re i11 ter111ini i11i11i111i da autore ad a ulore ri11etc11- Clinica della sifilide ereditaria ·nelle varie età do i co11 ciò quanto si è soliti osservCi re co11 le della vita e nelle successive generazioni • r11a.c1'0 reaz10 n1.• . Ri portiamo uno dei tanti giudizi. espressi dalla stampa me~ èica, su questo libro dell' ARCANGELl · È q~indi ro rse inutile cl1e, ogn i qu a],·o]la << E: una pubblicazione, in cui l' Eme,.jto Primario degli Ospe.rie11e lanciata una nuova r e.azione, n1a cro- o « dali di Roma, Prof. U. Arcangeli, trasfonde il risultato . de~ lunga pratica sull'argomento illustrandolo nell~ varie. eta 1ni1cro- cl1e sia, ed il cui antig·ene poco o i1ulla "sua della vita e nelle generazionti successive, con la npercussione cliver.. ifica da quelli orn1ai jn uso, ci si affanni « sui più differenti organi e tessuti. L'argomento è trattato molto tanto come nosografi~ ~ dia~os~, quanto co1D:9 per · tudinrn e preg·i quasi sen·1p1~e. l)iù o n1eno · «« proficuamente, prognosi terapia e profilassi . Speciali cap-itoli riguardano ~l ~ervoso, le vie respiratori.e, le vie digerenti, le mani.· relativi e si tern1ini il pro prio lavoro cli con- «« sistema festazicni endoc""1e, i difetti dell'apparato. sessuale. Precedono i rollo con la orma i p rogra111111atica frase cc la « un in&ice sistematico ed un indice alfabetico generale ». (Da Rifcrrna Medica, N apoli, anno LIV, n. 23}. r eazione n1erita di entrare .a fa r part e della A. FERRANNINl. pra tica erologica n. Vohtme in-8° di pagine 11{). Pr.ezz > L. 2 O + 5 % e più le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al « Policlinico >1 od Sino a quando o con altre so~tanze attivaa quaisia:;i dei nostri quattro periodici sole L. 1 8, 9 O franco t·ri ci o con altri m etodi non si ri11 ~r irà a suè.i porto in Italia, In pero e Coloni'?, Pt.r l'Ester:> L. 1 9 , 7 5 · J">e ra 1~e di 1nolto, se-n za i)er altro pregit1dicare lr-viare Vaglia Postale alla Ditta LUIGI POZZl, editore. via la i1ecifir ità. le percenlu.ali di posi ti' ità che Sistin,, 14, ROMA.

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SEZIO~

E PRATI C.\

SUNTf E RASSEGNE RICAMBIO~.)

l:<:ilca lo. i fi~.:a, co11 c.J.i111ir1uzjo11e di que~ ta riser\a 11ell 'alcalo ·i g·as o a·. Alcalosi fi ssa.. Si l1a n ell e; .aJcalo ·i clie s i for1na110 11cfJe ·Le11osi y1loricl1 e, n elle occlu:-: ioni inl estiuali , 11e11e grandi opc r.1zio11i adLio 1~1 i1 ~~J i e nt·g~i ~l~ock .cb.iru r o·ici. JJl questi ( n ~ ~ e e una der1 vaz1011c di cloruro di ~o,dio del :-;:1 nguc Ycrso le anse ii1testin[lJi, J)rodu ce11do clorOJJen ia da ab·bassa1t1en lo clc]1a riser' a al< aJi11a (alcalo::3i ga so·sa). . La di111i11uzio11 c. di cloruro di sodio d al aJJ - ' ,g·ue è acco1r111agr1ata da autolisi delle albu11_t i ne _ùci lèssuti c~ 11 co111pa rsa <li ipe11>oli1>epl 1de111 1a ed e]e, azione 1d c·l l ' urea del sangue. il cui lll -2.~o può giu.11gere a 4. gr. e più quarlcl? il f··g·aLo r9ag·i ·ce a ~l 'au111e11to dei poli1)e1)ticl1 co11 111agg1ore (un z1or1e urcn1i o·e11a. (~ osì ·i l1n 1.1 r lorO])enia azotemica. Qu~ndo il fega to non è i11 grado di r eag·ire <·.011 rperaz? Log e11 ?~i a11 '.in tos jcazione poli1)epl .1 d,e 1111c~, J org\l.111~1110 'iene a trovar i i11 tato di gra,-i, in1a intossicaz ione. . I~ i p·oc l?1'e111ia ~ acco n1pa,gnata scn1pre da

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Alcalosi in clinica. {S.

_VlENDONQA.

. Il.

Bras.il-niedico, 30 n1arzo 119±0).

met~boli8'11~0 mf~erale

rispecchia l 'equi11 ~rio ~c1do-h~s1co . S1 a 1r1111ette con1e equilibrio ac1do-bas1co 11orn1ale la r eazione attuale <lei sa1lg·ue con pH fra 7,35 e 7,4S, 1.. on u11a n1edia di 7,40. Riserva alcali11a norn1ale è quella ccJn1presa fra 50 ,e 60 ~o di 'olun1e di CO!) nel l)l8SDla. ~ e rrtodificaz ioni di trues.to eq uilib rio iii più {) 111 i11er10 sono considc ra te clin ica111ente co11 te acido i e alcalo i, cl1e posson o e. sere fi s e o 11011 ·gas o e, CJti,anclo clip)endon o da inva.. , ionc {li acidi o di alcali (rispettiva111 ente·), oppure gassose, no11 co111pensa te, quando pro,ren go110 d:. acct11rlulo di acido o riduzione di alca] i. l -n 'e''entuale penetrazione di acidi fori i é..,ogeni nel sangue o n ei t e uti o un difetto <11 -el1rni11azione d(:\g'li acidi di forn1azion e endo gen a costituiscono l'a cidosi fi s.a. Lo te~ ~ o cnn1portamento degli alcali costituisce' l 'alcal osi fissa. L' acidosi l.· ga sosa quando dipende da acCl11nulo di C02 ·plasn1atico (con1 e, p. e., 11e·ll 'ipcr, en tilazione poln10 nare, in ru i . i ..:ottra r f :<J2 dal ·angu e). Il ' 'alore d cl C02 lo lale d e] i)la . . n1a r a1Jprer nta la ri &erva alcali11a ed è con11)ost.a dclln fra7ic>ne1 disciplta e di qn cll.a èornbinata i11 forma di bi carbon a to. Total1nente i l1ann o !50-60 cc. di C02 per 100 cc. di ula~n1n; 3 cc. son o r appresentati da CQ 3 fl 2 e 45-5:) cc. di bi carbol)ati. 'Le inodifi cazioni cli questa to,n centrazio11c i11di ca no squilibrio acido-basico n el senso àell } ~cidosi o d ell'alcalosi. L 'in di ce 11ormale d el e loro .g-Jobulnrc e di i'f11elJ o i)lasma lico è di 0 ,50, ron ~idera ndot:·i n ei lin1iti fi iol o p;ici a ncl1e le cifre di 0,4-9 e cli 0,5 1. Quand o SUJJe r a 0,5 1 i h a acidosi (ch e è fissa se la ri crva .q.lcalina è bassa e ga. sosa se alta), qunndo è infei·ior e a 0,-19 si ha (llcalcsi \fi s~a quanclo la riserva alcalina è alt a, gé.ls.sosa quando è bassa). Nell'acidosi il cloro si s11ostn da'] 1>1<"\. n1n \'t rso i globuli, n elJ '<rlcalo._ i dni ~·lob•llli ve r'"-O il plasma. Qu e ~ t o è il fenom en o di Han1burger. 1

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11 ~oc l o rt1r1 a .

riduzion e del tas, o di cloro non ~olo nel 1;Jasn1a rna arcl1e r1 ci globuli e. n·el n1 ede1si,."J rlo I e1r1!10 riclu zione del cloro dei r11 u ~col i. ~i ha quindi · t1na . rari ca di cloro da t11tto 1 o r.fta ni ~n10 con con ce11lrazione di cloruro di :-:odi o, J1 elle an. e i11testin~1li 1Jara1izz.nt ei. Tl _clo ro è elir ninato pe] vo111it o so tto for111a di acido clorjùri co, 111a sopra lutt o s i co11ce11l r·;t 11 ell e a11sc i11t eslinu] i dis tese. Que te Rn.e :--e1'{ r11 0110 u11 liquido ricco di clo rn-ro di soclio. che ri . Lagna i)er l 'incUJ)acità di assorbj111c11to cln pari e dell 'intestin o. La djminuzionc ùel cloro :sanp-uig110 e ti:;surale di1)ende ce rtan1 e11te d'a qu esta eli1ninazionc di cloro l)C] vo n1ito (\ ]Jer le anse inte tinali . L'ani onte Cl è sos litt1i1 0 da C0 3 H co11 riduzi o11r dr.lla ·ven Lilazione p·oln1ona rei·, m aggior ro.n cen I razio11c di CO,, n el lYlasma ed eleva i' io ne d ell a ri cr' a alcali11a , eÌev~z i òn e del c'o111ent1lo i l.h protcin<1 del ])las1na, ~t1tnento della ,.:$cosil'Ò, re]a li vo :1t1menlo dell 'emo globina, <l ei .Q' r costi. l ol) n)i r ossi e del ,,a]ore 'Q·lòbular . I ue11do lln 'alcalosi . . Dl1 ra n I e la dige1stio11 e gastrica si ro t it11i"sre un ' a lcaJoRi fi ss::t fi5iol 0g·ica, p er la n1aggior scc rezion e ,di acido cloridrico n ello lon1.aro. Que . . lo acido cloridr ico j secerr1 c dal polo 11l"lero ÙE lla cellula , n1er1lr:,e dal no1o bn$nle si eljminn vcTSO' il ~an1g·ue il bicarboriato di sodio. Il ·~a n ~·ue ch e irriga la 1nucosa gasrica contjnua111 e11te, e s pecialm ente durante la dige, I io11e, I ras forma con doppia ·e::. in te"i e dopJJia 2 3 (l naìisi 1l C:0 I1 e il NaC1 in acido cl oriel ri co e l>ica rl1on ato di sodio. L',:\cido clo1.:idrico p erie-tr.a nrllo ~ton1aco e il bic.arbon.a to n el sa11gl1e. l.osl ~i eleYa J.a ri se rva alcalina: ' Nel nroseg·uirsi della digestion e e n el pe1 iod·o di assorbim.eilto il cloro ritorn a al san, ~rue e i ·ristabilisce l 'equilib·r io acido b a ìco ()t1i'n·dti· 1' alca}o,si di.Q"estiva è ll!i fen 6n1én o· fi. C: 'i_,

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L'alcalosi è ri~ultalo di alcali11i zzazio11e de] m ezzo interno ed è uno squilibrio acido-b,asico n el se11so dell'ipercapnia. Sperimen tal n1 ente sj o.ttiene con iniezioni endove n o~e di soluzione di bi ca rbonato di sodio àl 5 %. Il pJl del plas111a si elev·a, l :urina di,renta al1ali11a, la ventilai.ione polmor1.are si ridu·ce e ~leva le ten sio ne del CO~ · negli alveoli. 1.Je alcalosi ~o no acco:n1 pagnate da ipo•clorenti~ con elc, azione d.ella riserva alc.alina n el-

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ALCALOSI.

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<l rr. POLICLINICO »

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·iologico Lra n silorio c l1e si h a n elle vri111e tre st o contien e i n1 ed.c·~imi el ettroliti del san·o-ue e s ubisce 111odif1caz ioni d el pH in diverse c~ne re d ella ~igestione . Dive11ta p atolog ica in alc ur1 e• co 11dizioni , dizioni m orbose . J-'·· e. 11el vomito incoercibile. · Norn1a ln1e11te g Ji el ettroliti d el liquor sono .A. lcalosi fissa e iperazotemia. Non è rar o ch e 1·0 con ce11t1'az1'o n e n11'1l o1·e d1' quell'1 d e1 ::;an- . i ··a lcalosi sia a ccompagnata d a fort e .aumento g u e (7 ,36). . <li -·u rea n el Fwan g u e e n el liquido cefalorachiNel 192 1 Jar eh cw trovò, con1e fenomeno d ian o 'Sen za .c lic p er q u est o· si d eb·b·a pensar e pre1n onitorio d egìi a ttacchi epilettici , un au~ d ir1suf ficien za Ten al e. Così è in al cune ocnlen t o d el pH d el plasm a; 1'oyposto si ha · due lu ioni .intestir1a li. i·rinte l 'attacco. L'alcalosi iniziale può essere Qu,esta i.pcrazotemia è. conse.g·uen za imm e- fi ssa o g assosa, inentre l'acidosi. terminale è cliu ta d ella clor oµ eni a e sf..:on·1p·a r e col rista- ~empre fissa per l'accumulo di acido la ttico lYilim.en to d e.Jl 'equilibrio salino·. P er quest o d.o vuto a lle contrazio11i muis col.ari dura nte l e ~o r1 0 utili l e soluzioni salin e ipertonich e. .cor1vu lsioni clo11icll e. }; 'azoten1ia è ris ultato del cala boli ~ n1 0 p roL 'al calosi si mantien e invcee n ei casi in cui tr ico . Quef'-Lo catabolisn10 s i h a negli inter - g li a ttacchi epilettici si s usse.g t1ono uno al, ·enti chirurgi ci , n elle st en o·s i J)iloricl1e, n elle l :alt ro . occlu ioni intestinali acute, ne~rli ilei par a li- · Lo s tesso· si· osserva n ella tetania. t.ic i, n elle sten osi esofag.ee, n elle enteriti ·con Tutto quello ch e espon e ali '·alcalosi impedi<li:tr r ea, n ell e ep a titi acute. sce g·li a LLa,ccl1i epil e ttici. Così agi sce la dieta llc'<llosi gassosa. L 'alcalosi gHs ~osa i for ma ch et og·enica. quan do si riduce in m od o acce11tl1a t o la t enCon1e p ure il dig iun o prolungato , i medicas ion e d el C02 n eg·li alveoli po1111011a ri per ri taJ11en t i a cidificanti , (ta rta r o bo rico di sodio , ])i]ire· l leq u ilibri o. Diminuendo la con centracloruro di a1n 111on io, lin1o·n ee sulfuree o clo :zion e n el Fwang u e, i tess11ti perd o110 C.0 2 ch e ridricl1 e). pn ~sa a l san g u e. In poco t e.n ll)O con qt1esto L' A. riferisce .an1 pian1 e1)te .a l ct1ni casi di aln·1cccanisn10 si vien e a rid1urTr la r.on re11trazioL calasi (}a lui osser,,a ti e pr ecisan1ente uno di 11r di CO? ta11to n ei tess11t i cl1 e· nel san gue. un epiletLico cc n .a lcalo"i fissa inte ress·ante i)er (~ osì si el eYa il pII d el san gu e. ch è l 'epile$sia com par ve d opo aver ricevuto l /alralo.., i g·assosa è se111_pr e co1t"e~;t1 e n za d el- ir1ciden taln1 ente una scarica elettri ca di 6600 l ' i pe1 ,·e·11 tilazion e polrrton a11are , la 1)tO i n CO I)- volts, lln a ltro rig uarda nte u n m a lato di in. tli zion i fi.siol o·gicl1e cl1e .Pat o.Jog ict1c. r\nc.h e ~ uffic ien za ~urren alc con alcalosi e un teiizo 1' i perpn ea volon taria, con r espir azioni J}rofon - ·ch e pr esenta,-a fen om eni di automatismo amcle, p u ò provocar e inten sa a lcalosi èl1e p uò 11t1lat orio ed .attacc l1i epilettiforn1i con alcalosi . g iunger e fin o a ll 'ob11ubilazio11€ e alla tetania. L. C~e ne ralm ente d op o r espiri p rofo11<l i i h a apn ea La pa~ogenesi dell'uremia. (01npen satoria. Co sì su cced e nei r espir i perio<l jci , p. e. n ello Ch eyn€-St okes. (I\.. . V01T. il-I ediizinisch e J(lini k, 1939, n. 17). Un fen on1en o sornigliante si h a n ella p rin1a Il con1·plesso sinto111aLico una volta indicato fase dell 'acidosi d a an ossien1ia . L ' e·c ci1 a111ento b ulba r e provoca to da lla dirnir1uzione . di 0 ssi- a ai 1)iù come uren 1ia s i verifica sempre nel C.(lrso di un'.a ffezion e bila ter ale d ei r eni, m a sia g·en o n el sang u e produce ]Jri111a alcalosi , ch e dal J)Unto di vis ta clinico ch e da qurello p~to­ poi è sostitui ta d a acidosi per invasio11e d el gen etico 11on r.a:ppresenta un'unità nosologica. ,s~r1.g u e da pa rte di p r odotti ca t ab olici , :speci.alUna p arte d ei fen o111e11i uremici dipende r.n.en ter acido la tti co . sicuram ente d a un 'in sufficien za r enalf3'; sono L 'an ois.si e.mia prod11ce a lcalosi i11 va rie conper ciò }:espr essi on e della Tile n zione di sosta nàizioni patologir.l1e : una asce11sion e a g ra nze urina rie n el san g ue . d i altezz.e, r espirazion e per ten1po più o n1eno Volhard e.. la fiua scuola soste ngono che lt1ngo in ambie11te ad a ri.a confina t a·, n elle solo q11esta con·d izion e si può considerare una 0~1ruzi o 1ni n 1eccanich e o pa ralitich ~- -P ell e inuremia ver a, perch è a lor o avviso le sost an ze ritc>~sicazioni d a m orfina e cocaina, n elle para tenute sono e ffettivan1ente l a causa dei ben lisi toracich e per enfi~·e ma o p er tet an o; n eln oti fenomeni clinici . t'infarto poln1onar e; n el « cardiaco n egro », Quef5.t a urémia vera può n1anifestarsi acunt-lle per sist enti comunica zioni d e·l for o di Bot a111en t e n elle a nurie co111ple te o nelle oligutA llo, n elle anemi e, 11elle intossicazioni d a osrie molto accentuate, i.n con s~~e nza di glosido di c.a rb onio o da nitrili , n ell 'an os iemia n1erulona frite acuta, di a vvelenamento da &uda insl1ffic ien za cardia ca . An.c h e l'ipertermia di 40° provocata con M- , l)li1nato o n ella rit.en zione di t1rina da ipertrofia prostat ica. La form.a cr onica è più frequeng ni , con applicazioni elettriche o per iniezioni t e ·e può l entamen.te condurre a morte; si ve~i albun1ine ·et erog en ee, pt1ò d ar e iperpnea e rifica i;:i ella n efrite inte r~ t izl a le genuina e so~u indi mod.i fic.azion e dell 'equilibrio aciclo-b{l-sico. Seconào ' 7a r ela Fuent.es questo è il n1ec- pra . tutto secondaria. Oltre alle sostan ze t r a tter1ute in seguito alcanisn10 ter ap eutico d ella piretoterapia. Le al.calosi in neUJrolog ia.. Il sisten1a n erYoso l 'in st1ffir ien1a d ei r c11i h ann o una narte imè bn@'na t o dal liquid o ce fél lor arhiclinn o. Qu e-· r~<>rt ante n ella prod 11zi on e deJ ( om p]esso ~in 1

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[ANNO XLVII, NuM. 37)


[ANNO XLVII,

NUl\1:.

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SEZIONE PRATICA

l<H11atologico car:itteristico dell'uremia vera i r1rodotti della putrefazione intestinale, rilevabili n1edi.ante la reazio11e dell'indacano. Queste sof:tanze arorr1atiche sarebbero particolarn1ente la causa dei fenomeni to5sici, e verisimtlmente anche d'e ll 'anemia determinata forse da un'alterazione diretta dal n1idollo os~·eo .

I prodotti intermediarii ·d el ricambio d elle sostanze proteiche, e 5pecialn1ente l'urea , avr·ebbero al riguardo una s.car sa importarlza. ti.; discutibil e che solo un .aun·iento dell'L1rca nel san·g ue f;Cnza .assorbi111enl.o di sostanze: pt1trefatti,,e dall 'intestino possa 1Jrodurre fenomeni tossici cos.ì impon enti come quelli cl1 e si l1anno nell'ure.m ia vera . Vero è che l'urea è in gran parte eliminata dalla parete gastric~ e produce così. la ~rastroente1~itc 11r-en1ica. Nel corso d ell 'ure rnia aun1e11tano nel sangue, oltre l e amine, a11che la cref\tinina e l 'acido urico. 11 tasso d ci cloruri nel plas111a è invece non di rado· basso. L'acidosi ure mi ca è solo in picco]a pa rte determinata dal1a rite11zione di acido urico. In effetti i reni insufficienti hanno perd11to la rapacità di forn1are l'ammoniaca nella <1uantità n eccs5arja per saturare gli acidi liberi. La vera uremia si dovreb·b e an cl1e be11 di~t inguere dall 'u rerrtia ipocloren1ièa provocata dalla forte. perdita di cloruri verso l 'es.terno o dal loro dcoosito 11ei tessuti. Questa forma rLon diJ:>endé da insufficienza r enale eG è rin1ossa dall,introduzione di cloruri nell'organi· s1110. Si tratta di u11 processo extrarenale con un quadro sintomatologico diverso da quel1t> della vera uremia, e dalla quale si distingue a11cl1e perchò manca110 le sostanze aromaticl1e i)utrefattive , quantu11que la q11antità di l1rea nel sangue. sia 1) it1 ttosto con siderevole. • • • • • • • Una n-a rtc d ci s1nton11 uren11c1 consecut1v1 ad un 'àffezione renale diffusa bilaterale pt1ò aver~-i artcb e senza ritenzione di u1~ea e di prodol1 i d ella 11t1 tre fazion c intestinale. Volhard ba dato a ques ta condizione il no1ne di 1)seudouremia I sintomi &tessi non sareb·b ero in dipenden~a diretta con ]a lesion e renal e, ma éon alterazioni d el sistema ner,;oso ce ntrale. A11cl1e la p se.u dourcmia può esser e a cuta e cronica s,i a in rapporto al decorso della ma1['1 tia ~ia in rap!)Orto alla sua 1)atogenesi. JJa p~e udoure1nja acuta o ecla11ì-J)ti c.a dipe nde da un e·d ema cerebrale extr~1 ed i11tracel lulare. È caratterizzata sintomatologican1e·n te da accessi eclan1ptici analoghi a quelli dell ,ec1ampsia delle gravide. Si riscontra specialrnente in quelle affezioni re·11ali accompagnate da edemi e da ipertensio·n e · pallida, iIUindi sopra tutto n ella ·g lomerulonefrite. Secondo altri autori la cat1sa prima degli accessi eclam_i:,tici sarebQc esclusiYamente l'i~rten·sione. Corr-iunque ambedue ]e patogenesi (edema cerebrale ed ipertensior1 e) co11cordano n el fatto tera1)eu tico cl1e I.a c~11dizione migliora sens·i bil··

1553:

rnente con le ripetule l'·u11ture 10111bari evac u.ati,1e. l# for111a c-ro11ica d ella 1)Seudoure1nia è causata essenzial111 ente d.a angiospasmi locali del t er,1ello. SinLon1atologican1ente è caratterizzata d·a disturbi d el centro respiratorio con di~pnea ce11tra]e ch e l) UÒ giungere fino al res1}iro di Cheyne-S•t(1ke~ , a ccessi apoplettifor1ni, disordini l?-- icl1i cì gra,,i. Si ha tanto· nel1'ipertensione pallida co·111·e n elle n efrosi be• nJ10 o i1e •

'falvolta si fla11110 fo rn1 0 rniste di uremia , ir1ter ess.an1i sopra lutto dal pu11to di vista d ella pro.g·nos i ch e è molto sfavor·e·vo1e.

DR. TEI~APIA.

Le terapie eccessiTe nel bambino. (F. G...\U TIER. R e'l:.

11 ~écl.

Suisse Jt omaride, 10

e 25 g-iugn o 19-10). Si r esta s1)€sso sor1)r esi a vedere la straordinaria qnantità di ri111edi }}r escritti e l'.abuso di nu111,erosi 1l1 e<licamcnti n ei 1bambini malati , err·o·r i il l)iù 51)esi&o d.a .atlrib·u irsi alle false idee del r>ltbbli co , ch e attrib 1UÌ~Ce il mag·.g io·r IOerilo al n1ed.i co cl1e ·prescrive inolto e cl1'e1 u s.a i rirr1 e(li più 11uovi. Questo n1oclo d , agire d el i11edico sia pure per il fine cli i11g razi.ar i la clientela, finisce l)Cr essere d a11noso al 1)iccolo n1alato; fra i nuJYLero~i esen1pi che la lunga i)ratica 11a fornito a l I' A. , egli n e sceglie i seguenti : 1) g·li ar1tipire tici nelle feb·bri eruttive e specialme11te n e] 111orbillo; 2) gli a na lettici n e·l le affezioni a cute delle v.ie r~spiratorie e special111ente nella J)Ol1 noni te fra11ca : 3) i . u) fan i lan1idici, do,re sono i11utili ed è s1)esso il caRo in molte 111<:\ lattie in c.u i ora ~i u sano con ar.dorc. I trattati di m edicina e di terapia por i ban1bini racco,n 1and.ano con grande unanin1ità il lrct t Lamenlo il più semp:]ice possib·ile nel periollo ·di sta t.o d elle fehb·r i eruttive. Regqla sagg ia basata s u t111a Jung"<1 es perienza , ma non seg uìta cl.a tutti i n1edici ch e s pecia lmente 11egli ultimi anni, prescrivono la rgamente g·li antiterrmici , parti colar111 ente 1'anti pirina ed il piram.ido11 e . Nie111 e di male se si tratta ~se di ri111 edi d el tutto inoffensivi ; ma ciò non è se111prc il caso. A tale proposiLo, l 'A. cita l' ese1111)io di un bambino mor})illo o in r ui il pirar11idone aYeYa a vuto u11 effetto brri]l ante s11lla tem.p eratura; m a con la caduta di qu esta, si 'ede con1parire c ia11osi, alb1urll.inl1ria . stato ger1cra]e catti,10 , fa1 li rio11 s·piegati da n es$una com1)licazione, cl1 e scompaio no· 1-.a pida111ente ron la ·&o·p pressione del rin1e.dio. Anche 1'uso sist e111atico e·d e·c cessivo degli analettici i1elle po]111oni ti d ei bambi11i è riprove,1ole, J)Qichè n elJa n1.a ggior pa1te d ei ca~i essi risult.a110 11on soltanto inutili, m a ,danr1osi. Ti oppo spesso 1·A. J1a osservato de! ~am?ini co~ì trattati , e h e prcsenta, ano un agitazione 1

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« lL POLICLINICO »

H11ormale cd ur1 polso più freq ue11 lc di quanl<) JJ O n cor11porla·&se la te111peralt1ra. ~ella pol1nonite dei baittbini il pericolo 11011 è 111aggiore a l· ClJOre cl1e ai polmoni cd è pc rtan lo inutile in o1ldar11e l '01gani 1110 co n degJi analettici, ~ al­ YC. al periodo della defervesce11za, in cui il cuore1 p uò .ave re realr11ente bi::;og110 di u11 colJ>O di frusla, ch e sarà tanto più efficace se Iton si sarà fatto dappri111a un abu~o. L ' A. si op pone poi a1l'abt1so dei s ulfanilan1irl i ci, ch e la r1 to<la in1pera11te fa p·re ·cr~vere <t cli ritto ed a rovescio. È ov,1io cl1e tali ri111edi 1!011 ~0 110 ,d·a prescri veT·e· in })1occo; la loro co111j)ci r sa i 11 terapia co rri5_poncle ad u11 g·rand e l)fOg re .. o, n1a es i vc:,11110 usali so]ta11to qua11do ui11)aiono n ecessari, i11enl r e i>osso no j)rese ntare ùei peri coli e sono d a ltra l)arl e, i11 erfficac i iil certe 111alatlie i11 ct1i : i u:ano i11Yece sc111l l l'C i)iù larga1r1ente. ~ ra i pericoli, l A. cita i . eg·uertti, ch e eg·li 11n vcclu lo i11 ca..i i11 cui e-si e rn110 tt~·ati a do i con ' iderale norn1ali per l 'e tà c<.l il i1eso dci 111alati: 1) effetto sui r e11i, co11 co1t1·par a cli albu111ir1uria e cilindruria. L 'ese11:pio piiù ti11ico, è quello di un }Ja111bi110 di 4: n11 n i .a cui , _per ur1a banale ang·i11a ro -:-a, si c ra1~0 })l'E'::;c rit1i tn li r i111cdi ; do1)0 2 giorn i, ed<'1 11 i della f.accia , a l1Jt1n :in uria ,ad 111000, cili11 drL1rin , aun1enL1) nctt o dell ' urca sang·L1ig11.a; In ce· ·azione del 11\eclicam enlo ha fatto sco11 t pa rirc j 11 u11 paio cl i g·iorni i sinto111i , che i1 on dipen<.lc,ano dalran g i11.a, llla dal su]fè1nilan1 idi <o; 2) effetto sui Jcucociti; ~p11z.a andare fino a ll 'ag·ra11ulocito i , ~ i può .avere leuropc11ia, la c1 t1ale è ev idenl e111enl e un fatto favore--fole Jtf' lla difc·- a anti i n f'etli va; 3) azione su1lo Lon1aco. E: un fatto di o se ry.azion e corrente la co n1 pa l sn pi Yo1r1iti in indi,ic.Lui trattali con ulfanila111idici , ancl1e ])C'l' ' 'Ìa l)a re nteraJe, Yo1niti cl1e ccssa110 con ]a sos1)cn ione del rin1 e'd io. L'A . ripo rt.:i qualc.11e e~em 1 >i o che ro ns ig·]ia lf.\ ·1)r11,d enza nell'us 0 di que. ti ri1n edi i qua li , eYidenle n1ertte, i1011 sono cap·a ci <.ii g u.a rirc tt1llc le n1a l.atlie, sebben e i11 certi ~ta ti inf.e·l 1i,·i - _p articolarmente le nle n in g il i da J)neun10o n-.en.ingocooco rlia110 tlci ri .. u ltati ' 'eran1 en Le imJ ~ressiona11ti. Invece, nelle a ffezio11i 1)0]111onari acute, cl1e 1:1u re sen1br.ano un dorr1inio J>a rl i cola 1·111cr1 te fa' ore Yole J)el' tali rimedi , i ri~u]lati i1on sou o u1)e rio ri .a quelli del trattame·nt o classico. Un rallo rece11 tc ba au111 cr.tato nell'1\ . la diffidenza per que t<., ri1rtedio, quello di urt b[.mbino .di 5 anni a cui i so m111inistra rono l 1e r pa reccjli g·ior11i i sul fani lar11idici, per una ot ile; i11 pien o· c-0r~o di trattan1ento , com1,arsrt di un focolaio di po,Jrr1011ite, seg·uilo 2 gior11i do1)0 ·d.a un altro, il cl1e in clu ~. e ~1 ~ Os·11c n­ dere il rim edio, ch e si era din·ro. trato inutile. La i)lolmonite g·uarì bene, coru e g·u ~risrono 9 ' '01te su 1O le poln1oniti dei ba rn ])i n i curati con la terapia classica. 11 L tcr ar>i:\ i11fantile, è <-ru a~i ~em prc in nti I r e s1)es o dannoso il ]Jrc. r riYrre a torto ed a traverso; l 'rJrganis1110 g·io,·n ne ha n1olto n1 eno hi sog110 cl1 e quello aclu Ilo di t 1na tera1)ia con11

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[ANNO

XLVII, Nu~1. 37]

1)licata , 11eila n1aggior i>arte delle malattie co1r1u11i dell'infanzia, la resistenza i1atura le del1,individuo potrà far fro·n te all.:1 situazione, se . non la si contraria. ln me<ljcina infantile, ancor più ch e i1t a ltri ca11rµi, è sempre consi·g1iabile di seguire il ' 'eccl1i1J adagio: Primum 11 0 11 nocere. fil.

Nuovo metodo di malarioterapi'a. (P. ~1oLLARET e J. ScllNEIDER. Presse Médicale, 8-1 1 111aggio l 'fJ40).

. r~s le 11de re la ll1alilriolera µia a1 maggior nuru eJ:O di n1alati ch e n e ab·bisognano e ridurne a l i11i11i1110 i riscl1i di inorte so110 gli scopi fon<lrln1entali <li un buo11 i11 etod·o di n1alarizzazionc. La 11taggior parte degli in cidenti nel COl'SO della 111alarioteraµia ha luogo verso la (in e d ella serie di accessi consecutivi (per esen1 11io (lcl l set lin10 al decin10. Per e' itare questo j)ericolG, ·g·ià \\.rag·ner-Jat1regg aveYa ·p roposto i1el 1931 un 111etodo di 111a larioterapia in due I e1l1pi o meglio una tnalarizzazione doppia. Gli 1\A . a queslo Jll(~ lo<lo. di cui e11u1l1erano gli iJ1 convenienli, l1 ;•n110 pensato di l?Ot.ere co1t JJ 1.aggior "\·d11 lagg·io o .. Li Lu i r11e uno i)ersonal e. Ebsi usa no un cc.ppo di P lasm·odium vivax r l1e da dieci an11i subisc·e passaggi nell'uo1no cd 11a co11 ciò a cquistato una fi ·sità rli molti caratteri, tra cu i ancl1e },est rema sensibilità a l chi11ino , po ic.: ltè ogni volt<t cl1e il plas111odio YiE-ne prelevato col angue da un soggetto malarizza lo pC'r es~c re pa · a lo in un so_ggetto da r11alarizzare, c1ue lo J>rrJcYa111e11to a\'Yiene sem!Jl'e ·pri111a della so11t111ini~Lrazio n e di chinino. Gli At\ . <lispongo110 inoJtre (li uu medica1l1enlo, la rodoprechirt a, cl1e è la 111iscela in j)a r ti eg·ua]i di due rr1edicamenti sintetici anti1rialaric i: la J)rect1i11a (6n1eto&si-S·dietilan1inojsoper1til-arl1iuo-chin olei11a) e la rodochino (6 n1etossi - 8'dielitilan1 in o - propil-arrtino-chinoleir1a). La rodo p·rec l1ina è ca pace, in dosi adatte, di interroTll JJere per qualche Lettl po g·li accessi, r l1e poi riappaiono o i11 1l1 odo regolare, se la rodoprechina è .. tal a som111inis lrata verso i.l 5° accesso, o in lll')<lo irregoJare a tipo di n1alaria cronica se la rodo1)recl1ina è stata son1n1iniE:lrala ' 'et·&o il 9° acccs.so. 11 m etodo è Junque il ser~· u en l e : ~falarizzazion e co l .Pl-0s1nodiur1t ' ivax già dL-lto. So n1rrdni . . lrazione di rodoprechina , dopo il -1°-5° accesso febb rile, n ella dose di 3' ctgr. al gior110 J;_)C r tre giorni: arresto degli accessi (dopo un ultim o accesso ge11eral111 ente ritardato o attenuato). Attes<:1 cli l111 a se lli111 ana. Se dopo t111.a scttir11ana g·li acces~ i ricompaion o spontar1ean1cn I e in n1odo regolare s i lascia110 coutinu are (in g·en cre a]Lri ±-5 <:1cces5i) sino a c1ua ndq si vogliono ìnterron1r1ere definitivaJ11ente rol cl1ini110; se invece ·g li accessi non rico1n 1>a io no opµl1re ]a febbre ass11me il carattere irregolare de 11a rnalaria cronica, si ricorT'(\ acl ~ina auto-e1110-inoc11 ln1ior1e ch e farà ri1

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[.\ ~'.'iO

XL, -11,

~ U~f.

37 j

SEZIONE PRATICA

co111parire gli a cces ·i ti11icj, ... i110 a interru1ioì1e col çi1inir10. _ C.ort queslo n1elodo, che viene correnten1enl e t1sa to alla Sa] J?èl rière ~ i11 dal 1938, la mortn !ità e le conlroir1dicazioni ter1dono pratica_n1ente a zero. M. R .l\STELI.I .

NOTIZIE

BIBLIOGRAFICHE

Prof. GruLro MòGLIE. ~Ianua.l e cli psic1iiatria , ~a edizio11e, ''o]. <li j)agg. XXlV-608 con 101 fig t1re nel testo . llo1rta , dilta Luigi Pozzi, cclito te. Prezzo L. 73 + 5 'fo . Già la i)r11t1 a edi zio ne di qu c~ t o 1rH1nuale, 1.er il suo cons1dc rcYole ,-alore ~c ie ntifico -pra­ ti co. fu subito (.: pprez1ala sopratutto da coloro cl1 c ~ i ir1izia,·a110 .allo ::-1udiu o cl1 e . ontinua' ano acl intcrcss(,tr, i dl' lla 1 ~~icl1iatrin, e perciò ra1 ~id an1 e11l0 c~a uril o. Dc: ll.t seconda edizione, quin li, dobl>ia1no c~~e re g r;1 li a ll 'A11tore e ~1l'Edit ore tanto più r l1 c---l 'o pcra ·i j) l'C ~ e nta ora n 0le,ol111ente ri, edut a, a111plinta e aggiorn ato . :\{ci1tre sono ;111co ra , -j yj ' eccJ1i problen1i e nu oYo ques lion i r tend enze so11 0 .~ t.a t e i1111)0~ l a te ti ,·ari ca pit oli lli qne~ la })r a nc a d ella J11 crli ci11a, un 1u.anual e cl1 e le es11011e eclettica11 lCn le, . _ intel ica11tcn le e chiara.n1e11tc no11 ll LlÒ r1on riuS-cire di gra11de t1 li Ii tà n on olo a g·l i $ pec ial i ~ti I11a anclte a i 111ecl ir i ~·c n e rici. :\1Lci1c di que ·ta sero1)da cclizio11e ]a farina c~1lo~ili,-a è cl1ia1«t, 111i:-Surata ed e ffirace ; co ...a , i11,·ero non tropj)O f'rcqt1cn te n el le i)ubblicarion i scienlificl1c e ::; pccial111 e·11t e in psichiatria , i.· di cslre111.a i1111;o rta11za ·pcrcl1è ia resa l)iù <·0111 i>rensibile, ar1cl1 e a i 11on . 11eciali ~ ti , u11 a i11al eria ' a&ta e co111p1e a , per se Le:-;::;.a poco ~1 c1'rs:' Ìl) ile o per lo 111cno a i)riori ritenuta lal e per r11olti. Jn qu e~la seco11 tla edi zion e l 'A., oltre ad ~'vf'r ri,redula e opporlu11an1entc ~1111)1iala la t ratlazione di Lu Lta la ll tal.eria , ha l1ec ialr11e11t e ag·giornato .alct1ni a rgo11tenti irt conformit ~l <:li più recenti pro•g re ·-i di una di ~c iplina, an(O ra oggi in conti11ua evol t1zio11e, J)r rò 11a las ciato pressochè inalterata la dis t ribuzionfl dC'i <'él J)Ìtoli rin1anc11do fede le alla e la. si fi cazio ne ~ <l fon do psicologico-clinico e a lJ.Dsi costituziortalistiche » cl1e a lui sen11)ra at1ua]111cnte la più razionale e la j) iÙ l)ratira . Più a n 1piu111e11le cd accu ra La i11 e11te trattat e 'i ~t1lta 11 0 ]e l1arli ri g·t1nrdant i la ter3pia dell e 1nalatlic n1ent.ali , n r ll c qua] i Ye ngon o e l1osl i é.l.nch e i proce<li111e11ti tera1JcuLir i pii1 recenti , quali la zolfo1 )itelo-lc ra pia e la 11irelolera pia \·on agenti fisi ci, la tcra11in cl1irur@'ira, l 'e1)ato1Pra pia ne.Ilo di, Li1ui c, la lr rap.i a cl eg·li sl1ocks r1e]J.a sc.;l1izof1~e 11ia , la c11ra bt11ga ra rrel parkin~o nismo post-encefaliti co . la 11~ i coc r.g·oterapia, ecc. Più SYilup1)a le ri ult ano del pa ri Jr r1arti dedi cate alla <lollrina della co .. tit11 zion0, ai rapporti fra tub.erco1osi e 111ala lli e 1n e·11tali e tra (Jll er;·te -0 il feg·a to , all e l), i r o~i dn clisfl1n zio·11i endocrine. Vanno lodal t"' a11 cl1 c le ng·g·iu11te

1557

s ull e sindromi psicl1ich e da <lisfun zio11e... d elle ghiandole ses uali e sulla e.tiop·a toge11esi della scl1izofrenia: corri e &ono 0·1}portuni i nuovi capitoli sull 'acro dini.a, sul la ])Seuc)·ode:n1e11za trau111atic.a, sulla malattia di Alzl1ein1er-Peru ini , sulla 111alattia di Pic k. Con questi ampliamenti ed aggit1nte l 'opera d el l\{òglie è diventata a lqua nto più voluminosa e più riccan1ente illustrata (oltre 100 fig·ure) : tuttavia nOll risultano rompro111essi la chiarezza dell'esposizione e il rigar~ scientifi co de11'01Jera, ch e ce·r tam e-nte sarà , come la J>recedente e dizione, accetta a i n·1cdir i ed ai c ultori della specialità. 10 cll e1nbre 1940-XVIII. 1

AYA.LA . Dircllore clella CliI1i ca clelle n1alalli e 11ervose G rt.J$EPPE

e i11c ntali della R. U11iver silà di Bologn a.

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e ENNI

B I B L I o GR A F I e I

(l)

~. l~ \TK OGZY. Die l )alol o•gie und Th era1Jie d1er l~ .r1 1i.JJ Ìt o grar1ulo1r1 alos1e . E<litore·. G. Thi-e111e.

Lip ia, 1940. lin voi . 158 lJag·. e 28 fig . P e r c1ua11to in ton1a di lir1fog· ra nt1lon1a n1ali·g·no 11011 vi sia ii1 questi ulLi111i len11)i 111olto d~ nuovo da dire, lolle le ri cercl1e eziopat0-gen elicl1 c cl1e 11on 11anu o a11cora for11ito clati d·ec i ~ i vi, a1Jp-are: ug·ual111 cril e ~nte rcs ..ante la ln o11 0g r<:tfia di Ratkécz). Sulla ba e di 35 casi osserva li, l ·A. ch e è r adiolo,g·o .all Uni,,er ~ ilà di Buda1>cst, tr.atta della palolog·ia e d.e1la terapia ·d i qt1esta forma. ll quadro clini.ca , i vari tipi di deco rso e le dive r e localizziazioni del li11fog1·anulo1l1a, il qua dro e1uatic·o il ca1)itol9 d el]~ diagno&i e d ella dia gr1 o~i differenzial e è svolto chi aran1ente. Radjog·rafic c.li1uo ·lrative prin1a e dopo il trallc.rn 1en to roentg·cr1 iJlustrano i I testo. A f>ro·posito dell~t çura in 11todo particolare I ' l\. di~c ul(', giu L.amenle, della roentgentera1iia che -3p11Iicata da cnmpete.uti e con le tecniclìe n1odcr1te può d.a rc più ch e ogni altro rr1 eloclo cli cura risultati oddisfaccnti . F . CoRELT.1. 1

11. H u r-FER. Be rie/il itb cr (lìe 1 horak opla.st,z'.sc1iert 0p eratiori e11 cl.es J a.11r cs , l 93'5, nach rie r11 Sfa11d voni I , Ja rtu ar 1937. Edit. G. 1

Thi en1 e, Lipsia , 119±0, 1)ag . ±0. RM. 2. :\Tcl Sanatorio cli Heiclelberg-l{ohrbacl1 ve1111 ero 01)erati n el 1935 1-1-3. casi di tora co pJa~ti­ s1jca per tbc. poln1onaro; la n 1or1<1lilà opeTatolia è stata del 6,4 °;{) ; lll 111ortalità a distanzn del 10,± %; ft1ron o rivi ti 10± l1azicnti di cui 69,2 aveva110 Io ~1Juto n cg·ntivo 5G, 7 aYe,rano riJ)reso il ]oro lavoro. TJD casis tica racco] I a è b en e co111111cnl ala. p . V _-\LDO•N l . (1) Si prega d 'invia r e d l1e copje dci libri di si <l e.. icl era ln recen sione.

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« IL POLICLINICO »

APPUNTI

XL' ' II,

~u~r.

37 ]

PER IL MEDICO· PRATICO.

CASISTICA E TERAPIA. Sulla cicatrizzazione dell'ulcera gastro·d11odenale.

· Lo scetticisruo sulla guaribilità dell 'ulcera ga~tro-du oclen ale , c?r1 ::;.i .d~ rata corr1e ·epi5odio a 11.alo111ico, 11on è g iu &t1f1cato. Nun1 erose o~se r·yazioni operatorie e a11ato1n ich e han11 0 ùimostrato ::.;he 1'11lcera, m eglio .aastrica cl1e <l uo·den.aJ.e, J) UÒ cicatrizzare anc.h e svor1ta11ea i11en te. . M. Ti11ti (Riv. di Clin. 1'1 e,dica, 30 ge11na10 1f140) ad alcuni casi ·dii questo· .g·en ere, _Ìfl:equìvocahili già noti n ella lettera tura~ agg1ung·e u rt caso pe1so11ale : uomo di 42 anni ch e soffre da dt1c anni di dolori epigastrici post-1?ra11di.ali. La radiografia dimostra un' ulcera de.Ila pi c~o·1 a cur, at11ra dello s ton·1 al~O fOI_l ~rros.s.a r1icct1i a nella parte alta del t eTzo n1 edio. D.op.o urJa cura con 25 iniezioni <li 11n preparato ist1dinico (Jarostidin Roch e) il n1.a lato si sente beni ssimo e l 'aspcl to radiologico dell a piccola curva è perfettan1e11te norma le .. Cionon ost~nt e i) malato st esso p er il suo rne·s t1ere (barcaiolo) cl11e i1ort conse11te n1 olti riguardi di vita e di 'itto e per timore di possibili r e.cidive deci.de di farsi operar e. L 'i11tervento v1011e esegu1to UP: m e.s e do1)0 l'inizio ·d.ella cura medica già del I a e consiste· in urL'.an1 pia r esezione dello del tratto r esecato è .di assto111aco. Il r e1)erto , . senza di ul cera: si ne t.a soltanto, in corri6pondenz1a a.ella 'tJiccola curva. un 'area dove la n1ucl)Sa gastrica appare più .ap·pi.attita rispetto nlla ri1n ancnte mucosa ma è unifo1JTie· senza soluzion e di rontinuo. sir.r.hè il ri,restim ent o è .com1)leto.. L 'es.?n1 e isto l o ~co di. quest~ tra~­ t«> ·dimostra un avanzata riparazione c1catr1zi.ale. L'A. 1111r ri cono,~c endo eh.e i casi ad esito c'osì r~,rnrevr}] C n oti nella l ett eratura , compre80 qurl1o persona le, sono in l~·r eval ~nza di ulcer a ·P'Rs.l r ica e di auel tratto della pi ccola ct1rv~ ve'~1 i ral-t ch e è il J)iÙ facile a gt1.arire an ch e spont<(l ncan1enlc, riba.di s.re il concetto ch e la 1c-ra11ia 111cdica dell 'ulcera .g.astro-duodenal e de·b ba esser e ancora ·e ffettuata fid11 ciosamente , s1l(~cia l1nente or.a ch e si posse~gono· n ell ~ proteine e n egli an1 inoacidi introdotti "!ìer via par ent erale. delle sostan ze ca1)aci di influire ~ o ­ tf·Yoln1 ente ~ul trofismo e st1 l]a rigen erazione dei t es~111.i , co111e ,è stato dimos trato da n11 n1 fTose r s11erienze. !vi. RA sTF.L.T 1. 1

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La splancnomegnlia solitaria.

M. A$ka nazy (Re:v. m éd. Si1isse Romande. n . 7-8·, 19-!0) richiam.a l 'attenzione s11l f~tto o·sser,·a10 s1)erialment e al tavolo anaton:1co. del not·c,ro]e at1m enlo di volu111e soltanto di t1n dato o r~·a n o, !'onza ch e nessu11<1 modificazion e • • • pa toloaica, i11 acro- o n1 t c ros~op1ca. ~1oss~ spieo-are tal e· ev nienz.a . Non r1 en1·rano ev1dente~nenle i n fJ ll·e ta categoria gli a11111enti di vo0

lAi~No

lt11J1 e ,10, ut i a I.ali infja rn111aLorì, 1:>iaras.sitarì ,. nco1)lasici o ad accu1l1ulo di sostanze cl1imicl1e (g rasso, glicog·ene. sostanza arr1iloide , ecc.). R quindi da escludersi una malattia locale, m.enLre .e.i i de,·e orie11tare verso una causa fupzionale gene rale, congenita: L ' A. n e riferisce cliveTsi casi. 1) Ma.c rocardia. L ·A. riporta l:osservazio11c di una ba111b,i na di 2 anni e 1/2, in . c11i l 'esan1e radiologie.o praticato in vita aveva rilevato la eE'istenza di un .g rosso cuore sferico, senza sea11i organici di sorta al le valvole, pericardio, ~eni. Nlorte- per b-roncopolmonite. All 'autop&ia, p<:'so del cuore di 165 gran1n1i (normalmente GO) · nessuna lesione e n essuna anon1alia con o·en'.ita '· negli altri organi , alterazioni da stasi ; 5 . ti1no e tiroid e norn1ali. All'esnn1e microscopico, fibre n1uscolari i1)ertrof~ch ~ senz~ fatt~ i 11fia111n1atorì di ~o rta. Sono c1tat1 al ct1n1 altri casi nella letteratura. 2) Pn eu.n1on1 eç1alia. In un uomo di 69 an11i , r1Jorto con fatti bronco-polmo11a ri, si risco11trò il J)olmone sinistro occ.u pante tutta Ja gab·l)in l<>racica, con le din1 ensioni di cm. 25/36/1 O (36 di largh ezza da ·$Ìnistra a des tra); ip~rtro ­ fi a a carico . pecialmente del lobo n1.ed.io. I l 11oln1. tl estro ·indurito e p·i ccolo (9/ 14/5). .II r1olm·one ipertrofi r.o, salvo qual che foco) ~ 1 0 t >ronco-pneumonico, non presentava alteraz10i1i ncmme110 all 'esan1e J11 icroscopico, ch e din1~st rava soltanto un certo er1fisen1a ·d i grado non superiore a quello dell'età dell'individuo ed alve.oli di din·1e.n&ioni consuete. 3) Epatoniegalia. L'A. ri porta 5 osser~azio ~i d(!l !!·e11e.re. con fe·g.nto ch e· superava d1 ":a~·1 e ce11tin aia di gramn1i i 2 kig., con superf1.cie! eo]ore e consisten za ab1itu ali , i&enza tracce d1 r irro$i , n·è sovraccnrico di grasso . -±) '3p lenoni0r1alia. È Ja splancno1negalia, che si osserva co11 1r1 a~·gi o re frequenza , spes~o attribuil>ile a malatti e infettive parassitarie oc.I al Lre. L' t\. riporta dell e osser, azioni , con fi sor1omi.a i s t olo~r i ra e111 011oic·li ca, in ca·$i di car• • c1nos1. 5) Allre splancnon1fga lie ri gt1a:d.a.no il . l)é\ TIcr eas o le ghiandol(' endocrin e (t1ro1de, tin1 0). se11 za cl1 e l 'an111cn lo di ,·olume corri l)OTI·~c~ se ad un a fun zione c. . aaera t n. f1 l . 0

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I reinterventi lnporatomici.

G. 'fraina Rao (La Cli11ica ostetrica, ~iu gno 19-iO) analizza un a serie di 91· C:\~i in cui la lapa r.atonlia ,-enn e p,r aticata da 2 ~ 5 ~olt e . /_,e lesioni ch e de·t ermi11a.rono 17 rein. t er~e n ­ to: 1) erano presenti al n1omento del pr.1n10 intervento e no11 furono rimosse per trascural'ezl'.-a ; 2) erano i11 ra P'l)Olto 1)atogeneti.co con lo si ato m orboso 1)r eced.ente e vennero 1ncompl ~­ tan1 entr 1ra1ta1e per eccesso di con ser~~tor1smo; 3') deriYnrono da in1perfetto tecn}CJs1110 or>ei·atorio ( p. r~. , ernia post-operator1 n); -!)


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XL' 'II,

Nu~I.

37 J

1559

SElIOXE PRATICA

.ra ppr-esentarono conseLg·ucn ze i11e vita bi li del i>r111to intervento; 5) non a Ye,·a1to legar11e con .gli inte-rventi prece<l e.nti e rappresentava110 uno .:;Lato di co~e irttprove.dibile od acc id~3ntale .

La dia,g nosi generica dell'affezione morbosa .e 11e richiese il r eintervento non l)r e:::enlò gen e 1·u lrn.e•n te difficoltà , spec ia l111ente qua ndo si poterono avere preGise indicaziorii s ul primo i11.tervento. Da ciò, l ' utilità ch e a d ogni paziente -<>1,erata venga rila sciato un dot:u111ento d a c ui J' i~ulti la di.agnobi ed il tipo d 'irttc rvento .

L 'atteinziorie di clii si accirige ad 1111 reinter.vento non deve lin1itarsi al i5olo apparato ge1ùtale., nia co11111rentlere tutte le ricerche atte .a lu1r1eggiare le condizio11i dell' i11ferma. I rei1iterventi la,parato11iioi rapJ)re~e ntano atti O!Jer.ali vi, ch e d e,·ono ec;sfr e i11Lrapresi e.on grande prudenza ed eseguiti co·11 ottima tec11ica. Essi risultano quasi se111pre de1nolitori, an•C l1e ,.per risponde re al criterio di un tr.attan1ento radica le. 'f €r1endo conto di tutti questi fattori , è pos~ ibile contener.e la n1o·r talità 011eratoria di tali i 1l Lerventi eriJ tro i lin1iti co11sueti. fil.

L'asportazione di milze volttminose. Henry I(. Arnold (Brit. J onrn. of Swrg., n. 107, 19±0) e~1)c1n è in Ul\ lun go a rticol o la sua pratica in splcn ecto11iia e i)licata in gran parLe in Eg itto. 1F ra i dettag li di tecnica s L1i cru.a li l 'A. insis te in r11odo µiù particola r e son o i seo-u enti: Tutte l e ader e1ize r ecise ,-a nno tr.a ttate con -c1nostasi accurata ad evitare i1tutile stillicidio di sangue sia d al lato s plenico ..come dla quello i1arietale . Il p eduncolo vien·e sezio 11a to i)roce·dendo per 'lrati dall'ant. e a l pos te riore a ·.. econdo della lunghezza del p eduncolo d ella rt1ilza : n el caso di f)eduncolo inolto breve è meglio iniziare la legatura d ei \'asi da ll a faccia 1)0 .. t. d el peduncolo. L ' A. ha inoltre osser,1a to fatti di collasso re~JJiratorio e a volte di ed e1na l)Oln1onar e ·do1Jo ~ pl.en ectomia per milze rr1olte \ 1olun1inose. Propone cl1e ad evita re il co llasso dia fran1Jìlatico d opo asportazio11e cli g rosse milze sia i11 serito n ell'ipocondrio 1si11istro un pa1lo·Ile di gomma manoVI·abile <lall 'esterno ch e può es~e re rien1pito o S\'Uotato a seconda del n ecessario. L' A. h,'\ iin.piegato il rr1elodo la sciando jJ tia llone fin o all 'VIII giornata e 11 a riscontrato t111 notevole i1tiglio ra 111c·r1lo n el post-o,p.e ratorio. PEsC..\TORI. 1

LABOR ATORIO Ricerca dell'acetone e dell'acido aceto -acetico nell'urina. .T. 1\.llmlet lrovG1. cl1 e l 'u111n1oniaca u sata per la con~ueta ricerca ·dell 'acetone n ell'urina dis l urta con i suoi v.a oori n ei laboratori dove si • fan110 molte analisi e1 p ropon e 1qui11di un me-

lodo in cui l'a1nmoniaca è sostituita da ut1'a11.1ina o rg·a11ica forte1nenlc alcalina. la 111on oeLa11olatttina. La r e.az iono si 1) ra lica com e segue. Urir1a 11on fiìtrala c1nc. 10, i1t pro·v etla; agg iunger e li goccia (c1nc . 0,05) di solu zion e a equo.s a sa lura di nitro prussi.a t<J odico ed 1 c1nc . di soluzione acquo~a al 15 ~G d e1lla monoetél r1olamina; i11escolare. ln presen za di acetone o <ii ll cid·o .aceto-acetico tullo il contenuto vira a d un colore viole lto-pcrn1.an·g anato in 60 secon rl.i. C0n un po ' di espe1rien za, il tecnico JJU.Ò ancl1e valulare quasi qua11titativ.a111ente 1 acet on e <la11.a i11Lensità d el color e (tracce, -1- , + +, ecc..). Il i11etodo rivela o,.054. cYo di .nrC'tone n ell 'uri na e 0,04: ne ll'acqua entro lin 111inuto. La qli.antità n o r1t1alc di c1·ca Li11ina n ell'urina (fra u: 05 e O, ~5 <7~) non dà n essu11a colorazione co11 questo in etodo ed una soluzione a tura n ell 'urirJa da r eh·b e un colore arancio-bruno d el tutto i11confondibile con quello viola-11er111.a11g·a11ato d cli 'acetone. Le Drove di confronto fatte co11 il m e·t odo • consu e lo su 5000 urine, di cui n21 i)ositive per l 'aceton e, h an110 <lato unll µ erfc' lt a con co rdanza . fil. 1

NOTE DI RADI O LOOIA Reperti radiologici polmonari, specialmente di in· filtrato nell'asma. In 355 asn1atic i, E. Saupe (i; ort soli r. a. d. Geb. d. Ròntgenstt. , n. 2, l 9·J O) l1a trovato i'1 41 (-= 11 ,6 %) d elle infiltrazioni aspie cifich e. rJ'a li forrt1e hanno richiarnato ultima111e11le l 'a ltCI.lZione RiJ?ecial111enLe cor11e in filtrai.i transitori , oosi11o'fili, allergici , quali sono sta ti d e scritti cla Loffler. Nel qu.a dro r adiologico, &i Lral ta di ort1brc diffuse, a di verso spessore e 1nale1·delimitate, talora orr1og·en ee, e spesso c or1 ùn nucleo inspessito. Nei casi tipici , sii ha la 1 e lrores~ io11e in 8-14 giorni, se nza formazio·n e di c icatrice, n1a soltanto con ir1gi.·os&an1ento il àl e ed au111e11Lo del ùise~~·no p eribron chiale. (~ li11ic a1nente , f.a LLi scar si : sinlor11i cat arrali· i11 determinati , poca febbre di breve durata , sputo spesso g iallo-can ario . Nel san gu e, per lo I)iù eosinofilia sul 20 '1o per la diag·nosi di « infiltrato tr.a11silori<.) » ·è n eco ~a rio che l 'eo~i 11ofilia r.a ggiunga almeno· 8-1·0 %. An atomic.11t1e111 Le, Eii a.n1111 ette uri ed ema poln1onare circoscritto, talora con nl1 cleo infian1J11atorio . J)iffici le spesso la d elimitazio1te d ell ' infiltrat o asmatico dalla tu1bercolosi e necessità quindi di osservazion e e <li controllo r udiolo1gico conti11uati. L'A. trovò n el su o m ateriale d ei processi tuber colari n el 113 %, tutti inattivi , ~a lvo 2. Indubbia1nenle, n egli ar-;n1atici , l e atel et.tasie hanno grande importanza J)er la prodt1zio11 e d elle on1bre. L'A. spg·11ala la fre.q uc11za, n egli as1natic i, di malattie d elle cavità a c ce95orie, radiolog icamente ricon oscibili. 1

fil.


]560

l(

J'L POLICLINICù »

MEDICINA SOCIALE

(1\~)10

i11 eroe i

XLV!I, Nl:l\1. 37]

<li razze u 1i La11c 11011 si for11ta u11a razza Contagi luetici fauaigliari a sede extragenitale. 11u0Ya, 111a si ereditano i seg·n i delle singole 1«1zze, don1inanli o rece ... si' i, secondo le leggi N. 1\ifa<lerna (Ri1iasc. rried. , 31 i11agg·io 19±0) iue1ld.eliane, e iucli1)e11de11te111e11te !luno dall 'a1ri l)Ot'La quaLlro o ss~r\'azio~i ~le~ ge~1 e r~. I~. un tro. Que to spiega jlercl1 è il 1neticcio non i->recn o inviato con diagnosi d1 s1cos1 lr1cof1t1ca, senta una 111edia fra i caratteri di ori·gine 1na ~ i Lr:lLLava di u11 sifiio111à iniziale alla A·uancia i11vece un.a confusione g rollesca di singoli secloYulo aJJ' uso co111u11.e del pennello da b arb.a col gni, sicchè viene a mancare ogni armonia no11 11aLello a ffello da ifilide. In un altro caso, le solo nel camp·o fisi co n1a .a11cl1e ir1 q·uello })SÌle:::-ion i ir1iziali .a l ca pezzo lo di una clonna .e rano chico e spiril uale. t i n1 portante ancl1e notare ( l li lltellcr si i1t I'.tlJ~po rto con llllD. cura ant1scabche sp·esso i meticci ereditano le qualità pegJ}iosa f.al ta i1l ur1 f!ll b·b lico s1abili111enlo; a sua volta, la <lo1111a, i·gno·r.ando la i1al ura de1la sua g·iori dci ger1ilori. Ri guardo alla capacità i11lE... io;n c conlag·iò il figlio , di ar\ tti 6, di ulcera teJleltuale, i 111cl ice i 11 011 arriva no mai al liveJlo delle razze superiori : l)Ol ranno servirsi dei J)ec.! l l'a va111braccio. In un quarto caso, il 111arito , 11efi ci Lec1lici porta li cl.ai bia11chi, ma non riue l1e ig11 ora\ .a <li avere la ·ifilide g·ià a l p·eriodo scira11no 111ai a crea re qualco•&a di r1u0Yo. ~t· co11 cla 1 io, contagiò la ll1 o-~lie, ch e i)re e11tava Con1c i vecle quindi l'incrocio fra razze. u111 au1~ ~ifilon1a iniziale alla 111ano. 11e è dannoso e ra.r prese11 la u11 regre~so, i1011 È Ol>porlu110 Lc11er present e la po ... ·ibilit à di un vrogresso. t 11ere -~a rio quindi cl1e i1ellc q uc ·ti casi, lan lo più elle l e le ioni lt1eticl1e, eolonie \ 'Ì ia u 11a rigoro~ separazio11e fra 1:er la 'e<lc exlra . ~·c . 11it.a l e e r,e rc ~ è di 11.a l lll'a dcl così 1 01ne del resto a', lut lo in. o, 1;cll t.tla i1on ono d1.ap-110 ... t1cale che Li.an chi eù ìndi!!e11i. l:tr<l i,a111enl e e l)O~ ono <la1 .. Juog·o acl ult eriori vien e i1ellc colo11ic in g lesi, i1el sud Africa, J){'lle colo11ie Olande ... i ('(l :111c lt e ì1 egli Stati l Tnitì. con I ag·i. fil. Su qYè3ti concel I i razziali è pure• ba$af a la i)olitica coloniale dc11 ,Tti:!lia fa scista. Soltanto la J'ran cia i1on fa differe11za di razze e considera VARIA LutLi gli uo111ini di colore 11 ati 11ei . uoi J.JO sediQuestione delle razze e colonie. 1n enti co111e cittadi11i fran c c~j: questo, seco1r1.. a r1uesli one delle i:azze l1a un gra11de valore do 1·A .. è do' t1lo alla decac1c11za della 11atalità SJlCCialiuente da quando la Ger1na11ia l1a pro- di qu·e1la i1azio11e e ~Ila Tl CCes, ilà <li i)oter con111ulg«.1lo le ::iuc l c·~gi razziali , leggi ch e però i are su u11 allo co 11 lin';".~·c nt e di uomini i11 c.aso I C'ndono a iJrolcgg·e re le razze dagli i11cr oc i e di g uerra. i tc>n a stabilire u ua gerarchia di razze La l)uli Lic.a colo11ial e teùesL.a seguirà le di retI11faLli lulla la s lori.a delle colonizzaz ioni 11a t ive razziali più F-t r ei le, ... icch è l 'inclig e1to n o11 d i111ostralo cli c ]'in crocio fra le razze rappre- potrà diYenlàrc ·iltadino I edcsco; esso 11ol rà ~l:11ta u11 g rJ.vc erro re, da1111oso . ia per i bianC"on -ervarC; la sua religion e e le 5Ue abitudini , t J1i c li~ per gli ir1<ligeni , J_)C rc.: l1è : i 'iene a cop(Jtrà l1sufru irc dci i) rogres~ i della civiltà (trafstituire u11 r1~eticcialo n on ben visto n è <lui l_)ri- fi co m oderno, .'\ ~ ~ i st c n za ~n11iLaria, ecc.). a\rÙ 1ni n è dai seco ndi. a di~oo izio11e scuole aclal te a lla ua i11-entalità, ' . . lliguardo (.,gli in c roci delle ru zzc, è n a tura l ~ 1na non potrà accedere alle scuole super1or1. e11e questi ~i sia110 verificali i1ei 1>ri111i t.er11111. Affinchè però la l azza bianca riossa 111antener. . i dtlle colonizzazioni per ch è da uri Iulo i i>rirni e JJros pe r;.1re n ell e colo11ir , ... pcrial1n·ente. i11 colonizzatori erano g·ente IJoriYa di sentir11 ento q11 elle del le r eg· ioni l ro1iica li . è n eLessario cl1e 11azio11ale e dall 'a1Lro la n1 a nca11za delle doJJ11c 'enga aci essa r esa ]X>, sibilr u11.a vita sce,·ra di J)iancl1 e li costring·cva ad l1nirsi alle indig·ene. gravi 'Peri~ ol i p er l n salute. e ci t1ir1di si riléYa Però . :i è po lulo constatare cl1e ]e nazioni clic l 'irnporlanza di ltna a llrezzal ur:l lJe r ] 'as~i ten11anno più 1)er111esso gli in croci, più ra1)ida- za ig ie1Lico-s.a11iLaria. In la] n1odo può ,-e11irc 111enl e . ono decadute: eF-en1rJi ne sor.o la Spa- J)ern1 esf:.él la Yil a d L'lla don11a bianca n~ll e c~ ­ gn a e il Po rtogallo. lonie e quindi ln for1nazione di nu clei fan11Le ricerche scien Li fi ch e su·g·li i11 croci delle liari elLe, ra p~1rc~r n I a ndo ta11te cell l!le di uno r:Jzzc, ben noli g·ià da teilll>O per quant o ri~I.alo. co Litnisro no l lnil 'rra forza, co111e lla :~fu.arda gli nnirnali, son.o sta Li in~1 c ce c.0~1in~ C(>Jnpreso ~[t1 ssolini cer r nndo di trapiantare i11 ci.a te larcli l )Cl' qlia11lo r1g·uarda gli uo1111n1. Il colonia un gta11d e J1un1 ero cli fa111iglie. l1ri1110 è sla lo Fisch er che studiò i ~os~ddetti F . TOSTI. cc J3.ast.arcli di Rebob otl1 >> C'l1 e co·s t1tu1 co no l1n nu1 c leo di l)Opolazione orig·inal.a da un inPUBBLICAZIONI PERVENUTECI. c rocio fra Bu ri e Otlen l.of.te e rimasto ab b astan zn isolato ed ese11le da <illre co ntaminazioni. P. Onr.'NDIN L T1·e casi rii .11.01dOsità iustw-articolnri osserz·at; ;,1 lino .'ì /e.sso 1 illagg;o sul bassopiano Su cc.e!'Si va111cnte le ricer che ve11 nei o estese da occiderifa.l e di Gcul1 bela in .!. O .I. Tip. BellaYiHllri Au lori ad altri nu clei di bastardi e i consta. Porlicj 1940 . ... I a lò cl1e l 'i11crocio di razze dà ll1ogo aù indi S. DrL TBERTI H FRR I!\". n; al cune fistole stercOtract'e 1idu i tanto più deboli qt1anto 1}ÌÙ distano frtl nel d ecorso r1rll'<1r>/Je ndicile nc11/a. L. Salpi etra . ]oro ]e razze di o rigine. Og·gi si sa cl1e negli Palermo 1940. 1

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[ANNo XL ,-1r,

~ù~r.

37 J

SEZ IO~E

PRATICA

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NELLA VITA PROFE SSIONALE. · NOMINE PROMOZIONI ED OHORIFICIENZE Su JìTOJJOs t a d ell 'Ecc. Bol lai , l\Ijnistro per l 'Educazio11e Nazionale, la 1'faes là d el Re e Imperatore si è d egn a lo cli con ce.der e a Paclre Agostino Ge1nelli , Re l torc l\fagnifico òell 'U11iYersità Cattolica del Sacr o Cu or e, la Stella cl 'oro al ~Ierito clella Scuola per il cor1tribulo d a lui offerto al progre~so cl egli ludi. Alla ca l tcclrn d ·igiene 11ell 'UniYer ità di Paler1t10 son o rif; ulla ti : lo G. Bt1onomini; 2o A. Cim111 in o; 3o \ . Cia11 ci. . i\Iaggiore, di clinica pe<lia lrica a ~Ic sin n, è trasfe rito a P al er1no.

TI J)rof.

Il prof. F. P. ì\(azza è tra ferito dalla calteclra di })iologi a a quell a cli fi ... iologia n ella R. Univer si Là di Torino. Il prof. Dino Bol i, di clinica delle 111alatti c i1erYose e l11en I a li a a. ari, è tra ferito a Tori110. e ilo a co n cor so, la doll.a Regina Lom])ardi, Sj)ecialis la in ))ediatri a, e il dolt . Lt1igi ~lanzi, libero clocen le i11 os lctrici a e g i11 ec0Jogia, 0110 n on1i11ali riSJ)e lli Yrunen le m edico pedia tra e 1nerl ico os le trico pres ~ o il Co111une cli Napoli . 111

11 d ol l. Corra{lo Ga' in a è l1-0·mi11a lo, jn esi Lo a co11co rso, cl1irurgo primario dell 'O J)eclale Ci \' iJc tt Um})crlo I » di Fabriano.

TI d olt. Ecluarcl J. J ouquiéres è l1on1i11alo prcicl e11 te della Soc ie là di d ermatologia e sifilografia clcll ' A~soci azio n e 111erlica argentina. 11 dott. A JJ)erlo E. Bei e ng uer è no111i1~a lo pr c. irl0n le cl el1 a oc ic tà argen lina cli Yenereologia e profilas i -ociale.

Rrcoì\IPENSE

AL

VAI ,OR

l\DLITARE

Camp isi llalda sare cli Ca logero e cli Ciaccio Vincenza, n a to l '11 ottobre 1884 a Sarnpuca Zabut (Agrigento), inaggiore n1eclico s. p.e . dell a divisio11e « Laghi ». ~ledagli a cl 'argento , con l a seguente 111oli vazion e: e< Ufficiale 111ed ico di vas1a cultura e di allo valore J)rofessio11ale, clirell ore <l ei ser vizi anilari di u11a g rancle unità operan te in A.O. i1ella Jon la11a r <l in ospital e regio11e dei laghi , da' a alla con11)J es a orga11izzazione d el funziona1nc n lo d ei f.ervizi s tessi l11Lta l a na fervida atti' i là e la su o i cura rompe te11za, o l len endone risul la li per rcgol arilà di rilmo e perfezione di renrl i men lo. In sa11guino i co1nbat time11 li, ai posti <li m edicazione delle lince più aYanzate, esposti pesso a Yiole11 Lo fuoco n.cmico, si prodigaYa p ersona]rr1cnte co n a1nmireY01e calma e sereno sprezzo d c] JJericolo nll a cura dei feriti ». Ciclo operativo d ella Divisione peciale Lagl1i , g iugno 1936-XIVfebbra io 1937-XV. Il clotlor Gro11do11a Carlo, destinato i11 A.O. per servizio mililare si è merilalo il seguenle e11comio: « Tribu lo t1n · e11co111i o da i _c river e nei documenti per onalj e da pub])licar e n el foglio d 'ordini al S. Tcn. nledico di co1n1)le111e nlo Grondona

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ig. Carl o co11 l a eguen le 111o tiYazione: Di pro1)ria i11iziati' a ubito dO})O u11 pombarda1nento aereo si recaYa tra i pri1ni i1ell a l ocalità colpila; })rovvedeva aJlo sgombero i1ell 'Ospedale dei morti e feriti e coadiuYaYa fino a tarda or a d ella nol le gli altri ufficiali 1nedici l1ella c ura ed assis le11za dei feriti. Il g iorno su ccessiYo offriva ge11er o a111e111e il J)roprio sangt1.e per l a t ra fu sione, nell 'intento di sa]Yar e un so l l uffjcial e g r aYemen te ferito ».

NOTIZIE DIVERSE Notizie sanitarie di gnerrn. Il Qt1arlier Generale clellc Forze Ar1na le co111u 1ticR, 11 el ])olle l lin o N. 88, ch e 11 elle Yicir1a11ze di ~Iall a u11 110 lro idroYolan le di soccorso, r ecante i pre critli co11tras ·eg11i (l ella Croce Rossa, è s tato at tacca lo e 111ilrag1i a to me11tr.e procecl eYa alla ricer ca d ci YcliYo]i caduti in mare. Nell a on1alia. gi à })rila1111ica l 'as i l enza sa11ilaria è ~ l a t a orga11izzaln con lar g l1ezza di 111ezzi e affida la ad elemen ti nazionali, men lre prin1a er1 con1piu la cla ele n1e11 li indigeni ; ed è nolo quale j)r e tig jo abbia110 presso le }Jopol azion i indig·e11 e i n1cdic i lda11chi . L 'assistenza m edica è s lala affianca t a d a quella Ye terinaria, destinata a protegger e e Yalorizzar e il ricco palri1nonio zoo lecn ico della omalia .. e t t cn l rio11ale. In una cor rispon <l eHza <la Lon dra al cc J ournal A.~·l .A. » d cJ 27 luglio , si afferma cl1e Yarie naYiospedali i11gl c , i 0110 s ta le ])ombardate o ca1111011eggia lc o ln itraglia le dai te.d e chi, malgrado ])Or~ · I as::>cro C\ iden 1i g·J i c111l)len1i t.Ìell a Cro.ce Rossa : << AtJan li s », cc ~ari s », e< Bringh1011 », cc Maid of Ken1 » e 5 allre di c ui no11 è fatto il no111 e. L '« Alla11li >' sarebJ)c ta ta bombardata a cinque r iprese 11 clle acq u c n oir, egcsi. La sol a naYeospedale affondala arebbe l a « Paris », il 2 giug no; i11 quel i110111e:11 lo essa no11 traspor I aYa feriti· dopo essere la ta colpi la <la d odici bo111be, a . ~ riprese, s i doYe l le al)bandonare 1a 11ave: inn tre un 'ora clopo gli aero1)l a11i tornar ono e 111itrag·liar o110 lneò ic i ed infer111ierc, clura11te il alYalagg io; u11 a pon1ba colpì l _'argano cl1~ reg~l a~·a la discesa cli t1na ])ar ra d1 sal va lngg10, sci 1nfer111ierc furo no l rn.Yol 1r jn 1nare; furo110 salYate meclian le fu11i ; t 111 a ri11ìa e g ravemente fcri la. Le na,·i-ospcdale pro,e nienli <la Dunquerque sareb-· ])ero late col1)ilc co11 predilezione. (Sappian10 cl1e l e notizie di g u r rra d 'orig·i11e ingl ese no11 posso110 accoglie rsi cl1 c, qua11 I o n1 eno, con 1110Jt e ri serYe).

Lo. nostra industria farmaceutica. È st a lo segnala lo al ~li ni tero dell 'Inler11 0 che

da inolle cli11ich e e(l ospedali si r icorre al 1101ne di fanta ia di prodotti s tranieri per l a prescrizione cli sos tanze cl1j1r1iche, a specificazione terapeutica, di cu i e ... i lono in It alia prodot.li eh~ , per con1posjzionr ed efficacia, 11on. so110 lnf~r1or1 a quelli lranieri (come ad esen1p10: P.r~dol.t1 .a base cli acet il salicilico sulfan1idi.ci, ipnol1c1, s1rr1, vaccin i, ecc.). È 11.ec'essario, invece! che tt1lli i .meclici il alia11i sa})}Jian.o cl1c l 'indt1s tr1a farmaceutica nazional e l1a fal lo g ra ndi progre i e che la sua 'a-


1564

<< JL POLICLINICO

:s liss i111a i)roduzione, sotto po~ l-a a rigo rosi controlli di Stato, ha gius ti titoli per esser e con siderata fra le migliori de l mo11rlo. Il ~[inis t ero dell 'Interno confida n ella collaborazio11e dei m edici italiani p er raggiunger e, anche i11 ques to settore, l 'assolula i11dipende11za.

·un supplemento di sapone per gli ammalati in· fettivi. Il Minis tero delle Corpor azio11 i 11a i11for1nato i ,Consigli provinc iali delle Cor1)orazioni che, in agg iurLta al la normale razio11e, 11a disposto sia consentila la con cessione di un supplen1ento mensile <li 200 g ra1nmi di sapo11 e da bucato agli ammalati ,a d on1icilio affetti da inal àttie infel li,·e , tifo, scarla ttina , ecc. La concessjo11e è upo rdi11 a ta all a con._eg n a . all'Ufficio an11onario co1nunale di apposito .certificat o m edico vistato clall 'ufficia1e sa11itario . L 'ufficio annonario alleg·h er à il certifica lo alla dent111cia dello stalo di fa1niglia cl ell 'inter essato e rilascerà una dichiarazio11e au tori zzand o il prelieYo dcl supplem en lo di r azio ne di sap on e pres.so gli sp acci autorizzati. La clire:zion e degli ospedali, d eg·li i tiluli di cura e simili , n el richieder e il loro fabbi sogno m ensi1 e di sapone terra11no co11to a11 cl1c d elle esigenze di profila ssi infettiva essenrlo OYYio ch e detto fllt anti I atiYo d ebba essere .con1111i s urato sia al nun1cro <lei ricoYer ati sia alle esigenze d i pulizia e ·di J)l'Ofil assi delle si11gole is lilt1zioni.

-Viaggio di medici stranieri in Italia. Dal 15 se ttembre corr. al 1° ot to])re prossimo si ,·.olge un viaggio di inedici s tra nie ri per la visita .alle più importanti stazioni termali italiane . Queto Yiaggio h a com e inizio Ve11ezia e termi11erà a Napoli; n ell 'itinerario saranno toccate Abano, Roncegno, Levi co, Vetriolo , Garclone, Salson1aggiore, !\1onteca lini, M-0n su1nn1an o, Porre ttn Terme, Viareggio , Chiancian o, Acque .l-\ lbul e, Fiuggi ed Agnano. P er i medici ch e pre11dono i)arte al viaggio ò r i ·ervato .-µn treno cli pri111a classe e sono in Yigorc speciali ·riduzioni ferrovi arie.

Un dono di Axel Munthe allo stato itnJiauo. Il dott. Axel l\tlun lhe, h a fa tto clo110 allo Stato i lalìan o cli in11Jorlantissimi i1n1nobili e cli diver si i1ezzi arch eologici ch e sono raccolti 11 ella sua Villa ·d el Sa11 Mich ele a Ca~ri. Qu est a Yilla div.enterà })er au torizzazione dello ,Stato di pubblico domi11io. Di es a e della Torre cl i ~lat erita, dove il Munthc abitualmente di1nor a, fa parte una colle.zione di pregevoli an tichità, r accolte dallo stesso Munthe 11o n sol o n ell 'isola cl i Capri n1a anche in a ltre parli d 'Italia. 'Come sanno morire i medici. Nella battaglia navale contro 11nvi i1 emiche inglesi , il cacci at orpediniere Espe r o, do po av.ere esaurit e le riserve, si inabissava . Il co111andante EnTjco Baroni , ritto sulla plancia, g uardando il suo 1nC1re, scompariva sotto gli occhi d ei naufraghi. U11ito n el sacrifizio ~l cca11to a lui, era il Medico <li bordo ch e n o n aveva voluto distaccar si dal suo .ca1)0 e dalla sua n ave . Non .ce ne è ancora n oto il i1ome.

G li aborti in Germania. In Germania venne introdotta la d enunzia oblJliga toria d eg·li aborti n el 1935. Si sono raccolti i

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XLVII, Nuì\r. 37)

seg 11en I i dati: nel 1986 SLL 1 .512.385 gravidanze; si ebbero 198.393 aborti; nel 1937 su 1.507.922 gravidanze , 196.674 aborti ; n el 1938 su 1.578.209 gravida11zc, 197 .653 abor ti . Nei confini del v.ecchio Reich, l e in lerruzioni artificiali della g ravidanza , comprese le sterilizzazioni, sono venute molto riducendosi ; d a 43. S'l.2 richieste nel 1932 si scende a 2733 n el 1936, a 4131 nel 1937 ; furono n egate 783 au torizzazion i nel 1936 e 1073 n el 1937 e da queste gravidanze si o ttennero rispett. 623 e 913 bampini vi\i, senza danni per le madri, mentre si ebbero 142 e 149 aborti; morirono 18 e 11 madri. (Dalla cc Scl1'v. l\1ed. Wocl1ens. ».

Un po' deyunque. Il sos liluto procuratore gen erale alla Corte d 'App ello di l\f ilan·o ha d epos Lo, il 5 corr . , la sua requisitoria tilla scn lenza ch e co11dannava i dottori Pini e Cerberi e la sig.ra Cocini-'Patelli. Co1ne era d a preved er s i egli chiese che il git1dice istrullore pronunci l a completa assoluzione, p erchè il fatto non cos tituisce reato . Confer1n ian10 ai due illus tri colleghi tutto il n os lro r ammarico p er le traver sie cui sono stati esposti dalla loro allività professionale ed espri1niamo l oro il nos tro compiacimento per il felice, sollecito ed e quo esito d ella spiacevole vertenza giudiziaria. In bn se ai cl a li forniti dalle Prefetture del Reg n o è risultato ch e il film « Tappe di Vittoria » è stato finora pl'oi e ltalo in oltre mille comuni . Il Minis tero d ell 'interno nell 'esprimer e ai Prefetti e alle allre autorità interessate il proprio compiacin1e11t o prega d 'i11teressarsi affinchè il prede tto docum<:ntari o di alto significato propagandistico, ai fini della l o tta antitub~rcol are, venga pr-0iet t at o in allri comuni e n e sia altresì ripetuta l a p~oiez ion e in quelli O\ e è stato g i à precedentem ente progra1nmato. Il comn1. SalYatore Sommariva e il caY. del lavoro Bartolomeo Francesco Moresco hanno legato le son1me risp e tliv. di un milione e di un milione 624 mila lire all'Opera naz. maternità e infa11zia per l a costruzio·n e di nuove Case della madre e del bambino in Genova centro e nella g·rande Genova. La Socie tà p eruYi ana cl i tisiologia, sotto gli auspici del Minis tero di Sanità pubblica, ha o~ga­ nizzat o, Yer so la fi11e dello scor so aprile, le « prime g iornate di li s iolog ia », convegno di specialisti ch e i11Lendono promt10Yer e nel Perù l a lo tta contro la tubercol osi; l 'i11augl1razio n9 ve~1 n e féttta dal ininistro, Cdn s tant ino Carvaìlo . Nel Mi11ist ero dell 'Interno d ella Sassonia si è costituita una Sezio11e per la cura dei denti nel1'infanzia; la sua opera si es tenderà all'ortopedia inascelJ are. La « Lega Arg·e11ti11a contro la tubercolosi » si è aggravata ali '« Ateneo della tubercolosi» , della Sezione di profilass i e a ssistenza d.e lla tubercolosi presso il « Diparlimcn lo i1azion:ile d'Igiene. », Così la << R e'U'ista ar gen.tina d e l uber culoc; is >> diviene organo pubblicitario d ell 'A l e nE-~O, rru'n1rc il periodico da ques lo edito, « La Doble Cruz », rimane bollettino di propaganda e divulgazione medico-soci ale . - R s tata cos tituita· la nuova Commissione dire llrice dell 'E nte; essa è presieduta dal dott. Rodolfo A. Vacca ~ezza. Sede : Calle Santa Ii~e 4292, Buenos Aires, Argentina.


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SEllONR PRATICA '

Un decreto del Presidente c).ella repubblica del Perù ha ordinato - la fusibne dell'Istituto. nazionale di biologia andina, dell'Istituto nazionale di biologia e patologia andina e dei ~ab~ratori sim~­ lari di fisiologia della Facoltà di Scienze mediche di Santiago. Nel consiglio direttivo della nu?Ya Is tituzione figurerà il decano della Facolta. Alla presenza d el Cardinale · To.deschini , da.lle autorità di Littoria e· dalle gerarchie della Prov1n<.~ia. è stato inau{lurato <.\. ,Sezze Li ltoria un ospedale civile capace di 150 letti. In Spagna il « Patronato Antitubercolare >) ha Tedatto un progetto per l 'orga~izzazione d~ 100 stazioni antitubercolari, capaci di 10.000 letti. Indipendentemente da tale azione, si erigeranno un sanatorio a Madrid ed uno ad Albacete (per 360 letti); si è anche stabilita la. ricostruzione di un sanatorio (capace di 400 letti).

A Berlino si è festeggiato il cinquantenario del1 '0spedale infantile <~ Imperatore e Imp,.e ratrice Federico ». Esso era sorto ad iniziativa di <lue Associazioni private per la cura dell 'in.fanzia, le quali nel 1883 si erano. fuse ed avevano ottenuto il patrocinio dell'imperatrice. Il pedooomio fu inauaurato il 17 agosto 189(); fino al 1901 rimase pri~ato. poi fu assunto• dal Municipio , che provvid~ ad ingrandirlo, di modo che ora esso è capace di 470 letti · vi sono annessi vari ambulat.ori ed una scuola df puericoltura. Il precedente giubileo ·ventici11quennale era pure caduto in piena guerra. . L 'Università di Erlangeri festeggerà · il suo 200° anniversario nel 1943; è in programma, per tale a"V·v.enimenl<>, la pupblicazione di una dettagliata .cronaca t1niversitaria. Il Ministero dell'educazione della Germania, pei" proteggere la popolazione scqlastica d~l pericol~ di contagio tubercolare da parte degli insegnanti, ha disposto che questi, in tutte. le scuole, . .?eb: bano f'ornire, i? epoc'1e determ1n~te, ?ertifi~a~1 di buona salute rilasciati da funz1onar1 med1c1, in specie per qu anto ·riguarda lo stato dei Jl<?lmoni . Tale disposizione è stata estesa anche a1 ter- ritori protetti. 1

• :Nel Giappone si sono adotta le . energiche misure per combattere l 'incremento della tubercolosi. Chi sputa nelle strade o in ferrovia o in. luoghi pubblici viene multato. La multa. per chi sputa nella s tra da è di 20 yen.

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In Germania il corpo dei paracadutistj ha llno speciale servizio sanilario., composto di ' elemenli scelti, addestrati per anni. I sanitari paraca<l11tisti · appena scesi a terra provvedono ad ap1)rCslare il pronto soccorso, valendosi del materiale sanitario trasportato, che ha caratteri speciali: massima efficienza nel minimo volume. Tutti i giornali han.no· ·p arlalo di un medico paraca<lutista cui venne conferita la p.iù alta onorificenza tedesca al valor militare, per i suoi atti d 'imp<.11 cggiabile valore e d~er1tila umani là. · 1• '

In Germania la Federazione ùelle Legh~ rurali p er . la lolla contro. l 'alcoolism·o , cht ha sède in Amburgo, ha assunto l 'iniziativa di fornire. ai soldati succhi di frutta (mosti) non fermentati; il prin10 rifornimento ò risultato di mille fiaschi, contenenti succhi di mele, cilieg.e e fragole; la confezion e è stata molto accurata. Si prevèdP. r.be l'inizia ti va avrà sviluppo e imitazioni. Il Ftihrer della professione medica in Germania, ronsigliere di Stato dott. Conti, ha rivolto un appello ai medici ed a tutti gli addelli a professioni sanitarie, perchè venga promosso un ulteriore consumo di pane detto integrale, di faripa e ·C ruschello. Lo slesso dott. O:>nti, in seguito ad una sentenza di Tripunale, ha emanato un'ordinanza che sottrae agli empiri ci quanto riguarda 1'assistenza ostetrica. Il Preside11te del Dipartimenlo nazionale d'igien.e dell'Argentina, con ordinanza del 13 giugno, ha stabililo che tutte le specialità farma ceutiche d·e bpano recare, sull'involucro ester;no, imineCÌiatam e11 te clopo il nome, le condizioni di vendita libera o dietro prescrizjone medica. Il Consiglio di Far1nacja della città di New York ha disciplinato la vendita dei sulfamidìci e loro derivati, che potranno essere venduti ~alle farmacie solo su ricetta m edica, la quale dovrà essere trattenuta in farmacia e non potrà essere rispe<lita senza indicazione espressa del medico .. •

In Gerntania un 'ordinanza d ella Polizia ha stabilito che la dolan li11a (etere etilico dell 'acid·o m etil-Jenil-pepericlin-carbo11ico), la quale espone ad assuefazioin e ed a tossicomania, potrà essere forbita• solo su rice tta medica, valida per una sola vol tn. ·

Il prof. R. von Daranyi registra (in « Oeffentl. G.€ sundheitsdienst », n. 24) i risulla ti finora conseguiti nell'Università di Budapest dall'esame medic0 di tutti" gli studenti, nel primo e nel secondo semestre,- esame che fu da lui proposto nel 1937 e che il Senato accademico ebbe ad approvare. ~i è scoperto cJ;te almeno il · 50 % degli . sttiden ti presenta malattie insospettate: nefriti, cardiopatie, tubercolosi , sifilide, ecc. Il Daranri raccomand::t che tali esami vengano '1ttuati periodicamente, nella Centrale dell'Istituto d 'Igiene, a Budapest.

A 'Merano si è inaugurato un nucleo di sorgenti radioattive, captate in località ,San Martino; costituiscono la prima parte di un· vasto programma di lavori.

l Jn Decreto del Duce del F ascismo, Capo del Governo, in data 20 luglìo 1939-XVII, reca~te le istruzioni per le costruzioni ospedaliere, contiene anche, al paragrafo 18, le istruzioni speciali agli effetti dell.=t protezione antiaerea (ubicazione, occu lta~ento, stru11ura, ecc .).

Il prof. Engler di Karlsruhe avrebbe trovatogiaci1nent i cospic ui di radium n ell'isola d 'Ischi a.

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Il 10 agosto una comitiva di una sessan Lina di sanitari della pro.vincia: di Bolzano, studiosi e alcune personalità della medicina, raggiunsero Lana d'Adige e di là le sorgenti radioattive, guida~i dal geologo Treuer, che le , ba scoperte, e dal podestà di Merano, · che ha illustrato i lavori g ià eseguiti e quelli in corso.

L 'ing. ' Antonio Carbonell Trillo avrebbe scoperto giacimenti di m etalli radioattivi molto ricchi in provincia di C6rdoba_ (Spagna).

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« l'L POLICLINI CO

lrt I Lalja il la:::;so di merlali là i11fan tile è disceso da 129,4 su 1000 nati vivi nel 1923 a 106 2 ' ' 11el 1938: i11 cifre assolute i nati morti so110 djminuiti da una media di 50.875 nel quinqu,e n11io 1921-25 a 32.675 nel 1938.

L 'An11ua:rio s tatistico }Jer il 193&•, elaborato dal! "Uffj.Q.io centrale di s tatistica, dà neij•.'ImJlero italiano una popolazione di cir ca . 60 milioni di abitant.i, di cui 44 inilioni nel terrilorio melropoli1 a110 (erano 28 nel 1861 e 38 11el 1931), J)iù di 12 1nilioni nell'A.O.I., circa 750.000 nella Libia e nel Sahara libico, IJOCO me110 di 8000 nella con cessio11e di Tier1 1'sj11 ; gli abitanti clell 'Alba11 ia s uperano 1 m ilion e .

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La « Gazz. Uff. >>- ha pt1bblicalo il R. D. cl1e .approva lo statuto della Società italia11a di 111edicina del lavoro e il R. 'D . che approva il i1uovo -statu to della ·Socielà medico-chirurgica bresciana.

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Quì11di.ci rned ici ita] ja11i, fregue1l tan ti a llo1na jl corso di malariologia, hanno visila1.o l 'Agro Pontino prendendo il più vivo interes~e alle realizzazioni sanilarie, che hanno permesso il totale ri-scatto dalla malaria dell'Agro stesso e mariifc.s lando infine la loro più en tusiastica am1nirazione _per le podero e ,opere effettuate dal Regime. Indetto dal Mini lero della ·Cullura Popolare ccl ·o fferto dalla Corucderazione Fascista Lavoratori -dello spettacolo, l 'Opera Nazio11ale Dopolavoro, con la consueta perizia, ha organjzza to un simpél1iro trattenjmcnlo musicale ed artistico per i solclati ierili rjco,·erati all 'Ospedale 1v1ilitare del Celio i11 Roma. . U110 dei più celel)..ri 111cdici fli Chicago, il dott. Arrlony Rakauskas, .che fu a lungo presidente della Federazione cattoli ca li tuana d'America, si è riliratò ~alla professione per farsi memh:ro della Congregazjone d ei Padri Maria11i. Farà i suoi studi 1eologici nel Seminario Mariano di Hin sdaye. Il 14 agosto è ricorso il 750 111orlr. ' di Ign azio Semmelweis.

~n11i'

ersario della

Il dot t. Thierry De l\iiattel, di J?arig1 , uno dei pit1 reputati 11e11ro-chirurgi del nostro tempo, si · è u cciso, dichiarando di non saper sopravvivere al tri ste destino della sua Patria.

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LA CLINICA OSTETRICA E GINECOLOGICA Rivista mensile diretta da PAOLO GA.IFA.MI Il Numero 9 (sette1n·b re 1940) contiene: Lavori o~iginali : M. MASCARE'ITI: Co nsiderazioni sul me_ccan1smo del parto per la .fronte. Fatt.' ~ doc~ment.i : P .. SPOTO: Contributo allo studio dei !1brom1 e f1bromromi d el capezzolo. Terap~a : _M. TORTORA: . Con~rlbuto ~llo sludio de• a vacc1naz1one nella prof1lass1 della in.fezion-e puerperale. La . ruibri.ca deg!i err•o ri : R. ~ ANDOL:FINI: su di una d1splas!a dell wpparato genitale femminile. La . ru_b r1ca medi~o-leg~le : P. TAGLIAFERRO: Osservaz1on1 controper1tali in tema di procurato R.borto Pr~blemi . sociali : F. D'EROHIA: A proposito d~lla · d~agno~1 precoce del cancro del collo nterino col test d1 Soh1ller e con la colp<>scopii. Com?'1enti : ·G. DOSSE_NA :. Perch è non utilizza.re di più le ~onoscenze veter1nar1e nel campo ostetrico-ainecolog1co? ,., Dalle riviste. - Varietà. - Notizie.

Abbonamento per il 1940 : Italia L. 5 6; Estero L. 7 o. Per gli associati al << Policlin ico ,, : Italia sole L. 5 O ; Estero sole L. 6 5. Un numero separato L. 7 .

IL VALSALVA RI~lSTA

MENSILE DI OTO-RINO-LARINGOJATRJA. fondata da CUCLIELMO BILANCIONI

Direttore: Prof. ARNALDO MAL.AN. Torino. Professore di Clinica Otorino-laringoiatrica nella R. Università di Torino Redattore-capo: Prof. DONATO DI VESTEA, Roma. Il Numero 9 (settem bre 1940) contiene : U. MAGGIOROTTI: Fistole e cisti congenite del collo. - A. PI~ODDA_: Su di un segno radiografico per l 'esa.me d1.f ferenz1ale delle cisti parandentarie del mascellare s_uperiore. - A. OIRENEl : Studio citologico comparatlvo degli aggregati linfoidi della tonsi1la ~alatjna e dell'appen·d ice negli appendicopazie11ti. · In biblioteca. Recensioni : CAVO ORALE: Contributo alla questione -del nesso fra flogosi gengivale. e affezioni' ge11-erali. TRACHEA: Sulla ~intomatologia dei tu,m ori peduncolati della tTachea. - FARINGE: Iperplasie r eticoloistiocitarie ~istrettuali dell'an ello ·linfatico laringeo. Necrologia: Umberto Cal~mida. - Giovanni Lorenzini. Abbonamento per il 1940 : Italia L. 6 6; Estero L. SO. Per gli associati al << Policlinico » : Italia sole L. 6 O ; Estero sole L. 7 4 . Un numero separato L. 7 . 1

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Indice alfabetico per materie , I

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Alcalosi in clinica . . . . . . . . . . Bambino: terapie eccessive . . . . . Bibliografia . . . . ~ . . . . . . . . . Diabete: problema del] 'in suljna e terapia correlazionistica . . . . . . . . Diatesi ossalica : presunta sindrome <li decalcificazione . . . . . . . . . · . Dissimetria d.el corpo umano: possibilità di utilizzazio·n e in clinjca . Laparotomia r ipetu La . . . • • . . . . Malarioterapia: nuovo metodo ... Milze voluminose; asportazione ..

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P0Jmo11i: reperti radiolQgici, special1nente 11ell 'asn1 a . . . . . . . . . . Pag. 1559 Razze e colonie . . . . . . . . . . . )) 1560 Sjfilide: a proposito di 1nicroreazioni per Ja diagnosi seroJogica . . . . . )) 1542 Sifilide: contagi familiari a sede extra' -genitale . . . . . · . · · · · · · · · )} 1560 Splancnomegalia . solitaria . . . . . . . )) 1558 Ulcera gastro-duodenale : cicalrizzaz. )) 1558 Urem ia : patog·enesi •. . . . . . . . . )) 1552 Urina: ricerca dcll 'acetone e delJ 'acido acetoacetico . . . . . . .· . . . . . . )) 1559

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Non è consentita la J"istampa di lavori pubblica#Ji nel Policlinlco se non in seguito 011torittat.icne scritti.I dalla .,eàat,ione. P. vi.etata ltt' pubblicazione tli sunti di essi sent.a citarne la fonte. L'EDJTORB •

U. FRuGoN1, Red. capo.

A. Pozzi, resp .

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Roma, Stab. Tip. •

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Arma~i

di M Courrier

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VOLUME XLVII

Roma, 23 Settembre 194:0 ·XVIII

Num. 38

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P'ERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE •

PRA~ICA

SEZIONE REDATTORE CAPO: PROF.

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Clinico Medico di Roaa

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SOMMARIO. Note e contributi : A. D'Agostino: Contributo alla te·

rapia ed alla .profilassi del « male da raggi». Osservazioni cliniche : O. Toscano: Contributo alla cli· nica della agranulocitcer. Mielosi aplastica globale preceduta da una fase di aigranulocit,osi pura. Prospettive: M. Monacelli: Si può a un certo numero di casi della cosiddetta ipertrofia prostatica attribuire un nesso eziologico con la linf~ranulornato si inguinale su1bacuta? Attualità: La posizione della anestesia curativa nella patologia e nella terapia. Sunti e rassegne: EMATOLOGIA: N. Quattrin: La mielosi eritremica acuta (malattia di Di Guglielmo). A. Oolarizi e J. Biddau: La mielos i eritremica acuta cLell 'infanzia. - A. Cattaneo : La Qosiddetta sindrome di Loffler. - TERAPIA: W . Beckert: La c ura m o~ derna del dia.bete.

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N01'E E CONTRIBUTI Pio

IsTIT UTo DI SANTO SPIRITO ED OSPEDALI 1-lIUNITI DI RoMA

OSPEDALE DI S .t\.N'I'O SPIRITO IN SASSIA GABINETTO DI RADCOLOGIA ED EL~:TTROTERAPIA

PI·imario: Prof. Soi\pEr,Lo ATTILJ

Contributo alla terapia ed alla profilassi del ''male da raggi,,. JJotL. AGos1·1No P 'AGOSTINO, assistent e effettivo.

Notizie bibliografiche. Cenni bibliografici. Appunti per il medico pratioo: CASISTICA E TERAPIA:

Cosa deve s apere il medico della endometriosi della parte in~rstiziale della tuba. - Aifonia transitòria iru rapporto ool ciclo mestruale all'epoca della menopausa. - Le rotture t raumati·o he dell' utero. - RA· D ~()LOGIA : L'esame radiologioo nelle colecistopatie non calcolos e. - MEDICINA SCIENTJFICA : Comparsa di una sostanza iniibente l 'ormone melanoforo durante il ciclo sessuale della femmina del ratto bianco. Nella vita professionale : Cronaca del movimento corporatrvo. - Medicina sociale. - Insegnamento superiore. - Nomine, promozioni ed onorificenze. Not•zie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice al·farbetico per materie.

cl1 e diarroich e, cardiopal1no, polso piccolo e fr equente, ed un po ' di el evazione termica. La fenomenologia del m. d. r. dura ·d i solito poch e ore, per poi ripresentarsi all'applicazione suocessiva; ed allorquan·d o le sedute sono mollo ravvicinate e protratte, il m. d. r. può persistere ~ino a quando il tratta1nento non sia d el tutto terminato. La sintomatologia suddetta 6i prese11tava in modo co1npleto e d impression ante quando eran<? in .g ran·de uso le dosi mas~i ve i1ella terapia dei turnori. Attualmente, con i siste1ni tera1)eu tici indirizzati alla le1·çtp ia frazional.a e protratta, il m. d. r. non si presenta in inodo con1pleto e totale, ma in forme più atte11ua1 e . Non esiste assuefazione ali.e radiazioni Rontgen , e, come o:;serva Balli, ad ogni nuova applic.azio11e i di·&tuTbi della prima volta compaiono più precocemente e qua loh e volta prima d el! 'irradiazione, specie n elle persone di sesso femn1inile ed am1nalate di tumori maligni. Co111e abbia1110 g·ià accennato, il in. d. r. p,u ò subire notevoli variazioni sia nella comparsa che n-el quadro fenomenologico, in rapporto 1

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ln seguito ad applicazioni di raggi X a scopo t erapeutico è pos&ibile ,·edere insorge re una F-erie di disturbi che va11no sotto il nome di · male d1 raggi (m. d. r., Rontgenh.ater degli AA. tedeschi). Questi disturbi s;·iniziano sub,i to od a distanza di qualcl1e ora, in n1odo accession~le o lentamente, -ed a seconda del soggetto, del traltamento s~o-uito e della regione irradiata. l,a sin·drome è caratterizzata fondamentalmente da malessere g·en erale, cefalea, astenia, ptialis1no" i11appetenza , nausea, vomito, insonnia. Non infrequentemente è facile osservare scari1


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« IL POLICLINICO »

oon vari fattori cl1e indubbia.me11te in lervengono nel determi11isn10 della sindro·111e, e· special111€nte 1, età ·ed il sesso. I b·an1bini e l e donne risentono di più l azione delle radiazioni. Alcune n1alattie predispongono 1)1aggior1nente al m .. d. r., come. i fibro1ni, i cancri uteri11i , le metro1)atie e1norrag·ich e , le leuce1r1ie , il Ji11fosarco.m a, in c ui l e i11as~e n eopla $ti cl1e diminuiscono notevolmente sotto l'azione radia 11te, r11eltendo i11 circolo una g·ra11de qua11tità di prodot t i di disfacir11ento. Tiertc J)Ure g·raude im1Jortan za Ja regio11e irradiJt:"l. Il i11. d. r . si manifesta special111ent e qttanclo ve11g·o1i.o irradiate le \ 1arie r egioni d el1'acldon :e e fra que te l'epigastrio. Si })UÒ , ,.erifi care pure qua11do ven.gono irradiati gli a rti. I bél111 bini rise o tono di più quando 'ie11e irradiata la testa. Questa diff<renle sensjb ililà ai ragg·i \iene ~J)iegata co11 la diversa qtiantità di 111assa sanguigna 11ello varie reg·ioni d el corpo ed in riguardo all ' epi.g·a . lrio per la p resen za d e] ])l esso celiaco. ~tolta influenza tie11e pure TI€ ] d etern1i11i srr10 del in. d. r . la t ecni ca im1)i e·g ata n el tratta111ento. Si può rilen ere ch e esi ·te un rapporto costant.c tra freque11za di con11)ar sa del n1. d. r . e d ose 1&on1mini ~trata (Galla,1resi). 'Ed a p1'-0·p osito d ella do5e, d e.vor10 essere p·r e·s i in co11siderazione altri tre faltori € cioè : volun1e del tessuto irradiato, durezza d ei raggi e, con1.e abbia1110 già accennato, il 111etodo di so111ministrazione in riguardo alla fre·q u enza delle sedute. Circa l n durezza dei raggi, tutti g li AA., che si soi10 occupati d.e]l, argomento d ella gan1rr1a ront ger1terap·i a, sono co,n cordi n ell'affe·1111are ch e, con la tecnica a·d alte tensioni, il rn.<l.r. è .assai lieve e tran ~itorio , e con1unque &e1m pre di e ntità minore in confronto di quello che si ha n ella r6ntgenterap1ia a tensi·oni normali. Il Bignami, in un recente lavoro (Rad. Med . , 1940), ha osservato l'epoca di co·n1p•a rsa del in. d. r. ir1 s ogg·etti trattati a 350KV a cura ir1oltrata, o~si.a do po circa 25-:30 a p]Jlicazioni. I ·distu~·bi scom·parivano circa l1na o due settin1ane dopo la fin·e d el tratta111ento . Patogenesi. M·olti AA. si sono occu patì dai primordi d ella radiologia d ello studio d ella patog~ne1 i d el n1 . d. r. e sono state enu11c iat0 una serie di teorie, .alcune d elle quali b .e.n fondate su criteri scientjfici e sopratutto sperime ntali. Noi faren10 cenno d.e.]Je l)iù in 1po rtanti. T eoria sulle n10.d ificazioni d E11 san gl1c: llolzk11echt richiamò l 'attenzion e su tutta un a serie di alterazio1n i che si deter1n1r1.e·r ebbero n el sang ue in seguito a d irradiazione, quali: squilibrio del quoziente a lbun1inoideo, 1eu.copenia post-irradiativa, modificazione del t en1po di 1

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coagulazione ed indice r efratto111etri c·o, iJ'o11ressio11e, dimi11uzione dei cloro-ioni. Voltz, RedJicl1 , Neuda, S·chlag intweit, Siel.01.ann trovaro 110 din1inuzio11e· di NaCl nel sar1gue. Altri AA., quali ~Iahnert, Zach e rJ, Czepa, Hogler, tro,arcn10 ipog licemia e qt1esto .arg'uirono una t era pia patogenetica c·b e in seguito ,·enne ~ 111 cn­ tita. Adler, Hirscl1 e Peler sen, trovando u11a i peru clreP.aline1l1ia, \ 1ollero , ·ede re i1ell 1i1)e rglicer11 ia susse1g ue11 te la cau sa del .n1. d. r . .Più ii11porLanti s ono state le ricer ch e· di KH z11elson e Lorent , R ega ud e Laca sagne, Kroetz, Jlir eh e Petersen, v. Panne,vitz (Strable11tl1. , ' 'ol. 24-27) cl1e din1ostrarono· uno squilibrio acido-ba&e ver~o l ' a·c idità subito dopo l 'irrad iazio11e , e do po qualche ora valori del Ph nettarne11te al(·a]i11i. Burgl1eirn e Lev)·-Dorn , Correa e Raffo l1a111to penf-.rtl<) a11·i11ocolcslerinen1ia. Q11e . . t.a t eo ria, ' che eblJe u11 111on 1e11t o di vi,ro s uccesso, ' 'e1111e in seg11i !.o srnentita da altri /\A. cl1e a,· r ebbc ro tr·oyat) addirittura i1)ercolest erinemia (H111nJ!1el, \\'ille111~, Korriscl1, Scl1eller, J\1Ial1n e rt ~ J,a1l1b·ran1..i . Schu111acJ1er e P11scl1 ( cc Strat1le111 1h er. Ylì}. 57 n). J>a&Sando ad altro g ruppo di teori e, Gau~!" e Lei1 tl1 ke pe:11snro110 cli at t rib1u ire ad ipofun Li n ne ov~tri ca il 111. d . r. cl1 e si ha do1)0 1'irradiazione dell'utero. Croedel ·C Lossen, P eipf r e De1 "a~1e l­ lo, Holfl'Jd.)r pros1)ellaror10 l'ipotesi d.i u11·azio 11e delle1 racliazioni sul siste111a end oc rin o e on n11a SJ)fCiuJ e offesa ai sur·reni. Cze1Ja e Hug ler hall I\ O ri ci1iarr1ata l 'atten zion e su po!'~i bili alterazi·_.nj del fega to , n1a questa con cezio11c ;_, i11fir1na ta dal Borak e da] Kriser , i quali , dopo irra dial'J il f P.gRto, non tro,rarono alterazio11i n è citomorfologicl1e i1 è funzionali . Balli e. Lenzi avrebbero trova to alterazioni notevoli del fega to di topoli ·1i irradiati con ·dosi non elevate. Più seduc-e nte appare l ' ipotesi di una pato!tenesi (]el 1n. d . r. rife ribile a rias5orbime11fo 'di }Jrodotti <li cli~integrazi1 one cellulare i.1n1n essi ir1 circolo ad opera delle radiazioni: n.ecr o rmon i ( r~ asµa ri, Hirsr.h ), o· radionecrorn10 11i (Pert11cs, He ineke, llegaud e Lacassagn e. V\7itt o,v ski , Scl1neicler, ecc.). Molti AA., e tTa i nostri: Caspari, Cata11i ,. Bell11cci , h::.11110 di111 ost rato l'esist enza di radi olossi11 e co11 s tu<li far1nacologici ed anche ._ pe,rim entali. Si è notala azione ' 'asomotoria (Crarl1 er ), azione ~ulla 1)apilla (Poos e Risf'e), stilla c rasi del sa11g ue (Jlelber e Lintzer , Schwarz, '\~e rn er, Af'cl1er) , sul sist ema n ervoso (Fla ska1n1), Bellucci, Ottonello, !Busi, Regaud, Tudor , Hasn1ann), ed azio•n e anafilattica (Mucb , Bl(1c}1, ~J a r1rya nta). Con e~11.eri1nenti st1 .animali in parabiosi (Zac}1erl ) Q'ià eia \'ari anni è stata din1ostrat.a l 'e . . istenza ~di queste sostanze tossich e in circolo

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[ANNO XL VII,

Nu~c.

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(Ror..t1g enloxiaemie di Kienbock,

Strahle11intoxication di Gau.ss). Con1e pure, ir1ietta n1do in u11 ani1nal2 il sangu e di un altro ar1i.1nale irTadiato ed in preda a rn. d. r. , qu.<~i&to com1)are .a11ch e i1ell ~animale iniettato. · L'.azio11 e t n8sica ·d el gas nitroso e de]l 'ozono ch e si isvill1ppa nelle s.ale <l'irradiazione n on può s.pieg·are l 'i11rorge1n za della s.ir1dron1e, essendo ~ta t o dimostrato che la piccola quantità di gas. ch e· si sviluppa no'n dà il 111 d. r. J u.ng·e 11buri..~-. Peretz e Mo:towa, osserva11do che culture. rrliste sono più sen6ibili di culture J)Ure·, l1anno studiato l e n1odif icazio11i d ella flo. ra battetica jntesti11ale in a lc uni l)Ortatori di n·eoplasie sottoposti a trattam·e11to R O.ntgen . Hanno così osservato ch e l 'indi ~e di Nif'iSle, esp ression e del poteire protettivo o ' co111e essi dico110 anta.g ortista del b . coli , s i 1nodifica durante o .dopo l'irra diazione·, e ch e è possibile n1utarlo con so111111inistrazione. di coli vi,1i . Anzi ritengono, su questa h·a se, p·ossib.jle ]] tratta111ento del m. d. r . Pe~atori p1e1n sa alla liberazi·on e di sostanze vagoecci tatrici . Secondo ()tto11ello, Busi, Regaud, si forn1e·reb·b e d opo l,ir radiazio11e la colina ch e, ·i11111tessa i11 circolo, ùeterrL1inerebbe il 111. d. r .; però la colina, rice1·cata da n1olti, n on è stata inai tro·v ata nel 6angue ·degli irradiati . (Bellucci e Galla\'r esi hanno dimostrato au1l1ento nel san.g ue d ei sali cli I<- e Na, e conten1po ra11eamente. una d.i111i11uzio11e d ei sali di Ca, e quindi cre,don o· ch e anch e lo S(IUilibrio K-Ca, sia la base d ello squil jbrio ' 'ago-sin1piatico e dell 'ip-ertono vagale. Otto.n ello peil'Ò riti en e che dopo l 'irradiazioJJ e si verifica p<if.saggio del K dal sangue ai tessuti, e viceve rsa passaggio del Ca dai tes6uti al san gue. Altri AA. llan110 riscontrato affiusso di NaCl ·d ai tessnti al sangue, e basandi(1Si SU questo ,è nata la t erapia endo venof'ta del NaCl, ch e ]1.a trovato consenziente l'Holzkn echt . La teoria di un 'azion e diretta sul sist . n er v . aut. per il tramite dell e radiotossine· è quella cl1c. h a i11cont ra to maggiorme11te. ,, ~fan1i11i 0 Gardini trovano molto rasso111iglia1l te il quadro clinico dell 'i1ltosi&icazione da istamina a quello dcl n1. d. r . ;· c·o111e pure aff er1l1a110 che le n1odificazioni fisico-cl1in1ich e del ~ar1.gu e so110· u gu.a li , tanto n ell'intossicazion e da i:--.tamina che n.e.l m. d . r . Comunque la. dimostrazione dell 'istarnina ìn circolo 11on è stata ra ggiunta. Noi rit enian10 con l 'Anzilotti ch e n·o11 è fa cile ammettere una pato.g·e n esi unica d el n1. d . r .' 1T1<t occorre t ener co11to dei vari fattori con i ql1ali il n1 . d. r . è in rap1)orto; e co·ncludiamo, c·o111e Bellucci e Ptatti, ch e la sindrome del n1. d . r. sia d .a attribuirsi ad una ipeT\7agoto~ nia causata da p·r odotti tos.s ici derivanti dalla sron1posi zion e di sos tan ze proteiche, f,cj_uilibrio 1

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S EZl ON.E PRATJ CA

i1eurovegelali,·o suf3cetLib·i le di accentuarsi più o 111eno in ra:p1p orto a particolari faltbri costituzionali (Anzilolti). Sin.tomi. All 'i11izio del lavoro abbian10 acce11nato ai IYri11 ci1).ali sintomi del n1. d. r. Qu·esti possono ~ssere \ ari e 111olte11lici , ln a co111e abb ia111·0 g ià detto non si p r esentano che rara1r1 ente insieme, riscontrando di solito un gruppo· di si11to1ni o.d 11n altro, a seconda del soggetto , Illa sop ratù Lto a seconda d ella zona ir~ radiata . I !1rinci pa li disturbi posso110 asson1ig li are1 .a quelli del mal di ir1are o di montag·na : .adi.oam ia, J1'1a1es.ser e. ge11e rale, 11ausea, \OJriito, i)tialisn10, c.ef.alea, bri,;ido di fre·d clo, Yert ig i11i. Qualch e ' 'olta rialzi tern:iici cl1 e Kien]')ock l1a chia1l1ato « i~a <lio·c he111i sche ;F iebe r ~), J)iù faciln1e11te osser vabile n ei banJbini (Birk e Sch.a 11). ,\11ziloLLi n el suo 1nagnifico la,1orq s ulla cliJlica del m. d. r., dal qua]e ho attinto niolte n otizie, l1a stabilito uno scl1cn1a di sintor11i ch e suddi\ ide in sei g· ru f1T)Ì. Il ])rin-io !'iguarda i ~i ntorni gen erali e d i r estanti cinqu·e rig uardHno si11to111i riferibili ai vari grandi appa rati e si ste111~. A carico dell 'a·p p1a rato ·d ig·erente: nausea, \11on1ito , spasrr1i intestinali, te11esn10 . A carico dell'app1arato ci1'colatorio: 1achi cardia , disp11ea , ipopreissione, arit11 Lia e. talora asistolia (Regaud) . .:\. carico della fur1zione r enale : IJOliuria, aun1ento della elin1inazione degli ur:ati, fo sfati e cloruri. A carico ,d ella c rasi sanguig11a : leu copenia in1n1edi.ata f:ieg·uita da ]euc·ocitosi, piastrino·p·enia, aun1.ento della velocità di sedi111 entazione dei globuli rossi , alterazione del quoziente .al.b u111inoideo e. dell,e.q uilibrio ionico. A cari co del. sist en1a n ervo·s o·: distl1rbi psichici , quali t errore dell ' irradiazione, irritabilità , insonnia , ecc. Terapia. 1\folti rirnedi ad azioni f.arn1acologiche va1ie sono stati adoperati n ella profilas&i e nella cura del Jl1. d. r. 'Fr.a i calmanti : la va.l eriana (SimonR, Holzkn ccht , 1F las·kamp , Gur11ick), i pr e1}arati d 'op1p io, l'atro,p ina associa ta al laudano, il lu111inalc (Sn1ith), il cloralio, la 11arcopì11 (Ried.er J; Schroder h.a a\ u to ottimi ris ultati c ol P.e rnoc ton. Fra g~Ii eccitanti: canfcq·a,, teo l1ro111ina con nitroglicerina (Opitz). loh·eli11a (Baer e v. Panne·w itz), alcool (N e' er1 nann), c.ardiazol-efedrina (Hug), efetonina (J\1atteucci, l\.Jicb.alo\lVSiki). Tra le sostanze eritr~tto da g land ole a secr ezione. interna : l 'Hy1>ankak (estrat to di preip10Jisi) e l 'Epikortak (preip<)·f isi con1b,i nata a sit1rrene). Yo11ng: 11a adoperato l 'estr,a tto epatico· coiJ 50 ~lo di risultati fnYorevoli. Holzknecht, Lenk , Ne11da, Sielmann ecl altri consigliarono il NaC:l per \1ia en.do\1enosa o per via gastri ca. 1-Iolzknecl~t. dettò llI1<t forn1ola: il Rontgenosan, co1nposto di NaCl, n1en: Lolo , e ,1aleria11a. Mahnert, Zacl1er1, Czepa, Ho1

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cc IL POLICLINICO ))

.g ier son1111ir1istraro110 il gluco~io pensando alla teoria ip-0glic·en1ica. 11 Colsil di La11dshoff e l\feyer e11 trò nella tcTapiia del n1. ·d·. r. quando fu da vari AA. ritenuto, specie da Bui:-gheim e Le''y-Dorn, che la teoria più esauriente per spiegare il r11. d. r. fosse quella della ipooole·steri1ien1ia; ma dopo qualch e ten1po il Colsil no11. ' 'enne p.iù adoperato. Una terapia alcalir1izzan Le per co1rtbattere u11a e\·entuale into5sicazione acetonica non l1a avuto seguito, come pure l'uso della rr1aschera con filtro di carb·o r1e per evitare l'assorbimento dell 'ozono spri. g ionatof-i dall 'irra·diaiione ·d ell'ambiente. Grazie alla teoria tossica collegata a quella ner-vosa con la interpretazione che il m. d. r. sia dovuto a radiolossine, necror111or1i cl1e agirebbero sul siste111a r1eurovegetativo, si sono istituiti 111.e,d icamenti a squisila. <:tzione anlivagale (atropina, sympatol, bellafolina), .associati a sedativi generali , e così sono venute fuori forr1.iole co1nplesse, quali: Ioscia111ina + Scopolarnina + Atropina, ecc . . 1\nzilo,tti ha avuto fayore,:oli risultati con i preparali di a·drenalina (Sy 11tpatol , lp ov.ag·ol , Efedralina), come pure ha adoperato con successo la valeriana e la b·elladonna associata al};\ passiflora ed al bi.ancos1>ino con la china per la sua azione· •s ullo sto111aco. L'Holthuse1n 11a ottenuto bu oni risultati col Vasa110. In An1erica Aro11s ·e Boris Sokolof f 11an no ~.1do1)erato il rosso congo n e] trattamento ·del n1. d. r., come è stato adoperato su larga scala nelle varie forn1e di anemia perniciosa. r on: lasceren10 senza 111enziòne l 'introduzion e i1ella t erapia del n1. d. r. dell 'acido nicotinico, vitamina B2 o vitamina PP. , cl1e largo successo h.a avuto n-ella terapia della p ~lla·gr.a, rtelle anemie pe.rniciosiformi, e·cc.. Per sp iegare il meocanismo d'azione deil'acido nicotinico, ci dovrerrtmo sforzare ad amn1ettere che le radiazioni distru-g gono nell '-0rganismo la cozin1as~. L'acido nicotinico avrcb·b e la capacità (li n1obilizzare la scat'&a ri~erva nell'organis.n10 cli questa sos.tanza. I n1i·g liori vantaggi dall 'ac. r11 cotinico si avrebbero corne cura profilattica, pE>1'ch è ·dalle prime irradiazioni la vitamina PP troverebbe ancora nell 'org anisu10 quaniità fisiologica1nente utilizzabili di cozimase che così fi ssata si immagazzinerebbe i11 a·bbondanza IJer :su~plire alle aun1entate ulteriori €sigenze. Da qualc he ten1po, su indicazione ,d el mio primario, prof. S .. Attilj, n~gli. ·inn~merevoli casi Rontgentrattat1 per affe z10111 varie nel n?stro Reparto di Radiolog ia ed E1ettroter~p1~ dell'O&pedale di S. Spirito, abbiamo somm1n1strato il Bellergil nella profilassi e nella .terapia del m. d. r. E nota la ?om.posi~i~ne .d eI Bellergil: 0,02 gr. di ac. fe111l-et1l-barb1tur1co, 1

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lANNO

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~ decimilligra111111i di er.gotamina e 1 decimil-

ligrammo di bellafolina. Questa con1posizione ha avuto i più lusinghieri suc<.;essi nel tratta1nento ·d elle distonie' neurovegetative e nelle lcn·o ..:omplesse fcnor11et.0ologie. Il prof. Rothlin di Basilea 11a dedicato· speciali stu·di alla farmacologia ·del prodotto in questio11e e dei compo .. nenti dello stesso. L'eirgotamin.a ,, oltl'e alla sua azione classi.ca emostatica ulerina, inibisce le funzioni del simp·a tico . Sarebbe dun,q ue da considerarsi in analogia con l'atropina, inquantoc11è ciò ohe quest 'ultima rappresenta pelf la funzione IJarasimpatic..a, l ~ergo tan1ina lo è per ]a funzion·e simpatica. Ha poi dimostrato che somministrando sin1ultaneamente l ergotamina e la bcllafolina, no·n ' 'aria affatto la loro azione sp ecifica, e ch e somn1ini·5trand·o· contemporane.a1n.cnte a qt1esti due farm.a ci anch·e l'acido fenil-elil-barbiturico ·la loro azione specffica ri111ane ina lterata; anzi l'azione sedativa e.entrale dell'acido fenil-~til-barbiturico ' 'iene esaltata da tale c:orr1 binazione. 1

CASISTICI\.

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XL' n,

CA so I. - F. Caterina, d . cl. c., di anni 50. Opero ta di is l erec lomia c<»l seguente referto opera tor io: Notevole aumerito di volume del collo sede di epitelioma; invasione del parametrio di d. per .cui non è possibile asportare completa1nente la massa epiteliomatosa di questo lato ; 1'utero viene asportalo in toto. S'inizia dopo dieci giorni il trattamento roen Lgen con la seguente tecnica: cl ue campi an t. soprasinfisari e due post. sacroiliaci · 200 KV, 3 Ma X ·C u + 3 Al, 30 D. F. , limit~ 10 x 12, 700 r' per ca111po · in due sedute. Al terzo giorno dall 'inizio del trat lamento comincia110 i primi sinto1ni del m. d. r. , consister1 I i i11 cefalea, con.ati di vomito, anoressia, affanno, ptialismo. Si somn1i11istrano 5 confetti fli Bellergil, due subito dopQ l 'irradiazione e 3 dopo sei ore·. L'indomani la pazie11te continuava ad accusare gli st essi disturbi , s'p ecie alla fine dell 'irradiazione; somministrazione di altri 5 co11fetti di Bellergil. Il giorno s~gu ent e . i dis~urbj ~11a~c~r•­ nati cominciano a d1leguars1; abbiamo 1ns1st1to con 6 confetti di Bellergil so1nministrandoli: 2 alla fiue della sedttla 2 la sera e due al mattino s uccessivo, tanto .che' qua11do la l)aziente ~itorn.a cla noi }Jer il proseguimento della cura,. c1 assicura che i disturbi sono del tutto cessati. CAso II . - P. Villoria, di an11i 43, d. d. c. Amputazione della mammella s. per neoplasia. Viene inviata a noi dopo un mese per trattam ento profilatlico, che si stabilisce con 190 KV, 3 Ma, X Cu + 3 Al, D. F. 50 cm., caml?o 20 x 24, 150 r per seduta sul campo mammario Dopo la seconda irradiazio11e, pur avendo ~vuto cura di coprire la regione epigastrica, la paziente avverte malessere generale, vertigini, cef~lea! nausea. Si somministrano subilo 6 confetti d1 Bellergil da prendere 11ella gior!lata. .Il. giorno successivo la paziente _dichiara di sent1rs1 molto meglio· si consiglia di . prendere ancora 5 confetti d~l prodotto, ed al quarto giorno dall'ini-

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SEZIONE PRATICA

zio del trattamento i disturbi altribuibili a n1.d .r. sono c o~pleta1nent e cessati.

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di opacità i1el campo 111edio toracico d . ch e in breve tempo è forte1nente aumentato di intensi t à e eh~ tende ad invad er e la r egion e dell 'ilo . CASO III. R. Ernest o, di anni 37, fotog rafo. Il Lief e opacamento n el seno costo-frenico d estro. 27 settembre 1938 fu operato di asportazione d el Si fa diagnosi clinico-radiologica di sarcoma poltesticolo (l. pe r semino1na. Da un. m ese ha nomonare d estro, e Yiene inviato .al nostro Reparto tato comparsa di masse n ell 'addome . È ~tato inper la terapia r oentgen che si stabilisce col sevia lo al 11os tro Istituto con diagnosi di m etastas i gu ente schema : 200 KV, 3 Ma , X Zn + 3 Al , ~ ddomi11 ali d a seminoma del tes ticolo. S 'inizia iJ can1po 12 x 12, D. F . 40. Due c ampi po l111on ari, trattame11 lo roentgen con la seguente t ecnica : un o a11teriore ed uno post eriore a g iorni alterni; 150 KV, 3 Ma, X Cu + 3 Al, D. F . 40 cm. Ca1n350 r p er campo. po 12 x 12. Un ca1npo epigastrio-mesog as trico ed · Dopo la seconda applicazione di raggi X il pa?. uri c ampo posteriore corrisponden1 e . Si sommi11ib a avYertito cefal ea , vertig ini, con a li di von1ito, stra n o all1 prima seduta 60 r p er saggiare l a t olanor essia . Si sommini strano subito 6 confetti al leranza d el paziente; p oi nelle su ccessiYe 120 r , . giorno di Beller g il. Quan cl o l 'inferm o sì ripresen a g ior11i alte r11i. Dopo la prima applicazione il ta <l a noi p e r la t erza seduta, ci dice di n on aver paziente n on h a. avvertilo disturbi di sorta . Dopo nYulo più alcun dis turbo . Ora continua il suo la seconda irradiazion e, modica cefalea . Dopo l a ciclo di irradiazioni pren (l endo 6 confetti al g"iorno terza, cefal ea i11t en sa , ve rtig ini, con a ti di vomito , cli Beller g·iT. nausea ch e è durata lutla l a g iornat a. Si somn1inistrano allora 6 confetti di Bellergil. Quando c .\ SO v-I. R . Elvira, di a nni 37, casali11gÉ\. Ci I 'infermo ritorr1a p er la nuova irradia zione ci dice Yien e· inviata dal Rep arto Chirurgico con diagnosi ch e i distt1rbi sono continuati m alg rado la son1d i epi l eli o111a d ell a porti o . L 'esame g inecologico m inistrazion e d el Beller gil . A questo punto l e ha m esso in eviden za: utero di m ed ie climen- . J11 asse addomin ali son G in Yia di ria~sorbiment o , sioni mobiie : collo con labbra ever se a supe rfied allor a s i })r opin an o 8 confet li di Beller g il cl n cie irregol ar e, di con si st en za dura, sang uinolente . prende re dt1rante l a g iorn ata d ella irradiazione e S'inizia il trattamento Roentgen con la solita 6 n el g iorno successivo del riposo. Qua11do il lecn ièa <1a noi aclope r ata: 200 KV, 3 Ma , ;~ Zn + 3 pazi ente ritorn a al nos tro I stituto ci assicura cl1e Al , D . F., 40 cm . con lin1itatore 12 x 12. Due i dis turbi ~on o di m ollo diminuiti , rin1an en (l o can1 pi anteriori soprasinfisari e due p ost eriori sa1 soltanto· l a cefalea eii t111 po di n a u ~ ea . Dop o la cro-ili aci , 350 r p er campo e p er seduta, a g iorni somminis trazion e di allri 6 co11fetti <li Beller g il , con ecuti vi. Dopo la ])rima applicazione l a pai disturbi 011 0 an cor dippiù affievoliti , ed il p aziente l1a accu sato una modi ca cefalea. Dopo la ziente dice di ave r e un a l egger a· cefal ea soltanto seconda irradiazion e an cora cefal ea con l 'aggiunt a alla · fine d ell 'irradiazion c e p er l a durat a di un di adin amia, n au sea, Yomito. Si som1n ini stran o quarto d 'or a. allora 8 confe l li di Beller g il. L 'indomani i clis lurbi er an o di m olto attenuati. Si propinano CAso IV. - A . Fran cc~co, cli ai111i 35, con1m er an cora 8 confe tti di Beller g il . A quest o p11nto il ciante . Ci Yien e .co11 diag11 osi di linfogr anulo111a nl . cl . r . .cessa con1pletan1e nte, e la paziente J) fOdi St ernher g. Present a rollo pro'c on sola r e con r e tisegu e l a sua cura sen za disturbo alcuno con 6 colo Ye n <,so supe rficiale molto sviluppa lo. L 'eèonfe t li al giorno d el prep ar ato. am e r acliologico d el t or ace m o lra pre ~ en za rl i ru asse il ari ch e occupa n o p ar zialment e il m e<li nC ASO ' ' II. C. Altavilla , di anni 50, casalinga. sti110 p os teriore e ch e ri salgono i11 alto fino agli Da qualche m ese ]a pazi ente acc11sa a st e11ia pro~ a pici. Lo sch em a <li lra l Lamento ch e si stabil·isce fo11cla e 11otevo le dimagram ento e di ta11to in t anto per questo infermo è il segu ente : 190 KV, 3 Ma, dolor e tra fillivo alla r egion e cl avicolare ini tra ed X Zn + 3 Al , un campo apico-sotloapical e polmo- a q t1ell a inter scapolo-Yerl ehrale. L'esan1e r adiolo· 11are , due can1 p i Jat ero-cervicali ed u11 campo lieg ico d el torace inette i'n eviden za presen za di n ale, essendo l a milza alquanto in g ra11dita ; 150 r i1n111ngini il.ari i11g r anòi te bilat eralmen le, a con~ pe r campo e p er seduta. Il prim o g iorno d el torn.i rotondeg·g·ian ti ed a li1r1iti netti , d ell a gran trattam e nto ven g ono somminis trati 2 confetti di d ezza di u11 uo1.·o cli gallina. Qu est e m asse occuBellergil ~ubito all 'i11izio d ella seduta. Il p azien le pan o il m ecliastino pos terior e . Si fa diagn osi clih a avuti() <lura11te la g iornata 1nodica cefalea, nico-radiol ogica di pro])abile linfosar con1a n1ecli ach e dopo 24 or.e è scomparsa . Si somministra n o stinìco e s'inizia sulJit o il tratta1nen I o r oen I gen . ' alla seconda irradiazion e altri 2 confe tti di Eeller col segu ente sch ema: l ~O T{V, 3 Ma , X Cu + 3 AJ, g il, rr1a l 'indom a11 i sappiamo ch e il J:>azie11 te ha D. F . 40 , lin1it. 12 x .12. U11 ca m p o i11 cdìas tinico a YYertito cefalea in le11 sa, conati di vomito, sonn on11l erì or~ ed un o pos terjor e, 150 r p er campo e pe r ·le n za. Si somn1ini stra n o allora 6 confetti d ello ~edul a a g ior 11i alter11i . Dopo ]a t er za a])pl icazios tesso prodotto con ri sultato mollo soddisfa cent ~, n e la p aziente ha acc u sn lo cefalea inten sa, Yc rtiinquantoch è i dis l1.1rbi si sono di m olto atte11u a l1, g·inj, adina111i a, n au sea . Si sommi11i s lran o 8 .c?n però subilo dopo l 'irracl i azi on e su ccessiv~ , il inafe lli di Bellerg il . Il g iorn o su ccessivo l a ])az1en t e la to vien collo da verti g ini e cefalea inte n sa. Si 11011 h a più alcun distt1rbo. propi11ano 8 .confetti di Bellergil da prender e n elCASO VIII. C. Laura di nnni 43, casal i11ga. ~el la g iornat a. Or a i disturbi d el m. d. r. son o ces~e t lembre 1939 fu operi=tta òi ist er ect on1ja st1b t osati , ed il p azien le ço11 tinua la sua cura pre ntale . Circa 20 g io rni J)rirna d ell 'invio al n osl r o d e11do 6 con fie tti al g i-0rno di Beller g il. I ~titul o . offrì t1na i11 c tro rragia impon ent e ch e r ichi ese La111 pon a111 ento. L 'esa m e g inecolog-ico l1a CAfl.o V . - C . G i aci.h to, di anni 47, arroti110. l11os lra lo prolifer Hzi oni ed er osioni d el rollo uteDa un -paio cl 'ar1ni aceti. a forte (li p11ea da sfor zo r in o. Si inizia il tr att amento radian le appena ro11 d olore all a region ~ medio tor acica d . e<l a }'jnfer111a ci Yi e11e i nvia la con l a solit a 1c.cnica qu ella ep atica. L 'esan1e r adiolog jco m ostra zon a


1574

,

« fL POLICLINIC.O »

da noi ado1)erata nei tumori dell 'ulcro e d escritta 11éi casi precedenti. La pazie11te ha sopportato o Ltin1a111e11t c le prime 4 irracliazioni senza avverLi re cli sl urbi o malessere. Dopo la 5a. applicazior1e di raggi X, si è notato· l 'i1111)rovviso insorgere di aste11ia profonda ed insounia, nausea ed ina1)p elenza. Si -somminis tra110 s ubito 8 confetti di Bellergil e n ei giorni su sseguenti 6 confetti fino nl t ermine del trattamento che la paziente ha so1)porlalo ottimamente.

I

CASO IX. T. Nazzareno, cli a11ni 48, comm esso. Da J)it1 di un anno g·li ft1 diagnosticato mor})o di Hodgkin dopo esan1e istologico. È stato so l topos lo a cure r oentgen i11 allro istituto. Da u11 111ese ha notato rico1n1Jar... a di tumefazioni gJa11dolari, sp ecie al collo , ascelle ed ing uine des tro. Si stabilisce in ques to paziente il segu ente sch e1na cli trattamento: 140 K,., 3 Ma, D. F. 30 cn1., li1nit . 6 x 8, filtro X Z11 + 3 Al. Si inizia irradiando i campi ascellari 01nn1i11istrando 50 r per ca1111)0 e p er seduta. Poi l'ing uine d estro co11 120 r da ri1)etcr e 3 volte, seg·u endo le condizioni gc11erali d el! 'infermo ch e sono piul tos to scad en li e lo lat o d elle glandole. Dal 2o g·iorno del tra ltam c11to abbiamo notato dis turbi attribuibili a in. cl. r.: cefalea, vomito, inappe tenza completa. La ~0 111111inistrazione del Bellerg·il 11€lla dose di 8 confetti al g iorno ci ha permesso di co11d t1rre a termine il trattamento iniziato. CASO X. - B. Lora, di an11i 14, scolara. Ci vien e ir1viat a con diagnosi di t])C. in les linaJ e, confortala dall'esame radiolog ico. Si s tabilisce trattam en to roentgen con 4 porte di entra ta addomi1tali, 2 an t. e 2 post., 170 KV, 3 ~Ia, D. F. 30 cm ., Ji1nit . 12 x 12, 120 r per campo e })er seduta. La pazie11te l1a avvertito inalesser c gen er ale dopo la t e rza a1)1)licazione. Abbiamo allora somministrato quolidia11ame11te 6 confetti di Bellerg il, e la paziente l1 n con cluso il suo c iclo cli cura senza dis t t1rbi e con buon risultal o.

XI e XII. - V. Nicola e V. Ni110, di anni 15 e 13, studenti. Colpiti da paralisi infantile C .\ S I

circa vc11ti giorni P!'i111a della nostra osservazione . Lo stadio febbrile è cessa lo e so110 compar i 11el primo, paralisi completa motoria degli arli s uperiori ed inferiori, co11 inecci tabilità assoluta galva-nica e faradica ed assenza di r eazione d ege11erativa. Nel secondo si so110 avuti soltanto }Jarali s i agli arti inferiori. I pazienti ve11gono sotlopo li a trattamento roentgen })rivatamente, con irradiazione della colonna vertebrale dalla III C. alla I'' D. e dalla X D. alla I L . n el primo e con la sol a irradiazione X D.-1 L. nel secondo . Durante e dopo il pri1no ciclo t erapeutico · furo110 colti d a c·cfalea , i11appetenza , nat1sea e conati di vomit o. Prima clcll'inizio del secondo ciclo di irraclia7.ion e abbiamo voluto so1n111i11istrare il Bellerg'i1 a scopo profilattico con i-risultati cl1e diremo i1j\t avanti .

I ca si ri1)ortati so110 solta11to alc uni fra qt1elli tra ttati col ·B ellerg il qu.a 11clo i sono n·1anife sla li i disturbi d el n1 . d. r., e 5ono tra i ·prin1i c urati da noi con tale n1edicam enLo. D OJ)O di esserci oon,·inti d ell a 11oteYole effi cac ia ciel prepa rato , non abbia1110 11iù atte.:'o •

[ANNO

XLVII, NUl\{. 38]

la comparsa d ei disturbi , rri.a abbi.amo somn1ir1i ::;tralo il Belle>rgil cor1te profilattico (in dal}'inizio del tratta.me nto radiante come abbiarr10 fallo negli ultin1i due casi riportati. Infatti nei due r ag·azz i affetti da 1)élralis.i infantile e colJìiti dal m. d. r. dopo la prim.a serie di irradiazi one s pi11a]e, abbiamo vo]ulo somministrare il llell.er,g il 48 ore l)l'ÌJl1a d ell 'inizio del secondo c iclo. Al più g·rande ah·biamo i)ropinato 8 confetti etl al secondo 6 confetti pro die, sino nlla se ra d el giorno· d ell 'irradiazio1}.e. Ne&sun di s turbo dovuto a n1. d. r. i pazienti hanno IJO tu to acc us.'lre. Seguendo qu.es lc direttive, i11 tt1tti gli altri ammalati che nel n ostro reparto vengono trattati terapeuticar11ente con i raggi X, abbiamo somministrato a sc.01)0 profilattico contro i] 111 . d . r. il Belle rg il senza attendere la compar~a della sindrome. I •c asi così trattati asson1llì ano a c irca duecento . Noi so.n1ministriamo a SCOJ)O !}rofilatli co da 5 a 8 confetti al giorn·o , secondo la dose di ra1ggi X, e secondo la regio11e irradiatél. · Quando è stato possibile , ab biamo iniziato la somministrazione del medicam ento due giorni prima d ell'inizio d ell'irradiazion e, Jlroseg·u endola s ino al ter1r1inc di essa. In una percentuale t)iccolis ima '1bhiamo nota to il manifes tarsi d ella sindrom·e, che è stata debella ta con l 'aumento della dose del prodotto e cioè sino a diec i confetti, ritornando r1ei g·ior11i u <:cessivi a sei o ad otto, inquantoc l1è i dist urbi e rano di g ià di1l1inuiti o del tutto cessati. 1

CoNCt.lrs10N1. D.alle esperie nze fatte co11 il Bellergil nei nun1e rosi r.a"i di n1. d. r. tratta ti con questo medicaruen to ijossiamo affcrn1are1 ·che I.a terap1a r)'i ù effirrice ne11a sinclrorne iil questione è la son1minì:..;t1azion e di sos ta11ze ad azione sP.dali,·a ccl <'quìli})rd ~ ric j d el sis tema neurovege· tativo . Non n·1inore il11porta11za d ella terapia va data a lla profilassi del m. d . r . con il Bellergil, poich è se. si 11a l 'avverten za di somn1inistrarlo nella dose indica ta qualch e giorno prima d eil l 'inizio d ella terapia radiante, i di sturbi del m.d.r. r1on si presenteranno, contribl1endo così a dare n1nggio·r fiducia .al p.a ziente e tranquillità al racliologo. BIBLJ OGRAFIA. NrcoLAUs. Zur Relia.ridlurig des Strahlenka.t ers . Wien. lVIed. "\iV.. chr. , 1932.

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08SERV AZIONI CLINICHE OSPEDALE

CIVILE DI Bo1\G03E3 TA

C'\,-ercelli)

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PIVISIONE

Contributo alla clinica della agrannloci-

tosi. Mielosi aplastica globale preceduta da una fase di agran11locitosi pura. Prof. c. rfOSOANO, direttore e p rin1. med. 1

Non è a11cora chiusa la discussione fra coloro cl1e considerano l 'agranulocitosi co111e un.a 111aJatlia autonon1a e· tiuelli, e sono i più, che comprendono in unico .g ruppo sia la malattia di Schultz sia le sindro1ni agra1111locitic.h e di origine tossica 0 infettiva. Si i)arla a 11cora di « agranulocitosi pura >i 5n contrappo sto alle- sindromi ag·ranulociticl1e. Il t ermine di cc agranulocitosi pura >> fu proposto da Aubertin e Levy p er i11dicar e l'A. acuta primitiva o nlalattia di Schultz, affezione febb rile grave .ad inizi·o· g·e·n eralmerite i111p·rovviso, accon1pagnnta da astenia gra, e, lesi oni ulc.ero-necrotich e delle mucose e talvolta clella }Je Ile, sen za orig·ine tossica o infettiva d eter111inata e c.a retterizzata dal quadro ematologico segu ente: i11tegrità del quadro €matologi·co rosso, co.m port.amento nor1nale delle pia~trin e , elevato gr ado di riduzion e dei ·globuli biancl1i con n1 an canza o quasi di n eutrofili cd eo_ir1ofili. Alla cc agranuloc itosi pura » si r or1trapponfro no le sindron1i agranulocitiche ch e, oltre ai fatti su elencati, ·p resentano qual Ch·e fattore a1ip ico, un'orig in·e. tossica o i11fettiva ide11tificata , u11.a sindJron1,e emorragica. un 'an emia n1arcata e a11che intensa, elen1e11ti cellulari .anormali della ·&erie bianca . Aubertin e Levy hanno ar1che l )l'O}) O... to uno schen1a di cJ.a ssifi c:1zi<Jne ·d elle .agranulocitosi. disting·ue11do I' agr.anulocitosi pura dalle sindromi agranulociliche è suddividendo queste ulti1ne in due c.ategorie: sinrlrorr1i agranulocitich e idiopatiche o forme a ssociate (agra11ulocitosi con anemia, A. con sindrome e111orragica e trombopenia, A. con anemia e sindrome emorra·gi,ca) e sindromi a·g ranulocitich e sinto· 11iatich e (a.g ranolocitos.i i11fettive e tos$i r he, A. e affezioni epatiche, A. e stati linfoadenici). La maggior parte degli AA. p erò, segt1€ndo i con cetti del Di Guglielmo, con1prendon o oggi tutte le forme agranulocitiche 11el quadro della n1ielosi a plastica, co.n siderando l 'agranulor itosi pura con1e una mielosi aplastica parziale e precisamente come una n1ielosi a1)lastica leucopenica. 1

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· L'interesse del })robl ema ancora in discussione n1i s.pinge a r·ender noto un intere&Mnte caso <l.a i11e osser,·ato e seguito in tutto il suo <ilecorso fin o alla guarigione. F. I. di anni 26, operaia. Genitori viventi e· ~ a ni . Nulla di notevole nei collaterali . Mestruata a 14 Glnni, le m es truazioni, prima sempre rego~ari, da circa un anno si sono fatte irregolari per ritmo e quantità. Nessun precedente inorboso. r emoto degno di nota. 'Da circa un an110 accusa dolori al basso ventre e alla schiena e ·perdite· bia11che. Non si è so ltoposta però a cure di n es• sun genere. Da otto giorni t osse stizz-0sa co11 scar so espe ttorato mucoso. Quattro giorni prima clell 'ingresso in ospedale fu colta da brivido di freddo e da (!levazione termica; contemporanea1nente cominciò a lamenlare inten sa cefalea, astenia profonda, bruciore faringeo . Venne accolta i11 Ospedale il 20 ge11naio 1936. All'ingresso in Ospedale obiettivamente si .not ava: t emperatura: 39°,2, polso 110,. stato di i1utrizione e di sanguificazione discreto, lievi eden1i pretibiali, pol so ritmi co, piuttost-0 piccolo, uguale, a pressio11e ba ss~, respiro tranquillo, decubito indifferenle. Fari11ge uniformemente arrossato; la tonsilla di sinistra si presenta ulcerata • e ricoperta da un essudato grigiastro. A carico <lell 'apparato respiralorio: respiro aspro su tutto· l 'ambito,. qualch e ron co. Cuore nei limiti, 11ulla di 11otevo]e all'ascoltazione. Addome leggermen le· (lolente su tulti i quadranti , specie i11 corrispo11(}enza del quadrante inferiore sinistro . Nulla df 11otevole_ ali 'esplorazion e vaginale. Fegat o appena palpabile sotto l 'arcata, milza i1ei limiti. Nulla a carico del sistema n ervoso. Esame delle urine : lieve velo d'albumina ~ nul-· la di anormale n el sedimento. Pressione arteriosa al Vaquez 110/70. R. Wassermann negativa . Esa111e per striscio del secreto tonsjllare: presenza· di fu si e spirilli. Emocultura negativa. Esame e1nocromocitometrico : Hb 74..1 Einazie4.100.000. Valore globulare 0 ,90. Leucoèiti 2600. _i\ll 'esame dello ·striscio 11er la determinazione della formula leucocitaria si con stala quasi completa assenza di granulociti (2-3 . elementi r eperibili p er ogni vetrin.o). Le prove emogeniche dànno: risultato normale. Viene iniziata una cura a base di nucleinato di sodio, Can1polon , preparati di ferro e successivamente con trasfu sio11i di sangt1e. Riassumo il clecorso su ccessivo. La febbre si i11a11tiene elevata (intorno a 390) con anòa1nento continuo leggermente r emittente, l 'essudalo tonillare per siste invariato durante i primi gior11j di degenza , :p-0i la tonsilla andò 1 e11tamen t~ detergendosi ; quasi invariato il reperto ematico, decaclimento progressivo delle forze. Il 9 febbraio viene eseguita trasfusione di ·circa ·200 cc. di sangue. Le condizion i generali delJa malata migliorano ,. la temperatura si m antiene però sempre alta, polso intorno a 110. Il 12 febbraio abbondante epistassi che richiede il tamponame11 lo pos teriore. Il 14, febbraio seconda trasfusione di 200 cc. di sangue. Miglioramento solo momen laneo . Il 12 febbraio le condizioni generali son o peggiorate. L 'esan1e d el san.gue dimostra emazie 3.400.000. L 'inferma va prog ressivamente decadendo, pol so piccolo a ha .. sis-


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sin1a prcssio11e, pallore progressivo. Il 22 febbraio e111azie 2.800.000, il 29 febbraio emazie 2.200.000. ~i cominciano a notare piccole peteochie sulla cute deg]i arti inferiori. Piastrine 80.000. La progressiva anemizzazione della malata con linua malgrado si co11tinui a somministrare ad alle dosi -..:an11Jolon e nuclei11ali e malgrado altre trasfusio11i praticate il 24 lebbraio e· il 4 marzo; si acce nlua l 'eruzio11e di porpora. Il 15 marzo c111azie 800.000, leucociti 1800, asse11za di granulocili, piastri.ne 30.000. uova trasfusio11e. Per .alcune ore le condizioni dell'infer111a embrano disperale; notte molto. agitata, dispnea intensa, po1so quasi iinpalpabiJe. Il giorno appresso lieve 1uiglioramento che si accentua nei giorni successivi. I conteggi rivelano una ripresa dell'attività emopoietica. Si insiste sulla terapia epatica e nuclei11ica. Il miglioramento si acce11 lua sia pure lentamente e viene solo interrotto,. nella terza decade <li maggio, dall 'insorge11za di uu focolaio di polmonite pasi:.llc sinistra, ~he vie.rie però superalo senza complicanze. La i11atala vie11e dimessa il 24 Jug·lio l&~ in buone L·o11dizio11i. Ha guadag11a lo circa 10 kg. i11 peso. 1. 'e ·an1e emocromocitometrico, pri1na della c1i1ni ·sione, dà: Hb 78, emazie 4.000.000, val. glob. 0,97, leucocili 4,500, granulòciti 55 %, piastrine 250.000.

Nel decorso del caso i1l esan1e so110 chìara111ente ricoi1oscibili tre periodi. Il prin10 va ciall'ingresso in Ospedale (20-1) fino a 111€tà del febbraio . Durante questo periodo la n1alat1ia si pTe5enta va come un '.agranulocitosi pura: 111ancanza .di ca u~a .r ico noscib1ile, i11izio i1nprovviso con febbre alta, l esione tonsillare a tipo n ecrotico, scomparsa quasi con1pleta d ei granulocit.osi, normale o quasi risultando il .conteggio dei globuli rossi, assenza di fatti cn1orragici; tutti gli elementi positivi e negativi ·che caretlerizzano l 'agranulocitosi p·ura secondo Aubertin e Levy. Il &e·condç periodo va dalla n1età di feb,b raio alla metà di rr1arzo ed è caratterizzato 9,ialla in1provvisa con1parsa di fatti emorragici con progressiva rapida diminuzio ne d ell e piastri11e, e dall'anemia ra.pida·n1·e nte progressiva n1entre persiste l'a·ssenza di granulociti in circolo. ~ il quadro dell'anemia aplastica. Si verifica un peggioran1ento rapido delle condizioni gen€rali, che l e ripetute trasfusioni riescono a frenare solo per b,r e\1 e tempo . La malata &embra ormai perduta. Come giudicare l'evidente trasformazio ne cl1e ha subito il qu.a dro clinico ed ematologico dal primo al sec.o ndo periodo? Durante la p1:i1na fase, lo abbiamo visto, il quadro era quello della così detta « agranulocilosi pura ». Si l)Otrebbe oss~rvare ch e in ques ta fase €ra già presente un lie\'e grado di anemia (en1azie 4 .100. 000) e.. che il d ecorso no11 prese11tò la rapida prog·ressiione fatale come è 1

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d escritta nei cas i i)iù tipici di n1a1attia di . cJ1ultz. ~la lo stato anemico era di grado trop11c, Jl1ode1&to per potere ad essi) assegnare u11 (1ualcl1e valore discriminante, tanto più tratla11dosi di una d 01111a che da un anno accusava disturbi vari . D 'aJtra parte il decorso prolu11gato non è infrequente nell , agranulocitosi e numerosi casi registra la letteratura di agranulocitosi « i1ure » a decorso cronico e recidiva11 I e. Nè si può parlare nel nostro caso di una crn plice reazior1e g ranulocitopenica ch e abbia preceduto l 'insorger1za di una lesione midollvro comple sa. Come abbiamo vi to, il quadro clinico ed e111atolog·ico della malat,tia di 'clìullz era in questo pri1r10 perioùo con1pleto in tulli i suoi el en1enti positivi e negativi. A Jl 1io avv iso :µertanlo , durante questo pe:riodo, ne sun ,<lltra diagno i era po ·sibile J)Orre che c1 uella di cc -ag·ra nuloc itosi pura » o m eglio, seco11do il nostro co11cetto , che è quello del Di Gug·li emo, di cc 111ielosi aplàstica J)arziale ieu. COl)Cfl tCa ». ella second.a Case, al i-i1)ico q·u adro olinico dell a co,-] detta cc ngra11ulocitos,i pura » si .ag·<riunge,·ano la sindro111e ernorragica e l 'anemia rnpidamente 1>rogressiva. Diremo, ch e le due rasi corrispondor10 a due 111alattie diverse, malattie di Schullz e ri pettivamente 111i elosi a·pl astica? La don1anda è posta solo pe'f 111etter11e in evidenza la info11datezza. A me semb,ra ch e il caso in esame d im ostri Jin1 pidame11te l' esattezza della concezio11e so. . Lenuta dalla Scuol a ·d·el 1Ferrata, econdo la q uale una inie.lopatia apla tica può corri pondere a complessi sinto111a t.ici globali o parziali senza 1)er questo designare altrettante malatt.i e. Nel caso descritt 0· si è chiarament e verificato il passaggio da una agranulocitosi pura ad una forma di nlie'losi aplastica globale in cui 1'agranulocitosi è solo una parte della profonda lesione inidollare. È 11ertanto lo·g i.ro con idera.re i due periodi come due fasi di un 'u11icn malattia (mielosi apil.a stica) rnanifestatasi clinicamente in un ·p1ri1t10 te111po come mielosi nplastica parziale l eucopenica ed in secondo tempo come 1nie]osi a1)lastica .g lobal e. La stessa causa che in un pl'in10 terr1p10 aveva paralizzato la funzione granulocitobilas1ica del rr1idollo, in un secondo tempo ha comp romesso tutte le fur1zio ni rnidollari . Quale può e~sere stata questa causa? L'anamnesi nel nostro ·caso non offre a tal riguard o e]en1enti utili . .Si tratta di una do11na che ha avuto t1n normale sviluppo, che non av1eva soffer to in 1)assalo nlalattie degne di nota, cl1e lan1entava da t.e111po vari disLurbi di lieve €nti I à, cl1·e però non le avevano vietato di lavo1

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« IL POLICLINICO »

ra r e e di alter1dere n or1tta lmente alle s ue occupazioni casalinghe. No11 aveva fatto in preced enza cu.r e di sorta. D 'altra parte gli esan1i praticati dura nt,e la degen za in ospeda le n on rx1i&er o in evidc.n za alc11n elem ento atto a chia rire il proble1na etiologico. Era la nostra rnala ta u11 a predisp osta? La predisp osizione viene da i11olti a1r11nessa , da altri n egata . Sopira tut to la predisposizjone è stata invocata per spiega re la rarità d ella sindrome ag ranulocitica di origine t.ossica, per es. da con1po.sti co nten enti arr1idopirina, di fronte a l gran nun1ero di og·g·etti cl1e \ .anno esenti da og ni disturbio· lJUr face t1do &n ch e largo u so di detti prepara ti . Si i)en sa che. in soggetti particolarm ente predisp osti l 'ingestion e ripetuta di alcuni 1nedican1e11ti detern1ini una sen sibilizzazione i stogen a _a carico di determ inati g·rupp i c·ellulari de l II\idollo osseo p er cui ad un dato n1ort1e11to si "·e rifich er ebbe un ictus ...ana filattico con blocco n-iidollar e e a umentata dist'rui ion e perifer.ica di g·ra11ulociti. Qu esta ÌJYOtesi aller gica è i11 Itali a sostein uta dalla Scuola di F rt1goni (Corelli) e può a bbracciare tutti i casi di agranulocita i, n el se11so ch e singoli sogge tti pos.. ,on o rea·gire, con una pecu liare modificazion e d el q uadro em atologico, a stintoli diversi, di natu ra sia clinica eh.e. tossinfettiva. Nel n ostro caso n essun e]em ento ci permette di affermar e una predi~po ~ iz ion e. Dobbiam o a questo pun to n ot ar e ch e n o11 abbiam o perduto di vista la m alata dopo la dimission e ·dall 'ospeda le. Essa va sog.gelta da allora a periodi di af:Jtenia profonda , durante i quali si cor1stata g ranulocito1)enia ma r cata. Ho g!à accennato ai casi di agranulo•c itosi r ecidivante. Il Matis ritien e ch e l,avvenire ,ii u11 sogg,etto gu arito d i una prima m .a nifcstazion e .!\g·ranulocitica deve lssere co11siderato come molto n1in acciato e cl1e sareb1b e inter essante sor veg liare. in essi la • for111ul.a sartguigna. È (1uell0 eh·~ abbi amo fatto n ella nostra m ala ta tluran ie circa ql1attro ar1ni. Ora, il durat11ro slalo di d efici t midollare con stat ato n ella n ostra .1.11alata può es5·e·r e un i~eliquato tlella soffe1·ta n1alattia e può anch e essere con siderato co·m e l 'espressione di u110 stato di cose preesiste nte ch e h.a condizion ato lo scoppio della lnala ttia stessa e cl1e da questa pu ò esse.re stato aggravato. In con1ples~ m an ca n el n ostro ,:aso ogni elem ento per l)Oter e a ffern1a r e in r11odo ce rto una pre di sposizione com e n1a nca ogni irtdizio sulla causa d et erminante d·ella n1 alattia. Il terzo periodo· de.J d ecorso segna la ri preS:a, . . .' . p rima app en a accennata. poi sem p·r e p1u evi1

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d ente, della funzior1e midollare e porta all a g uarigione clinica. Da una statistica di T.aussig e Sc.h noebele11 su 330 casi di a gra11ulocitosi della letteratura risultano le seguenti cifre di l)Lortalità in relazione con le vari€, terapie adoperate : 53 % co11 la roentg·enterapia, 64 % con la trasfusione del san gu e, 73 % con la cura dell 'n.rsenoben zolo, 75 % n ei casi lratta ti con a ltri m etodi di cura . È da notare che in ques ta statis tica è cornpresa la cura con arse1no b enzolo 1 usuta quando ancora s i ign or ava ch e il neosal varsan e i nledicam enti ar1a logl1i sono ca1)aci cli pro,·ocare sin d romi agranulocitarie o affini. .Secondo J ackson e Tigl1e, le trasfusioni e i 1ag·g i X non danno vantag·gio alcuno, lascia 11d·o quasi in.alterata la 111ortalità p ercentua le. lI. l\.l einsc.hmidt in un caso, d ata l'inefficacia della trasfu·sione di sa11gu e, e dell e irradiazioni clelle ossa lunghe, u sò Cam polon e Cantan con e it o favoTevole. Baum anr1 h a adopera to ~o n ucresso u11 estr.atto di nlidollo rosso per via intra1l1uscola re. Buoni risultali vo11go1Lo .an cl1e va11tati dall'uso clell.a cosiddetta « cr en1a di 1el1cociti » . Risul1ati an co ra 111igliori i sono ottenuti con i J>rodotti di degradazione di IJCiltosi-nucleotide cl1e, con1c ·è nolo pro·voc.ano i~;e rl eu coc itosi . Su 69 casi curati con I>entos.i-nucleotide K 96 Jackso n , Parker e Taylor r eg·i~ lra rono 7± 0 0 d i g uarigio11e, il ch e, se confern1ato, costituireb be un llOl. evo]e p rogresso tera l)e utico. ·D obbia mo ancora accennare al trattan1cnlo dell,agra nulocitosi con le trasfusioni di sa11g ue d i febbric itanti e il tralta n1en to co11 sa11gue leu cemico. Il pri1110 rrtetodo è sta to p ro1)osto tlel 11937 da :f . Lei11er . Parte11d·o dal concetto cl1c n ell'agranulocitos·i e so p ralu t ~ o i1e"Jla sua forma aplastica deb ba n1an ca re un principio leu cogen o che, per co11tro, deYe esistere · i11 eccesso n ei i11altlti ·d i i11fezioni acute cl1e d eterminano le.u cociLo·&i o n ei sog·getti c ui si sia i)rovocat o la febbre per és. oon iniezioni di latte, il Leiner ha iniettato a dei don atori di sangue endomuscolar111ente 15 cc. di la tte. Dopo tre or.e la te111p erat.ura e i leucociti aur11 E-ntano e dopo cinque 0 re il nun1ero dei leucocit i è doppio del normale. Pra tica al1ora la trasfusion e. Il Lein er riporta quat tro casi g·uariti di cui due con rt1idollo a:plastico. Il tra ttarr1ento con sang ue leucen1ico è si ato atiua~o per la prirr1a volta da Schittenhelm. Era noto da tempo ch e l 'i1ltroduzion e di leu cociti in anima]i da e sp erin1 ento, eccita il midollo granulocilob·1as tico fJrobabilmente ..per aziòn e- di prodotti d ella lisi leucocitaria, data 1

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SEZIONE PRATICA

la ~carsa sopra-yviven za nell'ospite d1el leu co<.,ita inie ttato. 11 t e11tativo di Schitt~nhelm fu seguilo d a successo e su ccessivamente altri AA. l1a11110 riferito buoni risu·ltati . Il m etodo· è l ro1)pO rece11te e i casi n ei qua li fu applicato 11oco Ilu1r1erosi .ancord per ch.è ~ i possa esp1·i111ere u11 giudizi 0 sul ~ uo valore pir atico ancl1e i11 co11siderazione d ei legittin1i dtibbi -ch e pos~0 11 0 sor ger e sulla so rte futura d ei soggetti cui ft1 inie tt~ lo sang·u e leu cemico. Di grande intere e è poi la r ecente conce1io11e di Baun1ann seco11do il quale la proprietà e.l i attivare la leu copoi esi sarebbe anche di altre f!os ta11 ze contenute n el siero di sangue, n el fe-gato, n ella 111u cosa dello s to111aco e d ell ' inteE-1ino. Gli ~ tudi futuri sull'ar gom ento potran110 forse i11elter e a disposizione d el medico, pratico una sosta11za capace di a zione si-c.u ra sul 1f1idollo g rant1l ocitobla. tico e sicuramente e ffi cace i11 tutle le ·siindron1i granulocitopeniche. In c omples ~ o, allo sta to attu~le delle nostre co110&.:en ze, ]a lerapia d elle sindromi agranu Jocitich e <le·ve conte11tar i di tentativi di ct1ra. f~ poi anche d a notare ch e, ne ll a mag-g ior parte rl€i casi di g uarig ion e, son o state succ.essi' a111enle o contfln1poraneame11le usate cure diYerse, e d è perciò difficile farsi un ' idea pre.c isa su] valor e di ciascun tltetodo proposto. D 'altra parte, nella incertezza stil reale valore cli tutte le c ure proposte" è naturale ch e si sia indotti a tentar e vari metodi terapeutici contemporanean1ente. ~el n·o stro caso le cure praticate furono le ~egu enti: traf:fusion e di sangue, preparati epatici, nu cleina ti, pr epar<iti di ferro . Si può a lla terapia a dottata attribuire il merito d ella guarigione? e a quale delle cure · praticate attribuire questo n1erito? Bisogna notare. -ch e in un primo tempo n es~un beneficio si ottenne dalle cure intensan Lente apprestate e ch e la trasfusion e di sangue (ch e sopratutto d eve fermare la n ostra attEnziDn e) per quanto ripetuta più volte, non recò ch e vantag·g i -d i breve ntomento non imJ>edendo il progressivo aggravarsi della sinton1atologia. Resta il fatto che dopo l'ultima tra~fu•si on e, pratic,a ta il 15 marzcJ , quando l'inferma se1nbrava ormai irrin1ediabilm ente perduta, si ebb·e l'arresto ·della fase discendente e l 'inizio della ripresa che portò alla guarig ione. Ma io non oserei per questo affernna r e che l a trasfu sione di san g ue sia stato l 'elemooto determi11ante del superamento · della fase critica e d ella suèces&iva ripre$a della funzione n1idollare. Certo le trasfusioni e le altre cure praticate devono avere .aiutato l'inferma a lottare contro la malattia, consentendole -d i resistere fino all 'esaurirsi della cau sa ignota c h e 1

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l 'aveva portato fi110 alla soglia clella inorte, bisogna p erò confessare cl1 e l 'intin10 1notivo <iella g u.arigione d·ella n1alatlia ci sfu gge, così con1 e. ci sfug·ge.:la· cau sa ·di e1ssa. Resta la constatazione d ell 'avv&nuta g ua rigione; motivo di sodd.i fazione data l 'altissi1na percentuale di 111ortalità ch e la 1J1alattia con1porta .

RIASSUNTO. L' A. riporla e discute un cas 0 di 1n ielosi a1

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J)lasti ca g lobale ch e i11 un pri1110 ten1po si presentò, clinicamente ed en1atologica111ente , co1nc una « agranuloci tosi 11'Ura n, e c.h e venne •

PROSPETTIVE R. CLINICA DERivIOSlFILOP.<\'I'ICA DELL '{J'.\1IVERSI'f1\ DI

MESSINA.

Si può a un certo numero di casi della cosidetta ipertrofia prostatica attribui· re un nesso eziologico con la ·Jinfogranulomatosi inguinale subaeuta t <1> Prof. M. ~loNA CELLT, direttore. Sino a pocl1i anni or so no alla malattia di Nicolas e Favre si attribui va unicamente la l ocalizzazione alle· linfoglandole qell 'ing uine c:h e avev.il valso a lla n1alattia il nome di li11fogra rtuloma tosi inguinale. Le conoscen ze semrre più precise s11 la natura ·de lla mala ttia e s:pe c.ial1ne nte la po.&sibilità di una sicura diag·nosi biologica , ra1)ip,r ese.n tata dalla reazione di Fre i, hanno 11otevolmente alla r·gata la n osografia della a ffezione, dimo~t.rando che quella ing uinale non è ch e una de lle sindron1i ch e posso110 esser e date dal vir11s linfogranuloma t o&o. Alla manifestazione inguinale &e ne son o così aggiunte a ltre, tra l e quali , per no11 citar e ch e lo p·i ù im1)ortar1ti, r i corderò quelle1 a no-retto-coliche e queJle clei genitali femminili a tipo estiomen e, associate o no a ll o ·precedenti . Delle uin e e. d elle a.ltr:e· è stata con sicurezza di111ostrata l' eziologia Jinfogran 11lon1atosa . . Ma tra le l ocalizzazioni d eoc.ritte a carico d ell'apparato genito.-urinari.o e quelle ano -r~ttali vi è una l a.cuna che riguarda la prostata e la sua eventua l e partecipazione a questo processo morboso. Può in effetti semh·r are strano· il pensare ·ch e un organo eh.e· per la sua sede analo1nica e per l e sue correlazioni funzionali , 1~ a11g11igne, linfatich e ha tanti rapporti con l 'apparato genito-urinario dia una parte e cqn I 'ultima porzione dell'intestino dall"altra , d ebba venire risparmiato da un processo ch e in qu e1

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(1) Comunicazione alla Riunione della Sezione Sicul a della Soc. It. di Derm. e Sjfilogr. (Catania, 3 marzo 1940-X'' III).

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fL POLI CLIN1 CO

sie Z()Ile J1a le sue più freque11ti ·e l)ÌÙ caralle-

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i1cl co rso di una uretrite JinfogranLLlomatosa stanno a provaro q11e::;la t}ossibilità. Così il ca so di ·F errari di pros-tato-vescicolite co1n1)licante un· urcit rite linfogranulo1natosa la cui 11atur.a e·r.a stata .a ccertata co11 la prova crociata degJi antigeni. Coisì quello descritto da Scolari e ·F raccari e· Tigt1a1.,dante pure t1na ])l'Ostatile cl.a virus linfo,granulo111ato.so. · Sorge a qu·e sto p·unto, dirci spontanea, la do111a11tla ::;ui ra1)porti ezio·logici cl1e ~ossono correre tra la m.alattia di Nicolas e Fa,'re e la forma rr1orbosa c he va olto il no111e di ipertrofia pros tàtica. Do1na11da tanto più ap1)assiona11te quando si penfii quanto scarse e i)ersino contradditorie siano le nozio•11i ch e si han110 su qt1esta speciale alterazio11e ,d ella prostata. Non chiare infatti 11 e ~ono sede anato111ica, ~trultura istologica, 1Jalogenesi, natura. Si discute infatti luttora ·e l 'ipertrofia sia a caric o d1e]Ja prostata proprian te11te detta o, come dai j)iù è ritenuto, delle ghiandole periuretra]i. Con cetto questo cl1e sarcb·b:e. confer1r1ato dal fatto , inoppug nabile , ch e r ol classico intervento di F'rey-e1· o co~idetta prostatectomia .\.Sopr[Apub,ic a, la prostata 'era non viene asportata. I!~, per quanto concern e la struttura istologica r il ter1nine da n1olti u ato di ade1101na non corri s ponde, al1neno i1ella grandissima maggior un za d ei casi, all.' eff el ti,10 tato di fatto , a,·e 11dosi più ch e un processo di proliferazione epiteliale l11ia iperplasia d e] tessuto connettivo , con c:.trattere di scìeros i fibrosa , e del tessuto inuscolare. A11cora l)ÌÙ co111plcsse sot10 le cose se consicl~riamo l 'eziologia e la i)·a togcnesi. An che a no11 voler citare ch e le 1)ri11cipali, le teorie ezio-. logiche vanno dalla arteriosclerotica alla n eoplastica, dalla in fiam1natoria alla compensativa , dalla degenerativa alla endocrina. B spccialn1ente a quest'ulti111a cl1e i è negli ultin1i ten1pi rivolta l'attenzione dei ricercatori e dei clinici an ch e i)er le n ote applicazioni terapeuticl1e che se ne sono volute far derivare. Ma si {; b en lungi, anche in questo ordine di ricerch e e di applicazioni , dal! 'avere r·aggiunti risultati . fJrobati vi e sict1ri. Ch e anzi le diverse interpretazio11i s u b1a se endocrina della ip.ertrofia prostatica sono persi110 in aperto c·o ntraslo tra lc,ro. Così per alcuni si tratterebbe. soltanto di un' alterata secrezione d egli orn1oni maschili, per altri, che si basano specialment.e su Io studio degli stati inter sessuali, all'ipertrofia prostatica porterebbe una diminuzione ~ ella secrezione interna del testicolo e un conseg uente prevalere dell'ormone femminile. Questa teoria si basa pri11cipalmente su l 'ipotesi di ~1oszko,\Ticz secondo la quale la parte c ra niale del]a grandola prostatica sarebbe di orirr.ine ~1u elleriana e la parte caudale di origin e r"Wol fiana; riducendosi la se.erezione testicblarc di ormone ma~chile verrebbe a prevalere l 'orrnone follicolare; di qui ipertrofia delle forn1azior1i di origine femminile, atrofia d_e lla parte di origine 1naschile. 1

rj!:: Licl1e espressioni 1norbose. T.a11lo i>iù strano q ua11do si ricordi co1ne da alcu11i ai111i a questa parte da di' ersi autori è s tata richiamata 1'atle111ion e sulla localizzazione uret1·ale della 1nalal t.iu di Nicola s e Favre. l~ he :.1uesta. potesse a vere 11ell ' t1retra la sua 11orta cl'ingresso, determinandosi così u11a fugace flo1g osi d ell ' uretra stessa, equivalente delJa le~io1ìe in.iziale quale più spesso ti o· ·sei' a su Je sernirrtuco se o su la cute dei g enitali este·r11ì , era noto ino dai pri1ni studi SLl la linfog ranulon1atosi . i\ila si riteneva che ql1esta urei rile , 1)1rodro11tica d·ella i11anifestazione ing ui11ale , si esaurisse nel giro di pochi gior11i. Ma c o111,c più so1)ra si è detto, ::>i è vi::;to dagli o~­ ~e rvalori più recenti che non sen1pre le cose si s' olgo no così. Kleeberg per i)rimo (193'2) ha d esc ritto una , t1rctrite il cui pus, dopo adeig uata preparazione, lau dimostrato delle s piccate proprietà a11tigcne, cc.me si è 1soliti osservare ne1la 1·eazione di Frei, irt pazienti colpiti da linfogranulo111atosi ing uinale. All 'osservazione di }\leeberjg i1e ha11110 fallo seguito· nur11erose altre, sino a quando , aù opera s·1)ecialn1.ente del Bizzozero e della su.a scuola e, i1L Germania, di ·F al1lhuscl1 e Zierl 'i è potuto labi 1i r.e. cl1e le uretriti da attribuirsi cziologicarn ente al virus linfograr1ulo111ato o si fJOtcva110 far rientrare n el quadro già noto clir1i càm en te d elle cosid·ette uretriti a tipo Waelc.11. Si tratta dii processi ca1~atterizzati e · enr.ialmente da una ev.oluzione a tipo cro11ico sin d all 'inizio, con inlomi subi etli\1 i cd obiettivi f:>C ar: ·i, dall'assenza di g ermi dimostrabili e da l1r1a ~ piccata r e... istenza ad og1li tipo di t erapia . Ou esté ·u retriti a tipo °'"raelscll, o an1icrobich e sono di os ervazion o r elativam ente frequente nei nost1·i arr1b,ulat.01·i . Bizzozero e Midana , con a ccurate prove biologirch e, ha nno potuto din10slrare ch,e, in una p1ercentuale di oltre 1'80 % d ei ca=si, queste uretriti sono da attribuire al vir11 s li.nfog·ran·u lomatoso. Anche la prova ex juvantibus con preparati di antirl1onio o· con v,u1c,cinotera1)1ia ha confermato, qu:esta dipendenza eziologica. Lo studio dell'andam ento c]iniC (J di q11ef-'te \lrelrjti, eh e J.JO&sia1no . enz'altro cl1i amare linfogranulomatose, ha mostrato ch e c~se tendono a diffondersi a tutta l 'ureitra, prediligendo però specialmente l'uretra prostatica e in qu esta, ·c,o m.e confe-rma l'indagine uretrosro·pica, la zona del veru montan nm. Qu este uretriti possono complicarsi con una cpididi111ilc: la cui evoluzio11e, subacuta sin dall'inizio, riproduce il ti110 dell ' evoltizione stessa dell ' uretrite. Dalo tutto questo e· ricordando che già Waelsch a' eva risco1itrato prostatite in 13 su 44 casi di uretrite an1icrobica, deve ritenersi sen z' altro pos~ibile cl1e la -prostata partecipi a questa forma morbosa nel modo ch e sappian10 frequc1n te se non abituale con oui p·a rtecipa a proc essi uretrali d ' altra natura. E alcune , se pure ~1 ncora rare o servazioni ·d i l)rostatiti insorte 1

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SE.llONE Pl\ATJ C:\

Per altri a11co ra, i11' ece, l 'ori e1\tame11Lo e 11.docrino sarebbe di natura co111pleta111ente oppost,a; vVug111eisLer 1Jarla addirittura di UJla jpervirilizzazione d ell 'o rganis1110 di c ui sar ebbe .espressione l 'ipertrofia prostalica. Il ch e sp ie_gl1.erebbe i buoni ris ultati otter1uti da alcuni . autori co11 la &om1ninislrazione di follicolina i11 vece ch e di orn1011i 111asc l1ili. No11 1l1ancano ..anche teorie eclettiche che cercano di con ciJi.t?re i div·ersi tipi desc ritti di perturJ)azione or11 tonica , rifacendosi specialmente a,d una di·6cri11ia dell'ipofisi anteriore e .alle sue riper.cu&sioni s u l'int e ra coslellazio11.:! endoc i ina se f)Ua.le. Nl.a n es u11a di que~te [(lori€, tulle assai .{;(>Jllplesse, è in g·raclo di for11ire una ad eguata ;S}>iegazione patoge11etica della rr1aJ a 1tia, ed il . .' . r ec1p1oco con cut ena111e11to, p1u o 11.eno inge.g11osan1ente prospettato, d elle diver se perturbazioni 0rn1 o nìcl1 e nor1 appare i: :; ino a questo 111om ento '1ccerlato in n1artiera J!>robativa nè da espc rirn e11ti fisiologici , nè da da ti· clinici , -:Siano qt1es ti fun zionali o tera·peutici. Lo riconclsco no , al tern1in e di un loro interessante B ~rec.entiss i1r10 lavoro s pe rim entale s11i rapporti 1.ra ipofisi e ipertrofi a prostatic.a, Mi eh etti e BaTeng hi della scuola del .~·rugoni. Quanto di no1t sic uro u di indefiÌ1ilo dal punto di vis la eziolog ico, vatogenetico, anatomo-patologico, vi 6ia i1ella con cezione noso..grafica . .-I eli 'ipertrofia prostatica è provato da l i.atto che l 'autore di una r ecente n1onografia u la c ura orn1onica di quest ' affezione. l 'Ob erholl..Y.er, iniziando la trattazion e dell ~argomento dà .alla n1ate ria. una deli1t1it azione prettamente cli11ica e, direi , nega tiva o di esclusione, d·efin cn.d.o co111e affetti rla ipertrofia prostatica, (( gli i11dividui ch e, ad una ce rta età, sicuramente in,d~nni <la r estringime nti uretrali o da affezioni del sisterrta nervoso· - tabe - presentano di-sturhi della minzione caratlerizzati ·da disuria e ritenzion e, e nei quali l 'esame rettale e qu ello endoscopico pern1ettono di ap1)rezzare una pro:: i.l:lta :iun1entata di volume e p er la qu.a le possa escludersi u11a n eoplasia maligna od un a pros ta ti t e ». Tutte con siderazioni queste s u la indeterrrlinatezza d·el con cetto nosografico d ell 'ipertrofia pTostatica , ch e non sarebbero però sufficienti .ad at1Lorizzare a forr11ulare una nuova ipotesi st1 la natura di ques ta affezione, ipotesi ·d a a·ggiungere .alle Lante che da Morg.agni in poi sono -state prospettate, se non vi fosse l'appoggio di qualcl1e d ato di osservazione. l~, p·r ec1sarrtente la :~on statazione fatta ·in due .a1rtrr1alati di recente esam.inati e affetti ambedue d a ipertrofia prostati,ca, della positività della reazione di E'r ei. ·S i trattava, n el pri1no caso, cli lin paziente di 62 anni, affetto da ipertrofia prostatica di grado medio. Coesis teva una sclerosi d ei cor11i' cavernosi o indi1.ra.tio penis plastica. Il paziente ha avuto an ch e lues e riferisce di aver sofferto, una ;ve1ttina di .anrli or sol).o , di un processo uretrale cl1 e f11 diagnosticato com e blenorra-

gito. Data l ' esist er1za della ::;cl er osi dei cor p i C<:ivernosi si pratica u11a i11tradern1or eazione di Frei che dà risultato positivo. Nel secondo pazie11te, di anr1i 50, i disturbi urinari datavano da a lc uni a1111i . La prostata aveva già raggiunto le dime11sioni di un piccolo mandarino. Il pazier1le rico rdava di aver Roffierlo, 7 od 8 a11ni or sono, di una uretrite di cui era stata ripetuLa1ner1te ricer cata la natura anche con esa111i microsco·pici che, dal lJunto di vista batterioscopico, ave var10 sempr·e éJv ·uLo risullato neg·ativo. Anc he i11 questo, co111c 6i è d etto, la reazione di Frei e ra positiva . A1r1bedu e i pazie 11ti si prestano ad alcune considerazioni. Nel prirr10 la coesisten za di una i1ìduratio penis pla.s.lica, g ius tifica, g ià di per sè, la f iositività ri contrata nella r eazione di 1.rei. A questa forma 111orb-0:::;a in [atti, dalle osE:rvazi o11i di May· in poi, si è attribuita una freque11Le isc non coslanle dipe11denza dalla li11fog ranulo1natosi ing uinale. Anch e nella 110~t r.a clirti<À.'l abbiamo in più di un caso potuto ronf.ermarie1 l ' 01~igine linfog ranulomatosa dell a indu.ratio. Ma è appu11to la coes is~enza di upa 1'011n.a 111orbosa attribuibile al virus linfogranul o1natoso ch e ci h a i11dotto a chied erci .se queslo non avessei una qua lch e parte anche n·ella ,:ompar sa dell'ipertrofia . prostatica. rfa11to· .p iù , c:J1e, in assenza di l esioni appr ezzabili, anch e co1lte esit<J , a carico delle glandole ing uinali. era da a111n1etter i cl1e il ' 'irus linfogranulomatoso avesse avuto la "' ua porta d 'ingresso e l<l sua localizzazione inizial e n el cariale uretrale, diffo ndendosi p oi da questa ai ·corpi cavern osi e alla prostata. Lo stesso pazier1te .riferi,-a di avere sofferto di una blenorragia, o per lq n1eno di un ' affezio11e ritenuta com E . e .tale. . . questo un dato ch e noi ven.e r eol ogi siamo porta ti generalmente a sopravalutare n ella genesi d ell 'ipertrofia pro staticçi, m en.t re urol9.g i e tra ttatisti anche r ecenti sostengono che l 'aver .sofferto di uretrite1 blenorrag ica preserva dalla com parsa dell >ipertrofia prostatica (e qui forse si cade n el l'eccesso oppo~to), Il secondo paziente ·escludeva di :av~r sofferto di blenorragia;. ricor.dava però di a.ver av uto a lung·o un processo uretrale definito c9.111e- banale ed an1icrobico; con ogni probabilità u11'uretrite di tipo vv-aelsch. . L'ipotesi di un rapporto eziolog ico tra .ipertrofia prostatica e virus linfog ranulomatoso, se J.1Ure può, sotto alcunì punti di vista, apparire suggestiva, urta però indubbian1ente -contro possibili .obbiezioni di vario gen ere. Inna n zi tutto la sistematizzazione p·i ù sopra ricord~ta ])er cui. la ip ertrofia prostatica si fa sempre o quasi senlpre a _ spese non della prostata vera 111a d elle ghiandole perìuretrali, tanto che nel1·1 enucleazion e alla Freyer il tessuto prO!Statico e le formazio11i s trettamente connesse a questo ron1e. i dotti ejaculaiori rimangono in sito. Ora t1n a gen esj infian1matoria d ell 'ipertrofia se111bra mal-e accordarsi con una sist ematizzazione di qt1esto tipo. 1

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St ra11a a11che può apparirè la ro1111J>arsa Lardi,1a d ell' ipertrofia prostatìca, cl1e sap pia1110 r11a]attia propria dell 'età av~nzat a, 11tentre la li11fogranulo111alosì benigna, i:rer il u ò cara tt ere di m alattia venerea, è affezione dell'elà giovani Le o r11atura. Anc.I1e voler Ce11er 'p resente che altre sindroini di origine linfog·ran11lomalosa 11anno sviluppo assai lento e d e<:o rso ehsen ziàlmente cronìco~ così 1'estiornen e e le localizzazioni ano-retto-colich e, bisogna però riconoscer e ch e' ·n essuna di q ue te, se · i1 o·n forse la sclerosi ·d ei corpi c.a verr1osi, assurr1e co ì n ettan1ente il carattere di malattia propria della vecchiaia com.e. l ' ipertrofia prostatica. Qu.esLe obbiezioni perdono i)e rò i11olto del }(1ro peso qualora si voglia a111111ett.ere ch e i ré•.111)orti patogenetici tra linfo·g r a11 ulon1a tosi e ipertrofia J)rostatica sia no di 11a tura mediata. Si potrebbe cioè anche in qu esta evenienza clinica verificare quanto è s ta to an1n1 esso !1e1"' la i)atogenesi della indara.lio peni,'\ plrrstica : il viru s linfog rartulornatoso , di c11i olLr~ t11lto ono note le })roprietà iperplastiche ·e sclerotizzanti , costi tuirebbe cioè uno stimolo aspecifico ch e. nssociato a.di u11a sp ec:iale irritabilità e ad un potere di' r eazion e fibroblastico (dipend.ente d ~ faLtori costituzio11.ali endocrini) d e] tessl1to prostatico porterebbe all'ipertrofia e alla sclere i di qt1es.to. La stretta di1Jenden za dai rat.tori endocrini spiegh er ebbe cosi la sistematizzazion e a11atomica .ad u1l gruppo g la11dolnre soggetto a S]Jeciali correlazioni ormoniche. Ed an ch e ] a < o r11parsa tardi,,.a sarebbe, stando così l e cose, facilmente spiegabile in quanto ch e il Yirt1 · ag·irebbe da co11cau sa e ffic:iente quando, 11ell >età avan zata, si viene a rompere il n orn1.ale eq11ilib·r io orrn onico. Si con cilia così la teoria er,doc rina, con riferim.enti spec ie test.icoJ.ari eù ipofi sa ri, a11ch e con l e ,r.eid ute r er.enti di alcuni au tori (llirsch , Heitz-Boyer) c.h e, sen za rife . rirsi a lla linfograr1ulo111alos i, ritorna110 però all 'iµ o Lesi di u11a gene•s i infiar111n a tori.a della iJ)ertrofia prostatica. Le 111ie osse rvazioni e le con id erazio ni cl1 c ne ho tratto', autorizzano, o.g gi come og.gi, a en1etter e soltanto 1:ipotesi ch e un certo num ero di casi della cosidetta ipertrofia prostatica possa, più o 1neno dirett..a.m e.n te , essere attribt1ito eziologiran1 ente al , ,irus de11a Jinfo,g·ranulomat osi inguin.a] e. Ipotesi di lavoro a controllare la quale è i1ccessaria Lutla una serie di ricer che (pr eparazione di antigene second.o 1f.,r ei da t e s uto prosia. tico in stato dì ipe1:trofia , ricer ca in quest o d elle fasi visibili del virus, ino·c ulazione in ani11 La li, ecc.) che sole potranno dire se e· in qua11to l 'ipotesi stessa abbia un fondam ento. 1

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RIASSUNTO. Dopo aver accennato alle cog11izioni poco precise ch e attual111ente si l1an110 su la vera r1atura d ell a cosidetta ipertrofia i1rostatica, 1'A. s i so fferm a su la po5~ibilità ch e nell 'eziolog iu

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un · certo r1 u111 ero di ca i di quèsta affezione !)Ossa . parteci1Jar e, almeno c~o111 e 'concausa iri . . (ian1~1atòria , la li11f ogranulon1atosi ing~inale, A. ~ostegno ·d i questa ipotesi riporta le recenti. acquisizior1i su i r ap·p orti tr.a li11fogranuloma . . t<.1 si inguinal e e flogosi uretrali di tipo cosidetto· .amicrobico e illu~tra dt1e ca5i di ipertrofia pro-· statica con r eazione di 1F rei positiva. BIBLIOGRAFIA. BrzzozEao e F'RANcn1 . Minerva Medica, 241, 1937. BizzozEno e M1DANA. Ann. de Derm. et Syphil.,. 849,, 1938. CARRARO e W UGMEISTER. L 'ipertrofia dell:a pro... stata. Bocca. Milano, 1938. FARLDUSCH u. ZIERL, Derm. W schr ., 1177, 1937. FERRARr. Atli Soc. Ital . Derm. e Sifil., 1. 1938. HE1Tz-BoYER. Cit. da MrcBETTI e BARENGHI. H1Rscn. J. of. Urol., 227, 1936. K·LEEBERG. Zbl . f . Haul. u. Geschk.r. Bd. 41, 194. MAY. ReY. Urug. de Dermat . y Sii., 726, 1936. M1cHETT1 e BARENGHI. Il Policlinico. Sez. Med. , 1,. .1940. M1nANA. Relazione alla XXXII Riunio11e della So..cietà italiana di Dermal .e Sifilogr. Bolognai 1940-XVIII. MoszKovvrcz. Wien. Klin. W schr., 897, 1932. Citr da M1cHETT1 e BARENGHr. 0BERBOLTZER. Cu rai ormonica della ipertrajia della. prostata. Pozzi,. Roma, 1938. ScoLARI e FnACCARI. Cit. da MIDANA. Wucl\lrEISTER. Paris l\ilédical, 12 giugno 1937. _.. Necu•ario ptr lutti i medici condotti:

Prof. ERMANNO MINCAZZINI . Primario Urologo negli Ospedali Riunit. di Roma Docente di Clinica delle Malattie delle vie urinarie nella R. Università di R-0ma

UROLOGIA

PRATICA

e schemi di terapia COMPENDIO AD USO DEI MEDICI Prefazione del Prof. ROBERTO ALESS.ANDRI. Ecco uno dei giudizi espressi su questo volume: « Quest<> Manuale è un vero trattato completo cli Uro loai • Moderna, mode,.na in quanto fondata su basi solide di medU:ina e chi,.urgia genet'ale e al corrente con i più moderni metodi cli ricerca e di cura e con i più moderni concetti scientifici e pratici. (( Pe,. àaYe un'idea dell'impostazione e dello sviluppo cleUa trat.tazione, accennet'emo all'indice sistematico del volume. (( L' A . mostY'I anzitutto al lettoYe lo stt'umentiirio Ut'OlogicO'

ecc.

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In una seconda parte, entt'ando nel campo put'amente clinico, tratta in sintesi completa e precisa delle 't·arie entità' patologiche delle vie urinarie... . . . . • . • . . • . • « Segue un indovinato capitolo: Schemi di. terapia, del quale, ili' quadri sintetici è riassunta, per ogni entità patologica, la terapi• immediata, mediata, e dove sono anche indicati gli esami nece1.sari che debbono essere praticati nei singoli casi. « Il volume, corredato da numerose e dimostr.:itive illustrazioni1 nonchè da tavole colorate, chiat'o "ell'esposizione, com~ pleto nella trattazione, è per tanti pregi intrimeci verament• degno del nostro incòndizionato plauso e delPaccogl~enza. più fa.,. Yorevole della classe medica, la qua!e troverà nel lsbro sn pa,-0'4' quanto occO'ff'e per una conoscenza completa della materia,· e per convincersi del f;>t'Og'l'essi notevoli di Questa giovane bt'anca· delle scienze medico--chirurgiche ». (Da Cultuf'a Medica Moderna, Palermo, n. ts). ... · Prof. MICHELE PAVONE. «

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Inviare Vaglia Postale alla ditta Luigi Pozzi editore, Via Sistin a 14. Roma.


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SEZIONE PRATICA

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posizi<•ne della anestesia curativa nella pat9logia è ~ella terapia. . ·

Poco do1)0 apparso sulla 1l1iirichener Med. l'l 'oc./~. il testo della Conferen za d.a me tertula all 'Ur1iversità dì Varsa,1ia nP 1 febbrai.o dè1.;l '~ nno scorso illus trartdo il mio dottrinal e sulla JJroduzione ed il circoJo del l. c .r. e le d erivazioni terapeutic l1e ch e me n e'. scaturirono v. l{oqucs di Berlino mi &egnalò cortese11ie11te' analogie ch e egli trovava fra le vedute i1•i e e quelle cl1e lo Speransky a' eva esposte n ella €Ùizio11e americana in lingua ingles2· d el volu111e « Base di una teoria in rnedicina n (A . basìs f 0 r tl1 e Lheory of n1edicine) in c ui ract ·oglie i risultati di un insieme di lavori notevolissimi pubblicati la in.aggior i)a rte in ru sso da lui e· dalla sua Scuola. Lo Speransky, con1 e è noto, è direttore del Dipartimento di Patofisiolog·ia d ell 'I s tituto Statale di Meclici11a Spe rimentale de11·u .R.S.S. i11 Lenin·g rado. Successiva111ente il Ptoques pubb,l icò (A1urich. !t1 ed. lìll och., l,~ gennaio 1940) u11 p(eg·evole articolo (;he qui riassu1110; utile e cL.iaro articolo, ove sono b ellau1ente riass unti i risul.tati e le idee dello Speran sky , e brevemente raffront:.tti con scoperte di pochi altri autori, r1 ell 'intendi111tento di lume.ggi.nr11a la genesi ~torica e Ja portata. .F u il laringologo di Ispit}SS il prin10 a co11statare una azio n e curativa d ella a n estesia, i;u processi infiam1nato.ri e 1&pecia1rnent;e pu1·ule r1ti. Altri autori seguirono a d occt1parsi di « anestesia curativa '' a partire da lle pubblicazioni di Huneke de] 1928, wla e.bi portò il COJltributo maggiore, un contributo fon<lan1 entale, e addirittura con esterLdin1ento i11 u1•a dottrina a larga b·a se in m edj.c ina, fu i1 russo SJJeTa nsk j . . Quest' Autore trovò che le convulsioni trau111aticl1e. suscitate da Uila provocazione sperimentale ]ascian posto alla rriulattiaJ, ch e i)erdura anche dopo la 1i.n1ozione dell'agente provocatore· originario. Analogamente egli risco11tra avvenire in processi tossinfettivi co,m € la difterite: una volta stabilito i un quadro to::;sir,o caratterizzato da cospicua p.artec ipazio1\e del siste1na nervoso, ]a s-ierolerapia ces.c;a di e~ser e efficace, a&:>odandosi così la r elàtiva ir-reversibilità del d.antlo nervoso i stituitosi, cl1e costituisce m a lattia per co11to ])r oprio. A ·5piegare la is tituzione del qua dro rnorbo ~o, cl1e può esser e provocato dai . •germi patogeni, cc>1nc pure :d al clima e da altri fattori, e dove i ger111i, qt1ando sia il caF-O , raµJ )r esenta n o l'agente ptovocatore in primo t en1po, e· s11 cces~ i1

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vn n1en Le co~ tìtuiscono ·deg'li · i11dicatori (qùa'nto lo app·ar e essere stalo Iun ,g·in1iranle i] ·no.stro I>e Giovanni!), 10 Speransky, i11 ·sede ch e .all'in grosso possiamo cl1i.an1a·r e · inéso·c efa1i c.a precisa111ente nello 1< Zwiscl1enhirn >> ·' ~n1p?rtan tiRsi1 t~c le provocazio11i ~peri1ne nl~11.1, ~1 pa tologia d ell o SLJèTansky ·prati ca le pr111c1paln1enle sui ca.ni, rrtediante o.ffesa -alla base cr-a nica, a ridossu d el tuber, ]:>o· teriorm. ente, p er i11odo· da lesiona re ' o 1con .di truz1011e o con il'ritazione cronica, il p.a , ·in1 e·r1t6 d el lII ve11tri.colo e d ei centri vitali r eg·olatori d elie funzioni vegeta ti v 3 ·del rica1nbio. EgJi potè così ottenere sp crrim1;ntalt110nte alterazioni sc:orbuticl1e, alterazioni sin1ili a qu·elle d elle r ado11tosi , ulce-razioni corn eali, i1Jtestinali, ecc. Potè pure constatare che si era così istituito un centro patogeno e retistico capace di ri·g en er a re la m.alatlia a dis ta11za di te1npo in seguilo ad un.a provoca zionei, dalla cute o· dai denti per esempio, fino a 1.>rodurre la m orte del 'a nin1.ale; mentre, vi oe,·et~sa, stin1oli di entità 1ninim·e , che l?Dtremm.o anche dire stin1·0Ji n egativi, sono capaci di iflibire, di rj solvere i l 1)rocesso in corso. In ques La 1.ategoiia, d eg1i stimoli mini111i, lo S1)eran~ky fa rientrare· la « anestesia t erapeutica ,> • Nè l 'Autore russo tra ~c ura la cc.n siderazione del liquor. E gli a.s.soda il nesso fra detto liqui~ do e il sis tema linfalìco nasofaringeo. E Yeda ~i qui s ubito una qualcl1e co tTisponden za co~ presupposti che sono! a biase d·ella mia con cezione costituzioJ1alistica d el cc linfatis1no n eui:o1nening·eo »~ È poi an co ra, e l)iù, :;ir1g·olare come egli additi alla tera1)ia la « J)Ompa liquor.a.le J>, cl1e corrisponde esattamen te. a1la n10dalità B delle mie cure diacefaloracl1idi an e. A questo punto il Roqu:e s cita l'ar\aiogia esi ste11Le fra lo v.e.dutè ·d i Spe rans.k.y e ]a t eo11.a e i risultai i ter apeutici da 1l1e enu11cia li segnatan1ente per la sclerosi a placch e. Vi è infatti q ualr lte analogia; n1i.i ini i~arm·~tto so ggiung·ere ch e vi sono pure diversi tà pro.fo,n de e ch e 1 risultati miei (e dei miei collaboralori) n ella scl erosi a placche non cr edo abb ian-0 riscontro, in qu·e lli di nesF-un altro Autore fin qui. Molte· opportu11aro.e nte un .altro raffr.o nto· ad.due.e il Roques fra l'oper.a di Speransky e quella mia: là dove egli ricorda i 5orpren,d enti risul lati da me ottenuti col trattar11e·n to e11dorac.hideo nelle artriti croniche ai quali corrisponderebbero risultati pu.r e lusing hieri dello Spe: ransk) « grosSte Erfolge n in cor>fronto di '< ub e rra.~c henclc Erfùlge » atlrib·uiti a me). ìda certan1 enle i punti di co11tatto della dottrina d ello Sper an sk)· con qt1eJ.la scaturita da tanta p·a rtc· dell' o1)er a in ia so110 n1o1ti. E . ic-

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cc l'L POLICLINIGCJ

<:01ne, lui ed io, cerL3.n1ente ai r1osl ri ris1Jelli' i i·isul lati siar110 arri vali i11dipe1tdenle111·enle i· uno d~ll 'altro, è confortante d csurr1ere la probabilità cl1e, 11ella parle esse11ziaJe in c ui ci ~via1no ,d 'aocor<lo, lui ed io c i troviamo n el ·vero; che qualch·e luce, olLre ad <i J?porti 6a11itari indiscutibili, sia l)O'l'Lata a lla lJatologi<i da questa 11ostra opera. L 'ic1dipendonza · r eciproca d el 11os tro lavoro , d elle · nos tre idee, delle 110~ l re cor1 clu sio11i è i)rovocata dal la di' crs1ità <lelJ.a sede i11 cui ciascun di noi l avorava e d ella li11gua in cui i)ubblicava. J.,e 111ie pubblicazior1i ri~lg·o no a parecchi anni fa; ed il Bayer i11 Ger1(1a·nia solan1e.r1le 11e.l 1935 .acce11na ii1 una r;ota a piè pagi11a a « lavori . rus. i » parlar1do d·el l 'i1npiego terapeutico <lell ~ a11estesia . I 111ezzi di c ui io i11i so110· servito sono princi1:xll111enle &1>erin1eniali sull 'uon10, clinici, e di si11tesi bibliografica. Quelli di S1Je l'a11sky principalrr1enLe sono ·a bas-e di sperj1r1e11tàzio11e sull,arlimale. E quanto alle V·edute, do1Jo il cenno fallo , 1)iÙ che breve, a quelle d ello S1Jeran k)', l'ichian1ò altre ltanlo brevemente quelle 111ie. fio c,ercato di cop.t.ribuire i11 varia guis.a a lla conoscenza dcl « 111esocefalo n, cervello ve.getativo, a~sc biolog·ico d ella specie. d epositario · ereditario delle fatich e , ·delle ·debilità, d ellc labilità aocun1ul<ite dalla ~l)ecie . Es o stes o pro1nuovc, 111ediante il centro della circD·l azione cefalorachidiana, il i)roprio Jav<ig·gio tossi11i.co, attualo da d etta circolazione. Con criteri diversi, e pilì larghi (110 l;i1npressione) ch e non quelli ·di Speransky, .utilizzo, co11 in·d icazioni €stesissin1e, il meccanisn10 cefalo-rachidiano per la Le1'apeutica, va]oriizanclo la conco1nìtante so111n1 inistrazione di far11ta·c i ch e, 1101 momento della reazione cefaloracl1idian-a, 'iene a trovare, oltre a Yanta·g giose co11dizioni clel1a barriera en1ato-nevrossica, uno s lato· di particolare suscettibilità ·d el ne,1 ra·~se paragoItabile ad una · disposiziorte a Jlergica. An cl1 c Sip eransky, c ome ine, interpreta11do la a r1cstesia terapeutica com.e uno stimol o n1inin1ale, t€nde. a far Jeva sugli infinitesimali. Anch e lui , e orne me, Jlare rite11ga che una cura che è, i11 fondo , di tipo di.acefalorachidia110 costituisc.a un susf:iidio essenzialistico fond<im·e11tale da cui 11on si ·debba pre&cin<lere, accanto, alla terapia palliativa a hase di belladonna. Con la sua rnessa in gioco sperimentale del centro · n et1rodistrofico ·e gli ha ottenuto .alterazioni paragon abili :llle paradontosi; io ho preconizzato da tempo la auto-en10-nevrasso-terapia. che è Ja rnodaJità d di cura ,diacefalorachidia11a , 11e·lJa cura d elle periostiti alveolari. Sono grato al von l1oques di avere , col s uo 1

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lAN!'t O XL , .Il,

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38]

urlicolo, !J l'O\ ocato il raccostar11ertto fra l 'opera di SJ!el'a11sky e quella mia; da quella r11i vien e infatti appoggio nelle idt:e e 11elJe tec11icl1e cl~l r11e, tlOJJO Jun.gl1i studi, volta a volta esposte. Credo se ne avvantaggi poi, ri!f~pettiva1r1(ln t e, anr;l1e l ' op·e ra di Speransky, .µ er analoga ragione = vede11dosi collirnare i risulta ti suoi con quelli otte11t1ti J:>er alti-e vie, da 1r1.entalità dive rc:-a. G. Bo·scHJ. F errara.

SUNTI E RASSEGNE · EMATOLOGIA. La mielosi eritremic41 acuta (malattia di Di Guglielmo). (J\. QuA1'THIN. Archivio l st. JJiocJiim . lta l. marzo -giugno 1940). Nel 1'912 il Copelli per prin10 pubblicò un · caso di eiriLropatia, che forse oggi s i c lassific:J1er ebb1e co111e anemia per11ic.;iosa p seudoaplasliCél., avanza11qo l ' ipotesi di un 'a ffezione pri1r1itiva 1~iste111atizzaia della ·parte rossa del sisle111a em.011?oietico caratte.rizza.ta da iperplasia. Soltanto u11 d ecennio dopo Di Guglielrno ha J)Otuto dare la dimostrazione clinica dell ' esis l enza di u11a forn1a acula di mielosi eritren1ica a cui fu dato· il suo .11or11e. Si tratta di un processo iverplas Lico e · a11aplastico istoger1eticam·e nte u)g uale - a quello· leuce111ico, n1a cl1'e colpisce esclusi van1ente o in gran prevalen za il tessuto ros. o. -La 11 talattia ·di Di 1<}uglie 1l1110 11011 11<i nulla da ved ere rol n1. di ' ' aquez, che i france•f>i si ostinano ancora a chia1nare erilre111ia, ma ch e è in ve.ce una mielo·si ·primitiva globale iper1,Jaslica sen1J)lice T?reva]ente111e11te e rilrocitir..a. L' A. descrive un caso da lui osservalo in una · donna di 44 anni, anime sa con diagnosi di n1etrorragia da ·probabil€i aborto con piccolo fibroma del collo uterino. Da una ventina di g iorni aveva stillicidio sanguigno dai genitali. Era pallida e pre.senta, a notevole splenomecrn ]ia. 0 L 'esame de] sa11.g ue dava notevole diminuzione degli eritrociti (1. 290. 00 0), aumento .m odico dei nt1cleati (12.480) e valore globularr (~, 87. Gli stri.~ci di sangue ·davano trer tipi di elenlenti: I ) cellule co·n nuc leo emocitoblastico, nu cleol~to , con protoplasma privo di gr<~­ r1ulazioni e sempre intensan1ente basofilo; 2) rel1ule r eticolo-endoteliali con nucleo raramente nucléolato ·e protoplasma privo di granulazioni , pure basofilo; 3) cellule con nucleo r eLi(..oJo-endoteli ale. Inoltre c'e rano eritrobla~t i policron1atici con sostanza granulo-filamento~ sa e. n1etacromatica . La fonn,u la ematologica era la segu.enle : nlieloblas ti 0,2: promielociti N 1,4; leucociti 1

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f.i\~NO XL ' 'Il,

~Ul\l.

38j

1 1, 2; grossi mononucleati O, 4; cellule ernocitoblas tiche 39; p'I'ocritroblasti 14; eritroblasii b.1::,ofili 34 ,2; eritroblasti policromatici 5, 2; cellule Il E ±; ce·llule di Ferrata 0,2. Nessu11 li11focito. Le lll'O\·e emogenicbe dava110: 1eu1po di c111orragia 6', prova del laccio pro' a d ei traun1atismi e di Koch H es ' positive. La mielobiopsia s ternale· ha dato g li el en1e11ti di tre tipi già descritti nel sangue e se.a r so i1un1,c ro di -g ra11uloblasti e granulociti. L'ammalata fu d ep-ente. solo -1: 1giorni e " 11101'1. L 'esame a11ato1nopatolo·g ic ·o ha confe rmato la dia.guosi ed h:i din1os trato infiltrazioni e rit re111ica e reticolo ei1doteliale nor1 ~olo· epatica, splenica e linfoghiandolare, 1l1a anche uleri11a ovarica, ' 'aginale, tubarica. [ &endoci n10.Jti e ritrob,l a~t i l>a~ofili non i flIÒ J)arlaTe di ane111ia aplas tica , quindi bi og na i1arla re di a 11apla ia n1idol lare ·on inibi1 ione della Ill~turazion e degli ele1l1enti ros i. I~'i111po11 e11te iato ieritrerr1iro, j )er cui n el rt11g·u·e c ircolante· esistevano solo due stadi di n1..-1turazione rossa , il più giovan e e il più vecc hio, sen za alcuna cellula int.er1n edia, si d·e ve i11 terl)'retare come l1n fenon1e110 di. compen so <1 llo ~forzo ·de ll ' orga11is1110· per proc t1rarsi ele1 nenti rossi <.le 1 1e"suto en1ocil ob 1lastico e d el reticolo endot elio ro11 ritor110 <ld t1n 'em o poiesi di tipo e1nbrionale. i stioide n1a non 111egaloblastica, pre1l1idollarc e pl'P.l)ar en chimale . . Que.,ta for111a di emopoie ~ i ha finito col soYer 0hiar0 q11 ello e·n1 ocitoblas ti ca fin o a diventare l'esclusiva prog<:nitrice degli el em <'11ti 4 :

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tOSSl.

Secondo l 'A. n el caso ~u o ~i può pe11 are cl1e ] ' iperpla sia eritr<:'n1ica sia avven11 t.a p.er divi$io11e indiret~1 in\1ece ch e ]Jer carior.inesi . Egli richiama I 'a tten zione 8ll u11 fatto non d esc.r itto n egli altri. casi noti di crit.re111ia e precisa rriente sull'as in r roni &1no· di maturazione nur lfoprotop]as1natica Cl egli eritro blasti basofili. Inoltre in ·q uesto ·caso ~c::ebb1ene 1nancasse l .élf-sunzion e di en1oglobina da parte d egli eritroblasti · non ci fu arresto dell n ca J)acità e'roluti,·a del nucl eo ell e n1all1rò fino all 'invecchiam ento. è una n e l la analogia fra i processi 1et1cen1ici e quelli erilremici ac uti e infiltrazioni l e11ccmic.h e n e.gli u11i , eritremi ch e ne.gli altri, pìfesenza di ia t.o leu c-e1m ic-0 n egli uni, di iato erftremico negli altri. C'è nrlche u1l 'anal ogia clinica fra le dn e n1alattie: i11izio quasi improvviso, decorso acuto e rap~dam e11l e infaus to , feb·b re. SeccJndo qu anto affer111a Di Guglielmo, l 'erjtre:rr1ia act1ta occupa nel can1po d elle malattie l1ri1ni.tive· del sislen1a eritr~po i e t ico lo s1€R~o pof-;.to ch e l a leu cen1ia acuta occupa n el campo d elle1 111alattie 111·in1_itivc del ~ist ema 1el1•co poietico 111icloide. 1

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SEZIONE PRA1' ICA

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L.

La mielosi eritremica acuta dell'int"anzia. . (A. CoLARlZI ·e J. B1nnAu . li ae11iatol oy i ca, fascicolo· IV, 1940). · Gli 1\utori riferiscorto e di c ulo110 due ca i di 111 icilosi eri tremi ca acuta, rnalattia identificata dHl .D i G·uglielr110, 111anife~t~ la .. i i11 lattanti. U \i (lu e casi uno è anc.h e co rredato dal r e·perto· aulo].Jtico 111acroscopico e istologico. Si tratta di due lattanti, senza preced enti fa111iJiari degni di rilievo, in cui n1olto 1)r cco-_ c.em e nte (al II-III n1ese di età) e senza cause a11prezzabili si è ir1staurato u11 quadro. di progres ·iva ane111ia, ir10,d ican1e11le feb,b ,r ile. L 'esan1e obbiettivo 1nostrava, oltre alle note (li .acce1n luato stato ane1n ico, una co· picua ej)Cl lo- e . . plenon1egalia. I reperti e1na lologici 11é:Anno 1110:: ;.t rato notevole erilropeni.a, i poc roniica in u11 caso, iµ eTc romica n ell'altro , norn10-<.)ritro·bla te1t1ia di a Jlo g ra·d o, con presenza di elei11e11ti profondarr1ente im111aturi ed anche di: Cf.lluJ.~ indifferenziate , lieve 111ielocitosi. I reperti bioptici l1anno 1ue so in evidenza: a carico• del te ssuto n1idollare, in antbe.due l e· osservazioni , una forle iperplasia con anaplasia· del sistema eritroblastico; inoJtre, in un caso ,.. u11 '.aliquota d.iiscr e ta ·d i f orerie e1l1oistioblasti-che; a carico delJa 111ilza inten sa eritro·p oiesì! co11 el em enti i11 ' 'ario f;.tadio di n1aturazione. e , J)revaJenza delle forn1e più in1n1alure, oltr e a lla prese·n za di cellule indifferenziate (emoci- . Loblasti e d -emoi stioblasti) r11entre scarsi rist1l- . t~van o g li elementi d ella serie linfocitaria e · r ari qu-e lli della serie g ran111ob·1asti ca. Il d e . . rorso è stato caratteTizzato da t1n fatale pro• • g·1ess1vo pegg1ora1nen to·. Gli Autori , dopo ave r rico•rdato il quadro clinico ed . anatomO-J)atolog ico d ella mielosi eritremica, discutono i dll C casi in esame, Tile,·andone la s0tn1i1g·]ianza co11 la malattia di ~ .J.ak:sch-Hay·o m-Luzet e confrontan·d one il quadro clinic.o-em.atolo·g·i1co co11 la m ielosi eri.trerniiea d~lì adt1lti, Da auesto confronto risulta ch e non vi son o · diffe renze _sostanziali fra la n1ie]osi eritre111ica ·del lattante o qu(7lla ·d ell'a d!ulto , benchè n el1'infanzia la malattia prc s 11ti a l ct1ne particolarità ch e possono così ria ssun1-ersi: anem.ia quasi costantemente di tipo ipocromico, eritroblasterrtia e compartecipazione ìeucocitaria più intense c h e n ell'et à 8dulta, manifestazionii])er emolitich e m eno -evidenti. Il confro·n to poi fra 1nielosi eritremica act1ta della p·rima inf~nzia -e la lnçllattia di .JakschH.a yem-Luzet, specialm.~nte n ella 1SU1a forma criptogene~ica (1nielosi e ritroleu cermica infantum di .alcuni autori) , non ~rmetter-eb1b e di. (q_1pr~zza re differ en ze clinico-em at o]o,gich e lali da ·dove'r separa.re. le due forme morbof'·e. Que·f.la con cezione un~laria potrebbe essere rinforza ta d all' esist en za nella r ·r ima inf~ nzia di cc sindrorni eritremiche » p·ure, di n att1ra econdaria , di cui gli Autori riferiscono un caso ti11ico, a etioJogia luetica ~ erta e g uarito dopo lrattan1ento specifico. F. TosTr. 0


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<C

IL P OLICLINICO »

La cosidetta sindrome di Lomer. C..\TT..\-NEO . Gio·r1.ial e lli Cli1iica 1Y . edica, j U g·ili.g110 19-J. 0). L'.i\.. descri' e 111i11utar1le11le un caso da lui ossetYato ÌIL u11 co11tadino diciottenne, che era (1\ .

s l.a to ricoYe ra lo i11 clinica con diagnosi di ap Jle11dicile. _.\.\ e va febbre 111odica e dolore all 'i1Joco111drio D. cl1e si acce11t uav•1 cogli al.ti re~ pjratori e si irradia ' a ' er so la fossa i1iaca D. _t\ ]l a punta de]la scapola D. a veva ipofo1.1esi con di111i11uz~o1ìe del resp·i ro. Alla b·a se D. a n terior1\1 e11te frega111enli pleurici. Tlacliologican1ente 1)rese11ta '"a n el ca111po polJ no n.a re :O. , 11el1 a zona e.en t rale e parailare, u n a dden sa111e11to 11on molto uniforn1e, a contorni irreg·olar1r1ente tonde1gg·iar1ti, monociclici e n etta111 ente d elimitati d al t essuto ci1·cos ta11te a tras paren za norn1ale. _\l 2° ~·i o rno di n1.àlattia c'e ra s piccata eosir• ofili a (20 °/o). _.\l 3° gio rr~o :1piressia , scom11& rsa di og·ni seg11 0 SL1bh·iettivo e per Nisten za S<)ltanl o di respiro aspro a D . Il 4° giorno l 'e~a 111e cli11ico era n egati vo e qu ello radiologico i n0stl'a,·a ll L 1a chiarificazit1ne quasi com p 1leta del can11)0 polmonare iD.; eosinofili 16 %. Al 7·• giorno g'li eosinofili er an o 12 % e la cutireazione era n egativa. Il n1i elog r.a rt1n1a da' ''a : 111ieloblasti . 1 , 36; 1)ro111ielociti n eutrofili 2,8; n1ielociti n eutrofili J 1,6; 111etamielociti 11e-t1tr<1fili 4,8; gr anulociti giovani 16; g ranulo·citi polinucleati 16,2 ; miel<>citi e ~Jromielociti eosinofili 14,8 ; polinuclea ti eosinofili 11 ,5 ; b1a sofili 0,'2 ; e·m ocitob,l asti 0,12 ; linfociti 3.4 ; mo·n ociti 11,6; istiociti 2; p] asmacellule 1,8; eritroblasti basofili 2, 4; e:ritroblast.i policr-0n1atofili 13; eritroblasti ortocr om atici 7, 6. R a pporto le11co-eritropoietico : 1

I

;) '4-1.

Ripetuti esami di feci furo ni) negativi per u ova di ascaridi . Dopo 15 ·giorni gli eosinofili arano 2 %. I .a sintomatologia clinica è m olto 6carsa e 1fl l Ò an ch e m .a ncare· e1 la scoperta della malattia si deve sole agli esan1i r a·diologici . La t osse è p er lo niù rr1odica , r aram·ente accom pagnata ,d a espettorazione mucosa. La febbr e è in costa nte . Ci può e~ere· dolo re puntorio. L' emotti::ii è eccezionale. L' esame fisico del tor ace è n ega tivo n ella m età d ei casi ; n ell'altra n1 età dà ipofonesi 1nodica , respiro aspro, ~ca rsi r antoli. R adiologicam ente la car atteristica princi pale ·è la fuga cità dell'ombra , che può simulare I 'infiltrato p recoce di R edeke.r . [/,est ensione dcll'omb1r:i r adio]<).gica è molto varia: può J' 'er e l 'asoetto ·di 11n pi,c col o nodulo. o inva·d ere 1utto u n ·lobo e an che tutto un polmone . L ' omln'a può ·esser e t1nica o multipla , uni- o bilat r rale. So no frequ enti. le "'eci.dive a brevissima di ~tanza (pochi gior11i). Em atologican1 ente l' eosinofilia, ch e è co~ t a ntc . oscilla fra 5-12 (n ell a 1naggioranza d ei rfl~i) fino an ch e a 69,5 %. E transitoria e- rag-

[ANNO

XLVII, NuM. 38}.

giunge il n1assin10 pri1na della scom~risa del-· l 'infiltra·Lo , quando g ià il processo è in regr ession e, p e1-siste i1.ar eccbi giorni dopo rischiar alo il ca-mpo poln1on.ar e.. L ' oosinofilia è ac-. co.111pagn.ata da n1odìca leucocitosi. I pochi s tudi del midollo osseo fatto n1ediante punture st ernali barino dimostrato l 'eisten za di irritazio11e de.Ila mielopoie:&i eosi11ofila unita111ente ad un certo difetto di m aturarione . Il ·dec·o·rso ,è particolarmente ])enig no. La malatti~ è più frequente in luglio-agosto. L ' ezio~ tog·enesi clella ma lattia .1on è chiarita. Il LOffier ha trovato spesso ascaridi n elle· feci ; rr1 ? in n essun caso fw'ono 1rovate lar' e· di ascaridi nell'es1>e ttorato . Una larva mig rata n el tessuto polrr1 ona~·e potrebbe provocare la si11dro m e, rom e 11a nno supposto Lavier, !Ba-. 11ety e Catoli nel c.a·so da essi osservato n el cor so di una stornatosi epatica. Si potrebbe anch e trattare· di parassitato -sir osi tis.~ulare.. _ La fugacità d ella .sintom atologia e l 'eosinofilia fa11ri.o pen sare cl1e p·ossa trattarsi di m a- · lattia allergica. Engel 11a veduto a Shangai u1la sindrome· cl1 e somiglia n1olto a quella di Loffler e ch e è pro,'oca ta dal polline d el ligu.strum vulgaire. E&sa J1a r.ome caratteristica (oltre al qu,adro r adiologico tipico e agli altri sintomi) un espettorato cl1e ha l 'as1)etto del Ru cco di arancio e 11odore di s perma . . L'ombra, seco11do En~~re l, dipe11de da un eden1n ])Glmonare circoscritto. Onibre polmonari fug-aci furono osser,'ate da altri autori nell 'a~ma bronc.h iale e nella mala ttia da siero. L'etiologia tub.ercolare è molto strenuamen te sostenuta da rnolti . Secondo Loffler iè proba bilo ch e si tratti di infiltrati tubercolari ch e esprim ono una disposizione allergica molto favorevole all'orga ni smo. Pure il Loffle:r h a pen~a to all':isma broncbi a J·:; ·o·a rzialei e all 'a telett asia par ziale. . . Secondo altri si tra tl.a di poln1oniti atipich e. econ.d o <lltri ancora di en1bolia e di jnfarto . P er quanto rig uarda la <l,iag-11o~i differenzialP è bene sop ra t11tto e'rit ar e di far-e dia gno~1 di tub ercol o~-.i . L. 1

TERAP.IA. · ·La cura moderna del .diabete..

(W. B ECKE RT. !.1ediz. l,l 'elt. 22 e 29 , giu g no 1940). Un t emp'O 1~1 cura del diab ete si basava ~11 l1n a fo1' te riduzion e degli idrati di carboni o; e anch e di nrot eidi, quando si ric·onobb1e la ii11portanza id i questi co n1~ form~tori di z ~ c ­ ch ero. Le calorie n ecessar1e venivan o fornite soprattutto in forma cli Q"ra&5i. È merito. di F Hlta di av~r richiam.a tc I attenzione sulla 1m f1ortanza ch e n el diab etico ha la u contro re1

1


[_i\.NNO ÀL' II,

NU:i\I.

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golazione » : ter111i11e c11e co111J?re nde lutlo il CCtIDi!leSSO d.e1 llleCc.anl'billi Or1Ll0111Cl e .i~er vO~i ad .azione antagonista a quella dell 'insulir1a. S1 è allora trovato cn e. le diete .povere di idrati di caTb-Or1io ·e ricci1e ui grasoo adempiono s1 al compito di laoc.iare in l'lposo 1 apparato ins ulare, di coi 1nig1iorano co5ì. la tunzione, ma 11ntorzano conLe111..J:>ora11ea1t1er1te la cc co11tror ego1azione ». ).Jiete ricch e a1 idrati d1 carbo1110 111.1,.p oillgono uno storzo all'avparato insula r e n1a eser citano una azio11e inibente sulla << contro iegolazione ». Nei casi lievi <li diabete in cui \euigonc- elin1inati solo pochi grammi di zucchero, si cer che r à di tarlo scomparire proib endo zucchero e cibi dolci; se però si tratta di sog.g etli i11 età giovani le ~ 11ecessaria una e~a lta osservazione e· . d etern1inazione d ella toll eranza. In età avan zata il diabele è molto più benigno, i11a. non è certo una malattia trascu rabile. La moderna lerapia dietetica del diabete cor1sis te n el son11t1inistrar e una dieta ricca di idrati di carbonio, povera di g rassi, con un 111edio co11tenuto i11 lYr oteidi: la dieta va poi 2 dattata alle n ecessità di lavo ro e alle condizio 11i econo111ich e. Lno d ei r equisiti più i111porlanti della c ura è lu esatta d eterminazione d ella quantità degli idrati di carbonio tollerati. E ·{;On sigliabile d.a re u11a parte degli idrati di carJ)onio con oesi&i, in forma di frutta perch è lo 2 ucch ero delle frutta è particoJarmente ben tol}(lrato. Gli idrati di carbonio si dosano· in cc u11ità panei bianco » (Li . P. fl .) : un a unità equiYa.le a 20 g r. di pan e bianco, cioè a 12 gr. di idrati di carbonio. La riduzione d ei g rassi ha lo scopo ·di evita re la .acidosi e di oo·n sentire u 11a mig lior e tollera11za verso gli idrati di car.bonio: l 'esperieitza della gu erra mondiale· prova la utilità per i diabetici di una dieta po;vera <li g r assi. La riduzio11e dei ·gr assi con sente di largh eggiare sen za pericolo n e.Ile proteine : si !JOSSOUO clare 70-1'0 0 gr. di prot eine al giorno . l)er ogni diabeti co bi 5ogna s tabilire l1r1a dieta <li equilibrio e ur1a dieta p errrtanente. La pri111 [1 ha lo scopo di r endc1·e aglico urico il dialJe lico appe11a scopert o o peggiorato, <li elimin are i corpi cl1etonici e di abbassare la glicen1ia. La seco11da è la dieta adatta al singolo }Jaziente, una die ta cl1e gara nlisca le migliori ·condizioni d cl rican1bio con sent end o ben e er e sog!gett1vo e capacità la vorativa . Per equilib r ar e la ·d ieta ci ' 'ag1iamo dei « giorni di verdura)> {al nl assi1no 500-800 .gr. al giorno , di .cui solo una piccol a parte di tube.r i, bulbi o radici: pr·eparazic n e senza farin a, con 50 gr. al giorno ·d i g rasso; 1-2 uova, t è e caffè); d ei g ior ni verdura-frut1 a (co.m e sopra, se11za uo'\«a, con in l)iù 2-6 U . P . !B. (li .frutta: aziorne ·Ch etogena inferior e a quella d ei g iorni di sola Ye1·dura); dei giorni ,·egetariani ';r t1di (frutta e ' erdura c rude); d ei giorni di a vena o a 1nidacei ·(6-14 U. P. ìB. di ave1n.a, o riso, sewoJino , farina, cotti in acqua o in latte magro sen za a.g ·giu11ta di zrassi : spiccata azione antich etogeT1a) e d ei giorni di sola frutta, ~aualm ente '

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SEllO:NE PRATICA

spiccatan1e11te .a11ticl1eloge11i · (G-1 2 L. P .B. di f1 utta cruda). Chiautia'L110 « dieta basalo » u11a dieta comp'Osta di proteine, g ra:sso e 'erdura. Proteine f1n-0 a lvU g r. al g ior110 ~250 gr. car11e rr1agra, 2--!5 uoYa, {)U-8U gi:. tor111ag,gi o n1ag·ro) g'rél!&si al i11assi1no 100 g·r. al g io rno. Con1e l>eva 11de caffè, tè, brodo d1 carne" acque 111inerali. Per equilibra r e la dieta di un diabetico se11za a.cido5i si inoo·m.incia con 2-± g iorni di verdura: ai 2 ultimi f;i ag·giunge l 'uovo. Spesso si ragìgiung·e così la ag·licosuria , si passa allora per 1:..2 giorni alla dieta basale. :::>e ii.on riC<)111pare lo z.ucch e1'0, is i aggiu n gon o allora idrati di carbonio, 2 u. l). s~ per 2 g ior11i, quindi un g iorno di verdura. Se l ' uri11a resta se11za 4ucchero·, si aumentano g r adata1ne11te gli idrati di carbo11io, con molta lentezza, in t,er polando ogni tre gior11i un g iorno di , -er dura. Gli idra ti di carbonio ve11;g·o110 di,s tribuiti r eg·ol arrrt.elllte n ei vari pasti: i1ei prir11i tempi si tlaranno di p·r eferenza in for111a cli pan e, i11 i>icco1a parte cli frulla ; altri iclra li di ca rbo 11io si da ranno solo più lardi. Se durante queste .diet·e si ~11a11ifesta acidosi di qualche entità, si inter1)ola un g·iorno di avena o di frulta. S·e a umentando gli id.rati di carbonio ricomp;are la g licosuria , per due giorr1i si darà solo· verdura e poi in un pri1110 te1r1po i1on S·i aun1enter a n110 g li idra ti di carbonio. Con queste preca uzioni riusciamo i11 111olli casi a far tollerare b ene 8- 12 ~. P. B. di idra ti di carbo11io. Non ap.Qena r aggiunto il limite di tolleran za, i11terpolia1110 di nuovo 1-2 g~o rni di verduTa e qui11di fissia1110 una dieta i>er1nan cnte ch e conte11g·.a 1-2 U. P. B. di idrati di carbonio in 111e110 della quantità tollerata: un g iorno la settima na t5i darà sol o ,-e,rdura. Se J)Cl' norn1ali zzare il rica1nbio del diabetico si ricl1iedono l)iù di u11 g·iorn o setti111.anale di Yerdura e se n o11 si riesce a far gli t1Lilizzare più di 6 U.P. B. di idra ti fli carbon io fìi deYe ricorrer e a lla i11suJina. Nei diab.etici co11 forte aciclosi :'i i niziu la GUta COn \'ari g·iorni di aYen a, di fari11a-frut1 U o di sole frutla (6-12 U. P. fB. a l g·iorno). Solo dopo scomparsa l'acidosi si dà la dieta basale a.uin e ntan·d o gradatam·ente g li idrati d i c.arbonio e interpol ando frequente111ente ·g'iorni cli frutta-vedura . Nei cardiaci scon1pen ati so110 utili lo diete l?riv·e di 6 al e e po,·e re (li acqu a : giorni di avena . di farin a-frutta , di frt1tta , di l a tte. Negli ipertoni ci sco1:npe11sati buo11i risultati con 1.a dieta vegetar ian a cruda, Nelle malatt ie d·elle vie biliari, g iorr1i di farina-frutta, al caso con insulina : la dieta pern;a11ente sarà in qu esti 1c.asi ricca di i drati di r arbonio. La cur.a insuli11ica ·d<Jl diabele è necessaria n.egli stati con1 atosi o pTecon1atosi, in varie complicazioPi del diabete (forun coli. , flemm oni , €CC.) e n ei pazi enti in cui con Ja sola dieta non si riesce a rag·giunger e un ricambio squi1

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fL POLICLINIC 1

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[ANNo XL v11, NuM. 38]

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li l}l'ato cl1e r.011se11ta ~ddi&fa cenle . . tato di n11ceverà 12 U .P. B. di idra Li di carbonio, e la lrizione e capacità lavorati,1a. La 1:ura i11suJiquantità · di in&ulina T).ecessa ria per 7 .(12-5) ni ca va fatta -co11 molta cautela n ei di.abet.ici · L. P. B., cioè ±2 .u. a co1·011arie 1ese; una cont.roin<licazione• è ]a · Nei ,diabetici con acidosi si inizia la •Cura .g·[\ ng·l'ena $ecca. con più ..g·iorni di avena di 8-1 4: U. P. B. i11 Base . della cura insulinica è la conoscenza idTali <li carbonio, e inSoulina i11 dosi adeguate; dell 't:quivalente in glur-0,s io, cioè della quanqui11di si pa8 ·a a giorni di f arin.a-frutta e solo tità che una unità di insulina riesce a far utii11 secondo tempo alla dieta basale con aggiunli zzare. L'e quivalente non è fisso ma dipende te di idrati di carboni·o . 1 ·g iorni di avena è -d i clalla forn1a del diabete, dalla età 4el paziente, frutta-fari11a deprin1ono la r ontroregolazione: 1dall~ ali111e11tazione e da fatto ri esterni (lavoro per ciò i1t qu esti giorni l 'equivalente g lucosio 111uscola1:e, ecc.. ). Esso varia da 1 a 5 gr., ma in d·clla ins11li11a è più eilcvato, p er cui basta ii1i et.g-c~l1 (}Tal e, si può an1mette.re che ogni unità di t[1re ci rea ]a metà della do .. e u s ua]e: ner 1-! inslJli11a . faccia utilizzare 2 gr. di glucosio. lJ. . P. B. p. es ., solo· 40 lJ. anziclI>è 84 .. l T. di I1et o,g ni U. P. B. (12 gr. jdrati di c.arbonio) i n ~ ul i11a . ·Occorrono dunque 6 U . di in.suli11a. Nei primi Dura11 Le la c ura insulinica vedian10 non di rado 1nig·liorare la tolleranza , possiarr10 allo.r a ~ 1empi e s~ il diabete è grave si faranno 3-4aumentare di ~·iorno in giorno la quantità di j 11jez.ioni giornaliere di· inst1lina: gli . idrati di i11 s ulina e ri<lu1Te le iniezio1ti da 3 a 2 e infine ( a rl.}011io s.i. diRtrib:uiscono in r.api)orto a]le ii1iC'.all 1 r... oJa. La riduzione. de.Ila quantità di ir1 uzio ni. Apl)'e na possibil e. si din1inuisce il nulina de ve esser.e lenta , i iniettano 4 U . di meno 111 ero dell e iniezioni au1ncntando le ingol e og11i g·iorno fino a·d ab olire la ir1iezione d el cl osi ch e in g·enere i1on S'll j)ererar1no lC' 40 U., i11 sirlgoli casi arriveranno '\ 60 l J. Il n1om en- :rnezzogiorno pri1r1a , quella d ella .. era poi; non di rado si riesce; ad abolire del tul to l 'insuli11a. 1l) più favorevole p,er l 'inier.ior1e P. la mattina, ] /2-1 1/2 ore avanti la colazione . Poir l1è la Dura11tc la c.ura insulinica si evitano i cc gior111&ttina la g1icerrtia è al massin10, s i lascia ni di ris1)ar1nio » (dig iuno, f1·t1tta, verdura, ug·irc c1ualcJ1.e1 t e111po l 'iniSuli11a prirna di dare eoc . ~ i)er ch è essi di ~ turb·ano l 'equilibrio del ri. 0 ·1i idrati di ca rbonio. La iniezione serale si fa Ca n1bio; solo do·po e..,s<?r riusciti a ridurre la J / 2-1 ora a va11ti il pasto. Se occorre una terza quantità gior11alie ra di insufina a l di sotto di 1riiezione, la si fa.rà :ìubito prima del pasto di 4 0 l T., ::-i interpol.a110 d ei giorni di verdura l)l'i111.ezzogiorno; in lal raso a11che la i11i-ezione lll é.1 cli din1inuire ulteriorm ente l'insulina. Le i11s uline di depo.: ito ha11no il vantag·gio s6 rale va fai l a subit't•1 avanti il pastç> (io·)ice·m ia di u11a azione più prolungata, quasi per 24 JlÌÙ b a sa ver effelto della ini ezione più vicina). 1\J l 'i11i zio d ell a cura l '11rina ·v.a e. an-1ina ta i11 ore: ciò rende poss.ib·ile di dirni11uire· il nu~ in o·ol e ·porzioni, meglio di Ll1tlo l)l'im.a dei pan1e1 o dalle iniezioni. In tutt1 i casi è c onsigli.asl i : importante è non la per ce11tuale di 1.u1c - · bile i1\iziare la cura oon la vecchia insulina : cl1er ·o nell ' urina, n1a la quantità totale e 1imi- 1~010 quanclo i1 ~r1 Yi è più da aspettarsi un ulTl ata J1elle 24 ore. l eriore 11ligliorc1rr1 e11to della tolle rart~, si pasPer equilibrare un diabetico con l 'i11sulina a ad u11a i11sulina di de·p o ito. Gli idTati di carbonio si dis tribuiscono allo: .. i :proced e n el n1odo ' eguent·e : un diabeti co ra unifor111e111ente durante la gior11ata in 6 pacl1e ·d opo 4 giorni di ' 'erdura- elin1ina .a~1c-0 ra sti, di cui l ultin10 (frutta) va ·preso immediaJ· ucch.err o , ha bisog110 di in·5ulina. Al quinto ·g·iorno g li i dà la dieta basale e 12 l 1. P. B. t.1111entc prima di andare a letto. Nei pri111i cli idrati di carbonio. Per utili zzar e q11es1u gi-o.rni può ricomparire un.a glicos11ria trans.iLoria. Ai diabetici che prima richiedevano 3 e quantità , d eve ~·i c,e,rere 12 . x 6, rioè 72 U. di i11 ulina dis tribuit e in 2 o n1eglio 3 iniezioni. più ini ezio11i giornaliere, baslano 2 iniezioni di Se la qu.a ntità di zucchero eli111irt-ata dopo i ir1 · uli11a da ·d·eposito , la dose più forte al Il iattjr; o, la J11inore ]a sera; a tutti g li a ltri basterà g iorni di ,,crdura è rilevante, si dal'à più in ulin.a : se p. es.. ve11gono elimina1i nelle 2± or·e ur1a ·~ola iniezione inattutina. La quantità to30 gr. di g'lu cosio, si aum·e nta I 'in sulina di 15 tale di unità sarà din1inuita di 1/3 n el passagg io .alla i11 s ulina da deposito. La iperglicemia 1~ . In età g io,'anile l' equival ente i11sulinico è mn.ggiore: dalla quantità cal colata di in st1lina da insuline da d·e posito ha lln de.c·orso paTticol are: i sinlor11i n euro-vegetativi pa ssano· in se· si potrà p er ciò d etrarre la quinta parte. :eonda linea di fronte a qu elli cereb1~.a li (cefaVi sono d ei diabetici •che oltre a lla ·dieta b nl ea, d epressione, dj s turbi visi vi). In seguito a sale utilizza110 anC'h e 5en za insulina una cer ta disturbi di rias5orbin1ento, n el 13 ~{) d ei casi qu.a ntità di idrati ·d i carbonio , n on sufficiente trattati con insuline da de posito si m .anifesta})(•rò ,a saziarli n è a m .a ntenerli in un discr eto no d 'im prov, iso glicosuria forte e notevole acis tato di forze. Si aumentano allora gli idrati di dosi: si deve allora tornare , s ubito alla ,,ecrhia carbonio e si inietta insulina nella dose neoe,ssaria a far t1Lilizzare quella q11antità di es i cl1e ir1sulina. Il lavoro musco]aTe è utile p er il diabetico il paziente da solo. non ·è in grado di fare. tanto .che si può parlare di t1na vera terapia del Cosi un diab etico elle a dieta basal e + 6 U.P .B. r lin1ina con l ' urina 12 gr. cli zuccl1ero (uti}iy,- lavoro (ginnastica e , se il diabetico è cogtret to ~ l etto, ma si5aggi e frizioni $ecchr). l1a benf'zn dunque da solo 5 l J. P. B ) e n on si sazia , ri1

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SElIONE PRATICA )

fica influer1za che il l.avoro muscolare ese1·cita sulla utilizzazione d el glu cosio è tale che qt;iando un .diabetico i.n ,c.ui no·11 si è potuta attuare la terapia del lavoro, rip1"ende le sue occup azioni, vi è gran d·e pericolo di ii1oglicemia. Il lavoro n1uscolare per1neLte spess 0· di aun1.entare gìi idrati di carboniò nella dieta d el diabetico, senza aumentare. la insulina. Se un diabetico ammala di proc essi siuppurat.ivi è ne·c.e ssario aumentare la do 5>e .di insulina. Lo stesso se è colpito da gangTena umida, n1e11tre n ella g.n.11grena secca l 'insulina è pericolosa. Sotto l'azione d ell'i11sulina la gangrena secca s.i può trasformare in 24 o r e in u·m ida (rite nzione di acqua provocata ·d a Il 'in sulina) . In casi di gangrena sec ca si rico1·rerà quindi all'insu,J ina &olo in quei casi in cui con l a sola terapia alimentare· lo stato d el ri cambio pe·g g iora tanto da far temere in11ninente il com.a . 1

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NOTIZIE A1'TILIO

0MoDEI

BIBLIOGRAFICHE ZoRINI. La p(1.togenesi della tu-

beroolosi po•l mon.are 1ielle srue varie -siridro·mi clirtiche (volume sesto de_lla collana cc I proble mi della tubercolosi n edito a cura d ella .b"'ederazion e N.E. per la lotta contro l a tubercolosi , via Nazioitale 200, Roma, p,a gi- . n o 308, fig . 38. Prezzo L. 50). In questo· volun1e· di r eoente pub·b ·l icazi on e, il clinico tisiologl1 dell 'Univer sità di Napoli ci espone il frutto di osserva.zioni ed esp-eri enze d ece11nali da lui eseguite in grande n1aggiora n za ·p·r es&o g li is tituti B . ì\Iussolini e Carlo :!4·orlanini ·d i Roma e 1?arzi.al1nente e·sposti n el pa ssatoi a con gressi di m e dicin a intern a e di tisiolo·g·ia ed in numerose memorie originali. Tutto il libro , c h e si legge .pia cevol1neiite per l a i&e111.p licilà e chiarezza di .stile e di concetti , è i)e rvaso della caratteristica n1 entalità dell 'A. , e1l1inente.n 1ente critica e didatlica, ch e sa discern.er e attraverso un rigoroso· e sen ·ato ragionamento quanto ·esiste cli più sicuro e.d ob·biettivo n elle varie t eorie ed es1)one siu ogni JJro·b le111a i con cetti ptO-r>·r ii ricavati d a una lu11ga .e vasta esperienza -e conten1perati da u na ~ana critica ; alla fi11e di ogni capiitolo egli gìu11ge a una conclusione· riassuntiva ch e ris1}onde - r1ei limi.ti · impo·$ti dallo stato .attuale d.e lla sc.ienza -- .ai v.ari in1perativi ch e vengono opportunan1e11te posti n e] corso de lla trattazione. Il libro e d ogni capitolo r.a1Jp rese11ta110 quindi un'opera organica ed armonica . I prin1.1· tre ca pitoli si occu·pano d ella pato.gt-nesi della 1uberc.o losi p-ri111«:tl·ia; qui l 'A. no11 ha fatto che rip·e.tere, aggiorr1and0 gli ar goIllenti, quanto e1g li ha so.s.te11uto n el 1931 a l congre&so di m edicina i11te·r na di. Bari : s11Jle proprietà de.Jl 'age11te m orboso , ·st1l Virus filtr.a b·i le, sulle varie modalità ·di infezione sul] e porte .e1 ' 1ie ·di entrata ·d el germe n el] 'or a-anisrr10 un1.an o . Su que&t'ultin10 arg·om ento 1

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co1n'è noto - l 'A. ha ap·p orlato notevoli con1ributi p ersonali, n1antenendosi difensore d ella pre-valente. via respiratoria e coutbattendo l a teoria di Behrinig-f~almette ~ulla penetrazio·n e ente.r ogena d el b . ·d i Kocl1. I c.apiLoli q-µa rtù e quinto sono d edicati a i g r avi :probl em.i d ell'aller gi a tuberro lar e, disposizio·n ·e er editaria e.d acquisita alla tubercolosi · poll11o·n are e a tutti i fattori coadiuvanti lo· ' sYil uppo di uria tttbe1.,colosi p.o st-p-rimaria. · I c.a:pitoli ·d ell'allergia ed imn1unità sono indubbiamente i più difficili d a trattare e On10d ei Zo1i11i h a fatto il p.u nto delle numerose ricer ch e in q~ef,to can1po; n1e·n lre in qu ello sul]a cos t.itt1zio11e ha portato in g·iusta luc.e i contributi d ella scu.o la italiana, sostenendo· i concetti di F orlani11i e Morelli d·~ll 'in1portan za d'el polmoin e a sirutl.ura ti_sioo, ateletta sic(JJ, più ch e d'u11 abito tisico sch eletrico . Con il ca J)ito]o sento si inizia la parte più clinica d ell 'opera e di maggior interesse. :pratico. Ve.ngono trattale magistralmente' d al se ~1 0 all 'undi cesimo ca1)itolq la patog cfl:·e si d ella r-einfezione, clelle forn1e ei&sud,ative d ella tub erco]osi polmonare, d elle· fo.rn1e ;ematogen e, il problema ·d ella classificazione della tubBrcol osi polm·onare, la .c.a, 1 ernogen esi, la diffusione intrapolmonare. Tutti i cap•i toli h anno spunti e veste originale per il po.d eroso. contribruto p-o rtato da lui e dai suoi collabora tori ; particolaTn1c.nt.e d egni di nota sono il capitolo dielle c]assificazioni clinich e, ·d elle· foTrn e ematogen e e della tisiogen esi ,_ da cui traspar e il p1a sso gigantesco impresso alla tisiolo.g ia dalla meI1te genial e di C. Fol'lanini e dal su o degno continuatore, .E. l\Iorelli. · Saluti.amo quindi con plauso questo nu·o·v o libro cl1e .affrontando tino d ei .problen1i pi1ì torm.entati della i11edicina interna, apporta nuo,1 a lu ce e nuova forza sc i enti fi ca e didat- · tica . C. FRUGONI. 1

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CENNI. BIB L IOG RA FICJ<1> Die Entziindangs-Bestrahlun,g. Thieme editore, 19±0, 1190· piàgin e, 15 marchi. La cura roentg~n dei p·r oc.e.ssi infia mmatori da1 .a so]o dal 1924 con i lavori fon.d amentali · di llei.denhein e !F ried : in Italia nel 1928' uh Corugr esso nazionale si ocCUJ)Ò largamente d.e]1'argon1ento (r elatori Cardinale· e Atti.li) il qu,ale formò r elazione ·d el Co·n .g·r esso Internaziori-ale di Ra·d'iologia t enuLo a Parigi nel 1931 (relatore Milani). · . L ' A. d op.o u11a l ar ga rassegna di stan1pa discute il meccanis1110 ·de] l) ro·c.esso d i gt1.arig ione d ei p roc.es8i infian1m atori 1w tto la radiotern1Jia : meccani.sin10 essenzialn1 ente do·v uto a deg li .e:l em ·en t i corpuscoil ati degli essudati m enn 110 dificazioni locali di circolo e a distruzione tre le m o·difi cazioni di ordine· ge:n eral c e anche -- - - -

R.

GLAUNER.

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(1) Si pre~·a d 'invjare due copie dei libri di cui s i desidera Ja recen sione.

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cc JL POLI CLINI CO »

le n1odificazioni ti110 proteinoter apia hanno Jor s.e i in portanza seconda1 i::i. Larg·am e nte ·disc ussa è la llarte clini~<}: le i11odificazioni ch e si ha111:0 11ei processi infia 1nmatori cuta11e.i, n ei proce.ssi infian1111atori d el n aiw, orecchio sotto ]a radiot~rapia, le inodificaz ioni delle infiammazioni a·c ute della 1n.amm.e·l la, ecc. fa1lno d~Jla radi oterapia purcl>:è u sata precocen1ente e n elle dosi tenui or111ai fissate un n1 ezzo p•rezioso di cura.

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[ANNo

XL ' 'II, NuM. 38]

Die lireazschmer.zeri der Frau. (lhre Deatu11g un.d fl ehandlang Gyniikologisoh,c Ortho·piidie). E·dit. G. 'fhieitte, Lipis.i a , l\ilARl't CJS.

1939. l{M. 6. Un ·intorn.a 111olto frequente n ella pratica è qu ello rappr esentato da dolori localizzati nelle reg ioni 10111bari e al sacro e cl1e quasi semJ)l'e· è es clusivo delle donne. Part.e ndo da quef.to s intoma, l 'A. raccoglie in u11a n1onografia di 160 pagir1e tutte le malattie in cui questi MILANT. dolori e·si~to no 1>assando in rassegna le rr1alaltie d ell 'appara1o genitale, l e malattie del J. A. ScaNEIDER. Sellabriicke u1 i~ Konstitu- lratto lombo-sacrale , della colonr1a e tutte tio11.. E.dit. Thie111e, Lipsia . Prezzo RM. 6 ,50. quelle altre a ffezio·n i, d·a l piede piatto alla pto i Le defor1nazioni d ella &ella turc ica e i1iù d ei visceri .addo111inali , ai ' izi di posizione cl1e freque11Le1n cnt ~ quelle a ponte i1n·p ortano diqt..:esio· stesso si11Lomo possono ·1)r e&enta re . sfun zioni d ell 'ipofisi con riflessi n otevoli .., ull a In tutto il s uo co111plesso il l avoro è eSiseneostituzione . in·dividua lie.. ziul111ente un lavo ro di di.agno~i diffe ren ziale In ques to libro so110 pa sa li in ra~segna e ch e s i legge ' 1ol entie1ri e con interesse per i aJ) tpia.1t1ente discussi i distur Li somatici e P· iC<JD tinui le.garni sinton1ato logi ci ch e legano c l1ici che a.a nno· a l cor11plesEio sintomatico cafra di loro 111alattie così diffrrenli ·e di vari orratteri Lich e speciali , tanlo da con ferire al ' gnni e siste111i. La parte più inte ressante è cerqua·dro morboso la di g nità di un'entità mortamente quella gin ecolog·ica. P. VALDONI. bo~ b·en d efinita. Il lavor o costituisce contributo a lla dia gnoCUORE E CIHCOLAZIOYE s i ed alla t e rapia a.e1lle &indro1r1i ipo fisarie, imPeriodico mensile diretto dal Prof. CESARE FRUGONI llOrtanle da l punlo di ' 'ista dottri11alc, ·1tile da qt1ello pratico. DR. Redattori : 1

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I~ .

NlA'fTI.

Ed.it. G.

VorleStung en tlbet Feldchirurgie. Tltieme, Lipsia,

1939. Pag. 56,

RM. 3. 11 Direttore ·d ella Cli11ica Cl1irurg ica di Ber11a raccoglie una serie di lezioni riass11ntive sui proble1ni più importa nti d ella chirurg ia di g·ue ri:a . Il volurnetto destinato a e5ser e let to da lutti i n1edici ch e i)restino la loro opera a lla fro11te non si occ upa d ei problemi chirurg i ci più , .a .. li e i11 tportanti riserva ti ai chirurgi n1a tratta in n1odo i}artica·l are i prin1i socco rsi , l e primei n1edicazio11i ai feriti , la loro as ' is Lenza e il trasporlo, la c ura chirurgica ne·g li ospadali .da ca1r1po. In osse rva:.~ ioni riassuntive e sch ematich e so no aggiornate tutte le co11oscenze e le i11dicazio11i c.h irurg'ich e più ir1111ortanti. P . VALDONI. e llor.;r11lJs1::;'.\f. Einfiih.arurig in die Roentgenologie. Thieme, 1940, 2a edizione, 349 fig11rc, 40 p·a girte. 1'Iarchi 26. Qu e ta scco11da edizione d ell ' Ilaeniscl1 e Holthusen appare notevo lmente migliorata per figure e per agg·iunte: in Italia la traduzion e fattane da Sicilia110 sulla 1a edizion e 11a a' •uto buon st1 ccesso lib·rario p er ch è il libro è de dica to agli studenti non ch è ai medici. Ques ta seconda edizione mantien e imrrtutati i s uoi ca ratteri fonda m en tali , la division e del libro ir1 due parti diagnostica e terapia e t11lta la n1ateria è svolta in forrna pian~ e a ccessibile t en·e nd o presenti solo i pu nti fondan1en.tali .. La p arte di fi ~ica t ecnica svolta. ~a L1ecl1t1 è aggiornata su qu estn seconda ed1z1one . llAEN i ciC H

E.

MILA.NJ.

G. MELDOLESI, O. PEZZI, V. PUDDU. A. SEBASTIANJ fl Nu.m er o 9 (set tembre 1940) contiene : ' Lavori originali : I. - D. BUSSA e G. DE MARCHI: Cons iderazioni sul significato clinico delle onde intermedie in elettrocardiografia. - II. - A. RUBINO: Vari aspetti: del flebogramma giugulare dell'uomo e fattori ohe li determin ano. - III. - T. LUCHERINI : Sindrome triaritmica di Wolff, P arckinson e White e cardiopatia reumatica. - IV. - E. POZZI: Il cuore dei marina i (Studio clin·ico ed elettrocardiografico). { peri~dici specializzati. Tra le riviste ed i congressi : GROVEDEL F. M.: Topografia e tempo di comparsa dei potenziali d 'azione del cuore nella parete toracica anteriore e posteriore in so5getti giovani e sani. - HOTZ H. W. e HUBER W .: Alterazioni elettrocardiografiche n el decorso delle tonsill iti a cu te. - TURCHETTI A. : Sul sign•i ficato della pressione venosa registrata con i . modi clinici .. - II. Modificazioni da sostanze ad azione f armacod1na :r;nica nei sc.g getti: normali. - ScAFFIDI V. e D'AGOSTINO L.: Sul significato della pressione venosa .registrata coi m etodi -clinici. - III. La regolazione neurovegetativa del tono venoso. - VAN BOGAERT A. e TOMBEUR A. : Artropatia scapolare e an.g ina di· petto. BR UCK M. : E siste una iper tonia fisiologica della Ve<!chiaia ? - BO'RIANI A. : Ricerche sperimental i intorno a lle possibilità terapeutiche di una digitale italiana. farmacologicam ente sconosciuta. - MQ.'rTA G.: L'att ività cardiaca nelle diverse fasi del digiuno. - MoTl'A G.: L 'ecg. n ell'asfiss ia rapida, l enta e lentissima - WE'RLE E. e BOt>EN W. : Sulla ·p resenza d r una vaso, nresCJina n el lievito di •b irra . - MooRE M. T . : Trat tam ento della sclerosi a placche con acido nicotinico e vitan1ina BJ. - BURCHELL: Compensi nel circolo coronarico d-000 occlusione coronarica. - GOLD T. e CATT1'1L Mc K. : Meccanism-o dell'azione digitalic a nella cura dell'insufficienza cardiaca. - NOTH P. H . e BARNES A. R.. : L 'ecg. nella perica.rdite. - Bu RCJI G. E. : La for maz ione dell'eden1a palpebrale. - RosEMBERG E. F. : Il cervello nell 'ipertensione maligna. - HOXIE H. J. e CoGG I N CH B.: Infarto renale. - FL\vMAN N. : Alt~razinui del ritmo della frequenza cardiaca n elle C'a rdiopatie ipertensive. - M c CANN W. S.: Morbo di Brigt. Abbonamento per il 1940: I talia L. 5 6 ; Estero L. 70. Per gli associati al « Policlinico n : Italia sole L . 5 O; Estero sole L. 6 5. Un numero separato L. 7. Inviare \"aglia Postale o Chèque Bancario alla Ditta . LUIGI POZZT editore. Via Sistina 14. ROMA.


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SELIONE PRATICA

PER IL MEDICO PRATICO.

APPUNTI

CASIS'fICA E TERAPIA. Cosa deve sapere il medico della endometriosi della parte interstizial_e dellà tuba. E. Philipp e II. Hul)er (lJie Iii ed'iz. lili elt,. 2~ ltl·''·lio 19·b0) fanno !Jresente c.11e1 endo metrio si s jg:nifica proliferazione ec to·pica di mucosa ~,­ t erina La loc.alizz.a zione di g ran lu.n ga la 'f)lll frequ~ntc d ella e ndonletriosi è qtiella cl elJa r·iEtrl1e inter s ti.z ìale .della .tub:a. Normalm~nte la 111 ucosn uterina s1 ayp1alt1sce ver ·o 1 an gol.o tuì)aricu, la l)al'tc int.erstiziaJe del.la ~uba è r~­ ' 'e$tita d.a urt t111ico strato di ep1tel10 t~1ba1~1: ('O: nella en don 1etri05i la rn u co&'l uterina si co11Linua i11 qu esta parte d·ella t11ba. e })er lo più n e occlude co1l1_r> lct c.~1n·e ntc il I.urne. I.a n1uco$a ect0p1 c.a e se n~r11re in ra ~port ~ di co11l1nuità con J 'erldon1etriu111 cor1)o r1 . . . è lina stretta .a r1alogia tra la e 11do111etriosi d1e·11' ulero e quell a d e lla tLtb1a : sol o ch ·e n ella pri1na il li111ite i1orr11.a l e \tiene superato in profondità ( tra · endometrio 1e 111ion1etrio) n ella seconda in s u pc rfici,e. P e r lo più l '.affezio,n e ~ hi]a 1era le: non si tr.a lta aff.:ttto d1 fenorrl en l ir1fian1.n lato,1 i 111a ·olo di ec topie-: p.artico,la r111ente frequ ente è nelle donn e affette da mic 1r1a d el i 'utero. L :1 oL·c I usi on e corrroleta })ilaterale d ella 1)3. l't o ir~tersliziale della- tuba produce s~e rilità: « s te rilità d ella do nna ch e invecchia » perch è 1·affezione t' r ar a 1)ri111a d ei 30 e }Jarticolar111ente fr.cquente dol '. O i 40 anni. Si calcola eh ~ ]a perdita di na ~c i te dovu~e a Ul l e r~ u sa d1 stErililà .a rrivi a l 30 %. Po1 ch è n on .. 1 conosce alcun i11 ezzo ,d i ·prevenzione d ella endo111etriosi delJn tub.a, ~i p,u ò ovviar€ a q·ue.sta cons ider evol e l)C rdila di 11a1alità !"olo con il ir1atrirr1onio j);reroce, nor1 o] tre i 20 anni. d e~la donna . Spesso, coe~isLe u11 1!'ioma:. è i11u_t1l ~ €-~t irparlo se .ad esso si a9$0C1.a, u!'a 1n1pe 1rv1et~ delle tu b e . Se la occlusion P. e incompleta ·1 ·può a Yere, l1Cr l ' i111~dito j)assaggio. d·ell'u? vo fecondato , una g ravidan za ex Lra11ter1rta. L endo111 et rio ectopica va sog·getto alle stes~e. modificazioni fisiologich e (n1es truali , gravf#'11~l1e) e i1a tolog ich e d ella nlu ~osa. uterina. Particolare i1r11)ortanza ha la d1ffus1one alla tuba del carcinon1a uterin oi: il radium introdotto n e Il'utero difficilm ente raggiunge la localizzazione tuba rica , &olo I.a eslirrl1azione di utero e d elle tub·e può a ssicurare la .'g~J arig:ion~~1 • Spe~so, I~ e11dometriosi d ell a tuba d1v1ene il p11nto d1 par tenza d ella t emuta en dor11et.riosi d1el cavo ~d: do1ninale: fran1menti di polipi endometri~l1 d ell e tuib e, staccatisi , si impiantane st1ll,o,ra10, s11l riv.estiment0 p eritoneale d ell't1tero, d ella "·es cica, d ell'intestino, nel ca,'o di Poug-} as., ~cc . La diagnosi clinica de lla e nd'o me·tr1 0,::.1 d ella tuba è m olto difficil e : è so11rai~11tto, tina diagnosi radiologica , a ,-olt e !"(\l'Ò Jl r c11erto i: a dio lo~:rico non è affatto tipico. P. 1

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A.fonia transitoria in rapporto col ciclo mestruale · all'epoca della mt'nopausa. Sono noti i rapporti fra organo vocal,e1 e lei gonadi· basti pen&are alla mut<.t della \•oce al la i1ubertà nell'uomo ed al c.a11lb-ia1rtento di voce r.he si ha sp,es~o nelle don11e a lla 1l1enopausa, SJ?ecialm·e,n te quando teod.o·n o a cl ass,u n·1ere l 'as petto viriloide ; sono anche ab,b astanza frequenti le modificazioni della voce, all 'epoca d elle mestruazioni, in don11e e.b e cantano; nur11erosi sono i casi di cantanti n ell e quali la , ·oce è di,rentata più grave alla i11er1opau sa. Nelle inodificazioni ch e avvengono in occasione ·delle r11estruazior1i, , i . . ono os~ervale iper emia della mucosa larin.g·ea, din1inuzione della forza \ 10.ca]e e dei muscoli della r es1)irazione la lora delle emorragie laringee e delle modificazioni della laringe tali d a a111111etter e, second o qualch e auLo•t;..e, .a d·dirillura una la ringe da rr1e truazione. Alcuni .a mn1ettono ch e no11 sia estranea alle n 1odificazio11i della voce· la d e·pression·e n·e}rvosa, abituale dura nte le 1n eslruazioni; sembra 1)erò che si.a piuttosto da invocare un fattore endocrino. Tale ,è aln1eno l :in1pr:e1ssione che si ri cava anche dall 'o servazio)1e di G. Alexianu Buttu e E. Lichtig (Sor. roma.i11 e Endocrinologie, aprile 19±0) di una dorina di _48 a nni, co11 caratteri di squilibrio endocrino (Jon.o-ilinea, iperpituitarica , con sc.ar .. issirno sYilupp0o d·elle ma111111elle ed irregolarità n1est rt1ali). In occasion e di un rìlardo m estruale, con1i}a rve ro i ,disturbi d ella fon azion e, con senso di p,esantezz.a -al torace qu.n11do ]a pazien.t e si accin geva a parlare ·e d indebolin1 ento d~Jl~ ~o c~ sino nd afonia con1L;l ela. Dopo ·due in1ez1on1 di un p.repar.a lo di f.ollicolina, le n1e~truazioni rico11l parvero e la voce ril·ornò bru scan1etn te norn1a]e, p er dirt1inuire r ·o i pro:gressiva~ente fino a 3 g·iorni prin1a d ell a ri c on1p~rsa dei me~ s trui sicc l1è al 28° g ior110 , la paziente era di rtuov~ COll1f)letain~nle afona. ~. i ri11r endono le ir1iezioni dì folli colina . e tut ii i disturbi scon1• ])810DO. In seauito le 111es trt1azi oni riman g·ono sospen '. se pe1r 3 me~i, dopo di cl1 e bruscam ente s in: st~ lla l 'a fonia , accon1pag11~ta d.a ' am1)at e ~1 · cr1ldo e. dis turbi n e1·,rosi (fenomeni n1 enopaus1ci); diminuzione di follicolina nelle urin~ei. La somministrazione di quei5to ormon ~ fa r1~om­ parire mes truazio,n i e \ roce. AlJ 'esarn~ la~1ng:o­ l ogico risultava soltanto una forma d; laringite cronica. e ]a paresi .d elle corde voc.al1. Gli AA. pensano cl1e in q ine to caso, i dist11rbi circolatori ch e costitt1i con o il cort~o dei sint omi d ella m enopau sa po s~a n o essere ~n r e.pporlo con l e n1od i fi cazioni dell 'a1)pa1·ecch10 ,·oca le . 7il. 1

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<< IL POLICLINICO

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[ANNO

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Le rott11re traumatiche dell'ute?ro. Luj sco110 i11 qualche modo · una fasé prelin1iG. Lucchetti (lJa Clin.ica ostetrica, luglio 11are dle1lle duodeniti, sulle quali recen.tem.enic 1 D40) ha raccolto e sottopone a disan1ina 15 clinici ·e radiologi l1a11110 rivolto i loro· f'itudi. casi ·di perforazio11e Lraumatica dell'utero, cuL 'e·san1e radiologico non deve essere consir.ati nella Clinica di P'"oma in 15 .anni; in 7 clel'atc co1ne un mezzt)' per fare la diagnosi, c:tsi, l a rottura era co1nplicata da lesioni vii11a u11 i)otente· aiuto serrteiotico, c.h e fornisce scerali ed in u11 ca~o da perforazione del forel en1enti importanti quando siano inqu1drati r1ice anteriore con le. i one intestinale. . i1el g rande q11adro della diagnosi clinica1 i)e r Una buona parle cli tali perforazioni si è acui i&i r ichiede un.a stretta collaborazione fra fil. Yuta per manovre crin1inose a .scopo abortivo; radiologo, clinico e chirurgo. la pinza ·da aborto tie11e il primato com e agente della perforazione; in 3 volte figura la MEDICINA SCIENTIFICA candeletta di Krau~e, .altre volte , il cucchiaio Comparsa di una sostanza inibente l'ormone 1neg inecolog·ico, la triYella, il dilatatore, ecc. lanoforo durante il ciclo sessuale della femminn. La causa prin1.a va ricer cata nell'i111perizia del ratto biauco. di chi ha ·eseguito l e mano\ rc aborti,re; per lo ])iù ·g1i strumenti vengo110 orientati n1ale, non W. Rode\.vald (D eut. ll1ew1:zin. M~oche11scl1r., tene11do conto ·d ell'antiflessione o, 1)iù spesso, 1° n1arzo· 1940) rileva co1n .e il 1Sie1·0 di am1r1a]ati clella retro·flessio11e dell'utero, od usati con brudi carcinon1a abbia la l)tOprietà di 'inibire notale violenza. In altri casi, può invDcar~i la te'Volr11ente. l 'azione de 11' ormone n1elanoforo cattiva condizione delle pareti dell'utero, da sui crom.atofori della rana. ~~sperienze per acn1alattie generali, tun1ori , pluriparità, ecc. c~rtare la spcci fi cità di qu.e ta reazione sieroFra le le·.:- ioni associate, la l)iù freque11te è logica 11anno dimostrato che il sang·ue di don- · qu·e lla intestina le, arcon1 pag11ata da dolore ane sane preso al 12°-24° giorno dall'inizio della cutissimo con fatti di reazione peritoneal e (aclrnestrruazione, possiede la ste~sa azione inidome teso, vorr1ito, ccc.); un caRo venne ac- l)e11 t.e l 'orn1 one n1elanoforo con1e il siero dei compagnato alla clinica con 80 cm. di inte- car cinon1nto i . L'azione inibente si m .a nifestestino pendente dai genitali esterni , eppure la re.bbe dunque al n1omento dello scoppio del l1azi ente era ancora c.apace di camn1inare spefollicol o ni.aturo. Ricerche su ratti bianchi h.andita111ente e g uarì . La morLalità globale è sta- no dimostrato che il sangue preso durante ta del 25 % e quella dei casi con l esioni intel 'estro inattiva l 'ormone n1elanoforo: l 'azion e stinali ·d el 28 °;~: Particolare curio~o che in due inibente conti11ua durante il metestro e spariC3Si, in cui l 'agent:e JJerforatore era stata una . ~ce alla fine di e~so . Durante il di.estro e il candeletta, qt1csta era mjgrata totalmente nel proestro il sangue del ratto bianco non ha ·cavo peritoneaJe. ~ lcuna azione st1ll'or1none mclanoforo. La sintomatol ogia, nei casi non co1nplicati La so tr nza inattivante si p11ò isolare. dal ·aa allre lesioni è scarsa. La prognosi, geneTal- s::ingue n1ediante la estrazione con acetonè al n·1ente, è buona se l'incidente è ca11itato al me5<1 %: si tratta quindi probabiln1ente d ella stesdico e se questi l1a fatto ricove rare la paziente sa sostanza isolata in modo· analogo dal ~iiero di chiarando l'incidente· stesso; è ·discreta se dodei carcinon1.a tosi e dal sangue di animali stivuto ad altri e l a paziente viene operata ·e ntro 11 io lati artificialmente a pr.odurre l 'antio·r mone lf' 10 ore; gra,1issin1.a se vi sono l esioni inte11 telano.foro. Nel rorso ·d.el ciclo sessua le non fltina li e l 'inter,•ento non -è precocissirno. La si possono din1ostrare nella ipofisi d,e·l ratto Ctlnd·otta terapeutica Yaria secondo il tipo e l'ealterazioni sensibili del contenuto in ormone stensione d ella l e~ione. Dal pt1nto di , ,ista me- melanoforo: una diminuzione lie,re di orn1one dico-~egale il grado di respo11sabilità varia seat 1ivo si o~S·erva durante ] ' estro e il metestro, t"o11do le cause cl1e hanno prodotto J.a lesione i11 quest'ultimo periodo si constata anche un -ccl è naturaln1ente din1in11itu se \ e ne so·n o di leg·ge-ro ~'l umento dell'ormone in3ttivo esistenqnèll e predis1)onenti. fil.. te nella ipofisi. La coincid·e'Tlza tra ]a comnarsa di sostanze RADIOLOGIA jr!ibenti n.e] sangt1e e il mom ento della matuL'esame radiologico nelle colecistopatie non cal· razione e scopr>io del folli colo nel ratto fa 11rnsarc che l e alterazioni ~iero]ogiche eh.e comcolo se. paiono durRnte l'estro siano in rapporto con M. Lapenna (Ass. med. triestina., 29 maTzo ln forte prodt1zione di ormon·e follicola r e. Se 1940) itl sist.ei . stilla nece.ssità ,d i non limitar.e le si inietta 1'01:mon e follicolare ai ratti , sia di irldagi11i alla ~ol a colecisti; ma di este'n derle ·sesso femn1i.nile ch e m.aschil e. il loro p]::isn1a 3gli organi vici11i e lontani del tubo dige rente: ~angu i ~no .acquista l a r,apa{;ità di. inatti~1 a1:e che con l a cistifellea hanno· sempre ra.p port1 1'ormonfl m el anoforo ..t\.llo stesso tempo dim1n11aton1ici e funziona·}; strettissimi. Richiama r1uisce l 'ormone attivo nella inofisi. rima11e i1.1oltre1 l'attenzione su]J 'im1)ortanza clinica che i.n,Tece in;ilter~t.o l 'ormone ina tti, 0. ~ probat1anno, nella pa togenesi dei disturhi biliari, l e bile che 1'orm o·n e folli.colare non provochi didistonie duo,d enali (stati sp.a·stici alternantisi :nettamente, m .1 solo indirettamente l'azione con atonici , e con stasi duodenale), cll!e costi- an tiorn1onira. P. 1

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SP.lIONE PRATICA

NELLA V I'T.A PROFESSIONALE. Cronaca del movimento corporativo. Provvidenze a favore dei professionisti richiamati alle ar.mi. L 'lJ11ione provinciale Professionisti e Artisti ha a l tuato un complesso di provvedimenti a favore dei rappresentati che hanno il privileg io di serYire i11 armi la Patria e d elle loro famig lie. Il primo di ques li provvedimenti considera la massima assis tenza per agevolare l 'esecuzione delle prov,-idenze deliberate dal Consiglio dei Mi11islri d el1 '11 giugno a favore d ei professionis ti richiamati, ineren li la sospensione della riscossio11e dell 'in1post:i di R . M. C. 1 e dell 'imposta generale sul].'entrata. Uguale a islenza verrà data n ei rigu arcli d ell 'applicaziorlc dcl di egno cli legge del 6 luglio scor so, ch e mira ad assicurare ai profes~ i oni ti richiama ti, ai quali siano stati conferiti i11carichi dalle pubbliche autorità, il diritlo di essere riammessi , al loro ritorno, agli in carichi s tessi. Ogni indaca lo competen Le, a richiest a, eser citerà la 11ecessaria vigilanza sul buon a11damento degli studi professionali, i cui titolari siano in servizio militare . A tale scopo, presso ogni Sindacato sarà tenuto un elenco di professionisti eso11erati dal richiamo alle armi, ai quali possono essere affidati il di~bri go delle pratich e e la prosecuzione d el lavoro, che il collega richi am a to' ba dovuto interromper e. Da parle d ell'Unione e dei .Sindacati di categoria viene offerta l 'assist enza in genere ai richia111ati e alle loro famiglie. L'Unione ha g ià ottenuto, d alla Società Telefonica Tirrena, la sospensione dell'ablJon amento singolo telefonico per i professionisti richiamati alle armi, con decorrenza dal trimestre successivo a quello in cui verrà J)resentala la do1nanda da parte d ell 'interessalo. A congedo ottenuto si potrà ott enere il ripri stino d el telefono, previo versamento· di L. 50. . Le fami glie dei richiamati, per ogni eventuale J)ratica , potranno rivolgersi al Sindacato di categoria o alla Presiden za dell 'Unione, i11 pia.zza San Bernarclo 101, Roma.

Commissione collegiale medica istituita presso gli uffici delle mutue. Allo scopo di esaminare i ricorsi presentati d ai 1nutuali in rapporto a questioni di ordine sanitario, presso ogni ufficio provinciale d elle Mutue · Yiene istituita un commissione collegiale m edica composta di tre sanitari designati rispettivament e dalla ~~ed erazion e delle casse mutue malattie p er i lavoratori d ell 'indus lria, dalla Confederazione fascista degli in{lus Lriali e dalla Confederazione fasci sta lavoratori· <lell 'industria. Tale commissione ha il compilo di esaminare ogni singolo caso e di presentare le proprie conclusioni agli organi ai quali è demandata ogni decisione in merito.

Per il contributo turistico obbligatorio -~

seguito degli accordi i11 lervenuti con la ·Confederazione Professio11isti e Arlisti, è stato djsposto che i veterinari non soin o assoggettabili al contributo obbligatorio a favore degli E . P. T. , m en.tre per i medici l 'assoggettabilità al contrib11to dovrà essere circoscri lta alle località climatich e e balneari ed a quei professionisti che ricavino un effettivo vantaggio dal movimento turistico. .

MEDICINA SOCIALE L'esecuzione della legge sulla tessera sanitaria dci domestici. Co11 apposito regio d ecre to è s tato ·approvato il regolamento, composto di sei articoli, per l 'esecuzione della legge 22 giugno 1939-XVII sulla istituzione di una tessera sanitaria per le per son e addette ai serYizi domestici. Il regolamento specifica tra l 'altro ch e s'intendono comprese nelle disposizioni tutte le p ersone d'ambo, i sessi ch e a qualsiasi titolo prestano attività in.e r enti al funzionam ento della vita fami· glia re; qt1indi i1on soltanto i veri e propri domestici ma anche i cuochi, le bambi11aie, gli autisti, i can1erieri, ecc. Vien e anche stabilito che i documenti ed i certificati n ecessari per ottenere il rilascio delle tessere, che aYviene presso gli Uffici comunali, sono esen li d a qualsiasi diritto, tassa o spesa. Il r egolamen lo d et ermin a l)Ure ch e n el caso in cui dalla prima visita inedica o da quelle periodich e di con.trollo risultassero casi di per sone affe lte da mal attia Luber colarc, gli ufficiali sanitari dovranno darne immediata co1nunicazion e ai Con~or-zi pr101Vinciali a.n titt1ber colari ed ,a11 'Istt:,uto· della previdenza sociale per i provvedimenti d 'assist enza n ella rispettiva compe tenza.

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iNSEGNAMENTO -SUPE~IORE Agevolazioni per gli studenti di medicina. Il ~Iinistero dell'Educazione Nazio;nale ha disposto ch e gli stude11ti iscritti al II o IV corso per la laur,e a in 1nedicina e chirurgia, i quali, perch è trattenuti o richiamati alle armi, non abbian o potuto sostenere nelle due sessioni ordinarie del decorso anno accaden1ico (XVII), e n el successivo appello straordinario di febbraio, tutti gli esami obblio-atori per l 'am1nissione al piennio o triennio su.c~essivo siano sen z'altro considerati iscritti per il cor;ente anno accad emico. a .tale biennio o triennio successivo, nonostante il difetto dei s.uddetti esami obbligatori. . Per ottenere quanto sopra gli i11ter essati d evono presentare domanda d 'iscrizione i;n carta da bollo da L. 4 corredata da un documento militare il quale comprovi che fra il giugno 1939-XVII e il febbraio 1940-XVIII son o stati tratt enuti 0 richiamati alle armi, con la• precisazione d el periodo di servizio prestato. La domanda deve essere acco1npagnata dal versamento delle prescritte tasse scolastich e. Le firme di frequen za per l'anno :x.,-II saranno segn ate d 'ufficio. 1

Targhe l11minose per le abitazioni mediche. Il Ministro 1Jella Guerra, aocerlata la clifficoltà di riconoscere, in' periodo di oscuramento, l 'ubicazione d elle case dei medici, con siglia l 'adozione di una targa luminosa con l 'indicazio11e della dicitura « Medico >J,

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IL POLICLINICO

NOMINE PROMOZIONI ED ONORIFICENZE II J)rof. Mariano B. Caslcx, clinico, m edico di Buenos Aires, è i10111ina lo presidente di quell 'Accademia 11azionale di n1edicina; su ccede al prof. Alberto Peralta Ramos.

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Nu~r.

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magg ior ]Jar lc J)rOYcniYa110 dagli S.U.A. (44); le altr.e ~azio11 i era110 .l e eguenti: Romania (22), Poloni~ (15), U11?her1a (14), Grecia (10), Bulgaria e ,S~izzera (9 c1ascu11a), Lettonia (7), Albania (6), Peru (5), Venezuela (3), Egilto , Armenia Turchia (2 Ciascu11a), geguono con 1 s tudente ciascuna: Cile.' R~ ssia , G?r.ma11ia, Irak, Francia (Corsica), India Liban o, Siria, Malla , Provveditorato Britan nico, Svezia, Apolidi. L 'Università con maggior numero di studenti s tranieri (spccialmc11te d égli S.U.A. e della Ro1nenia) è s Lata Bologna (5G~, seguono Roma (39), l)adova (14), Gen-0va (13) , Milano (9), Napoli e Parma (6 ciascuna), Mocle11a (4), Siena e Torino (3 ~iasc~na), ·Cata11ia, Pavia e Pisa (2 ciascuna), Bar1 e Firen ze (1 ciascuna). 1

lll COMPENSE AL VALOR 1\l!LITARE.

Calin1eri Ge1nis di Giacomo, nato a Torlori ci (Messina) il 6 lug1io 1908, sot lotenente m edico compleme11to d ella R. Residenza di Burié. Medaglia d 'arge11to (alla m e1noria), con la seguente molivazione: cc Addct lo all 'ambula lo rio civile di u11a residenza, pren.d eva volontariamc11te p·a rte ad una operazion e di polizia compiu la da lln re1)arlo d el pr,esidio. Inco11tra·te forze ribelli m olto superiori , che rap.jdame11le accer chiavano il reparto st esso, sprezzan le cii ogr•i pericolo, no11 solo atte11cleva alla stia opera di anitario, ma coadiuvava 1 'unico ufficiaJe comanda11 te nell'opera cli di s1)erata difesa . Fi11ite le munizioni ed occorrendo ap·r irsi il varco con le baionette, si sJanciava alla tes la degli ascari, facendo olocaus to della sua giovane esistenza i11 questo su premo sforzo n. Guscia})bai, 29 agos to 1937-XV . Tibalcli Ma tti a di Luig i e fu Fa nlauzzi .l\lf aria , d a SS. Cosm a e Damiano (Litloria), soltotenenle medico raggrt1p1)am e11to carris ti. Medaglia cl 'argcnlo, con la segu e11 le motivazione: cc Ufficiale m edico òi provato valore, dirigen le il servizio sa11itario cli un r eggime11 to carri d 'assalto, durante una furiosa lotta n ella quale erano impegnati i carri, incurante di qualsiasi rischio o fatica ma sospin Lo solo da ge11ero i simo spirito cli ab11 egazione, si portava spon tan eamenle ed in sla11cabilmente là cfove maggioro era il p ericolo e, perciò, pil.1 n ecessaria l 'opera ~ua. Soltanto cosl riusciva a dare ai feriti del suo r eparto il conforto immediato della sua parola e d ella sua perizia e ad acloperarsi anche efficaceine11 le in favor.e di altri reparti impegnati, su citando ge11erale ammirazione. Fulgido esempio d ella più assoluta cl edizione al proprio dcv.ere ». Alfes, 25-26 dicembre 1938-XVII.

NOTIZIE

DIVERSE

Congressi e convegni. La 52a. riunione dell 'Associazio11e delle biblioteche medich e si è svolta clal 25 al 27 g iugno n ell a Scuola m edica d ell ~Università di Oregon , a Portland. Sono stati trattati argomenti di bibliografia, tcrmi11 ologia, storia della medicina,- epidemiologia. La Società ortopedica t edesca ha t enuto• la st1a 34a. adunanza a Berlino dal 16 al 18 settembre, sotto la presid en za di Eckhardt; t emi cli discu sione: p seudoartrosi (esclusa l 'articolazione del1'an.ca), dis trofie epifisarie, orlo1)eclia di guerra.

Notizie sanitarie di guerra. A Berlino l 'Osp edale della diacon essa « Bethasda )) è sta lo incendiato da aviatori inglesi ; nessuna vitti1na si è aYuta tra i malati.

Gli studenti stranieri nelle Università italiane. Nel! 'anno· accade1nico 1939-40, 164 tude nti slranieri risultaYano i11scritti al 5o e 6° corso d ella J?acoltà di n1 edici11a e chirurgia in Italia. Per la

I medici in Argentina.

In Arge11 tin a sono r eg·islra ti 11 .244 medici, cioè 1 ogni 1485 ahi la11 li, ma con di8tribuzione i11olto ineguale. Nelle provincie setlentrionali di Santiago del Es tero e di San Luis v'è un medico ogni 5569 e 5645 abit an ti ri sp e ttivamente; nella proYincia di Tuct11nàn il rapporto è di 1 :3048; m a d ei 164 m ccli.ci, 120 sono co·n centrati n ella città capoJ)rovin cia, ch e ha 125.000 ap itan li, e solo 44 sono distribuiti 11 el territorio, ch 0 ha 375.000 abitan Li, il che corri pende al r apporto cli 1 :8522; a Bt1e11os Aiers si contano 5077 medic i, con un rapporto (li 1 o.g 11i 625 a])itanti.

Un nuovo ospedale antiaereo a Basilea. È stata decisa la fo.n dazione, a Basilea, di un

11uoi\·o Ospedale an1iaereo. Sono s tate progettnte quattro entrate, che potranno p ermettere l 'ingresso e l 'l1scita anche in caso di parziale ostruzione di qt1alct1na di esse a causa di un rovinio da bombe. È s lalo preveduto il degassame11lo dei gassati, i11 ragio11e di 8 minuti ciascuno, preYentivando il lavoro per 3000 al giorno. Nelle 24 ore possono e servi medicati 500 feriti leggeri e com})iersi 100 operazioni imporlan ti , anche con trasfusione ùi sangue. Il cos to d ella costruzione è calcolato in 800.000 franchi svizzeri. r

Azioni gi11diziarie. Dalla copiosa casistica i11 edico-legale degli Stati Unj Li spigoliamo qualcl1e caso. Una signora si fa estrarre il terzo molare irifer. in., n el gabinel lo di due d e11 I is ti, Blumentl1al e Bennecke, il 24 marzo 1934. Dileguata 1 'azion e òell 'anest etico, ella accusa fof'tissime sofferenze nel t entare di aprire la bocca . Si fa esaminare ripetutan1en le; ma viene rassicurata e le si prescrivono solo degli sciacqui. Infine, insorge una paralisi facciale, co11 scolo, di saliYa ecc. Il 4 aprile i due dentis ti i decidono a far praticare nelle radiografie; trovano che i1ella 1na11dibola esistono delle i11cro Lazioni e un sequestro. La paziente inostra loro un frammento d'osso, che si era stac cato dalla 1nandibola; ma essi · affermano che il fatto è « perfettamente . . nalurale ». Il 19 aprile la paziente con sulta un vecchio dentista di famiglia , rlolt. Na11nestad, il quale fa eseguire una radiografia, da c ui rileva una frattura completa d.e lla mandibola. Egli invia la paziente da un chirurgo della bocca, dolt. Schaeffer, che pratica un intervento complesso, tra cui l 'estrazione di un sequestro, l 'estrazione di alcuni d e11ti, un raschiamen-

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SELIONE PRATICA

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lo ecc. , dopo di che le c-0°n dizioni della p azie11te migliora110 molto" ,Si è svolla una lunga e complessa vicenda giudiziaria; lra l 'altro, è accaduto che un incendio ha distrullo le })rime radiografie, di modo che è ve11ulo a n1a11care un documento a giustificazione dell 'operalo negativo dei• primi clue dentisti . Sono , late effe ttuate numerose perizie.. Dopo sei anni, l 'azionf> giudiziaria è giu11ta alla Corte Suprema d ell 'llli11ois, che, capovolge11do un giudizio della Corte d 'Appello, ha affer1nat-0. la responsabilità dei due sanitari per imperizia ed ha rimandato Ja causa alla Gorle d 'A}Jpello per t111 nuovo esame. L 'olologo dolt. Fraser, assis tito da un collega, aYeva praticalo una n1astoidectomia totale in una d onna ; seguì paralisi facciale, m entre l 'orecchio continuava a secer11ere pus. Dopo otto m esi la lJazienle si rivolse ad un altro otologo e al dott. Semmes , neurochirurgo; il primo eseguì un 'operazione esplorativa e trovò il nervo facci ale sezionato; dopo 3 se ltimane, la secr ezione di pus cessò e i due sanita·r i praticaro110 un innesto 11ervoso (le due estremità distavano cm. 1,25); l'esito fu n egativo . La paziente intentò causa contro il dottor Fraser, per imperizia; ma il Tribunale prima e la Corl e. d 'A1)p eJlo del Tennessee poii hanno assolto l 'otologo , in esito a })erizie concordi, dalle qua li risulta che la sezione del facciale non è sempre evitabile 11ell 'interven lo da lui eseguito e ch e , n1cntre la su tura i1ervosa va praticata subilo, in' ece })er l 'innes to era indicato cii attendere , finchè fosse g uari lo il processo settico.

Un po' dovunque. La Socie là Medico Chirurgica Trevigiana si è adunata il 28 maggio, sotto la presidenza del prof. J\. Bozzoli , a sis lilo dal segrelario dott . F. Borlolin, sono s tate falle con1unicazioni dai soci G. Lennrduzzi, ~Iaschio, D. Calzavara, ~1. Bortoil ozzi, A. Slracliolto, L. Zava. Un corso di p erfeziona1nenlo in igien e pratica per laureali in medicina , in ve terinaria ed in chi1nioa-farmacia 1si s~olgerà nell'Istituto d 'igiene della R. Università di Milano (via Francesco Sforza 35), a partire dal 5 novembre per la durata di un bimestre. Rivolgersi alla segreteria d ella Facol là di medicina (corso Roma 10) . J_,a Principessa di Piemon Le ha visitato jl nuovo Ospedale di Biella, ch e venne inaugura·t o lo scorso anno dal Duce; ha pure Yi itato il Consultorio pediatrico e l'Ospedale pe r la maternità di TriYero, fatti e riger e dal conte Ermenegildo Zegna di Monte Rubello. Il nuovo Presidenle del Consiglio d'Amminis trazione dell 'Islilu lo dcl Cancro di Milano , sen. Be· niamino Donzelli , in occasione della riconferma in carica del Consiglio stesso e per onorare il guarantesimo anno di reg no <lel Re Imperatore, ha offerlo all 'l s I itu to la son1ma d_i lire centomila. La « Commissione di chimica delle proteine », che è una sotto-direzione d el « Consiglio Nazionale di · Ri cer ca » degli Stati Ur1iti, aveva riceYuto, dal i1olo industriale farmacologo Eli I . illy, la somma di 3600 dollari (pari a 70.000 lire it .) p er una borsa di s tudio sulla chimica d elle proteine. La Commissione ha assegnato la borsa 111 dollore ii1 scien ze I. Fankuch en , affir1chè egli

continui l 'investigazione radiologica d elle l)roteine n ell 'Istituto di tec11ologia di 'Massachussett s, a Bos ton. Acl Utrecht sorgerà u11 l s litulo p er lo s luclio d egli alimen li; sarà collegato con l 'Istituto d 'igien e del! 'Univer sità. Si è Lenuta a Celle (Gern1ania) una riunion e per di ·eutere il trattam ento delle ferile d egli sportiYi ; vi h anno partecipato 60 m edici. La diff11sio ne del tracoma nel territorio dell 'a11tica Polonia ha i11dotto l e autorità sanilarie ger1naniche ad organizzare la lotta contro questa malatlia. Si è fondata una Stazione sanitaria centrale a Liet zmanns ladt (Spa11nlinie 75), dire tta dal dott. Ernst Johonson, oftalmologo di Riga, sp ecializzlaiosi nel trattamento del tracoma; inoltre si sono costituite stazio11i principali a Pabia11ica, Zdu11oska Wola e Sieradz, il cui p er sonale verrà e<lu cato d al dott. Johann sson, nonch è vari ambulatori. 0

La Società meclica di Aten e ha fes teggiato il 24000 anniversario d ella nascila di Ippocra le. I11 t ale occasione è stato proposto di erigere un g·ra11de cenotafio sul posto ove, n el 1926, una inondazio11e· fece sco•prir.è il sarcofago di Ippocrate (ad esl della s trada fra Larissa e 'fyrnaws, in una 1ocalilà cl1e in turco è detta Arnaul) . Si spera che, per l 'inaug urazione del monùmen!o, si potranno richia1nar e m c-dici da tutte le parti del mondo. L 'Ufficio sanitario d cl Reich ammonisce cl1e, m entre le costole delle foglie di rabarbaro sono innocue, la parte Yerde delle foglie è dannosa e può dare avvelenamenti mortali. Si ha notizia del nuoYo farmaco « 1P ervetin » , J)reparato dal dott. Hauschild; esso previene i diturbi del mal di mare e d el « male d'aria »; è l ar gamen le usato dagli aviatori tedeschi. Al! 'Ospedale militare del Celio in Roma l 'UNP A ha organizzato un complesso e divertente spettacolo, che venne preceduto dalla distripuzio11e di pacchi-dono. Uni fuln1ine è caduto su una ·es tremità d el! 'Ospedale Militare di Yadova, ip via San Giovanni di Versara , smuovendo alcune t egole, passando· attraver so i reparti di 1nedici11a e di radiologia, l 'u fficio del diretlore e proseguendo verso una cam erata. Sono stati g uast ati i telefoni, i campa .. 11elli e tratti di linea elettrica. Nesst1n danno alle ]Jersone ad accezione di qualc he soldato gettato a terra. È morto a Dresda, in età di 81 anni, il dolt . H uoo BAcR, che perfezionò la lagipada di ~u.a~~~_;

il suo nome è legato al cosiddetto sol e art1f1c1ale a 'alla montagna. È inorto in Svizzera , a 86 anni, il prof. dott.

R unoLF PRossT, che si er a acquistato larga ri110manza fuori del campo m edico, come geologo e })o tanico ; il suo nome è legato alla flora d el Giura. ConRIGENDA. - Nel fase. scor so, pag. 1566, 2.:t col ., ultimo capov., linea 2"\ leggere: aggregata.

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IL

POLICLINICO »

RASSEGNA DELLA STAMPA MEDICA Min. Nled., 2 g iu . - A. BASERGA. Morbo di Raynad e stati glicemici. Ch~nese Me·d . Jow., apr. H. C. PIAN e L. N. FRAZIER. Sifilide da trasfu s . lvt ii nch. Med.' Woch., 28 giu. - K. KIOSKALT. L'acqu a potab. in guerra . - D. KocH. Reticoloenclotelioma tosi Folia AtJed., 15 mag. E. C . VIGLIANI e ~1. SANÒ. Porfirine nel sangue. A r ch. Se. M ed ., giu. C. FRAiNZOLIN. Piramidone .e diuresi. - G. VILLAREI:LI. Az. ipotensiva delle solu z. ipertoniche d i clort1ro di sodio. Riv. Ospedal., apr. - A. MAGRINI. Nefropatie ed auto-uro-vaccino-terapia. Forze San., 15 giu. U. CERLETTI . E lettros hock. P athologica, giu. - A. GrAl\IPALl\IO. Malattia cli Turge e Weber. S. CALABRESE. Tumori deJ1'endocardio. Are/i. I t . di Chir. , feb. - G. PLACOTELLI. Ulcera peptica post-operat. N. ~10LFETTA. Ernia crurale vascolare. - C . CAR'LI. Tumori primitivi del fegato. Arch. dello I st. Bioch. It., mar.-giu; . N. QuArrRru. Mielosi eritremica acuta - (malattia DiGu glielmo). G. MuLAzzr. Basi anatomiche della disfunzione preip-0fisaria da iperormonizzazione (b locco ipofisario) . Pediatria, g iu. - M. l\t11nAG'LIA DEL GIUDICE, B. ' ' ASILE. Vitamine. Med. Weilt 29 giu. F. JAEGER, O. ZELLER. Tetano. - F~ LOMMEL. rf r attam. dei dolori colici. Rinaisc. 1VI ed. , 15 giu. - A. lVIARTINI. Lupa nina 11ella t erapia del diabete e d ella g licosuria. Deut. Med. woch., 5 lug. WERNER. Difesa .sanit.a ria ai tropici. - HERMING. Iniezioni e trasfusioni intrasternali. Speriment., apr. - D. GIGANTE e F. PERAZlI. :Secrez. gastr. _e carico idrico. Settini. Med., 25 mag. - G. SoRGE. Ritenz. di •Urina post-operatoria . tVIiinch. Med. Waoh., 5 lug. - F. MAGG. Trat1am. d el malato inguaribile cla parte del medico pratico. - Z. HonN . Preparati insulinici· ad azione protratta . Quaderni d ell''Allergia, apr . . - L. ScH\VARl. Le malattie professionali aller g iche. - Id., giu.

[ANNO XL"\"II' NUl\I. 38)

A. DEGIAJ.\IIBATTISTA. Me lodi di accerlam. delle· malal tie alle rgiche. Rif. Med., 25 mag. - G. CALABRESE. E11clocraniosi iperostosica tipo Pende. Min. M ed., 7 lug. - Terapia. Wien. Klin. Wach., 5 lug. - R. RAl\Il\r . Scienze e perfezio11am. medico. - J. S..\s. Cb.emoterapia cle11 'encefalite. Med . Welt, 6 lug. F. FnIMBERGER. Malattie epatiche allergiche. - H. J AEGER. Trasfusioni. Wie11. Arch. inn. Mecl., 1 lug. - E. ALBRICH e V. LACBNIT. Il W . BEIGLBOCK. J.. attoflavina . problema d ei monociti. Arch. Balkan. de Méd . et Chir., apr.-giu. - R. GREGOIRE. Choc anafil attico d 'orig. alimen l . - A. ArivrEs e J. CAYLE. Elioterapia . E. CRocEIUN. Lipogran ulomalosi e lipogranuloma. .Nlin. M ed ., 4 Jug . G . Mu nANO. Estratti epatic i nelle anemie post-infettive dell 'infanzia. A. 'PELLEGRINI. Addome acuto nel tifo.

ANNALI D'IGIENE. PERIODICO MENSII,E Sommario del N. 9 (1940) Memorie originali : E. CASERIO: Osservazioni e ri·c erche intorno alle varie qualità di buxro. - U. ·BAGNOLESI: Determinazioni ohimi che quantitative su carni ittiche congelate per stabilire quale sia il più razionale tra i vari metodi di aoongelamento consigliati. - A. O!Mrv11No : La vita1nina C nel latte degli equini. G. ScorTr : Ingestione di « Eberthella typlhi 11 e << Brucella melitensis » con gli alimenti ed agglutinine specifiche. Studi rias suntivi : G. BUONOMINI: Il problema dell'industria e del commercio dei molluschi eduli. Sistemi di purificazione. .Recensioni : Alimentazione. Vitamine. Acqua potabile. -· Lavoro. - Miscellanea. Rivis t a i:ibliografica• Atti ufficiali. Notizie.

Abbonamento per il 1939 : Italia L. 7 O ; Estero L . . 1 2 O ; Per gli abbonati al « Policlinico 1> J 6 4 e L. 11 O. Un num~ro separato: Italia L. 8 ; Estero L. 1 2. Inviare l'importo mediante Vaglia Postale o Chèque Bancario alla. nostra Amministrazione, ditta LUIGl POZZI, editore, Via Sistina 14, ROMA: Numeri di saggio gratis. Farne richiesta alla Direzione · del Periodico. Via Antonio Salandra 14 - Roma.

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Indice alfabetico per materie.

An es lesi a cura li va . . . .. . . . · · · Agranulocilosi: clin ica . . . . . · · Bibliografia . . . · · · · · · · · · · · Col ecistopatie non calcolose: radiologia Cronaca del movim. corporat. . . . Diabete : cura moderna . . · · · · · Endometriosi della parte interstiz. del-

ia tuba

. . . · . · · · · · · · · · ·

Insegnament.o super. . . · . · . · · · Ipertrofia prostatica : . possibile ness~ eziologico con la 11nfogranulomatos1

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inguinale subacuta . . . · · · · .· cc Male da raggi » : terapia e p r ofilassi M edicinaJ sociale . • • . • . . · · · · Menopausa : afonia transi toria in rapporto col ciclo1 sessu ale . . . . · · Mielosi eritremica acuta dell 'infanzia Mielosi eritremica acuta (malattia di Di Guglielmo) . . . . . . . . · · · · Ormone mel anoforo : ricerche . . · • Sindrome di Loffler : · cosiddetta - . · Utero: rotture traumatiche . · · · ·

Pag. 1581

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· - Non è con.s«:titìf:O · · ~: '-· ta..;_ l • Poliolinioo se non in seguito 04i Diritti di proprietà riservata. ta n.stamf>~ ~ ~~· "-ubblicati Y • u L' Borrou n<h ~-'I'" ,...-.;e,..,,,• • ..J-~-e . ! wetata la j>ubblteav<me "' sunti di e.sst senza ntame NI / on . . auienu.....,.one se_.._._ •....

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KO!

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A. Poiz1, resp.

G. FRUG0N1, Red. capo

Roma, Stab. Tip. Armani di M. Courrier '


VOLUME XLVII

Num. 39

Roma, 30 Settembre 194:0-XVIII

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PERIODICO DI MEDICINA CHIRURGIA E IGIENE .

fondato nel 1893 da .GUIDO BACCELLI · e FRANCESCO DURANTE

SEZIONE P.RATICA REDATTORE CAPO: PROF. CESARE FRUGONI Clinico Medieo i> REZZO

D'ABBONAMENTO

Singoli :

ANNUO

Italia (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settimanale) L. 80 (l·a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . L. 60 (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (mensile) L. 60 -

AL

« POLICLINICO »

di Roma

PER

IL

Estero Cumulativi: Italia L. 125 (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e medica) . L. 125 L. 70 (3) ALLE DUB SEZIONI (pratica e chirurgi'Ca) L. 125 L. 70 (4) ALLE TRE SEZIONI (prat., med. e chir.) L. 165

1940 Estero L. 180 L. 180 L. 220

Un numero separato dellu, SEZIONE MEDICA o della CHIRURGICA . L. 6; della PRATICA L. 4,00

..- L'importo dell'abbonamento, che può essere inviato con Vaglia Postale o Chèque Bancario, può anche essere versato, senza tassa nel Cento, Corrente Postale N. 1/6945 dell'editore . L. Pozzi, Roma. se dovuto riscuotere contro Tratta Postale dell'Amministrazione, questa comporta l'aumento di L. 5 .

SOMMARIO. Note e contributi : B. Ballabio: Contributo al proble-

ma terapeutico delle menin·g iti pn,e umococci'Che Prospettive: H. Schnetz: Quadro clinico della duodenite. -Osservazioni cliniche : L. Gaibbianelli: Su di un caso di· mixo-condroma della fibula concomitante con un gozzo colloideo. Attualità : T·o rraca: Il trat tamento d elle fratture degli arti in chirurigia di g uerra. Divagazioni : F. Giu·g ni: u Poscia più ch e i'l dolor pot~ il digiuno». Il conte U.g olino violò coi denti le carni de' suoi figlioli! sunti e rassegne : SISTEMA NERVOSO: H. Wocke: Ohorea minor n ella infanzia e sua cura. - A. Giapalmo : Sulla m a lattia di Sturge e W eber. - T. And·erson : La frequenza del prolasso del disco intervertebrale

NOTÉ E CONTRIBUTI F.

ISTITUTO J)J PATOLOGIA SPECIALE J\ilEDICA ME"fODOLOGIA CLINICA DELLA R. l 1N1VERSITÀ n1 MILANO'. Dir·eltore: prof. LUIGI VILI.A.

Contributo al problema terapeutico delle meningiti pneumococciche. Dott. CAMILI.o BENSO BA.iLLAnro, assi·st. volont.. La scop·erta della sulfar1ilu111ide ha arriccl1ito ia medici11a ·di ut1 im porl a11te 1nezzo terapeut ico; sono· orm.ai noti, j)Cf una lung.a serie di l}ubb1licazioni, i s ucce~si otte11uii con quest•) composto chin1ico n ella terUJJia clelle infeziorti -strepto e stafilococcicl1e. t orn1ai r.aggiunto l ~accordo fra i diversi autori l)er quant o· riguarda il limite di intpiego e la l)Osologia di questo n1edica·n1ento. Accanto alla st1lfanil a n1icle, d.a poco più di llD anno all 'e~tero e da po( o tempo presiso di H•oi, si è a11dato affer11ta nd o un f.UO derivato :

.come causa di sciatica. - RENI E VIE URINARIE: F. Volhars : Problemi principali nella malattia di Bright. - H. F. TRAU'l': Profilassi d ella pielo-ureterite delle gra,vide. - F. Ma.rcolongo e N. Giannetto: Nuovi , orientamenti nella terapia dietetica d ella glomerulonefrite acuta diffusa. Cenni bibliografici. Appunti per il med•co pratico : OASISTICA: L ' ematoma sottodurale traumatico. - La sindrome cervi~o-bra­ chiale. - Etiologi·a della encefalite da sal'Varsan. TERAPIA : Il periossido di zinco nelle lesioni ulcerative mali·g ne. - L'applicazione locale della sulfanilamide nelle fratture composte. - POSTA DEGLI ABBONATI. Nella vita professi·onale : Concorsi. - Nomine. Notizie diverse. Indi.ce alfabetico per materie.

la sulfan1idopiridina. Ques to 1)rodotlo è conosciuto all'estero sotto diver si r1orr1i, due princip<-lmente: ~I. e IJ3 693, Pa2·é11<.tn; chimica111e11te c~so corrisponde alla 2 (p.a ran1inobenzensolfonamido) piridina; presso di n oi i prodol ti corrj s1)onde11ti del co1n1nercio sono: tio e·pt:;ll c, piridene, piridin derganil , s1I"eptosil pi1idina, lubrase ptil. L'i11troduzione del radira ie }-)iridi11ico J1a d a una IJiarte rafforzato l 'azio1i.e ch en1 ioter.a1)ica della . ulfa1nide, dall'altra le 11a con ferito un a SJJeciale eletLività verso alcu ni g·ermi: e cioè, se la su lfanila1nide esplica va già u11a i111 en sl' a ttività sul gonococco, sul mer1in-g ocorco e sui p11eu111ococco, il nuovo prodotto oltre ch,e1<limo- · stTarsi più attivo, h a assunto nei riguardi dì questi ger111i il caratt ere di t1n 1nedir.a111ent o qu.a$i specifico. L'eYolver :;;i degli -studi su que~ta branca dcll(1 cl1e111iotrra pia, 11n di' iso in tre g rupJ.1i i g·er1ni se n si bi li all 'azione dei pre1)arati s11lfa 111i dici ; u11 printo ~rt1ppo , se nsibile all '<lzione dell n se n1 f} li ce u1funi lan1idc.• (.. treplo e stafilococco): 1


1608

« Il. POLICLINICO »

u11 secondo gruJ:Jpo, contenente i diversi gru11pi del gonococco più sensibili ai. preparati del tipo u]iron ( .l: amidobenzensulfon-ammide-benzensolfondi.metilamide); un te['ZO gruppo che comprende il meningococco e sopra tutto il pneun1ococco, sul quale ha dimostrato una gran·dissima attività ]a sulfan1ido·- p,i ridina. Le pupblicazioni di questi ultimi tempi si sono dedicate· allo studio .della attività chemiot.erapica, clinica ·e sperimentale del M e B 693 IJella polmonite e ancor più r ecente1nente nelle meningi·t i. Non è nostro compito trattare d ci brillanti risultati ottenuti nella cura della polmonite e della broncopalmoniLe dopo l 'introduzio11e della piridinst1lfamide, risultati orn1ai con sacr ati da una larghissi1na s-erie di pubhl1cazioni. Intendiamo occuparci invece , r elativamente al nostro caso, ·dei rì:sultati ottenuti n elle me11ingiti, segnatan1ente nella meningite pneu1nococcica; una ricca casistica ha già perm€sso clelle de-d uzioni posi.tive· per quanto ri·gua1ida la m eni11gite ce.r ehrospinale e.viden1ica, essendosi il n1enir1goco·cco dimostrato sen sib·ilissimo al1'azione della piridinsulfamide. Venendo a pa1~1are della m enin git e pneumococcica cr ediamo utile prem·ettere a]cune notizie di ordine stati·s tico· e clinico. Secondaria a processi pneumonici, più spffiso co1nplicanza di otiti e1 mastoiditi pneu.m ococ cich e, più raramente ai endocarditi ed in casi sporadici primiti v.a, la m'eningite pneumococcica be11 poco si differertzia n ella su:a sintomatologia da1la n1e11ingite cereb-ro-spinale e.p1ide111ica con la quale va 8ipesso· con fusa. ~Ie·nin­ g ite a liquor più spesso torb·ido , talora francar11ente1 purulento, n1a talvolt.1 :lnch e appena CO·r puscolato, sub-limp·i do e f 1 e·r ~ino ]impido. Raramente il liquido è xantocromico, rariss,j111am0e nte franc.an1·ente ematico (Smith). Il germe può appartenere a tutti i tipi co·n una certa predilezione ai tipi III e XX. La sintomatologia comp rende tutti i segni delle m eningiti purulente in gen ere (J{ ernig, Brudzinsky, I e II, Binda , Sertorelli) ; tachicardia, 5tato generale grave e confusìonale, c.ontrattur.a, più violenta nella forma da meningococ.co. Con1e dato -ematico è caratteristico la forte leu cocitosi (da 10.000 .a 12.00 0 1globuli J:-1ianchi fino a 3o.o·oo, con prevalenza dei n eu tr ofìli). . Ad una insorgenza brusca segu e un decorso rapido e l'·eocituf1 è a b·r eve scadenza. Ci pare il caso di rico·r dare che la prognosi della meningite pneumococcica è assolutamente infausta; praticamente mortalità del J no °;{. d ei casi come si può dedurre dalle statistich e di nu1

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[ANNO

XLVIl, NuM. 39'1

111ero&i autori (Schottrr1uller, S1neal Kolmer ' N·e al, Lubarsch, fFraenkel, Verney, Applebaum ,' Miochel, Wart, Allan, Sidney, ecc.). Casi isolati di guarigione. vengono acc,ertati da alcuni autori; così il Viglietta da noi animette una 1r1ortalità del 98 <Jo ; Sc1h iap1)oli, lrattan·d o della sieroterapia specifica, accenna ai casi isolati di gua1igione ottenuli da Parki,n son, Culper, Cruveihlier, Campbell. Sin1.pron, Sala, Harkavy, l\1igrtot, Mino, Arione e ·d'i altri ancora, che ag.giu11ti a qu1a lche altro· arrivano ad una cinqua11tina. Al di fuori di questi casi sporadici possiamo ripetero su]Ja casistica di alcune migliaia di casi citati da vari autori che la prog·11osi della 111ening ite pneumococcica è rapidamente mortale. L'introduzione de1la terapia sulfamidica ha 1nodificato g·randemente la prognosi di questa n1alattia; pur restando notevolmente alta la percentuale di n1ortalità, i casi di guarigione vanI:i.o n1oltiplicandosi e le statiis tiche a rig11ardo cl.anno già delle percentuali e.b e si avvicinano al 50. % di successi. Dai prirr1i tentativi mediante la &emplice terapia sulfamidica tipo Prontosil si è pa~sati ai trattamenti con sulfamide privata del radicale crisoidinico• otte11endo, grazie all'impiego di quantità più elevate di medicamento, i primi • successi. · In seguito si uggiunse alla chemioterapia la sieroterapia ·ed infine la somministrazione per via endorachidea ed i suocessi si andarono vieppiù moltiplic.ando; 11.assumiamo i nomi degli studiosi sull'argort1ento essen·d o nostra intenzio11e soffermarci più a lungo sul capitolo della terapia coi d erivati piridinici. Gli autori ch·e si sono occupati ·d el trattan1ento me-d iante semplice 5,u lfamid·e non so·n o pochi: Latta, IAndor, GaldV\1-elì , Appielhaum ~ Perle) Allan , Mayer , 1.ITinland, .fonny. Gub·n er, Tixi'3r , Eck, Grossiard, Hubert, HeV\·e, Mitchel , BJ·o wn, Tellin g, 1-Iaxwell, M;orton, Ewing, Hewell, ~eal, an cora :E'inL.'\nd; e recentissin1aJnente .an cora NeaJ , Dér eux, Sappington , 1F avo1·ite. P uesso di noi Dcleonardi e Pellegrini (Prontosi.l: insuccesso). Abbiamo cre druto utile riassumere in una tabe]la i Cc<si fino ad o·ggi pub1h li1cati rig uardanti la terapia piridinsulfamidica. I casi che vi so110 ·esposti credia11Jo rappreisentino una ras~eg11a con1pleta o quasi completa delle pubblicazioni sull'argo1n1ento. Alla enumerazione dei casi sopra accennati ab,b ia1no da ~ggiun gere un recente caso di Forr1ara trattato con a]te ·dosi con insucoesso; questo cas.0 era però con1plicato a setticemia p•n eu• rr10.c·occ1ca. 1

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1609

SElIONE PRATICA

ETA'

AUTORE

• LIQUOR

DOSAGGIO

ES ITO

14 an11i

99 elementi pneumococ- Primo giorno 2 gr. ogni Guarigione co su striscio e in col4 ore; secondo giorno tura. gr. 1,5; il terzo gr. l; dal quinto in poi 0,5 .. g r. ogni 4 ore

7 anni

Liquor verdastro pneu- Prima dose 1 gr. poi 0,5 1 Guarigione mococco su striscio e ogni 4 ore per i primi in cultura giorni, poi ogni 6 ore; 29 gr. totali

Cunningham

47 anni

Liquor torbido, 1460 ele- Sulfamide 15 gr. in 30, Guarigione ore, sulfa.m idopiridimenti, pneumococoo tipo I in cultura na gr. 50 in 7 giorni e mezzo.

Douglas Mc Alpine e Crewdson T.

24 an11i

Liquor scarsamente tor- 25 gr. in totale in 7 Guarigione bido. 2800 elem. peugiorni, ·M . e B. 693. mococco su striscio e in cultura.

Robert son

Reid G. C. K. Dyik S. C .

I

Verney ,S. C.

7 anni

Aitchinson J. D.

20 m esi

Liquido torbido a pres- 1 cc. intramuscolo ogni Guarigione sione aumentata, pneu4 ore per . 7 giorni; poi gr. 6,25 per os., M. e mococoo tipo J.()o in B. 693 e suo sale soculltura dico • Liquor torbido pneumo- 0,25 gr. 4 volte al g1orno; ;·>;-..... 29 gr. totali cocco tipo 160 in cul. I , ., tura ---·-' ~ - .. Repert-01 di autopsia di 1 gr. 4 volte al dì m eningite pneumococ• c1ca ••

Dowds J. H.

Dunlop H. e Lat1rie J. Oppenheimer C. Caso I.

Adulto

9 anni 28 anni

-

Morte

-('°-

Liquor torbido; p11eumo- 24,5 gr. totali cocco su striscio

Morte

Guarigione

Liquor torbido ; pneumo- 1 gr. ogni 6 ore; 12 gr. Guarigione totali + 6 gr. di sulcocco su striscio ed in fanilamide cultura tipo 4°; 5000 elem. Liquor torbido p11eumo- 1 gr. ogni 4 or e coceo su striscio ed in cultura 5400 elem.

Morte

Id. : Caso II .

5 anni

Id. : Caso III

30 anni

Liquoir torbido pneumo- 40 gr. totali cocco su striscio ed in cultura 3° 14000 elem.

Id.: Caso IV .

53 anni

Liquor torbido pneumo- 11 g,r . in 42 ore cocco. in cultura

Morte

Liquor torbido pneumo- Unica dose di un gr. cocco su striscio

Morte

Id.: Gaso V.

Kenneth May

6 anni

2 a. e mezz Liquor torbido pneumo- 0,25 gr. ogni 4 ore

Guarigione

Morte

cocco in cultura tipo 10° Cable Verbey S.

7 anni

Liquor torbido pneumo- 1 cc. intramuscolo ogni Guarigione 4 ore per 7 giorni,. cocco -in cultura tipo ).QO quindi gr. 6,25 per os


« JL POLICLINICO »

1610

AUTORE

II

ETA'

LIQUOR

tANNO XLVIl. NU!\-l. 39]

DOSAGGIO

ESITO

Liquor limpido ; pneu- 1 gr. og11i 3 ore per otto Guarig·io11e giorni poi 3 gr. al di ; mococco in cultura. 61 80 g r. totali elementi

Ramon P. S.

34 anni

Cults l\tl. e Gregory K. K.

14 an11i

Célice J . E. Sealhat

63 an111

Liquor sublimpido pneu- 3 gr. di piridina sulfamide semplice i11 sol. 1nocooco su striscio al 6 %; lntran1 . al 275 elementi giorno

Morle

Bertrand Fontaine e Schneider M. J .

43 anni

Liquor torbido pneumo- 1 gr. endovena 2 gr . incocco su striscio ed in tram. 2 gr. p er os al . cultura 1162 elementi. g iorno

ì\ilor le

Canuy M.

Adulto

Liquor purulento pneu- 2 gr. al g iorno mococco su striscio

1 '

'

Liquor torbido pneu- Da 5 a 6 gr. al g iorno per 15 giorr1i. poi 3 mococco in coltura, tigrammi fino a guari}JO 20°, 4000 el em enti gione

Ur1 co1ttrib uto di altri i ·; casi è stato r ecente1nente pubblicato da Gimbelt e Burnelt; di questi carSi 7 sono stati coronati da successo e 10 seguiti da morte. Un altro caso con successo vie11e citato da Sapping lon. La raccolta ,d i quesLi nu111erosi casi ci per111ette di riassun1 ere una sLatÌ'$tica su un totale di ~)·~1 sog·gelt~ trattati con isulfamidopiridina, con 20 guarigioni, una statistica quindi superiore al 50 ~o di guari.g ioni. Questi risultati agg·iunti a quelli di poco inferiori ottenuti 111e dia nte la s01r1pl:Leie terapia sulfan1idica ci per1n ettono di concludere ch a l'introduzione dei rtuovi preparati chemioterapici ha a})bassato qu elle cifre ·di mortalità cui abbiarrto in precedenza accennato ·dal 99-10 0 °!~ dei casi intorno al 50 %. Della posolo gia e delle vie di son1111 i11istrazione del rrtedican1 e11to parleren10 trattnr1do d·el nostro caso. 1

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DESCRIZIONE DEL CASO. - Virginia c., atà anni 27, professione casalinga, coniugata , nata e domiciliata a Milano. - Anamnesi famigliare: Padre vivente, gode buon a salute. La madre pure vivente è sofferente di g rave iperten~ione tanto che ha dovuto ripetutamente ricorrere a sottrazioni sanguigne. Anamnesi personale remota : Nata a termine da parto eutocico, allattamento materno, primi a lti fisiologici normali; nella prima infanzia .ebbe a soffrire di una grave forma scarlattinosa da cui · r esiduò una endocardite mitralica: non pare ab1> ia avuto complicazioni renali. Nulla di rilevante n ella seconda infanzia . Mestruata a 10 anni, mestruazioni r egolari per l 'epoca, abbondanti per la

Gua rigione

Guarig·io11e

quai1lilà. Si sposò all 'età di 21 a11ni. Dopo due anni ·ebb e la prima gravidanza complicata ad una affezione r en ale che r ese necessario il ricovero in clinica, dove venne riscontrata ipertensione massima di 200 mm. Hg e grave albuminuria (11 per 1000). Questo stato di cose rese necessario il p arto s lru1nentale che venne espletato al con1piersi dell 'ottavo mese; puerperio normale, tanto ch e dopo 40 giorni l 'A. venr1e rilasciata completamente ristabilita. La madre riferisce che durante questo periodo la pressione arteriosa e ra notevolmente elevata si da r aggiungere i 300 mm. di m er curio. Il bimbo Yenne allattato dalla m adre, vive e gode buona salute. L 'a . ha goduto buona salute fino all'anno scor so quand,) in seguito ad un aborto settico dovetLe esser e nuovamente ricoverata in .clin jca ost etrica e sottoposta a raschiamento. Anche questa volta venne riscontrata alburninuria e ipertensione . Uscita d alla clinica l 'a. è rit ornata in buone condizioni di salute: ebbe a lam entare solo qualch e cefalea che cedeva però ali 'u so di comuni analgesici. Anamnesi personale prossima . Nella sera d el 14 settembre l 'a. è stata improvvisam ente colpita da una inten sa cefalea accompagnata da vomito : i fenomeni si sono presentati improvvisamente tanto ch e l 'a. che si trovava fuori casa, ha d ovuto essere riaccompagnata a don1icilio. Questo stato di cose dura da due giorni. Cefalea intensa , vomito e sensorio gravcme11te obnubilato per una profonda sormolenza. Il pcrdùrare di questo stato di cose, tendente ad aggravarsi, ha consigliato il ricovero d'urgenza. L 'a . entra in Istituto il 18 settembre 1939. Esam e obbiettivo generale: Al momento dell 'ingresso l ' a. è in uno s tato che fa temere pros. sin10 il coma ; la coscienza è fortemente obnubi1atal tanto che la parola viene emessa solo d0po insist ente interrogatorio e con frequenti contraddizioni.


[.\NNO XLVII,

N1JM.

39]

SEZIONE PRATICA

Il dùoubito è preferibilmer1te sul fianco con flessione delle ga111be sulle coscie e delle coscie sul bacino (atteggiamento « a cane di fucile ») . Cute 11ormale; adipe sottocutaneo ben conservato, muscola,tura trofica,. 0011 turbe del tono, esposte più oltre. Apparato scheletrico ed articoJare in condizioni normali. . Polso raro, piccolo, teso , ritmico. Temp'. 37°,~. R. 16, pressione arteriosa 230 N/155. Esame obbiettivo particolare: Capo. I movimenti di lateralità e di flessione sono· notevolmente rido1ti e contrast ati da viYo dolore e da rigidità rnu scolare alla nuca e dei trapezi. Alla pressione sui nervi cranici il V si dimostra iperalgesico; è risvegliabile una dolorabilità abbastanza viva alla pressi0n e sulla regione corrispondente al forarne stilo-mastoideo (segno del Sertorelli ). L ·esplorazione della dolorabilità alla pressione sui seni frontali e mascellare, sull 'apofisi mastoidea è i1egalivn. Occhio. Rime palpebrali normalmente e simme tricamente ampie: riflesso congiuntivale e corr1eale prese11te. · M11scolatura estrinseca del glopo oculare norn1al1ne11te efficiente; solo a tratti l'a. accenna ad u1 1a vision e diplopica nella visione forzata verso destra. I riflessi alla luce S0110 Ull poco torpidi, sono norn1ali i rifle~si dell 'accomodamento e della conver ge11za.

Presente pure il riflesso consensua.Je alla luce. A riposo le pupille sono isocoriche, lievemente miotich e. . L 'intensa illun'linazione provoca sofferenza; do]orosa è Ja pressione sui bulbi oculari. Visus conervat-0. Nulla a caric-0 dell 'orecchio esterno e medio; nulla a carico del naso. La lingua è mobile P bene espost a; lievemente patinosa, umioa; lieve arrossarn en1o dell 'oro-fari11ge. Collo. Cilindrico. Per la accennata rigidità la motilità vi è difficoltata e dolorosa; presente il segno di Binda. No11 Yi sono turgori venosi, la tiroide è normale. Torace. Di e-0nformazione normale, piuttosto an1pio. Alla ispezione vi è buona espansibilità e cosi pure alla palpazione che non risveglia punti particolarmente dolorosi. F. V. T. be11 trasmesso su tutto l'ambito. Alla percu sione suono chiaro polmonare su tutto ] 'ambito; basi mobili in n1odo simmetrico: apici normalmente e-0nformati secondo gli schemi di Kroriig e Goldscheider. Alla ascoltazione murmure vescicolare normale ll tt1tto l 'ambito. 'C uore. Itto non visibile. Lo si apprezza alla palspazio 1 cm. all'esterno della emipazione , in {'laveare. No11 si appre?zano fremiti alla palpazione. ~Ila pe1·cussione I 'aia di ottusità relativa aimostra un acce11no alla con~ormazio11e a scarpa per aumento di volume del Yentrico]o sinistro. I diametri principali sono i seg·u enti: , Fascio vascolare cm. 5. Diametro mucro-aortico cm. 16. Diame tro tra sver so massimo cm. 11,5. Marginale sinistra in lll spazi0 cm. 6 in IV spazio c1n. 8 dalla medio sternale. Marginale destra cm . H dalla medio stern·ale. · Angolo epat o-cardiaco retto in 4o spazio, 5a. cosi a. L'itto percussorio coincide coll 'itto palpatorio. ~~lJa ascoltazione soffio sistolico dolce alla

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1611

punta a scarsa diffusione; 2° tono vibrato sull'aorta con lieve impurità protodiastolica. Addome. Pianeggiante. Cicatrice ombellicale normalmente introflessa. Non reti venose. Dermografismo ros~o intenso e pertinace. Alla percussione lieve i11grandimento della milza e del ·fegato. Allo ston1aco nulla di particolare. La grande curvatura giunge 2 dita trasverse al diso·p ra della ombellicale trasversa . Alla palpazione il fegat.o si apprezza all 'acme della ]spirazione. · All 'acme dell'ispirazione è pure appena apprez· zabile il polo inferio-re della milza. Esame neurologico: Abbiamo accennato alla presen·~a dell-0 stato di rigidità nucale,. alla positività dei sintomi di Sertorelli e di Binda. Aggiungiamo che i sintomi <;li irritazione meningea si completano nella presenza dei due segni di Brudzinsky, del segno di Kernig, espressione di uno stato di rigidità esteso ai muscoli del tronco e degli arti inferiori. I riflessi superficiali sono presenti e non deviati dalla norma. Per i riflessi profondi, lieve torpidità dei rotulei. La sensibilità dolorosa è esaltata da uno stato di iperestesia cutanea. Normale la sensibilità tattile e termica. Dermografismo, come si è già accennato, rosso, intenso e pertinace. La deambulazione è resa difficile dalla positività del Kernig anche nella stazione eretta; assente il segno di Romberg. I dati anamnestici, lo stato precomatoso del1'A., la notevole ipertensione, il vomito e la cefalea ci fanno primitivame11te orientare v~so un quadro uremico per quanto l 'evidenza dei segni 1neningei ci lasci perplessi; riteniamo opportuna un 'immediata puntura lombare dalla quale otteniamo reperti di carattere nettamente meningitico. 1P ressione iniziale cc. 62,, pressione terminale cc. 45 dopo estrazione di 15 cc. di liquor. Manovra di Queckenstedt positiva fino a 76 cc. I caratteri del liquor sono i seguenti: torbido. nettamente emorragico, dopo centrifugazione xantocromico. Albumina O, 70 % (Nissl). Pandy + + +; Noguchi + + + ; W eichbrod t + + ; Nonne Appelt + +. Reazione di Wassermann: negativa. Esame citometrico. Leuoociti 27 per mmc. Presenza di neutrofili e linfociti nel rapporto 2 a 1. Numerosissime emazie ben conservate. Si semina il liquor in terreno di cultura . L 'esame del sangue periferico ci dà i seguenti risultati: Globuli rossi 4.100.000; globuli bianchi 12.400; emoglobina 84 %; valore globulare 1,05. Formula leue-0citaria N. 77 %, E. 1 %, B O%, L . 18 %,, M. 4 %. Nulla è rilevabile

a carico

della serie rossa. Facciamo praticare .nello stesso giorno d 'ingresso 1'esame del fondo oculare che si traduce ·nel seguente reperto: intensa stasi venosa con papilla sfumata in entrambi gli occhi. Praticpiamo un salasso e una fleboclisi ipertonica cloruraJa . Il giorno seguente la temperatura si eleva firto a 38,2, ripetiamo la puntura lombare, la _quale ci dà pressapoco gli stessi reperti della puntura praticata il giorno 18. Nel frattempo l 'esame dell'urea sang.uigna unitament e all'esame delle urine modificano l'indirizzo diagnostico; infatti l 'urea ipobromitica è di gr. 0,45 p er •%0. sul siero di sangue. L 'esame delle urine è il segu ente: reazione acida ps. 1020 limp,jde.


1612

I

« l'L POLICLINICO »

Albumina presente (velo); zucchero assente; ace .. tone assente; indacano tracce. -Sedimento: qualche globulo bianco scarse cellule di sfaldamento assenza di globuli rossi e di cilindri. Le condizioni generali dell' A. si aggravano ulteriormente, la coscienza è profondamente op·n ubilata, la rigidità nucale e 'dei muscoli delle doccie paravertebrali è divenuta violenta tanto che l'ammalata mantiene quasi costantemeI\te una posizione in opis~otono. . Non vien.e modificata la terapia in considerazione del fatto che l 'emocultura praticata sul liquor estratto il giorno 18 è rimasta negativa. Nei giorni 20, 21, 22 la febbre va elevandosi ed avvicinandosi a 39-0. Il giorno 23 vedendo che la terapia fino ad ora praticata non ha arrecato nessun vai1taggio si ripete la puntura lombare e dopo aver soltratto una corrispondei1te quantità di liqu_Qr si introducono 30 cc. di siero antimeni ngococcico. L ,esame del liquor nµovamente praticato ci dà il seguente risultalo: liquor nettamente xantocromico, ancora ematico (prevale ora la xantocromia). P. I. 42. P. T. 22, 114 elementi per mmc. Il risultato · più interessante ci è dato dall'esame microscopico del centrifugato. Vi si osservano en1azie più o me1ìo be11 con servate, dei gruppetti di polinucleari t~lora fra1nmisti a qualche elemento e11doteli ale i~1 deg.enerazione idropica. Netta prevalenza dei pol1nucleari nei confronti dei linfociti. La colorazione col metodo di Gram ci permette di porre in rilievo la presenza di diplococchi grampositivi morfologicamente identici al diplococco di Fraenkel per la forma a fiamma di candela e per la presenza di una capsula. Completiamo gli esami di laboratorio, coi seguenti ri sultati: la glicorrachia s~l liquor. ~ra: ticata sul liquido estratto 11ella giornata d1 ieri ci dà su due differe11ti ricerche i valori di 0,43 e di 0,48 %. La cultu~a del liqt1or rinn_?vnta riesce ancora • egativa. En1ocultura: negativa; reazione cli Wassermann: negativa; reazione di Sachs: negativa; reazione di Kahn : neg·aliva; ·Culireazio11e alla tubercolina: negativa. Cultura del secreto faringeo: positiva per presenza di diplostreptococchi grampositivi. Sehbene le culture del liquor siano risultate negative il reperto batterioscopico della presenza di diplococchi nel liquor confermato da una nuova puntura lombare, orienta la diagnosi n.el senso di una meningite da pneumococco e d1 conseguenza si attua una terapia piridin.sulfamidica che indichiamo giorno per giorno unitam'3nte al decorso della malattia. Giorno 23: vengono somministrate 12 compresse da gr. 0,50 di piridinsulfamide (Tioseptale) alla dose di due compresse ogni 4 ore con un totale di 6 grammi nelle 24 ore. Si aggiunge una terapia sintomatica diret~ a sostenere le forze del cuore, essendo la pressione scesa a 190 ed il polso salito a 112 battiti al minuto. Leucocitosi: 13400. Giorno 24: dopo aver ripetuto la puntura lombare con la so1nministrazione endorachidea di cc . 30 di siero antimeningococcico si continua la terapia sulfan1idica portando la dose totale nelle 24 ore a 5 g·rammi secondo lo schema seguente: 2 + 1 + 2 + 1 + 2 + 2 compresse sempre

(ANNO XLVII, NuM. 39]

s 'intende lasciando tra l'una e l 'altra dose l 'i11. tervallo di 4 ore. L 'esame microscopico del centrifugat~ del liquor ha confermato la presenza di diplococchi grampositivi e coi caratteri. rr1orfologici dei pneum9cocchi. Le condizioni generali dell 'ammalata $.Qno sempre gravi e lo stato di rigidità ci pare anzi accentuato, si nota solo una lieve diminuzione della temperatura. Giorno 25 : il dosaggio del medicamento è lo stesso di quello del giorno precedente. Pur permanendo gravi le condizioni dell 'ammalata è evidente una forte diminuzione della temp;ratura. Giorno 26: il miglioramento è ora evidente · nella giornata la dose di piridinsulfamide vien~ ridotta a gr. 3 som1ninis trando una compressa ogni 4 ore; il m3:s~imo della temperatura è di 37°,5; diminuzione della rigidità nucale, senso rio J)iù libero, miglioramento anche soggèttivo. Globuli pianchi 10.400. Giorno 27 : la dose di tioseptale è quella del giorno precedente (gr. 3). Pur essendo evidente il miglioramento dell'ammalata, verso sera abbiamo un aumento della temperatura. Giorno 28: ancora 3 gr. di piridinsultamide . Nella giornata l 'a. ha un ulteriore aumento di temperatura fino a 38'\u; la ragione di questo rialzo di temperatura viene chiarita dalla presenza di elementi di urtic3:ria sparsi per tutto il corpo e si ritiene trattarsi di una reazione feb brile alle introduzioni di siero dei giorni 23 e 24, per.ciò si fa una terapia calcica endovenosa . Giorno 29 settembre: la forn1a da sieto è in regressione; la temperatura n ella giornata supera di poco 37°. Viene sos1)esa la terapia sulfamidopiriclinica. Giorni 30 settembre e 1-2 ottobre : durante questi giorni la sindrome m eningea Ya progressivatnente attenuandosi, vi è solo una modica rigidità nucale; i movimenti spontanei di late.. ralità e ài flessione del capo sono ritornati quasi norn1oli; permane solo' una modica cefalea, u11 accenno al Kernig e vivacità del dermografismo. La coscienza dell'a. va chiaramente riprende11do, lasciando il posto ad · uLla tendenza melancolica espressa da facilità al pianto. La pressione arteriosa jn questi giorni si è mantenuta su un livello medio di 195/150. I glob11li bianchi nel sangue scendono progressivamente sino alla cifra di 8400. Giorni 3, 4, 5, 6 e 7 ottobre: riprendiamo la terapia sulfamidica alla dose di 3 grammi al giorno sempre per via orale mediante una con1pressa og·ni 4 ore. Durante questi giorni la ten1peratura subisce una ulteriore diminuzione riducendosi ad una temperatura inter1nittente coi1 massimi a 370 e qualche decin10 . Giorno 12 ottobre: punt11ra lombare; pressione iniziale 58 cc.; .P . T. 38 cc. Manovra di Queckens tedt positiYa fino a 80 cc. Vengono estratti 40 cc. di liquor, limpido, xantocromico. Albumina 0,.5 0 .%0, Pandy + +, Noguchi + +, Weichbrodt ++, Nonne Appelt + +; 6 element i per mmc. in prevalenza neutrofili. qualche emazia pen conservata. L 'esame batterioscopico del sedimento non conferma la presenza di diplococ· chi gramDositivi. , Nei giorni seguenti l 'amn1alata continua a m i· gliorare.


[ ANNO

XL" II'

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NlTl\T.

1613

SEZIONE PRATICA

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La cefalea scompare definitivamente così come la rigidità e gli altri segni di irritazione m eningea. Apiressia comple ta. In r elazion e al fatto che il trattamento sulfamidopiridinico ha una nota azione sulla mielopoiesi, manteniamo frequente il conteggio dei globuli bianchi, che scendono ad un minimo di 4600 elementi p er mmc . Unitamente a questo fatto ricorderemo come l 'unica manifestazione tossica riscontrata n ell 'a. durante il trattamento chemioterapico è stata una cianosi alle labbra u11itamente a qualche accenno a dis turbi di tipo nauseoso. La formula leucocitaria t ardivamente ripetuta è la seguente: N. 70 %, L. 26 %, E. 1 %, M. 3 % (14 ottobre).

jl)ertensivo; n essuna sintomatolo gia che ricordi la forma 150.fterta, anche le condizioni psichicl1e hanno ripreso la perfetta n ormalità. Espof:.to cronologicamente il caso sono possib.i li alcune c.onsiderazioni. 1..ia natura meningitica della' forma in esan1e poteva amm.ettersi j11 ba e alla sir1to1natologia ricca di un correrlo di sintomi m eningei , che vanr10 da ll'atte·ggiamento ·dell 'a1nmalata, ai segni di Kernig, di Brudzinsky, ecc. in un quadro di infezione acuta. E l '.esam e del liquor, colla ])leiocitosi 1

TAVOLA RIASSUNTIVA DEL CASO EN RELALIONE AL TRATTAMENTO 1

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19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 iO I

Prima di dimettere l 'a. pratichiamo una nuova puntura lombare. Questa viene eseguita in data 3 novembre e ci d à il seguente reperto: P. I. cc. 56, P. T. cc. ,32. Vengono estratti cc. 40 di liquor limpido a tr&sparenza g iallognola. Albumina 0,30 ~~ Pa.:.1dy + ; Noguchi Weichbroclt ~ ì"o>1nc Apelt debolme11te l)Osi1ive. Un elemento per mmc.; assenti le emazie . R . Wassermann: n egativa. L 'a. esce dal! 'Istituto il giorno 5 novembre 1939. Ci viene riferito dopo una ventina di giorni dalla paziente stessa di non aver avuto più alcun disturbo se non un certo disorientamento psichico . ed una attenuazione d ella memoria, che si accompagnano però ad un lento ma progressivo miglioramento. · Rimarch er emo soltanto la permanenza d ell 'ipertensione arteriosa aggirantesi su un valore di 200/150.

Rivediamo ancora l 'ammalata il 1'3 diceml1re e cons Latiamo la perm a11enza dello stato

Z

3

4

5

6 7

8 . 9 fO

1 12 13 l4

f

neutrofila e Ja positività evid·e·n te d·elle reazioni, potevano c,o nfortare tale diagnosi; tuttavia la presenza di sangue nel liquido cefalo-r.achidiano e ra tale da potere a11ch·e far dipendere da essa la positività di quelle reazioni . A proposito di liquor emorragico nella mertingite da p·n eumococco, ricordo che attraverso l 'esam e di una 11 um erosa serie di c~si una sola volta ho visto citato un liquor francarr1.ente ematico (Smith); n1entre è meno raro ur1 certo grado di xantocromia. " Nel caso st11diato si p uò p,r esumere ch e il r aro caratter e emorragico .Jbbia ·u11a correilazione col fatto c he la malata, già n efropatica in gravidanza era forten1ente ipertesa: questa concord·a nza che si suole annoverare, fra le possibili cause di ·emorra.gia rr1eningea primitiva, è ' 'erosimile abbia favorito l'azione del pro1

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1614

<e

IL POLICLINICO

n

[ANNO XLVII, NuM. 39)

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cesso i11fia111111alorio e 1J rec:j ~ a111enle in se11so c111orragico. 1\. ritenere ch e il J.?rocesso fosse e... e n zial11tc11te meningitico e s ubordinatan1 e111tc e111orragico, ci se n1b·r a importa11t e il rerJerto batterioscopico di p11eu111ococchi i1el liqtior, ripetut.arnenle c.onstatato . Non ci è stato possibile ottenere in cultura il ge1me; ma un certo ritardo daJla preis a deJ Jjquor alla sem,i11.a, susseguentemente la iniezjo11e di siero nel racl1ide , infi\1e J'azione stes:-:a d ei sulf.an1idici, s-0110 probabiil1ne11te la cat1sa di questo mancato reperto . Sul re1)ertt' balterios<'o·p is o si l)UÒ 01b iettarc cl1e alcuni autori avreb b cro risco11t rato casi di ger1ni 11el liquor senza si11 ton1a tologia; ciò per all.ro è an1111es ·o solta11to da pochi autori e i t asi da essi d escritti non ammetto1to un avvicinamento colla forma sicuran1ente me11ingitica su es1)osta e d'altra p arte no11 !'i trattava di rari germi ma di pneumococchi rilevati in buon ntlllne r0 e ripetutamente. Nessun dubbio quin·d i sul1a dia.g11osi eziolog·ic.a. Non ultim.a considerazio11e, ir1fine que]la del risultato terapeutico ottenuto a m ·e zzo dei ureparati sulfamidici e segnata1l1e11t.e dei loro derivati piridinici, ai quali si attribuisce u11a 11articolnre .atti, ità precisan1cnte per le infezio11i pneu111ococcic.h-e. _ Ancora brevi considerazio11i s1illa terapia. Ci ~ian10 attenuti ad una lJu:-;oJog ia 111edia corripondè nte a quella di \i\-itby: queste sistema di dosaggio con siste n el son1n1i11istrarc 5 gr. r1elle prime 12 ore, successiva111ente 2 gr. di .1in 4 ore, quindi 11gr. ogni 4 ore. Come si vede, sulla tracci.a di questo sche111n di somminjstrazione oraria, ab biamo ~omrrti• nistra+o ùo&i inferiori, attene11doci al fatto cl1 e rcce-n ti studi hanno àì n1ostrato i1on essere Ja cP ncentrazione nel sangue e nel ·: iquor stretta n1e11to in iì1n7.ione della quanti! à somn1ini strala , m.l variabile n ei diversi soggetti; ritenia1no in goner.è s ufficienti qt1e 1e dosi; tutta,·ia a11.c.he quelle più forti , c]1e t ece nli at1lori consigliano, a ttraverso una ln11gl1i$s i111a .. erie di osservazioni rig uardanti aff<'zio11i varie i di1no - Lrano hen tollerat e. In una r ccentissin1.a 11ul1bli ca zione f.t1i Jn etodi ·di te ra.pi.a sulfamidi ca, Bro,\r11. Tl1ornto·n e \Vi~ ....;on consigliano d os i iniziali di 12 gra1n mi con un.a riduzione quotidiana di 2 g1-.nr11n1i. • Ques te dosi [o r tissi111 e !1ot.ran1lo c~scrc t11iln1ente somministrate i1 ci casi ehe si prese nt i110 con note di estre111n gravità. In particolare ancora ])er la s indron1 e rn en 111g ilica la om111in is tra zione C' nd nr:1rl1iò en. òa i1oi non seguita i)er n1an canza cli prrpnra1i ada lli , è r acco11iaudata da i1t1111 f"'ro~ i n11lor i ,

limitata1l1ente ai .preparati sulfan1tidici sen1plici; isoltanto in vari Ga'5i sono stati sperime11tat i quelli piridinici: il loro uso attende in qt1eslo ra1l1po t1na l1lteriore esperienza.

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1

RIASSUNTO.

L'A. descrivo un caso, di rneningite en1orrag-ica d.a _Q1neumococco co.11 caratteristiche particolari legate alla sintom..'ltologia clinica del caso e ad UllO stato di notevo]e ipertensione del soggetto. Il c.aso stesso 11a avuto esit) favoTevole e la gu<:trigio11e è legata ad un tratta1nento chemioterapico esp.Jetat.o 111ediante la sulfan1ido11iTidina . BIBLIOGRAFIA.

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XLVII,

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PROSPETTIVE DEn

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Quadro clinico della duodeni te. l.>ott. H.

1617

SElIONE PRATIC.\

ScHNETz.

Gli stretti rapporti a11alon1ici e funzionali del duodeno con .g li organi ·yiciniori : stomaco, i11tc~li 1to, ' 'ie bilia1·i e pancreas rendono cori tJ ir·ensihile come un processo n1orboso 11orli co11 ~t..· u11a sintomalologia 11tultiforn1e. Alla r egola t1 i agnostica g·ene rale cl i riferire po~sib iln1 ente 11-arecchi &intorr1i ac.l una sola ca usa, bisogna 11crciò per quanlo rig·uarda 1'01Jigastrio, co11lrapporre la seg·ueu te r1or111a: i1on pretendere cli voler en1pre rico11tlurre i con1plessi into111atici a .~ecl e e·p igaslric.a acl 1111 solo organo 111a tener conto anche d c lJ~ l)O~sib·il c JJarteci1>azio1te degli altri or.g·n11i epiga:lrici ir1 stretto rapJ1nrto (u11zionale. Per qua11Lo rig·uar<la la duodenite dobbian10 cl i re .ch e la sua diag11o!'i 'si ba5a su segni cli retl 1 : abbonclunza di 111uco e cellule, nun1ero i Jeucociti, e1)ileli, globuli rossi, detriti ccll·ulari; abnorm~~ flora baLlErica, s1)ecie b·. coli, en1crococchi , sLafilo e stre 11toc;+occhi, i)rotozoi e fung~1i , co111e ancl1e au111enlo del succo duoc.ltnaie. 111 l l)O rlanle ri esce poi il repe rto radiologico : defor111azio11e d el bulbo, irritabilità e t ra11sito accelerato co·n tu1n efnzione delJ a in uco~a n ei radiogra1n111i eriati. Accanto a qu·es ti segn i direi li vi sono quelli ir1diretli cl1e fanr1 0 ~osr·e-ltarc la duodenit e co11 la f>arteci11azio11e di altri orga11i 'ici11iori. No r1 h isog·na infi11c <lime11Licarc ce rti <lati eziolo·gici co111 e le i 11 fez ioni gasirotluo·dena li. Di 1r1ag·g-iore in1 p·o rtanza n€l quadro 111orbo:'o della duodenite sorto i sintomi pancr.ea lici: disturbi della sccrezio11e esterr1a del i1a11c; reas, mollo verosimil111ente cl i orig·i11e funziona]e (d'o lore tJancreatico, di~ J)Cp ·ia 1)a11creatica, dislurbi i11oglicemici co11 il sinlo111a descritto· per la µrin1a ,·olta da von Berger o Srlt11 etz dcl] 'i11tollera11za a.ll'amido e -c.'1 llo zu·ccl1ero). Co·n le pro,re di funzionalilà pancr eatica, secor1do Berger e Hart11tanr1 , .~ i l)Ossono n1 etterr iu eYidenza n elle duodeniti <lei (}isturbi d ella sec rezione eslerna ·del pancreas F-l)Scialmente riel sen so di una se.a rsa secrezion·e d.ell 'amilasi ~ di inibizio11e o au1n ento della tripsina. Con la i)rova combinata di Scl1nelz cl1e con iste nella determinazione della g'lice.mia a digiuno .dietro so·tr\111inistrazion e i1er Yia oral e di 50 g·r. di destrosio e una inieziol1e ~ot lo cutan ea di 1/2 rr1gr. di adrenalina e 10 u11ità di ·insulina , si può F-pesso stabilire nelle· duodeniti , in rela1

• •

zione con i dis tui·bi subi ettivi, una &ig nificati- ' va « i1t1postazione ipoglice111ic.a » del 111eccanis1110 reg·oialore della glice111ia quale espressione. d ella €saltata funzior1e insulare . Particolare .atlenzio·n e dal punto di vista dia·g·nostico e terapeutico, e.eme diremo in seguito , meri tano i fenon1eni di ipovitaminosi, cl1e, com e è noto, interv·engono n el quadro. dei disturbi funzion.ali o organici dei tratti digestivi (s l.0111aco, duode110, vie biliari e 1)an creas). In casi ·di duodenite è ~tato i)ossi.b,i le di mettere ~l)C so in evide11za seg11i di ca renza di vitamint.t B1 e C, cl1e influenzano g rave·n 1ente il processo 111orl"'o~o è q u.a lche ' rolta, i)Ossono in11)rimerg-Ji uni i1npronla pa rticolare. Nel co rso di una dul1d enite con disturbi funzionali del pa11creas 'i jJUt' avere una <:arenza di vilamina B1 E:; e, ~ia cotne (:01tscguen z.a di u11a diela J?·OVE.·ra di vi( a111i11e p·rolun.g ata p·eir lt1ngo ter11 ·p,o·, sia per 1111 aur11ento dei l1'rocessi ·li ,fisiGtegrazione ir1LE. . li113.le e lJer disturbi dell 'assorbimento. , · Le1-rp e collaboratori hanno richia11>ato l 'atl(·11zione sul fallo cl10 n1odificazioni dell ;acitlilil 11c·l $en::;.o ·Ji una diminuzione di essa rencl<HlO jnatti.vi l'acido ascorbico in seg·uito ad u11 processo di rapida oss id.azione in .ar11bie11to t.' Ira I i Il ') . <)u ... e~ t i A.i\. h anno dimo~tcato cl1e u11a abno r111 e Jlor:a b,a lterica (coli ·e entero·cocchi) Ilello ::ilomaco e nei segm enti p rossi1nali del tenue, co111e si osser' '<l spe ... so nelle, g·astro-duo. denili e nelle affel i<)11i l)ilict~i e p,a ncreatiche, .Pltò i)rovocare un.1 111a.gg·iore dis truzione d.e·l le ·vit.an1i110. Un.a c<i.us.a i1or1 trascurabile di ipovita11 ti11n ... i sono in fi11 e i disturbi dell 'asf'orbi-: 111ento i11te~tinale cl1 e corrtpaiono, nel corso di 11na g·astro-rluodenjtc. (:on1c conseguenza quine.li si racco·11tancla n ella CUt'a rlella duodenite urt trattan1~n to corr1binato e cioè· l1na dieta razio1 •ùle ricc.a di Yilan1ine, della pepsin<l e dell 'acido cloridrico $e ,,i è i pocloridria o acloridria e abb,ondartlc partcreon. È b t: r1c inollre assccia re una 'ntrod·u zione p<lrenterale di ' 1ita1nina B 1 e C. La i1ostra _::.a. i tica con1µrer1d e 50 casi di d t1odenite, mantenuti per lun.go tem.p o in os.: cr,razion e iii CJinica; ri corderemo b rev0mente il quadro clinic,o di questa malattia. Il caso i11 parola era un ~oggetto di 24 anni. Dalla primaYera del 1937 pr6sentava distuTbi digestivi sotlo forma di una dispepiSia gastro-inteslin ale osti11ata, talora senso di peso e d'olori cra111piforn1i. No11 di rado anoressia alter11ata con. F-enso di fam e, talora J1aU6€·a , Y01l1ito e stipsi ostinat,t, ribelle ad ogni tratta·. r11ento. Vi e.ra inoltre intolleranza ai grassi e idrati di carbonio. A questi sintorni si ·associa,·ano segni di ipoglicen1i<l, di disL011ia neuroYegP.ta tiva e, c·oll'ar1dar del tem1)0', . fenomeni 1

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« IL POLICLINICO »

riferib·i li a carenza di vita111ina B1 e C (emorragie ge11g·ivali e i1asali ~ notevole sen so di stanchezL:a, cefalea .1 tipo e micranico, di~ Lurbi ne. vra1gifor111i, e parestesie delle mar.i e piedi). Non ci se111bra privo di interesse ricorda re cl1e il pazie11te dato il suo inestiere di n1acell.aio si atten eva ad una a li11tcntazi.::> ne pover a di vege tali e a base di carne, 5alurni e polenta. Il paziente prima del] 'in1gresso fu sottOt)'Osto ad un trattQ1nento nor1 approi)riato e poichè 11011 notava 1l1iglioram.ento entrò in Clinica n el dic.e1nbre del 193 7. Dalle ricer ch e allora eseguite 1isultò: acloridria, feno1r1eni di distonia neur o-vegetativa, nel succo duodenale i segni di una duode11ite (abb·ondante n1u co, cellule epit eliaJi e leucociti). J... ' e~a rl1 e batteriologico n1if.ie, in evide11za il b. coli, enlero e s tafilococchi. Vi era inoltre urL aun1e1~ to del succo duodenale. L'esame radiolc_)gico diede : rilievo grossolan·O· d.ella DlUCOsa del duo.deno , deformazione d el bulbo , transito accelerato e· inancanza di r1icchia . Fra i sintomi pa11creatici dob biarno ricordare : a) disturbi ' d ella secrezion e esterna ; subiettivan tente ·d·olore in se·d e epigastrica a sinistra con ir1 a diazioni dello stes~o lato. Intoll eran za j)er i gra•&si ·e idrati di carbo11io e per tutt.e1 quelle sos tan ze ch e danno flatulenza. St i j) . i ostinata , obietti,;an1ente diminuzione dell 'amila i e curYn di esaltazione dell'attività triptica; b) disturbi della secr.ezione interna : segni di ipoglice-· 111ia, specie dopo pasti 1icchi di idrati di carbonio·, acco1r1pag·n.ati di solito da su·dore, tre111or e a.g·li .a rti , sensi di ,,ertigine, adina1nia ; iniglioram ento ~pontaneo di questi disturbi in seguito all'a15sur1zionr. di ·p iccole quantità di cibo. Glicen1ia b·assa: 64 <t~, inibizion.e1 marcata della curva di carico di ·g lucosio, mancata tendenza a una reazion.e ipog licemica secondaria, elevata sensibilità all'insulina, con s·olo 110 t1nità la ·g licemia da 66 scendeva a 42 m gr. ..\ccanto a questi disturbi vi erano , com~ g·ià abbiamo detto , segni di carenza di vitamina !B1 e C. In seguito a carico per via orale di vitan1ina C si ootè cons t.atare r1ell 'urina un deficit • di 4300 m-g r . Cori inten~o tratt.a1nento a base di Pancreo11 (9-12 compre-ssc a l ,g·io·r no} di Betaxin e Canta11 si riuscì ad ottenere un 111iglioramento notevole firio alla scomparsa d ei disturbi ol)ietti,1i e sub iettivi. N·el corso ·di 3 m esi si ebbe un aum·e nto di peso di 8 kgr., l'appe1ito ritornò nor111ale, la <lig·estione si r e·golariziò e la c.a pacità lavorativa riprese con1e di norn1a . Dall e r1ostre osservazioni riF-ulta .che 1 nolto rar an1ente si può parlare ·di duodenite i ~olata; spesso si trova associata ad una pancreopatia fu11zionale o ad altre n1alattje orga11iche dflgli organi addon1inali superiori, specie vie biliari , nel terreno • di una disf011ia neu1

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ro-vegelativa com e ha11no dir11ostrato Leb. Stocker e WestphaJ. .

RIASSUNTO. L 'A. doJ?o aver parlalo del n1.eccanis1110 ezioi1at.ogenelico della duodenite, espone la sinton1atologia e cura di questa malattia ch e spes~o s i tro,,a associatJ a una pancreopati.a funzional e ·O a<.1 altre mala ttie organiche degli organi addo rn iua]i su1)eriori. BIBLIOGRAFIA. V\T. BERGER, J.

\.Vien Arch. inn. Med ., 28, 1, 211, 1S36; Klin. ' '7oschr.,. 1, 490, 1935. \ i\T. BERGER . Wien m ed. Woschr., 1, 1939. W. B EnGER ti. H . ScBNETz. Dtsch. Arch. Klin. 1\tl erl., 184, 1, 1939. H. ScB•NETZ. Dlsch. Arch. Klin .. Med. , l'l9, 466,. 1936; Wien. klin. W schr. , 11, 1415; Zt. Klin. ~Ied. 131, 51, 1936; Dtsch. Arch. KJin. Med. ,. 181, 325, 1937; ebenda, 182, 570, 1938; Verh. Kongr. f. Stoffwechsel u. Verdauungskr. Stuttgart, ,S. 264, 1938; Mecl. \Ve1t, J., 338, 1~'39 ; Wie11. inecl. W schr., 1, 1939. HARTMANN

u.

H.

LEU B:\'ER .

KuB~Au

u. ScHRODER. Die Vitamine und i li r e kli1iiscl1e A n·w en.dting . Sluttgart, 1937.

STEPP ,

....

Pubbllcazloae aecessarla a tutti I Medici: Dott. Prof. ANDREA FERRANNINI

Docente di Patologia Speciale Medica e di Clinica Medica n ella R. Università di Napoli

PATOLOGIA SPECIALE MEDICA EPITOME ad uso dei Medici e degli Studenti Prefazione del Prof. AGEN<)RE ZERI Emerito di Patologia Speciale Medica nella R . Uniiversità di Roma. liiportiamo due dei tanti significativi giudizi espressi dalla Stampa Italiana su questo libro del prof _ Andrea. Fer.rannin·i : •Non si tratta ,,e,.amente ài un trattato, ma di un breve e sue.. <e coso riassunto ài Patologia sfJeciale Medica, ài un " Epitome " « come si esprime l'auto,.e, 'i l · quale, nello stJazio ài poco più ài • 500 pagine, ha condensato quanto di più eesenziale . e di più ai... « curamente acquisito eliste ai giorni nostri nell'ambito àella Pa« tologia àel Cuore e dei Va.si, delle vie .-espiratoYie, del ncambio « materiale degli organi endocrini, del sistema nenJoso, delle tria« lattie infettit1e, ecc. Si puc\ affermare che in genere la sinteei! <' fatta dall'autore è riuscita felire e chiara, cosicchè s1 medico e cc lo studente possono trcware nel libro ài Ferrannini un compen• dio di patologia medica molto ben condotto e bene ag• giornato che va,.rà a ricJiiamare rapidamente alla sua memoria u gli elem~nti fondamef)tali etiologici, fisiopatologici, sintomato« logici, e diagnostici delle t1arie fonne morbose. •O/lima la veste tipografica del Manuale, eàito dal Pozzi di Roma. FERDINANDO

Mic.HELJ ».

Da (Minerva Medica) Torino, n. 9, Anno Xl della Seconda

Serie) ~

Caro POZZI,

< <Grazie fJer l' " Epitome " dell'ottimo collega Andrea Ferran, nini, che vi siete compiaciuto mandarmi. Non esito a dirvi su, bito che nella produzione libraria del nostro Paese mancava un.. così snella ed utile guida del medico al letto dell'ammalato,., (da 1< Il Po liclirncc ». (, maggio XtV). GIUSEPPE SANARELLJ. 0

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(ANNO

XLVII, NuM. 3i}]

SEZIONE PRATICA

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE SAN GIOVANNI IN LATERANO - ROMA

Primario chirurgo: dott. S.

T1RF.I.LI.

Su di un caso di mixo-condroma della fibula concomitante con un gozzo colloideo. Dott.

GABBIANF.LLI

LoRENzo, aiuto-chirurgo.

Il caso che mi accingo a descri, ere mi sembra di particolare interesse prirno, per il tipo (li tumore osseo non del tutto frequc-~11te; secondo, percl1è concomitava con un tumore tiToideo c,l1e avrebbe potuto essere messo in rapporto causale con esso. ,.. 1

· P. A11na, a. 40, i1ubile. Anan1nesi ereditaria negativa. Meslruata a 14 anni; flussi mestruali sen1-

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tersa. Fauci nulla. Polso ritmico, di inedia frequenza e pressione. Capo: nulla . Collo : nella regione sottoioidea, a des tra della linea mediana,. si nota una tumefazione della grandezza di un mandarino, di forma ovalare a grande asse longitudinale, a superficie liscia, di co11sislenza molle-ela·stica non fluttua11te , mobile con il laringe nei movimenti di dcgl u tjzione, spostabile modicamente in sen so laterale, indolente, irriducibil~. Torace: apici e pasi alla st essa altezza. Suono chiaro polmonare su tutto l 'ambilo. Nlur111ure vescicolare normale. Non 1'un1ori patologici. Cuore: nei limiti . Toni netti su tutti i focolai. Addome: di forma e volume normale. Trattabile. I11dolente. Organi ipocondriaci nei lin1ili. Urine negative per elemen li patolof;i.rj. Arti: il ginocchio deslro appare inoclicam entc tumefatto sul lato esterno cioè in corrispondenza della zona traumatizzata. La cute è ede111atosa, non ecchimolica. La palpazione m e tte i11 rilievo un punto dolente in corrispondenza della le·sta clel

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. _J l-'"'rG. 1. -

~lixo-condroma

della le ·tn della fibula.

pre regolari. Non ha avuto figli nè aborti. E' slata sempre bene. Da 16 anni è affetta da una tun1efazione della regione anteriore del collo che è stata diagnoslicata come gozzo. La tumefazione non ha subilo modificazioni di sorta. Il ~'9 luglio 1931 la paziente riferisce di essere caduta per le ·scale e di avere battuto il ginocchio destro che divenne leggermente tumefatto e dolente. Per ques ta ragione viene rj coverata in ospedale. Alvo normale. Minzione regolare. E. O. Condizioni generali buone. Cute e mucose visibili di colorilo roseo. Lingua umida, de-

F1a. 2. -

Korislka , obb. 4, oc. 4

perone che è morfologicamente normale. Non ballottamento della rotula. I movimenti a ttivi e passivi d ell 'articolazione clel gi11occhio sono bene conservati Viene fatta una radiografia del ginocchio deslro che è negativa p er frattura dei capi ossei articolari ma .c i mette in evidenza a carico dell ·es lre-· mo prossimale del perone un lieYe au111enl o della corticale dell 'osso e la midollare sos liltiita da un 'ombra di maggiore addensamen lo osseo con interposizione di piccole lacune. La trabecolaturrt normale. è del lutto ·scon1parsa . Si esegue un esame radiografico d egli altri seg-


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« IL POLICLI1'"'iCO

rr1en li scl1elc trici che no11 mel le in evide11za allerazio11i di sorta. Anche l 'esa1ne radiografico d el torace è negativo. La diagnosi che si prospe tta è di tumore prirr1ilivo d ell 'osso es.clude11do u11a forma m etas ta tica di gozzo n1 a lign o per tre rag io11i: 1) per l 'ai1am11esi e i caratteri obbiettivi del gozzo. 2) per i caralteri racliog·rafici d el tu1nore epifi a rio in ques tione. Infatt i nel ca n cr o tiroicleo a d ecor so rapido , le i11c Lns tasi ·so110 mt1ltiple; al co11trario nel cancro la te11 te, l)iccolo, nascosto, in qt1cllo cl1c si ~hia1na <t falso gozzo metastat ico » la 1r1etas tasi ossea può

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[ANNO XLVII, NlJM. 39]

L 'esa1ne is tolog·ico Jel pezzo asportato dimostrò trattarsi di u11 i1 o{fulo di mixo-condroma della tesla d ella fi})ula (Prof. Nazari). 11 20 agosto 1938 la paziente viene sottoposta ad un econdo interYento, j)Cr l 'asportazìone del gozzo. 01)eralor~: Dolt. Gabbianelli. Aneslesin locale novocai11ica secondo VogelerKule11karnpff. I11cision e a cravatta di Kocher. Re1Jerto: Gozzo .colloidco del lobo destro della tiroide . Resezione subtotale clel lobo secondo Kocher-~Iikulicz. Sutura o piani della ferita previo dre11ag·g'io della logg)a tiroidea con tubo di gom111a. L 'esa111e is tologi co dcl i:>ezzo asportato confer-

F1a. 3. -- Planar Zeiss mm. 50.

e ·sere unica 111a anche in questo caso prevalgono j caratteri dei tu111ori meta~ tatici, cioè metastasi « tipo osteoclastico, J)Oco ·o affa ttò o·steogenetico, e ch e J)r epa rano rapidn1nente l 'osso ad una .frattura prima che esse abbiano ,. da1 o luogo a s1nto111 i clinici. · 3ì Per la sede dei tumori metas tatici d elle os a éh e prediligono in. genere la diafisi. Sebl)ene i ·Caratteri radiogr'a fici ci abbiano fatto es.elud er e una for1nn m etastati ca, essi non ci han110 fornito i dati st1ffic ienti di orientamento per u11a diagnosi di natura del tumore os·seo. Per ques lo la paziente ~ie11e ~ott?po sta ad u!1 pri1110 interve nlo con la ?1agnos1 d1 tumore pr1111it ivo della testa d ella · fibula . 8 aO'oslo 1938. ()I>eratore: Dolt . Gabpianelli . \ne~ lesia spir1ale 11ovùcai11ica 0,!-2 positiva.- . Inci ione verticale parallela all asse long1tud1·11a le dell'arto. Resezione extraperiostea del t erzo s uperiore d ella fibula destra. Sutur~ totale a ·s trali della ferita. Decor so postoperatùr10 regolare. I

F1c. 4. - Gozzo colloideo Korislka,. obb. 3,. oc. 4. mò la cliag11os i cli gozzo colloideo tipico (prof. Nazari). La paziente gode tu tl 'ora oltima salute.

Il ,c.aso cle;::;c rilto 0 inte re::; ante per la concomitanza 11ello sLes o indi,·iduo di una neoplasia ossea e cli un gozzo colloicleo, indipendt11le e, 11erLa11to , con1e esen1p-io di diatesi tun 1or.ale.; J.Joi l}et: la dia1g·no~i differenziale che a esso si riconn etteva. Seb·b e11e la b iblin,g:rafia &ull argon1ento sia sr.arsissi111.a, si. ~a che ne·gli individui portatori di tumori o ei d cl nost.ro Lipo h.a importanza il traun1a. Certan1ente nel no tro caso ciò è da escluder&i perchè il traun1a c i l1a fatto occasionalmente di3gnosticare il tumore. 1

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(ANNO XL VII,

NU1'.1.

39]

SEl10NE PRATICA

162:'.J I

L'età è da prendersi in con side razio11e per il tipo di tun1ore. Jnfatti i mixo-condromi sono fre<1uenti n egli individui g iovani, m entr-e dopo i 23·30 anni pre do111i11an o i condro• t-arcon11. Per ciò cl1e i·ig uarda il tipo i ~Lològi co d el tun1ore è accertato che i J11ixo- condro111i si accrescono e infiltrano il tessuto osseo ch e dis truggono rapida1nente in,;adendo le parti rr1olli. Questo ino do di ac'cr-escin1 e11to, la diffu sione , la rapidità di ·esp·a ns.ione e _l 'a ssenza di delimitazione so110 tutti segni di 111alig nità. La c ura operatoria con, iRit e nelle r esezioni atipiche ch e possono essere in ·s eguito co1npletate con un inn e'3to segmentario. Rarame11te si richied e il sacrificio d ell 'arto. 1

RIASSlJNTO. L 'autore descrive un ca so di 1nixo-co11droma della fib·u la con comitante con un gozzo colloideo . BIBLIOGl{AFIA.

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G. W. Mc AULIFFE. -~yxocho11droma in riose of child 8 months old: case. Lar yn goscope, 48, 206-213, Mar<:h e 1938. T. SABRAZES, G. JEANNENEY e R. MATff EY-CoRNAT. Le Tumours dcs os. Pag. 17. VAN D u YsE. A propos d ' un cas de sy11dr am e chiasmalique et h.ypoph ysai r e ( m yxochond r om e) r ésu1tarit de la métaplasie d ' un craniophar y ngiome Bull. Soc. Belge d 'Opht., 75, 10-76, 1937. In : Bru '<elles Médical, n. 9, 2 J anYier 1938.

ATTUALITA Il trattamento delle (rattnre degli art·i in chirurgia di guerra <I>. Sul procesw di g uarigione del1 e fratture degli arti e sugli esiti di e&so influi ce il tr.atta nJento al quale l e. fratture sono sotto11oste. Più preci samente dal trattan1 ento dipendo110 la lun g h ezza, lo spessor e e la direzio11e d ell 'o · o fratturato ali' atto d ella con solidaziont:: d el callo, corn ei 01ure la funzione d elle articolazio11i d ell'arto interessato , l 'a rnpiezza d ell e esct1r~1ioni n1uscolari, il trofis n10 d ei 111uscoli e d ei tegur11enti, la funzione circolatoria d ell '.:lrto. Anc.h e un.a fraltu1·a 15emplice, trattata irra zionaln1ente, può I.asciare .g ra,·issima riduzione d.ella capacità funzional e. e quind'i lavorativ,a. Il t ratt am e11to r-azio11ale d ell e fratture ha come princ ipii fo11da mentali 'la ridu zio11e d ei (1) Su questo argo1nento ha t e11ut~ u11.a co ~1fer e nza il prof. TonnACA per il Corso d1 C~1rurg1~ Sociale ,C ooper ativa indet1o àal G. U. F. di apo lJ che viene riporlala in A nnali di 1nedicina 11avale e co loniale, maggio-giug 11 0 1940.

fra1t1n1 f 11Li e il co11leni111ento d ei fra111n1e11ti i11 buona posizione con imm obiJizzazio·ne. fi110 alla con solidazione · clel callo. L 'in11nobilizzazione è indi per1sa])ile per la cor1~olidazione dell ,osso, ma è cl ann osa peT t t1t ... te le i)nrti coslilu(::.nti gli arti (n1uscoli; t c11dini, articol.azi9ni e ct1te). Quindi 111inor e sa rà la durata d ell'immobilizzazione minori sar·anno i da11ni. Il t empo di in1n1ohilizzazion e ·sa·rà J)l lÌ brcive q uanlo più sem1)lire sar à stato il clel c orso della frattu1a . A sua volta il d eco rso ·sarà tanto piJ. sem _pJic.e quanto ])iù ter111)estiva e Tazio11ale sarà stata la c ura. · In guerra il cl1irurgo ha sem p·r e a che fare ron fra1 t lire es1:iosle e che si d evon o ~e111pr e consiclerare come infette, p er ch è 11'rodotte da proiettili che , pr0,·ene11do dall 'esterno , ·, -j tra scinano corpi estrar1ei e germi. So110 da riten er e .m eno infett e l e lef\io11i da pro iettile di fu cile e infette al Triassimo g r ado quelle d a sch egge di g ranata o di bon1ba. l ln fatto in11>0~ tante è che l e fratture da proiettili s o110 1n•>1to S!J.èi5SO con11r1inùtive e a c .coni]Jttgrta te spes~o da lesioni ò evastatri ci delle parti molli. Quest e l esioni delle 11arti n1o·l li posso110 non con~] gliare una terapia con ser-. • vati 1ce . Inoltre le co11dizioni d el fratturato l)OSsono esser e ag.gra, 1ate dal) 'anc1nia o da1lo shock. 111 guerra bi ~og11a te11er ro nto delle condizio11i di luog·o e di t e111µ0 in cui iSi è prodotta ]a 1esio11e e le i1c,ssibilità di soccor so e di cura. Non si può prE1endere cl1 ~ ai fratturati sul car111)0 si faccia pii1 di u11a som .m aria fa ciatura e, se ocrc,rr·t. d ell 'applic.azionc di u11 Jacc io en1ostati1.o Sareb·b e aneli e utile un 'i111mediala imn1obilizzazione 1..1rovvisoria anche con mezzi di fortuna , ma all'atto pratico è diffi-' cile cl1e la facr;i.a110 sul cari1i)o i ·p ortaferiti e g·li aiul.anti di sa11ità . · l ina prima me1dicazio11 e efficace si può dar.e al fra tt.ura1o n.e1i posti ·d i medicazione e più avanzali (di batta·g lione o di reggin1ento). E~a deve t e11clere a prevenire l 'infezione e imn1 obi-. lizzare "i frarr1menti. Spesso l)UÒ est ender si : so1]0 ad l1na disinfezion,e d ella c ute circosta11te·. a lla J>l'(>tezio11e con fa sciat11ra e all ' ir11111ob~lizzazio­ n e· n1ediante ~tecche . L'a1)pli cazion e di steccl1 e di Tho1nas non se1111)re è fa cilm e11te attua})ile in lln J)Osto di m edicazione . La prevc11zione d ell 'infezior1e si fa ron llllé\ buona recentazion e d ella f.e,r ita , cioè coll'asportazione ·d a.i fo colai tutti i cor·pi e,.t rane i, tutti i coaguli sanguigni e· tt1 Lti i les~ uti lesi. I~a Jnaggior parte dei cl1irurghi n o n con ~iglia la sutura. Se ci sono tendini o n ervi seziona li ,· Ya11no r ecent ati e. suturati (1)er i 1c·ndini alcuni consigliano la sutura in sero11do te111 po). Se. so110 • • • messi allo scope rto g rossi n erv i ,e ' as1 , senza p erò che &ian o l e,i , bisog·na dc co rti ~a~'è l111 bre·ye. traLto di 1){\ rinervio o d i a' vei1 L1z1a. Lo stesso si de,re far e col pc rio tio . 1

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1624

<< IL POLICLINICO »

Le scl1e.g ge ossee libere o malamente adere11Li 'anno asportate. mentre sull'estremità dei fra1nn1 e11ti è bene f.ar e una resezione molto econo111ica. La propo~ta di Leriche di fare sempre la sch egge.ctomia soltoperiostea anche per le schegg.e aderenti non è stata accettata da tutti. Questa disinfezione meccanica è d elicata e difficile e richiede tempo e pazienza. Perch è abbia successo deve essere fatto molto precoC'e.m ente, cioè entro ]e sei o.re e anche me·n o . Quin·di in n·1eno ·di sei ore il fratturato d eve giungere. ad un 'unità chirurgica dove possa essere curato bene. Questo è r»iù facile ne11a guerra di posizione. Solo una i)(lrte dei fratturati può arriv.are alle unità cl1irurgiche in te1n·po utile. Anch.e se essi arrivano molto tardi si procederà allo stesso trattamento. :f atta la disinfezione nleccanica, secondo alcuni no11 sono necessari altri procedimenti ter<\J?'e utici per preve11ire l 'infezione mentre secc,nd:o a lt1·i si devono u sare antisettici (metodo Carr.e:l-Dakin, ecc). In Italia c'è una tenden za . :i discreditare il metodo di Carrel-Dakin , ma 5eco11do l ' A. il metodo è buono, specialn1ente quello orig·i11ale rn.ediante tubi di gomma (n on m ediante zaffi ,di garza). Il l\.lapp ha m esso in opera la così detta antisepsi profonda c-0n 1derivaLo della chinina (Vuzin) : :Si infiltrano i tessuti mediante iniezioni sisterr1atiche in soluzioni diluite (1 : 100 02000). Egli su 5 7 casi fu cosLr{ltto a ricon~ere all 'am,putazione secondaria solo in tre1 casi. Qua lcuno loda il tratta111ento chiuso delle fratture es11oste, cioè l 'applicazione di apparecchio g·essato con1pleto, previa una prima me&icatu r·a che può con sistere in u11a semplice toletta del fo c.olaio di fra ttura oppure, in toletta ·del focolaio con successivo riempimento con J>0mata all 'o1io di fe,g ato di m erluzzo o con sola va·s ellina. L ' A. n·on ·è favorevole al tl'attamento con olio di fegato a n ch e p er .aver visto dei casi poco brilla nti in feriti della guerra di Spagna. L 'u so locale dei sulfan1idici dopo escissione a1n·pia e seguito ·da sutura ·è il n1etodo di Jense n , Ge.ned e Nelson. Ma es5a è troppo recente p er pote1'ne d.are u11 giudizio. I rne t·odi n1 i~~liori di ir1t11tobilizzazione sono g li a ppar eccJ1i gessati e l 'estensione co11tinua. Gli apparecchi •get::Ssati dànno un 'ottima immobilizzazione e permettono lo sgombero dei frattura ti anch e a g randi d is tartze. Però hanno lo svantaggio della difficoltà d'e~cuzione . I.j'aJ)l)a recchio a trazione col filo rende più fac ile la 1nedic.a tura delle ferite, ma dà una immobilizzazione r11eno buon a oltre a richiedere sor veglianza continua e r ipetuti controlli ra- · diolo ()"ici e a r endere difficil111ente sgombera}-,ili i frattur.ati, a i11eno cl1e non si tras.f·oTmi l 'app~ reccl1io a trazione i11 appareccl1io gessato, come 11a proposto il Killian. 1

[ANNO

XLVII,

~UM. 3~J

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Un J) roblema molto importante è quello de1l ll1ogo clo\'€ possono essere eseguite le cure ai fratt~rati in guerra. Il luogo più adatto per queste cure è rappreisentato dagli ospedali da ca1rlpo. Però, no11 potendo i fratturati rimanervi fino a guari:gio·n e avvenuta, quando è scom1>arso il ·p ericolo di un'infezione o è stata domir•ata l'infezione ~opravvenuta si dovrà fare un a1)riareccl1io immobilizz;tnte ('he 1.>ermetta al fratturato di essere trasportato a grande distanza ir1 autoa1nbulanza o irt treno ospedale. L. Pubblicazione utUi••ima per il •eruizio chirur6 'co militare in 11U•r1a: Prof. Dott. LEONARDO OOMINICI

Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Chirurgica e Propedeutica Clinica nella R. Università di Napoli.

Piccola Chirurgia e Chirurgia d'urgenza Seconda Edizione con 367 figure nel testo delle quali 142 aggiunte nuove. Prefaz. del Prof. ROBERTO ALESSANDRI alla I ediz. e dell'AUTORE alla II edizione.

Ecco la Premessa dell'Autore alla Seconda Edizione: « Questa seconda edizione della Piccola Chirurgia e Chi rur~ia d 'Urgenza nori è una semplice revisione ed una correzione della

prima edizione, ma, un rifacime.ato totale di e11a che ho creduto bene di fare per vari motivi. « Prima di tutto nel tempo tf'ascorso della pubblic~ione della prima edizione /if'.O ad oggi, sebbene non stf'aordinariamente lungo, la Chirurgia ha modificato alcuni dei concetti aui quali 1i fondano le indicazioni operatorie ed ha proseguito, specialmente nel campo della tecnica, in quel meraviglioso ed ascen1ionale cammino che la Chiruigia moderna iniziò si può dire colla tri• plice scoperta dei mezzi meccanici di emosta1i, della narcosi, dell'a1ep1i e 1ul Quale da allora essa non 1i è mai fermata. Era necessario perciò mettere a punto moltissimi 1e non tutti i capi• toli 1volti nel Compendio. « In secondo luogo ho creduto bene, seguendo il concetto fon. damentale della attuale nostra vita nazionale che il cittadino deve essere un SOLDATO, concett.o al quale i medici, ed •1 chi· rurgo in specie non possono e non debbono venir meno pef' la loro funzione di assistenza, ho creduto, dico . di' svolgere mac1iormente la parte riguardante la TRAUMATOLOGIA soprattutto di GUERRA, ampliando alcuni capitoli come quelli sulle FRAT· TURE e specialmente quello sulle FERITE DA ARMA DA FUOCO ed aggiungendovene dei nuovi come Cluello SUGLI AGGRESSIVI CHIMICI (GAS DA COMBATTIMENTO). « Ed infine, pur tenendo senipre t-resente che questo Compendio è stato ideato e fatto per uso specialmente del f>ratico, che, spesso da solo, deve prO'flvedere a casi chirurgici e f>raticare i relativi indispensabili interventi, ho pensato che il Compendio 18• rebbe potuto riuscire utile anche al vero chirua go, per lo meno nelle prime fa1i della sua carriera pratica ospedaliera e clinica, ampliando la parte riguardante la CHIRURGIA di URGENZA. Anche per raggiungere questo ultimo scopo, 1ono stati svolti CA· PITOU NUOVI che non eei1tevano nella orima edizione e sono 1tati aviluppati maggiormente quelli esistenti in tutte e quattro le parti· del Compendio ma 1pecialmente nelle due parti relative ai TRAUMI ed agli INTERVENTI OPERATORI e SOCCORSI DI

URGENZA. Non so se gli scopi prefissi.mi sono stati t'aggiunti. Lo sf>et'o e spero soprattutto di riuscire utile al medico f>ratico specialmente quando si trovi lontano dai grandi centri, ed al chirurgo nei st.oi t·rimi e più difficili passi sull'aspra 1lia che deve percorrere ». Napoli, Marzo 1938.-XVI. LEONARDO DOMINICI «

Volume in-So di pag,g . VI-584 con 367 figure nel testo, delle quali 142 aggiunte nuove. Prezzo: in brossura L. 7 2 + 5 % ; irilegato in tela L. 82 + 5 % e più . le spese postali di spedizione. Per gli abbonati al •< Policlinico 11 od a qualsiasi delle altre nostre Riviste, rispettiva.men te sole L. 6 8 e sole L. 7 8 franco di porto in Italia, Impero e Colonie. Per l'Estero L. 7 1 e L. 81 . Inviare Vaglia Postale o Assegno Bancario alla Ditta LUIGI POZZI, editore. Via Sistina 14. ROMA.


I

IL

P·OLICLl~ICO, ANNO

XLVII

(Pagina di JJtibblicilà)

SEZIONE :PRATICA, N.

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· Sul nuovo derivalo fiazolico dello Sfrep{osil Lo. SraEvros11, '1'1AZOLO è il più moderno clei che111io.terapici solfamidici e rappresenta il prototipo di quei solfamido-tiazolici ai quali, fin dalle prime sintesi realizzat€ da Fosbinder e Walter il ' e nostro Istituto ha dedicato tante cure di studi ricercl1e.

L 'essere stati tra i primissimi a prendere in istudio questa nuova serie di preparati solfamiclici ci -permette oggi di presentare al Medico un pro<lotto che, oltre agli indiscussi vantaggi dei solfan1ido-tiazolici, ha le caratteristiche di assoluta purezza, di cost(J)nte altissima att'ività terapeutica e massima tollerabirità, che tanta fama ha11110 valso a tutti i nostri streptosilici. I . o ' TREPTOSIL TIAZOLO è un 2 (para-amino-fenilsolfamido) 4 metiltiazolo ed ha la seguente forn1t1l3 di struttura:

{

Qu.es lo' prodotlo risulta dalla combinazione dello streptosil (para-ami110-fenil-solfaniide) con una molecola di metil-tiazolo . Quindi è del tutto simile alla solfan1idopiridina, della quale conserva le brillanti attività terapeutiche senza av-erne 11€ssu110 degli inconvenienti ·tossici. Anzi, esso va esent e proprio dall'azione che questa può avere sullo· stomaco (nausea, vomito) e sul sangue, quando 8omministrata ad alte dosi. , .a le1:iula ben presente una condizione asso-

lutame11te indispensabile perchè i solfamido tiazolici corrispondano quali solfamidi più tollerati dei pre<'.erlenti ed attivissimi : la loro inassima purezza. Lo Streptosil Tiazolo è stato ottenuto completan1e11 te cristajllizza.to, ed in ciò sta la sua originale condizio·n e optimale che giustifica le sue parlicolarissirne caratteristiche di tolleranza ed attività. J~

degno di nota OSS1e rvare con1e il gruppo tiazolico costituisca parte della molecola della vitamina B1 , la quale risulta appunto composta dal! 'associazione di un gruppo tiazo.Jico con un gruppirimiclinico. Sulla particolare rapidità cli assorbimento e di <'liminazione dei con1pos li di solfamid e e Tiazolo 11anno comun.icato van Dyke, Greep, Rake e McKee i11 seguito alle loro numerose esperienze sul-

l 'ani111ale. Gli stessi risultati sono stati riconfermati n ell 'uon1.o da' Long, H·aviland ed Edwards, e precisati <la lleinhold, Flippin e Scl1"vartz, che Yidero la quasi totalità del medic~mento ingeritò, essere eli111inata con le urine nelle 24 ore. Altro i)regio dello SrnEPTosrL TIAZOLO è la sua scarsissirn(JJ t ossicità, che lo rende ottimamente tolle~·cito da tutli i malati. S11 quesle proprietà in- . tr1nsech e dei solfamido-tiazolici, hanno ampia1nentc riferit<J, van Dyke, Greep, Rake e Mc Kee, i quali, con prove sperimentali sull 'animale stabiliro110 che la tossicità del derivato tiazolico 'della solfamide rappresenta appena il 65 % di qiu ella del derivato piridinico. Long, Ha,viland e Edwards trovarono che il solfamido-tiazolo è tollerato dal1'a'nimale in quantità ali 'incirca do,ppia della solfamido-piridina. Ma anche sull 'uon1.o tale fatto è rimasto chiaramente provalo, come hanno potuto affermare, dopo numerose osservazioni, Flippin, Schwartz e Le Rose, Long·, Gsell e tutti quelli che l1an110 a,·uto occasione di servirsi cli qaesto nuovo m cclicamento. L 'u S-O clinico dei solfa111ido-tiazolici 11a dimostrato subito e co·n fermato poi come essi vadano del' tutto esenti da quelli che erano' i più 1emuti effetti secondari delle sulfamido-piridine e dei clise1) tali, comtt le alterazio11i en1atiche e le inf olleranze gastriche (Gsell, Long, Leroy, Cuilleret, P~llerat e Peissel, ecc.). Lo STREPTOSIL TIAZOLO è un solfamidico di provata amplissima polivalenza terapeutica. Esso risulta essere ugualmente attivo alla solfamido-piridina, se non anche superiore a . questa, contro la rnenirigite, la blenorragia;, la polmonite. Ha una incontestata superiorità terapeutica nelle . malattie dovute a stafilococchi e conserva le capacità curative delle solfa1nidi semplici co·n tro le malattie da st.,.eptococchi e da germi vari. •

Dell 'azio11e terapeutica dei solfamiclo-tiazolici nella polmonite si hanno già numerose prove, desun Le sia da esperienze sull'animale, sia da applicaz ioni jn una ormai vasta casistica nell'uomo. Dalle ]Jrove sperimentali di Mc Kee, Greep e va11 Dyke, Cooper, Gr06s e Lewis, Alleman e Merz risulta che essi sono dotati dello stesso brillante potere curativo della solfamido-piridina con il van tag·g-io de.Ila minore tossicità. Tale vantaggio e tale netta e sicura azione terapeutica sono· messi in evidenza d.a Long, Herr.el e BrO\i\'11, Gsell, Fornara, Abernethy 1 Janik, Flippin , Schwartz e Le Rose , ch e curarono numerosi casi di polmonite e broncopolm onite i1ell 't1on10 e nel bambin·O· e Yidero la ten1peratura cad er e quasi se1npre n el breYe spazio <li 12-24 ore ed il processo passare rapida, 1ne n te a ri soluzio11e.

...


II IL Por.IcLINJco, ANNO

XL' TJI

Ancl1e nei riguardi della n1eningite i pareri su] brjllante potere t erapeutico dei solfamido-tiazolici sono del tutto concordi ed affermativi. Basta leggere i lavori di Gsell, di Fornara, di Gourmay e Moli.tor per vedere quanto prezioso sia stato trovato questo nuovo medicamento n el trattam ento di ques ta ii1fezione.

SEZIONE !PRATICA,

( Pagiria di pubblicità)

Con t1g u ale ed anch e maggio,r e su ccesso i solfamido-tiazolici sono stati u sati nella cura della blenorragia. Cuilleret, P€1Jerat e Peissel hanr10 riferito di prillanti risultati , ch e sono stati poi pienam ente confermati n ella ~asistica di Leroy , il quale ha potuto affermare che con soli tre grammi al giorno di prodotto, il gonococco spariva dalla secrezione al massimo entro 24 ore e la secrezione stessa cessava in 24-36 ore. Tra i casi curati da Leroy , particolarmente interessanti sono quelli concernenti malati già traltati con solfamidici e la ct1i blenorragia era r ecidi,-ata e m eritano tutta l 'at le.nzione i tre m alati nei quali gli altri composti di solfamide, compreso quello. piridinico, aveYano fallito lo scopo e che furono invece facilm ente guariti dal solfan1ido-metiltiazolo. :;ulla brillante azione dei composti di tiazolo e solfamide n ella cura della· bleno['ragia in sistono pure Gsell e Németh ed Elek e Célice, W eill-Spire e Fallot. Mentre Hill e Pool e Cook ed Helmoltz n e hanno messo in evidenza l 'azione su tutti i germi del tratto urinario. Tulti gli Autori in sistono sulla perfetta tolleranza del medicamento e, a qiu esto proposito , m eritano la massima attenzione i casi cli Cuilleret , ai. quali vennero somministrati 9-10 gr . di prodotto in una sola giornata e la cui blenorragia guarì d efinitivamente con una sola som, ministrazione di m edicamento . '

Contro le m alattie da st'afilo cocchi, ch e m eno efficacemente risentivano 1'azio11e d ei solfamidici finora noti , i solfa1nido-tiazoljci sono pure stati sperimentati con lusinghieri su ccessi . Barlo"v e Homburger e Carrol, Kappel , J on es e Gallagher hanno n ettamente m esso in evidenza questa superiorilà, che è stata poi confermata , ~on ricerche su brodo-culture, da Lawren ce e riconfermata, n el campo clinico, da Herrel e Brown e da Long. Una ulteriore e recentissima dimostrazio11e ne hanno dato poi Kelliner e Carlen, ch e h~nno visl~ guarire con questo m edicam e:ito un graYe caso di setticemia st afilococcica, e F1lch, che ha potuto salvare un bambino co11 ascesso epidurale e setticemia con pioemia pure d a stafilococco. Dalla nt1merosa e varia .casi stica di Gsell , Long. Ha"viland, Edwards e Bliss risulta, in n1o<lo indubbio ch e i solfamido-tiazolici con servano la st essa p ositiva azione tera}Jeutica delle s?lfamid~ n.el~~ infezioni d à streptococco e da altri germi vu1 i, fatto ques to ch e è stato d el ~utt~ recente:r:rien~~ riconfermato da Stirling, con il br1lla11te esito in casi di se tticemia, e. da tutti gli Autori ch e hanno avuto occasione di servirsi di. questo nuovo meò icam en to. Ciò, d el res to era già risultato ben chiara11te nte ò alle ri~erche speri1nentali cli Mc . Kee~ Rake, Greep e van Dyke, di Cooper e . Lew1s , d1 ~I cyer , Allcmann e ~·l erz, cli Barlow e Hornbt1rger , ·e cc. J11 cor1clusion e, lo STREPTOSIL TIAZOLO rappresenta un i11negabiJe e granclissimo progresso n ella

39·

N.

chemioterapia solfamidica per la stia polival enzu ter(JJpeulica, perchè risulta attivissimo• contro la polmonite, . blenorragia , m e ningite e tutte le n1alattie da streptococco e stafilococco, e la sua quasi nufla toss icità, che permette di somministrare dosi inaggiori per ottenere più rapidi effetti o di m a11t enersi sulle dosi solite con ben più ampio n1argine di sicurezza co·ntro l'insorgere di fenomeni tossici secondari, che sono resi ancor meno probapili dalla rap idissima eliminazione del preparato . Non ha n essuna azione tossica sul sangue e non può dare quindi anemia, leucocitopenia , m etacmoglobinemia , cianosi, ecc. È rapidissiman1ent e assorbito e provoca raramente risentimcr110 gastrico. 1

Lo STREPTOSIL TI.\ZOLO ha soprattutto que te· principali indioozioni normali t erapeutiche : Polmonite; Blenorragia; Meningite; S tafilococcie. Tutti i, casi di i11sufficien le azione di a~tri so1-· famidici, o n ei casi di ca ttiva tolleranza di questi, specialmente quando si d el)ba ricorrere ad c:ilte dosi. La posologia dello STREPTosIL TIAZOLO da la i ·eccezion al e tolleranza , può oscillare entro limiti assai ampi. Per gli scopi comuni può servire di base il dosaggio inval so per gli altri streptosi1ici. NELLA POLMONITE : Dose iniziale . di 3 co111presse, segui la da do6e di 2 compresse ogni 4 ore, an che durante la notte e per le prime ventiquattro ore. Nel 2o e 3° gior110: 6 compresse, sempre nell ~ . ventiquattro ore, e suddivise. Nei giorni se~uen l1 ed in normale caso di decorso favorevole, ridurre· la dose giornaliera a 4 o 3 compresse .. ~e il de: · corso permane grave anche in quarta giornata, s1 continuano le dosi dei primi 3 giorni. NELLA BRONCOPO'J..l\iONITE:

Si possono ridurre parzialn1 ente le sopraddet le· dosi di circa un t erzo. • Nelle affezioni polmoriari dei bambini s1 con -

siglia il seguente dosaggio: • di compressa ogn1 4 ore

fino a m ezzo an110: X da 1nezzo a 2 anni: X )) )) )) 1 4 2 )) )) 1 )) 6 4 )) )) 12 )) lX 6

NEI.:LA

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4 4 3

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BLENORRAGIA:

Per i primi 3 gior11i : 2 C0 mpresse 4 volte ar • giorno. 'Per i successivi 3 g iorni: 2 compresse 3 volte al giorno. 1P er gli altri 3 giorni : 1 com1)r c sa 2 volt e al • giorno. 1


III IL PoLICLJN1co, A ~No XLVII ~ELLE

(Paqin.a di

l\ifENJNGOCOCCIE :

Si u sa la stessa posologia delle polmoniti. . La close giornaliera riuscirà più efficace e meglio tollerata se distribuita in porzioni da prender si ad intervalli regolari. Generalmentè è .consigliabile i11gerire le compresse (in Lere o spappolate, da m escolarsi, volendo, a zucchero, marmellata , ecc. ) possibilmente non a stomaco vuoto. Il Medico poit rà variare a suo giudizio le dosi ed acla Ltarle ai singoli casi~ Lo STREPTOSIL TJAZO'Lo viene· prese11 lato n elle seguenti confezioni:

SEZIONE !PRATICA,

N. 3~

HERREL W . E. BRO\VN A. E. I derivati tiazolici della sulfanilamicPe. J .A.~I.A., 114, 10, 871, 9 111arzo 1940. LONG PERRlN H , BL1ss E. A. Effetti batter; os t al.i ci del solfatiazolo sui vari micrargani smi. Il su o effetto f er(lJpeutico n ell e infezioni sperim en t ali da pneumococco. Proc. Soc. Exper. Biol. e ~1ecl.,

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1940.

Tube tto da 20 con1presse d a g r . 0,50 Tt1betto da 10 compresse da gr. 0,50

NÉ~IETH

Di imminente uscita in commercio: confezion~ in fia)e di soluzione al 20 %, contenenti 1 gr . di Streptosil Tiazolo. BIBLIOGRAFIA. R. J.

pubblicità~

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spiratorie

' •

I

dei

bambini

con

solfam elilti-0zo l o. 1


IV

J.L POLlCLINICO, ANNO XL"\'II

(Pagina di pubblicità)

SEZIOì'iE :PRATICA,

N.

39

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Carafferisfiche differenziali degli sfrepfosilici STREF'l'-OSIL SEl\tPLICE. t il m cdica111ento solfan1icl ico antistreptococcico ed a11libatterico in generale, indicato nelle forme febbrili batteriche, anch e non specifiche o non b en e òefi11ibili, da son1n1inistrarsi tanto per Yia g·as lrica, che parenlerica. Si deve usare lo Slreptosil sen1plicc 11ella tera1Jia « precauzionale » e IJreco~c, 11onchè nel d ecorso di tutte le forme })er le quali non s i ritien e i1ecessario il t€mpestiYo u so degli streptosilici piridinic:o o tiazolico, per le affezioni di n ella indicazione di tali streptosilici. Fra le for111e presumipilmen le batterìche o non sp ecifiche, va tenuta presente l 'influenza coi relatiYi fattj secondari , c ome affezione ~)anale quanto diffusa specialmen I e nella lag io11 e j11vernale, cl1e la pratica m edi.ca cli orn1ai due anni ha dimostrato con1e positivamcn le curabile con lo treptosil semplice, che ha rivelato t1lilissjn1 c l e sue inspiegabili i11a positive proprietà antilermiche, antibat1eri cl1e ed an li tossich e .

terapic i car atteristici specifici per le forme gonocoocicl1e croniche o di vecchia data. Noi indichian10 q~1es to streptosilico come utile per il trattan1 ento di « consolidamenlo », dopo il periodo di riposo ed avvenuto trattamento con lo Streptosil ·e1nplice, o con altri streptosilici, nella cura razio11ale e completa della blenorragia.

1

STREPTOSIL PIRIDINA. L 'esperienza ha di1nostrato l 'efficacia n e lla di ques to tipo di ,Streptos il nella })Olmoni te, nella blenorragia e nella meningite, noncl1è, in allre affezioni richiedenti l'uso di mezzo cl1en1ioterapico antibatterico di n1assima intens ilà cl1emioterapica. Questo j)reparato ha dhnoslrato di corrispondere quasi sempre per attività e intensità di caratteristiche curative e per questo è entralo nell 'abitule })rescrizione dei medici che 11 e hanno fatto suffic ie11 Le esperienza. Può talvolta ques to preparato dare fatti ' di intolleranza specialmen le gastrica, sebbene sia praticamente -0ggi di1nos lrato che il grado di purezza raggiunto dal t1os tro Streptosil piridina, diminuisca di molto queste intolleranze facili ad altri prodotti sulfamidopiridinici. In caso di in tollera11za, s\ ricorra al pre1)arato j11ielt abile.

Lo S trepto il semplice rapprc e11la il solfa111iclico cli impiego più sempli<:e con1 e m ezzo terapeutico cl1emioterapico antibatterico, in quanto, rispetto a Lu lte le solfamidi successivan1e11 I e create, è il solfamidico di scar sa t ossicità e quindi di u so as ai più confide11ziale. Da qucst-0 punto di vista è spiega lo l'uso anche profilat ttco adottalo da molti medici, u sando· dosi basse ed ancl1e per questo con . esclusione di quals iasi ~dis turbo. STrrEPTosrL nosso. Si è dimos trato il prc1Jarato di pratico uso particolarmen Le n elle infezioni urinarie no,n sp ecifich e, e cla bacteriu1n coli . An che nelle infezioni puerperali lo Streptosil ro so lro,·a buonissime ap1)licazioni . Va t enuta pre-· sente l 'imporlanza pratica d ella colorazione r-0ssa tlelle t1rine, quale criterio di eYide11te di111ostrazion e di diffusio11e d el mecl icamento n el! 'organism o. NEo STREI'TOSIL. Per la s ua s truttura chimica rappresenta il prototipo più tollerato, per.chè privo d ei gruppi metilici tossic i, fra le disulfamidi c l1e la letteratura tedesca ha indicato come chemio-

STREPTOSIL TIAZOLO'. Ha le stesse in clicazioni dello Streptosil piridina rispetto alla quale presenta una miglior·e tolleranza e quindi una possipilità di son1n1inis trazione di dosi maggiori, che possono esplicar e un 'azione terapeutica proporzionaln1ente più alta. Le caralteristiche terapeutiche chemioterapich e sono le stesse. Solo si è dimostrata da parte cli molti Aulo ri una sua utilissima azione anche nel trattamento delle infezioni da stafilococco, infezioni nelle quali gli altri streptosilici agi co110 n1ollo relativamente. Ancl1e per il trattamento delle i11fezioni polmonari è co11sigliabile i11 pratica n1edica la sostituzione del prodotto piridinico con quello tiazolico, cl1e fino ad oggi rappresenterebbe il solfa1nidico più perfezionato , sotto ogni punto di vista. So110 in preparaziqne le fiale co11tenenti 1 gram1110 ci asrt1na di prodotto, per uso parcn1erico. 1


[ •.\N~o XLVII, Nu:l\1, 39 J

DIVAGAZIONI Prof. FR.l\NCEsco (~IuG NI.

'' Poscia più che il dolor potè il digiuno ''· Il Conte Ugolino violò coi denti le carni de' suoi :0.gliuoli ~

Sì; il conte· Ugoli110 , l 'infelicissimo padre c l10 dentro l<i n1uda , g ià cieco brancolò sopra i cadaveri dei figli cl1i.ama·o.doli a no111e dispe 1 atamente

per tlue g ior11i, Yinto dal digiuno i11angiò d ei suoi figli morti ; e per que$lO , est:enzialm·e nte p er que'f~to , Dante , in lJfi orrendo contrappasso lo condannò d entro una buca della ghi.accia a divorare il fescl1io dell 'ar civescovo lluggieri, di colui clte apprc t andog li una morte co31 strazia11te, l o aveva indotto a tanta ig non1i11ia. Si può rin1aner i)erpl.essi, scr i,,e Ettor e 'Cozzani (1), di ·questa Lren1enda ir1terpretazione, che già sostenuta da altri , è ripresa. d a Giovar111i Pascoli, dal 1nite P ascoli , cl1 e n1olti ritengono un O·n 1uncolo dolciastro, a n1atore soltanlo di a1Spetli d elicati ie soavi d ella vita ' rifua~ ge11tc a ogni se11so di Yiolenza e di orrore, n1a 1ton s i l1 a più il coraggio <li r e pingerla dopo la su a ardita e virile din1ostrazion e. 11 Pascoli in « n-Iine r\'a Oscura i> J)roclama questa corne la p1iù r ag·ionevol e, e<l a n ch e la lJiù effi cace alla ricostruzione del dramma , e l1e non p erde per ciò d ella s ua b ellezza, anzi acquista in traigica potenza , ed es11rin1e sopr~ lt1tto I.a verità d e]la concezion e Dantesca. Qu0sta ir1Lerpretazion e t l1e .al solo esporla f'J ovoca un'is tintiva rip ug r1 a n za, può trovare, a mio avviso, una ~•ppro1)riata trattazione in u11 perio·clic:o di l\iledici11a , dove i lettori m edic i sono m eglio in g rado di , -alutare l e tragiche f1gu1 e d ei lJer sonagg i Da11tescl1i , irt alc uni a8Jletti che sta nno a l confine con la P.af ologia. Il Pascoli , da .p oeta, int erpi!·ete fJrofe ndo e orig inalifsimo ,d .ella Co n1ntedia, col s 110 forte e serralo argomentare , m ediante con1parezioni e finissin1e analisi v sicolog·icl1e, riesce ad att e11ua re e a far scomparire l 'accenna ta ripug nanza , e sa r endere, sotto l 'as1Jetto nuovo , più Yéro e ancor più emoziona11te il t e rribile e1)i5odio . Ed ecco in qual n1odo : Anzitutto il lJascoli· si d ort1anda percl1,è il conte Ugolino, se fu r eo, come si vuole d ai rornmer1tatori , di tTadime11Lo contro il nipote ' 'isconti, e di aver ce·duto ai Lucch esi le ca.si ella, si trov;1 in Inferno 11ella ghiaccia e non n ella Caina dove son o puniti quelli ch e 1

(1) E.

CozzANI .

Pascoli , V61 . I\' . Il poetai cli

Da1i l e. Tip. L 'Eroica.

~iila110 .

1625

SElIONE PRATICA

rUJJp cro il vi11co]o cl1e con g iu11ge i i)a rcnl.i ai JJar enti . E risponde: Ugoli110 non è n ella C:aiua, 111.a ci sar ebbe SP fo sse al suo posto, cioè dove· I 'avrebbe b·a leslrato Ja sua colpa. Egli è invece in u11a buca dell, AI1tenòra, in una ste15sa bue.a con l'arcivescovo Ruggieri a cui sovrasta col C".apo; e questo sopr~vanzare del capo è proprio d ei condannati della Caina , carne è car atteri~tico d·ei d a11nati di questo girone il nomarsi $E:nza 01Tore d e]la fama, prop·r io come fa il conte Ugolino, e non quelli d ella g·hiaccia che so no invece, come Bocca de,crli Abati , fier am ente .avver si a non1arsi e a·d esser e non1ati. Se dunque il conte Ugolino è un danna to d ella Caina, la sua ojj esa al vincolo di sangu e fu un'offesa a lla qua] e lo s.pinse- il tra,ditore cJ1 'egli rode p er vend'ica1·sene. Ed è ragione' 'ole, ~ggiu11ge il Pa:scoli , ch e un dannato n ell'Inferno si vendichi r1o·n della pri111a 111orte, n1a cl.ella seconda, di quella e.Ler11a, (.h e lo p·o rtò y;er ~errtpre alla dannazione. Co ì Pie1' dell a \ ' ig·na accu sa l 'invidia d elle corti r h e lo· condusse al ~u~c.idio, Gui·do .da l\ilontefelt.ro accusa Bonif:azio d ello su a 1no·rte spiritua l e, e 'FT.ancesca iro preca a chi le to] se non solo la ' ita te111•1)-0rale. ma quella eterna, e cor11e Ug·olino si dichiara offeso per il danno ch e ._~lie n e conseig·uì: il danno etern o che, i1on fu la n1or te· corporale, 1n.a .·i.a morte in peccato, o la conseo·u ente dano llllZlOne. Qui il Pascoli c·on a c uta ·disarrlina si do1nan- ~ da : in ch e il conte Ugo lino si dichiara offeso? 1

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1

1

Per ò quel che n on puoi avere inteso ciò è com e la morle mia fu crud a, udirai , e saprai se m 'ha offeso.

Alla comuite interpretazione: cc tu non sai i parlicolari d ella mia morte, di fan1 e, ù o1)0 r1uella d ei figli e nipoti, quindi non sai con1e i(• abbia il diri t.to di odiare. qu es to traditore », il Pascoli oppone· quest a sua; cc tu non puoi p€·rò avere inteso il n1odo (co1rie = quomodo) della rnia n1orte : solo allora sa1?rai ch e non r11i ha da to soltanto ]a rrtorte corporale, n1a a n ch e s1)iritual e, p cr ch è fu un n1.odo ch e t uttora rni off ende ». Nella prima inlerJ >rc tazio n e i] sig·nificato di q uel « sapra i se m ,l1a oiffeso n appare illog·ico e ~1.ua s i ridicolo, pe r ch è D.ante l o sapeva b en e c.l1e 1·<., rcivescovo a v.eva offeso e i11 n1odo g·ra vissimo il c-0nte Ugo]ino, conosceva i ~1a rtico ­ ]ari della sua ca ltura, ·delìa morte n el1H 111uda (:\ la qua l 11er rne l1a il titol d ella fa111e n) , assieme a i fi~·li e ai nipoti ; percl1è q t1cst i {' r.1 no· fatti n otori: Che.. . io fossi preso e pose ia morto, dir non è n1es tieri.


1626

<e IL P OLI CLINICO

_.\Ila domanda c11e Da11te, scorge11do i cc duo g liiacciati », a'ieYa ti-volto: · O Lu ch e mos1ri p er sì bes lial segno oclio sopr~ colui ·c he Lu li ma11gi, · di1nmi il perchè, cliss 'io, per tal conYcgno, che, se. l u · a ragion di lui ti pia11gi ... ,

il <la11nalo cl1 e col cnpo « all'altro era cappello » a ,·eya ri pos to ri,~c'lanùosi:

»

[ANNO

XLVII, Nu~1. 39]

Dantf 11on lo dice i11 n1odo esplicito; lo adomb1ra poetica111ente; ma a tale convinci111en1o c i porta il co·n testo delJe n1irabili terzine c11e il Pa·s coli richian:1a. nella loro incalzante 1)ro·g ressione e 11ei morr1~nti più significati,· i : ... . .. ecl ~i\11 e11nuccio mio . di sse: Tlt guardi sì., padre, che hai~

P er i)rin10 Anseln1uccio ha visto ql1alcosa di st1·ano nello sguardo1 paterno. Poi, dopo tras·co1·si cc tutto quel giorno )) e· la <e notte al)presso ».. .

. . . io iui co11te Ugolino e qt1esti è l 'arciv~scovo Rugg ieri,

e subilo aggiunto: or ti dirò p erchè i ' son lal vicino,

11érchP cioè sono i1ell'Infe r110 , non al r11io 1)()to 11ella Cai11a, i11a in quesLa bu ca, sop·r a di lt1j, 3 1nan°giargli il cavo. 11 co11l e Ugoli110, con cJude il Pascoli, g·iù rtell 'Infe rno i1011 J!UÒ pia.ngersi dcl suo traditore solo per la n1orte crudele ch e n e ebbe, n1a pe1· un' oiffe~a cl1e dt1ra etern<l , quella di essere ... lato n1.esso i11 co11dizio11i di i11orirc in i)eccato , ' e di essersi perciò da11nato. l lgolino è dùnqu e J1ella g·hiacci.1 f.1e1· un p eccato che co1111nise n e lla inu.da, in rapporto occa sionale con la c rud eltà della ua n1orte. Questo I">eccalo non può e · er e con sis1ito, conìe pen~ano molti, n-e-ll'avere egli in quell e tristissi111 e condizioni disperato d eJJa . aluie citer11a e non essersi pentito delle sue colpe, chiede ndo 1)erc.lono a Dio prima di 11101ire. D.a11t.e a1Je,·a certo quello che un c rani ta ci l1a tra1l• andato, che Ug·olino dalla n1uda fu se11tito gridare : .Pe11itenza !, i)enite11za !; ed egli che dal ' 'iaggio attraverso i re.g11i et erni ci l1a riportato notizie d el penti111ento e d ella ·al·vf"zza di ~Ia1\fredi , ·di Buonconte, della Pia, collocandoli, ~ ecor1do la sua -alta giu~tizia, in l)urg.alorio o in Paradiso, solo al conte Ugolino avre})be n egalo il pentin1c11to, dopo .aver circonfuso di tanta pietà la sua istoria , imn1agi11a11do in ìui soltanto la sete di vendetta, l 'odio i111vlacato , rerso i J s110 traditore. € il st1pren1 0 di~d~g1lo de) peTdono di Dio? No, Da nte 11ella su.a .g·iustizia ·e n ella stia g ra nde bontà 11on avrebbe assegnato un così orrendo ca· ti,go a quel padre infeli cissiino, solo per aYer tradito il nipote Nino Visco11ti e JJisa delle costella : la ua co11da.nna in u11a llu ca d ella g l1iaccia assi e1r1 e al traditore'. cl1 e ro·de etcrna111ente · (coni e Tid eo r1el la T ebaide di Stazio il · uo u cciso re Meii.alippo) fu ])er J'alt 1;0 J)ecc.a1 o co111n1esso laggiù nel la pri.gio11e, lln peccato di cui g"ià si sente l 'accenn o i11 cc colui ell e tu ti 1uangi » , 11n p€'ccato n1acnhro quello di aver saziato ]a ... ua fan1e ca11i11a r::o11 .la r.-a rne d ei fi_gli r11orti ai suoi ])ie di. ~

1

I

.\.J11bo le ma11i ed ei, pensanclo <li lnanicar, di e disser : Padre

per dolor mi . morsi·, eh 'io il fessi per voglia subito levorsi,

...

I fig·li a vc·vano intraved11to nel 1gesto pateri10 del 11 tordersi le 111ani la voglia ·d'i man.icar; l :a,-evano .intrave duta come in t1n lampo, f>ercl1 è di sizbito lcvo,.s·i, e si offrirono a lui co1ne pasto . E al padre balenò certo i11 qt1e1 gesto d ei figli la co11clusio11e ferina della ua trag-edia. «Ahi dt1ra t.e.rTa, i)er cl1è non t'a1)ristiP »; e~cla111.a; a ch1e ~, i5e non ad imp1edire cl1e fosse accolla ~ n lln 111odo nefando quell;) })ietosi s~i111a o fferta dell e misere creature ?' Poi , diver1uto cieco, e.gli va l>ra11colando soJ) fél di loro , ·O li chiama p er due dì « 1:>01 i ch e fu r 1no,1ii »; li chiarita per due giorni per a ccer1..:-i rsi b en.e ,c.h e erano proprio n11orti ... , fine J1 è. .. « più ch e il dolor J)Otè il dig·iuno >>. Il digiuno fu che potè I... Appena finita la ~ tra z iant e ri e, ocazione lo di1no tra ciò che ])O li) fare il digiu110, perchè .... 1

cori .g li occl1i torti riprese ll l<:?schio misero co' denti cl1e Iuro a1l 'osso, come d'un ca11 , forti. •

l -goli1J o, 11el tragico contra f)l}clSso, con l'a çcani111e11 Lo clella vendetta, rjproduce sul tradito re Ruggieri qu ello che nella muda potè farg li co1l1 pi.ere il cligi11110 , sui figli morti. .,...

** I l et I ori

111edi c~,

dalla enunciata pren1essa, ti I t.endeva110 forse una rin1 r esa d elle discu ssioni el1e g ià occu1Jarono fisiologi , psichiatri e n1edici l egali nella inter.pretazio11e del \ ers? n1i- t e1"io·s o; se c.ioè lln organismo· al nono gio1~no di ·dig·iuno potesse c.ons.e1·vare l'appetenza .al ci· 110 ·e la forza fisica di adde·ntare carni ·e d e'g lut irle, c. su1gli e ffetti cl1e il J)ro]ungato dig iuno 1>otè. aver e sulla coscienza d el co11te, ecc. , ma il Pascoli, ~.- I1 e certe• cor1osceva tutti quiesti studi , n o111 fa alcur1 cenno alle diYet f.e inter1}re~

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l.\..NNO XLVII, NuM. 39 J

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SElIONE PRATICA

re ser i ùubbi d iagno·, Lici. I1111Jortanti clen1enti Jnziot1i, .1lcune delle qu.a li g·i•1r1g·o110: per alLre diag11ostici sono il rifle·~s.o d i tGordo·n , il p e r'ie. alle s.u c. co11clusio11i (2) . N·e·l la ~quisita se.n sibilità di J)Oeta , egli ha sa- ~i sterc. più o me.no a l ur1g·o l[\ gamb.a in posil) Uto vedere, « sotto· il. velaT)1e d elli v ersi stro·- zio11e estesa quando sri i}1·o·v oca il rifle1i:,so ro luìeio·, i distu rb·i di puro la , il sir1 lo1110 di Sto,elz11)i », J.a verità della trn·g ica creazione cl1e Danle ller, le. a lterazio·ni della sc rittura; se si ii1vita il .quasi ad attcnuarrJe il crudo· veris1110 , l1a cir- b,an tb ino a respirar·e , esso apre lu b,o.cca senza -C(111(L1so di tanta p ietà,• ed ha aclo111b·ra to tl) 1n5pirare.. All :acn1e c~e lla malattia il b ail1bino J11i~tcro per i1on mettere. a nudo l'atto 1nacar 15c11za ripo &Q, esso si g·eitta s t1 e g'~ù n el letto, bro di u11 padre cl1e ·vinto d·a l cligit1no si cibt.1 l ' u11a o l 'altra o tutle lo ·estre1nità sono in contint10 1t1ovi111e11to. Oltre a cruesti 1novim.enti ·della carne delle sue creature. Ce ne l1a dato il riflesso, lag·gii1 i1ell I11fer- inYolon LaTi cl11e ce san o· soJo durante il sonno, 11 0 , dove nel contr.apJJOsto di Ugolino ch e s·lr~'l- ·1 utti i rnovi1l1enti volo11tari sono irr«zionali, -ecccssiv i, · tali da re11de.r ei i1npossib·i le qualsiasi 2 in. il cr.n.11io dell'arcivescovo è e l1't esso il cnfunzio11e i11otoria: il ba111b i110 non può p iù n è .sligo orrc11do, è sancita la p ena che. co11 fra:::e legg·er e, n è sc rivere, n è can1111inare n è \ estirsi. j)rosaica n1a sig·nifi.c.ativa, si 1Jotrel) b c c1ualifi- So no alterato a11cl1:er le ft1nzioni di in1po.r tanza car e: « del taglio11c ». 'i tale , la a ssunzione {lel cib·o e la re.&pir.azioin e : Supc·r ata 1'i "' ti11tiva ripugnanza ~ c1uesta in- ' ::.i j) UÒ osse1"\;are il r e·s.pito _pi<1r.udosso·, se du ler1)retazio11e, il dra111r11a del 33° c.anto ci ap·- ra11le. la inSi~)ir.azione si 11a un rist1cchio del d.iafram11 La . anzich è u11 allarga.111e11Lo della cavità JKtre p·iù vero , l) ÌÙ esp1ressivo 11ella 6!la tragica 1• f1ddo11tinale llar.ame;11te ir1ar1ca urt ru1n ore sil1ellezza e.d ancl1e più co1nmovc11t e. ~to lic o <.t lla l)t1nta del cuore, seg·no di alteraEd il Pascoli conclude: zioni cndo·c.arditicr1e. La ·p rog·nosi , è buo·na , la cc t:hi ha pja1lLo su ]l 'ullij110 e1)iso,d io (lell 'InJtL•ortalilà i1on su pera il 3 %. La clti:rata i11edia Jerno, l10I! l1a l)ianto assai se no11 interpretava della 11Lala l Lia è ·di 100·-120 .g·iorni: la mo·d eF11a co111e interi) re lo io. Guardi i stioi figli se è 'L l'1.,api.a co11 l 'esanterna l· ab l}revia però notevolpa·dre; e i)e11si elle Dante ha os.aLo i111ag·inare e 11 1entci. La cw'a c.onsi&tc 11ell'eli111ina re ogni e.cra.pipir esentaro un p udro ridotto d.a u11.a dis.pe- c~l'.azione : i allonta11a110 i ~g·ioc attoli e i libri, t fiZione enor111e ed i11fan1 e a inetter i denti 11r] i ba111bin i si devono a nno·i.are. Con calmanti ed ipnotici (bron10, · adalina , n ei c.u ~ i g·ravi cloteschio di essi )). ra lio1]u1l1i11al , sco-pola111in.a , op.pia cei) si calrriaLugo (Ra Ye11na), giu,g 110 19±Q-Xv-ITT. no le ip.ercine-. ie. È se.mpre consig-liabile una cu 1·a ai' e'l1ic.a lo, in fol'n1a di l~q;uo 1~e1 ,d el Fo(2) Una es lesa lelteratura sull 'argo111r n lo è ,,·ler, della solu zione di Bt1clin, di iniezio·n i e.n rii1ortata i1eJ volume di I. Ben~i.Ye n11i: Deritro dovei1ose o endon1uscolari di salvar$an. !Buoni d alla miida. TiJ). Giannotta, ·Catania, 1894. risulta ti si otte.ngo110 con in1 p accl1i g·enerali 11n1idi, qua ndo r1on esis ta un ·gra,·e ·vizio' di cuore. La tcra_p,i a .con l 'e.~ante r ua- rap·p1resenta u11 sen sibilei prog·r eisso n ella ct1ra clella cho·rea. Si danno 2 ,-olte nl g·iorno 15 ctg·. .d i nirvanol , SISTEMA NERVOSO. fino a cl1e· comp1are UI) esantema n1orbilliforChorea minor nella infanzia e .sua cura. 1r1 e, .al rn assimo J)erò fino a 9\ gio.r11i; l 'esante1na è acco111-p agn.a to da ec.citazione, feb.bire. fino (H. VocKE. llfeclin. ~ft'elt , 17 ag·o:to 19±0). a 39 e più, f)rt1rito , 1:.on g'iu11ti vite. Lei manifeLa chorea ~i f>UÒ considerare un.a 111alat tia &ta- stazioni r eg·re·rli co.n o dop10 2-3 g·iorni , segue u11 g jonale, es::::a ·~ i n1unifes.t a sopratt utto in v1riu1a- r<,l?ido 1nig·ìioran1enLo 1d'ella. cJ1orea. Questa cura non è :;.cevra di pericoli : si conoscono anche v;cra : difat ti oltre me Là d ei casi si os ~ ervan o clurante i J}rin1i ·i 1r1es i d el l 'an110 . -8 ])arti colar- casi ·di 111orte. l\folto i11eno pericoloso e1 quasi 111ente frequente n el sesso fen1111inilei, colpi8ce cg·ualn1ente efficace è il te.ntativo di prr 0\ 01care un e~a 11l en1a con il lumi11a l: 3-4 volte al giorquasi '.escl11 siva11.1en te l'età tr.a i 7 e· i 12 anni. A1n1n.aJano soprattutto b1an1bi11i di livello psi- no 3 ta-v olette ·d a O, 135 g·r. Si ha n1ig·lio1rame11to P. cl1ico no11 J11olto elevato; n el G0-80 °/o dei casi a11cl1e. &e non co111pare: l'esanten1a. esis.tono tare i1ervo· e e;1~editarie . Jl fattore che Sulla malattia di Storge e "ftreber. s.u tali basi costituzionali per lo lJiù i)rovoca (A. Gt.\PAiI,Mo. Palliologic.a., .g·iug110 1940). la· malattia , è il reun1atis.rno a rticola re· non è an r ora chia.rito i)e•r quale m ecc.an i.snlo , se infotSturg·e nel 18'79 descris se una malattia cotivo , tossico·, diretto, opp1u re i1ldirclto. La i11a- stituita da 11eo fl.ammeo facciale con glaucon1,a lattia è p•r eceduta da un p,e riodo· di svog·liatez- clallo s tesso lato e. attacchi epilettici controlaza , disattenzione, sp·avent.abilità , ~onno inquie- terali. Come rep•erto anato111ico n el 1897 il to . Inizia110 ·poi lievi disturbi n1otori: i b a1n- J< ali schel' dimostrò la presenza .cli m-alfqr1n abini lasciano cadere og.g eitti dalle 111a11i e avzioni .a11g·iomatose sulla pia e nel 1913 Hevertono· sussulti n.e1lla mUtscolatura -d egli arti: b old descrisse. delle calcificazioni rlella corteci n·1ovimenti simili ai tics iniziano i11olto j ) ÌÙ cia ç~T·ebrale1 • 1 ~trdi, anc11e la }o.r o co m·parsa pt1ò però lascia· Nel 1922 la n1alattia ass11nse n1aggiore i114

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SUNTI E RASSEGNE I

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u IL POLICLII'\ICO

tere~c

JJral ico i}erchè a llora il vVeber i)Qtè diag1tosti care coi raggi le calcificazioni cere])raJi legate ai vasi de111 ·arllgioma ( oll'asp·etto ca ratteristico di orr1bre serpentine g iriforn1i a dopJ>io contorno. Stu·di successivi, specia.lmer1te di Krabbe , dimostr.arono1 ch e le cal cificazioni non sono iu rapporto col terTitorio ang·iomatoso d ella J.lia , i11a si trovano ne lla co1 teccia cerebrale. Questa sindrome non ·è ancora entrata n ella t1at~<l zion e sco•l a s.tica n e·ppure specialistic:a e viene sp1e sso confu,s a colla n1alattia di Lind.au. L 'A. h a raccolto n·e-lla l etteratura dal 1860 ( e1)()ca ì11 cui lo Schirmer aveva descritto solo i! neo flan1111eo f.a r.ciale con glaucoma) 146 . 1

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e.asi. C'è una discordanza n ella dOJilinazione del. la sindron1e : a lcuni la chiamano maJat tia di St.11rge e 'iVeber altri di Sturge, altri di W e·l>er, alt~·i ancoTa di I\..rabbe, altri di St11rgeW eb€r-Krabb-e, altri di Schir1ner-''7eber-Di111j tri. Alcu11i la chiamano sindro1n e vascolar e en c1e1f.alotrigen1inale, <l itri angiomatosi en cefalotrigcrr1ina , altri ancora a ngiomatosi fac ciale e 111eningea . Alcuni la pon°gono fra le rnalattie .a brase disontogen etica (fa cumatosi <li ,·an dei· IIo·eve) o fra le ec todermosi congenite . Dal punto di vista anatom,opatologico i fatti fo11dam enlali sono questi : anomalie angion1atose dei vasi piali, sia parziali (occipitali) sia c-;.-t ese a tutto un emisfero ; .anonìalie vascolari e s1)ecial1nente calc ificazioni dei pi0001li vasi n ei t erritori corticali corrispo11denti alle zone in eningee a ngion1atose; atrofia di queste r eg'ioni ce-rebrali e fatti r eipr essivi a carico delle fibre e d elle ce]lule n ervose corrispondenti; a11g iomi e angiectasie d ella coroide e glaucoma con o senza buftalmia; n·ei fla m111 ei cu wnei della testa , specialn1ente della fa ccia nella 1or1a di innerva zione. della prì1na branca del tri gen1ino . Altri fa lli anaton1ici possor10 aggiungersi: a110111a lia d ei seni venosi d ell3. dura, angioITti di vario tip•o del]a sos tanza cerebrale, mic rogiria, eter otopia di ::;ostanza cer e·b rale fra i ,·as i .pi.ali , ltrofia crociata d el ceTvello· col1)it o e d el c0rvelletto del lato O])posto, &clerosi del -c orno di Amn1one, n1icrocefali1. Si posso11t1 .associare di5trofia adiposo-geni1<Jle, n1o·norcl1idi.s.mo, acrom·eg·alia. Dal punto di vista clinico un dato frequ e11te è lo scar so svilt1ppo tll entale che si n1anifesta firt dall'infanzia e eh.e p·u ò andare dai gradi i>iù lievi fino alla più g rave idiozia. I sinto11ti 1p.iù cost anti in tutti i e.asi a co·m promi9s.ione m ·eningoen ce falica sono la paresi ~J)a5tica contro]a terale e i fatti enilettici. L ' eL" epilessia è a tipo jack·&oniano còntrol.aterale, rier lo più; raran1ente è gene ralizzata. Dal })Unlo ·d.i vista oculare c'è esoft.al1nia .a ljpo. l)Ulsanl e e g laucoma. Si possono a,·cr e C1 111a urosi , e~nianopsie, papill:1 da stasi, di stac. co r etinico. L'inizio della i11~lattia si h a per lo più i)re s l issi mo dopo ]a nascita. 1

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XLVII, NuM. 39]

La 1nalal Lia 11a un chiaro carattere di fan1ili.arità. L ' A., dopo queste premesse, de~ri,re, deLtn gli:! La111eri.t e il reiperto anaton1ico macro... e 111icr oscor)ico di un caso d~ lui osservato.

L.

La frequenza del prolasso dt>l disco intervertebrale coJDe causa di sciatira. ( 1~.

_.\i\ DERSON . _4 cla m ed. scand'., 27 giugno 19±0). Qua11do si troì\·a il c o111~·lesso sinton1atologico comune111e11Le. de,s i gr1ato col norne di 0

n e urile. sc.iatica si cerca di giungere .ad una diagnosi etio lo.gic.a. Moltie 1volte ci si deve co11tentaroe di una diagno~i soltanto· sintoma~ tj c,a . Questo s ucced e se111pre n1eno spesso m.an 111a110 ch e au111enLa110 le nostre cognizioni. Così u11a d·e ll e cause1 della sciatiça è stata :resa i1ota d a non n1olto lempo ed è il prolasso del di sco i11terve rtebralc e l 'i·$ pessimento d el legalì1 ento g iallo. Il i)r olas..:o del disco inlerv.eirtebrale è stato d.escrilto per la pri111a volta dal Virchovv· nel 1857 co111e co 11segu~nza di ur1 trauma della colonna ,·erteb rale e nel 1'896 il Koch er ne riferì un altro caso. Si d escrissero successi, a1 nente pochi a ltri casi fra cui alcuni ca•&i di « eondromi » d ella pal'te posteriore d el disco ir1 terYertebrale, ch e ~Iixter e Ban' n el 193-! int erp·r etaro1'l.o giustan1ente non come forn1azioni tl1111orali , ma con1e spo·starr1 enti del di.. co i11ler,rerteb·r ale. _.\.nche prin1a, nel 1931, 10 Scl11no rl a';eva attirato l 'attenzio11e sullo spolé\111en to d el nucl eo polposo. Nel 1937 Bayr, Han1pton e l\ilixte.1· ripor1ar o110 i risultati ·d i 58' i11terventi chirurgici in cui si a,·eva il prolasso· del disco Altri ca5i furono -ucceissivan1.ente d escritti 'rda Love e vVti l~e·r , Rovig- e altri. 11 primo ch e parlò d ell 'ispe·ssim ento d el legan1ento largo come cau sa di sciatica fu l 'E1 sb er g· n el 1913'. Altri e.usi fUJ·ono poi resi r1oti d a altri osservatori. Dal 1939 l '_4\. p1r{lticò sibten1atic.ame nte la lnielog·rafia i11 1± casi di sciatica proprio allo .scopo di scoprire i casi di prolasso del disco. 111 8 c.nsi si tro,·arono alterazioni che· inducevano a ritener e. prolassato un disco intervertl'bral e: 3 soli furono operati: 1 aveva prolas~o d e ] disco, 1 ~pe&&in1 ento d el l egamento giallo o I a're va du e dischi prolassa ti. In t.ul ti i casi di sriaticti si dovrà fare l a mielog·ra fia. se non si rj escc n trovarne la causa . Ln - n1ielog rafia per1ne.tt e: di ricoposcere un 'altrr<tzio11e senza però che si ·possa .affermare cl1e si tratti di pr0Ja,5so del di~co o di ispessjJ11enlo del legan1ento. Non esistono sinto111i speciali che- per1nettano di ri con osr erc in una di qt1.este due alterazioni Ja cau sa c1c1la sciatica. Esse non possono es~ere esclu ~e an r h e sei nell'anamne&i n1an. ca llIL trauma. 1 '1\. non riLiene n ecessa rio fare una n1ielo1

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SEZIONE Pl\A.TICA

grafia &isten1atica in tutti i casi di sciatica, n1a soltanto n ei casi in cui no11 solo, non si rit:sce a trovare1 con altre indagini la c ausa della nta.lattia , ma anche il n1alato è in co·ndizioni di ·sofferenze tali da consigliare un int erve11to qualota 6i IJotes~o trovare 11n disco prolassato. L.

'RENI E VIE lJRINARIE. Problemi' principali della malattia di Bright. (.I-'. \ 1oLHATr.) . 1\iil.n c/1.. !l{edizirt.

JJi osc1le.11sc·1i. ,

16 agosto 1940). In con traslo r,viùente co·n le affezioni urologich e e chirurg'ich e d ei r e11i, l e· i11alattie· € n1a~ mene hilateir ali di qu esti organi provocano gra"'i con segue11ze p1e·r tutti gli organi d el cor·po: cervello, OC{:ftio, p elle, cuore, arterie , Cé!pillari, vasi linfatici , ~arigu,e, mi·dollo , rie.ambio . Le affezioni bilate1·ali d el r en e. IJTO vocano tuttJei queste con segu1ei1z.e1 in ·s eguito alla azione di tre fattori: la ·d~in.inu·z i o·n e d ella funzion e secr eto11.a d el r en e fino alla insuffic ienza r enale, l 'au1n.e11to patologico di perrueabilità d elle. i11 en1brane d el r ene· 1So prattutlo <lei g'lom eruli, e l 'alte.razioi1e della circolazione sanguigna glomerulare. La ir1 sufficie nza del r en e dipende· cl.a lla <li111in uzio111e. quantitativa dei .si11goli e le111.enti se.e.r etori del rene e si manifesta con alterazioni qualititive d ella funzion e secreto.r ia. Queste alterazioni comincia110 con una din1inuzione ~e,lla ca·pacità di 1co11ce11t.razione e poliuria obbl~ata compen satoria ch e passa poi in isosteinuri<l C ).:.iS1CU1dOD0 1'IDaluria ( ~ec1·e­ z1one di una urina isotonic a al sa11gu e i11 qua11tità insufficiente . d~ peso s1::iecifico1 1010). quando in q uresta iso·s tenuria la qt1a nlità di urina cade al di sotto di un litro·, il d estino d el paziente· è segriato. Questa urina· isotonica no11 è fornita a.a gli elernenti ammalati bensì da quelli anco,ra sani e funzi onanti del r ene. Inca:p acità di concentrazione1 ed isoto.n ia con il ~ai1 gue dipe1 1dono dall'appiattirl1ento d egli epiteli ·tub.u lari n ellei sezioui di rei1e a11cora sa n e, costrette a lavorare s1r10,d atan1ent;e1 e se11za ripo·so. Il qua·d ro clinico d ella ins ufficien ~ .assoluta .del r e110, Ja u1·e1m ia vera, è quella dt un avvelen.arnento·: n ei fa nno· p·a rt.e' disturbi d el rioan·tb·i o , alterazioni infian1..n1atoJ:ie , irritazione to·s sica del Riistema n·ervoso· e· alterazione tossica d ella eritroipoiesi nlidollare'. La alterazio,n e d el ricambio consi6te in uno srpost.atnento d ell 'equilib·r io acido -basico verso l '<~ ­ cido coi1 diminuzio11e della riserva alcalina : i!l .parte ~ovuta alla incap·aci.tà d·el i~e·n ei ins.u ff1c1ente d1 forr11arei am.m oni.aca, princip,almente però ad una ritenzione ed ipe,r •pro·duzio·n e di ::\c.1di orga.nici in seg-uito a scomposizion·e proteica . tossica. Consegu-e.n ze .d i queSita acidosi S?'n o il grande r e.spiro di Kussn1aul e il rigo11f1amento cer ebiJ'ale con abb attirnento· e con1a. Le ,alterazioni infia1nma.torie inte res sano la p.el1

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le ~picc?le n ecr~si , erilei11i morbillifor111i), il per1card10 (frequent e pericardite tern1inale) il laringe o l)a·pparato·. gastro-intestinale·: ui10 d ei sinto1ni caratteristici è la lingua asciutta co111e ll-a.g·lia, di color bruno , co·n alito urinoso e frequ·einte . ' 0111i to infrei:iab~l e (con seguente i1)0c]ore.1n1<A. c he 11ecess1ta so n1ntinistrazion e1 di ~a ] e) . La . infiam111azione · d elle mucose· aperte e probab·1 ln1en Le ·provocata d.ulla a111111oniaca jrL cui i batteri ureolitici ubiquitari scon1po11gò110 l 'urea 3ccu1n ulai a . I sintomi n er·vosi consi1~tono in s ussulti 111usco.Ja ri e t en<ii11ei involonta 1-:i : la i11t.ossi1caz.io11e del 1r1idollo osseo µradure. u11a ane111ia ~econdaria . La abi1or111e pie.1~l1e.abilità d el] e meJ11bra11e (le.I r en e. l) f0 duce la albuminuTia. Ne. ris11lta l111a i[J01a lb·u111in·e111ia , la d€fici en za d i j)f'Otei- ' Jl(l n el f.la n g·u e e n ei tessuti pre1 dispone ·c o11'siderevol1 He rtte, all 'ed e111a . Dag li e.cl e1ni da fain e l 'e de11ta cla ipoa lb1u111ine.1rii.a si distingue per l :a~ l)et.to del s.ier? cl1e co.n tiene enor1ni quant1ta di g·ra . . o: il ·pJa sn1a 11a l 'as petto dre·lla }>a n11 a, il liq uido d egli e demi è sin1ile a latte cUluito. G·li ed e.m i hanno una g'e11esi e.xtra l·e11a Je: l 'a ll <Yrazio11e d ella attività . vitale d1e101i u c11do teli d ei ca1)illari sang·uigni e. linfa tici ra pJ.Yrese11 t.a il fa ttor e biologico , la din1inuzi o11e tiella p•r ession e colloido-osrr1otica d el Riai1o·u·e i·poalb·un1inoso ra1Yp·resenta il fattore mecc;nico de.gli eid en1i. La I11aggior J)arte delle azioni a distanza cl1e accorr11)ag·nano· le n1alattie emato1o·ene bilaterali d·e·l r en e è do, uta alla altei·;zione delJ.a c ircolazione1 renale ris·1J1. g·lon1erulare. Questa 11rovoca J?'er via en1atog·ena l 'ipe rlens.ionei renale in :.seguito a co ntrazio1n e · vasale gen erale, co111e lo confern1ano l e oss ervazioni elinicl1e e g li espeJimeu1ti su animali. E probabile cl1e nella glomerl1lonefrite acuta diffusa post-infettiva la co ntrazio1n o dei v.a si del r en e1 sia dii natura allergi1ca : a quef'ta sieguire.b 1b e subito la contr.azio·n e ' rasale generale· ematogena. L"t con~razion·e g·en era le· d ci vasi aggrava la co11traz1one dei vasi d el rene., si s.vilup1pa i11 tal mo·do u·n circolo ·vizioso cl1e si riesce a d interromp·ere ~olo fi:\o a cllie le alterazioni }Jòl'Odotte n el r en e non sono· i1~rev-ersib.ili. Sei se ttima n e dopo la infezione r.apprese·n tano il terrr1in·e· n1.a ssimo· entro cui n ella n efrite acuta si f :U() ·anc·b ca a''er e Ui1a restitulio ad in~eg rarri~ Entro questo las~o ·di ten1po pe rò la !g uarigione si ottiene nel 1100 ~~ . dei casi, se si riesce ad abbassare la pres1&ione: .e1 ri1)1ri stinare. una buona circolazi o·n e renale, oltre a ·p·rovved er e t.ulora a lla eliminazione d el focolaio infettivo (ton sillectomia). P. 7

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Profilassi della pielo-ureterite delle gravide. (li. rF . TR ..\.U'f , D. ScoTT B ,. \YER e e:. M. McLANE. ./rJut. a,111 e.r. 1ried. ass.. , 13 lu glio 1 940). 1

La gra, idanza con1plicata d.a infezion e d ell a 1)orzione s t11)eriore delle vie uri1larie è un proble111a ch e 11a lorr11e11ta10 gli ostetrici p er n1ol1

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« lL POLICLINICO »

lo lc111 po, per l'incerl~zz.a clc1la eziologia e ve r denti 'i viene poi a sa pere cl1e in,·ece \'Ì sono l 'i1teflica_cia della terapia. ~-eg·Ji u lti111i Le1111>i, !'lati. È ov\'ia l 'i11t portanza di tale co11os.cenza, JH:; rò, le nostre idee , u1l"eziologia si sor10 cl11a- sia p·erch è le prob.ab·ilità cl1e . i. ::;\'iluppi una ri le, 1t1·entre la terapia 11a scgt1ìlo 11uovc vi e pielo-ureterile ~o no r<.ttlclo1 ~piale L;er quelle cl1e 11iù efli·caci. Vari son.o i fattori clte debbo110 l'hanno precede11te111ente, ::;offerta, sia pe1~c la è ~~ ere co11siderati. la ·prognosi ne è Jlì olto più sfa,-ore\'oJe e l 'effiEziologia. Perch è iSi s viluppi u11 'i11feziione cacia uella cura più problen1atica. ri ei tessuti della 1)elvi r enale e n ell ' urelere, Nella vis ita a·Ù una g·raY ida a1tche ~:p parc 11 icono necessarie due condizio11i: la t.a~ i nel 1r1·ente. norr1 tale, ci si dovrà infor111are dell 'edeflusso urin.ario e la ·presen za di lln. age11te in- ventuale pt~e.senza di ·drisuria, di i)ollachiurin, ft· l livo. Nell'8 0 ~> circa ·d·elle gravide, i 11a Ja di dolore alla, region e ~·e n,ale: In prese11za di ~l a::- i 11ell 'uretere destro ed , i11 n1in o r 1J1ro1}orqu.alcuno di tali 1&into111i, si preleverà l'uri11 a J.io11e riel sinistro, . tasi do,ruta ad in Clue1tze or- con ca tetere in bottiglia sterile. Se vi sono 111·011ali e it1eccaniche . Se n e 11.a co111e consc- leucociti ad ai11n1assi, si invierà ] ' urina al labo~· u e nza la prod uzione di un idroureterc ecl ratorio di batlcriolo.g ia e si somministererà del id ro11 ef ro 5i, cl1e si pos ... o·n o clire fi iologici, del- bica rbonato di sodio (4: ~· ra111mi d.opo ogni pala Q·ravid.a nza. sto). Se Tisulla l)OSiliYa la ricerca del coli, ~ i ' Per quanto riguarda l 'age11Le in fotti, o, l'in- J>rovvede rà al traltan1enlo aittbulatorio. Ytisorc prin1ario npi:.'artie11e n ella g·1ande Jltag·Non raramente, il J_)ri11 10 sospetto è dat o g io rnnza dei e.asi al ia vasta fu111iglia del B. dalla pre enza 1di: intorb.id a 111~2 nti èLell'urina. coli; con1 e invaso1i secon·da ri , vi 0110 spesso ·~he cor1duco no alla ricerca i11icrosc0pic.a e batg·li . Lreptococchi anaerobi nor1 e1noliti·c i , cl1e leriologica. so110 relati van1ente i1on 1)alogeni e provoca no .Il frrittam ento a.mbttlClJt >rio, consigliato daj n fia1111l 1azioni soltanto i.11 t ess u1 i preventi ragli AA. è 11 segl1ente.· Si fanno ])re.nderc 5 1)a11te11Le lesi da traun1i O' da altri o r.g·anis1t1i. Il sti glie a l giorno di L1l[a11ilan1 ide rda 30 cg.); coli rag·giunge1 il tratto uri11.a rio :>uperiore .e una al 1r1a tti110, un 'altra al rr1o·n1ento di cori'i si annida, g·r azie a lla coslip·azior1e ed alle c.,a rsi ed all,re 3 do'.PO i lJasti (queste ultin1e accond izioni di idro·u retere c<l idro11 e.frosi. co1n1)~g·nate da un cucchiai110 d.a t è di bic.arTale l 'an<ian1ento dei fatti quar1do si tratta bonato di sodio, sciallo i11 acq ua) ; .limitazione cli al lacchi 1)rin1ari nella gravidan za. Vi sono , dei liquidi ad un 1nas i111 0 di 1500 em e. Il !J(;l'Ò, Ca i d i do11nc ch e aYe,-aitO avuto d.a!Y lJl'itrattélrn enlo i continua ver 5 giorni e si riltl ll d e~~li a ttacchi ài pielo-urele rile non co111))ete fin o a cl1e le culture dell'urina - da farsi 11leln1r1cnle gua riti, e ch e han110 u11a for111a cro- set tin1analn1cnle - sian o ri11taste negative per 11ica, afebbrile ed asinto111a Lic,l di ! ale affezio- 4: volte c.: onsccuti\1e. 11e. 11 tioo cron ico diva111Da i11 u11'c-;a·cerbazioCon queslc dosi, ~i raggi unge una ha·ssa 11 t ac uta n e11a g ra\iidanz.a q11ando la tasi uri- concentrazione ·<li sulfa nila r11ide ne-1 san·g~ue (2 1 t:tria 1~redu ce un locus min.01 ris rcsi.;te:n.tiaie. 111g.. per 1100 1c.111c.) t1fficiente però per l 'effiLa fr eque1iza coi.1 cui si o:-:. erva l 'affezio11e caci.a. Se co11tinuano f.ia Ja piuria, sia il dolore \ ' (1 rin secondo i diversi .a11 tori , dal 0,8· < fo al 15 o/c>; si può rilen·ere in niedia di 1,5 a 2,5 %. all an g·olo c,os to-vertebra le, si pratich erà l'eNote\roli possono, essere gli e ffetti e le con1 - so.n1·e urolo.g ico (cis losro1}ia, cateterismo ure] ili razioni vicine ·e lontane. Si po~sono avere ter.ale, pielog·rafia) , l)t·ocedend o alla cul'.a ·delle è.t 11 zilulto: 1) anen1ia lJer l 'azione e1t1olitica del · eve11tuali lesioni. Di verso è il caso di do11nc, cl1 0 h.anno nelcoli, ch e talvolta p uò addirittura r e.n dere. n edi altre i11fezioni urinacessaria la trasfusione; 2) estensione bilaterale l '.ana11111csi un Dassato -. dell'infezion e, cl1 e implica u11a pro,gno i g·ra- rie, di c ui quella della g ravidanza rappre;:enta , .c; .3) l 'ascensione d el processo a lla co rteccia ·l1n 'esace rbazione. e l 'esan1e culturale è ner enale, con le rela tive con . . eguenze ulJ a fu n- gativo, si s-o·r vegli.a la paziente, rir:etendo l:esazionalit à.; ±J l ' immeùiato effetto d ell 'affezion e 111e ogni mese. Se invece, I ' esan1e è positivo (coli o slre1}tococchi anaerobici emolitici), si ~u l feto, per cui ne ris ultano frequente111ente li-arto i)re1naluro , T11orti-nat alità ocl ancl1e mor- lH·ocede .a ]l~ esa1ne urologico; se questo non mo~tra note\roli anor111alità, si pratica il trattate dopo pochi giorni di vita. sop1~a indica lo, racèom andan-do che la Gli effetti lonta11i &ulla 111adrc con jstono 1t1ento1 • • • • • • • })az1entc r1man· g ·a vano t er11po in pos.iz1one or1zi1 ella forn1azione di fibrosi consecutiva all 'infiarttn1azione, per .c.u i 'riene ostacolata la nor- zo11tale, curi una bu.ona evacuazione. intestina]11alc peristalsi ·dell'uri11a, con conse·g .u ente for- le ed una buona dieta. Il più dell e \rolte, quernazion·e ·di idrouretere ed idronefr osi ·e ridu- sto ba~ta per impe dire un .attacco acuto. Sia com·e. ·entità J)rimaria, sia conle esace rzio11e dell '.atti,1ità del u.are11chima rena le . .. Per il moclo di co ndurre la c ura, è an zitt1t- }>.azionc di un 'infezion e antecedente, -g11ò ave rln e senziale una ana1l1nesi accu rata e pTecisa, . si l '.attac.c.o· acuto , contro il quale si deve provsop rattutto per cor1 osce1~e se ' i sono già stati vede1•e anzitutto con l'ospedalizzazione, in cui i1t l1r ecedenza attacchi clel mal e; b i ogna insi- si. l)ratich erà quar1Lo segue : riposo assoluto in ster e: u questo punto, perch è in un.a buona lEtto in posizione supina, n1eglio se con i piel11età delle i)azienti che n ega110 at tacrl1i prece- di del le t to sollevati. Esam e n1 icrosc.oµico e

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SEZIONE PRATIC.\

culturale dell 'uri11a, tlet.er111i11azio11c clell 'azot e1nia og11i 2-3 g ior11i , pi:elografia e11dovc11osa; somn1ini.straz"io11e di sulfanilamide arl a lle dosi ((1-8 gra111111i al gior110) lin1itaudo 11ei i)ri111i <lt1e giorni l'ingestione di liquidi , in 111odo da i11antenere la c.oncentrazione d ella su l[anilan1id e nel sa11gue ad 8-10 111g. per 100 c111c. e·, llell ' uri1~a a 1·00 111g. per 100 eme. Nella 11taggior parte dei casi, co n questo t.ratta1nento, la t,emperatura scon11?a re in pocl1i g iorni e dopo 3-4 g ior11i del ritor no alla 11orrnale, la pazie11te può lasciare la cJi11ica . e, pe,r ò, sor10 coinvolti cntra111bi g·li uret eri e l 'azoten1ia è elevata, si ·potrà pre11de re i11 considerazio'1.1e l 'interruzio·n ·e della graYidanza a cui gli AA. hanno sentito la necessità di riro1Tere raramente. La paziente va seguita ancl1e i1el pucr1)erio, i)raticando la cultura de1ll 'urina u11a , ·alta al i11ese, interdicendo un 'ulteriore gravida11za per due an11i. elle pazienti con c.u lturc positi' e, i 'edrà se eF-i ·tana delle, eventuali stenosi urelérali e si praticl1cranno dei tratta111cnti sulfa11jlamidici. Da quan·d o si è iniziato il tratla1l1e nto accennalo, la frequenza della i)iielo-ureteritei è andat<t din1int1endo da 2,02 a l '. ,06 % p1e r i ca __ i co·n la n1assin1a lJarte dei sinton1i e da 0 80 a 0,4 7 ùj~ dei casi con c lan1ati; u 11a riduzione, qui11di , del 50 °/o. La dt1rata d ella fase febb~rile, da giorr1i 10,4 a 5,4; ]a durata totale della malattia (fino ad urina sicu ra111entc sterile) da giorni 135 a 50. " In co1nples ·o, con il trattan1ento accennato, i può rendere • terile l 'urina delle g ra,·id e nel 55 % d ei casi, ciò che prima si era be11 lungi dallo sperare. Questo non toglie che , ,i i.ano d ei casi assai resistenti , come qu.elli di du;e pazie11ti degli AA. cl1e, non ostante ogni sfoifzo con sulfanil an1ide e tratta1nento cistoscopico, continuano ad avere colibiacill11ria, do 11'0 m esi di trattamento. Le pie,l iti dcl po ·t-1Jiartum sono , tate q11asi co 1n 1J]etamente elin1ina te con 1'11so di piccol e dosi di t1l fa11ila1nide e bicarbonato di sodio .. omn1ini tratc lJrofilatticamente a tutte le pazienti con urina ''e~cic.ale infetta e co11 cistite ~into111atica. La J)ielone frite è di,· e11t31~ quasi irtesislen te astaco landa il progresso dC' lln malattia al pur1to da in111cclire lo s'1ilt11)po di tale co111plicazionc. fil . 1

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Nuovi orientamenti nella terapia dietetica della glomernlonefrite acuta diffusa.

al111er,o J)Cr una parte <lei ca:;i. _-ella i1efrite cronic<J si è ,-isto ch e u11a dici a co11 i1orm.ale o el e' alo co11LenuLo di proLeinc 11 cn1 peggiora affatto il decor&o della n1ala t Lia se questa no11 è molLt) ava11zaLa, e l)UÒ a n zi giovare co·n tro c erti sintomi (e d~!11i, astenia, din13g1~a1nento) : 1 au11l er1lo d e1l'azo te1l1ia cl10 ~ i ost'e rva in qne~ ti casi IJ.On corrispo·n de, a un r eal e peggiora111 ento della funzione r ena l e, e si dub ita a11zi elle questo pof'·sa eE,sere deter1uinato dall 'au-. 1n erri a ta elim i11azio1l e di scorie azo La te a ttraverso il r ene. 1?erta1rlL• diversi AA. , s1J.ecie a1l tericani, tratta110· con clietu a 11or111al e cor1te11uto proteico la nefrite croni ca i1011 at1cora g iunta a lle fasi estrcn1e. 1\iella n efril e acu lH la r e' isioite dei ·v('ccJ1i llrin cipi _di Lera1)ia dielctica n o tt è stata anc<ira a1Yplicata con esperi111enti di111o~ trativ·i , tt1tLavia già le ricer cl1e di divcr:--i l\. A. 11anno po tuto din1ostrare 1' hr i11 q1J e tn 1nalattia la (l1elfl a J';.OìTllale COI1lenuto proteico non d:a r1neg1gia il ,decor 5o d el processo renale e può a11zi gio'1~re1 contro .1lcl1J1 i sintomi e nel favorire l!JLa g·uarigione più r ar11ida. Gli AA. h a11no cseg·uito le lo ro ricerch e i tl 11 ca~i, somn1i11is Lrando una dieta a nor111ale o .a11 cl1e e1·e \'~to co111e11ulo '!)l'Oleico talvolta fi11 daJl'inizio d ella irialatlia, - tal, olla .i11vece i11 ll na fa· e· p iù .1 vanzata o nel l )t' riodo di reg·re::;~ ione. Irl qualunque !)C riod o delli.t 111alattia 'e11js ·e so111ministrala, questa dieta i1on provocò 11tai, 11ci e.asi- d egli 1\ l\. , agg·ra Ya111er1to dei ~ inL0111 i, tranne talora 1111 lieve e transitorio auo1cnt o dell .azoten1ja. J-\ J co11t rario l 'oliguria, 1·a1J)u1r1i11J.1 ria, gli edcn1i e lo stato ge11erale ' e11n ero influenzati favorevoJ1n C' 11Le, e ·c.osì pt1re ]a fur1zio·n ·e Te·nale . La dieta ad a lto contenuto l.J l'Oleico i1on venne n1ai s1)eri111 entata in ca·&i di nefrite acuta. con1p1licati. da sco111p.en so di c uore, da uren1ia eclamptica, da grave olig·uria, ecc. nei quali essa ·è natl1ral1l1 e•nte controi11·dicat a e del re~to inattuab·i le . In t11 tti gli altri casi di nefrite acuta e~sa pt1ò ·cs:-;ere i11 ·vecc sµerin12 ntat-a senz3 alc un ri scl1io. DaJ] e ricercl1e degli AA. ris ulta ·e.b e dt1r.ante la . 01r1n1inisLrazione d ella d icta ad1 alto co nte11u to proteico il inet.abolismo :lzotato si n1rtte J)('ll :.11n/)11te itl attivo l'On rit en zio ni anche forti fli <1zol0; tuttavia J'azot en1ia no11 at1menta o nt1111enta . olo in inodo lieve r tra11sitorio. Questa rite11zio11ei .azotata, ch e è affine a qurlla J)e11 co no ~ciuta n ella ne.fro ~ i 1i1)o idca nelle $les~e co ndizioni di dieta, è in ra11·p orto con J'albl1minuria n1a non ha i.n11)o rt anza n ei ri 1g·uardi dell'azion e ra·vo revole (]ell a dierta, la quale è verosimil n1erlto dovuk'l a in fl11 e·n ze Ya~a ] i sul rene, c]1e 1110 di fic.an.o ln diti resi e la ft1nzio n e1 renale . La di et a ad a 11 o ro·n ten11to J)roteico conduce .a ·Q·11arig·ionr nella st e~a l1ercenlual e cli rasi tra1tati ro n ìa d ic>t[l r1a sica, e Jiur non presenlat1d10 decis i vn11tnp-fri su q11e~1a , inflt1enza fa,-ore, oln1e 11te alr11ni sinton1ì paTticolarrne11t e r esif' ten Li (ipo. ten uria, a lh11111in11ria) e i1erciò la dnrRta con1plessiva cl et l)Tocesso n1orb0so. A. P. 1

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('F. MAn"oLoNno e N. GtJ\.NNETTO. l\tf ed'ilc.ina Spe·rinle1nla.le , 30 maggio 1940). ·Da q11al cl1e Len1po isi è andata viluppando t111a d eci. a t endenza re,1 isio nistir.a ne 1 c~mpo della dietetica delle .g lomerulonefriti r ronicllc <'Ù acute, eJ il classico dog:ir1a della lim i1 azior1r talora estrc1na della quota proteica ali111entn.re con l'int ento cli risparmiare l'a11pér1o cli ro111pos ti azotati al Jie:11e è stato criticat o da 1nol Li AA. e dimostr::tto in fon dato o e~agerato 1

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cc IL POLICLINICO »

S IO G R A F IE ALBERTO

PEPE RE

1873 • 1940 .È tanlo trist e scri\1 cre del mio povero g·ran-

de Maestro , una tristezza che oggi peTò tra ::>.::orsi i i)ri.111i ·g·iorni d el cru·d o dolore è cirlOnfusa di un senso so·a ve di .acrorata dolcezza, en sazione cl1e nasce dal i1osta lg ico rico1,do di tutLa la f;Ua opera b 1 uo11~ e cl1e rimarrà p·erenne n el nostro· c uore di alli1e, 1i.

[ANNO

ze di tutte.

XLVII,

NUM.

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altre diiScipline. Orientamento a~.ato1no-clinico , ma fermi Pestando i capisali. d1 della morfologia, valorizzazione delle ricercl1e s.p erimentali ma senza eccedere mai nella Iorio valuLazione ch e spesso fuor,·ia e volontà de~is~ di ser\1 irs~ di esse essenziain1ente per ch1ar1re probl ~rn1 prec.isi sorti al tavolo anato1nico. Beffardo verso chi ritien·e i ·anatomia patologica in declino senza l 'e·sperimento 6 ugli animali. · La sua attività era so,rprende11te. La direzione .dli un gran·de settorato quale quello di MiJano con un complesso di circa 2 mila autopsie 1:anno·, i lavori della scuic>il a, la direzione della sezione anatomo-patologica dell 'lstituto Turnori e. dei ' 'ari settorati milanesi (CarbagnateMonbello, ecc.), la consulenza sua che tutti an1bivano, e in ultimo,. il r ettorato l 'o bblio-ao vano ad un lavoro c.ont1nuo se11za tregue. Pure fu sen1pre cort·e se con chi lo circondava senza mai dar 6eg·no di stanchezza, agile nel corpo e uello spirito. Semplicen1e.r1te &i confidava a lui ogni nostra pena certi di averne parol e animatrici e1 di coraggio. Pur non facen,do mai e,d in qualunque ambiente pesare la sua alta personalità e la sua fama di scienziato, pur ri u·scendo ad essere 11ei salotti brillantissimo, era sen1pre e dovunque1 guard·a to con estrema deferenza, co n rispetto convinto. ALBERTO PEPERE era sem .p re il dominalore per -elezione di chi lo circondava. La sua orpera 5cientifica, 7± sue m emorie e l:l. volun1i rli lavori , di allievi è poderosa. E in1possibile dire ·di tutte. Spiccano i la,rori sul ·istema -e11docrir10: dalla classica n1onografia .·ulle g l1iandole paratiroide~, ricca di originali acquisizioni , cl1e è Lutt' or.a la più con1pléta tra tta zione a11ato,m o patologica sull 'argom·ernlo , ag·li studi ul sistema par,a tiroideo accessorio , ·.a CJUelli sulla ontogen esi d elle capsule. surr en.a li acces "'orie Jlei parencl1in1i d egli organi ,a.d,d-0111 inali , alla ;lll•attazi 0·11e dk~1ll e .gftiian·do]e endocrine n·cl tra ttato· del •E'oà. Classiche le ricer che sui tumo,r i rnalig·ni prrin1itivi del fegato c:on la prima descrizi o,n e deg·li en·dotelio,m i primitivi di que t'org·ano, la triade di P ep ere: per la diagno~,i dif ferenzi.ale fra cancro e sarcoma primitivo de] fegato, la documentazione che per prin·10 egli dà d ella pulmonite carcino1natosa primitiva loba:Pe, la docurn€ntazio·n e d ella r1.atura ep.it~liale degli ipernefrom.i del rene o di altri org·ani in un momento in cui si orientava a rite.n -e rli form o sarcomato P o endoteliomatosie, i suoi stu di giovanili sull 'immu·n ità tuber colare. Nel periodo n1il.a11ese il &uo lavoro cli scienziato è s t.ato ·e ssenzialmente d~ sintesi della sua enorme esperi enza . Varie relazioni lo docun1entano : ·così quelle sull'anatomia patologica , d·ell.a gotta, sulla anatomia patologica della tub,ercolosi polmonare, sull 'ap pe,n dic ite cro11ica e appendicop,a tie. Og11i s tudioso, g·uarda però con particolare predilez ion e tra le opere d ei ~Iae stri alcuni lavori ed io co11sidero co11 6ronfinata ammirazio11e la 111irabile sinle i sull'anatomia patolog-ica d ella , -ecchiaia , 011era originalissima che 1

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.\.iLBER'ro PEPERE scie11zi.alo illustre, anaLon10 l.>U tologo di fama 1non·diale, fu an ch e, e direi : 01>ratutl0, l\1aestro n1irabile. Amò i suoi allievi con invi11c ib il c affetto ' li . <life$e, li assis tie1te .sempre e p er quella n1irabile dote cl1e gli veniva dalla sig noria di razza , dalla bontà d el c uore ·dall 'altezza de l uo ~pirito , ·d.al , ,ig·ore fis.i co, seppe aro.a r e curare inte.ndene. t u tti i g·ioYani: an1ò la g iovinezza ft-rYid a di laYor o. Ne5st1n alli evo 11a n1a i lasciato l ' istituto cli Pepere senza con ser va re un ric ordo ,elevato di questo illu stre l\II~e~ tro. Eg-li .aveva il ·do110 n1ngm.i.fic10 di intendelfe il c uore e l 'a11in10 d ei g iovani ·e per ·istinto , come 1)er un n1j1:.n b ile influ1sso li sapeva p]as1n1are, u11irl i agli altri sì ·da for.1.r1.a re idea}n1 eint e della sua Scuola un b1o·c ce g ranitico iliello spirito e r1ella rice rca. I caratteri 1)iù cli ~ p·a rilti, l e senf.ibilità più di,·er se, tutti Tiuscivan o a l avorare pe·r ch è solo qt1esto cl1ied1eva il ~1ne . tro: volont~ di ]a,roro. Fu an a tor11 0 patolog·o di con ~ urn ata perizia, g·e11ial e nella intesi. E gli sep-pe conservare il . :arat ter r fo·11da111entale morfologico d el suo insegname11to. l)Ur facendolo aderire alle esigen1

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SEZIONE PRATICA

apparve insiem e a quella di Ascho.ff, d ensa di questi disturbi :essenzia lm.ente locali (se pure fatti, di conside1~azioni critiche e che vale so6oltar1to apparentemente) da ·distingu er e da pratutto ad impostare l 'anatomia patologica quelli ch 0 ricouoscon o la loro orig·ine' n ell 'ind ella se.n esc.e:n za ch e non era ancora a ssurta a sufficier1za circolatoria. dignità di complessiva trattazione. In questa 801101poi considera te la struttura , l e funzion.i 111onog·rafia si tro''a lo spunto per nume·r e1Voli ecl il giuoco simultaneo d ei vasi sang uig n i pelaYori: da11·arn1onia esprressa 'dai g randi spiriferi~ì; i segi1i gen er ali d ei disturbi r elativi, riti nuov·e· arrr1onie nascono n el cuo·r e di chi i ine1to1di ·di ricer ca ed i quadri m orbosi ch e vi so·n o . conn·es&i: le angiopatie. (n1or b o di Rayle intend·e . n.u ud, sclero·dermia , a crocianosi : policite mia , Ouattr<J a llievi d el ~fae.stro sono p.er concorso eid ema di Quincke , e·cc .), le ang·eiti (mo·rl:l10 di titoÌari delle cattedre· di Bologna (Businco·) , di ~~urg·er , peTiarterite nod·osa, fle1b·i te), le ang·io·s i MGssin-0. (Battag·lia), di Catania (Reita110) , di (v.ari•ci , m orbo di Osl·eT, .gan gr e·n a senile, ecc. ) Pisa (Chiove1)da), allie vo del Pepere· il clinico n1 adico di Cagliari (Aresu ), 18' suoi allievi <lo- ed altri di.isturbi (c ra n1pi arteriosi , embolie , trombosi , ecc. ). Seguono poi la dia·gnosi , la ce11ti e di essi molti 11anno ra·gg itinto p osizior>rog nosi , la terapia, noncl1è ·d ei cenni sulle ni di primo ordine nelle disciplir1e. clinich e perizie riguardanti tali m ala ttie. Ricc.h issima o :n settorati c&p edali1eri. la bibliog rafia . fil . Preside d ella Facollà Medica di Cagliari , poi Preside d ella E'.a coltà Medica di C~tania , Pres ide d ella ~"'aco] Là ~ledica di ~1ilano dal 27 al II LANGE-CosACK. Spiitschicksale a,trop,h ischer Sauglinge. Editore Thiem e, Lipsia. Prezzo 33 ' ~la oo-nifico Rettore dal 1935 ; Sen a tor€ de.I RM. 5,50. Regno nel'lo scorso anno. E ~1ilano amò con gran.die an1ore il suo RetÈ un lavoro condotto su ab·b ondante. matetore perch è conobbe in lui l'interesse indo1mito riale e perseguito p·er molto t.e mpo allo scopo :;pi egato p er ch è: l 'lJniv·eTsità Lombarda fosse1 di a ccertar.e l'influenza d oi dis turbi alim.entari d egna d ella g rande 1n·etropoli. E g iustamente . dell'infa nzia sull'ulteriore svilup·p o. n1i dice, •a un illustre clini<.;o, ch e m a i a veva Le co11clusioni sono abbastanza €v~d1e·nti e se11tito p ulsat e l 'anima ' nobile e g.en •er o&a di ·qti.ali l ogi·.:.arnent.e pote·var10 attendersi. Lo sta~1ilan o i11torno .a ll 'lJniversità com e 111 que&ta to di gra, e atrofia da insufficienza alimentare do] ofosissim a occasione, quando si ,,ide tutta ·d i lu1lga durata n ei primi 1nesi della vita in~1il ano , i11 lutlo, lnesta, intorno al g r ande Retcide indubh·i amente sul ·d estino psi co-somatico tor e d ella su a Univeirsità . de]] 'individuo . . La sua ultin1a oper a era in cor so : il g ra nd.e Oltre ad 11na tar:i organica più o m eno, mart rà ttato italiano di a na tomia i:mtolog·ica della cata si ha Ulna debolezza mentale indice di una su a Scuola. Da lui ave,·a mo ricevuta og ni diretin·E-ufficienza di s·vilu·ppo ti el cervello. tiva e lui per 1)rin10 aveva pressocl1è po rtata DR. ' a terrnine la parte cl1e si era riservata . Noi c ont i11uer em o quest 'o1}er a con r ever ente ·d evozio- I stituto di Sanità Pub.b li ca. R e71.diconti. Vol. n e. Sarà il Trattato di ALBERTO' PEPERE fin ch è III. parte I , pagg~ 264, con figg. e tavv . con oi vivren10 e a n·cora i giovani studiosi italorate. . li a11i ci 1&entiranno1 ripe te re· con err1ozion e ·e aSi inizia con questo· fascicolo il ter zo vol11111or e 1q'l1esto nome ch e i)er noi è stato simbol o m1e 'd i qu e~ti cc R endicon ti », ch e attes tano d j p erfezione n e1]J.a s·cienza e n e1lla ' rita . l 'attività d ell 'l f1tituto ·d'i Sanità Pubblica. Fra f:a tania, 12 sette111bre 1940. i 14 la, ori n e tro,rian10 du e sulle l eptospirosi (Babudieri ed altri), altri sulla m alaria (Mis.RICCARDO REITA o siro]i e Giovannola), u n vasto stu•dio di G. Birelli e E. ' 'acino sui progetti per la costruzione 1 CENNI BIBLIOGRAFICI < > di Scu ol e-convitto p r ofession ali p er infermier e, 2\1. R,\TSCHo,,·. 1Jie peripheren Du.rchblu.t ungs- un altro r11.0 Jto .int er eissante di R. Inton t i sul storu1t9 en. Un vol. in-16° di 193 p ag·g. , con tra ttar11ento d elle spazzature con il cloro .. Alcuni la,·ori di bron1atolog·ia rig uardano la ri:i 6 figg·. T. Lc inkop ff . Dresda e Lipsia, '1939. cer c.a della destrina n·ei vini (F. Bucci), la proP r ezzo RM. 9, 75. va di sier o-pr ec.i 'pitazion e su insaccati in catIl Yolurr1e fa l>arle clella collezione cc Medi- 1.i,•o slato cli co·n serv.azi.one (\t . Mazzaraccl1io), .zi11isr.l1c; Praxis » e considera tutto il campo la de tern1in.a zione· di farin.e· diver se da quella .dei disturbi d e]] 'irrorazione sangu1gna 1J1e-rife- di frumento· n e11-e past e a lim entari (Di Stefano rira. cla UJl ·pu11to di vista unitario, sviluppan - e Visintin), ecc. E. Am ald1i, D . Bocciar elli , F. d o il 1)r Ol)len1.l dallo s ue b asi e co11 cedendo un Raselli e G. C. Tra b acchi d escrivon o an1piai aTg o spa zio alla tra ttazion e d ei molteplici m e- n1ente il primo impia nto costruito in Italia, t odi di esan1e clinico . n ello s te5so I stituto di Sanità Pubblica, per la l -n a breve introdl1zione fi~sa il con cetto di produ zion e di sosta n ze r adioatti ve ar tificiali , destina t e a ricer ch e n el carn po fi sico cbin1ico e bioloo-ico e a d applicazioni terar)eutich e. (1) Si prega d 'invi ar e due copie dei libri di ct1i o f il. ;Si desidera la r ecen sione. 1

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA

treito, tenulo conto ch e vi son o ancl1e di~ Lurbi ·yascolari , sicch è è J)referibile il terr11iL'ematoma sottodurale traumatico. n e più compren sivo di cc si11drome cer,·icoJ~'e 111aton1a sottodural e traun1alico ri._,ulta brachiale », ch e co rrispond.e ar1ch e ad un cond alla lacer.azione di una vena cerebr al e che encetto a natomico. tra n elle1 lacune del seno long ilu·dinale. Un L 'A. ha osservato 20 casi , in cui la diag·n osi traun1.a d ella regio·n e frontale 01d occipitale lJl'O- venne co11fermata dall'operazione o dalla sto, ,oca uno scuotin1ento d el ce rvello .. òn za altera- ria successiva; 16 di es~1i sono venuti i&otto l 'o~ ­ re 110Le voln1e11te la po8izio·n ·e della dura. e p1u ò ser,;azione dopo cl1e è sta ta. rilevata l 'ir111Jorrìsult.a re un·a lacer.a zione della vena 11el ~ u o Lanza d ello scaleno a11teriore. Su 10 p.azier1ti })Unto di attacco rigido al sen o l o ng itudinale e oµe rati di . ., c.a len o lo1rt ia, 9 g·unrirono coin1Jle U\( onsecu.tivar11 0nte emorra.g ia n ello s·pazio u br11 ente ed uno eh.b e miglioran1ento parziale. durale, con rapido i11 cistamento d el coagulo . L 'esam e radiologico dei pazienti non operati La cisti , poi, aume nta di voìum c lJer osn1osi confermò la pr.csen za di costa cervic.a le; in tutti e p er nuove emorragie d'a n10Jti capillari di si aveva una s toria di traumatisrno. 11eoformazione n ella rr1embra n a esterna d ell 'e I sintomi della sindrome cer vico-brachj ale rr1atoma. TJosso110 es~re va colari o n eurologici od una S. W . Gross. (RfJidiology ·e J. nervot1s a. m ent. combinazione d ei due. La con11)r es ione clei dis., luglio 1940) riferisce su 112 casi d el ge- tess uli n ervosi provoca torpore, dolore, i}ar an er e, di cui 8 uomini e 4 donne ; età media 38 lisi e p erdita di f 11nzione; 1Jer la co,m pressione (da 14 a 52). In tutti, vi era n ell 'anamn e~i il vascolare, si 11anno dolore rnoderato, eden1a, traun1a : 5 l'avevano riportato in rissa, 1 per gonfior e, r estrizion e d el flu sso sanguigno , cl1e ca duta nella vasca ·da bagno, 2 per caduta dal l) ÌÒ a ndar c fin.o alla mo·rte de i tessuti. marciapied è laterale, 2 dalJ e scale e 2 p er inLa loc.ali.zzazion e d elle modificazioni pa lovestimento automobilistico. Soltanto in 3 casi , · log·iche è lin1i.tata ad una p iccola area, 1l1a l 'infortunato era stato con siderato in stato tanpien a di n ervi e di va~i circondati da muscoli t o .g rave da e=s~ere subito i)ortalo all 'o spedal~ 1 ; e ·5trutLure ossee, ell e h a11no subìto profo11d e rteg li altri vi fu un periodo di par ecchi g iorni 1nodificazioni n el cor so d ell'evoluzione e delp1rin1;i eh~ si mani.festa.s.sero dei !'intorni. Tra1:embriogene i. i\1olte dell e malattie di questa scorsero circa 3 seit timane e m ezza tra Ja clata regione sono il risultato di difetto di svilup'l)O~ d el.1 'incider1te e qiuella dell'operazion e. Del resto , i sintomi d ell a sindrome d ello scilAlla prima visita d ell'A. , 4- d ei pazienti si l en o .anteriore e d ella costa cer vicale sono sitrovavano in coma , 6 in stato tur>oroso e 2 1nili. senza ·d istuTbi d ella coscienza. In tl1tti , sal, 0 L 'eziolog-ia della indrome crr,' ico-bracl1ial e uno in cui non fu possibile· otten er e l'an am n epuò esser e riferita a: I ) con1pref.~ion e dei tron~i, il sir1toma predo·n 1inante e.ra la cefal ea; in 8, chi n er,rosi; 2) lesioni d ei tron chi n·eTvotSi; 3) ,,i era b,r :.dicardi.a; in 3, midriasi dal la t o d ella l e~ioni dei nrr,,i sim1Yat ici e va somotori : 4) 1e8ione1; in 2, invece , dal lato nor·m ale. La traumi d ello scaleno anteriore; 5) difetti en 1rrLel'à aveva emi'D~resi erd a11mento ·d ei riflessi briolo.g ici; 6) difetti posturali o funzionali: 7} rontrolateralm ente alla l esione: in lln qt1arto r estringin1 ento della cupola SU.!.1·crio re torac ica, om olaterale; in 11n altro q11a rto, non , rj er ano carne ris ultante di infezioni acliacenti o di din è d ebolezza , Ilè aumento· di riflessi. F on d o fetti a natom ici; S) infezioni acute provoc~ nt ì d ell'o·cchio normale in 7, con li e, i m odifica - una miosite; 9) traum atismo intieir mittente clelzio11i in 2 e con vero ed ema d c-'ll a papilla in 3. l'arteria su ccla, 1ia . fil. Liquor limp ido ed incoloro in 7 . xantocromico Etiologia della encefalite da salvarsan. in + e sanguigno in 1: pression e d el liql1or olTra ~- ~ianni ])r od'Ot1i da l sa],1arsan le co111tre 180 1nm. in 4 , inferiore in -i, p iù o meno lJlicazioni a carico del si ~ te1na n erYoso co~titui­ aumentata n egli a ltri 4: in Clii r1 on fn mist1scono una ra rità; tra c~se la J)iù gra,-e è la r ata. Se·d e dell'ematoma .a dP~tra in 6 Casi, a si11i stra in 5 e bilaterale in 1. La radiologia er1 ce falite da "al, arsan. Seco11do 'F. Woss (lllediz. l4'elt , 17 agos1o 1940) i tratt~ di una j)O rdirnos.trò ]a fratt11ra soltanto in 2 ca!'i. l .'interven1o fl1 praticato in tl1tti: 4 pazienti l)Or a dc] ce r,rello co n e·d e)11a ce1·eb11~aJe:. No11 s ì tl'atta quindi dj ve ra e encefalite m a di danni clte. ·c-rano in coma al mom 6nto dell'op1erazi.o·n e lnoriron o Per ass.icurare la diaanosi , l 'A. ra c- tcissi ci o tossi-infettivi d ei ·vasi del cerv(}llo. La comand.a l 'esnlorazione bil.at r 1r~ le tran!'ten1po- com1)licazion e co111 rare per l o più al terzo Q·iorno dOJ)O la t eirza e la ql1arta i11iezione : febbre, ' Tale çon Ja trefina, sotto ane!'trsia l arole. cefalea, ' om ito, conv11lsioni , con1a: morte dofil. po l '-2 g·iorni. Ca!'i a d ecor so f.a, 0.revole e al)or: La sindrome cervico-brachiale. tiYo son.o eccezion ali. Importanti so110 fa ttori I costituzionali e n1alaLt i e. inter correnti (influenK. H. AyneBworth (Ann. Sllrg . e .T. am er. rriedi. ass., 13 luglio 194 O) riti en e ch:e il termi- za, an.g ina). Ne i 2 casi os~e.rvati dal]' A. ve nn f'2 .2'iorni 0,6 di n eosalvarsa n. 11 e di cc n el1rite d el tron co brachiale » o cc sin- ro inie ltn ti oQ·ni ~ · ~ P. • • • dro.m e d~llo caleno anteriore » s1a tro1)po r11

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XLVII,

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SEZIONE PRATICA

TERAPIA Jl perossido di zinco nelle lesioni ulcerative ma· ligne. Il trutt.a111e11lo d elle ulcer azio11i i1ecr oticl1e ~~t 1~cinor11at? · e costituisce un problen1a di diff 1cile soluzion e, soprattutto peì· tener e tali le~ioni prive cli essudato e clell 'odore ripug·nante L l1e n ei emana; trattasi ge11eralmer1te di infc..z ioni (s l)Css.o a11aer~~iche) el1e si so,rr a p1p ongo11 o alla 1e&1011e in.a1igna, contro le quali non ~t· 1111)rc va Jgo110 gli anti,~ettic i, l 'e ·ci-- . . ione chi1 u rg·ica 0 l 'irra diazione. In ques ti casi resi::. ten~i, B. ·. 1.E'recn1an (J. nn1 e·r . m ed. ass., 20 lugli.01 1'940) h a tro,;at o n101to vantag·g io ... o il I erossido di zinco . 1'ale sostanza va in con111 tet cio. oltre ch e con1e prodott o chin1ico co·n (liYersi n or11j speciali (Ektogan , Zin co p~rhy­ (lrol , Zin co n eozonio). · È stato F. L. Meleney ch e ha l)r OYato l'effi<·acia d el peross.i do di zinco ne1lie uJcer e fa gedenich e, n el fael o r ex ore ed a11re l esioni ì n ,rari studi pubblicati ~01)rattutt o n eg·li A

n:

nnls of ,Surg ery. Jl 11 lelodo di applicazione è il eo·ue11te. La

fe rit,a vie11e pulita con soluzione fisi~101aica n e. o Lulizza11dola e si asportano poi d elicatan.i ente .i Len ci r1ecr otici, rinnovando la n eb nli zzazion e. ~i prende IX>i il p·erossido di zinco (previa :. 1ertle sterilizzalo t e11endolo per -! ore i.n stufa : 1 :-:ecco a 1-1:0°) e si mescola a j)arti uguali con ~,L· y:ua di . . tillata sleri1 e , aggiungendo poi di questa fi110 alla con sist en za di t1na cr ema nl +o%, ch e ~i applica poi con una iringa su t ul la la. le 10 11e, n1eltendoYi l)()i ~ OJ) ra d ella f!a r za a llLag Jie s tre tte, imb·e ,1uta i1elJ a cr c n1 a di pero~::,ido di zinco ch e s i i11troduce i11 tutti i r ?cessi ed int er~tizi. Al ·d iso1)r a, si ap·plic.o n o (l(-l le con11)resse di garza i111b1e•v uta in acql1a di s1illata e ·p oi, p1c r impedire l 'evaporazione, de11a garza co11 vaselina o con p on1ata di o ido '(l i zinco. Basta generalme11te u11a i11 edicat11 r n c1g11i 24 cd anche ogni 48 ore. Se il p·a ziente d eve essere irradia lo, s1 l ) Uli~ce m eccanicamente la lesione aiutandosi con Ja soluzione fi iologica e si ap1J1ican o d egli i11tp~cchi di garza in1bev uta in solu zione fi iolo.gica. Dopo l 'irra diazione, si rinn ova la medi<.:atura a l perossido di zinco. Per le lesioni orali, si applica una pasta spcs.s; t al peros~ido cli zinco e si fa11110 fare la, ature ( on sospension1e1 di questo in acc1ua (1 a 3'). I risultati ottenuti i11 35 casi , in cui n ella lesione · vi era infezione p er lo p·i ù .a nae1·0,b ica, :--ono stati eccellenti , dal punto di vis ta d ella .. comparsa del fetore e d ell'ess11dato, 11on cl1è 11er la granu]azio•n n d ella lesi on e. fil. 1

L'applicazione locale della sulfanilamide nelle fratture composte. Da es perimenti di J. A. K e;y € · T. H. Buriord (.')outh. m ed. j. e J. a11ier. m ed. ass. , 13 lu-

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g 1io 191 O) risulta cl1e l 'applicazione locale di cristalli di sulfanilamide non ritarda la formazion e d el callo osseo e nem1neno l 'unione d elle j)arti n1olli, lendendo a ·din1inuire il pericolo cli infezione. ~a ferita va sbrigliala e ripulita da ogni n1at er1al~. eFvt~·aneo e ~essuto d e vitalizzato, p,r ima ~J1e l 1n_fez1one. abbia g~~dagr1ato l e pieghe e d inva.so i te&suti, prefer1b1l111·ente entro 12 ore. Dopo l 'applicazio·n c d ei cris Lalli di sulfanila rr1ide, si s uturano pelJ.e e t e·s suto sottocutan·e o c?n seta, iJ?- un solo strato , senza applicazione d1 drenaggio, allo scopo di trattener·e il siero satur<:>.to di s.ulfanilamide. L'i.1:r1rr1obilizzazion~ }j OS~-ope~.atoiri.a ò un fatt0De1importante p er p·r e' 'en1re. 1 infezione. L 'applicazione d ei cristalli di sulfanilamide è raccomandabil.e nelle operazioni « p1u lite » in cui si p11ò temere lo sviluppo di infezione c ioè 11egli interventi su tessuti d npprima infetti in cui ~ 'ir~fezion_e .è appiarent.e111ente scompa~sa ; l)uon1 r1sultat1 s1 ottengono an ch.e1 nelle lesioni dei 1n6nconi d'ainp·utazione quando l 'operazione è s tata fatta per g a11g r er1a od infezione. E' irle11to111enle, il n1etodo è des lin a to ad avere largl1e ed cffic.a ci applicazioni n ella chirur.gia di .p :uerra. fii. 1

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POSTA DEGLI ABBONATI 1\l clott. E. C. da P. d . C.

La rea.zione di Chediaik (o r eazione d el sang·u e seccu), con le1 rr1odificazioni introdotte da og·t , )\leinicke e Fi ch er, i J?ra tica con la lec..:11ica seguente: Si distende una g·occia di s.a11gue sopr a un I)Orta-ogg·etti e l a si lascia di seccar e1. Vi 6i :-. Lralifica 1)oi sopr a un.a soluzione di cl o ruro di sodio al 3,5 '}~ , l asciando poi in car11era t:n 1ida p1eir 1/ 2 ora. Con un'.ansa di platir10, si porta p oi ur1 'ar1sata cl el ;l iquido ·c1nolizzato so pra un a ltro poT1a-og·g·etli e vi si .a,._~giun go110 l'-2 gocce del1'e..,tralto matura to in bagno-n1aria. Si lascia l lOi i11 camera umida p er un 'ora e si o&scr\ a al r.o i cro&cpio .a 50-60 diametri . P er la reazione di (~hediak , ~i u sano gli es i ratti utilizzati per la Meinic k.e (n ormale e con soda). La piilizia dei i;etrini (specialmente porta- • oggetti) u s.a ti per le •comuni osservazioni n1icrosco1)ich e pttò far~i bene imm1 erg~e1n·doli in UJl bara ttolo conten ente acido solforico (an\ l1e ~orr1mei'ciale) ·e l asciandoveli 1)er qualche t crnpo. Si risciacquano lJOi ab1b ondantem•e·nte con a cqua e si conserv.a no in a lcool. Invece dell'acido so1forìco , può u sar si la mi&cel a bicr on1ato-solforica : soluzion e di bicroma t o di T'lo trrssic al 20 o/o. fat ta a cal do: d opo raffre ddamento , aggiungere il 20 °0 di acido $Olfo-

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« IL POLICLINICO »

[ANJ;'iO XLVII,

NUM.

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VITA. PROFESSIONALE. CON CO .R S I. Borse di studio. Concorso ad unai borsa di stu·d io per studenti in medicina. •

L'Amministrazione dell 'Ospedale civile di Padova ha istituito una borsa di studio intitolata al gr. uff. prof. dott. Lionello Lenaz, da erogarsi ir1 favore d: lJn•) studente di medicina della Regia Università di Padova. Il concorso scade il 10 ottobre e le norme per il co·n ferimen to della borsa sono visibili presso l 'lJfficio assistenza del Gr11ppo u11iversitario fascista del Cancro. La borsa è stabilita nella somma di L. 2.000 e verrà assegnala irt seguito a concorso per quattro anni di Sf. g11ito.

MOMIME PROMOZIONI ED OMORIFICIENZE Il prof. Luigi Ferranrurii è nominato · preside d ellé FacoJ tà medica del! 'Università di B:lri. Il premio tedesco « Theodor Axenfeld » è stato per il 1938 e il 193·9 conferito ad unanimità al dott. Reinhard Friede, di Jagerndorf, per un suo lavoro sua cheratoplastica. RICOMPENSE AL VALOR 1\IILITARE

M edagl'ia di . bronzo.

Tarabini Castellani Agostino fu Luigi e di Bellati Giulia, da Carpi (Modena), capomanipolo medj.co IV gruppo artiglieria '' Fiamn1e Nere ". « Ufficiale m edico di un gruppo dj <4rtig1ieria someggiata sotto intenso fuoco delle artigierie nemiche, si prodigava accorrendo nei t1·atti più 1..attuti per m edicar e i feriti, portare ad ogn11no la ~ua parola di conforto, di entusiasmo, di ferJ e. Colpito da una scheggia di granata, m entre er a intento alla cura di un ferito g·rave, v11r dolorante per la ferita, continuava nella sua solerte opera di bene, ri.fi11ta11do di provvedere alla propria medicazione fino a ch e non vide sgombrati tutti i numerosj feriti ». Castelseras, 17 mé4.rzo 1938-XVI. Trigari Mario, da Mondovì (Cuneo), capomanipolo m edico 3° reggimento fanteria legionaria. cc Magnifica figura di ufficiale medico per capaci là professionale, alto sen so qel dovere e spirito di sacrificio, durante un lungo ciclo operativo · s 'imponeva all'ammirazione per essere sempre e prontamente a soccorrere i feriti nelle zone più battute dal fuoco n emico. In violento e sanguinoso compattimento , in cui era difficile ìo sgombero dci feriti, per portare soccor so ad alcuni di essi ch e necessitavano di immediato intervento, organ,izzava un a squ adra di audaci che guidava personalmente, riuscendo ad assolvere in pieno il ge11eroso compito ». Gandesa, Tortosa, quota 1938, 8 aprile 19'38-XVI. I

Follesa Giuseppe di Efisio, n ato a Onori (Cagliari) il 14 gennaio 1906, sottotenente m edico complen1ento dell'Ilo battaglione arabo-somalo. « In tre successivi combattimenti, prodigò con alto sen so del dovere le più coscienziose cure ai ferili del battaglione, n on esitando ad attraversar e zone prese di mira dal fuoco nemico per

I 'adempimento della propria missione. In aspro combattimento contro nemico numero:so ell agguerrito, alla testa dei conducenti le salmerie, coinvolte nel! 'azione, fece coraggiosamente fronte alla minaccia, con brillante contrattacco che contenne e sgominò gli attaccanti». ;Banisc, 14 ottobre 1936 - Sadè M. Cocessl, 20 ottobre, 12-28 novembre 1936-XIV-XV.

NOTIZIE DIVERSE L'Istituto di Storia della Medicina. L'Istituto di Storia della Medicina della R: Università di Roma, sorto nel maggio del 1S'38, è il .primo del genere in I talla e fino ad ora unico. Ospitato per la nota liberalità che lo distingue dall'Ecc. il prof. De Blasi in alcuni locali del1'Istituto di Igiene, esso va sempre più consolida·n dosi nella sua organizzazione scientifica. Esso è in relazione con molti Istituti stranieri, tra i quali quelli di Storia della Medicina di Berlino e di Monaco. Allo scopo di recare agli studiosi l 'aiuto efficace ha istituito le seguenti sezioni: Un documentario, una gipsoteca, una biblioteca, uno scheda.fio. Nei due primi, raccolti in ineccepibili riproduzioni, sono. quei cimeli sparsi nei vari Musei, che attestano l'evoluzione del pen siero m edico dalla prima forma della magìa 'l quella scientifica bene organizzata. Nella· Biblioteca si tr01Vano i lij>ri, che costituiscono i ferri comuni del mestiere, mentre lo schedario, o per meglio dire gli schedari, offrono la possibilità di una rapida ricerca bibliografica. Non ancora completi certamente (occorreranno clegli anni prima di potersi dire tali), essi contengono, per ora, oltre 50 mila schede biografiche e bibliografiche. Particolarmente interessante è lo schedario topografico delle fonti di antica medicina, formato dallo spoglio delle varie biblioteche (per OTa solo in parte de.Ile romane) dove sono elencate le opere con l 'indica·z ione della loro reperibilità. L'assiuurazione della maternità in Spagna. È in' via di orga11izzazione l'assicurazione della maternità in Spagna, obbligatoria per tutte le donne che prestino un lavoro salariato con non oltre 4.000 pesetas annue. L'assicurazione prevede : I) assistenza medica, ostetrica, farmaceu tica; 2) indennità per il periodo di riposo (6 settimane prima e 6 do•p o); 3) uso gratuito delle opere di protezione per M. e I .; 4) indennità di allattamento (5 pesetas alla settimana); · 5) pre· stazioni. complementari. Ai fondi per la assicur azione contribuiscono il Governo, 11 datore di lavoro, le levatrici, i Comuni. Notizie sanitarie di guerra. Il Quartiere Generale delle Forze .i\.rmate,, nel bollettino N. 100, comunica che gli inglesi hanno bombardato gli ospedali di Bardia, Tobruk e Derna.


[_\l\NO XLVII, N-cM. 39]

SEZIONE PRATICA

I giornali han110 dato an1pie notizie di tre ospedali per bambini , bombardati in Germa11ia da aviatori inglesi durante la notte dal 18 al 19 sette1nbre. Questi ospedali fanno parte di una grandiosa istituzione, sorta cla una ottantina di anni per iniziativa del pastore evangelico Bodelschwing, una specie di « cittadella della beneficenza )), che ospita in media circa 6.000 i11felici - i quali vengono restituiti al lavar.o ed alla vita - oltre ad numeroso personale as iste11ziale. I padiglio11i so110 segnati sul tetto da grandi croci rosse, le quaJi, però, non sono valse a proteggerli. No·ve bampini sono rimasti u ccisi e 12 gravemente feriti dal bombardamento. I

'Nella seconda settimana di settembre vennero colpiti in Germania vari ospedali da aviatori inglesi. Sull'ospedale << St. Hedwig >> di Berlino, che ospita 800 malati, caddero prima u11a bomba luminosa e poi una ventina di bombe· incendiarie, che appiccarono il fuoco i11 quattro posti, distruggendo varie camere di malati. Nel reparto cucine cçid<lero quattro bombe. All'abnegazione delle suore e dell'altro personale femminile si deve se non dovettero lamentarsi vittime. In Germania la rapida diminuzione dei malati e feriti di guerra ha reso superflui molti ospedali di riserva. A Vienna ne sono rimasti solo tre; gli ospedali civili che erano stati trasformati i11 ospedali di riserva, sono tornati alle loro funzioni ordinarie. l fu'ati Francesca11i 'ferzjari Tedeschi han110 trasformatò la bellissima villa di San Francesco in Ro1na, di cui so110 proprietari, in co11valcscenziario per i nostri feriti di gu€rra, e l'ha11no messa a disposizione delle nostre autorità militari. Gli stessi frati appartenenti alla C~ongrega­ zione presteranno le cure ai feriti che trascorrera11no nella villa il periodo di degenza.

La Principessa di Piemonte ha visitato in Firenze i ferili di g uerra , trattenendosi a lu11go uei vari reparti. · Nel « Messaggero » del 17 sett. C. Rivelli descrive l'opera assistenziale per i feriti di guerra in Germania. All'organizzazione sanitaria delle forze armate tedesch e presiedono, dal 1937, i generali medici Waldmann per l'esercito di terra, Finkescher per la marina e Hipke per I 'aviazione: il pubblico li designa come il cc triumvirato dei salvatori ». ll giorno stesso in cui il maresciallo Pétain dichiarava che la Francia era costretta a deporre le armi, un ordine telegrafico faceva accorrere al Gra·n Quartiere del F"iihrer i migliori chirurgi tecleschi, per rendere empr e più efficienti I 'assistenza. Questa Ya svolgendosi secondo· u.n piano organico. L 'Associazione l\1edica Britan11ica 1ecluta negli Stati Unili, con la tacita intesa delle autorità , dei medici per il servizio assist enziale r•egli ospedali civili inglesi. Il « Bull. de la Ligue des Société de la Croix Rouge », il quale pubblica a Ginevra, nel numero 7-8 dà notizie di numerose opere di soccorso svolgentisi in moltissimi Paesi a favore delle vittime

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della guerra. I11 Germania , rispondendo ad Ull appello di Hi ller, alla fine di agosto si era110 oo-ià raècolti, all 'uopo, circa 150 milioni di marchi.

Un po' devunque. In u11 distretto del Basso Danubio, Zwettl , si era110 istiluite delle vetture motorizzate per la consulenza alle madri. !11 seguito all'ottimo successo di queste autoan1bulanze sanitarie, se 11e sono create molte altre: i1ella Marca Orientale già se ne contano più di 70. Una di esse è stala a11che corredata d'impianto roentgenologico moderno. In Germania la proporzione dei parti assistiti in istituti di cura è i11 co11tinuo aumento, pur rimanendo ancora mollo 1011ta11a da quanto avYiene negli Stati Uniti d 'America. A Brema la proporzion e ha raggiunto 10 %. Il gener. medico P. C-Onsiglio nell 'ultimo co11gres o internaz. di criminologia ha riferito sulla profilassi morale dell 'esercito.

Il prof. L. Ferranini 11a tenuto, all'Università <li .Bari , u11a confeTenza sul tema cc Le epatiti cronicl1e ». Il Mi11is lro dell 'Educazio11e Nazionale ha dato disposizio11i ai Regi Provveditori agli studi per la nomi11a degli incaricati di puericoltura nelle scuole ed istituti medi di pri1no e di secondo grado e nelle scuole ed istituti d'istruzione artis lica. Nulla è innovato quanto alle categorie di persone che possono aspirare alla nomina, ch e rimangono quelle stabilite dall'art. 4 della legge 13 luglio 1939, XVII, 11. 1273. . Le clomande sono state accolte dai Regi Provveditori agli studi fino a tutto il 5 ottobrè. Il presidente dell'Accademia russa delle scienze dà notizia sulla produzione di r adium dal bacino dell 'Uchta, un affluen le del Petschora, n ella regione settentrionale della Russia. Già durante il 1926 ve11ne accertato colà un forte contenuto di radium nelle sorgenti petrolifere; poi si è cominciata I 'estrazione sistematica. Egli crede che la Russia potrà rendersi autonoma in tale campo, poichè anche altre sorgenti di petrolio, n el Cat1caso ed in altre regioni, sono fortem ente radifer e. Secondo una statistica recente, la Danimarca conta 1 m edico ogni 1211 abitanti, 1 dentista ogni 3886 abitanti, 1 farmacista ogni. 11.044 abitanti. Seco11do un comt111ica lo d·el )presid ente cle·l l 'Universi Là Harvad (Stati Uniti), questa n el 1939 ha ricevuto 4.857.942 dollari in donazioni e legali. Seco11do un co1nunicato d€l Servizio di Sanità pubblica degli Stati Uniti, su 20 milioni di giovani idonei alle armi si conterebbero, colà, 324.000 sifilitici ; ossia poco più di 1,5 per mille, propo~­ zione lnolto inferiore a quan,t o poteva presumersi. Il 17 agosto, presso il Ministero prussiane, si tenne la 4a conferenza per la lotta pratica contro il J)Crirolo alcoDlico, sollo la presidenza del dott. Paul li cl1. Si è adunata a Chicago, l '11 m arzo, la « Conferenza nazionale per la nomenclatura medtca »,


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sotto la presidenza d el dott. H . E111er son. U1! r esoc onlo è pubblicato in « J our11. A. ~I. A. » del 18 e {lel 25 maggio 1940.

Il prefe llo Ecc. P e tragna11i ha tenuto a rapporto gli ufficiali sanitari ed i veterinari della provi11ci a di Lecce. · •

Il noto editore medico J . F. Lel1man11 di ~lo11 aco ha fes teggiato il su o· 50<> giubileo editoriale. Il governo d el Prote lloralo ceco ha s tabilito ch e il nt1mero dei medici eprei non possa eccedere il 2 % d egli iscritti alla professione e che possano esercitare solo presso gli ebrei e le loro famiglie. Uno studioso g"iapponese m ette in guardia sui pericoli del meticciato tra giapponesi e cinesi. Gli ~O milioni di g iappo11esi, ch e sono di razza superior e, non potranno n1ai assimilare i 400 inilio11i di cinesi, che sono di r azza inferior e. InYece d ell 'ibridazione tra le due razze, egli l)l cco11izza l 'unione spirituale. Si è i11iziala la pubblicazione di « Ac ta Med ica· Patavina », ch e portano il sottotitolo <( Annali delle Cliniche di :Padova e d egli Ospedali clellc 'f rr -en ezie »; sono diretti dal J)r of. Pio Bastai, cli11ico m edico di Padova ; ha11110 J13riodic ità l1::1nes trale. Il tilolo 11e dice il programma. Il primo fascicolo contiene la prolusione del Bastai e ci11que lavori. At1guri. \

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Per onorare la me111oria del colleg·a doll. Enrico Carelti, 168 m edici iscritti al Sindacato fascista dei medici della provincia di Ferrara, l1an110 offerto 1.600 lire, che sono s tat e clcstinale a scopi assistenziali. È morto vecchio a De troil ( la ti U11iti) il sig· .

Otto Fi h el , specializzatosi 11ello scoprire i falsi 1nedici. Sono s tati banditi concorsi per la colti vazione clel piretro e d ella valeriana 11elle proYincie di Co_enza, Pola, Reggio Calabria, Sassari e Zara (Gazz . Uff. d el 2 agosto•). Il prefetto di Reggio Calabria, Ecc. Auriello, ha tenuto a rapporto 44 ufficiali sanitari della provincia.

Privo ei a 1110Jti anni della vista, il dott. Tho1nas Clark, i11 cclico di Waldley (Alabama) , no11 l1a rirttt11ciato alla professione, che ha trovato il i11oclo di eser citare p er il tramite della moglie, la quale misura la temperatura del paziente e ne r accoglie gli elementi per la diagnosi. Le aulorilà sanitarie inglesi hanno stabilito <li ]1ubblicar e un supplem ento alla Farmacopea Ufficiale Britan11ica, st1i medicinali che prima venivano dall 'estero e che ora vengono o che verraDJlo prodotti in Ing hilt erra. Q11e1li con nomi commerciali r egis trati devono cambiare nome. Il dircl lore statale della Sa11ità pubblica dell 'Illi11oi s (S. U.A. ) è s tato condannato ad una Jnulla cli 1000 dollari ed esonerato dall 'ufficio per 11cgligt'n za in rapporto con un 'epide111ia di tifoide sviluppatasi r1ell 'ospedale di Stato, in cui sqno morte più di 60 perso11e. Il direttore e la dietista dell 'ospedale sono stati invece assolti. La JJOJ)O lan a A1111a Brigotti Ca ini ha avuto un J)arlo trigemi110 i1ella ~1ate r11ilà di ,S an GioYanni in .Jlom a; il Duce le ha fa tto p ervenire un dono di cluc111ila lire aocon1pag·nato da espressioni di aug·urio. È d ececlulo in e tà di 78 a11n.i il prof. Eugen

En;lcrlen, ~' l1c diresse su cce ivamenle le Cliniche cl1irurg ic l10 di Ba ~ ilea, ' '' Urzburg e Heidelberg. Co111pì s tudi i1nporla11ti sul trapianto e la rige· 11 cr azio11e di tessuti e di organi, sulla rig·e n r~"i·a­ zio11e delle ·:·erite del inidollo spinale, sulle i11j ez ioni , ecc.,; r ecò 11otc voli co11lributi ag1i j1 ·. lerventi st1lla tiroide e sul mediastino. decedt1lo in età di 69 a11ni il ten. gen. medico W1LEL1\t HABERLING , r eputato storico della c1:iedic in a, clisciplina cl1e egli insegnò 11ell'Università di D"i.1sseldorf, prima quale docente JJrivato, p oi qt1ale professore straordinario. È

Indice alfabetico per materie

f

BiJJli ogr afia . . . . . . . . , . . . . . Pag. 1637 Chorea mi11or nell 'infan zia e sua ct1ra )) 1629 )) 1625 Co11te Ugolino : divagazione dantesca )) 1617 Duod e11ile : quadro clinico . . . . . . )) 1638 Ematoma sottodurale trau111a1ico . . . Encefalite d a salvarsan . . . . . . . . )) 1638 Fratture composte: u so loca le d ella sulfanilamide . . . . . . . . . . . )) 1639 Fratture d egli arti in g u erra: tratta1nenlo . . . . . . . . . . . . . . · · )) 1628 Glon1erulonefrite acuta diffusa: terapia dietetica . . . . . . . . . . . . )) 1635 )) 1631 l\ilalallia di Bright: problen1i . . . . )) 1629 ì\Ialal Lia di S lurge e Weber . . . .

~Ic11ingiti

p11eumococcich e : problen1a t erapeuti.CO· . . . . . . . . . . . . Pag. 1607 l\iiixo-co1ldro1na della fibt1la co11comitante con un gozzo colloideo . . . · >> 1619 P EPERE A. . . . . . . . . . . . . • . . )) 1636 Pielo-urete,r ite delle graYide: profilassi >> 1631 Reazione di Chedik . . . . . . . . . . » 1639 Sciatica: prolasso d cl disco in lervertebrale come cau sa . . . . . . . . . . » 1630 Sindrome cervico-brachi.al e . . . . . . » 1638 Ulcerazioni 1naligr1e : t1so d el perossido di zinco . . . . . . . . . . . . . . . » 1639 )) 1639 , -etrini p er n1icroscopia: pulizia . . .

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Non è consentita ta nstampa di lavori pubblicati nel Policlinlco se non '" seguito I! vietata la pubbiica,tione di sunti di essi senza citarne l4 fonte. L'Eo1rou

A. Pozzi,

e:. FnuGoN1, Red. capo. lto111a, SlaL. 'l'iµ. Ar1nani di

~I

Courrier

re~p .


Roma, 7 Ottobre

VOLUME XLVII

1~4:0.:

''

XVIII •

PERIODICO DI

Num. 40

.

''

MEDICINA CHIRURGIA E ' IGIENE.

fondato nel 1893 da GUIDO BACCELLI e FRANCESCO DURANTE SEZION·E

·

~RA:TICA.

REDATTORE' CAPO: PROF. CESARE FRUG·O.NI PREZZO

D'ABBONAMENTO

ANNUO

Italia. (1) ALLA SOLA SEZIONE PRATICA (settiman·a le) L. 80 -· • (1-a) ALLA SOLA SEZIONE MEDICA (mensile) . L. 60 (1-b) ALLA SOLA SEZIONE CHIRURGICA (mensile) L. 60 Singoli :

AL

Clinico. Medico di .R~ma

«POLICLINICO»

PER

Cumulativi: Estero L. 125 (2) ALLE DUE SEZIONI (pratica e medica) . . L. 70 (3) ALLE DUE SEZIONI (pratica e ohirurgi'Ca) L. 70 (4} ALLE TRE SEZIONI (prat., med. e chir.)

IL

1940

Italia Estero L. 125 L . 180 L. 125 L. 180 L. 165 j L. 220

Un numero separato della SEZIONE MEDICA o della CB1RURGICA L. 6; della PRATICA L. 4,00 ~

L'importo dell'abbonamento, che può essere inviato con Vaglia Postale o Cbèque Bancario, può anche essere versato, •eaza tassa, nel Conto Corrente Postale N.1/6945 dell'editore L. Pozzi, Roma. Se dovuto riscuotere contro Tratta Postale dell'Ammlnlstrazlone, questa comporta l'aumento di L. s.

SOMMARIO •

At tualità:

U.

Serafini:

Difesa passiva» e guerra

1<

c himi ca. D. Vitturelli: Di un caso di Paramelitense osservato a Trieste. • Divagazion·i : L'agen•t e etiologico della « Febbre Maltese,, fu scoperto da D. Bruce!

Osservazioni cliniche :

Cenni bibliografici • Sunti e rassegne : CUORE E VASI

SANGUIG'~I:

D Pace: Di.fendiamo il cuore. - R-. Rissel : La uremia oard.iaca. - F. Marcolongo: Sclerosi coronarica, lesioni miocardiclhe e insufficienza cardiaca nella nefrite cronica - H. Gold e Mc Keen Cattel: . Meccanismo d 'azione della digitala nell'abolire l'insufficietlza del c uore. - G. Vallarelli: L'azione ipotensi'Va delle soluzioni ipertoniche di cloruro di sodio. - R. Font a1ne e P . Branzen: La diagnosi arteriografica differenziale tra embolia arteriosa e trombosi acuta. S. Calaibrese: Contributo allo studio dei tumori dell'endocardio. - ALLERGOSI: A . Sylla: · L 'allergia e il suo significato clinico: valore e pericoli della desen-

~

ATTUALITA lSTI'fUTO DC CLINIC:\ 1\fEDICA GENERAT.. E E TERAPI:\. J\tlEDICA DELLA. l\. UNlVERSITÀ DI ROM.i\

CEs.~RE

DiretLore: Prof.

FRuGoNr.

''Difesa passiva,, e guerra chimica c >. 1

Do tt. U.

SERAFI~I,

assistente volontario.

Lata se1npre affern1ata nei vari Co11gressi In le r11azion.ali (Conve nzioni dell'Aia d.el 1889 e 1907 ; protocollo di Ginevra del 1925) l 'abolizio11e dell 'a1ma cl1imi ca: ed anche recenten1ente (10 febbraio 1932) l Italia prop1o·n eva alla Soc ie1là delle Nazioni la rinu11cia agli <?-g.gre~si­ vi chin·1ici. Tuttavia 11on si può ·escludere cl1e qua ndo una Nazio·n e coTra perricolo grav1e1 per la sua esis tenza, essa no11 esiti a ricorrere a qua lsia·si mezzo pur di s alvarsi e., quando al)bia presa tale decisio:1e, tro·vi .an.c he il modo di 111e ttersi apparentem·ente ·ir1 regola co·n i tratÈ

1

1

---8-J Dalla

I

relazione (ledicata alla « Patologia di guerra >> , tenuta in una delle riunioni scie11tifich e della Clinica.

sibilizzazione. S. Veras: Contributo allo studio del favismo. - MEDICINA SOCIALE: V. Ruata e F. Campanella: •Lo stato attuale di diffusione del tracoma nell'Italia meridionale e insulare. Accademie, Societa Mediche, Congressi : R. Accademia Medica di Roma. - R. Accademi·a delle Scienze Mediche e Ohirurgiche di Napoli. Appunti per il medico pratico : Semeiotica: Le alte1·azioni del tempo di conduzione, della ampiezza 2RS e del~a distanza 2T nell'elettrocardiogramma delle estremità dopo cure naturali. - CASISTICA : Sulla malattia di Cooley. - Contributo allo studio della litiasi biliare appendicolare. - Cura dell'angina. MEDICINA SCIEN'l'IFICA : I disturbi del metabolismo dei carboidrati nell'ipertiroidismo. VARlA. Nella v•ta professionale : Concorsi, n<>mine, ·promozioni ed cnori.f icenze. I

'

Nptizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice aliabetico per materie.

tati, invocando una pretesa ritorsione sull 'av. versa110. , L'arma chimica potrcbb·e quindi con tutta i1robabilità, in un ,d:eterminato r11on1ento, essere. usata in g·uerra, perchè è un'ar111a che può mettere fuori cor11ba ltin1ento un gran numero di uo111ini, con cifre di morii tuttavia inferiori a quanto ab itualmente si ritiene, tanto cl1e fu detta arn1a · che più ferisce che no·n uccida. Le s taLi ~ ti c l1e dei colpiti da aggressivi chin1ici di guerra parlan·o cl1iaro a questo proposito. Il j)er cento ~ei 1norti per aiggressi vi chimici (2 %) è infinitamente n1inore del per cento dei nlorti dovuti alle armi co.n 1uni (12 ,50 ~~) ; anc11e J1el campo d~ll 'invalidità p er cause di guerra i per cenlo relativi ai gass1ti sono .netta_me11te inferiori (4 in.abili permanenti %) a queJli delle altre categorie (13 inabili p·ern1anenti %). t..,a,Ltore fondamentale per 1',uso d egli aggresf.ivi chin1ici è la sorpresa; il maggior numero dei nostri Morti durante la gr211de g·uerra fu dovuto precisamento a questo fattore che, oltre cl1e la perdita di numerosi uomini, produce effel ti morali disastrosi •s ulle truppe e, di riflesso , sulla popolazione civile. L'Italia quindi l1a studiato e stl1dia conti. 1

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1644

I

(( IL POLI CLINl CO n

rANNo XLVII, N"t;~. 3~]

11ui;1111e11te i proble1ni offe11sivi e ,difensivi nei La difosa si dis tingue in difesa attiva e dife- · • riguardi d egli aggressivi cbirnici. sa passiva. Nella guerra moderna un elemertto di enorLa dij esa a.ttiva si fo11da : ll1e in1porlar1za è l 'arma aerea. Ricordiamo che 1) sull'azione dei cacc.ia; i1 el 191 -.1: i belligeranti avevano poche decine 2) sull'azione delle a1tiglierie e iuitragliacl i apparecchi. Ora in·vece si può pensare· che trici contraere·e; a1)pareccl1i da bombardamento possano, oscu3) sugli sbarra111enti con aerostati (specie . lare il ·cielo di un paese, ai)parecchi che1 hanper la difesa d elle città); 1 no raig·g iunto grande perfezione p e.r ' elocità 4) sulla rappresaglia (che consiste nel r e111 autonon1ia, quota di \ ·010 e càpacilà di traspor~ cle.1~e òffesa per offesa, bomba per bomba, ecc). to e ch ·e possono po,r tare da per tutto la roviLai difesa p·assiva 5i fon.d a: na e la n1orte. 1) sulla proiezione ind1viduale (mascl1e·r e Caratteristica dell'arma aerea è qt1ella di ra o·ar1Ligas, auto proitettori, v,esti aritiip1rit~che0; giung·ere gli obiettivi anche pià lontani tr~­ 2) sulla 7Jrote:zione c.olletlir,a (6-fo llam.einto , s l'orn1ando in campo ·di battag lia tutto un tera!1arm~,. oscura111ento, ricoveri e rifugi, riYe]aritorio di una nazione e po1ta·ndo l 'o ff.esa a z1one dei gas, or·ganizzazione dei soccors.i). ·tutti i citta.dini. L 'intervento dell'aviazion\e r end·e possibile l'altuazior1 e della .g u er ra cc toDIFESA PASSIYA. tale1» e cc integ rale ». S'i~1ten<le ·per dife . . a passi,·a l 'insie111 e d~ Gli obiettivi sono naturaln1ente le zon e mirr1ezz1, cl1e la popolazione n on combattente l)UÒ litari, l e zon e indus triali e ]e \'Ìe dì comunica• utilizzare 1)e1· protegg·er si da o·li attacchi con z1one. aggres·si,,i cl1i.1nici, allo scopon di neutralizzare Gli apparecchi da bon1b·a rdan1ent.o l)OSsono gli effetti di t1na incursione aerea. eser citare la loro azion·e co11 bombe dirompe11ti, con bombe incen.diairie e con bombe con (JI'\GANIZZAZIONE DELLA. DIFESA PASSIVA NELLE ·v.t\aggres,sivi ch.imici. Quest e ultin1e, ch e p1iù <liRIE NAZIONI. r e t.tamente ci interessano, sono costituite, coIn Frartcia l'organizzazione della difesa pasn1e è noto, di un sottile involucro·, ch e racchiusi \'a era affidata dal 1938' al 1\!Iinistero delJa p)_ d e l'aggr€ssivo , con una carie.a · interna ch e è fesa Nazionale, alle· cui dipe11denz.e erano u11a fa tta S:cop,p iare da ur1a spolelta a percussione Direzio11c di Ispe ttorato e u·n a Comn1issio11e o a tempo . Su1)c.r iore d ella Difesa p 1a ssiva. La distribuzioSi distinguono bom·b e evaporoidi, che con ne. delle rnasch ere era obbligatoria. Il persotengono aggressivi cì1i111ici fuga ci con una caIi.~le per la difesa ]Jassiva (500 mila indivi,d ui) rica di scoppio appena .., ufficie11te a liberar e l 'aggr essivo chimico, e bombe dis•persoid~, che era, con decreto del gennaio 1939, reclutato 1ra coloro . cl1e non a' evano obblighi milit.ari , co11ten gono aggres::i,1 i per ~ iste 11ti con carica di scoppio più intensa, cl1e serve a proiettare n è 1)r e tava110 . ervizio in fabb,r i'ch e di guerra. In Ing·l1ilte1 r~ l 'arg·anizzazione della .difesa e sparg·ere il liquido tos'"'ico lt1l to int orno al i >as iva , r>rin1a affidata al Ministero dell'Inte rJ)Unto di scoppio. no , è ora di con1,iJc tenza del Ministero d ella Gli appareic chi, muniti di 6erbatoi contenenti Difesa Civile·, il cui bilancio di più di un migli ag.g ressivi chin1ici, passono far .g·iun•g ere lia rdo ·cli lire p ermi1se di distribuire, fino al l 'offesa p e r n1ezzo di irrorazioni co11 ag·gressettènibre 1938, 3•0 milioni di masc.b ere. Si è sivi chimici pe.r sistenti e semi-r>er . . i .tenti con J>rov,risto ad organizzare la dispersione del]a o senza pressio1ne artifici-al1e. :t-' op-0lazione 1 perchè Londra non ha rico v.e1ri Dato ch e pe·r qu-e ste irrorazioni è necessario antig·as, n1a solo siçarsi rifugi nei pa1~chi € ilei ,,o,la-re a bassa quota sug·li obiettivi, con i pegiardini. · ricoli .a ciò inerenti , si è pensato di fare asIn G'e rmania la dife a passiva è alle dipensorbire il liquido tossico d a t err e attive o da clenze d el l\fini t ero d ell'Aria, in collaborazioargille osmotiche molto 1)oro e e ch e 6 Ì l)OSn.e col quale funzio11a una g·1gantesca associaS<>no ridurre in 1?01Yeri in1palpahili: queste, r izione ·d i più di un milione di membri: la Reicl11naste a lungo sospese nell'aria. si l)OSSOTIO deluftschutzbund (R.L.!B.). Tutti i ted€&hi sono positare sug·li obietti, i do,·e rr·nd e ranno poi obblig·ati a p,aga re un contributo speciale per la bo,n ifica lunga e difficile. la difesa aerea del territorio . La distribuzio11e Naturaln1ente ogni attacco pre ll ppone1 un d.elle n1aschere non è 01bbligatoria. Non è conrischio. Se l e p1rotezioni antiaeree sono b en e orte.m·plata la di spersione della popolazionie, JJ€1'ganizzate, .in modo da annullar.~ o almeno cl1è la dife,&a è organizzata n elle c.ittà steis.se, render n1inima l'effic.acin d ell'attacco, e se la n elle cui vie e p·i azze sono dis poste· anche im- · difesa antiaerea è capace di OJ)porsi validamenpressionanti torrpedini aeree., -d estinate a ricort e all 'incuf1sione n en1ica , è chiaro che i] ridare in og·ni momento la minaccia ai passanti. schio non è compe1n sato da un ri t1ltato adeIn I talia la prote·z ione antiaerea no•n è un guato ed è così aun1entato da con sigliare l'atproblema esclusivamente militare nè statale, ma tacco. nazionale: esso . inves te tutti gli interéssi della È quindi giustificalo l 'attrezzan1ento difensi,10, ch e· tutti .gli Stati hanno attuato a perfe- rtazione e la vita di tutti i cittadini. Non l)UÒ • e~servi qt1indi dissociazion·e di funzion e o di z1on e. 1

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(A?\NO XL, .IJ:,

Nti~I.

39 J

SEZIONE PRATI CA

1645

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compiti tra org,a nizzazio11e civile e org·a11izzazion e n1ili tar e, il ch e è u na conscgue11 za della g 11erra n1o dern a, gueTr a in te.g rale o t ota le. In Italia (fig . 1) l 'AuLorità cenLrale è il Min iistero ·d:ella Gt1erra, da c ui dipe n.clon o le Autorità i)r epostc alla d ife~~ d e.I te rritorio n a -

ae rei, sia a' 'vista n doli , sia abbatte11d·o li e duran te l 'a ttacco . Dall,organizzaz ion e civile di1)en de la zion e .t\11tiaerea (P . A.A.), eh e irn piega i di p r ot ezio11e ap1plica ti clire tta m en ~ e agl i 1ivi cla d i fend er e.

J11rin1a :Prote111eizzi obiet-

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Sch e1na delle Or g·anjzzazioni della Difes.a e Prolezioin e Antiaer ea Territoriale in Italia. (rla Ti r on i: « Prolt1sion e al cor so• in forma Livo per gli' Ispettori .P rovin ciali P. A. ») .

1. -

ziona ]e : d a ll 'or g·anizzazione militar e ·dipe.n don o i Comandi di Difesa Territo ri.aie, g li I spet tor a ti di Difesa Controaerei Territoria le (Di C:AT e DACos) e le Unità d ella ~1 . V . S. N . per la difesa territoria le. L'i11sie.n1e di quest i 0 r g ani i)resiede alla difesa a·g endo direttam ente sugli 1

Si occupa110 ·della P1"ot e1Zion e An tiaer ea : ·a) il Comi tato Cen tral e Inte11ni11ist€Jiale 1)er la Protezion e An tiaer ea (C.rC. I .P.A. _t\. ), con caratter e tecnico) con Comitati Pro 1v~nci ali (_C.P.P.A.A. ) alle dip1end en ze de1i P refetti; ò) la Cr oce· Rossa I talian a (C.R. I .) :


1646 .

C(

IL PO'L I CLINI CO n •

.

I

e) i Vigili del fuoco; d ) l 'Union·e Nazio.n ale Protezio11e Antiaerea (U.N.P.A.), ch e provvede a diffo,n dere nel 1)aese la conoscenza d el perico]o aero-chimico e a p1~eparare, n1oraln1ente l)rirx1a e ·n1 ateri.a lmente poi~ la p·o polazione civile contro l e aggressioni· aeree. t Le ,! lettere ' d ell 'U.N. P·.A. ·rappresentano non 1 solo le iniziali ·d eJl'Associa,zione, m .a anche' lie. · inizia li del n1otto « Ur get Nois Patriae Ar11or » ch e n0 ria~·un1·e i nobilis.sinti scopi. . I principali pTov, edirn enti della P. A. A. .sono: 11) seg~.a lazion i di a liarn1e ;. · · 2 ) oscuram.e1n to ·della luce ; · . 3) sfollarr1ento d ella .POJ>olazior1e dai grandi centri; i ) I:icoveri ; , 5) pt;otezio·n e con t r o gli inc.endi; 6) protezione sanitaria a ntia.e·r ea; dissin1ulazipne <legli obiettivi ; 8) p1~otezio·n e ·d·el -1)alrirt1onio artistico, ~ cie n tiEi<!.o, culturale. · 1

J) •

,

focanle, irrita n.t e e toiSsica ge11erale . L ' esis.tenz1 ·di i1uovi ng·g ressi vi cl1i1nici eh-e attra ver s€rtebbero con facilità i comuni filtri ·d elle n1ascbere antigas per p-rodurre il loro effetto letale, pur J1on · pote11do essere del tutto esclusa ,. n or1 è i11olto probabile. Il più delle volt~e voci d ella scoperta di nuove sos tanze tossich e h a11n o solo v.a lore· m.orale, ])er diso1·i·entare e intirr1orire la difesa d ell'avv·e·rsario. . ag·g:1~ess ivo ·c hitnico n1olio tossico, estre1r1amente insidioiSo, perchè no n h a odote nè colore i1è sapor e, ~ l'ossido di carbonio. 1Fino1·a non è s talo cons,i der.ato come v.ero ag•gressivo. c hi111i co di guerra .p ercl1è. è più leggero d ell 'a-

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Protezi()ne iridivid·uale.

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I

La 1)lr ctezione individua le ha lo sco1Jo di proteggere il 5in·golo i11di,·iduo da aitac,chi con ag.g·r,essi vi chi111ici. , Vari sono i n1ezzi di 1..1TOt ezion e i11di,·iduale c·o11~ro .g-Ii aggFessivi chii;nici , Gl1e però fondan1ent.al1ltentei si pos.s ono ridurre .a . tr e : I) I respiratori o 1naJSchere antiga.s , nlediante i qu!uli l'individuo i~ espira l 'aria attraverso u11 filtro , · cl1e elirrtina le sostan z.e tossiche della a.t.mos fera; • 2) ·G li autoprotettori o rig·e n e rato,r i cl ' aria, n 1edia11te i quali l 'individfto resta isolato dal1:aria -e s terna e ·dève e&sere provvisto di un dis1Jositivo eh~ fornisce l '0 2 necessario p€r la -respirazione e assorbe il C0 2 e il v.a pore acqueo emessi con l 'ei&pirazione; · . ' 3) I 'l)e.s1tiari proi,etiiu'i lotali o JJarziali,, cl1e i)roteg,g·ono I.a su perficie cutan ea mediante un.a guai11a i1npenetrabile agli aggressi,ri cl~imici.

F1a. 2.

. Respir;;i.tori Pirclli per la popolazione c ivile (PC) : Tipo u on10 e 1~ipo donna. 1. fa cciale; 2. valvola di espirazione; 3 bocchett on e; 4 fillro. (da . Pirelli) .

ria·, e quindi rapidamente diffusibile. E certo che i , co r11uni r es1)iratori e· le ntaschere antigas ·11on proteggo·no . dall'ossido di carbonio. Hanne (2) e Lus Lig (3) preconizzano un g~·ande avvenire a quesito gas, qualo,r a ven ga impiegato siBtem atì'camente in 1~uerra . L'u so de·l l 'ossido di c.ar~onio può venir reso p1iù facile dall~ sua solubi.Jità in certi _g·as liqute:fatti, a d esempio • • in ar11n1on1aca . Se &i esclude qui11di l ' uso di ta le .aggressiyo PtESPIRATORI. o M ASCHERE ·ANTIGÀS . . cbimioo, co11tro il ·qu.ale esiJstono però ·d ei filtri ·. Non sar à jnop1portuno affern1are a ncora una sp eci ali ch e si b·asa110 sulla tr«i-sformaziqne del vol ta , c1h ·e non è .con ce·pibile in · gue1~ra, sia i·n ·co in 1C0 2 e su ccessivo assoirb·i mento da par·cami)o di batta1g li.a cl1e nell 'interno del paese, te di alcune sostan ze alcaline (di cui sono provvisti gli artiglieri nelle tol'rette blindate .cl1e .esista un in.d ividuo sprovvisto di 'mascl1er·.a: . tulli ·debbo,r10 :possedere u11a mascher:a : La delle navi da battaglia e n~lle cav·e rne), appare ch i.ara l 'importariza d ella 'd iffusione generale i101Jolazione stes&a deve. c,0111.1?'r endere l 'impoT·tanza d ell''a cquisto d-elle rriascl1 er e, importand.ell'uso . della mascl1era· antigas. . :za ch e, come dice Stelling,ve1·ff (1) ; si può con- , La n1a·&c.h e ra antig,a s 11a sub;J.to, dal principio .c retare in una sola parola: <t vitale». Non s'i · della g·ue,r ra chin1i ca ad og·gi, una evoluzione .devono assolutan1ente prendete in consideranotevole. Essa 'è un apparecchio semplice, di cotto lirnitato e di lunga efficacia (10-50 ore), zione coloro·, ch e discuten·d·o su cose di cui cl1e può esser e. indossato da cl1iunque anche a non sono com pie tenti, manif!estano dubbi srulla lungo . Essa è costituita ess€nzialmente di un ··efficacia della .m aschera. U n a b·u ona n1aschefacciale, di un· serbatoio filtro collegato diret·ra antigas è di efficace protezion e ·co.n tl'o tutti tamente o p er tran1ite di un tu~o al facciale ~li· àggressivi ·cl1imici oggi usati ad azione sof1

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1u·e detto e conlen enlo i11 uccessivi strati i ' 'ari agenti a&Sorbenti e neutralizzanti , e di due , ·al' ole, una di aspirazio n e attra, er o il serbatoio filtro e una di espirazion e all 'esterno. In Jtalia possia1no dis ti11 g·uere1 tre 1ipi ])rinci pali di il1:. schere : 111 QJscliera milita:re o campale (C) µer il co111batten1 e (da ese·r citazione· e da · mo1bililazione) : il1a.schera ·territoriale (T) J)e r l e ·t ru1)pe di econda lin~a e. per l a J>Ol)Ola zione civile aLLiva : 1'lascJ1 era 7Jer la popo·la. zione civile p·ai5&iva (PC) (fig . 2). T ali n1as·ch ere diff.eriscono sola1nente dal lato econon1ico. La masch era JJe'r la po1Jola zione civile passi, a è co ti1uita da una piccola $Catola. d:-t filtro .a pplicata direttan1 ente al fa cciale: n e esistono va ri ti1)i (P-±3 , SIP-2, SIP-1). U11 altro 1noq·3llo (SIP. 4) è stato costr:uito per feriti a lla testa, 111alati e ban1b,ini . l~sso è co slitl1ito da un sen1icap•puccio cor1 filtrò e occhiali, e 11a durata n1olto lirr1itata. · ~1i µia i:e ricordare, a propos~to cJell 'uso d elle r~1uschere, due proble1l1i di grande importa11za r di n<)n facile $Oluzione : 1) il problema d ell '11so della. m ascl1era rz ei ba111 bini, argo1ne-nto ch e ~a rà trat1 a1-o l)iÙ estesa111en~e in seguilo·. 2) il J)roble111a d ell 't1so d ella· masc71 era 11 el le persone affette tt a vizi di rf1 ra zi o11e. G ià cla . 11oi !\1ang.J naro (+) · aveva c. ~ogiLato un sist e111a che cortsente l 'adatta111 enLo alla r11asch era di ' 'elri correttori. R ecenten1ente Cot, ~Ioyn ier, (; eriaud e Robert (5) hanno prof)O.Sto un dispositivo con s istente in du e a n elli, fi..,sati all 'in• t erno d ella mascl10ra , n e~ qual i sono in cas~at e due le11ti correLLrici. Il ' 'a11taggio di que to mod ello sta nel fa tto, ch e il dispositivo l) UÒ essere applicato ad ogni tipo di nla!'Ch era . 1

SEZI01'E PRATICA

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fi11 i to. So lt0 J'a zio11e deg·li ag·gressiYi cl1i1l1ici il filtro si es.auri sc~ in 10 or e (n1asch era tipo ciYile), o jn 50 ore (rt1a sch era a tipo 111ìlitare) : dopo di che è i)erò possibile, tratteneJ1do il fiato, sostituire 11n al tro filtro sen za togli ere la 111 asch era . Bonijica dei f accia li. -- Qualora il facciale d el]a maschera sia ' 1 e.n11to in contatto con g li aggressivi chirl1 ic i sotto forrrLa di , -a })Ori ~i $Olto1?on e il faccial e all 'aerazione1 prec~duta d a lavaggi con acqua e sap·o ne; se sotto form a di liqt1ido , si in1n1ergono j fa cciali p er 20 iJ1 soluzion e di ·p ern1anganato di potassio al 4 '%o o di biborato di sodio in oluzio11e satura. Per la disinfezione e la disinfestazion e cl.elle 111a ~che re '5i rinvi a ai n1anuali s1Jecializzati 1

(~1o·ynier) .

_r\UTOPROTETTORI. Gli auloprotet tori son o appareccl1i i)iuttosto' i11go111branli , . clcli cati, di cost o . cle,·ato e di J1reYe effi cacia ( 1-2 01;e) . Sono particolar1)1 ente u ~at i p er ]e squadre di anita ri, di ' 'ig ili del ,

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A ddestra,m ento azz ·i1 so della ma seh era. 1

Qualunqu e mezzo di protezione, di d~fe " a o di offe6a non , ra1e se manca. il fattore addevtra111ento. Ne segue ]a necessità ch e .g ]i indi-,jdui, ]e colle·ttività, \~·li enti pub·b lici e priyati si i>ro,rvedano p er te111po di maschere. La ma~che1ra antigas richiea e in particolar modo un ]ungo allenan1ento compiuto per •gradi : .da fer ino, facendo g i11nasti ca, e in fine .an ch e . durt1nte i] no rmale lavoro . f, 'allen arriento p crl)l etLe ancl1e un 11so l)iù ))J·olung.alo d e11 a masch era antig.~s (soldati ita }jani 11anno r esi s lilo 48 ore con la m ascl1era indoE=.sata). ConserV1a..zione l1ella; maschera. ---:-- Il perfe,t to s tato di conservazio·n e d ell a masch era è condizione essenzia le per la sua efficacia a l mom en to del biso.~ no . Si consigli.a di di sinfeltare, dopo ogni uso il facci ale con alcool d e·nat11rato e &polveir a rlo quindi con talco·, di s1)aln1ar e gli occhia li con l 'aprposita pomata antiUJ)J)annante, di ve-rificare l 'efficien za delle ,ral ' 1ol e e di tappare co11 cura il serbatoio. l ln fac:éj._.'\le b en cc1nservalo pt~ò dura r e 1O a11ni; un filtro be11 La1)palo l) UÒ durare all 'in•

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FrG.

3. -

Auloprotetlore :J3erg·omi SC~l 3.5, (da Giannuzzi-Savelli). ,

fu oco, ·di sterratori, .allorch è debba110 interYeni-· r e in a111b·i enti ecce. si van1 ente ricchi di a_ggres~ivi chin1i'ci (ch e superano la capacità di difesa d i un filtro conJUrle), o·p·pure in a 111b1ienti 11ei qua li l:n~sigeno è in su fficiente per la r es1)i- · razione (al disotlo del 13 ~~) . Sono costituiti essenzial1n ente (fi g. 3) di un fa cciale , di un tubo corrugato dì as'P1Ìrazione e di espiraz ione,. cl i un refrigeratore dell 'aria di es.pirazio11e 1)e1~ la condensazione d el Yapor e acqueo, di u11 de1.1uratore o ca p&ula di assorb·imer!tb del C02 & d el vapore acqu1e10 ·di e pir azione, di una })oml:1o]a di os5igeno con dispositivo di riduzione d ella pressione -e di r egolaz ione dell 'a fflu s o fì€ co11do il ])isogno eid infin e d.i un sacco polmo n e av.eaite funzion e di colle ttore e ,dJ. ca1ne.ra di 1 r·or111)en sazione tra l 'e ·p irazio·n e e l '-aspjraziqn e. L'in ien1e· è disposto a zaino e portato a ~ pal la. Jl sogg·etto · deve controllare co11tint1ar11e11te Ja rise.rvu d r 11 'osf-iige·n o di ponib·il e . Si di!'Ling·uo110 in au t oprotettori a riserva cli ossigerio (RO) e au top1ro1tet tori a produizion e cli _ ossigerio (PO) . Si tisano 1)r c.feribiln1ent e1 gli au toprotettori a J'Ì5el'Ya di O sig·en o, r~errchè <]Ì . • l)iÙ sic uro fu11 zi o11a1nento. ~ 1


1650

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« IL POLICLINICO »

40]

VESTIA.RI PROTETI·r,·r.

il J?er1col? ~1pende da lesio11i d·ella maschera ~11t1g~as, s1 ricorrerà ai tamponi filtranti la cui in11)r0\1 visazio11e richie1de u11 1enY[)O molto breve: basterà avvolgete in uc1 fazzoletto d·e l con1une carbor1e ·di legna o della cenere o della sabbia finissim.a o del terric.cio soffice e po~·os?, o d·ella pa_glja, o ~.el fieno b.a gnato, o 111f1ne d~lle fogli e o dell erba fr·e sca o secca. I~ ;mater1al~, così ~\Tivol1 o ed applicato agli orif1~1 ~e}Je vie respiratorie (bocca e narici), cost1tu1ra uno scbern10 protettore attra,rerso cui l 'aria sarà costretta a filtrare. _ N?n sempre si ha a disposizione materiale d·H lncludere' nei fazzoletti; allora ci si do\'rà contentare dci cosidetli tam poni· filtranti serr1plici, vale a dir-2 : ' di uno o più faz zole tti ripiegati f>ucce ~ ivamente in uno strato di un certo soessore; di cotone, g~rza, fas ce di rrtus:3ola o di panno; di mollettie.re o parti di indl1menti cli cc.lrredn: -.del berretl o· a b·usta o di qu.alunque altro

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NozroNr

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. D.\PB.\TICHh n1 PROff EZtONE J 1~1>IVIDUAI,J • • GLI ..\C;GRESSIVI CHI1\rIICI 90N 1\-lEZZI DI FO.RTUN.\ .

l\ul\I.

. Non togliere i mezzi di protezione di cui si d1spone se i1on quando il IJericolo sia cessato. La i)rotezione con rrtezzi di fo11tuna rio·uard~ l'apparato re~1)iratorio, gli occhi e la pelle.

protetli,·i .an~iv.e6c ìcatori o antiipritici, i)ercl1è ~e1:vo ~~ })articolarn1ente contro ·g·li ag·gressi vi cl11m1c 1 a prevalente ,azi<)ne ve ··c icato·r ia sono co~.tituit i da .ur~o scafandro co11 cappucci~, c.a lzar1 e g·ua11t1. Sori.o a1)P'a recclli che, esse11do im.perm.eabili inlJ >E.d tscor10 l 'azione- dell'ag·gr essivo chin1ic~ acl az~o1:e ''e~cic~tor~a, n1a hanno d 'altra parte alct;tll inco 11~en1 c11t1 p e: _la loro facile ap]Jlicaz101~e, .e s1oè sono .r1g1di, pe$anti, ingombranti, d1 costo e1e~vato e fa cili a deteriorarsi. I11oltre, dato che sono in1pern1eab ili all'aria producc110 in1port-anti modificazioni delle fun ~ z~o11i organiche, disturbi più o me110 .gra, i de l s1~te.n1a nervoso , della termoregolazione e del circolo . riferibili a quelli ch e s.i osser,;ano nel c.c1Jpo di calore f'F eni (6)1. D.a ricordare ancora cJ1e il l?ro uso i)re.s~ppon ~ sen1pre J'impie.g o . del res:p.1ratore o dell autopTotettore e che dopo l'uso debbono esser e bonificati. ' ' engo110. ~sat~ . da personal e specializzato (~qua.drf~ dl bon1f~~ . chirr1ica, squadre sanita~ rie ~1 soccor so, v1g1J1 del fuoco, sterratori), i quali d ebbono OJ)erar.e in an1bienti e su terre• • • • n1 IJ)r1tat1. l)a~i g·li in con,·e11ie111i sop ra detti , tali indun1ent1 s0110 as~hi penosi a portarsi e avendoli indossa ti. 11on si può su11erare ni ez z'ora d 'es tate e un 'òra d'in,·erno.

,

XL1/II,

Per quanLo riguarda l 'u so clell 'a utoprotettore., o ccor.re ter1e:re p~ese11Le di uscire i1er te1npo f~o11 del~a zo11a. infella , i1011 a1)pe11a si abb:ia J t111press1one di ur1 l) rossi1110 e auri111enlo llelJ . e riserve di O.,.-

I 'e.s tiari })roleLLi vi, detti anch e Ìndu1nenti

[ANi\O

i\i suddelti m e1zzi ])rotettiYi indi vidu.ali è da aggiu11gere un insienie .di 1)r0Lezioni ' improvvisate, cl1e f)Ossono e dehbo110 es~ er m ·esse in alto qualora il combattente o il cittadino si ,·eng·ar1 ·) a trovare sforniti dei n1ezzi di difesa i11diYiduale, cl1e abbian10 de critt i. La conos~·e n~a -.di questi in·ezzi di J)rotezione im1)rovv1sat1 [ erra (7)] , che dipenùono dalla serenità, d.t~lla conoscenza acquisitn e dalla iniziativa dell'indi,·idt10 , in una parola dalla coscienza chi1nica ch e 'C iascu11 i11di,rid110 de\1 e formarsi ' potrà spesso ,·a le.re a sal\rar·e la vit n. ·· Pren1ettian10 al cuni co·n cetti g·enerali. No11 sf ug·gire Ja i1ube nggressiva seguec1do la di rezio11e del \Tento, .m a cer cn r e di schi,rarla fuggendo .lat21·a]mente . R es1~irare il i11eno posisinile: cl1i corre, cl1i si agita, e11i _i spaventa, resJ»i ra di '1?iù e qt1i11di ·esaurisce l)ÌÙ pres to i propri 1nezzi di difesa e a-sorl)e 11lag·gior quanlità di a~rgre ssivo chi• m1co.

Per la .Pr?tezione dell'af'paralo respircutorio ~on 1n:ezzi dli .forturia, tralasciando i casi in cui

COJ)CTCUpo.

Tutti questi oggetti prima dell'uso vanno bagnali con soluzi0n e acquosa di bicaTbonato di ·s.o dio o di urotropina o con sola àcqua, o · perfino, ~e questa n1anca, con urina. Se il pericolo no11 è i111111inente si costruiranno, con i più svariati mezzi di circostanza dei veri e propri filtri: &ervono bene la ·ga~ vetta, la borraccia o le comuni scatol e di latta di •conserve ali1r1enLari che si riempiono con le stesse sostanze di c ui ab·b·ian10 parlato .a i)ro1Josito d~i tamponi filtranti.

Per la p.rotezione1 degli

c.ch.i ·co1v mezzi di

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fortu11a possòno

er\1 ire i conlurti occhiali da autor.n o biìista, ridotti a tenuta di aria per .mezzo di cotone, garza o cerotto adesivo. In mancanza di occhiali, si può u6are un fazzoletto bagnato in un liquido quaìunque di quelli sopra d~ tti , diste.. , o sug·li occl1i in modo da far filtrare un t enue chiarore cl1e permetta un certo orientamento. Se tutti i mezzi di protezione fanno dife tto , si chit1dera11no gli occhi per il tie1rr1po in·dispen abile. 1

Per la protezione de.Zla pelle con mèzzi di fortuna &i può efficacemente ricorrere a cap1)otti, coperte, t eli da tenda, cotone, fasce, erb·e, ecc. Qu.alunqu:ei 111ezzo si ' ragli a rnetter-e jn opera , esso deve essere sempre preceduto dal volontario arresto d cl respiro. L'apnea ·è prezio·5a in qu.a nto cl1 e da sola ·può bastare a i)roteggere la vita. 1

(Con ti11iz1) '


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[_\'\"'\"O .\L\'II,

~l.-~r.

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SEZIOI\"E PR.-\TIC-\

N01'E E CONTRIBUTI I . . TITGTO Dl PATOLOGI..\. E nELLA

l\iETODOLOGIA

R.

SPECL.\I E ~J EDIC ..\ CJ..INICA

UNI\' ERSITÀ

n1 Bor.oGN..\

Direltor€ : prof. F. Scnr.-\ssr.

La terapia medica e chirurgica delle sindromi ipertiroidee. (Risultati in 32 casi visti da un medico). \'1xcENzo Bt·sA.ccm assistente .

L.1 terapia delle ..ind1on1i iperL iroidee h a 5e1111)re i11teressato g li Ludi osi ed i i)ratici di lui te le 11azioni; nel ~925 fu teina di relazione <il \\Xl Congre so della Società Italiana di ~l edicina Inte rna i11 co111une con quella di ( l1irurgia. \ -i fu anclJe una relazio11e ulla tel ilJJia radiologica. Tit{ ent e 111~nte l 'argo111ento è s tat o di nuuYO l rattato n ei Cong r essi, e, quel cl1e più conta, in collaborazione fra 111edic i, chiruro l1i , ra diol0gj. L 'i1nportanz.a <lell 'argon1ertto risulta quir1di eY.idente, e· la frequenza dell e dj cu sioni fa co111prenderc com e a11cora n on esista perf~ tta identità di Of)irlioni e di indirizzi nel1lt lerc:t})ia di que te ~ ii1drom i. ]'lez- que'S-Lo, sen za prertdere po izion e d efi11il i\·a in fa,·ore dell'una o dell '.iltra teraip.ia , .a})bia1110 r itenuto opportuno espo rre i risultati o tt enuti co n il trattar11cnto chirurgico in 3~ .ca~ i di 11re rtiroidis in o, de11on1ir1azione con c ui co111prendiamo oltre la n1aì.attia di Flajani-Basedo\,. a n ch e quelle sindrutni cl1 e debbono ri! fnersi inco111plete e quindi anche g·li adeno111i tossici e quei gozzi ch e -&i accompagnano in t1n ~eco ndo t er11po a n1anifestazio11i di i1)ertir0idisn10, senza con questo volere add entrarci :i:1ell'inter1)retazione d ell 'alterazion e funzionale. L ·ar·g omento potreb·b e 6embrare più di i:>erti11enza chirurgica. È però giusto cl1e se n e inttressi anche il 111edico: infatti a parte la ~t re tta coll~ boraz i o n e ch e serr1pre deYc esistere ·fra n1edici e chirurgl1i e ch e noi empre abJ)ian10 atluato . ian10 stati spinti a questo ·c;l ud io cla m-0lte1:,Jici r agioni:

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. l J I dati ri1Jo rla ti dalla letter1tura so110 a~s<l i cliscordi in quanlo i cl1irurghi &ono natu ra lm en te favorevoli all ,intervento n1 entre esi~ t ono fautori ad oltrnnza tle1la terapia r adia logica associata alla Lera1)ia ir1edica; n e deriva i1t 11ratica che di fronte a terapie ch e ambedue ' lln lano s t1ccessi i 1 nedici sono ti l ubanti; corn t1nqt1e mollo freque nt em ente son o restii l\ tlrororre I 'intervento al quale })er lo più g li

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a11t111alati sono rilutlanti e tanto l)it1 riluttanti quanto più ele,·ato è il loro li ,·ello culturale.

2) I risultati o(tenuli con l e Yarie terapie son o difficilrr1ente r affront abili fra di loro , in q uanro ogni s tudioso 11a cr1terii pro11rii di Yalul azio n1:. 3) ~ecessità di fi ssare dei s riterii p er l 'in-

terYe1tto. Qùesti in gen e ra} ~ son o s tabiliti dai el1irurg·l1i: noi ritcnian10 i11Yece ch e d ebbano e~sere .. Labiliti dal n·1edico, cl1e pe-r 1Jri1n o osser,ra e segue questi n1al a ti , ch e• spesso gli ~ono in,·iati anche dal cl1irurgo , aln1eno n el no tre ambiente bolognese, dove del resto ' 'ige g ià 13. consuetudine, in-stat1rata dal prof. Paolucci , c l1e la preparazione del n1 a lato all 'inlerYento sia fatta in un reparto m edico. P e r c1ueste rag ior1i il medico deve conoscer~ i risult ati cl1e si possono o ttenere cori le ' 'arie terapie 11on Dledièh e per potere con jgJiare i sin ~oli ammalati riel modo migliore. ;\. queste ragioni di orc.iinc prfltico se ne posso110 ag·giungere altre di ord ine dottrinale in ra p1Jorto con la . natura d elle discipline clinicl1c. I11fatli H è l~ terapia in genere, la chirurgicn in ispEcie che conferisce in sommo gradc a lla nledicina clinica il diritto di cittadinanza fra le scienZè ~1Jerin1entali » . (F. ScJ1ia~si) .

I casi da noi presi in con siderazione sono 32, .dei 4_uali 19 sono p. co11 ~1orbo di 1F lajaniBasedo,v, gli altri ( l~ ) con gozzo basedoficato e a d enoma tossico. Di questi 22 sono donne, 10 u o111ini. L'età ' 'aria da 19 a 55 anni . I casi 11on ono selezionati, nla comprendono tutti quelli so ttoposti per nostro consig lio a tiroidecton1ia parziale dal 1934 al 1939. Tutti sono ~tati degenti nel nostro Is tituto. I nostri soggetti erano in media ammalati cla 2 a 3 anni , in un caso da 8 ed in un altro da 15 anni . Per porre il g iudizio di g·r aYità in questi a111malati ci siamo attenuti ai seguenti crilerii: 1) capacilà di co n11Jicr e lavori e resiste11za alla fa tica; • 2) s tato di nutrizione ; 3) ipereccitabilità neuropsichica; .l ) condizioni del I 'a1)parato ra rdic vascolare tenendo conto della tachicar~ia, de1le alterazi oni del ritmo, e rirordando sop ratutto e.b e i11 queste sindron1i, anche il cuo re può rima11ere piccolo, con1e è stato do~ u1n e ntato nel i1oslro Istituto dalle ricer che di biometria del c t1ore cii Dag11j11i e di Poppi ch e in diYersi casi 11anno riscontrato u11 c uor e picco] o ; 5) n1etabolismo basale.

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1654

« IL

PO'L I CL I ~ I CO

In base a questi crit.erii si po~so110 disting u er e casi di : a) gravità lieve ( +) co11 ca11acità di co111})iere l~vori lievi , lieve din1inuzion e 1del p1eso, lieve .aumento del metabolisn10 basale (fi11 0 tl + 30 ·1~) ; b) gravità m edia ( + + ). con in1possibilità di c0111pier e lavori proficui, note, roJe din1agrimento (10-20 % d el peso corporeo), a lterazioni f .é\rdiovascolari lievi, fr ~ qt1erJ. za d el pvlso in .r iposo fino a 100, Tit~no sinu·sale, s poradici acCf'S5i tachicarclici , cuore n ei li1niti d ella nor1na, M. B. fino a + 50 %; e) casi . .g·ravi e gra, ·issi1ni ( + + +) in cui .don1inano i si11tor11i tos ici e. 1'agitazione JJ$ichica. Esis to110 in sonnia, diarrea, dimagr am e nto ( o·l tre 20 '}~) . Esisto110 cospicu e ' a lterazioni d ell 'apparato cardio,rascolare (t acl1icardia oltre 100, fibrillazione co Lante , alt erazio1ie de i comple55i). Il M. ·B. p u ò aYer e Yalori altissimi ( + 50 + 60 % e d oltre) . La durata d ella prepara zio11e all ' intervento è appunto in ra}J}JOrto a lla ·g raYità .

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[.A.X1'0

XLVII,

~l.-M.

401

ca ]Joich è proYveclerebbe alla narcosi della re~ g ione diencefalo-ipofisaria. N·e.i casi in cui fu ar)plicato il risultato non fu tale da poter i'i· itunci.aro a1d altra t erap,ì a. Sono i1ure utili i 1 ~rc:. i)arati bro111ici. e) 1 erapie ~1intoma.tiche particola1ri. I J)re1>arati digitalici dai più ritenuti · di effic a c i ~t scarsa sono pure stati <la n oi applicati. Mentre E; ~:,i non espli cano alcuna a·zio11e sulla tat l1ic.a rdia sono e ffi caci 11ella fihril] azion e. · <l) Tera.pia· X. In 9 e.asi e cioè n el 28,11~o so110 s tate fatLe applicazioni X t erapiche e ])r Ccisan1ente in 5 casi quest e sono state esegt1 it e i)ri111a dell ' ing resso n el nos.Lro I stituto OYe i p . isi sono r ecati 1)er la scarsa e poco duratt1r a efficacia d ella X terapia ·e per l'aggravar$ i dei s intomi. 111 altri ± l e a11'p licazio·n i so no st a te fatte n et n ostro Istituto. • 1

1

* * *

Se ora , d opo qua11Lo i)recedentem ent e è s ta -t<> detto, s i con s idera la durata della n1a]attia it1 r elazione alle condizioni dei p·. al loro ingresso i11 osp ed ale ci si r en <le facilmente cpn fJREP.>\RAZIONB ALIJ ' I NTERVENTO . ,. Lo ch e l e cure Jt1 edicl1e e qt1elle r.adiolqgi che La p reparazion e ,, all i11te r' ento d eYe -esser e (in 5 ca si eseguite p rin1a di entrare jn I stitut o)· '"' c 1 U})Olosa; n on bisog·na avere fretta })Qic.h è ci 11on h anno daLo ris ultati soddisfacenti . . i esporrebbe all 'insuccesso se si co11segnas . . e P er ques to, ~sse ndo .g li ammalati onnai dea l chirurg·o un i11alato in cui il quadro clinico cisi di sottoporsi ad una })iù effica ce terap ia, 11on è n1olto r egr edito. D 'altra pa rte per la pretro,·aro110 pure n oi con sen zienti. parazio1n e bisogn a tenere conto d elle condizion i Ed ecco ch e così veniva a porsi un grave· individuali. pro.b lema e c.ioè quello del momento opportu- . E cco con1 e ' 'iene eseg·uita la ])r eparazione n o per l 'intervento. P artendo dal concetto. ch e nel no1&tro I stituto ·: c i · sembrava una verità assion1aiica, ch e 1·at. Anzitutto il p. d eve essere in r i1Joso fis ico, to operativo sarebbe stato tanto meglio tollci11tellettuale, i11 ora l e. La dieta è ,-a ri2ta , ricca 1alo qua nto n1eno gravi fossero state le co11di i<lr.a li di carboni o e di , ·itan1 ine, con li111idizioni d el p., ci pro ponen1mo di raggiu.ngere tazione d ei protidi. La terapia 1n eclica111e11tosa con la cura m edica la rria.ggiore attenu.azione· f:11bito a pplic.ata si b·asa su 11 'u so della diiodo7Jossib-ile della sintomatologia clinica.. t i rosina, d ei scda t.i,1 i barbituri ci e hro111i ci , e In base aJl' e5perier1za di questi 32 e.asi . ci di tutti i i11ezzi terapeutici atti a cure sinton1apersuadem1no ch e, pure di non avrre fretta. !3i ticl1e pa rticolar i (turbe intestinali , alt erazioni po Leva in ogni singolo paziente raggiun gere cardioYascol a ri , €CC.) . 11n tale g rado <li att enuazion e d ei sintomi. clia) Diiottotirosina . (Flaianin.a, It ir -ecc.). nici da con sen t ire ·di IJrese11tare con tra11quilNella dose ·d i 20-30 ctg. al gior110 nligliora i1ella coscienza il n1a lato a] chirurgo per l'i11ter-· Ja rt1-é\ig·g iora11za d ei casi il quadro clinico , -ent o. e11t ro 15-20 g·iorni. E ' 11ecessario uri intervalL'intervento è stato g iudicato possibile in • lo di una-due se ttin1ane fra 11n p~ri odo ·d i son1quanto s1 aveva: 1 ninis trazione e l 'altro. · çz.) Ristabilim ento di b·u one condizion i di b ) I barbituric i ' 1 en go110 tla noi usati con nutrizione; ' b) Aumento d elle forze ed attenuazi011e g ra nde fidu cia poichè l 'esperi e11za ha dintotra to cl1.e n elle t ireo tos·5icosi on o i sedativi · ,d ella n1ultiforme sinto111atologia subbiettiva ed 11iù e fficaci . La dose Ya eleYata fi110 ad otle11eobbiettiva ; e) Diminuzion e d el l\il. B. fino a circa rP la lJOssibilità (l el sonno per al1n e110 7-8 ore. (Luminal 0,10-0,20; pi'0111 inal 0,20-0,30; Som -f- 30 %; d) Diminuzion e de1la tachicardia. E· per ò 11ifen XXX-L gocce, ecc.). L u Ro del pro111inal dn i1otar e - ch e a n cl1 e tachi c.ar~ie 1)er sist.ent i a è stato an ch e ' 'antato com e tera1)ia i:>at.og·eneti1

I

1

1

1

I

1

• •


IA~NO

XL,~JI ,

NtTl\il.

40]

8 EZIONE

110-120 11011 sono s tate ritenute co11troindicazioni quanLlo era110 s oddisfatte l e a ltre ir1di<.~azio11i. C:iò 'alo opratutto 11cr il ' 'ero Morb o di aFlajani-Basedow i11 c ui la tachica rdia . ' a c,cenluata e perma11ente. (.'' p1u Cn ·g rado di attenuazione della sintomatol ogia clinica tale da giudicare possibile l 'i11 Le r'ento è stato ottenuto in n1edia in 30 giorni, con un n11111n10 di 5 ed· un rr1assimo di 9f> . . g JOl'nl.

PRATICA

,è •s lato di 3 Kg . g iunge: ndo i11 un caso a Kg. 20,5. L'aun1e11to d el pe o i accon1pagna a sen&lzione di bene e re e al la possibilità di compie re lavo ri anohe fatico ·i ·enza s tan caThi od élvverlire parlicolari di~t urbi . J p1. dormono b·en e il cardiopaln10 non in orge o si presenta ·nlo rararnente, i1011 h anno dis i)n~.a da sforzo; le fl1nzioni della vita vegetativa so·n o r egolari. e. co11sid".) rian10 so tto qu esto aspetto g·li inàiv idui rivi ti (27) i i1o ta ctte t1ltti h.anno avuf 0 il ric·upero dellt.ri capa ciit'à lavorativa. D·e gni di particolare rilievo a tale riguardo sono i casi IV, VII, X, XX., XXV.I, ri·g·uar.i:inti uomini di cui 2 11anno ripreso il lo ro servizio come c&postazioni e gli .altri il lo ro m estier.c- di muratori, uno s ubilo dopo il primJ t empo. Alr u11e clell e donn.e operate hanno riferito cl1e attendono normalmente ai lavo,r i di casa . Degno di p articola re rilievo è pure il caso XJ1I i11 cui prin1a del! 'inter vento esisteva un disordine nell 'attività cardiaca con r eperto <li blocco di bra n ca D . , ch e persiste anche; dopo l 'intervento; ciononostante questa donna , una contadina , ha potuto riprendere i lavori di casa e talvolta quello fatico,s i ssirno della mietitura , mentre prim.a era costretta a letto. E forse questo il cai5o che è giunto a noi in condizioni più g·ravi, obbli ga to a l letto, con estremo dimag r an1enlo . Simile il XXVI un uon1 0, in cui anche do1po l'intervento persiste Ja fibrillazione constatata J1rima di esso e ch e l1a potuto riprendere r egolai m ente il proprio l avor o in ferrovia facendo turni di uffic io di 11 o re. 1

1

L'intcr' e11Lo o·peratorio in uno o· due tempi (• s lat0 es~·gui lo nei primi 25 casi dal prof. Paolucci. n egli altri dal prof. ·F orni . I ris ultati irnr11 ediati sono stati buoni se si eccettuano 3 ca'"' i: i11 uno si è avuto il d c(·csso i11 sesta, 11 egli al tri in seconda giornata. _ el p·ri1110 caso era insorto un focol aio bronco1)n eun1onico al la base di sinis tra. N-el seco11do caso si trattava di un uomo co n fibrillazione auricolare e che da 5 anni era d egente n ei reparti ospedalieri ,d i Bologna senza 1nai avere presentato, nonostante le cure m eclicr1e, alcun 1111g lioramento. Bisogna p,erò ter1 ere prc . . enti , con1e anche l 'esam e anatomico n1i o i11 CYicJ,eriz.a, pa rticolari condizioni d el] ·a1)parato r espiratorio e c ircolat orio ch e co11('0rrevano ad aumentare il rischio operatorio. Nel ter zo ca o . i trattava di 11na donna in c ui l e varie t erapie praticat e era no tate i11 effìcaci di fronte. all'evolvere d el m ale e d all a cac h essia. Al la ll ecro copia fu trovato un tumore perlaceo (col est eaton1a) pontocerebellare ed ÌJJOtalan1ico. Il caso è s lato stu1dia to dal prof. Businco cl1e 11a m e so in evidenza l 'importanY a patogenetica d el tumore che con1prin1eva la regione p ontoc,erebell.i1r e .e quelJa ipotalamica . Il reperto del tumore può d'altra parte spiegare l 'evolu zione parti.colare della sintomatologia. Il controllo d,ei risultati a distanza , è stato eseguito dopo un periodo variabile da 5 m e i a 5 anni. È p erò da notare che anche i pazienti sono stati saltuariamente visti o h anno dato r1otizie di loro sicch è ai dati del controllo nulla è da aggiungere 6e non un ulteriore miglioramento i)er i casi di più r ecente osservazione. RJSUI~TATI

!)

STATO GENERALE E DISTIJ RBI FUNZIONALI. SIN-

TOl\fATOLOGIA

SUBBIETTIVA .

PosSIBILITÀ DI

J_,A-

VORO PROFICUO.

Il fatto che 1n.aggiormente col pisce ri vedendo un p. operato di tiroidecto mia parziale è dato dall 'aamerito del peso corporeo che talvolta ha raggiunto cifre cospicue: in 111edin 1

*

1655

1

1

1

Ci sembra quindi giuslificalo il dare grande rilievo al fa.t to clie i n.oslri 01perati t1n.rino lutti ripreso il noro lavo ro abituale, per cui il ricu-· ,_,.ero dellà caipacità, lav'o1·a,iiva si è verificato 1iel 100/l'OO, in sogaeili clie avevan o dovu.to abb1QJ1tdona r13 le loro occupa,;,ion i. 1

2) S1NTOM1\TOLOGIA

OBH IET Tl VA.

.a) Esofta,ln10. E' il ·in lon10 n1ag;giorn1ente ribelle al tratt.an1ento. La ' Ufl scompar sa è poiSsibile quando prin1 a del l ' intervento è di lieve grado. P erò anche in due casi in c ui e ra note.vole è s tata riscontrata t1n a ridu zione a "'in1n1etrica con esoft-a.lmo ma g·giore a d estra. b) Tremore. In tutti i casi i] tremore è scomparso, me110 ch e in due casi in cui è i)e rs istito di g rado lievissin1 0 e tale da non es.: sere di ostacolo a llo scriver e od ai lavori m a fluali (casi VII, IX). Inter ess.antc a qu e'"' to i1r o1)os ito è i] caso XV. In questo uon1 0, m::ln cino, esis teva prima dell 'intervento uno spiccnto err1itre11torc sinis tro, ch e. (lopo 1'asportazione parziale della


1656

« IL POLICLINICO »

emitiroide destra si atte11uò per poi scom.p arire. Un caso c]inican1e11te sin1ile è stato descritto anche da D. Boccia. e) À[Jlparato cardiovas colar e. I reperti a carico di questo apparato rivestono notevole importa11za, data la sua costante compron1i·5sione 1

[ANNO XL\ ·11, ~U~I . 40]

negli ipertiroidei. A presci11dere dalla sinto: matolog·ia subbiettiva (cardiopalrr10 eoc.) consideriamo anzitutto la tachicardia: questa è sempre beneficamente mo·dificata dall 'intervento, ma purtuttavia non sempre il polso ritorna ad u11a frequ•enza normale. Così in circa

Numero Cognome e Nome

cd N ....,;, cd ~ cd s.. Q) ~ cd....,;, :::! o.~

:!:>urata

.QS

o~·p..

Metabol. basale

Dall'intervento al controllo All'ing.

--:-

1. M. Giovqnna, ~Iaria,

22 8 anni

5

+ + +

3 anni e 10 mesi

I

AlPint .

I Al contr.

I + 16

16

12

+

-+ +

+ + +

21

-

23

02

-

13

55

--

+ +

+

15

-

-1 ·

+

35,6

- · 13

40

1 anno e 3 in.

3. 1\1. Teresa,

30 8 ines1•

23

10 nlesi

4. l\{. Ze1no

36

14

3 anni e 10

5. A. A. Marja,

21

2 anni

37

1 anno e 5 rn.

+

56

45

15 anni

60

4 anr1i e 2 m.

+

94

7. B. Arn1ido.

41

1 anno

33

2 anni e 7 m.

·I- 66

8. T . Gina,

36 5 1nesi

20

10 mesi

+

58

+

68

+

38

+ +

4.9

+ +

34,5

+ .·+-

48

-I- 37

-

20

116

27

+

15

+

73

+ +

46

--

1 ,

6.

c.

Maria,

25

1 anno

'

5 anni

6

10. M. Giulio,

30 6 n1esi

75

11. B. SilYiO,

33 2 anni

9. F. Maria

12.

c.

Giuseppina, 24 8 mesi

-

Ill.

2 anni e 8 m.

5 mesi

47

8 mesi

34

6 1nesi

99

8 mesi

' I

23 45

-

75

+ 36 +· 22

23

+ + + +

-.

10

14 19 20 8 15

48

14. C. Giuseppe,

55 2 a. e -X

15. V. Giuseppe,

30 1 m ·e se

44

8 mesi

-r 53

+

22

-6

16. S . A. Maria,

33

2 anni

21

g mesi

+

25

5 an11i

19

8 mesi

+ +

5

~sarina,

29

-3

Giuseppe,

35

3 a.

X

34

9 mesi

+ + +

27

+

19. T. Caroli11a,

40

3 anni

22

2 m esi

27

-5

20. V. A11cilla,

32

1 mese

37

2 anni e 10 m.

..L.

51

-

21. R . Elvira,

32

1 arino

27

2 an11i e 5 1n.

22. S. l\1aria,

26

2 anni

24

-- -

23. T. Teresa,

40 2 anni

20

24. Z. Elvira,

40

2 anni

21

-

25. D. Gjuseppe,

47

5 anni

82

-

26. B . . .i\ milcare,

48

3 anni

40

1 anno

27 . G. Raffaele,

34

3 anni

16

28. L. Marianna,

28

2 anni

29. T. Ada,

30 3 anni

30. F. Elisa,

44

31. N. Carolina,

36 10 mesi

15

2 mesi

32. Q. Ele11a,

24

47

11 mesi•

17. D.

18.

c.

.

9 m esi

3 anni

-

7

-

27 70 55

+ 83 +- 76

+ + I

2,7

-, I

-r• ..L.

'

+ ++ -1- + + + ++ + + + ·t+ + + ++ + ++ + ++ ..L. I

I

13. L. Virgi11ia,

3 anni

I

-

30 19 mesi

2. B.

Gravita

+ .

1,2

54

'

++ + ++ + + + + + +. + ...!+ ++ + -j- + + ++ + + -t+ +

+ + +

78

+

27~6

67

+

31

74

+· 40

..L

65

+

-

-1- 8

+

48

-

8 mesi

-+·

39

-L

12

11 mesi

-l 45

+

32

2 mesi

+ + + +

55

+ 47

-7

92

+

27

--

++ +

14,5

+

6,9

-7

86

+

32

+ 48(2)

+ ++ +

1 anno e 11 m.

-

105

I

(1) - 11 paziente non digiuna. - (2) - Ha fatto solo il 1° tempo.

I

-

42

I

34 8

---

-+ 29 + 21 + 27(1)

I

I

I I


r~~NNo

xL,·11,

~-.:~r.

401

1657

SEZIONE PRATICA •

un terzo dei nostri casi il polso, in pos1z1one sdraiata ed in riposo, aveva una f reque·n za di circa 80. Per quanto' riguarda la p1ression.e ab1b iamo LOn grande frequenza riscontr:ito una 11otevole }}ressione differenziale, sintonia su cui Pende l1a particolarn1ente richia1nato l 'atterzione. Dopo l 'interve11to la pressione diastolica 5i innalza 111entre si abba3sa ìa sistolica e diminuisce la pressione' differenziale Pe.r quanto riguarda l' el0ttrocardiogramma le alterazioni in esso rile'Vab1ili posso110 essere raggi uppate in due categorie: l 'una compren(le le alterazioni del ritnto e ~e d eformazioni dei co1n ples~ proprie di una alter.ata funzio1,alità nliocardica; l'altra comprende delle 1nodificazioni che wno dai più considerate caratteristiche dello stato morboso da noi preso i11 considerazione e c ioè l' innalz.amento di P. e di T. Dopo r interYento in alcuni dei nostri casi abbiarr10 potuto constatare la diminuzione di qt1este dt1e 011de e particolarn1cnte della T. D 'altra parte in tutti i casi abbiamo risc0Jn t1.ato, dopo 1'intervento, un ritmo sinusale be11za allerazio,n e d,e i coillplessi. Fanno eccezione il caso XIII e il caso XXVI di cui abbiarr10 già parlato; nel XIII prin1a dell'intervento S'i notava una aritmia da fibrillazione auricolare e un aspetto di blocco di branca D. con accessi di tacllicardia, con comparsa di un ritmo ve·n tricolare. Dopo l 'operazione si è ristahilito1 il ritmo sinu,s ale, n1a 1'aspetto di blocco di b ranca destra p ersiste. Nel .caso XXVI }?e.esiste )3 fib ril ]azione -3 uricolare . L'esame , ,olun1etrico del cuore, valutato in I G oosi con il n1etodo radiologico di Benedetti e Bollini ha din1ostrato che dopo l'intervento il volume cardiaco si riduce se prima esisteva inf--ufficienza cardiaca o•p pure resta immutato, o più frequenten1en le aumenta se non vi era insufficien za cardiaca. Nei cuori di grandezza media e di grandezza &uperiore al]a norn1ale vi è tendenza all'impicciolimento ad eccezione li du0 cat5i di cuori grossi con fihrillazione in C"ui si è avuto dopo 1'01perazione un ulteriore ingrar1dimento. Nei cuori di grandezza inferiore alla norm~ (5) si è avuto in 4 un in·g randimento. I11oltre si può rilevare che la volemia negli stati ipertiro,dei è generalmente aumentata e alle volte in grado cospi cuo; dopo }'intervento si riduce fino· a ritornare a valoiri ch e sono nei limiti della variabilità normale. Anche la riortata circolaloria . . i normalizza documentando la i1on11alizzazione dell 'emodinamica. ~I etabolisnio basale. Abb·i amo .g ià messo in €' ide,n za l'importanza d,e ]lo studio clel M. B. : 1

1

1

dopo l 'intervento il consumo di ossigeno ~i abb·assa rimanendo entro i limiti della variabilità fisiologica. RecidJive dello S·truma. In tre. casi (I, VI, 1.X) al ·c ontrollo ·è stata riscontrata in corris1)ondenza della regione tiroidea la p resenza di lloduli rd i tessuto di con sistenza duro-elastica e che gradata111ente ..,i sono andati sYiluppando fino a raggiungere il volume riscontrato al controllo, i11 assenza di fenomeni che pote&sero esse~e i1n1. ut ~11.i ad i1Jertiroidis1110. 1

CONCLUSIONI.

I ) Dal1 'esame d ei risultati conseguiti nel nostro 1gruppo di am111al.ati crediar110 di potere documentare la e fficacia della tiroidectomia parziale nella cura degli stati ipertiroidei. Pos~iamo affer1r1are che nei 4/5 dei no~tri soggetti si è avuta l1na guarigione clinica completa ed i11 1/5 dei risultati buoni che in pratica vogliono significare un buon ricupero funzionale; quindi tutti hanno ri cuperato la capacità lavorativa e nessuno perciò, almeno dal :Qrunto di vista social·e, può ·e ssere considerato ammalato. 2) Non si insisterà mai abha,s tanza sulla utilità ·d ella preparazio ne n-iedica e sulla nec&Ssità e.b e essa sia r)rotr.atta (e in alct1ni dei nostri casi essa è stata protratta anche per 1nesi) fino al i-aggiur1gimento della i11assirr1a attenuazione possibile1 della ·sintomatològia clinica ed in particolar modo di quella a carico dell 'apparato circolatorio, del tubo digerente e del sistema 11ervoso. 3) Per la valutazione sintetic1 del quadro un utile indice è fornito dal m etapolismo· basale. P er il .g iudizio di gravità il metabolismo basal.e va p erò sen1pre considerato unitamente alla particolare si11tomatologia del caso. 4) L'intervento non deve essere considerato com €· estremo tentativo , n1a ad es5o bisogna sempre pensare; con questo non vogliamo dire intervento in tutti i casi 111a se consideriamo ]a nostra casistica in cui la malattia durava in ntedia da 2 a 3 anni, nonostante le varie terapie (medicher e qualche volta radiologiche), rr.ediamo giustificato affermare che si debba pensare alla te·r apia chirurgica , quando la terapia n1edica 11o•n abbia dato i rist1ltati desideTati. Voglian10 poi fare particol.arrr1ente rilevare c.:J1e i n1ig1ioramenti ·ch e si ottengono con la cura medica sono generalmente traniSitorii e conducono i soggetti allo stato di malati cro11ici. D'altra parte certi casi, anche se lievi in un dat0 momento, per circostanze accidentali, non sempre prevedib,i li od evitabili, possono 1apidamente divenire gravi e gravissimi od 1

1

1


1658

a'rere esito letale co11 te uno dti nostri che, preparato :1deguatar11ente , volle ritardare I 'intervento per passare le feste Pasquali in famiglia e ritornò in ospedale in conia basedovico . 5) Una parti colare altenzione è d:a rivolgere a'l fatto che il c,uore talvolta e non rar.a mente anch":1 in casi gravi può essere ·p iccolo . 6) I risultati ottenuti nei nostri casi debbono e~sere con siderati momentanei o definitivi ? In 3 casi, come si è detto , si è notato la comparsa di noduletti nella regio ne tiroid·ea, senza alterazione dello lato di salule. Quindi p er ora ·d i recidi ve , ancl1e nei casi da più lung·o tempo or,erati (oltre 5 .an11i), non possiamo parlare. ~isogna attend,ere i)erò al c uni lus tri prin1a di poter concludere. in modo definitivo. I risultati ottenuti sono sopratutto da tenere present i per le persone di n1o·deste co11dizioni ' eco11omicl1e, per lo più d edite ai lavori manuali, che frequentano i nostri reparti ospedalieri e che h.a nno bisog no di poter tornaTe in breve ten1po al lavoro. 1

rlIASSu NTO. Dall'esame dei risultati conseguiti l ' A. co·n f erma l 'efficacia della tiroidecton1ia parziale 11e1gli slati ip·ertiroidei, dopo op,p·ortuna prep arazione di oui sono d·ati i particolari. Nei ca5i controllati (27), di cui prece.dente.m ente si era valutala la gravità con criterii personali, si è avuto in tutti il ricupeìl'O della capacità lavor,a tiva). 1

NOTA. Per la bibliografia e mag·giori particolari rin1andian10 al lavoro definitivo in corso di stampa su cc Endocrinologia e patologia costituzionale » , con lo stesso titolo. la prossimi Fasolcoll. pubblicheremo le seguea ti

LEZIONI CLINICHE del prof. CESARE FRUGONI · Olini'co Medico di Roma (

SINDROME TALAMICA (da tumore o da tt1bercoloma i) (con 3 illustrazioni).

LINFOSARCOMA. DELL'INTESTINO TENUE (con 3 illustrazioni). del prof. ANTONIO GASBARRINI Olinico Medico di Bologna

DI

[ANNO XLVII, NuM. 40]

« lL POLICLINICO »

DUE CASI ENDO-ARTERITE OBLITERANTE

OSSERV'A ZIONI CLINICHE CASA DI CURA (( l6EA )) - 1"'RIESTE

Direttore: pr0f. dott. ~INO T..\GLIAFERRO. 1

Di un caso di Paramelitense osservato a Trieste. Dott.

DARIO

V ITTU RELLr.

Un caso non con1une ebbe a presentarsi 11ella mia pratica recente. {Jna ragazza 17enne, G. Anna, si presentò a me inviata dal medico di eresine che la ebbe in cura già da due mesi e mezzo. Essa ebbe a soffrire di febbre alta, irregolare, accompagnata da remissioni, del tutto irregolari, con insorgenza di esantema diffuso, di tosse stizzosa ogni qualvolta la febbre si alzava. Ebbe da ultimo una remissione quasi completa di clÙe seltimane. Da tre giorni ripresa della febbre; con questo quadro essa si presenta a me. Le ul leriori indagini anamnestiche dànno i seguenti fatti: Nessuna malattia degna di rilievo, nè dal lato familiare nè dal lato personale. Mestruala regolarmente; non soffre di alcun disturbo alla sfera genitale. NuLrizione discreta. Faceva uso sino a due mesi e . mezzo fa di latte di capra; ora usa latte vacc1no. La febbre andò, come detto, scemando dopo due ·mesi di persistenza, pur non presen lancio mai delle remissioni complete. Da ultin10 ci fu un periodo di due se lt.imane circa di sfebbramento quasi complelo, arrivando le punte al massimo a 37,2-37,.5. Una nuova delusione attendeva l'ammalata ed il medico curante, quando 3-4 giorni fa c1 fu nuovamente una riaccensione febbrile con punte a 39 ed oltre e remissioni mattutine. Gli esami fino allora praticati dal dott. Marconi di Neresine, diedero risultati negativi: così gli esami pel gruppo delle Tifoidee e per la malaria furono negativi. L 'esame oggettivo non mise in rilievo i1ulla che potesse far convergere il pensiero clinico su una diagnosi . precisa. Allo scopo di chiarire la diagnosi il collega inviò la paziente a Trieste, dove viene accolta . nella Casa di Cura cc Igea ». Esa1ne oggettivo: Trattasi di individuo di tipo lungilineo, alta di statura, di complessione robusta, co·n notevole pallore delle mucose e della cute. Si constata un certo deperimento nelle condizioni generali, che devono essere sta le floride, prima dell 'inizio della febbre. È feLL·lficitante con i pomelli arrossati, la lingua lievemente impatinata. Nulla di speciale alle fauci. Non glandole al co1lo. Riflessi pupillari normali. Agli organi di senso nulla di particolare. Al torace : tranne una lieve ipofonesi apicale destra, nulla di speciale : percussione chiara, nei limiti normali, espansione dei margini polmonari libera. Murmure vescicolare conservato dappertutto. Al cuo·r e : la p~rcussione è nei limiti normali, si avverte un breve e rude soffio sistolico alla pun-


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SEZIONE PRATICA

ta, cl1e va addolcendosi Yerso i focolai di ascoltazione della base. ,i\zione piuttosto frequente, 104: ritmica, regolare. Polso molle. Addome: per quanto si cerchi di mettere . in rilievo colla palpazione milza e fegato , non si Yiene a distinguerli. Verso l'alto l'ottusità lienale arriva all'ottava costa. Del resto l'addome è trattabile. Non ci sono punti dolorosi. La cute è piuttosto secca. ~resenta delle chiazzette eriten1atose non pruriginose, specie alle coscie ed al collo. Dolori diffusi con tipo nevralgico agli arti, specie inferiori. Riflessi normali. Poi sfebbramento rompleto fino al 18-2. In questo giorno punta febbrile serotina fino a 370,6. La sera del 20-2, 39o,,3. La maltina SllCGessiva 11uovo sfebbrarn cnto e dimissione (ritorno a Neresine). Nel giorno dell 'e11trata: polio 136 con t emperatura 39°,5. Poi lenta discesa del polso fino a 88. In genere il po}so ebbe a seguire la curva termica. Esami: Urina: albumina: assente; glt1cbsio: assente; diazoreazione: negativa ; sedimento: sali a1norfi; singoli glopuli bianchi ; velocità di sedimentazione del sangue (sec. Linzenmayer), 16. 19 febbraio: Reazione Widal-Gruber : negativa; Reazione Wassermann: n egativa ; Reazione Meinicke: negatiYa; Malaria: negativa. Emocolturm: 11egativa per i g·ruppi del Tifo, per pioge11i e per 1nelitense. Globuli bianchi: 6740. Esame citologico del san.gue: 10 febbraio: Forn1ula leucocitaria: Polinucleatj neutrofili: 79 %; Polinucleati eosinofili: 1 %; Linfoci ti 17 %; Mielociti : 3 %. Emazie povere di ostanza colorante. Esame ginecologico: Virgo. Per retto: Portio piccola. Utero di normale grandezza, in asse mediale. Annessi liberi. Esame radiologi co: Leggera ipotrasparenza omogenea d ell 'apice destro, senza visibili lesio11i parenchimali. In complesso: campi polmonari chiari. Seni pleurici liberi. Cuore e grossi vasi nei limili normali. Omprc epatica e splenica ab))assate. 17 febbraio. econclo esa.me citologi co del sangue: Glo·b uli bian chi: 10.200; Globuli rossi: 3.850.000; Polinucleati n. 79 %; 1P olinucleali eos.: ]; Linfociti: 17; Forme immature della serie bianca: 3. Queslo è quanto risultava da tutta la erie di esami clir1ici e di laboratorio pratica Li. Persistono durante la degenza i dolori reumat oidi . DISCUSSIONE.

La discu ssione d el ca·s o faceva con verg·ere il vensiero clinico verso una fornta reumatica, ch e abbia qualch e insedia1ì1 ento anche alle v&lvole del cuore. I11fatti: escluso· il tifo, la malaria, l '~nflu en­ za, le n1alaltie esante1n.atiche, nulla ci p€lr111 etteva di p er1sare alla tube r coloRi (quasi (():t:npletam·ente negativo il ref>erto radiologico). Nulla alla sepsi comune 11è alla forma di cr1docardite da « viridans » (tutti gli esami batteriologici furon o negativi). Anch e il soffio non era tanto rudr da r>ermettere un orient<.. me11to l1r1 senso di ·soffio organico. 1

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Si decise .allora u·11a terap.ia « ·e x ju' antib·us ». Si sommini strò giornaln1ente alla n1alata, una soluzione di salicila to di soclio· p·u rissin10 , Salisod « Zarri », dappri11la ·.1 poi 6 gra111mi al giorno. Inoltre Rà decise di son1ministraTe collar.g·olo per clisma (0,50/lUO pro die). I risultati furono so1prendenti. Già dopo due g iorni &febbramento co1n 1pleto, che si n1a11tien e per dieci giorni. In allora si eb·b e nuovar11ente rialzo a 37, 6. La sp:l eno- ed e patomegalia constat•' la radiolog icam en te, l 'ancla111ento della febbre, 1'esantema ch e acco111 pag·1lava i rialzi feh-· brili, ci f.a pur tutta, ia pensare alla 1r1elitense, di cui il 1)rin10 esa1l1,e era ris ultato negativo. Il 18 feb1h raio si rifà la prova d el san gue per· 1r1eliten. e . Pel ceppo n1elitensc con1une essa rL·ulta ue.g·aLiva. Ri ' ulta invee.e fort en1ente posi li,1a (diluizio111e 1 :400 ed an cl1e 1/800) per un CCJ)p·o di 11ar an1eliLer1 e. Co~ì ar1cl1e la emocoltura dà identi ci ri ultati positi\'i con lo svilup1po di colonie. Il pre upposto teoretico era orn1ai convali dato dal r e1Jerto di lab·o ratorio Anche l 'ulteriore b·r ev·e d·ecor o , durante la d egenza, co·n fermò J'ipote i di forn1a del gr uppo in,elite·n se. Dopo dieci ,g·ior11i di sfebbrame11to, nuovo r1 a1zo febbrile a 39,3. Esanten1.a scarlattiniforr11 e diffuso marcatissin1n (descritto in p·a r ecchi ca ' i), tosse stizzo . . a (esanten1a d elle vi e respiratorie?) , faccia acceis a , m .alessere generale, i11 a non .g rave, ripresa dei d olori r eu.m atojdi. Si invi.a l a paziente al luogo d'origine, racco1nandando di continuare a l1raticare le cuire "' con a r gento colloidale (eventualn1ente per via pnr.enterale), di Lantolo· o si111ili, inoltre di i1rvia re la paziente con ]a s tag ione i11ig liore a 800-1000 metri di altitudine . · L'argento co]loid.a le è in g·e 11ere oltre ai va ccini , n1olto lodato. Infa tti il pri1)10 sfebb·r aroento si ebbe dopo· il p rirr1 0 trattan1.ento di argento. Ques to caso· si .p.resta a qualche con siderazione non priva di interesse . Per qua11to di prin10 ~c,chito si avesse IJO tt1to pensare ad una m .elitense , la completa n egati,1ità degli esami di laboratorio faceva rimanere p erplessi. Allora s i rivolse l 'attenzior1e ai f3tti clinici riguardanti il cuore : il breve offio sistolico. Tratta vasi fo·r se di for1r1a di endocardite? Gli esami J) egati,ri del sangue (en1ocultura), nonchè il reperto asco.Jtatorio poco n1arcato , com e pure l'and.an1ento gen erale e lo stato d e11.a lJaziente (condizioni gen er a li discrete) , l a mancanza di brividi , ecc. ci facevano escludere un'affezione endoc.arditi ca. Ef:clu se dunqu·e l e for111e tifoidee, tub·e rco1

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« IL PO'LICLINICO »

lari, setticemiche da IJiiogeni, malariche e altre pochissimo probabili, non restava che ripensare alla melitense. L'anamnes.i (I.atte caprino), il luo·g o di provenienza, il decorso , lo stato ge11e1~ale ed jl re1p erto clinico non solo i10 n lo esc.lu.devano, in.a , anzi, confortavano il pensiero clinico in ql1esto senso. Il nuovo esan1e istituito con speciale riguardo alle forme di pararr1elitense, anzichè ,del ceppo comune, s1)ianò la strada e permise I.a diagnoisi di certezza . 1

L' A. presenta un caso di Paramelitense, che aveva presentato molte difficoltà diagnostiche. Da ultimo l'emocultura e la reazione sierologic~1 confer1narono trattarsi di for1na di Param,elitense, dovuta ad in·g estione ,d•i latte caprino. 1

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DIVAGAZIONI L'agente etiologico della ''Febbre Maltese,, fu scoperto da D. Bruce 1 L'incoerenza del termine: ''Brucellosi,,. In una no,t a a un mio studio sull.a « 1F ebb re Melitense », comparso nel Policlin.ico, n. 14 del 1935, scriv.evo che sarebbe interessante illustrar.e in pieno quanta parte abbiano avuto alcuni scienziati ~ialt.esi nelle ricerche e15e·g uite a ~Ialta nel 1886-88', e negli stu·di suc.cessivi compi uti n el 119·04-906 dalla << Me·diterranean Fever 1Commission », presieduta ·d al Colonnello Nledico Inglese David lBruce. l\'I i . riferivo a·d alcuni ac.cenni confide1n ziali fattirni molti anni f.a da r ·err1istocle Zammit a M.a lta, me·n tre sotto la sua g·uida compivo alcune ricerche d·\ caratt,.e:re clinico sulla Febbre M.altese. ·E noto che· dietro suggeri111ento del medico n·1.a ltese Giovanni Scicluna lo Zammit indirizzò 10 sue rice.rc.h e ad accertare un'e·ventuale infezione naturale delle ca:pre maltei&i, e rnediante I.a !attore.azione agglutinante che porta il suo no·m e, scoprì e.b e ques.te .c.apxe, pur r1on apparendo malate, costituivano la fonte pri11cipale ·d el contagio all 'uorno. T. Zan1ffiit mi ·disse testualm.e nte: « Se la s lo,r ia delle scoperte relativ·e alla etiologia della « JF •ebb1re ~Ialtes.e » iEii ·dov.essie scrivere se.condo verità, l 'id entificazio11le prima del gern-iie patogeno do,v rebb·e e1Ssere attribuita al ·dott. Scicluna. Il Bruc.e se l'approp·r iò allora , come tentò 20 anni dopo , quale prer&idente della Comntissione Iriglese1, di attrib1u irsi la sco·p ert.a della pT·o pagazion·e del coin tagio all 'uomo per m.e·zzo della caprr a n. Questi uomini sono· ora scomparsi, e gli accertamenti relativi a questa affennazione si prospettano assai difficili. Al termine cc Feb1

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b·r e di Malta », il più diffuso tra i n1olti dati a questa infezion.ei, fu sostituito quello di « febbre,. ondulante », p·er decisione1·di un Congresso Scientifico Internazion.a le.. . di marca Inglese, e sotto il pr etesto che quella denominazione poteva co mprom·ettere la salub,r e fama della b·ella isola mediterranea; il germe patogeno agente ·d ella m,a lattia fu chiamato, in 01n.aggio al Bruce, « \Brucella melit·ensis », m1e1n tre col termine « brucellosi >i ven11ero i11dicate le forme cliniche, soiStenute da varietà del gern1e, i « param•e1litensi », ·e dall 'agente dell'aborto epizootico, scoperto da Bang, rl1e fu chiamato « Brucella aborrtus n o cc Brucella ·d i 'B ang »; creando cos:ì una delle tante incoerenz,e n _e lla nomf2•nclatur,a medi·c o-scientifica. N0 n i11i co11sta che la dichiarazine dello Zammit, attestante una sopir affazione c·h e l 'i11glese Bruce avreb·b e comn1.esso ai danni del maltese Scicluna abbia avuto conf.eTn1a da altre testimonianze o da memorie lasciate dal valente e integerrimo scienziato n1altese, Iìla Mrà inter·essante., quando in un prossimo a' venire Malta sarà tornata all'Italia, far ricerche in proposito presso i discer1d1enti del dot t. Scicluna, che furono sen1pre aperti propugnatori dell'italianità dell 'isola. I/aff.ermaz9o·n e dJello Zan1n1it risulta però .atten.dibile da alcune1 circostanze indirette. r lettori della bio,g rafia di Da,'i·d Bruce, tr·a cciata ·d.a Paul de I<..ruif, in t1n lib·r o « I cacciatori di ni.icrobi », cl1e 11a avuto artche in Itali a u11a recente, larga ·diffusior1e, saranno rim.a sti sorpresi de·l lo strano •quadro che di Sir J)avid Bruce fa questo· suo apologista americano. Descrivein·do gli inizi della 6 Ua carriera, dell 'ep-0ca .cioè in cui egli avreb1b e: sco·poo.to il gernl e .a.ella e< feb,b re maltese· n, il !De Kruif scrive : « Entrò nell 'Arm.a ta a 200 sterline, all'anno . No n era un n1o,dello di soldato , anzi er.a indisciplinato e senza tatto . .. Basta v.e·d erlo ancl1 e oggi, più che settantenne, con le spalle qL1adrate e larg·he· ·di facchino di . po1to. . . Mandato di gu,a rnigio·n e a Malta dove infieriva una rr1iste.riosa malattia, detta « feb·b r1e maltese », si propose di ricercare la c.at1sa de1l m·a le . Ed impiantò un laboratorio. J\!Ia, inesperto, sciupò 1&ettiman.e e mesi a imparare a scovare i rn.icrobi, a farne culture:, a imparare quelle operazioni che1 il più insig·nificante degli studenti riesce a fare· o·g gi in poche· o·r e. Si affannav.a ,a prep·a rare b·.ro1di 1 d~ gelatina e ag·ar.agar, li rovesciava, si maccl1iava l 'unifo,r rne ; un lavoro infernale e difficile che spesso, lo costringeva a chiedere l'aiuto della mog1ie. Comperò una quantità di sc.:.imrnie p:e r iniP-ttare loro il sangue d e-Ila fe·b bre m.a.Itese, ma le sciminie lo mordev.ano·, 10 graffiavano, g·Ii sfuggivano'. .. Ignoranti n e]Ja difficile arte di cacciare i microbi, Bruoe1 e la mo.g lie acqt1ist.aro·n o ben pre·s to tanta ab.ilità ·da trovar€ il germe della fe.b bI"e n1altese. ~fa i suoi su11eriori-aggiunge il De Kruif-lo denunziarono come visionario, un buono a nulla , un torturato1re di scimmiei, uno sporca-provette ». 1

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Il quadro del « cacciatore di microbi » che con statabili, perchè Ja sieror.eazio11e agg·lutiil biografo americano· ci 11a ·d a to, me ttendolo 11ant1e del Wright da un lato, e la notevole dif~1ccanlo allo Spalla11zani, al Pasteur, al Koch , fusione della n1ala ttia ch e l'ha resa nota a tutti no11 ~certo edificante; e l'affermazione che il i medici, portano gen eralmente ad una dia111 odesto i11edico maltese Scic luna, che già a - g r1osi preco,ae1 e a d una cu ra tempe15tiva ch e ' eYa rivolto le sue rice·rche all'argorne·n to, e rt1odifica e sp esso tro1n ca il ciclo, ~e·bbrile (socol laborò allora col iBruce, s~a stato il vero pra tutte quella vaccinica J>er via endovenosa), , c1opritore dlell 'agente patogeno della fe bbre sopprimendo quell'andamento ondulatorio deldi l\IalLa, ci appare molto verosimile. la iJetbbre, ch e attestava un terr1po la tardiva :\Ia un'altra prova della discutibile compe- ·diagnosi differenziale da a]tre forme morbose. tenza d ell 'intrapren·detlte u fficiale1 medico inQuale dovTà e·SSe1re la denominazione più g·le'" e riel ca1npo della batteriolo gia si ha dal propria e definitiva di .questa forma morbosa? faLto ch e. egli de~c ri ·e a llora come un cocco. Il Ler1l1ine « fel:,bre m edilerranea », g ià aa 11zi con1e un niicrococco, un . germe1 ch e h a dottato 1da r11olti, e dal p u11to di vista storico forma bacillare. L 'errore è stato· trama11dato forse il più approp riato, può ingen errare oggi i1oi nella lelteratura in edicia con delle benevoli eqUJivoco con la « febb1re esa ntE:matica n1.edi<1t lenuanti e delle scusanti cl1e non reg·gon o t erra11ea » o « febb·re eru ttiva da zecch·e » ch e da alcuni autori ebb e tale no111inativo; meniierò alla eYidente realtà. i re la vai tissin1a sua diffusio11e in tutti i con:\la c'è di più. In un 'altra circostanza la tencle11za alla opra ffazion e di David Bru·c e si rivelò tinenti, ch e a tte ta la sua origiile non soltanto in pieno, e fu quando , inviato dalla « Royal rr1editetrrane.a , non J) UÒ o:t·mai portare alcun 'ociety » nell 'Ugan·da per studiarvi la ma- pregiudizio alla salubrità di Malta. Il fatto ch e a Malta furono compiuti g li stulattia del sonno, incontrò il nostro Castella ni , di più im1)Qrtanti sulla sua etiologia e furono {.h e g li co11 fidò la sco1)erta da lui fatta d ella presenza di tripanoso1t1i nel liquido spinal e scope rte le, ' rie della sua 1diffusione, principaldei n1alati . Il giova11e italiano, ch e era partito nJ ente per m erito di scien ziati maltesi·, giustifica il ritorno definitivo alla denominazione <ialla supposizione ch e a·g ente della malattia del son110 fosse uno streptococco, fu consi- prima e più sig nificativa di « Febbre maltese o me;ilerise ». g liato dal Bruce di insistere su questa sua tesi, E c'è da .au gurarsi cl1e1 la Scienza Medica ar1ch e dopo il reperto ,del tripanosoim a, ed è noto con1'e f ll tentato di toglier e al Castellani Italiana sancisca ciò, quando Malta isarà ricongiunta alla Patria Italiana. iJ 111erito di questa importantissima sco1p1erta, che l'autorità del Ross e del l\ifan•&o1n gli ricoProf. !F RANCESCO G1uGN1. 11 obbero poi con11Jleto e d efinitivo. Prescindendo dalla riHerita rivendicazione, 1 CENNI BIB LIOG RA FICI< > il terrr1ine g·en erico cc brucellosi », attribuito ttlla n1alattia infettiva co111e com1)iacente o- I)rof. G. G. F ERRANDO e prof. D. MAcAGGI. Maniiale di medic1ina legale e delle asst.iciurazion1aggio al Bruce, rappresenta, come ho acni ad uso dei niedioi, dei giuris'/Ji e studenti. -.---~ cennato, u11'i11coerenza cl1e contribuisce ad un Val. I, Medici11a leg.a le gen erale. Terza edipiù difficile o rien tamento nelle dibattute quezione, Napoli. Edit. Idelson, 1940-XVIII, 5-tioni tra il gern1e della relJ·b re Tllaltese e qu1elpag. 857. ~rezzo L. 90. }o scoperto da Bang come agente dell 'ab·o rto epizoo tico. Il bacillo melilense (tale dovrebbe Quando il Perrando n·el 1921 pubblicò il suo es5ere definilivame11te cl1iamato, e n on microcc Manuale di Medicina legale », che egli, nella cocco) e le· varietà affini, i bacilli parame- sua g·rande e a r11111irevole modestia, definiva litensi, costituiscon o un g rup1p o, a lla stessa · una « operretta, un sunto della materia », cerstregu ~ 1del bacillo del tifo e dei b. paratifici. tamente non pensava che la su a opera, piena di e il bacillo co·p erto dal IBang romie agente dottrina, di esperien za, di sirJ.cerità, di pratid ell 'aborto epizootico pre8enta caratteristiche cità e di facile penetrazione ,per l 1intellige n za rrtorfo1logicl1e e b iologicl1e affini, e può dare· d el lettore, avrebbe avuto un vero, gran1de :;;u.ca n ch e nell'uomo u 11a 111alattia febbrile sul tipo cesso. Le m,o lte gen erazioni di studiosi, di stuclella febbre melite11se, non c'è ragione p laudenti , d i profesis.ionisti, cl1e se ne sono valsi, sibile c.h e si debba chiamare cc bri1cella. », e stanno a dorun1entarlo in modo che supera (on minor ragione si debba110 qualificare qualunque opportunità di rilievo e di divulgaH brucellosi » delle forme c1inich.e ch e al Bruzione. Alla p rima segui una se.;ond.a e1dizione, cc 11on devo110 nesst11n a identifi caz ione, n è il- ei ora n e ap·pare un,a terza, ch·e in realtà è I.a lu trazione alcu11a. quarta poichè il te~to fu nella su a prin1itiva Anche la denominazione di « febbre ondiiforma pubblicato a dispense poligrafate, e il lante », propo ta da I-Ju.g ues, e sancita da un grande 1naestro non potè ved erla compiuta e C:ongresso Internazion ale.. . Ing·lese, dovr eb difft1sa -1ll 'an1mirazio11e d·el pu.b blico. f)e essere abb,a ndo.n ata . Le car.a tteristiche onJ.1e 11uove su ccessive ristampe nulla h a nno dulazioni nell 'andamento f ehbrile risultavan o tolto a quanto e ra di fondan·1entale nei conur1 tempo dalla lunga e protratta o&servazione ---differenziale da altre infezio,n i, specie d 'ori(1) Si prega d'inviare due copie dei libri di ct1i si desidera la recensione. gin e intestinale; ma oggi esse non sono· più 1

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cc JL POLICLINICO >>

ce lli , 11ella d.ollrina, 11ella .J:?ralicilà e distrib·u .. zione d ella n1ateria, n·ella intr i11seca tesi&itura del libro, r11a vi hanno aggiunto n1an mano una r113ggiore e l}iù arn1011ica aderenza alle 11t:o ve acquisizioni scientifich e i11 gen ere, bio· Jogicl1e, psicologich e .e cliniche in specie, e uri corrispond et1te inq uadra111en to nella rifor111a dei Codici . Tra i n1ollissin1i meriti dell'opera due i1e 111ettiarrlo in parlicola re eviden za di b e11 diver sa i1.atura: la larg·a i)arte data a lla psicopatolo· gj.a, poich è n oi abb1iamo sen1pre pensato ch e ~cca rtto e al diso1)ra del disn1orfismo, del costi· ln zionalisn10, d ei teni µer a n1enti , d ei car att eri , ecc., sia lo s tato psichico e negli e,ffetti me· cli co-legali, psico patolo1gico, quale sintesi de i r it.a ti fattori coslilutivi il biotipo un1ano, a de· fi1)ire la vera e s pecifica personalità d el nor· 11 t-a l e e d ell 'a11orn1ale, e ·d :el crimi11ale r esponsa bile o irres pon~abìle di fronte alla disciplina e alla applicazio11 e d elle l eggi. L 'altro pregio d ell'ope ra è 1queìlo, voluto dall ·-~, di n on aYerla i11 gombra ta o infarcila della casuistica da ero· 11 nca g iudiziaria , p reoccu pa11do· i j)iù della serietà d el libro e della dig nità della sua scien za cJ1e di ren clerlo a ttrae11te all a curi osi là, n on St'mp•r e scientifica, dei dilcllar1li di 111edicin.a leQ"al e. -~ A rendere possibile la tra l tazione e il ri11110v~~n1c nto d ell 'o pera da i)arte d el vecchio 111ea~ lro , con St>irilo consapevole d el] 'alf-o compito, e con i1a sione di allievo· ad e ·sn l eg·ato da affetto e da ven e razione: coope rò con partico•la re intellet to ed n1no ro il prof. l\il acagg·i , ell e al J>errando L1cre e n ell a cull('clra di medicin a legale nella R. ·u rtiversità di Genova. Atten d iarrl O, con vivo de ~ ide ri o di s tudio i e di amrr1iratori . il secondo volum e dell '01Jera, d c: dì cato alla « rrLcdici11a d ell e a sicu razioni » .

L~nti~i! !Bru110 Biag·i e G. P e trag11ani, d el dotl.

M.agr1n1, del prof. Rebucci, nonch è i voti espressi come ris ultato d ei lavori. Di notevole importarua sono s tati i rap·p orti scientifici, ch e n el loro ir1~ieme costituiscono quasi un trattato 111oderno di idrologia, di c ui pon gon o le princi1Xl1i direttive, sviluppando le più vital i c1t1estioni ch e i ag·ita110 in questo ca.m po . !F ra l e 36 l'elazioni, alcune riguardano le car.;:,t.teris ticl1 e e l'azione delle acq11e minerali i11 gen er e (C. F'rugoni , G. Sabatini, A. Gasbarrini , A. Valenli, Cadco, 1F errara, ecc.); oppure al cune azioni terapeutiche, la valorizzazione delle Clire minerali n el ca1npo sociale , ecc. Vi sono ancl1e resoconti riassuntivi d el patrimo flio idro111i11er ale di date provincie od illustr.azioni di date acque; com e i vede, t1n co·n1plesso di conosce r1ze ·c l1e i m edici itali.a1li d eb1bo no a' ere n eìl 'inleresse dei l or o rn alati e del Pae~e in genere . fil. 1

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r:_,. M"OGLIE.

Die Th eraipie an deri B.erliner [1niversiitiitsKlinike1n. Pubblicazione falla sotto la direzion e di H. Kalk , XII ed. Un vol. in-1 6° di G94 pagg., rilegato. l Trba n e Sch,:varzenbet:g> 13erlino, 1930. Prezzo Rl\1. l ii.

I direttori di clinicl1e e di g·randi

di Berlino h a nno collab orato, ognuno per la p ropria specialità, alla compli.c.azione di que to lJtontu·a rio terapeutico. Malattie e sintomi rnorbosi sono , per ogni materia, eS])Osli ir1 ordine .a lfabetico; comunql1e, dt1e ricchi indi ci a lfabetici , ])er i11al a ttie e " i11ton1i l ' uno, e l)er rimedi ]'altro, facilitano l e ricer che. Alle indicazioni terapeutich e, d ' indole pratica ed in forma co11 ci a, precedo110 alcuni ce1n11i sulle singole i1 tala ttic trattate. Le n1alattie trallate sono r aggrup·p ate n ei ca pitoli seg·u er1ti , che di.amo con i n o,m i d ei rispettivi a utori: l i) Mala tti e i11t erne (Siebe.c k, ' '· Bergn1ann, I\.alk); 2) Pediatria (Lessan ); 3) Malattie c l1irurgicJ1e (Ro storl( e S·a uerhruch ); 4) malattie chirurgo-ortopedie11e (Kr-eux) ~ 5) Ginecologia (Sloec J\el) ; 6) O te triria (V\'aigncr); 7) Mal . n e tvo e (De Crinic:); 8) )?sicosi e p i roneuro1&i (De C~ rinis); 9) Oto,r i11olaringojatria (v. Elcke·n ) ; 10) Oculis.tic.a (Lohlein); 11) D e1rrr1ovenereologia (l?rieboeis) ; Idrote.rapia (Un verricl1t). Segu e un 'a1)pendice in cui sono trattate: la terapia co ... Lituzionale n1eJle deficienze di sviluppo, la dieta acid'a ed alcalina , quella di frutta , .g Ji av,relenamenti, ]e disposizioni i)er gli stupefa ce·n ti e l e varie .d isposizioni di leg;e rigù.ardanti -il medico. Il libro. esser1zialm1e nte J)ratico l1a incontrél lo u11 largo favore presso i medici, r aggiu11g-endo (a soli 3 anni di dista n za dall'XI), la XII edizione. ch e si 'Pr esenta con alrune parti del tutto rima n eggiate (ortopedia, ginecolog ia , malattie n ervo Re e n rentali , otojattia, idroterapia> ed altre aggiunte (dieta di ' frutta). fil . 1

A tti del Primo Cort gresiso 1Vrlzio11ale per la valorizzazion e del Patrimo nio Tdromi11erale lta.liano. Un vol. in-8° di 113 lJag·g. indac. 1

v.z. Fa e. Medici. Roma. Lo sco rso a11110, il Sin·da calo N. 1F. Medici l1 a organizzalo (alla n·{ostra a utarchi ca <lel mill (' rale italiano) q ue lo l)rim o t:ongr·e sso· per la vuJorizzazione delle nostr e ricch ezze idromin·erali. Grande fu i] favore con cui venn e accollo d ai rr1 edici italiani , c h e ' 'i parteciparono i 11 oltre un rnigliaio. C_om e g iu1 tamefite fece o:-. erva r (' il cn. R. Bastian elli , nel suo discorso ina up: ura le, tale cong1·es ·o n on è stato una riunion e di s1)ec iali. .Li , m a di rnedici , il ch e sig·nific.a che es,.o si rivol·gev.a al! 'a ttività profesc:;ional e di lulla la r la&&e m edica italian a, ch e è in g r ado di diffonder e n el n1ocl o ])iù effi carc ln nozione dell'im11ortanza clell c cure idrom i1~ C'rali .

Que. lo amp·i o \ olun1 e degli « Atti » ci porta n n rifle ~so Llella C·erin1oni a in au g-ur.ale, co·11 i discor si del sen. R. Bas ti;)n elli , delle EE. F. 1

ospe d~li

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[Al\~O

lLVII, NuM. 40]

SEZIONE PfiATICA

SUNTI E RASSEGNE CUOR E E VASI SANGUIGNI. Difendiamo il cuore. (D. PACE . J?oli,a. IY/edica, -3.0 n1arzo 19±0). Le s tatisti ch e i11os.tra110 cl1 c la .m orta lità per n1alat.tie di cuore. è ovunqu~ aun1entata in queEti ullimi anni , sia in A1rterica ch e in Europa. In Italia l 'i11dice di inortaJità più forte è offerto d·a l Pie1nonte, l'indice l)iù ba so dalla ' re nezia Giulia e Zara . I i11 orti per cardiopatia e.qt1ivalgono circa a quelli per tuber colosi e- JJer cancro son1n1ati i11 '"' icm c. Per e en1pio, i1el 1937 ,.i ono ~tati, ·crortd-0 SpDlverini, m orti per ca rdiopatie . 86 111ila 751 per tubercolosi ~-1:.98G, lJer tumori maligni 36.847. · La 111orbilit à per cardiopatie P'r e enta notorie difficoltà di calcolo preci ... o. Si ·può tutt.à\'ia ritenere, con1e fa lo Steµl1ens, ch e il 2 'Yo della. popo·l azione sia inalata di cuore. I cardio1)alici in Italia sarebbero l1erciò circa 800 mj Ja. Enorn1e è quindi il danno economico j}er la 11azion e , \ialuLabile a e i rea u11 miliardo di lire (Ba rbara). E: Ql1indi 11ece -sa rio e lo2'ico o ap1)restare i 111ezzi per con1ba lter e questo peri·colo sociaJe, os&ia orgariizzare la difesa del cuore. analogarl1e11te a qua11to è stato fatto in a ltri pae~ i, Sta ti Unili e Ger1l1a11ia principalrrtente. La lott a coni ro le nialattie di c·uorei deYe COn i ~ t err di dlle e]CJll<:'-Titi p.r in cipali: profilassi e a ~ si s t en za . Profilassi. Il 111.edi co con1 pie OJ)t" ra p:ro.filattica og11i ' olta cl1e $i pr opo11e la diag110 i pre(O ce della cardi opatia in Yirl di . . viluppo o del] 'inst1fficien za cardiaca, n1ettendo in opera ogni accorgin1e11to di indagin e (fi~i c a, r adio.Jogica, el ettrocardiogra fi ca). Altra op·era profil attica co n iste J1ella tera])ia a fond o di quelle 111alattj e capaci di provocare ca,rdiopa tie, 1)rin1 e fra tntte la fu e e il r eu n1 a t is1110. Per q ua11to ri guarda il r el1matisrl10 ~ opportu11 0 ricordare- quanto l1a so tenuto Lu i en1bacl1er , cioè di tra tlarlo com e si tratta ]a si fili de, ossia ·praticando i11i ezioni en.d'o venose d ~ alici] a to per u11 periodo da diciotto m esi a dt1e anni . .t\.nche a1ta111 ente Jod evo)e a i fini profilaltici è q11 ello ch e l 'Ecc . P etragnani ha 1~e­ cent en1 e11te d cci. o dj introdurre 11el nuovo Re·Q'o]a111en l o Sa11itnrio , cioè ln den11n zia ob·b1iga loria dei ras i di. r et11natisn1 0 articolar.e acuto. Assistenza. L'as~i ste n za ai cardiorla tici deve r on, ist eTe n ell 'offrir ]oro ad:1tte condizioni di " ila e t1na at.ti, ità lavorati, a i)roporzio·n ata alla loro effett i,ra C<l ,narità . . C:iò è . t ato f.atto in Amerira do' e e~ isLe1 lln <! Con1it<lto dei minorati n ron lo scop,o di in ~eg nare e trovare i I lavoro più ad.atto ai cardiaci , per J11 ezzo di scuo,le di avr i a1n eril o profeissi11ale per ca.rdiaci. 1.a Northon Com pan~ di W or cest er n el 1~)22 sopra un personalr di 2000 i11di,•idui a\'eva 62 cardiaci addc·tti ai l<t ,·ori più ada t1i 1)er loro: alcuni gua1

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dagrtél\ ano be11i&5i1110 ed arri\ ava110 ad avere la pensione per anzianità di ser vizio. Sin1il1r1ertlie a N"ew York la fonda zione Jrvi11,ato11 0 JI0u~e h~ aper.to un laboratorio pe r ragazze card1opat1ch e d1rr1esse dalle clinich e · sollo orvegl.ianz.a me.d ica esse lavo·r ano ± o~·e a l giorJlO intercala te con 3 ore di ripo o ed il tras1)orto a casa è fatto a m ezzo di vetture proprie. 111 Italia un p~ano di dife a contro le cardiopatie e di protezione dei 111ala ti di cuore i>o lrebbe eff.ettuarsi attraverso l 'Opera l\f.aternità e lnfa11zia, Ja GIL, il GUiF, ·le mutue e l 'Istit11lo di r\ ssicurazion e e di PreYidenza Sociale. Dovr ebbe orge.r e una organizzazio·n € ul Lipo di quella a ntitubercolare 'C'08Ì cor11no .. .. ta : 1) Centri card iologici di accertamento cl1e f un zionir10 co111e di j)e11sari per c.ardiopalici. 2) Osipedali e Cliniche speicia.lizzale o sezioni s:p~cializzate cardiacl1e n ei grandi ospedali ciY1l1. 3) Collvalescen.ziari per cardiaci cl1 e rispo ndano ad un concetto di preve11zione rlelle rec idive e di recupero profei '-iona le sull 'ei. e1111)io delle scuole di m estiere degli a m ericani. 4) Opera di soccorso post-ospedaliero', qu.a lco1&a com e l' cc Aide at1x cardiaque » fondato n el 1929 da \iaquez a Pari o·i e ri1)rodotto a Bucarest, a Praga, a l\tladrid, 11el Mc. . sico, a Buenos Ayres. Qu e~t'o1Je ra ·di occorso dovrob·b e e ser e diretta d.a car cliolgi lll a co1n1posta e se11zi.almente di Dan1e cl1e realizzi11 0 il socco r o a i cardiaci ch e escono da ~'li o pedali e all e loro famiglie, vi. i I e a domicilio, ricerca cli r·osti di lavoro adatto . ecc. L' A. pe·n sa ch e· i11 Italia il solo Ente ca1)ace ·d i r ealizzare una i1niJe org·anizzazione, con sì largh e vedute di difesa sociale del ct1 ore, sia l 'J stitu to Nazionale ·d i Previden za Sociale. M. R.~s1·ELLr. 1

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L'uremia cardiaca. (R. Rrs sEL . Wien Klin. l-Vo1che·nschr. , 28 giugno 1940).

Bench è n elle m a lattie di cuore n on si abb ia mai una vera ure1nia, n ei gT<ivi vizi cardiaci si arriva ·p erò ad un tale aun1ento dell 'azoio r esiduo nel san gue da do\ er attribuire alla rit enzion.e1 di ~ostanze urinarie .a lcL1ni sinton1i , quali la ·deµr.ession e psi chica, agitazion e, ' 'erti gini, cefalea. In i11assin13 parte l 'au111e11Lo dell'azoto residuo è dovl1Lo a fa ttori extra renali , 11o·n ha qt1indi nulJa t\ cl1 e \ c·clere co·n llJ)tl din1inuita funzione r enal e da debol€zza cir.c olatorìa. L 'or,gan o ch e è sopratutto re po11sabile dell'aumento extrarenale dell'azoto r csidt10 n elle malattie <li cuore, è il feg·ato , l 'orga110 cioè, il ··più sever a m en Le ro·l pito dalla . tasi sanguigna. Già la emp1li0e i pe zione d ell'a ddom e dimostra lina l)rotru. ionr de]la r egione ·eJ)atica: la palpa zione del fega1 o è clolorosa , il n1ar g·i11e ~i pa111a a q ualcl1e di stan1a dalla ar ca ta co Lalc, ln urcrficie è li'3cia e JJre1

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« IL

POLICLI~ICO >)

s enta talora una autopulsazione. Un sintomo particolare che acco111pagna questa insuffici en za circolatoria cl1e .Q'roduce aun1ento d ell 'azoto residuo nel sangue, è l 'itt.ero delle parti su1>eriori ·del corpo . Questo ittero è particolarItlenle i11tenso alla faccia, e si att.e11ua verso il basso fir10 a ~parire -d el tutto ad u11 certo lin1ite. Così vi sono casi di ittero forte d el viso c J1e fini sce1 bruscamente e completurn,ente a l di là ·dell 'a ttacco del collo . Se n elle r)arli del c~orpo libere da ittero si p1·ovoca la forrr1azione di istamina (strisciamento sulla c t1te o i11iezione intracutanea) si for111a una 11apula inlensant1eirtte g·ialla. Ancl1e le vescicl1e da cantaridi prodotte su~la pel]e di c.o•l or e i1orn1al e, con1 eng·ono abbondante bilirl1bi11a. Sen1bra quindi che nei n1alati di cuor e la bilirubin.a po - ~·a 11scire dai vasi in un primo te111po solo nella pt\rte super iore d el corpo. È inolto · probabile cl1e questo dipenda da cause m ee;canich 10 : forse gli ed en1i latenti della pelle in1 pedi cono c J1e la bilirubina esca da i cap1illari n elle parti d1eclivi del corpo. Si o ·5erv.a ql1e ta forma di ittero so1)rattu.t to nei vizi n1itralic i e 1dopo P'8ricarditi che hanno dannegg iato ·g·rave1t1e11te la circolazione; si tratta per lo più di ii1dividui g·iovani. La comparsa . di questa forn1a di itLero Jte•l le malattie di c.u ore è un segno i)rog·nof:ltico molto cattivo : la m.ag-,g·ior ·parte d ei pazienti sopr avviYe solo poche settim ane. La morte avviene ·p er paralisi cardiaca , dopo ell e per a lcuni g·iorni si .:è avuto vomito., agitazione , ol1nubilarr1ento del se11sorio. Nei casi in c11i e.on una effi cace Lera1)ia cardiaca si riesce a mig liorare l a circolazio1n e, an ch e. l 'itte ro impallidisce e infine 1&con1pare. In questi casi ·di ittero I 'azoto r esiduo del sangue è qua si f'e1npre n1olto aun1entato : in caso di n1iglioramento €Sso d im inuisc.e, di ·p ari pa so con · l a bilirubinE-n1ia. Nei casi osservati l 'A. non ha niai notato segni di appTezzabile di1n inuzione de lla funzio·n alità r enale in seguito a stasi: 6i deve arnn1ettere ch e nelìe malattie cardiach e l 'aumento dell 'azoto residuo non dipenda affatto o ~0 110 in I>iccola parte da disturbi r.e·n ali. C.a usa dell 'aumen1o de11 'azoto residt10 è invece il dan110 sofferto dal fegato. In 5 casi studiati d all 'A. l'aumento dell'azoto· resid uo era sempre accon1pagnato d a ittero r egionale'. I pazienti presentavano an ch e poliglobulia, diminuita velocità di sedimentazione, leucocitosi , albuminuria, urobilinogenuria; quasi empre b)lirubinuria. Questi reperti clinici , avval orati d ai risul tati d elle J;>ro·v e di funzionalità ep·a tica, f<lnno pensare a un.a infiammazione sier osa del fegato: l'esam e if'tolog·ico del f.eg·a to dimostrò sempre l esioni molto simili a quel]e della infiammazione sierosà, con n ecrosi centra li e for1nazione di lagl1i sanguigni. È probiabile ch e i prodotti di sfa celo proteico che avvengono nel fegato da stasi siano in parte r esponsabili d.ell 'aumento dell'azoto residuo. Q11esto at1mento e la compa rsa <l·ell'itte ro sono per 10 più, ma r1 on co~tan t ement e, fa,-oriti dalla ronten1po ra1

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nea esiste11za di i rtfarti del polmone (maggiore afflusso al fegato di prodotti di decomposizion .e ' sanguigna). L 'ittero è li111itato alla testa o .1 . v1 e p u intenso. « ~re,mia .cardiaca ». è d1unque un co111plet:»so ..s1ntomat1co ch e si ossen-a n ei malati di cuore ed è caratterizzato da notevole aumento clell ' azoto residuo e da ittero che è della parte sup eriore d. erl c uore: è un segno p ro.o·nostico· o 11101to cattivo. • '\

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P.

Sclerosi coronarica, lesioni miorardiehe e insufficienza cardiaca nella nefrite • cron1ea. (F. ~iA.H COLONGO . Arclt . per le :SC·ienze. J~Jedich e, Iu1g lio 19±0). ·

L 'i11s u ffi cienza cardiaca frequente a risco n- . 1

trar. i 11elle fasi .avanzate della n efrite cronica ' 'iene c lassican1ente ricondo tta al 11r ogressivo re.dimento dell 'energ ia d el cuore reso ipertrofi co d.a1lo ... tato di iperlen!3ione. lndagi11i più i cce11ti hanno cer cato di approf11dire la nat1.Ira di q t1es ti rapporti fra lo stato n1orboso renale ed i µ ert en sivo e l 'inst1 fficenza ·di etio r e, rapporti che 11on sono co ... ì sem1)lici c ome potreb1,ero se111 brare, e per i quali si deve tener conto iri.oltre d1i particolari co ndizioni 1Jiiochimir h e eLl a11atorr1iche j)roprie della i1efrite ero• 11 ira. Già l 'A. in pr eceden ti ricer che <"l.veva richian1ato r a l tenzione sulla freqt1enza di lesioni a1la lo1uicl1 e di sclerosi coronarica n ella nefri· te e ro11 ica, r e.p eribil i anc.11e i11 casi sen za cospic ua i per i ensione e se.11za ins ufficenza. di cu or e. Nel le at tu ali ricercl1e, e h e portano a 4-! i l 11u111 e ro clri c uori di nefritici cronici esan1iIì.a l i , furono , tudi~ti siste1n1at icame11te ì 'intero cj r col o arterioso coronarico ed n1iocardjo , ed i dati nn nto111ici ve11ncro 111es i in confronto con ~<Jtielli .clinici, ekgrafir i, -e con il decorso dell'i1}ertensione e del la . . indro111e d'insuffi.cenza ca rd if:lca. La ~cleros i coronarica Yenn e trovata corriple~, i v-l1r1en te i1e l 72 °~ d ei ca i di n efrite cr o1tìca esa111inali <:1 volte lieve a volte invece g·ravissi111:-1 : ]a sua frequenza e gravità non ·è pro1)orzio11a ta a quell a d ell 'arterio cl ero&i dell '.aortn o cli altri orga11i , lne11tre 11a r apporti d irei li co1t l 'ipertrofia del ct1ore. Essa ~ prese.11le itell '85 % dei casi con in ufficenza di cuore , tutta via non è serp.pre proporzionata alla gra,·ità dei fenon1e11i clinici di scompenso: cos1 ·pure la sclerosi coronarica si trova P'articolarrr1ente n1 ar cala n e i casi con IJiù spiccata i1>ertensione, n1a a nch e a questo riguardo vi sono eccezioni . Nel i11ioc.ardio, oltre a lesio·n i djge11erati,re, furono riscontrati infarti mic roscopici e fo colai di necrosi ischen1ica acuta, i quali. successi, ame.nte evolaono ' rer so la sclerosi miocardica: quest i focola i rappresentano il 8Ub$tralo annto1nico p rin cipnle dello scompen1

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lA~:\O

XLVI{,

NUl\tI,

40J

SEZIONE PRATICA

~o,

i)er quanlo non !&iano sempre proporzionati ad esso. La sclerosi coronarica della n efrite croni1c.a. è talora un processo evoluitivo1, talora a lento decorso: oltre ·che con l 'in ufficenza cardiaca si n1a11ifes la clinicamente sop1atutto ~ttraverso i rapporti ekgrafici, assai i·aramente con fenon1eni anginosi. Essa è di1,ettar111enle collegata a l proèes o inorboso renale attraverso 1'ipertensio11e arteriosa, quasi i11ai ad a llri fattori di arterioscl erosi, e p·u r Iton ra1)prese 11tando un fattore assol utamente costante e sufficiente di scon1p1e·n 5o, coslitui, ce ~enza dubbio il momento patogenetico esenziale d ello scon1·penso di cuore d ei nefritici <. ronici , che può essere coadiuvato o· favorito dn a ltri fattori biochimici e costitu zion ali. 1

A. P.

Meccanismo d'azione della digitale nell'abolire l'insufficienza del cuore. (Ji. GoLn e Mc

KEEN

CATTELL .

Arch. of In-

tern,. Medec., feb·b raio 1940). Gli AA. ha11r10 ripreso e completato ricerche già da essi fatte pre.c.edenten1ente e d .a l]e quali zjsultava che la d(~·itale agisce direttamente sulla forza si tolica del 1nuscolo cardiaco. E.:ssi .a vevano fatto queste ricerche preparando il 1nuscolo papillare d el ventric olo destro1 del gatto immerso in liquido di Ringer. La tensione era sta la 1nisurllta col m ·etodo della leva i ~o 111etrica e regi. trata fotograficam ente. [ssi con1plelarono lo· ricer ch e stud~ando l'effétto d ella digitale non sono ad una ten· ione iniziale otti1r1a, ·111a ancl1e a tension·e iniziale bas a ecl esage rata a muscolo imn1erso tanto in angt1e e .. ie ro quanto in soluzione di Ptinge r. Essi ottennero il rinforzo d.e lla si~to]e anche n n1l1scolo in1n1erso in sangue e in siero, come pure a tensione i11iziale ottin1a o ins ufficiente o esagerata (e questa diffe1renza di tensione ha in1portanza perchè essa esprime il tono muscolare). I glucosidi d ella digitale agi cono sulla forza di contrazione, non ~ul tono , perchè quesLQ res lav.a i11variato mentre si modific·ava la forza sistolica. Vari autori si sono· 0 ccupati ·del me1ccani1smo di azione della digitale. C~attell ha dimostr~to che i mu coli striati perdono potassio j)er l 'azione di questo medicamento, mentre aument.ano nel co11lenuto i11 calcio. Quindi si tratta di n1odifìcazione del m etaboli$1110 minerale. AJ.tri confer111ano quest'ipotesi, mentre vVedcl e~presse l'opinione che la perdita .d i potassio s i debba interpretare come un fenomeno tos1

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• ~neo .

Con1u11emente si ritiene che la digitale agisca ridu.c endo prin1iti vamente la frequenza ·del battito, aum:e·n tando prim'itivam·ente il tono del muscolo (cioè racco,r ciando il muscolo), togliendo sangue dal fegato rnediante contrazione delle vene epatiche e 1·iducendo il volu111e del cuore.

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Gli AA. esan1inano dettagliatan1e11te le tre i1>otesi suaccennate. L 'ip<)tesi dell 'azione1 p1rin1itiva sulla frequenza è stata clinicamer1te accettata perchè I ' effetto _p iù dran1matico della dig itale nello sco111pens·o cardiaco con fibrillazione auricolare è r>ro1)rio il l'alle11ta1nento della frequen·za. Si i)e11sava cl1e si trattasse di un fallo dipe11dente da depressione della conduzione auri colo -ventricol.are. U Le,vis attribui1~ce solo al rallentan1ento 1'effetto terapeutico della digitale. 1\ila il Lute11 e il l\1arvin osserv·aro110 casi i11 cui si a\·eva il rallentan1ento dc]la frequ en za sen za cl1e l o soo111penso migliorasse. Bisogna invece ritenere ch e il rallentamento della fr~quenza non si.a u11 fatto pri1nitivo, n1a secondario al ri1)ri tino della forza del c uore. Lo sco1n1penso non dipe11de ·dall ~aumento della frequ enza, n1a dalla savr a dis len ione cardiaca L alll.Jngamento d ell a fibra n-luscolare con au1rtento della pre sione venosa è un me·ccanisn10 di adattamento col quale il cuore indebolito riesc,e a mantenere la circolazio11e. L 'eccessivo allungamento proYoc.a una diminuzione del to110 e un allunga1ne1)to d ella diastole. Si pensa che raccorciand·o· il 1l1uscolo e diminuendo la di as tole si po5sa ovviare a quef'ti inconvenienti . Al<: uni sosle11gono ch e la digitale agisce direttamer1te sul volu1ne ·diastolic·o del c.uore, altri irtvece attribuiscono la di111in uzio11e d el \ 1olu111e ·diastolico a llo svuotan1ento ·de·l sangue dal fegato con conseguente ab·b assam ento dell a • 1)ress1one venosa. A queRite ipotesi gli AA. n·tlIOY0110 l'obbiezione ch e non e' è n ej.ssuna ra,gio11e per pe11sare elle il n1uscolo ca rdiaco sia eccessivamente stirato nello scompenso c.ardiaco, perchè questa so\rradistension e dovr€bb1e derivare da una e11o rn1 e pressione venosa con1e non si ha n1ai nell o scorr1p·e nf'o cardiaco, in Clii c'è una pressione veno&a cl1e non ba ta .a questo scopo. Nei loro· ·eS1J'erin1enti essi osscrYarono che ~1l 'aumento della lungl1ezza del i11useol o corriSJJOnde un aun1ento della te11sio·r1,e sistolica, che cade raccorciando il -muscolo ed è difficili s&imo sovraf'tirar0 il i11u sco]o pers l)è, per arrivarci, è n ecessaria una ten ione ·. L1periore a qu:e·l la sistolica. Che cosa a vveng·a prec.isan1en te n ell 'uon10 n·on è facile stabilire. La pre s ione \ 1 e11osa .alta è, secondo molti, u11 fenomeno di adatt an1e1)to nell'in sufficienza d el cuore. ì\fentre nel cu or e normale l'aum e11 lo della pressione \ eno$a i accompagna .a d au111ento delJa !)O rtata cardiaca, nel cuo,r e scompensato si accon1p agna a din tinuzione cl.ella portaia, percl1è il cuore n1al~t1o div·einta m eno &en sibile .agli aun1 enti di • pre &ione \ 1 cnosa. P er q11.a nlo rigt1arda l 'ipotc. i cl1e l 'azione d €>.lla digital e dipenda dallo svuotamento del s.ang·ue ep:atico, gli AA. l1anno \ 1 eduto n ei loro espeTin1enti ch e la digitale provoca contraz ione delle vene cpaticl1e sio,Jo nel cane e n o11 nel g·at to, per un n1eccanisn10 sfinterico cl1e esi1

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IL POLICLINICO >>

s te n el can e nelle ' ene e patich e vici110 allo . bocco i1el1a rava . Le vene epatiche dell 'uo1no 0110 anato111ic.an1 e11te :p iù vicin e a quelle del ga tto cl1e a quelle d el can e. L 'tpotesi cl1e la digital e agi ca sullo sco1111)en so car_diaco age11do sul tono (cio·è stil volun1e diastoliro) n on è ap·1)rovata dagli AA. per queste ra·gio11i: n ello scon1pen so cardia co il 111us1colo .è certa111 ente più lungo del normale, 1na n on si può i}ensare ch e riducendo qu esta lung·h ezza si possa i11iglio·r are lo f'corr11)e11so, perchè questa 111o dj fi cazione cl i dimen sione 11011 è ecces iva . D 'altra parte si a ch e il vorne d el ct1ore può di111inuire per aumento della forz.a di contr.a zio11e. o per di111inuzione del Yolun1e del an g uc. Inoltr_e Kabat e Virsch er confern1arono ch e la digitale non modifica il to no n elle loro osservazioni sul c uore di tartaruga. Gli AA. con cludono ch e la digitale agisce n ello scompenso cardia co m ediante· azione diretta . ul n1uscolo cardiaco senza n1odificazion e primitiva d ella lungh ezza diastolica ·d el muscol o s tesso. L. 1

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L'azione ipotensiva delle soluzioni ipertoniche di cloruro di sodio. (G . "\lL\LLARELLI. Arcli. per le Scienze m .edich e, g·iug no 1940).

La pressione

arterio~a

è r egolata d a un i11ec canismo, n eurou111orale in ct1i intervengon o so>Stanze chimicl1e va.._ ocostrit l1ici e vasodilatatrici (ace tilcolina , islan1ina, acido adenilico, q11arta sostan za di Lnn ge, sostanza ipoten siva di W olh ein1, ecc.) La maggior parte dr lle f'indromi iperlen si,,e, e spe·c ial111ente 1:ip erte11sione essenziale, è :rt1ribttita ad u110 squilib rio d el sistema n euroYeg·e ta Livo nel sen so di una JJr eval enza del sin1patico. Il N.a -Cl è il princip.a le fattore d ella pression r o 111otica. Il ri can1bio salino h a un a r ego1.Rzione nervos·a ed ormonica co1n e il rica111bio idrico. A qu es ta r egolazione partecipa princi1 aln1ente il istema dienre.faloipofisario. T.anlo Hu1c.hard ch e ~u cce.ssi"va mente Ambard ei Beaujard e l}iù 1·ece.n1 e111 ente AJl en e Sberrill ,,ar1tarono i b ene fi ci d ella dieta iperr lo.r ura la n ell 'iJ)erten sione.. Allen e. Sberil Sill 180 vi d.ero r.i tornare la pressio·n e i1ormal e n el 18,9 % e vid€TO n1iglioramento nel 41,9 %. La dieta ipoclorur.a ta fµ .a nc11e raccomandata dal \\To lh a rd. Martini al tibuisce il suc.resso della ·d ieta aclorura ta alla d irn inuzion e della vi. cosità e d el tono arterioso·. Contrariarrlente .a tutto questo O' Har e stt1diò 4.5 ca"-i di iperte11sionc in r ap porto .all 'altezza d ella pressione e della cl oruremia : quelli eon , -al ori normali di Na(:l erano quelli ch e avevano pres ione .1)iù alta . Rosenthal non tro,,ò inte rrel azio·n e fra pressio11e e con ce11trazione salina € tro,rò che for1

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[ ANNO

XLVI.l, NuM. 401

n1e di 11efrite co11 rite11zio11e salina non davano au111ento di pre1ssione. Per questo egli eShort asseriro,n o eh~ il cloruro· ·di sodio si può. dare a forti dosi agli ipertesi. La maggior pa1te d egli AA. con corda nel-· l '.affe-r1r1are che le f'oluzioni ipertoni che per via endovenosa hanno un · certo effetto ipoten-. si:ro. Alcuni invece n·o n ric onoscono questa 1

a z1011 e.

Wollheirrt di1nostrò ch e lei iniezioni endo-Vf'nose di soluzione ipertonic.a h.a nno azione· ti11alog·a. al salasso. Aver1do egli e Brandt ott~­ r1u~o g li stessi risultati coll'acqua distillata , si l)U<> j)ensare ch e l'ef fetto è · dovuto alle, n10 dificazioni ch e l 'acqt1a distillata p roduce ~u­ gli endoteli capillari san.g uigni ~ir1et e Stoicesco con soluzione salina ipertonica ·ebbero . r eiazioni pressorie dive rse secondo la velocità con cui veniva fatta I ' iniezione~ Se si faceva biruscamente si registrava ip oitensione manifesta. No11 si aveva nes5una r eazion e e ~i face·va lentamente. lBenefici ·effetti dalle iniez ioni endovenose di soluzioni ipettonich e hanno avuto recenten1 er1te Lu cl1erini ei Rocco. L 'A. h.a studiato in 15 . soggetti (4 norn10tesi , 7 ipertesi arterio·sclerolici , un iperteso con insuffi cienza aoil·tica, 3 ipeTtesi essenziali} l'azio•n e di soluzio·n e· ii&otor1j1c a e di soluzione ipertoni ca. La ri posta a qu este iniezioni è ·el'1pr essa quasi sempre da un a cur, .a a carattere bifasi co: subito do·po l ' iniezione si ha una rapi·da o breve elervazione di pressione (più n etta colle soluzio ni ipertonich e) che varia da 5 a 23 n1rn~ per la Mx. e da 3• a 16 per l a l\'.ln. Su ccessiva~ n1ente c'è un.a caduta d ella pressior.1e più &piccat.a colle soluzioni ipeTtoniche e direttam ente propo r zionale all 'altezza della pressione. Questa caduta va dia 5 a 40 mm. di Hg per la Mx. e ·da 5 a 20 per la l\i(n. e, colle soluzioni i.J1ertonich e, si n1.antien·e da l i ora a 3 giorni,. mentre è fugace colla solu zione i atonica. Colle soluzioni ipertonicl1e c'è anch e un e ffetto diuretico costante. In gen er·e i disturbi 01g gettivi (cefalea, , ·ertigine, ronzio) migliorano indip·erndentem ente dall'azione ip·o tensiva . L' effetto ipoten sivo è netto e duraturo nei casi di ipotensione es~enziale, in cui predomina 10 spasmo vascolare. È lieve negli ipertesi arteriosclerotici di antica data, in cui ci sono l ef'ioni più o n1 eno gravi delle pareti vasali. La caduta d ella pressione arte·r iosa è direttarnente pro'Porzionale al liv.e·l lo iniziale di ques1a . Questo dimostra ch e più intenso è lo spasmo da vincer e e più faciJm ente si es.plica l 'azjone vasodilatrice e quindi i1Jotensi,ra. In qua si tutti i casi l'A. osser vò abbassa. m·ento a carico d ella J\{n. Non c'è Fitato un rapporto fra azione ipotensiva e azio1n e diuretic.a. L'A. riti en e che intervenga anch e un fattore osmotico, ch e è cp1ello che spiega, col richia· 1

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[ANNO

XLVII,

NUl\I.

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SEZIONE PRATICA

rno di liquor nel s.ar1g·u.e1, la scomparsa della cefalea . .Non si può neg·are ancl1e una stin10lazionc dell 'ipofisi. L.

sopra ·di un p unto i11 c ui vi è un arresto brusco, co n immagine a cupola, del tronca princ ipale11si hanno delle arterie sane, a parete intatta, che dà11110 origi11e a ·drelle collate rali norr11ali.. Questa im11tagìne caralterislica, d ella quale gli .au tori riproducono nel lo ro la,·oro chiari e$e1npi, si 1nar1tiene intatta nei g iorni cl1e segtiono . La trombos i acuta in rece, opra,·venendo sen1pre in va i alterati, ù caralterizzata al1' esa1ne arterio·g rafi co do. lesio11i r-arie~LJ.li s1Jeci fiche. l ,a tro111bosi µrin1a di essere totale passa inoltre p er uno s1adio intern1edio di trombos i l)&r zialc durant·e il qt1ale l 'e::.a111e arte•rio·g·rafico può nlettere in eYidenza u11 aspetto caratteristico n .~ o lata. Nei e.asi di diagno i incerla l 'esame radiolog·ico potrebbe così clriarire i] dubbio. G. l\ioNTA r_.\RI. 1

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<Jontributo allo studio dei tumori de11·endocardio. (S.

CALABRESE.

Pa.thologica, giugno 1.9±0).

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1:,ormazioni endocardiche · co ll 'apparente aspelto di tron1bi organizzati qualche volta costituiscono un reperto d 'auto1>sia; n1entre al·Cuni li ritengono V·era111ente tron1bi organizzati .altri li considerano tu1uori. Questi ulti111i autori h·asano la loro argon1.entaz:ione Jio11dan1enlal111ente sul fallo che queste for111a zioni non appaiono n1ai colle caralleristiche di un fatto r ecente, come dovrebl)c succedere al111e110 qualch e volta se i tratt~1 se di tron1J)i e ·ulla s truttura istologica rnixo-angio-e11dotelio111alo a oltre ch e s ulla rie -ca neoproduzione ela lica di c ui sono fo·1~ite. Ir1olL1 e la presenza di eir1osiderina , fibrina e ·CL)I1netlivo di organizzazione (s u cui si basia110 qljclli ch e. ne oste11g·o110 la natura tromb·otic.a) i }J llÒ a vere anche nei lun1ori , per i fatti rf::Q"res:;ivi a cui i)ossono andare incontro. L 'A. descrive un caso cl1e dall'asp etto se111br a va un tron1b·o, n1entre era un tun1ore. Si lratlava di un uomo di 65 anni, che , presenta ra all 'a11topsia, arteria clcrosi gen eraliz.z.a la, rene g· rinzo ateroscle roti co , ipertrofia con ce11L rica del ventricolo sinis lro del c uore, ran1111ollin1enli cer e})rali n1ullipli, 1:hronchite purulenta e broJ1 copoln1onite acuta. Nell 'or 2ocJ1ietta si11i lra aveva t1r1a fo rmazione rolondegg·ianle, essile, grossa quar1to un.a JlÌccola noce, di colorito r o so-. curo. I ·tologi-camcnLe c'erano elerr1cn Li sanguig ni e loro de.riYati, zone n ecroiti che, molte cellule c.arich e rii en1osiderina, fatti flog·isti ci diffu i , infil1razion0 connetti vale in vari tadi evoluti vi, tutti dati che facevann 11ro·p.e ndere per un tro1nbo. Però e 'erario anche i olotti di t essuto rr1ixon1ato o (cellule stellate e sincizi mixon1atosi), ·g·ettoni endo·lelion1atos i e zo11e angio1nalose. Inoltre tutta la tumefazion e era ri....... .co11e rta da tess uto erLdocardìco in regolare cont.i11uità col norn1ale endocardio tappezzante la <:avità cardiaca . _ ln tl1tti i casi di neoformazioni endoc.ard.i<·he ·in cui si }Jensa a11· esis tenza di un tron1bo è nere. ~ario fare lln esame i tologico per poter esc ludere o an1mettere che si tratti di un tu1nore- come è stato appunto nel caso de. . ' L· "cnlto.

La diagnosi arteriografira differenziale fra embolia arteriosa e trombosi acuta. (R. FoNTAINE ·e P. BnANZEN. Lyon Chirargiool, v oI . 3'6, fa c. 6, a. 19 39-19 4O), Gli AA. ritengono cl1e entram b.e l e due ~in ­ dron1i di obliterazione arteriosa .!.cuta, l 'embolia e la trombosi, pos ano dare delle imn1agini a rte riograficl1c prOJ)ri·e . . L'embolia si distingue per il fatto ch e al d1

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ALLERGOSI. L'allergia e il suo significato clinico: valore e pericoli della desensibilizzazione. (A.

SYLLA.

Klin. fVocli ensclir., 27 lu,g'lio 19-!0).

All or gia è u110 s lalo di a lterata sen sibilità. In origin e il eon e.e tto .dii allergia è stato adottato per I.a tube.rcolosri : p·o i lo si € esteso anche ad a ltre for111 c. Una cert.a co nfusione è sorta io t;6gl1itv alla con sta tazione che i tub·ercolosi reagisco1to n on solo alla Lub·ercolina , n1a anch e._. .a d a ltri a llergeni: e analogan1e·n1 e a n ch e it1 allre1 m.a lattie si è vi lo cl1e la alterata reazione --i estende, oltre che all'allerge11e specifico anche .ad altre sostanze as1~ec.ifiche. A queslo. fenom.e:no si d~ o~g.i il. 11~me di. « parallrro·1a » . Vi sono ind1v1du1 sia sani ch e a1nn1.alati i q11ali reag·i ·cono a quals iasi a lle rO'e11e introdotto nella cute, essi r eagisco·n o persino alla int rod uzio11e int rader~1i~a di S?luzio11e fisiolog·ica e <li acqua d1st1ll a1a: _ in ta]i inclividui la intr.adiern1oreazio11e di conlrollo va eseg·uita con sola aria . Que lo stato si chian1a « panaller g ia n : lo . . i risco,11tra, oltre cl1e in taluni sani , in am1nalati di tubercolosi , di asma bro n chiale, di affezion i reu111aticl1e, ecc. Tr,a tutti gli a ll erg·eni il più forte è il bacillo tubercolare vivo: l a u ccisione e la lisi batterica da parte d elle difese organiéhe ]ibera le sostanze a llet,gi.zzanti cl1e c onsistono per la n1agg·ior parte in con111one1nti oroo-anici -del paziente forn1atisi nel corso della . lotta tra b·a cillo ,e orgonismo. Nel senso 1n1111unbiolg·ico l 'alleTgia s i deve con·siderare una 1eazione. tra antige·ni ed anticorp i: ess.a no·n è nffatto equiva lente ad imrnu11ità, .però non J)UÒ esisLere in1rriunità senza che esista ancl1e 1

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. a1'l ergt.a. Sia n1ezzi lLtile : voc.l

l 'allero·ia che l'immunità rappre cntano di difesa dell 'organi mo. L'allergia è così la prima infezione tube•r co~are prosempre una contemporanea 111fez1on e

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