Il policlinico sezione pratica anno 1913 parte 1 ocr parte2

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' TrattavaRi di un uomo di 50 anni, con una si coricava sul lato sinistro. Nello stesso tempo sindrome di obliterazione della vena cava supe· presentò una espettorazione mucopurulenta, siriore, accompagnata soltanto da oppressione mile agli sputi nummulari, con strie di sangue: lieve e senza alcun altro sintomo apparente di aveva anche lieve elevazione di temperatura, sucompressione. L'obliterazione venosa era tale, dori notturni; dimagri. ' che la circolazione collaterale era sviluppata ad All'esame si vide l'inferma ortopnoica, con ruun punto estremo. Quest'uomo, che non aveva more di cornage stridente, e tiraggio sopra e mai avuto la sifilide, che non presentava alcuna sottosternale. Aveva tos~e convulsivoide, un poco stimmata, tossiva da qualche anno ed emetteva abbaiante; le vene presternali erano più svilupin abbondanza escreati con bacilli di Koch. L'e- pate della norma. Agli apici polmonari, specie a same del torace permetteva di constatare la pre- sinistra, si avevano i segni di infiltrazione tubersenza di una vasta escavazione nella parte media colare a forma fibrocaseosa. Negli spazi interscadel polmone destro. Questa, che era ttna localizpolari, all'altezza dell'ilo dei polmoni, si delimizazione estremamente rara della tubercolosi, è tava una zona di ottusità, con soffio bronchiale al contrario la sede abituale delle lesioni polmo- bilaterale. specie a sinistra. Le pupille erano ine. nari della sifilide. Si poteva domandare se que- guali. Sul bordo anteriore della gamba sinistra, st'uomo era un sifilitico senza saperlo. se nbn · nella regione tibiale anteriore, l'inferma presen· era stato affetto da una pneumopatia sifilitica tava una ulcerazione di natura certamente sifiliantica, nella quale si fosse poi impiantata la tu- tica: la reazione :ii Wassermann fu nettamente bercolosi. e se la compressione della vena ca va positiva. . superiore non dipendeva da una mediastinite siLa malata era adunque sifilitica e tubercolosa: filitica. L'autopsia permise di constatare la esi- la constatazione di numerosi bacilli di Koch negli stenza di una compressione della vena cava su- sputi non lasciavano alcun dubbio. Colla espio· periore tale, che era assolutamente impossibile razione radi<>'scopica si constatò che la sindrome di isolare il tronco venoso. Il mediastino ante- di compressione bronchiale era dovuta alla esiriore era riempito da una m'a ssa fibrosa e11orme, stenza di una opacità del mediastino, senza modura, nt lla quale esistevano nodi calcarei e con- vimenti espansivi. Ora sotto l'influenza dèl tratglomerati caseosi: si trattava insomma di una tamento questo spazio è tornato chiaro, ciò che tubercolosi ganglionare· del mediastino, intorno è la prova, della risoluzione della lesione. Se la alla quale si era a poco a poco sviluppata una malata è migliora ta, se il corn age è diminuito a reazione infiammatoria del tessuto cellulare. poco a poco, si constata ancora il soffio bronLa natura tubercolare di questa n1ediastinite fu chiale bilaterale ed un certo grado di opprespr~vata colle constatazioni cliniche, coi risultati sione . .Essa dunque ha presentato una associadella autopsia, e colle indagini di laboratorio: i zione sifilo-tubercolare, ed i11 simili casi è estrebacilli di Koch furono trova ti nel polmone e nei mamente difficile affermare se la mediastinite appartiene all'una od all'altra di queste malattie, gangli. 2° Mediastinite nei soggetti sifilitici e tubercood a tutte e due simultaneamente. 3° M ediastinoperi·cardi'te callosa, con asistolia losi. - La mediastinite tubercolare e la media· stinite sifilitica, si confondono, tanto più facil- epatica. - Si trova tanto nei sifilitici che nei mente perchè la sifili<.le e la tubercolosi possono tubercolosi, e benchè si osservi a volte nell'atrovarsi riunite nello stesso soggetto, sia che si dulto, essa è sopratutto l'appannaggio dell'intratti di lesioni locali ibride, sia che si tratti fanzia. I disturbi cominciano in generale con una semplicemente di soggetti sifilitici e tubercolosi sindrome epato-addominale, caratterizzata da un insieme, nei quali l<l lesione locale è sotto la di- aumento di volume del fegato, un poco di ascite pendenza di una delle due affezioni. Anche di e di circolo venoso collaterale e finalmente dalla questa forma l'autore espone un caso clinico. Si asistolia. Sembra che all'inizio la mediastinite succeda tratta di una donna di 57 anni, che non fu mai gravida: ebbe nel 1892 una pleurite sinistra e nel alla periepatite e si localizzi sopratutto all'intorno igo6 una eruzione generalizzata a tutto il corpo, della vena cava inferiore: il più spesso, in effetti, accompagnata a caduta dei capelli. Nel 191 I con- si constata dapprima la sindrome di compressione trasse una bronchite, a cui seguì senso di op- della vena cava inferiore ed in seguito &olo lo pressione, dispnea, che aumentava se la malata sviluppo dell'asistolia con sinfisi cardiaca. I

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Come si può fare la diagnosi ? Con quali elementi si può distinguere la sifilide dalla tubercolosi, o presumere che esse sono associate? Non è qui il caso di insistere di nuovo sulla importanza <lella constatazione di stigmate e di lesioni specifiche in attività, o cicatriziali. Non ci si può fidare delle risposte in proposito date dai malati. Un ottimo mezzo di diagnosi è la reazione d.i Wassermann, la quale ha un valore presso a poco assoluto Può del pari essere utilizzata la intradermoreazione e gli altri processi di reazione alla tubercolina. Questi mezzi tuttavia non possono che rivelare le qualità umorali del terreno e non la natura intima di tutte le localizzazioni morbose, sviluppate su questo terreno. Non si può affermare la natura di utJa lesione tubercolare o sifilitica che allorquando si constata la presenza del germe determinante; al di fuori di questa condizione, ciò che conferma in modo più sicuro il concetto diagnostico è il risultato della cura istituita·. La sjfilide e la tubercolosi sono molto spesso unite nello stesso soggetto, perchè la prima prepara il terreno alla seconda: a ciò si deve l'essere quasi costantemente positiva l'intradermoreazione alla tubercolina nei sifilitici. Vi sono dei casi in 'cui la tubercolosi e la sifilide, associate l'una all'altra, dànno luogo ad una lesione complessa, ibrida; non esiste però vera fusione, ma semplice juxtapposizione. :Bisogna anche sapere che esistono lesioni tubercolari localizzate, le quali evolvono su terreni sifilitici, le quali sono in una certa misura, migliorate .da un trattamento antisifilitico, perchè, sviluppate in favore di un terreno sifilitico, non trovano più condizioni propizie al loro sviluppo, allorchè il trattamento specifico ha migliorato questo terreno. Di fronte ad un soggetto sifilitico e tubercoloso non v'è da temere a somministrare mercurio. È un errore grossolano credere che il mercurio sia dannoso ai tubercolosi, a meno che non si tratti di soggetti cachettici , od in fase molto avanzata della tubercolosi. Non si deve dare ioduro ad un sifilitico tuber· colos0, perchè questo medicamento potrebbe prod urre fatti congestivi. Si può anche usare il sai varsan: la sifilide e la tubercolosi difatti. ciascuna per suo conto. sono favorevolmente influenzate dall'arsenico. Il trattamento chirurgico dev-e essere sopratutto riservato alla mediastinopericardite callosa, tuberco-

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lare o sifilitica. Esso consiste nel sollevare un lembo costale e nel distaccare le aderenze, che riuniscono fra di loro ed ai tessuti vicini i due foglietti pericardici. P. C.

CHIRURGIA. c:lura chirurgica della colelitiasi. (H. VON WINIWAR'l'ER. Le Scalpel médical,

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tembre 1912). L' A. riassume le conclusioni dell'Exner sull'argomento: tutti i chirurgi sono d'accordo che alcune complicazioni della colelitiasi: la perforazione, }•angiocolite infettiva e l'ostruzione intestinale, possono solo con un interve1\to chirurgico combattersi efficacemente; si tratta cioè di una condizione assoluta e vitale. Lo stesso è a dirsi della colecistite acuta. senza calcoli concomitanti, quando sopravvengono sintomi generali inquietanti. L' operazione è preferibile nell, empiema della cistifellea e nell'idrope della medesima, potendo quest'ultima affezione provocare la rottura dell'organo o tramutarsi facilmente in empiema. Nell'ostruzione prclungata del coledoco occorre pure intervenire; alcuni però non intendono si superino le 6-8 settimane od i tre mesi; altri invece intervengono anche dopo, pur rendendosi meno felice il risultato. Le opinioni più contraddittorie si hanno per la calcolosi semplice, senza complicazioni, nei riguardi di un intervento. Sapendosi che circa il go % dei calcolosi si riconoscono tali o per un intervento addominale o soltanto all'autopsia, vi sono chirurgi che prescrivono I'intervento solo in casi di complicazioni o quando la frequenza delle coliche biliari rende insopportabile la vita al paziente (chirurgi europei). Al contrario, gli americani, ed ora anche gli inglesi, sono d'avviso di operare appena fatta diagnosi di calcolosi epatica, il che spiega la grande diversità di risultati operatorii nelle relative statistiche, questi chirurgi operando ca~i facili e rapidamente, quelli dovendo spesso ricorrere a tecniche complicate, combinate spesso ad interventi gravi sulle vie biliari profonde. Si comprende ancora come vi debbano essere i partigiani della semplice cistotomia e cistostomia da una parte, e dall'altra i sostenitori dell'ablazione dell'organo e della co· ledocotomia combinata al drenaggio del condotto epatico. La maggioranza dei chirurgi pertanto si

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·schiera contro l'ectomia e preferisce la cistotomia nelle complicazioni gravi della litiasi e nelle af-o il drenaggio. In ogni caso le recidi ve si verififezioni biliari acute o croniche, consecutive a cano tanto dopo la semplice cistotomia e dre· malattie generali ed in assenza di ogni calcolo. naggio, quanto dopo l'ectomia, potendosi rifor· Nei casi dubbii, ed in assenza anche assoluta mare dei calcoli' nal canale epatico o coledoco. di ogni calcolo, quando vi ha frequenza di acL'ectomia è sempre una operazione molto più cessi dolorosi, gravità di disturbi, stato generale grave, più lunga, più delicata, e deve essere ri- grave dell'infermo, la sola terapia efficace sarà servata a quei casi in cui le alterazioni della l'intervento chirurgico (colecistostomia e non eccistifellea sono tali da far d ubitare di un ritorno tomia, tranne nei casi di epitelioma iniziale delie allo stato normale. colecisti o stenosi del cistico). Conoscendosi oggidì i rapporti che intercorrono G. QUARTA. \ tra affezioni epatiche e pancreatich~ (pancreatiti in seguito ad estirpazione della cistifellea; cura TERAPIA. delle flogosi pancreatiche col drenaggio delle vie bi· liari), e la possibilità di dare uno scolo alla bile con Sulla terapia delle aftezioni sifilitiche e meta. un' an~stomosi coll'intestino (colecisto.enterostosifilitifhe del ~istema nervoso mediante il mia) nelle occlusioni definitive del coledoco, si deve salvarsan. ' sempre più rispettare la cistifellea e il più possibile (KLIENEBERGER. Berl. 1klin. Woch.). lasciarla in s1.:tu. Il drenaggio senza ectomia basta .anche nell'empiema della cistifellea, con o senza Lo straordinario entusiasmo con il quale fu ·calcolo. accolto dai medici il salvarsan, non fu in Quando un calcolo si è incune~to in uno dei generale condiviso dai neuropatologi e dagli canali biliari ed è impossibile rintracciarlo nella psiciliatri. L'Ehrlich stesso ha messo in guardia cistifellea o nel duodeno, bisognerà incidere la contro l'uso del suo preparato nelle affezioni paiete del canale e quindi richiudere il vaso per metasifilitiche; le poche relazioni entusiastiche alcuni, per altri drenare e tenere a lungo il dre·. intorno a miglioramenti e guarigioni ottenuti naggio. Con questo secondo metodo si possono in casi di paralisi non fur.~1 no più tardi confacilmente estrarre altri eventuali calcoli che si fermate; ed anche il noto caso di Alt ebbe vengano form~ndo. Nella sutura del cistico potrà esito letale. occorrere di fare la colecistectomia per impedire Nella clinica psichiatrica di Breslavia fu che il vaso si stenosi, in progresso di tempo, esperimentato il sal varsan su 87 ammala~i, cagioni dilatazione, idropisia ed anche perfora- durante un p eriodo di un anno e mezzo. In • • • • • • • • • • zione della colecisti. Nei calcoli incunea ti nella pr1nc1p10 s1 praticarono lntez1on1 tntramusco· porzione inferiore del coledoco si può ricorrere lari, ma, essendo queste dolorose, e avendo alla mobilizzazione del duodeno (Kocher), al- spesso conseguenze spiacevoli, si abbandonal'apertura del coledoco per via transduodenale od rono hen presto per quelle intravenose. Quealla litotripsia (quest'ultima da rigettare). st'ultime, generalmente, furono sopportate bene Quanto ai risultati lontani dell'intervento, bi- dai pazienti. Per le iniezioni intramuscolari sogna distinguere le vere recidive di calcolosi la dose er~, la prima volta. 0.20-0.25 gm., in dalle false, le quali dipendono dall'asportazione seguito tra 0.5 e 0.9 gm.; per quelle intraveincompleta dei calcoli, dalla persistenza dei do· nose quasi sempre la dose era di 0.3. lori dovuti ad aderenze, da stenosi, da ernie. Le Generalmente, qualche ora dopo· l'iniezione vere recidive sono rarissime nelle ectomie, rela- si osservava l'insorgere di brivido e di un autivamente frequenti nelle operazioni conserva- mento della temperatura, variante fra 37° e trici. I ~uccessi operatorii saranno tanto maggiori 40. 2°. Salvo alcune eccezioni la febbre dimi, quanto meno gravi saranno le operazioni; in altri nuiva e spariva con la stessa rapidità con la termini, quanto più presto il malato si affiderà quale era insorta . Tra i disturbi soggettivi al chirurgo e prima che i calcoli abbiano migrato vanno annover ati: cefalea, dolori addominali, nelle vie biliari profonde (Exner). È dunque pre- sensazioni di freddo, capogiri, dolori laceranti feribile consigliare l'operazione a chiunque abbia o trafittivi (soprattutto nei tabetici) e qualche avuto in qualche modo manifestazioni morbose volta vomiti ; salvo poche eccezioni a n C'b e da calcoli. L'operazione è la sola via di salvezza diarrea più o meno intensa. Nei paralitici si I

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osservò spesso, dopo l'iniezione, uno stato di delirio, agitazione, paura; due tabetici ebbero attacchi di asma, e un paziente affetto da sifilide cerebrale cadde svenuto. Riassumiamo ora brevemente i risultati ottenuti dall' A. mediante il salvarsan in numerosi infermi. Paralisi progressiva. - Finora non ne sono conosciuti · casi guariti mediante il salvarsan; furono anzi spesso osservati, dopo l'iniezione, gravi fatti paralitici e attacchi convulsivi seriali seguìti da esito letale, cosicchè anche i più ottimisti non sperano più in una influenza favorevole nei casi avanzati deila malattia. Alcuni autori credono di avere osservato che le remissioni sono più frequenti e più prolungate> nei casi curati con il salvarsan; però è giusto accogliere con scetticismo queste osservazioni, tanto più che esse provengono da autori che non sono veri e propri psichi~tri. Dei 31 paralitici curati con il salvarsan, 7 morirono in un brevissimo spazio di tempo, uno dei quali in seguito ad una trombosi dei seni, insorta quattro giorni dopo l'iniezione; in 16 la paralisi seguì il suo corso più o meno rapidamente; 5 casi progredirono lentamente o rimasero stazionari, e 3 ebbero remissioni discrete. In complesso, nulla che differisca sensibilmente da quanto suole accadere nei paralitici curati diversamente o non curati affatto; solo si può dire che, non ostante l'influenza favorevole sul ricambio, sembra quasi che il salvarsan agisca in maniera piuttosto sfavorevole. In quasi tutti gli ammalati, anche in quelli in cui la malattia progredisce rapidamente, si è osservato, durante la cura, un , notevole aumento di peso; in dt1e casi l'aumento fu di 15 e 20 kg. Facendo l'esame sierologico dei malati poche settimane dopo la iniezione di salvarsan, si riscontrò, in casi isolati, la reazione di Wassermann negativa nel sangue; in tutti i casi però più tardi la reazione negativa si trasformò in positiva. In generale il sedimento e l'albumina del liquido cefalorachidiano non subirono alcuna influenza. Tabe. - I risultati ottent1ti nella tabe sono meno sfavorevoli, giacchè, in alcuni casi, singoli sintomi possono venir facilmente influenzati dalla terapia. Quasi tutti i malati risentirono dopo l'iniezione un miglioramento subhiettivo; le parestesie e i dolori lancinanti sparirono per un tempo più o meno lungo; in

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tutti gli ammalati però ricomparvero alcuni giorni o alcune settimane dopo, o al più tardi dopo pochi mesi, nella . stessa maniera e nellostesso grado di prima. In tre malati )e crisi gastriche mostrarono un ffiiglioramento-, in uno· però solo dopo che la cura del sarvarsan fu combinata con quella di mercurio. In un se· condo caso migliorato, una cura di llg aveva preceduto l'iniezione di saivarsan; in nessun<> dei malati però il miglioramento fu duraturo. In due pazienti scomparve t1n leggero disturho· della vescica, in altri due si notò un lento regredire della paralisi nei muscoli degli occhi; in un altro caso scomparve un lieve disturbodi sensibilità alle gambe. In quasi tutti i soggetti si riscontrò un aumento ~i peso da l a 5 kg. In d11e pazienti i disturbi aumentarono. La reazione di \Vassermann non scomparvemai in modo dura turo. Non si può negare che il sal;.. . arsan esplichi sulla tabe qualche influenza; però in complessoi risultati non sono troppo soddisfacenti, giacchè il migliora mento non fu mai, come si è detto, di lunga durata. Del resto non bisogna dimenticare che nei tabetic.i esistono vari sin. tomi i quali dipendono da lesioni meningee,. modifica bili con la terapia ; come pure non mancano fatti di origine puramente psicogena, su cui 1' uso de1 sal varsan può esplicare una azione ~uggestiva favorevole. Sifilide del sistema nervoso. - Qui possiamoregistrare una serie. di rist1ltati favorevoli, dovuti certamente all'azione del salvarsan. Numerosi autori hanno già descritto i miglioramenti ottenuti nei processi sifilitici del cervello (arteritici, meningei e gommosi). Anchein casi di sifilide spinale (meningite e meningomielite) sono stati registrati buoni risultati;. sembra però che i processi puramente mielitici non vengano influenzati sufficientemente.. I sintomi subbiettivi migliorano per primi:dopo l'iniezione il paziente si sente sollevato, l'umore diviene più allegro; sopratutto risente una influenza benefica la cefalea; in molti casi dopo pochi giorni, e qualche volta già dopo 24 ore, i dolori di testa, anche se in· sopportabili, uniti a vomito ed esistenti da anni, si attenuano e scompaiono del tutto; anche i dolori alla naca e le vertigini risentono un'influenza favorevole. Si osserva però anche un miglioramento di quasi tutti i sintomi obbiettivi. Fu riscontrato sopratutto:.


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-regredire della papilla da stasi e della neurite <>ttica, ritorno della reazione pupillare; si osservò anche, in qualche caso di atrofia del .nervo ottico, un miglioramento del potere visivo. Guarirono o almeno migliorarono casi di paralisi dei muscoli degli occhi e della faccia, .affezioni del labirinto e dell'acustico. Anche -disturbi parafasici, emiplegie e disturbi della vescica e del retto scomparvero dopo una cura di salvarsan. Si ebbero pure buoni risul·tati in casi di epilessia a base sifilitica. Furono descritti rari casi di peggioramento; più frequenti però sono i casi di lues cerebrale e spinale non influenzati affatto dal -salvarsan. Ciò avverrebbe, secondo alcttni, perchè soltanto i casi recenti sonQ suscettibili ·di miglioramento. Vari autori avrebbero ottenuto migliori risultati combinando il salvarsan col mercurio. Dei 29 casi osservati dall'A., 6 non risenti:rono alcuna influenza da una cura di salvarsan; 23 mostrarono un miglioramento note~ vole, e tra questi '\"e ne furono 12 in cui migliorarono anche i sintomi obbiettivi; I solo dei casi può considerarsi guarito. I risultati con· seguiti sono dunque simili a quelli che si -ottenevano con 1' antica cura specifica. Tra i casi benevolmente influenzati, ve ne sono soltanto pochi che si erano mostrati refrattari al mercurio; in qualche caso i buoni risultati -si ebbero solo combinando il salvarsan con il mercurio. Non si potè però mai riscontrare la ·scomparsa della reazione di Wassermann nel sangue. In qualche caso diminuirono l' albumina e il sedimento nel liquido cerebro-spinale; in altri invece essi aumentarono, nonostante 1' apparente miglioramento dei sintomi. Il vantaggio della cura di salvarsan....,. quella di mercurio, nella sifilide del sistema nervoso centrale, consiste nella rapidità con cui il medicamento agisce, rapidità che è molto desiderabile quando si tratta di lesioni che mettono in pericolo la vit a o la vista, e in tutti quei casi un cui altrimenti sarebbe necessario in intervento operatorio. Altri vantaggi sono rappresentati dal minor fastidio che arreca la cura, dalla mancanza dei sin· tomi spiacevoli che quasi sempre accompagnano la cura di mercurio, e dalla favorevole influenza che esplica il salvarsan sulle condi• • ztont generali.

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Altre malattie. - Da· alcuni autori sono stati vantati i buoni effetti del sa!varsan sul sonno, sull'appetito e sulla nutrizione anche in malattie che non sono in rapporto con la sifilide. I-4e osservazioni dell' A. in pazienti affetti da sclerosi multipla, paralisi agitante, tu· more cerebrale, atrofia muscolare ~ielopatica, ecc., non confermano tale asserzione. È infine opportuno rilevare come non troppo raramente, in pazienti affetti da lues recentemente acquisita, si manifestino, pochi mesi dopo la cura di salvarsan, gravi sintomi riguardanti il sistema nervoso centrale. Ciò è accaduto anche in due individui osservati dal1' A. Non è possibile ancora affermare con sicurezza se tali manifestazioni precoci dipendano esclusivamente dalla lues, o se siano dovuti al sommarsi dell'azione della lues con quella del salvarsan. Riepilogando: il salvarsan no.n esplica alcuna influenza sulla paralisi progressiva e ben poca sulla tabe. In casi di sifilide del sistema nervoso centrale si ottengono invece, d' ordi: nario, i medesimi buoni risultati che con l' antica terapia specifica; ma, rispetto a questa ultima, il salvarsan presenta qualche vantaggio. In alcuni casi i risultati favorevoli si devono ad una cura combinata di salvarsan e di mer· curio. V. FORLÌ.

OSSERVAZIONI CLINICHE c~so

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di igroma della borsa sierosa dello psoas iliaco per il dott. ANTONIO PISANO medico interinale nell'Ospedale civile di Alghero. (ConU11uarione e fine). •

14 febbraio. - Operazione: Anestesia locale mediante iniezioni di novostasina. Taglio lungo 15 cm. circa, parallelo all'arcata di Poparzio, 2 cm. al disotto, s'incide la cute, il cellulare sottocutaneo, la fascia super· ficiale a livello dell'eminenza ileo-pettinea e all'interno dei vasi femorali. Nel punto della incisione si riscontra che la faccia superficiale ha contratto aderenze con la parete del tu· more. Si dissecano queste aderenze, e per fa- · cilitare la discissione si i~cide la parete della cisti, svuotandola in parte del contenuto. Il tumore è situato sotto lo psoas e pettineo i quali sono spostat~ in alt_o ; il t,1more p~i, passando fra il pettmeo e lo psoas solleva lll

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alto i vasi femorali che si vedono appena dissecato un tratto della fascia superficiale. Sulla sua faccia anteriore il tumore presenta una linea di strozzamento prodotta dall'arcata femorale. Si spostano leggermente in fuori i vasi femorali, e allora, introducendo il dito lungo le pareti del tumore n~ll'interstizio fra lo psoas ed il pettineo, si riscontra che il tumore al di là dello strozz·amen to prodotto dall'arcata subisce una dilatazione globosa, grande come una mela, la quale occupa la parte anteriore della fossa iliaca interna senza contrarvi forti aderenze. Seguendo sempre col dito la fluttuazione del tumore, si sente che esso si avanza sotto lo psoas, sorpassa il pube 1 arriva sopra la capsula dell'articolazione coxo-femorale, fino a giungere in prossimità del piccolo trocantere dove contrae aderenze un po' forti. Dalla parte del pettineo si continua con una propaggine, che, passando sotto il muscolo e la branca orizzontale del pube scende in basso involgendo come in una guf\ina il suo tendine inferiore d'inserzione. Afferrato il tumore con una pinza Museaux si procede a poco a poco alla dissezione che è laboriosa. Si rileva che non esiste comunicazione della cisti con l'articolazione. Emostasi. - Si zaffa con garza iodoforme lo spazio vuoto lasciato sotto il pettineo e lo psoas. Si riuniscono i due labbri esterni della ferita con tre punti di sutura, un pt1nto ai due labbri interni. Al 25° giorno dall'operazione può ritenersi perfettamente guarita. I movimenti attivi e passivi dell'articolazione dell'anca sinistra sono pienamente conservati. Nessun dolore in corrispondenza della regione operata, cicatrice appena appariscepte. Descrizione della borsa e del liquido. - E di forma trilobata, globosa, dei tre globi il medio è il più sviluppato e raggiunge le dimensioni di una grossa mela. Gli altri due sono di forma più irregolare e di dimensioni un po' più piccole. La borsa ha una parete fibrosa ispessita. Il liquido che è in essa contenuto è citrino-limpido, leggermente viscido e filante come la sinovia delle articolazioni. La quantità di liquido si può valutare a 400-450 eme. Non si potè raccogliere in quantità sufficiente per po· terne determinare la densità. La membrana alla superficie interna ha un aspetto lucente, mucoso; in alcuni punti della parete si trovano delle vegetazioni di un tessuto roseo, molle. Nel liquido si trova libero qualche piccolo frammento solido biancastro. Del resto il liquido è perfettamente limpido. Esanie 1nicroscopico. Fissati 1n Zenker: r 0 due pezzi della parete; 2 ° alcuni p ezzi delle vegetazioni esistenti n ell'interno;

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3° un piccolo frammento biancastro n atante nel liquido. La parete è co5tituita da un tessuto connettivo cnmpatto con grossi fasci fibrosi ondulati decorrenti parallelamente alla superficie .. Gli elementi cellulari sono piuttosto scarsi con nucleo bastonciniforme, disposto parallelamente al decorso dei fasci fibrosi. Verso la superficie in terna, il tessuto ha una tessitura più compatta e vi si distingue in molti tratti un rivestimento cellulare di endotelio a cellule appiattite. Dove insieme alla parete venne esportato anche qualche tratto del tessuto cellulare circostante si trovano delle piccole aree di tessuto adiposo, e nel connettivo lasso, infrastante si vedono vasi sanguigni dilatati, con infiltrazione abbondante di leucociti disposti in accumuli e disseminati specialmente lungo il decorso dei vasi. Le vegetazioni sporgenti nell'interno ris:1ltano costituite in parte da tessuto fibroso compatto come quello della parete, solo con più abbondante infiltrazione di leucociti, in parte da tessuto connettivo più giovane ricco di elementi cellulari con capillari sanguigni nttmerosi e turgidi, con piccoli focolai emor· ragici simili nel?'aspetto ad un tessuto di granulazione. In mezzo a questo tessuto si vedevano anche delle aree incolore con pochi residui nucleari,. con una tenue struttura fibrillare o leggermente granulosa, che hanno l'aspetto di ammassi fibrinosi. I frammenti trovati liberi nella cavità hanno la stessa struttura delle vegetazioni ancora aderenti alla parete.

Alcune considerazioni cliniche sull'eziologia e 'la diagnosi dell' igroma della borsa sierosa dtJllo psoas. Le borse sierose si possono dividere in due grandi classi: borse sierose sottocutanee e borse sierose sottoaponeurotiche. Mentre le borse sottocutanee furono studiate bene solo in questi ultimi tempi> le sottoaponeurotiche furono conosciute anche degli antichi come ne fanno testimonianza i lihri di Vesalio, Malpighi, Morgagni, Albino, Cooper, Haller, Camper, Beli, Sommering. Lo studio di questi organi fu elevato a grandissima importanza sul principio del r8oo da Loder e Monrò. Fra gli italiani merita speciale menzione Giovanni Zoia, il quale si applicò appassionatamente allo studio delle borse sierose, studiandone diligentemente la varia localizzazione, la struttura, il contenuto, e le proprietà per cui è merito suo se al giorno


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d'oggi è ben conosciuta l'anatomia delle borse sierose. Le borse sottoaponeurotiche trovansi compiutamente formate nel feto e l'apparire di esse è quindi molto più precoce delle sottocutanee, delle quali sono anche più costanti e fornite di caratteri più pronup.ziati e destin3te ad un ufficio più apprezzabile di ma· niera che queste borse sottoaponeurotiche non possono venir considerate come le sottocutanee quali prodotti che si avvicinano al patologico, ma organi importanti e fisiologici. . La borsa sierosa dello psoas iliaco, fu~ a dire del Zoia, molto studiata da distinti anatomici, chirurghi antichi e moderni. Altrettanto e forse più fu studiata la borsa prerotulea, la quale per la posizione sua alla faccia anteriore del· l'arto essendo esposta a cause traumatiche, facilmente diventa sede di malattia, onde la grande frequenza degli igromi della borsa prerotulea dei quali furono pubblicati numeros!ssimi e svariatissimi casi. Ma quanto frequenti sono gli igromi della borsa prerotulea altrettanto sono rari gli igromi della borsa dello psoas e ciò si capisce facilmente quando si pensi alla localizzazione della borsa dello psoas, alla poca accessibilità che ha la regione da • • • • • • essa occupata a traumi,• 1rr1taz1on1, press1on1 che nell'eziologia degli igromi rappresentano la causa più importante e più frequente. Gli igromi della borsa sottotrocanterica sono anche rari, ma pilì frequenti di quelli dello psoas e non raggiungono neanche l'importanza di questi che per la rarità, ~l complesso dei sintomi clinici, la difficoltà della diagnosi differenziale, meritano di essere studia ti di preferenza. Gli igromi della borsa dello psoas iliaco riguardo all'eziologia sono riferibili alcuni ad un trauma che ha agito direttamente sulla regione inguino-crurale, altri ad irritazione che la borsa subisce per compressione e sfregamento dei muscoli psoas e pettine<> quando sono obbligati ad un eccessivo lavoro; e così avverrebbe in certi individui che sono costretti a tenere per lungo tempo la stazione eretta, e a faticosi e continuati movimenti nell'articolazione femorale. Forse si potrebbe trovare per lo sviluppo di questi igromi una causa speciale predisponente, nella professione dell'individuo, analogamente a quanto avviene per la pro· duzione delle borse sierose sottocutanee e degli igromi della regione prerotulea. Argomento

questo che è difficile studiare a proposito degli igr<lmi della borsa dello psoas, appunto per la grande s~arsità di casi conosciuti, ma a me sembra che queste irritazioni, questi traumatismi rappresentino la causa predispo!Jente, non la efficiente, che sarebbe data da stati diatesici: reumatismo, gotta. Anche la sifilide deve precipuamente classificarsi come causa d'igron1a e Couteaud (r) descrisse un bellissimo caso d'igroma della borsa dello psoas in un sifilitico. La tubercolosi anche è causa di • • 1grom1. Si fecero molte classificazioni degli igromi, con~iderandoli dal lato anatomopato!ogico, ma la classificazione più comunemente accettata è quella che distingue: r 0 un igroma cistico; 2° proliferante; 3° fibroso; 4° emorragico. La prima forma cioè l'igroma cistico è la più frequente, corrisponde all'idrarto. La tasca è di forma sferica, appiattita su una delle sue faccie in genere, ma nel caso dell'igroma della borsa dello psoas l'appiattimento è ~pesso da tutte e due le faccie per la compressione che l'igroma riceve dalla parete ossea da una parte, dai muscoli dall'altra; del resto può essere di forma anche rotondeggiante globosa come nel caso osservato da Heineke (2). Molto spesso l'igroma dello psoas è bilobato, trilobato come nel nostro caso, talvolta multiloculare. La faccia esterna del· l'igroma può essere incrostata di sostanza calcarea di cartilagine che talvolta sembra un vero guscio. Qulche volta fu trovato attorno alla ~isti un involucro di tessuto adiposo. Nella sua faccia interna 1,igroma cistico è quasi liscio biancastro, o rosso se vascolarizzato. Contiene un liquido che varia in quantità secondo lo ~viluppo del tumore. Avrebbe raggiunto 1500 gm. in una cisti della borsa trocanterica punta da Chassagnac. Questo liquido dapprima è spesso, viscoso, giallastro, diventa sempre più fluido a misura che la quantità s'accresce; spesso è torbido, opaco, granuloso, carico di piastrine di colesterina. L'igroma proliferante è caratterizzato dalla irr~golarità della superficie interna, tutta vegetante. Vegetazioni a masse verrucose sessili o peduncolate possono nuotare nel liquido. Il caso da noi studiato rappresenterebbe un igroma proliferante. Non mi consta che sia stato descritto alcun (II)

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IL POLICLINICO

caso d'igroma fihroso a proposito della borsa dello psoas. Erihsen e Mettheneimer lo descrissero nella borsa prerotnlea e nella tibiale. Chelius nella borsa olecranica. Serµbra che s'inizi con una piccola nodosità indurita che s'ingrossa a poco a poco venendo ad acquistare talvolta. il volume di un arancio, con piccola cavità centrale contenente scarso liquido. L'igroma emorragico non fu mai osservato nella borsa dello psoas, fu osservato molto frequentemente nella borsa nel ginocchio. Il contenuto è sanguigno, per lo più nerastro o giallastro. Per l'eziologia dell'igroma emorragico si • può dire che provenga da. traumi che agiscono sull'igroma cistico, determinando delle emorragie nel contenuto, oppure per lesioni primitive analoghe a quelle della pachimeningite cronica emorragica. Volkmann ha trovato in ttn vecchio igroma a conte o uto sanguigno del ginocchio, lesioni analoghe a quelle della pachimeningite o dell'ematocele vaginale. (3) Il Morestin ne he descritto un bel caso nella borsa n el ginocchio. Spogliando la bibliografia, la quale è scarsissima a proposito degli igromi della borsa dello psoas, ho potuto sapere che di casi veramente importanti erano stati pubblicati 14. Citerò qualcuno di questi casi dispiacente di non poterlo fare per tutti. Heineke (2) pubblicò un rep erto cadaverico di un individuo nel quale fra il tendine del muscolo psoas e la capsula dell'articolazione dell'anca, si trovava un tumore rotondeggiante, cistico, non comunicante con l'articolazione, il quale conteneva un liquido gelatinoso. Fricke (4) osservò un uomo di 35 anni in cui al disotto della spina iliaca ante-superiore, si era formato un tumore il quale decorreva obliquamente verso l'interno, estendendosi fin sopra il terzo superiore della coscia. Il paziente morì e all'autopsia si trovò oltre una distru· zione cariosa dell'articolazior1e dell'anca. una comunicazione della grandezza di una moneta da due centesimi fra la capsula articolare e la borsa subiliaca. Questa era riempita di sanie e in diversi punti perforata. Una raccolta purulenta, seguendo il muscolo psoas, si estendeva in alto fino al primo fascio d'origine di questo muscolo. Schafer (S) riferisce il seguente caso della clinica di Volkmann; (12)

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XX, FASC. 13)

Si tratta di un tumore della grossezza della testa di un bambino, situato immediatamente al disotto dell' arcata crurale, in un uomo il qua.le un anno e mezzo prima aveva ricevuto un urto alla regione articolare corrispondente. Sul subito comparvero disturbi funzionali e dolori i quali ultimi si irradiavano in basso fino alla gamba. Non ~i era febbre. La estremità corrispondente era alquanto più atrofica dell'altra. Il tumore sporgeva solo di poco sul livello della cute. Esso giaceva profondamente infossato nella muscolatura della coscia e la sua disposizione era di un ovale allungato, cosicchè il diametro longitudinale decorreva nella direzione <lello psoas. La coscia era moderatamente flessa, est~ndendola il tumore assumeva durezza lapidea, mentre nella flessione si poteva facilmente riconoscere la fluttuazione. Un secondo tumore si trovava subito ali' indietro della punta del gran trocantere, all'orlo del muscolo grande gluteo. Anche questo tumore si mostrava più duro nella estensione e fluttuante nella flessione. Il suo contenuto si poteva ridurre, in questo caso il tumore anteriore :si faceva più teso. Le due suddivisioni erano comunicanti, il movimento nell'articolazione era libero. Si dice che l'igroma in genere nel suo sviluppo è d'una indolenza quasi completa, per cui reca pochissimo disturbo al paziente e gli permette anche di attendere alla sua professione. Ma questo generalmente avviene per gli igromi che si sviluppano al ginocchio, mentre per l'igroma della borsa della psoas la sintomatologia è ben diversa. Finchè un igroma dello psoas è di piccolo volume può passare anche inosservato ma quando raggiunge un certo volume (arancia, testa di feto) allora dà luogo alla manifestazione di due ordini di fenomeni: I'"' di lesa funzione dell'arto ; 2° di lesa circolazione; i quali fenomeni più che dalla natura dell'igroma, dipendono dalla localizzazione speciale di esso, e dai rapporti che contrae con l'articolazione i muscoli, i vasi. Un tumore che si sviluppi fra lo psoas e la branca orizzontale del pube e la capsula articolare dell'anca, impedisce, se è rilevante, la estensione completa dell'arto, e 1' anca acquista una posizione di flessione· sul bacino, la quale non manca mai e può dirsi tma caratteristica degli igromi della borsa dello psoas. Oltre a


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SEZIONE PRATICA

questa posizione di :flessione Hoffa (6) avrebbe osservato negli igromi della borsa ·dello psoas un certo grado di abduzione e di rotazione all'infuori. Ecco il caso che egli ci descrive: Un operaio aveva ricevuto un trauma alla coscia destra ed alla mano sinistra e potè riprendere il lavoro 14 giorni dopo l'accidente. Un anno. più tardi cominciò a provare dolori all'anca e nello stesso tempo constatò l'esistenza di una tumefazione dolorosa sotto il legamento di Poparzio; fra il pettineo e psoas iliaco. La consistenza di questo tumore era molto dura, ma facendo flettere la coscia si riusciva a sentire la fluttuazione. Il trocantere era in posizione normale e le due estremità inferiore offrivano eguale lunghezza; la gamba si trovava in al:1duzione, rotazione all'infuori e leggera flessione. I movimenti erano limitati per la flessione, la rotazione in dentro e l'adduzione. L'arto presentava una leggera atrofia muscolare e l'ammalato accusava dei dolori irradiantisi al ginocchio. Egli credeva di poter attribuire questi fenomeni all'accidente subìto e molti medici diagnosticarono una frattura del collo del femore con callo ipertrofico. M. Hoffa chiamato a pronunziarsi fece diagnosi d'igroma della borsa dello psoas, basandosi sull'assenza di un segno obiettivo di lesione ossea. N e1 2° ordine di fenomeni sono quelli di ostacolata circolazione che avvengono quando i vasi femorali sono spostati, sollevati in alto e compressi dallo svilupparsi del tumore sottostante. · Da quanto si è detto, ne consegue che la diagnosi d'igroma della borsa iliaca è oltremodo difficile. È degno di nota che la tensione in questi igromi può arrivare a tal punto da mascherare la fluttu azione e dare l'impressione di Ùn -tumore duro lapideo. Se jn questi casi si avrà l'accortezza di far flettere l'arto, palpando in queste condizioni si riusciscirà a percepire la fluttuazione e si arriverà alla diagnosi. La sensibilità alla pressione negli igromi è poco. pronunciata, salvo il caso di un igroma suppurato come quello che studiò il Rose (7) nel quale la sensibilità era dolorosa assai. Davanti ad un caso di simil genere il diagnostico è ancora più difficile. L'anamnesi qui potrebbe

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riuscire di grande aiuto; il poter ciò stabilire che l'igroma che ora è infiammato, ha avuto uno stadio a decorso lento, senza sintomi di dolorabilità rilevante, il poter anche stabilire la causa diretta della suppurazione (trat1mi sul tumore, malattie infettive, infezioni circostanti). Zuelzer parlando del caso studiato da H o:ff a, dice che la <li agnosi differenziale fra igroma dello p~oas ed alcune affezioni del collo femorale (fratture antiche, coxa vara) le quali si accompagnano a simili attitudini dell'arto, mette sovente il clinico in imbarazzo. Concluderò queste mie brevi note facendo notare che il chirurgo, quando si trovi davanti ad un 1tumore della regione ingttino-crurale, ad un tumore profondo, non pulsante, che im· pedisce la estensione completa dell'arto, che diventa solo molle e :fluttuan,te nella :flessione forzata della coscia sul bacino, che è insorto lentamente con scarsi sintomi di dolorabilità, in un individuo che ha avuto sifilide o reumatismo o che ha ricevuto in p assato un trauma alla regione inguino-crurale, o che per mestiere si espone a cause reumatizzanti, il chirurgo per il diagnostico deve ricordarsi che tale quadro può essere caratteristico dell' igroma della borsa dello psoas. Se poi vi fosse dubbio di una lesione del collo del fe.more, l'esame attento della lunghezza dei due arti inferiori, la normale posizione del gran trocantere, basteranno a fare evitare ogni possibile errore di diagnosi. Nei casi in cui fosse necessario escludere l'ipotesi di cisti idatidea, quando 1' esame del paziente riuscisse dubbio o contraddittorio, io propongo come ultima ratio (però nel caso accertato che non si tratti di dilatazione pulsante, aneurismatica) la puntura esplorativa la quale, come tutti sanno, è niente affatto pericolosa quando è fatta con le dovute cautele di asepsi, e che nella maggior parte dei casi potrà permettere di fare la diagnosi. Del resto, io credo, che anche dopo aver stabilito la diagnosi, sia dovere del chirurgo prima di accingersi all'atto operativo, confermare la diagnosi mediante la puntura esplorativa. In altri casi potrebbe essere utile la radiografia quando si volesse escludere l'ipotesi di una lesione o del femore o del bacino (cisti delle ossa, frattura, colli deformi, ecc.).


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• IL POLICLINICO

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BIBLIOGRAFIA. (I) COUTEAUD. H'Ygrome siphilitique de la bOU1'Se dit psoas iliaque. Gaz. ebd., XXXVI. (2) HEINEKE. Anatomie und Patologie d,ey Schleimbeutel und Schneuscheiden. Erlangen, 1868. (3) H. MoRESTIN. HygYome ématique prérotulien.

(4) FRICKE. Schmidt's J ahrbiicher, 1834. (5) ScHXFER. Centralblatt fiir Chirurg., 188o. (6),HoFPA. Monatsschrift fiir Unfallheilkunde, 1889, s. 287, u. f. ( 7) ROSE. A case ef abscess in the buYsa undef the tendon of the iliac·u s intefnus muscle. J-4ancet, April 1872. Woon. Cf. Schmidt's Jahrbiicher, 1873. SYMNESTREDT. Preisarbeit der med. Facult. cristiana, 1866: B eschreibung der an def' Ob~J'- und Unterestrem1:tat von kommender bursae mucosae.

Vo~KMANN.

Cf. PITHA und Bit:.ROT.H, 1865. Er· lange, S. 822. HUETER. Deutsche Zeitschrift fiir Chirurgie, Bd. V, S. 524, u. f. ~E. Correspond. des Wiirttemberg. arztlichen Vereins. HENDXMANN. Mona tsschrift fiir U nfallheilkunde : Beitrag zu den schleimbeutelen t zundungen

Jatt,

Vorg. I\7 • MousEN. Deutsche medizinische ~1ochenschrf ft, 1894. SCHUCHARDT. Ent.stehtl ttn{'. der subcutanem Hi·~ grome. Virchow's Archiv, Bd. 4, XXI. I. B. PETIT. De l' HygYome trochantérien. Paris, Baillière et Fils, 1891.

LEZIONI

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Il trattamento della nefrite cronita. (E. ROMBERG. Deut. M ed. W och ., 1912, n. 23). Nel trattamento della nefrite cronica occorre regolarsi in maniera diversa a seconda delle condizioni della funzionalità renale. Nello stadio di sufficiente funzionalità, il compito più importante del medico è quello di proteggere l'organo~ evitando l'eccesso di funzione ; ciò che si ottiene essenzialmente diminuendo la quantità d egli alimenti azotati, regolando la quantità delle bevande, evitando le sostanze che potrebbero direttamente ledere il rene. Per quanto riguarda le sostanze azotate, • siccome esse non possono nuocere se non quando vengono introdotte in quantità rilevante, si concederà in genere ai nefritici di ingerire giornalmente 100-150 gr. di carne; solo ai gottosi se ne darà in quantità minore. Molti temono assai la somministrazione di carni scure e di uova ; ma tale timore non è affatto giustificato, giacchè i prodotti terminali di questi alimenti non differiscono da quelli della (14)

(ANNO

XX,

FASC. 13]

carne bianca. Idrati di carbonio, grassi, alimenti contenenti cellulosa, possono venire in'trodotti nella quantità voluta dall'organismo; solo si deve mirare a diminuire alquanto il peso dei malati molto corpulenti, e a fare invece ingrassare quelli troppo magri. La quantità di liquido da per1nettere è, in genere, di 2 litri al g!orno, giacchè i nefritici cronici sogliono sopportare assai male una maggiore limitazione ; mai deve andarsi al disotto di l. I Y2· Alcuni somministrano agli infermi grandi quantità di liquido, partendo dal preconcetto teorico che in tal modo si stimola la funzione renale e si ottiene la eliminazione di sostanze dannose all'organismo; chi però sa essere la eliminazione dell'acqua attraverso il rene non una filtrazione passiva, ma una secrezione, una funzione attiva, si rifiuterà di sottoporre i reni dei nefritici cronici a questo eccesso di lavoro. • Fra le sostanze dannose che devono venire evitate menzioniamo anzitutto le bevande alcoolicht, le spezie, l'aceto. È noto inoltre come oggi si consideri dannoso per i nefritici il clo. ruro di sodio, sicchè a questi infermi viene generalmente prescritta una dieta povera di sale di cucina. L' A. ritiene però che, quando la funzionalità renale è sufficiente, non occorra affatto di essere molto severi, limitandosi ad evitare che se ne ingerisca una quantità eccessiva. Del resto, una diminuzione nella in· troduzione dei cloruri è già determinata dalla dieta povera di carne. Certo, è bene che il nefritico non ingerisca giornalmente più di 8-12 gr. di sale da cucina (l'individuo normale ne introduce in media 15 gr.); ma una diminuzione maggiore non sembra ali' A. affatto giustificata~ tanto più che, ne11a maggior parte degli uomini, una dieta che contenga meno di 5 gr. di N a Cl al giorno dà luogo a inappe· tenza, a fenomeni di irritazione nervosa, ecc. Si consiglierà inoltre ai malati di moderare il loro lavoro, e di concedersi due o tre volte al giorno delle pause di completo riposo. L' A. ritiene che, durante il periodo di conservata funzionalità renale, riesca assolutamente inutile ogni cura attiva della nefrite cronica. Il trattamento che ha per scopo di far sudare i pazienti non dà, secondo l'esperienza dell' A., alcun vantaggio, mentre può produrre effetti nocivi. Le cure, spesso consigliate, di recarsi a here speciali acque, possono produrre effetti


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SEZIONE PRATICA

vantaggiosi solo in quanto esse fanno sì che il paziente viva in buone condizioni di ambiente ~ sotto continua sorveglianza medica. L' A. non crede alla possibilità della guarigione mediante l'invio del paziente in un clima caldo; iin tal modo si ottiene spesso una diminuzione ·dell'al.b umina, ma non è certo che ciò costituisca per il malato un vero giovamento. Tut· tavia è indiscutibile che spesso gli infermi- migliorano (specialmente nelle condizioni generali) pass2ndo l'inverno in un clima mite. Non possediamo di3graziatamente al~un mezzo per influe~zare il processo renale. Re.centemente Hosslin ha notato che la somministrazione di alcali (in forma di bicarbonato di ·-soda) fa diminuire la quantità di albumina; ma <lobbiamo ancora fare delle riserve intorno alla -reale utilità di questo effetto. Lo scapsulamento del rene, che destò ·e ntusiasmo qualche anno fa, non è più oggi da prendere in considerazione. Bisogna invece tener presente la possibilità che esista un focolaio suppurativo il ·q uale mantiene l'affezione renale (specialmente iocolai tonsillari). Inoltre non va dimenticata la possibilità che la nefrite abbia rapporto con l'infezione luetica; sicchè, specialmente in individui relativamente giovani, quando esistono iondati sospetti di sifilide, o quando la reazione di Wassermann è positiva, dovrebbe -sempre tentarsi una cura specifica. Il trattamento dell'insufficienza renale ri-chiede un assai maggiore riposo dell' organ() infermo; valgano in proposito le prescrizioni innanzi accennate, ma in misura più rigorosa. Il riposo del corpo è necessario; specialmente -se esistono edemi o sintomi di uremia, il ·paziente deve rimanere a letto. Importantissima è la limitazione nella ingestione del cloruro di sodio. È noto come ordinariamente si ammetta che il cloruro di sodio normalmente circolante non venga, oltre una certa misura, eliminato dal rene infermo, ma rjmanga nel corpo, pro~ ducendo una ritenzione di acqua, e quindi l'edema; ma dobbiamo ammettere che, per la produzione dell'edema, occorra ant"he una alterazione dei vasi. La presenza degli edemi deve far sospettare l'azione nociva del N a Cl; si ricorra allora all3 limitazione nella ingestione <li questa sostanza, prescrivendo o la dieta lattea assoluta o una qualsiasi altra dieta adatta (farinacei non ·salati, frutta cotte, legumi senza sale). Se esiste realmente la intol-

leranza al cloruro i fenomeni miglioreranno ·rapidamen~e sotto l'influenza di questa dieta. Questa però viene da parecchi soggetti male sopportatà, sicchè si è spesso costretti a concedere, di tanto in tanto, per qualche giorno, ' 11na maggiore quantità di sale. Del resto non è possibile formt1lare in proposito alcuno schema; meglio è regolarsi caso per caso, se· condo là tolleranza dell'infermo. Disgraziatamente, secondo 1' A., solo una piccola parte dei casi migliorano con la dieta declorurata; i pazienti nei quali sono scarsi gli edemi, mentre prevalgono i fenomeni uremici, non sogliono risentirne giovamento. Tuttavia il tentativo della dieta declorurata è sempre giustificato. L'azione degli altri sali sul rene non è stata sufficientemente studiata; verosimilmente essi si comportano come il N a Cl, sicchè se ne deve evitare la prescrizione, specie negli ede· matosi. Abbiamo già detto come modiche quantità di bicarbonato di soda nov solo non producano effetti dannosi, ma anzi determinino una diminuzione dell'albumina. Per combattere gli eélemi e l'uremia giovano alcuni medicamenti capaci di eccitare l'attività dei reni, e principalmente i composti xantinici (diuretina e teocina). Gli esperimenti <limo· strano che i corpi xantinici determinano dilatazione dei vasi renali e aumentano la eliminazione dell'acqua e del cloruro dj sodio. L' A. usa a preferenza la diuretina negli arteriosclerotici, la teocina nei nefritici giovani; tuttavia adopera la teocina anche nei nefritici arteriosclerotici quando la funzionalità renale è assai torpida e la diuretina non ha esplicato un effetto sufficiente. Nella cura dèlla nefrite • cronica si adoperano anche la digitale e i suoi derivati. Queste sostanze agiscono principalmente riattivando la funzionalità del cuore, così spesso disturbata nelle affezioni renali; ma esse esplicano talora anche un'azione stimolante diretta sul rene. Se la pressione sanguigna è assai elevata, l' A. diminuisce la quantità della digitale ma non rinuncia ad adoperare questo medicamento, avendo spesso osservato come, col migliorare della funzionalità renale, la pressione sanguigna si abbassi. Il calomelano, il quale, nei cardiopatici, esplica csovente una spiccata azione diuretica, non deve venire adoperato nei nefritici, giacchè la poliuria che esso determina è il primo sintoma di una irritazione renale la quale, aumentando,

(ISJ


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IL POLICLINICO

giunge grado a grado fino alla nefrite mercuriale; il rene malato mal sopporta un trattamento cosi energico. Un trattamento diretto degli edemi, a mezzo nella delle punture, non è quasi mai necessario , nefrite cronica; tanto più che, a causa della bassa tensione del liquido, questo ha scarsissima tendenza a defluire. A tale trattamento si ricorre piuttosto quando alla affezione renale si unisce uno spiccato grado~ depolezza cardiaca. Più spesso accade di dover vuotare un voluminoso idrotorace; ma è ormai noto come sovente l'idrotorace dei nefritici (che è più spesso localizzato a destra) tenda a riprodursi con grande rapidità. Il trattamento degli edemi mediante la produzione di abbondante sudore non è privo di pericoli, dando esso luogo non di rado all'insorgere di fenomeni uremici. Per quanto riguarda la cura dell'uremia, 1' A. dichiara di essersi sempre più convinto che molti mezzi comunemente adoperati (produzione di abbondante sudore, stimolazione del!'attività intestinale) non producono effetti migliori di quelli che si ottengono mediante la somministrazione dei medicamenti summen· zionati. Solo il salasso è un aiuto prezioso in casi di uremia grave con coma e convulsioni, e specialmente in caso di edema polmonate. L' A. dichiara di non possedere esperienze personali intorno agli effetti della puntura lombare in casi di uremia. V. F.

ACCADEMIE, SOCIBTl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOI,ARI).

Società medica di Parma. Seduta del 14 febbraio 1913.

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Prof. Lanfra~ehl. Sul' attenuazioni della vir·ulenz~ dei tripanosomi nella milza. - L'O. richiama una sua precedente comunicazione fatta alla IV Riu'nione ·della Società Italiana di Patologia in cui riferiva che l'estratto di milza di cavia morta di nagana, di fronte al sangue dello stesso animale, conserva la propria virulenza per un tempo minore (circa di un terzo). Prendendo le mosse da questi risultati, 1'0. ha inoculato ai ratti degli estratti di milza di ratti morti di . nagana il cui sangue diluito con soluzione citrosodica dava la morte in 48-60 ore, mentre i triponosimi comparivano nel sangue già dopo la 24a ora. Tre ratti, in<;>culati con estratto di milza di animali morti da 52 ore, sopravvissero da 108 a 132 ore; tre inoculati con estratto cli milza di animali morti da I 8 ore sopravvissero da 144 a 156 ore. Altri ratti inoculati con miscele estratto di milzasangue vennero a morte dopo 72-84 ore: Risultati analoghi 1'0. ha ottenuto pure da esperienze in vitfo operando colla milza di cani.

.. F. Favero. Sulla proprietà emoag glutinat1,ts del si'e1'o morvoso. - L'O. riferisce di aver applicatoil fenomeno, studiato da Bordet e Gengou nel 1911, della coagglutinazione delle emazie di cavia in presenza di siero di cavia-anticoniglio e di siero di coniglio, entrambi inattivati, alla diagnosi della morva; ma, messo in contatto siero di cavallo morvoso e malleina o estratti di b. mallei in pro· porzioni da non avere il fenomeno della precipitazione e aggiunte ·emazie di cavia, non potè notare nessun fenomeno di agglutinazione. F. Favero. Sul pote1'e catalitico del siero nella diagnosi della morva nel cavallo. - Studiando il potere catalitico del siero di cavallo morvoso in confronto di quello sano, mettendo a contatto eme. 2 di una soluzione.di siero 1 ~lo in soluzione fisiologica con 20 di H2 02 a 5 volumi, l' A. vide un maggiore sviluppo di O. per opera del sieromorvoso. •

P rof. Salvi (a nome dello studente Stefani).

Prof. Lanfranehi {per il dott. Nino Barbacini).

Sulla m<Wfologia del musciilus levator scapulae. L,O. riferisce di un'anomalia riscontrata alla dis-

Su f esistenza del mal rossino in provincia di Pa-rma.

sezione a carico d el m. levator scapulae, consistente: a destra in una divisione longitudinale completa e nella presenza di un fascio anomalo inserentesi alle prime due coste; a sinistra nella presenza di un fascio anomalo inserentesi alla prima costa ed al primo intercostale esterno. Prendendo partenza da queste anomalie il dissettore ritiene, contrariamente all'opinione della maggior parte degli anatomici, che a costituire il m. levator scapulae entrino elementi del terzo strato muscolare del dorso. (I6) •

Dott. Finzi. Sul valore

e sulla specificità della

termopyecipitina d'!: Ascoli nella diagnosi del carbomhio ematico. - Riferendosi ad una precedente

comunicazione sullo stesso argomento (già riferita nel Policlfnico) l'autore aggiunge che anche l'estratto di milza di bovino morto di carbonchio per infezione naturale é precipitato dai differenti sieri specifici non anticarbonchiosi e da sieri normali riscaldati ed in minor grado dall'ovoalbu• mtna.


fANNO XX,

FASC. 13]

SEZIONE PRATICA '

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L'O. aggiunge poi che tutti questi sieri danno una reazione zonale anche con soluzione fisiologica, con acqua distillata e con acqua potabile e maggiore se questi ultimi liquidi vengono debplmente acidificati. Dott. Silvan. Sopra iun caso di a1ieurisma dell'arteria ve1'tebrale. BRAGA.

Socit:tà lombarda di scienze mediche e biologiche. Seduta del 3 marzo 1913. G. Ronzoni.

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Sulla tubercolosi traum atica. Ricordato come ormai sia definito chiaramente lo stretto rapporto che intercede fra lavoro e tuber·colosi, l' O. passa ad illustrare, in base alla sua esperienza clinica, l' importante questione dal punto di vista sanitario ed economico, dei rapporti causali fra trauma e tubercolosi. Prova come i dati clinici e sperimentali appoggino la dottrina che dà al trauma un valore indiscusso nel determinare e favorire lo sviluppo delle malattie tubercolari. In questi casi le malattie tubercolari vanno considerate veri e propri infortuni di lavoro e come tali compensati proporzioDalmente al danno che l'operaio riceve. Riassunte le modalità pratiche che si possono presentare, esposte le difficoltà di valutazione delle conseguenze del trauma, specie riguardo alla capacità lavorativa, l'O. conclude indicando le due formule utili a risolvere nel campo pratico ia questione: l'una che si limita alla valutazione caso per caso delle responsabilità del trauma, l'altra -· radicale - che si collega colla assicurazione obbligatoria contro la malattia e la incapacità al lavoro. Alla discussione, vivace, prendono parte il dottore Castigliani ed i professori Devoto, Galeazzi Le principali osservazioni mosse rie Carozzi. , guardano la difficoltà ·di stabilire praticamente nel malato lo stato anteriore di salute e, nel caso della tubercolosi polmonare, specialmente, se la sintomatologia postraumatica sia da considerarsi una vera e propria riacutizzazione. Il prof. Galeazzi insiste poi sulla necessità di ponderar bene nel caso pratico il giudizio di tubercolosi traumatica. L'O. risponde riconoscendo giuste le osservazioni mosse, da lui già sinteticamente lumeggiate nella esposizione. Ammette pure la limitazione affermata dagli O., le difficoltà e relatività di giudizio, le incertezze molteplici che il medico deve sentire di fronte alla pratica, ecc., sta però il fatto che fra trauma e malattie tubercolari possono decorrere rapporti tali da considerare queste causgte o almeno molto favorite da quello. 3

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Perussia. Ossef'vazioni intorno ad ·u n caso d1. stenosi ditodenale . - L'O. presenta un caso di dif•ficile interpretazione clinica, nel quale l'esame radiologico permise di precisare la diagnosi, mettendo in evidenza una stenosi del duodeno, a livello dell'angolo digiuno-duodenale. Il caso, clinicamente, dimostra l'importanza del rilievo anamnestico, nell'ulcera del duodeno. anche là dove fa difetto il reperto obbiettivo. Radiologican1ente, dimostra il valore che hanno nella diagnosi di stenosi duodenale i segni dell'ipertonia e dell'ipermotilità dello stomaco, il segno del totale riempimento dell'ansa duodenale prestenotica e della sua vivace peristalsi, in parte attiva, ed in parte inane e tale da far patzialmente rifluire il bismuto verso i segmenti prossimali del duodeno, ed infine il segno della stasi· di bismuto nella porzione di duodeno a monte della stenosi. Nel caso in questione lo stomaco si svuotava con rapidità e precocità maggiori del ·normale, e questo probabilmente perchè la stenosi era ottimamente compensata dall'ipertonia e dall'ipermotilità dello stomaco e del duodeno al di sopra jiella stenosi, e perchè il chimo, ben fluidificato, non doveva trovare grande ostacolo al passaggio anche attraverso al punto ristretto situato molto in basso. Il ritardo nel tempo di svuotamento dello stomaco, che da alcuni autori è stato rilevato in casi dì stenosi del duocleno, va probabilmente riferito a stadii di scompenso cop. ipotonia e 'd ilatazione dei segmenti prestenotici e spesso a sede alta della stenosi. sì da comportarsi come stenosi del piloro. Solaro. Os!eo-sat'coma della ghiandola t·i roide.Tumore appartenente ad un uomo di 46 anni, a tipo di sarcoma fusocellulare. con estese zone di tessuto osteode, osseo, cartilagine9. L'O. mette in rilievo l'interesse d el caso, data la rarità della forma, e ne dimostra l'interpretazione anatomo-patologica e la patogenesi. C.-B.

R. Accademia medica di Padova. Seduta del 28 febbraio 1913. Presiede il prof. A. Stefani. G. A. Pari. Sulla sief'odiagnosi della gravidanza secondo l' A bdef'hatden. - Le ricerche che ho ese-

guite col nuovo metodo di sierodiagnosi della gravidanza proposto dall'Abderhalden (co11sistente nella dimostrazione di prodotti di scissione d el1' albumina, per mezzo delle reazioni del biurete e della ninidrina, nel dializzato del siero di donna gravida a 'cui siano commisti dei pezzetti di placenta bollita) mi hanno persuaso dell'estrema de(17}

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IL l?OLICI..INICO

licatezza del metodo e della grande facilità che la minima trascuranza porti a risultati errati. Non basta accertarsi che i tubi da dialisi siano impermeabili all'albumina (reazione del solfo-salicilato acido di sodio) e permeabili ai suoi prodotti di scissione (reazione della ninidrina): oceorre scegliere quei tubi che hanno lo stesso grado di permeabilità per i prodotti di scissione dell'albumi11a, sottoponendo alla dialisi una soluzione titolata di peptone Witte. Su una fornitura di 25 tubi da dialisi n. 579 della casa Schleicher e Schiill, io trovai soltanto 10 tubi che dimostravano costantemente una permeabilità eguale tra loro e superiore alla prècedente. Gli altri tubi o erano pochissimo permeabili, o non potevano esser raccolti in una serie di permeabilità uniforme. Relativamente al tessuto placentare bollit0, trovai, concordemente con quanto afferma l' Abderbalden in una sua nota di tre giorni or sono, che solo molto lentamente vi si riformano spontaneamettte sostanze dializzabili che diano la reazione della ninidrina, e che perciò con il · tessuto placentare preparato una volta si possono proseguire le ricerche per parecchio tempo. Questa possibilità mi fu dimostrata dall'esperienza eseguita mettendo. in 5 tubetti da dialisi una soluzione titolata di peptone ed in altri 5 la stessa soluzione più la placenta preparata da quindici giorni: la prova della ninidrina nel dializzato riusci uniforme per i quattro tubetti. Però anch'io trovai essere norma di necessaria prudenzR far bollire di nuovo per ogni esperienza la quantità di placenta occorrente, fino ad otten~re n egativa la reazione della ninidrina: anzi io adott ai, per eccesso di cautela, le norme di far bollire i pezzetti di placenta ancora una volta di più dopo aver ottenuta negativa la reazione. Non potrei accordare egual grado di fiducia ad esperienze eseguite con altri tessuti, anche se preparati da breve tempo. Il giorno 22 io preparai dei pezzetti di fegato e di rene nello stesso modo dei p ezzetti di placenta e fino a reazione della ninidrina negativa : ora l'acqua bollita in cui furono conservati (con toluolo) dà una reazione della ninidrina cosi intensa , che dimostra abbondanti processi di scissione spontanea intervenuti nel frattempo, cosicchè io sono costretto a non dare alcun valore alle molteplici esperienze che avevo eseguito in questi g!orni con questo materiale, perchè mi ero fidato della brevità del tempo trascorso dalla preparazione e quindi non a vevo sottoposti i tessuti a nuova bollitura prima del1' espt: rienza . .'\nche dopo sottoposto il tessuto placentare a nuo,ra bollitura prima dell'esperienza di dialisi, ed a\·erlo tro,·ato esente da p rodotti di scissione

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capaci di dare la reazione della ninidrina dovendo tenere il materiale per 16 ore in termostato, ove nuove scissioni possono avvenire, è bene mettere insieme dei controlli cioè un tu. betto contenente un pezzetto di placenta (tagliuzzato) con soluzione fisiologica od altro liquido indifferente. Con le cautele ora ricordateJ ho eseguite alcune reazioni. Le scarse prove con sangue di donna gravida che ho avuto occasione di eseguire non infirmano il valore della reazione: tutt'al più posso dire che in una donna, degente nella nostra divisione clinica con anemia e lievi fenomeni cardiopatici, gravida in quinto mese, la reazione riuscì molto debole. Invece la specificità della reazione può essere scossa da qualche reperto positivo ottenuto in altre condizioni, sperimentali o ·cliniche, in individui non gravidi. Non ho ancora dati sufficienti per pronunciarmi sulla frequenza di questi casi. Truzzi. Studi ulteriori sono necessari perchè la diagnosi biologica della gravidanza possa ba· sarsi su dati, che ,abbiano valore di specificità.

Fontana. Ce1ito malati curati con la transtermia. - Delle forme nervose ho curato 15 casi di neuralgie, sei cervicobrachia1i, una del trigemino, sette del·lo sciatico, una del crurale. La neuralgia del trigemino fu curata per troppo breve tempo per poter trarre conclusioni: è però ben certo che con cinque sedute fatte con piccoli elettrodi (un cent. di raggio) nei punti di uscita del nervo si ebbe una notevole sedazione del dolore. Poche sedute (otto o dieci) sono bastate nelle altre formè a vincerle, solo nelle prime sedute si ebbe in c;ualcuno una modica riacutizzazione. In un solo caso (nevrite incipiente) sono occorse diciotto sedute per far scomparire completamente il dolore ischialgico Sono le neuralgie, le mialgie e miositi e le malattie delle articolazioni che · maggiormente si prestano ad esssere trattate con la diatermia . È necessario però estendere a molti malati e a molte forme morbose le esperienze con questo nuovo metodo t erapeutico per ottenere indicazioni più complete e forse più numerose. Il prof. Sfccardi riferi~ce come egli abbia ottenuto in forme nevralgiche e mialgiche e artritiche d'origine uricemica risultati buoni. Pozzo A . Cancro manzmario e secrezione ema tica. U11, caso di « blutend~ Mamma ». - L ' A. ricorda come recentemente il !viintz abbia voluto ra~grup­ pare sotto la denominazione generica di « catarri si erosi della glanrlola mammaria • dei casi clinici nei quali una secrezione ab11orme sierosa del ca· pezzolo di una glan dola mammaria avvicendan-


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. SEZIONE PRATICA

tesi o terminante in una secrezione siero-ematica sarebbe stata per lungo tempo l'unico {sintomo di iniziantesi neoplasma (il più delle volte trattavasi di cisto-adenoma semplice o papillifero) suscettibile di trasformarsi, o talora addirittura degenerarsi, in neoplasma maligno. Il Mintz non accenna al valore dato a tale sintoma. nella mastite cronica interstiziale (Reclus) e nell'epitelioma dendritico od intra~anotridan (Corni!). L'A. porta un caso di « blutende Mamma» in cui il reperto istologico era quello di un carcinoma alveolare del seno, presentando, come particolarità degne di nota, degli stravasi sanguigni e dei canalicoli ematosi ripieni di sangue amorfo o ben riconoscibile nei suoi elementi; e sulla scorta di tale caso invita alla disamina delle osservazioni raccolte nella letteratura, crede che il catarro siero-ematico della glandola mammaria non possa, a stretti rigori, interpretarsi come esponente di uno speciale stato morboso che andrebbe sotto il nome di « .catarro della mammella » e che potrebbe evolvere fino alla costituzione di una neoplasia maligna (Mintz) nè come segno proprio della mastite cronica cistica o del cistoadenoma o dell,epitelioma intracanalicolare, potendo esso corrispondere all'istituirsi od all 'evolvere di forme morbose varie il cui ulteriore sviluppo conduc~, nella maggior parte dei casi, al carcinoma, o pretende addirittura rappresentare un sintomo di cancro vero e proprio. Esso è pertanto sintoma proprio per la profilassi qel cancro del seno. Mario Giovanni. Carcinomi e febbre. - Considerando come nell'anamnesi dei pazienti effetti da carcinomi, o nel decorso di questi, si ritrovò più spesso di quanto si creda la comparsa del fatto febbrile, mi sono accinto a studiarlo, sia nelle varie teorie poste in campo a tentarne la spiegazione, sia col · corredo di una centuria di casi. L'O. dopo aver tentata una storia della febbre carcinomatosa come è esposta da vari au. tori, accenna alle varie teorie con cui, a mano a I\lano, si è tentato darne la spiegazione. E cioè il riassorbimento dei prodotti di metamorfosi regressiva delle cellule del blastoma, la digestione parenterica delle proteine, l'anemia che è solito pre. sentare l'organismo affetto, le infezioni concomitanti del nf!oplasma, l'esaltamento della virulenza dei germ} intestinali e polmonali. Negata la possibilità che una sola o l'unione di queste varie cause pos~ono produrre d a sole il fenomeno febbrile, passa ad esporre la necessità che ad esse sia aggiunta una importantissima causa , quasi sempre tr~scurata, quella data dai p arassiti, fattori etiologici dei carcinomi. Con questa allora si riesce a spiegare i non pochi casi di febbre al-

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l'inizio del processo, o talora anche. quando questo ancora non è diagnosticabile coi nostri mezzi d'indagine, o quando l'emxultura o il tessuto st~sso del neoplasma si sono dimostra ti sterili. Passando poi a trattare della possbilità della comparsa di una tale febbre nei neoplasmi benigni, nega l'entità febbre miomatosa, ed in generale febbre da neoplasma benigno, ammessa da taluni, poichè in tal caso la febbre si ritrova solo .. se v'è trombosi nelle vene, o rammo1limento, o infezione, e la com parsa e il decorso ed il tipo ben la differenziano dalla febbtte carcinomatosa. Questa poi l 'A. studia in cento casi , in cui era da eliminare ogni causa, all'infuori del carcinoma, capace da sola a dar luogo ad elevamento febbrile. Egli riporta poi le tabelle e le grafiche, e da tale statistica deduce che la f~bbre carcinomatos.a si ritrova nel 60 % dei casi. Lucatello. Lo studio della febbre nel decorso dei tumori è importante anche dal punto di vista diagnostico. In taluni casi di febbre criptogenetica la conoscenza di questi movimenti termici può essere guida alla diagnosi esatta, specialmente se riusciremo a stabilire un tipo feb brile 'Yleoptastico. Orbene, esaminando le tabelle termografiche, che èorredano il lavoro del valoroso disserente, ne noto parecchie che offrono chiarissimi esempi di · febbre 1'emitten te, come h o precisamente segnalato tre anni or sono al Congresso di Medicina interna di Milano per alcuni casi di tumore maligno della pleura. Nell'interesse della diagnostica clinica raccomando per ciò queste ricerche sul tipo febbrile , distinguendo naturalmente le febbri dei tumori chiusi da quelle dei tumori aperti all'esterno, nei quali i fattori piretogeni possono di molto • variare. La nostra Amministrazione offre agli abbonati del Pollcl!nlco, per sole L. 4, franca a domicilio,

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IL POUCLINICO

(ANNO XX, FASC. 13]

APPUNTI PER IL .. MEDICO PRATICO . MEDICINA SCIENTIFICA. Il valore diagnostico della reazione di agglutinazione nella febbre melitense. La specificità della reazione d'agglutinazione nella febbre melitense è stata vivamente combattuta, tanto che ad essa, cosi come d'ordinario si '. pratica, Carrieu e Anglada (La Presse méd., 2 novembre I9I2) attribuiscono il valore d'una reazione aleatoria e tatora er1'onea. • L'appunto principale consiste nel fatto che sieri normali possono dare il fenomeno d'agglutinazione mieto- e macroscopica a titolo abbastanza . elevato: 1: Io-I: 200 ed anche più alto. Per riparare ad errori · possibili si sono consigliati vari espedienti: quello d'innalzare il titolo d'agglutinazione, non considerare cioè come ag. glutinazioni specifiche se non quelle superiori ad

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I: 200.

S'è visto però che, a malgrado della modificazione, possono sfuggire cosi sieri di individui affetti da melitense (controllo culturale) e far rientrare tra i malati melitococcici quegli individui che, affetti da altra malattia, presentano un siero a potere agglutinante superiore all'1: 200. Dopo la constatazione che il fenomeno poteva dipendere da caratteri propri al ca:mpione di mi· crococco usato, Saissarva ha consigliato di fare la prova con diversi stipiti; se l'agglÙti~azione è specifica, l'A. ritiene che, oltre al titolo d'ordinario elevato, si vedono tutti gli stipiti reagire agglutin~ndo con lievi varia~ioni, mentre i sieri normali presentano variazioni considerevoli. Tali ricerche hanno confermato il Carrieu e l 'Anglada. Inoltre hanno indagato se il concetto di Nègre e di Reynaud delle agglutinine specifiche e banali poteva essere utile per la diagnosi di melitense. Secondo Nègre e Reynaud, l'agente dell'agglutinazione banale coi sieri normali sarebbe un'agglutinina nott specifica distrutta con l'invecchiamento o col riscaldamento del siero a 56° per mezz 'ora: una siero-agglutinazione quindi che si produce con un siero riscaldato è specifica; se il riscaldamento del siero distrugge la proprietà agglutinante, il siero non è specifico. Le esperienze di Carrieu e Anglada, salvo qualche contraddizione inesplicabile agli stessi AA., confermano il concetto di differenziazione tra agglutinine specifiche e banali di Nègre e Raynaud. Prima di porre la diagnosi di melitense quindi è necessario circondarsi delle più scrupolose cautele: la reazione avrà un certo valore, sebbene nemmeno assoluto , soltanto: (20)

I 0 se si trova un titolo agglutinante elevato; 2° se l'agglutinazione si verifica su culture di differenti stipiti; 3° se dopo il riscaldamento a 56°-58° del siero per % ora l'agglutinazione persiste. L'associazione di queste tre tecniche, più che t•impiego sistematico d'una sola di esse, accorda, con qualche riserva, grande valore alla ricerca diagnostica. t. p.

Fissazione del complemento nelle affezioni gonocoeciche. Il Grandwohl, seguendo la tecnica di Neil e Schwartz ed il metodo di \Vassermann, ha ricercato la fissazione del complemento in 50 casi, coi seguenti risulta ti: 1. La reazione è eccellente per diagnosi di affezioni gonococciche latenti . 2. Non esiste nelle uretriti anteriori, perchè in queste non si formano anticorpi. Nelle uretriti posteriori compare non prima della terza setti· mana. Se l'infezione è superficiale, gli anticorpi tardano a fabbricarsi; nelle localizzazioni profonde si formano più precocemente. 3. La reazione è specifica per le affezioni gonococciche . 4. Giova ricorrere ad essa nei casi di diagnosi dubbia. 5. I-1a reazione che da positiva diventi negativa indica la guarigione dell'infezione: ciò si ha circa 30 giorni dopo la guarigione clinica della malattia. 6. È · particolarmente preziosa nella donna, nella quale spesso la diagnosi è difficile ed incerta. È utile in medicina legale. 7. Può servire a differenziare la natura delle affezioni pelviche della donna. (..4.merican Journal o/ Ddrmat. and Genito-Urin. Diseases, giugno Ig12). P. S.

CASISTICA. Contributo allo studio delle malattie mldoltari per accidenti del lavoro. Un individuo di trenta anni fu inviato ad Erb per una controperizia a causa di una amiotrofia dell'arto superiore destro consecutiva ad un lieve traumatismo della mano destra sopravvenuto diciotto mesi prima. La prima perizia negava qualunque rapporto tra l'accidente e l'affezione consecutiva. Il trauma


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SEZIONE PRATICA

consistev,a in uno sforzo fatto colle forbici nel tagliare un tralcio di vite: l'individuo avverti un violento dolore nell'eminenza tenare di destra. La contusione che non s'accompagnò 11è a rossore, nèa gonfiore nè a sufiusione sanguigna perdette il suo carattere doloroso dopo una o ci.ue settimane. Il malato continuò a lavorare servendosi anche dell'arto superiore destro, ma preferendo il sinistro. ' Due o tre mesi dopo apparvero una debolezza ed un'atrofia dei piccoli muscoli della mano che andò diffondendosi verso la spalla e predominando nei flessori: l'atrofia era accompagnata da reazione degenerativa ma non da disturbi sensitivi. La diagnosi clinica era evidente: si trattava d'una amiotrofia spinale progressiva, in cui l'Erb, come in due casi già precedentemente pubblicati, non esita a vedere un ra Pl)Orto diretto tra tra urna e malattia consecutiva. Per lui non sarebbe stata responsabile la contusione insignificante della mano ma piuttosto il lungo lavoro dell'arto superiore e lo sforzo che pro:Vocò la contusione. Egli crede che il surmenage provochi alterazioni molecolari delle cellule delle corna anteriori che se non sono compensate da un riposo sufficiente pos· sono determinare una comparsa progressiva di esse (teoria del consumo di Edinger). (Erb. Deutsche Zeitschr. fur Nervenhk ., 1912). P. A.

Contusione cerebrale e puntura lombare. La puntura lombare è mezzo prezioso diagno· stico, talora è utile ausilio curativo nelle affezioni infiammatorie e nei traumatismi del cranio. Il dott. Tapie comunica alla Società di medicina di Tolosa un caso assai dimostrativo di contusione cerebrale, nel quale la puntura lombare fu decisiva per il miglioramento rapido e per la guarigione graduale del malato. Si trattava di un uomo caduto da cavallo che avea battuto col capo su] terreno duro; in risoluzione muscolare completa, pronunziava qualche parola non intelligibile, avea avuto vomito, non avea ferite in nessuna parte del capo, ad. eccezione del cranio in cui si nota va a li vello della regione temporo-parietale destra un'enorme bozza sanguigna; il cuoio capelluto era scollato per circa 8 centimetri , l'ematoma era voluminoso. Non soluz.i oni di continuo sulla cute , non segni di frat· tura, non ecchimosi congiuntivale, non scolo sie-· roso nè emorragico dall'orecchio. Polso 70, temperatura 37°. A malgrado delle applicazioni del ghiaccio sul capo, di senapismi degli arti, non v'ha miglioramento sensibile nel giorno seguente. Persiste lo stato di torpore al 4° giorno; comincia quindi uno stato di incipiente agitazione, la coscienza oscura, temperatura 36°.2, il polso caduto a 50- 52 pulsazioni; accenno al respiro di Cheyne-

.Stokes; · non esistevano segni di frattura delle ossa, l'autore dinanzi ·ai segni progressivi della compressione . endocranica ricorre alla puntura lombare: esce liquido rosso, a forte pressione, neestrae 30 grammi. La compressione endocranica, sospettata clinican1ente. esisteva dunque, ed era dovuta ad uno stravaso sanguigno; lo stato df. commozione era dovuto ad una contusione de}. cervello: non segni di lesione a focolaio, ltemorragia meningea, rivelata dalla puntura lombare, 1doveva essere a nappo, forse per una emorragia ·sottoaracnoidea. · Dopo la puntura il miglioramento fu rapido e· sensibile; la sera il polso 64, la temperatura 37°.5· Nella notte 38°. L'intelligenza comincia a sve-gliarsi con grande rapidità, tre giorni dopo essa era perfetta. Per la guarigione definitiva non fu necessaria nessun altra puntura lombare. t. p.

Su un piccolo segno della meningite sifilitica ba silo-spinale. Audry (La Prcv. méd., 30 nov. 1912) riferisce un caso di meningite sifilitica basilo·spinale, in cui l'unico segno per un certo pericolo di tempo è stato il seguente: la flessione della testa determinava costantemente una scossa subbiettiva negli arti inferiori. Il paziente era un sifilitico, che da 7-8 anni non presentava segno alcuno dell'infezione. Ricorre all'A. accusando solo il di's turbo accennato. L'esame obbiettivo dell' Audry, quellopraticato da un altro medico, professore della facoltà di medicina, riscontrarono normale il sistema nervoso e gli organi. Dopo 15 giorni al disturbos'era aggiunto una diminuzione dell'acuità visiva .. Una settimana dopo i fenomeni d'amaurosi sono. rapidamente cresciuti; diminuzione del campo vi· sivo, emeralopia. Un oculista diagnostica papillite, doppia. Sopravvengono poliuria, agitazione, insonnia, ecc., con tutti i segni di una meningite della base, che fu grave e guari solo dopo parecchi mesi, lasciando una considerevole alterazionenella funzionalità visiva. Il caso clinico ha questoparticolare interesse : la meningite era insorta e ' decorsa per qualche tempo con un sintoma ·unico(scosse subbiettive agli arti inferiori ogni volta che il paziente abbassava la testa) non descrittodagli autori, tra i sintomi di affezioni morbose della base. t. p.

Contributo allo studio delle vie anatomiche de J: riJlesso achilleo e sul valore clinieo di queso riflesso. Il Sarbo (Neu1'. CentralbJ., 15 ferisce di un malato il quale in sulle natiche avverti come un mento di liquidi lungo la faccia

febbr. 1912) riseguito a caduta senso di scorriposteriore d ella (21)

'

J


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IL POLICLINICO

coscia sinistra, sensazione che si ripeteva ciascuna volta che l'ind viduo defecava, aveva erezione e compiva il coito. L'esame obbiettivo addimostrò la presenza soltanto di ipoestesia nella caviglia esterna e nel dorso del piede sinistro e 1'abolizione del riflesso achilleo dallo stesso lato. In conseguenza l'A. pen"a che fra i due disturbi intercedano dei rapporti stretti ed abituali, rapporti confermati da numerose osservazioni cliniche citate al proposito e crede con Miiller e Kocher che il territorio ipoestesico del malato in parola sia innervatò dalla II radice sacrale. Anzi è precisamente il nervo accessorio del safeno esterno (N. cutaneus surae lateralis) branca del safeno esterno (nervus saoralis) che si porta a questa zona. La via motrice del riflesso achilleo -sarebbe rappresentata dal nervo tibiale (che nnerva i gemelli ed il solco), la via sensitiva segue il medesimo tronco nervoso. La trasmissione sensitivo-motrice midollare che dà luogo .al riflesso achilleo si farebbe a livello del segmento da cui si origina la seconda radice sacrale. Si potrebbe osservare al proposito che l'A . abbas·s a in tal modo il livello spinale del riflesso in parola che per lo passato si localizza va in genere in corrispondenza del V segmento lombare o del I aerale. Circa il significato dei disturbi del riflesso achilleo il Sarbo opina che abbiano la stessa importanza di quelli del rifles~o rotuleo. (R evue Neurol., 15 maggio 1911). TR.

I riflessi nel feto. Il dott. Krabbe di Copenaghen ha avuto occa-sione di poter esaminare i riflessi in un feto, ed ba potuto rilevare fatti non privi di interesse, -specialmente teorico, per ciò che riguarda lo svi· luppo dei fasci nel cervello e nel midollo. Si trat· tava di un feto femminile vitale, di quattro mesi, che ftt esaminato al momento stesso dell'aborto. La puntura di ispillo sulla faccia i1on provocò alcuna reazionE>, come pure non si ottenne risposta battendo sui tendini dei muscoli degJi arti superiori. Si aveva invece risposta battendo sul muscolo stesso, e specialmente sul pettorale. il cui eccitamento provocava un'adduzione rapida dell'arto corrispondente. Vi erano pure i riflessi addominali , tanto da provocare un rientramento nell 'addome del funicolo ombelicale. Assente il riflesso cremasterico femminile. Assenti i rotulei e gli achillei, come non si ottenne risposta dalla percussione dirE'tta dei muscoli della coscia e della gamba. Assente l'Oppenheim. Plantare normale. Anale assente. I riflessi scomparvero a (22)

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poco a poco nell~agonia del feto, che mori mezz'ora dopo l'aborto. Da questo unico esame in proposito non è certo lecito trarre conclusioni, ma ha interesse specie per ciò che riguarda la presenza degli addominali e la normalità del plantare. SABATUCCI

TERAPIA. • •

I cicatrizzanti. Alessio Carrel ha dischiuso un nuovo e fertile campo alla scienza riuscendo a realizzare in modo incontestabile la coltura dei tessuti animali e in vitro ». Il geniale investigatore ha tentato di trarne subito delle indicazioni definì te sui mezzi atti ad attivare il processo di cicatrizzazione (The Jou~nat of e~per. Medicine, genn. 1913). Sin dal 1907 egli si era posto l'importante problema ed aspira va a risolverlo. I suoi primi esperimenti furono condotti e in vivo ». Ad esempil), egli potè riconoscere che nel cane l'estratto di tiroide esercita un potere « istiogeno • marcato su le soluzioni di continuo della cute e del periostio. Nel corso del 1912 l' A. ha eseguito una interminabile serie di ricerche diligentissime « in vitro• su frammenti di cute, periostio e cuore, prelevati sovratutto da polli, in parte anche da co· nigli e da ~ani. Ha potuto cosi assodare che lo sviluppo cl el connettivo viene accelerato (persino di quaranta volte!) in presenza deglf estratti di alcuni tessuti. Risposero meglio allo scopo i tessuti di embrione, quasi allo stesso grado il sarcoma e la milza, furono poco attivi il fegato e il cuore, quasi inerti il connettivo ed i corpuscoli sa11guigni.

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Il • potere istiogeno • d egli estratti di tessuto veniva attenuato alla temperatura di 56° C. e distrutto alla temperatura di 70° C.; era ridotto dal Berkefeld e soppresso dal Chamberland. Fatto notevole: si mostrava decisamente specifico, ossja si esercitava soltanto od in prevalenza sui tessuti che appartenevano ad animali della stes~a specie di quelli che avevano fornito l'estratto. Tutte queste proprietà fanno supporre l'inter· vento di principi specifici di natura enzimatica. Il Carrel non ha tentato di accertare la specie chimica delle sostanze impegnate nel fenomeno; ma risulta evidente che tra gli estratti più attivi da lui sperimentati erano quelli dei tessuti a Yapido sviluppo - embrionali e neoplasici - i quali si distingono per il contenuto di allantoina.


lANNO XX, FASC. 13]

La conclusione alla quale volevamo pervenire -è questa: non può escludersi che l'allantoina abbia una parte forse non trascuflabile nel fenomeno.

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SEZIONE PRATICA

Ora, interessa notare che la presenza dell'allantoina (glicoxildiureide) è stata dimostrata nel ·rizoma della consolida, una pi~nta che godette di straordinaria riputazione un tempo qualè vulne'a'ia, ossia per favorire .il rimarginarsi delle soluzioni di continuo (ferite, piaghe, ulcere) e il ~onsolidarsi delle fratture. nonchè per il trattamento di affezioni croniche di varia sede e natura (blenorragia, leucorrea, diarree, angine, ga·s tralgie1 ecc.). Continua ad essere ancora in voga nella medicina familiare. Figura tra i semplici ·più accreditati. Un medico inglese, il dott. Macalister, ha voluto accertare la realtà di queste presunte virtù terapeutiche della consolida e indagare a quali sostanze fossero eventualmente da ascrivere. A sua istanza e per suo incarico due chimici, Titherley e Cottin, dell'Università di Edimburgo, hanno eseguito (Liverpool Medico-Chirurgica// ]ou'nal, genn. 1912) alcune analisi sul rizoma di conso]ida, dal qua1e hanno potuto isolare e individualizzare l'allantoina nella proporzione del o. 8 %· Le prove cliniche ulteriori avrebbero dimostrato chE: alla sola allantoina spetterebbe il compito di <:icatrizzante; l'intervento di altri principi attivi sarebbe da escludere. Il valore dell' allantoina quale cicatrizzante sembra risultare anche da un fatto assai strano riferito nel Medicai Rècord (11 genn. 1913): cioè un ingrediente dei più antichi rimedi vulnerari .era l'urina dell'uomo o degli animali, spetialmente quella dei neonati, la quale è relativamente ricca di allantoina. Vi si ricorre ancora nella medicina popolare ,(anche in varie parti d'Italia). Prima delle ricerche poc'anzi riferite nulla sarebbe sembrato più ributtante ed assurdo che medicare le ferite con l'urina; oggi quest'uso viene ad essere in qualche modo giustificato ! !

• ** Sull'efficacia terapeutica della consolida e dell'allantoina quali cicatrizzanti sono state riportate molte prove cliniche da i= arecchi medici inglesi, Macalister, Bramwell, Wallace, Kidston, Murray ed altri (B'fitish med. ]our11tal, 6 e 13 genn. 1912). Ulcere torpide, le qu~.lì avevano resistito ad .altre cure, guarivano; fistole che duravano da .anni si chiudevano; persino ulcere rodenti tipiche venivano influenza te molto favorevolmente. Se

ne sono vantati i successi anche nelle ulcere gastriche e duodenali, nelle ulcere corneali, nelle scottature. Se n'è preconizzato l'uso per assicu· rare l'attecchlmento degl'innesti cutanei. La consolida si è comprovata utile anche contro le gastralgie, i dolori gottosi. il prurito anale, ecc. QueSJ;e azioni curative puramente sintomatiche non debbono probabilmente ascriversi all'allantoina, ma a principi analgesici ed astringenti.

*** · Per chi s 'inducesse a provare questi rimedi non saranno inopportune - crediamo - alcune indicazioni complementari. La consolida porta il nome botanico di Syn1phytum officinale; sinonimo antiquato è Consolida majot' . ' -- - - -------.. - -- . . .. .. .. ---:-1 .~--~

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Symphytum officinale (da B RM>I\VELL).

Cresce spontanea in tutta Italia ma specialmente in quella settentrionale. Preferisce i luoghi umidi, come le rive dei fiumi, dei ruscelli, i fossi, le paludi. Può raccogliersi ad esempio lungo molte marrane dell'Agro Romano . È edule. Una specie affine la quale raggiunge proporzioni gigantesche (S. caucasicum) viene coltivata come foraggio nella Lombardia, nelle Puglie, ecc. . Come tutte le borraginee, alla cui famiglia appartiene, questa bella pianta erbacea è ruvìda ed irta di peli. Ha foglie grandi, allungate e come piegate in due lungo la nervatura (alla forma delle foglie deve probabilmente i nomi volgari di orecchio d'asino, lingua di bue). Le foglie basilari possono essere alquanto f iù slargate. (23)


IL POLICLINICO

Comincia a fiorire verso il principio di aprile e la fioritura continua per molta parte dell'anno. L'infiorescenza è bianca volgente leggermente al citrino, ovvero violacea. Il rizoma penetra profondamente nella terra; è carnoso; è nero alla superficie e biancastro internamente; ha sapore muci!aginoso, talvolta un po' aspro e dolciastro; è quasi inodore. Gli erboristi e i rizotomi lo raccolgono avanti l'autunno, lo tagliano nel senso della lunghezza· e lo fanno seccare. Nell'essicamento perde molta parte del peso (si riduce da 7 a 2), in causa del ricco contenuto d'acqua. L'allantoina si presenta in cristalli trasparenti incolori. È poco solubile nell'acqua fredda (o.8 % circa a 18°); la sua solibilità cresce rapidamente riscaldando l'acqua. È poco solubile ariche nell'alcool. È costosa; ma si utilizzano soluzioni acquose necessariamente diluite le quali vengono a cos~re abbastanza poco. La consolida e l'allantoina non si trovano nel commercio corrente; ma la prima può aversi da C. Erba; la seconda da Merck o da Schuchardt. x

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Il rizoma di consolida è stato usato dai medici inglesi quale cicatrizzante in più modi. Quando è alJo stato fresco viene ra~chiato o sminuzzato e fornisce così una pasta. Si può sterilizzarla a bagnomaria dopo avervi aggiunto un po' d'acqua. Quando è allo stato secco se ne prepara un infuso od un decotto piuttosto concentrati (debbono avere consistenza gelatinosa) od un estratto acquoso saturo. Questi prodotti si applicano imbevendone del cotone o della garza. Disseccando, aderiscono alla parte malata. per modo che poi si riesce a staccarli s0lo trattando la parte con acqua calda. Questo inconveniente manca a1l'allantoina pura , la quale si applica in soluzioni acquose al o . 3-

[ANNO

XX, FASC. 13)

*** I rimedi detti vulnet'afi o consolidanti, cicatrizzanti, incarnativi erano molto in onore nell'antica medicina. È probabile che agissero in parte attivando la ~icatrizzazione (grazie al contenuto di allantoina e forse di principi enzimatici); in parte come antisettici, astringenti, analgesi'zzanti, ecc. Tra essi la consolida (Symphytum officinale) e la vulneraria (Anthyllis vulneraria) occupavano il primo posto: erano, i vulnerari per antonomasia; dovevano il loro nome appunto alla virtù terapeutica che veni va loro attribuita. Conviene essere prudenti nel valutare tutte le azioni terapeutiehe non largamente comprovate. Si richiederanno dunque molti controlli. Ma desta un senso di sollievo in quest'epoca di chemoterapia e di opsonoterapia, di cataforesi e di alta frequenza. tornare a rimedi così semplici e volgari come la lingua di bue. L'esempio n'on è nuovo. La vecchia medicina vantava altri rimedi che erano stati a torto abbandonati e spregiati ma che le indagini scientifiche e cliniche più diligenti hanno finito per dimostrare efficaci, dalle coppette alle frizioni . e ai panni caldi. Ne è stata rimodernata, perfezionata e qualche volta inutilmente complicata la tecnica, si è tentato di determinarne il dinamismo, ne sono state fissate le indicazioni· ma si tratta di rimedi già noti. Come dice His, la odierna medicina non si limita a scoprire il nuovo ma ci presenta anche u il vecchio sotto nuova luce » . •

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L'u so di questi cicatrizzanti non dev'essere indiscriminato; ad esempio, se in profondità ha sede un focolaio purulento che 'li scarica all'e· sterno . sarebbe dannoso favorire la cicatrizzazione superficiale; converrebbe piuttosto facili· tare l'eliminazione del pus, per es. coi fluidificanti, come il citrato di soda. Oltre che per le medicature il rizoma di consolida e 1'allantoina possono usarsi per os nelle affezioni gastro-intestinali (ad esempio si prepara una d~cozione con 10 g . di rizoma secco o 30 g. di rizoma fresco su 200 d'acqua e si edulcora; eventualmente si rafforza con allantoina, come pratica Macalister). per gargarismi nelle affezioni della gola, ecc . (24)

IGIENE I metodi internazionali per il controllo del latte. (BARTHEL et JENSEN. Revue géné1·ale du tait,

o.et. 1912) (1). Quattro condizioni sono necessarie e sufficienti a essere prese in considerazione per il controllo del' latte : 1° Composizione not'male; 2 ° Innocitità; 3° Aspetto buono; 4° Possibilità di conset'vazione. Per compos1'zione no1 male si deve in tendere che il latte presenti una quantità normale di grassi e di estratto secco, e una acidità e un potere di coagulazione norma li. Per innocuità devesi intendere che il latte sia esente da batteri patogeni, tossigeni e da sostanze tossiche . 1

( 1) Riprodotto in: L' Hygiène de la viande

du lait, Févr. 1913.

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[ANNO XX, FASC. r3J

SEZIONE

Per aspetto buono si deve intendere che il latte · -sia munto con le regole di una sufficiente nettezza. e che abbia gusto, odore. e aspetto normale. Con~ervabilità si considera la proprietà del latte di potersi conservare per un certo tempo inalterato, anche se si viene a trovare in condizioni non favorevolissime. Per quel che concerne la composizione, essa ·s i giudica coll'analisi chimica; tale analisi è ta·cile poichè al presente si posseggono metodi comodi ed esatti. Il controllo dal punto di vista della nocuità è più delicato. Per ciò fare è necessaria l'ispezione -veterinaria delle località di produzione e l'esame medico delle persone che manipolano il latte, dalla mungitura alla consumazione. Le malattie delle man1melle sono quelle che portano maggiori perturbamenti al latte; la ricchezza in leucociti e in batteri è pure un segno importante. Gene-ralmente il latte delle vacche malate alle mammelle diviene più alcalino all'esame del tornasole -0 dell'acido rosolico; ma nella mammite strepto• coccica contagiosa il latte diviene acidissimo. La prova leucocitaria di Trommsdorff, l'esame microscopico del sedimento, la prova della catalasi e l'esame quantitativo dell'acidità forniscono sovente delle informazioni utili anche prima dell'apparire dei segni clinici. Quanto all'aspetto esso è giudicato dal gusto e dall'odorato. Spesso il latte ha un odore di • stalla e contiene particelle di escrementi depo.. .stesi nei vasi, indice sicuro che il produttore non "ha usato la precauzione elementare di :filtrare il latte su cotone. Il dosaggio dell'acidità può dare buoni criteri ·per giudicare della conservabilità. Per fare il conto dei batteri del latte se ne distende una misurata quantità sopra una superficie nota di 11n porta-oggetti, si secca, si sgrassa al cloroformio e si colora al bleu di metilene; indi si contano i germi di una cinquantina di campi microscopici e se ne estrae la meclia. Questo metodo è assai più lungo ma più sicuro di quello della riduttasi, che consiste a mecolare al latte una soluzione di bleu di metilene senza formolo. Un latte senza molti microbi non decolora il bleu, mentre la presenza di molti microbi produce una decolorazione. Ma tutti i microbi non hanno un egual potere riduttore e questo è sovente piuttosto un criterio di virulenza più che di presenza. Dott. Gon.

PRATI~

VA.RIA I danni del cinematografo. - Il dott. M. Gould rl~eva sul ]ou'fnal A. M. A. che, dopo aver assistito ad una recita cinemotogra:fica, si avvertono spesso vari disturbi: stanchezza, incapacità al · lavoro. insonnia, disturbi digerenti, con molta frequenza anche male di capo che può assumere la forma di emicrania (nelle sue varie modalità). Egli attribuisce questi disturbi alla stanchezza oculare; infatti sono più gravi negli individui colpiti da vizi di refrazione non corretti. L' A. li mette specialmente in rapporto: 1° con l'oscillazione delle immagini; 2 ° con la deficiente continuità dei movimenti proiettati, dovuta allo scarso numero d'Immagini nell'unità di tempo {16 per secondo), la quale si rende sovratutto sensibile nei movimenti rapidi; 3° con la scarsa luminosità di alcune proiezioni. Ritiene che un perfezionamento della tecnica, 1' uso di buone lenti e la minore durata delle sedute possano far scomparire gl'inconvenienti segnalati. · La somma totale di sofferenze cggiona te dal cinematografo risulterebbe enorme ... , considerando che nei soli S tati Uniti d'America si calcola che funzionino da 11,000 a 20,000 cinematografi {ossia 1 per 5-8000 abitanti; vi è investito un quarto di miliardo di franchi ! ) e che 5 milioni di americani trascorrono un paio d'ore ogni sera nei cinematografi! R. B. Il cinematografo nella lotta contro la tubercolosi. - Tre anni or sono la Compagnia Edison di New York preparò una speciale film cinematografica destinata ad interessare ed educare il pubblico alla lotta contro la tubercolosi. Questa film venne preparata con la cooperazion~ e con i suggerimenti dell'Associazione nazionale per lo studio e la profilassi della tubercolosi. Fu stabilito di f~rla proiettare un poco prima delle feste natalizie, a benefizio della Croce Rossa. Molti igienisti competenti dichiararono alla prova che quel mezzo si sarebbe dimostrato inef· :ficace; d'altra parte i locatori di films ritennero che il pubblico non si sarebbe mai interessato ad una que~tione troppo scientifica e troppo morale. Invece il successo fu straordinario; la film divenne popolare; fu domandata da tutti i cine-. . matogra:fi. Dopo di allora la Compagnia Edison ha ogni anno, per il Natale, una film destinàta alla campagna antitubercolare. Quest'anno la film rappresentava un uomo il quale ricusava di dare il proprio contributo eco(25)


[.ANNO XX, FASC. 13]

IL P04ICLINICO

nomico per la erezione di un sanatorio, nella sua città di provincia. Qualche tempo dopo la figlia ammala di tubercolosi. Si deve internarla in un sanatorio di New York, strappandola alla residenza del padre. Questi ne rimane tanto impressionato che diviene un attivo propagandista dei sanatori. R. B.

CErtfll BIBLIOORAFICI (Non si rdcensise01to

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i libri Plfoenuti in dono ollo Retla1ion1).

S. SERGI. Crania Habessinia. Contributo ali' antropologia dell'Africa Orientale. 1 vol. in-8 gr. di pag. 519 e con 33 tavole e 20 figure nel testo. Roma, Ermanno Loescher & C., 1912. L . 20. Sono consegnate in questo grandioso lavoro lunghe , accurate e pazienti ricerche compiute su di una collezione di crani abissini raccolti da Schweinfurth e donati da questo valoroso naturalista a Roberto Virchow ; la famiglia del sommo anatomo-patologo tedescco volle farne un . patrimonio pubblico, affidandone la manutenzione alla Società Antropologica di Berlino. . La pubblicazione è curata a spese della Virchow-S tiftung di Berlino. L'edizione, elegantissima: è copiosamente illu• strata. B. R. R. FUSA.RI. Compendio di anatomia umana. Due vol. in~16 di pag. XIX-1168. Unione TipograficoEditrice Torinese, 1913 L. 15. Quest'opera raccoglie le lezioni dell'esimio istologo ed anatomico di Torino. È destinata a sostituire la versione italiana dei « Précis d'anatomie d~scriptive » del Testut, della quale andavamo debitori allo stesso autore. L' A. ha voluto essere breve e chiaro. Per rendere più spedjta l'esposizione ha omesso quasi del tutto la nomenclatura latina di Basilea ed ha adottato i termini italiani corrispondenti. Ha rinunziato alle figure per due motivi: le difficoltà tipografiche incontrate e, sovratutto, gli intendimenti del libro, il quale è destinato a guidare negli esercizi in camera incisoria. Temiamo che il lavoro sia troppo conciso p er lo studio esauriente dell anatomia e troppo esteso per la ripetizi\>ne; ma le sue doti di fondo ne asy. sicureranno il successo. 1

H. PIÉRON. Le problème phisiologique du sommeil. 1 vol. in-8° gr. di pag XVI-570 con figure. Paris. ~lasson & C., 1913. Frs. 10. Sul sonno er ano state pubblicate moltissime monografie, ma nessuna opera cosi completa, cosi riccamente documentata, corredata di una biblio(26) •

grafia cosi estesa. Si è certi di trovarvi, riassunte e classificate, tutte le indagini fisiologiche sul sonno ed una esposizione critica delle innumere· voli ipotesi proposte. L ' A. riassume le sue ricerche originali sulla produzione di nna tossina narcotizzante nella veglia forzata. Tratta la questione del tutto nuova del sonno nella serie animale, riferendo numerose osservazioni personali. Si occupa anche del sonno patologico e terapeutico. Non propone un'ipotesi nuova, ma tenta di fare la sintesi delle nostre cognizioni, mostrando quali vie sono sbarrate dai fatti e quali restano aperte e delineando una concezione che si accorda coi dati sperimentali acquisiti. I. T. H. RoTKY. Ueber Polymyositis acuta. Urban u _ Schwarzenberg, 1912. Mk. 2.50 . . Mancava finora una monografia completa sulla polimiosite trattata da un punto di vista moderno ed a questo ha provveduto il Rotky che oltre ad un'esposizione chiara della malattia riporta un caso suo molto interessante dal punte> di vista clinico ed anatomo-patologico. A. P. C. CALDERA. Ricerche sulla Fisiologia delle tonsille palatine. Torino, Rosenberg e Lellier, 1913.

L. 4· I/opuscolo del Caldera è interessante oltre per il corredo di osservazioni proprie anche per l'esposizione chiara della letteratura. Il merito de11 'A. è nel!' aver dimostrato in modo certo che le t onsille palatine non hanno alcuna secrezione interna come da alcuni si tende ad ammettere, m a che invece sono semplici organi linfatici privi di qualsiasi potere difensivo ·specifico. Esistono 5 tavole fuori testo. P. •

Interessantissimo Premio Straordinario per i nostri abbona ti. Oltre al premio ordinario, Compendio di Ginecologia Moderna, coloro che pagheranno subito il proprio abbonamento al « Poli~linico • per,~l 1913 e aggiungeranno LIRE UNA, riceveranno i importante pubblicazione del prof. FRANCESCO DURANTE, dal titolo:

TUBERCOLOSI ESUA CURA ABASE IODICA Appunti Anatomo-Clinici e cura della Tubercolosi coll'lodio che l'illustre autore ha voluto riservare ai nostri fedeli abbonati . Sarà un volume di formato tascabile, stampato su carta a mano ed elegantemente rilegato in tela. È di imminente pubblicazione.


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SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE. Il pensiero dell'on. Giolitti intorno alla eondotta piena. Nella seduta del 15 marzo rispondendo alla Camera dei deputati ai vari oratori che avevan.o preso fa parola nella discussione del bilancio dell'interno, il presidente delConsiglio dei ministri on. Giolitti pronunziò s1lll'argomento deÌla condotta piena e della condotta residenziale le segi1enti parole delle ·quali la cla~se medica prenderà atto, aspettando che ad esse seguano dei provvedimenti legislativi che si ispirino ai principii affermati dal capo dt;l Governo; .. a Condotta piena vuol dir questo, che il meçlico condotto cura gratuitamente tutti, ricchi e poveri.• « Credo che questo principio non possa essere accolto se non coµie eccezione rarissima, in qualche comune in cui tutti siano nelle stesse c-ondizioni ; perchè far pagare a spese comuni di tutti i contribuenti anche la cura dei ricchi, noµ mi par giusto e sarebbe d'altronde contrario all'interesse della stessa classe medica. « Abbiamo interesse che il medico condotto oltre allo stipendio del comune possa anche coli 'esercizio della sua professione crearsi una condizione economica migliore e migliorare altresi nel contempo le sue condizioni di scienza, di attività e di buon volere. « Pretendere che lo stipendio del comune inibisca al medico di farsi · pagare da chi è ricco, non mi pare principio accettabile: vi potrà essere, ripeto, qualche eccezione, ma ciò non può elevarsi ad una regola applicata con qualche larghezza ».

Ancora del servizio sanitario militare. Egregio sig. Direttore., Dal mqmento che con tanta gentilezza Ella concede ospitalità a coloro, che intendono discutere il problema riguardante le condizioni dei medici militari, mi permetta una parola, calma e serena, al riguardo. Io dichiaro, anzitutto, di non essere siato l'autore della nota lettera pubblicata nel numero 7 del suo giornale; ma a scanso di equi voci, dico subito di dividerne, in massima, le idee. In secondo luogo, non rispondo, come si dovrebbe, alJe due lettere pubblicate nel fascicolo 11 del giornale, prima per evitare che una questione d'interesse generale, per noi di tanta importanza, si converta in una questione perso· nale e poi perchè dovendo, per ragioni ovvie,

conservare l'anonimo, non potrei ribattere in·_ modo adeguato quelle frasi, che Ella çlassifica crude e che io direi imprudenti, senza essere ac· cusato di viltà, che è ben lontana dall'animo mio .. La ·q uestione va messa, secondo me, nei suoi veri termini. Il corpo sanitariò, cosi com'è, è insufficiente ai· bisogni, tanto che per una spedizione di poco più di tre divisioni, si è dovuto mobilitare-quasi per· intero. Esso, del resto, npn basta neppure per le contingenze ordinarie, tanto che il servizio va avanti. da anni a furia di ripieghi. Il Ministero a chi ha fatto rilevare l'insuffi. cienza dell'organico ha risposto, che non c'era bisogno di aumenti, perchè aveva eempre a sua disposizione i medici della Croce Rossa, quelli di complemento e della riserva, che ad un semplice invito, si sarebbero presentati per assumere il. servizio. Ora questo stato di cose non può continuare, perchè un servizio cli tanta importanza, non può più oltre essere trascurato senza chenon ne risenta un colpo la compagine dell'esercito. Noi, quindi, chiediamo la cooperazione dei · colleghi tutti, per l'equa soluzione della questione. Se il Ministero intende avvalersi dei medici della_ Croce .Rossa ne promuova pure la militarizzazione e richieda anche da loro, _ oltre agli altri requisiti, gli obblighi, che sono fatti a noi; vedrà. allora che il problema anzichè avviarsi alla soluzione, diverrà più complicato. Ma se il Ministero non intende venire ad una decisione qualsiasi, i colleghi tutti. per spirito di solidarietà non dovrebbero più dare ascolto agli inviti che il Minist~ro fa per evitare l'aumento dell'organico. 11 Ministero, è vero, ha facoltà di chiamare in _ servizio coloro che sono inquadrati nell'esercito; ma non lo fa per non spostare troppi. interessi e provocare proteste, tanto più giustificate inquantochè si tratta di aumentare l'organico per i bi· sogni ordinari. Chi senza necesc;;ità straordinarie risponde all'invito quando non è affatto in giuoco il bene della patria (perchè In tal caso i medici tutti sono pronti a sacrificare vita e interessi) fa atto di crumiraggio. Oltre all'aumento dell'organico domandiamo di essere equiparati nei rapporti dei limiti di età e delle pensioni a tutti gli altri corpi combattenti. Non si comprende difatti, come noi si debba andare incontro ai medesimi disagi ed agli stessi pericoli (i morti della campagna libica e di quelle eritree ne informino) senza avere parità di trattamento. I . capitani delle anni combattenti liqui~ (27)

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IL POLICLINICO

dano il massimo della pensione dopo trentatrè anni di servizio; mentre da noi se ne richiedono trentasei. Perchè? Si dice che il nostro limite di età è superiore, ma non si pensa, che entriamo in carriera tardi ed è, ad ogni modo, ingiustificabile una disparità di trattamento per chi vuole lasciare il servizio prima di esser raggiunto dai limiti di età. Altro punto oscuro è l' ava·n,zamento poichè non crediamo nè dignitoso, nè serio per una classe di professionisti, <'he si rispetti, una promozione a scelta, basata esclusivamente su di un esame, in cui entra molto la fortuna e la maggiore o minore facilità d'imparare delle tesi a memoria, mentre si trascurano le vere caratteristiche ed il , valore del candidato. Ma su ciò potremo tornare • • tn seguito. Questo dibattito potrebbe apparire irriverente e indisciplinato a coloro, che per interesse o per supina rassegnaziono hanno per programma : quieta non movere; ma non a noi che da anni attendiamo senza aprir bocca. L'attesa silenziosa, nella quale ci siamo chiusi, per rispetto alla disciplina, che amiamo sempre salda, lo spettacolo giornalmente offertoci di gente che ottiene vantaggi, solo q11ando fa sentire a voce alta i suoi bisogni, ci ha spinto ad uscire, anche a noi, dal ri~erbo; perché purtroppo è :vero quanto un ministro ebbe a dire in un congresso, che oggi le ~oncessioni , anchè più giuste, non si ottengono, se non si strappano. Con tutta stiml:l. Un ufficiale medico.

RISPOSTE A QUESITI E ·A DOMANDE.

(3730} Stabilità. - - Il Dott. P. S. da G. chiede conoscere se avendo egli servito come medico condotto interino per diversi anni, possa ora vantare l'acquisto della stabilità. Il medico interino, che non legittima la propria posizione con una nomina regolare a seguito di concorso, non acquista giammai diritto alla stabilità. Ella non ha, pertanto, alcuna ragione di impugnare il concorso bandito ora dal Comune per la nomina del titolare effettivo. (373 I) Donne lau,.eate in medicina. - Il Dottor Marco desidera conoscere se una donna laureata in me~icina e chirurgia possa essere nominata la titolare di una condotta comunale. Non si è dato ancora il caso, ma crediamo di no, perché il medico condotto deve prestare la propria assistenza a tutte le persone inferme, a qualunque sesso appartengano, mentre che pa(28)

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recchi potrebbero aver ritegno di palesare i propri malanni ad una donna e farsi visitare e curare dalla medesima. (3732) Cassa pensioni. - Il Dott. F. M. da C. desidera conoscere, se, essendo entrat~ in servizio nel 1897 possa essere iscritto alla Cassa di previdenza, quanti anni di servizio può riscattare, quanto deve pagare come premio del riscatto e in quanto tempo. Può iscriversi alla Cassa come medico anziano in base allo articolo 11 della legge 14 dicembre 1910. Dovrà pagai e entro un decennio il ca pitale corrisponden~e al contributo proprio ed a quello dell'ente, più glj interessi composti e le quote mutue, cioè una somnta di 5 o 6 mila lire. Potrà riscattare 15 anni di servizio. (3733) lnfortur,,i - Referto. - . Il Dott. B. M. da S. desidera conoscere se il medico che ha curato un infortunato abbia l'obbligo del referto all'autorità giudiziaria e se e da chi deve ricevere il pagamento della cura che esegue. Anche nei casi di infortunio il medico curante • ha l'obbligo del referto all'autorità giudiziaria. Ha diritto di farsi pagare dall'infortunato o dalla famiglia. (3734) Veterinari comunali - Stabilità - Supplenze. - Il Dott. A. R . 15 desidera conoscere se, e nella affermativa in forza di quale articolo di legge, i veterinari comunali acquistano la stabilità e se essi, in caso di assenza , possono essere sostituiti dallo ufficiale sanitario o dal medico condotto per la visita delle carni da macello. Il veterinario comunale, al pari del medico condotto, acquista la stabilità nel posto e nello stipendio in virtù de11 'articolo 50 del vigente testo 11nico delle leggi sanitarie. Durante le assenze del veterinario la visita dellt: carni da macello è fatta dall'ufficiale sanitario. Il medico condotto non ha alcun obbligo di sostituirlo. Il Comune dovrebbe provvedere al rimpiazzo di detto funzionario nel caso che contemporaneamente manchi anche l'ufficiale sanitario. (3735) Pensioni - Liquidazione. - Dott. G. P. da F. Le saranno computati 15 anni del servizio anteriormente prestato. Contando su 28 anni di servizio, liquiderà annue lire 1588, su cui dovrà pagare la ricchezza mobile in Tagione del 7.65 %. Nessuna pregiudiziale potrà derivare dall'aver avanzata con ritardo la relativa domanda. (3736) Condotta generale • Riduzione ed alt,o. Il Dott. N. L. da C. chiede conoscere se il Co· mune può sopprimere la condotta piena# se una seconda istituenda condotta pos99. essere desti· nata solamente agli agiati, se qualora questa seconda condotta fosse estesa agli agiati ed ai po-


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SEZIONE PRA'tICA

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veri possa essere giustificata la proposta ridu- zione della condotta possa chiedere ed ottenere, zione dello stipendio, se qualora le condotte e nella affermativa, da chi, congruo aumento ·di fossero entrambe pei poveri dovrebbe essere com- stipendio, rispondiamo che ben può ottenere' un pilato l'elenco dei poveri , se tutti coloro che aumento di ufficio, avanzando analoga domanda pagano focatico possano o debbano essere esclusi alla G. P. A . dallo elenco e se, finalmente, gli si possa revo(3739) Cura tesìoni - Infortunio . - Il Dott. G. A. care l'incarico di ufficiale sanitario per affidarlo da A . D . R . desidera conoscere se il medico ha ad altro medico condotto. diritto a ripetere le sue spettanze da colui che · Il Comune, quando speciali locali condzioni trovandosi in condizione agiata abbia prodotto non si oppongano, può ridurre la condotta ai lesione sul corpo ad individuo iscritto nello elenco • soli ,poveri con congrua predisposta riduzione e chi sia obbligato a pagate la cura di un infor-· dello stipendio del sanitario. Volendo, però, isti- tunato iscritt::> nello elenco dei poveri.. tuire una seconda condotta non può mai desti· Circa il primo caso diciamo che non si ha di-· narla al servizio esciusivo degli agiati, · perchè il ritto a compenso perchè la persona curata non servizio per costoro non riveste il carattere della è agiata ma bensì un povero avente diritto ad o0bligatorietà. Se ~e due condotte saranno. come assistenza gratuita, e circa il seconn.o non vi è è certo, limitate ai poveri, il Comune può inca- del pari diritto a compenso perchè la cura delricare anche solamente' uno dei due titolari a fare l'infortunio· va disciplinata dalle stesse norme jl servizio per gli agiati, ma però, in tal caso, che regolano la cura delle malattie ordinarie ed non è giustificato lo esonero di un incarico a Lei è perciò gratuita per coloro che sono iscritti nello conferito e per cui ha a~quistata stabilità rela- elenco dei poveri . Per le prime immediate cure tiva , cioè, fino ad eventuale soppres'3ione della deve rivolgersi all'impresario . . estensione del servizio. Si dovrà compiJare l'e· (3740) Cassa di previdenza - I scriz1:on,e. Il lenco dei poveri. Il cri terio del ruolo focatico non Dott. M. S. da T. chiede conoscere 5e egli come può intendersi come assoluto in fatto di diritto assistente dell ospedale locale con nomina proved a vere la cura gratuita. L'iscrizione nel ruolo visoria e limitata a soli dieci anni e con l'asseè una presunzione di agiatezza, che può essere gno di lire 5 perogni dodici ore di servizio , abbia distrutta da prova· contraria. Non è ammissibile . obbligo di iscriversi alla Cassa di previdenza. che si tolga a Lei l'incarico di ufficiale sanitario Nòi siamo di avviso che Ella non sia obbligata per darlo ad altro medico condotto. alla iscrizione• perchè la sua nomina è tuttora (3737) Iscrizione Cassa previde·n za - Con~roversie. interinale non essendo stata -regolarmente fatta - Il Dott. U. C. da M . assunto in condotta, si come impone lo statuto del nosocomio . Devesi iscrisse alla Cassa pensioni. Quando egli lasciò il notare che la legge sulle pensioni obbliga - alla servizio per volontaria dimissione, la condotta iscrizione solo coloro che furono regolarmente n,:>fu soppressa di fatto perché irregolarmente isti- minati. Oltre a ciò la nomina, di cui ora Ella è-tuita. Il Sindaco ha chiesto il rimborso del con- provveduta, è essenzialment= temporanea e sa-tributo pagato per quel periodo di tempo e si rebbe assurdo obbligare alla iscrizione ad una mostra disposto a restituirgli le quote anche pa- Cassa di previdenza chi indubbiamente non può gate da lui. Chiede se ciò possa farsi e quale ri- avere alcuna speranza di godere la pensione. Cremedio vi sia_ per lenire il danno che gliene de- diamo opportuno che Ella ricorra al Prefetto • nva. della Pi:ovincia per la soluzione del caso, inteso Noi crediamo che l'istanza del Comune diretta il Consiglio di Prefettura, ai sensi dello articolo • ad ottenere la retrocessione dei contributi paga~i 40 del regolamento 9 marzo 1899 n. 21. non possa essere accolta perchè la condotta in (3741) Stabilità - Congedo . .:__ Il Dott. X 7756 quel t~mpo era regolarmente istituita e funzio- chiede conoscere se essendo interino da nove nava. La irregolarità fu riconosciuta dopo, e mesi acquisti la stabilità dopo due anni o prima, quando essa era già di fatto cessata per effetto se essendo interino abbia diritto a congedo e delle dimissioni del sanitario. A vendo essa quindi se questo possa, in ogni caso, essere preso anche funzionato con credenza di piena regolarità, ed al principio dell'anno. ' in buona fede, la cessazione si avvera cx nunc, · Ella diventa virtualmente stabile 11 mesi dopo cioè mantenendosi salde e ferme tutte le obbli- la nomina per concorso e diventerà effettivaganze assunte. Epperò i contributi sono stati mente tale, dopo altri 14 mesi, giacchè il periodo. bene pagati ed Ella non · perde agli effetti della di interinato si calcola nel biennio di prova per pensione l'anno e mezzo di servizio prestato. chi ottenga nomina in base a concorso. Per re: (3738) Aumento di stipendio di utfic'i o. - Al gola l'interino non ha diritto al congedo. Questo Dott. F. D. da C . M. che chiede conoscere se si può prendere sempre che se ne abbia bisogno e per avvenuto successivo aumento della circoscri- le condizioni sanitarie locali Io permettano. o al 1

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-principio o alla fine od anche nel corso dell'anno. (3742) Armadii farmaceutici. - Il Dott.L.G.P. da M. 9408 desidera conoscer e se nell'armadio farmaceutico si pcssano inC'ludere altri medicinali, oltre quelli permessi dalla farmacopea u:ffi-ciale del Regno. Si ...oos~ono includere altri medicamenti, ma occorre la preventiva autorizzazione del Ministero ·dell'Interno. (3743) OdontoiatYia - Ordine sanitario. - Il Dott. Osp. M. S. C. da M. P. desidera conoscere .se un medico chirurgo specializzato ed esercente la odontoiatria sia opbligato ad iscriversi alrOr· -dine d ei sanitarii. Anche il medico chirurgo specialista in odontoiatria ha l'obbligo di iscriversi all,Ordine. (3745) Ufficiale sanitar1:0 f'ratello di ·un farmacista. - I ncomt-·atibilità. - Al Dott. E. C. da R. che desidera conoscere qualche massima di giurisprudenza che stabilisca tale incompatibilità indichia mo quella del Con~iglio di Stato del 27 ottobre 1910 Comune di Firmo e quella del Con·siglio medesimo dell'8 ottobre 1909 Comune di Bonaci. (3746) Pension4 - Interi·n ate. - Il Dott. P. P. .(la T. desidera conoscere .se il periodo di interinato gli ~arà computato in quello necessario per -0ttenere la pensione di riposo. . Il periodo di interinato vale pel raggiungimento del diritto a pensione n elle forme e ne' modi che saranno determinati nel regolamento, .che non fu però ancora pubblicato. (3747) Concorso - Revoca del bando. - Il Dott. C.C. da R. chiede conoscere se possa essere revocato un bando di concorso in cui non è ancora sca· duto il termine e non vi è alcun concorrente. Il Comune ha sempre facoltà di revocare le proprie àeliberazioni purchè non si violino diritti di terzi. In materia di concorso è ormai prin.. cipio assodat o che n on esistono òiritti dj parte dei varii concorrenti che a concorso esplet ato ed a gradua toria fatta. Sicchè fino a che non si ~hiude jl concorso e n on si espleta la relativa. graduatoria può sempre essere revocato il bando e la consiliare de1iberazione che ne ordinò la pubblicazione. Nel caso poi è tanto più ammissibile la revoca in quanto non esist e alcun concorrente. (3749) Ufficiale sanitar'ÌO menibro della Cong-re{!azione di Carità - Zio 1naterno di /aY1nacista - Medicinali ai poveri. I l Dott. Caio desidera conoscere se l'ufficiale sanitario può essere membro della Congregazione di Carità, se un zio del farmacista fornitore a detta Opera Pia possa ec;serne del pari me1nbro e se sia obbligato a fornire e riparare le siringhe per le iniezioni ipodermiche di siero. I~'ufficiale sanitario. come ha in più riscontri ri(30)

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tenuto la giurisprudenza non può essere membro della Congregazione di Carità. Lo zio del farmacista fornitore della Congregazione può far parte di detta Opera Pia ma deve astenersi dallo intervenire alle adunanze in cui si liquidano le relative parcelle di fornitura. Se la siringa fu acquistata dal Comune ad esso ne spetta la riparazione per renderla adatta all'uso. Però l'acquisto di una siringa spetta di ·ordinario al medico come quello di qualsiasi altro strumento chirurgico. ( 37.'iO) S tipendii - I' ag amento .-Il Dott. F. lVI. da di S. C. chiede conoscere che cosa debba fare per ottenere il pagamento dello stipendio da] momento che l'esattore si rifiuta per mancanza dj bilancio. La ragione delr esattore non è attendibile perchè le spese fisse, come quella del medico, si pagano anche senza bilancio. L'esattore poi non può assolutamente rifiutarsi per gli stipendi dell'anno scorso. Doctor JUSTITIA. •

Condotte e Concorsi. AMATRICE (Aquila). - 4 condotte piene, obbl . cavale. ; L. 3700 ciasc. oltre L. 250 per l'eletto ad uff. san. Scad. 1 I aprile. ANDORA (Genova). - L. :~ooo, cura piena. Scade 6 aprile. AQUILA. Manicomio della Provincia. Direttore; L. 5000 e 3 sessenni. Rivolgersi alla Segreteria della Deputazione Provinciale. Scad. 15 aprile . * BRUNO (Alessandria). - Condotta; L. 3000 e 3 sessenni; per la generalità. Scad . 15 aprile. CASALE SUL SILE (Treviso). - Condotta; L. 356o pei poveri; libera per gli abbienti. Scad. 8 aprile. CASTIGLIONE DEL PESCAIA (Grosseto ). - Due condotte piene; L. 3000 lorde ciascuna, 2 sessenni e L. 200 per arm. farn1 ., locale a carico del Comune o L. 50 di indennità. Non vi è obbligo cav. Scad. 12 aprile. CASTIGLIONE D'ORCIA (S iena) . - Tre condotte; L. 3000 lorde; L. 700 p er obbl. cav.; L. 0.50 per ogni visit a oltre un km. dalla r esidenza, a carico dei cittadini ; due sessenni. ; L. 500 annue alla prima condotta per le mansioni di uff. san .; altri proventi. Scad. un mese dal 16 marzo. CASTIONS DI STRADA (udine). - Condotta libera pei poveri ; L. 3000, un quinto dopo 2 anni e 2 sessenni del decimo; L. 200 se uff. san.; L. 600 per jndennità mezzi trasp. Scad. 7 apr. * CHIOGGIA (Venezia). - Condotta per il rione Duomo ; L . 2500 e 3 sesc;enni. Scad. 7 aprile. CIANO D:ENZA (Reggio Emiiia). - Condotta pei poveri ; L. 4 000 . Scad . 15 aprile. * CORDENONS (Udine ). - Condotta piena pel 2 ° riparto; I , . 4500 e 2 sesc;enni oltre alloggio. Scacl . 3 aprile .


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SEZIONE PRATICA

*TRESIVIO (Sondrio). - A tutto il venti aprile CORTENO (Brescia). - Condotta piena consorziale <!on Santicolo; L. 4500 aument., L 100 quale concorso alla condotta piena di Pendolasco. Sti .. uff. san. e L. 400 in caso di rinunzia al mese di pendio L. 4.000 nette da R. M., compreso assegno di Ufficiale Sanitario, con tre sessenni . licenza. Scad. 3 I marzo. VENEZIA.R. ScuolaOstetYica. Assistente; L. 1500; * FOLIGNO (Perugia). - Cinque condotte; per tre L. 4500, per una L. 4200, per una L. 3650. Do- 21 -35 anni . laurea in medicina e 3 anni di pra· mande separate. Età limite 40 anni. Chiedere tica come assistente effettivo presso clinica ostel'annunzio. Scad. 10 aprile. trico ginecologica . o in urla scuola ostetrica paGIUNGANO (Salerno). - Condotta per la gene- reggiata. Rivolgersi al Rettore della R. UniverTalità: lorde 2500, età non superiore agli anni 40; sità di Padova. Scad. 15 aprile. popolazione agglomerata 920 ab, Scad. 5 apr. VILLAMAR (Cagliari).- Condotta piena; L.3256 * GRAFFIGNANO (Roma). - Condotta ; L. 3500 lorde, abjtanti 2258. Scad. 10 aprile. VILLAMINOZZO (Reggio Emilia). - Condotta pei pei poveri, L. 200 per gli abbienti, lorde; tre ses· poveri; L. 3000 lorde, L. 1000 per cavale. e L. 100 senni; L. 200 quale uff. san., L. 200 per l'arm. farm. per arm. farm.; non più di 45 anni, s. e. r. Scad. Ab. 1200 circa. Scad. un mese dal ?.o marzo. * GRIZzANA(Bologna). - Prima condotta; I J. 4200; 15 aprile. cura oiena. obbl. cav. ; 3sessennidi L. 3oociasc. Vo~TIDO (Cremona). Condotta ; L. 3000 nette Scad. - 9 aprile. e 3 sessenni, L. 100 quale uff. san. Età massima LUMEZZANE PIEVE (Bresci'a). - Condotta piena; 40 anni s. e. r. Scad. 10 aprile. L. 4000 lorde, più 100 come uff. san. ; 2 sessenni ; Il comune di Monte S. Maria Tiber!na cerca esonero cav. Ab. 2340. Scad. 30 aprile. interino medico per la condotta della frazione di MESTRE (Venezia). - Ospitaie Civile. Medico Lippiano. amena collina a 400 metri sul livello del mare. chirurgo assistente. Rivolgersi alla Segreteria. Gli aspiranti potranno scrivere le loro pretese MOLINELLA (Bologna). - Due condotte pei soli al Municipio. poveri; L. 4000. Scade 10 aprile. L'interino avrà l'alloggio gratuito e sarà pre* MoNTONl~ (Pefugia). - Condotta; L. 4000 com- ferito nell'eventuale concorso. presovi compenso uff. san.; 2 sessenni; non più Medico-chirurgo, disponibile prossimo me~e per assumere interinato. Offerte V. C., Castello delle di 40 anni . Scad. 30 aprile. * NARNI (Perugia). -Due condotte; L . 2400 pei Forme (Perugia), « fermo posta » . poveri, con 3 decimi , L. 8oo per gli abbienti, Sono segnati con un a sterisco • i concorsi che ci risultano dit· L. 750 obbl. cav., L. roo se arm. farm. Scadenza fidati dalle sjngole Associazioni Sanitarie professionali. Sono 5egnati con due ast erischi •• i concorsi ché." ci risultano 5 aprile. boicottati dalla F ederazione qelle Associazioni Sanitarie Italia ne * NERVESA (Treviso). - Condotta libera; L. 3700. Scad. ro aprile. Diffide e boicotaggi. . PATERNO DI ANCONA (Ancona) . - Condotta, Nuove diffide sanzionate: Fratta di Todi (PeL. 3200 pei poveri, L. 300 per gli abbienti, L.200 quale uff. san. e 3 sessenni su L. 3200; L. 700 rugia), Bagnacavallo (per Traversara] (Ravenna), Breme (Pavia). Benti voglio, Porretta, Camugnano, per cavale. obbl. Scad. 5 aprile. Grizzana, Granaglione e Castiglione dei Pepoli PETIII,ENGO (N.ovMa). - Condotta con Selve (Bologna), Sarnano (Macerata), Ancona [per VaMareme; L. 1750 (in corso d'approvazione) per rano] e San Marcello (Ancona), Peglio, Rocca· 285 poveri incirca. Ab. 2365. Scad. 7 apr. massima e Sgurgola (Roma) . Gottolengo (Btescia). Conferma di diffide: Alb'ino (Bergamo) , Cor- . ROMA Ministero della Marina. - 20 tenenti denons (Udine), Castelfranco di Sopra (Arezzo). medici; età massima 30 anni. Scad. 20 aprile. Revoca di diffide: Molinella (Bologna), Nervesa Gli esami cominceranno il 5 maggio. e Spresiano (Treviso). ROMA - Pio Isti tuto di S. Spirito ed Ospedali riuniti di Roma. Concorso per 40 posti di . assistente medico-chirurgo. Chiedere annunzio alla Si vende a prezzo di favore, in blocco o a pezzi segreteria. L. 20 di tassa d'esame. Scadenza ore 12 stacca ti , l'armamentario chirurgi~o di un defunto del 25 aprile. collega. Strumenti nuovissimi. \l isibili la mattina RONDISSONE(Torino) . - Condotta piena ; L. 3000 fino alle II, la sera dopo le 1 8 , a via Carlo Alberto n. 18, int 9, Roma . Le condizioni di v~n · nette. Scad. 5 aprile. · dita possono ottenersi anche per corrispondenza, SANT' ANGELO DI LOMELLINA (Pavia). - Con- rivolgendosi al Dottor Anselmo Osti, via Voldotta piena; L . 3250 lorde, aument. , L. 100 quale turno, 7, Roma. uff. san. ed a lloggio. Ab. 1400. Scad. 8 aprile. * SASSOCORVARO (Pesaro Urbino). - za. condotta piena ; L. 4000 lorde ed un quinquennio del decimo oltre L. 35 per asc;icuraziont-, obbligo Nomine, promozioni e onorifieenze. sostituzione con l'altro medico pel mese di con· GEN0\7-~. Il dott. S!lvestrini Luigi è nomig~do con metà dello stipendio a carico del Co-nato assistente nella clinica chirurgica. mune; obbl. cavale. Scad. 10 aprile. SIENA. - Sono abilitati alla libera docenza i STAITI (Reggio Calabria). - Condotta piena; L. 3000 lorde e L. 200 per supplenza mese con- dottori : Nassetti Francesco in patologia specia lt chirurgica, lVIori Nello in batteriologia. gedo o rinunzia. Scad. 5 aprile. (31) I

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LETTERE DA PARIGI ' I n augu'Yazione del ·n uovo ospedale della P ietà. Della trentina di ospedali che Parigi racchiude nel cercl1io della sua cinta fortificata, non con• • tando 1n questo numero i molti asili per cronici della « banlieue », pochissimi sono moderni quale l'ospedale Boucicaut, il nuovo Cochin, non ancora inaugurato. i padiglioni per i tubercolosi dell'ospedale Laennec, bene inferiori al Sanatorio l1'mberto I, di Roma, e, da ieri soltanto, questa nuova « Pitié ~ . L'antica presso il Jardin des Flan· tes » era assolutamente inadatta a subire una trasformazione moderna. Cosi è stato fabbricato il nuovo ospedale cui si è voluto conservare il nome di Pitié a vecchia come l'umanità », ha detto il direttore dell'assistenza pubblica, l'illustre Mesureur, « uguale in tutte le credenze religiose, e nel cuore di tutti gli uomini, espressione dolorosa della solidarietà, eterna, perchè si rivolge verso tutti i dolori ». Il nuovo ospedale, che il neù·presidente della Repubblica ha tenuto a percorrere da capo a fondo, è diviso in due da un !argo viale centrale della lunghezza di mezzo chilometro, i padiglioni sono costruiti su tre piani, capaci in tutto di 960 letti. La sezione di medicina è disposta a forma di H, la linea orizzontale riservata ai servizi generali; i servizi di chirurgia, meno estesi sono disposti nel fondo ; naturalmente esistono delle . . sezioni a parte per l'isolamento e per i malati di chirurgia settici. L'ospedale comprende inoltre una maternità, composta di 85 letti, padiglioni di alloggio per il personale (in cui le infermiere hanno a loro disposizione sale di convegno munite di piano· forte), vaste cucine, e corridoi sotterranei di comunicazione. Possiede anche un anfiteatro per le lezioni. I clinici di Parigi sono in genere malcontenti di essere costretti ad impartire le loro lezioni in antichi e insufficienti locali. Essi invidiano il Policlinico di Roma . Nelle varie visite fatte da Baccelli ai più grandi clinici esso udiva sempre ripetere le stesse parole: u Potessimo, come voi , div enire Ministri della Pubblica Istrttzfone per il tempo sufficiente a far arrivare in porto un progetto cli legge che ci desse un Policlinico come voi avete a Roma t » Ma per dotare una capitale di una istituzione grandiosa come il Policlinico, non basta essere ministro dell'istruzione , bisogna chiamarsi anche G uido Baccelli. I)

.-1. favore deg li orfat•i e vedove dei niedici 1nilitari fran cesi m Ot'ti pey epidenii e. - I deputati Peyrox. I.e b lond et Denais hanno presentato alla Camera dei Deputati un p rogetto d i legge cosi compilato: (32)

Articolo unico: Le vedove e gli orfani dei medici militari morti in seguito a una malattia epidemica o contagiosa, contratta durante il servi· zio d'ospedale o d'ambulanza, bene:ficieranno delle stesse pensioni e soccorsi accordati quando la morte ha luogo per ca usà di servizio in guerra. I proponenti fanno precedere il testo della legge da considerazioni assai importanti. Essi osservano che il servizio della medicina militare in Francia attraversa una crisi gravissima. I rr:edici sono assai inferiori al bisogno. Infatti diminuisce il numero degli allievi delle scuole di medicina militare [Lyon et Paris (Val de Grace)] e i medici militari abbandonano prestissimo la carriera. Tale crisi ha delle cause materiali, morali e professionali. Una di queste è l'insufficienza delle pensioni delle vedove quando i ·m ariti muoiono vittime del dovere. I proponenti considerano che il medico militare che muore in seguito a una malattia infettiva contratta in servizio, è uguale alla vittima che cade sul campo di battaglia. Me todo nuovo pe1 la cura della scoliosi. - N ella sezione medica del Congresso internazionale di educazione fisica che si tiene in questo momento a Parigi. il dott. Abbott ,di Portland (America) ha fatto una comunicazione che ha sollevato molto rumore tra gli ortopedici convenuti a questo importantissimo Congresso. Come è ben noto la scoliosi è una deforn1azioue comune al 10 % almeno dei fanciulli e dei giovani, che, fino ad oggi , in gran parte sfuggivano all'intervento chirurgico, cosicchè la scoliosi era detta: l'obbrobrio della chirurgia. Il dott. Abbott parte dal principio che non è sufficiente la correzione del difetto, ma che per"' riportare il tronco nella posizione normale è necessario di ipeYco-rregge.,e il difetto. Per ottenere questo egli colloca i suoi malati su di una amaca sospesa in un telaio di ferro e a mezzo di differenti fascie di tela che tirano verso l'alto o verso il basso, dispone l'infermo in una posizione tale da imprimergli il difetto opposto. Se ad esempio la spalla sinistra è alzata e rotata verso l'esterno sarà la spalla destra che si trova obbligata a prendere tale posizione e non semplicemente la spalla sinistra portata in posizione normale. Quando la correzione è ottenuta a mezzo di stri. scie di tela che tengono sollevate o abbassate le membra, il tronco o il bacino, il dott. Abbott applica immediatamente un apparecchio ingessato che mantiene il malato in questa attitudine. Tale apparecchio è disposto in modo da presentare una larghissima e vasta :finestra dalla parte opposta alla deviazione, mentre dalla parte della deviazione esistono due piccole fessure a distanza con· veniente, nelle quali si introducono delle striscie


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di feltro sovrapposte, allo scopo di tenere compressa e allontanata dall'apparecchio la regione deformata che si trova invece compressa e spinta verso la parte opposta, ove esiste la larga finestra dell'apparecchio. Il metodo dell'Abbott presenta il grande vantaggio di esercitare sulla regione deforme una pressione attiva, col soccorso della forza respiratoria , mentrè le articolazioni della colonna non si trovano in posizione da formare un sistema rigido e quindi nelle migliori deile condizioni per poter subire l'ipercorrezione. Dopo quattro mesi di cura l'apparecchio è tolto e sostituito da un corsetto, tenuto in posto pe.t altri quattro mesi, durante i quali l'ipercorrezione passa lentamente a una correzione normale: la cura è completata da un trattamento ginnastico. In tal modo si ottiene di guarire perfettamente la deformità, cosi diffusa e comune, dovuta alle deviazioni abnormi della colonna vertebrale. Il celebre dott. Calot di Parigi si mostra asso· lutamente entusiasta di questo nuovo metodo dell' Abbott, come pure alcuni fra i più noti ortopedici di Berlino. « Molti medici sono ancora scettici, dice Calot, ma io che ho esperimentato il metodo, posso testimoniare in suo favore e affermare che grazie a esso la prognosi delle scoliosi ribelli sarà completamente cambiata ». Parigi, 22 marzo 1913. Dott. Gon.

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ATTI PARLAMENTAR. La sanità pubblica in sede di bilancio. Dopo le dichiarazioni del Presidente del Con(v. fase. precedente) si è passato alla discussione degli ordini del giorno. L'on. ly.1argaria presenta un ordine del giorno che suona cosi: « La Camera fa voti che, nell'interesse delle finanze comunali, siano meglio disciplinate le spese di spedalità degli infermi poveri, si provveda a lla preparazione, a mezzo di laboratorio di Stato, dei sieri preventivi e curativi contro le !:!~alattie e, con opportune istruzioni alla profilassi delle epizoozie ed in ultimo a meglio conciliare gli interessi dei Consorzi comunali nella nomina dei sanitari n • J /on. Margaria fa rilevare l' aumento enorme tlelle spese di spedalità e prega il ministro dell'interno di disciplinarle nel senso d'invitare gli ospedali a stabilire una retta, se non t1niforme, in ogni caso mite, che rappresenti unicamente il corrispettivo della spesa effettiva sopportata per il ricoveto dei malati. Quanto alla preparazione dei sieri e vaccini, 1'0. si compiace che l'on. presidente del Consiglio abbia promesso che studierà l'argomento. Questo è d'importanza capitale perchè, mentre in passato la preparazione della linfa vaccinica era fatta dallo Stato che la distribuiva ai comuni, oggi la

provvista è fatta dalle provincie e rappresenta per esse un aggravio. Non solo. ma spesso la linfa è alquanto scadente. tanto che spesso si vedono preferiti i prodotti esteri a quelli nazionali. Plaude quindi alla iniziativa dell'on. presidente del Con· siglio di fare studiare la questione in modo che la preparazione possa essere fatta dai laboratori . di Stato. sia p er avere in proposito una maggiore garanzia, sia per poter distribuire i sieri con una spesa inferiore ai comuni e specialmente alle • opere pte. Circa la nomina dei medici e dei veterinari consorziali 1'0. invoca dall'on. presidente del Consiglio una modificazione all'art. 30 della legge •27 aprile 191 r, cosicchè venga stabilito che i rappresentanti dei consorzi siano , numericamente commisurati al contributo che ciascun comune presta al bilancio dei consorzi. L'on. Patrizi presenta il seguente ordine del • giorno: « La Camera, pure rilevando l'utile applicazione della legge del 1903 sulla prevenzione e la cura della pellagra; mentre 1' apposita Commi ssione e gli scienziati con fervido desiderio di ve· rità fanno ricerche sull'eziologia del triste morbo da potere condurre ad una profilassi diretta casuale; dato il triplice aspetto del problema. medico, agrario, sociale , e l'importanza innegabile che per la sua solu·zione ha il sistema di vita delle classi rurali; fa voti percbè siano assicurate a tali classi migliori condizioni di vita anche eventualmente con la diminuzione dei pesi tributari che gravano sugli umili, procurando altresi maggiore produzione del suolo onde i lavoratori dei campi abbiano cibo sano e sufficiente JI . L'on. Patrizi osserva che, mentre gli scienziati studiano, l'esperienza rivela che la pellagra sopratutto dipende da insufficienza, oltre che da cattiva qualità . dell'alimentazione, p~r cui quanto più . copiosi saranno i prodotti del suolo. tanto più potranno gli agricoltori concedersi sano e bastante vitto, che è il mezzo più sicuro per vincere gli assalti del triste morbo che ne insidia l~ vita o n e diminuisce' l 'opera feconda. . L ' on. Coris presenta il seguente ordine del giorno: « La Camera . convinta che il fenomeno della malaria è suscettivo d i essere combattuto effica· cemente, purchè lo sforzo sia adeguato. cosi da farlo scomparire e ridurlo ad essere fenomeno sporadico di minima importanza sociale; facendo plauso alle iniziative prese dal Governo in varie regioni d 'Italia, lo invita a intensificare ancora la lotta contro la malaria con provvedimenti e spese eccezionali, si da liberare tutto il paese, come già avvenne per talune regioni, da un danno evitabile che tuttora colpisce una grande massa di lavoratori meritevoli di speciale riguardo e insieme preziose sorgenti della nostra ricchezza nazionale ». L'O. osserva che la campagna condotta dal Governo recentemente in Sardegna (ne è dato conto in una pregevole monografia del prof. Lustig che di quella campagna insieme al professor Sciavo fu direttore) ha indicato già quali ottimi risultati si possa110 ottenere quando una sapiente direzione disponga di mezzi sufficienti, e nelle forze locali trovi la corresponsione adeguata. L'O. ricorda ancora che nel Basso Veronese fu iniziata con successo, recentemente, una campagna per iniziativa del Comitato antimalarico veronese, il (33)

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quale largamente appoggiato dal Governo. anche con rilevanti mezzi finanziari, ha condotto già a risultati pratici assai importanti, che sono n oti al Governo. Perciò vivame11te raccomanda che, dopo il primo sfor zo che il Governo ha compiuto nella Sardegna . nel T-4azio e nel lVIezzogiorno, con speciali provvidenze destinate alla lotta contro la malaria, non voglia arrestarsi, ma prosegua anche negli anni venturi, destinandovi maggiori mezzi. L'on. Giolitti risponde ai vari oratori. L'on. l\t1argaria, egli dice, si lamenta che le spese di sped:ilità in alcuni luoghi siano gravi e che i comuni debbano pagare delle quote in misura variabile. Ma la spedalità e il rimborso delle spese sost enute per coloro che sono ricoverati nell' ospedale devono essere fatte dai comuni, ai quali il malato povero appartiene. Ora c'è una grande d ifferenza di spese tra ospedale e ospedale. Per esempio a Roma la quota è di lire sei al giorno. È una esagerazione, ma è cosi! A Genova. come diceva l'on. Margaria, le quote sono di circa 4 lire, ma in entrambi i casi sono spese reali ed effettive. Ora, poichè per questo titolo la spesa ricade a carico del comune, non c'è rjmedio; bi$ogna che il comune paghi, altrimenti come l'ospedale provvederebbe ai servizi. se dovesse mantenere non solo i malati per cui è istituito, ma anche i malati degli altri comt1ni. senza averne il rimborso? È questione di giustizia. Si potrà vedere che non ci siano abusi. ma che si rimborsi la spesa effettiva è ese<'uzione di leg~e. I/on. Giolitti promette poi di esaminare se possa evitarsi che due o tre comuni piccoli, in consorzio con un comune grande. lo soprafiaieciano; ma non vorrebbe cascare nell'altro eccesso, che il comune grande soprafiaccia il comune piccolo. È questione che egli intende studiare con tutta la buona volontà di trovare una conclusione, ma prega l'on. Margaria di non insistere nel suo ordine del giorno. i\.ll'on. Patrizi, che raccomanda in modo speciale la cura della pellagra , r icorda che questa malattia, fortunatamente, con l'applicazione delle leggi votate dal Parlamento, è diminuita di molto, tanto che mentre prima le morti per pellagra erano di 135 ali' anno per ogni milione di abitanti, ora sono ridotte a sole 38. Tuttavja l'Amministrazione della sanità proseguirà attivamente a combattere questa triste malattia. -~ll 'on . Coris assicura che la Direzione di sanità si occ11pa intensamente della lotta contro la malaria, perchè questa è una delle cause dell'indebolimento della r azza e dell' impoverimento economico di molte provincie ; si può esser certi che in questa lotta il ~Iinistero dell'Interno adoprerà tutti i mezzi che sono a sua disposizione.

11 fascicolo di marzo 1913 d~lla noswa Sezione Cbil'urgica contiene i seguenti lavOf'i: I. Prof. Glo•annl Pt rez - Sulle cosiddette dst1 II. Dott. Nlcola LeoUa -

~e

os~e e.

obliterazioni d ei v asi

mcs~teria li.

III. Prof. ~I &o M irnl - Due casi dl neuro-tibro-sarcomatosl n1ulilpla, periferica.

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(ANNO

XX, FASC. 13)

NOTIZIE DIVERSE IV Congresso Nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali). Riportiamo i titoli di alcune comunicazioni annunziate alla segreteria (vedi fase. 12). • Dalla Clinica delle malattie professionali di Miìano : • « .S?-lla. valuta~ione d~llo stato del cuor~ negli 1nd1v1dw che s1 applicano a lavori faticosi ,, . L . Devoto. « I dati più salienti della Clinica del lavoronel suo 3° anno di vita ». Id. « Progetto di una Cassa nazionale di assicurazione contro le malattie per gli appartenenti ad una professione (arti grafiche)». L. Devoto e L. Carozzt. « Contributo alla conoscenza del saturnismocronico (lesioni del cuore e del sistema endocrino) ». D. Cesa-Bianchi. Osservazioni sul comportamento dei pellagrosi e dei mangiatori di granturco di fronte aglt estratti di mais • . Id. « Le alterazioni delle capsule surrenali nel saturnismo ». G. Bezzola. « Il contegno dell'acido urico nel saturnismocronico •. L. Preti. • Relazioni meningee in talune intossicazioni croniche ». P. Boveri. « Ematologia e comportatnento del midollo osseonell'avvelenamento da anidride carbonica o . M. Cio• • (l

Vln1.

Osservazioni sul contegno del CO!) nell'asfissia, nel digiuno, e nella rialimentazione •. Id. « L'azione, i'n vitt'o, sul biossido di carbonio dei polinucleati e dei linfociti, confrontata con quella dei globuli rossi ». Id. · « Le sostanze volatili delle vernici ad olio • · N. Monti. « Le spondiliti di origine professionale ». F. Pe• russta. cc Azione del manganese sull'autolisi epatica ». L . B ellazzi. « Le alterazioni della secrezione gastrica nella colica sa turnina ». G. -~llievi . « La parotite sa turn ina ,, . Id. « La pressione arteriosa nella colica sa turnina ». G. Nisticò. « Anomalia nella distrib11zione dell'eritema pelJagroso ». P . Amaglio. e<

Il nuovo Ospedale Civile di Lecce. E' stato solennemente inaugurato il 25 corr .. dal sottosegretario di Stato on. Falcioni. Alla cerimonia assistettero gli on. Dentice, Pellegrino. Fumarola. Chimienti: Frasso, Di Palma, Tamburini e molte autorità. L'on. Sala, presidente della Congregazione di Carità, fece la storia dell'istituto. Parlò poi il direttore del nosocomio dott. Pomarico. Pronunziò infine un magnifico discorso l'on. Falcioni, il quale rilevò il carattere sociale della odierna beneficenza, in quanto che questa tende alla intensificazione e moltiplicazione delle energie umane. Il vescovo Trama benedisse i locali. mentre l'onorevole Falcioni visita va le corsie soffermandosi ai letti degli ammalati. Il nostro plauso cordiale alla civile città ch'è decoro e vanto delle Puglie.


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FASC.

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SEZIONE PRATICA

Corso di perfezionamento. Il corso delle lezioni per i medici condotti jndetto dall'Accademia per le Scienze mediche e naturali di Ferrara avrà quest'anno un indirizzo spiccatamente pratico. Le lezioni saranno tenute ogni lùnedi in numero di due, nei mesi di aprile , maggio e giugno. Per il programma e l'orario rivolgersi al Segretario dell'Accademia, dott. Gaetano Boscbi. La tassa di iscrizione è fissata in lire 10. da pagarsi al cassiere dell'Accademia, dott. Umberto Ravenna , all'atto della iscrizione. Viaggia di studi medici. Il XIII Viaggio di studi medici alle ' stazioni idrominerali e climatiche clella Francia è organiz· zato dal 25 agosto al 6 settembre, sotto la pre· sidenza effettiva del prof. Landot1zy. Compren· derà le stazioni del sud-ovest. Parecchie borse di viaggio sono sta te offerte da Società di acque minerali e aal prof. Henrot. Per le informazioni rivolgersi al dott. Carron de la Carrière, 2 Rue Lincoln, ovvero al dott Jouast, 4, Rue Prédéric ' Bastiat, Paris. Nuovi giornali. I progressi della medicina sono in gran parte dipendenti dalla rapidità con cui i nuovi acquisti scientifici e clinici vengono portati a conoscenza dei medi ci cui possono interessare. Se non che, le osservazioni e le ricerche si susseguono con alacrità strarodinaria in tutti i paesi civili e riesce oltremodo disagevole seguirli. Da ciò l'utilità dei e1 Zentralblatter » creati in Germania: essi hanno per scopo di rispecchiarle fedelmente, compiutamente, rapidamente i progressi compiuti 1n un singolo campo. Due nuovi organi del genere cominciano ora a vedere la luce coi tipi dell'editore Julius Springer di Berlino. Il .Zentralblatt fu'f di'e gesamte Chirurgie ù1;d i'hre Grenzgebiete sarà diretto dai pro:ff. Bier, v. Eiselsberg, Hildebrand, Kobler, Kiister, de Quervain e Schmieden e redatto dal dott. C. Franz (Berlin, W. 9, Link-Str 23 / 24 ). Il Zentratbtatt fur die gesamt~ Gynaekotogie und Geburtshitfe sowie deren Grenzgebiete sarà diretto dai proff. Beuttner.' Doderlein, Jung, Kronig, Menge, Pankow, Wertheim e Zang~meister e redatto· da E. Runge e \V. Zangeme1ster (Marburg) . Tutt'e due queste pubblicazioni saranno ordi· nate per materia. La prima di es,~e accoglierà anche note preventive e riviste generali. Auguri. Onoriflcenza. Il Console generale d'Italia a Fiume. conte Cac · eia Dominioni, ha rimesso all'on. dott. Antonio Grossich la commeJ:da della Corcna d'Italia, decreta tagli dal Governo del Regno in segno di riconoscimento, di premio e di ammirazione per la scoperta onde il nome dell'illustre italiano si ri· collega ormai a una delle più chiare e benefiche pagine ètella scienza. Dice La Voce del Popolo di Fiume in un lungo articolo consacrato all'eminente operatore in occasione di questa alta onorificenza: a Nel dott. Antonio Grossich non fu premiato soltanto lo scienziato, che nella generosa lotta contro ogni forma del male, ha trovato, traverso

anni di studi e di esperienze genialissime, un'ar· ma efficacissima il cui uso ba reso e rende all'umanità servigi inestimabili; 1na fu premiato. eziendio l'uomo integro, il cittadino chiarissimo,. il gentiluomo leale ». . Le preparatrici nei laboratori scientifici in Ger• manta. Durante questi ultimi anni nume~ose donne· sono sta~e assunte nei Jaboratorii pubblici e privati della Germania qua1i preparatori (assistenti non. qualificati). Esse coadiuvano il corpo assistente nei lavori m~nuali come la preparazione delle sostanze coloranti, la colorazione, le sezioni al microtomo, gli esami microscopici e chimici, l'allestimento di colture batteriche, eco. Sono già divenute così numeroc:;e durante gli ultimi due anni, da ritenere opportuno di costi~ tuirsi in Associazione, la '!uale ha per uopo di tutelare i loro interessi economici e la loro dignità. Queste assistenti mancano quasi tutte di pre-parazione scientifica e tecnica. D'altra parte il personale scientifico dei laboratori intende mantenerle in una posizione subordinata: per modo. che si disinteressa di fornire loro più che una co· noscenza superficiale delle operazioni tecniche chesi richiedono da esse. In questi giorni si è però costituita a Jena una scuola per impartire un insegnarnento preliminare alle preparatrici. Essa èin rapporto con gl'istituti d'igiene e di farmaeologia di quella università. E' diretta da Gartnere Jonka. Il corso avrà la durata cli un anno ecomprenderà lezioni teoriche ed esercizi pratici di biologia generale, anatomia, fisiologia , batteriologia e igiene; nelle ultime settimane del corsoverrà impartito un insegname11to specializzato su di un ramo a scelta. Nella pienezza delle forze è stato abbattuto da}~ male il prof. Federico Garlanda. · Fu un uomo di straordi11aria e sana operosità. L'azione fu la vera ·essenza della sua natura eper 1ui era la vit::i. . . . . . Vincendo gretti pre~1.u~1~1 .seppe a~soc~a~e at profondi studi lettera.rt 1n1z1~t1ve amnur~vo!i .nel_ campo editoriale e industriale. La sua rivis ta Miner;;a giovò a dischiudere agl'italiani i larghi orizzonti di altri popoli. Anche la M?.'nerva Me· dica deve la sua vita all'attività inesauribile dell'on. Garlanda. n circolo di coloro che ebbero il privilegio di essergli amici fu molto esteso ed a tutti dava in abbondanza i! meglio di ~e stesso. La stia gene-rosa , calda personali tà irradiava energia. Ci lascia un legato prezioso: un'ispirazione ed un. L. V. esempio. Si è spento a Pavia il dott. Angelo De Vincenti. Fu un galantuomo operoso, ~? fila!ltropo saggio, un uomo di mente elevata e d1 nobile sentire. Coltivò con passione il campo della neuropato- . logia e della psichiatria. Aveva comba ttuto nelle file garibaldine. Il suo munifico testamento, nel .quale ricorda molte istitu2ioni caritatevoli e di coltura, è una conferma dei propositi altamente civili a cui. ispirò la sua attività. C. M.

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IL POLICLINICO

l ANNO XX,

FASC. I 3)

Rassegna della stampa medica. Det1t. Med. Woch., 16 genn.

I

l~RUNS.

<< La circolazione d el sangue n ei polmoni atalettasici >> . - RABINOWITSCH. « La questione della tubercolosi n. - BEHRENROTH. « La neurosi cardiaca psicogena (frenocardia) ». Zbl. f . Chir., 18 genn . FRANKE. « Amputazione della tibia sub genu come sostituzione della di· sarticolazione del ginocchio ». La Presse Mé~., 15 genn. DEsToT. «Pronazione e supinazione dell'avambraccio nelle lesioni traumatiche ». - PAGNIEZ . «Compito e importanza delle piastrine nelJa coagulazione del sangue ». La Clin. Ost., 15 genn. LA TORRE. « I rapporti fra gJi ostetrici e le levatrici ». La Sem. Méd., 15 genn. LEUENBERGER. << Lo sviluppo dei neoplasmi per azione dell'industria dei colori sintetici ». St. Pet. Med. Woch., 14 genn. HARTOCH. << Il com1Jito dell'alhumina nell'anafilassi ». La Liguria Med., 15 genn. BELGRJ\.NO. « Cura della sifilide in gravidanza ». - TA.."l'\TFANI. « Il carattere epilettico ». · Areh . d. Mal. du Coeur, ecc. genn. VAQUEZ e BoRDET. « Studio radiologico della sinfisi cardiaca e delle aderenze parziali del pericardio ». - NANTA. « Il compito della tubf:>rcolosi nell'etiologia della leucemia mieloide ». Riv. Sanit. Sicil., 1-15 genn. PARLAVECCHIO. (( Caso unico di mixon1a e rarissimo di idatide ». Ann. de Méd. et Chir. infant., 15 genn. MAILLET e AINÉ. <<Vomiche nel fanciullo ». - RousSEAUSAINT- PHILIPPE. (( La diagnosi del grido nel fanciullo ». , .J ourn. d. Prat., 18 genn. BROCA. « Fratture iterative; osteoclasia ». The Lancet, 18 genn. Mc CARRISON. cc L'etiologia ùel gozzo endemico ». - WHITE . <e Mixoedema >~ . Brit. Med. Journ. , 18 genn CARWARDINE. (( Per1colite ». BARKER. « Sul drenaggio dell'addome ».

La Rif. Med., 18 genn. CHIARAVALW'rI. « La cutireazione· del Pirquet. Importanza diagnostica della reazione generale ». - PALAZZO. « Sulla r~sistenza delle arterie al processo di suppurazione » . Gazz. d. Osp., 19 genn. MARINELLI. (( Cistomi . ovarici voluminosi e diagnosi differenziale ». The Journal A. M. A., 18 genn. SKILLERN. « L'arteria carotidea interna anoma1a e sua impor· tanza nelle operazioni ». - BAR'rLE>rT. << L'anemia perniciosa familiare ». - GERAGHTY . « L'accuratezza della reazione alla fenolftaleina per l'esame della funzione renale ». Berl. Klin Woeh., 20 genn. JONES. « I progressi d{!ll'elettroterapia ». -TIETZKE. cc Sulla tecnica per la resezione parziale del gozzo ». - RABINo. V'lI1;SCH. « Reperti ematici nella tubercolosi. BtiRGER e... BENMER. « La chimica dei lipoidi del sangue ». Paris Méd. , 18 genn. Gurr,LAlN. -· ~Il trattamento delle paraplegie 8pasmodiche ». - MILIAN. « Le sanguisughe n. ~ MoREAUX. « Sulle complicazioni impreviste dell'adeno-amigdalectomia ». Le Bull5 Méd , 18 genn. AVIRAGNET e IIALLÉ. « Il fenomeno d' Arthus gangrenoso nella difteria n. La Presse Méd., 18 genn. ('ouRMCNT. « Rapporti tra gli accidenti sero-anafilattici e le forme della tubercolosi (fibro-tubercolosi, reumatismo nodoso) ». Gaz d. Hop., 18 genn. PAILLARD e DE FouTBONNE. . . .c1 Le reazioni delle meningi nelle intoss1caz1on1 »• Klin -ther. Woch ., 20 genn. GoEBEL. <<La cura operativa d el morbo di Banti ». La Prpv. Méd., 18 genn. JABOUL..i\Y. cc Origine e natura del cancro o. Rev. Méd. de la Suisse Rom .. 20 genn. REH e MÉROZ. « Bacilli pseudo-difterici e otiti medi~ » . - HOR~EFFER e GAUTIER. (( Tumore del cuore ».

Indice alfabetico per materie. Cancro mammario e secrezione ematica: un caso di « blusende Mamma » • • Pag. 454 Carcinomi e febbre. . . . . . . . . . » 455 Cicatrizzanti . . . . . . -: . . . • . . » 458 Colelitiasi: cura chirurgica . . . . . . » 442 Condotta medica piena alla Camera . » 463 Contusione cerebrale e puntura lombare » 457 Febbre melitense: valore diagnostico della reazione di agglutinazione . . » 456 Fissazione del complemento nelle affe· zioni gonococciche . . . . . . . . . » 456 Gravidanza: sierodiagnosi secondo Ab· derhalden . . . . . . . . . . . . . J) 453 Igroma della borsa sierosa dello psoas i tiaco. . . . . . . . . . . . . . · • » 445 Inaugurazione nuovo ospedale a Parigi » 468 Latte : controllo internazionale . . . . » 46o Mediastinite cronica nei suoi rapporti con la tubercolosi . . . . • . . • . » 440 Malattie midollari per accidenti del lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . 1 456 }r!eningite sifilitica basi lo-spinale: piccolo segno . . . . . . . . . • . • . 1 457 Roma, t913 -

(36)

Tip. Xa.zionale d i G. Bettero e C.

,

Musculus levator scapulae : morfologia Pag. 452 Nefrite cronica: trattamento . . . . . » 450 Osteosarcoma della ghiandola tiroide » 453 R adium: influenza sulla formula ematologica e sulla pressione sanguigna J> 437 Riflessi nel feto . . . . . . . . . . . » 458 Riflesso achilleo: vie anatomiche e valore clinico. • . . . . . . . . . . . » 457 Salvarsan nella terapia delle affezioni sifilitiche e metasifiiitiche del sistema nervoso . . . . . . . . . . . . . . » 443 Sanità pubblica alla Camera . • . . . >l 468 Scoliosi: nuovo metodo cur~tivo . . . » 468 Servizio sanitario mili tare . . . . . » 463 Siero morvoso: proprietà . . . . . . » 452 Stenosi duodenale . . . . . • . • . . • 453 Termoprecipitina nella diagnosi del carbonchio ematico . . . . . . . . • . » 452 Transtermia : applicazioni terapeutiche . . . . . . . . . . . . . . • . 1 454 Tripanosomi: attenuazione della virulenza nella milza . . . . . . . • • . • 452 Tubercolosi traumatica . . . . • . . . • 453 L Pozzi. '''"·

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inno

x~x

.

Roma, 6 aprile 1913

Fase. 14

SEZIONE PRATICA '

DlRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI REDATTORE CAPO:

Prof. FRANCESCO DURANTE ,PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO .

Osservazioni cliniche: r>ott. Paolo Costantini: Adenomioma dell'ute,-o e t11bercolosi utero-11nnessiale complicata. - Sunti e rassegne: CHIRURGIA : G. Parlavecchio : Un caso di P,ol11sso dell' uretra muliebre guarito stabilmente con un meto.do operati" o

p,o prio. Applicazioni di guesto metodo alla cura di altri Prolassi - !,eriche: L' ur ~t1·o plastica con trapianti venosi deve essere conservata - MEDICINA SOCIALE: Rumpf: Sulla valutazione e sul tràttamento delle malattie traumatiche del cuore e dei vasi - INFE· ZIONI: God: Reperto del. e trePQnema pallitlutn • nel cervello 111 caso di paral$si genèrale. Accademie, Società mediche, Congressi: Regia Accademia medica di R oma - Regia Accademia nz~dica di Genova - Regia Clinica medica di Genova - Società di medicina le ~ale. Appunti per il medico pratico : CASISTICA: Sul problema della gonorrea fetnminile - L'urotubercolosi della donna - TERAPIA: Le sanguisughe - La cura delle emorroidi. - Igiene: Santori: La depurazior.e delle ostriche. - Posta degli abbonati -

Varia - Notizia bibliografica - Cenni bibliografi.ci. Nella vita professionale: L' opera dei medici militari in Libia - La campagna cont1'o certe specialità terapeutiche. - Risposte a quesiti e a domande - Condotte e Concorsi - Nomine, promozioni e onorificenze - Lettere da Parigi - Notizie diverse - Rassegna della stampa medica - Indice alfabetico per materie.

Dlrl&11 di proprle'4\ rl9erva&I senza. citarne la fonte.

È viet at a la riproduzione di lavori pubblicat f nel POLICLINICO o la pubblicaalo11e dl sunti di essl

OSSERVAZIONI CLINICHE ÙSPEDALE MAGGIORE DI VERCELLI. 1~

Sezion e di c hirurgia generale

f

ginecologia

diretta dal dott. cav . uff . A. GRILLO . •

Adenomloma dell'utero e tubercolosi otero-annessiale complicata per

il dott. PAOLO

CoSTA..~TINI,

assistente.

Pare non priva di interesse l'illustrazione di un caso osservato in questa . sezione chirurgica per il singolare reperto anatomo-patologico che associa lesioni ben rare dell'utero, per l' anda· mento clinico di esso e per certe particolarità risultate dallo s tudio istologico dei pezzi asportati operativamente. Z ... A .. , da Desana, contadina, d'anni 4r, è inviata all'ospedale dal medico curante che la riscontrò affetta da lesione ginecologica. Nella stta famiglia ·e d in quella del marito non si- ricordano malattie degne di nota. Da bambina pare abbia sofferto di morbillo e di pertosse. Mestruò a 16 anni ; le mestruazioni furono sempre regolari e dopo il matrimonio non ebhe a notare variazioni e stette sempre ottima· mente fino a 2 anni fa circa, allorchè ebbe a notare dei dolori localizzati al basso ventre,

specialmente a destra, che andarono gradata· mente accentuandosi, aggravandosi ad accessi rispondenti dapprima molto sensibilmente alle epoche mestruali, ma in questi ultimi 5-6 mesi facendosi quasi continui e veramente insopportabili . in certe ore di talune giornate. Non ebbe mai emorragie; un certo qual grado di stitichezza che dapprima era stato da lei stessa notato, ora è pressochè scomparso. Ha leggera leucorrea; non sa di aver avuto febbre; non ebbe mai brividi ; non si rileva dai dati anamnestici che vi sia stata infezione blenorra• gica. All'esplorazione si sente un utero alquanto ingrossato, leggermente spostato a sinistra, fi5so, collo uterino turgido, duro. A destra si sente una massa grossa quanto un uovo, dolentissima, irregolare, fissa, addossata ed aderente all'utero. Si decide l' operazione ed il r7 luglio r9r2, in narcosi mista cloroformio-eterea, in posizione di Trendelenburg si procede a laparotomia sottoombellicale (oper. dott. Grillo). Si trova un'ansa del tent1e intimamente aderente all' angolo destro dell' utero. Si libera l'ansa· la quale mostra in questo punto u,na perforazione della larghezza di un centesimo situata presso l1iuserzione mesenterica. Le pareti, sierosa e muscolare dell' intestino, al1' intorno della perforazione, sono infilt rate, ispessite, per un'area grande quanto un soldo e paiono costituite da un tessuto friabile che si • (I)


474

IL POI.ICLINICO

direbbe neoplasico o tubercolare. Chiu5i i capi intestinali con compressori, si escide tutta la parte infiltrata della parete intestinale. Si riconosce che I 'infiltrazione è molto meno estesa· sulla mucosa che sulle tonache esterne. La mucosa è lesa solo in. corrispondenza della perforazione. Si fa prima la st1tura della mucosa, poi un secondo strato sieroso-muscoM lare, poi un terzo strato alla Lembert che introflette i due piani precedenti. Il lume intestinale risulta ancora sufficientemente ampio. Gli annessi di destra sono aderenti al margine destro ed alla faccia posteriore dell'uterq, al peritoneo parietale, ma più di · tutto, intimamente cementàti verso 1' angolo d~ll' utero dove esisteva l'aderenza dell'intestino. L'ovaio non si distingue più. La salpinge è dilatata ed ispessita. Si i3o1 Hno gli annessi e si asportano dopo di aver messo un klemmer nel legamento largo. L'angolo dell'utero appare allora ingrossato, bernoccoluto, colla sporgenza di diversi punti grigiastri che, incisi, dànno esito a qt1alche goccia di un liquido torbido con fiocchi di apparenza caseosi. Questo liquido è contenuto in diversi piccoli focolai compresi in un tessuto friabile, molle, che invade tutto il corno destro dell'utero. Si decide, in vista delle estese alterazioni dell'utero, la isterectomia. Si conservano gli annessi di sinistra che non '\Ono alterati e presentano solo qualche lassa fimbria di aderenze che li unisce al peritoneo pelvico. Amputa7.ione sopravagiuale del collo. Il tessuto cervicale è alquanto duro, fibroso, ma non presenta l'alter~­ zione caratteristica del corno destro dell'utero. I"acci dei l~gamenti e delle uterine con catgut. Si lascia una saccoccia a drenaggio di garza al vioforrnio in '~ ausa delle aderenze che hanno determinato lo scollamento del peritoneo pelvico d el lato destro. Sutura in triplice strato con seta della parte alta della ferita laparotomica. Decorso post-operatorio ottimo. Dal terzo giorno viene rimos~a a poco a poco la saccoccia a drenaggio ed i primi di agosto l' A. lascia l'Ospedale perfettamente guarita. L ' inizio dei sintomi morbosi, il loro progresso, possono faci~mente spiegarsi con una parte delle lesioni riscontrate e specialmente vengono chiariti dal reperto istopatologico che, mentre permette di seguire in ordine cronologico e topografico l'andamento della malattia, m ette in evidenza una varietà di neoplasia uterina sulla cui entità a sè pare non sia ancora detta l'ultima parola e sul!a cui genesi • ad ogni modo at1torevoli studiosi non si tro· vano ancora d'accordo, trovandosi anzi divisi • • • tn campi contrari. (2)

[ANNO

XX,

FASC.

r4]

La massa asportata e costituita dall'utero e dagli annessi di destra, viene immersa in formalina al ro % insieme coni pezzi escisi al1' intorno della lesione dell'ansa intestinale. Questi ultimi, induriti nella serie degli alcooli ed inclusi in paraffic.a come tutti i pezzi ptelevati sia dall'utero che dagli annec;si, \.·engono orientati in modo che tutto lo spessore della parete del viscere è messa in evidenza ed i tagli risultano così perpendicolari al lume intestinale. Colo~ati con ematossilina·eosina o col metodo del V. Gieson, mostrano all'evidenza di essere costituiti dall'orlo di un'ulcera tubercolare dell'intestino. Come già poteva arguirsi dall'aspetto ,macroscopico della lesione, succede qui il contrario di quanto si è soliti vedere nella tubercolosi intestinale. L'infiltrazione specifica è molto più evidente ed abbondante nelle tuniche esterne. Grosse cellule giganti con numerosi nuclei alla periferia, cellule epitelioidi e infiltrazione linfocitaria nel tipico aspetto del tubercolo si trovano nello strato muscolare, mentre la sierosa, infiltrata, ispessita, è pure sede di tubercoli meno tipici. La lesione specifica è presente in minor grado nell'apparecchio linfatico della sottomucosa e precisamente solo a livello e in tutta la vicinanza della perdita di sostanza di essa ove l'epitelio è caduto, e si manifesta essenzialmente con forte infiltrazione linfocitaria, racchiudente a tratti qualche cellula grande con nuclei chiari, vescicolari, di carattere nettamente epitelioid~, molto probabilmeute originanti dagli endotelii della trama dei follicoli linfatici, senza arrivare allo stadio della cellula gigante. Tutti i vasi sanguignj sono oltremodo dilatati. Con sicurezza si può affermare che l'infezione è stata innestata nella tunica esterna della parete intes.t inale e progredì verso l'interno di essa. L'utero, fissato in formalina ed indurito, viene diviso fino alla cavità con un taglio sulla faccia anteriore che passa per il collo e si mantiene perpendicolare ad una retta che passerebbe per le inserzioni uterine delle trombe. Risulta che la distanza fra questa superfi~ie di taglio ed il corno destro dell'utero è di mm. 20, mentre fra la superficie stessa ed il corno sinistro è di mm. 44. I/insieme dell'utero


LANNO

xx,

FASC. 14]

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in verità ricorda molto da vic\no la figura 2 regolari o più frequentemente dei veri vortici della tavola II annessa alla pubblicazione clas- attorno ad una specie di centro che berie spesso sica che i1 Recklinghausen pubblicò nel 1896 (r). è appunto costituito da isole di tubuli epiteUn altro taglio viene condotto partendo dal liali del tipo delle ghiandole uterine. Attorno corno sinistro dell't1tero ad eguale distanza a questo centro il tessuto immediatamente addelle due faccie anteriore e posteriore di esso; dossato ai tubuli epiteliali è molle, cedevole, cosicchè questa parte del viscere, evidente- elastico, ed è costituito da tessuto citogeno mente ingrossata ed anormale, resta così di- · che forma come un mantello talvolta tutto visa in due parti. Quest'ultima superficie di all'intorno. sezione offre un aspetto tutto particolare. Già Il nostro caso rispecchia questa seconda macroscopicamente appare che il tessuto ute- specie di lesione. Perciò vengono fatte, su pezzi rino è invaso da un nodo neoplasico occu- tagliati parallelamente alla superficie çli sezione pante tutto l'angolo destro dell'utero. Solo e convenientemente induriti ed inclusi, delle una piccola lista del normale tessuto musco- sezioni grandi cosi da comprendere quasi tutto lare, che è ben evidente verso il fondo del- il segmento di utero invaso. l'utero e viene sempre meno nettamente indiQt1anto mai interessante è il reperto microvidualizzata verso l'angolo tubarico, dove si scopico. Specialmente le sezioni colorate col confonde col tessuto necrotico friabile già no- metodo del V. G!eson mostrano che il tessuto tato di questa località, delimita il tessuto neo- friabile, molle, presentante diverse sporgenze grigiastre che al in omento dell'operazione daplasico. La sede del tumore e la sua apparenza ma- vano esito a qualche goccia di liquido torbido croscopica induc;e a pensare trattarsi di un ed a fiocchi dall'apparenza caseosi, è veraadenomioma. mente costituito dal tessuto uterino, muscoÈ noto infatti che, come già notava il Re- lare e sieroso, in prec\a ad evidentissimo procklinghausen, questa interessante forma di tu- cesso tubercolare. Sono frequenti le cellule more uterino può interessare tutto 1' 9rgano giganti tipiche, grandi, con nuclei a corona, talche ·viene affetto da una fibroma tosi diffusa, volta al centro di un tipièo tu~ercolo. Più la quale, secondo gli studi specialmente del freqt1enti e senza ordine si scorgono ammassi Cullen, mette sull'avviso l'occhio appena un linfocitari includenti cellule epitelioidi. Verso poco esercitato nell' anatomia patologica di la periferia vi sono vaste e disordinate aree questi tumori. Come ben nota il Cova (2), di tessuto necrotico, caseoso, friabile. hanno specialmente contribuito non poco a Il processo infiammatorio comprende lo strato rendere noto l'aspetto macroscopico di essi le di tessuto incapsulante il tessuto tumorale, e illustrazioni accurate ed abbondanti che ador- talvolta si addentra ed invade anche quest'ulnano le ope~e- del Cullen. Oppure anche abba- timo senza tuttavia avanzarsi tanto e limitanstanza frequentemente sono la sede di tali tu- dosi ad un centimetro circa dalla periferia, ove mori gli angoli tubarici od anche le stesse si riduce, più che altro: ad una infiltrazione parvicellulare. trombe, specie in vicinanza dell'utero (3). Il tumcre è costituito da fibre muscolari In questi ultimi casi l'aspetto macroscopico è diver~o. Si tratta di solito di fibromi a pic- liscie riunite in fasci intrecciati ed avvoltolati coli nodi multipli, la cui limitazione però il in tutti i sensi, penetrati, inte~secati ed alterpiù delle volte riesce mal definita. Le fibre del nati da frequenti tratti di fibre connettivali tessuto formano ad ogni modo delle spirali ir- che spiccano specialmente in vicinanza dei vasi. Il tesguto si fa più compatto e perciò ( l) R.ECKLINGHAUSEN . Die A denomyome und più abbondante in fibre connettive stipate e Cystadetiome des U terus und Tubenwand·ung, Ber- radunate con minor quantità di fasci musco; lin, Hirchwald, 1896. lari in svariatissimi e frequenti vortici già no(2} E. COVA. Rendiconto clinico per l'anno 1909tati ad occhio nudo, lascianti un _piccolo cen1910, pag. 39. tro libero da tessuto, di forma, nel maggior (3) E. FERRONI. D·ue gravidanze e~t-raute'Yine t"i• spetti11amente associate a iube-rcolosi e ad adeno- nt1mero dei casi, rotondeggiante, abbastanza m·ioma degti angoli tubat''ic-i. Annali di ostetricia frequentemente allungata, stellata. La cavità cistica così formata è tutt'all'intorno limitata e ginecologia, gennaio 1910. .

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da uno strato di cellule talvolta nettamente cubiche, abbastanza spesso cilindriche, con nucleo ben evidente rotondeggiante od ovale, più frequentemente posto in vicinanza della base \ cellulare, senza tuttavia acquistare l'aspetto deJle note cellule a palizzata del canale cervi· cale. Il protoplasma non è gran che omogeneo; pare piuttosto granuloso e poco colorabile. In qualcuno di tali tubuli epiteliali • pare di scorgere, non nettamente, delle cellule con ciglia vibratili. I"o strato epiteliale quasi costantemente si adagia su di un tessuto connettivo lasso, a tipo adenoideo, ricco di elementi cellulari si- · mili ai linfociti accolti in una rete delicata di fibrille connettivali e cellule fusiformi e stellate. Questo reperto è costante allorquando diversi tt1 buli epiteliali sono ragguppati in tutta vicinanza formando un ~olo focolaio oppure quando, essendo isolati, sono specialmente di figura irregolare, allungata, stellata; manca generalmente allorchè sono isolati e quasi net· tamente circolari. In questi casi sono abbastanza ampii, l' epitelio appare meno alto, schiacciato, e rjposa direttamente su fasci fibro- muscolari del tumore. La salpinge, fortemente ispessita ed ingrossata, contorta e talvolta leggermente bernoccoluta, viene sezionata perpendicolarmente al suo grande a~se - vi si scorge una intensa e diffusa infiammazione tubercolare. Si trovano cellule giganti grandi e tubercoJi in differenti fasi evolutive, sia nella tunica mucosa sottoepiteliale, alla base di pieghe di essa, sia nl loro apice, sia nella tonaca muscolare che in molti punti è devastata, dissociata, ridotta tal\ 0lta in sostanza. n ecrotica. L'epitelio in genere riveste il condotto - solo talvolta appare fortemente appiattito. La mucosa uterina in più punti osservata rivela un discreto grado di endometrite glandulare. È ispessita e gli sfondati ghiandolari profondi sono circondati da connettivo fortemente infiltrato di cellule embrionarie che si addensano talvolta in ammassi rotondeggianti quasi rudimento di tubercolo. Non si riesce però a vedere il tubercolo tipico e con ciò nessuna cellula gigante. Dalla semplice esposizione del reperto patologico macro e micro$çopi<'o, ri:;ulta, come dicevamo. la discreta singolarità del caso descritto. 7

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Ben è vero che l'a4enomioma dell' utero è forse meno raro di quanto per l'addietro si riteneva. Infatti non sempre l'esame istologico viene eseguito in casi di tumore uterino in apparenza pre3entante macroscopicamente il reperto banale del fibromioma, che altrimenti (1) la casistica sarebbe a tutt'oggi molto più nume~ rosa a tale riguardo. . Ad ogni modo è gjà interessante notare che l'infezione tubercolare interessa fortemente gli annessi del corno destro dell'utero e che il Pilliet (2) insistette su di un. reperto di speciali fibromi uterini legati a salpingite. Essi si svilupperebbero intorno alla tromba infiammata e conterrebbero quasi costantemente dei diverticoli epiteliali provenienti dalle trombe di cui le cellule di rivestimento sono in via di prolificazione, mentre il Cullen, nella sua pregevole memoria (pag. 67) nota su 15 casi di adenomioma uterino, 10 casi in cui si aveva qualche alterazione degli annessi, almeno aderenze da pelviperitonite, altre volte compli- · canze neoplasiche (2 casi), delle ovaia similmente ai casi descritti dal Cova; che inoltre nella memoria del Ferroni taJe lesione si associa a gravidanza extrauterina di cui, secondo l'autore, potrebbe essere la ca.usa prima favo~ rendo l'arresto dell'uovo nella tuba, per le mo· dificazjoni grossolane e minute a cui va incontro il lume tubarico nel segmento leso e in certa. misura anche nei circostanti. Può essere interessante ricordare di sfuggita che oltre alle due teorie fondamentali emesse a spiegare la genesi degli adenomiomi uterini, quella del Recklinghausen che li fa derivare da residui del corpo di Wolff e quella del Kossmann) accettata da1 Cullen, dall'Hauser, da.l Diestervec ed in parte •dal Meyer, la quale ammette più probabile la loro origine da elementi derivati da germi embrionali, inclusi, di tubi del Miiller, esiste altresì quella che fa derivare gli ammassi ghiandolari in essi osservati, dalla mucosa della cavità uttrina che verrebbe invaginata e trascinata lontana dalla sua sede normale dal tumore, fibromioma, nel suo sviluppo. Questi reperti anzi, per gli au( 1) E. CovA. Adenomiomi dell'utero associati a cisti dell'ovaio. Folia Gynecologica, voi. I, 1go8, fase. II. (2) PILLir:T. Séance de la Soc. de Biologie, fé· vrler 1896; Semaine médicale, 1906 pag. 92.


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tori che sostengono simile ipotesi, sarebbero argomento valido in sostegno della teoria che spiega l'insorgere dei miomi da causa infettiva. Il tumore, dapprima sottomucoso!' sviluppandosi, si allontana, perde ogni contatto coll~ mucosa stessa e trascina lontani, fino a renderli sottosierosi, gli elementi ghiandolari presi dalla mucosa (1). La proliferazione embrionaria osservata in questi tumori, circondante tali invaginazioni ghiandolari, viene interpretata come un tessuto di infiltrazione infiammatoria. Non è di nostra competenza certo l'interloquire in simile questione. Le discussioni di eminenti studiosi continuano senza che l'una o l'altra specialmente delle prime due ipotesi ·possa dirsi vinta. Nel nostro caso la sede molto lontana degli elementi ghiandolari dalla cavità dell'utero, e la mancanza di continuità fra il tessuto neoplasico e la cavità uterina per cui il tumore è isolato nel corno destro ingrossato, porterebbe ad escludere la teoria dell'inclu'.>ione infiammatoria. Piuttosto rientrerebbe il nostro caso, fra quelli esposti ed illustrati dal Pilljet, o, per il frequente e quasi costante reperto di tessuto citogeno circondante i tubuli, conforterebbe la teoria del Kossmann. Come nota il Kroemer (2), le lesioni tubercolari della tuba indicano chiaramente che l'infezione non trae origine dall'intestino o dal peritoneo e che con tutta probabilità la diffusione avvenne per• via linfatica o ematica. Tuberco1i infatti · si trovano disseminati nella parete e nella mucosa della tromba mentre nel caso contrario si troverehbero illesi o quasi gli strati interni di quest'organo e più affetti gli strati periferici. L'infezione fu secondariamente innestata alla superficie uterina, il che nettamente risulta dalla osservazione delle sezioni per l'aderenza contratta dalla estremità tubarica al viscere. Così pure fu all'intestino comunicata la lesione tubercolare in seguito all'aderenza protettiva da questo contratto con. l'estremità della tuba. Questa fu l'ultima complicanza della malattia e non la meno interessante. Sempre se .. (1) LEGUEU e MARIEN. Bull. de la Soc. anatomique. 1896. (2) KROEMER. La diagnosi e la te.yapia delta fu 1

ber~olosi

ge·n itale della donna. Deutsche med.

Woch., n. 23, 1911.

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SEZIONE PRATICA

condo il Kroemer vi sarebbe un gran numero di operatori che, facendo una laparotomia per tubercolosi peritoneale, escidono le tube per impedire la migrazione dei bacilli tubercolari da esse nella cavità sierosa ed egli stesso preconizza l' escisione delle tube anche nella tubercolosi peritoneale primaria. Ciò dimostra come sia frequente l'invasione da parte dell'infezione, della sierosa. Nel nostro caso 1' aderenza protettiva localizzò , il male e difese in modo singolare e com· pleto la cavità peritoneale. In nessun modo fu possibile constatare l'ispessimento nodulare che, secondo l'Hegar e la sua scuola, non mancherebbe mai di riscontrarsi palpando il peritoneo dello spazio del Douglas. La diagnosi sic~ra della speciale affezione infiammatoria non si era ad ogni modo po- · tuta porre. La poca dolorabilità che secondo gli autori dovrebbe ridestarsi in simili casi non era qui sintoma utile perchè anzi qualche volta dolori forti ed ~nche spont~nei si erano avuti. Piuttosto avrebbe potuto aver valore il èlifetto di buoni risultati della terapia praticata dal medico ·a base di risolventi ed antisettici che di solito riescono in casi di infezioni gonorroiche ad esempio. Il rep erto all'esplorazione rile\rava soltanto con sicurezza la tumefazione annessuale che per non essere bilaterale .come per lo più a v .. viene in casi di tubercolosi genitale interna, sviava piuttosto la .m ente dal concetto di essa mentre il comportamento del flusso mestruale e l'andamento lungo della malattia faceva escludere la gravidanza extrauterina. La fissità dell'utero consigliò la via laparotomica, la sola che in questo caso singolarmente complicato pc•tesse permettere di dominare completamente la situazione.

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IL POLICLINICO

SUN·T I E RASSEGNE CHIRURGIA. Un caso di prolasso dell'uretra muliebre gu~'~ rito stabil1nente con un metodo operativo p1·opria. Applicazioni di questo 1netodo alla cura di altri prolassi. (G.

R. Accademia delle scienze mediche di Palermo, 27 luglio -i912).

PARI.,AVECCHIO.

L' A. fa la storia delle conoscenze incomplete di questa rara affezione, fermandosi specialmente sulla patogenesi di essa, che rappresenta la parte più discussa e la più importante in rapporto alla cura. Critica le teorie patogenetiche sinora avanza te , le quali non riescono a spiegare bene il meccanism•J di produzione del prolasso, perchè non tengono conto dell'azione della tunica muscolare dell'uretra, e sopratutto del meato, che rapp~e­ senta la parte più stretta e meno estensibile del canale. Secondo il P., il prolasso della mucosa ure· traJe non può prodursi se non si verificano que· ste due condizioni: 1° che il meato, perduta Ja sua tonicità, si sia sfiancato, in generale, insieme con parte della tunica muscolare; 2° che il tes· suto sottomucoso sia divenuto più lasso, allentando le già poco salde connessioni tra il tubo mucoso e quello muscolare, e rendendo possibile lo scivolamento del primo sul secondo. Mancando l'una o l~altra di queste condizioni, il prolasso n on si· forma. Tale concezione patogenetica, confortata dai reperti istologioi, spiega esaurientemente la ma· niera di agire delle varie cagioni predisponenti e determinanti. "'J enendo ora all'esame dei vari interventi curativi sin qui adoperati, dimostra che essi hanno tutti il torto di agire sulla mucosa prolassata (cauterizzandola , asportandola , restringendola , torcendola sul suo asse). ~ essuno ha pensato di correggere lo sfiancamento del meato, fattore principale del prolasso. A questo obbiettivo patogenetico è invece in· dirizzato il metodo dall'O. ideato ed applicato con successo completo e duraturo in un caso di prolasso ri beile. Questo m etodo consiste nell'applicare una specie di sfintere sottomucoso di seta intorno al

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meato. La seta (n. 2) viene passata mediante un ago, e stretta quanto lo permette un catetere da donna messo nell'uretra per calibrarla. Il nodo dev'essere parimenti affondato nèlla sottoruucosa, magari con un punto di sutura. L'operazione, di estrema semplicità e benignità (l'armamentario si riduce ad un ago e ad un catetere!), non richiede neanche un'ora di degenza a letto; il prolasso sparisce subito; la mucosa si modella sulle regolarizzate dimensioni del tubo muscolare; gli elementi elastici e muscolari, sottratti alla distensione che li aveva sfiancati e fatti deger.erare, vengono messi nelle condizioni di rigenerarsi e di riprendere la tonicità; intorno allo sfintere di seta si forma un anello di infìl · trazione parvicellulare, che si trasforma in seguito in anello fibroso, ripristinante il calibro e la inestensibilità normali del meato. Il filo è stato sopportato benissimo, non avendo cagionato nè dolori, nè fastidi, e molto meno fio• gos1. Dopo circa due mesi affiorò il nodo e poscia anche l'emicerchio; al 50° giorno il filo venne • asportato. Oggi, dopo due anni e 7 mesi, il risultato si può considerare definitivo. non essendosi più presentato alcun accenno di recidiva, malgrado che l'inferma accudisse abitualmente a pe~anti lavori manuali. L'O. ha usato questo ntetodo, con le opportune varjanti, in un caso di retto· e cisto· cele vaginale, in un altro di prolasso anale, modificando quello di Thiersch, e si propone di usarlo nella incontinenza di urina delle donne. Ne rife· rirà a suo tempo i risultati lontani. T. F.

L'uretroplastica con ·trapianti venosi deve essere conservata. (LERICHE. Presse Médic. d' E gyptJ, n. 5 del 1912).

L' A. riferisce ampiamente tutti i tentativi che sono stati fatti in Francia e fuori di uretroplastiche con trapianti venosi, da parte di Cavaillou, Tanton, Tietze, Nuger, Stettiner, Bee· ker, Patel, Tuffier, Legueu, Bazy e Marion, • Blanc, Gayet, Bemard, Cotte, Lexer ecc., e s1 fa quindi la domanda se oggidl si possano trarre conclusioni sicure. Innanzi tutto, speri1nentalniente, il trapianto venoso riesce facilmente con qualunque tecnica


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adoperata, ed anche senza previa derivazione lU:EDICINA SOCI~~ delle urine, comportandosi la vena come un tubo inerte: il c~i endotelio è rimpiazzato da Sulla ·valutazione e sul trattamento un epitelio stratificato pavimentoso in linea delle malattie traumatiche del cuore e dei vasi. definitiva (Tanton e Com be). In chirurgia umana, (RUMPF. M etliziniscke Klinik, 1912, n. 45). dalle osservazioni pubblicate, risulta, che mai Nell'ultimo Congress0 medico internazionale è riuscito il trapianto quando il tratto di vena degli infortuni tenutosi a Diisseldorf, il Rumpf è stato cucito all'uretra incisa ed escissa; e che • • ha riferito sulle malattie traumatiche dell'appail raccordo vascolare può riuscire solo quando r ato cardio-vascolare, indicando i criteri, in base è nascosto in un tunnel scavato attraverso la ai quali può decidersi se ed in quanto un in• verga. Gli insuccessi nell'uomo, mentre nel fortunio possa determinare alterazioni anatomiche cane si sono a v'uti - quasi costantemente suc- o disturbi funzionali del cuore e dei vasi . Il rapporto di causalità fra il trauma e le macessi operatorii, sono dovuti al fatto che le condizioni non erano identiche : nell'uomo gli lattie dell'apparato cardio vascolare non è sempre innesti 5ono stati fatti il p1ù spesso sopra uretre così evedente come gli infortunati aspiranti ad callose, infiltrate, cronicamente infette) attra- un indennizz'-1 pretendono. Quando per un colpo esterno sulla regione del verso un perineo :fistoloso, e già affetto da cuore la funzione di a11esto cessa immediatasuppurazione. Appare quindi chiaro che la sumente o è gravemente alterata, quando cioè al tura doveva riuscire impossibile. trauma diretto seguono immediatamente la morte È dunque della massima importanza ll) stato o notevoli alterazioni anatomiche del cuore, aldel terreno dove viene fatto il trapianto. Il lora si può con sicurezza parlare di cardiopatia trapianto libero, 11enoso, o dermo-epidermico, traumatica. Ma il più delle volte si tratta di cercare il adoperato per ricostituire un'uretra, non può rapporto fra un infortunio ed un processo moressere tentato negli stenotici. Ma può il raccordo vascolare riuscire qt1ando boso cardio-vascolare diffuso, lento e denunziato àall'interessato qualche tempo dopo l'accidente. è impiantato dopo tunnellizzazione? In questo Per risolvere una tale quistione l'esame obcaso le condizioni di vita sono affatto diffe· biettivo è per lo più insufficiente. R necessario renti; la sonda porta-trapianto applica questo allora stabilire con la maggiore possibile esa tdirettamente per tutta la sua faccia esterna tezza i precedenti . del periziando; bisogna accer- , contro tessuti ravvivati e sterili. Se si è avuta tare se e quali fatti precedentemente all'inforcura di privare della loro mucosa le due zone tunio hanno potuto a vere un 'influenza dannosa di raccordo, il trapianto deve attecchire senza sul cuore, se essi hanno prodotto fenomeni morche vi sia bisogno di u1ettere alcun punto di bosi, ed infine se e quale influenza sui disturbi pree~istentì deve attribuirsi all'infortunio. sutura. Purtroppo però non sempre l'anamnesi dà un Sperimentalmente non vi sono tentativi; clinicamente i risultati non sono dimostrativi. punto di partenza sicuro per stabilire le condi...zioni del cuore e dei vasi al momento dell'inforTanton, Becker, J\iiarion, Nové-Iosserand hanno tunio. avuto insuccessi. L'esame obbiettivo sarà tanto più conclusivo Ma, pure ammessa la possibilità, qttale è la quanto più presto sarà praticato. Per quanto utilità di un tal trapianto? Questo non sem- si debba tener conto che alcuni vizi valvolari, plifica affatto, nè oggidì potrebbe dare migliori che certe forme morbose del miocardio, che il risultati dei trapianti dermo-epidermici spe- processo sclerotico delle arterie coronarie, come cialmente colla tecnica attuale, d escritta da di tutto l'albero arterioso possano sottrarsi alla Nové-Iosserand e Papadopoulos (uretrostomia diagnosii purè è difficile che i casi avanzati possano decorrere senza sintomi. L'esame deve naperineale preventiva, e chiusura del meato tural1nente essere accurato e completo, ed oltre ipospadico in un primo tempo; tunne ilizza· i comuni mezzi semeiologici bisogna praticare la zione e trapianti in un secondo tempo, fatto radioscopia ed eventualmente la radiografia della due mesi più tardi). regione cardiaca, la misurazi0ne della pressione Non si può dire se in avvenire le cose ri- vasale, l'esame delle urine. Bisogna inoltre confrontare la natura e !'intenmarranno come allo stato attuale. G. QUARTA.

si ta delle lesioni constatate con la natura e la intensità de! trauma. Quando esiste una forte

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IL POLICI.,INICO

sproporzione tra questi elementi per lo meno non si può attribuire all'infortunio tutto quanto di patologico si è constatato nel soggetto. Nel caso, per esempio, che si avesse a constatare un vizio valvolare già avanzato in un individuo, il quale abbia patito un leggero trauma al petto non può la malattia mettersi in conto dell'infortunio, al quale tutto al più potranno attribuirsi i passeggeri disturbi nervosi e circolatori inerenti alla malattia preesistente, eventualmente suscitati dal trauma. D'altra parte bisogna tenere pure presente che talora immediamente dopo il trauma non si manifestano che leggeri disturbi funzionali, mentre con l'andar del tempo si stabilisce una vera ma· lattia organica. Al proposito l' _\. narra il caso capitato alla sua osservaziope, di un individuo che in _seguito a grave trauma del petto non presentò altri disturbi che una tachicardia ed una tachipnea. L'esame del cuore fatto in primo tempo fu completamente negativo; ma in seg11ito comparvero rumori alla punta e sul focolaio dell'aorta, cui segui una notevole ipertrofia del cuore. Evidentemente tali fatti erano dovuti al riassorbi. mento dell'emorragia prodotta dal trauma nelle valvole ed alla successiva retrazione cicatriziale. Talora in casi di disturbi di cuore manifestatisi in seguito ad infortunio non si riscontra allo esame obbiettivo alcun fatto a carico del cuore, ma si· riscontra invece una grave arteriosclerosi. Questa era certamente preesistente al trauma, il quale non ha fatto altro che provocare i disturbi circolatori, che il più delle volte scompaiono in breve tempo. Ma spesso o quasi sempre l'infermo si rifiuta di tornare al lavoro, e ciò perch~ egli per lo st a to delle sue arterie, dopo il riposo, non ha più l'energia di ritornare al lavoro. Senza dubbio questi casi offrono le maggiori difficoltà per la valutazion e delle conseguenze dell'infortunio. La legge prescrive che tutte le conseguenze dannose dell'infortunio dévono ca . . dere a carico di questo, e quindi un individuo che si trovasse nelle condizioni sopra esposte dovrebbe essere indennizzato come se tutta la sua capacità lavorativa fosse stata abolita unif'amente. dal trauma. Ma bisogna pur tenere conto che l'individuo affett o da arteriosclerosi avanzata per la progressività di questa affezione nel corso di pochi anni avrebbe perduto in tutto o in parte la sua capacità al lavoro, anche se no11 fosse in· tervenuto il trauma . )fe!la valutazione di tali casi bisogna pertanto t en er conto unicamente del danno che il trauma ha effettivamente prodotto o per i disturbi transitori che ha determinato, o per l'aggravamento permanente delle condizioni morbose preesistenti.

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Non minori difficoltà s'incontrano per decidere se un aneurisma sia o no in rapporto con un infortunio. Certo quando in un organismo sifilitico si constata subito dopo un trauma, un aneurisma già s viluppato, si può escludere in modo assoluto che esso sia stato provocato dal trauma, specie quando questo per la sua sede, per la sua natura, per la sua intensità era poco adatto a determinarlo. Ma quando l 'infezione sifilitica non è dimo strabile e l'aneurisma si con~tata molto tempo dopo l'infortunio riesce a~sai difficile escludere un rapporto tra l'affezione ed il trauma. Ed allora altri criteri devono guidare il medico-pe· rito. Così l' A. potette escludere il rapporto col trauma nel caso di un individuo che fu colpito al petto in corrispondenza dell'arco dell'aorta· . dalla punta di una lima, e che poi amtnalò di aneurisma dell'aorta discendente, perchè l'esame della punta della lima e della profondità fino alla quale essa era penetrata nel petto fece escludere che la punta stessa avesse potuto raggiunp-ere .. l'aorta. Nel soggetto in questione fu poi s velata l'infezione sifilitica, perchè egli dopo poco ammalò di demenza parali tic a . D'altra parte non si deve dimenticare che in speciali condizioni anche leggeri scuotimenti p os· sono provocare un aneurisma. Un individuo affetto da ateromasia dell'aorta in seguito ad un brusco movimento del corpo, fu preso da una vertigine e cadde al suolo morendo poco dopo. Al\'autopsia fu trovato distacco, che l'intima era distaccata dalla muscolare per un lungo tratto dall'arco dell'aorta all'aorta addominale, le e due membrane distaccate formavano una sacca che si era riempita tutta di sangue. Ad ogni modo in presenza di un caso di aneurisma, che si sospetta dovuto a cause traumatiche, bisogna indagare sui precedenti dell 'individuo in rapporto all'infezione sifilitica; fissare la specie e la gravità del trauma; stabilire esattamente la grandezza della borsa aneurismatica e confrontare la presumibile epoca d el su o inizio con la data dell'infortunio, tenendo presente però che un trauma può aggravare le condizioni di un aneurisma preesistente. Più frequenti sono i disturbi nervosi del cuore che si mettono in rapporto con un infortunio. Essi possono essere causati da contusioni al petto ed al dorso, d a contusioni di altri organi e dallo spavento. Sono caratterizzati da alterazioni ed irregolarità dell'attività cardiaca, spesso con extrasistole ed intermittenza del polso, da abnormi ~ensazioni nella regione del cuore, palpitazione, peso, co· strizione, angoscia. attacchi di cardiopalmo.

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Per quel che riguarda i disturbi nervosi del ~uore provocati da traumi sul petto, bisogna tener presente le possibili alterazioni delle varie parti del cuore, che, come si à detto, possono 'i n primo tempo sfuggire all'esame. Tra i traumi di altri organi, che possono provocare nevrosi cardiache, stanno in prima linea quelli della testa. Nei casi di compressione cerebrale si ha bradicardia, che talora sussiste anche quando è stata rimossa la causa della compressione, o è seguita da notevole tachicardia, extrasistole e grave irregolarità dell'attività cardiaca, talora accompagnata dalle più svariate sensazioni abnormi nelJa regione del cuore. Tutti questi fatti con l'andar del tempo possono completamente scomparire e perciò devono ritenersi ,puramente funzionali. Disturbi simili possono essere provocati da contusioni dell'addome. L' A. ha visto in seguito ad un trauma svìlup· parsi il morbo di . Basedow, che più che alla azione diretta del trauma deve verisimilmente mettersi in rapporto con lo spavento determinato dall'infortunio. Non si può escludere .c he in tali casi esista una predisposizione per la forma basedowiana, che il trauma ha messo in evidenza. Gli individui che si sono trovati in un disastro ferroviario, anche quando non abbiano riportato un trauma fisico, presentano molte volte una accelerazione del polso che scompare lentamente in un periodo di tempo variabile tra un mese ed un anno. In seguito ad un grave shok nervoso una car• diopatia preesistente può prendere un decorso rapido e condurre rapidamente alla morte il paziente. Gli infortuni sono raramente causa di un processo arteriosclerotico, per quanto l'A. ha potuto osservare, che in seguito a traumi, specie quelli della testa, la pressione sanguigna aumenta gradatamente e lentamente. Il trattamento delle malattie traumatiche del cuore e dei vasi è naturalmente lo stesso che per le comuni malattie cardiache evascolari Nelle forme nevrotiche sono indicati i sedativi, specialmente"" gli oppiacei, i bagni caldi generali, e quando questi non sieno possiblii, le abluzioni calde dei piedi e delle mani. Il riposo assoluto ed una dieta semplice sono indispensabili. Nei casi di colpi diretti sul cuore giova l'applicazione della vescica di ghiaccio. ·Q uando le forme morbose· sieno persisistenti si inrucheranno le cure fisiche a base di elettricità e di massaggio. Nelle forme funzionali quello che gioverà di più è la cura psichica: bisogna che il medico infonda nell'infortunato la persuasione, che egli ;guarirà certamente e che ad ogni modo i disturbi, I

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che egli presenta, sono tali da' copsentirgli di riprendere il lavoro. Al riguardo bisognerà notare che tutti i mala ti di cuore possono per un certo tempo attendere alle proprie occupazioni. DRAGOttI.

INFEZIONI. Reperto del «treponema pallidum» nel cervello in casi di paralisi generale. \

Già fin dal 1857 l'attenzione degli studiosi fu richiamata sul fatto della frequenza della sifilide nella storia dei malati di paralisi generale e al giorno d'oggi la maggior parte degli studiosi è d'accordo sul fatto che la sifilide è un fattore essenziale per l'apparizione tardiva della malattia. Ma ci sono tuttavia altri autori che non intendono attribuire alla sifilide se non la parte di fattore molto comune ma non indispensabile. Cosi Nonne (1) afferma che la paralisi progressiva non è affatto, una malattia infettiva specifica del cervello. A coloro che asseri~cono « non c'è paralisi generale senza sifilide », volendo con ciò riconoscere alla paralisi il carattere di una forma sifilitica terziaria, Kraepelin · (2) obbietta due argomenti principali: il primo è il lungo decorso tra I' infezione Difilitica e l'apparire dei primi sintomi di paralisi generale, comparando questo decorso con quello ben più breve della sifilide cerebrale, il secondo consiste nella refrattarietà della paralisi generale ai rimedi specifici per la sifilide. Quest'autore, commentando i conati, riusciti fino ad ora vani, di ritrovare il treponema pallidum nei tessuti e negli umori dei malati, si esprime tuttavia cosi: « Questo non vuol - dire che sia possibile negare la presenza del treponema nel corpo dell'infermo, il parassita potrebbe aver assunto forme sconosciute o aver scelto localizzazioni nelle quali non si è finora potuto andarlo a cercare ». In questi ultimi tempi, differenti autori hanno descritto dei casi di sifilide cerebrale nei quali si è potuta dimostrare la. presenza delle spirochete neJla pia madre e nei vasi cerebrali. Se fino ad ora non si era potuto trovare il treponema nel tessuto nervoso dei malati di pa(r) NONNE. Syphilts und Nert•en sistem. Berlin, 1902.

(2) KRAEPE~INS. Psyehiatfie . Leipzig, 1904.

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ralisi generale, Noguchi e Moore pensarono po· rendere impossibile una distinzione clinica, matesse derivare dalla qualità speciale del tessuto l'esame post.mortale può dare s~mpre un'indinervoso, cosi i:icco di filamenti tortuosi che avreb- cazione sicura. La mening~te, usuale nella sifibero potuto benissimo nasconderli all'atto dell'e- lide della base, non era presente nei casi in~ same microscopico. Questa circostanza, insieme esame, nei quali si nota va appena un ispessimento. all'altra delle similitudini serologiche tra sifilide della pia, più marcata alla convessità frontale~ e paralisi generale e al fatto che nella malattia gli altri segni anatomici mostravano pure un cadel sonno si sono potuti scoprire dei tripanosomi rattere essenzialmente paralitico e non sifilitico, nel cervello - la tripanosi umana essendo una mai si riscontrarono gomme. malattia simile sotto certi aspetti alla paralisi Le spirochete furono trovate tutte nella corgenerale - ha indotto Noguchi e Moore, come . teccia, non se ne trovarono nè nella nevroglia nè essi scrivono nei ] ournal o/ E~per·imental Medi- nella pia nè nei piccoli vasi, r aramente pure in. Gine (1 ), a fare delle esperienze per ricercare il prossimità dei grandi vasi. parassita sia sotto la for~a granulare che sotto Dott. Gon. • quella di spirocheta. A questo scopo, brani di cervello provenienti dall'autopsia di individui affetti di paralisi generale, furon colorati secondo il metodo Levaditi ali 'argento. I pezzi erano in parte distaccati dal giro fron(NOSTRI RESOCONTI PARTICO~). t ale, in parte dal giro retto. Gli agenti della sifilide furono trovati in dodici R. Accademia medica di Roma. c7:si™df-paralisi generale con diagnosi certa, pre· ---rr • Seduta ordinaria del 23 febbraio 1913. sentante i segni classici, sia in vita che al tavolo Presidenza del prof. F. Durante, presidente. anatomico. , Si tratta va di dieci uomini e due donne: in sette Prof. U. Cerletti. Rice'tche sulla stfuttura d~lla: casi la malattia aveva' assunto il tipo cerebrale, nevfoglia. - L'O. dopo aver ricordato le teorie negli altri cinque quello tabetico. I malati erano dominanti sulla costituzione della nevroglia , stati presi in generale per la strada, allorquando espone il risultato delle sue indagini sulla costisi trovavano in preda a uno stato confuso senza tuzione medesima. Nelle sue ricerche ha studiato ' poter dare spiegazioni sulla durata dei loro tanto con il metodo di Weigert, come con altri disturbi. La durata della malattia presso que• metodi da lui escogitati, usando sempre fortis· sti individui fu più corta della media assegnatale simi ingrandimenti da 1200 a 1600 diametri. Si è comunemente nei trattati, forse questo prova che potuto cosi convincere che la nevroglia non è forla scoperta della spirocheta sia più facile nei mata da .c ellule e fibre indipendenti, ma solo da casi a decorso rapidamente mortale. L'età dei cellule con prolungamenti filiformi. Prof. Campana. Nel mentre ammiro ed apprezzo pazienti variava da trenta a sessant'anni. gli studi e la tecnica varia ed elaborata del dotL'obbiezione che si presenta prima alla mente tose prof. Cerletti, che da oltre un decennio ladel critico è la seguente: non è possibile che i vora su questi temi di studio del cervello umano. casi descritti fossero in realtà dei casi di sifilide io non mi posso associare alla conclusione che cerebrale? Tale obbiezione merita di essere presa ne trae per l'ammissione di diramazioni del corin considerazione. ma ad essa Noguchi e Moore puscolo della glia. Io mi richiamo agli studi rispondono facendo osservare che il decorso cli- stessi del collega e di quelli che vedono due parti nico nei malati in esame. mostrò una alterazione distinte tra corpuscoli e filamenti della glia per in tutti i territori cerebrali, e non il tipo di rifermare il concetto istologico in questo caso, degli altri connettivi dal quale si vanno allondénienu tacunaire proprio della sifilide cerebrale. tanando tutte quelle ingegnose interpretazioni )ron esistevano sintomi craniali nè altre loca venute dai primi progressi della tecnica colorante, lizza7.ioni a focolaio. Certo questi argomenti con cui si vedevano soventi cellule arborescenti non sono assolutamente convincenti, perchè è con mirabile canalizzazione dei propri prolunga· possibile che un'antica meningite endoarteritica menti ecc.; mentre la istologia dei connettivi d'origine sifilitica simuli la paralisi in modo da sempre più ci viene ammaestrando di vedere in essi un corpo cellulare endoteliale, che si posa e (1) J ournal of Experimental nledicine, - ~ ew funziona in rapporto del collageno disposto miYork, r 0 febbraio 1913.

ACCADEMIE, SOOIBTl DDIOHH, COIGRESSl

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rabilmente in mille guise, secondo la funzione · generale del tessuto sanguigno e dei prodotti che deve adempiere di ambiente connettivo fun- . organici dei tessuti, e. forse esercitano anche zionale, di transito per :filamenti e prodotti pro- ~na speciale influenza locale, sia sui tessuti nei venienti dalla circolazione o da organi più nobili. quali ha sede la flogosi specifica, come sui germi Prof. D. De Blasi. A tteyazioni vefificate in un che ne sono la causa. Egli ha studiato una specie giunto di conduttuya d'acqua. - L'O. ricorda di di vaccino antigonococcico denominato 1 atthia vere avuto occasione di studiare l'epidemia di gon » eseguendo ricerche sperimentali sugli anitifo che si ebbe in Albano nel 1910. Fin d'allora mali ed osservazioni cliniche sui malati. Si è ammise l'origine idrica dell'epidemia. Ora ha rag- potuto convincere che l'« arthigon » è una sogiunto la prova convincente della verità della stanza innocua, eh~ associata ad essudati blenorsua ipotesi. Sopra un giut;ito della condotta di ragici ne attenua gli effetti morbosi sui tessuti acqua di Albano passava una fogna. Ricerche normali, aumenta la resistenza dell'organismo fatte sul posto portarono alla conclusione che il animale di fronte alle infezioni specifiche blenorgiunto doveva essere leso e quindi non più in ragiche ed agevola il riassorbimento di materiali condizione di perfetta impermeabilità. Tolto il blenorragici purulenti. giunto e fatto segare, è risultato che il giunto Dott. A. Galimberti. La balanopostite degli inera permeabile all'acqua esterna. L'O. illustra la dividui a prepuzio lungo fimo tico. - L'O. ha stu sua relazione con la presentazione del giunto e dia to quei casi di balanopostite cronica ricorr~nte con figure schematiche, dalle quali .si vede la po- che non dipendessero da uretrite cronica prosizione reciproca fra condotta d'acqua e fogna, fonda, che è la causa della maggioranza di esse e come per ragioni idrauliche le ~eque della fogna balanopostiti. potevano passare nell'interno della condotta, at· La fimosi congenita se non è causa di balan~­ traverso il giunto divenuto permeabile. postite, può mantenere le patti in uno stato di Prof. Pestalozza. Contributo alla diagn,osi dei tu- delicatezza eccezionale, da cui un più facile svitnori addominali. - L'O. dopo aver parlato della luppo di balanite. Queste forme dipendono o da difficoltà di una diagnosi esatta dei tumori ad- condizioni predisponenti o da vere infezioni crodominali, riferisce la storia clinica di una malata niche, specialmente sifilide ereditaria, stati tuberda lui operata per fibroma del mese11terio, con coloidi predisponenti a debolezza di tessuti per asportazione di un tratto di intestino lungo 52 cen· anemia o stati neuropatici più di tutto di origine spinale. timetri. Espone la tecnica operatoria seguita. Prof. Leotta. A proposito del caso comunicato In queste condizioni sono state considerate dal prof. Pestalozza riferisce di avere operato da escluse tutte quelle cause di deficienza di un due giorni una donna di anni 55, per tumore grado minimo di nettezza locale, da cui decommaligno del meso-digiuno (sarcoma), che ha aspor- posizioni organiche, cui succedono come effetti tato assieme al mesentere, per cui ha dovuto reultimi prodotti organizza ti di agenti della pusecare come conseguenza 60 centimetri della prima trefazione e di sostanze chimicamente irritanti porzione del digiuno-ileo a partire dall'angolo derivate da questi. duodeno-digiunale in giù. Constata anche egli la Con ciò si vuol venire alla conclusione che ove grande difficoltà diagnostica di t~ori mesente- non esista qualcuna delle condizioni indica te, non rici: i disturbi intestinali spesso mancano, come è possibile ammettere in fimosi funzionali e passeggere come anche con stati gravi di fimosi, la mancavano nel caso suo e la esistenza dell'ansa intestinale al davanti del tumore è un sintomo esistenza di balanopostite essudativa senza una ' fallace , poichè può capitare, come nel caso suo, localizzazione essudativa endouretrale; dalle forme che il t11more si metta in 1."a pporto con la parete diffuse di questa localizzazione alle forme circoaddominale con uno dei lati, anzichè con il mar- scritte follicolari, che assumono, specialmente nel gine liber0. prepuzio, le parvenze di eruzioni erpetiformi riBA.LDONI. Crede quindi che mancando qualunque segno correnti molestissime. di valore diagnostico assoluto, alla diagnosi di tumore mesenteriale si debba arrivare indiretta- · Regia Accademia medica di Genova. mente, escludendo la sede del tumore in altri organi addominali. Seduta del 24 febbraio 1913. Dott. P. Sabella. l l vaccino à·ntigonococcico studiato negli animali e ·;iell'uomo. - L' O. ricorda Dott. C. Canestro. Fistole pafotidee consecutive che i sieri ed alcuni preparati farmaceutici, si· alle operazioni sulla mastoide . - L'A. riferisce mili a vaccini, esplicano la propria azione nel sopra un caso di fistola parotidea consecutiiva ad campo delle proprietà immunitarie, nel chimismo un'antrotomia, discutendone là genesi e parlando

(II)


IL POLICLINICO

del trattamento, che consistette jn iniezioni di pasta di Beck. Prof. F. Mariani. D"ue casi di avvelenamento da ossido di carbonio t'Yattati con iniezioni endovenose di ossigeno. - L' A. dopo aver ricordato i suoi studi sperimentali sulla innocuità delle iniezioni endovenose di ossigeno parla su due casi di avvelenamento da ossido di carbonio venuti alla sua osservazione e nei quali praticò appunto la iniezione endoven~sa di ossigeno. In entrambi i casi ma specialmente in uno di essi che si trovava in stato subcomatoso, si potè constatare in modo evidente l'efficacia di un tale trattamE.nto. . Dott. A. Delfino. Contributo alla conoscenza delle .esostosi multiple. - L'A. presenta le radiografie cli un caso di esostosi multiple in una ragazza di 13 anni: basandosi sull'anamnesi famigliare dell'inferma, ritiene che nella determinazione di tale forma morbosa, abbia una grande importanza la tubercolosi e il rachitismo. Dott. C. Manfredi. L'azione dell'adrenalina e dell'ipofisina sull'apparato caYdiovascolare. - L'adrenalina non aumenta la pressione del sangue ma piuttosto modifica la parete dell'arteria diminuendone la tensione; l'ipofisina aumenta la pressione del sangue e la tensione dell'arteria. Da queste conclusioni l'A. trae le indicazioni terapeutiche diverse dei due preparati.

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accreditati: l'estratto di ipofisi determinò una diuresi di circa mezzo litro. L'azione dell'estratto di ipofisi è transitoria nè si può ad esso ricorrere in modo ravvicinato e ripetuto: esso può cionondimeno trovare talora applicazioni utilis• s1me. Quanto al meccanismo d'azione, l'O. ritiene che la CJ.iuresi debba connettersi con l'umento della pressione arteriosa senza escludere però, che possano intervenire altri fattori. Prof. L. Tomellini. Pe.-dita o debilita2i·one OYganica peiy esti.-pazione di mil~a ? - L' A. rife· rendesi al caso di un individuo il quale, in seguito ad una ferita penetrante in ca vità era stato operato di estirpazione della milza, e che, dopo un anno dall'avvenuta operazione stava perfettamente bene, ritiene che in tali casi la mancanza della milza, in senso medico-legale, non costituisce perdita di un organo, ma indeboli· mento della funzione ematopo=etica, non inducendo tale mancanza alcun disturbo: vi sono altre parti dell'organismo che ad essa sono capati di supplire.

Dott. F. Morelli. Azione dei bacilli tube.-colari morti iniettati sotto la cute degli an1:mali a dosi massive. - Con l'iniezione sotto la cute degli animali, di bacilli tubercolari uccisi al calore, in dosi massive, si sviluppa nel punto di inoculazione un focolaio di suppurazione, contenente una ma~sa caseosa omogenea, il quale consente la Prof. M. Segàle. Sugli equilibri energetici pato- vita dell,animale finchè non si proceda alla sua enucleazione. logici. - L' A., riassunte le precedenti sue indaL' A. basandosi sullo studio delle ·proprietà gini (Lincei, 19r3), comunica nuovi reperti intesi a dimostrare che la pressione osmotica e la con- biologiche del siero di sangue degli animali prima e dopo la asportazione degli ascessi, oscentrazione in idrogenioni abnormemente modificate da stati morbosi presentano, anche in questi servò costantemente una reazione difensiva geabnormi livelli raggiunti, una notevole stabilità, nerale blanda od assente prima dell'atto ope!"ativo, ei1ergica, invece, dopo di questo. Crede che comportandosi così in modo analogo alla tempeper spiegare un tale fenomeno debba invocarsi ratura. il brusco squilibrio della reazione organica, non solamente generale, ma anche, e forse più, della • Seduta del 3 marzo 1913. ' locale: con l'ablazione dell'ascesso l'organismo viene ad essere privato improvvisamente della Prof. B. Tedeschi. Sopra un'azione terapeifttica barriera che sino allora aveva mantenuto l'equi· non ancofa 11iolto conosciuta dell'est-ratto di ipo- librio di difesa, e reagisce energicamente andando fisi . - L'A . avendo osservato in un caso di col- così incontro ad un esaurimento progressivo che lasso in un tifoso, che l 'iniezfone di pituitrinum, lo conduce a morte. non solo aveva rialzato le condizioni circolatorie, ma aveva anche provocato un'abbondante diu· Dott. L. Sivori, Sul potere antibatterico dei resi, pensò di adoperare l'estratto di ipofisi in sieri antitossici, e sul rapporto t-ra il contenuto in qualche cardiopatico in istato di iposistolia e con aniigeni dei sieri immuni e l'immunità passiva. oliguria spiccata; l'effetto diuretico si ebbe, ed 14'A. in base alle sue ricerche. viene alla concluevidentissimo. sione che tutti i sieri antidifterici e antitubercoInteressante fu il caso di un nefritico cronico, lari debbono considerarsi anche come sieri anti· in pesiodo uremico, il quale da 24 ore era anu- bacterici, che il loro potere anticorpo varia da rìco . nonostante l'uso dei rimedi diuretici più siero a siero rispetto alle diverse tossine, e che (12)


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SEZIONE PRATICA

tale potere non sta in rapporto con la quantità · di unità immunizzanti. Tutti questi sieri contengono pure antigeni, e tale contatazione permette di considerare il processo di immunizzazione passiva come risultato, da una parte, dell'azione disintossicante che hanno i sieri, e dall'altra, di un fenomeno di immunizzazione attiva dovuto al loro contenuto in antigeni . L' A., infine, dimostra la possibilità di avere un siero puram~nte anticorpo immunizzanda gli animali per via gastrica; con t ale mezzo i sieri contengono i principii difensivi e sembrano privi di prodotti tossici. Prof. G. Romanelli: S ull'impiego di sie, o batteriolitico antitubercolare per via rettale. - In numerosi infermi di tubercolosi polmonare, il trattamento col siero batteriolitico Maragliano, per via rettale, ha dato risultati molto soddisfacenti, mai fatti irritativi locali; la temperatura negli ammalati febbrili fu talvolta beneficamente influenzata, in quelli apiretici non si ebbe mai il minimo rialzo termico. Si potè infine dimo· strare l'assorbimento e l'utilizzazione del rimedio pel fatto del notevole aumento dei materiali specifici di difesa contenuti nel siero sanguigno. Dott. L. Gatti. Di una associazione istero-orf!a.nica. - L' A. presenta un'ammalata che dall'inizio della sue mestruazioni presentò una cefalea con tutti i caratteri della cosidetta cefalea degli adolescenti. Ma la sua durata eccessi va e la sua in· tensità indussero nel sospetto che si trattasse bensì di una cefalea degli adolescenti, ma ingrandita e continuata per autosuggestione. Sottoposta l'ammalata ad una seduta psicoterapica alla Babinski, il dolore scomparve in 48 ore: ormai sono passati tre mesi e si può parlare di guarigione definitiva. L'O. accenna alla frequenza delle associazioni istero-organiche di tal genere, e conclude dimostrando che 1'unico criterio per tracciare la linea di confine tra il campo organico e quello psichico è dato dal criterio psicotera pico; la psicoterapia costituisce per noi un dato diagnostico importante e per l'infermo la guarigione, o per lo meno la mitigazione delle sue sofferenze. SF.GÀitE.

Regia Clinica illedica di Genova. Seduta •

15

gennaio

1913.

Sciali ero. M odi'ficazioni del tepe'Yto del san gite nell'autointossicazione cronica i'l'itestinale spe'fimentale. - Non ostante la vasta messe di dati cli• nici e sperimentali , che si sono andati in questi anni raccogliendo, resta ancora spesso oscura la

etiologia e patoge~esi di molte forme di anemia, specie cronica e perniciosa. Tra i molti meccanismi ' inv~cati a spiegare queste forme morbose, sono state spesso indicate le autointossicazioni intestinali ed in proposito sono state anche condotte ricerche sperimentali. Ma le ricerche sulle alterazioni del sangue in rapporto alle autointossicazioni intestinali, riguardano forme e modali~à relativamente acute. I! dott. Sciallero invece porta un contributo con lo studio del reperto ematologico del sangue in animali sottoposti in modo assai lento, cronico e continuo, ad autointossicazioni intestinali, mediante una alimentazione non appropriata o con uno speciale sistema di occlusione intestinale, ed unisce il confronto del reperto del sangue di ani· mali sottoposti alla intossicazione intestinale cronica, mediante aggiunta agli alimenti di b. coli ucciso, oppure alla intossicazione cronica di veleni tubercolari per via enterale. L' A. ha trovato che alcune volte le alterazioni del sangue sono l'unico o il primo segn<.) apprezzabile in vita delle conseguenze d ella data intossicazione intestinale cronica, e che queste alterazioni sono a tipo più persistente che quelle indotte dal coli e dai veleni tubercolari. Cosi, riferendosi alla cavia, riporta come reperto ematologico medio normale: globuli rossi, 5,1~0,000; globuli bianchi, 5,400; rapporto l : 949; emoglobina (8ahli), 98 o/0 ; v~lore globulare, 0.95 . Niente da notare a carico dei globuli rossi. Formula leucocitaria: poJinuclea ti neutrofili 74 ~lo : linfociti medi e piccoli 19 ~lo; monucleati e forme di passaggio 5 %; eosinofili 2 ~lo . Nelle cavie sottoposte invece alla alimentazione non appropriata, consistente nella agglunta o nella sostituzione alle verdure (che colla crusca costituiscono l'alimentazione normale della cavia) di coagulo di sangue, o di carne trita di animali sani, di cui la cavia è molto ghiotta, si hanne> reperti che ricordano le infezioni croniche, l'anemia perniciosa ad esempio: globuli rossi, 2,250,000; globuli bianchi, 3,800; rapporto , l : 860; emoglobina 65 % ; valore globulare l %· Discreta poichilotosi ed anisocito!';i . Globuli rossi che si dispongono male in pile, qualche volta emazie nucleate. Formula le'ucocitaria; polinucleati neutrofili 68 ~~ , linfociti medi e piccoli 21 %; mononucleati e forme di passaggio 10 %; eosinofili polinucleati 1 %· L. Gatti. Osset'vazi'oni sul rifiesso di fiessione dell' avamhraccio. - Il riflesso di flessione dell'avam-

braccio, ormai metodicamente ricercato in ogni malato di sistema nervoso, consiste, come è noto, nella contrazione brusca de] bicipite, lungo supinatore e flessore comune delle dita quando si percuota sulla regione dell'apofisi stiloidea del

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(ANNO XX,

IL POLICLINICO

radio. L'ordine in cui sono stati enunciati questi muscoli è anche quello della loro abituale inten· sità di contrazione. È importante questo riflesso in causa principalmente dell'estensione del suo centro (V-VID cervicale), per modo che una lesione, che distrugga le corna anteriori midollari, ad esempio all'altezza della V cerv., distruggendo il centro del bicipite produrrà una dissociazione del riflesso nel senso che mancherà la contrazione di questo muscolo, mentre perdura quella degli altri due; e la sua inversione, nel senso che mentre il bicipite rimane inerte, la contrazione degli altri due viene esagerata a causa della lesione del V cerv., che produce naturalmente iperreflettività nei centri sottostanti. I/esagerazione di questo riflesso è anche pai:,ticolarmente evidente nella flessione delle dita; per renderla maggiormente manifesta, si può ricorrere alla manovra di estendere passivamente la mano e di aumentare così l'ampiezza di contrazione. Con questo procedimento la flessione unilaterale delle dita fu riscontrata dall'A. come unico segno superstite di lesione delle vie piramidali, guarita perfettamente dal punto di vista clinico. Questo segno naturalmente ha valore quando sia unilaterale ; la questione è dunque posta negli stessi t ermini di quella che riguarda l'epilessia frusta del piede: che, incerta nel suo significato patologico quando sia bilaterale, indica con tutta certezza una iperreflettività quando la si riscontri da un lato solo. E poichè questa iperreflettività monolaterale non può riconoscere che due ragioni - o una lesione articolare, facilmente escludibile, o una alterazione delle vie piramidali - cosi questo segno può essere un indice non trascurabile di una lesione delle vie centrali motorie.

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Seduta del

22

gennaio

1913.

A. Barlocco. Sopya un caso di angina di Lud-

wig. - Si tratta di un infermo di 27 anni, il quale successivamente a carie dentaria p resentò cospicua infiltrazione dura di tutto il pavimento orale {più spiccata a destra, punto di partenza del processo) estendentesi al collo ed alla porzione alta del torace; impossibilitata l'apertura della bocca; difficile la deglutizione. Sul collo e sul torace si notava semplicemente succulenza ed arrossame.nto della cute. La temperatura oscillava fra 37. 5 e 38 . 5. .ln 50 giorni di malattia s'iniziò la fusione del processo, con fuoriuscita di notevole quantità di pus attraverso ad un seno fistoloso, in corrispondenza del 2 ° molare inferiore di destra. Guarigione completa in circa 15 giorni dall,inizio dei fatti m orbosi. La cura fatta fu sanguisugio alla regione sotto-mandibolare, applicazione di ghiaccio, colluttori antisettici. (14)

FASC.

I4]

E. Tedeschi. SindYomi tubercolari clinicame:nte varie a seconda della professione esercitata. - L'O. fa rilevare come in patologia professionale si dia abitualmente molta importanza alla professione esercitata in quanto questa può favorire o no lo svolgersi di . forme tubercolari; invece è preso poco in considerazione l'elemento professionale, in quanto possa determinare sindromi speciali di tu· bercolosi. L'O. ricorda, come ·1a tubercolosi delle sigaraie offra talora un aspetto speciale a forma di pseudo· asma bronchiale, la cui patogenesi può essere riferita sia all'azicne del tabacco sulle vie bron.chiali (irritazione meccanica) sia all'azione che il tabacco stesso può esercitare sulle terminazioni nervose nell'albero bronchiale stesso. L'O. ricorda la frequenza della tubercolosi laringea, come fatto precoce nelle venditrici ambulanti, negli agenti di borsa) che per la loro professione costringono a sforzi continuati le corde vocali. Si ferma poi sulla frequenrza ~elle emottisi nei tubercolosi saturnini. Tali emottisi non si verificano solo in casi avanzati; ma anche in ammalati, i quali presentano forme sclerotizzanti. È interessante il fatto che, in famiglie in cui domina la tubercolosi, solo l'operaio saturnino è quello che va soggetto ad emottisi mentre gli altri membri della famiglia mostrano il comune svolgersi della tubercolosi, senza notevole frequenza di emottisi. L,0. cita al proposito vari esempi, che avvalorano le sue osservazioni. Forse tale spiccata tendenza all'emottisi nei soggetti satumini è da riferirsi all'azione eminentemente vascolare eserci· tata dal piombo. Dott. BERTOLINI,

Società di medicina legale Seduta del

28

dicembre

1912.

Presiede il prof. Otto Ienght, presidente.

Dott. Gaetano Funaioli. Sull'anafilassi nei conigli sottoposii ad avve!ename1"to cronico pe, aYsenico. - Dopo aver anzitutto constatato i fenomeni anafilattici in conigli sensibilizzati con siero· umano diluito in soluzione fisiologica e trattati in seguito con sangue umano, ricercò ~in una se· conda serie d' esperienze i fenomeni anafilattici nei conigli prima sensibilizzati e successivamente avvelenati con arsenico, constatando che l'avvelenamento subacuto iniziale per arsenico influisce su detti fenomeni per quanto riguarda la loro comparsa, intensità e durata. Qualora gli animali da esperimento invece di essere trattati col farmaco vengano sottoposti ad inoculazione endovenosa di siero di coniglio avvelenato con ar~enico, si producono gli stessi fe· nomeni anafilattici.


TANNO

xx,

FASC.

14J

SEZIONE PRATICA

Dott. A. Bellussl. Alcune 11iceYche sulle ossidasi ·.nel sangue e sul lOfo compOYtamento dopo la mo,t6. ·- Anzitutto la percentuale di questi elementi nel sangue di coniglio normale e vivente raggiunge il 20 % e la loro presenza prevale nei leucociti polinucleati. Nelle asfissie meccaniche per occlusione delle vie aeree superiori confermò i reperti trova ti dal prof. Mirto ; e non le riscontrò però negli eretrociti. La ricerca poi di tali elementi nel sangue di conigli intossicati con ossido di carbonio ne dimostrò aumento considerevole nei leucociti poli-.nucleati sebbene non cosi accentuato come nelle .asfissie meccaniche. Trovò risultati interessanti nel sangue di conigli uccisi per puntura al midollo alit1ngato, ·-poichè. in questo genere di morte ne osservò l'aumento reale e indiscutibile se non in tutti certamente in un n11mero discreto di leucociti. Richiama l'attenzione su questo fatto ritenendolo ·molto importante per la :fisiopatologia delle asfissie e delJe morti improvvise, poichè dimostra es:Sere sufficiente l'eccitamento meccanico diretto o indiretto, brusco od istantaneo del centro respiiatorio a provocare uno stato irritativo del medesimo che si rivela con auruento delle ossidasi nel sangue. Da queste esperienze iniziate e- che si ripromette di proseguire in vari generi di. morti violente ed asfittiche, crede per ora di asserire che 1'eccitamento del centro respiratorio deve avere notevole importanza nella iperproduzione di questi vettori di ossigeno e che la 10ro presenza nel ·sangue serve come una indicazione dell'azione ·di ·questo eccitamento sia che si effettui in modo meccanico o tossico o in modo acuto o subacuto. Seduta del 2I gennaio 1913. La morte improvvi·sa s·u l lavoro. - . È messa in discussione la questione della morte improvvisa sul lavoro. Tale questione fu iniziata a proposito di una domanda del socio Ricci, il quale richiedeva un parere della Società su un caso di morte improvvisa accaduta durante il lavoro, ed a proposito di un caso personale occorso al prof. Qt.. tolenghi. Su questa questione il Con~iglio aveva indetto un Refere1idum tra i soci. Secondo i pareri espressi nel Referendum e secondo la discussione avvenuta, non può la morte improvvisa sul lavoro esser considerata malattia professionale, e solo in alcuni casi speciali può essere considerata infortunio. In rapporto alla questione si fa s~ntire il bisogno di considerare la morte improvvisa du-

rante il lavoro come speciale figura giuridica cui occorre provvedere con nuove disposizioni legislative. Seguì una lunga discussione, alla quale presero viva parte i soci, e si concluse di rinnovare il /(l.efereridum ed estenderlo anche ad altre personalità, non appartenenti alla Società. Dott. Bellussi. Nuove ricerche sulla , reazir;ne chim1:ca del sangue coll'eosina. In una prima serie di ricerche su questa reazione l' A. aveva dimostrato che i sali di rame (solfato di rame) in certe diluizioni danno la stessa reazione del sangue. Il dott. Ganassini, autore della reazione, obbiettò che l'A. non si era posto nelle identiche precise condizioni da 1ui descritte per ' il san.g ue in 45oluzione acquosa. In recenti ricerche seguendo scrupolosamente le norme eseguite dall'A. si ottenne per il rame la stessa reazione del sangue. Si rimarcò solo la differenza del tono del colore che per il sangue è il giallo tendente al roseo e per il rame giallo paglierino: differenze che però non furono èostanti. In $peciali casi usando date soluzioni di sangue e date soluzioni di rame o adoperando soluzioni di sangue leggermente alcanizzate la reazione si presenta va colla stessa rapidità e col preciso colore. 1

M. Persiani. Efrori di memoria. op~razioni spe,imentali di Psicologia giudiziaria. - Furono invitati I4 studenti di legge della Scuola di Me' dicina legale della R. Università di Roma ad osservare per la durata di un minuto un quadro rappresentante un incendio e le relative operazioni di salvataggio esposto dalla cattedra. Richiesti senza preavviso in capo a tre giorni di narrare quello che avevano veduto si ebbero le 14 relazioni entro 6-I2 minuti. In esse si trovarono i seguenti errori: indeterminatezza in II, inesattezze .in 9, omissioni generali (avevano mancate cioè intere scene) in tutti e 14, e lo stesso vale per le omissioni in particolare. Dati contrari al vero in 9. Invenzioni in 3 soltanto. La :veridicità in 4 è massima e in 7 è minima. ASCARELLI .

Il fascicolo di m arzo 1913 della nostt'a Sezione Medica contiene i seguenti •avo'i: I. Dot,. Giovanni Aotonelli - Intorno agli itteri emolitici. II. Dott. CJ. Farmaehldis - Ricerche sperimentali sulla presenza di antropotossine nell' a ria espirata. III. Domenico De Sandro - Sul Bacillus oxalatigenes n. sp. I/ ossaluria può essere di origine batterica?

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IL POLICIJNICO

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APPUNTI· PER IL MEDICO PRATICO. CASISTICA. Sul problema della gonorrea femminile. La recente tendenza all'impiego del vaccino gonococcico a scopo diagnostico e terapeutico viene largamente esaminata da A. Martin in un accurato articolo riguardante la gononea femminile (] ahreskurse '/ur èirzttic.~e Fortbildung, fase. VII del 1912). La diagnosi della gonorrea nella donna è resa difficile sia per gli ostacoli e le reticenze di una anamnesi non sempre completa e sincera, sia perchè i più elementari precetti di pulizia messi in atto poco prima della visita e l'aver urinato rendono difficile il prelevamento di un po' di secreto atto ad un esame microscopico: il qual esame del re sto non è in ogni caso capace di dar notizia dell'estensione e della gravità del male, specialmente nei casi non recenti. È dunque ben accetto il nuovo contributo dato dal vaccino gonococcico. Per le difficoltà tecniche di preparazione si è preferito ricorrere a vaccini fissi (arthigon di Schering, siero di Reiter, di Bjelinowsky, di Van de Velde) con i quali si sono ottenute nei casi positivi reazioni locali e anche generali atte a chiarir la diagnosi: la difficoltà consiste nel dosaggio che • se troppo basso è inefficace, se troppo alto è pericoloso. Tuttavia la determinazione dell'indice opsonico può servir di guida alla scelta della dose opportuna. D'altronde ben di rado giungono all'osservazione medica casi semplici e recenti, ma più spesso donne che si trovano in un periodo di riacutizzazione del male dovuto a svariate cause predisponenti al risveglio della già sopita virulenza di cocchi atrofici (mestruazione, gravidanza, puerperio, eccessi sessuali sia per coabitazione, sia per onanismo). Il Martin con la sua esperienza di più che 40 anni viene alla scoraggiante conclusione che non si possiede ancora un mezzo sicuro per la valutazione della gonorrea femminile, specie poi dal punto di vista prognostico. Intanto la sterilità femminile (prescindendo dalla sterilità imputabile all'uomo blenorragico o a manovre anticoncezionali) è molto meno frequente, nelle donne gonorroiche, di quanto ~i afferma. Non sempre alla cervic-ite blenorragica si accompagna l'endometrite, la quale del resto non sempre impedisce l,attecchimento dell'uovo : piuttosto l'endometrite decidua può portare all aborto . Maggiore importanza ha invece la gonorrea per il pi,erperio, nel 1

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quale, specie con un governo del parto non rigorosamente ed a~etticamente corretto, sono frequenti le complicazioni. Non occorre poi rilevare il serio rischio che corrono gli occhi e l'ombelico del neonato, chè purtroppo spesso la comparsa di tali affezioni blenorragiche nel neonato porta alla diagnosi della gonorrea ma tema ! Nè devesi dimenticare l'importanza che la cura. medica ha sull'andamento e sull'estensione della malattia: spesso la polipragmasia medica, specie poi da parte dell'inferma stessa, è nefasta. La valutazione prognostica della gonorrea fem· minile deve perciò farsi con estrema cautela: ai • medici capita di osservare probabilmente so~o una frazione delle donne così malate, giaccltè nella grande maggioranza la malattia guarisce in breve con cure profane, mentre un'altra parte diviene più o meno incurabile e rassegnata per abitudine. Delle donne curate dai medici solo una minima percentuale giunge fino ali'annientamento delle funzioni sessuali e ad una irreparabile ed inguaribile affezione : gran parte invece guarisce più o meno completamente. Comunque però anche questa minima percentuale è sempre troppo alta per poter qualificare come poco seria la malattia e dobbiamo augurarci dì migliorare ed estendere ancora i nostri mezzi terapeutici, finora così poco efficaci, in modo da allontanare immediatamente e certamente ogni pericolo. Guarita l'affezione locale e decorse senza disturbi alcune mestruazioni, si può sperare in una prognosi migliore circa le conseguenze remote: nei casi cronici poi il riserbo nella prognosi dev'essere ancor mag. gtore. La dimostrazione dei diplococchi, facile nei casi recenti, è invece incostante e variabile negli altri; cocchi che sembrano atrofici, riacquistano il più alto grado di virulenza con opportune modificazioni del terreno nutritivo (mestruazioni, gravidanza e puerperio e sopratutto strapazzi sessuali, iperemie da pratiche anticoncezionali, pessari, cannule da irrigazione po~o pulite e simili). Di una p1ofilass'i da parte della donna non è il caso di parlare ! si può in vece raccomandare ai candidati al matrimonio, nei quali ripetute ricerche anche profonde sieno riuscite negative, l'uso del condom pet i primi tempi del matri• monto. Se in generale è da sperare un risultato positivo dalla terapia solo quando si sia potuta fare una diagnosi chiara e certa, sembrerebbe che, dopo la scoperta tiel gonococco, ciò dovesse av· venire per la gonorrea : oggi infatti nessun medico


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SEZIONE PRATICA •

·pratico dovrebbe fare alcuna prescrizione prima di aver fatto un esatto esame del secreto, anche ripetuto in caso di reperto negativo. Ma quando si tratti di nuova esacerbazione di afte.. zioni croniche è ben difficile , ottenere questa dimostrazione positiva: purtroppo per le affezioni dèlle sezioni alte dell'apparecchio sessuale (tube, ecc.) noi dobbiamo ancora attenerci alle deduzioni dell'esame praticato sulle sezioni infe-,,. riori, giacchè solo al tavolo operatorio potremmo ottenere dei preparati probativi per la nostra diagnosi l Più difficile ancora riesce la terapia per il pericolo di peggioramenti e di estensioni del male ~he le nostre dita o i Qostri istrumenti possono provocare. Si va facendo strada perciò la con vinzione dell'inutilità di cure violente il cui valore terapeutico ìnolto incerto viene addirittura annullato dal rischio di una più profonda inoculazione del virus. Riposo in letto, bevande abbondanti non alcooliche, cibo regolato e facilmente digeribile, re· golarizzazione dell'intestino, astensione da ogni eccitazione locale e sessuale, semicupi tepidi in soluzione di sapone, lavaggi esterni con acqua tepida, compresse imbevute in leggiera soluzione disinfettante, eventualmente narcotici negli stati di forte eccitazione e d'insonnia: con questo metodo il Martin ha visto spesso guarire in tre o quattro giorni le affezioni apute. Inoltre irrigazioni vaginali leggermente disinfettanti, fatte dal medico, nelle vaginiti; come pure irrigazioni uretràli, se vi è secrezione uretrale abbondante, a mezzo di una comune cannula a doppia corrente introdotta per 10-15 mm., con debole soluzione di lisolo e poi di cloruro sodico, a bassa pressione. Nessuna manovra sulla portio. Nelle bartoliniti suppurate, spaccamento e zaffamento stipato. Nessun trattamento locale nelle cerviciti ed endometriti e perfino nelle salpingiti e peritoniti acute il cui scoppio talora molto impetuoso (alta febbre con brivido, alta frequenza del polso, forti dolori, segni. di peritonite acutis· sima con collasso, vomiti e via dicendo) può tentare ad un intervento operativo: ma di solito dopo pochi giorni tutti i sintomi migliorano purchè non si assoçino altri germi, specie streptococchi. Nonostante tutti gli esiti sfavorevoli di una operazione in tali casi, pure molti ricorrono al]a la parotomia con drenaggio, che il Martin limita ai soli casi in cui si può sperare di sorprendere ed asportare il sacco salpingeo purulento senza rom· perlo. Ma egli preferisce I, incisione attraverso il fornice vaginale (dove si può quasi sempre raggiungere l'ascesso) e il drenaggio, ottenendone guarigione completa. I

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La gonorl'ea eronica, .Più frequente ad . osset· varsi, è anche più ribelle agli usuali mezzi cura· tivi. Anche· qui riposo, dieta, tranquillità sessuale, normali funzioni al vine, provocazione della diuresi. I comuni disinfettanti opportunamente variati o anche la cura con fertnenti dànno buoni risultati che permettono la guarigione dopo 3-4 settimane: solo pochi casi costringono a un intervento chirurgico. Nelle recidive si ripetono gli stessi mezzi. Circa la cura col vaccino la previa determina· zione dell'indice opsonico che era ritenuta necessaria è ora affermata indispensabile dal solo Van de Velde: i risultati sono :finora un po' incerti anche a causa della varietà dei vaccini impiegati. I migliori risultati si otterrebbero nel trattamento di focolai isolati, specie delle sactosalpingi gonorroiche e meglio ancora nei casi più recenti: nella gonorrea vulvovaginale invece i risultati sono molto contraddittori. Comunque può considerarsi come un metodo innocuo e relativamente meno fastidioso degli altri mezzi terapeutici comunemente usati, se pure un po' lungo: e merita di esser sottoposto a numerose prove, non foss'altro che per servirsene come una cura associata utilmente al1e misure terapet;ttiche :finora praticate . U. Ro:r.,ANDI. L' urotubercolosi della donna. .

Rilevata la rara concomitanza della tubercolosi primitiva del sistema genitale . ed urinario e la frequènza dell 1urotubercolosi maggiore nella donna che nell'uomo, A. Martin (]ahresku'l'se fur arztliche Fortbildung, Juli 1912, pag. 51) constata il decorso sempre discendente dell 'urotubercolosi femminile e ammette come concause produttricj le compressioni d~~ sistema urinario più frequenti nella donna. È possibile una diagnosi precoce della pura tubercolosi renale se vi siano : dolori vaghi della regione renale o nel bacino. esame negativo dei genitali, reazione tubercqlinica positiva, albuminuria, batteriuria (50 % dei casi secondo Mirabeau), esperienze su animali. La cistoscopia (esame degli ostii ureterali) e la palpazione di uretere ispessito stabiliscono l'estensione della malattia oltre il rene. Con Mirabeau e Wildbolz l ' A. consiglia l'estirpazione del rene malato (se l'altro sia ben fun.. zionante) persino nella diffusione della tubercolosi a uretere e vescica, sia pure a scopo palliativo. E çon statistiche abbastanza incoraggianti richiama l'interesse dei medici pratici all'utilità di di una diagnosi che tanto più sarà precoce tanto meglio garantirà la guarigione durevole.

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B\~FONI-LUCIANI •

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IL POI.,ICUNICO

TERAPIA. .

Le sanguisughe. L'uso delle sanguisughe va sempre più diminuendo: questo abbandono, sostiene il Milian nel Pa'Yis Médicat . non è giustificato, perchè le sanguisughe costituiscono un mezzo pratico, comodo e facile per ottenere buone emissioni di sangue, perciò si comprende come sieno più adoperate dai medici condotti che dai medici ospitalieri. La sanguisuga (Hiirudo nzedicinalis) è un anel1ide dell'ordin~ degl'irudib.ei. Es~a si trova nelle acquP. dolci dell'Europa e dell'Africa settentrionale. Una buona sanguisuga pesa in media due grammi: essa non deve fare sfuggire il sangue quando si comprime dall'estremità anale verso la bocca. Si debbono usare di preferenza sanguisughe mai adoperate, almeno si debbono gettare via le sanguisughe che hanno servito in casi di malattie infettive. L'~pparecchio di suzione è costituito da una ventosa un po, concava, nel cui fondo si trova la bocca limitata da tre labbra, tra · 1e cui conness·u re si trovano tre masce!le di cui ognuna ha la forma di una sega semicircolare con cui l'ani· male incide la cute: la ventosa serve ad aspirare il sangue. La quantità di sangue che in media può aspirare una sanguisuga è di 15 grammi, quindi molto di più di una ventosa scarificata e ciò è dovuto alla sua proprietà di rendere il sangue incoagulabile; il sangue resta liquido anche sullo stomaco dell'animale. Cosi si vede spesso che il sangue seguita a colare dalla lesione di continuo cutanea per varie ore, anche per 24, e spesso è necessario ricorrere ad emostatici. Questa emorragia presenta i caratteri delle emorragie emofiliache: scolo a goccie, in modo continuo senza tendenza alla coagulazione: il coagulo è tardivo, molle e non aderente, non retrattile, sotto il quale il sangue continua spesso a scola re; esiste la possibilità della ricomparsa del1' emorragia quando si toglie il coagulo. Il sangue raccolto in vitYo ha le caratteristiche del sangue emofiliaco: coagulazione plasmatica, gran ritardo della coagulazione, mancanza di retrazione del coagulo. Il Weil ha dimostrato che dopo il sanguisugio diminuisce anche la coagulabilità del sangue del circolo generale; anche in vi'ttto l'estratto acquoso di teste di sanguisughe rende il sanogue incoagulabile. I sali di calcio non hanno alcuna azione per accelerare la coagulazione del sangue ché ha subito l'azione anticoagulante delle sanguisughe, come si verifica pel sangue emofiliaco; invece

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basta aggiungere due goccie di siero umano per accelerare la coagulazione: da ciò risulta che il migliore metodo per combattere l'emorragia per sanguisughe è di medicare la ferita con polvere di siero disseccato o con garza imbibita di siero antidifterico o di siero di cavallo. Per quel che riguarda l'applicazione delle sanguis11ghe è opportuno lavare la cute con acqua tiepida e sapone ed asciugando poi con forza in · modo da provocare un'iperemia che stimola gli animali alla puntura: nel caso questo non fosse sufficiente, basta umettare la cute con latte o con acqua zuccherina. ~er quel che riguarda la tecnica dell'applicazione bisogna ricordare di evitare nella donna le parti visibili del volto ed in genere le regioni in cui la pelle è molto sottile (palpebre, scroto) altrimenti possono prodursi varie infiltrazioni ecchimotiche. Si evitano ugualmente le regioni in cui esistono vasi superficiali, giacchè sono state descritte perforazioni della giugulare esterna e della temporale. Nel caso che si debba applicare la sanguisuga in un punto ben circoscritto (gengive, collo uterino, ano) e bene metterla prima in una provetta avendo cura che la testa (la parte più sottile) sia dalla parte dell'orificio. Nel caso tardino a distaccarsi è utile versarvi sopra sale di cucina o tagliarle colle forbici, mai bisogna tirarle con forza. La perdita di sangue per una sanguisuga e di 15 gm. circa, ma può essere molto maggiore lasciando scolare il sangue che viene dalla ferita. La medicatura consecutiva è opportuno farla colla tintura di iodio o coll'alcool. P. A.

La cura delle emorroidi. Quelli che restano fedeli all'operazione di Whitehead si meravigliano come alcuni chirurgi la ritengano pericolosa ed inefficace; tale operazione esporrebbe, secondo essi ai restringimenti e, senza riflettere che questi potrebbero dipendere da difetti di tecnica, si è pensato sostituire altre modificazioni che non valgono l'operazione originaria. Però in ogni caso di emorroidi si deve ricorrere a tale intervento: ricorderò i mezzi meno radicali, quali p. es. quello proposto dal Boas l'anno pas· sato. Egli cercava di r ealizzare artificialmente il processo naturale di guarigione di certe emorroidi interne che divengono sempre più proeminenti, si peduncolano e infine si atrofizzano. ,A questo scopo applicava una ventosa di Bier alla regione anAle e ve la manteneva da % ora a un'ora : le emorroidi prolabiscono. asC)umono un +spetto livido giacchè si forma intorno all'ano I

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SSZIONS PRATICA

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un anello edema toso che le strozza al loro punto dell'animale o del guscio . Sarebbe naturalmente d'impi.anto: in seguito a questo procedimento all'e· preferibile stabilire il peso degli animali sgusciati; dema segue un periodo di neoformazione e retrama la ricerca è difficile giaccpè se si prova a mizione connettivale che determina la guarigione dei surare il peso del contenuto di vari gruppi di 50 noduli emorroidari. ostriche, ogni gruppo avente il medesimo peso Un altro metodo proposto recentemente dal complessivo, si trovano differenze grandissime, Bayer consiste nel prendere il nodulo emorroi- certamente superiori a quelle che potrebbero esdario con una pinza di Péan e di tirarlo fuori in sere imputabili al trattamento suindicato. modo da isolare bene il peduncolo: a livello di Allo scopo di ricercare se le ostriche depurate questo si fa in corrispondenza del limite muconel modo suddetto resistono meno delle altre cutaneo una piccola breccia tutto all'intorno lunga dopo tolte dall'acqua e durante il trasporto nel circa due centimetri, si lega con un filo 11 pac- luogo di consumo, si preparò un nuovo gruppo chetto muco-venoso. Questo procedimento si può di 50 ostriche tenute in stabulazione per 8 giorni. ripetere per i singoli nodi emorroidali però nei ' Questo gruppo, insieme ad un altro di controllo, casi di emorroidi multiple resta sempre inferiore f11 posto in cestini e lasciato al secco per una .al metodo èi Whi tehead. settimana, quindi furono aperte tutte le ostriche ' P. A. ed esaminate. Si trovò che era maggiore il nu(Dalla Sem. Méd., 1° gennaio 1913). mero delle· viventi fra le ostriche stal)ulate che non fra quelle di controllo. . Risulta dunque da queste esperienze che la stabulazione in acqua marina pura, durante 8 IGIENE giorni, non diminuisce nè il peso, nè la grossezza, nè la resistenza vitale de1le ostriche e che la du- · La depurazione delle ostriche. rata del trattamento può anche essere raddopDopo i numerosi lavori. degli igienisti destinati piata senza inconvenienti. Da che cosa è costituito il contenuto intestia farci conoscere i pericoli ai quali ci espone il consumo di questi molluschi, si è ripetutamente nale delle ostriche? Oppure, il che a noi intecercato il modo di conciliare le esigenz~ opposte ressa maggiormente, che cosa introduciamo noi dell'industria e dell'igiene. Importantissime da nel nostro stomaco mangiando ostriche provequesto punto di vista sono le esperienze del nienti da acque contaminate ? Ecco che cosa, con Fabre-Domergue, riferite a11' Accademia delle un gran numero di esami fatti, il Fabre-Domergue ha trovato nell'intestino delle ostriche: trachee, scienze di Parigi. Egli prese 2 5 ostriche del peso complessivo di :fibre e cellule vegetali varie e frammenti di carne -gr. 1484 e le introdusse in una vasca contenente muscolare più o meno digeriti. Vi ha trovato perciò gli stessi detriti organici ehe si trovano acqua di mare P.u ra corrente con una velocità di circa litri 2 al minuto. Nel secondo giorno il in tutte le acque cloacali e che costituiscono la .fondo della vasca era ricoperto da numerose base delle feci umane 1 Colle ricerche batteriologiche del resto si arriva ad un risultato identico dejezioni d'i un colorito bruno-verdastro. Vuotata giacchè è facilissimo isolarvi grandi quantità di la vasca e riempita giornalmente con acqua pura, si trovò che le dejezioni andavano diminuendo B. coli. Dopo i buoni risultati ottenuti colle sue prime di numero e di volume e che, dopo il quarto giorno, cessavano quasi completamente. Otto esperienze, il Fabre-Domergue ideò di tentare la epurazione delle ostriche su vasta scala, allo scopo giorni dopo l'inizio dell'esperienza, le ostriche furono pesate· di nuovo e si trpvò che jl loro peso di studiare il valore pratico del procedimento totale era aumentato di 10 grammi. Aprendo un tanto dal punto di vista della conserv;azione delle certo numero di questi animali ~on si notò di- ostriche quanto da quello delle loro possibili vaminuzione nella loro riserva di grasso, l'intestino riazioni di gusto e di apparenza. Egli costrui 3 terminale era vuoto, la loro acqua era pulita ed vasche. La prima è destinata a funzionare da il colore delle carni era più bianco e più uniforme filtro a sabbia e lascia passare 4-5 mc. di acqua di prima. al giorno. Quest'acqua deve avere la composizione di quella del mare ed il Fabre-Domergue Le ostriche che non erano state uccise furono introdotte di nuovo nella vasca e lasciatevi per seguiva la formula seguente: cloruro di sodio altri dieci giorni, durante i quali nessuna morì nè gm. 27; cloruro di magnesio gm. 3: cloruro di manifestò segno alcuno di deperimento. potassio gm. I; solfato di magnesio gm. 1. 75; Il sistema di pesare le ostriche è certamente solfato di calce J; acqua gm . 1000. La densità logico; però ci dà un risultato discutibile, giacchè di quest'acqua marina artificiale deve essere ci lascia incerti se l'aumento di peso sia a carico di 1.022.


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IL POI.ICI.INICO

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L'acqua filtrata dalla prima vasca passa in due zucchero di latte, formano una pasta che va lenaltre v asche destinate ~ trattenere le ostriche in tamente cristallizzando e non può essere raccolta stabulazione. e quindi torna nella prima vasca e suddivisa neppure col cucchiaio ; ad ogni modo dove viene nuovamente filtrata. La velocità era non si presta ad essere ripartita in piccole dosi da regolata in modo da far si che tutta l'acqua fosse 25 a _50 centigr. cadauna, come la stessa formula completamente filtrata ogni 24 ore e che il conprescrive. Vorrebbe, anche per tutti i colleghi tenuto di ogni vasca contenente le ostriche a abbonati, una er,ata·corfige che contenesse una stabulare fosse rinnovato almeno due volte al formola galenica per la somministrazione pratica giorno. Con un impianto siffatto è stato possi· dei silicati. bile all'A. di depurare circa 1000·2000 ostriche I silicati di sodio e di potassio non sono lial giorno ed i risultati ottenuti sono sta ti sCJddiquidi, ma solidi. È unicamente per ragioni tecniche sfacen tissimi. Difatti risultò che la contamina· zione iniziale, che in media era di 46 .6 %. di· che nella chirurgia e nell'ortopedia si usano soluzioni concentrate di consistenza sciropposa . scendeva nel secondo giorno a 21 .6 % per arrivare Chieda i silicati secchi, puri. di Merck o di altre a zero nel quarto giorno. Questo fatto conferma _le buone marche. Li faccia mescolare con zucchero osservazioni antecedenti -riguardo al tempo necessario per svuotare completamente il tubo in- . di latte nelle proporzione indicate. Faccia pestare la mescolanza in un mortaio (i que silicati sono testinale delle ostriche. Senza porre .in dubbio la possibilità di appli- friabili>:isimi ). Ne risulta una polvere perfettacare nella grande industria il sistema di Fabre· mente omogenea ·1a quale si conserva indefinitaJ;>omergue. consistente nel far circolare per mezzo mente in una boccetta chiusa (all' aperto i silicati vengono trasformati, sia pure lentamente, per di una pompa sempre la stessa acqua marina azione dell'acido carbonico dell'aria, in carbonati artificiale ripetutamente filtrantesi, sembra logico e ~cido silicico libero). supporre che si possa, con più facilità, mettere All'atto di servirsene si preleva la quantità in pratica questo sistema di ep~razione sulle voluta di questa mescolanza e si versa in un spiaggie marine ed usando l'acqua naturale :filbicchiere. Aggiungendovi un po' d'acqua e rimetrata. Un'altra numerosa serie di ec;perimenti. in se- stando si ottiene una sospensione formata dai due silicati (quello sodico si scioglie nell'acqua fredda guito a quelli su esposti, fu eseguita da Bodin in quantità apprezzabile, quello potassico appena e Chevrel con risultati completamente analoghi. in tracce, se puri). Difatti, anche secondo questi ricercatori, la de· Questa sospensione si può bere senza la mepurazione delle ostriche si verifica rapidamente noma difficoltà (meglio, per esempio, di quella ed è completa in 5 giorni. Nel sesto giorno di formata da magnesia usta). stabulazione non si è trovato il B . coli o specie Non occorre che il dosaggio sia rigoroso; ma se · coli-simili. lo ritiene necessario, faccia ripartire la mescoBodin e Chevrel hanno anche ricercato il modo lanza in cartine. Il farmacista avrà l'avV'ertenza <li di portarsi dei bacilli del tifo nelle ostriche di usare una carta impermeabile (come si pratica mantenute a stabulare. Essi hanno trovato che pel mentolo} o, m eglio, chiuderà le cartine in una le ostriche infettate artificialmente con questi bacilli dopo 3 giorni ·di stabulazione non ne pre- boccetta a collo largo e tappo smerigliato. Riteniamo che i silicati sciropposi non siano sentano più. consigliabili per uso interno. Essi contengono Queste esperienze sono certamente interessanti alcali caustico libero (infatti rendono necessarie e sembrano capaci di risolvere in un modo semdelle precauzioni quando si adoperano per allestire plice la quest ione delle ostriche e mettere d 'acgli apparecchi contentivi; altrimenti danneggiano cordo le esigenze dell'igiene e d ella pubblica sale m.'lni e corrodono la biancheria). D'altra parte, lute con quelle di un'indust ria estremamente ciò che più iinporta, quando v.engono diluiti si importante per alcune regioni. S. SANTORI. idrolizzano immediatamente e quasi completam ente, ossia mettono in libertà quasi tutto il metallo in forma di alcali caustico. Ora, l'alcali caustico, sia pure in scarsa proporzione, può riu· POSTA DEGLI ABBONATI. scire irritante per la delicata mucosa gastroente(87) cu,a silicica dei tt1mori tnali gni . - Il dott. rica. C. D . Z. d i Mel (Belluno) riferendosi alla prescriLa sospensione è scevra di tale inconveniente zione riportata a pag. 1 6 1 di questo giornale poichè le particelle sospese vengono disciolte len osserva che non è possibile spedirla, anche al tamente dai succhi gastroenterici e lentamente liberano l'alcali. Cosi è che in pratica il rimedio d i dire del farmacist a, perchè i silicati di scxla e di pot assa sono liquidi densi i quali. mescolati a Zeller si dimostra inerte sul tubo szastroenterico. (20) \

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SEZIONE PRATICA

Se mai, la forma soluta andrebbe rigorosamente prescritta a digestione avviata, per neutralizzare l'alcali con l'acido cloridrico e con gli acidi organici contenuti neìlo stomaco. La sospensione invece è ben tollerata anche a digiuno, sebbene sia raccomandabile anch'essa dopo i pasti. Sarebbe facile prescrivere la forma soluta, poi(\hè i silicati sciropposi o semisolidi forniscono delle .. soluzioni acquoc;e in tutti i rapporti e queste soluzioni possono conservarsi indefinita· mente in una boccetta chiusa. Evidentemente però la prescrizione di Zeller, presa ad literam, è molto più pratica e molto più raccomandabile. Non è forse esatto parlare di una formola gaie· nica trattandosi di prodotti chimici. L. V. Prego la di lei cortesia volermi dire neli~ posta degli abboqati se esistono in commercio e presso chi delle buone e sperimentate fialette di chinino (formula Baccelli) per iniezioni endovenose estemporanee di urgenza. Abbonato n. 881r. Giarratana. {88) Iniezioni endovenose di chinina. -

Non è a nostra conoscenza che esistano in commercio delle fiale pronte di chinino secondo la formola Baccelli, per iniezioni endovenose. Qualunque buon farmacista può preparare però delle grosse fiale con tenenti ciascuna idroclora to di chinina gr. uno, soluzione cloruro-sodica o. 75 % eme. ro, purchè disponga dei mezzi atti a sterilizzare le comuni soluzioni per iniezioni ipodermiche. t. p. Ognuno sa che il. guaiacolo ed il terpinolo non sono solubili nell'acqua, sicchè non possiamo avere una pozione omogenea quando vi si fa partecipare uno o tutti e due quei preparati. Intanto c'è qualche specialità nella quale il guaiacolo e il terpinolo sono in soluzione acquosa. Chi sa dirmi come cio si può avere: come, cioè, si può prescrivere i medicinali suddetti in • una pozione acquosa ? Rizziconi Calabria. Dott. E. A. (89). Sul tiocolo . -

Il tiocol o solfoguaicolato potassico (ottenuto

neutralizzando l'acido guaiacolsolfonico con potassa) è molto solubile nell'acqua e viene facilmente assorbito ; presenterebbe anche il vantaggio di non irritare le mucose e di essere del tutto inodoro. È una polvere bianca, fine. Ha sapore amarognolo; perciò si prescrive edulcorando la soluzione acquosa (per es. con sciroppo d'arancio). Dose: IO ·I5 gm. pro die. Non conosciamo un derivato solubile del terpinolo. R. B.

VA.RIA I verbomani~ - La società sequestra i sordo-· muti ma non si preoccupa dei verbomani. Ci difendiamo contro la tubercolosi ma non pen· siamo a difenderci contro la verbomania. La democrazia anzi la esalta, il suffragio universale la venera. Al posto degli d.ei, oggi si adorano le frasi. -11 verbomane è infatuato di sè, non ha sete C'he· di applausi. Se la menzogna può conquistargli· delle simpatie, egli mente senza esitare; se occorre· promettere dei paradisi, egli ne apre le porte; non esita a spingere al delitto. se la sua popolarità può guadagnarne , Questi malati dello spirito appartengono ad una specie pericolosissima. Accendono gl'incendi delle rivoluzioni senza altro sèopo che la glorificazionedel loro io! Come evitare i loro misfatti ? Ce lo dice un· professore belga, Ossip-Lourié: conviene imporre ai verbomani una cura di silenzio ; piegarli alla regola dei certosini: la contemplazione muta associata al lavoro manuale. l capi-partito che hanno espulso della Franèia le congregazioni, rinchiusi negli stessi conventi da essi resi deserti : si vedrà mai un avvenimento del genere ? Eppure s~rebbe questa l'applicazione della cura preconizzata da Ossip-I-1ourié. La verbomania trova il proprio correttivo nella leggerezza della sua sostanza. Le parole non sono che movimento dell'aria e vengono disperse dal vento. Disgraziatamente però la nostra epoca è in· · sorta contro la fatalità di questa dispersione provvidenziale. Una volta pronunciate, le parole non dileguano. Un. onorevole parla alla Camera di evoluzione, di emancipazioni, di progresso: gli stenografi fissano sulla carta le sue parole; i giornali le raccolgono ed assicurano loro la gloria della grande pubblicità ; gli atti ufficiali le tramandano alla storia. Per poco che la banalità delle cose dette abbia suscitato l'entusiasmo degli uditori , il successo non può fallare. I paesi che si lasciano conquistare dai verbomani procedono a rilento sulla via del progresso. Solo un governo forte ed una società dirigente fattiva possono opporre un argine al male che fanno questi malati. La necessità di un'organizzazione politica nuova s'imporrebbe alle nazioni inquinate ci.a verbomania e che non sanno liberarsene. Il prof. Ossip-Lourié affronta, con t&no convinto, tutte le difficoltà del problema. Non possiamo seguirlo in questa via. Riporteremo invece la storia di un medico il quale, eletto deputato, dovette lottare contro un'ossessione irresistibile, che lo spingeva a pren( 2I)


IL POLICLINICO

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-dere la parola ad ogni occasio11e ; parlava, inter· rompeva e contraddiceva gli altri oratori, incominciava di bel nuovo, si faceva richiamare .all'ordine, era inesauribile. Pochi cervelli sani - dichiarava più tardi quel disgraziato - sono ·capaci di resistere al contagio di quell'ambiente! Alle elezioni successi ve egli declinò qualsiasi canditatura « per non perdere la ragione 1. Di tanto in tanto sarà accaduto a ciascuno di noi di vedere, in viaggio, fermi sul marciapiede di una stazione, tre o quattro personaggi considerevoli circondati da persone deferenti. Queste notabilità parlano, e ciascuno s'inchina per intendere meglio. L'avvertimento a in vettura! » lanciato dal personale di servizio non li smuove. Il capo-stazione interviene p~rsonalmente, si leva il berretto, fa osservare rispettosamente che è l'ora della partenza. Soltanto allora i personaggi si decidono. Salgono, s'installano, si pavoneggiano, guardano intorno. Un istante di silenzio, per consentire ai viaggia· tori di rimettersi da1l'emozione e di ammirare davvicino uomini di cui l'universo si ripete la ·gloria. Poi ricominciano i parlari, con gravità, con aria di sufficienza. Verbomani, diagnosticherebbe Ossip-Lourié. Ma ·da noi costoro si chiamano deputati. R. B.. (Dal ] ournal des P-ratioie·ns).

NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. iManuale dell'Igienista, per cura del prof. A. C2r.u,. con la collaborazione di G. ALESSANDRINI, G. BERTOLINI, 0. CASAGRANDI, ~· DE BLASI, T. GuArJ11, E. RAsoRI, G. RosTER, A. SC'..ALA, D. SPATARO. 4a edizione. Due volumi in·8° gr. di pag. 1651 e 1504, in quattro parti. Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1912. L. 42. Rapidamente si è resa necessaria questa quarta edizione del notissimo Manuale. La preparazione di essa ha richiesto tempo, tanto che l'edizione anteriore si è esaurita molto prima che questa ~osse ultimata . Gli è che i progressi immensi compiuti dall'igiene individuaJe e sociale, scientifica e applicata, rendono arduo il compito di revi· . s1one. Tutti i capitoli sono stati rifatti; nuovi dati vi sono stati incorporati in larga copia ; sono state tolte le ripetizioni; si è dato un ordinamento ndovo e più armonico alla materia, per modo che emerge meglio l'unità di concezione e dj esecuzione del lavoro. Qualche capitolo è stato aggiunto. Sono state accresciute la precisione, la nitidezza e l'eleganza delle figure.

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Agli studiosi d'indiscutibile competenza che si erano raccolti intorno al Celli tre nuovi se ne sono aggiunti: Alessandrini, Bertolini e De Blasi. Ci è grato di presentare ai lettori del Policlinico le trattazioni dovute a questi nuovi collaboratori. La batte1-iologia, redatta dal De Blasi, costituirà una guida fedele per gli studiosi di laboratorio e per gli igienisti pratici. Il lavoro del De Blasi non dimostra ia solita manchevolezza di ampliare fuori del dovuto certi capitoli. mentre altri rimangono nell'ombra: è proporzionato, omogeneo, organico. Lo stile ne è nitidissimo. La disposizione delle varie sue parti ci sembra opportuna. Troppo edotto del compito preponderante che il rigore dei procedimenti tecnici. assume nella pratica della batteriologia, l' A. descrive la tecnica con molta ampiezza. Fa conoscete tutte le risotse, tutti gli artifizi necessari per consegtlire risultati soddisfacenti. Alla tecnica è riservata la prima parte del lavoro. L'A. vi espone con ordine l'allestimento dei prepara ti microscopici e delle colture (prepara· zione del terreno, prelevamento del materiale di innesto, metodi colturali), la determinazione della resistenza che i germi oppongono agli agenti fisicf e chimici, la dimostrazione delle proprietà biofi· sic he e biochimiche dei germi (ricambio energetico e materiale, azioni patogene, proprietà. an· tigene). RispE-ttando la tradizione, l'-~. chiude questa parte .con l'esame batteriologico dell'aria. dell'acqua e del suolo. · La seconda parte concerne la batteriologia generale: proprietà morfologiche, biologiche, biochimiche, dinamismo delle azioni patogene e delle proprietà antigene dei germi. L'esposizione di questi argomeuti è condotta con chiarezza e precisione straordinarie. Possono leggersi in queste pagine le dottrine ancora diba ttute su11' infezione e sull'immunità, gli studi recenti sulla patoge· nesi dell'intossicazione anafilattica, sul significato delle aggressine, sulle reazioni immuno-chimiche ed immuno-fisiche (fissazione del complemento, reazione meiostagminica), ecc. La terza parte è destinata alla microbiologia speciale, ossia allo studio dei singoli microrganismi . L 'A. vi segue l'ordine della classificazione morfologica: coccacee, bacillacee, spirillacee, tricobatteri, actinomiceti, ifomiceti (compreso un accenno alle sporotricee), blastomiceti (quest'ultimo capitolo è stato affid.a to al Sanfelice). Naturalmente l'A. ba scelto i germi più importanti per la patologia umana ed animale. Di ciascuno passa in rassegna i caratteri microscopici e colturali, le proprietà biochimiche e biofisiche, le proprietà

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-patogene ed antigene, l'isolamento e l' identifi· -cazione. Quanti apprezzano l'alto valore del De Blasi sanno che questa splendida trattazione merita una confidenza completa. Per essere assolutamente obbiettivi, aggiun· ·giamo che l 'A. è incorso in •iualche lieve omis· sione. Ad esempio, a proposito della presunta importanza etiologica che spetterebbe al bacillo di Pfeiffer si sarebbe potuto accennare che le concontestazioni sono state numerose e le ultime -così gravi, che ormai si ripone scarsa fiducia nel significato etiologico di questo germe. Dopo la pandemia dei 1889-90 esso è stato rinvenuto sempre meno in epidemie ài corizze, angine e bronchiti che erano dette d'influenza per i caratteri sintomatici e per la contagiosità. L'A., che è uno degli ingegni più poderosi e coltivati che onorino le discipline igieniche e batteriologiche in Italia, ovvierà anche a queste trascura bili dimenticanze in un'altra edizione. La parassitologia è stata aggiunta nell,edizione attuale. . Varrà a convalidare sempre meglio la fama di G. Alessandrini , il quale occupa da tempo uno dei posti più eminenti fra i parassitologi contemporanei. Comprende una parte generale, una speciale e la tecnica parassitologica. Caratteristica notevole della trattazione è il posto fatto alla patogenesi, alla sintomatologia ·e alla diagnosi medica delle infestioni. Degno di rilievo è anche il fatto che l'A. assegna speciale importanza ai parassiti nei rapporti con la trasmissione delle malattie infettive. Egli esamina molto esaurientemente i mezzi per combatterli. Tutte queste nozioni sono praticamente utilissime. L'esposizione è lucida, accurata, sintetica, un vero modello. Il lavoro sfuggirebbe a qualsiasi critica, se non forse per la copia un po' eccessiva di cognizioni che vi sono addensate=- tutte interessanti ma non tutte indispensabili pel pratico. Disegni schematici e fotografie originali in grande ~opia accrescono pregio a questa impareggiabile trattazione. Un altro nuovo collaboratore è il Bertolini. Egli ha scritto il capitolo sull'ispezione delle earni il quale sostituisce quello sull'ispezione -delle carni e del latte compilato nelle edizioni precedenti dal compianto Nosotti. Il Bertolini dimostra esperienza provetta e sicura. è chiaro e preciso. Saremmo tentati di fermarci su tutti i capitoli; ma è superfluo insistere sui meriti che.iianno fatto tanto apprezzare questo trattato.

Rileveremo piuttosto un carattere generale che il lavoro tende sempre più nettamente ad as sumere. È l)en noto che l'igiene non solo segue i progressi delle scienze di cui è tributaria -fisica, chimica, fisico-chimica , climatologia, microscopia, microbiologia, parassitologia, fisiologia, patologia ma nel suo insieme acquista una portata sempre più generale: se ne modificano e se ne accrescono le applicazioni e le tendenze. tnfatti vediamo sostituirsi, come scopo ai suoi sfvrzi, la collettività all'individuo. L'igiene individuale diviene un mezzo per assicurare la sal·vezza sanitaria della collettività. ~ Il Manuale dell'igienista rispecchia questa evoluzione: l'igiene individuale vi resta quasi nell'ombra , sullo sfondo, di fronte a quella colletti,ra. I progressi più cospicui compiuti nel dominio dell'igiene collettiva sono relativi alle malattie epidemiche. Fino a poco tempo addietro eravamo esposti quasi senza difesa agli attacchi di queste malattie; ora l'epidemi'ologia ci mette sempre meglio al sicuro: onde lo svolgimento sempre più ampio di questo capitolo, elaborato con grande maestria dal prof. Celli. Tra le malattie epidemiche il prof. Celli comprende tutte quelle a larga diffusione, come l'alcoolismo, l'arteriosclerosi e i tumori maligni; in tal modo estende il dominio dell'epidemiologia. Portato della tt:ndenza sociale dell'igiene è un ramo rigoglioso sviluppatosi recentemente: l'igiene del lavoro. Nel Manuale questo capitolo è stato curato con rara competenza dal prof. Celti, il quale prende in esame successivamente il lavoro ' eccessivo, quello insalubre e quello pericoloso. Anche altri capitoli del M a't_iuale rientrano de· cisamentenell'orbita sociale dell'igiene: sono quelli sull' abitaeione e sull'alimentazione. La polizia e la legislazione sanitafia seguono, sia pure a rilento, i progressi generali del1'igiene e perciò le vediamo modificarsi di edizione in èdizione. Questi progressi vengono condensati e come sintetizzati dalla stat1."stica e ·dalla demogyafia san itaYie, che, 1tel freddo rigore delle loro cifre, ci confortano a intensificare i nostri sforzi. Il Manuale dell'igienista persegue prevalente· mente un fine didattico: la preparazione alla carriera sanitaria. Per questo motivo trascura alcuni capitoli dell'igiene che diremmo non ancora « burocratizzati ». Cosi l'igiene ospedaliera viene sfiorata solo in quanto concerne il lato costruttivo ; la tutela igienica della prima infanzia è omessa quasi del .tutto; l'igiene scolastica e l'educazione fisica sono contenute in poche pagine; ecc. l

(23} •


IL POLICLINICO

Ma nel Martuale dell'igienista possono attingere informazioni preziose t utti coloro cui dalla legge è affidata la tutela della salute pubblica. Le doti di chiarezza, esattezza,' ordine e la copia di cognizioni pratiche che vi sono raccolte lo rendono indispensabile ai tecnici. Non è un'enciclopedia rl'igiene, ma risponde meglio di un'enciclopedia ai bisogni della pratica. Riteniamo che l'aggiunt a di un .. indice alfabet ico per materie ne renderebbe molto più comoda la consultazione e ne accrescerebbe la u tilità. L. VERNEY.

CEl'llfl BIBLIOORAFICI (Non si 1'eçensiscono clie i

libr~

Pervenuti

i1i

dono alla Redaziotie).

ARTUR BIEDL. Innere Sekretion. II Edizione. Parte I a , W ien, Urban e;. Schwarzenberg 1913.

Mk. 24.

Il successo di quest'op era, che edita da appena due anni torna notevolmente ampliata a vedere la luce, noi constatiamo con piacere, come indizio sicuro del favore ch'essa ha incontrato nel pubblico medico ; e già il nome dell'A. dava completo affidamento di autorevole competenza in questo campo, ancora assai ' oscuro, della patologia interna. Questa prima parte eguaglia per mole quella del! 'unico volume della prima e,iizione ; e ciò dimostra co1ne l' A. abbia seguito e favorito il progredire di questi studi, as<3ai rapido negli ultimi anni, .con un notevole contributo personale di esperienze e di interpretazioni severe ed obbiettive. Questo primo volume com prende una parte generale ed una parte speciale. Nella parte generale dopo 11na breve trattazione storica dell'argomento, l' A. sviluppa il concetto della secrezione interna, ne fissa il meccanismo d'azione dei prodotti (ormoni) e descrive i metodi di ricerca più comunemente adoperati ; nella parte speciale poi tratta in modo comrJleto dell'apparato tiroideo, della gianduia timo, delle capsule surrenali. Aspettando la seconda parte che completerà il bel vol11me, con lo studio delle altre glandulc a secrezione interna, noi richiamiamo l'attenzione degli studiosi su questo libro che va considerato come il migliore e più recente trattato di endo· crlnologia. T . I. ...i\.. ALBU. Grundziige fiir die Erniihrung von zu ...

ckerkranken. Marhold, Halle . Mk. 4. Questo opu~colo non è che una ampia ristampa della monografia del Gilbert 1 Cucina per i diabetici » ed h~ un valore puramente pratico giacchè non si diffonde a parlare sul calcolo delle calorie, nè ~ull'anali si chimica dei singoli alimenti, ma (24)

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specialmente sul genere delle sostanze che si possono permettere ai diabetici, sulle loro quantità e sul modo di preparazione. L'opuscoletto elegantemente rilegato comprende oltre alla enumerazione delle vivande da permettersi ai diabetici anche le regole pratiche che nella dietetorapia ha dettato l'esperienza dell'autore, e rappresenta quindi un vade m ecum di ogni medico pratico. P. A .

H. GILI.ET. Formulaire des médications nouvelles pour 1913. sa. ediz., 1 vol. in-18 di pag. 300 con figure. Rilegato. Paris, Librairie J.-B. BailIière et fils, 1913. Fr. 3. R apidamente e chiaramente l'A. espone quanto . è necessario conoscere dal punto di vista pratico sulle medicazioni anti-cancerosa, . anti-colerica, anti-nevralgica, ' anti-reumatica, anti-sifilitica, anti-tubercolare, ecc., sulle medicazioni colloidali, ipotensive, ricalcificanti , diuretiche, ec~- : sull'ionoterapia, la fototerapia, la batterioterapia intestinale, l'opoterapia, la sieroterapia, la vaécinoterapia, i <Jierì •artificiali, ecc. ecc. Questo libro obbedisce ad un'idea direttrice, che può essere così condensata: « pratica, ancora pratica, sempre pratica ... ». • I. T.

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per cura del prof. GIUSEPPE LAPPONI A A MM ENTI AMO che sono ancora

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lnvtando al Pro~. Enrico Morelli, v1a del Tritone, 48, Roma, mediante Vaglia Postale la somma occorrente per raggiungere, con quanto si è p&gato o ohe si deve ' pagare ancora per l'abbona.mento del 1918 al e Policlioioo •· l'importo delle ee· guentJ combinazioni :

con lire 33 se Der l'Italia econ franchi 48 se per l'Estero, si avrà: a) l'abbonamento alla Sezione Medlca, a.Ila Sezione Cbirnratca ed alla Sezione Pratica; b) il volame di Premio gratuito ordinario: Compendio di Ginecologia moderna; ~> n volo.me di Premio: HEITZKANN, .i&lan&e di Anatomia.

con lire 28 se per l'Italia econ franchi 40 se Der l'Estero, si avrà: a) l'abbonamento a.ila Se&. Medica ed alla Sei. Pratica; oppure l'abbonamento alla Sez. Chirurgica ed alla Sez. Pratica; l>) il volo.me di Premio gratuito: Compendio di Olnecologla moderna; e) il volume d1 Premio: HmTZKABN, !&lao&e dJ Analomla. • •

conllre 23 se oer l'Italia econ franchi 32 se per l'Estero, s1 avra:

a ) l'abbonamento alla SoZione Pratica; b) Il volo me di Premio gratuito: Compendio di Ginecologia moderna; e) U vol'lme di Premio: HEITZIUNlf, j&lanle di .lna&omla.


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NELLA VITA PROFESSIONALE. L'opera dei medici militari in Libia. Con questo titolo il do tt. Giulio Faelli ha pubblicato un indovinato art1'colo nel Giornale d'Italia e ci pare tnteressantc ri produrne i punti principali: Il maggiore medico Stefano Santucci ha lasciato Bengasi fra il pianto e il dolore degli indigeni e he vedevano allontanarsi il loro amico, il loro protettore, il loro salvatore. Le parole pianto e dolore non sono esagerate; il dott. Santucci era per loro un confessore, un semidio. Chi fu a Bengasi, imparziale giudice degli avvenimenti, mi diceva che l'opera di conquista su quelle popolazioni l'avevano compiuta i medici con a capo i maggiori Santucci e Gualdi, prima con le cure amorose, assidue, vittoriose, poi coi consigli e la protezione. Il Santucci poteva uscir solo in qualunque ora, anche fuori dalle trincee : lo difendevano gli indigeni che aprivano a lui le loro case, baciando la terra su cui passava il suo piede. Quanta forza di attrazione può esercitare la medicina! ....... . n medico è un filosofo : per educazione e per studi considera l'uomo dal punto di vista anatomico: li vede fatti tutti nello stesso modo, e da qui n.asce in lui un senso di superiorità che pur dandogli un senso di disprezzo per coloro i quali si credono esseri superiori, gli conferisce uno spiIito critico che lo eleva a saper compatire i· difetti altrui e anzi si vale di questi per conquistare e m.lgliorare gli uomini. Questa qualità dei medici si è esplicata in modo mirabile nella nostra guerra libica : essi hanno avuto l'abilità di completare l'opera del valore militare : i nostri ufficiali medici hanno faputo integrare la vittoria delle armi ; e appunto per l'opera del Santucci, Bengasi è un esempio di quanto possa la medicina nelle moderne civiltà. Io vorrei che questa virtù dei m edici fosse meglio applicata e più sfruttata: io vorrei che il -nuovo Ministero delle Colonie comprendesse, con senso di modernità la grande importanza dei medici nella pacifica, volontaria sottomissione dei popoli che vuole aggregare ali' Italia nostra. Bisogna scegliere dei giovani medici , con cri .. teri politici: conf~rire loro dei poteri civili e farne degli organi importanti di conquista. Imitiamo i missionari e seguiamo la tattica loro: le armi affermino la forza ed il potere, ma la medicina affermi il principio di sana umanità, e la difesa dei deboli guadagni le anime degli indigeni . Facciano i governanti che il medico abbia il -posto che gli spetta in questa opera di civiltà,

chè è la conquista di terre non redente dalla schiavitù; diano i governanti l'esempio che il medico deve essere considerato come un missionario di pace e di amore, e gli diano la d~gnità che gli spetta nel consesso civile ..... È ora che scotiipaia il sentimento di poca considerazio11e che si ha per il medico, il quale spesso è ritenuto come colui che vive delle pubbliche e private calamità e che da queste trae lucro, è tempo ormai che il medico sia considerato come magistrato o come gli altri funzionari dello Stato, anche per il fatto che la sua cultura e il suo valore non sono inferiori a nessuno. N è questo dico a sproposito : il mio pensiero corre alle enormi ingiustizie che anche in Libia furono fatte ai medici, i quali per avere quello che i burocratici armati chiamano ·un « encomio» hanno dovuto. . . moriret E mi basti ricordare il fatto del tenente medico Forti che ha condotto al fuoco una compagnia priva di ufficiali e ve l'ha tenuta per un'ora. L'ufficiale di fanteria che lo sostituì fu promosso, meritàtamente, capitano, ma al povero dottore non fu neanche ·concesso un elogio! Ma non facciamo più recriminazioni : il medico deve essere educato al sacrificio di se stesso, con lo stesso sentimento del missionario che sa morire con gli occhi e l'anima rivolti al cielo! Il maggiore Santucci ritornerà fra poco a Roma e ne rivedrà il bel sole e lo splendido azzurro del cielo, rivedrà gli amici e i colleghi che gli stringeranno la mano sorridendo di ... invidia, ma dopo poco penserà con rimpianto alla lontana Bengasi : le lagrime dei barbari che l'hanno visto partire gli sembreranno un grande compenso in confronto àella civile ingratitudine della sua Italia! Poveri medici! sanno combattere come soldati, sanno confortare i morenti come missionari, sanno morire come martiri, ma non sono nè sol da ti, nè missionari, nè martiri. \

La campagna contro certe specialità terapeutiche. Con viva simpatia abbiamo letto nel giornale Il Veneto il seguente articolo. Il fatto che un giornale accreditato e difiuso, sfi. dando la tradizione e compromettendo i propri interessi, favorisca la campagna contro le specialità terapeutiche ciarlatanesche, ci fa sperare che non sia un'utopia poterci affrancare, in un avvenire non lontano, da questo parassitismo rigoglioso (25)


IL POLICLINICO

che nella t-éctame sui giornali politici trova la sua arma più potente. Oltre a insistere su alcune considerazioni che il Policlfnico già da tempo ha esposto ai suoi lettori, il dott. Vivenza considera, nel suo interessante articolo. alcuni lati nuovi della ·auestione. ... Lo riproduciamo per intero. L. V. « Nella recente discussione parlamentare sulla

nuova legge che dovrà r~golare per 1' avvenire l'esercizio della farmacia, alcuni deputati, molto opportunamente, richiamarono l'attenzione del Governo sopra la grave questione delle specialità farmaceutiche, dimostrando come il loro uso, non sancito dal giudizio medico, costituisca molte volte un pericolo e un danno per gli ammalati. « Da parecchio tempo, quantunque isolate, sorgono da parte di noi medici alte proteste ed avvertimenti contro il dilagare ciarlatanesco di specialità medicinali o specifici presentati direttamente al pubblico a mezzo di una « réclame » che non conosce confini; ma è la prima volta che l'eco di tali questioni si ripercuote validamente nell'aula di Montecitorio. «Ed è buon segno che l'argomento oltrepassi i brevL.confini di un giornale, di una rivista o di un Congresso, perchè vuol dite che il Governo sente di dover seriamente tutelare la salute p~b­ blica contro l'opera nefasta dei ciarlatani. « Lo stesso presidente del Consiglio on. Giolitti nelle dichiarazioni che fece alla Camera intorno alla legge che sì discute, dimostra di voler dare tutto il suo appoggio ad una riforma che, secondo il suo parere, avrà tra gli altri anche l'ufficio di regolare la produzione e lo smercio delle speciaJità medicinali.

** * naturalmente non voglio entrare

"Io nell'esame della legge testè approvata: mi permetto solo di J.nettere molti punti interrogativi sulla sua reale efficacia futura nel reprimere quanto si va lamentando. « Siamo arrivati a tal punto oggidi che ad ogni momento si versano nel commercio mondiale sempre nuove specialità per ogni genere di sofferenze umane, offrendole direttamente al pubblico con una • réclame» di frequente bugiarda, che promette (in mala fede) miracolose guarigioni. È contro l'opera di questo industrialismo antigienico e antisociale che deve mirare l'opera del Corpo medico e l'opera del Governo. • La disposizione contenuta nella nuova legge per cui è solo permessa ai farmacisti la vendita delle specialità, avrà in realtà poca efficacia perchè il farmacista come non può negare a chi gli chiede 20 grammi, ad esempio, di ricino e un rammo di antipirina per l'emicrania, cosi logi-

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camente non potrà negare un pacchetto di polveri contro l'ubbriachezza o una scatoletta di pillole più o meno orientali. E neanche si raggiungerebbe lo scopo obbligando il farmacista a spedire le specialità solo dietro ricetta del medico, per quelle ragioni pratiche che medici e farmacisti conoscono benissimo senza bisogno che· io le ripeta. « Dunque non è dall'istituto della farmacia che noi possiamo attingere la forza per combattere e vincere le specialità farmaceutiche a base di ciarlatanesimo, ma dobbiamo invece andare· a colpire la mala bestia allt fonti stesse della sua esistenza. « Duplice, secondo me, dovrebbe essere l'azione: una da parte dello Stato con delle leggi restrittive; l'altra da parte delle classi sanitarie con una propaganda intesa ad elevare la · coscienza igienica delle popolazioni. Secondo il mio parere lo· Stato, cui spetta la suprema tutela della salute pubblica, non dovrebbe permettere lo smercio di una specialità medicinale se. non quando una Commissione tecnica governati va ne avesse stabilita la composizione chimica, il valore farmacologico, terapeutico e il costo; inoltre lo Stato dovrebbe anche, sempre a tutela della salute e degli interessi dei cittadini, di::·ciplinare con norme molto severe, tutto l'affare della « réclame •. « Purtroppo anche su questo argomento, molto dobbiamo imparare dalle altre Nazioni: in Inghilterra e. negli Stati Uniti per mezzo dei gior· nali medici più importanti si è intrapresa una lotta veramente ammirevole. ed in Erancia l'ini· ziativa del movimento venne direttamente da Sindacati medici, che di recente intentarono un clamoroso processo a Parigi contro l'« Istituto Mac I4aughling » cui si deve la catena elettrica , « elettro vjgor », riuscendo a far condannare severamente dal Tribunale i direttori di quell'Isti.. tuto e due medici addetti, ottenendo anche la somma di trentamila franchi a titolo di indennizzo per i danni subiti dalla classe medica. « Queste famose cattne elettriche furono già proibite in Inghilterra, in Germania e negli Stati Uniti, erano tollerate in Francia; in Italia sono ancora permesc;e. « Anche in Inghilerra ed in Germania il movimento è costituito su basi molto serie. In Inghilterra un Comitato parlamentare sta compiendo, od ha già compiuta, un'inchiesta diligente spassionata sulle specialità più vantate della« réclame• e cosi pure in Germania va sempre aumentando la corrente del sanitari avversi a questo genere di industrialismo che arricchisce, spesso sfrutfando le sofferenze umane. 1 Gli Stati Uniti hanno però il vanto d! posedere per primi nel mondo civile una legge per 0


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la tutela sociale contro le specialità farmaceutiche dannose : infatti pochi mesi or sono venne colà approvata dalla Camera dei rappresentanti una legge avente lo scopo di proibire le ~ réclames » « false e fraudolenti ai medicinali. J)

***

«In Italia, però, il movimento è appena ab· bozzato; è troppo frammentario, troppo isolato e timido per scuotere seriamente l'opinione pubblica. e Per ora io credo che l'iniziativa per riuscire veramente efficace dovrebbe esser presa non già da uno piuttosto che da un altro Ordine dei me· dici, bensi dalla Federazione nazionale degli Ordini medesimi. « Forse in seguito con l'aiuto della stampa medica e politica e di quelche deputato di buon volere si potrà cominciare ad agitare la questione anche in seno al Parlamento nazionale 1. « Dott. ADELCHI ZAMB~ER ». •

I sanitari dell'igiene. - Ecco l'ordine del giorno :votato dalla Federazione fra le associazioni nazionali dei sanitari addetti alla vigilanza igienica di cui al f asc. I 1 (pag. 393): « Considerato: 1°: a) che nei Comuni maggiori le esigenze della vigilanza igienica sono molteplici e richiedono adatto personale specializzato e fornito di tutti i mezzi materiali, sia di indagine sperimentale che di esecuzione profilattica; b) che gli Uffici d'igiene dei grandi Comuni del Regno hanno dimostrato di poter provvedere nel modo più efficace ed opportuno alle esigenze della Sanità pubblica. sia nelle condizioni ordinarie, che nelle congiunture straordinarie; e) che per adempiere a tali complesse e difficili funzioni è necessario sia fatta al personale degli Uffici d'igiene, lo che attualmente non si verifica, una congrua posizione economica ed una carriera organica. 2°: a) che anche in tutti i Comuni minori è necessaria l'opera continua, vigile ed illuminata di un ufficiale sanitario stabile, residente e sicuro della sua posizione, scelto fra i medici esercenti nel Comune, siano essi o no medici condotti; b) che per necessità fondamentale de 1 suo ufficio l'ufficiale sanitario dei Comuni minori deve poter disporre di quei mezzi di analisi e di indagine, che solo possono eseguirsi presso i laboratori sperimentali largamente dotati di personale e suppellettile tecnica; e) che ali' ufficiale sanitario perchè possa adempiere degnamente la sua funzione deve essere fatta una condizione economica rispondente ai bisoani · Z:> ' '

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d) che è necessario che gli ufficiali sanitari? diano garanzia di speciale competenza in materia di igiene e di polizia sani tari a; e) che però gli ufficiali sanitari attualmente in servizio provvisorio per lo stesso adempimento • prolungato delle loro funzioni hanno acquistato· un titolo tale, da poter venire dispensati da ogni prova di idoneità. Fa voti acciocchè il Governo, in applicazionedella legge vigente, che potrebbe, ove occorra, venire opportunamente modificata, provveda: I 0 : a) che in ogni ca'poluogo di provincia ed in ogni Comune con popolazione superiore ai 50mila abitanti e ove eccorra e sia possibile, in altri. Comuni importanti, vi sia un ufficio d'igiene con: laboratorio chimico-micrografico; b) che tali Uffici d'igiene vengano sistema ~i in modo uniforme, con organici stabiliti per leggeo regolamento di Stato, e rivestano il caratteredi una istituzione statale; e) che il personale tecnico sanitario degli Uf· fici d'igiene venga nominato dietro concorso per titoli ed esami; d) che come l'ufficiale sanitario direttore, talepersonale debba. avere uno stipendio adeguato, in nessun caso e per nessun . titolo inferiore a· quello dei laureati tecnici degli altri ~ci municipali di grado corrispondenti ; e) che i funzionari, una volta assunti in servizio, siano ammessi a concorrere per titoli esenza limiti di età rispettivamente ai posti di direttore di laboratorio e di ufficiale sanitario. 2°: a} che in ogni Comune con popolazione ' inferiore ai 50,000 abitanti l'ufficiale sanitario· abbia un vero e proprio ufficio sistemato in modo corrispondente alle necessità del servizio ed alla importanza del Comune, con personale t~cnico ausiliario (veterinario, vigile sanitario, agente di sanità; b) che in ogni capoluogo di provincia vi sia a disposizione di tutti gli altri Comuni della Provincia medesima un laboratorio cbimico-micro· grafico sufficiente per disimpegnare le richieste; e) che all'ufficiale sanitario sia assegnato uno stipendio non inferiore ad un minimo da stabilirsi per legge in rapporto alla popolazione, e da corrispondersi a mezzo degli organi finanziari dello Stato; d) che gli ufficiali sanitari provvisori, liberi esercenti o medici condotti, attualmente in carica da tre anni nello stesso Comune, siano senz'altro sistemati con nomina definitiva anche secondo le leggi vigenti, sentito il parere del Consiglio Sanitario Provinciale e che in ogni modo sfa tosto applicata la indiscussa disposizione dell'art. 13 de~a legge 25 febbraio 1904, n. 37, ai liberi esercenti attualmente in carica da tre anni almeno· nello stesso Comune; (27)


500

IL POLICLINICO e} che per i posti di risulta, avvenute tali

nomine, e per quelli che si renderanno vacanti in avvenire, le nomine siano fatte dietro concorso per titoli, o per titoli ed esami, senza limiti di età, stabilendo che si debbano sottoporre all'esame soltanto coloro che non siano già ufficiali sanitari e che si debba dare la preferenza agli · ufficiali sanitari già in servizio.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (3752) Conipenso ufficiale sanitario - CavalcatuY1i Spesa. - Il Dott. N. P. da A. chiede conoscere: 1° Se nelle parole: compreso servizio sanitat'io

usate dal vecchio capitolato in relazione all'articolo del bilancio circa la condotta degli abbienti, vi debba essere compreso il servizio di ufficiale sanitario, per modo che si abbia, ora, diritto a richiedere la restituzione di lire 250 per tale titolo paga te dal Comune, 2° Se essendo imposto dal capitolato l'obbligo ai clienti non poveri di fornire la cavalcatura sia obbligato il Municipio a fornirla pei poveri, e, in mancanza, possa rifiutarsi alla visita, o se sia legittima la ritenuta opetata dal Munici ~ io di lire 150 sullo stipendio per la chiamata di un medico incaricato di curare un infermo povero, che non volle fornire la cavalcatura. Nelle parole : compreso il servizio sanitat-io non si potrebbe ritenere incluso il servizio di ufficiale sanitario, perchè questo non ha nulla a che fare con il servizio di condotta sia pei poveri che per gli agiati. Se il Comune avesse voluto effettivamente conglobare l'assegno dell'ufficiale sanitario con lo c;tipendio del medico condotto, avrebbe dovuto più esplicitamente dichiararlo e farne oggetto di disposizione separata e distinta. Non potrebbesi, poi, in alcun modo giustificare la domanda di restituziond delle somme pagate, perchè esse furono liberamente e volontariamente corrisposte dal Comune, e non costituiscono certamente un 'i11 debito pagamento, ripetibile giudiziariamente. Impugni il rel~tivo deliberato presso il Prefetto della Provincia in base alle suespo~te ragioni. Se per gli agiati il medico ha diritto alla cavalcatura, egual diritto deve avere verso tutti co· loro che non sono compresi nello elenco, chE: a tale effetto vengono equiparati agli agiati. La ritenuta delle lire 150, ci sembra illegalmente fatta dal Municipio, il quale non avrebbe mai dovuto incontrare tale s pesa abbastanza rilevante, senza previa diffida verso colui che per contratto e per obbligo avea il dovere di eseguire la visita. Ella può ben citare il Comune per il pagamento dello stipendio integrale, che, secondo noi, Le è dovuto. Doctor JUSTITIA. (28)

(ANNO XX, FASC. 14J

Condotte e C)oneorsi. AMATRICE (AIJuila). - 4 condotte piene; obbl. cavale.; L. 3700 ciasc. oltre L. 250 per l'eletto ad uff. san. Scad. l l aprile. ANDORA (Genova). - Condotta per la generalità; L. 2800 e L. 200 quale uff. sanit. Scadenza 6 aprile. AQOI"4A. Manicomio della PYovincia. Direttore: L. 5000 e 3 sessenni. ~Jvolgersi alla Segreteria della Deputazione Provinciale. Scad. 15 aprile. BELLUNO. Ospedale civile. - A tutto il 20 aprile medico-chirurgo secondario, L . 1400. alloggio, L . 4 per ogni guardia (i secondari in servizio sono tre), ripartizione sulle tasse d 'ingresso dei dozzinanti privati, nette di R. M. Nomina biennale. Rivolgersi all'Amministrazione. * BRUNO (Alessandria). - Condotta; L. 3000 e 3 sessenni; per la generalità. Scad . l 5 aprile. BURGIO (Git'gent'i) . - A tutto il 30 maggio concorso a 2 ° medico-chirurgo condotta per i poveri, per la durata di un solo anno a titolo di esperimento, salvo conferma del Consiglio comunale, senza la quale s'intende licenziato. con lo stipendio lordo di L. 2000. Descrizione dei titoli in doppio elenco. · CAGLIARI. Ospedale civile. - Concorso per titoli e per esame ad aiuto alla sezione chirgica; L . 1200. Rivolgersi alla segreteri~. Scad. 16 aprile. * CARPANETo (Piacenza). - Condotta pel quartiere ~u.periore; L. 3000 lorde e due sessenni. Dai non poveri L. r per visita . Ab. 3041. ~Ian­ tenimento del ca vallo. Scadenza 10 aprile. CASALNOCETO (Alessandria). - Condotta pei poveri'; L. 1700 lorde e L . loo quale uff. san. fino al 31 dicembre 1913, poi aumento di L . 400; quinquenni . Proroga al l 5 aprile. C'ASTIGLIONE DEL PESCAIA (Grosseto). - Due condotte piene; L. 3000 lorde ciascuna, 2 sessenni e L. 200 per arm. farm., locale a carico del Comune o L. 50 di indennità. Non vi è obbligo cav. Scad. 12 aprile. CASTIGLIONE n'ORCIA (Siena). - Tre condotte; L. 3000 lorde ; L. 700 per obbl. cav.; L. o. 50 per ogni visita oltre un km. dalla residenza, a carico dei cittadini ; due sessenni.; L. 500 annue alla prima condotta per le mansioni di uff. san. ; altri proventi. Scad. un mese dal 16 marzo. CIANO D:ENZA (Reggio Emilia). - Condotta pei poveri ; L. 4000. Scad. 15 aprile. CORNO (Como). B,efotYofio P'fovinciale. - Medico ostetrico-aiuto. Aperto il concorso per titoli fino al 26 aprile prossimo venturo. Stipendio L. 2400, lorde di R . ~I., aumentabili di un deci· mo per tre sessenni. Età massima anni 32. Ri· volgersi Deputazione Provinciale di Como. DoVADOLA (Firenze). - Cura piena; L. 4000 lorde e 2 se~eoni di 500, L. 100 aument. a L. -:zoo se abilitato o sia in seguito abilitato all'Ufficio di uff. sanit., I,. 6oo d'indennità cavale. Assicu· razione. Scad. 22 aprile. • FOitIGNO (Pet'ugi'a). - Cinque condotte; per tre L. 4500, per una L. 4200, per una L. 3650. Domande separate. Età limite 40 anni. Chiedere l'annunzio. Scad. r o aprile.


(ANNO

XX,

FASC.

r4j

SEZIONE PRATICA

FORMELLO (Roma). - Condotta piena, L. 3600 lorde e L. 100 quale u:ff. san. Ab. Io20, di cui quattro quinti ritenuti poveri. Scad. un mese dal I5 marzo. GAVORRANO (Grosseto). - A tutto il 20 aprile, condotta per Scarlino, tutta cura; L. 4000, tre sessenni del vente~imo; non obbligo cavale. GIULIANO DI ROMA (Roma). ·- Condotta piena; L. 3400 pei poveri~ L . 500 per gli abbienti I-' . IOO come uff. san., lorde. Scad. 20 maggio: 1

* GRADOLI

(Roma). - Condotta; L. 2650 pei po· veri, L. I350 per gli abbienti, L. Ioo come uff. san. , lorde. Scad. 35 giorni dal 29 marzo.

*

GRAFFIGNANO (Roma). - Condotta; L. 3500 pei poveri, L. 200 per gli abbienti, lorde; tre sessenni~ L. 200 quale u:ff. san .• L. 200 per l'arm. farm. Ab. 1200 circa. Scad. un mese dal zo marzo. * GRIZZANA(Bologna).- Prima condotta; I, . 4200; cura piena, obbl. cav. ; 3 sessenni di L. 300 ciasc. Scad. 9 aprile. LUMEZZANE PIEVE(Bresci'a). - Condotta piena; L. 4000 lorde, più 100 come uff. san.; 2 sessenni; esonero cav. Ab. 2340. Scad. 30 aprile. MOLINELLA (Bologna) . - Due condotte pei soli poveri; L. 4000. Scade 10 aprile. *MONTONE (Peritgia). - A tutto il 30 aprile, tutta cura; L. 3000 pei poveri, con due se~senni, L. 800 per gli abbienti; L. 200 quale uff. sanit.: esonero cav. che dovrà essere offertp. ':iagli interessati. Due mesi di tempo, dopo la nomina, per assumere il servizio.

* NERVESA (Treviso). -

Scad. 10 aprile.

Condotta libera; L . 3700.

Or,EVANO RoMA'No (Rom a). - 28 condotta L . 2200 pei poveri e L. 1150 quale quota facoltativa per gli agiati, L. 50 quale u:ff. san., lorde. Scad. 40 giorni dal 16 marzo. 0RTIGNANO RAGGIOLO (...4rezzo). - Condotta; L. 2500 pei soli poveri; 2 sessenni; L. 100 quale ufi. san. ; L. 700 per ca vale. Ab. 2261 . Scadenza 14 aprile. * PIG~Io (Roma ). - z a condotta per la generalità; L . 3000. Scarl. 9 aprile. REZZANO di CAR.PANETO (Piacetiza). Condotta; L. 3000; obbl. cav.; L. I per visita dagli abbienti. Scad. 10 aprile. ROCCAMONTEPIANO (Chieti) . - Condotta piena; L. 3300 lorde, obbl. serv. uff. sanit. e tenuta arm. farm. Sca~. 20 aprile. ROMA Ministero detta Marina. 20 tenenti medici; età massima 30 anni. Scad. 20 aprile. Gli esami cominceranno il 5 maggio. ROMA - Pio Istituto di ~e::. Spirito ed Ospedali 'Yiuniti di Roma. Concorso per 40 posti di assistente medico·chirurgo. Chiedere annu~io alla segreteria. L. 20 di tassa d'esame. Scadenza ore 12 del 25 aprile. SAPONARA di GRUMENTO (Potenza). - Condotta; L. 1400 pei poveri e 1050 per gli abbienti, nette di R. M., L. 100 pe-r u:ff. san. Età limite 50 ~nni. Scad. 28 aprile.

50!

* SASSOCORVARO

{Pesaro U'Ybino). - 2a condotta piena ; L. 4000 lorde ed un quinquennio del decimo oltre L. 35 per assicurazion~, obbligo sostituzione con l'altro medico pel mese di congedo .con metà dello stipendio a carico del Comune; obbl . cavale. Scad. 10 aprile. TORINO. Ufficio di Igiene Municipale. - Concorso per titoli ad un posto di ispettore igienista, L. 2400 aument. a L. 5500, laurea in medicinà e chirurgia da almen9 3 anni, non più di 35 anni, salvo eccez. regolamentari. ·R ivolgersi all'ufficio ga· binetto del Sindaco . .Scad. 15 aprile. **TRESIVIO (Sondrio). - A tutto il venti aprile concorso alla condotta piena 'di Pendolasco. Sti .. pendio L. 4.000 nette da R. M., compreso assegno di Ufficiale Sanitario, ,,. con tre sessenni. VENEZIA.R. Scuola Ostetrica. Assistente; L. 1500; 21 -35 anni. laurea in medicina e 3 anni di pratica come assistente effettivo presso clinica ostetrico-ginecologica o in una scuola ostetrica pareggiata. Rivolgersi al Rettore della R. Università di Padova. Scad. 15 aprile. VERONA. Materni tà provinciale. - Ostetricoassistente. Stipendio L. 1400 e alloggio. Età rnas. sima 32. Pratica microscopica. Scadenza 20 aprile. Schiarimenti alla Direzione. VILLAMAR (Cagtia1i).- Condotta piena; L.3256 lorde, abitanti 2258. Scad. IO aprile. VILLAMINOZZO (Reggio Emilia). - Condotta pei poveri; L. 3000 lorde, L. 1000 per cavale. e L. 100 per arm. farm.; non più di 45 anni, s. e. r. Scad. 15 aprile. VOLTIDO (Cremona) - Condotta; L. 3000 nette e 3 sessenni, L. 100 quale uff. san. Età mas sima 40 anni s. e. r. Scad. IO aprile. PERUGIA. Università degli studi. - Professore straordinario di fisiologia: L. 2IOO e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Sc.:!d. 30 giugno. Il comune di Pereto (Aquila) cerca medico condotto interino. 700 metri sul mare; aria saluberrima, acqua potabile, illuminazione elettrica; popolazione riunita, 2700 abitanti; 6 km . dalla stazione omonima, 70 km. da Roma. prossimo ad Ascoli. L. 4000 oltre al servizio medico per scavalco nei comuni limitrofi. ' · Medico-chirurgo condotto, effettivo. trentacinquenne, usufruendo mese congedo annuale, cerca interinato buone condizioni da convenirsi anche subito. Ssrivere. Dott. Guido Demi - Craprese (Arezzo). Sono segna ti con un nsterisco • i concorsi che ci tisultano dif· fida ti dalle singole Associazioni S anitarie professionali. Sono segnati con due asterischi •• i concorsi che ci r isultano boicotta ti da lla Federa zione delle Associaz ion Sanitarie Italia ne

Diffide e boicottaggi. Nuove diffide: Roncofreddo (Porli). Narni e Torano (Perugia), Casale di Scodozia (Padova). Vallerotonda (Caserta). Carpaneto (Piacenza), Camerino [per l'intero comunel , Sedrina-Clanezzo e Casnigo-Barzizza-Cassano Sant' Antonio (Bergamo), Castagna 1Catanzaro). Reveca di diffide: Dovadola, Galeata, Santa Sofia e Borghi (Forlì), Torgiano (Perugia). (29)


502

IL POLICLINICO

Nomine, promozioni e onorificenze. :N°APOLI. - Il prof. Achille Capaldi ha vinto il concorso a coadiutore ordinario dell'Istitutoostetrico ginecologico degli ospedali Incurabili e Riuniti; ha perciò conseguito la nomina regolare a datare dal 1° aprile. Al posto di coadiutore aggiunto è stato nominato il dottor Gioacchino Maiella.

[ANNO

XX, FASC. I4]

LETTERE DA PARIGI

Pra,tica illegale della medicina. - Da parecchi anni una magnetizzatrice ha impiantato numerost gabinetti di consultazione in varie località pros: sime a Parigi. Questa donna pretende di guarire ogni malattia imponendo le mani sugli infermi che a lei corrono in folla e facendo dei « passi » GENOVA. - Il dott. Pardo Ruggero, è auto· rizzato a trasferire da Modena a Genova la libera magnetici sulle diverse parti del loro corpo. docenza in clinica oculistica. Accusata di esercizio illegale della medicina e MODENA. - Il prof. Donati Mario, straordinario di truffa, essa fu assolta una prima volta dal di patologia chirurgica a Cagliari, è trasferito col tribunale di Versailles il 7 aprile 1911. Il tribusuo consenso a Modena. nale ha ammesso che il fatto di agir sopra un N ..\POLI. - Il dott. Clemente Domenico è no- malato a mezzo di un flui ao senza ordinare riminato assistente nella clinica ostetrica. medi, senza redigere ricette, senza prescrivere PALERMO. _ Il dott. Argento Francesco è no- cure, non costituisce esercizio illegale della mediminato assistente in igiene. cina. La sentenza osserva che non si sono mai conPAVIA. - Il prof. Morelli Eugenio è promosso dannati fino ad ora tutti quelli .che in gran nu· all'ufficio di aiuto nella clinica inedica; il dottor mero e ogni giorno, consigliano per ottenere la Lurà Angelo è nominato assistente in sua vece. guarigione di una malattia, un regime speciale, Il dott. Mariani Giuseppe è nominato assi- o il soggiorno in stazioni dette climateriche o stente in clinica dermos.ifilopatica. l'uso di acque minerali, termali o miracolose , nè ROMA. - Il dott. Colucci Gennaro è abilitato 11' alla libera docenza in clinica oculistica. que. 1 che con grande pubblicità raccomandano Il dott. Splendore Alfonso è autorizzato a tra- l'uso di specialità farmaceutiche, di composizione quasi sempre sconosciuta e di innocuità non sferire da Parma a Roma la libera docenza io batteriologia. ~ sempre dimostrata. SASSA.RI. - Il dott. Riquier Carlo è promosso Quanto alla truffa, la sentenza considera che aiuto in clinica delle malattie mentali: il dottor dicendosi magnetizzatrice, l'accusata non si atQuarenghi Mernio è nomiaato assistente in sua vece. tribuiva una falsa qualità e che d'altra parte non SIENA. _ Il prof. Guzzoni degli Ancarani Ar- appartiene al tribunale decidere St:! ella si è vanturo è nominato preside della facoltà di medi- tata con inganno di poter guarire magnetizzando, cina e chirurgia. poichè la logica e la legge vogliono che il tribuIl dott. prof. Corrado Spediacci è stato insi- nale si fondi, per condannare, su delle verità gnito della croce di cavaliere della C'oroua d'Italia. certe e incontestate, e quindi non può assolutaToRINO. _ Il dott. Provera Cesare è abilitato mente immischiarsi sulla controversia che si agita alla libera docenza in clinica chirurgica e medi- nel campo scientifico. cina operatoria. Se così facesse, il Tribunale si esporrebbe a Il dott. Grinolo Federico è autorizzato a tra- colpire gli iniziatori arditi e geniali, e se non a sferire da Genova a Torino la libera docenza in clinica oculistica. soffocare la verità, la cui forza è invincibile, per lo meno ad arrestarla e paralizzar!a per qualche VENEZIA. - Il prof. Guicciardi Giuseppe è nominato professore·direttore della Scuola pareg- tempo, con grave danno del progresso umano. giata di ostetricia, cessando in pari tempo dallo Ed è così che, qualificandoli come truffatori, si stesso ufficio nella Scuola ostetrica di Novara. sarebbero potuti condannare al loro tempo Charcot HALLE. Il prot. vVullstein è stato nominato me- e i suoi discepoli. Per tali motivi il tribunale ri· dico-capo delrospedale corporativo « 13ergmanns- tiene che l'accusa di trufta non sia giustificata. heil » a Bochum. Egli succede al compianto proIl 13 maggio 1911 . contro la stessa magnetizfessor Lofker il quale per molti anni fu presidente zatrice ha luogo a Versailles un altro giudizio che dello. Lega dei medici rlella Germania ( Deutsche Aerztevereinbbrund), che ha molto contribuito a l 'assolve per la truffa, ma la condanna per eser· mi gliorare le condizioni economiche dei medici in cizio illegale della medicina a 500 franchi di Germania. multa. MONACO. Il prof. Pfaundler, straordinario, è stato Il Pubblico Ministero avendo interposto appromosso al grado di professore regolare, in ri· pello alla prima sentenza e l'accusata alla secompensa dei rifiuti da lui opposti alle università conda, la Corte d'appelio di Parigi ha deciso di di trasburgo e di Lipsia che lo avevano invitato ad accedere nel loro corpo insegnante. asc:olvere definitivamente l'accusata, ~he aveva 'fRASBl..RGO. Il prof. Salge è stato chiamato a del resto. dopo la prim!l assoluzione, ricevuto dirigere la clinica pediatrica quale successore di una decorazioue mcdesta ma alla quale si tiene Czerny . ruol to in Francia: le palme ac"· ad emiche. (30)


(ANNo XX, FAsc. 14]

La <4 guaritrice » è ritornata al suo gabinetto di consultazione, che sembra un santuario, tanti sono gli ex voto che pendono alle pareti, ed ha lanciato alla scienza una sfida pubblica, offrendosi di guarire, in un ospedale qualsiasi, un uomo o una donna o un bambino, affetti da una qualsiasi malattia, con la riserva che il soggetto che le sarà presentato dovrà essere considerato come incurabile e assolutamente perduto. Cl o lo sal· verò e i principi della scienza dovranno inchinarsi, o il mio intervento resterà senza effetto ed io cadrò sotto il ridicolo » . Ed è cosi che la « guaritrice » sotto l'egida compiacente della legge, che n on può del resto agire altrimenti, e l'astensione della scienza da una polemica che si presterebbe a menomarne il prestigio, continuerà ad aumentare la sua clientela , a danno dei coscienziosi e onesti professionisti.

Ese1'cizio fisico su lla sogli a della vecchiezza. Da un prossimo e atteso libro del dott. Heckel « Culture physique et cures d'exercice » che u scirà fra giorni, un numero unico edito a cura del « Temp.s ,, a proposito del Congresso internazionale, pubblica uno d ei più interessanti capitoli. Il dott. Heckel sostiene che l'esercizio fisico dai 60 ai 75 anni è utilissimo e produce d ei' rapidi e benefici e:ffetti come nella prima fanci u1lezza. Heckel possiede 57 osservazioni di malattie della nutrizione e, sopratutto di dist11rbi circolatori, che sono stati mirabilmente influenzati. Si trattava di anginosi, aortici , cardio-ren ali, brightici, albuminurici, asmatici, enfisematosi. Per straordinario che possa sembrare Heckel assicura che l'esercizio regolare e moderato, consistente in v~ri movimenti coordinati che egli descrive, fa con .. statare un accrescimento osseo e un guadagno muscolare, la colonna vertebrale perde la curva e l'individuo diventa più alto. L'esercizio ginnastico allontana l'apparizione della ~enilità. Heckel crede che la necessità del riposo assoluto preconizzata per i vecchi è invece n efasta. La sedentarietà li finisce, l'esercizio ne prolunga 1'esistenza. Carattere precipuo della senilità è la diminuzione di asf:imilazione; l'esercizio lento e moderato, come soltanto può essere praticato in quell'età, combatte questa tendenza, le contrazioni dei muscoli addominali favoriscono la circolazione generale e aiutano il lavoro del cuore. Quale profilassi migliore in un'epoca della vita in cui i disturbi di circolazione sono l'ordinaria causa della morte? Dott. Gon. 1

Parigi ,

22

marzo l 913.

503

SEZIONE PRATICA

NOTIZIE DIVERSE La scuola per infermiere « Regina Elena 1. Una provvida istituzione, dovuta sovratutto alla pietosa iniziativa e alla costante azione personale della Sovrana. ricevette la consacrazione ufficiale e solenne il 31 marzo u. s. Nel gran salone dei ricevimenti al Quirinale, con l'augusto intervento del Re e della Regina , ebbe luogo la consegna dei diplomi di infermiera alle signorine che hanno compito il tirocinio teorico-pratico presso la Scuola Convitto professionale « Regina 'Elena », posta sotto l'alto patronato della Regina e annessa al Policlinico « Umberto I ». Erano presenti alla simpatica cerimonia i minitri Credaro, Bertolini e Facta, un eletto· stuolo di dame di Corte, i componenti il Comitato pro- · motore della Scuola, l'éli te del mondo sanitario della Capitale e molte notabilità . Il prof. Raffaele Bastianelli, nella sua qualità di merQ.bro del Comitato della Scuola . disse brevemente di qttesta, delle sue origini, del suo pro, gramma, delle idee informative del nuovo indirizzo alla cui attuazione esso mira . Ricordò, come essa sia sorta, per iniziativa e volontà e con il munifico concorso della Regina , con il contributo generoso dell'Amministrazione ospitaliera, di Enti e di priv-ati fondato;ri, nel 19ro, presso il Policlin.ico « Umberto I >); e come essa conti ormai cinquantacinque allieve, che hanno vitto ed alloggio n ell'interno dell'I stituto e vi seguono un tirocinio teorico-pratico di circa due anni , in tre padiglioni del grande ospedale, sotto Ja. guida della direttrice Miss Dorotea Suell e di altre infermiere inglesi, le quali verranno sostituite dalle ·allieve italiane, mano a mano che quest e divengano abilitate dall'istruzione all'uopo impartita loro nella Scuola . Modellata, questa, sul sistema ideato rla Miss Florence Nigq.tingale, la grande innovatrice dell'assistenza infermiera in Inghilterra, sistema che mira ed intende alla formazione di un personale di assistenza immediata agli infermi, veramente atto alla delicata missione che gli è commessa di collaboratore e integratore delì' azione del medico. Il direttore generale della Sanità pubblica, commenda t cre Lu trario, ravvicinò con felice rievocazione alla cerimonia che si sta va çompiendo il gesto nobile e generoso compiuto dalla Regina all'indomani del terrt>moto del 28 dicembre 1908, nell'opera personale di assistenza da essa data ai feriti nel disastro. Gesto, che fu insieme nobile esem pio di virtù, coraggiosa affermazione della assoluta necessità di una riforma n ell'assistenza agli infermi e chiara indicazione della via per tale riforma segnata. · Quell'atto di sapiente pietà, tracciò così il programma alla cui a ttuazìone il Comitato presieduto dalla Principessa Doria, con fede ferma ed incrollabile, tenacemente perseguì con la istituzione della Scuola, sorta così per il concorso volonteroso di Enti e di privati, col dovero~o aiuto dello Stato e per l'azione avvivatrice del1' Augu~ta Sovrana. Il Suo pensiero di amore e di predilezion e a pro dei sofferenti, è il soffio animatore della Scuola che da Lei prende il nome, e n ella quale si affisa come ad ideale per la augurata sua realizzazione, a quella riforma dell'assisten za a gli infermi della quale è universalmente sentito e ri(31)


IL POLICLINICO

conosciuto il bisogno. Riforma per la quale la professione dell'infermiera deve essere portata all'altezza della missione nobile ed alta che all'infermiera è affidata; integrare e comp1etare l'opera tecnica del medico come l ~ azione integra e completa il pensiero. vivificarla e renderla davvero efficace con l'azione pietosa, veramente alta ed umana , diretta a quella cura morale del mal~to. eh~ se dal meqico può essere avviata. dall 1nfermtera '5ola può essere svolta ed esplicata. Dalla sua grandezza e dalla sua radiosa bellezza, traendo la coscienza della propria respon . s~bilit~, la forza del. sacrificio, ~1 culto di ogni virtù . 11 baldo entusiasmo per l'ideale, ne diffondano , con l'esempio e con l'opera , Ja luce, le prime alunne che ora abbandonano la scuola. Siano esse messaggere di una fede nuova, sim .. bolo della nuova idea fattrice di bene, le cooperatrici prime ed efficaci della riscossa. La scuola Re gina Elena apparirà cosi e sarà veramente il faro luminoso che diffonderà lontano in c:erchia sempre più larga, fino agli estre1ni limiti d~ llo Stato, la luce feconda della idea inno· vatrice. Ed un coro grandioso e solenne di voci. un inno di riconoscenza nascente dai petti di mille e mille esseri umani . cui furon leniti i dolori , fu ridata la vita nel più saldo dei vincoli fra la scienza medica e la pratica infermiera? si leveranno a benedire nel Regno e negli affetti la Mat· stà della Regina, per il pensiero vigile, alacre e premuroso dato alJa giovane istituzione, come per iJ merito più eccelso, per la gemma più fu} .. gida del ~uo serto regale. · Dopo le elevate parole d.el Direttore generale della sanità pubblica, la Regina consegnò personalmente a ciascuna delle sedici allieve che hanno compiuto· il corso, il conseguito diploma, accompagnandolo col dono di elegante medaglia distintivo, in argento, appositamente coniata, che la Regina volle personalmente appuntare sul petto delle allieve. Dono che la Regina si compiacque di fare anche a nove infermiere inglesi che prestarono , durante due anni, in qualità di insegnanti, la loro opera efficace presso la scuola. Una medaglia d'oro all'on. Santoliquido. Di ritorno a Roma da Costantinopoli e da Ber· lino, l'on. Santoliquido, ex direttore generale della Sanità pubblica, è stato molto festeggiato dalla famiglia sanitaria ufficiale che ha voluto attestargli la sua costante ammirazione per l'altezza alla quale l'eminente igienista ha portato i servizi della sanità pubblica in Italia, e la sua gratitudine pei miglioramenti economici da lui assjcurati ai funzionari di essa. I funzionari dell 'uffi.cio centrale e quelli dei laboratori, nonchè qttelli della Prefettura, vollero offrire all'on. Sontoliquido una grande ed artistica medaglia d'oro e un album contenente le loro firme. L'attua le direttore genera1e comm. Lutrario a nnme di tutti consegnò la medaglia con cor· diali espressioni. L'on. Santoliquido ringraziò commosso e invitò tutti ad un pranzo, nel quale il sen. Paternò, il comm. I~utrario, il comm. Gosio. il prof. Jatta i11neggiarono al festeggiato, che rispose ringraziando e ricordando il lavoro insieme fornito e stimolando ad adoperarsi sempre di più per l'av· ,:enire della salute pubblica nel nostro paese. (32)

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Un omaggio ai medici delle Colonie estive. . Il Com~tato. dell'Esposizione internazionale d'igiene. soc1ale 1n Roma nel 1912, oltre il Grande pr~m10 ed ~ltre onorificenze assegnate alle Colonie est1.ve mar1D:e ed appennine «per i pratici risult~t1 otten~ti nella loro benefica opera di prevenz1one antitubercolare », ha conferito il diploma con medaglia d'oro a ciascuno dei medici che compongono la Commissione sanitaria addetta alla istituzione: dott. prof. Enrico D'Anna dottor AttiJio Holl, dott. Ilario Romanelli dott. Pietro Zannelli di Roma e dott .. Pietro Melletti di Cingoli (Macerata). Il nostro plauso a questi benemeriti.

XXV anni di laurea. Un gruppo di laureati nell'anno 1888 presso l'università di Roma ha stabilito d'inèire in Ro~a; per il pr?ssimo g iugno. una riunione fra tutti t ~ompagn1 di ~cuola, onde festeggiare il 25° ann1versar10 della laurea. · Indirizzare 1e adesioni al prof. Vittorio .'i.scoli, presso il nostro ~iornale . IV Congresso nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali) (Roma 8-11 giugno 19r3). Il Comitato esecutivo ha inviato ai direttori degli Istituti scientifici, clinici e biologici e ai direttori dei principali Ospedali del Regno una circolare per invitarli a prendere parte all'importante riunione. Rileva in essa come, coincidendo il Congresso con il bicentenario di una epoca gloriosa per la storia della Medicina Italiana . che, colla pubblicazione del primo trattato di Patologia del lavoro del nostro immortale Ramazzini, schiudeva al mondo civile i nuovi e sempre più vasti orizzonti della Medicina sociale. il Comitato esecutivo desidera che questo Congresso riesca un'affermazione veramente nazionale nel campo scientifico, tecnico e sociale del lavoro. quale tributo di ammirazione e riconoscenza al grande Italiano, che ci dettava fin da due secoli fa, in tempi che noi compresero, i primi ammaestramenti. A tale intento il Comitato rivolge vivo appello principalmente ai direttori di Istit uti scientifici, clinici e biologici (rispettivamente ai direttori di Ospedali), perchè i rispettivi Istituti partecipino al Congresso almeno con una contribuzione ~cientifica esposta dal direttore o da qualcuno dei suoi allievi (rispettivamente assistenti) su argomenti inerenti alla Clinica, alla Fisiologia, all'Igiene del lavoro ecc. come ~u eventuali casi di malattie professionali osservati nei rispettivi Istituti, a carattere prevalentemente locale. Con tali contributi scientifici , che 11 Comitato si augura integrati da queHi t ecnici e sociali da parte di ingegneri, industriali e sociologi, noi affretteremo l'applicazione pratica nel campo legigislativo dei postulati scientifici. a tutela della salute dei lavoratori. e quindi a vantaggio dell'economia e clel progresso sociale. rendendo cc.si il migliore omaggio z. Colui che due secoli fa divinava i tempi nostri, ritenendo e giusto che a beneficio e sollievo di quelli pei quali tanto fa fa Giurisprudenza, anche l'Arte Medica dia l'opera propria e con studio speciale (fino ad ora negletto) provveda alla incolumità degli artieri nei singoli r ami)) ,


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$EZIONE PRATICA

Nuovi giornali. I progressi compiuti dalla medicina sono in massima parte dovuti all'applicazione del metodo sperimentale; ma i lavori sperimentali, destituiti per solito di applicazioni pratiche immediate, non trovano sempre benevola accoglienza nelle riviste cJinicl;le, onde è sentito il bisogno di riviste spe· ciali, come già ne esistono in Francia ed in Ame· rica, consacrate unicamente ai lavori sperimentali. Una nuova rivista del genere, la Zei tschrift fur . die gesamte experimentelle Medizin, sorge in Germania. Sarà diretta dai profi. Abderhalden, Ender.. len, Kronig . von Noorden, Payr, von Pirquet, Sauerbruch, Schittenhelm, Straub, Trendelenburg, Uhlenhuth e redatta dai profi. F. Sauer· bruch (Ziiri<'h. Florhofgasse 2) e C. Frh. von Pirquet (Wien VIII - I .'\lserBtr. 21). Lo sviluppo poderoso rapidamente assunto dall'urologia chirurgica ha reso opportuna )a pubblicazione di u.n a speciale rivista ad essa unicamente rivolta . La Zeitsch1'if t fut' urologische Chirurgie sarà di· retta dai pro:ff. Kroning, Kiimmell, von Lichten· berg, Vollcker. Wildbolz. L'ufficio di redazione è tenuto dal Privatdozent Dr. A. von Lichtenberg, chirurgische Universitatsklinik, Strassburg i. E. I Le due riviste saranno edite da Julius Springer di Berlino (W. 9 Linkstr., 23 24). Porgiamo al reputato editore, che seconda queste coraggiose iniziative, i nostri rallegramenti ed ai nuovi confratelli i nostri auguri.

La convenzione italo-tedesca per le assicurazioni operaie. La convenzione fra l'Impero tedesco ed il Re· gno d'Italia sull'assicurazione degli operai contro gl'infortuni industriali e marittimi e contro l'in · validità, sottoscritta il 31 luglio dell'anno passato, fu ora rati:fi.cata ed è entrata in vigore il l_?rimo aprile corrente.

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' tuisca al più presto per i futuri maestri un corso obbligatorio di cultura antialcoolica nelle scuole normali e che provveda per gli attuali maestri con l'instituzione di lezioni speciali antialcooliche nei corsi autunnali di igiene ; 2. che l'insegnamento antialcoolico sia parte speciale ed obbligatoria del programma d'igiene della scuola elementare, popolare, serale e festiva . Propaganda igienica. Il Consiglio della R . Società Italiana· d'Igiene ha stabilito un programma di conferenze piane e facili da tenersi nei vari rioni della città di Milano, spe~ie nei centri operai, su temi d'igiene (tubercolosi, alcoolismo, mal~ttie infettive, ecc.). Per lo svolgimento di sì vasto lavoro il Consiglio, e per esso la Commissione all'uopo designata. ha concretato di fare appello ai medici condotti,- ai medici dell'I'>tituto municipale d'igiene ed a tutti gli altri cultorj delle igieniche discipline, perchè vogliano prestar I' opera loro preziosa e necessaria al conseguimento di tanto nobile ~copo.

Il dottor Eugenio Marini, medico condotto di Portoferraio, ha fatto domànda al R. Provvedi· tore agli studi della provincia di Livorno per ottenere l'autorizzaz.i one di tenere gratuitamente un corso elementare d'igiene agli alunni della scuola tecnica di Portoferraio. L 'autorizzazione, sentito il l\finistro della P. I., fu accor(lata. Gli alunni seguono con vivo interesse e profitto le lezioni. Il prof. Gioja . libero docente di ostetricia presso l,università di Genova, ha tenuto a Milano una ottima conferenza dal titolo « Temi di ostetricia sociale ». Ha illustrato l'igiene della gestazione, del parto, del puerperio e dell'allattamento e le provvidenze sociali che valgono a tutelare la madre e il neonato.

L'insegnamento dell'igiene per gl 'ingegneri.

La fondazione Koch.

L'on. Rattone aveva interrogato il ministro della P. I. per sapere se non intenda di rendere obbligatorio l 'esame di igiene in tutti i Politecnici del Regno. Il sottosegreta1 io on. Vicini ha risposto che con decreto 29 maggio 1898, n. 2r9, è stato istituito per gli allievi ingegneri delle scuole di applicazione un corso dimostrativo dei principi di igiene che hanno applicazione nei vari rami d'ingegneria. A tale corso possono essere ammessi anche ingegneri laureati , ai quali si rilascia un certificato comprovante gli studi fatti. Detto corso è impartito da persona abilitata all'insegnamento di tale disciplina nei politecnici e nelle scuole d'applicazione. Ne è obbligatorio l'esame soltanto nella scuola d'applicazione per gli inge gneri di Palermo e nel R. Politecnico di Torino. Quanto ad eventuali riforme di questo stato di fatto, il Ministero crede di dovere · attendere gli studi e le conclusioni della Commissione Reale che sta attualmente occupandosi ~el riordinamento generale dell'istruzione superiore.

La fondazione Koch, istituita cinque anni or sono per ricordare la scoperta del bacillo della tubercolosi, dispone di un capitale di l,200,000 marchi. Sono stati spesi fin'ora 100,000 marchi per promuovere le ricerche sulla tubercolosi. All'ultima sessione, tenuta in novembre, furono assegnati 3000 marchi per gli studi sulla colorazione vitale e r500 per le investigazioni sui germi specifici circolanti nel sangue.

Contro l'alcoolismo,

Incerti professionali. ·

Il convegno dei delegati delle:: Sezioni lombarde dell' 1.Jnione Magistrale Italiana ha fatto voti: 1. che il Ministro della pubblica istruzione insti-

La professione del medico diventa ogni giorno più difficile . Scrivono da Trino Vercellese {provincia di Novara) che giorni sono il dottor Mi(33)

Pel Consorzio acque minerali naturali

si è tenuta a lVIilano un'assemblea. Venne approvata la relazione della Commissione diretti,ra, Constatata nuovamente « la necessità di iniziare opera attiva e pronta contro la invadente concorrenza delle acque arlificiali e delle cosi dette acque sintetiche », si fanno voti onde il Consiglio direttivo abbia a dar principio allo svolgimento del programma già approvato e si esprime p lauso ai promotori.

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IL POLICLINICO

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nelli venne d'urgenza chiamato in un caffè, dove giaceva, gravemente ferito da una coltellata, un operaip. All'ordine dato dal m edico di condurre il ferito all'ospedale, i compagni di questo si op · posero a che l 'ordi11e fosse eseguito; e vista l'insistenza del medico, lo aggredirono, malmenandolo e graffiandolo. Fu solo per l'energico e risoluto contegno del dottor Minelli, che dovette estrarre la rivoltella, che il trasporto all'ospedale del ferito fu alla fine possibile. (Avv. San.).

La centrale telefonica dei medici. I t elefoni di Vienna hanno avuto, d'accordo con l'Associazione professionale dei medici , una geniale trovata che crediamo possa venire imitata altrove e costituire una indiscussa utilità per il pubblico. H a nno creato una centrale telefonica dei medici . Costituendo i medici una categoria che ha bisogno di essere servita, in fatto di chiamate, con la massima precisione e rapidità, il provvedimento era, se non di assoluta necessità, almeno · consigliabile. Il pubblico può avere. in qualunque ora della notte o del giorno, non soltanto il bisogno d'un medico che accorra in pochi minuti al capezzale d'un malato, ma può anche avere bisogno di uno specialista e anche di questo in pochi minuti. A sopperire a que· sto bisogno del pubblico serve la centrale telefonica dei medici. Si chiama al telefono : a Medizinische Zentrale » e si è messi in comunicazione con un ufficio telefonico che non si occupa che dei dottori. E que1l'ufficjo, che è diretto anche da persone nominate dall'Associazione professionale, vi mette in comunicazione con il medico che desiderate. oppure vi dice in quanti minuti può essere a casa vostra o se pel momento è in visita, vi dice in quale casa si trova, o in quale caffè, o in quale teatro, Se è assente dalla città, quale è il suo sostituto. Se però non avete un medico e volete domandarne uno qualunque la Centrale v'informa d el medico desiderato . della sua tariffa, dei suoi titoli , della sua abilità e del suo numero di telefono e vi mette in comunicazione con lui . L'ufficio dunque, al t empo stesso anche per le informazioni, è gratuito. La trovata geniale è crediamo imitabile anche da altre categorie di professionisti. (Riv. Sanitaria Sicit. ). 1

Una scuola medica militare in isciopero. Gli allievi dell' Accademi~ militare di medicina a Pietroburgo, in segno di protesta contro il nuovo regolamento che impone loro come se fos sero soldati semplici di fare il saluto militare a tutti gli ufficiali, hanno proclamato lo sciopero ed abbandonato i loro studi e strappato le insegne delle uniformi. Il minìstro della guerra ha ordinato di chiudere l'Accademia e di espellt:me tutti gli allievi. Indennizzo in contanti di un danno morale. Una giCJvinè mé\dre di P a rigi aveva affidata la propria bambina i1legittima alla Pubblica Assi· stenza, prima di essere lei stessa ricoverata in un ospedale. Non essendo ~tata avvertita in tempo della morte avvenuta della stta bambina, ella intentò causa alla Pubblica a s<;istenza. Il Tribunale le accordò un indennizzo di due mila franchi, quale {34)

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riparazione del pregiudizio morale da lei patito per non avere potuto rendere i « derniers de· voirs » alla propria bambina. La parte civile aveva chiesto quaranta mila franchi.

Ammenda inflitta a due medici. Allo scopo di accertare la posizione di un corpo estraneo nella schiena di nn paziente, prima di procedere all'estrazione, due medici di Baden, in Germania, applicarono i raggi X; ma il paziente venne gravemente ustionato per difetto della tecnica. Egli intentò causa contro i due medici, e - analogamente a ciò che vogliono praticare i tribunali tedeschi - i due medici furono condannati e hanno dovuto solidariamente pagare 10,000 marchi (12.500 lire) al paziente, quale ammenda del danno cagionatogli. Per il commercio dei medicinali a Cuba. Un disegno di legge con lo scopo di regolare l'importazione e la vendita dei prodotti farmaceutici stranieri a Cuba è stato presentato al Parlamento. Questo progetto prescrive che lP, specialità straniere non potranno circolare a Cuba. se non quando il rappresentante incaricato della vendita sia un farmacista cubano. Bisognerà inoltre che le specialità sieno conformi alle esigenze

s~guenti:

L'etichetta dovrà indicare i componenti ai quali il prodotto deve la sua attività terapeu· tic a e la quantità di questi componenti; 2 ° L'accademia delle scienze cubane si assicurerà che la preparazione possieda realmente le proprietà annunciate ; 3° Un certificato si esigerà, compr,Jvante che il prodotto sia stato fatto nei laboratori che lavorano legalmente nei paesi d'origine. 1°

Un ospedale per ferro vi eri nel Messico. Le • Ferrovie Nazionali » del Messico hanno deliberato di erigere un o~pedale riservato ai ferrovieri . L'ospedale 5orgerà in terreni della compagnia, a Popoka, un sobborgo della città di Messico. Potrà ricoverare 150 pazienti in due padiglioni (Consolar Repof'ts). Un ospedale nel Siam. Il re del Siam ha acquistato un grande edifizio, noto come cc Himapan Park•, al quale sono annessi molti giardini, al nord di Bangkok, e l'ha offerto a questa città per allogarvi un ospeda1e. Le spese di adattamento e di manutenzione saranno sostenute interamente dal sovrano. L'immigrazione dei pazzi negli Stati Uniti. La Camera dei rappresentanti a Wa~hington ha approvato la legge che colpisce con un'amm enda di mille franchi le Compagnie di naviga· zione che trasportano agli Stati Uniti stranieri colpiti da pazzia. Il paese di lunga vita. Il caso è abbastanza straordinario perchè valga la pena di accennarvi. A Velio, }Jaesello alto 6oo metri non lontano da Trento e che conta circa 700 abitanti, da due anni non vi è stato alcun decesso. P er di più si ebbero parecchi nuovi nati ~ molti sono gli abitanti che hanno superato gl1 85 anni.


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SEZIONE PRATICA

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IL POLICLINICO

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lANNO XX, FASC. I4)

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Indice alfabetico per materie. Pagina

Pagina

I

Adenomioma d ell'utero e tubercolosi utero· annessiale complicata. . . . . . . . . . Adren alina: azione sull'a pparato cardiovascolare . . . . . . . . . . . . . . . . Anafilassi nell'avvelenamento arsenicale. . Angtna d i I"'udwig . . . . . . . . . . . Associazione morbosa istero·organica . . . A vvelenamento da ossido di carbonio trattato con iniezioni en dovenose d'ossigeno Bar il li tubercolari: s tudi sperimentali. . . Balanopost ite da prepuzio lungo fimotico . Chinina per ini~zioni endovenose . . . . . Emorroidi : cura . . . . . . . . . . . . Epidemia d i tifo d'origine idrica . . . . . Equilibri energetici patologici. . . . . . . Errori di memoria. Oper azioni sperimentali di medicina giudiziaria . . . . . . . . . Esercizio fisico sulla soglia <~ella vecchiez~a Esost osi multiple . . . . . . . . . - . . Fistole parotidee consecutive alle opera· zioni sulla mastoide. . . . . • . . . . . Gonorrea femminile (Sul problema della) . Ipofisi: azione dell'estratto . . . . . . . . l\talattìe traumatiche del cuore e dei vasi: valutazione e trattamento . . . . . . . ~ledici militari (I/opera dei) in Libia. . . l\1:edicina : pratica illegale in Fra11cia . . . Milza: estirpazione~ valutazione . . . . . ~

R.om , 1913 -

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Tlp. :-\az ionale d i C . Bcrtero e

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486 483 488 484

479 497 c:oI

484 c.

Morte improvvisa sul lavoro • . . . . . . Nevroglia: strutture . . . . . • . . . . . Oss1dasi del sangue e loro comportamento dopo la morte . . . . . • . . . . . . . Os triche (La depurazione delle). . . . . • Paralisi generale: reperto di « treponema pallidum » nel cervello . . . . . . . . . Riflesso di flessione dell'avambraccio . . . Sangue: Modificazioni nell' autointossicazione cronica jntestinale spe;:i mentale . . Sangu e: reazione chimica con l'eosina . . Sanguisughe (Le). . . . . . . . . . . . · Sieri antitossici: ricerche. . . . . • . . . Siero batteriolitico antitubercolare per via rettale . . . . . . . . . . . . . . . . . Sindromi tubercolari in rapporto alla professione. . • . . . . . . . . . . . . . • Specialità terapeutiche (La campagn a contro certe) . . . . . . . . . . . . . . . . Tiocolo (Sul) . . . • . . . . . . . . . . . Tumori addominali : diagnosi . . . . . . . Tumori maligni : cura silicica . . . . . . . U retra m uliebre: prolasso; intervento operativo . . . . . . . . . . . . . . . . . Uretroplastica con tra pianti venosi . . . . Urotubercolosi nella donna . . . . • . . . ' ' accino an tigonococcico. . . . . . . . . . Verbomani (I). . . . . . . . . . . . . . . ~

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483 493 Pozzt, ,,sp.


, Roma, 13 aprile 1913

Anno XX.

Fase. 15

.

SEZIONE PRATICA (

DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI REDATTORE CAPO:

Prof. FRANCESCO DURANTE PROF. VITTORIO ASCOLI -.

--· ·-

SOMMARIO. Dott. Carmelo Ferro: Cont1ibuto clinico all'applic~zt.one della cistopessia per il 1ipristino delle fu.n zioni vescicali. - $unti e rassegne; MEDICINA: G. Wo1sohn: La sierodiagnosi delle aUe•ioni da stafilococchi - Coombs, Miller e Kettle: La istologia del reumatismo sperimentale - NEUROPATOLOGIA: Sab: Paraplegia spastica in flessione ron esagttazione dei 1ifiessi di difesa - Cm· RURGIA: P. Delbet: L' avrJenire dei gastro- ente1o stomie:iati - TERAPIA: Pontano: La chemoterapia della tube1'colosi. Lezioni: ~ucien de Beurmann: T.a sporotricosi. - Accademie, Società mediche, Congressi: Regia Accademia dei Fisiocrilici in Sùn!l - Regia Clin1·ca medica di Genova.

Appunti per il medico pratico :

L'abbondanza di P.,esame e lo elevato potet'e f>1'oteolitico nel contenuto ga~trico pe1 la diagnosi di canc'o dello stomaco - Il valore diagnostico del corpo di Bence-Jones - CASISTICA: Aneu,isma dell"aorta e disturbi ocula1'i (And'Urisma dell'aorta e labe) - S ull'impulso al giugulo - TERAPIA: Sul trattamenlo del funicolo ombelicale Cuf'a del seno nella puerpera - La cu1'a degli ascessi 'delle mammelle. - Posta degli abbonati - Varia - Cenni biblioMEDICINA S q:ENTIFICA :

grafici. Nella vita professionale: I medici militari in Libia - C1'onaca del tnovimento twoffssionale - Risposte a quesiti e a domande - Coadotte e Concorsi '- Nomine, promozioni e onorificenze - Lettere da Parig:I. - Notizie diverse - Rassegna della stampa medica - Indice alfabetico per materie. I

Dlrii&l di proprleià rl!lerl'a&l -

È vietata la riproduzione dl lavori p_u bblicati nel POLl()LINICO o la pubblicazione dl sunti di essJ

senza citarne la fonte.

H. Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze. Clinica chirurgica generale diretta dal prof . E. BU R CI.

Contributo clinico all'applicazione della cistopessia per il ripristino delle funzioni vescicali per il dott. C..\RMELO

. FERRO.

Oggetto di questo studio, nuovo sotto il riguardo dell'applicazione cl~nica della cistopessia, è un caso di paralisi vescicale post-infettiva a decorso cronico in un individuo. d'età avanzata senza ostacolo meccanico della minzione, operato con successò nella R. Clinica chirurgica di Firenze, diretta dal prof. Burci. Nelle scarse notizie bibliografiche relative alla cistopessia poco si dice sulla sua applicazione clinica, 1;llentre invece non mancano considerazioni teoriche desunte da esperienze sugli animali e da osservazioni sui cadaveri. A partire da un ventennio addietro, si ha qualche accenno sulla :fissazione della vescica alle pareti addominali.

Rasumowky, vecchio chirurgo russo, per scongiurare il pericolo dell'infiltramento urinoso, ai tempi in cui la sutura della vescica era ancora imperfetta e si agitava la questione se convenisse chiudere o lasciare aperta la ferita vescicale dopo l'epicistotomia, propose di cucire la vescica e di fissarne la sutura alle pareti addominali per rafforzarla. Molti chirurghi, specialmente in Russia, seguirono questo procedimento, m a più tardi, essendosi perfezionati i metodi di sutura della vescica, si ritennero infondati i timori della infiltrazione urinosa ed il processo Rasumowky fu abbandonato per la sua int?-tilità. Albarran dopo l'epicistotomia pratica abitualmente la fissazione della vescica alle pareti addominali, intendendo in questa guisa di abolire lo spazio virtuale prevescicale. La tecnica consiste nel porre da ciascun lato della linea mediana un filo di catgut che fissa la vescica ai muscoli retti. Il filo viene passato in lungo nello spessore della parete vescicale, parallelo alla sutura della vescica, senza penetrare fino alla mucosa. (I)

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510

[ANNO XX, FASC. 15)

IL POI.ICLINICO

I due capi di ciascun filo traversano di poi la parte profonda del muscolo retto del lato corrispondente e vengono annodati sotto il ventre mt1scolare. Una parte limitata della parete vescicale anteriore si viene a trovare a contatto diretto della parete addominale ed è sufficiente per annullare lo spazio prevescical& Partendo dal concetto espresso· da Socin, Goldmann, Guyon, ·Gen9uville, Pateau ed altri ancora, che nella ritenzione dei prostatici lo ingrandimento della prostata non. rappresenta il momento eziologico principale essendo associato ad altri fatti che da soli possono giustificare il persistere della ritenzione anche dopo asportata la prostata, Delageniére, Jaboulay e Andry praticano la prostatopessia sottoperineale come metodo di scelta nei casi di ipertrofia prostatica poco accentuata, cioè prima che abbia superato il 2° periodo di Guyon nel qual caso le lesioni dei detrusore sono molto inoltrate e non lasciano sperare che si possa ripristinare tanto facilmente la sua funzione. L'operazione consiste nel lussare la prostata dalla sua loggia fibrosa incidendo l'aponevrosi di Denouvilliers, lasciandola libera sulla faccia anteriore del retto al disopra dello sfintere anale dove viene a trovarsi dopo lussata, senza bisogno di sutura perchè non ha tendenza a rientrare nella· sua loggia. Il risultato anatomico conseguito dalla prostatopessia è principalmente l'atrofia della prostata. Inoltre si ottiene un abbassamento dell'orificio uretrale interno ed una maggiore permeabilità dell'uretra prostatica. I risultati funzionali ottenuti con questo trattamento sembrano soddisfacenti: si avrebbe un risveglio graduale della contrattilità vescicale che ripristina gradatamente la minzione . Esso però è molto decaduto da quando è entrata nella pratica la prostatectomia transvescicale alla Freyer. Il metodo si può considerare per i suoi effetti come una cistopessia inferiore; è semplice, conservativo. Perassi ha eseguito esperienze di cistomioplastica sui cani per vedere se sia possibile ap· plica re i risultati nei casi di insufficienza e di distensione della vescica dei prostatici. La tecnica consist e nella formazione di un lembo mediano lungo 10 cm. costituito dalle metà interne dei retti addominali dist accandolo dalla inserzione pubica. L'estrem o libero si può rendere bifido e viene di poi sutt1rato alle facce (2)

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laterali della ,,escica. Per colmare la breccia • si portano a contatto sulla linea mediana le restanti porzioni dei retti. Si può anche preparare il lembo inversamente distaccandolo cioè, dall'inserzione superiore per rovesciarlo dopo sulla faccia posteriore della vescica. Ne con· segue, secondo l'autore, irrobustimento delle pareti vescicali, aumento della tensione che ha controllato con speciali esperienze, sollevamento della vescica, scon·1parsa del bassofondo ed infine un dispiegamento maggiore dell' orificio uretrale interno. La tensione attiva dei tessuti innestati favorirebbe l'avvicinamento della parete posteriore della vescica all' ante• r1ore. Il metodo ha i suoi inconvenienti perchè7 come dice lo stesso autore, spesso fallisce lo attecchimento ~el lembi. Le numerose esperienze di mioplastica (Lenzi e Riccioli) dimostrano che i lembi muscolari vanno incontro a sostituzione connettivale per cui essi divengono presto inattivi ed inutili. Non sappiamo poi se questo metodo sia applicabile all'uomo essendo in esso molto di:fferenti le condizioni di statica della vescica. Go1dmann si è occupato particolarmente della cistopessia addominale, facendo osservazioni ed esperienze sui cadaveri di individui che avevano subìto in vita 1a puntura soprapubica della vescica. Qttasi sempre ha riscontrato una forte aderenza nel punto di cicatrice tra la vescica e la parete addominale, per cui la '\ escica si mostra alquanto sollevata. Per constatare poi le modificazioni che avvengono nell'orificio uretrale interno in seguito a sutura molto alta della vescica alla parete addominale, questo autore la riempie di formolo, il quale fissa i tessuti e li mantiene nella po$izione voluta. Con tali ricerche sul cadavere questo osservatore vede che l' orificio uretrale interno in conseguenza dello stiramento della parete vescicale anteriore si presenta più beante con pieghettature raggiate ed il fonè.o vescicale scompare col sollevamento della vescica. L'autore cita due casi cljnici di individui d'età avanzata affetti rla ritenzione guariti con la puntura soprapu bica e dì uno di questi morto dopo due anni dall'operazione per malattia cardiaca riferisce i risultati necroscopici: 1° larga saldatura della vescica alla pnrete addominale ; 0

1


l ANNO XX, F ASC. I 5]

SEZIONE PRATICA

antiversione della vescica; 3° notevole larghezza del .meato uretrale . interno; 4° assenza di bassofondo vescicale; 5° mancanza di lesioni anatomo·patologiche nei bacinetti e negli , ureteri. In base alle sue esperienze ed osservazioni, consiglia negli interventi di questo genere, di non essere unilaterali rivolgendo l'attenzione esclusivamente alla prostata, ma di correggere le altre condizioni anatomiche della vescica con la cistopessia. Perciò raccomanda di eseguire la ven trofissazione della vescica in modo ampio, sollevando più in alto che si può la piega peritoneale. Poncet, Kalischer, addebitano il successo ottenuto con la ventrofissazione della vescica mediante puntura alta soprapubica nelle ritenzioni croniche di vecchi alle modificazioni del· ... l' orificio uretrale interno, alla correzione del bassofondo e della linea direttiva dell' orificio stesso. Krynskz, seguendo il medesimo punto di vista, consiglia la fissazione ampia della vescica alla parete addominale. Da quanto }?.o esposto finora sulla cistopessia risulta evidente come tutti gli autori siano concordi nel riconoscere il vantaggio di questo atto operativo intento a correggere i difetti anatomici e funzionali della vescica con~eguenti all'ipertrofia prostatica, alla ritenzione cronica ed alle alterazioni della tarda età. Mancano però risultati clinici decisivi; anche per questo riguardo non mi è sembrato inutile di riferire il seguente c.aso clinico interessante, secondo me, non solo per il risultato funzionale ottenuto, ma anche per le speciali indicazioni per le quali fu eseguito, ed anche per la tecnica usata, che è molto differente da quella consigliata dagli autori sopra citati. Il metodo nelle sue linee generiche direttive è quello consigliato da Goldmann, che a quanto io so, non è stato mai eseguito clinicamente. Ciò premesso rifer~sco senz'altro il caso cli• nico. 2°

-

S. . . E ... , di anni 58, della Pia Casa di Lavoro · di Firenze, entra in Clinica il 20 dicembre rgog, proveniente dal turno medico del prof. Banti. Non ha precedenti ereditari degni di rilievo. Nell'infanzia soffrì una lunga malattia d'occhi cui tenne dietro un indeboli· mento del potere visivo più accentuato per l'occhio destro. Da giovane si contagiò parec·

chie volte di malattie veneree, ma esclude in modo assoluto di avere contratto l'infezione celtica. Sua moglie morì giovanissima di tuber · colosi polmonare e da lei ebhe una figlia tutto oggi vivente e sana. Afferma di non aver mai sofferto, o per lo meno di non essersi accorto precedentemente di disturbi funzionali della minzione. Esercitava il mestiere di venditore ambulante, lavorando instancabilmente; non ha mai ecceduto nel bere. ' Il IO dicembre 1909 ammalò di polmonite, per cui venne ricoverato al r 0 turno medico dell'Ospedale di S. M. Nuova in Firenze. Il qt1into giorno di malattia la temperatura cadde per crisi e nel con tempo si manifestò un'atonia intestinale seguita il giorno dopo da impotenza assoluta di mingere. All'inizio di questo nuovo fatto morboso, la temperatura sali a 37°. 5, ed il paziente accusava dolori tensivi di breve durata nella regione ipogastrica. La stessa sera scomparvero i dolori e decadde la temperatura. L'alvo rimase inattivo per sei giorni; riprese poi le sue funzioni dopo somminisrazione di purganti salini, clisteri oleosi, ed in seguito ad iniezioni ipodermiche di stricnina. I.,a ritenzione vescicale si man· tenne completa per cui occorreva siringare regolarmente l'ammalato. Durante gli eccessi di tosse fuoriusciva involontariamente dal meato qualche goccia d'urina, ma il paziente non riusciva a vuotare neppure parzialmente la vescica con l'aiuto di forti premiti. Nessuna sensazione aveva il malato nè del bisogno di urinare, nè di avere la vescica distesa. Stato presente: Costituzione scheletrica regolare, scarso pannicolo adiposo sottocutaneo, apparato ganglionare normale. Alla percussione nessun fatto speciale nel· l'ambito toracico: all'ascoltazione si notano rari rantoli dei grossi bronchi. Sistema cardio-vascolare normale. Riflessi normali: m ancano segni di lesione spinale (Romberg, Argill-Robertson, Westphal). Nessuna alterazione dell'andat11ra. Con la palpazione e la percussione si limita il fondo della vescica ripiena e distesa : essa giunge a livello di una linea trasversale pas· sante per le spine iliache antero·superiori. Quantunque esista questa rilevante distensione della ve~cica, l'ammalato non sente che un lievissimo stitnolo alla minzione. Anche la pressione esercitata su Ila vescica distesa non desta alcun senso di sofferenza. La minzione non è possibile nemmeno con l'aiuto dei più violenti sforzi. Uretra permeabile ad una sonda 24 Charrière. Superficie interna dell'uretra senza irrego· larità o punti ristretti. L'urina esce dal cate· tere senza propulsione, e per vuotare completamente la vescica occorrono forti pressioni all'ipogastrio. L'urina, che sembrava chiara prima che fosse iniziato il sondaggio evacuativo metodico, è torbida, fei:idissima, in quan· (3)


5r2

IL POLICLINICO

tità di 800 eme. la prima estratta, di reazione alcalina, ricca di all1umina. Il sedimento, abbondantissimo, fioc coso, è costituito in mas· sima parte da pus e da cristalli di triplofosfato. Si praticano lavande giornaliere con una soluzione di nitrato d'argento al 2 °/ 0 0 e si lascia la sonda a dimora. L'urina si modifica notevolmente sotto l'influenza di questo trattament o. Si so mministra arrheol 9-12 capsule al giorno e j od uro di potassio alla dose I gm., e si praticano anche le frizioni di unguento mercuriale per eliminare il dubbio che si tratti di una forma luetica, per quanto l'anamnesi la escluda. La ritenzione però non ne venne affatto influenzata. Si ricorse allora ad applicazione di corrente faradica, con placca alla colonna lombare e sonda metallica endovescicale. Quantunque a corrente leggerissima si generi uno spasmo intenso del collo della vescica e del retto, che si ripete poi nelle altre sedute, non si ottiene neppure dopo questo trattamento, associato a una cura interna di stricnici, alcuna modificazione del fenomeno ritenzione. Negli intervalli, durante i quali si lascia l'ammalato senza siringa, malgrado i tentativi ripetuti, la minzione spontanea riesce impossibile. La cistite, come già accennai, andò notevolmente migliorando mediante i ripetuti lavaggi vescicali ; l'urina divenne meno torbida, di ·reazione acida, con lievi tracce di albumina e pochissimo pus nel sedimento. !"'esame cistoscopico praticato dal prof. 'faddei rivela : segni di cistite sul trigono, con qualche piccola ulcer azione catarrale; vescica a colonne ed a cellule ; mucosa pallida hiancastra, con pochi vasi visibili ; piccole irregolarità del contorno del collo vescicale, non presen za di lobo medio. L'esplorazione rettale fa notare un a prostata dura, di grandezza normale, di superficie uniforme, in dolente alla pressione, con evidente solco mediano. L a capacità vescicale è enorme; la vescica è insensihile alla distensione, se si consider a che si p ossono int rodurre fino a 6co eme. di liquido senza suscitare dolori o bisogno di mingere. Tl 25 gennaio 191 0, dop o 37 giorn i di degenza, persistendo le n:edesime condizioni malgrado le cure praticate, i l prof. Taddei decide di int ervenire allo scopo di creare un a stomia sta bile. OPERAZIONE.

R achianestesia lombare con novocaina . Cistot omia soprapuhica. Reperto. - Vescica a pi.ccole colonne tipica; mucosa pallida; prost at a con qualche irrego · rità sotto for ma di lieve sporgenza nella porzione inferiore del collo, m a senza lobo medio. Essendosi riscontrato un bassofondo moltissin10 accentuato, una vescica ampia a paret e sottile, il prof. Taddei pensò se non fosse conI

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[ANNO

XX, FAS C. 15)

veniente di associare alla stomia una cisto• pess1a. Chiusa la ferita vescicale con punti staccati che interessano soltanto la muscolare e sovrapposta una sutura Lembert: si applica un drenaggio tubulare all'angolo inferiore della ferita vescicale. Sistemata così la ferita vescicale, segue la cistopessia. Isolato il cul di sacco peritoneale in modo da scoprire più che sia possibile in alto la vescica, si pongono 5 anse di catgut grosso, non perfor~nti, la prima immediatamente al disopra del drenaggio e l'ultima (3 cm.) al disopra dell'angolo superiore della ferita vescicale nella parte di vescica denudata. Ciascuna ansa attraversa il muscolo retto di un lato dall'avanti all'indietro, penetra rispettivamente dall'uno all,altro lato a I cm. circa della ferita vescicale pre· cedentemente suturata ed attraversando il mu· scolo retto dal lato opposto .d all'indietro all'avanti vìene annodata al disopra dei retti addominali. Sutura cutanea. Siringa uretrale a permanenza. Decorso post-operativo. - Il decorso postoperativo è ottimo sotto tutti i riguardi. Non si latnentano inconvenienti e non si nota reazione termica. Ogni giorno si fanno le lavande trascorrenti, ed otto gio1ni dopo l'operazione, tolta temporaneamente la siringa uretrale, si invita il paziente ad urin~re . Qnesti riesce in parte con premiti ad emettere l'urina, ma è costretto a smettere per il dolore che provoca nella p arte operata. Successivamente la minzione uretrale va stabilendosi spontaneamente. Chiudendo per alcune ore, mediante una pinzetta a pressione, il tubo ipogastrico, e visto che 11 n~ alato poteva urinare da sè da pprima con una certa frequen za (Y2-r ora), successi-· vamente ogni 2·3 ore, si tiene chiuso quasi costantemente il tubo ipogastrico. La minzione non solo si effettua spontanea, ma il residuo vescicale è minimo (30- 50 gr.). Il r4 febbraio, an<.'he dietro richiesta del m alato, si decide di togliere il drenaggio soprapubico, e la ferita si avvia rapidamente a guarigione. Dopo un mese dall'operazi0ne, il 23 febbraio, l'ammalato lascia la Clioica totalmente guarito. Avverte lo stimolo a mingere ed urina a volontà, vuotan do quasi del tutto la vescica. Urinando ogni due ore, rim ane un residuo che non sorpassò m ai i i oo e me. di • urina. Cinque m esi dopo l' operazione l' ho rivisto nella Pia Casa di L avoro in condizioni accora migliori, senza che accennasse al più lieve di· sturbo. Urina volontariamente 4 o 5 volte nella giornata , con getto normale per calibro e propulsione, senza avvertire il bisogno durante la notte. Le urine sono chiare.


[ANNO

xx,

FASC.

I S]

SEZIONE PRATICA •

Dall'esame del paziente si rilevano gruppi distinti di sintomi c'h e permettono non solo la diagnosi di cistoplegia, ma anche di poter stabilire un rapporto fra le condizioni preesistenti della vescica e l'attuale sopravenienza morbosa con le sue conseguenze. Sono fatti di importanza l'impotenza della vescica a vuotarsi senza il sussidio del catetere, la mancanza di propulsione del getto delt•urina, l'assenza di reazioni, dolori e sensazioni speciali con lo stimolo elettrico e col riempimento esagerato della vescica, l9 insensibilità della muco5ia al contatto del catetere, pur· essendovi una cistite. Questo gruppo di sintomi depone per la paralisi completa sensitiva e motoria del detru· sore. I-40 sfintere striato è s~no e reagisce come normalmente allo stimolo elettrico. Avviene nel paziente che con i forti premiti scappa fuori un po' di urina. Questo fenomeno è dovuto alla pressione eccentrica fatta dal liquido endovescicale su tutti i punti delle pareti per cui il collo si dischiude meccanicamente .. La ritenzione si è stabilita in modo acuto nella conva1escenza di una polmonite precisamente nello stesso giorno in cui la malattia si risol• • vette per cr1s1. Si tratterebbe di un'azione dovuta alle tossine infettive, che come è noto, vengono eliminate da tutte le vie durante la crisi di ma. lattie infettìve. Escludo a priori che l'affezione fosse in rap· porto con lesioni anatomiche midollari, perchè non è amt:L.issibile una lesione tanto limitata del midollo senza cointeressare lo sfintere esterno ed il retto,. che hanno sede prossima nel centro spinale, senza determinare a'lcun disturbo sensitivo o motore a carico degli arti inferiorl. Sappiamo poi che per la genesi di una paralisi completa e duratura della vescica di origine midollare occorrono lesioni gravissime del midollo, distruzioni trasversali o malattie che l'interessano in tutto lo .spessore. Parimente bisogna escludere la polinevrite per la quale manca la sintomatologia. La sede periferica estravescicale includerebbe il fatto poco comune dell'interessamento di tutti i gruppi nervosi spinali e simpatici che vanno alla vescica ed in tal caso dovrebbe con:ipartecipare alla paralisi anche lo sfintere striato. L'escl11sione ci in::luce ad ammettere l'ipotesi che la sede debba essere terminale, intravescicale, dell'apparato neuro-muscolare del detrusore. \

Ragioni 5peciali di cui dirò in seguito fanno credere che il detrusore precedentemente alla polmonite non era 1n condizioni di perfetta sanità e quindi come punto minoris resistentiae sarebbe stato più sensibile all'azione delle tossine infettive. La paresi intestinale concomi· tante poi dimostra che questa azione tossica si è manifestata nel caso parti~olare con speciale predilezione sulle fibre muscolari liscie. Concludend-o., seml)rerebbe .ammissibile la diagnosi di cistoplegia post-infettiva: Ma non mi sembrà di poter spiegare la ritenzione completa determinatasi in n1odo brusco, ricorrendo alla sola causa tossina-infettiva. Le cistoplegie post-infetti,1e, cosidette mediche., sono di breve durata, pochi giorni, e si mostrano sensibili alla comune terapia medica. Condizioni preesistenti di debilitamento del muscolo detrusore e mutamenti sop,ravvenuti per effetto del fenomeno ritenzione, che hanno rotto, per così dire, l'equilibrio funzionale poco stabile della vescica ci spiegano la lunga durata della paralisi e la 5ua resistenza a qualsiasi trattament9 ,terapeutico. L'ammalato nega precedenti urinari, ma ciò non esclude che possano essere esistiti. Tenuto conto delle condizioni intellettuali e sociali del paziente non è difficile che certi lievi disturbi della minzione facilmente percepiti dalle persone intel~ ligenti e colte siano sfuggiti alla sua osservazione. Ci sono individui affetti da ritenzione cronica incompleta che urinano frequentemente ma in modo incompleto e tuttavia. se interrogati, affermano con una ~erta soddisfazione di urinare spesso e con facilità. (Guyon). A parte queste considerazioni, basandoci sui fatti obbiettivi rileviamo: a) irregolarità del contorno del collo vescicale sotto forma di lieve sporgenza ; b) vescica a colonna. N O!l esiste una vera ipertrofia prostatica, ma però l'irregolarità riscontrata rappresenta un fattore meccanico che non può non essere tenuto in qualche conto. La vescica a colonna: poi è l'espressione di uno sforzo compensatore della sua muscolatura allorchè il detrusore non riesce ad espellere con facilità e completamente il contenuto ve· scicale. Nel nostro caso non si sono avuti evidenti fenomeni prostatici iniziali, il che non sembra strano quando si pensa che non tutti i prostatici sono colpiti durante la loro ~ita da (5}


IL POI,ICLINICO

distu:-bi urinari (Socin), e d'altro canto esistono numerosi casi di ritenzione per prostatismo, ma senza ipertrofia prostatica· (Federici). Genouville, Socin, Pateau ed aitri ancora ammettono che nell'iscuria senile l'ingrandimento prostatico non costituisce 11 momento eziologico principale della ritenzione. Allorquando si sviluppa la sintomatologia propria dell'ipertrofia prostatica già esiste uno stato anormale del detrusore, che da per sè sotto determinate influenze è capace di produrre la ritenzione. In base a qt1este vedute merita maggiore considerazione nel nostro ammalato un fattore importante., l'età avanzata. Sono noti i fatti di sclerosi, di assottigliamento delle pareti vescicali come processi involt1tivi senili (Asch, F3.bbri, Albarran) nonchè la diminuzione dello stimolo a mingere e dell'elasticità e tonicità delle fibre del detrusore. Queste ultime proprietà costituiscono le più grandi risorse fisiologiche di quest'organo. Ciò possiamo invocare riguardo al caso presente. I,a vulnerabilità del detrusore· spiega la facilità che ha incontrato una causa transitoria, occasionale ad arrestarne completamente la fun· • z1one A queste condizioni di impoverimento or· ganico della vescica si sovrappongono le conseguenze della ritenzione: a) enorme distensione della vescica con dilatazione anormale della sua cavità ed assottigliamento delle pareti: b) esagerazione del bassofondo; e) ~istite. In queste condizioni si presentò all'osservazione clinica il nostro paziente ed avanti abbiamo ricordato come si arrivò ad estrarre quasi un litro d'.urina ritenuta. Già esiste nella età avanzata un .aumento del bassofondo vescicale dovuto, secondo Testut, all'accres~i­ mento in altezza della cresta interureterica, all'aumento del diametro trasversale della vescica per cui rimanendo fisso il trigono la parete vescicale posteriore si accascia molto di più all'indietro nell'escavazione pelvica. Se si aggiunge la distensione del fon do vescicale per riten zione d' urina il bassofondo ~i accresce esager atamente. Inoltre aumenta il dislivello tra l'orificio l.1retrale interno e la parte pit1 bassa della vescica. Se poi coesistono irregolarità del collo della vescica, l' uretra prostatica

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può s11bire modificazioni di calibro, curva e direzione. L'insieme di questi fattori preesistenti e con:;eguenti, di cui la causa tassino-infettiva rappresenta l'elemento occasionale, ci dà ragione della gravità e della lunga durata della ritenzione osservata nel nostro caso. Il quale, se presenta un qualche interesse per la parte clinica, un interesse ben maggiore mi sembra che offra dal lato terapeutico. L'intervento operativo trova la st1a indicazione per la cistite, che, sebbene attenuata, assume tuttavia il carattere di cronicità e per l'intolleranza del catetere a permanenza. È noto che la ri· tenzione, a lungo andare, come ha dimostrato Guyon, finisce per compromettere le vie urinarie superiori e lo stato generale degl'infermi, ragione per cui, quando occorre, bisogna intervenire in tempo. In quanto alla rigenerazione della funzione vescicale del nostro paziente, sembra che la cistopessia rappresenti il momento più importante, il fine ultimo del1'inter,ren to. Il metodo avanti descritto differisce moltissimo da quello consigliato dagli autori. Difatti con lo scollamento del cul di sacco peritoneale otteni amo una maggiore superficie vescicale da affrontare. un'adesione più solida ed estesa alla parete addominale non solo, ma anche la parete vescicale posteriore viene tirata in alto, ravvicinandosi maggiormente all'anteriore. La bontà della sutura avanti descritta, che è una doppia Lembert, permette l'affondamento della ferita vescicale già suturata, un <1ddensamento delle fibre del detrusore ed un rimpiccolimento della cavità vescicale. Riferendomi ai precedenti studi per l'interpretazione dei risultati anatomici della cistopessia nel nostro ammalato, li riassumo principalmente nei seguenti: 1° sospensione alta della vescica; 2° aderenza ampia e forte alla parete addominale; 3° ammassamento delle fibre del detrusore nel punto di sutura; 4° ravvicinamento della parete vescicale posteriore all'anteriore; 5° an tivers:one della vescica ; 6° abolizione del bassofondo; 7° slargamento del meato uretrale interno; 8° correzione del dislivello tra fondo ve· scicale ed orificio uretrale interno, per cui


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SEZIONE PRATICA

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quest'ultimo viene a giacere nel punto più declive della vescica. · La scomparsa del bassofondo evita la stagnazione di urina, la quale sedimenta e provoca fatti irritativi, infiammatori della mucosa e distensione del fondo vescicale a spese della parete posteriore. Il cammino dell'ttrina è facilitato dalla mutata linea direttiva, essendo l'orificio uretrale interno nel punto più basso della vescica e l'apertura di esso più beante. Col cambiamento di topog1'.'afia e di statica della vescica, secondo jl mio modo di vedere, si consegue un ~isultato funzionale spiegabile • mediante meccanismi fisiologici conosciuti. Due grandi fattori entrano in azione: 1° la contrazione dei muscoli retti; 2° la pressione intraddominale. Sappiamo che nell'inspirazione, per l'abbassamento del diaframma, si fa sentire ia pressione endoaddominale, che preme in basso le masse viscerali, spingendole verso il bacino. Durante l'atto del premito, che avviene a glottide chiusa, succede invece un maggiore aumento di pressione intraddominale, perchè da una parte si abbassa il diaframma e dall'altra i retti contratti si retraggono. Ora, essendo che 1a vescica non giace più distesa ed accasciata largamente sul piano perineale ma sollevata, antiversa, con la parete anteriore 1 formante corpo unico · con i retti e la posteriore tirata in alto, nell'atto del premito viene a trovarsi tra due forze convergenti verso di essa, i retti contratti che offrono un piano di resistenza, la pressione in traddominale che spinge la parete vescicale posteriore contro l'anteriore. Non altrirr1enti che con questa azione fisiologica co1nbinata si potrebbe spiegare 1' effetto funzionale della cistopessia nel nostro caso. Sta di fatto che a vanti 1' operazione l'ammalato non riusci\ra ad emettere neppure una goccia di urina anche con i più violenti premiti. Dopo otto giorni dall'opera, zione urinava volontariamente aiutandosi con premiti, non lasciando in vescica che un insignificante residuo. Questo risultato finale immediato non può escludere però che in un tempo più o meno lontano dall'operazi-One possa ritornare il potere contrattile del detrusore. La contrazione dei fasci muscolari disgiunti delle vesciche a colonna dei ritenzionisti è quasi nul]a finchè permane la distensione (Guyon).

La loro potenza aumenta col cessare della distensione e con l'addensamento delle fibre muscolari. La vescica poi è ricchissima di fibre elasti · che, e, mentre avviene una distruzione di esse per fatti regressivi, come ha studiato Razzaboni, si verifica per compenso una neoformazione abl-)ondante di giovani fibrille. Geffrier ha notato che il detrusore normale è capace di contrarsi anche isoiandone tutte le comunicazioni nervose, in virtù della ricchezza di fibre elastiche e di spessi strati rr:u· scolari che gli conferiscono una valida difesa autonoma . Essendo rimesse le conseguenze anatomiche avanti dette, d eve anche migliorare la circolazione locale. Il detrusore non riprende facilmente la sua funzione allorchè è leso profondamente nella sua intima struttura, come suole verificarsi nell'ipertrofia prostatica che ha superato il secondo stadio. Ora noi abbiamo ragione di credere che nel caso presente non potevano esistere lesioni profonde degenerative delle fibre del detrusore, perchè dalla storia e dall'esame dei fatti non risulta un passato urinario grave. Per queste consiaerazioni possiamo ammettere che la cistopessia applicata in tempo opportuno potrebbe anche mettere il detrusore nelle condizioni più favorevoli per il suo risveglio funzionale. Il ritorno dello stimolo a mingere e della sensibilità vescicale dopo l'atto operativo fa presumere che la causa determinante la paralisi fosse già esat1rita. 1

** * ringraziamenti

Vivissimi al chiarissimo professore Burci per avermi dato l'occasione di studiare un caso importante ed al prof. Taddei per i preziosi consigli di cui mi è stato prodigo. BIBLIOGRAFIA.

da

e

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CORDERO

AMADONI.

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516

IL POLICI..INICO

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SUNTI E RASSEGNE MEDICINA. La sierodiagnosi delie afteziooi da stafilococchi. (G. WOLSOHN. B erl . Klin. Woch.)

Al medico pratico sembra inverosimile che si parli già di una sierodiagnosi delle infezicni di stafilococchi. Gli studi odierni hanno dimostrato nelle affezioni di natura stafiloeoccica sostanze specifiche che si possono utilizzare a scopo diagnostico, per quanto a priori sembrerebbe inverosimile che focolai circoscritti e chiusi quali i foruncoli determinassero modificazioni evidenti d el siero sanguigno.

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L'importanza di una possibilità della diagnosi della natura dei processi suppurativi è evidente. Le osservazioni del Wright, Neisser, Bruck ed altri hanno dimostrato che quanto è più cronica e grave l'infezione stafilococcica tanto maggiore è la possibilità di trovare nel siero sanguigno sostanze specifiche. La prova dell'agglutinazione è quella che ha interessato di più gli autori : si è cercato così di distinguere cocchi saprofitici dai patogeni. La massima parte degli autori che se ne sono occupati hanno dimostrato che è possibile una tale differenziazione quando il siero ha un potere imm11nizzante molto forte: le divergenze degli autori si spiegano col div~rso potere agg1utinante dei sieri. Un potere agglutinante poco evidente ha nella pratica poco valore perchè data la diffusione e la frequenza delle infezioni stafilococciche il siero di ogni individuo presenta un certo potere agglutinante. Il Coenen ha dimostrato che i sieri normali determinano l'agglutinazione al massimo in una diluizione di 1 : So; anche I'...\. concorda in linea generale con questi da ti. però in qualche caso ha riscontrato un potere agglutinante anche nelle diluizioni di I: 150 in individui apparentemente normali, quindi nella pratica consiglia a dare valore alle sole agglutinazioni che si veri· ficano nelle diluizioni del siero superiore ad I: 200. In casi di affezioni stafilococciche egli ha trovato agglutinazioni anche nelle diluizioni di 1 : 2000: ciò si verifica specialmente nelle co~valescenze di gravi infezioni stafilococciche; nelle forme lievi le reazioni sono spesso negative. In qualche caso manca l'agglutinazione anche con sieri d'individui colpiti di gravi infezioni stafilococciche: una spiegazione da questi casi si può dare ammettendo variazioni nel potere immunizzante del siero : d'altra parte non bisogna dimenticare che il potere dei diversi cocchi ad agglutinarsi varia a seconda dei diversi stipiti. Dalle esperienze del!' A. risulta quindi che il potere agglutinante ha valore solo quando è molto spiccato. La deviazione del complemento è stata finora osservata poche volte nelle infezioni da stafilococco. Ballner e Reibmayer non poterono dimostrare con sicurezza tale reazione. La sua importanza è stata messa in rilievo specialmente dall' Altmann e Bliithdorn, che adope · rano per antigene gli estratti ottenuti per mezzo deJl'antiformina, i sieri immunizzanti furono ricavati da! coniglio : secondo i detti autori satebhe possibile per mezzo della deviazione del complemento la distinzione tra cocchi saprofitici e piogeni. Cosi i sieri immunizzanti C'ontro gli tafilococcbi d arebbero con questi germi una reazione positiv·a


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SEZIONE PRATICA

.anche ad una diluizione da Ì: 200 fino a 1: looo; .coi cocchi saprofitici nella dilufzione di I: 40 fino ad · I :200; . coi sieri immunizzanti contro i cocchi sa-profitici si verifica il fenomeno opposto. Ricerche cliniche sui sieri umani non sono state ancora praticate: dall'esperienza dell' A. ri-gulta che per quel che si riferisce ai cocchi piogeni le proprietà dell'antigene sono molto diverse ed ~ necessario adoperare diversi stipiti per valutare bene i risultati della reazione. Più importante dal punto di vista pratico è il potere emoti"zza1,,te degli stafilococchi patogeni. Lo studio fondamentale dell'argomento lo dobbiamo al N eisser e \Vecksberg che notarono che solo gli stafilococchi patogetti che si sviluppano in un brodo con un grado di alcalinità determinato producono una emolisina ben dimostrabile in vtiyo: -per mezzo della filtrazione e coll'aggiunta di acido fenico ~i riesce a conservare questa stafilolisina che è termolabile. È quindi possibile che queste etnolisine si formino pure nell'organismo . e che con esse si ptoducano anche antistafilolisine che impediscano il potere emolizzante. Bruck, Michaelis e Schultze hanno il merito di a vere dimostrato l 'importanza prati ca della reazione antistafilolisinica : dalle loro numerose esperienze risulta che il contenuto in antilisine dei sieri normali oscilla tra o. 25 a '), e che invece -nelle infezioni stafilococciche sì hanno valori molto .alti, fino a 100. Nei casi recenti i valori sono naturalmente più bassi che nelle forme croniche. Le ricerche successive di altri autori hanno ·confermato questi dati ed hanno messo fnori -dubbio che lo studio delle stafilolisine ha maggior valore diagnostico dell'agglutinazione e della deviazione del complemento, però il metodo pre.s enta maggiori difficoltà tecniche, giacchè bisogna avere una cultura con un determinato grado di alcalinità, inoltre è necessario esaminàre spesso il .contenuto delle emolisine delle culture ed utilizzarle quando posseggono il massinto di poteremolitico, ciò che si verifica in media tra il 9° e il 13° giorno, infine bisogna filtrare la cultura. Oppenheimer ha recentemente escogitato un me· todo molto più rapido e semplice per dimostrare la lisina streptococcica ; egli fa un'emulsione in soluzione fisiologica di una cultura in agar di 24 ore e poi lascia stare breve tempo alla temperatura della stanza e quindi centrifuga. Il liquido superiore si decanta - e vi si aggiunge acido fenico: esso presenta un forte potere emolitico. Da tutto ciò che è stato finora detto risulta la necessità di praticare su larga scala la reazione antistafilolisinica , specialmente dai chirurgi che utilizzandone colla dovuta oculatezza i risultati possono ricavarne un prezioso aiuto diagnostico. .

Naturalmente si devono cQnsiderare reazioni positivè solo quelle in cui esistono alti poteri antieinolitici. Dal punto di vista teorico rimangono ancora insoluti numerosi problemi, cosi q~ello della durata di questo potere antiemolisinico dopo scomparsa l'infezione e delle oscillazioni di questo potere durante il processo in atto. Resta ora a parlare dci processi' battericidi: il potere battericida de.I siero di aniniali immuniz· zati non è molto più spiccato di quello di animali sani• . . Per quel che si riferisce alle opsonine si può dire che le infezioni da stafilococchi hanno dato il maggior contributo allo studio di questo argomento. La determinazione dell'indice opsonico degl'individui colpiti da infezioni stafilococciche ha acquistato un grande valore diagnostico. N aturalmente il metodo presenta difficoltà tecniche non indifferenti ed esistono numerose cause di errore che sebbene nella massima parte dei casi si possano evitare, pure costituiscono un grave ostacolo alla sua diffusione. · Concludendo, la sierodiagnosi delle iniezioni da stafilococchi non è pel clinico di grande valore; però se col suo mezzo possiamo diagnosticare una O$teomielite, una setticemia, una perinefrite, ecc .• o almeno a: confermarne la diagnosi merita una diffusione maggiore di quella avuta finora. P. A .

La istologia del reumatismo sperimentale. (COOMBS, MIItLI<: R e KETT:4E. The 1912,

Lancet,

n. XVIII).

Per decidere la quistione della specificità o meno del diplostreptococco che Poynton e Paine isolarono da individui affetti da infezione reùmatica, gli autori hanno voluto studiare le eventuali analogie tra le lesioni anatomo-patologiche constatate n el reumatismo dell'uomo e quelle prodotte sperimentalmente negli animali iniettati con culture del microrganismo, che Poynton e Paine ritengono essere l'agente patogeno del reumatismo nell'uomo. Questo diplococco iniettato dagli autori , che prima lo isolarono, nei conigli produsse insieme ad altre lesioni delle artriti e delle carditi; \ 7 ernon Shaw ottenne gli stessi risultati sperimentando sulle scimmie. ·Ma la specificità del microrganismo in quistione non fu da tutti gli aut' ri accettata, p ercÈè non si riuscì a constatarlo in tutti i casi di infezione reumatica, da parecchi dei quali fu isolato un bacillo.

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IL POLICLINICO

D'altra parte lo streptococco isolato da Poynton e Paine non avrebbe nessun carattere peculiare che lo distingua dai comuni streptococchi, i quali per altro inocttlati negli animali si sarebbero mostrati capaci di provo~are lesioni articolari grossolanamente simili a quelle constatate nell'uomo. Per risolvere in un senso o nell'altro la quistione gli autori hanno studiato microscopicamente le lesioni del 'reumatismo sperimentali confrontandole con le lesioni del reumatismo umano, le quali come è noto hanno delle peculiari e ben definite caratteristiche. E cosi gli autori hanno potuto osservare che le lesioni introdotte nei conigli dalla inoculazione di differenti ceppi di streptococchi iso~ati da individui affetti da infezione reumatica furono so... stanzialmente identiche e costanti. Esse furono identiche anche nei vari organi e tessuti colpiti: nel miocardio, nelr endocardio, nel pericardio, nella membrana sinoviale delle articolazioni, nel rene e talora anche nel polmone. Le lesioni sono di origine endovascolare e di tipo iperplastico: ingrossamento, proliferazione e desquamazione delle cellule endoteliali special· mente dei più piccoli vasi, nei quali si stabilisce frequentemente la trombosi, e successivamente marcata reazione fìbroblastica del tessuto connettivo. t-i stabilisce inoltre una marcata leucocitosi polimorfonucleare diffusa e più accentuata ancora intorno ai-vasi ostruiti da masse di cocchi. Come fase della metamorfosi endoteliale si notano i noduli submiliari caratteristici della infezione reumatica: essi sono frequenti tanto nel muscolo quanto nelle valvole del ct1ore, nelle sinovie delle articolazioni, nel rene e nei polmoni. La importanza della indentità delle reazioni istologiche nei vari tessuti ed organi attaccati acquista maggior valore in rapporto alla specificità del microrganismo inoculato quando si consideri che le lesioni istologiche provocate sperimentalmente negli animali sono per la loro essenza, se non per la loro intensità, perfettamente simili a quelle che si constatano nei corrispondenti tessuti dell'uomo affetto da infezione reumatica. I conigli, inoltre, sottoposti alle iniezioni <li streptococchi isolati da malati di reumatismo offri rono una sintomatologia clinica simile nei principali caratteri a quella della infezione reumatica u111ana.

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FASC. I5j

Gli a utori per tutti questi fatti ritengono che il diplostreptococco isolato del Poynton e Painesfa l'agente patogeno specifico della infezione reu;_ matica. DRAGOTTI..

NEUROPATOLOGIA. Paraplegia spastica in Oessione con esagerazione· dei ridessi di

dife~a. I

Il capitolo delle paraplegie spinali si è accresciuto in questi ultimi tempi per la descrizione di una nuova sindrome clinica, i cui singoli elementi se erano da tempo conosciuti, resta vano sinora di difficile interpretazione. Fu Babinski il primo a battezzare questa forma· con la denominazione di « paraplégie spasmodique organique avec contracture en flexion et contractions musculaires involontaires 1 {gennaio 1911). Seguirono le osservazioni di Claude, Souques, Etienne et Gelma, Sicard, Noica, e quelle recentissime di Klippel e Monier-Vinard. Esponiamo brevemente i caratteri d i questa sindrome di alto interesse scientifico e pratico, basandoci sopra le letteratura esistente, e in specie sulla memoria dei due ultimi autori citati. Vediamo anzitutto che cosa si intenda per riflessi di difesa. Quando con una punta smussa qualsiasi passiamo sopra il quadrante inferiore dell'addome, otteniamo un riflesso allo stimolo cutaneo consistente nella contrazione muscolare semplice, la quale non oltrepassa mai i limiti del nervo, nel territorio del quale fu portato lo stimolo. Nel riflesso di difesa, invece, alla stimolo cutaneo si ha una reazione caratterizzata dalla contrazione complessa e coordinata di più mu· scoli, all'infuori del territorio del nervo eccitato. Ad esempio : allo stimolo di una punta strisciata sulla superficie plantare, si ha flession e del piede s ulla gamba, della gamba sulla coscia . e di questa sul bacino (gradi maggiori o minori). non solo dell'arto stimolato, ma anche dell'altro. Non staremo qui a discutere se la denominazione data da van Gehucten di riflessi di difesa sia esatta, e ci limiteremo a dire che mentre i ri· flessi cutanei sono a lungo decorso in quanto hanno un cammino cortico-midollare, quelli di difesa restano stretta mente midollari ; sono in fondo omologhi ai riflessi che si osservano nella ranoc· chia decapitata (esperienza di von der Goltz) o

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SEZIONE PRATICA

a quelli dei cani nei quali fu sezionato il midollo sotto il bulbo (esperienza di Sherringh ton). Nella p~raplegia che stiamo per illustrare, ciò che forma l'elemento caratteristico è l'esagerazione dei riflessi di difesa, donde la speciale for· ma di contrattura e i movimenti involontari. Nel descrivere la sindrome prenderemo per tipo il caso più frequente di una compressione progressiva del midollo al livello della parte media del suo segmento dorsale. I sintomi che dovremo descrivere vanno divisi in elementi caratteristici della sindrome, ed elementi che diremo secondari in quanto ad essa non appartengono in modo esclusivo. La malattia si inizia in modo lento ed insidioso, come la maggior parte delle paralisi sp.nali, con disturbi della motilità volontaria: dapprima una claudicazione intermittente, poi per gradi si giunge fino alla impossibilità assoluta di qualunque movimento. Ciò che caratterizza poi la malattia è ·- come dicemmo - l'esagerazione dei riflessi di difesa, e la contrattura caratteristica che ne deriva. Nei casi più gravi il paziente giace in letto con le coscie applicate sull'addome,til tallone a contatto con l'ischio, il piede flesso sulla gamba. Di questa contrattura - che è la più grave - ·si possono avere tutti i gtadi minori. Essa scompare quando ' il malato è in calma perfetta, o nel sonno, ma basta il minimo stimolo cutaneo - ad esempio il contatto delle lenzuola - perchè subito ' il paziente riacquisti la posizione di difesa. In queste condizioni se lo sperimentatore cerca di portare gli arti alla loro posizione normale. incontra una fortissima resistenza. Per ottenere il riflesso di difesa ha importanza la sede nella quale si fa agire lo stimolo provocatore. In linea generale si può dire che si ottiene il massimo effetto quando si ecciti la parte ' distale dell'arto, diminuisce verso la prossimale fino ad un punto nel quale nulla si ottiene ; questo punto - come meglio vedremo in seguito - corrisponde al limite inferiore della lesione midollare. Insieme a questi fenomeni - che sono carat. teristici dell'affezione - si trovano sintomi co muni ad altre paraplegie mielopatiche. I riflessi cutanei (cremasterici, addominali) spariscono più o meno ra1)idamente. I rotulei e gli achillei possono essere esagerati o indeboliti, generalmente ad una prima fase di esagerazione succede la dimjnuzione, fino alla scomparsa. Questa peraltro non è frequente. Spesso è una falsa scomparsa

dovuta alla contrat~ura. L'esagerazione del riflesso di difesa a poco a poco viene coperta da una contrattura spastica volgare, tanto che ·difficile vedendo uno di questi malati di vecchia data, distinguerli da una comune paraplegia spastica. Nel principio della malattia si possono riscontrare disturbi della sensibilità subiettiva . I ma .. lati avvertono senso di costrizione al torace, parestesie varje lungo gli arti inferiori. Però net progredire del male, questi disturbi subiettivi scompaiono. Più salienti sono invece i disturbi della sensi-· bilità obbiettiva: è alterata tanto quella superficiale che la profonda, dalla iperestesia fino al-· l'anestesia completa. Il limite superiore dell'anestesia corrisponde al limite superiore della lesione spinale. Nelle paraplegie di vecchia data si riscontrano rilevanti alterazioni vasomotorie e termiche. Le reazioni vasomotric ì sono generalmente lente e scompaiono con difficoltà; la temperatura negli arti inferiori è abbassata notevolmente rispetto alle altre r-arti del corpo. A seconda della sede della lesione midollare si hanno pure disturbi della vescica. I malati di simile parestesia generalmente non. vivono molto, ma presto soccombono a infezioni derivànti dai dec11biti. o da lesioni vescicali. Al tavolo operatorio o all'autopsia , si è veduto che nella paraplegia spastica con esagerazione del riflessi di difesa, si tratta di processi di compressione dovuti ora a tumori (fibromi della dura madre, sarcomi, a!Jgiosarcomi delle meningi), ora a Pott, ora ad as~essi ossifluenti, immigrati nel canale rachidiano,. ora a pachimeningite tubercolare a contatto del focolaio osseo. In alcuni casi la natura della lesione era differente: tu veduto infatti presentarsi la sindrome descritta nel corso di una siringomielia (Souques) , di una sclerosi a piastre (Etienne e Gelma) , di un Friedreich (Babinski, Vincent e Jarkowski). In questi ultimi casi, . però, la sindrome paraplegica non venne che come seguito a un quadro clinico già esistenti: non avevà quindi importanza principale, e non era del tutto caratteristica. Quanto alle lesioni che si trovano nel midollo esse sono scarsissime, non presentano quasi mai il carattere della degenerazione, limitandosi solo all'edema, all'aplasia , allo spappolamento della sostanza bianca . •

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La diagnosi di questa forma non è difficile perchè ha caratteri propri tali, da non poter essere confusa con le altre paraplegie mielopatiche. Più co:nplessa è la diagnosi di sede e di natura della compressione: questi due concetti diagnostici sono intimamente legati fra loro. La esperienza clinica mostra infatti che le lesioni intradurali sono poco estese -occupano una-due radici - e sono dovllte generalmente a tumore. Le lesioni estradurali sono invece più estese - occupano due, tre, più radici - e più frequentemente sono dovute al Pott. Da ciò deriva l'importanza di stabilire il limite superiore e inferiore della compressione. Quello superiore corrisponde al limite superiore dell'anestesia, riportata alle radici, dalle quali dipende il territorio anestesico. Per il limite inferiore oggi si ammette che il limite superiore al territorio nel quale una ecci .. tazione è suscettibile di provocar e la comparsa dei riflessi di difesa indica - riportandosi agli schemi della distribuzione radicolare - il limite inferiore del focolaio di compressione. La delimitazione di questi territori ha naturalmente bisogno di esami fini e ripetuti. La cura di queste paraplegie è - come si comprende - di spettanza chirurgica. F. SABATUCCI.

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CHIRURGIA. L'avvenire dei gastro-enterostomizzati. (P. DELBET. Paris Médical).

Le indicazioni degli atti operativi che hanno uno scopo puramente funzionale sono stabilite dai loro risultati lontani. Cosi è per la gastro-enterostomia: per es~a si ottiene lo scopo meccanico dì vuotare nell'intestino il contenuto dello stomaco; e a questo modo forse si riesce a modificare la secrezione gastrica, a riattivare le pareti muscolari dello stomaco, e a rendere possibile o facile la ripa1·azione di alcune alterazioni. I risultati lontani della gastro-enterostomia vanno studiati da questi diversi punti di vista, e a seconda delle di verse ma la ttie per le quali essa è praticata : epitelioma, stenosi non cancerigna del piloro, ulcera dello stomaco del piloro del duodeno, stomaco a clessidra, stenosi ipertrofica congenita del piloro. ~ella stenosi ipertrofica congenita del piloro la gastro·enterostomia dà risultati lontani eccel· lenti.

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Nello stomaco a clessidra, l'operatore è per lo più costretto a ricorrere ad atti operativi com· binati, L ' epitilioma e l'ulcera presentano la più grande importanza pratica. Quando il cancro dello stomaco è situato lontano dal piloro e non esiste ritenzione gastrica, la gastro-enterostomia non può avere risultati ben decisi: bisognerà a] lora astenersi, o praticare la gastrectomia. Nell'epitilioma del piloro, i risultati lontani àella gastro-enterostomia sono molto vari. Secondo l 'A. il miglior metodo operati vo è quello della gastro-enterostomia posteriore, transmesocolica, con ansa corta, con apertura quasi verticale o fortemente obliqua, con sutura del· l'orlo della breccia mesocolica all'intestino . Dopo l'operazione, anche quando l'anastomosi funzioni perfettamente in modo che, ripresa l'ali~ mentazione, lo stomaco si vuoti, alcuni infermi non si rimettono, ma continuano a consumarsi , soccombono pochi mesi dopo l'intervento. Altri invece si ristabiliscono e si ingrassano rapidamente, e lo stato di perfetta salute può durare degli anni. La causa di questa profonda differenza di ri· sultati consiste nel fatto che gli infermi ricorrono all'opera del chirurgo in uno stato deplorevole di dimagramento e disidratazione, dovuto a fattori molteplici, sopratutto alla cachessia cancerosa ed all'inanizione, e poi alle piccole e ripetute emorragie e alle fermentazioni abnormi del contenuto gastrico ritenuto. Quando Jo stato grave del paziente è dovuto principalmente alla cachessia, ossia ad intossicazione cronica pei prodotti tossici di secrezione delle cellule cancerose, la gastro-enterostomia serve ad evitare la morte per fame, ma i suoi risultati sono di breve durata. Se invece l'inanizione è la causa principale dello stato di deperimento inoltrato, la gastro-enterostomia può dare risultati straordinariamente lo· devoli. L'importanza delle fermentazioni abnormi è meno sicura : normalmente la parete gastrica non ha poteri assorbenti; in caso di ritenzione, essa probabilmente può riasc;orbire i prodotti tossici della fermentazione. Le emorragie ripetute possono portare ad uno stato di grave anemia. È verosimile che dopo la gastro-enterostomia, per effetto del vuotamento completo dello stomaco, le emorragie cessino o diminuiscano: l'e!!ame del contenuto gastrico pri· ma e dopo l'intervento ci informa in proposito. Tenendo conto dei due fattori principali del deperimento dell'infermo, la cachessia e l'inanizione, si può prima dell'operazione fondare un giudizio pronostico esatto?


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SEZIONE PRATICA

L'esame del sangue (caratteri dei globuli rossi e bianchi, indice emolitico, indice antitriptico) può dare dei criteri presuntivi, ma ancora di valore poco ben definito. Il deperimento dell'infermo, che ha grande importanza per la prognosi immediata, non ne ha alcuna per il pronostico lontano. Cosi pure i 1 volume del tumore non ha un gran valore prognostico; tumori poco voluminosi possono dare cachessia precoce e rapida, altri di grandezza maggiore pare quasi influiscano sullo stato generale. I~e secrezioni degli uni sono altamente t ossiche; quelle degli altri sono quasi inoffensive. I malati di cancro dello stomaco possono giovarsi moltissimo di 11na ~astro-enterostomia, anche se sono ridotti in uno stato di deperimento avanzato, anche se essi abbiano u.n tumore voluminoso. Il problema è più complesso per l'ulcera : per essa bisogna assolutamente distinguere il risultato meccanico dal risultato chimico dell'intervento. Lo stomaco anastomizzato 1:1on si comporta, come una volta si è creduto, come un vaso senza fondo, perchè la rimescolatura dello stomaco tende sempre a chiudere l'orifizio artificiale. Più volte è stato sperimentalmente dimostrato nel cane che, dopo la gastro·enterostomia, tutti gli alimenti continuano a passare per il piloro e mai per il passaggio artificiale. Se invece si sacrifica il cane, si toglie lo stomaco con l'intestino, e si riempie lo stomaco di liquido, si vede che questo passa , in gran parte od in totalità, attraverso la breccia dell'anastomosi. Ciò perchè l'crifizio dell'anastomosi, se rimane bea11te nel cadavere, è tenuto chiuso nel vivo dalla contrazione degli strati muscol~ri dello stomaco. L'esame radioscopico ha dimostrato che lo stesso si verifica nell'uomo. Se il piloro non è ristretto nè contratto, gli alimenti continuano a passare per esso. È evidente dunque che, se esiste un ostacolo nella via del piloro, gli alimenti ritrovano la via dell 'anastqmosi. E neppure allora lo stomaco si comporta come un vaso senza fondo, perchè si può dimostra.re alla, radioscopia che il passaggio degli alimenti attraverso l'anastomosi si compie come attraverso il piloro, per gettate ritmiche, non in maniera continua, in modo che il vuotamento dello stomaco non si e:ffettua con maggiore rapidità dopo la gastro-enterostomia. Ne risulta che la gastro-enterostomia non modifica le condizioni meccaniche dello stomaco se il piloto è pervio; essa non lo mette in condizioni di riposo, come sembrava di p oter sperare. E perciò non si debbono ottenere risultati apprezzabili negli infermi in cui il piloro non sia

stenotico nè contratto, cioè quando l'ulcera sia • lontana dal piloro. Le ulceri della prima· porzione del tubo digestivo debbono distinguersi in: 2° ulceri gastriche propriamente dette che hanno sede lontana dal piloro; 3° ulceri piloriche o iuxta-piloriche (sia sitl versante duodenale, sia sul versante gastrico del piloro), che corrispondono alle ulceri che gli anglo-americani, erroneamente secondo l' A., chiamano duodenali; 3° ulceri del duodeno, che son lontane dal piloro e però non dànno la sindrome pilorica, con dolore tardivo 3 o 4 ore dopo i pasti, ecc. Le ulceri iuxta-piloriche determinano da principio la contrattura del piloro, e dopo la stenosi. In esse la gastro-enterostomia è innegabilmente efficace. .. Per le ulceri gastriche o duodenali, che non dànno stenosi pilorica, la gastro-enterostomia non può influire utilmente sulla meccanica dello stomaco, sia perchè ·non mette Jo stomaco in condizioni di riposo, sia perchè non impedisce il passaggio degli alimenti pèr il piloro. Quale è l'azione della gastro-enterostotnia sul chimismo gastrico ? È provato che nella maggior parte dei casi la secrezione gastrica diminuisce dopo l'operazione, ed il succo gastrico perde in parte la sua attività digestiva per e:ffetto della penetrazione dei succhi intestinali nello stomaco. La bile passa nel duodeno attraverso l'anastomosi gastro-intestinale, e in parte penetra nello stomaco. Questo passaggio della bile è molto utile, in quanto diminuisce l'acidità del succo gastrico. Di qui il concetto dell'efficacia terapeutica della bile ingerita ad alte dosi nell'ulcera dello stomaco ; di qui la proposta dell' A. di eseguire la colecistogastrostomia nei casi di ulcera gastrica senza ritenzione. Il Moreau ha analizzato il succo gastrico d i antichi gastro-enterostomizzati per ulcera, ed ha osservato che i risultati peggiori si sono avuti nei casi in cui i succhi intestinali non penetrano nello stomaco. Nell'ulcera gastrica la gastro·enterostomia è utile per gli effetti chimici, ma l'effetto meccanico di essa è insignificante o nullo. Nelle ulceri piloriche o iuxta-piloriche l'e:ffetto chimico si aggiunge a quello meccanico. Nelle ulceri duodenali la gastro·enterostomia, non a vecdo influenza nè sulla meccanica nè sulla chimica dello stomaco, ha risultati molto mediocri. In qt1esti casi essa è insufficiente e si associa perciò alla esclusione del piloro. All'esame radioscopico dei gastro-enterostomiz-

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II, POLICLINICO

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zatl, si è osservato delle volte che gli alimenti, che da principio si vuotavano per la breccia ana ... stomica, riprendevano a poco a poco la via del piloro, e l'orificio artificiale diveniva inutile. La gastro·enterostomia, migliorando lo stato dell'ulcera e lo spasmo, restituisce al piloro la sua permeabilità agli alimenti. Una temibile complicazione lontana dei gastroenterostomizzati è la comparsa dell'ulcera digiuno-peptica sull 'orificio anastomotico o nelle regioni vicine al digiuno. Ciò avviene negli operati per ulcera, cioè quando la secrezione gastrica è iperacida: l'iperacidità dello stomaco ha grande importanza nella genesi di questa forma d'ulcera . Cosi è logico pensare che ne favoriscono la comparsa i metodi di gastro-enterostomia che espongono un ca po del digiuno alle secrezioni i peracide dello stomaco. Inoltre la statistica dimostra che le ulceri digiuno-peptiche sono più frequenti nella gastro-enterostomia anteriore; nella posteriore l ulcera è molto rara , meno dell' 1 per 100. P. S. 1

TERAPIA. La chemoterapia della

tubercolo~i.

L 'uso di sostanze parassitotrope e non organotrope, capaci cioè di uccidere i parassiti o di impedirne lo svil~ppo, e nello stesso tempo senza nuocere alle cellule dell'organismo, ha avuto il suggello migliore negli effetti ottenuti con l'uso del salvarsan: l'esempio di Erlich è sta to seguito per altre malattie come il cancro (Wassermann), per le malattie provocate da bacteri, come per la tubercolosi. I resultati della chemoterapia in questi camp i lungi dall'esser definitivi offrono però grande interesse e sono stimolo per l'avvenire. Nello studio degli agenti medicamentosi gli AA. vari, seguendo l'esempio di Erlich, hanno espe ... rimentato su un grup po di corpi o sui vari composti d'un corpo stesso modificato secondo direttive s peciali: combinazioni con elementi che agiscono da sensibilizza tori, da veicoli, ecc . I primi saggi sperimentali contro la tubercolosi citati da \iViniwarter (Le s·calpel, 9 marzo 913) sono quelli di FJnkler e von Linden di Bonn i quali si servirono dei composti del bleu di metilene (cloridrat o e iodoidra to) nella tubercolosi sperimentale provocata nelle cavie. Mentre delle ca vie normali presentano nel punto d'inoculazione d'una cultura di bacilli tub ercolari, tipo umano, un ascesso che lascia una fistola inguaribile nel punto d'inoculazione, e

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dopo 15 a 18 mesi, muoiono, con segni di gravi localizzazioni tubercolari, con la cura del bleu di metilene l'ascesso non si forma. e se nel punto d'inoculazione si produce un induramer1to questo scompare a poco a poco senza lasciar traccia. Nella stessa maniera si risolve la metastasi nei gangli e negli organi. Gli animali, trattati col bleu, aumentano di peso in maniera regolare, e questo si mantiene stazionario, mentre gli animali controllo muoiono; inoltre non presentano a differenza dei controlli elevazioni termiche. L'apparenza della guarigione clinica è raggiun. ta : però gli AA. hanno constatato che i noduli sclerosati ed apparentemente guariti contengono, al controllo della prova briologica, bacilli della tubercolosi attivi, i quali costitù.iscono una minaccia perpetua; infatti gli stessi animali, che sembravano guariti, si addimoRtrano assai sensi· bili e poco resistenti alle malattie intercorrenti, alle setticemie, alle mijlattie che spesso colpiscono questi animali custoditi nei laboratori. Quando un'infezione comune si aggiunga all'infezione spe· cifica, la cura del bleu di metilene fallisce completamente. Gli AA., dopo tali resultati apparentemente buoni, in realtà scoraggianti, ove si pensi alla frequ~za delle simbiosi bacteriche nella tubercolosi, hanno indirizzato le loro esperienze saggiando il potere chemotropo dei sali . di f ame, clo1'u1'o di 1'ame

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Con iniezione di tale preparato la guarigione degli animali da esperjmento mostra un anda· mento analogo a quella ottenuta col bleu di metilene : solo che la temperatura spesso si eleva alle prime iniezioni per abbassarsi poi definitiva· mente, e nel punto d'iniezione si produce una reazione dolorosa e talora una zona di necrosi ; in com penso le metastasi sono meno estese e meno pronunziate, le inoculazioni con frammenti di organi e di tessuti sclerosati sono meno raramente positivi nella cavia il che dimostra t1na vera azione specifica sul bacillo della tubercolosi da parte del sale di rame. \ Ton Linden ha cercato, per evitare gli accident i locali, d i sostituire alle iniezioni le frizioni co i sali di rame. Il rame (cinnamat.o) incorporato nell'alcool canforato si assorbe facilmente, e l'a· zione cura tiva é assai spiccata . Strauss e Meissen, in base a tali esperienze incoraggianti , t enta rono di riportare il metodo curativo sull'uomo.


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·strauss ba sperimentato contro il lupus con due · specie di cure, una locale, una generale. La .cura locale l•A. ba praticato con pomate esenti di grasso e che racchiudono composti organici (lecitina) ~ rame, con o senza aggiunta di bleu di metilene. La cura generale l 'A. ha praticato con iniezioni .di sali organici (lecitina e rame) intramuscolari. Nell'uomo l'uso di questi rimedi dà luogo a Teazioni più o meno vive locali e generali a se.condo che _si tratti di forme eretistiche o torpide dell 'infezione. Ma le reazioni locali e generali ; talora forti, non durano a lungo: le lesioni lupose si modincano profodamente, si cicatrizzano, le cicatrici sono elastiche e di buono aspetto: la deformità ~onsecutiva specie nel lupus della faccia è in rapporto con l'estensione e con la gravità delle le;

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· SEZIONE PRATICA

Gli stessi AA~ banno continuato il metodo della tubercolina colle iniezioni di cianuro doppio di oro. e di potassio: quando la tubercolina ha dimostrato gli effetti congestizi, allora s'interviene col rimedio chemotropo, nella convinzione che sia facilitato l'apporto di esso fino ai punti malati: i resultati hanno confortato le speranze degli AA . Anche nei casi di tisf polmonare gli autori vantano buoni resultati, eseguendo una cura di iniezioni endovenose sul tipo del metodo usato per il 606, ma essi non l osano parlare di guarigione; per questo bisogna attendere e verificare l'evoluzione ulteriore dei malati trattati. Gli AA. si sono decisi, con nobile disinteresse,. a . rendere di pubblica ragione metodi e sostanze adoperate, perchè lo sforzo assiduo collettivo da parte degli studiosi sia rivolto alla ricerca del metodo di cura sicuro contro il terribile ftagéllo della tubercolosi.

Meissen invece ha sperimentato nei casi di ,.tisi PoNl'ANo. polmonare dell'uomo; sebbene le sue cure non siano ancora nè abbastanza protratte nè nt1me:rose da permettere una seria conclusione, tuttaLEZIONI via l'A. afferma che i resultati sono incorag,gianti. I~a sporotricosi. Bruck e Gliick (Mu·nch. med. Woch., gennaio 1913) con elementi diversi hanno iavorato allo stesso (Lucm.N DE BEURMANN. Brit. M ed. ] o·u rnat , agosto 1912). scopo. Bruck ba usato lo iodoform1o senza resultati deLa sporotricosi è una malattia recentemente -cisivl, poi s'è rivolto al cianuro d'oro, ricordando · scoperta, e studiata sopratutto dall'A. e dai suoi le antiche esperienze di Koch e di Berhirg che at- allievi. Fino a pochi anni fa essa era stata contribuivano a tale sostanza insuperabile potere fusa con le varie forme della tubercolosi e della battericida; insieme con Gliick tentò una vera sifilide. Essa è un'affezione comune all'uomo e agli animali, ed è causata da funghi filamentosi terapia alla Erlich, facendo penetrare direttae sporigeni appartenenti al genere Sporotri·chum. mente il rimedio nel sangue. Il composto usato è il cianuro doppio d oro e A questo genere appartengono numerose varietà (.5por. sckenki , Sp. beufmanni, S p. jeanselmei, ·di potassio (Merk) nell'acqua distillata all'1 %. dori, ecc.), a cui corrispondono forme diver~e di Uno fino a tre eme. di tale sostanza si disporotricosi. La varietà più frequente di sporoluiscono in soluzione fisiologica (50-100 eme.) scru- tricosi è quella causata dallo Spo,otfichum heurpolosamente sterilizzata. Le dosi del rimedio manni. Il primo caso fu descritto nel 1903 da nell'adulto vanno da 0-02 fino a 0.05, ogni due o tre Beurmann e Ramond, e da allora ne sono stati giorni per 12 o 20 iniezioni. Ne.i.la maggior parte pubblicati più di 200 casi. La sporotricosi coldei casi di lupus curati, sopravviene una reazione pisce individui di ogni età, ed è stata osservata locale, simile a quella che produce la tubercolina, dovunque in Europa, in America, in India (da che raggfunge il suo massimo 24 o 48 ore dopo Castellani). In Italia ne hanno pubblicati casi l'iniezione: alla 2 8 -3 a iniezione si manifesta l'azione Campana, Vignolo·Lutati, Curcio, Carruccio, ecc. Oltre che nell'uomo è stata osservata nel cacurativa, le lesioni impa!lidiscon~ il colore rosso vallo, nei muli, nei ratti, nei cani. si muta in roseo quindi giallastro, le granulazioni Lo Sporotrichum beurmanni è costituito da fisi regolarizzano, le ulceri cicatrizzano, il pro- lamenti sporigenì, ramificati a costituire un micesso di guarigione s'inizia ·a l centro e progre- celio. Le spore, .finchè sono unite alle ife, appadisce verso la periferia verso la 2 'i o la 3a inie- iono piriformi, mentre, distaccate, si presentano • ztone. ovali: sono di color gialliccio e trovansi verso 1

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l'estremità dei filamenti in gruppi di forma ci- Tale doppia via d'ingresso è stata dimostrata lindrica. Così appare lo Sporotrichu.n i in natura sperimentalmente negli animali, per mezzo d'ie nelle colture. Nei tessuti invece e nel pus esso niezioni sottocutanee e con la somministrazione si presenta come un bacillo corto e grosso, ba- di latte contenente il parassita. sofilo, e di struttura finamente granulare; è cirL'organismo può essere invaso dallo Spo,otri-· condato da una membranella delicata. Facendo chnm per la via sanguigna o per quella dei linfadelle colture di pus sporotricosico l' A. ha potuto tici. Più circoscritta in quest'ultimo caso, l'infe· osservare la trasformazione delle forme bacillari zione si fa diffusa quando guadagna i vasi sannelle forme filamentose e sporigene. guigni, come è dimostrato dalla clinica e dallo Lo Sporotfichum beu1'manni è capace di produrre esperimento. Widal e Weill furono i primi a colvarie lesioni nei tessuti. I.a più frequente è data . tivare lo sporotrico dal sangue dei malati. da una forma granulare, lo sporotricoma, nel Il parassita, per prosperare nell'uomo, ha bi· quale si possono osservare zone concentriche di sogno di circostanze fav'orevoli, che si possono alterazioui diverse; al centro un ascesso conte- riassumere nella diminuzione dei poteri di difesa. nente polinucleari e macrofagi, più all'infuori organici, quale sopratutto si verifica nei c-achetun'area di cellule epitelioidi in parte degenerate tici e nei tubercolosi. e di follicoli di apparenza tubercolare; più all'esterno ancora una infiltrazione connettivo-lim~INTO~fATOLOGL~. focellulare. Lo sporotricoma somiglia quindi alle lesioni La sporotricosi non è un'affezione esclusiva causate dalla sifilide e dalla tubercolosi o dalle della pelle, giacchè può invadere il sottocutaneo,. suppurazioni croniche. ed ha una struttura ana- le mucose, i linfatici, le linfoghiandole, le ossa, loga ad altri micomi (da emisporosi, blastomicosi, in breve, tutti o quasi gli organi dell'economia. oidiomicosi, ecc.). Da ciò la sua importanza non solo dermatologica. Le varietà più frequenti sono: ETIO~OGIA E PATOGENESI. 1° Spo,otricosi gommosa disseminata: inizio in• Queste due questioni sono state trattate prtn- sidioso; le gomme pOS$Ono essere molto numecf palmente nelle· memorie di Beurmann e Gourose e sono sparse qua e là, senza legge. Tutte le gerot (1906-07) e in altre apparse in questi ultimi regioni possono essere colpite. ma lo sono più anni. Lo SpoYott'ichum beurmanni s'incontra frequentemente il cuoio capelluto e le estremità come saprofita in natura sopratutto sui vege- degli arti. L'evoluzione è uguale per tutti i noduli gommosi che, prima duro-elastici. mobili , indo· tali. Si coltiva facilmente d a 12° a 40° e l'ottimo lttnti, tendono poi alla · fluidificazione, alla fordi sviluppo varia dai 20° ai 30°. Le spore pos- mazione ài un ascesso freddo, ma solo nella parte sono sopravvivere anche a o0 , come a tempera- centrale della gomma. Il contenuto di questo ture superiori a 55°. Lo sporotrico è molto resiascesso dapprima trasparente e vischioso, assume s tente agli agenti fisici, e, vivendo spesso sugli gradualmente un aspetto purulento. I noduli spoerbaggi, di cui si ciba l'uomo, questi ne può es- rotricosici crescono prima rapidamente fino a trasere infettato, p. es., se i vegetali inquinati dal sformarsi in ascessi; ma questi assumono un an · fungo vengono in contatto con una soluzion~ di damento cronico, nè tendono a ulcerarsi. nè re• continuo della pelle. L'infezione può anche aver cano grave nocumento alla salute. Ulcerazioni si luogo per mezzo del terreno o per le punture di producono talora in seguito ad incisioni di questi vari insetti (mosca, vespa, ecc.). Essa è stata ascessi. Lasciata a sè, la malattia si fa cronica. propagata anche da morsi di ratti sporotrico- le gomrne si moltiplicano, possono insorgere delle adenopatie, ma raramente. tici, o da altri animali (cavalli, buoi) pure af2° Spot'Ot1'icosi so ftocuta'n,ea go1nmosa dissemifetti da tale malattia. Pare che lo Sporotrichum possa, anche nei casi in cui la pelle è intatta, nala con ulcerazioni: in questa seconda varietà i annidarsi nei follicoli piliferi e produrre una fol- noduli gommosi, dopo essere passati per le fasi liculite, acne e finalmente una linfangite. Esso sopra descritte, ulcerano la p elle. L'ulcera ha di può vivere come saprofita nel faringe ed essere solito l'apparenza delle ulceri tubercolari. Talora cosi trasportato e inoculato dagli individui por- più che di un'ulcera si tratta di una fistola la t at ori ai sani. L'infezione si può anche verificare cui apertura è circondata da margini-violacei, irmangiando dei vegetali non cotti. La porta d'en- regolari , sottili o rigonfi; tal'altra l'ulcerazione è trata è talora la pelle, talora una mucosa. e nel vasta, e il fondo è ricoperto di granulazioni molto punto d'inoculazione di solito si riscontra la le· facilmente sanguinanti. Una varietà di ulcerazione meno frequente è sione i11iziale (ascesso, ulcera?:ione serpiginosa o quella ectimatosa o rupioide. It differente aspetto papillare, ecc.), ma altre volte questa manca. \

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SEZIONE PRATICA

di queste ulcerazioni è già un segno importante d) Sporotri~osi sinoviale: può somigliare ad in favore della diagnosi di sporotricosi. una sinovite acuta coccica, ad una subacuta goTali lesioni cicatrizzano solo lentamente e in- norroica o ad una sinovite cronica tubercolare. costantemente: la cicatric~ può somigliare a quelle e) S porotricosi arti·:;olare : Maure ha pubblitubercolari o sifilitiche, ma più spesso ha un cato un caso di idartrosi del ginocchio di origine aspetto speciale; è cioè stretta, irregolare, lineare sporotricosica, accompagnata da linfangit~ a:sceno stellata, spePso nascosta da pieghe cutanee cor- dente. Altri casi sono stati descritti, e in molti rispondenti alle antiche fistole: attorno alla ci· fu proceduto ad amputazioni mutilanti, quando catrice trovasi un'areola di pigmento giallo·bruno. la ricerca dell'agente etiologico sarebbe bastata I/ adenopatia è infrequente. L'affezione è croa indicare la cura specifica col ioduro di ponica, ma col tempo altera la salute del paziente. tassio. f) Sporotricosi dell'occhio: si presenta sotto 3° Fo1m~ miste: sono frequenti. Quando la sporotricosi esiste già da lungo tempo. essa offre torme molteplici. Quella congiuntivale appare un quadro caratteristico. L'una accanto all'altra come un conglomerato di piccole gomme; tale s'incontrano lesioni di varia età e di varia a ppa- varietà è sempre primitiva, e produce l'ingorgo renz a, cioè tubercolare, sifilitica, ectimatosa, ru- · del ganglio preauricolare. Dalla secrezione lacripioide, forunèolare ecc. Nello stesso tempo pos- male si possono far colture. siamo trovare lesioni associate dei linfatici della g) SPJ'>'Otricosi dell'epiil·Z:d imo: nell'uomo sono cute, delle mucose, dei muscoli, ossa, occhio, epi- stati descritti due casi di orchi epididimite supdidimo ecc. pitrativa sporotricosica. La localizzazione epidiL'alterazione fondamentale p erò è rappresen- dimaria è frequente nella sporotricosi sperimentata sempre dalla gomma, e ciò costituisce il tale del ratto e potrebbe essere u~ ata a scopo diagnostico. leg.:in1e tra le varie for 111e di micosi. h) Sporo tricosi renale: è stato descritto un 4° Sporotricosi localizzata: in corrispondenza della lesione cutanea, per la quale lo Sporotrichum caso (pielonefrite) . i ) Sporotricosi polmonare: ne sono . stati deè penetrato, può riscontrarsi un'ulcera sporotricosica iniziale, spesso s imile ai tubercolidi ver- s critti due casi. È :J.a notare che una coltura porucosi o papillari. Ad essa può succedere una sitiva fatta dallo sputo non può essere considelinfangite sporotricosica gommosa. Si tratta di rata come prova di un'affezione polmonare, perchè lo sporotrico può vivere da saprofita nella cavità una linfangite ascendente, caratteristica sopratutto alle estremità, e caratterizzata da lesioni boccale. Evoluzione delta sporot-ricosi: è di solito molto gommose e ulcerose, e da processi cicatriziali scaglionati lungo il tragitto dei linfatici. Talora lenta , e tale che lo stato generale non è molto alterato Il periodo d'incubazione è vario (da questa linfangite è secondaria ad una infezione pochi giorni a due, tre mesi). I4e gomme appaiono ematogena con localizzazioni gommose già desenza dolore, insidiosamente, l'una dopo l'altra. scritte. Il processo localizzato può estendersi I~ rari casi la sporotricosi si accompagna a anche ai gangli, e determinare una linfadenite, da cui, solo eccezionalmente, può derivare una fatti di anemia e cachessia, ma la morte devesi diffusione a tutto l'organismo per la via del generalmente a malattie intercorrenti, s pecie alJa tubercolosi. sangue. Eccezionalmente la malattia può decorrere in Localizzazioni· e~trac,utanee della sporo tricosi: possono esistere d a sole, ma più spesso sono as- modo acuto, da simulare una setticopiemia con sociate a lesioni cutanee, ciò che facilita di molto metastasi cutanee. Può anche darsi che in una sporotricosi, che segue il suo decorso cronico norla diagnosi. a) Sporotricosi de lle mucose : osservata sopra- male, qualche nodulo presenti i caratteri di una tutto nella cavità buccale, nella faringea e nel flogosi acuta. Da tutto questo si può dedurre che la sporo· laringe. Si presenta sotto due forme, una eritemato·ulcerosa, l'altra u lcero-vegetante o papillc- tricosi è una malattia polimorfa, capace cioè, come la tubercolosi e la sifilide, di presentarsi sotto gli maetosa. aspetti più vari. Donde la necessità di una rib} Spottotri'cosi dei muscoli: nei muscoli' si possono sviluppare, come avviene per la sifilide, cerca sistematica, in casi dubbi, dell'agente patogeno. gomme di natura sporotricosica. DIAGNOSI. c) Sporotrecosi (lsteo-articolare : le lesioni possono simulare un'osteo-pe1iostite sifilitica o un'o· 1. Diagnosi clinica. I criteri più importanti steomielite cronica. I,a diagnosi è difficile, se non dal lato clinico sono: esistono alterazioni specifiche della cute. PrediliLa molteplicità delle lesioni, mentre lo stato gono, la tibia, ed hanno un decorso lento. generale del paziente è buono. 3

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POLICLlNICO

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Rammollimento centrale e a forma di coppa dei noduli prima duri. Caratteri dell'ulcerazione, con molteplici recessi sottocutanei. Contrasto tra la piccola estensione dell'ulcera e la grandezza della gomma. Coesistenza di varie ulcerazioni sulla stessa gomma. Viscosità del pus o suo carattere sieroso come succo di limone. • Evoluzione fredda, indolente. Cicatrizzazione dell'ulcera , nonostante che al disotto pos'5a nascondersi un ascesso. Caratteri della cicatrice. Raro ingorgo delle ghiandole. Criterio ex fu1Jantibus (guarigione con sommi· nistrazione di IK). Nonostante tutti questi criteri, la diagnosi spesso rimane incerta con una flogosi cronica. È necessario perciò ricorrere alla 2. Diagnosi batteriologica. La ricerca diretta del parassita nr:I pus o nei frammenti di tessuto. tolti per una biopsia~ non è facile, e spesso, data la scarsa affinità pei colori delle forme bacillari dello Sporotricum, non riesce. Raramente si ricorre alla inoculazione negli animali. Volendo, si può farla nella cavità peritoneale del ratto maschio. Si ottiene un'epididimo· orchite specifica, in cui trovasi abbondante il parassita. In pratica si ricorre sempre alla semina del pus su terreni di gelatina glicosata e peptonata. La semina si fa in tre tubi, in ciascuno dei quali si pone da 12 a I eme. di pus. I tubi si tengono alla temperatura della stanza; e, dopo 4 a 12 giorni, si nota il formarsi di colonie caratteristiche, prima di un color bianco, che s; trasforma poi in giallo e marrone. Hanno un aspetto che ricorda quello delle circonvoluzioni cerebrali e sono circondate da un'aureola. L'esame macro· scopico di queste colonie è sufficiente per far la diagnosi. Il microscopio rivela la forma filamentosa del fungo. ' Un altro importante metodo di diagnosi è dato dalla sierodiagnosi, applicata alle micosi da Widal e Abrami. Essa ci pern1ette di fare una diagnosi rapida, mentre coll'esame colturale è necessario a ttendere diversi giorni prima di poter dare un giudizio. Ci si può servire: 1° della Sp<>ro-agglu· tinazione; 2° della fissazio1ie de! complemento . La sparo-agglutinazione è analoga a quella del tifo, con la sola differenza che qui l'emulsione omogenea dello Sporo, rich11.m è filtrata , cosi che nel filtrato trovansi solo le spore. L'agglutinazione avviene a diluizioni alte 1 : {OO, I : 500. Il siero dei pazienti affetti da altre micosi agglu· tina pure lo Spoyot,ichum, ma a diluizioni meno forti.

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La deviazione del complemento applicata alla diagnosi della sporotricosi è pure importante, ma non è specifica, perchè il siero di pazienti affetti da altre micosi (attinomicosi, emi;,porosi, discomicosi, ecc.) reagisce come i1 siero degli sporotricosici. Come antigene si usano le colture di Sporotrichum Un altro sussidio diagnostico è dato dalla ''eazione 'Ìntraderm,ica sporotricosica di Bruno Bloch. Si ottiene iniettando nella pelle dell'avambraccio due gocce di spo,,otricosina (emulsione sterile in soluzione fisiologica di Sporotrichum Beurma11,.1i1'). Se la reazione è positiva, si prodttce, nel punto d'inoculazione, dopo 24 a 48 ore un nodt1lo circondato da un'areola edematosa e .arrossata. Mentre la reazione nega tiva ci permette di escludere la sporotricosi; la reazione positiva non ci permette di affermarla in modo certo. Per questo la intradermoreazione non può essere sostituita alla spora-agglutinazione, nè a quella di fissazione del complemento, e tanto meno alla prova colturale di Sabouraud. PROGNOSI E CURA.

Una sporotricosi non diagnosticata, e quindi non opportunamente curata, può durare per un tempo indefinito. La prognosi dipende dalla diagnosi. Se questa è fatta, basterà una cura di 3 a 4 settimane per guarire la malattia. La cura consiste nella somministrazione di dosi al te (fino a sei grammi) di IK, o , quando questo non è tollerato, di succedanei quali la saiodina, la iodipina, ecc. Il trattamento sarà continuato per circa un mese dopo la guarigione apparente del male. Local· mente saranno applicate compresse imbevute di soluzioni deboli di I , e le ulcerazioni saranno causticate con la tintura di iodio. Soltanto le affezioni delle mucose sembranv talora resistere alla cura con IK. La cura . chirurgica è indicata soltanto in casi eccezionali. A. CHIASSERL.~I.

ACCADEMIE, SOCIETÀ IEDIOHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOI.ARJ) .

R. A.ccàdemia dei Fisiocritiei in Siena. Adunanza del 27 dicembre

1912.

Presidenza: prof. D. Barduzzl, presjdente. A. Poggiolini (Istituto di clinica chirurgica). Si pi'ò tielle operazioni sulla loggia so/lo111ascellare risparmiare se111pre i ranii facciali della branca in/e,iore del nervo facciale i' (Comunicazione preventiva). - È noto che spesso, dopo le operazioni sulla loggia sottomascellare, residua paralisi della metà


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SEZIONE PRATICA

inferiore della bocca dal lato corrispondente, paralisi che può interessare l'orbicolare delle labbra, il risorio, il triangolare delle labbra, il quadrato e il fiocco del mento; si deve quindi ammettere che tanto i « rami boccali inferiori » quanto quelli u mentonieri » della branca inferiore del nervo facciale, che innervano i muscoli suddetti, decorrano spesso per un certo tratto al disotto del bordo mandibolare. Questo fatto è ammesso per i rami u mentonieri » dalla maggior parte degli anatomici, fra cui Duverney, Sappey, Strambio, Mascagni, Boyer, Beaunis et Bouchard, Quains, Debierre. L'..A. ha eseguite 12 preparazioni della branca cervico-facciale nel cadavere, ed ha osservato che ra1ni sottqmandibolari della branca stessa, desti· nati ai muscoli del mento e della metà inferiore della bocca, esistevano 7 volte, fra etti in 2 non esistevano altri rami al disopra del bordo inferiore della mandibola ; in questi due casi anche i rami « boccali inferiori » decorrevano nella regione sopraioidea laterale per un certo tratto. Basandosi sui risultati delle sue osservazioni e sulle descrizioni degli anatomici, I 'A. stabilisce come limiti della zon& che può essere occupata dai rami facciali della branca cervico-facciale nel tratto sottomandibolare del loro decorso: in alto il bordo mandibolare deì due terzi posteriori; in basso una linea orizzontale parallela al bordo mandibolare e distante da queato cm. 1 e mezzo, quando il capo è iperesteso e flesso sul lato op· posto; posteriormente il margine anteriore dello sterno-cleido-mastoideo; anteriormente una linea verticale, abbas$ata dal limite fra il terzo medio ed il terzo anteriore del bordo mandibolare e la linea orizzontale indicata come limite inferiore. Fa notare che la incisione di Lejars per l'adenofiemmone sottomascellare, quena di Tilleaux, Zuckerkandl per la legatura della linguale nel trigone, quella di Kuttner ·e di Lenormant per la estirpazione della ghiandola sottomascellare, interessando la zona suddetta, possono ledere i rami facciali della branca inferiore del nervo facciale; ciò non avviene, incidendo l' adeno-fiemmone sottomascellare nello spazio compreso fra il terzo anteriore del bordo 1nandibolare e il gran corno' dell'osso ioide. fra quest'ultimo e il limite inferiore della zona (ciò che è possibile, data l'inserzione del ventre anteriore del digastrico alla sinfisi del mento e ·al gran corno stesso); allacciando l'arteria linguale nel trigono col taglio orizzontale di Kocher a livello del gran corno dell'osso ioide. Per estirpare le ghiandole sottomascellari o per tumore o per altra affezione, l'autore consiglia un'incisione, che, partendo dalla sinfisi del mento, arriva al gran corno dell'osso ioide, poi si dirige '

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orizzontalmente indietro fino al margine anteriore dello sterno cleido -mastoideo: questa incisione mette perfettamente allo scoperto tutta la loJ?gia, in modo da rendere possibile l'asportazione di tumori voluminosi in essa contenuti e non lede ì rami facciali della branca inferiore del nervo facciale. . Queste considerazioni hanno valore solo nel caso in cui l'affezione non abbia invaso i tessuti superficiali in corrispondenza della loggia, nel qual caso sia necessaria l'astlortazione dei tessuti stessi, in cui sono contenuti i rami motori per i muscoli del mento e della metà inferiore della bocca. Prof. A. Salomoni. Sul trattamento delle ferite del polmone. - Ricorda la sua pubblicazione nel trattato italiano di chirurgia del 1900, quando fervevano le di8cussioni in proposito. Ritorna sull'argomento ora che le discussioni si sono rinnovate in seno alle -S ocietà di chirurgia (tedeschefrancesi), e riferisce brevemente sui casi propri. 1. Uomo, Ospedale di Cremona 1882: ferita lacero-contusa con frattura di costa, prolasso polmonare, enfisema, emopneumotorace. Allacciatura e fissazione alla parete; beneficio temporaneo ; morto presto di pleuro-polmonite settica. 2-3. Uomini, Clinica di Camerino 1889-92 : ferite da coltello, emopneumotorace mediocre in uno, guarito pianamente da sè: grave nell'altro, in cui la toracentesi alla sesta giornata servi ad alleviare la dispnea, guarigione in un mese. 4. Uomo, Ospedale di Messina, 1897: fe~ita da coltello, trattato colla toracentesi ripetuta due volte e guarito in un mese. 5 Donna incinta al sesto mese, Ospedale di Messina, 1902 ~ ferita da coltello, sospettata ledente il cuore per gravissimo emopneumotorace, toracotomia larga immediata; pericardio integro, sangue dall'ilo polmonare, zaffamento. Decorso asettico, parto a termine. 6. Sig. V. C. di Palmi, 1897: ferito da grossi pallini da caccia (lupari), dei qttali 8 penetrati nel torace destro e 3 -nel fegato. Emopneumotorace modico,_emorragia modica pure dal fegato. Cura pura,mente aspettativa. Guarigione liscia. 7. D. G. da Seminata, al 2 giugno 1912 ferito a bruciapelo da revolver nel quarto spazio intercostale sinistro circa sulla linea emiclaveare. Fe· nomeni immediati miti ·escludenti la les.1.one del cuore e dei vasi maggiori. Presto pneumoemotorace modico mà molto disturbante il respiro ed il polso. In mancanza dei raggi Rontgen e ~i un apparato per narcosi sotto iperpressione, ed anco per le condizioni di ambiente non assicuranti l'asepsis si adottò la aspettazione armata. Si fece l'operazione dell'empiema dopo 26 giorni, e non

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IL POLICLINICO

si trovò la palla, nè pure in una seconda resezione di coste. anteriore, praticata dopo altri 3 mesi, per aprire l'estremo anterior ~uperiore della fistola toracica residua alla prima opera· zione. Guarito del tt1tto dopo un altro mese. In base a queste osservazioni personali ed ai risultati delle osservazioni e delle considerazioni recenti di tanti altri, trova da confermare a pieno quanto ha precedentemente stabilito: cioè, che in genere, più che nelle ferite penetranti del ventre, in qnelle del torace si può aspettare: usando della toracentesi per sollevare il respiro nel pneumo .. emotorace gravoso ; ma che si deve intervenire prontamente quando si hanno evidenze massime di emorragia minacciante. I mezzi odierni perfezionati di esame e di tecnica permettono d'intervenire presto anche in casi, che per lo addietro si lasciavano andare a empiema; e questi interventi abbreviano moltissimo il decorso di guari• gtone.

Porta S (Istituto di Clinica chirurgica). Lesioni tyauw.atiche dei polmoni (Contributo statistico). L'O., prendendo argomento dalla comunicazione del prof. Salomoni, riferisce sui casi di chiYurgia polmonare per lesioni traumatiche sura ti nell' I~ti­ tuto dal 1901 ad oggi. Su 208 individui colpiti da contusioni del torace accompagnate sia da frattura costale un'ica o multipla, s'ia da frattura della gabbia toracica e di al~Ye ossa, in solo 16 cioè nel 7.6 % fuYono 1iscontrati sintomi di lesio·n i pleu'lo-polmonari. E precisamente: in 2 emotorace, in I emotorace ed emottisi, in 1 emopneumotorace, in 1 emo· pneumotorace ed enfisema sottocutaneo, in 1 enfisema sottocutaneo diffuso, in 3 emotorace, enfisema , emottisi, con1mozione toracica, in 1 emottisi, enfisema ed ematuria, in 1 emotorace ed ematuria, in I emopneumotorace bilatera le e commozione toracica gravissima, in 1 emotorace, ematuria e rottura della milza, in 1 emotorace e lacerazione del fegato, in 1 emopneumotorace e frattura della base del cranio. I~a commozione toracica . fu sempre accompagnata da lesioni manifeste della gabbia e del polmone. In diversi casi avemmo come complicanza la pneumonite, ma in un sol caso, per la sua insorgenza precoce (un giorno dopo il trauma) noi abbiamo creduto di essere di fionte alla vera p1leu1nonite tra1~1natica. Il suo decorso fu franco, tipico e l'esito fausto. ~:Iai trovammo indicazioni ali' intervento. Nei casi, in cui ci trovammo di fronte a lesioni esclusivnmente pleuro-polmonari. la guarigione è stata la regola, tranne in un caso in cui esse erano bilaterali.

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In 5 casi immediatamente al trauma l'esito fu letale, esso fu sempfe determinato 1alla gravità delle lesioni concomitanti, e dallo stato di shock del ferito, che non permise contro di queste il necessario trattamento. Di 22 feri te da punta e taglio penetranti nella Ctività pte·urica, 19 non hanno 1'ichiesto i'nte1'vento r,hirurgico d'ur~enza. La concomitante lesione del polmone fu accertata in 13 casi, negli altri 6 non si ebbero che segni di penetrazione. In tutti i casi le ferite furono accompagnate da emotorace o pneumotorace o da emopneumotorace·, rare volte da emottoe. L'emotor,;\ce provocò tre volte sintomi gravi immediati {polso piccolo, irregolare. pallore, ambascia, dispnea), in altri casi esso non . si manifestò che con lievi 'lintomi soggettivi od esclusivamente coi dati obbiettivi. Spesso, ma non sempre, fu accompagnato da ipertermia, la quale non superò mai i 38° e non durò al di là dei 10-12 • • giorni. In un caso il pneumotorace accon1pagna to da enfisema sottocutaneo provocò fatti gravi. Più spesso constatammo emo-pneumotorace e fu in parecchi di questi che dovemmo intervenire secondariamente_ · Il trattamento seguìto consistè nella disinfezione e medicatura occlusiva della ferita: qualche volta nella sutura cutanea, quando i margini non collabivano. Di questi feriti 12 abbandonarono le sale cliniche senza bisogno di interventi secondari e perfettamente guariti, nessttno avendo superato una degenza al di là dei 33 giorni. Alcuni, pur avendo presentato segni non dubbi di lesione polmonare, furono dimessi guariti in 10'\ giornata. Degli altri, in un caso praticammo la toracentesi tardivamente {per il volume dell'emotorace) in 1oa giornata, conseguendosi guarigione perfetta. In un altro la toracentesi fu praticata per pleurite siero-fibrinosa pure con esito di guarì• • g1one. In un caso la ferita penetrante toracica accompagnata da scarso emotorace senza lesioni polmonari fu seguita da grave sepsi pleurale, mentre la ferita cutanea era guarita per prima. La toracotomia fu eseguita in 15a giornata, l'infenna soccombette dopo 23 giorni. La toracotomia secondaria fu da noi eseguita altre tre volte per empiemi consecutivi ad emopneumotoraci, con esito in guarigione. In un altro caso l'intervento secondario, determinato da empiema consecutivo all'emo-pneumotorace e da ascesso polmonare, fu seguito da esito infausto in 6& giornata. Un sol caso di fe,iza da punta e tag!io fu trat-


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SEZIONE PRATICA

tato coll'emostasi e colla su tura immediata della ferita polmonare, attraverso ad uno sportello to· • rac1co. L'inondazjone sanguigna della pleura richiese il pronto intervento; il caso, che fu seguito da ' guarigione, fu già riferito all'Accademia. In un secondo caso la ferita penetrante non ledeva il polmone, ma aveva determinato grave emorragia per recisione dell' intercostale, che fu ·immediatamente legata. In un altro caso l'intervento immediato fu ese· guito p~r praticare la sutura. di concomitante ferita del cuore. Il ferito venne a morte perchè la lesione inte;essava oltre la parete del ventricolo sinistro anche il setto interventricolare. Tre casi di quelle ferite, che il Tilmans chiama da fri,tnta complicate e contuse, con penetrazione nella cavità torac'ica e lesione del poltnone, caddero sotto la nostra osservazione. Il più interessante nel settembre del 1901 . Certo P ... G ... , di anni 33, bracciante, di .Nionticiano, era stato il 3 settembre assalito da un bove a corna accuminate e corte che si ripiegavano verso la fronte come le branche di una tenaglia; fra queste corna venne preso il paziente con la metà sinistra del torace. E bbe subito una grave emorragia, e visitato da un medico, gli vennero suturate le ferite : il giorno dopo veni va condotto in clinica in gravissime condizioni. Gli si riscontrarono: una ferita lacerocontusa penetrante nella metà toracica sini_stra nel 7° spazio i~tercosta le, tra la emi cl a ve are e la asçellare media, lunga circa 10 cm.; una ferita lacero contusa penetrante nello stesso cavo fra l'ascellare posteriore e la scapolare, della lun ~ ghezza di 6 cm. Lo spazio fra queste due ferite si sollevava e si abbassava nei movimenti respiratori, le costole erano rotte fra la linea scapolare e la emiclaveare dalla 6a alla 1oa costa compresa. Venne sottoposto all'atto operativo, consistente in un'ampia pleurotomia in seguito al taglio del ponte di parti molli comprese ferite ed apertura anche di queste; svuotamento dal torace di circa 1 litro di sangue fluido; rapida resezione dei frammenti acuminati di diverse coste che ferivano il polmone ed il diaframma; emostasi, constatazione di una ferita irregolare del diaframma rispettan"te solo la sierosa peritoneale, e di lacerazioni multiple irregolari molto sanguinanti del polmone sinistro; stante le gravi condizioni del ferito si procedette senz'altro allo za:ffamento del cavo e della ferita. Il paziente venne a gua,.igione. La pleurotomia aveva raggiunto lo scopo: 1° di svuotare il sangue contenuto nel torace ; 2° di rimuovere i frammenti acuminati a guisa

di punte di coltello che nelle espansioni respira· torie ferivano , e laceravano il polmone; 3° di tamponare la lacerazione diaframmatica e quella polmonare; 4° di drenare il cavo. Un secondo caso fu osservato il 28 giugno 1903. Certo M ... C•.• , d'anni 24, colono, di Siena, per caduta del corpo su di un palo accuminato, si produsse un'ampia ferita lacere.contusa della regione ascellare destra con lacerazione del pettorale, frattura costale, lacerazione della pleura e contusione del lobo polmonare. Le buone condizioni dell'infermo alla sua entrata in clinica, e lo scarso danno provocato dal pneumotoraçe, limitarono l'intervento ad una accurata disinfezione della ferita, alla regolarizzazione dei margini ed al drenaggio dell'oc~hiello pleurico. In 4a giornata, rimosso il drenaggio, fu suturata la ferita, lasciando un drenaggio capillare. Il ferito uscì il 13 luglio guarito. Il terzo caso fu seg11ìto da morte. 1~rattavasi di un colono, B .. . G . .. , di anni 80, di Monteroni d'Arbia, colpito il 9 settembre 1903 da una cornata di bue al 6° spazio intercostale di sinistra; la lesione, accompagnata da frattura costale e penetrante in cavità con lieve emopneu· motoma, era unita a gravissima commozione toracicà. L'intervènto fu limitato a combattere questa ed alla disinfezione e protezione della ferita. Il B ... morì in 3a giornata ·per polmonite bilaterale. Di nove casi di ferite penetranti da arma da fuoco in otto si trattava di ferite per colpo di revolver e non si stimò indicato l'intervento. In 3 casi il proiettile si era arrestato nello spessore dell'organo come lo dimostrava la radiografia, negli altri, dopo avere attraversato il polmone, il proiettile si era reso superficiale, in questi casi esso venne secon~ariamente rimosso. L'emotorace più o meno voluminoso, l'emottoe, la ·dispnea, il pallore, il polso piccolo ed irregolare accompagnarono sempre la lesione che fu seguita da ipertermia. La febbre, a carattere intermittènte, durò dai 7 ai 18 giorni, in 2 casi si ebbe come complicanza • un processo pneumonico. I feriti guarirono tutti fra 14·16 giorni. In un caso la guarigione fu però accompagnata da grave retrazione polmonare e scoliosi. Il nono caso, dovuto a lesione da colpo di wetterly a scopo suicjda, fu seguito da morte poche ore dopo il trauma ad onta che l' intervento immediato avesse arrestata l'emorragia. Importanti considerazioni meriterebbero le ferite irans-pleuro-diaframmatiche osservate e curate nella clinica del Biondi, ma l'argomento esula dai limiti della nostra relazione.

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IL POLICLINICO

Le ferite d ella b ase dell'emitorace destro, specialmente le laterali, spes50 hanno richiesto l'intervento per l'accertata lesione del lobo destro del fegato. Non abbiamo in questi casi creduto giusto il criterio puramente esplorativo perchè una buona p a rte di queste ferite non si manifestano con sintomi gravi e possono spontaneamente guarire, specialmente quando sono piccole ed occupano la superficie convessa dell'organo, ove la compressione del diaframma, resa maggiore per l'emo o pneumotorace concomitante, facilita l'arresto dell'(:tnorragia. Abbiamo ritenuto indicato l' intervento quando la lesione epatica era accertata. La via seguìta in questi casi è stata la transpleuro-diaf rammatica, come quella che pei rapporti topografici consente più facilmente di aggredire l'organo colpito. Nella ferite della base dell'emitorace sinistro, ove il pericolo più che dalla milza è rappresentato dalle ferite dello stomaco e dell'intestino. la via seguita è sempre stata l'addominale, la quale non solo agevola l'intervento, ma lo rende meno aggressivo. Da questa rapida rassegna. a parte le ferite polmonari che attraverso il diaframma interessano organi addominali e quelle concomitat1ti ad altre lesioni di organi toracici, che per sè stesse reclamino l'intervento immediato, noi non fummo nè astensionisti sistematici, nè intervenzio11isti ad oltranza. La disrussione posta su questi termini non ha avuto, non ha, nè potrà avere una risolu.

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mitivamentesettica, intervenga allo scopo di porre la pleura nelle migliori condizioni per opporsi o vincere - fin dal principio - il processo infettivo. V.

MART~I.

Regia Ulinica ltledica di Genova. Seduta

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gennaio 1913.

G. Breccia. Pneumotorace artificiale (Casistica Clinica}. - Breccia riferisce su 9 casi di tubercolosi polmonare in cui praticò nell' anno scolastico decorso, il pneumotorace artificiale: tre di questi casi non poterono essere ulteriormente trattati a causa di aderenze pleuriche. Sei poterono essere trattati lunga mente e quattro di questi ultimi ottennero un a com pressione totale del polmone ad onta di aderenze che furono in parte stirate, in parte interrotte, c9me fu dimostrato dalla illustrazione della r,\diografia. In tre di questi m a lati si continuano tuttora, dopo otto mesi, i ri~ fornimenti in clinit a . Dei sei pazienti, due ebbero esito letale: uno, cioè , per riaccetìsione dei focolai silenziosi del polmone opposto e l'altro per progrediente laringite ulcerosa.

G. Costantini. Su un caso di atitmia fu1'zionale. - L'O. riferisce su un caso di aritmia, comparso durante una lieve infezione influenzale in soggetto emotivo. Dott. BER'tOI,INI. Nella comunicazione del prof. Centenni pubblicata sul fase. 10 al posto di airride deve leggersi avi ride.

z1 one~

Come il medico non si troverà mai di fronte ad una malattia, ma ad un malato. cosi il chirurgo n on ha davanti a sè una ferita, ma un ferito. Sono dunque le particolarità dei singoli casi la speciale sintomatologia dovute alle soluzioni di continuo dell'albero respiratorio o delle vie sanguigne del polmone, che ci debbono spingere o trattenere nell 'intervento, senza mai ricorrere ad interventi parziali a scopo esplorativo. :Noi crediamo però fermamente che indicazione altrettanto formale p er un intervento immedia t o. ma finora altrettanto dimenticata, sia lo stato pri1nieramente settico <li una ferita. E se noi ricordiamo che n 40 % dei colpiti da ferite t oraciche, che non ebbe ro inter vento im1nediato (V. Stockum). muore per fa tti settici e le e11ormi difficoltà colle quali attraverso interventi secondari, riusciamo a salvare buona parte dei rimanenti , non sembcerà azzardat o quel chirurgo che, davanti ad una ferita penetrante, pri·

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La nuova Farmacopea Ufficiale {3• edizione}

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SEZIONit PRA'tICA

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. MEDICINA SCIENTIFICA. L'abbondanza di presame e lo elevato potere proteolitico nel contenuto gastrico per la diagnosi di cancro dello stomaco. . In tre infermi della Clinica Medica di Camerino, in cui la di agnosi di carcinoma dello stomaco era indiscutibile, l' A. ha rinvenuto un contrasto tra lo stato dell'acidità gastrica {as· senza di acido cloridrico e sovrabbondanza di acido lattico) e lo stato del potere fermentativo (sovrabbondanza di presame o quaglio ed elevato potere proteolitico) . Questo contrasto, che sinora non era stato posto in rilievo per la diagnosi di ~arcinoma, sarebbe inerente a proprietà biolo· giche ·del tumore maligno, il quale, come è certamente capace di mascherate l'acidità cloridrica, per quanto elaborata normalmente dalle ghiandole cloridropeptiche, e di ecci tare la vitalità dei bacilli provocatori della fermentazione lattica, potrebbe analogamente essere capace di elaborare veri fermenti, epperò riuscire a coagulare spicca· tamente il latte, oltre che metabolizzare le sotanze proteiche. Il prof. A. Ferrannini ha fatto intraprendere una serie di ricerche, intese à definire obbiettivamente questa capacità citologica dei tumori maligni a funzionare da presame oltre che da pepsina. Certo si è che in tutte le condizioni di aclo• ridria gastrica o di achilia, le quali non siano s0stenute dal carcinoma, quando si verificano assenza di acido cloridrico e sovrabbondanza di acido lattico, simultaneamente sono scarse o assenti la pepsina ed il presame, poi chè l 'insuffici enza di decrezione nelle ghiandole cloridropeptiche, per lesioni istologiche o per astenia o per stati generali, tossiei o cachettici, come menoma o sopprime la presenza di acido cloridrico, parallelamente attenua o sopprime la capacità di elaborare il fermento proteolitico ed il quaglio, cioè manca il contra.sto, posto in evidenza dalle ricerche dell' A. A. S. (ROMANO PELOSI . Gazzetta degli Ospedali, 1912 1

n. 127).

Il valore diagnostico del corpo di Bence-Jones. Il Kahler ha dimostrato per primo la pre~enza del corpo di Bence Jones negl'individui affetti da mieloma multiplo e dopo di lui questo fatto è stato confermato da vari autori ; però esistono numerosi casi in cui questo corpo non fu constatato.

Gli studi recenti hanno dimostrato la presenza del corpo di Bence Jones anche in altre condizioni morbose (mixedema, leucemia, osteomalacia) oltre che nel mieloma multiplo, inoltre si è notato che esso non è costituito da una proteina ma da una albumosa . Il Boggs eGuthrie (]ohns Hopkins Hosp . Bull) hanno recentemente richiamato l'attenzione sulla presenza nelle urine del corpo di Bence · Jones in individui affetti da metastasi multiple delle ossa da un tumore primitivo situato in qua~ lunque punto dell'organismo e ne citano un caso importante per le consrderazioni teoriche sui rapporti tra eliminazione di co~po di Bence- Jon es e mieloma multiplo. Dall'esame del caso degli AA. e degli altri casi della letteratura in cui esiste un reperto di autopsia risulta in modo evidente che la reazione di Bene e- Jones si verifica in quei casi in cui è invaso dal processo il midollo osseo; essa si verifica anche in quei casi in cui le ossa non presentino alterazioni obbiettive dimostrabili: d'altra parte posS'ono esistere alterazioni , neoplastiche estesissime del midollo o sseo senza la presenza ùi albumose nell'urina. P. A.

CASISTICA. Aneùrisma dell'aorta e disturbi oculari (Aneurisma dell'aorta e tabe). !

Il concetto del rapporto etiologico fra sifilide ed ectasia aortica, affermato da v\7 elch nel 1875, e confermato in seguito da mo' ti autori, è stato combattuto per vario tempo. E nonostante le ·prove dirette e indirette che si portarono a difesa di questa tesi la questione è di tanto in tanto rimessa in discussione. Una delle prove in· dirette che gli osservatori hanno dato nella dimostrazione del concetto di Welch è costituita dalla concomitanza delle aortiti con malattie del sistema nervoso centrale che riconoscono come etiologia certamente una infezione luetica. Tali sono la tabe, e la paralisi progressiva. A prescindere dal fatto che in molti tabetici avanzati esistono ectasie aortiche clinicamente ben dimostrabili, non è raro il caso che l'auto· • psia di tabetici o di dementi paralitici mostra lesioni aortitiche, sfuggite all'esame in vita. Due altri fatti - sui quali ha richiamato l'attenzione Babinsky - hanno grande importanza per la questione scientifica e per la pratica. È tutt'altro che raro di vedere aortitici che presentano il sintoma di Argyll-Robertson, e ineguaglianza pupillare. (23) I

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1t POLlCLIN!CO

Il primo fenomeno è noto come sia quasi sempre - per non dir sempre - funzione di sifilide cerebrale. Ii secondo fatto per parecchio tempo fu spiegato con una patogenesi meccanica, nel senso che si attribuiva o a una midriasi spasmodica, o a una miosi paralitica per compressione del simpatico toracico. Babinsky ha sostituito a questo con· cetto quello biologico, che cioè l'ineguaglianza pupillare - che si accompagna ad abolizione del riflesso alla luce - sia dovuto alla stessa causa che produsse l'aneurisma, cioè alla sifilide. Naturalmente resta la questione se queste turbe nervose sieno in rapporto con lesioni sifilitiche o parasifilitiche, si tratti cioè di sifilidi cerebrali o di tabi frustre. La questione sollevata in seno alla Società medica degli ospedali di Parigi è rimasta insoluta. In ogni modo queste turbe oculari negli aortitici - interpretate nel senso di Babinsky sono uno prova indiretta dell'origine luetica de~li aneurismi dell'aorta. F. SABATUCCI.

Sull'impulso al giugulo. Tra le pulsazioni che si hanno nella regione precordiale e in dipendenza dei grossi vasi l 'impulso al giugulo non ha un valore ben chiaro. Infatti è generale l'idea che esso stia a ~jgnifi­ care un'alterazione dell'arco aortico, ma mentre molti AA. lo designano come sintotna caratteri· stico dell ectasia aortica, da altri invece vien messo in seconda linea o trascurato assolutan1ente. Il Maragliano ha cercato in base a numerose ricerche radioscopiche di controllo quale relazione possa avere l'impulso al giugulo con l'ectasia dell'a orta ed in quali a ltre condizioni possa esistere. Dalle osservazioni dell'A. risulta dimostrato che l 'impulso al giugulo è un sintoma che si ritrova abbastanza frequentemente in 1)ersone con aorta perfettamente sana controllata allo esame radioscopico. Esso adunque non ha valore patognomonico diretto per l'ectasia aortica in senso positivo; no11 ne ha poi nemmeno uno assoluto in senso negativo perchè può mancare in persone portatrici di cospicue dilatazioni aortiche ed anche di aneurismi. L'impulso al giugulo può as~orgere ad un valore diagnostico quando sia congiunto con altri segni clinici di arteriosclerosi o colla constatazione di una ottusità retroster· i1ale, e quando soprattutto sia controllato dallo esam e radiologico. È probabi!e quindi che, oltre alle spiegazioni più comunemente accettate dell'impulso giugulare e ciOè l'allungame11to dell'arco aortico per arteriosclerosi e l 'ectasia aortica stessa, si <lebbono 1

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accettare anche altre spiegazioni e cioè che si possa avere un impulso al giugulo o per una maggiore vicinanza dell'arco aortico alla forchetta sternale che si ritrova nelle persone giovani o per una pulsazione più ampia ed una locomozione più spiccata verso l'alto dell'arco dell'aorta stessa che si può avere nei soggetti giovani per una maggiore elasticità e sottigliezza delle parti arteriose oppure per una aumentata attività cardiaca. P. A.

(Riv. CYit. di Clin. Med.).

TERAPIA. Sul trattamento del funicolo ombelicale. Dopo un ampia rassegna della letteratura st1ll'argomento, l'A. (M. Raspini, La Ginecologia, i912, 11. 7) viene alla conclusione che la mortalità e la morbilità del neonato è di massima dovuta ad infezioni penetrate nel piccolo organismo per la via dcl funicolo ombelicale o della cicatrice di esso. I metodi proposti da molti AA. per ovviare a questi inconvenienti tendono indistintamente ad ottenere, più che la rapida caduta del moncone, il suo rapido essiccamento per non essere terreno favorevole a sviluppo di germi. Non hanno grande interesse le differenze di metodo nell'allacciamento del funicolo. Il materiale adopetato è indifferente, purchè questo materiale sia assolutamente sterile. Interessante invece è che la lunghezza del moncone sia tale che pure adattandosi a quella che è richiesta dai differenti metodi di allacciatura, sia però tenuta della massima brevità. La massima parte degli A A. si dichiara assolutamente contraria al bagno del neonato, che ritarda il processo di mummificazione. Altri sono favorevoli al bagno. Nelle sue ricerche l' A. ha usato l'allacciatura del moncone ombelicale con gli anellini di gothma; metodo questo che alla rapida applicazione, alla sicura sterilizzazione, unisce il vantaggio di essere salvaguarda ti da possibili emotragie tardive, poichè il laccio, per la sua elasticità, si restringe da sè man mano che il funicolo, essiccandosi. diminuisce di volume. Il neonato viene quindi immerso in un bagno di pulizia. Fin qui il trattamento è stato uguale per tutti i bambini. Per il successivo trattamento ha usato vari metodi: 1. Il moncone avvolto in compresse asciutte sterili, quindi cotone e fasciatura; bagno ad im· mersione giornaliero e la medicatura ombelicale rinnovata quotidianamente. Trattò cosi 823 neonati. 2. Il moncone lavato con alcool è avvolto in compresse sterili imbevute di alcool ; indi coni1


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SEZIONE PRATICA

presse sterili a_sciutte, cotone sterile, fasciatura. I bambini non furono mai bagnati ma deter~i con batuffoli di cotone bagnati in acqua. La me · dica tura ombelicale giornalmente rinnovata, senza però applicare l'alcool. cui si ricorreva solo nel caso di arrossamento dei bordi ombelicali. Furono cosi trattati 635 neonati. 3. Il moncone era avvolto in garze sterili. indi cotone e fasciatura. Giornalmente, tolta .la medicatura, il bambino era sottoposto ad u·n a abluzione e dopo asciugato veniva applicata la medicatura nello stesso modo. Furono così trattati 400 bambini. 4. Il moncone era pennellato con tintura. di jodio e quindi avvolto in garze sterili, cotone, fasciatura. Giornalmente il bambino era sottoposto all'abluzione e la medicatura rinnovata come sopra. Vennero così trattati 60 bambini. Praticò numerosi esami bacteriologici nei bambini trattati con i vari metodi, ma è giunto alla conclusione che, « in qualunque modo venga tra t· « tato il funicolo, il reperto bacteriologico è pres« sochè invariato )) . In quanto alla rapida mummificazione, ebbe i migliori risultati con l'abolizione del bagno, ed in graduatoria vengono quindi i neonati trattati con bagno ad abluzione, ed in ultimo que1li immersi nel bagno. Circa la caduta, i risultati sono pressochè uguali a quelli ottenuti per la mummificazione. Non ebbe mai a notare, qualunque fosse il metodo usato, casi mortali di in~ezioni ombelicali. Essendo risultato dagli esami bacteriologici che anche poche ore dopo ·1a nascita l'ombelico dà asilo ad un gran numero di germi, che possono ad un tratto acquistare virulenza, l' A. cerca di stabilire il trattamento del cordone ombelicale più adatto ad impedire a questi germi di esercitare la loro azione patogena. Ricordando quindi come, più che la caduta, sia importante la rapida mummificazione del moncone, insiste a che questo sia tenuto il più corto possibile. In quanto al bagno, sarebbe preteribile sopprimerlo, ma essendo anche necessarja la scrupolosa pulizia del neonato, si può ricorrere a quello ad abluzione. Ed a questo proposito l' A. crede che questo bagno ad abluzione debba esser fatto con apparecchio adatto; che se questo no~ si avesse si procederà alla pulizia del neonato con batuffoli inzuppati di acqua tiepida. Ed anche riguardo al primo bagno di pulizia, J'A. consiglia, prima di procedere alla fasciatura dell'ombelico, di lavare il moncone e la zona periombelicale con alcool e quindi involgere il moncone stesso con garza Imbevuta di alc?ol. Nei giorni successivi sarà sufficiente della garza sterile asciutta. F. BAFFONl-LUCIANI.

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· -Cure .del seno nella puerpera. .

I

· Pro/t"lassi. - È buona pratica negli ultimi tempi della gravidanza preparare il seno all'allattamento. lavandolo mattina e sera con dell'acqua calda e sapone, ed in seguito strofinarlo con un poco di alcool rettificato ; questo metodo serve al duplice scopo di sbarazzare i capezzoli della materia se· bacea che li ricopre e d'indurire l'epidermide. Nel tempo dell'allattamento, bisogna dopo ogni poppata lavare i capezzoli cop un po' di acqua bollita leggermente alcoolizzata e toccarli con una compressa fine imbevuta della soluzione seguente::

Alcool a 90° . . . • • . . . ~ • ( ana gm. . . Gl1cenna neutra . . . • . . l

20.

Ciò fatto si ricoprirà il seno con una compressa di garza asciutta e sterilizzata mantenuta in posto da una fasciatura di tela, che sarà levata nel momento della poppata seguente. Se il capezzolo è molto corto è bene farlo venir fuori per mezzo di una te.t tina senza lasciare tale bisogna al lattante. In verun caso il poppante sarà lasciato attaccato al seno più del tempo. strettamente necessario. Bisogna inoltre pulire accuratamente la bocca del lattante prima della • poppata, se presenta qualche aff~zione orale, il mughetto, ad esempio. Trattamento curativo dette ragadi. - Se le ragadi sono n1olteplici e profonde val meglio sopprimere momentaneamente l'allattamento dal lato malato o per lo meno distanziare la poppata. Il bam· bino non prenderà più il seno direttamente, ma per mezzo di una tettarella di gomma. Si tenterà la cicatrizzazione delle ragadi per mezzo di uno dei seguenti processi: a) In seguito ad insensibilizzazione mercè l'applicazione di un tampone di ovatta imbevuto in una solu zione di cocaina al 10 % durante 5minuti ai strofina il capezzolo con un po' di etete e dipoi si tocca ciascuna ragade co::i un po' di tintura di jodio fresca, si termina spolverando la regione con bicarbonato di sodio. Tale medicatura sarà rinnovata dopo 24 ore. b) Si possono applicare ii1 permanenza sulla sommità del seno delle compresse di garza imbevute nella seguente miscela: Tannino . . . . . . . . . . gm. o . 50 Glicerina neutra . . . . . l ana gm. 15. Alcool a 90° . . . . . . . . l e) Questa formola di Marfan applicata come

la precedente dà dei buoni risultati: Acqua di rose . . . . . . gm. 40 Glicerina neutra . • . • • )) 20 Borato di sodio . . . . . » 8 Tintura di benzoino . • • ~ • 1 2 (25)


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IL

PO~ICI,INICO

Cu-ra della linfangioite della mamniella: 1. Sopprimere immediatamente 1'allattamento dal lato malato e non riprenderlo se non quando ·o gni traccia d'infiammazione è scomparsa: se l'altra mammella non basta alla bisogna si istituirà per il momento l'allattamento misto. 2 . Applicare in permanenza sul seno malato delle compresse di garza sterilizzata imbevute di acqua bollita calda e rinnovate di frequente. Tali eompresse saranno ricoperte da un pezzo di taf· fetà e mantenute in loco abbastanza largo ed abbastanza strette per sostenere bene il seno e comprimerlo leggermente. 3. Se il dolore è abbastanz'.=l vivo, si praticheranno inoltre due volte al giorno delle polverizzazioni di acqua borica calda, oppure si applicherà il ghiaccio in permanenza, come si dirà a proposito della galattoforite. Nello stesso tempo si somministrerà alla paziente aspirina a 2 grammi pro die. 4. Quando la fase acuta è terminata si vuoterà il seno per mezzo di tettina. L'allattamento potrà riprendersi solo dopo la scomparsa di ogni sintoma. Cura della galattofori te. - Dopo che mercè una leggiera espressione si è visto uscire una goccia di pus da uno dei po1·i dell'area cribrosa della mammella, vi sia stata o no linfangioite ante · riore, che si abbia o no elevazione della temperatura, bisogna: I. Sospendere immediatamente l'allattamento d al lato sano: ciò è importante per la madre e più ancora per il bambino che succhiando del pus sarebbe esposto ad infettar~i collo stafilococco. 2. Mettere una vescica di ghiaccio a permanenza sulla mammella e mantenerla in loco mercè una fasciatura modicamente stretta . 3. Quando ogni sintoma generale e locale è scomparso sj vuota a fondo la mammella malata per mezzo dello. tettina e due tre giorni dopo potrà essere ripreso l'allattamento. (JEAl\11\'"IN, Le Progrès lllf~dical, 4oc année, n. 36).

TR.

La cura deglì ascessì delle mammelle. A11orchè si è riconosciuta la presenza di un ascesso nell'interno di una mammella bisogna naturalmente dar esito al pus. Ma la bisogna non è sein pre molto facile. dappoìchè il chirurgo si trova alle prese con due preoccupazioni dive-rse: conservare al seno l'uniformità dei suoi contorni e garentirgli la totalità delle sue funzioni, che il taglio dei condotti galattofori minaccia di smi• nwre. L'ascesso del seno non è sempre un ascesso della glantlola. •

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Esso può essere perimammario e risiedere tanto nella pelle o nel tessuto cellulare sottocutaneo, quanto indietro della glandola nel tessuto cellulare lasso sottomammario. Questi ascessi sono in genere di piccole dimensioni ed un'incisione minima basta ad evacuarli ; la virulenza della raccolta purulenta è minima e la cicatrice residuale è ben poca cosa. Molto più frequenti sono i veri ascessi della glandola. Essi si sviluppano quasi sempre nell'epoca dell'allattamento, il seno si tumefa, diventa dolente, l'areola e le parti circumambienti presentano una colorazione più viva dell'abituale, la pelle è più tesa. ed alla palpazione il corpo della glandola dà l'impressione di una consistenza di sasso. Questo è lo stadio della flogosi non quello del. l'ascesso e tale galattofo~ite, secondo la locuzione del Budin, può guarire cogli antiflogistici, e col· l'espressione metodica del contenuto dei condotti. Quando l'ascesso è formato la condotta da seguire sarà diversa a seconda che l'ascesso è unico, ovvero i focolai d'indurimento o di suppurazione sono molteplici e disseminati. L'ascesso unico della mammella è raro e denota una virulenza attenuata del microbo infet· tante. In questo ca~o i chirurghi per evitare una cicatrice visibile praticano la puntura dell'ascesso col trequarti. Thirior ha utilizzato questo processo e per rendere asettica la cavità vi ha fatto passare per 48 ore una corrente di ossig~no. Chirié e David preferiscono l'iniezione di argento colloidale. Quando invece l'ascesso pur essendo 11nico ha un decorso acutissimo bisogna senza altro evacuarlo con una adatta incisione. Quando gli ascessi sono multipli le piccole e molteplici incisioni sono inutili e dannose: bisogna allora incidere la pelle nel fondo del solco sottomammario, in tutta l'estensione della mezza circonferenza inferiore del ~eno. Questo allora viene facilmente scollato dai piani profondi, perchè il tessuto cellulare lasso sottogiacente non oppone alcuna resistenza. La glandola è riportata colla ~accia posteriore in avanti e cosi può essere facilmente esplorata dall'occhio e dal dito. Tutte le raccolte vengono incise e largamente scoperte : il fondo si tratta con antisettici come il iodio e i' acqua ossigenata. Poscia si situano dei drenaggi e degli stuelli che escono a livello dell'incisione sottomammaria. Durante la prima settimana la medicatu.r a si fa tutti i giorni, gli stuelli si cambiano. la cavità si lava coli' acqua ossigenata o iodata. A poco a poco la suppurazione diminui3ce; il riaccollamento del seno e la gua tigione non tar·


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SEZIONE PRATICA

dano a prodursi. anzi delle ·volte si verificano con -sorprendente rapidità. In quanto alle modificazioni al processo ricorderemo che Felizet pratica l'incisione cÒl termocauterio, Morestin fa l' incisione cutanea meno lestesa allo scopo di renderla meno evidente. ' (La Riiorma Medica). TR.

POSTA DEGLI ABBONATI. (go) Tube'Ycolosi chiru1gica e cuf'a iodo-ioduf'ata.

- Prego la sua cortesia di darmi nella Posta <degli abbonati dettagliati chiarimenti sulla tecnica delle iniezioni ipodermiche iodo-iodurate alla Du1'ante nella cura d'e lle tubercolosi chirurgiche : 1 ° La cura deve essere sempre intensiva? 2° Specialmente nelle tubercolosi ossee che durano parecchi mesi e talora anni, le iniezioni giornaliere devono praticarsi ininterrottamente per tutto il tempo della durata dell'affezione, oppure è buono sospenderle ogni tanto, anche non verificandosi sintomi di intolleranza, e in ·questo caso dopo quante iniezioni e per quanto 1empo si deve sospendere ? 3° Nella cusa intensi va, cominciando le iniezioni col 1 ° grado (0.01 di iodc) dopo quanto tempo si può passare al 2° grado, e poi al 3°' al 4° e infine al 5° grado (0.05 di iodo); e arrivato al 5° grado si deve continuare con questo per tutta la lunga d~rata della cura ? 4° In un infermo di 12 anni con tubercolosi · del tarso e una glandola sottomascellare in 3 mesi è arrivato al 3° grado: si può passare senza nocumento al 4°· grado e poi al 5°, e dopo quanto 1empo? 5° Quali sono i principali sintomi d'intolleranza di questa cura iodica ? 6° Nella tubercolosi del tarso con piccolo seno fistoloso e scarsa secrezione basta la sem. plice applicazione della medicatura con garza e ovatta resa asettica colla bollitura: o è necessario iniettarvi, sul seno ·fistoloso, ogni 3-4 giorni alcune gocce di tintura di iodo, oppure di una soluzione acquosa di . iodo I % secondo Durante, e 4 % seco~do D'Antona? Ma se lo i odo non si scioglie se non I su 5000? Ringraziandola, la ossequio distintamente. Dott. R. P. E. La cura iodo-iodurata della tubercolosi chirurgica dev'essere, come ogni cura di lunga durata e di saturazione dell'organismo, individualizzata con le modalità e misure più appropriate al singolo caso. Il complesso organico del paziente, con tutte le sue proprietà attive e reattive di ifl"onte al medicamento, e gli attributi della le-

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sione morbosa debbono guidare nell'arte delicata della determinazione esatta dei particolari della cura. La terapia clinica non può avere canoni generali applicabili a tutti i casi. Agisca lo iodio per azione diretta sul focolaio tubercolare o per via indiretta, noi ci si propone nella cura iodo iodurata di saturare di iodio l'organismo malato sì da elevarne al massimo l 'in· dice di difesa, diciamo, specifica contro il morbo. Lo iodio pare eserciti, comunque, un'azione spe· cifica antitubercolare. Di qui la necessità che la cura sia intensiva, per ottenerne il massimo grado di efficacia. •.i\ questo massimo si deve pervenire però per gradi per prepare.re l'assuefazione dell'organismo ed evi tare nei limi ti del possibile i fenomeni di intolleranza. Questi fenomeni sono di solito a carico dell'apparato djgerente (faringo-laringiti congestive, gengivite, sapore metallico alla bocca, diarrea, ecc.), del sittema cardio-vascolare {ipotonia arteriosa, deliqui, capogiri, ecc.), dell'apparecchio cutaneo (eritemi, acne, orticaria, ecc.), della mucosa nasale, dei bronchi, della congiun• tiva, ecc. Se non si verificano fatti d'intolleranza, la cura iodo-mercuriale va protratta per lunghi l?eriodi, e non v'ha speciale bisogno di interromperla periodicamente. Che se, dopo un lungo periodo di iniezioni, non pare che l' organismo ne tragga beneficio apprezzabile, è meglio aggredire il focolaio chirurgicamente. Noi riteniamo che, quando l'organismo sia stato mantenuto per un certo periodo di tempo in uno stato di saturazione iodica e non ne abbia tratto vantaggio sensibile, ogni insistenza ulteriore nella cura sia del tutto inutile. La cura soltanto chirurgica in questi ca~i può aver ragione del focolaio morboso o, per lo meno, può ravvivare i tessuti alla reazione. Molto utili possono riuscire anche le appliC'azioni iodiche locali sotto forma di tintura di iodio in dosi modiche o di lavaggi con acqua iodata. L .' acqua iodata comunemente usata non è. una soluzione acq~osa di iodio. In un infermo di 12 anni mi fermerei alle iniezioni di 3° grado. Per tutto ciò che non è contemplato in questa risposta troverà esaurienti spiegazioni nel volumetto del prof. Durante, pubblicato dall'Amministrazione del nostro periodico. P. L. (91) Letter~tuya sulla lecitina. -

Desidererei sapere dove posso trovare letteratura sulla lecitina, e più specialmente sulla tecnica per farne emulsione in siero fisiologico e temperatura ili sterilizzazione, per uso ipodertnico nell'uomo. Dott. V. C. {27)

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IL POLICLINICO

Letteratura chimica-farmaceutica. Hagers Handbuch det' Phaf'mazeutischen PYaxis. Erganzungsband 1908, Berlin, Verlag Von Julius Springer p. 446. SPICA. Chimica medico-farmaceutica voi. II, Chimiea o,.ganica, 1Qo7, p. 623 (Nota). « Medicamenta ». Guida Teorico·pratica per sanitari. Coop. farmaceutica, Milano 1908, p. 657 e 1278. E. C. (92) Il dott. Luigi Battey da Castiglione Olona

(Como) scrive: È desiderio di molti che il « Policlinico », in un suo numero od in opuscolo per premio, compilasse un lavoretto che manca, cioè una specie di Vocabolario medico che spiegasse: cosa è (I il segno di Babinski », che cosa « il seg110 di X, di Y, ecc. »; cosa è « il morbo di X, di Y, di Z » che ora tutti usano. Tale nomenclatura è ignota a molti. Esi ~tono

già molti lavori genere. Potrebbe consultare : Ferrio L., Terminologia clinica, Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1899 ; Caratù V., Terminologia clinica dal nome d'autore, Napoli, 1912, Casa Editrice Vittorio Idelson; Parona, Dizionario dei termini medici dal nome dell'autore, Milano, Casa Editrice dott. F. Vallardi, 1904. R . B. •

VA.RIA

Malati e clienti. - Un m edico non dovrebbe mai dire: a i miei clienti, la mia clientela », ma « i miei malati ». Il medico ch e parla della « sua clientela » e dei « suoi clienti » distingue nettamente tra i malati gratuiti - per es. quelli dell'ospedale o ch'egli as· siste per umanità - e quelli da cui riceve degli onorari. Abbassa cosi la sua posizione morale e il concetto cl1e deve aversi del suo compito nella società. Un tempo, « clienti » e « clientela » . erano i plebei protetti da un patrizio: il cliente era l'obbligato e socialmente l'inferiore di colui che lo proteggeva. Accademicamente forse il significato di queste parole non è cambiato, ma nel fatto quanto è divenuto diverso nell'uso corrente e popolare! Clienti e clientela evocano oggi sovatutto l'idea di affari commerciali, in cui l'obbligato e, fino a un certo punto, l'inferiore non è quegli che dà, ma quegli che rieeve ... Dev'essere ben altrimenti del medico di fronte ai suoi pazienti. 1'1algrado gli onorari versati, il paziente guarito o solo, alleviato dei suoi mali, resta obbli•

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gato verso il medico. I servigi ricevuti, la salutericuperata che - si dice - è il più prezioso dei beni. non potrebbero mai esser messi in bi1anciocon gli onorari modesti o sia pure di lusso con cui il paziente ha materialmente assolto il suo debito. I.e persone di cuore aggiungono a questi onorari un tributo di riconoscenza, un sentimento di rispetto e di affezione, che ristabiliscono l'equilibrio e che pel medico hanno tanto valore. Certuni pretendono che la vita moderna cosi agitata e febbrile e interessata si presta poco a tali sottigliezze ; che nelle relazioni tra uomini tutto si limita a un movimento di scambi commerciali, in cui ciascuno agisce su piede d 'eguaglianza, in cui il denaro è sovrano e i sentimenti non hanno nulla da fare. È questo un errore non dubbio : interessi e sentimenti coesistono nella vita, si urtano, si sommano; ma è sovratutto dal cuore, dai sentimenti e dalle idee che gli uomini sono condotti. È anche la loro mercè che si stabilisce, aumenta o decrec:;ce un elemento itnponrabile eppure potentissimo: la « considerazione ». Questa circonda le professioni come gli individui ed è come il riflesso pubblico dell'onore, cui noi teniamo sovra tutto. (Dal P a-ris M • dical). R. B .

Le contraddizioni della medicina. - l : n egregio dottore scrive: cc Avevo appena finito di indicare ad un dispeptico il regime che doveva seguire, r egime che prescriveva una restrizione dell'alimentazione carnea, la soppresfìione completa del vino, ecc. - Dimenticavo di dirle, signor dottore - aggiunge il cliente, piegando la mia ricetta - che mia madre ai suoi tempi ha sofferto esattamente gli stessi disturbi.

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Ah!

- Il suo medico le consigliò bist ecche sangui· nanti e bordeaux vecchio. Essa si è ben rimessa». E mentre, dissimulando il suo scettici~mo e la sua ironia sotto le apparenze di una impeccabile correttezza, il mio cliente ~i allontanava, solo nel mio gabinetto io mi abbandonava a melanconiche riflessioni. « Quanto è imperfetta la nostra povera intel· ligenza umana! Essa, che ha scoperto tante me· raviglie e che ha risolro problemi che parea follia affrontare, si perde in piccoli dettagli. « I medici che da secoli e secoli esaminano dispeptici e prec;crivono loro dei regimi, non hanno potuto a!lcora formarsi un concetto esatto sopra t ali regimi. li qualche anno di distanza gli uni contraddicono gli altri! 1. (Dal Paris IVI édir.al).

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Cl!ltlll BIBLIOORAPICI W. G. PoRTER. Diseases of the Throat, Nose, and Ear. John Wright and Sons Ltd. Bristol, 1912.

Obbietto principale di questo libro è di fornire al pratico quelle notizie riguardanti le malattie della gola, naso ed orecchio che siano sufiicienti ad ogni buon medico esercente e gli riescano di vera utilità. Quindi principalmente è rivolta l'attenzione ai metodi di esame, alla dia-gnosi e cura di queste affezioni, escludendo del tutto le operazionj di notevole importanza che sono competenza degli specialisti. Così pure sono soppresse le descrizioni anatomiche, eccetto quei pochi richjami indispensabili, in alcuni punti speciali • Il libro, di circa 300 pagine, è in nitida edizione ed è ricco di bellissime incisioni a colori. Br.

L- GRtiNWALD. Die Krankheiten der Mundhohle des Raehens und der Nase. III. Aufiage. Teil I Lehrbuch. Miincllen Lehmann's Verlag. Mk. 12. È là terza edizione dell'Atlante del Griinwald della splendida collezione Lehmann : esaurita in , poco tempo la seconda edizione, l' A. si è studiato in questa di <'ompletarne le lacune e di esporre -chiaramente tutti i rapidi progressi fatti dal punto di vi_s ta diagnostico-terapeutico nel campo delle malattie della cavità orale del faringe e dél naso. Alcune parti sono completamente rifatte ; esistono inoltre alcuni capitoli del tutto nuovi . L'edizione ·elegantissima è corredata da 10 illustrazioni a coP. A. lori e 220 in nero. G. PREISWERK-MAGGI. Lehrbuch und Atlas der

konservierenden Zahnheilkunde. l vol. in-16 di pag. 404, con 32 tavole a più colori e 323 fi. gure nel testo. Miinchen J. F. Lehmann's Verlag, 1912. Rilegato, M. 14. L' A. si è proposto di offrire al pratico ed allo studente una guida per le più comuni applica:zioni dell'odontoiatria, descrivendone minutamente le singole operazioni e sussidiando l'espo . . sizione con larga copia di figure. Se egli sia riuscito pienamente nello scopo, non sappiamo: la nostra impressione è che egli abbia voluto addensare troppo materiale in questo libro, il quale finisce per essere adatto più allo specialista che al pratico generale. Dal lato tipografico e ' litografico il volume è una vera mera viglia e si raccomanda caldamente. Fa parte dei manuali-atlanti del Lehmann; è il 38° della serie. I. T.

C. DANmr~ (Bucarest). Le Post-Partum normai. 1° fa&cicolo. A. Naloine editore. Il periodo del puerperio che comprende il postpart-um offre ancora un campo assai vasto per un lavoro di revisione. I disturbi morbosi potranno essere nettamente e sicuramente divisi dallo stato normale solo conoscendo l' anatomia fisiologica del post-part11m. Nel 1° volume il Daniel fa la descrizione generale del puerperio normale che egli prolunga fino alla fine dell'ailattamento, ed il 10 fascicolo è dedicato alla generalità e allo studio anatomico degli organi ge~i tali nella partoriente normale. Come manifestazione di vedute personali, fondate sull'esperienza, l'opera sarà utile e susciterà contrasti fra gli specialisti dell'argomento. ' t. p.

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Prof. F . FRANCESCHINI. Malattie sessuali. pli. Milano.

u. Hoe-

Il Franceschini che recentemente h~ conseguito con ottimi risultati la libera docenza in clinica dermosifilopatica presso la R. Università di Roma, d~ alle stampe una seconda edizione di un pre· ~toso manuale Hoepli che tanto favore ha già incontrato presso il pubblico. Prof<:>ndo conoscitore di questo capitolo della patologia umana, per dottrina e per lunga pratica, egli ce ne dà una esposizione precisa, ordinata, completa, rendendosi utile agli studenti ed ai profani per la facilità della trattazione, e ai medici pratici perchè con nuovi capitoli aggiunti li mette al corrente delle nuove cognizioni scientifiche di qu~sta specialità. Le conoscenze nostre sulla spirocheta pallida, s~lla reazione di Wassermann, sui nuovi preparati di Ehrlich, sulle uretriti non blenorragi· che, ecc. vi. sono e~poste con chiarezza con concisione e con saggio spirito di obbiettività. Alla nuova edizione facciamo gli auguri della meritata fortuna. p. s.

INTUBAZIONE DELLA LARINGE ETRACHEOTOMIA Pratica ed importante pubblicazione del professore Fra1ce1es- Egl61, Docente di taringologia nella R. Università di Roma. Elegante volume in carta di lusso di oltre 300 pagine con 46 figure - ln commercio L. 3.50 più le spese d i · spedizione. Pei nostri Abbonati, franco di porto e racco· mandato, L. 2.&o. Intisare car.toliria-vaglia e1cluri"amente alla nostra Ammt. Nùtrasions: Roma - Via dtl Trlt1n1, 48 • Roma

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IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE . •

J medici militari in Libia.

Nel passato fascicolo il Policlinico ha riprodotto dal Giornale d'Italia un articolo sull' O· pera del maggiore medico Santucci a Bengasi; con eguale soddisfazione ne riproduce oggi dallo stesso giornale un'altro contenente le lodi per il maggiore medico Donini che fu per di versi mesi direttore di sanità militare a Misurata. In esso non v'è parola che non risponda a verità e dell'opera solerte e coraggiosa del maggiore Donini io fui personalmente testimone nella piccola città bianca che nelle so· latie giornate autunnali sembrava come assopita fra le gigantesche palme dell'oasi. Ripubblicando questa corrispondenza da Misurata io sono sicuro di portare il più valido argomento a quella propaganda di idee alla quale il nostro giornale s'è associato con istinti va simpatia e intesa ad ottenere il miglioramento delle condizioni dei medici militari, dell'esercito e del1' armata: la « crisi della medicina militare '> - come la cl1iamano in Francia dove esiste più grave che da noi - sarà risolta il giorno che i poteri dello Stato e l'opinione pubblica saranno c!lpaci di apprezzare il valore dei ser· vigi che sono resi all'esercito dagli ufficiali medici, e non li riterranno inferiori a quelli degli ufficiali combattenti. CAJUS.

Misurata, 4 aprile, Ieri l'Ufficio di sanità militare si è chiuso, avendo terminato i suoi lavori. Il direttore di tale Ufficio, maggiore medico Donnini, rimpatria dopo nove mesi di lavoro indefesso per cui le fibre più robuste si sarebbero estenuate se non fosse stato a quel posto una tempra d'acciaio, un carattere adamantino, una intelligenza chiara accompa .. gnata da un intuito e previggenza felice, doti queste precipue per riuscire in ogni cimento E il Donini che tali Q.oti a ve va in sè si trovò in Libia e in particolar modo qui a Misurata di fronte ad un problema vastissimo d'igiene collettiva ; oltre a dar libero moto a quel comple~o ingranaggio sanitario rappresentato da ben sei , o~pedali da campo e servizi minori. L'epidemia tifoidea nella estate scorsa infieriva u vasta scala e perdurando fino alla metà di

novembre diede non poche vittime e non scarsi timori, ma quanti altri non ne avrebbe dati, se il Corpo sanitario tutto affratellato dal momento triste e tutto fervido d'azione e di lotta non avesse avuta una salda compagine e il Doniui suo capo ben degno, in questo modesto presidio che pure era il più colpito della Tripolitania ! D'altra parte si doveva · lottare su un terreno su cui i più disparati bjsogni insorgevano ad ogni piè sospinto: la località sconosciuta, l'abbondanza infida delle acque, una popolazjone abbandonata da ·anni a sè stessa in cui la miseria morale e fisica era associata al più ingiurioso dispregio di pulizia e d'igiene. Il cozzo avvenne e ben formidabile, ma la vittoria fu nostra anche contr') il nemico invisibile. Alle prime vite umane falciatedal tifo, i nostri sanitari, sotto la guida sapiente del maggiore Donini, apposero una volontà operosa di bene, una incrollabile tenacia di sforzi, e forti nella loro missione umanitaria ebbero finalmente dopo vari mesi ragione di quel nemico doppio, invisibile e micidiale che avviliva e :fiac~ cava prima e poi distruggeva le fibre più robuste. Con la costruzione dell'acquedotto che portò a Misurata l'acqua sorgente a due chilometri dalla cinta e cioè dai cosiddetti pozzi del Mangusb, si ebbe un altro fattore di bene·s sere, il quale fu. vivamente sostenuto dal Donini e fu opera mirabile dell'ing. Ronfi.gli. Gli ospedali da campo giunsero ad ospedalizzare un numero quadruplo di quello di cui erano capaci per formazione organica; ad esempio i 'ospedale someggiato da 50 letti diretto dal capitano medico Rinaldi riuscì ad ospedalizzare nel settembre scorso ben 230 ammalati; il numero massimo di infermi verso la fine del settembre raggiunse i 12co di cui la maggior parte affetti da gastro-enterite e in ispecial modo da tifo, il numero per ~è stesso era sproporzionato, dato quello co1nplessivo delle forze qui vi distacca te e la capacità limitata degli ospedali da campo. Il Do· nini dovunque accorreva ed amorevolmente s'interessava di tutti e di tutto ciò che potesse ap· portare un miglioramento, un conforto, un riparo. Il Corpo sanitario lo coadiuvò con efficacia nel· l'opera d'igiene e di civiltà e si rese ben degno della fiducia ed ammirazione unanime. È certo che domani ripresentandosi bisogni urgenti ed imprevisti del paese. il Corpo sanitario saprà sempre compiere, come oggi nell'ora difficile. il proprio dovere con fermezza eguale, con zelo, con abnegazione.

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SEZIONE PRATICA

"rooaca del moviment.o profes']ionale. A ssociazione nazionale dei medici ospedalie'Yi. D 4 aprile 1913 si è adunato in Roma il Consiglio direttivo dell'Associazione, presieduto dal · prof. Carducci, e si è occupato del concorso al posto di chirurgo primario nell'ospedale di Spezia. Ha. poscia confermato, sovra nuovo quesito posto dalla sezione parmense, ' il boicottaggio del concorso a direttore del gabinetto di microscopia di quell'ospedale. Su domanda dell'Associazione Italiana di radiolagia medica ha preso in esame la proposta di boicottaggio del concorso a medico radiologo nell'ospedale di S. Matteo di Pavia. Mancando però elementi sufficienti per deliberare, il Consiglio ha incaricato la Presidenza di chiedere maggiori informazioni ali' associazione proponente, a mezzo della sezione Milanese. In ultimo il Consiglio ha preso atto dell'esecuzione data dalla presidenza alle precedenti deliberazioni prese circa i rapporti tra sanitari e amministrazione dell'ospedale di S. Salvatore di Pesaro. , L'Istituto di mutuo soccorso fra medici e fa'Ymacisti di Roma e pyovincia conta 66 anni di vita essendo sorto nel 1846. Oggi possiede un patrimonio di lire 116,761.98. Il suo scopo è quello di sovvenire i soci in stato di malattia acuta e cronica, e le vedove e gli orfani dei soci in stato di bisogno. Nell'anno 1912 furono assegnate lire 5530 per malattie e lire 3900 per sussidi a vedove e orfani. Nella casa donata dal defunto dott. Gaetano Olivieri sono oggi ricoverati 6 vedove di soci. Inoltre ogni anno sono assegnati 4 sussidi di lire 35 ciascuno, per elargizione del socio prof. Scellingo alle orfane dei soci. L'obbligatorietà detta in scri.z·i one negli Ordini Il tribunale di Roma, XI sezione, nell'udienza del 4 aprile corrente, ha giudicato i dottori Tommaso N otarianni e Emilio Tonizzi, medici esercenti ln Roma, i quali non curarono di inscriversi ali' Albo dell'Ordine dei Medici. •istituito dalla legge 10 luglio 1910, e ritenendoli colpevoli di contravvenzione alia legge sanitaria, li ha condannati all'ammenda di lire 83, applicando il beneficio della condanna condiziona~e al so]o dott. Tonizzi che risultò essersi inscritto nelle more del giudizio. ~guale procedimento penale è a corso per altri medici della provincia. Il Consiglio doll'Ordine dei Medici di Roma non ritenne di doversi costituire oarte civile.

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Pf'o condotte p1;ene. - Una Commissione arbitrale composta dei sigg. a vv. Gino Ciani presidente, dottori Eosi di Treviglio e Giani di Palazzuolo, pre-

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sidente della sezione tosco-romagnola dell' A. N. M. C., Benvenuti cav. Paolo, sindaco di Roccasancasciano, Torquato dott. Nanni. sindaco di San~a Sofia, dopo discussione avvenuta a Galeata stabiliva che dovessero mantenersi le condotte a tutta cura a Galeata, a Rocca ed a Santa Sofia, elevando lo stipendio a lire 4300. \ La Commissione emise pure il suo giudizio. sulle condotte di altri comuni della Romagna e Toscana. La deliberazione adottata prova come possano·· incontrarsi gravi difficoltà nella trasformazione delle condotte piene in residenziali.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

Il Dottor M. G. da G.S chiede conoscere se dopo una visita collegiale, che ha riconosciuta la infermità_ come contratta in servizio ma suscettibile di ' guarigione, ne possa essere sperimentata altra a. distanza di sei mesi per assodare la guaribilità_ o meno del male e se, qualunque sia il pronunziato del secondo collegio possa eventualmente· essere esclusa la causa di servizio, che fu am · messa la prima volta. Crediamo che ben si possa invocare un nuovo pronunziato di collegio per accertare la guaribilità o meno della malattia. Questa s~conda visita. non può riportarsi. alla prima e completarla, ma deve essere ritenuta come affatto separata e distinta. La legge ammette una sola visita collegiale e non due: epperò se si è creduto chiederne· una seconda, occorre che questa sola valga e si produca alle autorità competenti pel nuovo esame della domanda di collocamento a riposo. Non. è da escludere che la seconda visita possa, a differenza della prima, non ammettere la causa di· servizio. Non vi è mezzo per modificare tale responso; se ha docum·e nti e prove irrefutabili potrebbe, però, Ella attenuarne o modificarne gli effetti allegando i documenti prescritti dall'articolo 60 del Regolamento 9 marzo 1899, n. 121. (3754) Med·ico ospedaliero - S tabilità. - Il D?ttore R. S. da T. espone che, egli medico di ospedale, aveva obbligo di conferma di triennio in triennio, che dopo la prima conferma fu j} posto · soppresso. ed egli si allontanò in primo tempo per infermità ed in appresso recandosi all'estero. Sono passati ora tre anni. Desidera conoscere se abbia ancora aperta la via a ricorso alle sezioni giurisdizionali del ·c onsiglio di Stato od in linea. straordinaria al Re. Stando al capitolato, l'amministrazione era li- · bera di non confermarla pel terzo triennio, ancorchè il posto non fosse stato soppresso. Ora._ alla distanza di tre anni, non può più reclamare. (31) (3753) Pensioni - Visittt collegiali. -

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IL POLICLINICO

(3755) Medico inte.yino - Rimhof'so contributi inàebitamen te pagati. - Il Dott. A. N. da C~ desidera conoscere quale mezzo abbia per ottenere il rilascio del mandato che il Comune. dopo avere deliberato la restituzione dei contributi indebitamente pagati pel Monte pensione, si rifiuta di rila sciargli. L'unico mezzo di ottenere l'intento si è quello di richiedere alla G. P. A. il rilascio del man· dato di ufficio, trattandosi, in base alla delibera~jone già emessa e resa esecutoria, di debito liquido ed esigibile. (3~56) P~nsion·;. Al Dott. T. D. M. da M. I. rispondiamo che gli saranno valutati 10 anni di precedente servizio. Ora potrebbe contare 13 anni di servizio. Dovrebbe prestarne altri 12 per com· piere i 25 prescritti. Che se preferisse invocare l'applicazione in suo favore della legge del 1910, avendo già compiuto i 60 anni di età e 25 d ser· vizio, potrebbe rima11ere inscritto solo cinque anni, e liquidare in base alla sua età ed a 20 anni di servizio, costituiti dal quindicennio che si riscatta e dai cinque anni di inscrizione. Se sarà iscritto in base alla legge del 1909 non dovrà annualmente pagare che il solo contributo, senza alcun premio di riscatto: se sarà inscritto, invece, in base alla legge del 1910, dovrà pagare nel quin· quennio una somtna che si aggira fra le 5 o 6 mila lire. . (3757) Farmacista fornitore del Comune - Se una decisione della IV Sezione del Consiglio di Stato posst~ essere impugnaia presso la Cassazione per ragione di competenza. - Al Dott. D. L. da V. P . che ci interpella su tali argomenti ri~pon­ diamo: Il farmacista che somministra i medicinali per poveri non può essere consigliere comu• nale pel rlisposto dell'articolo 23 della vigente legge cùmunale e se la somministrazione fu assunta dopo la elezio11e decade dalla carica. L'incompetenza per ragione di materia poteva essere proposta e dichiarata in qualunque stato della causa dinanzi alle Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato. Ciò non fu fatto, nè fu dichia· rata d'ufficio come ne avrebbe avuto facoltà la sezione adita. La relativa decisione può essere per incompetenza impugnata presso la Cassazione perchè questa, in più riscontri , non ostante che l'art. 40 del testo unico 17 agosto 1907 parli di assoluto difetto di giurisdiZlone, ha ritenuto ec;sere in tale di<:itura compresa anche la semplice iucomaetenza. Il termine è di giorni 90 dalla notifica. (3758) Pensioni. - Al Dott. P. M. da V. che ci interpella su tale argomento diciamo che per la legge sulle pensioni dei medici anziani potrebbe riscattare quindici anni di precedente servizio. Dovrebbe, però, pagare entro il decennio 1

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una somma che si aggira fra le 5 o 6 mila lire. Si possono fare versamenti volontari in misura limitata cioè, non oltre la somma di lire 400 an· nue. Con 25 anni di servizio e 60 di età, liqui- · derebbe l'annua pensione di lire 1119. (3759) Aumenti sessennali. - Il dott. A. M. da S. R. chiede conoscere se, ottenendo un alimento di stipendio superiore al decimo sessennale, il periodo di tempo per conseguire tale sessennio resti prorogato. Ottenendo il prospettato aumento di stipendio, resta prorogato il termine per lo acquisto del diritto all'aumento sessennale. (3760) Condotta piena • Ridutione. - Il Dottor G. D ' A. da C . .chie<le conoscere se i medici condotti hanno facoltà di ricorrere per la soppressione della cura piena in caso di eccedenza della sovrimposta. se la soppres~io11e della spesa facoltativa importi modifica del capitolato e se la quota di stipendio relativa al servizio obbligatorio possa subire falcidia o riduzione. Il medico condotto non ha, come tale, veste per ricorrere contro la condotta piena in caso di eccedenza. Lo può solo come contribuente. Il ricorso su carta da ·bollo da centesimi 6o deve essere indirizzato alla G. P. A. La soppressione della spesa facoltativa non importa modifica del capitolato. La quota assegnata come compenso della spesa obbligatoria non può subire, per qualsiasi causa, riduzione o falcidia. (3761) Serviz,io di suf·plenza - Stabilità. - Il Dott. E. S. da G. chiede conoscere se il servizio da lui prestato come supplente medico condotto possa essere computato nella prova, avendo egli in sèguito conseg1uta regolare nomina in base a concorso. Il periodo di supplenza non p11ò essere ritenuto come prova perchè supponesi che durante il medesimo il medico non abbia esercitato l'ufficio in tutta la estensione della sua portata ma solo saltuariamente ed in modo limitato. ( 3762) Pensioni . - Il Dott. F. M. da V. chiede se essendo medico condotto ed essendo pagato da una locale opera pia, che non versa alcun contributo per monte pensione, possa inscriversi a questo. " Dal momento che Ella disimpegna servizio di condotta in luogo e vece dei medici comunali, può bene iscriversi alla Cassa di previdenza, profittando del contributo che paga il Comone. Se intende poi avvalersi della legge sulle pensioni dei medici anziani e riscattare 15 anni di servizio precedentemente prestati, dovrebbe sobbar· carsi a pagare entro un decennio una somma che si aggira fru le 5 o 6 mila lire, oltre al contriboto ordinario in lire 132 annue. (3763) Elenco dei poveri. - Il Dott. P. D'A:


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SEZIONE PRATICA

chiede éonoscere quale mezzo legale e.sista per obbligare il Comune a formulare l'elenco dei po· • veri. • In vista di quantò Ella espone, diciamo che non vi è altro mezzo cl1e quello <li notificare al Comune atto legale di protesta per ottenere l'adempimento entro un mese, ~otto comminatoria di danni, in linea giudiziaria. Doctor JUSTITIA.

Condotte e Concorsi. BELLUNO. Ospedale civile. - A tutto il 20 aprile me.d ico-chirurgo secondario, L . r400, alloggio, L. 4 per ogni guardia (i secondari in servizio sono tre), ripartizione sulle tasse d 'ingresso dei dozzinanti privati, nette di R . M. Nomina biennale. Rivolgersi all'Amministrazione. BURGIO (Girgent·i ). - A tutto il 30 maggio concorso a 2° medico-chirurgo condotto per i poveri, per la durata di un solo anno a titolo di esperimento, salvo conferma del Consiglio comu· nale, senza la quale s·intende licenziato. con lo stipendio lordo di L. 2000. Descrizione dei titoli in doppio elenco. CAGtIARI. Ospedale civile. - Concorso per titoli e per esame ad aiuto alla sezione chirurgica; L. 1200. Rivolgersi alla segreterig,. Scad. 16 aprile. CAMAGNA (Alessandr·ia). - Condotta If. 1600 aument. a L. 1800, in corso d'approvazione, e 4 sessenni; 1. lOO quale uff. sanit. Scad. 18 aprile. CASTIGLIONE n'ORCIA (Siena). - Tre condotte; L. 3000 lorde ; L. 700 per obbl. cav.; L. o. 50 per ogni visita oltre un km. dalla residenza, a carico dei cittadini ; due sessenni.; L. 500 annue alla prima condotta per le mansioni di ufi. san.; altri proventi. Scad. un mese dal 16 marzo. CORNO (Como). Brefotrofio Provinciale. - Medico ostetrico-afuto. Aperto il concorso per titoli fino al 26 aprile prossimo venturo. Stipendio L. 2400, lorde di R. M., aumentabili di un deci· mo per tre sessenni. Età massima anni 32. Rivolgersi Deputazione Provinciale di Como. CRESPINO (Rovigo). - Condotta piena 2° reparto; L. 1800 e L. 200 quale ufi. san.; servizio dell'ospizio comunale e ambulatorio a trimestri alterni con l'altro sanitario. Scad. 4 maggio. Servizio entro 10 giorni. DovADOLA (Ffrenze). - Cura piena; L. 4000 lorde e 2 sessenni di 500, L. loo aument. a L. zoo se abilitato o sia in seguito abilitato all'ufficio di ufi. sanit., L. 600 d'indennità cavale. Assicu• razione. Scad. 22 aprile. GAVORRANO (Grosse to). - A tutto il 20 aprile, condotta per Scarlino, tutta cura; L. 4000, tre sessenni del vente~imo; non obbligo cavale. I

GIULIANO DI ROMA (Roma). ·- Condotta pìena; L. 3400 pei poveri, L. 500 per gli abbienti, I~. 100 come uff. san., lorde. Scad. 20 maggio. * GRADOLI (Roma). - Condotta; I,. 2650 pei po· veri, L. 1350 per gli abbienti, L. 100 come ufi. san. , lorde. Scad. 35 giorni dal 29 marzo.

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* GRAFFIGNANO

(Roma). - Condotta; L. 3500 pei poveri, L. 200 per gli abbienti, lorde; tre sessenni; L. 200 quale uff. san., L. 200 per l'arm. farm . Ab. 1200 circa. Scad. un mese dal 20 marzo. 0RAZZANO MoNFERitATO (Alessandria). - Condotta; L. 1200 aument. e L. 100 quale uff. san. Abit. 1895. Rivolgersi Segreteria Comunale. LUMEZZANE PIEVE (B'Tesc'l'a). - Condotta piena; L . 4000 lorde, più loo come uff. san.; 2 sessenni; esonero cav. Ab. 234q. Scad. 30 aprile. MIRANDA (Campobasso ). - Condotta per i poveri: L. 600, L . lOO quale uff. sanit. e L . 50 pel servizio ostetrico. Scad. 14 aprile. MoNTARGENTARIO (Gro.sseto). -- Condotta piena per Grotte Portercole; L. 3000 lorde e 3 quinquenni di un decimo; abit. 2000. Scad. 30 aprile. *MONTONE (Perugia). - A tutto ·il 30 aprile, tutta cura ; L. 3000 pei poveri, con due sessenni, L. 800 per gli abbienti, L. 200 quale uff. sanit.: esonero cav. che dovrà essere offerta •1agli interessati. Due mesi di tempo, dopo la nomina, per assumere il servizio. NAPOLI. R. Università . - Concorso per esan1e al posto di assistente della clin. ostetrica (legato Tarsitani. L . 600 annue per un biennio. salv9 altra conferma biennale). Rivolgersi al Rettore. Scad. 15 maggio. Or,EVANO ROMANO (Roma). - za condotta L . 2200 pei poveri e I,. 1150 quale quota facoltativa per . gli agiati, L . 50 qual~ uff. san., lorde. Scad. 40 . giorni dal 16 marzo. PERUGIA. Università degli studi. -: Professore straordinario di fisiologia; L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Sc~d. 30 giugno. POZZOMAGGIORE (Sassari). - Condotta per i pove'ri (250 famiglie circa); L. 2000: Scad. 20 aprile. ROCCAMONTEPIANO (Chieti). - Condotta piena; L. 3300 lorde, obbl. serv. uff. sanit. e tenuta arm. farm. Scad. 20 aprile. ROMA Ministero del.la Marina. - 20 tenenti medici; età massima 30 anni. Scad. 20 aprile. Gli esami cominceranno il 5 maggio. ROMA - Pio Isti t·uto di S. Spirito ed Ospedali riuniti di Roma. Concorso per 40 posti di assistente medico-chirurgo. Chiedere annunzio alla segreteria. L. 20 di tassa d'esame. Scadenza ore 12 del 25 aprile. SAN't.' J\.NASTASIA (Napoli ). - 3 condotte; L. 1200 lorde ciasc. Scad. 30 aprile. SAPONARA di GRUMENTO (Potenza). - Condotta; L. i400 pei poveri e to50 per gli a~b~enti, nett~ di R. M., L. 100 pPr uff. san . Età 11m1te 50 anm. Scad. 28 aprile .

TRESivIO (Sondrio). - ..t\ tutto il venti aprile concorso alla condotta piena d i Pendolasco. Sti.. pendio L. 4,000 nette da R . M., compreso assegno di Ufficiale Sanitario, con tre sessenni. * ';:

VENEZIA Comttne. - A tutto 30 aprile concorso per titoli a medico vice-ispettore sanitario; L. 4500 aumentabili del decimo per quattro quin· quenni. Sei anni di laurea e quattro di assistentato. Età massima anni 40, salva eccezione re(33)


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IL POLICLINICO

golamentare e la facoltà del Consiglio Comunale di derogarvi . Nomina per due anni, salva conferma definitiva. Divieto esercizio professionale privato. VERONA. Mate'Ynità provinlt.ale. - Ostetricoassistente t Stipendio L. 1400 e alloggio. Età massima 32. Pratica microscopica. Scadenza 20 aprile. Schiarimenti dalla Direzione. Il sottoscritto sindaco rende di pubblica ragione che il bando di concorso, circa la condotta cr

medico-chirurgica di questo Comune, del 22 cor· rente, rimane disdetto per l'adempimento di altre formalità di legge. Saponara di Grumento, 30 marzo 1913. Il sindaco : R. Ca puti ». Sono segnati con un f\st erisco • i c oncorsi che ci risultano dif· fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. S ono $egnati con due ast erischi •• i concorsi ch;:a ci risultano boicottati dalla F ederazione delle Associazion Sanitarie Italia ne

Diffide e boicottaggi. Il concorso al posto di dirigente del gabinetto radiografico dell'O::pedale S. Matteo di Pavia è stato boicottato dalla Società Italiana di Radio· logia Medica e dalla Federazione delle Associazioni Medici Ospitalieri. I colleghi che avessero presentato la domanda di concorso sono frat· tanto in vitati a ritirarla, p~r dovere di solidarietà ed a tutela della dignità professionale. Il Consiglio direttivo della Federazione fra le Associazione del personale addetto alla vigilanza igienica, preso in esame il programma di concorso per un posto di ispettore igienista bandito dal comune di Torino in data 24 marzo 1913. all'u· manità delibera la n ecessità del suo intervento a tutela del decoro della classe; e, riserbandosi di far pratiche presso quella amministrazione per un equo miglioramento economico del personale sanitario addetto a quell'ufficio d'igiene, pro('lama intanto la diffida del suaccenato concorso onde esso non possa avere corso utile fino a che 1~am· ministrazione non ne abbia, d ' accordo con la Federazione, modificato le condizioni. Delibera inoltre la comunicazione del presente ordine del giorno agli interessati e la pubblica· zione nella stampa politica e sanitaria , facendo appello alla solidarietà dei colleghi per la difesa e tutela degli inter\!SSÌ morali ed economici della classe.

Nominf, promozioni e onorificenze. N APOI"'I . Nella t ornata del 7 febbrai o u. s. il Consiglio degli ospedali riuniti ha approvato gli atti del concorso a 13 posti di coadiut0ri aggiunti in medicina, negli ospedali Incurabili e Riuniti. Sono stati dichiarati vincitori• del concorso i dottori : 1. Candela Mercurio ; '2 . Bazzicalupo Guglielmo; 3. Petitti Vincenzo; 4. Patricelli \ 1 incenzo ; 5. Primavera Arturo; 6. Fienga Gino; 7. Cicconardi Giuseppe ; 8. Ciaramella E nrico ; <>. Lombardi Antonio; 10. Cominelli Alfredo; 11. Di Gioviue ~ "icola; 12 . Cedrangolo Ermanno; 13. Cacciapuoti Giambattista. TORINO. - Il dott. Lattes Leone è abilitato alla libera docenza in medici11a legale. (34)

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LETTERE DA PARIGI •

Uso detl' ipecacuana nella pratica infantile. Da una comunicazione fatta all'Accademia di Medicina (seduta del 25 marzo) dal dott. Rous· seau St. Philippe, sj rivela che i colagoghi, e sopratutto l'ipecacuana, sotto forma di tintura, a piccole dosi. possono rendere dei grandi servizi in pedia tria. Spesso si notano nei bambini da 18 mesi a quattro anni clei disturbi digestivi accompagnati da fenomeni gravi di carattere generale. Qualun· que ne sia la causa, tre sintomi principali sono sempre presenti in questi casi: anoressia: stitichezza e emissione intermittente di materie fecali muco-membranose. L'antisepsi chimica resta senza. effetto. L'e~pe· rienza dimostra che tali disturbi sono dovuti ad arresto di funzione del fegato, alla mancanza di secrezione biliare, che porta nocumento alla digestione e alla nutrizione generale. In tutte queste contingenze è sufficiente favorire la secrezione biliare per ottenere sovente dei risultati sorprendenti. Cura àell' atassi a locomotrice. - Nella stessa seduta, il dott. Dupuy comunica i risultati da lui ottenuti nella cura di questa malattia della. quale, egli crede che la sifilide non sia sempre il fattore causale. Egli cita dei casi nei quali il trattamento mercuriale intenso ha portato a conseguenze disastrose. Su 17 malati curati dal Dupuy e rientrati in gran parte nel loro sistema di vita ordinario due almeno non sono mai stati 'sifilitici. Prima di ogni al tra cosa bisogaa, secondo Dupuy, stabilire un regime alimentare che assicuri una nutrizione normale e la funzione regolare de· gli organi gastro·intestinali : tutti i suoi malati erano in genere dei dispeptici gravi. Ottenuto il buon funzionamento dell'apparecchio digestivo, Dupuy prescrive lo ioduro potassico a dose più o meno alta. Poi dopo qualche settimana rli cura, sostituisce allo ioduro l 'arsenico. Quando i dolori sono troppo forti bisogna calmarli. ma ricorrendo raramente alla morfina e sopratutto non lasciando mai tale 1·imedio nelle mani del malato che diverrebbe fatalmente morfinomane. Dupuy trova giovamento per calmare i dolori dall'impiego dell'exalgina, antipirina, canape indiano, ma sopratutto dall'uso del fosforo. Qualche volta piccole dosi bastano ad arrestare le crisi dolorocse. È necessario applicare ai tabetici i bottoni di fuoco almeno due volte la settimana. Ma bisogna che l'oliva del termocauterio sia riscaldata a bianco. Se riscaldata a rosso, anche a rosso ci-


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liegia, adE>risce alla pelle, la brucia, la distrugge e provoca dolore e piaga, mentre scaldata a bianco non produce nessuno di questi inconvenienti ma è tuttavia efficacissima.

SiefoteYapia antitetanica. - Nell'ultima seduta della Società di chirurgia (19 marzo 1913) i dottori Pothérat e Thierry hanno fatto il processo contro alla profilassi del tetano a mezzo del siero antitetanico. Il dott. Pothérat ha ricevuto nella sua corsia un individuo con frattura della gamba esposta e con fuoriuscita del frammento superiore. Il ferito, portato all'ospedale immediatamente dopo l'accidente (investimento) ebbe la ferita medicata. L'indomani subì tlna iniezione di 10 eme. di siero antitetanico. Nei giorni seguenti la ferita non mostrava alcuna tendenza aJla ricostituzione, pur non presentando suppurazione, la temperatura si manteneva verso i 39°. Al quinto giorno il paziente presentava dei sintomi tonici .e clonici e l'indomani morì in piena sindrome tetanica. L'iniezione è dunque restata inefficace, ma il • dott. Pothéra t si domanda se essa non fu forse troppo tardiva. Quanto al dott. Thierry, egli fa osservare che la sua pratica ospitaliera gli dimostra che il tetano viene, se deve venire, malgrado le iniezioni preventive di siero. Egli cita anche il caso d'un individuo che si era punto con una spina di cui una parte era rimasta nella ferita. Estratto il corpo estraneo e praticata una iniezione ~i si~ro antitetanico, l'individuo morì egualmente di tetano più tardi. Il dott. Thierry ha abbandpnato l'uso delle iniezioni di siero antitetanico e disinfetta le piaghe al cloruro di zinco con risultati eccellenti. Non è da molto tempo che si accumulano delle prove contro l'impiego del siero antitetanico come misura preventiva per lo sviluppo del tetano nelle ferite contuse e imbrattate; fino ad oggi l'iniezione di siero antitetanico era in grande favore. Tuttavia non basta la testimonianza di pochi fatti per distruggere una presunzione basata su delle esperienze di laboratorio assolutamente probanti. Soltanto una larga statistica potrà recarci il sussidio necessario al giudizio. Per il momento è consigliabile di continuare l'uso prudente delle iniezioni preventive di siero, pur tenendo pronto, per servirsene al primo apparire dei sintomi tetanici, quel sussidio terapeutico preconizzato dalla scuola di Roma. combattuto un tempo da molti clinici ma che va raccogliendo, coll'appoggio del-, l'esperienza ora fattane in tutti i paesi, un numero sempre crescente di suffragi.

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Ce~tifi,;ati

medici in materia di spO'Yt. - Data l'importanza e lo sviluppo raggiunto in tutto il mondo dalle manifestazioni sportive, l'argomento è interessante. Da qualche anno le federazioni sportive andavano constatando che i certificati medici comprovanti una malattia di un campione si ottenevano con troppa facilità e che con quel semplice mezzo i professionisti dello sport evitavano di soddisfare a degli impegni, sovente retribuiti già prima della prova. La Federazione francese di boxe ha dovuto giudicare un ricorso dell'impresa contro il "boxeur» Gunther. Questi si era presentato alla visita medica di controllo la vigilia della prova e, dichia• rato in perfetto stato di salute, aveva assunto l'impegno di intervenire l'indomanj per la prova. Ma il giorno del match, alle 16 manda a dire che essendo malato non potrebbe misurarsi con l'avversario per la sera. Il direttore della riunione sportiva avendo rifiutato di riconoscere per buona tal~ scusa, alle nove di sera il boxeur manda un certificato medico che comprova come Gunther fosse affetto da fosfa turia . La commissione medica riunita dalla Federazione sportiva alle domande se era possibile che dopo le quattro, in seguito al rifiuto del direttore di accettare la scusa~ un medico avesse potuto riconoscere l'esistenza della fosfaturia a tempo perchè il certificato inviato a mezzo della posta pneumatica arrivasse al luogo della riunione alle nove, ha risposto all'unanimità: « In pratica le cose non si svolgono in questo modo ». Alla domanda seguente: « Ammettendo che il · medico avesse potuto stabilire e dosare la fosfaturia in quel breve spazio di tempo, si può supporre che tale fosfaturia, che permetteva al Gunther la vigilia di assicurare al medico di controllo di trovarsi in perfetto stato di salute, e pronto a sostenere il match, lo mettesse poi solo 24 ore dopo nell'impossibilità fisica di misurarsi col campione avversario », la commissione medica ha risposto no all'unanimità. Per tali motivi il Gunther è stato sospeso per la durata di tre mesi dal potersi presentare come a boxeur» in Francia, in Inghilterra, a New York, nel Belgio. Noi comprendiamo benissimo !'importanza assunta in questi ulti1ni anni dallo sport della boxe, e sappiamo che ogni combattimento produce un movimento di parecchie centinaia di migliaia di lire, giacchè i posti si pagano fino a 50 e 100 franchi per persona e i boxeurs guadagnano somme enormi, pia, con il beneplacito della Commissione medica, osserviamo che, per noi, ha avuto torto. O il certificato medico era falso, ed allora bisognava procedere per falso contro il medico diso-

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IL POLICT.INICO

nesto eh~ lo aveva redatto , o . come è più che probabile, era vero, e in tal caso non restava che inchinarsi dinanzi all'evidenza , giacchè un uomo che viene improvvif:amente a conoscere di essere affetto da fosfaturia , poche ore prima di sostenere una prova cosi dura come quella di un assalto di boxe, nel quale è mestieri possedere la pienezza assoluta dei propri mezzi fisici per trion fare dell'avversario. può venirsi a trovare se non in uno stato di inferiorità fisica, per lo meno in uno stato morale inibitorio con necessaria diminuzione della registenza organica.

Oh i quei farmacisti! -- Fa il giro dei giornali una storia che sembrerebbe una storiella se non fosse delle più autentiche. Un signore. curato mirabilmente da un medico parigino, invitava per ricoscenza il sanitario in una sua proprietà campestre, per passarvi le vacanze di Pasqua. Arriva la risposta del medico, ma scritta con una di quelle calligrafie che soltanto i medjci osano impiegare : onde il proprietario riconoscente non era in grado di raccapezzarsi per scoprire se il medico avesse o no accettato l'invito. Venuto a Parigi per affari, p ensò che il miglior modo per scoprire l'arcano sarebbe stato quello di rivolgersi a un farmacista, abituato a d~cifrare i più svariati sgorbi delle ricette. Entrato adunque in una delle prime farmacie, che non nomipiamo, domanda al farmacista se gli fosse stato possibile decifrare lo scritto in questione. Il farmaci~ta prende la lettera, si ritira nel suo laboratorio e ne esce dopo qualche tempo porgendo una bottiglia al signore attonito: « Ecco la ricetta spedita, sei lire e ottantacinque centesimi compreso il recipiente ». Il farmacista non aveva capito niente ma non s'eia perduto d'animo: se si rivolgevano a lui, doveva certo trattarsi di una ricetta e, nel dubbio, aqua fontis. . . . Dott. Gon. •

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NOTIZIE DIVERSE Lega Nazionale Italiana contro la tubercolosi. La Giunta esecutiva della Lega ha diramato la seguente circolare: Presso tutte le nazioni civili esiste una Lega Nazionale per Ja lotta contro la tubercolosi; i rappresentanti delle Leghe nazionali costituiscono la Lega Internazionale, che ha Ufficio centrale p ermanente a Berlino. .l\.l . lavoro delle Lt;;ghe Nazionali e della Lega internazionale si deve lo sviluppo che ha rag· giunto il movimento antitubercolare negli ultimi anni e il complesso di opere sociali, in virtù delle quali la mortalità per la tubercolosi viene diminuendo in ogni nazione proporzionalmente col numero e l'efficacia delle provvidenze sociali adottate. Grazie all'attività dei benem~riti cittadini e al concorso del Governo, anche l'Italia figura fra le Nazioni rappre~entate nel grande consesso internazionale contro la tubercolosi; ma da noi la Lega Nazionale non ha finora effettivamente funzionato. Dare vigore a tale istituzione è un dovere politico imprescindibile, è un dovere sociale impro .. rogabile, ora che il recente Congresso intemazio· nale contro la tubercolosi ha scosso l'opinione pubblica e ha rivelato a noi stessi che l'atti,~'ità antitubercolare in molte parti d'Italia si svò1ge rigo- · gliosa. Il prof. Guido Baccelli, Pres~dente dell'antica Lega e Presidente del recente Congresso, si è fatto iniziatore della nobile impresa, chiamando a coadiuvarlo il prof. Augusto Tamburini Presidente dell'Alleanza delle opere antitubercolari in Ronta, e il prof. Vittorio Ascoli Segretario del Congresso. Il loro invito trovò molte autorevoli e calde adesioni. Una numerosa riunione presieduta da Baccelli determinò le norme sta tutarie fondamenta li òell' Associazione rinnovata e diede incarico ai tre promotori di scegliere· altre sei persone per costituire la prima Giunta Esecutiva della Lega Nazionale contro la tubercolosi. Assumendo questo ufficio i sottoscritti si rivolgono a tutte le forze individuali e collettive che in Italia possono cooperare ai benefici intenti d~lla Lega: quello di promuovere gli studi sulla tubercolosi e quello di provvedete ad una larga organizzazione della difesa sociale . La Lega non raggiungerà il suo scopo se non troverà simpatica accoglienza in tutti gli ordini della cittadinanza: senza la concorrenza di numerose e forti energie non si risolve un problema grandioso come quello della prevenzione della tubercolosi. Esso non si circoscrive. infatti, alle misure dirette a preservare l'uomo dal germe specifico, ma investe tutto il problema sociale, mirando al rinvigorimento degli individui e al miglioramento del vivere civile. La Lega non vorrà intralciare o interferire l'opera di quante libere iniziative (Comitati, Federazioni, Alleanze, ecc.) esistono o siano per sorgere in questo campo ; lascerà che ognuna mantenga la sua fisionomia e con autonomia intenda a1 suoi fini e abbia modo di comunque esplicare la propria azione. I rapporti fra la Lega e le varie Istituzioni affuJ a c;sumeranno quella entità e quella forma che l'esperienza verrà sug -


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gerendo e che l'Assemblea generale vorrà determinare. La Lega Nazionale viene per dare intpulso alle ricerche scientifiche sulla tubercolosi, per coordinare le linee direttive della difesa contro questa malattia, pet attivare la propaganda. per ottenere dallo Stato provvedimenti legislativi. per provocare dai pnbblici poteri l'appoggio morale e finanziario alle Istituzioni che contribuiscono alla lotta antitubercolare: volgerà insomllla ad unità di intenti le forze che intendono a singoli scopi della lotta contro la tubercolosi. Tutti gli individui, che sono animati dallo spirito di solidarietà contro le cause che minano l'esistenza umana, debbono unirsi a noi in questa lotta: tutte le Istituzioni che intendono al risanamento sociale debbono far convergere l'azione loro contro il flagello della tubercolosi. Noi abbiamo assunto il solo ufficio di preparare questa grande unione di tutte le anime buone, di tutte le volontà coscienti; esse preciseranno poi le modalità dell'azione. Un simile movimento in altri tempi non sarebbe stato forse facile in Italia; ma troverà piana la via ora che da tutti meglio si comprende il valore dei problemi igie · nici e sociali, e che si sente e si apprezza di quanta forza sia capace la fusione di tutte le energie Nazionali. . Il successo coronerà certo l'opera nostra che dalla Ca pitale si espanderà in tutto il Regno. Tutti uniti daremo così anche all'Italia una Lega Nazionale contro la tubercolo~i. che guidi ed intensifichi tutto il lavoro nostrano e partecipi degnamente al consesso delle nazioni civili. Con questa fiducia attendiamo la vostra ade· • s1one. Giunta esecutiva: Prof. Guido Baccelli; on. Teobaldo Calis3ano; prof . •l\ugusto Tamburini; prof. Et· tore Marchiafava ; comm. Vincenzo Magaldi; marchesa Elena Lucifero ; on. Emilio ~1araini; on. Salvatore Barzìlai ; prof. Vittorio Ascoli.

Il I Congresso internazionale per l'educazione fisica si è svolto a Parigi dal 17 al 20 marzo sotto gli auspici della Facoltà di medicina. E' stato splendidamente organizzato dal presidente del Comitato prof. Gilbert e dal segretario generale p:of. Weiss il quale fu efficacemente assistito dal segretario aggiunto dott. Dausset. Il successo ha sorpassato ogni aspettativa. Gli organizzatori hanno mostrato le loro tendenze sperimentali sostituendo alle abituali e sterili (iisc11ssioni, e in larga misura, delle sedute di· mostrative atte a far riRaltare i vantaggi e gl'inconvenienti comparativi di ogni metodo. Parecchie dimostrazioni hanno avuto luogo nelle ~e­ zioni, mediante il cinematografo ; ma la maggior parte sono state taite al Velodromo invernale~ alla piscina dell' « Automobile-Club »,alla caserma dei pompieri, al ginnasio Huygens ed hanno conferito al Congresso la sua vera originalità. Hanno reso possibi.e, infatti, di raffrontare metodi d'educazione fisica molto dissimili tra loro nello . . spirito, per tentare di fissarne le indica· zioni. Tra i metodi che hanno maggiormente attirato l'attenzione vanno specialmente menzionati quello svedese ispirato da Ling . quello fisiologico di Demeny, quello ritmico di Dalcroze, quello naturale

del comandante di marina Hébert - il qt1ale ultimo ottiene dei risultati meravigliosi sovratutto dagli adolescenti-, !a ginnastica ellenica di Duncan, il metodo inglese, il metodo eclettico italiano. Ammirate furono le ')quadre femminili di Torino. Idea direttiva degli organizzatori è stata la necessità che gl'insegnanti dell'educazione fisica abbiano il medico a collaboratore. E quest'idea è stata accolta largamente negli ambienti sportivi. Al Congresso è stata annessa un'Esposizione. Nel resoconto preliminare le sole relazioni oc cupano 450 pagine ! E' questo un difetto comune a tutti i Congressi: manca una selezione e i temi si sparpagliano in diverse sezioni, senza che sussista alcuna coordinazione. E poi alcuni specula tori s'installano nelle sezioni per far risaltare la loro réclame e vantare il successo riportato: l'ironia negativa di questo successo resta sottintesa ... Tra le principali questioni trattate segnaliamo: l'organizzazione dell'educazione fisica nelle scuole, con le relazioni di Weiss . Mery, Sluys, Genst, Foineau, Dews ; l'educazione fisica femminile, trattata da Danjou; la ginna~tica respiratoria, con le relazioni documentate di Gommaerts e ':li Rosenthal; , la classificazione di tipi morfologici se· condo Thooris e Sigault; la cura delle scoliosi; l'educazione fisica dei tardivi; ecc. Una bella conferenza del prof. Pinard alla Sorbona sull'avvenire della razza umana ha fatto viva impressione nel pubblico già preparato dal culto degli esercizi fisici a comprendere l'importanza della puericoltt1ra. B. •

Il XIV Congresso internazionale contro l'aleoolismo :fissato dal 2 2 al· 28 settembre, si terrà a Milano. nella Villa Reale, cortesemente messa a disposizione dalla amministrazione di Casa Reale. Per accordi intervenuti con il Presidente del Consiglio, il mini:c;tro d~gli Esteri h~ dira1?1ato gli !nviti agli Stati esteri a mezzo det nostri amba.seta· tori e ministri. Personalità eminenti dei vari paesi hanno già accettato di riferire sui vari temi. Il Congresso verrà inaugurato dal prof. Ettore Marchiafava, dell'Università di Roma, con una conferenza sul tema: « Patologia dell'alcoolismo ». Una giornata del Congresso verrà specialmente ~edica ~a al tema: « Rapporti fra la lotta contro 1 ajcool1smo, e g~1 interessi della viticoltura », tema che verra discusso verso la fine di aprile in una riunione che si t errà in Roma fra il Comitato d'azione, del quale fa parte l'on. L~zzatti , e 1 raJ?pr,esent~nti ~l Comitato agra!io naz1on~le, la ~oci~~a degl~ a~r1coltori italiani e la Società dei v1t1coltur1 italiani, nelle persone degli on. Fumarola, Ottavi e Carlo Ferraris. L' VII I Congresso nazionale della Società italiana di patologia si è tenuto a Pisa dal 25 al 27 marzo. L'inaugurazione ebbe luogo nell'aula Magna alla Scuola medica con l'intervento delle ·autorità e di molti invitati. Aprì il Congresso il 11rof. Supino, direttore de!1' Ateneo · parlar-0no p oi l'on. prof. Queirolo, 11 sen. Bu~namici, sindaco della città, e il senatore prof. Foà, presidente del Cong~e~so: . . I lavori scientifici furono a tt1v1ss1n1i e proficui.

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IL POLICLINICO

Per i bambini malarici. La benemerita u Associazione pro bambini malarici » si è adunata in via del Colosseo, in un'ampia sala del « Protettorato delle fanciulle povere ». La Presidente signora Giuseppina Ferrai-Regis fece una chiara relazione ~ommaria dell'opera dell'istituzione. che nello scorso 191.z ba intensificata Ja sua attività, ba aumentati i propri tnezzi e perciò ha più che raddoppiato il numero dei bimbi curati al ~anatorio di Rocca di Papa. Chiuse la relazione con sentiti ringraziamenti a quanti si adoperarono pel buon esito fin qui ottenuto dall'Associazione e segnatamente al Ministro dell'interno e al comm Lutrario, Diret· tore generale della Sanità, al Ministro dell'istruzione e al comm. Corradini, ai Ministri del! 'a. gricoltura, delle finanze, della guerra . del tesoro e delle poste, al prof. Galli, al dott. Pagliaro. alla dottoressa Gasca Diez. al prof. Gril ;i ecc. Il prof. Giulio Galli, direttore della Clinica medica al Policlinico Umberto I, fece un'accurata relazione medica· mettendo in evidenza i grandissimi benefici conseguiti dai bambini curati nel Sanatorio. e diede alcuni utili suggerimenti pel progressivo miglioramento dei mezzi onde ottenere risultati sempre più efficaci. Il prof B. Gosio, direttore del laboratorio di Sanità del Regno, fece a sua · volta una profonda ed elegante relazione sull'andamento morale, traendo i migliori auspici per l'incremento e lo sviluppo dell'Associazione. La signora Enrichetta Chiaravig!io-Giolitti, vice-presidente dell'Associazione. riferì intorno alle pratiche compiute per l'erezione di un ospedadaletto nell'Agro romano, pratiche che fanno presagire prossima l'attuazione tanto necessaria e tanto desiderata di questo nuovo mezzo di lotta antimalarica. . La signora dottoressa Gasca Diez tessè gli elogi dei metodi dt assistenza e dell'andamento del Sanatorio. Il cav. Enrico Rossi riferì sull'andamento finanziario che grazie al favore ed alle simpatie generali onde fu accolta e funziona l'associazio11e, e grazie alla più scrupolosa parsimonia amministrativa, può dirsi soddisfacentissima. Presero parte alla discussione sulle varie relazioni il dott. comm. }atta, il comm. Chiari, il prof. Grilli Gaetano, il cotnm. Orsini, la. signora Orsini, la contessa Pironti, la signora ·Petron!~ il prof. maggiore Cosco. i dottori Buffa, Maggiora e Viv aldi. il signor Cassese e altri. Dopo l'adunanza, guidati dalla signora Chiaraviglio-Giolitti, i convenuti visitarono il Protettorato delle fanciulle povere, diretto dalla signora Giacchino, e il vicino Convitto Nazionale fem· minile diretto dalla signora Riga1nonti, due istituzioni veramente moderne e inappuntabili. precipuamente dovute alla sapiente attività e a l senso pratico della signora Chiara viglio· Giolitti . •

La Croce Rossa in Libia. Il prof. Pietro Tria ha t enuto nel vasto salone del Politeama di Tripoli, per incarico del Comitato locale, una conferenza sulla Croce Rossa italiana in Libia. V'intervennero il comm. Menzinger. il sindaco Hassuna pascià e tutte Je autorità civili e militari. Erano presenti rnoltissime signore. Il presidente del comitato prof. Onorato, espose quanto la Croce Rossa ha già compiuto nella I.ibia dttrJnte il mebe da che venne fondata. (38)

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Il Prof. Tria con forma magistrale e sintetica rievocò le gentili figure delle donne d'Italia, umili infermiere nell'ora del pericolo e delle battaglie; e col traboccante impeto della sua eloquenza, indicò le molteplici missioni che sono squisitamente femminili e che le donne d'Italia debbono perseguire in Libia, perchè alla bella gesta di guerra succeda la gesta di silenzio, la vittoria senza grido, la gloria tacita, cantate dal Poeta.

Per Amerigo De Murtas. • Nel bollettino militare del 5 aprile che pubblica le onorificenze concesse per la guerra di Libia, è compreso. anche . il conferimento delia medaglia d'argento al valor· militare alla memoria del tenente medico dott. Amerigo De Murtas. L'Ospedale Mauriziano di Torino. Il 3 corr. all'Ospedale mauriziano di Torino è stato aperto all'esercizio il padigl.ione Carie, donato dal senatore all'ospedale e intitolato al suo compianto figlio Vico. Alla cerimonia intervennero, ricevuti dall'onorevole Boselli, segretario del Gran magistero, dal comm. Usseglio e dal comm. Lanza, direttore dei servizi ospitalieri, il prefetto sen. Vittorelli , il rappresentante del sindaco, il generale Segato, i senatori D'Ovidio, Cibrario, Bertetti, Angelo Rossi, Foà, Daneo e Albertini, il prof. Pagliani per l'Università, il . procuratore generale Pais per la magistratura, il comm. Bacchialoni, il sindaco di Chiusa di Pesio, patria del senatore Car~e. i professori Graziadei e Battistini dell'ospedale, le autorità, notabilità mediche e molte signore. L 'on. Boselli proµunziò un breve discorso, plaudendo al dono del sen. Carle e della sua consorte Adele Abrate e ricordando la partecipazione di S. M. il Re all'inaugurazione fatta nello scorso dicembre e ringraziò le autorità e gli altri intervenuti. La rubrica della beneficenza. Riportiamo dall' ccAvvenire Sanitario » le seguenti informazioni. Il dott. cav. Angelo De Vincenti, morto giorni sono nella Clinica chirurgica . di Pavia, dove era stato operato dal prot Tansini di appendicite complicata dalla presenza di un tumore addominale, ha lasciato 200,000 lire da ripartire fra varie istituzioni di beneficenza e di pubblica utilità: agl'Istituti clinici di perfezionamento pet" l'istituzione di un corso di chimica biologica, lire lo,ooo; all'Ospedale maggiore per la sezione neuropatologica, 40,000 e per la Biblioteca Biffi, 5000; all'Istituto per gracili in Salice, 15,000; al · l'Asilo .R egina ~lena, 15,000; all'Istituto. per la cura climatica 1n Berzonno, 5000; alla Po11ambu· lanza di via Arena in Milano, 5000; al Pellagrosario di Inzago, 5000; al Patronato pei pazzi poveri, 3000; ecc. La compianta signora Luigia Porta di .Mila~o ha istituito erede universale del suo patr1mo010, di lire 70.000, l'Ospedale ).!aggiore. . A Padova il signor Luigi Cappellari. noto. lll· dustriale. ha lasciato la sua sostanza, che s1 fa ac;cendere ad oltre mezzo milione, all'Istituto dell'Infanzia Abbandonata. La Cassa di Risparmio di Modena, nell'occasione llella revisione dei propri bilanci, ha delibe-


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SEZIONE PR.4i.TICA

rato di elargire circa 43,000 lire in beneficenza, sopratutto sussidiando istituti pii e di educa• ztone. La Banca Popolare agricola di Lodi ha, nella stessa occasione, rlestinate alla beneficenza circa 18,ooo lire. La signora Antonietta Carminati De Brambilla, vedova dello scienziato cav. prof. Cesare Staurengbi - morto a Monza pochi mesi or sono - - ha voluto provvedere ad uno fra i più imtanµ ed urgenti bisogni di que1l'Istituto Spedaliero, divergendo i due lega ti già istituiti dal compianto di lei consorte a favore dell'Istituto stesso ed obbligandosi a fornire in proprio la considerevole maggior somma, circa lire 30,000, oc · corrente alla costruzione di un nuovo ampio padi~lione per ammalati poveri. Il comm. Eugenio Bona, ex deputato di Biella, morto di questi giorni a Torino, ha disposto nel suo testamento molti lasciti tra etti 50,000 lire all'ospedale di Biella e 3000 lire all'Ospizio marino biellese. Il cav. Egidio Lombardo, morto a Lodi nei passati giorni, ha dispo~to per i seguenti legati in beneficenza: Ospedale Maggiore lire 22 ,000; Congregazione di carità 11 ,000; Cura marina lire 1000; Associazione contro la tubercolosi lire 1000; Orfanotrofi lire 5000; ecc. Corso di ortopedia. . Nel corrente mese di aprile il prof. Curcio, docente di ortopedia e direttore dell'Istituto ortopedico Ravaschieri in Napoli, inizierà un corso privato di ortopedia e pediatria chirurgica per i medici pratici. Il corso durerà un me:e e sarà tenuto nell'Istituto suddetto.

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Interverranno al convegno . presentando memorie originali, i migliori pediatri della regione, ed è assicurat<.• l'intervento di alte personalità cliniche italiane. Nel primo giorno destinato al convegno avverrà l'inaugurazione del padiglione infantile presso l'Ospedale ci vile di Rovigo, a cui tutti i convenuti avranno !ibero accesso. Il convegno è libero a tutti; non vi ha alcuna tassa d'inscrizione e saranno mandati i moduli opportuni peì ribassi ferroviari a chi ne farà ri. chiesta all'Ufficio di segreteria a Rov·igo, palazzo De Paoli, ordine dei sanitari. Corso d,igiene in· un seminario. Il dott. Pinzani, ufficiale sanitario e direttore dell'ospedale civico di Fano, ha tenuto un ci~lo di conferenze sull'Igiene e i pronti soccorsi nel seminario di quella città. Una dottoressa perito. In un processo svoltosi alla Corte d'Assise di Milano la dottoressa Nosed'a di Como, assunta come perito della difesa, sostenne che l'imputata - una moglie tradita che vitrioleggiò la rivale - aveva agito in istato di follia sentimentale. Questa tesi fu accolta dal pe1ito d'accusa professor Crisafulli e dai giurati i quali mandarono assolta. l'imputata. Chirurghi in aereoplano. Il chirurgo sen. Reymond, presidente del Co~ mitato nazionale francese dell'aviazione, dovendosi recare da Bue (presso Versailles) ad un villaggio (presso Compiègne) per e~eguirvi un,o~era­ zione, fece uso quale mezzo dt trasporto dt un monoplano. Era accompagnato da un altro chirurgo che lo assistette durante l'intervento. Questo riusci perfettamente. Poi con lo stesso mezzo gli ardimentosi operatori tornarono all'aerodromo di Bue.

Per la tutela dell'infanzia·. La sezione di Rovigo dell' A. N. M. C., col pieno appoggio della Presidenza centrale, nei giorni 18 e 19 maggio p. v. terrà un «Convegno dei medici condotti della regione veneta » allo Conigli all'ar.ido fenico. scopo di stabilire le norme scientifiche e pratiche A Genova sono stati sequestrati alcuni conigli che il medico condotto deve mettere in opera le cui carni emanavano odore di acido fenico. Le per la tutela dell'infanzia. indagini della P. S. avrebbero portato a supporre Il problema, dal punto di vista igienico e so- che provenissero da una clinica ove erano serciale, alla soluzione del quale il Governo si a p- viti per esperienze scientifiche. presta con nuovi disegni di legge, con regolamenti ecc., è della ma~sima importanza. Morte in cloronarcosi. Il tema ufficiale del convegno sarà: Un processo in più istanze si è svolto a Parigi « L'opera del medico condotto per la prote · contro l'Ospedale d~lla Pitié; era intentato d~Jl.a zione dell'infanzia .i> (Esposti ; Orfani ; -Figli di vedova di un operato morto durante la somm1n1carcera ti ; Allattam ento; Brefotrofi; La ttari; Case strazione di cloroformio per l'asportazione di un di custodia: Asili e giardini d'infanzia; Deficienti; lipoma dalla mano destra. Ospizi marini; Colonie al pi ne; Casse di materL'ospedale è stato assolto e la vedova condannità ; Lavoro dei' fanciulli; Patronati; Mutualità nata alle spese. scolastica ecc.), e ne sarà relatore il dott. _'\ntonio L'ultima sentenza, redatta dal presidente della Ma tteucci , presidente della sezione di Rovigo . Corte di Cassazione di Parigi. è un modello di Il Consiglio di pr.esidenza della sezione e il Co- ·equanimità e di sapienza giuridica. T. mitato ordinativo (presieduto dal prof. Pirro Bolognini) fanno calda preghiera a tutti i medici Si è spento in età di 60 anni il prof. Raimondo condotti della regione Veneta, per avere il loro valido cont.ributo alla soluzione d ell'importante Guaita, fondatore dell'Ospedale. dei . bambini di problema, pregandoli vivamente di inviare me- · ~Iilano. Diresse anche l'Ospedaltno di ~1alta. Fu un lavoratore indefesso, una mente aperta, un morie, comunicazioni, progetti, regolamenti. ecc., cuore d'oro! Il suo nome resterà legato a molt i entro il 20 aprile al dott. Antonio Matteucci, A. S. Badia Polesine. Si prega pel 20 di ma11dare anche lavori d'igiene, di clinica e di terapia. soltanto il titolo della memoria. ,

{39)


IL POLICLINICO

fANNO

~X,

FASC. IO]

Rassegna della stampa medica. Amerie. Med ., genn. HALL. a: L'Allium sepa e l'Allium sativa nella cura della polmonite e della tubercolosi polmonare». - HouGHTON. « De sene e tu te ». La Pediatria, 12. BIZZARRI. " Sul valore diagno· stico del sintomo di Pastia ~ . La Semana Médica, 23 genn. S.ERRAI,LACH. cx Le nuove orientazioni nella prostatectomia 11. D ELFINO. « Alcoolismo e degenerazione ». Il Movim. San., 15-31 genn. }ATTA. « I portatori di germi del colera ». La Liguria Med., l feb. CALC~TERRA. « Gangrena simmetrica delle estremità». - BAECCHI. u Reazioni cromatiche differenziali fra latte di donna e latte di mucca ». La Clin. Med. lt., genn. BERTOLINI. a Ricerch·e fisico - chimiche sull'espettorato con speciale riguardo all'e. pneumonico ~. SIVORI, C-~F­ FARENA e CoRRADI. u Sierodiagnosi elmintiche ». - .MORELLI. «Nuovo metodo per differenziare gli essudati dai trasudati ». - CANTIERI. « Decorso termico della pneumonite crupale nei malarici ». Polieliniea, genn. REIG. a Sinfisi pericardio-periepa tica ». - FILI.OL. « La rigenerazione del sangue nelle anemie ». Giorn. di Med. Mii., 11 -12. SAI,VATORE. « Le malattie osservate a Derna fra le nostre truppe ». - PERASSI. « Le formazioni erniarie da smagliature peritoneali». - VIRGALLITA. a: Sulla cura rapida delle linfadeniti suppuranti e deg1i ascessi ». Miinch. Med. Woch., 4 febbr. HOFMEISTER. ((Sulla chirurgia del coledoco ». - SAATHOFF. «Tireosi e tubercolosi >) . - FLATOW e BRUNELL. 1 Sulla determinazione dell'urobilina •. Bull. de la Soc. de l'lnternat, genn. PESETER. a La ginnastica respiratoria col processo della bottiglia » . Gazz. d. Osp., 4 feb br. MANTEI4LI. cc Ricerche anat omiche a proposito dell'ernia pettinea ». The J oura. of Trop. Med. a . Hyg., 1 febbr. BALFoUR. Febbre emoglobinuria con corpi di Leishman ». Pathologiea, 1 febbr. MANTELLI. « Esperienze sul trapianto dei reni». -LORENTI. «Sulla unicità del complemento. - ABBO. « Ricerche fisico chimiche sul contenuto gastrico ». Riv . di Ig. e San. Pubbl., r febbr. MA.FFI. « Bacilli di Koch endocellulati nello sputo tubercolare >).

La Policlinique, 1 febbr. STEL.'ffiAUS. « Epidemiologia e profilassi del colera 1. Luc!na, 1 febbr. PAZZI. « Per la profilassi dell'aborto criminoso e dell'infanticidio • . Galicia Méd., febbr. NòvoA. « Iperglicemia e acetonuria ». Berl. Klin. Woch., 3 febbr. BRUNTON. « Malattie funzionali delle arterie ». - HESS. « Influenza della pressione sul coefficiente di viscosità del sangue ». Jahresk. f. arztl. Fortb., febbr. « Numero concernente le malattie della circolazione e della re• • sp1raz1one ». Gaz. d. Hop., 4 febbr. CAMUS e DuMONT. cc Euforia delirante dei tubercolotici ». La Sem. Méd., 5 febb. SÈZARY. « Le sindromi surreno-muscolari ». _ Wien. Klin. Woch., 6 febbr. FREUND e KAMINER. ~ L'azione chimica dei raggi Roentgen e del radium sui carcinomi». - ExNER, HEYROVSKY, FRISCH, F'R.AENKEL. « Acauisizioni della chirur... gia da guerra 1>. Le Bull. Méd., 5 febbr. MALRERBE. ~ Cura delle deviazioni del setto nasale con lo spezzettamento sotto-mucoso i> . La Presse Méd., 5 febbr. H. CHABANIER, ROLLIN e E. CHEBANmR. « L'azione del rame colloidale sul sangue ». Gazz. d. Osp., 6 febbr. LASTARIA. « L'allacciatura meccanica in chirurgia ». Deut. Med. Woch., 6 febbr. GoTTSCHALK. «Le cause e la cura degli scoli dai genitali muliebri ». - BRAUN. cc Sulla profilassi antidifterica •. ZIEMANN. « La coltura in vitro dei parassi ti malarici di terzana » Gazz. d. Hop., 6 febbr. BoIDIN. «Stato meningeo all'inizio di una paratifoide B grave e prolungata ». The Lancet., 8 febbr. SwAN. cc I tumori del rene ,, . - Fout,EP..TON. « Infezione da streptothrix ». Med. Klinik., 8 febbr. EICH'HORST. « Intossicazione da piombo e malattie del midollo osseo ». LEWIN. {( Calotropi5 procera , nuovo cardio cinetico ». Arch. gén. de Méd., febbr. MATHIEU. « Il metodo Kuhn (maschera aspiratrice) ». . . . Paris Méd., 8 febbr. CoMBR. «Cura de1la d1speps1a albuminosa ». - LA.FFORGNE. cc Infezione da ba· cilli di Eberth ed enterococci simulante una meli tococcia ».

Indice alfabetico per materie. Aneurisma dell'aorta e disturbi oculari Pag. 531 Aritmia funzionale. . . . . . . . . . )) 530 Ascessi delle mammelle: cura . . . . J) 534 Cancro dello stomaco: diagnosi . . . . 531 Cistopessia {>er il ripristino delle funzioni vescicali . . . . . . . . . . . » 509 Fnnicolo ombelicale : trattamento. . . J) 532 Gastro-enterosto1nia: esiti remoti. . . » 510 Impulso al giugulo . . . . . . . . . J) 532 Medici militari [I] in Libia. . . . . . J) 539 Operazioni sulla loggia sottomascellare : )1

tecnica . . . . . . . . . . . . . . P

I

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arapl~gia

spastica in flessione con esagerazione det riflessi di difesa . . . Rom.:i, t913 -

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Tip.

~a2 i oo.ale

di

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r.. B rtero e C.

Pneumotorace artificiale: casuistica . . Polmoni: lesioni traumatiche. . . . . Polmoni: trattamento delle ferite . . . Reumatismo sperimentale: istologia. . Seno: cure nel iJUerperio . . . . . . . Sierodiagnosi delle affezioni da stafilococchi . . . . . . . . . . . . . . . Sporotricosi . . . . . . . . . . . . . Tubercolosi: chemoterapia . • . . . . Tubercolosi chirurgica e cura iodoiodurata. . . . . . . . . . . . . . Urina: va1ore diagnostico del corpo di Bence- Jones . . . . . . . . · · · ·

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tlnno XX.

Roma, 20 aprile 1918

Fase. 16

SEZIONE PRATICA

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.

I

DIRETTORI: •

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO~ PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. •

Iml:>rlaco: L!! ferite ProdJJtte dall e tnodet i:e a1'n1i da fuoco portatili da guerra ne; 11ari tessut·i"ed oraani. - Sunti e rassegne: :\lEDI~"'lNA: F.. Sergent: 1-' i~u(ficienza 1urr~nale nei tubercolosi - C:BmURGlA . Plicque : Gli anestetici !~cali - TERAPIA: Max Hcrz : La terapia àig1:1alica. - Osservazioni cliniche: Giovanni Onano: Ne11r ile del pl)rOn!o con paralisi d' ori !!ine traumatica. Accademie, Società mediche, Congressi~ Reale Accndemia di ~nedieina di Torino - Società 1\-iedica-Chirurgica di Bologna - S t;···i:!!à lnmbnrda di scien~e mediche e biologiche - Regia A ccadeniia dei Fisiocritic:i 1:n Sie~ - Reale 1 stituto Veneto di scienze lett::r ! ea arti - Clinica medica. di Genova. '

I 1ott- P

Le compl'essioni lente del midr;ll o - La d ~viaj ion e della lingua netl'eniiplegia ! >r..ez;1: diuretic ... non medicame:;tosi e m edicanit.ntosi. - Jgie.ne ~ Osservazio11i sulla malar1a. -- Posta degli abbo-

Appunti per il mediQo pratico : TERAPIA:

CASJSTI<'A:

nati ··· Varia ·-· Cenni bibliografici .

Nella vita professionale: Per l'ammissione ai c•n corsi

~ Cronaca i.cl movimento p,.ot,,ssionale. -

Risposte a quesiti' e a domande ·- Condotte e Concorsi - Nomine, promozioni e onorificenze -· Medicina sociale - Lettere da. Parigi. -- Notizie diverse - Indice alfabetico per materie.

Diritti cli proprie&!\ rl~crvail - È vietata la riproduzione di lavori pubblica.ti nel POLlfJLINICO o la. pubbl1 e;i l tr1 ne di sunti di es.~/ se.n.aa citarne la fonte. • •

Le ferite prodotte dalle mod~rne armi da fuoco portatili da guerra nei vari tessuti ed orgao i. Per il

t~nen te

generale medico P. li bero docente.

IMBRIACO

Dopo lo studio (v. fase. 4 del 1913) delle lesioni che i moderni proiettili di piccolo calibro producono, secondo le varie velocità Yesidue onde sono animati, non sarà inutile riassumere le lesioni stesse, secondo le varie parti del corpo colpite. Lesioni delle parti molli. a) Pelle, tessuto cellulat'e sottocut.a·neo , aponeuYosi, m uscoli, tendi ni. - Coi moderni proiettili le ferite semplici dei tessuti molli rappresentano il tipo delle ferite ad evoluzione benigna, ammenochè non vi si co1nplichi una lesione ar· teri osa o nervosa. Le contusio·n i sono eccezionali, perchè alle ordinarie distanze del tiro il proiettile di piccolo calibro conserva ancora sufficiente forza viva e di penetrazione per vincere la coesione dei tessuti: si possono avere, quando il proiettile abbia incontrato una forte resistenza , oppure quando batta non di punta, ma di traverso. Talvolta si tratta di contusioni indirette prodotte, cioè, non

dal proiettile, ma da oggetti di abbigliamento, di equipaggiamento, ecc. da es~o urtati e spinti contro la superficie cutanea. Del resto, le alterazioni sono, in generale, limitate e di poca entità; solo a livello di organi splancnici importanti e delicati si possono avere, anche coi proiettili di lJiccolo cal ibro, effetti contusivi più o meno no· te voli. Ricordo appena le ferite a docci·a, che provengono dai colpi tangenziali e che. di solito, sono lesioni lievi. Invece, devo fermarmi alquanto sulle ferite a canale, le quali, anche colle armi attuali, possono essere a canale completo od a fondo c·ieco. I tragitti a fondo cieco s'incontrano oggi raramente, e sono determinati, come è facile intendere.· da tutte quelle circostanze che deprimono la forza di penetrazione della pallottola. Matign on (1) riporta un a statistica riguardante i fert ti dell'esercito giapponese in Manci11ria, dalla quale emerge il 19 % di canali incompleti. Non occorre dire che la permanenza del proiettile o di altri corpi estranei è complicazione frequentissima di queste ferite.. (1) MA'!IGNON. Enseignemen ts médicaux de la

gue'Y' e russo-faponaise. Paris, 1907. {I\


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I

IL POI.ICLINICO

I canali completi, le cosi dette ferite a setone presentano qualche particolarità degna di nota sia negli orifici di entrata e di uscita , sia nel tragitto percorso dal proiettile. L' orificio di ent-rata ha forma circolare con margini netti, quando il proiettile colpisce di punta e perpendicolarmente alla superficie di contatto della pelle; è ovalare, ellittico, quadrangolare e più o meno irregolare, se il proiettile batte obliquamente o di tra verso. od ha perduto la sua integrità di forma. Il diametro è inferiore a quello del proiettile: la cute sotto l'urto si deprime e si distende ad imbuto e non cede se non quando resta superato l'indice di sua elasticità, oppure un piano resistente sottoposto ne impedisce l'ulteriore di"tensione; avvenuta cosi la perforazione, i margini di questa si avvicinano per l'elasticità del te~suto ed il diametro s'impiccolisce. Alle brevi distanze la soluzione di continuo cutanea si effettua rapidamente, prima che l'elasticità degli elementi abbia potuto permettere ]a completa distensione della pelle colpita. Ciò spiega il fatto che il diamett'o dell' orifizio cutaneo d'entrata tanto maggiore, quanto minore ~ la distatiza del tiro, e viceveYsa: v. Coler e Schjerning videro che i fori cutanei d'entrata, prodotti dal Mauser tedesco di 8 mm .. a 100 m . av~vano il diametro di 7.5 mm., a 2000 m. solo di 5.7 mm.; e nella guerra russo-giapponese i forami d'entrata del proiettile del fucile Arisaka di 6.5 mm. erano talvolta cosi piccoli, che difficilmente si sarebbero potuti rintracciare senza le indicazioni fornite dal ferito medesimo. L'orificio d'entrata presenta i margini arrovesciati all'indentro, ed una zona brttna, larga 2-3 mm .. attorno alla perdita di sostanza. La feri ta d'uscita è di solito più grande di quella d'entrata, ed ha i margini rovesciati infuori. È spesso Cf>stituita da una fen<litura semplice o a raggi senza perdita di sostanza. piut-. tosto cbe d a un foro rotondeggiante. Se un osso è stato colpito e fratturato comminutivamente, la ferita d'uscita sarà più ampia e più irregolare, e si potranno a vere anche più perforazioni per i frammenti dell'osso o dello stesso proiettile spinti al di fuori. Le dimensioni rispettive dei forami d'entrata e d'uscita hanno formato oggetto, in passato, di , ..ive discussioni . Oggi , coi proiettili di piccolo calibro e p oco deformabili, la questione ha perduto d'importanza : Ja ferita d'uscita ha caratteri differenti d a quelli del fora rne di entrata e perciò non ~ confrontabile con esso. In ogni caso , anche (2)

LANNO xx, F ASC. 16]

quando coesiste una lesione ossea. se fra l'osso e la pelle è interposto uno c;trato ahbastanza spesso di parti molli . la perforazione cutanea di uscita non sarà così estesa cd irregolare come coi proiettili di medio calibro e non riv~stiti. Il tt'agitto è quasi sempre rettilineo: le armi moderne hanno fatto sparire le ferite conto1nanli ed hanno resi eccezionali i tramiti curvilinei ed a linea spezzata. Si verificano piuttosto, con frequenza, tragitti lunghissimi attraversanti, lungo l'asse maggiore, un arto intero od il tronco; sono parimente frequenti i tragitti molteplici non solo per colpi diversi riportati dallo stesso individuo. ma anche per un colpo trasversale od obliquo del medesimo proiettile: possono restare cosi perforati ambidue gli arti inferiori ed anche le due cosce e lo scroto. Il proiettile, perforata la pelle, incontra diversi strati di tessuti molli e duri; vediamo brevemente, per ora, come si comportano i tessuti · molli. Nel tessuto celtulo·adiposo sottocutaneo, inelastiC'o, la pallottola scava un canale cilindrico, delle stesse sue dimensioni: i lobuli grasso.:>i sono distrutti, ed al loro posto rimane una p~r· dita di sostanza. Nella /liscia fibrosa sottostante, provvista di fibre elastiche, ma meno che la pelle. l'orifi.cio è più piccolo del diametro della pallottola ed è rappresentato, per lo più, da una fenditura lineare variamente diretta a seconda della incidenza del proiettile e della direzione delle fibre. Nei muscoli le lesioni variano non solo per le distanze, il mo:io d'incidenza, le dimensioni e la deformabilità del proiettile, ma altre~i se~ondo che il muscolo è colpito in direzione longitudinale o trasversale a quella <lelle sue fibre e secondo il suo s tato funzionale . Nei colpi paralleli alla direzione delle fibre il proiettile agisce dissociando le fibre stec;se e produce tramiti stretti; al contrario, nei colpi perpendicolari risultano perforazioni, la cui ampiezza e forma sono principalmente in i·apporto col numero e colla retrattilità delle fibre recise. I proiettili di piccolo calibro cagionano, bensi, lesioni muscolari più limitate, ma i tragitti sono, di solito, più o meno irregolari , frastagliati e tortuosi, riempiti di poltiglia muscolare mista a sangue. I tenditz.i facil1nente sfuggono all'azione dei pie · coli proiettili. Le perforazioni avvengono nei grossi tendini . assumendo, per lo più, l'aspetto di fenditure senza perdita di sostanza ; i piccoli


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lANNO XX, FASC. 16)

SEZIONE PRATICA

tendini possono essere anche con1pletamente recisi. Per colpi tangenziali non sono infrequenti le ferite a doccia. Dupuytren ed altri autori ritenevano che il tragitto scavato dagli antichi proiettili nelle parti molli fosse un cono cavo colla base al foro di uscita; oggi invece si può dire che presenta forma e dimen~ioni diverse a seconda dei tessuti colpiti. Procedendo dalla pelle, la. soluzione di continuo si allarga nel cellulare sottocutaneo; si restringe nell'aponeurosi superficiale; si allarga dI nuovo, e più o meno irregolarmente, nelle masse muscolari; assume la forma di una fenditura nella fascia aponeurotica corrispondente al forarne di uscita, ed infine fuoriesce dalla cute producendovi, d'ordinario, pure una fenditura raggiata senza perdita di sostanza. Nei colpi di rimbalzo, molto frequenti nei tiri collettivi, e quindi in guerra, e nei colpi che avvengono quando il proiettile si è già deformato od ha perduto la sua posizione balistica, le ferite possono presentare gli aspetti più vari e le più grandi irregolarità. Dei caratteri che assumono le ferite delle parti molli, e specialmente il forarne di uscita . allorchè si accompagnano con lesioni ossee esplosive, ho già parlato nel precedente articolo. Coi proiettili affusolati sembra , secondo gli esperimenti di Fessler (1) e di alLri, che i disordini delle parti molli siano più considerevoli. Per altro, i fori di entrata e di uscita sono più piccoli di quelli prodotti dai proiettili ogivali. Infine, devo fare un rapido cenno delle ferite per colpi a bruciapelo. Il De Sarlo (2) che ha avuto opportunità di osservare parecchi casi di queste ferite prodotte dal nostro fucile mod. 189 1, ne ha ben descritti i caratteri. Sonò ampie lacerazioni cutanee, quasi esangui, con estesa distruzione delle parti molli profonde e fratture comminutive delle ossa. Il De Sarlo, a ragione , le rassomiglia alle ordinarie ferite lacero-contuse: carattere distintivo costante è una larga zona di annerimentoattorno alla soluzione di continuodi entrata. Nella produzione di queste ferite è da tener conto del proiettile gassoso - costituito dai gas della carica - aggiunto al proiettile sol1:do . Corpi strr.·n1·eri. -· Kon sarà i11opportuna una breve menzione dei corpi estranei che sono una I

I

(1) v. Tn. WEIS. Les blessu res de gu erre par les

arm es m odernes et letttt' tt'aitement . Nancy, 1 9 12. (2) DE SARLO . L 'azione vulneran te de l fu cile i·tatiano di pi ccolo calibro n ei colpi a bru ciapelo·,

Gior. di med. mil. , 1912.

non infrequente complicazione anche delle ferite prodotte dalle moderne armi. Possono essere costituiti: dal proiettile stesso o da · frammenti di esso; da proiettili indiretti, come pezzi di legno, pietre, ecc.; da oggetti di equipaggiamento, e da ritagli d'i stoffe vestimentarie. ;L'arrestarsi degli attuali proiettili nei tessuti è relativamente raro, ed una condizione che maggiormente li favorisce, è l'urto contro un osso resistente: nei tiri al disotto di 1000 metri può dirsi eccezionale. Di regola. ;1 proiettile ed i suoi frammenti s'incontrano nelle ferite a fondo cieco, ma i ritagli vestimentarl si trovano anche nelle ferite a seto1ie deile parti molli. Colle antiche pallottole, si poteva avere come un tappez.zamento vest-imentari o del canale della ferita; il che spesso era causa di suppurazioni prolungate e di altre gravi complicazioni. Ora, il piccolo diametro, la forma acuminata, la poca deformabilità permettono al proiettile di perforare gli oggetti che incontra, senza staccarne che mi nime particelle, e perciò i piccolissimi frammenti di stoffa che penetrano nella ferita, hanno una limitata importanza sotto il punto di visfa della infezione. Anche questi frammenti si fermano a preferenza là dove il proiettile incontra maggiore resistenza ; tuttavia sono una complicazione più frequente che non sembri a prima vista. Reverdin (1) afferma che quasi tutte volte che il proiettile passa a traverso le stoffe vestimentarie, produce una ferita complicata con minuti ritagli della stoffa. Nè i filamenti si arrestano alla superficie, ma, secondo le o~servazioni specialmente di Karlinski e di Tavel, penetrano anche profondamente in un raggio di due e più centimetri. 1.Jn corpo es tf aneo, che può dirsi immancabile nelle ferite a s tam po, è il frammento di pelle distaccato dalla pallottola all'orificio di entrata. Molte ricerche sono state praticate per sta bilire · se i ritagli vestimentari siano o no apporta tori di microbi patogeni nelle ferite, e se, in ogni caso, tali m icrobi siano cau5a di complicazioni infettive .. Pfiihl . Fraenkel, K arlinski, Fonlhaber, Tnvel c:ù altri hauno studia to sperimentalmente la questione. Io mi limito a dire che, secondo siffatti studi, un gran numero di ferite di guerra per armi da fuoco portatili sono contaminate d ai ritagli vestimentar1; però qu este feYite possono I

(1)

guerre.

J. L.

REV ERDIN. Genève, 1910.

Leço·ns de chiruirgie

(3)

de

'


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IL POLICLINICO

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ancora decor,ere come se fossero amicrobicli'e, am · Le contusioni arteriose, secondo il loro grado, menochè circostanze speciùt·i , non esctusa Z infiuen.za po~sono dar luogo ad alterazioni consecutive più di u·na medicatu'Ya i mpropria, non favoriscano lo o meno rilevanti: la •trombosi è una delle consesviluppo di batteri ri·masti vivi netta profo·n dità dei guenze più frequenti. tess·u ti. Nelle ferite per colpi di rirrbalzo ed in quelle b) Vasi sanguigni. - Non ostante il piccolo complicate con un focolare di frattura comminucalibro, che teoricame1ite dovrebbe rendere più tiva. le lesioni dei vasi sono irregolari, atipiche. facile ai grossi vasi di sfuggire all'azione dei prospecie se, come spesso avviene quando coesiste la . iettili moderni, la frequenza d~lle ferite vasali frattura, sono cagionate da schegge ossee. sembra maggiore che all'epoca delle pallottole Le ferite delle vene hanno molta analogia con sferiche, le quali spesso contornavano j tubi artequelle delle arterie, ma hanno assai minore imriosi non producendovi che delle contusioni o delle portanza. L'emorragia può essere grave. solo quanabrasioni. do sono lese le grosse vene viscerali o del collo o della radice degli arti; nelle lesioni ·d ei grossi I proiettili di piccolo calibro inc-ontrando una tronchi vicino al cuore, devesi tener presente arteria, la perforano ..) vi producono una ferita anche la possibile int'Yoduzione de~l a'Yia nella vena laterale oppure la iecidono. Nelle ferite arteriose ferita. delle grandi cavità viscerali , in cui le condizioni Nell'era preantisettica seguiva quasi fatalmendell'emostasi spontanea sono assolutamente sfate la fiebite colle sue gravi conseguenze;oggi è rara. vorevoli, la morte per emorragia avviene quasi e) N ervi. - I nervi periferici possono essere sefatalmente, come nei tempi passati. Quando è fe- , rita un'arteria considerevole degli arti, la sorte ziona ti compl~tamente od incompletamente ed anche soltanto contusi: le antiche pallottole rodel ferito dipenderà molto dalla estensione della tonde potevano respingere il cilindro nervoso lalesione delle parti molli, e, più precisamente, dalle dimensioni del tragitto e degli orifici di entrata sciandolo illeso; ciò è difficile cogli attuali proe di uscita. Se questi sono stretti e l'arteria fe- iettili. Anche nei nervi, come nelle arterie, la lesione rita è &ituata profondamente, l'emostasi spontanea sarà relativamente facile, e non si verificherà . può provenire da schegge ossee. da frammenti di frattura, da fràmmen ti dello stesso ·proiettile : l'emorragia esterna; potrà anche restare inossernegli arti, ~pecie nella gamba e nel braccio, la vata la lesione vasale fino alla comparsa di un lesione di un tronco nervoso per una scheggia aneuri~ma o di un'emorragia secondaria o della cancrena dell'arto. Qualora invece sia ferita una ossea è più facile. Queste ferite sono ordinariamente delle lacerazioni, le quali assumono caratarteria superficiale consi·derevole e la ferita si actere di speciale gravità, ~e la scheggia ossea o il compagni con effetti esplosivi, l'emorragia potrà piccolo frammento del proiettile rimane infitto essere fulminea , ed il ferito soccombere sullo stesso nel cilindro nervoso. campo di battaglia. La contusione è più o meno estesa e intensa È caratteristica nelle lesioni arteriose per ~rmi di piccolo calibro la frequenza degli aneurismi non soltanto in ragione della forza viva del pro iettile, ma altresi della resistenza che le parti consecutivi. Ciò è stato costantemente osservato vicine oppongono all'urto subìto dal nervo. Lo nelle ultime guerre. stiramento cui il cordone nervoso va soggetto Colle pallottole affusolate, seco11do le esperienze prima di rompersi, determina talvolta alterazioni del Fessler, le emorragie sarebbero più frequenti anatomiche e funzionali, che oltrepassano !,area e più gravi, essendo la punta acuminata adatta di distruzione della parte di nervo diretta men te più di quella ogivale a ledere i vasi. colpita. Nelle arterie si possono avere delle abrasioni Nelle ferite da proiettile talora la sezione è interessanti più o men<> la spessezza della parete netta, ma più spesso è irregolare ed accompavasale , quando il proiettile striscia tangenzialgnata da contusione per stirainettto. mente sul tubo arterioso . Sì hanno anche sem• I sintomi sono 1:r 'Y i tativi (dolore. spasmo, conplici contusioni, ma queste si verificano solo nelle circostanze, che rendono deficienti la forza viva tratture) ovvero parati.,ici. Qualche volta si ose quella di penetrazione, specie se l'arteria, per serva una varietà pa1adossale di disordini funla sua posizione anatomica, si trovi come schiac- zionali, consistente in fatti paralitici in una regione diversa ed anche lontana da quella del ciata fra il proiettile ed t1n piano resistente. 1

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nervo leso: p. es. paralisi nell'arto superiore, mentre è offeso il nervo crurale; paralisi in un braccio, mentre è leso un nervo dell'altro braccio. Sono fenomeni detti da Mittchell paralisi pe1 i'Yritazi one rifiessa, e che, secondo altri , entrerebbero nel dominio dell'isteria traumatica. In seguito a lesione di un grosso nervo periferico, ad es. lo sciatico, si possono avere disturbi generali considerevoli, come lo shok ed i 1 del,i rio traumatico. Ricordo infine le alterazioni secondarie degenerative, che pur possono tener dietro ai traumatismi dei nervi per colpi da fuoco.

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Lesioni delle ossa e delle articolazioni. a) Ossa. - Mi fermerò poco sulle lesioni delle ossa, avendone diffusamente parlato nel precedente articolo (v. fase. 4 .! el 1913). Nelle guerre· moderne la percentuale delle lesioni ossee .è aumentata: prima rappresentavano un qu,into di tutte le ferite per armi da fuoco; ora superano il qua1'to. Le semplici con iit:,ioni, anche nelle ossa sono rare; così pure le fessure isolate. I solchi o docce si verificano. come nelle parti molli, per colpi tangenziali. Le perforazioni scompagnate da frattura s'incontrano ord)nariamente nelle ossa spugnose e piatte, eccezionalmente nelle diafisi delle ossa lunghe. In queste le lesioni, si può dire, ordinarie sono Je fratture complete a più frammenti. Le frattuf~ diafisaYie si possono riferire a tre tipi, secondo le distanze: alle brevi distanze si hanno fratture dtl tipo molto comminut1:vo; alle distanze medie, fratture comminuti ve pef perforazione; alle grandi distanze, fratture per co·n tatto. La prin1a varietà è quella delle fra tture. esplo· sive, nelle quali la com.m inuzione è estrema; l'osso è ridotto in una infinità di piccoli frammenti, proiettati nelle parti molli o spinti al di fuori. Quando il proiettile conserva tanta forza vi va da poter penetrare nell'os:;o a modo di cuneo, produce l'altra varietà, le fratture pe1 perforazione. Queste fratture per lo più , sono complete e tanto più estese e comminute. quanto maggiore è la forza viva che possiede il proiettile, e qt1indi. quanto minore è ta distanza d"el tiro. Le fra~ture dette 1ia Delorme per contatto (1) e che costituiscono la terza varietà, possono avvenire anche alla distanza di 3000 metri e più. Esse (1)

Tome

DELORME. Traité de Chirurgie de guer.Ye. 2c,

Paris. 1891.

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talvolta sono incomplete, ma più spesso sono complete; e di queste la forma tipica è la frattura ad X o. meglio , ad ali di farfalla, caratterizzata da due tratti fessurali superiori e da due inferiori, i quali vanno a riunirsi sulla faccia opposta dell'osso alla così detta fdssura simmetrica del Delorme o opposta del Bemhaupt. È il tipo fondamentale, che può presentare numerose va• • • naz1on1. Le epifisi, formate di tessuto spugnoso, possono , alle bi-evissime distanze, andare incontro, anch'esse , a fratture a pi ù frammenti. Ma le les:oni che abitualmente vi si osservano, sono le perforazioni. le qual i, quando la forza viva del proiettile si mantiene ancora elevata, sono accompagnate da fessure lunghe . profonde , disposte in modo da circoscrivere delle schegge; invece, alle ordinarie distanze del tf ro, sono semplici o contornate da brevi fenditure raggiate. Pressochè identiche alle lesioni epmsarie sono quelle delle ossa corte e delle ossa Zart:, he. Fanno eccezione le ossa del cranio, nelle quali, com'.è noto, si verificano, anche a notevoli distanze, effetti esplosi vi molto gravi Riassumendo, coi proiettili moderni , compresi quelli acuminati. le lesioni ossee più gravi si hanno, come coi proiettili di medio calibro, nelle ossa tubular1; ma queste lesioni , pur ess-=ndo caratterizzate da fratture comminutive con numerose schegge, presentano focolari di frattura meno estesi e con effetti distruttivi meno pronunziati nelle parti molli circostanti. Nella figura seguente sono rappresentate varie lesioni delle ossa degli arti inferiori , prodotte dal proiettile del fucile italiano di 6. 5 mm. a 100 metri. b) Articolazioni. - Poche parole sulle ferite articolari. Le armi di piccolo cnlibro h a nno rese più fre quenti le ferite delle sole parti molli delle giunture. Nei colpi tangenziali e nei colpi trasversali la sinoviale può essere interessata, specie nei r ipiegamenti che forma n elle grandi articolazioni, senza che sia le~o lo scheletro articolare. Può anche, in determinati punti ed in determinate posizioni della giuntura, il proiettile passarla da parte a parte senza interessare i e.i pi ossei. In dubbiamente . però, n ella grande maggioranza dei casi, lo scheletro articolare è colpito; ed allora le lesioni dell'articolazione si confondono colle lesioni dell'epifisi, che. come abbiamo visto, sono molto meno gravi di quelle prodotte dagli antiI

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Perforazione regolare della tibia, 4 cm. al di<5op,ra della fiuperfìcie articolare inferiore. - 2. Ferita a doccia, per colpo tangenziale, nella tuberosità anteriore della tibia; ferita pure a doccia dello stesso osso n ella superficie articolare inferiore. - 3 Frattura comminutiva diafisaria del femore con estesa perdita di sostanza. - 4. Frattura della d 1afisi femorale con perdit:i di scstanza. - 5. Per forazione regolare un po' al disopra d ella linea intertrocanterica postl riore ; altra perforazione cont ornata a fenditure, 4 cm. al disotto deUa prima (lesione 1net a/isaria di Kocher). 6. Perforazione regolare dell'osso iliaco pooo al disotto della cresta; ferita d doccia con perdita di sost anza, 8 cm. al d isupra del cqndilo esterno del femore. I.e a lterazioni relative alle fratture cnmminutive (n . 3 e 4Ì c;ono poco apparisceuli essendosi d '1vutn adoper are il gesso per ricomporre le schegge. 1.

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chi proiettili. Pertanto. oggi sono numerosi i casi di guarigione rapida , quasi inaspettata, in seguito a colpi da fuoco anche delle più grandi articolazioni.

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Lesioni degli organi cavita'fi. Anche per le lesioni dei visceri avrò poche particolarità da aggiungere a quel che ne ho detto riguardandole nelle varie zone della traiettoria del proiettile. a) Encefato. - )Jella valutazione dei disordin anatomici e funzionali del cervello devesi tener conto non soltanto delle qualità fisico-dinamiche dell' agente vulnerante, ossia del proiettile, n1a altresi dell'influenza che vi esercitano il liquido cefalo-rachidiano ed il sangue che riempie i .vasi encefalici e meningei. Le emorragie meningee ed intracerebrali, l'aumento del liquido nei ventricoli, e~ercitano sul cervello una pressione dannosa per la vita e la funzione dei delicatissimi elementi nervosi, e determinano disordini anche lontani dalla parte direttamente colpita. Nei tiri a brevi distanze si producono effetti esplosivi immediatamente mortali. Matignon racconta (I) che in una piccola ridotta, presa dai giapponesi nella guerra di Manciuria, molti soldati d'artiglieria russi furono trovati col cranio esploso ed in gran parte vuotato del contenuto cerebrale. Erano stati tutti colpiti dal proiettile giapponese di 6. 5 mm. a r50 tt1etri nel momento in cui ~ve· vano sporto il capo per r~ndersi conto dei movimenti del nemi~~o. Se la distanza aumenta, alle fratture comminutive della scatola ossea corrispondono ancora lesioni estese e profonde del contenuto. A di· stanze anche maggiori - r400-1800 metri - la lesione, rapprese·n tata da una doppia perforazione della scatola cranica, potrà esst!re apparentemente limitata ad un semplice tramite nella sostanza cerebrale, ma non si possono escludere altera· zioni anatomiche e disordini funzionali estesi più di quanto non faccia supporre lo stretto tragitto tracciato dalla pallottola . Nei colpi non perforanti bisognerà por mente agli eventuali effetti della lesione del tavolato interno dell'osso, giacchè il proiettile percuotendo la volta cranica, determina un cono di depres · sione, per cui la lam in a vitrea è la prima a ce· dere, e può rimanere fratturata con fessure e schegge molteplici anche quando sia rimasto in(I) MATIGNON. Presse médicale, 9 mars, 1907.

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tegro il tavolato esterno. Ne segue che si possono a vere alterazioni endocraniche considerevoli, anche coll'apparente integrità della scatola ossea . Nelle ferite cerebrali non è rara la presenza di schegge ossee, frammenti del copricapo ed altri corpi stranieri spintivi dal proiettile. b) Organi toracici: c·uore, polm one. - Alle brevi distanze, quando il cuore è colpito in diastole, presenta fenomeni esplosivi caratteristici. Se, in- · vece, è qella fase sistolica. presenterà a tutte le distanze, perforazioni più o meno regolari col1'orifizio d'entrata circolare od ellittico, secondo l'incidenza del proiettile, e l'orifizio d'uscita più ampio, frastagliato e talora co~tituito da una lacerazione stellata. Si possono avere qualche volta anche perforazioni incomplete. Un colpo tangen· ziale può determinare una ferita a doecia senza aprire la cavità; anche un colpo diretto, Ì!l corrispondenza della punta, può essere non penetrante. Il polmone, eminentemente elastico per la sua ~truttura e per il contenuto d'aria dei suoi alveoli, non è mai sede di fenomeni esplosivi. I forami d'entrata e d'uscita ed i tramiti delle ferite , che vi producono i proiettili di piccolo calibro, so110 netti, regolari e stretti tanto più, quanto maggiore è la distanza del tiro. Queste ferite, però, perdono più o meno i loro caratteri tipici, se il proiettile batte capovolto o di traverso - il che è più facile per i proiettili affuso la ti - oppure è deformato. Le ferite polmo11.ari cagionate da frammenti o da schegge ossee della cassa toracica, possono · assumere una speciale gravezza, la quale fa contrasto colla relativ~ benignità delle ferite tipiche, prodotte direttamente dal proiettile. c) 01gani parench·i mali dell'addome : fegato, milza, Yeni. - Non occorre dire che anche in questi organi si possono avere tutte le gradazioni delle lesioni, dalla semplice contusione alla d isorganizzazione ed allo spappolamento di una parte del parenchima; ma per effetto dei proiettili moderni le più comuni le.s ioni sono le perforazioni. Il fegato, per la sua sede e per il suo volume, è ferito as3ai più spesso - più del doppio, secondo una statistica del Siegel della milza .e dei reni. Nei colpi vicini si verificano in questi visceri le più grandi d evastazioni, soprattutto n el fegato, , sino allo scoppio dell'org~no ed alla proiezione del parenchima in lontananza. Coll'aumentare delle distanze, d a 500-600 metri in su, le ferite si

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rendono sempre più regolari e circoscritte: il foro d'entrata è rotondeggiante, contornato da fendi .. ture stellate; il tragitto è imbutiforme colla base al forarne di uscita, da cui si diramano fessure più lunghe e più profonde. D el resto, anche in questi organi le dimensioni delle ferite e il numero, la profondità e la lunghezza delle fenditure diminuiscono in ragione delle distanze. È inutjle dire che, se il proiettile ha perduta la sua integrità di forma o la sua posi~ione balistica, le lesioni saranno più gravi. d) Organi cavi dell'addome: stomaco, intestino. vescica. - Nessun organo , come lo stomacc e l'intestino, reagisce in cosi vario modo all'azione dei pròiettili, a seconda dello stato di vacuità o di pienezza, del vario contenuto e della varia mobilità. I.e ferite intestinali sono fra le più frequenti . f~rite viscerali; quelle dello stomaco ed anche della vescica sono molto più rare in guerra. Quando lo stomaco è pieno di liquidi o di sostanze molto imbevute di liquido, si hanno effetti esplosivi più o meno pronunziati se il colpo avviene a breve distanza. A maggiori distanz~ si hanno le perforazioni, le quali ordinariamente sono doppie. Il foro di entrata, vario di torma . ha margini netti o con piccole fenditure raggiate. ed· è più o meno stretto a seconda delle distanze. La perdita di sostanza della mucosa è od apparisce maggiore di quella degli altri due strati d ella parete gastrica. Il forarne di uscita è più grande di quello di entrata. e più irregolare. Nell'intestino le lesioni prodotte dai proiettili di piccolo calibro hanno molta analogia con quelle dello stomaco. Un car~ttere distintivo impor· tante è il prolasso della mucosa, il quale, secondo gli studi sperimentali di Bonomo e Rho ( r) può dirsi <'ostante n elle perforazioni del teniie ; manca t alvolta in quelle del colon . Un'altra particolarità ancora più rilevante è la m olteplic't'fà delle per/o-· t'azioni : nei colpi trasvetsali, da un fianco all'altro ed in quelli antero-posteriori nei dintorni del!' ombelico s] possono avete sei, otto e più p erforazioni intestinali. N ell'intestino come nello stomaco la condizione di vacui·ià o non dell'organo esercita un'influenza considerevole sui caratteri e sulla estensione della lesione, anche quando i colpi avvengono oltre i 1000 metri.

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(r) BoxoMo e R no. Sulle ferite d'arma da fuoco penetrc,nti n ell'addome e lo,o cura. Giorn. medico del R . Eserc., 1896. •

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I colpi tangenziali talvolta interessano la sola sierosa o la sierosa e la muscolare, talaltra le .. , dono tut t e le tre tunic be a prendo la cavità. La semplice cont'ltsione, piuttosto rara, può, nei gradi elevati, arrivare sino alla escarificazione par· ziale o totale della parete gastrica od intestinale. Una questione della più alta importanza è certamente quella dell'inquinamento della cavità peritoneale. Questo inquinamento può essere cagionato dal proiettile stesso che a vendo attraversato il tubo intestinale o lo stomaco, lascia dei germi infettivi al peritoneo, nel suo ·passaggio. Ma la causa principale dell'inquinamento peritoneale è, senza dubbio, l'effusione nella sua cavità del contenuto delr organo leso: v. Colere Schjerning osservarono questo fatto solo nel 20 % dei casi. nelle loro esperienze col fucile Mauser tedesco; in guerra è da credere che la percentuale sia molto più elevata. Quando la soluzione di continuo è piccola, può venir · (1tturat~, almeno apparentemente, dallo ectropion della mucosa dell'intesti110; ma questa è, essa stessa ricettacolo di germi, che dissemina sul peritoneo con cui si mette in contatto Pertanto è più esatto il dire che, a determinare. la ~uarigione spontanea delle ferite per colpi da tuoco del tubo digerente, infl1lisce un complesso di circostanze, le quali possono impedire e, per lo meno. circoscrivere lo spandimento delle materie intestinali nella cavità sierosa. E;d. a tale effetto . po~amo ricordare: lo stato di vacu1:tà assoluta o relativa dall'intestino, e la consistenza più o meno solida del suo contenuto; le dimensioni della ferita; il contatto intimo dell'ansa lesa con un'ansa vicina o coll'epiploon o colla parete addominale; la poca mobilità della parte lesa e del ferito medesimo. I caratteri delle ferite prodotte dai proiettili moderni favoriscono l'influenza benefica di qurste circostanze; ma. per contrario, è grandemente sfavorevole la molteplicità delle perforazioni. La vescica presenta le condizioni ti piche per risentire l'azione esplosi va dei proiettili, allorchè è piena; vuota . è perforata, e le perforazioni generalmente. sono r egolari e di piccole dimensioni. Anche quando è distesa dall'urina, se è colpita alle medie o alle grandi distanze, le perforazioni sono tanto più regolari e strette, quanto maggiore è la distanza del t iro. Però, le ferite vesci· ca1i possono essere prodotte od aggravate da frammenti o da scheggie ossee provenienti da fratture pelviche. I

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1Jn fatto singolare notato dal l\!Iakins nella guerra sud-africana, è che le ferite extra-perito~ neali della vescica si mostrarono più gravi di quelle intra·peritoneali; il che potrebbe spiegarsi coi pericoli inerenti alla infiltrazione urinosa nel tessuto connettivo sottoperitoneaie e dello spazio di Retius.

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A complemento delle considerazioni esposte negli articoli antecedenti (1) intorno al potere vulnerante ed alla efficienza bellica delle armi di piccolo calibro, lo studio, che abbiamo fatto delle lesioni da esse prodotte, ci permette di venire a queste definitive conclusioni: . 1° Queste lesioni, quando interessano vasi, nervi . ossa ed organi viscerali jmportanti, o sono mortali o, per lo meno, nella grande maggioranza dei casi, valgono a porre il ferito nella incapacità di continuare il combattimento. 2 ° D'altra parte, que~:t: stesse lesioni, se non riescono immediatamente mortal_i, presentano, in generale, caratteri di maggiore guaribilità delle lesioni cagionate dalle antiche armi. L'assenza di quelle grandi distruzioni che caratterizzavano gli effetti esplosivi delle armi prima in uso; le perforazioni cutanee ed i tramiti della ferita stretti e regolari; la poca contusione e commozione delle parti; la più rara permanenza del proiettile e di altri corpi stranieri in grembo ai. tessuti, hanno contribuito non poco ad allontanare le compiicazioni infettive dalle ferite di guerra e ad assicurarne, nel più dei casi, il decorso asettico. Si può dii:e che le nuove armi cooperino cogli attuali mezzi di soccorso e di cura, per abbassare sempre più la percentuale della mortalilà consecutiva ed altresì quella delle guarigioni incom plete. In tal senso , a mio avviso, va intesa l'um a11ti·tarietà delle armi moderne. Ed è un vero progresso, poichè, mentre esse corrispondono pienamente ai fini della guerra, concorrono ad attenuarne gli orrori, evitando tante inutili devastazioni e tanto spreco di vite umane! (1) V Il Policlinico, sezione pratica IO , 20,

27, del

fase. 9,

1912.

Roma, febbraio

SUNTI E RASSEGNE MEDICINA. L'insufficienza surrenale nei tubercolosi. (E. SERGENT. Gaz . des hopit.,

II

luglio

1912) .

Nella autopsie degli addisoniani si trovano il più delle volte le capsule surrenali distrutte da un processo tubercolare; non sempre però la lesione è tipica ed evidente, talora si ritrova un indurimento fibroso delle capsnle, la surrenalite, detta da Babés, sclerotica ; tale lesione è frequente reperto delle autopsie dei tubercolosi, nei quali larga traccia clinica ha persistito durante la malattia della sindrome d'insufficienza surrenale . Ma segni clinÌci d'insufficienza surrenale ed entità delle lesioni anatomopatolo giche non sempre· vanno di pari passo : così lesioni caseose considerevoli delle surrenali si possono trovare in individui ~he hanno presentato sindromi d'insufficienza lenta, la morte improvvisa invece ouò ' aversi come segno d'insufficienza acuta, fulminante con scarso reperto anatomico. Anche lesioni croniche delle surrenali possono lungamente rimanere silenziose e non rivelarsi che per un accidente acuto mortale, talora determinato da lieve e trascurabile affezione. Bisogna per spiegare tali fatti pensare ai poteri di compenso delle cellule rimaste integre nei processi croni.ci a carico delle glandule, si deve ricordate la presenza talora di surrenali accessorie la facilità con cui cellule che perfunzionano e lentamente intossicate da vicini processi infettivi , possono soccombere ad una piccola causa. L'insufficienza surrenale dei tubercolosi deve essere distinta clinicamente: 1 ° in una prima categoria tutto il processo tubercolare si svolge a carico delle capsule surrenali. non si notano altre localizzazioni nell'or• gan1smo; 2° in una seconda categoria · devono essere compresi gl'individui affetti da tubercolosi e specialmente polmonare. clinicamente dimostrabile nei quali compaiono sintomi che riproducono co1npleta o parziale la sindrome d'insufficienza surrenale. La m alattia di Addison è l'espressione più n etta d ell a prima categoria, completa con melanodermia cioè, od inco1npleta, frusta . come è chiamata da Dieulafoloy e Bressy , quelle forme cioè che, senza melanodermia, presentano tutti gli altri -

1913.

Pubblicheremo prossima men t e: Forlì, Le_ psicosi nevralgiche ed emicraniche; Tra~~ntt, Alcune considerazioni sulla malattia d1 Ca~lo Chagas tThyreoiditi$ para::;sitaria) · Ercolant, Alcune considerazioni sullo strap~zzo mentale. 2

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segni dell'insufficienza surrenale (astenia , anemia monari non sono nè gravi nè diffuse, come tante dimagramento progressivo, vomito, costipazione, ombre essi girano così per due o tre anni e fini. dolori lombari, con irradiazioni addominali, ipo- scono con morte subitanea. d'insufficienza surre tensione, collasso, linea bianca surrenale). L'evo- nale acuta: all'autopsia le surrenali stridono sotto luzione delle forme fruste è più rapida che nella il coltello del settore, sono sclerotiche. malattia di Addison, poichè esse sono legate a Troppo g1ave è il problema delle associazioni processi distruttivi delle capsule surrenali, men.tre pluringhiandolari, ricordiamo solo le sindromi la maJ3ttia d'Addison è compatibile con lesioni surreno-ipofisarie descritte da Renon, ed osse:glandulari .attenuate e localizzate alla periferia viamo che tutti i segni di esse si possono trodelle glandule. vare nella pura insufficienza surrenale. La sindrome surrenale acuta di Sergent-Bernard Un altro ordine di fenomeni è in vece di grande e tutte le forme di passaggio tra questa e le interesse per noi ; la ripercussione cioè dell'inprime completano la serie delle forme della prima sufficienza surrenale sull'evoluzione del processo tubercolare. categoria . Alla seconda categoria · appartengono i soggetti Noi siamo convinti che la decalcificazione, stuaffetti da tubercolosi, che nel decorso della loro diata dal Perrier, ha una funzione importante malattia pre ~entano sintomi più o meno accen- nella tubercoJizzazione e nell'evoluzione della tutuati , che indicano un perturbamento delle fun- · bercolosi siamo convinti che la recalcificazione zioni surren~li. An"he fra di es<>i bisogna distin- a pporti un. reale vanta.ggio ai tubercolosi, d'altra guere due tipi : o il malato presenta una lieve p arte noi ricordiamo quanto può essere favorita colorazione bronzina (add1·son,i smo di Boinet), o la recalC'ificazione per mezzo della somministranon presenta traccia di anomala colorazione della zione dell'adrenalina, fatto clinicamente e spericute. mentalmente· da varie parti dimostrato; la tecal · Il tubercoloso polmonare conclamato dimagra , cificazione nei tubercolosi deve quindi essere diviene poco a poco leggermente bronzino, talora , completata con la somministrazione dell'adrericercando attentamente, sì trovano sulle mucose nalina. delle piccole macchie brunastre, sono delle vere Un paziente affetto da morbo da Pott dorso· forme di transizione del morqo di Addison, ma lombare, irrtmobilizzato con un corsetto e assogcon questa differenza: in essi esiste una lesione gettato alla cura recalcificante adrenalinica, in tre polmonare grave, nell'addisoniano vero gli altri mesi ingrassa a· tal' punto che si deve levare il organi si mostrano indenni. corsetto, la lesione vertebrale non richiede più, Oltre alla pigmentazione, il malato accusa una secondo il parere del dott. Mauclaire l'a pplicazione· stanchezza anche più grave di quella ~he si può di un nuovo corsetto: sappiamo d'altra parte notare nei comuni tubercolosi; sopravviene ane- che d'ordinario ben sei mesi in media sono nemia profonda, vera ipotensione anche più mar- cessari prima che col corsetto si possa ottenere cata che non nell'ordinaria tubercolosi. il consolidamento e l'arresto delle lesioni ossee Ma il soggetto può non presentare pigmenta pottiche. zione alcuna della cute, può invece e&c;ere un Aggiungiamo ancora il fatto da ~utti osservato ipoteso (8-9 -10 allo sfigmomanometro di Potain), che nella gravidanza le capsule surrenali sono frecon linea bianca surrenale, con astenia. Che un quentemente lese: chi non ricorda i vomiti gra• tubercoloso presenti senso di stanchezza, anemia, vidici incoercibili vinti con l'opot~rapia surrenale? dimagramento noi già sappiamo, ma se tali segni aggiungiamo che · 1a tubercolosi è aggravata d:i.lla sono sproporzionati con le le~ioni polmona ri con- gravidanza e più specialmente dal puerperio; statate, se vi è una cachessia rapidissima, noi forse durante fa gravidanza l'organismo maternosospettiamo l'insufficienza surrenale, ricorriamo per lo scheletro del feto ritiene il calcio dopo il all'opoterapia surrenale e vediamo talora atteparto elimina il oalcio in quantità considerevole e l'organismo si decalcifica; tutte queste consi· nuarsi gli accidenti minacciosi. Un segno, messo bene in evidenza nella sua te- derazioni d'indole clinica fanno pensare che la si dal Sézary, caratteristico è l'amiotrofia diffusa insufficienza delle capsule surrenali abbia un'inconsiderevole; guesti malati si consumano, essi fluenza non indifferente sull'evoluzione della tuperdono non solo il loro 2rasso, ma i loro mu- bercolosi; è un'ipotesi. ma una ipotesi poggiata scoli, essi ischeletriscono, mentre le lesioni pol- su fatti clinici e sperimentali incontrastabili. (I O)


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SEZION:B PRATICA

Riassumendo, quando voi curate rin tubercoloso, pensate all'eventuale partecipazione dell'insufficienza surrenale, pensate ad essa quando vi ha astenia marcata, quando v'ha amiotrofia generalizzata profonda. ipotensione accentuata. una sindrome solare, pensateci pure quando voi vi • trovate innanzi ad una gravida affetta da tubercolosi. In tre condizioni ci possiamo avvantaggiare della cura adrenalinica e dell'opoterapia surrenale: r 0 Nei segni d,insufficienza ~urrenale lenta, nella m a lattia di Addison. 2° Per evitare il collasso, la morte subita~ea , le insufficienze acute di cuore, dei tubercolosi; una controindicazione è l'emot'- isi poichè l'adrenalina è ipertensiva. 3° P er la recalcifìcazione. tentando così di combattere il processo evoluti.v o tubercolare. 1'. PONTANO.

CHIRURGIA. Gli anestetici loeali. (Dott. PitCQUE. Le Bulletin M édical, 16 nov. 1912). Per la loro _grnnde utilità pratica, è sempre utile conoscere gli anestetici locali ai quali l'esperienza più recente va confermando il primato. È considerevole il numero delle sostanze che potrebbero essere utilizzate nella anestesia locale; l' A. non si occupa di quelle che Ja pratica non ha dimostrato veramente utili ed innocue: esamina le indicazioni e gli inconvenienti del cloruro di metile, della cocaina assoluta o associata con l'adrenalina, della novocaina, della stovaina, della soluzione anestetica emostatica di Legrand, della soluzione di Marmouget (cocaina ed acqua ossigenata). Il cloruro di metile esercita un 'azione speciale dovuta al freddo. Usato sotto forma di polverizzazione diretta, se il getto è forte, può congelare eccessivamente i t essuti. Ma applicato per mezzo di un pennello fino ad imbiancare la cute, la sua azione si può graduare e localizzare secondo il bisogno. Basta dirigere a que~to scopo il getto di un comune sifone dentro un bicchiere un po' stretto, raccogliere il liquido con un pennello piuttosto ruvido , e con questa t occare con una certa pressione la regione che si deve anestetizzare. Con questo metodo si può applicare il termocauterio quasi senza produrre dolore: così il termocauterio eccita una più debole reazione

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nervosa e più difficilmente provoca accidenti congestivi riflessi. Per le incisioni col bisturi, si imbiancherà la cute col pennello secondo la linea del taglio, premendo più o meno co] pennello a seconda della profondità dell'intervento. Per l'unghia incarnata si applica in due o tre riprese tutt'intorno all'unghia e specialmente sulla matrice. La refrigerazione mediante il cloruro di metile esercita la sua azione anestetizzante anche suitessuti infiammati. Mediante il pennello non -si rischia di produrre una congelazione troppo forte capace di necrotizzare i tessuti. Il sifone di Debove è molto utile nel trattamento delle nevralgie. La cocaina è stata oggetto di molte critiche, e si è proposto di sostituirla con numerose sostanze succedanee, qualcuna delle quali presenta dei vantaggi effettivi, sia per l'efficacia. sia per la innocuità. Ma essa ha sempre una grande importanza pratica. Il Reclus ha eseguito con essa migliaia di ope ~ razioni importanti senza inconvenienti di sorta: amputazioni della mammella, ernie, appendiciti, ecc. Bisogna però avere constantemente tre pre-

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cauz10~1:

Il titolo della sol11zione non clev'essere ' mai superiore all'1 %. e negli interventi d'una certa estensione bisogna limitarsi al mezzo per cento. 2° Il paziente dev'essere in posizione orizzontale o quasi; difatti gli accidenti più seri si sono avuti in chirurgia dentaria, nella quale l'operato conserva la posizione assi9a. _ · 3° La cocaina non si deve mai iniettare a digiuno; dopo l'operazione, si somministri un cordiale al paziente prima di farlo alzare, e si sorvegli poi per un certo tempo, specialmente se vi fu scarsa perdita di sangue. Non si inietti mai più di 10 centigrammi e sempre con una certa lentezza. Sotto forma di pennella ture, non si adoperano soluzioni concentrate, per evitare la necrosi degli elementi anatomici, che farebbe ritardare la cicatrizzazione. Per aumentarne gli effetti anestetici, si può aggiungere dell'acido fenico al ~12 per cento, il quale, coagulando le sostanze albuminoidi, giova anche a rallentare il riassorbimento della co. ca1na. Le p olverizzazioni di cocaina presentano dei pericoli per il facile riassorbimento che si ha so1°

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IL POLICLINICO

pratutto nelle applicazioni laringeali. Non si polverizzi mai più di 5 eme. del!a soluzione all 1 % nel faringe, e mai più di 3 eme. per ogni narice. I nevrastenici, gli anemici, i vecchi e i fanciulli sembrano più sensibili all'azione della cocaina. Nelle operazioni profonde, bisogna fare queste iniezioni strato a strato, lasciando passare un certo tempo fra un gruppo e }'altro di iniezioni. Nei tessuti infiammati si suole associare l'adrenalina, che combatte la conge$tione locale, e pare diminuisca la tossicità della cocaina e allontani il pericolo d el cocainismo acuto. A questa decongestione, può però seguire l'emorragia post-operatoria per vasodilatazione: contro .di questa giova la compressione o, dove questa non è possibile, la polvere di antipirina o la sua soluzione al 10 per cento. La n oz;ocain a ha un'azione anestetica quasi uguale a quella della cocaina ed è tossica due volte meno: si può associare anche all'adrenalina o alla suprarenina per ottenere l'emostasi. La novocaina assoluta avrebbe invece un'azione vasodilatatrice. La novocaina inoltre pare ritardi il processo di cicatrizzazione, e di più si altera alla ebollizione, ciò che ostacola la sua sterilizzazione. Maggiori sono i vantaggi che· presenta la s tovaina: la sua azione anestetica è tre voi te meno intensa di quella della coraina, ma se ne possono adoperare soluzioni e dosi più alte, perchè essa è molto meno tossica (secondo Pouchet, fino a 25 eme. di una soluzione ali' I per cento). L'anestesia data dalla stovaina è più diffusa, è meno nettamente circoscritta alla ìinea secondo la quale si fa l'iniezione. La sua soluzione in · acqua distillata è alquanto dolorosa; non così la soluzione in siero fisiologico. La stovaina possiede un'azione antisettica notevole, ciò che ne assicura la sterilità e la conservazione per lunga <lurata. Localmente è molto ben tollerata dai t essuti. L'inconveniente principale è la sua azione va sodilatatrice: essendo noltre un cardiotonico, facilita per questo le emorragie operatorie. La soluzione del Marmouget è composta di un terzo di acqua ossigenata e due terzi di una soluzione di cocaina all'1 per cento. Essa dà una anest esia perfetta con una minor dose di coca ina : perciò con essa le probabilità di intossicazioni son tnolto più rare. Assicura un'emostasi p er fet ta e rende ver amente asettica la soluzione di cocaina . 1

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Si inietti con un ago non ossidabile, di nikel o di platino e molto lentamente ~ tanto più se i tessuti sono infiammati: con questa precauzione, questa soluzione è inoffensiva anche nei tec;;suti in flogosi (ascessi. flemmoni, ecc.). Iniettando lentamente, la soluzione è quasi indolora: l'acqua ossigenata comune del commercio, però, è leg· germente acida (vi si aggiunge un gm. di acido solforico per litro per assicurarne la conservazione), e perciò sarebbe notevolmente dolorosa: prima di mescolarla con la soluzione di cocaina, bisogna perciò verificarne la reazione ed alcalinizzarla con soda decinormale. Per le sue proprietà decongesti ve, anestetiche ed antisettiche, questa soluzione è anche utile nelle forme di angine, di palpiti dentarie, ecc. La soluzione di Legrand è anche molto utile per le sue proprietà emostatiche. La sua formula è la seguente : Gelatina pura sterilizzata ...... . gm . 2.00 Cloruro ·di sodio puro .......... . )) 0.70 Acido fenico cristalizzato puro .. )) O. IO Cloridrato di cocaina .......... . 0.30 Cloridrato di eucaina ......... . D 0.70 Acqua distillata. . . . . . . . . . . . . . . . » 1000 La soluzione è isotonica per il contenuto di cloruro di sodio, e perciò è quasi indolora. L'a· cido fenico e la gelatina annullano 1'2zione iperemizzante dell'eucaina. La tossicità di questa soluzione è minima. Bisogna essere sicuri della sterilizzazione della gelatina. Molte altre sostanze sono state proposte, ma non sono entrate nella pratica, o per la loro forte tossicità o perchè di deboli proprietà anestetiche. P. S. J)

TERAPIA. La terapia digltalica. (l\IAX IfERZ. Mediz. K lin ik, i913, n. 11). '

Circa 150 anni or sono ii medico scozzese Withering rivolse la sua attenzione ad un infuso che una ciarlatana somministrava, e che esplicava utili effetti sulla idropisia. Il Withering riconobbe nelle foglie dj digitale l'elemento attivo di questa infusione, e con mirabile perspicacia, notò come tale medicamento giovasse solo nelle raccolte liquide libere, non in quelle incistate. Malgrado che l'utilità della digitale sfa oggi universalmente ammessa . non mancano differenze di opinioni fra i vari clinici riguardo alle indicaI


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SEZIONE PRATICA

zioni e controindicazioni di questo medicamento. A '}Uesto propo~ito è bene notare che tutte le regole proposte per l'uso della digitale possono venir contraddette da casi che sono le eccezioni. Sotto l'azione delia digitale la Bistole si fa più energica, non perchè . la forza del cuore venga aumentata , ma perchè essa viene adoperata meglio. Non si deve però ricorrere alla digitale quando non esistano disturbi di dircolazione, come ad es. , nei vizi valvolari durante il periodo di compenso. Talora individui affetti da un vizio mitralico accusano cardiopalmo e dispnea; ma prima di somministrare la digitale occorre accertarsi se non si tratti di una nevrosi cardiaca, destata appunto dalla conoscenza del vizio di cuore da parte del paziente. La digitale deter1nina un allungamento della diastole, sicchè il ventricolo sinistro si riempie meglio. Questa nozione teorica ha fatto considerare l'insufficienza aortica come una controindicazione all'uso del medicamento. L _' esperienza però ha dimostrato che tale controindicazione non esiste in realtà, quantunque sia vero che non di rado l'efficacia della digitale sugli scompensi cardiaci da insufficienza aortica si riveli assai scarsa. Del resto è bene distinguere le insufficienze della aorta in gruppi , a seconda cioè che ' esse siano prodotte da reumatismo , o dipendano invece da lues o da arteriosclerosi; nei casi di questo secondo gruppo l'attenzione del medico ·è rivolta principalmente ai sintomi dipendenti dalle coronarie (angina pectoris), ciò che può controindicare l'uso della digitale. Ad ogni modo si ricorrerà sempre alla terapia digitalica quando, per usare l'espressione di Huchard , l'insufficìenza aortica è giunta al periodo di mitralità. Nella insufficienza della mitrale la cura digitalica è indicata all~ dose di 30 cgr. di polvere. Nella stenosi mitralica invece è consigliabile adoperare una dose assai più bassa; sovente bastano tre goccie di digalen al giorno per determinare rapidamente un ritorno del compenso, che si man· tiene poi anche per un tempo assai lungo. La digitale determina anche una diminuzione nella frequenza del polso, tuttavia questa constata:1.ione non è sufficiente a giustificare l'usq di essa nella tachicardia senza fenomeni di stasi. Il polso lento rappresenta una controindicazione all'uso della digitale. Anche nel p·u,,s·u s irregularis perpetuus è bene non ricorrere a questo medicamento, tanto più che è assai difficile e forse addirittura impossibile ottenere in tali casi una regolarizzazione duratura. Anche nella irte1

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golarità da extrasistolia la digitale non deve venire adoperata; l'extrasistole è d'ordinario l'espressione di una nervosità del cuore, stimolata in via riflessa dallo stomaco o dall'intestino, e non affatto pericolosa; è quindi assai n1eglio curare lo stomaco e l'intestino anzichè ricorrere alla digitale, la quale del resto può anche, per la sua azione irritante sull'2ppar~to gastro enterico, dar luogo ad una acce~tuazione dell'extrasi.stolia. Nella angina pectoris l'uso sistematico della digitale è naturalmente controindicato; ma, malgrado questa controindicazione così chiara, accade sempre d'incontrarsi in medici i quali tentano la terapia digitalica , non riportando altro che insuccessi. L'uso della digitale è solo giustificato nei casi in cui ai fenomeni anginosi si accompagna debolezza cardiaca; ma è consigliabile sempre di usare dosi minime. Infatti nell'angina pectoris le arterie coronarie mostrano una anormale ipereccitabilità, contraendosi per stimoli che normalmente rimangono senza effetto (lieve lavoro, eccitamenti psichici, ecc.); è quindi possibile che una dose normale di digitale determini effetti assai nocivi . Normalmente le piccole dosi di digitale dànno luogo a dilatazione dei vasi renali, le grandi a costrizione ; ma, in condizioni m orbose, può accadere che il medicamento esplichi una influenza assai spiccata, e quindi dannosa, sia aumentando eccessivamente la diuresi, sia producendo diminuzione di questa. È quindi buon precetto il sor vegliarecostantemente laquantitàdell'urinaemessa e il sospendere la somministrazione della digitale sia .q uando la diuresi diminuisce, sia quando essa oltrepassa i limiti abituali . Data l'azione irritante della digitale sulle vie digerenti, i catarri gastroenterici ne controindi cane l'uso; a meno, si in tende, che il catarro non sia effetto della stasi venosa . L' A. preferisce all'infuso di ,iigitale la polvere di foglie, alla dose di ro cgr. , tre volte al giorno, in pillole, unita a cgr. 50 di diuretina. Talora gli effetti favorevoli della cura durano a lungo ; altre volte invece si dileguano r apidamente, sicchè occorre una cura prolungata. In tali ultimi casi 1,A . consiglia di somministrare 10 cgr. di polvere al giorno, continuando anche per anni, senza ti ~ more di una a zione cumulativa. Può accadere talvolta che la somministrazione di d igitale non sia seguìta da effetti utili; ma ciò non deve scoraggiare il medico, giacchè è possibile che una ulteriore somministrazione del medicamento, fatta qualche giorno dopo, si riveli efficace. V. FoRitì .

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IL POLIC'LINICO

OSSERVAZIONI CLINICHE ~eurite •

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del peroneo con paralisi d'origine traumatica

per il dott.

GIOVANNI 0NANO.

Si presenta alla nostra osservazione un ra· gazzo di 6 anni, il quale nel camminare poggia semplicemente la punta delle dita, anzichè la pianta del piede destro, e ciò da 4 mesi a questa parte, epoca in cui il ragazzo ebbe a soffrire un violento trauma, essendo stato sepolto. forse a scopo omicida, sotto grossi sassi, per lo spazio di 12 ore. Un grosso sasso, fra gli altri, del peso di 32 kg. poggiò per tutto quel tempo sulla piega del ginocchio, altri sulla testa, sulla schiena, sulle braccia, sui piedi. Nei primi tempi il ginocchio dell'arto, oggi leso, ebbe a gonfiarsi con dolorabilità tale, da non pèrmettere la minima distensione della gamba, poi grad0 a grado quel gonfiore e quel dolore sparirono, permanendo il difetto ancora oggi notato e le cicatrici varie per altre ferite sulla testa, sulla faccia, sul dorso e sugli arti. Alla nostra osservazione 5picca un'avanzata atrofia di tutto l'arto destro ed un accentuato grado di varo equinismo nel piede dello stesso lato. I movimenti dell'arto però sono conservati completi nella coscia e nella gamba, dove è possibile l'estensione, la flessione, l'adduzione e l'abduzione. Non così nel piede dove le dita permangono in uno stato di continua flessione plantare, essendo impossibilitata la flessione dorsale. La punta del piede rimane pendente al suolo. L'infermo solleva energicamente la coscia e applica il piede sul suolo toccandolo prima con la punta (steppare). La sensibilità è conservata in ogni piccola porzione di tutto l'arto (coscia, gamba e piede). L'esame elettrico dà invertimento nella formala di contrazione: la corrente che produce la C. C. An. è minore alla corrente che produce la C. C. Ka. .

Possiamo dire che trattasi di una lesione periferica e senza dubbio di una lesione nel campo dello sciatico, leso non già in tutto il suo percorso, ma in una delle sue due porzioni terminali: nel ramo popiiteo esterno o peroneo comune. La dolorabilità accusata nei ·primi giorni indicava la neurite e la perineurite traumatica che impediva il distendersi della gamba per l'infiammazione e gonfiore del cavo popliteo, con riverbero in tutto il percorso dello sciatico. Scomparsi i fatti infiammatori, rimase la lesione in atto del ramo colpito maggiormente,

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la lesione cioè del popliteo esterno o peroneo comune. Per cui paralisi nel campo innervato da questa terminazione dello sciatico ed una retrazione nel campo antagonistico: il campo del tibiale posteriore. La atrofia della coscia è avvenuta per la diminuita funzinnalità del· l'arto. · Lo sciatico sappiamo che esce dal bacino per la incisura ischiatica, e passando tra il gran trocantere del femore e la tuberosità ischiatica scende in basso nella parte media e po.;teriore della coscia fino a dividersi - tre o · quattro dita sopra il ginocchio - nel nervo peroneo comune o sciatico popliteo esterno e nel nervo tibiale o popliteo interno. Orbene, il nervo peroneo o popliteo esterno prima di biforcarsi dà rami alla corta porzione del bicipite, al tibiale anteriore, all'articolazione femoro-tibiale e alla peroneo-tibiale. Con il safeno peroneo ·cutaneo il peroneo innerva la pelle della regione laterale della gamba. Come ho detto, poi si divide presto in due rami: il peroneo superficiale (muscolo cutaneo o peroneo esterno) sensitivo; ed il peroneo profondo, motorio.• Il superficiale innerva la cute della parte laterale esterna della gamba e dorsale del piede ed i due muscoli peronei. Il nervo p eroneo profondo, esclusivamente motorio, dà rami al tibiale anteriore, al lungo estensore, all'estensore dell'alluce e all'articolazione tibio-tarsica; e poi nel dorso del piede dà rami all'estensore breve; ali' articolazione tarsea secondo il Ruge: al}' alluce ed al secondo dito lateralmente. ' Al nervo popliteo esterno, o peroneo, dunque appartiene l'innervazione del campo muscolare che deve estendere il piede e tutte . le sue dita, e l'innervazione di una parte dell~ pelle delJa gamba e del dorso del piede. 11 nervo tibiale poi o popliteo interno dà alla pelle rami superficiali, che si anastomizzano con rami cutanei degli altri ner\..,i del1' arto inferiore e procura la innervazione ai muscoli della parte posteriore della gamba gastrocnemio, soleo. popliteo, tibiale posteriore, flessore comune e flesc;ore dell'alluce - ; all'articolazione e alla parte plantare del piede - abduttore dell'alluce, flessore breve delle dita, ecc. È evidente dunaue che noi abbiamo la lesione nel campo del popliteo esterno, nel campo cioè dell'estensione o flessione dorsale del piede. Si chiama comunemente distensione del piede la posizione che permette di poggiare a terra


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SEZIONE PRATICA

la parte plantare. formando così un angolo retto con la gamba. In realtà sarebbe una :flessione chiamata dorsale per distinguerla dalla pl~ntare; sicchè la flessione dorsale del piede è impossibilitata nel nostro caso perchè questo movimento dipende esclusivamente dal tibiale anteriore; impossibilitata la estensione o flessione dorsale delle prime falangi dell'alluce perchè dipende quest'azione dal lungo estensore delle dita dell'alluce lungo e breve; l'abduzione del piede e la elevazione del margine e sterno del piede non si può parimenti effettuare per la lesione nervosa àei muscoli peronei e, come noi abbiamo visto, tutti questi sono innervati da rami del popliteo esterno o peroneo comt1ne. Perchè doveva e~sere leso proprio solo questo nervo? A ciò è facile poter rispondere pensando alla sua posizione super .ficiale, che lo rende pii.1 esposto alle lesioni esterne, come spesso succede nelle lesioni traumatiche dello • • sc1at1co. Il grado di avanzato equinismo poi è spiegato con la contrattura secondaria dei muscoli del polpaccio, collegata alla contrattura degli interossei. Noi troviamo però conservata la sensibilità in tutto l'ambiente innervato dal peroneo comune, eppure noi sappiamo che lo sciatico è nervo anche sensitivo; difatti, secondo Raube, un ramo muscolare del tibiale posteriore, per esempio, è provveciuto ançhe di molti corpuscoli del Pacini, che dànno una sensibilità perfino esagerata al per!ostio della tibia, e sappiamo pure che se del popliteo esterno un ramo è esclusivamente motorio - il peroneo profondo - , il ramo superficiale, peroneo superficiale, invece è un ramo esclusivamente sensitivo. Orbene, come è che nel nostro caso è conservata la sensibjlità ? Perchè la pelle della gamba oltre essere innervata dal peroneo superficiale è anche inne!vata dai rami ct1tanei mediali della gamba, provenienti dai rami cutanei del femorale e più propriamente dal nervo saf~no.

Eppoi i rami nervosi terminali da t1n caso all'altro possono presentare, nelle grandissime · differenze, dei vari rapporti compensatori uno con l'altro. Ma a parte l'innervazione proveniente dal crurale, noi abbiamo la innerv·azione del nervo cutaneo, proveniente dal ti-

bia1e o popliteo interno, coi suoi rami anastomotici - nervo comunicante tibiale o safeno esterno, cutanei laterali e dorsali del piede per spiegarci abbastanza la conservazione della sensibilità in un campo innervato da un nervo che .presentasi leso. Potremmo anzi dire che la conservata sensibilità in questo campo rafforza la diagnosi di lesione unica ed esclusiva del peroneo. /

ACCADEMIE, SOOIETl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCON1'1 PARTICOLARI).

Reale Aeeademia di medfeina di Torino. Seduta del 13 dicembre J9I2. Mantelli. I/ A. studiò l'argomento del trapianto dei reni con criteri assolutamente pratici, escludendo quindi quelli autoplastici ed eteroplastici. Fece nove esperienze nel cane, trapiantando tutto l'apparato urinario di un cane neonato ne!l'ascella di un cane adulto; l'a<?rta e la cava del trapianto· venivano anastomizzate risoettivamente con I' ar... teria e la vena ascellare del cane adulto; la vescica veniva sospesa per mezzo dell'uraco e l'uretra suturata alla pelle. I trapianti non attecchirono in nessun caso sebbene le anastomosi vascolari funzionassero bene. L' A. conclude che il trapianto omoplastico di reni di animali neonati non è seguìto da buoni risultati e quindi ben difficilmente esso potrà ragionevolmente essere t entato in chirurgia umana. Seduta del 14 febbraio 1913.

Serafini ha eseguito delle ricerche sperimentali sulla neft'ecc' omia seguita da i mmediata decapsulazione del rene superstite. - È noto che quando si deve fare l'asportazione di un rene calcoloso o tubercolare, o comunque ammalato mentre l'altro è contemporaneamente affetto da nefrite , qualche autore ritiene che sia uti1e far seguire alla nefrectomia la decapsulazione del rene superstite, perchè questa migliora le condizioni dell~organo e dà maggiori garanzie di guarigione. L 'O. ha studiato il fondamento funzionale di questo mo~lo di agire, operando sopra coppie di conigli della stessa età, sesso e peso, eseguendo in un animale la nefrectomia e nell'altro la nefrectomia seguita da decapsulazione dell' altro rene. Dal confronto degli esami funzionali e dei reperti istologici egli è venuto alla conclusione che quest'ultima manovra operatoria arreca allo animale sano maggior danno della semplice nef recton1ia.


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IL POLICLINICO

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Dallo studio del suo materiale sperimentale, l'O . per quanto riguarda la funzione renale dopo la semplice nefrectomia, crede che non sia possibile stabilire in proposito una legge e che il disaccordo degli autori sia dovuto al fatto che ogni anima le ha forse un modo speciale di reagire a q_u esta demolizione. PIETRO SISTO

Società

Medica-~hirurgi~a

di Bologna.

Aàunanze scientifiche del febbraio-marzo . M. Prezzolini (assistente-medico Ospedale Mag-

I

giore). Dev,iazione coniugata de1: bulbi oculari associata alla chiusura delle palpebre, nell'emiplegia. - Espone e commen.ta il seguente fatto , da lui osservato con una certa frequenza in casi diantica emiplegia. La chiusura forzata delle palpesi accompagna spesso negli emiplegici a deviazione coniugata dei bulbi oculari, per lo più verso il lato paralizzato. Questa sarebbe una forma atipica del fenomeno di Bell, non ancora osservata fin qui, nè in soggetti sani nè in casi di paralisi periferica del facciale. Il fenomeno invero che si osserva più frequentemente nella chiusura for . zata delle palpebre è la rotazione dei bulbi oculari in alto, con strabismo divergente: e gli autori non parlano di deviazione coniugata. Ciò risulta anche da un recente studio del Fumarola sull' argomento. In due casi di deviazione coniugata dei bulbi oculari, stabilita di recente in soggetti emiplegici , il disserente ha potuto vedere che, non solo durante la chiusura forzata degli occhi, ma anche \ durante il sonno scompariva la deviazione coniugata dei bulbi oculari verso l'emisfero cerebrale colpito, e comparire invece una deviazione coniugata verso il lato paralizzato. Per lo scarso numero di osservazioni raccolte, il disserente non può d are un'interpretazione del fenomeno csservato ; crede tuttavia che uno studio accurato del t ono labirintico, in casi di antica emiplegia, possa fornire qualche utile indizio sullo stato dei centri cerebellari e pontini, regolatori dei movimenti oculari coniugati. G. Panzacchi (aiuto Istit11to Patologia chirur-

gica ). Cont-ribu to alla conoscenza della midri asi pupilla~e come sintomo obbiettivo ·del dolore. P arla dei sintomi presentati da un operaio, invia togli da una Società assicuratrice per l'esame dei m edesimi. L 'operaio aveva diciassette anni, era caduto da un carro e s 'era conficcato uno scalpello n ella regione glutea destra. Manifestava paresi e dolore all,arto leso, e più nei movimenti a; flessione dell'arto e alla pressione. La ferita tuttavia aveva interessato solo la cute ed era

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guarita di prima intenzione. Una diagnosi che corrispondesse al quadro morboso del soggetto era molto difficile ; e di questa il disserente parla. Una osservazione quotidiana di due mesi, fece rilevare fatti strani e cotttradditoti, tanto che la impressione di simulazione prese valida consistenza. Ma due fatti imponevano un certo riserbo: il dolore' e la midriasi. Ogni volta che si provoca va il dolore si no~ava una spiccatissima dilatazione pupillare. Si dà grande importanza alla dilatazione pupillare, come sintomo obbiettivo del dolore. Tutti ritengono che l'assenza sua non autorizza a negare l'esistenza del dolore; ma quando essa è presente, quando cioè si produce midriasi, allora si rjtiene dai più come certa l'esistenza del dolore. Siccome da tutte le ricerche eseguite sopra il suo caso, il disserente non riusci che ad accumulare nuove prove di frode ed aumentare la difficoltà della diagnosi, rimanendo il dolore come sintoma isolato, si diede egli a studiare sistematicamente il fenomeno. Riferisce pertanto i suoi nuovi risultati e li commenta con notizie bibliografiche. Dà anche i ric;ultati di 112 • osservazioni da lui eseguite sul fatto della mi .. driasi pupillare in rapporto agli atti respiratori , eseguiti in soggetti di varia età, sani e malati, e a differente intensità di luce. In fine conclude che la reazione pupillare al dolore è un sintomo che va assunto con grande prudenza sempre, e specialmente nella medicina degli infortuni. Occorrerà sempre tenere presente tutte le condizioni patologiche e fisiologiche che possono .dare la midriasi, e poterle tutte escludere per potere dare un valore di sintomo obbiettivo di dolore alla midriasi stessa. Ma ciò t?Otrà ben di rado avvenire, il che equivale ad ammettere che praticamente il sintomo pupillare del dolore non ha certo quel valore che da alcuni gli è attribuito.

U. Stoppato (assistente Clinica chirurgica R. Università). Un nuovo metodo di craniotomia decompressiva co·n cranioplastica prima1'ia. - Il metodo consiste nel praticare in corrispondenza di una delle bozze parietali un vasto lembo osteo-cutaneo. Il lembo cutaneo ha forma circolare ed è fornito di uno stretto peduncolo, della larghezza di circa 3 cm., portante l'arteria temporale superficiale; il lembo osseo è invece alquanto più piccolo di quello cutaneo ed ha forma quadrangolare con i due lati verticali un po' più lunghi dei due orizzontali. Nel rimettere il lembo osseo al suo posto, si fa fare ad esso una rotazione di' circa 45 gradi, in modo che i quattro angoli del lembo osseo v engano a rimontare sui quattro lati della cor-


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SEZIONE PRATICA

nice cranica. Il lembo cutaneo che aderisce a quello osseo, in causa della relativa strettezza del peduncolo permette bene questa rotazione. I n tal modo la breccia cranica vienè in gran parte riprotetta. La bozza parietale viene a sollevarsi sulla superficie cranica di quanto misura lo spessore della. calotta cranica, non solo, ma poichè si vengono a porre i meridiani trasversali della regione parietale, che hanno piccolo raggio di curvatura, al posto dei meridiani obliqui, che hanno raggio di curvatura maggiore, si aumenta ancor di più la capacità della bozza parietale. Cosi il cervello trova spazio sufficiente per una efficace d,ecompressione. Nei punti di contatto fra lembo osseo e cranio avverrà un saldamento, per cui si eviterà la formazione di ernie cerebrali. A ttraverso ai quattro angoli della breccia rimasti scoperti potrà il liquido cefalo-rachidiano sovrabbondante trovare una via di deflusso nei capillari del cuoio capelluto. La superficie cerebrale sj verrà a porre in massima parte a contatto col tavolato intorno del lembo osseo e sa· ranno evitate ec;;tese aderenze fra cervello e parti molli. ?oichè un procedimento analogo si può appli• care anche alle altre bozze del cranio (bozze frontali ed occioitali), ·ne viene che si ha la possibilità di praticare una decompressione specifica per ognuna dlele tre fosse craniche. Ciò sopratutto ha valore in quei casi, per esempio talvolta per tumore del cervelletto dove l'aumento di pressione esistente nella fossa cranica posteriore, per la rigidità del tentorio del cervelletto, non può risentire l'effetto di una decompressione fatta in corrispondenza della bozza parietale. In tal caso la craniòtomia praticata secondo il metodo del1'autore in una delle buzze occipitali può dare il risultato desiderato. Dott. G. M. PICCININI.

Soeietà lombarda di scienze mediche e biologiche. Seduta del 17 marzo 1913. La vini F. Osse1'vazioni su di un embrione umatto. - L'O. illustra alcune particolarità di struttura relative al tubo digerente ed ai primi abbozzi dell'apparato respiratorio che ha potuto mettere in evidenza in un embrione umano (lunghezza 7. 5 mm.), in ottime condizioni di con• servaz1one. Fra. queste particolarità di struttura è specialm~nte interessante la dimostrazione dell'esistenza di un momento nello sviluppo in cui quel tratto del tubo digerente primitivo, che darà poi origine al digiuno, all'ileo ed al crasso, si presenta ' solido, cioè senza lume apprezzabile, contraria -

mente a quanto ~i è fin qui affermato. L'O. mette in relazione tale reperto col!e atresie intestinali congenite. Mangiagalli. Su di un caso di gravid6'-nza t·uba rica interstiziale. - L'O. illustra un caso tipico di gravidanza tubarica interstiziale capitato alla sua osservazione e da lui operato con felice risultato. Il caso è doppiamente interessante, dal punto di vista chirurgico per la sua estrema rarità e dal punto di vista biologico perchè f u possibile la dimostrazione dell'esistenza di una decidua, negata da molti AA. nei casi di gravidanza tubarica interstiziale, mentre, come è noto, essa è ammessa per le altre varietà di gravi danza extrauterina.

G. Guerrin. Note intor1io ad una infestione di Heterakis maculosa Rud. Dalò F. Contributo alta co-noscenza della emoeos,i nofilia sperimentale. - L'emoeosinofilia che accompagna numerose infezioni zooparassitarie è imputata da molti AA. all'azione di sostanze che sarebbero eliminate da zooparassiti e assorbite dall'organismo dell'ospite . Alcuni ·A.A.. hanno anzi ritenuto che tale ip~tesi. abbia una prova sperimentale nel fatto che l'inoculazione d'estratti in massa di zooparassiti negli animali di labora· torio può suscitare una emoeosinofllia: Dalò ritiene che la cosa vada 1nterpretata al· trimenti: che cioè la causa dell'emoeosinofilia in questo caso debba essere piuttosto ricercata nell'azione delle s·o stanze proteiche che costituiscono, per la massima parte, . gli estratti in massa dei zooparassiti. Seguendo un tale ordine d'idee il Dalò ha ino· culato ·ad animali sostanze proteiche che per la loro composizione si avvicinano di più a quelle che sono state isolate dal corpo dei zooparassiti ed è riuscito ad ottenere in tal modo emoeosinofilia di altissimo grado. Perciò esclude che le emoeosinofilie ottenute in seguito ad inoculazioni di estratti in massa di zooparassiti possano essere invocate a dimostrazione dell'esistenza di sostanze speciD.che d'origine zooparassitaria. C.-B.

R. Accademia dei Fisiocritici in Siena. Adunanza del

27

dicembre

1912.

Presidenza: prof. D. Barduzzi, presidente.

Nassetti F. Plas tiche ci'Ycolari dell'esofago con lembi liberi di aponeurosi. - Sono queste esperienze la continuazione di altre già comunicate a questa Accademia, in cui fece plastiche d i parti circoscritte dell'ec;ofago pure con lembi liberi di aponeurosi. Presenta una serie di esofagi di cane in cui ad un segmento di 2-4 cm. di lunghezza ha sostituito un lembo di aponeurosi avvolto a (17)

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56

IL POLICLINICO

·cilindro. La fistola esofagea può mancare. In· primo tempo non si hanno gravi turbe della· deglutizione. Un tessuto connettivo giovane circonda e invade il tessuto innestato. Sulla s11perficie i11terna dell'esofago si constata una superficie coperta di granulazioni eh~ ha l'aspetto di una piaga; esternamente un abbondante connettivo di neoformazione stabilisce copiose aderenze con i tessuti e ... gli organi circostanti. Gua't"dando attentamente lo superficie di sezione è possibile riscontrare per il colore e la tessitura il tessuto aponeurotico; giace questo come av\riluppato da connettivo che gli sta aderente e lo compenetra. Per la sclerosi graduale che quest'ultimo subisce si ha la riduzione del calibro del cilindro di aponeurosi e come conseguenza un.a stenosi esofagea, la quale può raggiungere anche notevole grado. Intanto la super6.cie granuleggiante della faccia interna dell'esofago va a poco a poco rimpicciolendo fino a scomparire per l'avanzarsi di gettate epiteliali che si originano dai bordi della mucosa del moncone sopra e sottostante. Residua dopo un certo tempo una zona cicatriziale, una specie di cingolo stenosante che dà fatti di disfagia.

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Nassetti F. Esclusione del piioro con bandeltette libere aponeu'Yoticke e te'J!t di·nee. - Seguendo l'indirizzo delle' sue vicende sull'avvolgimento e sulla produzione di stenosi dei vasi con lembi liberi di aponeurosi e con lacinie tendinee ha voluto indagare con lo sperimento se fosse stato preieribile · l' uso di ouesti tessuti ai fili ed alle fettuccie ·di seta e di cotone, i quali quasi sempre cadono dopo qualche tempo entro il lume gastrico ristabilendo la canalizzazione. Presenta due stomachi di cane così operati. Si riserva di dare un resoconto completò degli sperimenti dopo lo studio dei reperti deglt stomachi di altri animali che vuole tenere anche parecchio tempo in vita. Può intanto asserire che non è possibile ottenere un 'esclusione vera del piloro ma altro che, una stenosi e che il laccio non penetra entro lo stomaco. Pensa che nella clinica il metodo potrebbe trovare applica• z1one. Porta. ()sc;erva che il Parlavecchio, come ebbe a dichiarare a molti nell'ultimo Congresso di Chirurgia , ha istituito nel suo Istituto esperienze pazienti, prolungate, mttodiche per ricercare se sia possibile ottenere una stabile ostruzione del piloro , sostituendo ol nastrino di seta del suo primo processo, un cordone ricavato dall'epiploon. Non crede che le bandellette libere muscolo· peritoneali, aponeurotiche o tendinee, usate dal Nassetti, permettano di ottenere l'ostruzione stabile del piloro attraverso alla formazione di un anello cicatriziale costrittore, perchè la continuità del tubo mucoso sotto e le valide contrazioni ~

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dello stomaco dal eardias verso il piloro, sfian· cheranno col tempo ~ il tes~uto di cicatrice e ridaranno al canale la pervietà. · Non crede possibile ottenere un forte schiacciamento della mucosa senza aversi gravi danni delle altre tuniche, mal riparati dalla banderella aponeurotica, e che in ogni caso la riprodu1Jione della ~ucosa sarebbe la _regola, e le condizioni per il ristabilimento della pervietà del canale non verrebbero mutate. Che il pezzo anatomico proveniente dal cane ucciso dieci giorni dopo ed in cui la ostruzione pilorica non fu seguìta dalla gastroenterostomia, dimostra che la parvietà del cana-le tendeva già a ristabilirsi e che l'a1tro pezzo proveniente dal cane morto dopo due giorni dall'intervento, non può conseotire conclusioni di sorta. Il metodo Parlavecchio - quando non si voglia ottenere che una ostruzione temporanea - è certamente da preferirsi a quello consigliato dal Nassetti. '

U. Geroni .. (Clinica chirurg!ca). Sul f1'a ttamcnt€> de[,li' ascessi da mate di' Pott. - L'A. riferisce sui vari trattamenti usati nella clinica del prof. Biondi in 71 casi di male di Pott complicato ~on ascesso. Riportati 3 casi, nei quali la · guarigione si ebbe agendo sul gibbus e sul generale degli infermi, passa ad esporre 1 caso di guarigione ed 1 di morte per ascesso retrofaringeo operati col processo Chiene, 3 casi di guarigione completa e 3 decessi su 6 operati' per aiscesso iliaeo con incisione alla Bardenheuer escissione in totalità della sacca fino al focolaio osteitico e scucchiaiamento di questo, 2 casi di guarigione completa, 3 di guarigione con fistola e due decessi su 7 opera~i, per ascesso paravertebrale, con ampia incisione e scu'" chiaiamento del focolaio osseo, 1 caso di guarigione ed 1 di morte pe1 intervento diritto sui corpi vertebrali e drenaggio traussomatico alla Vincent, 1 caso di guarigione completa, 2 di guarigione con fistola e 6 decessi su g operati con ampie incisioni per ascessi pottici presentatisi al trattamento aperti ed in preda ad infezioni secondarie ~ 42 casi con 36 guarigioni trattati col semplice svuotamento ed iniezioni di sostanze modificatrici. L'A., dopo aver fatto rilevare che gli ampi trattamenti operatori furono imposti da speciali condizioni degli infermi, pur tenendo in debito conto i buoni risultati con questi trattamenti ottenuti, fatta la critica dei diversi processi operativi, sulla base delle osservazioni riferite, conclude che il miglior trattamento è quelio meno lesivo. In rapporto ai liquidi modificatori, che si iniettano comunemente entro la cavità a~cessuale, l'A. fa osservare che tanto la sospensione iodoformio-


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SEZIONE PRATICA /

glicerica alla Mikulicz, quanto tutte le altre soluzioni o sospensioni gliceriche 0 no, a base di principi iodici o di altre sostanze medicamentose, (formolo, naftolo, ecc.) per agire direttamente sul focolaio osteitico in modo utile devono essere iniettate in quantità considerevole altrimenti si disperdono e si esauriscono nella vasta ed anfrattuosa· cavità ascessuale. Dimo~tra inoltre .con osservazioni proprie ed altre desunte dalla lette· I ratura, che tanto !l veicolo glicerico in sè, quanto tutte le sostanze iodiche o no iniettate in quantità anche inferiore a quella necessaria per arrivare al focolaio osteitico sono, per quanto la permeahilità tielle pàrti ascessuali sia scarsa, fortemente tossiche. Per queste ragioni, dopo una lunga serie di esperienze comparative, dopo aver saggiato e sospensioni gliceriche e oleose, e soluzioni acquose lattee di principì iodici, dopo aver esperimentato sali di argento (nitrato, lattato, fluoruro), di mercurio, dopo aver ricorso a fermenti quali la tripsina, il prof. Biondi ha adottato quale liquido modificatore, da iniettarsi nella cavità ascessuale, una soluzione al 2 °{, di bicloruro di mercurio in alcool assoluto, sottoponendo sempre gli infermi ad una cura iodica generale alla Durante. Tale liquido iniettato dopo lo svuotamento dell'ascesso agisce disidratando la superficie interna della parete ascessuale ed impregnandola del sale di mercurio, si viene così a formare tutto all'interno una membrana di sostanza proteica, coagulata, impermeabile, per cui il liquido non può passare jn circolo; questo fatto permette, quantunque il liquido sia fortemente tossico, di iniet .. tarne una quantità sufficiente (eme. 50·60-70) ad agire direttamente sul focolaio di osteite. Questa membrana impermeabile dopo alcuni giorni cade in seno alrascesso ed i tessuti vivi che si scoprono vengono successivamente fissati dall'eccesso di liouido rimasto nella cavità ascessuale. ... L' A. ha constatato la formazione della membrana impermeabile, svuotando, coll'espirazione con grossi trequarti, la cavjtà ascessuale dopo alcuni giorni dall'iniezione; in tali casi ha estratto larghi brandelli membranacei di sostanza proteica fortemente impregnati di sublin1ato. L'impermeabilità la desume dal fatto che mai sono comparsi fenomeni di m e:: rcurialismo e dal non avere coll'esame sistematico delle urine potuto dimostrare in quello traccie minime di sublimato. Conclude coll'affermare che questo liquido ha un potere terapeutico superiore a quello di tutti gli altri liquidi perchè sono sempre bastate poche iniezioni per ottenere quasi sempre guarigione. U. Noferi (Istituto di Clinica generale operativa). Ripa'Yazione di estese perdite di sostanza del dotto coledoco a m ezzo di f'Yapi·anti ureterali (Nota

preventiva). - L'A. presenta all'Accademia un cane operato di estirpazione di Ya del coledoco, come spesso capita dover prati care in casi clinici per mali di questo dotto. Per riparare alla perdita di sostanza e per ristabilire il deflusso della bile si servi del trapianto di 5 cm. di uretere. La sutura fu fatta per invaginamento. Il cane ha tollerato bene l'operazione, non ha avuto versamento di bile nell'addome, nè acolia, nè congiuntive itteriche, ciò che dimostra che a mezzo del trapianto si è ric;tabilito il deflusso biliare. Pià tardi si riserba presentare all'Accademia il ·pezzo trapiantato ed i relativi monconi del coledoco con i preparati microscopici e rjferìrà su altra serie di esperimenti in cui si è servito allo stesso scopo di tratti di safena. Riferirà pure su altri esperimenti in corso con i quali ha cercato stabilire l'anastomosi affiorando il tratto del parenchima epatico, ove si trovano i dotti epatici, nello stomaco, nel duodeno, nel digiuno. V. MARTIN!. ,

Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed art.i. Adunanza ordinaria del 25 febbraio 1913.

R . Massalongo. OpoieYapia ematica. SieYo terapia delle anemie. - L'O. riassume i risultati delle sue ricerche sperjmentali e cliniche: 1 ° Il siero di sangue di animali salassati, iniettato in altri animali vi determina una costante e considerevole iperglobulia. 20 Data questa proprietà del siero di animali in istato di anemia acuta di stimolare la funzione degli organi ematopoietici, abbiamo preparato ed usato questo siero nella cura delle anemie nell'uomo. 3° La iperglobulia provocata dal siero ematopoietico non è però seguìta da un contemporaneo aumento del tasso emoglobinico, e da alcun sintomo clinico soggettivo ed obbiettivo di migliorata crasi sanguigna. 4° Si ottenne solo un reale miglioramento in varie forme di anemia, cosi detta primaria e secondaria, solo allora che all'u5to del siero ematopoietico venne associato quello di preparazioni ferruginose: metodo questo che ci permise di verificare, in breve periodo di tempo, coll'aumento delle emazie, un elevamento del tasso emoglobinico del .::o, 30 e 40 %, aumento della percentuale della Hb, che non era stato osservato uguale e nello stesso tempo coli 'uso del solo ferro. . L. Messedagl!a. A p,-oposito di un consulto in edito di M. Malpighi (Nota). - L'O. illustra brevemente un ineclito consulto medico di Marcello Malpigbi, e, ricordando gli studi del De Giovanni,

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IL POLICLINICO

dimostra la singolare altezza della mente clinica malpighiana. L'O. dà poi qualche ragguaglio intorno ai consulti fino ad ora editi del Malpighi, e rammenta il copioso materiale di consulti, tuttavia inediti, sparso· in varie biblioteche. E tratta della errata edizione padovana del 1713 di cento consulti malpighiani, promossa da A. Vallisnieri e curata dal veronese G. Gaspari. L'O. aggiunge notizie, tratte in parte da documenti inediti sul Gaspari e sulle sue opere mediche e naturali.

· A. Malesani. Contributo all'azione degli estfaftì. di Ptostata ' sull'apparato cardiovascolare e sull'intestitio (presentata dal prof. A. Stefani). A. DIAN.

fJlinica medica di Genova. Seduta del 29 gennaio 1913. E. Tedeschi. Polmonite lobare accompagnata da itterizia precoce. - I casi di polmonite con itterizia, per quanto siano relativamente non rari, pure meritano talora d'essere segnalati, perchè istruttivi. L'O. ricorda appunto la storia d'un infermo da lui osservato. La malattia era esordita tre giorni prima, con brividi di freddo, dolore all'ipocondrio destro, febbre elevata e, fin dalle prime · ore di malattia, tinta itterica della congiuntiva bulbare ed urine itteriche. All'esame obbiettivo, come dati precipui: erpete labbiale; appena accenno ad ipofonesi alla base destra; fegato notevolmente ingrossato e dolente, tinta itterica; temperatura a 40°, polso 120; condizioni generali piuttosto gravi, ma non gravissime. Non ostante la quasi completa assenza dei sintomi polmonari, tenuto conto di vari elementi, che 1'0. ricorda, Tedeschi riteneva trattarsi di una polmonite lobare cosi detta eentirale, accompagnata da itterizia. Il decorso diede ragione della diagnosi; la risoluzione si ebbe in settima giornata, senza ulteriori complicazioni. Tedeschi si ferma specialmente sulla itterizia, comparsa cosi precocen1ente nelle prime ore di malattia; ricorda le varie teorie patogenetiche dell'ittero nella polmonite. Dato l'inizio cosi precoce, il caso in questione viene in favore della ipotesi, che si tratti d'una localizzazione della infezione diplococcica alle vie biliari (angiocolite diplococcica). Accenna l'O. come anche in questo ammalato l'itterizia non sia venuta ad aggravare il prognostico (e ciò in appoggio di quanto si sostiene nella Clinica di Genova).

A. Barloeco. Sopra u.n caso di enfisema polmonare. - Si tratta di un caso di enfisema polmonare venuto a morte. (20)

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Esso concerneva un soggetto di 32 anni, di professione tornitore, e presentava i caratteri di un enfisema di altissimo _grado, con dilatazione cardiaca assai notevo1e e stasi renale. In questo infermo si presenta va il quesito della esistenza o no di un processo renale, date le notevoli quantità di albumina e di cilindri granulosi e jalini nelle urine. Questi elementi però erano in assai scarsa quantità relativamente alla quantità di albumina; inoltre si notavano spiccate oscillazioni nella quantità delle albumine stesse, in rapporto alle modificazioni della attività cardiaca. L'autopsia confermò la diagnosi. Oscura in questo caso rimane la patogenesi. Occorre in tal caso, data la ma11canza di precedenti morbosi atti a spiegare tale avanzatissimo grado di . enfisemà, invocare un'ipoplasia congenita del tessuto elastico polmonare. Calcaierra. Sopra un caso di ascesso sub frenico. L'ascesso subfrenico, che per la sua particolare localizzazione poteva fare rimanere incerti fra questa diagnosi e quella di ascesso perirenale, fu diagnosticato dal prof. Maragliano oltrechè per i fini dati clinici rilevati, anche per il sussidio ap· portato dall'esame radioscopico, che in casi simili non deve essere mai lasciato in disparte. In questo caso l'inizio improvviso dei fatti, manifestatosi circa 40 giorni prima, aveva già tratto in inganno qualche pratico e lo stato generale del paziente ne aveva - come è facile comprendersi ·_ sofferto non poco. Il pronto intervento chirurgico, eseguito dal prof. Dario Maragliano, fece si che in capo a circa 20 giorni il paziente uscisse in convalescenza. A. BERT01'1NI. La nostra Amministrazione offre agli abbonati del Pollcllnlco, per sole L. 4, franca a domicilio,

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SEZIONE PRATICA

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APPUNTI PER .IL MEDICO PRATICO. OASISTICA. Le compressioni lente del midollo. Ogni volta noi ci troviamo in presenza d'una paraplegia spastica ci dobbiamo porre il seguente quesito: si tratta di una mielite trasversa. di una sclerosi a placche, di una siringomielia o di una compressione del midollo? Generalmente la sintomatologia non basta a differenziare in1mediatamente queste lesioni, bisogna invocare in aiuto i dati anamnestici. Le compressioni brusche del midollo ~pinale eh e sono consecutive alla frattura della colonna vertebrale o all'ematomielia traumatica o spontanea si riconoscono per la subitaneità degli accidenti paralitiéi: le comp~essioni lente possono risultare da diversi processi: per lo più essi dipendono da mal di Pott. A questo proposito il Dejerine descrive recente1nente (Joufn. des Praticiens. 1912, Dee.) un caso del genere interessante per le considerazioni che l' A. fa. Nel male di Pott è raro che la compres~ione del midollo sia dovuta ai frammenti ossei, bisogna invece incriminare o la pachimeningite tubercolare o un ascesso per congestione: non si può dire altrettanto delle lesioni cancerose della colonna vertebrale: in questi casi si ha un'infiltrazione cancerosa sia della colonna vertebrale che della dura madre e delle radici dei nervi rachidei. I dolori in questi casi sono molto più terribili che nelle altre compressioni midollari, e tale sindrome va sotto il nome di paraplegia dolorosa del Cruveilhier. Si hanno inoltre le pachimeningiti primitive, la pachimeliingite tubercolare, le forme sifilitiche e le neoplastiche: in questi casi il tumore può esser partito o dalla faccia esterna o dalla faccia interna della dura madre ovvero dall~interno del midollo. Una· forma bene studiata solo in questi ultimi tempi è la mening1te spinale cistica primitiva: essa è costituita da una cisti situata sotto la dura madre consecutiva ad un'antica meningite: essa può raggiungere grande volume, potendo contenere fino a 200 ~r. di liquido. Qualunque ne ~ia l'etioiogia, la compressione del midollo si manifesta con dolori, la çui topografia è in rapporto generalmente colla sede del processo determinante la compressione: esiste anestesia dei segmenti posti al disotto della sede della compressione. r a dissociazione siringomielica della sensibilità che si osserva in queste com pressioni midollari lente è dovuta al fatto che le vie della

sensibilità termica e dolorifica passano pel fascio di Gowers che è superficiale, mentre quelle delle gensibilità tattile e delle sensibilità profonde hanno vie più interne sia dirette che crocia te: è raro che tutte le sensibilità vengano perdute, soprattutto nelle ·compressioni lente; la sensibilità ossea è quella che resiste più a lungo. La prognosi è subordinata alla natura della lesione: mentre la para plegia dolorosa dei cancerosi è incurabile, quella da morbo di Pott può guarire e l'A. cita un caso di questa malattia in cui si ebbe una guarigione di una paraplegia che persisteva da 18 mesi. Dal punto di vista diagnostico bisogna escludere anzitutto un morbo di Pott: quando non si tratti di questa malattia bisogna pensare ad una pachimeningi te o ad un t~more: l'unilateralità dei sintomi parla in favore di un tumore o di una meningite cistica. Da! punto di vista terapeutico l' A vanta i buoni risultati che egli ha avuto nel morbo di Pott dalle cauterizzazioni. P. A .

La deviazione della lingua nell'_e miplegia. I! Jones ha studiato 313 casi di emiplegi'a spe· cialmente dal punto di vista della deviazione della lingua. Due movimenti sono stati esaminati, la deviazi.one laterale della lingua protrusa e la deformazione che può imprimere il paziente alle sue ouancie esercitando su di esse p1eg~ione mercè la punta della lingua. La protrusione della lingua viene effettuata in parte dallo stiloglosso e sopra· tutto dal genioglosso dell'opposto lato, l'atto di toccare la faccia in terna de Ila guancia colla punta della lingua viene e:ff~ttuata dallo stiloglosso dello stesso lato ed accessionalmeqte dal genioglosso dell'opposto lato : vi sono adunque con molta verosimiglianza nella corteccia di ciascun emisfero cerebrale dei centri: 1° per l'azione coordinata dei due genioglossi; 2° per l'azione coordinata dei due stiloglossi ; 3° per l'azione coorqinata del genioglosso omola terale e stiloglosso controlaterale. Nella propulsione della lingua fuori della bocca negli emiplegici osservasi talora la deviazione tipica dal lato paralizzato, talora la deviazione atipica dal lato della lesione ; la prima è stata constatata 104 volte sui 132 · casi osservati, la seconda 4 0 volte, vale a dire che il genioglosso controlaterale si è dimostrato paralizzato presso ~

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IL POLICLINICO

a poco 3 volte più spesso che il genioglosso omolaterale. Per quel che riguarda il secondo sintoma in 67 casi si riscontrò che la lingua poteva e$Sere spinta dal lato della lesione più facilmente che dal lato paralizzato, in due casi soltanto si ma. nifestava il fatto inverso, adunque lo stiloglosso controlaterale si era paralizzato tre volte più spesso dello stiloglosso omolaterale. I due segni atipici non si constatano sempre negli stessi casi, di guisa che si possono distinguere quattro modalità semeiologiche della lingua nell'emiplegia. Infine 138 volte sui 313 casi osservati non esisteva alcuno dei quattro segni. I quattro •sintomi qui i:·resi in esame (i due tip~ci . ed i due atipici) sono probabilmente in rapporto colle lesioni dei quattro t1atti corticobulbari differenti provenienti da ciasC'un emisfero e di cui esisterebbe uno per ciascun genioglosso e ciascuno stiloglosso; i sin tomi di penderebbero sia da variazioni individuali dell'incro~iam.ento nei diversi casi, ·che da variazioni della topografia della lesione. (Le P rogrès Médical, 4ome Année, n. 29). Tr.

TERAPIA. I mezzi diuretici non medicamentosi e medicamentosi. In clinica sono frequenti i casi in cui è utilissimo di ottenere un aumento della diuresi. Nelle malattie acute questo aumento facilita l'eliminazione delle tossine infettive; nelle malattie croniche essa può servire a lottare contro l'autointossicazione (uremia) o a sbarazzare l'organismo di sostanze dannose (gotta) o a determinare il riassorbimento degli edemi o di versamenti sierosi. Al Congre9so di Lione è stata svolta una notevole discussione sui mezzi diuretici soprattutto non medicamentosi, ed è stata riassunta dal Plicque nel Bulletin médic. (4 genn. 1913). I medicamenti sono utili e spesso indispensabili per ottenere un aumento brusco_della diuresi, ma per sostenerla ad un tasso soddisfacente, per ottenere un effetto meno intenso ma più prolungato, i mezzi non medicamentosi offrono un interesse reale, perchè, mentre sono molto meno irritanti pel rene, possono essere adoperati indefinitamente. Per quel che riguarda le bevande la legge sostenuta generalmente è bere molto per urinare molto ; però questa regola oltre ad essere dannosa per lo stomaco nei casi' in cui esiste ipertensione arteriosa spesso porta a risultati del tutto opposti. La regola migliore è invece di limitare la quantità di liquido da introdursi; però non

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sempre si vede in tali casi l'effetto desiderato, ma diminuendo l'ingest ione dei liquidi si vede anche diminuire ]a quantità di urina. Il momento però in cui i liquidi sono introdqtti ha molto maggior valore della quantità: l'acqua pura a digiuno si elimina più rapidamente . dell'~cqua bevuta a pasto, così è perfettamente giustificata la pratica seguìta negli stabilimenti di acque minerali di somministrare l'acqua sempre a digiuno. Il latte ed il caffè, soprattutto l'infuso di caffè 11on torrefatto, hanno un'azione diuretica molto spiccata: le tisane, se soprattutto prese a digiuno, hanno un effetto diuretico notevole. Per gli alimenti il Labbé ha dimostrato che buona parte di essi devono il loro effetto diuretico al forte contenuto in acqua (uva, fratta) inoltre non bisogna trasc11rare la loro ricchezza in sostanze che colla loro combustione dànno origine ad acqua. Dando così ad un malato una quantità massima d'un litro <li latte nelle ventiquattro ore e frutta fresche (uva. pere, ciliegie, aranci) si ha il vantaggio di ovviare alla ricchezza di cloruro sodico ed alla povertà d'idrati di carbonio di una cura lattea assoluta. Quanto agli asparagi essi agiscono per i sali di potassio e per l'asparagina; però costituiscono quasi un diuretico medicame!l· toso assai irritante per i reni. Le eccitazioni cutanee agiscono in modo favorevole alla diuresi purchè non producano sudori troppo abbondanti e nelle nefriti acute spes~o si son v isti buonissimfrisultati anche nei casi di anuria: nelle nefriti croniche il bagno caldo non farebbe che affaticare il cuore già tendente per sè a stancarsi. I bagni ecci tanti della pelle (solforosi, alcalini, carbonici) hanno un effetto cliuretico spiccatissimo. Le revulsioni nella regione lombare o le sanguisughe e cosi i cataplasmi o le frizioni su questa regione agiscono decongestionando il rene. L'idroterapia fredda nono~~tante l'effetto diuretico è da temersi nei nefritici. Gli enteroclismi forse agiscono per l'acqua assorbita. Un fattore da non trascurare è il riposo in letto e il Linossier e il Lemoine hanno dimostrato la frequenza e l'importanza dell'oliguria provocata dalla stazione eretta. Quanto ai mezzi medicamentosi l' A. parla dell'incostanza dei risultati ottenuti coli' iniezione di siero estratto dalla vena renale: secondo il Thévenot sarebbe sempre da tentarsi p erchè anche senza azione diuretica può determinare un notevole miglioramento per la sua azione antitossica. L'opoterapia epatica ha dimostrato nelle cirrosi un aumento della quantità di urina: e secondo il Perrin essa merita di essere tentata negli oligurici cardiaci, rena.ti, cachettici, intossicati, feb·


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bricitanti, almeno quando il regime è senza effetto e quando non si possono più adoperare i diuretici cardiaci o renali classici. La comunicazione più originale del Congresso fu quella dello Chauffard che ha dimostrato gli effetti diuretici della diuretina formata per sintesi nell'organismo; questa sintesi si realizza dando dopo la teobromina (I gm.) insieme a salicilato sodico (2-3 gm.). In genere il primo rimedio va somministrato il mattino e il secondo nel pomeriggio : la diuresi cosi provocata dura qualche giorno senza bisogno di ricorrere a dosi giornaliere. Quanto alla digitale e alla teobromina tutti ormai sono d'accordo nell'ammettere che l'azione diuretica è più spiccata a dosi deboli che a dosi forti: così colla teobromina si ottiene una diuresi uguale con d osi di 50 cgm. che di un gm.: il risultato è poi più durevole quando si somministrano piccole dosi. Oltre ai diuretici classici esistono numerosi al... tri quali il vischio, il cloruro di calcio, la teocina e l'adonis. Quanto al vischio sembra attivare la eliminazione dei cloruri e combatte l'albuminuria: se ne somministrano 1 0 -15 cgm. di estratto acquoso per giorno. Il cloruro d i calcio non solo ha azione diuretica ma declorurante: il Vitry lo somministra in dosi di 50 cgm. al giorno per una settimana. P. A .

IGIENE Osservazioni sulla malaria.

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SEZIONE PRATICA·

Il dott. D. Falcioni ha compiuto varie osser· vazioni diligenti e coscienziose sulla malaria, du. rante il suo esercizio in condotta nell'Agro Romano, ed ha potuto raccogliere alcuni fatti che a noi paiono meritevoli di attenzione. · Il più importante da lui accertato è forse questo: le anofele si diffondono praticamente poco; perciò i focolai d'infezione sono strettamente localizzati. Le anofele che si accantonano nelle abitazioni umane, nelle stalle, nelle cantine, quando vi trovano l'uomo malarico assorbono il m ateriale infettante p er diffonderlo nelle vicinanze dopo un periodo variabile d'incubazione: cosi i focolai d'infezione si stabiliscono in località necessariamente abitate dall'uomo. Dormendo all'aperto, lontano dalle abitazioni, si corrono minori pericoli, appunto perchè più difficilmente le anofele ivi si trovano infette. Così i contadini durante la trebbiatura, i pastori durante tutto l'anno, restano relativamente rispetta ti dalla malaria.

Cercare rifugio in località protette è tendenza naturale della anofele, come dell'uomo: in esse s'incontrano, e perciò si diffonde l'infezione. Sulla gravità dell'epidemia interverrebbero due elementi. In primo luogo la densità della popolazione: così nelle stazioni ferroviarie la malaria è più grave che nei caselli vicini, perchè sono abitate da un maggior numero di persone. In secondo luogo vi concorre la densità delle anofele : cosi vi sono delle plaghe oltremodo temibili, per .. chè popolatissime dalle anofele, sebbene siano relativamente poco abitate dall'uomo. Per es., la· tifondi e t erre paludose sono di solito più tormentati dall3 malaria che non i suburbi. Nel determinare la recrudescenza pre-epidemica avrebbe molta parte la biologia del parassita, la cu~ esistenza dev'essere regolata per la conserva· zione del!a specie, in modo che ad un'epoca propizia dà manifestazioni d.i vita. Ma il meccanismo intimo del fatto ci sfugge. A produrre l'epidemia avrebbero parte le infezioni · primitive, le recidive ed, in numero notevole, anche le infezioni latenti che si rendono manifeste. L'esplosione epidemica è favorita da speciali circostanze, inerenti alle abitudini di vita dei lavoratori, alle esigenze d ella coltivazione, ai fattori climatici, ecc. Nel campo della profilassi l'A. ha trovato efficacissimo il concorso di persone pratiche, scelte fra quelle che esercitano ascendente sulle masse e che vivono a contatto continuo coi ·lavoratori, se istruite esaurientemente. L ' A. si è giovato molto della propaganda non solo teorica, ma pratica, non solo orale, ma di azione, fatta persino portando gl'interessati a snidare le anofele sotto i mobili, negli angoli oscuri, nelle stalle, così da sopprimere i focolai locali d'infezione. P er la distribuzione del chinino si dimostrarono utilissimi i coadiutori d el medico. Questi dati sono raccolti in una memoria che fa parte del volume per le onoranze ad Angelo Celli. 1

POSTA DEGLI ABBONATI.

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(93). L'acqua ossi genata n ell ipe1·ctoridria. - Nel fascicolo 6 del e< Policlinico » 9 febbraio 1913. Se· zione pratica, nel capitolo: Terapia, a sulla cura dell'ipercloridria » leggiamo : Goodmann dà da uno a due cucchiai11i da caffè di acqua ossigenata purissi11ia da ingerire in un bicchiere di acqua tre volte al giorno ; la solu-

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IL POLICLINICO

zione purissim a a quanto per cento? Carlo Erba prepara il perneozonio al 36 % di H 2 0 2 (120 voJ. di O). Di tale preparato che quantità bisogna prenderne per seguire il metodo di Goodmann per 1 o 2 cucchiaini ·da caffè ? Fertz Poly fa prendere a digiuno 300 cent. CU· bici di una soluzione al Yz % (cioè gm. 1 e mezzo in 300 gm. di acqua); non sembra tale preparazione intollerante? Ho interesse conoscere tali somministrazioni di dosi, perchè il mio paziente, per ben lunghi 30 anni, sofferente di una ribelle . ipercloridria, costretto, dopo aver sondato tutti i metodi di cura, a sperimentare l'H 2 0 2 di preparazione Erba, ha notato un discreto vantaggio adoperandone 1 0 gocce (preparazione Erba) due volte al giorno prima dei pastj. Si compiaccia risponclermi sulla Posta Abbona ti. Con stima. Rivello. Dott. D' Ambrosi Paolo. Per soluzione purissima di acqua ossigenata secondo la farmacopea ufficiale si deve in tendere quell'acqua ossigenata usata in medicina che dà 12 volumi di ossigeno, e che contiene il 3. 60 % di biossido d'idrogeno; la sua reazione deve essere neutra. Sia Carlo Erba (Perneozonio) sia Merck hanno ottenuto acqua ossigenata il primo a r20 volumi d'ossigeno il secondo a loo % in volume (30 % di perossido d'idrogeno). Ma non di queste si parla con le parole acq·u a ossigenata pu1'issima; a pa· rità di purezya nelle due varietà di prodotti, varia la concentrazione. Per il suo malato si attenga quindi all'acqua ossigenata della farmacopea ufficiale (3. 60 ~~ . 12 volumi di O), nelle diluizioni dettate dal Goodmann, un ('Ucchiaino da caffè diluito in un bicchiere d'acqua, due o tre volte al giorno. Se poi vorrà ricorrere ai prodotti concentrati, come tutti i medicamenti, essi dovranno convenientemente essere diluiti. t. p. (94). L 'adrer1alina n ella cirrosi epati'ca. - Nel fascicolo 5, pag. 176 a. c. del u PoJiclinico )) leggo

i vantaggi curativi dell'adrenalina nella cirrosi epatica. Siccome questa malattia da noi è frequente, sarei obbligatissimo a V. S. se avesse la compiacenza di indicarmi la relativ~ tecnica e dose e se previamente occorra praticare la paracentesi. Gradisca ossequiosi sensi di stima e riconoscenza dal suo antico abbonato Fiorano (Bergamo). Dott. Gasparini Luigi. Le iniezioni intraperitoneali di adrenalina si prati ca no çon la tecnica comune a tutte le iniezioni intraperitoneali di liquidi medicamentosi: (24)

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XX, FASC. 16]

con siringa munit~ di ago sottile si penetra nella cavità peritoneale: trattandosi di cirrotici ascitici , quando i segni percussori diano sicurezza della presenza del liquido, non si abbia timore alcuno di ferire l'intestino, si aspiri una certa quantità di liquido per essere sicuri di trovarsi nella cavità ,peritoneale; si sostituisca il liquido ascitico della siringa col liquido medicamentoso e si proceda all'iniezione. · Circa le dosi di adrenalina che si possono usare, esse non sono diverse da quelle usate per via sottocutanea; il medicamento diluito nella gran quantità del liquido peritoneale lentamente passa in circolo: è prudente cominciar e della dose di l cm. cubo della soluzione al millesimo, e aumentare progressivamente fino a 4-6 cm. cubi. Naturalmente la soluzione deve essete convenientemente sterilizzata. Il metodo dovrebbe coadiuvare alla diminuzione del liquido ascitico, al di fuori della para centesi; ma è quasi sempre insufficiente allo.scopo, ed allora nei singoli casi il medico dovrà concit. p. liare le due tecniche opportunamente. I

VA.RIA

L'Italia nei giornali medici stranieri. - Non si dà quasi mai il caso di trovare nei giornali medici stranieri un accenno alle cose nostre che sia esente da inesattezze, spec;so amene, talvolta inaspettate. , Eccone un esempio che cade ora casualmente sotto i nostri occhi . Il « Paris Médical » del 29 marzo a proposito del IV Centenario di .fondazione dell'università di Parma, ricorda le date di fondazione di tutte le università italiane governative, a partire da quella di Bologna, che chiama la più antica d'Italia (o perchè non del mondo?) a quella di Palermo (1805). E così conclude: « Vi sono anche quattro università dette lil>ere,. cioè mantenute dalla Santa Sede, a Perugia (1276), Ferrara (1391), Urbino (1564) e Camerino (1727). In realtà non sono che seminari di grado . superiore ». Li immaginate voi, colleghi, gl'insegnanti e i discenti delle quattro università in abito talare ? J. T. Il fascicolo di apyite 1913 della nostra Sezione Chirurgica c-0ntiene i seguenti lavo,i: I. ProL Giovanni Perez - Sulle cosidette cisti ossee. II. Dott. ..\matore Ao.stoni - Sulla compressione arW:ìciale d el· l 'ipofisi.

III . Dott. Valeu$1oo Barnabò • Ulteriori ricerche sperimentali sulla secrezione interna testicolare.


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SEZIONE PRATICA

CE!'fffI BIBLIOQRAFICI (Non si ,.ecensiscono che i libri Peroenut i in dono alla Redaziotie).

Prof. SCHMIEDEN. Corso di operazioni chirurgiche. 1913. Un. 'I'ipogr. Editrice Torinese. Sulle orme della 2 a edizione tedesca seguita alla prima a breve èlistanza. il prof. Uffreduzzi di Torino traduce ed annota questo bel manuale di medicina operatoria, e I.o completa ancora meglio con l' clggiun:a di vari capitoli sulle operazioni tipiche dei genitali femminili, sulla chirur · gia dell'ipofisi , del ganglio di Gasser, ecc. La meniciua operatoria ha subito modificazioni profonde ed è in continua evoluzione: si perfeziona nella tecnica, e si estende sempre più nel suo campo d'azione in rapporto alle quotidiane necessità della clinica. La rifioritura di sempre nuovi trattati di medicina operatoria ne seguono e ne dimostrano l'incremento continuo. Si può dire che il libro dcl prof Schmieden, illustrato da un vero atlante di figure nitide, racchiuda in forma chiara e concisa gli ultimi e ' migliori progressi di questa scienza. Raccomandandolo, siamo sicuri di fare opera utile a medici e studenti. P. S. Prof. dott. HUBERT GEBELE. Die chirurgischen Untersuchungsmethoden. I.ehmann, Miinchen,

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pure è molto importante sopratutto dal punto di vista pratico. Dopo un'esposizione esatta e completa dell'anatomia della regione, e dopo un est~so riassunto della :fisiologia della prostata,. l'A. passa ad esporre in successivi capitoli la :flogosi . l'ipertrofia, i tumori maligni, le cisti ed i calcoli di questa glandola. Il capitolo sull' ipertrofia prostatica è il più esteso ed il più completo: esso merita di esser letto non solo perchè con molta chiarezza vi è esposta la tecnica delle operazioni che si praticano in tale lesione; ma anche perchè vi sono riassunti e discussi tutti i vari mezzi terapeutici che sono stati cons'i gliati ed applicati. P'orse non altrettanto diffusamente sono trattate l'etiologia e la patogenesi di questa importante malattia, nonchè le questioni intorno agli esiti prossimi e remoti della prostatectomia sia per via soprapubica, sia per via perineale, e sulle qua!i tanto si discute. L'indice bibliografico annesso al volume è molto esteso ed esattamente esposto. In complesso questo lavoro del Lauletta merita di essere consultat o sopratutto per la .tecnica operat oria che in esso è esposta in modo preciso e con molti particolari. A l. F. COLLEY. Die ehronische Entzilndung des Blind darmanhanges (Epityphlitis chronica). Berlin. A. Hirschwald, 1912, Mk. 6.

1912.

È un libro di diagnostica chirurgica elementar.e. Ha il pregio di essere breve, e di illustrare le principali affezioni con figure . belle e dimostrative, nonchè col1 parecchie radiografie. In una prima parte sono descritti i caratteri generali delle affezioni chirurgiche r ilevabili con 1' ispezione. la palpazione, la percussione e l'ascoltazione, mentre i vari capitoli della seconda parte del libro, sono dedicati rispettivamente alla tecnica ed alle precipue indicazioni del sondaggio delle vie digerenti e uiinarie; della puntura cerebrale e spinale; dell'esame fisico , chimico e batteriologico degli essudati e transttdati; della sierodiagnosi chirurgica; dell'endoscopia; e :finalmente della radiografia. Questo piccolo manuale, dedicato in buona parte ai metodi moderni di diagnosi chirurgica, potrebbe con utilità essere tradotto nella nostra lingua. A. C. LAULET'.rA. Chirurgia della Prostata. Unione Tip. Editrice Torinese, 1912. L. 8.

È un lavoro il quale, sebbene non contenga nulla di originale intorno alle varie questioni che ancora si dibattono sulle lesioni della prostata •

In questa splendida monografia che riassume tutto ciò che di più moderno è stato. scritto sul1,appendicite cronica è svolto in modo lucido il rapporto tra questa malattia, il cieco mobile e la tifiite stercorale. Per tecnica operatoria l'A si riferisce ai lavori del Sonnenburg e dello Spren- ' gel, tratta invece con mano sicura le indicazioni operatorje. 1.Jno dei capitoli più interessanti è quello sui rapporti tra affezioni dell'appendice e A. P. le altre malattie. C. GARGANO. L'eresipela e le complicazioni streptococciche. Unione tip . editrice torinese, 1912. L. IO . In un bel volume di 256 pagine, provvisto di una ricchissima bibliografia, l' A. raccoglie quanto si conosce intorno all'infezione eresipelatosa e alle complicanze streptococciche. Ampia trattazion.e ha la parte bacteriologica, rapida la parte clinica; nulla è trascurato nel capitolo delle complica nze a carico dei vari organi. È difficile portare una sola parola nuova in un argomento tanto studiato; l ' A. però con ordine espone quanto si ha di più moderno, seguendo lo svolgimento del pensiero scientifico. t. p.

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IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE. un bollo, sono motivi bastevoli nella loro futilità ...oerchè un concorrente si veda irrevocabilLe formalità richieste per l'ammissione ai con- mente scartato. corsi banditi dalle pubbliche amministrazioni sono Riteniamo giustificata una protesta contro queoggi molto ingombranti. sti formalismi, le cui conseguenze trascendono dal Più che altre categorie di professionisti, i me- , semplice interesse personale dei concorrenti e indici sono interessati ad ottenere una riforma in vestono l'interesse collettivo, poichè eliminano quanto che essi si trovano nella necessità di so· anticipatamente molti professionisti dai posti ai stenere parecchi concorsi durante la loro vita quali ambirebbero ed ai quali potrebbero essere professionale. più adatti. Conviene riconoscere che la nostra Direzio11e I documenti d'obbligo debbono essere prodotti prima della chiusura del concorso; la laurea deve di sanità ha sempre dato prova di molta lar .. ghezza nell'interpretare la legge sanitaria ed il resempre ed in ogni caso essere nell'originale od in copia notarile; gli altri doct1menti, salvo quelli golamento relativo, pér quanto riflette l'ammisdi leva, debbono essere stesi in carta da bollo; sione ai concorsi, così da temperarne il rigore , si richiede che siano autenticati dalle autorità ed attenuarne le conseguenze. Invece la nostra magistratura ha, con responsi compenti - tra l'altro. se il comune che bandisce quasi concordi, applicato la legge nel modo più letil concorso ha sede in altra provincia, le firme del sindaco debbono es~ere vidimate dal prefetto ; terale. rendendo possibile un vero ostruzionismo. Tanta maggior lode va <lata alla IV Sezione del - le attestazioni di sanità, buona condotta e penalità non debbono portare una data anteriore Consiglio di Stato, che a due riprese, nel i908 e ai sei mesi; non si accettano nuovi titoli dopo la in questi giorni, ha ritenuto non doversi richiedere chiusura del concorso, anche se la Commissione il titolo accademico. allorchè questo risulti già implicitamente documentato. non si è ancora adunata; ecc. . E sperabile che la stessa liberalità di criteri Tutte queste norme sembrano ideate per allontanare i concorr~nti. Nel fatto portano spesso guidi per l'avvenire i nostri Magistrati. La seconda di queste deliberazioni {pronunziata . a questo risultato. Ad esempio, accade qualche volta che i do- il 28 marzo u. s.) concerneva un medico {dotcumenti siano impegnati in un conco!"so e che, tore l:">olicarpo Trabucco) condottato nella frazione di un comune {Carinolo), escluso dal con· ma~grado tutta la buona volontà, non sia possibile di riaverli in tempo utile per part.e cipare ad corso bandito per un'altra frazione dello stesso un altro concorso al quale si aspirerebbe. Altre comune unicamente perché egli · aveva ritenuto volte un documento tarda ad essere rilasciato da superfluo di produrre il diploma di laurea, da lui un poco zelante funzionario della nostra buro- già prodotto pel posto occupato. Aveva allegato, crazia. Quando il tempo stringe, perchè si è venuti invece, il libretto universitario. Si è resa necessaria l'efficace assistenza di due troppo tardi a conoscenza del ba.ndo di concorso, valorosi legali, l'on. Comandini e l'a~v. Selvaggi, non si tenta neppure di raccogliere i documenti. perchè v~nisse annullata la decisione che lo aveva U na volta, allorchè non v'era · l'attuale richiesta di medici, l'onestà di molte amministrazioni co· escluso dal concorso! munali e ospedaliere portava a dare una pubbliSiamo decisamente convinti che s'imporrebbe cità ristret~a ai concorsi, così da ridurre il nu- ormai una semplificazione procedurale per le ammero dei candidati e favorire qualche beniamino; missioni ai concorsi, pure esigendosi la stessa docual più, per salvare le apparenze, si attendeva che mentazione attuale per addivenire alla nomina . il concorso fosse prossimo a scadere per comuniUn'altra questione di portata minore ma che dal carlo ai periodici professionali: in tal modo ve- punto di vista morale è assai grave. è la facoltà ni va reso praticamente impossibile di procurarsi concessa agli enti amministrativi d 'imporre coni .documenti richiesti a chi non era infor- dizioni arbitrarie, che si prestano ad eliminare mato in precedenza dell'apertura del concorso. qualche concorrente: limiti ristretti di età, obDel resto, si tratta di un vizio non ancora emen- bligo di assumere il servizio entro un termine dato ... brevissimo (non tutti sono liberi di lasciare subito il posto occupato), richiesta ili titoli spe· Anche rlopo aver avuta la tenacia di raccogliere tutti i documenti rjchiesti, sono possibili ciali ecc. Si giunge ai concorsi banditi pro forma. delle sorprese. Un'irregolarità di forma, un notne ''ad personam ,,. Sotto la veste della legalità trascritto male, un errore di data, l' omissione di vengono perpetrati notoriamente veri arbitri. (26)

Per l'ammissione ai concorsi.


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SEZIONE PRATICA

Anche questa materia meriterebbe di essere disciplinata. L. V.

*** La que~tione dei cosi detti «documenti di rito» cosi opportunamente studiata dall'amico L. V. presenta oggi un altro lato nuovo. Negli os~dali di Roma il R. Co1nmissario straordinario (si chiama ancora così benchè ormai si tratti di una straordinarietà molto ordinaria) ha pensato bene di aggiungere di sua iniziativa un nuovo documB·nto di rito a quelli consuetudinari per essere ammessi ad un concorso per medici assistenti, e cioè la ricevuta di una tassa di lire venti da lui creata appcsitamente per l' ammis. . s1one at concorsi. La trovata del R. Commissario per gli ospedali romani ha sollevato un coro di riprovazioni e se ne sono fatte eco dlverse associazioni professionali. · Eppure questa trovata a me pare un fenomeno che si spiega con l' amhiente economt·co formato da qualche tempo negli ospedali della capitale del regno. Ogni concorso importa una spesa: perchè deve sopportarla l'ente ? la paghino i concorrenti. Questo ragionatnento è perfettamente logico, dati i concetti dominanti fra i dirigenti dei massimi nòsocomi d'Italia. Non sono mica gli ospedali che hanno bisogno dei medici; gli ospedali ne potrebbero fare benissimo a meno; per essi bastano i ragionieri. Sono invece i medici che hanno bisogno degli ospedali per imparare quello che i maestri non hanno saputo insegnare nelle ~niversità e per formarsi una clientela. Se i medici perciò vogliono soltanto affacciarsi al cancello del Poli· clinico (o dell'Ospedale Maggiore, o degl'Incurabili, o di Pammatone) ebbene paghino quest'onore che « l'amministrazione » concede loro! Per le nuove generazioni di medici l'incidente · della tassa di venti .?ire, escogitata dall'ottimo comm. Gajeri, è molto istruttivo perchè insegna ad essi che in questo mondo è stimato soltanto chi sa farsi desiderare, e che nella società moderna così sfruttatrice delle energie altrui nulla è più pernicioso dell'esibizionismo professionale. Vi sono oggi alcune categorie di giovani ingegneri specialisti che ottengono dei decorosi posti molto rimunerativi senza muovere un passo e senza present~re nessun documento di rito; gli industriali ed anche qualche ufficio pubblico vanno essi a cercarli nelle loro case. Sono pochi, è vero, e questa è loro forza. Ma anche la classe medica deve prepararsi per il giorno forse non lontano in cui sarà cessata la sua pletùra. ~

Doctor CAJUS.

I

~ronaca

575 del movimeot.o

profes~lonale.

La sezione di Roma dell'Associazione nazionale medici condotti ha votato il seguente ordine del .. giorno: «La sezione di Roma dell'A . N. M. C., presa visione del bando di concorso emanato dal regio com· missarlo per gli ospedali riuniti di Roma, che ob· bli~a i candidati a versare una tassa per poter partecipare al concorso, deplora questo sistema antidemocrati~o e fiscale inaugurato dal comm. Gajeri. » Ordine dei medici della provincia di Atessandfia. - Il Co11siglio amministrativo dell'Ordine ha indetto l'adunanza generale ordinaria per domenica 27 aprile 1913, alle ore 14 per la seduta di prima convocazione, ed alle ore 14.30 dello stesso giorno, per quella successiva di seconda convocazione nel caso che il numero dei presenti, sommato delle regolari deleghe dà parte degli inscritti all'albo, non raggiungesse il quarto richiesto dal regolamento. L'O. d. G. reca temi interessanti.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. •

Il Dott. O. T. da S. P. V. chiede conoscere se avendo servito per quindici anni ed essendosi ora dimesso dalla carica di medico condotto abbia diritto a pensione o ad indennità. Non ha diritto nè a pensione nè ad indennità noti trovandosi in alcuno dei casi previsti dagli articoli 13 e 14 della legge del 1898 14 luglio, n. 338. (3765) Vaccinazione - Compe1zso. - Il Dott. O. D. da S. G. chiede conoscere se i medici condotti hanno !,obbligo di vaccinare tutti gratuitamente e se nell'obbligo imposto ai Comuni di sostenere le spese per le vaccinazioni vi sia compreso quello di corrispondere un compenso ai vaccinatori. Il medico condotto è obbligato a vaccinare tutti gratuitamente anche quando tale onere non sia stato ancora inser}to nel relativo capitolato. T ra le spese che sono a carico dei Comuni per l'obbligo delle vaccinazioni non è compresa quella per eventuale compenso ai vaccinatori. (3766) Circoscrizione delle condotte - Servizio necroscofrico. - Il Dott. P. Z. da F. desidera conoscere se avendo un nuovo capitolato modificato la circoscrizione delle condotte i medici debbano attenersi alla nuova od alla vecchia circoscrizione e se il servizio necroscopico competa ad ogni medico nella propria circoscrizione od anche in altre. Bisogna attenersi alla circoscrizione stabilita dal nuovo capitolato che ha modificato sostanzialmente il primo, togliendogli ogni effetto e valore giuridico. Il servizio necroscopico spetta (27) (3764) Pensioni . -


IL POLICLINICO

al m edico condotto n '!ll'ambito della circoscrizione territoriale assegnatagli, giacchè ognuno deve adempiere agli obblighi che ad esso affida la legge. (3768) Levatrici. -· Il Dott. E. P. da G. desidera conoscere se la legge permette alle levatrici di fare iniezioni sottocutanee ad ammalate fuori del loro compito. come p. es. ad anemiche. Le levatrici non possono praticare iniezioni sottocutanee ad anemiche o ad altre inferme perchè compiono operazioni non autorizzate dal relativo diploma e, quindi, contravvengono al disposto d~ll'art. 53 del vigente testo unico delle leggi sanitarie. (3769) Impedimento del medico - Sostituzione Cura abbienti. - Il Dott. G. L. da M. desidera conoscere se un medico che assiste una puerpera dopo un aborto embrionale, sia esentato dal prestar la propria opera ad altri infermi e se, sostituito da altri, debba egli pagare i relativi onorarii. Chiede inoltre conoscere se possa dimet· tersi dal solo servizio degli agiati mantenendo solo quello dei poveri. Il medico che assiste una puerpera dopo un ~ borto embrionale può presta re la sua o pera anche ad altri infermi. L' onoi:ario del medico che l'ha sostituito deve cedere a Suo carico percbè Ella non trovavasi nè in. regolare congedo nè infermo. Non è ammissibile la dimissione dal solo servizio degli abbienti, perchè il Comune per provvedere all'uopo dovrebbe ricorrere alla nomina di altro speciale sanitario, mentre ciò non è consentito dalla legge che impone ai Comuni il solo servizio di cura e di assistenza sani tari a pei poverì. Doctor JUSTITIA.

()ondotte e ()oncorsi. I

AGGIUS (Sassari'). - Due condotte, capoluogo e Trinità; L. 3660 ciasc. nette, obbl. arm. farm.; Scad. 30 aprile. *BERGAMASCO (A lessandri'a). - Condotta: L. 900 e L . 100 quale uff. Sanit. Ab. 2259 con 67 famiglie povere. Scad. 1 µiaggio. BURGIO (Girgen t1). - A tutto il 30 maggio concorso a 2° medico-chirurgo condotto Vedi fase. 15. CAMPAGNANO (Roma ). - Condotta piena per Cesano; L. 2600 lorde ed alloggio; L . 100 per arm. farro. Scad. 7 m aggio. CANNETO PAVESE (Pavia). Condotta; L. 4200 aument. Scad. 30 aprile. *CARAVAGGIO (Bergamo). -· 2 11 Condotta ; I ... 3500 lorde e 3 sessenni; L. 300 per cav. Scad. 24 apr. CA\TALLERLI~ONE (Cuneo). Condotta pei po· veri: L. 1800 e L. 200 quale uff. san. Scad. 30 aprile .

[ANNO XX,

F.~ sc .

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CORNO (Como). Brefotrofio P1ovi nciale. - Medico ostetrico-aiuto. Concorso per titoli fino al 26 apr.; L. 2400 . lorde di R. M., aumentabili di un decimo per tre sessenni. Età massima anni 32. Rivolgersi Deputazione Provinciale. CRESPINO (Rovigo). - Condotta piena 2° reparto; L. 1800 e L . 200 quale uff. san.; servizio dell'ospizio comunale e ambulatorio a trimestri alterni con l'altro sanitario. Scad. 4 maggio. Servizio entro 10 giorni. . GIULIANO DI ROMA (Roma). ·- Condotta piena; L. 3400 pei poveri, L. 500 p er gli abbienti, I,. lOO come uff. san., lorde, tre sessenni. Scad 20 mag.

* GRADOLI

(Roma) . - Condotta; L. 2650 pei po· veri, L. 1350 per gli abbienti, L. lOO come ufi. san .. lorde. Scad. 35 giorni dal 29 marzo.

LUMEZZANE PIEVE (B1esc ia). - Condotta piena; L. 4000 lorde, più loo come u:tl. san.; 2 sessenni ; esonero cav .•t\b. 2340. Scad. 30 aprile. 1

MONFORTE D'ALBA (Cuneo). - . Condotta con Castelletto e Perno pel servizio dei poveri; L. 1300. · Scad. · 30 aprile. Mc>NTARGENTAR10 (G1o:>seto). - Condotta piena per Grotte Porter.cole; L. 3000 lorce e 3 quinqueuni di un decimo; a bit. 2000. Scad. 30 aprile. MONTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri ; L. 600 lorde e due sessenni. b'eletto dovrà prendere possesso della carica entro otto giorni dalla notifica della nomina. Scad. 15 giugno. *MoNTONE (Perugia). - A tutto il 30 aprile, tutta cura. Vedi fase. r5. NAPOLI. Augustissima Arciconfraternita e Ospedale de1: Pellegrini e Convalescenti. Otto posti di alunni chirurgi nell'Ospedale dei Pellegrini per la durata di anni 3. Schiarimenti dall'Ufficio del Pio Luogo, Largo dei Bianchi, 7. Scad. 30 aprile. NAPOLI. R. UniveYsi f.à . - Concorso per esan1e al posto di assistente della e lin. ostetrica (legato Tarsitani. L . 600 annue per un biennio. salvo altra conferma biennale). Rivolgersi al Rettore. Scad. 15 maggio. · 0ROTELL1 (Sassaf'i). - Condotta; L. 4000 lorde, non più di 50 anni e servizio per almeno l anno presso altro Comune. Scad. 30 ,april~. PERUGIA. Università degli 'studi. - Professor~ straordinario di fisiologia; L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Sc2d. 30 giugno. PORDENONE ( Ud1'ne ). - Ospedale Civ·ile. Medico assistente; L. 1500 lorde, alloggio e compartecipazione proventi. Rivolgersi ali' Amm.1.nistrazione. Scad. 25 aprile. ROCCASTRADA (Grosseto). - 3a Condotta; abitanti 1974; L. 3000, cura piena. Scade 30 aprile. ROMA - Pio Is tit·u to di S. Sp1:r1:to ed Ospe- · dati riuniti di Ro1na. Concorso per 40 posti di assistente medico· chirurgo. Chiedere annunzio alla segreteria. L. 20· di tassa d'esame. Scadenza ore 12 del 25 aprile. SANT' ANASTASIA (Napoli). - 3 condotte; L. 1200 lorde ciasc. Sca d. 30 aprile.


(ANNO XX, FASC r6j

SEZIONE PRATICA

SAPONARA DI GRU!\1ENTO (Potenza) . - Condotta; L. 1400 pei poveri, L. 1050 per gli abbienti, L. ·1 00 quale uff. san , lorde di R . M. Età limite 50 anni s. eccez. regol. Scad. ro maggio. SCALDASOLE (Pavia). - Condotta piena ( 1200 abitanti); L. 3250 aument. Scad. 30 aprile. TIGNALE (Brescia}. - Conrlotta piena; Ib 3500 aument. Scad. 30 aprile. TORINO. Ospedale Maggiore di S. Giovanni B at · tista. - Assistente n ella Clinica Chirurgica (fondazione PacC'hiotti); L. 1000. Rivolgersi al Munì · cipio (Ufficio d'istruzione). Scad. 30 aprile. VENEZ rA Comune. - Medico vice ispettore al servizio sanitario; L. 4500 e quattro aumenti qt1inquennali del decimo. Esperimento biennale. E' vietato l'esercizio privato della professione. Età massima anni 40, salva eccez. regolan1entare ~ la facoltà del Consiglio di derogarvi. Quattro an11i di assistentato t:ffettivo in clinjca od ospe · dale. Sono equiparati a cittadini dello Stato i cittadini di regioni italiane di altri St?ti. Documenti alla segreteria entro le ore 17 del 3 . apr. VERONA. - Condotta 5° circondArio interno; L. 3000, quattro quinquenni; biennio di servizio ospitaliero o di condotte. Scade 3 maggio. \ T1ù ( Tori'rto). - Condotta Viù - Col San Giovanni; L. 1800 pei soli poveri, assunzione r gen· naio. Scad. 30 aprile. Dal Comune di Artena (Roma) ricercasi interino per una delle due cond-0tte mediche reqasi vacante. Stipendio lire quindici al giorno. Per trattative rivolger:-li al Sindaco. Sono segnati con un nst erlsco • i c oncorsi che ci risultano dit· fidati dalle singole Associazioni Sanitar ie professionali. Sono $egnati co11 due ast erischi •• i concorsi chr ci risultano boicottati dalla P eder:tzione d elle Ass ccia zion Sanitarie Italia ne

Diffide e boicottaggi.

Nuove diffide sanzionate: Ponte neUe Alpi (Belluno) , Piazza .Brembana, Lenna. Valsegna, Moro de Calvi, Olmo al Brembo Gazzaniga, Arezzo (Bergamo), Pergola e Castelleone di Suasa (Ancona), Fontana Liri (Caserta). Olevano Romano (Roma), Bergamasco (Alessandria), Monforte-Castelletto-Gerno (Cuneo). La sezione trevigliese dell'Associazione Nazionale medici condotti rirorda ai colleghi che è sempre diffidato il concorso alla condotta vacante di Caravaggio per. la quale l'Amministrazione C)Ì ostina a n~antenere 11 servizio gratuito per tutti gli abitanti. La Sezione di Lugo avverte che la condotta diffidata di Bagnacavallo è coperta dall'interino e prega i colleghi, se richie~ti . a non prestarsi a far licenziare il medesimo, che procede d'intesa colla Sezione. Revoca di diffide: S. Giustina (Belluno) Clauzetto (Udine), Falmenta e Uniti (Novara) Teodorano e Civitella di Romagna (For11 ), Corneliano d'Alba (Cuneo). La Sezione di Novara ha revocata la diffida al concorso per la condotta medica del Comune di Cureggio, avendo quel Comune concesso i miglioramenti richiesti da]la Sezione.

577

HOMIHE, PROMOZIOHI E' OHORlflCErtZE. Le onorificenze ai medici militari pe1· la guerra di Libia. Pubblichiamo l 'elenco complete:; delle onorifi. cenze conferite agli ufficiali medici per Ja guerra di L ibia, dolenti che per ragioni di spazio non ci sia possibile di pubblicare anche le relative • • • motivaz1on1 . R.

ESl~RCITO.

Medaglie d'argento at ua?or militare. 4° reKg. fanteri a: Barbaro Nicolò da Monte

albano di Elicona (Messina), capitano medico. 23° regg . fanteria: Panagia Antonino da Vittoria (Siracusa). t enente medico. 50° reg~-, fanteria: GilJone Carlo da Livorno, capitano medico. 52° regg. fanteria: Gerrr.ino Alfredo da Moli terno (Potenza). tenente medico. · 57° regg . fa1iteri'a: Bedei Maurizio da Forlì, ca· pitano medico. 63° regg . fanteria: Paladino Domenico di Gioj Cilento (Salerno}, capitano medico. 68° reg g. fan ter'ia · Selvi Giovanni da Siena. te nente medico ; Capponago Del Monte Luigi da Milano, suttoten. medico di complemento. 79° regg. fanteria: Russo Domenico da Paternò (Catania). sottoten. medico di complemento; De Liso Carlo da Bari. id . id. 82° regg. fant.er'ia: Damiano Nicola da S . Severo (Foggia), capit. med. 84° regg. fante1'ia: Gallia Amelio di Solero (Ale~­ sandria). tenente medico. r1° regg. bersaglieri: Romano Enrico da Accettura (Potenza}. capitano m~dico ; La Grotteria Pasquale da Monterosso Calabro 1Catanzaro) , capitano medico; Rellini GuiJo da Roma, sottotenente medico di complem~nto. 2° regg. alpin,i: Sordi Giuseppe da Girgenti, tenente medico. 5° batt. indi~ . eritrei: Perrier Stefano da Tenda (Cuneo), t enente medico. 6° batt . indig. eritrei: Colloca Enrico da Briat ico (Catanzaro), tenente medico ; Pagliaro Giuseppe da S3.nto Stefano di Camastra (Messina), tenente medico. 7° batt indi g. eritrei: Marotta Gaetano da San Cipriano Picentino (Salerno\ , tenente medico; Paoletti ~7erecondo da Perugia, id. id. Comf1agn,·e di Sanità; Ospedali da campo ecc :·

Chini Gaetano da Cortemaggiore (Piacenza ), ca pitano medicb; Trova nel li Luigi da Rimini (Forlì). id . id. ; Bucciante Alfredo da Fossacesia (Chieti), t enente medico ; Orlandi Vincenzo da Turi (Bari) , id. id . Medaglie di bronzo at valor militare. 2°

regg. granati'e,r-i: Brigu~lio Santi da Nizza

Sicilia (Messina), tenente medico 4° regg . fa·n teria: Mastra viti Nicola da Grumo Appula (Bari). tenente medico ; f•iumefreddo Vin· cenzo, da Regalbuto (Catania). id. id.; Basile Antonio da Martinafranca (Lecce) id. id 6° 1 egg. fanteria : Crescimone R osario da Ni · scemi (Caltanissetta), capitano medico; Pivett1 Francesco da Catania, tenente m edico; Coglia ti · Dezza Giuseppe da Roma , id. id 1


578

IL POLICLINICO

18° -reg g. fanteri a: Giannelli l\lessandro da No-

(ANNO

XX, F ASC. r6]

da Baldichieri (Alessandria), id. id.; I"'entini Diego da Varapodio (Reggio Calabria). id. id.; Demedio Arturo da Catania. id. id 3° regi! . al pini: Rosero Riccardo da Codigoro (Alessandrja). tenente medico. 4° regg alpini: Giambi Luigi da Fiumalbo (Modena) , tenente medico. 5° regg. a.Zpi1ii: Schifani Vincenzo da Cesarò (Messina), tenente medico; Tenaglia Giuseppe da Orsogna (Chieti), id. id. 0 I batt. indig. er1,'trei: Masserano Giulio da Torino, tenente medico. 7' batt. indig. erit-re1·: Paoletti Verecondo da Perugia, tenente medico. (Continua) .

cera Inferiore (Salerno), capitano medico; Civita Raffaele da Andria (Bari), tenente medico. 22° regt;. fa11,teria: Verando Ettore da Torino, capitano medico ; Pitrelli Nicola da Canna (Cosenza). tenente medico ; Rizzo Cornelioda Jacksonville (St3ti Uniti d'America), sottoten. med. di complemento (due mec;agli'e ). 23° re gg. fanteria: D'Anna Augusto da Roma , tenente medico; P e!legrino Lorenzo da Santa ~arina {Salerno). sottotenente medico di compie· mento. 26° Yegg. fanteria: Gabri Giuseppe da Sestri T.evante (Genova), ca1)itano medico; Visconti Giu· seppe da Berceto (Parma). tenente medico; Negri Giovanni da Ferrara, id. id.; Bellotti Roberto da \ Tarese {Con10), sottoten. med. di complemento; Sambataro Gius~pe da Mascalucia (Catania), id. Corpo sanitario militare. id.; Laureati Enrico da Grottammare (Ascoli Piceno) , id. id. Ufficiali iti- se1'vizio attivo pefmanente. - Mag30' regg. f artteri·a: J a cono Francesco da Vento· giore medico promosso tenente colonnello medico: tene (Napoli). capitano medico Virgallitta Mario. 34° Yegg. fanteYia : Castagneri Giorgio da Noie Capitani medici promossi maggiòri medici: Riva (Torino), teneQte medico: Adinolfi Salvatore da Umberto. Pattinelli Filomeno, Chini Gaetano. Marcianise (Caserta), id. id. Nota Celio, Pastorello Liborio, La Cava Ignazio. 37° regg. fanteria: Lorido Cr.rminantonio da Rasero Riccardo. Accorinti Vincenzo. Maretta Lapio (Avellino). tehente med. di complemento; Gaetano, De Marzo Vincenzo, Sferrazzo FilaFerrandi Romilio da Milano, soltoten. med. id.; delfo. Resegotti Enrico. Cavanna Paolo da Alessandria, id. id. I seguenti ufficiali medici della scuola d'appli40° reg~. fant et'i·a: Maffeo Luigi da Castel San cazione df sanità militare sono nominati inseLorenzo (Salerno), tenente medico; Risicato Ema· gnanti militari aggiunti presso la scuola stessa nuele da Scicli (Siracusa), id. id. della materia per ciascuno indicata: Funaioli ' 50° yegg fanteria : Turilli Antonio da Rieti (PeGaetano, ca p. medico: medicina legale; Fabrizi rugia), tenente medico; Zepponeda NapoJeone da Nicola, ten. medico: igiene militare ; Migliaccio Cuneo, id. id.; Chiabrera Giorgio da Santhià Romano. ten. medico: medicina legale. (Novara) . id. id. I seguenti tenenti medici sono comandati rresso la scuola di sanità militare in qualità di assi52° reg g. ·fanteria: Forti Igino da Palombara Sabina (Rotna), tenente medico; Mereu Rosolino stenti straordinari: Pezzati Roberto, De Simone da Sestu 1Cagliari), id. id. . Giuseppe. Valente Gioacchino, Chiabrera Giorgio. 57° reg g. fan teria: Siliotti Erminio da Albaredo U ffecial1: in posizione di servizio ausiliario. -d'Adige (Veronal, tenente medico. Capitani medi<:'i promossi maggiori n1edici: DE>l -Oo 0 1egg. fan teria: Bassi Giuseppe da Pianca- Bello Antonio, Palumbo Giuse1>pe, Buccino Tobia, stagnaio (Siena), tenente medico; Fiorini Nunzio Rostagno Giueseppe, Melampo Giuseppe. Ferruccio da Gabbioneta (Cremona), id. id.; BelUfficiali di riserva. - Colonne.Ilo medico pro · lazzi Luigi da Treviglio (Bergamo) , sottotenente mosso maggiore generale medico: Morosi Giomedii:o di complemento . vann1.• 63° 'Yegg . fan teriv: Buonopane Carlo da Salerno, Maggiore medico promosso tenente colonnello tenente medico ; ('astiglione Antonio da Procida medico : Carlucci Nicola. Tenenti medici promo·ssi capitani medici: Spi(Napoli), id. id.; Or1andi Nino da Verona, sottocacci Giuseppe, Montalto Vincenzo, Pisani Giatenente medico . como, Rigazzi Emilio. Cinque Raffaele, Tomma79° regg. fanteria: Don1ine Michele da Napoli, tenente medico. sone Luigi. Sottotenenti medici promossi tenenti medici : 82° regg. fa1iteria: De Berardinis Luigi da Amatrice (Aquila), ten . med.; Maugeri Nicolò da Ca- I~uciani Arturo, Milite Germano. tania , id. id ; Ingravalle Alfredo da Roma . id. id.; 01'dine dei SS. MauYizio e Lazzaro. Orlandi Vincenzo d a Turi (Bari), id. id.; Ferretti Cristoforo da Mont€.leone di Calabria (Catanzaro), Commendatore : Fei rero di Cavallerleone Luigi , id. id ; Angrisani Alberto da Somma Vesuviana tenente generale medico, ispettore capo di sanità (Napoli) , sottoten. med. di complemento militare. 84° regg. fan teria : Vigli ani Francesco da Pomaro Cavalieri: SulJiotti Efisio, maggiore medico; GeMonferrato (Alessandria), tenente medico. rundo Giuliano, colonnello medico; Degli Uberti 89° regg. fanteria: Sanna Attilio da Ozieri (Sa~­ Gennaro, id.; Cusani Martino . maggibre medico; sari), capitano medico ; Galante Carlo da Mol1- Zingales Antonio, colonnello medico alla riserva; t erno (Potenza}, ten. med .; Bertinetti Marcellino Righini Pio, tenente colonnello, id.; Cardi Fran· da Vercelli (Novara) , sottotenente medico di com· cesco, maggiore medico, id.; Cusmano Enrico, plemento. id. id.; Abate Alfonso, id. id.; Cevaschi Catullo, 8° 1'egg bersaglie'l'i: Piazza Beniamino da Ter- id. id.; Cairone Fabrizio, jd,, id. mini Itnerese (Palermo). capitano medico; Castorina Giuseppe da Catania, ten . med. Ordine delta Corona d'Italia. 11° regg. beYsaglie, i : Indelicato Giuseppe da CaV'aliere: Maffi. Giuseppe, tenente medico. Acireale (Catania), ten. med.; Bertoldi Amilcare 1

(30)


(ANNO XX, FASC. 16]

SEZIONE PRATICA

NCEDICINA SOCIAL~

L'assicurazione sociale contro le malattie in Inghilterra. Questa importante riforma ha provocato un lungo e vivacissimo conflitto tra il gover110 che la imponeva e i medici che la contrastavano. Importa per noi seguire i sintomi della crisi, in quanto che possiamo trarne utili ammaestramenti ed {:vitare che il dissidio si ripeta quando - auguriatnoci in un avvenire non lontano - ci troveremo di fronte allo stesso problema. Poichè non è dubbio che l'assicurazione sociale contro le malattie dovrà sostituire, presto o tardi, la nostra organizzazione dell'assistenza medicofarmaceutica ed ospedaliera, alla quale è troppo • superiore.

*** \ 7oglìamo

dunq11e it;td ugiarci alquanto sulle cause, sullo svolgimento e sull'esito di questo conflitto. Conviene rilevare subito che nessuna obbiezione di massima o di principio i medici i aglesi hanno sollevato contro la riforma. La loro opposizione venne guidata unicamente o prevalentemente da preoccupazioni di natura economica. Si sarebbe eliminato qualsiasi contra::,to se, nella fretta di condurre in porto una legge soci~ le così importante, il governo inglese non l'a· vesse fatta approvare intempestivamente, senza consultare prima le organizzazioni mediche professionali. Non prevedeva di comprometterne il successo!

*** Nessun riguardo il governo democratico inglese ha usato verso la classe medica. Non si è preoccupato della eventualità che il nuovo sistema ricadesse interamente su di questa. Non ha considerato quali fossero le condizioni minime da soddisfare per garantire ai meèlici l'indipendenza economica. Ha forse ritenuta legittima e possibile una sopraffaziane, cejendo ad un pregiudizio che corre nel popolo inglese, il quale considera la classe medica come privilegiata in causa degli alti ono. rari che essa esige, e quindi non è sempre animato da sentimenti benevoli verso di essa . .. Il Parlamento inglese ha approvato la legge sull'istanza personale del primo ministro, Lloyd George, malgrado la tenace opposizione della « British Medica! Association » , la quale prote· stava sovratutto in ragione dei compensi esigui assegnati ai medici.

-

579

La questione economica era certo vitalissima. Nonpertanto rivestiva importanza puramente locale e temporanea: infatti. sia pure attraverso molte difficoltà, è stato possibile redimerla. Interesserebbe forse di più indagare lo spirito della legge; ma il nostro compito diverrebbe troppo arduo. Ne diremo solo quel tanto che basti a lumeggiare la cronaca degli avvenimenti.

*** La nuova legge assicura l'assistenza sanitaria a ~h i non può procurarsela senza sacrifici. Inoltre provvede ad al1eviare le conseguenze economiche delle lunghe malattie. mediante modesti soccorsi pecuniari Nell'adempiere questo duplice mandato essa astrae dalla qualità umiliante d'indigenza: infatti include nel suo ambito quasi tutte le classi sociali. La nuova legge eleva sensibilmente la posizione morale del medico, in quanto che lo esonera dalla necessità di vivere sulle sofferenze dei suoi simili e di trarne lucro; di esigere un compenso da famiglie le cui risorse ~conomiche sono già stremate. Nell'intendimento del legislatore esga doveva anche scuotere l'indifferenza del medico di fronte alla medicina preventiva, agevolare le consultazioni profilattiche, far valere l'importanza delle ispezioni sanitarie periodiche ; insomma, trasformare i medici dell'assicurazione in « ufficiali sanitari ~. Ma questo intento è stato in gran parte frustrate.

*** La nuova legge è più comprensiva di quella che vige da tempo in Germania, dovuta al genio di Bismarck. Essa estende l'assicurazione a tutti i citw tadini adulti (16-70 anni) , senza distinzione di sesso o di occupazione, i c1uali guadagnino meno di 160 lire sterline (4oco lire it.) all'anno. Cosi viene ad essere assistita e sottratta alla pratica medica privata la massima parte della popolazione inglese I fondi per l'assicurazione vengono costituiti con versamenti del Governo, dei proprietari e dei 12 milioni di assicura ti. Questi ultimi pagano un premio obbligatorio tenui.ssimo, di qualche soldo per settimana. In compenso acquistano il diritto di ricevere gratuitamente le cure mediche ed i medicinali per sè e la famiglia. Inoltre, a partire dal 4° giorno di malattia e per una durata non superiore alle 26 settimane, è assegnato loro un sussidio che va sino a lire r.80 al giorno per gli uomini ed a lire l.35 per le donne. Dopo le 16 settima ne questo sussidio viene ridotto.

(3r)


580

IL POLICLINICO

Le donne assicurate e le mogli di assicurati ricevono, ad ogni maternità, l'assistenza ostetrica ed un su~sidio di lire 37.50 (30 scellini) se la sola madre è assicurata, del doppio se Io è anche il padre. L' aborto non dà diritto al sussidio. Si provvede all'ospedalizzazione tutte le volte .che ne è riconosciuta la necessità dal medico. ' I malati di tubercolosi possono, su ordine del medico, essere internati in sanatori provinciali, alla erezione dei quali il governo concorre con un fondo di 2 milioni di lire sterline. Il sussidio spettante ai ricovera ti negli ospedali o nei sanatorii è devoluto alle loro famiglie. L'alcoolismo croni~o è considerato come una malattia e curato come tale. Sono e~cluse dal benefizio della legge le operazioni di alta chirurgia. La legge va a beneficio degli operai, dei con· tadini, degli impiegati, dei domestici; ma è libero di profittare dell'assicurazione chiunque abbia introiti superiori al limite sopra indicato, purchè non si tratti di uno stipendio fisso. Cosicchè persone ricche, le quali prima retribuivano lautamente il medico, potranno d'ora in poi ottenerne l'assistenza pagando meno di 9 franchi all'anno.

. .:.

*

**

Il servizio medico doveva essere affidato ad almeno 18,000 professionisti che si presumeva si sarebbero volontarjamente iscritti su speciali liste o panels. , Ogni assicurato avrebbe scelto un medico di sua fiducia , iscritto nelle liste della sua circoscri• ztone. Quale compenso, Lloyd George offrì dapprima ai medici inglesi la quota di lire 5.60 all'anno per ogni assicurato. Computando che la media dei casi di malattia in Inghilterra supera di rado un ventesimo della popolazione totale, quel compenso equivaleva, a suo modo di vedere, a lire I 12 annue per ogni infermo realmente curato. Egli parti va dalla considerazione che le Società di mutuo soccorso inglesi assegnano in media al medico una capitazione di lire 5 e che questo compenso, se non dichiarato sufficiente, è per lo meno accettato. Ma conviene tener presente che que~te Società compiono in Inghilterra (non meno che da noi) uno sfruttamento sistematico della professione medica, tanto che a molte riprese si sono dovuti deplorare dei conflitti acuti. Non di rado queste Società stipt1lano dei contratti con gli studenti di medicina poveri, ai quali esse forniscono i mezzi necessari , per completare gli studi, strappando però loro in cambio l'impegno che, dopo aver conseguito il diploma, presteranno la propria opera con compensi famelici. (32)

(ANNO

XX, FASC. 16)

Ed è da questi com pens~ che il Gov.e rno prendeva le mosse per valutare la tenue quota offerta ai medici. Evidentemente, il Governo si era messo su di una falsa strada . . Ai medici dell'assicurazione veniva fatto obbligo di pre~tare la propria opera personalmente, ossia senza delegarvi un assistente. Cosicchè durante i periodi di maggior lavoro essi sarebbero stati costretti a rinunziare alla clientela pagante. · Ai medici dell'assicurazione veniva imposto l.lll lavoro burocratico complic~to, il quale naturalmente sarebbe andato a detrimento del lavoro professionale utile. Infine i medici iscritti nelle liste venivano sotto-· posti alla sorveglianza di speciali comitati locali d'assicurazione, i quali dovevano redigere ogni mese delle relazioni particolareggiate sulla scrupolosi· tà con cui ogni medico disimpegnava il suo compito. Ad ogni assicurato era concessa la facoltà di denunziare il medico ai comitati, se malcontento della sua opera. Nei comitati avevano una larga rappresentanza i municipi e le società mutualiste. Immaginiamo, anche da qui, i pettegolezzi, gli sfoghi di vecchi rancori, Je piccole vendette, le intrusioni politiche a cui poteva dar luogo questa sorveglianza umiliante e incompetente imposta ai medici . E poi quali criteri avrebbero avuto i giudici per ~pprezzare, poniamo, l'opportunità o la necessità cli una visita, l'efficacia di un trattamento ?

***

Vedremo in un prossimo articolo come i ·medici inglesi abbiano tentato di reagire al Governo e com'essi siano riusciti a far quotare meglio la loro opera. ·L. VERNEY.

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SEZIONE PRATICA

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LETTERE •DA PARIGI

sto materiale serve alla compilazione dei rapi1orti chiesti dal Comitato <lei delegati, alJa con1La Yiutiione dell'Istituto internazionale ·i'igiene pilazione delle risposte ai vari quesiti continuamente indirizzati all'Istituto dalle Amministrazioni pubblz'ca. - Mercoledì 2 aprile si è inaugurata la sessione straordinGtria del 1913 all'Istituto interna- sanitarie, per avere i pareri tecnici necessari , 7.ionale d'igiene pubblica. Quest'anno gli argomenti e alla redazione del bollettino mensile. da trattare concernono oltre il colera, la questione I rél:pporti che non hanno carattere riservato della tubercolosi dei bovini nei suoi rapporti sono pubb1icati in un bollettino mensile, di circa colla tubercolosi umana e il pericolo prove:iiente 200 pagine~ che contiene anche una ricchissima coldagli insetti quali propagatori delle malattie in· lezione di analisi (50 pagine di piccolo testo) di fettive. tutti i lavori d'igiene pubblica o scientifici, ma Nel dicembre scorso l'Istituto internazionale aventi una portata pratica e che possano intedi igiene dietro invito ufficiale ricevuto dai ressare gli igienisti , siano essi medici, ingeneri Governi interessati, inviava nei paesi balcao amministratori. Il bollettino pubblica inoltre nici una Commissione incaricata di porgere gli una statistica sanitaria di tutti i paesi del ai11ti tecnici necessari contro l'epidemia colerica mondo, compilata in base a documenti strettache invadeva minacciosamente tanto le truppe mente ufficiali la raccolta di tutte le leggi e i turche che quelle degli alleati , e i territori ri- regolamenti sanitari che si promulgano in tutto spettivi. La Commissioqe era composta dal conil mondo civile e infine un bollettino epidemiosigliere di Stato, Grande {JfFciale Rocco Santo- logico sulla marcia del colera peste e febbre gialla. liquido, presidente_del Comitato tecnico dei de legati e del vice-direttore dell'Istituto dott. PotIl capo dei servizi è un italiano. .' tevin. Il lavoro dell'Tstit11to internazionale è dei ptu In questa sessione l'on. Santoliquido renderà utili e dei più interessanti e questo è dimostrato dal fatto che al momento della ~µa fondazione conto dei lavori della Missione. I/Istituto internazionale d'igiene è un orga- le potenze partecipanti erano in numero di dodici , ed ora sono in numero di trenta. Se diciotto nismo che rende dei servizi utilissimi alle Amministrazioni sanitarie dei paesi partecipanti. Trenta Stati hanno creduto di unirsi ai primi dodici è nazioni ne fanno parte. Ogni nazione nomina un certo che hanno riconosciuto la ne'cessità di que· delegato tecnico tra le più alte autorità sanitarie st'atto. Del resto Ja contribuzione d'ogni Stato a·lle del paese. Questi delegati si riuniscono due volte l'anno a Parigi, nominando ogni tre anni un spese per il funzionamento dell'Ufficio è piccolispresidente. Tale carica è toccata per la seconda sima. Divisa in varie categorie, essa raggiunge volta all'on. Santoliquido, che tutti sono d'ac- per uno Stato un massimo di 15 .000 lire annue. cordo per definire il « presidente ideale n . In Ben poca cosa , come si vede, in confronto della ogni sessione si discutono dei _gravi problemi di utilità che ogni nazione ne ricava . igiene pubblica che in genere sono indicati dai Il giorno dell'inaugurazione della sessione, l'Ivari delegati, che hanno per.c iò ricevuto istru- stituto d'igiene ricevette la gradita visita di zioni dai propri Governi. Le risoluzioni del to- Guido Baccelli. Egli mostrò di volersi interes1nitato sono com unicate alle cancellerie sotto sare a tutti i dettagli dei vari servizi, ed ebbe forma di raccomandazioni, l'Istituto non potendo parole di lode e di ammirazione per il modo mai immischiarsi direttamente nelle questioni con cui funziona va questo complesso e delicato interne dei paesi partecipanti. Per studiare le meccanismo internazionale. Disse accomiatan questioni portate all'ordine '.j el giorno, il Comi- dosi, che, finalmente, aveva potuto assistere tato ascolta la lettura di rapporti fatti dai funall'attuazione pratica di quell'ideale di medicina zionari dell'U:ffic_io. Tali funzionari sono un di- politica che egli aveva sempre considerato come rettore J. De Cazotte. ministro plenipoten- il più alto dovere dei governanti: Salus publica ziario, un vice-direttore il dott. Pottevin. un cap0 suprema lex. dei servizi, tre . funzionari tecnici (un m~dico . ui;i avvocato e un ingegnere) per le tre branche Inseg1v;,amenti' san i tari della campagna di Tracia. dell'igiene. Un numero adeguato d'impiegati d'or- - Martedì scorso, all'Accademia di medicina il • dine, di contabilità, ecc., è adibito ai differenti generale medico Delorme fece una comunicazione servizi. !.'Istituto possiede una biblioteca, conte- importantissima sui risultati sanitari della camnente parecchie opere, i principali periodici di pagna di Tracia , e gli insegnamenti pratici che 1nedicina generale e di igiene del mondo inse ne potevano dedurre per le future guerre. tero e un gran numero d 'importanti docuQuando, come nell'esercì to i servizi sanitari • menti inviati dai Governi partecipanti. Que- sul campo di battaglia non possono provvedere (33)

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IL POLICLINICO

« Il Consiglio de11' Associazione Nazionale dei Sanitari addetti agli uffici d'igiene , mentre plaude all'opera costante, coraggiosa . sincera dell'on. An · gelo Celli in tutti i problemi più urgenti della politica sanitaria italiana, rileva la straordinaria i1nportanza , nei riguardi dell'igiene . del suo podfroso discorso tenuto alla Camera dei deputati il giorno 15 corrente. e riconoscente si augura che la proposta da lui raccomandata dinanzi al Parlamento, in ordine alla riorganizzazione degli uffici d'igiene, ormai tanto attesa dalla classe, venga al più prest.o attuata ». '

Congresso italiano rli psicologia. Si è tenuto a Roma il 2° Congresso della Società italiana di psicologia. Martirologio professionale. È morto a Milano 1'11 aprile il dott. Achille Baru:ffaldi vittima di un'infezione. da pus cadav.erico contratta nell'operare una puerpera. Il dott. Baruffalrli era un esperto e reputato ginecologo. Occupava anche molte cariche nel mondo sportivo milanese. Sei collPgbi hanno lottato inutilmente per strapparlo alla morte. Aveva 31 anni . Lasci~ i genitori (il 11adre è pure medico). la moglie ed un figlio . Il dott. Pietro Foianini, di Grossotto (Sondrio), aveva sottopo3to alla tracheotomia una giovane colpita da grave forma di difterjte. Malgrado l'intervento, la paziente rninacciava di morire soffocata. Il medico per riattivare la respirazione della n1orente applicò la propria bocca sulla ferita, aspirando. La donna fu salva; ma il medico contrasse la terribile malattia, che lo tenne in pericolo di vita. Il noto ginecologo berlinese prof. Diihrssen nell'eseguire un'operazione ha contratto un'infezione gravissirna, che ne ha messo per molti giorni a repentaglio l'esistenza. •

Per le facilitazioni ferroviarie ai medici. L'onorevole Casalini ha ehiesto d'interrogare i ministri dell'interno e dei lavori pubblici per conoscere se e quando agli impiegati provinciali e comunali saranno concesse le facilitazioni ferroviarie·., di cui già godono gli altri impiegati dello Stato. La questione delle facilitazioni ferroviarie verrà esaminata anche per i sanitari.

Per le acque minerali naturali . Ordin~ del giorno votato alla unanimità nella adunanza del Consiglio direttivo generale della « Associazione medica italiana d'idrologia, climatologia e terapia fisica » il giorno 31 marzo i913. in Roma: « Il Consiglio direttivo generale dell' << Associa« zione med1ca italiana d'idrologia, climalologia « e tera pia fisica ; « Presa visione di un comunicato diffuso nei « giornali n1edici e politici rla parte di persona « interessata, col quale falsando il concetto « delle discussioni a vvenute nel recente Congresso • di Napoli - si attribuiscono al p:r;of. Devoto « delle dichiarazioni e conclusioni contrarie alla « verità in merito alle acque minerali artifi« ciali; << Smentisce nel modo più assoluto quanto è « stato a sserito nel comunicato suddetto, poichè « risulta dagli atti del Congresso che- il prof. De« voto non ha parlato 1n favore delle acque o: minerali artificiali. e quindi non ha potuto avere « luogo l'asserita confusione da parte di altro « congressista ; 1 E protesta vivamente contro questa sor• presa della buona fede pubblica, a scopo di a lucro ». Firmati: Prof. G. S. Vinaj, presidente; professori C. Badt1el · Baistrocchi · Barduzzi · Burgonzio - Corsini - Colombo · V. Gauthier - MarforiRiva · Striano, consiglieri.

Indice alfabetico per materie. Adr~nalina

nella cirrosi epatica . • . . Anemie: opoterapia ematica; sieroterapia Anestetici locali. . . . . . . . . . . . Ascessi da male di Pott : trattamento . A~cesso subfrenico: casistica. . . . . . Assicurazione sociale c0ntro le malattie · in Inghilterra . . . . . . . . . . . Chirurgia da guerra . . . . . . . . ,. . Coledoco: riparazione di estese perdite di sostanza a mezzo di trapianti uret er ali . . . . . . . . . . . . . . . . Concorsi 1Per l'ummiss1one ai). . . . . Craniotomia decompressiva co'1 cranto plast1ca primaria . . . . . . . . . . Diuretici (n1ezzi) medicament si e non medicalllentosi. . . . . . . . . . . . Dolore: midriasi pupillare come sintomo obbiettivo. . . . . . . . . . . . . . Embrione umano: osservazioni . . . . Emiplegia: deviazione coniugata dei bulbi oculari, associata a chiusura delle palpebre . . . . . . . . . . . . . . . . Emiplegia: deviazione della lingua . . . Enfisema polmonare : casistica . . . . . Roma, 1913 -

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Eosinofilia sperimentale . . . . . . . . Esofago: plastiche circolari con lembi liberi di aponevrosi . . . . . . . .· . Ferite prodotte d cì lle moderne armi da fuoco portatili da guerra nei vari tes suti ed organi. . . . . . . . . . . . Gravidanza tubarica interstiziale . . . I stituto internazionale d'igiene pubblica Ipercloridria : uso dell'ac-:1ua ossigenata Malaria: osservazioni . . . . . . . . . Midollo: compressioni lente . . . . . . Nefrectomia seguìta da immediata deca psulazione del rene superstite . . • Neurite del peroneo con paralisi d'origine tra urna tica . . . . . . . . . . . Piloro: esclusione con candelette libere aponeurotiche e tendinee . . . . . Polmonite lobare accompagnata da itte · rizia precoce . . . . . . . . . . . . Storia della medicina : a proposito di un consulto inedito di M. Malpighi . . . Tra pianto dei reni. . . . . . . . . . . Terapia digitalica . . . . . . . . . . . Tubercolosi : insufficienza surrenale . . L-

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Fase. 17

Roma, 2? aprile 1913

SEZIONE PRATICA DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

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Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

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SOMMARI .O , P. Cernot: u itlee moderne sulla coagulazione del sangus. - CHIRURGIA: Tedenat e Delmas: Sulle fi stole vescica-vaginali. - M. Henkel: Due casi di fo1maiione a1tificiale della vagina mediante un'ansa d'inte1lino tenue. - NEUROPATOLOGIA: !_enonnant: La meningite sierosa circosetitla cerebrale. - Osservazioni cliniche: Raffaele Corm.io : FMita da a1ma da fuoco dell•adtlome con lesioni del .l11iue, eolon, tnesentere, epiploon. Gua1igione. - Accademie, Società mediche, Congressi: Regia Accademia medica di Roma Società lombatàa di scien:e mediche e biologiche - Ctinfca medica di Genova.

Lavori originali: Dott. D. A. Mazzolani: L'ulcera /agedenica a Tti'-Poli. - Sunti e rassegne:

Appu.nti per il medico pratico :

MEDICINA:

La patogenesi della '/Jresbiofttnia - Sulle PfiUJsi meslt'Uali - L'tsnMes$fa mentale TERAPIA: Cura della disfacia dolorosa nella tubercolosi del laringe - Cura della febbre nei tubercolosi - PROFILASSI: La eamf>agna anlz'm alatica in Sa1tkgna nel z 9zz - Posta degli abbonati - Varia - Cenni bibliograft.oi. CASISTICA:

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a ' .. Condo.t te

... . ::aey;,e

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Nella vita professionale: La ta1iOa degli onm.ari f>er le petisie giudiziatie- Ctonaca del movimento professionale. e Concorsi - Nomine, promozioni e onorificenze - Lettere da Parigi - Notizie diverse - Rassegna della stampa medica - Indice alfabetico per materie. Dlri&&I 41 proprle&à rl't'ena&l -

B vietatà

la riproduzi one di lavori pubblicati nel POLl(JLINl(}O o la. pubblicazione di sunti di essi

senza citarne la fonte.

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LAVORI ORIGINALI OSPEDALE CIVILE VITTORIO EMAN~LE III diretto dal prof. E. GERMANO.

L'ulcera fagedenica a Tripoli per il dott. D. A. MAZZOLANI incaricato del Dispensario Dermatologico.

Definizione. -

Il fagedenismo dei paesi caldi non è un'entità morbosa a sè, ma semplicemente una complicazione particolare dello stato di ulcerazione, in determinate condizioni di clima e di infermità. La denominazione fagedenisrrio deriva dal greco faghein, mangiare, rodere, e aden, abbondantemente. Esso è caratterizzato dalla presenza di un « essudato melmoso, grigiastro, fetido, che infiltra e sfacela i tessuti tutt"'intorno ». (Le Dantec, J eanselme). Sotto la denominazione di ulcera fagedenica dei paesi caldi deve intendersi, invece, quella lesione di carattere fagedenico che insorge già come tale da lesioni per sè stesse ordinariamente trascurabili: essa trova quindi gli elementi causali in sè e p er sè.

Cenno storico. -

Le prime notizie esatte di questo stato morboso non risalgono a tempi molto lontani da noi : Vinson, per primo (Le Dantec), descrive un'epidemia di ulcera fagedenica che infieri, nel 1857, fra operai im· barcatisul vapore «Mascareignes » che Ii trasportava dalla costa di Mozzambico all'isola Riunione. Fu detta ulcera di M ozzambico. Alla Guyana, nel 1861, il dott. Chapuis su 8,373 condannati ai lavori forzati ricoverati negli ospedali, contò 1812 casi di ulceri fagedeniche, che credette poter identificare con l'ulcera di Mozzambico ; alla ste_ssa epoca, in Cocincina, dopo l'occupazione di Tourane su 6000 uomini il dott. Comeiros contò 700 casi di ulcera annamita, aventi occasionato 100 decessi e 30 amputazioni. l )oco tempo dopo le Roy de Méricourt e Rochard, in una nota d'insieme, riuniscono l'ulcera di Mozzambico, della Guyana e l'ulcera ò piaga annamita in un sol gruppo sotto il nome di ulcera fagedenica dei paesi caldi. A partire d~ questo momento la geografia dell'ulcera fagedenica si estende sempre più, dei casi essendo stati descritti alle Antille, al Senegal, al Sudan, ecc. 1

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L'Asia sembra, tuttavia, .essere il campo più vasto dell' ulce:a fagederlica, a partire dalla costa del Mar Rosso, dove è conosciuta sotto il nome di ulcera dello Yemen, fino alle Indie Inglesi, all' arcipelago Malese, isole Filippine e al litorale Cinese. Ma è specialmente nei delta cocincinese e tonchinese che la malattia assume un carattere di vera endemicità, sotto la denominazione di plaie annamite. La razza annamita sembra presentare una forte predisposizione al fagedenismo, e ciò forse anche all'infuori della loro abitudine di vivere, per cosi dire, fra l'umidità delle loro capanne e il pantano delle risaie. Durante il mio soggiorno nel sud-Yunnan (Cina) io ho dovuto molto spesso occuparmi delle piaghe annamite, costituendo esse talvolta quasi il 1 / 3 della morbidità di quegli operai lavoranti sui cantieri della ferrovia francese tonchino· yunnanese, sebbene solo eccezionalmente il lavoro fosse fatto in. acqua. Io potei osservare alcuni casi di ulcere fagedeniche anche nei villaggi cinesi delle regioni montagnose nei pressi di Caihoafu (metri 10001500 di altitudine), ma non è improbabile che si trattasse di fagedenismo importato dai cantieri ferroviari, in seguito al gran movimento di communicazioni fra questi e i villaggi in prossimità della ferrovia. Ma l'ulcera fagedenica non è sconosciuta neanche sui versanti del Mediterraneo, essendo essa stata segnalata in Algeria da Brault e Gros, e in Italia dal dottor Lacava nella provincia di Reggio Calabria. Dalle scarse notizie che si sono avute fino a questi ultimi tempi sulla patologia tripolina, non mi risultano che 5 casi di ulcus tropicum, ultimamente trovati da Gabbi e Sabella su 100 individui trovati infermi di malattie cutanee. Credo che questi casi siano stati rinvenuti in primavera; tuttavia l'esistenza dell'ul.. cera fagedenica non deve a vere carattere annuale ma manifestarsi a poussées stagionali, come risulterebbe da questa prima serie delle • • • mie osservaz1on1. Durante quasi tre mesi di servizio (4 gennaio-25 marzo), al posto di pronto soccorso • Dogana » istituito dalla Croce Rossa italiana io non ebbi mai occasione di osservarne un sol caso, sebbene ivi accadesse di curare in media, da 85 a 100 malati al giorno, sia italiani che (2)

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indigeni, arabi ed ebrei. Lo stesso dicasi per ciò che riguarda il mio servizio all'ospedale civile Vittorio Emanuele III, nei mesi di aprile, di giugno e luglio. Solo verso la metà del mese di settembre io ebbi occasione di .osservare i primi casi fra i curati al Dispensario, dermatologico: poi il loro numero aumentò rapidamente. assumendo in questi ultimi tempi il carattere di vera endemicità fagedenica. Dal 27 agosto, data del mio servizio al di: spensario, fino a tutto il 15 novembre, sono stati curati, •infatti, il seguente numero di malati: · r) 27-31 agosto, malati n. 34 di cui ulcera fagedenica n. o; 2) r-30 settembre, malati n. 41 di cui ulcere sifilitico-fagedeniche n. 2; 3) 1-31 ottobre, malati n. 60 di cui ulcere f agederiiche n. 2 3; 4) 1-15 novembre, malati n. 39 di cui ulcere fagedeniche J;l. 17. Cosi mentre nell'agosto la proporzione dell'ulcera fagedenica fu di o %, nel mese di settembre essa è di 0.48 %, nell'ottobre sale a 38.3 %, nel novembre a 43.8 %· Ma questi 42 casi di ulcere non sono i soli osservati in questo periodo a Tripoli: moltissimi si trovano al campo beduino, molti frequentano l'ambulatorio «Guido Baccelli», altri vanno al posto di soccorso della Dogana, mentre non pochi sono curati giornalmente all'ambulatorio chirurgico annesso all'ospedale. Etiologia. - L'agente patogeno dell'ulcera fagedenica non è anéora stato identificato in modo assoluto. Eugenio Rochard nel suo articolo sul fegedenismo (1886) pensa che questo stato patologico sia dovuto a un infinitamente piccolo, trasportato dalle pozzanghere a mezzo delle mosche. Ma secondo lui, la malattia non è contagiosa, non avenvo potuto riprodurre l'ulcera artificialmente. Hallopeau e E. Apert nella loro « classificazione nosologica » (1904) pongono l'ulcera fagedenica dei paesi caldi fra le malattie dovute ad agente indeterminato, sebbene fin dal 1884 I.,e Dantèc ~vesse trovato nel pus melmoso delle ulcere della Guyana « des bacilles en nombre tellement considérable, qu' on eut dit qu'ils s'y trouvaieot en colture pure. Ces bacilles étaient droits immobiles. quelquefois recourbés quand ils atteignaient leur plus grande longueur: ils mesuraient en moyenne de 7 à 12 micron ».


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Tale reperto microscopico fu in seguito ri • scontrato da Clarac alla Martinica (1885) da Petit alla Mayotta e in seguito da Boinet al Tonchino (Le Dantec). Nel 1896 Vincent trovò nella grangrena no- · socomiale un bacillo in tutto simile a quello descritto da Le Dantec, ed essendo ciò stato verificato, in altri casi, da Coyon e da altri, così si venne all'idea della identità delle due malattie, di cui l'una~ l'ulcera fagedenica, sarebbe più propria dei paesi caldo·umidi, mentre l'altra, la grangrena nosocomiale, sarebbe l'esponente di questa bacillosi nei paesi temperati e freddi. Questa teoria unicista, già lanciata da Thorel, domina, p7r cosi dire, tutta la scuola francese, tanto che Achalme tratta in un solo capitolo, le due affezioni « que rapprochent d' une manière absolue la clinique et la bactèriologie ». I medici delle al tre nazioni si sono generalmente schierati contro questa ipotesi. Secondo Plehn l'agente specifico dell'ulcera fagedenica non può dirsi ancora dimostrato, i tentativi culturali del bacillo fusiforme e le prove di trasmissione negli animali essendo fallite. P. Manson dubita, con Scheube, dell'identità delle due affezioni specie per il fatto della limitazione dell'ulcera nei paesi caldi e del suo debole potere infettante: l' agente . infettivo è evidentemente un microrganismo, ma esso non è ancora in modo definitivo determinato. In Austria Matzenatter in 22 casi di gan· grena nosocomiale della regione genitale, trovò · un bacillo più corto (5 micron) e più sottile di quello di Le Dantec-Vincent, sebbene nel resto le proprietà biologiche si corrispondessero .. In un caso di gangrena nosocomiale, Pende crede che la cau~a non debba essere attribuita al bacillo di Vincent nè alla simbiosi fuso-spiril1are ma ad un bacillc) che per i suoi caratteri dovrebbe essere identificato col pseudodifterico di Lofiler-Hofm3.nn. Solo in secondo tempo ad esso si associe· rebbero lo stafilococco aureo e 3lbo, il coli-bacillo e il bacillo piocianico, ai quali dovrebbesi lo sfacelo putrido. Il carattere polimorfo della gangrena nosocomiale sarebbe quindi spiegato colla non unicità etiologica e patogenetica dell'infezione. Harmann, nelle ulceri del Veldt, che sono più frequenti fra le milizie inglesi del Sud-Africa,

che fra i Boeri, avrebbe isolato un diplococco facilmente coltivabile, simile allo stafilococco aureo. I Comunque sia, in tutte le osservazioni mi· croscopiche della sostanza melmo$a delle ulcere fagedeniche che io ebbi occ:ssione di curare tanto in Cinq che qui a Tripoli, il reperto è sempre stato lo stesso: presenza, in numero più o meno grande, del bacillo fusiforme di Le Dantec-Vincent, a cui si associano quasi sempre i comuni ·m icrobi della suppurazione. In alcuni dei casi, ~ui a Tripoli, il capitano medico Rizzuti, membro della Commissione sanitaria governativa, ha tentato anche qual· che coltura, ma non ha avuto che delle belle patine di stafilococco aureo. Nelle sue ricerche Vincent trovò in associazione al bacillo fusiforme gli stafilococchi, gli streptocchi il proteus vulgaris, il piocianico, il Bac. coli e il bacillo di Friedlander. Altri autori (Smith e Peill, Bòuffard, Brault, ecc.), hanno trovato uno spirillo non coltivabile, a cui, però, non fu attribuita nessuna importanza patogena. Col capitano Rizzuti ho esaminati molti preparati, e in associazione trovammo specialmente numerose forme diplococciche. Il bacillo di Vincent è immobile, lungo da 4 a 10 µ, largo circa uno, quasi sempre rettilineo, ad estremità leggermente degradanti o alquanto rotondeggianti, disposto in modo irregolare: gli autori non gli riconoscono spore. Si colora facilmente colle soluzioni aniliniche (tionina): non prende il Gram. È specialmente abbondante nello strato profondo delle ulcerazioni: è qui sopratutto che la sua attività si mostra più intensamente tanto da ostacolarvi te infezioni secondarie . Esso trovasi anche in gran numero sotto l'epidermide dei margini, che minata, per così dire, dalla invasione microbica si cianotizza e si afiloscia sulla melma ulcerosa. Il bacillo fusiforme non produce infezione di carattere generalizzato. Patogenesi. - Sembra che il bacillo fusi· forme abbia bispgoo, per svilupparsi, di condizioni speciali di ambiente quali il calore e l'umidità. I paesi tropicali a temperatura secca non presenterebbero casi di fagedenismo: ma questo criterio non può essere assoluto, dei casi essendo stati osservati a Djibouti, ad Aden, ecc. A Tripoli, all'infuori dei primi cinque casi di Gabbi e Sabella, il fagedenismo, (3) '


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almeno col carattere attuale di endemo-epi- la vita d'unione; gli altri due solo al principio demicità, non si è manifestato che a partire della stagione calda, quando cioè, per le sofdalle prime piogge di ottobre, sebl1ene la tem- ferenze del lichen tropicus il grattamento è peratura atmosferica tendesse già ad abbas7 più pericoloso. Di più l'italiano aveva l'abitusare. Il bacillo fusiforme avrebbe bisogno, ·dine di dormire con semplice camicia, mentre insomma, di un certo grado di umidità: dal gli altri dtte facevano uso di moresca: essa, terreno esso sarebbe trac;portato sia a mezzo quindi, non li protes~e che fino ai tempi delle degli insetti, mosche, ecc., sia a mezzo deJle lesioni_determinate dal grattamento. mani stesse dell'uomo. Qui a fripoli io ho avuto occasione di osSi è ritenuto dalla generalità degli autori servare parecchi casi di auto-inoculazione negli che l'ulcera fagedenica possa manifestarsi spe- stessi malati che vengono a medicarsi al dicialmente sul terreno umano impoverito dalle spensario. Qtteste nuove ulcere presentano suprivazioni, ristrettezze, cattive condizioni igie- bito i caratteristici bacilli fin dal primo momento niche generali, onde fu detto che l'ulcera fage- della flittena a contenuto siero-ematico. Nel denica è il flagello della carestia e delle guerre. malato n. I, reinfettatosi durante la degenza Io non credo che il ·bacillo fusiforme pos5a svi- all'ospedale, si osservarono piccole ulcerazjoni, lupparsi solo in queste determinate condizioni il cui contenuto presentava il bacillo fu.di ambiente e di terreno: molti arabi da me siforme e numerosi leucocitj con nucleo in cacurati erano in buone condizioni organiche: è riolisi. · ' naturale, tuttavia che, come tutti gli altri L'ulcera fagedenica si manifesta con la maggermi, in quest~ conttngenze specialmente egli giore frequenza nella giovinezza e nell'uomo -adulto: la donna, i vecchi, 1 i ragazzi ne sono riesca a fare il maggior numero di vittime. Allo sviluppo dell'ulcera fagedenica è neces· ··' più raramente affetti, e ciò iti rapporto al saria una lesione della pelle, come appare evi- fatto che le lesioni traumatiche e le condizioni dente dalla constatazione dei fatti che comu- di infettività sono appunto inerenti al lavoro nemente si osservano. ' dell'adulto. Alcune malattie hanno mostrato di agire Gli indigeni che hanno l'abitudine di camminare colle gamhe e coi piedi nudi possono, come importante causa predisponente, tanto con grande facilità, prodursi delle lesioni di che ~ ad un momento dato gli autori pensarono continuo della pelle, ed è appunto ai piedi ed che il fagedenismo non fo~se, p. es.-, che una alle gambe che questi individui presentano manifestazione della scrofola, dello scorbuto, quasi esclusivamente ogni lesione. della malaria, dissenteria, ecc. In Etremo . Le truppe francesi operanti in Cocincina Oriente si volle attribuirla anche all'itifezione presentarono ulcere fagedeniche solo dopo di beriberica. aver dovuto attrn:versare, a piedi nudi, delle Nei paesi in cui il pian è endemico., le piarisaie e dei fossi dove facile fu il ferirsi con ghe presentano uno sfacelo straordinario e ne le piante acquatiche. Fra gli stessi indigeni derivano considerevoli retrazioni cicatriziali dell'Indocina francese, l'ulcera fagedenica non (P. Manson). si osserva agli arti superiori che durante i laSintomatologia. - Difficilmente accade al vori di trapianto del riso, lavori che espon.. medico di osservare l'ulcera fagedenica al suo gono facilmente alle ferite anche le mani e le prillio inizio, il malato non facendo generalbraccia. mente ricorso al sanitario che quando la piaga .I portatori di ulcere alle gambe possono ve lo costringe, sia per il dolore, sia per l'iminfettarsi alle mani o in qualsivoglia altra ponenza della_ distruzione. L'osservazione riesce parte del corpo, qt1ando, col grattamento, si però spesso facile qttando succeda l' auto-inoledino la pelle. Al Yu.n nan io ebbi occasione culazione. di curare un imprenditore francese, un ingeIn t1n punto più o meno lontano dalla prima gnere alsaziano e un capo-cantiere italiano, i ulcera fagedenica si osserva allora un sollc\-·aquali avevano l'abitudine di dormire con la mento cupoliforme dell'epidermide, attraverso propria congai (concubina annamita), affette le cui pareti si intravede un contenuto sierospessissimo da piaghe annamite. I./ italiano ematico o siero-purulento. Dopo poche ore la amn1alò di ulcera fagedenica poco tempo dopo flittena ingrandisce, specie alla r1ase, mentre

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un'aureola rosseggiante si delinea presto. Talvolta dopo solo 10-15 ore l'epidermide distaccata si lacera in un punto, generalmente in corrispondenza della lesione iniziale, e allora si affloscia a guisa di tela di ragno sui contorni dell'ulcera che presto tende ad esca• vars1. Da questo momento, se una terapia energica non interviene) l' ulcera asst1me l' andamento clinicamente fagedenico, a distruzione rapida, invadente. La piaga diventa allora dolorosa; la suppurazione si fa più abbond.a nte, grigiosporca, ·talvolta mista a sangue; i margini dell'ulcera si fannp turgidi; ros.so-pavonazzo, infiltrati e come rovesciati all'infuori. 1

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Grave ulcera fagedenica.

Al decimo-quindicesimo giorno il pus è se1npre più abbondante, spesso disposto a fasci, e risulta come costituito di due strati, il più superficiale, men'ò denso, che tende a fuoriuscire dalla piaga declinando verso la parte più bassa: l'altro, più prof?ndo, generalmente commisto a sangue, più tenace e come aderente ai tessuti sottostanti. Dalla piaga emana un odore fetido, nauseante; ma se il processo infettivo è • esaurito, la ulcerazione dopo pochi giorni tende a granulare, la suppui:azioBe cessa e, se la distruzione dei tessuti non fu troppo vasta, in seguito a 15-20 giorni la cicatrizzazione è completata. Ma in alcuni individui particolarmente denutriti, o quando la cura non fu abèastanza •

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sollecita o energica, il processo distruttivo aumenta d'intensità e lo stato di necrosi si fa impressionante. L'ulcera si approfondisce e si la massa di pus si fa estende in superficie, • µielmosa, sempre più abbondante, difteroide, fetidissima: dei brandelli di tessuti necrotizzati si staccano sul fondo de11a ' piaga: guaine muscolari e ten<linee distrutte lasciano allo scoperto masse muscolari e tessuto osseo. Dopo accurata pulizi·a il fondo dell'ulcera mostrà • spesso bottoni carnosi rosso-pavonazzi in mezzo a noduli biancastri di centri suppurativi, · tanto da ricordare un salcicciotto grossolanamente spezzato. In alcuni casi appaiono tronchi ner· vosi e pacchetti vascolari in piena distruzione ~ · emorragie più o meno abbondanti · imbrattano di sangue , la piaga, che prende un aspetto eretistico, mentre il dolore è sempre più doloroso occasionando spesso l'insonnia. L'arto si fu. edematoso e la deambulazione difficile, penosa . A questo momento l'ulcera ha talvolta raggiunto enormi dimensioni, 8-ro e più centimetri di diametro, pt1r conservando, in modo quasi costante, la sua forma circolare. Tuttavia, specie se è intervenuta una cura. adeguata, dopo qualche giorno la piaga tende alla guarigione: il pus si fa meno abbondante, meno icoroso; la fetidità diminuisce poi scompare afiatto; il fondo dell't1lcera si .riempie di bottoni carnosi rosso-vivi, i margic.i si fanno meno turgidi, il fondo granulante si colma, mentre i bordi si rivestono di crosticina brunastra, poco spessa, che tende a distaccarsi, durante le successive medicazioni, a mano· a mano che la piaga cicatrizza e si restringe. / Dopo 20-30 giorni la guarigione è completa o quasi, e al posto dell'antica piaga non residu~ che una cicatrice appena . ri1evata sulle parti circostanti, più o meno ipercromica, rosso-brunastra. Talvolta al momento dèlla cicatrizzazione l'ulcera sembra subire un fenomeno di sosta vitale: essa tende ad opacarsi; i bordi diventano callosi e il fondo si fa pallido: l'ulcera ... . e atonica. Nei casi conclamati la diagnosi è sempre facile e pronta; nei casi meno tumultuosi un esame microscopico del pus permetterà di trovare il bacillo fusiforme. (Nel numero prossimo ci occuperem o della cura). I

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SUNTI E RASSEGNE MEDICINA. Le idee moderne solla coagulazione del sangue. (P. CARNOT. Le Paris méd-ical, 28 settembre 1912). La coagulazione del sangue consiste nell'inglobamento degli elementi di esso in un reticolo fibrinoso. La fibt'tna non esiste nel sangue se non allo stato di fibrinogeno; perchè la trasformazione in fibrina si effettui è necessario l'intervento di un fermento, il fibrin-fermento o trombina; anche esso però non in tale stato esiste nel sangue ma in quello di trombogeno o brofermento. È necessatio quindi perchè il meccanismo della coagulazione si compia che il trombogeno si trasformi in trombina e che per suo mezzo il fibrinogeno divenga fibrina; la coagulazione è in altri termini legata a tutte quelle condizioni le quali sono capaci di determinare la trasformazione del profermento in trombina, del :fibrinogeno in fibrina; solo lo s1:udio delle azioni attivanti ed inibitrici di tali metamorfosi, può rendere edotti sulla emcstasi e sulla incoagulabilità del sangue. Tra le azioni che favoriscono ed attivano la coagulazione alcune sono note. Il calcio è indispensabile per la coagulazione (Arthus); meno importanti ma certamente utili sono le varie soluzioni satine, che esercitano una funzione fisico-chimica sulla precipitazione del fibrinogeno. Le moderne ricerche hanno aggiunto nuove ed interessanti nozioni: azione attiva coagulante hanno gli estratti d'organo (muscolo, milza, fe· gato, timo, sangue eterogeneo ecc.), azione che si rivela meglio nel sangue degli uccelli p . es. , che mostra d'ordinario un ritardo nella coagulazione. Se al fenomeno si riportano le conclusioni di Paulow sulle cinasi o fermenti di fermenti , e se si pensi che alcune sostanze fisiologiche non sono attive se non si completano (alexine di Bordet), l'attivazione della coa~ulazione per mezzo di estratti di organi cosi si può interpretare: il trombogeno del sangue circolante non si trasforma in trombina attiva che a contatto del calcio e in presenza di una trombocinasi, qua· lunque sia l'origine di questa sanguigna o tissulare; per la formazione della trombina sarebbe necessaria quindi una trombocinasi, questa prima

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azione fermentativa determinerebbe una seconda trasformando il fibrinogeno in fibrina. Perchè il concetto di trombocinasi non sia quasi il rappr~sentante di una reale sostanza, isolabile dal sangue. bisogna intendere con tal nome qualunqne azione attivante proveniente da sostanze fisiologiche sulla coagulazione. • Accanto ed in contrapposizione con, le azioni che favoriscono la coagulazione vi sono azioni inibitrici della coagulazione: a) fisico--chiruiche come la superficie del vaso; b) chimiche (es. soluzione di propeptone); c) fisiologiche (estratto di testa di sanguisuga. liquido di peptone, anticinasi). Su queste ultime i· moderni studi si sono specialmente diffusi: si sa che l'estratto di testa di sanguisuga rende il sangue incoagulabile; se si aggiunge ad un liquido coagulabile, ma sprovvisto di trombina (plasma, liquido d'idrocele, soluzione di fibrinogeno) . una miscela di tro.mbina (del siero) e d'estratto di testa di sanguisuga in proporzioni variabili, si può giungere a neutralizzare fra di loro l'azione dei due corpi, come si ottiene tra tossina ed antitossina;' l'estratto di testa di sanguisuga si comporta in altri termini come un'antitrombiua. Se s'iniettano nelle vene d'un cane forti dosi di propeptone il sangue diviene incoagulabile; il lavaggio del fegato con una soluzione di peptone basta a far secernere da questo una ·soluzione anticoagulante. Questo mescolato in proporzioni variabili al siero fresco, impedisce l'azione coagulante, agisce cioè anche esso come un'an titrombina. Parallela è l'azione d elle anticinasi; queste neu· tralizzano non pjù la trombina ma la trombocinasi, impedendo cosi l'attivazione del profermento per mezzo di tale cinasi. Il veleno del cobra contiene sostanze anticoagulanti: mentr~ basta aggitmgere alla miscela poca trombina attiva (traccie. di siero frec;co) per assicurare di nuovo la coagulazione, qualunque sia la quantità di veleno, sarebbe necessario invece aggi ungere una proporzione di cinasi (eqtra tti d'organo per esempio) molto più forte e propor· zionale alla quantità del veleno p er neutralizzarlo e determinare la coagulazione del sangue : il veleno dunque agisce sulla trombocinasi e non sulla trombina, agisce cioè come un'anticinasi. Tra azioni atti vanti ed azioni inibitrici, allo stato normale, si stabilisce un equilibrio, che

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permette al sangue di rimanere fluido. Con ogni probabilità allo stato normale una piccola quan· tità di cinasi si riversa continuamente nel sangue circolante, ed è continuamente neutralizzata da una corrispondente formazione d'anticorpi. Se per condizioni patologiche si forma una quantità eccessiva di cinasi non neutralizzata. o nn eccesso di anticinasi si avrà rispettivamente un aumento o una diminuzione della coagulabilità del sangue. In casi d'emorragia per esempio v'è secrezione abbondante di cinasi d'origine ematica a contatto con i tessuti scontinuati (cinasi tissulare); si attiva cosi il trombogene, si produce trombina, il fibrinogeno dà fibtina, il sangue coagula; in altre condizioni morbose vi può essere eccesso di sostanze inibitrici o deficienza di azioni attivanti, il sangue non coagula. Circa l'origine dei vari elementi di cui abbiamo passato in rivista l'azione, si hanno ragioni per credere che del fibrinogeno multiple siano le fonti. ma principalmente sia in giuoco il fegato: vero è che non costantemente nè del tutto la soppressione o la diminuzione della funzione epatica porta l'incoagulabilità del sangue, ma è pur certo che le lesicni gravi del fegato (fosforo, cloroformio, siero epat'otossico) determinano diminuzione nelle proprietà di coagulazione. Il trombogeno non è ancora ben definito, esso con ogni probabilità deriva dagli elementi cellulari del sangue. Il calcio proviene dall'esterno cogli alimenti, ma l'organismo ba inoltre enormi riserve di calcio. Le trombocinasi sono di origine sanguigna (leucociti, cellule endoteliali, ematoblasti in stato di sofferenza o di morte), o derivano da tessuti (fegato, milza, muscoli). Le sostanze inibitrici sono anche esse di origine duplice (ematica e tissulare), nè è da mera vigliare che gli stessi organi e tessuti possano fabbricare nel medesimo tempo corpi ad azione differente ed opposta, in proporzioni variabili seguendo i bisogni dell'organismo.

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SEZIONE PRATICA

Se noi vogliamo studiare il comportamento del sangue nelle varie forme emorragiche, e dalle alterazioni della coagulabilità indurre delle nozioni curative, due termini dobbiamo conoscere: il disturbo nell'emostasi, il disturbo nella coagulabilità. L'emostas'Z· nella sua cronologia si studia

con un metodo semplice ed elegante; si punge l'orecchio del paziente in maniera che le gocce di ~angue facciano una macchia su carta sugante da r a 2 centimetri di diametro raccolte ogni mezzo minuto; si sa che nel soggetto normale in due o tre minuti cessa l'emorragia; nei soggetti patologici (anemia perniciosa, porpora, emofilia, ecc.) non solo la durata è più lunga e può giungere da 5 o 6 minuti a 24 ore, ma la curva dello scolo sanguigno è irregolare. Non è egualmente esatto il metodo che si usa per studiare i) distu-rbo d'Z. coagulabilità del sangue: si raccolga il sangue con grande precauzione da una vena direttamente in un vaso sempre della stessa forma e della stessa natura e si osservi il tempo necessario per la coagulazione completa. Le variazioni sono molteplici, talora contraddittorie e minano la bontà del metodo. N è basta : per rendersi conto del com portamento di alcune emorragie, di alcune emostasi ritardate è necessario tener conto di altre condizioni ; tali sono la retraibilità, la consistenza, la mancanza di aderenza, la facile solvibilità d~l coagulo. In genere si pensa che le emorragie o le mancate emostasi più che a difetto dei leucociti primordiali o attivanti, di cui l'organismo abbonda sia dovuto ad eccesso di sostanze inibitrici: forse rivolgendosi per tale via, fin d'ora si può sperare un trionfo per la terapia. PONTANO.

CHIRURGIA. Sulle fistole (TÉDENAT

v~sclco-vaginali.

e DELMAS. Province Médicale, n. 42).

Il maggior numero delle fistole vescico-vaginali è dovuto a parti abbandonati a loro stessi, o male o tardi curati, quando la compressione della parete vaginale contro il pube è durata non meno di due o tre ore (Pinard). Sono d'altro canto molto rare le fistole imputabili ad applicazione di forcipe ed in genere le fistole ostett''Z che. Al contrario le fistole consecutive ad operazioni ginecologiche sono da qualche anno aumentate di numero, così dopo isterectomie vaginali per cancro del collo, per miomi, dopo colpotomie anteriori. Nella operazione di W ertheim la parete posteriore della vescica è ferita in alto, l'uretere può venire tagliato o necrosarsi. I pessarii troppo voluminosi, o lasciati troppo lungo tempo in situ senza asepsi 0

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sufficiente, hanno causato ulcerazioni della parete progressive, ascessi, ed un certo numero di fistole (Weill, Herff). Cause rare di fistola sono i corpi estranei della vescica, i grossi calcoli. I cancri del collo uterino e della parete vaginale anteriore producono fistole quasi sempre incurabili. Rari sono i casi di fistola per gomme sifilitiche e per tubercolosi. Conoscendosi tutte le suddette cause, riesce facile stabilire le regole profilattiche. Tutte le fistole tendono alla guarigione spontanea. Quelle che risultat10 da una incisione, da una rottura si cicatrizzano in pochi .giorni, se si previene l'infezione con irrigazioni vaginali, con la sonda a permanenza, e la posiz~one ventrale. Le fistole da gangrena tendono verso la cicatrizzazione dopo la caduta dell'escara. A favorirla si usino le ora dette precauzioni. L-a cura operatoria della affezione in esame rimonta al secolo XVII, ma è di data affatto re· c~nte la cura efficace e ben regolata. Da Roonhuysen (1663), che ravvivava i margini, e suturava colla seta o col filo i margini cruentati, ad oggi, si sono occupati dell'argomento: Desault, Lallemand, Roux:, Dugès, Sims, Bozeman, Follin, Courty, Verneuil, Simon, fino al metodo det raddoppiamento detta parete, metodo tutto francese, e bene esposto dal Duboué di Pau, e da varie nazioni adoperato con buon risultato. Il sintoma caratteristico della lesione è dato dallo scolo dell'urina attraverso la vagina; scolo che può comparire in varii periodi di tempo, e con v~rie modalità; subito dopo l'accidente, nelle incisioni o rotture del setto vescico - v~ginale; trequattro giorni dopo la necrosi, per caduta del· l'escara, nelle fis~oled a compressione, ecc. Secondo la sede della fistola sulla parete vescicale o uretrale, o ureterale, si ha scolo permanente di urina. o nel momento del mitto. Nell'ultimo caso lo scolo urinario dalla vagina è continuo, ma dalla vescica e dall'uretra l'inferma . emette volontariamente le urine provenienti dall'altro rene. Le urine diventano ammoniacali; le parti attraverso cui passa l'urina si flogosano, si • arrossano; possono tappezzarsi di fosfati , o formarsi dei veri calcoli a bottone di camicia in corrispondenza della fistola con i sali urinarii. L'ammalata impallidisce, si anemizza, perde l'appetito. Rare sono le infezioni ascendenti, che ~i hanno quando i depositi fosfatici ostacolano la evacuazione dell'urina dagli ureteri. Si può avere amenorrea; rare sono le gravidanze per la difficoltà della fecondazione. L$ àiag1tosi si farà colla

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esplorazione vaginale; e per le fistole ureterali iniettando del bleu di me~ilene sottocute. Prima dell'intervento si cercherà di rendere asettica la .v escica e la vagina, di sopprimere i depositi fosfatici, le escoriazioni perineali e delle grandi labbra. Donde bagni generali mattina e sera con acido borico (100 gr.), borace, allume (20 gr.); irrigazioni abbondanti vaginali con soluzione borica (2 %) e vescicali con soluzione di nitrato d'argento al 2 per mille. Si renderà l'urina asettica con l'urotropina (2-4 gr.), con l'eucaliptolo o l'essenza di terebentina (4·6 capsule al giorno), o con la pozione di acido benzoico ed acido borico ana gr. 5 per n1ille da bersi in un giorno nella dose di un litro. Si asporteranno le concrezioni fosfatiche con la soluzione borica, o con compresse imbibite di soluzione al 2 per mille di • nitrato di argento. Questo sale si adopererà sulle escoriazioni, e la vasellina borica sul perineo e la faccia interna delle coscie contro l'azione irri· tante dell'urina. Migliorate le condizioni degli organi, si cercherà di rammollire la vagina e le briglie cicatriziali per il riavvicinamento dei bqrdi della fistola mediante il massaggio digitale o con i dilatatori di Hegar. Eseguite tutte siffatte manovre, si potrà procedere all'operazione. Messa l'inferma in posizione dorso-lombare si abbasserà il più possibile l'orificio della fistola tirando .sul collo uterino con fili di seta passati attrav.erso le sue labbra, o praticando lo scollamento vescicouterino, come per l'isterectomia vaginale, il che permette la mobilizzazione della parete vescicale. Le valve piatte di Simon, i divari catori laterali saranno di lunghezza e di larghezza variabili. La sutura si farà nel senso perpendicolare alla direzione delle briglie cicatriziali, e si ·adopererà il catgut iodato. Nel metodo di Sims si cruenta~o il più possibile i margini della fistola, il che porta al rovesciamento della mucosa vaginale verso il tramite fistoloso, ed alla sua interposizione tra le superficie cruentate, che non possono essere messe così in contatto totale. Lo sdoppiamento della parete vescico-vaginale, con l'incjsione delle labbra dell'orifi.cio fistoloso , e clivaggio separante la vescica dalla vagina, ha il vantaggio di non creare alcuna perdita di sostanza (Duboué, Laroyenne, Ricard, Walcher, Mackenrodt). Si può qualche volta utilizzare il collo uterino per colmare la superficie cruentata, che resta, dopo la sutura, della parete vescicale. Lo sdoppiamento si può facilmente eseguire, quando vi sono poche briglie, o quando queste sono state tagliate largamente,


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Jf(J,Udacemente. Scollando più o meno ampiamente ..sul piano di clivaggio i due foglietti vescicale e vaginale, si sutureranno fra ·toro i due foglietti 'vescicali giustaposti per le loro facce cruentate, ed .al disotto i due lembi vaginali, i quali, setroppo · ~orti, si mobilizzeranno con incisioni liberatrici fatte a distanza ed a profondità conveniente. Si ·potranno suturare in senso perpendicolare queste incisioni, o si lasce- ranno cicatrizzare per granulazioni. In un ~aso di fistola aderente a1le vicinanze . del pube, Schauta incise il gran labbro, lo sdoppiò, -·~ ne fece un lembo che suturò intorno alla fistola. L' A. non ha avuto occasione di valersi della via .-addominale. Riporta infine alcuni casi che presentano alcune particolarità interessanti di tecnica. G. QUARTA. ..

Due casi di formazione artificiale (}ella vagina mediante un'ansa d'intestino tenue. (M. HENKEL. Deutsche mediz. W ochenschrif t, 21

nov.

1912).

I

Non è nuova l'idea della formazione artificiale della vagina: essa data dal periodo in cui nella tecnica chirurgica furono introdotte le operazioni plastiche. Si trattava naturalmente di praticare un cana]e aitificiale fra l'uretra e la vescica in -avanti, e l'ano ed il retto in dietro, e di curarne poi la riuscita e la durata mediante l'uso di spe~iali mezzi dilatatori. Ma ogni tentativo era fallito. In ogni' caso, questi tentativi di cura importavano molto tempo e riuscivano tlolorosi, e infine, malgrado tutti i .m ezzi di dilatazione, si aveva restringimento ed obliterazione completa del canale neoformato, e notevole peggioramento delle condizioni primitive -dovuto al processo di cicatrizzazione. Quando si cominciarono ad avere risultati facon i trapianti di pelle e di mucosa in vorevoli • altre parti del corpo) si cercò anche di utilizzare questi nuovi mezzi chirurgici per la formazione -della vagina artificiale. Malgrado le grandi diffi.coltà tecniche, numerosi operatori hanno tentato -di risolvere il problema mediante trapianti auto.Plastici ed omeoplastici. Nel canale vaginale preformato si t~ntò di trapiantare lembi di cute pe. duncolati e non peduncolati, ottenuti dalla stessa paziente o da altra donna operata di prolasso ·della vagina; si tentò di ricoprire il canale neoformato con la sierosa peritoneale; ma si erano sempre ottenuti risultati parziali e non duraturi. Altri operatori per la formazione della vagina &irtificiale hanno cercato di utilizzare la parete .anteriore dell'ampolla rettale che suole essere

ipertrofica nei casi di ipoplasia degli organi genitali femminili; altri han tentato di adibire a questo scopo tutta l'ampolla rettale · mettendola in rapporto con gli organi genitali interni, e provvedendo insieme alla formazione di un ano pretematurale. .Haeberlin e Baldwin proposero di utizzare un tratto d'intestino tenue per la formazione di una nuova vescica. Baldwin ha descritto per il primo questa operazione. Egli praticò dapprima fra la vescica ed il retto un canale; esegui poi la laparotomia e resecò un'ansa dell'ultima porzione dell'ileo, ristabilendo la continuità dell'intestino mediante un bottone di Murphy. Con un filo di seta passato nel punto medio dell'ansa, trasse questa attraverso il canale artificialmente praticato, e con punti di sutura la fissò al contorno dell' imene. Mori ha eseguito un processo analogo, abbassando un semplice tratto d'intestino tenue, non raddoppiato ad ansa come ha fatto il Baldwin, e suturandone la sezione all'orlo dell'imene. Questi sono i due processi addominali che oggi si ritiene siano le basi della formazione artificiale della vagina. In seguito quest'operazione è stata eseguita undiçi volte mediante l'utilizzazione di un'ansa d'intestino tenue. L' A. ha avuto occa"ione di eseguire recentemente due volte tale operazione, ed avendo ot tenuto un decorso facile e risultati favorevoli, pensa che essa possa essere ammessa nel numero delle operazioni ginecologiclie. Riassumiamo la storia di questi due casi che l' A. più ampiamente riferisce. Nel 1° caso si trattava di un~ giovane che aveva avuto una forte emorragia causata da un tentativo di coito. Essa accusava· dolori nel basso ventre ed aveva le vesti insanguinate. I genitali esterni erano normali, l'imene perfettament~ chiuso, l'uretra dilatata, e alla sinistra di · questa un ascesso; con la esplorazione rettale le ovaia si palpavano alquanto piccole, normali nel r~sto , non distinguibili dall'utero e dalle trombe. Siccome la paziente accettava di essere operata, l' A. dapprima ha formato il canale per la nuova vagina; mediante le pinzette ha lacerato l' imene nella parte media: ha scollato la pelle tutt'intorno, rispettandone soltanto una zona cordoniforme corrispondente al canale di Miiller obliterato. Quasi senza lacerazione alcuna, è giunto negli strati profondi allargando il canale vaginale in maniera ottusa co11 le dita, pervenendo co"i fino al peritoneo. La perdita di sangue fu veramente minima. Eseguita poi la laparotomia, ha tratto nel campo operatorio l'ultima porzione dell'ileo, e a circa Io cm. dalla valvola ileo-cecale •

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ne ha resecato un tratto di circa 25 cm. Suturate a doppio strato le quattro sezioni dell'intestino, ha ristabilito la continuità del canale intestinale mediante una entero-anastomosi latero-laterale, curando di non lacerare il mesenterio e di evitare al possibile le allaccia ture dei vasi , allo scopo di garantire la nutrizione della parete del1' intestino in corrispondenza della sede dell'operazione e di evitare nel miglior modo la trombizzazione dei vasi del mesenterio. Per abbassare e trarre nel canale vaginale l'ansa resecata del tenue, l'A. si è servito di un pezzo · di fascia di garza : introdotta nel canale vaginale preformato una pinza curva, ha sfondato con essa il peritoneo dello spazio del Douglas, aprendone le branche ha ampliato la breccia, ed ha afferrato gli estremi dell'ansa di garza passata nel mezzo dell'ansa intestinale resecata. Richiusa la cavità addominale, con un Klemmer ha fissat<, l'ansa intestinale mediante il laccio di garza all'apertura esterna del canale vaginale, impedendo ad essa di sfuggire in alto. L'atto operativo, dalla formazione del canale vaginale sino alla fine, ha durato .soltanto 50 minuti e senza alcun incidente; nei giorni successivi non vi fu reazione febbrile. Dopo sei giorni l'ansa intestinale fu aperta all'ingresso del canale vaginale e fu suturata tutt'intorno al contorno dell'ostio vaginale. Dopo cinque giorni, fu sezionato con le forbici il setto esistente fra le due cavità vaginali neoformate, costituito dalla doppia parete dell'ansa intestinale ripiegata e raddoppiata dal laccio, e si ottenne così un ampliamento del canale vaginale. , Nel secondo caso si tratta va di una donna di 21 anno, la quale un anno e mezzo prima aveva avuto la mestruazione; d'allora era scomparsa ogni traccia di flusso mestruale, ma ad interva1li periodici regolari accusava invece forti dolori crampiformi. All'esame ginecologico: organi genitali esterni normali, membrana dell'imene intatta, uretra ampia, attraversabile con le dita; dalla parte del retto come dalla vescica non si riscontra segno di vagina; l'utero è alqua~to ingrossato e deviato· a destra; nell'annesso di destra si palpa una tumefazione che si diagnostica essere un'ematosalpinx. Si tentò dapprima di ridurre il volume della tumefazione con semicupi e cataplasmi. Il 23 luglio 1912 fu eseguita l'operazione. Come nel primo caso, si praticò il canale vaginale nello spessore dei tessuti molli quasi senza perdita di sangue. Fatta la laparotomia, si riscontrò che la tromba destra, larga quanto circa due dita, conteneva una tumefazione elastica; l'utero deviato a destra era 'circondato da tessuto di infiltrazione duro; le ovaie alquanto ingrossate e cistiche. Essendo normali l'ovaia e la tuba sinistra, si sa-

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rebbe desiderato di fissare la porzione vaginale dell'utero nel canale vaginale -artificiale, nella speranza di una eventale fecondazione della paziente. Per la presenza del voluminoso essudato e per la • grave dismenorrea dell'inferma, l'A. praticò invece la castrazione totale. Senza l'isterectomia, molto difficilmente si sarebbe potuto abbassarel'ansa intestinale a\.~ausa della estesa inflltrazionedella regione. L'operazione eseguìta come nel primo caso durò 80 minuti, compresa l'estirpazione totale degli organi genitali. Si ebbe guarigione pe,,primam. La tecnica dell'operazione è semplice e non. presenta pericoli gravi. I"'' importanza di un simile atto operativo non ha bisogno di essere illustrata. P. S.

NEUROPATOLOGIA. La meningite sierosa circoscritta cerebrale. (LENORMAN't.

La PYesse méd., 19 ott. 1912).

Fin dal 1904, descritta da Strobe, è stata daI Kraus e dalla sua scuola individualizzata. studiata nella sua importanza clinica et erapeutica una forma morbosa col nome di meningite sierosa circoscritta. Si tratta anatomicamente di una infiltrazione circoscritta della aracnoide, che nelle sue maglie imprigiona quasi il ljquido ;. questo chiaro, sterile, è contenuto nelle maglie a pressione piuttosto alta, tanto da comprimere il tessuto nervoso sottostante e da determinare la stessa sintomatologia clinica d'un neoplasma solido. ,, Pareva, dopo la reiazione di Schlesinger e di Kraus (1907), che questi tumori fossero piuttosto frequenti nella regione spinale, ma d 'allora in poi s'è riconosciuto che non vanno esenti le membrane cerebrali dall'affezione, ed ora è ben conosciuta anche la forma cerebrale e cerebellare. ... In tutte le osservazioni cliniche pubblicate (cli cui l'A. porta degli esempi) si tratta di accumuli di liquido cefalo-rachidiano che anatomicamente rappresentano dei residui infiammatori e che, per i loro sintomi locali e generali, per la loro evoluzione, per il loro pronostico fatale, simulano completamente un tumore e sono passibili della medesima terapia. Circa la maniera di formazione di queste pseudocisti a!'acnoidee bisogna pensare che l'infiammazione meningea provoca aderenze che limitano la cosi raccolta ; nello stesso tempo si determina una esagerata produzione d; liquido cefalo-rachi- .


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diano, mentre diminuisce il potere di riassorbimento dell' aracnoide: si giunge ad un accu· mulo di liquido essudato nelle maglie del tessuto cellulare sottoracnoideo. Wendel tra le cause della meningite sierosa circoscritta ricorda: i traumi, i bacteri, le tossine. Meningiti sierose circoscritte sono state infatti segnalate dopo traumi del cranio, quali complicazioni di suppurazioni ossee craniche, du· rante il decorso di malattie infettive quali il tifo, l'influenza, la polmonite, il reumatismo, gli esantemi dell'infanzia; nel corso infine delle intossicazioni (piombo, alcool) o delle autointossicazioni (costipazioni, mestruazioni). Di tutte queste cau<3e, comuni anche alla meningite sierosa diffusa, {>are che l'infezione sia la causa più frequente. Ma se pure la meningite sierosa circoscritta è sempre un fenomeno secondario, non bisogna perciò concludere che essa costituisce sempre clinicamente un epifenomeno nel decorso della malattia causale: questa può già essere e9tinta e la lesione meningea continuare il suo decorso e divenire predominante. I sintomi cefalici allora dominano il quadro: ' la loro evoluzione è subacuta o cronica e simula da tutti i punti di vista la sintomatologia del tumore cerebrale :· cefalea, stasi papillare, coma, o segni di localizzazione (convulsioni, paralisi, turbe psichiche). Difficile è la diagnosi differenziale tra le due affezioni; la puntura lombare non dà elementi utilizzabili per la diagnosi: anche il sintoma segnalato d a Oppenheim (alterna· tive di miglioramento e di peggioramento con la cura mercuriale) è incostante e senza grande valore. Ma la differenziazione ha poco valore per la determinazione curativa: la trapa~azione è indi:cata come l'unica via di salvezza. L'evacuazione del liquido accumulato al disotto dell'aracnoide basta per assicurare la guarigione: si deve però non pungere, ma incidere largamente la parete della pseudo-cisti per evitare la recidiva. In ogni caso però di meningite sierosa circoscritta bisogna sempre ricercare, in vicinanza del facola.i o di meningite, se non esista un tumore o un ascesso sottostante; la palpazione, la puntura esplorativa, al bisogno l'incisione del cervello o del cervelletto, saranno indicazioni sufficienti. Considerato il processo come asettico, si può fare a meno del drenaggio, che ha l'inconveniente di determinare scolo del liquido cefalorachidiano, infezioni secondarie. T. PoN~.A.NO.

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OSSERVAZIONI CLINICHE 'OSPE DALE DI SAN GIOVANNI IN ROMA. Reparto chirurgico diretto dal prof. G.

M AZZONI.

Ferita da arma da fuoco dell'addome con lesione del tenue, colon, mesentere, epiploon. Guarigione. Considerazioni sul l'intestino.

i~attamento

delle ferite del-

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Dott. RAFFAELE CORMIO, aiuto-chirurgo. A ... , di anni 32, maritata, non ha avuto figli nè aborti. Non malattie pregresse. Di sana e· robusta costituzione. Alle ore 13 del 1CJ novembre, dopo di avere abbondantemente mangiato, per disgrazia è stata ferita da un colpo di rivoltella all 'andome. Il dolore fu cosi lieve che fu convinta di essere stata ferita soltanto dalla vista del sangue. Non potendo avere soccorso in casa, trovandosi sola, si è recata in casa di suo padre, il quale considerata la gravità del caso, la fece trasportare all'ospedale di Frascati, ove i medici dopo averla visitata, consigliarono di farla trasportare a Roma per le cure opportune. Fece il lungo tragitto in barella e giunse allo , ospedale alle ore 18 e 30. Si nota una ferita da arma da fuoco situata un dito a destra della linea me.diana e un dito al disopra dell>ombelico. Non vi è forarne d'uscita . Addome meteorico, immobile. Respirazione totalmente toracica, frequente, superficiale. I muscoli addominali fortemente contratti (difesa muscolare molto valida). Palpazione dell'addome, dolente, impossibile a praticarsi. Conservata la ottusità epatica alla • percussione. Polso piccolo, frequente, 140, molle. Sensorio integro, stato difagitazione, faccia sofferente, convinzione . della malata di essere in istato grave. L'urina spontaneamente emessa è normale. Le condizioni locali dell'addome, la regione di entrata del proiettile, lo stato generale, fanno pensare che sicuramente esistono lesioni viscerali per cui si decide di intervenire immediatament~. Credetti opportuno di non ricorrere alla cloronarcosi perchè a stomaco pieno, si sarebbe determinato vomito insistente che avrebbe danneggiato le condizioni dell 'inferma . Pra ticai perciò l'anest esia dorso-lombare secondo Jonnesco, iniettando 5 centigr ammi di sto• vama. L'anestesia ottenuta fu completa e si protrasse per tutto il tempo dell'operazione che ebbe la durata di 40 minuti. · Feci un 'incisione laparot omica mediana di circa 20 cm. avendo per centro l 'ombelico e passando a sinistra di questo. Aperto il peritoneo si av verte subito odore d i gas intestinale, e poca quantità di sangue libero. Rialzando la parete destra dell'incisione, si vede il forarne del peritoneo, sfrangiato, dist ante circa 4 centimetri dalla linea mediana. Per arrivare sulle anse intestinali si scosta l 'epiploon, e si nota su di questo una ferita poco sanguinante, che viene suturata .

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Si comincia a svolgere il tenue : alla distanza di circa un metro di esso dal cieco si notano due ferite del ter1ue. s!tuate poco distante dall'inserzione mesenterica, forarne d'entrata e forarne di uscita, di forma rotonda, a margini irregolari e contusi, con procidenza della mucosa, beanti. Si pratica la sutura a due strati con seta n. o, avendo cura di eseguire la linea di sutura in direzione trasversale all'asse intestinale per evitare di restringere troppo il lume intestinale. Non si pratica la resezione perchè si ritiene che l'ansa non sia rimasta troppo stenosata da temere ulteriormente disturbi di canalizzazione. Distalmente a queste lesioni del tenue si rinviene una ferita trasfossa del mesentere che viene suturata. Si finisce di svolgere tutto il restante del tenue rapidamente, e si trova integro. Tutta la porzione di tenue soprastante alla parte lesa è ripiena di materie alimentari che si sentono al tatto e si vedono per trasparenza (maccheroni). La disgrazia è avvenuta un'ora dopo il pasto che consistette in maccheroni e carne. Dalle ferite del tenue, essendo in quel punto vuoto di contenuto, non erano fuoriuscite materie intestinali. Si passa quindi all'esplorazione del colon. Al coJon ascendente, nel suo mezzo, sulla sua faccia mediale si trova un'altra ferita dell >aspetto delle precedenti, dalla quale fuoriescono gas e piccole partit;elle di contenuto fecale. Si pratica !a sutura a due strati e sulla sutura si fissa, per aumentarne la resistenza , il mesocolon. Nella fossa iliaca destra v'è una discreta raccolta di sangue che viene prosciugata con tamponi. Si ispeziona rapidamente il restante d el colon e lo stomaco. Non essendoci altre lesioni si decide di chiudere le pareti. Prima di passare a questo si immette nella cavità peritoneale una quantità di circa 150 eme. di olio canforato al 10 %. L'ammalata si mette al letto nella posizione di Fowlet. In tutta la nottata fu praticata la proc· toclisi. Durante la notte, che passò tranquilla, non ebbe vomito, npn singhiozzo. Non furono praticate iniezioni eccitanti, essendo il polso diventato pieno e m eno frequente, bensi si fecero iniezioni di morfina le qual furono ripetute anche nei giorni consecutivi. Il d ecorso postoperatorio fu dei più favorevoli. In dodicesima giornata furono tolti i punti di seta della pelle . Dopo 18 giorni dall'atto operativo accusò dolore al polpaccio sinistro ed alla coscia. Il dolore durò qualche giorno, senza elevazione di temperatura, ma con gonfiore a pprezzabile del polpac· cio e della coscia. Si pensò a una flebite della safena, per cui si prolungò il riposo a letto per altri 10 giorni, facendo fare continue applicazioni calde. Le funzioni dell'intestino si compievano normalment e. Il 28 novembre l'ammalata esce dall'ospedale completamente guarita. La radiografia eseguita dopo varii giorni dimostra che il proiettile risie<Je nella masse muscolari della fossa iliaca interna destra. La sua presenza non provoc.a nessun disturbo.

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Prendo occasione da questo caso cosi favorevole per fare alcune considerazioni sul trattamento delle ferite intestinali. L'anestesia dorso-lombare secondo Jonnesco tra la ultima vertebra dorsale e la prima lombare fu perfetta e durò per tutto il tempo dell'opera• ztone.

J onnef;co adopera nna soluzione di stovailila

e

di stricnina, io ho adoperato una soluzione di stovaina nella quantità di 5 centigrammi. La rachianestesia generale ha su quella per inalazione il vantaggio della semplicità, della innocuità e della mancanza di' controindicazioni di sorta date o da malattie dell'infermo o dal suo stato generale grave. Prima dell'operazione furono fatte due iniezioni di morfina da un centigran1mo l'una. Il vantaggio di poter usare di questo genere di anestesia è immenso, · in ammala ti che devono essere operati 'urgent':\mente senza alcuna preparazione del tubo gastro-en,t erico. La narcosi cloroformica provoca in tutti i casi · il vomito durante e dopo l'operazione. A parte i pericoli che presenta per le polmoniti ab ingestis in feriti che spesso sono a stomaco pieno, non è d ru trascurare il debilitamento 'che produce a tutto l'organismo per i continui sforzi, Ja nausea, ecc. Gli sforzi di vomito mettono in movimento le anse intestinali. In conseguenza di ferite intestinali, piccole o grandi quantità di materiale liquido e gassoso fuoriescono e inquinano il peritoneo. Durante l'atto operativo la t<;>eletta intestinale per quanto accurata non può ·mai riuscire completa; per cui se riusciamo ad immobilizzare al più presto le anse intestinali verremo indirettamente a localizzare la reazione infiammatoria del peritoneo. La sutura delle ferite intestinali evita solo la ulteriore fuoriuscita di materie fecali; riguardo alla infiammazione d el peritoneo se avviene in grado m aggiore o minore o tale da [determinare la morte, essa è dovuta solo al materiale fecale fuoriuscito fino al momento in cui le ferite sono state occluse con sutura. La a nestesia dorso-lombare evita il vomito e produce una paresi delle anse intestinali. Questo fattore sull'esito dell'opera zione non è trascurabile, perchè l'immobilizzazione delle anse diminuisce lo spandimento di materie fecali nel peritoneo.


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XX,

FASC.

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SEZIONE

La difesa muscolare. difatti, l'immobilità addominale respiratoria sono l'esponente della reazione da parte del peritoneo irritato dal versarsi di ma· teriale settico. Ciò porta per conseguenza una diminuzione dello scorrimento ·d elle anse fra loro, quindi una minore dissèminazjone di germi nel peritoneo. Dunque è d'uopo preoccuparsi molto di porre in quiete tutto il canale digerente. La morfina a questo scopo prima e dopo l'operazione e nei giorni seguenti dev'essere usata senza risparmio. . La dose di morfina deve essere tale da determinare il sonno, e da questo il paziente si sveglia rafforzato e migliorato. Essa mettendo in quiete l'organismo favorisce l'azione degli eccitanti e migliorando l'azione l'ardiaca, determina 1 aumento della diuresi. · La nostra malata non ha avuto neppure una iniezione eccitante; medi~nte la rettoclisi prolungata e la morfina in qnantità sufficiente si è ottenuto un polso pieno, .regolare e la quiete assoluta del sistema nervoso. Si è sperimentato l'iniezione di olio canforato nelle peritoniti acute; poichè pare di averne avuto dei buoni risultati, l'uso è stato esteso nei casi in cui per ferite o' per operazioni sull'intestino c'è da temere l'insorgenza della peritonite. Glimm ammette che !-'iniezione dei corpi grassi nella cavità peritoneale debba ostacolare l'assorbimento dei germi e delle tossine da parte delle • sierose. Aggiungendo della canfora agli effetti favorevoli dei corpi grassi si aggiunge l'azione cardio· t onica della canfora. Questi effetti dell'olio canforato nella cavità peritoneale sono stati controllati anche con varii esperimenti sugli animali. In clinica si è constatato che la iniezione di olio canforato nel peritoneo (Glimm, Hirschel, Borchardt, Vignard, Arnaud) manifesta la sua azione con due 'ordini di fenomeni: col migliora~ mento del polso e colla scomparsa della paralisi intestinale. Importante anche è il fatto che l'olio eviti la f ormazio1te di aderenze fra le anse intestinali. Ho adoperato una .soluzione dì olio canforato al 10 % nella quantità di circa 200 eme. Una parte di olio però fuoriuscì durante il tempo di chiusura delle pareti addominali, perchè le anse erano molto distese e non permettevano l'entrata

PRATIC.~

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dell'olio fra esse. Per cui è da preferire di immettere l'olio quando la chiusura delle pareti è già

fatta. Per la tecnica mi sono servito di un comune apparecchio da ipodermoclisi. In luogo dell'ago, ho innestato una siringa metallica uretrale. La lunghezza di questa pennette di portare l'olio in tutti i punti del peritoneo, specialmente nei punti più distanti, quali la regione sottodiaframmatica. Sono convinto che l'olio canforato debba real· mente essere utile, sia diminuendo l'assorbimento delle sostanze tossiche, sia agendo mediante la canfora come cardiotonico che come antisettico innocuo al peritoneo, sia evitando la formazione di aderenze fra le anse. Ho adoperato l'olio canforato in parecchi casi di peritoniti acute diffuse totali. In una di queste avendo fatto l'autopsia ho trovato che l'olio si era distribuito su tutte le anse. Questo fatto deve avere una influenza notevole nell'evitare la forma~ione delle aderenze. L'alto titolo della soluzione ole,osa da me adoperata (ro %) dimostra che possiamo usare di .grandi quantità di caiifora senza nuocere. Nelle ferite da armi bianche, essendo la ferita intestinale quasi sempre unica, la laparotomia laterale, se la lesione della pelle è laterale, fornisce una via sufficiente; invece è preferibile sempre nelle ferite da arma da fuoco, ricorrere subito alla laparotomia mediana come quella che rende più agevole l'esame accurato di tutte le anse intestinali. essendo più sovente, parecchie le fetite dell'intestino. È utile cominciare con una incisione piccola che ha il vantaggio di fare risparmiare tempo nella sutura delle pareti, di rendere più facile il contenere l'intestino e di essere sempre un trauma minore. Più l'incis~one è piccola, più difficilmente si produrranno ernie. Se si rende necessario, niente di più facile che allargare l'incisione. Una quistione controversa che si presenta in questi interventi è quella di dovere o no tamponare. Il tamponamento ha vantaggi reali in molti interventi nell'addome, ma nelle ferite intestinali è un errore. Se noi speriamo con uno zaffo piccolo o grosso che sia, di drenare la cavità peritoneale libera . non facciamo che illudere noi stessi e danneggiare l'operato.

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La cavità peritoneale racchiude un gran nu- contatto del drenaggio. Ciò perchè anche dopo mero di pieghe e di saccocce liberamente comu. poche ore attorno al drenaggio si formano le anicanti fra loro. derenze che isolano completamente e totalmente Se è vero che per questa ragione, in caso di dal restante della cavità addominale . • spandimento di feci, la toeletta completa della Cosicchè il drenaggio ha un valore immenso e sierosa è molto difficile per non dire impossibile, non può essere soatituito da nessun altro mezzo qualunque mezzo si adopera, prosciugamento a quando esso viene usato in cavità già preforsecco, o lavaggio, è anche vero che non abbiamo mate, come nelle peritoniti circoscritte (appendinessun mezzo di drenare tutta la cavità perito- citi, Douglas ecc.). In questi casi gli ottimi rineale se questa è rimasta infettata. sulta ti si hanno soltanto per il drenaggio. Sappiamo che ogni sostanza che giunge nel cavo Inoltre il drenaggio addominale non è vero peritoneale, in poco tempo viene portata in .giro che sia inoffensivo ed indifferente; perchè in seper tutta la cavità, perchè gli organi si trovano condo tempo produce ernie parietali, eventrain continuo movimento gli uni sugli altri, movi- menti, prolungamento della durata della guari· mento determinato dalla respirazione, dalla perigione ma può determinare, e ciò è molto grave, stalsi, dal diverso stato di ripienezza degli organi la mancanza della sutura fatta sull'intestino e . cavi, dai movimenti di tutto il corpo. l'infezione dall'esterno all'interno. I Se non possiamo fare una toeletta efficace di La formazione di aderenze presenta un'importutta la ca vi tà peritoneale, non è detto che il tanza speciale per le suture intestinali e ad esse materiale settico versatosi nel cavo peritoneale soltanto appartiene la solidità della sutura sie· rosa. La formazione delle aderenze viene favosia tale da determinare sempre la peritonite Il peritoneo è fornito di tali poteri vitali che rita non solo dallo sfaldamento epiteliale che riesce spessissimo a vincere l'infezione quando avviene per lo sfregare che si fa del peritoneo questa non sia troppo virulenta e quando ne per il prosciugamento colle pezze, per il mutuo viene a tempo arrestata la sorgente. Se così non contatto prolungato delle pagine sierose che per fosse, nelle ferite dei visceri cavi la laparotomia essere in completo riposo (paresi intestinale infiammatoria e postoperatoria) non si muovono dovrebbe essere sempre inutile. Invece nostro compito durante l'operazione è l'una sull'altra. ma specialmente per l'infezione soltanto quello di impedire che nuovo materiale del peritoneo che è l'eccitamento più potente per settico si versi e di asportare quel tanto che pos- il prodursi dell'essudazione plastica e delle ade· siamo, senza nuocere coll'affaticarci a pulire renze. Le aderenze rapidamente costituite per troppo minuziosamente il peritoneo, il che è 5em- l'addossamento ad un'ansa vicina alla linea di sutura, servono a. facilitare l'occlusione della ferita pre un trauma nocivo che bisogna evitare. Mikulicz dice che quando non vi è che un'ir- suturata. Q~este constatazioni essenziali ci devono guiritazione peritoneale e perfino nella peritonite leggera è permesso chiudere completamente il dare a non ostacolare in nessun modo lo forma,. zione di aderenze. ventre. Il drenaggio invece se va a toccare la linea Molti chirurgi difatti chiudono il peritoneo in alcuni casi di appendicite, con Jiquido nell'ad- di sutura intestinale, certamente ritarda la cicatrizzazione di essa e spesso produce la fistolizzadon1e e con peritonite iniziale con grande utilità ' zione della ferita suturata. del malato. Dunqne il drenaggio non solo è inutile ma è Sembrerebbe dice Lejiars che il drenaggio adcertamente dannoso. dominale dovrebbe essere la valvola di sicurezza Inutile perchè non può giammai drenare la quando vi sia stato spandimento di feci nel pe• ca vi tà libera peritoneale se questa è rimasta inritoneo. La garza o il tubo di cautchou invece non fettata gravemente. Dannoso perchè può fare mancare il coali to a spirano affatto la fuoruscita dei secreti che si formano nella cavità addominale libera da ade- della ~utura fatta nel caso che poggi proprio sulla r enze. linea di sutura. Cosicchè essendo necessario situare il drenagQu ando si drena la cavità peritoneale, allo scopo di drenarla tutta, non si drena invece che gio lontano dalla linea di sutura, se supponiamo di aver e piflzzato il drenaggip lontano dalla q uella piccola parte del peritoneo che rimane a


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SEZIONE PRATICA

linea di sutura e che questa si fistolizzi, non si viene ad evitare la peritonite saccata o diffusa perchè il drenaggio è lontano dalla sutura e non può drenare;ali'esterno. Si ha un timore maggiore nelle ferite del colon le quali si vogliono perciò più facilmente drenare. Le ferite del crasso si distipguono da quelle del resto dell'intestino per il contenuto di esso di.. feci ispessite e per la minore mobilità e per la lentezza della sua peristalsi. Cosicchè se la virulenza maggiore di batteri fa sì che le lesioni del crasso sono più pericolose di quelle del tenue il pericolo dell'infezione peritoneale invece è di molto diminuito per la · densità del conteni1to, la• mobilità minore e la minore forza peristaltica per cui si deve ritenere che le lesioni del crasso non hanno, quando sono state trattate bene con sutura un decorso più sfavorevole di quello del tenue ed il bisogno di doverle drenare viene · a mancare. Anzi se si lascia vicino alla sutura un tampone, immancabilmente si ha la fistolizzazione ·della sutura. All'ospedale della Consolazione bo operato un ·g iovane che aveva riportato in rissa una ferita da punta e taglio nel quadrante sinistro dell'addome. La ferita penetrante in cavità aveva leso il colon discendente. Feci la laparotomia laterale parareltale. Suturai la ferita del colon con due piani di sutura e chiusi le pareti per prima. La sutura del colon tenne bene. Si ebbe però una piccola suppurazione delle -pareti. Se avessi tamponato certamente la suppurazione delle pareti sarebbe stata portata dal tampone al peritoneo. Invece il peritoneo chiuso completamente rimase escluso dalla sepsi delle pareti, la quale si esaurì dopo pochi giorni. Altro pericolo del drenaggio è la possibilità di un'infezione dall'esterno all'interno (Hartmann, Morax, ecc.). È noto che negli interve11ti sull'addome quando si apre il canale intestinale, mentre il peritoneo reagisce ad una piccola quantità di batteri, si -nota spesso una suppurazione delle pareti addominali, data spesso dal B. coli. Se ciò avviene e la cavità peritoneale fu ~hiusa, il peritoneo rimane escluso dal focolaio infiammatorio che si svolge nelle pareti. /

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Ma se fu fatto il tamponamento è per me~zo di questo che avviene l'infezione se non di tutta la cavità peritoneale, come ·può anche accadere, almeno di quella sacca di peritoneo che il tamponamento ha stabilito attorno ad esso. In tal caso la durata delJa guarigione si prolunga di molto e conseguenza inevitabile è la formazione secondaria di un'ernia della parete. Dunque i pericoli del tamponamento non sono pochi. Di regola dove usciva lo zaffo dell'addome, si produce un'ernia. Nelle prime ore e tal volta nei primi giorni il tampdne può essere spinto fuori del peritoneo per la pressione addominale, in seguito a sforzi di vomito e dalla tosse e può erniare anche l'intestino. Non drena la grande cavità libera del peritoneo. Facilita la fistolizzazione della sutura intestinale. Favorisce l'infiammazione della sacca peritoneale circoscritta dal tampone. Può, sebbene più raramente, favorire l'infiammazione di tutto il peritoneo. ~ I vantaggi invece della chiusura primitiva sono grandi. Guarigione rapida, di rado seguìta da fcrmRrsi di ernia. Impedisce la form.azione di aderenze della cicatrice delle pareti addominali coi visceri sottostanti che può essere causa di dolori continui e di strozzamenti delle anse attorno alle aderenze. Sicurezza di non infettare il peritoneo secondariamente nel caso che le pareti addominali suppurano. Per conchiudere, buoni risultati si possono avere nel trattamento delle ferite intestinali con una tecni~a appropriata. Evitare la narcosi cloroformica od eterea ed eseguire invece l'anestesia dorso-lombare. Essere rapidi nell'atto operativo, praticando le minori manovre possibili sull'intestino. Chiudere sempre totalmente le pareti addominali abbandonando definitivamente il tamponamento. Iniettare dell'olio canforato nella cavità peritoneale. Dopo l'operazione: Posizione di Fowler, rettoclisi abbondante e ripetuta; morfina per iniezioni a dose sufficiente fino a procurare il riposo del malato. Roma, dicembre r912.


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IL POLICLINICO

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riologo P?ssiede e senza . cui si hanno linfe scadenti, anormali come contenuto specifico e quindi: inadafte si alla diagnosi come alla cura. (NOSTRI RESOCONTI PARTICOtARI). Quanto alla scelta dei casi, accenna a quelli che· dalla tubercolizzazione risentono un indiscutibile ft. Accademia medica di Roma. beneficio in confronto di altri, che o non s'influen ... zano per nulla o si aggravano di più. Compito Seduta ordinar:ia del 30 marzo 1913. del cli~co è !'esatte discernimento in proposito ; Presidenza · senza ciò oltre che· non giovare all'infermo, si didel prof. E. Marchiafava, vice-presidente. scredita il principio. Infine ha gratide importanza il n1etodo dell~ Dott. L. Zapelloni. Tumore primitivo dell'omero iniezioni, metodo che deve basarsi sul moderno a tipo tiroideo e paratiroideo. - L'O. ricorda il concetto opsonico, evitando cioè quelle a fasi necaso di tumore del radio a tipo tiroideo che pregative », che furono cosi funeste già al tempo dei !entò all'Accademia nella seduta del 29 gennaio primi studi di Koch. Cominciando da dosi mi . . scorso. Concluse allora sulla primitività del tunime e via via progredendo con grande precaumore. Data I1importanza dell'argomento ha stuzione, sulla guida termometrica, si possono far diato istologicamente il pezzo anatomièo di un tollerare, anche all'infermo più recettivo, dosi tumore operato molti anni or sono e che fu(ìiaenormi di tubercolina: solo così può conferirsi gnosticato per linfoepitelioma. I prepara ti micro· una resistenza ·v alida alla diffu~ione del processo scopici hanno dimostrato chiaramente che anche tubercolare. L'O. dubita che alle tre serie di erquesto tumore era a tipo tiroideo in alcuni punti rori surriferiti, pur ammettendo la migliore voed in altri a tipo paratiroideo. lont•, possa ovviarsi nel comune esercizio della Prof. R. Campana. Della necessità d'intensificare pratica medica. È lieto che il prof. Campana con l'uso della tubercolina nella pratica di agnosti'ca. atto munifico e generoso abbia offerto al pub-L'O. ritorna su di un argomento da lui soste- blico un i stituto in cui il trattan1ento colla tunuto altre volte, cioè sull'opportunità della tu- bercolina, sia nei riguardi diagnostici, come in bercolina antica a scopo diagnostico della tuberquelli terapeutici, possa far~i colla garanzia, che colosi. L'elevazione della temperatura e i segni viene da un assiduo e oculato controllo. evidenti e caratteristici, misurabili coll'indagine Prof. G. Mingazzini. R i;erche sperimentali (sulla. fisica , riescono a lumeggiare la diagnosi quando si inietta tubercolina antica in un individuo in scimmia) sult'àpparato orolin guale, centrale e· p ecui si sospetta la tuberco]osi. Riguardo al potere riferico. - L'O. , che già aveva avuto occasione curativo della tubercolina egli distingue due casi: · di studiaf'e le alterazioni che si manifestano nell'apparato orolinguale in seguito al taglio dello la tubercolosi semplice e la tubercolosi settica. Nella tubercolosi settica sarebbe un grave errore ipoglosso, ha ripreso ora lo studio sulla scimmia per indagare le alterazioni che si hanno per il iniettare tubercolina per l'imponenza dei fenomeni reattivi che si determinano, ma nella tubercolosi t aglio variamente combinato d~ll'ipogloss o, del semplice l'uso di tubercolina antica a dose re- facciale e del glossofaringeo. 1\1ostra alcune scimfratta , piccolissima, non dà mai reazioni generali mie operate per illustrare le conclusioni a cui è allarmanti, mentre può modificare a grado a venuto. ' grado l'organo leso e renderlo più resistente al Prof. R. Bastianelli. Es tirpaziùne totale della vebacillo tubercolare . scica per car,,c.ro (due casi con presentazione di un _I l prof. Goslo riconosce l'importanza del prin- m alato) . - I/0. riferisce ~su due malati in cui cipio esposto dal prof. Campana. Nell'applicazione fece asportazione totale della vescica. Il primo però trova necessario difenderlo con ogni impegno morì non molto tempo dopo l'operazione, ma il dagli errori, che furono causa del discredito della secondo, che viene presei'ltato all'Accademia, si trova in discrete condizioni di salute. Nel secondo tubercolina. Questi errori sono inerenti alla qiial ità della tube1·colin a, che in pratica si usa, alla malato non fu potuta eseguire la cistoscopia p er· scelta dei ~asi per la cu1'a, ed all'i1'tdit'izzo ten u to cbè il tumore vescicale lo impediva , non si c onosceva perciò l'estensione e la sede del tumore. tiel trattamento. Circa la qualità della tubercolina 1'0. osserva Espone l'operazione eseguita e mette in rilievo che l'. impiego di una tubercolina preparata che in questo genere di opet azioni egli non si con scrupolo non è cosa di tutt i i giorni, tanto preoccupa degli ureteri, nè della loro posizione. più che tra ttasi di una sostanza di non facile P er la salute dell'infermo trova più vantaggioso controllo. Al rigu ardo occorre arte e t ecnica ed operare in questo modo che anastomizzare g1i ure· A. BALDONI . un insieme di criteri che solo il provetto batte· t erf nel r etto o nella S iliaca.

lCCADEIIE, SOOIBTl MEDICHE, èONGRESSI

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SEZlONE PRATICA

Soeit.tà lombarda di scienze mediche e biologiche. Seduta del

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molta esattezza le osçillazioni termiche che per avventura si hanno nei primj giorni successi vi alla somministrazione della tubercolina, perchè diversamente talvolta si viene a risultati erronei.

aprile 1913.

F. Valtorta. La colpo1:sterectomir• vaginale nella cut'a del prolasso ufet'o-vaginale. - Dopo aver accennato alla difficoltà del problema terapeutico ed alla necessità di conoscere bene il modo di formazione dei prolassi divide tutti i metodi proposti per la cura in quattro categorie raggruppandoli a seconda delle linee diretti ve. Sulla scorta di 39 casi (dal 1889 ad oggi su centinaia di prolassi curati) uno dei quali recente, che illustra brevemente, delimita quale posto spetti alla colpoisterectomia nella cura del prolasso, ne descrive la tecnica migliore, dà ragguagli degli esiti prossimi' e remoti éhe furono ottimi. Conclude dicendo che la colpoisterectomia per prolasso deve essere affatto eccezionale, ma quando è necessaria si mostra superiore a qualsiasi altro atto operativo.

Pellegrini. Sind-rome urologica nelle affe:ioni pancreatiche. - L'O. riferisce le sue ricerche, eseguite sulle urine di 14 ammalati affetti da differenti lesioni pancreatiche. Dopo aver preso in considerazione le varie modificazioni urinarie riscontra te, soffermandosi sui reperti ai quali viene attribuito un valore di elemento quasi specifico di tali lesioni, viene nella determinazione che un significato semeiologico costante ·e sicuro è dato dalla ricerca del fermento amilolitico che, in tutti • i casi esaminati, gli si è sempre dimostrato, in vario modo, a seconda delle alterazioni, diminuito. Manfredi. Osset'vazioni sull'uso dell'apparecchio di U skoff. - Dopo assai numerose applicazioni di questo apparecchio 1'0. può sicuramente affermare che esso corrisponde ottimamente, non solo quando si vogliono eseguire rilievi di confronto in brevi periodi di tempo, ma ancora in periodi di alcuni giorni, essendo evitabili even· tuali errori, derivanti dalla costruzione dell'apparecchio, sia per quanto riguarda i valori delle pressioni massime e minime sia per quanto riguarda la morfologia del tracciato sfigmico. La deficenza di particolarità morfologiche, lamentate da taluni, si evita facilmente regolando la posizione dell'asticina scrivente, in modo da appoggiarla obliquamente, anzi che perpendicolarmente, sul tamburino ricevitore. Vi rimane cosi sempre aderente e risente tutte le oscillazioni della membrana. A. BER'tOI.INI.

I. Boni. L'urotropina nella cura del tifo. - I./ 0. riferisce lo studio clinico di 18 casi dì tifo curati coll'urotropina, con ottimi risulta ti : in dieci di questi furono anche praticate ricerche batteriologiche per seguire l'eliminazione del bacillo di Eberth nelle feci e nelle orine. A. Macchi. Sopt'a u ·n caso di splenot:'fo a sindt'ome a'liemica. - In un giovane soldato reduce dalla Libia, che aveva presentato il quadro clinico di anemia perniciosa progressiva, nel quale le prove di Widal e l'emocultura praticata in vita erano state negative, si constatarono al tavolo anatomico piccoli focolai nodulari a tipo necrotico emorcagico nella milza, da cui si isolò un microrganismo coi caratteri del b. di Eberth, dotata di alto potere emolitico anche in vita.: C.-B.

..- Premio semigratuito : f)Jiniea medica di Genova. Seduta del 29 gennaio 1913.

Romanelli

e

Connio. Reazione tardiv:.• della tu-

bercolina a scopo diagno.stico. - Gli 00. riferiscono su tre casi degenti in Clinica ai letti nn. r, 9 e 9 bis, affetti da tubercolosi polmonare con reperto negativo degli sputi, apiretici ed in discrete condizioni di salute. In questi casi la prova della tubercolina, somministrata per via ipodermica, fu completamente positiva; però la reazione ter• mica in tutti e tre i casi fu tardiva {cosa che non • frequentemente avviene), vale a dire comparve dopo le prime 24 ore dalla somministrazione della tubercolina. Richiamano i pratici sull'importanza cli tale fatto e sulla necessità di raccogliere con \

Pet' un'ultet'iot'e agevolazione ottenuta, la nostt'4 Amministtazione t.Yovasi ot'a in gt'ado di offt'it'e ai lettot'i del Policlinico lo

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IL POLIC LINICO

[ANNO

XX,

FASC.

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO .

CASISTICA. .

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La patogenesi d.ella presbiofrenia.

I

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La presbiofrenia è caratterizzata da amnesia ~ontinua , disorientamento allo-psichico senza di~orientamento auto·psichico, favoleggiamento con illusioni di falso riconoscì1nento, relativa integrità dell'intellig~nza. Il sintomo essenziàle è costituito dalla mancata fis.ssazione dell~. immag~ni puove, ossia . . dP,ll'am· mesi~ di fissazione: tutt~ gli altri sintomi sono una diretta conseguenza di questo disturbo. Le teorie finora emesse per spiegare tale sin(jrome sono quattro: . ~ r 0 Essa è una modalità della demenia senile. 2~ È uµa varietà .d ella psicosi polinevritica.. • 3° È dovuta ad un'insufficienza epato-renale, che produce uno stato confusionale, che si aggiunge ai. disturbi della senilità e dell'arteriosclerosi. ' .. . 4° È dovuta unicamente ad una insufficienza de.I lobo occipitale. La presbiofrenia non può ritenersi una varietà della demenza senile, perchè la decadenza massiva della mente, che è il disturbo essenziale di questa forma, manca ordinariamente nella presbiofrenia, che del resto è stata constatata anche in individui di quaranta anni. Nè può ritenersi che la pt;esbiofrenia ~ia una varietà della psicosi polineyritica, perchè essa nella maggior parte dei çasi non è accompagnata da polinevrite. Gli autori sulla base di osservazioni dirette sostengonò che, a parte la causa, che determina l'alterazione cerebrale, e che potrebbe anche essere legata ad una lesion~ epato-renale, la presbiofrenia sia dovuta ad una insufficienza funzionale del lobo occipitale. \

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L' _.I\. non ignora come al concetto delle psicosi mestruali siano state mosse molte critiche, negandosi da molti autori che .:;i tratti di una vera entità clinica; e ammettendosi invece che si abbia a che fare con casi appartel.1-enti a forme morbose assai diverse (isteria, epilessia, demenza pte· coce, frenosi maniaco-depressiva). A tutte queste critiche, che vennero riassunte in utt recente lavoro di Haeff11er e a cui indubbiamente moltis· simi psichiatri si a ssociano, l' A. crede di poter rispondere vittoriosamente. A conferma delle sue idee l'A. descrive un caso che egli considera come tipico della psicosi me_ struale. Si tratta di una donna di 38 anni. alla qnale, nel i903, fu praticata in una clinica ginecologica l'estirpazione di entrambe le ovaie. Immediatamente dopo l'operazione la donna notò modificazioni nel suo stato psichico (irritabilità, stnemoratezza'), le quali però scomparvero col tèmpo. Inoltrè, mentre prima le mestruazioni non erano accompagnate da alcuna alterazione QSÌchica, dopo l'operazidne la paziente cadeva, ad ogni epoca mestruale. in uno stato di depressione che durava parecchi giorni. Malgrado l'operazione i menses comparivano regolarmente quantunque assai scarsi; un fatto questo non inverosimile, essendo già stata da vari autori segnalata una tale possibilità. V. FoR~ì. (KoNIG. Berliner kl . W ochenschr ., 1912. n. 35) .

L'anoressia mentale.

L'anoressia isterica (Lasegue), anore'lsia nervosa (Gull) o anoressia mentale (Ballet) è una perversione psichica dell'appetito con scomparsa della sensazione o tlel bisogno della fame ~he porta di DRAGOTTI. conseguenza una diminuzione progressiva della ra. , .zione alimentare: spesso l'anoressia ha avuto il (DIDE e GASSIOT. Revu e neurologique, genn. 1912). suo punto di partenza da un lieve disturbo gastro-intestinale di origine organica; per lo più però insorge o in seguito a qualche patema di Sulle psicosi mestruali. animo, o in seguito ad un'idea. Qualunque sia L' A. accetta le idee svolte intorno a questo la causa prima dell'anoressia mentale, è caratteriargomento dal Krafft Ebing nei suoi due noti stica di essa la scomparsa totale dell'appetito: per lavori del 1878 e del r 902; ammette cioè la esi- lo più l'ingestione degli alimenti non determina stenza di psico~i mestruali, svolgentisi ora su sofferenze o nausee. I diversi tentativi fatti per fondo isterico o epilettico, ora invece su di una ridestare l'appetito non solo non ottengono sucpredisposizione psicopatica di indole assai più ge· cesso, ma spesso aggravano la malattia. nerale. Tali psicosi sogliono essere recidivanti o Nell'anoressia mentale si può arrivare a gradi periodiche, talora però si esauriscono in un unico estremi di denutrizione: si constata quasi sempre accesso ; possono aver esito in guarigione o svol- insonnia o torpore mentale e sempre una stipsi gersi come psicosi cronica inguaribile. ostinata. Se non si prende un riparo pronto alla (I8)


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FASC.

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malattia , difficilmente si potrà evitare la tubercolosi che attecèhisce facilmente in individui deperiti. La terapia dell'anoressia mentale è lunga e difficile: nei casi ostinati è necessario !"isolamento del malato, il riposo in letto associato alla psicoterap~a. Il medico deve convincere il malato ad alimentarsi, deve ricercare le cause morali ed emotive del disturbo e in qualche caso ricorrere al gava ge. P. A.

TERAPIA. Cura della disfagia dolorosa nella tubercolosi del laringe. Una disfagia assai dolorosa può essere provocata da lesioni specifiche tubercolari de 1 laringe specialmente se queste siano a carico dell'epiglottide o delle aritenoidi. I malati rifiutano qualsiasi cibo, ne consegue uno stato di denutrizione favorevole all'evoluzione anche più rapida della o delle lesioni specifiche. G. Berruyer (Le Butl. MPd., 14 dic. 1912 ) passa in rivista i vari metodi più in .uso per diminuire temporaneamente o definitivamente l'iperestesia laringea ed evitare la disfagia. 1° Inalazzon'i . - Il rimedio che dà migliot i resultati è l'ortoformio: Ortoformio . . . • • Gomma arabica . . . . Dijodoformio . . . .

a parti uguali

Il malato introduce nella bocca, a contatto con la parete faringea l'estremità del tubo di Leduc o d'Escat con l'orifizio rivolto in basso; l'altra estte1nità è messa a contatto con una piccola quantità di polvere, si fa compiere un brusco movimento d'inspirazione a le.bbra chiuse e la miscela anestetica è proiettata a contatto con la superficie ulcerata. 2° Polveyizzazioni. Si possono praticare 3-4 volte al giorno le seguenti formole: •

Mentolo cristallizzato • Tintura di Eucalipto . Alcool a 90° • • • • • Acquà distillata • • •

gm.

2 20

))

140

)

340

'

oppure: . çloridr. di morf. . . • Cloridr. di cocaina . . Adrenalina l %o. . . Glicerina pura . . . . Acqua di lauroceraso Acqua . . . . . . • .

603

SEZIONE PRATICA

gm.

.

»

.

))

»

(Castex) 0.25-0.65 o. 50-1 2-5

. ) ana gm. 50 . . • • •• gm. 400 (Moure).

Ma le polverizzazione hanno effetto temporaneo e possono determinare inappetenza. 3° I nsuffiazio·ni. - · Si può proiettare con apparecchio adatto, del mentolo polverizzato, dello jodoformio, o dell'ortoformio sulle ulcerazioni. Prima dei pasti Schrotter consiglia insufflare : Cloridr. di morfina . . i Gomma arabi~a polver. ~ ana gm.

2

Le insufflazioni devono essere praticate sulla guida de1lo .specchio, così pure le 4° Pennellature di olio mentolato di anestetici, associati a decongestionanti. 5° Me todo di B'ier , indicato da Polyak di Budapest e :ripreso da Grabower ; consiste nella compressione d·elle giugulari per mezzo di una fascia elastica munita di cuscinetti. La fascia è collocata al disotto del laringe e mantenuta in sito con cinture che passano sotto le ascelle. . La costrizione il primo giorno durerà 6 ore, pot 1 2 -15 · ore , venti, fino a 2 4 ore. Dopo la seconda applicazione diminuisce la disfagia, scompare al 4° giorno talora al punto da permettere alimentazione con cibi liquidì o semiliquidi. 6° Le iniezioni di cocaina, di novocaina ed adrenalina nello spessore delle aritenoidi , producono temporanea anestesia. 7° Le iniezioni di cocaina sul decorso del laringeo superiore, che, con la branca orizzontale innerva la parte sottoglottidea del laringe, sono state tentate nel 190 5 da Vieresk e da Braun. Il filetto nervoso decorre parallelamente al gran corno dell'osso joide, tra esso e il margine superiore della cartilagine tiroide, è ricoperto dal muscolo tirojoideo e riposa sulla membrana tiro·joidea, che esso perfora per penetrare nel laringe alla base delia piega ariepiglottica. Con l'indice si cerca il gran corno dell'osso joide mentre col pollice si fa sporgere il laringe. Il punto si trova un po' al disotto della metà della linea verticale che congiunge i due punti di repere; spesso quivi si può provocare un dolore speciale che è anche guida alla ricerca del nervo stesso. Con l'ago si attraversa la p elle, il cellulare, i muscoli, e si ha la sensazione di penetrare in uno spazio libero, l'ago è allora ad r-1 Yz cm. di profondità, s'inclini l'ago in sensi diversi; t ale m anovra provoca dolore neJla gola e nell'orecchio, il dolore indica che s'è sul ne~vo , si pratica la iniezione con dolcezza·. L'anestesia che ne deriva è rapida e quasi sempre totale, e dura fino a qualche ora; la soluzione di cocaina è al centesimo; le iniezioni di novocaina 2-5 % con l'aggiunta di adrenalina fino alla dose di 1-2 eme. possono, praticate per 1

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IL POUCLINICO

tre o quattro giorni consecutivi, provocare anestesia durante 8-1s giorni. 8° L'iniezione di alcool a livello del laringeo superiore nel punto stesso indicato per l'iniezione cocainica dà vivo dolore alle prime gocce di li· · quido, poi il dolore cessa. L'alcool deve essere a 85°, riscalaato a 45° e si può iniettare alla dose di 1-2 eme. La durata dell'anestesi~ con tale metodo è assai variabile, da qualche ora a 20-40 giorni. Il n1etodo è proclamato dai più come innocuo, ma Chalier e Bonnet citano tre casi di morte in seguito ad iniezioni di alcool. 9° I"'a neurotomia del laringeo, è semplice atto operativo, sicuro e più preciso che non le iniezioni anestetiche, e ad esse deve essere preferito. I punti di repere sono il bordo anteriore dello . sterno-mastoideo indietro, il bordo inferiore del· l'osso joide in alto, il bordo superiore della cartilagine tiroidea in basso. Si pratichi un'incisione ad eguale distanza dallo joide e dalla cartilagine tiroide lunga 4 cm., che cominci 1 cm. in .avanti del bordo dello stemo-clei do e che termini ad un centimetro dalla linea mediana, e che interessi cute, sottocutaneo e pellicciaio. Sulla guida della sonda s'interessi l'apoIJ.evrosi cervicale dall'indentro al di fuori su tutta la lunghezza dell'in· cisione cutanea; i punti di repere per la ricerca del nervo sono il bordo posteriore del piccolo muscolo tiro-joideo e l'incavo laterale della cartilagine tiroidea. Il laringeo superiore si trova su d'un piano più profondo dei vasi laringei, a poca_distanza del bordo po~teriore del muscolo tiro-joideo, a metà altezza tra l'osso joide e la cartilagine tiroide. La sezione del nervo deve praticarsi nella branca orizzontale tra il suo sfioc· camento terminale e l'origine del laringeo esterno. È necessario fare l'anestesia cott?-pleta del nervo per evitare accidenti riftessi. Tale metodo è certo il più radicale per porre un riparo alle sofferenze disfagiche nelle tubercolosi laringee. t. p.

Canforato acido di piramidone . gm. o. 15 Criogenina . . . . . . . . . . . 1 o. 10 Caffeina . . . . . . . . . . . . » o. 05 Per una pillola, quattro ore prima della prima poussle della giornata ed una seconda due ore prima della seconda poussée febbrile. ovvero: Fenacetina • . . . . . . . . . cgm. 30 Caffeina . . . . . . . • . • • • 4 Salicilato di chinina • . . • » 20 Per una pillola: da somministrarsi come la pre· cedente. (Robin). P. A .

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PROFILASSI. La campagna antimalarita in Sardegna nel 1911. I

I benefizi avutisi dalla campagna antimalarica compiuta in Sardegna nel 1910 hanno indotto la Direzione Generale di Sanità a proseguirla nel 1911, intensificandola ed estendendola nelle due provincie dell'Isola. La campagna venne affidata ai proff. Lustig e Sclavo; ma il prof. &lavo si trovò nell'impossibilità di parteciparvi, perchè impegnato in altra e più importante missione nelle Puglie: la lotta contro il colera. Il sen. Lustig fu assistito dai medici provinciali, prof. Alivia per Sassari e dott. Mercatelli per Cagliari. - Egli nei loro uffici costitui i suoi quartieri generali. . Fu coadiuvato da molti medici volenterosi e da personale di fiducia. L'ispezione. della campagna venne da lui assegnata al prof. Pietro Rondoni, il quale visitava le singole stazioni, forniva consigli e istruzioni, s'informava dei risultati: in altri termini sopras· sedeva all'andamento tecnico. Il piano generale venne tracciato secondo due direttive, come nell'anno precedente: chininizzazione dei malarici allo stato di cronicità, an· che se lievi, specialmente a mezzo degli ambulatori antimalarici; rinvigorimento di tutti gli abitanti, così da renderli più refrattari all'infezione, miglio· randone le condizioni generali di vita. . Quest'ultimo compito invadeva il dominio dell'economia pubblica. Una parte notevole in questa campagna ha assunto l'educazione 1igienica. Riportiamo alcuni brani della estesa e interessante relazione pubblicata per cura del sen. r~ustig. -Sono relativi all'organizzazione della campagna ed ai risulta ti consegui ti (l).

***

Abbiamo cercato di attivare e favorire iniziative dei comuni o dei privati, dirette allo scopo di migliorare l'alimentazione popolare, di difion· dere le pratiche igieniche e di pulizia. ecc. ; onde abbiamo incoraggiato a talora promosso direttamente l'impianto di cucine economiche, biblioteche circolanti, e via discorrendo. Ci siamo insomma attenuti agli stessi criteri non esctusivi·sti, ma comprensivi, tenendo d'occhio non la sola mala~ia, ma tutto il complesso delle condizioni di ambten'te che favoriscono e ietet'minano la malaria, colle sue caratteristiche speciali, col suo genio epidemico, le sue variazioni quantitative e qualitative. Mal si apporrebbe chi credesse in Sardegna di com«

Cura della febbre nei tubereolosl.

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(1) Firenze, Società Tipografica Fiorentina, 1912.

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SEZIONE PRA'rICA

. battere il paludismo col solo chinino, colle sole bonifiche del terreno, con mezzi dunque che potremmo dire specifici, quali tutti i trattati di Epidemiologia e di Igiene sanno ottimamente enumerare per la lotta ·antimalarica. Mentre la malaria in altre regioni d'Italia e sopratutto nelle regioni tropicali potrà anche essere malattia dell'ambiente fisico a prevalenza o malattia dell'am... biente fisico e sociale insieme, la malaria in Sar· degna è malattia a preferenza in rapporto coll 1ambiente sooiale, coi fattori demo.;,.Yafici, colle condizioni economiche, come meglio vedremo in seguito. Come è stato già detto, il metod.o e l'impianto della campagna antimalarica furono i medesimi dell'anno precedente: pernio fondamentale di tutto, l'istituzione degli ambulatori antimalarici, con annesso armadio ove fu possibile. Un medico o duè o un. medico ed un abile e svelto studente del secondo triennio della facoltà medica erano addetti a ciascuna stazione sanitaria con relativo ambulatorio. Il medico doveva essere un apostolo sanitario, per così dire, non un puro e semplice delegato antimalarico: doveva interessarsi di tutto quanto concerneva il benessere e la salute del paese o gruppo di paesi posti sotto le sue cure, tutt6 studiare con amore e riferire con esattezza quanto vedeva e faceva. IJe stazio'l',,i sanitarie così istituite furono 41, di cui 19 in provincia di Cagliari e 22 in pr<?vincia di Sassari. Si noti che noi cercammo di preferire ~er la istituzione di stazioni sanitarie quei Comuni o frazioni di Comune, i quali mancavano (talora da anni) di medico condotto ; che ove era un medico condotto, istituimmo talora la stazione e l'ambulatorio, affidando il tutto al medico condotto stesso, eventualmente assegnandogli come assistente e vigile sanitario uno studente, che o risièdeva nello stesso paese del medico oppure in una frazione rurale, per comodità reciproca dei sanitari e dei pazienti. Ma vogliamo espressamente notare che mai una stazione sanitaria era affidata puramente ad uno studente, il che d'altronde sarebbe stata anche 'c osa contraria alla legge vigente, ma, ove erano studenti, questi erano sempre appoggiati, per così dire, ad un medico di stazione da noi inviato o, se condotto, da noi incaricato. Questi studenti, intelligenti ed anima ti da zelo giovanile ed entusiasta, si sono dimostrati utilissimi collaboratori dei medici: infatti essi hanno potuto benissimo ~brigare una quantità di lavoro materiale o burocratico o di natura tecnica più • semplice (iniezioni ipodermiche, fatte talora a varie diecine al giorno in certe stazioni; apprestamento .di mecl.icine, lavoro di propaganda, tenuta dei registri), lfisciando al medico più tempo da dedicare allo studio dei malati importaµti, •

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'

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alle cure mediche e chirurgiche più serie, alleinchieste sulle condizioni sociali, economiche, de~ mografiche. Non possiamo fare a meno a questo punto dt rivolgere l'espressione della nostra gratitudine a tutti questi sanitari, medici e studenti, continentali e sardi, che hanno militato sotto la nostra· bandiera, per combattere la guerra santa contro. le malattie, la miseria e l'ignoranza. Questi sani• tari tutti hanno dato prova di abnegazione e disinteresse non comune, vivendo per tanti mesi in pov.e ri villaggi, privi bene spesso di ogni tno· desta comodità, tutti assorti nell'opera di rigene-· razione della nobile terra sarda. Come abbiamo già accennato, era intenzione· della Direzione generale di Sanità Pubblica del Ministero dell'Interno di allargare le basi della campagna antimalarica, aumentando al possibileil numero delle stazioni ed estendendo la campagna stessa, l'anno scorso limitata alla provinciadi Sassari, anche alla provincia di Cagliari, non meno bisognosa della prima. Noi quindi, fedeli a questo principio della massima estensione ed intensificazione, poichè non potevamo, dati i mezzi a nostra disposizione, aumentare eccessivamente il numero delle stazioni sanitarie ex novo, pensammo di rivolgerci ar medici condotti, a questi umili, ma tanto benemetitì apostoli della salute e della civiltà, a tutti indistintamente nelle due provjncie, invitandoli a volere anch'essi militare sotto le nostre insegne, a volere anch'essi seguire un piano di lotta uguale a quello dei sanitari da noi direttamente arruolati, e quindi rimetterci a campagna finita una. Relazione del loro operato da fondersi colle altree da servire di materiale per lo studio della epi-. demologia della malaria in Sardegna e per la ri-· c.erca dei mezzi più adatti a combatterla efficacemente. Così ogni condotta medica poteva essere una nuova stazione sanitaria; con un po' di buona volontà det Comune e di zelo del medico, poteva ogni paese avere il suo ambulatorio antimalari·co#ç la lotta antimalarica, che indubbiamente i medici condotti fanno già da sè da anni, e spesso anche con intèlligenza e con risultati ottimi, poteva avere un indirizzo unico dappertutto, e fornire dati importar1tissimi per l'avvenire. Sicchè noi, animati da tali concetti, inviammo a tutti i medici condotti una apposita circolare a stampa, ove le cose suddette erano spiegate, e ove noi li invitavamo a collaborare con noi e n.ell'indirizzo nostro per la lotta antimalarica. Però pochissimi sono sta ti i medici condotti che hanno risposto al nostro invito; di quei pochi, veramente lodevol! e benemeriti, riferiremo le Relazioni in succinto, al pari di quelle dei sanitari da noi direttamente ·inca ricati.

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IL POLICLINICO

Noi non ci dilungheremo ulteriormente su questo indirizzo generale della campagna. Questa si iniziò fra i primi di luglio ed i primi di agosto, vale a dire poco prima dell'epoca della recrudescenza massima della ma1aria, la quale nel più delle regioni sarde coincide col mese di settembre e colla fine di agosto. Durante il luglio, o, al più tardi, ai primi di agosto, tutti i medici raggiunsero le loro Stazioni, ed iniziarono 1' indefesso lavoro, i cui scopi ideali si riassumono cosi: chinizzazione intensiva, propaganda igienica generale, cura del maggior numero possibile di J11.alattie oltre la malaria, miglioramento nei limiti dei mezzi disponi· bili delle condizioni sociali ed economiche, elevamento morale ed intellettuaJe della popolazione. I particolari della lotta differiscono un po' da luogo a luogo, come doveva naturalmente accadere per le grandi differenze nella gravità ed estensione della malaria e delle altre malattie, nell'indole della popolazione, nel suo stato economico, a seconda delle varie regioni. Tali parti-colati risulteranno dalla lettura delle singole relazioni, da noi· riassunte. Queste relazioni furono compilate dai direttori di stazioni secondo uno schema unico, che noi esponemmo in apposita circolare a tutti distribuita: vero questionario da riempirsi con una certa larghezza ma con grande • • conc1s1one ».

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Per quanto ha tratto alla istruzione, a questo mezzo di propaganda indispensabile per. la forma. zione di una coscienza igienica fra quelle popo· lazioni primitive, è doveroso riconoscere come le scuole rurali vadano sempre più estendendosi ne!la campagna, gli edifici scolastici si moltiplichino, ed una nuova corrente di idee favorevoli all'intento dell'educazione e della istruzione si vada determinando, fra le classi dirigenti. Le biblioteche popo1ati, create lo scorso anno in varie località della provincia di Sassari colle oblazioni di numerosi benefattori, hanno iniziato la loro vita, in un ambiente propizio, e vanno con moto progressivo estendendosi nelle località più lontane dai centri. Si ebbero per esse lire 55oodi offerte in danaro ed oltre 3000 volumi furono messi in circolazione. Lavori 4i grande bonifiche si sono iniziati nell'arginatura del Cedrino (Orosei) ed è imminente anche l'inizio delle bonifiche del Coghinas; bonifiche si vanno svolgendo nei dintorni di Oristano. Lo Stato fu largo altresi di sussidi in chinino. La comparsa dell'infezione colerica nel mese di agosto in territorio di S. Teodoro di Posada, e nel mese di ottobre in Terranova, nonchè negli stessi mesi in varie zone della provincia di Cagliari, questa città compresa, diede campo di constatare quanto utile fosse ristituzione delle stazioni sanitarie antimalariche e nel tempo stesso anticoleriche. *** Fu agevole infatti portare nel luogo d'azione in « La campagna antimalarica dell'anno prece- · dente si era chiusa formulando proposte e voti brevissimo spazio di tempo i medici, ed i mezzi necessari per limitare il nuovo :flagello che minacciò per l'attuazione di intraprendimenti igienici. Alcune di queste proposte, fra le quali le modifiche l'isola per oltre 3 mesi. Di numerosi casi sospetti alle leggi e regolamenti vigenti per diminuire le avvenuti in vari comuni si potè avere rapidamente cause della malaria, sono opera dello Stato, il l'esame bacteriologico e la necroscopia, quando quale non dubitiamo a tempo opportuno vorrà queste furono ritenute necessarie. Si,cchè si può affermare senza orgoglio che la valersi delle constatazioni da noi fatte nel biennio, per perfezionare il meccanismo e renderlo più campagna antimalarica', oltre a portare le conseguenze dirette a vantaggio delle popolazioni prive efficace ed adatto allo scopo. Altre proposte consistono nei metodi di bonifica, di medici e di farmaci, viventi nei luoghi più la cui tecnica dovrebbe . a nostro avviso venir m~seri e più infesti dell'isola, servì di presidio modificata, dando la preferenza alla bon,i fica del· contra il dilagare di una epidemia, per cui danni l'abitato e del suolo circostante, più intensam'e nte ebbero a subire molte altre provJncie de? Regno, coltivato, in modo che la bonifica segua passo anche più di queste Sarde ricche e prospere, eè. passo l'uomo, a misura che questo occupa e dis· ubicat~ in prossimità di centri di studio, o di grande attività agricola ed industriale .o. soda nuova terra . Altri voti vennero in parte accolti, per quanto riguarda la facilitazione ai Comuni di provvedere *** • Chiuderemo questa breve relazione esprimendo buone acque potabili. Non pochi invero furono quelli che ottennero con sollecitudine i prestiti di la ferma speranza che questa lotta vada nell 1 avvenire continuata e perfezionata sulla scorta delle favore per la costruzione di acquedotti. È da rilevare inoltre che a favore dei più po- osservazioni, le quali man mano si raccolgono da veri enti comunali , si è ottenuto un su~sidio co- questo profondo studio di ambiente, tanto diverso spicuo, nell'intento di provvedere acque del sot- da quello di altre plaghe dell'Italia. t osuolo, per mezzo di pozzi trivellati (lire 15 ,000 Ricorderemo solo qui il fondamento e la direttiva che guidavano finora la nostra azione e che in provincia di Sassari),

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SEZIONE PRATICA

si desumono dalla circolare a stampa inviata nei primi di luglio 1911 ai medici condotti delle provincie: prendere di mira essenzialmente l'organismo malarico, nell'attesa e nella fiducia che le opere di bonifica, non consentite dai nostri scarsi mezzi, non tardino soverchiamente ad essere ottenute, convinti che la distruzione d~lle zanzare, e la preservazione dalle loro punture, non sono facilmente attuabili, data la vastità della reaione b e la coscienza sanitaria ancora rudimentale di queste popolazioni. Per ciò conseguire, almeno nei luoghi più fune· stati dall'infezione, più poveri, e privi di assistenza sanitaria, si dovettero impiantare delle stazioni, fornite di medici assistiti da vigili con ·c avalcature e farmaci, con incarico sopra tutto di fare la tera pia chinica, di propugnare la profilassi nei pochi casi in cui di profilassi si può parlare, data l'enorme estensione dell'infezione, senza per questo trascurare la cura di quanto può occorrere nella pratica medica di campagna. Nè il campo fu limitato al solo ufficio di medico, ma dovè il medico allearsi col maestro elementare, dove fu possibile, facendo pr0paganda per l'estendersi dell'istruzione, dovè altresì propugnare le pratiche igieniche di pulizia personalè, e degli alloggi, far compiere piccoli lavori di bonifica, aiutare le Autorità locali e sospingerle all'impianto di cucine economiche, e biblioteche circolanti, costituendo cosi in ogni stazione sanitaria un centro di nobili e feconde energie, di progresso igienico e morale e di luce intellettuale per l'umile villaggio ·che l'alberga. Ma per combattere più efficacemente la malaria in Sardegna occorre l'aiuto dei medici condotti, in modo che dall'opera loro disciplinata, uniformata e fusa in unico programma, possano ottenersi maggiori frutti, integrando l'opera frammentaria dei medici delle stazioni sanitarie. Occorre in una parola unire tutte le forze vive per ottenere un lavoro avente per intento la bonifica umana, e l'elemento morale ed intellettuale deile popolazioni, un programma insomma che abbia per fine la cura e prevenzione della malaria, e dei suoi tristi alleati, alcoolismo, tracoma, tuber-colosi, ecc., un programma sociale ed economico tendente a redimere queste semplici e buone popolazioni dai mali numerosi che l'affliggono e favoriscono la malaria e tutte le malattie infet·tive ». I

*** Confidiamo che possa essere esP,leta to lo svolgimento del programma igienico-sociale cosi felicemente iniziato e già bene avviato. R. B.

POSTA DEGLI ABBONATI. (95). Sulla cura dei tumori maligni. -

Il dott. R. Muccio di Modica dice che, avendo letto l'articolo sulla cura incruenta dei tumori maligni pubblicato nel Policlinico, s' induce a formulare alcune domande. In rapporto alla tecnica radiologica, desidera conoscere come convenga limitare l'azione dei raggi Roentgen alla neoplasja; come debbano essere dosati i r~ggi da far agire, per . qualità, durata e intensità; da quale autore italiano possano desumersi indicazioni precise. Vorrebbe sapere, inoltre, dove possano trovarsi i prodotti Zeller. La tecnica radiologica per la te:ra pil=l. dei tumori maligni è ancora alquanto mal definita; nonpertanto riteniamo che le seguenti indicazioni possano valere per una terapia corretta. Conviene circoscrivere l'azione dei raggi X associando in vario modo i mezzi localizzatori dei 9uali disponiamo. Ad esempio per la cura dei c~ncroidi si usa una piccola copertura in lamina di piombo, nella quale viene praticata una finestra che ripete, ingrandendola, la forma della lesione; vi si portano i raggi per mezzo di un tubo da innesto in vetro piombifero. - Nella generalità dei casi non occorre una delimitazione cosi • rigorosa. Il. dosaggio qualitativo è relativamente agevole poichè si ha quasi sempre lo scopo di attraversare in tutto il loro spessore delle neoformazioni infiltranti e diffusive anche allorchè sono superficiali. Quindi si ricorre ai raggi più penetranti che i tubi-foco possono offrire (compatibilmente con le difficoltà tecniche). Solo per lesioni esterne, per cancroidi già ulcerati ma poco infiltranti, rispondono bene anche i raggi molli. In genere non basta di assicurare 1a presenza dei raggi duri ma conviene anche di selezionarli. sovratutto dovendo praticare delle cure intensive e volendo risparmiare gl'integumenti. La filtrazione viene compiuta per lo più attraverso l'alluminio. Si usano lamine d'alluminio più spesse (fino a 4 mm.) per tumori profondi; più sottili (fino a un decimo di mm.) per tumori superficiali; una lamina di 1 mm. risponde bene nella generalità dei casi. Pel dosaggio quantitativo si può sopperire entro larghi limiti ad una scarsa intensità dei raggi mediante lunghe pose ovvero mediante pose molto avvicinate. Conviene tener presente che i nostri indicatori quantimetrici lavorano bene solo con raggi di durezza media. I raggi duri li attraversano in parte senza virarli: ciò porta a somministrare dosi più alte di quelle indicate. (23) •


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IL POLICLINICO

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Ma in pratica questo comportamento ha poca importanza poichè i raggi duri attraversano anche i tessuti senza essere interamente assorbiti. Si è tentato, anzi, di ovviare a questa deficiente utilizzazione dei raggi duri da parte dei tessuti neoplasici mercè iniezioni endoneoplasiche di sostanze (bromuro di stronzio, collargolo) atte a trasformare i raggi incidenti in raggi secondari più molli. Lo stesso scopo avrebbero le iniezioni endovenose di presunte sostanze oncotrope, come il rame colloidale. Anche il ferro contenuto nel sangue che compenetra il tumore manifesterebbe lo stesso comportamento; da ciò, secondo R. Knox, l'utilità delle cure ferruginose o dei mezzi iperemizzanti locali nella roentgenterapia dei tumori maligni . La quantità dei raggi da somministrare nei singoli casi dipende in gran parte dalla natura del tumore. Quando sì tratta di tumori molto sensibili ai raggi X, come i sarcomi tondo- e fuso-cellulari, possono bastare dosi frazionate, di gran lunga inferiori a quelle normali. In tutti gli altri casi invece si preferisce di somministrare do2i alte , sicuramente distruttive. In genere si applica una dose normale (in una o in poche sedute seriali) a intervalli di 3-4 settimane. Molti radiologi però usano le cc grandi » dosi normali, sensibilmente più elevate. Ad esempio Finzi misura sotto il filtro 1 Y3 D. N., ogni 2 settimane. I raggi non filtrati consentonò dosi ancora più elevate, le quali naturalmente vengono in gran part~ assorbite dagli strati superficiali: ad esempio Bordier p er la cura dei cancroidi ricorre alla dose segnata dal grado 4 della sua scala (secondo Bordier esso equivale a 1 )·20 unità I; secondo Kienbock a 28 unità H, ossia è quasi il sestuplo di una dose normale: ND = 10 x = 5 H = 3 Kalom = 7.5 I incirca), u sando raggi molto duri (7-9 al Benoist: congiungere la ·c opertura con la terra). Una buona installazione riduce la seduta a una dozzina di minuti. Queste fortissime dosi distruggono i tegumenti, per quanto si possa tentare di cc desensibilizzarli ». - Perciò vi si ricorre solo: 1° se i tegumenti sono ulcerati o mortificati o .se non importa di rispettarli; 2 ° se il tumore è ,stato messo a llo s coperto mercè un inter\ento chirurgico; 3° dopo l'exeresi, per la profilassi d elle recidive (ricordarsi di drenare!}. Un mezzo eccellente per praticare le cure intensive a cute integra è il fuoco crociato. Ad esempio i cancri del seno e i fibromi uterini posso110 venire irradiati in molte direzioni, da più ' porte ». Un limite all'uso delle cure intensive è dato llalle climensioni clel tumore. Se questo è molto

voluminoso, r>uò derivarne auto-intossicazione le-· tale da copioso riassorbimento dei tessuti neo .. plasici distrutti. Perciò trattandosi di tumori moltosensibili, come i sarcomi encefaloidi, si comincia spesso con dosi minime, p. es. 1 x . Nel corso . del trattamento le sedute vengono.spaziate o avvicinate secondo i miglioramenti, la reattività del soggetto, ecc. L'irradiazione va ripetuta più volte anche dopo che la malattia sembra scomparsa. Importa sempre di estendere l'a7.ione dei raggi X alle regioni dove possono essersi prodotte le metastasi. Ad esempio, nel cancro del ,seno vanno ' irradiate le ascelle, il mediastino e la regione sopraclavicolare, anche se non vi si scoprono metastasi; i sarcomi comportano l'irradiazione dei polmoni, · poichè questi vengono spesso colpiti secondariamente ; ecc. Facili artifi.zi consentono di rendere più accessibili alcuni tun1ori interni: ad esempio l'uso degli specoli e dei tubi per endoradioterapia. Per addestrarsi nella tecnica e apprenderne tutte le risorse importerebbe di seguire un corso di perfezionamento. · · • • Di libri in italiano conosciamo la cc Radioterapia » di' Kienbock e 1 I raggi X » di Schincaglia. - È annunziato un Bollettino della Società Italiana di Radiologia medica. Può avere il cinttabarsana e il nacasilicium ri, volgendosi a C. H. Burk, Stuttgart, Garsburgstrasse 27-29(è autorizzato dallo Zeller). Può anche farli allestire dal farmacista in base alle indicazioni fornite a pag. 283 e 492. Lo Zeller gradisce che gli siano fatti co~oscere i risultati (Dr. Anton Zeller, \\Teilhelm a. d. Teck. \Viirttemberg). Ci consenta d'insistere anche sull'efficacia delle cure locali con ~ostanze radioattive, delle iniezioni endovenose di emanazioni, del 606 '(nei sarcomi) e della . terapia generale. , Non occorre aggiungere che, purtroppo, non possiamo aspettarci facilmente risultati straordin ari durevoli . In oncoterapia si richiede ancora m olta fede ... \

(96). L'abbonato n. 84 desidera sapere a chi bisogna rivolgersi per avere l'annata 1909 del

giornale Lucina e dove si stampa. L'indicazione del numero d'abbonamento non è esatta pel motivo che il n. 84 è soppresso da qualche anno. In ogni modo si rivolga all'Amministrazione del Lucin~ a Bologna, R. Clinica ostetrico-ginecologica (Prof. Calderini), Ospedale di S. Orsola. L. P.

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SEZIONE PRATICA

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ad uno stadio determinato, tutta una gamma di prodotti di attività differenti : quella dei residui I sali di radium. - Sono venuti a far parte di « pechblenda i> • oscilla da 4 a 5; il trattamento -tlella cura usuale contro diverse malattie della grossolano la fa salire a 60; il grosso fraziona· -pelle, del sangue, contro i tumori benigni e ma- mento la porta a 1,000 ed al laboratorio si giunge ad ottenere dei prodotti con una attività di un }igni, ecc. Ma l'altissimo costo dei preparati ai radium milione. Per trattare una tonnellata di « pechblenda » {un grammo di radium costa ancor oggi un patrimonio) ha impedito finora che questo impor- da cui è stato estratto l'uranio, occorrono 5 tontante ramo della terapia più recente trovi la nellate di prodotti chimici diversi e .50 tonnellate di acqua. Questi residui contengono dei solfati frequenza èli applicazioni desiderabile. Gli Istituti per la cura col radium sono ancora di quasi tutti i metalli, compreso il radium~ ed piuttosto rari, e vi -sono ancor oggi delle città il trattamento è appunto basato sulla solubilità .assai popolose dove non è possibile far uso dei minima del solfato di radium; Tutte queste operazioni sono fatte all'opificio: preparati di esso senza ricorrere a presti ti presso Istituti scientifici posti in altre città. Vienna si con un metodo analogo il trattamento viene controva J>er questo riguardo in una posizione pri- tinuato al laboratorio, sino ad ottenere un bro·vilegiata, di gran lunga superiòre a quella di ogni muro di radium, in cui il bario non figura più altro centro di popolazione del mondo, perchè le che allo stato di tracce. Una tonnellata di residuo ·miniere di minerale radifero più ricco si trovano · - che proviene dal trattamento di 3 tonnellate .a J oàchimsthal, in :Boemia; sicchè la dotazione di « pechblenda » con 6 tonnellate di prodotti ·per l'Istituto per Je cure col radium, che è stato chimiei e 50 fonnellate di acqua di lavaggio fondato nella capitale austriaca, s'è potuta co.. dà finalmente da r a z decigrammi di bromuro, ;Stituire con una relativa facilità in una misura Ja cui attività è di 1,000,000. ·11 bromuro di radium costa 40,000 franchi il .-che può clirsi grandiosa, sebbene si tratti di un Imateriale, la cui unità di misura~ il milligrammo. grammo, e per quello che riguarda il prezzo del I due altri maggiori Istttuti consimili, quello radium metallico, esso varia a seconda del grado ·di Berlino e quello di Londra, sono già assai meno di attività: così I grammo di radium dell'attività ricchi di quello di Vienna. Negli altri paesi Ospe· di 10,000, costa 2,500 franchi; di 20,000 , costa dali e Cliniche sono ridotti a valersi di qualche 5,000 franchi; di 50,000, 10,000 franchi, di 100,000.. 20,000 franchi; di 500,000, 100,000 franchi. ·Campione, nei quali la sostanza attiva è rappre, .sentata più o meno parsimoniosamente. · (Rivista d'Idrologia, ecc.). Abbiamo già dato notizia di un atto munifico della Cassa di Risparmio di Milano a favore del1}0spèdale Maggiore di Milano. Nessuno degli IstiCEJY/11 BIBLIOORAFICI ·tuti milanesi ospitalieri e scientifici ha finora pos(Non si ftcensiscono che i libfi PertJenuti in dono alla Redazio-tJe) . seduto delle quantità di sali di radlium meritevoli di menzione dal punto di vista pratico. Allorchè S. SANTORI. L'igiene e la vita. 2 vol. in-16 di insorgeva il bisogno di adoperare il rad1:um era forza pag. XIV·344 e x .. 344, con -incis. Roma, Bon· -rivolgersi per averlo in grazioso prestito da qualche tempelli e Invernizzi, editori, 1912. L. 6. · sanitario, che ne possedeva quantità notevoli. La fama che l' A. si è creata come educatore Dato l'interesse sempre crescente, che la scienza medica attribuisce a tali preparati, si comprende trova piena conferma in questo lavoro, il quale come un simile stato di cose sia sembrato a un è frutto di una larga esperienza acquistata quale -certo punto insostenibile: è dunque ad una giusta docente d'igiene pedagogica ali' Università di visione di un'esigenza reale, scientifica e pratica, Roma. In questa nuova edizione esso è notevolmente -che risponde la recente munificenza della Cassa di Risparmio a favore del maggiore Istituto sani- ampliato ed arricchito; fa una parte molto più larga all'igiene indivjduale e collettiva. tario milanese. Il lavoro è stato elaborato con grande diligenza e riflessione, in un linguaggio ponderato e sobrio, Il prezzo del Radium. - I laboratori si sono se non spigliato sempre chiarissimo. Pure manmoltiplicati nei luoghi ove vengono trattate le tenendosi elementare, l'A. rivela delle conoscenze « pechblende » che sono, come è noto, il prinèivaste, profonde, precise. . pale minerale donde si estrae il radium metalLe malattie infettive e le disinfezioni, l'alloggio lico. ~ la. scuola, l'acqua potabile, il riscaldamento, Prendendo la radioattività dell'uranio come l'illuminazione. il vestiario, gli esercizi fisici, l'aliunità, si può ottenere, sospendendo l'operazione mentazione, la struttura e le funzioni del corpo (25)

V.A~IA.


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umano, sono questioni svolte con mano sicura, con grande lusso di particolari, con precisione assoluta. • Filo d'oro della trattazione è l'esaltazione della nettezza. Tra le vedute personali segnaliamo un piano di lotta pratico contro la tubercolosi. Il lavoro del Santori possiede un meraviglioso valore educativo. Se ne raccomanda la lettura a tutti i meàici che vogliono istruire il popolo su questioni d'igiene. Di rado, tra i tanti lavori di volgarizzazione, se ne trovano di quelli che adempiano cosi bene al loro compito. Molto curata è la parte tipografica. y. GARNIER, NOBÉCOURT, Noc, LEREBOULLET. Thérapeutique des Maladies infectieuses. Paris, J .-B. Baillière e Fils. Fr. 1 2 .

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Fa parte i 1 volume della biblioteca di tera pia (gli agenti terapeutici - i medicamenti - le cuYe) che sotto la direzione di Gilbert e Carnot con la collaborazione di migliori AA. francesi pubblica la Casa Baillière. Quantunque le nostre conoscenze di terapia risentano ancora il disagio dell'empirismo e della confusione del passato, viene a proposito il libro compilato con moderni criteri a portare in com· pendio demolizioni e nuove affermazioni. Le malattie it'fettive troppo spesso costituiscono la palestra <ilel giovane medico, e spesso lo scoraggiamento invade l'animo, per l'impotenza o l'inutilità dei mezzi vantati: nel libro del Garnier Nobecourt, etc. il medico avrà campo di persuedersi che, se il più delle volte siamo senza ri. sorse specifiche causali, spesso possiamo fare gran bene al malato col prevenire, collo stimolo alle t. p. difese naturali contro le infezioni. S. von PROWAZEK. Hand buch der Pathogenen Protozoen. \ Tol. r 0 , parti 3a e 4a; in-8 gr., pagine 249-515. I ,eipzig, Verlag von Johann Ambrosius Barth., 1912. Prezzo : M. 6 e 9. (Prezzo del primo volume M. 28.60, rilegato -M. 30; rilegatura M. I). Abbiamo già presentato la I a e la za parte di questa magnifica pubblicazione. La 3a parte comprende una estesa monografia sltl tripanosomi patogeni, redatta da M. Mayer. Poi O. Schr6der tratta dei cnidosporidi (myxoe micro-) ; E. Teichmann dei sarcosporidi. La 4a parte è per la massima parte occupata da uno studio di P. Miihlens sul Treponema pallidium, certamente il più completo di quanti ne siano apparsi. Lo stes')o autore si occupa del Treponema pertenue; C. Schellach fa un o studio a ccuratissimo delle gregarine.

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Le quattro parti formano insieme il primo volume. 'Questo lavoro è inJispensabile per quanti coltivano il difficile campo della protozoologia, ma si raccomanda a tutti gli studiosi. È copiosamente ed artisticamente illustrato da tavole' e da figure nel testo. A. ToURATNE. Les anticorps syphilitiques. Essais. de séro-agglutination de la siphilis. Paris, G. Steinheil, 1912. È un lavoro sistematico, ordinato, minuzioso sulla questione della siero agglutinazione del treponema pallido della sifilide. Già il problema si era affacciato a vari ·ricercatori, e frammenti o incompleti accenni. si possono leggere nei lavori di qualche autore; il Touraine sotto la guida del Jeanselme affronta di proposito il problema, studia la tecnica della reazione, la confronta nei sifilitici, nei normati, nelle affezior1i similari, nei sifilitici nei vari periodi, e sotto l'influenza della cura. Le figure che l' .I\. riporta della agglutinazione microscopica del treponema sono assai dimostrati ve; ma i fatti crediamo abbiano ancora bisogno di essere controlla ti: la forma stellare della vera agglutinazione.è certo un fenomeno elegante e dimostrativo, in confronto con gli ammassi irregolari di falsa agglutinazione. Naturalmente, cosi come è, la reazione, se i controlli successivi confermeranno il valore che l' A. ad essa conferisce, resterà per ora presidio delle cliniche e deg1i ambulatori ben forniti, poichè è necessario pos~e­ dere per praticarla l'ultramicroscopio, un soggetto sifilitico con manifestazioni ricche in treponemi, nna tecnica ed un 'esperienza convenienti per la interpretazione. Crediamo però che tali ostacoli nulla tolgano alle ricerche, le quali rivelano ed aggiungono ai noti u.n fenomeno biologico importantissimo; la pratica nel!' avvenire saprà trovare mezzi più atti a rendere la siero agglutinazione di uso corrente. t. p. •

c.

Chemische Methodik filr Aerzte. Leipzig, G. Thieme, 1912 . Mk. 2, 40. Compendio di metodica chimica, in cui dopo una precisa esposizione di tecnica generale, si tratta di tutte le analisi, che esattamente e con mano sicura devono dal medico esser rseguite ad ausilio della clinica: larga parte è data alle analisi delle urine, quindi al contenuto gastrico, all'esame delle feci, del sangue, dei secreti transudati, essudati, ecc. Per la precisione e la modernità dei metodi, il volumetto sarà molto utile t. p. a medici e studenti. OPPENHEIMER.


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NELLA VITA PROFESSIONALE. La tarifta degli onorari per le perizie giudiziarie.

« Vi sono nella nostra vita professionale delle questioni che sembrano il problema della quadratura del circolo, tanto pare lontano il giorno in cui saranno risolute ... » (r). Sono quattordici anni che io scrivevo queste parole nel Policlinico a proposito della riforma della tariffa giudiziaria del 23 dicembre 1865, e dopo quattordici anni io sono costretto a ripeterle tali e quali, perchè il circolo è sempre senza quadratura. I periti giudiziari continuano ad esser ricompensa ti in base a tariffe che (come era detto nel 1896 in una relazione presentata sull'argomento alla Società Lancisiaua degli Ospedali di Roma) « fanno vergogna agli stessi magistrati, che nell'applicarle quasi ne chiedono scusa ai periti ». E tutte le agitazioni delle diverse classi di professionisti non hanno sortito fino ad oggi altro effetto che quello di far dire molti complimenti dai diversi ministri guardasigilli alle loro commissioni, insieme ad un numero non minore di buone promesse, cut• costantemente non è segllìto fatto alcuno. Le classi professionali non si sono mai c;tancate di far sentire la loro voce finora senza eco, e oggi (com'è narrato nella cronaca professionale di questo stesso numero) esse novellamente si apparecchiano a mandare delle commissioni al guardasigilli pro tempore. Con quale speranza di riuscita? lo credo che il momento sia bene indicato per ottenere la riforma della tariffa del 1865. Si è pubblicato appena da pochi giorni il nuovo Codice di procedura penale, desiderato ed aspettato da molti anni dai cultori del di, ritto. Sono note (e ne abbiamo parlato più volte nel nostro gi0rnale) le riforme apportate dal nuovo Codice all'istituto della perizia giudiziaria. Esse solo in parte sòddisfano antichi voti della classe medica italiana, in parte lasciano insoluti alcuni dei problemi legati a detto istituto, in parte lasciano immutati alcuni, e non ·dei. meno gravi, inconvenienti che, per quanto iìguarda la ~edicina forense, hanno fatto dubitare della efficacia dell'aiuto che questa può dare alla giustizia umana. Un (1) La tariffa per le peYizie medico-legali. Supplemento al Policlinico, 1899, pag. 219 .

lato però delle riforme~ appare evidente, ed èlo studio posto dal legislatore per elevare la importanza della perizia e per disciplinarne il funzionamento. Pur riservando il giudizio sul risultato pratico delle riforme, non può negarsi che, conforme all'intenzione del legislatore' la figura del perito è nobilitata dal nuovo Codice di procedura penale. Ma questo perito che si vuole più competente e di un ordine professionale più ele\"ato, dovrà ancora essere ricompensato con le povere vacazioni di tre lire, dovrà viaggiare in te'r za classe. riscuotere poco pilì di venti soldi di indennità giornaliera di viaggio? Dovrà egli insistere nel sistema non decoroso di aggiungere qualche lira alla nota delle spese per rientrare almeno nel suo? Dovrà domandare qualche • • . I giorno d1 tempo, per avere qualche vacazione· di più, con la scusa di distendere una relazione sopra una constatazione banale che è evidente dalle semplici constatazioni del verbale di una necroscopia ? Io scrivo in un giornale di medici, e non ho proprio bisogno di moltiplicare questi interrogativi, messi in fila come figure retoriche, perchè la loro risposta non è dubbia. Fra le questioni che interessano la nostra vita professionale, se ve n'è una su cui il parere dei medici italiani sia concorde, è proprio questa, e per una classe di cui si può veramente dire tot capita tot sententiae, ìl fenomeno è straordinario. Facoltà mediche, Congressi professionali, Società scientifiche, Ordini, tutti in questo ventennio sono stati unanimi nel deplorare che· le funzioni di perito giudiziario, così gelose e spesso così ardue, fossero ricompensate in modo da far quasi sospettare che il magistrato le tenesse in dispregio; oggi che il legislatore ha dimostrato in vece con il nuovo Codice di procedura penale di essere consapevole della grande importanza della prova peritale nei giudizi, tanto da averne voluto salvaguardare in modo sicuro la dignità, egli non può negarsi ad elevarne anche il corrispettivo economico; questo non può rimanere ad un livello che era già tanto inadeguato quando fu creata la tariffa giudiziaria, cioè quasi mezzo secolo fa, in .....

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un'epoca nella quale il costo della vita e il tasso delle mercedi erano tanto diversi da · quelli dell'attuale. Se ciò non fosse, e se le ·classi dei professionisti che son più sovente chiamati a funzionare da periti dovessero at·tendere, ancora chi sa quanto, una riforma . ormai così matura, bisognerebbe proprio dire che l'equità non è di questo mondo, e che le promesse dei guardasigilli sono scritte sulla sabbia del deserto e le disperde il ghibli. Doctor CAJUS.

CJronaea del movimento

profes~ionale.

Ordine dei Medici di Roma. - Il giorno 17 :aprile, alle ore rr, S. M. il Re ha ricevuto al Quirinale in udienza p~ivata una rappresentanza del Consiglio dell'Ordine dei Medici di Roma, composta dei dottori Enrico Ballerini, Alfredo • Garofalo e Ugo Mariotti, che ha voluto portare al capo dello Stato l'omaggio della classe medica -romana costituita in Ordine con la legge del 1910. S . ~1:. ha accolto con la sua consueta benevolenza ·e con molta affabilità la rappresentanza e con essa si è intrattenuto a discorrere delle còndi· zioni della classe medica di Roma e di diverse imvortanti questioni igieniche e sanitarie. S. M. accondiscese ad una preghiera della rappresentanza, promettendo il gradito dono di ttn suo ritratto per la sede dell 0rdine dei Medici. Il presidente dell'Ordine dott. Ballerini ha avuto il giorno 18 un colloquio col R. Commissario straordinario per gli Ospedali di Roma commenda tor Gajeri in merito alla tassa di 20 lire richieste per l'ammissione ad un concorso per me.dici assistenti negli Ospedali. Il R. Commissario spiegò che non esiste nel bilancio degli ospedali un fondo per gli esami, e che perciò egli fu costretto ad escogitare la tassa di ammissione per far fronte alle spese che per la quantità dei con-correnti si prevedevano non lievi; si disse disposto a dispensare dalla tassa quei concorrenti che non potessero pagarla. Il R. Commissario si dimostrò favorevole in massima alla domanda del presidente dell,Ordine perchè nei futuri concorsi i candidati debbano dimostrare di essere inscritti nell'Albo dell'Ordine, cioè abilitati all'esercizio professionale. Il Consiglio dell'Ordine, venuto a conoscenza di un procedimento penale che si svolgeva p.!"esso una Pretura della provincia a carico di un me· dico condotto sotto l'imputazione di rifiuto d'ob· berlienza all'autorità di P. S., per essersi rifiutato di eseguire una perizia cada veri ca su richiesta di .u11 maresciallo dei carabinieri, prima dell' inter1

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vento dell'autorità giudiziaria competente, dimostrò con una lettera e un telegramma tutta la sua solidarietà verso il collega, che fu, com'era giustizia, assolto per inesistenza di reato. L'Ordine dei Medici di Roma ha trasferito i suoi uffici in una sede molto decorosa al palazzo Roccagiovine al Foro Traiano•. L'Associazione dei medici·chirurgi libe'Yi esercet~ti di Roma e provinci·a ha eletto a presidente del· l'Associazione il prof. Montesano e a consiglieri i dottori Alessandrini Giuseppe e Calò Alfredo, in sostituzione del presidente dott. Ballerini e del consigliere dott. Arcangeli, dimissionari per l'avvenuta loro elezione al Consiglio dell'Ordine e di un terzo consigliere pure d"imissionario. Ha poi proceduto alle elezioni del presidente e del segretario delle assemblee; furono eletti il dottore Polacco Arturo, presidente, il dott. Giordani Luigi . segretario.

Per le perizie g1·udi.ziarie. - La Federazione degli Ordini dei Medici e la Federazione delle Associazioni degli Ingegneri e degli Architetti italiani hanno stabilito di iniziare un'azione comune per ottenere la riforma dell'istituto peritale, specialmente per quanto riguarda la scelta dei periti e Ja riforma deila tariffa degli onorari. Fu tenuta il 2 0 aprile una riunione fra i delegati dei medici prof. Guzzoni degli Ancarani e dott. Garof alo e i delega ti degli ingegneri ed architetti ing. Lariino e Agnello. Fu stabilito di compilare al più presto un· me· moriale unico da sottoporre all'esame dell'onore .. vo1e Guardasigilli e dell'on. Ministro del Tesoro, e di incaricare due eminenti parlamentari, a ppartenenti alle due classi di profesC)ionisti, di interrogare il Governo alla Camera per conoscere il suo pensiero intorno all'esaudimento di voti fatti già da tanti anni. Le suddette Federazioni hanno in animo di associarsi nella loro azione anche altre classi di professionisti, più ~pesso chiamati a funzioni peritali, e specialmente quella dei chimici. Il prof. G. Mingazzini ha diretto all'Associazione dei medici-chirurgi liberi e~ercenti di Roma una lettera in cui denunzia vari inconvenienti nell'assegnazione da parte del Tribunale delle perizie riguardanti i rami speciali della medicina: l'arbitrarietà nella scelta dei periti, la parzialità nella concessione delle perizie, la frequente designazione di professionisti di dubbia competenza, ecc. L'Associazione ha deliberato la nomina di una commissione per lo studio del complesso problema dell'esercizio della specialità e della medicina legale.


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Condotte e Uoncorsi.

* BAGNO DI ROMAGNA (Fi-renze). -

Tre condotte; L. 3000 pei poveri, con 3 sessenni, L. 700 per gli abbienti, L. 600 per cav., lorde; alla 2a condotta è annessa la direzione sanitaria dell'Ospedale Angiolini, con retribuzione di L. 252. Scad. I5 giugno. *BERGAMASCO (Alessandria). - Condotta: L. 900 e L. lOO quale uff. sanit. Ab. 2259 con 67 famiglie povere. Scad. I maggi o. BROGLIANO (Vicenza). - Condotta piena; L. 4800 lorde compresovi compenso u:ff. san. e L. 700 obbligo cavallo. Abit 1993· Scad. 10 maggio. BubDUSÒ (Sassari). - Seconda condotta pei poveri; L. 2000 nette R. M. Scad. I5 maggio. BURGIO (Girgent'i ). - A tutto il 30 maggio concorso a 2° medico-chirurgo condotto. Vedi fase. 15. CAMPAGNANO (Roma). - Condotta piena per Cesano; L. 2600 lorde ed alloggio; L. roo per arm. farm. Scad. 7 maggio. ~AROSINO (Lecce). Condotta piena; L. 3000 lord~ e L. 200 se u:ff. sanìt. Non più di 40 s . e. r. Scad. 17 maggio. C4\STIGLIONE n'ORCIA (Siena). - Due condotte piene; L. 3000 lorde. L. 700 per obbl. cav. e I4.o.50 per vi:5ita oltre l km. dalla re§idenza. Proroga a tutto il 17 maggio. CENTO (Ferra1'a). Congregazione di Ca1'ità. -Medico assistente dell'Ospedale; IJ. I2oo lorde, vitto ed alloggio. Rivolgersi alla Segreteria. Scad. 30 ·1 apri.e. CIVITEr..iA DI ROMAGNA (Forlì). - I a e 2a. condotta con residenza nel capoluogo; L. 3300 lorde ciascuna. Tre sessenni. Indennità. cavalcatura L. 700. Scad. 30 aprile. CRESPINO (Rovigo). - Condotta piena 2° reparto; L. 1800 e L. 200 quale uff. san.; servizio dell'ospizio comunale e ambulatorio a trimestri alterni con l'altro sanitario. Scad. 4 maggio. Servizio entro Io giorni. ESTERZILI (Cagliari). - Condotta per la generalità; L; 3000. Scad. 30 aprile. FIRENZE. R. Arcispedale di Santa Mar1'a Nuova e Stabilimenti Riuniti. - Aiuto per il turno oto· · rinolariilgoiatrico; nomina biennale, conferma biennale. Si 1ichiede biennio di servizio effettivo in ospedali o cliniche. L. 1800 con ritenuta di R. M. Scad. ore 17 del 20 maggio. FOMBIO (Milano). - L. 4000 nette, cura piena, tre sessenni, L. 200 alloggio, senza obbligo cavallo, in pianura, ab. 2130, capitolato modello. Scade I5 maggio. GIULIANO DI ROMA (Roma). ·- Condotta piena; L. 3400 pei poveri, L. 500 per gli abbienti, L. 100 come uff. san., lorde, tre sessenni. Scad. 20 mag.

. * GRADOLI

(Rom a ). - Co~dotta; L. 2650 pei po· veri, L. 1350 per gli abbienti, L. 100 come uff. san. , lorde. Scad. 35 giorni dal 29 marzo. MoNtEDINOVE (Ascoli P iceno). - Condotta piena; L. 3250, esonero cavale . Scad. ro maggio. MoNTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri; L. 6oo lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prendere possesso della carica entro otto giorni dalla notifica della nomina. Scad. I5 giugno. •

MONTESPERTOLI (Firenze). - Seconda condotta residenziale; L. 2300 e 3 sessenni, L. 400 per cavale. e 150 per supplenza. •

.

NAPOLI. R. Università. - Concorso per esan1e al posto di assistente della clin. ostetrica (legato Tarsitani, L. 600 annue per un biennio, salvo altra conferma biennale). Rivolgersi al Rettore. Scad. 15 maggio. OzzANO EMILil\ (Bolog·n a). - L. 2500 pei poveri, alloggio, L. 800 cavallo, seconda condotta. Scade 7 maggio. • PERUGIA. Università degli studi. - Professore straordinario di fisiologia; L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Sc~d. 30 giugno. * PIAZZA BREMBANA {Bergamo). - Condotta consorziale piena e uff. sanit.; ~. 4000. Scad. 10 • maggio. PISOGNE (B1'escia). -Condotta piena del I 0 reparto; L. 4200 aument. Scad. 6 maggio. POZZIOMAGGIORE (Sassari). - Condotta medica per i poveri (250 famiglie circa). Esami. L. 2000. Scad. 30 aprile. PRALUNGO (Novara). - Condotta e u:ff. san.; L. 1200 per 18 poveri circa e L. lOO quale u:ff. san. Scad. 15 maggio. * REGGELLO (Firenze). - 38 e 4a condotta piena; L. 3000 lorde ciasc. e 3 sessenni, oltre L. 500 per obblig. cavale. Scad. Io maggio. •

REGGIO NELL'EMILIA. Municip·io. - Direttore del Laboratorio Municipale di Batteriologia; L. 3600 lorde e quattro quinquenni. Nomina biennale. Scad. 20 maggio. ROBBIATE BRIANZA (Como). Condotta con Verderio Superiore; L. 3150, L. roo quale uff. sanit. e L. 50 per bicicletta; residenza in Verderio. Scad. 15 maggio. I ROMA. Ministero dell'Interno. - Esami d'idoneità per autorizzazione a viaggiare come medico di bordo. Avranno luogo a Roma, nel mese di luglio, nei g:iorni. nelle località e nelle ore che saranno stabilite con successivo provvedimento e che verranno individualmente comunicate a ciascuno degli ammessi agli esami. Rivolger~ alla Direzione Generale della Sanità pubblica. Scad. 31 • • maggio. SANT' ANASTASIA (Napoli ). - s condotte; L.1200 lorde ciasc. Scad. 30 aprile. SANT' ANGELO LOMELLINA (Pavia). - Condotta comunale; all'otto maggio; cura piena; stipendio L. 3250 lorde , più L. roo quale uff. san., tre sessenni , alloggio. Ab. 1400.

*

SAN VERO MILIS (Cagliari). - Condotta per la generalità del consorzio con Zeddiani; L. 4000· nette. Scad. 6 maggio . • SAPONARA DI GRUMENTO (Potenza). - Condotta; L. 1400 pei poveri, L. 1050 per gli abbienti, L. IOO quale uff. san .. lorde di R . M. Età limite 50 anni s. eccez. regol. Scad. IO maggio. SEREN (Belluno). - Condotta libera o residenziale ed uff. sanit.; I". 3950 lorde aument. con obblig. cavale., cura per 2000 poveri, per ogni lOO in più L. 75; a bit. 5626. Scad. Io maggio. (29)


IL POLICLINICO

* SERRUNGARINA

Condotta piena; L. 3200 lorde aument., L. 100 qu·a le uff. · sanit., L. 700 per cavale., L. 200 per arm. farm. e L. 50 per assicurazione; alloggio. Ab. 2551. Scad. I 5 maggio. TEGLIO (Sondrio). - Condotta piena 3° riparto; L. 4000 nette. Scad. IO maggio. TORINO. Ospedale Maria Vitto,ia. - Concorso per assistente interno per la sezione Pediatria chirurgica. Rivolgersi alla Presidenza, via Cibrario, 72. Scad. 30 aprile. TRIPOLI. Ammir..i"strazione degli Istit1it1: Ospedalieri e di Beneficenza. - Oculista dell'Ospedale 'Tittorio Emanuele m. Età massima 40 anni al 10 aprile. L. 1800 più indennità temporanea di L . 200 mensili. Esperimento di un anno; conferma per quattro anni. Domande all' Amministrazione entro il 15 giugno. UDINE. Deputazi,one provinciale. - Medico di riparto del manicomio; L. 2000 ; alloggio, vitto, ecc. o indennità di L. 6oo ; aumentabili per se~­ senni o per passaggio di classe :fino a L. 2530. Scad. 15 maggio. * VALLECORSA (Roma). - Condotta per la generalità; L. 3000 lorde, L, 100 quale uff. sanit., oltre miglioramento in corso d'approvazione. Abit. 4164. Scad. 10 maggio. VERONA. Ospedale civile. - Concorso ai seguenti due posti di medico-assi~tente: a) di I Categoria con l'annuo stipendio lordo di L. 1400; b) di II Categoria con l'annuo stipendio lordo di L. 1200. Entràmbi con una indennità di L. 3, oltre il vitto, per ogni servizio di guardia. Rivolgersi al Consiglio ospitaliero. VERONA. - Condotta 5° circondario interno; L. 3000, quattro q11inquenni; biennio di ·servizio ospitaliero o di condotte. Scade 3 maggio. (Pesaf'o U-rbino ). -

Sono segna ti con un a sterisco • i concorsi che ci risultano dif· fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterischi •• f concorsi che ci risultano boicottati d alla F ederazione d elle Associa z ion Sanitarie Italia ne

Di ffide e boicott f.fg gi.

Nuove cli fii.de sanzionate : In vet eto (Pisa), Reggello [per Viaggio] (Firenze) , Canneto Pavese (Pavia) . Latera (Roma) , Cavaglio d'Agogna · e Pella . Artò, Boleto (Novara), Capizzone - Strozzo Bedulita - Roncola {Bergamo). Camposanto --Fi· nale Emilia [per Cadicoppi] (Modena). Revoca di diffide: Semestene (Sassari), Cureggio (Novara), Pomaja e Santa Luce (Pisa). La sezione di Macerata dell'A. N. M. C. boicotta a favore del medico licenziato la condotta di Sarnano e riconferma la diffida di Mogliano.

li fascicolo di ap.yite 1913 della noswa Chlrurgiea co·n tiene i seguenti lauof'i:

Sezione

I. Prof. Giovanni Perez - Sulle cosidette cisti os3e e. II. Do't Amatore Austonl - Sulla compressione artificiale dell'ipofisi.

III. Dott. Valen,lno Baroabò - Ulteriori ricerche sperimentali sulla secrezione interna testicolare.

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(ANNO

XX, FASC. I7]

HOMIHE, PROMOZIOHI E OHORIFICfHZE. I

Le onorificenze ai mediti militari per la guerra di Libia (r). R. ESERCITO. Medaglie di bronzo al 11a!or militare. Compagnie di Sanità; Ospedali da campo, ecc. :

Marrocco Achille da Lagonegro (Potenza), mag· giore medico; Lionti Girolamo da Palermo, capitano medico; Delogu Gino da Conselve (Padova), capitano medico ; Zuccari Federico da Isola del Liri (Caserta), id.; Nacciarone Amleto da Napoli, id.; Ghidoli Enrico da Firenze, id.; Di Lallo Carnline da Sant' Angelo del Pesco (Campobasso). id. (due medaglie); D'Elia Antonio da Visciano (Caserta), id.; Sireci Giuseppe da Alia (Palermo), id.; Sebastianelli Giuseppe da Castelnuovo della Daunia (Foggia), id.; Satta~Puletto Salvatore da Sassari, id.; Bifani Marjo da Torracà (Salerno), tenente medico; Sa vini Gualtiero da Pontremoli (Massa Carrara), id.; Ara Achille da Casale Mon· ferrato (Alessandria), id. (due medaglie); Greco Domenico da Lecce, id.; Miadonna Antonio da Craco (Potenza), id.; Vannoccì Quintilio da Montecatini di Val di Cecina (Pisa), id.; Fera Giuseppe da Pleti (Reggio Calabria), sottotenente medico di complemento; , Balestrazzi Luigi da Bari, id.; Corsi Alfredo da Casacalenda (Campobasso), id. AviatoYi: Falchi Lui~ino, da Montopoli in Valdarno {Firenze), capitano medico. Ct'oce Rossa Italiatia: Evangelisti Enrico da Bentivoglio (Bologna), medico capo; Campagnani Oscar da Milano, medico assistente di r a classe; Scocéianti Torquato da Apiro {Macerata), ' id.; Benaglia Carlo da Roma, id.; Sensi Gastone da Firenze, id.; Bartolomei Alessandro da Anghiari {Arezzo), medico assistente di 2 a classe. Encomio solenne. 10

regg. granatieri: Lopresti Antonio da Palmi

.(Reggio Calabria), tenente medico. . 60 regg. fanteria: Giardi Galileo da Siena, tenente medico; Castelli Epifanio da Mazzara del Vallo (Trapani), id. id.; Grillo Girolamo da Recalmuto {Girgenti), id. id. 7° Yegg. fanteYia: Resegotti Enrico da Tromello (Pavia), tenente medico; Pilellal Alessandro da . Cerreto Sannita (Benevento). sottotente med. di complem. 11° regg. fanteria: Rivalta Raffaele da Forlì, capitano medico; Bevilacqua Antonio da S. Martino in Pensilis (Campobasso), sottotenente medico; Bini Domenico da Trani (Bari). id. id. 300 reg g. fan teria: Giallombardo Oreste da Par· tinico (Palermo), sottoten. med. di complem. 50° regg. fanteYia: Rebizzi Roberto da Mes~ina, tenente med. di complem.; Manconi Attilio da Cuglieri (Cagliari), id. id.; Sallustio Luigi da Molfetta (Bari), sottotenente med. id. 52° reeg. fa·nteria : Piccoli Giovanni da Fano (Pesaro)~ sottotenente med. di complem. . 57° iregg. fanteria: Loffrt:do Alfred? da Onstano (Cagliari), tenente medico; Saturnino Pasquale da Terlizzi {Bari), id. di complem. (1) Vedi fase . precedente. •


·(ANNO XX, FASC. .17]

SEZIONE · PRATICA

615

6o0 Yegg. f ante11ia: Borelli Giacemo da Genova,

,

rio da Apiro (Macerata), id.; Perreca Felice da tenente medico; Rombola Antonio da Calogero · Caiazzo (Caserta), id.; Mutarelli Giovanni da Tri(Catanzaro), id. id. . nitapoli (Foggia). id.; Ricci Omero da Roma, me630' 1'egg. fante'l'ia: Rossi Antonio da Anzano dico assistente di 2a classe; Marzoli Celso da Midegli Irpini (Avellino), tenente medico; Franco lano, id. Augusto da Ruviano (Caserta), sottoten. med. complem. Onorificenze concesse in considerazione di parti82° reg g. fante-ria: Bracco Eduardo da Napoli, colari benemerenze acquistate sul teatro della capitano medico. . gue.rra ~ 4° regg. bersaglivri: Scibetta Gaetano da Regalbuto (Catania), tenente medico. . Ordine dei SS. Maurizi'o e Lazzaro. 8° fegg. bersaglieri: Saleri Leopoldo da Massa (Massa e Carrara), sottotenente med. complem.; Commendatore: S.f orza Claudio, maggiore gene.. Tangheroni Dante da Bagni S. Giuliano (Pisa), raie medico. id. id.; . Scotti di lJccio Domenico da Napoli , id. Ufficiale: Salvia prof. Eduardo, ispettore medico id.; Salvatore Luigi da Rapino _(Chieti), id. id. 3 1 classe Croce Rossa Italiana. · 9° t'egg. bersaglier1:: Degli Atti Vincenzo da GuaCavalieYi: Sandrelli Enrico, tenente colonnello gnano (Lecce), tenente medico; Cei Isidoro da medico; Pimpinelli Pietro, maggiore medico; SaMezzana Bigli (Pavia), sottoten. med. compl. linari Salvatore, id. id.; Cantella Mariano, id. id.; 110 regg. be,sa~lieri: Daneri Giuseppe da Porto Maurizio, tenente medico; Rellini Guido da Ro- Viale ·Angelo. id. id.; Delminio Orazio, id. id.; ma, id. id.; De Martino Nicola da Comi~o (Sira- Santucci Stefano, id. id.; Romeo Francesco, id. id.; Lo Scalzo Vito, id. id.; Vasilicò Giuseppe, id. cusa), id. id. id.; Gualdi Carlo, id. id.; Madia Giuseppe, id. 10 regg. alpini: Sferra~zo Filadelfio da Lentini id.; Passarella Ugo, id. id.; Riva Umberto, id. (Siracusa), .tenente medico. id.; Cossu Alberto, capitano medico; Piroli Ame3° 1'egg. alpini: Marengo Lorenzo da Carmagnola (Torino), capitano medico; Azzai:o Giu- deo, id. id.; Barba Morrihy dott. Camillo, medico seppe da Monterosso Almo (Siracusa). tt=-nente civil~. medico; Sacco Rosario da Rocca di Neto (CatanOrdine ·della Co1ona d'Italia. zaro), sottoten. med. complem. (due encomii). 6° regg. alpini: Pellegrini Francesco da VeroCavaliere di Gran Croce decwato del Gran Corna, tene.nte medico; Franco Vincenzo da Gan- done: Postempski prof. Paolo, ispettere medico gi (Palermo). id. id. principale Croce Rossa Italiana. · 7° batt. ì·n dig. eritrei: Marotta Gaetano da San U fficiaZi: Minici Eugenio, colonnello medico; BoCipriano Piacentino (Salerno), tenente medico. navoglia Luigi, id.; Arpa Vittorio, tenente colon. Compagni'e di Sanit.à, Ospedali da campo, ecc.: nello med.; Pace Luigi, maggiore med.; Di Lallo Salinari Salvatore da Montescaglioso (Potenza), Carmine, capitano med. maggiore medico; Vasilicò Giuseppe da Santa Cavalieri: Sarlo Eugenio, capitano medico; De Lucia di Piave (Treviso), id. id.; Gualrli Carlo da · Stephanis Giuseppe, id.; Fiorentini Emilio, id.; Cac..: Guastalla (Reggio Emilia), id. id.; Donati Giu· eia Filippo, id. Garulli Andrea, id.; Messineo Giusep~eppe da Roma, tenente medico; Lanza Francepe, id.;Triulzi Giacinto, id.; Salvatore Domenico, id. sco da Settimo Torinese (Torino), capitano me- Viola Pietro, id. id.; D'Elia Antonio, id.; Biliotta dico; Cotronei Tommaso da Napoli, id. id.; An- Vincenzo, id.; Tram Guglielmo, id.; Tedde Giuseppe, nino Beniamino da Siracusa, id. id.; De Stepha- id.; Balla Alberto, id.; Corradi Numa, id.; Porru nis Giuseppe da Popoli (Aquila). id. id.; Catini Pietro, id.; Bevacqna Alfredo, id.; Pazzi ErmanAlpinolo da Terni (Perugia), id. id.; Ajmone Mo~ no, id.: Migliacci Giovanni, id.; Frau Giuseppe, desto da Coggiola (Novara), id. id.; Bracco Gia~ tenente medico; Bruni Nicola. id.; Sassoli Ernecorno da Vicoforte (Cuneo). id. id.; Papale Ra- sto, id. id.; Piccininl Giovanni, id.; Carra Vincenniero da Napoli, id. id. ; Molinari Mario da Mi- zo, medico assistente za classe Croce Ro~sa Ita· randola· (Modena), id. id.: Riva Umberto da Mo- liana; Coccon Attilio, id.; Fantini Adolfo, id.; dena, id. id.; Militello Emilio da Palermo id. Giani Raffaello, medico capo S. O. ~- Malta; id.; Criscione Gaetano da Mezzoiuso (Palermo), Roncoroni Emilio, medico assistente, id. tenente medico; Ruggieri Antonino da Messina, id. id.; Giaccio Vito da Sambuca Zabut (Girgenti), E ,n cdmio solenne. id. id.; Albano Luigi da Napoli, id. id.; Fiorenza I~nazio da Palermo, id. id.; Forino Salvatore Fazio Gaetano, capit. medico; Trofanelli Luigi, da l\fonteforte Irpino (Avellino), id. id.; Gaspa- id. id.; Sebastianelli Giangiuseppe, id. id. ; Jacono rlni Iginio da Caltagirone (Catania), id. id.; To-. Francesco, id. id. ; Lionti Girolamo, id. id.; Demaselli Vito, da Nicolosi (Catania), id. id.; Saija murtas Cornelio, id. id.; Mazzaglia Giovanni, id. Paolo da Messina, id. id. ; Arezzo Nicola da Cor- id.; Consiglio Placido, id. id.; Castelnovi Lodovitona (Arezzo), id. id.: De Porcellinis Carlo da co, id.; Papa1e Raniero, id.; Basso Er-!11enegild~. Napoli, id. id ; Leone Rocco da Stigliano (Po- id.· Gtarrusso Gesttaldo, tenente medico; Cand1tenza), id. id.; Vannelli Enrico da Villafranca in do~i Enri&o, id. id.; Catalano Francesco. id. id,; Lunigiana· (Massa e Carrara). id. id.; Pazzi Er- Mirone Giuseppe, id.; Bruno Francesco, id. ; Rommanno da Roma, id. id.; Daneo Luigi da Casal by Paolo, id.; Ciaccio Vito, id.; Caffarelli BeneNocetto (Alessandria), i.d. id. di co~ple?lento; detto, id.; Costa Fausto. id.; De Durante Nicola, Alagna Emilio da Spezia (Genova), 1d. 1d. id.; id.; Parente Ferdinando, id.; De Angelis Arduino, id. id·; Tedeschi Giacomo, id.; Manconi Michele, . . Giglio Rocco da Trapani. id . .i~. id.. . Croce Rossa Italiana: Bert1n1 Luigi da Ch1et1, id.; Sabatini Angelo, id.; Quinzi Raffaello, id. di medico assistente di 1n classe; Scoccianti Aldige- complemento. 1

1

(3r)


'

616

IL POLICLINICO

XX,

FASC.

17)

R. MARINA.

LETTERE DA PARIGI

Medaglia di bronzo al valoY militare. Operazio y,,i in Cirenaica: Gnasso, capitano medico; Saporito, tenente medico; Fattori, id.

. I cani sa1iitari nell'ese-rcito. - Da qualche anno l'amministrazione militare sanitaria francese cerca di utilizzare le . qualità di istinto e di . fedeltà della razza canina, utilizzando i cani che possono rendere dei grandi servizi. nella ricerca dei feriti sui campi di battaglia. Le esperienze fatte du· rante le ultime manovre hanno dato dei buoni risultati e un canile d'allevamento è stato isti· 1 tuito a Fontainebleau. Il ministro della guerra ha deciso di organizzare il servizio di tali cani, assegnandone da quattro a sei per ambulanza in tempo di guerra. Ogni sezione di infermieri invjerà. un sottufficiale al campo di allevamento dei cani per famigliarizzarsi con gli animali, ogni cane avrà diritto a una gavetta di zuppa al giorno.

E ncom:z'o solenne. Opeyazioni ·in T ripolitania: Palliccia, capitano medico; Stocco, id. Onorificenze. e Lazzafo . Ordine SS. Maurizio . Ufficiale: Rosati, colonnello medico. Cavalieri: Minutil1o, tenente colonnello medico; Seganti, maggiore medico; Vittori, capitano medico. Ordine Coron a d'I talia. Ufficiali: Tacchetti, ten. colonnello medico; Bonifacio, maggiore medico; Stopp·ari , id. Caval·ierì: Bellor.chio, capitano medico, Roccà, medico civile; Silvestri, id.; Del Prete, capitano medico; Rondelli. id.; Caraccioli, id.; Capo, tenente medico; Piantoni, id. ; Rocci, medico civile.

· Servizio $anltario militare. •

(ANNO

Uffic·i ali in servizio attivo permanente. Tenente colounello medico promosso colon.n ello medico: Pressacco Pasquale. . Ufficiali di rise'Yva. - Maggiori medici promossi tenenti colonnelli medici: Cantarano Costantino, Gianola Antonio, Rosso Oreste, Nardoni Antonio, Dell'Olio Giovanni Battista, Mendini Giuseppe, Fascia Giuseppe. Tenenti medici promossi capitani medici: Piraino Giuseppe, .D'Elia Gaetano, Lombardi Giu seppe, Damiani Girolamo, Sacra Errico. Gagliardi Donato. Liscia Renato, Trafficante Francesco, Caruso Corrado, Pacilio Ernesto, Vaccari Luigi, Ranfaldi Antonino, Spediacci Corrado, Sola Ernesto, Quassolo Luigi, Giammarco Pier Giuseppe, Grimaldi Arturo, Nasi Stefano, Marini Annibale, Barbagallo Mario, Abba Francesco, Forzani Luigi, Sarra Raffaele. \

Agi! Istituti clinici di perfezionamento sono nominati i dottori: ~1irto Francesco I 0 aiuto. Fossati Giuseppe 2° aiuto. Valforta Francesco I 0 assistente, Colombini Carlo 2° assistente. TRIESTE. - Al dott. Gandusio Renato è riconosciuto il diritto all'e~ercizio delr arte medica. PARIGI. - Il prof. Hartmann, di chirurgia minore alla Facoltà di medicina, è nominato professore di clinica chirurgica, quale successore di Segond. L'Accademia di medicinaha eletto a corrispondenti nazionali· Alessio Carrel di New York e Arnozan di Bordeaux. PIETROBURGO. - La direzione dell'Istituto di medicina sperimentale è stata offerta, in seguito alla morte di V . Podvyssotzky, al p~of. E. Met· schnikofi, vice-direttore dell'Istituto Pa~teur di Parigi; avendo Metschnikoff declinato l'invito, è stato nominato invece il prof. Pawlow. MlLANQ. -

I

La responsabit1:tà dei criminali. - In questi ultimi giorni si è dato il caso di uri individuo processato per delitti contro la persona~ che un direttore di manicomjo considerava come sano e un direttore di prigione considerava come pazzo, mentre i periti giudiziari erano tra il si ed il no· di parere contrario. Il tribunale ha finito per a~­ solverlo, ordinandone però l'internamento in un • • man1com10. Questo fatto di cui ~i è impadronita la stampa quotidiana e che ha avuto una profonda eco nel pubblico, ha se(vito di spunto a una bellissima conferenza tenuta dall'eminente neuropatologo, il professore Gilbert Ballet alla « Scuola di alti studi Sociali » di Parigi. Il prof. Ballet ha dimostrato quanto lo stato ,, morboso abbia .nella genesi çlel delitto una parte preponderante, se non esclusiva, mentre la ten-, denza comune è quella di considerare il criminale come un individuo perfettamente normale, astrazione "'f atta dal delitto commesso. Quattro categorie di malattie possono condurre al delitto. Prima di tutto l'alcoolic;mo. L'alcoolico nello stadio subacuto si trova sotto l'impero di allucinazioni sensoriali, sopratutto auditive. Tali malati sono pericolosl e debbono essere internati. ma non nella maniera seguita al presente, cominciando l'internamento e terminando in un modo del tutto arbitrario, come ai tempi della Bastiglia. I/alcoolismo è una malattia acquisita volontariamente e transitoria . quindi il malato, dopo guarito, dovrebbe subire la pena che il suo delitto ha meritato e forse ciò potrebbe essere per lui una lezione utile per l'avvenire. In secondo luogo vengono le malat'ie acquisite, ma croniche, di cui la principale è il delirio di persecuzione. Il perseguitato ha dapprima delle idee confuse, ma finisce poi per rendere una per-

(32)


(ANNO XX,

FASC.

r7J

SEZIONE PRATICA

sona che diverrà 1a sua vittima responsabile dei suoi mali immaginari. Talè lo spagnuolo Herrero che uccise il dott. Guinard nel cortile dell,'HotelDiel'.l· Bisogna accogliere al manicomio tali malati e al più presto, giacchè in genere la società è male protetta contro tali individui, tanto dalle famiglie é dal medico, quanto dalla polizia che non ·osa prendere la responsabilità del provvedimento se non c'è stato un principio d'esecuzione. In terzo luogo vengono i delinquenti affetti da malattie costituzionali congenite. Ap.partengono a tale categoria gli epilettici, che agiscono nell'incoscienza cara~teristica del loro male, obbedendo al desiderio imperioso di compiere l'atto. Essi lottano contro l'impulso, ma finiscono sempre per essere vinti. 'Incendiari, cleptomani o assassini, debbono essere chiusi in perpetuo in una casa di salute o in un manicomio. Vengono quindi ·i perversi istintivi, i più ·CO· muni delinquenti. Tali individui presentano una a11amnesi ereditaria speciale nella quale i pazzi si alternano coi tubercolosi, coi nevropatici e con gli alc~olici. Anomali dalla fanciullezza, bugiardi, oziosi, essi si creano nell'adolescenza un ambiente armonico con gtnti di simili mentalità, fondando quelle associazioni di malfattori che praticano poi la rapina e l'assassinio. Talvolta considerando tali individui come malfattori volgari la giustizia umana li condanna, ma la prigione :li rende peggiori, tal'altra il perito conclude a una responsabilità limitata . .Questa soluzione facilita il còmpito, ma il prof. Ballet la rìtiene disastros~ poichè, secondo lui, il medico non deve preoccuparsi della responsabilità che è una questione metafisica e sociologica, ma deve dire soltanto se l'individuo è anormale, e. in che manier~, e se è pericoloso e perchè e i~ quale . · grado. . . Studiando il ·problema ci si accorge di quanto sia incompleto il nostro modo di considerarlo. Noi 4obbiaino studiare la psicopatologia dei delin-· quente, il délitto ·non deve essere giudicato in se. stesso, ma · in rapporto all'anormalità speçiale del suo autore. Il manicomio criminale è inutile, perchè se ci si vuole mettere tutti gli individui che dovrebbero esservi rinchiusi, le prigioni rimarrebbero vuote. Sono sopratutto le cause della criminalità ché bisogna combattere ancora più che curare i malati ·q uando è troppo tardi. Alcoolismo, sifilide e tubercolosi sono i veri nemici della società, la causa quasi universale dei delitti, ed è contro di esse che debbono essere diretti gli sforzi della società che si vuol difendere dai criminali.

E m'ieranila d'origine nasale. - Il dott. Guisez alla seduta dell'Accademia di ·medicina di martedì scorso ha descritto una varietà di emicrania la

èui

origine è rimasta sconosciu.ta fino al presente. La crisi comincia con un dolore localizzato nella regione fro'n toorbitaria, .che ~i generalizza in seguit.o accompagnandosi a nausee e vomiti. Il ripetersi delle crisi può condurre a una vera cachessia. . Tale emicrania è dovuta a una ipertrofia del cornetto medio, la quale produc...e fenomeni con.gestivi e disturbi circolatori della base del cervello a ogni menoma causa. Tali forme : ai emicrania avevano resistito fino ad ora ad ogni cura, compresa la resezione del facciale. Il dott. Guisez. pratica soltanto la cauterizzazione del cornetto o la sua riduzione per frantumazione, previa ane• stesia locale. Più di 70 · casi furono guariti in maniera persistente, in seguito a tale ti:attamento . • La comunicazione. del dott. Guisez dimostra la necessità di esaminare sistematicamente le fosse nasali di tutte le persone soggett~ a frequenti • • em1cran1e. . Parigi, rz aprile r913. Dott. Gon. •

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IYOTIZIE DIVERSE IV Congresso Nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali) (Roma 8-rr giugno r913). I

Riportiamo ancora i titoli delle seguenti comu· . nicazionj, pervenute · alla segreteria del Congresso. . (vedi fascicoli 12 e 13): Danni cagiona ti dal cisticerco su li 'occhio umano D. G. Cirincione (Roma). « R1s11ltati dell'inchiesta sull'impiego della biacca in Roma ,. . A. Ranelletti (Roma). , Le condizioni igieniche delle tipografie di Roma - La morbilità dei tipografi. di Roma nel quinquennio 1907-1911 ». ICJ. . . « Per una statistica nazionale sulla morbilità e mortalità delle · classi lavoratrici ». Id. « Primi risulta ti d, una inchi~sta igienica ·su I lavoro delle lavandaie in Roma » . G. Gualdi e '7. Fraschetti (Roma). ~ Malattie del lavoro e medicina sociale ». G. Tropeano (Napoli). . u Un po' di storia sulla malattia dei minatori, rivendicazione di priorità relative alla nat~ra, profilassi e cura )). E. Perroncito (Torino)~ « L'assicurazione delle malattie professionali specifiche col sistema della lista ». L. Bernacchi (Milano). cc La regolamentazione del lavoro in aria cotnpressa » . Id. « La profilassi delle tecnopatie in Italia ». A. Petrini (Genova). . . « Difese igieniche nell'industria del vetro nero » . Id. u L'ernia inguinale da sfor~o ?ei ~litari mobilitati ». A. Perassi (Cava dei Tirreni). La morbilità dei tramvietii di Roma nel quin ~ quennio 1908-r9r2 ». N . L.euzzi (R?n;ta). « Infezioni di stalla net contad1n1 » C. Temi (Milano). ·. l

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IL .POLICLINICO

Sulle malattie dei ferrovieri » E. D'Anna (Roma). « Patologia del lavoro nelle impagliatrici di sedie in Roma , G. Genovese (Roma). a

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I. Congresso Italiano di radiologia medica. Nel prossimo ottobre si terrà a Milano un _p rimo Congresso di Rontgen e radiumologia, promosso dalla Società Italiana di radiologia medica, costituitasi in Milano il 5 gennaio del corrente anno. · Colla deliberazione - presa nell'atto stesso della sua fondazione - d'indire entro l'anno un primo Congresso, la Società ha voluto affermare l'importanza alla quale sono ormai assurti anche in Italia gli studi radiologici e manifestare la fiducia che il vincolo di fratellanza, stretto fra i cultori della nuova specialità, avrebbe subito dato buoni frutti e che non sarebbe mancato l'aiuto di tutti coloro che, direttamente od indirettamente, si interessano agli studi di radiologia. Perchè i congressisti possano· agevolmente formarsi un'idea esatta delle recenti conquiste della tecnica radiologica, il Comitato ha stabilito di unire al Congresso una Mostra dei vari modelli di apparecchi di Rontgen e radiumologia: Il Comitato organizzatore del Congresso è presieduto dal dott. L. Parola; segretario generale ne è il dott. F. Perussia. Temi generati del Congt'esso: I. Gli apparecchi intensivi nella tecnica rontgenologica. Relatore: prof. Prof. Vittorio Maragliano di Genova. 2. L' indagine radiologica del cranio. Relatore: dott. Aristide Busi di Bologna. - 3. I.. a radiologia dell'intestino. Relatore: dott. Pasquale Tandoja di Napoli. - 4. La Rontgen e la Radiumterapia nelle forme ginecologiche. Relatore.: prof. Mario Bertolotti di Torino. Sono ammessi a prendere parte ai lavori del Congresso: Medici, Biologi, Fisici, Ingegneri. Tec· nici e tutti coloro che si interessano allo sviluppo scientifico e pratico della radiologia medica. La tassa d'iscrizione è fissata in lire IO. I Soci della Società Italiana di Radiologia Medica, che hanno pagato la quota per l'anno 1913, (lire 20) sono di diritto iscritti al Congresso. Possono iscriversi al Congresso anche persone della famiglia dei Congressisti, come Membri aderenti, col pagamento della tassa di lire 5. Per iscriversi al Congresso s~ prega rivolgersi al Segretario -generale del Congresso dottor Felice Perussia - Milano, Foro Bonaparte, 61 - inviando insieme le relative tasse di iscrizione. Nel giorno precedente all'Inaugurazione qel 1° Congresso Nazionale di Radiologia, sarà tenuta l'assemblea generale della Società italiana di Ra .. diologia medica. I

Esposizione internazionale urbana. Si annunzia che la città di Lione organizza un'Esposizione internazionale urbana dal 1° maggio al 1° novemb~e 1914. Sarà ripartita in 42 sezioni. La grandiosa Mostra presenterà uno speciale interesse per gl'igienisti, poichè vi avranno posto la scuola, le istituzioni di puericoltura, la difesa contro le malattie popolari. l'assistenza ai vecchi ed agli invalidi, la tutela dell'industria e tutti i grandi problemi urbani. (34)

(ANNO X..X, F ASC. IJ j

Commissario generale ne sarà il prof. Jules Cour· mont, il quale ha subordinato la sua nomina alla condizione espressa che dalla Mostra vengano escluse le bevande alcooliche di qualunque natura. L'eminente igienista va sinceramente felicitato per questa sua decisione. _ •

I primi sette medici coloniali. Alla Direzione generale di Sanità, innanzi ad una Commissione presieduta dal senatore Paternò, e della quale facevano parte i ·professori Gosio. Campana, Cirincione, Alessandrini, Gabbi e il padre Spallita. hanno avuto luogo gli esami per il concorso dei medici coloniali. I sette medici risultati in ordine di graduatoria sono i seguenti: dott. Andrea Saccone, dott. Nicola Brandolini. dott. Michele Mazzitelli, dott. Tortora , dott. Domenico Guttadauro. dott. Nicola D' Ajello, dottor Francesco Parabita. Corso accelerato pratico; A Torino dal 1° maggio al 15 giugno sarà tenuto presso l'Università un corso accelerato pratico pei medici condotti. Vi potranno accedere anche i liberi esercenti. Per l'insegnamento dell'igiene nelle scuole. Il Consiglio della Federazione fra le Associazioni del personale di vigilanza igienica del Regno, in una delle sue ultime tornate, ha nominato il prof. Santori di Roma, il cav. Venere di Terracina ed il dott. Cioffari di C.a litri membri della Commissione che insieme a quelle nominate do.Il' Associazione magistrale e dalla Federazione tra i professori delle scuole medie, dovrà dettare le norme per l'in'segnam~nto dell'igiene nelle scuole. A tale Commissione è affidato l'importante incarico di studiare il modo perchè il progetto Credaro divenga legge dello Stato. Ed è sperabile che i pubblici poteri sapranno far tesoro delle proposte che ·la competente Commissione sarà per fare. Propaganda igienica. Il 5 aprile all'Università Popolare di Anzola Emilia tenne lezione il dott. Bordon, il quale davanti ad un pubblico assai numeroso trattò brillantemente il tema dell'alcoolismo. Nuova clinica. A Torino venne testè inaugurata la nuova clinica per le malattie della bocca e dei denti presso l'Università. Il prof. :h1aggioni, dell'Istituto stomatologico di Milano, tenne, per invito' della Facoltà. la conferenza inaugura]e. Per il più grande Ospedale Colon1bo

~New

York.

Ferve vivissima la campagna che mira a rac: cogliere per l'Ospedale Colombo - da parecchi anni sussidiato dal Commissariato dell'emigrazione di Roma per le riconosciute _benet?er.enze verso la colonia - la somma che viene richiesta per l'ampliamento dell'oJ?era in 200,000 dollari. Mentre una parte dei benefattori prepara le offerte, gli animatori della campagna tengono


(ANNO XX,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

frequentissimamente sedute. I .crembri del Comitato esecutivo e coloro che nel momento dell'azione - dal 3 al 15 aprile - dovevano guidare f gruppi destinati a girare fra gli uomini di affari, americani e italiani, della metropoli, si sono adunati nei locali dell'Ospedale, al n. 226 east 2oa strada. Dopo la visita dei locali che ora accolgono a centinaia e centinaia gli ammalati italiani. soddisfatti tutti delle premurose e tenere cure dei sanitari e delle suore del Sacro Cuore, si sono ispezionati i lotti adiacenti , comprati dalle suore stesse, per la costruzione degli altri locali. Il Comitato esecutivo si riunirà ancora in casa del prof. Guiteras, 80 Madison avenue, sotto la presidenza di Mr. John D. Crimmins. il munifico milionario americano che ha preso a cuore, egli e numetosi suoi amici dell'alta finanza metropolitana, le s?rti de11•0spedale. . Il Comitato e grandemente soddisfatto del~e manifestazioni che da ogni parte della colonia gli stanno giungendo, promettitrici del più ~mI?io successo. Molti italiani, lieti di poter contribuire al successo della sottoscrizione, hanno scritto al Comitato promettendo di .contrib_uire l>t::r c:onto proprio e far sì che anche l propri amici diano, una volta tanto, l'obolo ad un'istituzione eh~ tanto bene fa ai connazionali. Tutti i sacerdoti italiani - popolari nelle rispettive pa!rocc~ie---: si propongono di racromandare aglt em1grat1 l'Istituto. · Il Comitato ha sede nel palazzo della Metropo· litan Life, Madison Square, room 10201, telefono: 2295 Gramercy. « Riv. Ospedal. ».

Lotterie di beneficenza. La e Gazzefta Ufficiale 1 pubbJica il testo delle leggi che autorizzano una lotte~ia a fay~re dell'ospizio marino e ospedale. d.e1 bambini « Enrico Albanese » e dell'Associazione contro la tubercolo3i di Palermo; un'altra a favore degli osp~· dali di Bibbiena, Pieve Santo Stefano e Poppi; una terza a favore degli ospedali di Rimini; altre a favore degli ospedali di Messina, Milazzo, Ca· stroreale, Cecina e Piombino. I premi Carnegie agli eroi. Il Consiglio d'amministrazione della Fon~a.zione Camegie si è riunito negli scorsi giorni al M1~1ste~o dell 'intemo sotto la presidenza dell' on. amrmraglio Leone Reynaudi. . . . . Il Consiglio ha esaminato numerosi atti di. coraggio e di abnegazione, che esso h a premiato con medaglie e compensi in denaro. Tra i modesti eroi notiamo: Bottini Salvatore, di Alatri, milite della« Croce Rossa », che il 13 ot~obre del. ~9II. moriva d~ colera mentre trovavas1 in serv1z10 di profilassi anticolerica (assegnazione alla vedov3: di ~n SUS· sidio trimestrale di lire 120 rinnovaq1le di anno in anno). Il Consiglio di amministrazione terrà prossimamente altra seduta per l'esame di numerose domande e proposte. Le suore negli ospedali di Parigi. Al Consiglio municipale di Parigi è stata inoltrata la proposta di riammettere. le suore al .ser · vizio degli ospedali, data la imm1nen~e. estens~one dei servizi ospedalieri e la deficienza dt infermiere, nonchè per ragioni di economia.

Conferma di una condanna. La Corte di cassazione Francese ha respinto il ricorso avanzato dai signori Coaley e Cooper, direttori del gabinetto « Electro-Vigor », e dai loro prestanomi dottori Ficalier e Dumoret. avverso la sentenza della Corte d'appello che aveva condannato i primi due per truffa a un anno di prigione e looo franchi di ammenda e gli altri due a sei mesi di prigione, tutti i quattro processati a 30,000 franchi solidariamente, a favore della 1Jnione dei sindacati medici di Parigi, costituitisi parte civile. Congresso di studenti in medicina. Gli studenti francesi di medicina hanno tenuto a Parigi un Congresso con .Io scopo di discutere sui mezzi atti ad assicurare la difesa dei loro interessi corpora tivi. Una delle più importanti questioni riguardava gli stranieri che compiono i loro studi in Francia e poi vi si stabiliscono. In un ordine del giorno è stato chiesto che vengano tutti costretti a naturalizzarsi francesi ! Un'altra questione importante con~ernev~ il servizio militare. È stato votato che <e il mestiere di soldato è incompatibile coi severi studi medici •. Perciò è stata respinta ad unanimità la concessione delle nuove leggi militari, di compiere il servizio militare durante i corsi universitari. È stato chiesto invece di essere addetti come prima al servizio d'infermeria o di essere assunti come medici ausiliari o aiutanti maggiori. Le professioni sanitarie in Francia. Le statistiche ufficiali francesi pel 1911 dànno 20,809 medici, 11,589 farmacisti, r3,066 levatrici, 2,848 dentisti. I

Una bomba nella casa di un medico. A Solopaca, in provincia di Benevento, la sera dell'1r aprile venne lanciata contro una finestra della casa del medico condotto, dott. Luigi Giannelli , una scatola contenente materie esplosive, che scoppiò mandando in frantumi, tra un f1:agore infernale, tutti i vètri del palazzo e quelli delle case adiacenti, mentre parecchie schegge danneg: giavano il mobilio della stanza nell.a quale st trovavano il dottore e una sua bambina. L'attentato inqualificabile, che poteva aver~ conseguen~e di~astr?sis~im~, trova. la su3: ge~~s1 nell'odio di parte, gtacchè 11 dott. G1annelli mtl1ta nei partiti democratici. Un altro attentat~ de~ genere si era dovuto deplorare quatt~o ~iomi prima contro l'avv. Favan1, anche questi de1 partiti popolari. « Voglio essere rispettato ».

Il dottore Gerardo Giannattasio, sanitario delle carceri di Regina Coeli a Roma, nel novembre dell'anno scorso e.saminò il detenuto Vincenzo Brusadini che si lamentava di essere malato.Non avendo ri~venuto traccia di malattia, pronunziò qualche parola che il Bru.sadini ritenne .lesi~a del suo onore. Voglio essere rispettato - disse il detenuto al capoguardia - e SP?~se querela. La causa fu discussa davan~i il secondo pretore urbano. Questi ritenendo che nelle ~~rol~ ~el Giannattasio non si riscontrava reato di 1ng1ur1a, in quanto esse significavano un co?sig~io e un~ esortazione, dichiarò non luogo per ines1~tenza di reato in confronto del sanitario. (35) '

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620

IL POLICLINICO

ANNO XX, FASC. 17)

Rassegna della stampa medica. Klin.-ther. Woeh., 27 genn. F'I:SCHL. « Tetania e La Rif. Med., 8 febbr. D E BONIS e NATAI,E. a Imstati tetanoidi nell'età infantile )) . munizzazione delle cavie col nucleoproteide dei Il Lavoro., 30 genn. VITALI. cc La medicina del lavibrioni colerigeni per via gastrica ». G10R:. voro ». DANO. « Anestesia generale per mezzo delle inie· Le Progrès Méd .. 1 febbr. DUFOURT. « Autolisine, zioni intramuscolari cli etere ». isolisine e resistenza globulare n. Gazz. d. Osp., 9 febbr. PARI e FONZIAN. a Studi The Practitioner, febpr. JORDAN. « La stasi intesulla febbre >i. stinale ». - CooPER. « La cura conbinata delPensiero Med , 9 febbr. CROSTI. « Endotelioma l'alcoolismo». - KnBLELI.,. «Di alcuni sintomi sottocorticale del1a zona rolandica ». comuni nelle malattie dell'infanzia; loro signiBerl. Klin. Woch., 10 febbr. REHN. Sulla chirurficato diagno.stico ». gia del cuore e del pericardio ». - KLIENENLe Bull. Méd., 1 febbr. Pr.IcQUE. « La cura delle BERGER. Sulla narcolessia )) . - LOEWENTHAI.. e amenorree ». SELIGMANN. cc Bacillo paratifico non gasogeno ». La Presse Méd., 1 febbr. Rotrssv e AMEUILLE. «Le· - ARONSON. « Sulla tonicità degli organi norsioni elementari del polmone ». - BONAMY e mali ». DARTIGUEs. « Genitoplastica maschile esterna ». The Journal A. M. A., 8 febbr. BUERGER. e lTl- LET~LE. e< Colangiectasie congenite ., . cera della vescica •. - WHITING. « ConservaBrit. Med. J ourn., r febb. BI.,AND-SUTTON. « La torismo in chirurgia J), - NELSON e HYBAND. flora batterica dell'utero ». Gli effetti delle forti purghe sulla pressione e The Lancet, 1 febbr. COLLIE. «La "debolezza,, nelle sul sangue » • · malattie e negli infortuni 1> KEITT. « ProgeMedie. Record, 8 febbr. HoNAN e WYLISS. ~La ria e ateleiosis ». - H. e A. GRtJMBAUM. « Neoanestesia generale per la via endovenosa ')). formazioni e immunità insufficiente , . Il Cesalpino, I febb. PISENTI. e Presunta tuberMediz. Klinik, 2 febbr. HAFEMANN. cc La cura non colosi polmonare da infortunio 1. - - BRANDINO. operativa del cancro nell'Istituto di Heidele< Sulla differenziazione del sangue menstruo e berg ». - MARGONINER. « Sulla cura della dinormale» . smenorrea ». . · Bull. et Mém. de la Soc. de RadioJ. Méd. de Parls, Gazz. d. Osp., 2 fèbbr. GALLI P. «La terapia colfebb. BOUCHACOURT e CHÉRON. - « L'associaloidale nelle forme anomale e complicate di zione della radiumterapja alla radioterapia nella morbillo ., . cura dei fibromiomi uterini; discuss. ». · Le Scalpel, 2 febbr. VAULAIR . <<Rachitismo e gaRev. de Hyg. y de Tuberc., febbr. MONTENEGRO. stroectasia ». « L'anafilassi nella tubercolosi ». Paris Méd., 1 febbr. cc Numero consacrato alle ma· Proc. of. the Path. Soc. of Piladelphia, 4. Mc FARlattie. dalle vie trespiratorie ». LAND. (( Apoplexia uteri •. - LEWIS e KAuFLa Presse Méd., 8 febbr. LIAN e MARCOREtLES. MANN. « Tentativi per agire specificamente sull~ flora batterica intestinale ». - \.Voonv . « Epi« Le bradicardie della colica da piombo ». SIKORA. «Le linforragie e loro trattamento». demiologia del vaiolo ». - 8EITAO da CuNHA. «Apparecchio per suture Miinch. Med. Woch., II febbr. LEHMANN. 'Sull'azione del caffè e sul caffè senza caffeina ». arteriose e venose ». SCHLOSMANN. « Sull'economia del ricambio della Le Bull. Méd., 8 febbr. Cr-IAUFFARD. cc Intossicamateria e dell'energia nel lattante ». zione ossicarbonica ». (I

1

Indice alfabetico per materie. Anoressia mentale . • . . . . . • • • Pag. 6o2 Coagulazione del sangue: idee moderne . . . . . . . . . . . . • • • I) 590 Emicrania d'origine nasale . . . . . . J> 617 Ferita d'arma da fuoco dell'addome con lesione del t enue. colon, mesentere, epiploon; guarigione . . . . . . . . )) 595 Fistole vescico-vaginall. . . . . . . . )) 591 Innervazione dell'apparato orolinguale: » 6oo ricerche sperimentali . . . . . . . . Malaria: campagna profilattic~ in Sardegna . . . . . . . • . . . . . . . )) 604 Meningite sierosa circoscritta cerebrale » 594 Onorari (La tariffa degli) per le perizie )) 611 giudiziarie . . • . . . . . . . . . . . Pancreas: sindrome urologica nelle af» 601 fezioni del- . . . . . . .. . . · . " » 6o2 Presbiofrenia: patogenesi . . • • • . .

Prolasso utero-vaginale: colpoisterecto· mia vagjnale . . . • . . . • . . . . Pag. 6 01 P sicosi mestruali . . . . . . . . . . . » 6o2 Responsabilità dei criminali . . . . . » 6I6 Sfigmografia : tecnica . . . . . . . . • » 601 Splenotifo a sindrome anemica . . . . » 601 Tubercolina nella IJratica diagnostica . 600 e 601 Tubercolosi: trattamento della febbre. » 604 Tubercolosi del laringe: cura della disfagia dolorosa . . . . . . . . . . . » 6o3 Tumore primitivo dell'omero a tipo tiroideo e paratiroideo . . . . . . . » 600 Tumori maligni : cura . . . . . . . . . » 607 U lcera fagedenica a Tripoli. . . . . . » 585 Urotropina nella cura del tifo. . . . . » 601 Vagina: formazione artificiale med iante un' ansa d'intestino tenue . . . . • . » 593 • 6oo Vescica : estirpazione totale per cancro

(36) Roma, 1913 -

Tip.

~azionale

di

C.~Bert ero

L· Pozzi,

e C.

'

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inno XX.

Roma, 4: maggio 1913

Fase. 18

SEZIONE PRATICA. DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURA.NTE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. A. Mazzolani: ~'ulcera fagedet1ica a Tf'ipoli. - Sunti e rassegne: DIAGNOSTICA: A. Sommerfetd: Contributo alla diagnosi ài.Uerenziale tra ulce1'a gastrica ed ulce'a dtl()àenale. - Belosersky : Pe1' la diagno si di0e1'enzt'ale fra leucem-i• acuta e ~ettic emia. - MEDICINA PREVENTIVA : Theilhaber: Profilasss dei carcinomi. - Osservazioni cliniche: Dott. T. Pepe: Purpuf'a fulminatis di Henoch. - Accademie, Società mediche, Congressi: Reale Accadetnia di medicsna di TOf'ino. Ap1;>unti per il medico pratico: CONTRD3UTO DEL MEDICO PRATICO : Dott. G. Merolillo: Cenni Pratici sulle i rritoz ..oni peri/ericlie 'del vago - l\{EDICINA SCIENTIFICA : Carcinoni e nematodi. - CASfS'IIC'A : Dsag11osi e:i ologica prec-;ce aUezt'oni arteriose - Sifilide latente 1'tl corso de!le cir1'osi e delle nefr'ili rt'onicne - Va,sazioni del!a 1'eazione di lVassermann dur:inte la cura del-la sifilide 'ì'ERAl>IA : Le fumigazion~ di ioilio nel tf'attamento delle cistiti Igiene (G. Alessa ndrini e G. Sampietri): Sulla vitalità del vibl'ione co!erigeno - Posta degli abbonati - Varia - Cenni bibliograftoi. · Nella vita pt'ofessionale : L a 1norte betla - Il se1'vizi o e il PMsonale sanitario militaf'e - C1'onaca del niovi1nento professio11afe

Lavori · originali: Dott.

D.

-Risposte a quesiti e domande - Co.adotta e Concorsi - Nomine_, promozioni e onorificenze- Medicina sociale: L'assicut'azione sociale cont,o le malattie i~i l nghilte1ra - Lettere eta Pa.rig;.:. Cliiru1'g__ia tfltesti'nale - Notizie diverse - Rassegna. della stampa medica - Indice alfabetico per materie.

Dlrldl di proprle&à rl1Jer,atl -

senza citarne la fonte.

È vietata la. riproduzio ne di Iavorl pubblicati nel .POIJCJLINl(}O o la. pubbllaa~tone di sunti di essi

·

LAVORI ORIGINALI OSPEDALE CIVILE VITTORIO EMANUELE Il'.I . diretto dal prof. E. GERMANO. f

L'ulcera fagedenica a Tripoli per i1 dott. D. A. MAZZOLANI incaricato del Dispensario Dermatologico. (Conti,.uaiione e fine, vedi fase. I 7) .

Cura. - All'infuori dei casi gravi in cui furono dagli autori osservate infezioni pioemiche e setticoemiche, l'ulcera fagedenica raramente costituisce un pericolo per la vita dell'infermo: ma data la possibi1ità di un aggravamento brusco anche nei casi di mediocre intensità la cura s'impone fin dai primi momenti. I rimedi impiegati furono rlumerosi, e quasi tutti hanno corrisposto allo scopo, sebbene talvolta si sia forse esagerato sulla scelta dei mezzi i più potenti. All'inizio della malattia poche pennellazioni di' tintura d'iodio, qualche medicazione con benzina o alcool iodato, seguite da spolverizzazione con calomelano, mi furono sufficienti a domare l'infezione. Il bacillo fusiforme, attaccato in campo scoperto non resiste a lungo alla cura. La sua resistenza si fa· invece più pericolosa quando esso è riuscito ad insinuarsi I

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sotto i tessuti, ed è allora che si deve far ricorso ai mezzi terapeutici più potentì. Secondo Plehn la cura deve essere solamente chirurgica, energica, procedendo all'esportazione del tessuto necrotico col coltello, con la forbice o col cucchiaio, previa narcosi: meno spesso si potrà far ricorso alle pennellazioni con acido fenico concentrato o al termocauterio. P. Manson consiglia una cura generale ricostituente e l'uso di forti dosi di oppio, che oltre ad alleviare il dolore, avrebbe un'azione 5peciale sul processo fagedenico. Localmente si dovrebbe far uso di acido fenico puro, previa narcosi: in seguito sottoporre la piaga ad irrigazioni continue con soluzioni antisettiche calde. Durante il mio soggiorno in Cina io non ebbi però a constatare questa speciale azione dell'oppio, almeno nei numerosi fumatori cinesi ed annamiti che ne furono affetti in modo spesso molto grave. Al momento del periodo necrotico Le Da~tec ha visto l'ulcera migliorare in pochi giorni « en étetgnant deux ou trois fers rouges dans la plaie ». Egli faceva quindi seguire medicazione con compresse biclorurate, e la gua · rigiotJe si otteneva rapidamente. Clarac preconizzò il cucchiaio, a cui faceva pure seguire (I)


622

IL POI.ICLINICO

medicazione con compresse biclorurate, mentre Vincent faceva seguire medicature con polvere di cloruro di calce ad r %· Ricard preferi l'etere canforato: molti altri dettero, invèce, la preferenza alla tintura d'iodio. Le Roy de Méricourt e Layet davano grande importanza alla cura generale ricostituente. Localmente, durante il primo periodo della malattia, consideravano utili le frizioni merc11riali, già impiegate da Cosquier e Treille. Anche gli emolljenti avrebbero fatto buona prova nelle prime fasi dell'infezione. Underwood e Fel~y oltre ad una cura generale e locale consigiiarono la marcia che favorirebbe la cicatrizza_z ione. Di questa opinione fu t1ltimamente anche Schiiffner. Brocq, dopo di av~r ricorqate quasi tutte le suindicate medicature, consiglia, durante il periodo distruttivo, il tartrato ferrico-potassico e il bleu di metilene « qui donne de si bons resultats d1ns la chancre simple ». Si potrebbe anche ricorrere al ferro rovente. Circa il bleu di metilene, che io ho avuto occasione di adoperare, fin da qualche anno, cori rapidi risultati, nella cura della stomatite mercuriale, io confesso di non aver potuto ottenere gli stessi vantaggi in due dei miei malati. A causa, forse, dell'impurità del farmaco, io vidi prodursi l'indomani della prima medicazione, tale stato infiammatorio da non credere opportuno di dover insif'tere al terzo e quarto giorno (r). Brocq così tiassume la tecnica della medicazione: a) riposo assoluto a letto ed eleva· zione leggera dell'arto; b) lavaggi antisettici di tempo in tempo ; e) medicatura sia C(•n polverizzazioni antisettiche di solfato di rame, di sublimato, di acido fenico, di acido borico, di alcool, ecc. ; sia con l)agni prolungati; sia con piccole bende embricate di diachylon, empiastro rosso, en1piastro di Vigo, ecc.; sia con polveri secche di sottocarbonato di ferro, con iodoformio, iodolo, o meglio ancora, con aristolo. Cessato il periodo di f~gedenis1110, se la cicatrizzazione è lenta, si potranno fare trapian t~ epidermici o ricorrere all' a utoplastica. ..~ Madagascar, Fontoynont e Jourdran consigliarono di esporre l'ulcera ai raggi so· (1) Ultimamente Cardamatis e Melissidis ado-

prarono, con buoni vantaggi, il bleu di metilene nella cura del bottone d'Oriente (bleu di metilene e vaselina ana). (2) •

LANNO

xx,

FASC.

18]

lari e di far uso di pennellazioni con soluzione acquosa di t:osina al 5 %· Qui a Tripoli il tenente della Croce Rossa dott. Gandola-Ouadrio afferma di aver otte--nuto una guarigione relativamente rapida con acqua ossigenata acidificata con acido clori· drico. Soluzioni d'acqua ossigenata al 33 % furono già impiegate ·con ottimi risultati nella gan· grena nosocomiale, da W. Scholtz. Quando poi all'azione emolliente e solvente dell'acqua ossigenata si volle aggiunge~e un'azione più disinfettante, lo stes~o autore consigliò una soluzione, a parti uguali, di acqua ossigenata pura e soluzione di nitrato d'argento al 10-20 %· De Beurmann e Tanon usarono l'acqua ossigenata diluita nelle ulcere fage.deniche, e completavano la medicatura con pomata al!o octogan (perossido di zinco). Secondo Manquat 1' acqua ossigenata agisce meglio quando è di reazione francamente acida (r), il che coinciderebbe con la constatazione fatta da George Stoker, che l'alcalinità delle ferite o delle piaghe sarebbe tanto minore quanto più rapido è il processo di • • guar1g1one. In parecchi casi io stesso ho saggiata l' alcalinità delle ulcere fagedeniche ed ho trovato· che nel periodo della forte distruzione necrotica la carta tornasole rossa diventa rapidamente azzurra, e che durante il periodo di buona granulazione, la reazione è leggermente acida o neutra. Talvolta una stessa ulcera presentava reazione acida o neutra in una zona, mentre era alcalina in corrispondenza dei punti ancora in preda a suppurazione od a necrosi. In ogni modo, vinto però il period~ di grande virulenza, l'uso dell'acqua ossigenata deve essere presto abbandonato; perchè il: processo di cicatrizzazione ne sarebbe ritardato (Arnozan, ecc.). Nel reparto chirurgico dell'Ospedale Civile,. il prof. Onorato ha fatto largo saggio di iniezioni endovenose di salvarsan, già prima impiegato con vantaggio da Werner, e con esito incerto da Thibierger, mentre due casi di Schii:ffner non ne avvantaggiarono quasi affatto ed uno anzi peggiorò nettamente . Come si vede i rimedi impiegati sono stati molti, ed ogni medico ha, per cosi dire, dato 1

~

(1) L'acqua oss!genata neutra uccide le spore

del carbonchio in 30 n:Unuti primi, mentre, se • acida , le uccide in soli 15.

...


I

LANNO

xx,

FASC.

18]

SEZIONE PRATICA

la preferenza ad uno. Questo metodo di cura unilaterale, secondo me. non è da consisliarsi, L'u1cera fagedenica non presenta, infatti, le stesse note in tutti i periodi della sua evoluzione; è perciò che, nella misura del possibile, io ho cercato di profittare de1le proprietà di ciascuno degli agenti medicamentosi, i più in. dicati in ciascun mo1nento stesso del decorso. Contro l'rtlcera da autoinoculazione al suo primo rJ secondo giorno di sviluppo, ogni te .. rapia alquanto energica basta ad arrestarne l'evoluzione in pochi gi9rni. Io mi sono servito volentieri sia di qualche pennellazione di tintura d'iodio, previo svuotamento della flittena· pustola, <) della pustola già apertasi. L'applicazione non è soverchiamente dolorosa, o tutt'al più il dolore è di corta durata. Faccio seguire, nei giorni successivi, una medicazione con pomata all'ittiolo al 5-10 %, e la piccola cicatrice finisce per essere presto completata, come se si trattasse di un'eruzione di impetigine. Quando l'ulcera trovasi già al suo quintoottavo giorno, l'azione terapeutica deve essere più intensa; la secrezione sanguigno"purulenta abbondante deve essere tolta accuratamente specie a causa delle piccole anfrattuosità che talvo1ta già si manifestano sullo sfondo delle ulcer~zioni, In questo caso l'azione del nitrato d'argento, ripetuta anche per qualche giorno di seguito, potrà solo lasciare la speranza di troncare o mitigare l'invadenza dell'infe• z1one. Al 10°-15° giorno l'ulcera fagedenica mostrasi generalmente al ~uo massimo di gravità: masse enormi di pus sangt1igno o grigio .verdastro ricoprono la piaga al n1omento della medicatura. .Tolto questo primo strato di pus l'ulcera appare in tutta la cara·c teristica della sua sintomatologia: bottoni carn0si esuberanti, rossoviolacei, chiazze scuro·necrotiche di guaine, di tendini e di vasi; fetidità orrendamente nauseante, infiltrazione turgescente dei bordi ulcerati, dolenzia e dolori urenti non appena la medicatura tocchi qualche terminazione ner· vosa. È questo il momento della terapia di urgenza, dec'i sa; o si vince l'infezione, o la parte è seriamente minacciata. È l'indicazione netta dei caustici: pennellazioni larghe di tintura d'iodio fatte seguire da medicatura di battufoli pure imbevuti di tintura d'iodio, o, meglio ancora, applicazione su tutta la super-

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fiele ulcerata di nitrato d'argento. È questo un mezzo di grandissima efficacia. Dopo 3-4 giorni la massa melmosa, pure mantenendosi imponente, perde della primiti:va fetidità; al pus si mescola maggior copia di sangue; i bordi dell'ulcera si fanno meno edematosi, il fondo appare più regolarmente rosseggiante, i bottoni carnosi granulanti; al la· vaggio con soluzione di sublimato (r %) specie in corrispondenza dei noduletti giallast~i, residui di suppurazione, deve aggiungersi una sorveglianza accurata dei bordi, sempre pronti col lapis di nitrato, perchè talvolta l'infezione minaccia di riprendere ò'intensità. Ma da questo momento, in generale, il fondo dell'ulcera tende a colmarsi rapidamente; ad ogni medicazione non si notano più che tracce di liquido sieroso; dai margini alquanto arros- · sati parte una membranella semitrasparente; siamo al pieno lavorìo della ricostituzione. Ad un lavaggio al bicloruro si può far seguire una leggera polverizzazione di dermatolo o .di calomelano; in alcuni casi, specie quando il fondo non sembra granulare abbastanza, io faccio uso di decotto alcoolico di henna, già provata con vantaggio da Bouff arda Dibouti. Ma qualche volta la superfieie ulcerata è rapidamente colmata e i bottoni carnosi tendono a superare il livello circostante, mentre la epidermizzazione non può seguire di pari . passo il processo centrale. Poche mt::dicazioni, su questa parte, con la mistura di Burow, potranno regolarizzare la normale cicatrizzar zione~ Ma in generale, al momento della de· tersione, il medico deve limitarsi mantenere sterile l'ulcera e ricordarsi del noli me tangere. Talvolta, specie in corrispondenza della regione perimalleolare e dove il piano sottostante è poco ricco in tessuti connettivi l'ulcera, nel decorso della sua ricostituzione, non presenta sempre un costante proce5so di granulazione; essa rimane scavata ·e l'epidermizzazione dei margini dovendo, per così dire, andare all'incontro del tessuto centrale tardo, la cicatrizzazione è lenta, atonica. È il momento in cui sarà opportuno di liberare i margini dalle croste, di ritoccare leggermente con nitrato, di ripassare qualche pennellazione di tintura di iodio o di tintura di aloe, e, al bisogno di riattivare il ·fondo col cucchiaio tagliente. In casi simili si potrebbe anche far ricorso alle iniezioni intramuscolari di calomelano, le (3)

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quali, secondo Gastou e Angheiovici, sarebbero come entità a sè, etiologicamente e clinicamente utili nelle ulceri anche non dipendenti dalla delimitata. Nel primo caso il fagedenismo può sifilide, determinando una « vera infiamma- essere denominato dalla lesione primaria, ulcera • zione tossica prodotta dal sangue mercuria- sifilitico-fagedenica, leproso-fagedenica, ecc.; lizzato che agisce sugli elementi cellulari dei nel secondo caso resta la denominazione semcapillari e dei linfatici, infiammazione che so- plice di ulcera fagedenica. stituisce ad un tessuto di apparenza linfatico Co1nunque sia, p rofilatticamente permane un cavernoso ed infiltrato di leucociti, • un tessuto fatto costante comune a tutte queste manifedi bottoni carnosi a tende11ze connettiva ». stazioni fagedeniche; è Ja contagiosità, ncnoNei due casi di gomme ulcerate e fagede- stante i risultati po.co esaurienti di inoculazione nizzate (Hammed ben Mohammed e Selima negl~ animali. ben Teleg Mohammed), l'azione di 4 nell'uomo Ma la storia del fagedenismo nautico a bordo e di 3 iniezioni di gm. o. ro di calomelano dei pitoscafi trasporto-emigranti, la statistica nella donna, hanno ptodotto ottimo risultato. delle truppe operanti nelle colonie, le frequenti La medicatura deve essere rinnovata ogni auto-inoculazioni nei portatori di ulcera fage· giorno: nei casi in cui essa non fu possibile denica, dimostrano 1' ev:idenza di questo fatto. che dopo 2-3 giorni, lo stato dell'ulcera fu sensibilmentè peggiorato. Tuttavia, specie quando l'ulcera sia in buono stato di granulazione o presenti carattere atonico, la medicatura quotidiana non sarà più di as~oluta necessità: in questi giorni delle feste mussulmane del Bai, can, parecchi malati non peggiorarono sebbene non siano venuti regolarmente al dispensatio. Se dunque, per necessità di cosa, dei soldati debbono prender parte ad operazioni militari, · il medico non sarà sempre troppo esigente; ma in questo caso sarà bene procedere ad una medicatura più resistente, corrie si potrebbe • ottenere, ad es., con la colla di Unna (acqua, glicerina ana gm. 80; gelatina; ossido di zinco ana gm. 20) e consecutiva fasciatura con bende Fig. 2 . - In ba sso ulcera da autoinoculazione. di garza amidata . Spetta dunque al medico di pensare a vere Profilassì. - Da quanto si è detto appare evidente che la questione del fagedenismo non e proprie norme di profilassi ogni qualvolta il è ancora completamente risolta; però è ormai pericolo si pre~enta. Ora che noi abbiamo qui fuori dubbio che lesioni Je più svariate dei te- in Libia contingenti sempre più numerosi di gumenti possono ad un tratto e rapidamente truppe indigene che dovranno operare in conassumere tale carattere distruttivo da impri- dizioni di massima facilità per lo sviluppo del mere alla malattia primitiva un carattere così fagedenismo, e che anche numerosa parte delle nettamente speciale e costante, da autorizzarci popolazioni indigene saranco sempre più a e far t1so della denominazione di ulcera fage- contatto, per ragioni di lavoro, coi nostri condenica, pu;e essendo, in or!gine, di natura nazionali, noi dovremo invigilare ad evitare ogni condizione di terreno e di contagiosità, etiologica diversa. In altri casi, e questi sono la quasi assoluta curando, isolando i malati e dando a tutti quei maggioranza durante alcuni periodi di ende~o­ consigli che sono i più jndicati. Le abitazioni dovranno essere aereate e secepidemia, il fagedenisrno sembra sorgere come infezione primitiva, da lesioni traumatiche per che, le vie mantenute in istato di facile scolo sè stesse destinate, in condizioni ordinarie, a delle acque: si dovrà proteggere e medicare guarire in t empo brevissimo, come ad esempio, fin dal principio ogni ferita o minin;ia lesione mini me erosioni, scalfitture, acne, ecc.; ed al- della pelle. Le stesse pun~nre di zanzare, di lora la lesione può e deve essere considerata sanguisughe e il contatto prolungato di acoua

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salmastra sembrano esser pericolose (Le Roy de MeriQourt). Le rr1arce dovranno es3er sorvegliate, a causa delle facili lesioni ai piedi. In caso di infezioni si dovrà pratjcare la disi~fezione degli ambienti, e, se occorre servirsi del fuoco. Nella seduta del 9 gennaio 1896, Gaucher e Touvenaint chiedevano ai membri della Società di dermatologia e si:filografia di Parigi, quale condotta si fosse dovuto tenere nei casi ribelli di plaie annamite : appare dunque evidente che l'ulcera fagedenica può costituire un danno reale e di carattere persist~nt e . Eppure l'ulcera fagedenica è evitar)ile· e facilmente domabile al suo inizio: noi dobbiamo farlo comprendere anche agli indigeni e dare loro i consigli necessari. Alle norme d'igiene generale, alle opportune mis'ure contro le cause cachettizzanti, si potrebbe quindi aggiungere una bene intesa ·volgarizzazione, fra queste genti, dell'uso della tintura <li iodio, come già, in condizioni simi ~ lari ebbe a consigliare il Salomoni in Italia. Qui in Libia si potrà anche raccon1andare l'uso del decotto di henna, pianta che si trova con grande facilità, e le cui proprietà coloranti sono già utilizzate per ]a colorazione della punta delle dita, in certe circostanze di festa, e contro la canizie dalle stesse donne berbere. Il malato dovrà inoltre far sollecito ricorso all'opera del sanitario; e questi dovrà ricordarsi che P. Manson, Plehn ed altri insistono sulla necessità del suo isolamento. Tripoli, novembre 1912.

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· 21. ScHttF:FNER.

SUNTI E ·RASSEGNE DIAGNOSTICA. , Contributo àlla diagnosi difierenziale tra ulcera gastrica ed ulcera duodenale. (A. SOMJ'.1ERFEI.D. .4.rchiv fur Verd;zuungskrank., Bd. 19, H. I ).

Le statistiche degli autori inglesi ed americani di questi ultimi anni hanno dimostrato _c he .l'ulcera ·duodenale è più frequente di quello che finora si ammetteva: i rapporti numerici coll'ulcera gastrica mentre nei primi lavori di Mayo e Moynihan (1905-906) sarebbero di I: 4, dalle statistiche più recenti di Mayo (1907) risulterebbero come 3: 2. Dai lavori più recenti tedeschi le cifre si avvicinerebbero piuttosto a quelle prime di Mayo e Moynihan (Dietrich 35:99, Kehr 29:94, von Hansemann 21 :46). L'A. su .56 casi di ulcera gastrica e duodenale venuti all'autopsia ha trovafo 22 volte un'ulcera duodenale e 34 volte un'ulcera gastrica; i rapporti sarebbero così di I: I .5. Una diagno'si esatta della localizzazione dell'ulcera è tanto più necessaria in quanto da e~sa dipende la prognosi dell'affe ne: ognuno infatti sa che nell'ulcera duodenale si hanno le emorragie violente, spesso mortali, il pericolo della perforazione è anche grande, però a differenza (5} •


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IL POI,ICLINICO

dell'ulcera gastrica esiste poca tendenza alla degenerazione cancerosa. F"'8iste nell'ulcera duode· na le una possibilità alla guarigione ~icatriziale, sebbene l'Hansemann ed il Rosenbach siano al• quanto scettici in proposito. Riguardo alla possibilità di diagnosi differen · ziale tra ulcera gastrica ·e duodenale il Moynihan si mostra piuttosto ottimista: il BoAs e con esso la massima parte dei clinici europei ritengono che in alcuni casi la diagnosi di ulcera duodenale si può fare con sicurezza. per lo più invece si può solo sospettare. I sintomi che generalmente si mettono in rapporto con un'ulcera duodenale sono: dolori che insorgono parecchie ore dopo i pasti, anche a digiuno e nella notte; localizzazione dei dolori a destra dell'epigastrio ed aumento della tensione del muscolo retto dell'ad · dome, ipersecrezione con anticipo nello svuota· mento dello stomaco, periodicità dei disturbi molto spiccata. Prima di analizzare il valore dei singoli sintomi da quel che risulta dalla statistica dell'A. è necessario accennare ai sin tomi che ci fanno pensare ad un'ulcera dello stomaco o~ del duodeno: prescindendo dai ~9si in cui un'ulcera decorre latente, per lo più esistono dolori che variano però d'intensità e vanno da un senso di pressione dolorosa a sensazioni di dolore atroce, che aumentano colla pressione, coll'ingestione di sostanze irritanti e non bene masticate, troppo calde o troppo fredde o per fattori psichici: spesso nell'acme del dolore si ha vomito, a cui segue un miglioramento dei disturbi. Il riposo, l' ingestione di sostanze alcaline ed anche del latte a ttenuano i dolori. Il criterio differenziale più importante tra ul· cera ·gastrica o duodenale sarebbe il tempo d'insorgenza dei dolori, i quali nell'ulcera gastrica si provocherebbero subito dopo l'ingestione di cibo o al massimo dopo un'ora da esso, nell'ulcera duodenale si produrrebbe dalle 2 alle 4 ore dopo il pasto od anche più tardi. Esistono però casdi ulcera del duodeno . sicuramenta dimo~trati (Ewald) in cui si hanno dolori subito dopo i pasti, d 'altra parte molti casi d ' ulcera gastrica presentano dolori tardivi ed anzi questi sarebbero caratteristici de11' ulcera pilorica. Dalla statistica dell' A. risulta che il dolore precoce (da I a 2 ore) si riscontra per lo più (75 o/0 ) nell'ulcus ventriculi, però esistono casi tipici di ulcera duodenale con dolori precoci, anche dopo un' ora dai pasti. Quanto ai dolori tardivi l' A. ha riscontrato che

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i dolori insorgenti dalle 3 alle 6 ore dopo i pasti si possono avere anche nell'ulcera dello stomaco, però si possono considerare come caratteristici dell'ulcera ·pilorica e duoden~le . L'insorgenza dei dolori a stomaco digiuno e nella notte ritenuta costante dell'ulcera duode· nale per quanto siano riscontrati dall'A. per lo più nell't1lcera duodenale pure furono notati anche in casi di ulcera gastrica e pilorica. Lo stesso si deve dire per quel che riguarda l'attenuarsi dei dolori' nel mangiare, bere o in seguito ali' ingestione di sostanze alcaline. Per quel che si riferisce alla localizzazione dei dolori l'e~perienza dell' A. dimostra che la loca· lizza:iione all' epigastrio si può a vere sia nelle ulcere dello stomaco che nelle piloriche e d uodenali, però è più frequente nelle ulceri dello stomaco, la localizzazione nell'ipocondrio sinistro si ha esclusivamente nelle ulceri dello stomaco, a destra si può avere nell'ulcera dello stomaco in un punto lontano dal piloro più frequentemente però nell'ulcera pilorica ed ancora con maggior fte.quenza nell'ulcera duodenale. Per quel che si riferisce all'irradiazione dei dolori 1' A. ha notato che nell'ulcera duodenale per lo più il dolore s'irradia verso destra, nella gastrica verso sinistra sia anteriormente che al dor · so, però esistono numerose eccezioni a tale regola. La mancanza di punti dolorosi alla pressione si verifica più frequentemente nell'ulcera duodenale e, quando questi esistono, il punto doloroso mediano parlerebbe più per un'ulcera gastrica, però si può avere anche nell'ulcera pilorica e duodenale. La dolorabilità . circoscritta sotto al· l'arcata costale sinistra si avrebbe solo nell'ulcera gastrica. sotto l'arcata costale destra si avrebbe prevalentemente nell'ulcera pilorica e duodenale, però non mancherebbe nell'ulcera gastrica; la dolenzia circoscritta alla pressione nel punto di Mendel (a destra dell'ombellico a metà distanza tra questo e larcata costale) sarebbe caratteristica dell'ulcera pilorica e duodenale. Quanto ai punti dorsali, Ja loro mancanza è stata riscontrata più frequentemente nell'ulcera duodenale, la loro presenza a sinistra o prevalen· temente da questo lato si avrebbe più spesso nell'ulcera gastrica ma anche nella duodenale, a destra o nell'ulcera duodenale o nella pilorica. La rigidità del muscolo retto dell' addome avrebbe un valore relativo, perchè si può avere n elle più svariate affezioni e nell'ulcera duode· nale per lo più manca. •

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SEZIONE PRATICA

Quanto al vomito è concorde l'opinione degli autori nell'ammettere una minor frequenza nel· l'ulcera duodenale che nella gastrica e sembrerebbe di un certo valore la circostanza che nel primo caso il vomito è costituito da succo gastrico commisto più o meno intimamente a bile, mentre nel secondo caso si ·tratterebbe sempre di vomito alimentare. Il chimismo gastrico si com porta di regola nel modo seguente : nell'ulcera gastrica es:istt iperclo· ridria nella metà dei casi, nell'ulcera duodenale in circa quattro qttinti\ dei casi, e qui i valori dell'acidità totale raggiungono cifre molto più elevate che nell'ulcera gas~rica ed anzi in quella si verifica con grande frequenza una ipersecrezione che si rivela colla presenza nello stomaco digiuno di 20-100 eme. di liquido fortemente acido. Anche il piloròspasmo, costituito cioè da accessi di dolori all'epigastrio con ritardo dello svuotamento dello stomaco e vomito o anche l' insufficienza mot<'ria intermittente si avrebbe più frequentemente nell'ulcera duodenale. La periodicità dei periodi dolorosi in seguito ad errori dietetici, su,rmenage fisico o psichico. o stagione (specialmente d'inverno, Moynihan) sarebbero quasi caratteristici dell'ulcera duodenale e ciò risulta abbastanza evidente anche òalla statistica dell' A. Questo sintomo non è però sttfficiente ad escludere un'ulcera gastrica. Quanto alle emorragie occulte si può dire che sono ugualmente frequenti nell'ulcera gastrica o duodenale, l'ematemesi si può avere anche nell'ulcera duodenale; ma la melena senza ematemesi parla quasi sicuramente in favore di un'ulcera duodenale. Dalle considerazioni suesposte si può concludere che non esiste un sintoma caratteristico dell'ulcera duodenale: si può dire che i segni più importanti per questa diagnosi sono il dolore tardiyo e la periodicità dei disturbi, un certo valore lo hanno pure i reperti del succo gastrico e la sede del dolore alla palpazione o le irradiazioni del dolore spontaneo._ Sicuramente si può affermare che spesso non basta la sola anamnesi per stabilire una diagnosi come vorrebbero gli autori americani. La disamina accurata di tutti i sintomi pot.tà nella massima parte dei casi rischiarare i dubbi diagnostici. I

PAOLO ALESSANDRINI.

Per la diagnosi difterenziale fra leucemia aeuta e settieemia. (Mediz-in1:sche K linik, n. I 3). Nelle malattie febbrili non dovrebbe venir mai trascurato l'esame del sangue, così ritiene il prof. Stursberg. poichè un preparato del sangue ben riuscito può mettere il medico sulla giusta via della diagnosi nei casi di dubbia interpretazione. Cosi si tratterà di tifo, se l'esame emato~ogico dimostrerà all'inizio della malattia una leucopenia ed in un periodo ulteriore anche un relativo au. mento dei linfociti. I.a diagnosi poi della leuce· mia acuta, che non dà manifestazioni proprie caratteristiche e che si combina ne] suo decorso ulteriore assai spesso a stati setticoemici, non può farsi assolutamente che in base a 1 reperto ematologico. Però questo reperto non è sempre di facile interpretazione. Così p. es. quando pur essendovi deviazione dalla norma, per ciò che riguarda il numero relativo delle diverse forme di leucociti, non hanvi p~rò anomalie di configurazione e neppure un aumento nun1erico in toto di essi. All'A. è occorso di osservare il caso di un fanciullo venuto a morte con sintomi di grave setticemia. L'infezione ebbe per punto di partenza la cavità or.a1e ed era di natura streptococcica. L'esame del sangue 'i n vitam aveva dimostrato un notevole aumento di linfociti, cioè, 9000 per eme. (invece di r200-2000) fra forme giovani, adulte e di passaggio. Eritrociti 2 milioni. Trattavasi di una semplice .setticemia oppure d'una • setticemia combinata a leucemia? Le tossine dello streptococco potevano a vere enormemente eccitato il sistema linfatico dell'infermo similmente a quanto fanno le tossine del tifo? L' A. propendeva a ritenere si trattasse di vera leucemia acuta come malattia primitiva. Lo inducevano a questa opinione l'ipertrofia glandolare, le ecchimosi della cute e della mucosa ed in particolar modo la diminuzione numerica dei leucociti i ,n toto riscontrata poche ore prima della morte. ReJ>erto necroscopico: midollo d~lla tibia di colorito rosso-scuro, numerosi focolai emorragici nel cervelletto, nel cuore, nello 'stomaco, placche del Payer e follicoli intestinali inte11samente pigmentati, milza e fegato aumentati di volume e di colore biancastro. Ma decisivo fu solamente il reperto microscopico, che dimostrò chiar&t!lente la coesi stenza della setticemia colla leucemia linfatica. Infatti nel midollo osseo e nella milza si osser.:

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· vano numerosi focolai di linfociti e nel fegato osservansi tra i lobuli numerose infiltrazioni parimenti di linfociti; nella milza . inoltre, si notano dei focolai streptococcici. È stata la leucemia , secondo l' A., che ha preparato in questo caso il · terreno all'infezione streptococcica. L' A. si pone il quesito se debbasi ammettere uoa leucemia acuta quandone! p reparato d el sa!lgue d'un setticemico si trovino in numero preponderante linfociti di struttura normale. A tale proposito l' A. cita il caso d 'un individuo robustis· simo di 43 anni, morto nella clinica chirurgica di Bonn 24 ore tlopo esservi stato r icoverato. Detto individ110 presentava numerose macchie ecchimotiche agli arti inferiori , sul dorso delle mani. qua e là qualche flittene , aspetto carbonchioso della mucosa orale, infiltrazione delle glandole del collo e di altre regioni, ma non au .. mento di volume della milza. L'esame del san• gue dimostrò di notevole una spiccatissima leu. copenia e p recisamente 900 leucociti per eme. quasi tutti esclusivamente rappresentati da forme linfocitiche senza granulazioni. L~ coltura del sangue nel brodo fece sviluppare numerose colonie di strep toc·Jcchi. Gli eritrociti erano normali per forma e per numero. ·All'esame necroscopico nulla di notevole e 11eppure l'esame microscopico non dimostrò nulla di anormale nel midollo osseo delle tibie e delle coste. Solo non vi ·si trovarono affatto cellule con granulazioni. Dunque non v 'erano dati per fare diagnosi di leucemia ma bensi di sepsi streptococcica. Il Tiirck cita due casi simili di setticemi~ con assenza di leu· cociti granulosi. Conviene dunque ammettere, conclt1de l' A., che occorrono dei casi in cui il reperto del sangue farebbe pensare ad una leucemia acuta senza che la necroscopia faccia rilevare alterazioni ad essa riferibili. Le tossine dello streptococco hanno, come è noto, azione eccitante sul sistema genera· tore dei granulociti quindi il reperto del sangue nel secondo caso dell 'A. ed in quelli del Tiirck p u ò venire considerato come l'espressione di una spe· ciale anomalia del sistema granulocitico. I n vero però una differenziazione netta fra tali casi e quelli di setticemia combinata ad una leucen1ia acuta linfatica senza notevole aumento di leucociti non ci è peranco dato di fare in base alle n ostre o<1ierne cognizioni iu proposito. ·

BEI..0 SERSKY.

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MEDICINA PREVENTIVA. Profilassi dei carcinomi. (THEILHABER. Wiener klinìsche Wo&henschYift, 2 genn~io

1913).

Raramente. e forse mai, i carcinomi prendono origine da un tessuto sano. L'affezione che d'ordinario precede il carcinoma e c~e deve ritenersi sovente come la vea·a causa della formazione del carcinoma è l'atrofia avanzata del tessuto con · giuntivo subepiteliale. con consecutiva degenera · zione delle cellule congiuntiva1i, diminuzione del loro numero e stenosi dei vasi sanguigni. Le cause più frequenti che preparano tali alterazioni del congiuntivo sono i traumi, le cicatrici e le infiammazjoni croniche. Le regioni sede di tal! processi assumono un aspetto cicatriziale. I vasi divengono meno numerosi, così pure le cellule connettivali, la cui proliferazione è rallentata. Tuttavia se la malattia del connettivo tende a guarire, se il suo stato di nutrizione diviene migliore è possibile di evitare la moltiplicazione sregolata delle cellule epiteliali; « la degenerazione carcinoma tosa ». Uno dei carcinomi traumatici più comt.tni è il cancro della mammella. Circa un ter-zo d ei carcinomi mammari esaminati da Theilhaber avevano preso origine da una piaga. Dopo la guarigione di questa, nasceva una tumefazione senza tendenza a retrocedere e dopo un tempo più o meno lungo il tumore maligno faceva la sua apparizione. Da ciò sorge chiara l'indicazione di trattart' ogni ferita della mammella in modo da non predisporre i tessuti a dive~re ricettivi ver~o il tumore. Tale trattatnento consisterà in impacchi 11midi. massaggio,. applicazioni di coppette, e più tardi i~ applicazione di aria calda e, se possibile, diatermia. Per i cancri delle mammelle non dovuti a traumi, una delle cause più frequenti è la mastite. E per ciò necessita di sottoporre ogni donna che ha sofferte di mastite a un trattamento, da ripetersi ogni anno e consistente nell' iperemizzazione della cicatrice e della regione circostante . La cura suggerita da Kirchberg sembra essere molto efficace: Soggiorno di 20 minuti nell'apparecchio .id aria calda, quindi massaggio energico con frizione e distensione, poi 20 minuti di applicazione di coppette, in ultimo esercizi ginnastici.

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SEZIONE PRATICA

Il cancro è molto frequente nelle mammelle o del medico. Bisogna cercare di proteggere i <I.elle donne che non allattano, ciò deve essere un tessuti vicini da una riproduzione o intervenire -argomento in favore dell'allattamento. . in tempo. I corsetti troppo serrati avrebbero parecchie Le cicatrici da cauterizzazione usate per la cura -volte provocati dei cancri. del lupus o di altre malattie, presentano una grande Nei cancri del collo . dell'utero, l'azi0ne dei disposizione per lo sviluppo di carcinomi. Fino -traumi uterini è molto importante. Theilhaber rac- a tanto che le cicatrici sono giovani, ben vasco .. comanda di seguire la sua tecnica in ogni ope- larizzate e il loro tessuto è ricco di elementi celrazione che interessi la porzione cervicale e cioè lulari, ben raramente servono di impianto a un ·di amp~tare o escidere quella parte della vagina carcinoma, ma quando il tessuto cicatriziale in·che è maltrattata e compressa nel parto, come vecchia e i vasi e gli elementi diminuiscono di -consiglia Schroder nell'operazione dell'ectropion. numero, facilmente si origina la degenerazione Una parte dei cancri esaminati da Theihaber carcinomatosa. U gt1ali l~ggi valgono anche per il -nel corpo dell'utero, era da attribuirsi a pre- carcinon1a delle infiammazioni croniche, degli orgressa ~onorrea: un trattamento adatto avrebbe gani genitali alla menopausa. La loro frequenza forse in quei ca·si impedito la successiva produ.- è in rapporto inverso colla ricchezza dei vasi e ·zione del cancro. l'abbondanza . di cellule mesodermiche. Più un La sede dei neoplasmi cutanei si trova sempre connettivo è ricco di cellule e vasi, minore è la :a livello d' infiammazioni o cicatrici, non sarebbe tendenza dell'epitelio confinante a degenerare in . quindi impossibile di procedere a delle cure adatte carcinoma. ,per prevenirli. Le recidive carcinomàtoJe hanno luogo, alIl cancro del retto è sopratutto frequente nei meno nei tre quarti dei casi , nella cicatrice stessa1 -vecchi impiegati; esso è dovuto probabilmente Non ci sarebbe ragione di pensare che se il carall'uso prolungato della posizione seduta, alla . cinoma si produce nelle cicatrici di pregressi -stitichezza, alle varici emorroidarie che costitui- traumi, non dovrebbe originarsi da cicatrici di -scono altrettante predisposizioni. pregresse operazioni. Sopratutto i carcinomi che Le statistiche mostrano che i cancri della ca- si riproducono molto tempo dopo l'estirpazione ·vità buccale, delle fauci, dell'esofago, della la- chirurgica possono non essere dovuti a dei resti ·ringe, ecc., sono particolarmente frequenti presso di tessuto neoplastico lasciato in sito, ma alla gli alcoolisti, i sifilitici e i forti fuma tori. Anche presenza di una cicatrice. Per tale ragione Theil-contro qu~ste predisposizioni la profilassi non è haber non tralascia mai di iperemizzare le cicatrici dei suoi operati di cancro secondo i metodi disarmata. Sono anche importanti. dal punto di vista pro- suddescritti . filattico, le nozioni che noi possediamo sull'azione Queste idee propugnate da Theilhaber, comincoadiuvante dell'alcool per la produzione del can- ciano ad essere seguìte ora da molti altri chi.ero del retto e dell'alimentazione prevalentemente rurgi. Qualcuno ha voluto osservar.e che Bier vo· carnea per il cancro dell'utero. Le cicatrici da !endo trattare due sarcomi col metodo dell'ipepregresse ulceri gastriche sono il punto di par- remizzazione ha ottenuto dei risultati completa-tenza di molti cancri dello stomaco, ed è perciò mente opposti in quanto accelerò la marcia di .che bisognerebbe di tanto in tanto iperemizzare tali tumori. Ma il carcinoma è una neoplasia tali cicatrici. Forse tale risultato si potrebbe ot.. completamente diversa dal sarcoma sia dal punto tenere con la dia termia e le coppette. Queste di vista etiologico che da quello clinico. Una grande quantità di quei tumori che vanno ·possono anche rendere dei grandissimi servizi quando è necessario di attivare la circolazione sotto il nome di sarcomi hanno una vera predilezione per i tessuti iperemizzati e tale trattadegli organi addominali. Specialmente grave è il pericolo della riprodu- mento non sarebbe certo indicato a loro riguardo. Secondo Theilha ber, il processo di sviluppo dei zione dei cancri già operati. Non è giusto di dimettere dagli ospedali gli operati di cancro dopo carcinomi è il seguente: Nell'organismo sano i poche settimane di degenza, considerandoli come tessuti finitimi conservano il loro « statu quo 1 guariti, per riprenderli in cura solo quando la se ogni elemento cellulare possiede una quantità riproduzione del loro carcinoma è diventata cosi data di « sostanze d'accrescimento» specifiche le .importante da richiamare l'attenzione del malato quali ne permettono la proliferazione. La quan· 2

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IL POLICLINICO

tità e la qualità delle sostanze di accrescimento possono aumentare per influenza di stimoli particolari come sarebbe un più grande afflusso di umori, possono invece diminuire per altre cause quale ma~attie delle cellule, vecchiaia, riduzione nell'afflusso qi umori, ecc. Allorc.tuando le sostanze d'accrescimento delle cellule di un dato tessuto diminuiscono, immediatamente aumentano quelle del tessuto confinante. Quando ad esempio il muscolo uterino si atrofizza, il con· nettivo interstiziale aumenta, se il connettivo di un organo ammala per atrofia dei suoi elementi cellulari, le sostanze di accrescimento diminuiscono e immediatamente le cellule epiteliali dell'organo prendono il sopravvento e proliferano tanto da invadere il posto normalmente . O'-'CUpato dal connettivo. Le regioni connettivali occupate dall'epitelio invadente, reagiscono come in presenza di un corpo estraneo, divengono sede di iperemia attiva, e iperleucocitosi, le sostanze d'accrescimento connettivale aumentano di nuovo e il congiuntivo ingloba gli epiteli proliferati che sono cosi distrutti. Questo è il processo abituale, se nessun impedimento è frappt)Sto all'iperemia attiva connettivale che porta alla guarigione di tali carcinomi incipienti. Se per altro a causa di una stenosi diffusa dei vasi e consecutiva atrofia del tessuto la reazione iperemica non ha luogo in maniera sufficiente, le masse epiteliali si dànno à un accrescimento esagerato. Nei processi carcinomatosi ha luogo precoce· mente l'invasione dei vasi sanguigni e linfatici da parte del neoplasma. Quando gli epiteli invadono gli altri organi, ad esempio le glandole linfatiche, questi divengono sede di iperemia attiva e si ha la tumefezione infiammatoria glandolare, che è una reazione contro le cellule carcinomatose, sufficiente p~r produrre durante un certo tempo la loro distruzione. Durante questo attivo lavorio i vasi aumentano di d iametro, le cellule rotonde, cellule connettivali, mastzellen e cellule giganti preparano la distruzione degli epiteli metastatici che hanno quindi una probabilità di guarigione più grande del tumore primitivo, che si sviluppa in genere un un territorio p overo di vasi e in mezzo a un tessuto atrofico, anemico e povero di cellule connettiva1i. J,ungi dunque dal danneggiare, l'iperemia attiva è un elemento di guarigione e di distruzione dei processi carcinomatosi al loro stadio iniziale. J.4a profilassi contro il carcinoma è ufficio del

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medico di famiglia. Esso solo può indurre i snoi: clienti a seguire q nesti sistemi di cura che son<> del resto di pratica e facile applicazione onde evitare in tal modo gravi mali futuri. Theilhaber consiglia pure di esperimentare la somministrazione di quelle sostanze che possonoprodurre un'iperemia attiva nel trattamento dei. tumori inoperabili: glicerina al viof ormio, al xeroformio, nucleintubercolina. Gon.

OSSERVAZIONI CLINICHE Purpura fulmlnans di Henoeb. per il dott. T. PEPE. Poche questioni in Clinica, sono · agitate e discusse quanto la porpora emorragica; etiologia, anatomia patologica, natura, tutto è oscuro in. questa affezione. Pure un po' Qi luce, oggi, illumina tale capitolo· delle malattie del sangue. È infatti risaputo che la porpora capita spesso nel corso di malattieinfettive ben definite (vaiuolo, scarlattina, morbillo, tifoide, influenza); e non di rado si osserva. durante l'evoluzione di stati setticemici ben conosciuti (infezione puerperale, setticemia chirurgica, endocardi te infettiva, ecc.). Inoltre: oltre che: in questi casi, delie porpore cioè infetti ve secondarie, si può osservare 1a porpora nello svolgersi di stati setticemici mal definiti, di origine ancora ignota, che non seguono nè accompagnano alcuna localizzazione infettiva, in nessun organo. Questi ultimi casi costituiscono i tipi più perfetti delle porpore infettive primitive. Appunto. in questi tipi rientra la porpora del caso che. ; succintamente espongo, e che, per la sua evoluzione iperacuta, rappresenta il quadro della Purpuya fulmin~ns di Henoch. Questi, nel 1882, ebbe a notare due casi - i primi - di emorragie cutanee molto estese e rapidamente conducenti a morte: cosi molto rari, di cui nella letteratura si fa appena cenno. Il Micbaelis ne ha pubblicato uno, un altro il Charron, un terzo Weill e Mouriquand, e qualche altra osservazione in proposito è di autore di cui mi sfugge il nome. P ... C ... di Ffancesco, di anni tre, da Lecce, bambino vigoroso e florido, nato da genitori sani e robusti. Nutrito al seno materno, crebbe benissimc>: dentizione normale, sviluppo scheletrico e muscolare ottimo. Nessuna malattia aveva mai avuto, neppure quei disturbi gastro-enterici, facili a verificarsi nella piccola età.


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SEZIONS PRATICA •

Nei primi di luglio scorso, senza causa apprezzabile, ebbe una febbretta con dei disturbi prodotti da tossiemia intestinale: vomito e diarrea. I genitori credettero che tutto dipendesse dalla dentizione; gli somministrarono un purgante e .tutto finì senza conseguenza di sorta. La notte tra il 20 ed il 21 dello. stesso mese, la madre si accorse che il piccino aveva la febbre; e credendo fosse passeggera come quella di quindici giorni prima, alla mattina pensò di somministrargli nuovamente il purgante. Ma la febbre si accentuò sempre più, e questa volta senza vomiti e diarrea, nè convulsioni toniche e cloniche, ma con dei movimenti continui di rotazione dei globi oculari. Allora i genitori, preoccupati, m'interessarono. Osservo il ba~ bino a mezzogiorno: la tempera tura segna 40°1 ; noto di tratto in tratto delle convulsioni del globo oculare, intensa tachicardia alquanto sproporzionata alla temperatura, poichè il polso alla radiale è così frequente da non potersi contare. L' addome trattabile, non dolente; fegato nei limiti normali, come la milza : respiri 64 ma reg9lari; all'ispezione, alla palpazione. alla percus· .sione ed all'ascoltazione nulla rilevo di anormale nei polmoni. Toni cardiaci netti ; nessun indice di turbe vasomotorie o secretorie. L'occhio è agitato, a quando a quando da convulsioni: però le pupille reagiscono precisamente all'accomodazione ed alla luce. All'esame del sistema nervoso, non contrattura della nuca, assenza del segno di Kerni~, di quello di Babinski, riflessi patellari normali. Si nota qualche piccolissima punteggiatura emorragica al collo. Intanto l'iniezione di bicloruro di chinina non giova a nulla; un bagno caldo a 36 gradatamente raffreddato fa cadere la febbre a 38, ma ciò nonostante e a dispetto dei presidii emostatici, i gruppi di petecchie si moltiplicano, $i disseminano su tutta la cute, diventano vere macchie violacee, larghe in sull'addome, sul torace, sulla faccia e sugli arti. La tachicardia persiste: verso le 16 il polso a ppe~a si percepisce; inncomincia il raffreddamento degli arti. A nulla valgono gli eccitanti ed il bambino muore per raffreddamento progressivo e coverto tutto quanto quasi da una sola macchia nerastra, dopo diciassette ore .e mezzo dal principio della febbre, e dopo cinque ore e mezzo dalla comparsa delle prime petecchie. Quale concetto diagnostico balza fuori da questa storia clinica? §i potrebbe pensare ad un tifo esantematico molto anomalo, o m eglio ancora ad , un vaiolo emorragico, ma tutto il processo clinico - dall'anamnesi, dall'osservazione fisica negativa all'ultimo episodio della malattia - non solo, e il non essersi verificato nessun altro caso senza a vere usato nessun mezzo profilattico demoliscono tale ipotesi. - .Non affaccio neppure il sospetto d'una perniciosa malarica, poichè l'iniezione di sale di chinina, fatta a tempo opportuno, fu del tutto inefficace. Più verosimilmente si può pensare ad una setticemia, perchè lo stato di stupore rapidissimo, gli scatti convulsivi dei

n1uscoli dell'occhio, la temperatura elevatissima, la lingua arida, adusta, la pelle cocent~, 'I 'assenza dei sudori, la tachicardia. la tendenza infrenabile all'emorragia, sono. proprio i segni dello stato set• ticernico. L'apparizione poi delle petecchie, fin quasi dai primi albori del male, dànno una impronta speciale alla malattia del bambino che può designarsi come una porpora infettiva a decorso estremamente rapido e r;ialigno. Essa - come si desume da tutta quanta la storia clinica - incarna un nitido esemplare della forma denominata dall' Henoch: Pu,-puYa .fulmi· na·ns. Come modesto contributo alla reale esistenza di questa forma d'infezione sanguigna , poichè il materiale di osservazione in ptoposito è ancora abbastanza scarso. mi sono permesso di pubb,licare il caso attuale. ' Lecce, gennaio I g 1 3•

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI

• (NOSTRI° RESOCONTI PARTICOLARI). ~

Reale Accademia di medicina di Torino. Seduta del 17 febbraio 1913. Volpino. Ricerche sulla pellagra. - L'O. aggiunge a quelle già comunica te in varie riprese una serie di nuove osservazioni ed esperienze sulla pellagra. Esse si possono così in breve riassumere : 1° L'inoculazione endo·muscolare nei glutei di estratto acquoso di mais guasto produce nella grande maggioranza degli individui pellagrosi 11na reazione di ipersensibilità, consistente in uti rialzo della temperatura sopra i 38° C., accompagnato . da fenomeni generali transi ton, come: malessere, stupore, eccitazione psichica e nervosa , acceleramento del polso e del respiro, vomito, diarrea. Qualche volta si è anche ottenuto un ravvivamento degli eritemi cutanei presenti ed una volta produzione e% novo di eritema sul volto, avambraccio e mani. 2° L'estratto acquoso bruto del mais sano non diecle reazioni apprezzabili. 3° La sostanza attiva, separata dall'estratto per mezzo della precipitazione con alcool, produce reazioni apprezzabili già nella soluzione al mezzo per cento e nella dose di I eme. 4° Questa sostanza, che 1'0. chiama « pellagrogenina » può esser ricavata anche dall'estratto acquoso di mais sano, che adoperato tal quale, è invece inattivo. In quest'ultimo perciò sono (II)


IL POLICLINICO '

indubbiamente contenute d elle sostanze neutra· lizzanti. Infatti, mentre l'estratto bruto di mais sano non dà reazione, una dose di pellagrogenina corrispondente a quella contenuta nell'estratto stesso inoculato, provoca la reazione. Nel µiais guasto le sostanze neutralizzanti sono abolite in ·tutto o in parte. 50 La reazione provocata dall 'inoculazjone di 1 eme. di pellagrogenina in soluzione all'1 ~~ sf ebbe nel 90 % dei pellagrosi in atto di recente ospitalizzati e nel 20 % di individui non pellagros1.• 6° Le reazioni positive, os~ervate in una parte degli individui non pellagrosi, si spiegano con una sensibilizzazione per via orale per opera di una diuturna, prolungata alimentazione maidica, come pure per la presenza tutt'altro che rara di pellagra latente o larvata, o di stati prepellagrosi ed infine con una possibile sensibilizzazione per opera di alimentazione quasi esclusiva con altri cereali (reazioni ai gruppo). 70 Non è stato possibile ottenere reazioni specifiche per i pèllagrosi con l'instillazione cutanea di una goccia di pellagrogenina nella regione del braccio. Adoperando tuttavia una solu· zione forte al ro %. si ottenne in quasi tutti gli individui un edema localizzato attorno al punto d'innesto e vivo arrossamento per 12-24 ore della superficie cutanea estendentesi all'avambraccio e qualche volta perfino al dorso del~a mano. 8° Non è stato possibile ri produ.r re l'anafilassi passiva nelle cavie con l'inoculazione prima di siero di pellagroso e 24 ore dopo di pellagro. gen1na. 9° Non fu nemmeno possibile ottenere reazioni specifiche di precipita.z ioni e di fissazione del complemento, adopetando siero di pell~groso e pellagrogeni na. IO. La pellagrogenina non è tossica o quasi, per gli anima1i da esperimento. Infatti l'iniezione da 2 a 4 eme. nel peritoneo delle ca vie, di 15 eme. nelle vene dei conigli, di mezzo eme. sottodura alle cavie, di 5 eme. sottocute di una scimmia non bastò a produrre la morte degli animali. II. La pellagrogenina, non tossica per gli animali tenuti a vitto ordinario, diventa tossica per le cavie tenute a vitto esclusivo o preponderante di mais. In tale caso basta l'iniezione di I eme . nel peritoneo di una soluzione all '1 % per produrre la morte in 24 ore. 12. Le cavie tenute a mais ed inoculate al 15°-20° giorno nel peritoneo con 0.5-1 . eme. di siero di sangue di pellagroso, muoiono entro le 24 ore. Non muoiono in\iece le cavie alimentate con mais ed inoculate con la stessa quantità di siero di individui non pellagrosi, se non molti giorni dopo e cioè pel solo effetto dell'alimenta-

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zione maidica esclusiva. Così pure non muoiono più presto del solito le cavie tenute a vitto comune ed inoculate nel peritoneo con dosi di siero di pellagroso multiple (2-3 volte) di quelle necessarie ad uccidere le cavie tenute a maii;;. 13. Le cavie tenute a vitto esclusivo di mais ed inoculate periodicamente, fino a circa il 20° giorno, ogni 3-4 giorni con soluzione di pellagrogenina al 10 % deperirono meno rapidamente e rimasero in vita alcuni giorni di più dei controlli (8-10 giorni) . Vinai. Ricerche sulle correnti ad alta frequenza. - L'O. in una serie di ricerche fatte, applicando correnti ad alta frequenza ad indice termico molto elevato sui cani, osservò che dopo 15-16 giorni si forma un'escara che non ha alcuna tendenza a guarigione e che questa si può . protrarre per 5-6 mesi, anche se l'applicazione è fatta colle massime cautele. L'O. conclude che l'alta frequenza non è un mezzo .t erapeutico così innocuo come di solito si ~ ritiene. · ~ j

Morpurgo, ha studiato gli scambi dei materiali nutrienti f1'a topi albi'Y'.i in parabiosi, giungend.o alla conclusione che dall'uno all'altro animale passano delle sostanze nutritizie, grassi, liquido, fosforo, ecc., ma non in quantità sufficienti a mantenere in vita l'animale quando sia sottoposto a digiuno completo e debba quindi vivere a spese del compagno. PIETRO SISTO.

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SEZIONE PRATICA

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. I

CONTRIBUTO DEL MEDICO PRATICO. ~eoni

pratici sulle irritazioni periferiche del vago per il dott. G. MEROLILI.O.

lt'ritazione del vago. - Si sa che i nervi vago e simpatico, da veri antagonisti, regolano la funzione del cuore: epperò alla paresi dell'uno segue predominio della funzione qell'altro, sia sotto forma di bradicaraia che di tackica'r dia, secondo che predomina il primo o il secondo: cosi come alla eccitazione di ciascw10, segue accentuazione della potenzialità funzionale dello stesso nervo eccitato. Si tenga presente inoltre la triade sintomatica che quasi costantemente si rileva nelle lesioni del vago (turbe funzionali cardio-gastro-pulmo· nari). pe,rchè. in una modificazione del ritmo cardiaco, possa E'scludersi a priori una genesi simp.ltica. ~

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*** Cominciamo dal distinguere due ordini di fenomeni, i quali possono dar luogo ad una irritazione: fenomeni meccanici e lesioni di natura in· fiamma toria. Fanno parte dei primi tutte quelle le!?ioni, le quali, senza alterare la struttura anatomo·istologica del nervo, ne turbano la funzione, eccitandolo: taJi sono i tumori, che lo comprimono lungo il decorso, l'elettricità, uno stimolo meccanico in genere. A simili agenti il nervo non può rispondere che con una accentuazione della sua attività funzionale: si ha quindi bradicatdia. Da1l'altra parte, vi ha lesioni di natura infiammatoria. le quali possono irritare il vago, sia lungo il decorso, che nelle sue ultime dirama• • z1on1. Quì la integrità del nervo non può essere ri spettata. Non si riscontra infiammazione - per quanto localizzata - di un organo, la quale non si esplichi su tutti gli elementi anatomici dei tessuti lesi: tali lesioni dànno come diretta conseguenza una neurilemmi te infetti va o tossica. ascendente, del nervo stesso, per cui questo resta interrotto nella sua continuità. E' a tale paresi che ,segue predominio dell'antagonista; epperò alle irritazioni del vago, di natur~ infiammatoria (aortiti, periaor.titi. intossicazioni di esso, ecc.) segue tackica~dia .

Ciò premesso, se la irritazione è l'azione di un agente, capace di determinare da una semplice modificazione ne] metabolismo cellulare. fino ad una azione locale iperemizzante o addirittura flogistica, è evidente che la irritazione del vago deve determinare a volta bradicardia, al pari che la eccitazione dello stesso, a volta tachicardia, se il nervo diventa paretico. La eccitazione invero non è che il primo mo*** mento della irritazione; una modalità di questa: Questa, peral~o, va intesa come una distinl'azione dello stimolo capace di determinare un zione puramente schematica; imperocchè non semcangiamento nello scambio di materia e di pre essa è così netta da non ingenerare dubbi • energia. nella diagnosi differenziale. Il Bouveret, come il Freyan e il. Rosenfeld, a È degno di nota che la infiammazione di un proposito della tachicardia, conseguente alle aor- organo può determinare sui tessuti nervosi, per titi e periaortiti, hanno affermato che essa è proqualche tempo, fenomeni di semplice eccitazione, • dotta da irritazione nei filetti termjnali del vago: per compressione; come uno stimolo meccanico fenomeno constatato e confermato da reperto può segnare l'inizio di una vera e propria infiamanatomico di Apert, Jouanneau, Desplat e Chauf- mazione traumatica del nervo , non solo, ma anfard. Il Castellino, trattando della tachicardia da nullarne altresì la funzione per strozzamento comparalisi del vago, nota che questa può essere in pièto del tronco, o dei rami terminali. dipendenza di irYitazio·n.e dello stesso nella magNondimeno, a parte quest'ultima forma di pagioranza dei casi. . . N 011, sempre però la tachicaY- resi del vago, che, per essere una tardiva consed1:a ~ pyer;eduta da l'allentamento del polso. Per tal gue nza della compressione, non farà dubitare modo, la paresi del nervo sarebbe at\che imme- della sua genesi, la distinzione fatta permette, a diata alla irritazione. in t esi generale, un orientamento di diagno'Cil ~ 1 \ lJ)


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POLICLINICO

quale però, in ogni caso, dovrà essere confermata da un diligente esame della regione toracica,.

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MEDICINA SCIENTIFICA. Carcinomi e nematodi.

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Di rincontro, se la natura della causa irritante, come si è detto, può prosp~ttarsi quale diagnosi di probabilità, torna più sicuro, dalle modifica· zioni del ritmo cardiaco, giudicare di possibili alterazioni .determinatesi nel vago; dappoichè, data una irritazione di esso, il ritmo varia, sempre in rapporto con la integrità o meno dei suoi elementi nervosi. In effetti, . quantunque dalla semplice eccitazione alla paresi del nervo, in materia di infiam. mazione, debba ammettersi una lunga serie di stimoli, spesso non precisabili nelle fasi evolutive, è indubitato che il nervo risponderà sempre come ad una eccitazione, fino a che non si determina flogosi almeno della guaina di Sckwann, una con tessuti interstiziali e perivasali. Cosi si avrà pure, nelle eccezioni, di cui sopra, una bradicardia conseguente a lesioni jnfiammatorie, oppure una tachicardia da stimolo mecca· nico; ma, nell'un caso e nell'altro, il rnomt:nto causale, relativamente all'azione immediata che si esplica sul nervo, sarà: meccanico, la prima volta, infiammatorio, la seconda; mentre glielementi ana tornici di esso saranno integri, nel primo caso, lesi nel secondo. Riassumendo: In una modificazione del ritmo cardiaco, nella cui patogenesi non può invocarsi una alterazione dei nervi acceleratori provenienti dal simpatico, si diagnosticherà una irritazione del vago, che, nella maggioranza dei casi, sarà: meccanica nella bradicardia, infiammatoria nella tachicardia. In ogni caso poi , gli elementi anatomici :iel nervo stesso saranno integri nell'una, lesi nell'altra. I

...

Comigliano (Caserta) 1913.

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BIBLIOGRAFIA. APERT. Bulletin m édical, 1889, p. 581. BouvERET. D e la tachycafdie pafoxystique essentielle. Revue de l\Iédicine, 1889, S. 755. CASTELLI NO. Lez. di Sem. e Pat. spec. 1ned. del cuot'e e dei grossi vasi, p. J 374· G IOFFREDI. Dizionario. Rubino . JOUANNEAU. De la tachycat'die dans la tube.-culose ptllnionairb. Thèse de Pari~, 1890.

Il prof. I. Fibiger (Bet'l. Klin. W och., n. 7, 1913) ha riscontrato nel ratto decumano dei tumori papillomatosi dell'antistomaco ospitanti dei nematodi, gJi epirotteri. Esperienze diligenti ulteriori lo hanno portato ad ammettere che ospite intermedio di questi parassiti è la PeYiplaneta a1nericana (già nel 1878 dal Galet era stata sospettata la Periplaneta orientalfs o blatta comune delle cucine). I topi s'infestano mangiando le blatte. l\Iolti esperimenti di controllo sono stati esegttiti al riguardo. La trasmissione di~etta non ha luogo. In quattro topi, su 1 t8 alimentati con blatte, . si svilupparono tumori infiltranti di natura nettamente carcinomatosa. · Queste ricerche comproverebbero un'ipotesi già avanzata da Borel e da Haaland, secondo cui nei topi e nei ratti lo sviluppo dei tumori ma· ligni potrebbe es.s ere determinato da. nematodi. Anche numerose osservazioni verrebbero ad essere chiarite dalle ricerche sperimentali di Fibiger. Ad esempio \Vasielewsky rinvenne una specie di Dispha1'agus nelle proliferazioni papillomatose dello stomacu di colombo; Tsukioka dimostrò un'eterotopia epiteliale nel parassitismo da ascaridi nello stomaco di scimie; Lowestein un'iperplasia epiteliale con papillomatosi nel parassitismo aa Triehosoma nella vescica dei ratti; Haaland e Bashford riferirono sui carcinomi pri· mari del fegato di vacche distomatosiche. La patologia umana conta pure osservazioni simili. Per la maggior parte sono relative a trematodi ; cosi l'importanza etiologica della Bilharzia può valere come dimostrata; quella dell'Ospistorchis feli neus è stata riconosciuta da Askanazy nel carcinoma primario del fegato, ed an~loga importanza deve attribuirsi secondo Katsurada, Fuzii, Yamagina e Watewate al Distor1num spatulatum e al D. J°apon1:cum. Meno definito è il compito dei trematodi; tuttavia sin dal 1863 Klopsch pensò ad un rapporto fra trichina e carcinoma e nella letteratura medica sono consegnate numerose osservazioni (di Langenbeck, Klopsch, Linstow, Babès, Groth, Strandgaard), secondo cui in trichinomatosi cronici si è sviluppato il carcinoma, in organi viciniori ai muscoli affetti da trichina, ad esempio nel seno. Concludendo, Fibiger presume che anche nella patologia umana debba assegnarsi un posto - sia pure modesto - agli elminti fra gli agenti produttori di blastomi. I. T.

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TANNO

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SEZIO~

PRATICA

CASISTICA. Diagnosi etiologica precoce delle affezioni arteriose. Il Pia tot (Paris M édical) riferisce un caso di -aortite e di aneurisma aortico sopravvenuti nel decorso di una sifilide ignorata e misconosciuta, di cui costituirono la prima ed unica manifesta• ztone. Delsouiller nella sua tesi cita dei casi analoghi, di 33 pazienti in cui la WR fu positiva, 26 negarono ogni infezione Juetica e nella grande maggioranza dei casi non si trovava nel passato patologico di questi mala ti, nè precedenti, nè traccie di infezione sifilitica. Donath ha segnalato dei casi analoghi ed ha perciò proposto di praticare la WR in ogni soggetto affetto da aneurisma dell'aorta. L'influenza della sifilide, s'afferma, dice questo autore, allorchè ci s! trova in presenza di traccie non equivoche dell'infezione luetica (esostosi, cicatrici, leucoplasia orale) o della sindrome aortite e del segno di ArgyJl-Robertson, che in seguito ai lavori di Babinski e Vaquez deve essere considerato come una stigmata di sifilide. Infine deve considerarsi la sifilide come causa di aneurisma, quando questo migliora in seguito a cura mercuriale. Orbene molti autori negarono l'origine sifilitica di tali manifestazioni, col pretesto che il trattamento specifico era spesso inefficace; ma era inefficace per insufficienza delle dosi adoperate. Talora pertanto si sono visti sotto l'influenza della medicazione iodurata pura dei migliora"\ menti e perfino la guarigione, tanto che Durozler ebbe a scrivere che il ioduro rappresentava per gli aneurismi ciò che era la digitale per il cuore. Bouillaud riferi nel 1859 il caso di un uomo affetto da aneurisma aortico doppio, nel quale si manifestò in seguito all'uso di dosi quotidiane di 2-5 gr. di KI una diminuzione molto 1?1anifesta del tumore esterno. Rendu ha segnalato un fatto analogo. Huchard su 37 malati ebbe 15 volte dei miglioramenti evidenti mercè la medicazione iodurata sufficientemente prolungata. Young ha anche segnalato 'd ei miglioramenti progressivi sotto l'influenza di 2 a 12 grammi di ioduro di potassio. Talchè Bonnet ha potuto scrivere che bisogna ricercare sistematicamente l'aortite e l'inizio dell'aneurisma nei sifilitici, poichè è specialmente nel periodo pre-aneurismatico che l'azione terapeutica è quasi certa. Quindi l'autore, ed a tale proposito come il Fred Harris insiste sull'importanza della WR per

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scoprire la lues nelJ'etiologia delle affezioni dell'aorta, pensa che bisogna ricercare la sifilide in tutti i casi di aneurisma e di aortite. Orbene noi possediamo nella WR un controllo biologico di primo \ordine. Positiva, essa viene a confermare una sifilide conosciuta od a rivelare una sifilide ignorata; se è negativa, non per questo è abbattuto il diagnostico di lue perchè la reazione può mancare nei sifilitici, nei quali la malattia non è in periodo di attività (Widal). È allora che si potrà, istituendo la cura specifica, ottenere la riattivazione biologica della \VR (Milian) o controllare il risultato negativo della WR mercè la reazione di Hecht-Weinberg (Le· redde). Una volta ammessg la sifilide, conviene istituire il trattamento più opportuno. Hirtz e Braun riferiscono di un malato affetto da aneurisma nel quale sotto l'influenza di una iniezione intramuscolare di 606 (o. 30), si vide una diminuzione molto pronunciata dtl tumore esterno. In un malato di Vaquez tre iniezioni addussero allo stesso risultato. Tuttavia la maggioranza degli Autori non è favorevole all'uso dell'arsenobenzolo in consimili contingenze. S chlesinger considera gli aneurismi quale una controindicazione al metodo di Ehrlich. Cosi anche Weintraud. Al Congresso di Koenigsberg Ehrlich stesso riferì un caso di morte sopravvenuto in seguito alla rottura di un aneurisma dell'aorta a Serajewo in un malato di Kobber, ed altr; casi di Frankel e di Grownen. Erich Hoffmann ha segnalato in seguito a queste iniezioni febbre (39°. 5) e dilatazione acuta del cuore con soffio di insufficienza mitrale funzionale. È dunque più prudente ricorrere sl trattamento mercuriale mercè iniezione di sali solubili, ed al trattamento iodurato, poichè se questo trattamento influenza poco degli aneurjsmi antichi, ha spesso un' a~ione pronunziata sulla mediastinite specifica peri-aneurismatica, che è la causa di una _p arte dei disturbi patologici imputati all'ectasia e dovuti in realtà a queste lesioni (Babonneix e Baron). Si farà sia un'iniezione di 2 eme. di bi-ioduro di mercurio intramuscolarmente t11tti i giorni durante 10-15 giorni; sia una iniezione di 2 ctgr. di benzoato di mercurio anche intramuscolar· mente e durante lo stesso tempo. Altri autori preferiscono l'uso endovenoso del cianuro di mercurio. Questo processo è raccomandabile quando vi è bisogno di agire subito. In quanto al ioduro la dose deve essere media: 2 grammi al giorno in due volte venti giorni al mese e la cura deve essere prolongata molto tempo. Hirtz consiglia di non oltrepassare o. 25 •


IL POLICL1NICO

al giorno allo scopo di evitare complicazioni polmonati e per converso altri autori consigliano dosi molto più elevate, 5-6 gr. pro die. Però le dosi medie sono le più tollerate e le più utili. TRAMONTI.

Sifilide latente nel corso delle cirrosi e delle nefriti croniche.

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In una comunicazione presentata nella seduta del 27 giugno 1 912 nella Société de l'internat (v. Bulleti'n , giugno 1912, n. 5) M. Letulle e A. Bergeron ripoitano i risultati delle indagini serologiche su individui affetti da malattie croniche ed entrati nell'ospedale Boucicaut. È stata dagli AA. praticata la reazione di Wassermann in 46 casi di nefrite cronica e in 18 malati affetti da epatite cronica. Sulle 46 nefriti croniche 34 diedero reazione negativa, 12 reazione positiva. Solo tre di questi 12 malati confessarono antecedenti sifilitici negli altri la lue era ignorata. In un caso fu possibile per il reperto autoptico dimostrare accanto alle lesioriJ renali altre lesioni gravi (endoaortite ed endoarterite cerebrale) a carico dei vasi; negli altri non si potè dimostrare quanto valore avesse l'infezione certa esistente nelle lesioni renali; la cura merc11riale tentata non diede notevole migljoramento sulle condizioni dell'albuminuria e nelle altre qualità dell'urina. Tra i 1 8 malati affetti da epatite cronica 7 volte la reazione di Wassermann risultò i:ositiva; tra questi in 6 si trattava di cirrosi ipertrofica, in uno solo di cirrosi atrofica di Laennec. Cinque tra di essi presentavano lesioni che potevano far pensare alla sifilide (testicolo indurato, leucoplasia linguale, perforazione del palato, pr~­ gressa ulcera dura). Sulle nefriti croniche e suJle cirrosi dunque la Wassermann rivela fatti e coincidenze inaspettate che ravvicinano queste infermità croniche agli aneurismi e alle emiplegie dei giovani. 11 Leredde nella stessa seduta prende la parola per confermare i dGti esposti dagli AA. e per incoraggiare in casi consimili a sperimentare l'uso del salvarsan, innocuo per il rene e dal quale grandi benefizi si possono attendere. t. p.

Variazioni della reazione di Wassermann durante la cura della sifilide. Nicolas e Charlet (A nt11al. de Dermat et de Syphilogr., t. III, n. 11, 1912) riferiscono i risultati d'un lavoro di controllo fatto per rilevare l'importanza della reazione di Wassermann dal punto di vista terapeutico. Per spiegare il disaccordo che esiste negli autori sul valore della reazione (16)

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di W assermann per sè, essi in vccano gli errori e difetti della tecnica. Le loro osservazioni si riferiscono a 20 malati in ognuno dei quali si pratica-· rono da I 5 a 20 esami. Le conclusioni più importanti a cui tali osservazioni hanno portato sono: che nei sifilitici la reazione di Wassermann presenta spesso ma non. sempre modificazioni in rapporto alla terapia specifica. Le reazioni positive divengono spesso ma. non sempre negative: più spesso si attenuano ma non di .rado solo transitoriamente. La cura col 606 ha nella reazione un 'influenza più grande e più costante che la cura mercuriale o la mercu-· riale e iodurata. Quest~ modificazioni della reazione non sono sempre paralltle alle modificazioni delle lec;ioni. Gli accidenti sifilitici scompaionoin genere più rapidamente. Da questi dati gli A.A. ritengono che la reazione di vVassermann non pu<> aver un grande valore dal punto di vista della. P. A. terapia.

TERAPIA~

Le fumigazioni di i,odio nel trattamento delle cistici.

Su questo argomento il Farnarier (Semaine médi'cale) pubblica un lavoro importante. Ne diamoun largo riassunto. Quest'anno si è compiuto il primo secolo da quando lo iodio ha avuto le sue prime applicazioni in terapia. Non molto più tardi si pensò di utilizzarlo a scopo terapeutico sotto forma di vapori: nel 1827 Berton preconizzò l'uso dei vapori di iodio nella tubercolosi polmonare: ma, ai primi insuccessi, il metodo fu abbandonato. Più tardi Piorry propose l'inspirazione dei vapori di iodio sotto forma di sigarette. Nel 1853 Danger escogitò un apparecchio speciale per la inspirazione dell'aria secca e calda e satura di iodio allo. state di vapori. Altri pensò di procurare attorno al malato un'atmosfera carica di vapori di iodio, disponendo presso al letto una coppa piena di questo met4lloide. L'uso dei vapori di iodio e la tecnica relativa negli ultimi decenni si sono perfeziona ti ed hanno avuto diffusione ed applicazione in vari campi della patologia. Delic propone l'insuffiazione dei vapori di iodio nelle otiti croniche, ottenendoli dalla decomposizione del iodoforme a caldo. Hamonic. riscaldando delle scagliette di iodio metallico, e insuffi.andone i va pori nell'uretra, riesce a far guarire alcuni casi di uretriti ribelli ad altri mezzi di cura {1888) Loewenberg nel 1859 raccomanda questo metodo nel trattamento delle sclerosi auricolari. Nel 1899 •


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SEZIONE PRATICA

il Topai ne estende l'uso in molte forme di tuber· colosi locali (adeniti, osteoperiostiti, ascessi freddi, fistole, ecc.), ottenendo in seno ai tessuti i vapori di iodio allo stato nascente mediante una miscela di acqua ossigenata e una soluzione· di ioduro di potassio al 2 %· Più recentemente Icard ha ottenuto lo stesso ris ultato, somministrando tutti i giorni al paziente una certa quantità di ioduro di potassio: si ottengono i va pori di iodio allo stat<? nascente facendo agire l'acqua ossigenata nella regione voluta. In questi ultimi anni Jungengel e Lo11ge hanno perfezionato ancora meglio la tecnica , ed hanno reso possibile l'applicazione di questo metodo di cura in svariate 1nalattie. Kpenig, I,aurens, Raillard l'hanno utilizzato in oto-rino-laringoiatria; Reynès, Daniel, Buges in ginecologia; Moirond in venereologia. ' Il Farmarier ha voluto esperimentare l'efficacia delle cosiddette a'{jumicazioni di iodio nel tratta· mento delle cistiti. L' A. p1emette lo studio chimico di questo processo t erapeutico. I vapori di iodio ottenuti mediante il riscaldamento dello iodoformio non sono propriamente dolorosi: essi producono nelle prime OJ:'.e dopo l'a:ffumicazione un senso di bruciore in vescica, più o meno acuto in rapporto alla tolleranza del paziente. Fu attribuito questo inconveniente all'azione caustica deÌl'acido iodidrico che si svolgerebbe nella decomposizione del iodoformio . L'A . ha esaminato la reazione chimica dei va pori di iodio cosi ottenuti: la carta di t ornasole non ha svelato la presenza di una minima traccia d'acido iodidrico. Per avere lo sviluppo di acido iodidrico, occorrerebbe la pre3enza di u11a sostanza riduttrice. I prodotti di scomposizione dello iodoformio non contengon0 vapori acidi: la loro azione sui ' tessuti è dovuta ai vapori di iodio misti a diversi prodotti di scomposizione a reazio11e neutra . I va pori di iodio ottenuti direttamente dallo iodio secondo il metodo di Hamonic riescono ancora più dolorosi, perchè è molto difficile ottenere lo iodio allo stato di purezza assoluta: le cause più frequenti d'impurità sono tracce di cloro e di bromo, che hanno un'azione fortemente irritante. Inoltre esso è di difficile conservazione, si vaporizza molto facilmente all'aria ed alla luce, attacca av·idamente la carta ed i n1etalli, si dosa con difficoltà estrema. Lo iodoformio però non si traduce completa· mente allo stato di vapori, perchè è difficile averlo dal commercio allo stato di assoluta purezza: perciò resta aderente alla parete dell'ampolla un sottile deposito dovuto principalmente a carbone. L'A. raccomanda a preferenza l'uso dei vapori 3

di iodoformio, perchè sono di maggiore tollerabilità, si conservano perfettamente e all'infinito se tenuti al riparo dalla luce, dall'aria e dal calore, e sopratutto perchè si dosano molto facilmente, potendo conservare in pacchetti lo iodoformio nella quantità volnta. 394 cgm. di idroformio completamente .scomposti dànno 381 gm. di iodio, cioè il 97.5 %. I vapori di iodio passano nelle urine sotto forma d'acido jpoiodoso, specialmente nelle urine alcaline, e fors'anche sotto forma di derivati iodati dovuti ai composti organici dell'urina, ~opratutto ai corpi della serie purinica. Lo iodio, in soluzione o fissato, non può agire se non nel senso di favo .. rire l'antis~psi delle urine. Poche parole jntorno alla tecnica. L'apparecchio è composto di un'ampolla di vetro di circa 30 eme., munita in alto di un largo orifizio ben chiuso con un tappo di vetro, e di due tubulature laterali, una delle quali si adatta al padiglione di una sonda uretrale molle, l'altra a1 tubo di caoutchouc in relazione con una con1une siringa a tre anelli di 150 eme. Si vuota la vescica, si lava , e se ne misura la capacità con acqua tiepida. Si introduce nell'ampolla per l'orifizio superiore da 5 a 10 cgm. di iodoformio, e si pone una fi.àmma ad alcool sotto l'ampolla. Dopo pocl1i secondi, l'ampolla si riempie di vapori di iodio di colore violetto. Se l'apparecchio è a posto, si spinge il pistone della siringa per un volume d'aria uguale .alla capacità della vescica. Per evitare il riflusso dei vapori, si chiude con una pinza il tubo di raccordo di caoutchouc. Dopo tre minuti in media, secondo la tolleranza del paziente, si stacca l'apparecchio dal catetere uretrale, e, ap, pena vuotatasi la vescica, si ritira il catetere. Per evitare che, per la contrazione della vescica, qualche goccia di urina fredda arrivi nell'interno dell'ampolla sovrariscalda ta e la rompa, si può, appena iniettati in vescica i vapori di iodio, allontanare l'apparecchio dalla sonda uretrale, e chiudere questa con una pinza. Il pallone di vetro si pulisce mediante qualche goccia d ' acido solforico. Per i risultati ottenuti iu 19 casi di cistiti di varia natura trattati con questo m etodo di cura, l'A . conchiude potersi considerare i vapori iodati come un agente terapeutico energico e rapido nel trattamento delle cistiti. U11a sola insufflazione di vapori iodati basta di solito a modificare i sintomi cardinali della ma· lattia. La pollachiuria e il dolore perdono subito i loro caratteri di frequenza e di intensità, cosi che la capacità vescicale aumenta in proporzione. I ca·ratteri delle urine si modificano rapidamente.

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POLICLINICO

L'azione sedativa dell'affumicazione procura immediatamente al paziente calma e riposo. Que· st'azione è tanto più preziosa in qttanto si manifesta più spiccata nella forma di cistiti tubercolari. Le sofferenze di questi poveri malati spesso sono inaudite ; non c'è mezzo che valga a calmare gli spasimi estremamente dolorosi della muscolatura vescicale. In questi casi il nitrato d'argento è controindicato; e spesso l'olio gomenolato, come qualunque altro mezzo terapeutico, è del tutto inefficace. • In due casi di cistite tubercolare, con pollachiuria e dolori estremamente intensi, con capacità vescicale negativa, nei quali ogni sorta di terapia 5i era dimostrata inefficace. l' A. ha visto rapidamente attenuarsi questi fenomeni acuti, ed ha potuto così praticare la cistoscopia e il cateterismo • ureterale. Questa rapidità d'azione l'A. l'ha riscontrata in tutti i casi trattati: da 4 ad 8 affumicazioni bastano a dare la guarigione o il massimo grado di miglioramento possibile. L' A. pratica due sedute la settimana in media. In nessuno dei 19 pazienti l' A. ha osservato fenomeni di intossicazione generale per iodismo (salivazione, catarro delle vie respiratorie eruzioni cutanee, ecc.). Notevoli sono pure i risultati ottenuti nelle cistiti dei prostatici, se si pensi quanto queste forme siano ribelli ai comuni metodi di cura. I vapori iodati per la loro azionè irritante pos · sono produrre un' uretrite acuta: per ovviare a questo inconveniente, basta evitare il riflusso dei vapori fra le p areti dell'uretra e la sonda uretraJe, spingendoli n1ediante siringa con molta dolcP.zza in modo da non fori.are la capacità della vescica. Questo metodq però non è chiamato a sostituire i medicamenti che l 'esperienza ha dimostrato altamente efficaci. I sali d'argento, sia sotto forma di lavanda , sia per istillazioni vescicali, timan· gono sempre al primo posto nella terapia delle cistiti ; le proprietà seàative dell'olio gomenolato lo rendono prezioso nelle ~istiti dolorose. Tutte le cistiti acute risentono beneficio dall'azione dei vapori di iodio ; ma questi deb~ono acloperarsi quando i comuni mezzi di cura si siano mostrati inefficaci. È molto più semplice praticare una lavanda a ntisettica e modificatrice della mucosa vescicale oppure farvi delle instillazioni con soluzioni di sali d'argento. Ma se persistono i si11tomi gra·vi, se si sospetta sopra tutta la natura tubercolare dell'affezione è utile ricorrere alle affumicazioni iodate che, se non sempre dànno la guarigione, portano certamente un notevole miglioramento. Secondo l' A. quec;to metodo è indicato in tutte lt) s1)ecie di cistiti acute, sopra tutto nelle for111e 18)

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tubercolari; è contro indicato nelle cistiti leggiere che è meglio trattare coi mezzi terapeutici più comuni. Ulteriori esperienze preciseranno meglio le indicazioni e le contro indicazioni. P. SABELLA.

IGIENE Sulla vitalità del vibrione eolerigeno . (G. ALESSANDRINI e G. SAMPIETRO. Ann. d'Igiene speriment., 1912). Con accuratissime ricerche il dott. Sampietro dimostra come il latte costituisca in condizioni svariate non soltanto un veicolo, ma anche un ottimo substrato per lo sviluppo del vibrione co · lerigeuo. Nel latte crudo questo microrganismo si sviluppa rigoglio<3attlente in coltura quasi pura senza tradire in nessun modo la sua presenza, in quanto che non altera le proprietà che rendono alibile il latte. Un po' alla volta viene sopraffatto dagli altri germi; ma seèbene resista notoriamente poco agli acidi, può ancora isolarsi dal latte inacidito e coagulato! Nel latte bollito deve sostenere una concorrenza meno vi va; quindi resiste per 5 ·8 giorni. Nel latte sterilizzato e ben conservato si mantiene ancora vivo dopo due mesi. Il suo sviluppo viene inibito dai germi acidificanti, non perchè a questi debba ascriversi una azione antagonista specifica, ma perchè elaborano acido: non appena il grado di acidità sorp~ssa il 10 ~lo (ciò che suole avvenire dopo 24-48 ore) la vita del vibrione si arresta. L'inquinamento del latte con vibrioni di colera prodotto da mosche è caratteristico pel fatto che, se l'insetto lambisce semplicemente il latte, anche per un is tante, lo sviluppo dei vibrioni è più rigoglioso che se le mosche cadono nel latte e vi restano a lungo o vi si annegàno, perchè in t al caso entrano in gioco altri germi, tra cui quelli acidificanti e peptonizzanti, ad azione antagonista sui vibrioni del colera. Dalle diligenti ricerche di Alessandrini G. risulta che nelle zampe, nelle ali, sulla superficie del corpo e neJle feci di mosche adulte che si nutrono con materiale ricco di vibrioni colerigeni o che si posano su di esso, i vibrioni possono restare vivi 24 ore, ma non si sono trovati mai vivi dopo 36 ore; che le larve di mosche possono portare i vibrioni alla superficie e disseminarli, ma eccezionalmente li mantengono vivi nell'intestino e li elimi11ano vivi con le feci; cl1e trasformandosi


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in pupe ed ii1 mosche adulte esse divengono sempre <1el tutto sterili. Questi dati concorrono a chiarire l'epidemia· logia ed a definire la profilassi del colera. Valgono sovratutto a . mettere in guardia contto i pericoli inerenti all'uso del latte inquinato ed alla presenza delle mosche, mentre eliminano le apprensioni relative allo sviluppo di mosche nel pozzo nero. I. T. ,

POSTA DEGLI ABBONATI. (97) Cura delle fagadi al seno . - Il dott. Scaramucci Francesco di Ischia di Castro chiede quale sia la cura migli6re delle ragadi della mammella .

La cura delle ragadi della mammella consiste nel lavare accuratamente il capezzolo dopo la poppata con un quadrato di garza conservato, dopo l'ebollizione, in acqua bollita. Subito dopo si applica sul capezzolo un altro quadrello di garza {pure mantenuta in acqua bollita e dopo averlo strizzato) imbevuto o di una soluzione di acido tannico in glicerina al 1 0 %. oppure nella seguente miscela: acqua di rose. • • • gm. 40 glicerina . . • • 20 D 8 borato di soda • • • tintura di ·benzoino . » 12 Questo quadrato si ricopre con un foglio di gomma e si mantiene applicato fino alla poppata successi• va. Prima della poppata è necessario lavare con acqua bollita il capezzolo, e pulire con un quadrello di garza, bagnata in acqua bollita, la bocca del bambino. Se la suzione provoca eccessivo dolore è necessario proteggere il capezzolo. Perciò si può ricorrere o al baudruche o 3nche ai paracapezzoli (tettarelle). Il sistema della baudruche è il seguente : Si taglia un disco di baudruche dj ro cm. di diametro, e al centro di questo si fanno dei fori con un grosso spillo in modo da formare con questi un'area di circa 2 cn1 . (1i r i rcon ferenza. Si bagna il disco con acqua bollita e si applica sul capez· zolo in modo da farlo aderire alla mammella. Prima di far attaccare il bambino si bagna la baudruche con acqua zuccherata. Se con tale sistema non si riesce a fare attaccare il bambino, conviene ricorrere o al paracapezzolo di gomma o anche alle cosi dette tettarelle semplici o bia· spiratrici: queste sono costituite da una campanula di vetro con due derivazioni : ad una derivazione è innestato un lungo tubo di gomma dal quale succhia la madre, all'altra un capezzolo di gomma dal quale succhia il bambino. M. F . ))

Il dott. C. F. di Palermo dichiara che egli, conformandosi ai suggerimenti- contenuti in una rivista sintetica sui tumori maligni comparsa or è qualche tempo nel Policlinico, ha tentato in alcuni casi di cancro dell'utero, del retto, della lingua e della laringe di sostituire gli oppiacei con medicinali sintetici, come il piramidone e l'esalgina; ma ha trovato cl1e ne occorrono dosi troppo alte e ripetute, le quali ingenerano fenomeni d'intolleranza e tra l'altro riducono la forza del cuore e la per· meabilità dei reni. Non mette in dubbio tuttavia che la morfina, fin'oggi molto adoperata, debba col tempo proscriversi dalla terapia palliativa del cancro, in quanto che l'assuefazione eh' essa determina fa precipitare nel morfinismo e questo aggrava la cachessia e affretta l'obitus. Senza contare che alcuni effetti secondari, come l'offuscamento della psiche, sono molto sgradevoli e impressionano sfavorevolmente anche i familiari. Nel cancro del retto poi la morfina è decisamente controindicata, in quanto che esagera la tendenza alla stitichezza. Ildott. C. F. non ha ottenuto risultati più confortar1ti da un altro qppiaceo, l'eroina. Egli vorrebbe alcuni consigli definiti e in part icolare chiede: 1° quali rimedi sintetici convenga sostituire agli oppiacei; 2 ° tra gli oppiacei a quale debba, eventualmente, darsi la preferenza; 3° quali sono i migliori mezzi analgesici sussidiarii. · (g8). Cure analgesizzan t'i nel cancro. -

Un rimedio che dà buoni risultati nella terapia sintomatica del cancro è la fenacetina, pu!chè venga associata a un cardiocinetico: mezzo gram mo d i fenacitina e un quarto di grammo di citrato di caffeina ogni sei ore. Q.uesta prescrizione risponde bene al cc Cancer Hospital » di Londra, ove è d'uso corrente. Nei cancerosi defedati o cardiopazienti può ingenerarsi depressione cardiaca malgrado l'azione correttiva della caffeina. In tali casi conviene ricorrere all'aspirina , la quale rispetta abbastanza il cuore (secondo Dreser e Scheffier anzi si co1n porta cotne un tonico sulla fibra cadiaca, il che la differenzierebbe da tutti gli altri salicilici). Viene prescritta nel cancro da Wei,l , Weitthauer, ecc. in dosi 1-2 gm . pro die; al « Cancer Hospital » di Londra viene sostituita spesso alla fenacetina, nella formula poc'anzi riferita. Le dosi indica te non determinano quasi mai sintomi marcati d'intolleranza. Solo quando quando questi rimedi nnn l°' 'l<:;t,,no a rendere le sofferenze tollerabili di viene necessario di utilizzare gli oppiacei, tra i quali viene oggi molto elogiato l'omnopon (pantopon, oppio del Sahli.


IL POLICLINICO

Si ascrivono ad esso molti pregi: non determina effetti secondari molto spiacevoli; induce bensi uno stato di leggera sonnolenza, ma non stordisce come la morfina pura; esercita un'azione analgesica più blanda della morfina ma più persi· stente; non conduce cosi facilmente all'assuefazione. Ai cancerosi Doblin ne prescrive dosi relativamente piccole : 3-4 volte al giorno gm. 0.02 per bocca o sutto cute, senza elevare mai la dose; Rowntree raccomanda di attenersi ad una pic· cola dose ogni 16-24 ore, per via ipodermica. Non vediamo un'indicazione definita dell'eroina. Questo alcaloide si comporta elettivamente da eupneico, è meno analgesico della morfina e quale analgesico induce abitudine. I/atropina può rafforzare l'azione analgesica dell'oppio e impedire alla stitichezza di diventare ostinata. Ma sovrattutto essa si rende tttile nel cancro del cavo orale, della retrobocca, dell'esofago e del retto, per ridurre le secrezioni copiose e moleste e, indirettamente, lenire molto il dolore . I mezzi rept1tati sussidiari della terapia interna meriterebbero forse di essere considerati come I fondamentali, in quanto che non espongono ai dao.ni delle intossicazioni medicamentose. Offre molte risorse la fisioterapia: il calore sotto varie forme, i raggi X, i corpi radioattivi. Giova molto eliminare i prodotti di disfacimento, di trasudazione e di secrezione dalle super1ìci ulcerate, irritate o infiammate. Le lesioni facilmente accessibili possono detergersi coa vari liquidi leggermente antisettici, come i prodotti di distillazione del catrame solubilizzanti (cresoli sa pona ti e molti prodotti speciali del commercio: lisoli, creolina, creosapol, cyllin,. ecc. ), l'acqua ossigenata, il sanitas inglese (olio di trementina ossidato), ecc. opportunamente diluiti ; ovvero con soluzioni analge~izzanti (eucaina o novocaina associate all'adrenalina). Nel cancro dello stomaco, del retto, dell'utero, sono racco· mandabili i lavaggi e le irrigazioni co_n liquidi indifferenti o quasi. . Infine riescono preziosi alcuni interventi operativi. Ricordiamo la puntura evacuatrice delle metastasi gla·n dolari rammollite; la puntura decompressiva nei tumori endocranici; la gastro-enterostomia nel cancro inopetabile del piloro, ecc. Per sopprimere le atroci sofferenze del ca nero linguale sono stati conseguiti eccellenti risultati dall'inieziooe di alcool nel foramen ovale ( 1 gm. a 80; è operazione dolorosissjma, che in alcuni pazienti richiede l'anestesia generale; può essere indicato di ripeterla una o due volte). Nel cancro dell'utero, del retto e dei visceri addominali in genere è ora in esperimento l'iniezione di sostanze analgesi · che (stovaina , novocaina, ecc.) entro la teca vertebrale (si cerca di ridurne i gravis.: ;imi inconve-

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nienti, come la paresi degli arti iuferiori e degli sfinteri, e di ovviare alla necessità di ripetere gli interventi a intervalli di pochi giorni). Nella generalità dei casi è giocoforza conten· tarci di ottenere un'analgesia parziale: ottundere il dolore senza riuscire a sopprimerlo. • L. V. ' (99) Sulla cura Zellet'. - Il dott. Vittorio CataldidiSambiase(Catanzaro) scrive: desidererei sapere la quantità di pomata indifferente, con la quale si deve incorporare la cinnabarsana di Zeller. Richiesto dalla redazione della « Miinchener Mediz. Wochenschrift » sulla composizione precisa dei suoi due rimedi, lo Zeller comunicò (n. 35, pag. 1936) le due formole riportate alle pagg. 161 e 162 di questo giornale. In seguito a ulteriori richieste, egli dichiarò (n. 38, pag. 2088) che nella pratica corrente incorporava solo dell'acqua ai componenti attivi del cinnabarsana. Potè assodarlo anche il dott. Schuch, reca tosi espressamente d~llo Zeller per apprenderne de visu la tecnica. Ne abbiamo già parlato a pag. 283 di questo giornale. In modo identico o analogo procedettero ai loro tempi Baseillac, Rousselot, Manec, Dupuytren, ecc. · 'Non occorre dunque l'uso di nessuna pomata. È appena necessario ricordare che il cinnabarsana va usato con estrema cautela e avvertire che non deve mai affidarsi al paziente. L. V. ( 100) Tt'attamei':to dell'emofilia. - Si desidererebbe

conoscere a quali sussidi terapeutici, specialmente profilattici,, si possa ricorrere per modificare stabilmente la crasi sanguigna in una bambina quattordicenne emofilia ca, e poter cosi correggere in modo efficace le grave diatesi emorragica che l'affligge e che periodicamente (ricorrenze sestruali} la mette in pericolo di vita. Quali autori consultare? Grazie infinite. Dott. P. M. Non si hanno mezzi terapeutici che sicuramente efficaci si dimostrino in tutti i casi di emofilia : la ragione probabile dell'insuccesso è nella varietà della patogenesi ancora oscura in molti casi di emofilia . Dai recenti studi e da recente pratica terapeutica è derivato però il concetto che il difetto di coagulabilità che caratterizza il sangue degli emofiliaei è dovuto ad in..,ufficienza di elementi coagulanti, o ad eccesso di sostanze a proprietà anticoagulanti nel siero del sangue. La pratica ha dimostrato che l'introduzione di siero normale eterogeneo nel circolo di questi ammalati riesce a modificare temporaneamente, talora stabilmente, tali condizioni morbose. Le ragioni


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SEZIONE PRATICA

intime del processo d'incoagulabilità del sa11gue, e della supplenza funzionale, o dell'azione s timo· laute sugli organi dei si~ri eterogenei, sono state oggetto di lunghe discussioni non ancora stabil· inente appianate, e di cui un indice si può trovare in w1a delle discussio11i avvenute in Francia nel· l'ultimo congresso medico (relatore Carnot). Prescindo <1uindi dalla parte teorica, e fondandomi anche sulla mia felice esperienza in argo· mento, le consiglio il seguente procedimento: Inietti per via intramuscolare 5-10 eme. éli siero di cavallo normale. A distanza di 3-4 giorni ripeta l'iniezione per 4 o 5 volte. Potrà jniziare la c1.ira 7 od 8 giorni })rima delle ricorrenze mestruali per verificare meglicl gli effetti. Bisogna tener presente se 1-:i paziente 11a s11bito in prece(lenza qualsiasi cura sieroterapica, ed in caso affermativo,' per evitare fenomeni anafilattici, satà prudente somministrare alla malata per d11e g:iorni z gm. pro die di cloruro di calcio, e ricorrere lo. 15 ore prima dell'iniezione n1assiva ad ltna piccola dose ,1i siero pure per via intramuscolnre (dose vaccinante di Besredka). Il siero di cavallo norn1ale si può acquistare da qualsiasi istituto sieroterapico (Belfanti, MeisterLucius, Welco1ne), in sua mancanza si. può ric<)t· rere ad uno dei sieri antitossici più iu uso (antidifterico, antistreptococcico, ecc.), che conservano le proprietà curative del semplice siero di cavallo. È necessario però che il siero sia di cavallo, poichè questo è sempre innocuo, an1~he in ~randi quatltità, per 1'11omo. Con grande probabilità e per inca11to vedrà cessare le gravi emorragie che mettono in pericolo la vita delle piccole inferme. t. p. (101) Prego volermi indicare la ricetta per pre·

parare il Liquore ars. lloud·Jn. Chiaravalle (l.\ilarche).

F. MANZONI.

Eccole la forLnola della Soluz1'one arsenicate del Boudi·n . O.l Rp. Acidi arfenicosi. • • AlJUae destillatae • • . 100 . o E. C. Nell'equazio11e 1'iportata a N D = 3.5 I e :uo11 7.5 I.

pa~. 608

deve dirsi

Il ftJscicolo di 1i{rile 1913 dtlla nostra flezione Medict' con tiene i s '}guenti •avori: I. Dot.t. F. Scordo e (J. Rizzuti - Co:o..:;ider azioni

cliniche ~

ti· cerche batteriologiche ilt 1111a epideo tia d' it 'ero in fetth·o a T1ìpoli. II. Dt. tt 9h1vanni .lutonrlll - Intornc• agli ittl!ri emolitici. III. Dott A.b•,le Tadln i - NuoYe osser vazioni :;ull'iinDtuni2zazione attiva contro le ~o~tanze pirogene cont enute nella anafilaf os-

sina tifica. IV Oo•t Jlorelll Fernan.lo - Contributo allo s tudio del 1neccaniE ~o d' ~zion.~ degli ~ttilati aggressioici e dei i;icri aut i .1.ggressinici.

VARIA La medicina umoristica nel passato. - Da un articolo del dott. J. Rosten pubblicato nel Paris M éilical de_l 5 aprile 1913 riportiamo alcune parti di i111a curiosa << Lettera di patente pei gottosi », rilasciata in carta riccamente fregiata, raffigurflJttc i11 alto un gottoso rattrappito nella sua poltrona e provvisto di un grande scaldapiedi: « Noi, per la liberalità del dio Bacco e della dea Venere, Grandi Maestri dell'illustrissima, famosigsima e universalissima confraternita dei gotto.si, con piedi storti e mani rattrappite siano essi della Chiesa, della Nobiltà o del Terzo Stato - salute, il bicchiere in mano. a I doveri inerenti al posto che noi occupiamo, e' jn1pongono di ricompensare i grandi servizi dei nostri bravi e generosi allievi , i quali sin dalla gioventù si sono consacrati ai nostri Dei tutelari, sacrificando sui loro altari beni, spirito e salute, ed hanno impiegato i giorni e le notti a meritarne l'attenzione . . « Informati, ecc. « Per que:,ti motivi, su parere del nostro Senato nodoso, convocato espressamente, Noi ab .. biamo ricevuto e riconosciuto il Sig ..... quale uno dei nostri cari confratelli; « e pel - suo merito personale . lo abbiamo creato ec1 elevato, lo creia1no e eleviamo al rango ed alle prerogative di !~rande invalido e arei-gottoso di primo orèline; « il detto officio gli spetta in piena ed assoluta pt<>prietà, con diritto di trasmissione ai discen · ile11ti, e gli conferisce gli onori e privilegi seguenti, . 'permanenza,. cioè : portare il berretto da notte in Il~ calze e le mutande di castoro, il bastone a b.:cc<.) di corvo, le gruccie in caso di bisogno, ecc., di sedere in una poltrona a rotelle per sei mesi dell'anno e anche di più se è necessario, ecc. ecc. Gli è a~corclato il diritto di lagnarsj a yoce alta, di brontolare, gridare, urlare e tempestare e persin•) di battere chi si trova a sua portata durante l'acuzie dei suoi d olori. In compenso del detto officio, gli imponiamo la sciatica, la colica nefritica, l'as111a, le nodosità alle mani e ai piedi, i crampi e il torcicollo e la rivoluzione d'umori, il t11tto pagabile ·alternativamente di mese in mese, senza alct1na riduzione. Infine gli assegniamo in for1na di gratificazione, un miserere, che lo accornpagnerà infallantemente alla tomba. « Così (lecidiamo, ecc. In fede di che, la nostra n1ano contorta e tremolante sottoscrive con difficoltà la presente, controfirmata dal nostro se· aretario e .munita del sigillo delle nostre armi. ~ . «

Dato a Gottopoli ecc. »

R . B.

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IL l"'OLICLINICO

CErtlfJ BIBLIOORAFICI (Non si ~ecensi1cono eh~ i l1~fi Perfenuli in dono alla Redaziotte)

M. }ATTA, G. LORIGA, R. MAGGIORA. La tubercolosi nell'uomo e nei bovini. 1 voi. in-4, con 1 ta v. Roma, Tipografia delle Mantellate, 1912. La nostra Direzione generale di Sanità aveva da tempo affidato a Jatta e Cosco lo studio dei rapporti che intercedono tra la tubercolosi umana e quella bovi11a. Nel 1903 questi valenti sperimentatori furono, - nel dilagare delle opinioni contrarie - tra i primi ed isolati assertori della dualità. Altre ricerche furono poi eseguite da Jatta con diversi collaboratori. Nel 1905, in una nuova pubblicazione, essi contestavano l'esistenza degli stipiti atipici e di transizione. Risoluta la parte batteriologica e poicbè le opposizioni continuavano, si è voluto ora affrontare lo studio epidemiologico della questione. N'è risultata una documentazione di alto interesse scientifico e pratico. L'Italia. sj prestava a queste indagini, poichè la tubercolosi vi assume diffusione molto ineguale. È stata scelta la Sardegna, ove la mortalità per tubercolosi umana è molto elevata : vi raggiunge il 2 %0 ; in provincia di Sassari tocca persino il 2. 5. Eppure iJ bestiame vi è pochissimo attaccato ; in alcune località della Sardegna anzi la tubercolosi bovina è del tutto sconosciuta. Sulla diffusione de1la tubercolosi umana dunque l'assenza della tubercolosi bovina non assume importanza di sorta. \~ iceversa in alcune località della penisola i germi della tubercolosi bovina si riscontrano quasi costantemente nel latte e nei latticini (Cosco) ; eppure la tubercolosi umana vi è poco diffusa. Sono stati anche esaminati 110 espettorati. Solo in quattro si rinvennero dei germi che poterono essere classificati tra gli atipici ; ma poi furono dimostrati umani, come tutti gli altri: non esistono ceppi di passagF'io. Queste ricerche confermano nelle linee generali ]e vedute di Koch sulla indipendenza delle due tubercolosi e quindi sulla necessità di difendersi principalmente dalla tubercolosi umana. Felicitiamo il nostro Laboratotio batteriologico della Sanità pubblica per questo nuovo e interessante contributo allo studio della vitale questione. T. I. (~.

BRAMB1I.LA. Un malariologo del settecento (Giovanni )!aria Lancisi). ~Iilano, 1913. Le idee nitide, pratiche e in gran parte originali di T,ancisi sulla malaria hanno efficacemente contribuito alla lotta conto il secolare flagello in Italia. Nel campo etiologico egli attribuiva la (22)

XX,

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malattia ad esalazioni inorganiche dovute in parte alle larve di culiciji; nel campo terapeutico ~eppe diffondere l'uso della chinina; nel campo profilattico seppe imporre l'adozione delle bonifiche idrauliche e far valere I' importanza di varie norme d'igiene. È strano un apprezzamento sulla profilassi chininica (data da quei tempi!): , non si usino - egli dice - rimedi quando si è san.i: e perciò si escluda l'uso della china-china, che va messa fra i rimedi da usarsi quando colpiti da febbri malariche ». Le idee professate dal Lancisi sulla malaria sono state raccolte nell'opuscolo che presentiamo, insieme a dati biografici e note illustrative, dal prof. Brambilla, il benemerito direttore dell 1 Istituzione a- Giuseppe Visconti di Mondrone ». L'interessante opuscolo verrà inviato in omaggio a tutti i nostri abbonati che ne faranno richiesta alla sede centrale dell' Istituzione (Grazzano Visconti. l\Iilano). R. B. •

V. GANDTNt. Nozioni elementari d'igiene. l vol. in-8 gr. di pag: 126. Valenza. Tipografia Editrice L, Battezzati, 1912. L. l. 50. È un lavoro di propaganda ben condotto, chiaro, • con1prens1vo. Contiene cinque lezioni tenute alla scuola tecnica d~ Valenza. Vi sono esposte nozioni generali di anatomo-fisiologia, i concetti generali sulle malattie e le nozioni essenziali concernenti le malattie infettive, l'alcolismo ed i soccorsi d'urgenza. Un'appendice tratta dell'igiène infantile. La vendita andrà a beneficio del Collegio-Convitto di Perugia. R. B. I

È uscito il nostro

Premio Straordinario : '

Pro:f. F. DURANTE

TUBERCOLOSI ESUA CURA ABASE IODICA /

ed affinché i lettod del • Policlinico • possano !ormarsi un criterio dell'lmport!\.oza del liÒro che costa L. 3,50 ma che ai nostri associati viene ceduto per Una Lira solamente, ne diamo qui appregso l'indice. · INTRODUZIONE. -- Cause della tubercolosi - Easenza. del processo tubercolare - Efietti auatomici e clinici del processo tubercolare - Diagnosi della tubercolosi In generale Id. dell'ascesso freddo - Id. della Jiofoadenite tubercolare Id. de l'aden ite mammaria e salivare tuhercolari - Id. della. prostatite tubercolare - Id. della cistite tubercolare - Id della pJenonefrite tubercolare - Id. della peritonJte tubercolare - Id. della pilorite tubercolare - Id. della cieco-appendicite tuberco· lare - Id. della retLite tubercolsre - Deli'idrope articolare tu· bercoloso - Id. della osteite tnberoolarP - Prognosi - Tratta· mento igienico e iodico della tubercolosi in genere - Cura della tubercolosi polmoaare - Id. della pleurite e peritonite tuberco· lari - Id. della pilorite 9 cieco-appendicite tubercolari - Id. della metrite òel collo ed endometritt tnbercolarJ - Id. dell:t cpid!dimite ed orchite tubercolari - Id. della prostatite tubercolare - Id. della cistite e pielo-nefrite t•1bercolari Id de1!e ulcere tubercolari della pelle - Id. della. linfoaden1te tubercolare - - Id. dell'ascesso freddo - Id. delle artrosi no viti 11bercolari Id. dell'osteite tubercolare.

Per ottenerlo subito, tnvlore Cartolloa-Vo11Ja da tJX.l LIR l , unendovi la

~ .

cctta d'ab!.looamcnto o lndleanclo il nume10 della

u1edeslula, ~elo!)lvamen'e al Prof. Enrico Morelli. \' la del Trl· M>oe, C6, Roma.


LANNO XX, FAsc. r8]

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sgz1omt PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE . La morte bella.

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I spirato da urt sentimento di fra terno dolore per la_morte.di ·u n i;tsigne medico triestino che s1' tolse la vita dopo lungh~ soffe'Yenze cagionategli da ·u n carcinoma inoperabile della laringe, uno dei p-iù di. stinti medioi delle provincie italiane dell' A u st'Yia, ha scritto net Piccolo di Trieste il seguente articolo~ che trova bene i·z suo posto in questa -rubrica, destirtata a t'accogliere ogni voce che r1'cordi ai medici, ancor pri·ma che agli altri , la gra·n dezza de1· loro sact'ifizi, cui vanno incontro serenamente, vit time consapevoli' e ·sion iticoronate di rose. C.

Chi ami rileggere le vecchie carte, e sfogliare atti polverosi e imagini antiche, chi si compiacccia di dedicare quàlche parte del ' suo tempo allo studio della storia della medicina nei secoli scorsi ed abbia famigliari le figure dei medici di quell'epoca, e il frasario da loro usato, non può a meno di considerare come e quanto sia mutato da quei tempi, e anche da altri a noi più vicini, il rapporto fra il medicò ed il pubblico. I medici di altri tempi, chiusi nelle loro autorevoli vesti meno severamente chè nei loro secolari sillogismi, erano, un po' tutti, sacerdoti di una religione misteriosa, interpreti che mal volentieri traducevano ai profani il secreto linguaggio dei riti : dall'alto di una cattedra, alla quale la scienza proveniva da considerazioni filosofiche o da ispi· razioni divinatorie più che dalla esperienze della vita, amavano essere cinti, come il Dio della Bibbia, dalla nuvola del mistero. Ed anche la sana e vera esperienza della vita, raccolta nella opera monumentale dei grandi classici antichi era divenuta rugiadosa ed incartapecorita, passando nei folianti del medioevo, circondata e conclusa dai limiti ferrei dell'autorità magistrale, che nessuno osa va varcare. Veni va cosi al medico quel rispetto profondo ed anche quella sorda inimicizia che circondano chi si avvolge del mistero: e la medicina sembrava un privilegio sacro, quando altro non era che una tradizione ischeletrita, e male rimpannucciata di citazioni greche e latine. Ma anche veniva alla medicina ed ai medici la grande forza suggestiva sulle masse inco oscie; e i mediri, fino a non molti decenni or sono, passavano, riveriti o temuti, venerati, odiati o crocefissi, raramente glorificati. ma sempre staccati, isolati dalla folla. Mutarono, col volgere degli anni e col progresso della scienza, le cose. Tornò il medi~o alla prima fonte di ogni sapienza, all'osservazione della na· tura, e si insediò al letto del malato, lasciando

alle biblioteche i volumi di Ippocrate e di Ga· leno; e fu uomo fra gli uomini, conoscitore profondo ed acuto dell'organismo, di cui uno ad uno gli furono noti i segreti al chiarore, tal volta abbagliante. di mille novissimi 1nezzi di ricerche, conquistati a mezzo della sua vita, e, perdendo l'aureola dell'apostolo. guadagnò la coscienza della sua uman!tà; e fu per i sofferenti un cambio fortunato. La medicina scese a terra . fra il popolo; di vennero tesoro di tutti cognizioni che sino a pochi anni or sono erano scritte nei libri segreti, suggellati con sette c;uggelli; si sparsero e si pubblicarono, giorno per giorno, le notizie di tutti i lavori, di tutte le scoperte, di tutte le ansie, le speranze, i fervidi studi, le delusioni amare : e il tempio della medicina divenne la casa di cristallo, aperta a tutti gli sguardi. La fed e cieca, la superstizione sparvero : ma scese nella coscienza di tutti gli uomini il convincin1ento della potenza dell'arte medica, d E:lla sua grandezza: soltanto non aumentò di pari passo la fede personale n ei medici, che rimasero pur sempre, per la grande folla, gli individui un po' mistificatori dell'umanità, un pochino, diciamolo pure, untorelli ; tanto c'è un fondo di sincerità nel tono scherzoso con cui taluno si meraviglia che il medico sia malato e soffra sul ~erio , e talaltro, parlando di un medico che non ha in casa sua un'epidemia , e sta bene di salute, soggiunge con u11 sorriso: a ab, grazie, ci vuol poco, quando si è medici, a difendere la propria pelle ! ». Deriva, da considerazioni di questo genere, una diffusa, una falsa convinzione sul potere dei medici: falsa anche a non parlare delle malattie che derivano ai medici , e sono molte e gravi, dall'e· sercizio professionale. e di riverbero anche un falso generalizzare sull'impotenza d i essi quando in un caso manifesto si const at a come la decantata immunità dei medici nulla sia che una fantasia. Quando si legge il caso di un medico, diagnosta insigne ed esperto, che pur a vendo diagnosticato con esattezza il suo grave male e sapendo prossima la sua morte, non è giunto nè a diminuire le sue sofferenze, nè a prolungare la vita, o d'un altro che, con un gesto a cui non si può negare la bellezza eroica, ha posto fine alla • sua esistenza, sapendo inoperabile il male che lo n1inava da lungo t empo, si finisce generalmente col dire: « Ma che cosa può dunque la medicina , se nemmeno i medici, quando sono ammalati sul serio, possono farci qualche cosa? Se neanche i 1nedici sanno il gran segreto, cosa faranno per noi ?» Il ragionamento h a un lato debole: tion pre(23)


IL POLICLINICO

vede cioè il fatto reale, che di fronte al male, il medico da solo non è immunè, ma in rèaltà sta molto peggio di ogni suo malato. Mille volte più infelice di lui, egli non solo ha il male, ma anche • ba Ja coscienza del male; alle sofferenze fisiche, che egli non osa lenire, perchè sa ed esagera a sè i pericoli dei narcotici , si aggiunge la sofferenza m orale della diagnosi sicura, della infalli bile certezza dell'esito. E sarebbe forse bene se coloro cl1e giudicano facile la professione del medico, pensassero per un momento al dramma angoscioso che si svolge ne.l l'atiimo di un uomo, che sapendo per propria esperienza il proprio male, n e constata giorno per giorno il progresso, n e sorveglia i sintomi, ne intende i fenomeni: e quasi sorride, doìorosamente, della certezza della pro· pria diagnosi , che invano invoca fallace, nel suo, come in tanti casi di malati , al cui letto ogni medico lascia un lembo del suo cuore. E tutti coloro che lesseru la nota di cronaca che narrò il suicidio di un medico insigne, di un gentiluomo perfettissimo, dovrebbero pensare attraverso a quali atroci spasimi deve €sscr giu .. to alla conclusione terribile, e per quali segrete vie; e con· venire cl1e nell'anima del medico cbe esamina con critica serena e lucida il proprio morbo e segna a sè mede;,imo la fine, si svolge una di quelle tragedie alle quali nessuno può negare un consentimento_ Non di pietà: non è il caso di parlarne, nè di chiederla. È soltanto giusto domandarsi se - con questo « saper inerire », che è tanto più difficile di « saper vivere» - i medici nei nostri tempi non abbiano conquistato per quelli fra loro che sono motti con un gesto semplice, con una parola serena, con la coscienza della morte, nella città o nei villaggi sperduti, nelle cliniche ove trovarono l'infezione e la morte, o sui campi sanguinosi delle recenti battaglie meritan1entç, un'aureola più nobile e più bell a di quella che il · mistero o la superstizione accordavano ai loro colleghi d altri tempi: la prova che, di fronte alla 11atura, non esiste differeIÌ7o. di sorta, o se mai, a sfavore del medico; che egli, inalato è sofferente, malato come e più del più infelice dei suoi infermi, perchè gli manca o non gli è sufficiente quella parola di fede, convincente anche quando è pietosamente bugiarda, che il più grave malato attende, col labbro sorridente, con l'angoscia nel cuore. dal suo medico. E chi afferma, non senza ragione, che la 111orte con la coscienza alta e serena della fine è la più umanamente bella. non dimentichi che questa suprema bellezza è a prezzo delle ~offere11ze morali più gravi, degli spasimi più profondi; i quali pur sono risparmiati in grandissima parte a quelli cui il medico può, se non sanate, curare con de· licata pietà. Dott. A. CASTIGI.IONI. (24) r

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Il servizio e il personale sanitar;o n1ilitare. Egregio doctor Ca f~ ·;,

Incoraggiato dalla sua benevolenza, per la quale già altre volte ha accolto articoli riguar<ìanti il servizio e il personale sanitario militare, commen· tandoli benevolmente, mi permetto scrivere anche io ed affidare pertanto la presente a Lei, tanto gentile ed a:qimato da elevato ~pirito di colleganza professionale. Che l'organizzazione del servizio sanitario militare in Italia fosse defiC'iente, l'aveva già rilevato la Commissione d'inchiesta sull'esercito, ed anche dopo gli scarsi, scarsissin1i provvedimenti presi, era convinzione di chi conosce il servizio, che questo non avrebbe fatto pertanto un passo avanti. La Commissione d'inchiesta aveva const·atato come negli ultimi anni, pur aume11tando le esi· genze sanitar!e presso i corpi e presso gli ospedali militari, il persot:ale fesse stato di non poco ridotto per speculazioni organiche e per spirito di econotnia, causando una gra ve crisi nel servizio. Si provvide a tanto au1nentando il numero dei capitani, ma nello stesso tempo si au1nentavano i reggimenti alpini, di ca;alleria, di arti· glieria, cosicchè l?aumento del personale che doveva servire per Je deficienze conosciute dalla Commissione suddetta, non è ne3nche bastato per i n11ovi reggimenti. Dato tale stato di cose il personale ed il servizio a cui essi debbono attendere trovasi tuttora nelle tristi condizioni già rilevate dalla Con1missione d'inchiesta con questa aggravante: che cioè il servizio sanitario militare si è reso moi to più difficile e delicato che per il passato; la salute delle truppe è ora gelosamente custodita, tutelata dal terrore di possibili invettive o interpellanze dei partiti avanzati; le pratiche mediche legali sono burocraticamente sempre più complicat ~ e nu1nerose. La guerra libica 11a poi dimostrato palesen1ente come urgano provvedimenti radicali per un servizio tanto importante, per quanto ciò non si voglia ufficialmente rjconoscere. I ~aggi ù il medico era la persona più cara a soldato ed all'ufficiale; tutti lo interpella vano, lo chiamavano chiedendogli minuziosi ccnsigli per difendersi dal colera, dal tifo; tutti l'avrebbero voluto vicino, quando si doveva andare incontro al nemico. Ed il medico, sempre premuroso, sempre animato da spirito di sacrificio ha saputo degnamente rispondere all'ansioso conforto che cercavano gli altri, nulla chiedendo per sè. Ha lottato contro il colera, contro il tifo micidialissimo, contro le febbri di diversa natura, nemici questi (come risulta approssimativamente: morti per ferite: 1500; per malattie circa 2000) molto


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SEZIONE PRATICA

più pericolosi degli arabo-turchi; si è disimpe· denùo di tanto apparente ma molto fugace fagna to ugualmente in modo meraviglioso sulla vore, è alla pari degli altri ufficiali che a 32 e linea del fuoco, sostituendosi e provvedendo 33 anni sono capitani. Con questa disparità però~ di persona alle .n on poche manchevolezze del- che a 20 o 2r anno, quando gli altri so110 già 1'organizzazione del servizio, ma il suo non è stipendiati dallo Stato, egli è a carico della sua eroismo. . . . . Egli ha fatto più del suo dovere famiglia per studiare ed ottenere una laurea per con rischio tante volte maggiore degli altri com- i bisogni dell'esercito. battenti, senza almeno il conforto, se offeso, di Ed ho ..chiamato transitorio e fugace favore· offendere. Eroe è chi col fucile o con la sciabola quello di essere dopo 7 anni capitano, giacchè del comando va in cerca del neµiico; non chi al quelli che attenderanno in seguito tale promonemico si espone inerme, ed esposto ugualmente zione la raggiungeranno progressivamente, per· alle pallottole, attende a cercare e medicare i inevitabile turno di anzianità e bisogni d'orgaferiti, non è eroe chi sta fra i tifosi e i colerosi nico, a 36, 38, e gli ultimi entrati lo scorso anno, e continuamente in mezzo a disagi, con scarse forse a 40 anni. Ma S. E. si· è limitata ad acrisorse di profilassi li assiste e li cura ... cenna-re i vantaggi della promozione rapida a Il medico, sia nella vita civile che militare, ha capitano; perchè non ha aggiunto che nel m entre dimostrato in ogni tempo e circostanza spirito il medico resta ancora a tal grado, gli altri di docile, pieno di abnegazione fino al sacrificio, e pari anzianità raggiungono i gradi superiori? tale sua docilità, tanta sua modestia è causa perchè non ha aggiunto che gli ufficiali combatprima se egli non conquista nella società il posto tenti liquidano una p ensione maggiore di circa che per l'alta e importantissima sua missione gli un terzo, favoriti anche dalla concessione dell'aspettativa speciale? / compete. Al medico militare si aggiunge la malintesa diIl momento è propizio per provvedere al sersciplina che pertanto lo costringe a tutto subire vizio sanitario militare, esponendo alla Nazionein silenzio, e se occorra soffrire l'ingratitudine e in modo onesto e sincero le enormi deficienze e le rappresaglie di chi nei momenti di bisogno come a tanto finora abbia sopperito in parte lo spirito di abnegazione del personale. E dico in non esita abusare dell'opera sua. Ora è tempo che il medico si liberi, si emancipi parte, giacchè, per quanto si voglia, pure la voda quell'opprimente ed egoistico spirito d'uma- lontà non basta ed il servizio ne soffre non poco_ ' milioni alla Nazione, ma nou si spennità· che la società a lui regala, quand'egli erge Si chieggano il capo e vuole far valere i suoi diritti, giacchè dano come Io scozzese che, disponendo di solo.una lira al giorno, voleva b ere per 75 centesimi i suoi doveri sono tanto duri e gravosi, per quanto e per quanto rigirasse i 25 centesimi rimasti, agli altri preziosi. Il medico militare, che per ben sei anni ha do- eran'o sempre troppo pochi per mangiare! S1 vuto sciupare tempo e denaro per meritare una spendano invece nella vera misura necessaria a laurea, egli che <leve ancora ritornare allievo a tutti i bisogni ' del servizio sanitario, sia perso-· 25 anni nella Scuola militare di Firenze, egli che nale che stabilimenti e materiale; e non si di· deve anche subìre e superare un concorso per stolgano e si facciano assorbire in altri servizi,.. per abitudine e tradizione e spirito di casta ririsultare effettivo, egli merita ben altros e non d'essere il paria dell'esercito, sia dal punto di vista tenuti più indispensabili, più importanti. morale che materiale. Si vuole che il personale sanitario militare non sia ben visto in alto; e sia pur cnsi, allora ben *** Come potrebb'essere organizzato il servizio sa ... venga chi con mano più energica e poderosa che non sia stato fatto pel personale contabile, nitario militare, per rispondere meglio alle esigenze moderne? provveda a liquidare completamente il servizio Pregiudiziale fondamentale è di assicurare la sanitario militare; almeno ne resterà tutelato il continuità del servizio nei Corpi e negli Ospedali· decoro professionale. Il pubblico però sa ·per boc~a di S. E. il Mi· . e non distogliere il personale continuamente per nistro che la carriera del personale sanitario mi- altre mansioni (Consiglio di leva, operazioni relitare è stata di non molto migliorata, tanto da sesi giornaliere nei distretti, disposizione Mini-concedere, dopo 6 o 7 anni di grado, di essere capi- steri diversi, ecc.). Nei reggimenti, specie in quelli di fanteria, as-· tano. Il pubblico sappia ora che solo in linea transitoria invero dopo tale tempo si raggiunge segnare quale capo.servizio un capitano o magil grado di capitano, ma, dato che il medico per giore, assistito almeno da un subalterno; un sotto. gli studi indispensabili alla sua professione di- ufficiale infermiere per ogni battaglione od equiviene ufficiale effettivo a 26·27 anni. egli. go- valente, giusta l'ammirabile organizzazione del(25) I


IL POLICLINICO

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l'esercito t edesco, ed in genere di quasi tutte le nazioni europee e anche del Giappone; e da istruirsi in modo soddisfacente un aiutante e quattro porta-feriti per compagnia; scegliendoli fra i militari più disciplinati, più generosi, più capaci. Data tale organizzazione nei reggimenti, si potrebbe avere un servizio sanitario completo che vigilasse e seguisse completam.e nte il soldato nel1'estrinsecazione della sua vita fisica e psichica, ·suggerendo per la sua educazione ed istruzione metodi proporzionati alla sua.mentalità. Sviluppo non indifferente potrebbe darsi alla propaganda igienica, di cui ha cosi bisogno la nazione per ' debellare tanti pregiudizi e combattere tanti ma.lanni. Le infermerie, dotate di maggiori mezzi e Tegolate da altre disposizioni, potrebbero risparmiare l'affollamento degli Ospedali, tenendo in -o sservazione od in cura un maggior numero di •casi meno gravi. In campagna basterebbe un medico per batt~glione per la visita medica giornaliera e per l'jntervento nelle ferite più gravi, giacchè la semplicità della cura di queste con la provvidenziale tintura di iodio rende più che sufficiente l'opera del sott' ufficiale infermiere, degli aiutanti e porta-feriti ben addestrati per le ferite più lievi. Con una tale organizzazione si può garantire al ferito una pronta e sufficiente me(licazione, ~d "il suo rapido trasporto in luogo di cura,_requisiti importanti per la sua guarigione.j Negli Ospedali s'impone assegnare sufficiente personale esperto e non improvvisato; personale cioè .c he, riconosciutane la capacità tecnica, faccia la sua carriera negli ,.Ospedali, . sia come assistente che quale capo·reparto e direttore. Negli Ospedali creare anche dei sott' ufficiali infermieri, almeno uno per reparto, ed in caso di bisogno ag · gregarne qualcuno dei Corpi, riserbandone uno anche per la farmacia. Il semplice patentino è stato riconosciuto per i borghesi titolo s11fficiente per gestire una farmacia; un sott'ufficiale pratico egualmente del servizio di farmacia potrebbe fare risparmiare del personale fannacjsta negli Ospedali. Il direttore nell'O:;pedale avrebbe le stesse man· sioni dei direttori degli Ospedali civili, cioè compito ·semplicemente direttivo e disciplinare, lasci:'lndo piena libertà e responsabilità ai caporeparti, nella cura e nei provvedimenti da prendere per ogni ammalato. Il direttore sarebbe coadiuvato per la parte amministrativa da contabili, il cui direttore dei conti o relatore, sarebbe unico responsabile della regolare amministrazione; per la patte disciplinare della truppa da altro ufficiale combattente o contabile, restando a lui solo .un tnedico quale segretario tecnico.

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Quindi scomparirebbero il relatore medico, l'aiutante in 1° ed in 2°: il medico farebbe il medico... Per ogni Ospedale o gruppo di Ospedali si dovrebbero fissare degli ispettori, almeno due; uno per la parte medica e l'altro per la chirurgia. Essi verrebbero consultati nei casi più gravi e difficili ; cooperando, se del caso, col personale del reparto nella cura dell'ammalato. Inoltre dovrebbero sopraintendere specialmente all'indirizzò tecnico dell'Ospedale, facencio le relative proposte direttamente all'Ispettorato ed informandone anche la direzione. Tali ispettori potrebbero e<3sere srelti fra i professori universitari, o fra i capo reparti degli Ospedali importanti; ovvero potrebbero essere dei colonnelli medici di provata e seria capacità tecnica e scientifica. Indispensabile cosa è quella di coltivare l'istruzione tecnica del personale, quindi facilitargli lo studio, ed in modo speciaJe ai componenti degli <)spedali, concedendo a tu~.:i indistintamente, e se occorre parecchie volte nella carriera, di poter frequentare Cliniche, e meglio ancora Osp~dali civili di loro scelta. Già poteva anche prima prevedersi, ma durante I.a guerra ci siamo assicurati di questo: l'ufficiale medico può essere un ottimo capo reparto, ma pessimo capo servizio, capo divisione, e cosi il contrario; in altri termini, c'è chi sa benissimo • organizzare un servizio, provvedendo a tutto in modo meraviglioso ; c'è chi sa invece bene attendere alla cura degli ammalati. , Ecco perchè sarebbe opportnno che anche in tempo di pace vi (osse in ogni comando di divi.. sione un ufficiale superiore medico, il quale oltre a disbrigare le pratiche d'ordine sanitario, ora in mano a persone poco competenti, dovesse sopraintendere al servizio sanitario pres~o i Corpi, ed assieme al direttore dell'Ospedale studiare e tener sempre al corrente la mobilitazione per la parte sanitaria. Nei presidi importanti non sede di divisione territoriale si assegnerebbe in un Corpo un maggiore medico per dirigere e regolare il servizio del presidio, concentrando possi· bilmente gli ammalati in una sola infermeria. Per i molteplici servizi esterni, non di Ospedale nè di reggimento, cioè per i servizi presso i distretti, presso i Consigli di leva, ecc., si do· vrebbe tenere apposito personale a disposizione: e tali servizi adesso sono tanti che non c'è da temere che tale personale restasse inoperoso. Quanto sopra riguarda solamente l'organizzazione del servizio, ma bisogna provvedere anche alla posizione economica del personale. Nello stato attuale il concorso di giovaui per la vita militare è di molto ridotto; cau::-a il com-

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penso non proporzionato alle esigenze della posizione di un ufficiale. Lo stipendio iniziale di sottotenente o tenente ·è in modo assoluto insufficiente e dovrebbe esser portato a lire 2600, 3000; quello . di capitano .a 5000, quello di maggiore a 6000, lasciando invariato il resto. Elevare l'indennità d'arma per i medici a lire 1000, come è per gl'ingegneri del Genio militare in marina concedendo inoltre un'inden, nità. di carica di lire 600 per i capi~ervizio, di lire rooo, e di lire 400 rispettivamente ai capi "I"eparto ed assistenti ospedalieri, intendendo che tale indennità dovrebbe esser corrisposta nella dovuta proporzione giornaliera anche a coloro che, sia pure provvisoriamente, venissero comandati ai sud«ietti servizi per sostituire il titolare. Nel momento attuale in cui le Commissioni esaminatrici per i posti nella Magistratura, nel Genio civile, nelle Scuole secondarie, ecc. rlferi-scono che i buoni elementi disertano perchè hanno migliori attrattive e che perciò non si ha modo di coprire i posti· convenientemente, non sarebbe , ·male se eguale tattica volessero serbare que. . li jell'Ispettorato di sanità militare che invece trovano sempre ottimi elementi, specie se presentan<\ 3 o 4 chilogrammi di pubblicazioni! HÒ scritto troppo, non quanto però richi.ederebbe l'argomento ..... Sarebbe però mia soddisfazione se quanto so-pra potesse stimolare altri a scriverne, sia pure .d imostrando esagerato ed infondato il mio dire, purchè però si scrivesse con parj sentire ~i decoro professionale. Un assiduo del

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Policlinico

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C)ronaea del movimento profes"ionale. Obbligatori'età della inscrizione nell' A l~o degli Ordini. -Mentre il Tribunale di Roma, continua, quasi ad ogni udiénza, a condannare per contravvenzione ali' art. 53 della legge sanitaria, t\7.sto ~1nicq, i sanitari non inscrittisi nell'Albo dell'Or·dine, la Corte di appello di Aquila ha dato nuovo valore a questa giurisprudenza, decidendo sull'ap· pello del P. M. contro una sentenza del Tribunale <Ii Chieti. Questo (come noi già riferimmo) il 13 dicembre 1912 aveva dichiarato non farsi luogo a procedere contro due farmacisti non inscritti -nell'Albo dell'Ordine della provincia di Chieti. Con sentenza del 5 aprile 1913 la Corte di Appello di Aquila , accolto l'appello del P. M. del Tribunale di Chieti, ha condannato i convenuti a lire 83 di multa con la sospensione dell'esecuzione per cinque anni.

Crediamo opportuno di riassumere brevemente i motivi della sentenza, di cui è stato estensore il consigliere ca v. Francesco Mancini. La sentenza comincia col premettere che la legge del ro luglio 1910 ~ mira a tutelare meglio gl'interessi dei sanitari, istituendo gli Ordini delle varie classi dei medesimi e dando cosi ad essi un.a rappresentanza legale che prima non avevano, e mira altresì a garentire maggiormente la salute pubblica, il servizio sanitario. richiedendo mag· giori requisiti per l'esercizio di detta professione e sottoponendo gli esercenti alla vigilanza del consiglio amministrativo dell'Ordine a cui essi appartengono, per assicurare che gli esercenti stessi serbino il necessario decoro e indipendenza e che sieno repressi gli abusi e le mancanze di cui essi si possono rendere colpevoli nell'esercizio professionale, nonchè per comporre le controversie fra sanitario e sanitario e fra sanitario e cliente ». Osserva che la legge in parola è applicabile a tutti gli esercenti, vecchi e nuovi, non potendosi permettere ai vecchi esercenti, che costituiscono la grande maggioranza, di non uniformarsi alla prescrizione della nuova legge, senza dimostrare di possedere i maggiori requisiti da questa richiesti nel pubblico interesse. Nè vale obbiettare che la legge non può avere effetto retroattivo, poichè la legge, nulla disponendo per lo passato, richiede per tutti esplicitamente l'isci:izione nell'albo, senza limitazione di sorta. Non si possono accampare quindi diritti acquisiti, poichè di fronte ad una , legge che porta disposizioni di ordine _pubblico, non si possono far valere diritti acquisiti, come ' nel campo del diritto privato. Non si può neanche sostenere che il sanitario non abbia,, l'obbligo imprescindibile di chiedere la iscrizione nell'Albo, perchè il Consiglio Sanitario poteva iscriverlo di ufficio. Infatti se il Consiglio sanitario provvede alla formazione degli Albi provvisori, ciò non vuol dire che possa iscrivere di ufficio un esercente, senza che questi abbia presentata la relativa domanda. Osserva infine la sentenza che il Tribunale di Chieti errò ritenendo che il fatto non sia punibile, perchè la legge nuova non stabilisce il termine, entro cui l'esercente deve presentare la domanda d'iscrizione, e perchè la legge non con~ tiene sanzione alcuna contro chi non si uniformi alle dette sue disposizioni. Il termine per presentare la domanda è stabilito dall'art. 42 del regolamento 12 agosto 19II, c9l quale si aispone che entro un mese dalla pubblicazione del Regola· mento, il Prefetto avrebbe invitato tutti i sanitari residP.nti nella provincia a presentare nel termine di quiridici giorn1: domanda documentata per la provvisoria iscrizione nell'albo provinciale

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della rispettiva professio11e. Non avendo ciò fatto i convenuti, ed avendo continuato ad esercitare la professione, han contravvenuto agli art. 3 della L egge 10 luglio 1910 e 9 del relativo 1egolamento e devono soggiacere alla pena pecuniaria commin ata dall'art. 53 della legge 1 agosto 190 7, che non è stato punto abrogato. '

Le pefizie medico-legali. - Il Consiglio della Società di medicina legale di Roma essèndosi dovuto occupare a richiesta di , parecchi soci delle gravi condizioni delle perizie medico-legali in Roma, specialmente per quanto concerne i cultori della medicina legale, ha votato il seguente ordine del giorno: ...1 . « La Società di medicina legale, convinta che i lam~ntcti inconvenienti dei sistemi fin qui seguiti nella scelta dei periti medico-legali, debbono essere rimossi completamente nella esatta applicazione del nuovo Codice di procedura penale, nomina una Commissione di cinque soci coll'incarico di studiare la questione e riferirne nel più breve tempo possibile ». Società M ed·ica L igure di M. S. - Giovedi 20 aprile nel locale sociale sito nel Palazzo dell'Accademia di Belle Arti in Genova ebbe luogo la Assemblea della Società Medica di M. S., con la presenza di numerosi soci. Il Presidente fece rilevare le soddisfacenti condizioni morali efinanziarie della associazionee·dopo la relazione propose l'approvazione del bilancio consuntivo del 1 9 12 , che venne fatta ad unanimità. Da questo bilancio si rileva che il numero dei soci è di circa 250 ; che furono assegnate durante l'anno 1912 circa lire 2500 di sussidi; che la somma totale ' già distribuita a tutt'oggi dalla Società sorpassa la cifra di 85 mila lire. In fine di seduta venne deliberato di intensificare la propaganda a favore della Società per a11mentare il numero dei soci e le forze morali e finanziarie del sodalizio, per potere, col suo maggiore sviluppo, rendere più intenso e proficuo il suo nobile mandato. A tale scopo il p residente fece calde sollecita· zioni ai presenti, e rivolse vive raccomandazioni a tutti i medici-chirurghi, farmacisti , dentisti e veterinari liguri, perchè aiutino la Società con il loro concorso di iscrizi.Pni.

Pubblicheremo prossimamente: Silvestri, Opoterapia surreno-midollare ed epilessia; Lagaria, Il valore del clistere preventivo sui sintomi d'anafilassi.

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (3770) P ensione, m edici anziani . - Il Dott. F. S .

da P. C. desidera conosc~re se può iscriversi alla. Cassa pensioni come medico anzi a no rinunziandoal riscatto del quindicennio anteriore, e quale· pensione potrà, in tale condizione.. liquidare dopodieci anni di ~ervizio. Se intende rinunziare al riscatto del quindicènnio anteriore, non può invocare la legge sulle pensioni dei medici anziani, giacchè per questa è esso obbligatorio col relativo pagamento de1 premio prestabilito. Può avvalersi della legge comune. In tal caso_ però, per conseguire il diritto alla pensione, non. basta servire solamente dieci anni , ma occorre documentare di aver prestato servizio per 24 anni, sei mesi ed un giorno. Ripetendo i dati di età e di anni di servizio, non mancheremo di indicarle· l'ammontare della pensione. (3771 ). A ssenza per infermità. - Supplenza . Il dott. F. S .. da I. D. C. chiede conoscere se dovendo recarsi a passare le acque abbia diritto a. tre mesi di congedo in forza del proprio capitolato. Ila ben diritto alla supplenza gratuita durante· i primi tre mesi. • (3772) Stipendio. - Pagame1'tto . - Al Dott. G. C. da F. S. che chiede conoscere se sia giustificato· il rifiuto dello esattore a pagare gli stipendi dei medici condotti e se l'ufficiale sanitario che rilascia certificati per l'esportazione di carni macellate abbia diritto a compenso, rispondiamo che l'esattore non può rifiutarsi pel tassativoesplicito disposto dell'articolo 41 del vigente testounico ·delle leggi sanitarie e che il rilascio dei detti certificati, essendo fatto nell'interesse privato, è a pagamento. (3773) Esercizi pubblici. - Cettificato sanitario. -· Al Dott. F. P. da M. che chiede conoscere se gratuito è il rilascio dei certificati sanitari occorrenti per l'apertura di nuovi esercizi pubblici, rispondiamo affermativamente perchè detti certificati sono richiesti nell'interesse generale e pub· blico della igiene e della sanità. (3774) Ufficiale sa1iitafio. - DiYezione ospedale. Incompa tib'ilità. - Il Dott. G. G. S. da R. desidera conoscere se l'ufficiale sanitario sia ritenuto incompatibile a coprire il posto di direttore di un ospedale esistente in loco. Non esiste incompatibilità fra la carica di ufficiale sanitario e quella di direttore di ospedale esistente in loco. Nè è a pplicabile al caso l'analogia desunta dall'articolo 17 del testo unico delle leggi sanitarie, perchè le funzioni dell'ufficiale sanitario sono circoscrit te a quelle indicate dal successivo articolo 21. •

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L'uffifiale sanitario non rappresenta poi nel 'Comune di sua residenza il medico provinciale, ne è rivestito di tutte le di lui facoltà, relativamente all'ambito della propria giurisdizione. (3776) lnfo1'tuni sitl lavoro. - Prim~ cic.re. - Al Dott. D. A. da R. che ci interpella in proposito, rispondiamo che per prime immediate cure, il cui <>nere è a carico dello impr~nditore, si intendono quelle che occorrono per mettere in grado l'infortunato di recarsi in luogo adatto di cura. Non possono, quindi, i due interventi chirurgici, occorsi nel caso da Lei esposto, essere compresi nel novero delle prime cure ed essere pagati dallo impresario. • (3777) Ospizio di mendi'cità. - Cura. - Al Dott. Annibale Marini da Montepaone che ci interpella per conoscere se abbia diritto a compen5o per la . cura che egli, come condottato dei poveri, presta agli indigenti ricoverati nel locale mendicicomio, che dipende dalla Congregazione di carità, di· ciamo che in generale il diritto non vi è, perchè essendo i ricoverati anche poveri ed iscritti nel~ l'elenco avrebbero sempre diritto a cura gratuita. Potrebbesi parlar di compenso se il mendicicomio accoglies~e anche poveri forestieri o se il servizio fosse sottoposto a speciali modalità, onerose pel -sanitario. {3778) Asc;istenza sanitaria. - Il Dott. A. F. da T. chiede conoscere se gli operai addetti ad un -0pificio industriale ed inscritti nell'elenco dei po· veri abbiano diritto a cura gratuita e nella negativa a chi competa l'onere del pagamento. Si ha diritto a percepire compenso dai soli operai non compresi nello elenco dei poveri. Salvo patti o condizioni contrarie, l'onere del pagamento compete agli infermi e non alla Società, presso cui essi prestano 1,opera loro_ (3779) Capitolati. - Medico-aiuto. - Il Dott. E. G. da P. F. chiede conoscere se sia valida la nomina del medico condotto fatta in base a capitolato approvato dal Consiglio Comunale ma non ancora dalle autorità competenti, sebbene sia stata di tale circostanza fatta menzione nell'avviso di -concorso, e se sia valida l'istanza presentata da un medico con cui si dichiari pronto in caso di bisogno ed in mancanza di altri medici, a prov- . vedere a proprie spese per un supplente. La precedente approvazione del capitolato non ·è dalla legge richiesta a pena di nullità del con.cnrso. Il fatto costituisce quin•li, una semplice irregola1ità, attenuata nel caso dalla menzione espii· cita contenuta nell,avviso di concorso e dalla già avvenuta approvazione degli atti da parte del Consiglio Comunale. Sempre quando non risulti che solamente in forza della fatta esibizj.one del supplente, Ella fu

compresa nella graduatoria e prescelta dal Consiglio, non può inficiarsi di nullità la nomina con~eguita Il Comune potrebbe anche non accettare l'offerta. Si potrebbe parlare di nullità nel solo caso che Ella, ponendo il supplente, intendesse esimersi dal fare personalmente servizio, perchè mancherebbe allora la p1estazione da parte del medico scrutinato e ritenuto idoneo dalla Commissione. (3780) Congedi - Supplenze. Il Dott. G. M. da P. chiede conoscer~ se di due medici condotti sia l'uno obbligato sostituire l'altro durante il congedo e se per tale supplenza si abbia diritto a speciale compenso. Non si può <lai Comuni pretendere la supplenza reciproca da parte dei sanitari condotti se di tale obbligo non sia stata fatta esplicita menzione nel capitolato di nomina . In mancanza di obbligo contrattuale, potrebbe essere concesso un compenso, sempre che il sanitario si presti a lavorare oltre il normale, in modo da non far risentire la deficienza del servizio. (3781) Pensioni - Disinfeziorti. - Il Dott. M. A. G. P. da F. chiede conoscere se può riscattare due anni di servizio prestati prima della sua adesione alla Cassa quando egli percepiva l'assegno di sole lire 300, e se può pretendere compenso per le disinfezioni praticate, n ella qualità di uf ficiale sanitario, agli ag!a ti. Può riscattare i due~ anni in virtù del combinato disposto degli articoli 2 e 28 della legge 2 dicembre 1909. Le disinfezioni essendo fatte nell'in· teresse generale del servizio sanitario, sono gratuitamente eseguite presso le famiglie agiate. (3782) Rinunzia - Denunzia all'autorità giudiziaria - Armadio farmaceutico. - Il dott. F. S. S. da S. P. I. A. chiede conoscere: 1° Se essendo stato nominato medico condotto ed avendo assunto servizio da due mesi possa dimettersi; 2° Se dovendo l'ufficiale sanitario denunziare al Procuratore del Re persone esercenti illegalmente i'arte salutare sia tenuto a fornire le prove; e 3° Se il medico condotto che gestisce l'armadio farmaceutico deve somministrare i medicinali anche senza la ricetta del medico. Tranne espresso patto in contrario, durante il primo biennio di servizio come il Comune non può licenziarla in tronco, così non può Ella dimettersi. In caso di denunzia per contravven• zione all'arte salutare. occorre indicare all'autorità giudiziaria i testimoni che possono provare il fatto. A norma dell'articolo 52 del regolamento sanitario del 1906 qualunque spedizione di medicinali dagli armadi farmaceutici deve farsi esclu• sivamente dal medico concessionario dietro sua prescrizione scritta. Dal che deducesi che se per (~)

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lo stesso medico concessionario occorre la prescrizione scritta, a fortiori è essa necessaria quando l'ordinazione sia fatta da altro sanitario. (3784) Serv'izio pyovvisorio - Stabilità. - Il Dottore D. D . da C. D. B. desidera conoscere se un medico condotto provvisorio dopo due anni di servizio acquista il diritto a vita. Il medico condotto se non ottiene regolare nomina in base a concorso non acqui~ta giammai la stabilità. (3785) Congedo - Medico interino. - Il Dottore N. C. da M. chiede conoscere se quale med1co interino abbia diritto all'annuale congedo di un mese. Non ha diritto perchè il congedo. è accordato al med1'co condotto, mentr~ Ella è solamente funzionante da medico condotto non avendo ottenuta nomina a seguito di concorso. (3787) Aumento d1: stipendio - Previsione in bi• lancio - Mancanza det regolamento organico. - Il Dott. F. F. da A. N . espone che con nuovo regolamento organico fu aumentato .il proprio stipendio. a lire 1500 annue e che nel bilancio 19I3 fu stanziata la relativa maggiore somma occorrente. Se non ·che la Giunta amministrativa nella revisione del bilancio cancellò la maggiore previsione, perchè il regolamento organico non risul· ta va ancora approvato. Chiede conoscere se egli sia obbligato a restituire il dippiù percepito durante il primo trimestre dell,anno in corso. Prima che il regolamento organico fosse stato approvato, non avrebbe potuto e!'lsere pagato al sanitario il concesso aumento. Gli aumenti di stipendi decorrono, infatti, sempre quando nell'atto di concessione non sia diversamente stabilito, dalla G. P. A. Ella, quindi, nulla avrebbe potuto avere prima che tale approvazione fosse intervenuta. Non sarebbe pertanto ingiustificata la richiesta del Comune per la restituzione dell'indebito percepito. Non possiamo per altro approvare l'ordine di cancellazione dal bilancio della maggior somma da parte· della G. P. A. mentre questa, in mancanza di organico debitamente approvato, avrebbe potuto accantonarla momentaneamente e fino a quando l'approvazione tutoria non sarà intervenuta, nel fondo di riserva. (3789) "'4 umento di stipendio. - Il Dott. D. G. da A. chiede conoscere quali mezzi legali occorrono per essere sicuro che l'Amministrazione municipale, da cui dipende, gli aumenterà, come p romette, lo stipendio dal prossimo anno 1914. Occorre modificare il capitolato, in quanto alla misura dello stipendio, con deliberazione consiliare ripetuta due volte pel vincolo ultraquinquennale al bilancio. Le due deliberazioni do-

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vranno riportare del pari l'approvazione dell& G. P. A. (3790) Pensioni. - f\.l sig. dott. B . F. da V. diciamo che avrà diritto alla pensione minima di lire 900 riversibile alla vedova ed agli orfani minorenni in applicazione del disposto dall'articolo 12 della legge 2 dicembre 1909, n . 744. Per ottenere la pensione deve inoltrare domanda all'ufficio sanitario provinciale allegando alla do·· manda : 1° l'atto di nascita ; 2° l'originale laurea ; 3° uno stato per determinare l'entità del servizio. prestato; 4° gli atti di nomina e di conferma; 5° un certificato · medico rilasciato dietro visita collegiale. presieduta dal medico provinciale coli' intervento di due medici militari. Ai detti atti· e documenti potrà aggiungere tutti gli altri che· crederà produrre per comprovare la sussistenza del fatto , al quale si attribuisce la infermità e· che il fatto medesimo riunisce in sè tali condizioni da potersi considerare come avvenuto a cagione delle funz~oni di medico. (3792ì Ordine dei sanitar1· - Inscrizioni. It Dott. G. P. da T. chiede conoscere se il trasfe~ rimento da uno ad altro Ordine di medici sia obbligatorio o facoltativo in caso di cambiamento. di residenza. Allorchè il sanitario cambia residenza ha l'obbligo di trasferire anche la propria iscrizione dal· l'uno all'altro albo. È facoltativo il cambio di tesidenza, ma quando esso avviene, non si pµò· prescindere dal promuovere le pratiche prescrittedall'articolo 10 del Regolamento. Occorre tener presente che nell'albo di ciascuna Provincia devono essere iscritti tutti i sanitari che esercitano. nella P1ovincia. (3793) U fficiale sanitario - Medi'co detle carceri mandamentali - Direttore di ospedale - Presidente della Congregazione di carità. - Il Dott. F. D. P .. da S. C. D. L. desidera conoscere se egli possa· occupare il posto di ufficiale sanitario e di medico delle carceri mandamentali che sono ora disimpegnati da medici condotti e se un medico, non iscritto alJ'Albo, possa essere presidente della Congregazione di c:irità e direttore di un ospe· dale, mantenuto dalla medesima. Potrebbe ottenere il posto di ufficiale sanjtario facendone domanda al Prefetto. Non vi è ragione di togliere l'incarico delle carceri al medico che attualmente lo esercita. Chi non è iscritto all'Ordine dei sanitari non solo non può essere direttore di un ospedale, ma non può esercitare affatto. Decadendo dalla direzione del nosocomio. può il medico essere presidente della Congregazione di carità. Doctor J USTITIA. 1


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Condotte e Concorsi.

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ALBAREDO n ' ADIGE (Verona). -Condotta 2° riparto; L. 3600 aument. Ab. 2100 Scadenza I5 • maggio. • A.RMù"NGIA (Caglia,i). - Condotta consorziale con Ballao; L. 3000 nette. Scad. I4 maggio. ATTIMIS (Udine). - Condotta pei poveri; L. 4000 lorde e 3 sessenni, comprese L. 200 quale uff. san. Scad. I5 maggio. * BAGNO DI ROMAGNA (Firenze). - Tre condotte; L. 3000 pei poveri, con 3 sessenni, L . 700 per gli abbienti, L. 600 per cav., lorde; alla za. condotta è annessa la direzione sanitaria dell'Ospedale Angiolini, con retribuzione di L. 252. Scad. 15 giugno. BROGLIANO (Vicenza). -Condotta piena; L. 4800 lorde compresovi compenso uff. san. e L. 700 obbligo cavallo. Abit I993· Scad. Io maggio. BUDDUSÒ (Sassari). - Seconda condotta pei poveri; L. 2000 nette R. M. Scad. I5 maggio. BURGIO (GiYgent1). - A tutto il 30 maggio concorso a 2° medico-chirurgo condotto. Vedi fase. 15. CAMPAGNANO (Roma). - Condotta piena per Cesano; L. 2600 lorde ed alloggio; L. 100 per arm. farm. Scad. 7 maggio. * CAMUGNANO (Bologna). - Condotta piena per Bargi; L. 4500 lorde, aument.; obbl. cav. Abit. 24rr. Età 2I ai 40 anni, s. e. r . Scad. 20 maggio . CAROSINO (Lecce). - Condotta piena; L. 3000 lorde e L. 200 se uff. ·sanit. Non più di 40 anni s. e. r . Scad. I7 maggio. C~\STIGLIONE n'ORCIA (Siena). - Due condotte piene; L. 3000 lorde, L. 700 per obbl. cav. e I-1.0 .50 per Vi:-)ita oltre I km. dalla residenza. Proroga a tutto il 17 maggio. FIRENZE. R. Arcispedale di Santa M ar1·a Nuova e Stabilirnen ii Riuniti. - Aiuto per il turno otorinolaringoiatrico; nomina biennale, conferma biennale. Si 1ichiede l>iennio di servizio effettivo in ospedali o cliniche. L. 1800 con ritenuta di R. M. Scad. ore 17 del 20 maggio. FOMBIO (Mil an o). - L. 4000 nette, cura piena, tre sessenni, L. 200 alloggio, senza obbligo cavallo, in pianura, ab. 2130, capitolato modello. Scade I5 maggio. FRAGAGNANO (Lecce). - Condotta piena ; L. 3000, compresovi compenso uff. san. Ab. 3400 circa. Scad. 21 maggio. GIULIANO DI ROMA (Roma). ·- Condotta piena; L. 3400 pei poveri, L. 500 per gl~ abbienti, L. Ioo come uff. san., lorde, tre sessenn1. Scad. 20 mag. GREVE (Fi"f.enze). - Condotta pei poveri; L. 2600 e L. 400 per cavale. Scad. 1_0 maggio. MONTEDINOVE (Ascoli Piceno). - Condo~ta piena; L. 3250, esonero cavale. Scad. Io maggio.

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MoNTEMURRO (Po tenza). - Condotta pei poveri; L. 600 lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prendere possesso dell~ carica entro <?tto giorni dalla notifica della nomina. Scad. 15 giugno. NAPOLI. R. Università . - Concorso per esame al posto di assistente· della clin. ostetrica (legato

Tarsitani, L. 600 annue per un biennio, salve> .altra conferma biennale). Rivolgersi al Rettore. Scad. 15 maggio. · OzzANO EMILJA (Botog·n a). - L. 2500 pei poveri, alloggio, L. 800 cavallo, seconda condotta. Scade 7 maggio. PERLEDO (Como). - Condotta; L. 3250 lorde estipendio di uff. san. Scad. 20 maggio. PERUGIA. Università degli studi. - Professore· straordinario di fisiologia; L. 2100 e 3 quinquenni 'd el decimo. Domanda e documenti all'ufficio. ret-· torale. Sc~d. 30 giugno. * PIAZZA BREMBANA (Bergamo). - Condotta consorzi2le piena e uff. sanit.; L. 4000. Scad. 10maggio. PISOGNE (Bt'escia). -Condotta piena del 1° reparto; L. 4200 aument. Scad. 6 maggio. POLA. - È aperto il concorso a un posto di medico (IV) per la Cassa ammalati del personale di stato civile dell' i. r. Marina a Pola. Emolumentoiniziale 5760 cor. Le domande vanno dirette entro il 31 maggio a. c. alla cancelleria della predetta Cassa, Pola, Via Campo Marzio, 31. Allegati : oltre al diploma, cittadinanza austriaca,. idoneità fisica, conoscenza delle lingue italiana, tedesca e croata. POLVERIGI (Ancona) . - Condotta; L. 4000, senza.. spesa cavale. e casa. Scad. 20 maggio. PRALUNGO (Nova-ra). - Condotta e uff. san.: L. 1200 per 18 poveri circa e L. IOO quale uff. san. Scad. I5 maggio. RAGOGNA ( Udine). - Condotta libera pei poveri ; L . 3500 lorde e 2 quinquenni del decimo; L. 800pel cavallo; L. 200 quale uff. san. :finchè durerà tale incarico. Ab. 6008 circa. Scad. 20 maggio.

* REGGELLO

(Firenze).

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3a e 4è• condotta

piena; L; 3000 lorde ciasc. e 3 sessenni, oltre L. 500 per obblig. cavale. Scad. 10 maggio ~ REGGIO NELL'EMILIA. Municip-io.-Direttore del Laboratorio Municipale di Batteriologia; L. 3600 lorde e quattro quinquenni. Nomina biennale. Scad. 20 maggio. ROBBIATE BRIANZ. :\.. (Como). - Condot ta con Verderio Superiore; L. 3150, L. 100 quale uff. sanit. e L. 50 per bicicletta; residenza in Verderio. Scad . 15 maggio. ROMA. Ministero dell'Interno. - Esami d'idoneità per autorizzazione viaggiare come medie~ di bordo. Avranno luogo a Roma , nel mese dt luglio, nei giorni, nelle località e nelle ore che saranno stabilite con successivo provvedimento e che verranno individualmente comunicate a ciascuno degli ammessi agli esami. Rivolgersi alla Direzione Gen. della Sanità pubblica. Scad. 3I mag. SANT'ANGELO LOMELLINA (Pavia ). - Condott a comunale; all'otto maggio; cura piena; stipendio L. 3250 lorde, più L. 100 quale uff. san., tre sessenni, alloggio. Ab. 1400. SAPONARA DI GRUMENTO (Potenza). - Condotta; L. 1400 pei poveri, L. 1050 per gli ab~it:nti, L. I~ quale uff. san., lorde di R. M. Età 11m1te 50 anni s. eccez. regol. Scad. ro maggio. ...

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SF.REN (Belluno). - Condotta libera o residenNomine, promozioni e onorificenze. ziale ed u:ff. sanit.; L. 3950 lorde aument. con obblig. cavale., cura per 2000 poveri, per ogni 100 Ordine della Corona d'Italia. in più L. 75; abjt, 5626. Scad. 10 maggio. Commendatori: Tricomi prof. Ernesto, diret* SERRUNGARINA (Pesat'O Urbino). - Condotta tore della Clinica chirurgica della R. Università piena; L. 3200 lorde aument., L. 100 quale u:ff. di Palermo; Ferreri prof. Gherardo, ordinario di sani.t., L . 700 per cavale., L. 200 per arm. farm. otorino-laringoiatria nella R. Università di Roma. -e L. 50 per assicurazione ; alloggio. Ab. 2551. Ufficiale: Segàle prof. Mario, libero docente di Scad. 15 maggio. patologia generale nella R. lJniversità di Genova. TEGLIO (Sond'Yio). - Condotta piena 3° riparto; CAGLIARI. ~ Il prof. De Lieto Vollaro Agostino L. 4000 nette. Scad. IO maggio. è nominato straordinario di clinica oculistica. ** TRESIVIO (Sondrio). - Condotta e mansioni Il prof. Taddei Domenico è incaricato della -u:ff. san., con Penàolasco; L. 4000 complessive; tre patologia speciale chirurgica. -sessenni. Proroga al 20 maggio. CATANIA. - Il dott. Torna selli Andrea è abiliTRIPOLI. Amministrazione degli Is tittt~i Ospeda- tato alla libera docenza in patologia medica. lieri e di Beneficenza. - Oculista dell'Ospedale GENOVA. - Il dott. Calderara Antonio è abi\ Tittorio Emanuele III. Età massima 40 anni al 10 aprile. L. 1800 più indennità temporanea litato alla libera docenza in patologia chirurgica. di L . 200 mensili. Esperimento di un anno; conMODENA. - Il prof. Centanni Eugenio, ordiferma per quattro anni. Domande all' Ammini- nario di patologia generale a Siep.a, è trasferito, strazione entro il I5 giugno. .. col suo consenso, a Modena. l JDINE. Deputazione provinciale. - Medico di Il dott. Cardi Giuseppe è autorizzato a trasferiparto del manicomio; L. 2000 ; .alloggio, vitto, rire da Pisa a Modena la libera docenza in pato· ·ecc. o indennità di L. 600 ; aumentabili per sec;:.. logia medica. · senni o per passaggio di classe fino a L. 2 530. • NAPOLI. - Sono abilitati alla libera docenza i Scad. I5 maggio. dottori: Falcone Roberto in clinica chirurgica; * VALLECORSA (Ronia). - Condotta pèr la ge- Cacace Ernesto in clinica pediatricà. neralità; L. 3000 lorde, L. Ioo quale u:ff. sanit., NoVi\RA. - Il prof. Costa Romolo è nominato oltre miglioramento in corso d' approvazione. direttore della Scuola di ostetricia annessa alA bit. 4164. Scad. Io maggio. l'Ospedale Maggiore. VARAPODIO (Reggio Calabria). - Condotta piena; PISA. - Il dott. Basini Ettore è abilitato alla L. 3000. Assunzione del servizio entro 15 giorni. libera docenza in Clinica ostetrica e ginecologica. Scad. 31 maggio. ROMA. - La Commissione giudicatrice del con\ TOLTIDO (Cremona). -Condotta; L. 3000 nette e 3 sessenni; L. 100 quale ufi. san. Proroga al I5 corso alla cattedra di Elettroterapia e Radiologia • maggio. medica nella R. Università di Roma, composta dei Medico-chirurgo trentenne assumerebbe, buone _ proff. on. Queriolo (Pisa), sen. De Renzi (Napoli), condizioni, interinato di un mese o due (in giu·- Tamburini (Roma), Spallitta (Palermo), Devoto gno, luglio od agosto) presso un comune in riva (Milano), ha proposto: 1° Ghilarducci Francesco .al mare. Scrivere: dott. Cesare Mastrojanni, Pla- di Roma; 2 ° Maragliano Vittorio di Genova; 3° Sgobbo F. Paolo di Napoli. tania (Catanzaro). I nostri rallegramenti al nostro ottimo amico ' prof. Ghilarducci. Sono segnati con un ~sterisco • i concorsi che ci risultano dif • fida ti dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. La Commissione giudicatrice del concorso per Sono segnati con due asterischi •• i concorsi che ci risultano boicottati dalla Federazion e d elle Assoda zion Sa nitarie Italia ne due viaggi di istruzione all'estero nella F~coltà di medicina per l'anno 1912·13, co~posta. de1 pr~· fessori Lomonaco, ores1dente, GU1zzett1, Novt, D i ffide e boicottag gi. Devoto, Galeotti. segretario, ha proposto primo , il dott. Pulci Francesco, secondo il dott. D'Agata Ci si com unica: Giuseppe. « La Presidenza della sezione vicentina dell' A. ' N. ~I. C., ricorda ai colleghi di astenersi dal co~ Sono abilitati alla libera docenza i dottori: correre al posto vacante nel 2° riparto di Recoaro, Olivieri Francesco in . patol<?gia medic:a; G_uidi perchè la condotta è a cura piena, perchè lo sti- Luigi e Giannuzzi Armando tn patologia _chi1:111'pendio gravato dell'obbligo del cavallo, R. M. e gica; Modigliani .Enrico i~ clìnic3: pe91at!1ca; Cassa pensioni è insufficiente ·ed inadeguato alla Musumeci Grasso 1n malattie delle vie UrJnane. vastità della condotta ed agli altissimi prezzi degli alloggi e del coc;to vi veri, e perchè il caSASSARI. - Sono nominati il dott. Gasbarrini pitolato porta articoli assolutamente illiberali e Antonio aiuto e il dott. Barinetti Carlo assicontrari alla legge ». stente in clinica medica. Sono nominati straordinari i professori Rossi Ottorino in clinica delle malattie mentali e I l nostro giornale nell'interesse dei fJYopri asso· nervose; Calderaro Salvatore in clinica ocuci ati a.;;coglie volentieri ~'Yatuitamente in questa fU- listica. brica gli annunzi di co1icorsi e di offerte o ?'içeYche di SIENA. - Il dott. Sebastiani Val~ntino .è abilitato alla libera docenza in patologia medica • .it••erinati. •

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SEZIONE PRÀTIC..\

l'\tIEDIOINA SOCIALE L'assicurazione sociale cGntro le malattie in lnghilt~rra. L' 11 Associazione Medica Britannica », la quale raccoglie oJtre 20,000 medici - di cui 1 8 ,500 eser· centi nell'Inghilterra e 2,000 nelle colonie - senza alcuna distinzione di partiti politici, ingaggiò con vigore la campagna . contro la legge di cui ci . .' . siamo g1a occupati (*). In un referendum promosso dall ' ~'\ssociazione, z.6,ooo medici soci e non soci s'impegnarono a non prestare il loro concorso al Governo se non fossero stati riconosciuti i loro diritti, concretati in sei « principi cardinali ». In un'assemblea di rappresentanti dell'associazione, tenutasi il 20nov.1912, Je condizioni offerte dal Governo venn~ro ad unanimità assoluta di,c hiarate inaccettabili e recisamente e clamorosamente rifiutate. Si minacciò lo sciopero generale dei medici o, meglio, il rifiuto di locare le propria opera, qualora i loro desideri, concretati nei sei o principi cardinali », non fossero stati accolti. Lloyd George intervistò personalmente tutti i capi dell'Associazione, usando di molti argomenti p er indurli a seccndare il Governo nel suo grave compito. In un comizio invocò i doveri del medi-:o verso la collettività e fece appello alla missione umanitaria del medico. In un'altra occasione ricorse alle minacce. Ma i medici replicavano eh~ non c'è nulla di nuovo nè di sorprendente a voler sfruttare i loro sensi di umanità·, che una volta tanto intendevano ribellarsi; che non intendevano portare essi il peso delle miserie dei loro simili. ,

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La vigorosa campagna dei medici tenne in sospeso l'applicazione del!' Insurance A ct. In linea di transazione e a titolo di esperimento Lloyd George stabilì che la legge fosse attuata solo provvisoriamente, p er 3 mesi, dal i5 gennaio al 15 aprile 1913. Inoltre nel regolamento (insurance Regulation) dispose che per retribuire l'o· pera dei medici i comitati di~trettuali fossero liberi. in seguito a refere'ndurn, di optare tra parecchi sistemi che dalla capitazione assoluta vanno al pagamento per visita, quali metodi estremi, con facoltà di combinare i due metodi in molte varianti. Infine Lloyd George si decise coraggiosamente a raddoppiare quasi il compenso offerto ai ~edici per ogni assicurato, portandolo di eolpo a lire 10,62. Cosi i proventi del medico venivano (*) Vedi fase. 15.

ad essere di oltre 3000 -lire l'anno per ogni 300 assicurati., ossia per una quindicina di cure, a parte la clientela pagante; che non si esauriva per guesto. Risultato: di concessione in concessione Lloyd George riuscì a suscitare i dissengi in seno all' Associazione.

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Per princi io i dirigenti decisero che le offerte del Governo fossero ancora da rigettare; che si dovesse risponiere alle concessioni ottenute in· sistendo nel programma massimo: ne varientuir. Essi ~ontinuarono dunque la lotta, m~ trasportandola dal campo delle rivE>ndicazioni economiche sul terreno del regolamento organico, j} quale imponeva ai medici 1a dipendenza disciplinare dai Consigli d.'assicurazione. • Se ne fece una questione di rlignità professionale. Ma in fondo si tratta va di una questione subordinata, su cui sarebbe stata forse possibile un'intesa. Venne indi:-tta un'assemblea generale pel 21 dicembre 1912. In questa importante riunione i delegati riconobbero i vantaggi notevoli riportati; la nuova quota offerta dal Goveruo •venne riconosciuta sufficiente; ma la votazione parve fqr credere che la maggioranza dei delegati (r82) stesse ancora con In direzione e contro il Governo; che i dissenzienti (21) fossero in ristretta minoranza. L'ordine del giorno votato proclamava che le offerte del Governo, malgrado gli emendamenti, erano « contrarie alla dignità della professione ». Forti di questo assentimento, i dirigenti continuarono l'ostruzionismo organizzato e sistematico. •

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Ma la votazione non aveva racco!to i suffragi generali poichè oltre la metà dei medici non era rappre"entata al '!eferendum. Così il risultato della votazione fu fallace . La fallacia del risultato preludette un disastro. Si parla ora della necessità di riformare il sistema di votazione; di non limitare il diritto di voto ai soli intervenuti, ma di estenderlo a tutti i rappresentanti. avvalendosi della posta per quelli che n1.>n possono intervenire (postage vote). Non comprendiamo come questo sistema razionale t1on venga adottato per tutte le votazioni importanti. Nel fatto, i medici di molti distretti giudicavano in grande maggioranza buone !e nuove condizioni offerte dal Governo e non volevano andare incontro alle conseguenze di una lotta a oltranza. Così le defezioni cominciarono.

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IL POLICLINICO

I primi medici a i~criver-si nelle liste, a a: go on the panels », furono i rifiuti della professione, i « ne'er-do-wells », incuranti delle minacce di e boycott » o d'isolamento professionale lanciate loro dall'Associazione. Ma nel frattempo il partito liberale incoraggiava tutti i medici di sentimenti democratici ad iscriversi e conduceva un att1v1ss1ma campagna contro i dirigenti l' AssociazionP., sui quali gettava il discredito. Si parlò di una cospirazione ordita contro il Governo; si sospettò che la direzione si lasciasse influenzare dal partito conservatore; si disse perfino che essa era il rifugio dell'aristocrazia medica inglese, un baluardo dei reazionari; che voleva far fallire la legge unicamente perchè sostenuta da avver"ari politici e in quanto che sarebbe stato un trionfo pel partito conservatore se unq legge democratica cosi importante non si fosse potuta approvare. Si ricordò che un tempo l'Associazione era stata favorevole alla legge, ma aveva cambiato rotta da quando alla direzione erano subentrati alcuni ricchi consulenti e specialisti. . di Si proclamò che la direzione respingeva • partito preso ògni conciliazione ?on es1~e?~e non solo esagerate n;ta ridicolmente tmposs1b1l1; che persistere in questo conservatorismo feroce e maldestro significava spingere troppo lontano, da parte dei capi, l'ostilità politica e la _ribe.llione a~ Governo; che ai medici conveniva d1 affrélncarst e dar prova di condiscendenza e di arrendevolezza verso il Governo, iscrivendosi. Cedendo a queste sollecitazioni dei partiti popolari, alle lusinghe del Governo ed 'a lla sugge: stione dell'esempio, molti medici ·risolvettero dt arruolarsi di « andare sulle liste \). Erano in maggioranza i meno fortuna ti della professione. In molti casi, pure accettando esprimevano ìl loro vivo rincrescimento. ,

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Malgrado tutto al 3r dicembre, epoca fissata per chiudere le prime liste, risul~ò .che q:ieste erano molto incomplete : in alcuni distretti non si era iscritto neppure un medico. Ma bastava perchè Lloyd George potesse organizzare un piano di lotta contro i medie~ recalcitranti e che dichiara vano di non volersi asservire al Governo. In un discorso tenuto il 2 gennaio innanzi al Consiglio dell'I~tituto d'assicurazione - la più alta autorità in materia creata dalla legge - egl! espose una serie di provvedimenti inconcepibili

da parte di un Governo liberale, atti a fiaccare ·ogni resistenza. -Ad esempio, minacc!ava (li chiudere l'iscrizione per alcuni anni in modo irrevo. cabile, mentre secondo la legge i medici avrebbero potuto iscriversi in qualunque momento nelle liste. Così il monopolio dell'assicurazione sarebbe rimasto per un lungo periodo ai medici crumiri, ai « blacklegs 1, che intanto si sarebbero affermati, assicurandosi la clientela. Egli intendeva inoltre di autorizzare i medici iscritti ad assumere degli ·assistenti loro subordinati. La legge lo vietava; ma per salvare la lettera se non lo spirito della legge, sarebbero stati nominati dal {.°joverno. Nei distretti dove nessun medico era iscritto, si sarebbero inviati d'ufficio i medici di altri distretti, con stipendi fissi di I2 ,500 a 17,500 lire. La legge conteneva una clausola che lasciava liberi gli assic11rati d'intendersi con un medico di loro fiducia , anche se non iscritto; ma secondo Lloyd George questa concessione doveva inter~ pretarsi in modo molto restrittivo. La legge era così insidiosa, da consentire queste interpretazioni. Non solo, ma essa conferiva poteri statutari al Comitato d'assicurazione: cosi il Parlamento inglese aveva creato fuori di sè un corpo le cui deliberazioni sarebbero divenute legge del paese. Le misure più gravi e impreviste potevano dunque essere adottate a colpo sicuro contro i medici. Sionificava andare incontro a una rovina da b parte di moltissimi mejici resistere, sovratutto nei distretti industriali. Cedendo all'autocratismo del Governo, essi si affrettarono ad iscriversi.

*** Cosi venne rapidamente disegnando~i uno stato di guerra nella classe medica inglese, divisa in due campi, che t endevano a sopraffarsi: da un lato l'Associazione medica britannica, capitanata dai .così detti « grossi papaveri conservatori », inflessibili nei loro principii ; dall'altra le fitte schiere dei defezionis.t i, economicamente più de· boli, che costituirono una nuova associazione, la quale combatteva i sanitari ribelli al Governo. I.,a campagna era condotta con acrimonia, come nessuno avrebbe mai sospettato possibile nella pacifica Inghilterra. . . Le file dell'Associazione si facevano d1 ·giorno in giorno meno compatte, al punto che ben presto più di 15,000 medici s' impegnaron.o. a. dare le loro cure agli assicura ti, alle cond1z1on1 offerte dal Governo.

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Non c'è da sorp rendersi se alcuni medici che erano stati tra i più fedeli adepti dell'Associa. zione e tra gli oppositori più validi del Governo, finissero per cedere alla forza travolgente del numero. · Quel numero era ampiamente bastevole ad assicurare quasi dovunque · il funzionamento del nuovo Istituto. Cosi la lotta è stata vinta dal Governo. Lo sciopero si è risolto in una diserzione in massa dei gregari, in un f0Jlimento della politica dell' Associazione Medica Britannica. I

**tic Questa aveva lottato con tenacia, consegt1endo notevoli concessioni; i crumiri ne traevano tutti ·i vantaggi. In seguito a questa disfatta clamorosa si tenne una nuova adunanza di rappresentanti. La classe medica inglese ne attendeva con ansia le deliberazioni. In seno all'adunanza si di~egnarono due partiti. Le discussioni durara~() due giorni e furono improntate a simpatia pei defezionisti; si riconobbe che questi erano per la maggior parte stati costretti dalla forza maggiore e contro la loro volontà a tradire i loro colleghi. Si di-chiarò che sarebbe stato indebolire l'Associazione sottrarne tanti gregari; che si correva il pericolo di alienare nuove schiere di medici rimasti fedeli; quindi si deliberò di rendere intera libertà a tutti i soci d'iscriversi nelle liste, qualora lo ritenessero conveniente. La vittoria del Governo veniva sanzionata. La campagna perduta è costata all'Associazione circa un milione, di cui 150,000 lire erano state regolarmente stanziate, circa 350.000 furono .prelevate dal fondo di riserva, 50, 000 sono state versate dai so~i, grazie all'aumento delle quote, e 400,000 'di deficit restano da coµrire. Molta • • • • parte delle spese è stata sostenuta pe1 v2agg1 dei membri dell'Ufficio di presidenza e per indennità ai delegati: ogni adunanza generale veniva a costare 12,500 lire. La sconfitta è stata moralmente ed economicamente disastrosa per l'Associazione; ma i vantaggi che questa ha potuto conquistare a favore dei medici restano assicurati.

(mentre ce ne sarebbero voluti 5000). Ciò costituiva in media un medico su looo assicura ti. In fondo poteva bastare, ma in alcuni distretti di Londra si andava l : 3000 ed un distretto a·d l : ·5000. !,'opposizione era tenuta desta specialmente dal « I.ondon Medicai Committee », il qttale seguiva la stessa politica dell'Associazione pur essendo da questa indipendente e perseverò nella lotta anc be dopo che l'Associazione si fu ritirata. Si sono succedute <li continuo delle adunanze promosse da questo Comitato, Molti medici impegna ti nell'organizzazione della campagna a vevano tanto da fare, che non trovavano neppure il tempo per dormire. . .~ vvalendo~i di un paragrafo della legge il quale consente un'intesa diretta di ogni assicurato con un medico di fiducia , il Comitato tentava di or~ ganizzare un nuovo sistema di assicurazione. L'agitazione era dunque diretta precipuamente ad insistere presso i londinesi perchè designassero e favorissero il loro medico di famiglia, fosse o non iscritto nelle liste. Per questa prop-a ganda furono persino mandati in giro degli uomini sandwich t Ad un imponente meeting, presieduto dall'ex sindaco di Londra (il •quale era stato per oltre • 50 anni medico esercente), oltre 2000 medici londinesi dissenzienti formularono delle proteste vivaci e pronunziarono molte parole amare contro il Governo. Turner paragonava Lloyd C}eorge ad una cometa di cattivo augurio. I medici dissenzienti esigevano dei rappresentanti propri in seno al (/. London Insurance Committee », distinti da quelli dei colleghi i quali avevano accettato: pretesa legittima, poichè i medici liberi, vittime del conflitto, erano meri. tevoli di salvaguardia . Invece la u National Insurance Practitioner's Association » promuoveva l'iscrizione dei medici londinesi nelle liste. In un lungo « manifesto » sosteneva l'utilità e la convenienza d'iscriversi, in vista sovratutto della circostanza che l'adozione della legge era fatta provvisoriamente e solo in via di esperimento.

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La confusione dominava sovrana in tutta l'In· ghilterra. Prevalevano considerazioni particolariste e locali. Si andava incontro ad esitazioni e · incertezze continue. Gli sforzi generali "erano di*** retti a trovare una formula unica, che desse Con qualche limitazione e modus vivendi la legge ragione a interessi diversi e antagonisti. potè essere attuata in tutta l'Inghilterra. Mentre continuavano i dissidi e le discussioni e Solo in pochi distretti perdurarono delle diffii pourpa'>'lers, la legge funzionava. coltà. Vedremo in un ultimo articolo con quali risulta ti. L'opposizione fu più forte e ostinata a Londra, L. VERNEY. dove sopra ?OOO medici solo 1000 s'iscrissero

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IL POLICLINICO

LETTERE DA PARIGI

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Chirurgia intestinale. Disturbi digestivi d'origine coli-cecale. - Il prof. Delbet comunica all'Accademia di medicina (seduta del 16 aprile) uno studio sulla questione. Due categorie di lesioni sembrano capaci di produrre una sindrome che si avv icina a quella della appendicite e che può quindi portare ad errori diagnostici : la mobilità anormale del cieco e la ectasia cecale. Le due lesioni si presentano talvolta indipendentemente l'una dall'altra, altre volte invece si trovano associate. Del resto però la dilatazione del ceco è cosi frequente negli appendicitici che molti chirurghi la considerano un sintomo di appendicite e non è fa~ile di riconoscere in parecchi casi se rectasia dipenda dalla appendicite, o se invece la dilatazione cecale sia una delle cause dell'appendicite. La mobilità anormale del ceco è forse capace di determinare delle crisi doloro~e. producendo degli stiramenti sull'appendice anche quando questa sia perfettamente sana. In ogni modo è certo che la mobilità e la di-latazione de\ cieco sono capaci di avere una parte importante nella patogenesi dei disturbi digestivi attribuiti all"appendicite. Il prof. Delbet per tal ragione tutte le volte che opera l'appendicectomia usa ridurre 1e dimensioni del ceco, se tali dimensioni sono riscontrate anormali. a mezzo di una ripiegatura fissata alla parete addominale ante· • r1ore. Occlusione intestinale da ca.lcolo biliare. -- I profeso;ori Dufour, Desmarets e Legros comunicano alla Società . medica degli osr.edali (seduta I I aprile) un caso interessante di occlusione intestinale prodotto da un grosso calcolo. un vero stampo della cistifelle lungo sei centimetri e con nove centimetri di perimetro, che si è introjotto nel duodeno passando direttamente attraverso una ulcerazione che metteva in comunicazione l'angolo duodenale sottoepatico colla cistifelle. Il calcolo è arrivato alla valvola ileocecale e là, non potendo superare l'ostacolo, ha portato alla occlusione, causa della morte dell'infermo malgrado l'intervento. Si trattava di una donna di 6o anni. che era stata curata 36 aani prima per sintomi di peritonite. L' autop~ia ha dimostrato la presenza di relitti d'una gravidanza <:xtrauterina sotto forma di una cisti, a contenuto muco .. purulento, che racchiudeva qualche piccolo osso del feto, e della testa e una parte della cintura scapolare fetali resta ti liberi. con qualche aderenza peritoneale t he li riuniva al sacro. Per quel che concerne l'atto operativo, questo si limitò a una appendicectomia con formazione (J6)

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di ano artificiale e gli autori consiJ?liauo invece in casi analoghi di ricorrere ad una laparotomia completa piuttosto che di contentarsi di una · operazione più limitata e che rischia, come nel caso attuale. di essere insufficiente. O:;clasioni intestinali inteYcorrenti delle perito· niti tubercolari. - Alla Società di chirurgia, il prof. Morestin {9 aprile 1913) parla di alcuni casi interessanti che egli ha avuto occasione di osservare . Una prima volta constata in un individuo all'apparenza sano dei violenti dolori intestinali, facies addominale, vomiti fecaloidi. Il dolore era localizzato alla palpazione nella fossa iliaca destra. · Si fece diagnosi di peritonite appendicolare e occlusione intestinale. All'intervento si trovò una peritonite tubercolare diffusa e conglomerazione di anse intestinali. Distaccate le aderenze, i gas passarono sotto gli occhi dell'operatore; l'ammalato guari, ma ne residuò una fistola cicatriziale che resistette alle cure, fino a che l'infermo fu perduto di vista. l:):ta seconda volta si trattava di una donna caduta improvvisamente in uno stato di occlusione gravissimo; trasportata alla clinica chirurgica per essere operata i sintomi migliorarono grandemente. Sottoposta all'operazione, si trovò u:ia peritonite tubercolosa con aderenze delle anse intestinali, l'ammalata guari. In altri casi Morestin ebbe ad osservare sindromi analoghe. Le cause anatomiche di tali occlusioni sono ancora mal definite. L'operazione riesce talvolta inutile. tal'altra porta a dei risultali straordinari.

Il prof. Landouzy ali' Accademia delle Seienze. Il corpo sanitario francese è assai lusingato e soddistatto dell'avvenuta elezione del prof. Landouzy all' Accadetllia delle Scienze, cioè ad una delle cinque grandi categorie in etti è suddiviso l' « Institut de France J) , i cui membri sono detti « les Immortels ,,, Raramente un medico riesce ad entrare ali' « Institut ~, ed il prof. Landouzy è ora il solo membro della Facoltà di medicina che ne faccia parte. La carriera scientifica di questo grande cuJtore dell' arte medica è piena di titoli gloriosi degni della riconoscenza dell'umanità sofferente, sopra tutto nel dominio della tubercolosi. Egli ha scoperto che le pleuriti a /rigore non sono altro che delle pleuriti tubercolose, e questo in un tempo in cui tale affermazione suonava audacia senza nome. Egli ha dimostrato l'origine tubercolosa di una quantità di sindromi morbose delle più


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più varie, ed ha impresso l'orma profonda de11a IYOi-TIZIE DIVERSE sua genialità nello studio della ereditarietà della tubercolosi, dimostrando che non si tratta nella Guido Baccelli a Parigi. immensa maggioranza di casi di un passaggio Il 28 aprile l'on. Guido Baccelli ha visitato la del germe dalla madre al feto , ma di una ten. clinica ginecologica della Facoltà all'ospedale denza alla produzione di turbe distrofiche di cui Broca, diretta dal prof. S . Pozzi. Numerosi meha potuto ben fissare i caratteri e i tipi. dici francesi ed esteri avevano tenuto ad essere presenti alla visita del maestro italiano alla cliIl pubblico italiano conosce bene la bella figura • ntca. di pensatore e di lavoratore infaticabile del PreIl prof. Pozzi ha ricordato fra gli applausi delside della Facoltà di medicina di Parigi; ancora l'uditorio le principali ricerche scientifiche che non è spento l'eco del suo mirabile discorso te- hanno illustrato il nome del maestro italiano. Il prof. Baccelli lo ha ringraziato commosso e nuto nel passato anno nelle antiche mura di si è ritirato soddisfattissimo dell'accoglienza riCastel Sant' Angelo, quando egli diffondeva il cevuta. nuovo verbo della Medicina sociale, propugnando la lotta contro i flagelli che decimano !'·u manità. Alleanza Romana per la lotta antitubercolare. Da tempo il prof. Landouzy combatte e vince Il giorno 18 aprile si è riunita l'Assemblea ge· delle grandi battaglie contro la tubercolosi, la nerale dei rappresentanti delle Istituzioni alleate sifilide e l'alcool ed è l'apostolo ardente di quella ~anitarie, di beneficenza· e sociali di Roma per profilassi delle malattie evitabili, che è la più la lotta antitubercolare. Il presidente prof. Tamburini ha presentata la relazione generale morale grande conquista della scienza moderna. e finanziaria dell'Alleanza mettendo in evidenza L'Italia medica ha in questo momento a Pa- l'operato della Commissione centrale s :a per la rigi il suo rappresentante « più puro » come lo la tubercolosi, sia per promuovere e favorire tutte chiamò il Landouzy quando lo ricevette nella sua le opere dirette alla nobile lotta e più special mente intrattenendosi sulla benefica Istituzione clinica dell'Ospedale Laennec. profilattica creata daJl'Alleanza. cioè la ColoniaGuido Baccelli, socio straniero dell' « Institut Scuola « Regi'Jlta Etena » pey i fanciulli poveri de France» da più di un ventennio, si~ assai com- predisposti al la tubercolosi. Rilevò con soddisfa piaciuto del meritato onore tributato al collega zione il grande numero · di egregie persone, spe· cialmente gentili signore. che in breve tempo eletto membro della detta assemblea. sono entrate a far parte del Comitato di patroQuegli che, come Landouzy in Francia, ha in nato della Colonia, che superano già il centinaio, Italia combattuto e vinto, nel più santo degli e come il Iy.I:unicipio e lo Stato siano entrati atideali, le più grandi battaglie per il progresso ti v_a menee nella lotta contro la tubercolosi specialmente colla istituzione di Dispensari antituumano, ha porto il saluto augurale e spontaneo bercolari in Roma E chiuse facendo appello alla all'illustre collega, e il suo gesto non ha soltanto beneficenza pubbliGa e privata, per potere aumen · dimostrato un sentimento di personale affetto, tare il numero dei posti gratuiti nella Colonia per ma ha voluto rappresentare ancora il devoto i predisposti, e per potere istituire una nuova e grande Colonia, che risponda a tutte le esigenze omaggio di tutti i medici d'Italia. di questa efficace forma di benefica lotta prevenParigi. 20 aprile 1913. tiva contro la tubercolosi . Dott. Gon. Indi il comm. Caruso espose e chiarì i risulta ti del bilancio consuntivo dell'Alleanza nel 1912, mettendo specialmente in evidenza i buoni risul· tati economici, profilattici e morali ottenuti colla ..- Premio semigratuito : costituzione della Colonia per i predisposti, e svolse i criteri a cui )a Commissione centrale Per un'ultefiore agevolazione ottenuta, la nostra intende informare la propria opera per dare il Amministta.zione tt'ovasi ora in grado di ofjrire maggiore sviluppo possibile a tale Istituzione. ai lettori del Policlinico lo Approvato anche in base alla relazione dei re · visori dei conti, il bilancio consuntivo, si procedè alla elezione dei nuovi membri della Commissione centrale dell'Alleanza e risultarono eletti la contessa Lavinia di Brazzà, la contessa Danieli Ca· Descrittiva e Topografica mozzi, la signora Chiaroviglio-Giolitti . la marchesa del dott. CARLO .H.EIT ,~MANN Denti, il principe Lud.ovico Chigi, il prof. Rossi Doria e il dott. Ranelletti. Infine gli intervenuti all' A~semblea assicurarono Volume di 6oo pagine con 790 figure a colorl - .i• cdlztone ttallaoa, unica attualmente in commercio, eseguita per cura del il loro interes::>amento e la loro partecipazione professore Giu11 ..p11~ 1~a11110,,,,; sull'ultima edizione tcd~sca. all'appello della beneficenza ideato dalla CommisPrezzo I,. s2 e per l nostri abbonati I,. f0,50 franco di porto, sione centrale, cioè alla diffusione e alla vendita pagablll in una tol volta ; I,. f & franco di porto, pagalll a rate mensili anticipate di I,. 6 ciascuna. Unire la prima rata a!la di speciali cartoline illustrate a bene~cio ~ell~ rlc,.leata. Colonia ·Scuola « Regina Elena » per 1 fanc1ull1 I ttrU.r1 cartolittìt t111glùa talla tto1tr" A mmi,.irtr«siOft• poveri predisposti alla tubercolosi . ROMA - Via del Tritone N. 46 - ROMA

Atlante di Anatomia Umana,

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.. IL POLICLINICO

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Il dispensario antitubercolare cc Re Umberto •. Per generosa iniziativa e grazie alla munificenza della Regina Madre, con l'aiuto e il consiglio .di dottissimi sanitari e igienisti. nel luglio del 191 l sorgeva a Roma in via dei Riari un Disp.ensario antitubercolare, che fu fornito di tutto quanto la scienza moder:ia consiglia, e che riscosse le approvazioni illimitate ed ed. entusiastiche del prof. Calmette, che di questi istituti era stato ed è uno dei più strenui propagandisti. La relazione dell'anno 1912 . pubblicata e compilata con rara cura e chiarezza dai distinti dottori Mazzolini e Sereni, dà notizie dettagliate delle condizioni del Dispensario e del lavoro proficuo ed esteso compiuto fino (ll 31 dicembre dell'a nno scorso. Il personale medico del Dispensario è composto dai direttori professori R. Marchiafa va, G. Quirico e G. Bastianelli e dai medici dott. Mazzolini, Sereni , ~foretti e Cherubini. Sino al. 3r dicembre, in poco più di un anno, nel Dispensario vennero visita ti ed assisti ti 2 2 24 malati, ai quali furono dati tutti i consigli e i m ezzi per curarsi e per non diffondere la loro malattia. L'ambulatorio << G. Baccelli » a Tripoli. Un' istitu. zione che scompare. Per ordine del Governatore di Tripoli è stato chiuso questo ambulatorio, che tanta parte aveva avuto, insieme alla scuola, nel cattivare alla nostra civiltà la simpatia e l'affetto devoto della popo· lazione indigena prima della nostra conquista. Esso aveva una tradizione. Era st ato fondato 1'8 dicembre 1902, per iniziativa del ministro degli esteri on. Prinetti, e per opera del dott. Barba Morrihy, sotto la cui illuminata e attiva direzione assunse incremento notevolissimo . Dal 1902 al 1910 aveva accolto 74 368 individui, quasi tutti arabi. D urante l'epidemia di vaiolo aveva eseguito 27,000 vaccinazioni, vincendo difFdenze che parevano irriducibili. Era legittimo presumere che sarebbero state aperte altre istituzioni modellate su quella creata dal Morrihy. In tutte le città civili gli ambulatori si moltiplicano e nella capitale della Libia avrebbero risposto al mandato civile dell 'Italia. Invece si . è p rovveduto a sopprimere l'unico ambulatorio esistente, il quale era stato propu · guacolo di civiltà, aveva un glorioso passato e continuava a funzionare egregiamente. Non scorgiamo l'op portunità della misura adottata, anche p ~rchè l'Ospedale intitolato a \ Tittorio Emanuele III sorge lontano ~al quartiere musulmano ed ebreo, cui 1, ambulatorio era precipuamente destinato. Vittima della sua abnegazione . Riportiamo da « La Nu ova Italia » di Tripoli (12 apriJe) : Il prof. R a ffaele Onorato, primario nel nostro ospedale civjle e presidente del Ccmi~ato libi~o della Croce Roc;sa, da questa n otte s1 trova 1n grave stato di salute. Operando giorni fa un arabo colpito dal t etano, casual1nente si punse con un ago col quale aveva fatto una sutut a sul paziente. Immemor e di sè, continuò la difficile e dolorosa operazione . Due o tre giorni or sono, però, un piccolo rossore lo (38) •

avvertì della grave minaccia che gli sovrastava ; si fece delle iniezioni di siero, che però a nulla valse , giacchè il valoroso e sventurato dottore fu colpito da violente convulsioni. Il tetano cominciava la sua inesorabile opera di distruzione. Il prof. Onorato conserva lucidissima l'intelligenza ed ha, con straordinaria intuizione del suo stato, preso parte al consulto fatto dagli altri medici su di lui. Egli è, come sempre è stato, di una straordinaria freddezza e fermezza: si fa da sè le iniezioni, benchè non abbia voluto sottostare all'o· perazione. ritenendola inutile e inopportuna. Per il decoro della scienza, per il bene dei malati della nostra città, per il maggior vanto del nostro ospedale, facciamo i voti Jpiù ardenti perchè il prof. Onorato, martire dei suo dovere e della sua abnegazione, possa scampare al pericolo immenso che gli è sopra, e tornare ai suoi studi prediletti ed ai suoi mala ti che han sempre costituito tutti i suoi affetti, tutti i suoi pen• • s1er1 ». Da ulteriori notizie apprendiamo che l'illustre sanitario è andato sensibilmente migliorando. Tutta la città di Tripoli ha seguito con ansia il decorso del male. Formuliamo i più fervidi auguri di una breve convalescenza.

Assicurazione contro gl' infortuni sul lavoro. Il ministro Nitti , secondo l'impegno preso innanzi al Parlamento~ ha nominato una Commissione per lo stu~io del!e r~forme d3: i~trodurr~ nel regime delle ass1curaz1on1 per gli 1nfortun1 ~ul lavoro, compon~ndola .come segue : ~en. Gor1~, presidente; Conti, Lustig. on. Cabnni, Raspon1, Rubini, prof. Montemartini, direttore dell'Ufficio del lavoro, comm. Giuffrida, direttore del Credito e Previdenza, comm. P alcioni, ispettore generale dell'industria, comm. Riveri, del Ministero delle colonie, comm. Scodnik, vice-direttore dell'Istituto n azionale delle assicurazioni, cav. Bargoni, direttore del]a Cassa nazionale infortuni, D'Aragona e Buozzi, rappresentanti degli o per!li· La Commissione deve occuparsi tanto delle norme della p rocedura che il G<:>verno. desidera rendere più severa contro la s1mul~z10.ne e la truffa riducendo allo stretto necessario 11 costo dell'a~sicurazione. quanto del.l'est~nsione del.le as· sicurazioni a nuove categorie di lavoratori del1'industria, del commercio e dell'agrico!tura. Le Casse libere di maternità. Si è riunito in Roma il Comitato esecutivo deÌla federazione fra le Casse libere di maternit~. composto delle signore Nitti, Nors~ e Marselli, del comm . Franchi e dell'on. Rainer1. Presidente d ella federazione venne eletto l'ono: revole Raineri, vice-presidente la signora Marsellt Valli. . . Nelle due riunioni vennero presi gli opport11n1 accord i per 1, ordinamento intern~ della fed~ra­ zione, e per la propagand~a necessaria a~la creazto~e di Casse nuove ed a U'incremento dt quelle già esistenti. . Infine venne fatto voto che nella eventuali~ di provvedimenti legisla~ivi c~e permettano 11 matrimonio alle telefoniste, sia provveduto a regolare con disposizioni di legçe, l'assistenza e la previdenza per la loro ma tern1 ta.


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SEZIONE PR•.\TIC.i\

Per I• assistenza all'infanzia. Nella sede dell'Ordine dei medici della provincia di Milano, sotto la presidenza del dott. Filippetti, si radunarono molti pediatri di Milano per discutere il migliore ordinamento tecnico da indicare alle autorità per la soluzione di impor-: tanti problemi d'assistenza sociale riguardanti l'infanzia. Dopo una. breve .espo~i~io~e, .coi:i ~nter~ssanti proiezioni nflettent1 varie 1st1tuz1oni di assistenza infantile di Parigi, Berk sur Mer, Cha~lo~~e~~urg e Berlino, fatta dal dott. Ugo Bottellt, s 1n1z1ò la discussione, che fu animata e a cui presero parte molti intervenuti. Fu votato all'unanimità un ordine del giorno presentato dal sen. Mangia galli. Fu dato incarico a una Commissione composta dal dott. G. Forlanini, prof. Mai1giagalli, professor Grassi senior, dott. Hajech, prof. Carlo Cat· taneo di studiare la questione e riferirne al più presto in altra assemblea. Corso di psicopatologia criminale. Il prof. P. Del Greco, medico-direttore del Manicomio provinciale di Como, tiene pr~sso gl~ Istituti clinici di perfe'z ionamento un ciclo di conferenze di psic~patologia e di psicologi~ criminale. Nel giro di otto conferenze egli st. propone di passare in rassegna la vasta materia. . · Riportiamo i temi di alcune conferenze: 11 I simulatori »; a Le meraviglie delJ'isterismo e il pro blema delle facoltà medianitiche »; u Agitatori ed eroi politici dal punto di vista del medico psicologo » ; a I regicidi •; « Di qualche grande dominatore ». Le conferenze hanno luogo al sabato. Un ospedale distrutto dal fuoco. Un incendio ha interamente d istrutto l'Ospedale di Edolo, nell,alta valle Camonica, appartenente alla Congregazione di ~arità. . . Si è provveduto al salvataggio deglt an1malat1 degenti nelle sale cal_andoli dalle fines~re. . L'opera pietosa è stata comp_iuta ~at POJ?olan~ e dai pompieri del luogo, co~d1uva~1 da. r1iJarti del 50 alpini e del 68° fanteri a. I dtsg~az1.a~1. furono trasportati in salvo nelle ~ase. dei v1c1n1. I danni ascendono a 20 ,000 lire circa.

Le condizioni sanitarie di Vallona. Il piroscafo « Albania », che fece scalo a Vallona dopo la fine del blocco greco. ebbe una accoglienza commovente. Ìl medico della guarnigione turca , composta <;ii d\1emila soldati, implorò gli si desse la farmacia di bordo e fece una narrazione impressionante. I feriti e gli ammalati fra _le truppe .erano molti ed egli non aveva nè sublimato, ne fasce, nè garza, nè chinino. I soldati m?rivano senza. eh~ egli potesse recar loro alcun aiut?· I prezzi dei viveri erano saliti a cifre fantastiche. Il capitano del piroscafo fece ~onsegnare al medico la farmacia di bordo e ordinò che tutte le derrate che · si trovavano sul piroscafo fossero destinate alla popolazione. Incerti professionali. La Corte d'Appello di Milano ha confermato una condanna che era stata inflitta dal Tribunale al dott. Braccio Braccini, su denunzia dell'indu\

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striale Felice Bisleri, per abuso di autorità, avendo il Braccini dichiarato inquinato ,un v~gon.e d'acqua di Nocera Umbra la quale all analisi ri· sultò essere puris~ima. · _ La condanna importava due mesi di detenzione e il pagamènto dei danni; ma la Corte d'appello ha concesso il doppio benefizio del perdono e della non iscrizione nel casellario penale. La lotta contro il cancro in Germania. Si sono adunati a Berlino in unica assemblea i due Comitati tedeschi per la lotta contro il cancro · .(Deutsche Zentralkomitee zur Erforschung und Bekampfung der Krebskrankheiten e Deutsches Landeskomitee fiir die Krebsforschung). · Il prof. Orth, che presiedeva l'adunanza, fece µna relazione poco incoraggiante sullo stato odierno delle nostre cognizioni. Riguardo ali, etiologia, egli rilevò che le interessanti ricerche compiute da Fibiger, di Copenaghen, c'illuminano ancora poco; esse comprovano che gli elminti possono essere agenti « provocatori n delle neopla:)ie, analogamente a m.olti stimoli fisic~. chi~ic~, ~iol?&ici ! ma non conferiscono però aglt elm1nt1 dign1ta di agenti etiologici sl?ecifici. Essendo ~~ncor3: oscur~ t>etiologia, non ce da sorprendersi se 1 mezzi tera pentici vengono mal diretti e restano in gran parte poco efficaci. Solt_a11to l'operazione chiru;gica precoce conserva 11 suo posto nella tera pta del cancro; ma essa richiede che divengano di dominio pubblico i sintomi iniziali nonchè i successivi ai quali può condurre. In que~to senso è stata diretta l'opera delle due Societa. Il segretario G. Meyer riferi sulle misure all'uopo adottate, tra cui la pubblicazione di molti opuscoli. Il prof. von Wasiliewski di Heidelberg insistette sulla opportunità che gl'istituti per lo . studio del cancro collezionino largamente e ~tudtno anche i cancri animali. Il prof. Boas rilevò come il cancro delle vie digerenti sia più comune in alcuni d~.:ìtr~tti ~ ritenne che ·1e persone a contatto con gl1 animali: come i guardiani di caccia. sono molto soggetti alla malattia; quindi invitò a studiare i rapporti tra cancro animale e umano.

Uso fraudolento di \tn certificato. Il dott. Arturo Latham di Londra, competente studioso della tubercolosi . ha sporto querela contro la Casa Stevens and Co .. perchè questa negli annunzi di réclame ad una speci3:lità farmaceutica per la cura della tubercolos~ . aveva inserito un certificato del querelante, tn modo da indurre i lettori nella erronea convinzione che esso comprovasse una guarigione ottenuta mediante il rimedio. . Invece il Latham aveva attestato semplice· mente che all'atto del suo esame non rinveniva traccia di tubercolosi in evoluzione. · Dal dibattimento è risultato che un'intesa era interceduta tra il falso paziente ~ l.a Ditta. . Il Tribunale ha condannato la. Ditta .a soppn: mere il certificato del Latham da1 propri annunzi di t>éclame ed a pagare le. spese. , . . La stessa Ditta aveva 1ntentat~ un az~one giudiziaria contro l'Associazione ?1ed1ca b~t.ann1ca, perchè questa aveva i.ncluso il prodott<:> in .questione nel volume dei « Secret Remedtes », ma il giurì non venne ad un verdetto. (39)

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IL POLICLINICO

Rassegna della stampa

medi~a. I

Klin.- ther. Woch., IO febbr. MOELLER. t L'immunizzazione e la cura antitubercolare con bacilli tubercolari viventi di animali a sangue freddo. The Americ. J ourn. of. the Med. Seienees, febbr. MAYO. a Sulla chirurgia del crasso ». VAuGHAN. a I rapporti tra l'anafilassi. l'immunità e le malTittie ». - WHITE. e Cause delia fatica nel lavoro industriale n . Die Ther. d. Gegenw., febbr. LAURITZEN. « L'acidosi diabetica e la sua cura ». - NEUMANN. « Il benzolo nella leucemia ». - KI;EMPERER e HIRSCHFELD. «Il thorium X nelle malattie del sangue». Rev. de Méd.. Io febbr. LABBÉ. «Sindrome di disidratazione acuta da diarrea e vomito ». SÉZARY e SALES. « Elefantiasi bacillare». RoDRIGUEZ. « Nuove vedute sul diabete 1. Rev. de Chir., Io febbr. }ACOB. « Sulla chirurgia del gomito ». - MARTIN!. « Le alterazioni della tiroide ~- CATZ. « L'invaginazione retrograda dell'intestino u . - CHA~IER e BONNET. a ·I tumori melanici primitivi del retto ». AnnaJs of Surgery, febbr. FRAZIBR. L'ipofi!;i aggredita dalla fossa cranica anteriore l). - FRIEDMAN. « Ernia adiposa ». - · GROVES. « Mielomi multipli ». Arch. di Farmac. sper. ecc., Il. OLIVARI. « Sugli avvelenamenti per alcool metilico». La Prat. Oculist., febbr. ROSELLI. « Il 606 nella sifilide oculare ». Gazz. d. Osp., II febbr. NARDI. « Versamenti pleurici da pneumotorace , . Le Bull. Méd ., 12 febbr. K1RMISSON. e L'anchilosi temporo-mascellare ». La Presse Méd., I2 febbr. ACHARD, Fo1x e SALlN. « proprietà emolitiche degli estratti d'or-

..

L«:

gani

».

La Sem. Méd., 12 febbr. LEJARS. « Gli osteomi pre-coxali ». . Deut. Med. Woch., I3 febbr. IsELIN. « Svelenamento dei focolai tubercolotici mediante i raggi Roentgen ». - DRtiGz. La reazione di v. Dun·

gem •.

Wien. Klin. Woch., x3 febbr. KRAus. « La lotta contro il colera nel campo bulgaro ». - SLuKA. « La tubercolosi ileale dei bambini ai raggi Roent6ell ». - SCHIFFMANN e WYSTAVEL. «La secrezione interna della mammella ». Gaz. d. H6p., I3 febbr. PARISOT e HEULLY. Cl La radioterapia splenica nell'ittero emolitico congenito ». Le Bull. Méd., I5 febbr. UFFREDUZZI e GIORDA.l.~O. « Modificazioni nella gastro-digiuno-esofagostomia di Roux ». - BABITZKI. « L'anestesia del nervo ischiatico ». - FRATTIN. « Osteoplastica libera nella fissazione del piede paralitico ». Zbl. f. inn. Med., 15 febbr. SCIFERT. 11 Rivista di rino -laringologia ,. . Riv. Ospedal • 15 febb. BONO. « Due casi di sclerosi della vena poi-ta con pielotrombosi »• La Semana Méd., I3 febbr. RODRIGUEZ. « Lo stato colloidale della materia . viva ». - FosSATI. Cura de1l'artrite blenorragica con nucleoproteina gonococcica ». Riv. crlt. di Clin. Med., 15 febbr. MATTmoio e GAMNA. a L'azione combinata della cocaina e dell'adrenalina sulla pupilla ». - Bozzi. a Nuova tecnica per la diazo-reazione d'Ehrlich ». Paris Méd., 15 febbr. ROI.LIER. « La pratica della cura solare nella tubercolosi esterna ed i suoi risultati ». - GRUY·ER, LIENHART e TlIIRY. a Miasi intestinale da musca domestica ». DE.4ANGE. « Il caffè. e la sua decaffeinizzazionè ». Le Progrès Méd., 15 febbr. SAVJNI. « Il tipo costituzionale simpatico e vaso-motore .» . Revue de Thérap., 15 febbr. HENROT. ~ Trasfusione del sangue ». Ann. di Ost. e ginee., 1 FossATI. « Disinfezione e protezione della mano ». St. Pet. Med. Woch., I4 febbr. BERTELS. 1 L'iper- · trofia cardiaca >> . Pathologica, 15 febbr. SANGIORGI e BONGIOVANNI. « Una epidemia di dissenteria bacillare in Piemonte ,,, The Journ. of Trop Med. a. Hyg., I5 febbr. CA · STELLANI. « Leishmaniosi oro-faringea indiana ». - BAUD. « Sulla identità delle leishmaniosi ».

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Indice alfabetico per materie . • t

Alta frequenza: ricerche • . • . . . . Pag. 632 Arterie: diagnosi etiologica delle lesioni • 634 Assicurazione sociale contro le malattie in Inghiltarra . . . • • . . . . . . » 653 Chirurgi::\ intestinale . • . . . . . . • )) 655. Carcinomi e nematodi . . . . . . . . » 634 D 628 Carcinomi : profilassi . . . • . . • • . J) 638 ColP.ra: vitalità dell'agente specjfico. . » 640 Emofilia : cure . . . . . . . • • . . . FumigazieJni di iodio nel trattamento delle cistite . . · . . . . . . . . . . . Leucemia acuta e setticemia : diagnosi differenziale . . • . . . . . . . . • Morte (La} bella . . . . . . . • . . .

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Parabiosi. . • . • • . • • • . • • • . Pag. 632 Pellagra: ricerche. . . . . . . . • . . » 63 r Purpura fulmiuans di Henoch . . . . » 630 Ragadi al seno : cura . . . . . . . . . » 639 Servizio e personale sanitarii militari . >> 644 Sifilide latente nel corso delle cirrosi e delle nefriti croniche . • . . . . . . » 636 Sifilide: variazioni della reazione di Wassermann ·durante la cura. • . • » 636 Tumori maligni: cure. . . . . . . • . 639 - 641 Ulcera fagedenìca a Tripoli. • . • . · » 921 Ulcera gastrica e ulcera duodenale : diagnosi differenziale . . • . . . . . . • 625 Vago: irritazioni periferiche. . . • . . v 6 33

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R oma, 1913 -

Tip. ~a:zi oaale d i C. B crtero e C .

L

POZZI, ,,$~.


Roma, 11 maggio 1913

inno XX.

Fase. 19

SEZIONE PRATICA •

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DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI REDATTORE CAPO:

Prof. FRANCESCO DURANTE PROF. VITTORIO ASCOLI

SOMMARIOa · Lavori originali: Dott. Ferruccio Marcora: Alcune osserva1iotJi sopra un caso di setticemia da micrococco tetrageno ne!l' uomo. Riviste sintetiche: Dott. va~co F orli : Le psicosi 1tevralgiche ed emicraniche. - Sunti e rassegne: CRIRURGIA: Lapeyre:

T fattamento chifurgico della tubercolosi degli 01gani genitali. - MEDICINA: Etiologia del mofbo di Hoàgkin. - SIFILIDOLOGIA: Schoe.aborn e Cuntz: Sulla question~ delle • a{jezi1Jni parasifilitiche •. - Accademie, Società mediche, Congressi: R. Acca"mia medica di Ronza. - Reale Accademia di medicina di T orino. - Soctetà tnedico-chiru1'gica di Patiia. - Accademia di scienze niediche e natural t d i Ferrara. Appunti per il medico pratico: MEDICINA SCIENTIFICA : Sulla patogenen della neff'ite ascendente. - CASTSTI<:'A: Ratwmollimento cefe'i,ale e raccolta meningea puri/orm e asett1'ca a polinucleari intatti. - Su alcuni sintomi dell'arteriosclerosi teYebrale. ~ T ERAPIA: Sutl'anestesia sac,ale e locale. - L'anestesia 1'egional e detle' membra con le iniezioni endovenose di novocaina. - Rubrica uftlctale sanitario ed igiene: Ricerca dell'alcool metilico nelle bevande alcooliche. - Posta degli abbonati. - Cenni bi·

bllograftci. _, Varia. Nella vita professionale: Le formal it à dei docutnenti per l'animissione ai concorsi. - Le tariffe Per le perizie gi udiziarie. Cfonaca del movimento Professionale. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine, promozioni e onorificenze. Co.ao.otte e Concorsi. - Lettere da Parigi . - Cultura superiore. - Noti zie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie

Dlri&li di proprie&<\ rll]erva&I - È vietata. la. riproduzione di lavori pubblicati nel POLl(JLINlflO o la pubblicazione di sunti di essi

senza. c1ta.rne

la. fo nie .

LAVORI ORIGINALI Istituto di Patologia Medica della R. UniversHà di Pavia diretto dal prof. V1noruo Ascor.x.

Alcune osservazioni sQpra un caso di setticemia da m~cro~occo tetrageno nell'uomo per il dott FERRUCCIO MARCORA, assistente.

È noto che fino dal 1881 Koch dimostrò la presenza, nell'escreato dei malati di ti~;i polmonare, di uno speciale microorganismo, il quale , per le sue caratteristiche prnprietà morfologiche, venne poi dal Gaffky, che pel primo lo fece oggetto di studi accurati e diligenti, designato col nome di m1crococco tetrageno. < Questo germe che fu dapprima considerato, contrariamente all'opinione di Koch, il quale gli aveva attribuito la capacità di cooperare alla distruzione del tessuto polmonare, come un semplice saprofita delle cavità boccale e nasale (Vignal, Miller, Podbietsky), venne più tardi riconosciuto quale agente causale di vari pr.ocessi infi.ammatorii ad essudato purulento. Karlinski, Kapper, Steinhaus, Park, J acowski e altri lo trovarono nel pus di a~cessi sviluppatisi, per lo più, ih vicinanza della cavità

orale, e ulteriori ricerche · di una lunga serie di osservatori dimostrarono che ·esso può essere l'agente determinante sia di infiammazioni suppurati\Te localizzate ai vari organi (r), sia di gravi infezioni generali a tipo setticemico (Mya e Trambusti, Bosc, Chau:ffard e Ramond, Fornaca, Louten e Loui, Saquepey, Oett inger, Marini, Brissaud e Rosenthal, ecc.). Onde si può dire che oggi tutti siano d'accordo nel riconoscere al micrococco tetrageno (2), il (I } Finora il micrococco tetrageno fu ricono-

sciuto come agente eziologico nelle seguenti forme morbose: angine (Dieulafoy, Apert, Lartigau, Carrière); artriti purulente (Chauffard e Ramond, Faisans e Le Damany); pleuriti suppurate: (Carrière, Le Damany. Fomaca, Oettinger e Malloizel, Josttè. Lian, Achard Castaigne) ; peritoniti purulente (Pane); enterocoliti (Bosc); meningiti (Bezançon e Lapage); bronco-polmoniti (Délearde e Carrière, Base); endocarditi vegetanti (Chauffard e Ra1nond, Sever, Sterling, Gaucher, Dufour, Leclerc, Mouriquand, Pincherle, ecc.). (2) Accanto al micrococco tetrageno di Ga:ffky. detto anche gri seus pel colore caratteristico da esso presentato in cultura pura, ne vennero descritti altri , tra. cui i più importanti sono il m. t. q.tbus ed il m. t. aureus (Boutron), il m t . subfiavus (von Be3ser) ; il m . t. ruber (Roger e Bezançon . De Jong): il m. t. mobilis ventriculi (Mendoza); il m. t. concentricus (Schenk); il m. t. c'i treus (Vincenzi ). . Di questi però solo l'aureus e l'albus di Boutron ed il citreits di Vincenzi vennero, oltre a l griseus di Ga:ffky, isolati da prodotti patol0gici (I\ '


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IL POI.ICLINICO

[ANNO

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quale riveste talvolta la qualità di ospite in- di aver assunto un colorito giallo. Notò pure nocuo della bocca dell'uomo sano, la capacità che le urine erano scure e che le feèi avevano di svolgere, in certe condizioni non ancora color cretaceo. Il dolore, interrotto da brevi e fugacissime remissioni, si mantenne acutis. ben precisate, una spiccata azione patogena, e simo per cinque giorni, poi parve mitigarsi. di determinare nell'organismo umano processi Tuttavia, persistendo l'ittero e i disturbi ad morbosi ora lievi e circoscritti, ora gravissimi esso inerenti, l'ammalata decise di riçoverare all'ospedale. Quivi però, appena giunta, fu e mortali. nuovamente colta da dolori all'ipocondrio deBenchè, in seguito alle numerose osserva· stro, accompagnati da notevole rialzo della zioni cliniche ed ,alle ricerche sperimentali, le temperatura. cognizioni L'inferma, al suo ingresso nell'Istituto, ap,, sul micrococco tetrageno siano andate ognor più precisandosi, la setticemia pro· pare molto sofferente ed abbattuta: ha tenvocata da questo germe e per la sua scarsa denza al sonno, ed accusa, di quando in quando, dolori all'ipocondrio destro che s'irra· frequenza e per la diversa sintomatologia che lfiano alt' epigastrio e, posteriormente, lungo il essa presenta nei singoli casi, la quale rese dorso, fino alla spalla destra. All'esame obbiettivo colpisce il colorito spicsinora impossibile di stabilire una sindrome clinica ben definita e caratteristica di questa catamente itterico delle sclerotiche e della cute, la quale è secca~ poco elastica e qua e forma morbosa, offre ancora ai dì nostri al là presenta zone· di desquamazione superficlinico e al patologo materia di osservazione . ciale. Le mucose visibili sono poco irrorate e lievemente giallastre. Lo sviluppo scheletrico e di studio. Perciò, avendo avuto occasione di assistere è regolare; le masse muscolari sono scarsaailo svolgersi di una grave setticemia da mi- mente sviluppate,. ipotoniche; il pannicolo adiposo è ridotto. crococco tetrageno seguìta da morte, ho <'reNulla di notevole agli organi toracici. duto opportuno pubblicn.rne la descrizione, L'addome, che all'ispezione non presenta tanto più che il caso da me osservato, per le fenomeni degni di nota, è abbastanza trattaspeciali conc;lizioni che in esso hanno determi- bile. éolls pressione però si provoca dolore intenso all'epigastrio e all'ipocondrio destro, nato e favorito l'insorgere e il diffondersi del- nonchè, quantiunque in grado minore, all'ipo· l'infezione, alquanto si differenzia da quelli condrio sinistro. I.a percussione all'addome dà suono timpanico; lo stomaco, lievemente pto· fino ad ora studiati. sico, è di volume normale. Notizie cliniche. - G ... R ... , d'anni 40, Il fegato è aumentato di volume ed il suo contadina, maritata. Entra nell'Istituto di Pa- margine inferiore, duro, liscio, tagliente, è paltologia Medica il 23 marzo rgrr. Nulla nel palpabile circa 5 cm. al di sotto dell'arco cogentilizio. Ebbe il morbillo e la varicella nel- stale sull'emiclaveare destra ed è molto dol'infanzia ed a 31 anno un tifo grave. Nes- lente alla pressione, $pecie nel tratto compreso sun'altra malattia pregressa e nessun disturbo tra la. . p arasternale ,e la i:iammill~re. Il diadi qualche entità nemmeno durante le gravi- metro della ottusita relativa epatica, mentre danze, chè furono in numero di 5 e che fu- l'ammalata è in posizione laterale sinistra! mirono seguite da parti e puèrperii normali. sura rispettivamente I I cm. sulla mediana, L' attuale malattia data da poco tempo. 13 cm. sulla parasternale: 15 sull'ascellare anL'inferma narra che verso la fine di febbraio teriore. (non sa precisare il giorno), mentre si trovava La milza è pure ingrandita .eù il suo P?lo a letto, fu improvvisamente assalita da un inferiore, di consistenza dura, s1 palpa un dito violento dolore alla regione epigastrica, irra- trasverso al di sotto dell'arco costale sull'asceldiantesi verso destra: tale dolore non fu ac- lare anteriore. . compagnato nè da ·vomito, nè da ittero, durò Negli altri organi nulla si rileva che meriti un giorno e una notte, e poi spontaneamente di essere riferito. scomparve. Nella notte dal 9 al 10 mar10 il L'esame d el sanaue dà Hb. ~o % al Fleisch, dolore si rinnovò intensissimo, localizzato al- globuli rossi 2·, 87~,000, globuli bianchi 6500. l'ipocondrio destro, ~on irradiazione all'addom~ Formula leucocitaria pressochè normale. e al dorso, e poco dopo l' inferma si accorse Durante i priID:i .du~ gi~yni di de~enz~ nel· l'Istituto le cond1z1on1 dell tnferma st mantenumani, e secondo le ricerche di Boschi e Bellei, gono stazionarie. Le urine sono scarse e non di Tessier e di Jacobelli, sembra che anch'essi superano i 500 eme.. nelle 24 . o..re. Hanno r~a­ debbano considerarsi non come vere e proprie zione debolmente acida, densita 1021, colorito varietà :fisse e costanti, ma come modificazioni di un w1ico germe capace a.i . as~u~ere ~spe~ti scuro, aspétto leggermente torbido. Non. c~n­ di versi a seconda delle cond1z1on1 b1olog1che 1n tengono n è albumina, nè zu~c~erot m~ ! p1g· menti biliari vi sono presenti 1n quant1ta non cui viene a trovarsi. (2)


LANNO XX,

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FAS C.

SE ZI ONE PR ATICA

trascurabile. Nulla di notevole nel sedimento. Le feci sono diarroiche e giallastre. La tem · peratura oscilla fra un minimo di 37°. 5 nelle ore mattutine ed un massimo di 39°. z alla sera. . C1Qrno

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mente sali di Karlsbad: all'ipocondrio destro si applicano fomenti caldi. In seguito a tale trat tamento l'ammalata sembra migliorare sensibilmente. J\tia il 3 aprile, (3)


( A:'\~O XX, F ASC. 19]

IL POLICLINICO

mentre tutti i sintomi suaccennati eransi attenuati e già erasi raggiunta una temperatura minima di 36°. 8, si manifesta un improvviso peggioramento. L'inferma, ad un tratto, viene !

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Kei due giorni seguenti 12. febbre sembra scemar e; la curva termica non supera i 3~ 0 • 4. ma il 7 aprile l'inferma è nuovamente presa da bri\ ido intenso, a cui segue un forte rialzo 1


(ANNO XX, FAsc. r g ]

SEZIONE PRATICA

della temperatura, che .L'aggiunge i 41°. Accessi febbrili di varia intensità, ma tutti indistintamente caratterizzati da forte brivido iniziale e da sudore profuso durante il periodo di remissione, si ripetono quotidianamente per parecchi giorni e precisamente dal 7 al 18 aprile. Durante questo periodo le forze dell'inferma tendono naturalmente a deperire. Essa però è sempre cosciente anche nei momenti di massima piressia; non accusa cefalea e non presenta quello stato di profondo abbattimento che suole accompagnare, nelle infezioni gravi, i lunghi periodi febbrili. Persistono i dolori all' ipocondrio destro , l'inappetenza e la sete. La lingua è sempre patinosa. l.,'addo me si è fatto ìeggermente .

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I/e urine sono scarse (non raggiungono i 500 eme. nelle 24 ore) e contengono sempre pigmenti biliari. L'albumina però è del tutto assente. L'esame del sangue (ro aprile) dà Hb. 40 % ; globuli rossi 2,260~000~ globuli bianchi ~450. La ricerca dei parassiti della malaria, pit1 volte ripetuta, dà ris11ltato costantemente negativo. Positive invece riescono le emoculture eseguite sistematicamente il g, l'rr e il r3 aprile. Da esse si sviluppa un microrganismo in cultura pura, il quale, come vedremo in seguito, ha tutti i caratteri morfologici del micrococco tetrageno. l Tna quarta cultura del sangue fatta il giorno r7 dà invece risultato negativo.

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Il r8 e il r9 si praticano, per via venosa, iniezioni di argento colloidale (10 eme. pro die) . Il r 8 sera la febbre scompare e :td essa succedono 4 giorni di completa apiressia, durante i quali l'inferma trova una tregua relativa alle sue sofferenze. Il 23 aprile però gli accessi febbrili ritornano e si rinnovano quotidianamente, malgrado le ripetute iniezioni endovenose di argento colloidale. Una cultura dal sangue fatta il 24 aprile riesce nuovamente positiva pel micrococco tetrageno. Nei giorni seguenti le condizioni dell'inferma vanno continuamente peggiorando. Il 25 aprile compare nell'urina una piccola quantità di albumina. Dal 28 aprile al 2 maggio l'ln· ferma soggiorna in Clinica chirurgica per essere sottoposta a speciali indagini. Ai primi di maggio si manifestano i segni di un modico versamento nella cavità addominale, mentre la (5)

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666

IL POLICLINICO

L'esame istologico del fegato conferma l'origine embolica degli ascessi. Le piccole diramazioni della vena porta che dec.o rrono negli spazi interlobulari appaiono profondamente alReperto anatomo-patologico. - All' at1topsia terate: l'endotelio è scomparso ed il lume del si riscontrano i seguenti fatti: il cuore è al- vaso, dilatato, appare pieno di globuli di pus, quanto aumentato di volume; il miocardio è mentre nella parete vasale, e tutt'all'intorno flaccido e degenerato in grasso. Sui pizzi della di essa, si scorge una intensa proliferazione valvola mitrale si notano i segni di una endo- connettivale. I canali biliari ed i rami dell'ar· cardite vegetante. J"'a tricuspide è dilatata, le teria epatica che decorrono parallelamente ai 5emilunari aortiche e polmonari sono normali. rami portali appaiono in vece perfettamente Nella cavità addominale sono raccolti circa normali. due litri di un liquido citrino torbido. EsiDati batteriologici. - Come si è più sopra stono aderenze dello stomaco e del colon accennato, durante il corso della malattia, nel trasverso. (angolo epatico) colla cistifellea, che periodo febbrile, vennero eseguite cinque culture dal sangue in tempi diversi, e precisaappare ispessita e di colore madreperlaceo. Il fegato P.resenta notevole aumento di vo- mente i giorni g, II, 13, 17 e 24 maggio. Di lume. Alla superficie si notano ascessi molte· queste, solo quella fatta il 17 fu negativa. plici poco rilevati e grandi al più quanto una Tutte le altre indistintamente diedero luogo· noce. La cistifellea è impicciolita ed aderçnte allo sviluppo di un unico microrganismo a allo stomaco, al colon e al legamento epatoduo- forma di cocco, capsulato, disposto per lo più denale: le sue pareti sono ispessite. I dotti a tetrade, più raramente a guisa di diplococco biliari sono pervii e comprimendo sulla cisti o di tre cocchi insieme riuniti, colorabile coi fellea si provoca la fuoruscita della papilla comuni mezzi tintoriali e resistente al Gram. duodenale di hile densa e torbida. Il coledoco, Le semine nei diversi mezzi culturali dànno i aperto, mostra una dilatazione sacciforme che seguenti risµltati: in l)rodo, dopo 24 ore, ha racchiude un calcolo bruno, grosso quanto luogo la 1 formazione di un sedimento bianuna nocciuola. Il coledoco è infiammato ed chiccio <'he va aumentando nel tras~orrere del aderente alla parete della vena porta, alla tempo, mentre il brodo si intorbida. In agar quale, per contiguità, si è propagato il pro- comune, dopo 24 ore, si sviluppano piccole ces5o flogistico d~l grosso dotto biliare. Il l11me colonie biancastre a contorni netti, le quali della vena porta appare occupato da un grosso dopo tre giorni si riuniscono e fondendosi tra trombo che è in preda a suppurazione e che loro vengono a costituire una patina sottile si continua fino nella vena splenica, ostruen- · lucida, di colore grigio,.biancastro. In gelatina lo sviluppo del germe avviene un po' più len· dola in parte. Alla sezione del fegato si vedono numerosi tamente: la gefatina non viene nè fusa, nè ascessi spars! nel parenchima. Le diramazioni rammollita. I4e culture in piatta, fatte col materiale della vena porta sono in parte ripiene di pus e sono sede di processi trombo-flebitici suppu· prelevato dal cadavere (pus degli ascessi epa· rati, dal che si arguisce che gli ascessi sono tici, sangue del ventricolo sinistro, polpa causati da germi propagatisi per via venosa e splenica), permettono di isolare un microrprovenienti dal trombo suppurato della porta. ganismo avente gli stessi caratteri morfologici La milza, assai voluminosa, è aderente alla e culturali di quello isolato dal sangue nel • VlVO. cupola del diaframma. La polpa splenica è Preparati microscopici allestiti col metodo molle ed ha l'aspetto caratteristico che assume di Claudius dimostrano, tanto nel trombo della nel così detto tumore sub-acuto di milza. Ai reni si rilevano i segni di una nefrite porta che nella valvola mitralica affetta da endocardite acuta vegetante, piccoli aggruppacronica bilaterale. menti di un cocco disposto a tetrade, morfo· Nulla di notevole agli altri organi.' Si fanno culture dal sangue (cuore), dal pus, logicamente identico a quello isolato dal sandegli ascessi epatici e dalla milza, ed in tutte gue, associa~o ad un altro germe a forma di piccolo bacillo. si ha sviluppo del micrococco tetrageno. milza presenta nuovo aumento di volume. L'8 maggio compaiono i sintomi di una endocardite acuta e 1'11 maggio l'inferma. viene a morte.

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SEZIONE PRATICA ,

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ci~ti nella produzione dei processi flogistici supp11rativi localizzati alle vie biliari, al feI"'e molteplici culture eseguite con sangue gato, ecc. sottratto all'ammalata durante la vita, quelle forma setticemica però, è bene ripeterlo, fatte col materiale prelevato dal cadavere, il fu provocata esclusivamente dal tetrageno, reperto di microrganismi disposti a tetradi nel come è provato dalle emoculture che diedero trombo e nella valvola mitrale, attestano in luogo per hen quattro volte allo 3viluppo del modo indubbio che nell'inferma da me osser- tetrageno in ~ultura pura. vata ehbero luogo la penetrazione e lo sviI~a forma relativamente rara di setticemia, . . luppo nel sangue circolante di un germe iden- la localizzazione del tetrageno alle vie biliari tico, per caratteri morfologici e culturali, al ed al fegato che, per quanto mi consta. venQ.e micrococcus letrageni1,s di Gaffky: si è avuto, finora osservata una sol volta, ed il fatto di in altre parole, una setticemia grave da mi· essersi il germe diffuso nel parenchima epacrococco tetrageno, la quale, pur essèndo in- tico per la via dei vasi veno~i, anzichè per sorta come complicazione di una calcolosi bi- quella assai più comune dei dotti biliari, renliare, ha dominato completamente il quadro dono il caso da me osservato <iegno di intemorboso ed è stata la caus a diretta della . resse. morte. Tra i fenomeni che si verificarono durante il Il fatto di aver riscontrato nella valvola decorso clinico della malattia, oltre il notevole cardiaca tetrageni associati con altri micror· tumore di milza, meritano speciale attenziont ganismi non diminuisce l'importanza de] te- l'andamento della febbre che assunse uno spie-' trageno stesso come agente determinante della cato tipo remittente, il periodo d'apiressia (non setticemia, ben sapendosi che la presenza di influenzato, con tutta proba[?ilità, dall'argento altri germi esalta il potere patogeno del tetra· colloidale che venne somministrato mentre i geno e non essendosi, d'altra parte, isolato microrganismi non erano in circo!o e che si dal sangue circolante alcun altro microrga- mostrò poi assolutamente inefficace) e la man• n1smo. canza, malgrado le altissime temperature, di Quale è stata, nel caso speciale, la porta quei gravi fenomeni generali che sogliono acd'ingresso del microrganismo ? Tenuto contò compagnare le febbri elevate nelle malattie del reperto anatomo-patologico, l'ipotesi più infettive : fatti tutti che furono con una certa • probabile è che il micrococco tetrageno incostanza osservati nella setticemia da tetra ghiottito colla saliva sia pervenuto nell'inte- geno e che pare debbano considerarsi . come stino e che da questo sia risalito al coledoco, caratteristici di questa forma morbosa. ove, per i fatti irritativi determinati dall'inRIASSUNTO. cuneamento del calcolo, ha trovato le con·di• zioni favorevoli per il suo sviluppo e per la L 'autore descrive una setticemia da microestrinsecazione della sua azione patogena. La cocco tetrageno insorta nel corso di una calvicinanza del coledoco alla ven~ porta ba fa- colosi biliare. Il caso è specialmente interesvorito la partecipazione di questa .al processo sante pel caratteristico comportarsi della tem· flogistico di quello, e in conseguenza la insor- peratura e ver la via non comune per la quale genza di una tromlJo-flebite. i germi patogeni sonq penetrati nel circolo san Il tetrageno è penetrato nel trombo, vi ha guigno. provocato, o prirnieramente o col concorso di • • altri germi, un processo suppurativo con conseguente rammollimento e prod.uzione di emIt fascicolo di aprite 1913 della noswa Sezione bolii infettanti, i quali, trascinati ·dalla cor\ rente del circolo portale, .hanno favorito la Ch1rurgica C()·ntiene i se~uenti lavof'i: diffusione del germe infettivo nel parenchima I. Prof. Giovanni Perez - Sulle cosidette cisti ossee. epatico e nel sangue circolante. II. Dott. ..lmat@re Aus&onl - Sulla compressione artificiale dcl· In base ai fatti osserva ti, riesce impossibile l'tpofi!l. precisare qual(( parte sia ~tata riservata al teIII. Dott Valen,ino Barnabò - Ulteriori ricerche sperimentali trageno e quale invece ai germi ad esso asso- sulla secrezione in terna testicolare.

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IL POLICT.,INICO

RIVISTE SINTETICHE. Le

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nevralgiche ed emicraniche

:per il dott. VASCO

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Già da molto tempo era stata messa in evidenza la possibilità che jl dolore fisico desse luogo a turbamenti più o meno profondi della vita mentale, provocando l'insorgere di stati psicopatici. Il Griesinger riportò casi di nevralgie del trigemino e del nervo occipitale nei quali si associavano al dolore - comparivano~cioè e scomparivano con esso - stati di delirio . di angoscia, di confusione; a questi complessi sintomatici egli dette il nome di distimie neuratgiche. Casi analoghi furono più tardi illustrati da Schiile - il quale preferì denominarli dis/Yenie neuratgiche da Anton, ed i:afine da Laquer, che propose per tali sindromi il nome di del iri da dolore. Ma fu il Mingazzini a iniziare, nel 1893, una osser.vazione accurata e sistematica di queste forme morbose; e l'esperienza così raccolta fu qualche anno dopo concretata in una pubblicazione - redatta insieme con il Pacetti - nella quale vennero studiate, analizzate e classificate le varie forme di psicosi neuralgiche. Gli AA. distinsero quattro gruppi, a seconda che i fenomeni psicopatici erano dovuti: 1 ° a prosopalgia; 2 ° a cefalalgia; 3° a emicrania; 4° a nevralgie extraencefaliche; e, intorno ai caratteri delle varie forme , si espressero nel modo seguente: Le psicopatie da dolcri e xtraencefalici sono assai r are; tuttavia ne sono state descritte forme transitorie e forme protratte. Le manifestazioni psicopatiche transitorie vengono essenzialmente rappresentate da stati ansiosi , accompagnati da atti incoercibili diretti contro il malato o contro le persone che l' avvicinano, e talora anche da vero impulso al suicidio. Negli stati psicopatici protratti i soggetti sono abbattuti, depresc;i, e hanno periodi di ansia durante i quali presentano agitazione motoria, con tendenza ad aggredire ; talora manifestano idee deliranti, nelle quali al· legorizzano il dolore fisico. Le psicosi da prosopalgia, anch'esse assai rare, hanno in genere durata assai breve, da poche ore a 15-20 giorni . La fisonomia clinica delle manifestazioni p sicopatjche è assai varia: talora si hanno sindromi confusionali, con disorientamento grave e atti inconsulti; in altri casi si determina uno st ato di eccitamento, con tendenza ad atti violenti e aggressivi; talora invece il paziente cade in uno stato di rlepressione, manifesta idee ipocondriache, tenta il suicidio. Le forme r,rotratte da prosopoalgia possono dirsi addirittura eccezionali; si tratta di stati di depressione con 1

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[ANNO

XX,

FASC.

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tendenza al suicidio, o di stati di eccitamento con agitazione motoria talora assai grave. Più frequénti sono le psicosi che insorgono in seguito a cefalalgia. In alcuni casi il disordine mentale è appena accennato (forme abortive), e rappresentato quasi esclusivamente da allucinazioni visive o acustiche, ora semplici, ora complesse; taJi di~turbi psicosensoriali si manifestano quando la cefalea raggiunge una notevole intensità, ma i malati riconoscono che si tratta di fenomeni allucinatorii; la coscienza rimane lucida. In altri infermi lo stato psicopatico, per quanto di breve durata, assume fisonomia clinica assai più definita (forme transitorie o iperacute): es1stono allucinazioni visive, uditive, tattili, cenestesiche, e il paziente non ne riconosce la mor· bosità, anzi non di rado reagisce ad e~se in mani~ra violenta; talora i soggetti manifestano idee deliranti a carattere ipocondriaco; q~ando la malattia si prolunga per qualche giorno si ri· leva sovente un rallentamento dei processi psichici, fino ad un vero stato confusionale; il ricordo del 1)eriodo psicopatico è pet lo più incompleto e sommario. Nelle forme psicopatiche · protratte si ha del pari un rallentamento dei processi percettivi, con offuscamento più o meno profondo della coscienza; frequentissime e assai svariate sono le illusioni e le allucinazioni, che interessano principalmente la vista, ma che possono anche riguardare l'udito (voci indistinte, minacce); a tali allucinazioni, la cui morbosità non viene riconosciuta, il paziente reagisce, donde un evidente disordi·n e nel contegno; il ricordo del periojo di malattia è d'ordinario incompleto, ma talora sufficientemente buono. Delle psicosi da emicrania - certo le più numerose fra tutte - non si conoscono forme abortive, mentre sono frequenti le forme transitorie o iperacute. In esse dominano le allucinazioni visive e acustiche, alle quali gli infermi reagiscono ora con depressione dell'umore, mutismo, tendenza al suicidio, ora invece con un e -:citamento che può giungere fino al furore. Rare sono le idee deliranti; più frequente è il manifestarsi òi uno stato co:ufusionale, con offuscamento deJla èoscienza. talora assai accentuato. Queste sindromi possono durare da poche ore fino . a 3 o 4 giorni. Qu~ndo i sintomi morbosi sono scomparsi il soggetto taÌora li ricorda nettamente, ma più spesso li rammenta solo in maniera incompleta e frammentaria . Mingazzini e Pacetti descrivono un solo caso di forma protratta; il paziente presentava allucinazioni visive, disorientamento, incoerenza nelle risposte, d epressione dell'umore. Il concetto di disturbi psichici dipendenti da dolori fisici non fu ammesso senza contestazioni. Era facile infatti obbiettare che il rapporto di •


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SEZIONE PRATICA

-causa ad effetto fra dolore e sintomi mentali 11on poteva venir dimostrato ; sicchè non era pos:Sibile escludere che i due fatti rappresentassero ~ntrambi l'effetto di un'unica causa. Ma1grado ·questa obbiezione, rimane tuttavia sempre importante - dal punto di vista clinico - il legame fra il dolore e la psicosi. Del resto non mancano casi - tra cui uno riferito recentemente da Romagna·Manoja - i quali depongono in favore dell'ipotesi che i disturbi psichici possano insorgere ~ome reazione morbosa al dolore fisico prolungato. Assai più grave · era un'altra obbiezione che veniva mossa per infirmare il concetto di psicosi 1egate all'emicrania . La base su cui si svolgono i disturbi mentali è - si diceva - isterica o epilet· -tica; e appunto all'isterismo e all'epilessia debbono venir riferiti i quadri morbosi descritti, anche se l'accesso di emicrania ha il valore di causa occasionale per l'insorgere della psicosi. Ma oggi si deve ritenere che la osservazione ~linica ha fornito materiale sufficiente a ribattere vigorosamente questa obbiezione. I casi di -disturbi psichici legati all'accesso emicranico si ·s ono moltiplicati (Bioglio, Consiglio, J."orli, Ro·magna-Manoja, ecc.); e in moltissimi di questi infermi nè l'anamnesi nè l'esame obbiettivo facevano riscontrare alcun elemento che parlasse jn fa\tore della coesistenza di una nevrosi isterica -0 epilettica. D'altro canto non mancano diffexenze cliniche apprezzabili fra i quadri morbosi psichici tegat~ all'emicrania e quelli legati alla epilessia. Sicchè oggi numerosi autòri accettano le idee sostenute da tempo dal Mingazzini e vivacemente osteggiate dal Mobius. Così ad esempio Hauber riconosce la esistenza di stati psicopatici ·in rapporto esclusivamente con l'emicrania. Fla· tau ammette ·che negli emicranici po~sano svolgersi alterazioni mentali che prese!).tano tutte le gradazioni, da sintomi sempljci a sindromi complesse ; la forma più frequente sarebbe però rappresentata da uno stato crepuscolare . con diso-rientamento e con allucinazioni visive ed acustiche, .spesso a contenuto terrifico, si da suscitare nel paziente uno stato di eccitamento e da dar luogo ad atti violenti. Anche Pelz accetta la idea sostenuta da Mingazzini e da Krafft-Ebing, che cioè esistono psicopatie transitorie legate all'emi·crania, come ne esistono in rapporto con l'epilessia, con I 'isterismo e con la nevrastenia. Con questa questione se ne collega un'altra, di importanza anche maggiore; se cioè l'emicrania ~sista quale malattia a sè, o se piuttosto gli intimi rapporti che la legano all'epilessia del;>bano farle negare il diritto ad una speciale individualità. Non soltanto le sindromi psicopatiche, ma tutta la emicrania verrebbe cosi assorbita dalla .epilessia. 2

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Come è noto, numerosi autori hanno messo in luce la frequenza della eredità indiretta nell'anamnesi familiare degli emicranici; e Charcot e la sua scuola hanno sostenuto che la predisposizione neuropatica puà rivelarsi ora come isterismo, ora come epilessia, ora infine come emicrania. Altri parlano di rapporti anaora più intimi: Parry dice che l'emicrania è talvolta solo un fatto precursore della epilessia; Livei~g cita parecchi casi in cui la emièrania cedette, dopo molti anni, il posto all'epilessia; Gowers riferisce dodici casi in cui gli accessi emicranici si alternavano con quelli epilettici; Pierce Clark narra di un malato nel quale l'emicrania serviva di aura alla epilessia; Hughling-Jackson considera l'emicrania come un sintoma di vera epilessia; e analogamente Féré dice che, tra i fenomeni i quali accompagnano l'epilessia parziale o si alternano con essa, si devono citare le emicranie sensoriali, e in particolar modo l'emicrania oftalmica che di queste può servire come tipo, e la quale, allo stato di isolamento, costituisce una vera epilessia sensoriale, con i suoi fenomeni di esaurimento, di emia .. nopsia, e qualche :volta di sonnolenza. Cornu ha pubblicato un lavoro ispirato alla ricerca delle affinità tra le due nevrosi e al desiderio di dimostrarne la identità; . ed egli conclude ir1fatti che la emictania semplice è una manifestazione dello stesso ordine dell'epilessia, e che essa si eleva al grado di epilessia sensitivo-sensoriale nella . emicrania oftalmica, e alla dignità di epilessia completa nella emicrania comitata. Il Cornu analizza finemente t sintomi delle due nevrosi, mettendone in rilievo le somiglianze; e dalle analogie sintomatiche risale alla comunanza intima fra emicrania ed epilessia. Ma non bisogna dimenticare che le analogie sintomatiche, pur non essendo del tutto prive di importanza, sappresentano solo un legame superficiale. Nessuno ignora infatti come non solo fenomeni isolati, ma interi complessi sintomatici possono presentarsi egualmente in malattie le quali per l'etiologia, il decorso, l'esito, la terapia rivelano profonde differenze fondamentali; il fatto è cosi banale che sarebbe del tutto superfluo ricorrere ad esempi. Si può quasi dire che ogni cellula specializzata reagisce ad ogni stimolo in un unico modo. N11lla di strano dunque che nell'emicrania e nell'epilessia si ris~ontrino sintomi analoghi. talora anche identici; corrispondenza dovuta precipuamente alla comunanza nella sede di azione degli stimoli morbosi. Ciò che caratterizza essenzialmente un processo morboso è il suo decorso complessivo; e questo offre nell'emicrania e nell'epilessia, notevoli dissimiglianze. Ci limitiamo qui a rammentare come nella epilessia si riscontrino numerosi sintomi psichici i quali dimostrano la partecipazione pro-

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fonda e duratura dell'intera personalità al processo morboso, il quale porta quasi costantemente ad un più o meno spiccato decadimento delle facoltà mentali; men tre invece negli emicranici, per quanto frequenti e intensi possano esser gli accessi, non si produc~ alcun fenomeno duraturo di indebolimento intellettivo o di pervertimento sentimentale. . Epilessia ed emicrania possono presentare fenomeni clinici analoghi, possono trovarsi riunite nello stesso soggetto, e forse anche possono avere, in alcuni casi, qualche comunanza etiologica; ma ciò non basta a stabilire fra le due nevrosi, caratteri di identità. E infatti il Flatau, pur rilevando le affinità tra emicrania ed epilessia, non ritiene giustificato il fondere le due nevrosi in un'unica entità morbosa; e il Pelz afferma esplicitamente che, malgrado vi siano tra epilessia ed emicrania molti punti di contatto, non si deve ammettere la identità fra le due malattie. BIBLIOGRAFIA . BIOGLlO. Contributo alto .studio clinico della emicrani a. Roma, 1905. BIOGLIO. Riv. di patol. nerv. e ment., 1907, fascic. I. CONSIGLIO. Policlinico, Sez. prat., 1905, n. Io-II. CoRNU. Thése de Lyon, 1912. FLATAU. Die M igràrte. Berlin, l9I2. FORLÌ. Riv. sper. di Fren., 1907, fase. I. HAUBER. M igr àne und Sckmerzdammerz·u s tande.

Beclin, 1912 . MINGAZZINl. Riv. Sper. di Fren .• 1893, pag. 216. Id. Riv. Sper. di Fren., 1895, pag. 642. MINGAZZINI e PACET'tI. Riv. Sper. di Fren., 1899, pag. 401. PELZ. Zeitschr. f. die ges. Neur. u. Psych., 1912, vol. XII, fase. IV. ROMAGNA-MANOJA. Monatsschr. fiir Psych .• 1913.

SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA. •

Trattamento chirurgico della tubercolosi degli organi genitali. (LAPEYRE. Airchives généirales de ckiru'Y.~ie, 1912).

Da parecchi anni l'astensionismo non è più la regola abituale nella condotta dei chirurgi di fronte alla tubercolosi degli organi genitali dell'uomo, da quando cioè è stata dimostrata la frequenza di questa localizzazione del processo tubercolare indipendentemente da lesioni viscerali, ed e stata riconosciuta la sua beni~nit à (P. R eclus). • uriLa tu ber colosi primitiva delle vie n arie si complica quasi inevitabilmente con (ro)

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la tubercolosi degli organi genitali: per via. discendente e per il tramite delle urine, il proc~sso infettivo dal rene passà a colpire la prostata e quindi, per via retrograda, l'apparecchio spermatico. Così si origina la tubercolosi uro·genitale, nella quale però clinicamente le lesioni degli organi genitali sogliono rivelarsi prima di quelli delle vie urinarie. In questi casi l'attenzione e l'opera del chirurgo deve rivolgersi al focolaio primitivo renale dell'infezione; ma quasi sempre, per particolarità dell'evoluzione clinica dei fenomeni, si interviene tardi; e però la prognosi è sempre grave . Benigna è al contrario la prognosi della tubercolosi primitiva degli organi genitali, nei qt1ali essa tende a circoscriversi, senza invadere o soltanto tardivamente le vie urinarie e tanto meno gli organi a distanza. In questa forma l'opera del chirurgo, se pronta, può es· sere veramente benefica. Nella tubercolosi degli organi genitali secon· daria alla tubercolosi degli organi urinari, la prima ad essere colpita è la prostata; per ordine di frequenza, vengono poi le vescichette spermatiche nelle quali la tubercolosi è grave e tende alla fusione e ad aprirsi alJ'esterno. Nella tubercolosi primitiva l'organo più frequentemente e più gravemente colpito è l'epi· di di mo; la. prostata e le vescicole sogliono essere invase precocemente, ma con lesioni piuttosto leggiere; il deferente di solito è=- colpito per pochi centimetri ai due estremi. Di grande importanza è il fatto che il te$ticolo si mantiene illeso per un periodo di tempo più o meno lungo, ed è colpito soltanto in alcuni cas; e sempre tardivamente, per invasione diretta dall'epididimo nel corpo di Higmoro. Per questo fatto, l' A . sostiene che negli interventi chirurgici il testicolo può essere, e quindi deve essere conservato nella maggior parte dei . casi. Inoltre, poichè le lesioni della prostata e delle vescichette tendono alla guarigione spontanea, e poichè l' epididimectomia e la castrazione la favoriscono, perciò l' A. mette in rilievo che per avere una guarigione definitiva, non è necessaria l' exeresi totale delle vie genitali. La bilateralità della tul)ercolosi degli organi genitali dell't1omo è molto frequente: dal terzo alla metà dei casi. La bilateralità non implica una prognosi più grave: ma l'intervento deve essere precoce perchè 1'exeresi possa essere li-


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SEZIONE PRATIC·A

mitata alle vie spermatiche, evitando la castrazione doppia per non mutilare fisicamente e moralmente il paziente. Nelle lesioni bilaterali, è un grave errore 1' astensionismo, come finora abitualmente si è fatto; in esse l'intervento dev'essere precoce e conservatore. Dopo la sezione bilaterale dei due deferenti, come dopo la castrazione bilaterale, la guarigione spontanea delle lesioni prostato-vescicolari è più sicura che non dopo l'operazione unilaterale. L' A. si dichiara intervenzionista nella tubercolosi degli organi genitali : pure riconoscendo il valore della cura medica locale e generale, ritiene si debba essere sempre pronti ad un intervento precoce, per potere evitare la ca· strazione e per ottenere una guarigione rapida e radicale. L'intervento è controindicato, secondo 1' A., nelle forme complicate a tubercolosi polmonare o generale, salvo per atti operativi di necessità (incisione, raschiamento: castrazio,, ne, ecc.); così è controindicato nelle forme secondarie a tubercolosi degli organi urinari, purchè non si tratti di ascesso prostatico o perivescicolare. In questi casi l'intervento chirurgico potrà aver luogo nei reni o nella vescica. Ljevi lesioni polmo~ari però non controindicano \'atto chirurgico, anzi possono trarre vantaggio dalla soppressione del processo localizzato. Nella tubercolosi primitiva degli organi genitali l'opera del chirt1rgo ha invece largo campo d'azione. È bene distinguere, come dicevano gli antichi, la tubercolosi aperta e la tubercolosi chiitsa. Nei casi di tubercolosi aperta l'intervento s'impone sempre: in questi casi si deve essere conservatori soltanto per il testicolo: quanto al resto, si deve sempre praticare larghe escissioni dei tragitti fistolosi e dei tessuti ed organi colpiti dal processo di fusione o di sup. . puraz1one. Tubercolosi chiuse. Non si interverrà se si tratti di uno o più nodi dell'epididimo o del deferente, duri, indolenti, senza alterazione percettibile delle vescichette o della prostata. Ma se tali lesioni ~ostrano d'avere un'evo· luzione rapida, con tendenza ad aderire alla ,.Pelle e al rammollimento, se inoltre le vescichette si palpano nodose e dolenti, allora lo intervento s'impone.

Un atto operativo limitato all'epididimo e al deferente può allora salvare definitivamente il testicolo, e prevenire la diffusione alla prostata, alle vescichette ed alle vie urinarie. La bilateralità della tubercolosi genitale ha significato prognostico gra \'e, perchè prelude a lesioni gravi prostato-vescicolari, e spesso porta alla evirazione totale: in questi casi l'intervento precoce dà risultati eccellenti. Una complicazione imbarazzante costituisce la comparsa di fenomeni a carico dalla vescica: si può praticare la prostatectomia con speranza d'arrestare l'evoluzione della malattia, solo se si tratti certamente di propagazione dell'infezione tubercorcolare dagli organi geni-' tali alla vescica. Se il processo discende dal rene, allora è controindicato ogni intervento sulle yie genitali. E' bene ricordare · che nei casi di lesioni prostatiche voluminose o rammollite, l' esplorazione vescicale diretta non deve essere pra.. ticata, perchè per essa si può correre il peri .. colo di aprire in vescica un focolaio tuberco• lare della prostata. Gli interventi chirurgici parziali (cauterizzazione, racchiamento, escissione parziale della vaginale, dell'epididimo, del testicolo, del cordone spermatico) hanno ancora dei partigiani, ma vanno cedendo il campo ai metodi operativi più radicalmente chirurgici. Per quanto riguarda il testicolo, l'operazione maggiormente conservatrice è la migliore; ma per le altre localizzazioni il focolaio tubercolare dev'essere completamente eliminato, per impedirne la diffusione alle regioni vicine e la disseminazione nell'organismo. L' exeresi può colpire una o più parti o tutto l'appareahio genitale, uni- o bilateralmente. La castrazione dev'essere un'operazione unicamente di necessità, quando sia invaso dal morbo tutto il parenchima testicolare. L'esperienza dimostra che l'epididimo ed il deferente, la prostata e le vescichette possono essere asportate simultaneamente senza che. il testicolo ne soffra nella forma, volume e consistenza. Il testicolo non sarà compromesso, secondo l' A., neançhe se nel corso dell'operazione si ledano i vasi testicolari. Ed in questi casi il testicolo st1perstitè nel fondo dello scroto assicura la viribilità in tutti i suoi attributi: desiderio, erezione, orgasmo, eiaculazione. (II)


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In confronto a così grande utilità del teç;ti- guinale, a seconda dell'estensione del processo; colo infecondo, la castrazione dev'essere con - si incide e si pratica la resezione totale della vaginale; si isola cominciando dall'estremo dannata. L'intervento sulla prostata è giustificato in caudale e si escide in blocco 1' epididimo procasi di lesioni gravi: quando esistono tragitti curando di non aprirne i focolai caseosi; se :fistolosi, si praticherà la prostatotomia per via v'ha bisogno, si incide l' albuginea e si esplora perineale: per la stessa via si potrà praticare il testicolo; oppure si fa l'orchidotomia e, se la prostatectomia in casi di tubercolosi chiusa occorre, si raschia col cucchiaio la parte in. della prostata. La via trans-vescicale, da altri ~etta nel corpo d ' Higmoro, e poi con qualche proposta, non è consigliabile. punto di sutura al catgut si ricostituisce l'alL'epididimectomia, quasi sempre associata buginea. Si isola per pochi centimetri il def e. alla deferentectomia, costituisce il trattamento rente dal fascio vascolare: si stira tratto a chirurgico abituale della tubercolosi degli or- tratto con le pinze fino a ro-r2 centimetri e • st reseca . ,gani genitali maschili. Se il processo si estende nel canale inguiL'operazione è quasi sempre sufficiente; i nale, si prolunga l'incisione e si può fare, ocsuoi risultati lontani sono eccellenti. Abbandonando a s~ stessa la epididimite tu· corendo, ]a vescicolectomia. Se si ritiene nebercolare, od operandola in maniera incom- cessario, si drena 1a ferita operatoria. Negli interventi unilaterali è consigliabile la pleta senza interrompere la continuità delle vie spermatiche, si espone il testicolo al con- legatura o la resezione di 2 o 3 centimetri del secondo deferente tratto nella stessa ferita a tagio. Intervenendo precocemente e largamente, tra verso il setto inciso, secondo il Legué quando si fa una vera chirurgia conservatrice, in quanto sia malata la seconda vescichetta seminale, sesi salva l'organo essenziale, che è 11 testicolo. condo il Lapeyre quando si sia dovuto proSecondo Israel, dopo la castrazione è co- cedere alla castrazione del primo testicolo, allo stante la r Egressione delle lesioni prostata-ve- scopo di preservare il secondo dall'infezione scicolari; lo stesso risultato si ha in seguito per via retrograda. Nelle forme bil~terali I' A. è per l'intervento alla vaso-epididimectomia. L'atrofia. fibrosa della prostata si ottiene in tutte le ·volte che vi sia la minima indicazione, seguito alla sezione dei deferenti, come si pra- sempre però con intenti conservativi per le · glandole seminali: consiglia un'incisione ad U, tica nell ipertrofia prostatica. Il valore della sezione dei deferenti è an- comprendendo in essa, se ve ne sono, gli oricora maggiore nella tubercolosi bilaterale, in fizi fistolosi. La spermatocistite tubercolare tende alla quanto giova a salvare tutti e due i testicoli. In presenza di lesioni vescicolari doppie, guarigione spontanea quando sia stata pratiper evitare la recidiva nel t esticolo sano e la cata la vaso-epididimetomia; se ha evoluzione evoluzione maligna delle localizzazioni prosta- rapida verso il rammollimento, allora l'interstiche, Israel consiglia di legare il canale de · vento è indispensabile. La spermatocistite tubercolare implica quasi ferente dell'altro lato durante l'opezione unilaterale. L' A. in casi simili consiglia la resezione sempre la tubercolosi delle vie vettrici semiminali, perciò la spermatocistectomia isolata di pochi centimetri di deferente. L' A. non ammette la sutura del moncone non si tratica mai, se non quando siano state centrale del deferente al corpo di Higmoro già asportate le altre vie seminali. Sono svariati i processi operativi, per via allo scopo di ristabilire la continuità delle vie d'escrezione, a nzitutto perchè è molto dubbio alta e per via bassa. Per via alta: 1' A. condanna la laparotomia il valore di questo processo non dimostrato da alcun esame positivo dello sperma in seguito mediana o sotto-peritoneo-vescicolare e la laa sutura bilaterale; e poi perchè è pericoloso parotomia lungo il bordo esterno del retto; 1nettere in comunicazione la glandola genitale descrive dettagliatamente e raccomanda la via con le vescicole sempre sospette di contagio. inguinale, che permette di asportare tutt'inNegli interventi unilaterali si incide longi- sieme l'epididimo il deferente e la vescicola. tudinalmente lo scroto fin verso il canale in- Bisogna badare a non lacerare il peritoneo, a (I2}


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rispettare l'uretere nel punto d'incrocio col deferente, ad evitare la formazione di fistole urinarie per ferite della vescica o dell'uretra mem· branosa. Nelle forme bilaterali, si può seguire la stessa tecnica in ambo i lati; ma è meglio praticare la via perineale. Per via bassa : il metodo sacrale e il parasacrale sono di una complessità inopportuna; il metodo perineale è indicato nelle forme di prostatocistitì bilaterali, nei · tumori flogistici voluminosi e suppurati con aderen ze, nei casi in cui sia stata già praticata 1~ vasoepidiQ.imectomia. J,a tecnica operatori:l, in fondo, è quella della prostatectomia. La prostatocistectomia è indicat a soltanto in casi di necessità, per fistole urinarie o tut,ercolari o per ostruzione rettale dovuta a pericistite; per fenonemi di falsa cistite dovuti alla flogosi della vescicola che t end a alla formazione dell'ascesso; nei casi in cui dopo la epididirnectomia, la prostatocistite continui ad aggravarsi.• Associando all'intervent0 per via inguinale l'intervento per via perineale e compiendo la prostatectomia, si completa !a estirpazione di tutto l'apparecchio genitale. L' A. insiste nel concetto che la castrazione e specialmente la castrazione bilaterale deve essere riservata ai casi di estrema necessità. per evitare questo supplizio fisico e morale dell'evirazione, raccomanda l'intervento precoce e conservatore. . Nei casi di castrazione, si sono escogitati vari metodi di protesi, introducendo nelle borse scrotali, con le massime precauzioni dell'asepsi, sfere di vetro, di caucciù, d'alluminio, rotoli di set a; ma l'illusione del paziente di rado è completa, e l'eliminazione dei corpi estranei è frequente. Anche a confronto dei risultati immediati e. lontani ottenuti dai vari metodi di exeresi chirurgica, le operazioni di elezione sono due: la vasoepididimectomia che di solito è sufficiente, salvo quando si abbiano prostatocistiti più voluminose di un dito o suppurate; e la vasovescicolectomia che è l'operazione complementare della prima quando per questa non si sia avuta la guarigione della vescicola seminale o nei casi gravi e complicati di prostatocistiti.

Rara è la tubercolosi degli organi genitali dei bambini: di solito son forme gravi fungose ad evoluzione rapida : la chirurgia conservatrice non sempre riesce all(> scopo: dopo 1' incisione degli ascessi, il raschiamento e la termocauterizzazione, si può essere costretti alla castrazione, specialmente q11ando la vita del paziente sia in pericolo. P. SABELLA .

MEDICINA. Etiologia del morbo di Bodgkin. Per alcuni autori il morbo di Hodgkin non ha nulla a che fare con la pseudoleucemia, considerando essi come tale soltanto quell'affezione per la quale le glandole linfaticl1e presentano le alterazioni istopatologiche delJa leucemia. mentre le condizioni del sangue rimangono normali. Nel morbo di Hodgkin, Much afferma in una sua comunicazione al ] ou'l'nal of State M edicine, London, Febbraio, 1913, pag. 103, che le alterazioni delle glandole linfa tiche non assomigliano affatto a quelle della leucemia. Nel morbo di Hodgkin il sangue presenta una leucocitosi polinucleare accompagnata in genere da eosinofilia. ma t ale sintoma non è costante. Più costante invece è la febbre intramezzata da periodi di apiressia. La milza è ipertrofica, ma non arriva al volume assunto dall'organo nella leucemia. Il sintoma più importante nel morbo di Hodgkin è il modo di comportarsi delle glandole linfatiche. In opposizione alla leucemia si osserva generalmente all'inizio un ingrossamento dei gangli_ di un sol gruppo, e t ale ipertrofia resta per settimane e per mesi, senza che sì abbiano ad osservare cambiamenti. Altri fenomeni di secondat'ia importanza si manifestano poi, come la cachessia. Avviene pure che le glandole ipertrofiche possono generare la compressione di organi vitali, ma questo non è un fenomeno legato necessariament e al decorso del male. Quando si escide una delle glandole sede del . morbo, si osserva un processo di infiammazione cronica a tipo granulomatoso, il t essuto infiammatorio è costituito da formazioni cellulari differenti: cellule epitelioidi grandi, cell~le giganti. contenenti uno o più nuclei e grande abbondanza

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di cromatina, piccoli e grandi linfociti, cellule eosinofili, e infine le caratteristiche cellule plasmatiche. Se la sede primitiva del processo non ha luogo nelle glandole profonde, ciò che non è veramente ~olto frequente, è possibile di far la diagnosi della malattia durante la vita per mezzo della biopsia. Disgraziatamente la diagnosi si accompagna sempre a una prognosi infausta, poichè la ma· la ttia termina sempre con la morte, e anche quando per mezzo del!a rontgenterapia si arriva a far diminuire di volume alcuni gruppi glando· lari, l'infiammazione passa in altri e la morte avviene dopo circa un anno o un anno e mezzo dal principio della malattia. Secondo Much, il morbo di Hodgkin è in relazione con la tubercolosi. Molti autori, e lo stesso Much, hanno in verità osservato quanto sia rara Ja presenza della tubercolosi nelle sue forme clas.. siche nei malati di morbo di Hodgkin. Le esperienze di Sticker e Lovenstein che avrebbero potuto produrre negli animali una tubercolosi di. tipo bovino inoculando loro del materiale patologico, proveniente da malati di morbo di Hodgkin, sembrano a Much molto dubbiose e probabilmente il loro risultato è dovuto a delle impurità del materiale inoculato. L'argomento fu studiato dal Much in unione con Frankel partendo da! principio che i bacilli tubercolari, ove esistessero, potrebbero non essere stati scoperti coi metodi usuali, oppure che il loro numero fosse eccessivamente ristretto o infine che i bacilli t11bercolari esistessero in una forma non acido-resistente. Con ricercl1e anteriori Much avrebbe dimostrato ' l'esistenza di bacilli tubercolari non acido-resistenti, e resistenti invece all'antiformina ai quali egli ha dato il nome di a forme granulari ». Tali forme granulari Much osserva pure nelle · glandole affette nei casi di malattia di Hodgkin. Il numero di bacilli trovati nelle ~landole è veramente piccolo ed è mestieri operare con grande pazienza per arrivare a .scoprirli, t anto più che questa forma granulare non si può rico· n ascere con facilità. Per essere sicuro che si trattasse di bacilli tubercolari egli è ricorso all•inoculazion e nel!' animale. Tale inoculazione fu fatta impiegando del materiale di glandole escisse di fresco e ridotte in emulsione con aggiunta di antifo1mina; le ca,~ie mostrarono la formazione di tubercoli fibrosi

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isolati, sviluppatisi nell'omento, ma il · processo non mostrò tendenza a progredire. L'agente infettivo del morbo di Hodgkin sarebbe dunque un germe di forma granulare mor· fologican1ente e biochimicamente identico al germe descritto da Much e Fraenkel come a forma granulare del virus tubercoloso ». La portata pratica di una tale scoperta, ove essa venisse dimostrata esatta, sarebbe veramente delle più importanti. Dott. Gon. .

SIFILIDOLOGIA. Sulla questione delle « affezioni parasifilitiche ». (SCHOENBORN e CUN'tz, Deutsche medizinische

Woche·n schYift, 1913, n. 12, .pag. 542).

Il

con~etto

d{!lle affezioni parasifilitiche (1netasifiZ.itiche. sifilide quaternaria, affezioni postluetìche) ha il suo principale sostegno nella origine sifilitica della tabe e della paralisi. Non sarà privo di interesse peraltro rammentare che originariamente il Fournìer, che fu il primo ad adoperare l'espressione IJ parasifilitico >> non poneva la tabe tra le affezioni meta o parasifilitiche propriamente dette. Egli curava in principio la tabe post-sifilitica semplicemente come un'affezione specifica terziaria, m a del resto metteva la tabe fra le n1alattie che « possono egualmente prodursi all'infuori ed indipendentemente da ogni antecedente di sifilide ». Solo più. tardi la comprese fra le affezioni parasifilitiche, che egli nel 1894 definiva nel modo seguente: « Le affezioni p~rasifilitiche non hanno come ca usa esclusivamente e necessariamente la sifilide, mentre gli accidenti sifilitici propriamente detti non derivano se non dalla sifilide)). In Germania la parola « parasifilitico » esprime invece un concetto, il quale più che alla definizione del Fournier corrisponde alle teorie del !\1oebius e dello Striimpell ( sifilotos~ine). Tutti sappiamo quanto spesso nelle affezioni metasi:filitiche tipiche, tabe e paralisi, si può dimostrare la coesistenza della lues e cosi pure nelle affezioni metasifilitiche degli organi del sistema cir · colatorio. Ora mentre la parola e metasifilitico > sembra scomparire dalla letteratura medica (salvo che dalla neurologia eviene sostituita dall'espres· sione u di origine sifilitica », ci si può domandare: Che cosa impedisce a noi di considerare la tabe e la paralisi quali affezioni sifilitiche vere e pro· prie? In realtà soltanto la mancata dimostrazione della spirocheta pallida nel liquor o nei tessuti


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.affetti, dimostrazione che proprio in queste due malattie non si era riusciti ad ottenere: che permetteva ancbra di pensare alla possibilità che tali affezioni fossero collegate, è vero, alla sifilide, ma per un meccanismo ancora sconosciuto (forse per mezzo delle sifilotossine dello Striimpell). È noto peraltro quanto sia difficile dimostrare la presenza nei tessuti delle spirochete, anche quando si tratti di forme terziarie, della cui natura specifica nessuno dubita. Per affezioni di altri organi, che venivano, se non sempre, almeno molto spesso chiamate « metasifilitiche » si era già riusciti a dimostrare le spirochete nei tessùti (p. e. cuore ed arterie). Gli autori hanno preso a studiare numerosi .casi di malattie del cuore, dei reni e del fegato nei quali il legame con la lues · era sicuro o per .lo meno verosimile. In 65 casi di malattie di cuore e dei vasi la reazione del Wassermann fu negati va in 6, e positiva in 46 ed in 5 di questi la reazione divenne negativa dopo la cura. Neg1i altri 13 casi la diagnosi di lues fu altrimenti dimostrata . Nei casi di affezione epatica studiati, 13 erano ·s icuramente di sifilitici (8 con reazione Was-sermann positiva) e comprendevano infermi con ·Cirrosi, con lues non gommosa, con sindrome del Banti, ecc. Quattro migliorarono con adatte cure (anche col salvarsan). Gli autori infine riferiscono su 12 casi di affezioni renali, in individui che avevano sofferto la sifi· lide, pit\ due casi di emoglobinuria parossistica, in cui l'anamnesi era negativa, la reazione W. positiva, e l'esito terapeutico con Hg e salvarsan -fu buono. In tutti questi casi non si riuscì a dimostrare la spirocheta; gli autori però ammisero in tutti l'esistenza di un processo di sifilide recente o gommoso perchè tutti i casi studiati potevano raggrupparsi in una delle seguenti categorie: Nel]a prima quelli in cui l'anamnesi per la sifilide era positiva; Nella seconda quelli in cui la reazione W. era nettamente positiva; Nella terza quella in cui coesistevano altri processi sicuramente luetici o pogt-luetici. Gli autori si domandano se sia lecito conside· rare tutte queste affezioni da essi studiate come causate dalla sifilide. Allo stato delle nostre attuali conoscf'nze si deve ammettere di sì. In quanto alla interessante questione perchè proprio quello speciale organo - fegato, aorta - ammali in

un 'infezione generale come la sifilide, non si può per ora dir nu11a. Nel materiale studiato dagli au~ori non si poteva dimostr.are che gli organi colpiti fossero già lesi, nè era sempre dimostrata in modo assoluto l'influenza di altre cause nocive (tabacco, alcool, infezioni che possono colpire a preferenza i reni, ecc.), Si deve forse ammettere, come per le sifilidi « a virus nervoso » una sifilide epatotossica, nefrotossica , ecc.? Oppure la sifilide. rappresenta. per cosi dire un catalizzatore per qualche veleno specifico esistente nell'organismo;> Purtroppo a queste domande non può darsi ancora nessuna risposta. In ogni modo, riassumendo i loro studi fatti su di così largo numero di infermi, gli autori concludono che la definizione del Fournier, la quale non fu del resto mai pienamente accettata da tutti g11 autori, non è più da mantenersi. Non si può parlare adunque di affezioni parasifilitiche nel caso di malattie le quali secondo il concetto del Fournier, potrebbero svilupparsi, in maniera clinica.mente eguale o almeno molto simile, su di un terreno di natura diversa da terreno sifilitico. L'uso di questa nomenclatura trovava la sua ragione fino ad oggi nella non curabilità di tali malattie per mezzo del mercurio e del jodio e nella impossibilità di una dimostrazione bio1ogica della lues. · Quest'ultima condizione può dirsi oramai eliminata con la reazione del W assertnann (ed anche con la citodiagnosi Nonne, Apelt, ecc.), mentre per ciò che riguarda la incurabilità col mercurio, essa deve venir ben altrimenti considerata, dal mo· mento che sappiamo come la cura mercuriale in genere agisca diversamente nelle forme recenti e in quelle antiche della lues. Si può dunque ripetere per gli adulti ciò che il Baginsky consiglia nelle forme infantili, di liberarsi cioè dal concetto cosi vago ed oscuro òelle « affezioni parasifilitiche ». Il concetto espresso dalla parola u parasifilitico » può dirsi divenuto superfluo, ed anche di fronte alla nuova concezione delle affezioni parasifilitiche, tentata recentemente dai francesi (im-pr~gnation 01 ganique con anticorpi), gli autori reputano che non si debba più mantenere tale parola nel linguaggio medico. Anche nella neurologia ciò è questione soltanto di tempo, e quanto prima la tabe e la paralisi dovranno chiamarsi malattie si filiti'che e non più m etasifilitiche. (IC:. )


IL POLICLINICO

Questo concetto ha ricevuto oramai la sua con· ferma obbie'ttiva dopo che Noguchi ha potuto dimostrare in numerosi casi di paralisi progres~iva la presenza delle spirochete nella corteccia cerebrale. V. MONTESANO.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI).

R. Accademia medica Seduta ordinaria del

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di Roma.

marzo

1913.

Presidenza del prof. F. Durante, presidente. Dott. D. Lapponi. Azione delt' adrenalina iniettata nel peritoneo (presentata dal socio prof. Gaglio). Lapponi ha studiato nell'Istituto farmaco logico di Roma l'azione dell'adrenalina, iniettata nel peritoneo. Come è noto, l'adrenalina dà massima la sua azione quando s'inietta dentro le vene; la sua azione per iniezione ipodermica è molto dobole, e debolissima per la via della bocca. Lapponi in numerose -ec;perienze sui conigli e sui cani ha visto come l'adrenalina iniettata nel peritoneo, alla dose di gm. 0.0005-0.005. innalza la pressione sanguigna moderatamente .e fa durare qt1esto innalzamento per molto tempo fino a più di un'ora. L'innalzamento della pressione sanguigna è ordinariamente di p arecchi millimetri iii mercurio. Esso è molto più forte, se nei cani la pressione sanguigna è stata precedentemente abbassata per mezzo di t1n forte salasso; in questo caso sotto l'influenza cli qualche milligrammo di adrenalina iniettato nel peritoneo, la pressione non solo risale al livello normale. che si aveva prima del salasso, ma lo supera di parecchi millimetri di mercurio. L' A. inoltre h a iniettato nel peritoneo dei conigli per molto tempo dosi quotidiane progressive di adrenalina, da mezzo milligrammo a 5 milligrammi. Egli ha osservato che queste iniezioni endoperitoneali erano ben tollerate; in un coniglio è riuscito a praticarne fino a 83 con un totale di alcaloide iniettato di centigrammi ro.4. In tutti que'3ti animali non ebbe mai ad o3ser· vore quei foco]ai di necrosi e di calcificazione eon dilatazioni aneurismatiche, che si vedono nelle pareti clell'aorta dei conigJi nei quali si pra· ticano iniezioni endovenose di adrenalina. Le iniezioni endoperitoneali furono sempre pra ticate con rigorosa asepsi. L'adrenalina fu sterilizzata facendo bollire le soluzioni in presenza di acido carbonico, essenclo risultati insufficienti (16)

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le norme prescritte dalla farmacopea per la sterilizzazione dell'adrenalina. Prof. Purpura. Sull'asportazione dell'epiglottide (presentata dal sociq prof. Durante). - Il professor Purpura riferisce il risultato di alcune sue esperienze di asportazione dell'epiglottide. Come fatto immediato osservava abbassamento della voce; persistente per tutta la durata della vita dell'animale. Gli animali (cani) sono morti in 11n intervallo di tempo che al massimo fu di 4-5 mesi, per polmonite ab ingesti·s. Prof. R. Alessandri. Un nuovo caso di plastica ossea pef lesione cranica antir.a con perdita di sostanza ed epil~ssia fac;ksoniana (presentaz. dell'operato) . ..- L'A. presenta un giovane da lui operato di plastica cranica, col lembo osteo-pericranico per rovesciamento alla Durante-Righetti, che è il terzo caso cosi trattato. Riferisce lo stato ottimo degli altri due operati~ uno della regione frontale deC)tra, da tredici mesi, e l'altro della frontoparietale sinistra, da otto, sia riguardo alla solidità della parte ossea rico· stituita, sia alla cessazione completa di ogni!segno d'irritazione corticale. Questo nuovo caso riguarda un giovane di 19 anni, che all'età di tre anni per un calcio di mulo riportò frattura esposta nella regione parietale destra con scheggiamento delle ossa e fuoM ruscita di materia cerebrale: si ebbe guarigione per seconda con permanenza di una perdita di sostanza ossea di 3 cm. peì 4 circa, e paresi della metà sinistra del corpo, prevalente all'arto Sl.lperiore, a forma spastica. Da qualche tempo si · erano aggiunti degli accessi epilettici, che s'iniziavano a sinistra e divenivano poi generali. Con un lembo rettangolare rialzato, messa allo scoperto la breccia, escisse i margini dell osso, che rovesciato verso la cavità cranica comprimevano fortemente la dura sottostante, specialmente in alcuni punti per formazioni osteofitiche; dall'alto formò poi il lembo pericranieo con brattee . ossee, che per rovesciamento portò a coprire completamente la breccia. Sutura per prima. A poco più di un mese di distanza la solidità dell'osso riformato è perfetta, e norma ~e la curvatura della reg ion~ operata. Non sono più apparsi accessi epilettici; anche la paresi .spastica è in via di miglioramento. Prof. V. Nicoletti. I t-rapia·n ti nervosi e tendinei nel 1'ipristino anatomico dei muscoli. II nota (presentazione di infermi}. - L'O. che già in una precedente nota presentata alla R. Accademia medica aveva riferito sui primi risultati ottenuti nelle ricerche "perimentali sull'argomento, che furono inizi ate nell'ottobre clel 1910, comunica


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SEZIONE PRATICA ,

oggi, a trenta mesi dal~' inizio delle esperi~nze, le convinzioni acquisite circa al valore comparativo del trapianto tendineo e di quello nervoso nel ripristino anatomico e funzionale dei musco1i precedentemente paralizza ti, mediante la resezione estesa d.el tronco nervoso corrispondente ed il rimbocco degli estremi dei monconi in modo da escludere assolutamente la possibilità di una riunione spontanea. Le osservazioni sperimentali, completate opportunamente da precisi esami elettro-diagnostici, gentilmente praticati dal p~of. Ghilarducci e dalle indagini istologiche eseguite dal dott. Cusumano, che ba assistito cortesemente il Nicoletti in tutte le esperienze, hanno convinto 1'0. della superiorità indiscutibi le del trapianto nervoso su quello tendineo nella rigenerazione anatomica del muscolo affetto da ·paralisi post, traumatica. Le os$ervazioni elettrodiagnostiche ed istologiche hanno esattamente confermato i risultati già comunicàti alla R . Accademia medica nel giugno i912 . L'O ., infine, presenta due infermi da lui operati di trapianti nervosi: l'uno da due mesi soltanto d'innesto ascenélente della primitiva superiore sulla corda primitiva media del plesso bra~hiale di sinistra per paralisi di tutti i muscoli innerva ti dalla V e VI radice e datante da 10 mesi al momento dell'im1esto, e l'altro da due anni di trapianto di un lembo sciatico sui rami popliteo interno ed esterno interrotto per un colpo di arma da fuoco circa un anno prima della data dell'intervento. In questo secondo paziente si è conseguito un risultato terapeutico brillante, essendosi ristabilita la funzionalità delle patti paralizzate, in modo quasi completo. t

aveva subito frattura delle ossa del naso, con parziale eliminazione dello scheletro osseo, e che presentava u:.i naso a sella· - ha praticato il 'tra pianto libero di una stecca osteo ·periostea, prelevata dalla tibia dello stesso soggetto. attraverso ad una incisione (alla Doyen) condotta s ul margine qel lobulo (novembre 1911). Ha tardato fino ad oggi a presentare l'operato - che è stabilmente guarito, con ottimo risultato cosmetico - per istudiare il comportamento del trapianto agli effetti della sua evoluzione. Con radiografie fatte successivamente (a I mese, a 11 mesi, a 18 mesi dall'innesto) si constata che questo nei primi mesi si è .r idotto in volume, ma successivamente saldandosi mediante un ponte osseo al residuo dei nasali ha acquistata una radiopacità più uniforme e tale da far ritenere che nel trapianto debbano essersi svolti fenomeni di neoproduzione . ossea. Prof. Egidi. Compiacendosi del risultato veramente brillante che ha coronato questo inter· vento chiede perchè l'O. non abbia preferito ad un atto operativo di una certa importanza la semplice iniezione di paraffina. R. Dalla Vedova risponde che non ricorrerebbe a cuore leggero a queste· iniezioni essendoJlli noti, dalla letteratura, almeno tre casi di amaurosi da embolia della a. centrale netinica: nel caso in ispecie poi - in un operaio che per ragioni professionali aveva bisogno di un appoggio va1ido all'occhiale di protezione (forgiatore) e che per questa ragione chiedeva di e~ser liberato dalla sua deformità - Ja iniezione di paraffina probabilmente sarebbe venuta meno allo scopo. · A. BALDONI.

Prof. R. Dalla Vedoya . Ematoma arterioso diffuso della coscia da ferita d~lla femorale: incisione, arterorrafia, g1-ta-ri'gione. - In un operaio, che tre

settimane prima era stato colpito alla coscia da una scheggia di ferro, riportandone una ferita limitata e profonda, e in cui s'era stabilita una voluminosa e vasta tumefazione pulsante - un ematoma arterioso diffuso - 1'0. ha praticato, il 21 ottobre u. s., la arterorrafia di una ferita longitudinale, di mm. 4 di lunghezza, della parete della femorale, che poneva in comunicazione il lume di questa con l'ematoma. Presenta l'opeperato. L'O. a) ribadisce l'idea che l'antica d enominazione di aneurisma falso non debba maa tenersi per simile entità; b) pone in evidenza l'importanza del trattamento per sutura; e) coglie occasione per studiare la patogenesi della febbre traumatica. Prof_ R. Dalla Vedova. Naso a sella traumatico; autotrapianto libero di una stecca osteo-periostea>· g·u afig ione. - In un operaio - che da fanciullo 3

Reale Accade1nia di medicina di Torino. Seduta del 17 febbraio 1913. Morpurgo. Sull'estirpazione del le capsule surrenali a·i Iopi in parab1:osi. - A vendo osservato che le femmine resistono poco all 'estirpazione delle capsule surrenali, mentre i maschi vivono quasi tutti, l' A. ha pratic-ato l'estirpazione delle capsule ad una femmina unita in parabiosi con un maschio; la coppia visse tre giorni dopo 1' asportazione della II capsula. La morte fu quasi contemporanea, nella femmina si osserva va una grande iperemia del fegato, della milza e di tutti gli organi. Probabilmente nella femmina si è manifestata un'insufficienza capsulare, debolezza del tono vasale e congestione a spese del sangue del compagno. Quindi pur essendovi comunicazioni sanguigne per cui dE:i due animali uno si è congestionato e l'altro anemizzato non si ebbe il passaggio dei principi adrenalinici. ( I7)

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IL POLICLINICO

Ponzio , presenta un interessante caso di p seudocalcotosi renale aZl''i ndagine radiologica - Si trattava di un paziente con coliche ed ematuria rilevabile a lla cistoscopia dall'uretere destro. Alla ra diografia in corrispondenza del rene destro si notava una chiazza grande quanto una nocciola, ovalare, con tutti i caratteri del calcolo. All'operazione non si trovar<?no calcoli, il rene era tutto infiltrato da un neoplasma maligno, e nella parte interna s1iperiore della loggia renale si osservava un corpo ovalare, liscio, durissimo composto di sostanza calcare ed ossea con una cavità riYestita da endotelio e contenente del sangue fluido. PIEl'RO SISTO.

Società 1nedieo·chirurgica di Pavia. Presidente prof. A. Monti. E . Brugnatelii e G. Verga. Nuovo metodo di pelvioplastica. - Gli AA., presentando quattro casi

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operati di pelvioplastica, dimostrano la superiorità del loro metodo, in confronto a quello finora in uso, di plastica unila ternle sopra la branca orizzontale di uno dei pezzi e di demolizione del promontorio. Essi fanno un trapianto autoplastico della metà inferiore della sinfisi pubica, :fi::)sandolo con due punti di sutura metallica , tra le branche divaricate e recentate dalla metà superiore della sinfisi · stessa. Dimostrano come con questo metodo essi non abbiano per nulla alterato la deambulazione e la statica del bacino anche in un caso operato da oltre due mesi. Si riserbano di studiare, a distanza di maggior tempo il reperto istologico.

A. Perroncito. Un rtuovo metodo d'i anastomosi 11enosa (anastomosi termino-laterale della porta e della ca va). - L' A. adopra due anelli metallici concentrici riuniti fra loro da otto raggi. Passato un anello entro gli or;fici venosi o attraverso delle aperture praticate lateralmente nei vasi, i margini vengono estroflessi e fissati all'altro anello. I due anelli poi vengono uniti con un laccio passato alternativamente fra i raggi. Così le intime rimangono accolla te fra loro, non avendosi nè rugosità nè filamenti nel lume del vaso con con· seguente pericolo di trombi, come avviene col metodo Carrel. :'\.nimali cosi operati da più di due mesi vivono in perfetta salute. G. B. MafJei. Un tumore raro del mediastitio. L' A. r iferisce la s t oria clinica ed anatomica di un caso non comune di tumore da lui diagnosticato come un linfangio-endotelioma, che trasse origine probabilmente da11e ghiandole linfatiche , con estrinsecazione a ca vallo dell'arco aortico e con diffusione lungo le vie linfatiche a quasi tutti i visceri addominali. • trS)

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C. Moreschi. Osse1'vazioni sut morbo di Hodgkitti . - L' A. si diffonde intorno a quattro casi di morbo di Hodgkin, due donne (21 e 35 anni) e due uomini (26 e 50 anni). L' A. parla del reperto ematologico in tutti e quattro i casi. N eaa ti ve furono in tutti la cutireazione tubercolinica e la reazione di Wassermann. Praticata la biopsia ed iniettato il materiale biopsico in cavie, conigli e in un cercopiteco e un macaco, non provocò lesioni apprezzabfli negli organi ematopoietici. lTn caso venne all'autopsia. e nelle glandole non si riscontrarono nè bacilli tubercolari, nè granuli di Much. L'iniezione negli animali di milza e di midollo osseo di questo cadavere (l'autopsia si praticò 7 ore dopo la morte) non diede luogo ad evidenti alterazioni di organi. ~'esame istopatologico delle ghiandole mise in evidenza note strutturali varie da caso a caso. L'A. chiude parlando della cura. L'applicazione dei raggi X, di breve o di lunga durata, non è riuscita efficace: si ebbe solo una temporanea riduzione degli organi irradiati. A. VALENTI. ':')

Accademia di scienze mediche e naturali di Ferrara. Seduta del dicembre

1912.

A. Ghedini. Contr,i buto alta ch·1,"rurgia del se,no frontale. - L'O., prendendo occasione da un altro caso di empiema frontale bilaterale da lui felicemente operato e nel quale l'esame radiografico in precedenza eseguito, valse a fargli rilevare un' importante anomalia nella disposizione dei seni e a trattenerlo dal penetrare nella cavità del cranio, applicando il trapano nella sede normale occupata dal seno, si diffonde a parlare di questi diverticoli della cavità nasale, che egli illustra mostrando crani, tavole e radiogrammi oltremodo interessanti~ perchè atti a provare quanto incostanti siano i seni della fronte per forma, numero, ~ede e rapporti coi seni vicini specie quello sfenoidaie e quanto, pel chirurgo, sia infido l'affidarsi, nell'apertura di essi, alla guida che gli forni ~ce l'anatomia umana normale. Boschi. L'individualità biologica, l'eguaglianza della legge per tut"1: e l'istituto della grazia. - L'O. parla dell'errore della legge penale d1 non considerare, nelle sue applicazioni di pena, le ragioni dell'individualità, per cui uno stesso intervento ha entità punitiva diversa a seconda delle condizioni e della costituzione fisica e psichica del soggetto. Pare all'O. che gli studi sulle predisposizioni individuali possano efficacemente modulare la sentenza del Giudice; e l'Istituto della Grazia indichi a sua volta una via di rimedio, se allargato cosi da costituire una revisione postuma delle sentenze. Dott. GIUSEPPE' FERRARI.


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SEZIONE Pl{ATICA

APPUN.TI PER IL MEDICO PRATICO . . MEDICINA SCIENTIFICA. •

Sulla patogenesi della nefrite ascendente. Le esperienze in anima] i , condotte allo scopo <li chiarire la patogenesi della nefrite ascendente, non h anno seguito la via e il mezzo corrispondenti ai termi11i della patologia umana : sugli animali si sono prodotte stenosi ureterali, i reperti anatomici sull'uomo invece dimostrano che in 305 casi di cistopielonefrite uno solo era da imputarsi a stenosi dell'uretere mentre nella maggior parte l'origine doveva cercarsi nelle alterazioni d ell'uretra e della vescica. Partendo da tale sconcordanza d ei dati anatomo-pa togici coi dati sperimentali, il Borri (Auto'liass. e riviste, vol. X, n . 7) studia il problema al lume della critica, basa ta sopratutto su d ati anatomo-patologici. \ Egli nota che nei vecchi (al di sopra d~i 60 anni) nei quali si hanno tutte le condizioni che facilitano l'impianto di un processo infettivo nelle vie urinarie (ipertrofia prostatica, restringimenti uretrali, alterazioni involutive degli organi e specia!mente dei reni) . bastano tali condizioni produrre un'alterazione ascendente n el rene; nei giova ni invece le cistopie lonefriti sono legate nella maggior parte dei casi a lesioni del midollo spinale. Su 9r casi di pielonefrite al di sopra dei 60 anni, 74 (8 1 %) sono dovute ad ipertrofia pro·statica e ad infezioni vescicali in genere, al di~otto dei 60 anni su 110 pielonefriti 31 sono le.gnte a lesioni midollari. Se le condizioni di innervazione e di difesa del rene e degli ureteri sono integri non bastano la stenosi uretrale e l'inoculazione di germi a produrre negli anima li un processo infettivo ascen.dente. si rende necessaria un'irrita zione d el rene (cantaridina) ed allora mentre il b ac. coli ed i piogeni ascendono facilmente, non ascendono il g onococco e il bac. Koch. Se invece il midollo è leso, tutto l'apparato urinario si trova in istato di grande labilità paralisi della vescica, degli ureteri . alterazioni nel trofismo e nell'innervazione renale, condizioni che p ermette la risalita 'e la fissazione dei germi. I criteri per i quali si può affermare l'origine .ematogena o l'origine ascenclente dell'infezione sono il culturale e il microscopico; il criterio clinico (rapidità dell'insorgenza) non ha valore poi~h~ con eguale rapidità può insorgere un processo r enale ascendente. Il d ato cult urale (culture del cuore, della milza. dei polmon~ ) ha grande valore per i germi facil-

mente coltivabili dal sangue; se non si ritrova nel sangue il germe che si coltiva nel ren ~ e dagli ureteti con grande probabilità la pielonefrite è ascende!lte, . I dati microscopici non sono meno importanti per la diagnosi differenziale: nelle vie ematogene si trovano invasi i glomeruli o i vasi, nella via ascendente sono gli ammassi, i cilindri batterici dei canalicoli urinari che caratterizzano la lesione. t. .1>.

CASISTICA. Rammollimento cerebrale e raccolta meningea puriforme asettica a polinucleari intatti. Fino a qualche anno fa si riteneva che qualunque raccolta di aspetto purulento formata da polinucleari, fosse un pus m icrobico settico, e quando una puntura della pleura o peggio ancora dalle m eningi dava esito a un liquido così fatto, il pronostico che se ne faceva era dei più infausti. ·widal nel 1906 distinse in questi liquidi di aspetto purulento, quelli settici, a polinucleati alterati , e le raccolte purisimili asettiche a polinucleari intatti. Nei primi, oltre ai polinucleari alterati ~i possono mettere in evidenza i germi patogeni sia con esami diretti, sia con le colture, sia con le inoculazioni. I secondi, che per caratteri macroscopici sono identici ai primi, n1icroscopicamente mostrano polinucleari intatti ed a~senza di agenti patogeni, donde il nome di raccolte asettiche a polinucleari intatti. Non è difficile la diagnosi differenziale in quanto la sola presenza di p olinucleari intatti basta a stabilirla, senza ricorrere alle indagini laboriose delle colture e delle inocu!azioni. J,a distinzione non ha un valore soltanto per le questioni di p atologia generale, che possono scaturirne, ma ne ha dal punto di vista pratico della . prognosi e d ella terapia. Infatti Widal e i suoi allievi Lemierre, Boidin, Gougerot , Philibert ha..nno dimostrat o, che le raccolte puriformi asettiche sono suscettibili di guarigione, al contrario delle forme microbiche. L'osservazione che riassumo è di P ietre Marie e H. Gougerot, e rappresenta un esempio di raccolta meningea as.e ttica a polinucleati intatti. Si tratta di un vecchio robusto, preso da ictus il r 0 gennaio 1909. Entrò n ell'infermeria « de Bicetre » il 2 gennaio 1909. Era in ista to di subcoma incosciente e presentava emiplegia destra t otale, con emiparalisi faciale completa (faciale superiore e inferiore), emiagnosia destra, probabile emia nopsia destra. (19)

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IL POUCLINICO

All'emiplegia ed emianopsia destra si aggiungeva una rigidità bilaterale, per la quale era dif • ficile muovere il paziente. Non si poteva affermare l'esistenza del Kernig. Data Ja rapidità con la quale la sindrome si era manifesta ta e la rigidità, si pensò ad una emorragia cerebrale con inondazione secondaria delle meningi, cioè ad una emorragia cerebromeningea. Si praticò intanto una puntura lombare : essa diede esito ad un liquido torbido, d'aspetto siero· purulento, senza colorito roseo o rossastro. Il reperto meravigliò, e sorse il dubbio diagnostico: era una meningo·encefalite, una meningite, o un rammollimento complicato a meningite purulenta ? L't:same istologico rischiarò la questione : esso infatti dimostrò come il liquido abbondasse_ di polinucleati integri, e mancavano i germi della suppurazione. Così le col ture e le inoculazioni furono tutte negative. Mancavano inoltre tutte le comuni reazioni che sono presenti nel liquido cerebro-spinale dei meningitici (fibrina, albumina, zucchero). L'autopsia oltre a lesioni ateromatose dell'aorta, a dilatazione del cuore, e a sclerosi renale, mostrò un vasto rammollimento bianco di tutta la parte media dell'emisfero sinistro per obliterazione del tronco della silviana alla sua nascita. L'esame istologico fu praticato in tutto il cervello, prelevandone dei piccoli pezzi, ricoperti dalle meningi molli lontano dal focolaio di rammollimento, ai limiti di questo, e in pieno focolaio. Lontano dal focolaio non si trovarono che i reperti degli ispessimenti meningei propri degli arteriosclerotici. Al livello del focolaio si cominciarono a vedere i polinucleari che riempivano le arteriole, danqo luogo in alcuni punti alla formazione di veri trombi. Peraltro i polinucleari in questi punti non si trovavano nella compagine della sostanza cerebrale, non vi era nelle meningi infiammazione, non reazione endoteliale, non edema. Nel focolaio si videro anzitutto i caratteri~tici aspetti della necrosi da rammollimento. Importanti erano i processi a carico dei vasi. In essi non si notavano fatti di arterite acuta, ma fatti necrotici delle pareti. Nei vasi i polinucleati erano addensati e qua e là per diapedesi si vedevano abbandonare il vaso per il tessuto circostante. Nel tes~uto i polinucleari erano sparsi senza grande tendenza a raggruppamenti speciali in placche. Qualche anno indietro dinanzi ad un caso di t al genere si sarebbe senz'altro concluso trattarC\i dj un rammollimento cerebrale complicato ad una meningo-cncefalite infettiva. Oggi, dopo il lavoro del \ ' idal, se ne può dare tutt'altra inter(20}

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pretazione. Oggi parliamo di rammollimento, cerebrale da obliterazione della silviana con reazione meningea asettica. Per il fatto stesso dell'embolia è noto che intorno al focolaio avvengono deJle congestioni vasali : ora, mentre i globuli rossi non traversano le pareti vasali, i globuli bianchi che posseggono movimenti ameboidi a poco a poco filtrano, ed ecco la loro comparsa nel liquido cerebro-spinale, al quale - se contenuti in quantità sufficiente - dànno il caratteristico aspetto puri5imile. Questa la spiegazione data da Widal e Gougerot per spiegare le raccolte puriformi pleurali nel corso degli infarti polmonari, e che può anche applicarsi per le raccolte meningee nei rammollimenti. Potrebbe anche essere - ma è una pura ipotesi - che il tessuto nervoso eserciti un'azione chemiotattica positiva sui polinucleari. F . SABATUCCI.

Su alcuni sintomi dell'arteriosclerosi cerebrale. Il Bing (Korr. f. S chw. Aerzte, i912, n. 22) ha studiato specialmente quei fenomeni che si possono spiegare con alterazioni diffuse della nutrizione dei centri nervosi dovute a lesioni vasali « la pseudoneurastenia arteriosclerotica ». Questa forma morbosa colpisce di regola individui tra i 45 ed i 55 anni e si manifesta soprattutto con cefalea. che aumenta nèl lavoro mentale ed ha una grande somiglianza con quella dovuta a disturbi di refrazione che si sviluppano dopo i 40 anni e quindi in og~3 caso s'impone un accurato esame della funzione visiva. È caratterizzata di regola da un senso di peso specialmente frontale che si verifica anche al mattino, ma che assume il suo massimo d'intensità verso sera. Un altro sintomo molto importante è la vertigine, raramente nella forma di una vera vertigine vestibolare (vale a dire accompagnata da ronzii): per lo più non è una vera vertigine ma è un senso di debolezza improvvisa o un obnubilamento momentaneo del campo visivo o un senso di costrizione o di ansia eh~ viene chiamato vertigine. Esiste quasi sempre un certo grado d 'insonnia, t alora una vera inversione del sonno (tendenza a dormire di giorno, insonnia di notte). Il paziente afletto da pseudoneurastenia arteriosclerotica presenta inoltre un'incapacità al lavoro molto spiccata in ogni caso, l'umore è per lo più depresso, irritabile. Sopra al quadro classico della forma morbosa descritta spiccano t alora disturbi di notevole in.. tensità spesso transitori che stanno al punto di confine tra un'affezione organica e funzionale. Così dolori molto inten!:>i che vengono ad accessi e colpiscono ora il dorso, ora gli arti, ora la


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SEZIONE PRATICA

faccia. L' A. esclude che siano di natura nevral- ed eventualmente a migliorarli con semplificagica sia per la mancanza di punti dolorosi : che zioni di tecnica. per il carattere lancinante che ricorda quello dei Circa l'anestesia locale J'A. ricorda le scarse· dolori della tabe: egli li mette in rapporto con esperienze del Wernitz, del Mathis, del Rosthqrn. spasmi vasali che si verificano nel sistema nervoso ' non solo per piccoli interventi vagino-perineali, centrale o nelle radici posteriori. T!n altro feno-- o sulla portio, ma perfino per estirpazioni vagimeno accessionale che si verifica nel quadro del- naJi totali: al quale ultimo scopo anzi E. Ruge l'arteriosclerosi cerebrale è costituito dalla « clau- usa un suo metodo di ~nestesia locale con iniedicazione intermittente spinale » del Déjerine, che zioni di novocaina (r %) e soprarenina (5 gocce" si distingue dalla forma p eriferica per la man- I %o su roo eme.) ai lati dell'utero fino a introcanza di fenomeni va '3ali periferici e per la pre- durre 40 eme. di soluzione: l'A. raccomanda -che· senza· di polso arterioso: si tratterebbe di stati ulteriori esperienze determinino il valore di tali · spastici periodici che decorrono con aumento dei metodo. F. BAFFO;N'I·LUC!AflI, riflessi e fenomeno del Babinski e che forse sarebbero di origine vasomotoria. L'anestesia regionale delle membra La stessa spiegazione potrebbe darsi ad alcuni con le iniezioni endovenose di novocaina. .• fenomeni transitori di natura cerebrale che si . presentano sul q11adro di un' arteriosclerosi del Il metodo è stato introdotto nella pratica chisistema nervoso centrale ; quali emiparesi , afasia rurgica da Bier nel 1908; egli tentò l'iniezione di· ed emianopsia transitoria. P ....<\. novocaina nelle vene per anestesia locale, in seguito ad un esperienza preventiva assai dimostr.a-;tiva : su un arto !nferiore che si dv ve va amputare ,. TERAPIA. passò due legature, una al di sopra e' una al disotto del ginocchio, tra le due legature iniettò Sull'anestesia sacrale e lo cale . sotto pressione nella safena 50 eme. di soluzione A. Martin (jah'Yeskurse fur iirztliche Fortbil- d 'indaco - ; tutti.. i tessuti compresi tra le due dung, Juli 1912, pag. 61), ricordato il conftitt<:> fra legature dalla ptlle fino al midollo osseo si colola anestesia lombare e la cloronarcosi, non ancora rarono in bleu; egli pensò che sostituendo alla· risolto anche in ginecologia, espone un nuovo soluzione d'indaco una soluzione di novocaina si metodo di narcosi del Gatch di Baltimora (e rac- doveva a vere un'anes tes1:a dir~ tta nel segmente> compteso tra le legatt1re ed una ind,i1etia, poiche comandato dallo Schlimpert e dal Neu) fondato sull'uso di un miscuglio di o~sidulo di azoto e di i tronchi nervosi che traversano i t essuti sarebbero rimasti imbevt1ti dall'anestetico, in tutte le ossigeno; miscuglio che con un apparecchio abbastanza semplice viene automaticamente rego- parti che rimangono al disotto della legatura. I primi tentativi di Bier furono incoraggianti; a 4 lato e che in molti I stituti dove fu usato n on avrebbe dato inconvenienti di sorta. L'apparec- anni di distanza compaiono resultati statistici di chio permette pure l'aggiunta di etere e non Hayward (375 casi) di Kaerger (r50 casi) e di sembra esclu'3 a la probabilità di ulteriqri perfe- altri che rimettono in onore il metodo. Sarà bene prima di vedere i resultati di precizionamenti che permettano anche l'u~o del closarne la tecnica : roformio ed etere. Per converso altri perfezionamenti vengono apLo strumentario consiste in una siringa di veportati all'anestesia sacrale: Laewen e Gross mi- tro sterilizzabile della capacità di roo <'mc. di gliorano l'anestesia extradurale con l'aggiunta di aghi del diametro di 1 Yz ·2mm., muniti di una soluzione di bicarbonato di sodio come v eicolo tacca per fissarvi la vena, di un tubo di caoutper la novocaina: Schlimpert poi, adotta nella chouc a parete spessa per riunire sol idamente Clinica di Friburgo un utile metodo di anestesia l'ago alla siringa, dei ferri necessari ·per mettere sacrale extradurale alta per le laparotomie, che a nudo la vena (bistoury , sonda, forbice), di una fa concorrenza alla anestesia lombare. Seguendo fascia di Esmarch e due nastri di gomma. un minuzioso schema che tien conto del peso del La soluzione da iniettare è la novocaina o . 5·r~fo corpo della paziente e con l'uso preliminare di la quantità per l'arto inferiore, è di 80- roo eme. morfina, scopolamina o veronal , lo Schlimpert per il superiore 60·70 variando le dosi a seconda riporta i favorevoli risultati di 635 anestesie sa- dello sviluppo dell'individuo. crali, rilevando il vantaggio d el suo metodo . per Si procede prima all'ischemia dell'arto e si fissa l'assenza di vomiti e cefalee, cosi frequenti nelle la legatura superiore o centrale immediatamente anestesie lombari. L'A. raccomanda che estese e al di sopra de.I punto in cui si dovrà praticare numerose osservazioni da farsi in altri I stituti l'iniezione endovenosa; a 15 o 30 cm. dalla prima vengano a confermare i risultati dello Schlimpert legatura si passa la seconda distale, periferica. (21) 1

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Per l'arto inferiore è oreferibile la safena interna, per il superiore la basilica o la cefalica. Scoperta la vena si lega il moncone centrale e si adatta l'ago al periferico, si fissa la vena alla cannula dell'ago e si spinge lentamente il liquido, con forza per vincere la resistenza periferica. Finita l'iniezione l'ago si può lasciare in posto in maniera che ad operazione espletata si possa procedere ad un lavaggio della parte con soluzion,e fisiologica, o dato il ness11n pericolo che l'individuo corre per il riassorbimento dell'anestetico, si può levare l'ago e legare anche il moncone periferico. L'anestesia locale diretta nella zona immediata del tessuto è rapida (I o 2 minuti): essa rimane incompleta in una stretta zona immediatamente sottostante alla legatura superiore, perciò bisogna porre questa legatura ad una certa distanza al disopra della regione in cui si deve operare. Scompare prima la sensibilità alla temperatura, poi q11ella a l dolore, quindi la tattile, infine quella di • • pos1z1one. Più tardiva è l'anestesia indiretta del segmento · sottostante alla legatura; dopo 8-10 minuti per il membro superiore, dopo 10-15 minuti per l'inferiore , compare l'anestesia e una paralisi completa dei muscoli con rilasciamento del tono, fatto che permette interventi per fratture, ecc. L'anestesia dura a lungo (Hayward in un caso un'ora e tre quarti), e cessa rapidamente in qualche minuto non appena si leva la legatura. Il pericolo dell'intossicazione da rapido riassorbimento è più teorico che risponaente a realtà: Bier e i suoi a llievi jn più di 5 00 casi non hanno avuto che in soli 3 casi fenomeni tossici, e in tutti e tre l'iniezione era stata fatta nel capo centrale, pratica che Bier ha poi rifiutata. Seguendo la tecnica descritta Hayward su 375 operati 350 volte ha avuto anestesia assoluta e perfetta (93 %), 15 volte anestesia incompleta ma sufficiente (4 %), 10 volte insufficiente (3 °~) tanto da dover ricorrere alla narcosi. Le controindicazioni a tale genere di anestesia sono date dalla m entalità del malato, dallo stato del sistema vascolare, dalla natura di certe lesioni. Soggetti neuropatici . sclerosi vasali, gangrene e specialmente le diabetiche, controindicano tale genere cl 'ane~tesia.

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Rubrica ufficiale sanitario ed igiene Ricerca dell'alcool metilico nelle bevande alcooliche. Dopo i gravi avvelenamenti acuti lamentati a Berlino nel dicembre 1911 ed a Bologna nel successivo gennaio per ingestione di bevande alcooliche (grappe) contenenti alcool metilico (alcune per completa sostituzio11e dell'alcool etilico), la ricerca specifica dell'alcool metilico in questi liquidi è divenuta interessante. Lo Stato saggiamente ha quasi completamente ormai prevenuto l'abuso, che si andava propa· gando dell'addizione o della sostituzione dell'al· cool metilico nelle bevande alcooliche, perchè una disposizione fiscale (R. D. 30 novembre 1911) ha equiparato il dazio per l'alcool metilico a quello per l'alcool etilico. Parecchi sono i mezzi di riconoscere qualitati· vamente l'alcool metilico nell'alcool etilico, ma non sempre semplici, perchè molte reazioni restano dubbie con quelle dell'alcool etilico; la dif· ficoltà aumenta per questa ricerca, perchè molte bevande alcooliche naturali contengorro sempre piccole quantità di alcool metilico (alcune fino al 2 % volumi di alcool etilico); sarebbe quindi sempre necessario procedere ad una determinazione quantitativa dell'alcool metilico addizionato, cosa questa non molto semplice nè comoda. Un mezzo semplice che può essere applicato da chiunque per la ricerca dell' alcool metilico in proporzioni superiori al 2 % volumi di alcool eti· lico è il seguente: Si prendono 5 eme. del liquido alcoolico distillato (a 15-20 gradi in volume di alcool %) op· portunamente dalla bevanda alcoolica in esame, e si pongono in un tubo di saggio. Si agg,i ungono gr. o. 10 di acido cromico crist. e 10 goccie di acido solforico concentrato. Si lascia in riposo la soluzione sino a che il liquido non siasi colorato in verde. Si versano in una piccola capsula di porcellana sei gocce di questo miscuglio e si aggiungono 20 gocce di acido solforico concentrato ed un cristallino di morfina e ~i agita con una bacchettina. In presenza di alcool metilico si ottiene una netta colorazione violetta scura, se la proporzione dell'alcool è superiore al 2 % volnmi di alcool etilico; una colorazione rosso-cremisi o giallo-bruno, indica pure presenza di alcool metilico ma per quantità minori. L'alcool etilico puro nelle stesse condizioni dà sempre una co1ora zione giallo-cedro.

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POSTA DEGLI ABBONATI.

CErt/11 BIBLIOORAFICI

Desidererei per cortesia che nella belli~sima rubrica « Posta degli abbonati " si rispondesse ai quesiti seguenti: Quali i rimedi per le comuni alopecie? Quali le più comuni ricette? E quali le più efficaci? Ringraziando sentitamente mi abbia Ischia dì Castro. Devotissimo Dott. SCARAfrilUCCI FRANCESCO.

(Non si recensiscono che i libri Pervenuti in dono alla Redazio ne)

(102). Terapia delle alopecie. -

La terapia mira ad eliminare le cause (alterazioni della secrezione sebacea) ed a rinvigorire lo stato generale, quando la caduta dei capelli possa essere la conseguenza di malattie debilitanti. Inoltre si deve cercare di favorire lo sviluppo dei capelli, stimolandone la nutrizione. L'iperemia in:fÌammatoria può a vere una tale azione come si può dimostrare sperimentalmente (per es. per mezzo di frizioni con olio di croton). Le diverse acque per capelli e le pomate a base di cloralio idrato, tintura di cantaridi, tintura di capsico, catrame, acido pirogallico, ctisarobina, tannino, canfora, veratrina, ecc. hanno appunto questo scopo. In quanto alla seborrea nelle sue varie forme, alla quale è così spesso legata la perdita dei capelli, la terapia consiste nel rimuovere dal cuoio capelluto il materiale seborroico, :l.Sciutto o grasso, che vi si accumula, per mezzo, per es., di una pomata all'acido salicilico al 3 % eventualmente con l'aggiunta di solfo 2-5 %, oppure soltanto per mezzo di spirito sa.ponato alcalino ed acqua calda e ungendolo poi con sostanze grasse, se la cute rimanesse troppo asciutta ed arida. Indi si fri· zionerà una o due volte al giorno i! cuoio capelluto a mezzo di una piccola spugna imbevuta di una soluzione alcoolica delle seguenti sostanz~, sole o a ssociate fra di loro: timolo 14-% ~~ , acido salicilico 1 -5 %, resorcina r-3 %, mentolo (in caso di prurito) r-3 %, idrato di cloralio I·2 %. ecc. A tali soluzioni alcooliche si aggiungerà del1' olio di ricino, oppure della glicerina fino al 7 %, a seconda che la forma della seborrea sia piuttosto grassa od invece secca, desqt1amativa. \ T. MoN'rESANO.

Pubblicheremo prossimamente: Falcioni, Sulla localizzazione della malaria alle abitazioni; Petrilli, Contributo alla clinica ed alla profilassi della parotide epidemica. Massarotti, Contributo all'etiologia della paralisì progressiva.

F. DURANTE - Tubercolosi e sua cura a base iodica. Amm. del giornale « Il Policlinico :a. 1913. ci È un libriccino, che vale tanto oro quanto pesa» cosi si esprimeva l'illustre clinico di :Roma, il Baccelli, parlando della « Semiotica » di Skoda. Senza dubbio era questo un giudizio tacitiano e non credo possibile f ormttlarne oggi uno migliore per quest'altro libricino, che il ,più geniale maestro della chirurgia italiana offre regalmente o.i lettori del « Policlinico >) . Sono soltanto 164 pagine di un volumetto in 16, nel quale lo scienziato e l'apostolo, fusi insieme, profondono i tesori dell'esperienza e della saggezza, purificati alla fiamma vivissima della critica cosciente e illuminata. È il compendio di 25 anni di studio indefesso, di 25 anni di lotta quotidiana, combattuta senza quartiere, con la mente e col cuore, contro l'idra dalle cento teste, questo che abbiamc oggi innanzi agli occhi. Chi scrive ebbe infatti la fortuna di assistere e di seguire, molti anni or sono, i primi casi di epididimi'te tubercolare e t1i sinoviti specifiche, cu• rati e guariti dall, illustre Maestro colle iniezioni locali di quella soluzione iodo-iodurata, che oggi va pel mondo col suo nome! A Francesco Durante spetta adunque la gloria fulgidis~;ima di avere, con fede e tenacia incrollabile, divinato e <limostrato, clinicamente e spe~ rimentalmente, il valore inestimabile dello iodio nella cura della tubercolosi e, per naturale derivazione, in tutte le applicazioni della moderna chirurgia. In questo aureo volumetto 1' A., dopo essersi occupato della et1:ologi a e ·dell'anatom,i apatotogica del processo tubercolare, tratta della sua diagnosi in generale e poi specialmente della diagnosi dell'ascesso freddo, della linfoadenite, dell'adenite mammaria e salivare, dell'epididimite, della prostatite, della pielo·nefrite, della peritonite, èella pilorite, della cieco-appendicite, della proctite, dell'idrope articolare e della ostejte. Sono piccoli quadri, disegnati a tratti nitidi e magistrali, di fattura squisita, che rimangono impressi nella mente in modo indelebile. Dopo poche parole, spese per la prognosi, l' A. dice del trattamento igienico e iodico della tu· bercolosi in genere e passa quindi alla cura di questa nei singoli organi e tessuti, cominciando dai polmoni. Si trovano indi i dettami per la cura iodica della pleurite e della peritonite tubercolare, della pilorite e cieco-appendicite, della retti te e retto-colite, della metrite del collo ed (23)


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endometrite, dell'epididimite ed orchite, della prostatite, della cistite e pielo-!!.efrite, de~le ulcere della pelle, della linfo-adenite, dell'ascesso freddo, dell'artrosinovite, dell'osteite. Di ciascuna forma l' A. dà le norme esatte per la cura; i criteri che inducono a insistere o ad arrestarsi temporaneamente; gl'indizi del successo quasi sempre infallibile. Sappiamo bene che qualche capitolo in ispecie troverà dei dµbbiosi o magari dei dissidenti, ma a costoro bisogna ricordare che la cura iodica della tubercolosi r;chiede una grande ed essenziale condizione per il buon successo: la pazienza, - molta pazi~nza, infinita pazienza! Il medico ed il malato che ne fossero sprovvisti, vi rinuncino pure francamente: si risparmieranno un'amara delusione, non imputabile al metodo di cura. Nessun medico potrà fare a meno di questo piccolo e prezioso volume, che dovrà essergli compagno e savio consigliere, conforto e sprone in molte contingenze dell'aspra lotta. T. FERRE!'TI.

Ipofisectomia: indicazioni, controindicazioni e scelta del metodo operativo. Pa-

AMATORE Aus>roNI.

dova, Società cooperativa tip.,

1 9 12.

In questo libro l' A. tratta un capitolo nuovo o quasi della chirurgia ipofisaria. Da u.n 'analisi completa di tutti i metodi operativi praticati sugli animali e sull'uomo, per aggredire l'ipofisi, e . dal· l'esame comparativo dei risultati ottenuti con l'intervento per affezioni ipofisarie (in massima parte tumori), egli deduce le principali indicazioni dei vari metodi di cura chirurgica. Descrive anche un suo metodo d' ipofisectomia temporosfenoidale praticato sul cadavere e su vari animali, nei quali ha tentato di riprodurre la sindrome del tumore ipofisario, per quanto riguarda i fatti di compression e delle strutture vicine. L'A. ba fatto precedere a questa parte prettamente chirurgica delle ricerche personali sulla costituzione della loggia ipofisaria ed un'analisi delle teorie principali sulla funzionalità dell' ipo· :fìsi. Il libro di Austoni, chiaro nella forma, ed arricchito di illustrazioni dimostrative, rappresenta un contributo notevole a.Ile nostre conoscenze sul trattamento delle affezioni, fortunatamente rare, dell'ipofisi. A. C. P ..\SANISI. Chirurgia delle vie biliari Unione Tip. Editrice Torinese, 1912. L. IO. Dopo un'estesa e chiara esposizione dell'anatomia chirurgica del fegato e delle vie biliari, l ' .~ . in un secondo capitolo riass11me quanto oggi si co11osce intorno a Ila fisiologia della secrezione

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biliare, in modo piuttosto breve ma sufficiente· percbè se ne abbia un concetto esatto. Passa quindi a trattare della patologia delle vie biliari in vari capitoli. fra i quali vanno specialmente _ ricordati quello sulla litiasi e quello sui tumori: tutte le questioni sono esposte molto concisamente, ma sempre in modo chiaro ed esatto; e senza tralasciare quanto di più importante si conosce in proposito. In una terza parte infine l' A. si occupa della chirurgia delle vie biliari: è la parte più estesa e più completa nella quale questo capitolo così importante della medicina operatoria viene espo~to nei minimi particolari per quanto concerne sia la tecnica dei singoli interventi, sia le indicazioni e le controindicazioni di essi. Il lavoro è completato da un indice bibliografico molto esteso e da una serie di figure chiare e dimostrative, Al.

VARIA II pudore nella pubblicità medico-farmaceutica. - È stato distribuito in questi giorni l'elenco degli abbonati ai Telefoni dello Stato, che essendostato dato in appalto contiene degli avvisi di pubblicità. A pag. 564 un avviso già stampato è stato ricoperto da una striscetta di carta verde, e a pag . 566 in un altro avviso una parola è mascherata da un pezzettino di carta bianca. Per trasparenza il lettore curioso può accertarsì che la striscetta di carta verde ricopre un articoletto dedicato a giovanit vecchi, sposi, cui vengono offerte· delle pillole d'Ercole, e il pezzettino di carta bianca nasconde l'aggettivo genitale attribuito alla debolezza che può essere guarita con l'applicazione di un certo cinto. Diamo un punto di n1erito a colui cui si deve questa prova di pudore semi-ufficiale, e pro1nettiamone due per il giorno in cui questi due articoli non saranno nemmeno stampati o per lo meno vi si incollerà sopra della carta meno trasparente. Cajtt,s.

Il fascicolo di aprile 1913 della nostra flezione Medl~l con tiene i s~guenti •avof'i: I. Dott. F. Scordo e G. Rizzati - Considerazioni cliniche .! ricer che ba tteriologiche in una t>piden1la d'it tero infetti vo a Ttipoll. II. Dott. Glcn·anni Aut-Ont'lll - Intorno agll itteri emolitici_

III. Dot&. A.b"le Tadin I - Nuove osservazioni sull'lmn1unizzazione attiva contro le s~tanze pirogene contenute nella aJJafilatos· slna tifica.

IV. Oott. Jlorelll Fernando - Contributo allo studio dcl t1·eccanicmo d'azion.: degli essu<lati aggres~inici e d~i sieri anti~g­ gressinici.

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Le formalità dei documenti per l'ammissione • a1• concorsi. Dopo aver tiport~to quanto noi pubblicammo su ·questo argomento nel fase. 16, il cc Medico Condotto » aggi unge le consid~razioni che seguono, dovute al dott. Cingolani. Esse attestano una rara competenza e dovrebbero esser tenute presenti dai medici che sostengono dei concorsi e, più che altro, dai commissari, in attesa che le norme procedurali vigenti vengano semplificate e unificate - come riteniamo sia desiderio di tutti - così da non prestarsi a interpretazioni varie e da non consentire che per l'ammissione ai <:'Oncorsi possano imporsi condizioni restrittive, le quali non siano pienamente giustificate da parti·Colari esigenze. formalismi ed inconvenienti lamentati dal _-collega J .. '\l. sono veri e reali. Senonchè conviene riconoscere che, mentre in .alto (Direzione di sanità e Consiglio di Stato) si usa molta larghezza nell'interpretare siffatti formalismi , sì da temperarne il rigore ed attenuarne -gl'inconvenienti, siamo proprio noi medici, sono -precisamente le Commissioni tecniche dei concorsi -che sogliono applicare le disposizioni regolamentari nP.l modo più letterale e più ristretto, esagerando gl'inconvenienti e rendendo possibile un vero ostruzionismo a danno dei concorrenti. Ora io intendo dimostrare che, pure applicando la legge che esige }>attuale documentazione, le ~ommjssioni tecniche possono e devono semplificare assai il formalismo procedurale. Intanto quasi nessuno conosce l'art. 96 reg. com. e prov.: a: Chi conc-orre a posti vacanti in più comuni, ancorchè appartenenti a diverse provincie, deve presentare tante dom~nde quanti sono i corrispondenti concorsi, unendo ad una sola di esse i documenti originali o le copie debitamente autenticate, e a ciascuna delle altre un elenco, redatto in carta bollata, da rilasciarsi dal sindaco, col visto del prefetto, in cui siano descritti specificatamente i documenti dell'aspirante ». È evidente che questa disposizione, scritta per i segretari ed impiegati comunali, possa con criterio analogico applicarsi anche ai medici condotti. Ln' altra disposizione che i più ignorano è quella della legalizzazione dei certificati medici. Con circolare 14 giugno, n. 15goo, del ~linistro dell'interno, si è stabilito che, allorchè anche la firma del sindaco deve essere legalizzata dal preI

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fetto o sottoprefetto, in luogo di due legalizzazioni basta una sola, e· cioè quella della sola autorità politica. Il sindaco non deve legalizzare la firma del medico, ma deve porre un semplice visto senza marca. Altra disposizione che devesi tener presente riguarda il certificato cli citta<linRnza italiana per gl'italiani irredenti. L 'art. 3 testo unico, 22 novembre 1908, n. 693, dispone che gli italiani non regnicoli siano equiparati ai cittadini dello Stato agli effetti della nomina a qualsiasi impiego civile dello Stato. Ed il Ccns. di Stato, Sez. u ilite, 31 marzo l go 5, su quesito del Ministero dell'interno, ha opinato non esservi ragione per escludere gl'irredenti dalla nomina a medici condotti. · Riguardo alla fedina penale è da tener presente che l'ineleggibilità cessa per l'amnistia, anche per le condanne riportate per i reati indicati nell'ar· ti colo 22 legge com. e prov. come ha deciso la Cassazione romana, Sez. Unite, il 29 novembre rgo5. Naturalmente la ineleggibilità permane in caso d'indulto o di grazia e in caso di condanna condizionale, salvo il caso di riabilitazione. Vi sono comuni che pretendono il certificato di sana costituzione fisica rilasciato dal proprio ufficiale sanitario, cosicchè per un concorso p. es. di Genova i medici palermitani clovreb bero per la visita medica percorrere quasi J 500 chilometri. Invece applicando largamente codesto formalismo burocratic-o la Commissione tecnica potrebbe ritener valido un certificato medico rilasciato da un collega qualsiasi con dich1arazione del concorrente che, se eletto, la nomina dovrà essere subordinata al riconoscimento della sua salute nel senso richiesto dal bando di concorso. Il Cons. di ~tato ha in varie riprese stabilito non doversi richiedere il diploma di laurea allorchè questo risulti in altro modo documentato; e il Ministero della pubbl. istruz., div. 3a, il 21 novembre 1907· n. 14416, notificava al Ministero dell'interno che il certificato di segretaria comprovante la conseguita laurea ha agli effetti legali lo stesso valore del diploma originale. Occorre dunque mettere in guardia le Commissioni contro una interpretazione troppo restrittiva delle disposizioni regolamentari. Un documento non perfettamente regolare può essere completato e corretto da altro, anche dop<J scaduti i termini prefissi pel concorso (Cons. Stato, Sez. Int. 23 giugno 1899). Qualora la nomina cada su uno dei concorrenti i1 quale, pur posse· dendo i requisiti prescritti, non aveva prf'sentato in tempo utile che la sola domanda, non è il caso (25)


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di alcnn provvedimento di ufficio da parte del Governo, quando consti che il nominato, alla scadenza del termine, era già in possesso di tutti i detti requisiti (C ons. Stato. Sez. lnt., 14 dicembre 1900). La omessa legalizzazione della firma dei certificati di rito non autorizza l'annullamento della nomina, e non viola la legge il Consiglio comunale che prima stabilisce di soprassedere alla nomina fino a che non fossero legalizzati i documenti, e dopo attuata tale legalizzazione conferisce la nomina (Cons. Stato, Sez. lnt., z marzo I909, n. 355). E giustamente la Direzione di sanità osserva: « Non è plausibile una severità eccessiva nella valutazione degli eJementi formali degli atti prodotti a prova dei requisiti già posseduti prima della scadenza del termine, specialmente quando il bando di concorso non ne richieda la rigorosa osservanza con espressa comminatoria di decadenza » . Concludendo: sono anche io per la riforma delle formalità procedurali del concorso, ma invece di richiederla solo agli alti p oteri dello Stato do· mandiamola anche a noi stessi, ai nostri colleghi. Allorchè i medici siedono quali membri delle Commissioni giudicatrici non devono mai dimenticare nell'applicazione dei regolamenti },antico adagio: cum grano salis. È questo il porro unum di ogni riforma. CINGOLANI.

Le taritle per le perizie giudiziarie. Mio caro Cafus, Gli articoli che tu scrivi nel Pol!clinico, sugli interessi professionali della nostra classe, sia per le verità che tu dici. sia per il modo come tu ti esprimi, attraggono p eriodicamente la mia atten· zione, e con ansia mi accingo a leggere la suddetta rubrica, non appena apro il giornale, per riscontrarne il contenuto. E spesse volte aovetti convenire in quello che tu scrivesti, anzi tante volte il tuo pensamento fu simile al mio, e meco stesso mi compiacqui che ci sia stata una persona come te, intelligente e buona, eh e la pensasse come io la pensavo. Però permetti che, sull'articolo ultimo, riguardante le tariffe degli onorari per le perizie giudiziarie, io ti faccia una osservazione. Quello che tu dici è vero: il nostro legislatore non si occupò mai di riformare la tariffa giudiziaria del 23 dicembre 1865, tariffa che il Fi· lippi dichiarò vergogna della Giustizia italiana. Nè. stai pur sicuro, se ne occuperà nel motnento attuale. A ben altro deve provvedere I (26)

Ci sono i bilanci della guerra e della marina, c'è l'indennità parlamentare ai deputati (per poco non abbiamo avuto un'indennità per i signori senatori), per cui non re~ta il tempo, nè il danaro per tornar sopra alle meschine ricompense che ci vengono attribuite, allorquando ci requisiscono per fare una perizia o un'autopsia. E si che al Parlamento si avvicendano dai venti ai trenta deputati medici la volta, ma costoro da quel posto, sia perchè hanno titoli accad emici, che li salvaguardano dalle perizie giudiziarie mal retribuite, e quindi non sanno o non ricordano oiù tutte le seccature cui si va incontro, sia perchè sono abbastanza ricchi, per cui non possono vedere dall'alto del piedistallo su cui si trovano le nostre miserie, non s~nno proporre . riparo. Siamo noi, caro Cafus, che dovremmo ribellarci a questo stato di cose, e la ribellione non dovrebbe consistere in otdini del giorno, in memorandum,in interviste: banno fatto il loro tempo. Tutti i Congressi medici da venti anni in qua si sono chiusi con un ordine del giorno propugnante una modifica alla suddetta legge; quale il resultato? zero. Si è scritto e si scrive sui giornali di classe richiedendo un miglior trattamento per l'opera prestata dal medico legale: e i nostri legislatori fanno finta Bi non sentire e di non capire. Certamente se così la dura, avverrà che i nostri figli, e quindi anche i nostri nepoti (se ci sarà qualcuno c}je avrà la grande debolezza di studiar medicina) dovranno subire la tariffa giudiziaria del 23 dicembre 1865. Io non faccio proposta alcuna, ma ripeto quello che altri, forse prima di me, avrà detto. Si è parlato di sciopero dei medici condotti, allorquando il compenso fosse inferiore a giustizia. Questo potrebbe risuonare inumano all'orecchio di tutti. Ma non credo che si commetterebbe atto disumano, se ciò si facesse nei riguardi della giustizia penale. Faccia il medico il referto, aiuti così . come ogni buon cittadino, e in quel primo momento, la giustizia punitiva; ma questa, che poi in fondo è un mito, non deve pretendere dippiù. Ci sono, è vero, gli articoli 210 e 435 del Codice penale, ma non potrebbero avere un'applicazione pratica se tutta la massa dei medici dovesse venire colpita. Vorrei sapere come si rego· lerebbe quel pretore o quel giudice che, avendo requisito tutti i medici del proprio territorio e di quello limitrofo, ne ricevesse un rifiuto. Li metterebbe tutti dentro? E gli ammalati, in cara di chi resterebbero? Oh l caro Cafus, tu non ott errai m ai niente dai nostri governanti, sia cogli ordini del giorno, sia coi memoriali. Bisogna mostrare i denti. E si che noi l'avremmo se voles~


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simo e sapessimo usarne. Ma che vuoi? non tutti la pensiamo ad un modo ed è difficile che l'accordo sincero regni in mezzo a noi. In fondo in fondo noi siamo i nemici veri di noi medesimi. Se credi che io abbia detto qualche verità e che quello che penso possa essere eseguito, fanne un cenno nel tuo articolo settimanale ; se a te invece pare che abbia scritto delle corbellerie, fai conto di non aver ricevuto la mia lettera, e tienimi per. iscusato. Abbiti tanti cordiali saluti. Tuo Dott. BENIAMINO MACRÌ. Siderr10 Marina, 4 maggio 1913.

(3796) Stipendi - I u terpretazione di capitolato. - Il Dott. A. C. da T. D. S. M. chiede conoscere se avendo la G. P. A. approvato un capi·

tola to di ufficio in ·cui nello stabilire lo stipendio dei sanitarii si dice: a ,n orma delle disposizion,i stabilite dal C. S. P. nelle tornate del 13 e 17 febbraio 1908 si debbano intendere come netti i detti stipendi essendo appunto stati dichiarati tali nelle suindicate adunanze del Consiglio tecnico della Provincia. Il Consiglio provinciale sanitario emette pareri ma non dà precetti esecutivi , I pareri del detto Consesso diventano imperativi quando sono trasfusi in ordinanze dell'autorità tutoria. Non avendo la G. P. A. accennato nell'articolo 9 del capitolato al fatto della esenzione da ogni tassa Cronaèa del movimento professionale. o ritenuta, Ella deve pagare la R. M. Qualora 0Ydine dei Medici di Roma. - Il Consiglio del- per effetto di tale pagamento i~ comper1so risull'Ordine dei Medici di Roma, nell'adunanza del tasse inadeguato al lavoro che è obbligato di 3 maggio, ha preso alcune iniziative che avranno sostenere, potrebbe chiedere adeguato aumento una grande importanza per la moralizzazione di stipendio alla G. P. A. ai sensi dell'articolo 26 dell'esercizio professionale della capitale. Ha no· del t esto unico. (3797) Interino - Nomina. - Al dott. A. A. da minato una Commissi'one di vigilanza' sug ti ambulatori rnedico-chirurgici privati, presieduta dal pre- F. rispondiamo che il medico che supplisce il sidente dell'Ordine, dott. Ballerini, e composta condottato durante il congedo può essere nomidei dottori Calò, Fraschetti, Lazzè, Montesano nato senza il concorso e ciò in vista della di lui Vincenzo, Palomba e Punzi; ed una seconda Com- posizione essenzialmente temporanea e precaria . . (3798) Obblighi di servizio - Speciali Yichieste. missione per la vigilanza sulla pubblicità medica - Il dott. P. A. da R. desidera conoscere cosa nei giornali politici, presiedeta dal consigliere-segretario dott. Garofalo e composta della dotto- debba intendersi per la locuzione: speciali ri· ressa Sandesky e dei dottori Della Seta Eschilo, chieste conte11uta nel proprio capitolato a proposito dei casi in cui il medico condotto è tenuto Marchi, :Nlatteuzzi, Orsi, Pontano, Sforza. a prestare la propria opera anche nell'altra sezione della condotta. Se le speciali richieste dovessero o potessero RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE . essere fatte dai clienti a nulla varrebbe la esi(3794) Circoscrizione delle condotte. - Il Dott. stente circoscrizione delle condotte perchè questa G. D . N. da M. D. C. chiede conoscere se è pos· potrebbe essere ad ogni momento violata da cosibile esigere dal Comune che addivenga alla ri- loro che avessero inte!'esse ad essere curati da partizione del territorio fra i due medici condotti un medico piuttosto che dall'altro. La locuzione del Comune. usata deve, secondo noi, essere intesa nel senso Effettivamente la promiscuità della prestazione di richiesta eh~ fosse fatta al medico da parte nuoce al buon andamento ·del servizio e nuoce del sindaco o dal collega per consulto in casi anche ai sanitarii perchè possono essere ingiustraordinari od urgenti. stamente gravati da maggior lavoro, vuoi per (3799) Pension,i - Restituzione di· contributi. bontà di animo ed amorevolezza, vuoi per segna. Il Dott. R. T. da R. desidera conoscere se, eslato valore scientifico ed abilità professionale. sendo entrato a far parte del personale sanitat;io Ad ovviare tale inconveniente, l'articolo 22 del delle ferrovie di Stato possa riscattare le quote regolamento 19 luglio r906 ha stabilito in mas· versate alla Cassa durante il servizio ospitaliero sima che le singole condotte debbono essere ri- precedentemente prestato. partite nel territorio comunale e ne h·a affidato Le quote versate come contributo alla Cassa il còmpito al Consiglio comunale coll'approva- di previdenza non si possono più per qualsivoglia zione del Consiglio provinciale di sanità. Qualora ragione, ripetere. Essendo Ella, però, passata a il Consiglio comunale non compia tale dovere può · servizio dello Stato, qualora avesse prestato pressG essere· provocata l'azione di ufficio da parte della l'ospedale non meno di dieci anni di servizio, G. P. A_. trattandosi di una operazione resa ob- potrebbe ottenere l'indennità di cui all'articolo bligatoria dalla legge. 14 della legge, consistente nei due terzi della pen~

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sione che, per eguale periodo di tempo, L e sarebbe spettata. (3800) Sospens1:one - Corites tazione degli addebiti. - Il Dott. A. B. da F. U. espone che fu sospeso dal sindaco per un mese con decreto del 17 maggio 1911 in virtù dell'articolo 149 della legge comunale, che con lettera dell'rr giugno stesso anno fu invitato a produrre le sue discolpe entro cinque giornì e che il Consiglio comunale in seduta del 23 giugno stesso anno confermò il decreto di sospensione emeeso dal sindaco con voti 7 favorevoli e 6 contrari. Chiede conoscere se la procedura seguita sia legale di fronte allo articolo 19 del capitolato, il quale d à diritto al sanitario di presentare le sue ragioni p.-ima che sia preso a di lui carico qualsiasi provvedimento e di fronte all'articolo 99 del regolamento co1nu.:. nale secondo cui ogni provvedimento disciplinare <leve essere iniziato con la comunicazione degli addebiti. La sospensione infltta dal sindaco a' sensi del1'articolo r49 della legge comunale non ha carattere punitivo ma semplicemente preventivo. Essa diventa punizione vera e propria quando il decret o sindacale viene rgtificato dal Consiglio comunale, che è solo com petente ad jnfliggerla in .conformità di quanto è disposto dall'articolo 126, n. 2, della stessa legge. I ,a contestazione degli addebiti, che deve necessariamente precedere la applicazione della punizione non si fa, quindi , prima del decreto del sindaco, 1na prima della pronunzia del Consiglio comunale. cosi come fu praticato da codesta Amministrazione municipale. E ciò non è in contraddizione al disposto del! 'articolo 99 del regolamento comunale e 19 del capitolato giacchè tanto l'uno che l'altro Iiflettono l'applicazione di provvedimenti essenzialmente punitivi di immediata esecuzione. Se vi fu riduzione nel termine assegnato per le discolpe essa restò sanata re ipsa dalla effettiva presentazione delle medesime in tempo utile all'autorità competente. P er tali considerazioni non sapremmo consigliarla ad impugnare la decisione della G. P. A. in esame. (3801) U tficiale sanitario - I scrizione Cassa previdenza. - Il Dott. S. F. da A. chiede conoscere se avendo ricevuto l'incarico provvisorio di ufficiale sanitario sia tenuto alla iscrizione alla Cassa di previdenza. Nelle attuali condizioni l' ufficiale sanitario non . ha obbligo di iscriversi alla Cassa di previdenza perchè egli non è ora regolarmente nominato mancando il Concorso. (38o2) Ricchezza 11iobile. - Al Dott. F. S. B. da F . che ci interpella per conoscere se egli come medico interino sia obbligato a pagare la R. 1\1. rispondiamo che vi è obbligato, come tutti co-

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loro che percepisc;ono, anche temporaneamente, stipendio od assegno dalle Amministrazioni municipali. (3803) Congedo. - Al Dott. E. L. da M. che (\i interpella per conoscere se sieno cumulabili i mesi di congedo, in modo da poter usufruire in un solo anno due me~i di licenza in considerazione del mese perduto nell'anno precedente, rispondiamo uega ti va men te . ( 3804) Stab,i lità. - ll Dott. N. P. P. da B. desidera conoscere quando egli acquista la stabilità. L'atto del sindaco fu essenzialmente nullo e quindi, improdttttivo di effetti. Il tempo utile comincia per Lei dalla data della deliberazione con cui codesta Giunta comunale la nominava medico condotto con i poteri d el Consigliù a' ter· mini dell'articolo 136 de~la legge. Diventerà poi virtualmente stabile tre mesi prima che si compia il biennio a decorrere dalla -d ata della' suin· dicata deliberazione di Giunta. (3806) S tipendio - Aumento di ufficio. - 11 Dott. S. L. da D. chiede conoscere se esista mezzo legale per obbligare un Consorzio sanitario ad aumentare lo stipendio del proprro -condottato. Fa notare che già · uno dei Comuni consorziati, il più . grande, h a deliberato congruo aumento mentre I 'altro mantiensi negativo . Lo stipendio del medico consorziale è stabilito nella convenzione regolatrice. Per aumentarne l'ammontare occorre modificare detta convenzione. L'autorità competente a ciò fare è il Prefetto della Provincia, il quale provvede con ap-· posito decreto, udita la r appresentanza consorziale, la Giunta Provinciale Amministrativa ed il Consiglio provinciale di sanità. Fino a t anto che non intervenga il decreto prefettizio di cui sopra, non può Ella percepire neanche !~aumento assegnatole dal Comune maggiore, (3807) Indennità trasferta alt'ufficiale sanita,io . - Ricorsi contro provvedimenti pt'e/ettizii. - Il Dott. L. A. da C. chiede conoscere se e quali indennità competono all'ufficiale sa nitario che si reca in Prefettura per ragione di servizio, e se contro il decreto del Prefetto con cui si addossa ad un Comune l'onere della somministrazione dei medicinali ai poveri vi sia ricorso e quale. Noi riteniamo che sempre quando l'ufficiale sanitario si rechi in Prefettura per espresso invito ricevutone dal Prefetto abbia diritto al pagamento, a carico del Comune, delle indennità previ')te dall'articolo 86 del regolamento sanitario. Contro il decreto del Prefetto emesso ai sensi del capoverso dell'articolo 63 del regolamento sa- . nitario per derimere controversie relative alla sussistenza ed estensione dell'obbligo della somministrazione gratuita de' medicinali non è ammesso ricorso in linea ger archica, perchè detto


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SEZIONE

decreto costituisce un provvedimento definitivo. Può solo essere impugnato per legittimità, cioè, per eccesso di potere, violazione df legge od incompetenza . o con ricorso straordinario a S. M. il Re o con ri.corso alle Sezioni giurisdizionali del Consiglio di Stato . Doctor JUSTITIA .

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PRATIC~

CJondotte e Concorsi.

ALBAREDO D'ADIGE (Verona). -Condotta ?.0 ripa+to; L. 36oo aument . Ao. 2100 Scadenza 15 maggio . ARMtJNGIA (Cagtiar·i ) . - Condotta consorziale con Ballao; L. 3000 nette. Scad. 14 maggio. AT'rIMIS (Udine). - Condotta pei poveri; L. 4000 • lorde e 3 sessenni, comprese L. 200 quale uff. • san. Scad. 15 maggio . BAGNI DI Luce.i\ (Lucca). - 4'". condotta pei Nomine, promozioni e onorificenze. poveri; L. 2500 lorde, 4 s'e ssenni e L. 300 pP.l 1nezzo trasporto. Scad. 31 maggio. Con recenti provvedimenti sono state disposte, * BAGNO DI ROMAGNA (Firen.te). - Tre condotte: a àecorrere dal r 0 ma~gio, le seguenti variazioni L. ~ooo. pei poveri, con 3 sessenni, L . 700 per gli nel personale della Sanità pubblica: Angeletti dott. Nazzareno e Nicolais dott. Ales - abb1ent1, L. 600 per cav., lorde; alla 2a condotta è sio, segretari medici, nominati medici provinciali annessa la direzione sanitaria dell'Ospedale Angiolini. con retribuzione di L. 252. Scad 15 giugno. aggiunti e promossi alla prima classe. Tommasi-Crudeli dott. Corrado. Ragazzi dotBUDDUSÒ (Sassari). - Seconda condotta pei tor Carlo Garofani dott. Giulio, Sinisi dott. Do- poveri: L. 2000 nette R . M . Scad. 15 maggio. nato, Grimani dott. Enrico e Fusco dott. GenBuRGIO (Girgent1) . - A tutto il 30 maggio naro promossi a medico provinciale aggiunto di concorso a 2° medico-chirurgo condotto Vt:>di prima classe. fase. 15. Consoli dott. Njcolò, Franchetti dott. Augusto, De Marchi dott. Alberto) Missiroli dott. Alberto, * ~AMUGNANO (Bologna). - Condotta piena per Leone dott. Edoardo. Cremonese dott. Guido, Bargl; L. 4500 lorde, aument . ; obbl. cav. Abit. Pasero dott Costantino. Pugliese dott. Alessan- 2411. Età 21 ai 40 anni, s. e. r . Scad. 20 maggio. dro, Pellegrino dott. Michele. Calamida dott. EnCAROSINO (Lecce). - Condotta piena; L. 3000 rico, Giràldi dott. Enea e Quarta dott. Vincenzo lorde e L. 200 se uff. sa nit. Non più di 40 anni promossi a medico provinciale aggittnto di ses. e. r . Scad. 17 m~ggio . conda classe. C.A.STIGLIONE D'0RCIA (Siena). - Due con'.lotte Gilardino dott. Pietro nominato segretario medico di prima classe e Cesari dott Luigi segre piene; L. 3000 lorde, L . 700 per obbl. cav. e f,.o. 50 per Vi:-)ita oltre l km. palla residenza. Proroga a tario medico di seconda classe. tutto il 17 maggio. Tira1li dott. Mario. Amalfitano dott. Giuseppe, Cavina dott. Ottorino, Cocchia dott. Cesare, CAVALLINO (Lecce). - Condotta piena; L. 3200 Frongia dott. Ermenegildo. Giampalmo dott. Giu- compreso uff. san.; ab. 2000 circa. Scad. 15 maggio. seppe, Poeti-Marentini dott. Mario, Pierotti dottor Antonio, Boffa dott. Gio·vanni, Polese dottor CUREGGIO (Novara). - Condotta; ab. 2r17 ; Francesco, Talotta dott. Domenico, De Lillo L. 2000 per 1300 poveri incirca. L. 1200 per gli dott Giuseppe promossi a medico provinciale abbienti; L. 200 quale uff. san. Al,lmento di r~. 600 nel corso del biennio 1914-15 e tre sessenni, in aggiunto di terza classe. Civetta dott. Igino, Rosa dott. Donatantonio, corso a'appto\·az. Scad. 22 maggio. Trincas dott. Lazzaro, Angelillo dott. Francesco, * DESULO (Cagli ari·). - Condotta per la geneFuschi dott Giovanni, Caporali dott. Mario} ralità; L: 5000 nette e L 200 per arm. farm. Scad. Barba dott. Stefano . Caleca. dot.t. Pietro, Pon- 31 maggio _ nella dott. Michele: Vizio]i dott. Biagio, Cavacini FIRENZE. R. Arcispedate di Santa Mari a Nuava dott. Vincenzo. Monti <lott. Giuseppe, Canta. messa dott. Ferdinando. SantelO).o dott Callisto, e Stabilim.enii Riuniti . - Aiuto per il turno otoGiglio dott . Corrado. Manari dott. Carlo, Tecce rinolaringoiatrico ; nomina biennale, conferma dott. Nicola. D'Aloia dott Nicola. Forrara dot- biennale. Si iichiede l>iennio di servizio effettivo tor Vincenzo, Mig'iori dott. Domenico, Besta in ospedali o cliniche. L. 1800 con ritenuta di . dott. Italo promossi a medico provinciale ag- R. M. Due medici chirurgi assistenti ; L. 1200 lorde di R . M. Scad. ore 17 del 20 maggio. giunto di quarta classe. · ~OMBIO (Milano) . - L . 4000 nette. cura piena, NAPOLI . - Il prof. Petrone Giuseppe Antonio tre sessenni. L. 200 alloggio. senza obbligo caè incaricato della clinica pediatrica. vallo, in pianura, ab. 2130, capitolato modello. Sono abilitati alla· libera docenza i dottori: Po- Scade 15 maggio. ito Giuseppe in patologia medica; !acolia Giulio FRAGAGNANO (Lecce). - Condotta pie11a; L. 3000, n tera pia fisica compresovi compenso uff. san. Ab. 3400 circa. PARMA. - Il dott. Lasagna. Francesco è auto- Scad. 21 maggio. rizzato a trasferire d a Torino a P arma la libera GIULIANO DI ROMA (Roma). - Condotta piena; docenza in oto-rino-laringoiatria. L. 3400 pei poveri, L. 500 per gli abbienti , L . lOO ROMA. - Il dott. Franchini Giu':eppe è abilitato come uff. san., lorde, tre sessenni. Scad 2 <) mag. alla libera docenza in patologia esotica. MoNTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri; La dott. Magistrelli-Sprega Carolina è incaricata L. 6oo lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prendella supplenza in igiene e antropologia nel R. Isti· dere possesso della carica entro otto giorni dalJa tuto Superiore di Magistero Femminile. notifica della nomina. Scad. 15 giugno.

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NAPOLI. R. Università. - Concorso per esan1e al posto di assistente della clin. ostetnca (legato Tarsitani. L . 600 annue per un biennio, salvo altra conferma biennale). Rivolgersi al Rettore. Scad. 15 maggio. PERLEDO (Como). -- Condotta; L. 3250 lorde. e stipendio di uff. san. Scad. 20 maggio. PERUGIA. Univef'sità degli studi. - Professore straordinario di :fisiologia; L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio ret torale. Sc~d. 30 giugno. PESCIA (Lucca). Speda/e s·s. Cosimo e Damiano. - Assistente medico chirurgo; L. 1200 annue vit to e alloggio nei giorni di guardia. Durata in carica due anni. Documenti al prP.sidente dell'amministrazione ospedaliera entro il mese di maggio. Il prescelto entrerà in carica il I5 giugno venturo. POLA. - È aperto il concorso a un posto di medico (IV) per la Cassa ammalati del personale di stato civile dell' i. r . Marina a Pola. Emol11mento iniziale 5760 cor. Le domande vanno dirette entro il 31 maggio a. c. alla cancelleria della p redetta Cassa, Pola, Via Campo Marzio, 31. Allegati: oltre al diploma, cittadinanza austriaca, idoneità :fisica, conoscenza delle lingue italiana, tedesca e croata. 1 POltVERIGI (.4.ncona) . - Condotta; L . 4000, senza spesa cavale. e casa. Scad. 20 maggio. PRALUNGO (Novara). - Condotta e u:ff. san.; L. 1200 per 18 poveri circa e L. 100 quale u:ff. san. Scad. 15 maggio. RAGOGNA (Udine) . - Condotta libera pei poveri : L. 3500 lorde e 2 quinquenni del decimo; L. 80 -~ pel cavallo; L. 200 quale uff. san. :fi.nchè durerà tale incarico. Ab . 6008 circa. Scad. 20 maggio. REGGIO ~"'ELL'EMILIA. Municipio .-- Direttore del Laboratorio Municipale di Batteriologia; L. 3600 lorde e quattro quinquenni. Nomina biennale. Scad. 20 maggio. ROBBIATE BRIANZ..~ (Como). - Condotta con Verderio Superiore; L. 3150, L . 100 quale uff. sanit. e L. 50 per bicicletta; residenza in Verderio. Scad. 15 maggio. · ROMA. Amm inistrazione P rovinc1:ate. Tre medici assistenti nel manicomio di S. Maria della Pietà (IstitutQ. di Roma o succursale di Ceccano); L . 2300, vitto alloggio personale ; nomina biennale, conferme. Età 25·40 anni. Docum. alla segreteria della Provincia non oltre il 3! maggio. ROMA Mini stero dell'Interno. - Esami d'idoneità per autorizzazione a viaggiare come medico di bordo. Avranno luogo a Roma , nel mese di luglio, nei giorni. nelle località e nelle ore che saranno stabilite con successivo provvedimento e che verranno individualmente comunicate a ciascuno degli ammessi agli esami. Rivolgersi alla Direzione Gen. della Sanità pubblica. Scad. 31 mag. ROVERBELLA (Mantova). - 1° riparto, I,. 3000 pei poveri , 3 s~ssenni, L . 150 uff. san., ab. 2200. Scad. 15 maggio. SAMPEYRE (Cuneo) . - Prima condotta ; L . 18oo (in corso d'approvazione) lorde e 4 sessenni; poveri 400 circa. Ab. 5767. Scad. 30 maggio. • SERRAVALLE PISTOIESE (F iretize ). - Condotta di Casal Guidi pei poveri : I~. 22,Jo aument. di (30)

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anno in anno fino a L. 2500 lorde e L. 500 per obbl. cavale., non più di 40 a nni, s e. r. Scad. • 30 maggio. * SERRUNGARINA (Pesaf'o Urbino). - Condotta piena; L. 3200 lorde a ument., L. 100 quale ufi. sanit., L . 700 per cavale., L. 200 per arm. farm. e L. 50 per assicurazione; alloggio. Ab. 2551. Scad. 15 maggio. * TEOR ( Udi1ie). - Condotta; L . 3600 e L. 100 quale uff.· san. Scad. 18 maggio.

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TRESIVIO (Sondrio). - Condotta e mansioni uff. sao .. con Pendolasco;· L. 4000 complessive; tre sessenni . Proroga al 20 maggio. TRIPOLI. Ammini'strazione degli I stit1iti Ospedal!·~ri ~ di Beneficenza. - Oculista .dell'Ospedale \ 1ttor10 Emanuele III. Età massima 40 anni al 10 aprile. L. 1800 più indennità· temporanea di L. 200 mensili. Esperimento di un anno; conferma per quattro anni. Domande all' Amministrazione entro il 15 giugno. UDINE. Deputazione provineiale. - Medico di riparto del manicomio; L. 2000 ; alloggio, vitto, ecc. o indennità di L.600 ; aumentabili per sessenni o per passaggio di classe fino a L. 2530. Scad. 15 maggio. VALLE AGRICOLA (Caserta). - Condotta per la generalità e uff. san.; L. 2700 lorde: ab . io14. Scad. 24 maggio. VARAPODIO (Reggio Calabria). -Condotta piena; L. 3000. Assunzione del servizio entro 15 giorni. Scad. 31 maggio. \TOLTIDO (Cremona). - Condotta; L. 3000 nette e 3 sessenni; L. 100 quale uff. san. Proroga al 15 • maggio. Sono segnati con un a sterisco • i concorsi che ci risultano diffidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due ast erischi •• i concorsi che ci risultano boicottati dalla Federazione delle Assoclazion Sanitarie Italia ne

Diffide e boicottaggi.

Nuove diffide: Cameri e Arizzano (Novara), Costa, Volpino, Brembilla. Ponte S. Pietro-CuomoMozzo-Locate·Brembate Sopra (Bergamo), Rob· biate Brianza (Como). Spinadesco (Cremona). La Sezione Valdarnera dell'A. N. M. C. riconfermando la diffida del Comune di Reggello per la frazione Viaggio diffida per te identiche ragioni la condotta della frazione Donnini. La Sezione di \ ìicenza mette in guardia i colJeghi perchè non concorrano alla condotta diffi · data di Recoaro. I.a condotta d'inverno è disas trosissima. e di estate è invasa da medici specialisti e di grido. I~a Sezione Fiorentina mette in guardia i con· correnti alla condotta del comune di Fiorenzuola :fino a che non siano terminate le pratiche iniziate con quel Comune per migliorarne le condizioni. Revoca di diffide: Camisano, Sandrigo Calvene e Asiago (Vicenza), Fietrautta (Cosenza}. ' ' igolzone (Piaceni.a). La Sezione di Lucca tog1ie il boicottaggio alle due condotte vacanti nel comune di Borgo a Mazzano. La Sezione Tosco R omagnola revoca la diffida al comune di S. Pietro in .Bagno per composta vertenza in seguito a deliberazione arbitrale.


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SEZIONE PRATICA

LETTERE Dì\ PARIGI Toracentesi con contemporanea intt<oduzione di azoto nella cavi'tà pleuJ'ale. - Il dott. Vaquez, distinto primario degli ospedali di Parigi e il più rinomato specialista di Francia per le malattie del cuore e dell'aorta, ha tenltto una lezione clinica cui assisteva il decano degli studenti di medicina, che è pure il decano dei professori, Guido Baccelli. Il dott. \ ·aquez ha mostrato come sia utile di iniettare del gas nella cavità pleurale al momento di praticare la toracentesi. Uno degli inconvenienti della toracenteqi consiste appunto, come è noto, nella rapida decompressic,ne del polmone, annunziata d~lla tosse secca e caratteristica dell'infermo, e che consiglia di sospendere l'opera· zione in simili èasi. Il dott. Vaquez, riprendendo le idee emesse dal suo maestro Potain, suole invec'e in tali casi so· spendere momentaneamente l'aspirazione e , senza ritirare la cannula, ma semplicemente chiudendo la comunicazione coll'aspiratore e aprendo la comunicazione con un Tecipiente contenente azoto, iniettare nella cavità pleurale dell'azoto, nella quantità di un terzo circa del volume del liquido estratto, tenendo conto della legge della dilatabilità dei gas. L'azoto è semplicemente spinto nella cavità a mezzo della pressione esercitata dal liquido di un altro vaso comunicante con quello che lo contiene e che si solleva per il tempo necessario al passaggio della quantità di gas desiderata. li gas filtra attraverso ovattà e il liquido che lo spinge è acqua fenicata nella quale è sfato fatto gorgogliare al momento di raccoglierlo. va .. quez preferisce l'azoto all'ossigeno perchè questo ultimo gas è troppo rapidamente riassorbito. Come. si vede questo metodo non è che un utilizzazione del sistema Forlanini. Il dott. Vaquez ha applicato il metodo ad un malato durante il corso della sua lezione con buoni risultati, e prima di terminare ha voluto rendere omaggi.o al nostro grande clinico, che ha arricchito la semeiotica di uno dei presidi più utili prima che la puntura esplqrativa permettesse di operare altrimenti; ha conchiuso dicendosi onorato della visita dell'illustre scienziato u dor,,t te 1 nom se t'encontt'e à chaque tou1·nant de ta route du progt<ès de ta médtcine » . Il segreto professionale det medico. - Una questione delicata è stata giudicata dal tribunale civile della Senna. Si trattava di decidere se un medico può rivelare d'aver curato una determinata persona per una malattia specificata, quando il carattere della infermità è perfettamente con•

fessabile: in altri termini si chiedeva se il segreto professionale esiste soltanto per alcune ntalattie. Il Tribunale defini nella motivazione della sen· tenza il carattere del segreto professionale del medico. u Atteso che il segreto, salvo i casi limitatamente designati dalla legge per uno scopo di in· teresse generale e di igiene pubblica, deve essere conservato strettamente e religiosamente qualunque sia la natura della malattia per la quale il medico è stato chiamato a prestare la sua opera; che non si comprenderebbe come il medico potesse arbitrariamente considerare come rivelabili alcune malattie mentre altre, secondo lui, dovrebbero continuare a essere tenute nascoste; che tale distinzione egli non può fare perchè una malattia giudicata benigna e inoffensiva può trasformarsi in un'affezione grave e avente delle ripercussioni inattese; che il medico non può dunqll;e farsi giudice dell'opportunità di una rivelazione che può a vere per la persona che ne è vittima ·delle conseguenze dolorose; che è necessario tanto dal punto di vista della dignità del medico che da quello dei suoi clienti che il segreto il più rigo· roso sia conservato sulla natura della malattia e sulle circostanze che hanno accompagnato le sue visite mediche ... >). · · Per tali motivi il Ti-ibunale ha condannato il medico a versare al cliente che lo aveva citato per violazione di segreto professionale, la somma di una lira per danni e interessi. Gli studi secondari in rapporto all'in segnamento della medicina. - In segt1ito a una disposizione di legge sull'insegnamento secondario emessa in Francia nei decreti 22 luglio e 31 n1arzo 1902 tutti gli studenti possono entrare in qualunque facoltà purchè siano muniti di una licenza unica (baccalauréa t) sia che essi abbiano seguito gli studi classici che gli studi tecnici. Questa riforma ha sollevato le più ardenti pro· teste sopratutto per quel che concerne gli studi medici, sembrando a molti che lo studio delle lingue antiche e della filosofia sia indispensabile per formare qei buoni medici. . La Commissione parlamentaredell'insegnamento • si è decisa a intraprendere un'inchiesta sulla riforma in questione. I suoi membri hanno rice· vuto in questi giorni una memoria a stampa fir · mata dal professore Gras~et della facoltà di medicina di Montpellier, uno dei più distinti cultori della scienza francese , il quale è tra i più strenui combattenti contro la riforma. Nella sua memoria il prof. Grasset ricorda gli avvisi motivati dati in cinque occasioni differenti dal corpo medico fran- · cese che considera come nefasta per l'insegna-

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mento d elle medicine la su menzionata disposi• ztone. La Commissione er la riorganizzazione degli studi medici in Francia, nominata con decreto ministeriale del 4 marzo 1907 ha detto espljcitamente « che lo studente di medicina deve avere una educazione intellettuale letteraria e filosofica a ~ausa della natura stessa dei suoi studi e della sua futura professione, che ha bisogno anzitutto d'un livello morale assai elevato ». Il Comitato deJl' Associazione corporativa degli studenti di medicina ha votato il 26 maggio 1911 un ordine rlel giorno i11 cui, considerando che gli studi classici costituiscono una preparazione agli studi medici ber1 superiore a quella che ricevono oggi molti giovani che seguono · tali studi e che il disprezzo del classicismo dà un educazione di livello intellettuale insufficiente per il medico, si duole che gli studi classici non siano il preludio indispensabile degli studi medici. Il 30 giugno 1911, 21 società mediche francesi riunite in assemblea generale hanno emesso il voto che sia ripristinato l'obbligo degli studi classici per i futuri medici poichè lo studio classico ~contribuisce grandemente a dare al medico 11ele· vatezza di spirito, di sentimento e di carattere altrettanto indispensabili alla sua missione morale e sociale quanto l'insegnamento scientifico». L'Associazione generale dei medici francesi nella sua assemblea del 28 aprile 1912, considera che lo studio delle lingue antiche è necessario alla cultura intellettuale del futuro medico e fa voti che la Commissione superiore dell'insegnamento medico renda di nucvo obbligatoria per gli studenti <ii medicina la coltura classica. Infine la Commissione superiore degli studi di medicina ha espresso il suo desiderio di veder modificata la disposizione di legge, nel senso di rendere obbligatori gli studi classici per entrare alla facoltà di medicina. Tutti questi voti costituiscono, secondo il professor Grasset, una risposta impo.;:tante alla do· manda della Commissione parlamentare.

Le ferite di guer-ro di,,Yante la campagna di TYacia. - Martedi scorso l'Accademia di medicina ha trattato ancora la questione della chirurgia di guerra a proposito della recente guerra balcanica. Dato l'interessamento del nostro benemerito corpo sanitario militare per il Policlinico mi sembra non inutile di riassumere in qualche riga la comunicazione del generale Delorme, specialmente dopo l'eccellente articolo del generale Imbriaco apparso nell'ultimo n11mero del nostro giornale, e che è stato molto apprezzato nelt9ambic:nte sanitario militare francese.

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Durante la campagna di Tracia, dice il Delorme, le ferite d'arma bianca di cavalleria sono state eccezionali mentre non ci fu battaglia in cui non siano state portate delle ferite da baionetta pro· dotte con tanta abbondanza come non si è mai visto nelle guerre precedenti. Ma non è di tali ferite che vuole occuparsi il prof. Delorme. È piuttosto di quelle di fucile. I corrispondenti di guerra assistendo all'eva_c uazione di colonne di feriti leggeri a prossimità del campo di battaglia hanno ricevuto l'impressione e scritto che le ferite prodotte dai fucili bulgari e turchi erano semplici e benigne. Il prof. Delorme insiste invece sul fatto che alle distanze piccole e medie il tiro dei proiettili mo lerni può a vere effetti esplosi vi e produrre delle ferite gravissime. Secondo testimoni oculari il fuoco dei Bulgari era diretto con precisione. Alle grandi distanze solo i tiratori scelti potevano tirare qualche car· tuccia, le masse non cominciavano il fuoco che sotto i cinquecento metri. mentre i Turchi hanno abusato in principio del tiro a grande distanza. Quanto al tiro delle artiglierie, il prof. Delorme osserva che nel caso degli shrapnels le pallottole contenu"t e nell'involucro. pallottole di piombo rotonde, hanno una forza di penetrazione e una velocità assai minori di quelle dei fucili. I soldati nelle trincee udendo lo scoppio del proiettile si coprivano la testa con il badile o con una manata di terra e riuscivano cosi sovente~ ripararsi dalle ferite. Tali proiettili sono dunque assai meno vulneranti di quelli del fucile come ha dimostrato l'esperienza. Però la palla di piombo dello shrapnel ha tendenza a trasportare nelle ferite brandelli di vestito e materie settiche che producono soventi infezioni delle ferite. Le ferite prodotte dagli shrapnels sono quindi uguali a quelle descritte dagli antichi chirurgi militari al tempo dei fucili a canna liscia e palle di piombo. Il 49°/0 delle ferite sono delle contusioni, poi vengono le penetrazioni e le perforazioni assai meno numerose, ma il carattere dominante del traumatismo è !,assenza di lesioni esplosive e la presenza frequente del proiettile nella ferita . Quanto alle granate, impiegate a distruggere ostacoli resistenti e per il tiro contro truppe coperte, esse si dividono in grossi frammenti che mentre producono effetti ter·r ibili colpendo in pieno, a soli venti metri dal punto di scoppio non mettono più fuori combattimento un individuo. Tuttavia mancano ancora delle notizie precise sull'azione vulnerante di questi proiettili nell'ultima guerra. rarigi, 27 aprile 1913. Dott. Gon.


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• SEZIONE PRATIC.l\

CULTURA SUPERIORE.

NOTIZIE DIVERSE

Il progetto di legge per la libera docenza consta di 8 articoli, e stabilisce quanto segue: L'abilitazione alla libera docenza è concessa per una determinata disciplina a chi abbia ottenuta la laurea da non meno di quattro anni e dia prova di attitudine scientifica e di cultura profonda nella disciplina che si propone di in segnare, ~on titoli integrati da una co11ferenza intorno ai titoli st~ssi, e da prove didattiche e sperimentali. La Commissione però potrà dispensare dalla prova pratica quegli aspiranti la cui attitudine didattica giudicas5e altrimenti accertata. ·c olui che riesce classificato nella terna di un concorso per 8traordinario o ordinario ha diritto al titolo di libero docente per la materia messa a concorso. La Commissione giudicatrice è nominata colle stesse norme di quelle dei concorsi per profe')sori straordinari e ordinari: quattro dei commissari apparterranno all'insegnamento ufficiale e uno di questi sarà di materia affine a quella per la quale è chiesta la docenza; il quinto sarà un libero docente, effettivamente insegnante e possi bilmente della materia, e nominato dalla assem · blea dei liberi docenti delle Facoltà o Scuole a cui appartiene l'insegnamento. La Commissione conserva l 'uffi.cio per due anni e ~iudica tutti i candidati che nel biennio hanno chiesto la libera docenza nella stessa materia. Essa viene convocata ~oltanto nei mesi di settembre e di ottobre. Gli atti della Commissione sonQ sottoposti per l'approvazione all'esame del Consiglio superiore della pubblica istruzione. La libera docenza è conferita per decreto reale, e può essere esercitata in qualsiasi Università o Istituto superiore dove si insegna la materia per la quale si è ottenuta. Il libero docente dovrà chiedere di essere am · messo ad una determinata Università o ad altro determinato Istituto di i~truzione superiore. nè potrà insegnarvi se non dopo ottenuto l'assenso del Consiglio dei profc- ssori della Facoltà o Scuola. Egli potrà esercitare solo in una Università o un Istituto, nè potrà trasferirsi dall'una all'altra senza aver ottenuto il consenso sopraddetto. L'autorizzazione ad in~egnare a titolo privato può essere concessa anche per c-0rsi non professa ti a titolo pubblico. Ma in tal èaso occorre il parere del Consiglio superiore delJa pubblica istrttzione. Il programma del corso del libero docente deve essere approvato anno per anno dal Consiglio superiore della pubblica istruzione , e le lezioni i·mpartite non devono essere meno di cinquanta. Al libero docente spetta, per ciascuno studente iscritto al suo corso, una quota annua di quattro lire ogni ora settimanale di lezione e per non meno di cinquanta lezioni. La Facoltà deve determinare anno per anno il massimo delle iscrizioni ai corsi di liberi docenti che lo studente può prendere; e questo numero non deve essere mai tale che le quote per essi dovute all'insegnante privato superino i tre quinti delle tasse di iscrizione pagate dallo studente per quell'anno. Per ottenere il decreto di abilitazione è obbligatorio il pagamento della tassa di lire 250; per 'ottenere l'ammissione in una Università o Istituto superiore la tassa è di lire 100.

IV Congresso Nazionale per le malattie del lavoro [malattie professionali] (Roma 8-11giugno1913). Si è riunito all'Università di Roma il Comitato esecutivo del IV Congresso Nazionale per le malattie del lavoro. Intervennero tutti i membri della Presidenza: proff. Tamburini. Rossoni, Rossi Do· ria, Forlì, dottori Ranelletti. Leuzzi, e del Comitato il prof. Ottolenghi, l'on. Casciani, il comm. Rossi pel Commissariato dell'Emigrazione, l'avv. Bargoni per la Cassa Nazionale Infortuni, e altri. L'assemblea, dopo le comunicazioni del ptesidente prof. Tamburini, la relazione del segretario dott. Ranelletti e alcune notizie del cassiere prof Forlì sullo stato del bilancio, ha approvato con piena soddisfazione l'opera della Presidenza e nominato un Comitato dei festeggiamenti. Han.n o finora accordato sussidi il Ministero del· l'Interno, di Agricoltura, Industria e Commercio. della Pubblica Istruzione, fra gli Enti notevoli quelli della Cassa Nazionale di Previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai. \ 7 arie agevolazioni saranno concesse ai Congressisti. Riportiamo un nuovo elenco di comunicazioni annunciate all'Ufficio di segreteria sino al 21 aprile: « Sulle malattie dei ferrovieri )) . E. d'Anna (Roma). « Patologia del lavoro delle impagliatrici di Roma ». G. Genovesi (Roma). « Il volume del cuore durante e dopo il lavoro muscolare ». N . Nissim (Clin;ca medica di Pisa). 1 ° « Risultati della inchiesta null'impiego della biacca in Milano »; 2 ° « Grave dermatite da pa· rafenilendiammina nei pellicciai »; 3° « Rilievi sulla mortalità dei genitori nella classe )avora· trice ». Carezzi (Clinica del lavoro, Milano). 1° « Intorno all'origine dell'indacanuria da timolo » ; 2° « I,a fisiopatologia dei fenomeni gastrointestinali nel saturnismo »; 3e « Per lo studio delle alterazioni funzionali cardiovascolari nel saturnismo e per la interpretazione del loro mec· canismo .:fisiogenetico »; 4° « Per una legislazione italiana contro l'intossicazione professionale dal piombo ». P. D . Siccardi (Padova). "(< Difese da praticarci in un Gabinetto di Rontgenologia ». A. Busi (Bologna). 1° o L'allarme visivo, mezzo di educazione igienico-tecnica »; 2° « L'allarme visivo. nella lotta contro i pulviscoli laceranti ,, ; 3° « Praticabilità e necessità di orari lievi nell'esercizio ferroviario»; 4° « Profilassi delle affezioni utero -ovariche nelle operaie tessili » ; 5° « Influenze psichiche del lavoro a domicilio nella zona canturina » . A. Pe· trini (Genova). 1 ° cc Di una derma ti te professionale nei carbonai dei piroscafi »; 2 ° e Asimmetrie del torace e della spalla nei lavorntori ». A. Mori (Piombino). « Aspirazione della polvere dagli stabilimenti industriali ». C. Cohen (Torino). « Di alcune turbe vasomotorie agli arti inferiori nelle operaie addette alla :filatura meccanica ». M. Tempini (Brescia). cc Su di una ntalattia professionale dei carne· rieri » . G. Rubinato (Treviso). « Morte improvvisa sul lavoro ». S . Ottolenghi (Roma). (33)


IL POLICLINICO

r 0 t< Contributo alla mortalità infantile in rapporto ai mestieri e alle condizioni sociali dei genitori »; 2° « La febbre negli anchilostomiari ». A. Cam marata (Caltanissetta). a L'azione del fosforo rosso sull'organismo animale ». L. Ferrannini (Napoli. « Alcune proprietà :fisico-chimiche e biologiche del sangue ùeg1i animali affaticati ». T. Carpentieri (Napoli). l< Le alterazioni del sangue negli operai delle fabbriche di :fiammiferi ». G. Collarile (Napoli). « Esame funzionaJe del cuore (metodi Schapiro, Katzenstein, Graupner) negli individui sani e malati (di cuore e di altri organi) intellettualmente o fisicamente o nelì'uno e nell'altro modo afiaticati ». D. Scalfati {Napoli). « Ricerche sopra l'azione delle tossine dell'affaticamento ». S. Fichera (Napoli). 1° « Le modificazioni istologiche del sangue determinate dal lavoro muscolare »; 2 ° 1< Il lavoro intellettuale e la funzione surrenale n. V. Palmulli (Napoli). . << Le variazioni morfologiche del s angue nell'intossicazione da antimon10 ». R. Scalia (Napoli). « I"'a neurastenia da lavoro ». Carito (Napoli) . 1 ° « Igiene, vita, abitudini dei zolfatai »; 2 ° « Anchilostomiasi e mezzi pratici per combatterla >1 . C. Valenti (Favara, GirgentiJ.

La Croce Rossa Italiana congedata dal Montene" gro. La squadra bolognese e la squadra torinese della Croce Rossa prestarono durante tutta la guerra combattuta dal Montenegro un s~rvizio meraviglioso p er l'entusiasmo e l'organizzazione, superando senza possibilità di confronto le Croci Rosse est.ere. La squadra di Bologna, diretta dal prof. Nigrisoli, era giunta al Montenegro con un ospedale da campo completo, munito di materiale ricchissimo e s'ignora ancora la ragione per cui, anzichè destinarla a un posto avanzato dove la sua opera avrebbe salvato centinaia di esistenze, si volle che r]manesse a Podgoritza, quasi a due giorni di cammino dal teatro della battaglia. Gli effetti della illogica collocazione erano disastrosi. Eppure la percentuale d ei morti fu bassissima. A Podgoritza il professore N igrisoli istituì una pubblica ambulanza dove tuttj senza distinzione gratuitamente ottenevano consulti , assistenza e medicinali. · La squadra bolognese era continuamente rinforzata da frequenti arrivi di nuovi ufficiali e di militi. L'attività della squadra torinese, componente l'ambulanza da campo collocata prima a Gruda e poi a Vraka. raggiunse l'eroismo. Per sei mes~ il capitano Scoccianti, direttore medico, e i tenenti F rattini e Gibetto vissero sotto la tenda senza potersi mai spogliare, sempre esposti al tiro <lelle batterie turche. Ora le due squadre sono state laconicamente licenzia te dal principe Mirko. La Croce Rossa Italiana in Bulgaria. La missione della Croce Rossa italiana, che per sei mesi h a cura to i feritj a Lule Burgas, è pa ssata tla Sofia.in viaggio di ritorno .p er l'Italia. . . La m1s"1one f u oggetto d1 molte ~tte~z10~1 da parte delle a utorit à b ulgare e dei pnvat1. (34)

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Vari banchetti furono offerti ai componenti la missione . fra gli altri dalla Legazione italiana e dalla Croce Rossa bulgara la quale ha nominato i colleghi italiani suoi membri onorari. Tutti i membri della missione della Croce Rossa Italiana hanno ricevuto decorazioni e un ritratto della regina in cornice. . I giornali bulgari rjlevano i grandi serv1g1 resi dalla missione italiana ai feriti ed esprimono pro· fonda riconoscenza alla nostra nazione.

Per le acque minerali italiane. Il Senato ha preso in esame ed approvato il disegno di legge per la protezione del bacino idrologico rli Montecatini. Il ministro Nitti ba accettato la raccomandazione del sen. Santiui di dar opera affi.nchè la virtualità di queste acque sia meglio conosciuta all'estero . . e perchè l'uso di esse sia facilitato anche at poveri. Si è approvato all'uopo un ordine del giorno col quale l'Ufficio Centrale « invita il Governo apresentare una legge per assi curare la conservazione. lo sviluppo e il regolare esercizio delle sorgenti di acque minerali e termali esistenti nel Regno, che interessano la pubblica salute e sono fonti di richezza nazionale ». La riforma della libera docenza. Il Senato ha discusso e approvato il disegno di legge sul conferimento della libera docenza.. Quasi tutti gli oratori hanno de~lorato la esuberanza delle richieste e la facilita con cui può ogj:!i essere conseguita l'abilitazione. Il senatore Foà ha fatto presente che nel primo trimestre di quest'anno sono state avanzate duecentosessantadue domande di libera docenza e che nell'ultimo biennio vi è stato un aumento di circa seicento libere docenze ; occorre quindi frenare queste falangi ; chiude invitando a <Jar voto favorevole al disegno di legge. L'Ufficio centrale del Senato ha proposto che gl'insegnanti siano direttamente retribuiti dagli studenti. Contro questa disposizione ha sollevato una vivace protesta l'Associazione dei liberi docenti. La rubrica della beneficenza. Il conte Leonardo Secondo Gradenigo . ultimo del suo ramo, morto testè a Fossalta di Piave (Venezia) . ha lasciato la moglie usufruttuaria ~ tutti i suoi beni ed ha erogato la sua sostanza dì oltre mezzo milione a favore della Congregazione di carità di Venezia, dell'Orfanotrofio maschile e femminile, dell'infanzia abbandonata e di altre Opere pie. Riportiamo dall' 'Avvenire Sanitario» le seguenti notizie . A Lugo la famiglia Scalaberni, p er onorare la memoria del compianto suo Giuseppe, ha offerto all'Ospedale Umberto I limpianto completo della sala Roentgen. . . . . Il signor . .\.gost1no . Bandtnt, morto a Livor~o, ha lasciate eredi universali del suo patrimonio, ascendente a circa 300 mila lire, le opere pie locali. Il signor Melandri .Federico, suicida tosi ~ Rav~nna, ha lasciato 1n beneficenza tutto il suo patrimonio, che si fa ascendere a circa 25<?, <?Co lire ' di cui 20 mila destinate all'ospedale . c1v1le, . . e altri ingenti legati agli orfani, ai bagni manw, all'asilo infantile, ecc.


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'!?er o_norare la me~oria del' loro congiunto, gli eredi del comm. Giacomo Feltrinelli, morto recentemente a Milano, hanno erogato in beneficenza mezzo _milione, assegnando cospicue somme al San~torto Popolare Umberto I, al Pio Al· bergo Trivulzio, alla cura clinica dei fanciulli g:acili delle scuole elementari di Milano, ali' Asti? Regina Ele~a per !e. madri povere legittime, ali ospedale dèl bamb1n1, all'ospedale ricovero a Feltrinelli » di Gargnano, ecc. Conferenze d'igiene. A Torino nella Scuola governa ti va « Domenico Berti », al Valentino, si tiene un corso bisettimanale d'insegnamento pratica d'igiene alle alunne del corso normale. Dal ministro della pubblica istruzione esso è stato affidato al dottor Raffaele Severi. Questa iniziativa dell'onorevole ministro corona le lunghe aspirazioni vivamente sentite nel campo della pedagogia contemporanea, alla quale l'insegnamento dell'igiene è divenuto ormai un complemento indispensabile e perciò, in armor1ia cogli incessanti progressi . . delle scienze e colle grandi conquiste della politica, dobbiamo saluta re con piacere il crescente diffondersi e volgarizzarsi delle dottrine proclamate dall'igiene moderna, . non solo in mezzo al popolo, ma anche nelle scuole superiori femminili~ di dove escono le future educatrici delle nuove generazioni. Il sen. Carie aggredito.

Il 30 aprile di sera, mentre il sen. prof. Antonio Carie tornava in automobile da Nizza· coi suoi assistenti dottori Massobrio e Gruner, venne brutalmente aggredito nello stradale AlbengaAlassio da a]cuni vetturali. Gli aggressori percossero il dott. Massobrio. il quale ebbe gli occhiali rotti e fu ferito al naso; tagliarono i copertoni dell'automobile, la quale fu costretta a procedere al passo; lanciarono molti sassi contro la vettura; coprirono di contumelie e d 'insulti villani il prof. Carie, che non sapeva spiegarsi la ragione di tanto tram busto. Il dott. Massobrio fu poi curato dal dott. Pagliari; ma per fortuna non era ferito che lievemente.

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Incendio in un ospedale. Un incendio è scoppiato all'ospedale di San Giovanni a Bruxelles. Il fuoco si è manifestato nel dormitorio degli infermieri e si è comunicato subito alle sale. Con grande rapidità si è provveduto al salvataggio degli ammalati e allo sgombro del mobilio. Il trasporto degli infermi mentre le fiamme si propagavano, offriva uno spettacolo impressionante. L'incendio è stato finalmente circoscritto. Si deve alla cooperazione e aJla presenza di spirito degli infermieri, delle infermiere e delle suore di carità, se non vi sono state vittime. Calendario di Congressi Medici. 19r3.

Maggio 15-19. Parigi : del Royal Institut of Public Health di J~ondra . Giugno 8 - 11. Roma: Nazionale per le malattie del lavoro. Id. 17-20. Minneapolis (U. S. A.): dell'c American Medical Association ». Luglio 22 25. Brigton: della « British Medicai Association ». . Agosto 6 -12. Londra: Internazionale delle scienze mediche, Id. 20·26. Gand: III Internazionale di Neurologia e psichiatria. Id. 30-7 sett. Anversa: Internazionale d , Igiene delle abitazioni. Settembre 2-6. Groninga: Internazionale di Fi. siologia. Id. 17-21. L'Aja: • XI Internazion.ale di farmac1a. Ottobre 2. Torino: IV Nazionale delle opere antitubercolari. ?. Id. lVIilano: I Convegno Nazionale dei medici scolastici italiani, Novembre ? Lima: VI Medico pan-Amer]cano. 1914.

Luglio

28-2

Estate Settembre Autunno.

Viaggio medico. In occasione del Congresso internazionale di medicina il Comitato Centrale tedesco per i viaggi medici ha organizzato un'escursione a Londra ed ai porti principali dell'Inghilterra, su di una nave speciale dell'Hamburg-America. Il costo del viaggio va da 875 a 1400 marchi, secondo la classe, della cabina. Mostra della falsificazione dei generi alimentari. All'Esposizione internazionale di Gand una sezione sarà consacrata alle frodi elimentari. Vi si vedranno funzionare dei laboratorii per la ricerca delle frodi. 1 \ i saranno organizzate delle conferenze. Il prof. De Bruyne di (~ and, presiede il Comitato ordinatore. Per le informazioni rivolgersi · a Antony Neu"' ckens, secrétaire de l'exposition de la falsification des denrées alimentaires à l'Hotei de Ville de Bruxelles. •

agosto. Pietroburgo: XII Internazionale di oftalmologia. Budapest: VIII Internazionale di Antropologia criminale. Berna: Internazionale di Neurologia e Psichiatria. Vienna: Internazionale per le Ma· lattie del lavoro. • •

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Col prof. Sigismond Jaccoud scompare una delle più• alte personalità mediche della passata generazione. Fu clinico sommo, educatore incomparabile, scienziato di valore. Ci ha legato le « Leçons cliniques de la Charité, » un « Traité de Pathologie interne , e mol. tissimi lavori. Non ci è possibile di ricordare i fatti nuovi da lui osservati e le forme morbose da lui scoperte o definite; ci basti meniiionare le varietà :fibtose del reumatismo cronico, le forme cliniche dell'uremia, l'angina pseudo-membranosa da pneumococchi, la diatesi linfogena; menzioniamo inoltre - la precisione portata in molti esami diagnostici e alcune norme terapeutiche a base prevalentemente igienica. Aveva 83 anni. Lascia un'orma profonda nella medicina. B. (35)


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Rassegna della stampa medica. L' Osped . Maggiore, 1. FRANCO. « Per evitare recidive nella cura radicale dell'ernia crurg,le ». La Liguria Med., 15 febbr. RICCA. \( Sulla diagnosi delle forme ini ziali e atipiche della sclerosi in placche •. - BAECCRI. « Nuova reazione chimica del sangue ». Arch. f. Verd. - Krank., 18 febbr. SoMMERFEI.,D. « Diagnosi differenziale tra ulcera gastrica e duodenale·». - GREGERSEN. a La prova di Schmidt con tessuto connettivo )> . BJALOKUR. a La palpazione dell'appendice ». P1LCHER. La paresi gastro intestinale post-cperativa )> . · Gazz. d. Osp., 16 febbr. Sir~VESTRI . a Apparato surrenale e forme convulsive con speciale riguardo all'epilessia ,, . La Rif. Med., 15 febbr. SILVESTRI. cc A proposito di un caso di pleurite destra, bloccata, pulsante ». - MORONE. « Per la coledecolitotomia tran, pancreatica ». - QUADRONE. « Radioterapia delle ghiandole surrenali in alcuni stati ipertensivi ». Giorn. Intern. d. Se. Med., 15 febbr. VoI,PE. cc Tonicità e forza muscolare nelle lesioni del cervelletto ». Brit. Med. Journ., 15 febbr. OwEN. « Per l'operazione immediata nell'appendicite ».-CORNER. e< Le funzioni dell,appendice e l'appendicite '" - FULLERTON. « Prostatectomie )) . The Lancet, 15 febbr. WAl/KER. « Le vie dell'in· fezione genito-urinaria » . - WHALE. I risultati remoti della t cnsilletomia e della tonsillectomia ». . Gaz. d . Hop., 15 febbr. ROUSSEAU e CASSARD. « I/appendicite nella donna ». La Presse 1Méd., 15 febbr. ACHARD, Forx e SALIN. a L ' origine delle emolisine i>. BONNAMOUR e IMBERT. cc Ricerca dell'acetone e dell'acido diacetico in clinica ». ~

La Clin. Ost., 15 genn. lMPALLOMENI e COLPI. « Percosse su donna incinta ed espulsione di feto macerato i>. La Stomatologia, 15 febbr. ROVIDA. « Presenza di spirilli nel tessuto della polpa dentale ». Bull. J. Hopk. Hospital, febbr. WEED . CUSHING e J;\COBSO~. « Il ~ompito dell1ipofisi nel metabolismo dei carboidrati >>. - fu..MMAN e Sr.,OAN. Il pneumotorace indotto nella terapia delle malattie polmonari :t • Il Lavoro, 15 febbr. G1uFFRÈ. • Patologia dei som• maccat n. Revue Neurol., 15 febbr. DE CASTRO. « Sul segno di Negro nella paralisi facciale periferica ». ROCHON, DUVIGNEAUD e HEITZ. Evoluzione delle turbe pupillari nei diabetici durante il periodo di stato ». Riv. Sanit. Siciliana, 15 febbr. PIAZZA FINOC· CHIARO. (( I lipoidi stimolanti ». Le Journal Méd. Français, 15 febbr. « Numero consacrato alle modificazioni patologiche del polso ». Ann. di Clin. Med., 15 febbr. PIAZZA. · « Sulla fisiopatologia della glandola endocrina del pancreas ». SOLI. • Reperto anatomico delAR!-TONE. « Alterazioni del 1'eclampsia ». sangue nelle infezioni febbrili ». - DI PIETRO. I moderni metodi di cura della tuhercolosi polmonare ». Ann. di Med. nav. e col., 1 TIBERIO. « Nuovo rivelatore dell'indacano nelle orine ». -· GENUARDI. Beri beri sulla R. Nave Calabria •. LuzzATTI. « Orchiti parotitiche senza manifestazioni parotidee ». Mediz. Klin., 16 febbr. STRANSKY. ·,, Sulla schizofrenia (dementia praecox) ». - WIDMER. « La fatica essenziale e l'azione dell'alcool >). ASCHOFF. « Appendicopathia oxyurica (pseudo· a ppendicitis ex oxyure) ».

Indice alfabetico per materie. •

Adrenalina per iniezioni endoperito· neali . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 67.5 Affezioni « p arasifilitiche » . t . . • • • • » 674 Alcool metilico : ricerca nelle bevande )) 682 alcoliche . . . . . . . . . . . . . . . i\lopecie: . t erapia . . . . . . . . . . . )) 683 Anastomosi venosa: nuovo metodo . . )) 678 )) 631 Anestesia regionale delle membra. . . 681 Anestesia sacrale e locale. . . . . . . )) 680 -~rteriosclerosi cerebrale: sintomi . . . Capsule surrenali: esportazione nella parabiosi . . . . . . . . . . . . . . )) 677 Concorsi (Le formalità dei dcJcumenti )) 685 per l'ammissione ai) . . . . . - . . Ema torna arterioso diffuso de Ila coscia da ferita della fetnorale: intervento. Il 677 Epiglottide: asportazione . . . . . . . 675 Ferite di guerra durante la cam pagna di 'fracia . . . . . . . . . . . . . . Inciividualità biologica e giustizia penale . . . . . . . . . . . . . . . . !\[orbo di Hodgkin . . . . . . . . . . ~aso a sella traumatico: aut otrapjanto libero cli una s tecca osteo-periostea .

Nefrite ascendente: patogenesi . . . . Pag. 679 Pelvioplastica: nuovo metodo. . . . . 678 )) Perizie giudiziarie ( T.e tariffe per le) . 686 Plastica ossea per lesione cranica an · ))

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Roma , 1913 -

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Tip.

~asionale

di G. Bcrte.ro e

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Psicosi nevralgiche ed emicraniche . . Radiografia di pseudo-calcolosi renale. Rammollimento cerebrale e raccolta me· ningea purulenta a settica a polinu · cleari intatti . . . . . . . . . . . . Segreto professionale ( J 1) dei medici . Seno frontale: chirurgia . . . . . . . Setticemia ·ia micrococco tetrageno . . Studi secondari in rapporto all'insegnamento della m edicina . . . . . . . Toracentesi con contemporanea introduzione di azoto nella cavità pleur ale. . . . . . • . · . · · · · · · · Trapianti nervosi e tendinei nel ripristino anatomico dei muscoli . . . . . Tubercolosi degli organi genitali : trattamento chirurgico. . . . . . . . . Tumore r aro del media stino . • . • .

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.Ho.ma, 18 maggio 1913

Anno XX.

Fase. 20 •

SEZIONE PRATICA DIRETTORI: •

Prof. GUIDO BACCELLI -

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO : Riviste genera.li~ Dott. E. Tramonti: Alcune con stdefa-:~·oni sulla malattia di Carlo Chagas (Tlsyre oiditis parassitariR ). - Sunti e rassegne: MEDICINA: Intorno all' u robilinuria. - Dott. Salvatore: Pigmento etnati:o nelle urine dei malarici. - CmRURGJA:

W. S. Halsted: L'etfetto della lega/ura dell'arteri·a iliacr{ comuni sulla circolazione e l a funzione dell'estremità i n fertore. - NEURO PATOLOGIA: Bi llg: Mtelite mi g1 ante. Osservazioni cliniche: Dott. A. Denti di Piraino: Osservazioni sopra un caso di morbo di Pat'k1·nson. - Accademie, Società mediche, Congressi: Soc)'età I ombarda di scienze m ediche e biologiche. - Reale I sti· tuto V eneto di sci en ze, lettere . ed artt. - Società Eiistachiana di Camerino. Appunti per il medico pratico : Dott Vito Massarotti: Cot>tt'ibuto all'etiologia della Paral1'si '/>f'og,es$ifJa. - CAsrSTIC'A: Sintomatologia deU' aortite addomina!e acuta. - La classifica delle angi11e di Petto. - .,~ERAPIA: Tratta111ento d ei tumori malitni col me· so torio e eol torio X . - La cura de$ tumori 1naligni per mezzo dei ragt;i .Y. - N OTE DI TECNICA: Esa1ne batteriologico à!'l sangue degli scarlattinosi. - Igiene: Le malattie della casa. - G LOSSARIO MEDICO: M alattin di Dupuytren-ll.fadelung. - · N u TIZIA BI· BLIOGRAP'ICA: P. Stittler: Die exudativ-lymphatische Diathese. - Cenni bibliografici. -Varia: ll fe1nn1in?°smo dal punto di vista mddico. · , Nel!a vita professionale : Il caso Bra~cini. - Pos ti a concorso. - Sulle spe~ialftà far11iaceutiche. - Cronaca del movimento f»ofessi onald. - Risposte a quesiti e a domande. - Co.lldotte e Concorsi. - Atti parlamentari : La sanità pubblica al Senato. - Nostre corrispondenze. ··-· Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfa·

betico per materie.

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la. rfproduzf one dl lavori pubblicati nel POLJCJLINICJO o la pubbllca.z/oae dl sunti di essi

RIVISTE GENERALI. Alcune considerazioni sulla malattia . di Carlo Chagas (Tbyreoiditis parassitaria). Rivista analitica per il prof. dott. E. TRA~IONTI libero docente dell'Università di Roma e neuropa~ologo dell'Ospedale Portoghese di S. Joaqutm. In un recente articolo comparso sul Progrès Méd ical, articolo riprodotto nelle sue conclusioni dal Policlinico (Sez. Pratica, 1912, n. 50), il professore Widal faceva risaltare l'importanza del movimento medico nell'America Latina, ed ap· plaudiva toto co1'de all~jniziativa del Progrès Mé· dica!. di analizzare, commentare e riprodurre i lavori medici pubblicati nell'Argentina , nel Cile, nell'Uruguay e nel Brasile, paesi in cui la scienza medica e l'insegnamento di essa hanno raggiunto un grado notevolissimo di perfezio~e. Dal suo canto il nostro giornale faceva rilevare come anche a noi si imponga oramai il dovere di pro· spettare quanto di meglio si .compie in questi paesi , così ricèhi di energie e di avvenire. Mi sia lecito pertanto, dappoichè sono modestissimo rappresentante della scienza medica italiana nel Brasile, di iniziar~ quest'opera feconda di divulgazione scientifica. E così per cominciare, piacemi 1

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esporre alcune brevi considerazioni sulla malattia che prende il nome dal suo scopritore, ossia sulla m atattia di C. Chagas o t1'roidite parass1:taria. •

Già di essa fu accennato su questo nostro giornale specialmente in riguardo all'etiologia.; quindi mi contenterp di dire solo che la malattia in discorso è dovuta ad un tripanosoma, il try pano- . soma Cruzi, il quale viene inoculato nell'uomo da un grande emittero, il Conhorinus m egis tus volgarmente detto a barbdro », insetto che infesta la parte settentrionale dello Stato di Minas Gerales e ~he attacca l'uomo di notte. Passando ora allo studio della parte clinica, ricorderemo che nel quadro morboso determinato d_al trypanosoma Cruzi o schizotripanosoma figu: rano in modo costante diverse sindromi di insufficienze glandolari endocrine, predominando fra esse' l'ipotiroidea, pur essendo molto frequente la sindrome da insufficienza delle glandole surrenali. Il predominio nei casi clinici di alcune sindromi di insufficienza glandolare e l'assenza di altre, costituisce la base per la classificazione clinica della tiroidite parassitaria, quantunque debbasi a questo punto fare osservare che talora non esistano fra le diverse forme morbose dei limiti molto netti. di modo cl1e risultano delle forme complesse, che possono classificarsi solo adottando c9rne criterio il predominio d i un sintomo, o di una sindrome,, sopra altri sintomi o sindromi.

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IL POI.ICLINICO

La schizotri panosomia~i può essere distinta dal •

punto di vista clinico in due grandi categorie : forme acute e forme croniche. Quali forme acute vanno considerati q~ei casi in cui oltre a presentare fenomeni morbosi acuti , lasciano rilevare la presenza del parassita n~l sangue periferico rnercè il semplice esame a fresco . Differenze es• senziali da1' punto di vista della prognosi, ed ancora Ja prevalenzà della sindrome nervosa, apportano a dividere in due gruppi i casi di infezione acuta. Nell'uno di essi la percentuale della mortalità è molto elevata e molto più gravi sono le conseguenze future della malattia per la persistenza di lesioni nel sistema nervoso centrale. Di regola guesti casi quando non finiscono collo obitus, portano all'estinzione coqipleta della vita individuale di relazione, poichè i pazienti sono . ridotti alle condizioni di un paralitico, di un idiota, di un imbecille. Trattasi qui di forme meningo.encefalitiche, predominando nel .quadro clinico i sintomi di meningo-encefalite acuta. ·Nell'altro gruppo figurano i casi acuti senza manifestazioni dipendenti dal sistema nervoso. In questi la prognosi è meno severa, avendosi quasi sempre il passaggio della malattia allo stato • cronico, nel quale l'in.dividuo, sebbene in condiA zioni d'inferiorità organica, può vivere nel possesso delle sut fu.n zioni principali. I casi d'infezione cronica determinata dallo schizotripanosoma, possono essere r~ggruppati in cinque forme cliniche: a) forma pseudo-mixedematosa; b) forma mixedematosa ; . e) forma cardiaca; d) forma nervo<>a ; e) forme croniche con esacerbazioni acute . Lo Chaga3 costituisce un gruppo a parte dei casi di infantilismo, di gozzo antico e di altre condizioni morbose consecutive alla malattia sotto, il nome di fenomeni nieta-sch1:zotrifJanosi'ci, denominazione codesta consimile a quella delle conseguenze tardive della sifilide. Tralas.: : iando lo studio delle altre forme, piacemi richiamare l'attenzione dello studioso sulle forme ner,·ose di pendenti dal parassita di C. Chagas, 1nolto importanti sotto ogni punto di vista. Co · minceremo adunque col dire che 5tudi anatomopatologici f:itti in di\rctse autopsie di individui che presentavano sindromi nervose molto pro· nunziate contemporaneamente ad altri sintomi d elln schi1.otripanosi , rivelarono localizzazioni d el par 1ssita nel sistema nervoso centrale e presenza (2)

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di gravi lesioni. E questo trovava esatta corri- spondenza nel campo clinico. I numerosi casi di paralisi, qi afresia, di idiozia o~servati precipua· mente in bambini od in individui affetti da infantilismo, stavano a denotare l'altissima importanza patogenetica del parassita ùata l'ipotesi che questo fos~e riconosciuto quale fattore etiologico di tali sintomi. A ql1esta supposizione portava la coesistenza in tali malati di altri segni clinici della mçilattia di Chagas, ed il risultato negativo di tutte le ricerche destinate a rilevare la presenza di qualche altro fattore etiologico, in ispecie della sifilide: W R, sintomi obbiettivi e dati anatomici. tutto concorreva a faié t:sclu. ' dere l'intervento dello spirochete. Del patì. faceva , difetto qualsivoglia altro elemento etiologico, tossico-infettivo od ereditario) accid<>nti traumatici durantelagravidanza, parto prematuro ecc., per l'interpretazione dei su accennati casi clinici. La prima autopsia praticata su di una bambina morta con sintomi di meningo-encefalite acuta,. venne a dare una conferma anatomica alle osser· vazioni cliniche dello Chagas, ed a giustificare la creazione di una forma nervoc;a della schizotripanosi, nella quale vanno raggruppate molte creature destinate ad un'esistenza mostruosa. La principale caratteristica anatomica delle localizzazioni del parassita nel sistema nervoso centrale si è quella di riscontrare dei focolai JUUltipli sparsi neJle diverse zone dell'encefalo, nella corteccia, nei nuclei centrali, nella protuberanza1 nel bulbo. Questa molteplicità di localizzazioni si traduce in clinica con una multiformità ai sindromi nervose, anzi si potrebbe dire, d3 un certo punto di vista .. che il tripanosoma di Chagas realizza sul sistema nervoso centrale delle condizioni sperimentali per lo studio delle localizzazioni, che non sarebbe possibile per altra via raggiungere. Fra i disturbi motori , ciò che venne più di frequente osservato è rappresentato dalla diplegia cerebrale, nella quale di regola predominano i fenomeni spa·stici sopra quelli parali ti ci. Tali diplegie, gt~neralmente consecutive ad infezioni acquisite nei primi pericdi di vita extrauterina, presentano dal punto di vista dell'intensità, dell'estensione <lei disturbi nervosi e d el predominio delle contratture sopra le par&.lisi, aspetti clinici più o meno variabili. D'altro canto la presenza o l'assenza di disturbi dei movimenti il maggiore o minor grado con cui sono interessati l'intellige11za ed il linguaggio, portano ancora un a grande diversità negli aspetti clinici di questa


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malattia. Infine, ripetiamo, questo complesso sintomatico si accorda bene con la varietà dei processi isto-patologici. Per dato e fatto dei focolai diffusi del parassita nell'encefalo, dal qual parassita vengono di regola interessate zone multiple di ambedué gli emisferi od altre regioni del nevrasse con integrità assoluta del sistema · vascolare, viene a risultarne la bilateralità dei disturbi motori. Ben di rado si verificherà una sindrome emi· plegica che C. Chagas del resto non ha mai osservato, laddove predominio di disturbi motori in un lato del corpo, senza che per questo possa parlarsi di un'emiplegia vera e propria, è stato fatto di osservazione piuttosto frequente. Vuoi i fenomeni spastici, vuoi i fenomeni paralitici predominano negli arti inferiori, presentandosi i superiori od immuni da qualsivoglia disturbo, o con paracinesie molto pronunziate, fra cui predomina l' atetosi. Una vera serie progressiva per l'intensità e generalizzazione dei disturbi motori è rappresentata dai casi di di plegia cerebrale. Dalle semplici disbasie bilaterali, espressioni residuali di lesioni di lieve conto e di piccola estensione, sino alle forme di rigidità muscolare generale, ogni grado intermedio ed ogni forma clinica si riscontra. In tali sindromi però mancano i fattori etiologici della malattia di Little, la nascita prematura, 'gli accidenti del parto e della gravidanza, mancano ancora l'evoluzione regressiva ed una relativa conservazione dell'intelligenza . Quello che esiste, in u_n modo costante, è rappresentato dai sintomi clinici della schizotripanosi, vale a dire dalla ipertrofia ganglionare generalizzata e dalle lesioni della tiroide. MA vi ha di più: iti questa ed ancora in altre modalità di affezioni nervose, i dati dell'anamnesi sono quasi sempre unanimi nel riferire che la malattia iniziossi con un episodio acuto febbrile, accompagnato di regola da convulsioni. Sono molto frequenti in questa diplegia movimenti atetoidi o coreiformi. I movimenti atetoidi si riscontran~ con maggiore frequenza dei movimenti coreiformi; si localizzano il più delle volte nelle estremità degli arti superiori, interessando specialmente le dita; non è raro però che interessino tutti e quattro gli arti. Nessun rapporto costante esiRte fra l'intensità dei feno1neni . spastici o paralitici ed i movimenti paracinetici, essendo non rare le osservazionì di atetosi intensa dei quattro arti, con fenomeni spastici o paralitici molto attenuati.

L'intelligenza è sempre colpita nelle forme nervose di malattia, riscontrandosi dall'idiozia più completa fino ai semplici stati cretinoidi. Non esiste rapporto fisso tra la intensità dei fenomeni motori ed il grado di decadenza mentale: molti casi classificati quali casi di idiozia completa presentano appena dei lievi disturbi motori, che si traducono semplicemente con un'esagerazione dei riflessi tendinei, con dislocazione. ecc.; per converso, esistono casi di profondi disturbi della motilità c.on relativa conservazione della intelligenza. Profonde sono pure in questi casi le alterazioni del linguaggio, essendo numerosi i diplegici che presentano afasia . totale. Questa, inoltre, sebbene accompagnata quasi sempre da fenomenj motori, costituisce a volte la manifestazione nervosa più spiccata in malati con disturbi lievi della motilità. Molto frequenti sono anche i fenomeni di pa-· ralisi pseudobulbare, or a presenti nei casi di diplegia cerebrale ed allargando per conseguen1a la sindrome nervosa , ora costituendo manifestazioni paralitiche isolate in individui con sintomi di schizotripanosi, ma con motilità generale e con riflessi tendinei normali. Alcuni, fra questi ultimi pazienti, sono casi tipici di paralisi soprabulbare,secondo la classificazione di Miguel Couto; altri presentano delle semplici turbe paralitiche degli apparati destinati alla masticazione, alla; deglutizione, alla fonazione, senza che tali fenomeni siano in rapporto con un ictus antecedente, con un'emiplegia e molte volte con qualsivoglia · altra manifestazione cerebrale precedente. Non è raro riscontrare disturbi paralitici dell'apparato oculomotore, ora a carico di muscoli isolati, ora di più muscoli nel contempo. In generale le paralisi dell'oculomozione accompagna nsi a manifestazioni paralitiche dal lato degli arti ; però non è infrequente che costituiscano gli unici disturbi della motilità, commisti con simultanee alterazioni del linguaggio e dell'intelligenza. Nei casi di lesioni profonde del sistema nervoso non è raro osservare convulsioni generali; queste sono espressione di lesioni della corteccia cerebrale. Altre modalità della sindrome convulsiva osservata in malati cronici con ipertrofia della glandola tiroide e segn i di ipotiroidismo, senza manifestazioni che parlino per una lesione corticale, ripetono indubbiamente un'origine diversa. In t al caso agisce 1nolto bene la tiroidina, ora attenuando l'int ensità degli attacchi conv11lsivi, (3)


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ora facendoli scomparire del tutto. Quindi puossi ragionevolmente p~nsare che si abbia a fare in tal caso con manifestazioni nervose che ripetono la loro origine da insufficienza funzionale della tiroide sia che si tratti di fenomeni convulsivi,. sia che si tratti di attacchi vertiginosi, di assenze, ecc. Infine manifestazioni mentali di grande .intensità, crisi deliranti, disturbi psichici diversi,. :-aaolte volte osservati in malati con ipertiroidismo, sott0 anche beneficamente influenzati mercè l'opo-· terapia e non di rado :finiscono collo scomparire totaJmente. La maggior parte delle osservazioni riferite dallo Chagas di diplegia cerebrale concerne bambini od individui di età mqggiore che mostra vano ancora disturbi dello sviluppo fisico e presentavano note spicca te di infantilismo. In simili contingenze ~o. stesso fattore etiologico che a ve va prodotti profondi disturbi t1ervosi aveva nel contempo eser-· citato una nefasta influenza sopra l'accrescimento e sopra l'intelligenza, rendendo i soggetti diplegici degli idioti, dei cretini, degli infantili, degli imbecilli. Allo scopo di far meglio risaltare le localizzazioni nervose della schizotripanosi, lo Chagas riferisce i reperti anatomo-patologici riscontrati all'extispicium di due pazienti che presentavano la forma nervosa della malattia. Uno dei due casi concerne una bambina di tre anni che presentò in vita paresi spastica degli arti superiori, esagerazione dei riflessi tendinei e cutanei, Babinski bilaterale. Contemporaneamente si riscontravano tutti gli altri sintomi della tiroidite parassitaria, ossia gozzo incipiente, infiltrazione mucoide del tessuto sottocutaneo, numerosi ingorghi glandolari, epato- e splenomegalia , arresto dello sviluppo fisico. Nel decorso di questo stato cronico la malata presentò gravi accidenti acuti caratterjzzati da elevazione t ermica e da dne crisi convulsive. Dopo 2 0 giorni obitus. All'autopsia si riscontrò: ipertrofia ed indurì· mento della tiroide; presenza di numerosi ganglii nelle regioni cervicali, nel mediastino, nelle ascelle, nel m esenterio: poliorromenite generalizzata, aumento di volume e degenerazione grassa del fegato: intensa miocardite : congestione e degenerazione grassa delle capsule surrenali ; la dura m adr e era molto aderente alla calotta cranica; la p ia m adre si presentava ispessita ed edemat osa ; nello spazio subaracnoideo si rilevava la presenza di un essudato gela t in oso. Le circon"·olu(4)

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zioni cerebrali erano fortemente aderenti fra di loro ed alla pia meninge. Placche di meningite cronica nei limiti superiori delle circonvoluzioni motrici da ambo i lati. L'esame microscopico addimostrò: canalizzazioni parassitarie e focolai multipli di infiltrazione nella corteccia. Numerosi parassiti nei muscoli striati . Il secondo caso concerne una paziente di 24 anni, da molti anni malata con idiozia completa, diplegia cerebrale spastica, movimenti atetosici delle mani, afasia, arresto di sviluppo. Quali sintomi di scbizotripanosi si rilevavano: ipertrofia della glandola tiroide, infiltrazione mu· coide del tessuto sottocutaneo, ingorghi glandolari multipli, epatomegalia considerevole. Dall'anamnesi si detraevano . i seguenti dati: nascita a termine del soggetto da parto normale, assenza di complicazioni nel puerperjo. Lungo periodo febbrile fra i due ed i tre anni di età. Assenza di sintomi di sifilide nei genitori e mancanza di precedenti nervosi ereditari. La WR fu negativa. La paziente mori in seguito a scottature multiple ed estese di secondo grado, All'autopsia si rilevarono : numerosi ganglii nel mesenterio, aumento di volume e degenerazione abbastanza pronunciata del fegato, aderenze fortissime della capsula di Glisso11 al suddetto organo, ovaia atrofiche e contenenti cisti colloidi, degenerazione delle capsule surrenali. Inoltre caicificazione incompleta delle costole, miocardite, tiroide ipertrofica, multilobata, colloide. A carico del sistema nervoso si riscontrò che la dura madre era fortemente aderente alla calotta cranica e che presenta va zone di notevole ispessimento; che l'aracnoide e la pia meninge erano ispessiste, molto aderenti fra di loro e colla sostanza cerebrale; che le circonvoluzioni cerebrali erano così aderenti fra di loro che era difficile aprire i solchi, anzi il lobo tempo· raie aderiva talmente al lobo frontale che eravi impossibilità quasi assoluta di separarli senza di · struggere la sostanza cerebrale. Nei limiti super iori delle zone motrici di ambo i lati esistevano due placche di encefalite cronica, ciascuna del diametro di due centimetri. Due altre placche di uguale aspetto si ritrovavano nei bordi superiori dei lobi occipitali . In corrispondev.za del bulbo eravi una forte aderenza delle meningi. Inoltre meningite spinale cronica e fo1te aderenza delle meningi alla sostanza midollare. Nei muscoli striati si rilevò la presenza di numerosi parassiti.


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Quindi per l'autol'.e, da questi reperti e dai riBIBLIOGRAFIA. • sultati delle ricerche anatomo-patologiche fatte C. CHAGAS. Nova entitade m orbida do homem . R e· sumo gerat de estudos etioloficos e clinicos. sino ad ora dal Vianna, si può dedurre la conMemorias do Instituto Osvaldo Cruz. Tomo II, clusione che il parassita esercita la sua azione e fase. II. Manguinhos, 1911, pag. 219. sulle meningi e sulla sostanza nervosa prop_ria- G. VIANNA. Cont-r·ibuçdo pafa o estudo da an atomia patotofica da, Molestia de Cartos Ch(J gas. mente detta; al contrario però di quanto si ve· Ibidem, pag. 276. rifica negli altri casi di meningo-encefalite da San Paulo, 25 gennaio 1913. comuni processi infettivi, nei quali il processo morboso o carico della sostanza nervosa è continuazione di quello che affetta le meningi, il processo meningitico e quello encefalitico sono qui indipendenti l'uno ,-=fall'altro. Imperocchè i pro· MEDICINA. .. cessi flogistici nelle meningi non sono legati alla pre~enza del. parassita, •ma sono probabilmente Intorno all'urobilinuria. determinati dalle tossine, laddove nella sostanza (Medizinische Klinik). nervosa si riscontra il parassita dapprincipio nell'interno delle cellule, dove si moltiplica, formando Le teorie emesse intorno all'origine dell'urobi delle cisti parassitarie, le quali vengono in seguito lina sono assai varie ed è solamente negli ulinvase da cellule migranti, che formano dei vasti timi anni che si è manifestata la tendenza di focolai di flogosi reattiva. Se il focolaio è recente. concepire in modo unico la genesi di questo pigmento. La veduta che prevale oggi in proposi rileva la presenza del parassita; se è antico, sito è quella che il Huber sosteneva già nel 1905 non è dato rinvenire lo schizotripanosoma. Quanto ho esposto è molto interessante di per e che succe3si ve osservazioni hanno giustifica te. sè stesso, ma è interessante anche per una con- ~'rerichs aveva osservato che nell'itterizia non si aveva sempre presenza di bilirubina nell'urina e siderazione, o per meglio dire per un dubbio che che quindi il col0rito itterico non sempre era dofa sorgere nell'animo dello studioso italiano. Quevuto a vero ittero quando la prova di Gmelin era sto dubbio, per quanto allo stato att~ale delle ' positiva. Nella letteratura francese si parlò di un cose possa sembrare arrischiato, si è il seguente: ittero bilifeico e di uno acolurjco. Gubler fondò • Non vi potrebbe essere analogia fra il meccanismo la teoria dell'ittero emofeico, ritenendo che in taetiologico del cretinismo endemico che infierisce luni casi nell'urina e nel sangue fosse presente una nelle nostre vallate alpine e quello della tiroidite -sostanza colorante « l 'emofeina » , quale prodotto parassitaria? È vero che C. Chagas ha affermato dovuto alla insufficiente funzione epatica. Il Gerche esiste una profonda differenza fra il cretini- hardt scoprì poi che nell'urina contenente emofeina era contenuta abbondantemente l'urobilina smo endemico europeo e la tiroidite para~sitaria, e mentre la teoria dell'ittero emofeico cadde , sorse poichè egli dice: et Em todas as nossas observaçoes quella dell'ittero da urobilina per la presenza di de idiotia tota! e de outros defeitos profundos da questo pigmento n.e l sangue. Anche questa teoria intelijencia existem perturbaçoes da motilidade, ammetteva l'insufficienza epatica come causa della quasi sempre muito intensas, indicativas de le- produzione dell'urobilina, insufficienza consistente zoes do sistema nervoso centrai, especialmente nell'incapacità di ossidare tutta l'emoglobina fino do cortex. A intoxicaçao mixedematosa pouco o al grado necessario per ottenere la bilirubina. nada concurre, entre n6s, para a produçao da Tale teoria si fece strada specialmente in Francia. idiotia ao contrario do qu~ acontece na Eu· Ma poi si trovò che l'urobilina non poteva essere ropa. Os ìdiotas que temos observado, sao, en causa della pigmentazione cutanea nell'ittero, sia perchè non aveva potere colorante sufficiente, sia sua majoria, cazos de depleija cerebral, ocasio· nada pelas localizaçoes do parasito no sistema perchè non si trovava sempre nel sangue, mentre la bilirubina vi era sempre rintracciabile. In questo nervoso centrai e pelas lezoes que elle ai determodo si finì col parlare di ittero « con urobilina ». mina. As diferenças, poi<;, aqui deixadas em reDiciamo ora qualche cosa sulla presenza delzumo, entre o bocio d'Europa, cuja origem hyr urobilina in genere. drica è sustentada por diversos experimentatores Come è noto, l'urina fresca contiene la leucoue o bocio endemico de Minas Geraes, sao molto robilina che per ossidazione sotto l'azione della salientes e bem indicam a diversidade de razoes luce o di agenti chimici si trasforma in urobilina. etiolojcas nos dois cazos ». Queste due sostanze hanno eguale valore clinico, Ad onta di questo il dubbio sussiste. ma non si riesce a dimostrare che la presenza

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dell'urobilina. L 'urina contenente la leucourobilina è perfettam<:: nte chiara, mentre quella che contiene l'urobilina è di colore giallo-oro. La stercobilina che trovasi nell'intestino e l'urobilina sono prodotti identici, egualmente lo sono i due leuco-corpi corrispondenti. L'urobilina si origina nell'intestino per l'azione riducente sulla bilirubina dei batteri che vi abitano, di guisa che si trova l'urobilina nelJ'urina solamente quando la bilirubina giunge nell'intestino. Infatti, se nel corso di un 'urobilinuria si o:ìtruisce il coledoco, essa scomparisce per riapparire appena il coledoco è ridiventato pervio allo scolo della bile. Nei neonati il cui intestino non è ancora infetto da batteri manca l'urobilina tanto nell'urina, quanto nelle feci. Accenneremo di volo alle altre teorie emesse per spiegare la genesi dell'urobilina: fra esse è molto in voga in Francia quella epatogena, la quale invoca la diminuita funzionalità del fegato. Ma per dimostrare la sua insuc,sistenza basti pensare a quanto si constata clinicamente, alla comparsa cioè della bilirubina, prodotto chimicamente più elevato, nei casi in cui sia avvenuta l'ostruzione del coledoco, e quindi , d'un aggravamento della malatti..i del fegat o. ' Neppure la teoria epatogena poi dell'urobilina non regge , poicbè è dimostrato che anche nei pro cessi emolitici si riscontra urobilina nell'urina; Essa proviene sempredalla preesistente bilirubina. Herscher ritiene che sede di produzione dell'urobilina sieno i reni che a.vrebbero il potere di trasformare la bilirubina in urobilina, e ciò perchè non avrebbe trovato mai urobilina, ma sempre bilirubina nel siero del sangue di individui urobilinurici. Ma tale reperto si deve a difetti di metodi di ricerca ed al fatto che i reni lasciano filtrare l'urobilina anche se in minime traccie, mentre la bilirubina non passa attraverso il filtro renale che quando si trova acc11mulata nel ~ero in una certa quantità. Può avverarsi che anche nei dotti biliari medesimi si abbia produzione di urobilina per intervento dei batteri che riducono la bilirubina . In t eoria, adunque. l'urobilina potrebbe prodursi anche nei t essuti per processo di riduzione . ma clinicamente questo non ha importanza. Può inoltre la bilituhina subire altre modificazioni. Così durante la risoluzione d'un ittero di lunga durata le urine di colore cupo presentano talvolta colla reazione del Gmelin un anello bruno ; tale colorazione dell'urina deve essere l~i · pendente da un pigmento biliare modificato, modificazion e che deve avvenire nei tessuti ove il pigmento si è depositato. Questa modificazione d ella bilirub1na potrebbe essere pure la causa del colori t o bruno sporco della cute che tal voita si osserva negli itteri di lunga durata. Gubler pre(b)

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tende di avere trovato l'emofeina anche nel sangue, ma non può ancora decidere se l'emofeina sia una sostanza pigmentaria semplice e quale essa sia. 11 pac;saggio dell'urobilina nell'urina si concepisce facilmente dopo quanto abbiamo esposto sulla genesi della medesima. Normalmente l'urobilina. anzi la leucourobilina, viene passata dalle feci nel sistema della porta e giunge al fegato ove si arresta. Il fegato ne cede una parte alla bile, ma per la massima parte però se ne serve per la produzione della bilirubina, e cosi pt1re trattiene la bilirubina che fosse contenuta nel sangue. L'urobilina passa nel circolo sanguigno e viene secreta dai reni e rinvenuta negli essudati solo quando il fegato non è più in grado di assorbirla: quindi l'urobilinuria è indice di alterata funzione epatica. Cosi nell'ittero da stasi le cellule si sovraccaricano di bilirubina e perdono perciò l'affinità per l 'urobilina che passa dal sistema della porta attraverso il fegato nel circolo sanguigno ove si viene ad accumulare anche la bilirubina quando il fegato non può più riceverla tutta. Anche nelle affezioni epatiche in cui l'ittero non costituisce U!l sintoma essenziale come nel fegato cirrotico. in quello da stasi e specialmente nelle ma1attie che si accompagnano ad una emolisi, si spiega l 'urobilinuria allo stes~o modo, cioè colla stasi meccanica della bile. Ma in queste affezioni si tratta anche di lesioni primitive parenchimatose del fegato che contribuiscono a renderlo incapace di assorbire l'urobilina. L_,urobilinuria adunque ci avverte con 5icurezza che si ha che fare con una lesione del fegato, ma non ci illumina sulla nattira del pr.:>cesso morboso. Il decorso clinico, però, e l'osservazione accurata permettono in generale di stabilire se la lesione •risiede nel fegato medesìmo o no, o se si tra'tta di una lesione funzionale od anatomica di esso. L'urobilina ha un significato diagnostico simile a quello della bilirubina, e sta dunque a dimostrare l'alterata funzione epatica e ne è un sintomo prezioso. La sua assenza poi nell'urina di un itterico, dimostrando che il coledoco è ostruito, acquista un importante significato prognostico, poichè indica per tempo la necessità di intervenire chirurgicamente, ciò che permette a sua volta di formulare on prognostico favorevole della malattia. BELOSERSKY.

Pigmento ematico nelle ari11e dei malarici. Giornale di Medicina Milita'Ye, fascicolo I-II, 1912 per il dott. S~VATORE, capitano-medico. Recentemente l'Urriola ha osservato costan-

t emente n elle urine dei malarici un pigmento ematico caratteristico, proprio ed esclusivo della malattia , qualunque ne sia la forma, che


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nell'ttrina stessa, come nel plasma sanguigno~ lattia, che, secondo la frase felice del Clinico si presenterebbe sotto quattro aspetti diversi: romano « servono tutti in un'abile considerao di granuli asso.i fini, quasi sempre aggruppati zione clinica sintetica alla diagnosi, nessuno in nt1mer.o più o meno considerevole, o di gra· essendo per sè patognomonico ». nuli. un po' pitì grandi ed ugualmente raggrup· Il lavoro, che Salvatore ha condotto cori pati, o di . grandi masse poljmorfe, od infine di ip.olta precisione ed accuratezza nella Clinica granuli ip.clusi in placche ialine, od ·e ntro leu- medica di "Roma, contiene note · di tecnica, cociti. Soggiunge jnfine che si riscontrerebl1ero minute e rigorose, sul procedimento seguìto pure così nel plasma sanguigno come nell'urina per la ricerca microscopica e per la raccolta dei granuli ~ssai rari di pigmeµto bleu, sia li- del pigmento da!le urine, come pure per ricoberi, sia inclusi in placche ialine, od entro cel· noscerne la natura. P. C. lulé di epitelio ve~cicale; ed infine qualche volta delle masse, o dei granuli di pigmento CHIRURGIA. color dcra. ' Dopo aver rapidamente e diligentemente L'effetto della legatura dell'arteria iliaca comune passate in rassegna le opinioni degli autori sulla circolazlone e la funzione dell'estremità s11lla genesi e' sulla natura del pigmento ema· inferiore. tico, intorno alle quali non regna la maggior concordia, il Salvatore si propone di rispon- , (W. S. HALSTED. f. Hopkins Hospitat, 1912). ' dere a tre quesiti : Nel periodo che va · dal 1880 al 1912 l'artèria a) questo pjgmento si trova costantemente iliaca comune è stata .legata una trentina di volte, ne11 urina dei malarici ? sia per frenare un'emorragia, sia per curare aneub) si può considerare come patognomonico rismi. Fu legata per la prima volta lOO anni fa da William Gibson in seguito ad una ferita da della infezion,e ? , arma da fuoco di defta arteria. Il paziente morì e) di che natura è? L'autore ha potuto compiere le sue ricerche 15 giorni dopo l'operazione. Nel 1827 Valentine Mott legò per la prima volta, e in circostanze in cinquanta malarici, con le manifestazioni eccezionali, l'arteria iliaca comune in un caso dì più varie, e in numerose altre forme morbose. aneurisma dell'iliaca interna. Il paziente guari Eccone in breve le conclusioni: perfettamente. r 0 Nelle urine dei malarici si trova costan · Da allora fino al 1859 la legatura dell'iliaca temente un pigmento ematico di un colore prim.itiva fu ripetuta 32 volte, come si rileva nero-azzurro inten~o, abbondante, ed un'altra d·alla statistica di Smith. Lo stesso Smith divide questi interventi per specie di pigmento ocraceo occasionale. • gruppi: 2 ° ,Questi due pigmenti, probabilmente di1° arresto di emorragie; versi, esistono anche nelle urine di ~ltri in· 2 ° cura di aneurismi ; fermi in preda ad .affezioni, in cui, come nella 3° cura di tumori pulsanti (di solito tumori malaria, sono state già ·riscontrate emolisine maligni); nel sangue, o dove è presumibjle la loro pre· 4° per prevenire le emorragie nell'estirpazione senza. di tumori. 3° Di essi l'uno . c:ioè quello di color neroDi I I casi appartenenti al primo gruppo, 9 azzurro intenso, con riflessi metallici, sembra morirono per emorragia primaria o ~econdaria, essere costituito da ematina, mentre l'altro ed uno per peritonite (91 % ), uno solo guarì. Al di color ocraceo, sarebbe identico alla emosi· secondo gruppo appartengono ~5 casi di aneurisma : di questi cinque sopravvissero, dieci moderina del N eumann. ' 4° In conseguenza di quanto precede, con· rirono, mentre non si conosce il risultato dei rimanenti due casi. Questo gruppo comprende un trariamente a quel che afferma l'TJrriola, non numero di guarigioni superiore a quello digli si possotio considerare come patognomonici altri gruppi. T,o Smith fa notare che la gangrena della infezione palustre. dell'arto inferiore è molto più rara çhe nei casi Di guisa che nei casi ardui, in cui non si di aneurismi in cui fu legata l'iliac~. esterna. riesca a dimostrare nel sangue la presenza dei Alla statistica di Smith segu~ quella di Kiimparassiti specifici, la diagnosi di malaria ripo · mel. che comprencìe una serie di trenta legature serà sempre sui vari sintomi propri della ma- dell'iliaca comune nel periodo compreso tra il

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1860 e il r88o, a nno in cui l'antisepsi comincia ad entrare in chirurgia. Da allora fino ad oggi questa o~razione è stata fatta quasi sempre allo scopo di frenare delle emorragie gravi, o di guarire gli aneurismi iliaci o inguinali. In t1n caso di aneurisma ileo-femorale, l' A. vose attorno all'iliaca primitiva una striscia di alluminio in modo da inter1ompere la pulsazione del sacco aneurismatico. Il paziente dopo tre anni e mezzo dall'operazione sta ancora bene; egli accusa soltanto un po' di debolezza dell'arto inferiore, corrispondente al lato dell'operazione e qualche dolore nel camminare. In cinque dei 32 casi di legatura dell'iliaca comune, riportati nella statistica di Smith, si ebbe gangrena del piede o della gamba , ma solo in un caso la gangrena può essere direttamente attribuita alla lega tura dell' arteria. Kiimmel, nella sua rivista che va dal 1860 al 1880, riporta altri cinque casi di gangrena, consecutivi a 16 operazioni sull'iliaca primi ti va per aneurismi. Dal 1885 al 1895 poi sono riportati altri due casi di gangrena. Ma spesso questa si dovette o fu favorita da altre circostanze. In due casi la gangrena eras1 manifestata prima della legatura della iliaca primitiva. In un altro caso il processo gangrenoso si limitò alla ferita operatoria, già sede di una grave infezione. In un caso di Kiimmel furono legate l'iliaca comune, l'iliaca esterna due volte, l'epigastrica profonda, la circonflessa iliaca , la femorale tre volte, senza che si producessero segni di gangrena. Questa insorse solo dopo un'ulteriore legatura di alcuni vasi appartenenti alla femorale profonda. In altri casi la gangrena fu favorita sia <tall'infezione che da emorragie consecutive. Cosi che solo · in due casi, quello di Lange e di Cranwell, la gangrena può essere direttamente attribuita alla legatura dell'iliaca primitiva; ciò che, su trenta operazioni raccolte nella statistica dell 'A. , farebbe un totale del 6.5 o/0 . Il pericolo di gangrena varia molto con la legatura dell'uno o dell'altro dei vasi principali di un arto. In generale si può dire che i pericoli della legatura sono minori per le arterie di calibro più ampio e più vicine, entro certi limiti, al cuore. Così, per esempio, la lega tura della succia via è as5ai meno pericolosa di quella della ascellare e dell'omerale. Non s'~ mai osservata gangrena in seguito alla legatura dell'aorta addominale, mentre s'è avuta dopo la legatura della iliaca primitiva, e molto più frequentemente dopo quella dell'iliaca esterna e della poplitea. Questo fatto, che può sembrare a tutta prima, paradossale, è spiegato òa che la circolazione colla-

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terale si stabilisce più faciln1ente là dove la pressione sanguigna è maggiore. Per il ripristino di una sufficiente circolazioce, dopo legatura della iliaca comune, sembrano a vere grande importanza l'arteria epigastrica profonda, la circonflessa iliaca e le numerose anastomosi tra le due arterie iliache interne. · Ad evitare il pericolo della gangrena, la legatura di un'arteria importante potrebbe, ed è stata ~ostituita da un'occlusione parziale. L'A . si è servito per restringere il calibro del vaso, di bande metalliche. Egli ha trovato però. sperimentando sui cani, che dopo un certo tempo si aveva una scomparsa completa del lume. Nella aorta invece, data la forte pression<', il lume vasale non scompare: che anzi, dopo qualche tempo, le pareti arteriose, in corrispondenza della lamina metallica, tendono a usurarsi e . a rompersi. Cio non accade, ponendo att0rno all'aorta, un segmento di aorta preso da un altro cane, come ha fatto l' .i\. Dopo un periodo di qualche mese egli ha notato un forte impicciolimento. circoscritto a quel dato tratto, del calibro arterioso. Non è cosa facile, dai dati. che sjn qui abbiamo, dedurre conclusioni certe sul valore funzionale dell'arto dopo la legatura dell'iliaca primitiva. Troppo spesso delle circostanze indipendenti dalla legatura intervengono a complicare i risultati prossimi e remoti di detta operazione, e spesso gli ammalati sono perduti rapidamente di vista. Così, nella statistica di Smith (32 casi), sette · operazicni dettero buoni risultati funzionali, e, di queste, cinque furono fatte per aneurismi. Altri due risu!tati favorevoli appartengono alla lista di Kiimmel. Ma di tutti questi, uno solo potè esser.e seguito per 14 mesi. Dei 37 casi di legatura dell'iliaca comune appartenenti al periodo antisettico della chirurgia 14 morirono, sette ebbero gangrena, gli altri nove, all'infuori del caso dell' A., furono ~eguìti per un periodo di tempo troppo breve, perchè i risultati otten11ti possano dirsi stabili \ Quanto alla mortalità, da una statistica globale di tutti i casi, si v ede essa rappresentare 1'81 .3 % nelle legat11re fatte per arrestare delle emorragie; il 70 % e il 46. 6 % nelle legature fatte a scopo di cura negli aneurismi rispettivamente nel periodo settico e antisettico della chirurgia. Da un'analisi accurata di tutti questi casi di mortalità si può dedurre che l'esito letale avrebbe potuto molte volte essere evitato, se l'iliaca primitiva fosse stata prima temporaneamente compressa, e lo stato del vaso e dell'aneurisma ben messo in evidenza. A.

C'HIASSERI~I.


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NEUROPATOLOGIA. ·Mielite migrante. (BING. M ed. Klinik,

1912,

n. 50).

I/ A. illustra un caso assai interessante e che, -3 quanto egli sa, è finora unico nella letteratura. Si tratta di un ingegnere di 30 anni, robu~to e perfettamente sano. Questi, nel febbraio 1911, fu ferito all'alluce sinistro da un chiodo arrugginito; gli venne praticata, a scopo profilattico, una iniezione c:li siero antitetanico; il decorso della lesione fu rapidamente favorevole. Il 13 marzo, per necessità inerenti alla sua profesc;ione, dovette lavorare una intera notte immerso nella fredda acqua del mare. Il 17 marzo comparve una lieve .angina che guarì in 3 giorni. Il 28 marzo il paziente notò, all'alzarsi dal letto, una evidente debolezza in entrambi gli arti inferiori, questa debolezza si fece più grave nei giorni seguenti, e il 31 marzo si aggiunse ad essa una completa ritenzione delle urine e delle feci ; com parve anche un violento dolore sacrale, che però si dileguò rapidamente. Un medico constatò scomparsa dei riflessi rotulei e disturbi della sensibilità cutanea . estendentisi in alto fino alla cintura. La temperatura non superò i 38°. 5, e il 3 aprile tornò del tutto normale; mentre invece rimasero stazio· nari i disturbi del sistema nervoso. L'A . fu consultato dal paziente il 29 aprile e riscontrò i fatti seguenti: Coscienza lucida; non cefalea; temperatura 3]°.4; polso 7+; nulla a carico degli organi in temi; normale la motilità, la sensibilità e i riflessi al capo, al collo, agli arti superiori. Erano fortemente paretici tutti i muscoli degli arti inferiori e presentavano reazione degenerativa parziale di lieve grado; esisteva spiccata di.,. • minuzione delta sensibilità dolorifica e termica nel territorio cutaneo corrispondente alle prime tre . radici lombari; il riflesso rotuleo era a destra debole, a sinistra appena accennato; conservati gli achillei; positivi in ambo i lati i fenomeni di Babinski e di Oppenheim; scomparsi il cremasterico e gli addominali; esisteva impotenza e ritenzione di urina e feci, ma era ben conservata la sensibilità nella mucosa dell'uretra e del retto e nella cute della regione perianogenitale; nella metà inferiore del torace il paziente avvertiva senso di costrizione e parestesie a carattere urente. L'esame dell"orina fece constatare la esistenza di una cisti te.

L'A. diagnosticò tr/ttarsi di esiti di una lite lombo-sacrale, e consigliò, oltre alla della cistite. un trattamento elettroterapico vescica e degli arti inferiori. e iniezioni .di stigmina.

Nei giorni seguenti si constatò un notevole mi• glioramento nei disturbi motori e sensitivi e una maggiore evidenxa dei riflessi patellari. Ma il 27 aprile il paziente accusò parestesie al cavo ascellare e al lato interno deg1i arti superiori, e senso di costrizione nella metà superiore del torace; in queste regioni non esistevano disturbi obbiettivi della sensibilità, ma si riscontrò una evidente diminuzione della sensibilità dolorifica e termica nella metà inferiore del torace. Questi fatti furono interpretati come un indizio che il processo morboso tendeva a estendersi verso l'alto. Il 2 maggio il paziente potè emettere spontaneamente le urine e le feci; negli arti inferiori la forza aveva notevolmente migliorato ed erano quasi del tutto scomparsi i disturbi della sensibilità. lVIa i! giorno seguente l'infermo riferl di notare in ambo gli arti superiori, ·oltre ad un intenso prurito, una spiccata debolezza motoria . Il 4 maggio si osservò un rapido au1nento della temperatura, fino a 39°.5; fu rilevata inoltre una evidente paresi degli arti superiori, con di- , minuzione dei riflessi. Nei giorni seguenti la.tem· pera tura tornò al normale; ma il paziente accusava intensi dolori alle spalle e alla nuca, e l'e· same abbiettivo mostrò esistere una zona di diminuita sensibilità dolorifica e termica in corrispondenza delle mammelle e del lato interno degli arti superi ori. l/8 maggio il paziente si lagnò di vivo dolore e.Ila nuca e al capo; accunò inoltre una sensazione penosa all'epigastrio, sensazione che l'A. riferisce al diaframma, tanto più che essa fu accompagnata da violento singhiozzo; le spalle, la nuca e il collo erano sede di vivo prurito. Mentre comparivano tali disturbi migliorava sempre più la funzionalità negli arti inferiori e avveniva sempre meglio la emissione dell'urina e delle feci, erano scomparsi i fenomeni di Babinski e di Oppenheim e la reazione degenerativa, ed erano tornati al normale i riflessi rotulei. Malgrado il miglioramento nei sintomi a carico degli ~rti inferiori il decorso della malattia giustifica va il timore che la lesione si estendesse al m idollo allungato. Tenendo conto dei risu!tati

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miecura della fiso-

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fav orevoli ottenuti in casi di sepsi chirurgica, l'A. credette opportuno tentare le iniezioni di olio canforato ad alte d osi. Presto si rilevò un miglioramento (conseguenza della cura o semplice coincidenza?) che an dò facendosi sempre più evidente. piiezioni di stricnina, bagni carbonici, galva nizzazioni, ecc. , completarono la cura, sicchè il p azient e potè dirsi, 1'8 giugno, completamente guarito ; solo la potenza sessuale non era ancora perfetta. Dura nte la degenza fu praticato l'esame del liquido cefalo-spinale, ed esso fece rilevare una linfocitosi. L a reazione di Wassermann risultò negativa. Questo caso presenta, quale carattere speciale, il simultaneo guarire della lesione in territo-ci primitivamen·te affetti, e il progredire di essa verso territori situati più in alto. Non si tratta quindi di una mielite a:;cendente, ma di una mielite che, per analogia con quanto si osserva in casi di erisipela, l' A. denomina « migrante», V. FORLÌ.

OSSERVAZIONI CLINICHE Ambulatorio per malattie nervose e mentali in Roma. Direttori: prof. G. MINGAZZINI e p r o f. A : GIANNELLI.

Osse~vazioni

sopra un caso di morbo di Parkinson

per il dottor A. DENTI DI PIRAINO. Riferisco un caso di morbo di Parkinson che presenta qualche interesse sia per la relativa precocità di comparsa, sia per la non frequente concomitanza di fattori etiologici .

S. . . S ... , da S. Vito Romano, contadino, di anni 45. - È ammogliato con quattro figli vi· venti e sani: la moglie ha avuto un aborto all'ottavo mese di gravidanza. Il paziente nega di aver mai contratto lues: ammette di esser stato, fino a tre o quattro anni fa, forte bevitore, ora beve moderatamente. Nessuna tara ereditaria è apprezzabile; nell'anamnesi remota nessun fatto degno di nota. L'attuale m a lattia si iniziò, dopo un trauma cui si associò una violenta emozione, nove anni or sono, quando, cioè, il paziente aveva 36-37 anni d'età: un pacco di polvere da s paro gli bruciò nelle mani, mentre, nell'immed iata vicinanza, esplodeva una mina. Riportò u stioni alla mano sinistra e si bruciò i baffi e le ciglia: a causa delle scottature, dovette stare per venticinque giorni a letto. Il paziente narra che, pochi giorni dopo l'infortunio, durante la notte, fu colto d a uno u sturbo •, sul quale però non sa dare ragguagli, ch e durò quattro o cinque niinuti. Era a ncora degente p er le scottature {circa 2 0

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giorni dopo il trauma) quando notò che, t>roten dendo la mano oftesa nell'atto di chi giura, sorgeva in essa un lieve tremore, il quale cessava appena la mano tornava in riposo. Nè allora, nè in seguito vi ~ur?no fenomeni subbiettivi. Dopo due o tre mesi, il tremore comparve anche neoli stati di riposo: si diffuse ...\ tutto il brace o atmentando sempre d'intensità : da un anno si è manifestato anche aJl'arto inferiore dello stesso lato, e da circa sette mesi ha invaso il braccio destro. Due anni fa durante una intensa cura stricninica, ebbe fugaci fenomeni di diplopia che scomparvero diminuendo la dose di stricnina. Raramente il paziente ha avuto cefalea, la quale nell'estata scorsa è stata insistente ed a tipo nettamente vespertino. Ora accusa debolezza generale, come « se fosse stato bastonato » ; esponendosi al freddo avverte dolore nelle ossa, dolore che cessa se <li riscalda . Da circa un anno, dopo aver faticato, « le palpebre gli si fanno pesanti e gli s~ chiudono gli occhi ». Talora avverte come un senso di « legatura » ai ginocchi che si attenua e scompare col movimento. Spesso suda profusamente e sproporzionatamente alla temperatura ambiente. Orina frequentemente, ma senza difficoltà. Alvo regolare. Normale il potere sessuaJe. Esame obhiettivo - Atteggiamento caratteristico del capo e del tronco: non tremore del capo. Oculomozione mono e bioculare normale : lieve tremore dei muscoli periorali nell'atto di mostrare i denti. Normale l'innervazione della lingua. Tutti i )Ilovimenti attivi e passivi degli arti sono possibili; ma, specialmente quelli passivi, risentono (massimamente nel braccio sinistro) una limitazione a causa di t1n' ipertonia muscolare notevole: il dinamometro segna 15 bilateralmente. N·egli arti superiori si osserva un tremore, più spiccato a sinistra che a destra caratterizzato da oscillazioni uniformi frequentissime ampie: 3-4 al secondo che raggiungono la maggiore intensità nelle mani e negli avambracci ; sono in senso laterale e più raramente dall'alto in basso : non esiste il movimento di contar monete. Mano interossea classica, a sinistra più accentuata che a destra. Le oscillazioni suddette sono minori se il paziente è tranquillo, aumentano quando il paziente è preso da qualche stato emotivo; non aumentano nei movimenti attivi, anzi diminuiscono, e non ces~ano nel riposo degli arti. Rotulei ed achillei pronti ed eguali: evocando l'achilleo di sinistra, si ha contemporaneamente contrazione del bicipite della coscia. Babinsky negativo bilateralmente : tendenza al ventaglio al lato sinistro. Oppenheim negativo a sinistra, dorsale a destra . Cremasterici, addominali, epigastrici assenti. Tendinei superiori vivaci. !ridei pronti alla luce e all'accomodazione. Non Romberg. Sensibilità tattile, dermica e dolorifica normale. Pallestesia normale. Stereognosia normale. Re· tropulsione manifesta. Non antero o lateropulsione. Dermografia netta e persistente, vasospastica in primo tempo, vasoparalitica in seguito. Eccitabilità muscolare pronta, sopratutto nella r egione glutea destra. Non noduli di Scbiff. Dolorosa la pressione sui tronchi nervosi periferici e sulle docce paravertebrali. Craniopercus~ione non dolorosa. K ulla a carico dell'appara to v asale. Polso : 74.

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Il caso surriferito, se pure non è da porsi tra le rarissime forme di paralisi agitante giovanile, (Seeligemiiller nel suo trattato cita due casi nei quali la malattia si iniziò all'ottavo-nono anno di età) è sempre notevole per la precoce comparsa della malattia (36-37 anni). l'er quanto il morbo di Parkinson compaia negJi uomini ad un'età meno avanzata che nelle donne, pure è raro vederlo insorgere prima dei 40-45 anni. Nella sua recentissima monografia , l' ..c\lessandrini, tra i numerosi casi citati, ne rifèrisce solo sei nei quali il morbo s'iniziò prima del quarantesimo anno d'età; facendo notare inoltre come molti dei ca~i precoci esistenti nella letteratura siano poco attendibili,· perchè descritti in un'epoca in cui i criteri diagnostici della paralisi agitante non erano ancora stabiliti nettamente. Ma il maggior interesse di questo caso è dato dalla sua duplice etiologia. L'importanza dello shock nervoso considerato come fattore determinante del morbo di Parkinson, è universalmente riconosciuta: cosi si spiegano i numerosi casi di paralisi agitante verificatesi a Parigi al 70. durante l'assedio, citati da Hirt, e qttelli osservati a Roma al gr, dopo la scoppio di una polveriera, citati da Alessandrini. È, invece, tuttora discussa l'importanza etiologica del trauma: vi è chi lo considera non un fattore vero e proprio, ma una ~semplice coincidenza: che una semplice coincidenza non sia, lo dimostra il fatto che il tremore nella grande maggioranza dei casi (ed anche nel caso presente) si inizia nella parte offesa (Gowers). Altri ritengono che il trauma possa solo mettere in evidenza i sintomi di un Parkinson fino allora latente: ciò è da escludersi per quanto riguarda il caso nostro, perchè il paziente mai, prima del trauma, aveva notato tremore, o accusato debolezza o rigidità al braccio sinistro. Nè è da ammettersi qui l'opinione di Naudier e Sachs: che, perchè il trauma agisca come fattore determinante, sia necessaria una tara ereditaria: poichè nulla di notevole presenta, in questo senso, il gentilizio del nostro malato. ~a, d'altra parte troppe sono le osservazioni antiche (Krafft-Ebing, v. G6rski, Léva, Bychowski) e recenti (Forster e Léwy nel recentissimo Trattato del Lewandowsky), per non dare grandissima importanza al trauma come fattore etiologico. Nel caso riferito, all'ustione alla mano, va unito lo spavento per l'inaspettato scoppio della mina vicina e per l'improvvisa combustione del pacco di polvere che il paziente aveva in mano: abbiamo dunque due dati etiologici distinti: trauma somatico e shock nervoso. Nè è da pensare che quello abbia agito in forza di questo, come qualche osservatore sospetta talora avvenga (Gelli), perchè il

trauma può determinare la malattia anche quando non è accompagnata da spavento alcuno (Walz): si tratta solo, e questo è il precipuo interesse del caso, di una concomitanza dj etiologie. Tale concomitanza di fattori etiologici non si dà frequentemente: solo un caso ne ha osservato, e lo riporta nella sua monografia, l' Alessandrini: si trattava di un individuo inseguito e buttato per terra da un toro infuriato, individuo che, subito dopo cominciò ad avvertire debolezza e rigidità al braccio sinistro, cui segui tremore, ecc. È impossibile, naturalmente in questo e in simili casi, stabilire quale dei due fattori abbia maggiormente contribuito a far ingorgere la ma· lattia: questi casi sono solo degni di nota per la loro relativa rarità e servono a confermare quanto scrisse Erb (nel Trattato di Leyden e Klemperer): « sembra indubitato che essi (trauma e shock nervoso) possano costituire il punto di partenz.\ della paralisi agitante, specialmente quando agi. . scano 1ns1eme ». Roma, febbraio 1913.

ACCADEMIE, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOr.ARI).

SMietà lombarda di seienze mediche e biologiche. Seduta del 17 marzo 1913.

Pasini A. Cutis vert1:cis gyrata. -L~A. presenta un caso di « cutis verticis gyrata » in una donna di 65 anni, localizzata al sincipite, con intumescenze e solchi alternantisi. Il presente è il primo caso descritto di detta alterazione nella donna. L'alterazione anatomicamente è rappresentata da una iperplasia consecutiva a processi infiammatori lenti svoltisi nel cuoio capelluto. La singolare distribuzione delle alterazioni sembra dipendere da una speciale costituzione anatomica della • parte. L'alterazione non corrisponde pertanto ad un nevo ma ad una malattia vera e propria che ha la causa predisponente in speciali condizioni anatomiche del sincipite e la causa efficiente in processi flogistici lenti con esito in iperplasia connettivale del corpo papillare e del derma superficiale.

Maiocchi. Cont'Yibuto alla cura operatoria delle emorroidi. - L'A. dopo di aver passato in rivista critica la legatura, la cauterizzazione e la rese· zione cruenta totale della zona emorroidaria, presenta una statistica propria dalla quale risulta (II)

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come ciascuno dei metodi anzidetti può avere indicazioni proprie ben definite. Soffermandosi sulla resezione·cruenta totale prende specialmente in considerazione il metodo dello Whi tehead del quale annovera le critiche, che furono fatte, e gli inconvenienti. . Termina esponendo un procedimento proprio, che egli usa da due anni con buoni risultati. Questo metodo ha il vantaggio di permettere la ampia resezione del manicotto emorroidario con minima perdita di sangue e con esiguo traumatismo. Consiste nella esteriorizzazione del manicotto mediante divulsione digitale: il manicotto viene preso, sostenuto da quattro pinze ad anelli che lo dividono in quattro segmenti: ciascun segmento è stretto alta sua base con apposite pinze rette; al disotto dei morsi di ciascuna pinza e rasente ad essi viene eseguita una sutur& a catena. Indi la plica emorroidaria viene staccata con un colpo di forbice e tolta la pinza. La stessa operazione eseguita sui quattro segmenti, permette l'allontanamento del manicotto emorroidario nella sua totalità senza emorragia e con grande semplicità. Gli esiti lontani furono soddisfacentissimi. ·

V. Samare Ili. Sopra un caso di. ernia ottut·atoria s#t'ozzata. - Relazione di un caso personale di ileo da ernia otturatoria d estra strozzata, operato e guarito. L' A. fa rilevare la rarità della forma patologica, la difficoltà di una esatta diagnosi clinica , ed espone alcune considerazioni 1i ordine anatomico, clinico e tera pentico. Mirto. Esperimenti di cufa medica con un nuovo tnezzo, del metyocaYcino·n.za inoperab,ile. - L'O. coll'obbietto di modificare il ricambio delle carcinomatose nella speranza di influenzare anche il terreno sul quale il tumore si sviluppa, ha provato acl iniettare in pazienti di metrocarcinoma inoperabile soluzioni in glicerina di biborato di sodio e di biborato cli chinina. Sono state cosi curate 14 ammalate di cui tre recidive, dopo operazioni demolitrici, tutte in stato grave con avanzata caches~ia e perdite fe . tenti. Nelle non operate alla 6 t\_2n iniezione le perdite si sono modificate ed hanno perduto completamento il fetore caratteristico : i dolori si so110 di u1olto attenuati, lo 5tato generale è mi(12)

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gliorato, il peso, tranne che in due, è aumentato di l a 5 kg. in due mesf, l'idremia è diminuita. Nelle operate questi fatti sono stati meno sensibili e si sono ottenuti dopo più lungo tempo, in una non si è osservato alcun sensibile miglioramento. Sul tumore ancora non si è osservato alcun fatto degno <li speciale menzione, se si eccettua l'eliminazione di qualche frustulo, ed una mag· giore tendenza a sanguinare. Da questi primi risultati non si possono trarre conclusioni. Gli studii continuano. C.-B.

Reale Istituto Veneto di scienze, lettere ed arii. Adunanza ol'dinaria del 30 marzo 1913.

A. De Giovanni. Corollari &i mofologia clinica. P. Pennato. La reazione di W assermann, 'nel brefotrofio. - L'O. avendo in una precedente comu .. nicazione dimostrato !,importanza e la praticità della reazione di Wassermann nel brefotrofio, e la necessità di ulteriori ricerche, riferisce i risultati delle osservazioni praticate nel biennio 19111912 nel brefotrofio di Udine. Sul complesso di 338 neonati, ebbe 13 reazioni positive e 325 negative, e conclude che la reazione fortemente positiva può accompagnarsi con sintomi clinici di ')ifilide e anche con sintomi nulli; che la reazione negativa nella madre non esclude la sifilide del bambino; che a . reazione fortemente positiva corrispondono segni anatomici di lue; che la reazione debolmente positiva non è sicuro indizio di lue; che la reazione positiva dura un tempo variabile; che la reazione negativa incoraggia a permettere }>allattamento naturale; che la bassa percentuale dei risultati positivi non è sicura dimostrazione di poco valore probativo diagnostico della reazione. A. DIAN. •

Società Eustacbiana di Camerino. Seduta di marzo 1913. Presidenza: prof. A. Ferrannini, presidente. Prof. G. Gallerant. Ultet'ioti Yicerclie sul 1neccanismo di azione della colina Yispetto alla p'essione endovtJsale. - In queste ulteriori ricerche 1'0. si è maggiormente convinto dei fatti osservati precedentemente, cioè che il nervo depressore cardiaco. oltre ad influire sulla frequenza dei battiti cardiaci e sulla pressione endovasale, ha azione anche sulla funzione della espirazione.


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FASC. 20]

SEZIONE PRATICA

Quest'ultimo fatto non era stato messo in evi• denza da altri, prima delle indagini dell '0. Servendosi della colina 1,0. prescinde dalla impurità e dalla alterabilità di questa sostanza. Con la colina Merk 1'0. ha veduto che, quando per sua azione nel coniglio si presentano bradicardia e ipopressione arteriosa, coesiste nel respiro un sovreccitamento della fase espirator-ia; allora basta tagliare il nervo depressore di Cyon, per vedere i1nmediatamente ristabilirsi la pressione endovasale e la freque~za dei battiti cardiaci e nel tempo stesso cessare il predominio della fase espiratoria. Questo ritorno alla norma delle fasi respiratorie è preceduto da un periodo di squilibrio o di tran· sizione, durante cui la curva respiratoria mostra delle grandi ondate di sovreccitamento e di depressione, come prova di una serie di oscillazioni del tono respiratorio, che era stato bruscamente perturbato dal sovreccitamento del nervo di Cyon, indotto dalla colina. Anche la pressione endovasale può mostrare queste oscillazioni, prima di tornare alla norma, dopo il taglio del depressore. Prof. G. Pacinotti. Il micrococcu s catharral1:s come causa di foruncoli ed eczemi del n aso e delle labbra. - Sinora il m icrococcus cathar'Yalis era stato rinvenuto associato con altri microbi nell'escreato di bronchiti catarrali o purulente. Invece 1'0. l'ha rinvenuto, in cultura pura senza l'associazione di stafilococchi o di streptococchi, in parecchi casi di follicoliti purulente, di foruncoli, di eczemi del na~o e delle labbra. Il mi crococcus è stato identificato dall'O. con criteri batterioscopici e culture, oltre che con le inoculazioni in vari tipi animali (topolini, cavie, conigli). ·S iccome trattasi di un microrganismo, spiccatamente aerobico, non fa meraviglia che esso vegeti a preferenza sulla mucosa del naso e delle vie aeree superiori, inducendo infian1mazione e purulenza in quella mucosa e nello apparato pilosebaceo annesso. Il micrococco isolato presenta netta la ntorfologia di cocchi, disposti a coppie ed ognuno dei quali è rotondo, a differenza della forma lanceolata del diplococco di Talamon-Frankel e della forma a chicchi di caffè, propria del gonococco; dippiù, a volte si è presentato libero negli essudati dell'eczema o delle follicoliti purulente. a volte ha mostrato la disposizione intracellulare, nel seno dei leucociti, degli epiteli, dei globuli di pus. Prof. R Luzzatto. La glicosuria da nefriti tos.. siche. - Mette in evidenza particolari relazioni che esistono tra lesioni renali sperimentali e comparsa della glicosuria; distingue nettamente il decorso della glicosuria nelle nefriti prevalentemente vascolari e in quelle prevalentemente tubuI

lari. Si trattiene specialmente su due forme di glicosuria da lesione renale da lui illustrate per la prima volta. ossia la glicosuria da t ellurati e da a loina .

Alberto Mastragostino. S ·u ll' applicazione del ni· trato e dell'acido cloridrico per l'analisi de ll 'inda .. cano. - Nel 1 9 11 M. Barberia ha proposto una modifica al metodo di Jaffé-Obermayer per la ricerca qualitativa dell'indacano nell'urina , sostituendo il nitrato di sodio al percloruro di ferro nella soluzione cloridrica. Con questa modifica il saggio J affé-Obermayer riuscirebbe più sensibile. Le indagini dell'O. compiute nella Clinica medica (diretta dal prof. A. Ferrannini) saggiando per ogni urina parallelamen te la modifica di Barberio e l'antica reazione Jaffé-Obermayer, hanno provato che questa ultima si mantiene superiore come sensibilità, in modo molto spiccato. All'uopo l'O. mostra vari saggi di urine in cui attua parallelamente le due reazioni. Prof. Luzzatto. - Ricorda che l'acido nitrico, il quale si svolge dal nitrato di s odio in soluzione cloridrica, può produrre nella orina composti azoici e diazoici combinandosi con le sostanze azotate, tra cui è appunto lo indolo. Cosi, una parte di questo indolo risulta modificata in modo da sottrarsi alla reazione . Questa sarebbe una ragione chimica per la quale la modifica di Barberio riesce inferiore come sensibilità allo 'a ntico saggio di J affé-Obermayer. Ch.

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710

IL POLICLINICO

( AN'"NO

XX, F ASC.

20)

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. CONTRIBUTO DEL MEDICO PRATICO. Contributo all' etiologia della paralisi progressiva per il dott.

VITO MASSAROTTI.

Da quando nel 1810 Bayle ha riconosciuta come forma nosografica a sè la paralisi progressi va, la discussione sulla etiologia di questa importante forma morbosa è stata viva e continua. Dove vi è discussione ed investigazione si comprende, che diversi sono i pareri, sino a quando uno di essi non venga universalmente riconosciuto per i suoi indiscutibili dati. Cosi, mentre alcuni credono ed asseriscono ben dimostrati i rapporti etiologici fra sifiliàe e paralisi progressiva, ritenendo l'infezione luetica condizione essenziale e sufficiente per l'insorgere della paralisi progressiva, altri escludono o per lo meno dànno pochissima importanza alla qifilide, ed altri le riconoscono importanza etiologica, ma purcbè essa sia coadiuvata da altre cause. alcune predisponenti come l'eredità, ed altre determinanti, come l'alcool, la tubercolosi, ecc. Le statistiche naturalmente oscillano colle diverse opinioni dal 94 <}~ di sifilide accertata sino all'11 ~lo; così, mentre il Greisdenberg la trovò nel 61 .6 ~lo, il Peterson nel 60 %. il Kundt nel 12. 9 °fo , il Bianchi su 87 casi osservati ha constatato 47 volte la sifilide, però accompagnata da altre cause, e solo 12 volte come causa esclusi va; Kraepelin nel 34 % riscontrò lues certa, e ' . COSI Vla.

Binswanger ha emesso l'ipotesi, che la paralisi progressiva sia sicuramente il fenomeno consecutivo di un funzionale sopra affaticamento del sistema nervoso centrale e specialmente della corteccia cerebrale; Bianchi a'3serisce non potersi disconoscere nell'abuso delle bevande alcooliche un potere genetico che quasi uguaglia quello della sifilide. ed ammette un grande valore patogenetico all'arttitismo come causa delle alterazioni vasali; Mairet e Vires anch'essi dànno una grande importanza alla eredità artritica nel senso di Bouchard, nonchè a ouella alcoolica, asse.. gna11do un valore assai piccolo alla sifilide, e Nache ha persino parlato di parali tic-i nati. Mentre Four.nier ha considerata la paralisi progressiva sempre

di origine sifilitjca, Kraepelin non ammette dubbio del rapporto tra sifilide e paralisi progressiva, pur dando gran valore nell'etiologia alla predisposizione ereditaria; Tschisch asserisce, che con una efficace cura della sifilide si possa impedire il sopravvenire della paralisi progressiva; l'Hirschl pensa a una diatesi sifilitica che insieme alla ~i­ filide darebbe la paralisi progressiva; il 1·anzi ammette come fattore etiologico principale la sifilide, e lo Chaslin parla di meningo-encefalite diffusa par asifilitica, ammettendo che la sifilide è necessaria, qualche volta è ereditaria e spes~o è coadiuvata da altre cause. Il De Sanctis, nel suo ultimo trattato sulle malattie mentali, crede che la paralisi progressiva si possa concepire come una psicosi subacu ta determinata da una combinazione di ca use fra le quali domina la metasifilide; secondo lui, non esistono le demenze paralitiche, come vorrebbe Klippel, ma soltanto la demenza paralitica classica e le sindromi paralitiche dell'alcoolismo, del!' arteriosclerosi, della ps~udo-paralisi artritica, ecc., che non sono date dall'encefalite sui generis che dà la forma classica. Kraft-Ebing riferi di un medico che sotto la sua direzione fece inoculare a nove paralitici il virus sifilitico ed in essi non si ebbero manifestazioni specifiche alcune, e Rache ba riunito 69 osservazioni in cui ambedue i coniugi sono diventati paralitici. Coloro che negano valore etiologico alla sifilide, adducono come argomenti in favore a detta tesi la mancanza di paralisi progressiva in paesi come l'Africa. ove pure vi è la sifilide. Ma è stato dimostrato che negli arabi europeizzati la paralisi progressiva compare, e ciò spiega tutto, se pensiamo che diversa è la resh~tenza dei vari organismi e d elle varie razze alla stessa infezione, diversa l'influenza del clima, e che presso alcuni popoli mancano quelle cause perturbatrici ed e~tenuanti date dal progresso del vivere civile, e che sono causa del deperimento del sistema nervoso. Altro argomento è quello che le .prostitute dànno poco contingente alla paralisi progressiva; ma es' O si ritorce facilmente, se si pensa al:'esiguo numero di esse, al fatto, che noi in appresso dimostreremo, che la paralisi progressiva c:i ha sempre in individui che non hanno fatto adatta cura antisifilitica ed in tempo opportuno. Ora non vi è donna che per più ragioni, legali, di


, TANNO

xx,

FASC. 20]

71r

SEZIONE PRATICA

concorrenza, cognizioni adeguate, mancanza di pudore, abbia interesse. a curarsi come le prostitute che sanno di essersi contagiate, mentre le donne di casa del popolo e della media borghesia, per ignoranza o per stupido pudore non si curano, almeno che fenomeni secondari e terziari eclatanti non ve le obblighino. Anche il fatto che alcuni malati 111entali abbiano avuto la sifilide e non sieno divenuti paralitici non ha, a mio parere, alcuna importanza, perchè anche un mentale luetico curato radicalmente ed a temoo resterà un mentale, ma non di,rerrà mai un paralitico. Mentre nelle linee generali e particolari si ha che sifilide e paralisi progressiva vanno di pari passo, onde vediamo che ad esso dà poco o nessun contributo il clero e la donna, mentre l'ufficialità, le professioni liberali, gli artisti, ecc., .d ànno il maggior .contingente. Come abbiam visto, la maggioranza degli au• i:ori è per dare un valore etiologico predominante alla sifilide. Certo , io credo, le discrepanze sono .in massima parte dovute al fatto della difficoltà nella raccolta delle notizie anamnestiche fra i malati mentali e le loro famiglie, specialmente trattandosi di statistiche per lo più raccolte in ambienti manicomiali, dove il livello della· coltura e dell'interesse alla propria persona è minimo. Avendo avuto occasione di studiare e di raccogliere ia storia anamnestica di un certo numero di paralitici appartenenti alle classi colte .ed agiate, mi ha colpito in principio, e poi si è andato sempre più affer1nando nelle successive ricerche il fatto, che i paralitici da me studiati erano stati tutti luetici, meno pochissimi casi incerti e nei qua li pérò la reazione di W assermann 'ha dato risultato innegabilmente positivo, e che tutti o non avevano fatto alcuna cura o ne ave·vano fatta una scarsa ed incompleta, nei primi momenti e poi lasciata andare perchè credutisi -guariti, non avendo avuto altre manifestazioni, o in tempo secondario quando sintomi più gravi sono sopraggiunti, impensierendoli. Tipico fra questi jl caso di C... P ... comandante di transatlantici, .d i anni 67, sempre robusto e sano che in una -delle sue solite traversate prende la sifilide ; gli viene da un medico consigliata la cura, ma egli sia distratto dalle sue occupazioni, sia percl1è non ha avuto sintomi gravi, non ne fa alcuna. Dieci anni dopo scoppia una paralisi progressiva tardiva classica , somaticamente e psichicamente, ~he in 14 mesi lo uccide. Egli non aveva prece-

denti ereditari in famiglia, non aveva mai abusato di alcool ed era stato solo discreto fumato~e. Era stato sempre bene, meno la « lues » contratta. Altro ca.so simile al precedente, quello di V ... C ... , di anni 63, costruttore, sano, robusto, mai malattie degne di nota, poco alcool, non labe ere- " ditaria. Prese ~ 52 anni una infezione sifilitica che dopo poche iniezioni mercuriali fu trascurata, come egli asseriva, sia perchè non gli aveva dato altre manifestazioni, sia per la difficoltà di curarsi temendo se ne avvedesse la moglie. Dieci anni dopo è scoppiata una paralisi progressiva classica con tutto il corteo somatico ed il classico delirio di grandezza, fatuità della condotta, ecc. , che in 12 mesi lo ha ucciso. In ambedue i casi la 1 reaL..i one di Wassermann è stata positiva e nel V . C. essendosi t entata una energica cura con calomelano non si è avuto cessazioni dei sintomi ma bensi un vero aggravamento. I casi da me studiati sono stati 35. In tutti si è potuto rintracciare facjlmente nell;anamnesi la sifilide, solo in due era incerta ma venne confermata dalla reazione di Wassermann che fu positiva . Di essi, 13 non avevano fatto alcuna cura • e 22 fec ero cura incompleta ; nessuno aveva seguito una cura rigorosa prolungata, razionalmente scientifica. L'alcool l'ho trovato in 5 casi, cioè il 14.28 o/0 ; grave labe ereditaria in 18, cioè il 51 .42 % ; in 10 vi furono altre cause concomitanti , 28. 55 ~lo; ed in 7 gravi cause determinanti, 20 %· Abbiamo ben 13 casi in cui, al di fuori dell'infezione sifilitica accertata e non curata, non troviamo nessu11a altra causa determinante della paralisi progressiva. In tutti lo scoppio della malattia ha oscillato da 10 sino a 20 anni dopo presa l'infezione, meno il caso di certo C... A ... , di anni 30, pittore, con grave labe ereditaria mentale, in cui do.p o 3 anni di una gravissima infezione luetica completamente trascurata per il carattere strano dell'individuo, scoppiò una forma violentissima di paralisi che in un mese e mezzo condusse 1, infermo alla tomba . A questo dato di fatto della importanza della sifilide non curata nella paralisi, Kraepelin ha già accennato nel suo trattato quando dice che sono in genere le forme sifilitiche lievi che stanno in rapporto causale colla paralisi progressiva, forse perchè in esse non viene praticata una cura completa. E Cerletti in un suo splendido ultimo lavoro dice, che le alterazioni luetiche dei centri (15)


IL POLICLINICO

712

L abe er.edttaria

Età

Infermo

.~nni

[AXNO

Cura antiluetica eseguita

Alcool

L"'C,

FASC. 20)

Osservazioni

Anni ' I·

' U. D . . . •

F. A.

55

P. A. . . .

37

A. P.

45

• •

IO

grave labe nervosa degenerazione psico· sessuale

no

incompleta

Vita agitata, patemi di a,.,imo - Causa occasionale nessuna.

20

nessuna tabe

no

incompleta

Vita agitata - Wassermann

IO

nessuna

no

incompleta

Nervoso, balbuziente - Wassennann

padre tabetico alcoolico, tubercolosi in famiglia

no

poche i n i e zio n I mercurio

no

nessuna

no

lievissima

+. +.

Occasionale grave disptacere in ufficio.

I•

P. C.

IO

A. U • • • .

20

• •

in famiglia

+. +.

W assermann

Wassermann

no·

poco

nessuna

16

tabe grave paterna e materna

no

lìevi~sima

50

I8

tabe paterna - padre alcoolico

poco

so 1o 45 iniezioni mercurio

• •

-4-8

12

labe materna

no

nessuna

Surmenage intellettuale - W!lsserman n

Causa occasionale grave dispiacere famigliare Wa<;sermaon +.

• •

G. C.

T, G. • •

nervo ~ità

Occasionale dispiacere essere mandato a riposo -

17

R. R.

M. G.

no

45

S. I. . .

6o

12

g rave labe mentale

no

nessuna

G. P.

45

20

no

no

l ievissima

M . R.

47

12

labe mentale

si

solo un anno e

Grande lavoro com n1erciale. Paralisi infantile - Surmenage Intellettuale. Abusi sessuali - Wassermann

+.

+.

Sur1nenage lavoro - 'Yasserma nn

Wassermcinn

+. +.

+.

~carso

V. G . • • •

62

IO

tabe nervosa

si

nessuna

Wassermann

I,. A. • • •

40

13

no

no

nessuna

Snrmenage lavoro - Wassermann

no

no

incompleta

G. R. •

+.

Causa occasionale grave dispiacere nella carriera... Carattere e pilettico - Wassermann

+.

V. G.

• • •

31

15

no

no

nessuna

C. A.

• •

30

3

labe mentale

sl

poche frizion i e poi n ulla

12

no

no

scarsissima

labe nervosa

si

nessuna

Nessuna causa speciale.

no

no

nessuna

Grave lavoro commerciale - Wassermann

no

poco

cura fatta dopo Io anni dàll'infezione e inc o mpte ta

M. G. •

I. C.. •

• •

P. G. •

P. A. •

I3

Nessuna causa special e.

I

Id .

R. U • . • •

26

IO

no

no

nessuna

A ...-\. • •

39

IO

padre t abetico

DO

qua sl nessusa

P. G.

56

20

no

no

incompleta

Nessuna causa speciale.

p. A ••

49

I8

tabe nervosa

no

id.

I d.

S. G.

• •

12

id.

sl

nessuna

DO

no

scaxsa

Paure, gravi pa temi d'animo.

Wassermann

+.

Non causa speciale.

C. V. •

20

C. G. •

• •

19

no

DO

incompleta

Gravi patemi d'animo.

...

20

no

no

id.

Nessuna causa speciale.

D . F. P . . .

12

labe mentale

sl

id.

Id.

u. s.

13

id.

DO

ld.

Id.

id .

no

id.

Id.

no

no

pccbe frlz Ion i

Id.

labe nervosa

DO

xo anno iniez ioni mercuria li

Id

G. C.

S. R.

• •

A. . P.

• • •

40

P. U.

• • •

49

(16)

13

I

...

+ ..


(ANNO

XX,

FASC. 20]

SEZIONE PRATICA

nervosi sono obiettivamente e nella loro interpretazione nettamente diverse da quelle della parali!i progressiva, onde questa è una malattia diversa e dalla meningo-encefalite leutica e da tutte le altre affezioni luetiche dei centri nervosi a noi note ; perciò la paralisi progressiva deve essere una forma tutta speciale ~ardi va di sifilide del cervello giacchè l'opinione che la sifilide dei cen· tri nervosi sia un fenomeno terziario della 1 lues » non è oggi più giustificata dopo le ricerche del Naunyn, del Kunspf, del Nonne ein base a molti argomenti va prendendo sempre più piede l'opinione che la paralisi progressi va e la tabe non sieno malattie post 1uetiche, ma sieno manifestazioni tardive di sifilide che taluni chiamano manifestazioni quaternarie. Dopo il suo esposto io credo che la sifilide non curata, o poco curata sia il fattore etiologico necessario e sufficiente della paralisi progressi va ; e si può adottare la forma del grande clinico romano per la malaria, in quanto la sifilide è la paralisi progressiva ma non tutta la paralisi progressiva, giacchè vi pos· sono essere altri fattori etiologici coadiuvanti, predisponenti e determinanti, primo fra tutti la labe ereditaria, che possono anche mancare come n~ nostri 13 casi. Riguardo all'alcool non bisogna dimenticare come l'ubbriachezza in una preparazione adatta per il contagio luetico, e come spesso un aumentato abuso di alcool non è la causa, ma un segno della paralisi progressiva. Tutte le altre cause potrebbero avere molto valore qualora si trattasse di sifilitici guariti e curati bene; ma giacchè dalla nostra osservazione risulta che i paralitici sono tutti luetici non guariti, dobbiamo dedurne che in essi la para1isi progressiva pon sarebbe sorta, anche malgrado le altre cause, se la cc lues n fosse stata cu .. rata bene ed a tempo. Seguivo queste mie osservazioni quando in questi ultimi giorni nel ]orn. of Exp. Medicine n. 2, febbraio 1913, Noguchi e Moore riferiscono che esaminando il cervello di individui morti per paralisi progressiva hanno trovato delle spirochete negli stra ti corticali ed anche in quelli sottocorticali dei lobi frontali. Tale dato sperimentale verrebbe a dare una indiscussa conferma alle mie osservazioni e ben si spiegherebbe come nei paralitici ci possono es· sere le spirocheteJ se pensiamo che sono individui che ~hanno presa l'infezione e non hanno cercato di debellarla, o l'hanno fatto incompletamente. Roma, marzo 1913. 3

7r3 BIB~IOGRAFIA.

'

Genesi e nosografi'a della paralisi progyessiva. XI Congresso della Società Freniatrica ··Italiana. Rivista Sperim. di Freniatria, anno XXVIII, pag. 262. . K. RUKL. Repet't1: sifilit1'ci nel4a paralisi progfessiQa. Rivista Ospedaliera, anno III, p. 236. E. KRAEPELIN. Tt'attato di Psichiatria Vallardi. O. BINSWANGER. La payalisi progyessiva degli alienati. Nel trattato di E. v. Leyden e F. Klemperer .1908. P. CHASLIN. Éléments de sAmiotogie et clini·que mentales. 1912 . CIUFFINI. S tudio clinico ed anatomo-patologico sulla demenza paralitica post-tabem. Policlinico, Sez. Medica~ 1911. MAIRET et DE VIRES. De la paratisie g'nArale, ~tiologie, pathoglnie, traitement . 1898. BIANCHI. Tt<attato di PsichiatYia. DE SANCTIS e ÙTTOLENGHI. Tirattato di Medicina le«ale. 1910. E. TANZI. Malattie mentali. 1905. A. STRU!\IIPELI.. Trattato di patologia speciale medica. Voi. Il, p. II. E. KRAEPELIN. Introduzione alla Clinica tsichiatrica 1905. V. FORLÌ. La cuira de:lla paralisi progyessiva. P0liclinico, Sez. Prat., 1911. CRISTIANI. Cont-ri'buto allo stud1:0 dell'etiologia detta paralisi Prog1tssiva. Riv . Sper. di Freniatria, voi. XIX, pag. 230. U . CERLETTI. Nuovi da ti sulla patologia dei vasi sanguigni dei centri nervosi e loro rapporti con le forme cliniche. Reggio Emilia, 1912, Riv. Sper. di Freniatria. BIANCHI.

CASISTICA. '

Sintomatologia dell'aortite addominale acuta.

1

Da un lavoro sintetico di Holleau (Tesi di J. .illa, r912) riassumo le note diagnostiche principali per la diagnosi dell'aortite addominale acuta. I sintomi cl1e sul principio richiamano l'attenzione sono costituiti dal dolore, d.ai disturbi gastro.intestinali e dai tenomeni riflessi. Il dolore è uno dei primi segni a manifestarsi e talora per un certo tempo l'unico: insorge bruscamente, diviene insopportabile, con crisi vio• lente parossistiche e crampi violenti riferiti allo stomaco, all'intestino, al fegato, al rene, tanto da simulare delle vere crisi viscerali. Talora l'ammalato riferisce il dolore alle masse lombari, alla colonna vertebrale, con irradiazione agli arti inferiori che talora si dimostrano deboli, quasi paretici. Nella crisi dolorosa il malato è pallido, coperto di sudore freddo, col viso improntato a senso di angoscia, non sopporta sull'addome nemmeno il peso delle coperte: di durata varia da qualche minuto a qualche ora fino a .qualche giorno, il dolore critico è seguito da un dolore sopportabile. l'ammalato non ha vere tregue di riposo, (17}


J

IL POLICLINICO

I s; ntomi gastro-intestinali caratterizzati da nausee, vomiti ribelli, da crisi d'enterite con me· teorismo, diarrea, talora da emorragia, sono varia bili anche nello stesso soggetto. Dispena violenta, vertigini passeggere, lipotimie, una sensazione penosa d'arresto del cuore costituiscono la sintomatologia d'indole riflessa. Anche associati, tali sintomi costituiscono un quadro che permette una ,diagnosi: essi però devono richiamare l'attenzione sull'aorta, e far ricercare i sin tomi ca pitali dell' affezione: dolore aortico, ectasia dell'aorta, deviazione e mobilità del vaso. La palpazione dell'addome permette di localizzare il dolore spesso poco al disopra dell'om· belico, talora al disotto di esso, talora sul decorso delle iliache primitive, delle iliache esterne e delle crurali. L'ectasia dell'aorta, sintoma assai utile a precisare, è talora difficilmente accertabile perché l'esplorazione induce minaccia di sincopi, sudori profusi, senso d'angoscia, ecc. L'aorta svasata è spec;;so allungata, e quindi talora d eviata; essa può essere sede di pulsazioni violente che si comunicano alla parete, con lo stetoscopio si possono ascoltare soffi variabili. Due segni diagno~tici di grande importanza sono !a contrattura vigilante dei grandi retti, riflesso viscero -motorio, e l'ipertensione della pedidia, segni messi in evidenza dal Teissier. La tensione di quest'arteria supera spesso di più di 3 cm. di mercurio quelle della radia le, ed è dovuta forse all'eccitazione del plesso nervoso periaortico; è variabile e proporzionale con la gravità dell'irritazione aortica, scompare nelle crisi. Le poussées si accompagnano spesso ad eleva· zioni termiche (fino a 39°). Quali complicazioni sono segnala te dai veri ac· cessi di angina addominale e crisi gastriche specialmente dolorose. Teissier ha trovato assai frequente la coesi.. stenza dell'aortite addominale acuta e della en· tecolite muco-membranosa. Variabile il decorso clinico della malattia: talora si ha la guarigione in pochi giorni, talora i sintomi durano per qualche settimana. per due o tre mesi, e la malattia infine può volgere alla cronicità. Il pronostico in genere è favorevole. L'etiologia è riferita alle infezioni, febbri esantematiche, sifilide, influenza. reumatismo. e più frequentemente alla propagazione di altri processi limitati nell'addome (enterocolite muco-membranosa, appendicite, peritiflite, ecc).

t. p. (18)

·

[ANNO

X.X, FASC.

20)

La classifica delle angine di petto.

G. Lyon (La Cliniqite, anno 1912, n. 49), pren· dendo le mosse da una recente comunicazione di Fiessi~ger all'Accademia di medicina (ottobre 1912) su le forme curabili della angina di petto, giudica artificiosa la divisione e la classifica che il suddetto autore fa delle angine, nella comunicazione stessa. Secondo Fiessinger le forme anginose si possono raggrtlppare in .sei categorie: 1° angine per coronarite; 2° angine degli aortici; 3° angine per miocardite; 4° angine da nefrite interstiziale; 5° angine da aerofagia; 6° angine degli obesi. Per il Lyon tale cla~sifica non è rispondente alla realtà clinica. Su l'angine per coronarite tutti gli autori sono d'accordo: esse costituiscono il tipo per eccellenza d,ell'angina di petto vMa, l'angina che uccide e che uccide spesso al primo attacco. Per quanto concerne l'angina degli aortici, bi·s ogna in tendersi : l' insufficienza aortica dei giovani, di origine reumatica, non dà mai angina di petto: non è così dell'aortite: ma l'aortite non decorre senza lesioni del miocardio, senza lesioni da sclerosi più o meno disseminata, onde . il secondo gruppo d~lla classifica di Fiessinger si confonde col primo, come si confonde anche con i due gruppi seguenti, cioè con le angine per miocardite e quelle per nefrite interstiziale. In quanto alle angine da aerofagia e alle angine degli obesi, Lyon non trova tali sindromi cosi frequenti come vorrebbe Fiessinger. Secondo lui, l'antica divisione clinica in angina di petto vet'a e falsa deve essere conservata (Huchatd). • L'angina vera è quella che ha per substrato anatomico una lesione del miocardio, con o senza coronarite, e comprende le prime quattro suddivisioni di Fiessinger. Alle fals~ angine si possono riannodare tutte le nevralgie del plesso cardiaco, che si possono osservare presso i semplici neuropatici, presso i dispeptici nervosi, e presso gli intossicati e gli affaticati. · Per far diagnosi esatta fra vera e falsa angina, necessita esaminare . minutamente l'ammalato e ricercare con minuzioso interrogatorio tutte le cause suscettibili di aver provocato l'accesso e soprattutto apprezzare il valore rispettivo di tali cause prima di incriminarle. Le associazioni morbose costituiscono una difficoltà non lieve per la diagnosi, onde è meglio,


[ANNO

xx,

FASC. 20]

SEZIONE PRATICA

'

in caso di è.ubbia lasciare la prognosi sospesa, anzichè azzardarla e poi riceverne una smentita. La pr(!)gnosi non è sempre subordinata alla natura organica o funzionale dell'angina : forme organiche (sifilide) possono essere domate, come forme funzionali possono uccidere. Dott. G. GENOESE.

TERAPIA. Trattamento dei tumori maligni eol mesotorio e col torio X. Se ne occupano Czerny e Caan nella M unchener M edizinische W ochenschr1:f t• . Il mesotorio scoperto dal Hahn ha proprietà simili a quelle del radio e rappresenta il primo prodotto di trasformazione del torio nonchè la sostanza fondamentale del radiotorio. Secondo il Hahn il mesotorio risulta di due componenti, cioè del mesotorio I non irradiante e del mesotorio 2 che emana i raggi a e ~ i quali si comportano perfettamente come le sostanze radio attive. Nel volgere di tempo di 5.5 anni il mesotorio si trasforma per metà in radiotorio. I raggi del mesotorio differiscono da quelli del radio per un minore potere di penetrazione e per avere accanto ai raggi ~ dotati di notevole velocità, anche un gruppo di raggi ~ assai facilmente a~sorbibili. Prodotti di disgregazione del mesotorio sono il radiotorio (raggi a , ~' y), il torio X (raggi a e ~), l'emanazione (raggi a) , il torio A (raggi ~), il torio B (raggi a ). Poichè il meso:torio · impiega minore tempo a disgregarsi che non il radio a formarsi, i preparati recenti di esso sono forniti di maggiore radio· attività. Questa raggiunge il maximum dopo 3 o 2 anni e declina dopo IO anni, dopo 5.5 anni è ridotta alla metà mentre quella del radio lo è dopo 1800 anni! Quanto è stato testè detto riguardo alla radioattività, si riferisce a q~ella del mesotorio chimicamente puro. Quello dell'industria però, ricavandosi dalla monacite del Brasile che contiene pure una certa percentuale di radio ha una attività di più lunga durata (20 anni e più) e quando esso è esaurito rimane ancora il 25 % di radio. Per la presenza del quale, ai raggi ~ e y del mesotorio s'aggiungono quelli a in una certa quantità. A questi poi dopo un certo tempo s'aggiungono quelli a del radiotorio, per modo che il mesotorio fornito dall'industria possiede un elevatissimo potere di a ·'a ttività. I raggi

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di tale mesotorio devono, come ben si intende, comportarsi per quanto riguarda gli effetti terapeutici, come quelli del radio. Mentre l' e:nanazione del torio per la sua brevissima durata (pochi minuti) non serve per scopi terapeutici, quella del torio X che-ha una durata eguale a quella del radio può venire utilmente applicata nel trattamento dei tumori. Gli AA. hanno trovato che l'azione del me· sotorio sui tumori e su altre a:ff ezioni superficiali, forse per il rilevante contenuto di raggi ~ di minima durezza, è superio~e a quella del radio colla quale ha del resto la massima affinità. Sui tumori profondi invece l'azione è identica. Le modificazioni istologiche avvenute nei tumori dopo 1' esposizione ai raggi del mesotorio erano quelle medesime che si osservano dopo 1' azione dei raggi del ra.dio (produzione di tessuto connettivo). I casi sottoposti dagli AA. al trattamento di cui ci occupiamo furono 120, di cui 85 ~i carcinomi, 12 di sarcoma, 8 di linfosarcoma, l di endotelioma, _6 di angioma, 8 di tubercolosi , (lupus, ecc:). Dei 32 casi di carcinoma mammario 19 migliorarono n otevolmente, gli altri rimasero indifferenti alla cura. Il mesotorio veniva fatto agire per 1 2 · 2 4 ore qualc4e volta attraverso una lamina di stagnola o di piombo applicata sul tumore per proteggere la cute. 11 mesotorio contenuto in una capsula d'argento veniva posto ~ulla lamina protettiva. I noduli cancerigni non scomparivano prima di 2 o 3 mesi del resto. In 4 casi di recidiva; dopo l'atto operativo venne introdotto nella ferita un tubetto di argento contenente il mesotorio ed ivi lasciato stare da 1 2 a 2 4 ore. Dalle ferite sgorgò abbondante secreto che ne ritardò la cicatrizzazione. Non furono pitì osservate recidive nei 3·5 mesi trascorsi dall'atto operativo fino ad oggi~ In 4 casi di epitelioma della faccia si ottennero notevoli risultati. 12 casi di carcinoma dell'esofago furono trattati coJ mesotorio mediant e un congegno che permettev a l'introduzione nell'esofago d'un tubetto d'argento contenente 2 0 mgm. di mesotorio ed in quat t ro di essi il miglioramento ottenuto fu notevole. In parecchi altri casi di carcinoma del retto, del labbro, del]' utero, ecc. si ottennero risultati soddisfacenti sia d al lato dei sintomi subiettivi che da quelli obiettivi, ma certa mente anche gli insuccessi non mancarono ed anzi più d'una volta. P er quanto riguarda i sarcomi

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in quale specie di tumori si osserva una influenza favorevole? 2° quale la sede dei tumori in cui conviene di più l'uso dei raggi X? 3° avete voi provato la combinazione della 1 radioterapia con altri metodi (d'arsonvalizzazione, diatermia, adrenalina, sensibilizzazione del tumore, desensibilizzazione della p\!lle)? 4° quali i limiti delle indicazioni, quali le controindicazioni? 5° accidenti da scottatura . da riassorbimento? 6° v'ha tendenza, in seguito all'uso della radiot~rapia, di accrescimento del tumore? 7° si hanno successi du.revoli ? Ecco in riassunto le risposte: Il prof. Levy Dom di Berlino così risponde: 1° micosi fungoide, sarcoma, .carcinoma, rinoscleroma, tumori leucemici e pseudoleucemici sono bene influenzati; invece i tumori ricchi di cellule e a sviluppo rapido sono assai poco influenzati; ad ogni modo non si può giammai preventivamente affermare che su d'un tumore determinato il resultato sarà buono; 2° nei tumori cutanei si hanno i migliori resultati; le speranze djminuiscono quanto più profondo è il tumore; 3° utile è l'associazione dell'atto operativo coi raggi X, se le radiazioni devono essere profonde, conviene utilizzare i metodi che rendono la pelle insensibile ai raggi X (ischemia della pelle con la compressione); 4° l'infiammazione estesa dei tegumenti è con· troindicazione: ad ogni modo non si deve mai prolungare oltre misura la cura radioterapica, e non deve essere scartata la necessità d,un atto operativo, quando si tratti ili carcinomi e di • ' tico. sarcomi; 5° la scottatur-a, specie se profonda è dovuta I casi trattati col torio X furono 31 di carcinoma e 5 di sarcoma e i risultati finora ot- all'esagerazione delle dos! di raggi X. Qualche tenuti dagli AA. fanno prevedere che il torio X volta si hanno sindromi tossiche che fanno pensare a rapido riassorbimento di materiale del tupotrà servire come efficace mezzo adiuvante more; nelle applicazioni esterne del mesotorio. 6° mai ho visto, dopo o durante la cura, svi· Concludendo, gli AA. dichiarano di ritenere luppo più rapido èel tumore; in base ai risultati ottenuti in 6 mesi di espe· 7° si hanno successi durevoli nelle micosi rimentazione che per quanto riguarda l'azione fungoidi, nel rinoscleroma, in alcuni epiteliomi, sui tumori superficiali il mesotorio ha un valore nel 20 % dei sarcomi: in due sarcomi la guarinon solamente eguale ma anche superiore a gione dura da sei anni. Il dott. Kohler di Wiesbaden cosi risponde: BELOSERSKY. quello del radio. 1° influenza favorevole si ha nei cancroidi, nei linfosaTcomi, nei carcinomi; 2° perchè si abbia speranza di resultato, il La cura del tumori maligni per mezzo del raggi X. tumore si deve vedere e sentire; • Il giornale Medizin. K/inik ha sottoposto ai 3° 19 pelle deve essere insensibilizzata con più rinomati radiologi tedeschi il seguente que- l'ischemia da compressione; stionario circa 1, applicazione dei raggi X nella cura 4° non vi sono controindicazioni all'uso dei dei tumori maligni: raggi X nei tumori anche maligni;

gli AA. non si pronunziano definitivamente sul· l'esito della cura. Gli 8 casi poi di linfosarcoma da essi trattati si mostrarono affatto ribelli alla cura del mesotorio. Risultati splendidi invece, dette que~to trattamento nei casi di lupus facciale e di angioma. Per l'applicazione del torio X gli AA. si servivano di una soluzione fisiologica di ClNa contenente l /100,000 di elemento attivo per eme. L'attività del torio X aumenta il primo giorno dopo la sua preparazione del 10-20 %, ma grada- · tamente diminuisce in seguito e dopo 3·4 giorni si riduce a metà. La irradiazione risulta di raggi a; ~' ma il prodotto finale - il torio D - emana anche raggi 'l · La notevole efficacia del torio X è dovuta alla sua emanazione, la quale distruggendosi dà luogo alla formazione di prodotti fortemente radioattivi. La soluzione di torio X veniva dagli AA. ' iniettata nei tumori medesimi oppure nelle vene (r eme.). Nel primo ca~o 24 ore dopo l'iniezione localmente si manifestavano rossore, dolore e tumefazione, sintomi che dopo 3giorni in media scomparivano. Seguiva una diminuzione del volume del tun1ore in seguito a produI zione ·a i connettivo o d'una colliquazione emorragica. Dopo 1' iniezione endovenosa si notavano oltre a sintomi di malessere (~forzi di vomito, inappetenza, stanchezza, vertigine) per qualche giorno anche un passeggero arrossamento, in· dolenzimento o inturgidimento del tumore, il quale dopo qualche tempo subiva una notevole • riduzione per un processo sclerotico e necro-

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5° nè incidenti notevoli dell'uso d~i raggi: 6 o 7 volte segni tossici di riassorbimento senza conseguenze notev_oli; 6° nè eccitamento al più rapido accrescimento; 7° successo durevole si ha nei cancroidi. Nei sarcomi e negli epiteliomi si hanno successi tran· sitori, ma sì deve ricordare che aJla cura dei raggi capitano i malati rifiutati dal chirurgo. Il prof. Alberts-Schonberg d'Amburgo: 1° guariscono coi raggi X il cancroide ed il sarcoma della pelle: il mioma dell'utero, il cancro delle mammelle migliorano; 2° più il tumore è superficiale e migliori sono i res11l ta ti ; . 3° ho usato di preferenza i soli raggi X; 4° nei miomi sono controindicazioni la sede. lSOttomucosi) e l'eventuale presenza di una mio· cardite per il pericolo d'una emorragia; 5° non si hanno· incidenti di sorta; 6° nè eccitazione all'accrescimento rapido del tumore; 70 successo durevole nel cancroide e nel sarcoma della pelle. Il dott. Robert Kienbock, di Vienna, pensa che l'uso dei raggi X conviene nei tumori a rapido sviluppo. anche nei tumori recidivanti rapidamente dopo l'operazione . Anch'egli è d'accordo coi precedenti nella sede (superficiali) del tumore e sull'assenza di accidenti e di controt'ndicazioni, qualche volta si ottengono guarigioni definitive. Non accenna l'A. in quali casi. · Il dott. Freund di Vienna: 10 sono favorevolmente influenzati il rinoscleroma, i cheloidi, i miomi dell'utero, i tumori circoscritti, aperti all'esterno; in genere i carcinqmi e i sarcomi primitivi con stroma poco abbondante, si prestano meglio che gli altri tumori alla radioterapia. Anche nelle metastasi si ha miglioramento considerevole; 2° nei cancri cutanei delle palpebre, delle labbra, delle orecchie, del sacco lagrimale, della vulva, nel morbo di Paget e nel carcinoma circoscritto della mammella si osservano guarigioni. Miglioramenti tra i sarcomi della pelle. delle ossa del mediastino, nel cancro dei gangli del collo, nel carcinoma del corpo tiroide, del collo dell'utero, del testicolo. Nessuna influenza nel cancro della lingua, del laringe, dell'esofago, dello stomaco, dell'intestino, del corpo uterino, del fegato, della prostata; 3° l'atto operativo è il miglior metodo da associare alla radioterapia; la corrente ad alta frequenza rinforza l'azione dei raggi X; 4° non è indicata la cura nei grossi tumori, il bisturi in tali casi agisce · più rapidamente e più sicuramente;

5° le dermatiti non devono ·più ;esistere, non fanno timore alcuno i sintomi di riassorbimento; 6° nei tumori sottocutanei voluminosi ta :ora si osserva una eccitazione al più rapido svi.. luppo; 7° i successi durevoli sono più frequenti nei tumori cutanei. t. p.

NOTE DI TECNICA. Esame batteriologico del sangue degli scarlattinosi. ·r:..l. N. Klimenko (..4.rch. des Se. biolog. de l'inst-it. impér. de méd. expérim. à St.-Pétefs. , tome XVJI,

n. 3, 1912) ha praticato su 523 casi di scarlattina ricerche batteriologiche nel sangue, avendo di mira di risolvere la dibattuta qu~stione Clelia frequenza dello streptococco nel circolo di tal genere di malati, e delle condizioni nelle quali più facilmente si rin viene. La sua tecnica cerca di evitare qualsiasi causa di errore, gli esami di sangue, quando è stato necessario, si sono ripetuti a distanza più o meno breve di tempo; l'A. ha ricercato anche lo streptococco nel sangue dei morti per scarlattina. Giunge alle seguenti con· elusioni: I. Non si trova che raramente lo streptococco nel sangue ·degli scarlattinosi, nel z. 1 % soltanto di tutti i casi. 2. Lo streptococco non penetra mai nel sangue nel ~orso dei periodi iniziali della malattia. 3. In seguito all'invasione dello streptococco nel circolo, la scarlattina assume un decorso clinico speciale; dovuto ai fenomeni setticopiemici che si sovrappongono. 4. La presenza dello streptococco nel sangue aggrava il pronostico, ma non lo rende assoluta· mente infausto. ~ 5. Non v'ha rapporto tra la penetrazione dello streptococco nel sangue dello scarlattinoso, e l'insorgenza delle sinoviti, delle nefr1ti e delle endocarditi. 6. Non vi ha accordo completQ tra resultati ottenµti dal sang~e del malato e quelli ottenuti dal sangue dei cadaveri: si riesce più spesso a • coltivare lo streptococco dal sangue del cadavere che dal sangue del malato. · 7. Sia durante la vita che dc}po la mor~e non si trovano streptococchi nel sangue dei malati o morti per scarlattina ft1lminante. 8. Esiste un rapporto incontestabile _tra i processi ulcerosi negli <:)carlattinosi e la penetradello streptococco nel sangue. 9. Lo streptococco isolato sia dal malato di scarlattina che dal cadavere ~ sempre lo streptococco lungo o dell'eresipela secondo la classifica-zione di Schottmiiller. ! . p. (21)


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IGIENE Le malattie della casa. Non è dal giorno di oggi che si è conosciuta l'influenza che la casa può avere sullo sviluppo di alcune malattie. Già nella Bibbia troviamo idee chiarissime a proposito delle misure da pren· dere per le case dove abitarono lebbrosi, divieto di abitarle, visita della casa eseguita da persone competenti, raschiamento dei muri e specialmente di quelle parti dove comparissero «piaghe verdi o rossastre », demolizione di parti di mura più sudicie e, nel caso di recidive, demolizione di tutta la cac;a e trasporto dei materia li lontano dalla città. Non si può non riconoscere che l'idea della casa contaminatrice è nettamente espressa in queste prescrizioni e le misure profilattiche sarebbero ancora applicabili ai giorni nostri. Anche nell'epoca romana e qua e là in seguito si trovano osservazioni destinate a t;Ilettere in rapporto la casa coll'influenza che essa può avere sulla salute ; però, fino che non si sono avute idee chiare sulle cause delle malattie e sul loro modo di diffondersi, non si trattava che di vaghe intuizioni basate sopra fatti non sufficientemente conosciuti od appurati. Un punto di partenza di importanza capitale n oi l'abbiamo nella istituzione del casellario sanitario delle abitazioni iniziatosi a Parigi nel r894 per opera specialmente di Paolo Juillerat che ha messo a nostra disposizione un immenso materiale di studio ed ha reso più facili e più attendibili i risultati delle investigazioni. Che cosa propriamente s'intende per malattie della casa? Noi comprendiamo sotto questo nome quelle malattie che si manifestano allo stato endemico in alcuni fabbricati e che si trasmettono ai loro successivi abitatori facendovi nuove vittime senza che sia possibile attribuire i casi nuovi a cont agio diretto. Se poi questa endemicità sia dovuta a germi patogeni accumulatisi nelle abitazioni od a difetti nella costruzione delle abitazioni stesse, è difficile dirlo. Probabilmente ad ambedue le cause occorre dare una grande importanza. J"'e malattie sullo sviluppo delle quali la casa sembra che abbia la maggiore influenza sono la tubercolosi ed il tifo. È specialmente la t ubercolosi che deve essere consider ata come la malattia della casa. Prodotta dn un bacillo con spore resistentissime, che pullula negli sputi ed è disseminato per ogni dove dai malati, è facile pensare che questa malattia -0.i\'iene rapidamente parte integrante della casa (22)

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se la sua costruzione, l'esposizione e la disposizione dei locali sono favorevoli alla vita dei germi e capaci di far diminuire i poteri di resistenza degli individui che vi abitano. Nonostante che questa influenza della casa sullo sviluppo delle tubercolosi sia stata sempre sospettata dai medici, bisogna arrivare fino al 1874 per trovare le prime esperienze di conferma della supposizione. Il Tappenheimer preparò numerose gabbie le pareti ed il pavimento delle quali egli aveva imbrattato con sputi di tubercolosi. Quindi rinchiuse in queste gabbie porcellini d'India e conigli e ve li lasciò lungo tempo tenendo con· temporaneamente nelle stesse condizioni di vita altri porcellini ed altri conigli però in gabbie non imbrattate. Orbene egli osservò che degli animal i tenuti nelle gabbie infette, una grande quantità diveniva rapidamente tubercolosa. Le gabbie in queste esperienze avevano evidentemente sugli animali la stessa importanza che le case sugli • • uormw. Altri risultati importantissimi, pubblicati n el 1900, li dobbiamo al Lancereaux il quale, su 2192 casi, da lui studiati durante un trentennio, ne ritiene 65 r dovuti all'abitazione poco aereàta e male illuminata. Ma il lavoro più importante e veramente capitale sull' argomento è quelio citato di Paolo Juillerat capo del casellario sanitario delle abitazioni di Parigi. Trattasi di un lavoro gigantesco che chiarisce la qt1estione in un modo che sembra definivo e che dimostra che la tubercolosi è specialmente una malattia della casa . . Questo lavoro, che si estende per un periodo di 17 anni, ci mostra l'esistenza di case profondamente infette da tubercolosi, nelle quali questa malattia r egna allo stato endemico facendo quasi ogni anno nuove vittime non solo fra la popolazione che vi risiede da molti anni ma anche fra coloro che vi si trovano da poco. Dallo studio di questo casellario risulta anche che vi sono case, per modo di dire, predisposte a ouesta infezione e che annualmente vanno ad aumentare la lista delle case infette. Sopra le 80,000 case che si trovano in Parigi, ve ne sono 820 , con una popolazione di 106,ooo abitanti, che hanno dato una mortalità annua di 9.8 per mille abitanti; mentre la mortalità media di Parigi è di 4. 5. Oltre a queste constatazioni ricavate dalle sole cifre, noi troviamo nel lavoro del Juillerat una quantit à dì osservazioni secondarie sulla località nella quale le abitazioni in parola sono costruite, sul vicinato, sulla larghezza delle strade, dei cortili , sul numero delle finestre, ecc. dalle quali risulta insufficienza di aereazione, affollamento e sopra tutto d eficienza di illuminazione.


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Una inchiesta speciale sopra a 265 case, che più delle altre risultarono infette dalla tubercolosi, ci mostra risultati estremamente suggestivi. Difatti 259 di queste case, con una popolazione media di soli 96 abitanti, hanno dato una mortalità di 7. y8 per mille mentre che le altre 6 case con una popolazione media di 187 abitanti, cioè ~irca doppia, hanno dato una mortalità appena di 3. I I per mille. · Ma nelle 259 case vi erano 2627 camere senza aria nè luce e nelle rimanenti 6 case tutte le camere avevano aria e luce direttamente dallo ·esterno. Rimandiamo a un prossimo numero l'ulteriore trattazione di qu.esto argomento. S . SANTORI.

GLOSSARIO MEDICO. Malattia di Dupuytren-Madelung. Menzionata da Dupuytren nel 1834 e descritta da Madelung nel 1879. s1:nonim'i: lussazione del pugno, sublussazione congenita del pugno, manus valga, radius curvus, carpi.fts cu-rv·u s, rachitismo tardivo del pugno, carpo-cifosi. [Da non confondere con la malattia di Dupuytren (retrazione dell'aponevrosi palmare)]. SEGNO FONDAMENTALE= lussazione dell'estremità

.irtferiore del cubito, uni o bi-laterale. Due tipi: tipo palmare (rarissimo), in cui la testa del cu-

bito solleva la cute della faccia interna del pugno; tipo dorsale \molto comune), in cui l'epifisi cubitale fa saglienza sulla faccia dorsale del pugno. Esistono tutt i i gradi di questa lussazione, da una saglienza minima della testa cubitale sotto la cute, facile a ridurre, mercè la pressione, come un tasto di piano, alla procidenza enorme, irriduttibile, dell'epifisi che tende a perforare i tegumenti. · SEGNI ACCESSORI: incurvamento del radio e tal• volta del cubito; esostosi ràdiali, iperostosi dell'estremità inferiore del cubito; raccorciamento del radio o delle due ossa dell'avambraccio; spostamenti del carpo. PATOGENESI: Di::,cz,r,ssa, lesione nervosa, rachitismo, tubercolosi, traumatismo. TRATTAMENTO. PaZZiaf'i vo: riposo, mass~ggio, balneazione locale calda, braccialetto di cuoio immobilizzante il pugno. Curati vo: osteotomia lineare del radio praticata dal di fuori in dentro -Od osteotomia cuneiforme (angolo a base dorsale). Ris·ulta ti: incostanti , poichè v'è spesso un cubito deformato e dislocato nella sua articolazione inferiore. (Dalla PYesse M édicale). R. B. 1

NOTIZIA BIBLIOGRAFICA. P. STITTLER. Die exsuda tiv-Iyinphatische Diathese. i: vol. in-8° picc. di pag. I I r. Wiirzburg, Verlag von Curt Kabitzsch. r9r3. M. 3. 50. Questo libro ci offre una prova della instabilità che caratterizza le nostre conoscenze. Una volta i pediatri insegnavano che le dispepsie e - di rimando - molti disturbi generali che colpiscono i bambini dovevano ascriversi a oifettosa utilizzazione delle proteine. Poi trovarono che sono gl'idrocarbonati a danneggiare la digestione e la nutrizione durante i primi anni di vita. White è giunto ad affermare che, se vorremo procedere a una revisione delle dispepsie, dovremo prendere le mosse dalla « dispepsia da idrocarbonati » dei bambini, in quanto che essa consente di semplificare il problema, isolandone un fattore ben definito: il consumo degli idrocarbonati. Ora è venuta la volta dei grassi. ...\lcuni pediatri tedeschi infatti appongono ai grassi quasi tutta la patologia dell'infanzia. Di queste recénti vedute si fa eco lo Stittler nel lavoro che presentiamo. Sembra dominare l'idea _che ogni tanto convenga ianciare qualche nuova e straordinaria coneezione. Regna il caos. Intanto_siamo costretti ad accogliere - sia pure con ponderatezza e con riservçi - le ultime dottrine; allorchè vengono suffragate dai fatti e sono in armonia con le cognizioni meglio acquisite. Esse adempiono per lo meno un còmpito utile: inducono al controllo e quindi a nuove ricerche. Anche se destinate a cadere, aprono nnove vie. Da ciò deriva - crediamo - il merito precipuo del lavoro che recensioniamo. Per un altro motivo esso cattiva non meno la nostra attenzione, cioè proietta qualche luce nel garl?_uglio inestricabile del linfatismo, della diatesi essudativa, della scrofolosi, dell'artritismo infan. tile, dell'astenia universale, dello stato timo·linfatico, ecc. L'A. tenta di unificare tutti questi stati morbosi. , Con molta sicurezza coglie e defini'lce la sintomatologia ch'è loro comune: pallore , atonia (flaccidezza muscolare, deviazioni della ·colonna verte. brale, ptosi viscerali), instabilità termica, tendenza alle manifestazioni essudative ed alle infezioni torpide localizzate (infiammazioni croniche delle mucose; polimicroadenia, scrofo}o.tubercolosi), disturbi della digestione (stitichezza alternata a diarrea , vomiti, ecc.), cefaleé, nervosismo, anomalie dello sviluppo (per lo più deficienza di peso alla nascita, poi pinguedine, salvo durante due

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periodi che cadono verso i 6-9 anni e all'inizio della pubertà), ritenzione idrica, ecc. Egli mette prevalentemente in rapporto questi sintomi con l'imperfetta lipoclasi intestinale. Dai grassi alimentari cioè si libererebbero molti acidi i quali verrebbero in parte saturati dai sali di calce producendo dei saponi duri che sarebbero causa della stitichezza. La deficienza di calce che ne deriva determinerebbe lo stato d'irritabilità nervosa (è ben nota l'azione sedativa della calce sul sistema nervoso). Venendo assorbiti, gli acidi liberi ingenererebbero l'intossicazione acida od « ossipatia 1 di Stoeltzner. Questo stato morboso si svolgerebbe su di un terreno ·preparato da anomalie endocrine. Riteniamo che anche la sindrome anemica potrebbe farsi d i pendere çlalla produzione di acidi grassi nell'intestino, poichè Grate e Rohmer hanno dimostrato che il potere emolizzante dell'estratto etereo di feci è dovuto a questi prodotti e specialmente all'acido oleico. Cosi pure Ja diarrea e il vemito potre.bbero essere provocati dagli acidi grassi, poichè sono molto irritanti (Harley). Infine la solubilizzazione dei fosfati basici di calce e di magnesia prodotta dagli acidi assorbiti potrebbe render conto della scarsa mineralizzazione del sistema scheletrico nei bambjni linfatici e scrofo · losi, riconosciuta da molto tempo. Dalle premesse patogenetiche l'A. desume le norme terapeutiche tra cui prevale la limitazione dei grassi alimentari : non soltanto seguirebbe attenuazione dei sintomi, ma lentamente si emenderebbe l'intolleranza pei grassi. Sovratutto nocivi sarebbero il latte, il burro e le uova; verrebbero meglio tollerati i grassi ve· getali e l'olio dì fegato di merluzzo. L' A. raccomanda la somministrazione precoce degl'idrocarbonati ai lattanti e più tardi una dieta, a base d'idrocarbonati e ricca di calce, fosforo e ferro: verdure, patate, legumi, frutta, ecc.; la soppressione dei cibi indigesti; la limitazione delle bevande (dissolverebbero e farebbero eliminare i sali minerali). :\Iolta p arte ne) ridare la pienezza della s alute spetterebbe anche alla vita attiva, all'aria libera. L'A. si ferma infine sulle modalità dell•istruzione da impartire a questi bambini, dal sistema nervoso alquanto squilibrato. Egli discute anche la terapia popolare a base precipuamente di purganti. Il lavoro è condotto molto abilmente. Il st10 stile è incisivo. le sue affermazioni sono nette, le sue (:Onclu sioni sono tratte con rigore di logica e sussidiate da esperienza clinica.

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CEflffI BIBLIOORAFICJ (Non si f1censi1cono elce i libfi Peroenuti in dono alla Retlar:ione (

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Handbuch der biochemischen Arbeitsmethoden, herausgegeben von Prof. Dr. EMIL ABDERBALDEN . Voi. VI·, in-8 gr .. di pag. 786 con 335 fig. e I tavola a colori . .Berlin u . Wien, Urban 0Schwarzenberg, 1912. Prezzo M. 33; rilegato M. 36. « La scienza risiede nella tecnica » diceva Huxley : infatti dalla esattezza dei procedimenti tecnici dipende la sicurezza dei risultati, il valore delle deduzioni. Ma la tecnica si perfez!ona in modo incessante, in tutti i campi della biologia. Questo volume ri· specchia appunto i progressi compiuti dalla tecnica biologica secondo parecchie ·diretti ve. Risulta di una serie di monografie elaborate da studiosi competentissimi. Riteniamo utile di indicare gli argomenti su cui vertono, premettendo che essi sono oltremodo eterogenei: vita dei tessuti in vitro (Carrel); l'esame dei parassiti malarici (Giemsa); le operazioni toraciche sotto alta pressione (v. d. Velden); l'esame dei prodotti della digestione (Zunz); l'esame dei movimenti intestinali (Lohmann); le fistole permanenti del tubo digerente (Cohnheim);la fistola di Eck nel cane (Fischler); la ricerca e la determinazione dell'adrenalina nel sangue (Gottlieb e 0' Connor); esempio di un'analisi di urina (Baumann); esame delle piastrine (Deetjen); spettrografia del sangue (Schumm); spettrofotometria del sangue (Heubner); determinazione del .peso molecolare nelle soluzioni (Hauslian); adsorbi· mento e capillarità (Grafe); capillarizzazione in microscopia (Grii~s); intensità luminosa (Vonk); metodi ottici (Abderhalden); alcaloidi (Grafe); sostanze tanniche (Nierenstein}; i gruppi aminici alifasici (van Slyke); varie questioni di biologia vegetale (Grafe); esame chimico e biologie-o dell'acqua e delle sostanze di rifiuto (Emmerling); complementi di tecnica chimica (Kempf). Come si vede, si tratta di un menu variato. Seguiranno altri volumi detl•importante pubT7 \' . blicazione. G. ANGELICI Le reazioni biologiche della diagno· stiea veterinaria. - Un vol. in-8 picc. di pag. r 15. Torino). Libreria editrice Carlo Pasta, 1913. l,. 2. È un qu-adro completo delle nostre conoscenze sulle reazioni allergiche: anafilassi, bat.ter!olisi e citolisi, agglutinazione, precipitazione, storno e fissazione del complemento, reazione meiostagtni· nica , reazione opsonica, cobra-reazione, ecc .. ono.


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SEZIONE PRATICA

-prospettate da 1 punto di vista della dia gnostica veterinaria. Ma il lavoro si renderà molto utile anche ai me· dici, in quanto che permetterà loro di orientarsi facilmente in t1n campo nuovo, nel quale si suc~edono ogni giorno nuove conquiste. L' A. ha ~aputo vincere molte difficoltà. Egli riuscito ad essere chiaro a un tempo e sintetico. Mancava un lavoro riassuntivo cosi pregevole. I. T.

VARIA · Il femminismo dal punto di vista medico. - Le gesta dei femminismo nell'Inghilterra comprovano come la donna sia inca pace del senso di responsabilità civile e immatura alla vita pubblica· politicamente arretrata. Ma è certo che il compito delle donne va modificandosi nella società odierna. E sse lavorano rudemente nelle officine, occupano 1nolti posti negli uffici e nei negozi vanno prendendo molti posti · degli uomini. Dal punto di vista medico interessa considerare quale ripercussione l'attuale stato di cose possa avere sull'avvenire della razza. Questa influenza non può essere che disastrosa. Infatti le donne che si guadagnano la vita divengono incapaci di adempiere il loro compito di madri. In molti casi non possono allattare i bambini; più tardi non possono sorvegliarne l'educazione flnica e mentale. Sono costrette ad abbandonare i figli nella casa oppure ad affidarli alle cure di una domestica o ad un'istituzione detta di educazione. La vita di famiglia ne soffre -e quei ragazzi crescono malsani di ·spirito e di corpo. Importa conoscere questo cambiamento ver.so il peggio che si è prodotto nella società attuale; ma non sarebbe facile correre in tempo ad un • riparo. (Dal M edical Record). I. T. .

P. GASTOU. Le Laboratoire du Praticien fase. 2° in-4, di pag. 84 e 24 tavole. Parigi, A. Poinat éditeur, 1913, Fr. 4. Questo fascicolo raccoglie una serie di note pratiche sui metodi e sui procedimenti di anali~i cliniche pubblicati dal Gastou nel « Journal Mé. tlical Français » . Il Gastou è capo del laboratorio dell 0spedale Saint-Lou.i s a Parigi e le sue note costitt:tiscono una guida alla diagnosi ed all 1igiene profilattica delle malattie .comuni ed esotiche. Il lavoro comprende Ì::1- note con 24 magnifiche tavole nelle quali trovano posto 432 figure in nero e a colori; un fascicolo precedente risultava di 10 note. La serie continua. Le figure ci sembrano un po' troppo dettagliate pei pratici, pur essendo schematizzate, e troppo imperfette pei tecnici. Troviamo almeno dubbia la necessità dell'ultramicroscopio nella pratica corrente.... . 1

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PUBBLICAZIONI PERVENUTECI.

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GUERRINI G. I veleni dei zooparassiti. - Pavia, 1912. TEs'rA G. C. e SORMANI G. Influenza della som. ministrazione di proteidi sul lavoro meccanico dei muscoli. - Pavia, 1912. CAPOGROSSI •A. Ospedale Costanzo Mazzoni in Ascoli Piceno. Relazio~e sul movimento generale e ·resoconto clinjco della sezione medica nel biennio 1910-1911. - Ascoli Piceno, 1912. MASSALONGO R. e PIAZZA c. Dei purganti per via ipodermica. La peristaltina. - Veronat 1912. GUERRA-COPPIOLI L. 'fubercolosi e alcooli~mo in Italia. - Firenze1 1912. FRUGONI C; Arteriosclerosi polmonare. - Milano, 1912. PIRAS L. Osservazioni batteriologiche fatte durante il colèra di Genova del 1911. - Novi Ligure, 1912. OR'.r.ALI O. Paralisi da rachistovainizzazione. Foiigno, 1912. PANCRAZIO I. I~a lotta contro il colera (A proposito dell'infezione colerica a Mira nel 1911). Padova, r912.

Dottoressa BICE NEPPI. I 'fermenti dell'organismo animale. l vol. in-8 gr. di pag. 166. Milano. Stab. Tipogr. Stucchi Ceretti e C.. 1913, lire 4. È questo un lavoro i1nt~ressante pel biologo e pel medico, poichè i fermenti assumono importanza fondamentale nel chimismo degli esseri. L 1Autrice svolge con molta competenza e dottrina, ma in un italiano un po incerto, i vari -capitoli del lavoro. Il quale è diviso in una parte generale ed una parte speciale. Nella prima sono prese in esame le proprietà dei fermenti ed i -nteccanismi con cui essi agiscono; nella seconda vengono passate in rassegna le varie ~la~si di fermenti. Qualche paragrafo di speciale importanza per la medicina avrebbe potuto forse essere utilmente ampliato: p. es. la trasformazione delle basi puriniche ci sembra trattata in modo alquanto • sommario. L 1 Autrice è addetta in qualità di chimico all'Istituto Sieroterapico Milanese, sotto i cui auspici viene pubblicato il lavoro, cui ha apposto una prefazione il prof. Belfanti. 1

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Il caso Braccini.

dell'Autorità sanitaria governativa della provincia. Il nocciolo della questione Braccini è questo: 8ono rimasto molto in dubbio se dovessi o tutto il resto è un artifizio di polemica giudiziaria, no occuparmi del singolar e « caso » giudiziario ' e una montatura messa su per ragioni di podel quale continua ad esser vittima il dottor · litica spicciola e non bisogna prestarsi al giuoco Braccio Braccini, ufficiale sanitario di N ocera di chi (n1olto abile in questo genere di diverUmbra ; ed il dubbio era legittimo e giustifitimenti per un certo pubblico della galleria cato: 1° dal convincimento della completa di quint'ordine) vorrebbe offuscare o togliere inutilità di t1na polemica sopra una sentenza alla vertenza i caratteri di una q t1estione di di magistrati, anzi del suo pericolo per le sue polizia sanitaria. possibili conseguenze deleterie nei riguardì di Noi invece nel campo della polizia sanitaria un even tu~le ricorso in Cassazione; 2° dalla ritrosia che ciascuno di noi prova ad occu- dobbiamo e vogliamo rimanere, e diciamo che parsi di un argomento che per un complesso la sentenza di Milano è pericolosissima per i di circostanze, imputabili in gran parte all'av~ suoi effetti sulla tutela della salute pubblica, versario del medico, presenta un innegabile perchè gli ufficiali sanitari del felice regno lato politico pel quale chi ne giudica può d'Italia oggi hanno tutto il diritto di domansempre essere esposto al sospetto di seguire darsi se valga la pena di occuparsi dei doveri l'ispirazione di una pregiudiziale piuttosto che del loro ufficio, ricompensati nel modo che tutti sappiamo, se essi debbono correre il quella dell'equità. Queste due considerazioni rischio di avventure come quelle che sono sono molto importanti e mi inducono ad un capitate al collega Braccini ; e nessuno che doveroso riserbo sul « caso » speciale della non abbia rinunciato al dono di ragionare potrà condanna del dott. Braccini, confermata dalla dar loro torto. Corte d'Appello di ìVfilano, ma non lo sono E un episodio del procec;so di Milano li terrà abbastanza da farmi tacere sulle conseguenze di indole generale alle quali la strana sentenza fermi in questa loro eventuale e futura deterdei magistrati milanesi può condurre. E perchè minazione che potrebbe sintetizzarsi nella vectacere? A questo processo è legctta un'altissima chia formula « non te ne incaricare! ». Il dottor Braccini non ha avuto soltanto il questione di ordine pubblico, che rispecchia nient'altro che l'intera funzione degli organi piacere di vedere alta discussione della sua cui la legge ha affidato nei Comuni la tutela ca usa il medico provinciale di Perugia come dell'igiene pubblica, e dinanzi ad essa scom- suo testimone a discarico; egli ha avuto la pare l'importanza dei pochi mesi di reclusione inestimabile consolazione di vedere un altro assegnati dai magistrati di Milano all'ufficiale medico provinciale come perito della parte civile, cioè come rappresentante tecnico dell' in· sanitario di Nocera Umbra. Perchè è bene ricordare che quest'ufficiale dustriale suo accusatore. In un paese in cui è possibile un fenomeno sanitario dovrebbe ripoEare nella quiete di una prigione semplicemente per aver compiuto un simile ed in cui proprio uno dei pubblici uffiatto ordinario del suo mi1iistero, cioè per aver ciali creati dalla legge per rappresentare lo richiamato l'attenzione del suo collega del co· Stato nelle difese della salute pubblica va in mune di ~filano sulle cattive condizioni igie .. un tribunale ad avvalorare l'accusa di abuso nicbe con le quali egli riteneva che certa di potere contro il medico che ha voluto asacqua minerale fosse stata immessa nei va- sicurarsi della purità di un'acqua messa largoni-serbatoi aila stazione ferroviaria di No .. gamente in commercio da un industriale pricera Umbra per essere trasportata a ìV1ilano. vato e ad agevolare la sua condanna, in questo invitandolo ad esaminare l'acqua appena arri- paese, dico, gli ufficiali sanitari comunali fav at a a destinazione; e questo atto ordi11ario ranno bene ad andarsene tutto il santo giorno delle sue funzioni l'ufficiale sanita:-io di Nocera a caccia di tordi perchè la vigilanza sulla U mbra avrebhe fatto d'accordo col medico buona salute del prossimo è funzione troppo Doctor CAJ US. provinciale di P erugia, cioè col rappresentante pericolosa. (26)


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Posti a concorso. Spett.

~edazione,

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per scoprire un orizzonte più vasto per un domani migliore. A soddisfare tale richiesta non ci sare b bero grandi difficoltà per un periodico come il nostro, accre· ditato, di serietà indiscussa, organo e portavoce di tanti interessi di classe, che si onora di una Direzione di redattori illustri, e che per dippiù ha sede nel cuore della Nazione. N è credo po• trebbero essere d'ostacolo la tirannia dello spaz·i o e le esigenze tipografiche, che in gergo giornalistico spesso si usano per orpellare dolcemente un diniego. come quello che potrei avere io stessoalla pubblicazione di queste poche righe. E grazie, signor Redattore, per me e per i molti di cui ho interpretato un desiderio tanto più vivo per quanto mai espresso. · Dott. N. G. da R.

Il Potìclinioo - specialmente la Sezione Pratica - si fa sempre più completo e rispondente ai bisogni dei numerosi lettor i. Rit1scirebbe però maggiormente utile agli interessi dei singoli e della intiera classe se integrasse la rubrica Condotte e Concorsi, completandola delle notizie inerenti a tutto il personale sanitario che si richiede o si offre, ed aggiornando tale movimento con maggior solerzia di date e precisione di dettagli. Di solito si legge un lungo elenco di concorsi, ma più d'una volta l'avviso è pubblicato quando i termini sono scaduti o 11 li per scadere: quindi a nulla vale la notizia quan~o non si è più a tempo per profittarne. E poi quella rubrica ha il difetto di non occuparsi d'altro che di condotte, all'infuori dell'anLa nostra rubrica dei concorsi è compilata con nunzio di qualche posto d'assistente d'ospedale molta diligenza. e del concorso della R. Marina. E i molti lettori Per convincersene basta raffrontarla con quella sparsi in tante parti d'Italia: di cui parecchi di altri giornali medici. Questi ultimi, anzi, non nel raccoglimento d'una modesta condotta - si di rado si avvalgono del nostro lavoro, al punto· maturano e preparano a qualche posto più remu- da ripeterne gli inevitabili errori di trascrizione nerativo e di maggior prestigio, nulla riescono a e di stampa e perfino gli asterischi denotanti le ~apere dei molti posti sanitari disponibili in tante diffide. altre Amministrazioni civili, militari, carcerarie,. La compiutezza della nostra rubrica è stata Opere pie diverse, istituzioni private, ecc . Lad- spassionatamente riconosciuta e citata a modello dove, a quanti non interesserebbe, per esempio, nel cc Medico Condotto ». conoscete qualche cosa dei concorsi fatti e a farsi Tutto ciò non toglie che in essa permangano per il personale sanitaliio da destinarsi in Libia, mende e lacune. Ad esempio, troviamo inconteove ai medici militari oramai si va mano mano stabile e pienamente giustificato l'addebito che sostituendo personale civile? È un nupvo e largo Ella ci muove, di pubblicare con soverchio ritardo campo di attività e di vita che si apre con le molti concorsi. Ma conviene tener presente che nuove colonie, e c'è tanto da rifare in esse, per i comuni, gli ospedali ed altre istituzioni sentono cui molti potrebb.ero aspirare ad occuparsi nella poche volte il dovere di dare in tempo la più organizzazione di quei servizi igienico·sanitari. ampia pubblicità ai concorsi che essi bandiscono Ebbene, perchè non informare i lettori dell'ordi- e ce ne trasmettono con ritardo gli annunzi. namento dato o progettato, del personale richiesto, Non di rado poi la notizia giunge a noi per dei programmi e condizioni di concorso, ecc. ? tramiti indiretti, quando la scadenza del concorso · Ha sorpreso grandemente, e non me soltanto, la è prossima o è imminente. notizia pubblicata dai giornali politici, che cioè Potremmo cestinare le notizie di concorsi persono stati già messi a posto i primi 7 medici venuteci con tanto ritardo; ma preferiamo di incoloniali. E come ;> Certo saranno def colleghi serirle e ciò per parecchi motivi. fortunati, che trovand6si a1la Capitale sono stati In primo luogo esse richiamano l'attenzione su in grado di far tutto a tempo. E i tantissimi di un inconveniente piuttosto che dissimularlo, altri e i molti che aspettavano ed aspettano di quindi fanno valere la necessità di opporvi un saperne qualche cosa ? 1 A meno che il Ministero riparo. non si disponga a provvedere con degli incarichi In secondo luogo alcune di queste notizie tar· di favore; e anche questo talora non conviene di ve possono giovare a quei medici che a vessera ignorare. Frattanto la stampa medica avrebbe il pronti i documenti e che dovessero solo predovere di tenere a giorno i su~i lettori di quanto sentarli o che sapessero profittare delle interpretazioni poco restrittive delle norme procedurali si prepara e si fa e si dice. Insistere su questo desiderio mi pare soverchio; per l'ammissione. Infine questi annunzi occupano poco spazio. è l'espressione del bisogno di quanti fanno del giornale di classe che loro giunge settimanalmente, Non so~o di nessu11 pregiudizio a nessuno; quindi un amico, un consigliere, un aiuto in tutto, anche non vediamo la necessità di sopprimerli.

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IL POLICLINICO

Poichè la nostra rubrica non ha carattere ufficiale, non si può presumere che accentri tutte le notizie dei concorsi sanitari banditi in Italia. Anzi è troppo naturale che molti concorsi ci sfuggano, specialmente quelli intorno ai qu&li si mantiene la ' congiura del silenzio 11. Non soltanto il P1JZiclinico, ma tutta la stampa sanitaria e politica ne viene a conoscenza solo dopo che già sono stati espletati. Non è proprio 'a noi che si può muoverne un addebito. Per quanto però concerne l'appunto rivoltaci nella Sua lettera, di non ~sserci occupati del concorso che si preparava a medici coloniali, esso non ci tocca. Infatti a due riprese abbiamo dato notizia di un corso speci::tle pei futuri medici coloniali. - Quei colleghi i quali, in seguito a questa notizia, hanno assunte le necessarie informazioni presso la Direzione di Sanità ed hanno seguito il corso da essa organizzato presso i Laboratori centrali. sono sta ti informa ti in tempo del concorso ed hanno potuto partecipa!"VJ. Pet; tutti gli altri medici sarebbe stato superfluo un an• nunzio. Il nostro periodico accoglie volentieri le critiche quando siano fondate; ma nella fattispecie, i nostri associati farebbero bene se ci coadiuvassero con qualche impegno nella compilazione della rubrica, questa riuf?cirebbe molto più completa. Basterebbe che essi ci trasmettessero gli annunzi che vengono a loro conoscenza, condensandoli quanto più è possibile (la pubblicazione ne viene fatta da noi gratuitamente). Renderebbero un servigio alla classe. A. S.

olle specialità farmace11ticl1e. Egregio collega dott. Cajus, Da qualche tempo noto con con1piacimento che nelle colonne del Policlinico viene trattata la grave questione della specialità farmaceutiche: ho letto ancl1e quanto ha scritto il dott. Vivenza e credo che le cose siano arrivate a tal punto da rendere necessaria l'unione di tutti gli onesti per tentare di porre un argine al dilagare del ciarlatanismo; spero che anche la mia modesta parola sarà accolta in codesto giornale, anche se apparirà un po' troppo rude. La question~ delle specialità non è che una parte di una questione molto più vasta. Giacomo Casanova seri veva: « Ma vocation était d 'étud ier la mé(1ecint pour l'exercer . .. . Si on y avait bien penc:;é, on m'aurait laissé suivre mes goftts t je serais devenu 111édecin, état où le charlata-

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nisme sert plus encore que dans celui d'avocat 1. Questo era vero ai tempi del Casanova, era vero prima, lo è anche oggi. Non voglio analizzare le molteplici ragioni per le quali l'esercizio della medicina si presta cosi bene al ciarlatanismo, ma mi limiterò ad affermare che il ciarlatanismo è forse la causa principale del discredito nel quale sono stati tenuti i medici, malgrado le reali benemerenze di un gran numero di essi. Chi ha una modesta cultura letteraria avrà trovato negli • autori raramente l'elogio, ad ogni passo il sarcasmo, la satira, l'accusa. Ho detto che il ciarla· tanismo è stata la causa principale di questo stato di cose: volendo essere più ' esatto si può dire che non vi è stato estraneo l'empirismo cieco della medicina nei tempi passati, non che l'in· certezza della nostra scienza e della nostra pra· tica. Ma oggi, in un'epoca in cui per i progressi fatti si procede alquanto più sicuri nella diagnosi, mentre i mezzi curativi non sono più il mono· • polio di nessuno~ ma dominio di tutti, fa male assistere al crescente sviluppo del ciarlatanismo. Vi è un ciarlatanismo d'alta scuola, pseudoscientifico, di cui dànno l'esempio i g1'os bonnats della medicina, gli alti papaveri, come Lei, egregio collega, li designò molto bene ·in un suo articolo: questo ciarlatanismo per esser fatto con l'eti· chetta di un nome spesso illustre e benemerito della scienza sfugge al controllo ed alla denunzia, nè voglio spenderci altre parole. Certo vi sono delle lodevoli eccezioni e fa piacere leggere a pagina 493 del Policlinico che le fiale di chinino (formula Baccelli) per iniezioni endovenose pos· sono essere preparate da qualsiasi buon farmacista ! Vi è poi un ciarlatan·i smo di piazza, a base di gran cassa, fatto con la 'Y~clame sui giornali , con sfruttamento dei poveri ammalati che vogliono tentare dei rimedi che non hanno di nuovo altro che il nome, con la trasformazione di una nobile professione jn un indegno mercato di salute; vi • è un ciarla taoismo con il quale si improvvisano gli specialisti, si dànno i consulti per lettera, si impone ai clienb di rivolgersi ad una determinata farmacia e ciò per inconfessabili accordi tra me· dici e farmacisti, si truffa in altri termini quel1'umanità che avrebbe diritto al massimo rispetto, cioè l'umanità sofferente. Contro questa forma di ciarlatanismo io credo che si possa efficncemente lottare. Quando vennero istituiti gli Ordini si sperò nella loro autorità : ma ci siamo di già a ccorti che gli Ordini sono destinati a rimanere inattivi se gli onesti non si uniscono stimolando i dirigenti gli Ordini stessi ad adottare dei provvc.-di· menti efficaci. È questa unione che ::;i impone


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SEZIONE PRATICA

oggi in seno alla classe medica; io sono certo che la maggior parte dei medici saranno d'accordo con me e sp~ro che nelle colonne di codesto diffuso periodico Ella, egregio collega, vorrà spendere ogni tanto qualche parola per una ca usa così nobile. Mi cred.a suo devotissimo

Don.

GUSTAVO BARBENSI.

Firenze, 24 aprile 1913.

(}ronata, del movimento professionale. . Conveg1io dei Presiden ti degli Ordini dei medici de?la Sicilia. - Il giorno 27 ha avuto luogo il 1° Convegno dei presidenti dei vari Ordini dei medici delle provincie siciliane per u.n a comune in· tesa dei Consigli amn1inistrativi nei rapporti cogli iscritti nei rispettivi albi, con gli altri Ordini del Regno, colla Federazione e per concretare tutto un programma di rivendicazione dei diritti morali e materiali della classe medica e per la elevazione della coscienza sanitaria nell'interesse anche delle condizioni igieniche dei Comuni. Presiedeva la riunion e il prof. Arge'nto. Si discussero ampiamente e si deliberò sui seguenti temi: r 0 Propesta di una F ederazione degli Ord1:ni dei medici di S1:cilia, che però dopo ampia ed esauriente discussione non venne accettato ritenendosi bastevole la Federazione nazionale; stima soltanto necessario tenere de.i p eriodici convegni per lo studio e la risoluzione di quei problemi che più interessano la Sicilia. zo Rapport1: con gli iscritti negli albi con gli altri Ordini del R~gno, con la F ede1 azi'one degli O·rdini e con la Federazione delle .4~soci'azioni sanitarie e si stabili che tutti gli Ordini della Sicilia dovranno aderire alla Federazione degli Or jini di Roma nell'interesse di tutta la classe e per accrescere forza alla unione di tutte le organizza· zioni mediche del Regno. 3° Discentramento provinciale fJer l'istruzjone e l'educazione degli orfani dei medici , conservando l'Amministrazione Centrale in Perugia. 4° Pet' il V Congresso medico Siciliano in Si· racusa. Si stabilisce di prostergare alla primavera del 1914 la data di questo Congresso. 5° Il Convegno si occupa anche del tema che ai Consigli degli (Jrdini dei medici siano deferite come ai Consigli degli Ordini degli avvocati tutte le liquidazioni sia delle perizie che delle contestazioni fra medici e clienti, e si decide di interessare all'uopo il ministro di grazia e giustizia, i capi delle Corti giudiziarie e dei Tribuna?i dell'Isola. Propone inoltre che si faccia un voto alle Autorità competenti per la equiparazione dei medici

italiani col trattamento fatto ai medici stranieri. Il Convegno fa un voto anche al Governo perchè venga riformata la legge sulla Cassa di Previdenza del z dicembre 1909, apportandovi tutti quei miglioramenti economici compatibili con l'enorme costo della vita e con la dignità di q11ella classe che ,compie la più alla funzione dello Stato. Infine l'adunanza ha approvato alla unanimità i seguenti altri Orclini del giorno: Il I Convegno degli Ordini dèi medici siciliani in conformità di quanto è stato deliberato dalla Federazione degli Ordini del Regno, constatando le numerose deficienze della legge e del . regolamento degli Ordini, afferma la necessità di fare opera comune per ottenere quelle modificazioni necessarie allo sviluppo dell'azione degli Ordini e frattanto afferma di dare la più ampia interpretazione della legge per ottenere dall'applicazione di essa i risultati più pratici dell opera degli Ordini ». « Il I Convegn<? degli Ordini dei medici siciliani per fare opera concorde di elevazione del decoro ed indipendenza della classe, deliberg di provocare dalle competenti Autorità politiche, giudiziarie e di P. S. il rispetto alle leggi sanitarie ed invoca da esse quella zelante e benevola cooperazione che nell'intesa comune può i:iusc\re proficua al normale funzionamento degli Ordit;ti sani tari ». G. DONZELLO. 1

Ordine dei Medici di Roma. - Si ricorderanno i tristi casi di Roccagorga, dei quali fu causa un agi tazione contro il medico condotto dott. Alme· rindo Garzia che dovette abbandonare quel paese divenuto per lui inospitale. Ora sappiamo che mercè l'interessamen·t o del medico provinciale prof. Badaloni, del presidente dell' A. N. M. C. dott. Umberto Brunelli e della presidenza dell'Ordine dei Medici di Roma, il dott. Garzia ha potuto liquidare abbastanza soddisfacentemente la sua posizio.n e col comune di Roccagorga, con la speranza di una non lontana sistemazione definitiva in altro comune della provincia. 1

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE .

Concorso. Modifica del numero dei posti. Il Dott. M. P. da S. espone che a seguito del giudizio di apposita Commissione furono, su sei concorrenti, dichiarati quattro solamente idonei a coprire il posto di medico condotto; e che il Consiglio comunale, riunito per procedere alla nomina dei quattro, perchè altrettanti erano i posti stati messi 3 concorso abbia proceduto alla nomina di nessuno, rinviando gli atti per studiare se era il caso di diminuire a due ! posti (29) (3809)

...


IL POLICLINICO

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me:3si a concorso. Chiede conoscere se per la nomina di detti due ·medici occorra bandire un nuovo concorso e se si possa iniziare giudizio al Comune per rifacimento di danni. Per la nomina dei due medici non occor~e nuovo concorso essendo tuttora valida la graduatoria formulata dalla Commissione. In quanto al giudizio pei danni sarebbe esso certamente proponibile, ma non I"'a consiglieremmo ad iniziarlo, essendo difficile provare l'effettivo danno materiale subito per opera del!' Amministrazione municipale. Occorrerebbe che Ella dimostrasse di aver.e nel frattempo perduto altro posto egualmente o meglio retribuito o di essere stato im• pedito dall'esercizio libero professionale. (3811) Nom ina in due condotte. - Il Dott. A. A. da F. essendo stato nominato in una seconda con.dotta desidera conoscere se può mantenere anche la prima, facendosi in questa rappresentare da un interino. Non è possibile ciò fare av~ndo nella prima condotta l'obbligo della prestazione personale. (3813) Pensioni. Liquidazioni. - Il Dott. C. D. da V. chiede conoscere se può riscattare due anni di servizio durante i quali non è stato iscritto alla Cassa e non ha pagato contributo di sorta. I due anni di servizio, di cui è cenno, non possono essere riscatta ti. (3815) Aitmenti sessennali. - Il Dott. G. P. da S. A. chiede conoscere se ai medici condotti è concesso di diritto, come agli altri impiegati comunali. l'aumento sessennale. Pei medici condotti si applicano norme speciali di carriera, come quelle contenute nel rego· lamento generale sanitario del 1906. In detto regolamento è dichiarato che l'aumento sessennale compete ai sanitari condotti sol quando esso è previsto e sanzionato nel relativo capitolato. (3817) Pensioni. _,_ Al Dott. A. G. da G. rispondiamo che ben volentieri gli forniremo le notizie che ci richiede non si tosto avrà ripetuto il quesito con la indicazione della età che avrà all'atto della liquidazione della pensione, essendo questo un dato essenziali~imo pei calcoli relativi. (3819) Cassa di previdf3nza. Inscyizioni . Il Dott F. S. da P. C. desidera conosce1 e se può liquidare pensione ininima dopo solo dieci anni di iscrizione alla Cassa, tenendo conto nel calcolo, degli anni di servizio prestati antecedentemente. Crediamo che ben possa Ella ciò fare pel combinato disposto degli articoli 7 e 32 della legge 2 dicembre lgog, n. 744, che permette di tenere conto degli anni non riscattati pel solo scopo del raggiungimento <lel diritto a pensione. Liquiderebbe annue lire 303. (30)

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Al Dott. P. M. da G. ri~pottdiamo che non si tratta va di vendita di sostanze alcooliche ma di altro. (3823) Regolamento d'igiene. Corr,penco all'ufficiale sanitaY1:0. - Al Dott. G. M. N. da P. M. rispondiamo che il dovere di .. corrispondere adeguato compenso all'ufficiale sanitario per la compilazione del regol~mento d'igiene discende direttamente dal fatto che fra gli obblighi normali imposti a detto funzionario dall'articolo 21 del testo unico, non ne figura alcuno del genere. (382 1) Esercizi pu,bbtici. -

Doctor JUSTITIA.

()ondotte e ()onoorsi. I

AFRAGOLA (Napoli). - Condotta; L. 1200 e sessenni; cura poveri. Scad. 29 maggio.

2

ASIAGO (Vicenza). - Condotte pei 2° e 3° riparto. Stipendio L. 5000 lorde ciascuna. Aumento del 20° per 6 trienni. Scad. 10 giugno. BAGNI DI Luce.~ (Lucca). - 4a condotta pei poveri; L . 2500 lorde, 4 sessenni e L. 300 pP.l mezzo trasporto. Scad. 31 maggio.

* BAGNO DI ROMAGNA (Firenze). -

Tre condotte; L. 3000 pei poveri, con 3 sessenni, L. 700 per gli abbienti, L. 600 per cav., lorde; alla 2a. condotta è annessa la direzione sanitaria dell'Ospedale Angiolini. con retribuzione di L. 252. Scad. 15 giugno. BEn1zzor4E (Brescia). - Condotta ; L. 4200 e 3 sessenni. L. 200 servizio sanitario. Scadenza 20 • maggio. Consorzio, BELLUSCO ED UNITI (Milano). L. 4500 nette, tre sessenni, L. 1uoo cavallo. Scade • 31 maggio. BEREGUARDO (Pavia). - Condotta piena; lire 3800 e 3 sessenni. Abitanti 2302 Scad. 31 maggio. BURGIO (Gi-rgent1'). - A tutto il 30 maggio concorso a 2° medico-chirurgo condotto Vedi fase. 15. • *CASTORANO (Ascoli Piceno ). - Condotta piena; L . 29cio, L. 200 quale uff. san. e L. 600 cavale. Scad. 22 maggio. * CEI.LERE (Roma). - Condotta piena; L. 4000 lorde e 4 sessenni, L. l oo uff. san. Ab 2203 con soli. 60 in frazione vicina. Ospedale locale. Scad. 1 giugno. CHIARANO (Treviso). - Condotta pei poveri ; L. 3000, L. 200 se ufi. san. e L. 800 per cavale. Scad. 31 m aggio. CuREGGIO (NovaYa). Condotta: ab. 2117; L. 2000 per 1300 poveri incirca. L. 1200 per gli abbienti, L. 200 quale uff. san. Aumento di Jh 6oo nel corso del biennio 1914-15 e tre sessen.W, in corso a 'approvaz. Scad. 22 maggio. * DESULO (C,1gt;·aY1). - Condotta per la generalità; L: 5000 nette e L 200 per ann. farm. &ad. 31 maggio.


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SEZIONE PRATICA

FRAGAG~ANO (Lecce). -

Condotta piena; L. 3000, compresovi compenso uff. san. Ab. 3400 circa. Scad. 21 maggio. GIANICO (B-re~cia). - L. 3400, cura piena, ab. 913, senza obbligo cavallo, popolazione riunita. Scade 5 giugno. GREVE (Fi"renze). - Condotta per S. Polo; lire 2600 e L. 400 per cavale. , nette, 2 sessenni del decimo; non più di 35 anni, s. e. r. Scadenza 26 • maggio. MACUGNAZA (Novara). - Ab. 767; ·L. 307~ e e alloggio, per la generalità; uff. san.; arm. farm. Scad. 31 maggio. . MAGLIANO IN TOSCANA (Grosseto). - Condotta piena per Montiano; L. 4050 aument., diritto cavale. per visite in campagna; L. 150 per arm. farm. Ab. 1339. Scad. 30 maggio. MEDICINA (Bologna). - Condotta piena per Portonovo; L . 3800 e 4 sess. Scad. 30 maggio. MONTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri; L. 6oo lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prendere possesso della carica entro otto giorni dalJa notifica della nomina. Scad. 15 giugno. MONTENltRO VALCOCCHIARO (Cam pobasso). Condotta; L . 3000. Ab. 2008 circa. Scadenza 30 • maggio. PERUGIA. Univers-i tà degli studi. - Professore straordinario di fisiologia: L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Sc~d. 30 giugno. P)tSCIA (Lucca). Spedate SS. Cosimo e Damiano. - Assistente medico chirurgo; L. 1200 annue . vitto e alloggio nei giorni di guardia. Durata in carica due anni. Documenti al pr~sidente dell'amministrazione ospedaliera entro il mese di maggio. Il prescelto entrerà in carica il r5 giugno venturo. •

*

PIENZA (Siena). - Condotta piena per Monti~J:tiell?; L. 2795 lorde, indennità di cavale. per v1::>1te tn campagna, supplenze. Scad. 30 maggio. POLA· - Medico (IV) per la Cassa ammala ti del personale di stato civile dell' i. r. Marina a Pola. Vedi f asc. 19 Scad. 31 maggio. * R.ECOARO (Vicenza). - 2a condotta piena: L. 4000; obbl. cav. Scad. 31 maggio. ROBILANTE (Cuneo). Condotta; L. 1800 e L. roo u~. san. Ab. 3038, poveri 200 circa. Scad. 25 maggio. ROMA. A mminist-razione P rovincz:ale. Tre medici assistenti nel manicomio di S. Maria della Pietà (Ist~tuto di ~oma o succursale.di Ceccano); L. 2300, vitto alloggio personale ; nomina biennale conferme. Età 25-40 anni. Docum. alla segreteri~ della Provincia non oltre il 3! maggio. ROMA Ministet'o dell'Interno. - Esami d'idoneità per l'autorizzazione a viaggiare come medico di bordo. Vedi fase. 19. Rivolgersi alla Direzione Gen. della Sanità pubblica, sia direttamente, sia per m ezzo della prefettura di ordinaria residenza, entro il 3 I mag. SAMPEYRE (Cuneo). - Prima condotta; L. 1800 (in corso d'approvazione) lorde e 4 sessenni; poveri 400 circa. Ab. 5767. Scad. 30 maggio.

727

SAN MAtJRO l\'lARCHESATO (Ca tanzaro). - Condotta piena ; L. 3000 lorde, compresovi compenso quale uff. san. Ab. 1839. Scad. 15 giugno. . ~ SER.RAVALLE PISTOIESE (Firenze). - Condotta di Ca~al Guidi, pei poveri ; L . 2200 aument. di anno 1n anno fino a L. 2500 lorde .e L. 500 per obbl. cavale., non più di 40 anni , s e. r. Scad. 30 maggio. TRETTO (Vicenza) . - Condotta e uff. san.; lire 5500 ed alloggio; obbl. cavale. Scad. 16 maggio. TRIPOLI. Ammir..i'strazione degli Istit1iti Ospeda~ di Beneficenza. - Oculista dell'Ospedale · ~ 1ttor1 o Emanuele III. Età massima 40 anni a~ 10 aprile. L .. ~800 pi? indennità temporanea dt L. 200 mensili. Esperimento di un anno; conferma per quattro anni. Domande all'Amministrazione entro il 15 giugno. VALLE AGRICOLA (Caserta). - Condotta per la generalità e uff. san.; L. 2700 lorde: ab. io14. Scad. ·24 maggio. VARAPODIO (Reggio Calabria). - Condotta piena; L. 3000. Assunzione del servizio entro 15 giorni. Scad. 31 maggio. ZONE (Brescia). - L. 3400, cura piena, L. 300, arm. farm .. L. 200 alloggjo, abitanti 1016, località 4 villeggiature. Scade 5 giugno . PARIGI. - La « Societé d'Hygiène de l'Enfance J> mette a concorso per il 191 3 il tema seguente: « Sul posto che debbono occupare nell'educazione moderna le nozioni di puericoltura e d'igiene dell'infanzia ». Le memorie debbono essere inedite e scritte in francese, tedesco, inglese, italiano o spagnuolo. Si ricevono sino al 31 dicembre. Gli autori non debbono farsi conoscere. I premi consistono in meàaglie d 'oro. vermeil , argento e bronzo e in menzioni onorevoli. Per informazioni rivolgersi al presidente, 10, rue Saint-Antoine, Paris IV. Medico-chirurgo giovane, assistente in Ospedale. pratjco condotta, cerca buon interinatò nei mesi ai luglio, agosto, possibilmente al mare o montagna. - Dirigere: Dott. Calabrese fermo-posta Roma.

'!:-ri

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Sono segnati con un asterisco • i c oncor si che ci risultano dii· fidati dalle si ngole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due ast erischi •• I concorsi che ci risultano boicottati dalla Federazione delle Associazioni Sanitarie Italiane

Diffide e boicottaggi.

Nuove diffide: Terni, per tre assis_tenti nel Civico Ospedale. Polverigi (Ancona), Scaldarole [Sannazzaro] (Pavia) , .Burgio (Girgenti) , Firenzuola e Vaglio, (Firenze) Arcorano (Ascoli Piceno). Revoca di diffide: Serra valle Pistoiese (Firenze), Tor (Udine), Borgotaro (Parma), Pietrafitta (Cosenza), Ponzone (. o\.lessandria). . La sezione Vicentina dell' A. N. M. C. ricorda ai colleghi che è sempre diffidato il concorso al posto vacante del 2° riparto di Revaco. Il nost·ro 5iornale nell'interesse dei propri associati accoglie volen'tieYi gratuitamente in questa fUb.Yica gli annunzi di concorsi e di oOerte o Yi~erche di i,;,terinati.

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IL POLICLINICO

ATTI PARLAMENTARI. La sanità pubblica al Senato. Durante la discussione del bilancio dell'interno al Senato l'on. Santini insistette sull'urgenza di provvedete al disordine degli o3pedali di Roma e ricordò il discorso pronunziato dall'on. Giolitti il 16 marzo u. s. nell'altro raino del Parlamento, nel quale affermò la legittimità del controllo dello Stato sulla amministrazione degli ospedali. Il sen. Santini richiama l'attenzione del ministro sugli inconvenienti prodotti dall'attuazione della legge sull'Ordine dei medici, · che tende ad esorbitare dal mandato, e preme presso il Consiglio Superiore di Sanità onde obbligare i medici ad iscriversi nell'Ordine. Dice che alcuni sanatori sono una vera ~peculazione. Loda il funz;onamento della sanità pubblica. Il sen. Maragliano riconosce i progressi sanitari compiuti dal nostro paese, ma invoca un'organizzazione più completa della difesa sanitaria, la quale si è dimostrata insufficiente nell'ultima epidemia, anchè perchè i medici non erano preparati; ritiene difficile istituire dej sanatorì di Stato per il trattamento dei tubercolotici, ma vorrebbe che lo Stato incoraggiasse le iniziative private; sollecita la creazione di un istituto vaccinogeno di Stato; raccomanda alcune misure fiscali contro l'alcoolismo; vorrebbe una maggiore liberalità nell'applicazione della legge sulle acque potabili. Il sen. Cencelli raccomanda di garantire la fabbricazione e lo smercio dei vaccini e dei sieri, e che sia esteso alla costruzione e ampliamento dei manicomi il contributo del 2% da parte dello Stato per il servizio dei mutui relativi. Il sen. Todaro accenna all'abuso che si è fatto in Italia dell'istituto della condotta medica , che do· vrebbe essere esclusivamente pei poveri; e sostiene che gli ufficiali sanitari ·dovrebbero essere meglio pagati ed essere a carico dello Stato. Risponde l'on . (~iolitti sostenendo all'on. Santini che l'opera del commissario regio negli Ospedali di Roma fu censurata da coloro che avevano interesse a far perpetuare gli abusi. Una inchiesta governativa avrebbe dimostrato che nella amministrazione degli ospedali si facevano sperperi scandalosi; basti soltanto dire che in un solo anno il Policlinico ha consumato 6 mila termometri. L'opera del Commissario regio ha portato una economia di più di un milione di lire, e un miglioramento del personale, cl1e è stato epurato. L ' on. Giolitti dichiara all'on . Santini che procurerà di far cessare gli inconvenienti che possono essersi verificati nell'attuazione della legge sull'ordine de i inedici : provvederà anche a rimuo(32)

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vere gli abusi di quei sanatori che abbiano per iscopo la speculazione anzichè la cura. Al sen. Maragliano, dice ch'è neçessario ancora infondere nel corpo medico la cono3cenza dei metodi di prevenzione e cura delle malattie infettive. In occasione dell'ordinamento degli studi universitari, potrà studiarsi la questione della capacità professiona!e per mezzo di un esame di Stato. Quanto alla questione del vaccino . se ne deve importare molto dall'estero, avendo alcune fabbciche italiane dato, prodotti non buoni; è quindi utile che lo Stato fabbrichi il vaccino e darà incarico alla direzione di sanità di studiare il problema. Dice poi che la soluzione indicata dal sen. To· daro di fare degli ufficiali sanitari degli impiegati governativi ben pagati, sarebbe ottima; senonchè il bilancio dello Stato non ha bisogno di un 11 uovo sovraccarico di dieci o dodici milioni. Il sen To · daro osserva che altri Stati spendono molto: ma l'on. Giolitti replica che si parla spessQ degli ordinamenti degli altri Stati, ma esaminandoli a fonao si vede che noi non stiamo peggio. Nondimeno egli riconosce di dover migliorare le condizioni degli ufficiali sanitari e provvederà gradatamente. Proseguendo, dichiata che è cura del Governo di agire nel senso che il medico condotto abbia soltanto la cura gratuita dei poveri. Parla poi il sen. Foà sulla lotta antitubercolare e sulla polizia dei costumi; risponde l on. Giolitti dando assicurazioni al riguardo. 1

NOSTRE CORRISPONDENZE. 1

Scaola municipale atl 0.perto. Il 28 aprile u . s. v.e~ne. iniziato . . senza. cerimonie, un esperimento .1g1.en1co-~d~cat1vo dt .scuola all'aperto, dai cut risultati s1 sp~ta che 11 Cot!lune trarrà incoraggiamento ad applicare largamente i concetti ai quali l'esp~rime~to. s'infori:iia. Due classi di scolaretti scelti fra 1 più deboli e denutriti di una scuola comunale, vennero tolti dalle consuete aule e mandati a studiare in due grandi padiglioni appositamente eretti sulla montagnola dei pubblici giardini. L'orario è rlalle 8 d;I ~at­ tino alle 4 del pomeriggio, e trascorron~ l 1~t1era giornata tra il verde, alternando le. ord~n3:rte o~­ cupazioni scolastiche c?n le I?assegg~ate, 1 gtu?cht , il lavoro manuale . cosi che 11 g~ac1le organismo di quegli scolaretti abbia a ~arsi ~o?u~to in modo da vincere le eventuali predispos1z1on1 alle malattie, ed il loro seirito si ricrei e l'intel~genza si svolga e si applichi senza d.anno del fìs.1co: I due padiglioni sono parzialmente ch1us1 d:a tre lati, e da una parte completantente aperti; l'orario didattico è disposto in modo che una lezione non duri mai più di ~re quarti ~'o~a Vengono fornite agli alunni due refez1on1 : una alle 11 e mezza ant. e l'altra alle 3 pom Dagli ispettori scolastici municipali verrà controllato, alla fine dell 'esperi~ento, ~uale. va~tag­ gio fisico abbiano da esso ritratto 1 fanc1ull1 ammessi alla nuova scuola. A. DIAN. VENEZIA. -


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SEZIONE: PRATICA

IYOT/Zlf DIVERSE Il XV lii Congresso internazionale di medicina si adunerà a I,ondra <lai 6 al 12 agosto sotto il patr?nato di Giorgio V. Presidente del Congresso è sit Thomas Ba:i,·low· teso~ieri ne ~ono sir Dyce Duckworth e G. H: Maktns. Presidente del Comitato esecutivo è sir Alfred Pearce Gould ; preside11te clel Cotnitato finanziario sir IIenry Morri"; presidente del Comitatoper l'ospitalità sir Lander Brunton. E' stato a11che costituito un Comitato di signore del quale è presidente lady Duckworth. ' La seduta inaugurale avrà luogo nella « Albert Hall ~ alle I r an t. di mercoledi 6 agosto e sarà presenziata dal principe Arturo di Connaught in rappresentanza de! Re. Cinque conferenze verranno lette all' « Albert Hall » da Chauffard (medicina}, H. Cushing (chir~rgia), EhrJich (patologia), W. Bateson (sull'eredità) , J. B. Burns (salute pubblica). Le sezioni e sotto sezioni sono in numero di 26. Nelle sedute del ma~tino esse discuteranno temi fissati, le relazioni dei quali sono state affidate ad alte personalità della m edicina che hanno q?asi t?tte accolt~ l'invito ; le sedt1te pomeridiane rimarranno riservate alle comunicazioni in· dipendenti. Per alcune discu::sioni si riuniranno due o più sezioni. Le sedute di sezione si terranno in locali dell'Università, dell'Imperial College, della Royal School of Sci<:>nce. della School of Art. del Cen· trai Technical CoJlege, tutti nel South Kensington. Inoltre hanno offerto i loro ambienti il Royal c ,')llege of Physicians, la Royal Society of Medicine, il St. -Thomas Hospital, il Royal Army Medicai College a Millbanck. il Royal Dental Hospital. La Student's Union dell' lmperial College sarà il club degli uomini; l' Alexa11dra House ha offerto alcune camere per il clt1b delle Signore. L'ufficio centrale ilel Congresso sarà allogato nella Albert Hall. Gli uffici di segreteria generale hanno sede a Hinde-Street 13, London W. Ivi poc;sono richiedersi tutte le informazioni relative ai lavori scientifici, alle agevolazioni pei viaggi, agli alloggi ed a quanto altro può interessare i congressisti. La quota d'iscrizione, fissata in 25 lire, darà diritto al volume dei resoconti (Transactions). · . Museo medico-storico. Il Museo medico·storico, organizzato dal signor Henry S. \Vellcome e che sarà inaugurato a Londra verso 1a fine del mese di gi ugno prossimo. comprenderà alcuni oggetti <l'interesse medicostorico eccezionale. Una mostra importante nella sezione scientifica raccoglie gli apparecchi originali usati dal Galvani per i suoi primi esperimenti sul galvanismo nel XVIII secolo. ' .7 i sarà 'a nche una collezione rimarchevole di offerte votive per salute ricuperata. Comprenderà molte oiierte votive greco-romane, d'interesse anatomico e patologico, in argento, bronzo, marmo e terracotta, nonchè un grande numero di oggetti simili usati allo stes~o scopo nel medioevo e nei tempi moderni. Un'altra importante caratteristica sarà una raccolta di antichi micros':opi ed istrumenti ottici, ottenuta da tutte le part1 d'Europa.

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È stato anche promesso un assortimento di strumenti chirurgici u sati da chirurghi eminenti in operazioni ~séguite su personaggi storici. La collezione di amuleti e talismani inerenti alla medicina popolare inglese sarà completa. Sarà anche esposta una raccolta di medaglie e ~onet~ lll:edi:-he antiche del periodo greco-romano, di an t1ch1 manoscritti e libri di medicina stam. pati,. i!Jsiem~ a .m<?lti altri oggetti d'interesse per med1c1 e scienz1a ti. La Croce rossa italiana in Serbia.

. È tornata dal campo bulgaro per via di terra,

c~oè p~r S?fia,

Belgrado, Trieste, Ala, Udine, la missione 1tal1ana della Croce Rossa della settima circoscrizione, agli ordini del tenente colonnello comm. dott. Agostinelli òt Bologna. La missione era composta di ufficiali e militi umbri, marchigian~. _abruz~esi, in. tutto ?na quarantina. Gli ufficiali sono 1 dottori tenenti Mataloni, Garavani, I~n~one , Buffali~i, Marchi. Pignatari; i sottuffi.c1al1 sono Casade1 e Proietti. · La missione parti da Ancona il 16 novembre 1912: ha ~unque fatto un servizio di sei mesi, ~· dopo u?a breve sosta _a So~a. fu destinata a1 campi d 1 Lule Burgas, in prima linea. I4'opera della nostra missione si è esplicata naturalmente con grande efficacia. · Appena arrivata a Lule Burgas Ja missione contribuì efficacemente ad arrestare il terribile colera che aya~~ava dalle lin<:e di Catalgia. Quando, dopo 1 arm1stiz10, furono riprese le ostilità, cominciò un secondo periodo, di grande lavoro chirurgico. Furono fatte ottanta operazioni importanti, e S?lo uno degli operati morì di cancrena. Comple.~­ s1vamente vennero curati tremila malati. Vennero organizzati dalla missione un servizio ambulatorio gratuito e una distribuzione di pane e mi_nestra . af pov~ri f~ggiti da Ca ~algia, dopo che 1 turchi avevano ripreso le primitive posizioni occupate dai bulgari. L'opera della Croce Rossa è stata altamente apprezzata itr Bulgaria. , · La regin:t, con squisito pensiero, ha offerta la propria fotografia con dedica a tutti gli ufficiali. Infine sono stati nominati. commendatore il colonnello Agostinelli ed ufficiali e cavalieri gli altri, ed è stata concessa la medaglia dello stesso oriline al merito ci vile a tutti i mili ti. Va notato che nessun'altra missione ha ricevuto tali grandi onorificenze, che non escluderanno la medaglia della campagna attuale, che sarà data a tutti. · Prima di tor~are in p!\ tria, la missione, col con. 'senso del Governo italiano, ha donato tutto il suo materiale alla Croce Rossa bulgara: In Italia la missione ha ricevuto cordiali accog1ienze. 1

La Croce Rossa italiana nel Montenegro. Viene smentito il laconico congedo del principe l\1irko alle due missioni italiane. Come riconoscimento dei brillanti servizi re~i al Montenegro dalla Croce Rossa italiana durante la campagna, Re Nicola ha decorato tutti i membri della spedizione con differenti ordini di Danilo. In seguito ai meravigliosi risultati ottenuti a Podgoritza nella cura dei tifosi, il Governo mont~negrino ha pregato il dottor Prassos di Palermo di ·r estare al Montenegro ancora qualche mese.

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730

IL POLICLINICO

Le missioni sanitarie nell'Albania. Il 9 corr. giunsero a Scutari i pritni medici della missione sanitaria italiana: il colonnello medico di marina cav. Rosa e i maggiori medici Bisi e Pastega. Erano accompagnati da parecchi marinai e imbarcati sui due piros~afi ~Iafalda e Jolanda, .che risalirono la Bojana e approdarono a Scutart. La calorosa accoglienza delle tribù albanesi lungo le due sponde trasformò questa gita pie. tosa in una marcia trionfAle. · Furono distribuite copiose provviste. La sera giunse la squadra della « Croce Rossa » austriaca, anch'essa fatta segno durante il viaggio a festose accoglienze . Le due missioni si riunirono fraternizzando nella Scuola Italiana e stabilirono come clovranno essere distribuì ti i soccorsi. I benemeriti della salute pubbliea. Nell'udienza del 2 maggio S. M. il Re ha firmato il decreto eh~ conferisce la medaglia d'oro per i benemeriti della salute pubblica al compianto tenente-generale conte Rinaldo Taverna, senatore del Regno . presidente della Croce Rossa italiana, ed al marchese Pierino Negrotto Cambiaso, deputato al Parlamento, delegato a Tripoli del Comitato centrale della Croce Rossa italiana.

Propaganda igienica. I soci della sezione veronese dell'A. N. M. C. durante il 19ri hanno tenuto 64 conferenze di igiene in 42 località, su argomenti vari d'igiene; inoltre, jn collaborazione con la Commissione pellagrologica provinciale, alcune lezioni d'igiene nelle scuole di educazione e di economia domestica, e d 'accordo con la Cattedra ambulante d 'agricoltura quattro lezioni nelle Scuole popolari di agricoltura. Un nuovo ospedale. \~enne inaugurato a Rovigo un nuovo moderno ospedale annesso all'edificio già esistente. L'opera, su progetto dell'ing. Mazza, costò lOo,ooo lire; e 5 0,000 furono elargite dall'avv. comm. Gino Giolo, cui il nuovo ospedale si intitola. Direttrice di una scuola di farmacia . Il corpo insegnante della Scuola di farmacia annessa alla R . Università di Sassari ha designato a voti unanimi alla carica ·di direttore la professoressa Ri11a Monti, docente di zoologia, sorella al prof. Achille Monti di anatomia patologica a Pavia e sposa al geologo prof. ing. Stella di Roma. XXV anniversario di laurea.

I medici chirurgi laureati nel 1888 nell'lTniver· sità di Bologna. che vorra.ano partecipare alla festa della l attrca d'at<gento che si terrà in Bologna nella prima metà del prossimo giugn•:>, sono pregati inviare la loro adesione col relativo indirizzo al prof. I~ uigi ... ilvagn1 o al dott. Ermogene Cingola ni in Bologna (Archiginnasio).

La ru brlca della beneficenza. Dall' « Av venire S anitario » riportiam o: · La Cassa d1 risparmio d i Piacenza ba recenten1ent e ela rgite in beneficen za p iù d i 2 00 mila lire, concorrendo alla costruzione di un p adiglione per {34J

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F.~sc. 20]

tuber~olosi. e del gabinetto di radioscopia e di

teraJ?ta fis1ca; provvedendo al mantenimento di cronici! di sordomuti e di ciechi; aiutando la Congteg~zton~ di ca~tà, gli O~pizi marini, la Compagnia dt pubbl1ca assistenza Croce Bianca ed altre pie istituzioni. Il Consiglio d'amministrazione della Banca .p opolare di Milano ha destina te alla beneficenza lire 16,900, distribuendole fra istituzioni diverse di assistenza. di previdenza e di istruzione popolare. L'avv. Emilio Seletti, morto recentemente a Milano, ha lasciate lire 15 mila all,ospedale di Busseto (prov. di Parma) . Ad onorare la memoria della defunta Duchessa Melzi d'Eril. gli eredi conti Emilio ed Ercole Durini hanno destinate lire 20 mi1a a perpetuare la beneficenza fatta in vita dalla defunta, a favore dell'Asilo infantile, della Congregazione di carità e. delrOrfanotrofio di Pa1lanza (prov. di Novara) . Ad Asti (1:orino) ~enedetto Rasero .legò P.er testamento ltre io mtla all'ospedale civile, lire 6 ooo all'ospizio cronici Umberto I . e altre somme agli asili d'infanzia locali.

Una nuova cattedra di pediatria a Parigi. Ad istanza del prof. Landouzy, decano della Facoltà medica di Parigi, questa ha istituito una cattedra di «Igiene e medicina clinica della prima infanzia ».

La morte del senatore conte Rinaldo Taverna. tenente generale della riserva e presidente della Croce Rossa Italiana, ha addolorato profondamente la classe medica, del cui pensiero di rimpianto furono interpreti autorevoli ed efficaci l'(•n. Celli alla Camera e l'on. Todaro al Senato. La classe medica ricorda dinanzi a questa tomba l'opera fattiva dell'antico soldato di Villafranca come presidente della Croce Rossa, l'estensione al tempo di pace, da lui voluta, delle iniziative dell' Associazione, la geniale modernità di alcune di queste ir1izia tive, come di quella del servizio antimalarico nell'Agro romano ed in Sicilia. Il contributo di soccorso portato dalla .Croce Rossa ~el terremoto di Messina e di Calabria, nelle epidemie coleriche del 1 9 10 e 1911, nella guerra di Libia, nella guerra dei Balcani, non fu certa mente perfetto come tutte le cose di questo mondo, ma dimostrò indubbiamente l'attività instancabile e volenterosa di colui che dirigeva la benefica istituzione. il quale non abbandonò i] suo posto di lavoro anche quando il male ine· sorabile ne aveva fiaccata la resistenza fisica. Il nome del senatore Rinaldo Taverna rimarrà legato per sempre a quello della Croce Rossa Italiana , insieme al nome del s110 predecessore conte Gian Luca della Somag]ia. ed entrambi saranno onorati dalla classe medica italiana. Dott. A . GAROFA.LO. Il dott. Ignazio Fazzio, medico-chirurgo condotto di Castrogiovanni. spentosi nella tarda età di 89 anni, ha lasciato un vivo rammarico nella citta dinanza perchè buono. puntuale . scrupoloso n ell'esercizio di medico. Fu un modellodi virtù. C. B.


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7 )r

SEZIONE PRATICA

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Rassegna della stampa medica.

I

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(35) '


732

IL POLICLINICO

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[ANNO

XX,

FASC. 20]

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,

Indice alfabetico per materie•

Angine di petto: classifica . . . . . . Pag. 714 Aortite t.Lddominale acuta: sintomatologia . . . . . . . . . . . . . . . . Arteria iliaca comune: effetti della legatura sulla circolazione e la fun)) 703 zione dell'estremità inferiore . . . . )) 722 Caso Braccini (Il) . . . . . . . . • . Colina e pressione endovasale . . . . )) 7o8 Cu tis verticis gyra ta . . . . . . . • . » 707 Glicosuria da n efriti tossiche . . . . . )) 709 'Emorroidi : cura operatoria . . . . . . » 707 Ernia otturatoria strozzata . . . . . . » 708 Indacano: analisi . . . . . . . . . . 709 MalRttia di Carlo Chagas (thyreoiditis parassi t l rin) . . . . . . . . . . . . 697 l\Ia lattia cli Dupuytren·~faclelung . . . 719 J) 718 ~Ialattie (fella casa . . . . . . . . . "\letrocarc:noma inoperabile: cura me1)

J)

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d 1ca • • . • • • . • • . • • • • . . R->m:i, t 91s -

(J6)

Tip. :-;1%io n nle d i

r..

J)

Micrococcus catharralis causa di foruncoli ed eczemi del naso e delle labbra Pag. Mielite migrante . . . . . . . . . . • )) Morbo di Parkinson . . . . . . . . . Paralisi progressiva: etiologia . . . . Pigmento ematico nelle urine dei maD larici. . . . . . . . . . . • . . . . Posti a concorso . . . . . . • . . • . )) Reazione di Vlassermann nei brefotrofi )) Sanità pubblica al Senato . . . . . . Scarlattjna: esame batteriologico del .. sangue . . . . . . . . . . . . . . . Specialità farmaceutiche (Sulle) . . . . Tumori maligni : trattamento coi raggi X . . . . . . . . . . . . . . . 716 Tumori maligni: tratta1nento col mesotorio e col torio X . . • . . . . . •JI 715 Urobilinuria . . . . . . . . . . . .. . 701 ))

))

))

J)

708

B--rtero e c.

L· Pozzr, 'esp.


Anno XX.

Roma, 25 maggio 1913

Fast. 21 -

,

-

SEZIONE PRATICA .

DIRETTORI:

'

Prof. GUIDO BACCELLI -

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: Dott. Giovanni L aganà : Il valore del clislet'I f>f'eventivo sui si., tomi d'anafilassi. -· Sunti e rassegne: SE-

T. Pontano: La palpazione nietodica del colon. - CBmoRGIA: D. Brouha: La cura clsirufgica del peritoneo. - N EURODott. Giovanni Gwoese: Recenti ;potesi sulla ett"ologia della corea dtl Sydenlsam. - BIOLOGIA GENERALE: Prof. H. Roger: Le fun zioni del Polmone. - Osservazioni cliniche: Dott. E nrico Iracl: Su di un caso di cisti 1·datica del t'ene. Acca.demie~ Società mediche, Congressi: Reale Accadeniia de!le scienze niediche d i Palermo. - S ocietà Lombarda di scient e .m edjcJie e biologiche. . ' Appunti per il medico pratico : Dott. Vincenzo Fusco: Del valore p,ofilatlico del segno di J(oplik Hella i ti/ezione n1ofbillosa. CASISTICA: La necf'osi del fegato con i ttefo secondaf'ia a forte slasi venosa. Le fortne fruste della fl.ebt"te tifoide/i. - T ERAPIA: !Yf oderni mezzi di cura della sct"atica. - La cut'a delle cri$i gastrtche. - Igiene: Un a epidetnia di tifo a Parigi. - Posta degli abbonati. -~ Cenni bibliograftci. - Varia: Gli sf>ort Ira gli studenti universitari del Belgio. Nella vita professionale : La legge !1Ull' esercizio delle far fna cte. - c,onaca del movimento P.,ofessionq,le. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine , promozioni ed onorificenze. - Condotte e Concorsi. - Cultura superiore ~ Pe, la libefa docenza - Il niatetia!e di studio a1'ato1nico e clir.ico pe,, i l t"btf'i docentt. ·- Notizie diverse. - Rassegna della MEIOLOGIA: PATOLOGIA:

stampa medica. -

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'

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LAVORI ORIGINALI , ISTITUTO SIEROTERAPICO DI MII.ANO diretto dal pr of. s.

B ELFANTI.

Il valore del clistere preventivo sui siot.omi d'anafilassi. •

Nota del dott. GIOVANNI LAGANÀ assistente onorario della Clinica oculistica della R. Università di Roma. Dopo che Ch. Richet fece la sua prima comunicazione sull'anafilassj - comunicazione che fa epoca nel campo della dottrina immunitarja - e dopo ·c he i sintomi delJa malattia da siero furono conosciuti nella loro essenza, si cercarono i mezzi atti ad ovviarli, tanto più che questi sintomi, oltre a dèstare fondate titttbanze nei seguaci della sie.roterapia, avevano fornito un'arma a coloro che, a questo moderno e vittorioso mezzo di lotta contro le malattie infettive, negavano ogni importanza per partito preso o per misonei~mo. I mezzi antianafiilattici preconizzati sono diversi; modificazioni da indurre nei sieri · colla temperatura e stagionatura, impiego di morfina, etere o cloroformio, iniezioni subentranti e clisteri dello stesso siero, iniezioni sottocutanee di cloruro di sodio, di lecitinà, ecc.; la moltiplicità

nel POLl()IJINICO

o la. pubblicazione di sunti di e88J

loro può, a pri<Wi, darci la convinzione che nessuno presenta un'efficacia notevole. Tra questi metodi preventivi il clistere propugnato da Bes· redka - il quale cosi notevole contributo ha dato alla dottrina dell'anafilassi - ha fautori ed oppositori. L. Bernard, Debré, Porak gli attribuiscono una benefica modificazione sui sintomi di anafilassi ; Martin e Darré invece, dopo un'esperienza basata su 1400 casi curati colla sieroterapia sconsigliano l'impiego profilattico delle iniezioni in· trarettali di siero, che essi chiamano « incerto ed anche pericoloso perchè ritarda di 24 ore la cura sieroterapica in travenosa, sottocutanea e ra • chidea, che sola ha un reale valore terapeutico ». Queste conclusioni contradittorie m'indussero a riportare il clistere antianafilattico nel campo speri mentale. La tecnica da me seguita non ha bisogno di lunghi chiarimenti. li ca vie sensibilizzate con siero di cavallo normale, e ad altre usate pel dosaggio dei sieri, praticai, 1 6 -20 ore prima della iniezione determinante lo choc, un clistere di 10 eme. di siero normale di cavallo, dopo avere vuotato il retto con un clistere di glicerina. Prima e cinque minuti dopo la reiniezione, misurai la temperatura rettale per conoscere l'abbassa.mento a causa dello choc.

(I\


'

IL POI.ICLINICO

734

I ESPERIENZA. - Qnattordici cavie del peso medio di 350 gm. furono preparate con un'iniezione sot tocutanea I eme. di siero normale di cavallo. Dopo un vario numero di giorni , super iore ai dodici, feci loro un'iniezione endogiugu·

Ll\NNO

xx,

FASC. 21)

lare della stessa quantità di siero ; ma un gruppo di esse (8a, 9a, 1oa·, Ila , 12'\ I3'-l, 14a) aveva ricevuto 16 ore prima un clistere antianafilattico. Dalla seguente tabella I risulta :

TABELLA I.

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Vive

Osserva zioni

dopo

+

• •

dopo 2 oi;e

37.8

35 . 8

• •

anafilassi grave

giorni 18

39

37

••

Sl'

39 .1

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+

••

dopo .5 ore

29,688

• g1orn1 24 . • g1orn1 25

37 8

35.4

T

••

dopo 7 ore

6n .

29,689

id.

38.2

35 .5

+

••

dopo 3 ore

7a .

29,690

id.

37·5

35

••

si

anafilassi grave

38

35 .8

••

Sl'

anafilassi grave

36.5

••

SI'

id.

••

dopo 5 ore a21afilas~i gr~ ve

2a .

29,685

id.

3a.

29, 686

4a.

29,687

5a.

,

12:1.

.

.

.

.

I

29, 676

g1orn1 16

29,677

g1orn1 r8

37 .8

29,678

id.

38.8

35 7

+

29,679

. . giorni 24

37 . 9

35.2

••

51'

29.680

id.

38.2

35.4

-1-

• •

37 . 5

35.3

38

35 . 6

+ +

.

I I3 't

29,682

giorni 27

I4:\

29. 691

itl.

Che il clist ere preventivo di Io eme. di siero non modificò i sintomi d'anafilassi. Lo choc a n a· filattico si ebbe nel 1 00 per IOO delle ca vie a causa della via endovenosa c;celta per la reiniezione. La mortalità fu egualmente elevata t anto nelle cavie appartenenti al I l} gruppo quanto in quelle appartenenti al 2°. Le cavie sopravissute 2 , 3 '. 7' trattate per },anafilassi , e 8 ' , 9 \ 10 antianafilattizzate non mostrarono difierenze rilevanti riguardo i sintomi. Perchè non sorga il sospetto che la via endol

(2)

e.o

35 .6

Ila

CO

T.

38

giorni 16

IO:l •

Cd

e.o

iniezione

29,684

o I 9:1 . (.)

~ ~

2 •

sa.

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la .

Cd

o

T.

prima

CJ

(.)

Numero

lieve

»

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dopo Jo ore

.......

4 ore

••

dopo

••

dopo 21/2 ore

venosa abbia potuto essere causa di morte, indipendentemente dall'anafilassi, indico la tabella I V nella quale figurano 5 cavie preparate per via cndoveno.sa, senza che esse abbiano avuto alcun disturbo per l'atto operativo. II ESPERIENZA. - Sei cavie, del peso medio di gr. 250, usate pel doc::aggio dei sieri , e perciò preparate con piccola quantità di siero, ricevettero per via endovenosa 1 eme. di siero normale di cavallo. La 4'\ 5 e 6" ebbero prima il clistere preven ti,·o.


LANNO XX, FAsc. zr]

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o

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registro

1a

e

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iniezione •

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'

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.

. . g1orn115

26,849

Osservazioni

Vive

Muore

prima

I•

·-

T. C. 0

T . C.0

'

o()

735

SEZIONE PRATICA

37.9

I

.

+

35.2

• •

dopo 15 minuti

+'

~

I

~

2a.

~

id.

26,851

(ti

<=

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35.8

37.8 ~

3a.

id.

26,853

• '

37.6

+

35

.

-=-

;

• •

dopo 48 ore .

••

dopo 4 minuti

'

'

'

I•

o()

·-

4a.

26,848

giorni 15

~

5a.

26,850

= ·<-=

63.

26,852

~

-

37

35

+

id.

37.8

35. 6

id.

36.8

35.4

~

I•

••

dopo ro minuti

+

• •

dopo 20 minuti

+

dopo 5 minuti

~ ~

~

~

-'-

Le cavie usate per il dosaggio reagirono squisitamente con una mortalità del 100 per lOO. Anche qui non è possibile rilevare alcun effetto benefico del clistere.

TABE~~A

.. K um ero

T.

tra

registro

1a

III .

·:

Int ervallo

di

III ESPERIENZA. - 8 cavie usate pel dosaggio ricevettero per via endocerebraJe 1/4 eme. di siero normale di cavallo; 5 di esse ebbero prima il clistere preventivo.

e.o

T.

prima

e.o

Muore

Vive

Osservazioni

dopo

e 2a iniezione

' I

I a.

.

26, 859

giorni 14

37

35.8 .

• •

Sl'

grave anafilassi

2a.

.

26, 860

id.

37

35

+

••

dopo 10 ore

3 n. .

26, 866

id.

38

35

+.

• •

dopo 5 ore

.

4:t . .

6

:i

.

g1orn1 12

26,879

giorni 14

26, 881

26,883 8a. .

.

26, 867

.

26, 884

id. I•

I

id.

37·9

• •

••

35.2

+

••

dopo 5 ore

• •

si

grave anafilassi

• •

Sl'

lieve anafilassj

••

si

grave anafilassi

,. ,..

37.0

id.

muore per anafilassi per solo clistere preventivo.

• •

35.8

,.

(3) •


• ... \

( ...'\~NO

IL POLICLINICO

Pare dall'esame di qu est a tabella III che, quando la via scelta per la reiniezione è la endocerebrale , il clistere antianafilattico diminnisce la mortalità ed attenua i sintomi dello choc. Ma non bisogna , d'altro la to, tralasciare di considerare quello che è avvenuto nella cavia n. 4. Essa mori dopo 10 ore dal clistere e l'autopsia mostrò un quadro anatomopatologioo tipico di anafilassi; non v'era altra lesione capace di spiegarne la morte. Nè questo fatto è unico

XX,

FASC. 2I]

nel corso delle mie esperienze, perchè lo stesso ebbi ad osservare nella cavia n. 3 della tabella IV. IV ESPERIENZA. Cinque cavie, del peso medio di gm. 300, ricevettero un 'iniezione preparante endogiugulare di r eme. di siero normale di cavallo. La seconda iniezione fu fatta nel peritoneo e nella quantità di 5 eme. di siero normale. Tre di esse ebbero prima il solito clister~ antianafilattico.

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via endoperitoneale, secondo i risultati della precedente tabella, falli completamente allo scopo di determinare anafilassi, perciò non si possono trarre conclusioni riguardo l'efficacia del clistere preventivo. Unica differenza tra il 1° gruppo (anafilattico) ed il 2 ° (antianafilattico) fu un maggiore abbassamento di temperatura nelle cavie apparten enti a quello ; da ciò si potrebbe concludere per una certa efficacia del clistere in questo caso, in b ase al valore, attribuito da a lcuni all'abbassamento di temperatura, di squisito indice di manifestazioni anafilattiche. Avendo osservato, invece, spesse volte. che basta l'iniezione endogiugulare di 1 eme. di siero in una cavia normale perchè la temperatura si abbassi di 1· 2 Co. , jo ritengo che in tutte le ca vie della tab ella I \ "" non vj fu anafilas~i. Rich iamo ancora l 'attenzione sulla cavia n . 3 che mori dopo 5-h d al clistere con sin t omi d'anafilassi; ancl1e qui. a inez.zo dell'autopsia. esclusi la possibilitàche la morte fosse dovuta ad a ltra cau sa .

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In breve dalle mie ricerche risulta; 1° Che il clistere, eseguito a scopo antianafilattico 1 6 -20 ore prima della reìniezione, è inefficace ad attenuare lo choc anafilattico quando la via scelta per determinare questo è l'endovenosa. 20 Esso diminuisce la mortalità ed attenua i sintomi anafilattic~ quando la reiniezione è fatta per via endocerebrale alla Besredka. 3° Il clistere preventivo, di per sè solo, può determinare la morte e lo choc d egli animali sen · sibilizzati.

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Per quanto ancora non s1 sia raggiunto 1' accordo sulla vera essenza della 1eazione tubercolinica , se cioè e ssa debba o no interpretarsi come un fenomeno d'anafilassi, mi venne in mente, nel corso delle precedenti esperienze, di provare come si sarebbero comportate le cavie tubercolotiche rispetto all'iniezione sottocutanea , sicura-


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mente letale, di J,~ eme. di tubercolina, nel caso avessero ricevuto (r6·20 ore prima) un clistere di una soluzione di tubercolina. La tubercolina assorbita per via rettale sarebbe stata capace d'impedire la morte sicu~a pe-r l'iniezione di i,' ..<> eme. di tubercolina ? Per le esperienze usai cavie infettate sperimentalmente per via sottocutanea con coltura di bacilli tubarcolari del tipo umano, esse mostravano ancora un buono stato di nutrizione. I cavia: Ricevette un clistere contenente in 10 eme. di soluzione :fisiologica, 10 cgr. di tubercolina. Mori dopo 10 ore. Autopsia: tubercolosi grave dei polmoni; tu' bercoli diffusi sul peritoneo. II ca via : Clistere di I cgr. cli tubercolina in 10 eme. di soluzione fisiologica. Morì dopo 12 ore. A ·utopsir.r.: tubercolosi grave dei visceri addominali. , III cavia: Clistere di 5 mgr. di tubercolina in Jo eme. di soluz.' fisiologica. Dopo 20 ore l'aspetto era a,n cora nor.m ale. Fu praticata l'iniezione sottocutanea di ~~ cm. di tubercolina che determinò la morte in quattro ore. 1 A utops,i a: Tubercolosi toracica e addominale. Non essendomi stato possibile far tollerare alle cavie tubercolose un clistere con una quantità di tubercolina maggiore del mezzo centigrammo, pensai di mescolare la tubercolina con un siero antitubercolare, favoritomi cortesemente dal professor Belfanti. Ecco i risultati: IV cavia: Clistere di 10 cgr. di tubercolina in 5 cm. di siero antitubercolare. Dopo 20 ore la cavia era viva e di buon aspetto ; le fu praticata l'iniezione sottoc~tanea di tubercolina (25 cgr.) , che la uccise in 8 ore. A utops ia: Tubercolosi di tutti i visceri. V cavia: Trattata come la precedente. Mori dopo I 4 0re. Autopsia: Grave tubercolosi addominale. La tubercolina introdotta per via rettale viene assorbita rapidamente e può determinare la morte di cavie tubercolose, anchè in piccola quantità (I-IO cgr.). . La tubercolina introdotta per via rettale, quando da se sola non determina la morte, non ha alcun effetto benefico contro l'iniezione sottocutanea Jet'ale. Rendo vivi ringraziamenti al prof. Bel~anti ed al dott. Orsini che mi furono larghi di ogni aiuto durante queste ricerche. 1

737

SEZIONE PRATICA

BIBLIOGRAFIA.

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SUNTI E RASSEGNE SEMEIOLOGIA. La palpazione metodica del colon. ~

A. Cawadias riassume (La Presse médic., 2 novembre 1912) tecnica e risultati della palpazione del grosso intest1no; l 'esplorazio11e intestinale praticata a mezzo della palpazione può dare spesso resultati assai precisi. La palpazione deve essere suoerficiale e ·profonda, deve riguardare il cieco, ·l'appendice, il colon trasverso, il discendente, !' S iliaca. L'ammalato deve giacere in decubito dorsale, e respirare liberamente. Per la palpazione superficiale le due mani a piatto saranno poggiate sulla parete con la parte palmare: si ha cosi un primo elemento di giudizio circa la resistenza muscolare e indebolimento della parete. Se esistono , si palpano le anormali tumefazioni grosse e superficiali, si può apprezzare lo stato della sensibilità. eventuali iperestesie, corrispondenti ai differenti visceri . Particolari più precisi dà la palpazione profonda. Le mani del medico anche per questa manovra saranno poggiate l'una accanto all'altra, ma l'asse delle mani sarà diretto secondo l'asse dell'intestino: si pieghino le estremità digitali, e si deprima cautamente la parete approfittando dei movimenti di espirazione, senza fare troppa forza, in maniera da comprimere il segmento intesti-

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nale contro la parete posteriore; si possono quindi nale in maniera perfetta, tanto da poterlo quasi diesercitare dei movimenti delle dita trasversali, segnare sulla parete addominale, si tratta sempre cosi da provocare movimenti di scivolamento del- di casi di dispepsia o di enteror>tosi. Se si palpa l'intestino; apprezzeremo l'esistenza ~ l'assenza il colon trasverso quasi come un tubo che sfugge nella regione esplorata del segmento colico, la sotto le dita, è necessario differenziarlo dallo sto· forma, la dimensione, il decorso, la mobilità del maco (rigonfiamento). segmento, lo stato della parete, del contenuto Per affermare che esiste una ptosi colica, è ne· (rumore di gorgoglio) la sensibilità, la presenza cessario che il colon giunga molto basso, in parte eventuale di un tumore; alla palpazione si può nel bacino, che non possa essere sollevato se non associare il rigonfiamento del colon, ma non è difficilmente, e che contemporaneamente altri un procedimento necessario. segni di visceri ·ptosici coesistano. Circa i risultati che con la palpazione si ottenNelle diverse coliti esiste un aumento della sengono, cosi l' A. li riassume: sibilità colica. La diagn'osi di localizzazione è posIl cieco è palpabile nella maggioranza dei casi, sibile con la palpazione, la quale infine è il mie di esso si può sentire l'anomalia di posizione gliore mezzo per l'esatto apprezzamento di un tumore esistente. esistente (ptosi, cieco alto); la produzione di gorL'ansa sigmoide è il tratto più facilmente palgoglio in un cieco, al quale si possono imprimere movimenti superiori all'ordinario, è buon segno pabile, poco mobile d'ordinario, presenta frequenti per il sospetto di cieco fluttuante. Si può palpare anomalie. Lo spasmo della parete si può apprez· il cieco in contrazione spasmodica, quasi come .zare assai nettamente, e con eguale facilità ci si un salcicciotto, talora esso si sente rilasciato, rende conto del contenuto. Lo stato della sensia tonico, flaccido. La nostra palpazione non pro- bilità può servirci per la localizzazione di sede voca in genere dolore alcuno, si può pensare ad dell'enterocolite. In conclusione, la palpazione addominale prauna tiflite o peritifute, se si provoca dolore piut, tosto forte ; circa i tumori, essi sono bene ap- ticata con buona tecnica e con metodo, ci rende prezzabili con la palpazione (tubercolosi, cancro, edotti della presenza di un tumore, dello stato actinomicosi, ecc.) però sempre un purgante nei della sensibilità e quindi della localizzazione, casi dubbi dovrà eliminare il sosperto di un tu- dello stato della parete intestinale (spastica, flaccida), della posizione dei visceri, del loro decorso more fecale. L'appendice invece d'ordinario non è percetti- per un'eventuale massoterapia. Quando il medico bile con la palpazione, solo se un'infiammazione è un at'fista detla palpazione, la radiografia concronica o un tumore si impianta su di essa, la ferma d'ordinario i dati della palpazione. T. PONTANO. palpazione dà resultati positivi: bisogna ricordare • gli errori ai quali possono esporre la ptosi nella fossa iliaca destra del colon, le contratture muCHIRURGIA. scolari, le quali talora ci mostreranno delle appendiciti fantasmi, cosi l'epiploite e la linfangite , La cura chirurgica del peritoneo. che si sviluppano in seguito ad appendiciti, po(D. BROUHA. Le Scalpel médical). tranno far credere di palpare l'appendice. Per il colon tt'asve.,,so la tecnica offre particoIl Brouha pubblica i risultati di un'inchiesta larità che devono essere conosciute: partendo dal fatta tra i chirurgi e ginecologi belgi sul modo cieco o dall'ansa sigmoide, si risale fino agli an- di trattare il peritoneo nel corso delle laparogoli colici, si procede per tentativi, palpando n elle tomie. L' A. si pone varie questioni e cerca di rispon· profondità: il colon trasverso in genere non ha decorso propriamente trasversale, esso dimo~tra dere riportando i risultati della suddetta inchiesta. 1 a quistione: I nfiuenza delle a8ioni m6ccar.i'ch6 forma piuttosto curva a concavità superiore; il sul peYitoneo. Tutti i ginecologi belgi ritengono punto culminante della curva si trova in prossi- col Bumm di Berlino che le manipolazioni del mità dell,ombellico e qui bisogna cercarlo. Nel peritoneo per una perfetta emostasi, per sutu40 ~~ dei casi il colon trasverso è palpabile, ta- rare con cura le ferite peritoneali, e vuotate nel lora è leggermente contratto (corda colica) senui modo più completo la cavità di liquidi (sangue. che si presenti. segno di affezione gastro-intesti- liquido ·cistico), sono completamente giustificate. nale . Se però si palpa questo segmento intesti- Conviene tuttavia ridurre al minimo queste irri-

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SEZIONE PRATICA

tazioni meccaniche della sierosa peritoneale. Si ri· tiene che non si debba fare uso di compresse ripetutamente per evitare le emorragie durante l'operazi0ne, essendo affatto perniciosa questa pratica. La maggioranza dei ginecologi belgi usano spugne e compresse peritoneali asciutte, secche. Per Schockaert le compresse debbono essere un po' umide e ben calde. Rouffart adopera le compresse intrise in soluzione fisiologica solo per riscaldare gli organi portati fuori dal peritoneo. Il tamponamento alla Mickulicz da tutti gli operatori quasi è stato abbandonato, e riservato solo ai casi di emorragie incoercibili o di isola~ mento di regioni particolarn1ente infette del pe· ritoneo. Quasi tutti gli operatori adoperano fili riassorbibili per le suture e le legature, evitano le suture in massa, e peritoneizzano sempre i . moncon1. za questione: Azioni chimiche. Tutti i ginecologi belgi ritengono inutile o dannoso ogni lavaggio del peritoneo con la soluzione fisiologica, e cercano di ripulire a secco la cavità. Nessuno ha constatato l'azione nociva dell'aria chiusa nel cavo peritoneàle. La maggior parte non ha esperienza sul valore profilattico delle iniezioni di olio canforato nell'addome. Dauwe solo con successo ha i11iettato prima della chiusura della parete 150 eme. di soluzione al 4 % di olio canforato. Nel Belgio poi .è sorto il metodo dell'introduzione di ossigeno (Thiriar) per la profilassi e la cura delle peritoniti post-operatorie. 3a guistione: Azione dei batte-ri. Tutti i ginecologi belgi condividono l opinione di Bumm, che i germi capaci di provocare peritonite sono innanzi tutto gli streptcocchi, poi gli stafilococchi, i pneumococchi, e poi dei uricobi a bastoncino di diversa sptcie, i quali tutti penetrano o con le goccioline di saliva che fuoriescono dalla bocca dell operatore o dall'aria. Per la profilassi quindi : isolamento completo della sala delle operazioni asettiche da quella delle operazioni settiche; uso obbligatorio dei guanti per 1 operatore, gli assistenti e gl'infermieri; abolizione de1la barba ( Jacobs); silenzio durante l'operazione; copertura del capo con un panno di tela, e protezione della bocca con della garza; bagni generali frequenti degli operatori e degli aiuti. Ha grandissima importanza dopo l'operazione il lasciare la sierosa peritoneale i n ia tta e secca, e per far ciò occorre: una emostasi perfetta, l'isolamento accurato del campo operatorio fin da principio, la peritonizzazione accurata di tutte le superficie cruentate, il vuotamento di tutti i liquidi versati nel cavo peritonale. Nei casi in cui la peritonizzazione non può eseguirsi, o si ha una 1

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emorragia ostinata, occorre ricorrere ad un tamponamento provvisorio con garza, il quale unito col m etodo ossi ge:11ato rende ine'3timabili servigi nei casi infetti o sospetti di infezione. Questo metodo consiste (Thiriar) nel porre accanto al tampone di garza una sonda di Nélaton in comunicazione con un tubo di ossigeno, clal quale si abbia una continua fuoriuscita di gas, bolla a bolla. Il drenaggio con tubi in caoutch?u ch, in argento od in vetro nel Belgio sono aboliti. Nelle peritoniti post-operatorie~ cosi come consiglia Bumm, occorre rioperare appena se ne fa la dia gnosi. L'intervento deve essere rapido, limitarsi al vuotamento dei liquidi settici e terminarsi con l'applicazione di un doppio drenaggio tra cui cir· coli dell'ossiget:o (Javaux, Roufiart} . I

G. Q-q-ARTA.

NEUROPATOLOGIA. Recenti i potesi etiologia della corea del Sydenham I

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(Académie de médecine e Soc. méd. des hopita ux, Parigi, novembre-dicembre 1912). Sotto il nome di corea si comprende un gruppo di affezioni il cui sintoma principale è costituito da contrazioni muscolari e da movimenti involontari, più o meno disordinati, che presentano un carattere particolare. Le principali forme di corea sono: la corea del Sydenham, la .;O'Yea gravidarum, la corea degenerat.i va del Huntington, 12 corea isterica, le coree elettriche di Dubini e di Bergeron-Henoch, e ·1e coree post-emiplegiche. L'etiologia e la patogenesi sono varie per le differenti forme, però la localizzazione della lesione nervosa che produce il movimento coreico, è con tutta probabilità unica e deve ricercarsi nel cervello, poichè il concetto dell'origine rolandica (Murri) della corea è avvalorato da molti dati clinici ed anatomo-patologici. Lasciando da parte le questioni relative a!le altre forme di corea, ed alla loro etiologia e patogenesi, gli autori da un pezzo discutono intorno alla etiologia della forma più comune di corea, cioè la cosi detta corea m ino-r o corea i n fetti va o del Sydenham. Questa affezione è in rapporto più o meno diretto cc•n una infezione pregressa e si manifesta in modo acuto o subacuto nei bambini e nei giovani, specie dopo malattie in-

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IL POLICLINICO

fettive acute come scarlattina, morbillo, pertosse, difteria, angina, ecc. Sopratt1tto è rimarchevole il rapporto fra corea e poliartrite reumatica, per cui fin dal 1850 Gertnan Sée sostenne la natura reumatica della malattia, e l'Heubner la designò come un equivalente reumatico, come pure il Meyer che nel1'8o % dei casi dimostrò evidente il rap1)orto stesso. I reperti positivi di microrganismi nel cervello dei coreici sono ancora scarsi e malsicuri (Maragliano, Dana, Richter, Guizzetti, Cesaris-Demel) Pianese trovò un diplo bacillo le cui culture hanno provocato una corea sperimentale negli animali. Westphal e \Vassermann poterono isolare dal sangue e da{ tessuti di un coreico uno stafilococco che introdotto nel sangue degii animali, produsse il quadro del reumatismo articolare. l\~ eyer, Sander ed altri isolarono invece degli streptococchi. Cesaris-Demel è riuscito a coltivare dal cervello di un coreico uno stafilococco piog. aur . ed ha potuto mettere in evidenza nella corteccia dei focolai infiammatori puntiformi con localizzazioni micotiche da stafilococco: questo micror"' ganismo inoculato insieme alle sue tossine per via subdurale ha determinato una complessa sin~ drome morbosa simile alla corea. R. Simonini ammette che la corea .sia il risul· tato di una ipofunzione paratiroidea, di una in· tossicazione paratireopriva, come già Carnot e ' Delion avevano pensato. Mya include la corea nel gruppo di quelle forme morbose in cui l'etiologia entra come fattore secondario, in quanto la corea colpisce probabilmente soggetti nei quali è speciale disposizione a risentire delle cause infettive e tossiche' per una alterazione di quel complesso e multiplo congegno gtandolare a secrezione interna che provvede alla protezione chimica dell'asse cere· bro-spinale. Secondo Negro la teoria tossicoinfettiva delle coree volgari non può e non deve a vere il valore di generalizzazione che da parecchi autori gli si volle assegnare poichè esistono quadri clinici di corea minot nella infanzia i quali non hanno alcuti rapporto colla influenza di agenti tossici ed infettivi. Per il neurologo di Torino certe forme di corea minor e di corea cYonica costi tuireb "'1ero una sind~otne motoricv equivalente alla epilessia. Una tendenza verso que~ta identificazione venne di già manifestata in un magistrale lavoro

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sulle poticlonie e coree da Augusto Murri (Poli-clinico, Sez. Med., 1899) e Bechterew ed Ho:ffmann descrissero casi, come uno illustrato recentemente dal Forni (.4rch. di Psichi ?.tfia, Igo7), nei quali corea ed epilessia coesistevano in un medesimo in dividuo.

** * sifilitica della corea del Sydenham

St1lla natura si è discusso in questi ultimi giorni in Francia alla Società degli Ospedali di Parigi e all'Accademia di Medicina (novembre e dicembre 1912), per una comunicazione sull'argomento di lVI. Milian. . Il Milian studiando I ' casi di corea minor, per la ricerca della reazione di Wassermann, per lo studio delle stimma te distrofiche, per l'esame degli ascendenti, trovò in II casi l'eredosifilide, in 2 la sifilide probabile. e in 2 dubbia. In nessuno di tali coreici potè rintracciare antecedenti reu- ' matici: il trattamento arsenicale, come per la sifilide, gli diede ottimi risultati. La comunicazione del Milian fu ed è oggetto di vivaci osservazioni da parte dei neuropatologi e pediatri francesi. Per Comby tale concezione dell'origit1e sifilitica della corea non è scientifica: l'endocardite spesso in ballo fa pendere la bilancia verso la natura spesso reumatica della malattia; nè l'aver trovato l'eredosifilide fra glf antecedenti , nè l'azione terapeutica dell'arsenico, sono delle prove convincenti. Nobécourt ha visto spesso assente la reazione di Wassermann nei coreici, mentre è positiva ne· gli eredosifilitici con alterazioni del sistema ner... voso ed è anche del parere di Comby, riguardo all'importanza della infezione reumatica. Mercklen ha osservato recentemente una giovanetta di IO anni, eredosifiJitica e coreica: la reazione di Wassermann fu negativa con il liquido cefalo-rachidiano e questo fatto, secondo lui, depone contro ' la nat11ra sifilitica degli accidenti nervosi della corea. Pierre Marie e Chatelin pur confermando i risultati, favorevoli della cura arsenicale (606) nella corea del Sydenham (in 25 casi ebbero scomparsa dei movimenti anormali dopo quattro iniezioni) non credono alla natura sifilitica della malattia : su otto dei loro malati la Wassermann fu negativa. Gli arsenicali, per Marie, hanno azione eutrofica sulla nutrizione generale · e forse hanno anche azione antiparassitaria sull'agente patogeno, ancora mal conosciuto, che dà la corea. Dott. GIOVANNI GENOESE.


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SEZIONE PRATICA .

BIOLOGIA GENERALE. Le funzioni del polmone. t;(Lezione del prof. H. RoGER. La P1'esse mAd,z'cale). Fra tutte le manifestazioni esteriori che sem· brano, a prima vista, caratteristiche della vita, l'atto respiratorio è il più evidente. Ora l'esperienza scientifica è venuta a confermare l'importanza primordiale della respirazione: tutte le funzioni degli esseri superiori possono venire sospese per un tempo relativamente lungo, ma l'arresto della meccanica respiratoria è incompatibile con Ja vita. L'arresto della circolazione riesce mortale perehè sopprime la respirazione interna; infatti negli esseri superiori bisogna distinguere una -respi1'a.zione esf.er1ia e una interna, sebbene in ultima analisi si tratti di processi in tesi ad assicurare la -continuità regolare delle ossidazioni, caratterizzate da un assorbimento di O e liberazione -d i co 2 • ' A tal proposito dobbiamo notare come la di· • -stinzione pasteuri.ana tra organismi anaerobi e -aerobi abbia perduto il significato originale, poi· -chè i lavori di Armand Gautier e le ricerche di Erhlich mostrano che la respirazione anaerobia è un fenomeno generale, che possiamo trovare negli -organismi più elevati e che si può dimostrare studiando il potere riduttore dei tessuti. Qualunque sia l'origine dell'O, la respirazione -cellulare porta alla produzione del C0 2 , che, direttamente o dopo avere attraversato l'ambiente interno, è espulso dall'organismo. Se questo non si libera dal C0 2 , che è un vero veleno, si hanno disturbi rapidamente mortali: P. Bert vide che dei topolini posti sotto una campana con tenente ·del co~ soccombono in 1-2' per arresto del cuore. Una elegante . esperienza del Landriani depone nello stesso senso: Ja legatura di una delle due trachee della tartaruga non arreca alcun disturbo notevole, ma l'inalazione di C09 per una trachea, sebbene l'altra assuma aria respirabile, deter·mina la morte. Gli scambi gassosi che si fanno negli esseri inferiori attraverso i tegumenti si localizzano in ·organi speciali (trachee, branchie, polmoni), sebbene in alcuni vertebra ti si conservino i due modi di respirazione. Così la rana (come dimostrò lo Spallanzani) può vivere senza polmoni; e il Bohr ha veduto che la superficie cutanea non assorbe, per kg. di peso corporeo e per ora, che 70-8o eme. 2

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di O, mentre nella rana normale la quantità asC02 sorbita raggiunge 450 eme. Il rapporto au0 menta da prima ; per la maggiore diffusibilità del C03 , poi essendo le · ossidazioni sempre più ridotte, diminuisce rapidamente. La respirazione cutanea e polmonare si compiono in modo del tutto diverso: mentre a traverso la cute gli scambi seguono le leggi fisiche della diffusione dei gas, nei polmoni si avrebbe una vera secrezione gassosa, sotto il dominio del sistema nervoso. Secondo Bohr, l'epitelio polmonare agisce nel sangue che attraversa il polmone in guisa da condurre la tensione di coa al grado voluto perchè questo gas possa passare per diffusione a traverso la parete alveolare; mentre • nell'assorbimento dell'O non basta che l'attività cellulare regoli la tensione del gas nel ~angue, bisogna che intervenga per favorire il suo trasporto verso questo liquido, mettendo in opera un meccanismo analogo a quello della secrezione di O per la vescica natatoria dei pesci. Sembra infine che il passaggio dei gas a traverso le pareti intestinali, avvenga secondo affinità speciali. Cosi l'idrogeno solforato si · assorbe e si esala con la stessa facilità, mentre .il polmone è impermeabile per l'ammoniaca (Magnus).

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Il polmone protegge l'organismo contro le intossicazioni non soltanto eliminando dei veleni volatili, ma anche - allo stesso modo del fegato - fermando e modificando diverse sostanze contenute nel sangue. Ecco una esperienza un po' grossolana, ma che riesce istruttiva: se poniamo in un boccale tre rane - una lii controllo, la seconda epatectomizzata, la . terza priva di polmoni - si vede che sopra vvivono egualmente bene, ma se versiamo nel vaso una soluzione di solfato di stricnina la rana normale resta indenne, le altre due sono colte rapidamente da convulsioni stricniche. Nei mammiferi si può porre in evidenza l'azione dei polmoni sui veleni, con l'iniezione di una soluzione tossica in una vena periferica o nel capo centrale della carotide primitiva di destra. In quest'ultimo caso il veleno è condotto dai vortici sanguigni all'origine dell'aorta e intimamente mescolato al sangue, circola per tutto l'organf. smo e giunge ai centri nervosi senza aver subito l'azione dei polmoni. r~a dose di veleno iniettata nelle vene deve essere maggiore di due o tre

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volie per riuscire letale (Roger, Boeri e Giuranna, Cafiero, Kansky). · Perchè si manifesti questa azione protettrice, il pol~one deve ricevere liberamente dell'aria· ossigenata: questo fatto si può vedere con le circolazioni artificiali, poichè se invece· di usare per la ventilazione del polmone dell'aria carica di O si usa un gas inerte (come l'H), non si ha alcun mutamento nel grado di tossicità della soluzione iniettata. Cosi pure nel vivente, quando la funzione respiratoria è ostacolata o diminuita notevolmente da un pneumotorace o da una legatura incompleta della trachea, l'azione protettrice del polmone è indebolita in modo sensibile (Cafiero, Kansky). S'intende come debba essere importante questa azione nelle malattie dell'apparato respiratorio, poichè di norma ne attraversa il parenchima la intera massa sanguigna circolante. •

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Come tutti gli organi, il polmone contiene dei fermenti (catalasi, perossidasi, diastasi, amilasi; fermento glicolitico Sieber; fer. proteolitico che spiega l'autolisi del tessuto, Jacoby). Con il loro studio ·si ricollegano i risultati ottenuti con le iniezioni di estratti di polmoni, che se si iniettano concentrati determinano la coagulazione in massa in tutto il sistema venoso, mentre in grandi diluizioni di soluzione fisiologica uccidono rapidamente l'animale con un abbassamento considerevole della pressione arteriosa e il sangue tratto dai vasi coagula lentamente. Con soluzioni ancora più diluite si ottengono le sistoli cardiache più energiche e una tendenza all'innalzamento della pressione; inoltre - fatto notevole di rapido adattamento çhe il Roger chiama tachisinetia - un animale che ha ricevuto una quantità sufficiente di estratto diluito è in grado di sopportare senza danno una o più dosi mortali di estratto concentrato. Si può dunque sospettare che nelle malattie f~bbrili, gravi ed estese del polmone, una parte de.I la sintomatologia tenga all'immissione in cir· colo di prodotti derivati dalla autolisi del paren• chima polmonare. .

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L'aria che respiriamo è soltanto un miscuglio di gas, ma tiene in sospensione numerose parti- · celle solide, polveri, detriti vegetali o animali, microbi. Si ammette generalmente che queste

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particelle solide vengano fissate dalla mucosa del le vie respiratorie superiori, altre sono trasportate verso i gangli linfatici, come lo dimostra la frequenza dell'antracosi nei gangli peribronchiali; in guisa che l'aria espirata si ritiene otticamente (Tyndall) e batteriologicamente (Strauss, Dubreuilh, Grancher) pura. Ma di recente il Courtade, esaminando l'aria espirata all'ultramicroscopio, vi ha trovato numerosissimi elementi figurati, dei corpuscoli brillanti arrotondati o allungati dotati di movimenti di progressione e di rotazione. Inoltre quest'aria, disseccata su una lastra, lascia un residuo secco: non contiene dunque soltanto del vapor acqueo. Ad ogni modo è certo c'he i microbi caduti nel polmone, sono rapidamente distrutti, così' che il parenchima normale non ne contiene affatto, es sendo dotato di un alto potere battericida. A tal proposito è da notare come assai di frequente l'infezione polmonare sia di origine sanguigna: e il Roger ha voluto riprendere lo studio del potere battericida del polmone, paragonandolo a quello del fegato, inettando colture di B. carbonchioso, di stafilococco aureo, di streptococco dell'eresipeJa per il capo centrale della carotide. per le vene periferiche' e nella porta. Risulta che il polmone dispiega una lieve azione contro la infezione carbonchiosa (il fegato invece è capace di distruggere 64 dosi letali), che diviene più ma· nifesto contro lo stafilococco aureo, specie se proveniente da coltura antica; e ciò induce a sup· porre che il parenchima polmonare agisca specialmente sulle. tossine. Infine mentre contro lo streptococco il fegato non esercita alcuna azione prottttrice:, questa appare netta nell'apparato polmonare. Queste interessanti ricerche aprono nuove vie e più ' ampi orizzonti, mostrando che la fisiologia del polmone è molto complessa: si~mo ormai ben lungi dal considerarlo come deputato all'unica funzione degli scambi respiratori. ,

G. BILANCIONI.

Il fascicolo di maggio 1913 della nostra Sezione Chirurgica c-0ntiene i seguenfi lavof'i: I. Prof. Gio\lannl Perez - Sulle cosidette cisti ossee. II. D9&t. Claudio !lan•elll - Dell'ernia pettinta. III. Dot&. Milziade llagnlnl - Frattura dell'arco della VII ver- ~ tebra cervicale per colpo d'arma da fuoco con focolai emorragici del midollo spinale


[ANNO XX,

FASC. 2I]

SEZIONE PRATICA

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE CIVILE DI SPELLO.

Su di un caso di cisti idatica del rene per il dott.

ENRICO IRA.CI.

Data la rarità dell'echinococco del rene ed i pochi casi che si trovano registrati dalla letteratura. mi son deciso di renderne pubblico uno, caduto sotto la mia osservazione e che ritengo non possa del tutto riuscire scevro d'interesse. C. . . F ... , di anni 30, contadina. Costituzione generale normale e robusta; nulla di ereditario; ha goduto per r innanzi ottima salute. Una sera. in seguito a caduta per le scale, riportò un violento colpo nella regione lombare destra: e dopo qualche giorno si presentò alla nostra osservazione. Si constatò: tumefazione nella regione renale destra, non troppo accentuata, liscia e che mentiva lieve fluttuazione. In essa appariva larga ecchimosi, un po' dolente alla palpazione ed esacerbantesi il dolore a seconda dei movimenti. La prima impressione fu, che detta tumefazione, non consistesse se non in una ematoma, consecutivo al trauma, tanto più avendoci la malata assicurato, di non avere prima d'allora sofferto nessun dolore, nè avere mai riscontrato su sè stessa tumefazione alcuna. Fu internata in questo {)spedale per le cure del caso. Dopo qualche · giorno di degenza, si notarono nelle orine delle membranelle e delle vescicole, che venivano emesse con l'orina stessa, con lieve dolore o fastidio lungo l'uretere destro..Esaminata l'orina al microscopio, furono ravvisate membrane e corone di uncini e pus. La diagnosi era chiara. Tratta vasi di Pchinococco del rene. Stabilito l'intervento si praticò un 'ampia apertura in corrispondenza della tumefazione, scoprendosi così una grande sacca. la vescicola madre, ripiena di un numero straordinario di vescicole figlie, di varia grandezza. Il cavo totale era delle dimensioni di un grosso arancio. Furono praticati lavaggi con liquidi sterili e nel contempo si notò che, lo stesso liquido che serviva per i lavaggi, veniva a fuoriuscire per le vie orinarie; segno anche questo di comunicazione diretta fra la sacca, rene e vie orinarie. Infatti la donna du· rante i lavaggi praticati nel cavo, provava. ogni poco, il senso di avere la vescica piena, tanto da provocarle subito lo stimolo alla m~nzione. Continuò, per un tempo non breve. ad emettere, sia per la via artificiale delJa praticata incisione, sia per le vie orinarie, vescicole più o meno grosse ed in processo di macerazione. nonchè liquido purulento, :finchè il cavo, ridotto sterile, si potè cicatrizzare, ottenendone cosi la completa guarigione. Il caso che per la sua rarità e per il suo svolgimento mi è apparso abbastanza interessante, ritengo che si possa con facilità ricostruire cosi: Il tumore sebbene grande, inosservato preesi· steva al trauma; inosservato, perchè è una ca-

743

ratteristica dell'echinococco, di raggiungere vo• lumi notevoli, in visceri nobili, senza dare nè dolori, nè alterazioni funzionali. E tali caratteristiche servono appunto per ]e diagnosi differenziali. La trascuranza dell'osservazione della donna, coonestata dalla mancanza dei dolori e dei disturbi, ha fatto passare inavvertita la presenza della grossa tumefazione. La cisti, cortica~e, si è svolta verso la direzione esterna e posteriore del rene. Nella sua lenta espansione è atrofizzante ed usurante, ed è arrivata ai calici renali ed alla pelvi renale. Se l'origine fosse stata primitivamente della pelvi, avrebbe avuto svolgimento addominale e, forse, avrebbe determinato qualche fastidio per compressione di tutto ;1 rene e sua messa fuori • azione. Col trauma forte sui lombi, si è determinato scuotimento di tutto il tu1nore con rottura di vescicole e versamento del contenuto verso la I pelvi, dove dovevano già essere con sostegno sottilissimo. È da notarsi che l'emissione sia avvenuta senza sofferenze, nè accenno alcuno a coliche renali, ecc., e eh~ soltanto si ebbero dolori ureterali, durante la discesa di vescicole intere e di frammenti di esse lungo l'uretere. Dopo la commozione del trauma, si sono svolti fatti moderatamente flogistici , che hanno fatto pensare ali' ematoma inquinato, e che spiegano l'irritazione e. la suppurazione, che si verificò nel la sacca cistica. Come gli autori ammettono, non è frequente che, nelle cisti del rene, la diagnosi sia stata posta rettamente. I~e cisti di echinococco si sviluppano in generale lentamente e senza speciali disturbi; tanto che il paziente per lo più vi porta la sua attenzione , quando il volume del tu· more ha raggiunto tal grado da essersi reso rilevabile. Esso è liscio, tondeggiante, è quasi impossibile rilevarne il fremito idatideo e seppure talvolta lieve fluttuazione. L'unico caposaldo della diagnosi si basa sulla lentezza di sviluppo del processo e sulla mancanza di dolore. Non parlo poi delle cisti che vanno a riempire il cavo addominale, nel qual caso, come dice Tillaux, la diagnosi diviene quasi impossibile. Nel caso attuale, è stato il trauma che scopri il tumore e quindi diede luogo alla diagnosi. In generale, se non sopraggiungono fatti nuovi e complicanze che possano aggravare lo stato del malato, la semplice apertura e svuotamento della cisti, conduce alla certa guarigione. (II)


744

IL POLICLINICO

Nel nostro caso la prognosi rimase, per qualche tempo, più ri~ervata , poichè si dovette alquanto lottare con la suppurazione che, forse in conseguenza del sofferto traumatismo, si era, con abbastanza intensità. sviluppata. Tanto che il continuo pasf:aggio del pus dal cavo cistico, insieme con l'orina, per l'uretere e la vescica, dava a temere di un processo flogistico discendente, di una pielocistite da propagazione. Ciò però fortunatamente non si veri fi cò e ne dobbiamo ringraziare il passaggio ripetuto dei lavaggi sterili ed antisettici dal cavo, alla vescica, all'uretra. Spello,

1912.

'

ACCADEMIE, SOOIETl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI).

Reale !ceademia delle scienze mediche di Palermo. Seduta dei

26

aprile

1913.

Pres. prof. V. Cervello.

A Trambusti. I l chinino nella cura della scarlattina. - Durante il servizio antimalarico dell'O. diretto per conto della Croce Rossa in Sicilia nel 1912 si manifestò nel territorio di Marsala un'epidemia di scarlattina e precisamente nei mesi di settembre, ottobre e novembre. Durante questa epidemia il dott. Trapani, ufficiale sanitario di Marsala, al quale era stata affidata la direzione delle stazioni antimalariche che la Croce Rossa aveva impiantato in quelle campagne, ebbe a constatare che m entf'e la sca'l'i attina s~ era diffusa i·n tutto il territorio di M a'l'sala, essa aveva rispettato le .c ontrade appartenenti alle sei stazioni della Croce Rossa. Il dott. Trapani non fece alcun apprezzam~nto e si limitò alla constatazione del fatto. Nella relazione sul servizio antimalarico del r912 I'A. fu tentato di dare una spiegazione del fatto avanzando la ipotesi che la regolare e assidua chinizzazione la quale veniva praticata per la profi:.lassi antimalarica, avesse potuto espli<'are una qualche azione su l'agente specifico della scarlattina che dalle ricerche del Mallory, del (}a· maleia, del Duval e di altri, tra cui quella recentissima del Doeble, sarebbe ritenuto di natura protozoide. Ma la differenza dei rapporti ottenuti da questi a utori non ha portato ancora a conclusioni defi· (12)

(ANNO

XX, F ASC.

'2I f

nitive sulla etiologia della scarlattina ond'è che allora ritenne affrettato attribuire al chinino una azione profilattica sull'agente scarlattinoso. Se non che durante un'altra epidemia di scarlattina che si è verificata nei primi mesi di quest'anno a Palermo, il dott. Amato inizjando nell'Istituto dell'O. diretto alcune ricerche sulla etiologia di quella infezione, ebbe a constatare nei leucociti degli scarlattinosi degli speciali corpi che si trovano costantemente nei leucociti degli scarr lattinosi, e che mancano nel sangue di individui sani e in quello di ammalati di altri processi morbosi. · Questo reperto che ha fatto sospettare all 'Amato di trovarsi di fronte ad una forma protozoica, fece ritenere anche all'O. che l'ipotesi che poteva dare al fatto osservato a Marsala non fosse del tutto priva di fondamento . . Per queste ragioni ha pregato alcuni colleghi della città di trattare gli scarlattinosi col chinino ad alte dosi e per via ipodermica, giacchè è noto che il chinino dato nella scarlattina a dosi ristrette per bocca non influisce gran che sul processo già in atto. Finora i casi curati sono pochi, ma in questi pochi si trattava di forme scarlattinose che si presentavano con sintomi di una certa gravità. I In tutti questi casi le iniezioni di bicloruro di chinino riuscirono a troncare l'infezione. La febbre ' infatti cedette alla seconda, alla terza iniezione e la desquamazione avvenne rapida e gli ammalati guarirono prestissimo. L'osservclzione fatta a Marsala e questi pochi casi finora trattati non autorizzano l' A. a dare come risoluta la questione della terapia della scarlattina e tanto meno di quelle forme nelle quali le complicazioni streptococciche aggravano le condizioni del' malato, ma autorizzano a richiamare l'attenzione dei colleghi, perchè vogliano controllare queste osservazioni.

G. Parlavecchio. / Di un caso 'Yarissimo di idatide del panc1eas, guarita con la marsupializzazione. ·rn una ragazza di 25 anni la cisti si era sviluppata nello spazio gastro·colico producendo pochi disturbi. Fu impossibile enuclearla perchè aderentissima, e .perciò venne marsupializzata. Era ubicata in corrispondenza del corpo e della coda del pancreas. La guarigione avvenne regolarmente, sd ormai data da 9 anni. Nella letteratura Hauser raccolse, nel 1912, soli 28 casi, di questa rarissima localizzazione dello echinococco: quello dP11'0. sarebbe il 29°. Fa considerazioni sulla diagnosi e la terapia, desumendole dai casi della letteratura e dal . proprio.


[ANNO

XX,

FA$C 21)

745

SEZIONE PRATICA

G. Parlavecchio. Nuovo contYibuto alla casistica dell'echinococco della milza: voluminosa idatide splenica suppuyata; operazione, guaYigione. - Lo infermo fu ricevuto in condizioni gravissime ed operato di urgenza con l' anestesia locale, perchè la cisti, voluminosissima, ostacolava fortemente il respiro. Era ricoperta di uno strato di polpa splenica e n?n esistevano aderenze spleno-parietali: sutura circolare isolante, apertura in primo tempo. Guarigione senza incidenti, e senza ernia successiva. L'O., riferendosi ad un suo precedente lavoro su di un altro caso, publicato nel lgoo nel Polictin1:co P'Yatico , fa una rassegna di tutti i progressi di questo capitolo della patologia in questi ultimi 13 anni. Riferisce le numerose statistiche riguardanti i risultati terapeutici, ottenuti con i vari metodi curativi, e conclude: che la punttlra semplice deve essere bandita; che l'asportazione totale della cisti costjtuisce il metodo ideale, pur essendo indicata solo nei rarissimi casi, in cui l'idatide è peduncolata; che gli altri tre metodi (enuclazione della proligera. marsupializzazione e splenectomia) hanno indicazioni speciali, la valutazione delle quali è devoluta al chirurgo, il quale però deve, quando può, conservare la milza, la cui asporta· 2.ione non è poi cosi innocente per l'organismo, come si è troppo creduto per lo innanzi. Aggiunge che la marsupiaJizzazione ha il pregio di scongiurare ernie successive, perchè la milza si accolla alla faccia profonda della breccia parietale, e la protegge contro gli effetti della 1per1 pressione intraddominale. · • Il prof. Parlaveechio a nome del prof. G. Alagna riferigce: Sopya un caso di stenosi cicatriziali mul· tiple luetiche delle pyime vie ae'J'ee - Contributo clinico ed operatoYio. - L'O. espone la storia di un caso, appartenente alla clinica dermo-sifilopatica di Palermo, riguardante una donna di 41 anni, affetta da stenosi cicatriziali multiple (cordoni cicatriziali al posto dei pilastri ; sinfisi palato-faringea; dia~ramtna fra oro ed ipofaringe a piccolissimo foro eccentrico; briglia cicatriziale ipofaringea, ecc.), e da lui sottoposta a ripetuti interventi. Il ris11ltato di detti interventi è stato superiore ad ogni aspettativa, inquanto che la paziente, ricov:erata in clinica in uno stato di estrema denutrizione a causa dell'impedita deglutizione specie degli alimenti solidi e dell'assai difficultata respirazione (stridore ìspiratorio ed espiratorio, accessi dispnoici) può ora deglutire molto bene e respirare discretamente. L'O. accenna alla rarità delle stenosi cicatriziali multiple delle prime vie aeree, ne illustra

brevemente la genesi e la sintomatologia e cupa infine dei metodi operativi.

Sl OC-

Il prof. Tram busti a nome del dott. A. Amaio riferisce: Su di un nuovo reperto morfologico nel sangue degli scarlattinosi . (Con dimostrazione di prepara ti). Con adatta tecnica l' A. ha messo in evidenza nel sangue di individui affetti da scarlattina alcuni piccolissimi corpi intraleucocitari, di forma varia che va dalla rotonda o leggermente ovalare alla ellittica ed anche a forme irregolarmente triangolari, quadrangolari quasi ameboidi. Nel loro interno present ano per lo più un granulo cromatico che occupa una posizione centrale o è spostato verso le periferia; altre volte e più speciàlmente nelle forme irrego]ari i granuli cromatici sono in numero vario e tendenti a disporsi alla p eriferia del corpuscolo. La loro presenza è un fatto costante negli ammalati di scarlattina fin oggi esaminati e specialmente abbondanti si riscontrano proprio allo inizio dell'esantema. Finora i detti corpi non sono stati riscontra ti dall 'A. nè nel sangue normale nè in quello di indi vidu affetti da altre malattie. L'A. infine dopo avere accennato come per differenze morfologiche e tintoriali il reperto dell'Amato deve distingu ersi da quello del Dohle conclude dicendo che poicbè fin oggi nulla di simile è stato descritto in altre infezioni e nemmeno nei lavori sulle lesioni degen erative dei lettcociti in condizioni patologiche diverse, certo la ipotesi più seducente è quella che possa trattarsi deIPagente patogeno specifico della scarlattina e più precisamente di un protozoo; ma che per i 1 momento - ed almeno fino all'espletamento delle ricerche che ha in corso - non crede di potersi pronunziare de finitivamente sulla natura dei corpi da lui messi in evidenza. G. DONZELLO. 1

,I

Socit~tà

lombarda di scienze mediche e biologiehe. Seduta del

2

maggio 1913.

Ronzoni O. Contributo alla conoscenza della diffusione della :ubercolosi in Milano. - Riferisce i rilievi fatti nel triennio scorso alla Sezione profilattica del Dispensario antitubercolare milanese (inchi,este domiciliarie compiute, 600; malati presentatisi 4625 ; 1 800 circa a ffetti da tubercolosi aperta, 1'85 % dei quali da form~ polmonare). Da queste ricerche risultano. per Milano, i seguenti fatti: 1° non vi è zona e quartiere della città immune dalla infezione: 2° la mortalità e la morbilità tubercolare si sovrappongono, t opograficamente .: 3° la morbilità e mortalità per (13)


IL POLICLINICO '

tubercolosi risultano non ugualmente distribuite, ma particolarmente acldensate in alcuni quartieri. Queste « isole della tubercolosi » sono 8, sia al centro che alla peri feria di Milano, nei quartieri più popolosi e popolari; 4° nei quartieri periferici, nuovi, della città. si assiste al progressivo formarsi di nuovi centri infettivi tubercolari. Vari e diversi sono i fattori che regolano questo fatto= epidemioJogici, d'abitazione, economici, di riforma edilizia cittadina, professionale, ecc. ecc. La casa risulta però sempre l'elemento fondamentale di créazione e mantenimento di questi centri tubercolari, in q.u anto che favorisce particolarmente il contagio. Risulta da queste ricerche « che è il tisico che genera il tisico, e tanto più quanto più la famiglia è congestionata ». I risultani sanitari e quelli delle inchieste doll1:1-ciliari illustrano, in fo1ma chiara e concorde, questa legge. Accenna 1'0. ad altri punti messi in evidenza dalla pratica dispensariale (deficienti entrate familiari, mancanza di ogni senso di previdenza, ecc.) che dimostrano una volta di più come la massa dei tubercolosi gravi sulla beneficenza pubblica e privata cittadina. Vede nella moltiplicazione coordinata dei Dispensari profilattici, nella alleànza di tutte le istituzioni pubbliche e private che combattono direttamente e indirettamente la tubercolosi, nel miglioramento çlell'assistenza o3pitaliera, i mezzi pratici ed economici migliori per affrontare ~ Milano il problema tubercolare.

Buschi O. Di alcune parti'colar·i tà di struttura detl' ao'Yta umana embrionale e fetale. - L'O. di· mostra che fin dai primi mesi della vita intrauterina si formano nell'aorta degli ispessimenti in corrispondenza dell'origine dei vasi collaterali e terminali. Questi ispessimenti si fanno più manifesti col procedere dell'età e costituiscono un punto di predilezione dei processi degenerativi e . specialmente dell'arteriosclerosi.

Maccabruni F. Co-;itributo al la conoscenza dei metodi d?: Abderhalden applicati alla si'e'l'o-diagnosi della gyai•idanza. --: L' A. sperimentò la reazione di Abderhalden sopra oltre 100 casi, sia col metodo polarimetrico che col metodo della dialisi , pervenendo ai seguenti risultati: I,a reazione di Abderhalden costituisce un mezzo di grandissimo valore per la ~iero-diagnosi di gravidanza. La reazione compare fin dall'inizio della gravidanza e perdura per almeno due settimane dopo avvenuto il parto o )'aborto. Le varie malattie in gravidanza ed in puerperio non sembrano avere una spiccata influenza sull'andamento della r~azione.

[ANNO

XX, F ASC.

ZI)

Nella mola vescicolare la reazione si conserva positiva. .. Nella gravidanza extrauterina in atto o da poco te1npo interrotta la reazione si manifesta netta1nente positiva. Nelle donne non gravide e negli uomini, tanto in stato di salute che in condizioni patologiche, la reazione si dimostra negativa. Il siero fetale talvolta può digerire il peptone placentario, dando reazione positiva . Il liquido cerebro-sp;nale delle donne gravide non dà reazione. Talora si può avere reazione positiva semplicemente mettendo a contatto il siero fetale col siero della rispettiva 1nadre o col siero di donna gravida. Il liquido amnio~ico infine, come l'urina fetale, può dare reazione positiva non per la presenza di fermenti, ma per sostanze dializzabili che talvolta esistono in esso preformate. C.-B.

È uscito

il nostro Premio Straordinario :

Pro:f. F. DURANTE

TUBERCOLOSI ESUA CURA ABASE IODICA ed affincbè i lettori del •Policlinico• possano !ormarsi un criterio dell'importanza. del libro che costa L. 3,50 ma che ai nostri associati vJene ceduto per Una Lira solamente, ne diamo qui appregso l'indice. .

I

Cause della tubercolosi - Essenza. del processo tubercolare - Effetti anatomici e clinici deJ processo tubercolare - Diagnosi deHa tubercolosi In generale Id. dell'ascesso freddo - Id. della linfoadenite tubercolare Id. de-l'adenite mammaria e salivare tubercolari - Id. della pTostatite tubercolare - Id. della cistite tubercolare - Id. della plenonefrite tubercolare - Id. della peritonite tubercolare - Id • deJla pilorite tubercolare - Id. della cieco-appendicite tubercoJàre - Id. della rettite tubercolare - Dell'idrope articolare tubercoloso - Id. della osteite tubercolarP. - Prognosi - Trattamento igienico e iodico della tubercolosi in genere - Cura. della tubercolosi polmonare - Id. della pleurite e peritonite tubercolari - Id. della pilorite e cieco-appendicite tubercolari - Id. della metrite del collo ed endometriti tnbercolari - Id. della epididimlte ed orchite tubercolari - Id. della prostatite tubercolare - Id. della cistite e pielo-nefrite tubercolari - Id. detle ulcere tubercolari della pelle - Id. della Jinfoadenite tube~oolare - Id. dell'ascesso freddo - Id. delle artrosinoviti tubercolari INTRODUZIONE. -

"'

Id. dell'osteite tubercolare. Per o&tenerlo snblt-0, inviare (lart.olina-Vaclia da 1JN• LIR.l, nnen· dovi la fasce&ta d'abbonamenM> o indicando il numero dell• medesima, eeclnsivamen&e al Prof. Enrico JJorelJi, Via del Trl· tone, 46, Roma.


JANNO

XX,

FASC. 2I]

SEZIONE PRATICA

747 I

APPUNTI PER IL MEDICO . PRATICO. tCONTRIBUTO DEL MEDICO PRATICO. OSPEDALE RICCIARDI DI VALLERANO.

Del valore profilattico del segno di Koplik nella infezione morbillosa pel dott.

VINCENZO

Fusco, direttore.

Nell'infezione morbillosa ciò che preoccupa molto il medico è la rapida diffusione del morbo, dovuta alla grande contagiosità. Molti -patologi e pediatri oggi si affannano a11a ricerca di un sintoma che possa, in modo inconiutabile, condurre alla diagnosi del morbillo, nel periodo prodromico. Quantunque il segno scoperto dal dott. H. Koplik, quale sintoma precurgore del morbillo, abbia incontrato molto scetticismo nel campo ~ediatrico, pure le osservazioni al riguardo, puh-blicate in questi ultimi anni, tendono ad attri-buire, al segno di Koplik, un valore di specifi· ~ità, come un sintoma patognomanico del morbillo. Essendosi verificato, fin dai primi di maggio 1912, una infezione morbillosa nel comune di Vallerano (provincia di Rom a), infezione che sj protrasse; ma~grado tutte le misure sanitarie .adottate, fino agli ultimi di luglio, volli ap· :punto, data l' occasione favorevole, studiare quale valore profilattico meritasse il segno di Koplik nella predetta infezione. Spinto dal solo desiderio di apportare un ·modesto contributo casuistico, raccolsi dei dati ·i n propositn. Prescindendo da considerazioni teoriche sul valore patogenetico del segno di Koplik, mi prefissi di stabilirne il tempo della comparsa in rispetto all'esordire dell'esantema cutaneo. Le osservazioni, da me praticate, riflettono 31 bambini, di ambo i sessi, dall'età dai 2 ai 7 anni ; gia('chè il morbillo, tranne poche eccezioni, in Vallerano, colpì la maggior parte dei bambini della prima infanzia. Nei brevissimi cenni clinici di ciascun bambino, ho tenuto conto di un fattore, che a me sembra interessante circa la comparsa del segno di Koplik nel morbillo: cioè della costituzione organica dell'ammalato. Infatti ho po-tuto constatare, che nei bambini linfatici,

scrofolitici, cachettici, che venivano colpiti dal morbillo, il segno di Koplik era spesso assente, o appena appariscente; in coincidenza anche di un esantema cutaneo poco manifesto o molto fugace. Mentre, negli altri di valida costituzione fisica, il segno di Koplik fu sempre manifesto ed in molti spiccatissimo. Dato appunto questo legame tra lo stato di nutrizione del bambino e la manifestazione del segno di KopJik si può pensare che, in molti casi, la mancata comparsa debba ricercarsi in un fattore estraneo al morbillo, bensì nelle d~pauperate condizioni organiche del paziente. BREVI CONSIDERAZIONI.

Da pochi osservatori si è voluto diminuire il \ralore diagnostico del segno di Koplik, as· serendo di averlo rinvenuto in altri morbi. Così il Widowitz constatò il Koplik ro volte su r26 ammalati di rosolia, come anche in casi di angina e di catarro tracheo-bronchiale; Il Muir nella difterite; il Weill ed il Gardère in tre casi di parotite ed in uno di varicella; il . ' Miiller nella rosolìa in bambini che avevano sofferto precedentemente il morbillo; il Chelazzi in un caso· di tosse convulsa ed in un altro di tonsillite acuta da stafilococco. Tali risultati però non valgono a menomare il valore clinico del segno di Koplik nel morbillo, e che attacchi poco fondati avrebbero voluto togliere. « Il nuovo segno del morbillo - come dice il dott. H. Koplik - si osserva solo sulla mucosa delle guancie e dellt! labbra. L'eruzione compare 24-48 e talvolta 72 ore prima dell' esantema cutaneo, poi si diffonde e raggiunge il suo massimo al momento in cui l'eruzione cutanea appare; e quando questa si generalizza e raggiunge il suo acme quella declina, cosl da costituire una specie di ciclo. Allo esame della bocca (nel periodo dell'esantema) a forte illuminazione si rileva d'ordinario il rossore dell'amigdale sebbene non sempre, qualche macchia sul palato molle. Sulla mucosa delle guance e delle lal)bra si nota un'eruzione particolare e patognomonica. Essa consiste in piccole macchie irregolari d'un colore rosso-vivo; al cen~ro di ciascuna macchia si osserva il segno inte• ressante sul quale desidero di richiamare l' at(15~


(ANNO XX, FASC. 2I)

IL POLICLINICO

tenzione. Ad una forte illuminazione si distinguono dei punti assai piccoli hianco-bluastri. Tali punticini nel centro d'una macchia rossa di un morsono .assolutamente patognomonici . billo incipiente. Quando l'eruzione cutanea è al suo maximum, quella locale impallid~sce e scompare gradualmente quando l'esantema è finito. Negli ultimi stadi dell'eruzione il fenomeno boccale non è più visibile ».

Una delle cause di errore per la diagnosi del segno di Koplik è da ricercarsi sul difettodi osservazione ed anche sulla fugacità del sintoma. Per osservare bene i bambini mi son servito sempre della luce naturale diffusa, proveniente da una . finestra.. Confesso che su alcuni ammalati, avendo praticata l'osservazionealla luce diretta di una candela, non mi è riuscito di osservare il Koplik, che invece era

\

Casuistiea.

Cognome

Età

e Nome

Sesso

Se~no

Costituzione

di Koplik

Tempo della comparsa del segno diKO. plik prima dell' eruzione. cutanea .

• 1

e ....

3 anni

maschile

ottima

molto manifeste

e. . . .

P . .. .

4

>

femminile

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poco a ppariscente

24 ore

3

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2

Il

idem

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4

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6

>

maschile

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1

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I

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,

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7

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20

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SEZIONE PRATICA

749

'

presente alla luce natu rate. Nella maggioranza tagio è già avvenuto e qualsiasi misura prodei bambini il sintoma è durato dalle· 6 alle 12 filattica non varrà ad impedire la diffusione ore ed in alcuni ancora di nleno. , del morbo. Il prof. Mya diceva che il segno N è il segno di Koplik può confondersi con di Koplik, da lui osservato costantemente in 4 altre manifestazioni boccali per i suoi s.piccati epidemie, poche ore prima dell'eruzione morcaratteri morfologici e per la ubicazione. In- billosa, se era un pregevole sintoma premoni· fatti il mughetto delle guance si differenzia torio non aveva quel valore profilattico che si benissimo dal Koplik per il colorito ·c remoso era voluto attribuire da altri. che assumono le macchie, prive del caratteIl segno di Koplik adunque conservérà semristico alone rosso e che invadono tutta la pre un pregevole valore semiologico, perchè la guancia ed anche la lingua. La stomatite eri- sua presenza potrà essere di sicura guida alla tema-poltacea si differenzia per la localizza- diagnosi del morbillo, poche ore prima della zione; rivestendo il solco gengivo-labia)e, il eruzione caratteristica. Ma la sua constatazione pavimento della bocca, la s11perficie inferiore non potrà meritare importanza profilattica in della lingua. Nè infine ad alcun dubbio pos· quanto che il contagio ha preceduto la ma~i­ sono . prestarsi quelle macchie gjallo rossastre fe<3tazione morbillosa. circolari, della forma e dirnensione di una ca· Vallerano (Ròma), li 31 luglio 1912. pacchia di spillo, che spesso si trovano su mucose normali dei bambini, perchè in queste CASISTICA. ultime manca il punticino centrale di colorito bianco· azzurrastro. La necrosi del fegato c~n ittero secondaria Adunque il segno di Koplik semhra che si a forte stasi venosa. manifesti, con molta frequen?a, nel morbillo, L'Oertel già da vari anni ha richiamato l'atqv.antunque vi sieno delle osservazioni in contenzione degli studiosi ~udi una affezione carattrario. In quanto riguard·a il valore profilattico, vo- teristica del fegato che egli chiama : a Hepar luto attribuire al segno di Koplik, nella infe· cyanoticum necroticum cum ictero », e raccoglie nei Be1t. Ktin. Woch. del 21 ottobre scorso la. zione morbillosa, dalla maggioranza degli osdescrizione di cinque casi da lui osservati. Dal servatori, a me sembra, {'he nqn possa meritare punto di vista clinico è caratterizzato da un itl'importanza di prevenire il diffondersi del mor- tero che insorge rapidamente in un individuo col• billo. pito da gravi disturbi circolatori e che decorre Il dott. Apert sostiene che in pratica è pos· con gravi disturbi del sensorio, sonnolenza, delirio sibile fare la diagnosi precoce del morbillo per e che termina colla morte senza presentare i segni ·ta presenza del segno Koplik, che compiendo · di un'infezione generale. Dal punto di vista anala evoluzione in 3-6 giorni prima della com- tomico è caratteristica una necrosi ci tolitica parsa dell'esantema cutaneo, dà il tempo al del fegato con stravasi emorragici ed una stasi biliare intralobulare secondaria; manca . quasanitario di µoter adoperare tutte le misure lunque causa dell'ittero a sede estralobulare. preventive. Inoltre si riscontra una infiltrazione gr~s~a noteAnche il Péhu ed il Rey ritengono che il vole, evidente soprattutto nel centro del lobulo: a K'o plik ha molta importanza profilattica, perchè differenza del! 'atrofia rossa si verifica in questa permette di procedere all'isolamento degli am . forma una distruzione totale della struttura delmalati. l'organo. Non si tratterebbe di una atrofia da compres· Si sa ?alla patologia che l'infezione morbillosa è soprattutto contagiosa nello stato pro- sione semplice o di degenerazione parenchimatosa dromico che precede di poco l'eruzione cuta- o di necrosi come si verifica negli stati infiamma tori o per arresto completo della circolazione. nea. Non si riscontra o coagu!azione o degenerazione Negli ammalati, caduti sotto , la mia ossergranulare o scomparsa dei margini cellulari e la vazione, il segno di Koplik si è manifestato fusione di masse necrotiche; invece si verifica un in un periodo di tempo variabile da un mi- impallidimento con scomparsa della struttura nimo di dieci ore ad un ma$simo di ventotto. cellulare, mentre invece i confini sono ben diOra se il segno di Koplik si manifesta appunto stinti: si tratta quindi di un processo citolitico poche ore prima dell'esantema cutaneo, il con- del tessuto epatico. 1

.. •

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IL POLICI.INICO

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XX,

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Il meccanismo di produzione è difficile deter- brividi o ·q ualche sintomo locale c'indirizzeranno minarlo: si può mettere in rapporto direttamente per la diagnosi di flebite; spesso però la flebite si colla stasi o si può considerare come una com- ha nelle vene profonde del bacino e allora il foplicazione dovuta all'assorbimento delle tossine colaio sfugge all'esame. Pel Conner anche i dointestinali. L'A. è più propenso ad ammettere la lori alle dita dei piedi descritti nella convaJe, prima spi€'gazione sia per ragioni cliniche che ana- scenza del tifo sarebbero dovuti a flebite delle tomiche: . la bile anche non entra affatto come \ vene della pianta del piede con essudato perifattore patogenetico del processo in questione. fiebitico insidiante i nervi plantari vicini. Anche In seguito alla forte stasi si determinerebbe un alcuni sin tomi addominali di patogenesi oscura edema del tessuto che in queste condizioni pro- che s'incontrano nella febbre tifoide, quali accessi duce un fermento citolitico che determina la ne- bruschi di dolori addominali con tensione e sencrosi del tessuto epatico. sibilità alla pressione, che fanno pensare ad una Non è stata mai osservata in tali casi una gua- perforazione intestinale sarebbero dovuti a flebite rigione: però da questo punto di vista è interes- delle piccQle vene n1eseraiche. P. A. sante notare che spesso nelle forti stasi epatiche si ha un leggero grado d'ittero che può scomparir e. P. A. TERAPIA. •

Le forme fruste della flebite tifoidea.

Tra le flebiti infettive la più cònosciu~a dopo quella puerperale è quella dovuta a febbre tifoide , però esistono realmente casi di flebite post· tifosa in cui i sintomi non sonÒ ben netti. Il Lewis Conner (Arck. of i'f1,t. Med., 1912, n. 6) sostiene che nel tifo la flebite è una complicazione forse molto più comune di quello che generalmente non si creda: egli l'ha riscontrata nel 5 per cento sui I54? casi di febbre tifoide curati all'Ospedale di New York; però, tenendo conto delle forme fruste, essa si può considerare come presente nel lo-15 per cento dei casi. Come l'hanno dimostrato parecchi autori, lo sviluppo di questa trombosi è graduale ed i suoi i'into1ni classici, quali l'edema, il dolore, la sensibilità alla pressione ed il cordone venoso visibile e palpabile appaiono solo tardivamente e quando l'obliterazione è completa: casi di trombosi abbastanza diffusa senza che in vita ne esistessero i sintomi clinici sono stati osservati molte voJte. Spesso la flebite si manifesta coi sintomi di dolori vaghi lungo gli arti inferiori a cui se guono localizzazioni emboliche clel polmone. L' A sostiene che in una proporzione piuttosto notevole le complicazioni polmonari della febbre tifoide sono di origine embolica però è quasi sem• pre impossibile di fornire la dimostrazione, data la b enignità abituale degli accidenti e quindi l'assenza di contatazioni anatomiche. Il Conner richiama inoltre l'attenzione sulla frequenza dei brividi nei casi di febbre tifoide complicata a flebite, che per lo più sono l'espres· sion e d1 un processo di embolia polmonare. ~a flebite del tifo si accompagna quasi costan· temente a riacutizzazione del processo febbrile che spesso fa p ensare ad una ricaduta; però i I r8)

Moderni mezzi di cura della sciatica. Nota il Dardel (Journat des P-raticie·ns, 15 marzo 1913), che la sciatica dev'essere considerata come malattia autonoma ed idiopa't ica soltanto quando tutte !e cause locali e generali capaci di darne la sindrome clinica siano state accurata1nente elimina te mediante un esame com p1cto del paziente. In rapporto alla terapia è d'interesse fon· damentale la distinzione delle forme sintomatiche dalle forme secondarie; così pure ha note vole importanza la distinzione della nevralgia dalla nevrite dello sciatico, la distinzione delle forme spamodiche e delle forme radicolari di Déjerine. Sotto il nome di radicoliti sono state descritte delle manifestazioni flogistiche, superficiali o degenerative, a carico delle radici dei nervi, di natura infettfva o tossica (puntj. dolorosi del Valleix. disribuzione caratteristica zonale dei disturbi della sensibilità e del trofismo, ecc.). La cura della sciatica dev'essere causale anzitutto. La sifilide è una delle cause più frequenti della sciatica: sono i casi più fortunati, perchè la cura iodio-mercuriale e l'arseno-benzolo non tarderanno a dare i loro benefici effetti. Nella sciatica palustre altrettanto efficace può essere la cura chininica. Eccettua te queste indicazioni speciali, la te· rapia va diretta contro il sintoma doto-re: si use.ranno volta a volta il salicilato di sodio, l'aspi· rina, il piramidone, l'antipirina, la salipirina, ecc. Non dì rado bisogna ricorrere alla morfina. Le punte di fuoco ed altri mezzi di rivulsione attiva possono calmare i fenomeni dolorosi. Se la sciatica è ostinata, si ricorrerà a metodi più energici, per es. alle iniezioni epiduYali. I nervi del cono terminale si dirigono molto obliquamente all'esterno, per cui l'ago può essere introdotto sulla linea mediana senza ferirli. Occorre •


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un ago di platino lungo 6 cm. Scorrendo col dito lungo la cresta dell'osso sacro dall'alto in basso, -si avverte facilmente una depressione triangolare limitata ai lati dai tubercoli laterali dell'osso -sacro stesso: in questa regione si pratica la puntura, spingendo l'ago dapprima obliquamente in alto fino ad avere la sensazione della perforazione èeJla membrana, e poi secondo la linea orizzontale. Si inietta con una siringa sterilizzata la soluzione analgesica di cocaina all' 1 % o di stovaina · all'1 % (circa 5 eme.). Alcuni autori iniettano la soluzione fisiologica di cloruro di sodio al 7 °/00 , pensando che l'azione meccanica del liquido sulle radici nervose abbia più importanza dell'analgesia transit oria della . 'Cocaina. In genere 10 minuti dopo l'iniezione i dolori .scompaiono. Può bastare una sola iniezione; di solito occorre ripeterla ; a volte i risultati sono soltanto transitori. In questi casi si può ricorrere all'elettroterapia, ·specialmente sotto forma di correnti continue e di effluvi ad alta frequenza, e all'aria calda sotto forma di bagni o di doccie localj. In quèsti ultimi anni sono state consigliate le iniezioni sottocutanee di aria mediante una siringa di Pravaz innestata ad una pera a soffietto, nitrando l'aria attraverso uno strato di cotone interposto tra la pera e l 'ago. Con l'enfisema sottocutaneo cosi prodotto si ottiene di solito un -effetto immediato contro i dolori. Oltre ]'asepsi, bisogna baèlare a non iniettare l'aria dentro le vene, per evitare le embolie gassose. Il trattamento termale (bagno caldo, bagno a vapore, doccia calda) della sciatica ha un'indi.cazione sintomatica contro il dolore. Nelle forme . -raffreddate si può associare ad esso il massaggio. Alcune forme di sciatica d'origine locale possono guarire soltanto con l'intervento chirurgico per la rimozione della ca usa: cisti, fibromi, ecc. P. SABELLA.

La cura delle crisi gastriche. I~e

crisi gastriche costituiscono una delle sindromi più dolorose e più bene definite della patologia nervosa. Dolori e vomiti ne sono le caratteristiche più importanti, però non sono rare le ematemesi che spesso sono state causa di er· rori di diagnosi. Le cause di errore, specialmente in certi casi, sono moltissime e sono state descritte storie di pazienti che furono sottoposti alla Japarotomia varie volte prima che si fosse appurata la diagnosi. In ogni caso dubbio è sempre opportuno praticare l'esame citologico del liquido cefalo-rachidiano, perchè, trattandosi per

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SEZIONE PRATICA

lo più di fenomeni iniziali, le altre manifestazioni della tabe mane ano; un tale criterio diagnostico è importante soprattutto neila gravidanza, dove le vére crisi gastr:iche e manifestazioni funzionali che ad esse rassomigliano sono. frequenti. L'effetto nocivo delle iniezioni di morfina cosi spesso· adoperate è stato messo in rilievo dal Matbieu; esse banno lo scopo di prolungare la crisi quasi in uno stato di male ed impediscono il rit~rno di una guarigione completa, spesso anzi non fanno che creare dei morfinomani. Le iniezioni sottocutanee d'antipirina (.;:o %). specialmente se praticate alla regione epigastrica, hanno un'azione calmante quasi quanto quelle di morfina, pur non presentandone gl'inconvenienti. Meg]io è una soluzione più concentrata (40 %) coll'aggiunta di cocaina (2 °{,) per evitare il dolore dell'iniezione. L'applicazione della vescica di ghiaccio può ugualmente calmare i dolori ed è indicata "pecialmente nelle forme associate ad ematemesi. Anche la corrente continua (polo negativo alla nuca, positivo all'epigastrio), umettando di soluzione di antipirina (5 %) il polo epigastrico e non oltrepassando l'intensità di 5 m. a. talora calma istantaneamente la crisi. Altri medicamenti consigliati nelle crisi gastriche sono: acqua cloroformica mescolata a p·arti uguali con acqua e.li menta, da darsi a cucchiaini; il sottonitra to di bismuto, associato o no al cloridrato di cocaina (s0ttonitrato di bismuto gm. 1, clori~ drato di cocaina cgm. 1 in cachets) e infine l'ossalato di cerio, il cui effetto sembra molto regolare specialmente contro i vomiti; esso si somministra in cachets di 5 cgm. coll'aggiunta di I cgm. di cloridrato di cocaina o codeina (fino a 3 cachets al giorno) . Il riposo assoluto in letto è sempre utile. In casi ostinati si è ricorso all'intervento chirurgico (allungamento del J lesso solare, resezione delle radici dorsaJi o del vago a livello del cardias), però i successi sono stati solo temporanei. La gravità e l'incertezza di questi interventi hanno fatto sostituirli col metodo di Koenig che consjste nell'iniezione di soluzione di novocainaadrenalina profondamente nelle masse muscolari del dorso ai due lati delle apofisi spinose, dalla 6a alla 1oa vertebra dorsale. Il Koenig arriva ad iniettare o. 25 gm. di novocaina in ioo eme. di acqua; però è meglio procedere gradttalmente, saggiando la sensibilità del paziente al rimedio. Il malato migliora immediatamente, le recidive dopo qualche giorno sono as'\ai frequenti ma cedono quasi sempre ad una nuova iniezione. (Bult. M ed., 4 dicembre 1912). P. ALESSANDRINI. ~


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IL POLICLINICO

Una epidemia di tifo a Parigi. ' •

Le condizioni igieniche della citta di Parigi, senza essere ideali, sono tutta via discrete. Se noi prendiamo come criterio per giudicare delle condizioni igieniche generali di una città la mortalità per tifo, vediamo che Parigi si mantiene sul limite delle città che sono considerate tra quelle che hanno un indice di salubrità soddisfacente~ nelle quali cioè la mortalità per tifo è inferiore a o. 10 per mille abitanti. Il seguente specchietto mostra meglio che non si potrebbe con le parole questa scala di salubrità in 18 città . d'Europa ..

.. •

Mortalità per tifo nel

I

1909.

(Proporzioni per mille abitanti). Inferiore al o . 10 per mille

.

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Superiore al o. 10

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Roma . • • • • o. 170 Stoccolma. • • 0.006 Pietroburgo . • 0.330 Zurigo. • • • • 0.010 Basilea • • • • 0.020 Mosca. • • • • 0.400 Cristiania • • • 0.020 Milano. • • • • 0.402 Bukarest. • • • 0.420 Copenaghen. • 0.020 Vienna • • • • 0 . 030 Atene . • • • • 0 . 540 Barcellona. • • 0.760 L'Aia. • • • • 0.030 Berlino . . . . o. 040 Londra . . . . 0.050 Bruxelles . . . o. o6o Parigi . . . . . o. 090 Le cifre qui sopra sono riprodotte da docum enti strettamente ufficiali e cioè, considerato che il tifo non è una malattia amm'il'4istrativamente vergognosa, come ad esempio, il colera, presso a poco esatte. La città di Parigi si trova ad avere una media di 4 decessi per tifo e circa 34 denunzie di casi nella sedicesima settimana dell'anno. Invece questa volta la statistica della sedicesima settimana ha dato 78 casi e 17 decessi. Le autorità sanitarie si sono subito messe in moto per c;coprire la causa del fatto anormale ed hanno potuto constatare che il maggior numero di questi 78 casi e 17 decessi era raggruppato nelle case che circondano il palazzo della facoltà di medicina. Si è allora pensato per prima cosa ad esami., nare l'acqua potabile delle case ove l'infezione si era manifestata, lo &tato delle condotture dell'acqua potabile, i serbatoi e i punti dove si di.. ra1nano condotture secondarie per ogni fabbrit!ato. L'approvigionamento d'acqua potabile di Parigi è fatto a mezzo di sorgenti, di cui le acque sono trasportate a Parigi con acquedotti. I baci11i (20)

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delle sorgenti stesse sono oggetto della più scrupolosa attenzione da parte delle autorità sanitarie di P arigi per impedire che possano eventual1nente :filtrare germi del tifo nelle condotture. Così oltre alle protezioni meccaniche consistentiin costruzioni per impedire l'inquinamento dovuto alle acque superficiali e opere murarie analoghe impermeabili nelle località ove il bisogno lo richiede, vi è una protezione amministrativa delle più rigorose in tutte le zone abitate che circondano i bacini imbriferi delle sorgenti, per. evitare le cau c;e di polluzione, per scoprire e isolare immediatamente ogni malato di malattia intestinale anche semplicemente sospetta di essere tifo o paratifo. Così l'acqua di• sorgente che arriva ai serbatoi della città è di purezza assolutamente incontestata e gli esami batteriologici quotidiani non hanno mai pern1esso di scoprire la benchè minima traccia di germi patogeni. Disgraziatamente benchè i' serbatoi di Ménilmontant, Montsouri~ e Montretout possano contenere in tutto 58o mila metri cubi d'acqua , riserva pot 2bile sufficiente per due giornate circa, succ~de talvolta che le sorgenti dànno un rendimento in• feriore, sia che in seguito a pioggie importanti debbano essere messe ftlori dalla rete perchè l'acqua che ne deriva è torbida, sia in seguito a qualche guasto nei diversi acquedotti, sia per siccità anormale e prolungata. In tali casi la ' città utilizza l'acqua della Senna e della Marna epurate negli stabilimenti di Ivry e di St. Maur. In questi stabilitnenti l'acqua traversa d egli strati di sabbia fina alla velocità di 10 centimetri l'ora, cioè 2 metri cubi e quaranta per giorno e per • i11etro quadro di superficie :filtrante. La filtrazione è sorvegliata con cura. Il b. coti è preso come t estimonio. Nell'acqua del fiume si trov~no dai 2 ai 20 coli b. per eme. Un filtro è considerato in buono stato quando la ricerca del coli, fatta p er cinque giorni di seguito è risultata negativa. Tutti i giorni l'acqua dei filtri viehe esaminata b atteriologicamente e il filtro che mostra di lasciQJ passare dei germi è imtnedia tamente escluso dal servizio, vuotato e riparato. Prima di passare sui veri filtri, l'acqua passa in bacini di sedimentazione e quindi su filtri di breccia e poi di sabbia grossa, per abbandonare le più grosse impurità. I due stabilimenti filtranti possono dare circa 120 mila metri cubi d'acqua potabile al giorno. Hanno costato in tutto una quindicina di mi· lioni per l'impianto, e la spesa di filtrazione giornaliera è di cinque centesimi ogni dieci m etri cubi. Quantunque la sorveglianza sia rigorosa , è evidente che i'esame batteriologico de il 'acqua non 1


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può dare un risultato certo. che 24 ore dopo il prelevamento; quindi. se un filtro ha lasciato passare dei germi, il fatto non viene scoperto che 24 ore dopo e durante queste 24 ore l'acqua impura seguita a mescolarsi alla buona. Forse è questa una de.Jle cause che tengono piuttosto alto il livello della mortalità per tifo. quantunque esso sia sempre minore della metà di quello di altre città di nostra conoscenza le quali pur vantan6 condizioni di potatlilità eccezionali per purezza batteriologica. A fianco di questo servizio di acqua potabile. la città di Parigi possiede un impianto per la distribuzione di acqua per uso industriale e urbano; cioè per la lavatura giornaliera delle vie, per le caldaie d elle officine, per il servizio delle bocche da incendio, ecc. Per tale uso si adopera l'acqua del fiume filtrata molto sommariamente solo per chiarificarla ma senza la cura voluta per renderla priva di germi. I robinetti di tale acqua quando esistono nelle grandi fabbriche, magazzini, scuole, ecc. per essere aperti in caso di incendio, sono chiusi nor· , malmente con un piombo speciale che non può essere tagliato se non in caso di infortunio. Ora le autorità che cercavano le cause dell'epidemia di tifo scoppiato nei pressi della scuola di medicina, dopo molti e ripetuti esami batterio· logici e idraulici finirono per scoprire l'origine del male. Si trattava nientemeno che di questo. La persona incaricata di preparare una bocca di incendio per i locali dell'Esposizione annessa al Congresso di igiene e educazione fisica, che si è t enuto lo scorso mese alla scuola di medicina, ha semplicemente innestato una condotturét di acqua potabile su di una non potabile nei locali medesimi della Facoltà di medicina. Sembrerebbe un' ironi{i ! Proprio là dove si sarebbe dovuta cercare di meno esisteva una causa dì insalubrità che ha prodotto e sta producendo ancora, malgrado che la comunicazione sia stata immediatamente tolta , qnalche centinaio di casi e qualche decina di decessi fra la popolazione •

par1g1n~.

Secondo il parere di alcuni giureconsulti, la responsabilità è de Municipio, ed è questa Amministrazione che dovrà pagare i danni. Infatti, secondo essi, il servizio pubblico è responsabile della fornitura di acqua potabile e dell'acqua impura nelle condotture speciali. Se il consumatore trova acqua impura nelle condotture d'acqua potabile deve attacC'are il Municipio~ che :::i rifarà, se può, sui terzi. D'altra parte il servizio municipale osserva che la colpa non fu commessa da lui. Il dovere del1'Amministrazione è di sotvegliare la condottura fino a che entra nelle case private. Là cessa tale controllo.

Le questioni di danni e interessi saranno giudicate quindi dai Tribunali ma è facile prevedere come la cifra delle indennità che dovranno essere pagate non sarà indifferente. Questo episodio ha servito a dare rilievo alla circostanza del pericolo che può derivare dal fatto di avere i condotti di acqua impura a prossimità dei condotti di acqua pura. L'ideale sarebbe quello di poter servirsi per tutti gli usi di acqua pura, ed è perciò che l'Amministrazione progetta di incanalare l'acqua di altre sorgenti lontane dalla città. Intanto la statistica della diecisettesima settimana dà, per quel che concerne il tifo, le cifre seguenti: casi 86 (invece d ella media di 34), d ecessi 14 (invece della media di quattro) . In queste brevi note noi non abbiamo fatto che considerare un epi~odio epidemico dovuto all'a~qua. Ma non soltanto le impurità eventuali dell'acqua possono spiegare quei 34 casi settimanali che pur si riscontrano in tempi normali. Per ricercarne la c3usa bisogna studiare tutti i servizi urbani, sopratutto l'epurazione delle acque di fogna, che sono adibite in p arte alla coltura intensiva di alcune specie di legumi che si mangiano ordinariamente cotti, ma pure talvolta disgraziatamente crudi. Ma tale studio esorbita dai limiti modesti concessi a una « corrisponden za u; ne parleremo a lungo in altra rubrica. Parigi, 4 maggio 1913. Dott. Gon.

POSTA DEGLI ABBONATI. 103. Cura delle ade1t-if:i suppurate. -

Mi rivolgo

a questa spettabile Redazione per conoscere quale sia il metodo più recente ed efficace per la cura delle adeniti suppurate, specialmente n~lla regione del collo al fine di evitare la cicatrice, all'infuori, naturalmente, del metodo, oramai vecchio, delle iniezioni di etere jodoformizzato previa aspirazione del pus. Mi pare esista un trattamento a base di iniezioni di ossigeno ma non lo conosco. Ringrazio e spero leggere presto la risposta nella ' Posta degli Abbonati » del Polict·i nico. Con stima. Dott. L. O., Milano. Il collega non ci fa intendere chiaramente se voglia riferirsi alle adeniti tubercolari complicate da flogosi suppurativa, o soltanto alle adeniti settiche comuni. Nel primo caso, rimandiamo al volumetto recentemente pubblicato dal prof. Durante sulla tubercolosi e sua cura i odica: il trattamento più efficace è sempre dato dallo iodio per iniezioni parenchimatose intra-glandolari e sottocutanee a (21)


IL POLICLINICO

'

distanza,· seg-uito eventualmente da cure chirurgiche quan1o queste ~iano richieste da fenomeni di fusioni o da processi complicanti settici sopraggiunti. Ci permettiamo osservare che le iniezioni di etere iodoformizzato s'o no state abbandonate; si dimostrano sempre efficaci le sospensioni di iodoformio in glicerina. Non sarei alieno dal proporre di tentare qualche iniezione ·intra-parenchimatosa c ol noto preparato del dott. Marrone di Roma. Il metodo delle iniezioni di ossigeno si è dimostrato non pratico, quasi inefficace e non privo di inconvenienti. Se il dott. L. O. ha voluto riferirsi alle adeniti settiche comuni, bi~ogna confessare che, se non abbian dato risultato prontamente efficace i · primi tentativi di cura con i comuni mezzi congestivi e risolventi (non esclusa la stasi alla Bier), e con qualche prudente aspirazione seguita da semplice compressione della regione quando la • fusione suppurativa sia già avvenuta, ci rimane a praticare, unica e sicuramente efficace, la cura chirurgica. p. s. (104) S ulla tras1nissione del morbo di Chagas. -

'

Da un amico mio che trovasi nella Repubblica Argentina ricevo certi Emitter?. , · che infestano alcuni paesi. e che nel Brasile, inoculando a11 •uomo una specie di tripanosoma, producono la terribile malattia del Chagas. · Le sarei obbligato se Ella potesse darmi qualche indicazione bibliografica relativa a quella m a lattia. Quanto all'insetto portatore del tripanosoma lo studierei io: è un Emittero probabilmente vicino ai nostri Harpactor. · Ringraziando e salutando Firenze. . Dott. C. F. DELLA TORRE. Ella troverà in questo periodico ( 16 giugno 1912 e r8 maggio 1913) due recensioni accurate, dovute a Carlo Basile ed Ernesto Tramonti, di tutti gli studi etiologici e clinici che sono stati compiuti intorno all'importante « Malattia di Carlo Chagas » o « Tiroidite parassitaria » o meglio ancora « çoreotripanosi 1. Il dott. Basile ci comunica che l 'emittero di cui Ella ci chiede è probabilmente il a Conorrhinus megistus Burm », la di cui biologia è stata studiata da Aitur Nei va . Tutti i lavori che trattano della Coreotripanosi e del suo agente trasmissore sono pubblicati nelle « Memorias do Instituto di · Manghuinos 1909-10-11-12 » e nel Bullettin de la Soc. de Patho]ogie Exotique (1912). A. S.

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( ro5) Esami btomatologici. - Il dott. Vittorio Fiorioli della Lena da Galliate (Novara) scrive: « Ho bisogno che cotesta spett. Redazione favorisca indicarmi un testo, un Manuale il più stringato e pratico ed economico possibile, per gli esami di tutte le sostanze alimentari - farine! oli, vini, zuccheri, pani, paste alimentari, ecc., - e loro sofisticazioni, dicendomene anche il prezzo ». Un trattato completo italiano in stampa di chimica bromatologica che corrisponda ai desideri dell'abbonato non si ha. Consigliamo: Traité pratique d'analyse des denrées alimentaires di Gerard et Bonn; Paris, Vigot Frères Editeurs. L. 16. Kurzes Lehrbuch der N ahrungsmittelchemie, di Rottger; Leipzig, Verlag von Johann Ambro · sius Barth. In italiano si possono consultare: · Le dispense delle lezioni di chimica-bromatolo· gica dettate nella R. Università di Roma dal prof. Carlinfanti. Sono in litografi.a e si vendono presso C. Castelnuovo, via del Bufalo, 138-A.

L. 16.

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A. S. (106). La puntura delle api pet' la cura del reu-

matismo. - Da qualche anno sto facendo espe · rienze che sembranrni coronate dal più felice sue- .. cesso s·u lla puntura del!'ape come antireumatico. Forse nel veleno è contenuto acido formico, anzi da qualche autore ciò viene . accertato: in proposito però si addiverrà presto ad analisi accurate che tolgano ogni dubbio. Orbene! Sa la S. V. che sia stato usato mai l'acido formico o qualche sua combinazione per os o per iniezioni nella cura delle nevralgie o dell'artrite? In caso affermativo in quale dose? Ringraziamenti anticipa ti dott. GIUSEPPE CICOGNA. Milzano (Brescia).

_'-\.nticamente lo spirito di formiche veniva usato contro le cosidette « artriti », tra cui figurava • precipuamente la gotta. Il dott. Auley Walker, il quale ha raccolto nu· merosi fatti in favore dall'azione curativa delle punture d'api nel reumatismo cronico, ritiene che essa debba ascriversi al contenuto di acido formico nel veleno d'api (Bri·t. Med. ]ournat, IO ott. 1908). Può consultare anche Burton (ivi, 31 ottobre e 5 dic. 1908), il quale si è pure molto occupato della questione. R. B.


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CErt/11 BIBLIOORAFICI (Non si f'tcettsiscono che i libfi Pe1o~nuti in dono alla Redazione)

(Dott. Ettore Piccoli). Morale fisica. Manuale d'Igiene razionale, con norme personali e collettive. 1 vol. in-8° piccolo di pag. 347. Unione Tipografico-Editrice Torinese, 1913. L. 4. La ìnor~le fisica non sarebbe altro che l'igiene, la ·quale nel concetto deil'autore assurge a un dovere morale dell'individuo e della società. Il dovere · di curare è troppo ovvio e viene sentito anche nelle civiltà primitive ; ma quello di prevenire ha cominciato a ·prendere forma solo nelle società moderne e va estendendo sempre più la ~ua portata e i suoi benefizi. ~'A. si è proposto di farlo valere pienamente in questo lavoro di volgarizzazione, il quale è scritto con rara efficacia. Esso prende in esame l'igiene dell'alimentazione, del n1ovimento, della vita sessuale, della scuola, l'igiene esotica e le grandi epidemie, l'igiene della vita di relazione - contagi, trasporti, urbanesimo, immigrazioni - e l'igiene del lavoro. Tutti ~ capitoli sono svolti egregiamente e con ammirevole origin~lità. Le malattie tropicali sono trattàte con speciale ampiezza; è strano che l'A. si occupi un po' meno di quelle nostrali. Qualche cosa manca: per esempio un capitolo sulla disinfezione. In alcuni punti si potrebbe dissentire dall' A.; per esempio egli attribuisce ancora l'artritismo all'acido urico, ormai definitivamente detronizzato dal posto che occupava in patologia sino a pochi anni or sono, ove se ne eccettui la gotta. Nell'insieme questo lavoro è assai pregevole e risponde alla sua :finalità di propaganda. Desterà un legittimo interesse anche tra i medici. L. VERNEY . DoTT. PARVA

The Medicai Annual. 35° anno. 1 voi. in-8. Bristol: John, \Vright &- Sons Ltd. 1913. Rilegato, Sh. 12 d. 6. A compilare questo volume hanno collaborato 41 valenti professionisti tra i quali non pochi di fama mondiale: Moynihan, Little, Hutchison, Stewart, Rogers, Ball, Clark, Jackson, Boyd, Goodall, Marshall, Thompson, Priestley, ecc. Le difficoltà maggiori si sono incontrate nel condensare la enorm_e produzione di un anno e quella limitrofa in poco più di 700 pagine. Il lavoro comprende una sezione destinata ai rimedi, con una sotto-sezione per la roentgenterapia, la radiumterapia e l'elettroterapia; una sezione destinata alle malattie singolarmente considerate; una sezione concernente la medicina e

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l'igiene sociali e legali; una sezione relativa ai nuovi presidi chirurgici e medici; vari elenchi (di Istituti terapeutici, libri, giornali, Società mediche, ecc.) e molti in1lici di riferimento. Concede la più incondizionata ospitalità alla produzione inglese ed americana. Vi occupano un posto del tutto subordinato la Germania e la Francia. L'Italia vi figura esclusivamente o quasi col pneumotorace terapeutico di Forlanini e con l'operazione di Tansini per il cancro del seno. I. T.

V""ARIA Gli sports tra gli studenti universitari del Belgio. - All'Università di Liegi l'esercizio degli sports da parte degli studenti ha assunto carattere uf :ficiale a partire dal 27 novembre 1910, quando le autorità accademiche convocarono una solenne adunanza per il conferimento dei premi vinti al concorso sportivo interuniversitario di Bruxelles. In quell'oc.c asione il rettore Gravis incaricò il prof. A. von Winiwarter, direttore della Clinica chirurgica, di fare la cronaca degli sports. Il valente chirurgo assolvette con competenza straordinaria il suo mandato ; fece la ()toria del movimento sportivo moderno, dei rapporti che lo sport assume con l'et1ucazione igienica, dell'origine dei giuochi atletici popolari, ecc. Egli rimase da allora il rappresentante e il tutore degli studenti belgi dediti allo sport. Il 17 gennaio u . s., l'eminente cultore dell'educazione fisica fu delegato dall'Università di Liegi qual suo rappresentante al 3° concorso sportivo interuniversitario a Lonvain, ed egli pronunziò una magnifica allocuzione, che l'angustia dello spazio ci vieta di riportare. Discusse a lungo i voti espressi da una Società medica contro gli eccessi dello spo'l't , dimostrando come sia dannoso creare delle prevenzioni ingiustificate nel pubblico e negli studenti, mentre siaQlo ancora in un periodo di preparazione, in cui gli sports debbono essere incoraggiati .q uanto più è possibile. Lamentò che, in genere, i professori universitari belgi si a'ltengano dal coltivare gli sports , per un falso sentimento di dignità, il quale da tempo è stato vinto dai professori inglesi. L'esempio dei professori varrebbe di efficace incentivo agli studenti. R. B. Pubblicheremo prossimamente : Pontano : Sulla terapia della difterite (anafilassi serica grave da reinfezione a distanza d'un anno). Basile: Recenti studi sull'identità della leishmaniosi umana e canina nel Mediterraneo. • (23)

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NELLA VITA PROFESSIONALE. « La Jegge sull'e~ercizio delle farmacie ». Con l'approvazione della ~ legge sull'esercizio delle farmacie » avvenuta alla Camera il 20 febbraio p. p. ed. al Senato nella seduta del rs c. m. si è provveduto finalmente, e, diciamo subito, in modo corrispondente all'interesse della ~alute pubblica, ad un assetto definitivo ed organico di questo importante servizio sanitario. . Con questa legge mentre ·si unificano le dispo-. sizioni in vigore nelle varie parti d'Italia fin da prima della proclamazione del Regno, si toglie ancora quello stato di anarchia nel quale era caduto tale servizio, dopo le interpretazioni e le profonde divergenz~ dei ntimerosi · pronuncia ti dell'autorità amministrativa e dell'autorità giudiziaria in seguito alle disposizioni della legge . sanitaria del 1888. Il merito di aver dato una sistemazione organica con un ordinamento unico per tutta l'Italia a questo importante e complesso servizio sanitario, cosa che avevano tentato di fare a più riprese da circa 50 anni tanti valenti uomini di Governo, ridonda a precipua lode dell'on. Giolitti che n'è stato il promotore. A vincere le gravi difficoltà per gl'interessi svariatissimi e per le questioni delicatissime che la legge coinvolgeva e che per un mezzo secolo avevano impedito una legge organica sull'esercizio delle farmacie, c'è voluta tutta la energia e la risolutezza dell'on. presidente del Consiglio. L'approvazione di questa legge quindi, che da 5 anni era stata presentata alla discussione, deve essere riuscita di soddisfazione tanto maggiore per l'illustre uomo di Stato in quanto tali diffi· coltà furono risolute in modo cosi geniale, e lo ~copo fu raggiunto col non aggravio da parte degli interessati in contesa, da rendere saggiamente un reale servizio alla causa della salute pubblica. Ciò premesso non sarà superfluo un esame della legge approvata, in quanto è utile che essa sia conosciuta specialmente per alcuni riguardi dai medici, che soprattutti si sentono tanto vicini ai colleghi farmacisti nell'esercizio professionale. E tanto più ciò è necessario in quanto con questa legge si rimette il collega farmacista, che, col caos creato in quest'ultimo ventennio, aveva perduto uu po' della confidenza collegiale dei medici, nel suo vero grado morale, di modo che ora può dirsi, se l'indirizzo, che colla legge si è voluto dare all'esercizio della farmacia, sarà seg.uìto nell'applicazione con quei nobili propositi dai quaJi è stata ispirata, il farmacista sarà il sanitario complementare del medico, il quale potrà a lui ricorrere con sicurezza e tranquillità (24)

per quella parte delle ricerche chimiche, che ormai sono indi43pensabili nell'esercizio della medicina., e coadiuverà così il medico nell'alta missione sociale, specialmente laddove le cliniche ed i grandi ospedali mancano. A questo fine siamo sicuri, che dal l\Iinistro della pubblica istruzione, a completare la magnifica opera di quella mente illuminata del presidente del Consiglio, si vorrà studiare la riforma degli studi farmaceutici armonizzandoli e con· formandoli coll'indirizzo e le necessità della medicina moderna, unificandone anche il titolo. In tal modo, si completerebhe l'assetto economico e morale della benemerita classe dei farmacisti.

** * nuova

La farmacia colla legge non è più considerata come un co1nmercio qualsiasi, sibbene come un pubblico servizio sanitaro necessario ed in· dispensabile complemento dei servizi di assistenza medico-chirurgica ed ostetrica, specialmente in considerazione delle disposizioni che hanno imposto ai comuni l'obbligo dell'assistenza farmaceutica ai poveri . . Donde i prinii e principali requisiti di una of.. ficina farmaceutica debbono essere, che essa riunisca · in sè tutti gli elementi di sicurezza e di regolarità di funzionamento indipendentemente da ogni controllo e da ogni vigilanza. • La legge poi si preoccupa e provvede a che tale servizio sia distribuito adeguatamente bene in tutto il territorio, ovunque i bisogni dell'assistenza si presentano, e sempre con identico carattere e con eguale intensità. A raggiungere tale scopo la legge stabilisce. che l'esercizio di una farmacia venga concesso da parte dello Stato, e per esso dal prefetto sentito il parere del Consiglio provinciale sanitario, in proporzione alle esigenze dell'assistenza farmaceutica nelle varie località ed in base alla determinazione di un minimo di popolazione e di un minimo di distanza fra l'una e l'altra farmacia ~ Con questo metodo, mentre si stabilisce una provvida assistenza, si garantisce al farmacista una adeguata rimunerazione agli obblighi che gli s'impongono. Si prescrive quindi di tener presente nella concessione della farmacia che: per quei comuni coh popolazione superiore ai 40 mila abitanti, vi sia una farmacia per ogni 5000 a bi tanti; per quelli con popolazione tra i 5000 e meno di 40,000 abitanti si segua o il criterio anzidetto o quello della distanza. 500 metri di distanza dalle farmacie già esistenti;

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per i comuni fino ai 5000 abitanti si segua il ~riterio delle condizioni topografiche e della viabilità, oltre a quello della distanza. La concessione dell'esercizio di una farmacia è dato per pubblico concorso, e la concessione ha stretto e rigoroso carattere personale; sono determinate rigorosamente le cause ili decadenza dalla concessione in modo da evitare la possibilità della ricostituzione di vieti privilegi. Sono ammesse al concorso le Società. cooperative di consumo il cui statuto fu approvato dal Prefetto sentito il Consiglio provinciale ~anitario. Si ammette a parità di tutti gli altri titoli, esclusa da questi l'anzianità, il diritto di preferenza ~er il figlio o per la vedova del farn1acista precedente titolare della farmacia concessa a con-corso. Si fa obbligo al concessionario, quando la farmacia non sia di nuova istituzione, di rilevare dal precedente titolare o dagli eredi gli arredi, le provviste e le dotazioni attinenti. In caso di contestazioni si dànno le norme opportune a risolvere le controversie. L'effettiva apertura della farmacia è subordinata ad una rigorosa ispezione. È vietata la concessione od il trasferimento ad altri , ed il cumulo nella stessa persona di più .autorizzazioni. · Si provvede ad assicurare il servizio farmaceutico nei Comuni rurali anche mediante la istituzione della condotta farmaceutica, rendendola obbligatorio. se necessario, ed occorrendo, agevolandone la istituzione con appositi sussidi, in sostituzione degli abolendi armadi farmaceutici. I farmacisti condotti che saranno eletti con le stesse norme dei medici e dei veterinari condotti, godono delle stesse garanzie. Le istituzioni pubbliche di beneficenza ed altre istituzioni erette in ente morale possono essere .autorizzate, con le approvazioni per esse prescritte, ad aprire ed esercitare farmacie ; i Co· IJ?-Uni godono dello stesso diritto, distinguendo però per questi il regime della municipalizzazione da quello dell'esercizio in economia di una o più farmacie, a seconda dei bisogni del servizio farmaceutico in genere o le esigenze speciali del servizio di somministrazione dei medicinali ai poveri. Ogni concessione è subordinata al pagamentp di una tassa (1) i cui proventi sono devoluti al· (I)

Entro la cinta Fuori della clnta daziaria daziaria

-Comuni con I oo,ooo abitanti ed oltre . • • . • . . • . . . L. Id. da 40,000 a 100,000 • Id . da r5,ooo a 40 ,000 • I d. da 10,000 a 15, 000 . Id. d a 5,000 a 10,000 • Id. con meno dt 5000. • •

• • •• •

8000 4000 1500 1000

500 I'OO

l'organizzazione dei servizi di vigilanza ed alla istituzione sussidiata di condotte farmaceutiche. Sono esonerate dal pagamento di questa tassa le farmacie condotte e municipalizzate, quelle delle istituzioni di beneficenza e delle Società cooperati ve.

***

Seguono a queste disposiziot1i sulla autorizzazione all'apertura · delle farmacie, quelle che determinano con più esattezza e precisione i doveri dei farmacisti nell'esercizio professionale. Si precisa la responsabilità e gli obblighi del titoJare di una farmacia per assicurare la bontà e la continuità dell'esercizio farmaceutico, secondo le norme e gli orari sta bili ti dal Prefetto della provincia; si dà al Prefetto il modo di co· noscere le variazioni o le interruzioni di esercizio e di provvedere secondo il caso. Si regola l'esercizio delle farmacie per parte di enti nei riguardi delle persone che vi sono preposte e che debbono rispondere al loro funzionamento. Sanziona poi la legge, che la vendita dei medicinali a dose o forma di medicamento spetta esclusivamente al farmacista, e s~ deve eseguire esclusivamente nella farmacia. Si risolve cosi la gran<te questione in ordine all~ vendita delle specialità medicinali, che equivalgono a ricette già spedite e non possono quindi essere vendute se non da farmacisti al pari di ogni altro medicinale a dose o forma di medicamento. È importante poi, che in questa . disposizione si dà finalmente all'autorità il mezzo efficace per contenere nei giusti confini la réclame che in forma cosi esagerata e menzognera si fa alle specialità medicinali negli annunzi al pubblico, e che è giunta a tale grado da costituire assai spesso un vero, continuo e sistematico attentato spesse volte alla salute pubblica, sempre alla fede pubblica. Vengono poi assoggettate alla vigilanza dell'autorità sanitaria, per quanto riguarda il loro funzionamento, le fallbriche all'ingrosso di prodotti medicinali e di prepara ti galenici. Una tassa d'ispezione (1) in misura graduale è stabilita dalla legge, al fine di provvedere a completare il servizio di vigilanza sulle farmacie e sugli stabilimenti farmaceutici costituendo un apEntro la cinta Fuori della cinta daziaria daziaria

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Comuni con 4000 2000

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100,000

abitanti ed

oltre. . . . . . . . • . . • . L . 50

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Id. ' Id. Id. I d.

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da 40,000 a 100,000 • da 10 ,ooo a 40,ooo • da 5,000 a 10, 000 • con meno di 51000 • •

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' posito organo nell'amministrazione centrale della bardo-Veneto in quelle aventi gli stessi diritti sanità pubblica. delle piazzate del Piemonte, e in quelle a base di Sono fissate in questo capitolo le norme ri- concessione personale; nelle Provincie ex-Pontiguardanti la farmacopea per la re visio.ne quin- ficie create colle disposizioni secondo il Breve di quennale; si ·dà consistenza legale agli elenchi dei Clemente XIV nel 1771 e l'editto pontificio 1836; prodotti di libera vendita e di quelli sotto ]a . nel Regno delle Due Sicilie create per effetto dei condizione di una quantità minima di vendita; RR. Decreti 1850-1853 e 1857. È bene notare che si stabilisce e si disciplina la formazione della ta- per alcune di queste vecchie disposizioni legislariffa dei medicinali per la vendita al pubblico e tive la concessione era personale e data con per la somministrazione dei medicinali ai po- le stesse .norme circa, che governano la legge . veri. testè approvata, e quindi non tutte quelle farmacie Infine si dànno al Prefetto i poteri necessari ad costituivano un vero e proprio privilegio patriassicurare, in casi di urgenza, la continuità . del moniale). servizio farmaceutico, e per intervenire a chiub) Quelle antiche e nuove legittimamente codere farmacie comunque illegittime. stituite e funzionanti nelle regioni nelle quali è Naturalmente si disciplina la facoltà di ricorso sempre stato libero l'esercizio delle farmacie (nei contro tutti i provvedimenti del Prefetto in tema Ducati di Parma, Modena ed ex-Gran Ducato di di farmacie, che si espleta con ricorso per via Toscana) ; alle quali si possono aggregare quelle gerarchica al Ministro dell'interno, la cui defini- costituite dopo il l 888 nelle regioni a venti privitiva deliberazione è circondata da adeguate ga- legi e vincoli, ma aperte legittimamente e sotto ranzie giuridiche e tecniche. l'osservanza delle vecchie disposizioni; e quelle Questa è nelle sue linee principali la nuova or- che pure aperte senza l'osservanza delle vecchie ganizzazione farmaceutica basata sul presupposto disposizioni ma che, secondo tali norme, potevano. della creazione dell'intero servizio ex novo. essere autorizzate, e per le ~quali l'autorità non aveva emanato or~ine di chi:usura, purchè que .. ~te ultime nei tre mesi successivi alla data della *** Era pur necessario però liquidare la eredità de- pubblicazione della legge facciano denuncia al gli antichi regimi . in materia di esercizio delle Prefetto della persona che deve essere considefarmacie, vigenti nelle varie parti d'Italia fin dal .. rata come titolare autorizzato ad esercitare la l'unificazione e dalla proclamazione del Regno ;_ farmacia. di più occorreva correggere quello stato di anar.. Ebbene al primo gruppo di farmacie è statochia creato dalla disposizione dell' art. 25 della concesso dalla legge il prolungamento del loro inlegge sanitaria vigente e più che altro per le pro- tiero privilegio, e secondo l'affermazione dell'on. fonde ed assolute divergenze dei numerosi pro- Giolitti al Senato v'è compresa anche la commernuncia ti delle autorità amministrativa e giudi- ciabilità, per trenta anni, estensibile l'esercizio ziaria sulla validità dei vincoli e dei privilegi fon- professionale fino alla morte dell'ultimo titolare • da ti sulle disposizioni anteriori al!a legge 1888. . purchè farmacista ; il che si traduce in pratica,. · Liquidare un passato ed un presente così com.. che qualche farmacia sarà concessa colle norme plesso costituiva la vera difficoltà della legge ; stabilite dalla nuova legge in epoca molto lon-· ed è appunto in questa delicata parte di es~a, che tana, per esempio fra 50-70 anni! l'uomo di Stato si è manifestato geniale , nelAlle farmacie considerate del secondo gruppo è 1' aver risolute queste difficoltà con tale equaniconcesso l'identico privilegio ma limitato a 20 anni. mità da determinare nella massima parte degli Sono esonerate tutte dal pagamento della tassa interessati una certa soddisfazione · per i vantaggi di concessione. morali e materiali in compenso concessi. Tutte le altre farmacie poi che sono o saranno. Le norme che regolano tale liquidazione costi· da giudicati ritenute illegittime dovranno essere tuiscono principalmente il capitolo delle disposi~ chiusé. zioni generali e transitorie. Queste sono : le farmacie aperte dopo il 1888 nelle regioni Le farmacie attualmente esistenti, alla sorte delle quali occorreva provvedere in occasione del- dei vincoli o privilegi la cui apertura ed esercizio· l'entrata in vigore delle nuove norme, si possono sono stati dichiarati illeggittimi per provvedidividere in due grandi gruppi: mento definitivo dell'autorità amministrativa o a) Quelle antiche esistenti anteriormente al 1888 per sentenza definitiva dell'autorità giudiziaria ; le farmacie aperte dopo il 1° luglio 1909 nelle costituite nelle regioni ove esi'3tono privilegi e vincoli all'esercizio; (nel Pie.monte nelle due forme regioni di vincoli o p1ivilegi senza I' osservanza delle piazzate ed autorizzate; in Liguria e Sar- delle vecchie disposizioni, anteriori cioè al 1888 ; degna nelle autorizzate; nelle Provincie del Lom- e quelle aperte anche prima del 1909 che verranno

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dichiarate illegittime in esito a giudizi pendenti alla data della pubblicazione della legge ed iniziati prima del 1 ° gennaio 1913. Il Prefetto è autorizzato alla chiusura delle farmacie illegittime e di quelle altre per le quali venga pronunciata decadenza per inadempimento della denunzia obbligatoria del titolare autorizzato ad esercitare la farmacia, entro il termine stabilito dal regolamerfto. Restano con ciò definitivamente abrogate ed estinte le antiche disposizioni sulle farmacie. Le altre disposizioni di questo capitolo riguardano: l'autorizzazione ad amm ettere ad un nuovo esame pratico gli assistenti già muniti di patentino, all'effetto di conseguire un certificato di abilitazione a sostituire il titolare nell'esercizio della farmacia; le disposizioni a norma delle quali i Prefetti dovranno formare, entro 18 mesi dalla pubblicazione della legge, la pianta organica dc:lle farmacie della provincia, in base alla litnitazione stabilita come capo fondamentale della legge; la soppressione entro 5 anni degli armadi farmaceutici; la facoltà ~ l Governo del Re a compilare il regolamento a questa legge ed a coordinare le rispettive dispo~izioni colla legge sanitaria e col regolamento generale sani tari o.

*** La comple~sità della materia legiferata ha bisogno di un regolamento che certamente non offre minori difficbltà di compilazione della stessa legge, per le molte, delicate e complicate quistioni che si debbono disciplinare nei loro dettagli tecnici, e che assumono una grande importanza , pratica, quando si voglia dare una regolare funzione alla legge, mantenendola negli alti concetti umanitari dai quali è stata .i spirata. Quindi sarà molto opportuno, che per la sollecita esecuzione della legge si dieno le norme regolamentari più necessarie ed indispensabili, per quindi poi procedere con la dovuta calma e ponderazione, specialmente colla esperienza nella pratica attuazione di essa, per sta bili re tutte le altre norme tecniche che dovranno seguirsi per una seria ed oculata sua applicazione. In ogni modo si può essere sicuri, ed i colleghi farmacisti nella maggioranza lo ritengono, che la stessa abilità ed equità spiegata nel risolvere la complicata materia trattata nella legge, vigile l'on. Giolitti, non verranno meno nell'applicazione della legge, perchè l'ordinamento avveuga, nel modo che più si conviene al pubblico interesse della salt1te. E. C.

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(}ronaea del movimento professionale. FederaZ'ione r.,azionale t'fa le Associazi o·rti del personale addetto alla vigilanza igien ica. - In seguito alla condanna, confermata in sede d'appello, del dottor Braccini, ufficiale sanitario di Nocera Umbra, colpevole di avere avvertito per lettera il competente Ufficio di Milano dell'avvenuta partenza, in condizioni . di non perfetta garanzia igienica, di 2 vagoni-serbatoi di Acqua Nocera presumibilmente destina'ta a bevanda, il Consiglio dell'Ordine medico milanese ha votato un vibrato ordine del giorno di protesta affermando altamente la massima stima all'egregio collega e iniziando, quale atto di solidarietà, una sottoscrizione per contribuire alle spese del processo. Il Consiglio direttivo della Federazione fra le Associazioni del personale addetto alla vigilanza igienica, dopo aver preso atto dell'ordine del giorno del Consiglio medico milanese ufficialmente comunicatogli, deliberava all'unanimità. la completa e solidale adesione ali' ordine del giorno stesso. Demandava inoltre alla Presidenza l'incarico di promuovere col concorso delle Associazioni sanitarie del regno un'azione di classe a tutela e difesa della figura morale e giuridica dell'ufficiale sanitario, richiamando l'attenzione dell'autorità ' sallitaria dello Stato sulle conseguenze della sentenza, che, mentre rivela nei giudici una perniciosa incoscienza igienica, detèrmina un precedente capace di distruggere tutte le alte finalità della organizzazione sanitaria. Sovratutto deve essere oggetto d' esame da parte del Governo il fatto deplorevole che il medico provinciale di l\1ilano abbia, come perito della privata accusa, contribuito alla erronea con- · vinzione del tribunale, non solo disconoscendo con evidente parzialità la verità dei fatti, ma dimenticando le istruzioni ministeriali del 24 marzo 1898, in base alle quali l'ufficiale sanitario dott. Braccini aveva giustamente creduto di se· gnalare all'Ufficio d'igiene di Milano l' incon-veniente. Risultando evidente che Ja sentenza, emessa dal tribunale di Milano, non fu scevra da preconcetti d'indole politica. condannando un funzlonario per aver semplicemente compiuto un suo dovere a tutela della pubblica igiene ledendo · privati interessi, le classi sanitarie del regno sentono il dovere di rivendicare i diritti e l'onore del collega ingiustamente colpito. •

Roma, 14 maggio x9r3. Il segYetario: Dott. G. Palomba. •

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (3825) Uffici.aie sanitaYio - Atti d'ufficio - Com-

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penso. - Il Dott. C. F. da P. S. O. chiede conoscere se quale ufficiale sanitario abbia diritto a percepire compenso per il rilascio di atti per esumazioLe, emigrazione, ecc., ecc., e per la evasione di vertenze fra privati. Il nulla osta per le esumazioni è richiesto nel1' interesse generale della salute pubblica ed è, quindi, gratuitamente rilasciato. Le visite medi~he per l'espatrio dei fanciulli sono pagate a parte 'd.all'Amministrazione municipale, in conformità di quanto dispone l'articolo z del R. Decreto 31 agosto I9IO, n. 605. Dovrebbe dare maggiori delucidazioni per quel che concerne le evasioni delle controversie fra privati, perchè, non sapendo la natura di queste, non possiamo pronunziarci sulla competenza di eventuale compenso. , (3826) Armadi farmac.s.utici. - Il Dott. M. L. da K. desidera conoscere quali norme legislative regolano l'impianto ed il funzionamento degli armadi farmaceutici. L'attuale legislazione, non modificata, che regola il funzionamento e l'impianto degli armadi farmaceutici è contenuta negli articoli 27 e 28 della legge sanitaria. Il prefetto può rendere obbligatorio il loro impianto, sentito il Consiglio provinciale di sanità. La dotazione di esso è. limitata ai soli medicinali urgenti, i quali dovranno essere acquistati presso una delle farmacie dei ·Comuni contermini. La spesa per l'impianto dell'armadio e per la provvista dei medicinali è a -carico del Comune: però la gestione amministrativa dovrà dal Comune essere affidata alla Congregazione di carità o ad altra pia istituzione, qualora le medesime provvedano al servizio dei medicinali pei poveri infermi. Il prezzo tariffale dei farmachi somministrati in base alla prescrizione medica, sarà esatto con le norme vigenti per la riscossione delle entrate comunali. (3828) Sessenni. - Il Dott. G. I. da C. desidera conoscere se gli aumenti sessennali si calcolano sullo stipendio iniziale o su quello già accresciuto da precedenti sessenni. L'aumento sessennale si calcola sempre sullo stipendio che godesi nell'atto dell'acquisto del diritto, nonostante che esso sia già stato accresciuto da precedenti aumenti sessennali. (3829} Pensiuni. - Il Dott. G. M. da R. chiede conoscere se può riscattare cinque anni, durantè i quali non è stato iscritto alla Cassa di previ· denza, ma ha esercitato liberamente la profes. s1one. Non sono riscattabili gli anni durante i quali si è liberamente, e non in condotta, esercitata la professione. •

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(3830) Punizioni disc1:ptin.ari - Capitolato. -

Il Dott. N. P. da A. chiede conoscere se possa e come, impugnare un capitolato che non fa alcun accenno alle punizioni disciplinari, dolente che sia in tal modo privato delle garanzie stabilite ' all'uopo dal vigente regolamento sanitario. Non può nuocerle il fatto del mancato accenno alle punizioni disciplinari. In mancanza di qual· siasi disposizione conforme del capitolato, si applicano ai medici condotti, e con le garanzie ivi stabilite le punizioni disciplinari sancite dal regolamento generale sanitario del r906. Le dispo· sizioni relative a tale materia sono per loro stesse obbligatorie e non hanno bisogno di essere comprese nei capitolati di servizio, per acquistare forza imperativa. Non crediamo, quindi, che Le convenga ricorrere. (383I} Ordf,ne dei· sanitari • Trasfe,ime'n,ti. - Il Dott. E. L. da L. chiede conoscera se in caso di cambiamento stabile di dimora sia obbligatorio il trasferimento di iscrizione all'albo provinciale dell'Ordine dei sanitari e se il medico condotto a tutta c11ra sia obbligato alla iscrizione nell'albo. L'albo è provinciale. In esso debbono essere iscritti tutti i professionisti esercenti 11ella pro· vincia, .cui no~ è, per altro, inibito di poter esercitare saltuariamente, occorrendo, anche fuori provincia. Se, però, l'esercizio in altro comune sia abituale o duraturo, il sanitario dovrebbe iscriversi ex novo nell'albo della nuova provincia. A risparmio di spesa, l'articolo IO del regolamento permette invece, in somiglianti casi, il trasferimento puro e semplice, che è essenzialmente gratuito. È quindi vero, che il trasferimento è facoltativo, ma è tale solo in rapporto alla nuova iscrizione, che sarebbe richiesta per l'avvenuto definitivo trasferimento di dimora. Il regolamento, col succitato articolo Io ha voluto, insomma, agevolare i sanitari, facendo loro risparmiare le non poche spese occorrenti. È poi errore il credere che il medico condotto, sia o meno a tutta cura, non. abbia l'obbligo della iscrizione all'albo. L'articolo 3 della legge non esclude tale principio, ma lo conferma, dichiarando che i medj.ci condotti sono soggetti alla disciplina dell'Ordine solo per quanto si attiene all'esercizio libero profes· sionale. Lacchè, in altri termini, vuol ·dire che l'Ordine non si sostituisce ai Comuni, nè altrimenti invad,e il campo ad altra autorità ri· servato per la disciplina dei sanitari impiegati, ma mantiene sempre la propria importanza, permettendo l'esercizio professionale solamente a coloro che figurano iscritti. E se i medici condotti non risultassero compresi nell'albo, non potrebbero esercitare, nè essere nominati all'impiego retribuito. La consiglieremmo, pertanto, di non insistere sul diniego. I


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SEZIONE PRATICA

(3832) C·u ra piena • E stensione - Capit olato . -

Il dott. G. L .. da M. desidera conoscere se hanno diritto a cura gratuita in condotta piena persone o famiglie che ripigl iano dopo lunga assenza la propria dimora nel Comune, ove pel momento non pagano tasse, percl1è i ruoli furono già compilati e se sia obb!i~ato ad osservare un capitolato alla cui compilazione egli n on prese parte. Le persone o famiglie , cui allude, hanno diritto alla cura gratuita perchè naturali del luogo . Se la famiglia non fu inclusa n~l ruolo, lo sarà nell'anno venturo con ruolo suppletivo; pagherà anche l'impo~ta dell'anno corrente, e se l' indi· ha preso alloggio presso parenti, pa ga, ciò non ostante, le contribuzioni indirette. ),a compilazione del capitolato precede la nomina del medico condotto, di modo che questi n on può assistervi. Si suppone che, avendo preso parte al concorso, ne abbia . però, avuto piena e legale conoscenza. Non può quincli esimersi dall'osservarlo. (3833) Stabili"tà - B ienn·i o di p rova - D ecorrenza.

- Il Dott. T. D. G. da S. M. A. M . desidera conoscere se essendo stato licenziato durante il biennio di prova, debba subito lasciare il servizio o debba attendere che il biennio si compia , e se, non avendo cominciato subito dopo la nomina la prestazione personale, il biennio decorra dal giorno della nomina o da quello su cui ha effettivamente e p ersonalmente cominciato il servizio. Il licenziamento pronunziato durante il biennio di prova non opera in tronco, come ha ammesso qualche isolato parere del Consiglio di Stato, ma bensì alla fine di esso. Il biennio di prova comincia dal giorno in cui Ella ha intrapreso personalmente il servizio di condotta. Doctor JUSTITIA.

CJondotte e Concorsi. ACCIANO (,4qis.i la). - Condotta ; L. 2800 poveri, L. 225 abbienti, L. 5 0 0 cav. L. 100 uff. sanitario, lorde . Scad. 31 maggio. AFRAGOLA (Napoli). - Condotta; L . 1200 e 2 sessenni; cura poveri. Scad. 29 maggio. ASIAGO (Vicenza). - Condotte pel 20 e 3° riparto. Stipendio L . 5000 lorde ciascuna. Aumento del 20° per 6 trienni. Scad. ·I o giugno. BAGNI DI LUCCA (Lucca). - 4a condotta pei poveri ; L. 2500 lorcie, 4 sessenni e L. 3 00 pP.l mezzo trasporto. Scad. 31 maggio. BAGNO DI ROMAGNA (Firenze). - Tre condotte; L. 3000 pei poveri, con 3 sessenni, L . 700 per gli a bbienti, L. 600 per cav., lorde ; alla 2 a condotta è annessa la dirèzione sanitaria dell'Ospedale Angiolini, con retribuzione di L. 252. Scad. 15 giugno. BASTIDA PANCARANA (Pavia) . - Condotta con· sorziale piena. Abit. 2236. Stipendio L. 4000 lorde , più 200 ufficiale sanit. ed 800 per mezzi di tra sporto. Tre sessenni del decimo. Buon capitolato. Scade .5 giugno. , BELLUSCO ED UNITI (l\1ilano). - Consorzio, L . 4500 nette, tre sessenni , L. It;Oo ca·v allo. Scade . 31 maggio. BEREGUARDO (Pavia). - Condotta piena; lire 3800 e 3 sessenni. Abitanti 2 302. Scad. 3 1 maggio.

* J3REME

Condotta piena ; L. 4000 oltre L. 200 quale uff. san. e L. 250 per amb. Scad. 6 giugno. · (Pavi a) . -

BURGIO (Girgen t1 ). - A tutto il 30 maggio concorso a 2 ° medico-chirurgo condotto Vedi fase . 15. *CASTELLETTO TICINO (Novara). - Condotta·; .. L. 3000 pei poveri ; L. 1500 per gli a bbienti ; L. 200 quale uff. sanit.; L . 300 d'indennità allog- . gio; L. looo per mezzi trasporto; complessiva- '. mente L. 6ooo. Abit. 4994 Scad. 10 g~ugno. ·

* CEI,LERE

Nominf\, promozioni e onorificenze. Nella Croce Rossa I taliana. - Con re!lio de· creto 11 corrente, su proposta dei ministri della guerra e della marina , è stato n ominato presidente della Croce Rossa Italiana il vice-presidente conte Gian Giacomo della Somaglia. BOLOGNA. - Sono abilitati alla libera docenza i dottori: Poppi ...i.\.lfonso in oto-rino-laringoiatria; Celomi Carlo in clinica ostetrica e ginecologica. CAGLIARI. _:. Il dott. Taddei Domenico è nominato straordinario di patologia chirurgica. \ FIRENZE. - Sono abilitati alla libera docenza i dottori: Azzurrini Ferdinando in anatomia patologica; Crescenzi Giulio in p àt ologia chirurgica; Pavia Michelangelo in patologia medica. GENOVA. - Il dott. Licini Cesare è abilitato alla libera docenza in patologia chirurgica. MODENA. - Il dott. Gazzetti Carlo è abilitato alla libera docenza in materia medica e farmacologia.

(Roma). - Condotta piena ; L. 4 000 lorde e 4 sessenni, L . roo u:ff. san. Ab . 2203 con soli 60 in frazione vicina. Ospedale locale. Scad. r giugno.

CHIARANO (Treviso). Condotta pei poveri; L. 3.ooo, L. 200 se u:ff. san. e L. 800 per cav ale. Scad . 3 r m aggio.

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Condotta per la genenette e L . 200 per arm. farm. Scad.

D ESTJLC {Gag t;ar1"). -

ralità; L: 5000 31 maggio. GIANICO (Brescia ). - L. 3400, cura piena , ab. 913, senza obbligo cavallo, popolazione riunita . S~ade 5 giugno. M ACUGNAZA (Novara). Ab. 767; L. 3075 e e alloggio, per la generalità; uff. san.; arm . farrn. Scad. 31 maggio. MAGLIANO IN TOSCANA (Grosseto). - Condotta piena per MontJano; L. 4050 aument., diritto cavale. per visite in campagna; L. 150 per arm. farm. Ab. 1339. Scad. 30 maggio. MEDICINA (Bologna). - Condotta piena per Portonovo; L- 3800 e 4 sess. Scad. 30 maggio. (29)


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MERCATO SARACENO (Forlì) . 2 :1 e 3 a condotta, VARAPODIO (Reggio Calabria.). - Condotta piena ; pei poveri; L. 3300. gravato di R. M., con quattro L. 3000. Assunzione del servizio entro 15 giorni. quinquenni, e L. 700 di cav ; assicurazione; al- Scad. 31 maggio. l'uff. sanit. L. 400. Scad. IO giugno ' ZONE (Brescia). - L. 3400, cura piena, L. 300, MONTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri; arm. farm. , L. 200 alloggio, abitanti 1016, locaL. 600 lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prenlità 4 villeggiature. Scade 5 giugno. dere ,possesso della carica entro otto giorni dalla Medico chirurgo. sette anni di pratica, cerca notifica della nomina. Scad. 15 giugno. interinato mese luglio possibilmente aJ mare o MONTENERO VALCOCCHIARO (Campobasso). alta montagna, alta Italia. Scrivere Dottor CarCondotta; L. 3000. · Ab. 2008 circa . Scadenza 30 n elli, Firenze, Via Romana 3. p. 2°. maggio. Giovane medico-chirurgo abile ed allenato al PERUGIA. Università degli studi. - Professore servizio di condotta, cerca buon interinato per i straordinario di fisiologia: L. 2100 e 3 quinquenni · mesi di giugno e luglio. del decimo. Domanda e documenti all'ufficio retPreferisce località vicina ferrovia. Scrivere« Testorale. Sc.:!d. 30 giugno. sera 'fouring 157840. Posta. Roma ». PESCIA (Lucca). Spedale s·s. Cosimo e Dam·iano. - Assistente medico chirurgo; L. 1200 annue vitto Sono segnati con un nst erisco • i c oncorsi che ci risultano dit· fidati dalle sin.g ole Associazioni Sanitarie professionali. e alloggio nei giorni di guardia. Durata in camca Sono segnati con due asterischi •• l concorsi che ci risuJtano due a nni. Documenti al pr~sidente dell'amminiboicottati dalla F ederazion e delle Associazi oni Sanitarie Italia n e strazione ospedaliera entro il mese 'cli maggio. Il prescelto entrerà in carica il 15 giugno venturo. Diffide e boicottaggi. * PIENZA (Siena). - Condotta piena per Montichiello; L. 2795 lorde, indennità di cavale. per Ci si comunica: visite in campagna, supplenze. Scad. 30 maggio. « Il Consiglio direttivo della Federazione Nazio· PIETRA DE' GIORGI (Pavia) . -Condotta piena. nale fra le Associazioni del personale addetto alla vigilanza igienic~. nella riunione dall'8 corrente, ...L\..bit. 2259. Stipendio L. 3370 lorde. Alloggio gra~ tuito. L. 850 indennità cavalcatura. Tre sessenni dopo aver constatato che nulla affidava una prossima attuazione della promessa sindacale che avedel decimo. Scade IO giugno. va provocato, intermediario il Presidente di POLA. - Medico (IV) per la Gassa ammalati quell'Ordine dei medici . la revoca della diffida, del personale di stato civile dell' i. r. Marina a Pola. deliberava all'unanimità di confermare la diffida Vedi fase. 19 Scad. 3I maggio. stessa, demandando alla Presidenza l'incarico di * R F.COARO (Vicenza) . - za condotta pien&; darne la massima pubblicità, invitando i colleghi che parteciparono al concorso a far atto di sana L. 4000; obbl. cav. Scad. 31 maggio. solidarietà col ritirare i documenti e rimanere Ro~IA. Amministrazione Provinci'ale. Tre meossequenti alla diffida fino al raggiungimento di d ici assistenti nel manicomio di S. Maria della un equo e decoroso miglioramento economie.o. Pietà (Istituto di Roma o succursa]e di Ceccano) ; In rapporto poi al dissidio sorto in prop.o sito, I ,. 2300, vitto alloggio personale ; nomina biennale, fra i medici dell'Ufficio d'igiene ed il Consiglio conferme. Età 25-40 anni. Docum. alla segreteria dell'Ordine Medico Torinese, dis&idio causato dal della Provincia non oltre ·il 3! maggio. modo con cui questo tutelò gli interessi ed il ROMA Ministeyo dell'Interno. - Esami d'ido- decoro dei primi. il Consiglio federale, pur conneità per l'autorizzazione a viaggiare come medico vinto, dall'esame dei documenti , che sieno giudi bordo. Vedi fase. 19. Rivolgersi alla Direzione stificati il risentimento e Ja protesta dei medici, Gen. della Sanità pubblica, sia direttan1ente , sia delibera va di affidare la soluzjone della· verteuza per m ezzo della prefettura di ordinaria residenza, alla Federazione degli Ordini. interessandola ad emettere, dopo un sereno esame · çlella questione , entro il 31 ·mag. il suo giudizio. SAMPEYRE (Cuneo). - Prima condotta; L . 1800 Roma, I5 maggio r9I3. (in corso d'approvazione) lorde e 4 sessenni; poveri 400 circa. Ab. 5767. Scad. 30 maggio. Il segretario: Dott. G. PALOMBA ». SAN MAlJRO MARCHESATO (Catanzaro) . . ConDalla presidenza della Sezione Ossolana dell' A. dotta piena; L. 3000 lorde, compresovi compenso N. M. C. t< Si avverte che la Condotta di Macuquale uff. san. Ab . 1839. Scad. I5 giugno. gnaga della quale è stato pubblicato il concorso * SERRAVALLE PISTOIESE (Firenze). - C'endotta nel suo pregiatissimo periodico è stata diffidata di Casal Guidi, pei poveri; L 22,.)0 aument. di da questa Sezione, per insufficenza di stipendio, anno in anno fino a L. 2500 lorde e L. 500 per in sua seduta 10 corrente ». obbl. cavale., non più di 4.-:> anni, s e. r . Scad . • 30 maggio. TRIPOLI. Amministrazione degli I stit11,t1: Ospedal ·i eri e di B eneficenza. - Oculista dell'Ospedale Il nostro gior,1.ale nett'interesse dei f»'opri asso\"'ittorio Emanuele III. Età massima 40 anni al 10 aprile. L. 1800 più indennità temporanea ciati accoglie volentieri r.Yatuitamente in questa rudi L. 200 mensili. Esperimento di un anno; con- brica gli an·n unzi di cottcorsi e di oOerte o ri.;erche di ferma per quattro anni. Domande all' Amminii titerinat-i. strazione entro il 15 giugno. (30)

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CULTURA SUPERIORE. Per la libera docenza. In seguito ad una elevata discussione il progetto di legge presentato al Senato ha subito varie modificazioni. , La clausola dei quattro anni di laurea richiesti quale condizione per il conferimento è stata soppressa. L'articolo 1° risulta approvato nel testo seguente emendato: « L'abilitazione alla libera docenza è concessa per una determinata materia a chi possiede una laurea e dia prova di attitudini scientifiche e di coltura nella materia che si propone di insegnare, con titoli integrati da una conferenza intorno ai titoli e alla materia stessa, nonchè da prove didattiche alle quali saranno aggiunti esercizi sperimentali quando l'indole della materia lo richieda. « In casi particolari, dei · quali sarà giudice il Consiglio superiore, potrà essere ammesso al giudizio di libera docenza anche chi non abbia la laurea. • « La Commissione ìn via di eccezione potrà dispensare dalle prove sperimentali gli aspiranti le cui attitudini di sperimentatori ritenesse accertate. « Colui che riesce nella terna in un concorso per professore ordinario o straordinario avrà il titolo di libero docente e potrà chiedere di essere abilitato all'esercizio dell'insegnamento •. Si è voluto che dei membri della Commissione giudicatrice, i quattro presi · dall'insegnamento ufficiale sieno competenti nella materia; e che il quinto, un libero docente, sia nominato dal ministro fra i designati dai liberi docenti stessi. I,e altre modificazioni non sono sostanziali. - Il primo comma dell'articolo 2 ° viene approvato nel nuovo testo: «La Commissione giudicatrice è nominata colle stesse norme seguite nei concorsi per professori straordinari ed ordinari: quattro commissari apparterranno all'insegnamento ufficiale, possibilmente della materia per la quale è do1nandata la libera ùocenza; il quinto commissario sarà un libero docente effettivamente insegnante e possibilmente della materia: designato dai liberi docenti delle Facoltà o scuole a cui l'insegngmento si riferisce, secondo norme da stabilirsi per regolamento ». . L'art. 3 in cui si tratta della decadenza dopo un quinquennio di manca~o insegnamento, viene approvato integralmente. L'art. 4 si occupa della retribuzione al libero docente. Il Senato non accetta la proposta del Gover110 che essa sia pagata direttamente dallo •

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studente : la retribuzione sarà fissata in bas :! alle iscrizioni. Nei seguenti articoli si tornò sulla questione dj dichiarare decadute dal titolo quel docente che per un certo numero di an11i non tenga il corso. Questo venne fissato a cinque. Un articolo aggiunto permette che la libera docenza v~nga conferita senza il giudizio della Commissione esaminatrice, ma col solo parere favorevole del Consiglio Superiore, alle individualità scientifiche che ne saranno ritenute degne. L'ultimo articolo sottrae dall'assoggettarsi a questa legge quelle domande di libere docenze che si trovano attualmente in corso e per le quali la Commissione venne già convocata prima del1'8 maggio u. s. Il progetto dovrà ora essere sottoposto alla discussione della Camera dei deputati. I. T.

Il materiale di studio anatomico e clinico per i liberi docenti. Nel . Botlet tino detta P ·ubblica Is tru zione, n . 19, è pubblicata una circolare di S. E. il ministro in ordine a questo argon;iento. Il § 98 della legge sulle istituzioni pubblil~be di beneficenza dice che gli Ospedali sono tenuti a fornire il locale e a lasciar~ a disposizione i malati e i cadaveri occorrenti per i diversi inse~na­ men ti. . . Il § 48 del regolamento di polizia mortt1aria dice che i cadaveri, il cui trasporto si deve fare a cura e spese del Municipio, dovranno essere • consegnati alte scuole mediche a scopo di indagine o di studio, ed ove non siano richiesti da essi, potranno essere concessi ai medici esercenti che ne facciano domanda, ecc. Il Ministero, richiesto dai liberi docenti sugli eventuali diritti in merito, ha interpellato il Consiglio superiore del!a pubblica istruzione, il quale ha dato interpretazione restrittiva, nel senso di ritenere valevoli queste disposizioni soltanto per i corsi ufficiali. L'argomentazione del Consiglio superiore è infondata in diritto, erronea e pericolosa in fatto. È infondata in diritto, perchè sotto la definizione di diversi insegnamenti il legislatore non poteva non intendere tutti gli insegnamenti che hanno carattere e fine didattico regolarmente riconosciuto, e tra questi è ben natura le debba essere considerato il corso del libero docente che ha controllo e sanzione della Facoltà e del Consiglio superiore stesso, e dal punto di vista didattico è equiparato dal vigente regolamento, per quanto riguarda i doveri , all'insegnante ufficiale, mentre l'art'. 64 della legge dice che i corsi dati

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a titolo privato, secondo le norme prescritte, avranno lo stes~o valore legale dei corsi a titolo pubblico. Nel regolamento di polizia mortuaria poi, la designazione di scuole mediche in contrapposto ai medici esercenti è ancora più chiara, in quanto applicando alla lettera la interpretazione del Consiglio superiore, un libero docente d~ anatomia che, secondo il Consiglio superiore, non fa parte d ella scuola medica, e in realtà nella maggior parte dei casi non è libero esercente, si troverà nella assurda condizione di non poter fruire d'un materiale indispensabile. È errcnea in fatto, perchè pre.5uppone che le Opere pie abbiano· gravame dalla concessione del materiale scientifico alle scuole mediche, mentre la legge dispone, per compensare que~t' onere, che sia alle Opere pie stes5e corrisposto un proporzionale compenso. È pericoloso ancora, perchè, concesso che il libero esercente goda del materiale per la trafila dell'insegnamento ufficiale, può sempre qualche Opera pia conte-;tare al professore ufficiale la sublocazione del materiale di studio al libero docente, cui, secondo questo parere, non compete nessun diritto sul materiale stesso. Poichè dalla concessione ai liberi docenti lo Stato non ha gravami, in quanto il libero docente deve provvedere a sue spese il materiale didattico; poichè le Opere pie non ricevono danno, i_n quanto hanno rifusa la eventuale maggiore spesa; poichè l' in~egnamento trae vantaggio in quanto più estesamente viene sfruttato il materiale clinico e anatomico in pro degli studi, chiaro risulta come il parere del Consiglio superiore meriti una revisione, che non ~ancherà certo quando sia trascorso il curioso periodo che la libera docenza oggi attraversa, quasi che ad essa si dovesse imputare il singolarissimo stato degli studi universitari tra noi. 1n. s.

fflTUBAZIONE DELLA LARINGE ETRACHEOTOMIA • Pratica ed importante pubblicazione del professore Fraacuc• E11•1, Docente di Laringologia nella R. Università di Roma. Elegante volume in carta di lusso d1 oltre 300 pagine con 46 figure - In commercio L. 3.50 più le spese di. spedizione. Pei nostri Abbonati, franco di porto e racco· mandato, L. 2.&o. 11'eiare carlolina-f1aglia e1clulit1amenle alla no1wa Amm1t1irtra1iona : Roml - Via dli Trl..IH,

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Rom I

(ANNo x:~ , F1\sc. 2rJ

NOTIZIE DIVERSE .

V Congresso internazionale della stampa medica. L'Associazione internazionale della stampa medica, conformemente ai suoi statuti. si adunerà in .. congresso a Londra martedi 5 agosto 1913, alla vigilia del X\l ll Congresso inten1azionale delle scienze mediche. Le sedute avranno luogo all' « Imperia! Institute ». (presso South Kensigton) , nelle sale delle riunioni del Senato dell'Università di Londra. sotto la presidenza del prof. Lucas-Championnière, presidente dell'Associazione. La prima seduta verrà aperta alle 9. 30 del 5 agosto; la seconda alle 14 dello stesso giorno. Qualora fosse ritenuto necessario, si terrebbero altre due sedute il 7 agosto. Tutti i membri dell'Associazione internazionale dell~ stampa medica sono invitati a questa adunanza. Basta iscriversi presso il segretario generale dell'Associazione internazionale, Dr. Raoul Blondel, 103, Boulevard Hausmanri. Paris. I giornalisti medici estranei ali' Associazione sono ammessi alle sedute, ma non prendono parte alle votazioni. Il programma dei lavori del Congresso comporta i seguenti temi :fissati al Congresso di Roma: I . Riforma internazionale della terminologia medica (relatore Blondel); II. Pubblicazione d'un annuario dell'Associazione internazionale della stampa medica. I membri dell'Associazione che desiderassero iscrivere altre questioni all'ordine del giorno sono pregati di avvisarne fin da ora il segretario generale. Alla chiusura del Congresso, in ~eduta non pubblica, 1, Associazione procederà - uniformandosi ai suoj statuti - al rinnovamento delle cariche e ascolterà la relazione del resoconto finanziario fatta dal tesoriere. Il presidente dell'Associazione internazionale della stampa medica sarà invitato a prendere la parola nella seduta inaugurale del Congresso internazionale di medicina dopo i delegati dei Go- , vemi stranieri. · Il segretario generale ricorda che, conformemente alle tradizioni, l'Ufficio del Congresso internazionale di medicina mette a disposizione delle singole Associazioni nazionali della stampa medica, affiliate ali' Associazione intei;nazionale, un certo n11mero di tessere le quali conferiranno ai loro titolari gli stessi vantaggi riservati ai membri del Congresso, dal punto di vista delle sedute. degli inviti ai ricevimenti e dei diritti alle riduzioni per il viaggio. IV Congresso dei Direttori Sanitari degli Ospedali

si terrà a Bergamo, dai 16 al 19 giugno 1913. Per informazioni e adesioni rivolgersi al dott. C. Salvetti, segretario, Ospedale Maggiore, Bergamo. Quota di inscrizione L . 10.00. .

Corso di perfezionamento. Dal lo luglio al 1° agosto 1913 sarà tenuto in Siena, sotto la direzione del prof.. Achille Sciavo e con il concorso dei professori ~· Luss~na, F: Micheli, L. Bordoni, D. Ottolengbt, F. Stmonelli •


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SEZIONE PRATIC.-\

e del dott ....e\. Londini, un corso pratico di sierologia, terapia fisica e radiologia. Dato il metodo essenzialmente dimostrativo che verrà seguito nell'insegnamento. non si possono accettare più di venti iscrizioni. Qualora le domande superassero questo numero, avranno la preferenza le prime venti. Le domande di iscrizione . insieme alla tassa di li~e loo, saranno airette al dott. _L\.. L0ndini, pressol'istitutod'igienedellaR. UniversitàdiSiena. I"'e iscrizioni verranno chiuse il 15 giugno p. v. Al[a fine del Corso sarà rilasciato un certificato agli iscritti.

Crociata contro la tubercolosi. La Società piemontese d'igiene ha deliberato di riprendere ed intensificare la lotta contro la tubercolosi 'da essa iniziata nel 1899, bandendo • una crociata contro il terribile morbo che mina la gioventù e ne decima le file, oggi più cne mai bisognose di numero e di vigore, per far fronte alle esigenze della moderna società, che tutto . attende dalla loro sanità di mente e di corpo. A tal uopo ha ristampato e diffuso altre migliaia di opuscoli contenenti le istruzioni per prevenire la tubercolosi, sicchè il numero di essi ha raggiunto ormai i Ioo,ooo, penetrando in tutte le case, scuole, uffici, luoghi di riunione, d'aspetto, opifici, ecc. Ha c1eato, colla cooperazione entusiastica del benemerito corpo degli insegnanti municipali, una scuola speciale per far conoscere, in tempo e da vicino, ai giovanetti che cosa è la tubercolosi , donde origina, come si diftonde, come si può prevenire e combattere. . Ha dato il suo appoggio e darà la sua opera al lll Congresso. della Federazione ItaJiana delle Opere antitubercolari che si terrà in Torino nel pro~simo ottobre, colla presidenza del professore sen. Pio Foà. Ha istituito una medaglia da conferirsi ai benemeYiti delta Ct'ociata contro la tubercolosi, a tutti coloro cioè che colla parola, coll'opera e col denaro avranno concorso a combattere la temuta ' malattia. Con questa sua opera di prevenzi'one la Società piemontese d'igiene cerca di integrare quella di 'YePt-essione che il Municipio ha intrapreso, spendendo somme ingenti per la maggiore ospitalizzazione di tisici, sottraendoli così dai domicili privati. dove rappresentano un danno igienico ed economico per le rispettive fantigije. Ora la Società d'igiene, alla quale si è, subito e con entusiasmo, unita l'Associazione Meji~a Torinese, per raggiungere il proprio intento ~i rivolge al Corpo sanitario. agli Istituti di previdenza e di assistenza, alle Ditte industriali e commerciali, alle gentili signore torinesi ed alle persone tutte che rappresentano j' aristocrazia della mente, del cuore e della dovizia , esortandole a non rifiutare l'obolo alla Crociata che essa bandisce, convinta di compiere un dovel'e e certa di vederne presto palesi i benefici effetti, se avrà, come spera, dalla sua il tradizionale, silenzioso, ammirevole buon cuore della popolazione torinese, che sa le miserie umane e le allevia senza menarne scalpore, sposando così l'evangelico con· cetto della ca rjtà a quello moderno della .dignità umana, donde il sorgere ed il fiorire di centinaia di opere di fratellanza, che rendono meno sentite e meno umilianti le disuguaglianze sociali.

Il Comitato è cos'j composto : Abba prof. Francesco, presidente della Soc. Piem. d'Igiene; Vinai prof. Scipione e Bianchini ing. Riccardo. vicepresidenti; Pagliani prof. Luigi, Perroncito professore Edoardo, Marzocchi prof. Vittorio, Baroni cav. Eduardo, Bovero prof. Rinaldo, consiglieri; Bergesio prof. Libero, tesoriere; Jorio dott. Ettore, segretario generale; Almasio dott. Paolo, segretario aggiunto; Foà prof. sen. Pio, presidente del Congresso della tubercolosi; Bormans dott. Alfonso, segretario del Comitato locale; Garosci dott. Nicola e De Silvestri dott. Enrico, delegati dell'Associazione Medica Torinese. Le adesioni vanno dirette al segretario della Società, dott. E . J orio, via Po, n . 18, Torino.

Ali' Istituto Rachitici di Milano. Il 18 corrente all'Istituto dei rachitici di Mi· lano vennero inaugurati il nuovo Padiglione Paolina Belinzoni De Marchi e la Scuola di lavoro Sofia Carmine Speroni. Alla cerimonia assistevano il conte di l'orino, il ministro della P . .I. on. Credaro, i senatori Ponti, Cavazzi e Sormani, gli onorevoli Meda e Degli Occhi, il cardinale Ferrari e molte autorità. Parlarono l'assessore comunale Giachi e il mi· nistro Credaro. Que~ti espresse la sua compiacenza di assistere alla cerimonia che armonizza la missione della scienza con quella dello spirito benefico. elevato a forza e a potenza sociale. Si procedette poi alla visita dei nuovi reparti. La questione ospitaliera di Milano. La Commissione consigliare per lo studio della questione ospitaliera di Milano ha posto a fondamento della risoluzione del problema il prin· cipio che il Comune debba concorrere assumendosi in proprio i'integrazione dei bisogni della assistenza cittadina. Perciò e~so si sostituirebbe alla Cassa di risparmio n ella erogazione della somma che sarà per spettare all'Ospedale Maggiore ~ui 14.000,000 assegnati dalla (~assa alle provincie lombar(le indistintamente (circa 3 milioni), di guisa che tale somma andrebbe a favore dell'assistenza decentrata fra i comuni foresi. Il Comune inoltre riscatterebbe la quota di costo dei padiglioni <li recente costruzione. La Commissione passando a tracciare il piano dell'assistenza ospitaliera in Milano, si è affermata unanime per l'abbandono dell'edificio dello Ospedale Maggiore e la costruzione di un nuovo o di nuovi ospedali.

Per l'Istituto Bassini di Milano, il quale funziona in modo eccellente n ella nuova e propria sede, sono .st~te raccolte nuove e. c?spicue offerte, tra cui lire lo,ooo dalla fam1gl1a del compianto gr. u:ff. Giacomo Feltrinelli e lire 1500 stanziate quale assegno annuo dalla Deputazione provinciale. Per gli stabilimenti di Salsomaggiore. Si è avuta una discussione animata alla Camera sul disegno di legge che porta « Ptovvedimenti per il rior~ingmento ~egli st~bilimenti sal~ero· balneari d1 Salsomaggiore ». V1 hanno partec1 pa t o gli on. Ca vagnai;i. Marazzi, Celli '·il. ministro delle finanze Facta e il relatore Beren1n~ . (33)


IL POLICLINICO

L'on. Celli raccomanda alla Camera un ordine del giorno per invitare il Governo « ad aggiun· gere al disegno di legge i provvedimenti indispensabili per assicurare la cura gratuita ai poveri nelle terme di Salsomaggiore ». L on. Berenini , relatore , dice che la proposta dell'on. Celli potrà venir risolta quando si discuteranno i provvedimenti per l'assetto definitivo delle terme di Salsomaggiore, e non ora. che si tratta unicamente del loro riscatto. I/on. Celli non insiste nel suo ordine del giorno, del quale il ministro promette di tener conto. D opo ciò il di3egno di legge viene approvato.

Processo per l'uccisione di un medico. Alle Assise di Siena si è svolto un processo indiziario contro certi Vincenzo Valenti, il fratello Salvatore e la moglie di questi Teresa Di Stefano, accusati di omicidio premeditato in persona del dott. Vasta, medico a Favara (in provincia di Girgenti). Il processo era stato deferito alla Corte di Siena per legittima suspicione. I giurati hanno dichia.rato colpevole il solo Salvatore \ alenti, ch'è stato condannato a 15 anni di reclusione. 1

La lotta contro la sifilide neJ Belgio. Le U:nioni professional~ mediche d~l Belgio hanno 1mpreso uno sturl10 <lei gravissimo problema. L'Unione di Anversa ha emesso i seguenti voti: necessità dell' insegnamento universitario della sifilografia, con esame obbligatorio; misure profilattiche divulgate tra il pubblico; libera <;celta del medico da parte del malato (al quale va isl>irata diffidenza verso l'efficacia della cura nei dispensari, che porterebbero solo un miglioramen~o temporan~o e ingenererebbero una sicurezza illusoria); facoltà ai medici e ai poveri di fare eseguire le reazioni necessarie nei laboratori pubblici; distribuzione gratuita dei medicinali ai poveri; allolizione delle misure restrittive per le malattie veneree nelle Associazioni di mutualità.

Denunzia obbligatoria della tubercolosi in Francia. Per incarico dell'Accademia di Medicina di Pa · rigi, richiesta di parere in proposito dal presidente del Comitato parlamentare per la difesa contro la tubercolosi, il prof. Letulle ha presentato una dettagliata relazione, nella quale, dopo aver ricordato che la denunzia della tubercolosi è già obbligatoria in Danimarca, Norvegia, Germania e Inghilterra, sostiene che la profilRssi deve basarsi : 1° sul concetto della diffusione della malattia per mezzo dello sputo; 2 v sulla lotta contro l' alcoolismo, le abitazioni insalubri, gli alimenti nocivi; 3" "3ull' obbligo, quando la tubercolosi è aperta, della denunzia da parte del capo d~ casa o del capo·officina; 4° sull'applicazione rigorosa della disinfezione e dell'assistenza ai tuberc~lotici poveri e alle persone con le quali essi conv1vono. •

Sanatorio per le classi medie in Ungheria. Il municipio di Budapest ha deciso di costruire u~ Sanatorio per tubercolosi a vantaggio dei pazienti che appartengono alle classi sociali medie. La ret ta della degenza non supererà le 12 lire al giorno. Il Sanatorio pot rà allogare 150-180 in-

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fermi. Sinora i malati appartenenti alle classi medie non avevano altra scelta che l'Ospedale oppure i Sanatori privati, dove la retta è troppo alta. Se questo primo esperimento avrà buon esito, ::iltri municipi dell'Ungheria seguiranno lo esempio.

L'assicurazione obbligatoria contro. la malattia e l'invalidità nel Belgio. . Dopo la ~ermania e l'Inghilterra, il Belgio si inoltra rapidamente sulla via delle assicurazioni sociali. l!n pro~etto di le~ge che rende obbligatoria la assicurazione contro le malattie e l'invalidità è stato presentato, or è qualche tempo, dal Ministero alla Camera. L' organizzazione di questo servizio sarà affidata alle Società di mutuo soccorso, alle Federazioni riconosciute ed a Comitati regionali mutualisti. Lo Stato e gli industriali concorreranno all'assicurazione, ma in misura minore degli interessa ti. Questi avranno diritto alle cure mediche e far· maceutiche e ad una 'lira al giorno a partire dal 10° giorno di malattia in poi. L'invalidità sarà pensionata. Le partorienti riceveranno un sussidio di lire 30. La tassa annua per i non m utualisti sarà di lire 18, di cui 12 per la malattia e 6 per l'invalidità. \ Per combattere la mortalità infantile in America. L'Accademia di Medicina a Nuova York, dopo avere discusso intorno alle cause della mortalità infantile, ha proposto di aprire nella città 70 vendite di latte genuino, visti i danni che dalla cattiva qualità di questo alimento derivano ai bambini. Il chinino di Stato italiano in Argentina. Ci si comunica : Il favorire la esportazione del chinino di Stato italiano in Argentina ha non soltanto lo scopo di un futuro immancabile vantaggio commerciale, ma altresi quello, immediato, di compiere opera gradita sia al Governo italiano. che ha attuato come una delle sue più belle vittorie il chinino di Stato, e sia al Governo argentino, il quale tende, mediante il Depa'l'tamento NaC'ionat de Hieiene, ad ottenere una continua selezione dei farmaci importati nella Repubblica, accogliendo di prP.ferenza quelli i quali dànno maggiori garanzie di purezza e di serietà. Inoltre, in Italia come in Argentina, nella vec · chia Europa come nelle giovani Americhe. giu. stamente va prevalendo il concetto di attenersi ai farmaci più semplici e più naturali; dei qua]i, di indiscussa e indiscutibile efficacia, non solo come antimalarico, ma come febbrifugo in generale e antinevralgico. ecc., è -prototipo il chinino. Il chinino di Stato italiano venne degnamente rappresentato in Argentina in occasione delle Esposizioni Internazionali del Centenario (1910), per opera del Comitato Nazionale per le esposizio11i ed esportazioni italiane all'estero; e si trova riassunto nella relazione ufficiale riguardante la Esposizione d'igiene e medicina quanto detto Comitato fece per il chinino di Stato. Spetta poi al dott. P. Piccinini. che era stato commissario per la suaccennata Esposizione di igiene, l'aver continuato in Buenos Ayres le pra ·

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tiche iniziate a favore del chinino di S tato, ottenendo che si effettuasse il deposito legale del marchio in nome dello Stato i tali ano e ottenendo altresì la autorizzazione, da parte del Depa'Yta· mento Nac. de Higiene, per la introduzione in Argentina e vendita libera del farmaco (cioè anche senza ricetta medica) Sopratutto, poi , egli riusciva ad ottenere che, mediante uno s eciale decreto in data 22 lu· glio 1912, il Governo argentino autorizzasse la entrata in franchi gia del chinino di Stato italiano; è del tutto superfluo commentRre l'impor· tanza di un simile fatto, che elimina una dogana fortissima. Con apposite circolari ai farmacisti , ai medici, al pubblico, con la esecuzione e <listribuzio11e di cartelli-réc1ame, di cartoline illustrate, ecc., era attuata la propaganda del prodotto; pure a tale scopo era pubblicata e diffusa una Antologia popu!ar de .Higiene; e parimenti il dott. P . Piccinini poneva a disposizione d ei suoi agenti commerciali migliaia di tubetti di saggi gratuiti pei medici e migliaia di copie del suo libro Acciones de los Medicam~ntos. Stabilita la forma di propaganda altresì sui giornali medici e politici, il d1.>tt. P. Piccinini otteneva dall'on. Ministe-ro delle finanze . in Italia , eh~ venissero uniti ai tubetti di chinino di Stato destinati a11 'Argentina, dei foglietti in lingua spagnola, con dicitura adatta ad una efficace propaganda a favore del prodotto. Que:;to è, schematicamente, quanto f! stato fatto fino ad ora per aprire il mercato argentino al chinino di Stato italiano; il quale ha certa mente non solo un valore commerciale, ma anche uno speciale valore morate. per i benefici che ha già apportati in Italia e per l~ legislazione a~­ nes~a. che è dappertutto considerata con amm1· razione. In Argentina già numerosissin1e farmacie tengono il chi'nino di Stato italiano, ed è da augurarsi che altre forze si associno per dare sempre maggiore impulso alla ottima iniziativa, posta oramai dal dott. cav. P . Piccinini sopra solidissime basi. .

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Corsi d'igiene per i missionari. . Nel Belgio ed in Germania, in questi ultimi anni . pei missionari che si recano nei climi caldi, si sono istituiti corsi speciali d'igiene e medicina tropicale, valendosi non sol9 di un insegnamento teorico-pratico dei medici delle colonie, ma anche del materiale clinico fornito da individui ritornati malati dai tropici; cosicchè parecchi dei missionari di quei paesi sanno maneggiare il micro· scorio e stabilire diagnosi, ricercando nel sangue degli ammalati il tyipanosoma, l'agente causale della malattia del sonno, od il parassita della malaria, ecc., ciò che nelle loro mis-,ioni può riuscire di grande vantaggio per la cura e per la profilassi delle malattie. L'esempio è stato seguìto dtte anni fa dall'Istituto lombardo per le missioni estere. Esso ha istituito un corso d 'igiene al quale si sono iscritti una• trentina di giovani sacerdoti , futuri missionari. Il 25 aprile u. s. si svolsero· gli esami. La Com. missione esaminatrice era composta <lei cav. uff. prof. Favari, dal dott. Baizini e dal dott. Calderoli .•.c\ssistevano agli esami monsignor Viganò, vescovo di Ezane e direttore dell'Istituto, il padre Davide, cappuccino, superiore della Missione dell'Alto Alegre, Amazzoni, Brasile, ed il padre Spada di Hong-Kong (Cina).

Le prove, riuscite brillanti, si svolsero sull'igiene in genere, con particolare riguardo all'igiene e medicina tropicale , materia che era stata trattata e svolta in un corso regolare d 'insegnamento negli ltltitni due anni scolastici. Il corso speciale d'igiene iniziato nell'Istituto lombardo continuerà negli anni venturi. Sarebbe altamente desiderabile che in questr campo qualche cosa si facesse in favore degli emigranti italiani, specialmente di coloro che si recano nei climi caldi (Africa, Brasile tropicale, ecc.), dove troppo spesso rimangono vittime di trtalattie per mancanza di istruzione, di educazione igienica ed anche di protezione igienico-sanitaria da parte dei governi e degli ehti a ciò obbligati. (La Vita 5ianit.).

La Società Medica di Berlino. All'ultima adunanza gen.etale della Società medica di Berlino il prof. von Hansemann, segretario onorario . fece una diligente esposi?ione sullo stato attuale della Società. Risulta dalla relazione che il numero dei soci a scendeva a 1714, tra cui 22 onorari e 9 a vita. Durante il 1912 il num~ro dei soci è aumentato di 93. Dei membri onorari due sono morti durante l'anno: lord Joseph Lister di Londra e il prof. Armaur Hansen di Bergen. La Società ha tenuto 34 adunanze con 44 conferenze. Il tesoriere prof. Stadelmann annunziò che i fondi della Società ascendono a 280,900 marchi , ossia 351,125 lire italiane. Il bibliotecario, dott. Hans Kohn, riferì come la biblioteca sia stata visitata 10,461 volte da soci {:: l r .433 volte da loro amici. Essa riceve 206 giornali me1ici e nel suo catalogo figurano 46,340 volumi, i quali risultano di libri e di periodici. Durante il 1 9 12 si è addivenuti a un'intesa con altre associazioni mediche di Berlino. i cui membri converranno nelle sale di lettura della Società, cosi da eliminare gli abbonamenti multipli e da de~tinare i fondi all'abbonamento di un maggior numero di giornali . La Società farà costruire una sede propria, sotto il nome di Virchow·Haus; la costruzione verrà iniziata in ottobre e durerà un anno. L'ufficio di presidenza è stato rielettq: presidente dell a Società è il prof. Orth. Dimostrazioni di anatomia patologica. Anche all& fine di questo anno scolastico, come da una serie di anni, il prof. Otto von Schroen di Napoli dedica un certo numero di dimostrazioni macroscopiche e microscopiche, nonchè di ]ezio11i dottrinali, illustrate dalla proiezione di microfotografie semplici e colorate, alla etiologia e pato· genesi della tubercolosi e della tisi polmonare. Le dimostrazioni e le lezicni hanno luogo dalle ore 13 alle 15, dal 20 maggio al 7 giugno . presso l'Istituto di anatomia patologica della R. Università di Napoli.

Infezioni a bordo di una nave . Sulla nave « Bronte • 75 marinai sono stati colpiti da sintomi di avvelenamento e ricoverati all'ospedale di marina di Piedigrotta. Questi casi erano stati attribuiti a tos4Si-infezione da carni in scatola; ma un'inchiesta eseguita dal generale medico Calcagno per ordine del Ministero della marina avrebbe portato a ritenere che si tratti di infezioni tifoidee.

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Rassegna della stampa medica.

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Gazz. d. Osp., 4 mar. NICOLA. « Sulla diagnosi precoce della tubercolosi polmonare ». Milnch. Med. Woch., 4 mar. "'l ULPIUS. «la cura del!e ferite interne dell'articolazione del ginocchio ». - l{OLB e LAUBENHEIMER. (( Sul valore della tera pia profilattica del tetano ». - WAG:N"E R. « Le piastre al tellurio Conradi-Troch nell'accerta mento della difteria ». Gaz. d. Hop., 4 mar. BotJRDINIÈRE. « Sulle infezioni para tifo idi ». Le Bull. Méd., 5 m a r. Q uÉNU. cc I sintomi d'ostruzione intestinale n ella colica nefritica >i. Arch. p. le Se. Med., 5 mar. V.<\.NZETTI . « Atresie congenite delle vie biliari ». - SrcC4_RDI. « Sull'a,zione del piombo ». - PENTIMALLI. « Azione déll 'adrenalin:i e della paragan glina s ulla mec cani ca r espiratoria ». La Presse Méd., 5 mar. LEMOIN.R. « Iniezioni ipo · dermiche di chinina ». Wieo. Klio . Woch., 6 mar. KLEIN e STERN. cc Il benzolo nelle cure dei processi leucemici >'. SCHOPPER. « Il colera nella Romelia orientale durante la guerra b alcanica 1· . Zbl. ·f . inn. Med .. 8 mar . RoTKY. a Sulla miosite traumatica ». Die Ther. d. Gegenw., mar. SCHRUMPF. u La tera pia s1)ecifica della tubercolosi secondo Maragliano ». - STERNBERG. « La tera p ia dell'inap· petenza ». Deut. Med. Woch., 6 m ar. D ENCKE. et Le m a lattie sifilitiche dell 'acrta ' . - F . e L. ScHUTZ. t I bacilli del tifo nelle ton~ille d i tifosi >J. - DUTOIT. cc Il pneumotorace artificiale ». Le Progrès Méd ., 8 mar. AUDRAIN. te Le reazioni d ella linfa e del t essuto linfatico )) . Gazz. Med . It., 6 m ar . TuEVISAN. cc Casi di pneun1otorace terapeutico ». Brit. Med. Journ., 8 mar . cc Numero destinato a lle cardiopatie ». The Lancet, 8 m ar. ADAI\IS. cc Le aderenze peritoneali ». - BERR Y. « La chirurgia della tiroide ». - BARDSWEl.,L. « Sulla cura della tubercolosi polmonare >> . Gazz. d_. Osp. , 9 mar. BERTI. « Sulla fisiopatologia della secrezione gastrica ». - P AGO. << Sul mega· colon congenito ».

Berl. Klin. Woch ., 9 mar. 0R'fH. cc Il significato dei bacilli tubercola ri bovini per l'uomo )) . - WERNER. « I metodi di cura non opera ti va dei tumori maligni ». . Mediz . Klinik, 9 mar. LosSEN . cc Sull'endocardite settica lenta ». - FISCHL. cc La scarlattina ». Le Scalpel, 4 mar. H. v. WINIWARTER. << Chemoterapia della tubercolosi )>. La Rif. Med ., 8 mar. DE RENZI. «Scorbuto, emofilia ed anemia perniciosa progressiva ». - CEDRANGOLO. «Sulla sindrome diBr.o wn-Séquard ». - F AGIUOLI. « Bacilli acido resistenti nel san, gue ». La Presse Méd., 8 mar. NoLHA. cc L'impiego d el siero animale semplice in chirurgia ». Paris Méd., 8 mar. CARRIÈRE. « Meningocele, spina bifida ». - FIESSINGER e DURAND . (( L a keratosi blenorragica ». - TORRETTA. « La vita me· d ica in Italia ». · Pensiero Med ., 9 mar. MoRONE. « Sulle cosidette nei r algie ematurich e ». Arch. d . Mal. du coeur, ecc , mar. ETIENNE. cc L'intersistole nell'uomo ». Gaz. d . Hop., 8 mar. VIGNES . cc Il cardiospasmo ». Klin .-ther. Woch, 10 mar. P ossLES. « Le ma1at- · tie delle articolazioni ». - CHLUMSKY. « La tera pia non operativa dei tumori maligni >> . La Prov. l\léd., 8 mar. Roux. « SulJa cura della pertosse ». The Americ. Journ. of the Med. Sciences, m_ar. CusHING. « Discriminazione delle turbe dei due • lobi del corpo pituitario ». - . HALL. « Il sanatorio dell'avvenire». - CROHN. « I-1a diagnosi funzjonale del pancreas ». - THOMAS. tt Sul· l'empiema ». Rev. de Méd., 10 mar. PIÉRY e MANDOUL. « Tubercolosi infia mmatoria del cras~o )) . - P1c. « I,a tubercolosi i1nfia mmatoria ». Riv. crit. di Clin. Med., 8 mar. SALAGHI. (( Apdi punti medicina tropicale raccolti in 'Libia ». Med. Record , 8 mar. PARK. u Il thorium X nell'anemia perniciosa ». - Mc CORTJ. « L'adrenalina nell'asma ». Bull. de l' Ac. de Méd ., 11 m ar . CHANTEMESSE. «La vaccinazione a ntitifi.ca nell'esercito degli Stati Uniti (discuss.) ». •

Indice alfabetico per materie. Adeniti suppura t e : cura . . . . . . . Pag. 753 Anafilassi: clistere preventivo. . . . . J) 733 .A orta : struttura . . . . . . . . . . . )) 746 Cisti idatich e del rene, del pancreas: della milza . . . . . . . . . . . . 743 - 745 Colon: palpazione m etodica . . . . . . )) 737 Corea del Sydenham: etiologia . . . . )) 739 Crisi gastriche: cura . . . . . . . . . » 75 I Farmacie (La legge sull'esercizio delle) )) 756 Fegato: necrosi con ittero, secondaria a forte stasi venosa . . . . . . . . )) 749 Flebite tifoidea: forme frust e . . . . . » 750 l) 746 Gravidanza: siero diagnosi . . . . . Libera docenza . . . . . . . . . . . . J) 763 Roma, 1913 -

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'rtp. Xaz ionale di C. Bertero e C.

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~iorbo

di Chagas: trasmissione . . . . Pag. 754 )) Peritoneo : cura chirurgica . . . . . . 758 Polmone: funzioni . . . . . . . . . . 741 Reumatismo: cura con la puntura delle D a p1• . . . . . . . . . . • . . . . . . 754 ,, Scarlattina: etiologia . . . . . . . . . 745 » Scarlattina: terapia chininica . . . . 744 )) Sciatica: moderni mezzi di cura . . . 750 Segno di Koplik: valore profila ttico nella infezione m orbillosa. . . . . • 747 Stenosi cicatriziali multiple delle prime . )) vie aer ee . . . . . . . . . . . . . · 745 J) 752 Tifo: epidemiologia. . . . . . . . . . ]) Tubercolosi: epidemiologia • . . . • · 745 ))

I, P OZZI, res(>.


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..Roma, 1 giugno 1913

Fase. 22 ---

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SEZIONE PRATICA DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI -

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI •

SO· MMARIO. Lavori originali: Dott. Ugo Can1era: L'importanza delle tUVfalgie sciatiche e lombari nella dia gnosi dei .tumori infiammatori tubtfCO• lari del bacino. - Sunti e rassegne: MEDICINA: Carl v. Noorden: Sulla sr1lta de!le sostanze alimentari nelle malateie. - CmT. R ovsing: La tub(f'Colosi del rene. - OSTETRICIA: F. B nffonl-Luciani: P1'ime ricerche sull'applkazione della reazione di Abderhalàen nel campo ostetrico. - Osservazioni cliniche: Dott. Petrilli Gfano Luigi: Cont1'ibuto alla clùi·ica e4 alla Profi lassj della paroeidite epitùmica. - Lezioni: F. K raus: Alt •razioni costituzionali e tubercolosi. - Accademie, Società mediche, Congressi : Accad!mia di scienze mediche e na_turali di Fer,ara. Appunti µer il medico pratico : CASJS'IIC'A: Esplicazione posterotoracica ed itterizia nella ci!ti da e,hinococco d1l fegato. - La sacrodinia nel cancro del pancreas. - Ob l1·1e,az~·one cancerosa àtl canale to1ac100 . - Un nuovo si!gnc p(, la di·agnosi P,ecoce del carci'· non1a del terzo suPeriore de 'l'esofago. - rERAPI A : La cura tùlt'anchi/o çtomìasi col timo!o - La cura deltti febbre tifoide colla tintu1'a di fodio. - Cu.. a del siero di cavallo. - I l nit?ato d'a,,gento .in dermatologia - Posta degli abbonati. - Varia RDRGJA:

Cenni bibliografici. - Pubblicazioni pervenuteci. . Nella vita professionale · Doctor Cajus : L'op!ra de!la Croce Rossa Italiana in Libia. - Cronaca del movimento professio11ale. Risposte a quesiti e a domande. - Oo ùdotte e Concorsi. - Nomine, promozioni ed onorificenze. - Lettere da Parigi. ··- Noti?. ie diverse. ·· Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie . .

Dlrl&&I di proprle&à rlser,aU s en~a. ntta.rne la. fon Le.

B v1etata la riproduzione dJ lavori pubblicati nel POLIClLINl(lO o la. pubblicazione di sunti di essi

LAVORI ORIGINALI Istituto di Patologia e Clinica Chirurgica della R. Università di Torino dlrett? dal prof. D.

BAJARDI.

L'importanza delle nevralgie sciatiche e lombari nella diagnosi dei tumori infiammai-Ori tubercolari del bacino per il dott. UGO CAMERA, assistente.

Le nevralgie sciatiche e lombari possono far parte della sintomatologia dei tumori infiammatori o non del bacino, che eventualmente comprimono i tronchi nervosi sciatici o lombari : generalmente in questi casi esse sono associa te o subito seguìte da altri segni facilmente riconoscibili (punti ossei od articolari dolorosi , masse palpabili o dimostrabili con altri mezzi [esame radiografico], disturbi funzionali a carico di qualche organo) sicchè il loro significato puramente sintomatologico appare subito evidente. Ho avuto occasione di osservare nella clinica del mio Maestro prof. D. Bajardi. tre casi di nevralgie, che per lungo tempo (16-8-6 mesi) furono l'unico sintomo apprezzabile di un tumore infiammatorio tubercolare del bacino, che non si rilevò come tale, se non quando il pus si rese rapidamente evidente, invadendo la fossa iliaca

intern.a. Per l'assenza di altri sintomi, che potessero far riguardare nel loro giusto sigt.tificato queste nevralgie, esse furono sempre scambiate e quindi curate come nevralgie essenziali, e solo nel 3° caso, il sospetto della vera essenza della malattia fu reso a noi possibile, perchè eravamo prevenuti dalle due prime osservazioni. Ho creduto quindi interessante render di pubblica ragione questi tre casi, e vivamente ringrazio il mio Maestro per la concessione. G... E... d ' anni 29, fattorino postale, da Montegros~o d'Asti. Gentilizio immune. Ammalò a 23 anni di polmonite lobare, che fece il suo decorso regolare. Nessuna infezione venerea o sifilitica. Nel g~nnaio del 1909 dopo aver camminato qualche ora, cominciò a sentire a livello dei lombi come un senso di stiramento, di dolore muto, che l' A. localizzava profondamente. La pressione sulle parti molli e sullo scheletro corrispondente era a:ffa tto indolore. Per qualche tempo non vi fece caso e continuò nelle sue occupazioni; ma in seguito, diventando il dolore sempre più molesto, ricorse ad un medico, che lo curò dapprima con joduro potass~co, poi con bagni caldi, poi con pomate rivulsive, senza alcun risultato. Più tardi il dolore s'irradiava all'inguine e alla ra~ice della coscia ,sinistra , yoscia anche posteriormente l~go l ar~o sino a poplite. Fu creduto affette:> di nevralg18: sciatica e lombare e curato dapprima con bagm caldi, con massaggi, co~ ini~zio':li di ~orfina , e ad ultimo per ~ue mesi a giorni. alter~t ~on applicazioni elettriche. ma senza risultati. La. pro-

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vava solo qualche sollievo, rimanendo coricato e mefazione molle, senza limiti netti, ott11sa ed flettendo la coscia sul bacino. indolente essa pure. Premendo su qtiest·ultima Nei primi di maggio 1910 · ricoverò nella Cli- tumefazione s'inturgidiva e s'ingrossava la tu• nica. mefazione superficiale. Non punti dolorosi nè alla L'a. presentava un aspetto sofferente e depe· colonna vertebrale nè al bacino. $i fece diagnosi rito, tuttavia non si rilevò nulla di patologico ai di ascesso freddo a bottoniera della fossa iliaca visceri interni. Nessun punto dolente alla co interna destra. lonna vertebrale, alle ossa del bacino, all'itlterL'operazione diede esito ad un'abbondante quanlinea articolare dell'articolazione sacroiliaca e tità di pus d'aspetto tubercolore. Guarigione. parti molli circostanti. Nulla all'articolazione ileo- Dopo 25 giorni l'a. lascia l'ospedale e va a tra· femorale. Addome completamete trattabile. di fa- scorrere due mesi al mare, da dove ritorna in· cile esplorazjone, data la magrezza dell'amma- ottime condizioni locali e generali. Ritorna però lato. in clinica I I mesi dopo con orchiepididi1nite tuLa mano esplorativa affondata in esso e nella bercolare destra, per cui si dovette procedere alfossa iliaca interna, non notava alcunchè di anor- l'ablazione del testicolo ammalato. male. Esame rettale negativo; la pressione lungo Nel 3° caso si trattava pure di un giovane il n ervo sciatico affatto indolente. Sensibilità del· uomo di 28 anni, T ... A ... , da Montaldo, che l'arto e riflessi patellari normali. Un esame ra- da 5 mesi si trova va affetto da forti dolori nediografico non dimostrò nulla; la cutireazione ri- vralgici allo sciatico sinistro, e che aveva già sultò positiva. Dopo 10 giorni di degenza in ospe- esperito seni.a alcun risultato diverse cure antidale, quasi improvvisamente i dolori diminuirono, nevralgiche, Entra in Clinica il 18 marzo 1910. Ae l'esame del malato fatto poco tempo dopo, di- spetto sofferente, ma in condizioni generali dimostrò nella fossa iliaca interna sinistra, la pre- screte. Presenta un '~stesa cifosi rachitica dorsale ~ senza di una tumefazione mal definibile, elastica, Nulla ai visceri toracici: temperatura normale. indolente, che crebbe rapidamente di volume, in Dice che questi dolori all'arto non gli concedono modo da occupare in due o tre giorni tutta la un'ora di riposo. Il reperto dell'esame clinico rispecchia addirittura quello del primo caso. fossa iliaca int~rna. In questo momento si notò evid~ntissima la Questo 3° caso, come si vede, presentava molfluttuazione. L'a non aveva mai avuto rialzi di tissima ra~somiglianza coi due citati, e perciò si temperatura. formulò la diagnosi di probabile tumore infìam- · Certamente giunti a questo punto non si po- matorio specifico .d ella fossa lomboiliaca compriteva rimanere più in dubbio sulla diagnosi; la mente il plesso sacrale. Il paziente non volle sotrapidissima apparizione ed accrescimento del tu- toporsi ad una cura cruenta e lasciò l 'ospedale. Ritornò però un mese dopo cogli stessi dolori more, la sua sede, la mancanza di forti rialzi· di temperatura, la cutireazione positiva. ci parla- e colla faccia posteriore della coscia escoriata e vano decisamente in favore di un ascesso freddo e piagata da rivulsivi, che gli erano stati appli· ca ti. lomboiliaco. Intanto era comparso qualchecosa di nuovo. Il 16 maggio 1910 .si fece ~n taglio para1nguinale, che diede l'uscita ad un abbondante quan. Nell'addome, all'altezza della spina iliaca antetità di pus, dal caratteristico aspetto tubercolare. riore superiore di sinistra, a quattro dita traLa cavità venne scovolata con tintura di jodio, sverse all'interno di essa, si palpava una resistenza. una tumefazione non ben definibile nei e si chiuse completamente la ferita operatoria. suoi caratteri. Guarigione per primam. Subito dopo l'atto opei. Questo reperto ci confermò maggiormente nella rativo i dolori, che erano già negli ultimi giorndiminuiti scomparvero del tutto, e l'a. dopo 20 diagnosi già fatta. Si condusse un taglio parainguinale nella regiorni poteva lasciare l'ospedale. e dopo due gione iliaca sinistra, e dopo aver scollato per mesi riprendere il suo lavoro. Nel luglio d ello stesso anno si presentava alla qualche centimetro il peritoneo, si penetrò in Clinica -µ..n altro an1malato, N .. . N ... di 38 anni , una ·sacca, dalla quale uscì abbondante pus di aspetto tubercolare, e due piccoli sequestri ossei. impiegato. L'a. potè lasciare l'ospedale completamente guaLa sua n1alattia si era iniziata 8 mesi prima con violenti dolori lungo il decorso dello sciatico rito . destro. Fu creduto affetto da nevralgia ischiatica e fu curato invano con joduro potassico, preparati *** salicilici, rivulsivi, ed anche con numerose appliIn tut ti e tre { casi trattavasi di un'affezione cazioni dei fanghi di Acqui . Da circa quindici giorni i dolori erano alhuanto diminuiti ed in- . tubercolare, probabilmente sorta nello scheletro fine scomparsi coll' apparire all'inguine destro di del bacino, che aveva dato luogo ad un tumore una bozza, molle, fluttuant e, riducibile, indolente, che egli aveva creduto un'ernia . e si era appunto infiammatorio, che per lungo tempo si era ma· per una cura r adicaJe rivolto al chirurgo. nifesta to unicamente per mezzo di nevralgie sciaIndividuo d'aspetto d eperito. con apicite destra. Deambulazione alquanto claudicante per tiche e lombari ribelli ad ogni trattamento. Quantunque sia cosa nota che queste infiamleggera flessione della coscia sul bacino Temperatura con leggieri rialzi vespertini. Nella regione mazioni croniche possano in tal modo manifeinguinale d estra, a due dita trasverse al disopra dell'anello inguinale profondo, presentava una starsi, abbiamo visto che solo sul finir della matumefazione del volume di una grossa arancia , lattia ~ quando si rese evidente l'ascesso freddo, fluttuante. riducibile, indolente, ottusa alla per- fu possib;le la diagnosi, e queste nevr algie furono cussione , coperta da cute normale. La fossa iliaca interna co1rispondente era occupata da una tu - considerate come essenziali, e come tali curate .. (2) •


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Questo errore però non ci deve stupire, se si considera l'insufficienza dei criteri, che si propongono per la diagnosi differenziale fra la vera nevralgia e quella sintomatica, quando questa non è associata ad alcltn altro sintomo, che la, possa far sospettare come tale. Ad es., l'Oppenheim, nel suo T'i'aitato delle malattie ne~vose, così si esprime : « Quando i dolori sciatici dipendono da compressione del nervo, mancano, pare, di solito i punti dolorosi; in se guito ~i sviluppano i segni dell'interrotta conduzione (e tuttavia questo sintomo non esisteva nei nostri ammalati). In questi casi il miglior criterio ~ dato dall'esame esatto degli o'l'gani de~ bacino 1. Si comprende che quando questo esame risulta negativo, viene a mancare il criterio più importante per la diagnosi. Non è che la prevenzione dell'esistenza di tali decorsi, che ci può mettere sulla buona via; ed è appunto questa prevenzione, che, come abbiamo visto, nel 3° caso ci ha permesso di fare la diagnosi, almeno di probabilità. E trattandosi di processi tubercolari, il poter evitare un. simile errore diagnostico è di somma importanza per l'a., non solo per l'intervento in tali casi giustificabilissimo per liberare dai tormenti il paziente, ma anche per il pericolo a cui si va incontro, lasciando a sè il processo tubercolare, che questo si generalizzi. Tutta la speranza ed il valore della terapia nella tubercolosi, si fonda, per ora, sulla diagnosi precoce di essa. Nel nostro 2 ° ammalato, nel momento in cui cadde sotto la nostra osservazione, non si poteva dire se fosse primitivo il focolaio del polmone o quello del bacino : è sempre però giustificabile l'ipotesi, che una diagnosi oél un sospetto, sull'inizio della malattia, avrebbe permesso una cura generale adatta, che avrebbe potuto impedire almeno la localizzazione testicolare. Sarà q11indi consigliabile, quando ci si trova in presenza di tali nevralgie, altrimenti non spiegabili, sospettare la possibilità che esse possano essere d eterminate da un focolaio tubercolare del bacino, che dovrà allora essere ricercato con tutti i mezzi che la clinica ed il laboratorio ci insegnano (reazioni tubercoliniche ed anafilattiche, deviazione · del complemento, ecc.). In caso di risultato positivo, il sospetto. avrà più ragione di esistere, e se non si vuole o non è indicato intervenire, nell'attesa si potrà sottoporre l'a. ad una cu1a igienica e medicamentosa antitubercolare, che servirà ad agguerrire l'organismo contr~ una possibile diffusione del processo, e magari ottenerne la guarigione. I

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SUNTI E RASSEGNE MEDICINA. Sulla scelta delle ~ostanze alimeo tari nelle malattie. (CARL v. NoORDEN. Therapeutische Monatshefte. XXVII , p. 8, 1913). (Relazione nella sezione di dietetica del Congresso di Igiene tenuto a Washington 11el settembre 1912). Il tema si lascerebbe esaminare da 'differenti punti di vista . L'O. però preferisce procedere da determinati gruppi di malattie, illustrando gli speciali quesiti della terapia dietetica · in proposito, e mostrando quindi quali sono le sostanze utili, rispettivamente nocive, pel raggiungimento dello scopo. Senza arrivare fino alle particolarità e occuparsi <lella preparazione dei cibi e delle be· vande, egli prenderà specialmente in considerazione solo i grandi gruppi di sostanze alimentari (proteine , grassi. idrati di carbonio, droghe, ecc.). Obesità. - Tutte le cure di dimagramento, dirette contro l'obesità, si fondano su un principio comune·: diminuire la quantità totale degli alimenti, abbassare il valore energetico degli alimenti. Oggi più non si ammette, come una volta, l'esistenza di sostanze alimentari dannose o fa- . vorevoli all'obesità, e si valuta il consumo o l'accumulo di grasso esclusivamente dal rappo-rto tra fabbiso gno di calorie e assunzione di calO'fie; ~icchè la speciale scelta degli alimenti djviene di significato subordinato, quando si consideri cosi solo il loro valore energetico. Ma ad onta dell'inconfutabilità teorica di questo principio, non ne è semplice l'applicazione pratica. L'esperienz~ ha infatti dimostrato difficilissima ad effettuare la limitazione proporzionale dei tre gruppi principali di sostanze alimentari (proteine,· grassi e idrati di carbonio); e ~anca inoltre una norma sicura, secondo cui il pazie11te ·possa regolare la sua alimentazione. Non basta dirgli, che deve interrompere il suo pasto prima che senta il senso di sazietà; perchè egli può aver già oltrepassato, a quel punto, da lunga pezza il limite estremo concedibile. Per questo ed altri motivi l'O. nelle cure di dimagramento ha sempre tenuto conto della limitazione delle singole sostanze alimentari, .e innanzi tutto del grasso, come già sostennero Bauting e Harvey. L'esclusione dei grassi, mentre non porta a speciali difficoltà tecniche, tanto che può essere effettuata anche da profani incolti, permette di allontanare dall'alimentazione proprio quel~e sostanze. che in piccolo volume racchiudono il massimo valore energetico. D'altra

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parte colle proteine e gli idrati di ca1bonio sola- dividui di debole appetito, non se ne può abumente è possibile :soddisfare come normalmente sareJ poichè l'esperienza insegna che l'uso eccesil bisogno alimentare, anche senza coprire il fa b- sivo di proteici abbassa fortemente la capacità bisogno di calorie, cioè in condizioni da ottenere di assumere le altre sostanze nutritive. Raralentamente e senza pericolo una diminuzione di mente riesce di oltrepassare nelle cure d'ingraspeso. Rimane anche cosi nella dieta g~ornaliera samento i 100-120 gr. di proteine al giorno. Inuna significante quantità di 1drati di carbonio, vece è opportuno, in ogni cura d'ingrassamento, .che - come sappiamo dai lavori fondamentali ricorrere a grandi quantità di idrati di carbonio; del Voit - rappresentano per lt proteine del ma dato il fatto che quasi tutti gli idrati di car·corpo un eccellente mezzo di protezione. In tutti bonio per essere bene utilizzati dovrebbero essere i modi è sempre però necessaria la diretta e di- somministrati in forte diluizione, e che quasi ligente sorveglianza del medico. L'O. ritiene che tutti i cibi a base di essi presentano un volume anche i èa ttivi effetti delle cosi dette cut'e rapide considerevole, anche qui non si riesce ad oltredi dimagramento, venute in cattiva fama per passare la somma di circa 250-300 gr. l'esaurimento da cui erano seguite, potrebbero Da questa quantità più quella suaccennata di essere diminuiti, badando al fatto, che mentre è , proteine risulta un complesso equivalente a éirca possibile d.i ridurre a un minimum il contenuto 1200 · 1400 calorie. Pertanto è evidente che tutto in grassi dell'alimentazione, deve sempre entrare l'effetto positivo nella cura dipende in conclusione nella dieta una sufficiente quantità di idrati di dalla quantità di gt'asso, per quanto sia difficile carbonio. I 1 grasso necessario pei processi ossida- incorporarne la quantità necessaria cogli altri alitivi viene dall'organismo facilmente attinto dal menti senza destare ripugnanza. proprio pannicolo adiposo. Nella Clinica dell'O. si riesce tuttavia a somLa conoscenza dell'importanza di mantenere, ministrare in modo opportuno f~azionatamente nelle cure di dimagramento, grandi quantità di gr. 5 00 di grasso per giorno ( = a più da 2700 caidrati di carbonio, ha recentemente condotto lorie), ciò che costituisce il fondamento di grande anche a rac-comandare la dieta vegetale. L'O. fon- e rapido successo, come attestano gli aumenti di dandosi sui risultati pratici finora ottenuti si di- peso di più che 2 kgr. per settimana raggiunti. Si vede cosi che nelle due opposte cure dietechiara sfavorevole: accanto a soddisfacenti diminuzioni di peso, si ottengono anche diminuzioni tiche, di dimagramento e di ingrassamento, il ridi forze e impoverimento del sangue, verosimil- sultato dipende essenzialmente dalla qu(Jntità di mente per !a relativa povertà della dieta veg~­ grasso int1 odotto, nel primo caso cioè dalla magtale in proteine. Secondo le estese esperienze del- giore limitazione possibile di esso, nel secondo dal maggiore possibile aumento. 1'0 ., risultati favorevoli si ottengono, quando, rinunziando ai grassi, nelle cure di dimagramento Diatesi artritica e U1ica. - Qui la cosa è semsi mantengano almeno 120 gr. di proteine; di plice. Oggi si sa che ogni individuo pel consumo idrati di carbonio se ne permetteranno 120-150 gr. dei propri tessuti produce una certa quantità di nelle cure rapide, e quantità 1nolto maggiori ne- acido urico, che s' indica come etidogeno e la cui gli altri casi. La limitazione dell'ingestione di produzione non possiamo in alcun modo influen· acqua ha importanza terapeutica solo quando si zare, mentre la rimanente produzione di acido abbia da fare anche con alterazioni circola- urico (esogeno) dipende esclusivamente dall'assunzione dei corpi purinici, presenti in parte nelle torie. Cu re di ingrassame·nto. - In tutte le svariate sostanze nucleari, in parte come sostanze estratcondizioni, in cui . occorra migliorare lo stato tive nei succhi delle cellule anintali. Quindi a indi nutrizione d ell'organismo, è necessario partire dividui con tendenza artritica bisognerà limitare dal fatto, che noi, aumentando l'alimentazione, al possibile l'ingestioue di corpi purinici cogli in prima linea arricchiamo solo i depositi di alimenti. Si consiglierà l'alimentazione essenzialgrasso del corpo. Certo sono trattenute nel corpo mente vegetale, e degli alimenti animali si peranche sostanze azotate; ma oltre ad essere la loro metterà sopratutto i} latte e i suoi derivati. Ciò quantità piccola di fronte a quella del grasso, pei casi più gravi; giacchè in altri viene tollerata è tuttora molto discutibile, se esse realmente una certa quantità di corpi purinici, la qu~le portino ad un aumento del protoplasma vivente. pet'ò è necessario conoscere. Ciò è possibile ricorÈ verosimile che la maggior parte ha solo sj- rendo alla cosidetta o: prova di tolleranza • delgnificato di materiale di riserva, che le cellule J'O. Altri punti di vista dietetici non hanno signiaccumulano, come accumulano il glicogene o il grasso. Tale accumulo sembra maggiore quando ficato essenziale pel trattamento della gotta. In si somministrino molti proteici {specie molta 'ca- verità ogni singolo caso può presentare le più seina e derivati) ; ma avendo a che fare con in· svariate complicazioni (obesità, alterazioni gastro· 1

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intestinali, cardiache, e("c.); ciò potrà influenzare la nostra condotta, ma non ha nulla che vedere con l'alterazione primaria del ricambio. Diabete mellito. - Molto più complicate stanno le cose pel diabete mellito. In esso esiste una ipareccitabilità della funzione glicogenetica del fegato, per cui si libera più zucchero di quello che i tessuti del corpo non 1potrebbero elaborare. Quanto più elevata è tale ipereccitabilità, altrettanto più grave è il diabete. Il nostro compito consi~te appunto nel moderarla. I più forti stimoli della funzione glicogenetica epatica sono gli idrati di carbonio, e noi dovremo perciò eliminarli quanto più è possibile dal)a dieta. La questione, se essi si 'debbano solo diminuire o sopprimere per evitar.e perdite di zucchero, è solo subordinata, ed è molto più importante spegnere la causa della glicosuria e dell'iperglicemia, cioè l'abnorme eccitabilità dei processi glicogenetici. Ma secondo gli studi di questi ultimi anni, oltre agli idrati di carbonio anche i proteici costituiscono un forte stimolo dei processi glicogenetici; il lavorio del fegato per l'assimilazione e disassitnilazione delle sostanze proteiche costituisce per sè uno stimolo dei processi glicogenetici. Mentre gli idrati di carbonio agirebbero come gli alimenti in un animale che lavora , i proteici agirebbero invece come una sferza. Varia però il comportamento per le varie sostanze proteiche: la carne e la caseina aumentano la produzione di zucchero, più che l'albumina d'uovo e i vegetali. Inoltre l'uso contemporaneo di proteici e idrati di carbonio la eleva anche di più che la somministrazione successiva con un intervallo. L'influenza dannosa dei proteici sul ricambio dei diabetici dipenderebbe, secondo 1'0., in gran parte dall'influenza dinamica specifica, che i proteici esercitano sul ricambio totale; essa è piccola nei sani, notevole nei casi di aumento dei processi ossidativi; e i casi gravi di diabete sono appunto legati ad aumento delle ossidazioni totali (Benedict, Joslin e Falta). Oggi più non si concede ai diabetici una così grande quantità di albumina e di carne, come si usava una volta; ed è vantaggioso notare, che in tali circostanze si può fare un consumo alquanto più ricco di idrati di carbonio. L'O. già 12 anni or sono sperimentalmente dimostrava, che, evitando affatto la carne, si poteva somministrare ai diabetici una 'notevole quantità di idrati di carbonio; tra questi il meglio tollerato sarebbe l'amido di avena, in secondo " luogo vengono poi altri (farina di frumento, di segala, di patate). Febbre e mofbo di Basedow. - Anche lo stato febbrile e il morbo di Basedow (se vogliamo trascurare altri casi meno frequenti) procedono, come

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il diabete, con un'elevazione del ricambio totale. Già dai tempi antichi è noto che i febbricitanti tollerano male l'alimt!ntazione carnea, che si è dim6strata poco vantaggiosa anche nei basedowiani, specialmente nel periodo in cui esiste tendenza al dimagramento. Oltre a questi dati empirici, da ricerche eseguite nella Clinica dell'O., si può desumere, che in tali pazienti più forte che nei sani è l'azione specifico-dinamica delle sostanze proteiche e della carne sopratutto. In essi, come nei diabetici, i fattori che regolano la produzione delle calorie, devono manifesta~ente trovarsi in uno stato di elevata eccitabilità. Malattie delto stomaco e dell'intestino. - Naturalmente qui la scelta degli alimenti assume speciale importanza. Volendo limitarsi a considerare le proteine, i grassi e gli idrati di carbonio, è da notare che spesso questi gruppi di sostanze possono essere usati in svariate forme, e che perciò l'arte del medico consiste nel consigliare la giusta scelta, l•opportuna mescolanza e l'adeguata fortna di preparazione. Rientrano in ciò dunque piuttosto quistioni di culinaria che di ricambio. Nella maggior parte dei casi inoltre la dieta va regolata più con riguardo all'individualità del paziente, che secondo leggi scienti"fiche, e in nessun altro campo della dietetica il risultato pratico dipende tanto, come in questo, dalla personalità del medico. Tuttavia l'O. ricorda alcuni~ principi tra i più importanti. Ricorda che i grassi restano indigeriti quando i secreti del fegato e del pancreas non si versano nell'intestino, e che da ciò derivano notevoli alterazioni. È diffusa l'opinione che anche nei malati di stomaco i grassi riescono dannosi. Ma è da stabilire, come già 1'0. ha sostenuto, se non si debba, oltre che alla scelta dei grassi, badare opportunamente alla preparazione dei cibi. È meno noto il significato che hanno pel decorso dei procesc;i digestivi i miscugli di carne e idrati di carbonio. Molti tra coloro che soffrono di costipazione, o di diarree croniche e sovente recidivanti, tollerano male queste due specie di ali· mentisomministrate contemporaneamente, mentre le tollerano bene separatamente. Il fatto si chiarisce alquanto, pensando che esistono batteri, capaci di dar luogo a ;jifferenti prodotti di fermentazione, a seconda che si sviluppano su un terreno di cultura contenente proteici o idrati di carbonio. Secondo l'esperienza dell'O. non sarebbe nemmeno indifferente nei casi suddetti somministrare con gli alimenti carnei monosaccaridi o disaccaridi. È anche interessante ricordare che nelle antiche leggi mosai~he si trova la proibizione di somministrare contemporaneamente cibi carnei e latte.

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Una forma di malattia poco nota, ma degna di rilievo, si ha qualche volta nella costipazione cronica. I pazienti si lagnano di dolori vaganti nei più diversi distretti nervosi ; l'urina contiene enorme quantità di indacano. Un esame accurato dimostra che si è in presenza di una forma di neurite, interessante solo i nervi sensitivi (neurite elettiva), e resistente alle ordinarie cure del!e neuriti (bagni caldi, elettricità, ecc.). Ess:;L è una forma di neurite tossica di origine enterogena, che con sorprendente rapidità guarisce, eliminando le abnormi trasformazioni intestinali. È necessario perciò scegliere opportunamente tra i diversi metodi dietetici; in qualche caso conviene proibire l'alimentazione carnea, e concedere solo latte o anche meglio Yoghurt. Dopo un periodo sufficiente di cura si può ritornare all'alimentazione carnea, perchè frattanto è scomparsa la flora batterica che da va · le abnormi trasformazioni. Altre volte conviene seguire vie affatto diverse, sempre però tenendo present<:_ il rapporto tra proteici e idrati di carbonio. ' M atattie re·n ali. - Dei tre gruppi · principali di sostanze alimentati, solo i proteici richiedono nelle malattie renali speciale considerazione. Per la disintegrazione dei ·proteici ~el corpo, ·il lavoro dei reni si aggrava; però giustamente la pratica medica già da lungo tempo dà valore alla limitazione dei proteici in tutte le forme di nefrite. Del resto le recenti e belle ricerche del Chittenden hanno provato che una dieta povera di proteine viene tollerata molto meglio e più a lungo di quello che prima si ammetteva. La necessità di risparmiare i reni richiede anche l'esclusione di tutte le sostanze estrattive e di tutte le spezie, che ne aggraverebbero il lavoro. Relativamente nuova è però la nozione che con ciò non si è fatto tutto, e che bisogna anche tener conto del notevole lavoro che i reni compiono nell'eliminazione dei sali e dell'acqua. Quindi noi dobbiamo in numerosi casi dì nefrite da un lato prescrivere una dieta povera in NaCI, dall'altro limitare l'ingestione di liquidi. Sovente è opportuno riunire i due metodi; altre volte (nelle alterazioni infiammatorie o degenerative) è più indicata la limitazione del NaCl, altre volte infine (quando dominano alterazioni dei vasi renali) più la limitazione dell'acqua. L'O. non ha potuto entrare in dettagli clinici, ciò che sarebbe stato anche di sommo interesse. Al letto dell'ammalato non si ha da fare solo con organi malati o con alterazioni di singole funzioni, ma con individui ammalati, e l'arte del medico incomincia sopratutto là, dove occorre accordare le regole fondamentali delJa dietetica colle proprietà speciali dei singoli casi. G. AMl..NTEA.

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CHIRURGIA. La tubercolosi del rene. (T. ROVSING• ..4nnals of Su.,geYy, ottobre 1912) . La grandissima parte dei casi di tubercolosi del tratto uro· genitale si originano in un solo rene; e Je probabilità di completa guarigione con mezzi chirurgici sono grandissime, p11rchè la diagnosi venga fatta a ~n periodo sufficientemente ·pre· coce della malattia, ossia prima che l'infenzione si sia propagata alla vescica e oltre. Purtroppo I però la diagnosi viene stabilita in periodo eccessivamente tardivo , e l'A. su 200 pazienti avuti in cura, 40 volte li ha trovati in condizioni affatto disperate, e nel 63 % almeno dei casi sottoposti a nefrectomia ha osservato insieme tubercolosi della vescica. Ora quali sono le cause di ritardo od errore nella diagnosi ? In parecchi casi sono i sin tomi vesciéali quelli che spingono per i primi il paziente dal medico; ma in molti altri (60 %) il dolore alle· regioni lombari, il dimagramento, la debolezza, la torbidità delle urine, molto prima che si presentino i segni della cistite, richiamano l'attenzione del malato e spingono il medico a una diagnosi erronea>più spesso di nefrite. Allora nelle urine si trova una scarsa o media albumino-reazione e si istituisce una dannosa terapia dietetica. Ora, l'albuminuria nella tbc. renale contrariamente a quello che ganeralmente si ritiene può non riscontrarsi, o perchè si presenta in maniera intermittente, o perchè invariabilmente assente. I/ A. stabil! 7 volte 1a diagnosi in simili circostanze; e pensa che in realtà casi del genere siano molto più frequenti, perchè il concetto della necessità dell'alb11minuria nella tbc renale allontana il medico dall'idea e dalla ricerca della malattia. L'albumina può mancare non solo iri casi avanzati, con completa distruzione del rene, ma anche nelle forme iniziali ; e allora altri sintomi portano l'infermo nelle mani del chirurgo, per es. l'ematuria. Così fu in tre casi dell' A.; in uno di essi l'ematuria - transitoria e intermittente - durava da cinque anni. Nelle urine non si aveva albumina e soltanto pochi leucociti; non bacilli di Koch. L'alterazione anatomica del rene asportato faceva pensare a un carcinoma o a una gomma, ma l'esame microscopico chiarì la diagnosi. Negli altri due casi di ematuria senza albuminuria si trattava invece di una forma asces-

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suale e miliarica, si avevano leucociti,· e in uno di essi, con tbc. vescicale, anche bacilli. Altre volte il contenuto di pus delle urine fa diagnosticare una pielite, oppure i sintomi vescicali fanno istituire delle cure inutili e spesso dannose. L'errore è tanto più facile e nocivo in quanto .spesso si ha la storia di pregresse blenorragie, e -si iniziano le la van de di permanganato di potassio che aggravano in modo speciale le condizioni di una cistite tuqercolare. Tutto ciò riesce .ad evitarsi se si investiga più attentamente sulla ' causa della malattia con un esame non soltanto chimico, ma microscopico e batteriologico delle urine. La presenza dei bacilli tubercolari che si ritiene communemente difficile a constatare, e coi metodi di Kiister e Wagner si avrebbe solo nel i 0-20 % dei casi, è stata riscontrata nell '80. 7 % col metodo Forsell, usato dall' A. Si tratta semplicemente di far depositare la massa delle urine per 24 ore in un separatore, e poi prenderne la parte inferiore e centrifugarla. Ma per un medico pratico basta la presenza di pus senza germi per giustificare un grave sospetto di tbc. renale. 'Posta poi la diagnosi di tubercolosi del tratto urinario occorre definirne p er quanto è possibile la sede 'e l'estensione; a questo vale la cistoscopia co~ cateterismo degli ureteri. La cistoscopia pura e semplice è sempre incerta e spesso insufficiente a lateralizzare la lesione renale. Essa potrebbe soltanto illuminarci sulla presenza o meno di alterazione degli orifici ureterici, di rigonfiamen~, tubercoli miliarici o ulcerazioni intorno all 'orfficio ammalato. Ma spesso avviene che la tubercolosi vescicale sia localizzata esclusivamente in· torno allo sbocco dell'uretere sano; la localizzazione omolaterale si ha solo nella minoranza dei casi. Talvolta la lesione renale è bilaterale senza che vi sia interessamento della vescica; o con tubercolosi vescicale circoscritta intorno a un solo orifizio. Il più delle volte però la tubercolosi della vescica proveniente da un'affezione unila terale del rene è diffusa a entrambe le metà dell'organo, talvolta a tutta la mucosa. La cistoscopia semplice è -quindi insufficiente; ma più fallace può riuscire l'uso dei segregatori di Luy o di Chatelin, perchè è facile con essi ricavare pus . e bacilli tbc. anche daJl'urina del rene · sano in quei casi in cui la lesione renale, unilaterale , è diffusa in vescica intorno allo sbocco dell'uretere opposto o bilateralmente. Cosi si pone erroneamente una diagnosi di tubercolosi renale bilate-

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raie, e si abbandonano al caso infermi che si sa· rebbero salvati con una nefrectomia. Inyece il cateterismo degli ureteri è l'unico metodo incruento che ci può fornire elementi di giudizio sufficienti sulle condizioni dei due reni. , L'orina così raccolta dev'essere esaminata per via chimica, microscopica e batteriologica. Contentarsi della ricerca dell'albumina - quando siano escluse piccole emorragie traumatiche può portare a giudicare tubercolare anche un rene sano, perchè con t1na grave tubercolosi renale .di un Jato si ha albuminuria tossica anche . dall'altro lato. In questo caso l'albuminuria rende anche più urgente l'asportazione del rene malato. D'altra parte è difficile distinguere un'albuminuria tossica del genere da un'albuminuria per incipiente tbc . dell'alto rene, se non si ricorre all'esame microscopico e batterioscopico, coi quali l'assenza o quasi di leucociti o l'assenza di bacilli (tanto più numerosi e tanto più facilmente rilevabili quanto più la lesione è recente) escludono l'affezione del rene. L'A. ha raccolto 13 casi di albuminuria tossica scomparsa con la nefrectomia del iene tubercoloso. Questi fatti dimostrano come il cateterismo degli ureteri con l'esame completo delle urine separate sia il metodo più valido per l'accertamento della diagnosi e l'indicazione del trattamento. Sfortunatamente però in non pochi casi il cateterismo è impossibile per le condizioni flogistiche della vescica o degli orifici ureterici. In quest'ultimo caso un certo aiuto per l'inserzione ureterale del catetere può aversi dalla cosidetta cromocistoscopia di Voelcher (indaco-carminio), tenendo presente però che il catetere può essere chiuso da uno spasmo dell'uretere e l'urina può mancare. Per queste ragioni in circa ~ dei casi complicati con tubercolosi della vescica Rosving è stato cost(etto ad abbandonare il cateterismo degli ureteri. In tali condizioni dobbiamo abbandonare il paziente o abbiamo qualche altro mezzo per evitare che soccomba a una tubercolosi renale unilaterale? L' A . ha proposta ed eseguita fin dal 1894 l'incisione esplorativa lombare, nella quale sottopone entrambi i reni e gli ureteri all'ispezione e alla palpazione diretta. Se uno dei reni appare sano e sufficiente alla funzione anche ammesso che possano esservi piccoli faco· lai tubercolari - egli asporta il rene malato. L'esplorazione alr aperto degli ureteri è anche importante specialmente pei casi di infezione ascendente, nei quali i reni possono essere en-

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tram bi sani. Con questo metodo, ~he l' A. ha seguito in 30 casi su t66t egli ha potuto 24 volte accertare l'unilateralità della lesione , non determinabile con altri mezzi, e portare la guarigione; in sei malati la Jesione fu riconosciuta bilaterale; in un caso invece i reni furono trovati sani. Due volte fu praticata l'ureterostomia per diminuire le sofferenze e arrestare il processo di tubercolosi ascendente. Uno di questi casi è molto interessante: si trattava di. una ragazza di 26 anni che si presentò in condizioni gravi. La vescica era completamete infetta, il cateterismo impossibile; il rene èestro era un po' ingrossato, il sinistro, non palpabile, presentava ai raggi un'ombra oblunga che faceva sospettare una tubercolosi calcificata. Con la incisione lombare esplorativa destra si trovò il rene. all'apparenza normale, ma la pelvi distesa per la grossezza di un arancio e l'uretere della grossezza di un dito, con la parete sottile e trasparente in alto, infiltrata e spessa in basso. Messo fuori l'uretere , e fatta una stomia esterna longitudinale l' A. intromise un drenaggio fino alla pelvi, donde venne fuori urina chiara senza albumina e contenente scarsi leucociti; il drenaggio fu lasciato in posto, e nei giorr1i seguenti si notò che il rene sinistro non segregava affatto urina , ma solo emetteva del pus tubercolare. Dopo po· che settimane fu asportato questo rene, che era trasformato in una massa calcinosa; la fistola ureterica destra fu mantenuta finchè fu guarita la cistite col trattamento al fenolo; quindi si ristabilì ii passaggio dell'urina per l'uretere; e adesso il rene da sei anni funziona sufficientemente. Fra gli altri esami da praticare sull'urina avanti la nefrectomia importante è il dosaggio dell'urea, perchè una normale secrezione dell'urea è criterio sicuro della sufficienza renale, mentre una diminuzione quantitativa dell'urina può anche essere determinata o dal riflesso reno-renale sull'organo sano o dall'influenza della malattia su tutto l'organismo. Però una scarsa secrezione di urea non dà diritto a pensare a un'affezione di entrambi i reni; in · una serie di casi dell'A. la secrezione dell'urea che era diminuita raggiunse rapidamente il tasso normale dopo l'operazione. Comunque, in tali casi occorre procedere con maggiore cautela. Le altre ricerche sulla funzione renale sono insufficienti e talvolta fallaci: cosi la cromocistoscopia di Achard col bleu di metilene e quella di \ Toel!ter con l'indaco-carminio, 13. crioscopia, e la prova flori zinica.

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Proenosi e trattamento. - L'antica concezione pessimistica della prognosi, e conseguente terapia passiva, si è volta in questi ultimi annj in tale ottimismo che parecchi autori ritengono si debbano trattare col metodo conservativo i casi incipienti di tubercolo~i renale (dietetica, tubercolina), riservando la nefrectomia ai casi avanzati unilaterali. Questa dottrina però è erronea e dannosa: primo, perchè non si può 1nai discernere se il caso è jilcipiente o avanzato, maligno o benigno, sotto sintomi lievissimi nascondendosi spesso i casi più gravi; secondo, perchè non esistono casi guariti col metodo conservativo. E poichè le statistiche dànno il 75 % di guariti fra gli operati di nefrectomia, l'intt-rvento è indicato appena posta la diagnosi di tubercolosi unilaterale del rene; con l'aspettativa si rischierebbe di far diffondere la malattia. Sicchè al momento attuale si può affermare che la possibilità della guarigione dipende da due elementi: 1 ° che il fo. colalo originario della tbc. urogenitale sia radicalmente rimosso. 2° che un rene sia fondamentalmente sano. Naturalmente queste due condizionì sono più difficili a verificare nella tubercolosi ascendente uro-genitale, e per questa la prognosi è quindi più grave, tantoppiù perchè la tbc. renale di questo tipo è più frequentemente bilate· rale, mentre la discendente nel maggior numero dei casi è unilaterale. Se, nella forma ascendente, è preso solo l'epididimo il deferente e un solo rene vi è ogni probabilità di f uarigione, anche se la vescica è contemporaneamente attaccata; questa complicazione, ritenuta grave fino a pochi anni or sono, può guarire anche spontaneamente quando sia lieve e sia asportato il focolaio originario, e se intensa può efficacemente venire curata col trattamento all'ac. fenico 6 % che l'A. ha usato in 34 pazienti. L'A. ha eseguito la nefrectomia p~r tubercolosi unilaterale in 145 casi, con 7 decessi (4.8 %). mortalità che si può ritenere riducibile di molto se si pensi che i casi del Rovsing erano in gran maggioranza molto avanzati. La tecnica usata dall'A. è la seguente: proponendo~i di asportare • il rene come una cavità chiusa egli fa una lunga incisione lombare obbliqua; raggiunto il rene lo stacca con cura dal suo letto e da eventuali aderenze, lo .esamina è lo palpa minutamente per verificaÌe la diagno~i. poi tira f11ori l'uretere con l,indice uncinato e lo lega con seta in due ·punti per tagliarlo col termocauterio al rosso a circa 3 cm. dal suo ingresso nella pelvi. Lo isola quindi


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1.lai vasi nel peduncolo, che allaccia con catgut alJa formalina e poi asporta il rene. Il tratto periferico dell'uretere viene fissato alla pelle a I cm. dal termine dell'incisione, col quale mezzo si evita la diffusione della tubercolosi al tessuto retroperitoneale che si ha quando si lascia affondato un moncone molto più breve. Se è . attaccato anche ' l'epididimo di uno o dei due lati si asporta nella medesima o in una successiva seduta, conservando possibilmente il didimo; il deferente è trattato ~ome l'uretere. ossia viene fissato alla pelle dello scroto, dove funziona come val vola di scarico della secrezione tubercolare che può formarsi nelle porzioni periferiche e ne1le vescicole setninali. Se vi è tubercolosi della vescica, dopo avere aspettato qualche tempo per vedere se regredisce spon · taneamente - controllando ogni due settimane con le cistoscopia - (in 14 casi l' A. ebbe guarigione spontanea dopo la nefrectomia) l' A. inizia il suo trattamento locale con acido fenico al 6 ~~: si lava prima la vescica con acqua sterilizzata e poi si iniettano 50 cm. di soluzione carbolica fresca, e vi si tiene 2-3 minuti. Si ripete il lavaggio :fi.nchè il liquido, che prima viene fuori lattiginoso diventi chiaro. Il trattamento si fa in principio a giorni alterni. L'effetto è rapidissimo e le urine cominciano subito a essere chiare e poco purulente; allora i lavaggi sj dira~ano, e si cessano quando la cistoscopia avrà rivelato la guarigione della mucosa. In media, per una tubercolosi diffusa, bastano 6-8 settimane di cura. J4a guari· gione della cistite con que~to metodo è condiziozionata: i 0 dall'allontanamento della sorgente d'infezione 2° dalla limitazione della tubercolosi alla sola mucosa e non al resto della parete vescicale. Solo a questi patti il metodo è del tutto raccomandabile: unico inconveniente ne è la dolorosità, cl1e si può attenuare facendo precedere un'iniezione di cocaina o di eucaina o applicando al paziente dopo il lavaggio un suppositorio morfi.nato. Possono aversi rare volte fatti di intossicazio11e carbolica ma scompaiono rapidamente. Come operazione palliativa Rovsing usa e raccomanda l'ureterostomia in casi di tbc. renale ascendente bilaterale, in cui la stenosi con distensione dell'uretere e della pelvi è dolorosa. Per fissare jl drenaggio l'A. usa ora una piccola capsula di argento cerchiata di un anello di gomma, che da una cintura elastica addominale è tenuta adere11te alla fistola ureterica; da questa capsula un piccolo tubo di argento porta le urine nel vaso. 2

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SEZIONE PRATICA

- La tubercolosi renale proveniente da focolai della prostata hanno prognosi grave, per la fa' cile infiltrazione di urina e formazione di ascessi e di fistole nel connettivo pelvico; tuttavia anche in questi casi la chirurgia può portare risultati palliativi o curativi; se la tubercolosi della prostata ha attaccato l'uretra ~enza prendere la ve· scica l'A. pratica la cistostomia soprapubfca applicandovi una Pezzer, e poi asporta la prostata col tratto di uretra ammal~ta; nella peggiore _ipotesi la soprapubica resta un buon rimedio palliativo. R. ·FosCARINI.

OSTETRICIA. P1·ime ricerche sull'applicazione della reazione di Abderhalden nel campo ostetrico. Dopo aver ricordato tutti gli svariati tentativi di sierodiagnosi della gravidanza, con i più svariati metodi, e come nessuno di essi sia riuscito a fornire un mezzo diagnostico sicuro e costante, il dott. Decio (Ann. Ost. Gin., ann. XXXV, n. 2) passa ad esaminare la nuova reazione proposta da Abderhalden. Essa si basa sul fatto che dopo l'iniezione venosa o sottocutanea di sostanze estranee all'organismo, il siero di sangue acqui.:. sta la proprietà di digerire quelle sostanze, scindendole nei gruppi elementari e rendendole così utilizzabili dall'organismo, come pure è stato di· mostrato che il siero può elaborare materiali costituenti normali del corpo, ma che non penetrano abitualmente nel torrente circolatorio. Fu cosi dimostrato che nel siero di donne gravide o puerpere di recente, esistono fermenti capaci di digerire quegli elementi placentari (albumina e pep~one) che durante la gravidanza penetrano nel circolo materno. La formazione di questi prodotti di scissione può dimostrarsi col polarimetro, deviando essi il piatto della luce polarizzata, oppure con la dialisi, potendosi rendere evidenti con alcune reazioni nei dializzati. I./ A. ha usato quest'ultimo metodo, che descrive. Prepara l'albumina placentare, facendo bollire della placenta, completamente liberata dal sangue e sminuzzata, e che può essere quindi conservata in acqua sterile con sopra uno strato di toluolo. Egli pone un grammo della placenta coagulata in un centimetro cubo e mezzo del siero da esaminare, perfettamente privo di emoglobina, in un dializzatore debitamente controllato, e il tutto in un recipiente adatto con 20 eme. di acqua distillata. Tanto sul liquido esterno quanto alrin· terno del dializzatore stratifica del toluolo e mantiene in termostato a 37° per 12-16 ore.

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I prodotti di scissione nel dializzato si dimostrano o con la reazione del biureto o con la Ninhydrina, proposta da Abderhalden. A ro eme. del dializzato si aggiungono eme. o. 2 di soluzione di Ninhydrina al centesimo, si fa bollire per un minuto; in caso di reazione positiva il liquido si colora in violetto. Occorrono reazioni di con• trollo, potendo verificarsi il caso che alcune dializzabili reagiscano molto meno intensamente con la Ninhydrina. Abderhalden esaminò circa 300 casi di gravidanza nelle varie epoche, normali o complicate, extrauterine, mole vescicolari, e la reazione non è mai fallita. Malgradc ciò Abderhalden avanza delle riserve considerando che possono esistere processi morbosi che conducano alla formazione di fermenti capaci di scindere l'albumina placentare. L' A. ha finora eseguito la reazione in r8 casi, e questa fu po~itiva tranne in un caso di gravidanza al 2 ° mese. Nei 17 casi positivi erano comprese gravidanie a varie epoche, aborti e ttn puerperio a11'8° giorno. Non sa se riferire il caso negativo a insufficienza di tecnica, o alla passi· bilità, ammessa da Abderhalden , cl1e talora l'organismo gravido non reagisca nel modo consueto. Dalle poche esperienze dell 'A. si può confermare l'esistenza nel siero gravidico di fermenti digerenti l'albumina placentare, fermenti che non si producono fuori dello stato di gravidanza. È probabile che in questo fatto risieda la \!ausa di molte manifestazioni della gravidanza normale e patologica. Abderhalden ammette che il siero delle gravide normali non attacchi l'albumina di altri organi oltre a quella placentare. L' A. ha esperimentato il siero gravid!co con albumina epatica, ovarica, tiroidea e surrenale. I risultati furono negativi, solamente in qual("he caso constatò un lieve potere digerente · l'alpumina del fegato di donna gravida; la reazione fu negativa per l'albumina del ~egato di persona non gravida. L'albumina di fegato gravidico non fu mai digerita da siero di donne non gravide. Ciò porta ad ammettere la presenza di prodotti ovulari nel fegato gravidico. In rari casi il siero dimostrò un lievissimo potere digerente l'albumina ovarica. Il siero fetal e si mostrò sempre inattivo sulla albumina placentare. Il concetto di Abderhalden apre nuovi e grandi orizzonti al]a fisiologia e alla patologia e l' A. ha in corso ricerche di patologia ostetrica e ginecologica. In due casi di osteomalacia il siero digerl l'alb11mina ovarica. Una di queste donne era gravida, l'altra no . Dopo una settimana si ripetè l 'esame, che fu identico per la gravida , ma riusci negati vo per l'altra che era stata isterectomizzata (I O)

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5 giorni prima e che era molto migliorata . Rea--

zione pure negativa ebbe dal siero di una donna osteomalacica che era stata accolta gravida nella.. Clinica ed, isterectomizzata da 2 mesi e mezzo, . era in ottima salute. Nessuno di quei sieri digerì l'albumina surrenale. Se altre osservazioni potranno confermare quanto è stato evidente in questi tre casi l'A. avrà dimostrato che nell'osteomalacia esiste realmente una alterazione della secrezione interna ovarica. F. BAFFONI-LUCIANI.

OSSERVAZIONI CLINICHE OSPEDALE MILITARE PRINCIPALE DI GENOVA. I

~ontributo

alla clinica ed alla profilassi della parotidite epidemica

per il dott. GIANO L'tTIGI PETRIItLI, ufficiale medico ~ La parotidite epidemica se, per avere decorso clinico non grave e scarsi postumi, nella grandissima maggioranza dei casi può considerarsi una ' entità morbosa non .temibile quoad '!Ji tam, as· surge talora per l'ambiente in cui di preferenza si sviluppa, ad una importanza notevole, la quale in determinate circostanze può essere addirittura grandissima e capitaJe. Chi c?nosce l'organamento militare - come pure nel resto chiunque si occupi d'igiene scolastica - può ben comprendere i danni che reca il numero, talora grande, di individui obbliga ti a desistere contemporanea mente dalle consuete mansioni. Ed è appunto impressionato da quest'ultimo fatto più che dalla entità morbosa, che io, trovandomi a prestar l'opera mia di sanjtario presso il 90° reggimento fanteria mentre infieriva una epidemia parotitica , ho tentato di• indirizzare l'opera mia ad attutire il grave intralcio che questa infermità porta ge.. neralmente al servizio, richiedendo essa un pronto isolamento. Dirò subito che nell'attento esame dei colpiti e dei loro commilitoni ancora indenni, ma con essi conviventi, ho notato alcuni fatti che mi sembrano degni di menzione. Mentre tutti gii autori da me consultati con~ · siderano i fenomeni flogistici parotidei come la manifestazione prima, specifica, a me invece parrebbe una complicanza. sia pure saliente e caratteristica, ma tutt'altro che costante e primitiva. Le mie ossefvazioni , su va'Yie centinaia di sol· dati, mi hanno persuaso che la infiammazione

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della ghiandola pa'Yotide neli'evolve'1si di questa · E la profilassi che io adottai fu tale che mi entità patologica, non 1'appyesenla se non una stupì addirittura per i suoi risultati oltre ogni evenienza non sempfe inevitabile e se1npt'e se- mia speranza, pronti e duraturi. condaYia ad un'altt'a manifestazione, cui realMentre difatti ero prima obbligato ad isolare mente è a riferirsi il carattere di epidemica e di tutti i colpiti e pur tuttavia ogni mattina mi si contagiosa, e la quale solo perchè non ancora presentavano alla visita medica 3-4 casi nuovi, rilevata nella sua giusta portata, ha potuto per- non appena mi venne la felice idea di adottare mettere che una complicanza ad essa legata e il sistema di profilassi che ora esporrò, non solo dipendente, assurgesse a nobiltà di sindrome. potei trattenere se?1za pregiudizio di sorta i pa .. Allo stesso modo è occorso parlare di nefrite rotitici in mezzo agli altri ammalati, ma in capo epidemica a taluno cui era sfuggita una epidemia di sei giorni vidi ridotto al minimo il numero dei casi, che potei curare tranquillamente nella di scarlattina, mentre la nefrite non è che una purtroppo freqt1ente complicazione della scar· infermeria comune; senza isolamento alcuno e dominando l'epidemia cosi pienamente,- che neplattina. Come non si può parlare nè di n~frite, nè di ~ure nelle sale della stessa infermeria reggimenbronchite epidemica, pel fatto che l, infezione scar- tale ove su 2 5 ricovera ti ve ne erano 5 paroti tici lattinosa e, rispettivamente, la morbillosa dànno e tutti assai acuti, ebbi alcun caso nuovo. Dirò di più: essendomi occorso di constatare luogo sovente nel loro decorso a queste complicazioni, cosl non si dovrebbe parlare di parotite l'insorgere della parotite epidemica anche in un epidemica unicamente perchè l'infiammazione della numeroso distaccamento di soldati di stanza nel parotide si accompagna sovente ad 11ina infezione Forte San Giuliano, usando la profilassi di cui il cui agente, secondo me, ha il suo centro di appresso, potei fare a meno di isolare i colpiti, lasciarli anzi «in branda» nelle camerate comuni, origine e di svolgimento nel faringe. Questo il concetto che della paro ti te epidemica pur riuscendo anche qui a dotninare completami feci mentre attendevo alla sua profilassi con mente l'estendersi del male. Reco come procedevo : un sistema il quale, e per i risultati che mi diede e per essere stato il tnovente primo delle mie osNon appena mi si presenta va un parotitico gli servazioni cliniche, stimo dover riferire per summa spennellavo generosamente il farir1ge e la mucosa boccale, massime nel solco gengivale ed in corcapita Allorché come ho accennato prestavo servizio rispondenza dell'orificio del dotto di Stenone, con al 90° fanteria, in tempo di parotiti epidemiche, tintura di Iodio pura, e gli somministravo n : 6 mi pervenn~ una nota dall'Ospedale militare, compre~se di clorato di potassio, prescrivendogli . nella quale, stante il gran numero di parotitici di tenerne una sempre in bocca. colà ricoverati, mi si faceva premura di non più ·. C'osì trattato, profilatticamente parlando, il inviarne se non in caso di eccezionale gravità. malato, lo ricoveravo insieme agli altri infermi Ciò posto, siccome il locale di isolamento de- senza menomamente pensare al suo isolamento; stinato allo scopo era già pieno di colpiti, ~i chè anzi, se si trattava di una forma assai legtrovai nella necessità assoluta di mettere gli gera, lasciavo che rimanesse pure in branda nella affetti da parotite con gli ammalati comuni del~ sua camerata, non ricoverandolo neppure alla l'infermeria reggimentale, e d'altro canto dovetti · infermeria, sebbene, si comprende, non lo perstudiare un mezzo col quale fronteggiare, sia pur dessi mai di vista. rinunciando all'isolamento r egolamentare dei paIl suesposto trattamento lo continuavo ai miei rotitici, l'estendersi della infezione, che già mi ammalati per tutto il corso della maJattia ed anche qualche giorno di più, praticando loro ogni da va il 7·8 % di colpiti. Per due vie mi parve di poter raggiungere lo mattina le spennellature in bocca e somtniniscopo: tentando cioè di ostacolare la contagiosità strndo le com presse di clorato. del malato nei riguardi di chiunque l'avvicinava A premunirmi inoltre sempre meglio dal proed era costretto a convivere con lui; e, contem- pagarsi del morbo, che avrebbe potuto benissimo, ·poraneament~, cercando di mettere i non ancora al momento che ne constatavo l'esplosione in un infetti in condizioni tali da rendere in essi molto individuo, esser già in incubazione in altri, io più difficile l'attecchimento e lo svolgersi della non appena mi si presentava un parotitico, mi • infezione. facevo subito e per quattro mattine di seguito, •

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accompagnare alla infermeria tutti coloro che, pur essendo apparentemente sani, erano stati o stavano nella sua camerata e ad ognuno di essi, messi in fila , ripetevo l'identico trattamento che, come ho sopra esposto, facevo al malato. Questo sistema di profilassi per la parotite epidemica, che forse non fu mai adottato da alcuno e che certamente non è in uso presso il nostro esercito, parmi assai semplice e tale che all'infuori di qualche smorfia da parte del paziente, non è capace di arrecare il benchè minimo inconveniente, a meno che non si vogliano trarre in campo i possibili casi di idiosincrasia per lo iodio e pel clorato di K, lo che a me non è mai occorso e può del resto verificarsi a proposito di qualsiasi medicamento. Potrei ora indugiarmi ad illustrare il decorso • della epidemia parotitica da me studiata, prima e dopo l'adozione del suesposto s istem~ di profilassi. il quale mi fu suggerito, un po' dalla necessità delle cose, un po' dalla persuasione fattami che gli agenti dalla parotite albergassero e sostassero prima che nella parotide, nella faringe e nel cavo orale, e un po' della mia fede, forse un po' esagerata, nell'azione disinfettante dello iodo. Sono infatti convinto che qualora questi miei appunti cadano sott'occhi a persona cui f.lOSsano interessare, medico militare o scolastico ch'esso sia, nessuna statistica, nessuna prova più esatta, più convincente, potrà a vere di quella che gli verrà fornita dall'esperienza non davvero difficile del metodo stesso. D'altronde, più che dilungarmi in monotone esposizioni di cifre, la cui ris11ltante .ho del resto già enunciato, mi preme passar-e ad esporre, sia pure nelle sue linee principali, il concetto clinico che attraverso le molteplici osservazioni, mentre attendevo alla profilassi della parotite epidemica, mi son formato di essa e che pare a me differisca notevolmente da quello che a tutt'oggi informa la patologia di questo capitolo di medi• ctna. Mentre, infattj, gli autori fanno a riguardo della infezione - certo specifica - che mette capo alla parotite, della flogosi parotidea la manifestazione prima e più saliente, mi sono invece convinto che, clinicamente parlando. non deve ritenersi la. localizzazione primaria della infezione i n parola, ma sibbene una complicanza, una manifestazione secondaria, assai frequente, caratteristica, ma non costante e tutt'altro che inevitabile.

Mi spiego : allorquando, per adottare le misure profilattiche suesposte, dovetti passare in esame centinaia di soldati ed esplorare ad ognuno attentamente la cavità orale. ed il faringe, mi venne fatto di constatare che, mentre i colpiti da parotite esano relativamente pochi, assai numerosi erano invece coloro i quali alla ispezione presentavano il retrobocca notevolmente arrossato, di un rossore intenso, quasi vinoso, talora uniforme, esteso al faringe, ai pilastri posteriori ed anteriori ed a buona parte del palato molle. in modo assai .In costoro le tonsille solamente . mi te prendevano parte alla flogosi del retrobocca; erano sì un po' iperemiche anch'esse ma solo in pochi casi tumefatte, i~ nessuno poi presenta .. vano stratificazioni o gavaccioli purulenti. Lo stato generale del paziente non pareva risentire affatto di queste alterazioni locali, del resto apprezzabilissime ; nè mi fu dato constatare mai ipertermie notevoli nei colpiti da questa specie di faringite , avendo solo in pochi casi, riscontrata una temperatura ascellare di 37. 5-38°. Il fatto del resto. che a carico delle tonsille non si esplicano di regola i_n questi casi alterazioni flogistiche adeguate, pare a me spieghi a sufficienza la mancanz9. d' elevazioni termiche in questa forma faringea, cui certo per le consiaerazioni che mi accingo ad esporre, spetta assai maggior considerazione di quella che potrebbe consentirle la mitezza della sintomatologia. La frequenza, infatti, con cui io ebbi a riscontrare questa flogosi del retrobocca,.-eolpi al punto la mia attenzione da far domandare a me stesso se non fosse esistito un nesso fra essa faringite e la parotite che appunto in quel periodo serpeggiava fra i soldati. Per sincerarmi pertanto sulla ragione di essere delle conclusioni cui io ero giunto circa la patogenesi della parotite epidemica pensai (ed era tutto quanto potevo fare in una caserma) di tenere, e tenni in osservazione alcuni dei soldati più evidentemente colpiti dalla suddescritta faringite, prescrivendo loro {erano cinque) di presentarsi ogni mattina a me ed astenendomi io dalla consueta pennellatura e dalla somministrazione del clorato di K come viceversa facevo almeno per tre mattine di seguito con tutti i loro camerati. Ora avvenne che in quattro dei pazienti da me presi in òsservazione la faringite risolse sponta• neamente senza dar luogo a complicanze e postumi di sorta. 0

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Nel quinto invece le cose andarono diversa· mente. Egli infatti in capo a 4·5 giorni guari della sua faringite, ma 4 giorni dopo questa guarigione mi si presentò con una forma tipica di parotite epidemica. Il largo numero pertanto dei colpiti di faringite e la successione morbosa sia pure in un caso solo da me accertato indus· sero nella mia mente la convinzione che se epideniià fra i soldati affidati alle mie cure, vi era, questa era precisamente una ~pidemia èii farin· gite delle quali l'esplodere simultaneo dei vari casi di parotite non doveva essete che una complicanza sia pure più grave della stessa malattia primitiva, e assai frequente , ma per niente affatto necessaria.· Data peraltro questa connessione di successioni morbose, perchè mentre la faringite colpiva il 20 % degli individui, solo nel 7·8 % si avevano manifestazioni parotitièhe? Persuaso che l'infezione primitiva fosse al faring~ e cI?.e solo da questa si trasmettesse alla parotide, la mia attenzione fu necessariamente attratta allo sbocco del dotto di Stenone. Ed invero osservai che in tutti i colpiti da pa· rotite epidemica si presentava assai più evidente e sporgente che nei non colpiti. Trattandosi di visite ambulatorie e specie su soldati, non potei indagare se anche l'ampiezza di tutto il dotto e la sua pervietà, ecc., fossero in questi individui più marcati de1 consu eto. certo è che io dalle numerevoli o~servazioni fatte ritenni fin d'allora per sicuro che alla propagazione dell'infezione dalla bocca alla parotide dovesse in modo notevole concorrere l' ampiezza maggiore o minore del! 'orifizio boccale del dotto stenoniano ed eventualmente la maggiore o minore pervietà di questo. Ritengo la infezione parotidea aver colla faringite suddescritta gli stessi rapporti di proporzionalità che esistono nei paesi caldi fra enterite eci ascesso epatico L'aver pertanto ~tabilito che alla parotite epidemica sempre precede, ed in una percentuale assai più alta, una fat'ingite epidemica e che quella viene ad essere una semplice complicanza di questa e solo si manifesta in quanto lo permettono l'ampiezza dell'orifizio e la pervietà del dotto di Stenone, se contrasta con le vedute etiologlche :fino ad oggi sostenute in proposito è un fatto che saldamente mi confermò nella neces· sità di insistere a riguardo della profilassi di questa malattia, sull'ampia e ripetuta disinfe-

zione della cavità orale massime in corrispon· <lenza del faringe e dello sbocco del dotto ' ~tenon~ano, là per aggredire il germe infettivo nel suo centro, qui per sbarrargli la via o quanto meno debilitarne la potenzialità. Questi appunti già da me compilati due anni or sono, mentre ancora mi trovavo a far parte del Corpo Sanitario dell'Ospedale ~Ii· litare di Genova, solo ora han potuto, per motivi miei personali, esser resi di pubblica ragione, sebbene già fossero stati fin d'allora controllati ed autorizzati alla pubblicazione dal direttore di quel nosocomio, il colonnello medico cav. Carratù. N. B. -

LEZIONI 1\.lterazioni costituzionali e tubercolosi. (F . K R AUS. Zeitsch. fiir Tuberkutose, Bd. XIX, n . .5). L'importanza delle anomalie costituzionali sia anatomiche che funzionali nella genesi, n el decorso e sul quadro clinico della tubercolosi non può essere messa in dubbio. Siccome si sa che la massima parte degl' individui hanno lesioni spe· cifiche non è ardito il pensare che debbano esistere fattori endogeni che fanno sì che per lo più il processo tubercolare non sia progressivo. Il clinico si ha da porre a questo proposito vari problemi: esistono cioè stimmate che lasciano sospettare che l'infezione tubercolare in un det erminato individuo non assuma un carattere progressivo ? esistono inoltre ti pi clinici della tubercolosi cui sia evidente un fattore costituzionale ? esistono condizioni tali dell' organismo che lascino propendere per un' infezione tubercolare quando d'altra parte non esistono criterj diretti per una diagnosi sicura? I rapporti tra tubercolosi e alterazioni costituzionali sono evidentissimi soprattutto per iJ linfatismo e per il morbus asthenicus . Per quel che si riferisce al linfatismo l'osservazione continua fatta mediante la reazione tubercolinica ba dimostrato che tra il linfatismo e la scro!ulo-1.ubercolosi non esistono confini netti. Dal punto di vista pratico è importante il fatto che, prescindendo dalla scrofulo-tubercolosi il linfatismo è di regola limitato al primo decennio, però i suoi residui o le sue conseguenze possiamo riscontrarle :fino al trentesimo anno e anche oltre, quindi la presenza dello stato linfatico anche negli adulti è oramai accertato. Inoltre dobbiamo ammettere che il linfatismo, la diatesi ·essudativa, lo stato timo-linfatico ed an-

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che l'artritismo sono in fondo la stessa cosa considerata da diversi punti di vista ed in diversi gradi. .,. La possibilità di una diagnosi clinica anche del linfatismo in senso stretto anche negli adulti esiste almeno in un terzo dei casi, essa non è possibile quando il tessuto linfatico primitivamente iperplastico siasi ridotto {stadio atrofico del linfatismo); per lo più esistono anche negli adulti r esidui di glandole primitivamente ipertrofiche, specialmente all'ilo polmonare. Il linfatismo va spesso associato all'habitus asthenicus: però io credo che i due stati debbono esser separati. L anatomia patologica ha dimostrato che gli individui linfatici presentano una maggiore predisposizione alla tubercolosi polmonare o extrapolmonare. Nelle forme polmonari per lo più no.a vengono colpiti gli apici, ed il processo ha un decorso piuttosto cronico. Spesso i linfatici vanno soggetti a catarri delle prime vie respiratorie. a dolori indeterminati o a disturbi vaghi della respirazione o dell'azione cardiaca. All'esame ra· dioscopico oltre all'ingrandimento con o senza calcificazione delle glandole linfatiche toraciche si riscontrano aderenze pleuriche e medastiniche. ln altri casi vengono colpite soprattutto le glandole del collo e del cavo ascellare: si hanno impacchi glandolari più o . meno grandi, in parte caseificati mai fusi. La febbre in tali casi è frequente e I' exitus si ha o per tubercolosi miliare o p olisierosite tubercolare; la milza è spesso palpabile, il sangue presenta per lo più una p olinucleosi o una relativa linfocitosi, la reazione tubercolinica è positiva, però la terapia tubercolinica è poco o nulla efficace. V'n altro sottogruppo è costituito _dalla lymphomatosis granulomatosa in cui ·si verifica un ingrossatllento di tutte le glandole e della milza, spesso anche del tessuto adenoideo delle mucose e vi hanno depositi linfatici degli organi parenchimatosi: nel sangue si constata una polinucleosi, talora eosinofilia, si ha costantemente una anemia con diminuzione del valore globulare. È notevole il fatto che in questi casi la reazione di Wassermann è più o meno intensamente positiva, però i rapporti coli' infezione sifilitica non sono chiari. La cutireazione in tali casi è per lo più negativa, perciò alcuni autori non metterebbero tale processo in rapporto con un'etiologia tubercolare; però io penso per vari argomenti che la tubercolosi sia la causa di queste forme e non in forme attenuate come alcuni ammettono. Un altro grande gruppo delle alterazioni costi· tuzionali che hanno rapporto colla tubercolosi è 1

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costituita dalle anomalie toraciche (torace paralitico) su cui il De Giovanni ha richiamato l'attenzione in modo speciale; in genere si tratta di longitipi che rientrano nell'habitus asthenicus. Più che ridurre a cifre i criteri diagnostici di tale anomalia costituzionale io credo che bisogna tenere in conto soprattutto la posizione perpendicolare del cuore ( tropfenherz) come espressione radioscopica costante d~ll'habitus asthenicus. La caratteristica più importante del torace· paralitico consiste in un restringimento dell'apertura toracica superiore dovuta ad una alterazione dell'ossificazione della prima costola che determina un restringimento dell' apertura toracica superiore con mancanza di aereazione degli apici, ciò che spiega la speciale localizzazione dei fo. colai tubercolari in un grande numero di tubercolosi, ciò è confermato dalle ric~rche sperimentali di Bacmeister. . L' Hart ha inoltre ammesso che la tendenza alla localizzazione apicale non solo è dovuta ad un restringimento congenito dell'apertura toracica superiore ma anche uno acquisito a scuola per una stenosi asimmetrica dell'apertura tora· cica superiore in seguito a scoliosi della colonna vertebrale toracica e cervicale. L ' habitus asthenicus è congenito. non deve considerarsi come un infantilismo, che non si tratta di una debolezza congenita di un singolo organo, ma che si tratta di alterazioni dei rapporti armonici tra alcuni sistemi anatomici dell'organismo. P. A.

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ACCADEMIE, ·SOCIBTl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI) .

lccadcmia di scienze medie.be e naturali di Ferrara. Seduta dell'aprile 1913.

Giannelli. Sulla topografia degli isolotti di Lan· get'hans net ~':a·ncreas degli uccelli. - L'O. fa notare che nel 1902 egli. con i suoi studi di contribuzione alla migliore conoscenza della struttura del pancreas negli uccelli, mise in evidenza nel passeyo una particolarità nella distribuzione degli isolotti di Langerhans nel senso che questi rltrovansi in gran numero e voluminosi nel segmento giustasplenico della ghiandola pancreatica. In seguito ad una nota del dott. \ 7'isentini del 1908 sull'anatomia del pancreas degli uccelli, e nella quale egli afferma, in opposizione a lui, che le isole di Langerhans nel colombo e nel passero


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SEZIONE PRATICA

·si trovano da per tutto ed in ugual misura, 1'0. na ripreso di recente le sue ricerche, e mostra • ·o ra numerosi e nitidi prepHrati che stanno a dimostrare, ed a ciò molto egli tiene, l'insussistenza dell'affermazione del dott. \Tisentini. Tali prepa-rati infatti pongono in evidenza, nel modo più chiaro, che nel segmento giustasplenico del pan·creas di passero, di colombo (lo stesso materiale di studio del Visentini), di tortora o di pollo c1uelle formazioni sono sempre molto numerose e co1tside·revolmente voluminose tanto da costituirne 1/3 od una metà del suo volume, mentre sono assai più ~f'at'e e ritevantemenJe più piccole nel resto del pan-creas. Mostra poi l'O . alcuni preparati di segmento ·giustasplenico di pancreas di !oftora compene~an­ tesi con il tessuto splenico, mancando nel punto .di tale compenetrazione la capsula della milza.

Tiberti. Ricerche sperimentali 'i ntorno atla vac.c inazione antitifica. - L'O. riferisce sulle ricerche da lui praticate nel suo laboratorio colla coope-razione del suo assistente dott. Zamorani intese a giudicare in via sperimentale, sui conigli, del -potere immunizzante dei residui di corpi batterici, :tenendo anche conto della innocuità o meno delle ..rispettive inoculazioni. F~posta la tecnica, comunica i risultati, espo• nenti un maggior titolo batteriolitico, ed anche, .un poco, agglutinante, nel siero di animali inoweulati con estratto bacillare in confronto di quelli :inoculati cpi corpi batterici. Onde, considerando 11 contenuto in batteriolisine del siero di sangue come uno dei miglicri indici di immunità antibatterica conseguita artificialmente da un organismo, 1'0. conchiude per una più spiccata azione im·munizzante degli estratti anzichè dei corpi ba·cillari. Le sostanze inoculate non si palesarono innocue: ,chè, anzi, vi furono degli esiti letali che 1'0. crede debbansi attribuire alle sostanze inoculate stesse. Ma, richiamando nozioni e problemi sui rapporti ira tossicità e potere immunizzante dei vaccini in genere, crede che pur in vista della tossicità palesatasi negli estratti di bacilli tifici, non sia da desistere dal pensare ad un loro impiego pratico; bensì debbasi ricercare che fra gli estratti bacil· lari non siano comprese eventualmente sostanze dotate di potere tossico e non di potere immuniz.zante; e di poter stabilire bene quale sia la dose di vaccino che possiede la minima azione tossica ·-e la massima azione immunizzante.

Boschi. La f ast;ia addominale a cali'ce De Gio-vanni. - Premette com'egli intrattenga volentieri l'uditorio su questo apparec.c hio, sapendo che ]'autore non ne ha mai scritto in nessuna pub-

blicazione, certo per una scrupolosa delicatezza che lo fa alieno da ogni apparenza di réclame . L'O. considera questa fascia una applÌcazione pratica dei principi informativi del sistema medico del De Giovanni. Essa non ha la sua ragione di es~ere sempliceme:cte su fatti meccanici; ma va più oltre: e, cioè, alle ragio11i della morfologia e della individualità dei pazienti. Infatti grazie alle piccole e numerose cinghie anteriori, che ne costituiscono la più rilevante particolarità, la fascia De Giovanni può atteggiarsi, modellarsi al tipo dell'addome individuale, ed esercitarvi non una coercizione ,indistinta, cieca, ma un adeguato ed esatto sorreggimento che assuma la squisitezza di una disposizione a calice, che è appunto quella voluta. Tanto più . si comprende la necessità di un apparecchio cosi finito quando si voglia intervenire non soltanto contro delle ptosi molto grossolane, ma anche a correggere certe costituzioni ptosiche alle quali sono spesso da attribuire disturbi vaghi e altrimenti inesplicabili. Quanto agli effetti pratici, 1'0. adduce la pro· pria esperienza ormai abbastanza lunga, invero favorevole. E, del resto, la prima e sincera attestazione della razionalità dell'apparecchio è nell'espressione di sollievo, di quella speciale euforia addominale del soggetto ptosico, fin dalla prima • applicazione, espressione che può d'altra parte considerarsi una conferma diagnostica patogno• montca.

Dongiovanni. Risultati delle osservazioni meteo· 'Yiche a Ferrara nell'anno 1912. BOSCHI.

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Atlante· di Anatomia Umana Descrittiva e Topografica del dott. CARLO .H.EITZMANN

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IL •

POLIC~INICO

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· APPUNTI. ·PER IL MEDICO PRATICO.

OASISTICA.

voco diagnostico, mancava quella triade sinto matica. Quanto all'altra osservazione clinica df cisti da echinococco del fegato, la cui esistenza Esplicazione posterotoracica ed itterizia venne accertata pure dallo intervento chirurgiconella cisti da echinococco del fegato. (operatore prof. Razzaboni), la insidia nosografica (A. F'ERRANNINI. l l Tommasi, 1912) . contro la diagnosi di cisti venne tesa principal• ' Una localizzazione epatica, poco frequente, della mente dal fatto che nella sindrome primeggiò un cisti da echinococco, è quella , che può dirsi po- ittero, intenso come tinta, svoltosi nel corso di:. sterotoracica, perchè la cisti si svolge verso il mar- pochi giorni e con tutto l'andamento di una itgine massiccio o postero-superiore del fegato, e terizia febbrile , tra le più acute e le più infet· quindi verso la base del torace, laddove sedi, più tive. Non solamente i principali trattatisti, m& an .. abituali, della c.isti, sono il marginf sottile o in- che non pochi clinici e patologi, d'Italia e delfero anteriore di quell'organo, oppure la sua su- l'e~tero, a bella posta interpellati dell' A., hanno affermato la spiccata rarità dell'ittero nello echiperficie concava. Sulla base di una osservazione clinica, in cui la diagnosi, stabilita dall 1A. , venne nococco del fegato, tranne che per complicanza convalidata dalla biopsia dell'operazione chirur- di altre malattie epatiche, come la calcolosi, la gica (fatta dal clinico chirurgo prof. Razza boni), cirrosi ipertrofica biliare. Anzi, alcuni osservatori vengono indica ti dal professor Ferrannini della sono giunti persino ad affermare che la esistenza clinica medica di Camerino, un complesso di di un forte ittero è un argomento di fatto, cafenomeni fisici, da cui si lasciò guidare nell-0 pace di escludere la diagnosi di cisti. Invece, l'A.,,_ stabilire la diagnosi della localizzazione della sulla base del caso illustrato, pone in evidenza cisti verso il lobo quadrato del fegato o lobo che l'ittero, con decorso acutissi~o, con l'assodi Spigelio. I sintomi, prevalentemente fisici, ciazione di una grande infezione generale, con nei caratteri della sindrome dolori- coluria e acolia intestinale, con intensa colerrag· consistono , fica, nella morfologia della intumescenza alla gia nei giorni successjvi allo svuota mento chirurbase del torace, nelle particolarità della zona ipo· ., gico della cisti, può osservarsi, non come complifonetica, nella spostabilità dei suoi limiti con le canza, ma come evoluzione dello echinococco profonde respirazioni, nella presenza e nella qua- epatico, principalmente per irruzione brusca di. A. S. lità della eetopia cardiaca, nella scapolalgia, pro- idatidi figlie nelle vie biliari. vocata dalla palpazione profonda dell 'ipocondrio destro, nella presenza del fiotto transaddomino La sacrodinia nel cancro del pancreas. toracico, nella mancanza di una triade fisica, su cui l' A. ha attirata l'attenzione in una pubblicaLa diagnosi di cancro del pancreas è difficile zione precedente (Il Tommasi , 1912, n. 7) sulla perchè spesso mancano i segni della malattia. Il base di osservazioni cliniche, .controllate come Labbè e Gendron riferiscono un caso cui esiste... · diagnosi dal reperto n ecroscopico o dallo inter- vano dolori in corrispondenza al sacro come siJ;l- • vento chirurgico . Quella triade concorre ad eli- tomo della malattia. Si trattava di un masseur minare gli equivoci di alcune condizioni morbose di 55 che era stato. bene fino al dicembre 1911 : rispetto alla diagnosi di versamento pleurico ed a quest'epoca nel curvarsi avvertì un dolore imè rappresentata dal sintoma della ottusità sopra · provviso alla base del torace sinistro che persispondilea (da non confondersi con la ottusità pa- steva nonostante l'uso di antinevra1gici e di poraspondilea o paravertebrale), dal così detto fe- mate; egli continuò a lavorare fino all'aprile 1912, nomeno del soldo, dal sintoma di Mauriac. con · però il dolore continuava a tormentarlo, assula quale ultima denominazione l' A. per brevità mendo il tipo di dolore a cintura: nell'aprile il di linguaggio ha proposto d'indicare l'ascoltazione dolore si localizzò al sacro e fu impossibile quadi un rumore forte e con timbro metallico sulla lunque lavoro. Era continuo con esacerbazioni superficie toracica, posteriore o laterale, ritmica- che alcune volte erano talmente intense che il mente con i colpi di percussione , che l 1osserva- paziente perdeva la coscienza. Nell'agosto egti fu tore dà col dito medio ad uncino sulla base del- ricoverato all'ospedale per una di queste crisi con l'a ppehdice ensiforme . Quando tutti questi tre perdita di coscienza che durò quattro giorni. Era sintomi mancano, si può esser sicuri che non e- agitato e co'lfuso e tentava di scendere dal letto, sist e versamento pleurico. Nel caso attuale, in presentava tremore, carpologia e incontinenza di cui co11 questo versamento era possibile lo equi- urina. Ritornata la coscienza egli ·si lamentava (! ')) •


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SEZIONE PRATICA

solo d'intensi dolori nella regione sacrale, che era dolente alla pressione: l'esame rettale dimostrò solo una lieve ipertrofia prostatica. Ogni movimento aumentava il dolore e si doveva ricorrere a continue iniezioni di morfina. La palpazione addominale non dimostrò nulla di anormale; si riscontrò zucchero nelle urine solo nel giorno dell'ammissione ma non dopo. La morte avvenne nell'ottobre dopo un periodo di elevazioni termiche. . All'autopsia si riscontrò una massa cance~osa della grabdez,z a di una testa di bambino sull'ipocondrio sinistro, che occupava tutto il pancreas, ad eccezione della testa; il coledoco non era compresso. Il tumore aveva aderenze colla parte posteriore dello stomaco, colla terza e quarta porzione del duodeno, col colon trasver~o e colla milza; nel fegato esistevano p!ccoli nodi metastatici, la colonna vertebrale non era invasa e le radici venose apparivano sane. Questa localizzazione sacrale del dolore merita di essere ricordata : generalmente nel cancro del pancreas il dolore si avverte al di sopra dell'om· bellico, altre volte è dorsale o lombare o localizzata nell'ipocondrio. (B·u lt. Soc. Méd. Hop .. 22 novembre 1912). P. A.

Anatomicamente le lesioni predominano a livello della parte terminale del canale toracico: la parete del canale è invasa dalle cellule can·cerose; il canale si oblitera, avviene stasi linfatica, dilatazione dei dotti linfatici afferenti. quindi l'edema e la topografia anatomica di essi. t. p. •

Un nuovo segno per la diagnosi precoce. del carcinoma del terzo superiore dell'esofago .

Il nuovo segno, al quale il Guarnaccia (A 1'ch. inteYn. de Zaryng., d'otol. et de 1'inot.• luglio r912) dà g~ande importanza per la diagnosi precoce del carcinoma del terzo superiore dell'esofago, consiste nella progressiva retrofissazione della lingua; la lingua non può essere protrusa per più di pochi centimetri dalla rima labiale; il fenomeno. co, stante nel cancro esofageo; farebbe difetto nell'ulcera pregres3a dell'esofago, nell'esofagismo. Per induzione, pensando alle alterazioni anatomo-patologiche che il cancro determina, l'A. è incline a ritenere che la periesofagite sclerosante divenuta dura e resistente fissi l'esofago agli organi. vicini; indirettamente razione retraente si esercita anche sulrosso joide che viene spinto in dietro ed in basso. Si aggiunga l'jmmobilità della mucosa esofagea; quale rivela l'esofa goscopio, che impedisce alla mucosa linguale d; estendersi e di Obliterazione cancerosa del canale toracico. muoversi liberamente: tale immobilità è in relazione con il processo cànceroso che infiltra la muIl can~ro del canale toracico è poco frequente, il più delle volte esso è secondario; punto di par- cosa, invade i gangli retrolinguali, trasformando tenza sono gli organi contenuti nell'addome so- , i linfatici in cordoni duri e resistenti. L'insieme delle aderenze, dell'infiltrazione dei linfatici spievratutto utero e stomaco. La sindrome della obliterazione cancerosa del canale toracico, detta gano secondo l'A. l'interessante fenomeno. t. p, sindrome di Menetrier (Piot, Arch. des mal. de l'app. digesti/, marzo 1912) è caratterizzata dai seguenti sin tomi : TERAPIA. J 0 Edema, che invade gli airti inferiori, le pareti addominali, l'emitorace sinistro, il braccio La cura dell'anchilostomiasi col timolo. sinistro; l'edema s'arresta bruscamente, in maniera che completamente liberi rimangono l'emi· Il prof. Bozzolo Camillo rievoca nel Pensiero torace destro, il braccio destro, il capo; l'edema Medico del 23 febbraio 1913 la storia della cura è duro, resistente, ba andamento progressivo e dell'achilostomiasi mediante il timolo, dal 1879 quando egli per il primo .e per la prima volta discendente. l'ha tentata in una forma di anemia dei fornacini 2° Versamento pleurico sinistro, che segue al1'edema del sottocutaneo, talora è anche destro, dovuta all'anchilostoma, prima ancora che fosse nota e da lui combattuta con questo medicama .;empre è più considerevole a sinistra. Meno frequente è l'ascite, poco abbondante; il carat- mento la famosa anemia epidemica del Gottardo. Indubbiamente al prof. Bozzolo ed alla sua tere del versamento è quello d'ordinario del liquido citrino, talora emorragico, talora chiloso. scuola spetta il merito di questa scoperta, della quale si apprezza la grande importanza, solo se 30 Segno costante è la tumefazione da metastasi, gangli della fossa sottoclavicolare sinistra, si consideri che, secondo la relazione della Commissione Rockfel!er, gli Stati infetti costituiscono talora anche dei gangli ascellari. 4° I grossi tronchi venosi talora sono colpit.i. il 58 per cento degli abitanti della terra, con una popolazione infetta di 20,000,000, e che nelle redafiebite. . I

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IL POLICLINICO

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gioni tropicali, come scrive il J ohnston, questa malattia ha impedito lo sviluppo delle razze bianche e delle razze colora te. Il Bozzolo passa in rassegna i più importanti lavori della letteratura, a dimostrazione della efficacia di questo medicamento superiore a qualsiasi altro antielmintico, e della sua larga diffusione anche contro altre forme di parassiti intestinali (tenia, ossiuri, uncinaria, ecc.). Si· può dire che il timolo sia il rimedio specifico dell'anchilostomiasi, come la chinina lo è della malaria. Espone i varii metodi seguiti dagli autori nella somministr Gzione di questo iarmaco; dìscute gli inconvenienti ed i pericoli che al suo uso sono stati in parte attribuiti. E dice in conclusione che certamente esagera ti sono i timori di tali per~coli, e dovuti quasi escltlsivamente all'uso incongruo e mal desti:,o de] farmaco. Nelle molteplici cure fatte dall' A. quando a l'orino affluivano numerosi dal Gottardo gli operai affetti da questo terribile male, con 12 grammi di timolo nelle 12 ore (una cartina di 2 gr. ogni 2 ore sempre bene avvolto in ostia p er evitare il bruciore insopportabile. che esso produce alla bocca ed· alle fauci) , non ha mai osservato inconvenienti notevoli, e nemmeno ne ha notati il dott. !Yleèoni che ha spinto la dose a 15 gr. D'altra parte il Graziadei nel 1882, per consiglio del prof. Bozzolo, esperimentò la cura dell'anchilostomiasi con dosi 2-3-4 gr. al giorno per I ungo periodo di tempo : la scarsità degli anchilostomi che venivano espulsi nelle feci e la lunga durata della cura gli fecero giudicare poco adatto questo metodo, al quale è da preferirsi quello delle dosi 1uassi ve. Somministrando in una volta grandi quantità di timolo, si ottiene la e limi nazione di molte centinai a di anchilostomi in una· o più scariche (theyapia steri/1'sat"s magna). Senza d unque esagerare ii timore dei cattivi effetti collaterali del timolo, l' A. consiglia di adopera r lo in dosi più piècole e ripetute nei casi di individui deboli e cachettici, o quando non si può sorvegliare direttamente la cura (therapi·a stet'ilisa1is frac tionata). Se preesisteva catarro en· terico, si farà precedere la cura da dieta asciutta e preparati tannici. ecc. Secondo il metodo originale del Bozzolo, dopo ogni bolo di due gr. di timolo, si somministra qualche cucchiaio di vino generoso o di mi<)tura alcoolica, per facilitare la soluzione nello stomaco di una parte del farmaco, il quale, potendo arrivare già disciolto nel duodeno, sede preferita Jall'a nchilostoma. può spiegare su questi rapida1nente la propria azione. Quasi tutti gli autori però proscrivono l'uso delle sostan te alcooliche, per evitare il pericolo di avvelena "11ento dovuto (18}

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ad un rapi do assorbimento del timolo, che si può verificare quando esso sia disciolto nello stomaco. Il Bozzolo dichiara ragionevole questa ,preca uzione e degna di considerazione, e dice che per essa tralasciò per qualche tempo l'uso delle sostanze alcooliche. Riconosce però che per esso il timolo è più efP,cace, e che col suo metodo originale egli non ebbe a lamentare speciali inconvenienti dal loro URO. Consiglia il metodo proposto dal Gujart: di adoperare cioè il timolo finemente polverizzato; oppure l'uso adottato dei commissari della PortoRico-A nemia di mescere intimamente la polvere di timolo con polvere di zucchero; oppure ancora di mescere il timolo finemente polverato con creta prepa.r ata: si comprende che a questo modo la polvere possa venire meglio a co~tatto coi parassiti anche se nascosti e protetti dalle pieghe della mucosa del duodetio. P . S.

La cura della febbre tifoide colla tintura di iodio. La terapia della febbre tifoide per mezzò della tintura di iodio pr~conizzata dal Raynaud, J,afitte , Klietsch e molti altri medici è stai a recentemente adoperata su larga scala dal! ' .-\rnozan e Carles, che nel ]ourn. de Méd. de Bo1' lèaux n e riferiscono i risultati. Gli AA. fanno osservare che tale terapia è razionale , giacchè, mentre da una parte si sa che uno dei meccanismi di difesa dell'organismo nei processi infettivi è la leucocitosi e che nel tifo esi~te una leucopenia, d'aJtra parte si sa che Io iodio provoca una spiccata leucocitosi con mononucleosi. Il Raynaud prescrive lo iodio per bocca nella seguente formula': 'fintura di iodio XX-XXV goccie. Ioduro di potassio cgm. uno. Acqua 150 grammi. Da prendersi nelle 24 ore. Il Lafitte dà invece ai suoi malati acqua iodata e fa loro iniezioni di glicerina iodo-iodurata. Ii Cavazzani adopera invece la formula del Raynaud alquanto modificata. In seguito a tale tra ttamento la lingua perde la patina, la diarrea si arresta e la temperatura si abbassa. Arnozan e Carles dànno ai loro malati acqua iodata secondo la formula di Raynaud a XVXXV goccie di tintura di iodio ogni giorno in vino chinato o nel latte. Pur ammettendo una azione favorevole della somministrazione dello iodio sul decorso della febbre tifoide, i suddetti autori riconoscono che tale metodo non riesce ad impedire le ~omplicazioni del tifo od anche la morte; però colla ')ommlnistrazione dello iodio non si debbono trascurare le regole terapeutiche abituali, quali i bagni e !e iniezioni sottocutanee di stricnina ed 01io canforato. P. A.


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Cura del siero di cavallo. Morel·I~avellée

(seduta del 9 marzo 1913 della Società medica di Parigi) impiega il siero di cavallo normale riscaldato, nella cura di diverse malattie. Sembra che q11esto siero, preparato secondo il metodo Carnot, sia non soltanto uno stimolante osteo-midollare, ma anche uno stimo· lante generale. Il siero di cavallo è dato per via boccale o rettale , e la cura completa consta di sei fiale, da consumarsi in nove giorni circa. L'efficacia f1i questa cura sarebbe dimostrata nella tubercolosi ossE:a, la quale è benignamente influenzata dal rimedio, al punto da migliorarne grandemente i sintomi. D'O.

Il nitrato d'argento in dermatologia. Nel 1V1 orga;;ni del 1; marzo 19r3 il dott. Sabella esamina la grande importanza t erapeutica del nitrato d'argento in dermatologia , e ne studia il meccanismo d'azione. Il nitrato d'argento agisce come antisettico, caustico, cheratop1astic6, modificatore dei tessuti, antipruriginoso, e come protettore degli sta ti sottostanti della cute combinandosi in superficie coi cloruri e le albumine dei tessuti. Essendo molteplici le sue proprietà terapeutiche, molteplici sono pure le sue applicazioni nelle malattie cutanee. Di grande efficacia è nelle forme settich~ della pelle, ed innocuo agli epiteli, ai t essuti sottostp.nti, all'organismo. È molto utile in graft parte delle forme di eczema, nel prurito anale, nel lichen, ecc. S.

POSTA DEGLI ABBONATI.

Il desideratum da Lei espresso non può dunque essere accolto da questa Redazione. Del resto, provvedono direttamente gl'industriali, ciascuno per suo conto, a far conoscere i propri stabili menti a. v. llo8} Sulla cu'fa dei fot'uncoli e deg/1: ascessi . lii permetto incomodarla nuovamente, per pregarla di farmi conoscere se crede prati.ca ed efficace la cura dei foruncoli e degli ascessi per mezzo delle ventose, senza ricorrere all'incisione. Questa cura è accettata generalmente, oppure trattasi di semplice tentativo? Mi scusi del fastidio e si abbia tanti ringraziamenti. Dott. FILIPPO ZAPPIA.

Riteniamo pratico e, non di rado, radicalmente efficace il metodo di cura, di cui il collega ci chiede notizia, per quanto riguarda i foruncoli, e ciò sopra tutto per jl concetto che l'evoluzione di questa delicata affezione chirurgica dovrebbe essere rispettata nella maggior parte dei casi, sia per ragioni di opportunità e di estetica riguardanti la regione malata, sia allo scopo di evitare eventualmente peggiori guai. L'applicazione delle ventose alla Bier, e l'uso di ogni altro metodo che tenda ad affrettare il processo morboso e la sua naturale ri solu~ione, può essere in linea generale preferito al mezzo violento della incisione. Ciò certo andrà fatto come tentativo di cura, perchè poi non bisognerà dimenticarsi che l'incisione potrà sempre costituire il mezzo sicuro e definitivo, se non indispensabile. Salvo condizioni speciali di superficialità, delimitazione netta, e dimensioni non molto estese, non crediamo si possa dire altrettanto per gli P. S. ascessi caldi.

lI07) Il dott . G. R. da Nocera Umbra (Perugia)

. scnve: « Pregala sollecitare la Direzione a farci illustrare in tempo i vari stabi limenti idrologici d'Italia. Dove dobbiamo mandar~ i nostri malati quest'estate? I giornali esteri non hanno paura di simile pubblicazione ».

pseudo-epi·lettiche da elmin tiasi. Si con1piaccia, riscontrandomi nella indovinata rubrica la « Posta degli abbonati », indicarmi se e quali autori si sieno occupati delle forme pseudo-epilettiche da elmintiasi, interessandomi ciò per illustrare alcuni casi occorsimi davvero eclatanti. . Dott. V. d. D.

Ha pienamente ragione nell'affermare che all'estero molti giornali meàici fanno della pubblicità agli stabilimenti idrologici. Per fortu11a di questi giornali ce ne sono anche in Italia. Il « Policlinico » però sotto nessuna forma si presta a tale réclame, anche quando è costretto a riconoscere che per qualche lato alcune notizie ~rnerebbero utili.

I trattati si limitano, in genere, a menzionare le convulsioni epilettiformi tra le varie manifestazioni nervose cui può dai· luogo l'elmintiasi {Grancher e Comby, Hutinel, D' Espine e Picot, Leyden e Klemperer, Heubner, Henoch, Filatow, Oppenheim). Concetti nel suo Resoconto clini~o­ scolastico degli anni 1888-1900 (Roma 1901, tipografia Centenari) ne parla un po' più diffusamente . l\tlalagodi ba pubblicato un caso di epi·

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lessi a in, .un bambino affetto da ascaridiasi ( << Riv. di Clin. ped. », giugno 1904), e un altro caso ha· illustrato Stero ( « Rev. méd. de l'Est », 1909. p. 489; riferita brevemente in e Rev. lneurol. », 1910, I, p. 440). Non molto a lungo ne parla il Vires nella sua relazione sulle epilessie. all'XI Congresso francese di Medicina (« Rev . neuroI. », 191r, vol. I, p. 684). V. F.

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VA.RIA •

Guglielmo Winternitz. - Una donna gentile, la signora Lidia Winternitz, con uno di quegli atti che rivelano tutta un'anima, tutta una bontà, ha ristampato per proprio conto sul finire dello scorso anno il ' classico libro « Die Hydrotherapie auf physiologischer und klinischer G,-undtage 1 , iJ libro che aveva dato fin dal 1877 l'asso]uta cittadinanza scientifica all'idroterapia e che costituisce un ti(110) Ant·isepsi intestinale nella praticrA. infantolo di gloria per Guglielmo Wintetnitz. L'editile. - Ad un bambino robusto, affetto da febbri zione di quel volume, completamente esaurita, intestinali, amministrando per clistere: con la pera non poteva più trovarsi che nelle biblioteche e 100 gm. di una soluzione cosi composta: la donna intelligente, che ha saputo circondare di Resorcina . . . . . . Gm. 2. s~ gioie intime e serene la vita operosa d~l nostro Timolo • . . . . . • » 1 maestro, volle che 11 libro rivivesse un'altra volta Acqua . . . . . . . • » 1000 e lo ric;tampò nell'integrità della sua prima edizione, co!la semplice dedica : Meinem M ann si possono avere disturbi gravi ? Fino a quale Lydie Wintel'n1'tz - Weihnachten - 1912. dose si potrebbe arrivare nella somministtazione di detta soluzione disinfettante ? Il prof. Gustavo Gaertner, che ha presentatola pubblicazione con poche righe di prefazione. Negli adulti ho esperimentato vantaggiosa e senza il minimo disturbo l'enteroclisi di 2 e 3 litri proclama quel volume un monumento, e tale è per unanime consenso e . come tale sarà sempre pro die di soluzione di resorcina I per mille. ricordato. Il libro si ripresenta quale venne conPotrebbe indicarmi qualche trattato moderno che parlasse dell'uso àella resorcina ? cepito e quale venne stampato n el r87 7, senza aggiunte, senza modificazioni, senza delucidazioni~ Dott. T. D. G. Trentasei anni di vita non l'hanno sostanziai· Crediamo che la dose di resorcina sia elevata mente colpito; il libro è tuttora vivo, tuttora. . per un bambino. L'assorbimento a traverso il vital~ e sempre degno d'essere studiato e consulretto può avvenire rapidissimamente e si potrebtato . Il tempo ha certamente ed inevitabilmente bero verificare incidenti spiacevoli. D'altra parte portato a quella classica trattazione qualche mol'azione terapeutica di un clistere di 100 grammi dificazione, l'ha completata, ha spiegato il perchèin una tossi-infezione intestinale ci sembra per di certi problemi allora appena .intuiti, ha dato. lo meno molto dubbia; quindi sconsiglieremmo uno svolgimento maggiore a certe parti, qualche l'uso della resorcina. novità di ricerche ha aggiunto, ma nulla, a ssoluPuò consultare i trattati di farmacologia (retamente nulla, ha tolto dell'armonia, dell'equilicensiti nella rubrica « Cenni bibliografici 1> di brio, dell'essenza, dell'idea concreta che hanno. questo giornale). M. F. ispirato quel libro) nulla ha mutato q uell'indirizzo. sicuro e nitido appoggiato alla scienza. L'opera vive tuttora, ed in certe sue parti è s~mpre gio-(111). Contro le pulci. - La mia domanda farà certamente sorridere... Ebbene, si rida pure, vane, sempre fresca come un vero acquisito. Il modo di agire degli stimoli termici sulla cute, il 1na mi si ascolti! Noi medici - specialmente di campagna - an · movimento sanguigno provocato da questi stimoli,. le modificazioni termiche, lo studio sulla produdiamo raccogliendo nelle nostre visite una quanzione e la regolazion,e del calorico, le prime lineetità innumerevole di. . . pulci. Desiderei conoscere un mezzo sicuro ed infal- sulìo studio del ricambio, sono pagine tuttora libile per premunirsi contro questo insetto fasti- vitabilissime e che portano l'impronta genialedello studioso che medita e prova, che non solo dioso e forse anche pericoloso. apre un vasto orizzonte di speculazioni per l'inSant'Ippolito (Pesaro). V. P. terpretazione del fenomeno, ma questo analizza e sviscera con metodo e ricerche, con apparecchi Metta della polvere insetticida nelle calze. Porti le ghette, per chiudere l'apertura inferiore dei e dispositivi che sa creare ed applicare. Ed in calzoni. Induca gli abitanti del luogo a tenere tutto quel complesso ricco di nozioni strettamente puliti gli alloggi, sovratutto i pianciti, ove anni- . scientifiche, e che, nel tempo nel quale il libro dano e si sviluppano le minutissime larve delle che le conteneva venne pubblicato, costituivano i)ulci, che si alimentano di residui organici sva- una novità preziosissima, alita uno spirito prar iati. R B. tico, un senso di misura e di opportunità ammi-· (20 )


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rabili. Winternitz non ha preconcetti, egli si lascia guidare esclusivamente dal risultato dell'esperimento, rigorosamente, scrupolosamente controllato e preciso: ha fatto suo il motto che illustra va l'Accademia fiorentina del Cimento: Pt>ovando e ~iprovando, e segue questa diritta e sicura via .. lo ricordo sempre un dono prezioso avuto dal venerato Maestro, il suo ritratto, sotto al quale in lingua italiana egli scriveva : avanti con coraggio sop.-a il fon damento solido. E quella frase è stata ed è il programma di tutta la sua vita. E questo solido fondamento egli l'ha posato per l'idroterapia, fermo, sicuro, incrollabile, in auel suo libro, che .. oggi rivede un'altra volta la luce per l'opera gentile e delicata d'una donna. Questo fondamento ha resistito al tempo e resiste tuttora in questi rapidi e quasi improvvisi svolgimenti di idee e di teorie. Winternitz ha resa l'idroterapia una conquista scientifica e terapeutica , che altri avrà contribuito a svolgere, a far frondeggiare con maggior lusso di fogliame. Ma le radici che dànno alimento a quella pianta sono state da 111i infisse nel terreno. La lettura di quel libro, che si scorre collo stesso intimo piacere col quale si scorre una raccolta di memorie gradite, ci ridà una gioventù coi suoi entusiasmi e colle energie d'un giorno. Rileggendo quelle pagjne noi sentiamo di non poter disperare delle sorti della specialità 11ostra. E quando un dubbio ci assale, quando vediamo combattuta tutta la nostra scuola collo scettico grido della suggestione. quando vediamo derisi i nostri sforzi da chi non ci segue e non ci s tudia, e sentiamo quasi uno spasimo al cuore per un 'indifferenza che non meritiamo e pet un ostracismo che ci insulta, allora, ricordando il lavoro, l'opera .e la vita di Guglielmo V\Tinternitz, sentiamo in lui e per lui nuove energie, nuovi impeti, nuovi desideri e più intenso bisogno di lavoro e di lotta, e sµeriamo ... speriamo con impulsi fatti potenti nell'avvenire. Lidia Winternitz ha data, con questa bella ristampa del libro, al compagno eletto della sua esistenza, una prova squisita di delicatezza di sentire, ma ba dato anche a noi, che amiamo il Maestro per il suo valore e per la sua bontà, una grande ed un'intima soddisfazione, quella di averci fatto rivivere un'altra volta nel pensiero dell'uomo insigne, d'averci fatto palpitare un'altra volta alle sue gesta gloriose. Ed un inno di riconoscenza viva ed alta salga alla donna gentile ed al maestro venerato! Dott. G. S.

V!NAJ.

(Da L' I dro!ogia, la Climatologia e la terapia fisica, gennaio 1913).

CE!1JYI BIBLIOORAFICI (.Non •i fece,.siscono che i libri Pe111enut i s'n dono alla R edasione)

E." RICCA RARBERIS. Studi ematologici. Unione Tipografico Editrice Torinese, 1912. L. 20. È un pregevole studio, ricco di contributi personali e di bibliografia, testimone di paziente e lungo lavoro. « Il sangue nel period.o ca tameniale della donna » a me se1nbra il capitolo trattato in modo più origina~e sopratutto per le conclusioni di indole · varia che l'A. ricava dai suoi risultati, e che trasportano la considerazione del flusso mestruale d al minuscolo concetto di una piccola emorragia di 200 gr. ad un fenomeno fisiologico della più alta importanza. Negli altri capitoli << sui criteri di composizione fisiologica e di modificazione di composizione del sangue », « sulla basofilia degli eritrociti », « su!la degenerazione e resistenza di corpuscoli rossi », « sul valore globulare », « sulla reazione leucoci-taria >?, « sulla patogenesi' della clorosi », oltre al contributo personale, che dimostra nell' A. uno studioso appassionato di ematologia, è una ricchezza di citazioni assai utile a chi voglia portare l'inda~ine su tali questioni, che ancora sono fertili di utili insegnamenti per !a clinica e per la biologia. .La veste tipografica è nitida , le tavole riassuntive sono assa i dimostrative. t. p. La Syphilis expérimen tale dans ses rapports avec la clinique. 1 op. Paris, Masson et C., éditeurs, 1913 . Fr. 1,50. La clinica ha trovato interessanti e variate applicazioni nella scoperta della sifilide sperimentale. Questa monografia sarà dunque apprezzata dai medici. Il dott. Gougerot vi esamina il problema del contagio e il decorso dell'infezione luetica; e dopo aver studiata l'immunità contro la lue, gli elementi che la costituiscono, ossia gli anticorpi, gli antigeni, la reazione dei tessuti nei diversi periodi, affronta il problema della terapia curativa, preventiva e abortiva, jn particolare il trattamento mercuriale ed ar~eno-bepzolico ed il trattamento l ocale dei sifilodermi e termina con l'esposizione I. T. della sieroterapia. H.

Go1.rGER()T.

w.

W ECHSEL!\cIANN.

Ueber die Pathogenese der-

Salvarsan tòdesfalle. Pag. 84 con r fig. Berlin u. Wien, Urban &> Schwarzenberg, 1913. M. 4. Il prof. Wechselmann si è proposto di assodare l'etiologia e chiarire la patogenesi delle morti da salvarsan, per trarne degli insegnamenti definiti sui mezzi atti ad evitarle. (21)


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IL POLICLINICO

Passa in esame centinaia di casi e giunge a ·conclusioni rigorose, concernenti la tecnica, il dosaggio, la necessità di :;;orvegliare la diuresi. la -temperatura e lo stato generale, i pericoli ohe de-rivano dalla cura salvarsanica associata alla cura -mercuriale intensiva, ecc. Queste .norme varranno a far scomparire i casi letali, che sono già venuti sempre più diradandosi, al punto che ormai sono già rare eccezioni. I. T. , Prof. C. ORTALI. Le forme fruste del morbo di Basedow. Volume di pag. 282. Roma 1912 . presso l'Agenzia del Policlinico, via Capo le Case 18. Lire 4. Questa monografia si propone il duplice fine, di ·spianare la via alle difficoltà diagnostiche che spesso presentano le forme fruste basedowiane e di chiarire varie questioni che ne rendono ancora osct1ra la patogenesi. Regna discordanza fra i patologi intorno ai cri-teri che presiedono alla diagnosi del morbo di Basedow frusto, onde l' A. si studia di definire esattamente i limiti del concetto nosologico della malattia, concludendo essere condizione necessaria per la diagnosi che nei frammenti del quadro morboso, i quali si rivelano all'esame obbiettivo, sia ancora possibile riconoscere la fisonomia della forma classica della malattia. Trattando della patogenesi, l' A. riassume, oltre alle antiche teorie, quelle recenti, cioè la t eoria òulbo-prot11beranziale, le teorie del simpatico e della neurosi; soffermandosi poi specialmente sul concetto dell'auto-intossicazione. Rileva la differenza che intercorre fra ipertiroidismo e basedowismo. Dimostra quindi come la teoria tiroidea è insufficiente a spiegare il morbo di Basedow sia tipico sia frusto. Uniformandosi alla moderna teoria delle sindromi poliglandulari. il prof. Ortali mette in evidenza i momenti patogenetici che impediscono al processo morboso di evolvere con tutto il corteo delle ~ue m anifestazioni caratteristiche, dando luogo alle così dette « forme fruste ». L'autore convalida le sue indagini col sussidio di numerose osservazioni personali. A. S.

Il fascicolo di maggio 1913 della nostra Sezione Medica~ con tiene ·i s~guenti •avori: I. Dott. Giovanni Antoo.,111 - Intorno agli i tteri emolitici. II. Do&t. Antonio Gasbarrlnl - R icerche sul nott:a. Il!. Dott. Pietro Sabella - Due casi di e granuloma ulceioso •~ella pudente • g uarito col ueo·salvarsan a Tripoli.

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(ANNO XX, FASC. 22]

PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. PIRONE R. Le corpuscules de Negri dans la rage St. Petersbourg, 1912. GIORGIS M. L'intradermoreazione nella blenorragia. - Milano, 1912. TROSSARE~LO M. Il 6o6 p~r via rettale nella cura della sifilide. Milano, 1912. LUCANGELI G. L. Un . caso di isteria maschile. Cogoleto, 1912. MORI ANTONIO. Delle pleuriti traumatiche da contusione semplice, a torace integro, e d el loro valore medico-legale in rapporto alla legbe degli infort1mi sul lavoro. - Firenze, 19 c2. RABAJOLI C. R. Contributo alla cura delle malattie cardiache. - Milano. 1913. SARDI A. L'alimentazione rettale nelle malattie dello stomaco. - Milano, ly13 . . LUCANGELI G. L. Contributo clinico ed istopato· logico allo studio dei disturbi nervosi e mentali in uremici. - Siena, 1912. TEALDI M. Prontuario farmacologico. Avvelenan1enti e soccotsi d'urgenza. - Bra, 1912. BAECCHI B. Sulla genesi della reazione del Barberio. - Parma, 1912. TR.ossARELLO M. Il 606 per via rettale nella cura della sifilide. - Milano 1912. GIORGIS M. L'intradermoreazione nella blerorragia. - Milano, 1912. ROMANO G. L'epitelioma primitivo dell'uretra maschile. - Napoli, 1912 . ALFIERI E. Taglio cesareo extraperitoneale col metodo cli Latzko in donna nana per ·condrodistrofia. - Firenze 1912. CAMPANI A. Il solfato di rame nella cura delle osteoperiostiti purulente. - Milano 1912. BRUCHI. Contributo clinico alle ferite penetranti dell'addome. - Milano, 1912 . GIUDICE A. Sulla permanenza dei microrganismi nella vescica normale. Genova, 1912. LorvmARDI .t\.. Il salasso in un caso di avvelenamento da ossido di carbonio per combustione incompleta di carboni per tentato suicidio. Napoli, 1912. CozZOLINO O. Sacchetti-poppatoio e anelli di gomma e di osso poppatoi cosidetti dentaroli. - Recanati, 1912. LERDA G. Die Handfrase zur '\l ereinfachung der Schadelresection. - Berlin, 1912. GATTI GEROLAMO. Rendiconto statistico del reparto chirurgico dell'Ospedale di Suzzara dal 1 ° luglio 1901 al 31 ottobre 1909. Siena, 1912 . ABBA F. Sulla necessità della vaccinazione (Conferenza). - Biella, 1912. DORI L. Il 606 nelle affezioni ocula~i. - Pavia, 1 9 12 .


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SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE. ,

L'opera della ~roce Rossa Italiana nella guerra di Libia. · Nell'assemblea generale dei soci della Croce Rossa Italiana tenutasi in Roma il 24 maggio, il nuovo presidente dell'Associazione conte Gian .Ciacomo della Somaglia presentò una relazione sull'opera della Croce Rossa nella guerra di Libia, nella quale, ammettendo che 1'opera -stessa dimostrò incertezze e inconvenienti di varia natura, dichiarò che il Consiglio direttivo avrebbe ben volentieri accolti e studiati i rapporti delle persone competenti che avevano preso parte ai diversi servizi e le relative proposte di riforme. La serietà dell'uomo non lascia dubbio sulla -serietà di questa dichiarazione, e l'uno e l'altra fanno sperare che la Croce Rossa Italiana si avvii verso un migliore avvenire. Ben fu detto nell'assemblea generale dal senatore Cadolini, la cui veneranda e bianca figura ricordava ai giovani gli ardimenti e le virtù di una generazione oramai tramont.ata: dopo quarant'anni <lacchè il telJlpio di Giano -era .chiuso in Italia, la guerra di Libia ha portato la Croce Rossa sul campo del suo primo ·cimento, perchè i servizi per il terremoto calabro-siculo e per il colera, non erano servizi militari, e ai tempi della campagna nella co· Ionia Eritrea la Croce Rossa Italiana era ap· pena uscita di minore età. L'Associazione non aveva perciò tradizioni, mancava di esperienza ·sul terreno pratico, e la sua attività in Libia può considerarsi quasi come una prova ge·n erale. Le critiche perciò delle persone competenti, -ricavate dalla diretta vjsione delle cose sui luoghi, debbono essere improntate alla più ·g rande serenità, e con la stessa serenità debbono essere vagliate da chi ha facoltà di provvedere; esse debbono essere esclusivamente dirette ad un miglioramento dell'avvenire e non ad una recriminazione del passato. Io credo che queste critiche possano ricevere maggior forza ed autorità da un dibattito -pubblico, e ritengo che un giornale medico professionale sia un terreno adatto per dare a questo dibattito quella efficacia, ed anche quella compostezza, che è necessaria per una que:Stione di interesse nazionale.

La classe medica, infatti, è la vera competente ed è la più grande interessata, per dire la sua parola sull'organizzazione della Croce Rossa; la parte più giovane e più fattiva di essa è inscritta nei suoi quadri per volontà propria e non per ii.a.posizione di legge; la · Croce Rossa ha già esteso la sua attività e • n:aggiormente ~a estenderà in avvenire al tempo dt pace; ad essa sono rivolte le speranze della nazione nei momenti più gravi della vita del paese, cioè nelle grandi calamità; tutta la sua azione pertanto è collegata con anelli di saldatura indissolubile alla vita profession~e della classe medica e specialmente della classe medica giovane. Questa non s'è accorta dei danni che le derivarono dall'essersi tenuta in seconda ljnea nell'organizzazione di una grande Associazione nazionale fondata principalmente sul1' opera sua ; ora deve rifarsi del tempo e delle occasioni perdute e deve domandare di essere chiamata a cooperare alla riorganizzazione di un ente alla cui vitalità è tanto in. teressata. Io mi auguro che il dibattito si diffonda e ad esso ciascuno che sappia e che voglia porti validamente ed onestamente il suo contributo di idee. Per conto mio io _ritengo che il punto su cui la classe medica dovrà fissare la discus~ sione per un'azione di riforma sia questo: come tutti i servizi tecnici debbono essere diretti da tecnici, cosi i servizi medici della Croce Rossa debbono essere sotto la completa direzione e la responsabilità di medici. Mi sono prefisso di occuparmi soltanto delle cose e non delle persone, e perciò non man cherò a questo proposito con portare degli esempi nella dimostrazione del mio assunto: mi limiterò ad affermare quanto è stato rile. vato da tutti i medici che hanno prestato servizi6 con la Croce Rossa per il terremoto e per la guerra della Tripo1itania, cioè che la maggior parte degli inconvenienti verificatisi in grado minore o maggiore nelle due suddette occasioni dipese dalla incompetenza tecnica di persone, degnissime in altri campi dell'attività umana, che furono preposte a servizi pei quali occorrevano una conoscenz11 ed un' e~perienza che ad esse facevano completamente difetto. .

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IL POLICLINICO

E come i medici non si adonterebbero di es-

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perchè l'ufficiale del treno che ne aveva il cosere dichiarati da un'accolta di ingtgneri ed . mando non aveva ricevuto ordine da non SO' architetti inadatti a dirigere la costruzione di quale autorità militare a lui superiore e non un muro o di una linea ferroviaria, così gli sapeva rendersi conto delle necessità tecniche attuari, i contabili e coloro che per condizione che i medici gli esponevano concitatamente. sociale ed economica possono esimersi dall' e .. In un campo meno tragico, i vecchi medici sercitare alcuna professione, non debbono for- militari ci hanno spesso narrato gli allegri in. malizzarsi se la classe medica non li ritiene cidenti provocati da questi direttori di ospeidonei a dirigere servizi ospitalieri o di am- dale reclutati fra i vecchi ufficiali dei corpi bulanza, sia in tempo di pace, sia precipua- invalidi e veterani, che potrebbero essere messi mente sul campo di battaglia, dove il soccorso in fascio con gli aneddoti sui colonnelli ancien agli esseri umani che soffro110 n on può rap~ régime che allietano i lettori delle novelle presentare una funzione di dilettanti. militaresche del capitano Olivieri di 8au Gia · In un giornale scritto e letto d a medici non corno. farebbe mestieri di aggiungere altro; ma noi I corpi sanitari dell' esercit0 e della marina desideriamo che ciò che diciamo esca dalla dopo aspre lotte con il vecchio elemento minostra .cerchia, e perciò vogliamo richiamare litare tradizionalista e misoneista (fortunataalla memoria nostra ed altrui la esperienza mente sparito in gran parte anche lui) giun· fatta da coloro per i quali l'assistenza del sol- sero ad emanciparsi completamente d a questa • dato ferito e malato non è officio momentaneo soggezione, che da quasi mezzo secolo è scon1ed eventuale, ma è la missione di tutta la p arsa, ed è citata soltanto come u11 fatto sto-· rico. Non è inutile il ricordare che la elevavita professionale, cioè dai medici militari. Noi siamo troppo giovani per conoscere di zione morale e scientifica dei corpi sanitari scienza propria che cosa fosse cinquant'anni m ilitari è cominciata contemporaneamente alla addietro il servizio sanitario delle milizie e lo riforma che li ha resi organismi autonomi e sappiamo soltanto per la descrizione ed i rac · respensabili, parificandoli agli altri corpi dell'esercito e della marina, e che tutte le pre· conti dei vecchi medici militari. Orbene, fino alla r adicale trasformazione del senti polemiche p er gli ulteriori migliorament i servizio sanitario militare coJJpiuta poco dopo dei corpi sanitari tendono a!la emancipazione il 1870, salvo er~ore, dal ministro generale sempre maggiore nei riguardi delle loro speciali Ricotti, l'elemento amf?inistrativo aveva un'in- competenze tecniche. Questa rinascenza della medicina militare gerenza diretta nel servizio stesso: basti ricor~ dare che gli osped ali militari dell'esercito e ha perfetto riscontro nella .rinascenza della della real marina erano comandati da ufficiali medicina ospitaliera civile del nostro paese, delle armi combattenti scelti fra i meno idonei che è pervenuta alla attuale perfezione, speal ser vizio attivo, al pari di qu·etlo che avve- cialmente nelle grandi città italiane, dal giorno niva nell'esercito napoletano nel quale gli uf- in cui all'elemento tecnico fu affidata tutta la ficiali direttori (non medici) degli ospedali mi- gestione tecnica degli ospedali.; e qt1alunque litari e di marina formavano un ruolo a parte, tentativo successivo di invadenza dell'elementoquasi una sezione del corpo dei veterani. Le amm.inistrativo nelle attribuzioni tecn~che è unità sanitarie mobili e rano comandate da uf- stato costantemente accompagnato da un pegficiali del treno. Gli inconvenienti di tale si- gioramento nella gestione sanitaria, condiscastema erano gravi e palesi anche in que' tempi pito dei malati e della salute pubblica; gli oramai lontani. Io conservo memoria di aver esempi sono troppo vicini a noi, per t empo e letto un discorso parlamentare del deputato per luogo, perchè vi sia bisogno di ricordarli. Appartengono oramai ai t empi prei~torici (e · Giudici, che fu un valente medico militare, il quale riferiva alla Camera trentacinque o qua- non ritorneranno più) le amministrazioni di curant'anni fa tutta una serie di tristi episodi di riali e di mercanti di campagna (ed anche di cui egli èra stato testimone nella campagna canonici) ch e si trovarono ad avere in mano del r866, quando dopo Custoza parecchie co- il mèstolo nei nostri ospedali all'epoca della lonne di feriti non potettero essere evacuate, grande rivoluzione listeriana e pas teuriana, come richiedevano i medici militari addettivi, e con le quali dovettero purtroppo fare i conti (24)


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TANNO

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i medici che intuirono di trovarsi dinanzi ai bagliori di una nuova aurora di loro scienza. Ora, se 1' elemento tecnico ha conquistato il posto che gli compete nella assistenza ospita;}iera civile e nel servizio sanitario ordinario -delle milizie di terra e dì mare, è mai possi· ·bile supporre che possa continuare ad es~ere altrimenti per un servizio sanitario straorçii.nario, il quale rappresenta uno slancio sublime di carità e di amore della intera nazione verso i sold.ati che soffrono per la grandezza della ·patria r Questo speciale servizio, difficile e delicato, -compiuto in condizioni tanto ardue da tenere m~lte volte sospesi e indecisi gli animi di uomini ·che ha.n no fatto i capelli bianchi fra i malati e le malattie, non può essere diretto ·da chi non ha nessuna cognizione tecnica in materia di assistenza sanitaria, e per questa ·sua condizione non ha neppure la coscienza -della necessità della cognizione tecnica. Io vòrrei che tutti i non medici che discu· teranno di questo argomento senza spirito di -passione si convincessero che la classe medica italiana non è ispirata da sentimenti apriori·stici nè da speranze di giova1uenti personali quando formula nettamente questo suo voto: . . 1: servizi 11iedici ·debbono essere sempre sotto la efjettiva direzione e l' intiera responsabilità di medici. Specialmente in Italia, il · medico è abituato a non agognare nè a gradi, nè ad -<>nori: anche questa volta egli non domanda che un aumento della sua responsabilità etfet· i iva con un sistema che lo metta in grado di ' .:esercitare veramente ii suo ufficio secondo la -sua scienza e la sua coscienza e sottoponga ·il giudizio della ·sua opera alla coscienza ed .alla scienza di un altro medico che sia capace di giudicarne. Nella pratica delle sue funzioni ·-egli non pretende che 1' ufficiale amministrativo sia un suo st1bordinato, ma esige che l'opera ·dell'ttfficiale amministrativo sia sempre e nettamente separata dalla sua, e che si ricordi • che il fine unico della Croce Rossa è l'assi• ·stenza del soldato ferito o malato, cioè una missione di assoluta competenza medica, e che nòn è concepibile che chi manca di questa competenza possa mai e comunque inframet-tersi fra il malato che soffre ed il medico che :Sa soccorrerlo. , Doctor CAJUS.

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Cronaca del movimento J)rofessionale. .

Contro te spec,iaZita medicinali di dubbia effiCcJcia. Il Consiglio direttivo dell'Associazione medici liberi esercenti de'lla provincia di Firenze ha votato il seguente ordine del giorno: « Il Consiglio direttivo, ecc., impt"essionato dalla facilità e frequenza con la quale si lanciano nel pubbl.ico a scopo di réclame professionale e commerciale, e spesso da medici, preparati me .. dicamentosi sotto forma di specialità, non muniti di rigoroso controllo scientifico attestante Je loro virtù terapeutiche ; ravvisando perciò nei metodi di costoro il pe .. ricolo e il conseguente danno del traviamento della pubblica opinione, sorpresa da un fenomeno di suggestione collettiva che ad essi metodi si collega, trascurando forse di ricorrere in tempo ntile ai metodi di cura razionali: Delibera , di diffidare il pubblico dal prestar fede a medi· camenti che, pur vantandola, non hanno alcuna azione curativa specifica; d'interessare energicamente le Autorità di tela sanitaria ed i Consessi scientifici della scuola a procedere a tutte queile operazioni di controllo nelle quali i medici possono trovare una sicura guida professionale ed il pubblico un freno salutare e benefico dell'eccessiva ed irresponsabile e spesso dannosa credulità ». L'Associazione Nazionale degli uffic1'ati sa·n itari e Capi d'uffici d'igienee, in segno di pro· testa contro la condanna dell'ufficiale sanitario Braccini e di solidarietà verso di lui, ha versato all'Ordine dei medici di Milano lire 50, come prima quota per le spese di processo. Per l'esercizio delta medicina in Tunisia. - La Società Medica Francese, costituitasi per la difesa dei sanitari francesi in Tunisia, ha votato il seguente ordine del giorno: « La Società Medica Francese, riunita in assemblea generale, emette i! voto che d'ora in· nanzi sia interdetto in Tunisia l'esercizio della medicina ai nuovi medici che non posseggano il diploma di dottore rilasciato da una Facoltà medica Francese >l • I

Pubblicheremo prossimamente: Alessandrjni e Scala: Contributo nuovo alla etiologia e patogenesi della pellagra; Ascoli M.: Sulla necessità di promuovere ed organizzare una lotta antimelitense; Campiglio: Osservazioni sulla permanenza del b. del tifo nelle deiezioni di convalescenti e guariti di infezione tifica.

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IL POLICLINICO

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

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giugno 1909 tutti f medici ferroviari i non iscritti a ruolo sono di re(3834) Pensioni. - Il Dott. A. C. da S. S. chiede gola dispensati quando hanno raggiunto il 65° parere su .di una risposta avuta dalla Direzione anno di età, malgrado che in quell'epoca non Generale della Cassa di previdenza a riguardo av~ssero raggiunto i 40 anni di servizio. Chi ha della pensione di riposo, che gli potrà competere. rinunziato alla condotta non decade anche dalla. La Direzione suddetta ha ragione perchè gli carica di medico ferroviario. Costoro sono nomianni di servizio prestati dal \ I 0 gennaio 1899 al nati in base a ·concorso e la qualità di medico· 1° agosto 1903 non sono riscattabili, giusta l'art. 28 condotto non è che ragione di preferenza fra• della legge 2 dicembre lgo9, n . 744. Per utilizza;e professionisti egualmente graduati. Per poter esil detto periodo di servizio si potrebbe invocare il sere nominato medico di reparto, bisogna atten disposto dell'art. 7 stess~ legge o quello dell'art. 14 dere che si bandisca il relativo concorso. La vacdella legge l 1 dicembre 1910. Nel primo caso, però, cinazione è onere del medico condotto e non della pensione sarebbe minima mentre nel secondo sal'ufficiale sanitario. Essa è gratuita per tutti, rebbe quella normale. Occorre in tale seconda purchè ognuno conduca i vaccinandi in località ipotesi operare entro un decennio il pagamento apposita previamente ed espressamente determidi una somma che si aggira fra le 5 o 6 mila lire. nata dal Municipio. Anche all'ufficiale sanitarie> Potremmo liquidare la pensione che~ potrà comè esteso il disposto dell' a::ticolo 26 della legge petere in entrambe le ipotesi non sì tosto avrà secondo cui, in caso di scarsa retribuzione, si' riprodotti i dati con la indicazione dell'età che può chiedere congruo a1tmento alla G.P.A. avrà all'atto del collocamento ·a riposo . (3837) Marche da bollo pe'!' quietanze. Al (3835) Diritti acquisiti. - Il Dott. G. P. da R. Dott. G. G. da P.. rispondiamo che le ma tebe da chiede conoscere se possono costituire diritti ac- bollo per le quietanze su manda~i di pagamento. quisiti alcune agevolazioni concesse dal Comune sono a carico del percipiente. ai proprii sanitari con un precedente capitolato (3838) Ufficiali me.dici della Croce Rossa - Pene non mantenute nel ·n uovo che fa solamente sioni - Cu·.ra generale - Estensione - Se,ssenni. menzione di eventuali diritti acquistati dai me- Il Dott. N. P. da R. chiede conoscere se vi è dici condotti. Fra le agevolazioni è degno di nota probabilità che con nuova legge si ammettano l'esonero dal pagamento della tassa vetture, l'as- a pen~ione anche gli ufficiali ,medici che han presicurazione contro danni professionali e la facoltà stato servizio in Libia; Se possa essere incluso, di abbinare il congedo annuale. nell ·anagrafe comunale colui che ha so\o la resiPossono essere ritenuti diritti acquisiti le age· denza iri loco ma non ha cittadinanza italiana e . volazioni riguardanti l'esonero dalla tassa vettura se in un consorzio a modificare la convenzionee l'assicurazione contro i danni. Era in facoltà regolatrice circa i sessenni basti la rappresentanza del Comune di accordarle, ma una volta accor- consorziale od occorrano le deliberazioni dei ri date in precedente capitolato debitamente ap· spettivi Consigli. provato, non possono essere revocate o distrutte Non si parla di 1nodifica allà legge sulla Cassa senza ledere un vero diritto sorto nel frattempo di previdenza nel senso da Lei indicato. È sutnel sanitario. Crediamo, però, che non si possa . ficiente la dimora o residenza per la iscrizione invocare diritto acquisito nella facoltà di abbi- nel registro di anagrafe. A modificare la convennamentc del mese di congedo, perchè tale abbizione regolatrice del consorzio in rapporto agli namento è contrario alla legge e nessun diritto aumenti sessennali è competente il Prefetto, udita può sorgere se non trovasi sotto l'egida della la rappresentanza consorziale, la G. P. A. ed. i~ legge ed in armonia con i principii generali di Consiglio provinciale di sanità, e ciò ai ·termm1 diritto scritto da essa sanciti. dell'articolo 10 del regolamento generale sani(3836) Medici f erroviarii. - Il Dott. Z. Z. da A. tario. chiede conoscere: 1° Se perde il diritto di conti(3839) Medico necroscopo. - Il Dott. G. M. da M .. nuare come medico di reparto ferroviario il sani- desidera conoscere se abbia dititto a speciale tario che ha compiuto il 65° anno ed il 40° di compenso per il servizio necroscopico che presta servizio; 2° Se chi ha rinunziato spontaneamente in sezione servita da altro collega. al servizio della condotta decade anche dalla ca· Se il collega è in carica deve egli prestare, per rica; 30 Quali pratiche deve fare il nuovo medico la propria zona, il servizio necroscopico. Se lo fa della condotta per sostituire il predecessore an- un altro invece sua ha questi diritto a speciale che nel servizio ferroviario; 4° S~ in una condotta compenso pel maggior lavoro che è obbligatolibera la vaccinazione deve essere rimunerata di fare. Notiamo che le visite necroscopiche non si fannodagli abbienti oppure è inclusa nello stipendio dell 'ufiìciale sanitario; 5° e se si può ottenere al cimitero ma nella casa ove avvenne il decesso .. Doctor JUSTITIA. aumento per l'a~segno dell'ufficiale sanitario. (26) A norma del D. M. del

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SEZIONE PRATICA

f'A>odotte e Concorsi. ASIAGO (Vicenza). - Condotte pei 20 e 3° riparto. Stipendio L. 5000 lorde ciascuna. Aumento del 20° per 6 trienni. Scad. Io giugno. BAGNO DI ROMAG~A (Firenze). - Tre condotte; L. 3000 pei poveri , con 3 sessenni, L. 700 per gli abbienti, L. 6oo per cav., lorde; alla 2a condotta è annessa la direzione sanitaria dell'Ospedale Angiolini, con retribuzione di L. 2 52. Scad. r 5 giugno. BASTIDA PANCA~~A (Pavia). - Condotta consorziale piena. Abit. 2236. Stipendio L. 4000 lorde, più 200 ufficiale sanit. ed 8oo per mezzi di trasporto. Tre sessenni del decimo. Buon capitolato. Scade 5 giugno. *BREME (Pavia). - Condotta piena ; L. 4000 oltre L. 200 quale ufi. san. e L. 250 per amb. Scad. 6 giugno. CA}fPAGXA L UPIA ( Ve,n ezia). - Condotta; L. 3000 lorde e tre sessenni, L. 500 per mezzo trasporto, L. 200 quale ufi. san. ed alloggio con orto ed appezzamento di terreno mediante fitto di L. 250 annue trattenute a rate mensili. Scad. Io giugno. * CAPIZWNE (Bergamo). - Medico consorziale; L. 4000 at1ment., in corso pratiche servizio cavalcatura, non più di 40 anni. s. e. r. Abit. 3430. Scad. 3I luglio. CARMAGNO~A (To-rz1io). Ospedale di San LoYenzo. I spettore sanitario. Per schiarimenti rivolger~i alla segreteria dell'Ospedale suddetto, scad. 7 giugno. CASTELGRANDE (Potenza). - Condotta pei poveri; ab. i705 in circa 66o famiglie, di cui circa roo povere; L. lOOo. Assunzione del servizio entro dieci giorni, <.l alla partecipaz. di nomina. Scad. un mese dal 25 mag. *CASTELLETTO TICINO (Novara). - Condotta; L. 3000 pei poveri; L. I500 per gli abbienti; L. 200 quale uff. sanit.; L. 300 d'indennità alloggio ; L. 1000 per mezzi trasporto; complessivamente L. 6ooo. A bit. 4994. Scad. ro giugno. CENTO (Fe,rara). - Medico assistente dell'Ospedale; L. I200 lorde, vitto ed alloggio nell'interno dell'istituto, illuminazione e riscaldamento. Scad. 31 luglio. CH1uso1~0 (S •ena). Due condotte a L. 3300 e 2500, cura piena, L. 700 cavallo in più per la condotta di L. 3300. Un sesSP.nnio. Scad. 10 . giugno. CIVITANOVA DEL S~"'NIO (Campobasso). - Condotta; L. 3700 lorde a11ment. e L. 300 se eletio ufi. sani t.; non più di 40 anni s. e. r. Scad. 4 • giugno. ENEGO (Vicenza). Due condotte piene; L. 4500 lorde e L. 100 all'uff. san., non più di 45 anni. s. e. r. Scad. 15 giugno. PlCANO (Macet'ata). - Condotta piena; L. 2950 lorde, L. r50 per arm. farm. e L. 100 quale ufi. san. Scad. 8 giugno. * F!ORENZUOLA n' ARDA (Pia~eti.za). - Condotta del riparto ovest; ab. 4500 dei quali 800 circa iscritti nell'elenco dei poveri; L .38oo pei soli poveri, lorde, con tre sessenni; pei non poveri L. 1 a visita nell 'fntemo e L. 1.50 nel distretto rurale; L. 50 pel carcere. Scad. 20 giugno.

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GIANICO (Byescia). - L. 3400, cura piena , ab. 913, senza obbligo cavallo, popolazione riunita . Scade 5 giugno. GIRGENTI. - Condotta medica per S. Anna; L. 2400 iorde. &ad. 15 giugno. MAGENTA(Mi la1i.1). - Condotta esterna; L. 36oo e L. 8oo pel mezzo trasporto. Scad. ro giugno. MERCATO SARACENO (Forlì). - 2a e 3 8 condotta, pei poveri; L. 3300, gravate di R. M., con quattro quinquenni, e L. 700 di cav.; assicurazione ; all'uff. sanit. L. 4 00. Scad. IO giugno MoNTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri; L. 6oo lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prendere possesso della carica entro otto giorni dalJa notifica della nomina. Scad. 15 giugno. NOASCA ( T 01 ino ). Condotta con Ceresole Reale ; L. 2000 pei poveri ed incarico nff. san. Scad. ro giugno.

* OcCHToBELIP

Condotta pel r 0 riparto; L. 48oo lorde; obbl. cav., L. 200 se ufi. san., 3 sessenni. Scad. l;O giugno. OZIERI (Sassari). Condotta pei poveri; L. I8oo. Scad. 20 giugno. PERUGIA. Univet'sità degli studi. Professore straordinario di fisiologia: L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Sc.:!d. 30 giugno. PESCIA (L ucca). Spedale SS. Cosimo e Damiano. - Assistente medico chirurgo; L. 1200 annue. vitto e alloggio nei giorni di guardia. Durata in carica due anni. Documenti al prP.sidente dell'amministrazione ospedaliera entro il mese di maggio. Il prescelto entrerà in carica il I5 giugno venturo. (Rovigo). -

PLL~LIP

LARIO (Como). - Al I 5 giugno con· dotta consorziale piena; L. 3900 lorde compreso uff. san. , due sessenni, entrata servizio 10 giorni dopo partecipazione n omina. PIETRA DE' GIORGI (Pavia). - Condotta piena. Abit. 2259. Stipendio L. 3370 lorde. Alloggio gratuito. L. 850 indennità cavalcatura. Tre sessenni del decimo. Scade Io giugno. ROMA. Congregazione di ca1ità. - Chirurgo assistente nella Casa di cura •Regina Margherita 1 e annesso ambulatorio in via Porta Angelica 3; L. 960. Età mssima 43 anni. Nomina triennale. Chiedere l'avviso. Rivolgersi alla segreteria della C. D. C. (piazza S . Chiara 14). Scad. I5 giugno. RoMA. M 'i niste'o della Marina. - Gli esami per la nomina di 20 tenenti medici nella R. i\Iarina sono rimandati ad epoca da stabilirsi e le domande di ammissione a tali esami potranno essere inoltrate fino a nuova disposizione . * SAN GIOVAL~NI DI BIEDA (Roma). - Condotta piena; L. 3000 lorde e 2 sessenni, L . roo per arm. farm. e L. 100 quale ufi. san. Ab . circa 1200 riuniti. Scad. 12 giugno. SA..~ MA URO MARCHESATO (Catanzayo). Medico chirurgo ostetrico per la generalità degli abitanti; L . 3000 .lorde, compresovi compenso quale ufi. san., ab. I839. Scad. 15 giugno. SCANSA.i.~o

(G1'osseio). - Cercasi assistente ospedale. Stipendio 1800 senza obbligo di guardia. Per schiarimenti rivolgersi al direttore. (27)


IL POLICLINICO

SuZZARA (Mantova). - 3a condotta; L. 3600 l orde pei poveri; obbl. cav. Scad. 31 maggio. TORREBELVICINO (Vicenza). - Condotta piena; L. 4500 e L. :zoo per l'eventuale servizio di u:ff. sanitario. Scad . 12 giugno. . TRIPOLI. Ammir.,istrazione degli Istitiiti Ospeda· l ieri e di Beneficenza. - Oculista dell'Ospedale 'Tittorio Emanuele III. Età massima 40 anni al 10 aprile. L . 1800 più indennità temporanea ·di L. 2 00 mensili. Esperimento di un anno; conferma per quattro anni. Domande all'Amministrazione entro il 15 giugno. VALMON!ONE (Roma). - L. 1800 pei poveri' L. I200 per gli abbienti e L. 100 pel carcere. Sca. denza 30 giugno. \ 'EZZA D'ALBA (Cuneo). - Ab. 2 800, L. 1500 p~r 3 00 poveri, alloggio, L. 200 u:ff. san. Scad. 10 giugno. VILLAURBANA (Ca gliafi). - Condotta piena con Siamanna e Scapicia; L. 4000 aument. Ab. 2211 complessivamente. Arm. farm. Scad. 15 giugno. . ZONE (Brescia). - L. 3400, cura piena, L. 300, arm. farm., L. 200 alloggio, abitanti 1016, località 4 villeggiature. Scade 5 giugno . 1

Cercasi med1ço-chirurgo supplente dal Comune ·di Folignano (Ascoli Piceno) sito su amena collina ed a 7 chilometri da Ascoli Piceno, pel mese di agosto p. v. qnorario L. 250. Per trattative ed informazioni rivolgersi al titolare della con. dotta Dott. Rodolfo Casulli, Folignano {prov. di Ascoli Piceno) , Medico-chirurgo, pratico condotta, con perfe· zionamento clinico in Chirurgia, Ostetricia, Gine. cologia, Pediatria, accetterebbe buon interinato da luglio in poi. Scrivere Tessera tramviaria n. 013490. Posta re· stante - Roma. Sono segna ti con un a sterisco • i c oncor si che ci risultano dit· fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterischi •• l concorsi che cl risultano boicottati dalla Federazione delle Associazioni Sanitarie I talla ne

Di ffide e boicottag~i. N uove diffide sanzionate; Città della Pieve, · Gubbio, Montone e Torri in Sabina (Perugia), Forno di Zoldo e Sappada (Belluno), Macugnaga (Novara), Castorano (Ascoli Piceno), FormignaJJ.a (Ferrara). Revoca di diffide: Baresi - Bordogna - Fondra - Roncobello (Bergamo). La sezione Friulana dell'A. N. M. C. toglie tutte le diffide della provincia, in quanto che si è proceduto, d'accordo con la Prefettura, all'ordinamento delle numerose condotte vacanti, servite irregolarmente con interinati e scavalchi, e all'applicazione della legge col servizio residenziale pei soli poveri. La presidenza sezionale si riserva d'imporle nuovamente, qualora i bandi di concorso non rispondano ai desiderata ftella classe. La sezione Ossolana ha deliberato di diffidare il concorso alla condotta medico chirurgica di Macugnaga e di applicare intanto nel servizio interinale l'alta tariffa per la supplenza.

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Ci si comunica:

La sezione Monzese dell'Associazione nazionale dei medici condotti proclama l'isolamento assoluto del dottor Andrea Ippolito Sterzi che, avendo scientemente concorso ai posto boicottato di medico condotto consorziale Vimercate-Ruginello ed avendone accettato la nomina, ha compiuto atto di vero krumiraggio. I colleghi tutti sono quindi invitati ad aste. n.ersi di avere con lui qualsiasi rapporto professionale e personale. Dott. Daniele Carobbio. presidente; dott. Domenico Sironi, vice presidente; dott. Ezio Baroni e dott. Ercole Bancolini, consiglieri; dott. Achille Casati, segretario .

Conco" so a pyemio . (Per la guarigione dei portatori cronici di bacilli di Eberth). - E stato fondato da un donatore anonimo un premio di 12,000 franchi per essere .conferito, senza distin· zione di nazionalità, a chi renderà noto un trattamento curativo dei portatori cronici di bacilli di E~rth. Le memorie dovranno essere scritte in tedesco ed indirizzate, prima del 1° ottobre 19 14, al pro· \ fessore von Sc-hjerning, presidente della Commissione del concorso, 86, Wilhelmstrasse, Berlino. - Essa comprende inoltre i professori Ehrlich, Gaffky, Kraus, Uhlenhuth e Hoffmann. Le esperienze devono essere descritte detta· gliatamente affi.nchè possano essere immediata· mente controllate. È obbligatorio che la guarigione dei porta tori cronici di bacilli di Eberth sia~i mantenuta almeno per sei mesi. Nel caso in cui nessun concorrente abbia indicato un trattamento che dia la guarigione com\. pleta , una parte del premio potrà essere conferita a quegli che si sarà maggiormente avvicinato alle condizioni richieste. ConcorBo a premio. (Per lavori di oculistica). Grazie alla munificenza di un generoso filantropo che desidera · conservare l'incoguito, sarà attribuito nel 1914 un premio di 5000 franchi al mi· glior lavoro che tratti dell'eziologia, della profilassi o del trattamento delle forme di irite, di iridociclite o di ciclite non derivanti da sifilide. Non verranno ammesse al concorso clie le me· morie le quali hanno fatto oggetto di una rela~ione o di una ccmunicazione ad una delle So· ci età di oftalmologia della Francia o dell'estero. Un giuri composto di tre membri scelti fra gli oftalmologici di Parigi sarà incaricato di conferire il premio. Le memorie dattilografate o stampate e redatte in francese, inglese o tedesco, dovranno pervenire al più tardi il 1 5 agosto 1914 al « Bureau des Annales d'oculistique, 26, boulevard Raspail, Paris. '

Nomine, promozioni e onorificenze. P~ERMO.

- Il dott. Maggiore Giuseppe è abilitato alla libera docenza in patologia medica. PADOVA. - Il dott. Borsari Giuseppe è nominato aiuto nella clinica per le malattie nervose.


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SEZIONE PRATICA

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LETTERE DA PARIGI I danni dell'alcoolismo. - È certo che le sin· dromi morbose le quali riconoscono nell'abuso delle .bevande spiritose un fattore eziologico sono straordinariamente frequenti in Francia. Quanta parte spetti all'alcool e quanta invee-e agli stupefacenti e agli irritanti del sistema nervoso che entrano nella composizione della miscela che va sotto il nome di absinthe è più difficile poter dire. Certo però che i danni portati da quest'ultima sono gravi e forse irreparabili. Alcuni piccoli Stati dove ,l'uso del funesto liquore cominciava a propagarsi hanno potuto rapidamente tagliare il male dalla radice vietando l'importazione, la fabbricazione e lo smercio dell'absinthe nel loro territorio. Così in Svizzera, nel Belgio e nel· l'Olanda. Una misura di tal genere è di difficile applicazione in Francia,1per non dire impossibile. Un progetto di legge presentato l'anno scorso al Senato e tendente a sopprimere, nella fabbricazione dell' absinte uno dei componenti più nocivi , l'estratto di thuyme, è rimasto allo stato di progetto e tale rimarrà per sempre malgrado lo sforzo degli igienisti che siedono alla Camera alta come a quella dei deputati. Gli ostacoli all'applicazione di misure legislativ.e di soppressione radicale sono molti e vari. Si è mostrato il pericolo che ne verrebbe dalla chiusura delle numerose fabbriche di absinthe per le migliaia di operai getta ti cosi ~ul lastrico da un giorno all'altro, si obbietta che le frodi diverrebbero numerose, che l'absittthe verrebbe fabbricata all'estero e poi introdotta di contrabando, come avviene ora dell'oppio che è con· sumato nelle numerose fumeries, specialmente nei ..oorti francesi del Mediterraneo, ecc. Ma l 'obòie· zione vera ed assoluta è una sola. Le grandi case produttrici di absinthe sono troppo potenti per non avere dalla loro parte direttamente o indirettamente un gran numero di sostenitori. Qui, come in quasi tutti gli altri problemi che interessano l'igiene generale è necessario patteggiare coll'industria, impedire di urtare un troppo grande numero di interessi .... Intanto il dott. Legrain del manicomio di Viilejuif ha dichiarato, alcuni giorni or sono, in 'una intervista, che l'alcoolismo aumenta in Francia sempre più. Egli osserva che gli operai bevono liquori non soltanto negli spacci pubblici, ma ancora in famiglia ove la donna di casa è costrttta ad approvvigionarsi anche della bottiglia di apétitif per il suo uomo. Per aprire gli occhi dei legislatori e provocare nel pubblico un panico salut è bisognarà dunque, dice il dott. Legrain, attehdere il momento in cui la metà più uno degli elettori dovrà essere

curato al manicomio? Il numero dei riformati alla visita militare per tare alcooliche sor,p assa il 35 ~lo· La tubercolosi aumenta. ·Parigi conta uno spa-c:cio di liquori per ogni 78 abitanti e i mani· comi rigurgitano di mala ti che basta mettere al regime dell'acqua pura per. vedere guarire. Se l'alcoolismo ha preso piede in Francia, noi italiani non dobbiamo però dimenticare che anche nel nord della Penisola esso comincia a fare • un gran numero di vittime. Come la tubercolosi, l'alcoolismo è una piaga dei centri industriali e progredisce col benessere economico dei lavoratori che possono dedicare a questa funesta passione una parte cospicua dei loro aumentati guadagni. Difendiamoci fino a che siamo ancora in tempo di farlo e non lasciamo che gli emigranti incanalino nella nostra patria, oltre al denaro raccolto col loro lavoro, vizi e le abitudini antiigieniche che erano da noi pressochè sconosci~ti. Chirurgia di guerra. - L'Accademia di Medicina continua ad interessarsi di tale questione che le recenti guerre hanno riportato sul tappeto. Nella seduta del 6 maggio, il dott. Lucas-Championnière si mostra piuttosto contrario alla teoria del non intervento sistematico in tutte le ferite d~arma da fuoco. Quanto al trattamento asettico delle ferite Lucas-Championnière è assolutamente contrario. In tempo di guerra l'antisepsi deve a vere la precedenza sull 'a:;epsi. La tintura di iodio rende dei buoni servigi, ma a questo antisettico, sopratutto se non ~reschissimo, come può essere spesso il caso in guerra, il dott. I.ucas· ' championniè~e preferisce l'antico e non mai abstanza lodato acido fenico. Tuttavia l'eminente chirurgo è d'avviso che di regola è meglio non intervenire nelle ferite penetranti, per arma da fuoco. Egli ricorda che le statistiche inglesi nella guerra del Transvaal pro·vano come l'intervento nelle ferite dell'addome sia stato sempre seguìto da morte. A proposito della guerra balcanica egli dimostra che un gran numero di guarigioni spontanee presso i bulgari si deve al fatto che essi non sono degli alcoolici. Il dott. Reclus ha preso in seguito la parola per dimostrare che le ferite penetranti dell'addome possono guarire spontaneamente per l'interposizione di un zaffo mucoso fra le labbra della ferita intestinale, per mancanza di parallelismo o per aderenze spontanee delle due sierose peritoneale e intestinale. ..

Pefjorazione da ulcera duodenale. - Il dottor Pauchet comunica alla · Società di chirurgia (seduta del 30 aprìle) il risultato eccellente dell'intervento precoce negli individui che presentano i sintomi di perforazione da ulcera duodenale. A questo proposito il Pauchet insiste sul fatto (29)


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IL POLICLINICO

che la perforazione non si manifesta mai in se. guito a un'ulcera latente, perchè secondo lui non esistono delle ulceri duodenali latenti. La malattia si manifesta sempre con segni clinici quali iperacidità o dispepsia nervosa. I segni classici che il medico cerca e sovente non trova quali il vomito, le emorragie o i forti dolori , sono delle complicazioni e non dei sintomi. Più sovente invece nei casi di ulcera duodenale esistono i dolori tardivi , tre o quattro ore dopo il pasto e che vengono calmati dall'ingestione del cibo, e rigurgitazioni acide. L'esame radioscopico mostra una motilità gastrica accresciuta. Doctor Gon.

IYOTJZIE DIVERSE ,

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XVII° Congresso internazionale di medicina (Ufli· cio Stampa). Il segretario generale dell'Associazione internazionale della stampa medica ha l'onore di portare a conoscenza dei colleghi della stampa medica le disposizioni seguenti, st_a bilite di concerto con l'Ufficio del Comitato del Congresso internazionale di medicina per quanto concerne il servizio di stampa durante questo Congresso. I membri delle associazioni della stampa medica affiliate all'Associazione internazionale, che ne faranno domanda alla segreteria della loro associazione. riceveranno gratuitamente una tessera di congressista. I segretari di queste associazioni dovranno trasmettere la lista delle richieste al segretario generale dott. Raoul Blondel, 103, boulevard Haussmann , Paris, prima del 20 lu· glio prossimo. Le tessere rilasciate daranno diritto a tutti i vantaggi riservati ai congressisti: riduzioni nelle spese di viaggio, inviti ai ricevimenti e un vol11me delle relazioni a scelta dell'interessato (specificare la sezione richiesta) . Le tessere di membri aderenti per la signora o le figlie sono però a pagamento (12 scellini). Durante il Congresso una sala verrà adibita esclusivamente alla stampa medica, nei locali del congresso(Technological Institute, Imperia! Road). Questa sala, abbastanza vasta, è allogata immediatamente a sinistra dell'ingresso nel palazzo. Un esemplare di ciascuno dei volumi delle relazioni vi sarà deposit ato. Un annunzio agli autori delle comunicazioni farà conoscere l'esistenza di questa sala e li inviterà a preparare un numero sufficiente di esemplari · dei riassunti delle loro comunicazioni ed a farveli pervenire. In ciascuna delle sezioni un segretario sarà spe· cialmente addetto al servizio di stampa. Alla fine della seduta. egli terrà a disposizione de~ giornalisti, nella sala delle sedute e per la durata d1 un'ora, il testo delle parole pronunziate durant~ le discussioni, testo che gli autori saranno stati invitati a redigere immediatamente ed a rimettere al segretario. Ricordiamo eh.e l'associazione italiana della stampa medica, affiliata a quella internazionale, è presieduta dal prof. Enrico Morselli e che segretario generale ne è il prof. Mario Segàle (G<:nova, Istituto di Patologia generale della R. Università). · (30)

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Per il Museo del XVII° Congresso internazionale di medicina. Sotto la presidenza del prof. Keit del Reale Collegio dei Chirurgi, si è costituito a Londra un Comitato onde orgahlzzare un Museo pel Congresso internazionale di medicina del 1913. Il Museo consisterà nella esposizione di mate· riale illustrativo ed esplicativo dei soggetti in discussione nelle varie sezioni ed in altro materiale che il Comitato riterrà interessante dal punto d! vista scientifico. . . La sede scelta è l'lmper1al College of Science and Tecnology, South Kensington. Per schiarimenti gli espositori si rivolgano al segretario del Comitato, H. Wormit Rovenhurst, Pelbot Road. Wenbley. - Il Comitato è dispo~to a sostenere le spese di trasporto. XI Conferenza Internazionale della Tubercolosi. La decima conferenza Internazionale della tubercolo~i, tenutasi a Roma -n.el 1912, ha deciso di convocare la undicesima conferenza nel 1913 a Berlino. Il comitato amministratore ne ha fissato i giorni dal 22 al 25 ottobre. . A Berlino aveva avuto luogo la prima confeeenza nel 1 9 02; si riconobbe allora la necessit~ di riunire dal punto di vista in~e~nazion.ale. gl~ sforzi nazionali compiuti in tutti i paesi c1v1.l1 per lottare contro la più terribile delle mal~tt1e popolari; è cosi che si fu condotti alla fondazione · dell' « Associaz1one Internazionale contro la tubercolosi » • Da quell'epoca l'Associazione ha te~u!o le seauenti conferenze annuali: 1903 a Par1g1, 1904 a Copenaghen, 1905 a Parigi, 1906 all'Aia, 1907 a Vienna 1908 a Filadelfi.a, 1909 a Stoccolma, 1910 a Bruxelles, 1912 a Roma. In questi primi dieci anni si è riconosciuto chiaramente che la comunità internazionale degli interessi permette di risolvere numerosi problemi importanti. qra che 28 Società centrali nazionali hanno aderito al1'Associazione internazionale, questa si riunisce pèr la prima volta nel luogo della sua fonda• ztone. · L'undicec;ima conferenza Internazionale dell~ Tubercolosi avrà precipuamente lo scopo dt esaminare se i risulta ti che si attendevano dalla fondazione dell' A '3sociazione sono stati raggiunti. Fra le relazioni più import~nti so~o le seguenti, per alcune delle quali non e ancora stato designato il relatore: . . . Forme cliniche della bacillosi di Koch nelle diverse età (Landouzy). Espressioni istò-ana~omo­ patologiche della bacillosi umana nelle dtver~e età. Ciò che deve la tisiologia umana al~a medicina sperimentale. Il trattamento chirur.gico d~ll~ tubercolosi p olmonare (Brauer). Le ass1curaz1<?n1 sulla vita privata (R. Franckel). Le mutualità (Fuster). L'assicurazione di stato. ~~uole professionali per i bambini pretubercolotic1 (Pannwitz). 0

Il IV° Congresso Regionale Medico Toscano si adunerà il 15 e 16 giugno prossimi, ai Bagni di Montecatini. . I Rappresentanti delle Sezioni. F~o~~n~na e 41 Valdinievole dell' A. N. M. C., nun1t1s1 in Comitato organizzatore, fanno noto ai coll~gl?-i che Autorità , So~ietà e popolazione di Bagnt di Montecatini, venute a conoscenza della proposta con-


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vocazione dei Medici Condotti. abbiano con entu__siasmo dichiarato di volere festosamente e con signorilità ricevere quanti medici vorranno rispondere all'appello. L'illustre maestro prof. sen. Croceo, direttore delle Terme, prenderà parte alla ri11nione e sarà guida autorevole nella visita degli Stabilimenti. I presidenti di Sezione ed i soci che intendono fare comunicazioni al Congresso sono pregati di darne avviso al più presto al dott. L. Parenti (Bagni di Montecatini), · I soci che prenderanno parte al Congresso dovranno inviare la loro adesione entro il 10 giugno al dott. L. Parenti unitamente alla quota di lire 3, e loro sarà rimessa una tessera che darà diritto ~!l'ingresso agli stabilimenti di cura, ai bagni Termali, al banchetto ufficiale, all'alloggio per due sere nei principali alberghi, ai ricevimenti e divertimenti che saranno organizzati dal Comitato paesano. I Congressisti domanderanno alla stazione di partenza il biglietto di andata e ritorno per Mon· tecatini-Bagni che avrà validità dal venerdi al martedi col consueto ribasso dell'andata e ritorno per le stazioni termali. I""e signore dei congressisti medici condotti che desiderino prender parte al Congresso sono prega te di ritirare una tessera personale, inviando lire 3 al dott. L. Parenti. L'eventuale rimanenza di cassa sarà devoluta al Collegio-Convitto degli Orfani dei Sanitari in Perugia.

Il Congresso dei medici ospitalieri. Questo Congresso fu inaugurato il 15 maggio a Milano, sotto la presidenza del dott. Giuseppe Forlanini, il quale disse parole di circostanza. Furono lette le adesioni da Torino, Parma, Venezia. Su· proposta inviata da Roma dal professore Carducci, presidente della Federazione Nazionale, il Congresso inviò una calda adesione alla iniziativa del dott. Sforza e del prof. Devoto per un Comitato permanente per 1 assicurazione obbligatoria contro la malattia, come precipuo mezzo per la soluzione delle questioni d'assistenza ospitaliera in Italia. In seguito si dichiarò costituita la Federazione regionale ospitalie.t a e se ne approvò lo statuto. Il Congresso passò poi alla discussione di importantissimi temi. Riferirono il dott. Dori di Pavia sul programma d azione delle Associazioni ospitaliere; il dott. Somani di Como sulla importante questione degli stipendi, pei quali il Congresso stabilì il minimiftm da richiedersi alle Amministrazioni ospitaliere. Il dott. Legnani e il dott. Pezza di Pavia trattarono ampiamente l'argomento dellE" pensioni; il dott. Martinelli di Milano quello del riposo settimanale. Infine il dottore Masnada di Pavia si occupò della spedalizzazione degli abbienti, la quale costituisa.e danno permanente e grave alla numerosa clientela degli esercenti liberi. Su tutti questi temi furono emessi voti e relativi ordini del giorno. 1

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Propaganda igienica. L Associazione nazionale dei medici condotti ha da parecchi anni com preso la propaganda igienica fra i capisaldi del suo programma. L'Associazione intende ora intensificare e generalizzare in tut~ le regioni d Italia la sua pro1

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paganda, con un programma più organico e più vasto. estendendola oltre che alla lotta contro le malattie . anche ad altri problemi sociali, in modo da allargare il campc- d'azione delle sezioni già operose, sollecitare re energie latenti delle altre, e tutte coordinarle e convergerle, con uni· formità di indirizzo, verso il fine comune, l'edu· cazione igienico-sociale del popolo e il conseguente migliore.mento delle sue condizioni fisiche ed economiche. A tal uopo la Presidenza centrale delegava il vice presidente Ranelletti alla preparazione e organizzazione del nuovo programma generale dì propaganda. Stabilito dalla Presjdenza centrale questo programma generale di propaganda igienico-sociale, è compito delle sezioni di provvedere al suo svolgimento nelle rispettive circoscrizioni, affidandone l'incarico ai singoli Comitati di propaganda igie• ntca. Il programma generale consta di tre parti principali: I. - Propaganda igienica per la lotta contro le malattie, specie a carattere sociale. II. - Propaganda in favore della Previdenza, delle Assicu!'azioni obbligatorie e in modo speciale della Cassa Nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai. III. - Statistica nazionale di morbilità e morta li tà delle classi lavoratrici. Allo scopo d'interessare alla propaganda le Autorità centrali, chiedendo loro l'appoggio morale ~ materaiale, sono ~tate inoltrate varie lettere, dirette al presidente del Consiglio dei ministri ori. Giolitti, ·al Direttore generale della sanità pubblica on. Lutrario, al Ministro della pubblica istruzione on. Credaro, al presidente della lega nazionale contro la tubercolosi on. Baccelli, al ministro di agricoltura on. Nitti, alla Cassa Nazionale di previdenza per l'invalidità e la vecchiaia degli operai, alla Federazione del lavoro, alla Direzione generale della statitica e del lavoro. Si sono ottenute promesse di appoggio e d' incoraggiamento.

L'assemblea generale della Croce Rossa. · Ha avuto luogo a Roma l'assemblea generale della Croce Rossa italiana, alla quale intervennero oltre 200 soci. Il presidente, conte Della Somaglia, comme· morò degnamente il defunto presidente, conte senatore Taverna. Il presidente dette poi lettura del resoconto morale economico della associazione degli anni 1911 -1 9 12, e si passò in seguito alla elezione degli uscenti, per compiuto quinquennio, fra i membri del Comitato centrale. Vennero riconfermati tutti gli uscenti ed eletti i seguenti: Theodoli ing. Al· berto, Facelli prof. Cesare, Taverna conte Lodovico e Macchi di Cel?ere conte Vincenzo; a revi · sore dei conti Ferrajoli marchese Filippo. Il presidente, conte Della Somaglia, espose una succinta relazione sull'operato della Croce Rossa nella guerra .Libica e accennò al se~vizio pr~sta t.o dall'Associazione nella guerra det Balcani; e 11 dott. Polacco, a nome di alcuni medici suoi colleghi , presentò un ordine <i:el gìor~o, nt::l quale chiedeva che fosse preso 1n cons1deraz1one un memoriale, già consegnato alla presidenza, contenente alcuni desiderata relativi al miglioramento dei servizi ed all organizzazione della Croce Rossa. 1

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IL POLICLINICO 1

L assemblea si sciolse con una manifestazione di benevolenza al nuovo presidente e col fervido voto che la Croce Rossa possa intensificare sempre pi? la. ~ua azione a vantaggio dell'esercito, e mer1tars1 11 plauso della Nazione.

La Croce Rossa italiana al campo greco in Epiro. L a Croce Rossa italiana all'inizio della guerra balcanica d'accordo col nostro Governo .decise, come è noto, di inviare a ciascuno degli Stati belligeranti ospedali da campo, ambulanze, soccorsi in denaro. La Grecia non fu certo ultima nel ricevere il soccorso italiano, perchè, oltre le offerte in materiali (duecento letti alla Croce Rossa ellenica) e di denaro, ricevette dalla Croce Rossa Italiana un ospedale da guerra, che potè durante la campagna in Epiro tenere disponibili per m élati e feriti I20 letti, mobilitando, in due spedizioni. Io ufficiali, 6 sottufficiali e 66 uomini di truppa. La prima spedizione al comando del maggiore medico cav. Gino Crescini esercitò la sua azione specialmente ad Arta , dal mese di ottobre fino ai p~mi ~i febbrai<l. Poi si trasportò a F~lippiade col quartier generale greco. Dal febbraio in poi l'ospedale da guerra della Croce Rossa italiana passò al comando del tenente colonnello medico Lincoln De Castro. Iti questi giorni tutto il personale inviato negli Statj balcanici dalla Croce Rossa è di ritorno. Dal tenente colonnello De Castro il « Corriere della sera » ha ottenuto le seguenti informazioni per ciò che riguarda l,opera prestata in Grecia. L'ospedale da guerra n. 54 (della circoscrizione di Venezia) curò i feriti di tutti i .c ombattimenti avvenuti in Epiro dalla battaglia di Gribovo fino alla presa di Giannina . circa 850, e 150 malati. L'ospedale della Croce Rossa italiana fu il solo ospedale straniero che funzionò coi proprii mezzi , essendo il solo organizzato dal punto di vista del personale e del materiale per servizio di guerra. I suoi spostamenti erano resi facili e possibili per ogni più urgente bisogno, le sue tende furono le sole che nei giorni di forte burrasca si mantenne10 solide, mentre tutti gli altri accam~ pamenti furono smantellati dalle raffiche impetuose. Un ottimo apparecchio radioscopico di cui ~r~ fornito l'ospedale n. 54 ·rese i migliori serv1z1. Le autorità militari elleniche e gli addetti militari di varie nazioni, ebbero ad ammirare il perfetto funzionamento della Croce Rossa italiana. Il generale Danglis, capo dello stato maggiore greco, il generale francese E vdoux, il colonnello medico Arnaud della missione milita re francese al servizio del Governo greco, non lesinarono i loro elogi. Poco prima dell'assassinio di Re Giorgio a Salonicco l'ospedale n. 54 ebbe a Filippiade la visita della Regina Olga, la quale volle personalmente ringraziare il comandante a nome del Re. L'ospedale n. 54 ricoverò altresi III prigionieri turchi dei quali parecchi erano feriti. La Croce Rossa italiana ebbe anche le sue vittime in Grecia perchè vari militi furono colpiti dalla febbre ricorrente ehe serpeggiava fra le truppe in Ep'ro, e un milite, il caporale GiuseJ?pe Segata. morì di tifo il giorno precedente al nmpatrio della Croce Rossa, .:J?ur~nte la permanenza del nostro ospedale a F 1l1pp1ade anche la popolazione ricorreva alle cure dei nostri medici. (32)

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Gli ufficiali della Croce Rossa italiana in Grecia, ol~re .i comandanti già ricordati, furono i dottori D Ancona, Marcolongo, La Selva, De Fanti, Tron i contabili Rezioli e Peloso e il farmacista Raschi:

La Croce :aossa italiana al campo turco di Fieri. Col piroscafo « Molfetta », della Società « Puglia », proveniente da Bari, il 19 maggio u. s. è passato per Vallona un distaccumento della • Crac.e Rossa • italiana, il quale era diretto a Fieri, ove st recava per curare gli ammalati delle truppe turche. , L'ambulanza italiana della Croce Rossa a Vallona. Il 23 maggio u . s. è giunta a Vallona l'ambulanza della Croce ,Rossa italiana, accolta molto cordialmente dall'ufficialità turca e dalla popolazione albanese . Il premio Riberi. L ' « Accademia di medicina » di Torino aveva • conferito in seduta parziale il XII premio Riberi di 20,000 lire al prof. Luigi Pagliari, per il ~ Trattato d' igiene e sanità pubblica », in corso di pubblicazione, del valente igienista. Ma in seguito a questioni procedurali insorte è stato deferito il giudizio sulla legalità di questa assegnazione ad una Commissione composta dal presidente · del1'Ac~ademia delle scienze, dal presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati e dal procuratore generale della Cassazione. Onoranze al prof. De Amicis. - Premio De Amicis. Avendo il prof. T. De Amicis presieduto ed organizzato il Congresso internazionale di Dermosifilogra:fia, tenuto a Roma nello scorso anno, il prof. Barduzzi, allora presidente della Società italiana di Dermosifilografìa, propose, e la sua proposta fu accolta unanimemente, di offrirgli una pergamena, firmata da tutti i soci, in attestato di riconoscenza per l'opera sapientemente prestata e per Ja splendida riuscita del Congresso internazionale. Tale pergamena fu presentata al prof. De Amicis nell'occasione della riunione annuale della Società di Dermosi:filografia tenuta nel· dicembre u. s., e in tale occasione il presidente in carica, professor Ducrey, tenne un applaudito discorso, a cui rispose con acconcie parole il festeggiato-_ · In quella ste~sa occasione, dovendosi decidere dell'uso a cui destinare il cospicuo residuo delle somme introitate per tl Congresso internazionale, su proposta del prof. Truffi di Savona, l'assem· blea dei soci decideva, con voto unanime, di fondare con una parte di questa somma un premio in dermosi:filografia, da conferirsi ogni tre anni a lavori italiani, ed intitolato al prof. Tont.m~so De Amicis. Il regolamento che dovrà stabilire le norme del conferimento di questo premio sarà compilato da un'apposita Commissione, alla cui nomina provvederà ora la presidenza della Società ' italiana di dermatologia e sifilografia. •

Onoranze a un collega. La Giunta municipale di Beinasco (Torino}, nell'intento di festeggiare pubblil~amente la nomina a cavaliere della Corona d'Italia del medico condotto del Comune, dott. Costantino Ganna,


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conferitagli in premio de!le sue benemerenze in pro del locale Ospedale della Consolata, si è costituita in Comitato promotore. E, rendendosi interprete dei sentimenti manifestati dal dottore Ganna, e cioè di « festeggiare beneficando », ha divisato d'indire una pubblica sottoscrizione a favore di una istituenda camera d'isolamento ne1l'ospedale. Era questo il miglior omaggio che poteva rendersi al festeggiato. A tale ~c0po sono state preparate le schede di sottoscrizione per la firma e per la raccolta delle oblazioni. Le dette schede verranno poi unite in apposito albo da presentarsi al valente sanitario, in forma ufficiale, alla presenza. delle autorità locali, del deputato del Collegio e del consigliere provinciale, il 22 giugno prossimo. Le oblazioni si possono anche spedire per cartolina-vaglia, indirizzate al signor Pugno Giovanni, segretario comunale. Si ricevono sino a tutto il 15 giugno. •

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SEZIONE PR.}TICA

Corso di oculistica. Per incarico del Ministero dell'interno il prof_e ssor Cirincione, direttore della clinica oculistica di Roma, terrà ltn corso accelerato per laureati in medicina e chirurgia. sulla diàgnosi e cura ra · pida del tracoma congiuntivale e delle pri11cipali malattie esterne dell'occhio, a cominciare dal 1° giugno.

Per un ospedale a Parma. - È stato aperto un concorso fra ingegneri italiani per un progetto completo di costruzione di un ospedale di 650 letti, comprendente anche le ~liniche universitarie (meno le chirurgiche) e l'Istituto universitario di anatomia patologica. La spesa totale per la costruzione non dovrà eccedere 3,000,000 di lire, ivi compresi la canalizzazione delle 8:Cque luride e piovane, la con· duttura _a distribuzione dell'acqua, d el gas e d ell'elettricità e loro mezzi d'impiego, l'impianto o gli impianti per il riscaldamento e per la ventilazione, la sistemazione del terreno con giardinaggi, viali e recinti. · Nella detta spesa non è compresa quella occorrente alla costruzione dell'Istituto universitario di anatomia patologica. Il concorso scade alle ore 16 del 20 novembre 1913. l'utti i progetti saranno, a cura dell' Amministrazione degli Ospizi civili, esposti al pubblico per almeno ro giorni, prima che siano consegnati ~Ila Commissione giudicatrice. Questa. in conformità del grado di riuscita del concorso, statuirà sull'assegnazione o no, di uno dei seguenti tre P-remi. o di tutti e tre, ossia di un ~ premio di lire 25,000, un 2 ° premio di lire ro,ooo e ,un 3° premio di lire 5000. Ciascun premio sarà divisibile fra i concorrenti giudicati di pari ~erito.

Per l'Qspedale italiano di Lugano. Il 21 maggio a Giornico, alla p.resenza del con· sole generale d'Italia, conte Marazzi, delle autorità tieinesi della Val l~eventina e di grande folla, si è tenuta una riuscitissima festa a beneficio dello ospedale italiano di L.ugano. Il Comitato era presieduto dal signor Francesco Calone, che ha tenuto una conferenza.

La rubrica della beneficenza. Il cav. Giusta Calnazzo, morto in questi giorni a Pegli (Liguria), ha lasciato 4 milioni di lire perchè sia fondato a Badia Polesine, suo paese natio, un Istituto per trovatelli e abbandonati, 20 mila lire per l'ospedale e altri cospicui legati. Conferenze. L'on. prof. Bossi ha tenuto a l\1:ilano, per invito della Università popolare, una conferenza sul tema: « Le conseguenze dei patemi sulla donna ».

Nuovi giornali. Il prof. Jonnescu - ben noto ai chlrurgi per il suo metodo di rachianestesia generqle - ha vo· luto raccogliere in una rivista i lavori originali . dei chirurgi rumeni, ora sparpagliati in varie riviste europee. Cosi è sorta la « Revista de Chirurgia » diretta dal Jonnesco e di cui sono redattori parecchi eminenti chirurgi e segretari i docenti J acohovici e Gomoiu. È amministrata dall'[stituto di anatomia topografica della Facoltà medica di Bucarest. Il primo numero, il quale porta la data di aprile l9r3. si presenta in elegante veste tipogra· fica e contiene dieci memorie. Le discipline medico-chirurgiche hanno assunto un poderoso sviluppo durante gli ultimi decenni nella lontana colonia della Roma imperiale. Ne fa fede questa splendida pubblicazione, alla quale ,.. dall'alma madre inviamo i più cordiali auguri.

Per il valore dei disinfettanti. Al Congresso internazionale d'igiene che ebbe luogo a Washington si discusse la questione di un metodo internazionale per la determinazione del valore dei disinfettanti posti in commercio. Il Congresso nominò una Commissione costituita di sei membri per lo studio della questione e per concretare le relative proproste. Rappresentante dell'Italia è il prof. Gosio; presidente della Commissione il prof. Weber di Berlino.

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Per l'ospedale italiano di Londra. Il '27 maggio h a avuto luogo nelle sale del « Royal Institute of Painters in Water Colours » un ballo di beneficenza a favore dell'ospedale italiano in Londra, fondato nel 1884 e che è mantenuto con contribuzioni volontarie annue e con lasci ti dei benefattori. L'ospedale è sotto il patronato dei Reali d'Italia e d'Inghilterra ed è presieduto daJl'ambasciatore italiano.

Uno studio ufficiale sulle carni refrigerate . Alla Camera dei deputati francese il Ministro di agricoltura, rispondendo ad una analoga interrogazione del deputato Loth, ha dichiarato di aver dato disposizioni perchè sia intrapreso uno studio delle modificazioni a cui vanno soggette le carni conservate col mezzo della congelazione o delt1 refrigerazione prolungata. Lo studio si estenderà ai vari metodi di conservazione col fredd •J, e ai procedimenti che potrebbero esser usati per caratterizzare le varie specie di carni refrigerate e distinguerle dalle carni fresche. In base ad esso, se ne sarà il caso, si emanerà un regolamento sul traffico delle carni refrigerate. (33) f


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Cronaca epidemiologica. Fra gli ascari eritrei del 7° battaglione imbar· cati a Massaua sul piroscafo « Bologna ,, e diretti a Bengasi, s'era manifestato qualche caso di peste bubbonica, onde il piroscafo venne inviato in quarantena all' Asinara e sottoposto ad energiche e generali disinfezioni, dopo di che è ripartito per la Cirenaica. · All 'Asinara è rimasto un solo ascaro, colpito da malattia sospetta, il quale però è in continuo miglioramento, e altri tre ascari colpiti da malattie comuni. Il dott. Clementi, medico di porto di Genova, accompagna il « Bologna » sino a Bengasi.

Incerti professionali.

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Il dott. Lodovico Figna, vice-direttore del Manicomio della provincia di Bologna, è stato gra · vemente ferito con un colpo di rivoltella da un mattoide, che egli aveva curato con una serie di iniezioni ipodermiche, mentre era degente al Manicomio. Il feritore, tale Casalino, si era fitto in capo che le iniezioni fossero state fatte all'unico scopo di · persecuzione personale; ed aveva giurato di vendicarsi. Il dott. Pigna, che dimostrò nel grave incidente un'ammirabile serenità di animo, ai colleghi ed alle autorità che lo confortavano, rispondeva che « non si trattava che di incerti del mestiere ». (L' AvvBn. Sanit. ).

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Dieci milioni per un bacillo. .

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Il dott. Friedmann di Berlino avrebbe scoperto che il bacillo della tubercolosi delle tartarughe fornisce un vaccino curativo innocuo ed efficace per l'uomo. Intorno a questa scoperta è stata fatta una -Yéclame straordinaria, sovratutto negli Stati Uniti d'America, ove il Governo pose a disposizione dell'inventore molto materiale clinico (sotto il controllo dell'U. S. Public Health Service). Ora egli ha venduto per gli Stati Uniti il rimedio, al prezzo di seicento mila franchi in contanti e nove milioni in azioni, ed ha interrotto gli esperimenti, i cui risultati non erano dissimili da quelli che si ottengono éon altre tera pie tubercoliniche. A. M.

Azione giudiziaria tra due medici.

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L'Oeuvre de la tubercutose humaine , è un'istitU·· zione ·diretta dal dott. Samuele Bernheim di Parigi. Essa mantiene un dispensario antituber· colare a Sanit Denis. Per quattro anni al dispensario è stato addettoin qualità di medico capo il dott. Lonis Dieupart. Ma da qualche tempo erano avvenuti degli screzi col direttore, percbè quesei int~ndeva che· venis5e largamente somministrata la " dioradina », una specialità farmaceutica che il dottore Dieupart ricusava di prescrivere, perchè la Per un abito inzaccherato. riteneva inefficace. Dieupart fini per dimettersi Riportiamo dal « Paris Médical ». che un me- ed intentò causa al collega, chiedendo 5000 frandico interno degli ospedali di Parigi. mentre si chi d'indennizzo pei danni cagionatigli dalla brurecava a visitare un malato, incontrò nel "ob- sca dimissione. Nello svolgimento del processoborgo Poissonnière un autobus che rasentava il egli potè dimostrare che il Bernheim era cointemarciapiede a forte velocità e che gli fece schiz- ressato allo smercio della dioradina. Ma il Tribuzare addosso il fango della strada. Il medico si nale dette torto al querelante, considerando che vide costretto a tornare in casa per cambiare gli · in un dispensario privato vige piena libertà nella scelta dei medicinali e che il dipendente deve atabiti e la biancheria. mentre il malato attendeva con impazienza. Citata, dinanzi al giudice di pace tenersi alle istruzioni del direttore. d el nono Circondario, la compagnia degli autobus, venne condannata a pagare al medico cento franA chi risale la responsabilità della sifilide da bachi di danni derivatigli pel ritardo al quale egli liatico. ~ra stato costretto. Si sono svolte a Parigi due azioni giudiziarie Conferenze di etica medica che una balia sifilizzata da un bambino affidaSono state organizzate dall'Associazione dei tole ha intentato contro i genitori di lui e poi medici pratici di Vienna la quale, continuerà contro il medico che lo aveva dichiarato immune l 'esperimento, in ragione del grande successo dall'infezio~e. I Tribunali decisero prima per la riportato. irresponsabilità dei genitori, poi per quella de~ medico, in quanto che la lue era latente così net L·Istituto Evans a Filadelfi.a. genitori come nel bambino; quindi non accordò àlla querelante nessun risarcimento di danni. Il dentista americano Thomas Evans, morto a Parigi alcuni d ecenni or sono, aveva lasciato per Altre volte la giurisprudenza francese aveva ammesso che, dal momento che la nutrice ha riport esta mento 15 milioni di franchi alla città di Fitato dall' allallattamento un danno. questo deve ladelfìa. per l'erezione di un istituto odontoia· essere indennizzato da chi, anche involontariatrico Dopo una lunga causa giudiziaria sostenuta con mente, lo ha causato. Nel Paris M édical (5 gengli eredi, i quali impugnavano la validità d el te- naio 1913 ) il dott. Paytel osserva: « questo vuol stamento, la città di Filadelfia è venuta ora in dire non tener conto del rigore dei principi giu?Ossesso del grandioso lascito e procederà presto ridici, sui quali si basa l'accertan;iento della r~· all'erezione dell'I~tituto. il quale s'intitolerà al sponsabilità civile. Poichè condizione necessana all'esistenza di tale responsabilità è l'elemento legatario. volontario d'un abuso di diritto, o - secondo la Donazione Rudolf Mosse. dizione dell'articolo 383 C. penale- di una impruIn occ3sione del suo 70° complèanno il proprie- denza o d'una negligenza. " La scienza ammette invece che una persona tario della nota casa d ' inserzioni commerciali e di réclame St;.i giornali medici tedeschi ha fatto può essere sifilitica senza saperlo, e può, senza una donazione di circa due milioni di franchi, dei saperlo, trasmettere al proprio figlio tale forma morbosa ». quali 125 ,000 destina ti alla Rudolf Virchow Haus. (34)

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SEZIONE PRATICA

Rassegna della stampa mediea. Rev. de Chir.,

mar. GoRSE e DUPUICH. « Il cancro della lingua nei giovani ». - GoTTE e ALAMARTINE. « I~a tubercolosi infiammatoria; sue manifestazioni chirurgiche». - REGNAULT e BOURR'CT·LACOUTURE. (( Aneurisma professio· nale dell'arcata palmare superficiale». Gazz. d. Osp., I I m a r. MA'LAN. « Emorragie gravi dopo ablazione delle tonsille palatine ». - I3 mar. GHEDINI. « Dopo sette anni di sierorea· zioni diagnostiche delle elmintiasi ». Miinch. Med. Wocb., I I mar. 0BENDOR.FER. cc Le malattie sifilitiche dell'aorta ». - ERNE. cc L'esame funzionale del rene con fenolsulfoftaleina >>. - CONRADI. « I bacilli difterici nel secreto nasale e faringeo di bambini malsani ». - WITZEL. «Generalità sulla cura delle ernie, in specie sull'eventramento (hernia permagna} ». - SPIETHOFF. « Sull'u.s o terapeutico del siero proprio (auto-sieroterapia} ». Gaz. d. Hop., I I mar. MARm P. e GouGEROT. « Ramollimento cerebrale e spandimentb me· ningeo puriforme asettico a polinucleari intatti ». Le Bull. Méd , I2 m ar. HUTINEL. « La sindrome maligna nella scarlattina ». La Sem. Méd., 12 mar. LÉJARs. «La cura chirur· gica delle fratture della rotula ». La Presse Méd., I2 mars. Rouz.t\.ND e CABANIS. « Variazioni della colesterinemia durante la vaccinazione anti-tifoide ». Wien. Klin. Woch, 13 mar. M.ATZENAUER. cc Il difetto del vetro, nell~ iniezioni di salvarsan ». - MtiLI1ER e STEIN. « La reazione cutanea nella lue » -HEIN:rz. « Chirurgia da guerra nel campo turco-montenegrino ». Gaz . d. Hop ., 13 mar. HITOT e MAURI.<\.C. (( Ematemesi d,a arteriosclerosi gastrica ». - 15 mar. GoRSE. <t La rachianestesia ». Deut. Med. Woch., 13 mar. K uTTNER. cc La fistola iomandibolare ». - STRAUSS. «La cura cuprica della tubercolosi esterna ». Gazz. Med. It., 13 mar. STRADIOTTI. (( Sull'attuabilità del pneumotorace terapeutico ». The Lancet, 15 m ar. BERRY. cc Chirurgia della tiroide ». - REYNOLDS J. e R. J. cc La cura di foruncoli, acni ed altre infezioni con l'acido solforico per via interna». Paris Méd., I5 m a r . MOREI,. « L'insufficienza paratiroidea e sua cura ». - GALLIOT. « Cura del cancro ». La Rif. Med .• I5 mar. SCHIAVON~ e TRERO'rOLI. cc Azione dei raggi ultravioletti sui vibrioni del colera e sui bacilli della peste ». The Boston 1\1. a. S . Journal, I3 mar. TENNEY. cc L'ostruzione ureterale ». La Clin. Ost., 15 mar. LA TORRE. « Delle false gravidanze». Annals of Surgery, mar. COLEY. cc Miosite ossifi.. cante traumatica ». - JACOBSON. cc Sul morbo di Basedow >> . - JACKSON. « Pericolite mucomembranosa e stati_ affini della regione ileocec ale n. Riv. Sanitaria, 15 mar. CERADINI. « Sui cosid~tti avvelenamenti alimentari ~. -- MlGLIUCCI. « La capacità giuridica dei .frenastenici ». Rev. de Thér., 15 mar. CHAUFFARD. « Ascessodis · senterico a perto nei 'bronchi ; guarigione ». LEGUEU. « I corpi estranei in ve5cica e loro trattamento ». 10

The Journal A. M. A., Ì5 mar. DEAVER. « L a cura chirurgica a l cancro della glandola mammaria ». - BISHoP. « Sulla profilassi dell' arteriosclerosi e delle cardiopatie ». Journal Méd. Français, 15 m ar. «Numero consacrato al gozzo esoftalmico ». La Semana Méd., 6 mar. PENNA. u Lezione inaugurale ad un corso di epidemiologia tenuto a Buenos Aires ». - RoDRIGUEZ. « Subordinazione patogenetica delle dermatosi alle d ispepsie ». - 13 mar. CALIGUIRI . 4 Entero-tifo-colite cronica. La Tuberc., mar. RONZONI. a Forme attuali di denunzia della tubercolosi », Il Morgagni, mar. CoRBETTA. « [stogenesi del carcinoma seminifero del testicolo ». La Clin. Med. Italo, mar. SIItVESTRINI. « Il germe patogeno nella meningite cerebro-spinale sporadica ». - MARCONI. « Sulla nuova sieroreazione del Rivalta nelle manifestazioni specifiche dei bambini >'. Ann. di Med. Nav. e Colon.' feb. FRANCHINI e MANTOVANI. « Nuovo parassita protozoario in un malato proveniente d al Brasile J) . - SESTINI. • Sterilizzazione delle acque potabili con processi di fortuna ». Riv. crit. di Clin. Med., 15 mar. CANTIERI. « Le sieroreazioni per tifo, paratifi, bacterium coli e melitense col siero di sangue malarico ». Il Movim. Sanit.. 15 mar. Gosro. u Rapporti fra la tubercolosi bovina e la tubercolosi umana ». Revue Neurol., 15 mar. LÉRI. « Il segno dell'avambraccio ,, . - NOICA e PAULIAN. « La flessione del ginocchio ». - P ASTINE. cc Il fenomeno dell'estensione delle dit~ allo stato normale e patologico ». L'Igiene della Scuola, mar. ToNZIG. « Sulla profilassi delle malattie diffusibili nella scuola ». La Policlinique, 15 mar. DuMONT. « Forme fruste della malattia di Basedow >>. La Pratica oculist, mar. PRECERUTTI. « La lente radioattiva ». Le Bull. Méd ., 15 mar. KIRMISSON. « L'osteomielite nella prima infa nzia >>. Zbl. f. Chir., 15 mar. DEUTSCHLANDER. (( .Anestesia delle articolazioni >~. - PAYR. cc Tecnica della puntura cerebrale >. Mediz. Klinik, 16 mar. SACHS. «La miopia e sua cura » - HUBNER. cc Influenza della dieta sulle malattie cutanee ». - BLtiHDORJ.~. * Sull'emo"tasi 1). Gazz. d. Osp ., i6 mar. MON'I'EFusco. « Recidive di difterite e trattamento dei portatori di ba~ cilli difterici >>. Le Scalpel. I6 mar. FAMENNE. « Le turbe mentali consecutive alle infezioni; loro curabilità ». Klin. ther. Woch ., I7 mar. HA USER. « Miomi e gravidanza ». Brit. Med. Journ., 15 mar. Numero consacrato alla tossiemia alimentare. Rev. Clin. de Madrid, 15 mar. DE AzuA. « Acan• • • thos1s ntgr1cans >l. Boli. d. Clin., mar. PULVIRENTI. ~ La leishmaniosi cutanea nelle provincie di Catania e Caltanissetta ». -· Rossi. ·« Cura della sciatica colle iniezioni di calomelano ». L'Idrologia, ecc ., 2 . FONTANA. « Applicazioni della transtermia ». F URNO. « L'emanazione di radio nelle malattie interne ». 1

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IL POLICLINICO

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Pol~clinico,

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mar. RocHA. « I metodi di per-

The Lancet, 22 mar. HALL. 4 L'aneurisma endocuss1one ». toracico ». - BELL- « Funzioni genitali delle Rev. del Circ. Méd.' de C6rdo ba, feb. DUCCESCHI. glandole chiuse della donna ». - HERTZ. « Il « La criminalogia moderna ». segno di Bastedo nell'appendicite cronica 1. La ·Presse Méd., 15 mar. BERNARD. « Il pneumoMAGNAB. cc Medicazione ionica dell'herpes zotorace dei tubercolotici ». - LETULLE. « Diaster ». gnosi degli aneurismi dell'aorta ». Le Bull Méd. , 22 mar. PLICQUE. « La cura della Berl.' Klin. Woeh., 17 mar. LÉPINE R . « I prosifilide nelle donne incinte ». gressi nella terapia del diabete mellito durante Paris Méd., 22 mar. Numero consacrato all'edugli ultimi 50 anni ,>. - V.l\.LENTIN. « La paro· cazione fisica . tite post-operativa » . Le Progrès Méd., 22 mar. AIMES. « Etiologia e La Prov. Méd., 15 mar. MAUREL. « L'eugenipatogenesi dei fibro-miomi uterini». smo 1. Brit. Med. Journ.. 22 mar. RAUNIN. cc La glicoRiv. Ospedal., 15 mar. Numero monografico desuri'a " . - STOCKAM. ~ I salicilici nel reuma dicato alle malattie nervose. tismo acuto ». Gazz. d. Osp., 18 mar. GAt<MAGNANO .. ·' L'herpes · Gazz. d. Osp., 23 mar. ALBERTONI. ~ (~ontegno e zoster costale nelle affezioni dell'apparato reazione degli zuccheri nell'organismo ». - FAspiratorio ». SANO. « Rare forme di osteomielite». Miinch. Med. Woch., 18 mar. GRAVE. « L'albu- , Pensiero Med. , 23 mar. CATTANI. • Il fremito armina nel ricambio del febbricitante ». - KREterioso o polso vibrante ». CKE. « Sull'appendicite cronica ». Berl. Klin. Woch., 24 mar. RUBINO. « Cura del Tuberculosa, 18 mar. SAVOIRE. « Il tubercolotico morbo di Basedow ». LEWIN. cc Azione dei in famiglia ». metalli pesanti nei tumo1i maligni ». - ADLER. La Sem. Méd., 19 mar. BARD. « Confronto del e< Sulla chirurgia della cistifellea ». polso esofageo e del polso giugulare in ùn caso Gaz. d. Hop., 22 mar. AUDIBERT e MONGES. (( Condi tumore primitivo dell'orecchietta sinistra ». gestioni polmonari ». . La Presse Méd., r9 mar. RECLUS. « Trattamento La Presse Méd., 22 mar. PACHON. « Orientazione delle ferite da palle di revolver e di fucili da nuova della sfigmomanometria; la pressione guerra ». - AIRNES. « Elioterapia delle affezioni minima; campione sfigmomanometrico ». non tubercolari •. KARWACKI. « Le agglutinine locali nella diaZbl. inn. Med., 22 mar. SoWADE. << Rivista genegnosi della tubercolosi ». rale di dermosifilidologia ». Miinch. Mep. Woch., 24 mar. SAUERBRUCH. " La Zbl. f. Chir., 22 mar. BASTIANEI.LI. « Trattamento paralisi artificiale del diaframma (frenicotomia) nelle malattie polmonari» . - MORPURGO e DOdelle ferite da pielotomia ». NATI. « St1lla ereditarietà della predisposizione Déut. Med. Woch., 20 mar. FELDT. « La chemoai tumori maligni ». terapia della tubercolosi con l'oro ». - DIBBET, Riv. di Patol. nerv. e ment., 2. MAGAUDDA. « SinDIESING. « Etiologia del rachitismo ». - LAN· dromi nervose determinate dagli aneurismi delDAU. « Capsule $Urtenali è ricambio del grasso)). l'arteria succlavia ». Rev. Méd. de la Suisse Rom., 20 mar. TURRET- Klin.- ther. W och , 24 mar. PoRGES. ~ Sui dolori riflessi nelle malattie interne e sul loro valore TINI. « Su di un segno precoce della pericar· diagnostico ». dite ». Riv. crit. di Clin. Med., 2 2 mar. SicCARDI. « Mo· La Rif. Med ., 22 mar. PoDDIGHE. « Sulla permea· dificazione nell'eliminazione dell'indacano e delbilità delle oareti intestinali ai b atteri e sul.. l'uroreseina indotte dal freddo terapeutico ». l'azione protettiva dell'~piploon ».

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Indice alfabetico per materie. \

Alimenti : scelta nelle malattie . . . . Pag. 771 Anchilostomiasi: cura col timolo . • . )) 785 Alcoolismo: danni . . . . . . . . . . ]) 797 Ar1ti~epsi intestinale nella pratica in)) 788 fa~tile . . . . . . . . . . . . . . . Canale toracico: obliterazione cancerosa )) 785 Carcinoma del terzo superiore dell'esofago: nuovo segno . . . . . . . . . )) 785 Chirurgia di guerra . . . . . . . . . . )) 779 Cisti da echinococco del fegato posterotora cica. . . . . . . . . . . • . . Croce Rossa Italiana (L'opera della) nella guerra di Libia . . . . . . . . Elmintiasi causa di pseudo-epilessia .. Fascia .addominale a calice di De Giovann1 . . . . . . . . . . . . . . . . Febbre tifoide: cura con tintura di iodio Roma, 1913 -

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Tip. Nazionale d i C. Berterc e

c.

Foruncoli e accessi : cura . . . . . . . Nevralgie sciatiche e lombari nella dia· gnosi dei tumori "infiammatori tubercolari dell'intestino . . . . . . . . . Nitrato d'argento in dermatologia . . Pancreas: struttura . . . . . . . . . . Parotidi te epidemica: clinica e profilassi . . . . . . . . . . . . . . . . Pulci: mezzi per combatterle . . . . . Reazione di Abderhalden: applicaziòni nel campo ostetrjco. . . . . . . . . Sacrodinia nel cancro del pancreas . . Siero di ca vallo : applicazioni . . . . . Tubercolosi del rene . . . . . . . . . Tubercolosi e alterazioni costituzionali Ulce~a d ~odenal~: . perforazione da - . Vacc1naz1one ant1t1fi.ca . · . . . . . .

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788

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.luno XX.

Roma, B giugno 1918 •

Fase. 23

SEZIONE P.RA.TICA. DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF. VITTORIO ASCOLI ===--====================---=========-=~::::;;: ;-::.=

SOMMARIO.

Lavori originali: P roff. G. .-'\les!'andrini e A. Scala: Cont1'ibuto n-uovo alla etiologia e patogenesi della Pellagra. - Sunti e rassegne: CarRURGtA: Mouchet; La chirurgia inft.Jntile e l'o,topedia nel x9r3. - MEDICINA: Welssembach e Bonhoure: La spondilite tifica. - OSTETRIC.I A: Cesare Croci: Sull'impiego degli estf'atti ipofisari in ostetricia. - Osservazioni cliniche: Prof. G, Rom.anelli : Sopra un caso di aneurisma saccato dell'aorta to,aciea. - Accademie, ' Società mediche, Congressi: Societtl ·

ffa t cultor' di sciente medic/16

1

nalu,ali di Cagliari.

Appunti pet' il medico pratico :

Capacità polmonare ·m inima compatibile con la vita. - CASISTICA: Le appendiciti ematoge-ne. - Etiologia delle adet'enze del colon. - TERAPIA: Te"cina ed adonis usaii come diu1'elici e come caraiocinetici. - La scilla medicame11to diu1etico azoturico. - L'azion e tl-iuretica della digitalina e teobr:Jmina nei bambini. - Posta degli M EDICINA SCIENTIFICA:

abbonati. - Varia - Cenni bibliograftoi. Nella vita professionale : Doctor Cajus: Quesiti di deontologia. - CroJSaca "l movimento professionale. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine, promozioni ed onorificenze. - Condotte e Concorsi. - Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie.

MEMENTO AI RITARDATARI I

' gio u A. s.,quegli associati out,pagàmento mediante il foglietto annesso al fascicolo 21 del 25 magfacciamo notare che se lasciesollecitammo 11

dell'abbonamen~,

ranno trascorrere il 30 corrente senza aver inviato il dovuto inporto indicato nella sollecitazione stessa, perderanno ogni diritto al volume di premio ordinario COMPENDIO DI OINECOLOOJA MODERNA la cui stampa volge ormal al termine.

Ricordiamo the I' importo d' abbonamento va spedito ton Cartolina-Vaglia, indirizzata nominativamente al Prof. ENRICO MORELLI, Via del Tritone, 46, ROMA. L'AMMINISTRAZIONE. Dlri&&I di proprle&à rlgerva&I -

È vieta.ta la riproduzione di lavori pubblica.ti nel POLICJLINICJO o la pubbliaa1lone dJ sunti di essi

senza. cita rne la. fonte.

LAVORI ORIGINALI 4'ontributo nuovo alla etiologia e patogenesi della pellagra (r)

'

per i ptoff. G. ALESSANDRINI e A. SCALA. Le ricerche epidemiologiche, fatte da uno di noi (Alessandrini) dal 1909 ad oggi portarono alla conclusione che la pellagra fosse una malattia nei· tamente localizzata e si contYaesse in quelle dete.,minate zone ove si bevono costantemente acque che nascono da te1ren?.'. a1gillosi, o su te'Yreni argillosi scoyrono e stagnano. Per analogia con alcune malattie parassitarie di animali domestici e per alcune casuali coincidenze di fatti, si suppose che l'agente specifico della pellagra potesse essere un parassita animale · del gruppo delle Fila1riae. Però le prime espe.rienze che uno di noi (Alessandrini) istitui sulle

·

scimmie, mentre confermavano l'origine idrica dellà malattia, facevano escludere quella parassitaria. · Frattanto all'altro di noi (Scala) venne il sospetto che la pellagra fosse determinata dalla azione di una sostanza n1inerale, che si poteva trovare, in speciali condizioni, nelle acque che si bevono nelle zone pellagrose. E seguendo questo nuovo indirizzo chimico, istituimmo e {>ortammo a compimento numerose esperienze, di cui oggi riferiamo i risultati soltanto, rimandando per i dettagli e per i documenti alla memoria che in seguito pubblicheremo. •

ETIOLOGIA.

La pellag1a, secondo noi, è l'effetto di tossieazione Ct'onica, di cui è causa la silice in soluzinne colloidale i n acque di determinata composizior,,e e perciò essa può anche essere definita • uria malattia da coltoidi minerali . L'argilla è la ca usa prima del male, perc-hè (1) Comunicazione fatta alla R. Accademia me· dica il 25 maggio r9r3. -l'acqua piovana, sia negli strati superficiali, sia t

(I)


806

IL POI.ICLINICO

negli strati profondi del terreno, reagendo su di essa, che · è un silicato di alluminio, provoca una idrolisi, da cui si forma acido silicico ed allumina idrata, che, per le condizioni nelle quali avviene l'idrolisi stessa, possono ambedue passare nell'acqua nella forma colloidale. Però si sa che fra silice ed allumina colloidali vi è incompatibilità e che si precipitano a vicenda; per cui nell'acqua rimane solo l'eccesso di silice su quella ne~essaria per la precipitazione dell'allumìna. Ed il composto colloidale silice-allumina, da non confondersi affatto col silicato di alluminio, va a formare il deposito e rima~e in parte in sospensione colloidale finissima, da esser causa di quella opalescenza persistente che frequentemente si osserva nelle acque bevute dai pellagrosi. Dati sperimentali. - Le sostanze prime sperimentate da noi furono: le acque di alcune zone pellagrose, mescolate in piccola quantità nei cibi abituali degli animali, scelti per le esperienze; la silice i;i sol,,izi'one collo1:dale e la silice gelat1:nosa, l'una e l'altra per iniezione intraperitoneale e sottocutanea, e per bocca. Gli animali di esperimento furono conigli, cavie, cani e scimmie. Abbiamo avuto risultati fra loro sempre concordanti, con la differenza solo del tempo maggiore o minore nel quale essi erano raggiunti. Poichè strettissima relazione esiste fra celerità di azione e stati della silice nell'acqua; tra via intraperitoneale, sottocutanea e via orale. In ogni modo i risultati ottenuti sia per la sintomatologia come per il reperto anatomo-patologico, macroscopico e microscopico, possono ridursi ai seguenti: Sintomatologia. - Gli animali in principio, meno rari casi di eccezionale gravità, nei quali il deperimento e 1a morte avvengono in tempo brevissimo, non risentono apparentemente l'azione delle sostanze somministrate; mangiano -più del consueto, si conservano vivaci, e spesso aumentano di peso. Ma ben presto il pelo perde la sua lucentezza e cade abbonda11temente a chiazze simmetriche; la caduta sì inizia per lo più nella regione interna delle coscie, ·Segue nel lato interno dell'arto anteriore, poi nei fianchi, sul petto, ai lati del collo e si estende alla nuca ed alla coda; l'occhio diviene morto, l'appetito diminuisce, anzi scomparisce quasi del tutto; sopraggiungono i disturbi intestinali che sono più apprezzabili nei c ani e nelle scimmie, meno nelle cavie e nei conigli. Nei primi spesso vi è diarrea, talvolta anche lievemente sanguinolenta alternata da ~titi(2)

[ANNO

XX,

FASC.

23)

chezza, negli altri invece si hanno periodi con feci normali e periodi con feci piiecole, dure, coperte di uno strato di muco denso, bianco; qualche volta striato di sangue. Seguono poscia i disturbi nervosi che sono svariatissimi; si nota alle volte una sovraeccitazione . intensa per la quale, le cavie, in ispecie, di solito tranquille, si agitano per un nonnulla e ad ogni piccolo rumore scattano improvvisamente e corrono qua e là all'impazzata, urtando contro gli ostacoli che si frappongono. A questo periodo di eccitazione ne segue uno di depressione, durante il quale il corpo è agitato da tremiti generali e l'animale cade come tramortito; solo, dopo qualche tempo torna al normale, restando soltanto u.n po' di iperestesia. Altre volte si ha una vera depressione nervosa, per. cui l'animale sta rincantucciato nella parte più oscura della gabbia, con la testa bassa, nascosta sotto la rastrelliera della mangiatoia, per nul~a sensibile agli stimoli ed agli incitamenti. Nei casi più gravi vi è · incesso parapareticospastico, con tendenza alla retropulsione, paralisi completa del treno posteriore, che può estendersi a quello anteriore. S11esso si nota paralisi del detrusore, come anche alle volte quello dello sfintere vescicale, il che si manifesta, con riten· zione e perdita involontaria di orina. Intanto il peso diminuisce, la magrezza diviene impressionante e spesso fa un marcato contrasto con l'aumentato volume dell'addome che apparisce teso e meteorico. L'animale giunto a questo stadio può morire con convulsioni clonico-toniche. Non mancano però casi in cui la morte sopravviene senza apprezzabili disturbi, anzi avendo l'animale in apparenza un aspetto di salute perfetta. Le alterazioni anatomo-patologiche possono ridursi alle ~eguenti: ALTERAZIONI MACROSCOPICHE.

Cute. - Nei punti dove il pelo è caduto a chiazze notiamo eritema più C• meno intenso ed anche una forte desquamazione epidermica, che si presenta in forma di lamelle bianco-splendenti più o meno grandi e sottili. La cute sottostante è liscia, biancastra, leggermente a trofica, ed è meno aderente al tessuto sottocutaneo che si atrofizza, per etti la pelle sembra distaccata e si solleva in p!iche durevoli. Qualche volta nei punti ove essa è più delicata si stabiliscono pro-


LANNO XX, FASC. 23]

SEZIONE PRA'rICA

cessi infiammatori e si formano delle piaghe superficiali, precedute da vescicole che confluiscono formando flittene più o meno vaste (scimmie). Non mancano casi in cui si osservano anche macchie talangettasiche. Le alterazioni cutanee sono più frequenti negli animali a pelame bianco e nei punti dove la pelle è più sottile: petto, lato interno della coscia, ecc., sono mancate ordinariamente in quei cani che furono tenuti entro camera ed in ge.bbie con pareti chiuse, ove la poca luce proveniva solamente dall'alto. Tessuto sottocutaneo e muscoli. - Il pannicolo adiposo è scarso, i muscoli pallidi, flaccidi, aridi, appiccaticci. Questa aridità dei tessuti si riscontra anche nelle sierose che per lo più si presentano opache: rarissimamente si ha liquido peritoneale o pericardico. Organi intet'ni. - Il cuore è flaccido e con• tiene ordinariamente sangue fluido e chiaro. I polmoni sono normali. Il fegato qualche volta ha aspetto normale, spesso è iperemico od anche con gesto; si spa ppola, lasciando scolare sangue in abbondanza. La milza qualche volta è iperemica con capsula ispessita e con polpa spappolabile; più spesso non presenta alcunchè di anormale. I reni sono per lo più congesti e presentano talvolta l'àspetto di reni con rigonfiamento torbido. La capsule surrenali quasi sempre iperemiche e qualche volta con emorragie nella corticale. Le alterazioni maggiori sono a carico del sistema digerente: la lingua è fortemente arida; l'esofago normale; lo stomaco, anche se vuoto di cibo, è disteso straordinariamente per i gas che vi sono racchiusi e che si trovano anche quando l'autopsia sia fatta immediatamente dopo la morte. Le pareti di questo sono quasi sempre assottigliate a tal punto da divenire trasparenti e facili ad essere lacerata alla minima trazione. La mucosa talvolta ci presenta solamente iperemia, altre volte invece si rinvengono emorragie più o meno estese, sia di vecchia data , sia di data recentissima, emorragie che non di rado interessano tutto lo spessore delle pareti. La regione pilorica non raramente per il suo s1)essore contrasta con le pareti assottigliate· del resto d ello stomaco. Anche l'intestino tenue e crasso qualche volta presentano in tutta la loro estensione un assot-

tigliamento notevolissimo, e divengono trasparenti così da far v;ederc nell'interno . il liquido . ' gt~llastro che li riempie. Qualche. altra volta in· vece si vedono zone più o meno estese, assottigliate, trasparenti e distese, seguite da altre normali ed anche contratte, di guisa che l'intero intestino assume un aspetto moniliforme, ciò che non si verifica negli animali di controllo. Il contenuto intestinale è poltaceo, schiumoso, liquido, di colore biancastro o giallastro. Esiste sfaldamento della mucosa a larghi tratti, lasciando scorgere delle zone o chiazze iperemiche, congeste, emorragiche. Qualche volta nello stomaco, come nel tenue, si osservano delle vere ulcerazioni, varie per grandezza, a margini ispessiti. Il colon, che spesso è disteso e pieno di gas, presenta zone iperemiche cosparse di punteggia~ ture emorragiche . . Sistema nervoso. - Il sistema nervoso spesso non presenta alcuna alterazione; ma in alcuni casi, specialmente quando la malattia ha durato a lungo, si nota iniezione o congestione vasale nelle meningi e nella sostanza cerebrale ove a ppariscono anche delle piccole chiazze emorragiche. Le meningi spinali ed il midollo si presentano iniettati e congesti. Il midollo delle ossa lunghe è di colore rosso bruno. ALTERAZIONI MICROSCOPICHE.

Non ci siamo addentrati nello studio microscopico delle lesioni, mancandoci la necessaria competenza; esso è stato già affidato a persona che potrà utilizzare, assai meglio di noi , il materiale raccolto. In ogni modo, quello che possiamo dire da un esan1e superficiale è questo: che nella pelle si riscontra notevole sfaldamento della parte cornea , con infiltrazione leucocitaria e con numerosi eosinofili al disotto del corpo mucoso del Malpighi ; che nello stomaco si riscontrano iperemie ed emorragie più o meno estese con zone necrotiche e che nell'intestino si osserva ~tensa iperemia vasale e sfaldamento dell'epitelioJ anche quando il pezzo anatomico appartenga ad animale appositamente sacrificato: anche qui, come nello stomaco, si notano emorragiè più o m eno estese e zone necrotiche. Questa la sintomatologia, queste le alterazioni macroscopiche e microscopiche che si osservano

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IL POLICLINICO

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negli animali d'esperimento, le quali, se non hanno nulla di caratteristico e di specifico, prese singolarmente, potendosi ottenere anch~ in altre intossicazioni, costituiscono il quadro classico della pellagra, descritto da tutti gli autori, quando, come ne' nostri casi, si presentano nell'insieme della triade caratteristica. Ci si osserverà: la silice si trova in tutte le acque potabili, in nlaggiore o minore quantità eppure queste non sono cause di pellagra, chè se così fosse tutto il mondo dovrebbe essere affetto da questa malattia. Rispondiamo che non tutte le acque sono pelta• grogene, pur contenendo silice, come non tutte le acque, che contengono ossigeno, sciolgono il piombo, pur essendo l'ossigeno la causa essenziale della soluzione di questo metallo. Perchè nell'un caso ci troviamo dinanzi ad una sostanza colloidale già esistente nell'acqua, la silice: nell'altro ad una sostanza colloidale che deve passare nell'acqua, l'ossido idrato di piombo. Ed ambedue possono essere influenzate, in un senso o nell'altro, da certi sali neutri o miscugli di sali neutri in soluzione nelle acque. Questi, nel secondo caso, arrestano o favoriscono la soluzione del piombo, impedendo o favorendo il passaggio nell'acqua tiell 'ossido idrato colloidale, proveniente dalla soluzione stessa; nel primo caso inibiscono o semplicemente attenuano od esaltano l'azione malefica della silice. Ed i sali che sopratutto agiscono da modificatori benefici (oltre quelli di cui l'azione è poco nota), sono i carbonati alcalini in genere ed il carbonato di calcio in ispecie, che esistono e possono esistere nelle acque potabili, sia da soli, sia uniti ad altri, in proporzioni diverse. Quindi, dopo avere esperimentato negli animali l'azione della silice colloidale, nell'acqua distillata, abbiamo esperimentato l'azione della silice unita al carbonato di sodio, al carbonato di calcio, sciolto con acido carbonico, al cloruro di sodio, al cloruro di calcio· ed all'allumina gelatinosa. Queste sostanze sono sta te mescola te alla soluzione di silice quando non la coagulavano, sono state iniettate separatamente, ma contemporaneamente, quando la coagulavano. Da quest a seconda serie di esperienze abbiamo avuto i risultati che qui riassumiamo : Il cloruro di calcio e l'allumina gelatinosa, anche a d osi molto piccole, pare che aggravino l'a-

(4)

zione della silice, almeno nelle cavie e nei conigli, accelerando la comparsa dei sintomi del male ed abbreviando il corso del male stesso: il cloruro di sodio pare invece che ne ritardi l'azione: i carbona ti di sodio e di calcio neutralizzano assolutamente l'azione ·malefica della silice. Tanto che animali cui si iniettarono soluzioni di silice e carbonati non solo non presentarono nessun sintomo del male o malessere in vita, ma, sacrificati dopo un lungo periodo di iniezioni, non mostrarono all'autopsia nessuna alterazione ca· ratteristica di quelle già descritte. PATOGENESI.

La soluzione di silice colloidale, iniettata sotto cute ad un cane che mangiava solo pane comune e beveva acqua Marcia, e di cui si analizzavano le urine raccolte nelle quarantott' ore, è stata causa di una vera ritenzione di cloruro di sodio. Difatti: dopo cinque iniezioni> di 1 eme. in cui erano contenuti gm. o,007r14 di Si0 2 ~ il cloro nelle urine, da 11na quantità percentuale media di 4,79 è discesa ad 1,348 e dopo quattro iniezioni ancora ~ 0,638 e nel volume delle 48 ore da o, 798 è disceso rispettivamente a 0,167 e 0 ,051. Contempo· raneàmente le sostanze totali in soluzione, da una quantità percentuale media di 39,66,sonosalite,dopo cinque iniezioni, a 96,98 e dopo quattro iniezioni ancora, a 144. 90 e nel volume totale dell'urina di 48 ore da 6,852 a 12, 025 e 11,592 rispettivamente. Queste cifre, che noi spigoliamo dalle non poche analisi, dimostrano non soltanto che vi ha riten· zione di cloruro di sodio, sotto l'azione della silice colloidale, ma che, per questa ritenzione, l'organismo si consuma non poco, ed è in una attività veramente straordinaria. Se l'uno o l'altro dei fatti, ai quali abbiamo or ora accennato, siano alla dipendenza diretta della silice, o l'uno sia alla dipendenza dell'altro, . non possiamo conoscerlo con certezza ; però a pprofittando di fatti già noti, possiamo approssimarci alla realtà, se alla realtà non ~i sia dato arrivare. Noi crediamo che la ritenzione del cloro o più propriamente, del cloruro di sodio, sia l'effetto primo dell'azione della silice colloidale sulle sostanze proteiche dei tessuti. In questo caso, la silice ~girebbe come una sostanza diastasica che si combina, per reazione colloidale, col cloruro di sodio e lo fissa sulle sostanze proteiche, sosti-


(ANNO XX, FASC. 23)

SEZIONE PRATICA

tuendo una o più molecole di acqua in combi· nazione colloidale con esse:

[si o.] .. (Ci' Ja') n+ P.. ( oH' it') n >

-· [Sio.].. (oli' i1')n + P>< (Ci'Ja')n (r)

'

E che in realtà la silice colloidale si combini con una certa affinità col cloruro di sodio, lo dimostra il fatto che essa si coagula allorchè il cloruro di sodio raggiunge nella soluzione una determinata concentrazione, ovvero quando le micelle, per combinazione col cloruro di sodio, raggiungano un determinato volume e acquistino proprietà colloidali diverse. Perciò, sino a che nei tessuti sussisterà colloide silice, ed in essi pervenga cloruro di sodio, si avrà la persistenza e la stessa successione nelle reazioni. Però la fissazione del cloruro di sodio deve avere un limite , oltre il quale non è possibile di andare: onde lo scarico che periodicamente ed abbondantemente se ne ha per le orine, noto nei pellagrosi, e dimostrato da noi in una cagna alla quale s'iniettava contemporaneamente una soluzione di silice colloidale ed una soluzione di cloruro di sodio 0,5 ~fo . In questa cagna aboiamo avuta una periodicità nella emissione del cloruro di sodio veramente meravigliosa in principio, la quale in seguito si è andata alterando fino quasi a scomparire. Poi la quantità di cloruro di sodio emesso si è elevata di nuovo alla quantità normale, per ivi rimanere o · per passare al disopra del normale, come si ha nei pellagrosi. Questa ultima tappa si intravede soltanto, perchè non è stato possibile di mantenere più di 47 giorni in prigione l'animale, in esperienze ad andamento cronico. E la cagna fu sacrificata, presentando all'autopsia le lesioni stesse delle quali abbiamo già reso conto. Se con ciò si spiega la :fissazione del cloruro di sodio sui diversi tessuti ove la silice può pe· netrare, non si spiega la ragione per la quale il cloruro di sodio stesso, che è pure il sale benefico decantato e conosciuto universal1nente, possa (1) [Si 0 2]M e Pu indic~no micelle colloidali di

silice e di sostanze proteiche.

809

produrre i disturbi, le lesioni descritte, vale a dire, se si spiega l'azione primitiva della silice, non si spiega l'azione secondaria. Eppure crediamo di essere riusciti anche a questo, ricordando i risulta ti delle esperienze di uno di noi (Scala) in unione colla compianta signora Mengarini, che qui dobbiamo brevemente riassumere per la comprensiane esatta di quanto esporremo in seguito. Fin dal 1906 fu potuto constatare che i corpuscoli rossi del sangue e le Opaline~ esseri monocellulari senza bocca, che vivono nella cJoaca della rana, si alteravano profondamente e morivano rapidamente nelle soluzioni isotoniche di cloruro di sodio nell'acqua distillata, e che non si alteravano affatto e rimanevano in vita quando le soluzioni isotoniche di cloruro di sodio, invece che con acqua distillata, si preparavano con le acque potabili di Roma. Ciò condusse al sospetto che il cloruro di sodio da solo, penetrato nell'in· terno dei corpuscoli rossi, o del corpo delle Opaline, vi producesse tali condizioni chimiche da r endere impossibile la vita. Però non era facile di ·penetrare nel segreto delle reazioni che dovevano avvenire fra il cloruro di sodio e la sostanza protoplasmatica delle cellule, troppo abituati alla credenza che cotesto sale neutro avesse un ufficio semplicissimo nel nostro organismo, quasi diremmo di presenza, perchè tale s'introduceva e tale si emetteva p er le orine e per gli altri escreti o secreti. Non si badava alle innumerevoli reazioni alle quali egli poteva prender parte, una volta introdotto nell'organismo. ed alle quali aveva preso parte una volta uscito dall'organismo stesso. E si potè arrivare alla spiegazione dell 'efietto malefico del cloruro di sodio sul protoplasma vivente, pensando alla reazione colloidale che pur doveva avvenire fra cloruro di sodio e la sostanza protoplasmatica, da cui, per idroli~i, si doveva liberare acido cloridrico o la sostanza malefica, che facilmente avrebbe potuto essere eliminata per neutralizzazione con le sostanze alcalino-terrose, contenute n elle acque potabili, oppure con un carbonato alcalino che poteva essere accompagnato al cloruro di sodio. E ·1a formazione di acido minerale non soltanto si è potuta dimostrare direttamente nelle Opaline con reazione micro-chimica, ma ancbe si è potuta dedurre dalla formula di reazione che qui sotto riportiamo, mantenendo sempre l'ipotesi emessa da uno di noi (Scala), che lo stato col-

(5)


810

IL POI,ICLINICO '

loidale della materia risulti dalla combinazione della materia stessa allo stato micellare con l 'acqua jonizzata.

+

P :r.r

OH'H' -· + ·OH' H'

+

-

+

+

OH' Na'

- + Cl' H' - +

0!1' Na'

-~

Na'

n

Cl' H' )

+-

I

+

+

+-

(

Cl

J1

n H .,0

2

M

n

+

nHO

2

2

n

- + OH' H ' - + OH ' Na'

+

n HCl 2

Quindi la combinazione del cloruro di sodio con le micelle colloidali non sarebbe altro che una continuazione dello stato colloidale, in cui una parte più o meno grande degli joni dell'acqua è sostituita dagli joni del sale, .per cui si ha una vera deacquificazione del colloide. E gli animali di· esperimento tutti, diciamolo subito, affi.nchè non ci sfugga un fatto tanto importante, hanno mostrato all'autopsia il segno caratteristico e noto nei pellagrosi, della secchezza delle carni. In questa combinazione colloidale il gruppo Cl H si comporta nella idro]isi in modo diverso del gruppo OH Na; il primo si idrolizza con velo· cità maggiore del secondo come da uno d.i ll'oi (Scala) è stato dimostrato per la combinazione solfato di rame-albumina, apparendo . netta la tendenza dei composti di questo tipo a passare dai sodioacidoproteidi ai sodioproteidi o dai cuproacidoproteidi ai cuproproteidi. Con queste cognizioni e con i fatti acquisiti sull'azione della silice negli animali e specialmente sulla fissazione del cloruro di sodio nei tessuti ci sembra di poter affermare che il male· ficio prodotto dalla silice colloidale non sia che secondario ed in relazione con la quantità di acido cloridrico che si è messo in libertà con la idrolisi. Il quale, a contatto dei tessuti e delle sostanze proteiche dei tessuti stessi provocherà una reazione che dovremo dire di difesa, nella quale le sostanze proteiche si dovranno decomporre per dare ammoniaca che neutralizzi l'acido. Onde, la grande quantità di sostanze estrattive nelle orine in opposizione a quella del cloro ed

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XX, FASC. :43]

in esse la maggiore quantità di sali ammoniacali, Questi sono stati da noi solo intravisti e non determinati direttamente, per non incorrere nella inesattezza di comprendere nell'ammoniaca di • eliminazione quella di fermentazione. E l'abbiamo in tra visti perchè la differenza fra la somma degli joni minerali, determin'ati nell'orina, e le ceneri è maggiore in corrispondenza della quantità maggiore di estratto. Ma in questa difficoltà, nella quale noi ci siamo trovati, sperimentando sugli animali, ci soccorrono le esperienze di Moreschi, il quale ha potuto dimostrare che la frazione dell'azoto precipitabile con acido fosfotungstico e facilmente liberabile con acido fosforico, è più grande nell'orina dei pellagrosi che in quella dei sani; ovvero in quella vi è una quantità maggiore di azoto nella forma di ammoniaca e di aci:lo carb.ammico che in questa. Ed il Moreschi ha messo in relazione questa ammoniuria con una intossicazione acida che egli non ha potuto scoprire, ma semplicemente e giustamente intravedere e che noi oggi dimostriamo. Quindi, la pellagra ha la sua origine in una acidosi minera!e che deve essere ~i grado più elevato di quella che pure si deve avere nelle condizioni di sanità dell'organismo e che potremmo chiamare necessaria e benefica, per la reazione tra clòruro di sodio e sostanze proteiche. Essa acidosi deve essere di grado più elevato perchè è la silice colloidale che fissa clòruro di sodio più del necessario sulle sostanze proteiche dei vari tessuti, da cui una liberazione di acido cloridrico più elevata e la intossicazione acida. Con ciò ci rendiamo conto e spieghiamo la eliminazione esagerata di cloruro di sodio nei pellagrosi che fu interpretata per demineralizzazione e che non è altro se non una eliminazione di quel cloruro di sodio che es.a geratamente è stato per forza ac· cumulato e che per forza continuamente si accumula. Onde il punto di equilibrio · (perchè anche in queste reazioni un equilibrio non può mancare) si sposta in alto e diviene normale per il pellagroso, perdurando sempre le cause che questo equilibrio mantengono. Non ci è stato possibile, per mancanza di appa· recchi di platino, di dimostrare se la silice permanga nei tessuti, contraendo con le sostanze proteiche una combinazione colloidalenonreversibile,oppure se si elimini. dopo aver prodotto la sua azione, e sia sostituita da altra che sopraggiunga con le acque potabili. Eppure, questa dimostrazione sarebbe


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SEZIONE PRATICA

s tata di grande interesse; perchè, nel caso che la silice si elimini rapidamente, si dovrebbe pensare con serietà, per spiegare la esagerata emissione di cloruro di sodio nei pellagrosi , a d una deviazione permanente delle proprietà delle sostanze proteiche causata dalla silice, µroprietà che permangono fino a che una nuova ca usa non le sospinga alla normalità. Non è certo che questa causa si trovi e che quindi il pellagroso si possa guarireo Quel che pare accertato è che la ipercloruria nei pellagrosi migliora quando questi cambiano ambiente ed alimentazione ed essa arriva alla entità quasi fisiologica in vecchi pellagrosi ricoverati nei pe1lagrosarj, pure p ersistendo i sintomi del male che li angustia. Si deve distinguere, in ogni modo, per rendersi esatto conto di ciò, il pellagroso recente dal pellagroso invecchiato ; il primo ha la possibilità di guarire con la semplice cura igienica, il secondo n on ha più questa possibilità, perchè nel suo organismo le altera· zioni sono arrivate a tale gravità che non si possono più modificare, nell'istesso modo che avviene per altre malattie, fra cui la sifilide. A questo punto sorge spontanea la domanda se la• somministrazione del s ale ai pellagrosi sia un danno piuttosto che un beneficio. Le esperienze nella cagna, di cui abbiamo già reso conto, ci dimostrano che non vi è acceleramento del male ed osserviamo un andamento periodico di ritenzione e di eliminazione fino all'equilibrio patologico. Al quale non si arriva se non dopo un tempo piuttosto lungo e vario, in relazione anche della individualità e conseguentemente dei mezzi di difesa maggiori o minori di cui dispone l'organismo intossicato. Finalmente la cosidetta periodicità della pellagra, che non è altro che periodicità di una ma~ifestazione, poichè il male è perdurante, si spiega molto bene, conosciuta la causa della malattia. Difatti, l'acido minerale riuscirà ta,nto più irritante sulle pàrti, esposte all'aria dell' ambiente e spesso ai raggi diretti del sole, quanto maggiore sia la temperatura dell'ambiente stesso e dei raggi solari e quanto maggiore sia la concentrazione dell'acid o nei tessuti. P er la qual cosa, gli eritemi si manifesteranno all' iniziarsi della prima vera in quei pellagrosi soltanto nei tessuti d ei quali la concentrazione acid a è massima ed in seguito, coll'aupientare della temperatura ambiente, in quei pellagrosi net t essuti dei quali la concentrazione acida è minore. Con ciò non si esclude che cotesta manifestazione si possa avere

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anche con irregolarità, perchè al difetto di tem. peratura può sempre supplire l'aumentata attività morbosa é quindi l'aumentata concentrazione acìda. •

CURA.

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Nota la patogenesi, la cura, se pure di cura si può parlare, discendeva da essa: un' acidosi doveva essere curata con un a ~cali e questa cura abbiamo eseguita sul cane reso malato da noi e ridotto a mal p unto, iniettando una soluzione 5 % di ci. trato trisodico. Abbiamo veduto l'animale rifiò· rire quasi istantaneamente ed abbiamo visto ritornare le orine alla composizione normale in 16 giorni. La stessa cura abbiamo eseguita su 9 pellagrosi del t erritorio di Gualdo Tadina, scelti fra quelli che nelle annate precedenti aveva no avuto manifestazioni più gravi . In essi la cura fu prati· cata escludendo qualsiasi causa di errore; in modo, cioè, che se qualche beneficio doveva da essa derivare, non potesse attribuirsi ad altra causa. I pellagrosi non furono allontanati dalle loro abitazioni, non fu loro modificato per nulla il cibo, nè diminuito il lavoro. Si praticarono giornalmente iniezioni di citrato trisodico dapprima alla dose di un eme. della soluzione 5 %, poscia della soluzione 10 %· Il risultato è stato davvero soddisfacente : si ebbe diminuzione e cessazione dei disturbi dige· stivi (pirosi, eruttazioni, peso, ecc.) aumento di appetito, scomparsa delle vertigini e del senso di ·sfiducia in loro stessi, aumento notevole delle forze. Ma, a questi sintomi soggettivi potrebbe a ttribuirsi un valore relativo se il miglioramento non trasparisse dal loro aspetto e non fosse confermato dall'aumento del peso, che in tutti fu notevole, meno che in uno; dall' a11mento n ella dinamometria e sopratutto dal fatto che le manifestazioni cutanee, già comparse in quelli che non si sottoposero alla cura, non accennarono e non accennano per nulla a · comparire nei nos tri malati. Inoltre in uno dei nostri pellagrosi tratta ti abbiamo seguito nelle orine il rapporto R

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est uo

10 0 ,

ed abbiamo visto che all'inizio, quando ancora il pellagroso non era stato sottoposto ad alcun tra ttamento e ad alcuna modificazione del t enore della sua vita, il rapporto era dJ 27,18 ; pas"ato all'ospedale, per comodità di osservazione, il rapporto si è abbassato a 2 0,2 2 ; torna to nuovamente

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IL POLICLINICO

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cessarlo, per sola questa !>arte, un lavoro molto lungo ed accurato, che ci riserviamo per un tempo non lontano. Frattanto vorremmo che all'opera di bonifica co~i semplice e cosi poco costosa, quale è quella da noi suggerita, si arrivasse subito, sia per impedire che nuove persone si ammalino, sia per migliorare le condizioni di quelle che hanno già contratto la malattia, sia ancora per dare una sollecita soddisfazione a noi che abbiamo lavorato PROFIItAS SI. attorno a questo argomento, per più anni, con · Non ci resta ora che di parlare della profilassi l'ardore che viene dal sapere di compiere un'opera della pellagra, ammesso sempre che la causa della buona e col sacrifizio che solo noi conosciamo e pellagra sia la silice. Ed anche la profilassi di- che conosce chi lavora come noi. scende naturale dalle nostre esperienze. Poichè, E desideriamo che soddisfazione ci sia data, se il colloide silice è reso inattivo dai carbonati non già per la constatazione semplice della alcalini e sopratutto dal carbonato di calcio, le azione della silice sull'organismo animale, ma acque pellagrogene diverranno innocue, allorchè per la constatazione che la silice sia il vero agente in esse si immerga e vi si lasci a permanenza etiologico della pellagra. Per cui domandiamo~non un eccesso di carbonato calcare in ciottoli minuti, solo esperienze di laboratorio, ma esperienze di da potersene saturare. cura e di profilassi, quali noi abbiamo suggerite E tale mezzo ha valore tanto che nelle acque ed iniziate, perchè è dall'lnsieme dei risultati di manchino i carbonati alcalini od alcalino-terrosi, tutte queste esperienze che dovrà venire la risotanto che la quantità di questi sia piccola ed luzione di una cosi grave questibne e, nel caso insufficiente a neutralizzare.l'azione malefica della favorevole, la conversione degli scettici e la decisilice, tanto che in esse acque esistano elettro· sione dei d11bbiosi. liti o mescolanze di elettroliti da esaltare l'azione Sia lode meritata di questi risultati al prof. malefica della silice. P erchè, nei tre casi, noi o Celti, n<>stro direttore, il quale con intuito saaggiungiamo l'antidoto che manca o che è insuflì- pient~ ha voluto che la pellagra fosse studiata ciente, o rompiamo colla nuova aggiunta quel- nel suo Istituto,_ mettendo a profitto tutte le l'armonia ·malefica tra silice ed elettroliti, da far Competenze che nell'Istituto stesso egli ha rac- cambiare a questa ie sue proprietà. E la natura . colto. Ed i risultati del nostro studio sono tali e la scienza dei colloidi ci dicono che questo che, anche prescindendo dalla pellagra, segnano mezzo non può fallire, sia perchè le acque carbo- una nuova conquista nell'igiene delle acque po· nato-calciche sono sempre innocue, anzi benefi- tabili, che d'ora innanzi dovranno essere analizche; sia perchè bene spesso piècole quantità di zate in modo più completo e segneranno altresi elettroliti o di mescolanze di elettroliti fanno cam· una conquista nella etiologia e terapia di certe biare grandemente ai colloidi, in. genere, le loro m alattie, l'origine delle quali è ancora oscura come proprietà. era oscura quella della pellagra. Ed uno di noi (Alessandrini) aveva già suggeIstituto d'Igiene sperimentale di Roma, 22 rito l'aggiunta di ciottoli calcari nelle raccolte {1i maggio 1913. equa di zone pellagrogene, per ~vitare la sollevazione del fondo limaccioso, in analogia con quello che era stato fatto in altre zone pellagroIt fascicolo di giugno 1913 della nostra Sezione gene bonificate, senza sapere in realtà che in cotal Chirurgiea c-0·ntiene i seguenti lavo1'i: modo si faceva una profilas<Ji quanto mai razionale e scientifica. I. Prof. Giovnnnl Perez - Sulle cosidette cisti ossee. Avremmo voluto accompagnare questo nostro II. Dott. Ignazio Sehincaglia - Sulla esalta posizione dei corpi estranei nel corpo u mano. studio coll'analisi di acq11e di luoghi pellagrogeni III. Dott. LuJgi Va.eearl - Sull'invaginamento intestinale. per una dimostrazione più serrata e convincente Dott. !. Marassloi • A proposito della memor~a d~ dot• e per presentare anche un tipo di acqua pella- tor IV. Valentino Barnabò: e u lteriori ricerche sulla secrezione m terna grogena . Però il tempo ci è mancato, essendo ne- testicolare • • alla sua casa ed alle sue abitudini, il rapporto si è elevato a 21,65. Più tardi sottoposto alla nostra cura, pur rimanendo nel suo ambiente e nelle sue abitudini , il rapporto si è abbassato a 18,58. Ciò dimostra che il cloro e!iminato va djminuendo, tenuto conto indirettamente del volume delle orine delle 24 ore colla quantità totale delle sostanze in soluzione, non avendo potuto ottenere direttamente questo volume.

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SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA. ;La chirurgia infantile e l'ortopedia nel 1913. (MoucHgT. Pa'l'i·s médical, 1913~ n. 1).

L'anno non presenta alcuna scoperta sensazio· ~nale. L'attenzione degli ortepedici si è rivolta ,; principalmente alle paralisi 1'.nfantil·i ed alla co~a vara. PARALISI INFANTILI.

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Contro la s·ind1'ome di Little o rigidità spasmo-d ica congenita, poichè pare che la contrattura risulti da una esagerazione dell'eccitabilità riilessa del midollo, sin dal 1908 Forster ha pro· posto di -rec:idere le radici midollari postefiori, allo -scopo di interrompere cosi la via centripeta del ·riflesso. Stoffel invece si dirige alla via centrifuga, e ·seziona nello spessore stesso dei nervi motori quelle fibre che innervano i singoli muscoli con·tra ttura ti, o parte di esse: egli ricono~ce i sin.goli fasci in base a dati anatomici precisati a questo scopo. L' A., che ritiene I'opefazione di Stoffet tecnl-cai;nente troppo difficile , e nei suoi risultati tardivi poco sicura, gli preferisce, con la maggior ,.parte degli ortopedici, l'operazione di F ors ter, che tuttavia , 'data la sua gravità, vuole riservata ai ·casi in cui fu invano tentata la cura ortopedica abituale. Da questo processo sono derivati due altri pro.· cessi, che Hovelacque, nel suo lavoro d'assieme, raccomanda a preferenza del processo originale. Ouesto consiste, come è noto, nella ricerca delle radici posteriori e nella loro sezione nell'interno della dura. Invece Van Gehuchten non ricerca la radice, ·ma ricerca e sez;ona un numero variabile dei -filetti midollari che compongono la radice, attac-candoli in corrispondenza della loro uscita dal .midollo. L' A. ritiene che questo processo, per la ·sezione lombare della colonna, sia più facile e meno demolitivo. Per le sezioni dorsali e cefv i cali è preferibile il -processo di G·uleka, che ricerca le r adici posteriori all'uscita dalla dura, risparmiando cosi la ·fuoriuscita del liquido cefalorachidiano. L ' A. crede che solo l'avvenire potrà dirci quale di questi processi si debba preferire. Contro la paralisi spinale infa'ntile, oltre al .t'es·m pianto tendineo o trapianto periosteo (metodo di Lange), che pare vada sempre più prendendo :piede a danno dell'anastomosi tendinea (metodo

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SEZIONE PRATICA

di Nicoladoni-\Tulpius), ha attirato l'attenzione degli ortopedici l'anastomosi nervosa, secondo le ricerche di Spitzy, Vu~pius e Stoftel. Per quanto il ·numero dei successi non superi, a quel 'che pare,· la metà, è però assodato che questo metodo non compromette la funzione del nervo che fornisce le fibre. CoxA VARA. Dai r~sultati del Congresso di chirurgia di Parigi, si potrebbero, eliminando i casi in cui la deformità non è che sintomatica di una tubercolosi, di una osteomielite, di una osteite fibrosa o di un'artrite deformante, raggruppare le forme di coxa vara, nelle quattro seguenti varietà: C~xa VaYa congenita; Coxa vara rachitica della prima infanzia; Coxa vara degli adolescenti o essenziale; Coxa vara traumatica. Quest'ultima sarebbe molto più frequente di quello che prima si credes3e, ed il collo del femore potrebbe esser leso da traumi molto lievi, come un passo falso, o·una contrazione muscolare. Ma non se ne deduce che tutte le forme gio · vanili s iano traumatiche, e bisogna conservare la coxa vara essenziale, lesione di sovraccarico (Belastungdeformitat), forma dovuta ad una speciale malleabilità del . tessuto osseo, analog~ a quella che si riscontra nel genu valgum e nel piede piatto. La coxa vara rachi1ica è per lo più bilaterale e si accompagna con altre deformazioni dello scheletro; la congenita rappresenta una anomalia di ossificazibne, e rappresenterebbe ~n certo· modo una forma attenuata dell'assenza congenita del segmento superiore àel f,emore (Drehmann). La cura della coxa vara, a prescindere dalla preventiva nei tra11mi (riduzione ed immob1lizzazione in abduzione), consiste essenzialmente nel riposo e nell'estensione continua; nei casi gravi nell'osteotomia sottotrocanterica. I

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DEFORMl~À CONGENITE.

A p rescindere da osservazioni numerose sulle assenze congenite della tibia e det perone, dagli studi sulla scoliosi congenita. di cui si vanno moltiplicando le osservazioni, da alcune osservazioni interessanti di risultati postoperatori di spitz.a bi· fida , non va segnalato nulla di importante dal punto di vista pratico. Al Congresso di Parigi Froelich h a insistito sulla opportunita di adottare pel piede vafo equino congenito un trattamento ortopedico assai precoce e prevalentemente m anu ale. CISTI SOI.,ITARIE NON PARASSITARIE ,

DEL~g

OSSA.

Mikulicz riassume cosi i caratteri di questa affezione , che egli chiama Osteodystrop hia fuvenili~ cisti ca: malattia del periodo di accrescimento~

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IL POLICLINICO

che si localizza a preferenza sull..: ossa lunghe degli arti, ed in particolare sul bulbo dell'osso, in vicinanza della epifisi piu fertile; è una pseudocisti per lo più solitaria, circondata da una zona di osteite fibrosa con rarefazione dell'osso, e senza m embrana propria, che si infzia per lo più aopo un trauma, ha natura benigna e non recidiva, nè dà metastasi. Con probabilità il trauma non fa che rivelarla: e dobbiamo riconoscere che la causa ci sfugge 1 completamente; forse vi hanno una parte importante le glandole a secrezione interna (tiroide, paratiroidi, ipofisi e surrenali).

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ANCA A SCA1\~0.

Ne sono state distinte due varietà: una articolare, più rara, sublussazione intermittente della testa del femore; ed una periarticolat'e, in cui si tratta invece dello scatto prodottosi dal passaggio del grande gluteo, o della bandelletta di Maissiat (tt'actus ileo o cristofemoralis) sulla faccia esterna del gran trocantere. Per la malattia di Volkmann, o retrazione ischemica dei muscoli dell'avambraccio, Berger ha proposto la resezione delle due ossa dell'avam-braccio, ma conviene prima e~perjmentare la meccanoterapia e la trazione continua, se è sop.. portata (Delbet).

FRATTURF.. TERAPIA.

Dall'importante lavoro di '.Freves sulle fratture del gomito nel fanciullo, si deduce: che le fratture dell'epitroclea hanno la prognosi migliore e non richiedono quasi mai un intervento; che le fratture del iO·n dilo esterno, se sono senza spostamento, (in un terzo dei casi) non si accompagnano con disturbo funzionale: ma se sono accompagnate da spostamento, e specialmente da rotazione in fuori del frammento, possono dare la limitazione dei · movimenti, e rendere talora necessario un intervento cruento (estirpazione). Va notato come in casi di fratture del condilo esterno, si possa, dopo lungo tempo, produrre il cu 'Jito valgo, e come conseguenza la parali' si tardiva. del cubi'tale, compresso nella sua · doccia. Per ciò che riguarda le fratture sopracondiloidee, esse dànno un risultato anatomico perfetto, quando sono ~ncomplete , o senza spostam ento; ma nel caso contrario hanno risultato in generale poco soddisfacente. Purtuttavia a"meno di complicazioni nervose la tendenza attuale è di alttendere prima di intervenite e, i:i caso di complicazioni esperimentare prima la cura elettrica. · Poichè la linea di frattura trovasi più alta della cartilagine di coniugazione, col tempo la punta del frammento superiore, che ostacolava i movimenti, si allontana dalla linea articolare, e quindi l'o~t.acolo diminuisce. A ciò si aggiunge che a poco a poco, coi di· versi movimenti, si fa un vero modellamento delle ossa. Una questione irnportante, ma non risoluta, è quella d ella interpretazione di numerosi docum enti radiografici, in cui taluni hanno voluto riconoscere una frattura della tuberosità anteriore della tibia , mentre per altri si tratterebbe d i una osteoperiostite d ell'apofisi, o di disturbi dell a su a ossificazione . (I O)

Lasciando da parte il raddyizzamento manuale del ginocchio valgo, che Ghillini ha cercato dL rimettere in onore; ed i due proce&si proposti per la cura. dell'estrofia vescicale da Cuneo (impianto del trigono in un'ansa del tenue esclusa e trapiantata in vicinanza dell'ano) e da HeitzBoyer-Hovelacque (trapiantò nel retto, separazione del colon che viene abbassato), ci fermeremo a parlare dei T'Yapianti ossei. - Il materiale più opportuno è l'osso fresco tolto al paziente medesin10 o ad . un altro uomo: il saldamento dell'osso è lento e talora ad una od all'altra delle due estremità si verifica una pseudoartrosi. Vi è un caso di Mac Ewen ( 1878) in cui si sarebbe innestato un pezzo di cartilagine di coniugazione che avrebbe continuato a crescere; ma tranne questo caso dubbio, ora non s~ ammette che l'osso innestato sopravviva e continui acrescere. Esso serve invece come "ubstrato meccanico e come eccitatore alla formazione del nuovo osso. Non è necessario innestare anche il periostio, ma pare sia utile, perchè esso facilita la formazione delle nuove connessioni vasali. S coliosi. - È importante il trattamento pro.. posto da Abott. Facendo inclinare fortemente in avanti il tronco di un fanciullo, colpito da scoliosi , riesce agevole correggere la rotazione delle . vertebre, tirando in avanti la spalla del lato opposto alla sporgenza costale e premendo fortemente sulle costole. Si applica allora un apparecchio gessato, che, prendendo appoggio sulle creste iliache, le spi11e ed il sacro, sale sino alle spalle. Si tiene in posto sei settimane, dopo di che si è ottenuta la correzione, che viene mantenuta da un trattamento ginnastico e da un corsetto amovibile. È un processo che merita d'essere sperimentato. Va ricordato anche che nell'anno sono state pubblicate varie osservazioni in fa,.rore dell'elioterapia per la cura della tubercolosi ossea. GASPARRO.

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SEZIONE PRATICA

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MEDICINA. La spondilite tiliea. •

(WEISSEMBACH e BONROURE.

Gazette des Hopit. ,

n. 128, 1912 ). La malattia che va sotto questo nome fu descritta la prima volta nel 1889 dall'americano Gibney. Da allora i casi descritti sono un centinaio. In Italia fu osservato un solo caso dal Bonardi nel 1901 (Clinica med. i tal., 1901, pa g. 258) . Etiologia. - La spondilite tifica fu riscontrata da Halpney una sola volta in 1800 casi di febbre tifoide; è però difficile rendersi un conto esatto della sua frequenza, per il fatto che è conosciuta da poco tempo; perciò può andare confusa con alt~e malattie. Riguardo all'età, si sono avuti éasi tanto in bambini di 8 anni, che in adulti di 56. La frequenza maggiore si ha nel periodo in cui è più facile l'infezione tifoide, cioò dai . r5 ai 35 anni (75 % dei casi). La spondilite appare più frequentemente durante la convalescenza della febbre tifoidea(65 %), meno durante il corso della infezione; rarissi · . ' mamen te la precede. Può anche manifestarsi parecchi mesi dopo, data la_ lunga vitalità del bacillo Eberthiano nel tessuto osseo. Il più delle volte la sua comp.arsa non è dovuta ad alcuna causa occasionale: frequentemente trova la sua origine in un trauma. Qualche volta è comparsa in individui già affetti da antiche de. formazioni della colonna vertebrale (scoliosi). Nell'8o per cento dei casi la lesione ha sede nella regione lombare; solo in 2 casi fu descritta una spondilite cervicale ; raramente è colpita la regione dorsale . Sintomatologia. - Il quadro clinico è dominato dal sintomo doloYc, che appare alle volte lentamente, alle volte bruscamente, nella regione vertebrale colpita. Si tratta di un dolore violento, esacerbantesi al minimo movimento, specialmente nel sonno; dolore che non cede ad alcun ~nalge­ sico o rivul~ivo, e si attenua soltanto col riposo della colonna vertebrale. Il dolore può anche· apparire in sede diversa, e cioè nella regione epigastrica, nell'anca, negli arti .inferiori, lungo il tragitto dei nervi intercostali, simulando cosi il dolore a cintura (sindrome radicolare). • All'esame obiettivo nella regione colpita, si trova costantemente un~ deviazione della colonna

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vertebrale, sia in senso antere-posteriore, fino ad un . grado tale da ,formare il eibbus, sia in senso laterale, con la concavità rivolta verso il lato in cui i dolori sono pitì intensi. Questa scoliosi compare solo quando esiste contrattura muscolare, o unilaterale, o più accentuata da un lato, e scompare con essa. La contrattura dei muscoli delle docce vertebrali, causa della rigidità della · colonna vertebrale, è quasi costante, e va di pari passo, sia per intensità, che per durata, col sintomo dolore. Qualche volta, forse per un fenomeno riflesso, forse anche per reazione di difesa, fu notata con-· trattura dei muscoli addominali. All'esplorazione della colonna vertebrale si constata che il dolore è localizzato più intensamente lungo le apofisi spinose di alcune vertebre. Frequentemente riesce anche dolorosa la pressione delle apofisi trasverse. Qualche autore è 'riuscito a constatare la presenza del dolore, facendo pressione sulla faccia anteriore delle vertebre, attraverso le pareti addominali. Poche volte si è constatata una tumefazione delle parti molli corrispondenti alla regione vertebrale colpita. Oltre a questi sintomi osteo-articolari, mancano raramente, nella spondilite tifica, sintomi radicolari. Si hanno, infatti, anche dolori in sede diversa da quella ove esiste l'affezione vertebrale, come si· è detto sopra; di3turbi di sensibilità consistenti in zone d'iperestesia nella regione addominale e negli arti con disposizione nettamente radicolare, e che dànno luogo più tardi ad iperestesie; esagerazione dei riflessi rotulei ed achillei, con clono del piede in qualche caso. Non si è mai notato Babinski. In casi molto gravi si è osserva tà la scoruparsa del riflesso rotuleo, associata a paresi degli arti inferiori, alterazion1 di moto e trofiche, disturbi negli sfinteri. La temperatura è di solito elevata nei primi giorni (fino a 38°, 39°) e compare ad ogni esacerbazione del male. In qnasi tutti i casi è stata trovata positiva la prova del Widal, e negativo l'esame culturale del sangue. Alcuni degli autori che praticarono la puntura lombare osservarono una ipertensione del liquido ed aumento di albumina. Riusci del pari negativo l'esame culturale. Decorso - PYognosi. - Il decorso è lento o subacuto, essenzialmente capriccioso per le continue esacerbazioni e miglicrie. Esso varia per lo più

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da tre mesi fino ad un anno, ed al massimo a due anni. • Il più delle volte la malattia si risolve lasciando come esito una rigidità più o meno grave della colonna vertebrale. In pochi casi si è osservata suppurazione delle vertebre. In generale può dirsi che la spondilite costituisce una complicazione benigna della febbre tifoide. E same 'radiografico. - Lo studio con i raggi Roentgen ha grandissima importanza poichè, nella maggioranza 'dei casi, si riscontrano alterazioni che non esistono in altre malattie del rachide. Queste lesioni risiedono nel disco intervertebrale - nel tessuto perivertebrale, e nei corpi vertebrali, La lesione dei dischi è più costante. Nella colonna vertebrale, invece di apparire spazi' alternativamente scuri e bianchi, corrispondenti alle vertebre ed ai dischi, si osserva una massa unica scura, costituita dall'unione di due o tre vertebre, come se i dischi si fossero usurati, sia in tutta la loro estensione, che da un solo lato. In questo ultimo caso esiste una deviazione della colonna vertebrale, che non è dovuta alla contrattura. muscolare. Quando è colpito il tessuto periver.. tebrale, le apofisi trasverse, i legamenti, i corpi vertebrali, appaiono inglobati in una zona di ossificazione diffusa, a contorni imprecisi. Meno costauti sono le lesioni dei corpi vertebrali, e consistono in un aumento d'opacità nella porzione a contatto con i dischi : i contorni dei corpi sono, inoltre. irregolari e mal definiti. Eccezionalmente vi è rarefazione del tessuto osseo. Anatomia patologica - Patogenesi. - L"anatomia patologica è poco conosciuta perchè pochi sono stati i casi osservati all'autopsia. Solo lo studio radiog~afico in serie ci può dare importanti nozioni sulla sede, estensione, ed evoluzione delle lesioni. Le alterazioni della spondilite tifica sono identiche a qu~lle che si osservano nelle altre ossa quando sono attaccate dai b. d'Ji~berth . Si tratta di osteoperiostiti acute che, o si risolvono senza lasciare alterazioni permanenti, o si evolvono producendo iperostosi, o venendo in suppurazione. Queste lesioni infiammatorie attaccano, come abbiamo detto, oltre ai corpi, i dischi, i legamenti ed i tessuti perivertebrali, spiegando co~ì la sindrome che si osserva: i punti oss~i dolorosi nella rachide e contratture muscolari. I sintomi radicolari sono dovuti alla compressione o irritazione che sulle radici esercitano i tessuti infiammati .. . v1c1n1.

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Quando il processo infiammatorio è molto acuto, può estendersi alla dura madre ed al tessuto epidurale, producendo disturbi midollari. , Pur non essendo stato ancora direttamente dimostrato, per mezzo delle culture, la presenza del b. d'Eberth nei focolai di spondilite tifica, essa è da ammettersi per analogia a quanto si è constatato alle corrispondenti osteoperiostitidelle altre ossa. Questo bacillo però non è il solo ca pace di produrre_la spondilite: si sono, infatti. osservati casi in convalescenti da infezione dovuta a para tifo o a paracoli . Diagnosi. - Quando laspondiliteappare durante il decorso o nella convalescenza della febbre tifoide, la diagnosi è facile, per poco che si ponga mente al quadro sintomatico tipico, e cioè : punti ossei dolorosi su una o più vertebre, rigidità del rachide, contrattura muscolare, scoliosi . • Nella lumbago si hanno dolori muscolari, non ossei, che scompaiono presto con la cura. Nella nevralgia ischiatica, il dolore raramente sorge all'improvviso, ed è limitato al territorio innervato dallo sciatico. Oltre a ciò si possono constatare i punti di v ·alleix ed il sintomo di Lasègue. La scoliosi nella sciatica presenta ordinariamente la conèavità rivolta al lato opposto a quello ove il nervo è malato, mentre nella spoondilite è. omologa. Nella spondilite la contrattura esiste da un solo lato, o è prevalente da un lato, mentre la sciatica che compare dopo le infezioni tifiche è per lo più bilaterale. Nelle psoiti l'arto assume una posizione caratteristica (flèssione e rotazione esterna). Nelle aytyiti sacro-iliache, con la compressione delle creste iliache verso la linea sacrale mediana, il dolore viene facilmente localizzato a livello del1, articolazione delle due ossa. N ~i casi in cui, per la prevalenza di sintomi nervosi, uniti alla rigidità vertebrale, si p~ò avere il dubbio che si tratti d'una meningite o mielite, l'assenza di reazione cellulare nel liquido cefalorachideo, permette di escludere ogni idea di affezione midollare o meningea . Nel morbo di Pott la sindrome non compare mai così bruscamente ed in modo cosi acuto come nella spondilite tifica. Nei casi di tubercolosi vertebrale che insorgono, in apparenza, bruscamente, l'esame radioscopico m ostrerà rarefazioni ossee, segno questo c he la lesione esisteva latente già da m olto t empo . Nella spondilite invece l'esame radiografico nei primi stadi non m ostra alcuna

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alterazione; quelle che compaiono in seguito, sono poi come abbiamo visto, del tutto differenti. Nell'osteomielite verteb11ale, affezione molto rara, i fenomeni locali sono inten'5i, con edema dei tessuti cutanei e segni di raccolta purulenta. La gravità estrema dei sintomi generali, e la rapida evoluzione, escludono qualsiasi confusione con la spondilite tifica. L'osteoartrite reumatica acuta raramente compare da sola, essendo spesso accompagnata da manifestazioni in altre articolazioni. Più facile è l'errore di diagnosi nei casi in cui il medico ignor1 che il paziente ha sofferto di infezione tifoidea: il più delle volte si pensa al Pott. In questi casi ha grande importanza la sierodiagnosi di Widal. Cura. - Il solo m ezzo di cura efficace è l'immobilizzazione in buona p osizion e della colonna vertebrale, che. d eve essere fatta al più presto possibile, mediante l'estensione continua ed il busto 4 platré ». I dolori non cedono che alla morfina. Cessato il. periodo acuto, p er far scomparire la rigidità 'Vertebrale, sono utili il massaggio e gli es~rcizi di mobilizzazione . S. DIEZ.

OSTETRICIA. '

Soli' impiego degli e~tratti ipoftsari in ostetricia. (CESARE CROCI. La Ginecol ogia, 15 settembre 1912, pubblicato il 15 gennaio 1913). Da tempo era stato notato che , nella gravidanza , l'ipofisi ingrossa di peso e volume, e che l'estratto della ghiandola, iniettato negli animali innalza la pressione arterio~a e aumt"nta la diuresi. Nel 1906 H. H. Dale, iniettando in coniglio l'estratto della porzione posteriore dell'ipofisi, provocò delle contrazioni uterine. Il risultato venne confermato da v. Frankl-Hochwart e da A. Frohlich nel 1909 usando la pituitrina . Blair Bell alla fine dello stesso anno riferisce due casi di taglio cesareo nei quali una iniezione di estratto ridusse ]'utero come una palla ane· mica. Ebbe lo stesso successo in tre casi di emorragia post-partitm da atonia. Nel r910 Foges e Hofstatter usarono la pituitrina in 63 casi, ed in 59 constatarono che l'utero, prima assolutamente atonico, rispose con potenti contrazioni al più lieve masC)aggio addominale. La

usarono anche in 6 casi di taglio cesareo extraperitoneale con risultati anche più evidenti. Questi risultati furono largamente confermati da numerose pubblicazioni specialmente in Ger• manta. Solamente qualche autore non è d'accordo con gli altri, ma ciò è forse da attribuirsi al fatto di aver es~i usato l'estratto deli'intera gianduia e averlo somministrato per via gastrica. In Italia, Sacchi ha confermato che usando il pituglandol ha osservato costante-.mente il raffor· zan1ento delle contrazioni uterine quando era110 deboli e l'insorgenza di esse quando queste mancavano. Ha confermato i risultati di molti autori stranieri, e cioè che si ha un effetto spiccato solo a termine di gravidanza e non prima. Ballerini, Gardini, G. D. Pestalozza, Basso, hanno avuto analoghi risultati confermando l'assoluta fallacità degli estratti fuori del pericolo di travaglio, e la maggiore efficacia. L' A. ha eseguito degli esperimenti nella Clinica di Roma. Egli ha usato la pituitrina (Parke e Davis) e il pituglandol (Hoffmann-La Roche) dal quale ultimo preparato ebbe effetti migliori per sollecitudine e sicurezza. Trattò 42 casi, l'indicazione fu sempre l'inerzia. I risultati furono i seguenti: Le·· contrazioni uterine insorgono da 3 a 5 mi· nuti dopo l'iniezione di pituglandol, più tardi con la pituitrina; esse sono più energiche, più dolorose e di maggior durata. Si succedono a regolari intervalli di 3 o 4 minuti, e tali si mantengono per 30-40 minuti; se in q11esto tempo non si è espletato il parto si diradano :fino a cessare un'ora o al più un'ora e mezzo dopo l'iniezione . Non ha mai notato contrazioni tumultuose J tetania dE-ll'utero. Non notò mai effetti dannosi per il feto. non avendo mai il battito cardiaco fetale rivelato segni di sofferenza tranne in un caso in cui la sofferenza preesisteva. In due casi ebbe cianosi del feto e in uno lieve asfissia in breve tempo scomparsa. Anche per la madre non ebbe mai a verificare azione nociva, anche praticando più di una inie• ztone. L'esame delle orine non rilevò mai perturbazione della funzione renale. Non praticò mai le iniezioni in albuminuriche e nefrìtich~ per l'azione ipertensiva del preparato, malgrado alcuni AA. lo abbiano adoperato, in casi di eclampsia , senza inconvenienti.

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PO~ICLINICO

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Il second amento non fu mai disturbato; non 1° l' estratto ipofisario è veramente dotato di notò emorragie post-partum anche lievi, quando potere ecbolico ; in quel periodo era ancora sensi~ile l'azione del 2° l'iniezione è indolora e scevra da inconvefarmaco. nienti; non è dannosa nè per la madre · nè per il Le iniezioni praticate in periddo dilatante fu- feto anche a dosi ripetute; rono meno efficaci di quelle praticate in periodo 3° la sua azione è nulla per provocare l'aborto espulsivo e la loro efficacia fu anche maggiore o il parto prematuro; nelle ultime fasi di esso. 4° i risultati migliori si ottengono più nelle L' .o\. ammette che il preparato perde, invee. pluripare che non nelJe primipare, in periodo chiando, ogni azione, e difatti tutte le fiale con- espulsivo più che nel dilatante; ,. tenute in una scatola furono assolutamente inef5° non disturba il secondamento; fica ci; come pure che il successo è più facile nelle 6° non favorisce le emorragie post-partum ; pluripare che non nelle primipare, come nelle 7° è prezioso nel taglio cesareo ·per ridur~e donne magre che non nelle grasse. al minimo l'emorragia. F. BAFFONI-LUCIANI. Egli ha usato il pituglandol in 4 casi di aborto; in due ili questi, a tr~vaglio già a vviato ebbe l'effetto ed in breve tempo si ottenne l'espulsione spontanea dell'uovo ; negli altri due it1 cui manOSSERVAZIONI CLINICHE cavano assolutamente le contrazioni non si riusci a risvegliarle. Istituto di Clinica Medita della R. Università di Genova diretto dal Sen. Prof. E. MARAGLIANO. Per la provocazione del parto, due casi, l'iniezione fu a ssolutamente inattiva, mentre dipoi fu Sopra un caso di aneurisma saccato di gran vantaggio quando il tra vaglio era stato dell'aorta toracica determinato con candelette di Krause o pallone per il prof. G. RoMANltLLI~ libero docente. di Champetier. I Durante il patto normale fu sperimentato il S ... G ... , d'anni 41, materassaio, celibe, da preparato in 7 casi in periodo dilatante ed in tre Assisi. di questi il successo fu completo, essendosi in Gentilizio puro. A1iamtiesi remo ta. - Non ricorda d 'aver sofbreve tempo completata la dilatazione ed espleferto le comuni malattie dell'infanzia. Da bamtato il parto; in altri 3 casi l'azione fu scarsa, bino sofferse d'incontinenza d'urina sino all'età ma tale però da facilitare di molto l'intervento di 9 anni. A 29 anni contrasse un'infezione si· operativo; in uno poi si dovè precipitare l'inter- filitica, che curò per poco tempo con iuiezioni mercuriali. Dal 1900 al 1907 andò sogg'( tto a vento stesso, essendosi, in seguito all'iniezione,., disturbi intestinali caratterizzati da pe11od1 di aggravata la preesistent= sofferenza fetale. In 14 stitichezza che sj alternavano con p er1oùi di diarrea, nei quali le scariche al vine ri vesLitc ,ji casi di p~riodo espulsivo si ebbe ottimo risultàto muct> ascendevano al numero di 15-20 al giorno in 9, negli altri 5 si dovè ricorrere all'intervento precedute ed accompagnate da dolori. Fu forte bevitore di vino e liquori, modico fustrumentale. matore e mangiatore Molto interessanti e probativi sono infine i 12 Anamnesi prossima. - L'attuale malattia esordi casi di t aglio cesareo nei quali l'iniezione venne gradatamente nel maggi? 1911 con dolo~i alle spalle e lieve tosse, specialmente al mattino ed praticato qualche minuto prima dell'intervento. alla sera, non seguita però da espettorazi<;>ne . L' A. ha notato che oltre il rafforzarsi delle con- Tali disturbi scomparvero dopo un mese circa trazioni, la superficie di taglio era poco o nulla per riapparire più intensi al principio ~el mese di settembre dello stesso anno. I dolort furono emorragica , e che la retrazione e contrazione del- sempre vaghi, al dire delt>infermo, senza che l'utero dopo svuotato era validissima e assicu · presentassero un punto di mag~iore ~ntensit~. A questi fatti gradata~ente s1 aggiunse p~lmfi rava una perfetta emostasi; in un solo di questi un senso di peso e poscta un ve~o dolore ali ept: casi notò una discreta emorragia dal punto di gastrio con bruciore, dolore continuo, ma che st inserzione placentare. Ha pure osservato che la esacerbava nelle ore della sera e con la pressione, mentre che esso si alleviava con l' ingestione dei emosta~i era più perfetta nei casi in cui si era cibi. Il 15 dicembre I911 il paziente improvvisa praticata l'anestesia lombare che non in que.li mente, senza causa apprez.zabile, venne c~lto d~ nei quali si era praticata la narcosi cloroformica. colpi di tosse piutto~to st1zzosa dura?te 1 q_ualt emise circa 500 cc. dt '3angue rosso rutilante.; 11 22 Da quanto è stato esposto l'A. trae le seguenti dicembre, sempre preceduto da tosse, em.1se la stessa quantità di sangue insieme a grossi coaconclusioni: I

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SEZlONE PRATICA

·guli di color nerastro; il 6 gennaio 1912 terza emissione di sangue, ma questa volta nerastro; e, finalmente , verso la fine di gennaio e durante jl mese di febbraio ripetute p erdite sanguigne, sempre meno abbondanti e costituite da sangue; scuro e da coaguli nerastri. Per tali fatti l'in· :fermo si decise di riparare in clinica il 1° marzo ~912. . Stato dell'i.nfermo all'ingresso in Clinica: Temperatura 36°.8: polso 88; respirazioni 26. . .:\.spetto . generale del paziente deperito, costituzione gracile , sistema"' osseo normalmente sviluppato, masse muscolari flaccide. pannicolo adiposo scarso, vene sottocutanee visibili, colorito della cute e delle mucose visibili pallido, sensorio integro. Apparato ghiandolare. - Sono palpabili al collo ·ed alle regioni inguinali piccoli acini ghiandolari, spostabili, indolenti, di consistenza duro elastici. Esistono gangli epitrocleari. Apparato respiratorio. - Torace cilindro-conico scarno, con fosse sopra e sottoclavicolari assai pronunziate, con scapole alate. L'emi torace si~i · :stro si espande tnolto meno dell'omonimo di de-stra ed è più ampio. Esiste notevole diminuzione a sinistra in alto del fremito vocale tattile, il quale è completamenze abolito dalla 7a costola :in giù posteriormente. La pressione in corrispondenza degli ultimi spazi intercostali di sinistra è alquanto dolorosa: cosi, pure un punto di particolare dolorabilità vien dato dalla pressione delta 5a e 6a vertebra dorsale. Con la percu~sione su tutto _l'ambito dell'emitorace sinistro, meno che in corri~pondenza dell'api<'e (dove esiste suono timpanico) si ha suono ottuso. P ercuotendo posteriormente lungo il 5° e 6° spazio· intercostale in linea orizzontale dall'esterno verso l'interno si nota che il suono ottuso non è uniforme, giacchè diminuisce d'intensità procedendo verso la colonna vertebrale. La ottusità suddescritta è pochissimo mobile. All'ascoltazione esiste diminuzione del mormorio vescicolare in corrispondenza del lobo superiore del polmone sinistro : silenzio respiratorio in basso. La voce pronuuziata a timbro normale si ascolta fortemente indebolita dal 2° spazio intercostale in giù: più in a!to non esiste ego/onia. I~a parola trentatrè pronunciata a voce afona viene percepita r1ella regione sottascellare sinistra indistintamente come un bisbiglio. L'infermo ha tosse stizzosa emettendo scarso espettorato per la massima parte einorragico, a volte muco··purulento alquanto fetido e contenente grumi sanguigni. . Apparae.o circolator'io. - Itto delJa punta nel 5° spazio intercostale sinistro all"intemo della -emiclaveare prolungata, ampio da essere coperto . d al polpastrello dell'indice. È poco spostabile, -ritmico sistolico. frequente, debole. Cuore in limiti normali, leggermente spostato a destra. Toni normali in tutti i focolai: leggermente accentuato il 2·0 tono sulla polmonare. Arterie pe· riferiche alquanto indurite. Polso regolare, ritmico, frequente. Esiste ricorrefl,za palmare. Non esiste differenza ·di ampiezza e di ~incronismo fra le varie arterie periferiche e tra queste e l'itto della punta. Si nota un leggerissimo accenno al fe1iomeno Olive1Card(..relli.

Apparato digere·n te. - Appetito normale . I/infermo avverte senso di pienezza alla regione gastrica. Inoltre avverte doloYi t-rafittivi all'epiga. strio, irradiantisi specialmente· a sinistra, i quali non sono in relazione coi pasti e con la posizione dell'in::lividuo. Tali dolori sono spontanei e si esacerbano con la pressione. Addome trattabile. Non esistono zone di ottusità nei vari quadranti dell'addome. Area semilunare di Traube nor· male . Alvo regolare. Organi ipocondriaci in confini normali. Apparato ge11ito·urinario normale. . l\.pparato . nervoso anch'esso normale. Indagini praticate sull'infermo durante la sua degenza i·n Clinic'.1-: 1) Capacità respiratoria eme. 2500. 2) Forza inspiratoria mm 36: forza espiratoria mm. 50. 3) Esame microscopico dell'espettorato. - Globuli rossi per lo più ben conservati: leucociti prevalentemente polinucleati ~a in deg~erazione granulo-adiposa; filamenti di muco; cellule pa-vimentose del cavo ovale ed epiteli delle vie ae· ree superiori; epiteli della mucosa bronchiale;. numerosi germi boccali ·(cocchi piogeni). Assenza di epiteli alveolari, di fibre elastiche, di cellule neoplastiche e del bacillo tul>ercolare . 4) Cutirèazione ed oftalmoreazione tubercolare = negative. 5) Iniezione sottocutanea di tubercolina (da 1 a 3 milligr.) = nessuna reazione termica. 6) Puntura esplorativa del torace. - Con la puntura esplorativa fatta nell'8° spazio interco· stale sinistro lungo l'angolare della scapola si attingono 2 e.e. di liquido schiettamente ematico. di color rosso cupo, dì densità 1030, che lasciato in provetta non coagula. L'esame micro· scopico del liquido dà i seguenti risultati: globuli rossi abbondantissimi (2,094,443 p. mmc.) poveri di emoglobina, talora sfigurati e raggrin· zati, talora disponentisi in pile; globuli bianchi 9280 p. mmc. e ben conservati; assenza di ele· menti neoplastici. 7) Radioscopia torac,ica. - Ambito polmonare sinistro completamente opacato: ambito polmonare destro di trasparenza normale. Cuore leggermente spostato a destra. 8) Pressione intrarteriosa. - Mm. 110. 9) Esame numerico e morfologico del sangue:

Globuli rossi . . . . . . . 3, 280,000 Globuli bianchi . . . . . . 9600 Rapporto . . . . . . . • . . 1 : 341 Emoglobina . . . . . . • . 65 ~lo Valore globulare. . . . . . o . 98 Emazie disponentisi discretamente bene in pile, leggiera poichilocitosi ed anisocitosi. A ssenza di emazie 'nucleate. - Niente di rilevabile circa la formola leucocitaria. · 10) Potere agglutinante e precipitante del siero sanguigno verso il b. di Koch = reazioni negative. r r) Ricerca di antigeni ed anticorpi tubercolari nel siero sanguigno col metodo della deviazione del complemento = reazione negativa. 12) Ricerca di anticorpi carcinoma tosi nel siero di sangue= reazione negativa . 13) Sierodiagnosi di Wassermann = reazione positiva. ( 1 c;)


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POLICLINI CO

E same microscopico dèlle feci. - Detrito abbondante, rare cellule vegetali, granuli d'amido rigonfi, cristalli di acidi grassi, fibre muscolari digerite, rari globuli rossi scolorati, gocciole di grasso, germi comuni. E same dell'u rina. - Quantità eme. 1200. colore giallo-carico. aspetto limpido, sedimento scarso, reazione acida , densità 1024; albumina, zncchero, sangue, peptone, pigmenti biliari , acetone, urobilina assenti ; indacano tracce; diazorea zi one negati va; rapp.o rto azoto ureico azoto totale 86 %. Niente di apprezzabile all'esame microscopico del sedimento. L'infermo rimase in Clinica per lo spazio di 13 ~iorni , durante i quali fu sempre apiretico ed tn condizioni stazionarie. Al 13° giorno, in seguito a violenti accessi di tosse, l'infermo venne improvvisamente a mancare per abbondante ed infrenabile emottisi. Reperto nec1oscopico. - Cadavere ben conservato. N ulla di patologico al capo. alle meningi, al~' encefalo; vasi normali; sostanza nervosa anemica . Cuore leggermente spostato verso il basso; polmon e destro fortemente enfisema toso; polm one sinistro retratto; nel cavo pleurico esiste abbondante. liquido siero-emorragico e grossi coaguli . sangwgn; . Nulla di notevole al cuore; l'aorta già al suo inizio si presenta ectasica con placche numerose e diffuse di aortite produttiva; l'arco è alquanto ectasico: dopo l'istmo aortico si ha una sacca aneurismatica della grandezza di una mela. che s! ~viluppa dalla periferia anteriore e lateral~ s1n1stra dell'aorta , pyende rapporti col bronco si nistro, che rimane usurato ampliamente e perforato dal processo aneurismatico; al di là dello aneurisma continua la lesione cronica dell'aorta per tutta la porzione toracica. I bronchi e la trachea sono ripieni di sangue; nel polmone vi sono degl'infarcimenti emorragici da aspirazione ; le vertebre dorsali 4a, 5a e 6a sono usurate in corrispondenza della regione anterosinistra del corpo. Fegato piccolo, scolorato, con periepatite; intensa perisplenite fibrosa; _ esiste un'infiltrazione fibrosa diffusa del peritoneo; lo. stomaco è dilatato e spostato verso il bas~o; r eni piuttosto voluminosi senza alterazioni evidenti; nulla di pato .. logico nella mucosa intestinale. Integri gli organi g enitali e gli organi del collo.

** * succintamente

Il caso clinico, riferito, per le difficoltà diagnostiche cui dette luogo durante il brevè tempo nel quale l'infermo fu ricoverato in Clinica, ci sembra non privo di speciale interesse. Come dalla storia clinica si rileva, noi eravamo di fronte ad un individuo di 4r anni (in cui non er a dubbia un'infezione sifilitica contratta dodici anni p rima) il quale da un anno innanzi di presentarsi a noi, andava soggetto episodicamente a dolori tor acici vaghi accompagnati da tosse ed espettorazione prevalentemente mucosa, e poscia da dolori più intensi che si irradiavano all 'epigastrio e che non erano in rapporto coi pasti . Inoltre, {I6)

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il paziente dal settembre 1911 in poi andavatt0 d · sogge a episodii emottoici preceduti da tossestizzosa e seguiti da un sempre progressivo scadimento delle forze. All'esame obbiettivo dell'infermo riscontrammoin modo indubbio le note d'un versamento emorragico nella pleura sinistra. é ollegando i dati anamnestici con il repertosemiologico dell'apparato respiratorio a prima vista il nostro giudizio diagnostico era portato ad ammettere nel caso in esame una lesione fio-gistica cronica della pleura sin istra di 1iatura tu bercolare, associata ad un /ocola'io cron ico di tubercolosi polm on a'Ye. Contro simile giudizio ben tosto concordarono vari dati di fatto che, se isolata-

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mente presi, avevano poco valore, · pur tuttavia in complesso parlavano decisamente contr:o tale possibilità. 11 gentilizio puro dell'infermo, i pre-

cedenti anamnestici di esso, l'assenza di fatti acustici' bronco-polmonari di una certa entità, il rt0 · d repe negattvo egli sputi e di tutte quelle indagini diligenti e minuziose, che nel riassunto· ' storico abbiamo enumerate, dovevano necessaria mente allontanare il nostro pensiero dalla probabilità d'una infezione tubercolare. lVIa, stando pure ai dati semiologici dello spandimento pleurico. che risultava di non lieve entità, il fatto della mancanza quasi completa dello spostamer,,to del media· st'i no e l'assoluta in tegrità dello spazio semilu n aYedi Trau be mal si concilia vano con l'ipotesi di una pleuritè emorragica t·ubercolare. Tralascfamo dal rilevare il carattere schiettamente emorragico d el liquido estratto d alla pleura e che microscopi camente apparve appena un poco diluito rispetto al sangue circolante. Scartata, cosi, razionalmente l'ipotesi d'una lesione tubercolare della pleura: un 'altra si present a va a noi abbac:>tanza seducente : intendiamo parlare d'una neoplasia pleuro-polmonare. - Ed. invero, le algie toraciche, il dimagramento dello infermo, il versamento emorragico discretamente cospicuo nella pleura sinistra senza sposiamen t-o · del mediastino e ridu zione dell'a,.ea semilunare di Trau be e l'assenza di febbre era t ale un complesso di circostanze da fa r ritenere sufficientemente fondato il sospetto d'una neoplasia . Ma contro di questa avevamo altri fa ttori, che pure· andavano vagliati. Innanzi tutt•) nel nostro in· fermo i dolori toracici furono sempre vaghi e non· assunsero mai il caratter e di quei dolori puntori vivi , lancinanti, persistenti e con un crescendo d'intensità propri d elle neoplasie. Cosi, pure, era ~


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SEZIONE PRATICA

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vamo di fronte ad µn individuo che, _sebbene sca- duzione di rumori abnormi in corrispondenza dei duto nella nutrizione, era ben lungi dal present~re grossi vasi, non fenomeni di compressione dei jl quadro caratteristico della speciale cachessia. vari organi contenuti nel mediastino (sindrome Inoltre, l'assensa di dispnea intensa, di tosse ovina, mediastinica). In una parola, mancava nel caso , di cianosi del volto e del braccio del lato affetto nostro quell'insieme di note semiologiche e clie, principalmente; il difetto di ghiandole linfatiche niche proprie dell'aneurisma aortico. cervicali, ascellari e sottoclavicolari ingrossate~ Ma, se di aneurisma doveva trattarsi, era chiaro in prevalenza dal lato dell'affezione pleuro-pol- · che esso doveva esser rife.r ito a quel tratto della monare, ci rendevano non poco perplessi dal pro- aorta toracica, che s'estende dal bronco sinistro nunziare simile diagnosi. La qualità schiettamente (cioè a dire dall'altezza della 4a vertebra dorsale) emorragica del liquido attinto dalla pleura, come sino a livello dell'anello fibroso del diaframma. si è ricordato, senza la presenza in esso di ele- È questa la zona latente degli aneurismi non menti neoplastici svelabili col metodo della devia· diagnosticati, detta da Huchard la zona degli ~1"rori zione del complemento, erano altri due elementi di diagnosi. È noto come in questo tratto sia pos· ·d i giudizio che quasi con certezza ci fecero scar- sibile l'estrinsecazione di aneurismi aortici mdlto tare la diagnosi sopra espressa. voluminosi, assolutamente muti e rivelabili solSorvo~ando sopra un gruppo abbastanza esteso tanto al tavolo anatomico. di lesioni capaci di provocare spandimenti emorraMa, se in tal caso potevamo spiegarci la mangici della pleura (diatesi emorragiche varie, lesioni canza di asincronismo fra l'itto caydiaco ed il polso traumatiche, nefriti, cardiopatie arteriose, cirrosi delle femorali per la presenza di coaguli contenuti epatica, reumatismo articolare acuto gravissimo, nella bozza aneurismatica o per ragioni d'altra ·ecc.), lesioni che nel nostro caso non erano da prei+· natura, stentavamo .in vero a comprendere nel dersi peraltro in alcuna considerazione, passiamo a caso nostro il perchè dell'esistenza, p.e r quanto valutare i dati che per avventura potevano fare leggiero, del sintoma detta tt'achea (Cardarelli-Oli· indurre in noi, come effettivamente Io fecero, il ver) ch'è proprio, come generalmente si sa, degli -fondato sospetto d'una bozza aneurismatica deila aneurismi della co·n cavità e detta porzione discenporzione discendente dell'aorta toracica. dente dell'arco aortico. E, per verità, convien subito dichiarare che alla In conclusione, dall'insieme di tut~ questi fatti ' possibilità di tale diagnosi fummo . portati non il caso da noi descritto ci sembra non poco istruttanto dalla valutazione di gualche piccoJo dato tivo. Esso dimostra come per lungo t empo una positivo dinnanzi al mutismo d'ogni classico fe- bozza aneurismatica possa restare inosservata e nomeno dell'aneurisma aortico, sibbene dal ri- dare tutto il quadro fenomenologico d'affecordo d'un caso quasi consimile, che avemmo in z1one tubercolare o cancerigna pleuro-polmoClinica nel 1906, e magistralme11te descritto dal nare. Inoltre, dimo~tra ancora una volta come din· prof. Rossi, che nel nostro ci fu guida sagace ed nanzi al mutismo dei fenomeni classici, ed allora illuminata (I). Dolori toracici vaghi ed intermittenti, dolori ·chè ci vien meno anche il gran sussidio diagno.alla pressione sulla 5a e 6a vertebra dorsale, leg- stico dell'indagine radiologica. si possa addì venire alla diagnosi d'aneurisma aortico latente in base gerissimo accenno al fenomeno Cardarelli-Oliver; ecco i pochissimi dati che, insieme alla presenza a piccoli fatti , purchè sfano vagliati indipenden• del momento etiologico (sifilide pregressa) dove- temente dagli altri fenomeni, talora imponenti, vano fare ammettere l'esistenza di un aneurisma che l'infermo presenta. aortico. Ma, dinanzi a tale possibilità, quanti dati I rappofti assitnti dal tum ore aneurismatico con negativi. Assenza di zone circoscritte di ottusità il bronco sinistfo, c9me si è visto dal reperto ne· sul toraèe, assenza di . pulsazioni, cuore pochis- croscopico, spiegano sufficientemente il perchè simo spostato e di grandezza normale, nessun dell'esis ienza della pitlsazione lari·ngo-tracheate (sinritardo delle arterie periferiche di fronte alJ'itto toma del Cardarelli): gli altri fenomeni presentati del cuore, non disugu~glianza nella validità dei in vita dal paziente, e registrati, trovarono al polsi di una metà del corpo sull'altra, non pro- tavolo anatomico la loro naturale spiegazione. (1) Rossr, Gazzetta degli Ospedali, 1906, n. 129.

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Genova, marzo 1913.

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IL POLICI.INICO

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ACCADEMIE, SOCIBTl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICO~ARI).

Società fra i cultori della scienze mediche e naturali di Cagliari. Seduta del 30 aprile 1913.

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Prof. O. Cozzolino. Un caso di -reumatismo c-ronico tubercol oso in bambina . - Bambina di 7 anni, da circa 5 anni sofferente di un quadro morboso nosologicameute corrispon~ente del tutto alla cosidetta malattia di Stili. Cutireazione +, W. R. Radiograficamente le tumefazioni si dimostrano pertinenti ai tessuti periarticolari. Con l'iniezione di 1 milligr. di vecchia tubercolina Koch reazione febbrile, rivivescenza della cutireazione, arrossamento di due cicatrici corrispondenti a pregresse spine ventose alle dita delle mani ed in pari tempo tumefazione maggiore ed arrossamento della cute in corrispondenza delle articolazioni tumefatte. · L'(). segnala che non esiste unicità nè di criterii etiologici, nè sintomatologici per fare una individualità morbosa a sè della forma descritta da Stili. Pur non potendosi escludere l'intervento secondario di un'infezione tubercolare • in articolazioni primitivamente colpite da un reumatismo cronico comune, attualmente la lesione doveva essere, in base alla reazione locale ottenuta col1~iniezione sottocutanea della tubercolina , di natura tubercolare. L'O. ammette un'origine bacillare del reumatismo articolare cronico tubercolo~o, o almeno un'origine in pari tempo bacillare e tubercolot9s$ica. L'O. rileva infine la es~rema rarità di questi casi. Prof. Sterzi. L'O. comunica un m etodo per determinare la superficie del cervello. - Il metodo consiste nel misurare.il volume del cervello fresco (calcolando• il volume d'acqua 'che esso sposta), il volume del medesimo cervello indurito in formalina 3 % ed il coefficiente della retrazione prodotta dall'indurimento sulla supeficie cerebrale; nel rivestire poi la superficie del cervello indurito e sezionato con un macrotomo con fogli ·d'argento puro di spessore noto e costante; nel determinare la quantità di argento occorsa; nel riportare questa quantità alla ~uperficie del cervello fresco in base al predetto coefficiente di retrai.ione. Conoscendo la superficie cerebrale, lo spessore medio della sostanza grigia corticale ed il peso specifico medio di questa sostanza, si possono determinare il volume ed il peso della corteccia cerebrale. 1

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Dà notizie delle indagini fatte con quec;to metodo da M. Aresu. dell'Istituto anatomico di Ca· gliari, su tre cervelli, due di uomo ed uno di donna. Prof. D. Taddei. C.,nt11ibuto atto studio delle neffiti crotti-cktj dolorose Ultilaterali (con dimostra. zione di preparati istologici). - L'O. riferisce innanzi tutto la storia clinica di un paziente, bracciante di 24 anni , figlio di donna morta per tubercolosi polmonare, affetto da lesione unilaterale (cat et erismo ureterico) del rene sinistro, con attaccl1i dolorosi violenti (iniziati nel settembre 1911) accompagnati una volta da afasia motoria (durata 2 giorni) e talora da febbre e diarrea (che l'O. s piega come fatti uremici), il quale nell'ultimo periodo presentava dolore continuo lombare, albuminuria lieve (Y2 2 %0 ), poliuria, cilindruria, ematuria microscopica, lliarrea, febbre serotin_a. Esame cistoscopico negativo. Una volta si riscontrarono nelle urine bacilli acido resistenti: negativa la prova biologica. Positiva la cutireazione alla tubercolina. Il malato è completamente guarito colla nefrectomia (gennaio 1913). Dall'esame anatomo-patologico e microscopico· del rene risulta ehe esisteva una nefrite parenchimatosa, con zone di infiltrazione mononucleare sottocapsulari, corticali e anche midollari sparse qua e là, sclerosi glomerulare. Negativo l'esame istologico e batteriologico per la tubercolosi tipica. L'O. fa un diligente studio della letteratura sulle nefriti dolorose, nome che ormai deve e~­ sere sostituito a quello di nefralgie, sulle alterazioni tubercolari atipiche del rene e dopo di aver discusso le varie possibilità etiologiche, propende a ritenere che nel suo caso si tratti di una forma tubercolare atipica. L 'O. dimostra infine la convenienza di trattare i casi analoghi colla nefrectomia piuttosto che con i metodi oggi più in voga (nefrocapsectomia. nefrotomia). Prof. F. Putzu. U-n caso singolare di cicatrici defo1 mi da scottatut'e. - L'O. riferisce la storia di un giovane di 24 anni, il quale in seguito a gravi scottature riportate all'età di 3 anni, presentava una vastissima cicatrice che occupava la metà inferiore della superficie addominale (a cominciare da una linea trasversa passante per le S . I. A. S.), la faccia antero-intema delle coscie e delle gambe, andando a terminare assottigliata. a forma di lingua· sui polpacci. Era scomparsa ogni traccia di ombellico e la cute dell'addome stirata in basso sotto la sinfisi pubica aveva contratto solide aderenze con quella

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detle radici delle coscie in modo da costituire un largo e ~solido diafran1ma alto circa 12 cm. Gli organi genitali erano completamente nascosti dietro il diaframma ·cicatriziale al quale il pene era aderente per la sua superficie dorsale tanto da riinaneme libero solo il glande. Per la presenza di tali cicatrici erano notevolmente inceppati i movimenti del corpo e specie degli arti inferiori e quindi la deambulazione ed era assolutamente impedita là copula. L'O. intervenne, rimuovendo il tessuto cicatri.ziale.. ricoprendo le superficie rimaste scoperte con larghi lembi autoplastici per scivol~ento presi dai fianchi e daìla superficie esterna delle cosce, accollando i lembi cutanei del dorso <.lei pene rimasti scoperti, rimettendo gli organi genitali in posizione normale e suturando la cute della radice del pene e dello scroto alla cute della sinfisi pubica che, non ogi:ante lesa, si potè conservare in parte perchè ancora ben nutrita. L'esito fu ottimo, p0ichè il paziente non ha più nessun disturbo nei varii movimenti del corpo e degli arti inferiori e la copula si compie normalmente . (Conforta l'illustrazione del caso con la presentazione di relative fotografie fatte prima e dopo l'intervento). * SUNTI DI DISCUSSIONI IMPORTANTI.

Mille casi d'enucleazione della prostata. ' I

lTna comunicazione del dott. Freyer alla Socr:età nedica britannica (Liverpool) riguarda mille casi d'enucleazione totale della prostata, per ipertrofia. I resultati sono così suggestivi, le osservazioni cosi importanti, che meritano di essere riportate ad incoraggiamento dei chirurgi e per el'minare pregiudizi, che eventualmente ancora si possono nutrire a proposito di questa operazione radicale. Dal 20 luglio 1901 al 1912 l' A. ha rgggiunto la cifra di mille operati. L'età dei pazienti era variabile tra i 49 e i 90 anni, con una media di 69 anni: 11 avevano 79 anni e 62 tra 80 e 90 anni. Le prostrate asportate avevano un peso medio di 70 gr., la più piccola pesava solo 14 gr., la più grossa 476 gr. La maggior parte dei malati era stata per lungo tempo assoggettata al passaggio d~lle sonde, ridotti ad una misera vita, qualcuno anche moribondo. Pochi erano esenti da gravi complicazioni quali cistite, calcoli, pielite, diabete, malattie di cuore, aneurismi, bronchite cronica, ernie multiple, ecc, Su 1000 operati l'A. ha avuto 55 insuccessi: ossia il 5 Yz %; 945 sono guariti. Sul principio la mortalità raggiungeva il 10 %. poi si ridusse al 4 Y2 %, tra gli ultimi 100 operati

ebbe a lamentare solo 3 insuccessi. Le cause di morte furono: in 25 casi uremia dovuta ad affezioni croniche dcl rene, 8 malati di cuore, 7 chock, in 3 ·esaurimento, in 2 setticoemia, in 2 vesania, in 2 cancro del fegato, in 2 bronchjte, in uno polmonite, in I sincope, l embolia, 1 emorragia cerebrale, 1 pancreatite acuta. Nella maggior parte dei malati, in cui all'atto operativo segui il decesso, le condizioni erano gravissime, e l'ope razione fu consigliata solo dalle enormi sofferenze a cui erano soggetti i pazienti. La metà almeno dei decessi s'è avuta in pa· zienti sofferenti di malattie renali; queste però alla loro volta erano stat~ causate dall'ostruzione delle vie urinarie provocata dalla pressione della prostata ipertrofi~a sull'uretra: l'urina, accumulata in vescica, è spinta su per gli ureteri, il rene è impedito nella sua funzione . Tale constatazione deve decidere il medico a consigliare al più presto l'atto operativo al paziente. In 181 casi all'atto operativo si trovarono calcoli fosfatici; e tra essi la mortalità è doppia ( 8. 8 %) della media globale; è quindi necessario non attendere per l'enucleazione, la formazione di calcoli. Anche l' uso del catetere a lungo andare irrita l'uretra e predispone alla degenerazione cancerosa. Il resultato della prostatectomia non è un successo parziale o temporaneo; esso è una gua1'i• gione permanen te, il paziente diviene in breve padrone d'emettere o di ritenere l'urina a volontà; si vuota normalmente la vescica, senza recidive degii accidenti anteriori. In tutta l'esperienza dell'A. un solo operato ha perduto la facoltà d'emissione volontaria : ma in esso la vescica per l'ec· cessi va distensione era rimasta inerte. L 'atto operativò tlet1e essere 1'apido, l'anestesia deve dùrare poco; sul principio l'A. compiva l'atto operativo in 2 0 mint1ti circa o più; attualmente un tempo da 2-4jminuti, bastAno in casi difficili 8 -1 0 minuti, per l'enucleazione della prostata; tale rapidità diminuisce la perdita di sangue e la probabilità di shock. L'A. non crede che vi sia ragione apprezzabile , come causa dell'ipertrofia, al di fuori dell'età. Dopo l'operazione gli ammalati dicono di sentirsi ringiovaniti, spesso anche le funzioni sessuali si ripristinano. La meravigliosa statistica è il più bell 'elogio t. p. a 1 nome di Freyer. Pubblicheremo prossimamente : Fabricci: Del rapporto fra trauma e tubercolosi : Merea: Febbre di Malta nella miniera Argentiera (Sassari); PabrJs: Gravidanza extrauterina complicante gravidanza normale.


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APPUNTI PER .IL MEDICO PRATICO. MEDICINA SCIENTIFICA. Capacità polmonare minima compatibile con la vita.

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L. Bernard, A. De Play e H. Mantoux, ]ournal de Ph1s. et de Path. gén., XV, 1913, osservano ' .che molti organi indispensabili alla vita hanno una capacità funzionale superiore a quella necessaria per l'esistenza, e si può, mercè s0ppressioni parziali, ridurli considerevolmente, senza che sopraggiunga la morte. Ciò è stato .bene stabilito, per es., pel rep.e, per le ghiandole surrenali, pel tenue; non era però stato ancora precisato pei polmoni, sicchè gli AA. si sono proposti di colmare la lacuna. Diversi sperimentatori, aggredendo j} polmone nella cassa toracica e in più ·tempi , hanno ten, tato di soppriµierne . parzialmente la funzione. J. Courmont in esperienze simili potè consta tare, che è possibile la sopravvivenza anche dopo ablazione di tre quarti dei polmoni. • Gli AA. non avyndo ottenuto risultati soddisfacenti colla soppressione anatomica, mercè legatura o resezione~ sdno ricorsi a u11 metodo indiretto, cioè alla soppressione funzionale più o meno completa delJ'organo, mercè l'iniezione di gas, producendo un doppio pneumotorace artifi·Ciale. Spe1·imentarono sui cani, servendosi dell'azoto; <la un lato determinarono il nneumotorace totale, . mentre dall'altro spingevano l'insufflazione di . azoto fino ~l massimo gr~do possibile e compatibile colla vita dell'animale. Colla radioscopia seguivano il progredire del colla:;;so polmonare. Indirettamente poi, utilizzando tutti i da tj forniti dalle loro esperienze, gli AA. hanno potuto calcolare che la capacità polm onare 1n inima com.. patibile colla vita è uguale a un sesto circa del volume polmonare totale. Tale risultato è utile riportare a quanto già da lungo tempo la clinica, e recentemente l'impiego del pneumotorace artificiale nei. mala ti di tubercolosi, ha permesso di stabilire. Conoscendo la quantità relativamente piccola di polmone sufficiente per la vita, si resta meno sorpresi di fronte alla facilità con cui si sopportano dei versamenti pleurici considerevoli, o le estese distru .. zioni che si sogliono rinvenire all'autopsia dei tisici. , (20)

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In base al risultato degli AA. si comprende anche meglio, come i malati possano ben soppor- . tare il pneumotorace terapeutico. E senza volersi fermare sul rapporto tra cane sano e uomo malato, si potrà forse vedere in quanto gli ·AA. hanno messo in evidenza un incoraggiamento a praticare il pneumotorace totale da un lato, anche quando il polmone del lato opposto abbia subito gi~ una riduzione della sua capacità funzionale per fatti patologici pregressi. Qui l'esperienza clinica ha preceduto l'esperimentazione fisiologica, come insegnano ~nche alcuni casi riferiti dal For. lanini. . G. AMANTEA. •

CASISTICA. •

Le appendiciti ematogene. · Si ritenne un tempo che l'appendicite fosse un corollario delle infezioni intestinali; tanto che, malgrado alcune esperienze ed osservazioni fos'sero già contro quest'opinione comune, parve strano 9uando Dieulafoy non volle ammettere che l'enterite fosse il preludio dell'appendicite. L'esame batteriologico metodico del sangue ci ha disabituati dal ·dare carattere d'eccezionalità alle infezioni setticemiche, ed ha fatto si · che il numero di queste è sempre più aumentato, spe· cialmente per le glandole annesse al tubo digestivo. Ch. Richet ha dimostrato che l'appendicite frequentemente ha origine sanguigna. La tubercolosi iniziale dell'appendice si presenta spesso sotto forma di un'eruzione sottorhucosa di tubercoli miliari l!On ulcerati e raggruppati come vescicole d' herpes: questa distribuzione iniziale dell'infezione tubercolare si spiega ammettendo un'infezione Rpecifica dell'arteria afferente. Nella tifoide, se l'appendicite tardiva ha piuttosto origine digestiva, i casi precoci di a p'pendi co-tifo sono dei casi tipici ai appendicite ematogena. Quanto ai paratifi, il caso recente di Widal, Abrami e Brissaud è molto dimostrativo: dopo alcuni giorni di u11a setticemia da paratifo B si manifestò un'appendici!e gangrenosa: all'autopsia si dimostrò Io ste"so germe nell'appendice, mentre l'intestino tenue era indenne. Nel corso della polmoniie, l'origine ematica dell'appendice ci dà ragione non ~ltanto delle appendiciti comuni che si verificano durante la


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polmonite, ma ancora degli attacchi appendicolari leggieri che frequentemente si hanno all'inizio delle polmoniti nei bambini, e di alcune peritoniti pneumococciche primitive. Antica è la nozione dei rapporti fra l' an~ina e l'appendicite. Essa è anche una complicazione frequente dell'influenza, nella quale sembra essere sempre una localizzazione dell'infezione ge· nerale. Secondo Richet la più gran parte delle appendiciti ha origine da setticemie mal determinate. spesse volte tanto leggere e quasi inavvertite. Il reperto costante del bacillum coli e degli anaerobi è dovuto ad un'invasione secondaria di questi germi comuni dell'intestino. I dati sperimentali sono d'accordo con quelli della clinica. Ric-het e Saint-Girons hanno iniettato nelle vene del coniglio lo streptococco, il bacillo della dissenteria, ed hanno osservato l'eliminazione di questi germi attraverso l'appendice : eliu1inazio11e precoce (fin dopo 7~ ora od· un'ora), a volte associata ad un'eliminazione duodenale e colica. a volte esclusiva dell'appendice; sempre più precoce e più costante dell'eliminazione biliare e renale. L'appendice così non sarebbe più un'organo sprovvisto di ogni funzione utile, diverrebbe per eccellenza l'emuntorio dei microbi. Ma siccome questa funzione non è esclusiva dell'appendice, perciò questa può essere impunemente S9crificata. L'appendicite, ematogena o no, comporta soltanto il trattamento chirurgico, a causa delle frequenti recidive. (FAURE-BEAULIEU. Paris Médioal, 8 marzo 1913). P. S.

Etiologia delle

a~erenze

del colon.

Il Lane nel 1908 ha ricldamato per primo, in modo speciale, l'attenzi<?ne su alcttne aderenze intestinali e sugl'inginocchiamenti che in conseguenza di esse si producono. La sede più frequente è l'ultima porzione dell'ileo e la prima del colon: le sue osservazioni sono sta te confermate da altri chirurgi. La presenza di questi nastri connettivali dà origine ad una sintomatologia ben definita che varia dai fenomeni morbosi più insignificanti, quali un lieve dolore o stip13i, alla più grave anemia con fenomeni generali di nevrastenia. Molti casi di n ppendicite che non migliorano dopo la operazione si possono spiegare colla persistenza di queste aderenze. I fattori considerati come causa di queste fas~ie fibrose sono numerosi: il Lane, per esempio, <là molta importanza alla ptosi del cieco; il Binne crede invece che in ogni caso si debba trattare di un processo infiammatorio; l'Hoffmei·

ster su quattordici casi ha trovato in dieci la presenza del tricocefalo; il Mayo invece crede che si tratti di formazioni congenite; il Lennandèrle attribuisce ad una colite infantile. Però tutti gli autori sono d'accordo nell'ammettere quasi costanten1ente una ptosi cecale: ed è la regione cecale l'unica porzione dell 'ii;itestino in cui si possano avere aderenze non in rapporto con processi infiammatorì o traumi. Il Rhodes (Med. Ree., 12 ottobre 1912) dà una spiegazione delle aderenze pericecali che merita di essere riferita. La massima parte delle sostanze solide dell'in-testino, dice l'A. (circa il 90 ~~),è assorbita dall'intestino tenue; cosi pure il 50 % delle sostanze liquide; nel colon invece avviene l'assorbimento del ro % delle sostanze solide e del 50 % delle liquide: ne consegue che le tossine solubili sono assorbite con maggiore facilità nel colon che nel ten11e: dopo la valvcla ileocecale cambia l'aspetto · del contenuto intestinale e la reazione da alcalina diventa acida: la peristalsi diviene più pigra e il contatto delle parti intestinali colle sostanze tossiche· intestinali è più lungo; quando il cieco è mobile può rimanere una certa quantità di sostanza come sequestrata nel cieco senza che il circolo intestinale venga ad essere interrotto ; aumentano così le possibilità di una maggiore tossicità del contenuto cecale, di una minore resistenza della parete anche in rapporto colle alterate condizioni di vascolarizzazione e quindi la probabilità di una diffusione di germi patogeni alle pareti cecali: il Franke ha dimostrato una connessione linfatica tra il colon ascendente e il rene destro e la possibilità del passaggio diretto dei germi dall'intestino al rene, quando esiste una lieve lesione della mucosa-. Stabilita la possibilità di tali aderenze nei casi di mobilità eccessiva dell'intestin0 si comprende che determinandosi cosi un inginocchiamento dell'appendice si possa avere un'appendicite secondaria. P. A.

TERAPIA. Teocina ed adonis usati come diuretici e come cardiocinetici. Teocina ed adonis hanno azione diuretica manifesta ; però, avendo riguardo alle proprietà peculiari di ciascuna, trovano indicazione ed utilizzazione diversa. Il dott. Plicque (Le Bull. M~d., 15 febbr. 1913) così riassume le proprietà e modella le indicazioni: La teocina è un potente diuretico, ma essa è pure sostanza ad azione brutale, è necessario (2 I)


IL POLICLINICO

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nella sua ap plicazione pratica ricordare il precetto di Huchard: nè troppo, nè troppo poco, ·nè a lunghi intervalli, n è spesso. Non troppo perchè le dosi superiori ad un grammo dànno segni d 'intol~eranza gastrica, cardiaca , n e.r vo sa, gastralgie, palpitazioni) cefalea disturbi uditivi: gr. o. 75 bastano a produrre i migliori effetti nelle diuresi. Non troppo poco, percbè accanto alle dosi insufficienti come diuretiche, esistono dosi ad azione inibitoria nel rene con 0.30 centgr. di teocina non si avranno d'ordinario effetti apprezzabili. L'azione della t eocina si esaurisce abbastanza rapidamente e non si deve quindi lasciar trascorrere tra una somministrazione e l'altra, uno spazio di t empo super.iore a 2 o 3 giorni. D'altra parte non bisogna u sare il rimedio troppo a 1ungo perchè stanca il rene, che più non reagisce; tra due serie di cura bisogna lasciar trascorrere almeno uno spazio di tre settimane. La teocina in virtù dell'azione sua rapida e violenta trova una giusta indicazione in casi di squilibrio circolatorio grave, ·sia che si tratti di un asistolico, o di un uremico in una grave crisi di uremia acuta. Secondo il Lemoine (Société méd. cles H opit., 6 dicembre 19 1 2 l'adonis ver1iatis è a differenza della t eocina cardiocinetico e diuretico e presenta i seguenti vantaggi: Facilmente tollerato anche dallo stomaco degli iposistolici, dei vecchi, non pro'\"oca insonnia, cefalea, non inconvenienti da accumulo, non au· menta la nressione arteriosa, non trova controindicazioni nell'arteriosclerosi, nelle nefriti con iper. tensione, aumenta la diuresi con l'eliminazione di cloruri dell'urea; la diuresi è indiretta dovuta all,acceleramento d ella corrente sanguigna. Le indicazioni migliori per l 't1so dell'adoniz sono: Le affezioni acute d el cuore accompagnate da eretismo, tachicardia, dolore precordiale; l'adon-is dimostra azione sedativa : il polso si rallenta, il dolore precordiale diminuisce, le arterie sono meno turgescenti. Nelle malattie di infezione con risentimento miocardico, come la febbre tifoide, il vaiuolo, la polmonite, l'influenza, l'adonis è da preferirsi alla digitale di cui non ba gli effetti dannosi, da preferirsi alla caffeina poichè non affatica nè lo stomaco nè il sistema nervoso. Indicazione vantaggiosa si ha nelle endocarditi e miocarditi croniche: negli scompensi lievi l'ado nis agisce ra pidamente, non provoca vomito; la dispnea diminuisce, migliorano le condizioni del polso, aumenta il tasso delle urine, gli edemi si riassorbono. L'uso d ell' adonis può essere prolungato senza il minimo danno. Preziosa qualità

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questa che consiglia l'uso dell'adonis nelle nefriti croniche, specie in quegli ammala ti che diventano dei veri cardiorenali: l'azione è manifesta negli ed.emi. Nelle 24 ore l' adonis si può somministrar e nella dose di 4·8 gr. (infuso di foglie secche in 250 gr. d'acqua). L'infuso è amaro a provoca salivazione. Gli estratti acquosi ed alcoolici sono più attivi della tintura d'.:1donis. Di estratto non si oltrepasserà 1a dose di 1 gr. al giorno. L'adonidina è assai attiva alla dose di 10-2 0 milligrammi al giorno. t. p. •

La scilla medicamento diuretico azoturico. La scilla fit dai tempi più lon tani è stata usata in -.:edicìna come diuretic:o; la sua azione però, anche ai t empi nost ri, non è stata analizzata a • sufficienza, e, se non empiricamente come in pas- · sato, anche ai tempi nostri più la tradizione che l'esatta conoscenza delle cose consigliano l'im-· piego del rimedio: nei trattati più moderni si può vedere come per alcuni la scilla sia un diuretico cardiovascolare, per altri un diuretico diretto. Gli effetti sulla composizione dell'urina in seguito alla somministrazione della scilia sono stati poco studiati ed incompletamente; da tale incer.tezza di conoscenza deriva una incertezza dannosa di indicazioni. A. Pie nella relazione sui diuretici, al Congresso di medicina del 191 I, divideva i diuretici in idrurici , clorurici, azoturici; Pie e Bonamour (La P'fesse méd., 18 dicembre 1912), studiando ' l'azione della scilla, credono di poter aggregare la scilla al terzo gruppo, la scitta è cioè un medicam ento azoturico, per azi'one elettiva sulla cellula renale nell'eliminazione dell'utea . Essi hanno cercato di risolvere il p roblema studiando l'azione della scilla somministrata ai nefritici con ritenzione azotata e scarsa eliminazione d'urina, comparandola, nello stesso soggetto, agli altri dit1retici più noti, somministrata agli individui sani mantenuti a dieta costante, agli ani· mali. Le grafiche che gli AA. riportano, riassun1endo le varie analisi di urina , dimostrano assai chiaramente è concordemente che la somministrazione di o. 15 gm. di scilla ai nefritici determina aumento notevole immediato nell'eliminazione dell'urina in toto e del contenuto d'azoto, aumento di gran lunga più sensibile che non sia quello determinato dalla teobromina, dalla adonis, dal vischio, dalla digitale. Negli individui sani e negli animali la sciJla dimostra solo la proprietà di far eliminare mag·


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gior quantità di azoto, lasciando quasi integra la quantità dell'urina. La diuresi invece nei nefritici è tanto più accentuata dopo la somministrazione della scilla, quanto più gli edemi sono gravi, .fatto che dimostra quanta importanza si debba attribuire oltre che alla ritenzione clorurata, alla ritenzione .dell'azoto per la formazione degli edemi. Da tali ricerche derivano precise indicazioni terapeutiche: nelle nefriti uremigene la scilla trova la sua indicazione imn1ediata beninteso associata ad una alimentazione priva di sostanze azotate. Nélle nefriti uremigene ed idropigene nello stesso tempo se alla dieta declorurata si associa una cura medicamentosa di scilla e teobromina vi vediamo risultati rapidi e sicuri. Talora anche negli edemi cardiaci è indicata la scilla auando l'analisi dell'urina riveli ritenzione .... azotata1 specie se associata alla digitale. Il medicamento adunque non deve . empirica.mente più essere usato nelle idropisie ~in genere ma nelle ritenzioni azotate; sol così non si avranno .delusioni terapeutiche.

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POSTA DEGLI ABBONATI. (112) GZi occ.hi bistrati. -

Prego favorirmi, nell'apprezzatissima sua consulenza, la spiegazione fisiologica del noto cerchio livido· bluastro che, dopo un surmenage fisico od intellettuale, compare al di sotto d egli occhi. Con distinti ringraziamenti. dott. X .

Il cerchio livido-bluastro palpebrale, che compare dopo l'affaticamento fisico o intellettuale, è segno di stasi c?.·rcolatoria locale ed ha fondamento nei seguenti fattori: 1° la costituzione anatomica dei tessuti palpebrali, tessuti las')i che facilmente si lasciano distendere ed infiltrare; · 2° la fitta rete vasale venosa, di cui lo scarico è poco aiutato dai tessuti che la comprendono; 3° la sottigliezza della cute della regione che permette per la sua trasparenza qualsiasi anche piccola alterazione di circolo. A queste ragioni locali si aggiungano le ragioni di fisio-patologia le quali ci dicono che in occa! . p. sione di qualsiasi affaticamento, l'organo centrale della circolazione è il primo a risentirne gli effetti: di questa fatica del cuore, che, in passato troppo L'azione diuretica della digitalina · è stata trascurata, perchè è compagna della vita e teobromina nei bambini. ordinaria, e sfuggita agli occhi del patologo, uno Nei cardiaci dosi molto deboli di digitalina dei segni è il cerchio livido-bluastro palpebrale, anzi si potrebbe chiamare l'indice più squisito, hanno un'azione diuretica spiccatissima e questo / fatto è evidente ancht nei bambini come hanno poichè in esso sono tutte le condizioni opportune ad ingrandire e a rendere meno temporaneo il dimostrato il Nobecourt e Paisseau (A rcli. de méd. fenomeno di stasi: il cerchio bluastro è segno di des enfants, feb. 1912). Basta dare una gocc~a insufficiente scarico vasale che come ragione prima della soluzione al millesimo per cinque o dieci ha l'affaticamento del cuore, come ragione particogiorni per vedere aumentare la quantità dell'urina lare le condizioni peculiari della regione, variabile e diminuirne il peso specifico; anche il tasso dei naturalmente da soggetto a soggetto. cloruri aumenta e gli edemi scompaiono. Perchè con tale affermazione non sia attribuita Colla dnse di una goccia si vedono i risultati al segno una dignità patologica che ad esso non dopo tre o q11attro giorni: la persistenza delsi conviene, poi, basta far notare che limiti tra l'azione diuretica dipende specialmente dalla gra· fisiologia e patologia si può dire non esistano vità dei singoli casi. Anche nelle nefriti piccole ... netti, come non esistono limiti netti tra sanità e dosi di digitalina possono favorire la diuresi: malattia: alcuni segni che presenta l'uomo sano nelle nefriti croniche con edemi i risultati semsono al confine del campo della fisiologia e si brano meno evidenti. toccano con quelli che universalmente sono conColla teobromina gli effetti osservati sono sta ti siderati come patologici. Noi possediamo poteri gli stessi sia adoperando dosi di 40 cgr. che dosi di riserva, di pertinenza del fisiologo , ma il cui di un grammo. uso e specialmente l'uso eccessivo dà segni che I risultati sono con questo medicamento più sconfinano dai limiti delle manifestazioni fisiolospiccati nelle nefriti che nelle cardiopatie. giche e penetrano nei confini indistinti della paCiò che gli AA. tengono a mettere bene in ritologia. lievo è la necessità di adoperare sempre dosi Naturalmente il c:!rchio livido-bluastro non ha deboli di questi rimedi, perchè essi per lo più sempre la medesima patogenesi: deve certo ricordebbono essere prescritti per un lungo periodo rersi a ben più complicato meccanismo per spie<li tempo. gare la frequenza con cui esso si trova in sofferenti gastro-intestinali per esempio; ma dovendoci P. A. ' •

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fermare al cerchio palpebrale che segue al surmenage fisico ed intellettuale, possiamo ritenere che esso sempre rappresenti un segno d'insufficiente scarico vasale. È naturale che alcune palpebre acquistino talora un vero coto1ito brunastro, in seguito a stasi_croniche. come si verifica frequentemente in coloro che si assoggettano a gravi e con tinuati lavori durante le notti insonni, in coloro che commettono eccessi venerei; nella stasi cronica le palpebre, come molte altre parti del corp9, p er ectasia permanente dei piccoli vasi. e forse per un 'ipercromia della cute conseguente. con servano, anche se la causa è momentaneamente elin1inata, il colorito acquisito. i. p. Prego codesta Redazione pubblicare nella rubrica del Policlinico ' Posta degli abbonati » quale sia la cura odierna della febbre puerperale. a vendo ne • in cura un caso. Ringrazio sentitamente e mi ripeto N arni (Perugia). Aff .mo Abbonato 4503. (113) Cura della febbre puerpefale.

La cura della febbre puerperale si può riass11mere per sommi capi : verificare con la massima esattezza la diagnosi di sede della lesione primi ti va. Se si tratta di vulvo-vaginite da lacerazione infetta, con le superfici di lacerazione di aspetto lardaceo, si praticano causticazioni generose delle dette superfici con acido fenico puro ~ alcool a parti uguali, seguiti da abbondanti lavaggi vaginali con soluzione di lysoform o con acqua jodata. Se le lesioni hanno sede più in alto nel canal genitale, se si tratta cioè di cerviciti ' per lacerazioni infette del collo. o di endometrite settica vera e propria, con utero grosso, flaccido e abbondante secrezione puriforme spesso di cattivo odore, occorre allora pratic~re le irrigazioni endouterine, con una grossa sonda; queste irrigazioni si possono ripetere più volte nella giornata, secondo la gravità dei casi ed è bene che siano abbondanti (talvolta fino 10 litri per lavanda) e possono éssere fatte con soluzione di lysofor1n, con acqua jodata, con soluzione di permanganato di potassio, con ~ol'1zione di ipoclorito di calcio. Le erosioni del collo uterino debbonc; essere caustica te con acido fenico e alcool e la cavità ·endouterina, nella endometrite, con tintura alcoolica di jodo. Questo per la cura locale; in quanto alla gene· raie si sono ottenuti risultati veramente soddisfacenti con le iniezioni endovenose <li preparati colloidali di argento, oltre alla cura sintomatica, ghiaccio sulla testa e sul ventre in ispecie se vi è cellulite pelvica, iniezioni ipodermiche di olio canforato, digalèn p er sostenere il cuore, dieta liquida e roborante. (24)

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Furono tentgte le iniezioni endovenose di sublimato (r centigr. ìu 10 eme.), con risultati talvolta discreti, ma talvolta nulli. Le iniezloni di argento colloidale, invece che per via endovenosa si possono praticare anche intramuscolari, però cori risultati molto meno pronti ed energici. F. B. L. Il dottor F. Lutri Sirugo, di Avola (Siracusa), abb. 1070, c! chiede consiglio circa l'uso dell'olio canforato ad alte dosi, in chirurgia ed in medicina. (114) Sull'uso dell'olio canforato. -

In Francia e specia]mente negli ultimi tempi, l'olio canforato è nel suo quarto d'ora di notorietà, usato nella cura e nella profilassi delle peritoniti acute . nella profilassi e nella cura degli stati adinamici, siano essi provocati da shock operator), o da stati infettivi. Entro certi limiti possiamo assicurare per l'innocuità della canfora , eh~ anche noi abbiamo spesso usato ad alte dosi senza il menomo inconveniente; i pericoli sul cuore sono veramen te scarsi (v. Policlinico, Sez. pratica, 1912, p. 542), e non tali ad ogni modo da controindicare l'usodel metodo. Intorno ai resultati per quanto riguarda l'uso dell'olio canforato nelle peritoniti sono discordi i pareri: ed è naturale il dissenso se si pensi che non ancora numerose sono le statistiche operatorie, e che ne esistono di quelle con buoni resultati senza l'uso dell'olio canforato. Anche in Italia però viene qua e là usato dai chirurgi: il Policlinico ha ultimamente (Sezione pratica, fase. 17, 1913), pubblicato un'osservazioneclinica del Cormio degli ospedali di Roma, in cui l' A. si dimostra fautore del metodo e non teme le alte dosi. Circa i resultati che si ottengono nella pratica medica, noi siamo convinti che l'olio canforato possa rendere dei veri servigi' negli shock e nella, adinamia acuta da dilatazione del cuore, ma che esso abbia un' efficacia aleatoria quando ilt miocardio sia compromesso· o per affezione cronica o per grave affezione acuta {degenerazione miocardica). t. p.

VA.RIA . Un museo ambulante della tubercolosi . - Allo-scopo d'istruire il pubblico sulla questione della tubercolosi, <li prospettare i pericoli e te stragi di questa malattia, i mezzi per premunirsene e guarirne, il a Comitato Centrale Tedesco per la lotta contro la tubercolosi • ha costituito un Museo permanente a Berlino ed alcuni musei ambulanti allogati entro baracche Doecker smon-


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SEZIONE PRATICA

tabili ch'esso fa viaggiare per le diverse città del1' Impero ed esporta qualche volta all'estero: è ·.Così $e, a cura del Comitato, un museo ambulante della tubercolosi figurava all'Esposizione di .Bruxelles. Nella Presse Médicat~ del 29 marzo 1913 i doti:ori M. Perrin e G. Thiry ci fanno conoscere gli ·elementi costitutivi di questo museo, la cui idea .può essere accolta con vantaggio dai Comitati .antitubercola"i di tutti i paesi civili. Accanto a documenti molto istruttivi e suggestivi per il pubblico, esso ne contie11e' di quelli inutili. Nei paesi neo-latini verrebbe compresa diver· .sa1nente la composizione di un museo simile. Nonpertanto si deve rironoscere il grande merito e il successo pratico degli organizzatori di questo museo (il quale è dovuto a due medici :militari tedeschi, Klehmet e Wezel). Tutto il materiale porta le firme di celebri medici della Germania. È ripartito in sette sezioni, ·-e cioè:

I.

STRUTTUR'A DEL CORPO UMANO.

Seì tavole anatomiche. Un modello del c11ore e ·.dei polmoni in grandezza naturale; un polmone :Sezionato.

Il.

NATURA E CAUSE DELLA TUBERCOLOSI. .

8:l9

IV. PROPAGAZIONE DELLA TUBERCOLOSI.

Serie cii grafiche e rli quadri commentati. Mortalità nell'impero tedesco in diverse età, epoche, ecc.; confronti con altre malattie . Risulta che la tubercolosi miete più di 100, 000 vittime all'anno in Germania: su tre decessi da 15 a 60 anni ve ne sarebbe uno di tubercolosi.

v· e

. PROFILASSI DEI.LA TUBERCOLOSI . ,

VI.

Misufe pyofilattiche generali: cura della bocca e dei denti (modelli di denti sani e malati; modo di usare lo spazzolino); alimentazione (valore alimentare dei cibi, raffigurato in quadri: l'arte di alimentarsi con 45 pfennig al giorno); influenza dell'alcool sulla degenerazione della razza e sulla tubercolosi; spese per bevande alcooliche; igiene degli alloggi (la tubercolosi viene prospettata come la malattia delle abitazioni); la nettezza (che viene dichiarata il primo precetto dell'igiene; mezzi per levare le polveri); il vestiario (danni del corsetto serrato); esercizi fisici. M i·sure pfeventive speciali: campioni di antisettici; sputacchiere portatìli e per appartamento·; sacchi per biancheria; utensili pratici ad uso dei tisici, come fazzoletti di carta giapponese che possono essere bruciati; modelli di apparecchi per disinfezione; quadro raffigurante la pulizia di una stanza di tubercolot!co; saggi di avvisi al pubblico ; ecc.

Riproduzione dell'espettorato di un ti~ico. Infezione da polveri. Infezione da goccioline di saVII. !,A CURA E LA GlJARIGIONE 1iva. Esposizione di fiale contenenti varie specie DEI,LA TUBERCOWSI. -di polveri provenienti dalle industrie. Schemi rapVedute di sanatori, di sedie a sdraio, di ama. presentanti la penetrazione dei germi entro una che, ecc. Quadri e grafiche dimostranti la parte vescicola polmonare. Quattro modelli di vescicole dell'assicurazione nazionale contro le malattie in ·polmonari ingrandite, l'una con un focolaio ini· Germania nella lotta contro la tubercolosi. Carta .zia1e di bacilli, altre due più o meno invase, la dell'Impero tedesco raffigurante le istituzior1i anquarta con decomposizione caseosa. Tubercolosi • titubercolari . • ·della bocca e della gola. Libri di propaganda. Questa sezione è illustrata da leggende molto La serie degli oggetti esposti viene chiusa dalla • -dettagliate e facilmente accessibili ai profani, sulle presentazione di tre ritratti di medici tedeschi vie d'introduzione e diffusione della tubercolosi · distintisi nella lotta contro la tubercolosi: Ro-nell'organismo. Non si è mancato di farvi rilevare berto Koch, scopritore del bacillo (1882); Ermanno ~iustamente il grande merito di Roberto Koch. Brehmer, promotore dei sanatori (1854); Pietro . Si afferma però con candot e : « del resto è in Ger- Dettweiler (1837·1904), iJ quale codjficò la cura mania che sono state fatte le scoperte più im- igienico-dietetica. portanti nel terreno delle malattie infettive ».Si -passano cosi sotto silenzio gli stranieri, da Bassi ** * Da questa rapida esposizione si rileva che il .a Villemin, da Pasteur a Lister. Museo ambulante del Comitato tedesco è veraIII. EVOLUZIONE DELLA TUBERCOLOSI mente tedesco nella concezione, nell 'esecuzion~ Schemi delle diverse fasi della tisichezza poi· e nell'esclusivismo scientifico. Ma è meritevole di monare. Tubercolosi incistata, aperta, miliare. ammirazione; è una raccolta molto documentata, Preparazioni anatomo-patologiche varie. Riproiu· molto metodica e molto praticamente organizzata, -:zione delle diverse fasi della tubercolosi. Radio- da cui gli stessi medici possono attingere informazio11i molto utili e interessanti. È una dimostragrafi.e delle lesioni tubercolari. Diapositive e fotografie di lesioni cutanee : visioni terrificanti pei zione pratica, la quale parla agli occhi e s'imprime nella memoria. R. B. -visitatori. (25) •


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CE/Yffl

BIBLIOOR~FICI

(Non •i f'ecensi1cono che i libri pert1enut1: in dono alla Rtdazionie)

I

.li. CASTELLANI ed A. CHALMERS. Manual of Tropica) Medicine . .;:;econda edizione. Londra, Ballière, Tindall e C0 editori, r9r3. Prezzo scellini 2r. Di questa magnifica opera il Policlinico ha già parlato quando nel 1910 usci la prima edizione; ma poichè non si tratta di una semplice ristampa, val la pena indicare come gli A. A. abbiano saputo mantenere al loro lavoro il primato che aveva subito acquistato fra i libri dello stesso genere che possiede la letteratura medica. Il formato è rimasto lo stesso, ma il volume àa r24r pagine è salito a r747; le incisioni che erano 373 sono ora 630, le tavole colorate r5 e tutte dànno un carattere eminentemente dimostrativo al testo, condotto in stile sobrio, serrato e denso di fatti, lucido ed ordinato come meglio non ~i pòtrebbe desiderare. La redazione di quasi tutti i capitoli si è accresciuta di paragrafi aggiuntivi, e qualche capitolo è interamente nuovo, come quelli sulle razze tropicali e su alcuni speciali traumatismi. ·Di tutti i fatti acquisiti alla scienza, anche i più recenti, è data notizia e ·le relative dottrine sono esposte con sano e succinto criticismo. Le questioni inerenti alle varie forme di tripanosomiasi, di leishmaniasi, di febbre ricorrente, di dissenteria, quelle della pellagra, della framboesia e delle pit't rare infezioni protozoarie, delle svariatissime malattie parassitarie, ecc.·, sono trattate obiettivamente e con chiarezza, in modo che il lettore può prontamente orientarsi fra le varie correnti di idee. ' A chiarire le più complesse questioni serve molto la divisione adottata dagli AA. che· hanno separato la trattazione di buona .parte dell'eziologia (cause fisiche, chimiche e parassitarie) dalla descrizione delle malattie; in tal guisa, senza sforzo alcuno, il lettore è condotto a formarsi uno schema della sistematica dei pa~assiti e delle loro affinità ed analogie, mentre nella parte clinica più facilmente vengono rilevate le rassomiglianze e le differenze delle varie malattie febbrili, C<)me di queUe costituzionali o dei .>vari apparati. Crediamo sarebbe difficile, anche ad un critico armato degli occhi di Argo, il trovare errori e deficienze in questo libro, elaborato da due Au· tori , che a siffatti studi hanno votato tutta la loro non comune attività scientifica, la quale è del resto universalmente apprezzata . Il Chalmers infatti fuL testè chiamato a dirigere i laboratori di rjcerche di patologia , .f ondati alcuni anni or sono da Wellcome a Karthoum. Il Castellani fu recentemente designato dal nostro Consiglio Superiore d'istruzione pubblica per la nomina a Di(26)

rettore dell'analogo Istituto I taliano di s tudii delle malattie tropicali, che il ministro Credaro ha promesso di fondare. Tale designazione ha trovato consenzienti quanti conoscono i lavori e le scoperte del giovane e già illustre patologo; ma non si capisce perchè quell'alto consesso abbia inteso di affidargli unicamente la cattedra delle malattie interne, riservando non si sa a chi le malattie della pelle. Neanche a farlo apposta, il Castellani in questi ultimi anni si è occupato specialmente delle malattie cutanee tropicali e dei relativi parassiti, di cui ha scoperto un'intera ricchissima e nuovissima flora ! Del resto anche la sua scoperta del Treponema pertenue, agente infettivo della framboesia tropicale, cosi affine alla sifilide, riguarda una malattia che ha delle manifestazioni essenzialmente dermatologiche. Ma dal dire al fare c'è di mezzo il mare, e questo deve essere varcato prima che sorga il nuovo Istituto; nel frattempo (e certo coi nostri sistemi ci vorrà qualche anno) anche così strana scissione potrà essere tolta di mezzo. Frattanto speriamo pure che il presente trattato trovi in Italia un editore, si che po~sa essereletto e studiato da quanti frequenteranno il futuro Istituto Italiano per le malattie tropicali .. F. R.Ho. R. Rmo~LA. Il medico a bordo e nei paesi tropicali. Manuale teorico-pratico di igiene navale , e di patologia ésotica. Milano; Editore Ulrico IIoepli. L. 3. 50.

..

In questo manuale il Ribolla con forma piana e concis~ ha saputo riunire tutte quelle nozioni che possono riuscire utili non solo ai medici di bordo. ma anche ai sanitari che vivono isolati , nei piccoli centri coloniali . Dato lo svjluppo che oramai le nostre colonie vanno prendendo, la pubblicazione del Ribolla viene a riempire una lacuna fino ad oggi lamentata . Questo manuale è non soltanto frutto di una diligente ed accurata compilazione delle maggiori e più recenti opere pubblicate all'estero, ma porta altresì dati dell'esperienza personale fatta dal1' autore, il quale ha visitato tutta l'Africa orien tale e nordica, e ha avuto occasione di studiare negli ospedali locali le forme morbose più im· portanti e diffuse. Oltre alle molteplici cognizioni di patologia esotica, il medico coloniale troverà in questo manuale riuniti tutti i metodi più facili e più semplici per poter fare le principali ricerche brom atologiche sull'acqua, sul vino, sull'olio, sui cereali e sulle paste. A. S.


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SEZIONE PRATICA

Estudios sobre la Enfermedad del Sueno y les condieiones satiitarias en los territorios espanoles del Golfo de Guinea. publicados bnjo la direcciòn del Dr. GUSTAVO PITT~UGA. - I vol. in folio , di pag. 445, con III figure e XII tavole. Madrid, Imprenta Artistica de J. Blass y C ia. Il Governo Spagnuolo ci dà l'esempio di una

un accuratissimo studio della lepra in Sardegna.. Dalle ricerche degli autori risulta che il numerodei l~prosi esistenti nell'isola all'epoca delle loro ricerche ascendeva a ben 50, fra cui 30 uomini e 20 donne. Di tali casi sono state raccolte dagli AA. le storie cliniche, divise a seconda dei vari paesi nei quali esistono focolai leprosi, corredate da una serie di belle fotografie, e completa te da interessanti considerazioni riguardanti la topografia e Ja climatoiogia dei focolai leprosi osservati e l'influenza dell'alimentazione , del sesso, dell'età, dell'ereditarietà sullo sviluppo di questa infezione •. Chiudono il lavoro notevoli capitoli riferentisi alla immunità e predisposizione, alle vie del contagio ed ai sintomi iniziali, alle forme cliniche ed alla sintomatologia riscontrate nei numerosi infermi che furono oggetto di studio dei due AA., nonchè ai mezzi più indicati per impedire l'ulteriore dilagare della malattia ed ai metodi terapeutici usati. Come complemento a questo primo studio il prof. Serra pubblica i casi clinici caduti sotto la sua osservazione dopo di quelli già raccolti e pubblicati nel primo lavoro e le modificazioni avvenute in questi ultimi da! I907 (epoca in cui furono raccolte le storie cliniche) fino al 1912. Risulta dalle nuove ricerche del Serra che i focolai Jeprosi anzichè diminuire vengono invece ad aumentare e da 20 salgono a 21, e che il numero totale dei leprosi, per la morte di 10 fra quelli di cui è notizia nella prima memoria, non si riduce a 40, bensi arriva a 47 essendone stati osservati ancora degli altri. Segnaliamo a tutti gli studiosi le accurate ed interessanti ricerche dei due autori oer la nuova luce che esse portano sulle nostre conoscenze della lepra e ci auguriamo che esse siano di sprone alle autorità sanitarie per intensificare le misure atte ad impedire il propagarsi di questa infezione e ad ottenere la definitiva scomparsa dei focolai infettivi ancora esistenti. V. M.

missione organizzata con larghi mezzi per lo studio sanitario della Guinea sp.a gnuola. Vi è stato indotto dai successi d'ordine sanitario riportati nelle colonie inglesi e tedesche limitrofe. La missione è stata diretta dal Pitta luga, un italiano ispanizzato, il quale fa onore alla patria d'origine ed a quella d'adozione, già noto per le sue.campagne antimalariche e per i suoi studi sulle filari osi e sulle tripanosomiasi. I lavori della Commissione sono stati compiuti con metodo, attività, solerzia. Hanno condotti a risultati notevolissimi: ci basti segnalare la distribuzione topografica della malattia del sonno, delle filariosi, della lebbra , della malaria, della febbre emoglobinurica, della dissenteria amebica; una ricca messe di fatti cli• • n1c1 concernenti• sovratutto la malattia del sonno·, l'esistenza di nuovi ematozoi nel sangue di animali; la determinazione di molti ditteri e il loro intervento nella diffusione degli ematozoi; le norme profilattiche tracciate e le proposte concrete avanzate al Governo (tra le altre quella di un corso di medicina tropicale). A parte il valore scientifico dei dati raccolti in questo volu.m e, dobbiamo apprezzare le applicazioni di cui saranno suscettibili. Chiudiamo g.u esto cenno riportando alcune considerazioni del prof. Ramòn y Cajal dalla splendida prefazione che il grande scienziato ha apposto al volume; esse contengono un ammaestramento per noi: <e Fra tutte le risorse della civiltà nessuna penetra più addentro nel cuore dei popoli primitivi , come l'arte salutàre, che mitiga il dolore, . che evita la sofferenza, allontana la vecchiaia e 9 ..~C!~,.!.G~. Il _problema del miglioramento delle terre e della colonizzazione interna in Italia e la morte. Nell'occupazione di un paese è saggia all'estero. Napoli, Cooperativa tipografica, I9I2. politica che il medico e il naturalista formino l'a_Questo lav?ro assume rapporti indiretti con vanguardia delr amministratore e del soldato. Solo questa condotta può ottenere, con la sommis- l'igiene. Esso sintetizza quanto si è proposto e sione degli indigeni e il rispetto ai pubblici po- compiuto in Italia e fuori per attivare lo sfruttamento tecnico ed economico della proprietà fonteri, la pace e la prosperità. . . » I. T. diaria, affine di poter addivènire ad una serie di Pro COLOMBINI e ALBERTO SERRA. La Jepra in provvedimenti che valgano a rialzare la produSardegna. Cagliari, S. Dessì, 1912. · zione. È questo l'intento al quale mirano i ComiAI,BERTO SERRA. Lo stata attuale della lep ra in tati agricoli-antimalarici: per t ale motivo la FeSardegna. Cagliari, S. Dessì, r912. derazione dei Comitati, diretta dal Rossi, ha voAl prof. Pio Colombini, già direttore della Cli- luto dare larga diffusione al lavoro, pubblinica dermosifilopatica di Cagliari ed ora di quella cato negli Atti del R. Istituto d'Incoraggiamento di Modena, ed al prof. Alberto Serra dobbiamo di Napoli. A. S . ~

'

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...


IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Quesiti di deontologia.

l\ili viene rinnovata da un distinto collega, che è troppo occupato a fare il grande chirurgo per . aver tempo di dedicarsi alla deontologia, una · domanda che ho sentito rivolgermi più volte: ~ Il medico è obbligato al referto all'autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza q.uando nel. l'esercizio della sua professione rilevi traccie di stupro violento o di altro delitto se~suale ? ». La parola stupro non è usata dal Codice Penale vigente. In esso il Titolo VIII è dedicato ai delitti contro il buon costume e l'ordine delle · famiglie: appartengono alla prima categoria la violenza carnale, la corruzione dei minorenni, l'oltraggio al pudore, il ratto, il lenocinio; alla seconda l'adulterio, la bigamia, la supposizione e la soppressione di stato. L'articolo 439 (L. III , "T. I, Capq II} dello , stesso Codice dice che • il medÌco, il chirurgo, la levatrice o altro ufficiale di sanità, che avendo prestato l'assistenza della propria professione in casi che possano presentare i caratteri di delitto contro la persona omette o ritarda di riferirne . all'autorità giudiziaria o di pubblica sicurezza, è pu,nito, eccetto che il referto esponga la persona assistita ad un procedimento peuale, con l'ammenda sino a lire 50 ». I delitti contro la persona sono quelli previsti dal Titolo IX del Codice penale e perciò non hanno nulla a vedere con quelli sopracitati che sono delitti contro il lluon costume e l'ordine delle famiglie. . E1'go, l'obbligo del referto non è sancito dal. l'articolo 439 del C. P. per i reati sessuali, e il medico che .l'omette o lo ritarda non potrà mai essere punito in base all'articolo stesso. Significa ciò che il medico, non avendone l'obbligo, non dovrà mai fare il referto ? A me pare di no. L'articolo 336 del Codice dopo aver detto che per i del.itti di violenza carnale corruzione di minorenni ,e oltraggio al pudore non si procede che a querela di parte, stabilisce alcune eccezioni a questa norma generale, per le q~ali si procede d'ufficio, e la prima di esse è la seguente: « Quando il fatto abbia cagionata la morte della persona offesa, o sia accompagnata da altro delitto per cui sia stabilita una pena restrittiva della libertà personale per un tempo non inferiore ai treata mesi e si debba proced·ere· d'ufficio •· I n questi casi .d i straordinaria gravità, che si prevede possano cagionare persino la morte, il (28)

congiungimento carnale non rive~te più soltanto il caratter~ di un delitto contro il buon costume, ma l'atto materiale di esso deve essere conside· rato come produttore di tali lesioni da rappre• sentare insie1ne un delitto contro la persona, per cui è obbligatorio il referto. I legali obbietteranno che la lesione personale è punita non per la materialità del fatto , ma per l'intenzione di procurarla, mentre quando essa accompagna la violenza carnale, l'intenzione dell'autore e~a soltanto quelia di soddisfare la propria libidine e non di produrre una lesione personale. Io credo però che senza perder tempo in tante sottili disquisizioni giuridiche, ~ella pratica il medico onesto seguirà bene la sua coscienza più che )a parola della legge se in quei casi in cui l'atto sessuale violento ha lasciato traccie di vere e gravi lesioni ne riferisca all'autorità punitiva, e farà ciò senza pteoccu parsi della esistenza o no delta querela di parte, perchè questa circostanza non è nominata nell'articolo 439 che parla del referto. E il medico onesto farà bene a ricordarsi che secondo il parere di persone competenti appartenenti al campo giuridico, al campo sociale ed al campo medico, la contaminazione venerea compiuta nell'atto di una violenza carnale è perseguibile come un delitto contro la persona, e perciò può essere anch'essa de11unciata. La . guarentigia data ai colpevoli di delitti contro il buon costume dalla richiesta della querela di parte .è una immoraljtà che Luigi Luzzatti in un suo recente alato discorso pronunciato all'Asilo Mariuccia di Milano giudicava una vergogna delle legislazioni moderne e in mezzo alla congiura interessata del silenzio che viene pattuito fra i parenti della vittima ed il suo contaminatore un raggio di luce purificatrice può essere spesso portato soltanto dalla parola accusatrice del medico, anche sé non richiesta tassativamente dalla legge. 1

Doctor CAJUS.

Cronaca del movimento

pro~esslonale.

Contro la pubblicitd ciarlatanes.~a. - Si è radunata in questi giorni una Commissione nominata dal Consiglio dell'Ordine dei medici di Roma per studiare i mezzi di opporsi agli abusi della pubblicità medica sui giornali cittadini, composta dei dottori Garofalo, E. Della Seta, Marchi, Matteuzzi, Orsi, Pontano, Sforza e signorina dott. Sandescky. La Commissione ha riconosciuto i danni gravissimi che derivano alla salute ed


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SEZIONE PRATICA

alla moralità pubblica dalla estrema libertà con la quale quasi tutti i giornali accettano avvisi per specialità pseudo-scientifiche, per gabinetti di cure segrete, ecc., ed ha stabilito di istituire un sindacato permanente su questo genere di pubblicità per opporsi con ogni mezzo legale e di propaganda al pregiudizio che ne deriva sia al decoro della classe medica sia alla salute e all'ed~cazione specialmente dei giovani.

I

Per gle' odontoirit.,i sfornit1: di di'ploma. Alla Camera dei Deputati il 20 maggio l'on. Vicini, Sottosegretario ài Stato per la P. I., rispondendo a due interrogazioni presentate dagli on. Sana· relli e Chimienti, ha dichiarato che il Governo non può consentire ad accordare una proroga del termine stabilito dalle disposizioni transitorie contenute negli articoli 3 e 4 della legge 31 marzo 1912, n. 298, per la presentazione delle domande di ammissione all'esercizio dell' od0ntoiatria per parte dei dentisti sforniti di laurea. Nemmeno si può - ha soggiunto l'on. Sottosegretario - concedete, a coloro che presentarono bensi la dom:\nda in termine, ma furono e~lusi dal beneficio di detta legge a causa della difettosa , incompleta o tardiva presentazione dei documenti, un termine per completare e regolarizzare la documentazione. L'on. Vicini ha notato, fra l'altro, che la Commissione incaricata di esaminare le domande, ha già terminato il suo lavoro ed è stata sciolta. Dalle sùe dichiarazioni si è appreso che sono state presentate in tempo oltre 600 domande, parecchie mandate dalle Americhe. Le domande tardive sono state 62. L'ufficio, prima di rinviarle, ha dato loro un·occhiata e ha rilevato che nella immensa maggioranza dei casi si trattava di domande tali e in tal modo documentate, che non avrebbero avuto alcuna speranza di essere accolte.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (3840) Pensioni . - Al Dott. U.R. da S.rispon~ diamo che liquiderà annue lire rrr9 di pensione. La domanda del riscatto deve farsi subito perchè essa importa l'obbligo di pagare entro un decennio una somma che varia dalle 5 alle 6 mila lire. I • quindici anni di precedente servizio si intendono riscattati non appena effettuato il completo versamento della somma anzidetta ( 3841) R ico'fso straordinario at Re - Gi·u,dizio per dan1,,i - G1'atitito pat'Yocinio. - Il Dott. L. R. da N . non sapendosi spiegare come dopo due mesi non ha ancora conosciuto l'esito di uti ricorso diretto in linea straordinaria al Re, chiede se possa chie-

dere risarcimento di danni, durante le more della decisione, e se possa chiedere personalmente il gratuito patrocinio. I ricorsi straordinari al Re sono decisi con decreto reale previo parere del Consiglio di Stato a ~ezioni riunite. Copia del relativo decreto viene tra~messa al Prefetto da cui il Comune dipende per la esecuzione. Essendo un po' lunga la procedura non deve far meraviglia che siano passati due mesi circa. Prima di iniziare il giudizio per danni sarebbe opportuno attendere l'esito del ricorso perchè in caso di favorevole decisione diverrebbe improponibile l'azione giudiziaria. A suo tempo si dovrà fare assistere da un avvocato per ottenere il gratuito patrocinio, essendo ciò indisepnsabile per illuminare la Commissione sul buon diritto che sorregge l'istanza. (3842) Conco,si - Doèumenti scientifici. - Il Dottor D. G. da V. chiede conoscere se può presentare ad un concorso copia dei documenti scientifici redatti dal Sindaco su carta da bollo da cent. 60. La copia dei documenti scientifici deve essere fatta .d a 1.in pubblico notaio per la prova della autentica conformità all'originale. Osserviamo, però, che tenuto conto del disposto dell'articolo 75 del regolament0, applicabile per analogia anche ai medici condotti, l'esibizione dei titoli dovrebbe esser fatta sempre in originale, e ciò anche perchè non vedesi rìprodotta nel caso la disposizione dell'articolo 96 del regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale secondo cui il segretario che concorre a più posti deve ad una sola delle domande unire i documenti origi · nali od in copia notarile mentre a corredo del1'altro può allegare un elenco redatto in carta bollata. (3843) Pensioni. - Al Dott. E. M. d a E. rispondiamo che con 30 anni di servizio e 55 di età liquiderà annue lire 1280, oltre lire 300 corrispondenti ai versamenti volontari che farà nello spazio di 14 anni in ragione di lire loo all'anno. (3844) Pensioni. - Il Dott. L. R. da A. chiede conoscere quando potrà andare in pensione, l'ammontare di questa, a chi deve fare la domanda e con quali formalità, nonchè di quali ritenute è gravata la pensione stessa. Potrà andare in pensione col 31 luglio prossimo compiendo in quella epoca 24 anni e 6 mesi di servizio. Liquiderà aunue lire 905. 53. Su tale pensione grava la ricchezza mobile in lire 7. 65 ~lo e la ritenuta dell'1 % prescritta d all'articolo rr della legge 2 dicembre 1909, n. 744. La domanda con i documenti a corredo deve essere inviata all'ufficio sanitario della Provincia. I documenti da prodursi sono indicati negli articoli 57 e 58 del regolamento approvato con regio decreto del 9 marzo 1899, n. 121. (29}


IL POLICLINICO

(3845) Pensioni. :_ Il Dott. D. D. da P. D. B. chiede conoscere quando potrà andare in pensione e quale pensione percepirà. Chiede anche conoscere se il medico condotto in caso di malattia infettiva, possa essere tenuto, responsabile per la mancanza di talune pratiche di disinfezione proprje dell' ufficiale sanitario. Ella conta ora 16 anni di servizio. Dovrà prestarne altri 9 per chiedere la pensione e collocarsi a riposo. Con 25 an.n i di servizio e 59 di età liquiderà annue lire 1071, con 30 anni liquiderà lire 1910 e con 31 lire 2157. Oltre l'obbligo della denunzia e della adozione delle prime ed urgenti misure di profilassi altro non ne ha il medico condotto in caso di malattia infettiva. Nessuna responsabilità può, q11indi, essere ad esso addossata per negligenza o indugio nella adozione dei provvedimenti suggeriti dalla scienza per impedire la diffusione del morbo. (3846) Carabin ieri ~ Cura gratuita. - Il Dottor A. A. da M. V. che analogamente ci interpella risponqiamo che il medico a cura piena è obbligato a prestare la propria opera anche verso la locale Caserma dei RR. CC. tuttochè di tale onere non sia stato fatto cenno nel rispettivo capitolato. (3847) Farmacie. - Il Dott. G. D. da C. D . R. chiede conoscere a quali norme dovrà soggiacere l'esercizio di una farmacia da lui ricevuta in eredità dal proprio genitore ed attualmente affittata. Se la farmacia è situata in luogo ove ne era libero l'esercizio seguita a sussistere, senza pagamento di tassa di concessione p~r altri 20 anni. Che s~ la far~acia è posta in luogo ove esistevano vincoli o privilegi e risulta impiantatd prima del 1888 ne è autorizzata la continuazione per altri 30 anni. 1 Doctor JUSTITIA.

Nomint, promozioni e onorificenze. Il dott. Luigi Guidi ha conseguito brillantemente nell'T.Tniversità di Roma la libera docenza in patologia speciale chirurgica. Il tema svolto era: « anastomosi e trapianti nervosi ». La commissione si componeva dei professori Tamburini, Alessandri, Marchiafava, Taddei e Minervini. Al nostro ottimo amico e valente collaboratore facciamo i nostri rallegramenti. GENOVA. - Il dott. Mae~trini Dario è nominato assistente in fisiologia. MESSINA. - Nel concorso al posto di direttore del Laboratorio medico micrografico sono risultati e~ aequo i dottori Fernandez e Cannata. TRIESTE. - Al dott. Ettore Licen è ricono· scinto il diritto all'esercizio della professione medica a Trieste. (30)

[ANNO XX, F ASC.

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f.Jondotte e f.Jonoorsi. BAGNO DI ROMAGNA (Firenze). - Tre condotte; L. 3000 pei poveri , con 3 sessenni, L. 700 per gli abbienti, L. 600 per cav., lorde; alla 2 a. condotta è annes~a la direzione sanitaria dell'Ospedale Angioli~i, con retribuzione di L. 252. Scad. I5 giugno. CAMPIGLIO CERVA (Novara). - Condotta con Guittengo e San Paolo Cervo, sede in Bologna; L . .7200 e L. 150 quale uff. san. Scad. 20 giug . . * CAPIZZONE (Bergamo). - Medico consorziale; L. 4000 a11ment., in corso pratiche servizio cavalcatura, non più di 40 anni. s. e. r. Abit. 3430. Scad. 31 luglio. CASAJ..NOCE'.rO (Alessandt'ia). - Condotta piena; L: 5000 lorde e L. 500 quale uff. san. Scad. 25 giugno. CENTO (F erYara). - Medico assistente dell'Ospedale; L. 1200 lorde, vitto ed alloggio nell'interno dell'istituto, illuminazione e riscaldamento. Scad. 31 luglio. CnIANCIANO (Siena). - Ia condotta piena; ab. 2988; L. 3225 con due sesenni e L. loo per sup plenza al collega; diritto al mezzo di trasporto per distanze superiori ad l km. dal paese. Scad. 2 luglio. . * COSTACCIARO (Pe.Yugia). - Condotta; L. 3000 poveri e L. 1500 abbienti, 4 sessenni, L. roo fin. chè disimpegnerà carica uff. san., L. 600 per cavale. e L. 200 calcolate per fitto di conveniente alloggio, ovvero in numerario, assicurazione L. 40. Scad. 30 gi ug. ENEGO (Vicenza). Due condotte piene; L. 4500 lorde e L. 100 all'u:ff. san., non più di 45 anni,. s. e. r. Scad. 15 giugno. FIORENZUOLA D'ARDA (Piaf.etiza). - Condotta del rii:>arto ovest; ab. 4500 dei quali 800 circa iscritti nell'elenco dei poveri; L .3800 pei soli poveri, lorde, con tre ses~nni; pei non poveri L. 1 a visita nell'interno e L. T.50 nel distretto rurale; L. 50 pel carcere. Scad. 20 giugno. 'GIRGENTI. - Condotta medica per S. Anna; L. 2400 iorde. &ad. 15 giugno. GREVE (Firenze). - Frazione Lucolena, ab. 1691 , L. 2600 pei poveri, L. 400 cavallo, due sessenni. Scad. 12 giugno. LACONI (Cagl,ia-ri). - Condotta interinale per la generalità; L 300 mensili fino al 31 dic. l9r3. Rivolgersi al Sindaco. Scad. 30 giug. MALEGNO (Brescia). - Consorzio; J~. 4550, cura piena, senza obbligo cavallo.· Scad. 20 giugno. * MONFORTE D'ALBA (Cuneo). - Medico chir. del Consorzio con Castelletto e Perno; L. 1500 pei soli poveri, 40 famiglie circa. Scad. 15 giug. MoNTEMURRO (Potenza). - Condotta pei poveri; L. 6oo lorde e due sessenni. L'eletto dovrà prendere possesso della carica entro otto giorni dalJa notifica della nomina. Scad. 15 giugno. NOVARA. R. P1efettura. - Medico ordin. presso il Manicomio provinciale; L. 2800 e 4 sessenni. Durante il biennio di prova lo stipendio è di L. 2520. Rivolgersi alla segreteria della Deputazione provinciale. Scad 15 giug.


(ANNO XX,

FASC.

23]

SEZIONE PRATICA •

ÙROTELLI (Sassari). Scad. I6 giug.

Condotta; L. 4000 lorde. ·

OZIERI (Sassari). Condotta pei poveri; ·L . I8oo. Scad. 20 giugno. PADOVA (Ospedale C'iv,ile). - Assistente; L. I400 lorde ; stanza; medaglia di presenza di L. 5 per ogni servizio di guardia. No mina e conferma biennale. Scad. 30 giugno. PERUGIA. Università degli studi. - Professore straordinario di fisiologia; L. 2Ioo e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio retw totale. Sc.:!d. 30 giugno. PESCIA (Lucca). Spedale S'S. Cosimo e Damiano. - Assistente medico chirurgo; L. I200 annue. vitto e alloggio nei giorni di guardia. Durata 1n carica due a.nni. Documenti al prP.sidente dell'amministrazione ospedaliera entro il mese di maggio. Il prescelto entrerà· in carie~ il 15 giugno venturo. PIAN CASTAGNAIO (Siena). - Due condotte a cura piena, L. 3400, un sessennio, L. 600 cavallo, ab. 4691. Scad. 20 giugno. PIANDIMET-4ETO (Pe~ aro Urbino). - Condotta consortile del 1° reparto ; L. 3300, cura piena, due sessenni di L. 300, L. 200 se uff. san, e L, I37.50 per supplenza reciproca tra i due medici. Non più di 40 anni, s. e. r . Scad. 30 giug. PIANELLO LARIO (Como). - Al I5 giugno con· dotta consorziale piena; L. 3900 lorde compreso uff. san., due se~senni, entra~a servizio Io giorni dopo partecipazione nomina. POLV~RARA (Padova). Condotta; L. 3000 pei poveri, compresevi L. 500 per mezzo trasporto; L. 200 quale uff. san., 3 sessenni. Scad. I5 giug. PONTE SAN PIETRO (Bergamo ). - Due condotte consorziali- a L. 3800 e L. 4200, oltre L. 250 all'uff. san. Scad. 20 giug. * POPPI (.4.rezzo). - Condotta piena per Badia Prataglia; L. 3000; ab. 980 circa; obbl. tenuta arm. fartn., esonero cavale. Scad. 20 giug. RANZANICO (Bergamo ). - Condotta con Bianzano; ab. I602; L. 3250, oltre L. 200 d'indennità alloggio, con tre sessenni. Se.ad. 30 giug. REGGIO NELL'EMILIA. R. Prefettu'fa. - Secondo medico assistente presso il Manicomio giudiziario; L. 1200; titoli. Età massima 40 anni. Rivolgersi alla segreteria della Deputazione. Chiedere l'avviso. Scad. 30 giug. ROMA. CongYegazione di ca1'ità. ·- Chirurgo assistente nella Casa di cura a Regina Margherita .. e annesso ambuiatorio in via Porta Angelica 3; L. 960. Età mssima 43 anni. Nomina triennale. Chiedere l'avviso. Rivolgersi alla segreteria della C. d. C. (piazza S. Chiara I4)· Scad. I5 giugno. * SAN GIOVANNI DI BIEDA (Roma) . - Condotta piena; L. 3000 lorde e 2 sessenni, L. 100 per arm. farm. e L. Ioo quale uff. san. Ab. circa 1200 riuniti. Scad. 12 giugno. SAN MAURO MARCHESATO (Catanzaro). - Medico chirurgo ostetrico per la generalità degli abitanti; r~. 3000 lorde, compresovi compenso quale uff. san., ab. I839. Scad. 15 giugno. SIURGUS (Cagliari). - Consorzio con Donigala; L. 4200 nette compreso compenso arm. farm., abitanti Igoo. Scad. 30 giug.

'!OLFA (Rom a). - za condotta; L. 4300 lorde, di cui _d?e terzi pei poveri ; popolaz. totale 4083; serv1~10 . a turno i:iell'Ospedale_; cav. non obblig, Et.à 11m1te 35 anni. Scad. 30 giorni dal 31 magg. TEOR (Udine). - Condotta libera; L. 3600 e I,. 100 quale uff. san. Proroga al 22 giugno. TORREBEI;VICINO (Vicenza). - Condotta piena; L. 4_500 e L. zoo per l'eventuale servizio di uff. sanitario. Scad. I2 giugno. .TRIPOLI. Arnmini'strazione degli I stit111ti Ospedalieri e di Beneficenza. - Oculista dell'Ospedale \Yittorio ·Emanuele III. Età massima 40 anni a~ Io aprile. L._ ~800 pi? indennità temporanea dt L. 200 mens1l1. Esperimento di un anno; conferma per quattro anni. Domande all' AmministrAzione entro il 15 giugno. URZULEI (Cagliari ). - InteritJo del Consorzio con Talana: J.., 4000, L. 300 per mezzi trasp. e L. 200 per gestione arm. farmac. Scad. 10 giugno. VALMONTONE (Roma). - L. 1800 pei poveri, L. I20o per gli abbienti e L. 100 pel carcer. e. . Scadenza 30 giugno. VENEZIA. Is tituto Provinciale degli Esposti. Medico assistente: L. 1500 lorde di R. M. e al· loggia personale. Età massima 30 anni. Scad. 30 • giugno. VILLAURBANA (Ca~tiari). - Condotta piena con Siamanna e Scapicia; L. 4000 aument. Ab. 221I complessivamente. Artn. farm. Scad. 15 giugno. Medico, I4 anni pratica ospedaliera, giovane, conoscenza lingue, cerca interinato buone condizioni, mesi di estate, montagna o mare, preferiw bilmente Piemonte o Liguria. Scrivere: Tessera ferroviaria 52007. Fermo posta. Torino. Sono segna ti con un Asterisco • i concorsi eh~ ci risultano dif • fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. S ono i::egnati con due ast erischi •• 1 concor s i che cl risultano boicottati dalla F edera zione delle Associaz ioni Sanitarie Italiane '

Diffide e boicottaggi.

Nuove diffide sanzionate: Macugnaga (Novara), Magenta (Milano), Varapodio (Reggio Cal.), Zagarolo [per due condotte] e Monterosi (Roma), Forno di Zoldo e Sappada (Belluno). Conferma di diffide: Bagnacavallo (Ravenna), :Bagni della Porretta (Bologna). Re,Toca di diffide: Fiorenzuola d'Arda, Carpaneto e Vigolzone (Piacenza), Vaglia (Firenze), Rocca di Papa (Roma), Ponte San Pietro, Curnr>, Mozzo, J..,ocate, Brembate Sopra (Bergamo). . Ci si com unica : Prego sia diffidato nel prossimo numero del Policlinico il concorso alla condotta di Valmontone ' perchè 3:perto a cura pi~na, con ~upplenza gr~­ tuita reciproca durante 11 mese d i congedo e tn caso di malattia fino a 15 giorni , con servizio di campagna non regolato e zone non divise nell'interno della città. Dott. A. ANGELINI Presidente dall' Assoc. sanit. reg. Nell' elenco dei concorsi manca l'asterisco della diffida per Ficano, ovvero sia per Frontale di Ficano come è scritto nel M. C. Gl'interessati (31)

,


IL POLICLINICO

avranno abbreviato la dicitura, nell'incaricare della pubblicità il più diffuso dei giornali medici, per pigliar pesci all'amo. Sarei grato alla direzione se nel p. n. rettificasse. Dott. AGOSTINO GIROTTI Segret. della Feder. Marchig. dell' A , N. M. C.

IX Congresso internazionale di fisiologia.. Si terrà dRl 2 al 6 settembre nella città di Gro· ninga , sotto la presidenza del prof. H . J. Hamburger, direttore del grandioso Istituto fisiologico di quella storica Università. I congressi precedenti ebbero luogo a Basilea (1889), Liegi (1892), Berna (r895), Cambridge (r898), Torino (1901), Brusselle (1904), Heidelberg (1907) e Vienna (1910). I lavori si svolgeranno dalle 9 alle 17 di martedì. mercoledì e giovedi 2-4 settembre; il venerdj dopo pranzo av·rà luogo l'adunanza generale di chiusut'a, nell'aula dell'Università, ove il professore }. P. Pawlow parlerà sulla « investigazione delle attività nervose superiori». In una recente circolare il prof. Hamburger invita i ·congressisti a compiere, durante i lavori, delle dimostrazioni sperimentali, anche se già pubblicate; si darà ad esse la preferenza sulle comunicazioni orali. È predisposta una gita a partire da sabato 6 s~ttembre, attraverso alcuni dei più interessanti paesi. dell'Olanda compresa la regione settentrio· nale poco nota ma molto caratteristica. Al Congresso verrà unita un'esposizione di strumenti e apparecchi di fisiologia, il cui trasporto sarà esente da dogana (le casse verranno aperte nei laboratori dell'Istituto fisiologico). Si è costituito un Comitato di signore per organizzare trattenimenti ed escursioni.

V1Z10.

La sottosezione di Vergato dell'A. N. M. C. riafferma il precedente deliberato di volere acquisito il diritto allo stipendio di L. 3000 in caso di abolizione delle condotte piene, e in conseguenza, pur ritirando le diffide dei comuni di Vergato, Grizzana~ Castel d' Aiano, Gaggia Montano, Gra· narone, Camugnano e Castiglione dei Pepali in p~emio dell'accondis<'endenza mostrata nel conce.. dere tutti gli altri desiderati della classe, invita i concorrenti a noµ accettare le nomine se prima nei singoli capitolati non sarà accolto anche il suddetto deliberato. La sezione di Fermo dell'A. N. M. C. fa noto che, per le dimissioni del prof. Magni Egisto, rest2 vacante il posto di chirurgo primario dell'Ospedale e della città di Fermo e che la sezione intende siano strettamente applica ti in questo caso i deliberati del Congresso di Cagliari. Si diffidano quindi i colleghi a non volere assumere per detta condotta servizio interinale (e non per i soli poveri) e con una diaria inferiore a lire 20.

il nostro Premio Straordinario :

Pro:f. F. DURANTE

TUBERCOLOSI ESUA CURA ABASE IODICA ed amncbè l lettori del •Policlinico • possano !orma.rsi un criterio dell' lmport~oza del libro ohe costa L . 3, 5 o ma. ohe a.i nostri associati viene ceduto per Una Lira solamente, ne diamo qui appresso l'indice.

Per o&lenerlo sublt-0, inviare Cartolina-Vaglia da UNA LIRt , unen· dovi la fascetta d'abbonamento o Indicando Il numero dells medesima, escloslvamen'e al Prof. Enrico 1'1ore1Jl, Via del TrJ· &one, 46, Roma.

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23J

diligente inchiesta sul !icenziamento del dott.. Ca. labfesi dalla condotta di Castagnarq, ha procla· mato il boicottaggio, sanzionato dalla Presidenza centrale. di quella condotta, a favore del dott. ca .. labresi, che rimane sul posto pel disbrigo del ser• •

INTRODUZIONE. - Cause della toberoolosi - Essenza del processo tubercolare - Effetti a.natomici e clinici ciel processo tubercolare - Diagnosi d ella tubercolosi in generale Id. dell'ascesso freddo - Id. della linfoadenite tubercolare Id. de l'adenite mammaria e salivare tubercolari ....:_ Id. della prostatJte tubercolare - Id. della cistite tubercolare - Id. della plenonefrite tubercolare - Id. della peritonite tubercolare - Id. della. pilorit.e tubercolare - Id. della cieco-appendicite tubercola.re - Id. della. rettite tubercolare - Dell'Idrope articolare tu· berooloso - Id. della. osteite tubercolarP. - Prognosi - Tratta.· mento Igienico e iodico della tubercolosi in genere _cura della tubercolosi polmonare - Id. della pleurite e peritonite tuberco· lari - Id. della ptlorite e cieco-appendicite tubercolari - Id~ della metrite del collo ed endometrlti tobercolari - Id. della eptdidimlte ed orchite tubercolari - Id. della prostatite tuber· colare - Id. della cistite e pielo-nefrite tobercolari · Id. deUe ulcere tubercolari della pelle - Id. della. Jintoadenite tubercolare - Id. dell~ascesso freddo - Id. delle artrosinoviti tuberoolariId. dell'osteite tubercolare.

FASC.

f.fOTIZIE _DIVERSE

La Sezione Veronese dell' A. N. M. C., previa

È uscito

(ANNO XX,

,

Congresso internazionale di neurologia, psichiatria e psicologia. La Società Svizzera di neurologia , nella seduta del 5 maggio lq12 , ha accolto ad unanimità il còmpito affidatole dal Comitato del Congresso internazionale di neurologia, psichiatria e psicologia svoltosi ad Amsterdam nel 1907, di organizzare cioè un nuovo Congresso internazionale. Trasmettendo ufficialmente i suoi poteri alla Società Svizzera di neurologia, il Comitato olandese agiva in virtù delle risoluzioni adottate ad Amsterdam, le quali gli conferivano la missione di assici1rare la permanenza di questi Congressi. La Società Svizzera di neurologia ha deciso che il nuovo Congresso debba aver luogo a Berna dal 7 al 12 settembre l9x4. La circostanza che nel 191 3 i neurologi e gli psichiatri avranno due volte l'opportunità di adunarsi . a pochi ·giorni d'intervallo, in L~ndra e Gand, ha fatto considerare la convenienza di rimandare ad un'epoca più remota questo Congresso. Ma si è ritenuto che non convenisse differirio oltre il 1914, in vista dei progressi considerevoli che cc,mpiono la fisiologia e la patologia del sistema nervoso e della moltiplicità crescente degli studi riferentisi a questo dominio: il Congresso del 19I4 affermerà indubbiamente la sua ragion d'essere di fronte al mondo scientifico. Il Comitato organizzatore tiene ad imprimere a queste assise un carattere altamente scientifico. Esso fa appello alla benevola collaborazione dei competenti di tutti i paesi. Come il Congresso di Amsterdam, anche quello di Berna estenderà i suoi lavori alla psicologia, · di · a· b.l ti · scienza venuta lll tspensa 1 e per quan St OC· cupano di neurologia e di psichiatria.


(ANNO

XX, F ASC.

2 3)

SEZIONE PRATICA I

Sono state escluse le questioni relative all'assistenza degli alh:!nati, perchè saranno trattate in Congressi speciali di psichiatria, uno dei quali si riunirà prossimamente a Mosca. La posizione eccezionale della Svizzera in Europa, . la sua coltura influenzata dal genio delle grandi nazioni che la circondano e la varietà delle sue lingue nazionali, sono elementi che faciliteranno il convegno e l' inteSGl, nella capitale politica della Svizzera, di tutte le nazionalità. · Il Comitato organizzatore si farà un dovere di rendere gradevole agli ospjti il soggiorno di Berna. Conta sovratutto sulle bellezze naturali della Svizzera. Nel r9I4 Berna sarà sede di un'Esposizione nazionale svizzera la quale porterà una diversione interessante ai lavori scientifici. Il Comitato nc;>n ritiene di poter attribuire per ora un numero d'ordine al veniente Congresso, in quanto che varierebbe secondo che si considera o no il Congresso di Amsterdam come il primo del genere. La questione sarà decisa da un Comitato internazionale che dovrà essere costituito per assicurare la cotltinuità di questi Congressi. Il Comitato organizzatore è cosi composto: Dubois "di Berna presidente; v. Monakow di Zurigo e P. L. Ladame di Ginevra vice-presidenti; R . Ring di Basilea, supplente; L. Schuyder di Berna e O. Veraguth di Zurigo, segretari.

Il VI Congresso internazionale di odontologia si adunerà a ),ondra dal 3 ali' 8 agosto Igr4, per invito della « British Dental 1\.ssociation ». Il re Giorgio V ha consentito di dare il suo patronato al convegno. Questo avrà luogo nell'Università di Londra e al Collegio Imperiale di scienza e tecnologia, South Kensington. Le cariche sono cosi distribuite: presidente effettivo, J. ·Howard Mummery; segretari generali, Norman G. Bennett e H. B. F. Brooks; tesoriere onorario H. Baldwin. Il Comitato organizzatore è presieduto da W. B. Paterson, presidente della Federazione odontoiatrica internazionale; segretario generale ne è F. J. Pearce. I congressi precedenti furono tenuti a Parigi (I889),Chicago (I893), Parigi(1900), St.-Louis(I904), Berlino (1909). Gli uffici del Congresso sono a Hannover-square 19 I,ondon W.; ivi sono da inviare le relazioni e le comunicazioni e da chiedere gli schiarimenti. IX Congresso internazionale di climatologia, idrologia e geologia mediche. Si riunirà a Madrid dal I3 al 22 ottobre l9I3. Avrà lo scopo di di5cutere il trattamento e la profilassi delle n1alattie mediante le a~que mine, rali e i fattori climatici e meteorolog1c1. La se· oreteria, diretta dal D.r Rosendo Castells, ha il ;eguente indirizzo : Encarnaci6n IO, principal, Madrid. IV Congresso nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali). E' stato pubblicato il programma generale di questo importante Congresso. che avrà luogo in Roma dall'8 a ll'r r giugno nell' Au1a Magna della R. Università e del quale è presidente generale S. E. l'on. prof. Gr. Cord. Guido Baccelli. Tra le numerose adesioni. oltre a molti cultori della scienza e uomini politici, si notano il Go-

verno, molti Comuni, Associazioni industriali e operaie. Vastissimo è il programma scientifico e tecnico, nel quale figurano 9 relazio11i generali e oltre roo comunicazioni sui più importanti _a rgomenti di patologia ed igiene del lavoro. Il 7 giugno, alle ore 2r, si tiene una riunione preliminare dei congressisti all'Università, con ·r jcevimento offerto dal Comitato esecutivo. Domenica, 8 giugno. alle ore ro, inaugurazione del Congresso nell'Aula Magna universitaria con intervento delle Autorità. Lo stesso giorno, alle ore I5, cominciano . le sedute, che continueranno sino a tutto mercoledi r r ; domenica: alle ore 22, grande ricevimento in Campidoglio offerto dal Comune di Roma in onore del Congresso; lunedi 9, alle ore 2i, conferenza del dottor A. Ra· nelletti, nell'Aula Magna dell'lJniversità, su Ber,.. nardino Ramazzi1ii, il padre della patologia del lavoro. Giovedi, 12, gita nei dintorni di Roma. Ai congressisti sono accordati i soliti ribassi di viaggio, l'ingresso gratuito ai Musei Capitolini. ecc. Per le ulteriori adesioni e informa'zioni si avverte che la Segreteria del Congresso dal I 0 glugno è stata trasferita alla Università.

Il VI Congresso nazionale dei medici ospedalieri si terrà a Torino, nell'ottobre di quest'anno. La Commissione ordinatrice, che ha per presi· dente il dott. Giovenale Salsotto, medico primario dell'ospedale di San Lazzaro, e per segret ario generale il dott. Enzo San Pietro, ha da t empo iniziato i suoi lavori. Prossimamente saranno pubblica ti il regolamento e il programma del Congresso. Intanto la Commissione ordinatrice, che ha la propria sede in via dei Mille 16, Torino , prega i colleghi volonterosi di inviarle al più presto i temi che credessero dì trattare, relazioni d'argomenti impor· tanti e quanto altro ritengono che possa interessare il Congresso. Il pieno successo riportato dal Convegno regionale lombardo fa auspicare un largo concorso e l'esauriente dibattito e la soluzione di questioni medico-sociali importanti in seno al prossimo Convegno nazionale. Congresso ea ttolico an tialcoolista. Nel salone dell'Arcivescovado di Milano si è adunato il pr~rrto Congresso ant~al~oolista ~atto­ lico italiano, indetto dalla assoc1az1one nazionale « La nuova Crociata ». Vi intervennero n11merosi rappresentanti. Vi aderirono note personalità ecclesiastiche e laiche, italiane ed estere . e varie associazioni antialcoo· tistiche. Tenne la preside~za il prof. Bettazzi d~ Torino. Nelle due sedute st trattarono argomenti importanti; ne furono relatorj il dott. Parisi di Roma . l'on. Adamo Degli Occhi e l'avv. Floriani di Milano. Fu trasmesso un telegramma al presidente del Consiglio on. Giol~tti; in esso si fann~ voti per la sollecita approvazione del prog~tto ~ }eage sullo spac~io delle bevande alcooltche, tl q~ale è ora innanzi al Parlamento. Società fra i cultori delle malattie esotiche. Terrà una riunione privata a Messina. per trattare il tema della« Leishmaniosi umana in Italia». Essa avrà luogo il 15 di giugno dalle 8 1/ 2 alle 12 e dalle 14 Yz alle 18 nell'aula magna della Scuola industriale Trento e Trieste. (33)


IL POLICLINICO

[i\NNO

XX,

FASC.

23]

Sulla " Leishmanio~i interna \) presenteranno delle relazioni Scordo e Di Cristina; terranno . delle comunicazioni Gabbi, Lombardo, Montoro, Scordo, Cannata, Caronia, Spagnolio, Tomaselli, S_alv3:tor~. ~ugli.si-A!legra, Ran_ieti: Timpano, Licc1ard1, Mtcc1anc10, S1gner, Pugl1att1, Lacava, Bianco, Abate e Stilo. Sulla « Leishmaniosi esterna » (della ·cute e delle mucose) l?resenteranno delle relazioni Lacava e Pulvirent1 e delle comunicazioni Scordo Fazzari e Licciardi. ' ~'o!dine. d«:l gio!no reca ancqe: distribuzione det diplomi ai soci e domande di ammissione di nuovi; propo~te pe-r n~mii:ie di soci d'onore; proposte dl temi per la r1un1one che avverrà nel maggi~ 19~4 ?l Co?gresso medico calabro-siculo; comun1caz1oni varie. Presidente e rappresentante del Comitato è il comm. prof. U. Gabbi, Messina.

Istituto per lo studio delle malattie tropicali. Nel corso della discussione del bilancio della pubblica istruzione, l'on. ministro Credaro ha annunciato che il Governo sta pensando alla fondazione di un Istituto per lo studio delle malattie trop~c~li , argomento c~e dopo la conquista della Ltb1a è diventato d'importanza vitalissima per l'It~1i!l. La q~estione è già st~ta sottoP.osta al Cons1gl10 superiore della pubblica istruzione · il quale si è pronunciato per la fondazione di u~ Istituto tropicale presso l'Università di Napoli, ed è stato chiesto al rettore dell'Università stessa se vi siano i locali necessari. Le pratiche sono a questo punto; esse passeranno poi prossimamente al. Ministro delle colonie, il quale pure potrà esanunare se l'Istituto debba fondarsi invece che a Napoli a Tripoli.

Incetta di malati. . Il quest?re di . Napoli ha diramato agli uffici d1pe1:1dent1 una ctr~olare affinchè .essi invigilano su di una speculazione la quale viene esercitata !l d~Im:o dei malati che. si recano dalla provincia 1n c1tta per ottenere de1 consulti. " Una truffa con circostanze di fatto aggravanti (dice la circolare) ba rimesso a nudo una delle piaghe S?ciali, che inquinano la vita cittadina: la SJ?ec?laztone sugli infertni provenienti dalle prov1nc1e. · Con siffatta speculazione, a prescindere dal danno professionale che ne deriva a molti illustri clinici della città, vien messa a duro cimento la vita e la sa.Iute ~egli infermi, ! q?ali vengono accompagnati. anztchè da profess1on1sti di valore da mestieranti che abbassano e discreditano la missione nobilissima. e umanitaria del sanitario. Il fatto delia truffa commessa a danno di Giu· ~ce ~incenz'?, per la quale un adolescente ferito · 1n p~rtc<?lo dt morte,. è stato portato per ben tre ore 1n giro per la città, oggetto della più im· monda speculazione, è prova evidente ed indis~~tibile ~el perver~iment<:> morale e della capacita a delinquere di cotesti trafficanti della salute dei cittadini.... » .

Per lo studio de1 cancro. A Vienna è in costruzirne un grande istituto per lo stuq~o del cancro; è posto sotto il protett<?ra to dell tmperat?re France~co Giuseppe e sarà diretto dal prof. Etselsberg, direttore dì una delle due cliniche chirurgiche universitarie. A B~ffalo si è testè inaugurato un istituto per lo studio del cancro sorto sotto la direzione di Gaylord: è allogato al Rosswell-Park.

Il radio all'Ospedale Maggiore di Milano. Per gli Istituti di alta coltura di Milano.

In una recente seduta. del Consiglio comunale di lVlilano alcuni consiglieri proposero e insistettero perchè il Comune concorra nella spesa occor!en.te a .dotare l'Osped~le. Maggi<;>re ?i preparati dt radio. La Cassa d1 risparmio s1 è impegnata a versare 15 mila lire, ma alla condizione che siano raccolte le altre occorrenti per l'impianto completo, preventivato in lire 40-50 mila. Si è rilevato che il radio puro costa mezzo milione al grammo ma che per l'uso bastano pochi centigrammi, di modo che il preventivo è largamente bastevole. · . L 'a~sessore all'igiene p~of. ~enozzi promise che 11 Comune concorrerà e tn misura sufficiente.

Il ministro Credaro ha presentata il 27 maggio a~la Camera il progetto di legge per l'approvazione, .tra l~ altre, d:lle convenzioni stipulate il 23 aprile e 11 3 maggio col Comune, la Provincia. la Cassa di risparmio-'e la Camera di commercio di Milano per il mantenimento degli istituti clinici di perfezionamento e la costruzione di nuove sedi per gli istituti di istruzione superiore. Lo Stato contribuisce con 5,500,000 in cinque 4. rate alla spesa pei nuovi edifizi ed accresce la parte o~dinaria del bilancio di 30 ooo lire per la spe~a di_ mantenimento degli Istituti clinici; autorizza 1l Governo ad alienare al comune di Milan'? ~li stabili ora occ':lpati da vari istituti su· L'alcool pei laboratori. ix:r~or1 per 2 ,100,000 e 1a C.assa depositi e prest1t1 a concedere al Comune un mutuo di lire Su di un progetto di legge approvato dal Se3,530,000 ed alla Provincia di circa 500,000. nato, il quale modifica la legge per l'applicazione d~lla tassa sugli spiriti, i senatori Foà e Ciamician hanno ricordato l'esenzione da . concedersi alPropaganda igienica. l'alcool usato nei gabinetti scientifici. Il relatore Il Comitato provinciale agrigentino per la pro- Frascara e il ministro Facta hanno replicato, paganda igienica, costituito in seno alla sezione mettendo in evidenza come il progetto debba di ~irgenti dal.l'A. N. M. C. e composto dei dot- servire a impedire le frodi e far rendere la tassa, tori V. Bonfiglio, P. Curatolo, G. Nastri, A. Tut- come deve, al bilancio dello Stato. tolomondo e P. Vadalà, ha avuto la feconda idea d_i di~ond~re. per mezzo di fogli volanti le prinLa rubrica della beneficenza. c1p~l1 noz1on1 sulle malattie popolari. La v edova e i fratelli del compianto Enrico ~t è_ p~rv~nut a .la prima (c~ediamo) di tali pubBertarelli di Milano, ad onorarne la memoria, hanno b l1ca z1oni; e relativa a ll'anchilostomiasi. Abbiamo amm irato il principio informatore di elargito per opere di beneficenza lire cinquanta mila, d i cui mille all' I stituto Radioterapico delqu est o efficace mezzo di propaganda. (34)


(ANNO

XX,

FASC.

23 j

SEZIONE PRATICA

l'Ospedale Maggiore per contribuire alla compera del radium, mille a ciascuna delle seguenti istituzioni: PoJiambulanza di via Arena, Istituto rachitici, Istituto di San Vincenzo per i deficienti, Comitato per la cura di Salsomaggiore, Scuolasanatorio tignosi e granulosi, ecc., cinquecento a ciascuna delle seguenti istituzioni: Ospedale dei bamb!ni. Associazione contro la tubercolosi, ecc. È morta a Napoli la vedova del senatore Enrico Curani, il quale aveva disposto per testamento che alla morte della signora la somma di lire 2,800,000 da lui lasciata andasse al Pio Monte della Misericordia,.

Cospicui concorsi senza concorrenti. In occasione della seduta annuale dell'Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, tenutasi il 25 maggio al Palazzo Ducale di Venezia, il profes· sore Nino Tamassia disse nella sua relazione dei concorsi andati deserti. Restane aperti undici concorsi, per la cospicua somma di lire 52,000. La spedizione sanitaria italiana di Scu tari. È composta dei medici: colonnello Rosati, maggiore Bisio e capitano Abbamondi. Va acquistando grandi benemerenze presso la popolazione. Ogni giorno i tre valenti sanitari, coadiuvati dalle suore di carità, medicano nell'ambulatorio centinaia di malati. Part~colare curioso : è stato riscontrato che fra i campagnoli dei dintorni di Scutari, i quali più di tutti soffrirono le privazioni e la fame durante l'assedio, domina una strana malattia di stomaco provocata, sembra, dalle numerose ortiche man· giate, le uniche erbe che si trovassero allora in abbondanza. Un processo per diffamazione. Si è svolto al Tribunale di Pesaro un processo per diffamazione promosso dal presideBte della Congregazione di Carità, signor Torquato Giuliani, contro il dott. Marco Camanzi, già assistente presso l'Ospedale di San Salvatore. Dopo lungo dibattito si venne ad un accomodamento. Il signor Giuuani rilasciò dichiarazione con la quale ritira la querela, « persuaso dell'esistenza dei lamentati inconvenienti, dopo aver avuto in Tribunale le spiegazioni del dott. Camanzi• ». La casa dei medici in Francia. È stata fondata nel 1908 nel dipartimento di Eure e Loire: a 1 oo km. da Parigi in aperta cam .. pagna ed è attualmente amministrata da un Co· mitato presieduto dal prof. Remier, chirurgo degli ospedali, assistito dai dottori Triboulet, Cuneo, Vass, Schmit. Essa è destinata ad accogliere i colleghi che, sul termine della loro carriera, si trovano in situazione precaria per malattia o per rovesci di fortuna. Comprende una sala da pranzo, una cucina, sale di ritrovo e gli alloggi per i ricoverati, che passano vita indipendente. Il soggiorno è gratuito per i poveri: aperto agli altri mercè un tenue canone annuo. Una commissione delibera sui titoli. Da due anni la Casa del medico ha una diecina di pensionati (Gazz. d. Osp.) ,

Una Società di mutuo soccGrso per vedove ed orfani di medici si è costituita in Francia sotto il patronato deli'Associazione generale di previdenza e di mutuo soccorso dei medici. Presi.jente è stata eletta la signora Butte; segretario generale il dott. '\Vatelet, rue de Surène 5, Parigi. Azione giudiziaria tra due medici . Ci siamo già occupati (nel fase. 22, pag. 802) ~i una sentenza del Tribunale di Parigi contro 11. dott. ~ouis Dieupart, il quale aveva ricusato di prescrivere la dioradina in un sana torio di. retto dal prof. · Samuel Bemheim . . La sentenza dichiarava che il direttore del dispensario era in diritto di prescrivere l'uso esclusivo di un prodotto terapeutico il quale non aveva sollevato nessuna critica in seno alla professione medica . Il Sindacato dei medici di Parigi ha preso ora in esame la questione ed ha ritenuto che non sia Jegittimo attribuire delle proprietà terapeutiche ad un prodotto unicamente perchè non ba motivato delle critiche palesi da parte dei medici; che generalmente anzi la professione medica si astiene dall'emettere un giudizio su molti prodotti le cui proprietà terapeutiche sono ben lontane dall'essere dimostrate. Ha opinato che il medico debba sempre avere il diritto e l'obbligo di prescrivere i soli rimedi che egli in coscienza ritiene utili. ' Ha formulato il desidefat-itm che questo principio debba essere sempre rispettato. Ed ha vo . tato le seguenti risoluzioni: 1° Ogni medico assume la responsabilità del trattamento che prescrive e dei medicinali che ordina; 2° Il primario di un dispensario pubblico o privato è art>itro del trattamento ch'egli dirige e non dev'essere obbligato ad attenersi ad una direttiva terapeutica stabilita in antecedenza; 3° Il « Sin,d acato » deplora che il Tribunale abbia nega,to questi principi e protesta energicamente contro la decisione adottata. · Il giorno 2 giugno nell 'OspedaJe militare di Napoli, ancor giovane, serenamente spegnevasi la nobile esistenza del capitano medico cav. En rlco Farroni vittima di una terribile infezione contratta a Bengasi. . Fu assistente onorario nella Clinica medica di Roma negli anni 1907-1908 ed in questo periodo si rivelò studiosissimo. di viva e pronta intelli· genza non solol ma seppe cattivarsi la benevo . lenza e l'amicizia più sincera dei colleghi, che ne conobbero i pregi. Il Corpo Sarutario perde un elemento at tivo, il quale avrebbe potuto e dovuto raggiungere i più alti gradi nella gerarchia militare Cittadino, soldato, medico , fu .esempio a tutti di carattere austero, di fermezza e saldezza di propositi , di onestà indiscussa ed indiscutibile. Alla sposa ed alla tenera bambina sia di qualche conforto il cordoglio. il rimpianto sincero e p rof ondo degli amici e la memoria delle n on comuni inestimabili virtù, che veramente adornavano l'Estinto. CIUFFINI.

(35)


' IL POLICLINICO

(ANNO XX, FASC. 23]

Rassegna della stampa medica.

'

Tumori. Fase. V. Anno II.0 (31 mar. r 0 april.). R. BRANCATI. ci Sul midollo osseo nei ratti col tumore da innesto » - L. C. ZAPELLONI. « Tumori epiteliali primitivi d elle ossa a tipo ti· reoideo e paratiroideo. - E. PESTA.LOZZA. « Contributo allo studio dei tumori solidi del mesentere della donna ». La Prov. Méd., r m ar. BÉCUT. « Zona e litiasi biliare e renale ». - DE DoMINICIS. « La dias~o­ pia delle tracce di sangue ». Bull. de l' Ac. de Méd., 4 mar. MONTPROFIT. «Chi· rurgia di guerra nei Balcani ( dìscuss.) ». Riv . crit. di Clin. Med., l mar. MEONI. « Plet1riti tifose ». The Journ. of Trop. Med. a. Hyg., 1 mar. GABBI. « Le malattie tropicali a Tripoli ». Edinb. Med. J ourn. , mar. M. MERL e M . GoWAN. « Esplosione di una m alattia febbrile con molti casi •letali in una scuola industriale per ra · gazzt ». The Journal A. M. A., 22 mar. DE WITT e WELLS. « Effetti del rame sulla tubercolosi sperimentale •. - BERG. « Influenza della gastro-enterostomia nelle ulcere gastrica e duodenale » . BRYANT. « Preservazione dell'udito ». BATES. « Leishmaniosi della mucosa orale ». Bev. Espan. de Rad. Méd., 14. CALATAYUD. « La roentgenterapia dei fibromiomi uterini ». Gazz . d. Osp, z5 mar. CAPONETTO. « Sull'emostasi definitiva nelle resezioni degli organi ad· dominali. - 27 mar. CAMINITI. « Endotelioma del seno mascellare ·». La Sem. Méd., 26 mar. MARIE e FOIX. (( Forme cliniche e diagnosi dell'emiplegia cerebellare sifili ticft ». Le Bull. Méd ., 26 mar. CASTAIGNE. (( Albuminuria sifilitica familiare ». Wien. Klin. W oc h., 27 m ar. BARTEL. « Lo stadio della latenza cc linfoide » nel progresso dell'infezione tubercolare •. - GESSNER. « Sul ricambio del grasso ». La Presse Méd ., 25 mar. HARTMANN . ~ Adenomi vegetanti del tenue superiore simulanti stenosi pilo rica ». - -MARTINET e HECKET•. (( Le iniezioni sottocutanee d'ossigeno nelle sindromi iposfittiche ». - PONCE~. « Artriti croniche e reumatismo tubercolare ».

Gazz. Med. It., 27 mar. PISANI. « Le lesioni tubercolari del rene sono una controindicazione alla cura pneumotoracica? •. . Gaz. d. Hop ., 25 e 27 mar. AMBr~ARD . « Diuresi e tensione arteriosa 1. Deut. Med. Woch., 27 mar. Vuu>1us. cc Il trat · tamento del piede equino congenito •. - BIBERFELD. » « ·I medicinali degli ultimi anni )) . - MoLLERS. « Ricerche serologiche sui lebbrosi » . Paris Médical, 29 mar. TH!RY. « Malattie professionali dei fotografi ». - GRANGÉS. e< Serote. rapia intensiva » . Dermat. Woch., 29 mar. SAENGER. « Ipotireoidismo (forme fruste di myxoedema) ». - FERRARINI. « Sulla patogenesi della morte da scotta ture ». La Rif. Med. , 29 mar. DELLA VEDOVA. (( Qualche cenno sull'~ttuale indirizzo della traumatologia e della ortopedia ». - PERRANDO. « Del meconio rispetto agli indizii che ne sono desumibili nell~ necrosco pie del neonato » . Le Bui). Méd., 29 mar. PUECH e ~, ARVENTS. Cl Tumori dell'ovaio e gravidanza ». Arch. gén. de Méd., mar. \ lITAL-BADIN. «Misura e rappresentazione delle deviazioni vertebrali ». - LEURET. « Il metodo Forlanini nella tubercolosi polmonare ». Le Scalpel, 30 mar. BENOI~\ « Sindrome bulbare dei mina tori di carbone >>. · Gazz. d. Osp., 30 mar. LUCATELLO. « Sull'azione diuretica degli estratti ifofisari ». - r apr. MOSTI. cc Le lussazioni de carpo ». . • Pensiero Med. . 30 mar. MARAGLu\NO E. « Epatite interstiziale e morbo di Banti ». - RABAJOLI. « Iodoterapia ». La Prov. Méd., 29 mar. REBAT>ru. « Le emanazioni di radium per inalazione in medicina interna• •. - P ERRIN e THIRY. « Sull'ispezione delle carm ». Gaz. d . Hop., 29 mar. HÉBRARD. cc Le oblitera· zioni della cava inferiore » . Amer. Med ., . mar. Numero consacrato alla ginecologia. The Boston M . a. S. Journal. 27 mar. ADLER . cc Le lesioni cutanee sperimentali simulanti la pellagra ».

Indice alfabetico per materie. •

Aderenze del colon: etiologia . . • . . Pag. 825 825 Adonis come diuretico e cardiocinetico )) » 8r8 Aneurisma sacèato dell'aorta toracica. )) 8-z4 Appendiciti em atogene . . . . . . . . Cervello: m etodo per determinarne la • 822 superficie . . . . . . . . . . . . . . )) 813 Chirurgia infan tile e ortopedia nel 1913 )) 822 Cicatrici deformi da scottature . . . . Digitalina: azione diuretica nei bam. . » 827 b llll . • . . • • . • . . . • • . • • )) 817 Estratti ipofi~ari in ostetricia . . . . . )) 828 Febbre puerperale: cur a . . . . . . . )) 838 Museo ambulante della tubercolosi . . » 822 Nefriti croniche dolorose unila t era li . Roma, 1913 -

(36)

T ip. :-\azionate di C . B ert erc e C.

Occhi bistra ti . . • . . . . . . ~ • • • Pag. 827 » 828 Olio canforato: u so . . . . • . . . . . 805 Pellagra: etiologia e patogenesi. . . . P olmoni: capacità minima compatibile J) 824 con la vita . . . . . . . . . . . . . Prostata: enucleazione . . . . . . . . » 823 » 832 Quesiti d eontologici . . . . . . . . . R eumatismo cronico tubercoloso in J) 822 bambina . . . . • .~ . . . . . . . . J 826 Scilla: diuretico azoturico. . . . . • • )) 815 Spondilite tifica. . . . . . . . . . . . Teobromina: azione diuretica n ei bam.. 'I)

b mt

• • . . . . • . • . . • . . . .

Teociiia come diuretico e cardiocinetico I.

POZZI,

resp.


, '

Roma, 15 giugno 1913

Anno XX.

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Fase. 24

f

SEZIONE PRATICA DIRETTORI: I

Prof. GUIDO BACCELLI -

Prof. FRANCESCO DURANTE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

. SOMMARIO. Lavori originali: Dott. Paolo Mariconda: Sui ra ppo1ti Ira stafi lococco aureo e tum01'e maligno. - Sunti e rassegne:

e ontributo

MEDICINA:

alla sifilide del CU01'e. - CmRURGIA : RoQ.leder : Postumi dell' tPididimite bilate,,ale e feconda1ione arti{ici"le. - NEUROPATOLOGIA: L11 sindrome d i Lenohle e A u~ineau • nystagmus-myoclonie • . - Osservazioni cliniche: Dott. Pietro Fabris: Gravidanza exl,autefina complicante graoidanza normale. - l.,EZIONI: J. Babinski: Rifless• t end-inei ed os1ei. - Accademie, Società ·mediche, Congressi: R egia Accademia medica ài Genova. - Regia Accademia di medicina di T orino. - Società Medic a Chirurgica di Bologna. - Società l\tf edico-Chifwgsca di Moàena. - Società /fa $ cult01i di scienze mediche ' 11a'u,ali di CagliMi. Appunti per il medico pratico : MEDICINA SCIENTIFICA: Il 11accino anli difterico di Beh, ing. - CASISTICA,: Nefrite sifilitica acuta p,ecoce. - Il significato dell· albuminuria gfavidica. - TERAPIA: La stricni1ia a dose intensiva. - La canf01'a. - Intossicazione di bismuto. - IGIENE: Le malatt·ie della casa. - · Primi fisullati di una inchiesta sul lavaggio delle biancherie e sul lavoro delle lauandak in Roma. - - Varia - Cenni bibliografi.ci. Nella vita professionale · Cronaca del mov~mento p,.ofessio~ale. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine , promozioni ed onorificenze. - Condotte e Concorsi. - MEDICINA SOCIALE: Pfoflvtdimenti pe, combattefe l'alcootismo. Dott. Gcorg Orkin:

-

Notizie diverse. -- Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie.

MEMENTO AI RITARDATARI

I

A quegli associati out, mediante il foglietto annesso a l fascicolo 21 del 25 maggio u . s., sollecitammo 11 pagamento dell'abbonamento, facciamo notare che se lascieranno trascorrere il 30 corrente senza aver inviato il dovuto inporto indicato nella sollecitazione stessa, perderanno ogni diritto al volume di premio ordinario COMPENDIO DI OINECOLOOIA MODERNA la cui stampa volge ormai al termine.

Ricordiamo che I' importo d' abbonamento va spedito con Cartolina-Vaglia, indirizzata nominativamente al Prof. ENRICO MORELLI, Via del Tritone, 46, ROMA. L'AMMINISTRAZIONE. Dlrli&l cli proprlè~ rl1Jerva&I senza citarne Ja fonte.

È vietata la riprod uzione di lavori pubbllcatl nel POLICJLINICO o la pubbllca.:Jone di sunti di essi

LAVORI .O RIGINALI Jstituto di anatomia patologica della R. Università di Roma diretto dal prof.

ETTORE M.ARCHIAFAVA.

Sui rapporti tra stafilococco aureo e tumore maligno. Nota preventiva del dott.

PAOLO MARICONDA.

Le mie esperienze riguardano il comportamento di alcuni tumori maligni (sarcoma) nei ratti inoculati con culture in brodo di stafilococco aureo. Alcuni degli ~nimali inoculati che soccombettero o per la virulenza del germe o per la poca resistenza prima che fosse loro innestato il tumore presentarono il seguente reperto anatomopatologico: Ascessi polmonari multipli, fegato aumentato di volume con ascessolini multipli nella faccia convessa di esso e talora con infarti. Reni e milza aumentati di volume C'On qualche raro infarto e con ascessolini multipli. organi a secrezione interna pure aumentati di volume e di colorito pallido.

-

Microscopicamente confermai i caratteri della piemia rilevata macroscopicamente. Gli altri ratti che inoculai per tre mesi di sta-· filococco aureo e con dosi progressivamente minori i quali o per la resistenza naturale o acquisita non soccombettero al processo di stafilococcizzazione presentarono le slesse alterazioni quando per l'innesto del sarcoma di cui dirò ora . morirono per il duplice processo infettivo e tos-· . . s1em1co. Nei ratti stafilococcizzati io innestai il sarcoma (a tipo fusocellulare) nel mese di febbraio cioè dopo circa tre .m esi o poco più di inoculazi<)tte di cultura in brodo di stafilococco aureo ed a un altro gruppo di ratti non stafilococcizzati scelti come controllo innestai pure lo stesso sarcoma. In quasi tutti i ratti l'attecchimento del tumore fu completo meno in due degli stafilococ<'Ìzza ti dove cominciai prima a notare una lieve tumefazione che poi lentamente subi un processo di regressione fino a scomparire. Nei ratti non stafilococcizzati il neoplasma aumentò grandemente di volume sen1za mai ulcerarsi fino alla morte dell'animale. Nei ratti sta{I)


t

IL POLICLINICO

filococcizzati invece, il tumore non assunse mai le medesime proporzioni di volume, ma restò sempre lin1itato ad una regione anatomica, si ulcerò dopo pochissimo tempo, e mentre gli animali non stafiiococcizzati in un mese o poco p jù morirono per il solo processo neoplastico, gli animali stafilococcizzati durarono in vita dieci, dodici giorni in più. quantunque affetti dal doppio processo. Il tumore ulcerato si presentava ben delimitato, più piccolo di volume di quello dei ratti non stafilococcizza ti, anzi posso dire che diminuì leggermente di volume fino quando dall'ulcera del tumore venne fuori lentissimamente un liquido sanguinolento misto ad una sostanza simile a poltiglia che esaminata al microscopio non lasciò scorgere altro che del detritus. Il tumore era di consistenza molle flnccida ed in certi punti fluttuante; èon uno specillo si poteva _penetrare facilmente in una cavità che sembrava anfrattuosa e confluente con altre cavità più piccole. . Gli animali così stafilococcizza ti ed innestati vissero complessivamente un mese e mezzo e poco più certi altri. All'autopsia trovai il fegato, la milza, i reni e gli organi a secrezione interna aumentati di volume, di colorito pallido con la sostanza parencltima~e facilmente friabile, trovai pure qualche aderenza, ma non trovai gli ascessi che trovai all'autopsia dei primi ratti i quali erano stati solamente stafilococcizzaii e non innestati di sarcoma. Il tumore si presentava non uniformemente consistente con cavità necrotica ripiene di ·u n detritus sanguinolento · Detto tumore si scapsulava facilmente, non trovai metastasi altro che in due soli ratti ed erçlno metastasi inguinali dello stesso tipo del tumore primitivo, ma molto più consistenti. Negli altri non riscontrai affatto metastasi. Feci altre esperienze in altri ratti i quali mi servirono come una controprova: innestai prima il neoplasma, poi quando questo cominciava ad evòiversi inoculai lo stafilococco aureo in cultura in brodo in dose progressiva per osservare quale rapporto poteva esistere tra il nuovo tessuto ospite del ratto e lo stafilococco inoculato dopo l'innesto del tumore. Tutti quanti i tumori si ulcerarono in pochissimo tempo e gli anilllali m orirono in brevissimo tempo pur essendo stata la d ose dello stafilococco inoculato minore che nel primo gruppo. In nessuno di essi il tumore acquistò un progressivo aumento di volume vero e proprio ed in tutti trovai un detritu-; con cavità necrotica nel tumore. All'autopsia non trovai nulla di notevole, solo nei polmoni trovai un processo di bronco-polmonite.

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.. . \

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Io non so se il risultato della mancata evolu~ zione del tumore sia dipeso dall'avere inoculato il germe prima ancora che il neoplasma avesse ,. assunto notevole dimensione di volume, nè so dire se gli animali siano morti per il processo pneumonico e per la virulenza del germe che fu ottenuto da un favo o per la dose troppo forte. Si potrebbe pensare che l'innesto del t,1more sia mancato di evolversi regolarmente per la poca vitalità delle cellule avendo io innestato l'ultimo gruppo dei ratti di un sarcoma ulcerato dei primi ratti. Osservati tu,tti questi fatti, che devono avere un controllo più preciso è lecito, intanto pensare che lo stafilococco aureo arresti in parte l'evolversi del tumore._ Lo stafilococco aureo agist.:e in un l ocus minoris resistentice, determinandovi la suppurazione e la ulcerazione precoce con formazione di cavità necrotiche. · Finalmente è lecito pensare che le tossine dello stafilococco aureo agiscano sul tumo~e ovvero il siero del sangue del ratto stafilococcizzato abbia il pot~re di spiegare un'azione quasi involutiva del nuovo giovane te.ssuto neoplastico. È ciò che vedremo con altre esperienze. Roma, aprile 1913.

SUNTI E RASSEGNE ...

MEDICINA.

f)ontributo alla sifilide del cuore. (Dott.

GEORG 0RKIN.

Bef'lin. ktin.

Wochenschr1~ft,..

n. 25, 1912). Il primo caso sicuro di sifilide del cuore fu. descritto da Ricord nel 1845. L'argomento fu poi completato .da Curschmann, Fournier e molti altri. Ai Congressi di Medicina interna tenutisi a Helsingfors nel 1902 ed a Lipsia nel 1903, le affezioni sifilitiche del cuore e dei vasi furono oggetto di numerosi dibattiti dal punto di vista clinico, e al convegno dei natura listi tedeschi nel 1902 i due relatori Chiari e Benda trattarono 1'argomento estesamente, dal punto di vista anatomo-patologico, tanto che al V Congresso internazionale di dermatologia a Berlino, nel 1904 vi fu quasi completa concordi a circa la sintomatologia e le alterazioni fondamentali anatomo-palologiche. È specialmente in questo ultimo periodo di tempo che si è fissata l'attenzione sulla grande


LANNO XX, FASC. 24]

SEZIONE PRATICA

frequenza della sifilide come fattore etiologico nelle malattie del cuore, benchè a11che prima esso sia stato qua e là menzionato e già Runeberg ritenesse che il 90 % dei casi di angina pectoris, prima aei 50 anni , dipenda da arterite sclero·gommosa delle arterie coronarie. Erano principalmente le affezioni dell'aorta quelle in cui fu riconosciuta come causa la sifi· lide e quest'argomento è stato estesamente trattato da Heller e dalla :: ~2. scuola. La reazione di W assermann ha dato spinta a nuove ricerche espletate ultimamente da Citron, von Saatho:ff, Donath, Grau e molti altri. Lo scopo dell'A . è di dimostrare la grande parte che assume la sifilirle nella etiologia delle 1 miopatie del cuore, tanto largamente rappresentate n el ricco materiale che affluisce alla II Poli· clinica medica d ella Charité a Berlino. Nella anamnesi di queste miopatie talvolta è evidente la sifilide, talvolta non si riesce a stabilirne la causa, ma il sospetto della sifilide s i presenta dopo il reperto radiologico, che accerta l'ingrandimento del cuore in ambo i lati e la dilatazione dell'aorta. Clinicamente la sifilide del cuore si presenta con i segni della insufficenza del muscolo cardia~o in tutti i suoi stadi. I disturbi cominciano spesso bruscamente in individui' giovani. Non di rado si verificano edemi passeggieri ai malleoli, senza n efrite. Sono carat: teristici i segni di angina pectoris, senza sclerosi delle arterie. periferiche, dolori e parestesie, che sono in contrasto con lo stato generale buono . del paziente. L' A. per le sue ricerche esclude tutti i casi di . di miopatie con vizi valvolari. che, ad eccezione quelli aortici, :Per lo più sono stati pr.eced~ti da reumatismo articolare, e tutte le miopatie con nefrite cronica, morbo di Based<;>w, ecc. Ha osservato complessivamente 94 casi di .miopatie: 59 uomini e 35 donne, tra 20 e 30 anni. In tutti è stat:i praticata la reazione di W3S· sermann. La sifilide era accertata con sicurezza in 1 8 uomini cioè 30. 5 ?fo, e in 10 donne, cioè 50 ~fo .

Negli u omini : 3 casi erano tra . . . · • 3 8

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Nelle donne: 4 casi erano tra . . . . . . . 20-30 anni• 6

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30-40 • • . . 40.50 • • . • 50-60 •

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I.3 delle donne ignoravano completamente la malattia e solo 2 erano a cognizione della sifilide del marito. · Tra i I8 uomini in 5 è stata osservata l' insor.. genza brusca dei disturbi. Angina pectoris vera si ebbe in 3 casi, negli altri affanno specialmente salendo le scale, dolori n eJla regione cardiaca e tachicardia. La partecipazione dell'aorta risultava in 9 casi dall'ascoltazione e in II dall'esame radioscopico, e con solo una eccezione (35 anni) le lesioni aortiche si riscontrano negli individui più anziani (dopo i 40 anni). I disturbi della circolazione erano gravi in 5 casi, lievi in Io, 3 erano completamente normali. Fra essi ve n 'erano 2 con angina pectoris vera e uno con gravi aritmie. La pressione del sangue, specialmente nei più anziani, era un poco aumentata. Le donne erano tutte meno una al period<;> terziario. La lesione dell'aorta è segnata in 3 casi con fenomeni ascoltatori, e in II _ dimostrabile a mezzo di radioscopia, 3 di esse erano nell'età tra 29-34 anni, con sifilide non curata, che pro babilmente ai~ta al progredire delle lesioni aortiche. Coll'esame radiologico in tutte si osserva una dilatazione del cuore. Aritmie e extrasistoli era no accentuate in 3 casi. I disturbi circolatori, dis· pnea alla minima fatica, edemi ai m alleoli, cianosi, congestione epatica, erano presenti in I I casi, assenti in 5, dove però predomina vano i disturbi sub biettivi ed anginosi. I.J'angina pectoris esisteva in I I casi , probabilmente a causa della sifilide non curata, perchè ignorata dalla maggiore parte delle donne. La pressione del sangue era poco aumentata nelle più vecchie. La cura specifica, in forma di frizioni mercuriali , ha dato risulta ti abb~stan.za confortanti nei giovani dove la sifilide a\Teva fatto menodanno. Essa era associata ai ioduri negli avanzati. È naturale che non deve essere trascurata la cura sintomatica dei djsturbi cardiaci. Ultimament e è sorta la discu ssione riguarclo al trattamento con salvarsan nelle cardiopatie sifilitiche.

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Ehrlich vorrebbe vederlo applicato solo con · funicolo spermatico i movimenti sono scarsi. che cuore sano, Breitmann lo ritiene efficace nel pe· questi sono vivaci quando si aggiunga il succo riodo secondario e pericoloso in quello terziario. prostatico al seme testicolare e, più ancora, allo Weintraud però, ha trattato 25 casi di sifilide sperma raccolto dall'epididimo. Walker però ha terziaria del cuore, tra i quali varie insufficienze creduto di mettere ciò in rapporto con il semplice aortiche, miocarditi, ecc., senza alcun inconve- fenomeno della diluizione del seme. niente. Dott. OLGA RESNEVIC. Questo apprezzamento di Walker però non ti· sponde a verità, perchè non si verifica lo stesso fenomeno se il liquido semina1e viene diluito con ' ' ' CHIRURGIA. soluzione fisiologica di NaCl. Di ciò si ha la prova • convincente nel fatto che nella prostatorrea che Postumi dell' epididimi~ bilaterale duri da un certo tempo l'esame dello sperma pree fecondazione artificiale. senta oligospermia, astenospermia od anche ne( RoHLEDER. Deutsche M edizinische W ochenschrift, crospermia. sett. 1912). Se invece ai prostatorroici si pratica il masIl DoderJein., richiamando l'attenzione sul va- saggio della prostata per via rettale, all'esame lore che, in rapporto alla patologia dell'uomo, microscopico dello sperma si osserva un movipuò a vere la scoperta di I v.anoff che il liquido mento tumultuoso degli spermatozoi. Ciò dimoseminale ottenuto mediante la puntura del testi- stra che il secreto prostatico, più che a diluire, ~olo può ess~re atto alla fecondazione, sostiene giova a riattivare i movimenti delle cellule seche lo sperma ottenuto in qt1esto modo da un minali. L'elemento che agisce in questo senso individuo divenuto azoospermico in seguito a pare sia conten11to nei cristalli di Bottcher e dal epididimite blenorragica bilaterale ed iniettato Fiirbringer è stato denominato P'Yostatina. nella cavità uterina può giungere a fecondare Questo fatto deve richiamare la nostra attenl'ovulo della donna: ciò che sarebbe impossibile zione al problema della sterilità in tutte le affeottenere per le vie naturali.dell'uomo clinicamente zioni della prostata . Di qui pure il valore dei · affetto da azoospermia. tentativi di fecondazione artificiale. Secondo il Rohleder in questi casi la feconda L'epididimite blenorragica bilaterale (in rap· zjone artificiale, se non è completamente priva porta alla quale si stabilisce l' impotentia genedi speranze, presenta molto scarsa probabilità randi dell'uomo) è piuttosto rara relativamente di un buon successo, per le seguenti ragioni di all' epididimite unilaterale: quest'ultima è frefi~iologia : quente dal 6 al 12 ~~ di tutte le infezioni ble' Per la fecondazione, prescindendo dall'erezione norragiche; l'epididimite bilaterale secondo una e dall'eiaculazione che, normalmente rappresen- statistica di Finger si è verificata nel 6-7 ~lo di tano due funzioni indispensabili per la procrea- càsi su 3136 casi di epididimite. Però è altissima zione, concorrono i prodotti di secrezione di tutte la sua frequenza in rapporto ai matrimoni sterili, le ghiandole genitali dell'uomo: 1° il secreto te- ed il suo esito nella infecondità è quasi costante. sticolare che naturalmente è il più importante e Finger dà una statistica di 242 casi di epididi· costituisce la condi tio sine qua non; 2° il secreto mite doppia: fra questi in 202 ha riscontrato delle sperma tocisti che secondo Steinach .ha la azoospermia; Bier 75 casi di azoospermia su 80 proprietà di esaltare la vitalità degli spermatozoi, di ep. bilaterale. In rapporto al1a famiglia è imma non ha ancora attributi fisiologici bene ac- portante la statistica di Bier e Ascher: su 132 ' certati; 3° il secreto della prostata che è òi alta casi di matrimoni sterili 90 volte fu riscontrata azoospermia (68 °fo}. Kehrer l'ha riscontrata solimportanza per la .fecondazione . Sappiamo, per le ricerche di Fiirbringer, che il tanto nel 30 ~b~ Se si riuscisse a praticare la fesucco prostatico nella procreazione dell'uomo ha condazione artificiale, almeno un terzo dei mala funzione speciale di ridestare la vitalità degli trimoni infruttuosi diverrebbero fecondi; e sicspermatozoi: ciò è st2.to confermato da Finger, come il nt1mero dei matrimoni sterili è circa il ro ?lo di tutti i m atrimoni, si vede subito l'imU ltztnann, Steinach, ecc. Il '.}\Talker ha dimostrato nel cane che nel seme portanza sociale di questo problema. P er i gra vi dis~stri morali e sociali a cui l 'inir accolt o dal t esticolo e d all' epididimo gli sperm a t ozoi sono immobili , in quello r accolto dal po tentia generandi suole dar luogo, son giustificati

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i tentativi chirurgici per determinare la feconda· zione artificiale. Mediante l'escissione cruenta del tratto di dotto deferente obliterato dal processo flogis tico pregresso, si è cercato, affrontando i due monconi, di ricostituire la continuità delle vie vettrici seminali. Ma senza risultato. La proposta di Doderlein di fecondare mediante il seme raccolto direttamente clal testicolo • è stata applicata già molte volte n el trattamento della stetilità, ma sempre con risultato negativo, per mancanza di motilità degli spermatozoi, indispensabile perchè questi possano risalire dalla vagina sulla cervice e di qui proseguire fino all'accoppiamento con l'uovo. Sappiamo che il secreto prostatico conferisce questa motilità agli spermatozoi. Ivanoff h a pensato di sostituirlo con soluzione salina fisiologica o con altre soluzioni saline, ma senza risultato utile . • Pare che il .secreto delle ghiandole del canale cervicale dell'utero eserciti un'azione stimolante sugli spermatozoi in maniera da eccitarne la motilità; se ciò sarà sperimentalmente provato verificarsi in una certa misura, si potrà forse ottenere la fecondazione artificiale inoculando direttamente nella cervice lo spern1a raccolto mediante la puntura del testicolo. C,è poi a risolvere l'altro problema, se il prodotto della secrezione testicolare è capace di fe. condazione fn chi abbia sofferto epididimite bilaterale. È noto che molto ·spesso in questi casi il seme è infecondo e si ha scomparsa degli spermatozoi. Balzer e Souplet l'hanno osservato 31 volte su. 34 casi: ed hanno notato che bastano 5 rµesi dopo l'infezione gonococcica per la ce$sazione della s.permatogenesi. È da ritenere però. come dimostrano le punture testicolari già fatte, che malgrado l'obliterazione delle vie seminali, la secrezione t esticolare può durare a .lungo, pure diventando più povera di spermatozoi; e d'altra parte un solo spermatozoo basta per fecondare l'uovo. Ad ogni modo gli spermatozoi maturi, ·poichè non possono trasmigrare fuori del testicolo, vi rimangono inclusi e subiscono la degenerazione grassa. La legatura sperimentale del vaso deferente ha dato pure dopo alcuni mesi cessazione della spermatogenesi e degenerazione degli spermatogoni, ma conservazione del tessuto intersti· ziale al quale si attribuisce la conservazione dell'istinto e degli altri caratteri sessuali secondari.

Sarebbe interessante istituire sistematici esami del secreto testicolare, in vari periodi di tempo dopo l'epididimite, e studiare i fenomeni della azoo-, oligo-, e normal-zoospermia. Come noi sappiamo dalla patologia nelle prostatiti e delle vescicoliti, le alterazioni della spermatogenesi che si verificano in queste localizzazioni del processo blenorragico sono dovute alle alterazioni del secreto della prostata. Nella epididimite quasi sempre si ha anche prostatite: nella metà circa dei cac:>i di uretrite posteriore gonococcica esiste anche un certo grado di prostatite. Per i rapporti topografici fra le vie escretrici della prostata e il dotto eiaculatore nell'uretra pcsteriore, è facile intendere come l'infezione gonococcica possa trasmettersi per il dotto nel vaso deferente e n ell'epididimo e attraverso l'orificio della vescicola prostatica fino alla prostata. Casper in lOO casi di uretrite posteriore ne ha trovato 85 con prostatite ; Frank quasi il lOo ~o· Dunque nella maggior parte dei casi di epididimite bilaterale coesiste la prostatite, e quindi si h a un secreto prostatico a reazione alcalina, incapace di ridestare la motilità degli spermatozoi . Il secreto prostatico in questo caso è privo o quasi di cristalli di Schreiner, i quali si ritiene · ' contengano la Prostatina, cui spetta il potere di esaltare i movimenti degli spermatozoi. Dice l' A. c:he in questo caso si potrebbe pensare di raccogliere lo sperma con la puntura testicolare e di inoéularlo nel canale cervicale; ma, secondo il suo parere, l'influenza vantata del secreto delle ghiandole della cervice non è sufficiente allo scopo; si potrebbe piuttosto mischiare lo sperma con il secreto prostatico ottenuto mediante il massaggio della prostata per via rettale. Inoltre bisogna pensare che la secrezione di queste . ghiandole cervirali si verifica soltanto nel momento dell'eccitazione sessuale d ella donna , e che questa manca perciò durante l'atto dellà fe· condazione artificiale. Se malgrado tutto si vuole praticarla, l'A. raccomanda come indispensabili queste condizioni : 1° che al momento della puntura testicolare non sia trascorso più di I o 2 a nni dalla fine dell'epididimite; 2° che all'esame microscopico dello sperma, questo risulti ricco di spermatozoi sani e ben conformati; 3° che si raccolga il secret o prostatico mediante il massaggio rettale e si esamini al micro( 5)


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scopi o: se non contiene gonococchi, se ha odore di sperma, se è ricco di e ristalli di Bottcher, se aggiunto al liquido seminale esalta i movimenti degli spermatozoi; allora si può tentare la fecondazione artificiale con probabilità di successo. . Se il secreto testicolare è ancora sufficiente. mente normale, ed è alterato il secreto prostatico per infezioni speciali di quest'organo, allora si può prima tentare una cura accurata della pro· statite, per vedere di fare riacquistare le sue proprietà al succo prostatico. È stato ancora esaminato il problema ·se si possa, in circostanze speciali, adoperare il secreto te'3ticolare od il secreto prostatico raccolto da una persona estranea. Hirsch ha eseguito, secondo il metodo dell' A., 16 volte la fecondazione artificiale, ed ha otte· nuto sei volte risultati favorevoli. P. SABELitA.

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Riguardo alla patogenesi ed anatomia patologica, sono pochissimo conosciute, come in generale per le mioclonie. I reperti necroscopici sono stati talvolta negativi, tal altra hanno mostrato lesioni del nevrasse che nulla permetteva di ricollegare indiscutibilmente al sintomo con un rapporto di causa a effetto. Legrand du Saulle e in seguito molti altri autori considera vano il nistagmo come una delle stigmate del1a eredità nervosa patologica; tara coesistente spesso con i tics, con l'asimetria facciale e con le deformazioni craniche. In una lezione alla Salpetrière del 1895, su le mioclonie, il Raymond, dopo aver riassunto le diverse teorie fisio-patologiche proposte per spiegare le mioclonie, teoria miopatica, nevritica .. spinale, segui una teoria corticale, presentando come principali argomenti che le fu11zioni intellettuali e effettive dei mioclonici sono raramente normali, che le cnuse psichiche hanno una in· fluenza innegabile sul ritorno o la esagerazione degli spasmi mioclonici, e finalmente che le mioclonie sono associate il più delle volte ad accidenti convulsivi di cui l'origine corticale è indiscutibile. Ciò . che Raymond diceva delle mioclonie in generale, potrebbe verosimilmente, secondo il Salomon di Sainte·Anne (1) , applicarsi a questo tipo speciale ·che ne è il nistagmò. Questa teoria è sostenuta da Knies, J acqueau e da altri autori. Questa teoria si verificherebbe in alcuni casi in cui il nistagmo è associato ad accidenti d'in· discutibile origine corticale. Roasenda (2) descrisse tre casi interessanti di nistagmo congenito in tre epilettici convulsivi ed uno in un individuo affetto da epilessia larvata. Contrariamente a questa teoria Sauvineau (3) sostiene che la causa del tùstagno non debba lo- · calizzarsi nelle zone corticali, bensi nei -centri sopranucleari. La malattia sarebbe favorita da un difetto di sviluppo di questi centri. Comunque sia , il nistagmo congenito considerato come una forma di mioclonia può far parte

NEUROPATOLOGIA. · La sindrome di Lenoble e Aublneau « nystagmus-myoelonle »· (Rivista sintetica).

E. Lenoble e

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E~

Aubineau di Brest comunicavano per la prima volta, alla seduta del 28 novembre 1905 dell'Accademia di medicina, una nuova varietà di mioclonia congenita, che proposero di chiamare cc nystagmus myoclonie ». « Ell~ se manifeste essentiellement par un nystagmus constant qui s'observe en dehors de toute affection de l'oeil et de ses annexes dont la caracté~istique est d'etre congénital. · Autour de ce signe p~:imordial, qui peut etre unique, viennent ordinairement se grouper un nombre variable de symptomes, dont l'apparition a pour conséquence de donner naissance à des syndromes complexes » Successivamente essi pubblicarono numerosi casi di questa malattia ereditaria, spesso familiare, rilevabile spesso nei degenerati e frequente sopratutto in Bretagna. Nella sua tesi cc nystagmus et myoclonie ». E . Meignan divideva la mioclonia in sei gruppi dal punto di vista della localizzazione. E per lui il nistagmo che non è a rigor di termini che una localizzazione della mioclonia (quando è isolato), non esiste, quando è associato, che nelle forme in cui lo spasmo muscolare clonico presenta un tipo superiore (arti superiori e specialmente collo e faccia ). mai un tipo inferiore.

( 1) JEAN SAI,OMON. Scléfose en plaques avec syn-

drome Bravais- J aksonien; troubles psychiques; nys · tagmus cong,nital. Présentation à la Séance du 17 février 1913 de la 8ociété Clinique de Médecine mentale de Paris. (2) E. ROASENDA . Il nistagmo stigmata congenita negli efrilettic.;i . Arch. di Psich .• Neurop. ecc. Voi. X XIX, i908, f. 3, p. 260. , • (3) e Encyclopédie françai~ e d'ophtalmologte », T. VIII. Paris, O. D oin 1909.

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SEZIONE PRATICA

della sindrome mio<:!lonica di lTnverricht, in cui dopo alquanti giorni scomparvero spontaneamente si associa ad altre turbe reflesse e motrici e par· mentre invece persistettero, diventando sempre ticoJarmente con accessi epilettici. più molesti, quelli. dorsali, con tendenza a d)fDei due casi descritti da Salomon, in uno (un fondersi fino all'epigastrio ed accompagnati a cobretone) si ha la sindrome di Lenoble e Aubineau~ nati di vomito. nell'altro essa è associata a una sclerosi multipla N elio stesso tempo la donna nota va che il con sindrome Bravais- Jaksoniana e disturbi psi- ventre le andava crescendo di volume, specie chici. negli ultimi 20 giorni prima di entrare all'ospiEgli nota per il secondo che, oltre alla teoria tale, ove viene accolta di urgenza il giorno 8 di· Raymond (secondo la qual~, fra nistagmo-mio- , éembre, avendo assunto i dolori sacro-lombari il clonia, degenerativi, d a arresto di sviluppo. e carattere di vere e proprie doglie. sclerosi a placche non vi sarebbe relazione di diAll'esame obbiettivo che riferisco ristretto agli pendenza), se ne potrebbe proporre un'altra per organi che ci interessano ci riscontra : ·U tero au-cui quei fenomeni sarebbero i sintomi preco~i di mentato di volume, il cui fondo arriva a circa una sclerosi multipla considerata come forma con- tre dita al di sopra della sinfisi pubica, legger-genita e con manifestazioni evidenti soltanto nella mente deviato a destra, fisso; collo uterino in età adulta. via di rammollimento portato dietro e sotto il G. l1o LUCANGELI. pube: fornici occupati da unn ,intumescenza tesa. dolente al tocco del dito esploratore e che sembra sia aderente e formi tutt'uno col corpo dell'utero. OSSERVAZIONI CLINICHE .. Alla ~alpazione del quadrante inferiore di sinistra si rileva che la intumescenza sopra descritta OSPITALE CIVILE DI CONEGLIANO occ·u pa tutto il piccolo bacino. Reparto chirurgico diretto dal dott. F. ZAMBONI. Manc.a il tenesmo vescicale, le contrazioni doGravidanza extrauterina lorose vanno facendosi più intense, senza la tregua complicante gravidanz? normale fisiologica, colla comparsa di qualche po' di emorragia dai genitali esterni, per cui ritenendo l'a· per il dott. PIETRO FABRIS. borto inevitabile, viene favorito con adatte ma' Se le varie forme di gravidanza extrauterina nualità, in seguito alle qll:3li la donna espelle un costituiscono casi non tanto frequenti neìla pa- feto macerato di circa tre mesi. Puerperio febbrile con lochiazione però nortologia della gravidanza, l'osservare co11temporaneamente nello stesso. soggetto l'abbinamento male. Dopo otto giorni, nuovamente esaminata di una gravidanza normale e di una ex:trauterina la donna, si riscontra: Utero in via di involucostituisce una rarità délla specie, per cui cre- zio~e sospinto in alto, collo sempre dietro la sindiamo utile il riferire in breve intorno a un caso fisi per la presenza della stessa in tumescenza di tal genere osservato in questo Ospitale col dianzi accennata, che occupa i fornici, intumeconsenso del Direttore, che sentitamente rin- scenza che si arriva a palpare nel suo limite superiore dal lato del ventre, in corrispondenza del grazio. Trattasi di una donna di Nervesa (Treviso), di parametrio di sinistra. anni 26, secondipara, di costituzione aJquanto Questa ìntumescenza tesa , di consistenza elagracile, mestruata la prima volta a 14 anni ed stica, dolente alla r- alpazionc, e che al dito esploin seguito abbastanza regolarmente. ratore fa avvertire una specie di crepitio come Ebbe il primo parto circa 20 mesi fa , per cui di coaguli sanguigni, non fotma tutt'uno col fu operata di applicazione ài forcipe allo stretto corpo dell'utero, come dianzi appariva, in modo superiore, allattò la sua bambina per circa dieci che questo col dito che esplora dalla vagina e mesi, durante i quali non fu mai mestruata. colla mano applicata in modo con veniente sul· Dopo l'allattamento ebbe per tre ruesi !e sue l'addome, puossi da quella completamente isolare. regole n0rmali, dopo i q11ali cessarono, senza Eseguita nel punto più sporgente del fornice aver però notato ia donna sintoma alcuno di gra- una puntura esplorativa, l!ago vi penetra senza vidanza nuova. Però, dopo un mese dalla. sop- incontrare resistenza, con esito di liquido color pressione dei mestrui incominciò a notare dolori caffè, avente i caratteri di liquido ematico, quale dorsali e all'arto inferiore sinistro, i quali ultimi si riscontra nelle raccolte emorragiche in via cli (7)


lL POLICLINICO

assorbimento, liquido che all'esame microscopofC addimostra la presenza di elementi linfoidi e di • emazie. Fu proposto un intervento chirurgico per vi.a vaginale allo scopo di dar esito alla raccolta, ma visto che essa andava raoidamente assorbendosi , .. viene lasciata da parte l'idea , potendo constatare di giorno in giorno la spontanea e graduale riduzione del tumore, sì da scomparire in quindici giorni, lasciando come relitto un.a leggera depressione del tornice sinistro colla presenza di un cordone duro, indolente, mentre l'utero subiva la sua fisiologica involuzione e ritornava in posizione normale. Il concetto diagnostico dapprima accettato fu che si trattasse in questo caso di utero gravido retroverso incarcerato: infatti i sintomi subbiettivi ed obbiettivi riscontrati nella donna deponevano in tavore di questo concetto, ossia i dolori sacro-lombari accusati dalla paziente, la in· tumescenza che occupava il piccolo bacino e specialmente 1a posizione d el collo uterino spinto dietro il pube; mancava però nel quadro sinto. matico dell'U. g. r. i. un segno che si suole sernpre ri~contrare, ossia il tenesmo vescièale o la iscuria paradossa - dovuta al fatto che in questi frangenti la vescica, compressa dall'utero non si vuota che a grande fatica o quanto meno, . ripiena $Ì da sembrare essa pure un tumore, si vuota di qualche goccia, che più non ca pe nella cavità vescicale stessa. Il concetto di un fibroma uterino complicante la gravidanza venne convenientemente vagliato e discusso, ma si dovette escluderlo per la mutezza dei sintomi a questo riguardo, come pure venne escluso, ed a maggior ragione, un tumore a carico . degli anness!, complicante se mai la gravidanza, ossia un comune cistoma ovarico. Ed intanto. vuotatosi l'utero del suo contenuto, si potette accertare che il tumore occupante la piccola cavità' pelvica non aveva nulla a che fare coll'utero, che esso era fisso, che il contenuto suo ematico proveniva da una cavità chiusa, a carico degli annessi di sinistra, cavità che, come dissi sopra, dava al d.ito esploratore un senso di crepitio, come per la presenza di coaguli sanguigni per cui in base a questi dati positivi, noi non ci opponemmo al vero giudica11do che in grembo agli annessi di sinistra sia avvenuta in corso della contemporanea gravidanza normale una emorragia di ~ospicua entità. I ..~ stravaso sanguigno degli annessi o nella cavità libera addo·

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minale o i11 cavità dianzi pre~ormata o successiv.a mente formatasi 1)er adereuze connettivali degli organi della pelvi tra loro, costituisce appunto l'ematocele retrouterino, la cui causa va ricercata in una gravidanza in grembo agli annessi. L'andamento successivo ci diède ragione, poichè il rapido assorbimento del liquido ematico andò di pari passo colla involuzione uterina e forse da questo fatto quello fu beneficamente influenzato. Ha mancato invece nella sintomatologia della formazione dell'ematocele, il deliquio, la lipotimia che di solito compare quando havvi rottura della tromba; ma questi fatti possono far difetto se la emorragia si manifesti ripetutamente (ematocele a ripetizione) e non d'emblée per rottura della sacca contenente il prodotto del concepimento. Notiamo la r a rità del caso, di una gravidanza cioè ex:trauterina complicante la gravidanza normale, avendo dalla bibliografia rilevato che il Gutsweller, citato dal Schauta, ne raccolse sol, tanto 18 casi; su dieci dei quali si ebbe la morte della madre,. e <lell~ otto donne guarite, quattro furono sgrava te per via laparotomica, mentre gli altri feti erano andati già prematuramente perduti. Questo caso è tanto più notevole pel fatto della guarigione spontanea favorita, io credo, dalla mi· norata. vascolarizzazione dei tessuti, sia in seguito all'avvenuto ematocele, come in seguito alla morte del feto nella cavità uterina. Conegliano, maggio 1912.

LEZIONI Riftessi tendinei ed ossei.

(J.

BABfNSKI.

Bult. mAd.,

1913).

I riflessi tendinei ed ossei meritano tutta l'attenzione dei clinici per la loro qualità di fenomeni obbiettivi che la volontà non può riprodurre, per la frequenza delle loro alterazioni e p el valore diagnostico di queste. Non è mia intenzione di esporre qui tutto ciò che è stato scritto sull'argomento; ma solo di mettere bene in luce i fatti che mi sembrano essenziali e di riunire i risulta ti delle mie ricerche in proposito. Rifiesso tendineo o osseo si può definire il fenomeno complesso che determina la percussione di un tendine e che si manifesta con una contrazione muscolare brusca, involontaria e di breve durata.


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, SEZIONE PRATICA

La data della ~coperta dei riflessi tendinei non ..si può precisare con sicurezza : nel lavoro sul .clono del piede pubblicato nel 1862 da Charcot e Vulpian ec;iste uno studio metodico e accurat o di questo segno che è considerato analogo all'e-pilessia spinale descritta da Brown·Séquard. I primi lavori sistematici sui riflessi tendinei com inciano nel 1875 e sono dovuti ad Erb che li ha studiati nella paraplegia spastica e al Westphal che ne osservò il comportamento nella tabe. Fin dall'inizio di questi studi furono emesse due ipotesi sulla natura dei riflessi ten<iinei ed ossei. ~Ientre r Erb considera la contrazione come d'origine riflessa, il W estphal pensa che sia dovuta ad una eccit~zione diretta del muscolo: nello stes~o ordine d'idee fu emessa la teoria miotatica di Gowers adottata dallo Sherrington ed altri fisiologi. Dalle geniali e"perienze di Sternberg risulta in modo indiscusso che la contrazione che s1 verifica colla percussione dei tendini è d'origine riflessa : quello che è errato è di parlare di riflessi tendinei quando la stessa reazione si può avere colla pe:rcussione delle aponevrosi, delle articolazioni e dei muscoli: sareòbe più opportuno di parlare di riflessi muscolari e riflessi ossei, i primi circosc!*ittì al muscolo a cui il tendine appartiene, i secondi costituiti da una contrazione 'tifi.essa in più gruppi muscolari spesso lontani dal punto d 'eccitazione. Nello studio dei riflessi un fattore importante dell'esattezza dei risultati è il metodo che si ado· pera nel provocare il riflesso, quindi mi diffonderò .a parlarne. Le condizioni essenziali da seguire nello studio dei riflessi ossei e tendinei sono: 1° L'arto da esaminarsi deve essere comple-taruen te denudato. 2° Durante l'esame i muscoli dcl segmento di arto esplorato debbono restare in completo rilasciamento, condizione questa talora molto difficile a realizzare sia per l'impossibilità dei pazienti a rimanere in tale stato, sia per le loro condizioni mentali. Spesso coll'artificio di Jendrassik ,s i riesce ad ottenere un rilasciamento nel mo· mento in cui si percuote. Nel provocare i riflessi dell'arto superiore un procedimento analogo è quello di fare stringere la mano dell'altro arto. Spesso si riesce a far rilasciare i muscoli mediante un semplice cambiamento di posizione; quel paziente che seduto non era in grado di rilasciare i suoi muscoli diventa capace di farlo nella posizione supina. Colla palpazione bisogna rendersi conto dello stato muscolare ed attendere per provocare il riflesso che il muscolo sia rilasciato. 3° I tendini debbono essere in un certo grado di tensione meccanica che è realizzata dalle posizioni consiglia te per provocare i singoli riflessi e di cui parlerò in appresso. Esistono però in 2

proposito differenze individual1 di cui bisogna tener conto nei singoli casi . . 4°) Per quel che riguarda la percussione non mi stancherò mai di ripetere che essa non deve essere praticata col bordo cubitale della mano come molti ancora fanno; esistono all'uopo vari tipi di martelli da percussione: io mi servo di un martello costituito da un manico di acciaio nichelato lungo 20-25 cm. innestato . al centro di un dischetto metallico alla cui circonferenza è fissato un bordo di caoutchouc: anche un altro tipo consigliabile perchè più facilmente trasportabile in tasca consiste in una modificazione del precedente: in essi il dis<'O è sostituito da una piastrina rettangolare che si trova nello stesso piano del • m anico. L'operatore sul punto opportuno del tendine o dell'osso darà un colpo secco di intensità media, che solo l'abitudine farà valutare con esattezza. 5° Per ogni riflesso esiste un'attitudine in cui esso si provoca con maggior facilità. I riflessi t endinei e ossei costanti, il cui esame non deve mai tralasciarsi , sono cinque : rotuleo, achilleo, tricipitale, radiale, cubitale. a) Rifiesso rotuleo. Molte sono le p osizioni indicate per provocare questo riflesso: esse debbono essere provate nei singoli casi. La prima è quella a gambe incrociate, difficile ad effettuarsi dagl'indi vidui corpulenti; in questi è più opportuno provocare il riflesso rotuleo facendo sedere il paziente, facendo 1fare alle gambe un angolo ottuso colle coscie e facendo poggiare al suolo il calcagno. In certi casi il riflesso rotuleo si provoca facendo mettere il malato supino sul letto e facendo girare il cavo popliteo del paziente sul!' avambraccio sinistro dell'osservatore ovvero facendo mettere a sedere il paziente colle gambe pendenti. b) Rifiesso achilleo. La migliore posizione per ptovocarlo è a paziente inginocchiato su di una sedia, se questo è impossibile per le condizioni del paziente è meglio esaminarlo a paziente coricato di lato .colla gamba leggermente flessa sulla coscia e l'estremità del piede sostenuta dalla mano sinistra dell'osservatore. c) R ifiesso tricipittJle. Si fa portare l'arto superiore all'infuori e indietro, si sostiene colla mano sinistra a livello delle piega del gomito in modo che il braccio del p aziente formi un angolo ottuso coll'avambraccio ovvero invece di sost enere ·1a piega d el gomito si fa appoggiare leggermente la mano del paziente sulla coscia dell'osservatore seduto; in tale caso non potendo est endersi l'avambraccio si deve porre attenzione alla scossa muscolare. d) Rifiesso radiale. L'avambraccio è, semiflesso stil braccio ed in semipronazione e soste1

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IL POLICLINICO

nuto dalla mano sinistra dell'osservatore a livello dell'estremità inferiore. Si percuote il radio alla sua estremità inferiore e si provoca cosi la contrazione di tutti i muscoli che flettono l'avàm .. braccio. Si ottiene anche la :flessione dell'avambraccio colla percussione del tendine del bicipite, ma il movimento di :flessione è in genere meno pronunciato. e) R i fies so di pronazione. L'arto superiore assume la stessa posizione che per la ricerca del riflesso precedente. Il modo migliore per ottenere il riflesso è di percuotere in corrisponden2a. della parte postero-inferiore del cubito, si può però a11che provocare percuotendo la parte anterointema del radio. I cinque riflessi descritti esistono nell'immensa maggioranza dei casi: l'assenza di uno di essi deve essere considerata come un'anomalia, purchè si tenga conto delle regole tecniche descritte: prima però si ammetteva che specialmente alcuni fossero incostanti: io posso dire di aver riscontrato i tre riflessi degli arti superiori descritti colla stessa costanza del rotuleo ed achilleo, almeno nei giovani. Il numero dei casi in cui manca qualche riflesso aumenta progressivamente coll'età, ~I riflesso rotuleo si può però considerare il più costante: la mancanza di un riflesso va però sempre considerata come un fenomeno patologico. Tra i diversi individui esistono però variazioni riguardo alla r a pidità della reazione muscolare ed all'estensione d el territorio della reazione motrice e alle dimensioni della zona rifiettogena. In uno stesso individuo spesso i vari riflessi sono d'intensità differente, però l'intensità d'uno s tesso riflesso è sempre uguale dai due lati. La localizzazione dei riflessi tendinei ed ossei nel midollo gpinale è abbastanza ben studiata e p ermette d i localizzare le les!oni midollari con una approssimazi9ne sufficiente per le esigenze della clinica: cosi si sa che il rifiesso m asseterino ha il suo centro in corrispondenza al bulbo, il rifiesso r.adi'ale in corrispondenza al 5° segmento cervicale, il rifiesso di pronazione in corrispondenza del 6° segmento cervicale, il rifiesso tricipt'tate nel 7° segmento cervicale. il ri'fiesso rotuleo nel 3° segmento lombare ed il rifiesso achilleo nel i 0 segmento sacrale. Venian10 ora a trattare della patologia dei' rifiessi·. In gen ere le perturbazioni dei riflessi tendinei ed ossei sono causati da due categorie di lesioni: le prime risiedono in una delle tre porzioni dell'arco riflesso, le altre occupano un segmento più elevato del sistema nervo~o e agiscono su questo arco in modo indiretto: di regola le lesioni della prima categoria producono la subreftetti vità e la irrefletti vità , quelle della seconda la iperreflettività . (10)

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Diminuzion e o aholizione dei rifiessi. - Questo: disturbo è dovuto di regola ad una alterazione o del nervo sensitivo o radice posteriore o della so-· stanza grigia del centro corrispondente o della radice anteriore o nervo motore o muscoli a cui. il nervo arri va. · Le cause più frequenti di errore da questo punto di vista sono le seguenti : a) Alcuni individui in cui la ricerca dei ri·· flessi è stata già praticata eseguiscono quasi inconsciamente in seguito al colpo dato sul tendine un movimento volontario suscettibile d'esser preso per un riflesso. Però esistono dei criteri abbastanza netti per distinguere il vero riflesso da questo falso riflesso, quali il tempo che passa tra la percussione e la reazione, e l'intensità della contrazione muscolare che varia notevolmente in. esperienze successi ve. b) Nell'esplorazione del' riflesso tricipitale se il colpo si dà sul muscolo e non subito sopra al· l'olectanon si provoca una contrazione ictio-muscolare che ha tutto l'aspetto di un movimento riflesso. e) ·un'altra causa di confusione si ha di regola in certi paraplegici: la percussione del tendine rotuleo provoca « riflessi cutanei di difesa » che spesso coesistono coli' indebolimento dei rotulei e che spesso dànno l'impressione come di una contrazione riflessa del quadricipite: però bisogna notare che il rifiesso di difesa è di regola più lento del riflesso tendineo ed invade altri territori muscolari oltre al quadricipite e può essere provocato coll'eccitazione di qualsiasi parte della cute degli arti inferiori. d) L'errore più frequente è però l'inverso: quanti individui sani sono stati presi per tabetici per avere ammesso un segno di Westphal che in realtà non esiste! Quindi non mi sfan~herò mai di predicare di attenersi scrupolosamente alle regole esposte per la ricerca dei riflessi. Quindi( prima di ammettere una mancanza di un riflesso b isogna ricercarlo parecchie volte: la percussiùne di un tendine ripetuta parecchie volte successive può mettere in riliev9 un riflesso che ad un esame superficiale sembrava mancante. L'assenza completa dei riflessi ha un significato patologico; quando invece i riflessi 5ono deboli bisogna sta bilire fino a qual grado si è nel normale: nei casi di differente ii1tensità dai due lati il problema è facile a risolvere; resta solo a sta· bilire se si tratta di una diminuzione unilaterale del riflesso o di un aumento dell'altro lato. Nel caso di d ebolezza di riflessi bilaterali se es~a è molto accentuata e se esiste il fenomeno dell'esaurimento del riflesso nelle provocazioni successive, non si esiterà ad ammettere uno stato pato· logico.


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SEZIONE PRATICA

Una manifestazione clinica della subreflettjvità lesione muscolare evidente~ forse in tali casi è in sono i cosiddetti 1'ifjessi atipici o paradossi . Tra rapporto con un'alterazione particolare al muquesti abbiamo il riflessp paradossale del gomito sçolo. che consiste in una flessione dell'avambraccio in Nella miastenia non è stata constatata mai seguito ad un colpo dato sul tendine del tricipite, una scomparsa dei riflessi ma un indebolimento. cosi sì ha il riflesso paradosso del ginocchio che Nella paralisi periodica durante la crisi di paconsiste in una flessione della gamba percuotendo ralisi che occupa generalmente i quattro arti, il il tendine rotuleo: essi dipendono dal prevalere tronco ed il collo, si ha scomparsa dei riflessi ten .. di al'èri gruppi muscolari che normalmente en- dinei, per la durata di qualche ora. trano in ft1nzione nel riflesso normale. P arlando della diminuzione o scomparsa dei Le affezioni che producono diminuzione o abo- riflessi è opportuno ferm arci alquanto sulla quelizione dei rifiessi sono la tabe: le ntvriti, la po- stione del comportamento dei riflessi nelle leliometite anteriore acuta, la mieti·td, la siringo- sioni del midollo al di sopra dei centri dei rimielia, i tumori intra ed est-ramidolla'Yi, le miopatie, flessi. le miastenie e la parat1:si periodica. È un fatto accertato che a lesioni che si deterNella tabe di regola il primo riflesso ad essere minano bruscainente con fenomeni di shock in un colpito è l'achilleo, ma possono scomparire tutti: punto del midollo qualsiasi succede spesso una talora si verifica un'abolizione crociata del ro- scomparsa dei rifiessi tendinei ed ossei che hanno tuleo ed achilleo. Non si pu.ò ammettere una suc- il loro arco di rifiessione al di sotto del punto cessiòne costante nella scomparsa dei diversi ri- della lesione: p erò scomparsi i feno1neni di shock flessi , quello che si può dire con sicurezza è che i riflessi ricompaiono purchè naturalmente l,arco i rifiessi prima di scomparire passano per un pe- non sia stato leso. riodo in cui sono indeboliti o,asimmetrici. Due di· Il Bastian n el 1890 aveva emesso una legge sesturbi che s'accompagnano costantemente all'are- condo la quale ogni lesione di continuità totale flettività sono l'atassia e l'ipotonia. Nell'emiplegia del midollo specialmente nella regione cervicale o che soprav:viene nei tabetici è stnta constatata cervico-dorsale dà origine ad una ~comparsa dei la ricomparsa dei riflessi. riflessi tendinei nei segmenti sottostanti. Per spieNelle nevriti è frequente la diminuzione e la gare questi fatti egli si basò sull'ipotesi di Jakscomparsa dei riflessi tendinei ed ossei sia nelle son dell'azione eccitatrice dei riflessi del cerforme gravi che leggere, nelle motorie e nelle velletto e sulla interruzione delle vie relative. Il sensitive.' La sede e il numero dei riflessi assenti Bruns, Déjerine, Nonne e Marinesco condivisero dipende dalla sede e dall'estensione della malattia. · l'ipotesi à el Bastian, ma le ulteriori ricerche speNella poliomelite anteriore acuta la mancanza rimentali come pure numerose osservazioni clio la diminuzione dei riflessi dipende dalle lesioni niche h anno dhnostrato che la legge di Bastian dei centri riflessi: esse sono più o meno diffuse non è co~tante , p erò nella massima parte dei casi a seconda dell'esten sione del processo: il decorso si verifica; però in un certo numero di questi non è in accordo con c1uello della malattia fonda- · si può escludere anche una lesione dell'arco riflesso, in altri casi non si può escludere lo shock. mentale . Nella malo.ttia di Friedreich, 11onostante la de· La sco111parsa dei riflessi riscontrata n ei tumori generazione delle vie piramidali, i riflessi tendinei endocranici specialmente del cervelletto interpresembrano quasi sempre aboliti o deboli : in questa t ata da alcuni autori in accordo all' ipotesi di Jakson delle fibre eccitatrici cerebellari v a spiemalattia non è mai possiqile la ricomparsa dei riflessi come si verifica nelle nevriti, nella polio- gat a con fattori meccanici (aumento di pressione del liquido cefalo-rachidiano) e tossici. mielite e talora nella tabe. Accenneremo ora brevemente ai riflessi c11tane1 Le mieliti, le neoplasie e l 'ematomielia possono determinare un'abolizione o diminuzione dei ri- specialn1ente per studiarne i rapporti coi ri:fless1 flessi collo stesso meccanismo che la poliomelite tendinei. I riflessi cutanei fondamentali sono tre: anteriore acuta. Le lesion.i della siringomielia pos- il cre111asterico, l'addominale (che si distingue in sono invece estendersi per una notevole dimen- superiore, medio e inferiore) e riflesso .P lantare che è costituito da una flessione dell'a~luce ed in sione senza interessare gli archi riflessi. Le fratture della colonna vertebrale, le lussa- una tensione della fascia lata. Dal pu11to di vista zioni delle vertebre, il mal di Pott, le meningiti d ell'intensità di questi riflessi esistono notevol1 ed i tumori meningei possono determinare una differenze inllividuali: in alcuni individui perfetscomparsa o diminuzione dei riflessi sia per le- tamente sani possono 1nancare, quindi la loro assioni delle radici, sia per distruzione dei centri senza h a valore solo se è unilaterale. Un riflesso cutaneo che è costante è l'anale, ccnsistente in una 1i:flessi. Nelle miopatie primitive l'abolizione dei rifiessi contrazione dello sfintere prodotta d a una eccizione del margine anale può ·i;terificarsi anche indipendentemente da un.a (II)


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IL POLICLINICO

La questione della esagerazione di questi riflessi è difficile a risolverla. P er quel che riguarda i riflessi cremasterici e addominali jo non sarei disposto a dare un valore patologico al loro aumento; p er quel che si riferisce ai riflessi cutanei d egli arti inferiori, la loro esagerazione può avere un significato patologico. Stabiliti questi dati bisogna parlare del con1portamcnto dei riflessi cutanei in casi di lesione pure degli archi tendino-rifiessi che determinano la diminuzione o la scomparsa dei riflessi tendinei: in t ali casi il comportamento è incostante, p er lo più sono aboliti o anormali. Nei casi in cui si v erifica un aumento dei riflessi t endinei come p. es. nei casi di paraplegia dovuta a le· sione spinale con partecipazione del fascio pira· midale p er lo più si v erifica un'abolizione dei riflessi addominali e cremasterici, il movimento riflesso della flessione dell'alluce è costituito dall'estensione, associata alla abduzione, gli altri riflessi cutanei sono esager a ti· il riflesso anale è conservato; lo stesso fatto si verifica nell'e111iplegia organica. Il contrasto però fra riflessi tendinei e cutanei ammesso dal Van Gehuchten come assio111a non è al sicuro da ogni critica, un fatto su cui però sono tutti d'accordo è l'associazione frequ ente nelle affezioni che colpiscono la via pi- ' ranudali d ei tre fenomini , alluci dorsali , es3gerazione dei riflessi tendinei ed esagerazione dei riflessi di difesa (flessione del piede sulla gamba, della gamba sulla coscia e di questa sul bacino, estensione della fascia lata). L a regola soffre però ciualche eccezione, p. es. n elle affezioni articolari in cui si verifica spesso un \orte aumento dei tendinei che arriva fino alla trepidazione epilettoide e in tali casi il segno dell'alluce testa norn1ale. Esistono alcuci casi di emiplegia organica in cui manca il sintoma del!'alluce: il fatto della presenza di questo sìntoma con assenza dell 'aumento dei riflessi si ha nelle affezioni della via piramidale in un primo periodo cosi pure nella sclerosi combinata. Lo studio comparativo del compor· tamento dei riflessi tendinei, del fenomeno dell'alluce e dei riflessi di difesa avrebbe certa1nente un'importanza clinica non indifferente . P. A.

Il fascicolo di giugno 1913 della ·n ostra Sezione

Medict' con tiene i s!:guenti :avori: I. Prof. R.

~lassalongo

e Dott. U. Gasperlni - Il ,-alore etua-

topoietico d el siero di animali anem.Jzzati col salasso. II. Prof. Francesco Ghilarducei - Azione curativa della el ettrlcità stati ca n ella clorosi. III. Dott. Gu:rlielmo Paoloni - La resistenza delle emazie negli sta ti anem ici e itterici. IV. Dott. Beniamino A.uselmi - Del valore della deviazione del ~ompleme nto secondo v. Dungern nelle diagnosi delle neoform azioni maligne.

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ACCADEMIE, SOOI~Tl MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI P ARTICOI,ARI).

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Regia Accademia medica di Genova. Seduta del 5 maggio 1913. Presiede il Prof. Perrando. Dott. G. Breccia. L a do ttrina, del pne1;,motorace. - Definisce il pneumotorace come azione locale di compressione gr.a duale, continua, costante, regolabile, innocente e Io differenzia da co~cetti più o meno simili precedenti al Forlanini, a cui af • ferma appartenere la completa idea della cura e la sua attuazione. Stabilisce le ragioni del metodo in un concetto comprensivo, non ancora chiaramente pro~pettato, che consiste nel considerare l'azione del pneumotorace come modificatrice delle condizioni dinamiche funzionali circolatorie e trofiche del tessuto polmonare, concetto che abbraccia ìe teorie del riposo meccanico, della azione circolatoria anemizzante o iperemizzante. Nelle r icerche sperimentali originali l' A. ha no· tato come la immobilizzazione del polmone ottenuta nelle cavie e nei conigli con paraffina intro· dotta nella pleura, determina collasso completo senza lesioni alveolari e con infiltrazioni interstiziali dipendenti daJla inevitabile pleurite adesiva concomitante; i vasi appaiono ben ripieni di sangue e talvolta esistono i pere mie ed emorragie. In questi casi i bacilli di Koch circolanti per via sanguigna e bronchiale passano in minor numero nel tessuto compresso. Nella scimmia l' A. ha ottenuto obliterazione dei focolai tubercolari e arresto delle diffusioni nell'altro polmone e altrove imponentissime e di origine chiaramente ematogena. Tale reperto è la prima prova diretta dell'azione del pneumotorace finora co· nosciuta. Le modificazioni anatomiche sono quelle stesse osservate da vari autori nei focolai umani guariti e cioè sclerosi dei focolai attivi, peribronchiti, perivascoliti e in. genere sclerosi interstiziali. La radiologia si dimostra essere l'unico mezzo diagnostico delle condizioni del polmone compresso : essa depone sulla efficienza della compressione e dà · indizio della sufficienza dell'altro · polmone. Le condizioni della febbre seguono poi come indicatore : le riaccensioni a febbre caduta indicano la tensione o detensione brusca, l 'attivazione di processi quiescenti e le disseminazioni; la persistenza depone per l'insufficienza del pneumotorace. Si ha il pneumotorace sufficiente e insufficiente a seconda che il collasso basta o no a sopprimere le turbe morbose locali e generali: •


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SEZIONE PRATICA

il pneumotorace sia totale che parziale può essere utile appena raggiunto questo grado di collasso sufficiente. Non si può mai precisare fino a che grado le aderenze pleuriche impediscano il pneumotora~e completo o sufficiente, perchè il polmone può fissarsi liberamente, fissarsi in sito o sulle aderenze distese. Il polmone opposto comanda tutta - la cura : esso subisce una riduzione di corsa per lo spostamento del mediastino, m entre ha un plus-lavoro circolatorio e respiratorio che sarà innocente solo se il polmone è sano (il che è raris'3imo) o gli venga aumentato per gradi proporzionali alla sufficienza delle zone sane. Questo fatto è l'incognita maggiore della cura . .Patti congestizi dura turi del polmone opposto non assolutamente sano precedono molto spesso attivazioni o disseminazioni in esso di focolai, le quali coincidono con le brusche compressioni o espansioni del polmone in cura. I processi difensivi seguono le contingenze della cura. Il sangue subisce una modificazione in miglioramento della ema tosi e diminuzione dei polinucleari. Si può avere la guarigione semiclogica, clinica e <inatomo-clinica. Prof. A. Cambiaso. Esposizione dei casi trattati nella Clin't'ca Medica. - Il numero degli ammalati a cui venne praticato il pneumotorace terapeutico somma a 37. Tutti vennero sottoposti, oltre che al consueto esame polmonare, a ricerche fisiche , biologiche e radiolpgiche. L' A. divide gli ammalati in tre gruppi: I) malati di tubercolo.:;i polmonare con lesione unilaterale, pneumotorace unilaterale; II) malati di tubercolosi polmonare con lesioni bilaterali, pneumotorace unilaterale; III) malati di tubercolosi polmonare con lesioni bilaterali, pneumo~orace parziale bila tera le. Espone per ogni malat9 una sinteti.ca st~ria clinica, la diagnosi clinica e quella rad1oscop1ca, enumerando i giorni di cura e i vari rifornimenti fatti ed analizzando le modificazioni che via via si verificarono sia in rapporto alla febbre, allo espettorato, al peso, sia in rapp_orto alle c~ndi­ zioni generali. Parla delle complicanze a lui oc:· corse nell'applicazione del pneumotorace e dimostra che esse sono di nessuna importanza quando la tecnica è precisa e l'operatore è abil~ nell'applicazipne di detto intervento .. Ecc:ttuat1 i dolori e qualche versamento pleurico insorto durante il trattamento l' A. non ebbe mai a notare complicanze degne di nota. Accenna ai risultati ottenuti dopo oltre un anno di studi e di applicazioni, alle guarigioni cliniche, ai migliorame11ti ottenuti nonchè ai risultati negativi che seguirono il ttattamento pneumotera pico.

L'A. infine presenta all'assemblea alcuni malati in cui ottenne la guarigione clinica. · Prof. D. Maragliano. La tecn ica del pneumutorace. - L'O. stabilisce pri1na un confronto tra il procedi1nento di Forlanini e quello di Brauer. La differenza fra l'uno e l'altro riguarda unicamente la seduta . di prima introduzione d'azoto nella pleura; i rifornimenti successivi vengono eseguiti colla puntura dello spazio intercostale tanto da Forlanini che da Brauer. Questi esegue il pneu· tnotorace iniziale facendo un'incisione delle parti molli e della pleura parietale, introduce qt1indi un tre quarti, vi sutura sopra ermeticamente i tes.suti e attraverso di esso introduce quindi lo azoto .. I,'0. osserva che poichè Brauer ha forse avuto il maggior numero di casi di embolismo gassoso e li ha avuti nei rifornimenti succes~iv~, il suo metodo che inirava specialmente ad eliminare questo pericolo non ha ragione di aver la preferenza su quello di Forlanini che riesce ne.Ila immensa maggioranza dei casi. L'O. descrive quindi la t ecni<'a con cui si esegue il pneumotorace, differenziandone le modalità a seconda che si abbiano di fronte casi a cavo pleurico pervio o casi in cui per le aderenze sia particolarmente difficile il creare una bolla gassosa iniziale che permetta poi successivamente un pneumotorace sufficiente a dare il collasso polmonare voluto. Dà grande importanza al modo di comportarsi del manometro di cui mette in rilievo uno speciale modo di comportarsi osservato da lui e dal prof. Cambiaso e che darebbe un ":dice certo d ella posizione dell'ago nel cavo pleurico ce~cato. Relativamente alla quantità di azoto da introdursi nella prima e n~lle successive sedute me_tt~ in rilievo il contrasto fra Brauer è Forlawn1. Mentre il primo introduce grandi quantità iniziali d1 0oas ( rooo-1200), Porlanini consiglia di non superare i 400 eme. Nella Clinica me~ica di ~e,· nova l'O. si è attenuto nei primi casi a quantita intermedie ma è venuto poi nella convinzione che il precetto di Forlanini debba es.sere se~uito con tutto rigore, e che bisogna sacrificare 11 desiderio di ottenere rapidamente pr~ss ioni positive alla prudenza che le dà in tempo più lungo, ma con risultati assai più sicuri per l'esito finale L'O. considera quindi i pericoli inerenti al pneumotorace quali l'embolismo gassoso ~el cerv~llo, l'eclampsia pleurica, t•enfisema m~rg1i:ial e. ~ 1 e~­ fisema sottocutaneo: li crede tutti ev1tab1li se tl pneumotorace è eseguito da persona capace ed esercitata. Prof. v. Maragliano. Osservazi.on i radiologl ·he sul pneunzoto'>'ace . - L'O. fa prima una br~ve relazione sopra il valore della Rontgenolog1a ~ella tubercolosi polmonare esponendo la classifica1

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zione radiologi ca da lui proposta: 1° Tubercolosi attenzione sul movimento paradosso o fenomeno gangliare dell'ilo polmonare; 2° Peribroncbite; del Kimbeck che si p u ò st udiare solo radiosco3° Focolai di broncopolmonite disseminati; 4° picamen te. Focolai di broncopolmonite confluenti; 5° ScleLa radiologia nello studio degli effetti del rosi polmonare; 6° Focolai di broncopolmonite pneumotorace, ha importanza per: a) vedere se distruttiva con fatti cavitari; 7° Tubercolosi mi .. si è ottenuto la compressione del polmone mali are; 8° Polmonite caseosa; 9° Lesioni pleu- lato e l'obliterazione dei fatti cavitari (non semriche. pre anche con alte pressioni si ottiene l'obliteraPer quanto riguarda propriamente il pneumo- zione delle cavità), b) vedere e seguire le conditorace la Rontgenologia serve : zioni dell'altro polmone · e sopratutto dei focolai I. Per le indicazioni del pneumotorace; esistenti in esso. II. Per seguire il decorso del pneumotorace; L'osservazione radiologica àei casi trattati, che III. Per giudicare degli effetti ~el pneumo- furono tutti 37 studiati rontgenologicamente e la torace. massima parte radiografati. dimostra che le leIl quadro radiologico ideale per consigliare il sioni dell'altro polmone rimangono generalmente pneumotorace sarebbe di trovare un polmone ma- immutate, ciò che radiologicamente si deve inlato con lesioni cavitarie, con polmone sano dalt erpretare come una non a ttività del processo l'altra parte. Ciò non si ritrova quasi mai . Quando morboso. · un polmone è giunto allo stadio cavitario, è raUna osservazione a cui l'O. dà il massimo varissima eccezione trovare sano l'altro polmone che lore è quella da lui fatta in due casi in cui potè presenta di regola lesioni più o meno importanti. vedere, in successive radiografie fatte ad un anno ~ perciò necessaria una fine discriminazione, di distanza circa, la calcificazione del polmone caso per caso, del quadro radiologico per valu- non compresso di fatti morbosi prima esistenti, tare l'entità delle lesioni dell'altro polmone, di- ciò che si deve interpretare come un processo di scriminazione che deve essere basata pel radio- guarigione dei focolai esistenti nel polmone no11 logo sopra una profonda conoscenza delle lesioni assoggettato al collasso. tubercolari sul quadro fittorescente e sulla lastra Prof. Edoardo Maragliano. Valore clinico del fotografica. Le controindicazioni saranno date: pneumotorace. - Il pneumotorace artificiale, conI 0 per lesioni troppo lievi; cezione d i un clinico italiano, già consacrato dai 2 ° per lesioni troppo gravi bilaterali, e sopratici, si trova ancora nel!a sua infanzia pet pratutto per le forme dissemina te bila tera li; quanto riguarda la sua ragione scientifica e le .. 3° nelle tubercolosi gangliari dell'ilo polmonare anche se ulcerate; modalità della sua esplicazione ; era quindi opportuno che dopo l'esperimento fatto dai pratici, 4° p er constata.t e aderenze tenaci o diffuse che costituiscono un troppo grave ostacolo allo si praticassero ricerche minute e varie per vedere intervento operativo. Il pneumotprace sarà indi- di rintracciarne la r agione scientifica. cato in lesioni bilater~li quando queste siano de- _ Tali ricerche l'O. ba fatto eseguire nella sua terminate nell'altro polmone a) da sclerosi; b) da Clinica, dove da oltre un anno numerosi infermi peribronchite ; e) da fatti antichi sclerosati o cal- vengono sottoposti ad un ·trattamento sistecificati non esc1use le caverne; d) da fatti di'3se- matico. ' Concetto fondamentale dell'O. è quello di veminati di pircola entità ed in cui si scorgano i segni di un processo di guarigione. La radiologia dere che cosa succede della tubercolosi pol rn onel decorso del pneumotorace serve a s tudiare n are nel tessuto compresso: in oggi si può dire come si comporta la raccolta gazosa nell~ sua che la compressione, un effetto benefico lo eserestensione, per quanto riguarda la compressione cita, sì, ma che essa non è però .. capace di im· del polmone e d ei fatti cavitari. per quanto ri· pedire la vita dei bacilli che si trovano nei g uarda lo spostamento degli organi mediastinici tessuti. I del diaframma e della trachea. Si distinguono i Tralasciando di parlare di tutte le ricerche seguenti tipi: biologiche, dice, come clinico. le impressioni 0 I pneumotorace parziale basale, compressione avute dalle indagini sperimentali eseguite e le vertebro-a picale; conclusioni da trarne. È opportuno che i pratici 2° pneumotorace parziale basale-mediastinico, si fissino bene sulla questione. Forlanini dice che com pressione la terale ; un taie procedimento serve a curare i fatti di 3° pneumotorace totale : compressione a) ver- tisi, le conseguenze cioè della infezione tubercolare col corredo della necrobiosi dei tessuti e tebro ·spinale, b) vertebrale, e) centrale; 4° pneumotorace concamerato, compressione delle associazioni microbiche, e circoscrive a questo punto il compenso e la sua finalità. E p lurilatera le. L, A. attira per ultimo una speciale


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SEZIONE PRATICA

.quali compensi, dice l'O., si hanno in tali casi? La tera pia specifica non basta : essa non aggre·tlisce il polmone: riesce invece il pneumotorace quando si domanda ad esso il solo effetto mec· canico, e praticamente si deve dire che laddove è possibile raggiungere la finalità della compressione, i risulta t:i sono ottimi. Ma in base a quale -criterio si deve suggerire ad un iilfermo l'applicazione del pneumotorace ? L'O. prende in considerazione prima di tutto un grande gruppo di infermi in cui esiste un processo tisiogeno, in cu! obbiettivamente si riscontrano i fatti che lo dimostrano. Si applichi in tali casi il pneumotorace e lo si applichi tutte le volte in cui si è autorizzati a ritenere possibile la compressione. Nei ca~i dubbi. in cui non si è certi di determinare la compressione, si potrebbe anche praticare un pneumotorace esploTativo. L'altro gruppo di ammalati è dato da quelli infermi nei ·quali esistono fatti circoscritti, limitati, senza sintomi di tossiemia, senza fatti che indichino la tisi; in questi casi il pneumotorace non si deve applicare. Non si tratta di un processo che abbia raggiunto quello stato in cui 11 pneumotorace è utilizzabile e non si può dire che in questi casi esso sia sempre innocuo. Tra questi due estremi di casi, esiste poi una gamma intermedia di lesioni più o meno avanzate in cui il pneumotorace può essere utile o no a seconda -dei casi che si valutano e la valutazione va fatta caso per caso, secondo le cliniche contingenz:e. In base all'esperienza personale 1'0. ammette che controindicazioni assolute n on ne esistono ; eccetto natural~ente quelle meccaniche. Noi vediamo, egli dice, che ali' esame radiologico è raro tr~vare un polmone malato da una parte e sano ·dall'altra: la radiologia lo ha· obbligato a modi·ficare il suo modo di vedere riguardo ·a quelle circoscrizioni assolute già ammesse : esse non esi~tono nella pluralità dei casi; e del resto ciò è stato pur dimostrato dalla anatomia patologica. Quindi non lesioni del lato opposto, non il timore di ridurre l'area respiratoria, non il timore tli far male agli ammalati devono impedire l'applicazione del pneumotorace: nessuna controindicazione esi~te assoluta, necessaria e inerente al procedimento. . Ma 'muoiono infermi; ma muoiono essi per 'il pneumotorace? All'O. fortunatamente non fu dato registrarne caso alcuno. Si è in allora di fronte ad ammalati nei quali la malattia segue la su~ marcia fatale e progressiva. Relativamente alla que~tione dei versamenti pleurici, che a volte si producono, ritiene che facilmente si hanno tali versamenti per pura e semplice irritazione locale; essi non hanno mai dannosamente i nfluenzato l'andamento generale.

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L'O. infine insiste sulla necessità di praticare prima un esame radiologico e di procedere poi con molta cautela, con perizia tecnica e con la esatta valutazione del caso. È quindi dell'avviso di quei clinici che ritengono necessario che tali proce<limen ti siano fatti da chirurghi; è necessario avere molta consuetudine e accorgimenti di asepsi. Conclude dicendo : ~ ~i tratta di un procedimento che può darè ottimi risultati, ma che non deve essere sfruttato leggermente con intempestive o mal eseguite applicazioni. Bisogna prima accertàrsi che si tratta di un ptocesso tisiogeno, con cavità e che sia il caso di finalità da pneumotorace. Si tratta di un compenso terapeutico che opportunamente applicato e rigorosamente eseguito può riuscire vantaggioso e far onore al nostro Paese. Noi abbiamo perciò il dovere di consigliare. di propagare e di difendere auesto presidio di tisioterapia ». ~

Seduta del 19 maggio 1913.

Discussione sul pne u motorace . Rubino. Osserva che non avendo i conigli d,ue cavità pleuriche distinte, non sa quali deduzioni si possano trarre dagli esperimenti fatti con iniezioni endopleuriche di p araffina. Questo procedimento è pqco probativo per il fatto collasso pol· monare; è invece importante perchè viene a spiegare uno dei fattori, e forse il più importante che influisce sulla guarigione del processo morboso, quello cioè relativo al fatto_ che la compressione con paraffina determina nel tessuto polmonare condizioni tali che sono sfavorevoli allo sviluppo del bacillo di Koch, il quale è un germe aerobio. Parodi. Rivolgendosi al dott. Breccia ricorda esperimenti di alcuni autori e anche suoi, nei quali per quanto si siano sperimentati i più sva~~-=----riati procedimenti, non fu possibile di ottenere nel coniglio condizioni che fossero paragonabili a quelle prodotte dall'azione dell'azoto nel l'uomo. Si informa su alcuni dettagli di tecnica e sulla possibilità che la compressione esercitata sul polmone agisca sulla tubercolosi; considera dal lato anatomo-patologico la questione relativa al limite tra tubercolosi e tisi polmonare, e ricorda la evenienza di trovare individui che presentano tisi caseosa ad un apice e tubercolosi a tutto il polmone. Insiste su tali fatti che debbono essere presi in molta considerazione. Ricorda infine la possibilità di ottenere, come gli fu dato di vedere sperimentalmente, la determinazione della tisi col solo bacillo di Koch, senza l'ass0ciazione di

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IL POLICLINICO

altri germi. Si rivolge poi al prof. Vittorio Maragliano, il quale parlò spesso di calcificazione di caverne, ed osserva come le caverne propriamente non calcificano. Trevisanello. Fa notare e sottolinea alcuni punti sui quali gli osserva tori non sono ancora concordi, portando alla questione il suo contributo personale. Crede che l'indicazione dovrebbe essere limitata alla tubercolosi distruttiva e possibilmente unilaterale. Ricorda il fatto osservato, che lesioni controlaterali migliorano quasi sempre sotto l'azione del pneumotorace praticato sull'ammalato, e giustifica questo fatto, che sembrerebbe contradditorio, col segqente concetto: aereandosi maggiormente il polmone in cui esistono lesioni apicali, si viene ad avere in esso un ricambio maggiormente attivo, per cui le lesioni sono suscettibili di miglioramento. Nota poi come è difficile valutare in precedenza quali siano i casi di tisi polmonare nei quali è utile la pneumoterapia unilaterale: si hanno dei casi nei quali tutti i fatti dimostrano che si tratta di casi, diciamo ideali, e nei quali invece il decorso dìmostra la insufficienza del procedimento. Si potrebbe pensare che al di là delle condizioni gene· rali e locali esistano ancora delle circostanze di rec~ttività individuali, le quali devono essere prese in massima considerazione. In ultimo af· ferma come il fattore della pressione non è il solo che deve essere preso come guida per i rif ornimenti di azoto: il polmone non si retrae sempre come si desidera. qualche volta il gas iniettato nella pleura invece di comprimere il polmone, sposta altri organi e, in prima linea, il mediastino. Pacchioni. Riferendosi alla relativa frequenza con cui, specie dagli americani, si procede alla applicazione del pneumotorace nei bambini, osserva come l'organismo del bambino non sia il più adatto a subire un tale intervento. La tubercolosi nel bambino ha molta tendenza alla generalizzazione. Il sopprimere un polmone vorrà dire facilitare lo sviluppo della tubercolosi nell'altro: tanto più data la facilità che ha il polmone infantile a distendersi. È erroneo poi, e pericoloso sopprimere un tratto notevole di area respiratoria. Quindi bisogna essere in modo speciale molto guardinghi. Catterina. Non crede che debba essere solo il chirurgo pro\etto capace di applicarlo dato che si tratta di una semplice puntura che non richiede speciali cognizioni di anatomia . Nell,apparecchio del Forlanini è 11 manometro che serve di guida. È doveroso che tale risorsa terapeutica venga estesa anche tra i meqici pratici lontani da i grandi centri. (r6)

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Breccia. Rispondendo per la parte che gli spetta, dice al prof. Rubino che la comuni-cazione delle due pleure nella cavia e nel coniglio è nota da moltissimo tempo e che di essa parlò nella sua relazione. Al prof. Parodi, riguardo alla tecnica spiega come inclinando la cavia o il coniglio opportunamente si riesce a far raccogliere la paraffina iniettata nella pleura solo in un lato. Spiega l'anatomia del mediastino del cane: dice che nel cane si notano gli effetti di una compressione relativa, spesso bilaterale, che dimostra solo le condizioni circolatorie che si fanno nel polmone pel pneumotorace. Nelle cavie e nei conigli il polmone diviene atelettasico non per la diminuzione di volume dello spazio pleurico dovuto alla ·paraffina, ma per la pleurite fibroadesiva che si sviluppa e che determinando modificazioni nel sistema connettivo si infiltra seguendo il meccanismo delle polmoniti interstiziali meta pleuriche. I, 'unica prova dell'azione del pneumotorace, la prima data fi. nora, l'A. l'ebbe nella scimmia in cui notò sclerosi di focolai nel polmone compresso e assenza di disseminazioni recenti. Vittorio Maragliano. Risponde che con espressione più precisa si doveva dire sclerosi de!la caverna con punti di calcificazione; e ancora in· siste a proposito della calcificazione, ma non tanto per quella delle caverne, quanto per quella che si verifica in focolai bronco-pneumonici, come gli fu dato notare in polmone non compresso. SEG~E. R. A.ecademia di medicina di Torino. Seduta del 28 marzo 1913.

Borelli e G!rardi hanno praticato una serie di ricerche Sul ~ricambio del cloruro sodico 1iegli individui sani giungendo alle seguenti conclusioni: 1. Sottoponendo l'organismo ad una dieta costante e determinata qualunque sia quantità. di H 2 O e di NaCl contenuta in questa dieta occorrono tré o quattro giorni per mettersi in equilibrio, il quale poi non è mai assoluto. 2, Esiste uno stretto rapporto fra qu~ntità, densità dell'urina e percentuale di NaCl nel senso~ che se f'organismo di fronte all'introduzione di NaCJ abbondante reagisce non aumentando la quantità dell 1orina, aumenta la densità e la percentuale di NaCl; ~e la quantità dell,orina au· menta moderatamente la densità rimane invariata ed aumenta la percentuale di NaCl; ~e aumenta di molto la quantità la densità diminuisce e la percentuale rimane invariata o diminuisce. 3. Esiste un coefficiente personale di massima eliminazione di N a Cl rispetto ad una àa ta


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SEZIONE PRATICA

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quantità introdotta, quando questa superi in discutere dell'origine e della natura della poliuria modo evidente la quantità abituale ingerita. . per fatti cerebtali, concludendo che l'ipofisi nel4, La quantità di liquido introdotta esplica l'eziologia del diabete insipiio non ha maggiore • quasi nessuna influenza su questo coefficiente importanza di qualunque altra regione che per personale di massima eliminazione. La quantità invasione neoplastica o luetica o tubercolare o di liquido introdotta esplica invece una notevole qualunque, sia capace di produrre un aumento influenza quando la quantità di NaCl introdotto di volume o stato irritativo, ecciti la base del è inferiore od uguale al coefficien~ di massima cervello e specialmente la regione del terzo veneliminazione. · tricolo, corpi mamillari, sostanza perforata poLa quantità di liquido introdotto esplica in- steriore. vece una notevole influenza quando la quantità Rovere espone i primi risultati di una serie sidi NaCl introdotta è inferiore od uguale al coef· stematica di ricerche sui fermen ti del timo di vificiente di massima eliminazione. 5. Secondo che il coefficiente di massima elimi- tello. ·- Da numerose esperienze fatte con menazione è più o meno alto l'individuo dimostra una todi diversi crede di poter concludere che sono tendenza più o meno spiccata alla ritenzione od presenti nel timo la lipasi, la catalasi, i ferm~nti autolitici, l'esterasi, la lecitasi, l'ureasi. inversamente alla ipereliminazione del NaCl. Mancherebbero la diastasi, la lattasi, l'im.ver6. Di fronte ad una somministrazione abPIE'tRO S1sro. bondante di Na Cl e di H a O avviene, per lo stesso tasi, la disamidasi. giorno, in modo quasi costante una ritenzione di entrambi gli elementi con un aumento del peso Società Itlediea Uhirurgi~a di Bologna. del corpo. Adunanze scientifiche del marzo-aprile. 7. Di fronte ad un'introduzione abbondante di NaCl e scarsa di liquido si osserva invece una Dott. F. Franchini (comprimario medico aldiuresi relativa. 8. Di fronte all'introdt1zione abbondante di l'Ospedale Maggiore). l ·n tor,no ad alcune proprietà Ha O per una sola volta, l'organismo non solo non dell'urina di tre emoglobinurici. - Riferisce una elimina una quantità maggiore di NaCl, special- prima parte de1le sue ricerche analitiche sopra mente se la dieta idrica antecedente era scarsa, l ·urina di vari individui emoglobinurici. Si tratta ma una quantità minore. Le introcluzioni abbon- ora di tre malati di emoglobinuria da freddo, danti e 'ripetute di H 20 aiutano invece l'elimina- tutti sifilitici. Nelle urine di costoro, prelevate all'acme dell'accesso e che si presentavano intenzione del N a Cl. 9. La quantità di NaCl eliminata può essere samente emoglobiniche e colle strie d'assorbinel giorno seguente a quello del sovraccarico, mento della ossiemoglobina e della metaemoglomaggiore che non quella eliminata nel giorno del bina, il F . ha trovato il seguente fatto. Lasovraccarico stesso, specialmente in un individuo sciando cadere a goccia a goccia acido nitrico diluito (20-30 %) sino alla formazione di un intorcon tendenza alla ritenzione. bidamento stabile. e facendo poi bollire per breve 10. La dieta aclorurata predispone ad una ritenzione mag-giore di fronte ad un sovraccarico tempo, il precipitato si scioglieva quasi del tutto e si riformava assai presto alla temperatura amanche lieve di N a Cl. biente erl anche più rapidamente raffreddando la Barelli. Sopra un caso di aYterioscle,,osi polmo- provetta nell'acqua. naYe. - Si tratta di una donna di 40 anni che Queste urine presentavano del resto, intensaavendo già so:ff etto da due anni sintomi di in- mente positive, tutte le reazioni che comunesufficienza cardiaca venne all'osservazione dell'O. mente si fanno per svelare l' albume. Ora è certo in seguito alla comparsa di allarmanti broncor- che, senza praticare la reazione dell'acido nitrico ragie. Essa presentava cianosi, dispnea, tosse, nel modo sopra indicato si sarebbe potuto erroarea cardiaca un poco ingrandita nel senso ver-· neamente attribuire a queste urine un contenuto ticale, soffio sistolico e presistolico alla punta ed di albume di gran lunga superiore al vero. Diaccentuazione de] secondo tono sui focolai della fatti la sostanza, che precipit a a freddo con acido base. ascite, edemi. Nel decorso presentò bron- nitrico e che poi si scioglie a caldo e riprecipita corragie, e melena e venne a morte colla diagnosi raffreddando, pur avendo in comune con l'albuclinica di vizio doppio mitralico scompensato con mina tutte quelle reazioni che più generalmente infarti multipli. Si trovarono intatte le valvole si fanno per ricercarla, non è nè l'albumina nè e gli orifizi cardiaci, arterie polmonari dilatate ]a globttlina del siero ; bensi è, nel caso speciale, . con n11merose chiazze ateromatose. un corpo del gruppo, forse degli istoni, che si Borelli dall'osservazione di un caso di d'iabete chiama globina e che è la parte proteica della molecola della emoglobina . 1'nsipido con tum ore dell'ipofisi trae occasione a 3

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II. POLICl,INICO

Il chiamare senz'altro col nome di albume questo precipitato, come tutti gli autori fanno (Eivveiss, dicono i tedeschi), è una improprietà di parole se pure non è un vero e proprio errore di interpretazione del fenomeno, il quale può condurre a conclusioni sbagliate. Coi nomi di albume, aibumina e simili n oi indichiamo, per uso invalso universalmente, una mescolanza di albumina e di globulina del siero che sono corpi ben differenti per proprietà chimiche e per si· gnificato patologico. Nelle urine esaminate dal F. la grandissima parte della sostanza precipitabile dai comuni reagenti dell'albumina era costituita da questo derivato della emoglobina. . Il patologo Conheim, osserva il Franchini, è uno dei pochissimi se non l'unico autore, che affermi che l'urin'a dell'accesso emoglobinurico tipico non contiene altro di , abnorme ehe la emo· globina e che manca in essa l'a]burnina del siero. Questa affermazione recisa di un' autorità cosi grande merita di essere controllata coi metodi moderni di ricerca , e però il disserente spera di potere comunicare altri risultati. Prof. G. Dagnini '(primario medico dell'Ospedale Maggiore). Atonia dell'elevatore palpeb.-ale e del 1'etto i ·n terno i ·n, u·n caso di paresi dell pocitlomorore comit:;te di origine tabetica. - Presenta ed illustra un caso di tabe dorsale in cui esiste b lefaroptosi destra piuttosto intensa e deviazione all'esterno del bulbo oculare destrb. Invitando l'infermo ad aprire gli occhi, oppure solo il destro, si vede che la palpebra si solleva nella misura normale e che il bulbo rttota all'interno assumendo la posizione mediana. Una ulte· riore rotazione interna, per quanto non completa, è possibile nei movimenti di convergenza e di deviazione laterale sinistra dello sguardò. Il Dagnini, illustrando il fatto, mette in rilievo il contrasto fra la condizione statica (blefaroptosi e deviazione all'esterno del bulbo oculare) e la condizione dinamica (sollevamento volontario della palpebra e rotazione interna del bulbo), e quindi è indotto ad ammettere che non si tratti di offesa del tronco nervoso o delle fibre sottonucleari del 3°. In tal caso infatti la stessa causa che si oppone alla trasmissione degli impulsi contin~ del tono avrebbe pure ostacolata la trasmissione dègli stimoli volontari i quali, giunti normalmente al nucleo, debbono poi percorrere la via nervosa periferica. Invece la dissociazione osservata depone per un'offesa nucleare, ìa quale turbi il meccanismo di prod11zione degl' impulsi tonici, mentre lascia intatta (o altera in grado molto minore) la facoltà degli elementi cellula$ di ricevere stimoli da centri superiori e di trasmetterli alla periferia.

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A questo proposito il D. fa rilevare come nel malato in esame esista un'atrofia del n. ottico destro con diminuzione notevolissima del potere visivo e come, analogamente a ciò che talvolta accade nei tabetici per la muscolatura degli arti, questo difetto di stimoli centripeti sopra un nucleo pareticò possa alter~re l'elaborazione degli impulsi del tono: alla genesi dei quali prendono pwrte ~. oltre alle influenze di centri corticali, cert\beliari e mesencefalici, anche le eccitazioni pro~nti dagli organi di senso.· GUIDO

Società

Medico- ~hirurgiea

M. PICCININI.

di Mod.e na.

(Seduta 25 aprile 19r3) . . Presidente: Prof. Cesari. T. Silvestri. Nevriti' e stt'ic1tina. - L'O. riferisce su quattro (un caso di sciatico-nevrite bilaterale, un ca.so di sciatico-nevrite destra, uno di polinevrite generalizzata e uno di polioimielite a forma polinevritica} delle molte osservazioni di nevriti gravi dovute alla stricnina sia per os, che per iniezioni sottocutanee, a dosi piuttosto generose, ma non altissime, come vorrebbe l' Hartenberg. Il sale usato è il nitrato di stricnina. La dose iniziale negli adulti era di I mgm. e si aumentava successivamente ogni giorno di I mgm. fino ad 8-9; dose che era mantenuta per 7-8 giorni e poi veniva diminuita nella stessa ·proporzione. Dopo 4-5 giorni di riposo si riprendeva. Nella poliomielite a forma polinevritica in una bambina di_30 mesi, il nitrato di stricnina fu somministrato per via gastrica incominciando con 1/4 di mgm. e si aumentò successivamente in modo da arrivare a 3/4-1 mgm. p.-o die, nel primo periodo di cura, a mgm. 1. 1/4 nel secondo. I risultati sono stati addirittura miracolosi in ogni caso, e ciò è tanto più importante perchè due dei casi in discorso erano stati giudicati inguaribili e ricoverati nel • turno cronici»; il terzo era gravissimo, e nemmeno le ripetute iniezioni di morfina valevano ad attutire il dolore ; ed il quarto era stato giudicato una poliomielite grave, comune, e quindi non suscettibile di guarigione.

Silvestri. Non è giustificata la sterilizzazione del1' a.-ia da introdursi nelle sieYose. - Accennato alla sua prima pubblicazione intorno all'argomento (1896) si intrattiene più specialmente sul1' introduzione di aria atmosferica nella pleura (metodo del Kawahara) nelle pleuriti sierofibrinose; metodo che ha avuto in seguito una applicazione piuttosto scarsa.

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S~ZIONE

Gli AA. che l'adottarono, però, ricorsero tanto all'aria sterilizzata, quanto alla purificazione della medesima attraverso un filtro di cotone sterilizzato. Riporta in appoggio della non giustificata sterilizzazione dell'aria atmosferica i risultati di ricerche batteriologiche, dalle quali risulta come prima e dopo l'introduzione dell'aria, qualunque sia l'ambiente, non vi siano differenze neJla flora del liquido. Dopo avere accennato ad alcuni casi di pleuriti purulente in bambini, nei quali l'estrazione del liquido coll'aspirazione, il lavaggio ad aria del cavo pleurico, ed il pneumotorace in tal modo stabilito, hanno · apportato una guarigione completa dopo la prima o al massimo dopo la seconda seduta; riferisce una osservazione recente di una pleurite purulenta secondaria a broncopolmonite di natura sospetta {lo sputo e le colture del liquido pleurico sono sempre state nega ti ve rispetto al bacillo di Koch) in individuo con tara tubercolare. nel quale la toracentesi ripetuta (cinque volte) e la parallela immissione di aria atmosfe· rica nel cavo pleurico, sono state seguite da guarigione. Anche in questo caso, alla sesta estrazione del pus, questo era affatto sterile, come il Sinigaglia, dell'Istituto, di patologia chirurgica ha dimostrato. L'introduzione poi di atia atmosferica nella pleura è superiore di gran lunga alla cura alla Gilbert, a \la introduzione di sostanze modificatrici·, non solo in rapporto ai risultati prossimi, ma anche ai remoti.

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L. Martinotti. Azione della tiYoidina nella scle.Yodermia. - L'A. presentai risultati ottenuti con il trattamente tiroideo in uno sclerodermico malato da un anno e mezzo, in cui vari altri mezzi terapeutici erano falliti. Il paziente in questione presentava una forma mista a chiazze e en bande, con una manifesta.. zione particolarmente grave a livello dell'arto e sopratutto della gamba sinistra (atrofia dell'arto, uJceri atoniche). Egli adoperò la tiroidina preparata secondo il metodo Vassale data ai oasti a .. dosi crescenti da 1 a 25 goccie per pasto, ai due pasti principali. La cura venne continuata per mesi; i primi risultati poterono essere constatati solo dopo un mese e mezzo circa: dopo aver perseverato per mesi si ottenne: rimarginazione completa delle ulcerazioni, diminuzione della durezza delle singole lesioni, sopratutto di quelle en bande; lieve aumento dell'arto atrofico e accrescimento delle sue distensibilità; difatti mentre dapprima non era diste11sibile che parzialmente, potè raggiungere la estensione totale e l'ammalato, che alla

PRATICA

entrata all'ospedale usava le stampelle, potè in seguito riprendere l'uso della bicicletta. D'altro lato però le lesioni non si restrinsero affatto e la durezza caratteristica non diminui che in parte. Durante la cura non comparvero mai nuove lesioni e invece I'A. notò l'apparizione di una manifestazione lineare al braccio sinistro quando sospese per due mesi la cura. L'azione manifestata sulla sclerodermia dalla tiroidina è stata dunque evidente, portando ad un arresto più che ad una restituti·o ad integYum della malattia la quale riprendeva il suo decorso quando veniva meno l'azione deila tiroidina stessa. Prof.

c.

GAZZETTI.

Società fra i cultori delle scienze mediche e naturali di Cagliari. Seduta del 30 aprile 1913. Dott. A. Castelli. Sulla tossicità delle punture del « Latrodectes tredecimgut tatus » esistente in .Safdegn.a. - L'O. segnala la presenza in Sard egna di un ragno, Latrodectes tfedscimguttat·u s alla cui puntura si attribuiscono fenomemi svariati specialmente di eccitamento del sistema nervoso, fenomeni per la loro imponenza sproporzionati ai lievi fatti locali. Dai ragni avuti dalla cortesia di alcuni colleghi, triturati in presenza di soluzione fisiologica di NaCl, nelle proporzioni di un ragno per ogni 10 eme. di soluto, ha ottenuto un liquido che filtrato attraverso le Berkefeld W, si è dimostrato tossico per i conigli, le cavie e i cani. I fenomeni cui dà luogo l'inoculazione del veleno furono studiati su conigli, cavie e cani. La inoculazione endovenosa di dosi di filtrato da z eme. in su, dà luogo nei conigli alla morte immediata, dopo qualche brusca contrazione del treno posteriore; con dose invece di 1 eme. la morte avviene solo nel termine di circa ;: ore. Il quadro dell'avvelenamento si svolge in due periodi, il primo caratterizzato da eccitamento generale, irrequietezza, midriasi e contrazioni mu.. scolari degli arti posteriori; il secondo da paralisi e ottusità del sensorio. Non v'è quindi dubbio che il Latrodectes tredecimguttatus ha la proprietà di produrre un veleno letale per i comuni animali del laboratorio. Si tratta però di un veleno molto labile perchè tenuto in ghiacciaia per una settimana e riscaldato per 30 minnti a 56° perde la sua attività, come pure ]a perde se trattato con alcool ed essiccato in essiccatore a cloruro di calcio. L'O. si riserva di riprendere le esperienze e di completare le ricerche che dovette pèr varie circostanze interrompere. * (19)

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IL POLICLINlCO

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APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO . •

MEDICINA SCIENTIFICA. Il vaccino antidifterico di Behring. Ha destato molto interesse in Germania l'annunzio fat,to recentemente da? prof. von Behring di un nuovo mezzo profilattico contro la difteria; esso consiste in una emulsione di tossine difteriche naturali con antitossine (sensibilizzazione alla B.esredka). Questo vaccino determina lentamente un'immu· nità attiva che dura almeno parecchi mesi. Il prodotto si dimostra innocuo per la cavia, mentre la scimia e l'asino reagiscono fortemente contro di esso; la reaz!one dell'uomo è meno violenta: è più marcata in bambini di 4-5 anni che in neonati. I « portatori » di bacilli, i quali posseggono un apprezzabile contenuto di antitossine nel sangue, sono ipersensibili al prodotto ed elaborano fortissima quantità di antitossina dopo averne ricevuto una iniezione. Marburg cita il caso di un portatore in cui la iniezione di 1/16 eme. di vaccino provocò la produzione di. 600 ,000 unità immunizzanti , mentre ba3tano 250 ad assicurare l'immunità contro la difterite. - Profittando di questo forte potere an· titossico, si è usato il siero del bambino così trat· tato per conferire a un altro bambino l'immunità passiva , con risultati eccellenti, poichè mancarono gli effetti secondari del siero eterologo d; cavallo e la immunità così trasmeisa durò molto a lungo; è il primo caso d'immunizzazione con siero antropogeno. Behring si propone di affidare il vaccino a molti clinici per precisarne il dosaggio e accertarne gli effetti. Egli ne raccomanda l'uso in specie: a) per i portatori. affine di distruggere possibilmente il focolaio naso-faringeo di germi attivi; b) per produrre un'immunità persistente; e) per ottenere un siero antropogeno. Sarebbe spècialmente adatto p er le comunità chiuse (asili, orfanotrofi, istituti, prigioni, ecc.), in cui si può controllare rigorosamente l'applicazione per lunghi periodi. Intanto sono già st ate eseguite delle ricerche. Per es. il prof. Schreiber nell'ospedale di Magdeburg ha .ri· conosciuto che il vaccino ha protetto efficacemente i bambini cui è stato inoculato. malgrado fosse in corso un'epidemia di difterite; d'altra parte ness\,lno di essi è divenuto portatore di bacilli difterici. Il prof. Zangemeister, ostetrico nello stesso ospedale, insiste sulla opportunità di vaccinare tutti i neonati , poichè la mortalità per (20)

difterite è ancora molto elevata (o. 58 %). nei bambinj. L'Hahn nell'ultimo Congresso di Wiesbaden ha rifèrito su circa 40 casi da lui trattati con tale metodo ed è sorta in proposito una discussione interessante. Dall'esperienza sempre maggiore che il Behring ed i suoi allievi hanno acquistato risulta anzitutto la completa assenza di fenomeni reattivi fastidiosi, pericolosi ed un'azione realmente profilattica che si dimostra dalla formazione di una grande quantità di corpi immunizzanti negli .individui vaccinati e dalla completa assenza di manifestazioni difterlche. L'~portanza degli studi del ·Behring risulta appunto dalle considerazioni statistiche che dimostrano che se dopo l'uso del siero antidifterico è notevolmente diminuita la mortalità per difterite , non si può dire altrettanto della morbitiità che è anzi in continuo aumento. Se i risultati già ottenuti verranno ulteriormente confermati, se ne comprende l'importanza, quando si consideri che tutte le r egole profilat.. tiche contro la difterite, quali la chiusura delle scuole, la disinfezione degli ambienti o d elle personeJ l'isolamento dei n1alati, dei convalescenti e dei portatori, con relativi con traili batteriologi~i. oltre 3: presentare un dispendio di energie considerevoli non dànno che risultati scarsi. (Deut. M ed. W och., 8, 15 e 2 1 m ag. 1913).

CASISTICA. Nefrite sifilitica acuta precoce. Secondo Hoffman (Deu tsche med. W ochenschr ., 1913, n. 8), la possibilità che gli organi interni vengano compromessi nei primi stadi dell'infezione luetica, è ben chiarita dal fatto posto in evidenza dall 'A. nel 1906, che cioè già sei settl· mane dopo l' infezione si riscontrano spiroèheti nel sangue circolante. Le localizzazioni precoci più note del virus sifilitico sono quelle a carico del sistema nervoso, delle articolazioni, del periostio, del fegato, dei reni. La nefrite sifilitica precoce è tuttavia tutt'altro -che frequente ; Karvonen, nella sua monografia pubblicata nel 1912, ne ha raccolto solo 20 casi sicuri. L'A. ritiene perciò importante comunicare sei casi di questa forma morbosa da lui osservati. Dall'esperienza clinica dell'A. risulta che un fatto caratteristico della nefrite sifilitica acuta


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SEZIONE PRATICA

precoce è rappresentato dalla enorme quantità di albumina contenuta nell'orina (fino al 13 per c-ento). Tale nefrite compare durante il periodo dell'eruzione, ma talora anche prima che si manifesti la roseola; può iniziare subdolamente oppure in maniera eclatante, con edemi e versamento addominale. Elemento diagnostico importantissimo è la presenza di gran quantità di spirocheti nel sedimento. La ordinaria terapia della nefrite è insufficiente; occorre unire ad essa la cura specifica. L' A. consiglia di usare simulta · neamente ìl mercurio e il salvarsan. V. F.

dimostra la presenza di edemi in questo in alcuni casi di albuminuria materna. lJn'altra spiegazione può darsi ammèttendo una degenerazione tossica della placenta con alterazione delle funzioni vitali del feto. Il parto prematuro si spiega ammettendo un potere delle tossine di eccitare le 'contrazioni uterine. La spiegazione della maggior frequenza dei casi di placenta previa nelle donne albuminuriche è difficile; probabilmente in tali ca~i si trattava di una nefrite precedente e di una endometi:ite concomitante. P. A.

Il significato dell'albuminuria gravidica.

TERAPIA.

Il Siedeberg, in base ad una ricca statistica, ha fatto una serie di osservazioni interessanti sulla albuminuria delle gravide. Egli ha anzitutto notato una notevole preponderanza di complicazioni nei casi con albuminuria; è evidente che l'albumina nelle urine è il solo segno visibile di alterazioni profonde del metabolismo che colpiscono l'organismo, dipendente dall'insufficienza funzio· nale di qualche organo escretore, per cui si determinA nel sangue un accumulo dei prodotti del metabolismo cellulare, che si originano forse dalla disintegrazione dell'albu_mina. Questi prodotti determinano alterazioni infiammatorie del tessuto rena]e e si costituisce cosi un'affezione degenerativa per lo più di carattere transitorio. Se il processo non vien riconosciuto all'inizio si determinano çilterazion1 più gravi, che sono la causa dell'eclampsia. L·alterazione renale al suo primo inizio non si rivela con altri sintomi che colla albuminuria e quindi è opportuno praticare lo esame delle urine sistematicamente nelle gravide. Le conseguenze di questo stato tossico che si rivela coll'albuminuria sono sopratutto le emor... ragie in gravidanza e l'aborto. Non deve meravigliare la frequenza delle emorragie nelle albuminuriche quando sappiamo che le affezioni renali sono associate con alterazioni gravi dell'apparecchio cardio-vascolare, quali lo aumento della pressione sanguigna, le emorragie cerebrali, quelle della retina e di tutti gli organi, l'utero compreso. Se quf:"sto stato tossico si ripete due o tre · volte in gravidanze successive~ si sviluppa arterioscierosi. I fatti su esposti spiegano anche la frequenza della placenta previa, le ade .. renze cielle me1nbrane e forse la fiegmasia alba dolens. Gli aborti o i parti prematuri cosi frequenti nei casi di alb11minuria si possono spiegare colla azione diretta del sangue tossiemico circolante sulla vitalità del feto. Che questa azione tossica possa esplicarsi nel feto attraverso la placenta lo

La stricnina a dose intensiva. La stricnina può considerarsi il tonico nervoso per eccellenza; essa agirebbe stimolando la nutrizione e l'attività della cellula nervosa. L'azione di tale farmaco sul sistema nervoso è .,,ouramente tonica, non eccitante nel senso abituale della parola, vale a d~re capace di determinare un maggior lavoro mettendo in libertà l'energia latente, ma a cui si accompagna una perdita eccessiva di forza e quindi un esaurimento. Cosi vediamo che all'eccitazione provocata dall'alcool, caffè, tè ecc. , segue un periodo di depressione. La stricnina invece avrebbe solo un'azione tonica senza essere eccitante, aumenterebbe il potere ft1nzionale e la capacità al lavoro dei centri nervosi, direttamente ed indirettamente dei muscoli e delle funzioni dipendenti dal sistema vegetativo. L'Hartenberg (Pr~sse Méd. , 25-1~913) sostiene la necessità di somministrarla a dose intensiva per ottenerne il massimo effetto; infatti le quantità prescritte abitualmente in dosi di 1-2 mg. sarebbero insufficienti e sarebbe perciò necessarìo somministrarne la dose massima sopportata dal malato. Riguardo alla maniera migli<:re per saggiare la dose massima che varia secondo gli individui, l'A. ritiene che bisogna tener presenti i primi sintomi dell'intolleranza alla stricnina, costituiti da lieve ebbrezza, vertigini e legggiera rigidità della mandibola o delle gambe. Si deve somministrare la stricnina a dosi progressive p er far utilizzare dal malato il massimo effetto terapeutico, tanto più che non esiste tendenza all'accumulo, come si legge nei trattati classi~i. L'Hartenberg ritiene che il solfato di stricnina è il sale più attivo e che il modo di somministrazione migliore è l'ipodermico. Egli fa preparare una soluzione diluita al centesimo ossia contenente un centigrammo di sale per centimetro cubo: è necessario che la soluzione sia fatta con un prodotto di una purezza assoluta. Per evitare (21)


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qualunque sorpresa è opportuno cne il medico stesso si prenda cura di spedire la ricetta, perchè ia soluzione sia dosata con esattezza e il preparato sia di prima qualità. Il primo giorno se ne iniettano 3 mg nella donna e quattro nell'uomo: a questa àose la reazione di regola ancora non appare: si aumenta poi la dose di mezzo mg. al giorno finchè compaia la reazione, consistente in rigidità della mandibola, vertigine, senso di ebbrezza, rigidità delle gambe. I fenomeni appaiono di regola da dieci o quindici minuti dopo la puntura e durano da mezz'ora a un'ora: dopo di essa il malato avverte un senso di benessere e di lucidità mentale senza eccitazione. Questa reazione fisiologica ap· pare in genere con dosi di 5 a 6 mg. nella donna e di 6-7 mg. nell'uomo. Praticando la somministrazione di una quan., tità uguale nei giorni successi vi si nota che la reazione si attenua e scompare definitivamente. -~llora si può tentare di aumentare la dose ma con precauzione e si può arrivare a somministrare al malato :fi ll.o a due cg. di stricnina al giorno senza .che esso avverta fenomeni reattivi maggiori della prima volta, specialmente se si prende la precauzione di lasciarlo riposare subito dopo la inie• ztone. L'A. è arrivato a praticare due o tre iniezioni di un centigrammo nello stesso giorno senza inconvenienti, giacchè la stricnina, contrariamente all'opinione degli autori, non si accumula, ma dopo tre o quattro ore è completamente eliminata. La terapia stricnica a forti dosi è stata dall' A. sperimentata con vero successo in tutti gli stati nevrastenici , purchè naturalmente non si tratti di stati melanconici,con cui spesso quelli vanno confusi. Inoltre i suoi effetti sono sorprendenti in tutte le affezioni midollari e nevritiche che decorrono con ipotonia ed atrofia muscolare .(poliomelite, nevriti, tabe). Infine la stricnina è indicata in tutti i casi di debolezza fisica, di denutrizione, di cachessia (tubercolosi, anemia, convalescenza). L'unica controindicazione è rappesentata dagli stati d'ipertensione con minaccia di emorragia cerebrale. P. A. •

La canfora.

Henrijean esamina (La Prov. Méd. 4 gennaio 1913) l'azione della canfora sul cuore, sui vasi. sul sistema nervoso, sulla secrezione sudorale. Una delle ragioni che alcuni oppongono all'uso della canfoìa è la nessuna influenza ottenuta dal rimedio sull'azione del cuore sano degli animali. Ma è noto che molti stimolanti della fibra o del sistema nervoso card iaco mentre restano senza .azione a cuore sano, ne esplicano una netta(22}

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mente sensibile sul cuore malato. Se il cuore p. es. è arrestato dall'azione della muscarina che irrita le estremità terminali del vago, riprende rapidamente i battiti sotto l'azione della canfora. Eguale· benefica influenza dimostra la canfora sul cuore arrestato dal cloroformio o dal clo· raìio: essa rende di nuovo il cuore sensibile all'eccitamento normale che parte dal seno. L'uso della canfora nelle :fibrillazioni auricolari non sempre, ma assai di frequente è seguito da buoni effetti. Comincia nell'azione cardiaca a comparire qualche pulsazione normale subito dopo dell'uso della canfora. S' intende che se a sustrato della :fibrillazione v'è una grave alterazione anatomica e che se la fibrillazione é estesa a tutto il cuore minimo è l'effetto spiegato dal medicamento, o quasi nullo, come sul cuore . agonico . Nel collasso cardiac-o, l'uso della canfora è immediato se ancora lo stato della circolazione ne pertnette l'assorbimento: la pressione sanguigna si rialza, il polso si sente, talora scompare il coma. Ma se il collasso è grave es' interviene tardi, la canfora non ha il tempo di riassorbirsi e · resta naturalmente senza effetto alcuno. Si è perciò che in molte malattie o in alcuni stati in cui è temibile il collasso, bisogna premunirsi lanciando in circolo la canfora sistematicamente, a scopo profilattico, anche se essa dovesse rimanere senza infi uenza alcuna. L'azione della canfora sui vasi è ammessa da alcuni, negata da altri: piccole dosi sull'animale normale non provocano modificazioni sensibili della pressione sanguigna, alte dosi provocano convulsioni ed elevazione della pressione; secondo i più questa deve essere interpretata come conseguenza delle scosse muscolari; altri ha provocato elevazioni della pressione sotto l'azione di alte dosi di canfora, in animali curarizzati, ma non si deve dimenticare che la modificazione può essere data dall'influenza della canfora sul cuore. Nell'uomo malato piccole dosi di canfora spesso modificano e talora ristabiliscono la pressione, ma è dubbio se realmente la canfora abbia una diretta azione sui centri vasomotori incleboliti o malati . Sulla respirazione agisce la canfora modificando il ritmo respiratorio; climinuisce il numero degli atti respiratori, m a le inspirazioni sono più profonde. Là canfora si trasforma nell'organismo in ossicanfora e l'azione è tanto più viva quanto più rapidamente la trasformazione si compie. Negli animali a sangue caldo sul sistema nervoso la canfora agisce come eccitante. Sull'uomo dosi medie del rimedio accelerano il polso, congestionano il volto, producono un certo grado d'ebbrezza, talora vertigini, cefalee; dosi più ele-


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SEZIONE PRATICA

vate aumentano l'esaltazione sopravvengono allucjnazioni, crampi, collasso. L'azione sedativa della qanfora sul senso genitale non è da tutti accettata. Consirterazioni d'indole teorica potrebbero fare ammettere che una sostanza come la canfora, eccitante a piccole dosi possa divenire sedativa a dosi elevate. Come sudorifera, per eccitazione dei centri se·C tetori del midollo, è stata da lungo tt:mpo usata la canfora; sotto forma di acido canforico, invece modererebbe la secrezione sudorale. Ma la dimostrazione non è stata data di questa azione antago1rista tra canfora ed un suo derivato. Per uso esterno l'alcool canforato provoca iperemia cutanea. Circa la posologia, la canfora si somministra in polvere o meglio in iniezioni sotto forma di ·olio canforato r o ~~; accidenti tossici sono stati segnalati quando si giunge alla dose di gr. 2. 50 pro die. t. p.

Intossicazione di bismuto. Trahein (v. jo,,ern. des Pratic., 1912) studiando I9 casi di intossicazione seguita all'uso della pasta bismutata di Beck, divide i fenomeni tos·s ici in due categorie. In un primo gruppo gli accidenti sono locali e generali e rassomigliano a quelli provocati dall'intossicazione mercuriale: le lesioni predominano sulla mucosa boccale: le gengive sono congeRte e presentano spesso una listarella bruna o bleu-oerastra , la lingua e il palato sono dello stesso colore scuro. In certi casi si possono vedere sulla mucosa boccale essudati difteroidi. Lo stato generale è compromesso, i malati si lamentano di cefalea con sonnolenza, delirio ed allucinazioni, hanno contratture cloniche o toniche. In tale gruppo si comprendono alcune intossicazioni che finiscono con la morte. Nel secondo gruppo l'evoluzione è fulminante: accidenti di collasso con cianosi e pallore intenso; il sangue diviene color bruno cioccolatto, sopravviene la morte. Tale forma è più rara. Il medico nell'iniziare una cura con la pasta di Beck deve tener presenti tutti questi eventuali accidenti. t. p. ~er pr<;>tegg~re.

i ferri chirurgici dalla ruggine net paesi caldi, 11 dott. Garron, Arch. f. Schiffs u. Trop. Hyg., consiglia di immergere gli strumenti lavati e bene asciugati, in una soluzione di vaselina in benzina o di vaselina in gazolina. Ritirati dopo pochi istanti dal bagno e deposti su di un foglio di carta, evaporando la benzina it; pochi secondi, gli ~trumenti ~estan~ ricoperti -d uno spesso strato di grasso, cioè di vaselina -che li protegge mirabilmente dalla ruggine. '

IGIENE Le malattie della easa. (V.

fase.

20).

L'importanza di una abbondante illuminazione sembr~ ~unque nelle case uno dei fattori più necessari della loro salubrità. Questa c;-onclusione , . ricavata dallo studi<) attento dei fatti, non è che la conferma di ciò che si è sempre da tutti creduto come è manifesto dal detto popolare « dove entra il sole non entra il medico >J . Del resto esperimenti antecedenti, fatti anche da noi qui in Roma. dimos~rano con evidenza massima l'a~ione_ e~ergica esercitata dalla luce solare sopra 1 bac1ll1 della tubercolosi. Questi ba~illi , cl1e sono tanto resistenti agli altri fattori esterni di disinfezione co1ne alla putrefazione, all'essiccamento, a! calore secco, al freddo muoiono in pochi 111inuti, o al massimo in ·poche ore, se esposti all'azione diretta dei raggi solari . Anche l'azione della luce diffusa ha un'influenza non trascurabile e difatti è raro trovare dopo 7-8 giorni i bacilli della tubercolosi viventi sopra un pavimento sul quale abbondante1nente e P.er varie ore al giorno venga riflessa la luce della volta celeste. È noto invece che gli sputi caduti negli ango1i oscuri e mante11utisi u1nidi od essiccati, possono conservare i bacilli della tubercolosi vi vi e virulenti per settimane ed anche per mesi. La formazione che in questo modo si veriiìca di veri focolai di tubercolosi permanenti in un 'abitazione, è facilmente spiegabile, nei casi suesposti nei quali nu1nerosissimi ambienti abitati si presentavano privi di finestre e privi perciò di aria e di luce. N è è difficile trovare il modo col quale questo bacil1o è penetrato nelle abitazioni in parola. È forse eccezionale il caso di un grande casamento, specialmente se di poveri e molto affollato, dove qualche individuo non sia affetto da tubercolosi. Date le abitudini delle nostre popolazioni, basta 'Un inclividuo per infettare in pochi giorni qualche dozzina di appartamenti. E difatti dove è che passano la maggior parte dei bambini abitanti nei moderni casermoni, quasi tutta la giornata? Per le scale, seduti o ruzzolando sui gradini o nell'androne. È qui che giuocano , si rincorrono, questionano, mangiano ; ed è qui che spesso depositano anche le loro urine o magari anche le feci. Una semplice passeggiata in un quartiere popolare affacciandosi a guardare negli androni ci convince facilmente di questa verità. Ora se in uno di questi casamenti penetra un tubercoloso è evidente, purtroppo, che i suoi sputi andranno giornalmente cadendo per tutte lr. scale, e perciò, coi piedi, colle mani, cogli abiti, (23)


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• coi giuocattoli dei bambini, saranno rapidamente trasportati nell'interno delle singole abitazioni. Questa diffusione di bacilli della tubercolosi, non è, naturalmente. per sè sola capace di dare origine a nuovi casi di malattia. È necessario che possa penetrare in organismi predisposti. Un organismo sano resiste all'azione dei bacilli o non pern1ettendo loro di impiantarsi sui suoi tessuti, o opponendosi alla loro m oltiplicazione, localizzando i danni, neutralizzando le tossine e distruot=> gendole. Qualunque causa capace di indebolire l'organisn10 e di diminuirne la vitalità, ogni disturbo nel suo normale funzionamento ne diminuiscono la resistenza e contribuiscono a formare ciò che si chiama lo stato di ricettività. Sicchè le cause capaci di facilitare il formarsi di un focolai o tubercolare e di produrre la diffusione della malattia sono : a ) tutte quelle che favoriscono l'accumularsi dei bacilli e che si oppongono all'azione microbicida della luce solare·, b) tutte quelle che contribuiscono a provocare, a mantenere o ad aggravare le condizioni di deperimento clell 'organismo. Quale è fra queste numerose cause morbiaene quella non esistente in moltissime abitazioni speciàlmente in quelle destinate alla classe più povera? Certamente nessuna : che anzi tali abitazioni spesso possono a buon diritto essere con siderate come veri luoghi di elezione per lo sviluppo e la diffusione di questa malattia. Due sono i mezzi coi quali noi possiamo gi ungere a porre riparo ad un tale stato di cose, cioè migliorare lo stato delle abitazioni, e migliora1e l'educazione e le abitudini degli abitanti. Quanto al primo di tali mezzi è evidente; m a purtroppo su di e~so ben· poco il medico può influire, L'unica cosa che al medico è possibile è di prendere nota di tutti i c~si che si presentano alla sua osservazione, di studiarrte bene le origini e gli effetti e di contribuire a tener desta l' opinione pubblica su tale argomento in n1odo da spingere i pubblici poteri a fare e, il che spesso sarebbe forse più utile, a disfare. Ma è sul secondo dei due mezzi suddetti capaci d'influire beneficamente sui focolai· domestici della tubercolosi, che il medico può più utilmente agire e cioè sull'educazione e le abitudini degli abitanti delle case più povere e non solo dì queste. Il medico non deve stancarsi di parlare al pubblico dell'utilità dell'insolazione prolungata dei locali abitati; utilità che si manifesta nella epurazione del locale e sulla salute degli abitanti. Le camere oscure non devono servire per dormirci; a questo scopo devono essere des tinate le camere le più assolate della casa. Quanto spesso è tutto l 'opposto che s i verifica e le famiglie si restringono nella camere peggiori per destinare Je p iù !;')

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luminose e le più grandi a servire da salotto che poi rimane sempre ermeticamente chiuso per evitare che la luce alteri la tinta delle stoffe ! L'insolazione, l'aereazìone e la pulizia degli ambienti hanno un'importanza capitale sulla nostra s alute; ed è questa la migliore e la più utile propaganda alla quale il medico si deve dedicare. S, SANTORI.

Primi risultati di una inchiesta sul lavaggio delle biancherie e sul lavoro delle lavandaie ir1 Roma. Il dott. Venceslao Fraschetti, medico condotto del Municipio di Roma, ha pubblicato, or sono pochi giorni, un interessantissimo lavoro (1) d'igiene sociale, destinato certamente a richiamare la più viva attenzione. L'argomento del lavaggio delle biancherie, come si pratica a Roma, meritava da tempo uno studio accurato e coscienzioso, perchè ad esso si riannodanq non pochi ed importanti problemi di .p rofilassi cittadina. Tale studio è stato compiuto dal dottor Frschetti in :qiodo veramente magistrale. Da fonti storiche. raccolte con mirabile diligenza, egli ha desunto la grande importanza che si dava, nei secoli scorsi, uon solo alla disciplina àelle acque cittadine, ma ai lavatoi pubblici e privati,' il ctii funzionamento era regolato da illuminate e rigorose disposizioni, µrecorrendo , in questa parte, i dettami dell'jgiene moderna. ' Fin d'allora infatti era riconosciuto che la la· vatura delle biancherie costituiva un altissimo problema di salute pubblica, e perciò le autorità ne cura vano il razionale funzionamento, provvedendo la città di numerosi lavatoi, ricchi d'acqua e di spazio, n1olto meno infelici, dal Jato igienico, della maggior parte di quelli esistenti attualmente in Roma. Questa parte storica serve di brillante introduzione al lavoro del dott. Fra... schetti e di guida preziosa alle sue indagini e alle sue considerazioni. I/inchiesta che ue ri... sulta, corredata di rilievi fotografici riuscitissimi, di statistiche, di confronti e di osservazioni originali, mette in evidenza non solo le deplorevoli e sconfortanti condizioni igieniche dei nostri lavatoi , i pericolosi inconvenienti derivanti dalle loro deficienze, ma, quel che è più grave, la loro scarsezza in confronto dei · bisogni deila città. Da ricerche fatte dal dott. Fraschetti su 9392 case in Roma, è risultato infatti che 2318 di esse non hanno vasche da lavare, e perciò centinaia di famiglie, non potendo ricorrere alle lavandaie, sono costrette a lavare i panni nello stesso sciacquaI

(1) Pubblicazione di propaganda igienico-sociale:

dell'Alleanza romana antitubercolare.


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.toio dove si lavano i piatti, le erbe, o quant'altro .Può servire al modestissimo pasto. Ciò che per

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573· La Spagna ne conta 410 e la Francia 213 . Vengono in seguito l'Italia con 197, l'AustrialJngheria con 113, l'Inghilterra con 92, la Russia con 13 , la Germania, il Belgio, la Svizzera ed i tre Stati scandinavi. che stanno al grado inferiore della scala; la Danimarca non ha che due centenari. I Balcani, adunque, questo focolare perpetuo di guerre e di massacri, sono la regione di Europa ove la probabilità per una tarda vecchiezza è più grande.

altro rende il lavoro anche più pregevole, nei riguardi specialmente della profilassi, è quella parte di esso che si occupa delle manipolazioni delle biancherie sudicie, le quali costituiscono molto spesso uno dei veicoli più facili per la trasmissione delle malattie contagiose. Nè meno interessanti sotio le considerazioni di ordine igienico, che il dott. Fraschetti trae da)la man~anza di adatti stenditoi in quasi tutti i lavatoi pubblici e privati, mancanza che, per le sue naturali conseguenze, p uò definirsi un vero e perL età media in Italia cresce e tende a crescere. manente pericolo per la salute pubblica. Ed Nel 1861 essa era di 27 anni e un mese ; i1el 1871 infatti le biancherie già lavate, non potendo di- · CU z8 e 7 mesi; nel decennio successivo di 29 anni. sporre di adatti locali per la loro ulteriore ma- Dal 1881 al i901 l 'età media si potè calcolare in nipolazione, ritornano in casa dalla lavandaia, 30 ai1ni, ciò che è indizio di progresso; ora è dove, anche perchè l1abitazione il più delle volte salita a 33 anni. Per le cresciute norme di pre·€ costituita da una sola camera, sono esposte cauzione igienica, è da ritenere che l'età media non infrequentemente ad inevitabili cause d'in- aumenterà notevolmente. (Vi ta S anit .). quinamento, sia per il contatto con altre bian·-cherie sporche, sia per la presenza di qualche La popolazione d'Italia. - La cc Gazzetta uffimalato contagioso. E che ciò possa avvenire, ri- ciale » ha pubblicato un supplemento che consulta ~hiaramente non solo da osservazioni del tiene la tabella della popolazione presente e di dott. Fraschetti, ma da altri medici, che già richia- fatto censita nei si11goli Comuni del Regno alla marono l'attenzione su questo grave inconveniente.· mezzanotte dal 10 all'1r giugno Igrr. La relazione del nostro collega prende pure in Il totale è rappresentato da una popolazione reesame il lavoro delle lavandaie, in rapporto alle sidente di 35,845,048, con una di fatto di 34,67r,3;-7, malattie che ne conseguono, al salario che, in suddivisa negli 8323 comuni. che appartengon o linea generale, percepiscono, e ai locali antigie- ai 276 circondari ed alle 69 provin~ie. nici dove, nella massima parte, lavorano. La popolazione di fatto delle principali nostre Constatazioni e conclusioni del massimo inte- città è la seguente: Napoli , 678,031; Milano, 599,200; resse igienico-sociale emergono anche da questo R oma, 542.123; Torino, 427, 186; Palermo, 341,088; argomento, sul quale sarebbe tempo che i poteri Genova , 272,221; Firenze, 232,860; Venezia, i60,719. pubblici e privati fermassero la loro attenzione e provvedessero. · La popolazione della Germania risultò nel 1910 di 64,929,993 anime, di cui 32,040,166 m aschi e \.Ta dunque lodato il dolt. Fraschetti per questa pubblicazione che, mentre dimostra la 32,885,827 femmine; 22,107,930 (ossia il 34 %) sotto • sua cultura, il suo spirito critico, e il sentimento i r5 anni; 18,660.908 uomini e 19,042,951 donne altissimo che egli ha della sua professione, rap- tra r5 e 60 anni {complessivamente il 58 %) ; presenta una vera opera buona e una spinta 5,r r 4,204 nati prima del 1851. verso la soluzione di un grave interesse cittaGl'infortuni a Londra. - I pericoli della circodino. MARIOTTI. lazione in Londra si possono rilevare dalla s tatistica pubblicata dall' Holné Office, relativa agli incidenti occorsi alle persone nelle vie delle grandi VA.RIA città del Regno Unito durante l'anno scorso. Da queste cifre risulta che r764 persone venLa longevità in Europa. - Il giornale La Liberté nero uccise e 36,823 ferite con un aumento -ci fa sapere che il 31 dicembre 1911 vivevano in del 25 per cento sui casi mortali e del ro per Europa più di settemila persone che avevano cento sui ferimenti in confronto dell'anno precesuperato i cento anni. dente. Da questo punto di vista i paesi più ricchi non Le automobili private e quelle pubbliche causono i più favoriti , come si può dedurre dai dati sarono 752 morti e 15,287 ferimenti. Gli ot1mib1,ts statistici seguenti : automobili causarono 199 morti e 2221 ferimenti. La Bulgaria viene prima con 3888 centenari; Le t ramvie elettriche 135 morti e 5831 ferimenti. .segue la Rumenia con 1704 e poi la Serbia con Gli omn ibus a cavalli 7 morti e 145 ferimenti .

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IL POLICLINICO

Seguono poi cifre minori per tutti gli altri generi di veicoli usati nelle città. Londra, naturalmente, tiene il primo posto ; Liverpool il secondo; Manchester il terzo; Glasgow il quarto.

Uomini celebri figli di pastori protestanti. Stranamente n11merosi sono i figli dei pastori protestanti che si sono illustrati nelle scienze, nelle lettere, nella filosofia. Citiamo tra i medici: Boerhaeve, Jenner, l'anatomico Camper (angolo facciale) ed il chirut"go Samuele Pozzi ; tra i naturalisti Li~neo, Agassiz, Roberto Brown (movimento Brownianol, Osvaldo Heer, Schimper (paleontologia vegetale); tra i chimici : Curtius, Mitscherlich, \Vollaston ed H . Wurtz; tra i fisici: Clausius (termodinamica); tra gli astronomi Encke (cometa), Fabricius (macchie solari), Rodolfo Wolf (motometro), Eleuro; l'agronomo Young, l'architetto ·c. Wren (S. Paolo di Londra), il geografo Eliseo Reclus ed i suoi fratelli Elia ed Onesimo, i filosofi Th. Hobbes ed Emerson, gli- storici Hallam, Ieande, Miiller, De· Sismondi, Ancillon, i poeti e letterati Hadams, Wolf, Wieland, Thompon e Young in Inghilterra, Jessner, Lessing e Richt~r in Germania. Non s i trov a un sol generale figlio di pastori : ecclesia abbort'et a sanguine. Veramente nei paesi cattolici la Chiesa pet versare il sangue faceva appello alle braccia secolari. (Dal Pensiero Med,i co). I

CE!flfl BIBLIOORAFICI (Non si recensiscono che i libri per•enuti in dono alla Redazione)

Manuel pratique de Kinésithérapie. In -8°. Paris. Librairie Félix Alcan. Di questo trattato hanno visto recentemente la luc e i seguenti fascicoli: I\T. R. MESNARD, Kinésith~rapie orthopédique, con 91 fig. Fr. 3. L ' A. ha seguito una linea direttiva, un ordine ragionato. E poicl1è le modalità tecniche sono d'import anza essenziale dal punto di vista degli effetti terapeutici, egli ha voluto raffigurare la tecnica corretta accanto a quella incorretta. Studja in modo analitico e metodico la cura delle deviazioni rachidee; si occupa inoltre cl elle deformazioni da rachitis1no, del piede piatto, del torcicollo, ecc. \ ' . WETTERWALD, Maladies de la nutrition; R. LEROY, Maladies de la peau; con 47 figure. Fr 4. Il \Vetterwald tratta prevalentemente delle a lgie, sulla cui terapia egli ha elaborato una tecnica originale ed efficace. (26)

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· Sciatica, nevralgia del trigemino, reumatismo· cronico, ecc., cedono non 4i rado al massaggio, quale viene preconizzato e insegnato dal nostro autore. Nella seconda parte Leroy fa valere l'azione del massaggio sulle dermatosi in genere e su. quelle della faccia in ispecie; ne espone la tecnica; ne precisa le indicazioni e le contro-indi• • caztont .. VI. L. DUREY, Les traumatismes et leurs suites ; con 32 fig . Fr. 4. Ispirandosi ai principi di Lucas-Championnière, ma tenendo anche conto dei progressi realizzati nella chirurgia delle fratture, l' -~. stabilisce le it1dicazioni e contro-indicazioni del trattamento kinesiterapico; dal 'puntc di vista tecnico fa sopratutto opera di pratico, poichè descrive molto minutamente le manipolazioni che si richiedono per le fratture e le lussazio11i più tipiche. Il principio generale che sembra dominare tuttoil lavoro è la ricerca degli effetti rifl~ssi provoca ti da manipolazioni leggere ma precise. VIII. R. HIRSCHBERG, La yééducation motrice; con 36 fig. Fr. 3. Dopo un'esposizione generale dei metodi di rieducazione motrice, l'A. prende in esame le applicazioni ai disturbi motori della tabe dorsale : incoordinazione motrice e ipotonia muscolare; poi s'intrattiene ~ulle paralisi e paresi C'erebrali, spinali e periferiche; poi si occupa dei tics, dimostrando, sulla falsariga di Brissaud, Meige e Feindel, tutto il partito che può tra~si dalla disciplina dei movimenti; infine studia la psicoterapia dei disturbi motori nell'isteria e nella ne· vrastenia. R. B. La nostra Amministrazione offre agli ab bonati del Pollcllnlco, per sole L. 4, franca a domicilio,.

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaea del movimento professionale. I medici condott1: milanesi. - Nel salone della Associazione sanitaria milanese ha avuto luogo un comizio indetto dal Comitato di vigilanza . della sezione milanese dei medici condotti. Apri il con1izio il dott. Filippetti facendo appello alla solidarietà di classe dei medici condotti per la difesa degli interessi comuni. Il segretario della sezione çlott. Socci comunicò le adesioni pervenute ed espose i termini della questione. I/on. Brunelli parlò diffusamente sostenendo che dal lato gluridico i medici condotti hanno avuto un grave danno colla legge che li riguarda. Per citare uno dci fatti più gravi ricordò che l'applicazione dell'art. 99 del regolamento comunale e provinciale rende impossibile ad un medico accusato e condannato da una amministrazione comunale, di difendersi. È cosi sanzionata, per i comuniJ la possibilità di usare impunemente pre· potenze, stabilire sospensioni di stipendio, ecc. L'avv. Calda ra, segretario dell'Associazione dei comuni, fece sue le proteste dei medici condotti. Parlò ancora il dott. Arsuffi, quindi il dott. Pirri presentò un lungo ordine del giorno. In esso, affermato che la legge e i regolamenti sanitari hanno inteso implicitamente di sottrarre questa eategoria di funzionari all'arbitrio dei comuni; che i'art. 99 del regolamento 1911 della leg·ge comunale e provinciale parla genericamente di impiegati, e non considera specificatamente i medici, i veterinari condotti e dei laboratori, ecc.; che se si dovesse applicare l'art. 99 del regolamento suddetto ai medici , questi sarebbero posti in una condizione insostenibile, perchè a loro verrebbe conteso l'appello nel merito del1e questioni che potrebbero essere oggetto di procedimento disciplinare; che i capitolati di condotta sono dei veri e propri contratti bilaterali di locazio11e di opera che le a utorità non possono a loro talento menomare, modificare, manomettere senza il consentimento dell'altra parte contraente; l'assemblea conclude « protestando vivamente contro le amministrazioni che hanno applicato pene disciplinari, o iniziato procedimenti in base all'articolo 99, e contro la nuova giurisprudenza della Giunta provinciale ammini~trativa e della IV Sezione del Consiglio di Stato che mod! fica, anzi sopprime, con interpretazione affatto arbitraria lo stato di diritto dei medici condotti; protesta contro il pernicioso e insano tentativo di modificazione del capitolato da parte dei comuni senza

l'intervento dei medici, e le ritiene come nulle e non avvenute. S'invita il ministro dell'interno a richiamare anche in hase a sue ufficiali disposizioni anteriormente emanate, le autorità alla serena ed imparziale applicazione della legge; fa presente e denunzia all'opinione pubblica il pericolo che la classe sanitaria è il paese di riverbero potrebbero correre, se un conflitto sotto ogni rapporto deplorevolissim~ dovesse insorgere non procedendo e giudicando secondo quanto è stabilito dalle leggi sanitarie; dà mandato alla presidenza Centrale dell'Associazione Nazionale dei Medici condotti perchè metta a disposizione di questa agitazione le forze e i mezzi di cui l'Associazione dispone: « fa voti che la procedura sancita dalle leggi sanitarie per medici veterinari condotti e medici di laboratori sia estesa a tutti i colleghi degli Uffici d'Igiene ». L'ordine del giorno fu approvato all'unanimità. Prima di sciogliere il comizio fu deliberato l'invio del seguente telegramma, firmato dai dottori Filippetti e Brunelli all'on. Giolitti: a Comizio Associazif.>ne Nazionale medici condotti aderenti altre Associazioni sanitarie contro imperversante arbitrario àuplice potere giurisdizionale sui sanitari comunali invoca V. E. provvedere in base agli ufficiali comunicati interpretativi questione, già emanati ~inistero interno. perchè le sanzioni disciplinari siano applicate solo secondo disposizioni leggi e regolamenti sanitari ». Per l'eleggibilità a consiglieri provinciali dei medici condotti. - La Presidenza della Federazione degli Ordini dei Medici comunica il seguente ordine del giorno da essa votato : « La Federazione degli Ordini dei Medici presa visione dell'art. 25 del disegno di legge sull'elettorato amministrativo, deplorando che con esso si sacrifica la ineleggibilità dei medici condotti a consigliere provinciale, fa voti vivissimi perchè nella imminente discussione dinanzi alla Camera sia tolta questa ragione di incompatibilità e sia sanzionato davvero il principio della eleggibilità dei medici condotti i quali potranno portare nei concessi amministrativi provinciali la loro esperienza a vantaggio della salute pubblica in tutte le questioni sanitarie ». I

Pubblicheremo prossimamente: Doctor Cajus, La condotta piena.

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IL POLICLINICO

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. (3848) Impiegati di aziende private - Stabilità.

- Il Dott. L. B. da C. desidera conoc:;cere se essendo stato con recente regolamento esclusi dalla stabilità i medici :fiduciari dei posti di soccorso egli, che trovasi rivestito di tale carica, abbia diritto ad impugnare il provvedimento. Il nuov:o regolamento coll'escludere dal beneiìcio della stabilità i medici :fiduciari dei posti di soccorso non innova per niente il precedente egolamento sotto l'impero del quale Ella fa nominata e che non ammetteva del pari la stabilità. Nessun diritto è stato, quindi, per Lei violato e non ha perciò ragione di ricorrere. (3849) Cure ipodermiche - Pagamento. Il Dott. F. B. da T. chiede cono~cere se e quando si abbia diritto a pagamento per le iniezioni ipodermiche e se ~i sia obbligati a praticarle gratuitamente anche quando esse sieno prescritte da altri medici forestieri. Il medico condotto è obbligato alla cura ed all'assistenza sanitaria. Non può, quindi, preten·dere compenso per quelle iniezioni che all'una od all'altra &i riferis.c ono. Può pretendere compenso solo quando le iniezioni sieno richieste· per rinvigorire l'organismo in assenza di malattie in atto o di eventualità prossima di averle. Lo stesso criterio si deve seguire quando trattisi di iniezioni prescritte. da medici forestieri. (3850) .Sessenni. - Il Dott. F. C. da A. <lesi· dera conoscere quale stipendio abbia diritto di percepire ora e nel 1914 di fronte alla disposizione del capitolato che nell'aumentargli !>assegno dichiarava che ciò avveniva senza pregiudizio dei sessenni passati e futuri Ha diritto di percepire in questo anno lo stipendio di lire 3200, come Ella bene ritiene, in base alla disposizione contenuta · nella deliberazione consiliare portante l'aumento. Per la medesima ragione nel venturo anno 1914 avrà di· ritto di percepire !>aumento di lire 286. (3853) Congedo medici condotti - Supplenza. -11 Dott. G. S. da B. riceve 300 lire annue per la supplenza. Essendo stato l'anno scorso infermo e non avendo potuto perciò prestar servizio, il comune lo ha sostituito con altro sanitario, rifiutandosi di corrispondergli le 300 lire pattuite, a causa delle forti spese all'uopo sostenute. Chiede conoscere se ciò sia ben fatto e se il m ege ordinario di congedo possa essere cumulato con il periodo di assenza per infermità. Se l'infermità si è verificata proprio quando E lla avea l'obbligo di prestare servizio di sup.. plenzal il Comune ha bet;i fatto , perchè le trecento lire erano fissa t e per un servizio che non poteva rendere, ed al quale è stato giuocoforza provve1

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dere altrime!lti. Non è ammissibile la spesa per un supplente del supplente. Il mese ordinario di congedo è assorbito dal periodo di assenza per infermità e ciò deduciamo dal disposto dell'arti· colo 29 del regolamento in cui è detto che in caso di malattia il congedo potrà estendersi fino a 6 n1esi. La parola estendersi indu ce a ritenere che è lo stesso congedo ordinario che, in caso di infermità, si prolunga per altro periodo di tempo. (3854) Schiarimenti. - Al Dott. G. L. da M . che chiede schiarimenti su di una risposta ricevuta precedentemente sotto il n. 3832 rispondiamo che nulla vi ha da modificare o chiarire •a detta ri~ sposta a vendo tanto la famiglia, di cui è parola, quanto il signore reduce dalle Americhe diritto alla cura gratuita. Circa il Capitolato, se esso fu redatto dopo di aver assunto la cura generale. merita del pari piena osservanza salvo impu· gnarlo qualora sieno stati violati diritti acquisiti. Che se per effetto delle nuove disposizioni sia obbligata a sostenere lavoro gravoso e non compatibile e rispondente allo stipendio' che Le fu assegnato, può bene pretendere congruo aumento di stipendio rivolgendosi alla G. P. A. ai sensi dell'articolo 26 della legge. (3859) Ufficiale sanitario. - Il Dott. i\. R. da C. chiede conoscere se essendo medico condotto ed ufficiale sanitario, debba perdere quest'ultimo incarico, per essersi nel paese stabilita un>altra condotta con nuovo titolare. Non vi è alcuna ragione, nello attuale stato di cose, di togliere l'incarico di ':lffi.ciale sanitario a Lei per darlo al collega, il quale nè come condottato nè come privato professionista pare abbia titoli di speciale preferenza. (3860) R ilascio di lib'Yetti di lavoro. - Il Dott. C. K. da """". S. chiede conoscere se abbia diritto a compenso pel rilascio dei certificati medici al· lega ti ai libretti di la voto per i giovanetti operai emigranti. Il rilascio del libretto di la voto pei fanciulli operai si fa senza spesa a carico del privato. Dovrebbero pagarli i municipi, i quali, però; ben di sovente cumulano il compenso dovuto per tale lavoro con l'ordinario assegno che il sanitario riscuote per la carica che riveste. In caso d'insufficienza si può chiedere congruo aumento di stipendio dalla G. P. A. a' sensi dell'articolo 26 della legge. (3862) Pensione. Al Dott. A. C. da S. S. rispondiamo che al 31 dicembre i9r3 non potrà liquidare alcuna pensione perchè in quella epoca non avrà compiti 25 anni di servizio, quanti ne occorrono per ottenere un assegno vitalizio minimo . (3863 ) Trasporto del medi~o - Visite ad osterie. - Il Dott. P. O. B. da S. Q. d'O. desidera co-

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noscere 43e possa obbligarsi un vetturino dal sin. daco o dai RR. CC. a trasportare un medico urgentemente chiamato da un infermo e se possa esser:.:: vi~itata la bottega di un oste durante le ore in cui essa è chiusa ed alla presenza non del titolare proprietario ma di qualche familiare. Il vetturino non può essere legalmente obbligato a trasportare il medico presso l'infermo, che lo richiede, salvo eventuali eccezioni· che fossero incluse nel regolamento locale pel corso pubblico. La bottega dell'oste può essere ispezionata solo nelle ore in cui l'eserclzio è aperto. Anche un familiare può assistere alla ispezione stessa. Doctor JUSTITIA.

Nomine, promozioni e onorificenze. Il nostro capo-redattore per la chirurgia profe$sor Tito Ferretti è stato chiamato a dirigere l'Arcispedale di Santo Spiri.to e la sezione chirur• gica annessa. In questa nuova carica di alta fiducia l'illustre e valente chirurgo saprà far emergere le rare sue doti d'organizzazione, le quali hanno sempre reso il II pad;glione da lui diretto al Policlinico Um· berto I un padiglione modello. I suoi amici formulano un augurio: ad malora I. A. V. L'imperatore di Germania ha conferito « motu proprio » la grande decorazione dell'Aquila Rossa al nostro generale medico comm. Claudio Sforza per le benemerenze da questi acquistate durante ' la guerra libica dal novembre r9rr al maggio 1912, quando, come direttore di tutti i servizi sanitari militari e civili, egli seppe tutelare la salute delle truppe e della popolazione indigena contro le minaccianti epidemie. La stessa motivazione aveva valso all;eminente sanitario la nomina a commendatore dell'Ordine di SS. Maurizio e Lazzaro, conferitagli dal nostro Sovrano. Il dott. Bobbio cav. Eugenio, colonnello medico, è promosso maggiore generale medico e nominato ispettore di sanità militare. Il dott. Giovanni Antonelli, aiuto alla R. Clinica medica di Roma, ha conseguito, per titoli e per esame. la libera docenza in patologia speciale medica svolgendo brillantemente la lezione di prova il cui tema sorteggiato trattava delle nefriti croniche. La Commissione esaminatrice com posta dei professori Zeri e Rossoni di Roma, Schupfer di F'irenze e l\~atoni di Napoli, fu presieduta dall'on. senatore Todaro e conferi, con plauso, il titolo a pieni voti. Al valoroso giovane neo professore le nostre cordiali congratulazioni. L. :P. L'Accademia Francese di Parigi ha conferito il premio « Boquette-Gouin , per opere di filosofia, politica e let~ratura giudicate suscettibili d'inspirate l'amore del vero, del bello e del bene, al prof. Grasset, direttore della Clinica medica di Montepellier, il quale ha deciso di devolvere questa alta ricompensa per la sua atti vi tà letteraria alla Facoltà medica cti Montpellier con lo scopo « di aiutare e incoraggiare i giovani ». •

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Condotte e Concorsi. ALPIGNANO (Torino). - Medico chirurgo; L. l 500, I,. 150 quale uff. sanit. e L. 200 dall'Opera Pia Arpino. Scad. 30 giugno. . _J\..sTI (Alessandria). - Condotta per Bricco Passio; J,. 1800, L . 200 per supplenza e 4 sessenni. Scad. 30 giugno. ~ARI~A~DO (Cagliari). - . Condotta piena; 3089

ab1tant1 circa, del consorzio con Loceri; L. 3700. Scad. 30 giugno.

BORGOMASINO (Tor·i no). - Condotto e uff. sanitario consorziale con Maglione; L. 2000 compreso l'alloggio (valutato L. 95) e L. 200 per supplenza, cura 60 poveri circa, visita giornaliera a Maglion~ distante km. 2 circa. Scad. 15 luglio. CAMPIGLIO CERVA (Novara). Condotta con Guittengo e San Paolo Cervo, sede in Bologna ; L. 7200 e L. 150 quale uff. san. Scad. 20 giug.

* CAPIZZONE

Medico consorziale; L. 4000 aument., in corso pratiche servizio cavalcatura, non più di 40 anni. s. e. r. Abit. 3430. Scad. 31 luglio. CASALNOCETO (Atessa·n dria). - Condotta piena; L_. 5000 lorde e L. 500 quale uff. san. Scad. 25 giugno. CASTELGRANDE (Potenza). - Condotta P,ei poveri, circa roo famiglie; L . rooo; ab. r7os. Scadenza 24 ·giugno. CA.STELLAMMARE DI STABIA (Napoli). - Concorso per esame · e per titoli al posto di direttore del Dispensario celtico; L. 600. Rivolgersi alla Segreteria del Comune. Scad. 20 giugno. (BeYgamo). -

CAV ARZERE (Venezia). - Condotta per Rottanova; L. 3000 e 4 sessenni, L. ~oo per mezzo di trasporto, alloggio o indennità dt I,. 500. Soli poveri. Scad. r5 giugno. CENTO (F-eYrara). - Medico assistente dell'Ospedale; L. 1200 lorde, vitto ed alloggio nell'interno dell'istituto , illuminazione ~ riscaldamento. Scad. 3·1 luglio. CHIANCIANO (Siena ). - la condotta piena; ab. 2988; L. 3225 con due sesenni e L. lOo per sup· plenza al collega; diritto al mezzo di trasporto per distanze superiori ad r km. dal paese. Scad. 2 luglio. CORTENDOVA AI. PIANO (B~rgamo). - Condotta; ab. 690 al centro e 594 nelle frazioni; L. 3400 lorde. Servizio entro r 5 giorni dalla partecip. di nom. Scad. ro luglio. * COSTACCIARO (PeYugia) . - Condotta; L. 3000 poveri e L. 1500 abbienti, 4 sessenni, L. roo fin. chè disimpegnerà carica uff. san., L. 600 per cavale. e L. 200 calcolate per fitto di conveniente alloggio, ovvero in numerario, as~icurazione L. 40. Scad. 30 giug. DOMUSDEMARI.\ (Cagliari). - Condotta piena; L. 2687. 50 e se accettato, con s ua domanda, dal Ministero della Marina, medico del semaforo Capo Spartivento. Scad. 30 giugno. FIORENZUOLA D' _.i\RDA (Piace·tiza). - Condotta del riparto ovest; a~. 4500. de1 quali .800 _circa iscritti nell'elenco dei poveri; L.3800 pe1 soli po' (29)


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veri. lorde, con tre sessenni ; pei non poveri L. l a visita nell'interno e L. T .50 nel distretto ~urale; L. 50 pel carcere. Scad. 20 giugno. GENOVA. Deputazione provinciale . - Medico alie: nista assi sten te nel manicomio di Cogoleto. Presentare entro il 26 giugno, ore r2. la domanda con i documenti di rito. Limite d'età anni 30. Stipendio 3000 lorde {salvi i miglioramenti che ' potessero venire delibera ti per l'avvenire). Vitto e alloggio. La graduatoria rimarrà aperta per un anno dalla chiusura del concorso per tutti i posti che si rendessero vacanti. Per schiarime11ti rivolgersi alla segreteria della Deputazione. _LACONI {Cagli'ari). - Condotta interinale per la generalità; L . 300 mensili fino al 3r dic. 19r3. Rivolgersi al Sindaco. Scad. 30 giug. MALEGNO (Brescz'a). - Consorzio; l". 4550, cura piena, senza obbligo cavallo. Scad. 20 giugno. OVINDOLI (Aquila) . . - Condotta; L. 3000 pei poveri, L. 500 per gli abb., L. reo quale uff . s., L. 200 per cav., L. 300 rinunziando al mese di congedo, lorde; tre sessenni. Servizio entro 15 giorni dalla partecip. di nomiµ&. Scad. 30 giugno. • 0ZIERI (Sassari). Condotta pei poveri; L. 1800.. Scad. 20 giugno. PADOVA (Ospedale Civile). - Assistente; L. 1400 . lorde; stanza; medaglia di presenza di L. 5 per ogni servizio di guardia. Nomina e conferma biennali. Scad. 30 giugno. PIAN CAS'tAGNAIO (Siena). - Due condotte a cura piena, L. 3400, un sessennio, L. 600 cavallo, ab. 4691. Scad. 20 giugno. PIANDIMELETO (Pe~ aro Ut'bi'no). Condotta consortile del 1° reparto; L. 3300, cura piena, due sessenni di L. 300, L. 200 se uff. san. e L. 137.50 per supplenza reciproca tra i due medici. Non più di 40 anni, s. e. r . Scad. 30 giug. PIMONTE {Napoli). Congregazione di carità. Condotta piena ; L. 2000 nette di ~· M., delle quali L. 300 per gli abbienti, L. 100 per i servizi vaccinici e necroscopici, oltre L. 200 lorde di R. M. quale uff. san. Rivolgersi alla .?residenza. Età massima 55 anni. Scad. 30 giugno . PONTE SAN PIETRO (Bergamo ). _ · Due condotte consorziali a L. 3800 e L. 4200, oltre L. 250 all'uff~ san. Scad. 20 giug. * POPPI (.4 Yezzo) . - Condotta piena per Badia Prataglia; L. 3000; ab. 980 circa; obbl. 'tenuta arm. farm., esonero cavale. Scad. 20 giug. QUITTENGO (Novara). - 2a condotta consorziale; L. 1200 e L. 150 quale uff. san.; ab. 1700 circa. Scad 20 giugno. RANZANICO (Bergam o). -- Condotta con Bianzano; ab. 1602; L. 3250, oltre L. 200 d'indennità alloggi o, con tre sessenni. Se ad. 30 gi u g. 1

REGGIO NELL'EMILIA. R . Pt'efettura. - Secondo medico assistente presso il l\fanicomio gi udìziario ; L. 1200 ; titoli. Età massima 40 anni. Rivolgersi alla segreteria della Deputazione. Chiedere l'avviso. Scad. 30 giug. R OCHETTA (Atessandt'ia). - A tutto 25 giugno condotta consorziale; L. 1500 lorde pei poveri (100 approssimativamente) e r~. 200 per le mansioni di u:ff. san., senza obb. cav. Servizio entro 15 giorni dalla nomina. (30)

*S~A~DASOLE (Pavz'a). -

Condotta per r200 abitanti circa; I_J. 3250 aument. Scad. 30 giugno. SCANSANO (Grosseto). - Cercasi assistente ospe· dale; L. 1800 senza obbligo di guardia. Rivolgersi al Direttore. SrURGUS (Cagliari). - ~c.insorzio con Donigala; L. 4200 nette compreso compenso arm. farm., abitanti rgoo. Scad. 30 giug. TEOR (Udine). - Condotta libera; L. 3600 e L. 100 quale uff. san. Proroga al 22 giugno. TOLFA (Roma). - Seconda condotta; L . 4300, esonero cavale.; conged.Q due mesi. Scad. 30 giug. URI {Sassari). - Condotta piena; L. 3500 nette aument. a L~ 4000 con la stabilità. Scad. 30 giug. VALMONTONE (Roma). - L. 1800 pei noveri, L. 1200 per gli abbienti e L. 100 pel carcere . Scadenza 30 giugno. / · VENEZIA. Istituto Provinciale degli Esposti. Medico assistente : L. 1500 lorde di- R. M. e al1<;>ggio personale. Età massima 30 anni. Scad. 30 giugno. . . . VENEZrA. Ospedale civi'le. Assistente di raclasse: ~. r 500 e alloggio; esami. Docum. al Cohsiglio di amministra7ione, non oltre le ore 17 del 30 giugno. Chiedere l'annunzio. , PERUGIA. Universi'tà degli studi. - Professore straordinario di fisiologia: L. 2100 e 3 quinquenni del decimo. Domanda e documenti all'ufficio rettorale. Scad. 30 giugno. PISA. R. Uni·versità. - Concorso ad otto posti di assistente volontario nella Clinica chirurgica per le ferie estivo-autunnali i9r3. I dottori di medici~a e chirurgia, che desiderano essere proposti al Rettore per la nomina, debbono mandare la loro domanda in carta semplice, corredata di quei documenti che crederanno unire, al direttore prof. A . Ceci non più tardi del 15 del mese di l11glio prossimo, Il servizio, che è uguale a quello di assistente effettivo, durerà dal r 0 agosto al 31 ottobre e sarà sen-za retribuzione. 1J no degli assistenti, ove ne esprima il desiderio, potrà essere destinato esclusivamente ad osservaz!oni e ricerche scientifiche. Cercasi interino per un mese. Celleno (Viterbo) 1500 abitanti . lire r5 al giorno dal 15 giugno. Rivolgersi al sig. Nicola Tolentino, via Principe Eugenio 60 . •

Cercasi subito per il Consorzio sanitario di Rovetta {Bèrgamo) un medico chirurgo supplente p er la durata di mesi 10-11. Stipendio 450 men· sili lorde:· qualche incerto. Alloggio vuoto di 5-6 ambienti. Posizione amena, popolazione buona, strade ottime. Il servizio può disimpegnarsi bene con la bicicletta; volendo servirsi della vettura costerebbe lire 3. 50 giro completo. Rovetta è a 2 chilometri dalla ferrovia ed è luogo di villeggiatura; dista 2 chilometri da Clusone, capoluogo di circondario. Possibilità di sostituire entro i IO · l l mesi di supplenza per 20 giorni un collega viciniore con la diaria di lire 16 . 50. Rivolgersi al ti talare della ·condotta di Rovetta dott. Egidio delli Ponti ad Acqua te su Lecco (Como). •


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SEZIONE PRKTICA

Medico-chirurgo accetta per vari mesi oltre il 20 gi11gno. buon interinato ovunque. Scrivere: dott. G. Pazzi, .assistente volontario nella Clinica medica. Policlinico. Roma. Medico chirurgo pratico condotta, alcuni anni aurea, accetterebbe buoni interinati nei mesi di agosto o settembre, preferibilmente in montagna o vicino al mare. Scrivere libretto ferroviario n. 21914, posta Parma. ·· Medico giovane, scapolo. sette anni di servizio in condotta, ottime referenze, accetterebbe interinato per un mese o poco più in paese di buon'aria. Per informazioni rivolgersi al dottor Ciro Suppa medico condotto di Monte Celio (Roma). Sono segnati con un Asterisco • i concorsi che ci risultano dif· fidati dalle sjngole Assodaztoni Sanitarie professionali. Sono segnati con due asterischi •• l concorsi che cl risultano boicottati dalla Federazione delle Associaz ioni Sanitarie Italia ne

Diffide e baicot taggi.

Ci si comunica: Prego sia diffidato, nel prossimo numero del u Policlinico », la vacante condotta di Corbara, nel comune di Orvieto, e che nessuno accetti interinato se ·non ad alta tariffa, L . 25 nette e al • giorno. Il Pres. della Sez. Orvietana dell'A. N. M. C. Dott. A. COLSOI,MI. L'avviso di diffida pubblicato nello scorso num ero per il posto di chirurgo primario all'Ospedale e città di Fermo dev'essere cosi corretto nell'ultimo periodo: Si diffidano quindi i colleghi a non volere assumer~ per detta condotta servizio interinale se non per i soli poveri e con una diaria non inferiore a lire 2 0 .

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CARLSBAD. La Lega dei· medi ci apre un concorso a prerr.d o sul tema « Il trattamento del diabete mellito con speciale riguardo alla balneoterapia ». Sono stanziate all'uopo 5000 corone, da assegnare in uno, due o tre premi. Il termine per la consegna dei lavori, i quali potranno essere scritti in qualsiasi lingua, scade col 31 dicembre 1913. Per ulteriori informazioni rivolgersi alla • Vereinigung Karlsbader Aerzte » , K2rlsbad (Austria). PARIGI. Académi·a des sciences: Premio La Coze, Fr. 10,000 per il miglior lavoro di fisiologia. Scadenza 31 dicembre 1913. - Premio Dusgate. Fr. 2 0 , 000 : « Diagnosi di morte ».Scadenza 31 dicembre 19 13. ROMA. Aecadem·ia dei' J_incei: Premio Reale di L. l o,ooo: « Fisiologia normale e patologia ». Scadenza 31 dicembre 1913. Due premi di lire looo per una memoria sul tema: « Adattamento funzionale degli arti tra umatizzati »', Tre esemplari stampati, o scritti a macchina, fine al gennaio 1914 all'Istituto di medicina legale di Roma, Isola Tiberina. TORINO. R. Accademia Medica: Premio Riberi di lire 2 0 , 000. Lavoro scientifico da cui sia conseguito un notevole progresso nelle scienze mediche. Scadenza 31 dicembre 1913. VENEZIA. Società I taliana di oto-1in o-laringoiat1'ia: Stipendio di lire l ooo : cc Profila ssi della sordità nei bambini ». Manoscritti al dott. Pa·telli, Venezia . Scadenza 31 ottobre 1913.

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~DICINA P~ovvedimentl

SOCIALE

per combattere I'alcooll'\1no.

Ri porJ:iamo integralmente Ja prin1a parte della Relàzione che precede la 11roposta delle modificazioni da introdursi nel progetto di legge contro l'alcoolismo già approvato dal Senato, presentata . dall'on. Molina alla Camera . Onorevoli colleghi/ L' aggravarsi costante, progressivo dei mali prodotti dall'abu'3o delle bev ande alcooliche in molte regioni d'Italia ; l'aumento impressionante dei degenerati e dei maniaci per ereditarietà alcoolica ; il raddoppiarsi del numero annuale dei morti per alcoolismo dimostrato dalle statistiche nel periodo di un ventennio e cioè dal 1899 al 1908, indussero il Governo d el Re a proporre alla vostra approvazione, onorevoli colleghi, dei provved~mentf legislativi che valgano a li.mitare il velenoso male, a frenare la obbrobriosa tendenza. Da un ventennio almeno è risuonato il grido d'a~larme em~sso da uomini eminenti e studiosi che constatarono l 'apparire in Italia del pericoloso fenomeno che funesta gravemente altri popoli, e ne misurarono le terribili C'onseguenze La nobile campagna fu perseguita con fervore di apostoli 2.nche da nostri illustri colleghi : a titolo di onore, citerò gli ultimi che parlarono della materia con profondo sapere e caida ed efficace eloquenza, cioè gli onorevoli Zerboglio, Ellero e Bianchi Leonardo. , Dell'onorevole Zerboglio dirò più innanzi. L'onorevole Bianchi Leonardo dimostrò come l'epilessia, la criminalità, la follia traggono bene spesso origine dall'abuso delle bevan1i e alcooliche, specialmente quelle ottenute per distillazione o mercè l'associazione con alcool metilico, con alcools aromatizzati e simili , e ci fece un quadro abbastanza grave d ella progressiva degenerazione della razza, concludendo che « un gran numero di idioti , imbecilli, nevrast enici, fiacchi, svogliati, v agabondi, inadattabili, impulsivi, son o figli d i alcoolizza ti » . L'onorevole Ellero, in un s uo magnifico discor so pronunciato in quest'aula nella sedu ta del 1 ° giugno 1910 e parlando sul bilancio dell 'int erno, si occupò dell'argomento in rapporto a lla delinquenza dei minorenni. Egli ci disse ch e la. m ala influenza dell'alcool nella delinquenza appunto dei minorenni « non è soltanto rappresentata purtroppo dalla precoce intemperanza a lcoolica di codesti adolescenti ; ma essa si esercita insidiosamente n elle sorgenti prime della loro vita «. « Non dimentichiamo, aggiunge l'onorevole Ellero, che ben oltre la metà dei giovani rinchiusi nelle carceri ed internati nei riforma t orii proviene da genitori beoni. E questo fatto non vi dice (31)


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soltanto la mala influenza di un ambiente fami- lett;ve per istruzione e per sport che trovano gliare inquinato di vizio; ma denuncia un fatto attualmente uno dei loro maggiori ostacoli nel fisiopatologico più gravemente contaminatore l> . costo elevato dei mezzi di trasporto ». Ma nè l'onorevole Bianchi, nè l'onorevole ElLa vostra Commissione, onorevoli colleghi, pur lero. mentre denunciano i mali, suggeriscono mezzi non ritenendo essere il disegno di legge ora in diretti e immediati per combatterli . e lo stesso esame sede opportuna per modificazioni alla legge onorevole Ellero riconosce che (< il rimedio contro sui ribassi ferroviari, si associa tuttavia ai conla piaga dell'alcoolismo, seminìo di tante altre cetti espressi dall'onorevole Zerboglio e li segnala piaghe individuali e sociali, non può risolversi in con speciale raccomandazione al Governo, perchè quell'eterno semplicismo di tutto accollare, tutto nel comples::;o di quel1'azione educatrice che dorimettere ai pubblici poteri ». , vrà integrare la opera legislativa contro l'alcooNon v'ha dubbio che la lotta contro l'alcoolismo lismo si favorisca appunto l'esodo festivo delle ' debba imperniarsi sopratutto sulla educazione masse operaie dalle bettole urbàne con gite sane morale, igienica e civile del popolo, più che so- ed istruttive alla campagna ed ai monti. pra mezzi coercitivi stabiliti per legge la cui efficacia è assai relativa quando non sia accompagnata dal buon costume. *** Tuttavia i provvedimenti legislativi po~sono L'Italia, iniziando oggi con pr0vvedimenti leefficacemente integrare 1 opera educatrice, tanto gislativi la lotta contro l'alcoolismo, segue l'e· più quando i primi si'ano intesi a ra~ionalmente sempio datole da quasi tutti quegli Stati del disciplinare lo smercio delle bevande alcooliche inondo c he sono afflitti dal doloroso flagello. con possibile vantaggio, od almeno col minor Un rapidissimo cenno di quanto si è fatto aldanno, della salute pubblica. . trove valga ad illuminarci sul non facile problema Qui mi cade acconcio ricordare il notevole di- e dall'esperienza altrui trarre ammaestramento scorso pronu:iciato dall'onorevole Zerboglio nella per noi.• seduta del 16 marzo ~g10 svolgendo una sua inI sistemi adottati nei vari Paesi si possono ria• terpellanza al ministro dell'interno per sapere se sumere 1n: non sentisse l'urgente necessità di promuovere monopolio di Stato; un'azione legislativa e di governo per combattere limitazioni di orario e di licenze di esercizio; l'alcoolismo. · divieto di traffico delle bevande spiritose; L 'onorevole Zerboglio non si limitò alla parte opzione locale; critica, nè alla semplice enuncìazione dolorosa sistema di Gotemburg. del male e delle sue spaventevoli conseguenze, Il sistema monopolistico è stato adottato dalla ma propose mezzi diretti e indiritti per combat- Svizzera e dalla Russia. Nella Svizzera il monopolio riguarda la rettifiterlo. Diretti, la riduziont ad esempio degli spacci cazione e la vendita all'ingrosso dell'alcool, libedi liquori, il monopolio statale degli spiriti; indi- rando così il mercato delle bevande dagli alcools retti, la propaganda anti-alcoolica nelle scuole, impuri che le trasformano in altrettanti veleni per l'igiene pubblica. nelle caserme, in pubblici comizi. In Rqssia in vece si è monopolizzata la rettifiE mi piace ricordare altresi ~na nuova e recente manifestazione dell'onorevole Zerboglio nella cazione dell'alcool e la vendita al minuto, che nobile iniziativa, e cioè una sua interessante re- viene effettuata in spacci governativi da appositi lazione al convegno << P. er il monte e contro impiegati dello Stato. l'alcool » tenutosi in Como nello scorso marzo, Il monopolio di Stato per la vendita al minuto relazione che concludeva coll'ordine del giorno delle bevande alcooliche vige anche nella Carolina del Sud, con limitazioni di quantità per ciascun che qui trascrivo: « Il convegno, ritenuto che uno dei modi più ·acquirente. È dubbia assai però l'efficacia del monopolio efficaci per combattere l'alcoolismo sia quello di sostituire all'apparente vigoria prodotta dall'al- di Stato per reprimere l'alcoolismo contrastando cool e dalle insidiose gioie della ebbrezza, il be- troppo un simile fine con l'interesse fiscale del nessere fisico e morale, che deriva dalla coltura pubblico erario. Il criterio delle limitazioni è seguito: e dal sano esercizio del corpo, fa voti perchè Dall'Inghilterra, che con recente legge ha grannella legge che sta per discutersi alta Camera contro l'alcoolismo, si aggiunga un'esplicita di· demente ridotto il numero dei bars; che impone sposizione che faccia obbligo alla Direzione delle la loro chiusura nei giorni di lotte elettorali ; che ne limita a tre ore l'apertura nelle domeniche; ferrovie, di agevolare, con opportuni ribassi nei viaggi anche pei treni diretti - le gite col- che ne impedisce l'ingresso ai bambini. (

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Dall'Olanda, che fissa l'orario per la vendita Non vi sono ancora elementi sufficienti per giudelle bevande alcooliche dalle ore 7 alle 23 nei dicare dai risultati fin qui ottenuti della efficacia giorni feriali e dalle 14 alle 23 nei festivi; che comparativa fra i vari sistemi. È certo che il limita il quantitativo di acquisto da parte del metodo della proibizione assoluta dell'uso di beconsumatore; cl•e vieta l'impiego delle donne nei vande alcooliche di qualsiasi genere, se di possibars e l'ingresso ai fanciulli di età inferiore ai bile attuazione, sarebbe il tocca -sana della piaga sedici anni se non sono accompagnati. dell'alcoolismo. Dalla Spagna, che vieta la vendita delle be, Ma se un simile eccesso di prevenzione può vande alcooliche nelle domeniche. essere consigliabile nei paesi dove non si bevono Dalla Francia, che limita la distanza degli eser- ~he liquori ad altissima alcoolicità, non è conce· cizi di vetJdita a 1 minuto di bevande alcooliche pibile in plaghe ridenti e ubertose come la nostra dalle chiese, dai cimiteri, dalle scuole e simili ; ove la vite germoglia dovunque in verdi e rigoche punisce la somministrazione di dette bevande gliosi pampini e costituisce co"i gran parte della ricchezza nazionale. ai minori di sedici anni ed agli ubbriachi. . Contemperare adunque l'interesse della pubblica Dal Cile, che a somiglianza della Francia al· lontana gli spacci di bevande alcooliche di al· igiene con <JUello della economia pubblica in modo che ambo i fini possano armonizzare nei risultati meno 250 metri dalle chiese, dalle scuole, dagli è sana opera di governo e legislativa e a ques t o istituti di beneficenza; che vieta la vendita dei intento appunto . la vostra Commissione, onoreliquori nei teatri e simili, e nelle stazioni ferro• • voli colleghi, ha rivolte le sue cure nello studio v1ar1e. dei provvedimenti che sono oggetto della vostra Il divieto di traffico delle bevande spiritose è discussione. assoluto in buona parte degli Stati Uniti, ove è vietato il commercio in genere delle bevande alcooliche, salvo che per uso terapeutico e scientifico. NOTIZIE DIVERSE Il divieto è parziale, con tendenza a rendersi assoluto nel Canadà, nella Nuova Zelanda, in Per il Congresso Internazionale di Medicina (Londra 6-12 agosto). ~ varie parti della Co~federazione Australiana. Il sen. prof. E. Maragliano, nella sua qualità In Europa vige il divieto assoluto in Islanda di Delegato per l'Italia della Commissione pere nelle isole Faroe. È parziale in Scandinavia. manente dei Congressi Internazionali di Medicina , L'opzione locale è una specie di diritto di di- ha convocato per domenica 15 giugno alle ore ro vieto o di limitazioni nel commercio delle be- nell'aula VI della Università di Roma i corpi sa· vande alcooliche che è riconosciuto da alcuni nitari dello stato, i presidi delle facoltà mediche delle università italiane. quelli · degli istituti cliStati ai loro Enti locali. nici e delle scuole di medicina veterinaria , le Essi sono parte degli Stati Uniti, del Canadà, Accademie e Società mediche e chirurgiche e della N uova Zelanda e dell'Australia. ~onchè li- . delle singole specialità, l'Associazione scientifica mitatamente allo smercio dell'acquavite la Fin:- della Stampa Medica, per addivenire alla nomina del Comitato Italiano. secondo le disposizioni landia e la Scandinavia. · dell'art. 6 del Regolamento Generale dei Congressi Assai interessante è il sistema cosi detto di Go- Internazionali. · temburg, il quale trae il suo nome dalla città omonima ove fu instaurato per la prima volta IV Congresso della Associazione Italiana dei direttori sanitari degli ospedali. nel 1866. Esso si basa sulla soppressione dell'interesse Il 16 corrente si riunisce in Bergamo questo Congresso, nella sala del Consiglio provinciale, personale da parte del venditore delle bevande gentilmente concessa. . . . alcooliche e che perciq trascura tutte le allettaIl procrramma reca le seguenti relaz1on1: tive che inducano altrui ad ·entrare nello spaccio La donna nell'assistenza immediata ospedae a bere. Un simile sistema è naturalmente pos- liera . . Dott. G. Guicciardi. Capitolate> e posizi~ne del d.irettore nei grandi sibile soltanto nella coesistenza di istituzioni fi. . . lantropiche che lo esercitano con legge d i mo- ospedali. - Prof. De H1eronyn;i1s . Capitolato modello per g~1 ?spedal1 mtnor1 .. nopolio. Prof. E . Pelicelli, dott. SecchtPrt e dott. Fabbri. Vige in varie città della Svezia, della Norvegia Sulla tabella diE'tetica neg~ i ospedali. - Proe della Fjnlandia , dove esistono appunto delle fessor E. Ronzani. Scuole per la immediata assistenza. - ProSocietà che ottengono dal Governo o dall'autorià fe8sor lVI . Varanini. . . municipale il diritto di aprire sp~cci di acquaU rgenza di una legislazior:ie per gli es~o~tt .e vite e che de~tinano l'utile ritratto oltre il 5 per l'infanzia abbandonata e funzt~ne ~e1 med1c1 dt: rettori dei brefotrofi. - Dott. Gtorgt, prof. Grass1 cento dovuto per interessi al ca pitale, a opere di e prof . e;.. Finizio. beneficenza o di interesse pubblico .

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La trasformazione e il concentramento delle Opere pie e degli Istituti ad esse equiparati, in rapporto ai. cresci~ti bisogni dell'ass!stenza ospe· daliera e a1 1 mezzi per provvedervi. - Dott. T . Betti. Sono preannunziate le seguenti com~icaz~oni; Della funzione dell'economo negli Istituti ospedalieri. - Dott. ~· Pugliesi. Della necessità di accordare prestiti di favore per la costruzione e l ampliamento degli ospedali. - Prof. L. Baldassari. Dei rapporti fra cliniche ed ospedali. - Professor A. Riva. Sulla opportunità di assi~urar~ il personale ospedaliero. - Prof. F. Zambianchi. . Sulla organizzazione di un ospedale per 1 bambini. - Prof. C. Cattaneo. Dell'ammissione dei malati in ospedale in seguito ad ordinanza dei Sindaci in rapporto ~Ila rifusione della spedalità. - Prof. L. Baldassar1. Sulla opportunità che negli esami di co11:co~so ai posti di assisten~e ed aiuto ~'ospedale s~a inclusa una prova d'igiene e tecnica ospedaliera. Prof. Ronzani. . I4a posizione de~ saD:itar~ degli .ospedali di fronte agli ammalati abbienti accol~i nelle s~le comuni e nelle stanze separate degli ospedali. Dott. G. Oriani. Sulla opport.uni~à di unificare e c:o?~dinare I 'assistenza osp1tal1era a quella domiciliare. • Prof. A. Campani. . Presidente del Comitato ordinatore è 11 dottor prof . M. Varanini; segretario-economo il dottor G. Salvetti, Ospedale Maggiore, Bergamo.. 1

Il IV Congresso nazionale per le malattie del lavoro tmalattie professionali) si è svolto in questi giorni a Roma, assumendo importanza notevolissima. . Ne daremo una relazione sufficientemente ampia espressamente redatta dal prof. Vasco Forlì. Congresso di Igienistio L'associazione degli Igienisti Italiani si adunerà nell'ottobre a ~ilano e tratt~rà i seguenti temi: 10 « I trattamenti per rendere potabili le acque allo stato attuale delle nostre cognizioni.». - Pro~. Bertarelli, Ing. Vanni, Prof. Ottolenghi, relatori. 20 « Analisi chimica e batteriologica delle acq0:e e giudizi di salubrità di queste ». - Prof. BordowUffreduzzi e Prof. Maggiora, relatori. . . 3° << Tubazioni in ghisa e altri m~terial~ contenenti ferro in rapporto alla formazione di tu~er­ coli ferruainosi e al rammollimento del materiale delle condutture ». - Prof. Casagrandi, Dott. :Binagbi, relatori, . 4° u Insegnamento dell'igiene ai maestn elementari ». - Prof. Di Vestea, relatore. 5° « Lacune legislative nella lotta contro. la malaria e proposte relative )) - Prof. Gualdi, relatore. Convegno nazionale dei medici scolastici italiani. In occasione del Congresso su menzionato ~aran­ no convocati a Milano tutti i medici ispettori delle scuole per un primo convegno nazionale allo. scopo d i intendersi ~ul modo di promuovere lo sviluppo della isoezione medico-scolastica in Italia. ~

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XII Congresso internazionale di oftalmologia. Come abbiamo già annunziato, si terrà nell'agosto 1914, sotto l'alta protezione dello Czar. a Pietroburgo. La presidenza onoraria del Congresso è stata affidata al prof. Angelucci di Napoli. Un ufficio centrale pet" l'organizzazione .è costituito sotto la presidenza del r>rof. Bellarm1nofi. Lingue ufficiali saranno il francese, il tedesco, l'inglese . l'italiano, lo spagnu?lo e ~l russo. . . L'Italia ha come membri corrispondenti tl prof. Angelucci di N apoli, il prof. Neuschiiler di Roma, il prof. Lodato di Palermo. . . Temi ufficiali del Congresso sono: 1° l'etiologia · del tracoma; 2 ° la nutrizione dell'occhio. Tasse d'iscrizione: 25 franchi per i membri e 10 per le persone di famiglia. Le adesioni e le comunicazioni dovranno essere inviate all'Ufficio centrale: St.-Pétersbourg, Ho· pita! ophtalmologique, Mochowaja 38, dott. Th. German. La legge contro l'alcoolismo. Mentre il giornale va in ma~hi~a è in ~iscus­ sione alla Camera dei Deputat11l disegno ~1 legge sui provvedimenti per combattere l'alcoolismo. È stata esaurita la discussione generale. Ad alcune osservazioni degli on. Biancll;i \ Eller?, Pieraccini e Cavagnari, seguì la replica del presidente del Consiglio on. Giolitti, sostenuto efficacemente dall'on. L. Luzzatti. Daremo un breve resoconto della discussione nel prossimo numero. Intanto riportiamo in ~ltra rubrica del giornale la prima parte della relazione che precede il disegno di legge. 7

.,

I poveri ai fanghi di Acqui. Il z giugno alla Camera dei ~eputati l'on~~e­ vole Falcioni, sotto-segretario. di Stato. per I interno, rispondendo ad una tnter.rogazione dell'on. Bignami, ha dich~arato che .11 G<?vern? h~ predisposto per l'ampl1amento. c:te1 locali d_estina~ alla cura dei poveri nello stab1l1~ento. det fanghi di Acqui. Ha assicurato esser~ intendimento d~l Governo di estendere al maggior numero possibile di poveri questo beneficio. . . L'on. Bignami ha preso atto con sodd1sfaz1one! osservando che si potrebbero istit~ire anche d~i posti semi gratuit~ . a~ cui ~antenimel?-to ~0D:tr1: buirebbero i Cotnltat1 locali e le Istituzioni dt beneficenza. Una nave-scuola-sanatorio per faneiulli prèdisposti. Il Comitato romano delle Colonie estive ~arin~ e montane per gli alunni poveri bisognosi di cure delle scuole comunali di Roma - il quale, nel brev:e giro di sei anni, ha potut.o svolg~re una meravigliosa opera di rigener.azio~e fi~ica e. mora!~ a beneficio di circa duemila piccoli esseri debolJ .e predisposti - mira adesso a far sor~~r~ Colome permanenti sul mare per rendere ptu intensa e più sicuramente efficac~ _la c~ra .. ~~ p~o~o~s~ una inchiesta fra alcuni tllust~i cl1n1ci ,.e ~gie~1st1 d 'Italia, onde conoscerne il pensiero s~ll 1stituz1~ne di una Colonia estiva per fanciulli scrofolosi e predisposti in una nave opportuname~te ada~­ tata, collocando questa in _un porto. sicuro o in una baia delle p rossime spiagge marine, e accer-


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tare se la stessa nave possa col tempo essere utilme~te trasfor.n1ata in Colonia permanente o Sana: torio galleggiante, per la prevenzione e la cura della tubercolosi nei piccoli . In massima, e fatte poche riserve, le risposte ottenute so~o sta te fa v-0revoli, da quella del professor ·Murri a quella 'del prof. Badaloni. Sulla base di pareri così autorevoli, il Comitato r<:>m~no pro Colonie si accinge a tentare la nobile impresa col proposito di tradurla in atto nel più breve termine possibile, chiedendo, da una parte, la concessione di una nave radiata al Ministero.della marina , dall 'altra. spingendo innanzi con fede animatrice la già iniziata raccolta del fondo che occorre per dar corpo all'idea. Si raccolse già a questo fine , in una cassetta . di propaganda pro Colonie collocata nei locali del~a recente Esposi~i<?ne internazionale d'igiene soc1ale, la somma di lire 1370,30 accantonata in un libretto di risparmio postale. In questa somma è compresa un'offerta di lire 1000 inviata dalla Regina Madre. Le offerte si ricevono presso la sede delle Colonie estive nei locali della Scuola comunale « Luigi Settembrini », via del Lavatore, 38.

Il prof. Alfonso Neuschiiler. Apprendiamo che, trovandosi di passaggio a Vienna, il nostro valente oculista ebbe recentemente l'onore di essere consultato p er alcuni complicati vizi di refrazione oculare dalle LL. A. I. e R. le arciduchesse Maria Theresa e Maria An!lunziata. Ci compiacciamo con l'egregio amico per la fama saputa conquistarsi anche fuori dei confini della patria. M. Un'Associazione belga di medicina sociale è stata fondata a Brusselle per iniziativa del dott. Stassen; volgerà la sua azione allo studio delle questioni d'igiene, lavoro, assicurazione, ecc. Il Comitato provvisorio consiste dei dottori Gilbert, ispettore al MitJistero del lavoro, Réné Sand, aggregato all'Università di Brusselle, e Stassen, medico al dispensario de l'Espérance a Montegnée (Liegi). •

1..

Una Lega dei medici delle assicurazioni di Berlino ' è stata costituita malgrado le previsioni contrarie e le difficoltà incontrate; essa r accoglie tremila medici . 11 principale tema che formerà oggetto delle discussioni e d~liberazioni di questa Lega è la libera scelta del medico ila p arte degli assicurati; una speciale Commissione è stata costituita all'uopo. Il presidente della Lega, dottor Mail. in un'allocuzione ha rilevato i vantaggi della solidarietà e la posizione privilegiata in cui vengono così a.trovarsi i medici , i quali possono imporre delle riforme; ma h a ritenuto eh.e convenga non abusare di questi vantaggi e attenersi unicamente ad un programma minimo. Costo del diploma medico in Francia. Il Consiglio Superiore dell'Istruzione pubblica in Francia ha approvato un aumento delle tasse per il conseguimento del diploma di . medico. Dal 1893 in poi il costo complessivo era stato di 1395 franchi ; sarà ora di 1640 franchi. Questo aumento antidemocratico sarebbe reso necessario dall'aggiunta di corsi complementari e dal maggior numero di esami richiesti.

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La guarigione del cancro. Al Congresso di ginecologia tenutosi recentemente ad Halle furono fatte couoscere alcune guarigioni di cancri interni otte'n ute per mezzo del mesothorium. Esse parvero rigoro~amente accertate. ~rae?do occasione da questi risultati i professon Rleh1 e Wertheim di \ 7ienna hanno compilato un .memorandum e insien1e ai professol'.'i Gross, Fr1edmann e S tolzel si sono recati a consegnarl.o .al presidente dei ministri conte Stiirgkh e al mimstro della pubblica istruzione von Hus sarek . In questo memoriale Riehl e Wertheim sostengono che la cura della terribile malattia per mezzo delle sostanze radioattive può oramai presumersi dimostrata . . Essa. costi t';li!e b be la più grande scoperta compiuta in medicina dopo l'avvento dell'antisepsi. A ~oro modo d~ ved~re l~ que~tione .non h a solo interesse medico, ma eminentemente sociale. Perciò invocano il concorso del Governo. . ~ileva~o eh~ il mesothorium contiene il 25 o/o 1nc1rca d1 radium, a] quale probabilmente deve ascriversi tutta l'azione terapeutica. Perchè questa si manifesti nella sua pienezza, è necessario poter disporre di forti quantità di sostanze radioattive. Invece fin. ora in Austria è stato necessario di attenersi ad un uso molto ristretto di tali sostanze. Eppure l'Austria possiede le più ricche miniere radifere, le quali sono proprietà dello S tato . Gli autori hanno richiamato l'attenzione del · Governo sulla necessità di interessarsene. Hanno chiesto che al corpo medico viennese venga foirnito almeno un grammo di radium puro. Ed hanno ottenuto la promessa che la questione verrà por· tata innanzi al Consiglio dei ministri. In Italia l'importanza di queste nuove risorse te· rapeutiche non è stata ancora pienamente ricono· sc1uta. Solo a Milano si è avuta l'iniziativa di fornire agli ospedali una discreta quantità di radium (un ventesimo di grammo all'incirca); i fondi a11'uopo necessari verranno presto raccolti. Nelle altre città italiane le dotazioni di corpi radioattivi sono esigue. Auguriamoci che anche da noi si comprenda la necessità e l'urgenza di provvedere.

Corso di ortopedia. Nell'Istituto ortopedico di Berck·Plage {Passo di Calais) avrà luo50 dall'11 al 17 agosto 1913 il corso pratico annuale di ortopedia tenuto- dal dott. F. Calot, chirurgo capo dell'Ospedale Cazin e dell'Istituto ortopedico di Berk. Vi sono ammessi i medici e gli studenti stranieri. Per l'iscrizione, il programma dettagliato e per l'alloggio a Berck, indirizzarsi al dott. Fouchet. chirurgo assistente dsll'Istituto ortopedico a Berk-PJage (Passo di Calais). ~ •

Il 5 corrente si è spento a Torino il professore comm. Antonio Marro, direttore di quel Manicomio. Di forte coltura, lascia molti studi pregevoli ·tra cui notissimi sono quelli intorno alla pubertà. Godeva di molta stima come scienziato e come professionista.

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Rassegna della stampa medica. \

The Journal A. 1\1. A., 29 mar. KAHN. « Le fe· Riv. crit. di Clin. Med., 29 mar. GRAZIADEI. cc La rite da fucile ». - HANZLIK. cc La tossicità dei febbre nel morbo di Basedow e nelle aortiti 1. salicilati ». - Bor,n'.r. « La 'lotta contro il can- · Riv. Ospedaliera, 31 mar. SAVIozzr. «Lipomi del cro dell'utero ». - DIXON. u Le forme ramifiperineo ». - LUZZATTI. e Il morbo di Banti ». cate del bacillo tubercolare •. Proc. of the R. Soc. of. Med .. mar. PAGE. « OsThe Amer. Journ. of the Medie. Se., apr. HILir sido nitroso e ossigeno nell'alta chirurgia ». MAN. « Reperti ema tologici nella pellagra ». PoWELL. e< I raggi X nella diagnosi della tuERDMAN. « Aeropatia : malattia dei cassoni ». bercolosi polmonare. ( discuss.) ». - W ARD. « Casi - TuoMAS. « Sull'empiema ». di policitemia ». - HER:tz. cc Cause ed effetti Med. Record, 29 mar. BOEHME. cc La diagnosi degli esiti remoti sfavorevoli della gastro-entedifferenziale tra polmonite è a pp.e ndicite ~. rostomia ». - WHITE e a. cc La tossiemia aliLa Trib. Méd., mar. MERCKLEN. « La tabe ». mentare (discuss.) ». MEILLÈRE. e L'affumicatura iodica ». Arch. di Ortop., mar. COMISSO, DELITALA. (( TuAreh. Brasileiros de Med., feb. Numero consabercolosi ossea e articolare ». - AN ZOLETTI. crato alla tubercolosi. cc Trazione di Codivilla ». - VACBELLI, a EzioLa Presse Méd., 29 mar. TROISFONTAINES. a La logia e terapia dcl dorso curvo ». stricnina ». BALARD. « L' oscill9metro di Ano. d'Ig. sperim., I. CELLI. « La malaria in ItaPachon cc. lia durante il 19r l ». La Belg. Méd, 30 mar. VAN DUYSE. <l Sulla cura . La Clin. Med. It., mar. SILVAN. .« Linfo-angiooperativa del glaucoma cronico 1. endotelioma del peritoneo e linite gastro-inteMediz . Klinik, 30 mar. HAMBURGh'R.. « Sulla tustinale ». MELr-SCHIRRU. e< Arteriosclerosi bercolosi dell'infanzia ». MA.CHE e SuEss. da strapazzo fisico ». cc Sulla emanotera pia ». DoRNER. cc Sulla Annals of Trop. Med. a. Paras 1 31 mar. THoMSON cura del reumatismo articolare acuto ». J. G. e D., FAUTHAM. cc Coltivazione del PlaGuglielmo da Saliceto, mar. VITALI. L'alcoolismo -smodium vivax ». nell'infanzia ». Arch. intern. de Pharmac. et de Thér., V-VI. Cm:Arch. d. Mal. de I' App . Dig. ecc., mar. RoGER. STONI. cc Influenza del boldo sulla secrezione a Influenza della bile sulle putrefazioni intedella bile ». - KoCHMANN. "Sulla narcosi com· binata ». tinali )). - MILLON, MATHIEU. "' Le coliti acute nel fanciullo e nell'adulto ». Il Lavoro. 30 mar. PIERACCINI. (( Azienda di Stato per la fabbricazione e vendita del tiGiorn. intern. d. Se. Med., 31 mar . AI~~VOLI. cc La molo ». dolorabilità,. la tumefazione e la limitazione Giornale d. R. Soc. It. d 'Ig., 30 mar. BoRMANS. funzionale negli infortuni sul lavoro ». cc Sul controllo clel vaccino Jenneriano ». Giorn . It. delle Mal. ven. e della Pelle, r. u Resoconto della XIV riunione della Società Ita- Arch. It. di Ginec ., 31 mar. PISTOLESE. ([ Il proliana di dermatologia e sifilografia ». lasso geni tale ». - · DELLE CHIAJE. « Torsione funicolare e morte del feto ». - LASTARI.~. La Nuova Riv. Clin. Ter., mar. CAFORIO. « Sulla Per la lotta contro il cancro ». · patogenesi della morte tardiva in seguito ad La P-ratica oto-rlno-laring., 31 mar. ZANCLA. ustioni •. a Sulle lesioni traumatiche dell'orecchio interno The Journal of Med. Res., mar. MALLORY, HoR(perizia) 1J. • NOR e HENDERSON. (( Il bacillo di Bordet-GenAnn. di Med. Nav. e Col., mar. MONACO e RHO. gou nella pertosse >1. - WEIL. « La natura del« Una piccola epidemia di febbri tifoidee, ecc. ». l'anafila~si ». COMMINS. « Le inclusioni leu- RHO, LUZZATTI, BUONANNI. (( Sulle vaccicocitarie di Dohlé ». LYALL. « Meningite nazioni antitifiche ». tifoidea ». ($

Indice alfabetico per materie. Albuminuria gravidica: significato. . . Pag. 861 Alcoolismo: provvedimenti per combatterlo . . . . . . . . . . . . . . . . Arteriosclerosi polmonare: casistica. . » Bismuto: intossicazione. . . . . . . . Canfora : uso . . . . . . . . . . . . . Cloruro sodico: ricambio negli individui )) sant• . . . . . . . . . . . • . . . . 856 >) Diabete insipido e tumore dell'ipofisi. 857 )) Emog1obinuria, proprietà dell'urina. . 857 Epididimite bilaterale: postumi e fecon· )) dazione artificiale. . . . . . . . . . 844 » Fermenti del timo . . . . . . . . . . 857 Gravidanza extrauterina complicante )) gravidanza normale. . . . . . . . . 847 cc Lad.rodectes tretecimgutta tus » : tossi D cità delle punture . . . . . . . . . 859 Lavaggio delle biancherie e lavoro delle 864 lavandaie a Roma . • . . . . . • . )) ))

))

Roma, 1913 -

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Tip. Nazionale di G. Berterc e

c.

Malattie della casa (Le). . . . . . . . Pag. 863 )) 860 Nefrite sifilitica acuta precoce . . • . j) 858 Nevriti e stricnina . . • . . . . . . . Paresi dell'oculomotore comune, di ori» 858 gine tabetica . . . . . . . . • • . . Pleuriti sierofibrinose: metodo curativo J> . 858 del Kawahara . . , . . . . . . . . P neumotorace: dottrinario. tecnica, esam e radiologico. valore clinico . casi852-856 stica : discussione . . . . . . . . . . J 848 Riflessi tendinei e 09sei . . . . . • . . )) 842 Sifilide del cuore : contributo . . . . . Sindrome di Lenoble e Abineau: nysta)) 846 gmus-rnyoclonie . . . . . . . . . . D 86I Stricnina e dose intensiva . . . . . . )) 859 Tiroidina: azione nella sclerodermia .. Tun1ori maligni: rapporti con lo stafi)) 841 lococco a ureo . . . . . . . . . . . • » 86o \ ra ccino antidift erico dì Beh ring . • . L

Pozzi, ''sp.


A.uno

XX.

Roma, 22 giugno 1913

Fase. 25

I

• SEZIONE PRA.TICA. \

DIRETTORI:

Prof. FRANCESCO DURAN~rE

Prof. GUIDO BACCELLI

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

C:::==iE;i.:::::=====================================================-~============================--~~ ------ --

SOMMARIO. Lavori original~: Dott. Tommaso Pontano: St.i!la terapia della difter ite (Ana'fi lassi s erica grave da rei ni'ezione a distanza di 1,r. ann o)., - ~u~t1 e rassegne: CmRURGIA: Martin: Le cisti del Pa<ncrea.s. - MEDICINA: Heintann: Lo st ato atti,ale d el.la sieroterapia ne!le infezior.i da streptococco. - GINECOLOGIA: Forg'.le e Massabau: Le 11ietror1'agie de!la menupai,sa . - Osservazioni cliniche· Dott. Prof. \ ' incenzo Porcile: Contn'buto alla chirurgia de!la tubercolosi r enale. - Accademie. Socieià medièhe Congressi: IV f?ongres so. N_ azi 7tia'e Per le 1na 1attie del lavoro (in!!lattie Professio 11ali ). - Società lit! edica Chirurgica di B ologna. ' - Regia Acca: demia di '!'e i ictna di T r.Jrino. -

Soc:età Lombarda di scienze mediche e biologiche. Ap.punti J?er il medico pratico : 1\fEDICINA SCIENTIFICA : lnftu enza del test icolo su 1l a detertninazione dei caratteri sessuali Il cancro della valvola secondari. - CASTSTICA : Diagriosi della dis senteri a a mebica. - Un nuovo seg 1!0 diagnosti co nel tifo. ile.oce~ale. - T ERAPIA: L a p ,icoterapia raz1'onale. - Cura dello stato di 111ale t.Pilettico. - I fon da1neriti fa r11iacologici della terapia bromica 11elta epilessi a ge·~uin1t . - · Posta degli abbonati. . Va.ria. - Cenni bibliograftci . Nella vita professionale · c,.onaca del niovimento professionale. - Risposte a q uestti, e a domande. - Condotte e Concorsi. - MEDICINA SOCIALE: l! assi cu't'azi one obbligatoria contro le 111alattie i n l ttghilterra. - Lettere da Parigi. -

Notizie diverse. - Indice alfabetico per materie.

MEMENTO AI RITARDATARI

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A quegli associati oui, mediante il foglietto annesso al fascicolo 21 del 25 maggio u s., sollecita m mo 11 pagame~to dell'abbonamento, facciamo notare che se lascieranno trascorrere il 30 c orrente senza aver inviato il dovuto importo indica to nella sollecitazione stessa, perderanno ogni diritto al volume di premio ordinario COMPENDIO DI OINECOLOQIA MODERNA la cui stampa volge ormai al termine.

Ricordiamo che limporto d'abbonamento va spedito con Cartolina-Vaglia, indirizzata nominativamente al Prof. EHRICO MORELLI, Via del Tritone, 46, ROMA. L'AMMINISTRAZIONE. Olri&tl di proprle&à rlCJer,a&I -

È viet ata la ripro duzione di lavori pubblicati nel POLl()LINICO o la pubbllcazlone dl sunti dl essJ

senza citarne la fonie.

LAVORI ORIGINALI Ospedale al Policlinico

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Umberto I )) (reparto isolamento).

·s ulla terapia della d ifterlte (Anafilassi serica grave da reiniezione a distanza di un anno)

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per il dott. TOMMASO PONTANO medico-aiuto degli Ospedali di Roma. La siero-terapia antidifterica, smussate le diffidenze ingiustificate e sfrondati gli entusiasmi eccessivi, col èontrollo dell'esperienza clinica non più sommaria e statistica, ma accurata ed ana li ti ca, ha subito notevoli trasformazioni: ricono· sciuta l'insufficienza delle piccole quantità di siero, la scarsa utilità delle vie sottocutanea ed intramuscolare, la necèssità di intervenire ripetutamente con dosi massive e per vie più rapide (endovenosa) !lelle forme già diagnosticabili clinicamente, adottato l'esame bacteriologico come

sistema di controllo necessario dei casi singoli e delle statistiche, i metodi di somministrazione del siero sono) per necessità nuova, stati subordinati alle conoscenze sugli accidenti serici che le ultime ricerche hanno analizzato minutamente ed illuminato nella loro patogenesi e profilassi: accanto alla siero-terapia, come mezzo d'eccezione l'intervento tracheotomico, come ausilio prezioso l'int·ubazione, hanno trovato le inJicazioni precise, tra confini ben determinati. Nel Reparto isolamento del Policlinico in cui sono ricoverati in massima r,arte i difterici di Roma, sull'accurata indagine clinica, fatta da un personale competente, che acquista e lascia in eredità tutte le note che rivelano difetti e pregi dell'assistenza sanitaria, salvo lievi modificazioni, c~si è organizzata la cura dei difterici : il malato, che entra per sospetto di difterite, a meno che non presenti le note conclamate della malattia (pseudomembrane, stenosi, grave tiraggio), riceve subito rooo U. I. di siero antidifterico per via (I\


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intramuscolare, ed è tenuto in osservazione, dopo aver prelevato un tampone dal faringe per lo esame culturale. L'iniezione 1:ntramuscolare si pratica per un duplice scopo, come preventiva, poichè il malato entra in un reparto in cui nessun mezzo di profilassi può assolutamente garantire la difesa dal contagio, e a scopo an tianafilattico, co1ne prima d c.-:e vaccinante, seguendo la pratica del Besredka, di Otto e del Richet, secondo i quali , piccole dosi di siero antigene, presenti nel circolo, hanno funzione vaccinante ed impediscono d'ordinario l'insorgenza di fenomeni anafilattici gravi, quando si pratichi u,.a iniezione seconda massiva di siero, anche per via endovenosa. Dopo 8 -10 ore si esaminano le culture su siero di Loffier (colorazione col bleu di Loffier o col Neìsser). Il controllo bacteriologico p1eventivo, salvo nei casi che non ammettono indugi per la chiarezza clinica e per la gravità dei sintomi, s'è creduto necessario in considerazione della forte percen tuale di non difterici, che vengono inviati come sospetti. Dall'ottobre lg r z al febbraio 1913, su 178 casi, tutti inviati dai medici della città come sospetti clinicamente di difterite, ben 93 (sz.87 ~lo ) non erano difterici, e solo 85(47 . 13 %) risultarono difterici al controllo bacteriologico; aggiungerò che anche tra le forme, le quali clinicamente non ammettono dubbio nè indugio, qualcuna è risultata non difterica per esami culturali accuratissimi, ripetuti fin sette o otto vqJte. Al metodo di cultura su siero di Loffier e alla colorazione col bleu di Loffier o col N eisser, è data la preferenza, come ai mezzi più sicuri, più rapidi, più pratici. Se l'esame · bacteriologico dà risultato positivo si procede all'inoculazione del siero curativo per via e·n doven osa; la quantità è variabile da 7, a 15, a zo mila U. I., tenendo conto specialmente d elle manifestazioni cliniche d ella malattia. L ''i niez1'one endovenosa è stata preferita alle altre vie, sia perchè usando dosi elevate e ripetute, per iniezione intramuscolare, si erano avuti insuccessi dolorosi, sia perchè esperienze aecurate hanno dimostrato che, servendosi della via sottocutanea, solo dopo 24 ore si può raggiungere una carica antitossica sufficiente, mentre la via endo· venosa si dimostra 500 volte più attiva della sottocutanea, 100 volte più dell'intramuscolare, 80- 90 volte più attiva dell'intraperitoneale (Krumbein e Tom arkin). (2) •

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Per l'iniezione endov~no~a rtei bambini ~!l genere, viene isolata la veua , e, quando tutto sia ben disposto ed organizzato, la pratica non ri chiede più J:. ? · 4 n1inuti. Accennerò ai_Jpena, che ancl1e 1'i'liezione endovenosa non ha a noi date· i 1isultati sperati nei casi di sicura difterite faringo-laringea, anche precocemente curati, e che la mortalità percentuale già alta (15.29 %) sarebbe stata anche più elevata se a nostra disposizione non avessimo avuto l'ausilio del vapore caldo, e specialmente l'ausilio prezioso dell'intubazione, adoperati dal medico di guardia che, ininterrottamente, per saggia dispo<:>izione e per lodev.ole iniziativa dei medici ospedalieri, si trova accanto al piccolo infermo. L'intubazione si pratica in genere con i tubi . di O' Dwyer, riconosciuti come i più razionali e men~>" atti a dare le dolorose complicanze; dovute alle altre forme e qualità di tubi; l'intervento è determinato dallo stato gravemente asfittico del malato; ogni intubazione per noi costituisce solo il rimedio d'urgenza ad una sicura morte per asfissia. In vero con l'intubazione si pone in un momento riparo alla stenosi laringea, ma purtroppo fra gli intubati la mortalità è molto alta sia per le gravi condizioni dei malati che già presentano complicazioni renali o polmonari, sia per le complicanze che seguono e che in parte :"ono dovute all'abolizione della difesa laringea; su 24 intubati. durante 5 mesi, r3 g 11arirono, I I perirono per complicanze bronco-polmonari. Ad ogni modo però i 24 intubati, sebbene una buona parte di essi precocemente fosse stata curata con dosi generose di siero, avrebbero rappresentato, senza questo prezioso ausilio, altrettanti casi seguiti da morte. La nostra statistica di 13 morti su 85 malati sarebbe salita sicuratnente a 26 morti su 85 ma .. lati (30 . 58 %) senza il soccorso dell'intubazione. Il tubo è lasciato in posto il minor tempo 1possibile, e se anche le condizioni del malato sono gravi, dopo 12-14 ore si procede all'et;tubazione, per lasciare, sia pure per poche ore, in riposo il laringe, per evitare decubiti, paralisi traumatiche; tanto la pratica dell'intubazione è manovra assai facile e, in mani abili, incapace di danneggiare l 'organo del laringe. Aggiungerò anzi che spesso noi del tubo {estubazione immediata e rapida col filo) ci siamo serviti e con successo, per l'elimin azione di grosse membrane tubulari; la manovra ci è stata consigliata dal fatto che, introdotto il tubo, si sentiva l'intermittente chiusura valvo-

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SEZIONE PRATICA

.. lante. dell'estremità inferiore, come segno sicuro della presenza di vaste membrane. Ma espulsa una membrana, a malgrado dell'iniezione di siero generosa, la seconda membrana anch'essa grossa e tubulare si riproduceva, e a noi è capitato di potere estrarre a distanza di 12 ore soltanto, l)una dall'altra, due grosse membrane tubulari; il fatto non può non generare un certo senso di scetticismo davanti alle a:ffermazioni di coloro, che citano la facile caduta delle membrane, dop0 poche ore dall'iniezione, a riprova della azione benefica del siero specifico. Seguendo tale sistema l'i·n tervento tracheotomico è stato .r iservato ai casi d'eccezione (estubazioni spontanee ripetute, seguite da immediati segni di asfissia, membrane tracheali occludenti il tubo, ecc.), ma di esso io non ho da lodarmi: pochi malati, quando la tracheotomia si riservi per i casi veramente urgenti e gravi, sopravvivono a lungo. D'altra parte la nostra statistica di guarigioni • (84 . 71 <J~) sarebbe stata assai più incoraggiante (92. 70 ~~). la mortalità sarebbe discesa dal 16. 29 al 7. 30 % se per poco l'esame batteriologico non fòsse intervenuto a dirimere il dubbio clinico e non avesse fatto riconoscere e considerare nella loro vera natura angine, tonsilliti catarrali. lacunari, laringiti stridule, ipertrofia del timo, che da vano i1 quadro della difterite o della stenosi laringea.

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intramuscolare di siero, all'arrivo del sospetto di difterite, è fatta oltre che a scopo profilattico a st:.opo antianafiiatt1'co. Prima infatti che la nostra esperienza e le ragioni brevemente • esposte ci avessero portato a preferire sistematicàmente la iniezione endovenosa, nella nostra mente erano chiari tutti i pericoli cl1e essa poteva presentare: nessun timore per l'iniezione endovenosa in sè, non temevamo fenomeni tossici per le quantità forti di siero e per l'esperimento rassicurante in animale, che dimostra il siero eterogeneo quasi innocuo e per la prudente prima, poi larga esperienza personale che ci aveva rivelato sicriramenteino:ffensive forti quantità di siero(20-30 eme.) anche in b-ambini di 8-r o mesi, p er via endovenosa; perfino l'albuminuria, eventualmente preesistente, dopo l'iniezione non si modifica , talora regredisce; · gli accidenti anafilattici da siero tenevano sospeso però l'animo nostro, e nei soggetti che subivano una iniezione seconda, e in individui che, sebbene

ricevevano una prima iniezione, potevano per cause imprevedibili contingenti trovarsi in stato di an afilassi latente. L'argomento da qualche anno è stato oggetto di studio fecondo e vari meto1i profilattici, con v aria fortuna, sono stati consigliati. Sul principio si è cercato di rendere innocuo il siero col riscaldamento e con le diluizioni; ma lasciando d~ parte il riscaldamento a gradi elevati e prolungato, che altera le proprietà antitossiche del siero; neanche il riscaldamento frazionato a 56° per 4 giorni , quale viene praticato nell'Istituto Pasteur, si è dimostrato atto ad evitare in maniera assoluta la proprietà anafilattògena del siero e gli accidenti (che i francesi dicono concordemente più r ari), · sia dopo una prima, che d opo una seconda iniezione, permangono come un pericolo temibil~: nè migliore direttiva portavano gli studi del Besredka, ch e dimostravano la diversità dell'elemento sen~ibilizzante (termostabile) dallo scatenante (termolabile); la diluizione d el siero poteva attenuare, ma non sempre evitare i fenomeni anafilattici. Non potendo ottenere 11na modificazione del siero, l'attenzione si volse alla ricerca delle condizioni capaci di modificare le qualità orf!.aniche del soggetto, di rendere cioè l'individuo 1e/Yattario ali'anafilassi. Non è applicabile in clinica iT metodo di Roux e Besredka della soppressione del sistema nervoso con l'etere o col cloroformio; discordi i pareri sull'effetto utile del cloruro di calcio (Nette.r), di pario (Biedl u. Kraus), dell'atropina (Auer e Lewis) già infedeli sugli animali; tutti medicamenti poi che potevano per di più essere dannosi all'organismo fragile di bambini malati; l'unico metodo che a noi sembrava possedesse garanzie sperimentali e facilità d'applicazione era il metodo delle in,iezioni vaccin~/t ti di Besredka. Le esperienze di Rosenau ed Anderson di Otto avevano già provato che iniezioni mas~ive intraperitoneali ripetute possono proteggere la cavia contro gli accidenti anafilattici. Besredka trovò il metodo infido; vide invece che una cavia, anafilassata col siero di cavallo, dopo aver ricevuto una certa dose non mortale di questo siero sottocute, si trova, per questo fatto solo, in istato di sopportare dopo qualche ora una o anche due dosi mortali di siero : una dose di siero 200 a 5 00 volte inferiore alla mortale, iniettata ad un animale anafilassato, permette dopo quattro ore l'iniezione di dosi mortali dello stesso siero: la (3)


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IL POLICLINICO I

riccola dose preventivamente iniettata ha funzione vaccinante. La vaccinazione avviene con rapidità diversa a seconda della via scelta: dopo quattro ore nella cavia, se si sceglie la via sottocutanea ; dopo una o due ore, se l'iniezione è intraperitoneale o intrarachidea; quasi istantaneamente o dopo qualche minuto, se la via seguìta è stata 1, endovenosa. Il Besredka pensa che il medesimo antigene ha valore anafìlassante P. vaccinante nel medesimo tempo e che le due azioni si debba110 ottenere in rapporto con le quantità diverse di siero, le quali permettano o facilitino le combinazioni vaccinanti (antigene-ana:filassina) o anafilassanti (so· stanza scatenante-toxogenina). Forse il sistema del Besredka trova un:a ragione fondamentale nella legge generale del Richet, che il fenomeno anafilattico n on insorge finchè an• tigene è presente nel circolo, sulla s~essa r agione cioè, che spiega la innocuità delle iniezioni consecutive di siero e il periodo lungo di incubazione dell'an.afilassi ; le piccole quantità di siero introdotte nell'organismo a scopo vaccinante si combinerebbero a poco a poco con la toxogenina esistente, senza dare reazione anafilattica , le dosi di antigene presenti nel circolo impedirebbero cioè la tumultuosa combinazione della dòse massiva e lo scoppio dello schock anafilattico.

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l'esperienza di Besredka, e guidati da tale interpretazione , anche per scegliere un metodo di facile, sicura e generale applicazjone , abbiamo stabilito di iniettare l0-24 ore prima della iniezione endovenosa, 2-4 eme. di siero per via intramuscolare: al momento dell'iniezione endovenosa, secondo le esperienze <lel Perini, di Cruveìllier, di Karasava e Schick sul riassorbimento dei sieri, si sarebbe dovuto trovare nell'organismo la quantità di antigene necessaria a neutralizzare la t oxogenina eventualmente ' esistente e ad impedire il fenomeno anafila t· tico. N umerose iniezioni endovenose (5 7 su difterici, 40 su malati di altra natura) non hanno delusa la nostra aspettazione; sì che il metodo dell'unica iniezione intramuscolare 1 0 -24 ore prima d.ell'irilé· zione endovenosa noi pensavamo fosse applicazione pratica per evitare non i fenomeni serici in generale , ma il pericoloso schock anafilattico, e per riabilitare l'uso della iniezione endovenosa, di cui i pericoli sono stati certamente esagerati. Senonchè, l'osservazione ~i cui rip~rto qui le note principali, ed altre che mi riservo di illustrare, per loro peculiari particolarità in un lavoro sui fenomeni serici, ci fanno pensare che una tale pratica applicazione della legge di Besredka subisce eccezioni. •

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SEZIONE PRATICA

· I ... V ... , di mesi 23, entra nell'ospedale per sospetto di difterite il 23 dicembre I9I 1. L'esame obbiettivo nota: nutrizione generale scaduta, scheletro regolare, mucose visibili sane un po' cianotiche, n on esantemi, faringe deterso: arrossato. La tonsilla sinistra è tumefatta, detersa. La voce chiara. Nulla a carico del torace e dell'addome. Temperatura 38°. 2. Al suo ingresso nell'ospedale si iniettano 5000 U. I. di siero antidifterico (Istituto sieroterapico milanese). It bam1>i?o ~l gio~no prima avev~ ricevuto Iooo U. I. per 1n1ez1one intramuscolare 1n un ambulatorio municipale. La temperatura scende rapidamente al normale, la tonsilla si detumefa . L'esame batteriologico (culturale) è negativo per il b. difterico. Esce dall'o~pedale il 2 gennaio . guarito. Rientra per sospetto di difterite il giorno 3 dicembre I9I2: il bambino dal giorno precedente ha tosse canina. L'esame generale dell' infermo è negativo: la tonsilla sinistra è grossa , tumida , ricoperta in gran parte da essudato biancastro, aderente; adenite consensua!e angolo mascellare. Temperatura 36°.8. Subito si iniettano Iooo U . I. di siero antidifterico Belfanti (2 eme. ore I2 del giorno 8). L'esame culturale dimostra presenza del bacillo difterico . Al mattino del giorno 9, alle ore Io, si procede alla iniezjone endovenosa di 5000 U. I. di siero antidifterico Relfanti (Io eme. circa) Secondo la consuetudine s'isola la vena mediana cefalica, l'introduzione del liquido si fa lentamente, si ritira l'ago . si p.rocede alla disinfezione jodica della piccola incisione cutanea; ma mentre si mette un'agrafe per suturare, il bam· . bino diviene intensamente cianotico, il volto tu1nido improvvisamente; insorge dispnea. Un tre· mito diffuso colpisce gli arti; per•iita di feci e d'urine, il respiro si arre5ta, i muscoli si rilasciano. Il polso non si sente sulle radiale, il cuore batte con frequenza estrema. Si interviene subito con la respirazione artificiale mentre si praticano nnmetose iniezioni di etere e di olio can · forato. Dopo IO minuti circa. incominciano i primi atti respiratori incompleti, rumorosi, stentati. La cianosi diminuisce; il respiro aiutato da trazioni sulla lingua e da larga somministrazione di ossigeno diviene regolare, il colorito del volto roseo. Si mette l'infermo a letto e si riscalda. Vomito, due scariche diarroiche poco dopo, giace un po' intontito ed indifferente, supino sul letto. Dopo qualche ora il miglioramento è notevolisssimo e l'infermo chiede dR bere con insistenza, insorse febbre con brividi che giunse a 39°,5 (v. grafica) e che rimette dopo 24 ore circa. Si somministra cloruro di Ca. (I gr. 1/ 2 ) e si mantiene a dieta puramente idrica, il 19 dicembre è dimesso dall'ospedale completamente guarito. Si tratta va di un bambino che aveva ricevuto IO eme. di siero antidifterico il ·23 dicembre 191I, per via intramuscolare e che un anno dopo circa (350 giorni) riceve un'iniezione di 2 eme. di siero per via intramuscolare, e dopo 23 ore una iniezione endovenosa di IO eme. dello stesso siero. La sindrome morbosa improvvisa ,. che sorge dopo cinque minuti circa dall'inoculazione endovenosa del siero, non può avere che un'unica in-

terpretazione: l'ipotesi d'una intossicazione rapida si può escludere a p,-iori per la nostra larga esperienza sull'innocuità del siero; contro l'ipotesi di un'eventuale embolia gassosa stava non solo la sindrome clinica descritta , ma anche la sicurezza matematica di aver liberata la siringa da qualsiasi contenuto in bolle d'aria; la perfetta identità invece col quadro che si può determinare negli anima 1i induce a pensar~ che si sia tr~ttato di uno schock anafilattico (insorgenza improvvisa dello schock dopo 5 minuti, jpotensione, cianosi, tumefazione improvvisa del volto, arresto del respiro che si riprende con la respirazione artificiale, perdita di feci e d'urina, rapida insorgenza della febbre, la rapida scomparsa dell'improvviso e tumultuario quadro morboso); tutti i termini d'altra parte erano corrispondenti; una prima iniezione anafilassante, un lungo periodo per l'incuJ:>azione e di anafilassi latente, una iniezione seconda provocatrice <lello ~chock. La _prima iniezione anafilassante avea però preceduto di un anno l'iniezione seconda, il bambino quindi per un anno avea conservato in latenza lo stato anafilattico. Il fatto non può recar meraviglia alcuna se si ricordino le parole d.el Richet; « la durata dell' anafilassi è considerevole , si può dire che non se conoscano ancora i limiti » . Rosenau ed Anderson hanno visto infatti in una cavia conservarsi lo stato anafilattico p er tre anni e più , Currie ha veduto sorgere fenomeni anafilattici dopo un'iniezione seconda in un uomo che quattro anni innanzi circa (I817 giorni) avea ricevuto una prima iniezione di sierò. A. Delille e Flandin riportano recentemente due casi di anafilassi serica : Flandin dopo una seconda iniezione a distanza di 6 anni dalla prima, Delille dopo 9 anni. Nel mio caso l'iniezione intermedia di 2 eme. vaccinante, avea fallito allo copo e non avea impedito lo scoppio dello scbock anafilattico. La legge di Besredka subisce dunque eccezioni che, sebbene rare, devono essere tenute in gran conto dal clinico, poichè mettono in grave pericolo la vita del malato. Le ragioni aell'insuccesso, seguendo l 'int erpre· tazione già esposta, si possono forse cosi · ricostruire: la dose vaccinante di 2 eme. sarebbe stata insufficiente a neutralizzare la toxogenina esistente, la quale, al momento dell' introduzione . . endovenosa del siero era in tale quantità, da determinare l'impro,Tvisa combinazione toxogenina-antigenè e l'improvviso scoppio dello schock anafilattico.

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ulteriori esperienze di Besredka, stando così le cose, indicano ·però il rimedio all'infedeltà del met<1do da noi usato. Egli ha potuto infatti di-, mostrare sperim~ntalmente che, se invece di una sola iniezione a scop~ vaccinante se ne prat1cano due, tre ed anche quattro a distanza di aualche • minuto o di qualche ora, aumentando di poco la quantità del siero, si giunge a creare uno stato di antiana:filassi che può giungere alla tolleranza senza disturbo alcuno, da parte dell'animale anafilassato, di perfino 200-1000 dosi mortali. Questo metodo delle dosi subent_ranti come l' A. lo denomina, è applicabile nella pratica umana, per quanto urgente possa e~sere il dovere di introdurre n.e ll'organismo grandi quantità disiero ; ad una prima dose per via intramuscolare (1 eme.) \ si fa seguire una seconda iniezione (2 eme.) poi una terza (3 eme.) e a breve distànza di poche ore si può procedere all'iniezione endovenosa ~ Nei soggett·i sicuramente nuovi, in cui i fenomeni da siero immediati (anafilattici) pure esistonb, ma sono sem1)re meno gravi e tumultuosi, se il bisogno stringe, si può pure tralas~iare tale precauzione e ricorrere direttamente alla via endovenosa; ma nei soggetti già iniettati, val meglio, per quanto urga il bisogno, ritardare l'iniezione massiva, usufruendo delle dosi subentranti • che esporre il mal~to •al pericolo di morte per schock anafilattico. Marzo 1913.

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CRUMBEIN

(ANNO

IL POLICLINICO

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FASC.

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SUNTI E RASSEGNE CHIRURGIA. Le cisti (MARTIN.

d~I

pancreas.

Le · P-rog'Yès m édical).

L' A. esclude dalla descrizione le cisti parassitarie, e le traumatiche; e si occu1Ja esclusiva- · mevte di quelle glandolari. . Lo studio clinico e terapeutico di tale affezione, incominciato con l'era chirurgica vera, si è più perfezionato in questi ultimi anni, specie per opera dei lavori di Boeckel, Mayo-Robson, Moynihan, Korte, Villar. Una classificazione delle cisti • dalle pseudocisti è stata fatta da Noever, Kijewski, Malan, Wolf, Quénu, Hartmann, Bazy, Mauclaire, Routier-, Ombredanne (1911) Le cisti del pancreas sono relativamente rare. Si verificano verso i 40 anni, ma anche prima fra i 18 ed i 25 anni; le donne sembrano più predisposte all'affezione. Quanto alle cause determinanti non si possono fare che ipotesi, non potendo dare grande importanza ai trauni atismi. Spe5so si rinvengono le cisti in pancreatiti crooi· che, specie nella pancreatite biliare, nella tubercolosi del pancreas, nelle lesioni piloro-duodenali, e sopratutto nel cancro del pancreas (Hartmann). Spess9 esistono da lungo tempo, e si manifestano c on una tumefazione o con una crisi di dolori o con complicazion1 gravi. A nq,tomia pato! OtJica. Essendo il pancreas organo retroperitoneale, le cisti sono primitivamente retro-peritoneali. La cisti può essere unica ed occupare la testa, o l'istmo, o il corpo, o la coda dell'organo; può essere poco voluminosa, quanto un'arancia, o quanto una testa di adulto, e perfino contenere 20 litri di liquido. Le cisti possono essere multiple; e di varie dimensioni, e spesso in tal caso si ha degenerazione cistica del • pancreas. La cisti può ~ssere peduncolata, specie '5e a livello della coda, od essere largamente impiantata e cjrcondata da tessuto pancreatico


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SEZIONE PRA'fICA

caso più frequente. La cisti ha sviluppo verso l'avanti, o tra il fegato e lo stomaéo (tipo superiore); o tra lo stomaco in alto, in basso il mesocolon ed il colon trasverso, ed in avanti il legamento gastro-colico assottigliato (tipo medio, ' il più frequente); ovvero la cisti può passare sotto il colon trasverso, lasciando indenne la via me .. socolica, o sdoppiare il mesocolon trasverso (tipo · inferìore). La cisti ha una parete liscia, d! tre a sei millimetri di spessore, da cui spesso si di partono dei setti e briglie che la re11dono multiloculare. Detta parete - è fatta di tessuto fibroso, con pochi elementi cellulari, fusati, e con rari linfociti; è tappezzata all'interno da un epitelio di cellule cilindriche od un po' appiattite, ora a strato con· tinuo, ora discontinuo, ora però completamente mancante. Il liquido, contenuto nella cisti, può essere trasparente color ambra, opalino o bruno, emorragico, color cioccolatto, verdastro, con una densità da 1002 a 1160 (Gussembeauer), e contiene albumina, paralbumina, mucina, cloruri, zucchero, potassa, soda, colesterina, raramente urea - e poi, cosa importantissima, i fermenti pancreatici: amilasi, lipasi, tripsina - infine leu~ociti, emazie, cellule epiteliali, cristalli di solfato di calce. Quanto alla patogenesi·, varie teorie sono state emesse: 1° )a teoria della cisti da ritenzione, per ostacolo nel Wirsung od in uno dei canali colla terali (teoria non più ammessa oggidì, Quénu) ; 2° la teoria epiteliale (Bruno, Hippel, Carnot) secondo la quale la cisti pancreatica è una cisti da modificazione epiteliale, paragonabile alla mastite cistica (questa teoria non si può ammettere per le cisti che non hanno traccia di rivestimento epiteliale); 3° la teoria necrotica da autodigestione (Korte, Garré, Quénu, Michalkine)1 secondo la quale, per un processo di pancreatite cronica, si n1odi:fi.cano si alterano gli acini nella loro nutrizione, donde un'autodigestione di tes... suto pancreatico, e quindi una cavità cistica; 4° la teoria dell' origine congenita della cisti, fon· data finora sopra ipotesi. Studio clinico. L'esordio è variabilissimo: lento · o brusco. Nel primo caso si hanno dolori, inappetenza, vomito, dimagramento ed eventuale presenza di una tumefazione sopra l'ombellico, od all'emiepigastrio sinistro. I dolori non man· cano mai. Nel secondo caso il dolore è vivissimo da far pensare ad una colica nefritica appendicolare , con febbre, vomito, poi tutto si attenua, 1

e compare la tumefazione. Nel periodo di stato i sintomi fisici variano secondo la sede, i rapporti e la estensione della cisti, all'ispezione si potrà notare una tumefazione periombellicale, o nell'emiepigastrio sinistro od anche raggiungente la fossa iliaca sinistra, raramente i1 bordq costale, ricoperta • talvolta da una cute con reticolo venoso molto appariscente (Bull). Colla palpazione, previo vuo· tamento detto stomaco e dell'intestino sotto l'ane· stesi a e con o senza posizione inclinata di Tren delemburg si rileverà la forma, la grandezza, la consistenza renitente o :fluttuante, la superficie della cisti, e sopra tutto la sede e la mobilità. Quest'ultima è nulla nelle cisti della testa ; segue i movimenti respiratori se è ad erente al fegato; può infine trasmettere i battiti aortici , e dare il fenomeno del ballottamento se prende co~tatto colla colonna. Con la percussione si hanno risultati dubbi, e molto variabili, secondo la sede alta, media o bassa della cisti. Onde per localiz· zare più esattamente la tumefazione si è ricorso all'insufflazione gastrica o colica, ed alla radiografia (quest'ultima con poco risultato). L'evotu.eione è lenta, ma presto o tardi si accompagnano le cisti a dimagramento, perdita del· l'appetito, cachessia, costipazione a lternata con diarrea , dolori a tipo di nevralgie celiache. Le complicazioni sono dovute ad accrescitnento della cisti, od alla sua rottura, a suppurazione, ad emorragia intracistica, a tra3formazione epiteliomatosa, alla compressione sul piloro, sul duo· deno, con stenosi, vomiti verdastri , ad enterorragia, a compressioni sulla _cava sulla porta, con a scite, enterorragie consecutive. Nella diagnosi si dovrà pensare alle cisti idatidee del fegato , alle cisti della milza, a quelle del mesenterio, a quelle dell'ovaio, alle lesioni dell'apparecchio uri· nario. Ristretta la diagnosi a lesione dei pancreas, si dovranno eliminare: la tubercolosi, la sifilide dell'organo, le cisti traumatiche, le parassitarie, per le prime delle quali vale tutta l'anamnesi , La diagnosi di cisti idatidea è quasi impossibile prima dell'intervento ; quasi lo stesso è a dirsi per il cancro del pancreas. Si dovrà sempre esaminate la funzione pancreatica dall'esame delle feci, macroscopico e microscopico, dalle prove dei nuclei, di Schmidt, di \Vohlard , di An1bar<l, di Binet, di Cammidge (quest'ultima nelle urine) , infine dalla glicosuria. La cura deve essere chirurgica, e soltanto chirurgica. È dannosa, o inefficace la puntura semplice e la puntur~ con aspirazione per i pericoli (7)


. IL POLICI..,INICO

di ferite dei vasi. Due sono i metodi nella cura da seguire: la marsupializzazione, e l'estirpazione parziale. La prima· si esegue oggidì in un tempo: dopo l'incisione cutanea (che varia secondo la sede della cisti), si va alla• ricerca della ci~ti per via sopragastrica, o gastro-colica, o attraverso il mesocolon trasverso. Non vi son? però regole fisse; occorre seguire la v.i a che permetterà di porre il drenaggio in posizione declive. Quali complicazioni dell'operazione si possono avere emorragie, colerragie; e tardivamente fistole ribelli alla obliterazione con perdita di fermenti, anemia, cachessia. L'estirpazio·ne parziale non è che una variante della marsupializzazione poichè si fissa la sacca, o i suoi lembi alla parete. G. QUARTA.

MEDICINA. Lo stato attuale della sieroterapia nelle' infezioni da strept~coceo. (H E IMAKN.

Med. Klinik).

Dopo la scoperta di Behring, era giustificato il tentativo di trovare un siero capace di spiegare un'azione benefica nelle numerose malattie det erminate dallo streptococco. Il primo che ottenne questo siero fu J.Yiarmorek: ma le speranze che il nuovo siero aveva dapprima alimentate non trovarono conferma ne11e ulteriori' ricerche di controllo. Più tardi vari autori ripetettèro il tentativo; ricordiamo qui ad e<;empio Denys, van de Velde, Tavel, Meyer e Ruppel, Aronson. ' Nel preparare il siero i differenti autori si giovarono ora di streptococchi modifica ti mediante passaggi in animali, ora invece 'di streptococchi virulenti per gli uomini. Inoltre. alcuni ricercatori iniettarono ai cavalli, da cui estraevano poi il siero, microrganismi aventi un'unica origine (sieri monovalenti) ; ~lt'ri · invece microrganismi di origine diversa (sieri polivalenti). Va notato, a proposito di questa ultima differenza di tecnica, come ancora oggi non si possa dire risoluta la antica questione, se cioè esista un'unica specie di streptococchi o ne esistano parecchie. Sostengono la prima opinione Marxer, Marmorek, Aronson, Zangemeister; si schierano a favore della seconda Meyer e Ruppel, van de Velde, Moser, Fischer, Koch e Petruschky. Le varie ricerche istituite intorno ai caratteri dei microrganismi nelle culture non hanno potuto confermare la diversità sostanziale fra varie specie di streptococchi, giacchè è stato su'bito osservato che la differente qualità del terreno di (8)

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cultura bastava a originare modificazioni evi· denti nelle proprietà dei microrganismi stessi. Recenti ricerche ·sierologiche tenderebbero a dimostrare come esistano realmente specie diverse, suscettibili di venire agglutinate solo dai sieri corrispondenti. Ma occorre aggiungere che Aronson ha trovato una special~ manifestazione della ag glutinazione , la quale è vi8ibile solo macroscopi.came11te; tale agglutinazione si manifesterebbe trattando con il suo siero tutti gli streptococchi. ba ciò conclude l'Aronson per la unicità degli streptococchi. L' A. 'ha anche esso praticato degli esperimenti intorno alla efficacia della sieroterapia antistreptococcica. Egli' ha adoperato il siero di Aronson ~ sperimentando sui topi bianchi. Questi venivano infettati ora con streptococchi modificati mediante il passaggio in animali, ora invece con streptococchi ricavati direttamente dall' uomo. L' A. osservò che il siero agiva efficacemente quando 1' infezione era stata determinata con la stessa speeie che aveva servito alla preparazione del siero stesso; mentre invece non si ottenevano risuitati favorevoli negli animali infettati con s treptococchi ricava ti dall'uomo. Ciò conferma, secÒndo l' A., il concetto della di versità delle specie, e spiega perchè esistano tanti sieri· antistreptococcici. Ogni autore infatti otteneva buoni risulta ti sperimentando il siero su animali infettati con la stessa specie di stre ptococchi che già aveva servito alla preparazione del siero medesimo; ma quando altri controllava l'azione del siero, servendosi, per determinare la infezione, di streptococchi aventì orig~ne diversa, il risultato era minimo o addirittura nullo. È dunque facile ottenere un siero ca pace d i esplicare una azione efficace sulle infezioni, artificialmente prodotte nei laboratori, mediante varietà conosciute di streptococchi. Gli stessi sieri però ~i rivelano privi di efficacia contro gli uomini colpiti da infezioni dovute ad· altri streptococchi. La sieroterapia riuscirebbe efficace qualora si adoperasse in ogni infermo un siero ottenuto mediantè l'azione degli stessi streptococchi che hanno determinato la malattia; ma l'A. ritiene che ciò sia purtroppo impossibile in pratica. Quale sia il meccanismo di azione del siero antistreptococcico non è ancora del tutto chiarito. Non pare sia il caso di parlare di un,azione antitossica; e, d'altra parte, nessun autore ha osservato una dissoluzione degli streptococchi per effetto del siero. Denys, Bordet ed altri asse· gnano una grande importanza all'azione dei fagociti; però i più ritengono oggi che il siero non modifichi i leucociti, 1na i microrgansmi. V. FORLÌ.


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SEZIONE PRATICA

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G INE OOLOGIA. Le me1rorragie della menopausa. I

(FORGUE e MASSABAU.

Presse M~d.).

Un problema teoricamente e praticamente molto importante è quello delle metrorragie della menopausa. Si tratta di donne d a 49 a 50 anni, il cui passa fo genitale è di regola poco attivo; si tratta spesso di nubili o di donne sterili; esse non ricordano altri disturbi all'infuori di qual-che irregolarità nelle mestruazioni e di quando in quando di dismenorrea. Verso la menopausa ·esse cominciano a lamentarsi di dolori pelvici, -0ra lievi , ora molto intensi, che assumono il tipo di nevralgie ribelli: si verificano poi p~rdit.e sieromucose, ma soprattutto emorragie. Si tratta dap-prima di menorragie a carattere irregolarissimo poi compaiono metrorragie sempre più abbon<Ianti. Talora la menopausa mette fine a questi acci-Oenti, talora invece li aggrava: le perdite sanguigne assumono una intensità nuova, divengono quasi continue e determinano uno stato di anemia di una gravità estrema e tutti mezzi che si -mettono jn opera p er frenarle, quali il tampon~ · mento, le cauterizzazioni intrauterine, il raschiamento, riescono inefficaci. L'esplorazione vaginale rischiara poco sulla diagnosi di tali emorragie; in qualche caso. ma non sempre, l'utero è alquanto ingrossato e deborda dalla sinfisi, ma è molto mobile: le ovaia presentano spesso un lieve -aumento di volume, fanno ernia sul cui di saceo. Mancando in tali casi una lesione generale o locale clinicamente apprezzabile, si ha la ten·denza di chiamare tali emorragie col nome di ·« metrorragie essenziali ». Da questo punto di vista -è logico d; ria vvictnarle a quelle emorragie mo1to più rare che compaiono nelle ragazze all'epoca. della pubertà. Sembra dunque che la funzione mestruale si nel suo nascere che nel suo tramontare sia capace· di provocare nell'utero perdite irregolari anormali per la loro abbondanza e :xi petizione. La patogenesi di queste emorragie è stata tnolto discussa e si può dire che non ha trovato una unanime interpretazione. Qualche ginecologo parla di una metrite ·1ieve, molto spesso anzi di un risveglio di una metrite antica all'epoca della me·nopausa: essa si localizzerebbe a preferenza sul sistema vascolare dell'utero. Il merito di Richelot -e della sua scuola sta nell'aver dimostrato in modo inconfutabile che le metrorragie della me· nopausu. e della pufieYtà non sono la conseguenza d'un'infezion,e dell'utero. Anche la clinica pa1·la in favore di tale i potesi: infatti tali emorragie si verificano prevalentemente nelle vergini; le os2

servazioni istologìche e batteriologiche del Winter, Doderlein, Pfannenstiel, Dubouchet parlano appunto per l'assenza d'infiammazione del parenchima di tali uteri. Si è allora invocata come causa delle emorragie una lesione del parenchima, dei vasi o delle mucose dell'utero. Cosi per il Richelot, Doléris, Theilhaber la causa fondameutale delle emorragie essenziali va ricercata in una sclerosi uterina che si manifesta soprattutto nei soggetti artritici ed arteroscleriotici. Perche poi un utero sclero• tico dovrebbe sanguinare più facilmente? Il Richelot spiega il fenomeno colle poussées congestive, cosi frequenti negli artritici, che determinerebbero la rottura di qualche vaso sanguigno. Questa maniera di vedere manca però di base anatomica ed in ogni caso non si comprende perchè soli alcuni artritici dovrebbero presentare questi disturbi. Il Theilhaber dà un'altra spiegazione del fenomeno; egli ritiene che ogni utero che perde sangue è un utero la cui muscolatura non può contrarsi in modo sufficiente per obliterare i vasi ed arrestare il flusso ")anguigno. Nelle giovani ciò sarebbe in rapporto con una ipoplasia o con una degenerazione del muscolo, nella donna anziana troverebbe una spiegazione nell'invasione del muscolo da parte del connettivo. Questa ipotesi urta contro le considerazioni anatomiche più elementari; infatti non solo non tutti gli uteri dell'età ·critica sono affetti da sclerosi, ma spe~so uteri manifestamente colpiti da sclerosi non presentano emorragie. Alcuni autori spiegano tali emorragie con lesioni vasali. Le alterazioni dei vasi uterini sono state incriminate da· vari autori con1e causa delle emorragie essenziali. Cosi a lcuni parlano ài una trasformazione angiomatosa o di una sclerosi molto accentuata delle arterie uterine. La sclerosi determinerebbe una dilatazione delle arterie con afflusso maggiore di sangue e con consect1tiva ectasia dei capillari e rottura di questi. Queste alterazioni vasali sono state però riscontrate negli uteri in questione solo eccezionalmente. Non resta che a considerare le lesioni della mucosa come causa delle metrorragia in questione. In favore di questa ipotesi parla il fatto che lesioni del genere possono considerarsi come costanti e ciò è stato dimostrato da numerosi autori. Macroscopica mente la muco~a appare ispessita, fungosa e villosa e presenta come nel caso illu · strato dagli AA . ipertrofie localizzate che possono far pensare ad un neoplasma iocipiente. Istologicamente la lesione è caratterizzata da una ipertrofia . una iperplasia, una neoformazione di glandole, d'asp~tto adenomatoso paragonabili a quella che si descrive col nome d 'endometrite glandolare, però senza le<)ioni infiammatorie del tessuto

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IL POLICLINICO

interstiziale; solo in qualche caso i vasi sono au mentati di numero e dilatati . Nulla però ci autorizza a considerare questa trasformazione adenomatosa della mucosa la causa determinante delle emorragie; si sa infatti che questa alterazione glanriolare è una lesione banale che si ritrova negli stati :fisiologici e patologici più svariati: cosi nei periodi che precedono o seguono immediatamente alle mestruazioni, nei fibromiomi ed in alcuni casi di disturbi circolatori dell'utero dovuti a neoplasmi degli annessi, o tumori pelvici o anche in malattie cardiache o polmonari. Questa pseudo-endometrite è la conseguenza dell'edema della mucosa; essa accompagna le emorragie patologiche e :fisiologiche ma non ne è la causa. Dalle cònsiderazioni suesposte risulta che non troviamo nè nel parenchima uterino nè nei suoi vasi, nè nella sua mucosa il prim1t-m mo1:ens delle emorragie essenziali. Si è dovuto cercarlo invece al di fuori dell'ut~ro, nell'ovaio. Si ammette oggi che è la secrezione interna dell'ovaio, l'ormone ovarico, che determina l'emorragia mestruale fi- . siologica: un argomento nuovo in favore di questa ipotesi ci è fornito dal fatto del ritorno delle mestruazioni dapo gl'innesti ovarici. Non si potrebbe allora pensare ad un ·perturbamento di questa secrezione interna ovarica come causa determinante dell'emorragia patologica? A priori l'ipotesi è logica, tanto più che esistono argomenti importanti in suo favore. Anzitutto noi osserviamo l'insorgere di queste metrorragie ai due poli della vita sessuale della donna, sia al momento dell'iniziarsi del flusso " mestruale che all'epoca dell~ sua soppressione, vale a dire in due epoche in cui la secrezione interna dell'ovaio· deve subire profonde modificazioni. Inoltre un altro argomento capitale che parla ip. favore dell'ipotesi suesposta è dato dal fatto della guarigione delle emorragie uterine coll'abla zione delle ovaia: ques~o fatto è stato dimostrato dal La.wson-Tait fin dal 1876 e confermato da tutti gli autori successiyi, non solo nei casi di emorragie essenziali, ma anche in quelle dipendenti da :fibromioni uterini. Nei rari casi in cui l'operazione n on è seguita dai risultati aspettati bisogna pensare che l'utero, pro. fondamente modificato nella sua struttura da un lungo p eriodo anteriore di emorragie, adattato quasi in qualche 1nodo a questo nuovo disturbo, continua a perdere sangue anche dopo asportate le ovaia. Gli studi odierni si sono rivolti soprattutto allo esame anatomico delle ovaia, per stabilire se esist ono lesioni apprezza bili di esse, che potessero spiegare le emorragie. S pesso le ovaia p resentano i segni della degenera zione microci-

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stica sia nelle emorragie essenziali, che in quelle dipendenti da fibromi; però questa l~ione non può considerarsi come costante: ad ogni modo si potrebbe trattare di lesioni puramente funzionali. P. A.

OSSERVAZIONI CLINICHE Clinica chirurgica della R. Università di 6enova diretta dal Prof, Sen. NOVARO.

fJontributo alla chirurgia della tubercolosi renaleper il dott. prof. VITTORIO POR<~II,E aiuto e libero docente. Non sono molti lustri ancora, si riteneva che· la tubercolosi urinaria avesse la prima sede nella vescica nella vescica e prostata e che successi· vamente invadendo ·gli ureteri si propagasse allapelvi, al rene. Dopo che il male aveva fatto questocammino, inutile era pensare ad un intervento chirurgico, ad una cura radicale. Nel museo di Necker ancora oggi si ammira la magnifica collezione di esemplari, dei quali il principe degli urologi, Guyon, si serviva a dare a uditori di ogni paese la dimostrazione di questa teoria. \ 'ero è che negli ultimi anni anche Guyon ammetteva sempre più numerose eccezio~i , accoglieva e riconosceva un'idea, una teoria nuova alla qu&le i fatti apportavano sempre più chiare conferme: la teoria, possiamo dire, la dottrina, che vige oggidi. La tubercolosi primitiva della vescica è la eccezione: nella grande m,aggioranza dei casi il processo si inizia <lal rene. Non • per la via dell'uretere giunge il bacillo al rene, ma per il sangue. Anatomopatologicamente il processo può rimanere circoscritto al rene un tempo più o meno· lungo; poi per la via dell'uretere, spesso senza localizzarsi in questo condotto, scende alla vescica. Dalla vescica può l'infezione sàlire al rene dell'altro lato; non escluso, per altro, che possa pure gi ungetvi per via ematogena. La tubercolosi renale è operabile, oso dire deve operarsi. Giungendo in tempo a rimuovere il focolaio primo, si sottrae al morbo la rimanente parte dell'apparato uropoietico, si può liberare l'intero organìsmo. È legge ormai d'esperienza : anche le manifestazioni, le lesioni vescicali guariscono ; cessano perturbamenti funzionali insorti nell'altro ren e ed anche vi regredisce e va a gua1

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SEZIONE PRATICA

rigione, tolto il focolato principale, un processo tubercolare, che già vi si era iniziato. I risultati saranno tanto migliori quanto più pronta sarà stata la diagnosi. Sventuratamente vi sono cause che traggono in errore: la sintomatologia vescicale devia l'attenzione. Essa è precoce: precede spesso le manifestazioni dal lato del rene. La maggiore frequenza, il più vivo bisogno di mingere, poi il dolore della minzione, lo spasmo, le piccole ematurie terminali richiamano alla vescica tutta la considerazione e la cura. (>nd'è che, se anche il reue è sede di un indolenzimento cupo, continuo, quasi abituale ; se spontaneamente o per contatto « palpazione, pressione n v'insorgono dolori più vivi; se il suo volume aumenta, questi fenomeni passano spesso inosservati, . n0n sono debitamente valutati. Si continua intanto a insti' lare, peggio poi a fare, a tentare di fare nella vescica lavature, irrigazioni, le quali spesso non hanno altro risultato che di aggravare le sofferenze, far progredire il male. S i ~..t~ rde cosi un tempo prezioso, a detrim e: nto sommo del paziente: ogni esamè endove~ scicale e, per la vescica, degli ureteri , diviene impossibile. CASO 1°, n. 9 d. - B ... E ... , d'anni 32, casalinga, maritata, da Sampierdarena. R agguagli storici. - La paziente è stata allattata da qutrice tubercolosa. I l marito è stato amputato di coscia per tubercoiosi al ginocchio. Inizio della n\alattia: dicembre 1910 con maggiore frequenza della minzione, lievi bruciori alla fine, ·.poi minzione totalmente dolorosa, ma sempre dolori t erminali più intensi. Progressivamente: comparsa di pus n ell 'urina, poi, ad intervalli, anche di sangue, di goccie sanguigne t erminali, di piccoli coaguli. Dolori persistenti alla vescica, dolori ai reni, sopratutto a sinistra. Deperimento generale. Da parecchi mesi è a letto con febbre continua, più alta la sera { 39°.5 40° ). Bisogno di mingere impellente, quasi continuo. Alla Clinica viene portata in barella. Fatti salienti osservati all'ingresso, oltre i citati: Rene sinistro palpabile, ingrossato, dolente; dolente l'uretere in tutto il decorso. Bacilli nell'urina: abbondante sedimento di pus, frustoli caseosi. sangue . Capacità vescicale eme. io-15. Intolleranza per ogni strumento. Vano tentatiyo di cistoscopia. Il rene destro più non è dolente spontaneament~: non vi provoca dolore la palpazione, la pressione. Diagnosi : Tubercolosi del rene sinistro. ,,4.tto operativo (29 febbraio i912). - ·Nefrectomia lombare. Il rene enormemente ingrossato si spinge molto sotto l'arco costale. La resezione dell'ultima costa non basta a dare sufficient~ passaggio. Essendo l'organo teso, fluttuante, pungo e dò esito a grande quantità di liquido purulento. Ridotto così il volume, completo l'isolamento « aderenze

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fitt.e specialmente al polo sup. », lusso e peduncolizzo. Nel resecare l'uretere ho cura di asporta~ne un l~ngo. tratto: fisso. il moncone periferico all angolo 1nfer1ore della ferita Lascio ampiamente aperto. Nel rene asportato, il cui volume si può conconsiderare sei, sette volte il normale, quasi tutta la sostanza midollare è distrutta ; la corticale è profondamente altérata. Ampie caverne a contenuto purolento e caseoso hanno sostituito e disteso il parenchima. Vi sono poi più piccoli focolai e tubercoli disseminati. L'uretere ha pareti ispessite; ma non vi si riconoscono tubercoli . Decorso postoperativo. Caduta immediatamente la febbre, solo dopo due settimane e per soli pochi giorni ricompare qualche elev:azione termica a 37 .7, 38°: poi apiressia non più tur- · bata. Intanto la paziente già ha risentito dall'atto operativo un notevole benessere, mangia con più appetito, digerisce meglio, prende colore. Dopo lunghi mesi di degenza a letto, lo lascia finalmente a breve distanza dell' intervento. Nell'urina persiste pus, ma in quantità assai minore. Negativa la ricerca dei bacilli. Sono diminuiti, poi cessati i dolori alla minzione, che è diven11ta anche ·meno frequente, meno imperiosa. L'ampia ferita· ha granuleggiato lentamente vi sono comparse granulazioni torpide che hanno dovuto essere distrutte. Alla fine dell'aprile quando la paziente lascia la Clinica, essa è aumentata di quattro chilo· grammi: gli intervalli delle minzioni hanno raat> giunto le due ore. nell'urina è diminuito ulteriormente il pus. Alla regione lombare esiste ancora una soluzione di continuo superficiale, lineare. Alla metà del giugno il marito viena a dirci che l'aumento del peso ha raggiunto i dodici chi· logrammi. I

CAso 2°, n. 8 d . - T ... I ... d'anni 21, ca.saJinga, nubile, da Genova. Ragg uagt1: storici. - È portata alla Clinica per una ematuria grave, ribelle che ne minaccia l'esistenza. E' pallida, del pallore della cera; il polso è debolissimo . Raccontano i genitori che tre settimane addietro, essendo rimasta sospesa per le braccia n el vuoto a causa dello scivolamento della· scala a piuoli che la reggeva. ebbe la prima volta urina sanguinolenta. D'allora in poi uritiò quasi sempre sangue abbondante. Le poche volte in cui l'urina ricomparve limpida ebbe coliche al rene destro. Cessava il dolore colla ripresa dell'emat11ria e fuoruscivano a llora anche coaguli allungati. Inefficace fino ad oggi ogni rimedio : riposo a letto, ghiaccio, emostatici, sieri. (II)


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Il rene destro si palpa appena. nel suo polo inferiore: alla pressione moderato dolore locale. La cisto~copia mi fa vedere getto sanguigno dall'uretere destro , getto limpido a sinistra. Dell'urina degli intervalli ho già gli esami che la dicono normale. Non dò grande importanza al trauma, nel senso ch'esso possa avere provocato una ematuria, voglio dire in rene sano. Se rottura intracapsulare, l'emorragia è meno abbondante, cede . si frena : s~ rottura anche della capsula, non manca mai un ematoma perirenale: in questo caso non se ne ha segno. Calcolo renale? Può dare emorragie prolungate, durature, ma di ordinario 11 riposo le modifica, se non le fa cessare. Vi sono poi i dolori locali, non raramente cristalli nell'urina. Tumore? Il carcinoma del rene non è nell'età giovane, negli adolescenti eccezio:µale; i tumori d'altra· parte, possono dare nella loro sintomatologia ogni sorpresa. Nondimeno nel caso nostro ed anche ad onta della assenza di ogni precedente famigliar~ . mi si presenta più convincente l' idea della tubercolosi. La paziente è lontana dall'essere il tipo della robustezza; una sorella è pure non robusta, oligoemica. La tubercolosi renale è frequente, più fre quente che i tumori: pu-0 dare emorragie spontanee e per cause insignificanti, poco o nulla suscettibili di essere modificate dai rimedi . Senza porre tempo in mezzo, chè la paziente minaccia di soccombere all'anemia , intervengo: ho ancora a mia disposizione e a vantaggio dell'ammalata l'esame diretto dell'organo e la nefrotomia esplorativa. Diagnosi. - Tubercolosi del rene destro. A tto 0Pe1 a!ivo. - Nefrectomia lombare (2 maggio 1912). Il rene è molto nascosto sotto l'arco costale e aderente, specie al polo superiore, per processo di perinefrite Palpo il polo superiore ingrossato, irregolare, come lobulato. ,., Lussato il rene, riconosco meglìo eh' esso è deforme, più grosso nella metà superiore, la quale è anche più consistente. Un nodo più consistente palpo anche nel polo inferiore. In corrispondenza di questo tratto e di tutta la metà superiore trovansi disseminati granuli miliari, con tutta l'apparenza dei tubercoli. Ve n'ha abbastanza perchè io mi dispensi da una incisione esplorativa. Eseguita la nefrectomia , chiuso e fissato l'uretere, di cui ho resecato lungo tratto, all'angolo :inferiore della ferita, suturo completafnente. 1

Esame del rene asportato. - Pesa gr. 200: mis ura cm. 12 x 7 X 4. La metà superiore è più voluminosa della inferiore, come suddivisa in quattro lobulazioni da due solcature, che s'incrociano; cosparsa inoltre di numerosissimi noduli grigio-giallastri della grossezza da una capocchia di spillo a un grano di miglio. In minor numero si trovano gli stessi granuli al polo inferiore. Consistenza superiore alla normale; capsula dilficilmente isolabile, specie in corrispondenza delle (1 2)

granulazioni. Sulla superficie di taglio ia metà superiore e una parte del polo inferiore sono dis. seminate di granuli miliari. Non si vedono zone emorragichE- nel parenchima renale. Punti emorragici e larghe suffusioni trovansi nella metà superiore della pelvi e dei calici corrispondenti. Nella pelvi trovasi pure un coagulo bruniccio, denso, grosso quanto un fagiuolo , non aderente. Nulla di particolare nell'uretere. Decorso postoperatorio. - N ormale, apiretico. Tolta la presenza di pochi globuli rossi e di tracce di albumina in prima e ~econda giornata, urina normale. In quinta giornata la paziente lascia il letto. Guarigione per prima intenzione. · N otevole miglioramento nello stato generale e ripresa delle forze. CAsÒ III. n. 10 u. - P ... L ... , di anni 29, falegname, ammogliato, da San Salvatore ..\J onfer· rato, dimorante a Sampierdarena. Rt,gguagli storl:ci. - Eredità tubercolare. Nessuna malattia venerea. Un anno addietro, ~enza causa, dolenzia alla regione lombare ·destra, malessere generale: qualche volta la sera elevazioni termiche. In pari tempo bisogno di mingere più frequentemente, urina torbida. I dolori al rene destro divennero sempre più persistenti, più forti: deperimento organico rapido, grave. Entra con ,piuria, febbre la sera , dolore alla regione lombare destra. Il rene si palpa ingrossato. la palpazione aggrava il dolore. Dolente l'uretere lungo il s uo decorso. Ogni indagine vescicale anche delicata e breve provoca brividi, febbre alta, aumento del dolore al rene, p:ofon1o malessere generale. A sinistra il paziente non ha avuto mai dolori, neanche minimi; non vi provoca dolore la . pressione. L'urina ha reazione acida , densità bassa, scarsa urea; contiene grandissima copia di pus, rari glo · buli rossi. Fatte alcune ricerche, non vi trovo ba· ci Ili. Diagnostivo nondimeno una tubercolosi renale. Diagnosi: Tubercolosi del rene destro. A tto operativo. - 7 maggio 1912. · N efrectomia lombare destra. Trovo il rene fittamente aderente per processo di perinefrite: le aderenze sono più salde alla faccia anteriore e al polo inferiore. L iberato e lussato il rene, palpo nodi nel suo parenchima, specie nel polo inferiore, che è ingrossato: sulla superficie esterna si vedono e si palpano rari granuli miliari. Un taglio esplorativo fa vedere noduli miliar~ nell'interno, la pelvi è leggermente dilatata: ispessito e dilatato è ' l'uretere. Asporto il rene. resecando anche 12 cm. dell'uretere, il cui moncone periferico fisso nell'angolo inferiore della ferita. Collocato in questo punto un sottile drenaggio in garza, s uturo la rimanente parte completamente.


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L'esame più dflttagliato del rene asportato, ne dimostra la metà inferiore infarcita di noduli tuber~olari. Tubercoli più rari , più fini, trovansi pure nel p olo superiore. Alcuni tubercoli fanno prominenza s11lla superficie esterna del rene. Non è evidente una diffusione del processo alla pelvi, all'uretere. Peso del rene gm. -zoo: diametri cm. 13 x 7 x 3?~. Decorso ·postoperativo. - Toito in terza giornata il sottile drenaggio, la ferita rapidamente si chiude (decima giornata). ' . Il paziente non ha più febbre, non più dolori . Già pochi giorni, due soli giorni dopo l'atto operativo, dichiara di avere più appetito, dimostra di digerir bene, .migliora nell'aspetto. In settima giornata lascia il letto. L'urina contiene ancora pus, ma in quantità incomparabilmente minore; la densità e l'urea sono aumentate. Il miglioramento nella nutrizione del paziente è rapido, notevolissimo: in meno di quattro settimane il peso del suo corpo aumenta di rochilogrammi.

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IV, n. r8d. - V... E ... , di anni 33, casalinga, maritata, da Broni, dimorante a Sampierdarena. Ragguagli storici. - Minzione freq11entissima, dolorosissima. imperiosa : en1a turie co11 spasmo. piuria, febbre vespertina alta, co"tnnte, inappe tenza, torment::tno la paziente dall'agosto 1911. la costringo110 da molti mesi a letto e l'hanno fatta portare a n oi in barella. Ha aspetto sofferentissitno; è estreinamente pallida, emaciata. Lo stimolo a mingere non ha tregua: il dolore della minzione la fa gemere di continuo. Il rene destro si palpa molto jngrossato, dolente la pressione dèl rene, sull'uretere, ali' ipogastrio, contro la vescica per la via vaginale. La t emperatura è la sera 38°.5, 39°. La paziente non appetisce alcun cibo: spesso vomita. Si lagna inoltre di dolori addominali diffusi: ha addome meteorico. dolente: funzione al vina irregolare, stipsi o diarrea. L'esame d~lle urine h a dato: Qt1antità giornali~ra me~a eme. ~000 - 1100, <li aspetto giallo torbido pallido. reazione leggermente acida, densità 1010, urea 10 %o. Abbondante seìimento di pus con globuli rossi ben conservati, ora scarsi, ora abbondanti. Presenza di a lbu1nina in quantità 2. 5- 5 ~fo 0 • \ Ti si trovano inoltre numerosissimi bacilli tubercolari. Capacità vescicale quasi nulla: in1possibile la cistoscopia . Procedo a ll'atto operativo coll'intento di esplorare . dapprima. ad un tempo il pe~it_oneo (peritonite tubercolare ?) ed il rene s1n1stro, per passare poi a (l una nefrectomia o ad una n(-'fro· stomia. D ia gnosi: Pionefrosi tubercolare de.3tra. .4tto operati'vo. - t8 maggio 1912. CASO

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Laparotomia mediana; non trovo alterazione alcuna evidente nel peritoneo, nell' intestino. Il rene sinistro ha volume forse nn po; superiore al normale. ma è r egolarmente conformato, liscio. D'altra parte ho conferma dell'aun1ento di volume. dell'alterazione del rene destro. Chiusura della ferita addominale. Taglio lombare. Asportazione del rene destro, che è trasformato in una grossa sacca, meglio, in un agglomerato di sacche, che gli dànno volume cinque, sei volte il normale e sono ripiene di pus, pus e urina, detriti, materiale caseoso, gremite di tubercoli. Nessun residuo di parenchima san o. Resezione anche di un lungo tratto dell'uretere . Decorso postoperativo. - Per lo spazio di 10 giorni la paz~ente più non ha elevazioni termiche: ri· prende discreto grado di appetito, digerisce. La minzione si è fatta subito meno frequente, non più imperiosa, non più dolorosa. L'operat~ è lieta oltre ogni dire; si crede guarita. In settimana ~ lascia qualche ora del giorno il letto , dopo 8 m esi di ininterrotta degenza. Senonchè rlc.)mincia a comparire qualche sera un elevazione termica a 37°. 5, poi ~ 37°. 7; poi ' la febbre serotina diviene un'altra volta costante. Le cifre oscillano fra 37°. 8, 38°, 38°. 2 ,, Talvolta la paziente ha un po' di dolore alla alla reaione lombare sinistra : il rene sinistro è divenuto palpabile nel suo polo inferiore. Ulteriore ipertrofia ? tubercolosi ? I/urina contiene ancora pus e bacilli. Nella quarta setti1nana nuovo miglioramento; la paziente passeggia, esegue qualche lavoro di cucito, mangia con appetito; si sente più forte (20 giugno 1912). Il I ed il I V dei casi, eh' io ho esposto, assai bene avrebbero potuto dimostrare la verità di molte delle sopra fatte asserzioni: io ho voluto, nel riferirne la storia, mirare più direttamente alla indicazione dell'intervento. Nel III caso prevalse la sintomatologia renale: nondimeno esso ci veniva mandato con diagnosi di cistite e pie· lite. Il II caso è importante per l'ematuria. Emorr agie renali microscopiche, riconoscibili cioè soltanto all'esame del sedimento; piccole emorragie vescicali terminali fanno parte abituale della fenomenologia della tubercolosi urinaria; possiamo anche avere ematurie renali più abbondanti. Le fugaci congestioni, la rottura di vasi ca pillarì, anche di qualche ramo più considerevole, dànno sufficiente spiegazione del fatto. L'erosione di un grosso vaso ci può anch e dare, nella tubercolosi r enale, così come pei tumori del rene, una emor · ragia fulminante, mortale; ma l'avvenimento è ~


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eccezionale. Nel caso di T ... I ... l'ematuria non fu preceduta da altro segno apprezzabile, fu improvvisa, segui ad una causa lieve, trascurabile; Nell'organo asportato trovavamo tubercolosi miliare diffusa, nessuna cavità, non erosione visibile di alcun vaso. N on avevamo ragione di non prestar fede ?. chi ci ~iceva · esservi stato il trauma; ma facilmente gli effetti apparivano sproporzionati alla causa. Dopo l'esame del pezzo, possiamo dire che fu un'ematuria bene avventurata o meglio fu ventura per la paziente; perocchè essa potè venir liberata da un nemico, che avrebbe covato nel suo organismo lungo tempo ancora, minandone gravemente la salute. L'utilità dell'intervento è sufficientemente di• mostrata. io credo, in ciascuno dei quattro casi; fatta eccezione dell'ultimo, che è ancora in cura, gli altri poterono uscire senza febbre , senza dolori, molto migliorati nello stato generale. Delle ferite feci in due casi la sutura quasi completa, solo lasciando, cioè, per 24-48 ore un drenaggio capillare ad uno degli angoli: guarir<)no, posso dire, per prima intenzione. N el caso I e nel IV, nei quali non ero certo che una disseminazione estrarenale, durante l'intervento, non fosse avve11uta, lascia~ ampiamente aperto. In tutti i casi resecato l'uretere, ne fissavo il moncone periferico all' ango1 o inferiore della · ferita: orbene, in nessuno ho avuto dall'uretere la minima noia, non una sola volta la costituzione di una fistola. . L'esame dci reni asportati mi ha dato in due casi grande aumento di. volume dell'organo, focolai caseosi grandi, ampie cavità, abbondanti raccolte di liquido purulento; negli altri due la tubercolosi era in forma miliare . Più esteso nel caso T ... I ... , meno in P . .. L: .. , il processo dimostrava in entrambi la tendenza ad una localizzazione nei poli del rene: in un periodo più iniziale esso era, forse, ancora limitato al solo polo inferiore; vi fu, forse , un momento in cui non sarebbe stata follia limitarsi ad una resezione ortopedica del rene, a vece di procedere alla sua totale demolizione.

Il fascicolo di luglio 1913 della nostra Sezione "hlrurgiea contiene i seguenti lavori: I. Prof. Giovanni Perez - Sulle cosldette cisti ossee. II. Dott. Francesco Purpura - Sulle tossine delle streptotricee.

UI. Dott. A.. <lantllena e Dott. G. Stretti • "\·oluminoso corpo

~ traneo

n elle vie aeree ; estrazione colla tracheotomia, guarigione.

IV. Dott. Gustavo Mazzantlnl - Gli antigeni per la prova d eJlo storno del complemento nell'echinococcosi. \ T.

Dott. Nicola Leotta - Sulle ferite del cuore.

ACCADEMIE, SOOIBTl ,_EDIQHB, OORGB.BSSI (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI)

IV fJongresso Nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali). (Roma, 8- 11 giugno r913). Dall'8 all'11 giugno ha avuto luogo in Roma il IV Congresso nazionale per le malattie del lavoro (malattie professionali), Congresso riuscito importantissimo sia per la qualità ed il numero dei partecipanti, sia per l'importanza di temi trattati. Presidente generale del Comitato orga, nizzatore era il prof. Baccelli che ha, fra i tanti suoi meriti, anche quello di essersi fatto in Italia banditore •della importanza della .medicina .oolitica. Il Comitato esecutivo era cosi c0mposto: presidente prof. A. Tamburini; vice-presidente prof. Rossoni; segretario generale prof. RossiDoria ; segretario dott. Ranelletti; cassiere dottor Forli. All'inaugurazione del Congresso interven· nero il sindaco di Roma E. Nathan, l'on. Luzzatti, il rettore dell'Università prof. Tonelli, rappresentante il Ministero della pubblica istruzione, il comm. Suna per il Ministero di grazia e giustizia, il generale medico Calcagno per il Ministero della marina, il comm. Giuffrida per il Ministero di agricoltura, il comm. Lupinacci per il Ministero delle finanze . il comm. Solaro per il Minist~ro delle poste, il comm. Basile e il commendator Pedaldi per il Ministero dell'interno e Colonie, l'on. Gallina per il Ministero degli esteri, il generale Ferrero di Cavallerleone per il Ministero della guerra, ecc. Ampjamente rappresent ate erano le Associazioni aventi per scopo la protezione dei lavoratori, le Assoc'iazioni sanitarie, le As~ociazioni operaie. Molti Comuni d'Italia avevano aderito al Congresso. I temi proposti ai relatori erano cinque; e su questi argomenti furono presentate oltre le relazioni, comunicazioni numerose e importanti.

Anchilostomiasi. Relatori: professori Bozzolo e Trambusti. I TEMA. -

Le due relazioni mettono in luce la estensione della malattia e i danni gravissimi che da questa derivano. Certo molti medici ignorano quanto l'anchilostomiasi sia diffusa in ,Italia; ma anche quelli i quali conoscevano la notevole estensione di questo flagello non possono non essere rimasti impressionati dei risultati ottenuti dal Trambusti in una inchiesta da lui fatta eseguire dai dottori Amato e Gabrielli nelle miniere di Sicilia. Poche


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furono le zolfare riscontra te indenni; in alcune Inoltre occorre rammentare tutte le cause di deminiere la percentuale degli infermi fu del roo % ; bilitamento generale (privazioni, cattiva igiene la media generale dei zolfatari affetti fu del dell'alimentazione e della .abitazione, ecc.), che 74. 2 %. Il meccanismo più frequente d'infezione ostacolano o disturbano la funzione emopoietica -è la penetrazione delle larve per la via della e che sono frequenti nella classe operaia Biondi pelle,, ciò che produce in molti zolfatai una der· fa rilevare come, mentre possediamo già cono• matosi speciale, conosciuta in Sicilia col nome di scenze sufficienti sulle modificazioni svolgentisi pitirru. a carico degli elementi corpuscolati del sangue Ranelletti ha osservato recentemente un caso nelle anemie da cau se tossiche, pochissimo sa pdi anchilostomiasi in ·una donna lavorante in una piamo in vece intorno alle modificazioni del mefornace appena fuori delle porte di Roma. struo in cui questi elementi si trovano. Se questa In vista dell'enorme numero dei colpiti, Ga- lacuna venisse colmata. noi possederemmo senza ·brielli afferma la necessità che - a somiglianza dubbio conoscenze che ci gioverebbero molto sia ·di quanto è stato fatto in Westfalia - si orga- per penetrare la fisiopatologia delle anemie tos·nizzi in Sicilia un efficace sistema di lotta contto siche, sia per stabilire la diagnosi (lelle intessi. ·' l'anchilostomiasi. caz1on1. Vari antielmintici r1escono utili contro gli anSeguono varie comunicazioni sulle malattie del -chilostomi, ma fra questi il più indicato è senza sangue di origine professionale: Ciovini: ema todubbio il timolo (Bozzolo, Perroncito). De Mar- logia e comportamento del midollo osseo nell'avchis ha con questo ottenuto effetti assai favore- velenamento da anidride carbonica. Carpentieri: voli in un gr·ave caso di anchilostomiasi in donna alcune proprietà fisico-chimiche e biologiche del incinta. sangue negli animali affaticati. Palmulli: modifiDopo le interessanti comunicazioni dei dottori cazioni quantitative e istologiche dei corpuscoli -Cammarata, Bonfiglio, Siccardi, Tedeschi, Pie- del sangue nel l~voro muscolare. Scalia: le alteraccini sull'anchilostomiasi , il prof. Monti pre- razioni morfologiche del sangue n ell'intossicasenta un ordine del giorno in cui rinnova al Go- zione per antimonio. Allevi: ricerche sulla crasi verno e al Parlamento l'appello perchè venga al sanguigna nel personale di macchina delle ferro-pi~ presto approvato il disegno di legge contro vie di Stato addetto alla trazione dei treni in l'anchilostomiasi. e fa voti perchè i reduci dalgalleria. Rubino: Alterazioni dèl sangue di origine l'America (l'anchilostomiasi è specialmente grave professionale. ~d estesa nel Brasile), siano curati durante il viaggio dt ritorno, e ove oécorra , negli asili degli -e migranti di Napoli, in mod o da evitare il pe- I II TEMA. - La mortalità i nfantile in rapporto ai mestieri ed alle condizioni sociali dei gericolo dell'ulteriore diffusione del male, e quello nitori. <!ella reinfezione di paesi già bonificati. Relatori i nroff. Carozzi e Finizio . • II T E MA. - Jt;[ alattie det sangue di origi'ne Carezzi fa rilevare come sia éstremamente difprofessionale. ficile valutare in un lavoro statistico l'influenza Rela~ori: profe.s sori Biondi e Ferrannini. della professione dei genitori sulla mortalità dei Dalla ,esposizione del F errannini !isulta che per nati. Anzitutto le stati~tiche si basano, in genere, -effetto del lavoro non si determina alcuna spe- su dati raccolti in ospedali, cliniche, istituti di ~iaie alterazione del sangue che possa assurgere maternità , sicchè non si può senz'altro esten.al grado ài entità anatomo-clinica. Sono per conderne i risultati alla generalità dell'industria in tro assai numerose ie alterazioni del sangue che esame. Inoltre occorre non dimenticare che la fanno parte della sintomatologia di molte malat- mortalità di un paese non è sempre uguale a quella di altri, in cui sussistono condizioni fisiche, tie professionali, costituendone anzi talora la mademografiche e sociali molto differenti. E infine nifestazione più precoce. Le anemie da sottrazione di 5angue hanno assai scarsa importanza - fatto questo importantissimo - esistono altri professionale. Importanza maggiore spetta alle fattori (alcoolismo, tubercolosi, criminalità) i quali .anemie per alterazione o distruzione globulare, concorrono, indipendentemente dalla professione ouali si hanno nelle intossicazioni. Disturbi della dei genitori, ad aggravare la mortalità infantile. crasi sanguigna possono a versi anche per la in- Malgrado queste difficoltà e queste incertezze l'A. sufficienza quantitativa della produzione o della ha raccolto in gruppi professionali i dati riguarrigenerazione globulare, dovuta ad alterazione danti 57,304 gravidanze; ma, quantunque non degli organi ematopoietici, e principalmente del possa sempre escludere (sp~cie per l' industrie a midollo osseo, sotto l'azione di varie sostanze pericolo sa turnino) 1' influenza dannosa della professione del padre o della madre sulla discendenza, tossiche (fosforo, arsenico, piombo, benzolo, ecc.). (15) ~

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IL POLICLINICO

p ure non si ritiene autorizzato a giungere a conclusioni rècise. Ma se oggi una conclusione appare prematura, saranno invece forse possibili d elle fond at e deduzioni quando s i sia meglio organizzata la statistica sanitaria e demografica della classe lavoratrice. Di questa organizzazione l ' A . traccia appunto le linee nella sua relazione. Finizio si occupa della mortalità infantile in rapporto alle condizioni sociali dei genitori, rilevando come n el determinare la mortalità infantile i fattori mesologici di ordine sociale abbiano impor. tanza maggiore di quelli di ordine naturale. Le cause sociali della maggiore mortalità dei bambini illegjttimi vanno ricercate nella assistenza, generalmente difettosa , agg~avata in Italia dal divieto d ella ricerca della paternità. Tra i vari eJementi in cui si può scindere la condizione sociale dei genitori, quello economico h a fondamentale importanza. L'assistenza e l'allattamento materni neutralizzano però in parte gli effetti s favorevoli della povertà ; e infatti la Sa~degna, quantunque pov era, ha nei bambini lattanti una mortalità inferiore a quella delle più ricche regioni dell' ·Italia settentrionale, poichè nella prima tutte le madri allattano . Il lavoro del~e ma,jri determina n1ol teplici condizioni che, per svariate e più o meno indirette vie, riesce sfavorevole alla prole ; e così la mortalità dei b ambini è maggiore a Milano che a Palermo, ed è, a Bologna, maggiore tra i figli delle operaie industriali che tra i figli di madri povere che non lavorano nelle industrie . Una interessante comunicazione sullo stesso argomento presenta il Tedeschi.

IV

T EMA. -

D ermatiti di origine professionale.

Relatore prof. Montesano. I

Il r ela tore, dopo aver rapidamente accennato a lle dermatosi di origine professionale non infiamm at orie, divide le dermatiti dei lavoratori in più categorie: 4uelle di natura francamente infettiva ; quelle che s i presentano in forma più o meno circoscritta (acne). con o senza fenomeni necrotizzanti e ulcerosi; quelle a tipo eritematoso; quelle infine che si p resentano con t e.ndenza ad estendersi in superficie, assumendo generalmente i caratteri dell'eczema e costituendo il gruppo p iù i m portante delle malattie cutanee di origine professionale. Molti quesiti .:> i collegano allo studio delle derma titi professionali; quesiti non tutti nuovi, ma che oggi meritano in gran parte di ven ire studi:iti secondo nuovi indirizzi, derivanti dalle recenti ricerche ch e si riferiscono, fra l' altro, al meccanismo della immunità e della anafilassia, alla fisio-patologia delle glandole a secrezione in-

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terna e alla influenza di questa in molte malattie cutanee, anche banali, come ad esempio l'eczema. La importanza economica e sociale ~i queste derma ti ti giustifica il voto che la legislazione sociale-le prenda in considerazione maggiore di quanto non si sia fatto finora. Presentano comunicazioni relative a questo tema il dott. Busi, il quale parla intorno alle difese da praticarsi nei gabinetti di rontgenologia ; Mori ~ il quale riferisce su di una dermatite professionale a forma acneica, che si riscontra nei carbonai e nei fuochisti di bordo, costretti a lavo · rare in ambienti a temperatura elevata e in pre senza di abbondante polvere di carbone; il dot. tore Amaglio, il quale illustra un caso cli pellagra in cui l'eritema classico era esteso anche alle regioni lombari: e il , prof. Rubino, il quale riferisce di avere osservato dermatiti a carattere di eczemi o di ulcerazioni nelle mani degli operai che ce· mentano il fondo delle navi. V

TEMA.

Patologi a profe ssi onale de'!· ferrovieri.

Relatori: Fabbri e Tognetti.

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In questa important;ssima relazione gli AA ~ hanno anzitutto ricercato quale influenza esplichi il lavoro ferrovia rio sulla durata della vita . di chi lo compie; e per mezzo di confronti con la mortalità generale in Italia, con la mortalità dei cittadini fra i 18 e i 60 anni, con la mortalità presentata dalle diverse professioni in Italia. Svizzera, Austria e Inghilterra , hanno dimostrato che i lavoratori delle ferrovie si trovano tra coloro che alla mortalità dànno un basso contingente . Le ricerche comparative sulla invalidità nei ferrovieri e nelle altre categorie di lavoratori ha mostrato che la incapacità al lavoro è, nei ferrovieri ,• meno precoce; fanno eccezione le deficienze a carico degli organi dei sensi, per ò quest e rappresentano .. nella massima parte dei casi, non incapacità assolute, ma in~apacità specifi~he , in relazione con le peculiari attribuzioni degli ad detti all'esercizio ferroviario . Nell'esame delle varie forme morbose dei ferrovieri gli AA . trattano anzitutto delle malattie ner\lose ; e non dànno allo scuotimento dei treni in moto soverchia importanza etiologica nella genesi della p roft:-ssionelle M aschinenkrankhei t di Riegler. Nella produzione d i questa avrebbero invece maggior valore le condizioni morali e il senso di responsabilità del personale che viaggia. Per le malattie della vista ricordano come Ricchi e Benedicenti abb:ano dimostrato che il lungo lavoro, specialmen t e in galleria, non esplica azione delet eria sulla funzi one v isiva . Non esistono malattie dell'udito specifiche dei ferrovieri. Sono frequenti le-


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SEZIONE PRATICA

malattie dell'apparato digerente e le forme reumatiche in relazione coi disordini dietetici e con le cause reumatizzanti cui i ferrovieri ·v anno necessariamente incontro. Confutano l'opinione di Navarre, che le scosse dei treni diano origine al diabete. Il pericolo di avvelenamento per ossido di carbonio nelle gallerie è stato soppresso con la installazione dei ventilatori e con la iniziata elettrificazione delle linee di montagna. L'abbandono dell'uso della nafta ha eliminato il pericolo dell'avvelenamento con i prodotti della combustione di questa. Le infezioni che i fertbvieri possono contrarre nel contatto col pubblico non devono venir considerate come malattie profes· sionali; a queste infezioni è cercato di ovviare, !stituendo squadre ferroviarie di disinfezione e usando macchine spolveratrici pneumatiche. La malaria non è una malattia specifica dei ferrovieri; ma tuttavia l'Amministrazione ferroviaria ha combattuto contro questa affezione una lotta vigorosa coronata da ottimi risultati. Nella produzione dell'ernia e delle varici hanno scarso va lore le scosse dei treni, mentre è invece necessaria una congenita dobolezza nella resistenza delle pareti addominali e dei vasi venosi. In complesso; eliminato l'avvelenamento per ossido di c::irbonio, non esistono malattie professionali vere . e proprie specifiche dei ferrovieri. Le vibrazioni dei treni in moto rappresentano n.on certo cause determinanti, ma tutto al più concause che pos .. sono favorire lo sviluppo di forme morbose in individui _d eboli o predisposti, che però il Servizio sanitario ha il dovere di non assumere in seno all'azienda ferroviaria . Nella discussione che segue alla relazione, Lo!'" riga afferma di associarsi alla opinione dei relatori, che cioè la trepidazione dei treni in moto non possa esser causa di malattia specifica, come non lo è quella, da lui studiata, dei martelli pneumatici; tuttavia la trepidazione è una causa potente di affaticamento, sicchè non si può esclu· dere che essa abbia qualche influenza nella pro- . duzione di altre forme morbose dei ferrovieri, e specialmente delle varici e della glicosuria. Petrini sostiene la necessità e la praticabilità di forti riduzioni orarie nell'esercizio delle ferrovie dello Stato. Giglioli richiama l'attenzione sulle condizioni di salute dell'elemento femminile im· piegato nelle ferrovie. Pieraccini richiede che, nel risolvere certe questioni di fisiologia e fisiopatologia del lavoro (trepidazione di macchin.a , orario, distribuzione del lavoro, ecc.) , le ferrovie ammettano anche un rappre~entante medico nominato dal personale . Fra le comunicazioni presentate al Congresso meritano speciale considerazione qu~lle intorno alle assicurazioni sociali. ..

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Devoto e Carozzi espongon.o un progetto di una Cassa Nazionale di assicurazione contro le malattie per gli appartenenti alle arti grafiche; pr?getto che viene vivamente approvato dai con. gressisti. Berna~chi sostiene la necessità che si provveda alla assicurazioJ?-e delle malattie professionali specifiche col sistema della lista. Ma Biondi sostiene che sia preferibile il sistema della assicùrazione glohare contro tutte le malattie, giacchè cosi non solo si• provvede a un maggior numero di operai c~e per una ca usa morbosa - professionale o no - non possono bastare al loro sostentamento; ma inoltre si promuove la risurrezione igienica del paese, si risolve la questione dell'assistenza pubblica, si evitano conflitti fra le parti in contrasto. Dopo un interessante dibattito cui partecipano Petrini, Devoto, Fabbri, Loriga, Calcagno, Pieraccini, Foà, si giunge a formulare un .ordine del giorno, che il Congresso approva calorosamente,_ affermante la necessità di prevenire, cu- . rare e risarcire le malattie professionali e quella di introdurre in Italia la assicurazione obbligatoria contro le malattie comuni. Viene accolta con grande favore dal Congresso la comunicazione ùel dr. Ranelletti intorno alla iniziativa da lui presa quale vice-presidente della Associazione Nazionale dei medici condotti e già approvata dai competenti uffici governativi, di redigere cioè, a cominciare dal luglio prossimo, mediante apposita scheda, una statistica nazionale sulla morbilità e mortalità delle classi lavoratrici; stati5tica che potrà servire di base per la legislazione igienica del lavoro e le assict1ra· zioni obbligatorie contro le malattie, l'invalidità, la vecchiaia. Interessante riesce anche una analisi comparativa del Fossataro fra la legge delle pensioni agli impiegati civili e militari, e ·1a legge per gli infortuni degli operai sul lavoro. Un notevole gruppo di comunicazioni ha avuto per oggetto il saturnismo; Cesa-Bianchi e Bezzola: le alterazioni del cuore e delle capsule surrenali nel saturnismo; Preti: il contegno dell'acidl> urico nel saturnismo; Allevi: le altera- · zioni della secrezione gastrica nella colica saturnina;. Nist!cò: la pressione. arteriosa nella colica saturnina; Ranelletti: inchiesta sull'impiego della biacca in Roma; id.: le condizioni igieniche delle tipografie in Roma ; Siccardi: la fisiopatologia dei fenomeni gastro-intestinali nel saturnismo; Rubino: osservazioni sulla gotta saturnina ; Siccardi : • alterazioni funzionali cardio-vascolari nel saturnismo; e finalmente una splendida relazione dell'inchiesta municipale sul pericolo saturnino nell'industria della coloritura in Genova eseguita dal prof. Rubino e dal dott. Porrini, e calorosamente applaudita dal Congresso.

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Un'altra serie di comunicazioni si riferiva allo studio della fatica: Devoto: sulla valutazione deJlo stato del cuore negli individui che si applicano a lavori faticosi; Nissim: il vol\ime del cuore durant~ e dopo il lavoro mu5colare; Pieraccini: il meccanismo dello sforzo fisico nell'uomo; Poggio: reazione del cuore nella fatica e nelle emozioni; Giuffrè: sullo sforzo del cuore; Fichera: ricerca sulle tossine dell'affaticamento· Palmulli: l'adrenalina nel lavoro muscolare e in· tellettuale; Carito: la neurastenia da lavoro· Pam'' pana: nevrastenia da -lavoro; Perassf: l'ernia inguinale da sforzo nei militari mobilitati; Cal· velie: le ernie malattie professionali. Sull'igiene del lavoro hanno parlato: Petrini con varie comunicazioni sulle difese igieniche nell'industria del vetro nero, la necessità di porre segnali di allarn1e, ecc.; F (:'ttannini: l'azione del fosforo rosso sull'organismo; Gasparini: segnali di allarme; Versari: osservazioni su~le malattie degli · operai invalidi; Cammarata: la bronchite da fumo negli zolfatai e il modo di prevenirla; M.sa Lucifero: necessità · di spostare l'anno scolastico: Rtt· bino: il .limite d'eta nell'impiego dei fanciulli al lavoro agricolo; signorina Troise : della tìecessi tà di sale per refezione e per allattamento negli uf. fici telegrafici e telefonici. Infine sono state presentate le seguenti comunicazioni varie sulla patologia del lavoro: De- · voto: i dati più salienti della Clinica del lavoro nel suo terzo anno di vita; Boveri: reazioni meningee in talune intossicazioni croniche; Ciovini: l'anidride carbonica nell'asfissia, ..nel digiuno e nella rialimentazione; id.: l'azione, in vit'Yo, sul biossido di carbonio dei polinuc)eati e dei linfociti, confrontata con quella dei globuli rossi; Porrjni: intossicazioni da solventi delle vernici; Terni: infezioni di stalla nei contadini; Ottolenghi: morte improvvisa sul lavoro; · B .ssa De Bonis De Nobili: di alcune malattie professionali nelle donne; Gradenigo: la sordità professionale; analisi dei suoni nelle professioni rumorose; Quarelli: disturbi professionali nei la voratorj del dinamitificio di Avigliana; Vallardi: intorno ad alcuni casi di necrosi fosforica, ecc. Dopo e be il Congresso ha approvato vari ordini del giorno sulla igiene pedagogica, la . protezione della donna, ecc. , il prof. Devoto saluta i Congressisti a nome della Commissione Internazionale per la patologia del lavoro della quale egli è vice-presidente; e infine il prof. Tamburini dichiara chiusi i lavori del Congresso. Una speciale menzione merita la splendida conferenza tenuta nell'Aula Magna dell'Università dal dott. Ranelletti intorno ali'opera di Bernardino Ramazzini, che può a ragione dirsi il fondatore della patologia del lavoro. V. FORÙ· I

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Società medica chirurgica di Bologna. Adunanze scientifiche dell' aprile-maggio 1913. Dott. F. Franchini (medico comprimario dell'Ospedale ~Maggiore). Ancora sulle pro-f rietà dell'u- ... rina di alcuni emoglobinurici. - In questa seconda comunicazione il Frauchini espone ulteriori sue ricerche, compiute !ulla urina dell'accesso emoglobinurico da te da nuovi casi occorsigli, e le divide in due serie. La prima serie di ricerche analitiche fu compiuta su q~ella delle urine accessuali, la quale si presentava più ricca di emoglobina e di sostanza precipitabile a freddo con acido nitrico. Su questa sostanza espone le sue ricerche con tutti i particolari di tecnica, che qui è malagevole riassumere. Pertanto le reazioni analitiche compiute dal Franchini, lo conducono ad ammettere in modo sicuro: 1° che la sostanza proteica svelata non è albumina, ma sostanza del gruppo degli istoni; 2° che, all'infuori di questa sostanza, non è contenuta nell'urina esalfinata, quantità apprezzabile di altri proteici. La seconda serie di ricerche venne dal Fran. / chini eseguita su una parte della· mescolanza di tutte le urine dell'accesso nelle quali si poteva dimostrare pigmento sanguigno (reattivo del Meyer e guaiaco) e sostanza proteica. E qui pure il disserente riferisce i lunghi particolari della tecnica seguita, la quale lo ha condotto a di mostrare, qui pure, la presenza di notevole quantità della solita sostanza proteica (ài cui alla prima serie di ricerche, vedi fase: n. 24) e soltanto di questa. Per modo che egli conclude di avere dimostrato per duplice vja, che questa sostanza designata dagli autori · coi nomi di albumina, albume, « eiweiss n e simili, ha proprietà ben diverse dall'albumina vera. Essa è precisamente il primo prodotto di scomposizione della molecola della emoglobina ed è la parte proteica di tale molecola, la globina. Il distinguerla nelle urine dalla albumina e dalla globulina è impossibile senza cautele speciali, per quanto semplici. Essa, negli accessi emoglobinurici dei malati osserva ti, precedev~, accompagnava e seguiva la emoglobi• nurta. Considerati i casi studiati da altri, il Franchini conclude: che la globina è presente nelle urine di tutti gli accessi emoglobinuriéi, perchè la sua presenza è legata a quella della emoglo· bina ; che la presenza o l'assenza di albumina e globulina non possono in simili urine essere dimostra te senza particolari accorgimenti di tecnica; ch:e per la facilità con la quale la globina può essere scambiata con l'albumina, sarebbe deside1

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SEZIO$ PRATICA

rabile che nei lavori speciali e n ei trattati fossé chiaramente spiegato che cosa gli autori abbiano inteso indicare con le paroie di albumina, albume, « eiweiss », albuminuria e simili. Se con queste parole, invero, si è sempre sottinteso d'indicare la glubina, allora è meglio usare questa come la più esatta; r;e si è invece voluto designare proprio l' albunnna, quella delle comuni urine albuminuriche, allora è necessario saperè quali particolari di t ecnica furono seguìti per isolarla. E poichè tali n otizie mancano in quasi tutte le descrizioni speciali e nei t rattati più autorevoli, è lecito sollevare il dubbio o di una improprietà di p arole o di un vero e proprio errore.

nel suo margine s11periore libero tanti lembettini che sutura al limite superiore della dura madre: n e risulta pertanto una specie di bisaccia. L'autore ha sperimentato sul cadavere e su cani il seguente metodo, che ·spera potrà essere di qualche giovamento nell'applicazione pratica: asporta vari lembi della dura madre in corrispondenza degli spazi in"tervasali e crede che facendo in questo modo si possa contenere per quanto ~ possibile la massa cerebrale dando ampiamente libera uscita al liquido ce/aio-rachidiano. Dott. GUIDO M. PICCININI.

R. 4.ceademia di medicina di Torino. Dott. G. Rocchi (assis tente,incaricato' di medicina operatoria alla R. Clinica chirurgica). Sul t fattamen to della dut'a madre nella cranib1'esezione decompressiva. - Parla prima sulla cranioresezione a scopo d ecompressivo in casi di tumore cerebrale inoperabile o non localizzato e poi di· scorre dei fenomeni clinici che si ritengono legati · alla iperpressione cerebrale, in rapporto a quei casi. Enunciati quindi 'i metodi diretti a togliere l'iperpressione cerebrale, cioè la puntura, il drenaggio dei ventricoli e la cranioresezione, commenta le indicazioni e controindicazioni dei due primi. Viene infine al terzo metodo, la cranioresezione. Questa è la cura decom1)ressiva che i più seguono, accompagnandola oppur no dal d·renaggio dei ventricoli o dalla puntura lotnbare. La cranioresezione si può fare in v ari punti del cranio: usualmente si fa nella regione occipitale. La cranioresezione può essere t emporanea o definitiva, cioè si. può lasciare o no il pezzo di osso mobilizzato: la dura madre da taluni è aperta d a altri no: l'autore è del parere seguente: quando si opera di decompressione per tumore cerébrale bisogna asporta'Ye l'osso ed aprire la dura madre. , Ad un povero malato di tumore cerebrale che è sofferente di terribile cefalea, per vomito, per cecità, ecc., ben poca cosa sono i disturbi cerebrali dell'ernia cerebrale, se si pensa che tale ernia per sè stessa può aumentare la decompressione cerebrale. L'autore si riferisce ad ernie ce, rebrali semplici, non ad ernie cerebrali voluminose che possono produrre lo sfacelo dè!la sostanza nervosa: è p er impedire appunto t ali ernie volt1minose che l'autore propone un nuovo me. todo di trattazione della d ura n1adre. Usualmente quando n ella cranioresezione de• compressiva si apre la dura madre, questa viene tagliata a croce, ad M , in modo raggiato, ecc. Janu fa un tra tta1nento molto geniale: egli la incide tutta all'intorno nella parte superiore, lasciandola aderente solo nella parte inferiore: poi disseca

. Seduta del 4 aprile 1913. Mantelli. Propos ta di un metodo per la cut'a ope'Yativa dell'ascite da cirt'osi epatica. - Vari metodì operativi sono stati proposti per la cura della a scite '-da cirrosi epatica; di questi alcuni tendono a costituire un circolo venoso collaterale che basti a scaricare il sistema della porta, altri tendono a drenare il liquido che man mano si ferma nel cavo peritoneale. Sono l'omentopessia, la splenoplessia, l'epatopessia, la fistola d'Eck, l'anastomosi fra la vena mesenterica e la vena ovarica; il drenaggio capillare per mezzo di fili di seta, la peritoneo-safeno-anasto1nosi. Tutti questi metodi presentano degli inconvenienti che sono ben conosciuti. L'A. desidera proporre un metodo che può a suo giudizio, dare dei bt1oni risultati e consiste nel fate il drenaggio del liquido ascitico dal cavo peritoneale alla coscia per mezzo di un. tratto di safena isolato e poi anastomizzato col peritoneo in un punto declive. Tale metodo ha applicato in un caso di ascite da cirrosi epatica nella clinica del prof. D . Bajardi. Si trattava di una malata degente in ospedale da otto mesi durante i quali erano state praticate 27 paracentesi con esito medio di 10 litri di liquido per ciascuna. L'urinazione era scarsa, tanto che venivano raccolti in media da 50 a roo eme. di urina al . giorno. Dopo l'operazione eseguita il 28 dicembre 1912, la quantità di urina salì gradatamente a 600, 700, 1000, 1100 eme. nelle 2 4 ore. Negli ultimi tre mesi inoltre vennero eseguite solo 4 paracentesi. Adunque il nuovo drenaggio si mantiene pervio e funziona discretamente; di ciò si ha la riprova col fatto che; dal giorno dell'operazione, si nota edema alla radice della coscia. ,

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IL POLICLINICO

Con tutto questo il drenaggio non era sufficiente e ciò a cagione della gran quantità di liquido che man mano si formava e non poteva essere tutto eliminato attraverso alla piccola safena. Perciò il 25 marzo 1913 venne praticata l'omentopessia coll'intento di ottenere un risultato più completo. Per ora intanto rimane assodato che il dre. naggio fatto nel dicembre 1912 si è mantenuto pervio e che ha funzionato tanto da aumentare l'eliminazione dell'urina da 100 a 1000 c1nc. al giorno in cifre tonde. In casi meno gravi e con minore produzione di liquido probabilmente tale drenaggio· potrebbe bastare. Per la buona riuscita di esso sono necessarie essenzialmente due condizioni: l'una è che la safena deve a vere un calibrb almeno discreto per assicurare un drenaggio sufficiente; l'altro che l'esecuzione dell'anastomosi safeno-peritoneale deve essere molto accurata, tanto quanto quella delle anastomosi da vaso a vaso perchè, .ove la linea di satura non risultasse dal perfetto afirontamento delle superfici endot~liali, su essa aderirebbe senza dubbio l'omento e occluderebbe cosi • l'anastomosi. Mantelli. EYnia epigast-rica delto stomaco. - I pareri degli autori sulla possibilità che lo stomaco sia contenuto nelle ernie epigastriche sono ancora discordanti e nella maggior parte dei trattati si legge che nelle ernie epigastriche non è ... mai stato riscontrato lo stomaco. L'A. ha avuto occasione di studiare un caso che crede perciò utile riferire. Si tratta va di un malato afietto da ernia epigastrica che, esaminato accuratamente, non rivelò alcun segno che. potesse far pensare alla presenza dello stomaco nell'ernia. All'atto operativo invece si trovò questo viscere impegnato nel sacco erniario ma non aderente. Ridotto lo stomaco non si vide nei din· torni altro viscere (l'omento e il colon trasverso erano ass~i bassi) che eventualmente potesse im· pegnarsi nel tragitto erniario. È dunque logico pensare che di quando in quando, lo stomaco vi si impegna'3se in seguito ad aumenti repentini della pressione addominale il che concorderebbe col fatto che di tanto in tanto il malato andava soggetto a crisi di dolori, stiramenti, accessi di nausea e vomito, Al momento dell'operazione è p~obabile che lo stomaco sia penetrato nel sacco in seguito agli sforzi violenti compiuti dal malato durante lo stadio di eccitazione cloroformica. L'A. crede di poter affermare che si trattava di ernia dello stomaco perchè questo era evidentemente l'ospite P. SISTO. unico, se non abituale del sacco. (20)

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Soeleti Lombarda di Scienze Mediche e Biologiche. Seduta del

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maggio

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Crosti F. Un caso di resezione ileo-colica per tubet'colosi. - Oltre il lungo tratto d'intestino asportato, presenta la ragazza operata da un mese, con un notevole miglioramento delle condizioni generali. Le alterazioni specifiche ben manifeste, anche nei gangli mesenterici, microscopicamente coi noti reperti, s'accompagnavano con leucocitosi e con marcata eosinofilia. Il soggetto era già stato nel luglio 1912 laparotomizzato; in quell'epoca non rilevossi aumento di volume del ceco, ma solo una placca sottosierosa seminata di tubercoli; i disturbi di canalizzaziqne insorsero solo da due mesi, dimostrando cosi la difinsione del processo dalla sierosa verso il lume. La continuità intestinale fu dall' A. ristabilita coll'ileosigmoidostomia la tero-la terale isoperistaltica, meglio opportuna dell'impianto sul colon trasverso, per tenersi più che sia possibile lontano dalla sede del primitivo focolaio tubercolare.

Galeazzi R. Sui trapianti ossei. - L'O., dopo avere messo in rilievo l'importanza della questione dei trapianti ossei, espone i risultati della esperienza da lui fatta con 12 operazioni di innesto osseo per discontinuità scheletriche, pseudoartrosi congenite ed acquisite e deformità scheletriche di yaria natura. L'illustrazione dei casi più importanti dal punto di vista pratico offre all'oratore occasione di toccare alcuni punti importanti del problema, quali, per esempio: il trapianto della cartilagine interepifisaria, l'innesto articolare ed i qcttagli della tecnica. Fra i casi esp:)sti con maggiori particolari e proiezioni meritano rilievo quelli di trapianti emiarticolari con esito positivo, che l'autore fu il primo ad esegnire, con risultato perfetto tanto dal punto di vista anatomico. che funzionale. Zenoni C. Gas tro-duodeniie oidiomicot·lca con periton1'.te da p~forazione. -In una bambina venuta a morte per peritonite acuta preceduta da una sindrome clinica ileo-tifosa, 1'0. rinvenne una imponente gastrite essudativa :fi.brino-purulenta pseudo membranacea e nel duodeno, pure colpito dallo stesso processo, due piccole ulceri perforate. Tanto all'esame batterioscopico dell'essudato, quanto alle indagini culturali, ha trovato numerosi ifi e conidi di oidium, infiltranti la mucosa e sparsi nell'essudato peritoneale. La patogenicità dello oidium isolato risulta stabilita anche dagli esperimenti istituiti sugli animali. Colombino C. Dimostrazione dell'apparecchio di Roth·Dràger-Kt'ot1ig per naycosi miste (ossigenoeteYe-cto-roformio). C.-B.


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SEZIONE PRATICA

APPUNTI PER IL MEDICO PRATICO. MEDICINA SGIENTIFICA. InO.uenza del testicolo sulla determinazione di caratteri sessuali secondari.

Le esperienze del Pézard, comunicate nella seduta del 20 novembre 1911, all'Accademia delle scienze dal Perrier, confermano l'opinione che attribuisce ormai da 10 o 1 2 anni la comparsa, nell'epoca della pubertà, dei caratteri sessuali secondari al testicolo e precisamente alla gianduia interstiziale sita tra i canalicoli seminiferi. Le ricerche del P ézard sono state condotte sui gallinacei; a parità di condiziont gli uni erano castrati prima dello sviluppo dei caratteri sessuali, e.o n gli organi ses, gli altri erano lasciati . suali integri. La presenza del testicolo e più precisamente della glandula interstiziale, determinò nettamente lo sviluppo degli organi erettili (crest~,, barbe), del canto, dell'istinto sessuale, dell'ardore combattivo e di qualche particolarit~ scheletrica. Ma le esperienze dell'autore acquistano una grande importanza e sono nettamente decisive per la dimostrazione d't1na secrezione inter,na test1:colaYe, da lungo t empo ammessa. Due polli sono castrati nel novembre 1909 e presentano i caratteri di capponi: dal gennaio 1910 l'uno dei , due riceve due volte alla settimana, per via intraperitoneale 5 eme. prima, 10 eme. poi, di estratto al 10° di testicolo di porco criptorchide (è accertato che in quest'anima le la gland ula interstiziale è la sola sviluppata). Sotto la influenza di aueste iniezioni, la cresta e le bar... be s'ingrandiscono, divengono spesse, rosse, erettili; compaiono gli istinti sessuali e combattivi, il canto. Si sospendono le iniezioni nel maggio 1910: l'animale non canta più, scompaiono I 'ardore sessuale e lo spirito combattivo, esso riprende a poco a poco la sua attitudine indolente di cappone mentre la cresta e le barbe a vvizziscono. t. p.

CASISTICA. Diagnosi della dissenteria amebica. Il sospetto clinico di dissenteria amebica può divenire certezza soltanto dopo la dimostrazione microscopica dell'ameba dissenterica; può essere confortato da altre ricerche ausiliarie come l'eosinofilia, ecc. Dopter (Pa'l'is M,d., J4 dicembre 1912), dà i seguenti criteri ed insegnamenti per la ricerca diagnostica:

La raccolta del materiale deve esser fatta immediatamente dopo l'espulsione delle feci; queste non devono essere mescolate ad urina, che è nociva per la vitalità delle amebe; tra le parti mucose scegliete un fiocco sanguinolento. L'esame mictoscopico più utile e dimostrativo è quello diretto ed immediato delle feci fresche. Il preparato si allestisce schiacciando leggermente tra due vetrini una goccia del fiocchetto mucoso. L'osservazione microscopi<'a va praticata a piccolo ingrandimento: le amebe si presentano sotto l'aspetto di veri nidi di piccoli corpi refrangenti un po' più voluminosi dei leucociti talora, disseminate in tutto il preparato. Dopo questo esame preventivo d'orientamento con ingrancli111ènti più · forti si volge l'attenzione ~ui punti sospetti; si trovano cellule di desquamazio~e intestinale, leucociti rari, talora freq llen ti se s 'è capita ti nel momento della rottura d'un nuovo ascesso, emazie, infusori cigliati, n11merosi bacteri, amebe dissenteriche. Queste si riconoscono per i 1seguenti caratteri: corpi rifrangenti del diametro di 25-30 µ sono costituiti da due parti. ineguali, una oscura, di aspetto granuloso, con un nucleo rotondo, poco percettibile, eccentrico, provvisto di nucleolo, endot;tasma; l'altra chiara periferica refran~ente, ectoplasma, che diviene visibile bene solo nei movimenti dell'ameba. L' en·joplasma contiene nel suo interno elementi diversi: residui alimentari, cellulari, bacteri, talora leucociti e sopratutto emazie. L' ameba dissenterica vivente (Efttamoeba histolytica Schaudinn) appare mobile; tale mobilità vivace al principio si attenua a poco a poco, e cessa dopo sei o sette ore. La mobilità è percettibile per la deformazione vivace che subisce l'ectoplasma, si forma uno pseudopodo a dito di guanto, che si ritira mentre in un punto vicino se ne forma un altro. Tali movimenti meno accentuati in corrispondenza del! 'endoplasma, non riescono a farla spostare in toto , sicchè nessun movimento di progressione è impresso al corpo dell'ameba. Schiacciando leggermente il vetrino, o inondando di luce il preparato si possono determinare nuovi movimenti : se l'ameba muore il suo aspetto muta , l'ectoplasma diviene difficilmente distinguibile, e tutto il parassita è costituito da un corpo unico ovale o rotondo; allungato, granuloso. Vincent, quando le amebe siano molto scarse, consigiia un facile espediente per metterle in evi denza: sul margine del coprioggetto si deposita una goccia di soluzione acquosa di bleu di me· (21)


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tilene 1: loo: immediatamente t!Jtti gli altri ele- e il bordo inferiore delle costole, solleva la parete menti si colorano in bleu ad eccezione delle addominale posteriore · per far salire il fegato in amebe, le quali al contrario rimangono sul prin- · avanti, con la mano destra cerca di fare avvicicipio incolori, e si distinguono per la loro tinta nere le dita al bordo del fegato premendo dolcechiara sul fondo bleu del preparato. Dopo qual- m ente, continuamente e profondamente e sempre che minuto il movimento cessa, e le amebe si in alto, giusto all'altezza del punto cistico. colorano. La prova oltre che col bleu di metilene Se il segno è positivo, l'ammalato accusa un dolore più o meno vivo all' ipocondrio destro e si può essere fatta anche col rosso neutro. Oltre l'Entamoeha histolytica, si può trovare ha illfesa muscolare, mentre la fisonomia si contrae. ' All ipocondrio di sinistra nulla di tutto ciò. nelle feci la tetragena, anch'essa dissenterica, e Secondo i suddetti autori, quando i sintomi si trova poi d'ordinario l'Amoeba coli, non disdella malattia cominciano a dileguarsi, il dolore senterica. I criteri microscopici per la diagnosi differen- al punto cistico diviene meno accentuato, per scomparire in seguito: la scomparsa del segno inziale sono i seguenti. Per l' Entamoeba t~tragena la differenza tra ecto dica che il paziente si incammina verso la guaed endoplasma è assai netta, gli pseudopodi sono rigione. Durante la convaleséenza il segno è sempre ascorti e larghi. il nucleo ben visibile durante la sente : in caso di persistenza bisogna temere una vita del parassita. L' Amoeba coli, ospite banale dell'intestino, ha ricadùta. Concludendo, gli autori si dichiarano convinti: . dimensioni quasi eguali alla dissenterica, ma è a) che non esiste caso di febbre tifoide alcostituita da un grosso corpo protoplasmatico, senza distinzione ecto ed endoplasma, con un 1' iuizio della quale il segno sia assente; b) che è un segno più preC'oce degli altri; nucleo rotondo ben visibile, limitato da meme) che è ttn segno anche molto frequente nel brane e ricco in cromatina, vacuolizzato; l' Amoeba periodo di stato; coli è poco mobile, pseudopodi corti e rari. d) cl1e sparisce sempre aUa convalescenza. . I processi di colorazione più in uso sono il RoIn 78 osservazioni di tifoide, confermata dalla manowski, e il Giemsa, ma essi sono poco pra sierodiagnosi di Widal, il segno non mancò mai. tici per la dimostrazione dei parassiti. Dott. G. GENOESE. L'inoculazione nell'animale (gatto giovane) di un frammento di feci per la via del retto produce dopo 7 od 8 giorni diarrea muco-sanguinofl cancro della valvola ileocecale. lenta, in cui è facile rinvenire le amebe dissenteIl Carnot e Dumon t a proposito di un caC)O di riche. Se le feci sono vecchie {ameba cistica) si può cancro della valvola ileocecale capitato loro alsomministrarle all'animale per bocca, la prova l'osservazione riassumono ciò che vi è di più notevole sulla sintomatologia i:i questione. A seconda rettale non riesce, mentre date per via boccale, la parete cistica è . disciolta dal succo gastrico e che il tumore tenda ad invadere l'intestino tenue o il parassita si sviluppa allora nell'intestino de- il crasso, avremo una si~tomatologia diversa; nel primo caso il quadro morboso sarà quello di terminando la malattia. · un'occlusione intestinale cronica, nel second0 di L'esame del sangue del malato rivela esinofilia; l'esame del sangue deve sempre essere praticato un tumore della fossa iliaca destra. Nella sede ileo-valvolare la forma anulare semper poter escludere od ammettere con la siero· agglutinazione una eventltale dissenteria bacillare. bra la più frequente e la più caratteristica: essa provoca una stenosi in corrispondenza dell 'ul::. p. tima porzione del tenue e si traduce clinicamente con una sindrome d'occlusione cronica. Molto Un nuovo segno diagnostico nel .tifo. spesso c;i forma in seguito agli sforzi peristaltici una invaginazione della terminazione <lei tenue Se ne occupano Radulescp e Atanassiu (Presse nel crasso che può c1ar origine ad un restringiMéd. n . 99, 1912). Consiste nel mettere in evidenza un dolore più o meno vivo al punto ci· mento brusco nel caso della si11drome precedente. stico ed eccezionalmente una posAente difesa 1nu · Alcune volte l'occlusione brusca può esser determinata da un polipo neoplastico che trascinato scolare localizzata all'ipocondrio destro. dal contenuto intestinale ottura improvvisamente Per ricercarlo basta far coricare 1 ammalato con l 'orificio valvolare. Quindi il cancro ileo-valvolare le gambe stese o flesse, e farlo respirare profonè c aratterizzato da un sindrome d'occlusione crodamente. Il medico, posto sempre a d estra del paziente, nica progressiva in cui spesso intervengano sintomi d'occlusione acuta. con la 1nano sinistra insinuata fra la cresta iliaca 1

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SEZIONlt PRATICA

All'apertura' ·dell'addome si riscontra un ileo di dimensioni talora colossali tanto da rassomigliare al colon: questo poi è re.tratto, talchè si ha quasi un'inversione delle dimen~ioni normgli. Il sintoma fondamentale dell'occlusione cronica è la stitichezza estrema e progressiva con crisi diarroiche periodiche. Il 111alato degli AA. ritnaneva sette o otto giorni completamente senza scariche e · i purganti resta vano senza risultato; meglio agivano gli antispasmodici (atropina}: poi verso l'ottavo o decimo giorno sopraggiungeva una diarrea molto liquida che durava due o tre giorni ed i dolori addominali cessavano completamènte. Un altro sintoma pure caratteristico dell'occlusione cronica è caratterizzato dalla sin· drome di Koenig, costituita da coliche dolorose accompagnate da onde peristaltiche visibili e borborigmi termi!:!.ali dell'attacco colico con scom· parsa della tumefazione. Un terzo sintoma ca ... ratteric;tico dell'occlusione cronica è il forte meteorismo spesso localizza to in un a porzione dell'addome; nel caso degli AA. era evidente ii contrasto tra il rientramento della fossa iliaca destra e la ripienezza della regione situata tra il punto di Mac Burney e l'ombellico. La palpazione del tumore iliaco è molto inco· stante anche perchè il meteorismo ostacola una palpazione accurata. Secondo Keit il punto di Mac Burney corrisponde esattamente al punto d'unione dell'ileo e del cieco; una tttmefazione netta a questo livello sarà, certo sintomatica della lesione descritta. I sintomi dell'ostruzione acuta che sopravvengono nel corso d'un'occlusione intestinale cronica sono caratterizzate da coliche violellti con ritenzione completa di liquidi e di gas e con formazione di vomiti fecaloidi. Nel cancro cieco-valvolare invece il fatto che ' predomina è il tumore della fossa iliaca destra: la stenosi o non si forma ovvero si forma molto tardi e non è mai completa. Ad ogni moclo que· sta forma merita un individualizzazione anatomica e clinica malgrado l'esistenza di forme intermedie. (Pat-is M édicat ). P. A~ESSANDRINI.

TERAPIA. La psicoterapia razionale.

. Il Dubois in una conferenza tenuta recentemente ali' Associaziont! sanitaria milanese (Rivista Veneta di Scienze Mediche, 15 aprile 1913) fece rilevare che 1a psicotera pia da molto tempo è entrata n el linguaggio medico, ma che siamo ben lontani da µna concorde concezio11e della met<:-

dica psicoterapica.

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Attualmente tre sono gli indirizzi seguiti dalla psicoterapia, ossia: a) la suggestione con o senza ipnosi; . b} la psico-analisi; e) la psicoterapia per persuasione dall'O . definita u razionale » . Il mondo è pieno di malati psichici, tormentati da mille disturbi funzionali , ed in cui l'esame somatico anche più accurato non riesce a scoprire • traccia di lesione organica. Sono degli cc esauriti » che devono la loro prostrazione a condizio11i mo· rali di ogni specie. Sono grandi sventure che abbattono l'organismo psichico di tali individtti, molte volte si tratta di piccole contrarietà ingrandite da una fantasia malata. Ad ogni m odo questi · n1omenti emozionali si riv·erberano sempre s ul funzionamento degli organi, non provocano solamente lagrime, ~a turbano eziandio la vita ve-. getativa, determinando palpitazioni di cuore, dis1urbi dispeptici gastro-intestinali, dolori e veri stati di astenia. Il Dubois combatte la tendenza della medicina ad individualizzare in entità distinte questa multiforme patologia psico-nervosa, notando come queste turbe si verifichino spesso sole od aggregate e diverse in epoca nello stesso individuo. Per ciò si limita a denominarli stati neurastenici . psicostenici, isterici - e di · spettanza della Psichiatria - melanconici ed ipocondriaci. Infine dimostra come !a psicoterapia non possa di sgraziatamente applicarsi che in misura ristretta )n 1nalattie più gravi come la demenza precoce e la • paranoia. Non è che con la persugsione che si arriva a n1odificare le immagini mentali degli ammalati, dalle quali proviene una modificazione del sentimento che li fa agire. I nevrastenici sono spesso dei deboli dal punto di vista fisico. ma sono tali pit\ specialmente dal punto di vista morale, non resistono alla men che minima emozione e, quando provano delle sofferenze fisiche, entrano i11 uno stato emotivo per cui il loro male si aggrava. Bisogna renderli fiduciosi, rincuorarli. · I psicostenici sono persone che banno un giu· dizio falso delle cose, sono sempre più o meno suggestionati, più. o meno perseguitati da follie e da manie assurde, sono difficili a guarire ed è in questi casi che si può constatare il trionfo di una serrata e stringente dialettica. Gli isterici sono soggetti dalla immaginazione esaltata, sono ,per questo riguardo simili a nature semplici quali quelle di molti poeti, i quali percepiscono in un modo troppo intenso le sensazioni diverse nate i11 seguito ad un'emozione, il più delle volte d'ordine sessuale. Bisogna insegnare a questi ammalati la via del buon senso e dell'attività feconda. La guarigione dei melanconici, degli ipocon· driaci può essere accelerata con cura psicotera · (23) 1


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pica paziente ed abile: per esercitare questa 1nfiuenza su tali ammalati bisogna che il medico possieda molta bontà, un 'assoluta sincerità, .una pazienza instancabile, un modo chiarissilnq di espressione delle proprie idee. TRAMONTI. '

Cura dello stato di male epilettico.

Il bromuro di potassio è un eccellente sussidio medicamentoso. nella cura dell'epilessia, ma di . scarso giovamento riesce .nel trattamento delle epilessie gravi ed in ispecie in quello dello stato di male. In questi casi bisogna agire con rapidità. Ecco il metodo preconizzato da Sodicke: Riposo assoluto, camera soleggiata, lavaggi instinali frequenti all'acqua calda, susseguiti da iniezioni rettali della seguente miséela: Idrato di amilene . . . • . . gr. 3 Tintura di strofanto ~'1o· . gocce Io Acqua . . . . . . . . . . . . gr. 50 iniezioni che possono essere ripetute ogni 30-60 minuti. Dopo questo trattamento, ma solo nei casi gravi, si inietteranno nella vena mediana cefalica dopo salasso di 50-155 eme. di sangue, da IOO a ~ eme. della seguente soluzione alla temperatura di 38°: , tloruro di sodio . . . . . . . gr. 9 Bicarbonato di sodio. . . Cloruro di calcio . . . . . . anagr. o. 02 Clorato di potassio. . . . . Acqua distillata . . . . . . . gr. 1000 L'iniezione può essere ancora praticata nella massa del gran pettorale. Il Sodicke ha curato con tal metodo 9 casi di ~tato di male epilettico. Dei pazìenti, 8 guarirono, ed uno solo morì per congestione polmonare. La cura si ba~a 1 in conclusione, sulla teoria tossica dell'epiles a~ È difatti dimo~trato che spesso avanti l a co1nparsa dello stato di male, si sviluppano dei disturbi digestivi con costipazione ed anoressia, fatti che provano l'intensità progressiva di una intossicazione di origine digestiva. (]ourn. des Prat·ici'ens, Io agosto 1912). TR. I fondatnenti farmacologiei della terapia bromica

nella epilessia genuina. Wyss, DeutsGhe med. W ochensch1'., 19I3, n. 8, ricorda come la somministrazione prolungata di bromuri àlcalini dia luogo all'accumularsi nell'organismo di bromo, e ad una diminuzione del cloro. Quando l'impoverimento in e-loro è assai spiccato possono aversi fenomeni toE:sici, somatici e psichici, i quali si dileguano rapi da mente con I 'i11gestione di cloruri. Questa azione benefica dei cloruri sembra dovuta al fatto che essi facilitano la rapida eliminazione dcl bromo. (24)

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L' A. ritiene che, pur non potendosi considerare la cosa come nettamente dimostrata, le osservazioni cliniche e sperimentali tendano ad indicare che l'azione benefica dei bromuri negli epilettici sia dovuta essenzialmente alla declorurazione da essi prodotta. Questa declorurazione non è paragonabile a quella che può in altre guise ottenersi , giacchè la stretta parentela esistente fra gli joni del bromo e quelli del cloro fa pensare che i primi possano, nei riguardi di alcune fun· zioni fisiologiche, supplire alla mancanza dei secondi. L' A.. insiste. sulla necessità di tener conto, negli epilettici, non solo del bron10, ma anche dei cloruri che vengono ingeriti. i\ppunto nella mancanza di questa cautela andrebbe ricercata la ca usa della più gran parte degli insuccessi terapeutici. 'l. F.

POSTA DEGLI ABBONATI. (115). Inalazioni di balsamo del Tolù e timolo.

- Avendo ricevuto l'operetta del prof. Durante sulla cura della tubercolosi ed ivi letto che il miglior sussidio terapeutico è il jodo associato alle inalazioni di balsamo del Tolù e timolo, bramo sapere sulla posta degli abbonati come praticare dette inalazioni: se diffuse mediante vapore di acqua calda oppure con il nebulizzatore. Tanto raccomando sapere con cortese sollecitudine a vendo di versi infermi del morbo specifico. · E con perfetta osservanza mi dico Mafalda (Campobasso). Dott. TOMMASO RODINI, abbonato II49· Prescrivere le inalazioni di balsamo del Tolù e timòlo mediante il nebulizzatore, associando i due medicaiµenti o pure somministradoli separa· tamente. ~i aggiunga dell'alcool per rendere più solubile il timolo. lTna buona formola può esser ia seguente: · Timolo . . . . . . . . gr. 2-4 Alcool . . . . . . . . » roo Balsamo del Tolù . . . » ioo Acqua . . . . . . . . » 800 p. s. (rr6) Cut'a della foYuncolo si. -Vengo a domandarvi consiglio. Ecco di che si tratta. Ho in cura una giovinetta di poco più di anni I6, di sana e florida costituzione, la quale, dall'estate decorsa, so~re di foruncolosi la cui origine debbo purtroppo riferire alla praticatale rivaccinazione. Dopo qualche foruncolo a rari intervalli, ne ha avuta un a serie continuata tra il novembre ed il gennaio, poi parve completamente guarita: ma invece di recente ne è stata e ne è di nuovo, e pitì gravemente, martoriata, <lacchè, dopo una nuova serie di foruncoli nelle più penose località,


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SEZIONE PRATICA

giace presentemente in letto per un ascesso che si va formando all'inguine accompagnato da febbre giornaliera a tipo pioemico. Di fronte a questa recrudescenza del male sento di non potere accontentarmi della cura esterna, e del!a non mai al)bandonata cura arsenicale interna , poichè mi preoccupo della possibilità dì localizzazioni sempre più gravi , e dellE" gravi conseguenze di ripetute febbri pioemiche sullo stato generale, che è. ancora assai buono. Mi sono fatto quindi la domanda se non fosse da pensare ad altri interventi. Da distinti colleghi mi è stato consigliato il vecchio lievito di birra, e l'urotropina. Per dire la verità la mia fiducia in tali medicamenti è assai limitata, mentre vado pensando alle ini~zioni endovenose di sublimato, a quelle di siero antistreptococcico o antistafilococcico o anche di sal· varsan. E nel dubbio mi permetto indirizzarmi appunto a cotesta onorevole Direzione la quale vorrà sicuramente essermi cortese <lei suoi lumi, tanto sulla cura da adottare, che sul metodo e sulla dose da seguire ~ da applicare. Ringraziando anticipatamente Dott. GERALBE RTO BUCCOLINI , _ Rispondiamo in tesi generica: Le furuncolosi sono date da infezioni locali da stafilococco, germe che trova facile sviluppo per una predisposizione peculiare del terreno. Le cure, tentate numerose; numerosi gl'insuc·cessi: utile certo il lievito di birra , forse qualche vantaggio potrebbe dare l'urot1'opina per iniezione (2.3 gr. al gior.ao 1 ~ gr. pro dose): ma il loro effetto è contrastato, certamente incostante. Il siero antistafilococci'co può essere tentato e talora per alcuni soggetti risponde bene, ma non può essere medicazione definitiva trattandosi di pur a medicazione antitossica. Sublimato e salvars an per via endovenosa, non sono indica ti; essi per nulla influenzano il decorso del foruncolo in atto, nè si mostrano capaci di evitare i successivi. Dopo gli studi del Wright e la lunga esperienza cliniça io credo che non resti che t1na sola tera pia razionale della furuncolosi diffusa e ribelle: la . . vaccinazione. Si ·rivolga a persona tecnica , e a Roma certo ve ne sono parecchie, · capaci di p.r eparare un vaccino dello stesso stipite, isolato dalla malata; l'effetto in genere dopo 3-4 iniezioni progressive di vaccino è meraviglioso e l'immunità si man· tiene per qualche anno. La terapia ha dalla sua parte non solo criteri razionali ma larga esperienza coronata da successo. t. p.

V.:A.RIA

Precetti d'igiene . - L'igiene, di cui ci si preocc~pa tanto ai nostri giorni, non . era sconosciuta ai nostri antenati. In un libro scritto verso la fine del X VIII secolo su «l'arte di prolungare la vita umana » Guglielmo Hufeland - uno dei più apprezzati m e .. dici di tutti i te:npi, il cui nome rimase legato ad una fiorente Società medica della Germania formula un certo numero di precetti d'igiene assai interessanti. Eccoli: 1° Anzitutto - egli dice - occorre una nascita felice. Questa è una condizione indispensabile. Vi sono infatti delle perso11e, le quali - osserva Galeno - portano sin dalla nascita una costituzione cosi imperfetta che neppure Esculapio riuscirebbe a far raggiungere lor(j l'età di sessanta anni.• Ma la nascita evidentemente è questione dei genitori, non del generato ; sono essi che debbono porsi in condizioni ottime di salute prima di concepire il rampollo, e debbono avere la coscienza di astenersene allorchè sanno di avere cattiva salute (l'eugenetica, co.m e si vede, non data da oggi). 2° Un'educazione igienica del neonato e del lattante. 3° Una gioventù attiva e laboriosa . 4° L'astin~uza dai godimenti prematuri ed illegi~timi dell'amore e specialmente dall'eccesso dei piaceri venerei. 5° Un matrimonio bene assortito, che procuri i piaceri puri, dia la consuetudine della temperan~a, abitui al rispetto delle leggi sociali e renda , in una parola, cittadini dabbene. 6° Il sonno riparatore: tutti coloro che hanno raggiunto un'età avanzata sogliono levarsi di buon'ota, dice Hufeland. 7° Gli esercizi del corpo. go L'aria pura. 9° La vita campestre e il piacere del verde. 10° I viaggi. 11 ° La nettezza e la cura della pelle. Non fare come il palafreniere che si affatica a strigliare e spugnate il ca vallo, ma non pensa a curare la pelle sua e dei suoi bambini : tanto è vero che l'uomo regola molto più igienicamente la vita degli animali, che la propria. A questo propo· · sito Hufeland stabilisce le indicazioni della flanella. Ritiene che i bambini non dovrebbero essere abituati a porta! la lana sulla p elle e ch e questa pratica dev'essere riservata a coloro ch e banno sorpassata la metà della .vita, ai t em peramenti freddi . ai sedentari, agli ipocondria ci , a i convalescenti di gravi malattie, ecc. 1

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IL POLICLINICO

La pace dell'anima, il contento, la gioia, le sensazioni gradevoli gustate con moderazione, tra cui quelle musicali meritano la preferenza. 13° L'uso ragionevole della medi('ina e dei medici; questi andrebbero consultati meno per averne delle ricette che per sapere lo stato della propria salute. 14° Il regime alimentare che, secondo Hufe-. land, è di un'estrema importanza. Egli insiste principalmente sulla necessità di moderare l'alimentazione e di non mangiare più del bisogno, c ome si pratica troppo spesso. Gli alimenti dovranno essere bene masticati e insalivati per essere più facilmente digeriti e assimilati; onde la necessità di avere buoni denti e di conservarli. Non studiare, nè leggere mangiando; l'ora del pasto spetta allo stomaco, non al cervello. Il ridere facilita la digestione: conviene provocarlo -coi bons mo ts e tentare di a vere compagni gai, giacchè il cibo, preso nella gioia, produce un sangue sano e leggero. Non muoversi troppo immediatamente dopo i pasti. Lasciare la tavola prima di essere sazi. Proporzionare il regime al lavoro che si deve fornire. Prendere i pasti ad ore fisse : quello serale sia meno abbondante e ·composto preferibilmente .di vegetali. H ufeland consiglia di sazia i·e la sete ma con saggezza; non durante i pasti , affine di non diluire il succo gastrico, ma di preferenza dopo un'ora. ' Questi precetti potrebbero essere sottoscritti <!agli igienisti moderni. Come si vede, nihit sub .sole ·novi. 12°

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(Da un articolo di Maurice Genty, in Le P-ro.grès Médica l, 1 ° marzo 1913). L. P .

certrtl BIBLIOORAFICI .( Non si recensiscono che i libri Perflenut i in dono alla R tdazione)

In onore del prof. Angelo Celli nel 25° anno di insegnamento. I vol. in-8° gr. di pag. 832. Unione Tip. ·Editrice Torinese, 19 13. L. 2 0. Un gruppo di studiosi, tutti legati al prof. Celli da affetto, da devozione e da comunanza di ideali scientifici, ha voluto onorarè il Maestro nel modo più degno, offrendogli un volume di pregevoli lavori in occasione del suo 25° anno d'insegnam~nto.

Sono tutte persone di alta competenza scientifica , la quale si riflette nei lavori che hanno voluto consacrare al Maestro: lavori interessanti ~he trattano spesso questioni essenziali, general· mente concisi ~ sobri, mentre talvolta assurgono alla dignità di monografie.

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Ci limitiamo ad elencarli: S anfelice F., Contributo allo studio della infezione e della intossicazioue blastomicetica nell'uomo (con 3 tavole); Roncali D. B., Studio istologico su di un neoplasma complesso · cerebrale e considerazioni generali sui vari neoplasmi complessi (con 1 9 tavole); Valagussa F .. Sull'importanza della presenza degli ifomiceti nelle farine impiegate per l'alimentazione del bambino; Valeri G. B., Sul contenuto batterico del sale da cucina e sua reale importanza pratica per l'igiene; Grim ani E., Sulla cosidetta « bronchite verminosa. », Ricerche di istopatologia; Scala A •• Sui composti del rame con l'albumina d'uovo; Scala A ., Stato idro-colloidale della materia, reazioni colloidali e reazioni diastatiche; Polimanti O., Ricerche sulla topografia degli enzimi nèl tu bo gastro-intestinale dei pesci; Bonamartini G., Sulla importanza della determinazione della resistenza elettrica delle acque e sulla relazione tra questa e la quantità delle sostanze in soluzione; Nardelli G., Ricerca della chinina nel luogo d'iniezione; Baldoni A., Sulla determinazione quantitativa della chinina nelle urine e nel sangue; Alessandrini G. , Sul potere battericida dei vermi intestinali; Centanni E., Sul rapporto fra la forma anafilattica e la profilattica della reazione immunitaria, con speciale riguardo a11=antipiresi casuale biologica; Dr. Werner H., Ueber Salvarsan bei MaJaria nebst Bemerkungen iiber Zalungsmet.hoden von Malariaparasiten; Valenti G., Profilassi oc~lare nell'infanzia e responsabilità dei genitori di fronte alla legge ; Falcioni D., Osservazioni epidemiologiche, profilattiche e curative fatte durante la campagna antimalarica i911; Rossi G. e ~iaccia M. , Studi critici e sperimentali sui fermenti pectici anaerobici (con una tavola); Alessandrini G., Sull'azione patogena del Gigantho· -rhynchus gigas (Goeze) e su alcune sue particolarità anatomiche; Levi della Vida M., Portatori ed emuntori dei germi patogeni. - Alcune osservazioni serologiche sui portatori del vibrione coletigeno; De l3lasi D ,, Sulla presenza di emolisine secondarie nel sìero di agnelli infesta_ti con Uncinaria cernua; Martoglio F., Il bottone orientale in Abissinia (con una tavola); Splendore A., Un'affezione micotica con localizzazione nella mucosa della bocca, osservata in Brasile, determinata da funghi appartenenti alla tribù degli Exoascei (Zi·monema Brasil'ie·nse, n. sp.) (con 6 tavole); Almagià M. , Considerazioni sull' importanza dell'autolisi della fibrina nella polmonite; Sampietro G., Contributo allo studio delle attività biochimiche dei cosidetti 'l Bb. capsulati »; ~ermi C., Sulla specificità delle ecto-proteasi e su diverse altre questioni riguardanti le medesime ; Casa-


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SEZIONE PRATICA

grandi O., I virus filtrabili vaccinico e vaioloso nella loro forma granulare. - Specificità. - Visibilità in vivo. - Colorabilità dei granuli (con 3 tavole colorate); Marchiafava E., Sopra l infezione 1nalarica perniciosa nello scorcio dell'autunno; Cacace E., Profilassi antimalarica scolastica. Tale è il volume, in cui si trova molto materiale scientifico e l'invito a fare: supera lo scopo delle ono!anze e porta un contributo notevole al · sapere. T. I. 1

senza risorse strumentali ( tol tine il termometro e lo stetoscopio). Trovia~o ch'esso rispecchia il genio italiano contemporaneo, 1n quanto è rigorosam~nte ordinato e ben proporzionato, euritmico in ogni sua p atte.

Tutto il lavoro ha per base l'esperienza larga delr autore come insegnante e, sovratutto, come pratico; ma ripete unè:l copia ingente di cognizioni desunte con molta diligenza dalla letteratura: si mantiene edotto di tutte le indagini recenti. \ Alla produzione italiana fa il posto che le è 'Technique clinique médicale et Séméiologie élé· dovuto, con speciali riguardi a quella napolementaires, pubbliées sous la direction du doc- tana. teur EMILE SERGENr, avec la collaboration de L ' A. si attiene strettamente alla semiologia ; MM. RmADEA.U DUl\ilAS. LIAN D ' HEUCOUEVILLE. non tradisce il titolo, come spesso accade ; non FECAROTTA, S. CHAUVET, PRUVOST, \ HAZARD. sconfina nella diagnostica e nella cl~nica. r val. in-8° di pag. 756, con 173 fig. e 2 tav. a Egli ha omesso il ~istema nervoso e q11ello mucol. Paris, A. Maloine éditeur, 1913. 1;·r. 12. scolare. forse per non accrescere la mole del libro In Italia non è molto ~entito il difetto d'orforse perchè rientrano nel dominio della neuroganizzazione nell' inse ~ namento clinico elemen- patologia; ma riteniamo che non dovrebbero estare. Presso molte Facoltà infatti il principiante è · sere trascura ti in un esame fisico generale. istradato alla clinica dai docenti di propedeutica Qualche lieve lacuna nella trattazione si ave di semeiologia. verte appena e non attenua i pregi di cui è x1cDifettano però buoni libri elementari e pratici chis<limo questo lavoro . che condensino tutte queste nozioni esse11ziali Non sarebbero forse state fuori di luogo alper il futuro medico; che insegnino a ricercare cune figure: avrebbero resa più semplice e spesistematicamente tutti i sintomi subbiettivi e dita l'esposizione, per quanto questa sia già molto obiettivi, a riconoscerli, a raggrupparli, a inter- nitida e precisa. pretarli. Il lavoro sarà bene accetto agli studenti, cui Risponde bene allo scopo il Manuale che vede permetterà di acquistare nozioni sicure e definite ora la luee coi tipi del Maloine. Siccome la lingua di orientamento; fornirà un ausilio prezioso ai francese è molto conosciuta, esso potrà avere docenti; potrà figurare sul tavolo di tutti i melarga diffu.s ione tra noi. dici pratici, cui si raccomanda caldamente, per Vi sono consegnate le conferenze tenute ad un un bagno sal11tare nella semeiologia. corso clinico elementare organizzato dal profesy. sore Sergent con la collaborazione di alcuni antichi. suoi allievi. K. BLU~1EL. Die ambulante Therapie der LunIl libro s'indirizza sovratutto ai principianti. gentuberkulose. l vol. in-8° gr. di pag. x-208. ma sarà utile anche ai pratici, che vi troveranno, Berlin u. Wien, Urban ~ Schwarzenberg, r9r 3, in forma concisa e chiara, l'esposizione dei proM. 6; rilegato M. 8. cedimenti d'esame antichi e moderni, il cui inI medici pratici non sono forse abbastanza al sieme costituisce ciò che si potrebbe chiamare l'arsenale dell'esplorazione clinica, tanto al letto corrente delle risorse molteplici che la terapia del malato che al laboratorio, e l'esposizione pra- odierna è in grado di opporre alla tubercolosi. Riteniamo dunque opportune le pubblicazioni tica delle grandi sindromi morbose. È presentato dall'alta autorità di Lucas-Cham· riassuntive del genere che presentiamo, e deploriamo che di simili non se ne abbiano in Italia , pionnière. mentre gli articoli dei giornali medici non pos G. C1ccoNARDI. Manuale di semiologia mediea sono che prospettare qualche lato del problema. (esame obbiettivo). r vol. in-16°, di pag. XIIIIl Bliimel si limita alle forme ambulatorie 1 618. 1\il ilano, Società Editrice Libraria, 1913. della tubercolosi: sono quelle che reclamano e Rilegato' L. 10. giustificano le m aggiori cure. Il lavoro comprende il trattamento igienicoÈ un compito gradevole parlare di un lavoro dietetico, quello specifico, quello medicamentoso, così pienamente riuscito. E sso contiene un'esposizione chiara e compren- quello chirurgico e il trattamento delle complicaV. siva dell'esame fisico, quale può essere eseguito zioni più comuni.

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IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movin1ento professionale.

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La 't:nelegg.ibilita, de'Ì medici condotti a cofisigliere provinr.iale. - 1\1algrado una calda e con vincente difesa <lell .on. Comandini (dove erano i medici deputati ?), la causa della eleggibilità dei medici condotti a consigliere provincjale è stata perduta d inanzi alla Camera. L'articolo 25 della legge sull'elettorato amministrativo che sancisce (e non sacrifica come fu stampato per errore tipografico nel passato fascicolo), la ineleggibilità dei medici condotti è stato approvato nel testo del disegno del Governo. L'on. Giolitti ha infiorato la vittima che cond uceva al sacrificio, dicendo che il ~inìstero del medico condotto è cosi alto che non deve essere distratto dalle piccole cure di un Consiglio provinciale! In verità, il risultato della nostra lotta, c}1e oramai durava da parecchi anni, per togliere questa incapacità civile di dosso al medico condotto non poteva finire in un più completo in successo; la vecchia legge comunale e provinciale con la dibattuta dizione della i ·n eleggibilità degli impiegati amministrativi e co·n tabili, l asciava aperto uno spiraglio alla possibile interpretazione liberale di qualche giudice d alla mente larga ; noi medici abbiamo voluto che la legge p<\rlasse più chiaro, e il legislatore, o per lui il dittatore del momento. ci hanno chiuso senza rimedio l'uscio stil viso. Non vale cercare delle magre conso.1.a .. zioni e guardare fidenti al . domani ; le consolazioni non le avremo e il domani per i medici italiani sarà sempre più buio. 4

CAJUS.

Per formare U'J'ia coscie·n za giuridica nei medici. - Ogni giorno che passa il medico si accorge quanto numerose e svaria te siano le disposizioni legislative che egli deve conoscere per l'esercizio della prop ria profes~ione: bene spesso egli si trova n~lla incertezza e non sa come comportarsi, se pure, nell'ignoranza completa della legge non incappa in vere contravvenzioni che potrebbero procurargli anche dei non lievi grattacapi. Ond'è che ci pare giunga a proposito il seguente ordine del giorno approvato giorni sono dal Consiglio dell'Ordine dei Medici della provincia di Lucca, nel quale appunto è contemplata questa ignoranza delle leggi nella quale si trova il medico e si propone il mezzo per toglierla: << Il Consiglio co11siderando che nella Facoltà medica n1anca qualsiasi insegnamento diretto a for111are nel medico quel n1inimo di coscienza (28)

giuridica che è necessario nella vita sociale e più specialmente a dare una nozfone sufficiente della legislazione sanitaria; « Considerando che in modo particolare medici condotti, ufficiali sanitari, medici d i porto. medici provinciali, ec~ .. si trovano nel dovere di osservare e applicare leggi che n on si intendono agevolmente se altri competenti non le hanno insegnate; cc Considerando che il diritto sanitario è cosa cosi ardua e speciale che anche giuristi ben provvisti di cultura giuridica generale spesso errano nell'applicarlo; « Dato che un insegnamento di diritto sanitario non è possibile venga impartito da I .professore di medicina legale, al quale manca la necessaria competenza; « Dato che la costituzione degli Ordini rende tanto più necessaria nei medici una nozione relativamente profonda e sufficientemente esatta. di un notevole numero di principii e di disposizioni di leggi generali e speciali; · cc Vista la proposta della Scuola veterinaria dell'Università di Torino per la istituzione di un corso regolare di legislazione veterinaria in sostituzione degli attuali corsi pratici di un mese riconosciuti insufficienti; « Visto che opportunamente un insegnamento speciale di materie giuridiche è stato p osto nelle Scuole d'applicazione per gl'ingegneri, nelle Scuole d i agraria , nell'Istituto forestale, negli Istituti tecnici, e fino nella Scuola di perfezionamento per i maestri elementari; « Fa voti che nelle Facoltà mediche venga istituito un insegnamento obbligatorio di materie giuriqiche e cc Delibera di. co1nunicare tale voto alla Federazione degli Ordini perchè lo prenda in esame e lo presenti alla Commissione reale per il riordinamento degli studi superiori ». Il Consiglio dell'Ordine dei Medici di Roma ha nominato una Commissione per studiare le condizioni dell'assistenza dei bambini malati nella provincia di Roma, chiamando a farne 1?arte, sotto la pr.esidenza del proprio presidente dott. Enrico Ballerini , i dottori Riccardo Dalla Vedova, Mario Flamini, \ ' incenzo Nicoletti, Giuseppe Pecori, Angelo Signorelli e Luigi Martino Spolverini. Il Consiglio ha nominato a ltresi una Commissione per studiare i mezzi onde ottenere la gra · duale t1·asformazione delle condotte piene della provincia in condotte residenziali, chiamando a Ordine dei Medici di Roma. -

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farne parte, sotto la presidenza del consigliere dott. Ernesto Venere, i dottori Arnaldo Angelini (Frosinone), Carlo Angeloni {Velletri), Romolo De Maria (Viterbo) , Carlo Gambarini (Civitavecchia). Arnaldo Lusignoli (Roma). Augusto Maggi (Roma), Vittorio Rainaldi (Civita Castel1ana), Eugenio Salatino (Roma), Giuseppe Weiss {Agro romano). Il Consiglio ha deliberato di convocare nel prossimo mese di luglio un'adunanza generale straordinaria per giudicare il ricorso di un medico straniero contro la deliberazione del Consiglio che gli negava l'inscrizione nell'Albo. Il Consiglio ba dovuto in questi ultimi tempi -Occuparsi dì molti ricorsi in materia disciplinare fra i quali alcuni che in volgevano interessan tissìme questioni di principio, contro medici imputati di krurciraggio dalle sezioni dell'Associazione nazionale d ei m edici condotti o da Ordini di altre provincie e giudicandoli con grande equa .. nimità; finora solo in un caso ha trovato gli estren1i per un regolare procedimento discipli-

nate.

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RISPOSTE A (3851) Infortuni

E A DOMANDE.

l1ivoro - Pagamento pres ta~ioni sanitar ie. Il D ott. P. R. da S. chiede .conoscere se l'art. 149 det' regolamento per gli. infortuni si applichi anche quando un operaio isolato. non dipendente da impresa o società, assicuri sè stesso e, nella affermativa, da chi debbono essere sostenute le spese per i certifica ti intermedi e definitivi. La legge sugli infortuni è applicabile ai casi indicati negli articoli 1 e 2 della medesima, e, -cioè, sempre quando trattisi di operai addetti all'esercizio di determinate industrie od all'esecuzione di determinat! lavori. L'operaio singolo che si assicura per conto suo non va sottoposto alle prescrizioni stabilite per le assicurazioni collettive. Il pagamento dei certificati sanitari che oc.corrono in somiglianti casi, deve esser fatto o dallo interessato o dalla società a seconda delle condizioni o norme contenute nella rispettiva scheda di assicurazione. (3855) Pensioni . Al Dott. E. C. da S. M. rispondiamo che liquiderà l'annua pensione di lire 1712. (3857) I .ice·nze straordinarie. -Il Dott. l:Jci chiede conoscere se possa un medico condotto doman. <lare una licenza straordinaria di sei mesi per motivi di famiglia, allo scopo di assumere e prestare nel frattempo, servizio in altro comune. Il regolamento sanitario non ammette Ja possibìlità di domandare congedi straordinari per motivi di famiglia. Esso parla di aspettativa pe1' 1

QUESIT~ S'U l

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motivi di fa.miglia. L'aspettativa , a differenza del congedo, porta la perdita totale dello stipendio. tranne in caso che sia chiesta per comprovati motivi di salute. Se il Comune addiviene alla concessione dell'aspettativa per ragioni di• famiglia e priva l'impiegato dello stipendio, non ha diritto di inquirere su quello che nel frattempo fa l'impiegato e se ~gli presti servizio in altro Comune, Deve attendere che decorra il termine della aspettativa concessa, salvo dichiararlo dimissionario se non riprenda servizio in tempo opportuno. (3865) Cavalcatu1'a. - Il Dott. G . F. da R. desidera conoscere se essendo egli obbligato per capitolato a ten~re la cavalcatura, e se avendo sostituito alla cavalcatura un Ibiroccino trainato da un cavallo, sia obbligato a pagare la tassa pel veicolo, pel cavallo e pel cocchiere. Se non ne fu legalmente esentata col capitolato non può esimersi dal pagare le tasse comunali relative al veicolo, al cavallo ed al servo. Se la tassazione Le sembra elevata o non rispondente alla specie di veicolo e di cavallo possèduti può rivolgere reclamo alla rispettiva Commissione comunale ed alla Giunta provinciale amministrativa a' termini degli articoli 117 e 119 del r ego· lamento per la esecuzione della vigente legge comunaie e provinciale. (3866) Pensio·n i. - Al Dott. O. B. da B. rispondiamo che con 67 anni di età e 30 di senrizio, liquiderà l 'annua pensione di lire 2300 e che con 31 anno di servizio e 68 di età liquiderà, invece, lire 2629. (3867) P ensioni. - Il Dott. G. L. da C. desidera conoscere se 12 anni di servizio non riscat· I tabili possono valere a far raggiungere più presto il diritto alla pensione, se stabilita solamente ora la divisione ,J~lla quota di stipendio rispondente al servizio dei poveri e di quella rispondente al servizio degli agiati, possa vantare il diritto alla · stabilità dello stipendio ora assegnato pei poveri, e se, in caso di eventuale aumento di assegno, la maggior somma debba essere proporzionatamente divisa fra i due stipendi. Se i dodici ~anni di servizio precedentemente prestati non sono riscattabili, non possono valere nemmeno per il più celere acquisto del diritto alla pensione, perchè l'articolo 7 della legge z dicembre 1909 parla di servizi non riscattaii, locchè fa dedurre che deve trattarsi di servizi che~ potevano essere riscattati e non lo furono e non di servizi che per loro speciale natura non erano favoriti dalla facoltà del riscatto. Sulla seconda quistione diciamo che Ella, non ostante sia ora intervenuta la distinzione dello stipendio fra poveri ed agiati, abbia diritto alla stabilità sulla quota assegnata pel servizio dei poveri, giacchè la divisione, non fatta in tempo per oscitanza od

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incuria della amministrazione municioale, si ri• porta con tutti i suoi effetti legali al giorno in cui Ella acquistava la 'ltabilità nella carica e con essa quello dello stipendio. Il Comune è libero di assegnare ogni eventuale futuro aumento in aggiunta allo stipendio dei poveri o degli agiati o ad entrambi in proporzione. (3868) Infermità dell ,ufficicile sanitario - Supplenza - Cura infortunati. - · IL Dott. A . .B. da P. desidera conoscere se durante una lunga infermità da lui incontrata abbia diritto alla supplenza gratuita . quale ufficiale sanitario e se avendo nell'ospedale da lui diretto eseguito i un'operazione urgente ad uno infortunato abbia diritto al compenso stabilito per le prime immediate cure. Agli ufficiali sanitari sono in quanto a' congedi applicabili le norme s~abilite dal regolamento pei medici condotti. Se non può avvenire la sostituzione reciproca fra funzionari viciniori deve alla supplenza provyedere il Comune. Ricorra, quindi, contro il provvedimento con cui è stato privato dell'assegno durante il periodo di infermità. Per prime immediate cure, che so110 a carico della impresa, si intendono quelle che si praticano i n loco per trasportare l'infortunato in località adatta per ricevere la cura definitiva. A vendo Ella prestata la propria opera quando già l'infermo era stato trasportato nella casa di salute, nulla può pretendere dalla impresa. (3870) P ensioni - Medi ci istitu ti ospedalieri. Il Dott. V. A. P. da M. desidera conoscere quali pratiche deve espletare per iscriversi al1a Cassa di previdenza pei medici condotti.-Egli è medico dell'ospedale civile . Se l'ospedale civile presso cui presta servizio possiede reddito superiore ad annue lire 5000, l'iscrizione è obbligator;a, ed avrebbe già dovuto avvenire d'ufficio. Se ha, invece, reddito inferiore a tal somma, la iscrizione è facoltàtiva ed Ella, per ottenerla, deve rivolgere analoga istanza all'ufficio sanitario provinciale. Otterrebbe la pensione dopo 25 anni di servizio. (3872) P en sion1:. - Al Dott. F. P. da C. rispondiamo che il riscatto dei sette annì e mesi otto d i servizio prestati prima del 1899, epoca in cui si inscri~se alla Ca ssa di previdenza si opera di di# ritto . Ora Ella conta 20 anni di servizio. Per conseguire la pensione occorre ch e ne compia 24 e sei n1esi. Fra cinque anni a ll'età di anni 58 liquiderà l'annua pensione di lire 1 028. (3873) A ssenza dalla resi den za. - Il Dott. M. L. da K . desidera conosc~re se può allontanarsi spesso d alla propria residenza per recarsi a scopo p r ofession ale in una fra zione distante un dieci chilometri e se il Co?June facendone espresso d ivieto nel capit olato incorra nel reato previsto d all'articolo 1 4 5 del Codice penale .

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Il medico condotto non può allontanarsi dalla propria residenza, tranne durante il tempo del congedo ordinario. Riteniamo giustificate le rimost,.anze che nell'interesse del pubblico servizio all'uopo fa l'amministrazione municipale. Se !n occasione della revisione del vigente capitolato fosse ribadito il divieto dell'allontanamento ad alcuna sanzione penale potrebbe soggiacere l'amministrazione stess~ che nel fatto gi avvarrebbe di un diritto derivante dall,obbligo di garentire convenientemente gli interessi della collettività. (3874) Pensioni . - Al Dott. N. M. da C. rispondiamo che potrebbe iscriversi alla Cassa di previdenza in base all'articolo 14 della legge rr àicembre 1910. pagando entro cinque antri una somma che si aggira fra le cinque o sei mìla lire. Liquiderebbe la pensione ~u 20 anni di servizio, e, cioè. la somma annua di lire r 1 2 2. Deve rivolgere analoga domanda all'ufficio ~ani-· tario provinciale. (3875) Pe·n sioni. - Al dott. E .. C. da S. C. rispondiamo che ben volentieri faremo la chiesta liquidazione di pensione se riprodurrà integralmente il quesito con la indicazione, fra le condizioni personali, dell'età che avrà all'atto del collocamento a riposo. (3876) C·u,ra di lle famiglie dei coatti . - Il Dottore A. T. da V. desidera conoscere se egli avendo l'obbligo di curare gratuitamente tutti gli . individui nati -in loco sia tenuto a prestare la propria assistenza alle famiglie dei coatti e che hanno il p ermesso di convivere con i rispettivi coi1giunti. Stando a quanto dispone il capitolato non ha alcun obbligo di provvedere alla ctira delle famiglie dei coatti che hanno il permesso di convivere con i loro congiunti. Trattandosi di un fatto non isolato ma generale o si dov:rebbe provvedere con analoga modifica di capitolato. con relativo aumento di assegno pel sanitario o con convenzione speciale col Ministero dell'Interno ad iniziativa dei Comune. Qualora la modifica del capitolato fosse fatta senza il rjspettivo aumento di stipendio potrebbe Ella richiederlo di ufficio ricorrendo alla G. P. A. ai sensi dell'articolo 26 del testo unico delle leggi sanitarie. (3879) Pe·Jt,S'i oni . - Il dott. A. S . da R. chiede conoscere se può chiedere ora il riscatto di tre anni di servizio prestati prima della sua iscrizione alla Cassa di previdenza e se al pagamento del premio di riscatto possa essere destinata la maggior somma di contributi versata per soli . . cinque anni. Essendosi Ella iscritto al'la Cassa di previdenza fin dalla sua istituzione ha diritto al riscatto


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gratuito dei tre anni di servizio precedentemente prestati. Ta!e risca·tto può aver luogo anche all'atto del collocamento a riposo alleganùo le relati ve deliberazioni di nomina. Il maggior contributo versato non può essere adibito a scopo diverso di quello fissato dalla legge e, cioè, alla capitalizzazione per rendita vitalizia od alla integrale restituzione alla cessazione del • •• serv1z10. (3880) Dimissioni - Boicottamento della condotta - Rifusione di dan·n i - Concorso - Obbligo di es· servi alme·r;,o due concorrenti. - Il Dott. F. V. da S. P. B. chiede conoscere se sia giustificata una azione per danni iniziata contro di lui dal Comune per essersi dimesso dalla carica di medico condotto, in seguito di che il concorso fu boicottato, e se possa essere richiesto per la validità del nuovo concorso la presenza di almeno due concorrenti. L'azione che intende promuovere il Comune non è ammissibile giacchè ogni funzionario è sempre libero di dimettersi dalla carica che riveste, rispettando, s'intende, le ccndizioni all'uopo prestabilite dal rispettivo regolamento. È lib~ro il Comune di stabilire come condizione nel bgndo di concorso che questo debba ritenersi deserto se non vi prendano parte almeno due concorrenti. La giurisprudenza non si oppone alla apposizione di tale condizione perchè essa non si è occupato di ciò ma ha ritenuto invece che non possa essere dichiarato deserto il concorso cui, in mancanza di esplicita dichiarazione contraria, avesse preso parte un solo concorrente. (3881) Pensioni. - Al Dott. A. Z. da S. G. d. C. A vendo aderito alla Cassa pensioni prima del 1909 possono essere riscattati i due anni di servizio utile di condotta, prestati prima della entrata in vigore della legge sulla Cassa di previdenza. Potrà andare in pensione fra altri 9 anni con 25 anni di servizio e 58 di età. Riceverà annue lire 1028; con 26 anni lire l r46 e con 30 anni lire 1806. Doctor JUSTITIA.

(}ondotte e (}oncorsi. ALPIGNANO (Torino). -Medico chirurgo; L. 1500, I ,. 150 quale uff. sanit. e L. 200 dall'Opera Pia Arpino. Scad. 30 giugno. AMELIA (Perugia). - Condotta di Porchiano; L. 2400 pei poveri~ L. 400 per gli abbienti; alloggio, cavale. a carico del Comune pei poveri , a carico dei richiedenti pei non poveri, 2 sessenni su L. 2400. Scad. 10 luglio. ASTI (A lessandri a ). - Condotta per Bricco Passio; J~. 1800, L. 200 per supplenza e 4 sessenni. Scad. 30 giugno. •

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~ARI~A~Do (C'agliari). -

Condotta piena; 308çab1tant1 circa, del consorzio con Loceri; L . 3700, Scad. 30 giugno. BORGO

MOZZANO (Lucca). - Due condotte r~siden~iali ; L. 2500 lorde e 4 sessenni; 3800 abit. ctrc~ c1asc. e 120 famiglie povere; non più di 35 anni .. Scad. 7 1uglio. A

BORGOMASINO (Tori no). - Condotto e uff. sanitario consorziale con Maglione; L. 2000 compreso l'alloggio (valutato L. 95) e L. 200 per sup· plen~a, cura 60 poveri circa, visita giornaliera a. Maglione distante km. 2 circa. Scad. 15 luglio. . BU?RIO (Bologna). - 6 a condotta per Vedriana, (1n pianura); L. 3000 lorde. 4 sessenni, L. 800 per cavale. e L. 150 per ambulatorio; poveri iscritti I 264. Scad. 30 giugno.

* CAPIZZONE

(Bergamo). - Medico consorziale; L. 4000 a11ment., in corso pratiche servizio cavalcatura, non più di 40 anni. s. e. r. Abit. 3430. Scad. 31 luglio.

CASALNOCETO (Alessand1"ia). - Condotta piena; ~· 5000 lorde e L. 500 quale uff. san. Scad. 25 giugno. CASTIGLIONE DELLA P ESCAIA (Grosseto). - Condotta piena per Vetulonia; L. 3000 lorde e 2 ses. senni; ab. 885; L. 200 per arm. farm. e L. 50 se· il sanitario ne provvederà il locale. Scad. 30 giug. CENTO (Fet'r.ara). - Medico assistente dell'Ospedale; L. 1200 lorde, vitto ed alloggio nell'interno dell'istituto, illuminazione e riscaldamento. Scad. 31 luglio. CESSOLE (A lessand.-ia). - Condotto U. S.; L . 1800 pei poveri e L. 200 per mese congedo. Scad. 31 luglio. CHIANCIANO (Si~a) . - la condotta piena; ab. 2988; L. 3225 con due sesenni e L. 100 per sup plenza al collega; diritto al mezzo di trasporto per distanze supetiori ad I km. dal paese. ~cad . 2 luglio. CORTENUOVA AI, PIANO (Bergamo). - Condotta; . ab. 690 al centro e 594 nelle frazioni; L. 3400 lorde. Servizio entro 15 giorni dalla partecip. di nom. Scad. ro luglio.

* CoSIACCIARO

(Perugia). - Condotta; L. 3000 poveri e L. 1500 abbienti, 4 sessenni, L. loo fìnchè disimpegnerà carica uff. san., L. 600 per cavale. e L. 200 calcolate per fitto di conveniente alloggio, ovvero in numerario, assicurazione L. 40. Scad. 30 giug.

*DESULO (Ca~ liari). - Condotta piena ; L. 5000 nette e L. 200 per arm. farm . Proroga al 30 giugno. DOMUSDEMARIA. (Cagli ari). Condotta p iena; I4. 2687 . 50 e se accettato, con sua d omanda, dal Ministero della Marina, medico del semaforo Ca po Spartivento. Scad. 30 giugno. ERBEZZO (Vt:ron a). - Condotta piena; L . 4450 e L. 500 per arm . farm. , 1 sessennio. Scadenza 15 luglio. *FOSSOMBRONE (Pesaro U'fb?°'J'tO}. Condotta chirurgica primaria; L. 4500 lorde e 3 sessenni, L. 500 dalla Congreg. di carità quale direttore dell,ospedale e L . 200 pel congedo annuo, cura piena, non più di 40 anni. Condotta sanitaria di Gaifa; L . 3200 lorde e 3

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I,. 700 per cav. e L. 200 per congedo, -cura piena . Scad. I lug . GAGGtO MONTANO (Bolo~na). - Al 30 luglio condotta a piena cura; ab. 2500; L. 2400 pei poveri e L. 1000 per la generalità, lorde; L. 800 pel cavallo ; assicuraz. Servizio entro I5 giorni dalla -comunicaz. di nomina. GENOVA. Deputazione provincia le. - Medico alienista assi sten te n el manicomio di Cogoleto. Presentare entro il 26 giugno, ore I2 , la domanda -con i documenti di rito . Vedi fase. 24. LACONI (Cagliari). - Condotta interinale per la generalità; L 300 mensili fino al 3I dic. I9I3. Rivolgersi al Sindaco. Scad. 30 giug. *MoNTEGRI:YlANO (Pesaro). - Condotta ; L. 4500 lorde e 3 sessenni, serv. uff. sanit., arm. farm. obbl. cav., a b . 3036. 8cad. 30 giugno. MoN'rEVIALE (Vicenza). - Condotta consorziale; L. 4800 e L. 200 se uff. san , con due sessenni, lorde di R M.; abitazione Ab. 2350. Si richiede l'iscrizione in un Ordine. Scad. Io luglio. lVIoTTA SAN GIOVANNI (Reggio Calabr,ia). - Condotta p ei soli poveri di Lazzaro; lorde L. 1500, aumentabili di un decimo ogni sessennio. Obbligo di gestire l'arm. farm .. se verrà istituito. Scadenza 3 luglio. NoGAROLE VICENTINO (Vicenza). - Condotta; L. 4000 lorde e alloggio, esonero cav ., ab. 1500 -~irca. Scad ~5 giugno. NbvA SIRI (Potenza). - Ab. 2294. L. I950 nette, ·cura piena, sussidio governativo antimalarico. Scad. 30 giugno. OVINDOLI (A quila). - Condotta; L. 3000 pei poveri, L. 500 per gli abb., L. loo q-uale uff. s., L. 200 per cav., L. 300 rinunziando al mese di congedo, lord e; tre sessenni. Servizio entro I 5 giorni dalla partecip. di nomina. Scad. 30 giugno. PADOVA . Ospedale Civ1:te . - Assistente; L. 1400 lorde; stanza; medaglia di presenza di L. 5 per ogni servizio di guardia. Nomina e conferma biennali. Scad. 30 giugno. PEL~Io (Como) . Condotta piena del consorzio con Laino ed Intelvi; L: 3240 aument., I,. 50 quale u:ff. sanit., a bit. I500 . Scad. Io luglio. PIANDIMET~ETO (Pe~ afO Urb i'no). Condotta consortile del 1° reparto; L. 3300, cura piena, due sessenni di L. 300, L. 200 se uff. san. e L . I37·5o per supplenza reciproca tra i due medici. Non più di 40 anni, s. e. r . Scad. 30 giug. PIMONTE (Napoli). Congregazione di carità. Condotta piena; L. 2000 nette di R. M., delle quali L. 300 per gli abbienti, L. Ioo per i servizi vaccjnici e necroscopici, oltre L. 200 lorde di R. M. quale u:ff. san. Rivolgersi alla ?residenza. Età massima 55 anni. Scad. 30 giugno. RANZANICO (Bergamo). - Condotta con Bianzano ; ab. 1602; L. 3250, oltre L. 200 d'indennità alloggio, con tre sessenni. Scad. 30 giug. *REGGELLO (F,i renze). - 4a. condotta ; L. 3000 e 3 sessenni, L. 500 per cav., cura piena, ab. 3600. Scad. 27 giugno. REGGIO NELL'EMILIA. R . Pt'efettufa. - Secondo medico assistente presso il !\fanicomio giudiziario;

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L. I2oo; titoli. Età massima 40 anni. Rivolgersi alla segreteria della Deputazione. Chiedere l'avviso. Scad. 30 giug. ROBBIATE (Milano) . - Per accordi con l'Asso· ciazione N. M. C. è riaperto il concorso al posto di medico L. 3750 . Scad. Io luglio. RocuETTA (Alessandria). - A tutto 25 giugno condotta consorziale; L. 1500 lorde pei poveri (Ioo approssimativamente) e L. 200 per le mansioni di uff. san., senza obb. cav. Servizio ·entro 15 giorni dalla nomina. ROMA. Ministero dell' in terno . D i rezione della Sanità pubblica. - Due assistenti laureati in medicina e chirurgia presso il laboratorio di micrografia e batteriologia della Sanità pubblica ; L. 3000. Scad. 3I luglio. *SCALDASOLE (Pavi·a). - Condotta per Izoo abitanti circa; . L. 3250 aument. Scad. 30 giugno. SIENA. S ocietà di Esecutori di Pie D ·i sposizioni. - Medico primario al Manicomio di S. Nicolò ; L . 4000 lorde e quattro quinquenni del decimo. Età massima 35 anni. - Medico ordinario di sezione (assistente); I" 2900 lorde, quattro quinquenni del decimo. Età massima 30 anni . - Chiedere avviso. Scad. ore I6 del Io luglio. SIURGUS (Cagliari). - C0nsorzio con Donigala; L. 4~00 nette compreso compenso arm. farm., abitanti I900. Scad. 30 giug. *SONNINO (Roma). - Condotta piena per· la parrocchia di San Michele Arcangelo; L. 3783 e 2 sessenni, obbligo sui;·plenza con l'altro medico inediante retribuzione metà proprio assegno. Scadenza 25 giugno. · *SPINADESCO (Cremona) . - Condott<;> pei poveri; L . 3000 e L. 200 per uff. san. Scadenza 30 • giugno . TOLFA (Roma). - Seconda condotta; L. 4300, esonero cavale.; congedo due mesi. ScaC!. 30 giug. TORNACO (Novara ). - Medico; L. 4000 lorde, alloggio e luce, indennità mondarisi; ab. 2080. Scad. i.o luglio. , TRICASE (Lecce) . - Medico chirurgo 2° riparto, per ~a generalità; L. 2700 e 3 sessenni. Scadenza 30 giugno. TRIPI (Messin,a ). - A tutto il 24 luglio è aperto il concorso al posto di medico condotto in annue lire I 600. Chiedere informazioni al Sindaco. URI (Sassari). - Condotta piena; L. 3500 nette aument. a L. 4000 con la stabilità. Scad. 30 giug. VAI,LERMOSA (Cagliari). - Condotta piena; lire 2850, L. 300 quale ufi. san. e servizio necrosc~­ pico, L. 150 per arm. fann. Abit. 1459. Proba.b t1ità servizio Miniera Montezippini. Scad. 30 giug. * VA.LMON'rONE (Rom a). - L. 1800 pei poveri, L. 1200 per gli abbienti e L. 100 pel carcere . Sca· denza 30 giugno. VENEZIA. Istituto Provinciale degli Esposti. Medico assistente ; L. 1500 lorde di R. M. e all~ggio personale. Età massima 30 anni. Scad. 30 giugno. \TE~EZ1A. Ospedale cii ile. -Assistente di 1 a class~ per la Divisione di Dermosifilopatia, L. 1500 lorde e alloggio nell 'Istituto, non più di 35 anni, ser-


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SEZIONE PRATICA

vizio per 4 anni presso ospedali, cliniche univer· sitarie o condotte. Rivolgersi al Protocollo del· l'ospedale. Scad. ore 17 del 30 giugno. \TERGATO (Bologna). Condotta di Cereglio; L. 4400 lorde p~r tutti i servizi obbligatori. obbl. cav. e residenza in Cereglio, 3 sessenni di L. 300; ab. 2250 circa. Scad. 30 giugno. Cercasi interinato solo servizio urbano, biennio assistentato ospedale. Scrivere Fartnacia De Caro, Corso Umberto, 460, Roma. Medico-chirurgo condotto effettivo, 35enne, cerca interinato per giorni ro a condizioni da convenirsi. Scrivere. Dott. Guido Demi, Caprese (Arezzo). .

Giovane medico, ufficiale sanitario, prestasi su· bito per interinato o supplenza. Inviare offerte Tessera Touring 172024. Fermo posta - Torino.

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1".IEDICINA SOCIA.LE

L'assicurazione obbligatoria contro le malattie in Inghilterra (*). •

L'organizzazione sanitaria che vige nell'Inghilterra da alcuni mesi - proclamata la più grande riforma sociale attuata in questo paese durante gli ultimi decenni - si dimostra alquànto farragginosa e solleva difficoltà d'ogni genere e controversie animate. Si direbbe ch'essa rifletta il carattere litigioso e intollerante di chi l'ha ideata, il cancelliere Lloyd George. Noi ci proponiamo di prenderne rapidamente in esame i risultati nei riguardi degli assicurati, degli ospedali e dei medici .

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Medico-chirurgo con lunga pratica e ottimi certificati, accetterebbe interinato in condotta dì montagna dal r 0 agosto .p. v. Scrivere dott. A. Veneziani. • Castiglione 95, · Bologna.

Il nuovo ordinamento era entrato in vigore sin dalla ·metà dello scorso anno. Gli assicurati però hanno cominciato a risentirne i primi benefizi Medico-chirurgo, giovane, pratico condotta, tangibili solo a partire dal 15 gennaio 1913. bien11io ospedale, occuperebbesi interino ovunque, Durante questo lungo periodo essi 11anno dopreferibilmente in montagna. - Scrivere Tessera vuto pagare i loro « premi >) senza nulla ricevere Ferroviaria n. 11572 .6 Posta - ·~lenezia. in cambio, salvo il trattamento dei tubercolosi Medico ·chirurgo-ostetrico giovane, pratica ospe- in sanà tori ad hoc, ciò che 11 gran pubblico. non daliera e condotta, fornito di ottimi attestati, cerca buon interinate;>, anche per lungo tempo, dovun- vedeva. Ma poi gli esempi quotidiani dei benefizi derique. - Scrivere: Dott. Luigi Cavallo, S. Mango Pie1nonte (Salerno). vanti dall'assicurazione hanno fugato rapidamente i pregiudizi creati dal partito conservatore, che Sono segna ti con un nsterisco • i concorsi che c i risultano dit· è quanto dire da ricchi proprietari, industriali, fidati dalle singole Associazioni Sanitarie professionali. Sono ~egnati con due asterischi •• i concorsi che ci r isultano commercianti e professionisti. boicottati dalla F ederazione delle Associaz ioni Sanitarie Italiane Dodici milioni di assicurati acquistano ormai ' regolarmente e abbastanza volentieri i cc bollini » D iffide e boicot tag gi. ·per · 1 assicurazione, poieh è sanno che questo Nuove diffide ganzionate: Magenta (Milano), tenue sacrifizio varrà loro l'assistenza gratuita Frontale Ficano (Macerata), Breganze e ~o~rebel­ medico-farmaceutica e ospedaliera e l'assegna vicino (Vicenza), Valmontone (Roma), Oz1er1 (Saszione dei sussidi. sari). Dalla generalità dei cittadini inglesi non sono Revoca di diffide: Formignana (Ferrara), Ocpiù paventate, come un tempo, le conseguenze chiobello (Rovigo), Robbiate (Como). economiche delle mqlattie. - i\nzi a più riprese è Ci si comunica: . stato avanzato il sospetto che la nuova legge E' diffidato il concorso alla 2 a condotta me- possa trasformare l'Inghilterra in una « nazione dico-chirurgica di Morolo, petchè a perto a cura di semi-invalidi » paragonabile alla Germania piena, a stipendio di sole L . 2500 annue e con Gve si moltiplicano in modo allarmante i simusupplenza gratuita reciproca. latori e, sovratutto, i nevrastenici introspettivi, Dott. ARNA~DO ANGET..INI i cui cc nervi » guarirebbero se continuasse il presidente ..t\ss. sanit. regionale. bisogno impellente di lavorare. Le sarò crra to se Ella vorrà a vere la cortesia . Già si mani,festano vive preoccupazioni in quedi iscriveree- il concorso alla condotta di Chianciano (Siena) nella rubrica. dei conc,ors_i diffidati sto senso. Ma si cerca di avvistare i rimedi atti a infrenare l'arrendevolezza o la complicità dei secondo la deliberazione dt questa ~ez1one. medici. i q,lali fomentano troppo facilmente la Per il presidente della Sezione di Montepulciano dell'A. N. M. C. simulazjone dolosa (ad esempio fanno assegnate Dott. MANFREDI NARDI. i sussidi di malattia a chi sta bene e lavora a domicilio), e , più ancora, atti a correggere la tendenza di molti assicurati al « valetudinarismo ». TORINO. R. Accadem'l:a Jvledica: Premio Riberi il quale costitui~ce un male molto più esteso e di L. 20,000. Lavoro scientifico da cui sia con· grave e insidioso della simulazione cosciente. seguito un notevole l?rogresso nelle scienze me(*) Vedi fascicoli r6 e 18. diche. Scadenza 31 dicembre r9r6. 1

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*** Che ne sarà degli ospedali ? Il nuovo regime ne ha temporaneamente perturbata la vita economica. Infatti essi erano mantenuti in gran parte dalla beneficenza privata; ma ora i ricchi nignori sono stati tassati per l'assicurazione e, nat11ralmente, non vogliono saperne di contribuire due volte, per due vie, a sostenere gli ospedali. Questi dunque ricevono dei contributi sempre meno cospicui. Un esempio se n'ebbe alla recente cerimonia per l'anniversario dell'Ospedale Italiano, durante la quale venne comunicata la lettera giunta allora di un sottoscrittore che riduceva di quasi nove decimi il suo contributo. Come se ciò non bastasse, gli ospedali sono stati tassati, affine di assicurare il loro petsonale d'amministrazione, d'infermeria e di servizio. Eppure non ce n'era alcun bisogno, poichè questo personale veniva già curato gratuitamente. Nel1'insieme gli ospedali (eccettuati quelli dell'Irlanda) dovranno versare, per questo titolo, un milione e mezzo ogni anno al fondo per l'assicurazione. La nuova organizzazione sanitaria, assottigliando indirettame~te gl'introiti degli ospedali e aumentandone gli esiti , ne rendeva insostenibile la posizione economica la quale già prima era difficile. Per fronteggiare la situazione le amministrazioni ospedaliere hanno dovuto attingere ai fondi dell'assicurazione. Il nuovo assetto economico degli ospedali va compiendosi in modo 11aturalissimo. Infatti amministrazioni ospedaliere erano state sempre liberali nell' accettazione dei pazienti; esse estendevano l'assistenza gratuita o semi-gratuita alle famiglie le cui risorse economiche non lascia vano margine bastevole p er corrispondere gli onorari del medico durante una lunga malattia ovvero qt1elli, sempre elevati, del chirurgo e dello specialista. Ora invece le amministrazioni d egli ospedali ricusano di accogliere gratuitamente o semi-gratuitamente gli assicurati, ai quali deve provve· dere il Governo. Il risultato, è che scompaiono gli ospedali privati, i « voluntary hospitals »; o , per dire meglio, es~i iivestono funzioni prevalentemente statali. Viene così eliminato il carattere di beneficenza che era stato assunto dall'ospedalizzazione e vi subentra l'esercizio di un diritto da parte degli a ssicurati e di un dovere d a parte dello Stato. L'assistenza ospedaliera in tesa eone una carità viene sorpassata. Intanto gli ospedali rispondono sempre meglio a l loro compito . Infatti molti pazienti, piuttosto che forzarne le porte, preferiscono oggi di curarsi a domicilio, av·

le

valendosi del tenue sussidio loro assegnato. Cosi gli ospedali tendono a ricoverare i soli casi gravi o difficili e veramente « ospedalizzabili », pei quali sono indicate le più complesse risorse diagnostiche, profilattiche e curative odierne, che non posson.9 certamente essere a portata del medico privato. Gli ambulatori annessi agli ospedali divengono semi-deserti. Un tempo essi erano oltremodo affollati; vi si recavano persino dei benestanti i quali in realtà avrebbero {>Otuto pagare la visita medica. Ora invece molti malati preferiscono di farsi curare dal loro medico d'assicurazione; e quelli che, seguendo la consuetudine, si recano ancora negli ambulatori, vengono spesso rinviati dai medici addettivi, i quali esigono un attestato del medico d'assicurazione comprovante come si tratti di un caso adatto per l'ospedale. . Così agli esami diagnostici superficiali e man· chevolissimi, alle cure affrettate e mal fatte dell'ambulatorio gratuito, vanno sostituendosi forme d'assistenza pili dignitose, più accette ai pazienti, . più efficaci e più razionali. L'ambulatorio ospedaliero ha fatto il suo tempo.

** * dei medici

Molte. prevenzioni contro la nuova legge sono cadute. Oggi i medici riconoscono che il governo liberale di Asquith e George non intendeva di so· praffame la classe. Un solo grave inconveniente, emerso nell'applicazione della legge, ha destato unanimi e vivaci proteste da parte dei medici: il lavoro d'ufficio loro . imposto è stato esorbitante, è andato molto al di là dei limiti del prevedibile e del ragionevole. Ma si tratta di una caratteristica comune a tutti gli organismi gov.ernativi. Sin dai primi giorni gli assicura ti facevano ressa alle abitazioni dei medici ·di loro scelta, per averne firmate le « tessere rosse » fornite loro dal govetno. . Intanto le visite si acldensavano. E~se importavano molto sciupio di tempo sovratutto in causa dei formalismi: anche volendo prescrivere un lJò' di bicarbonato di soda il medico doveva riempire dei moduli in triplice es~mplare, segnanélovi nome, cognome, sesso, età, occupazione, malattia del paziente ; una copia restava al medico, una andava al farmacista, la terza pac;;sava all'ufficio di statistica. È vero che si poteva far uso di carta copiativa, ma spesso le copie venivano male ed era necessario rivederle o rifarle. La registrazione delle visite compiute impegnava spesso i medidi sino alle ore piccble del mattino . In tali condizioni i medici perdevano la testa. Il lavoro burocratico rendeva quello professionale deficiente .

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Un caso doloroso occorso a Londra venne a documentare queste con.dizioni di fatto e destò molto allarme nel pubblico: il 20 gennaio mentre era massima Ja congestione di lavoro un medico delle assicurazioni, il dott. G. Blacke Hichson, curò come indigestione un'ernia strozzata. Il paziente fu poi portato all'ospedale ma troppo tardi per esservi utilmente operato. i\l processo il medico si difese dichiarando che il lavoro di scritturazione non gli aveva lasciato il tempo necessario per compiere un esame coscienzioso. Il tribunale accolse questa tesi; con il rude linguaggio della magistratura anglo-sassone, la sentenza dichiara che il lavoro formale imposto dalla legge a quel medico era stato « scandaloso ». Si è già cominciato a semplificare questa procedura complicata e as~urda. Il prossimo « bili » di emendamento, ora in preparazione, conterrà certo delle norme precise al riguardo. Alcuni inconvenienti, del resto, sono venuti eliminandosi automaticamente. Ad esempio in principio gli assicurati si recavano a farsi visitare dal medico di loro scelta solo per conoscerlo davvicino e rendersi bene edotti del nuovo stato di cose; ma una volta soddisfatta la loro curiosità, non vi tornano se non sono sollecitati da un motivo reale. Così le visite so110 andate diradandosi. La crisi è supera ta. I

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La legge ha lasciato liberi i comitati locali di regolare le modalità dei compensi da assegnare ai medici. In molte località è stato scelto il sistema della capitazione, cioè i m'e dici vengono retribuiti pro· porzionalmente al numero degli assicuratisi iscritti presso cia8cuno di essi. Ne risulta una distribuzione assai ineguale dei compensi: molti e 1nolti medici vantano al loro attivo oltre 1000 iscritti, ciò che porta loro un benefizio netto di oltre ro,ooo lire ali 'anno. senza contare che C'Onservano buona parte della clientela pagante; altri invece hanno un numero ristretto e talvolta esiguo di assicurati. Ma, nell'insieme, sono pochi gli scont enti. Una grave difficoltà incontrata nell'applicazione di questo sistema risiede nel numero esorbitante di assicurati iscrittisi presso taluni medici. Prendiamo l'esempio di Londra: 93 medici hanno raccolto da 1500 a 2000 iscritti; 18 da z a 3000; 20 da 3 a 4000; 3 da 4 a 5000; 3 da 5 a 7000.

Questi medici favoriti realizzano dei guadagni ingenti; m~ si trovano spesso nella impo5sibilità materiale di accudire ad una clientela troppo

estesa: onde la loro assistenza diviene un 'irrisione e talvolta un delitto. Non c'è da meravigliarsi se al Comitato di Londra sono state rimesse tre attestazioni :firmate da uno di questi medici in voga, concernenti uno- stesso assicurato il quale nel corso di una :settimana avrebbe cambiato tre volte la natura della malattia! Ciò dimcstra con quanta fretta e superficialità quel paziente sia stato esaminato. · Alcuni di tali medici molto accreditati hanno aperto due o tre ambulatori, in ciascuno dei quali fanno una breve capatina ogni giorno. Nelle altre ore è assai difficile trovarli. All'ingresso delle loro abitazioni o dei loro ambulatori i pazienti si affollano talvolta come ad una première; nell'anticamera sono co~tretti ad attendere per ore il loro turno. Si pensa di poter eliminare questi i_nconvenienti limitando il numero delle iscrizioni consentite a ciascun medico. Alcuni comitati, come quello di Londra, propongono un massimo di 2000 iscrizioni; altri scenderebbero sotto il migliaio. Evidentemente gli assicurati sottratti a un medico andrebbero distribuiti tra i colleghi meno fortunati; ma quale criterio si adotterebbe per la ·distribuzione? E in questo modo ove andrebbe I a finire la « libera. scelta 11 - tanto decantata - del medico da parte del paziente? Abolendo la libera scelta anche i medici n1eno apprezzati e meno desiderati avrebbero la loro quota di pazienti. Ma in questo modo i medici delle assicurazioni tenderebbero a divenire dei funzionari, ciò che nelle intenzioni primitive del legislatore era da evitare. Intanto alcuni medici con ricca clientela privata hanno già proposto di li1nitare in modo note. volissin10 il nun1ero delle loro iscrizioni. Viceversa altr.i medici hanno organizzato la <t caccia aJle jscrizioni », sia direttamente, sia per mezzo di Rpeciali agenzie. Il Comitato medico centrale ha minacciato di adottare gravi misure disciplinari - come le radiazione d alle liste contro i medici che si rendono responsabili di questo inàecoroso « canvassing » e « touting » dei pazienti. Una questione impreveduta consiste nel det er minare come debbano essere ripartite tra i medici le « capitazioni » di quegli assicurati che non hanno scelto il loro meòJco. Si tratta per lo più di p ersone in p erfetta sa. Iute, mentre i malati o coloro che t em evano di diventarlo sono· stati previdenti. Si tratta d'im piegati i quali percepiscono un discreto stipendio, i quali, costretti dalla legge a pagare la quota d'assicurazione, hanno però continuato a valersi del loro antico medico di famiglia. E cosi via. •

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. 'Così a Lond~a nel primo trii:nestre di applica· zione della legge sono mancate 400,000 is~rizioni, ciò che ha portato circa qn milione, collettivam ente, ai medici dell'assicµrazione, i quali non sanno come ripa rtirselo. Alcuni propongono .che l' « allocazione dei resjdui » sia fatta in ragione del numero di assicurati iscrittisi presso ciascun medico; altri la vorrebbero proporzionata al numero delle visite; altri preferirebbero .un limite massimo; e così via. Si è imbarazzati per eccesso di fondi. .

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In altre località ~i è data la preferenza al pagamento delle p restazioni. Ecco, ad esempio, la tariffa adottata a Man· cbester e, con poche varianti ) a Liverpool ed ct ltrove: visita a casa del medico oppure in un dispensario o in un ambulatorio, lire 2. 50; visita (36) •

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a casa del paziente, lire,3. Io; visita speciale fatta nel giorno della chiamata, se questa è ricevuta • • • dal medico dopo le Io ant., lire 4.35; visita uot· turna, tra le 9 pom. e le 9 ant., se la chiamata ha luogo in questo frattempo, lire 6.25; somministrazione di un anestetico generale, lire 26.25; riduzione di fratture, di lussazioni, operazioni di picGola chirurgia richiedenti l'anestesja locale o generale (tolta l'incisione di ascessi), lire 26.25; e ' . COSl via . Se le somme disponibili difettano od eccedono, la tariffa va modificata in proporzione. •

In certi distretti è stato adottato il criterio della rimunerazione fissa. Ecco ad esen1pio come sarebbe ~tato risolto il problema a Bradford. Questa città annovera 290,540 abitanti, di cui un terzo traggono benefizio dalla legge per '3é e le famiglie. È stato costituito un corpo di 50 medici di quartiere, ciascuno dei quali ha in cura 2 000 assicura ti e riceve 12,500 lire it. all'anno: complessivamente sono 625,000 lire, ciò che corrisponde ad una capitazione di 6.25 lire, quasi esattamente quella asssegnata in origine dalla legge di Lloyd George. · Di più si è provveduto alla nomina di un medicu ispettore, arbitro e consulente, il quale riceve 30 ,000 lire. Infine tre specialisti sono stipendiati con 25,000 lire. Il servizio medico viene così a costare 730 ,000 lire. Restano ancora disponibili 150,000 lire sulle somme all'uopo destina te: q nesta somma resi- : duale viene impiegata pe: sussidiare un corpo d'infermiere che vanno a curare, su ordine dei medici, i malati gravi a domicilio. Ai medici dell'assicurazione stip~ndiati è fatto l'obbligo di rinunziare alla clientela privata; dunque ai n1edici priva ti resta buona parte della cittadinanza abbiente. V'è modo di organizzare un buon servizio a queste condizioni, poichè anche in Inghilterra le retribuzioni offerte ai medici di Bradford sono ritenute vantaggiose. Ma evidentemente si è molto lontani dal concetto primitivo del legislatore , il qua!e intendeva stimolare l'emulazione tra i medici ed evitare che questi si burocra tiz· zassero.

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Nell'insieme i compensi assegnati ai medici si dimostrano più che adegua ti. Alcuni medici lamentano che, in rapporto al numero delle visite compiute, avrebbero guadagnato alquanto di più applicando le tariffe n1edie vigenti per consuetudine prima della legge. Ma è certo che le visite non sarebbero mai state così numerose: in alcune località esse hanno raggiunto persino il 20 % degli assicurati, durante un solo trimestre, mentre era stato computato che normalmente non avrebbero dovuto sorpassare l'I e mezzo per cento. I guadagni ottenuti non sarebbero dunque stati mai realizza ti. Del r esto le visite vanno rapidamente riducendosi, mentre rimane inalterata la somma total e degli stanz~amenti a favore dei medici. Anche la distribuzione dei compensi tra i medici teude a livellatsi, di modo che tutti finiranno per trarre profitto dal nuovo !Jtato di fatto.

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Quanto a]la cosi detta « questione morale », risulta evidente ormai che i medici ne esagera vano l'importanza. l\1olte recriminazioni e proteste sono state sollevate contro i medici; ma i reclami propriamente detti sono quasi mancati, pochissime censure e r eprimende sono state inflitte e paiono pienamente giustificate; non è stata adottata nessuna grave mi• sura. Tuttavia i medici trovano, com'è naturale, il modo di essere malcontenti. Si deplora oggi che essi si siano lasciati avvincere da « legami dorati »; che abbiano compromesso il « bene più prezioso », la « libertà professionale » ; che siano sta ti sottoposti alla « tirannia » di comitati locali incompetenti. Ma dobbia mo convincerci eh' è un attributo della nostra ci viltà moltiplicare i rapporti di dipendenza tra gli uomini . Siamo tutti tenuti e mossi e irretiti .:ia fili misteriosi che non ci lasciano se non una libertà assai condizionata.

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Si deplora che i medici dell'assicurazione siano divenuti « i servitori del pubblico ». Ma a ciascuno ·ai essi spetta saper con.Servare la propria dignità e imporla. E in genere vi riescono. Ad esempio, si era preoccupati per le esigenze che la nuova clientela avrebbe avanzato; invece i medici hanno saputo tenerla a freno, costringen~ doia a dar prova di discrezione e di arrendevolezza. Si era quasi terrorizzati per le visite notturne; ma in linea generale sono state richieste solo per motivi gravi e plausibili. Si depldra che in pratica il medico d'assicurazione tenda a divenire « un funzionario». E si aggiunge, che trasformando il medico in un funzionario, « se ne uccide l'anima », in quanto che nessun'altra professione è cosi lontana come quella del medico dalla immobilità burocratica; che nessun'altra richiede tanta assiduità e continuità di sforzi per seguire l'evoluzione incessante delle discipline da cui essa deriva. . 11 medico che si burocratizza sarebbe portato quasi ineluttabilmente a trascurare i progressi della medicina , poichè viene a mancare in lui "lo stimolo a far meglio. Una scienza progressiva come la medicina avrebbe quasi l'orrore istintivo' del! 'immobilità burocratica. lVIa anche questa è un'esagerazione: i medici condotti italiani sono dei funzionari eppure si mantengono a un livello professionale elevato, non inferiore certo a quello dei pratici inglesi , sui oua~i dimostrano forse la superiorità di essere meno presuntuosi e meno venali. È vero che, secondo Dejace, il fenomeno del r1t.edico condotto italiano è un indice della miseria gen8rale della nazione, più che l'espressione di un principio, per modo che non si potrebbe addurlo ad esempio. Ma ques to apprezzamento del nostro illustre amico è quanto meno avventato e intempestivo: dimostra ch'egli non conosce il nostro paese e che s'ispira a vieti pregiudizi. Come il medico condotto ita1iano, il medico d'assicurazione inglese resta d el tutto libero di esercitare la professi on e privatamente. Così· viene ad essere temperata o emendata la tendenza a burocra tizzars{, a fossilizzarsi. È chiaro infatti ch'egli debba risentire un incitamento a far meglio dall esercizio libero, è quanto dire dalla concorrenza professionale. Dacchè la natura umana è ancora ben lontana dalla perfezione! Solo in alcuni distretti dell'Inghilterra si è voluto imbrancare il medico d'assicurazione tra i funzionari stabili, vietandog1i l'esercizio privato. E questo è molto probabilmente un errore.

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• ** D'altronde il governo inglese già si preoccupa della necessità tii ottenere dai medici delle assi· curazioni la massima efficienza. Non ne sente sol-

tanto la responsabilità morale, ma anche la con. venienza economiC'a , poichè un medico esperto, il quale sappia prevenire le malattie e provvedere a cure sollecite ed efficaci, eviterà allo Stato molte spese per le indennit~ e per i medicinali. Si richiedeva che una ragione economica facesse a p·p rezzare l 'utilità Sociale del medico; era necessario tradurre questa in C'ifre, per farla pienamente riconoscere! In Inghilterra già si parla <li una rigida sorve glianza che lo Stato dovrebbe esercitare sulle scuole di medicina, affinchè queste rispondano al loro mandato ; dei mezzi atti a impedire che il medico sia preso da pigrizia o da in· differenza di fronte ai progressi incessanti compiuti dalla sua arte, costringendolo a mantenersi all'altezza della sua missione ; dell'opportunità di fornire al medico i mezzi di studio, i libri, i giornali, gli istrumenti e di obbligarlo a frequentare i corsi post-universitari; eventualmente ·di sottoporlo ad esami periodici di Stato, costituen· dogli una vera carriera, paragonabile a quella degli ufficiali della ·marina o dell'esercito. Il medico diverrebbe un ufficicJ,le civile, un ufficiate sanitari'o statale. Come lo Stato si difende contro le invasioni e le i11sidie nemiche, si proteggerebbe anche contro le invasioni e le insidie delle malattie.

**.:. A parte le difficoltà cui abbiamo accennato,

molte altre ne sono sorte nell'applicazione della nuova legge Rileviamone alcune: il passaggio degli assicu rati da un medico a un altro (il Comitato di Londra aveva imposto che ogni cambiamento fosse motivato; ma il Comitato centrale ha an .. nullato questa disposizione, considerandola come un'infrazione alla legge); le visite a domicilio dei pazienti che abitano troppo lontano dal medico (si è fatto menzione di un gruppo di 200 assicurati che ·risiedono a 10 miglia di distanza dal medico più vicino: in Scozia il caso non sarebbe raro); i cambiamenti temporanei di residenza degli assicurati {per la villeggiatura, per un viaggio ecc.); la libertà delle prescrizioni farmaceutiche da parte del medico (qualche medico è stato ripreso per la stravaganza delle sue prescrizioni; in linea generale, sono state escluse le specialità farmace~tiche: si calcola che ne sia derivata una riduzione del 20 ~~ nella vendita); gli orari dei medici (qualche medico ricusa di fare le visite alla domenica. sebbene manchi nelJa legge una disposizione tac:sativa al riguardo); le vi· site notturnf;: (per evitare quelle non giustificate i medici vorrebbero imporre una piccola quota supplementare a carico del paziente) ; alcuni criteri seguìti dai medici nell'accettazione dei pa-

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.. zienti (un medico è stato ripreso perchè allontaLETTERE DA PARIGI nava i casi gravi, dichiarando che a norma della legge, egli doveva curare dei malati e non dei La tubercolosi e l'igiene. - II pericolo so::-iale moribondi) l'esclusione d ei medici irregolari (omeo- presentato dalla tubercolosi preoccupa più che patici, erboristi, christian Scientists ecc.) anche mai le autorità sanitarie in Francia. Alcuni giorni or sono al Congresso dell'Alleanza d'Igiene sociale per intesa diretta (il pub·b lico ripone in essi molta !l.el suo discorso inaugurale il presidente Leon fiducia e nell'Inghilterra è concessa la più grande Bourgeois ricordò che, malgrado gli sforzi fatti, · libertà all'esercizio medico); l'ammissione delle la Francia è uno dei paesi ove la mortalità di. 1nedichesse a curare soltanto le donne e i bambini; minuisce di meno. In Inghilterra e in Germania la proporzione di decessi per tubercolosi su 10,000 la necessità di un assistente. retribuito a parte, abitanti. è discesa a rr. mentre in Francia è anper la somministrazione degli anestetici; la facoltà cora a 22. 5. Leon Bourgeois crede che una delle riconosciuta ai comitati locali di ridurre il limite cause principali della tubercolosi sia1l'insufficienza superiore degl'introiti per l'ammissione ai benefici , degli alloggi, come del resto affermava qualche anno fa Robert Koch. Le statistiche del dottore dell'assicurazione; l'osservanza del segreto profes· Bertillon, dimostrano che a Parigi 215 , 188 abi sionale; la deficienza d ei sanatori e degli ospedali tanti vivono in abitazioni troppo ristrette. cioè hanno meno di una mezza stanza per persona, e per i tubercolosi; e così via. In particolare s'insiste sulla generalizzazione 924, 757 hanno pure abitazioni insufficienti e cioè meno di una stanza per persona. Contando l'indelle intese dirette (their ow:n arrangements) tra sufficienza di abitazione di quelli c4e abitano in assicurati e m edici, ora GOnsentite o attuate solo camere mobilia te si arri va a un totale di r milione 200,552 abitanti che mancano d'aria e di in via d'eccezione. luce. Comparando i dati del 1901 a quelli del 1911. Bertillon constata che questi ultimi sono più * favorevoli, ma solo in apparenza, perchè se c'è ** Nell'insieme la posizione dei medici sembra minor numero di famiglie numerose male allog· giate, ci sono anche famiglie numerose in minor essere migliorata, sia economicamente, sia mo- numero. Per dimostrare che più una famiglia è ralmente. numerosa più è frequente il caso che non possa Sotto la minaccia della Jegge per l'assicurazione trovar alloggio conveniente, Bertillon osserva che durante il biennio r9r1-12 si erano anzi avute su mille famiglie vivono in condizioni cattive 97 famiglie di tre persone, 108 di quattro a cinqu~ nelle scuole mediche inglesi 450 iscrizioni in meno persone, 217 da sei a sette, 269 da otto a 15. Su che durante il biennio precedente. Ora invece mille famiglie quindi 691 vivono in un anibiente non sano. l'orizzonte si rischiara. Mirman, direttore déll'assistenza e igiene pubDiverrà l'Inghilterra il paradiso 1 d' Esculapio blica, si ·preoccupa anche lui dell'estensione della come qualcuno preconizza? tubercolosi. Per lui, oltre l'abitazione insufficiente, Auguriamocelo. uno dei fattori importanti di tubercolosi è l'alcoolismo. Dalle carte comparati ve di Bertillon ~i constata infatti che i dipartimenti ove l'alcoolismo infierisce di i iù sono quelli ove la tuber* ** colosi miete il maggior numero di vittime. Mirman Non ci dissimuliamo e teniamo a dichiarare osserva che in Inghilterra la legge impone la dei caseggiati insalubri dietro pache. nel prospettare una questione oltremodo espropriazione gamento al proprietario del valore dei fabbricati , complessa - la quale per mesi ed anni ha occ.u pato detratta però la spesa che 1, Amministrazione molta parte d el fitto testo dei giornali medici incontra per i lavori necessari a renderli salubri. Una legge per l'espropriazione degli immobili inglesi - noi possiamo essere incorsi in mende, :inesattezze o lacune. Ne chiediamo venia ai let- per cause igieniche è deposta davanti al Senato francese. tori benevoli. Ma lo scopo che vorremmo aver raggiunto è La denuncia obbligatoria della tubercolosi. - Da quello di sollecitare i 1nedici italiani ed interes- parecchi mesi si dibatte dinanzi all'Accademia di sarsi alla questione, ad approfondirla, ad agitarla medicina questa importante questior1e: I poteri nel pubblico, -!id affrettare tra noi l'a~vento di pubblici debbono essere informati di ogni caso di tubercolosi che si presenti ai medici sia allo una forma praticfl e conveniente per tutti di as· ospedale, che nella clientela privata? I/Inghilsicurazione sociale contro le malattie. terra, che alcuni anni or sono, aveva reso obbligatoria la denuncia per i c·a si curati negli osp~­ Nell'attesa che non si debbano più imitare le iniziative degli altri paesi ma che promanino da dali. ha reso più tardi obbligatoria la denuncia per i casi della clientela privata. noi le ardite e benefiche innovazioni, come ai In Francia alcuni fra i più distinti medici si ten1pi gloriosì del passato. s0no risolutamente schierati dalla parte dei sostenitori della denuncia. ma la maggioranza si trova ancora nel campo opposto. La discussione L. VERNEY. •


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SEZIONE PRATIC_"\.

non è ancora chiusa e non lo sarà ancora per del tempo. Una delle ultime dichiarazioni è quella del pr~f. Daguet, che ha sottoposto all'Accademia Ja mozione seguente: a L'Accademia è d'avviso eh.e la. denuncia obbligatoria della tubercolosi è scientrficamente desiderabile, ma riconosce che non è a~cora ve~uto il momento per applicarla, almeno in Francia ». 9ues~o modo di r.isolvere la questione si presta ali equ1voc9, e a noi sembra che un tal modo di co!lsiderare. i fat~i eso~bi.ti dai poteri di un Co~1ta~o tecnico: L.Amm1n1strazione del Paese potrà gt?dtcar.e se sta 11 caso o no di applicare una tal misura. Il medico e l'igienista non hanno che un dovere: quell9 di dichiarare se, secondo la loro coscienza, la denuncia obbligatoria sia o no utile per la lotta contro l'epidemia. Cosi il dott. Ballet in una conferenza riportata in una di queste l~ttere,. biasim.ava i medici periti che concludono dinanzi al Tribunale per la responsabilità atte· nuata dell'_imputato, ,~entre ad. essi appartiene ?oltanto di dire se l 1mputato è malato o no, e in qual grado; la questione di giudicare della responsabilità appartenendo al giudice e non al medico. Il prof. Landouzy è in principio favorevole alla denuncia obbligatoria, ma riconosce che esistono degli ostacoli per la sua attuazione pratica. Fra i. motivi d'opposizione uno dei più importanti riposa sul fatto che, all'ora presente, i servizi profilattici e di disinfezione mancano di un' organiz~ zazione sufficiente. Il Governo ha presentato un progetto di legge per la disinfezione obbligatoria al domicilio di tutti gli individui deceduti nell'età tra '2 e 60 anni, salvo cbe il medico certifichi che la causa della morte non rendé' la disinfezione necessaria. L'illustre preside della Facoltà di medicina è contrario all'istituzione di tali limitazioni d'età. Egli ha provato dinanzi all'Accademia con un grande numero di esempi, quanto sia frequente la tubercolosi come causa di morte prima dei 2 anni e dopo i 60. Landouzy propone quindi di modificare il progetto di legge, in uno scopo di profilassi antitubercolosa, colle aggiunte seguenti: « Disinfezione a domicilio per tutti i decessi senza distinzione d'età, disinfezione del domicilio dei mala ti morti negli ospedali e ospizi ». Tutta via la legge, anche colle modificazioni proposte non risolve che la metà del problema, quello che concerne la mortalità, l'altro, q11ello della morbidità non è ancora risolto. Per risolverlo bisogna, secondo Landouzy, rivolgersi a una misura che chiama con una parola nuova « Hygiénisation ». Igienizzazione vuol dire pulizia, disinfezione dell'abitazione e educazione igienica della famiglia. Il giorno in cui la disinfezione sarà applicata anche alla morbidità soltanto allora la lotta contro la tubercolosi sarà condotta con intendimenti scientifici e « la difficoltà di riuscire non fa che re11dere più impellente· la necessità di mettersi all'opera ». • La vaccinazione contro il tifo. - Continua in seno alle Società scientifiche della capitale la discussione sulla priorità della scoperta della vaccinaziç>ne anti tifica. La discussione verte sopra tutto sul fatto che Chantemesse nelle sue prime esperienze cercava di vaccinare con delle culture uccise a 100° e più. Chantemesse vuol provare, che quantunque l'esperienza abbia dimostrato in seguito l'utilità di riscaldare a 60° pure il suo vaccino riscaldato a 100° produceva l'immt1nità

n elle cavie. \Tincent invece dichiara che le cavie che sei;iibravano vaccinate c.:>n quel sistema non erano 1n realtà che delle ca vie refrattarie. Q!lindi Chantemesse non sarebbe, secondo luit l'inventore del vaccino. Questo scorcio di discussione che ha avuto luog? alla seduta del 17 maggio 1913, non ha alcuna importanza pratica per quel che a noi sembra. L'importanza risiede sul fatto che la vaccinazione antitifica coi vaccini scaldati a 60') è effica~e. La vaccinazione del vaccino scaldato a loo 0 è stata una prima tappa e non le si può negare almeno il valore di un primo tentativo per risolvere il problema.

Gli studenti di medicina stranieri in Francia. Sopra 41 ,109 studenti di tutte le Università francesi, 3819 sono ~ tranieri, inoltre vi sono 4056 ~tuden~e~se . :rer quel che concerne gli studenti in ~ed1c1n :-. . ~ue terzi di tutti gli stranieri sono russi (8t..~). ottomani 87, bulgari 59, greci 36. Tra .gli st1:1de~ti. str?~i eri di tutte le Facoltà, solo 130 sono 1tal1an1. p1 u della metà studenti di Jettere all 'Università di Grenoble. Ora, in presenza del progetto di legge. che tende a ripristinare i I servizio dei tre anni per tutti, .gli studenti di medicina francesi sono preoc cupa ti dal fatto che i concorsi per gli ospedali saranno facilitati di molto per gli stranieri e per le donne non obbligate al servizio militare. Il Consiglio dei presidi delle Facoltà, col rettore, ~i ~tudiano. di proporre delle misure contro questo 1nconven1ente. Taluni proporrebbero di interdire l'esercizio della medicina agli stranieri non natu ~ ralizzati prima dei 25 anni. che cioè non hanno fatto il servizio militare in Francia, altri propongono delle modifiche nei regolamenti di concorso agli 1Jspedali. È bene ricordare che in Francia nessun medico può esercitare la medicina se non è laureato da un'Unì,..,.ersità francese, avendo sostenuto tutti gli esami, a <:ominciare dalla licenza Z.iceale, in Francia. Parigi, 26 maggio 1913. Dott. Gon.

.NOTIZIE DIVERSE Adesioni al Congresso di Londra. Come abbiamo annunciato nel numero precedente, il senat. prof. E. Maragliano, quale rappre-... sentante dell'Italia nella Commissione permanente per i congressi internazionali, ha convocato domenica s-corsa in Roma tutti i rappresentanti delle Facoltà. delle Accademie e delle associazioni mediche per addivenire alla nomina del Comitato italiano per il prossimo Congresso internazionale medico di Londra e per designare il proprio rappresentante nella Commissione per i congressi internazionali all'Aia. Alla riunione aderirono qttasi tutti i corpi scien. tifici italiani e parteciparono largamente le autorità. Si è stabilito che il Lomitato italiano per il Congresso di Londra sia composto dei rappresentanti delle principali istituzioni mediche e si sono nominati i proff. Guido Baccelli e Edoardo Maragliano come supplente a membri della Commissione permanente per l'ordinamento dei congressi internazionali. (39)

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IL. POLICLINICO

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I t pyof. M aragliano rappresenta intanto e subito il Comitato italiano det Congresso di Londra. A lui possono dirigersi tu tti coloro che intendono in· tervenire a questo grande Congresso che si riunirà dal 6 at 13 agosto.

riservati a Milano quelli medici di perfezionamento ; che l'istituzione di nuove cattedre sarà subordinata all' approvazione del Ministero, il quale deve sempre sentire il Consiglio Superiore del1 'Istruzione.

Al Congresso medico di Londra. Il Ministro della pubblica istruzione, on. ·Credaro, ha incaricato l'on. prof. Leonardo Bianchi ùi rappresentare l'Italia al Congresso medico di Londra. ,

Per Luigi Luciani. Alcuni colleghi, allievi ed ammiratori dell'emin ente fisiologo , traendone occasione dal completamento della sua magistrale Fisiologia dell'uomo , si propongono offrirgli una medaglia commemorativa. coniata dalla R. Zecca, su ptegevole rilievo dello scultore G. Tannini. .A quanti vorranno partecipare a questa modesta prova di riconoscente affetto all'illustre maestro·. rivolgono cort ese invito a voler aderire presso l'Istituto fisiologico. (Via Depretis, 92). La quota fissa per ogni adesione è di 11re 12; dà diritto a una copia di bronzo della medaglia offerta (del diametro di cm. 7). I primi cento aderenti potranno all'atto del versamento della quotaritirare immediatamente la medaglia , chiusa in elegante astuccio .

Convegno di Medicina legale. Nei giorni 13-15 del prossimo luglio avrà luogo in Genova il primo Congresso dei Medici legali italiani allo scopo di approvare definitivamente lo statuto della Associazione fra i cultori della specialità. In questa occasione !;aranno svolte comunica· zioni d'indole scientifica e professionale. Sono già a nnunziate relazioni su temi generali del prof. senatore prof. Tamassia, del prof. Borri, d~l professor Ferrando, ecc. Il tempo utile per iscriversi al Convegno e per annunziare comunicazioni scade il 25 giugno. Per partecipare ai lavori o avere chiarimenti rivolgersi 3ll'Istituto Medico legale della R. Università di Genova, via Bertan1, 5. Per gl'Istituti superiori. È stato approvato dalla Camera dei deputati un disegno di legge che concerne l'approvazione delle <'Onvenzioni per gli I stituti clinici di perfezionamento e di istruzione superiore di Milano, per le Univ~rsi.tà di Padova e Siena e per altri Istituti suptr1or1. Le convenzioni riguardanti gli Istituti clinici di Milano sono già note ai lettori. , La legge è stata approvata anche dal Senato, dopo alcune osservazioni del sen. {.;olg1 intorno alla progettata i~tituzione di due nuovi ordina riati agli Istituti clinici di Milano e contro la tendenza a creare una nuova Facoltà medica a Milano, sacrificando quella di Pavia. Il ministro Credaro rispose al sen. Golgi che gli studi cli Facoltà dovranno rimanere a Pavia; che verranno

Pro sen. Cardarelli In un processo svoltosi a Napoli il procuratore gen.erale cav. Cicala pronunziò delle parole ingiuriose all'indirizzo del sen. Cardarelli, perito della difesa . Il sen. Cardarelli in una lettera inviata ai giornali ha protestato contro · • le affermazioni d'un incosciente » . Il Consiglio dell 'Ordine dei m edici di Napoli è stato convocato d'urgenza per stigmatizzare le parole del proct1ratore generale. Gli studenti della Faeoltà medica h anno improvvisato in massa una dimostrazione d'affetto al loro venerato Maestro. Propaganda igienica. Ci è perven11to un altro foglio volante della sezione di Girgenti dell' A. N. M. C. per la propaganda igienica. È relativo alla lotta antimalarica . Contiene un bell'articolo del dott. V. Bonfiglio e la descrizione dell'anofele riportata dal Celli. Venne pubblicato nel 1911; ma continua ad essere utilmente distribuito. I

Indice alfabetico per materie. Albuminurici: proprietà dell'urina . . Pag. 894 Anchil'ostomiasi . . . . . . . . . . . . » 890 .'\scite da cirrosi epatica: cura operati V a . . . . . . . . . . . . . . . . '> 89 5 A~ sicurazione obbligatoria contro le ma lattie in Inghilterra . . . . . . . )) 909 898 Ca ncro della valvola ileo-cecale. . . . Caratteri sessuali secondari e secrezione interna testicolare . . . . . . 897 )) 882 Ci ~ti del pancreas . . . . . . . . . . Cran!oresi:zione decompressiva: tratta · mento della dura madre . . . . . . )) 895 )) 892 Dermatiti di origine professionale. . . Difterite : terapia . (Anafilassi serica grave da reiniezione a dist:111za di un anno) . . . . . . . . . . . . . . J) 877 . D issenteria amebica: diagnosi. . . . . )) 897 ~ 900 Epilessia : cura . . . . . . . . . . . . 890 Ernia epigastrica dello stomaco. . . . D 892 Ferrovieri: patologia professionale . . R 1ma. 1913 - Tip. Nazionale d i r. . Bcrtero e c. (40) I)

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Foruncolosi : ct1re. . . . . . . . . . . Pag. 900 Gastro-duodenite oidiomicotica con pe890 r itonite da perforazione . . . . . . l\1:ala ttie del sangue di origine profes» 89r sionale . . . . . . . . . . . . . . . » 885 Metrorragie della menopausa . . . . . Mortalità infantile in rapporto ai me· stieri e alle condizioni sociali dei ge891 nitcri . . . . . . . . . . . . . . . . • 899 Psicoterapia razionale . . . . . . • . . )) 890 Resezjone ileo-col~ca per tubercolosi . Sieroterapia nelle infezioni da strep)) 884 tococco. . . . . . . . . . . . . . . » 898 Tifo : nuovo seguo diagnostico . . . . 890 Tra pianti ossei . . . . . . . . . . . . J) 900 Tubercolosi: inalazioni curative. . . . )) Tubercolosi: profilassi e denunzia in )) 918 Francia. . . . . . . . . . · · · · )) 886 Tubercolosi renale: cura chirurgica . . J 918 Vaccinazione antiillìca . . . . . . . • J)

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POZZI,

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Anno XX.

Roma, 29 giugno 1918

Fase. 26

SEZIONE PRATICA '

DIRETTORI:

Prof. GUIDO BACCELLI -

Prof. FRANCESCO DURAN~fE

REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORI O ASCOLI - - - - -- ..

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SOMMARIO . Prof. T: Silyest~i: Opotera Pi a su,,enomidolla,e ed epi,l~ssia. -. Sunti e rassegne: INFEZIONI: La trasmissi one del vu-us scarlattinoso agli an1mal1. - CmRURGIA: W. J. Mayo: Operazione radicale per la cufa del cancfo del ,,etto e del rcttosi~m•. MEDICINA: M. Castaigne: L e cirrosi sifilitiche. J. Sevestre: L'anemia degli eredosifilitici. - Osservazioni olinicbe: ~ott. Raffa~le Cormi o : Necrosi dell'omero al tnzo tnedi o da osteomielite. Parostite e periostite fibrosa. Anchilosi del gomito /a/sa •ncompleta m estensson e. - Accademie, Socieià mediche, Congressi: Regia Accademia Medic a di R oma. - Società medica Chifurgjca di B ologna. Appunti per il medico pratico: NOTE DI TECNICA: Metodi clinici di 1'ice,ca dell' acetone e dell'acido diacet1·co. - S11lla P~esenza detl'acido latt 1'co nel succo gast1'ico. - CASISTICA: Sulla calcolosi del pancreas. S ul diabete di Of'Ìgine fenale nella va· llttlanza. TERAPIA: L e l'iuove i dee sulle indicazioni oper•tive nei traumatismi del C1'anio. La CU1'CJ degli aecidenti dovuti all'elettf'icittl. - Le co11iPlicazion1 della puntu fti esp!oratioa della f>l eura. - Posta degli abbonati. - - uenni bibliogra-

Lavori

~riginali:.

ftci . - Varia. Nella vita professionale: I l nuovo Cod1'ce di Procedura Penale negli artfcoli interessanti i sanitaf'i. - Pef la ,;forma delle perizie 1nedi~o-legali. - Risposte a quesiti e a domande. - Nomine, promozioni e onorificenze . - Condotte e Concorsi. - MEDICINA SOCIALE: Prof. 1\1. Ascoli: Sulla 1tecessit à di promU-Overe ed Mgan•zzare llna l otta antimelite1tse. Dott. Francesco Mereu: F ebbre di Malta nella minit1'a A rgenltt1'a (Sassari) . -Notizie diverse. - Rassegna della stampa medica. - Indice alfabetico per materie.

MEMENTO AI . RITARDATARI

A quegli associati cui, mediante il foglietto annesso al fascicolo 21 del 25 maggio u . s., sollecitam.mo il pagamento dell'abbonamento, facciamo notare che se lascie· ranno trascorrere il 30 corrente senza aver inviato il dovuto importo indicato nella sollecitazione stessa, perderanno ogni diritto al volume di premio ordinario COMPENDIO DI OINECOLOOJA MODERNA la cui stampa volge ormai al termine.

Ricordiamo che limporto d' abbonamento va spedito con Cartolina-Vaglia, indirizzata nominativamente al Prof. ENRICO MORELLI, Via del Tritone, 46, ROMA. L'AMMINISTRAZIONE. Dlrl&11 cli proprietà rl~ervail -

senza. c1ta.rne la. tonte.

B vietata. la. riprod uzione di lavori pubblicati nel

LAVORI ORIGINALI lfiituto di Patolegia speciale medica dimostrativa della R. Università di Modena. Direttore prof. I,. V ANNI .

Opoterapia sorrenomidollare ed epilessia I •

per il prof. T. SIItVESTRI, aiuto

In una nota precedente ho accennato a tutti gli elementi favorevoli alla tesi, che l'insuffi~ cienza delle capsule surrenali, pur che ·si stabilisca bruscamente, può farsi causa di sindromi convulsive (Silvestri-Tosatti), non solo, ma che nel determinismo di queste Ì'iposurrenalismo corticale ha, per così dire, i 1 monopolio. Riportati brevemente z casi di tetania di Falta e Rttdinger, una mia osservazione di tetania e un'altra di eclampsia in bambine, ai quali si riferiva l'ac-cenno a pag. 26 della tesi di· 1aurea di Bona-cini (aprile 1910): riassunto il caso di tetania nell'osteomalacica di Marek

POLJtLINICO o la pubbllaazlone dl sunti di essi

ed un'altra mia osservazione di eclampsia in gravidanza, nei quali l'adrenalina o la paraganglina ha quando ~ggravato lo stato tetaniaco o convulsivo (Fatta, Rudinger, Silvestri), quando addirittura provocato l'attacco con· vulsivo (Marek, Silvestri), mi intrattenni su tre casi di epilessia così detta mestruale, nei quali ]'opoterapia surrenomidollare esercitò effetti deleteri sul numero e gravità degli accessi, i quali, appena sospesa la medicazione, ripresero il ritmo di prima, ossia coinci1evano esclusivamente coi periodi mestruali; non che su di un caso di epilessia classica in una giovinotta, nel quale l'organoterapia in parola aveva sort ito lo stesso effetto. Dopo aver discusso sul probabile meccanismo d,azione della paraganglina nelle mie epi1~ttiche1 conclusi, ·per esclusione, ad una probabile azione della medesima sul sistema nervoso, di cui aumenterebbe l'eccitabilità, pur con venendo esser prematura ogni conclusione al riguardo, data la scarsità dei casi. (I\


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. IL POI.ICLiNICO

Volendo studiare più a fondo ]'argomento, come dissi, mi sono rivolto alla Direzione del Frenqcomio di Reggio Emilia, la quale ci ba offerta la più larga ospitalità. Le ricerche sono state fatte in 2 periodi successivi di 15 giorni ciascuno; il primo, periodo di osservazione, dal 1° al 15 settembre 19·12; il secondo, periodo di- esperimento, dal 16 al .30. In questo ferme tutte le altre condizioni di vita, di alimentazione, ecc. del precedente, venivano somministrate a ciascun epilettico 30 goccie di paraganglina pro die in 3 volte. I malati utilizzati sono stati 23, di cui 10 donne. Nella scelta dei medesimi si cercò di prender solo quelli, che presentavano tutte le note della cosidetta epilessia essenziale. Un'assistenza, una sorveglianza continua, diligentissima, quale non è possibile desiderare di meglio, permettevano di sorprendere le più piccole variazioni qualitative e quantitative degli . accessi convulsivi ed equivalenti, fra i quali però non si è tenuto conto che delle vertigini, come il solo degno di nota nei nostri cast.• Dando uno sguardo d'insieme ai qt1adri rias· suntivi, che per brevità ometto, un fatto subito ci colpisce, e cioè la nessuna azione nociva della paraganglina negli epilettici maschi: il numero infatti degli accessi ~ delle vert~gini, che nel periodo di osservazione era stato rispettivamente di 41-48 ; in quello di esperimento è disceso a 38-32. Diverso è stato il comportamento delle epilettiche di fronte alla opoterapia surrenale. Mentre infatti nel 1° periodo (di osservazione) si ebbero accessi 71 = vertigini 4; nel 2° invece (di esperimento) si registrarono accessi 89 = vertigini 15. Analizzando poi i risultati indicati vediamo: 1 ° Che si dovette scartare una malata (la G . . . ) la quale dopo 3 giorni di trattamento si ribellò alla cura. Va notato però che mentre durante tutto il periodo di osservazione aveva avuto un attacco solo, nei 3 giorni di cura ne ebbe 2. · 2 ° Che in una (M. . . ) g1i accessi <limi• nutrono. ' 3° Che in 2 (P. . . ) il numero degli accessi rimase stazionario. 4° Che in una (la B.) gli effetti sono stati disastrosi : gli accessi si sono raddoppiati, le vertigini triplicate. 1

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5° Che qttindi in 7 su 10 si è avuto un aumento del numero degli accessi. Questi risultati, benchè non molto spiccati, ad eccezione della B . . . , :;ono, a parer mio, molto significativi, perchè dimostrano l'azione dannosa della paraganglina anche nelle forme inveterate di epilessia essenziale, nella quale, fino a poco tempo fa (ed anche al presente dalla maggioranza), si è negata qualunque in· fiuenza alle secrezioni endocrine, subordinando l'insorgere degli accessi a lesioni degli elementi nervosi, lesioni che sarebbero la risultante di fattori congeniti ed acquisiti, non che del ripetersi degli accessi. Ma perchè la paraganglina esercitò la sua azione nociva solo nelle epilettiche? La risposta certo non è facile: tutta via una spiegazione si può tentare traendo profitto da un certo numero di osservazioni anatomo-patologiche, 1e quali parlano non solo in favore di uno stretto rapporto fra funzione surrenale, sviluppo e nu· t~izione cerebrale, ma fra capsule surrenali, cerve,IJo e glandole genitali. Se Morgagni infatti, Meckel, Otto, Tiedemann avevano rilevata la coincidenza dell' acapsulia coi gravi difetti del sistema nervoso, sono state più specialmente le osservazioni di Zander, di Weiler, Magnus, I,evi, Apert, ecc., che hanno dimostrato come nell'aplasia od ipoplasia delle capsule surrenali si accompagni di norma anencefalia ed emicefalia, nel qual ultimo caso mancava la capsµla dello stesso lato in cui faceva difetto lo sviluppo dell' emicervello (Zander). Tuttavia Romiti e Valenti in qualche caso di emicefalia hanno trovato le capsule normali. Il Gaifani poi recentemente in I I casi di anencefalia ha trovato: tiroide ipertrofica con abbondante stroma connettivale, timo molto sviluppato, surrenali sempre insufficienti, sempre piccolissime. In 5 casi ne mancava I. Nell'idrocefalia e in un microcefalo ha trovate capsule normali, mentre, come è noto, C. Czerny in 5 casi di idrocefalia congenita riscontrò mancanza della midollare dèlle capsule surrenali, le quali erano poi pochissimo sviluppate in un caso del genere di Wagler. Quanto a rf}pporti fra i due fatti è da notare che mentre lo Zander subordina l'agenesia capsulare al difettoso o mancante sviluppo ce· rebrale, pur non escludendo che qualche volta

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SEZIONE PRATICA •

l'aplasia capst1lare possa esser primitiva, e secondaria quell~ cerebrale, gli altri in massima adottano quest'ultima veduta. Se poi le poche osservazioni di Biesing (citato dal Pend~) sono favorevoli a che nei casi di cui sopra l'ag~nesia capsulare interessi uniformemente la capsulare e la midollare, il Pende è proclive a dare importanza al propo posito ali' aplasia od ipoplasia della surrenocorticale, sia in base a' suoi concetti circa 1' azione di questa sul trofismo cerebrale, sia tenendo conto dello sviluppo precoce, della surattività della medesima nell'embrione e nel feto,dove costituisce da sola tutta l'enorme capsula :fino al ·3"-4° mese. L' A~ert è molto più reciso al riguardo e nel suo recentissimo lavoro conclude: che nella anencefalia la porzione corticale della surrenale è quasi costantemente atrofizzata, mentre nella sclerosi tubProsa con ipertrofia del cervello la surrenocorticale è al contrario ipertrnfica ed adenomatosa . l\r!a per la questione che ci interessa il rap· porto fra anencefalia ed aplasia surrenale ....o meglio surrenocorticale, più che per sè è molto importante per il fatto che di regola trattasi di fem1nine. Il Levi a spiegare la cosa pensa che nei feti maschi la mancanza di capsule surrenali possa esser surrogata nello sviluppo del cerveJlo dal testicolo, organo ricco in leci· tina ; solo quando si ha 1' assenza della surrenale e testicolo anche nel maschio si verifica lo stesso effetto. A parte però la spiegazione (r), la coinci· <lenza in parola dimostra il nesso strettissimo fra capsule surre.nali e sviluppo cerebrale, nozione qttesta che una ai resultati delle nostre ricerche, confermate da Pende, e confortate anche da una osservazione clinica (Silvestri) molto suggestiva, le quali dimostrano come ,una insufficienza surrenocorticale, purchè si stabilisca bruscamente, possa farsi causa di sindromi convulsive, può darci, fino ad un certo punto, ragione del modo di comportarsi

dalla opoterapia surrenomidollare (paraganglina Vassale) nelle epilettiche cadute sotto 11 mia osservazione. Dato infatti un certo antagonismo fra secre:t.ione surrenomidollare e surrenocorticale sulla eccitabilità del sistema nervoso (moderatrice, frenatrice la prima, eccitatrice la seconda), non è fuor di luogo il concetto che la paraganglina possa perturbare l'equilibrio di queste due secrezioni endocrine nella loro funzione sui centri nervosi, quando si ammetta che nelle epilettiche esista un certo grado di iposurrenalismo corticale assoluto o relativo, o almeno una instabilità, una labilità funzionale della mede• stma. Quando poi teniamo conto: r 0 dell'origine comune della surrenocorticale e delle glandole genìtali; 2° della coincidenza dello pseudoermafroditismo colla ipertrofia, iperplasia e tumori della s11rrenocorticale (Marchand, Niegebauer, Thumin, Apert, Amoray, Glymm ecc.); 3° che tale coincidenza si ha di regola nel sesso femminile; 4 ° che nei tu mori della surrenocorticale si hanno inoltre le più svariate sindromi da disturbi della fisiologia genitale femminile (pu.. bertà precoce, menopausa precoce. metrorragie, alterazioni dei caratteri sessuali accessori, ecc.) non solo ci diamo ragione dei r apporti strettissimi nella donna fra organi genitali, surre · nali e cervello, m a che nel sesso femminile l'ap• parato genitale abbia t ant a importanza nelle perturbazioni psichiche, nei disturbi sensitivi e motori di centri nervosi. A questo proposito ci è noto: a) che le svariate manifestazioni della vita sessuale (mestruazione, gravidanza, ecc.) di norma aggravano l'epilessia in atto; b) che talora possono segnare l'insorgere del primo attacco epilettico, e talune anche le mestruazioni, acl es. disciplinare, per cosi dire, l'andamento degli accessi, tanto che non si tituha in questi casi a parlare di epilessie mestruali, nelle quali al dire di certi autori, mancherebbero le più comuni cause congenite ed (I) La nozione però che nel t~sticolo la glan. dola interstiziale è molto ben sviluppata ed in- acquisite, rilievo questo che però merita condividualizzata nel neonato e nel feto (Pende), che ferma. la glandola intestiziale nelle intos~icazioni ed inc) che sebbene raramente, la gravidanza e fezioni si comporta al!a stessa guisa della surrenocorticale, e che quella segrega una sostanza , l'allattamento possono farsi causa della scomgrassa molto simile a quella trovata nelle cellule parsa degli éiCcessi, i quali riprendono colla di questa (P. Mulon), ci porta a prendere in conprima mestruazione, fatto che potrebbe inter· siderazione la tesi del Levi. (3)


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IL POLICLINICO

pretarsi come il risultato di una autoopoterapia . surrenocorticale in virtù dell'iperfunzione di questa durante tali fasi della maternità. Le funzioni poi dell'ovaio hanno rapporti sì stretti con tutte le altre sezioni del sistema endocrino-simpatico, che qualunque disturbo di queste si fa sentii:e su quelle .e viceversa. Nei maschi invece le funzioni delle glandole sessuali sono molto più semplici, e godono di una larga autonomia rispetto agli altri apparati endocrini, specie nell'età adulta, come risulta da mie ricerche. Queste differenze fra i dt1e sessi, che alcuni reperti anatomo·patologici e ricerche di Laboratorio (Ficbera, Soli, Raineri, Silvestri, Marassini, ecc.) mettono bene in evidenza, vanno ricollegate, come mi esprimevo nel mio lavoro « Castrazione e tiroparatiroidectomia ~ ali' alta missione della femmina, alla maternità .' ctoe. Tornando ancora una volta sul possibile meccanismo d'azione della paraganglina nelle epilettiche cadute sotto la nostra osservazione, dico subito come non mi sembri accettali>ile quello invocato da Rudinger, Falta, Marek, Kahn, a proposito dei loro casi di tetania, e cioè l' antagonismo surrenon1idollare - paratiroideo, e quindi una insufficienza para~i1oidea per inibizione da adrenalina. Non ch'io neghi l'antagonismo accennato, in favore del quale, oltre i risultati delle ricerche di Goleke, parlano quelli ottenuti da G. Israelson, il quale vide che mentre la tiroidectomia si accompagna a scomparsa di adrenalina nel sangue, la paratiroidectomia in~ece fa aumentare il contenuto sanguigno della medesima; ma come mi espressi nella nota precedente sull'argomento, nè il criterio terapeutico, nè quello anatomo-patologico, e nemmeno quello clinico giustificano l'ipotesi che una insufficienza paratiroidea sia in giuoco nella epilessia detta idropatica, almeno come fattore co· stante e fondamentale. A meno che poi non esista una criptoadrelinemia biologica, nessun dato è favorevole al concetto di una adrelinemia assoluto o relativo nella epilessia jn parola, almeno come norma; la pressione ad es.~ e in ciò l'accordo è unanime, è di regola inferiore alla norma; ma vi ha di più; la comparsa dell'attacco epilettico non è preceduta, non è subordinata all'aumento della p ressione sanguigna.

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Questa mancanza d'ipertensione precedente l'attacco, che Voisin e Rendu non sarebbero alieni dal ricollegare a qualche alterazione delle surrenali, se è indice sicuro dell'assenza di una vasocostrizione diffusa, non esclude però una vasocostrizione distrettuale-cerebrale ad es., la quale potrebbe essere favorita da speciali condizioni locali congenite od acqt1isite, e per la quale militano alcuni argomenti di ordine terapeutico. Qualche volta infatti si riesce a prevenire, ad attutire l'attacco epilettico col nitrito d'amile: il taglio del simpatico cervicale ha migliorato non solo, ma prodotta la scomparsa temporanea degli accessi epilettici. Se vi ha un fatto caratteristico .nell'epilessia è appunto l'abbassamento della soglia degli stimoli, l'instabilità del sistema nervoso. / Si capi5ce quindi conie le più piccole cause siano capaci di provocare l'attacco, e che la paraganglina, stimolante fisiologico, possa favorire le manifestazioni convulsive. Va da sè che il fenomeno deve verificarsi solo perchè nelle epilettiche è rotto l'equilibrio fra le diverse sezioni del sistema endocrino, dal quale dipende l'euritmia funzionale di tutta l'economia e conseguentemente anche del sistema nervoso. Quando infatti le diverse glandole a secrezione interna fossero normali, data anche la via d'introduzione, e la dose piuttosto mediocre della paraganglina, gli effetti di questa verreb · bero prontamente neutralizzati, o per una più sollecita modificazione di questa da parte del fegato, o per maggior produzione di secreti a funzione antagonista (es. tiroidei). Risulta quindi ancora una volta l'importanza delle secrezioni endocrine anche nell'epilessia, importanza sulla quale insistei fino dal 1906 nel mio lavoro « Epilessia e sali di calcio ». « Per me, dicevo, l'insufficienza tiroidea qualche volta, il più spesso l'epatica potrebbero costi· tuire il terreno propizio per le manifestazioni convulsive, allo scoppio delle quali l'insufficienza paratiroidea primaria o secondaria a quella tiroidea o del fegato potrebbe costituire l'elemento necessario, formare cioè l'ultimo anello della catena morbosa ». In lavori successivi sulle forme convulsive in genere e sull'epilessia in ispecie sono tornato alla carica, allargando il concetto a tutto il si·


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sterna endocrino simpatico, e portandovi nuovi contributi clinici e sperimentali, concetto che in questi ultimi tempi tende a prender piede: In favore poi di rapporti stretti fra epilessia e alterazioni delle secrezioni endocrine parlano: r 0 I risultati terapeutici di Osborne colla ti~ roidina negli attacchi epilettici che sopravvengono nelle ragazze all'epoca della pubertà, e nelle donne al momento della menopausa. 2° I risttltati di Clark, Lyndj ay, Salvioli, F rohener, Hoppe, coll'opoterapia tiroidea in epilettiche mixedomatose: in ogni caso si ebbe un miglioramento sia sul numero degli accessi che nelle condizioni psichiche. 3° I risultati ottenuti in epilettiche da Toulouse, Marchand ed altri coll'ovarina. 4° I risultati ottenuti da me in una giovinetta epilettica con latte di capra castrata, e coil' opoterapia surrenocorticale in un'altra di r9 • anni. A quest'ultimo scopo bisogna usufruire di capsule di animali giovani, appena staccate dall'animale, per impedire la diffusione, l'imbibizione del principio attivo della midollare. 5° Forse i casi, rari invero, in cui la pubertà ha segnato il miglioramento, la guarigione dell'epilessia, quando ha coinciso con un rapidissimo sviluppo intellettuale e fisico (Hasse, Sponolz, Tam broni), nei quali è lecito pensare a modificazioni funzionali degli apparati endocrini. L'opoterapia quindi si impone ne! trattamento dell'epilessia, specie nella donna, e in tutti i casi fin dai primi accessi; si darà la preferenza all'opoterapia pluriglandolare, lasciando intanto da parte la paraganglina od adrenalina, la qual~ sembra favorire il ripetersi degli accessi. Nei singoli casi ci lasceremo guidare, fin dove è possibile, da criteri etiogenici, non dandoci per vinti al primo scacco, chè la patologia del sistema endocrino-simpatico, a parte pochi capitoli, pre~ enta delle grandissime lacune. Va da sè che nei casi gravi, inveterati si stabiliscono tali modificazioni di tutta l'economia, ed alterazioni biologiche e strutturali degli elementi cerebrali, che comandano l'andamento ulteriore del male, e rendono frustranei tutti i tentativi terapeutici. In tutti i casi però, e nell'attesa che le nuove ricerche meglio ci illuminino su quc:.sto importantissimo capitolo di patologia, che tende sempre più ad allargarsi, non posso a meno di raccomandare

' il trattamento calcico a larghe dosi, il quale può henissimo essere abbinato ai prepara ti opoterapici, e rappresenta finora anche d ?. solo, a mio a~viso, il metodo di cura più razionale dell'epilessia, e non rarissime volte causale: trattamento calcico che le più recenti ed accre· ditate nozioni biologiche e biochimiche appog· giano, giustificano, e che le nostre cognizioni sulle secrezioni endocrine rischiarano nel suo intimo meccanismo d'azione. A questo punto sentiamo il dovere di porgere infinite grazie ai chiarissimi professori Guicciardi e Petrazzani, dire~tore e vicedirettore del Frenocomio di Reggio Emilia, non solo per averci accordata la più liberale ospitalità, ma per esserci stati larghi di consigli: di esprimere la nostra grande riconoscenza a primari Giachi e Gherardini, agli aiuti Bertolani, Nizzi ed assistente Cazzamalli per l'interessamento al buon esito delle ricerche fatte. Speciale menzione meritano poi i dottori Nizzi e Cazzamalli, i quali hanno seguito colla massima diligenza i mala ti per tutto il periodo di osservazione, e mi hanno fornite tabelle bellissime ed altre importanti imformazioni, di cui mi varrò "a suo tempo (1). (1) L'iniezione di

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eme. di adrenalina fatta per mio consiglio nella epilettica B. . . è stata immediatamente seguita da un attacco epilettico; in un epilettico invece solo dopo due ore una dose doppia si è avuta una vertigine. La cosa merita dt essere studiata specie sotto il punto di vista medico-legale. · BIBLIOGRAFIA APERT. Capsula sur'Yenale, cervello e glandole geni tali. Presse Méd., 1911. BAUER e I.EHNDORFF. Wien. Klin. Woch., n. 12, 1912.

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IL POLICLINICO

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I

E

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SUNTI E RASSEGNE INFEZIONI.

• •

La trasmissione del virus scarlattinoso agli animali.

r

Rivista sintetica. Tutte le volte che una malattia particolare alla specie umana ha potuto essere trasmessa agli animali, gli studi sulla etiologia e le reazioni umorali provocate dall'agente infettivo nell'organismo vivente se ne sono sempre ~rovati avvantaggiati ai punto d~ condurre a delle scoperte importanti nel dominio della profilassi e della terapia, scopo supremo di ogni ricerca di labo· ratorio. Cosi, per non citarle tutte, diremo della sifilide la cui trasmissione alle scimmie superiori è stata ottenuta la prima volta da Metchnikoft e Roux, cosi della meningite cerebro-spinale epidemica il cui virus rimasto finora sconosciuto in quanto alla scoperta di un microrganismo ma studiato con cura nelle sue proprietà tossiche e immunizzanti ha permesso di ottenere un siero che si è dimostrato assai efficace nel prevenire l'esito letale e le gravi alterazioni funzionali e orga niche che costituivano un relitto abìtuale di questa grave infezione. (

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La trasmissione del tifo esantematico alle scimmie ha permesso di far progredire di tanto gli studi sull'etiologia del morbo, sopra tutto per opera della scuola di Tunisi che fa capo al Nicolle (1) e alla scuola americana con Anderson e Gold· berger (2) e Ricketts Wilder (3), che si sono po· tuti avanzare dei corollari di profilassi pratica mercè i quali, si è arrivati a iscrivere questo morbo, malgrado l'oscurità sulla natura dell'agente patogeno, nel novero delle malattie evitabili. Valgano questi pochi esempi scelti fra molti e più recenti, senza risalire alle origini della medicina biologica e biochimica, per dimostrare quale impulso per gli studi scientifici e per i risultati pratici ne venga dal fatto di essere riusciti a tra• smettere agli animali le infezioni essenzialmente umane al fine di studiarne il meccanismo dell'immunità. Tra le infezioni proprie dell'uomo una delle più temibili è senza dubbio la scarlattina, vuoi per la gravità speciale dell'infezione, vuoi per le conseguenze a cui dà spesso origine e che la fanno annoverare tra le più importanti cause di morte nella fanciullezza e nell'adolescenza. Se si potessero ottenere dei risultati soddisfacenti nel campo dell'inoculazione agli animali del virus scarlattinoso certo sì potrebbero sperare dei vantaggi grandi per la prevenzione e la cura di tale esantema. · E poichè un certo numero di scienz~a ti si sono posti all'opera per risolvere il problema, noi crediamo venuto il momento di poter esaminare la questione per constatare quali speranze sia lecito trarre dalle ricerche intraprese. La maggior parte dei tentativi fatti per cercare di ottenere il passaggio dell'infezione scar· lattfnosa dall'uotno al chimpanzè prima del 19 r I, sono rimasti infruttuosi, quali quelli di Metchnikoff e Vaillard e .Louis Martin all'Institut Pa-, steur di Parigi (*). Solo Griinbaum (4) ha potuto provocare una angina in nno chimpanzè, spennellando la gola dell'animale con <lel materiale proveniente dalle tonsille di un malato di scarlattina. L'angina ha ev:>luto dando luogo alla produzione di fenomeni eruttivi dubbi e cioè a una roseola che non sembra avesse un carattere specifico. Beinhardt (5) ha fatto delle esperienze dalle quali risulterebbe che il virus scarlattinoso è presente sulla patina della lingua. nelle vie lin(*) Citato da LEVADITl, LANDSTEINER e PRA; SEK

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fatiche cutanee e le ghiandole linfatiche dei mal a ti. Inoculando tale virus alle scimmie inferiori si può provocare . presso di loro, dopo un tempo di incubazione variabile, una sindrome clinica che si ras~omiglia alla scatlattina umana. I passaggi fatti da 'scimmia a scimmia permettono di constatare la presenza del 1o stesso quadro cli~ico in tutti gli animali inoculati. L' infezione può essere provocata servendosi d~lla cavità boccale cotne ·porta d'entrata, senza lesioni della pelle. Il virus appartiene, secondo Bernhardt, al gruppo d-ei virus fil tra bili. Cantacuzène (6) afferma di aver ottenuto quat· tro volte su nove un risultato positivo inoculando alle scimmie inferiori dei prodotti scarJattinosi. Quattro scimmie, 2 macacchi e due circopitechi. hanno presentato secondo Cantacu• zène la sindrome morbosa classica; dopo un'inc11bazione da 5 a 37 giorni la temperatura sale a 40-41 grado vi resta per due o tre giorni e poi ridiscende alla norma. Nello stesso tempo appare un eruzione eritematosa, uniforme, della fronte e della faccia, talvolta degli avambracci. L'eruzione impallidisce dopo 36 ore, e si stabilisc~ • allora una desquamazione a larghe squame della faccia e a piccole squa~e nelle altre regioni. Landsteinet', Levaditi e Prasek (7) hanno intrapreso una serie di ricerche in parte all'ospedale Wilhelmlne di Vienna e in parte ali' Istituto Pa· steur di Parigi. In una prima esperienza essi hanno spennellato la gola di uno schimpanzè con del materiale prelevato dalle tonsille di bambini malati di scarlattina e più tardi hanno inoculato allo stesso animale per via sottocutanea del sangue defibrinato di scarlattinoso. L'anit;nale presenta due giorni dopo eritema, febbre e tumefazione intensa delle tonsille, del pilastri é della mucosa faringea. Inoltre la cute' delle estremità, della testa e del tronco dell' ani• male è sede di un esantema formato di piccole macchie rossastre e in parte quasi confluenti. L'animaie muore dopo aver presentato ascessi contenenti streptococchi nei luoghi ove fu praticata l'iniezione di sangue defi.brinato. In una seconda esperienza uno chim panzè pi:esenta ancora in seguito all'iniezione un,eruzione eritematosa della metà sinistra del torace, dei tre quarti dell'addome e di una parte del collo ma senza grande febb1·e , nonchè angina. In una terza esperienza in seguito alla 1spennellazione della gola con virus scarlattinoso si

osservano dei fenomeni infiammatori localizzati alle amìgdale, senza nessun eri teme. ~sperienze di controllo fatte con streptococchi prelevati da altre scimmie non sembra abbiano dato luogo alle produzioni di sintomi analoghi. Gli autori hanno proceduto inoltre a trentacinque tentativi di inoculazione di" virus scarlat· tinoso alle scimmie inferiori e questi tentativ"i non sono stati mai seguiti da successo. Essi fanno osservare quale carattere infedele presenti la temperatu~a delle scimmie inferiori per tenerne conto come sintomo. Dalle esperienze qui sopra riporta te sembrerebbe dunque che la prova del passaggio del virus scarlattinoso non solo da1l'uomo ai grandi antropoidi, ma anche alle scimmie inferiori possa essere raggiunta. ' Ma altri autori fanno intendere delle voci di· scorda11ti . .Così Hektoen (8) raccoglie del mate· riale sulle tonsille di bambini scarlattinosi e ne infetta del latte col quale nutrisce dei· macacchi in numero di tredici. · Dieci rimangono perfettamente sani senza nè febbre nè leucocitosi e tre • muoiono ... Il sangue di uno di questi macacchi si me· scola a del latte e si amministra a un'altra scimmia che presenta dei disturbi. Hektoen constata febbre, peritonite, leucocitori intensa · ma giammai eruzioni cutanee. Ma le e&perienze più importanti per il loro va· lore negativo sono senza dubbio quelle di Draper • e Hanford (9). Questi esperimentatoci, '\·ariando il più possibile il materiale scarlattinoso di cui si servono e il metodo di inoculazione, cercano di sottrarsi alla condizione sfavorevole della resistenza variabile degli animali di esperimento. Un gran numero di scimmie inferiori sono sottoposte al loro esame. I risultati ottenuti sembra siano stati sempre negativi. . Tuttavia per studiare il problema sotto tutti i suoi aspetti, Draper e Hanford tentano ripetere le esperienze seguenti sulla trasmissione del mo.rbillo, giacchè, la clinica mostra Bpesso la possibilità dell'associazione del virus del morbillo e di • quello della scarlattina . Anderson e Goldberger avevano dimostrato, poco t empo avanti, la possi· blità di trasmettere il virus morbilloso alla scimmia. Anche nello studio sperimentale del morbillo. Griinbat1m (4) sembra essere stato il primo scie~ziato che abbia pensato a fare delle ricerche e dopo vari tentativi di passaggio del vims dal· l'uomo allo chimpanzè, ha finito per concludere che

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forse era possibile d i poter conferire in tal modo un certo grado di immunità. Sedotti dall'importanza dell'argomentò Ander· son e Goldberger (10) tentano di riprendere le esperienze di Griinbaum. Essi hanno inoculato a nove m acacchi il sangue defibrinato provenie~te da quattro malati di morbillo. Tale sangue si era mostrato completamente sterile nelle culture. Dei ·nove animai"i inoculati quattro soltanto mostrarono i sintomi di una reazione del loro organismo. Dei passaggi fatti col sangue proveniente da questi quattro animali su cinque altri, provocarono una reazione' ben definita in tre scimmie. Anderson e Goldberger concludono ammettendo la possibilità del passaggio del vit'us morbilloso dall'uomo alla scimmia, bencbè quest'ultima non sia che mediocremente ricettiva. Quanto alla cultura del sangue esso ha dato risultati costantemente negativi. È da notare ~he i sintomi positivi consist~rebbero nell'apparizione di m aculo papule sull'addome e in qualche altra regione del corpo. In seguito a queste ricerche Draper e Hanford pensarono di iniettare contemporanemente a un macacco il virus scarta ttinoso e il virus morbi!. loso, ma nella loro esperienza l'animale non presentò affatto una reazione q~àlsiasi che dimostrasse lo svilupparsi della malattia. I differenti autori clie hanno affermato la possibilità d ella trasmissione parlano in modo differente dei sintomi da essi riscontrati. Per quel che concerne l'esantema, una descrizione non concorda coll'altra ; quanto alla temperatura essa non è affatto costante, come vedemmo, nelle scimmie inferiori e non può da per sè sola costituire un sintomo attendibile per affermare la presenza o l'assenza di un infezione scarlattinosa sperimentale. Ma il fatto che più di tutti gli altri potrebbe dimostrare all'evidenza che il passaggio del virus dall'uomo all'animale è assolutamente ottenuto sta nella produzione di ttno stato di immunità che r ende l'animale inoculato refrattario all'in· fezione. Ora nessuno sperimentatore è ancora arrivato a dimostrare la presenza di un' immt!nità negli animali in esame. Quale conclusione trarre dunque da queste ricerche ~

Una sola e non molto confortante. Dalle esperienze fatte fino ad ora non è possibile affermare come sicura e d imostrata la trasmissione della scarla ttina agli animali. Dott. GUIDO D'OR~A .

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BIBLIOGRAFIA. (r )

~ICOL~ .

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E~pe~~1!'ente.lte

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CHIRURGIA. ...

per

Operazione radicale la cura del eanero del retto e del rettosigma . . . (W.

J. MAVO. À nn. of S urg.).

If retto propriamente detto è situato tra l'elevatore dell'ano e la terza vertebra sacrale, e corrisponde alla così detta seconda parte del retto. Esso deriva , dalla cloaca primitiva. Riceve · il sangue da 5 arterie (che possono tutte essere accompagnate da linfatici) , di cui le principali sono la rettale superiore e l'emorroidaria media. I linfatici sboccano nei gangli iliaci interni e poi in quelli del gruppo iuxtaaortico. Questa parte dell'intestino non ha mesenterio ; solo un piccolo tratto della sua faccia anteriore è coperta dal peritoneo, il quale in più che la metà dei casi di carcinomi del vero retto ricopre la neo. plasia ventralmente. Il tipo di tali tumori è dato dall'adenocarcinoma. • La cosidett:i prima porzione del retto non è che la porzione terminale del sigma colico. I suoi linfatici decorrono nel mesosigma, e sono tribu· tari del gruppo aortico. Anche qui il tjpo degli epiteliomi è rappresentato <iall'adenocarcinoma. I neoplasmi di questa regione sono sempre rico perti sulla faccia ventrale del peritoneo.


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· SEZIONE PRATICA

La terza porzione del retto si origina dal!' ectoderma, e i suoi linfatici confluiscono nelle crltiano <Iole inguinali e coccigee e nelle rettali superiori. Il canale anale non contiene ghiandole. Tipo dei ~ancri di questa regione è l'epitelioma. L·operazione per cancro ha due scopi principali: · 1° rimozione della neoplasia coi tessuti adiacenti, in cui la neoplasia possa essersi diEusa; 2° . asportazione dei gangli tributari. Per raggiungere .questo duplice fine, operando il cancro del retto pr9priamente detto, è necessario demolire tutto quest'organo e i tessuti, muscoli e nervi, per una tale estensione da rendere quasi sempre impossibile il ristabilimento di un ano atto alla contenzione. Rari sono i c::lsi in cui ciò si rende possibile, col far passare il sigma traverso il canale anale, già privato ' della mucosa. Nel cancro del1'ampolla rettale la diffusione linfatica delle cellule :neoplastiche si estende di solito per vari centimetri al di sopra e al di sotto dei limiti macro:Scopici dell'affezione; onde una estesa rimozione -diventa necessaria , per eliminare nei limiti del -possibile il pericolo della recidiva; ne deve con-seguire una colostomia permanente anteriore o -posteriore. L'operazione conservativa è solo possibile in quei rari casi in cui il tumore è colto nel suo primo sviluppo. Gli epiteliomi dell'ultimo tratto del sigma involvono aµche la p~rte alta del retto: in questi casi, dopo una resezione, il sigma può essere .anastomosa to con la parte inferiore del retto a mezzo di un tubo. Ma molte volte la diffusione si fa in tutto il retto, che conseguentemente deve essere estirpat<> insieme con la parte bassa del sigma. In questi casi la colostomia alla Lilienthal, traverso il muscolo retto dell'addome, <là resultati molto sodisfacenti, ed è da preferirsi .alla colostomia iliaca. Se la colostomia viene praticata come intervento primario da esser seguìto ulteriormente dalla rimozione della neoplasia, le condizioni di asepsi della seconda operazione diventano assai migliori, dato che la porzione distale dell'intestino può .essere ripetutamente la va ta. Alla colostomia anteriore i pazienti preferiscono, per ragioni ovvie, un ano sacrale, che, con le debite cautele, può essere abbastanza bene sopportato. Il carcinoma del retto e del rettosigma rimane .come affezione localizzata per un lungo periodo. Le metastasi ghiandolari nei gruppi gangliari regionali si fanno tardi, e talora queste non esi2

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stono ancora, mentre si trovano delle riptoduzioni neoplastiche emboliche nel fegato e nel periton~o. Sarebbe quindi indicato, negli individui il cui stato generale !o permetta, fare una laparotomia esplorativa prima di procedere ad una operazione conservativa n ei cancri del retto-sigma. L'inoperabilità devesi in genere alla infiltrazione neoplastica degli organi - genito -urinari: vescica, prostata, vescicole seminali, utero. A meno però che l'infiltrazione non si estenda fino nella muc~sa vescicale, l'operazione può essere fatta ) asportando, oltre il retto, tratto della muscolare della vescica, la prostata, l'utero, le ovaia. Necessario è fare in que~ti casi una dissezione accurata degli ureteri, eh~ vengono rimessi a posto dopo averli spalmati con vasellina, ciò che, secondo l'A., sembra quasi sempre impedire lo stabilirsi di una fistola ureterale. L'A. due anni fa presentò un resoconto di 120 operazioni da lui fatte per epitelioma del retto; da allora egli ne ha praticate altre 71, seguendo, ora la via perineale, o sacrale in un solo tempo, ora la via addominale o addomino-perineo-sactale in uno o due tempi. Di questi 7r casi 27 furono operati per la via perineale o sacrale in un solo tempo: due morirono, dando una mortalità immediata del 7 %. Due volte, trattandosi di neoplasie circoscritte,. l'intervento si limitò alla estirpazione pura e semplice del piccolo tumore. I pazienti stanno perfettamente 'bene. Cinque casi furono opera ti con la resezione perineale di Cri pp : nessun morto, e buoni risultati funzionali; in due di questi cinque casi, in cui il tumore occupava il canale anale, furono estirpa te anche le ghiando!e inguinali. La resezione perineale alla Quénu Tuttle fu applicata a dodici casi, dei quali uno morì (mortalità 8 %). Questa operazione è indicata nelle · donne grasse, nelle vecchie e negli individui. cachettici. Nell'uomo questo me· todo non concede di vedere con chiarezza l'apparato uro-genitale. In molti casi il tratto anale fu rispettato, e il sigma fu passato traverso questo canale privato della sua mucosa, e fissato alla pelle. Otto casi furono operati col metodo sacrale di Kraske: si ebbe un decesso. Il malato veniva posto nella posizione di 1'rendelenburg rovesciata. In cinque casi fu fatta l'invaginazione del sigma nel tratto anale, con tre risultati funzionali buoni. In un caso fu fatta la sutura di!etta su àreneg· gio. In due casi fu praticato l'ano sacrale . L'A. ha seguito la via addominale e addominosacrale in 44 casi. Di questi 9 morirono.

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IL POLICLINICO

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Per via addominaJe semplice o combinata in un sol tempo egli operò 14 pazienti, d ei quali 5 morirono. In a lcuni di questi praticò la colostomia permanente traverso il retto dell'addome. In quattro casi il sigma fu invaginato nel tratto anale. In due (carcinomi della parte alta del sigma) l'anastomosi fu fatta sulla guida di un tubo, con esito funzionale soddisfacente. In 30 casi finalmente fu fatta una colostomia primaria con resezione posteriore secondaria. In 4 casi si ebbe l'esito letale (13 °/o). Al secondo intervento si procedette da 7 a 12 giorni dopo la prima operazione. Questo metodo, d~to che nell 'intervallo tra la prima e la seconda operazione è possibile irrigare ripetutamente il retto e quindi operare in condizioni di quasi asepsi, è da preferirsi agli altri nella maggioranza d ei casi di neoplasie retto-sigmoìdee. Questo metodo ha inoltre i_ vantaggio di ovviare ai sintomi di ostruzione e di permettere l 'esplorazione della cavità addominale. " . RINI, A . ..._HIASSE

MEDICINA. Le cl1·rosi sifilitiebe. (lVI. CAS'rAIGNE . L e B ull. M éd.).

Difficile è spesso la diagn osi etiologica delle cirrosi ipertrofiche, sempre importante per dirigere la cura medie~. In due casi l' A. ha potuto vincere le difficoltà della diagnosi e con adatta cura apportare un notevole radicale miglioramento· ai pazienti. Nel primo caso si trattava di un medico ma lato fin dal 2 0 febbraio 1 902. Incominciarono i s11oi disturbi con crisi laringee di soffocazione interpretate sul principio d ai m edici del luogo com e attacchi di angina comune. Contemporaneamente si ebbe tumefazione dei gangli carotid ei ed occipitali e cominciarono elevazioni termich e che da 37°.2 al mattino salivano fino a 38°.5 alla sera . Nel I910 si aggiunsero ai disturbi descritti dei veri ictus laringei con senso di soffocazione non solo m a con perdita di coscienza. Con qu alche tregua di miglioramento di breve d u rata , le condizioni del paziente p eggioravano, e il peso p rogressivamente diminuiva (r 2 kg.). Uno dei più diligen t i m edi ci di Parigi lo osservò lun , amente; l'esame del sangu e rivelò un certo grado d i anemia, una lieve leu cocit osi, i gangli esaminati p resentarono i segni di una lesione

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cronic a infiammatoria, le inoculazioni alle cavie di frammenti di essi, riuscirono negative, la reazione di W assetmann nega tiva. Il malato s i ritirò scoraggiato al suo paese, e mentre perduravano i suoi disturbi immutati, si sottopose ad una cura arsenicale. Nel primo esame fatto nel novembre i 91 r, l'A. fu colpito dallo s.t ato del fegato, che giungeva più in basso dell'ombellico, duro, bazzuto, con depressioni marcate, un fegato che ricordava assai da vicino il fegato « ficelé » sifilitico. A malgrado della prima reazione di W assermann negativa l' A. pensa alla sifilide, con la qualespiega tutta la sindrome precedente. Eventua)i accidenti ganglionari mediastinici potevano spiegare gl'ictus laringei, la febbre poteva essere in rapporto con i pr<;>cessi ganglionari da una parte, con lo stato del fegato dall'altra, solo la reazione di Wassermann era stata negativa. Ripetuta dal dott . Bauer, la reazione è stata nettamente positiva. È probabile che la cura arsenicale sia servita a riattivare la reazione di Wassermann {Milian). Inoltre la radiografia del torace confermava il sospetto emesso: esisteva una mediastinite ero• nica, i gangli tracheobronchiali erano tumefa tti come i gangli cervicali ed occipitali. Ha seguito naturalmente una cura specifica: una prima serie di dieci iniezioni di gr. o. 02 di bijoduro, poi dieci iniezioni d'ectina di gr. o. 20 l'una, infine una terza serie di altre dieci iniezioni di bijoduro. L a temperatura rapidamente è scesa al normale, l'adenopatia -persistente, il fegato talmente ridotto di volume che bisogna ricercarlo per poterio palpare: esso però non è completamente· normale, e non lo diverrà mai (formazione di t essuto fibroso di cicatrici). Le condizioni gene- · r ale del malato migliorate.

**>.: Il secondo malato era un itterico, cachet tico ; l'ittero da ritenzione - si presentò all'.-'\..con diagnosi di cancro della testa 1del pancreas. L'esame del malato rivelava un ittero intenso , urine assai pigmentate, feci acoliche. Il fegato occupava la m età destra delle cavità addominale fino alla sinfisi pubica, · duro, regolare. L a milza enorme, scendeva fino a 4 cm. al disopra d ella cresta iliaca. Non a scite, non circolo collaterale. I l paziente inoltre sulla regione tibiale presentava cicatrici sospette ch e ricordavano delle gomme pregresse; nel cuoio capelluto un'ulcerazione a fondo fungoso, con bordi arrot ondati ; venticinqu e anni prima sifilide .

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SE ZIONit PRATICA

Il tumore di milza considerevole fece rifiutare ali' A. la diagnosi di cancro della testa del pancreas, ed ammettere una cirrosi, forma di Hanot, di natura s~filitica. Il malato aveva 38°-38°.5 di temperatura. Dopo 3 serie di iniezioni la prima di benzoato di mercurio (o. 2) la seconda di ectina (o. 20), la terza di benzoato di Hg, la gomma del cuoio capelluto si avviava prontamente alla guarigione, la milza ridotta giungeva alle false costole. Il fegato pur ridotto, rimaneva ancora voluminoso, persisteva l'ittero, il quale secondo l' A. è in rapporto con una sclerosi estesa dei canalicoli biliari, colpiti da atresia completa. Nei due casi di cirrosi (forme diverse) la sifilide è la causa.. D ebove ne ha descritto un'altra forma anche essa sifilitica, quella atrofica di Laennec; la sifi• lide adunque può determinare cirrosi epatica nelle forme più svaria.t e: piccolo fegato con ascite, g'>'osso fega to senza ascite, gros'so fegato con ,;tte'YO, tutte le forme di cirrosi. Oltre ai dati anamnestici, alle lesioni pregresse o in atto la reazione di W assermann è un ele, mento prezioso; questa, se negativa la prima volta, si può ripetere dopo una settimana di semplice cura arsenicale. Se la cura viene a tempo si può giungere a radicali guarigioni: migliora mento soltanto si ha • se la sclerosi cicatriziale è divenuta definitiva. L' A preferisce le cure mercuriali ed arsenicali (ectina) associ~te. 1

PONTANO.

L'anemia degli eredosifilitici.

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SavESTRE.

Thèse de Pari·s, 19 13).

Tutti i pediatri conoscono quella colorazione pallida, terrea, speciale, che caratterizza i bambini .nati da genitori sifilitici, anche quando questi bambini non presentano delle lesioni visce· rali o cutanee di sifilide ereditaria. Ma se questo stato anetnico e, diciamo così, eredo-specifico è ben é onosciuto dal punto di vista clinico, solo in questi ultimi tempi è stato oggetto di ricerche metodiche per i lavori di Labbè ed Armand-Delille (1903) di Besançon (1904), di Petit e Minet (1905), di Hutinel e Lereboullet ( 1909) e di Tixier ( l9I 1). La recente tesi di Sevestre, discepolo di Huti .. nel, compilata sotto l'ispirazione del maestro, tratta magistralmente la questione, che è di grande interegse pratico poichè queste anemie eredosifilitiche costituiscono ·un gruppo speciale fra le anemie dei neonati. Secondo Parrot e West, è verso il quarto o quinto mese che lo stato anemico degli eredosl-

927

filitici .presenta il massimo di intensità; e questo stato è così caratteristico, che la diagnosi di sifilide ereditaria si impone, guardando so~tanto il piccolo paziente. Nei bambini affetti da cachessia sifilitica, dice West, non è soltanto l'aspetto, di piccoli vecchi. che colpisce, ma la colorazione gialla, cerea, della pelle e l'estrema anemia delle congiuntive. Nel lavoro del Sevestre, co11dotto con rigorismo scientifico, sono fissati i caratteri ematologici di tale anemia e l'autore seguendo le idee di Hayem e Luzet insiste sulla differenza che esiste fra il neonato e l'adulto per il modo di reagire verso l'anemia stesga. - Mentre è necessario che un adulto sia affetto da una forma grave ed intensa di anemia per riscontrare nel suo sangue delle emazie nucleate , nel neonato si vedono apparire tali emazie in proporzioni variabili nelle anemie anche poco intense. Negli eredosifilitici si possono riscontrare i tipi più differenti di anemia, dalla anemia -semplice, alla anemia infantile pseudo-leucemica ed alla leucemia mieloide. Sono dei ca'ii dove anche si trova non una diminuzione, ma un aumento dei globuli rossi. Nei casi dove la cifra dei globuli rossi è poco diminuita , esiste abitualmente una diminuzione del valore globulare : al contrario nei casi di forte diminuzione nella cifra dei globuli rossi, si trova generalmente un aumento, certe volte molto importante del valore globulare. La formula leucocitaria dimostra aumento dei mononucleari. In tutte le anemie infantili di questo genere quando il bambino non presenta dei disturbi gastro-enterici da spiegare l'anemia , sopratutto se il trattaménto coi ferruginosi non migliora sufficientemente e rapidamente la formula del sangue, anche in assenza di tutte le stimmate di eredo-sifilide, bisogna pensare alla sifilide e fare, se è possibile, la reazione di Wasserman. La natura sifilitica d ell'anemia impone un trattamento specifico. Quale il migliore ? Secondo Sevestre quello a base di ferro e di mercurio, amministranòo simultaneamente i due rimedi: il mercurio sotto• forma di benzoato o biioduro (da tre a cinque milligrammi, secondo l'età, per iniezione ipodermica) il ferro, sotto forma di protossalato (da 15 a 20 centigrammi, per via boccale). Tixier in un bambino di 10 mesi, che ad un primo esame del sangue aveva l , 872,000 globuli rossi ed il 40 % di emoglobina, con il protossa lato di ferro dopo diciotto giorni , vide elevarsi a 2,840,000 i globuli rossi con il 55 °io di emo ' globina. (II)

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IL POLICLINICO

Sottoposto alla cura mercuriale dopo 5 iniezioni l'~same del sangue mostrò 3,750,000 di globuli rossi ed il 75 % di emoglobina: associato il ferro al mercurio la cifra dei globuli rossi salì a 4,856,000 e l'emoglobina al 95· % e si mantenne tale :finchè i due rimedi furono amministrati simultaneamente. Sevestre, riguardo al 606, consigliato recentemente in certi casi di anemie perniciose, dice che ancora è dubbia la questione se ed in quale dose possa darsi ai neonati ed accennando ai tentativi fatti al riguardo nelle diverse cliniche, rapporta una osservazione personale. . Trattavasi di un prematuro di due mesi, al quale iniettò due centigrammi di arsenobenzolo: cinque giorni dopo l'iniezione vide aumento del numero delle emazie nucleate, delle forme di transizione e dei polinucleari, ma il tasso del! 'emoglobina non aumentò e diminuì la cifra dei globuli rossi. · Il trattamento col 606 secondo Seve5tre, ha bisogno di ulteriore ricerche: non lo ~consiglia quindi, come sconsiglia le iniezioni d1 siero artificiale che determinano forti elevazioni di tem · peratura, come quelle descritte da Hutinel nei piccoli tubercolosi. Dott. G. G ENOESE.

OSSERVAZIONI CLINICHE '

OSPE DALE DI SAN GIACOMO IN ROMA. ro reparto, diretto dal prof. R .

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DALLA \ "EDOVA.

Necrosi dell'omero al terzo medio da osteomieJite. Parostire e periostite fibrosa. Anchilosi del gomito falsa incompleta in estensione per il dott. RAit'FAEI.,E CoRMIO, aiuto-chirurgo. S . .. V ... , di anni 27, da Roma, impiegato. Nulla dal lato ereditario. A 6 anni hf-l sofferto di polmonite: a 15 anni riportò una ferita da arma da fuoco del torace: il proiettile entrato dalla regione posteriore del torace, fu estratto dal lato esterno della radice del braccio sinistro: a detta del paziente la ferita era penetrante, ma senza lesione di organi interni. A 19 anni sofferse di esaurimento nervoso. A 25 anni contrasse la sifilide per cui fu sottoposto ad una prima serie di iniezioni di salicilato di mercurio; riprese la cura più regolarmente alla comparsa di un condiloma piano alla regione perineale che cedette alle iniezioni. Lo scorso anno ebbe ingorgo delle linfoglandole cer· vicali (una suppurata fu incisa). Nel dicembre del 1908 si presentò un nuovo condiloma perineale; anche questo scomparve a seguito della cura mercuriale. Nel giugno 1909 contrasse blen0rragia che durò t re mesi e si complicò con infezione della pros tata. Era da poco guarito della blenorragia (12)

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quando, nella seconda metà d'agosto, cominciò a soffrire di un dolore tensivo profondo nel % medio del braccio sinistro, estrinsecantesi più verso la periferia esterna, accompagnato dal!' insorg.enza di forte febbre. Questa durò circa 2-3 settimane, aveva un andamento inter1nittente irregolare; gli accessi si presenta vano con brivido I intenso e raggiungevano ipertermie molto notevoli ( 40° C.-40°. 5). Intanto il dolore andava progressivamente estendendosi verso l'antibraçcio, colpendo anche il go, mito: e il braccio si tumefaceva rendendosi edematoso, mentre si riduceva la funzione articolare del gomito, irrigidendosi l'arto sempre maggiormente in una posizione di estensione presso che completa. Dai primi di settembre la febbre è andata progressivamente rimettendo, per prese11tarsi ad accessi erratici; le condizioni generali andavano intanto decadendo. Riprese allora la cura antisifilitica (facendo 17 iniezioni di salicilato di mercurio da cgm. 5 ciascuna e 20 gm. di ioduro d\ll"ante il mese di settembte) senza però ricavare beneficio alcuno; anzi la tumefazione del braccio andava a poco a poco estendendosi anche alla periferia interna del braccio e aumentando in consistenza. In queste condizioni si presentava all'ambulatorio dell'ospedale di San Giacomo, dove fu accolto il 12 ottobre. Obiettivamente si constatava a carico del braccio sinistro una tumefazione uniforme diffusa dal gomito alla radice dell'arto che lo rendeva circa il doppio più grosso dell'omologo: rivestita da cute di aspetto normale, scorrevole sull'aponevrosi. La tumefazione faceva corpo con lo scheletro, che abbracciava a guisa di un manicotto fusato , duro, fìbr-0so . dal quale era impossib1le differenziare i singoli ventri muscolari. La palpazione soltanto se praticata profondamente e con notevole intensità risvegliava ·modico dolore, specialmente nella periferia esterna del braccio. L'articolazione del gomito era indolente. L'antibraccio era mantenuto fisso in posi· zione di estensione quasi completa (ad un angolo di 175°) e i movimenti attivi del gomito . erano tutti .aboliti: passivamente si potevano imprimere movimenti di flessione e di estensione entro limiti assai ristretti: meno litnitnti i movimenti di pronazione e di supinazione: tutti dolorosi. L'antibraccio era ipotrofico; normale la condizione della mano; possibili tutti i movimenti sia attivi che passivi nel polso. · Nulla a carico delle linfoglandole dell'ascella, nè delle altre pleiadi. Organi toracici e addominali sani; orine normali. Nei giorni di degenza prima dell'intervento (dal 12 al 17 ottobre) la temperatura non superò che una sola sera il normale. Dalla conta dei leu · cociti risultò una lieve leucocitosi (11,000). Fu praticata la oftalmoreazione di Calmette, con ri/ sultato negativo. Ugualmente negativa risultò la sierodiagnosi tifica; negativa la sieroreazione di Wassermann. L'esame radiografico del braccio sinistro dimostrava che lo scheletro non partecipava alla formazione della voluminosa intumescenza palpabile, perchè l'omero si presentava di configurazione normale: {Jerò nel terzo medio in proiezione an · teropostenore si notava una rarefazione midollare e in proiezione laterale nel terzo medio dell'omero e precisamente nella sua periferia postero esterna si apprezzava una cloaca - rispondente in sede

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SEZIONE PRATICA

alla rarefazione osservata nella posa precedente - e addossata all'orlo inferiore di questa, l'ombra di un piccolo sequestro non più grande di un cece. Sulla diagnosi di ~siti di osteomielite acuta dell'omero con piccolo sequestro già spontanea· mente espulso -dal sarcofago con parostite diffusa e miosite sclerosante e pseudoanchilosi del gomito di orjgine miogena si intervenne. . In narcosi cloroformica si praticò una breccia longitudinale nelle carni del tricipite, si· raggiunse il sequestro e si resecò la parete posteriore del sarcofago che si svolgeva per cm. 8 fino a raggiungere sul cavo midollare i limiti di ispessimento superiore ed inferiore. Zaffamento con garza iodoformica. Il decorso pos~-operatorio fu dei più regolari. Dopo due mesi e mezzo dall'intervento si ottenne la cicatrizzazione della ferita operatoria. In rapporto alla funzionalità dei gomito, questa è andata rapidamente riprendendo non appena che, ridottosi il trf\mite, fu possibile ricorrere al massaggio, ai movimenti passivi ed alla ginnastica. Dall'infermo par~ito dalla fine di gennaio da Roma, si ha notizia (14 febbraio) che i movimenti sono ritornati pressochè al normale: l'antibraccio può essere flesso attivamente sul braccio sino ad un angolo acuto : la estensione si compie già con energia di poco inferiore a quella clell'antibraccio destro.

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Questo c aso richiama l'attenzione sia in rapporto alla diagnosi che in rapporto all'esito. L'infermo erasi contagiato di sifilide d a due anni ed aveva fatto una cura antiluetica irregolare: sei mesi prima della comparsa del processo a carico del braccio aveva avuto ancora mani· festazioni secondarie (condiloma piano perineale). Dal risttltato del semplice esame clinico del malato sarebbe stato ovvio porre in rapporto la osteite, la parostite e la miosite sclerosante con l'infezione pregressa o per lo meno riportare a questa etiologia la flogosi cronica a carico del . muscolo e del parostio dtstata da una osteite acuta (alla comparsa del dolore n el braccio l'infermo era per allora guarito da una infezione blenorragica uretra-prostatica}. Un fatto però in contraddizione con la ipotesi di una periostite e miosite sifilitica si trovava nello accrescimento del focolaio morboso che . l'infermo ed il medico curante avevano consta· tato ad onta e ·durante la cura antisifilitica (salicilato di mercurio e ioduro). Di più la reazione di Wasser1nann era riuscita negativa. Quando la ricerca radiografica dimostrò la esistenza di una cavità midollare maggiore del normale, di una cloaca diafisaria, di un sequestro ormai di sede parostale, fece pensare ad un processo osteitico acuto (con esito in necrosi) dovuto ad una flogosi da germi poco virulenti nella quale ~

l'agente si era anè.ato a mano a mano attenuando cosi da dare una sorta di flemmone duro, profondo, dei connettivi parostali e perimisiali, e riferibile a stafilococco piogeno bianco. All'intervento si riscontrò che le carni del tricipite inspessite e dure mostravano una n eofor· mazione connettivale notevolissima diffusa a tutti i perimisi cosi che il muscolo alla sezione si presentava dell'apparenza della superficie di taglio delle carni di prosciutto moito grasso. Il materiale fungoso raccolto dalla apertura periostale della cloaca e dall'interno del midollo fu seminato in vari terreni e dimostrò contenere in coltura pura lo stafilococco piogene bianco. Il reperto istologico di due framn1enti di muscolo escissi dimostra una miosite sclerosante spiccatissima. E cioè non solo i connettivi dei perimisi esterni, ma quelli dei perimisi interni ed anche quelli dei perimisi delle singole fibre sono sede di flogosi organizzata notevolissima , così che fra fibra e fibra si vede interposto uno strato connettivale che spesso supera in spessore il diametro di quelle: proliferazione vasale notasi nei perimisi interni e lungo i vasi numerosi e piccoli, focolai di infiltrazione leucocitaria. La parte più interessante del reperto era rappresentata dalle condizioni in cui si trova la fibra musco1are. In questa si ha moltiplicazione dei nuclei sar· colemmatici, ma non molto intensa; ma la fibra mantiene la sua caratteristica striatura e solo rarissime fibre - in questa ganga connettivale - presentano alterazioni degenerative. Sc;>ltanto nel tratto d el muscolo che limitava l'apertura cloacale, dove i fatti flogistici erano più spiccati, si ha degenerazione de11a fibra e sua sostitt1zione da parte del connettivo. Ora questo reperto di miosite sclerosante è cosi nettamente diverso da quello che si ha nella miosite sclerosante sifilitica (vedi Durante, Pat. Chirurg., II ediz., voi. II, pag. 460) che si credette di non arrecare danno all'infermo soprasse· dendo alla somministrazione di antiluetici tanto più per il mancato effetto della cura antiluetica durante lo sviluppo della malattia. E il brillante esito anatomico e funzionale conseguito con la asportazione del corpo estraneo e fognatura del focolaio sta a dimostrare che la sifilide non aveva nessuna parte nella produzione del processo morboso. Il ritorno dei mqscoli del braccio alla consistenza normale e le loro condizioni funzionali

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rapidamente reintegrate dimostrano che la proliferazione connettivale peril!lisiale ela andata rapidamente a organizzazione comp1eta senza non solo portare alla trasformazione del ventre' muscolare in una corda fibrosa (come interviene nella miosite sifilitica) ma neppure lasciando una profonda e grave alterazione dell~ fibra se la po· tenza contrattile si manifesta (dopo soli due mesi dalla guarigione anatomica) con intensità pressochè normale. ,,.

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ha eseguito iniezioni di estratti placentari e fetali in ca vie vergini; 3° ha fatto iniezioni di estratti placentari e fetali in ca vie che avevano partorito di recente o che erano state isterectomizzate. Si limita . in questa prima nota a riferire i risultati del primo gruppo di esperienze in io cavie . .. gravide, quasi tutte nella r a metà di gravidanza ha eseguito la isterectomia tota] e; di esse ha poi esaminato le ovaia~ uccidendo l'animale dopo un periodo vario, ma ta]e che la somma del periodo postoperatori~ e di quello gravidico decorso prima dell'operazione non sorpassasse la durata media di gravidanza della cavia. Delle ovaia asportate ha preso in considerazione il peso, la grandezza {NOSTRI RESOCONTI PARTICOI,ARI). dei corpi lutei, i caratteri microscopici di questi • ponendo tutto in ra:ffront9 con ovaia di altre to R. A e e ad e m I a medi e a di Roma. cavie gravide in cui la gravidanza era continuata. inpisturbata. Seduta ordinaria del 30 maggio 1913. Le conclusioni di tali esperienze possono essere Presidenza del prof. F. Durante, presidente. cosi riassunte: Dott. C. Verdozzi. Influenza deli'asportazione 1 ° Nella cavia si osserva durante la gravidell'utero gravido sui corpi Ì'iA-tei gravidici della danza un forte aumento del peso complessivo cavia (1). - L'O. ricorda innanzi tutto, come delle ovaia, che può raggiungere il doppio di nella donna e nella maggior parte dei mammiferi quello delle ovaia controllo. Tale aumento di si distinguono due tipi di corpi lutei : il co'J'po peso è in gran parte però dovuto al tessuto inlut~o mest1'uale ed il corpo luteo gravidico. Quet erstiziale dell'ovaia ; in parte minore allo sviluppo st'ultimo differisc~ dal precedente per un volume dei corpi lutei. molto maggiore e per una più lunga durata; la In seguito alla isterectomia il peso delle ovaia maggior parte degli AA. sono concordi nel rite- diminuisce e rapidamente torna alla norma. nere la loro identità dì struttura. 2 ° Anche la grandezza dei corpi lutei dimiIn altri mammiferi invece (ad es. nel coniglio nuisce rapidamente in seguito alla isterectomia. e nella cdvia) manca, secondo il parère di AA.. 30 Il reperto istologico dei corpi lutei di cafrancesi che recentemer1te si sono · occupati di vie isterectomizzate·, dimostra evidenti segni . di tale argomento, il corpo luteo corrispondente regressione. all'ovulazione periodica, avvenendo in tali aniTali risultati chiariscono in gran parte il determali lo · scop pio del follicolo solo in seguito al . minismo di sviluppo dei corpi lutei gravidici e coito. - permettono di sospettare che dall'uovo e dal In seguito alripotesi di Bosn (1903) ch~e attribui prodotto del suo sviluppo vengano riassorbite al corpo luteo il valorE di una ghia11dola a se- delle sostanze chemomtcfoliche (ormoni?) eccicrezione interna, in quest'ultimo decennio, nutanti lo sviluppo dei corpi lutei stessi. merosi ricercatori hanno tentato di fondare a Prof. Giulio Alessandrini e prof. Alberto Scala~ tale dottrina una base sperimentale. Quasi tutti però si sono limitati a ricercare le modificazioni Coritributo nuovo atta etiologia e patogenesi della che si determinano nel corso della gravi danza in pellagra. - (La comunicazione dei predetti AA. seguito ad alterazioni di vario genère indotte nei è stata pubblicata per disteso n el n. 23 dell'8 corpi lutei giugno 1913 di questo periodico a pag. 805). Nessuno si è espressamente, invece, occupato Il prof. Celli, prendendo la parola sul! 'argodel problema opposto, quanto e come influisca mento, ricorda brevemente le vecchie teorie la gravidanza sullo sviluppo dei corpi lutei stessi. emesse sulla etiologia della pellagra ed i lunghi A risolvere tale questione l' A. ha istituito nelle studi eseguiti nel suo labora torio da molti valocavie tre serie d'esperienze: rosi sperimentatori su tale proposito. Si congra1° ha ricercato l'influenza dell'asportazione tula con gli Oratori per i risultati ottenuti ed è dell'utero gravido sui corpi lutei gravidici; lieto che colle ricerche di Alessandrini e Scala si (r) Tale comunicazione inscritta nell'ordine del è aperto, forse, un nuovo indirizzo allo studio di fiÌomo della seduta del 27 ~prile 1913, fu per alcune malattie la cui etiologia, fino ad ora, è I ora tarda rinviata alla seduta successiva. rimasta oscura. 2°

AOOADEMIE, SOCIBTl MEDIOHE, OOBGRESSI

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SEZIONE PRATICA

Il prof. Gosio, non disconosce l'importanza scientifica dei fatti annunziati, da un punto di -vista generale; ma crede necessarie molte riserve ·circa la loro interpretazione in rapporto all'etiologia della pellagra. Fra le obiezioni, che si affac·ciano, cita le più ovvie: 1° Mentre la pellagra è circoscritta a determi.nati luoghi, a<...que siìicifere si bevono certo do .. vunque. Alessandrini stesso rileva questo con'trasto · e Scala cerca di spiegarlo colle varie condizioni per cui la silice può rendersi più o meno .solubile ed attiva. È però da domandarsi, come mai simili condi2ioni intervengano soltanto per le acque delle plaghe pellagrose e non mai per altre, ad es. per quelle dei grossi centri. Se la pellagra è un avvelenamento da silice colloidale: l'agente pellagrogeno si precisa col precisare le dette condizioni. Il certo si è che esistono regioni es tesi'ssime dove - ('ampagna e città - la pellagra è sconosciuta: ammettere, che in nessun punto di esse possano bersi acque, che, dal lato chimico, si equivalgono a quelle bevute in terre pellagrogene, è ammettere cosa per lo meno sorprendente. 2° La pellagra non è solo un fenomeno circoscritto nello spazio, ma anche nel tempo; ' dal marzo all'aprile (e sempre su per giù all'istessa epoca) l'endemia si risveglia fino ad assumere il -carattere di un vero parossismo. Una causa chi· mica, nel senso voluto dagli AA., non dovrebbe agire con tanto rispetto cronologico e condurre tanti organismi a risentirne gli effetti solo in quel precisò periodo. 3° Gli AA. citano a loro sostegno il criterio curativo e, veramente, esso conforterebbe, se la terapia da essi proposta agisse solo nel senso specifico desiderato, se ogni altro benefizio collaterale fosse escluso e, sopratutto, se fos se ben accerta ta la oauari150 ione su u na casi stica n otevole e ben s1:cu1a. Ma l'O. dubita, che un tale studio sia stato fin'ora éondotto con tale attendibilità da illuminare l'etiologia. Teme, per i casi riferiti, l'influenza di altri fat tori. L'O. rilevando che gli i\A. si propongono di togliere alle acque il potere pellagrogeno, a mezzo di un ciottolato calcare da porsi in fondo ai pozzi dice, che la corrispondenza pratica del metodo fornirà elementi di giudizio. Se inoltre gli AA., in base a tante ricerche fatte, designassero la composizione tipica di un'acqua pellagrogena, si vedrebbe, se tali acque esi sti.no solo in località pellagrose. L'O. poi non condivide l' opinione del professor Celli sul tramol'ito della teoria maidica. Per lo meno è altrettanto grave il dichiarare il trionfo di qualsiasi fra le nuove venute, tanto più che ognuno dei numerosi nuovi teoristi si mostra .convinto della verità dei suoi propri concetti e

93r

dell'errore di quelli altrui . I punti oggi oscuri del tossicozeismo potrebbero domani chiarirsi. Spiega come a far ritenere pellagrogeno il mais guasto, basti il carattere anafilattico dei veleni relativi, per cui, anche sperimentalmente, riesce di produrre nei grossi animali un avvelenamento tipico, colla sola somministrazione, a lungo protratta, di dosi piccole, non tossiche per sè stesse in modo apprezzabile. l uttsvia la verità meglio dimostrata dovrà trionfare. E l 'O. si at1gura che Alessandrini e Scala estendano ed approfondiscano le loro indagini in misura da togliere, co· gli appunti fin oggi doverosi, quelle incertezze, che tanto ostacolano le applicazioni pratiche. Il socio Campana dice: Io devo compiacermi di questi studi ~u nuove cause della pellagra, perchè riaffermano il mio concetto della pluralità delle cause di questi mali; e per questo, se li lodo , non posso lasciare da banda la teoria maidica ed i conseguenti studi sull'azione degli ifomiceti compiuti con ricerche chimiche degli uJtimi tempi . I colloidi però, perchè colloidi , agiranno sugli intestini, nuocendo, se bevuti coll'acqua; questo nocumento è sugli intestini però, perchè essi colloidi non vengono assorbiti. Com'è che un rime- • dio che combatte questi collojdi; o la formazione di questi colloidi, dovrebbe giovare agli effetti delle alterazioni venute nell'organismo per quei veleni colloidali che hanno agito nel tubo gastroenterico? Comprendo che i cloruri possono crescere, p er effetto di un medicinale e di un veleno (nel loro pervenire nelle urine) ma possono crescere pure perchè si beve più liquido. Vedo nei diagrammi cresciuti i poteri dinamici (dinamometri) dei sottoposti a cura, ma so benissimo che anche un semplice calmante, come un alcaloide ip~otico, possa, riordinando, col deprimere (attutire} una parte di queste forze, le psicodinamiche, le psicoseositi ve, far funzionare le altre forze di riserva , che vengono dal sistema gattglionare: e far rialzare e riordinare una funzione complessa di moto. D'altro cant o io non vedo rialzatj i poteri nutritivi, perchè la curva del peso del corpo non ne dà nel caso nostro. Non credo che gli AA. abbiano dimostrato quel ch e brillantemente suppongono tanto nell'uomo come negli animali e non so perchè quegli effetti prodotti sugli anima]i devono dirsi pellagra. Rispondono i professori Alessan drini e Scala. Dott. Artom di Sant' Agnese. R ottura spo-rttanea com pleta dell'utero i n travag11:0 complicata da l acerazione detla vescica. - L'O. presenta una d onna che ebbe rottura spontanea completa d el!' utero in travaglio complicata da lacerazione della vescica . Il feto fu estratto con atto operativo. L'O. descrive l 'operazione eseguita. A. B ALDO:SI•

(IS)


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[1.

P OLICLINICO

Società medica chirurgica di Bologna. Adunanza scientifica del

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maggio 1913.

Dott. A. Sanguinetti (assistente onorario alla Regia Clinica medica). Primi effetti del benzolo in un caso di leucemia mieloide. - Riferisce lun"" gamente intorno a · un caso di tale maJattia, in persona di certa R . C. di anni 42, contadina in quel di Forlì, accolta in clinica il 28 gennaio I9I3. Il sommario dei da ti era il seguente : stato di nutrizione scadentissimo, pallore intenso; vene superficiali del petto e .dell'addome turgide e tortuose ; gang1i linfatici normali; non febbre; limiti del fegato: ] 'inferiore a otto cm. dell'arcata costale sul prolungamento della linea ascellare an· teriore, a nove cm. sul prolungamento dell'~mi­ claveare e undici cm. dall'apice dell'appendice ensiforme; la milza deborda dodici cm. dall'arcata costale sul prolungamento della emiclaveare e giunge in alto alla nona costa sull'ac;cellarc posteriore: cuore nei limiti normali; soffio sistolico aspro su tutto il manubrio dello sterno; reazione di Wassermann negativa; urina senza albume; globuli rossi 2, 400,000; globuli bianchi 643,560, polin. 46 %, mielociti 37 %. v. gl. o. 93. Dal 18 febbraio al 4 marzo fu la paziente alla cura R ontgen sottoposta. Le applicazioni furono 9 e piuttosto deboli, cioè ognuna un decimo di d ose normale, durata di Io minuti, distanza fo· cale 28 cm., tubi non molti duri. 25 giorni dopo la cessazione della cura coi raggi X la milza e il fegato erano piuttosto ingranditi e l'esame del sangue dava: globuli rossi l ,977,000, globuJi bianchi 536,000, polin. 29 %, mielociti 44 %, v. gl. 1 .0 2 . Lasciando parecchi altri dati obbiettivi che qui sareb'be lungo riferire ~ il 30 marzo, cioè 35 giorni dopo la cessazione della. cura coi raggi X, s'incominciò la cura del benzolo. Venne questo somministrato alla dose di 3 grammi al giorno in ~ei caps11le gelatinose, contenenti mezzo grammo di benzolo puro e mezzo grammo d i olio di olive. L'esame del sa11gue venne metodicamente esaminato e dimostrò una rapida caduta dei globuli bianchi mentre i globuli rossi aumentarono. L'esame del 9 maggio diede : globuli bianchi 74,400, globuli rossi 2,862,000, v. gl. o. 75. In questo giorno, che era il quarantesimo di cura col benzolo, fu sospesa la somministrazione. La milza, il fegato si mostrarono impiccioliti. le vene meno visibili. Durante la cura col ben zolo l'inferma non ne ebbe molestia ; aumentò tuttavia la diarrea mentre d'altra parte diminuirono i dolori, nonchè la frequenza del p olso . Il 2 1 maggio, cioè 12 giorni dopo la cessazione dell'uso del b enzolo, resame del sangu e diede: globuli rossi 4.400,000, globuli bianchi 14,200, polinucleati 78 %· mielociti 6 <7~, v . gl. o. 45. Il disserente presenta varie grafiche di tutti questi (16)

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esami, le quali pongono in vista le differenze fra un esame e l'altro; e si riserva di riferire nuovamente sopra il caso, che tuttora resta in osservazione in clinica e nel quale l'effetto del benzolo è stato fino ad ora veramente lusinghiero : si ripromette ancora di riferire intorno al ricambio, al peso corporeo, alla temperatura di questocaso e di paragonarlo coi numerosi altri casi resi di pubblica ragione in questi ultimi tempi all'estero, e ringrazia gli assistenti prof. dott Gnucli e Facchini, preposti alla sezione che ricovera la ammalata, per la benevola accoglienza. Dott. G. Rocchi (assistente alla Regia Clinica chirurgica). E same di alcuni tessuti e secre ti al microscopio polarizzatore come sussidio alla dia gnostica chiru.-gica. - La mielina dei nervi e del sistema nervoso cerebrale fatta di lipoidi allo stato cristallino liquido è birifrangente. Mentreil fatto fu già notato fino dal 1854 dal Virchow, l'applicazione invece del microscopio polarizza .. t ore nella prati ca come metodo corrente di esame del sistema nervoso non è stata usata. Sopra tale applicazione esiste un breve cenno in una recente comunicazione alla Società <li biologia di Parigi per parte di Russy e Laroche. Il Rocchi invece da due anni usa i! microscopio polarizzatore per 1 esame dei nervi e del sistema nervoso centrale tanto allo stato normale quanto allo stato patologico, e può accertare che esso mette in evidenza la mielina in modo semplice, rapido, elegante. La tecnica che egli segue è: fissazione dei pezzi in formalina al Io%; sezione al microtomo congelatore; inclusione nella gomma-siroppo dell'Apatj. senza previa colorazione. I preparati colorati durano poco, perchè si possonc fotmare dei cristalli ~i colore che per la loro birifrangenza sono ca usa di errore. Mostra quindi numerosi prepara ti e poi esegue delle microproiezioni nelle quali fa osservare l'aspetto col qua~e nervi normali o degenerG!ti , varie parti normali del cervello, peduncolo, ponte, bulbo, cervelletto, midol1o normale e degenerato, si presentano al microscopio polarizzatore. Il metodo microfisico usato dal disserente può essere molto importante per l'esame del materiale estratto colla puntura esplorativa del cranio secondo N eis~er e Pollack, ed anche per esaminare materiale nel quale si sospetti la presenza di materia cerebrale o spinale. Esso può essere di sussidio anche alla medicina legale. Materiale non birifrangente estratto colla puntura di Neisser e Pollack dal cervello in luoghi ove non esistano grossi nuclei cerebrali, al semplice esame al polarizzatore può fare so~pettare la presenza del tumore, e ciò perchè la maggior parte dei tumori cerebra li è formata da tessuti non birifrangenti _ Dott. GUIDO )!. PICCINL~I. 1


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APPUNTI PER IL MEDICO PRA tICO. NOTE DI TECNICA; Metodi clinici di ricerca dell'acetone e dell'acido diacetico.

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Bonadiour ed Imbert hanno portato modificazioni nella tecnica delle reazioni di Legal e di Gerhardt per la ricerca dell'acetone e dell'acido diacetico (La Presse Mld, 15 febbrai<> 1913). Le due reazioni, facili ad eseguirsi a letto del malato, ma non comparabili tra di loro ·come troppo spesso si crede, ed importanti entrambe per il loro particol~: re significato, secondo i dettagli degli autori devono essere praticate seguendo la seguente tecnica: Acetone. A 15 eme. d'urina :filtrata si aggiungono 20 gocce del reattivo di Legai modificato (acido acetico glaciale 10 gr. soluzione di nitroprussiato sodico a un decimo ro eme.) si mescoli dolcemente; quindi si facciano pervenire seguendo la parete del tubo di saggio una ventina di gocce d'ammoniaca a 22° Baumé sulle superficie del liquido. Se l'acetone è presente anche a dosi di 1: 2000 compare un anello violetto nella superficie di contatto dei due liquidi. Con tale metodo gli AA. hanno potuto consta• tare che l'acetone esiste nell'urina di molti malati non glicosurici, al di fuori della presenza dell'acido diacetico. Acido diacetico. Si diluisce l'urina con 4 vòlumi d'acqua e vi si versa a goccia a goccia una soluzione di percloruro di ferro 1 : 10. Se l'urina è normale dà un precipitato biancastro a forma di nubecola; se invece contiene acido diacetico anche alla dose di o: 10 per 1000 il precipitato assume un colorito nero-viola assai marcato. Tale reazione di Gerhardt modificata cara"'erizza solo la presenza di acido diacetico, ed è di facile esecuzione a letto del malato. t. p.

Sulla presenza dell'acido lattico nel succo gastrico. Il Bonanni ha ricercato (Bull. dell'assoc. fra i c·ultori di scienze mediche e naturali in Roma) nel succo gastrico puro, proveniente da animali operati secondo Paulow-Heideneim di stomaco succenturiato, la presenza dell'acido lattico, -per risolvere l'ancora discusso problema se cioè l'acido lattico rappresenti nelJo stomaco un prodotto secretivo delle glandule gastriche, oppure un'impurità del succo gastrico stesso. 3

Gli animali furono tenuti rispettivamente a· dieta idrica, carnea (carne magra di cavallo), amidacea {pane), l~ttea, mista. Non riusci mai l'A., usando i più esatti metodi analitici a dimo· strare la presenza di acido lattico nel succo gastrico. L'acido lattico comparve e fu possibile dimostrarlo chimicamente se agli animali si praticò prima un'iniezione di acido lattico o di lattato di sodio. Le esperienze co~fermano la giustezza di quanto il Frouin ha asserito che cioè l'acidità del succo gastrico puro è dovuta · interamente ed esclusivamente all'acido cloridrico libero. t. p.

CASISTICA. ;

Sulla calcolosi del pancreas. Secondo Glae5sner, Wiener kl. Wochenschr., 1913, n. 13, la diagnosi di calcolosi pancreatica viene stabilita assai raramente, quantunque non siano troppo rari i casi nei quali l 'anatomo-patologo può constatare la presenza di concrezioni nel pancreas. Questa sproporzione dipende essenzialmente da! fatto che i criteri diagn ostici per rico .. noscere le affezioni pancreatiche sono ancora assai scarsi e malsicuri, malgrado i progressi compiuti recentemente in questo campo. L'A. ritiene che, col progredire delle nostre cognizioni intorno ai sintomi delle malattie del pancreas, la diagnosi clinica di calcolosi di questo organo diverrà notevolmente più frequente. . L' A. riporta quattro casi di questa affezione, facendoli seguire da brevi considerazioni diagnostiche. In questi infermi si ebbe, per più mesi, dimagramento, ittero, disturbi dispepticii pigmen· tazioni cuta11ee; e tutti questi sintomi regredirono rapidamente dopo che, in un più violento attacco di colica, venne espulso il calcolo. L'esame delle feci dette risultati caratteristici solo nel momento delle coliche (presenza di fibre muscùlari nucleate non digerite, grassi neutri, cristalli di acidi grassi). All'infuori di questi periodi le feci apparivano normali; ciò che dimostra come l'insufficienza pancreatica sia soltanto transitoria. L'ittero, sintoma non costante, è dovuto alla partecipazione secondaria del coledoco. Solo una volta l'A. notò glicosuria spontanea. La glicosuria alimentare riusci invece positiva, specialmente quando l'esame veniva praticato poco tempo prima, o poco tempo dopo l'attacco di colica. Fenomeno interessantissimo, constatato dall' A. in due casi, fu che la somministrazione di glucosio dava luogo \

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costantemente ad un aumento di temperatura fino a 39° ; un fatto questo di cui ancora non è possibile dare una spiegazione sicura. Dal punto di vista terapeutico l'A. comunica di aver ottenuto buoni risultati somministrando dell'olio e facendo praticare lavaggi abbondanti con liquidi alcalini; ciò che del resto corrisponde a quanto hanno già esposto altri autori (Skaller). Moynihan ha tentato l'intervento chirurgico, ma questo non è scevro di pericoli (necrosi grassa). V. FORI,Ì.

Sul diabete di origine renale nella gravidanza. Novak Porges e Strisowes (Deutsche med. W o· chenschY., 1912, n. 40) furono spinti a speciali indagini intorno alla glicosuria delle gravide dalla osservazione di due interessanti casi, uno dei quali appartenente ad essi, l'altro già antece· dentement~ pubblicato da von Noorden. In questi casi la quantità di zucchero eliminata nelle 24 ore era sensibilmente indipendente dalla alimentazione. Tale indipendenza costituisce, insieme con ] 'assenza cli iperglicemia, la caratteristic~ del diabete di origine renale, quale esso è determinato dalla fiuoridizina (e anche, come dimostrò Pollak, da preparati di uranio e di cromo), e che dipende da una abnorrne permeabilità del rene rispetto allo zucchero. Parve agli AA. interessante stabilire se si trattasse in questi casi di una pura coincid~nza della gravidanza con una affezione da questa del tutto indipendente. o piuttosto di una forma morbosa in rapporto con ·la gravidanza ste')sa. Nelle loro ticer~he in donne gravide che presentavano gli· cosuria, gli AA. poterono riscontrare, nel breve periodo di quattro settimane, ben 5 casi nei quali la glicosuria si mostrava indipendente dalla alimentazione, e non era accompagnata da iperglicemia. Basterebbe questa frequenza di casi per far ritenere che la detta glicosuria dipenda dalla gravidanza; una ipotesi questa la quale viene confermato dal fatto che la eliminazione dello zucchero scomparve rapidamente nel puerperio. Queste osservazioni farebbero nascere il dubbio che la ben nota glicosuria alimentare delle gravide, la quale viene riferita a un di.3turbo di funzione del fegato, non abbia solo origine epatico, ma sia, almeno in parte, in rapporto con la maggiore permeabilità del rene per lo zucchero. V. FORÙ. Pubblicheremo prossimamente: Ercolani, Alcune considerazioni st1llo strapazzo mentale. F orli, Gli stati di ansia. '18)

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TERAPIA. Le nuove idee sulle Indicazioni operative nei traumatismi del cranio. Nei traumatismi aperti o chiusi del cranio il chirurgo non esiterà ad esplorare col bisturi alla mano lo stato della teca ossea. Egli si re. golerà secondo le lesioni che riscontrerà, in ogni caso l'integrità dello scheletro non costituisce una controindicazione assoluta per la trapanazione. Questa pratica dell'intervento esploratore siste· matico, della trapanazione profilattica, e della trapanazione anche senza frattur~, ci allontana evidentemente molto dalle idee classiche attuali, . ma P.resenta il grande vantaggio di non far pas· sare inosservate le gravi lesioni anatomiche, che, non convenientemente curate, si manifestano pre· sto o tardi con dei disturbi organici o psichici. I disturbi psichici precoci sono di una relativa benignità, per converso i disturbi mentali tardivi sono sempre gravi poichè sono incurabili e sono incurabili perchè si basano su delle lesioni anatomiche definitivamente costituite, fessure o scheggie ed il più delle volte reliquati di vecchi processi infettivi che hanno apportato delle aderenze, dei focolai di sclerosi e porencefalia. Cosicchè, d~to tutto ciò, il quadro delle antjche forme classiche è di venuto troppo ristret to. Col1' aiuto degli elementi nuovi che l'intervento ci apporta tutti i giorni, conviene di rifare completamente la storia clinica dei traumatismi cronici, di procedere ad un nuovo inventario deÌ sintomi, di fissarne esattamente i caratteri e di ricostituire una nuova gerarchia. È solo così che la cliniC'a, ricostituita su basi nuove ed appoggiata oramai su una tecnica razionale e sicura nei suoi risultati, ci potrà condurre verso nuove indicazioni operatorie e specialmente verso la profilassi delle · complicazioni tardive (REVEL, Le B ulletin M édical). TR.

La cura degli accidenti dovuti all'elettricità. La morte consecutiva n.llé;\ folgorazione è dap· prima solo apparente; qualunque siano le condizioni o la gravità dell'accidente vi è sempre un periodo di tempo, che va da pochi ruinuti ad un tempo piuttosto lungo, in cui è possibile ridare la vita alla vittima mediante la respirazione ar· tificiale: è quindi primo dovere di chi assiste al. l'accidente di far ciò. Se la vittima si è distaccata dal contatto. si può subito soccorrere; ma se è rimasta ancora in contatto è pericolo~o andarla a soccorrere senza le dovute precauzioni: basta non toccare il corpo della vittima ma tirarla per gli abiti, ovvero to-


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cgliersi la giacca, mettere le mani nelle maniche per evi tare la scossa. In tali casi si può toccare impunemente il corpo della vittima purchè la la stofia della giacca sia asciutta e non troppo sottile. La respirazione artificiale deve essere continuata per almeno due ore se il paziente non ri~prende prima la vita: in molti casi bastano solo pochi minuti: dopo il ritorno della coscienza è necessario un riposo completo per almeno due • • gtorn1. Praticando le regole suesposte ogni vittima può rivivere, se naturalmente prima era in condizioni ·di buona salute. P. A.

.Le eomplieazioni della puntura esplorativa della pleura. Il Dayton di New York mette in rilievo due -punti finora poco noti, che cioè nei casi di pun· tura esplorativa della pl,e ura segt1iti da compli~anze spiacevoli quasi sempre si era ry-erifìcato1la puntura del parenchima polmonare e quasi sempre anche si aveva a fare con un polmone in . istato di indurimento. Quindi l' A. raccomanda le precauzioni seguenti: a) Nei malati affetti da polmonite o da pleurite con versamento evitare il passaggio rapido dal decubito orizzontale alla posizione assisa ed anche il decubito sul lato sano. ' b) Adoperare un ago più :fine che sia possibile, scegliere accuratamente il punto dove si deve pungere ed immergere l'ago per quel tanto che basta per arrivare al liquido. e) Impedire nella misura del possibile i movimenti del malato ad evitare ogni mobilità non indispensabile dell'ago. d) Non impiegare mai la puntura esplorativa quale mezzo sbrigativo e comodo di diagnosi là dove è sufficiente la ricerca accurata dei segni :fisici. Se è però bene conoscere tutti gli inconvenienti a cui può dar luogo la puntura esplorativa,· d'altro canto sarebbe deplorevole che e.5sa fosse considerata come pericolosa in linea generate e quindi messa da parte 1 Invece allorchè i segni clinici sono tali da non concedere una diagnosi precisa ed allorchè si sospetta la presenza di un empiema si praticherà - ed in particolar modo nel bambino - la puntura esplorativa. Sono più -numerose le vittime dovute ad una diagnosi troppo tardiva di empiema che quelle dovute alle complicazioni della puntura·esplorativa della pleuta. (]ourn. des Praticiens, 25 giugno 1912).

Tr.

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POSTA DEGLI ABBONATI. .(117) Sull'etiolog·ia della pellag.t'a. L'affermazione di i\.lessandrini e Scala a essere la silice il vero agente etiologico della pellagra » non può certo « nè convertire gli scettici, nè decidere i dubbiosi ». Esercito in una zona, dove venti, ven-

ticinque anni fa, la· pellagra faceva strage: dalle forme più lievi di eritema al cosiddetto tifo pellagroso, era tutta una gradazione di manifestazioni morbose. da far ritenere il Cremonese, la rocca forte dèl terribile male. La mortalità per pellagra, in quell'epoca, era elevatissima. Attualmente in questa plaga, si riscontra qualche caso sporadico, ma ormai il maidismo no:1 è altro ... che un doloroso ricordo. Orbene, si sono apportati una quantità di miglioramenti alle condizioni di vita dei· nostri contadini, ma disgraziatamente nulla, assolutamente nulla (salvo rarissime eccezioni), si è fatto per la potabilità delle acque. Le prese d'acqua sono ancora quelle di 30 anni fa, tanto vero che il tifo nella provincia di Cremona è endemico e dà ancora cifre impressionanti di morbilità e mortalità. Come si spiega il fatto? Ossequi. Dott. E. FILIBERro BORDONI. Cingia de' Botti (Cremona). Gli AA. potrebbero rispondere: I a Che la grande quantità di miglioramenti alle condizioni di vita dei contadini hanno certo contribuito alla diminuzione della pellagra; 2 ° Che il granoturco bruciando nel nostro organismo dà ceneri acide e può in via secondaria essere dannoso; 3° La persistenza del tifl1 non significa proprio niente. · Del resto, a quanto sappiamo. gli AA. della nuova teoria pubblicheranno presto il lavoro completo. Sarà bene attendere questa pubblicazione prima di discutere più ampiamente. I. T. Prego codesta Redazione sapermi dire intorno al caso qui narrato. Donna 34 anni, bacino piatto. Due gravidanze. La prima 6 anni fa abortiva al 3° mese coi resti placentari. La seconda or sono 3 anni pure al 3° mese ma non coi caratteri di una vera e propria gravidanza. Fu in cura dal medico mio predecessore il quale pare abbia stabilito diagnosi di mola sanguigna (carnosa ?). Attualmente (un mese fa) richiesto di visita ginecologica per stabilire se vi sia o no gravidanza. per certi fenomeni simpatici ho _potuto stabilire i caratteri di nuova gr(. vidanza di circa 2 mesi. All'esplorazione si nota un liquido attaccaticcio alle dita di colore di fonduta di caffè. (rr 8). Ab'Jrto i nterno? -

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Potrei perciò stabilire diagnosi di sopraddetta mola? In caso di nuovo, certo aborto (se veri i fatti suddescritti), si potrebbe tentare il raschiamento ostetrico p er far libera la cavità uterina e per avere una gravidanza eventuale a termine? Trattasi di una famiglia che spera con un tale atto operativo di avere un erede e mette a tutta prova la pazienza del medico. Come potrei in tal caso comportarmi ? Ringraziandola attendo al prossimo numero del « Policlinico » una risposta a questa lunga questione che bai:;terà Ella vorrà nella sua relazione accennare per sommi capi anche colle semplici sigle Dott. A. V. di R. Rispondiamo in via d'eccezione, pure trattandosi d i un caso specifico. Si è in presenza probabilmente di aborto interno e molto verosimilmente di aborto interno si è trattato nelle gravidanze precedenti. In quanto al bacino piatto sarà da verificare e misurare qualora una gravidanza successiva progredisse regolarmente. Per il momento attuale nulla da fare altro che una vigilante attesa, e qualora si dichiarasse l'aborto, espletarlo digitalmente, e jn caso estremo ricorrere ad un raschi&mento con cu'fette ~mussa. Qualora poi invece che di gravidanza in atto con aborto interno si trattasse di una endometrite, ricorrere ad un esatto raschiamento ginecologico. Circa la possibilità di avere una gravidanza condotta al termine, occorre anzitutto verificare esattamente la causa degli aborti ripetuti, e all'occorrenza praticare l'esame del sangue per la Wassermann. Se si può escludere lues, allora probabilmente la causa è da ricercarsi in una profonda aiterazione flogistica cronica dell'endometrio, che potrà essere rimossa con un raschiamento I ginecologico. . f. b. l.

vomica come di gr. 0 .2 % come tutta stricnina , si ha che gocce 20-25 di tintura di noce vomica equivalgono ad un contenuto minimo di alcaloidi pari ad un miltig-rammo di solfato di s tricnì na. E. C. Cura del lupus. Rammento d'aver letto che per la cura del lupus si può adoperare una pomata fatta con paraffina e tubercolina antica Koch: ma non rammento le proporzioni. Se' anche loro trovano g1usto questo tentativo di cura, mi saprebbero inàicare il dosaggio? Con vivi ringraziamenti Casalpusterlengo. ' Abbonato 5929. (120).

Se il collega ha letto di coteste applicazioni locali di tubercolina Koch, fa bene a non ricordarne il metodo e la preparazione farmaceutica - e non farà sciupare tempo e danaro. - La cura locale del lupus può essere soltanto demolitrice o distruttrice (cura Finsen, raggi X, corpi radioattivi, diatermia). Non per questa via potranno dimostrare le tubercoline la loro efficacia terapeutica. p. s. Trattati sulla tubercolosi. - Potrebbe Ella indicarmi un libro pubblicato di recente nel quale sia svolto il vasto argomento della tubercolosi umana in modo con1pleto e sintetico? Si compiaccia di rispondermi nella Posta degli abbonati · del Policlinico {Sezione Pratica). Grazie ed ossequi. Romano Lombardo (Bergamo). Dott. AI,FREDO MARCONI. (121).

Come ~ stato più volte dichiarato, di regola non forniamo indicazioni bibliografiche. A titolo di eccezione possiamo suggerire: Bandelier u . Roepke, « Die Klinik der Tuber. kulose », 2a ed., Wiirzburg, 1912, C. Kabitzsch; (119). Sulla com posi zione della tintura di ,,oce Epstein, « Taschenbuch der Tuberkulose », tiomica. - Pregasi di rispondere nella rubrica Berlin u . Wien, 1910, Urban-Schwarzenberg; «Posta degli abbonati», alla domanda: in quante Castaigne et Gourand, « La tuberculose », goccie di tintura di noce vomica (FI) è contenuta Paris, 1912, A. Poinat ; la quantità di stricnina di un milligrammo di De Silvestri, « Come si evita la tubercolosi », solfato di stricnina . Torino, 1909, C. Clausen; Grazie. Cordiali saluti. « Tuberculosis », by many authors ; edited by P. C. (Abb. 2823.) New York, 1909, A. C. Klebs. La F. I. considera che la tintura di noce voSulla tubercolosi polmonare: mica abbia un contenuto di alcaloidi {stricnina Rénon, « Le traitement de la tuberculose e brucina) non inferiore a o. 25 %. pulmonaire », Paris, 1912, Massot et C.ie. ; Il contenuto dei due alcaloidi si considera in Kuss, « Traitement de la tuberculose pulmomedia a parti uguali. Per quanto la brucina abb!a nai re » in « Thérapeutique des maladies respiun'azione assai più debole della stricnina, non ratoites », Paris, 1 9 11, J. B. Baillière et F.; Barbier, « Tubercolosi polmonare », traduz. ; può esc;ere trascurata. Quindi considerando il miTorino, 1911, Unione Tip. Editrice. nimo di alcaloidi contenuto nella tintura di noce (20)

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SltZIONE PRATICA

CE!flfI BIBLIOORAFICI (Non •t 'ecenstrcono che i libri Peroenut i in dono alla Rtdaiione)

C. BRUNETTI. Le cisti e i neoplasmi deJ mesen-

tere. Amministrazione del « Policlinico ». Roma, r9r3. L. ro. L,. A. divide il volume in tre parti: nella prima espone le nozioni· generali, occupandosi del1'anatomia, embriologia, fisiologia e storia delle cisti e dei tumori del mesentere. Nella seconda tratta della loro etiologia, patogenesi ed anatomia patologica. Nella terza ed ultima espone la clinica di tali manifestazioni morbose. Undici fig11re, intercalate nel testo, di circa 400 pagine, servono ad illustrare l'argomento. Nella prima parte ha speciale importanza lo studio dello sviluppo e della distribuzione dei vasi e gangli linfatici dell'apparato dirigente e le ricerche perc;onali dell' A. sulle aberrazioni e regressioni dei vasi linfatici jn via di sviluppo. Pazienti e · prolungate indagini necroscopiche su più che 100 feti e neonati lo inducono, se non a contraddire apertamente, per lo meno ad ac· cettare con molta riserva la teoria di Ranvier. Nella seconda parte troviamo encontiabile la classificazione che l'A. propone, in 4 tipi principali: cisti semplici; cz·sti neoptasicht; neoptasie,· pseudo-neoplasie,· con i loro sottogruppi e varietà. Nella confusione che fin ora ha dominato il campo questo dell'A. ci sembra il più riuscito tentativo. di ordinamento, in quanto è ba~ato su dati embriologici ed istologici, associati ai crit~ri clinici. 'Le cisti semplici sono suddivise in linfatiche, da ritenzione; in emorragiche, da traumi; in gassose, da causa ignota ed in parassitarz·e, da echinococco. L'etiologia, l'anatomja patologica ed una riec a e diligente casistica formano per ogni varietà dei capitoli spesso di singolare importanza, sempre di grande interesse. Il tipo delle cisti neoplasiche comprende: le ectodermiche, le mesodermiche linfatiche, le wolffiane, le entodermiche e in fine i teratomi e le inclusioni fetali. QuantC? alla classe delle neoplasie, l' A. fa rilevare come siano state incontrate nel meso quasi tutte le varietà note; nondimeno riconosce come più frequenti, fra le benigt;ie: i lipomi, i fibromi; i mixomi; gli angiomi; fra le maligne: i sarcomi ed i linfomi. La clinica delle cisti e dei neoplasmi è forse la parte più pregevole del volume ed in essa l' A. ha fatto tesoro della larga esperienza acquistata negli anni di servizio ospedaliero, esperienza in-

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tegrata dagli insegnamenti dei valorosi maestri che ebbe a guida amorevole. . Il libro non è certamente destinato alla generalità degli studenti, ma tutti i medici vi troveranno uozioni ed insegnamenti preziosi. Chi si occupa poi di patologia chirurgica speciale· di e clinica operativa ne ricaverà grande utilità, tanto più che la nostra letteratura mancava di un buono e serio lavoro del genere e la lacuna si può oggi, bene a ragione, dire colmata-T. FERRETTI.

Chirurgie générale et Chirurgie orthopédique des membres. («Nouveau Traité de Chirurgie )) Le Dentu-Delbet), L. 10. Baillière et Fils, Paris. Durante il periodo della cres~enza si hanno frequentemente deformazioni ossee ed articolari, le. sioni muscolari e nervose, alle quali seguono affezioni e deviazioni speciali degli arti che rientrano. nel campo dell'ortopedia o della chirurgia infantile. In questo bel volume del Trattato di chirurgia. del Le Dentu e Delbet, il Mauclaire tratta delle lesioni traumatiche, delle flogosi e neoplasmi, delle malformazioni, deformità e malattie congenite od acquisite degli arti superiori ed inferiori. Ne tratta con ordine e· chiarezza, sopra tutto per quanto rigaarda la clinica e la medicina operatoria. Più di 300 figure illustrano e rendono praticamente più utile il manuale. p. s. MAUCLAIRE.

M. SCHIAVONI. Patologia e terapia chirurgica dei calcoli della vescica urinaria. Unione Tipografico-Editrice Torinese. L. 15. Un libro che analizzasse e sintetizzasse tutte le nozioni attinenti alla cistolitiasi ed alla sua cura era di grande utilità per il medico pratico· e per gli studenti in medicina. Premesso lo studio dei caratteri fisici dei calcoli vescicali, l' A. in tanti capitoli esaurienti tratta della etiologia, patogenesi, anatomia patologica, sintomatologia, diagnosi e prognosi dei calcoli vescicali. i\ ttingendo ad una ricchissima letteratura esamina tutte le varie dottrine e teorie attinenti alle singole questioni della cistolitiasi vescicale e. forte della propria esperienza e della propria larga coltura, ne fa la critica e ne trae· le conclusioni migliori. In un capitolo vas~issimo tratta la cura della cisto litiasi: ne fa la storia risalendo fino ai primi tentativi cli cura dei popoli orientali e poi dell'epoca greco·romana; descrive con ricchezza di particolari e vaglia con singolare perspicacia i numerosissimi metodi di intervento chirurgico escogitati e praticati nei vari paesi e nelle varie

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epoche; tratta della cura post·operatoria e dei soccorsi igienici nei casi inoperabili. Il lavoro è corredato da una bibliografia vera-mente ~ompleta sull'argomento. Questo libro è certamente meritevole d'essere raccomandato a medie-i e studenti per la sua grande utilità pratica, specialmente in rapporto aJle indagini diagnostiche, ai problemi della pa· togenesi, e ~gli scopi della tecnica operatoria. T. FERRETTI.

J.

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nità, le leggi della profilassi contro le infezioni puerperali, avvisa ai migliori mezzi pratici per l'asepsi e l'igiene del puerperio. p. s.

P. RoMER. Lehrbuch der Augenheilkunde. Due vol. II. Auflage. Mk. 16. Wien, Urban u. Schwarzenberg, 1913. Siamo alla seconda edizione del lo splendido trattato di oftalmologia del Romer, pregevole sia per la ricchezza delle figure che per l'esposizione

Roux. Les Névroses post-traumatiques. 1 voi. chiara di tutti gli argomenti più moderni di oculistica. in-18 di pag. 96. Paris, J. - B. Baillière et fils, • Il carattere puramente clinico del lavoro, 1913. F r. I . 50. mentre lo differenzia dagli altri trattati anche Oggi che tutte le questioni relative alla leg1·recenti, costituisce un pregio di esso, giacchè perslazione degli accidenti del lavoro si pongono mette agli studenti di completare la cultura clicon una necessità imperiosa e sollevano i pronica che alle I ezioni non fu potuta svolgere. ble111i sociali più g;.avi, oggi che il còmpito del Questa seconda edizione è in due . volumi e perito desideroso di essere giusto si rende sempre presenta sulla prima il vantaggio di portare più delicato - osserva il prof· Teissier - questo scritto in margine il riassunto dell'argomento libro verrà bene accolto. Esso raccoglie descriche viene svolto nel te.sto; il numero delle illuzioni cliniche -precise, sindromi bene schematiz- strazioni è molto maggiore. za te, che hanno il valore di definizioni chiare P. e concise, distinzioni rigorose tra nevrosi traumatica e isterica, nevrastenia traumatica e sinistrosi; lumeggia il còmpito delle predisposizioni VA.RIA morali nell'orientamento e nell'evoluzione della I danni della posizione eretta nell'uomo. - In malattia: il rassegnato si muove· verso la neuna recente adunanza della sezione medica della vrastenia, il ribelle o il debole mentale invece Società silesiana p er la coltura nazionale il dotfaranno della sinistrosi, mentre le tare viscerali tore Klaatsch lesse, intorno a questo tema, una aggraveranno e renderanno palesi le decadenze interessante comunicazione la quale è riportata negli organi già colpiti da meiopragia. nella BeYlinef Klinische lVochenschrift del 14 aprile Consigli molto saggi si trovano a ogni passo, 1913. sovratutto a proposito d ella sinistrosi~ che una Molte affezioni che colpiscono la specie umana parola imprudente del medico - come la lusinga d'indennità problematiche - può sviluppare nel sarebbero dovute all'imperfetto adattamento di questa alla posizione eretta, la quale aggrava l'a· debole, aggiungendo alla miseria un'ossessione crescente che potrà sommergere tutta l'attività zione della gravità su molti organi. Infatti queste affezioni non hanno alcun rimentale. scontro negli altri mammiferi. Il perito prudente renderà i maggiori servigi • L ' A. studia a titolo di esempio le ernie, le emorai traumatizzati che egli saprà arrestare nella roidi, le varici, le ptosi viscerali, la stasi intestidiscesa in fondo a cui rischiano spesso precipitare. nale ed alcuni malanni propri della donna, tra I. T. cui i dolori gravi del parto. Anche la lon1baggine di molte persone delicate, Prof. C. DANIEL. Le post-partum normai. II fasovrattutto nel sesso femminile, sarebbe dovuta scicule. Paris. A. Maloine, éditeur, 1912. alla debolezza dei m uscoli della schiena, incapaci Osserva l'autore nella prefazione che l'Oste· a mantenere senza stancarsi la po.~izione eretta tricia non si è avvantaggiata dei progressi fatti del tronco. dalla chirurgia in virtù dell'asepsi nei tempi noL'adattamento è stato nlolto migliore e quasi stri , e che perciò essa, nella pratica clinica e perfetto in una specie - a dire il vero incompaterapeutica e nella tecnica operatoria, è rimasta rabilmente più antica dell'uomo - la quale ha quasi in uno stato d'arresto di sviluppo. Parpure assunto la posizione eretta: il canguro. tendo da questa premessa che seconflo noi è erCiò stabilisce uno strano ·contrasto con la norata, almeno per ciò che riguarda il nostro paese, stra specie, la quale pure è tanto orgogliosa per l' A. traccia in un'ottima monografia le norme la sua int elligenza. I. T. alle quali deve rispondere ogni casa di Mater·

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SEZIONE PRATIC..'\

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NELLA VITA P.ROFESSIONALE. Il nuovo f'odice di procedura penale negli articoli interessanti i sanitari.

Con regio decreto 27 febbraio è stato approvato il testo definitivo del nuovo Codice di procedura penale, che andrà in esecuzione a cominciare dal 1° gennaio 1gr4. Ne riportiamo gli articoli ~he riguardano l'opera che nel campo giudiziario può venire richiesta al sanitario, sia da -pubblici funzionari, sia da privati cittadini, e le modalità e la procedura, alle quali essa deve venire subordinata. Art. 87. - Il giuramento ... dei periti ... si presta stando in piedi, al cospetto del giudice, previa ammonizione sull'importanza morale e religiosa dell'atto, e sulle pene ~tabilite contro i colpevoli di falsità in giudizio.' Art. 90. - Il perito, prima di prestare il proprio ufficio, giura ·« giuro di b ene e fedelmente procedere nel.l e operazioni a me affidate e di non a vere altro scopo che quello di far conoscere al giudice la verità ». Art. 92. - ... I periti ... che abbiano prestato il loro ufficio nella istruzione, non devono nuo · vamente giurare nel dibattimento; il giudice Iammenta loro il giuramento ·già prestato e le relative sanzioni. Questa disposizione si applica altresì quando ... i periti... siano richiamati durante l'istruzione o il dibattimento. Art. 152. - Chi ha obbligo di referto, ai termini dell'articolo 439 Codice penale, deve presentarlo entro 24 ore, o, se vi sia grave pericolo, immediatamente, al Pretore, al Procuratore del Re, al Giudice i5truttore, o a qualc;iasi ufficiale di polizia giudiziaria del luogo dove ha prestato la propria assistenza; e, in mancanza di tutti questi , all'ufficiale di polizia giudiziaria più vicino. Nel referto deve essere indicato il luogo in cui trovasi l'offeso, e, inoltre, se sia possibile, il nome e cognome di lui, le designazioni personali atte a identificarlo, tutte_ le circostanze che valgano a stabilire la causa e la natura della le.... sione, · l'istrumtènto con cui fu cagionata, e gli effetti che abbia prodotto o possa produrre. Art. 16 s. - Gli ufficiali di polizia giudiziaria eurano che iJ corpo e le tracce del reato si conservino, e che lo stato delle cose non sia mutato, prima che giunga sul luogo l 'autorità giudiziaria. Se vi sia fondata ragione di temere che frattanto le cose, o le tracce suddette, si alterino o si disperdano, essi possono procedere ad accertamento con ' perizia, senza far prestare giuramento al perito. '

Art. 198. - I difensori delle parti hanno diritto di assistere ... alle perizie ... salvo le eccezioni espressamente stabilite dalla legge. Il giudice può autorizzare anche l'assistenza dell'imputato o della parte lesa agli atti suddetti, se il Pubblico Ministero o i difensori ne facciano richiesta, o la qualità dell'atto lo renda necessario. È vietato a coloro, che intervengono a questi atti, di fare segni di approvazione o di disapprovazione, e di rivolgere la parola o far segni ai periti ... Art. 203 . L'ispezione corporale dell'impu· tato non è amme~sa nei casi in cui il pudore della persoD:a possa essere offeso, se non concorrano gravi motivi per eseguirla, oppu~e sia necessaria per l'identificazione dell'imputato medesimo ... L'ispezione corporale può essere eseguita dal giudice personalmente o per m ezzo di perito ... Il giudice può astenersi dall'assistere alla operazione, quando ne abbia incaricato un perito. Art. 208. - Quando occorra una perizia, essa è ordinata d'ufficio. Se non sia stata ordinata, il P ubblico Ministero o una delle parti può proporne istanza al giudice istruttore. In ogni caso il perito è. scelto e nominato d'ufficio. Art. 2o<j. - Le perizie medico-chirurgiche·, le chimiche ... sono . affidate a persone rispettivamente abilitate a ll'esercizio della medicina e chirurgia, della chimica ... ; è data preferenza, quando sia possibile, ai direttori di istituti di medicina legale, ai loro assistenti, o a medici particolarmente esperti in questa disciplina. Le perizie psichiatriche sono affidate a direttori di cliniche speciali o di manicomi, o ai loro assistenti, o a medici particolarmente esperti nella psiçhiatria. Il giudice. di ufficio o sulla istanza dei periti, procede a tutte ·le investigazioni che siano ritenute necessarie, o a utorizza i periti a procedervi, e ordina, salvo casi eccezionali, che l'imputato sia · ricevuto in un pubblico manicomio, o in una speciale clinica universitaria, per le opportune osservazioni, e per l'esecuzione della perizia in conformità dell'articolo 217. Art. 211 - La nomina fatta dal giudice in conformità dell'articolo 218, con la indicazione del nome del perito, è notificata , a pena di nullità, all'imputato, o a quelli fra gli imputati che vi abbiano interesse, con avvertimento che hanno diritto di scegliere un secondo perito, o farlo scegliere a mezzo del rispettivo difensore, nel termine perentorio che sarà stabilito. Se fra più imputati vi sia dissenso nella scelta, questa è fatta dal giu dice fra i periti indicati da loro. (23)

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IL POLICLINICO

Art. 212 . - Anche il secondo perito è nomi· n a to d al giudice, a pena di nullità , nel caso in cui l'autore del rea to sia ignoto, o non sia presente all'istruzione, e in quello in cui l'imputato o il difensore, nel tern1ine stabilito, non scelgano il perito, o non sia fatto il deposito, di cui n e l capoverso dell'articolo 214; ovvero il perito scelto 11on si presenti. L a scelta del secondo perito, nel termine menzi onatò n el precedente articolo, può essere fatta dalla p ersona civilmente respon sabile, citata o in ~ t ervenuta, quando non la faccia l'imputato, o questi non sia presente all' istruzione. I periti, cosi nell' istruzione come nel giudizio , non possono essere più di ·due, salvo quanto è disposto nell'articolo 2 2 1 . Art. 2 13 . - La n omina del secondo perito può essere omes~a nei casi urgenti. o quando, per la semplicità dell'indagine, o p er la tenuità del reato, il giudice non la ritenga necessaria . In tali casi deve, a pena di nullità, essere notificato all'imputato che la perizia fu eseguita e che esso ha diritto di esaminarla p er mezzo di un perito di sua scelta, perchè .esprima il proprio parere. Il giudice stabilisce il termine per entorio per la nomina del perito e ql1ello entro ' il quale deve essere adempiuto l'incarico. Questa disposizione non si applica fino a che l 'imputato non è presente all'istruzione. Art. 2 14. - I peri ti, tranne nel caso preveduto nel precedente articolo, procedono insieme a lle operazioni. Gli onorari dei periti sono liquid ati dal giudice, il quale può ordinare che l'imputato, non ammesso al gratuito patrocinio, depositi preventivament~ una somma per l'onorario al perito da 1ui scelto. Art. 215. - Il giudice assiste alla perizia e la dirige. Quando si tratti di perizia sulla persona, è applicabile la norma del terzo capoverso dello a rticolo 2 03. Nel caso di perizia psichiatrica debbono sempre essere invitati i periti a giudicare, qualora riconoscano essere l'imputato infermo di mente, se la sua libertà possa essere pericolosa a lui o agli altri . Art. 2 1 6 . - Il giudice, se i periti dichiarano di non poter dare 11 p arere senza notizie delle prove raccolte sul punto che forma oggetto della p erizia, può loro permettere di esaminare in ' tutto o in parte, nel suo 11fficio, gli atti e i documenti, facendo!le menzione nel processo verbale, e può a ltresi eseguire e ordinare ulteriori indagini. Quando lo riconosca necessario, il giud ice può disporre che i periti a ssistano agli · in· terrogat orii d ell'imputato o all'esam e di testimoni. escluso anche · in questo caso l'inte rvento dei difensori.

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Art. 2r7. - Il giudice, presi i provvedimenti per la conservazione totale o parziale delle cose che formano oggetto della perizia, e per assicurare la sincerità delle osservazioni può ordinare che quest~ si facciano in un laboratorio, o isti· tuto scientifico, senza l'assistenza sua, del Pub· blico Ministero e delle parti. Di ogni dì vergenza sul modo di condurre le operazioni è informate> il giudice che provvede senza ritardo. Art. 2r8. - Nel caso preveduto nel capoverso dell'articolo 21 3, il secondo perito può chiedere, se occorra e sia possibile, che siano rinnovate in tutto o in parte, le operazioni eseguite prima del suo intervento; ogni altra operazione, che manchi p er ulti1nare la p erizia, o che il giudice riconosca utile a scopo di schiarimento, deve essere eseguita dai' due periti congiuntamente. Art. 219 . - I periti espongono parere motivato che è trascritto immediata1n ente nel processo verbale. Art. 2 20. - Quando la perizia non possa compiersi che dopo lunghe operazioni, ovvero, per la natura o p er la difficoltà delle indagini, non possa il parere essere dato immediatamente, e, tutte le volte che sia ordina ta una perizia psichiatrica, il giudice stabilisce un termine per la presentazione in iscritto della relazione, e può prorogarlo per giusta causa. Art. 221. - Se i periti n on si accordano, ne riferiscono immediamente, e in ogni caso prima della scadenza del termine menzionato nel precedente articolo, al gittdice, il quale promuove dal presidente del Tribunale, o dalla Sezione di accusa n el caso· preveduto dall'articolo 189 (quando la Sezione d'accusa abbia avocato a sè l'istruttoria), la nomina di un terzo perito. Art. 222 . - _Nominato il terzo perito, le operazioni eseguite sono, se occorra e sia possibile, rinnovate; e ogni altra opera zione ritenuta utile è eseguita congiuntamente dai tre periti, osservate le regole dei precedenti articoli. Il terzo perito assume l'ufficio di relatore, eccetto che i periti a maggioranza abbiano designato a tale ufficio un altro di loro. · Art. 223. - Il perito relatore redige e presenta al giudice nel termine stabilito la relazione motivata. Il perito dissenziente d eve presentare cont emporaneamente la propria relazione, nella quale spiega i motivi del di~senso . Art. 2 2 4 . - Il perito che si trovi nell 'impossi· bilità di continuare le operazioni, è surrogato. Se t rattasi di perito scelto dalla parte, la surrogazione si fa a norma d ;;>gli articoli 21 1 e 2 1 2 . Art. 2 2 5 . - Il perito che trasgredisca alle disposizioni d ate dal giudice, o è negligente nell'a dempimento del p roprio ufficio, può essere so-


TANNO

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SEZIONE PRATICA

stituito con altro perito. Se il perito sia quello scelto dalla parte, è a questa fissato un termine perentorio per la. sostituzione; nel caso che la parte non lo scelga, provvede il giudice. Il trasgressore è condannato dal gi11dice al pagamento di una somma da lire 50 a 5oò, a favore dell'era· rio, dopo essere stato citato per discolparsi, senza che ciò ritardi il provvedimento di sostituzione. Art. 230. - Le funzioni di perito e di interprete non possono, a pena di nullità, essere esercitate nel procedimento dalla stessa persona. Non può, a pena di nullità, prestare ufficio di perito: 1) chi non ha compiuto sedici anni; 2) chi non può essere assunto come testimonio, o ha facoltà di astenersi dal deporre nel pro· cedimento; 3) chi fu condannato alla interdizione dai pubblici uffici, ovvero alla sospensione dall'esercizio della professione o dell'arte, durante il tempo della interdizione o della sospensione... Art. 23r. - Il perito nominato dal giudice .•. può, prima che cominci a prestare il proprio ufficio, essere ricusato dal Pubblico Ministero, o dalle parti per i motivi indicati nell'articolo 43: [1) se abbia interesse nel procedimento, o se una delle parti sia debitrice o creditrice di lui , della moglie o dei figli; 2) se abbia dato consiglio o manifestato il proprio parere sull'oggetto del procedimento; 3) se siavi inimicizia grave tra lui, o alcuno dei suoi prossimi congiunti, e una delle parti; 4) se alcuno dei prossimi congiunti di lui () della moglie sia danneggiato od offeso, querelante, imputato, ovvero persona civilmente responsabile; 5) se il procuratore o difensore di una delle parti sia prossimo congiunto di lui o della moglie; o se morta la moglie le cause menzionate ai numeri 4 e 5 sussistano in rapporto a prole superstite o a suocero, o genero, o cognato]. Il Pubblico Ministero può, per gli stessi motivi, ricusare il perito nominato dalla parte. Sulla ricusazione decide il giudice, che procede all'istruzione o al giudizio sentiti la parte istante, il perito e il Pubblico Ministero. Se la ricusazione sia rigettata, si applicano le disposizioni dell'articolo 50 (la parte che ha proposto la r icusazione può essere condannata al pagamento di una somma non inferiore a lOO lire e non superiore a rooo, a favore dell'erario dello Stato, senza pregiudizio d'ogni azione penale o civile). Art. 232. - Quando vi sia urgenza, il perito... può essere chiamato dal giudice con invito verbale. Se il perito... non comparisce, senza dimostrare un legittimo impedimento, il giudice lo condanna al pagamento della somma da lire 20 a 300 a favore dell'erario. L'ordinanza di condanna è notificata al perito... ; essa è revocata se nel termine di tre giorni dalla notificazione, il

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perito ... giustifichi il legittimo impedimento, pel quale non è comparso. Nei casi preveduti dall'articolo 2ro codice penale, il giudice fa redigere processo verbale e lo trasmette al Pubblico Mini· stero, dopo avere, se trattasi di rifiuto, avvertito il perito... delle pene sta bili te dalla legge. Art. 248. - Non possono, a pena di nullità, essere obbligati a deporre su ciò che a loro sia stato confidato o sia pervenuto a loro conoscenza per ragione del proprio stato o ufficio o della professione ... 3) i medici e chirurghi, i farmacisti, le levatrici e ogni altro ufficiale sanitario, salvo i casi nei quali la legge li obbliga espressamente ad informarne la pubblica autorità. Art. 368. - Almeno tre giorni prima del dibattimento che si debba svolgere in Corti d'as· sise o in Tribunale, e almeno due per dibattimenti da svolgersi davanti al pretore il Pubblico Ministero o alcuna delle parti può domandare al presidente o al pretore che si proceda ad un determinato accertàmento, il quale non abbia antece,dentemente formato oggetto di perizia. Se la domanda sia accolta, il dibattimento può essere rimandato e, salvo quanto è disposto nel seguente capoverso, si osservano le regole dell'istru· zione formale. Il presidente richiede il giudice istruttore per gli atti e provvedimenti relativi alla esecuzione della perizia. Quando si tratta di indagine facile e breve, il presidente o il pretore nomina solo un perito, affinchè proceda all'operazione richiesta e ne riferisca al dibattimento . Art. 392. - Nel dibattimento i periti sono sentiti, dopo aver compiuto l'esame dei testimoni. Il giudice ha facoltà di prescrivere che i periti assistano al dibattimento, o a parte di esso, prima di esporre il loro parere, o gli schiarimenti per i i quali siano stati citati. Art. 39;3· - Quando un. perito... del quale fu ordinata la citazione, non sia comparso, il giudice, sentiti il Pubblico Ministero e le parti, può decidere che il dibattimento sia continuato, ma può in seguito disporre diversamente qualora ne riconosca necessaria la comparizione. Art. 394. - Il perito. .. non comparso, che non abbia dimostrato un legittimo impedimento, può essere, per ordine del giudice, accompagnato all ' udienza dagli agenti della forza pubblica, e in ogni caso, condannato a pagare all'erario una somma da 20 a l oo lire; inoltre è sempre condannato alle spese della sospensione, a cui abbia dato causa. Le condanne possono essere revocate se ... il peiito, comparisca al dibattimento, o se, entro tre giorni dalla notificazione dell'ordinanza di condànna, presentandosi à.l presidente o al pretore, dimostri un legittimo impedimento continuato per la durata del dibattimento. Art. 395: - Il perito... non comparso per lE:-

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IL P01'1CLINICO

gittimo impedimento può essere esaminato, nel luogo in cui si trova, dalla Corte di assise, da~ Tribunale o dal Pretore, ovvero~ per delegazione rispettiva. dal pretore dello stesso luogo ... Art. 396. - ... Se il giudice delegato verifica non sussistente o non essere legittimo l'impedimento adottato del perito ... ne informa tosto l'autorità delegante, la quale può ordinare i provvedimenti stabiliti nella prima parte dell'articolo 394, ponendo inoltre a carico del perito ... le spese del trasferimento. del giudice, del cancelliere e delle altre persone intervenute, in conformità del presente articolo. Tali provvedimenti sono dati senza dilazione dal presidente della Corte di assise, dal Tribunale o dal pretore, che conosce del giudizio, qualora si siano trasferiti sul luogo. Nei casi suindicati, e in quello di rifiuto a ... prestare ufficio di perito... si applica altresì la disposizione del secondo capover~o dell'articolo 232.

Per la riforma delle perizie medico-legali.

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Ordine dei medici della provincia di Brescia. La Presidenza dell' Ordine di Brescia ci comunica una deliberazione del Consiglio amministrativo provocata da una polemica dibattutasi sui periodici cittadini in merito alla cura Arnaldi di Uscio, che fu oggetto di clamorose manifestazioni nella città di Brescia. Presa visione dell' interpellanza inoltrata dal dott. R. Stefani e della proposta del giornale locale d'igiene « La Vita », il Consiglio amministrativo dell'Ordine, nella seduta del 12 giugno, cQn voto unanime plaude alla decisa azione dei distinti colleghi che si accinsero a combattere pubblicamente tal sistema curativo, ma non ritiene necessario nè giustificato, nei riguardi dell'Or~ine, di entrafe nella discussione 'd el metodo; addita a pubblica censura che si m~nometta quel patri~onio di sapere, che va lentamente formandosi a prezzo di severi studi e dottrine, di indagini .pazienti, nelle cliniche e nei laboratori. colle esperienze quotidiane, diligenti di tutti, dal più illustre al più umile dei sanitari; che una réclame facilmente impugnabile, affermi la fantastica esclusività di un metodo curativo unico, per qualsiasi forma morbosa, e per questo stesso fatto, di pos·sibile pregiudizio e pericolo per gli ammalati; deplora che taluno dei medici inscritti e non inscritti all'Ordine conceda toto corde la sua fedealla corrente di codesta réclame e delibera di dar comunicazione di quanto sopra al Consiglio superiore di sanità e a tutti gli Ordini del Regno. ~

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Il 23 giugno u. s. è stata ricevuta dal guardas~gilli una Commissione di medici, rappresentanti ·l'Ordine dei medici di Roma, la Società di medicina legale e l'Associazione dei medici liberi esercenti. · Detta Commissione, presieduta.,dal prof. Otto· lenghi, ha prospettato al ministro gli inconvenienti finora verificatisi nella scelta dei periti medico· legali, ed ha espresso il voto che per l'applicazione del nuovo Codice di procedura penale, si introducano criteri atti ad eliminare completamente gli inconvenienti :finora lamentati, in correlazione alle nuove disposizioni legislative. La Commissione ha richiamato anche l'attenzione del ministro sulle tariffe giudiziarie vigenti. Il guardasigilli ha accolto molto benevolmente la Commissione e, convinto della giustizia dei suoi desiderata, ha promesso di interessarsi per il loro esaudimento. La Commissione ha consegnato all'on. Ministro un memoriale sull'argom(:nto compilato dai rappresentanti dell'Ordine e delle due importanti associazioni professionali sopraddette, i quali erano: per la Società di medicina legale il prof. S. Ottolenghi, il prof. Attilio Ascarelli e il dott. G. Massari, per l'Ordine dei medici di Roma i dottori A. Garofalo, S. Sergi e R. Serratrice, per l'Associazione dei liberi esercenti il ,prof. G. Montesano, e i dottori G. Impallomeni e F. Olivieri, cioè le persone più competenti_ che la classe medica romana van ti nel campo medico• legale. S. A.

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RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE. •

Il dott. S. P. da S. M. desidera conoscere quale contributo ordinario e straordinario il medico cop.dotto e più Comuni consorziati debbono pagare annualmente per la Cassa pensioni; se il contributo aumenta coll'aumentarsi dello stipendio; nella negativa, se può e come avere il rimborso del dippiù pagato e se può chiedere in comunicazione copia dell'elenco di cui all'articolo 7 della legge C. P. Non esiste più distinzione fra contributo ordinario e contributo straordinario. Il contributo è ora sempre ordinario ed ammonta ad annue lire 132 tanto pei medici quanto pei Comuni. Quando più Comuni sieno costituiti in consorzio l'ammontare ·complessivo dei loro contributi è dovuto alla Cassa da ognuno di essi in quote proporzionali allo stipendio pagato da ciascuno. L'ammontare del contributo non aumenta in ragione di eventuale aumento dello stipendio. Del dippiù pagato si può chiedere rimborso rivolgendo analoga istanza alla competente Intendenza di Finanza. Non occorre chiedere in comunica(3378) Pensioni. -


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