Il policlinico sezione pratica anno 1919 parte 1 ocr parte4

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·operazioni sui nervi possono raggiungere il loro del plesso cervico·brachiale sinistro, con disturbi scopo (la guarigione della paralisi con il ripristino a carico del frenico. della funzione di senso e di moto e col ritorno PuTzu : L e lesioni dei n e1 vi periferici da fetite della normale eccitabilità del nervo e dei muscoli); di guerra. - Ha eseguito 78 in terventi, per lesioni n1a essi non sono in genere così buoni come ci si dei nervi periferici da ferite <li guerra, cosi sudsarebbe potuto aspettare prima della guerra, e sono divisi: 28 neurolisi (con 20 guarigioni = 89,5% ; 8 risultati negativi = 10,5%); 40 neurora:fie (con in ogni modo notevolmente inferiori a quelli che, dalle stesse operazioni, si sono ottenuti nella chi· r 5 guarigioni = 37,7°fo; 24 risultati negativi == 62,3o/.; rurgia di pace. Ciò è in rapporto verosimilmente I risultato ignoto); .con la maggiore gravità, e sopratutto con la set· 7 neuroplastiche (7 risultati negativi). · · ticità delle lesioni di guerra. 3 anastomosi (3 risultati n egativi). Risultati quindi buoni con la ne11rolisi, discreti Guarigioni vere e complete, con totale reinte.grazione d el nervo e della funzione, vennero p erò con la neurora:fia diretta, nulli con gli altri metodi. DONATI (Modena). - Riferisce su ; I 11tdi cazioni e constatate e controllate con ripetuti esami elettrodiagnostici, non solo in seguito a neurolisi, ma '1isultati su interventi chirurgici per lesioni tr ai•maa suture dirette, precedute spesso da resezioni di tiche d el sistema ti-eruoso pe'>'iferico. - L'O. ' ha esepseudoneuromi e di tratti cicatriziali del tronco gttlto 52 interventi ed hà potuto seguire i suoi casi nervoso, per lungo tempo. Gli interventi secondari debbono Risultati particolarmente favorevoli hantlo dato es~ere piuttosto tardivi, per escludere la possibiil nervo radiale e il nervo sciatico popliteo esterno. , lità di ripristino spontaneo. Bisogna 0perare, se Nessuna guarigione completa, ma dei seinplici non si verifica alcun miglioramento spontaneo, o i;niglioramenti, e spesso esiti negativi, si ebbero in se si ha tendenza al peggioramen to, o p er sindromi -seguito ad altre modalità d'intervento (suture a dolorose. Le sindromi cliniche di Dejerine spesso distanza, pla5tiche, anastomosi, ecc.). non corrispondono al quadro anatomo-patologico. ' Il tempo occorso per il ripristino funzionale in Ciò che domina è la lesione p rimaria, e le evenseguito a neurora:fia è stato vario, a seconda di ~uali complicazioni. varie circostanze, ma sempre d i parecchi mesi, ta. Da· questo la necessità di completare la d iagnosi 1ora d i oltre un anno, e ciò in rapporto eon la clinica con quella anatomica e funzionale al talentezza con cui s i compie nell'uomo il processo volo operatorio. Spesso aila neurolisi esterna con<li rigenerazione dei nervi. Sono p erciò da attri- viene associare la neurolisi inte11na. Da questo inb uire ad errori di osservazione i ripristini funzio- t~rvento l'O . ha ottenuto guarigione nel 64 % dei nali immediati in seguito a sutura. casi, e miglioramento nel 28 %· La sutur a diretta 11a dato 46 o/0 di guarigione, Quando ogni speranza di un ritorno della fun · zione p er le vie n ormali è perduta, possono pren- 38 % di miglioramento. La migliore protezione è -0.ersi in considerazione i trapianti tendinei, e, in un buon letto muscolare ; se ciò non è p0Sstbile 1'0. consiglia le arterie alla Foramitti, eventualq u' lche caso speciale, l'artro e la teniodesi. mente a doccia, o i lembi liberi di adipe. In 2 casi I trapianti tendinei trovano nella paralisi del· l'arto inferiore il loro campo naturale di applica- ha eseguito sutura a di-;tanza con anse di catgut zione, ma hanno dato soddisfacenti risultati anche (1 guarigione, I miglioramento). Un caso d'innesto di nervo di cane fissato in alcool (alla Nageotte) in casi di paralisi inop erabili del n ervo radiale. Gli apparecchi ortopedici, di cui esistono nume- per colmare una perdita d i sostanza del ttlediano rosi esemplari, rappresentano l'estrema risorsa n ei ha dato un buon ripris tino funzionale, già dopo casi incurabili, e possono avere un'ut ile applica- 4 mesi. Un buon risultato ha avuto un impianto zione anche durant e la cura p ostoperatoria. Sono periferico del iuediano sul cubitale. Il ripristino motorio precede generalmente quello da preferire i tipi più semplici e leggeri, costr11iti col concetto, non d i sostituirsi agli arti paraliz- elettrico. SCALONE : L a paralisi .r;impatica dei nervi perizati, ma di aiutarne la funzione. Quanto alla statistica propria l'O. riferisce di ieri ci e loro trattamento . - Riferisce su 4 casi di aver avuto 36 guarigioni s u 62 neurolisi, 7 guari- patalisi riflesse di B-M>insky e Froment, che egli chiama paralisi simpatiche dei nervi periferici, e gioni su 20 casi di sut11ra dei monconi nervosi. Alla relazione di VERGA seguono le comunica- che dice sono guarite con la disten~ione cruenta zioni che hanno attinenza allo stesso argomento ; dei nervi corrispondenti. La distensione agirebbe e qt1indi la discussione. · sui filamenti simpatici, che accompagnano i nervi APERJt): Lesione del plesso cervico-brachial.e siperiferici. nistro pe, fe.r,i ta da arma da fuoco. - Riferisce soCAPPELLI riferisce su più di 200 casi operati nella pra i risultati immediati e lontani dell'intervento 1 Sezione storpi e mutilati,. di Fano. Ha eseguit~ in un caso d lesione, per ferita da arma da fuoco, suture dirette, previa resezione parziale o totale, e 1

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neurolisi. Ha fatto anche qualche sutura a distanza ALltSSANDRI. - Rivela l'utilità della sutura ner· e un trapianto autoplastico col ramo sensitivo vosa immediata, nei casi speciali in cui è indidella branca _muscolo-cutanea dello sciatico popli· cata. Crede che il fattore «compressione estrinteo esterno. I migliori risultati li ha ottennti con seca » abbia notevole importanza nella patologia. gli interventi sul nervo radiale. e nella sintomatologia delle lesioni nervose. E La resezione dei monconi nervosi è estesa fino questo è anche dimostrato dai notevoli successi ad ottenere superfici di sezioni fascicolate di ap· che si otteugono con la neurolisi. parenza normale. Nella sutura si preoccupa dell'o· L'elettrizzazione diretta del nervo scoperto ha rientamento dei fascetti nervosi, e, per detenni· notevole importanza diagnostica e prognostica. nare la topografia fascicolare, si serve dell'elettrode È d'opinione che non raramente è necessario del Barile. proteggere o la sutura nervosa, o tratti di Non è favorevole alle anastomosi nervose e alle nervi {p. es. dopo la neurolisi), o ambedue, dalla plastiche secondo Letiévant. formazione di nuove acderenze. Il metodo migliore, RINAI,DI presenta un caso di sutura del radiale secondo 1'0., è quello di porre il nervo in mezzo eseguita 4 anni fa. Si è avuto un completo ripristino a fasci muscolari normali. Se ciò non è possibile, funzionale; persiste tuttavia una R. D. completa. adopera dei lembi di grasso. Non è favorevole LUSENA fa notare al Relatore che egli non ha all'impiego delle arterie preparate secondo Foraparlato, nella cura delle lesioni qei nervi perife· mitti, come metodo di protezione. Nella sutura dirici, della incisione del nevrilemma e dello her· retta bisogna tener conto della fotografia pascolare. sage. Dice che non bisogna esagerare l'importanza .. Per ciò che riguarda i mezzi adoperati, quando i due della indagine elettro-diagnostica, per l'indicazione mon coni di un nervo non possono essere direttao controindicazione all'intervento. Ritiene che mente suturati, egli ricorda gli esperimenti di Guidi. procrasticare troppo l'intervento possa, per la eseguiti nel Laboratorio di patologia chirurgica paralisi di qualche nervo, avesse serie conseguenze di Roma, dai quali risulterebbe che gli innesti di srù risultato. Per la tecnica della sutura diretta, nervo si prertano meglio della sutura a distanza,. non avrebbe grande importanza l'affrontament~ delle plastiche nervose ecc. Ricorda la comunica-· esatto dei fasci creati. Crede che l'innesto di nervi zione di Nageotte e Sencert sull'impiego degli inmorti, per colmare perdite di sostanza, non sia nesti di nervi morti ; la loro azione non può essuperiore alla semplice rsutura a distanza fatta sere assimilata a quella dei conduttori adoperati nelle suture a distanza. con fili di catgut. PoRPURA. A proposito dei risultati migliori ot· Puttr. - Ha adoperato vari mezzi di protezione tenuti con gli interventi sui nervi in tempo di pace, e di avvolgimento dei nervi; si è trovato bene a cui ha accennato il Relatore, l'O. fa osservare dei tubi arteriosi preparati alla Foramitti. Se quecome nelle ferite di guerra sieno state più facili sti però sono lasciati aperti a doccia, quivi si stale neuriti ascendenti, causa le frequenti gravi in· biliscono delle aderenzè tenaci e n11merose. L'avfezioni delle ferite, donde una mag~iore difficoltà volgimento con lembi di fascia lata, anzichè imo un ostacolo completo alla rigenerazione delle pedire, sembra favorire la proliferazione connettivale perinervosa. fibre nervose. Nella cura dei feriti del sistema nervo;)o perife. Nella sutura dei nervi è bene rispettare la torico è necessario non dimenticare lo stato anato· pografia fascicolare; senza che ciò rappresenti una mico e funzionale dei muscoli. legge assoluta per il ripristino della f11nzione. D. ~IARAGLIANO. Os.serva che il Relatore non ha Dopo alcune osservazioni fatte da VECCHI, sulla messo sufficientemente in rilievo l'importanza delle constatazione di movimenti associati in un caso lesioni vascolari, complicanti le lesioni nervose. Le di anastomosi spino faciale, ilrelatore prof. V ERG_.\ lesioni dei grossi vasi, indipendentemente dalla risponde brevemente ad alcune osservazioni. nutrizione dell'arto, pos.sono creare condizioni di Fa notare a D. Maragliano che nel testo della insufficiente vascolarizzazione del nervo, donde relazione egli ha tenuto conto delle complicanze inciampo ai processi rigenerativi. vascolari nelle lesioni dei nervi: a Lusena che la Riguardo ai rapporti fra motilità volontaria ed incisione del nevrilemma e lo hersage non hanno eccitabilità elettrica, l'O. crede che, quando tra- fatto buona prova ; a Scalone che non si possono verso un nervo passa l'impulso volitivo, passi an- senz'altro qualliìcare come paralisi simpatiche i che la corrente elettrica, se l'eccitazione è diretta. casi da lui rileriti, che appartengono al gruppo FIERI com11nica un caso di trapianto omopladelle lesioni fisio-patiche, e che il procedimento stico di nervo conservato in alcool, per colmare chirurgico da lui eseguito non è raccomandabile. nna perdita di sost anza lunga 8 cm. fra i due A. CHIASSE ~ l .'11 . m onconi del nervo mediano. I4 operazione data da • 1conti1i1ta) . 4 mesi. 1


SEZlOl\TJ!: PRATICA

APPORTI DI' IHDIClB! PRATICA. CASISTICA E TERAPIA. Ipotonia generale apoplettiforme.

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luogo ad astenia, astasia e diminuzione del tono· muscolare. Per i focolai del lobo tmporal.e però non si può pensare ad un 'azione a d·i stanza sul cervelletto essendo questo protetto solidamente contro· le compressioni per ·o pera del tentorio. Si pensò. allora ad u-no s tiramem,t o delle radici spinali posteriori, ma , pur non potendo escludere questo · fatto, sarà ben difficile ammettere che tutte le radi~i spinali vengono ad u.n tratto sim·u ltaneamente e u.n ifo.r memente s tirate. L'urtica ipotesi p robaibile che rimane è quella. dii una compressione ·d ei peduncoli cerebrali, i.potesi confermata anche da altri sintomi d a compressri.one dei pedu·nco1i: osset1Vati tqàlJil' A. .nei • • S UOl casi.

lVIen tre era da tem p0 11ota 1'ipotonia generale m usoo1are insorgen.te nel coma epilettico, diabetico, uremico, apoplettico e ne lla narcosi (clo: .roforn1ica, eterea, da cloruro di etile) sono stati fino ad ora poco studiatii gai accessi di .i potonia g·enerale apoplettifmrue in ma.l ati con focolai del lobo temporale e del cerv·elletto. Knap (Deutsche mediz. W ochenschrift, 15 maggio 1919) rifenisoe un caso di cisti da echinococco nel lobo tem·p orale siin1.stro, un altro di ascesso SIJ.,VESTRI. del lobo temporale sinistro, un terzo di turno.re del lobo temporale destro e altri casi osservati L'edema angioneurotico. da Kna uer e James di tumori a carico del lobo tempora1e i·n c ui s i osservarono accessi s ubi.ta·n ei C. R. Austrian (Southern M édical J ournal, lu-1J i ipotonia muscolare. Il malato a coscienza in- glio 1919) distingue sei tipi di edema angioneut.tgra si afflosci.ava s u se st esso e cadeva come rotico. un sacco, impossibilitato a reg.g ersi in piedi o Il primo tipo è costituito dall'edema angioneustair ritto seduto. rotico di origine anafilattica. Il complesso sinto-· Accessi simili furono osservati anche in u·n matico si sviluppa con la ingestione della proteina tumore del cervelletto, nella sindrome di Menri..è- e delle proteine alle quali il soggetto è sensibile,_ re e in due casi di vertigine la·b irintica. e scompare con la eliminazione di esse. L'edema Tali accessi di i·p otonìa •si distinguono da può essere provocato artificialmente applicando · quelli di origine tossica (coma uremico, diabe- sulla p elle o iniettando sottocutaneamente la spetico, ecc.) p·e rchè in questi ultimi si ha perdita ciale proteina. cli coscienza, sebbene si siano riferiti dei casi di Il secondo tipo è detto infettivo. La etiologia è ipotonia da avvelenamento per duboisiina e io- meno sicura, ma è certo il fatto che l'edema può ~cina in cui l a coscienza era conservata. comparire in seguito ad un focolaio infettivo e Essenzialmente diverse sono le ipotoQie dura- scomparire con questo. Probabilmente il tipo inture che si -0sservaru:> nella corea e nelle osicosi fett vo è un sottogruppo del primo tipo, in quanto . .. i per-cinetiche con t e11denm a movimenti coreici, che il disturbo angio .neurotico è determinato da in cui le ·c au se dell'ipotonia va ricercata .11ell'al- sostanze prodotte direttamente dagli agenti infr tteraz.iione delle vi.e centripete che dal cervelletto tivi o dall'organismo stesso in conseguenza della \-anno al nucleo rosso del .l ato opposto ed al ta- infezione. lamo ottico. Il t erzo tipo, endocrino, è stato riconosciuto da Per i casi di ipotonia da focolai d·e.l lobo tem- molti osservatori; È ben nota la frequenza di alporale e del cervelletto si debbono invocare altre tre neurosi vaso-motorie e dello stesso edema anspiegazioni p<>tendosi difficilmente immag·imare gioneurotico nel gozzo exoftalmico. D'altra parte ·un 'alterazione 1i.nifor111e bd.latera.Je d,elle vie de- il fatto che la sindrome si ha di preferenza al clisc.r itte. Nel.la vertigine labirintica e nella sin- materio, al] a puhertà ed in rapporto con i p eriodi drome di Menière la eiausa dell'ipotonia sta in mestruali fa sospettare la influenza della secrea lterazioni bi-laterali del tono labi1iintico. zione interna delle ovaie. Finalmente la scomparsa Nei casi di focolai del lobo temporale riferiti d ell'edema dopo la operazione in individui affetti dall '.~., non si avevano però disturbi udi tivi e da ipertiroidismo, e nei casi dovuti a menopausa, dell'equilib.rio p er cui ·non ·p ossiamo pensare per il miglioramento in seguito alla somministrazione • tali casi a processi 1abirintici. di estratti ovarici fa pensare che la sindrome è Per i tumori del cervelletto è agevole a ro.m et- dovuta ad una iperfunzione della tiroide e ad una tere una. compressione d,e i centri del tono, con- ipofunzione della ovaia. Ma non è dubbio che antenuti .nel nuclie o dii Deiters , nel verme e nel nu- che altre glandule hanno influenza nello sviluppo· cleo de ntato, essendo noto .p er gli esperimenti dell'edema angioneurotico. Il quarto tipo, reumatico, comprende i rari casi dì Lucdani che l'estirpazione del cervelletto dà (23)


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di edema angioneurotico verificantisi in seguito alPesposizione al freddo. I,a etiologia di questi casi non è chiara, nè sufficientemente dimostrata. Il quinto tipo, metabolico, comprende i casi nei ·quali la comparsa del complesso sintomatico si ha in seguito a disturbi del ricambio generale. Il sesto tipo, idiopatico, non eostituisce in realtà un gruppo a sè, ma comprende quei casi per i quali non si riesce a identificare la causa pros.sima. Non è dubbio che ulteriori studi diminuiranno progressivamente il numero dei casi attribuiti a questo gruppo. I fatti sopra accennati dimostrano che l'edema angioneurotico o morbo di Quincke non ha una etiologia unica e che l'edema è l'esponente di un disturbo vaso -motore o angioneu.r ale. dr.

La sindrotne nervosa dello spazio retroparotideo posteriore. Villaret e Faure-Beaulieu (Presse médicale, 1918, n. 21) in seguito a nuove osservazioni fatte durante il periodo della guerra, hanno meglio precisato la sintlrome dello spazio retroparotideo, che per molti caratteri si differenzia dalle sindromi costituite dalla paralisi unilaterale degli ultimi nervi cranici. In queste ultime si tratta di fatti dipendenti da lesioni bulbari o emibulbari, per m odo che i nervi sono interessati alla loro origine reale o apparente. Così si hanno le sindromi di A vellis, di Schmidt e di J ackson. Solo la sindrome di Tapia (ferite dei toreador da corna di tori) ha un'origine più costantemente periferica e trau. -matica. La sin drome di Avellis è caratterizzata dall'emipar alisi del velopendolo e (lella laringe (lesione nello pneumagastrico e della branca interna dello spinale vago-spinale). La sindrome ili Schmidt, oltre questi sintomi, comprende la paralisi dello stemo-cleido-mastoideo e del trapezio (lesione d ella. branca esterna dello spinale). La sindrome di Jackson è costituita dalla sindrome di Schmidt più emiparalisi ed emiatrofia della lingua (lesione dell'ipoglosso aggiunta a quella dello pneumagastrico e dello spinale). La sindrome di Tapia è caratterizzata da emiparesi linguale e laringea con integrità del velopendolo; la p ara lisi dello sternocleido-mastoideo è incostante {la lesione ha sede al disotto dell'emergenza dei nervi p alatini, ossia al <li là. del ganglio plessiforme). La traumatologia d1 guerra ha permesso di os· servare altri complessi si11tomatiéi che si assomigliano in genere alla sindrome di Tapia. Cosi, ad es., Collet e Vernet hanno osservata una sindrome totale d ei quattro ultimi uer\ri cranici com emiplegia glosso-laringo-scapulo-faringeo.

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Ma tutte queste sindromi haDitto di comune che non interessano affatto il simpatico. Invece nella sindrome dello spazio retroparotideo posteriore, il gran simpatico ha un' importanza essenziale nell'insieme sintomatico. Nei casi riferiti da Villaret e Faure-Eeaulieu la sindrome fu determinata da una ferita della regione mastoidea destra in uno, e della regione sottorbitaria sinistra nell'altro con estrazione del proiettile dalla regione retroparotidea. Ciò che colpisce di più in questa siBdrome sono i disturbi oculo-pupillari: restringimento deIJa rima palpebrale, infossamento del globo oculare o enoftalmia, e restringimento della pupilla senza modificazioni dei riflessi pupillari. Un altro fatto importante è la disfonia o afonia con paralisi della metà della laringe, _congestione di:ffusa leggera della mucosa laringea e sensibilità della me· desim.a intatta. A questi fatti si aggi11ngono disturbi della deglutizione, disturbi d'origine faringea e non del velopendolo, poichè quec;to non è paralizzato, mentre si nota una immobilità accentuata della parete posteriore della faringe al momento del riflesso faringeo. Si ha inoltre emiatrofia della lingua con deviazione della stessa, disturbi della sensibilita consistenti in emiageusia localizzata e dissociatà: su i due terzi posteriori della metà atrofizzata della lingua il dolce e l'amaro sono percepiti con ritardo e con poca chiarezza, mentre il sapore salato è normale. In un caso solo si notò para1i~i della branca esterna dello spinale (sterno-cleido-mastoideo e trapezio), ma nei due casi in esame la si11drome si dimostrò dodovut~ ad una lesione del simpatico (disturbi oculo-pupillari), del glosso-faringeo (paralisi faringea, disturbi del gusto e della deglutizione), dello pneu.tnagastrico ('l fonia) e d el grande ipoglosso (emiatroia ling11ale). dr.

La nevralgia del plesso celiaco o celialgia nella dissenteria. Tanto la dissenteria amebica che quella bacillare, nota Loeper (P1 ogYès médical 1919, n. 6) all'inft1ori di qualsiasi ricaduta o recidiva, può avere . conseguenze molto moleste a carico dell'apparato digerente: 1° flatulenza gastrica o intestinale con meteorismo, che si manifesta un'ora d opo i pasti; 20 coprostasi con defecazione ogni due o tre giorni, ma senza sangue: 30 dolori e crampi intestinali localizzati all'angolo colico sinistro o al sigma, • manifestantisi per lo più al mattino, qualche TOlta 4-5 ore dopo i pasti. Questi disturbi sono d0Vt1ti o ad una irritazione riflessa o ad una infiammazione nevrotica del plesso celiaco. Si tratta di una sindrome solare analoga a quella che si ha nella tabe, nel saturnismo, nell'ossaluria, nell'alcoolismo ecc.


S EZIONE PRATICA

I fenomeni sono più o meno persistenti. Mentre la lesione intestinale nella dissenteria bacillare guarisce rapidamente, le lesioni del sistema nervoso resi"tono più a lungo e possono durare per ~etti­ mane e mesi. Qualche volta lo stato dispettico, gli spasmi, i dolori possono diventare permanenti. Il trattamento non può limitarsi ai lavaggi rettali od ad una appropriata dieta; occorre una terapia antispasmodica ed antinevralgica. In y_ualche caso, in analogia a quanto si ha nelle conse. guenze nervose della difterite, si può avere qualche benefico effetto dalla iniezione di piccole closi, ripetute ogni tre giorni, di siero antidissenterico. I,a belladonna, i lassativi oleosi. i clisteri con olio di paraffina spesso riescono a calmare gli spasmi e i dolori. La stricnina è controindicata. L' elettricità, specie l'alta frequenza, dà buoni risultati. Le applicazioni calde sull'addome sono sempre efficaci. La cttra termo-minerale deve essere tentata nei casi ribelli. dr.

Il trattamento dell'enuresi notturna. I numerosi e vari trattamenti fincra escogitati contro l'enuresi notturna non hanno dato risultati soddisfacenti, almeno per la loro costanza. Le operazioni le pi1\ varie, le medicazioni le più strane sono state proposte. Se si deve credere a quanto si è pubblicato, effetti soddisfacenti si s arebbero avuti da procedimenti di azione terapeuticamente opposta. Così sarebbero state registrate guarigioni dopo operazioni di fimosi allo s copo di s opprimere una eccitazione permanente delle glande, come successi non meno evidenti si s arebbero avuti con la irritazione dello stesso organo, mediante cauterizzazioni col nitrato d'argento. Non è quindi a meravigliare se si sono registrati successi in seguito alla cauterizzazione dei cornetti, alla tonsillectomia, alla asportazione delle v egetazioni adenoidi, dei polipi del naso e simili. N è è a meravigliare se la lista dei medicamenti consigliati per la cura dell'enuresi coincide su per giù con l'elenco delle sostanze terapeu~iche finora note. Vero è che tutti i mezzi proposti e sperimentati agiscono per via di suggestione, perchè l'enuresi è un'affezione psichica. Ciò spiega perchè dànno più sicuri risultati quei procedimenti che si basano più sulla p ersuasione e sulla educazione, e spieg·a anche perchè qualunque meno risulta inefficace negli individui a tara nervosa molto accentuata, negli epilettici, ecc. Tra i pit\ semplici tipi di rieducaz.fone è quello del risveglio durante la notte, un mezzo eccellente già usato dalla vecchia medicina militare, e dalle madri, che ha un risultato tanto più efficace qttanto più si allontana da esso ogni elemento di persecuzione o di punizione.

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Chavigny (Paris médical, 1919, 22 febbraio) ritiene che buoni risultati si possono avere dall'usodel dispositivo ideato da Genouville. Sul pube si dispongo~o acconciamente due larghe piastre pieghevoli di metallo, separate da uno strato di ovatta ed in connessione ciascuna con i poli di una corrente faradica. Questo sistema forma interruttoreper la corrente, che al contrario passa da una pias tra all'altra quando l'ovatta viene bagnata dall'urina emessa involontariamente dall'individuo. La soossa faradica provoca il risveglio del soggetto ed insieme una contrazione immediata dello &:fintere vescicale che arresta subito la incontinenza. È questo un apparecchlo di rieducazione· che bene adoperato darebbe risultati superiori a quelli ottenuti COJ.?. gli altri mezzi finora proposti_ d1' .

FORMULARIO.

Formole per linimenti nella sciatica Cloaofo,rmio laud.a110, aa.-ia g r. 5; a lcool canfo-· rato gir. ~o ; ro lio di ·g ius qt1ia1no .g r. 60. Cloridrato di oocain1a gr. q.50; mentolo gr. 1 ; sailiciliato dti' .m etil.e g,r. 10; •p oliv. di benzoi.? D· gr. 5 ; vaselina, lainolina · iain.a gr. 40. Ittia lio gr. 5; .s:to·vai111a gr. r; su gn:a be.11z·o inata , vaselina a na gr. 15. r. s. 1

IGIENE. Nuovi studi per la lotta antimalarica. \

La malaria rappresenta sempre per l'Italia una g,r ave jattura, .che Je s t ati.stri.iohe ufficiali SO!llo ·ben lungj dal 1n.ettere in pi:ena luce. La profilassi cl1inoinica ha fatto d.ndubbiamente diminuire la 1n orta1ità , ma la inorbosità è rima sta altissima.. Certamente i nmlarici sono di molto s uperiori aJi 500,000, che ri1St1ltere.b bea-o da:lle c1enu.11c:ie degl[ ufficiali sanitari; basti a d·imostrarlo il fatto che t111a commissione governativa ha trovato p er alcuni co111un i clella S~rdegna il 90 % di m alarici , ment re, neg-li stessi comuni, le statistich e, basat e sulle denuncie dei m edoici, davan o soltan to 11•na marb.osi'.t à del 0.7 al 2 1 %~ La profilassi chininica, la bonifica umana non sono quindi sufficienti a sradicar e la malaria : è 111iecessairio ·éLunque .ricornere a d 1a.1itri .mezzi per con1battene questo flag·ello, t anto più in quest[ t empi in 1cui come t riste reliquato de~la guerra, ii.l 1num.ero dei m ala1rici è i1ruiubb·i.aim.e11.t e cresciuto, per i' 1n11ane.rosd soldiati ch1e hia:n110 eontratto a'tll11f ezi1one nel basso Piave, in i\.lbania , in l\'I acedonia e 1'hanno diffusa anche in pa esi relativamen1te immuni. Vii.sta il' impossibilità dti d ebella.re il n:emic.o con la sola bonifica uman a e la profilassi chini(25)


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:n·i ca, è necessario ri,·olgersi all'altro fattore, alitaliano, .e ssendo stato applicato con successo fin l'anofele, conrt ro cui non poss.on-0 hasitar1e le sole dal 1899 dallo stesso Fermi all' Asinara ed a Sasdifese meccaniche che pure un certo beneficio sar1• . h anno apportato nei primi tempi della loro apQuesto metodo, per dirlo con le parole del Fer_pliicazione. L'anofele deve essere colpita n ei di- . mi, è i!adimle, perchè tende al rilsa:n.am1ento defì·y,ersi stadi della vita, .sia uccjdendo gl·i insre tti nri.tivo delle terre, scientifico, perchè ricerca, studia ed eljmin·a o raauti1e ne in11acui tutti i fooolai, _perfe tti, sia ~mpedendo che le 1arve possano aranche i •p iù pic.c-o1i', è clficatce in tutti i casi, quam.ri\·are a maturazione, o comunque che trovino 1e do sia, applicaito scrupolosamente, e non è mali. ·condizioni necessarie per ·vivere. app·ortatore e conservatore di malaria, nè del Oltre ùa grande bonifica, la·voro di lunga ù.en a minaccioso anofelismo senza ma~laria ; ed è poi ·ecl a risulta.ti lontani·, è particolarmente la pic·ooJa. b·011iifica ch·e bj:so1gina awer di mira p.er ci.m- rapidissimo e relativamente poco costoso, specie se ooaidill!v.ato, .qu:aindo occoirra, dail le gramdi opere _pedire i ristagni d'acqua, sistemare gli sc.oli, redi bonifica. _go1arizzare e d1enudare l1e sponde dei canali, srtuEspe1r.i1nento d1ell 'r\ . ottirman1.et1te riuscito ci..n ag~diare metodi! particdl.ari p.e r renderre innocue le giunta ai precedenti in Sardegna è quello di Tri·coltt1re irrigu1e. Per 1a lotta contro le lar,re e le ninfe, s.er\"'Ono nitapoli (3) , dove nel 1915-16 infierì una gra,rissima epidemi1a malarica. Iv,i una Jntensa campa·CfllSIO per caso la petrolizz.aziotne, 1'uso di .pi.ant~ g.nia .aint~an1ofeliiea ed arutiouliciwa lib~ò oomipJ..e(Lemina) ch1e , rioopT.e.nd.o la supem.cie <lell '.acqrua, tamente nel 1917 il paese dalle zanzare. In quei111pediscono che l1e !Larve possa·n o portarsi· alla sta pubblicazione, 1'A. risponde a num.e rose obiest1perficie per respirare : inoltre la radi.caLe pt1zi·O!lllÌ che si p1osso.no fu;r e aJ soo tm·etodp, sia nel l1ibi1a dei ic:ana}i e dei ristagni dalle erbe e dalle caso ~articolare, sia dal pu11to di v.ista generale. ·iailgihe .cl1e vi ierescoino, l' in1missione di ·piescO., -che mangiano 1e ·l arve stesse, l 'aggiu11ta di s.a le ' * a lle .a.eque -in ·1nodo da raggiunger.e una salinità, ·i 11compatiibile con la vita delle larve. Un antro espierin1ento di disanofelizzazione è Gli itnsetti aerei cnelle case si uccido110 d:i.ret- stato fatto dal prof. Grassi a ;Fiumicino (4)· In ·tamente. o si cattur.ano, eventualmente dopo a·verli questa locali·t à 1nte.nsamente malarica, la prima s nidati, meiliante agenti gazosi, quali il fumo operazione, fatta all '.inizio della primavera, è cli pa.g 1ia, d.i fi1en-0 ecc. Importanti sono a1triesì sta:ta i1 censi.me nto dei ma.1.arici, che vennero soti p·a rticol.ari costruttivi e l'arredamento clelle catoposti a cttra intensiva; si ebbe come risultato se, ch·e (lebbono ·esserie tali da impedir1e ill piu che la metà circa rimase esente da malaria. ·che. sia possib.ile l'accesso ed il facile rif11g i:arsii P1111"1e all' imiizio defila ·pri1m~vera vennero i1ni_. ·d·el le zanzare. ziia.t1i con grande attività, e oontinuati fino allo Di· qttesti n1letodi cli 1lotta antimalarica, tratta autun110·, i lavori cli p_iooola bon.ifica-. Questa ampiame11te il prof. C. Fermi (1) , in u11 lavoro campagna ha offerto all' A . U'occasione di studiare cl'indole eminentemente pratica, in cui 1espone Jo molte particolarità nei costumi e nella biologia .staito della questi1one ed ii11dica i mezzi ·a dait ti allo d1e ll 'anofele, di r.i1evare ilia. densità anofel1ica; ]a .scopo. È tutto il piano di lotta da lui adottato pericentu.a1e delle anofele infette (1-2 %) , la }u.ui.n pr~edenti esperin1enti , fatti su larga scala in ghezza del ,,olo (rooo-2500 metri), la facilità con Sardegna e neUre PUJglie, p'Ìano di lotta che, oltre cu1 :&i s·p ostano, ecc . .ai particolari tec11ici rig·uardanti i procedime-1i:ti I.11. cr0mplesso però 1'A. a:tl1111etite fraoca.me11te più conveniie nti, i mezzi e gli strumenti piiù che l 'esp.e ri1nento non è riuscito; è bensì vero .adatti, si occupa iain-cbe della ·11recessi.tà di IÌ.JSti'- che la proporzione dei malarici a Fiumi.c,i.no.t che tuire un corpo di p ersonale atti'\ro e capace, reera di 82 nel 1906, è risultata nel 1918 inferiore tribuito 1a do·v ere, che è .i ndispe11sabilie ~lla riu- . a l 50 91' , 111a 1'_t\.. ritiene e h.e questi riswltaLi siascita di tale sistema di lotta. Le nozioni sulla no do,;uti sopratutto a11a cura degli indi,ridui malaria e s ui metod.i: di queste campagne antigià malarici. anofeliche sono riassunti, schematizzati ed ; 11uLa distnuzidne dleù1e ainofele, però, no~ si è ottellJUta; per Yeriità essa. è assari1 più d1ftìcile da strati· con figure in un quadro, che potrebbe ben raggiUJ!lge..re che quella dei C1,lex . lnsuffici~ntc er,~ire per propaganda. sembra a1 prof. Grassi la piccola bonifica, ed è ì\onostante .che questo metodo di profilassi sia e\·idente che la lotta va intrapresa sopra una -<>ra ·ven11to in onore fra noi, perchè suffragato g·rande estensione; i tentati,·i locali possono esdalle grandiose esperienze degld Americani a sere interessanti ed i.str11tti,·i, ma otterranno Cuba ed in Panama (2) e da al tre a Ismailia (Casen1pre effetti limitati. nale di Sttez), in . t\lgeria, . ecc ., esso è totalmente

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f-\NNO XXVI, F .\SC. 39]

SEZIONE PRATICA

Occorrono grandi miezzi: 1e d una speciale organizzazione con il concorso c1i enti diversi (La,·-0ri pttbblici, ~.\gricoltura). In tal modo la disa11.ofelizzazione potrà rendere notevoli servizi, special1ne11te se associata a1'1a cura dei malarici ed .alla profilassi meccanica e chimica. Essa va inoltre iniziata molto presto (almeno in marzo) e continuata fino nel tardo autunno; analo,gamente ancl1e la bonifica umana non va interrotta nei .1n1esi inver11ali, ma deve inve.ce continuarsi anche nel periodo interepidemi.co. A. FILIPPINI.

INDICAZIDNI BIBLIOGRAFICHE. {r) CLAUDIO FERMI. La lotta contro la malat-ia, niediante la grande e piccola bonifica e la disinfezione idroaerea antianofelica. Roma, Tip. dell'Orfanotrofio di S . Maria degli Angeli. Prezzo

L. 5.

;

{2) A. LE PRINCE e J. 0RENSTEIN. Mosquito control in Panama. Putman 's sons. ed. New York e Londra. (3) C. FERMI. Sull'effettuato risanamento antimalarico di Trinitapoli. Estr. da « La Mariologia », anno XI, n. I. (4) :B. GRASSI· L' experience de . prophylaxie antinialariaue à Fiumicino. Bull. de l 'office international d'hygiène publique, 1919, p. 592. •

POSTA DEGLI ABBONATI. (1049). Al dott. E. C. da P.:

Il « Traité d'obstétrique » del Ribemont-Dessaignes è edito çlal Masson (Paris). L'ultima edizfone (88 ) è segnata in catalogo fr. 35 (salvo aumenti di dopo guerra). Si può ordinarlo mediante qualunque libraio. z .o Di trattati esteri e moderni di ostetricia e ginecologia abbiamo in italiano quello di Cuzzi, Guzzoni, Pestalozza, Mangiagalli, edito dal Vallardi: non è ancora completo, ma prossimo ~ad esserlo. Di trattati francesi di Ostetricia vi è : Bar-Brindeau et Chambrelent, <e La pratique de l'art des accouchements », Paris, Esselin et Houzeau, 1914, fr. 50 più il 10 % ; di Ginecologia: Faure et Siredey « Traité de gynécologie médico-chirurgicale ».. Paris, Octave Doin, 1914, fr. 37. 50 più il ro %. Vi è anche il trattato di ginecologia del Pozzi, pubblicato in italiano dal Vallardi. V. A. DI SANT' AGNESE. (1050). All'abb. n. 4293:

Una trattazione non del tutto elementare e che può affidarsi al malato sulla sifilide è: «Le malattie sessuali » del dott. G. Franceschini, Manuali Hoepli, Milano . V. M.

1155

V ARIA. La teoria. dell'alimentazione e la guerra. Loeny e. Strauss (Deutsche M edizinische TVochenschri/ t, 3 aprile 19r9) affetmano che le nozioni fondamentali suJla fisiologia dell'alimentazione sono state confermate dalla guerra. Dal punto di vista delle calorie si è verificata come esatta la necessità di un minimum di 1600 calorie al giorno e 2400 per i lavoratori. J"a razione di albumina che V.oit :fissa in 198 grammi come minimum, può essere ridotta a 70 gr., quantità del resto· già ritenuta sufficiente da altri autori. Comunque la quantità dell'albumina deve sempre variare a seconda che il numero totale delle calorie è normale, insufficiente o eccessiva. I4a guerra ha dimostrato che la ipoalimentazione prolungata conduce ad un certo equilibrio, ma sempre dopo un lasso di tempo durante il quale il peso del corpo diminuisce pro· gressivamente. Cosi una razione di i300-1800 calorie con 40 gr. di albuminoidi è sufficiente per individui del peso di 40 a 48.5 kg., mentre per un individuo di 5r kg. sarà insufficiente e non si avrà compenso fra le perdite e gli introiti. Questa fase c1i denutrizione è caratterizzata rispettivamente da una diminuzione dei fenomeni di disassimilazione. Riducendo ancora la razione si ha una rapida diminuzione del peso del corpo con fenomeni di deficit nervoso (debolezza, irritabilità, delirio, allucinazioni). Durante la guerra i grassi sono stati in parte sostituiti dai carboidrati, ma poichè anche questi ultimì erano insufficienti, non è stato possibile accertare i disturbi determinati dalla esclusiva deficienza dei grassi. Tuttavia è stato stabilito che l'assenza dei grassi ha una notevole influenza sul~a salute e che essi sono particolarmente efficaci nel combattere gli edemi da fame. La guerra ha infine dimostrato che l'org~smo può adattarsi ad alimenti che in condizioni ordinarie sono assorbiti con difficoltà. dr.

CENNI BIBL/OQRAFICI. . A. CEVIDALLI. - Compendio di medicina legale. Prezzo L. 28.00. Società Editrice libtaria.

La produzione libraria italiana in fatto di me dicina legale è abbondante, ma il libro del Cevi dalli non è di troppo. Non ha nè la mole, nè la pretenzione di un trattato; è uri compendio che può servire come buona preparazione per gli studenti, per ~ bisogni dei quali non sono indicati grossi vol11mi istituzionali, ma libri che diano della materia una nozione completa e nello stesso tempo succinta. d~. (27)


IL l 'OLTCLlNICO

[_-\>-:NO XX\71, FASC. 391

NELLA VITA PROFESSIONALE. !ledici proletari e 1nedici borgh.esi. Ammesso che la clas.s e dei medici non può nel suo insieme considerarsi come. appartenente ad una delle due grandi classi, nelle quali si tende a dividere la società, proletaria o borghese, resta ad accertare se vi sono gruppi o categOI'ie di medici che possano considerarsi appartenenti a~­ l'una o all'altra classe. A primo aspetto sembrerebbe che l'onore di far parte del proletariato spetti .solo ai medici condotti. La circostanza che essi sono stipendiati e che le loro prestazioni più che per gli altri professionisti sono un misto di attività intellettuale e di lavoro fisico confermerebbe tale opinione. Se si tien conto dei metodi di lotta adoperati dai me~1ici condotti per il miglioramento delle proprie condizioni, associazioni di re~istenza, boicottaggio, a cui si aggiungono ora le minaccie di sciopero e le richieste di otto ore di lavoro e del riposo festivo, l'appartenenza alla classe proletaria o meglio le analogie fra i medici condotti ed i lavoratori delle braccia appare più evidente. I medici condotti sono così bene organizzati, dispongono di una stampa così vivace e battagliera che hanno polarizzato tutta la opinione pubblica, quella dei colleghi stessi, a loro favore. E non a torto, perchè le condizioni dei medici condotti erano finora veramente misere, perchè il loro miglioramento determina per ovvie ragioni automaticamente quello di altre categorie di sanitari. Ma non è d nbbio che se le condizioni dei me. diei condotti erano infelici e lo sono ancora per alcuni di essi, infelicissime sono quelle di alcuni gruppi di liberi esercenti. Tra gli uni e gli altri esistono le stesse differenze e rispettivam~nte le stesse analogie che distinguono e caratterizzano gli operai delle grandi industrie e gli artigiani. Quelli hanno un salario fisso e ben determinato, lavoro metodico e di durata prestabilita, garenzia di inamovibilità, di sussidio o di a11mento di paga, solidarietà dei compagni in caso di soprusi o di sopraffazioni, per gli altri tutto è incerto, tutto è aleatorio. Gli operai delle industrie possono migliorare le loro condizioni proporzionatamente all'aumento d elle necessità, chiedendo aumenti di salari, che quasi sempre in tutto o in parte sono accordati, perchè le richieste sono appoggiate su solidi strumenti di lotta; l'artigiano non può at1mentare le sue richieste di compenso senza pericolo di assottigliamento della propria clientela. Senza dire che (28)

la concorrenza o la paura di essa, spesso rende impossibile il miglioramento delle condizioni del1' artigiano. Così è del medico libero esercente. Le circostanze attuali impongono senza dubbio un aumento degli onorari, che tutti ritengono giusto ed equo. Ma quali ne sono le conseguenze 'I Sarebbe un errore credere che tutta la quistione economica è risoluta quando un'Associazione professionale o un Consiglio di Ordine di medici ha stabilito un aumento di tariffa ed il medico è riuscito a farla accettare ai propri clienti. La soluzione è perfetta per il grande clinico, per il medico che si è fatta una grande reputazione, per il grande operatore. I malati non ricorrono a loro che eccezionalmente, ed anche quando il prezzo del consulto o dell'intervento fosse molto gravoso per le risorse della famiglia , vi si rassegnano perchè si tratta di una necessità che si crede assoluta e di un caso che non si ripete spesso. La soluzione è anche buona per i medici di grandi quartieri popolari che fanno visite numerose ed hanno per clienti operai che guadagnano molto più di prima della guerra e che spendono senza alcuna reticenza in proporzione dei loro aumentati salari. Ma il medico che malgrado tutto rimane vittima della situazione economica è quello che ha i suoi · clienti nella me jia borghesia. Questi clienti prima della guerra erano i migliori, avevano il loro medico di famiglia, pagavano un equo onorario e regolarmente, permettendo così un esercizio professionale accurato, onesto e dignitoso. A ques.ta specie di clienti, le cui risorse economiche per effetto della guerra non sono aumentate> se non sono diminuite, non si possono fare accettare impunemente gli aumenti di onorario che pur sarebbero equi. Il medico aumenta del cento per cento la sua tariffa, il cliente non fa obbiezioni, ma, come ha rinunciato per mancanza di mezzi ad altre abitudini, restringe l'uso del medico. Il medico si chiama quando è indispensabile, quando non se ne può fare a meno; oggi lo si chiama quando la malattia si prolunga oltre il periodo che caratterizzn. la indisposizione o quando ass11me un aspetto allarmante. Lo si chiama per sapere di che si tratta, gli si chiedono i consigli del caso e lo si prega di ritornare quando sarà invitato nuovamente. L'aumentata cultura e la necessità di r~spar­ miare rende questa gente capace di assistere e curare un infermo e di sapere quando è necessario il parere dell'esperto. Si paga il doppio il medico ma lo si consulta


1.\NNo xxvr,

FAsc. 39J

SEZIONI~

tre o quattro volte di meno. Gli effetti non hanno bisogno di dimostrazione. E pure questi medici che si trovano così a mal partito co_stituivano nelle città la maggioranza prima della guerra, e ora sono ancora aumentati in seguito all'inurbamento di molti colleghi, che durante il servizio militare hanno assaporato le ·d·elizie della vita cittadina. Sono questi i veri medici proletari. Sono questi i colleghi che più degli altri avrebbero titolo alla · protezione solidale della classe. Ma è dubbio che un'azione con speranza di successo possa essere svolta a loro favore. Le loro condizioni non potranno migliorare fino a quando il numero dei medici sarà eccessivo in confronto degli effettivi bisogni della popolazione. La produzione dei medici deve s ubire una contrazione. Pangloss.

Cronaca del movimento professionale. Per una Federazione dei fasci dei medici reduci dal fronte. In varie provincie d'Italia i medici reduci dal fronte si sono costituiti in Fascio per provvedere in modo efficace alla tutela dei loro interessi morali ed economici, con1promessi, specialmente questi ultimi, c1alla lunga permanenza dei sanitari in zona di guerra ;. e vennero così formandosi i Fasci di Torino, Milano, Genova e Bologna; e si ha ragione di ritenere che anche in qualche .altra provincia d'Italia si siano costituiti Fasci analoghi dei quali però mancano ancora notizie precise. I singoli sodalizi sopra elencati hanno formulato, in programmi quasi identici fra loro, i desiderata della classe i quali in linea generale riscuotono l' approvazione del pubblico e talora anche quella delle autorità costituite per la naturale simpatia che la gentilezza italiana accorda al reduce; ma in pratica le difficoltà che incontra l'accoglimento delle richieste formulate sono purtroppo non poche e non indifferenti. Per superarle qualcuno ha proposto di riunire i vari Fasci in un unico sodalizio che potrebbe prendere il .ncme di (( Federazione N azionale» dei medici reduci dal fronte; e poichè la proposta è parsa ·a tutti degna della massima consirl erazione, desta meravi~lia l'oblio nel quale è caduta l'idea che pareva des tinata all'attuazione quasi imme. diata. Stando così le cose, il Consiglio dei medici smobilitati di Torino, ritenendo che la Federazione dei vari Fasci dei sanitari reduci sia il mezzo più .afficace e pratico per ottenere dagli Enti e dalle Autorità buona e cordiale accoglienza alle richieste •

PRATICA

r157

avanzate, +innova per mezzo del Policlin.ico l'invito ai sodalizi analoghi delle altre provincie di volersi unire fra di loro, e prega le singole Presidenze di voler trasmettere al Fascio di Torino , in via dei Mille, 16, la loro adesione alla costituzione della Federazione, nonchè le eventuali pro· poste al riguardo. Le modalità inerenti alla costituzione della nuova grande Associazione potrebbero eventualm ente venire esaminate e discusse in un convegno delle varie Presidenze 9d in un congresso da in· dirsi in epoca non lontana.

RISPOSTE . A QUESITI E A DO~IANDE. Dott. G. T. da M. Le amministrazioni di pubblica beneficenza non sono obbligate per legge a corrispondere l'indennità caro-viveri ai propri impiegati. Ella, quindi, non ha diritto di ottenerla a carico. dalla amministrazione del Riformatorio, ma solamente dal Comune. Però se la Pia Opera si decidesse spontaneamente a concederla, Ella potrebbe accettarla perchè non vi è incompatibilità fra le due concessioni. (7989) Dimissi oni - Co?rigedo. Dott. F. G. da S . Il medico condotto, sempre quando non si opponga qnalche disposizione contenuta nel relativo capitolato, può sempre rassegnare le proprie dimissioni dalla carica. Essendo cessato il periodo di guerra si possono riprendere le concessioni di congedo ai medici condotti, di cui ora non vi è più assillante bisogno. · (7990Ì Pen sioni - S e1 vizio militare. - Dott. M. F. da S. M. sul C .. Gli anni passati in servizio militare avrebbero potuto valere agli effetti della pensione se Ella avesse dichiarato di voler nel frattempo pagare il proprio contributo. Non avendo ciò fatto, il periodo utile per la pensione decorre dal giorno della sua effettiva iscrizione alla C'assa. (7991) I ndennità caro-viveri - Ufficiale sanita rio. - Dott. G. B. C. da P. P. - L'ufficiale s a· nitario non riceve dal Comune indennità caroviveri, sia perchè non è un impiegato comunale sia perchè non riceve stipendio. (7992) M edico condotto interinale - S tabilità. Dott. A. G. U. da V . Il medico interinale non • acquista mai la stabilità nella condotta perchè la sua nomina non fu fat ta a seguito di concorso: (7994) Ce·rtificati sanitarii per emigraziorie. Dott. L. C. da M. Il rilascio agli emigranti dei certificati richiesti dalla legge è gratuito d a parte degli Ufficiali sanitarii. (7995) Documen ti e titoli per pa1'tecipa1 e a pub blici concorsi . - Dott. E. C. d a C. I documenti (7988) I ndenni tà ca10-viveri . -

(29)


[ .-\.NNO XX\~l, FASC.

personali dobbono essere presentati in ogni concorso in copia autentica, cioè, fatta da un pubblico notaio, i titoli i11; copia semplice. (7996) Pensioni - Interinato - Supplen~a gratuita - I ndenn'ità caro·viveri. - Dott. A. G. da R. Durante il servizio interinale non si è obbligati a corrispondere il contributo alla Cassa previdenza perchè tale servizio non è valutato nel computo della pensione ma uni~amente per accelerare l'acquisto del relativo diritto. Nè vale addurre che nel frattempo il Comune ha versato il suo contributo proprio, perchè esso è sempre tenuto a versarlo sia che la condotta sia occupata dal titolare, sia che essa si trovi vacante o gestita da un supplente od interino. Il medico interino non ha diritto alla supplenza gratuita in caso di infermità perchè la sua posizione è precaria è tale da non costituirè un vero e proprlo rapporto di impiego. L'indennità caro-viveri è corrisposta ai medici interinali solo qt1ando oc• cupano un posto di condotta privo di titolare, e non già quando questi sia semplicemente assente od in servizio militare. Pertanto avendÒ Ella occupato un posto non privo di titolare, non ha diritto ad alcuna indennità del genere. (7997) Liqu~dazione di pension e - R icchezza mo· bile. - Dott. L. S. da S. Nel quesito Ella accenna ad un ordine ministeriale mercè il quale sulla quota di pensione mensilmente spettantele non le si doveva computare la ricchezza mobile. Ora questo ordine conviene che Ella riproduca per esaminare se la ritenuta fatta dal tesoriere fu legale o meno. In tesi . generale sulle quote di pensione che sono liquidate e riscosse da medici, si paga la tassa di R. M. in ragione del 7. 50 % se non superano le lire 2000. Se Ella può dimostrare che non era tenuta a tale pagamento perchè ne era stato ufficialmente esonerato, lo dica perchè potessimo consigliarla sul da farsi per ottenere il rimborso di ciò che avrebbe ingiustamente pagato. ( 7998) Concorsi . - Dott. D. C. da C. Non è improbabile che quanto prima siano ripresi i concorsi essendo se non di diritto certamente di fatto, cessato lo stato di guerra; ( 7999) Congedi a medici di Opet'e P ie. - Dottore L. G. da S. di S. Ai m edici delle Opere Pie non sono applicabili le disposizioni contenute pei medici condotti nella legge sanitaria, epperò, essi non possono u suf ru1re del congedo di un mese m a di quello che è stabilito nel relativo atto di nomina o nel regolamento di servizio interno della istituzione. (8ooo) I ·n.dennità caro-viveri - Capitola.to. - Dot· tore F. F. da C. L ' indennità caro-viveri va com· misurata a!lo stipendio attuale di lire 108. 33. Ella, q,1indi, ha diritto a lire 100 mensili in più dello (30)

391

stipendio dal 10 gennaio 1919. Non si può obbligare ad osservare un capitolato che non riportò ancora l'approvazione delle autorità competenti. Il Consiglio comunale può senza preventiva ap .. provazione del Prefetto comminare la s0spensione al proptio medico condotto. Contro la relativa deliberazione si può ricorrere alla G. P. A. in sede contenziosa, per soli motivi òi legittimità se la sospensione non supera i tre mesi, anche nel merito se è per tempo maggiore. Doctor JustITIA.

CONDOTTE E CONCORSI. NE~E UNIVERSITÀ l'.rALIANE.

Sono stati banditi i seguenti concorsi a cattedreuniversitarie : 1. Patologia speciale chirurgica alla R. Uni- · versità di Messina. 2. Anatomia umana a Sassari. 3. Medicina legale a Cagliari . 4. Anatomia patologica a Sassari. 5. Clinica medica a Messina. 6. Clinica oculistica a Cagliari. 7. Clinir a ostetrica a Messina. 8. Materia medica a Cagliari. 9. Igiene a Cagliari. io. Patologia generale a Sassari. 11. Clinica pediatrica a Messina. 12. Zoologia e anatomia comparata a Sassari.. 13. Fisiologia a Sassari. La presentazione dei documenti scade il 27 dicembre. GENOVA. R. Clinica Medica. - Sono disponinibili due posti di aiuto e quattro di assistente,. nel ruolo del personale volontario, secondo le recenti disposizioni ministeriali. Gli aspiranti devono rivolgere entro il 10 novembre domanda alla direzione della Regia Clinica medica di Genova in carta libera corredandola di tutte le indicazioni che credono oPportune nel loro interesse. Medico-chirurgo, t rentatreenne, otto anni di laurea, pratica ospedaliera, maternità, condotta, accetterebbe subito ottimo interinato, possibil'mente non in montagna, e con probabile stabi... lità. Scrivere dott. A. Messa, S. Marco Teano (Caserta) . Giovane medico cerca buon interinato o posto di assistente intemo in qualche Ospedale. Scrivere: dottor De Marco Cristino, Roccamorice(Chieti). Giovane medico cerca subito lungo interinato o buona condotta preferibilmente me·d ia od alta It~ia, o posto d'assistente in Ospedale. Scrivere: dott. Giuseppe Di Leo, Trinitapoli (Foggia.). Medico chirurgo disposto accettare interinato-. Scrivere condizioni: dott. Dino Battisti, Cortona (Arezzo). Medico-chirurgo ex capitano non es~ndo più. disposto di ritornare al servizio di piccola amministrazione comunale e comunque condotto, cerca posto presso Società industriale, miniere, ccc., cli:· sposto anche recarsi in colonia ed all'estero: Scn ... vere : Gastone Bulleri, San Martino, 33, Pisa. •


[ .t\NNO

XXVI,

FASC .

39]

SEZIONE PRATICA

NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

I nuovi senatori. Sono stati elevati alla dignità senatoriale: Bianchi prof. Leonardo, ordinario di clinica neuro-psichiatrica a Napoli, ex-ministro della P. I., ex deputato di Montesarchio. Pascale prof. Giovanni, ordinario di clinica chirurgica a Napoli. Queirolo prof. Giov. Batt., ordinario di clinica medica a Pisa, ex deputato di Pisa. Rampoldi prof. Roberto, docente di clinica oculistica a Pavia, ex deputato di Pavia. Rattone prof. Giorgio, ordinario di patologia generale a Parma, ex deputato di Aosta. Ai cinque illustri rappresentanti della medicina esprimiamo le nostre cordiali congratulazioni, in nome della famiglia sanitaria italiana. Registriamo con compiacimento anche la nomina a senatore dell'on. avv. Giovanni Ciraolo, ex-deputato di Fano, presidente generale della C. R. I. Il prof. dott. Aldo Cemezzi è stato chiamato a dirigere una sala chirurgica annessa all'Ospedale Civile di Saronno (Milano) .

JYOTJZIE DIVERSE. La lotta antitubercolare a Pavia. Il Comitato antitubercolare provinciale, riuni~ tosi in Prefettura a Pavia, ha discusso a lungo sulle modalità della lotta e sulla istituzione di un tubercolosario, di dispensari, di un sanatorio. Ha poi nominato una sottocommjssione per la propaganda, allo scopo di formare una coscienza non ~olo nelle classi popolari, ma anche i~ quel~e ~edie per la diffusione della conoscenza dei mezzi d1 profilassi e di quelli finanziari necessari a tale lotta. Il Comitato ha quindi approvato un ordine d el giorno, in cui, mentre plaude alla deliberazione presa in sua ultima seduta dal Consiglio Provinciale per la formazione di un Ente Consorziale tra Provincia, Comuni ed altri Enti benefici, .allo scopo di provvedere alla cura ed alla profilassi della tubercolosi, si fanno voti che tale Consorzio divenga presto un fatto compiuto, dichiarando che il Comitato Provinciale si mette sin d'ora a disposizione di detto Consorzio per coordinare tutte le forze intese all'immane lotta contro il micidiale morbo, invocando nel contempo la creazione di un Ente che, servendosi dell'aiuto finanziario d ello Stato . crei delle case salubri contro quei focolai terribili di infezione, che sono alcune abitazioni, sia della città che della campagna. L' Ospizio Marino a Bagnoli.

Nel mese di agosto vennero inaugurate, nell'Ospizio Marino dell'Istituto Ortopedico Ravaschieri di Napoli, le nuove iezioni aggiunte concesse dal Ministero dell'Interno (Direzione generale di Sanità) su richiesta del Direttore . sanitario prof. comm. Curcio e con l'interessamento speciale del prefetto di Napoli e del benemerito ·medico provinciale prof. Corselli.

)J"ei

.Padiglioni Doeker verranno ricoverati perturno 1 bambini dei Comitati civili di Benevento,. Campobasso, S. M. Capua, ecc. ;N~lle tende tipo Croce Rossa, donate anche dal ~rustero, verranno ospitati le graziose schiere d1 bambini « sani » appartenenti ad asili, ricoveri, orfanotrofi ecc., che tanto si gioveranno delle benefi~he cure. mar~ne su quella incantevole spiaggia d1 Bagnoli, unica al mondo . per tutte le sorgenti minerali che vi afiluiscono al mare. L'Amministrazione comunale ha fatto eseguire· a sue spese i lavori di giardinaggio, concedendo· centinaia di piante ed alberi per·abbellire la gran-diosa ed importante Istituzione. L'inaugurazione, con l'intervento delle Autorità,. venne fatta solennemente il 24 agosto. All'inaugurazione il prof. Curcio tenne un discorso no bile e denso di scienza e di amore: esso illustra importanti problemi, che fanno, o dovreb-bero fare, molto pensare.

Nuovo Ospedale. A Castelfranco Emjlia è stata iniziata la costruzione di un ospedale capace di 150 letti, dovuto alla generosità del signor Fausto Piazza, che ha assunto su di sè la spesa, preventivata in mezzo · milione. Alla posa della prima pietra prontmziò un discorso il prof. Silvag1tl.

Soeiètà Francese di Storia della Medicina. Dopo cinque anni d'interruzione, questa Società, che era stata fondata nel 1902, ha ripreso. le sue sedute, presso la Facoltà di ~edicina di Parigi. Il presidente, prof. Jeanselme, membro dell' Ac~ cademia di medicina, fece una interessante comunicazione, "Corredata da fotografie, su manoscrittf medici della Biblioteca Nazionale di Parigi. Il prof. Roger, decano della Facolta, annunziò il progetto di creare un Museo di storia della me. dicina. n Bollettino della Società vedrà nuovamente· la luce nel gennaio del 1920. Vi sarà fatto largo· posto alla bibliografia ed ai resoconti dei lavori concernenti la storia della medicina. La quota, di 12 frs. l'anno, conferisce il diritto . al Bollettino ed a tutte le pubblicazioni della Società. Le adesioni e "i manossritti debbono essere in. dirizzati al segretario generale della Società, sig. Josseyeux, avenue Victoria, 3, Parigi.

Assoluzione di un medico inglese. Dopo un clamoroso processo, il dott. M. H .. Muna en éti Londra ha ottenuto èlal Tribunale un verdetto di piena assoluzione dall'accusa mossagli di avere abusato di una cliente, signora Hack von Hack, che egli curò ver cinque annì di isterismo, di alcoolismo .cronico e di vari aborti. L'accusa, a{>poggiata dal marito della signora Hack (che chte teva il divorzio) e dalla testimonianza della domestica, risultò non solo insussi-stente, ma inverosimile. Tra le lettere d'accusa portate al proc~so non risultò neppure un rigo scritto dal dott. Munden>il quale non fosse di prescrizione medica. (31)


11 60

IL l'OLICLINICO

L' Qn. EDOARDO BONARDI.

.. Il ~orpo sa~itari~ milane~e J:;t~ perduto in questi ~orru u!1o dei suoi membn P.tu valorosi. A Laino a Intelvi ove era nato 59 anni or sono si è .spento il .4 settembre u. s. il prof. Edoardo Bonardi lasciando un grande vuoto fra i famigliari fr~ gli amici, fra i colleghi. ' . L aureatosi. nel 1.879, subito ottenne il posto di insegnante di storia naturale alle scuole normali femminili e poi al liceo, e non p ago di ciò, prese poco dopo anche la laurea in chimica generale. Ma .lo s tudio della medicina lo attraeva più degli altri, e, pur attendendo a quell'insegnamento frequentò i corsi della facoltà medica lomba;d a e v~ si laureò nel 1887; e n el 1888-89 fu assistente di Leopoldo Maggi alla cattedra di anatomia comparata. In quel periodo il prof. Grocco essen a::o passat~ dall'inseg!l~n1ento della patoiogia speciale m edica alla Cl1n1ca ed all'Università di Pisa, aven don e intuito il grande valore lo chiamò presso di sè subito come aiuto. ' Libero docente . di pat?logia speciale medica, nel 1892, av~ndo vinto pnmo su 43 concorrenti il c?nc.o!so. di d irettorè e primario degli Ospedali riumt1 d i Lu.cca, passò colà; ed ivi svolse il più fecondo periodo della sua attività scientifica, mentre . faceva trasformare radicalmente quegli o~pedali no~ solo p er l'edilizia m a anche per l'ot· dm amento interno e per la d otazione dei migliori mezzi di studio. · Nel luglio 1899 n ominat o per con corso medico primario all'Ospedale Maggiore di Milano vi portò lo stesso spirito n ovatore e l'attività scientifica e didatti~a che ai giovani sapeva instillare l'amore p er . la. scienza e per le ricerche cliniche complete: e v1 rimase finchè le condizioni di salute ballelo • permisero. • La sua p roduzione scientifica copiosa e mult iforme comincia da un lavoro di geologia premiato da un·accademia scientifica americana ma continu ò p oi interamPnte nel campo della ' medicina ove ~asciò un' orma profonda specialmente nell~ studio delle . forme i nfettive. dell'arteriosclerosi, del morbo di Kahler, del morbo di Hutinel- Pick.

~e sue q~alità dì s cienziato veramente geniale br1llavan~ 1n m?c!o speciale nell'insegnamento : le s~e lez~o~i religiosamente fraquentate dai giovam me<:llci eran? ~colta.te con vivo piacere da num~rosi colleghi gia sperimentati dall'età e dalla

pratica. . Incaricato dell'insegnamento della medicina sociale ~gli Istituti ~linici. di P.~ezionamento, dimost.ro C?~~ ~glt scop1 soc1al1 non bastino le cogruz,on1 igteruche ma occorre ìl sussidio dell'~­ ~erv~zione c.Iinica quotidiana, e fu fra i primi a 1i:ituire c.he 11 problema della tubercolosi non può nsolvers1 colla cura d ei sieri e dei vaccini ma in via preventiva e in via terapeutica / con provvedimenti d'igiene sociale. Repu):>blicano mazziniano da giovane, s'inserisse s1:1cc.ess1vamente nel partito socialista ufficiale e VI r1m~e senza prendervi una p arte molto attiva e sp ecialmente fu un solitario negli ultimi anni q~and~ l'ev~to della guerra lo fece tacitamente dissentire dai compagni di fede. Era deputato d el collegio di Alessandria fin dal 1913. Id,e~lista, battagliero e uomo di gran cuore, res~o mc~mp;eso dalla masse e a disagio fra i suoi. ·Il ri.mp1a~to per !a. perdita del maestro si accr~ce . in chi lo. avvicinò, per la bontà che a t~tt1 egli sapeva d11?1ostrare e per il suo compiacimento e la sua stima che confortavano quelli che nell'attività ospitaliera non tralasciavano l'indagine scientifica da Lui prediletta e che alla memoria d i Lui mandano l'estlemo ~ale. Prof. G. VIGEVANI.

Il fascicolo 9° (1 settembre 1919) della nostra SEZIONE MEDICA, che trovasi in corso di stampa e che spediremo fra poehl giorni agli associati, contiene: I . Dott. G. Vernonl. Studi sitlla influenza epi dep

m ica>· II. Prof. G. Antonelli. - Cirrosi biliare a forma i persplenomegalica.

Indice alfabetico per materie. _\.u•alisi' cl •UJrilna : interpretazione . Pag. 1136 r :clei11a aug.i oneurotico . E n1011roi1c1i proci<le11ti : 1n1etodo per J,a ricl1t1zione . . . . . . . . . . )) ll4I bùit1re i nottu1r.na: trattamento . 1153 I.11tl11en za : S'ltll' . . . » r l 45 ipotonia ,g-e11erale apoplettitforn1e » 1151 ~Ia1laria: i1uo,ri stµd1 per la lotta contro la . . . . . . . . . . » 1153 )falattie i11terrne s ifilàtiche : valore del·le recenti conqtti.ste i1ello st11clio ·d elle . . . . . . . . . . » I 129 ) 'f ctlici proletari e medici borghec;i . • })

))

Roma, 1919 -

.. -..,)

, .)

Tip. Naz. Dertero di C. Cuadagnini & C.

N~v.ralgia

del plesso cel1ia.co (celialgia) •nella dissenteria. . . . . )) 1152 Sciatica : formo1e .p er Ji.nirmenti . . Pag. 1153 S l10ck chirw.rgico : Jiatma e ti·attarmento . . . . . . . . )) 1139 Sifilide: cura Cl!bortiva per mezzo degli » r140 iarsettIJObenw1i . . . . . . . . . Si:ndr.ome nen~osa dello spa7io retro» I l 52 pairQt:ideo posteriore . Sistema nen·.oso peri feirico : lesioni ùi ) 1148 guenra . . . . . • • ,, r143 Spirochetosà : s ulle . • )) 1138 • Tiiìfo ·nei '·.aicoiltl.ati : decor$O . 1

J)

1147


Roma, 5 ottobre 1919

Anno XXVI

Fase. 40

(PubblicaW il 80 ottol>re 1919)

• •

professori~

fondato dai

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZION:E PRA.TIOA.

RBnATToRS CA.Po: PllOP.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Osservazioni oli niche: J. Aboularage: Su di un caso di linfangioma cistico congenito. Riviste critiche: T. Pontano: Il valore delle recenti conquiste nejlo studio di alcune malattie interne sifilitiche. Sunti e Rassegne: MEDICINA: W. Wilson: Le varie forme di cefalea. - CHIRURGIA: C. Bérard e Ch. Dunet: Trattamento delle pleuriti purulente grippali col drenaggio aniero-laterale, l'irrigazione discontinua e l'alzarsi precoce. <Jongressi : XXV Congresso della Società Italiana di Medicina interna. - XXVI Congresso della Società Italiana di Chi· rurgia. Appunti di Medicina Prati ca : CASISTICA E TERAPIA: La miosite ossificante progressiva. - La spondilite tifosa. - La mobilizzazione delle articolazioni traumatizzate. Trattamento del reumatismo e della gotta con iniezioni ipodermiche di acido salicilico. - Suppurazioni delle dita e loro cura. Diritti di proprietà riservati. di essi senza citarne la f Qtite.

~ vietata la riproduzione di. lavori pubblicati nel

OSSERVAZIONI CLINICHE. 0SPEDA~E

S.

GIOVANNI IN TORINO.

Sezione chirurgica diretta dal prof.

BC>BBIO.

So di on caso di linfangioma cistico. congenito per il dott.

J.

Posta degli ab bonati. Cenni bibliografici. Nella vita professionale: Cronaca del movimento profes· sionale : XIII Congresso Nazionale dei Medici condotti. Sull'assicurazione contro le malattie. - Il caso Masnata. - Per gli aspiranti medici laureandi nella prossima sessione autunnale. Amministrazione Sanitaria: Nuove provvid~nze adottate dal Ministero dell'interno contro il tracoma. - Per la profilassi della rabbia. ' Condotte e concorsi. Nomine, promozioni, onorificenze. Albo d'oro. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

ABOULARAGE, assistente.

Il caso che brevemente illustro mi è parso int.eressamte più per 1,enorme estensione assunta dal tumore, p·o i per .le sue peculiarità anatomiche, 1c-0me risultò dall'atto operativo. C .... E ... , di mesi 12, da C ... , entra nell'ospedale il 21 agosto 1917. Nell'anamnesi non si trova alcunchè. degno di nota e che possa aver rapporto con la presente .m alattia, sia in linea diretta che col!laterale. La bambina nacque da -gravi'd anza e p àrto regolari; è sana e di sviluppo :generale regolare in confronto alla sua età. Fin ·d alla nascita la piccola paziente presentava nel cavo ascel~are destro un tumore grosso come un uovo di gallina, ricop1e rto da cute normale, ed 11n altro sulla regione scapolare i11 corrispondenza dell'angolo mediale dell'omoplata qestro, grande come un soldo. Questo ultimo andò man mano sviluppandosi fino a raggii~ge.re la grandezza attuale d'uno scudo: esso e ricoperto da cute leggermente violacea, ha limiti netti e lo spessore d'un centi.m etro; è formato da un ag::grovigiliamento di vasi sottocutanei ; è elastico

POLICLI'NICO o la

pubblicazion~ "' sunti

e riducibile alla comp.ressione. Il tumore ascellare, invece, specie negli ultimi tempi, au1nentò più notevolmente, fino a raggiiungere il volume attualie del pugno d'a,d ulto, occupando tutrto il cavo ascellare e giungendo circa al terzo superiore del braccio. Esso spostavras in alto il braccio e si spingeva in a vanti fin quasi alla mammella, indi1etro fino alla scapola, e sul torace fino alla IX costa. (Fig. I).

• Ftg. l.

Il tumore, costituito da nodi di diversa grandezza e ricoperto da cute lucente, .spessa ed edematosa senza rete venosa, nè cutanea~ nè sotto(1)

-


IL POLICLINICO

cutanea, risultava sulla faccia latero-esterna diviso da due solchi trasversaili, superficiali, in tre p~rti : una d~stale, una media ed una prossimale di volume di'Suguale, in modo da avere la. fortn~ di un cono _con }a base n~l cavo as~ellare e l'apice verso la piega del gomito. Quasi nel centro di ogni solco s i nota va un orifizio fistoloso. grande come la capocchia di spillo, dai quali, specialmente alla. compressjoue, fuorusciva del liquido biancastro inodoro. Alla p alpazione, il tumore presentava una consistenza in parte elastica ed· in parte nettamente fluttua11te ed era aderente alla cute eq agli strati profo11di, e nou riducibile al~la pressio11e. Arrecando magg iore disturbo alla piccina quest'ultimo tumore, si ricorse alla sua .asportazione, che venne eseguita dal prof. Bobbio e che fu

Fig. 2.

[ANNO

XXVI, FASC. 40]

me istologico. Per le colorazioni mi sono servitode}l'ematossilina ed eosina e Wan Gisow. Dopo l'intervento, nei primi giorni la temperatura della piccina oscillava tra il 38° e 39°.5 alla sera, mentre al mattino scendeva fino a 37°.537° ; essa però andò gradatamente diminuei1do per raggiungere la .normale il decimo giorno. ~ei primi• due gi?rni si ebbe anche linforrea impone1:1te, comrm~ta a sang~e. La guarigione della ;er1ta operatona avvenne 1n parte per primam ed in parte per secunda1n e l'a. lasciò l'ospedale iT 5 ottobre in condizioni generali buone. L'esame istologico del tumore confermò il rereperto macroscopico, trattasi, .cioè, di linfanO'io0 ma cistico, in cui le pareti delle ciisti sono cos~ituit~ da te~su!o c<?nnettivo compatto e riccod1 ·vasi sanguign1. (F1g. 2 e 3). 1

Fig. 3.

Delle cisti alcune sono piccole, a pareti e caassai laboriosa per gli intimi rapporti esistenti vità regolari, di forma rotondeggiante, limita.te fra il tumore e il plesso angio-nervoso. da uno strato continuo di endotelio; altre a paCloro-narcosi. I11cisione lungo tutto il tumore, dalla base dell'ascella al terzo superiore del reti sfrangiate e più grandi, sono completamente br~cio. Dissezione della cute che si presenta · prive di endotelio, limitate da sem~lice e puro elefantiasica. Il tumore, formato da un cong1-0- connettivo; altre infine di dimens1one ancora maggiore, a cavità e pareti irregolari, sono p armeramento di cisti sierose ed ailcune ematiche, è z;ialmente tappezzate da endotelio che si' nota. speadere nte alla cute con cui fa corpo e profondamente ai muscoli e agli elementi del fascio angio- cialmiente in prossimità dei vasi sanguigni e pare che queste cisti siano formate dail dilatarsi nervoso. Si mette bene in evidenza il median9 e l'arteria. Si constata che il tumore proviene da- e da l rompersi d.egli spazi linfat·i ci perivasali. Il contenuto delle cisti è generalmente costituito di gli >Eilementli ganglionari li.nfaitici c1ell 'ascella e non può essere estirpaito « in toto)) perchè infil.,. linfa, sebbene si trovino di quelle a conten11te> tra i tessuti profondi con propag.ini 1n gran par- ematico, ma scarse. Infine in alcuni punti clel tumore si nota qualche stravia.so sanguigno a,., ete solide. Resezione con asportazione della magnuto certamente durante l'atto operatt'vo. gior parte del tt1more. Emostasi definitiva . Resezione di cut e e s utura cutanea parziale. Come si sa, il linfangioma è u~ neoplasmo coDopo l'intervento non si avverte il 1)olso d~11a stituito di cavità. più o meno grandi contenenti radiale. linfa e rivestite da endotelio. Nei singoli casi Estirpato i~ itumore, esso presenta il vol11111e d'un grosso arancio ed una consistenza elé!~tica. però non è sempre poss.ibi1e il decidere se si trat.'\l taglio appare fortuato da t ante cisti, <li t ui alta di una vera neoformazione di vasi o di un.a dicune sierose, altre ematiche che si sono fuse aslatazione ed ispessimento secondario dei vasi sieme e da alcune delle quali fuoriesce del lipreesistenti. Secondo Wegner, che fin dal 1877, quido sieroso limpido. T.t1tto il tumore fl.ppare circon<l'lto da una capstt1a. La ct1te ~he ~i,:oori,·a prendendo per base l'aspetto de1le ca~·ità linfail tumore è assai spessa, in alcuni pt1nti misura tiche, aveva stabilito le tre classi di linfangioma 3 centimetri; è edematosa ed elefantiasica. (semplice, cavernoso, cistico) vi sarebbero tre Il tumore viene messo in formalina per l 'esa(2)


[_.\NNO XXVI, FASC. 40]

SEZIONE PRATICA

meccanismi di,1ersi che darebbero origine al li.nfagioma. Nel primo si avrebbe una lenta e continuata dilatazione de.i· va.si linfatici preesistenti con neoformazione dell'endotelio, causati da una s tasi della linfa per linfangite e trombosi o per compressione di un tronco afferente; nel secondo vi sarebbe una neoformazione degli endoteli linfatici· in modo da formare delle ca·vità cl1e vengono ri'e mpite di linfa proveniente da vasi preesistenti ; infine Wegner fa notare come in un . tessuto di granulazione si possano formare dellie cavi.tà che venendo in cont atto coi vasi l infaJtici, non solo si riempiono di linfa, ma a ncl1e ne presentano dei caratteri istologici. Questo modo di ved-ere del Wegner n on ven11e accettato da altri autori. Contro la prima ipotesi andò à l Langhans poichè non si è mai co11st atat a t1na trombosi delle ,·ie linfatiche, e Sch~rargen­ berg, dallo studio di un linfangioma misto cistico e cavernoso del grande omento, ritenne che i linfangiomi, come g li eman gion1i, $Ìano ~o,1 uti ad una dilatazione circoscritta dei oapillari li11fatici preesistenti e n eoformati, ciò ch e L1 gorio ritie ne non come cl una spiieg·azione », in.a. come « una constatazione di fatto » . Secondo Schmidt la stasi linfatica avrebbe s olo una irrn.p orba11za )n quanto ch e è causa di una ip·e rtrofìa da lavoro del , ·aso, ma il punto pil\ imP,ortante clei1 processo consiste nella neoformazione. E questa ipotes'i andrebbe d'accordo col secondo modo di vedere del Wegner e del Langhans, il quale ammette che il tumore provenga da una alterazione di accresci1mento de~ t essuti nel luogo di sviluppo di essi e in special modo nelle pareti dei vasi linfatici'. E il Segàle dal caso che egli ave\ a studiato segu endone gli stadii di sviluppo potè concluder.e che que1 linfiangioma era una forma neoplastica vera e non tana semplice ectasia. Di quest a idea sono pure Brazis, Esmark e Kule11scampf che ne aggiungono il carattere congenito, ciò che viene confermato dal fa tto che questi tumori si incontrano alla nascita o anche n.ei primi sta.dii della vita endouterina, come nei casi· qi Morgan e Lorain, e i'n quello di Gui11aumet, ambedue feti di 4 mesi, ed in quelli di I~elo11g e Depres • a 5 mes1. n terzo modo' di veder.e del V..1'"eg11er \nenne riconosciuto dal Rindfleisch, citruto dal Catterina, ie da Schwangerberg. Krinski ritiene che il connettivo adiposo e fibroso sia origine di nuovi vasi linfatici e che le cellule di quei tesisuti formino gli elementi endoteliali. Di questo parere è pure il Catterina , ritenendo che tali neoformazioni provengano dalla divisione del connettivo i cui spaz.1 prendono poco a pooo il carattere di canali linfatici rivestendosi• di endotelio, il quale pro1ificando dilata 1

1

1

il canale fino a trasform0.rlo in una viera cisti, talvolta priva di rivestimento endoteliiare. Cosi pure ·p rolifera l '.endotelio degli spazii linfatici perivascolari .che si connette poi con le vie linfatiche preesistenti. Bayer pure pon e l a primitiva origine del tumore negli spazi perivascolari con una prolifer:azione peritelilale. Barbacci, infine , disti11gue due casi, nell'uno molti linfangiomi sarebbero dovttti, come gli ei11a11giomi, a « m~dificaziond. :intervenute in distretti vascolari preesis·t enti », in altri iinvece si abbia «una vera e propria proliferazione atipica dii vasi, .cioè un tumore nel senso proprio dell a pardla ». Cie rto è che l'origi.ne di questi tumori de,-e essere congenita ed einbrionaria, non solo per il fatto che 1.5'incontrano alla n ascita e s i s\·iluppano nei primi periodi della vita, ma anche perchè prediligono la faccia, il collo, le ascelle, l'ing uine, quelle regioni, cioè , che sono sedi dei tumori vascolari sang·uigni e d~lle cisti dermoidi e branc·hiiali,.' in punti i11 somm a do,1e si ha un maggior 1ayorio di sviluppo ed una m aggiore trasformazion~ dei tessuti. Già fin da11a. nascita il linfangioma. pr.esenta dell e dimen sio.n i differenti; .lo S\ iluppo ulteriore è lento e progressivo tanto da arrecare ai pazienti gravi disturbi, quali l 'impedin1ento nei mo,·imenti dell'ar·tx>, com.p ressioni di vasi , e, nel ~aso di un igroma del coll-0, dar luogo a compressione dell'esofago, spost.a,m·ento in alto della lingua da impedire l'alimentazione e il respiro. Il tumore talora si. sv~1uppa nel tessuto adiposo sottocutaneo e si estende in profondità, tal'altra nel tessuto connettivo profondo, specie in quello della guaitia dei vasi, e di qui si p orta allo esterno. In questo caso, come nel nostro, il tumore può ingtlobare i1nportanti v,asi da r endere, se non impossibile, assai difficile la sua estirpazione totale. _t\cl ogni modo si tratta di un tumore molle, elastico, di solito poco t eso, a superficie liscia o bernoceciluta dovute alla presenz·a delle cisti. La pelle che ricopre il tumore generalmente è spost abilie, in certi casi è assottigliata per la distensix>ne, in alJtri invece, prendendo p arte al processo, è, come 11el nostro caso, elefantiia sica. In quanto alla di:ag·nosi differenziar.e, dai tumori, specie dai lipomi, si deve ricordare che il linfangioma è per lo più cor1geni.to, h a ttna superficie bernoccoluta e pr·esenta una fluttuazione, se no·ri in tutta l a sua m assa, almeno i111 alcuni punfi ed infine generaln1e11te è riducibile; tuttavia è possibile lo scambi·o quando il linfangioma, sviluppatosi negli strati profondi, non a bbia raggiunto la superficie. Infine, nel dubbio, si potrà ricorrere alla puntura di saggio. Con questa 1

1

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IL POLICLINICO

se si tratta di ema11gjoma, spesso continua la perdita di sangue dalJl'orifizio della puntura; se si tratta invece di ci~ti emorragiche queste si afflosciano e non vi h a emorragia. In quanto a1la cura, la più razionale è l'estirpazione totale, ma, come sopra si cNsse, vd sono dei casi in cui l'intervento non è senza pericolo per ii rapporti intimi co~ vasi sanguigni, per Clli si .tentano in genera1e i metodi incruenti, quali la puntura con i.niezioni di soluzioni iodi'che di~uite, l'ignipuntura e l'elettrolisi. Non mi risulta se siano efficaci e d'effetto sicuro i ragg~ Rontgen o il radi11m; certo, a mio debole par ere, si p~rebbero tentare. In caso che il paziente per lo s tato generale i11 cui si trova non potesse sopportare l'intervento e che la vi.a incru enta non diede buon risultato, si può ricorrere alla .incisione delle cisti c<>1 tamponamento asettico, secondo Volffier, e, ottenutl:a la cicatrizzazione della ferita operatoria, non si potrebbe applicarv~ 1a Rontgen-terapia, precisan1ente oome si fa per i tumori maligni ? BIBI~TOGRA:B'IA .

r) ALB'ERT. « Lehrbuch der spezie1'1e Chirurg·1e i>, Wi en, 1897, vol . r, p. 216. 2) ANDERS . « Jarb. fiir Ki!l1derheilkunde », N F, vol. 16, 1881, p . 429. 3) BAJARDI. Sulla 11iacroglossia 1nuscolare~ 4) BARBACCI. « lLo sperimentale», 1891. 5) BILLROTH. « Beitrage zur pathologjsche Histologiie », pag. 218. 6) BRAZIS. cc Beitrage fiir klinische Chirurgie », vol. 18, n. 2 . 7) BuscH. « Verhand. der deutscben Ges. fiir Chirurg. », 1° Kongress, Berlin 1874, p . 34. 8) CATTERINA. Sui fit,niori li1ifatici e sanguigni. - Vallardi, Milan·Ò. 9) 1GIORGIEVIC. « Arch.i w f. l{liu. Chir », vol. XII. xo) I-:IEUSS. Li11.ja'n gion1a circu~iscrip t un·i cisticu11i 'VUl'Vae. « M~n:atsh1efte f. praktische Dermatologie », T. XXIII, e « Gynaekologia Helvetica », 1904, p. 30. II ) HESCHL. Mittheilungeli des T;c rci11.; der Aer;:;te in ~'5teier1n.ark . -- Graz. 1874-75 . 1 2) KALDF.N . Tec1iik der liistologische Untersucl1:u1ige1i. - Genf. 1900. 13) !{ARE,VSKI. Die cliir. Kra·n.klieiten des J{indersalters . - Stuttgart, 1894, p . 722. 14) KIRì\1ISSON. Traité des ?nalades chirurgicales d'orig·i 1ie co ngeJLitale . - Paris, 1898. 15) KoETTLY. « _t\ nnals of Surgery », 1888 t. II, p . 386. 16) KRYNSKY. Przyczy1iki do anatonii, ecc. « Cb. f. allg. Path. :o, Bd. v-. (Citato da SEGÀLE). 17) LANGHANS . « Virchow's Ar.chiv: ,, , vol. 75· 18) LANNELONGUE et AcHARD. Traité des J(ystes congenita1tx. - P.aris, r886. . . . . 19) LIGORIO. Su qttattro casi di linfangio1na cistico congenito. «Riforma medica J>, 1901, pa!Sina 26. 20) L'tlcKE. « Virchow's Archiv. ,,, ' 101. 33, 1865, p . 331. . . . . 'tt p . . 2 t) MINASSIA'.."l. J..J1n1a?1.lf1oma circoscr1 o rim! t~'VO della pelle. « RiVJsta veneta d. Soc. Mediche J), n. 9, 1908. 1

(4)

[.\NNO XXVI, FASC. 40]

22) MULLER. Zur Casuistik der L'vnfangionze. . «.Beitrage fiir kl.in. Chir. », vol. i 0 1885, pagina 493·

23) NASSE. Ueber LynfangiD'tne. « Langenbeck 's Archiv. », vol. 38, p. 638. 24) PELAGATTI. Linfangioma, circoscritto della mit.cosa del palato . « l~ioruale italiano delle ma~at­ tie veneree e della pclle », fase. 1, 1907. 25) PILATE. Bullet. et mem. de la societé de c1iir. de Paris, I 875, vol. IV, p. 815. 26) PINNER. « Centrailblaitt fiir Chd.:.r. », 1880, n. 12, p. 177· 27) PIÉCHAUD. « Précis de chirurgie infantile» . Paris, 1900. 28) PI~HA e BII,LROTH. Trattato di patologia cliirurgica generale e speciale, vol. 2 . 29) PoRTER. « Boston moed. and surg. journal » . 1886, febbr. 18. 30) .RANKE. « Archiv. fiir klin. Chir. », r888, pa: gi,ne 251. 31) ·RE MEDI. Sull' eniatoli·n.f ang·ioma ?nisi'o. - Atti della R. Ac0ad . fìsiocritici serie IV, vol. 8, Siena 1897. 32) RIEDINGER . « Deutsche Chir. », r888, p. 251. 33) RINDFLEISCH. Lehrbuch des path . . Anatomie. •

mte.

34) ROLANDO. Sul li1ifan,gioma. cistico congenito

del collo. «La Liguria medica J>, n. 22, 1907. 35) SCHWARZEMBE.RG. Ei'n, Fall VO'n Cyste des grossen Netzen . cc Beitraigie zur klin. Ch·i r. », volume X (citato dal CATTERINA). 36) SEGÀLE. « Policlinico », 1904, Sez. Chirurgica, vol. XI c., frase. 7. 37) VERCHÈRE. Co1itribution · à l'étude du traitem,ent der Kistes du cou; rapport par M.r W ALTHER. « Bull. et méru. cle la Soc. de chir. », 1896, p. 771. 38) WEGNER. Ueber Lynfan.~iome. « I.,angenbeck's Archiv. fiir klin. Chir. », vol . 20, p agiina 641. 39) WALSCH. « Arch. f . Dern1ait » , Bd. 51. 40) WINTERSTEINER. « Arch . f . Ophtalmologie », Bd. 45. 41) WINTER . « Berll·n er klin. Wochenschrift ».

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E~RICO

MO-


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XXVI, FASC. 40]

SEZIONE PRATICA

RIVISTE CRl TICHE. Il valore deUe reeenti ~onquiste neUo studio di alcune malattie interne sifilitiche per il prof.

TOMMASO PONTANO.

( Continua1ion1).

S ui 1-e,,ii sono progredite 1.e nostre coo-nizioni esa~te coi 1.a~ori moderni, sebbene i da:ni precoci e tardivi della ma·l attia fossero noti ai clinici au.tiehi . La frequenza di tale complicanza della lues è ,,ariamente riferita : nella statistica dello .S piess su un matt:riale ·d i 220 cad.averJ di sifilitici i reni eramo indenni solo in 2 8 casi· Karvon en afferma che nel1la metà dei casi 0 al~ meno in un terzo di essi il rene è colpito da.I processo specifico. La affezione del rene può presentarsi fin dai periodi più precoci della malattia: quando l'esantema non è ancora comparso o per lo più col sopravvenire de1'le manifestazioni seco·n dari~. U~a delle sindromi più frequenti è l'albu1ninuria non accompagnata nè dai edemi nè .da sintomi uremici . L'albuminuria n0t11 oltrepassa di solito 1'uno per mille, nel sedimento si rin';engono epiteli renaJi, 1eucoci,ti, emazie, qualche cili11di-o ialino e granuloso. Essa è con ogni probabilità do\11ta al circolatre, in questo periodo, dello spirochete che in,·ade i reni ie si ritrova non raramente nelle uri1n·e : rappresenta p1e r la sifilide qUlello che .p er le 111.a.lattie batteriche rappresentano ~e le cosi dette album~nuriie febbrili. Sono do,,ute certamente .alla malattia in sè e non alle cure , come da qualcuno si è dJetto. Essa compare anche quando nessuna cura è stata iniziata, per lo .' . ptu anzi scompare con cura adatta. Inutile dire che ~l mercurio può 1edere ill r.e ne determinaindo in qualche caso un reperto urinario ·simile; è oramai assodato però che il Salvarsa.n per sè non è capace di ledere il rene 11elle closi curative. Le albuminuriie, che sopravvengono dopo le prime iniezioni di arsenobenZQ1o, rappresenta110 con ogn•i vero&iimigliauza 1111a ne~zioue . di H erxherimer (Ciltron). Anche precocemente, ma sem·p re in un p.eriodb più avanzato delJ.a malattia, e qualche volta in un periodo tardivo, sorge una caratteristica affezione renale sifilitica .c.he si può considera~ una delle più tipiche for1ne di n efrosi. La quantità delle urine diviene scarsa, compaiono gli edemi che dominano il quadro morboso . I .. 'aJlbuminuria raggiungie ail:ti g·radi (5-10 fino al 50 per mille), nel sedimento urinario non si hamno leucociti o scarsi, non emazie, ma numerosi cilindri iali:ni e grainulosi, scarsi cilindri cerei, e ricca

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quantci.tlà. di .lipoidi eh.e ricopr·o110 qua.si tutti i ci· liudr·i e gli epiteli renali sfaldati ed eliimilnati. Si riiesoe anche (Hoffma1t1n e Verpahl) a mettere iln evi·d enza le spirochete nell'urina. Non si presentano segni uremie~, la pressione sanguigna è d'ordiiuario normale. Muk, che ha messo in evidenza la presenza di granuli di lilpoidi, af:fierma che essi ne costìtuiscono una vera caratteristica, che basta a differenziarla dalla nefrite, per esempio, da sulllimiato e la disrtinzio,n e non è chi· n on veda quanto nei riguardi della cura sia importante. Anotomo-patologi:caimente la· •nefrosi sifilitica è una affezrone che colpisce i tubuli contorti, lasciando pressochè integri r glomeruli ; macroscopi:camente i reni assumono l'aspetto del grosso riene bianco. Solo in un periodo tardivo la sifilide determina nei reni croniclie alterazioni, le quali: conferiscono .al quadro clinico 1e caraitteristiche d·e l rene arteriosclerotico e dlel rene ·grinzo genuino co11 aumento della pressione, iipert rofia cardi1a ca, dila:tazione fino a1lo scompenso ; nemmeno aro.a tomicamente è dato i1 più delle volte dii diffierenziare queste dalle com11ni alterazioni croniche dei reni. Di grande ilnteresse sono le alterazioni dellie g·landule a secrezione interna n el primo peri.odo della malattia. La tiroide è u11a delle più freq ueuten1e11Jte oolpite con iperemia ed edema, che d·e terminano un ingrossamento di essa. I lo·b i laterali sono più evide11.t emente lesi; il quadro clinico è quello de1:1 'ipertiroidismo. Ma una sintomatologila d'ipertiroidismo può manifestarsi anche senza, che obbiietivamente si possa nulla constatare : probabilmente i soli poteri di secrezione interna sono alrt:erati . Raramente l'espressio11e clinica del1 'affezione tiroidea è r.appresentaita d~ segmi d'insufficienza o da:l mixedema . lVIaucano sintomi che ricordino le qff1e zioni del1e surrenali nella sifilide precoce, come pUTe dell'ipofisi, a meno che non si vogliano interpreta1ie come sintomi dell 'affezion·e ipofisia.ria la poli uria che qualche volta si .a ccompagna alle manifte stazioni secondarie. Le articolazioni meritano di essere ricordate come sede frequente della loca1izmzione precoce d ell'affezione sifilitica : quanto spesso noi dobbita.m o domandare aJÌ pazienti, nei quali vogliamo scoprire la traccia di manifesitazioni sifilitiche, se eg'li ha sofferto dii reumaitismo, e quanto spesso anche .dai medici vediamo confuse 1'e poliartriti acute e suba.cute specifiche con reumet~smi comuni. Lai manifestazione più frequen·t e della sfilide precoce sulle articolazioni è costituita dalle artralgie, senm che obbiettiva.mente nulla si riesca a constata.ire. Caratteri particolari sono Ja compromissione di mo1te e non di una (5)


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PL POLICLINICO

sola articolazio•e, dolori di differente intensità 11elle varie ore del giorno, ·n ettamente più intensi sulla sera e durante la notte. Renvers aff~rma che il fondamento anatomico delle artralgie è dato da iperemia e da leggera essudazione sierosa det11a sinoviale. Spesso le a·r tralgie aumentano st1bito dopo ·l a prima iniezione di arsen.obenz.o lo (reazio11e di lìerx11eimer). Una forma che de·ve esser.e tenu·t a sempre ben p11esente nell.a mente del medico, e che si osser·v.a pt1r.e nel peri1od-o pre.c-oce della sifilide, n on,

si differe,nzia obbietti'Vamente dal comune reumatismo poliarticolare febbrile. Le articolazioni come iùl questo si gonfiano, sono ddlent~ nei mo,-imenti ·e alla pressione, la malattia si diffonde da una all'altra del·le articolazioni; talora ne invade contemporaneamente parecchie. Può questa fonma. ·d i .pseudoreumaitismo s i.filitico, associarsi ad .altr~ manifestazioni dell~a sifilide, ma può ~anfestarsi come runico segno di essa. Non si hanno criteri obbiettivi di diag11osi differenzale, ma il cniteri-o .cuT.a tivo è rin1porta11te 'poicl1è lo pseudoreumatismo sifilitico r·esiste ai preparati sali-ci·lici, generosamente somministrato, non dà mai endocardite, pttò .e sser.e sospettato 11e11a sua natt1ra qua11do la reazione del sa11gue col nietodo di \~assermann è positiva. Se tali reumatismi duraino mdto tempo, senza che si intervenga con la cura specifica, si accompagnaino ad anemia del tipo secondario piuttosto grave e tailora i' mala.ti cadono in istato di cachessia: tale con comitan zai morbosa è, secondo alcu11i, criterio importante per la diag·nosiL Un'altra for1na di artrite per lo più 11'Lonoarticolare somiglia nei suoi carattieri obbiettivi a1le affezioni tubercolari de1le articolazioni: tumefazione poco dolente, presenza di liquido nel! 'articolazione, ispessimen·t o della sinoviale e della capsula fibrosa. Tardi,ramente, e seco11do c1_ualcl1e autore, preoocen1ente, partecipano alll'affezionie le cartilagini e talora a11che le ossa. Sttlle artriti de/ ormanti non è concorde il gittdizio dei clinici : certo nei casi di artrite defor111a11 te poliartico1are del tipo delJ 'art riti s paiip erzt1H la ~·as ermann è sempre 1 1egati,1a, 11ientre con una certa costanza la sieroreazio11e risulta p06iti,1a nelle artriti deformanti 1nonoarticolari . In q11esta opinil()!le convengono Hechmanns e Citron. lT11 posto d'onore merita la sifilide del siste1na ·11ervoso : le ricerche moderne hanno dimostrato che una 1localizzazione del virus s ifi·litico può trià essersi costituì ta senza che nulla ricl1iami la 11ostra attenzione, hanno esteso e rassicurate le nostre nozioni sulla etiologia di alcune malattie, ~

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le quali· hanno, per ~ungo tempo, costituito il punto di mira di una falange di studiosi. H laboratorio ha co11.tribuito non poco a rischiarare il caanpo della sifilide del sistema nervoso. La reaziollle cli Wassermann, già cosi preziosa nel silero del sangue per svelarci le infezioni asintomatiche, 11a trovato felice applicazione per scoprire le lesioni del sistema nervoso, qua:i1do eiiinicamente non si ha nessun sintome particolare : mentre il ritrovare una reazione positiva del siero non dice che il sistema nervoso è colpi~o, il ritrovarla in-vece nel ·l iquor è ormari segno sicuro della localizzazione nell'asse cerebro-spinale. · Ma -1'esa,m e del liquor no11 si arresta a questa reazione sola: sebbene non specifiche per la sifilide, al.tre rioerche morfologiche e chimiche sul liquor attesta-n o il grado di lesione e tailora portano al SQspetto fondato di determinaite lesioni a seconda della loro varia combinazione. Basterà accennare alle i1ndagini per sommi capi : è noto che nell liquor normale si trovano linfociti in una qua1ntità media di 5 fino ad un limite di 10 per 1nmc. ; nell,e alterazioni specialmente menin• il 11um·ero clei .linfociti cresce fino a raggiung·ee gere .t alora cifre c011siderevoli. Le rioerche chimiche riguardano la quantità di alb11mina e la quantità di globuline : per ~a prima ricerca è uti~e la provetta di )\Tissl, per la seconda il reattivo di Nonne (soluzione satura di solfato di ammonio). L'aumento di albumina è ancor di più l'at1mento di g11obulina (reazione di Nonne positiva) stanno ad Lndicaire una più profonda lesione dell'intima struttura del sistema ner,1oso. Se le quattro ricercl1e sono d'accordo nel rivelare unia alterazi,Ollie del 1i1qui<lo cerebr-0-spinale, si .p uò affermare che è <::olprito il sistema 11ervoso, e che il a lesione è sicuramente sifilitica. La dissooiazio11e nel risultato delle reaZ:ionii è anche importa·n te : mentr:e la reazione linfocitaria, depone per 1a alterazione delle m·enimgi, in particolar modo, le reazioni chimiche, e specialmente la reazione di \~asser1na1111, depo11gono per una lesione più profonda del tessu·t o nobile. Secondo alcttni (Plaut) la presenza del·la Wassermann positiva, mentre negative sono le altre reazioni, parla per u11a alterazione prevalentemente vasale e dà qui.ndi ialla prog·nosi un significato molto più serio. Recentemente si è cercato di utiqizzare anche la reazione con metalli colloidali: su di essi il liquor 11ormale non manifesta azione alcuna, mentre il 1iquido pa,tologico determina alterazioni di cdlorito e dei precipitati fioccosi di colore pù o meno intenso, che possono costituire 1


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una vera scala di reazione. Specialmente le sospensioni di oro colloidaile sono state utilizzate per lo scop·o (Lange), ed a seconda della malattia si è potuto osservar.e che ad una determi11ata diluizione del liqlli)r corrispondeva una 'più o m•e no intensa precipitazione fioccosa. Weil e Kafka hanno pure osservaito che mentre nel .lqu·or norm.a le no!1 s11ole passare 11è comp1lemento nè 1emolisina per i corpuscoli di montone, queste sostanze passano in più o meno . grande quantità nei liquidi· patologici. Ma nè la reazione su]!e sospensioni colloidali, nè la ricerca dei poteri 1e moliotici del 1i1q uor patologico sono . entrate !n el la pratica ordinaria di ricerca clinica : le quattro reazioni citate resuuno i ~posaldi, srui , quali si fondano le indagini mediche. Faitti inaspettati hanno potuto esser cosi ac. certa.ti. Voglio ricordare ar1zitutto una serie di mala:t~ che passava.no spesso daille m.a ni del medico generico a quelle dello specia:listai, per lo più . definì.t i come neurastenici o come forme di esaurimento. Il quadro morboso è infatti domi1nato da disturbi nervosi sempre un po' indefinibili. I pazienti sii lamentano di insonnia, sono gi'à stanchi prima di incominciare i11 ·l oro lavoro, si stancano prestissimo quando tentano di'. occuparsi\ sono eccessivai.mente eocitabili, &i lamentano di disturbi vaghi alla testa, .t aJòra dii dolori, di disturbi di stomaco. l{raepelin ha potuto, in . seguito alla visione ed all'accertamento di una serie di questi malati parlare di u1ia neurastenia sifilitica. Ad ess.a bisogn.a pens.are specialmente, quai1do tali s1ndro1m i sorgono in uomini di una ,certai età, si accompagnano ad uno stato di anemia e di dieperimento non giustificato dai dati del'l 'esame obbiettivo, quando essi presentano tumore di milza e linfocitosi, talora febbre lego-era inesplicabile. Romberg (r) ricorda che, da'C~hè l'affezio11·e è conosciuta, egli n·cllla sua pratica ha potuto identificare parecchi d~ questi mala ti, e il trattamento specifico gli ha 1dato ra. . gione . . :\-ccainto a queste sindromi cliniche di cui la 11atura è stata rivelata dai r esultati delle moder11e riicerche, esiste una serie di malati senza sintomi, sui quali pure ha richiamato l'attenzione il laboratorio. I lavori di vVidal, di Milian, di Crouzon ci hanno fatto conoscere• che la sifilide, neo-10. stati ·pr&oci, 11on raramenit e si localizza sul . sis~ema nervoso quand-0 a1ncora .clinicamente non si hanno segni manifesti. L'esame del liquor, con le prove accennate, ha infatti messo in luce 11na serie di. meningiti asintomati~he, nelle quali 1

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pressionè aumentata, l'aumento di globulina • e di album~na,' la linfocitosi, la Wassermann :[jOsitiva provano la looalizzazione delle spiroch.ete. • Secondo una statistica di Dreyfus il liq110r si presenta alterato ne11'8o % dei sifi1itici con n1anif·e stazioni secondarie. Noi1 raramei1te dopo 11 ·prima iniezion.e di .s atvars.a n si vedono s piccati segni di soffe\enza meningeale, cl1e sono da a ttribuire con ogni verosimiglianza alla reazione di Herxheimer. Secondo Ci.tron lo sviluppo delle sindromi nervose tardive ha la sua base in questa precoce affezione meningea asintomatica. Esistono però, come manifestazioni più' fr.equenti della localizzazione meningea, sindrornì cliniche fatte da cefalee, specialmente occipitali, capogiri, leggeri au·m enti della temperaJtura, ma1essere .g enie rale. I nervi cranici sono i.n dici sensibilissimi 1d~ll'aif:fezione prec~ d1e}le meningi; l'oculomotore esterno, l 'oculoinotore comune, il nervo ottic~, il vestibolare, sono i meno resistenti ~lla lesione specificai d-e1le meningi, così da avere acquistato un valore diagnostico sulla natura della malattia. Ma 1ai meningite non si lin1ita a qu·esti sintomi ; talora assume l'aspetto di una malattia ge1ierale del cer'Vello e del ·1nidollo spinale coi segni di compressione endocranica o di c.ompriessione midollare. La .c ura antisifilitica con dosi non curative dell'arsenobenwlo, può mettere in evi1denza lesioni di nerv·i che non davano segno dell'affezione: così il vesti'b olare e l'ottico. . .t\.nzi la frequenza di tali aiccidenti, neglii albori della terapia s~­ va:r sanica, fu la spinta, in mezzo alle discussioni ed ai dissensii, allo studio e alla felioe interprietazione deila rie azione di Herxheimer e alle conclusioni, ch1e servirono p 1oi di guida per regola.r e ~a curai salvarS'anica. Le dis·t inzioni in localizzazione meningea, encefalitica, vasale, e le distinzioni cliniche in me·nd:no-o-.enoefaliti, sifilide gomn1osa, si:fiJide arteo rialle, hanno perduto una parte del loro valore : vero è che qualch1e vOllta, specialmente nel decorso della malattia, e da1 giudizio ch1e si può inferire dopo la cura, si può giudicare a quale spec~e di lesioni e di localizzazione sii deve attri wir·e il dan11,o, ma e :J.'anatomia patolog~a e la clinica in qµesti ultimi anni hanno dimostrato che in genieTale esiste u1ia sifilide del sistema ner'VOSO, nella quale tutti i tessuti e .tutte le forme di infiammazione sono rappres·e ntate. Così nella menino-omielite o[tre a processi .infiltrativi, e . esistono contemporaineam,ente processi, gommosi, processi .endoar,teri·t ici. Le lesioni coilp~scono adunque la meninge, il tessuto ner~os~, ~l tes: suto interstizia:le, 1 vasi. Se tale distinzione e Munch. Med. Woch. ~, li. 45, difficile e certamente non rispondente alle reali 1

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condizioni anatomiche nell e manifestazioni della quor elevate, mentre suole essere positiva ed i11sifi•1ide precoce non altrettanto si può dire n elle tensamente . nel le sifilidi nervose a tipo endoarmanifestazioni della sifilide tardi,·a e di quelle teritico e tardive . Al contrario la linfocitosi, tache una ' rol:ta si chiamavano malattie parasifilora intensissima, si riscontra nelle affezioni litiche. meningee sifilitiche, e può essere appena accenPrima di accennare ad esse è neaess.ario ricornata o mancare nelle s i:fi!lidi tardive specialmendare che molto precocemente si possono presente endoarteritiche. L'aumento di g lobulina e tare con e al di fUDri ·di quallunque quadro med'albumina sono comuni sia alle manifestazioni ningeo, sindromi psichiche 1 che possono por.tare ·p recoci ·c he alle tardive , m a i'll quelle sono i , ·amolto lontano dal~a realtà la dia gnosi del melori certamente più alti. dico. I sintomi predominainti sono il delirio, Due malattie , .la Tabe e la Paralisi, sorgo110 gravi disturbi dell'intelligenza e talora dell'osempre in periodi ·t ardivi diella sifilide, dopo 4, rientamento, talora. infine si costituiscono delle 8, fin dopo 40 anni, dal·l 'inizio dell'infezione . sindromi s ul .tipo di quelle di Korsakow. Stllle discussioni, che in passato si facevano in Se noi passia,m o dalla sifilide precoce alla si- proposito di esse, i·l resultato della reazione di filide tardi'Va, clinicamente ed un po' anche ana- Wassermalin e della ricerca delle spirochete, nonchè la prova biologica dell 'inocUllazione i111 tomicamente sono meglio differenziabili ~e leanimale hanno fatto giustizia. Se la clinica di siond. delle meningi, dell'asse cerebro-spinale e ques.te malattie, u11 te mpo cltlamate pairasiifilitifra queste le gommose e 1e arteritiche. È inutile e sarebbe impossibile, nei limi-ti di una ra- che, è chiara; s e l'etiologia non è più dubbia , una serie di problemi restano ancora avvdl1ti nelpida rivista, passare in rassegna tutte le figure l'oscurità o sono spiegati solo con ipotesi. La di malattie che le localizzazioni della sifilide tarparalisi e la tabe sono due processi anatomo-padi va possono determinare : un solo precetto è derivato dalla esatta. conoscenza etiologica rag- ' tologicamente assai speciali, nettamente differe nziaiti da tutti gli a ltri processi di natura sifi giuntai con' l'ausilio delle moderne ricerche : litica; solo una parte dei sifilitici divengono tatutte le sindromi morbose conosciute dell'asse cerebro-spinale e delle 1nmbran.e che Le a'V'VOl- betici o parallitici; la sindrome clinica si manig·ono, possono essere sim,ulate dall'infezione sifi- festa molto tardivamente; essa non cede alla litica. Come conseguenza diretta e logica ne cura specifi·c a, anzi spesso fatalmente .compie il ·v iene la conc lusione 'che , salvo casi eccezionali s uo e.orso a 11llalgrado del tratta mento .p iù acc11rato. (lesioni traumatiche per esempio) nei quali· l'eA spiegare queste anomalie che le differenziatiologiai è manifesta, in ogni affezione del siste11ia 1ier'Uoso bisog1ia sempre sospettare che sia no dalle a l tre affezioni sifi.1i·t iche del sistema i1ervoso, esiston.o molte ipotesi: .u na delle più i11, causa la sifilide. Si impongono quindi tutte diffuse e pure delle più contrastate è quella chele ricerche moderne che possono illttminare il vuole le due mallattie di pendenti da stipiti parprob·l ema. Invece che aìle sintoma.t ologie, partiticolari di spiroclieti. I1n fa \rore di questo modo colari, sarà opportuno accennare ad un carattere di intender.e i fatti stanno le seguenti osservaparticolare delle sindromi luetiche in generale, zioni: a) si sono trova ti parali·t ici i quali hanno ed al significato pa rticolare delle peculiari alterazioni del liqu.o r. Una certa inst'abilità dei sin- contratto l'infezione a lla medesima fonte; tonii, talora la bre'Ue durata di essi, la te1idenza b) con gli spirocheti della corteccia cerebrale dei alle recidi'Ve sono caratteri delle lesioni sifiliti- paralitici progressivi non si è riesciti a provoclie, e de'VOno essere sempre m esse in bilancio ca~e 1'infezione negli stessi animali (coniglio) nei qua li si riesce con comt1ni spirocheti preleper u1ia diagnosi differenziale di natura. 1.rati per esempio dalle mauifestazioni secondarie Quando un s ifilitico con W assermann positiva (Forster e Tomascz.ewski), nemmeno con inienel siero di sangue, comincia a lamentarsi di ,·aghi s~ntomii nervosa, non si può a priori con- zione del liquor dei tabetici e dei paralitici si è riusciti a trasmettere l a mala.tta ai conigli (Va1k, cludere ch e essi siano determinati dalla sifilide : Pappenheim, Marinesco, ecc.) ; mentre invece rema se in un tale soggetto, la reazione, praticata sultati positi,·i avevauo otte11uto col liquor di sinel liquor, dà risultato positivo, si può essere filitici in periodo secondario Uh1enhut e Steiner; sicttri che una lesione organica sifilitica del sisi ,-edono infine la moglie e qualche volta i bamstema nervoso esiste e cbr; presto o tardi se ne bini di paralitici ammalarsi della st essa forma. vedranno ·l e gravi conseguenze. La reazione di lVasser1tr.a1in. positi,ra nel liquor può essere ri- Tutte queste osservazioni sono cadute ad una ad una da vanti alla cri ti ca : i casi di paralisi proscontrata in tutte le ,·arietà di s ifilide del siste·y.e nienti dalla medesima fonte possono essere 111a ner,·oso, essa però è talora negativa nelle considerati coone ,·ere coincidenze, tale è la lor<> 1ne11i11giti, o è positi,·a se si usa quantità di li1

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rarità; egualmente la contemporanea manifestazione della paralisi nei coniug·i 1e nei pa't'ent i; .chè anLi vediam.o la prole dei paralitici e dei tabetici, anche qupndo si.aino colpiti dai segni di sifilide ereditaria, presentare i sintomi del la c-0mu111e sifilide; in;.tìne Noguchi, Uhlenhut e Mulzer J-iuscirono a provocare l'or.chite sifilitica oon l'inoculazione di oorteccia cerebrale di paralitici, in quantità maggiore di quella che non era per 1'innanzi stata usata. Un'altra ipotesi che ha tenuto il campo è stata .quella che fa dipendere la particolare forma morbosa dalla predisposizione indi-viduale, clie de.termin a . un differente modo di reagire di un limitato gruppo di individui a stimoli della stessa :natura. Ma il problema delle predisposizioni è per ora un libro presso che chiuso in m.e dicina. ~è m.a ggior valore ha ['importanza. attribuita .alle cause concomitanti : è risaputo che la fre- . ·quenza maggiore della paralisi nelle città, ri:spe.t±o, alla campagne, è dovuta al fatto che la si• fìlide nelle città è di gran lunga ·p iù frequente, .e che la paralisi s~ può avere in giovanissima .età, quando nessuna delle cause aggravanti (la"-oro cerebrale, ·t raumi psichici, ecc.) hanno po:tuto ~vere ancora hl campo di agii·e. F·orse u11a spiegazione può essere trovata nelle ·concl.usi.o ni che si traggono «Iall 'e'roluzione stoTica della paralisi e della tabe dalla diffusione :geografica di essa. Quando 1a sifilide fu traspor·t ata illl Europa cominciò a provocare delle m;a]attie acute e d·elle vere forme epidemiche che non raramente conducevano alla morte. Lenta. mente ma sicuramente la sifilide mutò carattere ·e divenne una mailattia infettiva cronica, oon· un -decorso attenuato, e con manifestazioni appena apprezzabili anche nel periodo florido de1la malattia. << Soltanto quando la forma ed il decorso della sifi1i1d e furon-0 cambiate in questo senso, ·com.parvero le malattie tardive del sistema nervoso » (Plaut). Furono necessari circa. due secO'li prima che ila malattia avesse guadagnat-0 queste pa:riticolari qualità morbose. Studiando :invece 1a malattia nelle regioni tropicali, dove l'appair~zione è di data piuttosto recente, si tr<xva -che la p.araJ.isi e la tabe non sono ai1cora com• _p arse. La tabe e la demenza paralitica. .compaiQllo fr.equentemente in soggetti che h anno contratto lia sifilide cli:n.i·cam.en.te attenuata o che non hanno mai presentato gravi manifestazioni: la rag ione di questo fatto, che può sembrare para<.iossale è verosimilmente nella deficiente o ' nella mancanza addirittura di cura in tali sog.,g.e tti che scarsa preoccupazione hanno a\·u.t o dalle minaccie del male. 1

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Su.lt1e ragfoni che determinano la tarda comr)arsa della malaittia è difficile perfino formulare una iipotesi che 1"egga agli t1r.ti della critica: secondo alcuni è necessario P,èrchè si producano le caratteristiche lesioni am.1tomiche degenerative la lunga permanenza dell'agente morboso l f~ situ, sì. ch1~ possano agirf. le sostanze toss~che ll1rette o l'lldirette dello sp1roche~e. A favore di c1uesta ipotesi è la co11statazione .delle frequenti precoci lesioni del sistemp. nervoso nelle sifilidi secondarie o dopo poco tempo dalla contratta infezione, ailla tardiva talora comparsa dalla rea.4Ìone di Wassermainn nel liquor, come segno di ltllla lesione a:r:f:eriti<:a. o . profonda dell'intima costituzione del it essuto nervoso. Qualche autore inglese vorrebbe fare d.alle reazioni degenerative che si ri1s contrano nella .t abe e nella paralisi delle reazioni anafilattiche; il tessuto si sensibilizzerebbe nello stadio precoce defila sifilide ; nel peri.odo tardivo la p·e netrazione dello spirochete, nei luoghi sensibilizzati, determinerebbe delle 1«eazioni di ipersensibiJlità con grave danno del sistema nervoso. Qualunque sia la ragione per cui la tabe e lla paralisi si sviluppano sempre tardivamente, du·e fatti: sono da tener sempre presenti, perchè possaino essere di guida: utile 11ella cura: queste due . terribili malattie del sistema nervoso colpisc-0no spesso individui che hanno sifil~1de ignorata, o che hanno avuto manifestazioni lievi <1el1a malattia, colpiscono, spesso indivitj.ui mal cura.ti. In tutte queste catego·r ie cli malati un fatto è comune: la mancanza o La irreocrolaritcì ed irrazio·n.a lità della cura.. È questa una constataZione, messa in evidenza o·ià dialla clinica, confermata dalla v.isio.ne del b 1nalato alla luce delle moder.n e ri.cerche; i1 campo 1·esta ancora aperto agli studiosi per .quel che riguarda ·1a .p atogenesi delle affezi-0ni, Je quali, per quanto orama.j di .natura .i ndubbiamente sifj litic·h e, hanno il diri.t to, anatomicamente, cli1ùcam1e nte, dal punto di v.i sta c11rativo d·i restare distinte dall•e comt1ini lesioni dlla sifilide precoce e tardiva. (Continua).

Erratir,n-i . L'articoio sulla «Vigilanza igienica)), p11bblicato nel fase. 37, deve aver termine alla pag. rroo, riga 5a, col. ~inistra;. l~ pa:te !estan~e ~a .seguito ali' articolo sm cc Servizi san1tar1 provmc1al1 » pubblicato nel fase. 35 pag. ro49.

***

Nell'art. del prof. Spolverini pubblicato nel fase. 37, 1919, a pag. 1082, colonna sinistra, riga prima, ~eggere: recettività; a pag: 1082, colonna destra, riga 28a, leggere; avere saggiato; a pag. 1083, colonna sinistra, riga 29. leggere: presenza delt' anticorpo . I

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1 I

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SEZIONE

SUNTI E RASSEGNE. MEDICINA . .

Le l arie forme di cefalea. . 1

('\ ' . WILSO~, The Practi tioner. Igrg, n. 4 ).

La classificazione delle cefalee a seconda delle cau se è molto difficile. Ad ogni m odo le forme più comuni si possono raggru ppare cosi: r. D a au tointossicazione : a) gottosa, reuma~ tica, epatica, nefritica, intestinale; b) infettiva ; e) mestruale . e climaterica ; d) da disordini delle glan~lul e endocrine. 2 . Circolatoria: a) anemie ; b) arteriosclerosi; e) pletor a; d) malattie card iache: eJ deficient e coagulabilità del sangue. 3. Da intossic-aziot\e esterna, avvelenamenti generali (alcool, tabacco, oppio, piombo) . 4. Nervosa: a ) neurosi; b) neu rast enia; e) emi. cra111a . 5. Riflessa : a) oculare; b) nasale ; e) otitica ; d) faringea; e) dentaria; /) viscerale; g) genitale. 6 Malattie organiche locali: malattie del cer · vello e dei s uoi involucri. 7. Modificazioni della t ensione del liquido cefalco-rachicliano: a) meningite sierosa; b) e~ìt ma cerebrale. Le cefalee croniche p iù intollerabili sono q uelle dovute a t umore cerebrale, a sifilide cerebrale e ad arteriosclerosi. Quan clo nei ragazzi si h a una cefalea gra\,.e e p ersistente si d eve sempre pensare all una sifilide ereditaria. Per accertare la causa di una cefalea occorre ricercar e i seguenti fatti: a) se è unilaterale o bilaterale; b) la località dél dolore; e) se è una dolenzia locale, superficiale o profonda; d) se è costante, intermittente, o remittente; e) le variazioni clu ran t e il giorno; f) i caratt eri d el dolore : parossistico, p ulsante, p erforante, sensazion e di tensione oJ di svuotamento, sensazione di pressione ; g) se è aggrav a ta d alle varie p osizioni del corpo o d ai movimenti ; h) se so110 coesiste11ti affezioni di altri organi o m alattie costituzionali. I. -

Cefalee da autoin.tossicazione.

J .a cefalea gottosa è persistente, verticale o ocC'ipi tale; cli solito si h a nell'età m edia . Per lo più si a\•\·erte un senso cli te11sio11e. Cede rapida1nentc a l t1 i trattame 1 to dietetico. I.n cefalea re1tn1atica. è per lo più diffusa al cuoio ca1)elluto. _~ei n1uscoli occipitali e specialmen te nei loro punti t. i inserzione si trova110 piccoli no luli cl'it1cll1t.. mento clolenti a lla pressione. Di solito c'è a11cl1e eclemn. Il clolore è a_;gra,·at o clall'esposi· (IO)

l~ RATICA

zione al fre j do, dal lavaggio òei capelli, ed in genere tla tutte le cause reumatizzanti. L a cefale1 epati·ca dipende <la disordini funzio n ali del fegato. È accompagnata da dolore all'ipocondrio sinistro, da flatulenze, da urine molto colorate che lasciano un abbondante deposito di urati. La cefalea è gravativa, profonda, localizzata alla fronte, eventualmente all'occipite. I purganti ed i salicilati mitjgano il dolore. La cefalea nefritica può essere il primo sintoma della nefrite interstiziale cronica. Il dolore può essere localizzato alla fronte o all'occipite ed essere gra·~;rissimo, talvolta ha carattere emicranico. Ogni qual volta 11n'emicrania dopo la età medjapeggi0;:-a è bene esaminar~ i reni. La cefalea i1itestinale o dispeptica pare che non sia così frequente come si era creduto finora. Sembra dovut a specialmente al pas5aggio d egli alimenti nel duodeno ed è mitigata da quei purgan ti, che come il calomelano agiscono sopra le parti superiori d~ll'intestino; la cefalea può allora scomparire prima che il purgante abbia avuto pieno effetto. È gravativa, profon da, senza una localizzazione definita; spesso si h a un senso di pena e di p esan tezza sugli occhi. Le cef1lee di origine i1ifettive sono un sintoma costante nelle m alattie da infezione gene~ale. La forma più grave si ha nel tifo. Kclla pulmonite è molto rara. Le cefalee d a infezioni sono per lo più diffuse, ma sono più gravi nella :regione fron tale. Le <'efalee m estruali e cli111ateriche p ossono essere attribuite a d isturbi tossici o a fatti congestivi. Di solito il dolore è più violento poco p rima che si verifichi il flusso mestruale. Per lo più la cefalea è occipitale e si aggrava nella stazione eretta .e nella d eambulazione. Le cefalee più comunemente in rapporto a di . sordi11,1: delle glandute endoc'fin e sono quelle clovute a deficienza della funzione tiroidea ed ipofisaria. Nel pr imo caso insieme alla cefalea si ha lentezza e pesan;tezza dei movimenti, p olso taro, pallore t e111peratura subnormale, debolezza generale. La cefalea cli origine ipofisaria può essere in rapporto a d isturbi puramente funzionali , lesioni anatomiche o neoplasmi dell'ipofisi. Spesso sono presenti lesioni dell'involucro osseo della . glandula, rilevabili all'esame radiogr afico: ma è e\riclente che la cefalea si manifesta prima che siano apprezzabili le alterazioni della sella turcica. Il clolore è localizzato p rofon ~ amente dietro 1'l rac1ice del naso. Le cefalee ipofisarie sono intermittenti ed inclu. cono n el p azien!e uno stato di prostrazione. In genere sono presenti alt ri sintomi som atici della insufficienza ipofisaria. Oua11clo n on si tratti d i tu1nore la cefalea cede alla som n1inistrazione <li estrnt ti glan(lu1ari 1

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[ ..\N~O XXVI, FASC. 40]

2. -

IL POLICLINICO

Cefalee da rlisturbi circolatori.

La cefalea costituisce uno dei sintomi più costanti di tutte le forme di anemia. Si manifesta con un senso di pressione alle regioni frontali, retro-oculare ed occipitale: si mitiga nella posizione sdraiata. In qualche caso coesiste una iperestesia della superficie cranica. La cefalea nell' arte1 losclerosi può assumere due tipi a seconda che è accompagnata da iper- o da ipotensione. Nel primo caso è pulsante, intermittente ed accompagnata da vertigini e da ronzii. Può essere molto ...grave. Di solito è localizzata al vertice, c.1ualche volta all'occipite. La cefalea con pressione bassa è gravativa e non pulsan te: si avverte come una costrizione a fascia intorno al capo. È molto più grave al mattino e si attenua con l'avanzare del giorno. Gli stessi sintomi possono essere dovuti dall'uso cli colletti stretti. Nella pletora si ha un senso di tensione al vertice ed in corrispondenza della sutura fronte-parietale. È costante ed attenuata dall'epistassi e dal flusso emorroidario. X elle malattie cardiache la cefalea non assume caratteri speciali. Ross ha de,s critto casi di cefalea che ha chia. mata linfatica e che sarebbe dovuta a deficienza della coagulabilità del sangue. Si tratta di individui a temperamento flemmatico, con la...faccia rotonda e piena ed eventualmente con edema delle palpebre e delle gambe. I.a sindrome sarebbe in rapporto a deficienza di coagt1labilità del sangue e migliorerebbe con la somministrazione di lat tato di calcici, che del resto si sarebbe mostrato efficace anche nell'emicrania e nelle nevralgie. 3. - Cefalee àa intossicazioni esogene.

Le cefalee dipendenti da avvelenamenti gene· rali da alcool, tabacco, oppio e piombo, di solito si hanno ad intervalli più o meno lunghi e coin. cidono per lo 1)iù con la ingestione del veleno. Si può avere cefalea la sera dopo aver fumato t11tto il giorno ed al mattino seguente alla sera nella quale si è soverchiame11te bevuto. 4 . - Cefalee neurogene.

I,a cefalea i sterica è m olto variabile, non ha caratteri fissi e cede ordinariamente alla suggestione. La cefalea epilettica è particolarmente grave. Ha carattere schiettamente a ccessionale, compare e scon1pare improvvisamente. :g gravativa, per lo più <.1 iffusa a tutto il cranio. Si avverte t1n. senso di martellamento, cli svuotamento del craruo. La cefalea neurastenica è costante e persis te per anni malgrado ogni t rattamento. È più pronunziata al m attino. Il sonno non è disturbato dal

117r

dolore. Si pttò avere una sensazione di pressione al vertice, o come di una fascia che stringa il capo. In altre ore si possono avere altre sensa•

ZlOlll.

L'emicrania può essere di due forme: idiopat1.ca e falsa emicrania dovuta ad irritazioni riflesse. Questi due gruppi ppssono essere somigliati alla epilessia idiopatica e riflessa, affezione con la quale l'emicrania ha molte analogie. La forma idiopatica dura per tutta la vita, quélla riflessa dnra in genere fino all'età media specie quando è dovuta a disturbi della refrazione oculare. L'emicrania idiopatica è un'affezione della corteccia irrorata dall'arteria cerebrale posteriore; è preceduta da un'aura visi va molto tipica ; gli accessi hànno un ,tipo ritmico, aumentano gradatamente e di solito cessano col sonno. L 'emicrania falsa di solito non ha aura, che in ogni caso non ha forma definita e può essere costituita da 11n semplice scotoma. Le cause di qu-esta forma sono : a.) disturbi della refrazione ed accomodazio1te oculare; b) oftolmoplegia ricorrente; c) focolai di meningite cronica; d) mestruazione ; e) dispepsia cronica, stipsi, disordini epatici funzionali, eventualme.Q,te nefrite interstiziale ero• n1~a.

Il dolore dell'emicrania è di regola unilaterale, ma può essere anche bilaterale e passare da un lato ·a ll'altro. La localizzazione è frontale, ma piuttosto profonda, qualche volta retro-oculare. Si aggrava con i movimenti degli o~chi, non con quelli della testa. La sola cefalea con la quale può essere confusa è quella dovuta a tumore cerebrale. 5. - Cefalee rifiesse. Le affezioni oculari sono probabilmente le più comuni cause di cefalea, la quale può dipencl ere da disturbi della refrazione e dell,accomodazione, come da affezioni intra-oculari, Nell'assigmatismo il d ofore .è frontale, nell'ipermetropia e nei clist'urbi dell'accomodazione è temporale o occipitale. L'irite dà dolore fronto-temporale o infra-orbitale ; il glaucoma acuto dà un dolore simile alla nevralgia facciale; il glaucoma 'cronico dà dolore frontale o temporale. Le affezioni nasali sono frequentemente cau~a di cefalea e di n evralgia, che hanno una localizzazione varia a second a della sede e della natur~ dell'affezione. Le cefalee dipendenti da malattie dell' oret;c/zi'o sono tra le più gravi. Il dolore di un'affezione della membrana timpanica o d el conJotto uditivo esterno è riferito all'orecchio stecsso, mentre quello di affezioni retro-timpaniche è riferito alla regione (1

r)


SEZIONE PRATICA

corrispondente all'angolo della mascella ed alla punta del processo mastoideo. Quando però la tensione nell'interno dell'orecchio medio aumenta il dolore si diffo.nde all "17 regione parietale e tem ~ ~orale. La retrazione della membrana timpanica produce un dolore, un senso di peso e di stordimento alla metà del capo çorrispondente. Le cefalee di origine faringea sono in rapporto a focolai irritativi della faringe. . • I dolori di testa di origine dentaria po.ssono essere confusi con quelli di origine n asale, tonsillare, otitica, glaucomatosa o addirittura c~n la nevralgia facciale. 6. - Cefalee da affezioni organiche cerebrali. Gli ispessimenti e le aderenze meningee sono frequentemente causa di cefalea : tali lesioni possono essere determinate da nefrite interstiziale cronica, alcoolismo cronico, sifilide, antichi traumi. Di solito il dolore è localizzato al punto dell'ispes-simento, ma nella nefrite e nell'alcoolismo il dolore può essere generale e più accentuato all'oc~ipite.

7. - Cefalee da 1nodificazioni della pressione

del liquido cefalo-rachidiano. Le modificazioni della pressione del liquido ce· falo-rachidiano sono molto frequenti nelle malattie infettive, da ciò una d ell~ cause di cefalea in dette affezioni. I ti a umi cefalici determinano edema cerebrale da ciò la persistenza della grave cefalea . Rauling in base alle osservazioni fatte in guerra è venuto alle seguenti conclusioni : a) a cranio intatto e piccole lesioni la ceialea è più grave e frequente che nelle gravi lesioni delle ossa craniche ; b) i traumi frontali e temporali sono seguiti da cefalea munemente da cefalea che i traumi parietali ed occipitali ; e) le ferite del vertice, specialmente quelle con compartecipazioni del seno longitudinale superiore sono accompagnate da una grave forma di cefalea; d) la presenza di corpi estranei ne1 cranio è accompagnata comrmemente da cefalea cronica, specialmente quando il corpo estraneo trovasi in parte o tt1tto nel siste1na ventricolare. I~a sindrome completa d i queste lesioni è : bradicardia senza ipertensione, vertigini, febbre notturna, mentalità ridotta, esagerazione dei riflessi, raramente n al1sea e vomiti, leggero edema papillare, accessi epilettiformi. A differenza di quanto si ha nella ipertensione del liquido cefalo-rachidiano nell'edema cerebrale 1 edema papillare è più leggero e non si ha un deciso miglioramento con la pt111tura lombare. J

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DRAGOTtI. ( 12)

[.A..K:NO XXVI, FASC. 40]

CHIRURGIA. Trattament.o delle pleuriti purulente grippali col drenaggio antero-laterale, l'irrigazione discontinua e l'alzarsi precoce. (L. BÉiwtD e CH. DUNL'T. La Presse llfédicale, n. 19, 3 aprile l9J:9). L'epidemia d'in·f iuenza attua.le è stata notata per la frequenza delle .p leuriti purulente, consecutive alle lesioni polmonari. Ciò ha. fatto ri111ettere in discussione il trattamento operatorio deg-li empiemi. Da circa 30 anni si a<.'Cetta da tutti come canone che la pleuroto1nia precoce è il trattamento ideale della pleurite ·p urttlenta. Solo g·l i empiemi dei tubercolosi con lesioni .p olmonari in evo1uzione e gli empiemi da pneumococco dei bambi11i sembrano sottrarsi a questa regola, i primi come incuraibili e gli altri come currubil1 con la semplice puntura. Ma quando, nél 1918, allo scoppiare dell 'infiuenza, medici e chirurgi vol~ero attenersi alla formula classica, J.a mortalità raggiunse una cifra spaventosa (fino all'84 p. 100, Netter), ainclie ad intervento chirttrgico precoce. Fu allora che si .torn~r.ono a studiare le i11dicazioni d·ella pleurotomia. È fuo.ri di dubbio eh.e qualche rara volta s'è potuto, durante l'influe nza, ritirare dalla pleur.a , con la puntura esplorativa, del liqui•do torb~do o francamente purulen~, conte111 e nte poli11ucl1e ari, pneumococco ed anche s treptococco e che qualche giorno più tardi era bello che soompacrs.o. _i\ltre volte Je 1esion.i. polmonari gri1ppali : > ono ia<0e-0m p.a g.n a te èLa versamerut.1 'Puriiormi o siero-emati.ci asettici, spesso abbondantissimi, in cui l 'interventv chirurgico sarebbe inutile, perchè tali versamenti si 1tiassorbono spontanearn:ente (ricercare 1a presenza dei microbi prima c11 operare). Quando si tratta di una pleurite pu:rulenta vera, dovuta a pneumococchi, a stafi1ococchi, a s treptococchi, ecc. 1 è necessario differenziare la pleurite pur111enta, localizzazione l)fÌ1ncipale dell'affezione dominiainte il qua dro clinico, dalla pleurite purulenta, semplice epife11omeno nel corso di u11 'influenza a forma polmo11are con disturbi asfittici e tossici predominanti. Poichè in quei ma.lati in cui l'intensa <lispnca l45-50 respiri .al minuto) è accompag·n ata da u11a cianosi marcata, da oliguria, da disturbi ci t·C'olatori, in rapporto sopratutto con lesion1 p()lmonari bilaterali (per lo più con '\:rersameuto poco nibbondante), 1'inter\~ento è inutile: la morte so1)ra\-rviene egualme11te nelle 24 o 48 ore. Importa perciò di basar-;i s1111 'insieme clinico


r..\N'NO XXVI,

FASC.

40)

IL POLICLINICO

per . disti.11guere, fra g·l'i-nfluenzati , i cc polmonari » con versamento pleurico purulento · « epifenomeno », e i « pleuritici » portatori di lesioni polmonari estinte o in via di guairigione. I po1moniari da principio devono avere· un trattamento esclusi·v amente m edico : ·p untura evacuatrice con o senza iniezione di ossigeno e di liquidi antisettici, 1niezioni •sottocutanee di sieTo specifico, iniezioni .sottocuta11ee od endovenose di ossi o-eillO, lavaggio del san.g ue, ecc. · Se 1'ammal:to sfugg,e . ai danni mortahl d·e i primi gdorni, e ntra ne11a classe dei pleuritici e come tale ·va o.p erato s~nza dilazio11e di . pleurotomia.

* ** Dove e come bisog·na incidere ? Alcllllli chirurgi sono parti:giani de11a pleurotç>mia semplice, gli altra della pleurotomia con resezione di u:na o più coste. Attualmente u11 fatto sembra acquisito: .il (frenaggio de,Te essere estremamente .largo e perciò la resezione costa·l e d·e ve preferirsi alla ·s em.p lke ple11rotom:ia . .-'\.. che altezza bisog.na incide.re? L'incisione classica si fa indietro, s ulla linea ascellare posteriore, .11e11 '8° e 9° spazio int•ercostale. La guarigione pe:rò è r elativamente lenta: occorrono 3-4 mesi iin media. Spesso la pleurite pu-r ulenta diventa cronica, la fistola s'eter11izza, il malato di.viene cachettico. Non .b isogna cercare lontano le cause di q.u esta oronicità : salvo nei tubercolosi con polmone e pleura. infettati dal bacillo di Koch, assoc.ia·t o o no allo strept~ cocco, gli empiemi che g·u ariscono lenrt:amente o di venitano cronici sono· drenat~ in modo difettoso come lo dimostrano considerazioni elementari di ordine fì&iopatologico e an.atomioo. · Considerazioni fisiopa tologic11,e. - L'e mpieo.na, considerato a sè s tesso, è un ascesso e, come bale, deve seguire la regiù'la generaile del .d.r enag• gio chirurgico: incisionie. nel punto rpiù d eclive e disi'11lfezione della cavità. Nel suo insieme la , caività .p leurica ha la forma di u·n e11issoi·d e di cui il grand'asse è 'Para,llelo al1 'asse generale del corpo; secondo la posizione adottata dal maJa.to, questo grande asse è orizzontale n ella posizionie coricata e ve1ticale ne·l la ;posi~one assisa. Se il .m alato è coricato, il punto decli:ve si trova i.n cor.r ispondeinza del pia:no di contatto fra il torace e i1 letto; se il maJato è seduto o in piedi, il p.u nto declive e.a mbierà e sarà al punto anatomico più itll basso situato. Ora, tutti gli affetti da pleurite purulenta, per meg.lio · respirare, 1prefer~scono la posizione seduta o semi-seduta. 1Cosi dopo l'i11.terv.ento il punto declive 1L011 è quasi mai il pttnto primitivamente scelto. Da 1

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II73

altra parte bisogna ·aggiun.g ere che, ainche nel cor so de11' intervento, il pttn·t o primitiivamente scelto non è quasi mai declive, poichè Q'incision e fatta nell '8° o 9° spazio lascia sempre al disotto un cul-di-sacco di varia importanza. Tutte queste ragioni conducono a ric·er care il pu1n to de~li1ve d·e lla pleura sul toraoe in posizione verticale. C 01isiderazio1ii an.ato-tniiche. Con ·nume,r ose dissezion.i e puntu.r e, pr·evia iniezione di liquidi C·o lorati, gli AA. sono venuti alle seguenti conclusioni per vuotar·e integralmente la pleura: La rifles.sion.e inferiore della pleura parte in avanti dalla 7a. arlicolazio11e oondro-costale, si djrige ob.liquamente in.i 1b asso verso la 10° costa che inc.r ocia a IO-II cm. dalla linea mediana anteriore. In certi casi, !Ll cu.l di sacco diaiframmatico resta diJScenden.te e guadagna ù' rra costa a II-I2 cm. dalla linea mediana.. Im altri casi il cu.l di sacco è orizzontale e non raggiun.g e la r ra costa che a I2 o 13 cm. c1al1a linea mediana. A pattire da questo mome11to, la rifl·e ssione pleurica diviene ·n etta1nente asoendente, guadagna obliquamente !in di·e tro ·l a I2a costa a 8-9 cm. dal.la linea mediana posteriore. Il punto déclive dèl1a rpleu;ra è dunque situato in genera1e i.in avanti, fra ·ta Ioa e l ' Ira. costa. L. Chevrier (r) pone il punto declive della pleura in corrispondenza del cul di sacco posteriore, s ulla linea a.ngolo-.costale. Gli A-~· non fa·n no la critica. di questa opinione per la ragione che oonsiderano come capitaI.e lo studio del~ posizione adottata dal malato, cioè della posizione .as·sisa come 1a più 1·apidarnente preferita. Che1rrier .fa notare con ragionie che il cul di sacco di una 1p1eura patologica è risalito; egli J.'attribuisce all'ispessimento de11a pleura e all'infiltrazione sottop1ettrica. Ma non nota questo ifatt9 che il cul di sacco costo-,Tertebralie è sempre più risalito ch1e il cul di sacco 1aterale; il polmone ricacciato in alto trascina nella sua ascensione il cu•l di sacco posteriore per mezzo della pleura mediastinica e in pa1'ticolare del legamento triangolare. Cosi il cui di sacco posteriore che allo stato 11-0rinale è ordinariamente più .elevato del cu1. di sacco laterale, è allo stato patologico soggetto ad un dislivello ancora più a.ccentuaito. Conc lusio1ii a·nato1niche. - I 0 Nella situazion e,verticale, il punto declive· della pleura è anterio·r e o a n tiero-late:rale: si trova a livello della 1

(r) L. CHEVRIER. St-z.tdio sul dren.aggio della pleu1'a. Tratta11iento di scelta delle pleuriti pu,rulente. « La ~resse i\.fédicaJe », 3 gennaio 19r9. Recensione .su « Il Policlinico », Sezione pratica , fase. 16 .


1174

1oa -0 11a costa, in .u n punto situato in media a 11-13 c m. dalla .linea mediana; 2° Le var~ioni individuali frequenti, nor1uali -0 patologiche, non permettono di •p recisare con pu·nti di repere .ester·ni la situazione esatta d1 questo punto declive .

*** Tec nica operatoria. -

Per ottenere buoni risulta.ti, non ztra:scurare 1nessuno dei·· detta,g li. A 1iestesia. - L'ane~tesia ,g enerale no.n è ·p ermessa quando· esistono segni di in.s ufficienza cardiaca 10 d.i lesioni .p olmonari in evoluzione. L.a anestesia locale è sempne suffi<::iente e permette la pleurotomia con -0 sen.z a resezione costale. Tuttavia ·l 'an.e stesia ~generale è utile pe1: e-vi.tare i ·r i·f lessi d'origine pleurica allorchè si Vi\lol .p rocedere aliia spazzata completa delle false .me1nbrane. I differenti ·t empi d.e lla tecn.i ca sono i s~guen ti. : 1° Pleurotomia .e vacuatrice e d ·esp1or.atrice; 2° Drenaggio a.11terior.e o a11teto-later.ale ; 3° Spazzata de1 cavo pleu.rico. 1

Pleurotomia e1Jacuatrice ed esploratrice . Tranne .per .g li empiemi i11citStati, la pleurotomia sarà fatta •ne'i punto d'elezion·e clasSica, nel 9° spazio i·ntiercostale, sulla lin·ea ascellare poste. riore. Se lo stato ge nera le del n1a1ato è pr.e cario, si atterrà a quest o primo tempo e s i eseguir:111uo i tempi s eguenti più g.i orni dopo, 1qua.n d.o 1e circostanze sairanno divenute più favorevoli. Alitrin1enti s i procederà d 1 emblée ~ll'esp1orazionoe della pleura, in .maniera da d.eter..m.inare con m anovre endop1et1rich.e il pttnto declive della ca,,i.tà. QLtest a esplorazione sarà fatta col dito o, meglio, col K1,en1.mer cu1·vo. In.t rodotto attraverso .l a bottoniera plettrica, diretto in .b asso e 1n avanti, questo !(lemn1-e r seguirà il seno costod iafraru111atico ·f ino a l punto in cui s i rialZia .per prendere un tragitto asce11dentie. Là è i l pU!llt-0 declive, .che, .ai sogg.etto in p osizione assisa, s i tro·v a i11 ge11erale f1·.a i1 bordo i1u1.f.eriore della 10° ~osta e il bordo s ttpe!iiore de lla rra. È faci1e a llora determina.re n ello spazio in:ter co$ta:le corrispondente al pu11to declti.ve !la sa1ienza de'lla pt111ta de1 Klemmer e in corrisponde11za di essa ~

c.l renare.

Drenaggio a·1iteriore o a1itero-laterale. -

La incisione fatta 11el pttnto ind:icato dal Klemmer -;arà segnita da una nuo,-a plet1rot omia co11 re.;e7io11e cogtale (roa o 11° cost a) . QLtesto punto l. in generale anteriore o antero-1 atera1e (70 ·P· 100 dei casi) . l\!a bisogna sa.p ere cl1e , in una plettra patologica, le ' Tariazio1ù indi,·iduali sono ~

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[ANNO XXVI, FASC. 40)

SEZIONE PRATICA

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ancoca più a.{)Centu.ate che aJlo stato normale, sia perchè il seno rosto-diaframmati~o, od angolo acutis·simo, è u11 luogo d!elezione per le ade.r enze, sia perchè il pùnto declive di questo cul di sacco riceve prima di ogni altro punto le secrezioni purul.e.nte e le false membrane pleuriche. Ad ogni modo, il chirur~o, con i •esplorazione della pleura, sa sempre dove deve farsi la apertura ·d ella .cavità. Il pus residuo .accumulato nel cul di sacco sfugge attraverso 1a nuo,ra incisione , la vera incision·e di drenag·gk>. Spazzata della pleura. - Il terzo tempo è egualmente importa ntissimo. lì pus addensato, sopratutto alla s uper1fl:cie pleurica visc.e rale, a poco a poco si distacca sotto l'influenza d·e i movimenti respiratori e si accumula nel cul di sacco diaframmatico. La ritenzi.o ne di .qtteste false '111embra~e è uno dei fattori importàniti deila croniicità degli empiemi .: bisogna perciò e1imidlar1e completamente. u.n tampone 0 una .Junghetta montata s u un l{liemmer procede a una spazzatura del seno dal1'indietro in ava·n.ti, facendo usciTe per l'orificio cli drena:ggio a nteriore tutte le sçorie residuali. Ciò fatto, si mettono nell 'ori.ficio ainteriore u110 o due grossi drenagg·i d.estinati a raccogliere il pus ·e il 1i,quido <l'ir.rigazione, che si raccoglieran.n o in u11a ba·cine11a. Per 1'oriJì.cio posteriore si fa .penetrare u110 o più tubi di Carrel che s1 fisseranno alla par.ete. Cure post-operatorie. - Le c ure post--0peratorie sono importanti qu.anto l'operazione stessa : esse devooo essere l'oggetto d'un'attenzioue quotidiana nelle .m ani di un aiuto minuzioso che sappia clinicamente apprezzare i progressi della g uari1g ion e . e dedurne le variazioni di tecnica e cl1 d ura·ta delle etti-e post-operatorie secondo i 1

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e.asi.

Irrigazione dis con.ti1J·i1,a . -

Per l·e prime 24 ore riposo assoluto. Se la secrezione pleurica è costituita unicam-ente· da ptts (se cioè illon vi è scolo sanglligno), l'irrigazione sarà cominciata il secondo gùorno con un liquido arut.isettico (D·aki11, ioduro. d'amido, nitr.at9 d'argento, ecc.) iniettato per mezzo dei tubi :fissati sull •orificio .p osteriore. Le i rrigazioni saran110 fatte ogni t-re ore (eccettua ta la notte) , con un bock situato a 50-80 cm. d'altezza, con 1 50-200 eme. di liquido ·p er volta. Bisogna assicurarsi ogn.i giorno della. permeabilità dei tubi di Carrel e del tubo di drenaggio anteriore, iniettando durante la medicatura un po' di 11.quido che de,~e riuscire per il d.r enaggio anterio r e. Q11est'ultimo può essere chiuso da false membra.ne; bisog11a allora toglierlo, pulirlo e rimetterlo in posto. I tubi di Carrel saranno conser,Tati per una


[.\NNO XX\71, FASC. 40]

IL POLICLINICO

durata ' 'atiabile. L.a qt1a11tità, .l'aspett0 del pus, :i reperti batteriologici sarau110 tanti elementi su cui fondare Ja .necessità di prol U·t1gare o di so~pendere l'irrigazione. Attene.r si sopratutto agli i11segnam en·t i clinici, Rapidamiente la secrezione p leurica dirventa siero-purulenta, poi sierosa; S-r5 giorni i·n media <l'irrigazione bastano a far (.ittenere questo risultat0 : ·bisogna .allora togliere j t11bi .p osteriori. Si a\".rà gran cura di fare quotidi,anamente Ja toilette degli orifici pleurici p'e r evitare le reinfezioni, la suppttrazione del tragitto parieta:le. Il p us della pleura non dovi·à scolare fra il d.reniagg·io e la parete toracica per venire 18.: diffondersi $ Ui tegumenti. La garza d'u1101 medicatura d'em-piema ben .fatta non deve essere mai sporcaita di ptts. I liquidi pìeur.i ci devono essere raccolti i11 un ori11a le prima e in una piccola bottig lia poi. Dopo la soppr·e ssione dei tttbi di Carrei , l'ori:ficio .p osteriore sarà disinf ettato e nledicato a 1)iatto ifino alla cl1it1sur.a ·s pontanea che è rapi.<lissima. · Ll clrenaggio anteriore è mantenuto i11 post.o ·e pern1ette di fare, se c'è ·b isogno, un lavaggio reitrog.r ado clurante la medicatura. Ogni giorno il . rl iain1etro cli qt1esto dren·a ggio sarà diminuito, • .fi i1chè:, ·q ua.n1d o la secrezione pleurica è quasi completa111e11te cessata, si sopprimerà. Si assict1ra allora la cicatrizzazione del tra·gitto pari.et a le con n1edicature appropriate. 21 pleu.r iti pu·;.r11lente post-grippali hia11110 ·d ato, ne.I le mani de•..!.· li _-\._\.., 1a gt1arigio11€ comple ta 11ello spazio di llll m ese. _4 bba11do1io precoce del letto. - Dopo l'inter·yento i fenomeni .d i com'Pressione e d'intossirea.1.;ione rapidamente regrediscono e la tempera.t ura -cade a:l disotto di 38° se non vi sono più lesio ni 1)o1111011ari in evoluzione. In due-tre gior11i l'am·n1alato, considere·volmente sollevato, ripr.e nde 'ì 'appetito. In caso di lesioni po1n1011ari estinte, 1'i11fer1110 può prova·r e ad alzarsi 3-5 giorni dopo 'l'i11 tervent-0 e .c iò g1i arreca dei grandi vantaggi: i l l)01mone respi.r a più ampiamente ·e tcende ad ·oc2ttpai-e completa111eute la sua ìoggia; la cavità pleu:rica si rimpiccolisce e l'espulsione delle secrezioni, grazie ai nlovimenti di va e ·vieni del ·po1mone, si fa completamenbe; gli scambi si fnnno i11 11na maniera più soddisfacente ed inflt1enzano l a rapidità della disintossicazione; la .aoores sia e i dist11roi digestivi s'attenuano; il 111alato entra .p er così dir-e immediatamente in -convalescenza. N.a tt1ralmente ,b.isogna s aper dosare lo sfor zo del ma.lato e fargli subjre un dreJ1an1ento progressivo.

1175

CONGRESSI. XXV ~ongresso di Medicina interna - Triest.e.

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B. ì\IASCI .

...

II giornata.

Presiede il prof.

GABBI.

Esame critica delle più importanti acquisizioni fatte durante la· guerra nel campo del tifo e tifo -simili. Relazione del prof. ANDREA

Rocc.~ VILLA.

Dall'indagine scientifica nel campo del tifo e tifosimili dell'ultimo quinquennio, è risultato quanto seg11e: Epidemiologicaniente l'infezione si è mantenuta generalmente mite e sono prevalse le forme parati.fiche (para. A.). Vi hanno contribuito la buona profilassi e il raffinarsi dei metodi di ricerca di laboratorio. Batteriologicanie·nte la tecnica è progredita per l'applicazione sistematica della emocultura in bile seguìta dalla coltivazione selettiva dei germi su mezzi al Pb. e dalla loro autofiltrazione attraverso sabbia o cotone, prev ia precipito-agglutinazione immunserica di uno degli stipiti isolati. Utilissima la rachi- e la copro- cultura. È molto discussa l'attendibilità della sierodia gnosi di Widal nei vaccinati; per chiarire l'incertezza si farà la ricerca del tempo e del tasso limite massimo di agglutinazione e la pratica d.ella così detta satt1razione delle agglutinine. Sembra che i bacilli tifosi e tifosimjli, formino 11n vasto assembramento di razze, che da un capostipite (il coli) divergano verso altri ceppi patogeni e non patogeni, da un lato ·verso lo Sl1yga, dall'altro verso l'Ebert. Etiopatogeneticamente sono in discussione le nuove importanti vedute di Sanarelli circa l 'origine linfa-tonsillare dell'infezione tifo e paratifosa e <li Danysz sul 111odo di agire dei germi tifici e delle loro tossihe. Si è visto che i tifo- tifosimili, possono pro,-ocare sindromi del tutto eterogenee e che \TÌceversa forme m orbose d'apparenza tifose dipe11dono dai germi pill aispara ti . Associazioni e interferenze risultarono esistere fra l' Ebe rth, l' A . e il B.; importante quella dello Eberth col L6ffler, o di u110 dei p a ra col 8 ll} ga e col Flexner. A natoniicame1ite poco si è ottenuto co11 i te11ta tivi d i differenziare il tifo dai s11oi para. Clinica1nente il tifo 11on h a una pers0nalità si11tomatica risp etto ai 1)aratifi. I caratteri cl1e si 7

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1176

SEZION~

PRAT1CA

danno al riguardo non sono mal sicuri. Il termine Seduta pon1e1'idia J'ta, paratifo dovrebbe, in contrapposto a quello di Presiede il prof. Luc..\.TELLO. tifo, riservarsi solo quando l'infezione decorre in modo anomalo, rapido e benig110. Reazieni immunitarie nella tubercolosi. Il tifo dei vaccinati è, in genere, una forma Relazione del prof. LUIGI SIVORI. attenuata; però si sono avuti casi letali anche fra i vaccinati, specie per ciò che rigu~rda il tifo. I. L'organismo tanto degli animali in esperiL'innegabile parziale refrattarietà dei vaccinati, sarebbe dunque dovuta ad una semplice sosti- mento come dell'uomo, di fronte ai materiali tt1-. tuzione batteriologica e clinica dei paratifi al bercolari di qualsiasi natura (bacilli vivi, bacilli morti, veleni tubercolari) comunque in esso penetifo. trati, produce materiali difensivi specifici, cor1)i Si è estesa la conoscenza di alcune localizzazioni immuni, rilevabili con tecniche diverse. dei germi tifosi e paratifosi, ritenute anomale, 2. Questi principi immuni, usando la termi.110sopratutte l'ossea e la neuro-centrale. logia adottata dai varii autori vennero variaSi è cercato di determinare i quadri clinici alle mente compresi e dominati. Furono detti con associazioni bacillari sopra accennate; così si sono denominazione comprensiva, inizialmente antiavute le forme ad inizio circoscritto, la colerica, tossine poscia anticorpi. Valutandoli analiticala atasso-adinamica, la pseudo-tubercolare, la mente si distinsero in due gruppi: quelli che sono cronica. Alcune sono state caratterizzate da spe- testimoni della avvenuta infezione e quelli che ciali referti clinici (iperazzoterachia) o da ana- sono accolti come reale espressione della difesa logie con altre infezioni (pseudo-tubercolosi ma- organica. Nei primi vengono comprese le precilarica). pitine e le agglutinine; nei secondi sono comprese Nuovi orizzonti hanno aperto anche nel campo le opsonine, le antitossine e gli anticorpi prop1·iadel tifo le recenti acquisizioni endo-crino-sim- mente detti rilevabili col metodo della dev-iapatiche. zione del complemento. Nuove ricerche a scopo diagnostico sono: la 3. La reale proprietà difensi,ra di questi niatecutireazione e la prova atropinica, molto incerte; riali è stata variamente dimostrata e dalla maggior la splenoreazione, che pare corrisponda bene e parte degli osservatori riconosciuta. alcune uro-reazioni (le jodo-reazioni di Kronber4. La natura intima dei fenomeni in1munitari è ger e di Petzetakis, la reazione di Weiss, quella stata oggetto di molteplici e spesso contraddittorie di Robin, quella di Silvestri al protocloruro di ricerche le quali affaticarono la me11te dei vari ferro) . sperimentatori e diedero origine a spiegazioni Profilatticamente la vaccinazione specifica , ha diverse ed all'acquisto di cognizioni framme11tarie, dato reali vantaggi. Però anche dopo l'adozione 'd alle quali pur considerandone il valore scienti.fico, di vaccini trivalenti, l'esito è inferiore a quello non è possibile trarre deduzio1tl definitive; ma che ad previsto: n on è scevra di pericoli, non elimina i ogni modo non infirmano la reale esisten7~ di essi. casi gravissimi, il suo effetto è di breve durata. 5. Dallo studio della fenomenologia immuni· Sembra servano meglio i lipo-vaccini. È allo taria nella tubercolosi, risulta uno stato permastudio la vaccinazione per via orale. nente di lotta fra gli antigeni e gli anticorpi che Terapeuticamente i progressi si riducono &i pro- regola le manifestazioni dei fatti morbosi, le quali cedimenti molto dissimili gli ·uni dagli altri, co11 sono sempre in rapporto colle condizioni della cui si provoca la così detta-termoterapia- -: ru1a reattività organica. violenta reazione termica e viscern.:e con cui l'or6. La valutazione degli antigeni e degli antiganismo rapidamente riesce a disimpegnarsi della corpi nel tubercolotico, fornisce elementi preziosi infezione e guarire. . <li giudizio per la diagi1osi e la prognosi delle inaFurono adoperati a questo scopo la collobiase lattie tubercolari. 7. La constatat~ presenza cii antigeni dimostra di stagno e d'oro, la proteino e pepto-teraJ)Ìa, la vaccino-terapia (anche con vaccini eterologhi). l'esistenza dell'infezi011e; io ste5so dicasi per la Con,riene però eliminare i pericoli tossici) che tut- presenza di ai1ticorpi. 8. I rapporti fr~. antigeni e anticor1)i chiarisco110 tora rendono infida e poco pratica l'applicazione di questo metodo. l·11a interpretazione biologica, lo stato di offesa e di difesa dell'orga11ismo, e se sicura del meccanis1110 d'azione i1on è ancora rag- l'ammalato si tro,;a in fase di reazione utile o mei10 al 1nome11to dell:esame; ii1dicando così il coeffigiu11t.a. cente cli reazione organica. g. !./applicazione delle conosce11Ze i111ttltu1itarie Prendo110 la parola sull'argomento i prof. B ..\.Ralla terapia degli organismi i11fetti ecl alla co1uLOCCO, Gn;G~I, P :\.RIS, G .\I~DI, ~1...\R.~SSCTI, I/CC'Aprensione cli essa ' Ta considerato in ordi11e: TELLO. 1

1

(16)


IL P.OLICLIN' reo

a) ai mezzi terapeutici che hanno per oggetto

di elevare la resistenza organica generale (alimentazione, cura cljmatica, riposo, ecc.) in quanto che migliorando il terreno organico si eleva la potenzialità reattiva di esso e quindi si agevola la produzione di quei materiali difensivi che si producono innanzi agli antigeni specifici, patogenetici dello stato morboso; b) ai mezzi terapeutici specifici che hanno per oggetto di neutralizzare direttamente mate. riali offensivi specifici e determinare indirettamente una ele,,.azione della resistenza specifica (terapia · specifica passiva) . e) a quei mezzi diretti a determinare col concorso della -t eatti,..ità organica, la produzione di materiali difensiv i specifici mediante l'introduzione per qualsiasi via di antigeni tubercolari (tubercoline diverse, corpi di bacilli morti, ecc.) (terapia specifica attiva) . L'azione di questi principi antigeni e l'opportunità del margine di resistenza caso per caso, pe~chè se questo non è sufficiente invece di essere utili possono riuscire dannosi. Per margine di resistenza· s'intende la capacità dell'organismo di reagire attivamente di fronte agli antigeni tubercolari in esso introdotti. Se questo margine fosse insufficiente i IJ:?.ateriali antigeni introdotti si sommerebbero nella loro azione offensiva a quelli preesistenti per l'infezione tubercolare in atto. Il mezzo migliore per misurare il margine di resistenza consiste nella ' ralutazione del ricambio intermedio e del contegno del peso del soggetto in esame di fronte ad una intossica zione bene graduabile quale è quella determinata d alle tossine della fatica. 10. Le conoscenze della immunità dimostrano la possibilità di una azione profilattica per mezzo di una vaccinazione preventiva d ei soggetti sani e ne costitttiscono la base scientifica. rDiscussion e. Prenie la p arola il prof. Maragliano sui corpi imm'.lni tubercolari- ricorda come per il primo al congresso di Borde:'..UX (1895) a\resse messo in evidenza la presenza di sostanze immunitarie antitubercolari nel sangue, e la p ossibilità di determinarne artificialmente la formazione - e su questo con cetto fin da allora propugnò 1a vaccinazione. III. giornata. Seduta antimeridian a. Presiedono i proff.

ZAG ARI,

ScHUPFER e V. ASCOLI.

Esame critico delle più importanti acquisizioni fatt,e durante la guerra nel campo della dissent~ria arr.ebica. 1 Relazione del dott. prof. Gumo LORENZ.4..NI. Le più importanti acquisizioni fatte dutante la guerra, n el campo della Dissenteria Amebica , possono ritenersi le seguenti:

1177

r. Dal punto di vista della diffusione geografica

si è constatato: a) che la forma morbosa a sede tropicale eparatropicale può svolgersi con tutta la sua feno menologia anche nei climi temperati; b) che in questi si è manifestata in grande prevalenza con casi isolati che sono st a ti in buon numero sulle prime misconosciuti n ella loro etiologia. 2°. Dal pitnto di vista etiologico si è constatato~ a) che la Entameba dissenterica non è che la Entameba histolytica di Schaudinn. La Entameb a tetragena dalla maggioranza degli A. è ritenuta ide11tica alla histolytica, n on mancano però studiosi che la ritengono distinta. L 'Entameba nana è stata identificata per l'Entameba coli; b) l' Entameba histolytica osservata nella dissenteria degli eserciti ha presentato identiche attività patogene di quella delle regioni tropicali _ 30 Dal punto di vista speri1111,entale si è osservato, che anche somministrando materiale infetto a gatti giovani per bocca, purcl1è la quantità sia superiore a quella usata per inoculazione rettale e ripettLta per diversi giorni di seguito, si cl e termina la malattia. 40 Dal punto di vista clinico si è rilevato: a) una minore percentuale delle complicazioni· epatiche (ascesso) ; b) una forma clinica cl1e p er i sintomi eccezionali fu detta a sindrome surrenale; e) che anche nella dissenteria amebica si è· rivelata la reazione iodofila 11el sangue . 50 Nei casi di dissenteria osservati durante il periodo di guerra furono trovati associati all'Entameba i seguenti protozoi: il Lamblia, il Trichomonas ed il Cercomonas; eccezionalmente si rilevò pure il fatto nuovo della contemporanea presenza dei bacilli dissenterici Shyga, Kruse e Flexner. 60 Dal punto di vista della diagnosi niicroscopica si è notato: a) in opposizione a quanto si osserva nella dissenteria bacillare, si trovano n11merdsi globuli rossi e scarsità di mon onucleari ed ancor più dei p olinucleati; b) che a mantenere i movimenti del parassita durante l'esame microscopico, nei preparati a fresco, corrisponde bene la diluizione del materiale contenente le Amebe in soluzione fisiologica 1iscaldata a 37°-38°. 70 Dal punto di vista dei veicoli e niezzi di diffu sione, è stata assodata la gran de ii11portanza delle mosche e dei porta tori cronici. so Dal punto di vista terapeutico, si è confermato il valore specifico della cura coll'emetina e del joduro doppio di bismuto e d'emetina come il migliore, più idoneo, pi1ì tollerato e più efficace dei composti di emetina . _t\nche nella suppurazione epatica si è confermata la grande efficacia del medicamento. .


SEZIO~"'E

·9° L'esame dei numerosissimi contributi intorno a questo tema, sopratutto inglesi, ha dimostrato, che non solo negli ~serciti in guerra, ma anche nelle popolazioni interne si sono verificati casi di dissenteria amebica, determinandosi così .dei minuscoli focolai che potrebbero costituire pericoli di vere resurrezioni della malattia e Q.i possibili ·circoscritte epidemie. Discitssione.

Prende la parola il prof. PONTANO rilevando la necessità di fare metoàicamente l'esame delle fecce nelle enteriti comuni, pone in rilievo l'importanza delleforme larvate primitive e secondarie, e l'importanza dei reperti delle cisti, infine cl'importanza della terapia emetinica sulla cura dell'acceso epatico. Il prof. IzAR parla dell'importanza dellla dissenteria amebica fra noi.

PR(\TICA

[-.\~~o

xx\rI, FAsc . 40]

differenziali, furono risco.n trati dovuti agli altri germi dissenterici più noti, e in linea di frequenza al bacillo Flexner, al Y. Heiss-Russel e allo Strong. Gli altri germi meno frequenti o di reperto nuovo, pit\ che in vere epidemie, si riscontrarono in piccoli nuclei o in casi isolati commisti al bacilloShyga o agli altri germi ricordati. 5°) Per queste caratteristiche differenziali d'ordine clinico ed epidemiologico, che confermano le differenti proprietà biologiche e culti1rali d,i detti germi, risulta opportuno, a scopo di classificazione razionale, per quanto ancora co11venzionale, procedere alla stessa stregua di quella adottata pei · germi tifici: considerare cioè il bacillo Shyga-Kruse come germe dissenterico capostipite, e gli altri come paradissenterici, con l'id,entico significato attribuito_ai paratifi.ci. 6° Nella serie dei germi dissenterigeni che per il loro moltiplicarsi come prodotto delle ricerche di guerra hanno gettato l allarme nei clinic~ e negli stessi batteriologi, dovrà essere compiuta 'una rigorosa rivista che a~certi anzitutto se sono id entificabili in un unico germe (cosa molto probabile e già verificatasi in alcuni casi) due o più germi i quali non hanno di àiverso che il nome di 11n autore o una differente lettera dell alfabeto. 7° Dei germi che certamente verranno così ridotti di numero sarà opportuno controllare se ,-eramente si tratti di agenti di un vero q11aqro dissenterico ad a11damento epidemico e con corris1)ondenti lesioni anatomiche, o piuttosto di disturbi enterocolici talora semplicemente funzionali, cio~ senza decise e caratteristiche lesioni a11atomiche e un vero andamento epidemico. 8° Stabilita così una distinzione clinica tra dissenteria vera, paradissenteria ed enterocoliti <lissenteriformi, sarà compito della batteriologia clisciplinare la serie ormai troppoJnumerosa di questi germi, riducendoli, i11 rapporto alle loro proprietà biologiche e a quelle patogene, o al gruppo l 1issenterico o al bacillo coli. 1

Sulla dissenteria bacillare. Relazione del prof. F. GIUGNI. Da una analisi riassuntiva degli st11di e delle numerose ricerche sulla Dissenteria bacillare ' compiuti durante la guerra, si possono trarre le seguenti concl11tsioni: 1° Che durante la guerra una gran parte, e i · più estesi e tipici tra i focolai epidemici di dissenteria bacillare, risultarono dovuti al bacillo di Shyga- Kruse; e che questo germe, col disciplinarsi della tecnica batteriologica nei laboratori di guerra, fu riscontrato negli e~ami delle feci con una graduale maggiore frequenza, fino ad essere riconosciuto nelle più recenti ricerche l'agente pressochè esclusi,ro di gran parte .della epidemia. 2° La percentuale elevata di tale reperto è risultata in ispecie conseguenza di alcune modificazioni nella t ecnica degli esami, anzitutto dalla semina immediata nei t erreni culturali delle feci appena emesse o prelevate direttamente dal retto o clal sigma colico. 3° In! base a tale prevalenza di reperti, alla speciale impronta epidemiologica, ai dati clinici e anatomo-patologici caratteristici a questo germe, appare giustificato risenrare al termine dissenteria il significato convenzionale di una entità morbosa definita, clov"t1ta ad un agente specifico, il bacillo Shyga-Kruse, distinguendola anche dalla amebica che ha carattere endemico, e a cui si addice meglio, seconclo alcttni a utori, la denominazione d i enterocolite amebica. 4° Altri nuclei ei)identici ben più limitati e in genere impro11tati a maggior benignità, co11 al11ne caratteristiche cli11iche ed epidemiologicl1e

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Discussi one.

Prende la parola il dott. M oxTrCRLLI sui rapI)Orti fra dissenteria e influenza. Prof. lZ...\.R: Nota che le nostre cognizione non permettono di!differenziare iLb. dissenterici dai b. paradissenterici; rileva l'importanza del rettoscopio per la diagnosi e dell'utilità della miscela di carboni e caolino nella terapia. \-iene rile\-ata l'importru1za curativa dei ferme11ti lattici. Vi si associa il colonnello MI~XJ·:LL.\ : parlano p11re sull'argomento il l)tOf. 1IORSI~LLI, :JI.\R.\:\IX I, CA

G.\.SP.\RD-1, P OSTA.SO, GHIROX.

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{A~~o

XX\71, FAsc. 40]

I 1'4 POLlCLINI(!O

Presiedono i proff. Grl:FFRÉ e G .\.BBI.

Bsame critico delle più Importanti aoquisi1ionl fatte durante la guerra nel campo delle cardiopatie. Relazione del prof.

Xrcor~A PENDE.

Di tutti gli acquisti fatti negli ultimi cinque ~nni dalla cardiologia, il più importante è senza ~ubbio quello che concerne la :fisiologia, la se111eiologia, e la :fisiopatologia clinica del tono del cuore, proprietà che si è dimostrata di una grande importanza nella genesi delle sindromi cardiovasco .. lari così dette dinamiche e neurogene, sopratl1tto nella genesi degli stati di dilatazion,e transitoria. delle cavità cardiache o degli osti valvolarid '01igine neuro-psicogena o da strapazzo muscolare; nella genesi dei disturbi cardiaci degli aviatori, nella genesi di una gran parte dei rumori cardiaci .accidentali e dei più frequenti disturbi subbiettivi dei cardio-pazienti . nevrosici, come il cardiopalmo ed il senso di costrizione precordiale. Il tono del cuore può defu1i'rsi come latit11dine immanente del muscolo cardiaco a conservare una certa posizione intermedia di attività tra la sistole e la diastole, proprietà di semi-contrazione permanente, per etti la cavità del cuore si adatta ad ogni momento al volume del suo contenuto, ed il volume cardiaco ne aumenta oltre a un certo segno durante la diastole, nè si rimpicciolisce oltre a un certo segno durante la sistole; dal tono del cuore dipende il volume tneclio, che può variare :fisiologicamente di tempo in te~po. Il to110 del cuore è negli animali superiori e sopratutto nell'uomo, di origine essenzialmente neuromiogena, per cui ,-aria in senso sistolico o costrittorio, ovvero in senso diastolico od espansorio a seco11da del preponderare degli in1pulsi nervosi sin1patic0tonici, o di quelli vago- tonici. Analogame11te a quanto osservasi i1ei vasi sanguigni in cui può aversi un aumento attivo del calibro "·asale, nel cuore 11oi possiamo ammettere che si abbia u~a variazione attiva espansoria subordinata al vago e che non significa diminuzio11e -0 paralisi del tono. Per cui l)isogna ammettere .che vi siano dilatazioni cardiache tonogenicl1e che possono non aver nulla in sè di patologico. Tono del cuore ed attività contrattile ritn1ica, so110 proprietà fino ad un certo punto indipendenti e dissociabili. Il to110 è un fattore ausiliario, e regolatore della contrattilità, perchè impedisce w10 sperpero di ei1ergia da parte del mioca rdio, il quale altrimenti sarebbe esposto a crisi cli indebolimento e di esaurimento. Però se la de:fi.cenza di to110 o ato11ia è u11 fattore predispo11ente all'astenia n1otrice, no11 può iclentifi.carsi colla l11eclesima.

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I concetti suesposti si possono applicare alla valutazione semeiologica e :fisiopatologica del ton() cardiaco, it1 cui si è credt1to trovare un ottimo metodo esplorativo della capacità f~zionale del cuore; benchè si debbano fare molte riserve. La ricerca delle reazioni di tonicità miocardica fatta colla radioscopia, dimostra che in certe individùalità (adolescenti vago- tonici) il cuore presenta un volume cardiaco instabile; in altre individualità (soggetti ad abito ortotico e astenico) il cuore si slarga per dilatazione della sezione des tra nel decubito orizzontale, mentre tiella stazione eretta si restrù1ge e si allunga verticalmente. A queste variazioni si accompagna u11a grande subitaneità e ' relocità dell'itto cardiaco, cioè i battiti non sono, per cosi dire, smorzati, mentre il cuore a tono normale si oppone, mercè lo stato di semi-contrazione tonica delle sue :fibre non solo . ' ad llll rilasciamento diastolico completo delle medesime, ma anche ad un troppo brusco ed eccessivo accorciamento sistolico, come pure non si lascia facilmente clistendere dal maggiore afflusso fisiologico di sa11gue venoso nel dec11bito orizzontale, e i1e riduce esagerata1ne11te il suo volume nel minor afflusso di sangue della stazione verticale: dilatazio11e clinostatica e restringimento orto. statico, che so110 mu1imi in condizioni di tono miocardico :fisiologico, sono notevoli in ct1ori a tono labile e de:ficente. Che questa labilità costitt1zionale del tono, possa esser legata a i11ancanza d'equilibrio fra i due sistemi nervosi cardiaci a11tagon.isti, è dimostrato tlal fatto che la surriferita abnorme ampiezza di oscillazioni sistolica diastolica del vol1Jme cardiaco, si osserva i11 soggetti ,rago-to11ici, e le surriferite variazio11i clinostaticl1e e ortostatiche si accompagnano: le prin1e ad altri fe110111eni di vago-tonia cardiaca (bradicardia, iperdiastolia, ipote11sione), e le seconde ad altri feno1neni di simpaticoto11ia cardiaca (accelerazio11e, ipersistolia, iperte11sioni) . Lo Zehbe ha studiato u11 altro seg110 di labilità del to110 miocardico, cioè l 'eccessivo variare dell'angolo d'il1clii1azio11e del ct1ore (allo schermo dalla inspirazio11e all'espirazione). Cuori sicuranu1ente ipoto11ici, come sono quelli di it1divicl11i ad abito astenico e ortotico, si restringo110 11otevolme11te i1el passaggio dalla posizione orizzontale alla ' rerticale, o per un a1rn1ento, ancl1e mit1imo, del lavoro al)it11ale. È 11na specie cli spasmofilia cardiaca, risco11trabile in soggetti simpatico-tonici; cl1e manca i11 se ggetti vago-to11ici, in cui può anche essere sostituita da t111a dilatazio11e tonoge11a delle cavità cardiache. Esse11do il tono del cuore dunque esse11zial1nente sttbordinato al to110 del sitnpatico e del vago, una retrazio11e tonoge11a esagerata del c11ore, sarà it1-


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S EZ IO~E

PRATICA

[-\NNO XXVI, F.\SC. 40]

crisi normale degli umori e indurre per questo 1neccanismo e per quello, delle brusche e ripetute oscillazioni di pressione endovascolare, alterazioni trofiche delle pareti muscolari del cuore e delle arterie, non escluse le coronarie . ge~to. N"on si pt1ò, dalle reazioni di tonicità in senso Questo può spiegare la genesi della frequente costrittorio od espansorio, dedurre la capacità arteriosclerosi precoce e della coronarite dei comcontrattile del miocardio. battenti, qualche ca.so di aortite e insufficenza orI cuori perfettamente compensati sono quelli ganica della mitrale in soggetti non sifilitici, nè a tono più stabile, ed il cui volume varia meno fa- attaccati da endocardite; e degli stati degenerativi cilmente per stimoli :fisiologici. Anche cuori con miocardici interpretati come miocardite da strad ilatazioni tonogene, vagoto-niche possono com- pazzo . portarsi normalmente dal lato della contrattiDal punto di vista etio-patogenetico e nosogralità. Un tono labile può favorire la debolezza mo- fico, non esistono limiti netti fra le cardiopatie toria del cuore solamente quando sia molto grave clinamiche_ e quelle organiche, osservate durante e di n atura costituzionale e permanente. la guerra; dal lato poi della semeiologia f11nzioKelle cardiopatie di guerra, non solo in quelle nale, è difficile segnare criteri distintivi sicuri fra dinamiche e neuropsicogene, ma anche in quelle sindromi dinamiche ed· organiche. or ganiche; i disturbi del tono cardiaco, ed ancor Il criterio costituzionale che prende di mira sopiù d el tono vasale, assumono un'importanza do- pratutto lo stato delle correlazioni del circolo col minante. E sistono forme di a tonia grave cardiaca s istema ·.nervoso e neuro-muscolare del soggetto, e vascolare, che difficilmente si distinguono dalle è il migliore per la diagnosi e la prognosi delle sinlesioni degenerative del miocardio, o dalle forme di dromi dinamiche. Esso permette una distinzione stanchezza muscolare grave del cuore (strapazzo ·di queste sindromi in miogene o miasteniche (cuore cardiaco) . Le .dilatazioni tonogene e neurogene d e1 ipoplasico, debolezza,, cardiacal costituzionale), e c11ore possono passare in dilatazioni da stasi o in quelle legate a un fa~tore nervoso (neurasthemiogene. Lo studio del cuore basedoviano, nei suonia cordis) delle quali ultime permette di distinvarii stadii, fatto coll'elettrocardiografo e con os- guere le forme~a tipo simpatico tonico, a cui apservazioni isto-patologiche, insegna come uno stato partiene il massimo numero dei casi di cuore cercardiaco possa trasformarsi nella cardiopatia or- tistico di guerra e le forme a tipo vago-· tonico. L e . ptu . ' grave. gan1ca nevrosi circolatorie sono suscettibili di passare in L'ipotonia cordis, la myasthenia cordis, la 11iyo- seguito. in cardiopatie di tipo arterioso, con tendegene1'atio cordis possono essere tre fasi succes- cle11za all'insufficenza clel cuore sinistro, le nevrosi sive di un processo cardiaco originariamente i1eu- circolatorie vago-toniche in cardiopatie di tipo vero-psicogeno. Anche lo studio del cuore nello stato noso, co11 meiopragia del cuore destro. L'importanza assunta dal sistema nervoso nelle timico, con la sua caratteristica te11denza alla s incope ed alla morte improvvisa , di cui qualche cardiopatie, ci fa sempre più considerare l'attività caso è pure segnalato tra i combattenti, per pro- cardiaca, come tm'attività neuro-miogena, risulbabile preponderanza di ormoni vago-tonici e car- tante dell'attività autoctona del muscolo cardiaco, clio·dilatori, combinata con de:ficenza di ormo11i e la...giusta carica di stimoli nervosi al cuore e al simpatico-tonici e cardio-sistolici, pttò a iutarci a sistema periferico. Il giudizio sulla sufficenza od insufficenza dell'apparato circolatorio, non può comprendere come dei cuori eccessivamente e cronican1ente dilatati p er ipotonia gr~ve, e dure- essere fondato soltanto sulla valutazione della forza ,.-ole d'origine neur~orn'1onica, possano andare <li risenra del muscolo cardiaco, perchè questa può incontro ancl1e alla paralisi cardiaca funzionale ; d iventare insufficente se non è sostenuta da una ine11tre qua11do l'atonia cardiaca è d'origine p11- sufficente resistenza psichica del soggetto. ramente psicogena (isterica) senza intervento di Discussione. anomalie orn1oniche gravi e persistenti, essa rjPre11de parte alla discussione il prof. GIUFFRÈ sol"-e facilme11te e rapida1nente. sul ct1ore da sforzo, sull'allenamento del cuore, Il concetto moderno, secondo <'Ui i trat111u psjchici possono agire come veleni sull 'or ganismo, sull'iperto:fi.a da lavoro e sulle forze cl i riserva del col m eccanismo degli sqttllibri ormoni, delle cuore. Il prof. B_.\.RLOCCO, sull'importanza che ha l'alalterazioni metaboliche da eccesso, o c1ifetto cli cool e il tabacco nella genesi d elle sindromi nerormoni circola11ti (di ormoni tiroidei e surrenali) ren de conto clel carattere tossiemico delle 11evrosi 11ose del ct1ore dei combattenti. Il dott . Gr;TTI, parla del tono del cuore e dei ca.rclio -,·ascolari~e della possibilità cJ1e lo strapazzo n1ot i,-o s ia <'npace cli t11rbare })rofoncla1ne11te la ritlessi card iaci . dice di un tono coscrittorio esagerato, e una dilatazione tonogena od 11na mancata retrazignèf di un esagerato tono espanso rio o diastolico, in rapporto con una vago-tonia costituzionale del sog-

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f ANNO XXVI, F ASC.

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IL POLICLil:\ICO

Il prof. \ ' IOLA, parla sui rapporti fra ie f1111zioni di elasticità e di tono della fibra muscolare cardiaca. Risponde il relatore compiacendosi col prof. Giuffrè della conferma ai dati da lui esposti. Consente sul valore dei metodi di esame funzionali del c;uore che servono solo se presi comples.sivamente e per quellq che ciascuno di tali metodi può dare, il vero metodo di esame fu11zio. nale è quello clinico. Relazione è el prof. E. CIOF'l?I (Napoli): .)ai riffessi, della cltnica tiei riguaYdi della lotta antitubercolare. Dott. GHmoN.

XXVI .,ongresso della Società Italiana di .,bin1rgia. Triest e 2-5 Ottobre 1919 . S ed·u ta antimeridi ana det 3 o ttobre 19 19.

Amputazione e protesi cinematiche. Relatori prof. P UTTI ~ prof. PIER!. Gli insegnamenti, che deri va110 dal -concetto e dalla pratica della cinem.atizU&ione, non si limitano al campo dell'amputazione cinematica intesa in sensu stricfi.ori, ma ill11minano di nuova luce quello assai più vasto della tecnica generale delle amputazioni. La teoria vanghettiana, che ci ha appréso ad lltilizz.a.re al grado massimo le risorse funzionali del moncone, ci porta a considerare l'amputazione non più come un inter'Vento. che è fine a se stesso, ·ma come un atto chirurgico, che ha per m èta ul-tima la creazione di un nuo'Vo elemento somatico, -che, integrato dalla protesi, sarà fattore di nuova funzione. È un periodo nuovo della storia delle amputa.zioni quello che s ta schiudendosi, il .p eriodo, che dovremo chiamare delle ampittazio1f/,i C'inem atiche, cui sarà per sempre legato il nome glorioso di Giuliano \ 1 anghett1. La moderna dottrina delle amputazioni s arà ca~ ..ratterizzata : 10) Da una logica revi5ione della tecnica delle amputazion,i, per cui, tenen do conto dei futuri elementi f,1nzionali, si deve risparmiare il\ masse di moto come in leva scheletrica. 20) D~lla volgarizzazione della teoria dei motori plastici. 30) Da un maggiore interessam ento dei chirurgi per i problemi della protesi. 40) Dalla riforma dei metodi di' costruzione della protesi. Accennato cosi al vasto programma, che la teoria vanghettiana della cinematizzazione schiude alla attività dei chirurgi dell'oggi. 1'0. espone s uccintamente quali siano i risultati, che, nel campo pratico, la plastica é la protesi cinematiche ci -hanno fornito. PuTTI. -

118 r

L 'esp erien za p ersonale dell'O. è fondata su loo casi di cinematizzazione chirurgica, su oltre cento ricuperi incruenti di funzioni residue, e sulla pratica acquistata nel far co.struire un cospicuo num ero d i protesi cinematiche. P er ciò che riguarda la cinen1ati zzazioneincruenta, 1'0. ha s istematicamente praticato la cinematizzazione di mon,coni falangei, meta~rpici e carpici, riuscendo ad ottenere risultati funzionali soddisfacenti. Raccomand a una rigorosa economia, nelle amputazioni della mano. Ottimi risultati ha ottenuto con 1' applicazione sistematica a tutti i monconi di a'Vam braccio, sufficientemente lunghi e mobili, della, cosidetta protesi a rotazione. Ottime combinazioni cinematiche possono ottenersi nell' a;vambraccio, a ssociando la cineinatizzazione chirurgica a quella meccanica. I movimenti rotativi saranno preferibilmente utilizzati al ripristino della supinaz\one.pronazione, mentre i motori plastici saranno des tinati a muovere le dita. Quanto alla cinem atizzazion e chiru rg'ica l'O . dice cli non aver avuto occasione di sperimentare in amputazioni di (guerra la cinematizza,zion,e prima,ria. Nelle amputazioni ipocinematiche ha generalmente preparato il terreno alla formazione di ans e o di clave termin ali, quest'ultime pro'V\riste o meno di nucleo osseo. Il maggior numero di plastiche cinematiche è stato eseguito su mQnconi già costituiti. 'I ,a questione della se je dei motori plastici ha una sp eciale importanza in riguardo alla loro utilizzazione protetica. Riass umen do, a questo proposito, i dati della propria esperienza l'O. ritiene: 1 0) Che nei monconi lunghi di avan1braccio, che conservino un'ampia mobilità rotatoria, la prep arazione dei motori terminali è controindicata. I n qu elli medi, con movimenti rotatori non utilizzabili, meglio il o i motori t erminali. R i5pettare sempre i monconi corti, creando motori extras egmentali sul braccio. zo) Nei monconi lunghi di braccio sono preferibili i motori lat er ali ai t erminali ; l'inverso v ale p er i m onconi m edi o corti. 3o) Nell'arto inferiore i m ot ori non dovranno m ai ostacolare ] 'appoggio t erminale. I-Ia $,Vuto migliori risultati dai motori ad ansa che d a quelli a clava; il motore a t unnel fornisce il migliore degli attacchi. P er ciò ch e rigu arda la cosidetta cla va -oscillante, n on è sempre facile che la nuova a rticolazione risponda a t ùtt e le esigenze funzionali. In d ue casi ha eseguito la falangizzazion e del radio e dell'ulna, m odificando la tecnica del Kru]{em berg . (21)


SEZIO~E

Per ciò che rig1ta rcla la scelta del t ipo (li 1not ore, l'esp erienza di olt re un anno lo 11a inclotto a p referire in m assima il motore ten dineo o muscola re, prep~rato con plastica cutan ea a ponte, secon do la tecnica di Delitala . Questo t ipo cli m ot ore ha va11taggi note\roli, che l' O. riassume : possibilità c1ell'inter .vento . in anest esia locale, e di cinem atizzazione differen ziata d i vari muscoli di uno st esso gruppo; facilità clel m etodo, scelta della sede del motore, ecc. Il problem a della p rotesi ci1ieniatica è assai più iminatt1ro cli q uello dell'amputazione cinematica. Tu tta...via, an che in quest o campo, si sono com piut i dei progressi, abole~do dai sistemi di attacco e di s ospen sion e i n1ateriali semirigidi, utilizzando gli anelli inètallici rivestiti d i gomma indurita; sen1plificando l a s trut t u ra d egli apparecchi, ecc. P lERI. - L' O . si rim ette a quanto è scritto nella sua relazione, p er ciò che rigu ar d a la t rat t azione gen erale dell' argomentO' ; e discute un solo punto della question e, che present ~ il carattere di m aggiore attualità e l importan za: i'amp utazio11e o disart icolazione cinem atica cliret ta, o cinem atizzazione primaria . Finora, nella chirurgia di guerra, t utti o qt1asi i tentativi praticati in qu esto campo, furono diret t i ad eseguire cinem atizzazioni terziarie, a cinem a tizzarc cioè mon coni provenien t i da amputazio11i o disarticolazioni eseguite secon do i metodi classici . Ora, nella pr atica ci..vile, il chir11rgo che si trova davanti a lla necessità di p ra ticare un'operazion e clemolitiva sugli a rt i, deve possedere d ei piani operatori cl1e gli permett an o di esegt1irla secondo le nuove concezioni della chirurgia cinematica. L' O . va avuto occa~ione di praticare in ..varie occasioni queste cinem atizzazioni primarie. Egli espone i p rincipali m et odi oper atori usati, illustran "'oli con la presentazione di cìisegni schemat igi e fotografi.e cli m alati operati . Coniu'ni cazioni sulle ani putazio·n:i cinemati che e di'scussi o11e.

Porta il ·ont rib uto della sua es-perien za alla c'ineplast ica e l alla cineprotesi . E gli h a eseguito 34 cinematizznzioni. Ifa u s3 to la rgam en te dei m etodi ai1tiret rat t ili. In linea gener ale p referisce le cineplas tich"' laterali a ponte, per la loro semp licità, pC'1 cl1è i1on n ecessitano un ulteriore accorciament o del mo11cone e 11on d anneggiano i m ovimenti resi(lttl . Pre~enta clelle fotografi.e c1i casi operati, ed 1111 mutilato cli n\rambr accio, co11 cinematizzazione laterale. fornito (li prote<;i, ch e permette al m '1.t ilato cli ~ fferr are e sorreggere "·a rì oggetti . Sc~\LONT: p arla cli 11n pro e~~ o p er la cin.e111ati2PELLEGRINI: C in.epla.s tica. e ci n.ep rotesi. -

PRATICA

zazio1z.e d ei 11zon.cr:Jn.i di aniputazione, pe1' itna efficace p ·odu zion.e di lavoro. CHIASSERlNI : Contribitto allo stitd'io delle cine111atizzazion.i e ptastiche·cin e1natiche. - Espone un suo

m eto1o che permette la formazione di anse termh1ali alt erna11ti, e lo illt1stra con proiezioni cli c.liaposit ive. I/ O . ha es eguito 13 riamputazioni e plastiche cinematiche, 9i cui alc11ne primarie. P arla delle ind icazioni e delle controindicazioni delle cinematizzazioni terminali e di quelle laterali, facendo notare che l' ampiezza d'escursione (l el m otore plastico h a forse inaggiore importan za d ella forza che il motore st esso può esplicare. J.>1 esenta fotografie di casi, e tre mutilat i di av amb raccio, operati secondo il suo metod.o, uno él ei quali for11ito di protesi cinemat ica . GALEAZZI : L e n1odificazioni fu nzion ali dei n11tscoli dei m onconi di am pittazion e. - E spone i risultati di interessanti ricerche da lui eseguite con P ugliese, sulla funzion alità dei muscoli n ei m on/ coni di amputazion.e . E gli present a, numerose grafiche, che dimostrano 1, attività d i questi muscoli, sotto varie condizioni. La conclusione principale, cui è p ervenuto, è che la riunione d ir etta dei 1nuscoli antagonisti dà il maggiore rendimento. È un fautore clell'ansa t erminale. N on è d ' avviso che si possa ottenere una efficace cinematizzazion e d ifferenziata fra m 11scoli di uno stesso gruppo . SOLIERI, in vis ta d ella importan za scentifica e pratica del p roblema delle cinem atizzazioni, fa , ..oti p erchè i chirurgi ne diffonda110 fra i loro colle hi e fra il pubblico i grandi v a11taggi, in modo che . questo nuovo indirizzo possa ent rare doma11i i1eLla prat ica chirurgica comune. Il relat ore PuTTI risp on de brevemente ai va ri oratori : é d'accordo con Chiasserini per ciò cl1e riguarda la· impor t anza della escursione dei mot ori plastici ; a Galeazzi fa nota re che la ci11emat izzazione differenziata fra muscoli cli uno stesso grt1ppo è possibile, e risponde a d t.1na legi;;e fi.sio· logica. Associanc1osi al voto d i Soleri , si augt1ra che la cinematizzazione dei m o11coni di am pt1tazio11e, ir1 ea geniale di Van gh etti e gloria it alian q , sia apprezzata al suo giusto \Talore. Su p ropost a ùi PIER! e PEL~EGRINI v ie11e i.J.1,·iato u11 telegrarmna di p lauso a Giuliano \ -a11gh etti. S eduta p onieridi a ua del 3 ottobt e 1919.

X1cor"1CH riferisce su t re casi d i estir1)~zione su l)totale della vescia per r ancro . Di qt1est i, uno

mor ì p oco (~ opo l'operazione ; un secon no s i r imi<;e i11 b11one con lizioni, m a l ~ op :1 alct.tni 111e i p resentò recicli,·a ; un t erzo, che :\·i•·ne prc:~en tato dall ' O., go·-e buo11a salute .

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( ..\NNO

XX\i I,

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FASC. 40]

riferisce anche sulla nefrolitiasi bilaterale, e presenta un paziente, curato da lui dodici anni fa, e che trovasi tuttora in ottime condizioni. A proposito di questa comunicazione CAUCCI . ' ~corda le :icerche sperimentali di cistectomia parz1~le d~ lui ~seguite nel Laboratorio di patologia · ch1rurg1ca di Roma . NICOLICH

PUTTI: Sulla cura

chirurgica delle anchilosi e d~lla .rigidità .del. ginocchi o. Presenta dei pa-

zienti operati d1 artroplastica o mobilizzazione del ginocchio. Due di questi furono operati circa sei anni fa; l'anchilosi era consecutiva, in un caso ad artrite stafilococcica, nell'altro ad artrite gonococcica. I risultati funzionali sono ottimi. In tre altri casi l 'anchilosi era consecutiva a ferita d i guerra; due pazienti, operati risp ettivamente da due e da un anno, flettono ed estendono bene la gamba. Nel terzo caso la notevole mobilità. laterale, e la frequente subblusazione anteriore della tobia, richiesero un secondo intervento. che consiste nel ricostituire con lembi di f~cia lata i legamenti laterali e il legamento crociato ax1te: r~ore. ~l le~bo ùi fascia lata adop erato per ricostruire 11 legamento crociato anteriore, fu fatto passare traverso un tunnel scavato nel condilo interno del femore, e fissato con un chiodo al condilo esterno della tibia. Si è ottenuto una . . maggiore stabilità dell'articolazione , ma 1 movunenti di fl.exo-estensione sono d iminuiti· quest'ultima operazione è del tutto recente (Ago~ sto 1919). CHIASSERINI: Un caso di neu ro-fibro1na 11acemoso.

- Dopo avere esposto, con la proiezione di d iapositive, il metodo operatorio usato d a lui nella formazione delle anse terminali (tii cui alla precedente comunicazione) l'O. espone un caso di neuro:fìbroma racemoso da lui operato in un b ambino. Il tumore era della p alpebra superiore destra e della regione temporale. Nei cordoni si trovav an o costantemente fibre nevose mielinich~ e amieliniche; esistev a una forte proliferazione c1ell'enr1onervio. L'O. ill11stra il caso con p roiezion e . (Continua) . A. CHIASSERI NI. Il fascicolo 9° (15 settembre 1919) della nostra SEZIONE CHIRURGICA, che trovasi in corso di stampa e .che spediremo fra pochi giorni agli associati, contiene:

I. D ott. G. Fantozzi. - Peliosi reitni atoide si mulante l' a.t>Pendic-i/e,·

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. CASISTICA E TERAPIA. La miosite ossificante progressiva. I caratteri principali e cost anti d ella miosite os-

sificante progressiva sono i segue11ti: . 1° ossificazioni multiple comp~renti nei mus~ol1 volontari, nei tendini, n ei legan1e11ti articolari, n~lle aponevrosi, senza apparente ca1.!Sa traumatica o di altra natura· ' 2° comparsa d( ll'affezioue, q11ando non è addirittura congenita, c.1uasi sempre nella infanzia; 3° decorso progressivo quasi fatale v erso una pietrificazione completa e tardivamente mortale; 4° associazioni di insufficienze di sviluppo tanto anatomico che fisiologico (microdattilia, mancanza di sviluppo dei caratteri sessu ali, infantilismo, ecc.) 5° importanza degli ematomi d a emorragia spontanee come punto di p artenza p er il p rocesso di ossificazione. Rosenstirn attribuisce tutto il i)rocesso patogenetico della malattia ad un arresto generale di sviluppo. Per tal fatto i vasi sono di una sottigliezza e delicatezza estrema, donde la possibilità èli emorragie circoscritte sotto l 'azione di traumi impercettibili o anche cìi una semplice ~levazione della pressione sanguign a. ~ I~uzoir (Presse rnédicale, 19 19, n. 9) ritiene che vi =sia anche 11na fragilità anormale d ei t essuti, per m odo che l'emorragia sarebbe una causa della necrobiosi p arziale, la quale serve di punto d i part enza dell'ossificazione. L'i11tolleranza alla radioterapia che stimola lo svil11ppo dei tumori confermerebbe quest a patogenesi. Pare che non siano i11 causa tlè la coagulabilità . sanguigna. nè il metabolismo del calcio. La tera• • pia 1n questo senso non ha aato alct1n risultato. Salvo qualche speranza del resto molto incerta data dalla opoterapia il solo trat tamento efficace o meno p alliat ivo consiste nell'esportazione chirurgica degli ost eomi i più dolorosi e che più sono di impedimento alle funzioni del corpo, come quelli . che ostacolano la respirazione. dr.

La spondilite tifosa. Osler (c·a,1iadia11, :\1 edi cal • Lssucia lio n f oitr11 al, G.i111g11110 r9r9) ritien e che:: 1a s1)0 ndi1ite tirfosa sia più raira di quel che gc11e1·a11nei1te .si ritiene. S1)esso ·vengono attrib11ite a c1uesta 1oca1izzazione ,·ertebrale della infezio11e eberth ia11a for1n e n er-,-ose funzionali . I . ' .-\ . clc . . criYe 1111 ca ·o di prete.sa spondi lite tifosa rec;i~tentc ~cl og111 geaere t1i 1

II. Dott. P . Gìlber ti. - Osservazi o1ii a contribu,to del tratta1nento chi 1urgi co dell e dev1:azioni dell'ute110 e det prolasso ge1ii tale. III. Dott. R. Bompiani. - Riassiinto critic.o sulla cttYa dell e f1'a tture aperte e lesio11.i articolari d'at1na da fit CICO. 1

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1181.1.

~EZlONE

.che g uau-ì dopo soli dieci n1i1n uti di tra tta11nenroo. Si trattava di un caso app arentemente n1olto girave ~on paraJ.isà. ch e dur.ruva da due ainni. Il soggetto oJ:te era asool.utamente i ncaipace di muovere il tronco e gLi arti infer.iori, con un trattamento sug.g estivo dopo,' dieci m imu tir [u in _grado di camminare corret tamente. Osler crede che .si deve peMar·e ad um f ornn a semplice.mente neurotica rsimu1ainrbe 11na s pond i·lite t iifosa quando s.i ha u.110 stato neurastenico oon distu111bi v~so1notori ed in qu alche caso an ch e con stim mate isteriche; quando .si ha rigidirt:à dcl dorso accompagmta da dolori t al\r<;>lta violenti 1n ei t•e ntativi di m•o,~imenti ed ianche quaindo &i a-b1b ia dol-0.rabilità ailla ·p ressione de i pr«)cessi s pi1t1aJli; ed i n.rune ·quando manca la febbre e ·l 'esam e locale l·.iesQe 0ompletarn11ente 111egiativo. No.n è dubbio che in malti casi l'elie.miento funziona1e si a:ggiiu nge .aid una leggera lesione orgainica. Ma è certo chie i·n n1.01te f1~rm.e di ~­ d~lirte tiifosa i dist u:ribì n ervosi .1notoni •e sensi ti vi h ain110 C'arattere prel\1a1eTutemente mieurotico. Dei fra tti locali il più co.stante è il . do1ore all dorso che p uò essere parossistico e spesso istraordi.na!fi:amente \1io1ento tanto che i.il paziente evita <li f.are qu:alsia:si movinnento. I1l dolore può · es.sere nettartne1:1 te 1ocalizzaito iad una radiice sp~nale, estendie rsi iad u'tlo o a du e la.ti del corpo e dif,f1onder&i ad una o aid an1bo g·li arti :iinmeriori . _.\:n.che cos.ta111te è Ja dolenzia 1dJei processii spi.n;ali ailla pression e per lo più rli1m.itata aill1e verteb.re 1om,b,a ri ·ed alle u.ltime dor.Siali. Semlpre p1~e­ sente ,è la ri1g idità de11a colonna vertebrale. I n g ra:n ttil111Il•e ro di casi c'è 1ainche UJna cont·rattura cronica dei muscoli accompag'nia.ta dia fi.ni tremori ivei movimenti ,èLe~le gamb:e : ma il tfaitto 'PÌÙ car.atteristicò è la contrazion·e .ritmica :invol1on1tairiia dei musooli a-ddomiina1d.. N ei QaS.Ì grarvi c'è imcaipaicità assoluta di muovere g1li arti infteriori , lllla rum c'è vera paralisi, n1 an c'è iaitrafLa, nulla jnsomma che facci.a sospetbarre una liesione miielitica o nevritica. I riflessi sono esagerati . Con1e diisturbi di sensibilità si può avere i perestesia specita!lmente al cl.orso ed 'a:nche anestesia. ~on è dubbio che la .forma nevrotica ifunzionale possa sovrapponsi ad un proaesso infìamrmirut:orio DSteo-periosteo delle ve.rtebrie, ma è erroneo far di pendere i disturbi nervosi daihla lesione v·ertebrale. Si tratta di fatti coi11ciden.t i e uon ~n­ seguenti, che si S\Tolgono e g uariscono i.ndipenclentemente gli ttni dagli altri. Tati fatiti dèvono essere presenti per un conveniiiente indir izzo terape11tico ed un esatto giudizio progno-

l>RATICA

(· i1 ra,

La ·mobilizzazione delle articolazioni traumatizzate. Dopo l'esperienza della guerra, il t rat tamento del~e. lesio~ , a rticolari deve v enire sottoposto a rev151one. Gia W. Dowden nel B ritish med. J ou n ., del 23 novembre 1918, afiermava senza riserva che molte migliaia di soldati con lesioni articolari erano stati resi storpi per tutta la vita, in causa del feticismo della immobilizzazione, mentre potrebbero usare bene i loro arti se gli apparecchi immobilizzanti fossero stati usati solo per breve t empo. Ad analoghe conclusioni giungono W. Bainbkidge ( U. S . Naval Bulletin) e Dowden, secondo i quali la mobilizzazione attiva deve essere inco- . minciata .subito dopo avvenuta la lesione. Si impediscono cosi le aderenze che sono l'effetto d i prolungata immobilizzazione. Trattasi di applicare alle ~esioni articolari il metodo di cura, preconizzato da Willems per le artriti purulente (cfr . q~esto giornale p ag. • 977), a ccompagn andolo an che con movim~nti passivi. r. s.

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1

1

~ tico .

dr.

'

Trattamento del reumatismo e della gotta con iniezioni ipodermiche di acido salicilico.

J. Séjournet (Presse

11iéd., 22 m aggio 1919) ha

ottenut o, con q uest o metodo, buoni risu.ltati. Egli prep:a ra la ooluzio.ne , versando· un litro di acqua bollent e sopra u n gran1mo ·d i .acido sailicilico; pratica l'in iezione di 1 amc. (1 mgr. di acido saillicilico) in corrisp ondenza di ogni articolazione clolent e, in urn punto v i.cimo il p iù possibi·l e alJ'interl:i•nea a rticolare ; l 'i n1ezion e, n ei mala.ti timorosi , p uò essere pt"ocedu ta da un'altra <li I/2 cg·r. di cocaina.. Nei g iruni seg·uenti, se .l'amma la to soffre tutt ora, si ~i petono le 1niezi.o:n:i. È raro che esse debbano continuare p iù d.i q·uaittiro o cinque volte, poichè ben prest.o scompaio.oo il dalore e la tumefa.zio~ periarticolare. Il 1nalato, soprattut to se giovane, può irapidamente a lzairsri. e fMe i primi p.as.si, mentre si andrà più a rilento negli individui attempati. I va:ntaggi di questo metodo son.-0 molteplici : specialmente deg.no di nota è quello che il trattameuito fatto siin dall'inizio, impedisre la generalizZJazione e quimdi la comrplicazibne di endocardite; il trattamento sau·ebbe amche ef:fica()e contro }'.endocardite stessa al suo inizio. N' el reumatismo inusco Lare si fa 1'iini.ezione 11.el i)u11to più doloroso e si vede talvolta ~a gua.irig ione av\renire quasi seduta sta.nite. .<\11che la gotta può essere utiln1ei1te trattata con questo metodo, iaceudo ] 'iniezione di I cm~., i 11 corrispondenza della ar.ticol.azione affetta. IJa 1


[ANNO XXVI, FASC. 40]

IL POLICI.,INICO

1185·

sc:1aitica, che viene considerata {)Ome un.a .neuralgia a:-eumatica, guarisce Srpesso i.n 8 -10 giorni, co11 um'ìÌlniezione quotidiana, al pu11to di emer~n<la delilo sciatico. Il reumatismo cronico può pu1·e xita.·ar:re vantagg:ii con questo metodo (una coro.na di ini1ezioni peri.ar.tic-0lairi), me11tre •e sso 11on ha effetto sul reum.aiti:smo •oss·eo, nodoso e defor.rna:nte. fil.

Suppurazioni delle dita e loro cura.

sottocutaneo, nei punti dove la pelle è più tes.a} ed incistioni laiteraili, o lungo la volta deJ1. polpastrello, a seconda del punto più dolen.t e, in quel- · lo osseo. Dopo le i!llcisioni, si provoca un'intensa:. 1per.emia mediante ripetuti bagni d'acqua calda .. Il patereccio tendineo va curato dal chirurgo, ied è bene inviare subito J'amm.alato all'ospedale .. È utilissimo curare profilatticamente le piccole· ferite del1e dita colla stasi alla Bier, ottenuta coll'applicare strisce di cerotto alla radice de1' ·dito. 0

POLLITZER.

I paterecci (W. Gundermann: 1Vliin che·1ier 1Vledizinisclie Vfi'oche:1isclirift, ,g iugno 1919) sono sempre caus.ati dall'infezione di u na ferita da parte POSTA DEGLI ABBONA TI. dei piogeni. La gravità del prooesso non dipende dalla specie dei germi infettanti , ma da·l la loro (1051) Malaria latente primitiva. Al dott. F. P .. ,-irulenza; germi in cultura provocano le infe- da M.: zioni più gravi. L.a gravità del processo dipende In generale chi è infettato naturalmente o spe-· inoltre dalla sede de1l'i,nfezione. Si distinguono rimentalmente di malaria, dopo un periodo clasin tale riguardo : sico di incubazione, variabile per le varie forme, ha 1) patereccio cutaneo: le prime manifestazioni cliniche della malaria. 2) paronichia e patereccio sub t1ngue ; Queste sono d'ordinario irregolari e tumultua3) patereccio sottocutaneo; rie nei primi giorni, poi assumono il noto quadro.4) patereccio tendineo; delle febbri intermittenti. Talora le manifestazioni 5) patereccio articolare; sono lievissime ed anomale, la malattia ha un ca6) pater.eccio osseo. rattere larvato, non esattamente interpretato dal Il patereccio cutaneo e la paronichia sono .l e paziente e dal medico; ad esse segue un periodo forme s uperficia.l i. Le forme profonde sono più lungo di latenza, durante il quale il paziente è difficilmente diagnosticabili. Nel p.a tereccio sot- nel pieno benessere. Tale periodo di latenza (lato~utaneo la sede del maggior dolore -e della magtenza secondaria) può prolungarsi anche per mesi, gi.or tumefazione è situ~ta verso la parte late- e la malattia scoppiare come una falsa primitiva. rale del dito, che è li1b ero in tutte le sue artico- In questa categoria possono rientrare alcuni dei:· lazioni. Nel patereccio tendi11eo il punto di mag- suoi malati. gior tumefazione è situato nel centro del lato l\1a non tutti coloro i quali contraggono la malaflessorio del dito, che è te:iuto costantem ente ria ne hanno le manifestazioni classiche o larvate· flesso; non è possibile estendere il dito colpito. dopo un periodo determinato d i incubazione. È Nel p atereccio articolare la tumefazione circon- nozione vecchia, rinnovata da~li studi di guerra da l'articolazione, i·l dito colpito, flesso perma- con una moltiplicazione impressionante di ossernente1nente, non può venire ·esteso ; è colpita di vazioni, che alcuni individui possono contrarre la pr.eferenza la rra. fa~ange, mentre la ra. è libera malaria, e divenire malati anche dopo parecchi nei suoi mo,rimenti ; è molto caratteristica l a de- m esi, senza che le indagini anamnestiche più acviazione laterale dell'asse del dito. Il patereccio curate riescano a mettere in evidenza la più legosseo colpisce di solito l'ulrt:ima falange; Ja fa- gera indisposizione, come equivalente della fenomenologia clinica di prima invasione. Dirò di più· la.n ge intera è tumefatta ed arrossata. Nel patereccio cutaneo, 1'apertura dell e ,·escico- che questi soggetti nello scoppio della malattia, le purulenti, ed iimpacchj umidi consecuti,·i, con- dopo parecchi mesi dacchè l'hanno contratta, si ducono rapida1nente a guarigio11e. N.e~la paroni- comportano spesso per il quadro clinico come def chia e nel patereccio sub ungue, il miglior meto- malarici primitivi. Le osservazioni di tal genere· do di cura è la stasi alla Bier; a t ale scopo si cir- si riferiscono particolarmente a persone che hannocon·d a strettamente la radice del dito con delle abit ato zone malariche senza presentare nessun strisce di cerotto a desivo. Ciò calma pronta- segno di malattia, la quale si manifesta quandomente il dolore, é l'infezione regredisce senza esse vanno ad abitare zone indenni. Oltre ad osservazioni particolari personali e dr che sia necessario asportare l'u111ghia. In questo stesso modo va curato il patereccio ar.tico1are . parecchi autori (Bilke etc.), interi battaglioni teIl patereccio sottocutaneo e quello osseo, vanno deschi che avevano combattuto in Volinia, senza i11c1si precocemente; lunghe incisioni in qt1ello dare casi di malaria, si sono ammalati improvviI

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( 2S) '


Il ~

SEZTO~E

samente di malaria nella primavera successiva, abitando i.11 zone indenni. Da questa categoria di persone bisogna naturalmente escludere coloro, nei quali i primi accessi febbrili si presentano nel primo mese dopo aver lasciato la zona palustre: essi potevano essere stati infettati negli ultimi giomi di permanenza e quindi costituire dei semplici malati in incubazione. Non così semplici si presentano le cose nei riguardi di coloro che hanno abbandonato la zona palustre e nelle regioni indenne da malaria h anno le prime· manifestazioni della malattia dopo qualche mese. L'accertamento dell'esistenza di questi casi deve portare ad una prima conclusione: contratta la . malaria, questa può dare le prime manifestazioni cliniche dopo parecchi mesi: esistono cioè categorie d i malarici nei quali la malattia resta latente in maniera primitiva, dei malarici latenti primitivi come li chiama l'Ascoli. La loro esistenza è d'altra parte confermata da ricerche nel. sangue degli abitatori sani di zone malariche: in forti percentuali gente apparentemente sana è stata trovata portatrice di parassiti malarici. Inoltre in occasione di spostamenti di truppe, di azioni in zone montuose, coloro che provenivano dalla zona palustre danno un forte improvviso contributo di casi nuovi di malaria. L'osservazione clinica, è dunque confermata dall'indagine di laboratorio, dai dati epidemiologici. Questa categoria di soggetti non sono semplic~ portatori di germi, perchè presentano t11more di milza, prima già dello scoppio della febbre; non sono malati in incubazione perchè una malattia, se pur non sensibile al paziente, in essi si svolge; non sono latenze secondarie, perchè mancano le manifestazioni primitive, sono malarici latenti primitivi. Il cambiamento di clima può in essi provocare l'accesso, specie se la zona palustre è lasciata per la zona montuosa (e forse è il caso dei suoi malati) ma la latenza può prolungarsi anche fino alla primavera successiva, e la febbre iniziarsi nel periodo delle recidive preepidemiche. Il perchè della latenza primitiva è problema non ancora risoluto; perchè il cambiamento di clima suscita l'accesso? il problema è comune con la malaria ordinaria; anche nei malarici latenti ordinari la montagna provoca spesso lo scoppio del1'accesso. Con ogni verosimiglianza i complessi elementi del clima determinano condizioni di stimolo alla riproduzione degli ematozoari, con ogni probabilità in tali condizioni si avvera quello che sperimentalmente (stimoli chimici) è stato già ottenuto, l' accelet'azione cioèldel processo di parten.oge1iesi e una nuova attività riproduttiva delle generazioni asessuate.

( 2b)

[--\.N~O

PRATICA

XX\"I, FASC. 40]

(1052) Sulle aritmie. --: Al dott. I-1. D. da C. A.:

I due trattati classici sulle aritmie e sul loro valore clinico rimangono sempre quelli del Wenckebach (die Arhytbmie als ausdruck bestimnter Functionsstarungen des Herzeus) e del Makenzie (Diseases of the Heart). Nei libri moderni di cardiologia è largamente trattata la p arte che riguarda i disturbi del ritmo del cuore. Oltre al Price (già recensito nel << Policlinico ») utile e moderno è il libro dell'Hirschfelder: « Diseases of the Heart and Aorta». (London Lippincott Company, London, 1919).

t. p.

CENNI BIBL/OORAFIC/. (/\'on sirecenstscono che i Libri Peruenutiind.ono alla Red.aziofit:).

POROT

ET

Prezzo

I~ .

Psychiat'Yie de guerre. 6.oo. Editore F. Alcan, Parigi.

HESNARD. -

È uno studio molto accurato e metodico delle forme mentali che la guerra ha determinate con tanta frequenza. Su la psichiatria di guerra molto si è pubblicato: il libro di Porot ed Hesnard non apporta nessun elemento nuovo alle più dibattute quistioni. Ha però il merito di essere chiaro e . conciso. d1'.

ELY

The tecnique of Psychoanalysis. Editore: Nervous and Menta! Disease Company, New York e Washington.

SMITH

IELLIFFE. ·-

È una dettagliata esposizione della dottrina e della pratica della psico-analisi. È un libro che costituisce una delle più chiare ed ampie volgarizzazioni della teorica del Freud, la quale è considerata dall' A. non solo dal punto di vista medico, ma anche da quello pedagocico. dr. Psycho-analysis and its place in life. Editori Frowde-Hoddor et Stoughton, Londra.

BRADBY. -

Pregevole lavoro di esposizione e di critica della teoria di Freud, che rivela nell'autore una profonda cultura filosofica e letteraria. Capitoli molto lucidi e convincenti sono quelli dedicati ai fenomeni subcoscienti, ai sogni, al simbolismo. Particolare interesse desta lo studio della vita dei arandi artisti al lt1me della psico-analisi. È un l:voro che si legge molto volentieri per la chiarezza della forma e per il nuovo rilievo che l' A. dà. alla discussa teoria del Freud. dr.


~:\NKO

XXVI, FASC. 40]

IL l'OLICJ4INICO

NELLA VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. XIII fJongresso Nazionale dei Medici Condotti. Nei giorni 27, 28 e 29 settembre si è riunito ad Ancona il Congresso dei medici condotti. Il Congresso è stato animatissimo. _A.Ila inaug11razione della Presidenza centrale sono presenti il presidente Martinelli i vice presidenti Biscioni, Vaccino, Malusardi, il cassiere Carobbio e i segretari Pellegrini e Secchieri. Dopo nominata la Commissione per la verifica dei poteri il dott. Gandolfi propone l invio di un ·telegramma al prof. Murri. L'assemblea approva. Il dott. Gandolfi propone che si discuta prima dell'Assic1-t1'azione obbligatoria contro Ze malattie. La . inversione dell'ordine del giorno viene approvata. Il presidente Martinelli espone lo stato attuale della questione. Spiega succintamente in che cosa consistano il progetto massimo e minimo. Esprime il parere che convenga esporre le nostre proposte prima che la Commissione approvi il progetto essendo poi difficile ottenerne le eventuali mo::Iifì.cazioni. • Nel progetto mjnimo l'assistenza sanitaria rimane ai Comuni con accordi da farsi coll'istituto di assicurazione. Col' progetto massimo invece tutta l'assistenza passa all'istituto assicur~tore . Parlano in vario senso i dottori Cingolani, Vaccino, Dal Prato, Gandolfi, Belli, Ceramicola, FaJichi, La Placa e de Frabritiis. Vengono proposti n11merosi ordini del giorno . I"'a votazione è avvenuta sul seguente ordine del giorno ed è stata fatta per divisione e p~r appello nominale: «11 Congresso, mentre rivendica alla classe dei medici condotti il primato nel richiedere a legge sopra l'assicurazione obbligatoria contro le malattie, conferma la fiducia al proprio presidente Martinelli e gli ò à mandato di sostenere in seno alla Commissione minist0riale che la classe vuole che .sian rispettati i diritti acquisiti dai medici condotti che sia stabilito per legge che 1 opera dei medici sia ~ompensata con un'indennità di residenza e con onorari fissati in rapporto all'opera prestata volta per volta secondo una tariffa concordata co!?;li ordini d.ei Medici: che sia garantita una congrua rappresentanza è ei sanitari nelle Commis.-sioni per l'applicazione della legge ». Questa prima parte accettata dalla Presidenza h a riportato 113 voti favorevoli e 16 contrari. La seconda parte è così formulata: « Qualora poi non sia approvato il progetto mas-:simo, intende che sia mantenuta l'attuale forma 1

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di assistenza sanitaria domiciliare affidata ai Comuni gratuita per i poveri e a pagamento pdr gli abbienti, lasciando all'istituto di assicurazione il provvedere al solo controllo ». Questa parte no11 fu accolta dalla. Presidenza e fu respita con 8 5 no, contro 30 si. Seduta antimeridiana del 28.

Il segretario Pellegrini ricorda lo stato èell'associazione nel dicembre 1918, che era ridotta a non più di cinquecento soci, con non più di venti sezioni ancora in funzione . I"a presidenza si era impegnata di tentare la riorganizzazione dell' Asso ciazione per poi presentare al. Congresso""""le proprie dimissioni, al fine di nominare la Presidenza Centrale. Attualmente il n11mero dei soci, è salito a 6300 suddiviso:, in 128 sezioni. Sono in corso ricostituzioni di altre sezioni tanto che ormai si può affermare che l'Associazione ha raggiunto il numero di 6500 inscritti. Aggiungendo le 2000 condotte circa vacanti si può dire che non si ~ molto lontani dall avere la quasi unanimità dei medici condotti d'Italia iscritti nell'associazione nazionale. Purtroppo però i soci non hanno dimostrato quello spirito di solidarietà e di combattività che è necessario in un momento decisivo come l'attuale. Il Congresso deve richiamare i soci tutti alla necessità di procedere al versamento delle 1 0 0 lire richieste, se si vuole che la lotta ingaggiata per le rivendicazioni economiche abbia il risultato che tutti desideriamo. Accenna quindi alla cassa pe~sione, riserva11dosi di esporre quanto si fepe per ottenere quei miglioramenti che sono noti a tutti i soci. Prende quindi la . parola il tesoriere Carobbio per una relazione finanziaria. Parla poi a nome dei revisori dei conti il dott. Ptocaccini il quale propone l'approvazione dei bilanci. Dopo breve d isc11ssione viene messa in votazione l'approvazione delle relazioni morale e finanziaria e l'assemblea le approva ad unanimità. Il vice presidente Biscioni espone che la presidenza centrale ha presentato al governo ed. alla cassa di previdenza i desiderata deliberati nel .Congresso di Firenze e nella riunione di Roma circa la Cassa Pensioni. Ora per ora ha ottenuto solo promesse e nessun fatto. Parlarono su questo argomento Dal Prato, Cingolani, Fatichi, Serafini, La Placa. Il vice-presidente Matusardi avverte di avere fatti continue pressioni al Ministero del Tesoro, e dell'Interno, ma le risposte sono state negative. Si approvarono i seguenti ordini del giorno:

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IL POLICLINICO

Il Congresso constatato che ai soli medici coh <lotti pensionati co11 pensioni che erano di fame anche col co~to della vita. a van ti-guerr a n on è stato concesso il caro-viveri, reclama an che per elementare giustizia, che il Governo, provvedendo ai mezzi necessari, accordi con retroattivatà il caro- viveri a i medici condotti p ensionati. « Fa.ti chi ». 1<

Il congresso riconferma ·sulla cassa pensioni le conclusioni approvate n ei precedenti Congressi in merito all'integrazione comunale proporzionata allo stipen d io e inv ita le Sezioni ad ottenerle p er via diretta dalle singole a mministrazioni. « Cingolani ». Il Con gresso fa voti perchè nell'amministrazione del monte pensioni la metà degli amministra tori sia nominata dall'Associazione Nazionale dei medici condotti in rappresenta nza della classe. <e Giannini ». cc

Seduta pome1idiana del 28 . Gatti esprime l'avviso che oltre le rivendicazioni economiche si pensi alle quistioni igienico-sociali, dando cosi un soffio di idealità al movimento. Respinge la idea di aggregarsi ad associazioni oper aie, quindi a Cam ere di lavoro: p erchè oltre al m aterialismo deve in noi esistere la visione della nostra missione che deve racchiudersi in d11e parole : Scienza e U manità. Come programma d i azione Vl1ole che sia elevato il con cetto, la funzione del medico- con dotto. Vuole conferenze scientifiche, corsi accelerati, propaganda igienico-sociale. Innalzata la figura del medico condotto verrà meglio ricompensato il suo lavoro . Zuppa d ice che si fanno delle accademie perchè ognuno vuole fare trionfare le proprie idee. 'luole 1o sciopero generale in uniorte ai funzion ari degli enti locali - e questo specialmente in occasione della lotta elettorale . Del Bue parla contro l 'istituto della con dotta medica, dicendolo un anacronism o . Cingolani sollecita una associazione d i classe, con gli a ltri funzionari di enti locali. Parlano c111indi sui m etodi di lotta la Placa Rubini, Morganti, Oliafo, Ca1ntt1ri, B raccini e Franchitii. Il Vice Presidente Vaccino crede opportuno emanare disposizioni per richieste lmiche in tutta Italia perchè la lotta si svolga con carattere re.. gionale a seconda che le Federazioni sono più organizzate e pronte alla lotta. ~on può oggi d irsi quale esito hanno avuto le d iverse battaglie perchè molte Sezioni non h anno neppure inviato la nota dei Soci. I/attuale Presidenza ha cominciato solo a potere lavorare nell'aprile scorso. In quanto al metodo si domanda: scoipero o dimissioni? ( :?, )

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XXVI,

FASC.

40]

L'abba11dono in1mediato del lavoro ossia degli ammalati presenta d ifficoltà morali. Lo sciopero uso Ceramicola equivale a dimissione perchè i Comuni possono ritenere il medico come dimission ario. Inoltre sarà difficile che i diversi medici possano a ccordarsi sopra il trasferimento da una condotta all'altra. Date le dimissioni dovranno tutti insistervi fino a quando un solo non sia al posto? Questo è facile aversi se noi pure si avesse la forza della Confederazione Generale del Lavoro. Ammettiamo che col 30 ottobre si mandino 1200 dimissioni e 600 colleghi abbiano ottenute le richieste e dopo un mese 700 e poi 800 , come compor tarsi per ottenere il risultato ar1che per gli altri? Pellegrini, segreta rio, dice che la Presidenza nel bollettino aveva domandato alle Federazioni Regionali di concretare il programma per le rivendicazioni economiche le quali dovevano poi ottenere l'approvazione dai Comuni interessati, salvo applicare le misure estreme (che però non dovrebbero essere attuate se non dopo ottenuta la sanzione della Presidenza Centrale) se i Comuni si rifiutassero di accogliere le doma.nde dei loro medici condotti. Le Federazioni in parte si costitui'rono, in parte non an cora. Non tutte quelle costit uite ricordarono il loro dovere di informare la Presidenza Centrale • di quanto sono andate facendo, ed ecco pe-rchè la Presidenza non ha potuto com11nicare all'Associazione la situazione dellevarie regioni. Allo stato attuale delle cose è necessario che tutte le regioni ch e non h anno ancora co stituito le F ederazioni, lo facciano immediatame11te'. Dopo ciò la direzione generale della lotta potrà essere assunta d alla Presidenza Centrale checoadiuvata dai Comitati Federati applicherà quelle deliberazioni che in proposito sarà per prendere il Congresso. Il Congresso decida quale mezzo crede piìi indicato per vincere le ostilità dei Comuni e lo si applichi al più presto. Parlano ancora pro o contro lo sciopero J!atichi Ronconi, Bertolato, Ceramicola, Cruccu, Rabitti e Braccini. La votazione per appello ha dato 93 voti favorevoli alle d imissioni e 60 allo sciopero.

Seduta del 29. Carobbio propose che la quota annua fosse fissata in lire 20 , delle quali 12 alla Cassa Centrale e 8 alla Cassa sezion ale. La proposta è approvata. Dopo animata discussione si approvò di domandare alla Presidenza la formulazione d i proposte di modificazioni statuta rie e se ne rimandò l'esame e l'approvazione a l prossimo con gresso. i fissò lo stipendio del Presidente in L. 12.000 oltre le spese di viaggio, in L. 2500 quello del Cassiere, ed in L. z 5 al giorno la diaria dei membri del Consiglio.


f _..\NNO

XXVI,

FASC. 40J

SEZIONE PRATICA

rr89

Furono approvate una proposta di costituzione di mutuo soccorso fra i socii, voti per la limita:zione di ore di lavoro, per il riposo settimanale e -per il ribasso personario. Si provvide alla costit1lzione della n.uova Presidenza: Ma'Ytinelli, presidente; La Placa, Brac-

e di ispezione, medici consulenti e medici specialisti che saranno nominati con nonne e oneri regolamentari. L'obbligo della cura medica sarà affidato in determinate zone e per determinato numero di assicurati a medici fìduciarii che saranno presi da d1le gruppi: gli attuali medici condotti ·cini, Dal Prato, Carobbio, Belli, Mattioli, Be'Ytaccon l'osservanza dei loro diritti e dei loro doveri e i .chini, G'Yandoni e Ceramicol.a medici liberi che saranno eletti per concorso. La Fu designata come sede del prossimo Congresso necessità dei medici :fiduciarii è sembrata indiscutibile, prima di tutto per mantenere il principio ' ia città di Fiume. dell'obbligo dell'assistenza non solo agli assicurati e agli assistiti, ma ai poveri, anche se ridotti di Sull'assicurazione contro le malattie. numero; poi perchè vi sieno medici cui affidare la Il presidente della Federazione degli Ordini dei pratica della prevenzione delle malattie; e da ulMedici, prof. Luigi Silvagni, ha diretto ai presi- timo per un coordinamento 11niforme dell'assistenza denti degli Ordini dei medici una circolare~ n. 4 I 37 e per t11tto l'immane lavoro statistico cl1e pei primi -contenente una densa 'Yelazione sull'opera svolta anni è e sarà pieno di incognite nei suoi risultati. nella Com1nissione per lo studio delle assicu'Yazioni Circa il modo d i compenso dei detti medici, obbligatorie cont'Yo le malattie. 11 obbligo della cura e della presenza nella zona asseLa relazione traccia la storia della Commissione, gnata è retribuita con u.no stipendio, che è indenche datava già da due anni quando il Silvagni nità di residenza . Le prestazioni m ediche saranno fu chiamato a farne parte. retribuite a ta'Yiffa. I commissari furono contrarii In esito al lavoro compiuto dalla Commissione a ogni fo'Yfait e contratto capita'Yio. L'opera del megenerale e da una Sottocommissione costituitasi d ico ,riene cosi ad essere compensata in proporzione nel suo seno, vennero elaborati due schemi di pro- del suo lavoro e viene ad essere respinta ogni forma, getto: A e B. Lo schema A provvedeva all'assi- anche larvata, di risu_rrezione della condotta piena stenza degli assicurati lasciando sussistere l'attuale con stipendio immutabile e richiesta di assistenza -0rdinamento sanitario; l'Ente assicuratore garan- mutevolissima. tiva un sussidio di malattia, il medico, i mediciAmmesso, e ciò è indiscutibile, che i medici fidunali la levatrice, un soccorso funerario, ma la- ciarii saranno 11umerosissimi, che molti perciò , sciando tutto l'ordinamento sanitario attuale e dei liberi esercenti attuali adiranno a questi conla separata autonomia delle altre Assicurazioni: corsi, ammesso pur senza discussione che saranno Infortuni, Invalidità, Vecchiaia ecc. Lo schema B, 11umerosi i medici con funzioni direttive o di ispeche venne accolto, provvede,ra all'assistenza èegli zione, ri1naneva sempre la questione grave di tutti assicurati, affidando all'E11te assicuratore ai1che gli attuali medici liberi esercenti e del probabile l'assistenza dei poveri, riunendo tutte le singole loro dam10. Assicurazioni sociali in t1na unica e globale e trasfeSi convenne che gli assicurati e le loro famiglie rendo all'Ente assicuratore quello che oggi è abbiano diritto di farsi curare da tutti i medici l'obbligo comunale dell'assistenza sanitaria. Fu liberi esercenti inscritti negli Albi degli Ordini al anche accolto il principio di una grande esten- momento della p·rom11lgazione della I.-egge, e • sione nel num~ro degli assicurati e quello di dare cl1e le prestazioni di questi m edici sieno compensate .assistenza sanitaria alle famiglie degli assicurati. con le tariffe stabilite per le prestazioni dei medici Il progetto, approvato con tale estensione, porta fìdl.1ciarii. Co11 ciò i liberi esercenti hanno il d iritto, all'incirca il 70 % della popolazione tra gli assi- non il dovere, della cura, e non assumono obblighi curati e gli assistiti e rid11ce i poveri (che non ave- di residenza. Si è deciso inoltre che a.gli effetti dell' a'Yticolo 3 vano sinora nemmeno tlna de:fu1izio11.e giuridica) della Legge sugli Ordini i medici delle Assicurazioni al z o z Yz %. Per quanto riguarda l'assisten?a sanitaria, i vengano conside'Yati libe'Yi esercenti. La questione ospedaliera sar à risolta ancl1e essa medici della Commissione, pro!. Devoto, professore V . Ascoli, dott. Fabbri, prof. Loriga, profes- con vantaggio grande dei malati e certo anche del trattamento dei medici ospedalieri, giacchè o con 1sore Pavone, dott. GioJ;dano di Trento (che recava con,renzioni, o assume11done l'amministrazione, o con sè la pratica delle Assicurazioni nelle terre redente), dott. lVIartinelli e prof. Silvagni, tennero col creare nuovi Ospedali le Assicurazioni avranno un'adunanza e formularono delle proposte di arti- c1iretti rapporti economici e morali con i 1nedici coli che furono unanirÌlemente accettati dalla Com- ospedalieri. . • • Il fatto oggi ésistente. che agli alienati debbano missione. Le Assicurazioni avran110 un personale dirigente {i>ensare le An1ministrazioni Provinciali alle quali 1

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IL .POLlCLINtCO

le Assicurazioni non chiedono alcun contributo, ha fatto trovare in minoranza nella proposta di parificazione nel Progetto di Legge dei Manicomi agli Ospedali.

Il caso Masnata.

Il Congresso dei chirurghi italiani, riunito a Trieste, esauriti i temi scientifici, esaminò il caso del prof. Masnata e prese il seguente deliberato: «La Società Italiana d i Chirurgia, preso in esame << il caso del prof. Giovanni Masnata, già direttore «dell'ospedale di Sti;adella, considerando che ogni cc e qualsiasi atteggiamento politico non può «esser ca~sa di persecuzione o di vendetta contro cc un chirurgo nell'esercizio dell'arte salutare scru« polosamente compiuto, protesta contro l'opera cc esplicata a danno del prof. Masnata ed invoca « la piena solidarietà, oltre che della classe chirur« gica, d i tutta la classe medica a favore del con« socio e collega >l . Su proposta del presidente prof. Nicolich, questo ordine del giorno· ft1 presentato al Congresso di medicina interna, che si tenne subito dopo quello d i chirurgia e che dette la sua adesione. A sostituire il prof. Masnata venne officiato il prof. Bonza.ni dell'Ospedale Maggiore d i Mllano, il quale mise la cond izione che non sarebbe anèato a Stradella spontaneamente, m a solo se chiamato dall'A mministrazione Ospitaliera è i Stradella attraverso il benestare del presiè.ente dell'Ospedale Maggiore d i Milano, dott. Schiavi.

Per gli aspiranti medici laureandi nella prossima sessione autunnale. Riceviamo: Quando esigenze d i servizio sanitario richiedevano un buon numero d i aspiranti medici, sorsero con una prontezza acìdirittura militare le Università castrensi, ùi troppa infausta memoria, e così per utilità. si d isse anche nazionale ci f11 data alla meglio la possibilità di studiare, prometten~oci cose migliori a calma tornata. .i\..l contrario fino ad oggi non un provveò imento a favore nostro. Facemmo il nostro dovere con tutta la convinzione dell'animo e del pensiero; ora a guerra finita dobbiamo pensare al nostro avvenire con tutta l'energia, .anche per il bene della Nazione. Con il congedamento della classe 1895 tutti si può dire i nostri colleghi laureand i o no di altre facoltà sono tornati a l lavoro sereno e proficuo; nel richiamo del 1 900 si escludono gli stuèenti universitari.\. iamo quindi come in tempo d i pace . • Ed allora perchè trattenere ingiustamente la nostra categoria sotto le armi e parlare anche ironicamente ~

[ :\XNO

XXVI, F ASC.

di agevolazioni, quando dall'autorità militare ci .. viene negata anche la licenza per esami? Gli aspiranti medici furono creati per la guerra e non per il servizio sanitario territoriale, per quel servizio che molto sembra far comodo al normale funzionamento sanitario. Noi come gli altri, domandiamo la possibilità di poterci laureare nella prossima sessione. Quanto chiediamo è santo, è giusto. Ci venga data una buona volta la possibilità di studiare, di colmare le nostre lacune, esonerandoci anche temporaneamente. Una comn1issione di nostri colleghi si è recat~ dal Ministro della P. I. ed ha conferito con il capo di gabinetto comm. Parpagliolo per domandare un provvedimento che s'impone. Il capo gabinetto ha riconosciuta la giustizia della nostra richiesta e ci ha assicurato interessarne il Ministro della guerra affinchè voglia concedere una licenza a noi laureandi nella prossima sessione di esami. Alcuni laureandi.

I

AMMINIS'f.RAZIONE SANITARIA. Nuove provvidenze adottate dal Ministero dell'interno contro il tracoma. Il Ministero dell'Interno (Direzione Generale della Sanità Pubblica), con i limitati mezzi disponibili, aveva iniziata , già prima della guerra, la lotta contro il tracoma, s11ssia ianào circa 60· ainbfilatori antit racom atosi, dei quali 10 presso· Cliniche oculistiche; istituendo, presso alcune di dette cliniche, corsi teorico- pratici pei medici, e provvedendo, in vari co1nuni, alla formazione éii sezioni speciali ò i scuole elementari, destinate ai bambini tracomatosi, allo scopo d i tenerli separati da quelli sani. Oggi, oi fronte alla maggiore difiusione verificatasi per la guerra, ai nlJmerosi militari affetti da • tracoma, smobilitati e rientrati nella vita civile, ed in consi::er azione, anche, dei riattivati e sempre crescenti scambi con la L ibia, ove il tracoma è endemico, grave e assai diffuso, sono bene giustificate le preoccupazioni del Governo, e la conseguente adozione d i provvedimenti idonei, diretti a combattere, con energia, la infezione, e ridurla ai minori termini possibili. Tali provvedimenti sono stati concretati in un Decreto-Legge d i prossim~ pubblicazione, il quale si impernia su tre capisaldi: ro) formazione di nuovi congegni: dispensari per la cura ambulatoria e speciali luoghi di cura per i casi che richiedono la ospedalizzazione. Ciò con l,intento di provvedere a curare prontamente ed in modo continuativo e razionale gli #

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XXVI,

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FASC. 40J

SEZIONE PUATICA

in'f ermi, specie le forme secernenti che sono le più contagiose. 2°) formazione di organi: corsi teorico-pratici, per i medici, presso le Cliniche Oculistiche, per la diagnosi, cura e profilassi della malattia; 30) scoperta dei casi: denuncia obbligatoria del tracoma riscontrato nelle collettività (scuole, istituti di educazione e di c11ra, opifici industriali, ecc.). Per la esecuzione d i tali provvedimenti, il De creta-Legge concede mutui per le istituzioni già organizzate e funzionanti, come ospedali o altri Enti che possano offrire le necessarie garanzie, e sussidi annuali per quelle altre minori che si occupano della cura ambulatoria od ospedaliera del tracoma, per la propaganda, e per i corsi teoricopratici presso le Cliniche. Un milione circa all'anno per dieci anni viene stanziato per i mutui, e lire 750,000 annualmente per i sussidi. È notevole, poi, la d isposizion~ per la quale le somme che risultera.n110 disponibili alla fine di ogni esercizio saranno portate in aumento delle dìsponibilità degli · esercizi successivi. Nella concessione di tali benefici, sono preferiti gli Enti che si propongono l'assistenza degli exmiljtari, i quali abbiano contratta l'in.fezione tracomatosa in servizio militare di guerra. Con tale Decreto-Legge il Governo intende far fronte in modo efficace e d11revole, alla lotta contro il tracoma; la quale, specie in questo primo periodo del dopo-guerra, si presenta come ~roblema della più grande urgenza e della più alta importanza igienica e sociale. 1

Per la proftlassi della: rabbia. U n'ordinanza del Municipio d i Roma stabilisce quanto appresso: Tutti i possessori di cani, compresi quelli destinati alla guardia di ville, d i terreni coltivati, tanto in città, quanto nel Suburbio e nell' ..-lgro Romano, debbono provvedere che i medesjmj, circolando o sostando nelle strade, nei pubblici esercizi o in qualunque luogo accessibile al pubblico, siano m11niti della museruola. Sulla museruola o sul collare deve essere fissata e ben visibile la piastra metallica rilasciata dall'Ufficio Tasse. Sul collare deve essere scritto, in lingua italiana, il cognome, il nome e l'abitazione del proprietario del cane. Il proprietario, al quale venne rilasciata la piastra, h a l'obbligo di denunciare immediatamente alla Delegazione Municipale competente l'eventuale vendita o smarrimento del cane . - I cani a g11ardia d i greggi, in movimento sulle pubbliche vie, devono essere condotti dai pastori per tutto il tragitto con museruola e guinzaglio. 1

- Ogni possessore d i cani è rigorosamente tenuto a dare immediata d.enuncia all'Ufficio d' Igiene di qualunque indizio che possa far sospettare lo sviluppo dell'idrofobia. - Tutti i cittadini, indistintamente, sono tenuti ove non possano provvedere con mezzi propri, a richiedere alle Delegazioni municipali di far trasportare al canile municipale i cani e i gatti che abbiano morsicato persone od altri animali, percbè vengano sottoposti ad osservazione per il periodo di tempo prescritto. - È data facoltà ai cittadini di consegnare Ila Società protettrice degli animali, cani e gatti,. per la soppressione, purchè rilascino alla Società stessa una dichiarazion~ scritta dalla quale risulti che gli animali da sopprimere non hanno morsicato a ltri animali o persone. La Società non dovrà accettare gli animali che non siano accompagnati è a tale è ichiar2.zione. Essa avrà anche l'obbligo è i informare s11bito 1'1.:-fficio d'igiene m11nicipale è i qualunque caso o fatto soggetto a denuncia a norma delle d isposizioni suindicate. I contravventori saranno p11niti a termine di legge.

CONDOTTE E CONCORSI. PADOVA. Ospedale Civile. - A tutto 15 nov. è aperto il concorso ad un posto di assistente effettivo nell' Ospedale; L. 1600 lord e, alimento del 30 °/0 e indennità caro viveri in conformità ai relativi Decreti. Iscrizione alla C. P. a carico del1' Amministrazione. Stanza con obbligo di pernottarvi. Diarie di guardia L. 15. Si richiede l'Elenco delle votazioni riportate negli esami. Nomina biennale. Assunzione servizio entro 10 giorni daila nomina. Chiedere annunzio d i concorso. A tutto 30 nov. concorso a due posti di assistente effettivo nei reparti dei tubercolosi; .L . 2000; altre condizioni come sopra.

NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

Il d ott. Casimiro Frank ha con.seguito la libera docenza in Clinica d elle malattie nervose, presso la R. Università di Roma, s,rolgendo la lezione di prova s~pra la. « Diagnos~ in altezza d e~le. compressioni nndollar1 » davanti alla Comm1ss1one esaminatrice presiedi:ta dal pr?f. GagJ.~o e composta dai proff. Marchiafava, Mingazz1n1, Fragn1to e I~a Pegna. Rallegramenti.

ALBO D'ORO. Il dott. Enrico C.artolari, chirurgo, direttore dell'ospedale civile di Isola delna S~la cyerona), è stato insio-nito della Croce al merito di guerra ed è stato bnominato cavaliere della C?rona ~i Italia per « speciali benemerenze acquistate 1n di ?endie11za della guerra 1915-1918 >. •


IL

POLICLI ~ I CO

NOTIZIE DIVERSE. -Le condizioni sanitarie del Comune di Roma. Innanzi ai . rappresentanti della <5tampa cittadina il sen. lVIarchiafava ha rilevato l'ottimo stato sanitario della città, dove la mortalità quotid iana per tutte le cause, compresi i decessi negli ospedali e nell'Agro, va da 18 a 25 casi, r aramente giunge a 30, mentre l'anno scorso d trrante il mese di ottobre, quando infuriava la spagnola, morivano da 250 a 280 persone al giorno. È scomparso il vaiolo, d i cui dal gennaio scorso ci sono stati 250 casi con 30 decessi; è scomparso anche il t ifo esantematico, che dai prigionieri si era propagato ai soldati e da questi ai civili: in agosto ve n 'erano stati cento casi . Ora si sta combattendo la malaria. Purtroppo la tubercolosi accenna ad aumentare e la mortalità relativa è raddoppiata. Il Comune ha aperto ed apre ambulatori antit tt bercolari per la prima infanzia. Roma è la prima città che abbia tali istituzioni. Il corpo della « Romana Salus )> fornirà le infermiere visitatrici che si recheranno per le case del popolo a sorvegliare la tenuta e la nutrizione dei 'fanciulli gracili, surrogandosi in ciò alle madri non abbastanza abili o troppo occupate. ~ \.-. .. ~-i •-t; L'Organizzazione Civile mantiene ancora la colonia di Villa· Umberto, che pensa a lOO fanci11lli di debole costit uzione fornendo loro tre pasti al giorno e il trasporto sui trams municipali. Un'altra simile colonia sarà aperta quanto prima a S. Sabina. . Intanto si sta edificando ad Ostia il noto ospi·zio antituber colare municipale che accoglierà la colonia dei piccoli infermi oggi esistente a Ladispoli. Infine si aprirà a giorni un altro grande dispen-. eario per tubercolotici adulti in via Merulana; al tri già ve ne sono in funzione a S. Lorenzo, in Prati, .e alla L ungara. L'Ufficio d'igiene sta prepara.ndo t~na riforma radicale per la Cltra delle malattie celtiche.

·Contro la tubercolosi nella provincia di Perugia.

[~.\~xo

XXVI, FASC. 40]

per ad.divenire alla costituzione di una Lega, all'approvazione dello Statuto relativo e alla nomina della Giunta esecutiva. Lo scopo che si prefigge la I-1ega è quello di promuovere le organizzazioni antitubercolari in tutta la provincia, coordinandole e proctrrandone l'unità di azione.

È •m or.to a 89 anni il prof. ABRAHAM

JA-

GO.BI, il più reputaJto .pedri.atra degli ,S tati Uniti. Era nato iin Germa.111a, ad H arlum (Westpha-

lia) . Sr era laureato a Gottinga :nel 1851. Implicato in un movimen,to rivoluzi-0.na rio, Iu imprigk>nato per due anni, a Berlino ed a Colonia; stava .p er 1essere nuovamente .arrestato, qu..ando riparò in I·nghilterra e di li negLi Stati '(.1niti. Sta·b ilitosi a New York, vi divenne successiivamen.te « lettore » in pato1ogia infan.t ile, professore di pecliatria al Co.lleg·io medico, all'univ·e rsità ed al Colleg·io d .e i medici e chirurgi. Nel 1894 1d~linò 1'in·vito dell 'Uiniversità di Berlino di coprire .1a stessa cattedra. ~ umerosissimi sono i suoi .Lavori, tra cui ·m olto app.r ezzati quelli sulla dri~ta irufaJnt11e, ISUÙ.la difterite, suflil.a patD1ogia del timo, ecc. Fu presidente dell'Associazione Medica Americana e copri molte alt-re cariche onorifiche e di respo11saibild.tà.

~

morto a Parigi, .iJn età di 51 anni, i·l p.rofessor ALBERT GOUGET, chiamato reoe11·t emente a coprire l!a Cattedra di patolog.i.a genera.ile irn q.uella fu..coltà medi0a, oondirettore de « La Presse Médimle », autore di im porta,nti laivori st1ll 'insufficienza epatica e di una serie di studi a pprezzati sulla leucemia. sple.no-mi-?-oltare, sul coma 1di1abeti·C·O, sull'aterc>ma trubag1co, ecc . morto a Berli.no il batteriologo H. _S..ROXSON, il noto a utore del terreno che 111e porta i·l nome per I 'isolamento dei vibrioni del <'olera. È

Si sono radunati a Perugia i rappresentanti delle associazioni antitubercolari della Provincia

Indice alfabetico per materie. . A<'ido alicilico i)er ii1iezioni ipoderder1nicl1e 11el trattamento del retttP atismo della gotta . . . Pag. t\1nputazione e protesi cinematiche » .-\ rticolazioni tra11matizzate : mobiliz. zaz1one . . . . . . » .\ssicttrazione co11 tro i e t11J 1.1 lt i-; ,, Cardiopatie : acqt1isizioni iinportanti durante la guerra » Cefalea : varie forme . ,, Di~::.e11teria amebica : acquisizioni .i mportanti clt1rante la guerra ,, Dissenteria bacillare > Dita : st1ppttrazioni e loro c11ra >> I..i nfagio111a cigtico congenito » 1

Romo, 1919 (3~)

l\1alaria latente primitiva . Pag . 1185 ìVIalattie interne sifilitiche : valore delle recenti conqttiste nello studio di alcune - . . . . . . . ìVIedici condotti: congresso nazionale » l\'.fiosite ossificante progressi ,~a . . » Pleuriti purulente grippali : trattamento col dre11aggio antere-late1172 rale, ecc. 1191 Rabbia : profilassi • ,, l i 3 Spondilite tifosa . 1'ifo e tifo-s1fimili : acquisizioni im., portanti durante la guerra. » Traco1na : nuo,-e pro,·,-.idenze T11bercolosi : reazioni imm11nitarie ))

1179 1170

1177 1178 TI85 116 1

Tip. 'Naz. Bcrtero di G. Guadni'nini & G.

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L.

PO~ZI,

1'tSI>.


Roma, 12 ottobre 1919

Anno XXVI

(Pvhblicalo il 6 riovembre 1919).

Fase. 41

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PRATICA REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali: A. Poggiolini: L'incisione da preferirsi per lo svuotamento dell'adeno flemmone sottomascellare. Riviste critiche: T. Pontano: Il valore delle· recenti conquiste nello studio di alcune malattie interne sifilitiche. Sunti e Rassegne: MEDICINA: S. Weiss: Sul trattamento medico delle affezioni della cistifellea. - MEDICINA LEGALE : E. Kretschmer: Progetto di raggruppamento delle neurosi di guerra e da infortunio dal punto di vista medico-legale. ?fote e Contributi: C. M. Pertusio: Cura légale della pustola maligna con la polvere di sublimato corrossivo. Congressi: XXV Congresso della Società Italiana di Medicina interna. - XXVI Congresso della Società Italiana di Chirurgia. Appunti di Medicina Pratica: CASISTICA: Stenosi mitralica e risentimenti nell'apice sinistro. - La tubercolosi polmonare post-traumatica. - La tubercolosi polmonare di guerra. - Sul valore pronostico dell'intradermoreazione Diritii di proprietà riservati, -

alla tubercolina. - T ERAPIA: Cura delle endo metriti settiche puerperali. - · Il formiato di chinina nell'inerzia uterina. - La cura dell'aborto nella pratica privata. - IGIENE: La importanza della bonifica umana nella profilassi della malaria. Posta degli abbonati. Cenni bibliografici. Varia. Rispos'e a. quesiti e a domande. Nella vita professionale: Cronaca del movimento profes· sionale. Amministrazione Sanitaria : Ufficio centrale per la lotta contro le epidemie nell'Europa centrale. Nomine, promozioni, onorificenze. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

È vielata la riprotlu6ione tlei laoori pubblicati nel POLICLINIOO o l• pubbtica1ione di sunti

tli ess• senia citarne la fonte.

LAVORI ORIGINALI. L'incisione da preferirsi per lo svuotamento dell'adeno ftemmone sottomascellare. per il prof. AUR.ELIO POGGIOLINI. Nell'anno 1913 pubblicai nel giornale La clinica chirurgica i risultati di alcune ricerche dianatomia chirurgica, eseguite da me nell'Istituto di Clinica generale operativa della R. U niversità di Siena, col seguente titolo: « Si può nelle operazioni sulla loggia sottomascellare risparmiare sempre i rami facciali della branca inferiore del nervo facciale? » Tali ricerche mi furono consigliate dal compianto prof. Domenico Biondi, in seguito all'osservazione di paralisi di metà del labbro inferiore, residuata dopo l'incisione di adeno-flemmoni e dopo l'estirpazione di t11mori sottomascellari, specialmente quando l'incisione cutaneo-aponeurotica raggiungeva le vicinanze dell'angolo della mandibola. Dalle ricerche sul cadavere di adulto risultò -che i ram.i facciali della branca inferiore del n. facciale possono, nel loro decorso, oltrepassare in basso il bordo inferiore della mandibola, occupando una zona limitata, in alto, dal bordo suddetto, nei

suoi

posteriori; in basso, da una linea orizdistante r centimetro e mezzo del medesimo bordo; posteriormente, dal margine anteriore del m. sterno-cleido-mastoideo, e che i rami motori boccali inferiori e mentonieri possono essere lesi da tutte le in·cisioni, interessanti la zona sopra de· scritta; per esempio da quelle consigliate da Til .. leaux e da Zuckerkandl per l'allacciatura dell'ar.. teria linguale nel trigono, da quella di Lenormant e di Kuttner per lo svuotamento della loggia sottomascellare, da quella di Lejars per lo svuotamento dell' adeno-fiemmone: perciò io consigliavo, per questi interventi, incisioni che rispettassero la zona stessa e raggiungessero ugualmente lo scopo. Così, per lo svuotamento della loggia consigliavo un'incisione che, partendo dalla sinfisi del mento, giunge al gran corno dell'osso joide, poi si dirige orizzontalmente indietro fino al margine anteriore dello stemo-cleido-mastoideo; sollevando il lembo cutaneo aponeurotico, così formato, si scopre ampiamente la loggia, come chiaramente dimostra la fotografia annessa alla mia memoria, pubblicata nella « Clinica Chirurgica ». La porzione orizzontale di questa incisione può servire, come quella di Kocher, per l'allacciatura dell'a. linguale nel trigono. Lo spazio compreso fra la zòna, che può essere percorsa dai rami motori in parola e la linea, seguita dall'incisione, che io consiglio per lo svuo· 2/3 ~ntale,

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1194

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IL POLICLI:-\ICO

tamento della loggia, può essere tutto utilizzato per lo svuotamento dell'adeno flemmone: ~ia con I 'incisione parallela alla parte orizzontale, sia con taglio parallelo ·a 1 Ya anteriore del bordo inferiore della mand ibola . F inora ho potuto usufruire, per la pratica chirurgica, dei risultati d i queste ricerche anatomiche soltanto per ciò che riguarda l'adeno-fiemmone sottomascellare, affezione molto . frequente, specialmente nei bambini; molti casi ne ho veduti durante il mio servizio chirurgico di guerra; spes-sissimo concomitanti a carie dentaria. Delle 3 incisioni utili, da me consigliate a questo scopo, ho usata quasi sempre la II, cioè quella che segue una linea obliqua, diretta fra % anteriore del bordo inferiore della mandibola e il gran corno dell'osso joide. L'ho preferita perchè essa segue approssimativamente la direzione delle fibre del m. pellicciaio d el collo e ritenevo (e i fatti confermarono l a mia opinione) che la cicatrice risultante da tale incisione non avrebbe dato luogo a quella r etrazione che costituisce la regola nelle incisioni trasversali; inoltre tale incisione comprende la zona d i maggiore tumefazione, resistenza e fluttuazione, i quali caratteri sono invece generalm en te minimi sotto il % anteriore del bordo mandibolare inferiore; infine debbo far presente che la maggior parte degli operati erano in tenera età, qualcuno neonato, e la d istanza fra osso joide e bordo del mascella re inferiore era m'i nima; in questi piccoli in·d ividui non potevano essere applicati i calcoli approssimat i,ri, risultanti dalle mie ricerche sui cadaveri d i adulti, circa la zona che poteva essere occupata da filamenti sottomandibolari della branca inferiore del facciale, desti.. nati alla metà corrispon riente del labbro inferiore e del n1ento. Per queste ragioni ab ban d.onai la I delle incisioni, da me consigliate, pa rallela al Yaanteriore del bordo d ella mandibola, dopo averla impiegata nei due primi casi, e non ho mai praticato la III, orizzontale, a livello del gran corno dell'osso joide. Posso dire che la II incisione mi ha dati ottimi risultati: in nessun caso ho osservato paralisi èel facciale; mai emorragia è egna à i nota; la evacuazione del pus avvenne sempre in mo ~"' o rapido e sicuro dalla loggia, la quale, per mezzo del drenaggio, si m anteneva perfettamente svuotata, come si comprende facilmente, pel fatto che l 'incisione interessa anche la parte pi1ì declive è.ella loggia; in pochissimi giorni cessava la secrezion e e si poteva eliminare il drenaggio; la cicatrice, formatasi r apidamente, non presentava m ai retrazione. Per i bambini in più tenera età, d ata la minima distanza fra gran corno dell'osso joide e bordo d ella mandibola, che r ende,-a malagevole praticare d irettamente un'apertura abbastanza am~ (2)

pia della loggia, ho usato un artificio: incisa la pelle per circa 2 cm. nella direzione obliqua fra il % anteriore della -mand-ibola e il gran corno dell'osso joide, sfondavo l'aponeurosi con la sonda, diretta obliquamente . in alto, indietro ed all'esterno; il pus fuoriusciva immediatamente; introduéevo pel foro prodotto dalla sonda una pinza P éan o Kocher, chiusa, dentro la 1oggia,te la ritiravo alqua:s.to aperta, in modo che l'apertura dell'aponeurosi veniva dilatata fino a raggiun-gere quella prodotta dal bisturi nella cute, poi introducevo il drenaggio capillare ben dentro nella loggia. Tale artificio era utile, perchè rendeva più rapido l'intervento, data l'irrequietezza degli infermi, che venivano operati ambulatoriamente e senza narcosi. Anche in questi casi l'esito fu la guarigione rapida~ senza retrazione della cicatrice· e senza paralisi . I casi operati da me, di adeno-flemmone sotto-mascellare, superano certamente la cinquantina, m a non tutti possono essere riportati qui; non furono registrati alcuni operati nella pratica civile a domicilio e pa recchi altri che si riferiscono al servizio d i guerra. Mi limiterò a riportare i casi che ho potuto rac-· cogliere; sono 30 in 28 individui. C... .li ... , d i Giuseppe, a. 13, Castelnuovo Berardenga. - 6 ottobre 1911. Adeno flemmone· sottomascellare sinistro. Incisione parallela aI % an~eri?re del margine inferior~ della _mandibola, caust1caz1one col ZnC1 2, dr enagg10 capillare. Anestesia locale col cloruro di etile. Guarigione. 2. G .. . G ... , d i ignoti, a. 2, Gaiole. - 5 gennaio 1912. Aden o flemmone sott0m ascellare sinistro . Incisione come sopra. Causticazione col ZnCl2 , drenaggio capillare. Anestesia locale col cloruro d i etile. Guarigione. 3. C... L ... , d i Settimio, a. 14, Rapolano. 30 settembre 1912. Adeno flemmone sottomascellare destro. Incisione obliqua fra % anteriore del bordo mandibolare inferiore e il gran corno dell'osso joide; svuotamento d i 30 eme. circa di pus, denso, cremoso, fetido; causticazione col ZnCl~; dr enaggio capillare. Anestesia locale col cloruro d i etile. Guarigion e. 4. G ... A ... , fu Giovanni, a. 50, coniugato, Colona, Siena. - 26 agosto 1913. Adenq flemmone sottomascellare sinistro, da carie dentaria. Trattamento come sopra. Guarigione. 5-6. B ... li ... , di Fernando, a 2., Staggia. 8 ottobre 1913 . Adeno flemmone sottom~cellare bilaterale. Incisione e trattamento bilaterale come sopra. Guarigione. 7. S ... A ... , a 38, coniugato, Saludecio. - !?' luglio r9r4. Adeno flemmone sottomascell ~r~ sinistro. Trattamento come sopra. Guar1g1one. 8 . B ... L ... , mesi I 5, Saludecio. - 24 settembre I 914. Adeno flemmone sottomas~e~lare sinistro. Trattam ento come sopra. Guang1o~e. 9 .. A ... A ..., a. 14, nubile, att. casa, Saludecio. - 27 sett. 1914. Adeno flemmone sottomasc~­ lare . sinistro . Trattamento come sopra. Guar1gione. 1.


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XXVI,

FASC. 41]

SEZIONE PRATICA

10. Z ... M ... , di Duilio,. giorni 20, Comacchio. 5 novembre 1915. Adeno flemmone sottomascel-

lare destro. Trattamento come sopra. Guarigione. II. S ... D ... , di Giuseppe, mesi 2, Comacchio. - 6 novembre I9I5 . .Adeno flemmone sottomas~ellare destro. Trattamento come sopra. Guarigione. I2. B ... B ... , di Antonio, a. 1, Comacchio. - 13 novembre I9I5 . Adeno flemmone sottoma· scellare sinistro. Trattamento come sopra. Guarigione. 13. B ... N .. . , di Giuseppe, mesi 16, Comac .. chio. - I5 novembre I9I5. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento come sopra. Guarigione. I4. C... R ... , di Pietro, mesi 8, Comacchio. - 15 novembre I9I5. Adeno flemmone sottomascellare destro. Trattamento come sopra. Guarì• gione. I5· C ... G .. . , di Luigi, a. 3, Comacchio. 15 novembre 1915. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guarigione. 16. F .. . P ... , di Luigi, a. 3, Comacchio. 3 dicembre 1915. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto., Guarigione. I7. B ... A ... , di Giuseppe, a . I4, Comacchio. - 3 dicembre 1915. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guarigione. 18. F ... P ... , di Antonio, a 3, Comacchio. 8 dicembre I9I5. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guarigione. 19. B ... M ... , di Natale, a. 3, Comacchio. - 29 dicembre I 915. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guarigione. 20. C ... 1\1 .. ., di Antonio, mesi I8, Comacchio. - 10 gennaio 19I6. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Tratta.meniK> detto. Guarigione. 2I. G ... S ... , di Guerrino, a. 3, Comacchio. 12 gennaio 1916. Adeno flemmone sottom ascellare destro. Trattamento detto. Guarigione. 22. C .. . R ... , di Nazzareno, mesi 2, Comacchio. - 14 gennaio 1916. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guarì• gione. 23. S ... I ... , di Attilio, a. 26, att. casa, Comacchio. - 28 gennaio 1916. Adeno flemmone sottomascellare destro. Trattamento detto. Gua• • ng1one. 24. C ... B ... M ..., di Giovanni, a. 2, Comacchio. - 9 febbraio 1916. Adeno flemmone sottomascellare destro. Trattamento detto. Guari. . • gione. • 25. B ... G ... , di Edoardo, a. 3, Comacchio. 20 novembre 1918. Adeno flemmone sottomascellare destro. Trattamento detto. Guarigione. 26. F ... A ... , di Angelo, a. 2, Comacchio. 23 novembre 1918. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guarigione. 27. C' ... G .. . , di Mariano, a. r I, Eomacchio. - 28 novembre 1918. Adeno flemmone sottomascellare destro. Trattamento detto. Guarigione. 28-29 . T ... G ... , di Antonio, a. 4, Comac- • chio. - 3 dicembre I9I8. Adeno flemmone sot-. tomascellare bilaterale. Trattamento detto bilaterale. Guarigione. 30. G ... r~ .. ., del fu Guido, a. 44, a. casa, Comacchio. - 5 marzo 1919. Adeno flemmone sottomascellare sinistro. Trattamento detto. Guari• ~ione.

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Concludendo, io credo che per lo svuotamento dell' adeno flemmone sottomascellare sia da preferire una incisione cutaneo-aponeurotica, obliqua dall'alto al basso, dall'interno all'esterno, lungo una linea diretta fra il % anteriore del bordo della mandibola e il gran corno dell'osso joide. Tale in.. . . cis1one puo aprire ampiamente la loggia, che può essere drenata in modo perfetto; permette al drenaggio tubulare o capillare (non stipato) di funzionare perfettamente., mantenendo vuota la log... gia, poichè di questa viene aperta la parete esterna,. fino al punto più declive della loggia stessa; ciò che favorisce lo scolo del pus; deriva da questi fatti che il d.renaggio può essere soppresso dopo pochissime medicazioni e la guarigione è rapida • Nulla o minima è la retrazione della cicatrice quale avviene nelle incisioni che sezionano trasversalmente il m. pellicciaio del collo. Non residua paralisi dei rami facciali della branca inferiore del nervo facciale.

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Comacchio, marzo 1919.

RIVISTE CRITICHE. Il valore delle recenti conquiste nello studio di alcune malattie interne -sifilitiehe per il prof.

TOMMASO PONTANO.

(Continuazione e ftne ,- vedi fa scicolo precedente).

3)

La eura. - Non minori vant aggi della etio-

patogenesi e della diagnostica ha ritratto 1a. cura deJla siifìlide dagli stuili moderni . I ~unti :fondamentali, che la mo.d·e r-n·a te.ria.pia 11.a saputo utilizzare so.n o : a) il reperto deJtlo spi·r(>chete .nrelle manifestaz.ion.i iniziali ; b) la rewione di W asserll.11ann come mezzo uti.le -non solo per diag,11 ostica1'e Ja malattia, ancl11e quando essa è allo stato latente, 111a p~r seguire da 1)resso il sifilitico ·d t1rante la ct1ra _: e) infine l'uso dell 'arsé11obenzol9. Nel pri1no stadio della sifilide I 'infezione resta per .11n certo tempo l.oea1izzata; in esso la reazione di Wassermann è negati,·a. Questa comp.a re v.erso la 6a.-7-a setti1nana do.p o 1'inf ezio11e ed ba una costanza ma ggiore di quello che 11011 mostrino le lnanif.estaz1o11li .secondarie. Durante il primo peti odo .è possi.b ile a ver·e la certezza della diagn.osi , -m ercè il repert.o dello spirochet'e nella t1lreera, nella ,e rosione, ne1l'ei-tpes forme c-0n cui 1'accidente iniziale può presentarsi. La diagnosi precoce ha importanza ' 'itale, d~he si è dimostrato che }"arsenobenzolo ha una azione spiro1

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IL POLlCLINICO

cheticida di primo ordine. Chi ricorda gli antichi dettami di attend-ere le manifestazioni seoondarie per accertare la diagnosi, può misuirare (1uale passo gigantesco· è stato fatto l Gli ultimi lavori di Wasserm.ann tendono a dimostra1·e che, sorpreso ne11a sua m.aniifestazione iniziale, il sifilitico può essere .completamente sterilizzato de1la infezione locale con cura con·venieDJte di arsenobenz,o1o. La steri.l izzazione è tamito più difficile quanto più ci si a.illon.ta,n a dal periodo iniz,ial e, specjialmente se la reazione di Waissermann è .dii1enuta positiva. ~\lcu11i si mostrano convinti cl1e nell'accidente iin.iziale sia sufficiente a sopprimere l'infezione il s~~io arsenobenzolo ed attr·l:bu.i.soono al mercurio non un 'ero potere spirocl1eticida, ma 1..lna a1,ione s11i tessuti in virtù della quale essi diverrebbero più adatti a difendersi dallo spirocitete. ."-ltri invece, e .sono i più, asso0iano sempr e all 'a·!·se11obenzolo la c11ra mercuriale, per q11alunque \.'lLa il rimediio sia somministrato ; tutti sorveglia110 il sifilitico almeno per 11no o due an11i ieon l'esam,e clin.i.co e con la reazion·e di Wassermann, ripetuta ogni 1due ·O :tre mesi. Se allo scadere c1ell 'anno ·O meglio del bi·ennio non si sono avute 11è manifestazioni cliniche, nè ser·o logiche, oonsiéLera110 il malato come guarito. Le dosi preferite so110 le .d osi alte e progressi\·e di arsenobenwlo, sì cla g i ung·ere ad u.na cura di 4-5 grammi ; essa può essere it1izia t·a senza far precedere c11ra di . mercurno. La r eazio11e di \r'Tassern1ann non solo è ausilio diag.no~ tico, ma permette, come uno clei segni più costanti della malattia, di sOTvegliare i•l 1na1ato : l a clinica s pesso nelle localizzazioni s u·gli organi interni non ' 'ed·e se r1on il d.an111.o irrepara1b ile prodotto ii1 t111 organ,o; la siero-reazi.one, senza ii1dicar e dove il <la11u,o 1è, ci dice che una loca.lizzazioue atti,·a esiste o si è ripristinata 11ell 'orga11ismo affet to. Tranne che nei periocli susscg·t1e11ti a lla cura (è risaputo abe la reazione di \\·asserma11n può ancora persistere come positiva per n1esi fin per un anno) , la l)ositività della W. R ., è segno di una sifilide a11cora attiva ; il suo ricom parire è indizio sicuro che una recidiva si è ristabilita. I.11 una malattia, nella paralisi, a 111algrado di ogni terapia per quanto i1t1tensa, non si riesce a rendere la reazione negativa; .n elle .altre f.orme sia pure rnelle più inrveterate, dopo tempo più o m~no 1ung·o la reazione diviene negativa con 1a cura. L'arsenobenzolo ed il mercurio sebbene con rapidità differente, sono gli unici rimedi capaci di rendere la reazione uegativa. Molti altri rimedi, come lo iodio, che in altri tempi era110 ritenuti pro,,;.sti di una certa Sp€'Cificità contro manife~tazio11i tnrdi,-e della 1nalattia, so110 stati rico1

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XX\i l, F.\SC. 41]

uosciuti inefficaci a 111odific.are la reazione di W asserimann. Un elemento degno di essere considerato nella cura i.n generale delle mi3:lattie s.ifilitiiehe è i] 'risultato delle ·esperienze a. proposito della resistenza dei protozoi ai ri1ned.i specifici e all'abitudine che in alcuni stipiti di essi si può costituire . Come lVIorgerot ha potuto dimostrare per i trip,a11.oson1i, ,è lecito pensar-e c·h e alcuni stipiti: di spir.ochetci. ·p os·sano per sè ·e ssere mercurio o arr-senoc.oresistenti o che possa no essere ta:li divenuti in segu.ito a so1nnunistrazioni irreg.olari ed epicratiche del rimedio. La clinica ricorda casi rari, ma oertamente esistenti, di sifilidre resistente al me.rcurio, anch,e nelle sue maruifestazioni per solito m eno tenaci, d~mos·tra mala·ti, che per lo passato hanno risentito grandi va11taggi della cura mercuriale, che più .non hanno i medesimi benefici nelle successi ve r-ecid:ive. Così per l'arsenico. Ma l 'esperie11za. clinica stessa ha dimostrato che tali ma.n.ifestazion-i ·d a stipiti resistenti possono dileguarsi col sosti.tuire al mercurio lo arsen.o benzolo e viceversa; dimostran-0 pure che 1nan:if.estazioni, resisten1ti al mer.curi.o per iniezione, sono 1nigliorat e o guar.ite col mercurio dato per frizioni. Probabilmente la resistenza dei protozoi 11on s olo è specifica per un determi11.a to rimedi.o, ·m a forse la sua specificità giunge più lontana., fino alla forma del rimedio, quale esso giunge attraverso alla via per la quale è somminisbrato, per cui talora è sufficiente mutare la ' 'ia d-i so1nmin.i strazione per mutaT·e forma al rime(lio e V'incere la resistenza dei parassiti: s'impone quindi la cura mi sta, ecl è preferi1b ile som1ninistrare i r.imedi per vie differenti . Ne lle 1nalatt-ie degli orga~ii cla sifilide I 'opera del medico :d ev·e essere oc11lata, per riuscire utile. Un primo pu~to è nece8sa11io fissare : 11 medico, il c1ua:le si trova dinanzi ad una affezione di un organo di natt1ra sifilitica, non può considerare il malato solo come un sidìlitico nel quale non c'è <.la vincere che una infezio11e, egli de,·e c:onsiderare tutti i da.inni -che per sè l'organo malato cag iona e, contempora nean1ente, talora prima, deve, con i comuni ausili terapeuti~i, mettere il malato nelle condizioni di sopportare o trarre ogni vantaggio dalla cura specifica. Tale regola è da applicare con oculatezza nelle affezioni cartliovaswlari di origi11-e sifilitica . La oontroindiiCa.Zi(>ne generale stabilita da Erlicl1 nell'us o del salvar~a11 nelle malattie ·vascolari sifilitiche, si può li1nitare allo scompe11so cardiaco. Nelle ipositolie gravi, la terapia sal\tarsanica e mercuriale possono aggit1ngere danno al danno, specialmente se il rene, a cau"<l della stasi, non trovasi in condizioni a natomiche e funzionali buone. In ogni altra condizione la 1

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xx\:r,

SEZIONE

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cura sp ecifica è in.d ica t a e da essa si possono otten ere notevoli vantaggi. In tempo non lontano, nelle aortiti, nelle di1a·taz.ioni a,n eurismatiiehe del1'aorta, 11e11e ·in.sufficienze delle semilu·nari, si somministrava jodt1·r o di potassio o di sodio a dosi talora enormi, ma s i stimav·a pressochè inutile conti11uare 11elle c~re spec icfìche : si cr·e deva eh.e il danno avvenuto n ei ' ras·i fosse in·eparabile ed al più qualc1tno c·o nsiglia \ ·a le cure specifiche 001ne cùr.e rassicura.nti e preventive ,p~r ulteriori localizzazioni i11 aJtri or·g ani . li. •p.oco a poco le idee sono muta be. Quando la vV.asserma.n n è sopr·a ,'venuta com e ausilio diagnostico della 1ues attiva, molti s i sono lasciati g uidare c.l al resultato di es·s o per conti.nuare o sospendere la terapia specifica ed i vantaggi ottenuti con tale metodo sono stati da,·vero .incoraggianti .nei casi n ei quali è stata tentat a : sopratutto :i dolori da periaortite, gli attacchi cli asma cardiaco, a lcuni accessi di taiehicardia, a lc11ni tipi di aritmia sono · scomparsi co11 la cura a1nti.sifìli:tica. Q11a11clo com,.. par,re nella t erapja l'arsenobenzolo e le idee dei misotl!eis ti f11ror10 sotnmerse {1al1a evid enza (le.i fatti i rest1ltati furono anche più incoraggiiant1 . _I\ tal pu11to .ch e molti t entaron o la cura specidìca salvar sa.n ica al di fuori ili qualunque ma n.iifestazione oltre quella vascolare, e anche quando 1a reazione del sang11e dava resultato negativo. Nelle nostre mani tale pratica non sempre ci ha dato resultati apprezzabili, anzi in molti aortici con cardiopatia soompe1isata nulla s iamo riusciti ad ottenere più di quello che l a terapia ·dello scomJpenso ci ha prodotto. Non abbiamo veduto mai una i.insufficienza <lelle valvole scom pa·r ire sotto l'influ.e nza dellçi cura specidica, mai .u n aJllJeu.rjsma ar.r estarsi nel suo fatale decorso : naturalmente in questa co11ielu sione c1 h a aiutato l'esperienza clinica, che .d imos.tre. ch e no11 in tutti gli a:neuris1m atici non cura ti è fatale i1 decorso limitatissimo ·d i due an.n i, 1com e pare voglia accettare la Sehottmiiller. Invece co11 .costanza quasi sicura sono scomparsi fenomeni riflessi, dolori, dispnee parossistich e, tachicardie ed a lcu11e aritmie . Romberg e Schottmiiller sj mostrano m ol.t o più ottimdsti . Romberg (1) anzitutto si mostra seg.ua.ce della opindone d·e l Vv'eintraud .n el preferire il .salvarsan ial m ercuriio : con esso i dolori .scompaiono, l'angi·n a pectoris n-011 ritorna, lo stato ·generale sp.esso sieaduto si rialza, il peso del corpo aumen.rta. L'ammalato, 1rimessosi piuttosto rapi damente, ricade negli stessi disturbi dopo un anno un anno e mezzo, epperò i·l Romberg stima ,o pportuna. una cura si·st ematica fino a tre an.ni, con 1

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(r ) ROMBERG. « Munch. Med. Woch. », n. 45, 1918. •

PRATICA

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sei serje di iniezioni. Sebbene d'ordinario l'insufficienza dell'aorta, i .segJJi dell 'aortite, le .s.accoccie aneurismati ch e persistano, tuttavia i.n qualche caso i .mi~lioramenti vanno più in .Jà del prevedibile. « Come bel resultato della cura, scritve il Romberg, voglio ricordare la scomparsa di tutti i sintomi clini.Ci . Una ·volta ho veduto scompa:rire rapidam ente un ·r umore di insufficienza dell'aorta con un polso cel·e re. Picc-01i ·e qu.a lche volta .m edii an eurisn1i possono ·restare miercè la cuira molto .trem po della stessa grandezz.a ». Schottmiiller (2) è anche più ottimista ed esplicito. « .•. Si può dire che i risultati daJrla nostra terapia (mista salvarsano-mercuriaile) sono l:lucni nell'aortitis supra ~~~ronari a . anche se le mai:ifestazioni erano g ià m-.)lto ~ravi ed esiste,·ano da lungo t empo. Nell 'aortitis coronaria è sempre ancora possib :1e un r..1igli 0ra111~11tL•. !\;ell'aor.t itis valvularis o nel.l 'insufficienza dell'aorta dobbiamo distinguere i casi iniziali da quelli inoltrati., I primi danno dei resu1tati favorevoli per la guarigione, al contrario di quanto result a,·a dall·e esperienze con le terapie antiche. Se in molti casi in\.·eterati, tra quelli .cura.ti, i1l res11lta..to è potuto apparire nullo, ciò è dovuto a due ragioni essenziali, sia perchè i malati si sono presentati troppo tardi a richiedere l'opera del m edico, sia perchè per a1tri non si è •p otuta continuare a lungo e ripetere la terapia specifica. An che fra gli aneuris·m i si distinguono due gruppi : i casi a1ll'inizio possono g-uarire nel senso clinico. u ~.\ nche; grandi .1.n•=ur!..:; :·ni 11E:i l 1 tL~.ili 1a ;•a:«.te è fortemente danneggiata, so.no ancora suscettibili di miglioramento, poichè l'esperienza ci ha insegnato che perfino forti dolori' oppressivi ed a ltre ,m anifestazioni obbiettive det'=rmi11at e da compressione su organi' vicini, si arrestano spesso con le cure s pecifiche, se i1i tali e ;si si rinno-uino le cure cori sal-uarsan e 1nercurio per lu1ig o te11ipo} oppure si ricominci la terapia ogni v0'1ta che i dolori si ripresentano. Così dn maniera più evidente che .rton <:: oll 'osservaz.ione diretta si l)UÒ dedurre .l a tras.Eor1nazione specifica che avviene nella parete de1l'a11eu·r isma. Ln t al lnaniera anche ne]l' aneurisma co11 c.listruz.ione de11a parete .si può parla~e di t1na g uarigione condizionata. e quindi di 1111 miglioramento» . Sia Romberg che Schottrniiller va;n tano tali resultati su malafì ch e han110 · potuto esser e assogge.bt.ati a ripetute cu re : Romberg pairla di cin1que, sei serie di cu.r e di Neosalvarsa·n , iniziate a dosi piccol e (0.15) e portate, con intervallo di u·n.a settimana, tra 11na iniezione e l'a l(2) SCHOTTì\IULLER. 1919.

(( ì\Ied1z. Kli111ik )) , n. 7, (5)

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IL I>OLICLINICO

tra, a dosi anche elevate (0.60). Se: '1.1 Neosalvarsan (là fenomeni ,-asomotori è be.ne aggiungere 1111a ini~ione di suprarenina di 1/2, di un ce11timetro cubiG:o. • Schottmiiller preferisce sempre Uina teriapia mista di 1nercurio e di N·eosal varsan cosi regolata : ~ i son1ministrano prima 0.45 (0 .30 per donne) di Xeosalvarsan. Dopo 8 giorni si passa a 60 cgr. di Neosa1'varsan e si continua ,o gni 7 giorni fino alla -dose complessi·va di 5 fino ad 8 grammi. "!\egl'intervalli s i praticano u.na due volte la sEtti111ana delle iniezioni di mercurio (calome1an10 oppure saliciilato di H1G 11ella dose di 0.050. ro, oppure ·delle frizioni co.u un.g uento merccuriale. Talora egli dà .l'iodi.o dopo terminata la cura specifica per tre quattro mesi. Ma se la \\Tasserrn'"tann persiste positiva, oppure se persistono i sintomi a carico dell 'a01'ta, a l1ora Schotitmiiller co11ti1t1ua la cu.ra .s pecifi,ca ·ed il paziente ricev.e 1o gni 3-4 settima.n e una iniezione di ~ eosal,·arsan c1a 0 .45-0-60. Tra le malattie del t,"iibo digere·n. te degne di speciiale considerazione n.ei riguardi 1della ccura son.o le affezioni epatiche di origi11e sifili1tica. )Ielle manifestaz.ioui .p recoci della sifilide (ittero, ingrossamento d·el fegato e della milza) e, tra le 1na11ife.stazioni tardi·ve, nelle gomme d·i sseminate che simulano il .fe,gato canceroso, la c11ra salvarsanica o la :tera·pi.a mista ha '!agione rapidamente ·d.ell'affezione : si vedono itteri subito scomparire, feg.a.ti ·ingranditi ridt1rsi, gomn1e ·dileguarsi n ·e llo spazio di un mese o poco più . Dove la terapia non .dà effetti apprezzabili, o qualche volta sembra precipitaire il decorso, si è nelle malattie diffuse croniche del Iegato attribuibili alla lt1es. Ricordo la forma di ~egato 1g rosso e duro 1Con tumore di milza : in esso cure pro1ungabe di arsenobenzolo non dànno climricamente effetto apprezzabil~ , in un caso ho veduto, dopo una intensa cura di arsenQbenzolo, associata a cura m·e rcUJtiale, 11 fegato impiccolirsi rapidamente e di'Ven1:re ir.regolare; sopraggiunse l'ascite, a distanza di pocl1i mesi con il quadro completo della. cirrosi (ematemesi per rottura d-elle vene esofag.ee). Sempre difficile è pronunciarsi nelle cirrosi su una e"\·entuale natura sifilitica : ,.i ha eh.i trova la siero-diagnosi positiva in gra11di percentuali ; ultimamente il Letulle ( 1) ha so t enuto che nelle cirrosi si riscontrano i11 quasi tutti i casi i segni anatomici di una peritonite sifilit.i~. Senm "·oler negare la natura sifilitica di qualche cirrosi, certo si è che la reazione di Wassermann cllelle nostre inani, non tenendo conto delle deviazioni lievi del comp1en1ento, è nel11. ma~gioranza dei casi ne(1) LETULI,E. •

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Académie de médecine de Pa-

3 sett. 1918 .

ga tiva, e negativa si mostra saiggiata 11el liquido ascitico. La terapia non mostra ness11ua efficacia 11el decorso de11e cirrosi clini1Ca.mente manifeste. Resultati immediati di guarigione si hanno nelle manifestazio11i di affezione di gla1idule a secrezione ì11.tern.1a (ipertiroidismo) ; iresultati di ordi·nario buoni nelle affezioni ossee, se queste sono specialmente a tipo periostale. Nelle lesi-011i più profonde dell'osso a ti.po gommos 0 è neeessario insistere e lungamente con cura arsenobenzolica e mista per ottenere dei resultati apprezzabili. Nelle malattie re'riali, forse con1e in nessun capitolo legato alta patologia della sifilide, è necessaria la d·iag.nosi esatta di natura per pot ere ottenere resultati 11tili ea evitare danni talora considerevoli n·ei malati. Noi dobbiain-0 disting.uere le lesio11.i rc·na li da sifilide, e le lesiorii re1iali nei sifil·i tici. ~l'ra 1·e prime v.ainno annoverate .le albuminurie della sidìlide precoce e le nefrosi sifilitiche; tra Je allTe le comuni nefriti· acu·t.e ·e croniche. Tra questi due gruppi, agli scopi delJ,a terapia, bisogna .ainnoverare le nefriti ~ he ha11ino l.a loro orig.ine prima 11ella sifilide ma che agli scopi della cura devono essere considerate come nefriti c-0mu·n i. }\..bbiamo visto come nella diagt!lostica di ·natura delle affezioni renali 1e rece11ti ricerche hanno ,portato ia considerevoli progressi, ma essi non permettono ancora la differenziazione d1. natura per esempio nelle ·nefititi a ti po subacuto e C·ronico. N·elle .albuminurie dello sta.d io precoce e nelle 11efrosi sifilitiche, la cura specifica è dovero ·a ed essa ha ragione con1pileta della lesione. Conviene usare in questi casi il salv·arsan e .n on il mercurio, poich.è è meglio to11erato, ma anche il salvarsan va saggiato co,n prudenza e prooo-redendo nelle dosi lentameut,e. Si arriiva d'ordina.rio alle dosi massi111e senza provocare disturbo alcuno .e si, giunge alla guarigione compJ.eta: a.nche iin casi in cui l'albuminuria (11e- • friosi) raggiung,e percentuali altissime come il 10 fi·n o al 50 pe.r mille la cura porta a l completo riprist1no de1la funzione 1tenale. "Nelle nefriti sUlbacute ·e croniche in sifilitici o che ha1mo la loro prima origine nella sifilide (arterite p. es.), una condizione è ne<'essaria per tentare la t erapia specifica : il compenso rena1e, clinicamente considerato. Perchè una terapia specifica possa essere iniziiata, ancl1e con prudenza, sia essa arsenobenzolica oppure mercuriale, n .)n devono essere egni di uremia e possibilme11te no11 de,·e res11ltare r~tenzione di azoto (costante di .\mbard non e1e,·ata) . Quando tal i condizioni si abbiano, i tentativi sono consigliabili: noi siamo riusciti a vedere sopportare da nefritici cvn croniche e 1


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XXVI,

FASC.

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SEZIONE PRATICA

cron1.c1ssim·e l.esioni dei reni le c11re arsenoben.wliche più ieomplete senza danno. l\la nelle affezioni croniche dei reni se si nota un miglioiramento deciso dello stato generaJe, nessun benefizio si otti·e ne nelle condizioni della funzionalità renale, e i reperti rimangono imn1utati. Non altrettanto si può ·d ire d·elle nefriti suba.c ute ·in cui 1q.ual~he volta, pur manoando 1g li e1ementi ·p er una diag.nosi di 1n•e frosi, si l1an.no resultati ins·p erati con cure adatte e prolungate. È oppor.tuno in .ge11eral€' ri.niziare il novoa:rs·enobenzolo alla dose ·rd:. 10-15 ~gr ., di sorvegliare bene l'ammalato .d i prog·redir-e ·le11tamente co11 tutti i .n umeri <lella serie cura.ti·v a (0.30-0.45-0.60-0.75-0.90) . Ma se il malato è in periodo ùi scomrpenso renale, .specialmente .se esistono segni uremdci, è necessario tentaire prima di otte11ere ooi mezzi ordinari il .compenso della 'fttnzione E: riser-varsi, ia compenso otte11uto, il te11tati vo della cura spe·ci;fica. • ha La cura de'ltle afjezio1ii del sisterna ner'Voso so1l•evato gr.a vi ·p roblemi sulle ind·i cazioui e sulla portata dei nostri nJ:ezzi di terapia, specialmen.te in alcune f.orme. Co11 l'introduzione de1'la tera1)i.a an-senobenzolica f.urono seg·n.a.lat1 inconvenienti gravi, tal.o~a mortali. _-\ila prim·a introduzione di arsenobenzolo, specialmente se questa era in piiccola dose, succede,·a qualche volta paralisi di uno dei nervi cra.nici (oculo-motori per es.), ·p aralisi che preoccuparono maggiormente qwa.ndo si vide che r1ervi di importanza enorme potevano ·e ssere col piti (ottico, acustico, vestibolare). La prima inter-' pretazione f.u che :il salvar.san mostrasse 11:10 spiccato organotropismo, simile a quanto era stt!to osservato nell'iaitoxil, t:' questo .g rido ·d 'allarn1e si diffuse, S·p ecialmente tra gli speci:a1isti, c he mis·ero .il veto alla tempia n·u ova. Si vid·e r>erò, SJ)ecia.bnente per opera ·di Ehrlich e det suoi allievi, che, conti·nuando la cura o iniziandola ad a]te dosi, questi lamen.tati inconv·e n·i.enti sparivano oppure si ·p resentavano molto rairamente. L'interpretazione allora fu diametralmente opJ)OSta: 1a pi.ccola d.ose di· rimedio agiva uccidendo gran ,parte degli spirocheti, lasciando reJati,Tamente indénmd quelli cl1e colpivano i nervi. L'organismo diveniva così povero in sostanze antitossiche e i ,p ochi spiroch·e ti rimasti avevano la ·p ossi:b ilità di svolgersi più rapidamen.be e li.b eramen.te sì 1d a danneggiare l'orga1no n1el q·u ale era110 install:ati. Pie r We ragione ttna cu·r a c,onsecutiva, miglior.ava an.zi che peggiorar·e la deficienza, J.a cura intensiva non presentava che irauamente l'i11conveniente 1a1nentato. Sia o no.n sia esatta La interpretazion·e data dal fenomeno, -il fa.t to clinico però res.t.ava e la constatazione fu

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conferm.a ta dagli osservatori posteriori. Si giunse così alla conclusione ·c he non era opportuno cominciare la terapia con ·d osi piccole del .r imedio, ma bisogna;vca cominciare con dosi pi uttosito elevate. Contro tale indiirizzo però era.no altri i.ncoDNenienti no11 meno g·ravi e ·pericolosi. 11 novoa.r s·enobenzolro, per quanto a dosi curati\1e, è privo di tossicità, tuttavia manifesta iin a1c11ni particolari ~n·dividui u1ia .sin·g olare tos$it:ità (mor,t e i11nprovvisa con sintomi meni:n.go-encefal itici~emorragici), .p·e r cui è prudente, }>rin1a di .spin1g ersi alle alte dosi, di saggiare 1a tollera11z.a individuate. Non ba:sta; negli individui 1n uùvi esso spesso dà fenomeni locali nei .l uoghi colpiti dall.o spirochete, sotto forma di iperemia e di tumefazione da edema (.fenomeno di Herxheimer) : qu:an·do .t ale reazione immediata insorge ci.11 punti pericolosi del sistema nervos.o, :b ul1b o per ·e sempio, le cons('guenze poss.on-0 ·esser.e dannose. P·er tali ragio11i le c11re massive fin dall 'i1uzi.o non ·p:o tev.ano essere le più adatte per combait.tere con ~'airsenobenzol o le localizzazioni nel sistema nerv.oso. Gui·dati dall'interpretazi.o ne .degli inco nvenien.ti i0ss:erv.a ti, i terapisti h:a11110 tentato di evitarli, facen,do 1)recedcre al1a cura aTsenobenzolica u11a breve terapia mercuriale, sì da impedi['e la reazione di H.erxheimer cla 11na part,e ed i dan·n i che si manifestano sui 11·erivi cerebrali dall'altra, quan·do Ja terapia arsenobenzolica si cominci dalle dosi più piccole del rimedio. La tecnica moderllii ·d elle cure dei malati del sistema nervoso è .tutta poggiata stt qu.esti caposaldi e l'esperienza su essi .fon1d ata, è stata feco11da delle attese soddisfazioni. Le con·oscenze sulle lesioni precoci del s1stema n.erv·oso, .dico110 sull 'im.p or,t anza che n·ei riguardi di questo sistema han110 le cu,re intense razio.n ali del p·r imo .p eriodo. Nellit: affezioni meningee asintomatiche, sulla cui importaillza per l'arvive11ire del .sifili tico a·b biamo richiamato 1' attenzione, l'esame de1 liquor, praticato a ·p iù riprese durante la cura, può a\rere 11 valore che attualmente attri.buiamo alla reazione di Wassermann co1ne mezzo utile per sorveg·lia:re .la cuira. Dobbiamo ricordare che .ne1le affezioni del si~tema nervoso ·l a W asserm~nn d.e1 siero può :essere neg·a tiva, quando ancora positriva si ma.ntjene nel li1q uor; dobbiamo ricor.d are che Ja Wasserma.inn può essere diivenuta .n e·g ativa, qt1ando a.nco,r a alt erazioni 111orfologich·e e chimiche persistono nel liqu:or. L'ideale :nella cura della sifilide 1è quella .che raggiunge la ster.i lizzazioni, prima che il ·p arassita .abbia in·vaso il sistema nervoso; su tale indi rizzo è la profilassi d·elle malattie nervose, 1

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IL POLICLINICO

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poichè quando lo spirocl1ete ha i11 '\raso i1 tessuto nervoso, in 1qua lche caso, con i .n ostri metodi di cura, non ~usciamo più a distruggerlo. Se la localizzazione 11el sistelllà nervoso, con o senza sintomi, è av\1 enuta, la cura deve essere mista, i.n termittente, fJr.o.lungata. ~laut, Gennerich ed al tri sono per cure intense, seguentisi a brevi intervalli .si da ·es.a11rire in pochi mesi 3-5 serie di cuTe ·miste. Anzi Geunerich sostiene che se le cure id i ar:senobe11zolo r1on s i p ossono coo.tinuare a .lungo, è 1neglio non darlo affatto e limitarsi a ·lu·n ghe cure a~ mercurio. La terapia arsenobenz.olica, per ~niezioni endovenose, Ja mercuriale, per via intramuscolare o per frizioni , risponde bene nelle forme precoci e in alcune ·de lle forme tar dive della sifilide del sistema nervoso. Cosi è inutile :in sistere sul fatto oramai a tutti moto, dei mirabili resultati che si ottengono nelle affezioni dei nervi periferà.ci delle radici (:ad esempio nell'atassia a cuta, ecc.), nelle affezioni meni:n,g ee, iueningo-encefa.l itiche , nelle localizzazioni· .g ommose. N atura.lmente in queste u1time, mentre scompaiono rapidamente, per es., i Siintomi da tumore (encef·alico ·o spinale) , rim an·g ono irri'mediabilm€:11te, se l'intervento è stato tardivo, ~· segni corrispondenti alla cica.trice, che raippresenta la parte irrimediabilmente distrutta della sostanza nervosa. Quando accanto alle lesioni infiltra•t ive e gommose si accompagn ano lesioni endoarteri.tiche con malacia del tess11to ner voso, til resu1taito della terapia specifica non è naturalmente così conforta'llte ; la c ura anzi spesso ne lle lesioni specifi che, specialmente del midollo, può rappresentare o acquis tare un vaJore cliagnostico, poichè rimane im·mutato 11 deficit dovuto a11a trombosi e al.l a malacia. Nelle sifilidi tardive àn generale del sist ema nervoso la 1Ct1ra int ensa e prolungata, col controllo del sie ro del liquor, è oramai da tutti consigliata. Plaut, per es., per quanto riconosca i danni e le deficienze degli schemi in t erap ia, offre un piano genera1e di cura delle sifilidi tardi ,.e del sistema nervoso : per 5 settimane cura di frizioni con pomata mercuriale (fr izioni da 4-5 gr. ciascuna); poi 6 iniezioni di 11eosaly3rsan (la prima di 0.30, il a seconda di 0.60 p oi ancora 4 da 0.90 ciascuna (. Quando non si , ·ogliano oltrepassare le dosi di 0.60, si potrà rj1petere questa dose per sei volte cosi da somn1inistrare in definiti,,a 4-5 gr. di neosalvarsan, (da notare che Plaut parla di salvarsam di sodio). Finito questo periodo di cura si può somministrare ]o iodio. Quattro settimane dopo l'ultima iniezione di arsenobenzolo si rinno\a la puntura lombare. Qua1tt nque sia il reperto del liquor e della Wasser111a nn, bisogna fare un'altra cura almeno come 1

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la prima. Se però il liquor si mantiene ancora p atologico, bisogna rinnovare ancora ~l ciclo di cura e poi sosp endere p~r un anno, dopo il quale si rinno·vierà la cura guidati dal criterio clinico e di la boratorio . Se con questo genere •di terarpia si ottiene un benefizio sempre evidente e clinicamente e serologicamenif:e, nelle sifilidi nervose .tardive, lllel~a tabe e nella paralisi progressiva, non si può affermare altrettanto. Clinicamente nella tabe e serologicamente e clinicamente n ella p aralisi progressiva la terapia ordi.n;aria dà resultato negativo . Sono gli s·p irveheti della paTalisi e d·è lla tal)e differenti dagli altri spirocheti? X on pare dal resultato già accennato delle ultime ricerche. Sono, nelle condizioni .in cui gli spirocheti si trovano n el :tessuto nervoso, non più aggredibili coi mezzi nostri terapeuti.ci? È probabile , ma ;iear1che questa ipotesi soddJ1sfa alla nostra cugniziot~e c.: spiega qua.n:to gli ultimi tientativi hain110 mc·sso . 1.uce. ln Intanto si può affermare che il mercurio nella paralisi progressi va vera non dà resul taito alcuno, anzi q11a.lche volta danneggia i mala.ti; i neuropatologi oramai si servono della cura specifica,. per diffe renziare la paralisi dalla sifilide cerebrale, che ne simula· la figura · clinica. Qualcruno ci•ta delle treg ue nel decorso della m a:lattia come efficace ·effetto ottenuto . con la cura, ma tutti sa·nno che per sè la malatti-J ...>[fre n el s uo decorso tregue a·n che prolu11gat e da far pensare a cliagnosi errate o a guarigioni. Il salva.rsan non d.etermina danni nell'organismo del paralitico, ma nessun effetto si ottiene cl.inicame11te a pprezzabile; posso ricordare che, dopot entati,ri numerosi e generosi , tutti j parcul:itici da m e curati sono finiti al maniconio, che quasi sempre dopo la cura e nel san gue e 11el liquor la W. R . s1 è m.a ntenuta positi,ra. Ma non solo sono fallite le speranze ripostenella cura del Salv~arsan per ' ria endo,·enosa , ma anche quelle preconizzate dell'introduzione del1'arsenobenzolo nel caYo r achideo sia r~1escolato al liquor ,sia al siero del malato stesso (siero sa.1,·arsan ato) . Il concetto che ha guidato questo tentatiYo è st ato la supposizione che il rimedlo per ·via endovenosa non potesse raggiungere il parassita, mentre 110 avrebbe potuto, direttamente portato nel ca,·o rachideo. J'.\Ia è tutt'altro dimostrato che il sal,·arsan non arri,d, inocul ato per la ,-ia delle , ·ene, nel parenchima ner,·oso; ad oo-,ni modo t ale tenit:ati,ro è liestato senza utili o resultati. _.\.nche il 'introduzione del sal, arsan per via cerebrale sott o la dura non 11a a,·uto tnig-livr fortuna. ::\011 sono mancati i11 questi ultimi anni li. tentatin di pro,·ocare nell'organismo malato di pa1


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SEZIONE rRATICA

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ralisi progressiva, affezioni acute febbrili o con sostanze tossiche come la tubercolina o con estratti bacterici, o con sostanze chimiche, che hanno la particolare proprietà di provocare la leucocitosi come l'acido nucleinico. Il Plaut non ha avuto nessun incoraggiamento a continuare dopo _prove r.ipetute .con le più svariate sostanze, tutte fallite. Nella tabe le discussioni sul! 'effetto delle cure specifiche sono state e sono ancora innum1ereYoli. Tutti si accordano, per esempio, a riportare freiquenti buoni resul.tati sui fenomeni dolorosi della tabe; noi s tessi a bbiamo visto dolori intercostali .ad es., qualche volta dolord lancinanti ·ed osteo.copi sparire rapidamente sotto l'azione dell'arsenobenzolo, e ne abbiamo dato 1'int=rvretazione più probabile, che cioè essi fossero l'esponente di fenomeni floridi da sifiliide, che si associa·vam.o .al processo tabetico e di .cui la cura spècifica a·veva facilmente ragione. Ma sui sintomi vt r.! del la tabe la cura sal varsanica per lo più resta senza apprezzabile t-esultato clinico. Qualcuno cita di riflessi, di fenomeni pupilla ri modificatisi dopo la terapia intensa, ma i più convengono <'he i·1 tabetico è facilmente diagn.o sticabile come tale, anche· dopo .l a cura pereh.è i f enom·eni cardinali rimangono immutati. NatutJ:almente con una certa riserva bisogna accettare i rappor.t i di coloro i quali citano ii m iglioramento nei feoomeni atassici a ca usa del~a cura ; è noto che il tabetico si rieduca nel cammino con una certa ra pidità e facilità. Ma ui punto fondamentale è ancora controverso: se pure i .t abetici non guariscono, con la cura specifica · salvarsan1ca, si arr.esta con essa il decorso della maJ.attia? Un fatto generale si pttò ·citare : dacchè l 'etiolog·i a della malattia è nota .e sicura nella coscienza di ogni medie.o, d.acch.è la curra specifica si usa lar1g amente, i tabetici si vedono ancora con una certa frequenza, ma i gravii atassici, Je forme concloamate di tabe, che si incontravano numerose nelle corsie d'ospec1ale e che si v.edevano non r aramente ·tra.sci11aTsi' per le strade, divengono sempre più rare. I casi invece di tabe lentissima o anche di tabe cbe s i :atJ:resta i.n uno stadio precoce della malattia , sono di osservazione corrente. Nella nostra esperienza a bbiamo i)otuto seguire attentamente e per lunghi anni (5-7 ain.ni) qualche caso di t abe lno-amente curato cor1 nttmerose serie di ' o salvarsa-n, che, pur essendo ancora facilmente diagnosticabile, si può considerare arr.estaito .n el s uo decorso. Il resultato non sarebbe di poco cont o, pensando cbe qu.e sti soggetti ancora per lunghi ann1 sono capaci di lavoro, se pure ridotto. La terapia salvarsanica segue le regole indi1

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cate : si inizia con dosi non elevate ( 20-3 0 cgr. ) e si arriva alle dosi più alte (go cgr). Si posson o praticare da due a tre serie di cur.e all'anno, si dev.e continuare la cura per 3-4 anni. Nè la Wassermann, nè l'esame del liquor sono indizi sufficienti. A differenza della paralisi progressiva, nella tah·e Ja reazione di W asserm.alllll diviene negativa nel siero di sangue e .il liquor div.iene normale, tuttavia la cura deve continuare e a lungo. Con il SalvarsaJn lo stato gen.erale de.i malati, come in tutte le forme di sifili.de, migliora • notevolmente, mentre col mer-curio esso ne r.isente in maniera talora :impressionante; dacchè i,l salviarsa-n è entrato nell a terapia .anche i più ostinati si sono ridotti a limitare la cura al solo arsenobenzolo. Quainto cammino in pochi anni e non solo n el campo della scienza pura , ma della pratica direttamente utile al malato; 1'avvenire ci riserba certamente altre felici .innovazioni nel campo degli studi su.Ila sifilide. No,i a bbiamo accennato ad alcuni' dei problemi più direttamente utili che attendono ancora una adeguata nisoluzione: il cammino è difficile ma a p erto e fecondo per gli studiooi.

SUNTI E RASSEGNE. MEDICINA.

Sul trattamento medieo delle afiezioni della clstifellea. (S. WErss. New York med. f ourn., 2

agosto 1919) .

Vi sono pochi· problemi terapeutici, che lasciano ,t ante incertezze, quanto quelli che riguardano le condizioni patologiche della 1cistifellea e dei dotti bilia ri. Molti chirurghi •l e con siderano di loro esclusiva pertinenza; bisogna · invece tener presente che vi s ono pazienti che non si possono sottomettere a d operazioni chirurgiche, sia p er i nsufficienza cardio-renale, sia per affezioni intercorrenti, sia per altre ragioni. ' Secondo le statistiche di Darrington, con la colecistotou1ia ~i guarisce il 50 % dei pazienti, se ne mig'liora il 40 ~~ , mentre il ro % non ha nessun mig.lioramienito . Va notato che i così eletti 1nigliorati sono ben lungi dallo st ato di benessere. Sin,torrii. - I calcoli biliari prodt1cono sintomi da irritazione , da ostruzione, da migrazione. Il dolore (sia spontaneo, sia provocato d a pressione), appartiene ad uno dei sintomi più importanti e costanti di colelitiasi. Esso è general(9)


1202

IL POLICLINICO

mente ·l imitato alla regione cistica, ma talvolta si irradia al! 'epigastrio, regione sottoscapolare, collo, spalle, braccia. Uno dei segni più caratteristici dell'ipersensibilità della cistifellea è fa impossibilità per :il paziente di fare un'inspirazione profonda mentre le dita del medico sono curvate ad uncino, sotto l'arco costale destro. Quanto al.l 'itterizia, si ritiene da qualcuno, che non vi sia malattia della cistife·l lea senza di essa, ciò che non è conforme a verità; inquantochè p . e. un calcolo può rimanere a lungo nella cistife11ea o nel dotto cistico, senza provocare alcun fenomeno d'itterizia. Diagnosi. - F~ile negli attacchi tipici di colica epatica, non lo è altrettanto nei casi attenua.t i cli colelitiasi, in cui spesso gli unici disturbi consistono in gastralgie o disturbi dispeptici, che resistono ai soliti trattamenti delle affezioni gastriche. Gli individui, cosi affetti, si lagnano di attacchi di indigestione, che si verificano 3/4 d'ora-I ora dopo i•l pasto, con flatulenza ed intolleranza pey certi cibi, come le mele, i formaggi forti, i dolci; anche le uova sono mal tollerate da tali individui, poichè esse aumentano il contenuto in colesterina del sangue ed aumentano la tendenza alla produzione dei calcoli, tendenza che va combattuta, diminuendo l'ingestione di grassi, specialmente se vi è anche nefrite· cronica, gotta e nelle gravide. Si trovano spesso in questi pazienti, attacchi moderati di vomito e di eruttazioni, che producono sollievo al paziente, sensazione di. peso o di dolore al fianco destro, attacchi di brivido. Un altro sintomo importante è 1'impossibili,t à di respirare profondamente perchè in seguito alla contrazione del diaframma si determina un dolore sul fegato, ed una sensazione penosa sul frenico, ciò che arresta la respirazione. · In presenza di questi disturbi varii, il pratico resta di solito imbarazzato, perchè il loro signifi<:ait:o non è abbastanza definito da condurre ad una diagnosi precisa. Spesso però l'esitazione non dura a lungo, e specialmente la gas tralgia o l'epigastralgia manifestano la loro origine, e sono seguìte da una colica epatica tipica , ed eventualmente da colecistite e da altre complicazioni. La ricerca dei punti dolorosi ha importanza solo se è fatta sistematicamente. Importante è q11ello che si nota alla pressione profonda a destra della colonna ,·ertebrale, in una piccola area fl'a la 7"' e 1'11a costola ; esso non va confuso col dolore pro,·ocato dalla pressione sup erficial e e c10Y11to :lcl iperestesia cutanea. Va se1npre confrontato co11 1,area corrispondente del lato sinistro; ed 11a ,·alore diagnostico se il r eperto è co(10

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stante. Altri punti dolorosi si possono a.vere lungo la ·l inea scapole.re, ascellaTe, mediana posteriore. Secondo Boas e Friedman, questi punti dolorosi sarebbero patognomonici di aderenze perico1ecistiche con o senza colelitiasi. Molti errori diagnostici potranno evitarsi tenendo in mente che spesso la dispepsia delle gravide è dovuta a calcoli biliari, ricorrendo altresi alla radiografia, che, interpretata da esperti radiologi, potrà far scoprire i calcoli nel 50-85 % dei casi . I punti impor.tanti per la diagnosi sono: 1° anamnesi esatta, specialmente per quanto r~guar­ da attacèhi precedenti ; 2° locailizzazione del dolore e della sensibilità alla pressione e delle 100:0 irradiazioni; 3° esame fisico, specialmente ispei.ione e palpazione dell'addome e del.la. reg·ione cistica; 4° esclusione delle condizioni che possono simu1are 1a calcolosi biliare, cioè la colica saturnina, la rena1e, l'ulcera duodenale, l'appendici.te cronica, il rene mohi.le, le iinfezioni dell'apparato 1g enitale. Spesso la colecistite è diagnosticata come appendicite e viceversa: calcolosi ed appendicite si osservano frequentemente nello stesso individuo. Una esatta diagnosi condiziona il : TRATTAMENTO.

Nello stadio acuto, è necessario rivolgere l'attenzione sopratutto al fenomeno doloroso. Gli anodini e 1e applicazioni calde (bagni, bevande calde, anche se vengono poi vomitate) producono rilasciamento delle parti e facili tan2 il passaggio dei calcoli·. I ·supposi tor! con beiladonna (6 centigrammi) oppure l'atropillà per bocca (2 decimilligrammi) seguìta da 15 goccie di adrenalina a 1/1000, eventualmente ripetendo quest'ultima, calmeranno il dolore, spesso senza ricorrere alla morfina. Trattaniento specifico. - Può farsi soltanto in presenza di eziologia spec.ifica, quando sia stato isolato un determinato germe dalla bile: può darsi che lo stesso germe si isoli altresl da altri focolai (naso, gola, urina, ecc.) : in tal caso, è co11sigliahile un polivaccino, preparato con tutti i diversi s tipiti. Si preterirà, cli solito iniettare picco1e dosi per evitare forti reazioni, che però, in qualche caso, potrebbero essere utili. Tratta1nento sintoniatico. - In caso di costip aZJione, s i faranno clisteri con 1 /2 cucchiaio da t è di trementina in una quantità d'acqua non " ttperiore a litri 1,200. -~.1 mattino, alzandosi, jl paziente berrà un buon quarto di litro di acqua calda ; durante il gio1~no dovrà altresì bere abbondantemente acqua fresca. Se vi è costipazione c;i clarà del solfato e fosfato di sodio, in ncqua calda : per le sen"azio11ì penose allo stotnaco E la


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SEZIONE PRATICA

flatulenza, si prescriveranno ~arminativi ed antifermen.t ativi. L'A.· usa altresì prescrivere capsule contenenti glicocolato di sodio, salicilato di sodio e taurocola:to di sodio, rimedi che egli ha trovato superiori ad ogni a1tro. Trattamento dietetico. - Si deve insistere per una dieta povera in colesterina , escludendo il tuorlo d'uovo, i pisel li, le carni grasse, le fritture, concedendo poche albumine e pochi grassi. Si consiglieranno idrati di carbonio, frutta e poca quantità di carni leggiere, in pasti piccoli e frequenti. Trattamento locale. - Sono assai utili le applicazioni· calde ai!.! 'epigastrio od alla regione epatica, eventualmente anche le correnti ad alta frequenza. Spesso si sono ottenuti miglioramenti con la lavatura transduodenale, mediante la sonda duodenale, specialmente in casi infetti con duodenite e colecistite. Sebbene non si escludano ·i vantaggi che possono talora ottenersi con 1'intervento chirurgico, che talora può essere necessario, il trattamento indiicato potrà spesso portare decisi miglioramenti ed anche la guari•g ione. 1

~. FILIPPINI.

.. MEDICINA LEGALE.

Progetto di raggruppamento delle neurosi di guerra e da infortunio ....dal punto di vista medico-legale. (E. Kru:rtSCHMER. M unch. M ed. W ochensch'if t, n. 29, 1919). Il giudizio medico sull'isterismo sociale si fonda sulla valutazione dei due fattori: volontà e ri.. flesso, e comprende perciò tutto in queste due domande: I) Nella genesi delle [manifestazioni~che attualmente il paziente presenta, ha parte preponderante l'atto volitivo oppure il meccanismo riflesso? II) Nella prima ipotesi, l'atto volitivo determinante parte da un cervello responsabile o da un cervello malato? • Le risposte a ciascuna di queste due domande divideranno dal lato medico-legale il campo dell'isterismo in tre gruppi: I Gruppo. I pazienti sono veramente ammalati. L'ente alle cui dipendenze il paziente siammalò è obbligato al risarcimento. II Gruppo. L'ente non è obbligato ad alcun 1isarcimento. Il paziente è però bisognoso di cure mediche.

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IlI Gruppo. I pazienti sono punibili per legge. Prendendo ora in considerazione la I domanda . suesposta : Il I gruppo comprende l'isterismo rifiesso, ci0è quei quadri morbosi, i quali sono dominati da un processo nervoso automatico, e nei quali la volontà del malato non ha che parte minima. L' isterismo rifiesso, che ha per carattere principale la sintomatologia precisa e la de:finibilità neurologica chiara, deve rispondere alle seguenti condizioni ; deve essere: 1) p~rsistente (durare anche nello stato di riposo e nel sonno); 2) ritmico (in caso di tremori e tics); 3) indipendente dall'attenzione del paziente; 4) indipendente dalla contemporanea azione di gruppi muscolari non colpiti (in caso di spasmi, tics, ecc.) ; 5) indipendente da ogni accompagnamento affettivo o mimico; .. 6) non deve essere con facilità imitabile. Le singole forme dell'isterismo riflesso sono : 1) paralisi flaccida completa ; 2) deviazioni d'innervazione (quanto più il paziente si sforza di innervare un gruppo muscolare organicamente indebolito, tanto più innerva invece i muscoli antagonisti o dei~ gruppi muscolari vicini) ; 3) il tremore (questi pazienti hanno però diritto all'indennizzo solo se il tremore, interessando gruppi muscolari importanti, renda loro difficile od impossibile il lavoro). Il Il gruppo comprende l'abitudine isterica. e gli strascichi dell'isterismo riflesso. Abitudini isteriche sono quegli stati, i quali si sono originati da processi volitivi, per graduale assuefazione. L'assuefazione avviene per la legge biologica, che delle funzioni spesso esercitate si rendono sempre più facili. Il quadto sintomatico è dominato dalla volontà, l'automatismo non ha che la parte secondaria. Si dividono in : 1) disturbi nel portamento e nella c"'eambulazione; 2) debolezza muscolare abulica (il paziente si è abituato ad un'inerzia volitiva); 3) dolori isterici (cefalea, « reumatismo », « pseudoischias », ecc.). Gli strascichi dell'isterismo riflesso si distinguono da quest'ultimo, petchè nel loro determinismo non non ha più parte preponderante il meccanismo riflesso, ma sono dovuti al disinteresse del malato di guarire. Comprendono specialmente le iperci• neste. Il III gruppo comprende l'esagerazione, la simulazione e la «neurosi con coscienza di scopo » (strascichi d'isterismo riflesso, in cui il malato non (1r)


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più si disinteressa alla guarigione, m a vuole non guarire). .

*** Prendendo ora in considerazione la second a domanda espost a al principio, cioè i casi nei quali è ammalata la volontà: Il I gruppo comprende l'ipobulia grave, 'g li stati autoipnotici e l'obbiettivazione. I p rocessi volitivi ipobulici comprendono il negativismo, la catalessia, la stereotipia, gli stati st up orosi e catatonoidi. I meccanismi ipobulici vengono eccitati, non però guidati da uno scopo p refisso; i malati perciò, pure t endendo a d uno scopo, agiscono in m odo irrazionale. Gli isterici ipobulici si riconos cono: I) allo stimolo verso il lavoro (l•isterico che può accudire al suo lavoro abituale, non ha di solito la volontà a mmalata); 2) allo stimolo verso il divertimento (si p ossono p. e. provare inesist enti dei dolori isterici) ; 3) agli istint i normali di portamento e d i lo• comoz1one. È però necessaria una osservazione di p a recchi m esi.• Gli stati a utoipnotici si riconoscono : 1) d al t entativo d i correzione: relegamento in cella separat a, d occe fredde, iniezioni di etere, riposo a lett o. Tutti gli stati crepuscolari, accessi e st ati d 'eccitazione, i quali cedono al tentativo di correzione, sono superficiali ed accessibili alla volontà del m alato, che non h a perciò diritto ad in-lennizzo. T ali casi costituiscono la m aggiora11za ; 2) dallo stat o psichico negli inter\Talli. I pazienti i quali negli intervalli sono psichicamente normali, non hanno diritto ad indennizzo. Si devono invece considerare pat ologici quei casi, nei quali anche negli intervalli il m alato è depresso, ansioso, ipersensibile ai rumori, asociev ole. Fra questi malati si osservano con frequenza individui, i quali in giovane et à sono stati esposti a gravi impressioni psichiche ed a strapazzi (guerra) ; 3) c.l alla profondità, d urat a e frequenza di tali stati. Dist urbi episodici frequenti e lunghi sono da prendersi in più seria considerazione che il singolo accesso isterico. Accessi ist erici, d urantP i quali il paziente reagisce con movimenti d i difesa o con gesticolazione aumentata alle p unture d' ago, chiamate, ecc., sono superficiali; t ali pazienti non hanno diritto all' ind ennizzo. Ciò v ale a nche per gli accessi che si possono far cessare mediante in1pressioni di freddo. Nell'obbiettivazione, il quadro sintom atico nella genesi del quale aveva originariamente avuto gran ( ri) •

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parte la volontà e' la collaborazione dell'isterico, è diventato per la coscienza di esso un complesso reale; egli è ora persuaso di essere realmente ammalato. Appartengono a questa cat egoria la depressione ipocondriaca. dell,antico tra11matizzato e la neurosi rivendicatoria. Appartengono al II gruppo: 1) I/ipobulia condizionata. Le reazioni ipobu· liche ed autoipnotiche avvengono solo in condi· zi<i>ni affettive e situazioni speciali (ira, visita medica, ecc.). A t ale categoria appartengono: l'accesso isterico banale ; gli stati d ,eccitazione dei criminali, infantilici, ecc. ; gli stati in cui domina l 'ipobulia, perchè il m alato è disinteressato alla propria guarigione, t endendo egli col prolungamento del suo stato ad uno scopo determinato (a questo tipo appartiene la maggioranza degli isterici sociali). 2) ~'obbiettivazione condizionata (simulatoti isterici; tipi infantilici; isterici d 'occasione). Al III gruppo appartengono : 1) gli stati dominati dalla volontà che vuole raggiungere uno scopo determinato (indennizzo) . È di questo tipo la. pseudodemenza nel suo stadio iniziale; 2) gli inganni coscienti (indicazioni m enzo. gnere sull'anamnesi, cap acità al lavoro, ecc.). L'A. è dell'opinione che l'indennizzo da concedersi agli isterici non debba superare il 25 % -30 % · F anno p er ò eccezione i gravi ist erismi da esaurimento e da emozioni negli individui giovani, di cui si è parlato, ed alcune reazioni isteriche in individ ui gravemente psicopatici ed imbecilli. POLL:rtzER.

NOTE E CONTRIBUTI. «Jura locale della pustola maligna con la polvere di sublimato wrrosivo per il dott.

CARLO MARIO

PERTUSIO.

Nel trattamento della ipusto1a maligna si do\ 'rebbe usare u n siero amticarbonchioso; ma la pusibola deve essere ancb1e trattata. localmente. Spesse vol.tie i.I meèLico, specialmente il medico condotto, DJOn è 1n grado d!i avere presto iJ si.ero e alma si deve più che ma i rivolgere alla cura locale oon 1a distruzione della pustola. Cosicchè è oosa mollto i,m portante che la distruz,ione sia ben fatta. Secondo l'opinione di nwlti professori, tra i quali un i ta.liano, il prof. Carlo Savini di New York, qualsiasi metodo che richieda l'incisione 1


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o l'escisi011e della pustola è molto pericoloso, percbk apre nuove vie all'i111fezionie. • Il .p rof. Savind adopera un mezzo mol.ito semp1ioe il quale iper moJti a:J1.nri, came ho potuto rilevare dal'le sue statistiche, ha dato dei risulrtaJti molto soddisfacenti senza l 'wso di qua'lsiasi siero. ,Q uesto mietodo c-0nsi1&te nell'appl.ioa11e direttamente de11a polvere di su.bli.n1aito oorros:i vo sullla pustola senza ricorrere ad a.lcunia in.cisiooe od esç.isione o ciausticazione ool termocaf\lterio dd Paqueliin. Si prenda .u,n pezzo quadrato di sparadrappo adesivo (diachilon), si faccia nel bel mez~o una apertura <..'ircoliare tamto grande C0111e dl diametro all'incirca d€.Lla pustola. Lo si applichi sulla. pustola i:n modo ohe il focolaio della pustola rim01nga al1o scoperto; vi si a;pplichi sopra della poltviere dii sublimato oorrosivo e .i n tale q.11a.ntità, piuttosto abbondante, da coprirla completamente ; i dintor.nii della pel.l e sana saranno protetti dallo sparadrappo. Indi si prenda un altro ·p ezzo di diacliilon delJ.a stessa g randezza del .p rimo e lo sii appl.i chi intatto sopra a quello a cui è stata fatltà 'l'apertura nel mezzo, tanto da r.iooprir.e og.ni cosa e p·roteggecre i111di la re·gione affetta oon una sem p lii.ce fasciatura. Dopo 24 ore si tolgano :i due pezzi di spairadraippo, e si pulisca bene la pwsto]a da ogmd residuo di polvere di su·b limato. S1 !11-0terà che la 3upeiifi.cie della pustola srurà tramutata in un.a escara niera e l'edemia ci.r e.ostante sarà i·n teramente soomparso e le condiz:Loni generali d el paziiente 5a.tran.no migliorate, e non rimarrà dell'infezione generale altro che una 1esri<Ytle locale 'l a quale 1d opo tuJtto non è tanto dolorosa. E questa -liesi.one locale sarà med.icata asetticamente. Qualche volta. srurà anche giovevole di appl:ioare su11'esca1"a 111in po' d'u.ngue.nto .aill'ossido di zi.noo. L 'escaira si staccherà a bordi netti nelùo spazio d:l dieci giorni e 1'ulcerazionie che rimia.111e .g eneralmente ,guairi.s oe in dtlle o tre settimame. 11 prof. Savini mi riferisce che eglJ usa questo metodo da molti anni: anzi fin da qua·ndo era un sempli c~ ·m edioo condiotto in un a~pestre paesello situato sulle montagne dell'Umbria verde, dove molto frequenrt:emente aveva a traitta:re casi di p111stola mali gna in causa del mestiere degli abiitanti ahe la maggior parte erano pastori. Quasi tutti i suoi p.a zien.t i ·curaiti con qu•e s.t o metodo gUJarir~no, e i JJochi .casi .d i morte verific-atiisi erano dovu.t1 al f.atto eh.e glii amn1a·l ati avevano chiamato il medico troppo itar·d i ed erano g.i à in prtd:a al coma per settiroemia ge;ner:a:lie . Que~to metodo di cu ra si potrebbe d.enomi'llare pop·oki.re s ulle monitagne de11 'U.m bria, perchè il pastore non aspetta d.i oonsulta·r e il m1e dico, ma 1

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quando è <Colpiito da11a pustola malig.na a pplica questo rimedio esso stesSD . In oausa della necessità della loro ,~ita. rand:aigia sui ·m onti i .pastori de.11 'Umbria. hanino i·m p.ara.t o a riconoscere la .t emurta malattia :fin daJ suo i·mzio, e nel loro bagaglio partano sempre in l\.l.ln picco.lo corno una bu.onia quantità di Sttb1~mato in polvere, che adoperano pro.nitamente i:n caso di necessità. Tra i tanJti casi di ip us1tola maligna curati e g.ua:riti con 1a polvere di sublimato ·lll!Ì ltl.miterò • a citare un iSOlo oaso verificatosi nel porlo di N.ew York nel'la persona di un cari<Cante di pelli su.I .transatlantico « C.anopic » sul quale lo soriven:te .:funiZk>na da direttore sanitario. Presentava su.Ua regione del col1ò una pustola ahhastamza lia:rga e l'edema si estendeva al ;b roccio sinistro, fi'1ll0 alla pa:rte anteriore del too:ace e anche alta par.te .sinistra della taccia. Le (_'Q(J}drlzioni generali del paziente exano piiuttost-0 gravi. 1A1pplicai Ja polvere di sublirnato col metodo sopra desor.i tto e il gionno susseguente lo a111:malato arveva m:ig'liorarto e niello spazrio di circa due ·s ettimain.e era g·filllflÌ•t o. Col1Jtro 1'us.o <li quest9 rimedio si potreb~bero fare tr.e obbiitzi.011.i : 1° che il dolore pToVO<'ato èal~'appll<..a.Zionè della polvere dJ. sublim~to corrosivo pot:.--et;l1e esse.re tropp-0 forte ed. 1n·s oprflrtabile; 2° <Che 1ia cicatrice potrebbe essere troppo defor.mante; 3° ohe vi potr.ebbe essere peric olo di avvelenamento da mercurio assorbito dalla p1.aga. N·el1a praitica peJ:ò non si deve temere alcu11a di queste sfavorevoli çomplicanze. Basandosi suldel mercurio. Sembra invece che il sublimato, ,si può affermare che il forte dolor.e dura IlOn più d:i 24 o.re. Che ~ ci·catTice che n1e risulta non è .molto d,e form:ante. Che non si è mai oon•staibato un caro dii à vve~enamenrt:o iper l 'a·s:sorbimento del mercurio. Se1n.h ra i.nvec.e che i1 s ublimato agendo sopra i te.ssuti, .p roduca la ooagulrazione del protoplasma del11e cellule e p erciò impediscJ. l 'asso11bimento diel veleno. Genova, ottobre 1919. 1

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lL POLICLINICO

CONGRESSI. XXV Vongresso di Medicina lnt.erna - Trieste. Seguito della III giornata. •

Presiede il prof. V. ASCOLI.

Esame critico delle più importanti acquisizioni fatte durante la guerra nel campo della malaria. Relazione del prof. T. PONTANO. L a guerra ha segnato un risveglio potente del1'infezione malarica. Mentre prima sembrava che in Europa fosse prossima l'estinzione della malattia, le necessità belliche hanno costretto grandi masse d i uomini a vivere in regioni estremamente malarigene e l'infezione ha dilagato dovunque. Di quanto si è pubblicato in questi ultimi cinque anni sulla malaria, molto v'è di scarso valore; ma in compenso sono state fatte osservazioni non poco interessanti, come quella sulla malaria late11te, sulla provocazione della malaria, s1tl mezzi ausiliari della terapia. L'O. fa un breve accenno ai vari problemi. lo Pluralità delle specie del parassita malarico . Negli ultimi cinque anni è risorta la questione della unicità e della pluralità dei parassiti malarici. In favore dell'unicità dei parassiti si portano i seguenti argomenti; a) in tutti i paesi palustri, si trova l'ematozoario nelle sue diverse forme; b) le febbri palustri cambiano sovente di tipo nello stesso ammala to. I sostenitori delle tre varietà di parassiti, port ano i seguenti fa tti: a) dif{erenze morfologiche costanti n elle forme asessuate e sessuate delle varie specie del parassita; b) un ciclo éhe si svolge nell'uomo con periodo cleterminato per ciascuna specie; e) la ripro :iuzione sperimentale delle medesime forme cliniche e. dello stesso reperto parassitario nelle infezioni sperimentali, istituite sia con inoculazioni d i sangue m alarico, sia con la t rasmissione per m ezzo della zanzara, anche qua.11Jo la zanzara infett a è t rasportata in condizioni d i luogo m olto d ifferenti. P~rò noi posseJiam o tre o rdini d i fatto chetaglia110 corto alle discussioni: r ) l'infezione sperimentale at t raverso la zanza ra d etermina una form a m orbosa e una vita p arassitaria u guale a quella esisten te nel sogget to dal quale la zanzara era stata infettata ; 2) le iniezioni di sangue m alarico climostr a no che il sogg<!tt o inoculato non moJifica il ciclo d i v ita del parassita n è la sua m orfologia ; 3) la pr oduzione d i forme sessuate llifferenti p er le differenti sp ecie d i em at ozoari (esistono specie d ifferenti cli parassiti m alarici non rever ibili). l 14)

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Gli 11nicisti ritengono sia argomento a sostegno della 19ro tesi, i cambiamenti di tipo della malattia, che si possono verificare nello stesso soggetto senza nuove infezioni. Ma questo trova spiegazione nel fatto che uno stesso individuo può essere inoculato da più zanzare infettate da parassiti di diverse specie. Anche la diffusione dell'ematozoario in tutti i paesi palustri nelle sue diverse specie, trova facile spiegazione nelle n11merose migrazioni dei malarici e degli anofeli infetti. · L'andamento epidemico col predominio di una specie .o dell'altra, è dovuto alle condizioni d'ambiente e di clima, le quali favoriscono lo svi.. luppo di una delle forme. A tutte le obbiezioni degli 11nicisti si può dunque dare spiegazione sufficiente basandosi sulle com11ni conoscenze sull'infezione malarica e l'ipotesi de}l,11njcità del parassita malarico con varietà reversibili, deve essere rifiutata. 2° La teoria zanzaro-malarica ha trovato conferma nella epidemiologia della malaria. In essa hanno trovato spiegazione i focolai autoctoni di malaria verificatisi nelle varie nazioni. L' 11nico ospite intermedio finora :noto: è l'anopheles, di cui le specie conosciute si sono moltiplicate. Un altro lavoro recente ha dimostrato che nel· l'inverno le zanzare non sono infette; solo nell'uomo si possono trovare parassiti, quindi resta assodato che l'uomo malarico è il solo portatore invernale del parassita. 30 Osservazioni cljniche rigorose, constatazioni microscopiche, fatti epidemiolo~ci, provano che in zone malariche oltre ai malati, oltre ai curati in periodo di latenza, esistono soggetti che ospitano parassiti malarici i quali, in determjnate occasioni, possono divenire dei;malati con tutte le m anifestazioni di una malattia primjtiva. Questi individui sono stati chiamati portatori sani di p ar assiti malarici da alcuni, altri ha pensato che si tratti di una lunga incubazione della malattia, altri infine ha pensato che si tratti sempre di period.i di latenza in m alarici con malaria larvata, i quali dopo i prjmi disturbi non riconosciut i, attraversano un lungo periodo in cui la malattia d orme, salvo a risveglia rsi nell'occasione buona, che in generale si presenta nella st agione favorevole alle recidive. P er decidere._-questa questione dobbiamo tener presente i seguenti fatti: a) N ella mala ria noi abbiamo l'esponente della m alattia nel t11more d i milza. Ora in q_uesti sogget t i la milza essen do già ingrand ita fin d alla prima m anifestazione apparentemente primjt1va, siamo a_!!torizzati a pensare che la m alattia ~esisteva da t empo, se p u r larvata, come processo patologico; b) R ece11t i m alarici si comportano come · i


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SEZIONE P RATICA

malarici in periodo di latenza: l'accesso febbrile può insorgere per una delle note occasioni provocatrici, d'ordinario nella stagione propizia alle recidive preepidemiche; come nei malarici in periodo di lunga latenza i danni dell'infezione sono subjoli e lentissjmi. Se ne differenzia solo perchè è mancata l'espressione clinica primitiva dell'infezione. Sono dunque dei falsi primitivi, sono dei malarici latenti nei quali la latenza si presenta p imitivamente. I,e ragioni di questa latenza primitiva ci sfuggono e l'esame dei fattori più importanti chiamati in causa non ci dà la chiave esplicativa del fenomeno. 40 Malarie con caratteri speciali descritte durante la guerra (es. la cosidetta malaria macedone) in nulla si differenziano dalla malaria comune. Alla malaria sono state attrib1tlte sindromi morbose che si devono considerare come associazioni e n on come determinate dal parassita malarico. Si è insistito molto sulla forma itterica e dissenterica della malaria macedone. Non v'è dubbio c he la malaria nella sua forma maligna può determinare sindromi itteriche e dissenteriformi, ma bisogna ricordare che nei periodi in cui furono constatate queste forme esisteva un'epidemia di ittero infettivo; e che Falconer e Henderson esaminando m olti malarici dissenterici a Salonicco hanno q11asi sempre trovato germi della dissenteria o anche atnebe patogene. Molte riserve si devono pure fare per le sindromi scorbutiche, orchitiche e appendicitiche e in generale si deve pensare che il polimorfismo su cui qualche autore richiama l'attenzione non è giustificato da fatti rigorosamente osservati. 50 Il problema della recidività. La serie degli accessi febbrili, nei malarici non c urati si arresta per il naturale· esaurirsi delle forme asessuate dell'ematozoario, le quali con la divisione non si rinnovano e sono destinate a morire . La ragione dell'esaurirsi della serie degli accessi febbrilinelmalarico è stata cercata da molti in un'immunità p arziale della malaria, che dovrebbe essere sostenuta - secondo alcuni - da emolisine specifiche, secondo altri da un esaltarsi del potere di fagocitosi dell'organismo. Ma le ricerche sulle emolisine hanno avuto risultati. incerti e negativi. La ricerca di elementi fissatori del complemento sarebbe riuscita positiva recentissimamente, ma non si può dare alla deviazione del complemento un valore d i indice immtmitario. Della fagocitosi sebbene molti pensino che riassutn.a la parte più importante della difesa dell'organismo contro la malaria, conviene ricordare che dagli studi fatti emerge che la fagocitosi negli accessi malarici, si verifica piuttos~o. per le sostanze inerti o cellule che hanno perduto il loro potere vitale; qttlndi i fagociti sarebbero piuttosto dei necrofori, che dei combattenti.

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D'altra parte se un'immunità per la malaria esistesse nel senso in cui si suole intenderla per le altre malattie, non ci si spiegherebbe perchè ceèa per le cause più svariate, perchè il malarico è altrettanto recettivo quanto il sano a nuove inoculazioni di parassiti. Certamente processi difensivi contro i parassiti nell'organismo umano si producono (basta ricordare che il malarico cronico non diviene mai pernicioso), 1:11a l'immunità ha una parte poco importante nel darci ragione dell'andamento generale della malattia, ragione che si deve cercare nell'analisi della vita del parassita. A che sono dovute le recidive e il rinnova rsi delle specie febbrigene nei m alarici ? Le ipotesi di stipiti parassitari più resistenti o di specie sconosciuta datate d i ·un ciclo speciale, · sono senza base alcuna. L'idea di Grassi e Canalis, che le recidive sieno date dalla partenogenesi dei gameti, ha tro~ato una dimostrazione negli studi dello Schaudinn che potette sorprendere i gameti in fase mitosìca. Anche l'O. recentemente è riuscito due volte a vedere delle forme di gameti di terzana benigna, in sicura fase di sporulazione. La partenogenesi dei gamE::ti è così dimostrata. Noi sappiamo che l'esame del sangue, nella tregua degli accessi, è negativo per le forme asessuate ed invece è spesso positivo per i gameti. Queste celltile selezionate sono destinate a mantenere la specie attraverso un rinnovamento di vita nel corpo delt' anofele, 1na sono anche destinate a rinnovare le fragili generazioni nell'uomo per mezzo della partenogenesi. Le forme vegetative del protozoario della malaria, non sono resistenti alla chinina, mentre sono resistenti i gameti. Possono però divenire resistenti le generazioni asess11ate se esse nascono nell'ambiente chininico. Le recidive che sorgono, m algrado la cura chininica, trovano ragione in questo fatto sperimentalmente rivelato. Da esperienze istituite dal relatore per chiarire il fenomeno della resistenza acquisita nei protozoi, è stato dimostrato che, mentre non è possibile conferire resistenza alle forme vegetative d i un protozoo nuovo all'azione di un rimedio; le forme dello stesso protozoo possono vivere e svilupparsi, quando sieno nate nell'ambiente venefico. Però la dose del tossico non deve superare determinate concentrazioni. Questo spiega come le percentuali delle recidive sieno minori nei malati intensamente chininizzati. 60 Il problema della guarigione definitiva della malaria ha avuto grande importanza durante la guerra, si è quindi cercato di fare una diagnosi rapida della m alaria latente col riattivarla, o più frequentemente di smobilizzare i parassiti per m ezzo di sostanze e di pratiche chiamate provo(15)


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IL l'OLICLINICO

catrici, che agiscono determinando perturbazioni della circolazione e fenomeni vasomotori, col risultato di produrre tm'immissione di parassiti in circolo. Studii mo~emi sulla accelerazione del fenomeno di riproduzione partenogenetica, c'indurrebbero a pensare che colla immjssione in circolo di forti quantità di pàrassiti sessuati, si stabilisca su d i èssi uno stimolo rapido alla produzione di generazioni vitali, capaci di determinare l'accesso. La provocazione è certamente un utile mezzo diagnostico, ma non ha l'importanza attribuita.le per la cura della malaria. L'autore, in base ad esperienze personali, ritiene che, a parte i casi in cui vi è coincidenza di risveglio dell'infezione, molto spesso i tentativi di provocazione riescono infruttuosi. , 7° Sulla cura. La chininica resta il rimedio sovrano non sostituibile con altri rimedii esperimentati (bleu di metilene, tartaro emetico, cloridrato · d i emetina, preparati arsenicali, idroclorato di idrocupreina). Può essere in determinate occasioni sostituita col salvarsan, meglio con la cinconina sopratutto nei malarici emoglobinurici a cui non si può somministrare il chinino, mentre la cinconina (se pura) riesce inoffensiva. La cura deve sempre essere fatta a dosi alte (curative) anche nei sistemi per prevenire la recidiva. La prevenzione delle recidive deve essere lo scopo principale del medico sia per il bene individuale che per la profilassi sociale. La chinina somministrata per bocca, a dosi curative, intermittentemente, :finchè l'osservazione clinica dichiara il malarico guarito, deve essere il metodo di elezione. 8° Sulla profilassi. Le statistiche di guerra sono decisamente contrarie alla profilassi chininica. Il mezzo deve però essere ancora delucidato sperimentalmente. Sebbene la profilassi chininica presenti èei vantaggi innegabili (dimin11zione delle forme di malaria perniciosa e della mortalità) essa àeve essere considerata allo stato attuale un metodo di eccezione e n on un sistema nelle popolazioni che abitano luoghi palustri.

Discussione.

Prof. GIUGNI parla sulla terapia chininica. Prof. PAIS parla sulla radioterapia nella mala• ria. Prof. VENSA fa notare l'aumento dei leucociti mononucleati con spostamento a sinistra del quaàro di Arneth. Prof. QUARELLI parla sui metodi per attivare la malaria latente. Prof. ASCOLI mette in evidenza l'importanza cl elle osservazioni clello Schau Jinn sulla partenogesi, ( 16)

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che ha ricevuto piena e luminosa conferma ò alleosservazioni del relatore. Discute i meccanismi delle recidive. Dimostra la limitazione del concetto e della pratica della «profilassi chininica 1 •. Prof. FERRATA pone in rilievo sue osservazioni non pubblicate sulla divisione partenogenetica dei gameti circolanti. Pr?f. MICHELI dice come lo Schaudjnn pel primo ha dimostrato le varie fasi della divisione parte-nogenetica dei gameti circolanti, fenomeni con1ermati e illustrati dal Pontano. G~nerale R.Ho cerca dimostrare l'utilità della profilassi chininjca.

Esame eritico delle più importanti acquisizioni fatte·

durante la guerra nel campo delle nefropatie. Relazione del prof. dott. CESA-BIANCHI. Nel campo della patologia renale pressochè· solo il capitolo delle nefriti è stato oggetto, durante il periodo delle ostilità, di ricerche e di discussioni,. che hanno culmjnato nel terzo anno di guerra con la separazione di una nuova sindrome morbosa,,. la cosidetta nefrite di guerra. La discussione verrà pertanto ljmitata a questa sindrome morbosa e più in generale alle condizioni create al rene dei combattenti da complesso fattore guerra, solo aggiungendo, per opposte ragioni qualche considerazione sul modo di comportarsi del rene in due fra le epidemie svoltesi durante la guerra, che maggiormente hanno richiamato l'attenzione degli studiosi: quella di ittero infettivo e la più recente pandemia influenzale. Dalle osservazioni raccolte presso tutti gli eserciti combattenti risulta in modo concorde, che il soggiorno prolungato alla fronte, per le peculiari condizioni in cui ebbe a verificarsi durante gran parte del periodo bellico, agì di per sè stesso in modo dannoso sul rene del soldato, creando a poco a poco uno stato di inferiorità renale, clinicamente manifestantesi sotto forma di una albuminuria prenefritica, che andò sempre più estendendosi dagli individui predisposti, per ragioni congenite ed acquisite, a labilità del filtro renale, agli individui presentanti una qualsiasi inferiorità organica. È in questo · materiale umano a resistenza organica locale in generale compromessa, che la nefrite cosidetta di guerra ebbe a scegliere le sue vittime in sempre maggior numero. Essa difatti eccezionale, o quasi, nel primo anno di guerra presso tutti gli eserciti, venne assumendo una diffusione sempre maggiore, talora anche a carattere epidemico, nel secondo e più. ancora nel terzo anno delle ostilità.


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SEZIONE PRATICA

In altre parole, gli strapazzi :fisici e morali, le intemperie, la alimentazione impropria, _la prolun. gata azione sopratutto di queste o di altre cause dannose, hanno condotto allo stabilirsi di una vulnerabilità renale o generale in una sempre più larga serie di individui, predisposti per ragioni congenite od acquisite, i quali appunto furono facile preda di tutte quelle svariate cause dannose per il rene, che la guerra conduce inevitabilmente seco. Non esiste da un punto di vista dottrinale una nefrite di guerra in senso stretto; non esiste cioè una forma speciale di nefrite a caratteri anatomici e clinici ben definiti, e tanto meno ad etiologia 11nica, dipendente delle condizioni di guerra; esistono invece delle nefriti nei militari in guerra. In pratica però la grande maggioranza dei casi di nefrite verificatisi nei soldati appartenenti ai diversi eserciti ebbe a presentarsi con caratteri anatomici e clinici abbastanza costanti; quello di una glomerulo-nefrite acuta diffusa, a tipo prevalentemente emorragico, la quale pur corrispondendo nei suoi caratteri essenziali all'analoga forma di pace e più specialmente alla glomerulonefrite postscarlattinosa, tuttavia presentò quasi dovunque, negli opposti eserciti, alcune peculiarità, tanto anatomiche che cliniche, evidentemente conferitegli dalle speciali condizioni da cui la forma morbosa ebbe a svolgersi. Per questa considerazione ed anche perchè nella sua efficace brevità la denominazione di nefrite di guerra ha il merito di richiamare l'attenzione sulla condizione essenziale di ambiente che guidò lo svolgimento della forma morbosa, ritengo che in pratica possa essere conservata. L'etiologia della nefrite dei combattenti è complessa: non esiste cioè una causa unica e tanto meno esiste un germe specifico della malattia. Il tempo ha fatto rapida giustizia di .t utti i germi ritenuti specifici (diplococco mjnutissimo di Thoruley, batterio polimorfo fi Topfer, virus filtrabile di M·a ckenzie e Wallis, spirocheta di Salomon e N eveu, micrococco :filtrabile di Bradford). Sono stati trovati di frequente varie specie di spirocheta, saprofiti delle vie urinarie e forse anche del parenchjma renale (ricerche di Kan e Watabick. Questa spirochetosi saprofitica del rene umano spiega i reperti di spirochete supposti specifici in molte affezioni riscontrate durante la guerra. Nella recente pandemia influenzale, il rene ha avuto una parte importante, mentre nelle precedenti, le lesioni renali erano gravi. Quasi mai è mancata l'alb11minuria febbrile. Inoltre si è avuto: 10 Tipo dei casi più gravi, con i caratteri di glomeruto-nefrite acuta difu1sa (lesioni a tipo infiammatorio dei piccoli vasi e dei capillari glo-

merulari). Queste lesioni aggravano grandemente il decorso dell'infezione. Si avvicinano assai alle · nefriti di guerra e sono da attribuire ad infezioni secondarie per parte di tossine o di germi (Stre-ptococchi). 2° Lesioni renali con i caratteri degenerativi delle nefrosi. Lesioni a tipo degenerativo interessanti in modo esclusivo l'apparato epiteliale (tu-· buli contorti) rispettando i glomeruli e l'apparato connettivo vascolare. Tipo di lesione comune alle · forme influenzali a decorso prolungato e con com-· plicanze di pleuriti fibrinosi, empiemi, cancrena polmonare ecc. Però la funzione renale ne è poco • compromessa ed il decorso della malattia poco ag- · gravato. Fra questi due tipi fondamentali vi sono tutte le forme di passaggio. . La ritenzione di azoto è quasi sempre assai modesta, perciò raramente compaiono le manifesta-zioni uremiche e lesioni oculari. Questo spiega il decorso relativamente benigno e la prognosi immediata per lo più favorevole della malattia, malgrado l'imponenza dei fenomeni . iniziali. Ma se la prognosi immediata è quasi sempre favorevole; la prognosi lontana della ne-frite dei combattenti deve essere in ogni caso riservata, non soltanto per la facilità delle recidive, o per lo stabilirsi di una alb11minuria residualeassai frequente, ma sopratutto per il passaggio · alla forma cronica che pare avvenga nel I o % circa dei casi. Anche nei casi clinicamente guariti, ri-mane una fragilità renale pericolosa per l'avveniredel paziente. Il giudizio sulla guarigione non deve essere ba-sato solamente su di uri esame di urine, ma si devono fare le così dette prove dell'acqua, con la quale Gherhardt ha recentemente documentata l'esistenza di una vera lesione cronica del rene re-siduata da una nefrite acuta di guerra, senza che i. pazienti accusassero disturbi notevoli o esistessero altre manifestazioni di entità. Spesso persiste un'albuminuria residuale, con una discreta funzionalità renale, mentre 'ri sono lesioni. funzionali gravi del rene senza reperti pa-tologici nelle urine. N ell' epid emie di ittero-infettivo dei combattenti, la compartecipazione del rene al processo mor-boso, si è mantenuta generalmente entro limiti modesti. Il rene.ha lesioni a tipo degenerativo interessanti sopratutto l'apparato epiteliale e non i glomeruli. Quando avviene la guarigione, si verifica rapidamente il ritorno alla norma d el :filtro· renale. Per spiegare come, malgrado il parenchima renale sia una delle sedi preferite del germe specifico, sia cosi scarso il risentimento del rene, si può· ricordare il fatto stabilito che in molti animali

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il rene può costituire un vero serbatoio di spirochete patogeni o meno, senza presentare lesioni .apprezzabili. La nefrite .d i guerra è prodotta generalmente da un'infezione a preferenza strept_o coccica, ma~occorre -che intervengano altre cause legate alle condizioni di vita del combattente, che diminuiscono la sua resistenza renale, fra cui primeggiano le intensità .e la durata del servizio e il freddo 11mido. Anatomicamente la nefrite di guerra è una glo .. merulo-nefrite acuta diffusa. La lesione ;nizia a livello ·delle arteriole e dei capillari glomerulari con processi infiammatori, formazione di essudati, trasudazione degli elementi morfologici del sangue, · -con lesioni degli endotelii capillari. In un secondo tempo le lesioni si estendono alla capsula dei glomeruli. Nei casi a decorso lento si può arrivare .alle sclerosi glomerulari, Queste lesioni sono dif~ fuse a tutto l'organo, e ricordano la nefrite postscarlattinosa. Va ricordato che lesioni dei capillari non si trovano solo nel rene di questi pazienti, ma anche nei piccoli vasi periferici, causa questa degli edemi e dell'aumento di pressione sanguigna. La nefrite di guerra inizia bruscamente con modica febbre, edemi al viso e agli arti, dispnea, ematuria. Nel sedimento urinario, passato il carattere -emorragico dell'injzio, compaiono ni1merosi elementi renali, cilindri granulosi ed epiteliali. Vi è modica ipertensione e dalla prova dell'acqua e dalla ricerca dei cloruri, si rileva che la funzionalità renale è relativamente poco compromessa, rapidamente migliora per tornare presto alla norma.

Disc·ussione. Prof. SCHUPFER. Mette in evidenza l'importanza .che ha il freddo 11mido come causa predisponente Ritiene che fra i militari nefritici alcuni fossero già precedentemente tarati. Non crede si possa rite ... nere che le nefriti da trincea siano determinate da un numero svariatissimo d i germi. Quando si vede l'andamento epidemico che spesso hanno queste nefriti, viene spontaneo di supporre che i • gernu• non s1eno n1rmeros1.• Prof. VITALI. Riferisce su di un'epidemia di nefriti osservata a \ 1enezia - sopratutto colpite le donne . Il sintomo costante l'alb11minuria - non ipertensione nè edemi. Costante l'influenza. dell'orto statismo. Manca qualsiasi dato positivo dal punto di vista etiologico. Dott. GHIRO~'. Fa rilevare come dalle sue osservazioni sperimentali risultano destituite di fondamento le ipotesi di alcuni autori tedeschi (per es. : \ ..olhard) sul fenomeno spasmo vasale preglomerulare come fattore essenziale patogenetico nell'insorgenza delle nefriti acute. Prof. B.~RLOCCO. Pone ù1 e''""idenza l'importanza (r8)

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del metodo di Weis Muller per esaminare il circolo periferico . Prof. MARA.GI.IANO. Loda il relatore per avere messo in evidenza come la funzionalità renale possa essere suffi.cente ai bisogni malgrado estese alterazioni anatomiche. Segnala il grande valore che ha l'indagine del coe:ffi.cente azoto ureico per dedurre le condizioni della funzionalità renale. Ricorda gli studi di Giulio Ascoli sul ricambio intermedio. Il dott.SILVESTRI concordaeon il relatorecnenon esiste una nefrite di guerra, ma nefriti di milita.ti in guerra. L 'O. ha avuto occasione di esaminar-e migliaia di soldati dichiarati idonei alle fatiche di guerra e di esaminarne le urine e con una notevole percentuale ha trovato in costoro non solo albuminuria m a:nifesta, ma anche segni non dubbi di leggere lesioni renali. Sono questi in cui certamente si son poi notate le lesioni di guerra. Concorda nel rirtenere che la prova della conCè-ntrazione e della dilu·izion.e sia essa la prova per la funzionalità renalie una delle più semplici e delle più attendibili . Il relatore risponde a tutti. 1

IV giornata.

Sull'uricemia . 'a) FisiopatoljJgia del r: cambio purinico. Relazione del prof. !ZAR.

I nuclosidi sono composti di idrato di carbonio con una base purinica; i nuclotidi di un nucleoside con una molecola di acido fosforico. L'11njone d i varie nuclosidi forma gli acidi nucleinici e in composizione con una molecola di proteine dà il nucleo proteidi e le nucleine. L'acido urico si forma dalle nucleine per azione di fermenti per via endogena dalle nucleine pervenenti dagli elementi cellulari, per via esogena di materiali azotati del1' alimentazione. Pare che il rene sia la sede di formazione di acido urico dalle purine: anche i tessuti sarebbero capaci di formarli. L'acido urico rappresenta un prodotto finale del ricambio purinico. Patologia del ricambio purinico. Le uricemie possono essere funzionali: a) Uricemie aljmentari in rapporto colla quantità delle purine ingerite; b) Uricemie dovute a consumo delle nucleine nell'organismo; e) Uricemie da iperattività fennentativ·a; e) Uricemie da ritenzione quando il rene •


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SEZlONE PRATLCA

diventa meno permeabile per cause funzionali o lesioni anatomiche; f) Uricemia :saturnina, dovuta· ad alterazione <la Pb del ricambio e dell'emuntorio renale. Possono essere costituzionali. Sono d'origine endogena dovute a modificazioni e in,ceppamenti del ricambio. Teorie patogenetiche: a) l'uricemia sarebbe dovuta ad eccessiva produzion.e di acido urico; b) ad insufficente distruzione di acido urico; ~) ad · insufficiente eliminazione di acido urico perchè la molecola nucleosidica non viene scissa secondo la norma; d) ad insufficente eliminazione dell'acido urico per diminuita solubilità di esso; e) ad uno squilibrio nella funzione delle ghiandole a secrezione ~terna · che regolano il ricambio. puri• nico. Le concessioni unitarie non danno una spiegazione sufficiente dell'uricemia. Pare più probabile che la diatesi urica sia originata da un fattore nervoso, da un fattore fermentativo, da un fattore fisico chimico, da uno renale. b) Patologia e clinica d1ll'U'licemia.

Relazione dcl prof LAFRANCA. Le nuove indagini hanno · confermato l'importanza dell'acido urico in tutte le forme uricemi,.. che vere. La curva dell 'elimjnazione de}l 'acido urico endogeno ed esogeno e \1 comportamento dell 'uricemja non .ci sono ben conosciute. Questo spiega la difficoltà di dimostrare I 'origine uricemica di una data affezione. Le uricemie si dividono in funzionale e in costituzionali. I caratteri delle uricemie costituzionali sono : a) un'uricemia esistente anche all'infuori di tutte Je cause ·esogene; b) uno squilibrio del sistema nervoso della vita vegetativa, unà vagotonia costituzionale. Questo carattere riporta la questione al capitolo delle ghiando1e a secrezione interna. Lo ' stato .costituzionale è dovuto ad abitudini eredi... ' tate. Concorrono a preparare la diatesi il tenore di vita a .cui è sottoposto l'organismo. Nell'uricemia è sempre alterata la funzione renale: fatto importante tanto più che pare sia affidiq.to a1 rene un potere di trasformazione delle . . pur.inie. L'uricemia va distinta dalla gotta oltre che per i caratteri clinici anche per il comportamento della curva di eliminazione dell'acido urico e per la differente maniera di .r eagire alla somministrazione di purine. L 'uriremia può da-re manifestazione in quasi tutti gli organi. Nell'uricemia si può avere: •

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a) la polisarcia; b) Ja glicosuria.

Il vero diabete s'incontra alternativamente alla gotta. Caste~lino suppone che l'uno si esplichi n~l campo del simpatico e l'a1tra in quello del sistema autonomo, benchè ambedue d'origine artr.i tica. e) l 'ossaluriadi cu i è dubb.i a ancora la differenza dall'uricemia. È relativamente frequente nell'urioemia la nev·rosi celiaca. In quanto al fegato è da r.iicordare la f.requente ipermegalia, segno d'iperfunzione. Castellino pensa che nell 'ur.icemia iJ fegato conterrebbe notevoli quantità di sostanze p<l:ralizzanti Je reazioni enzima-tiche dell'organismo, col risultaJto di limitare i processi disintegrativ..i. Meritano speciale considerazione le palpitazioni cardiache risu11ianti dalla coesisten.z a di un disturbo inotropo e da un disturbo batmotropo. con stimoli frequenti di natura riflessa o sor• gent~ nel cuore stesso. Il polso lento, frequente nell'uricemico, è in relazione ad eccitazione del vago e a diminuzio11e del potere dromotropo proprio del fascio atrioventricolare. L'azione dell'acido urico sul fascio stesso, nclilia gotta può provocare delle interruzioni fino alla dissociazione atrio-ventricolare e alla forma di Adams Stockes. F.r equen.t e è la nevrastenia uricemica. La cura de11 'uricemia comprende 1a profilassi e ·1a. terapia. La prima è la più 1mportàn·t e. Specia:lmente all'epoca della pubertà è necessario sorvegliare i disce11denti di artritici. La terapia .comprende : • a) la dieta opportuna non solo per la qualità, ma anche per .la quantità (anche da una dieta apurinica può aversi formazione di acido urico); b) agenti fisici ; e) agenti chimici. Per quanto questiJ sieno num·e rosissimi, una vera terapia medicamentosa dell'uricemia m anca. Gli a1calini sembra sieno dei precipitanti e non dei solventi dell'acido ur.irco. Il citrato di soda e l'acido .c itrico sono abbandonati. Anche i così detti dissolventi delle purine (piperazina, licetolo, lisidin.a, urea, u.r otropina) h anno perduto ormai di valore. Solo pare che deri:vati dell 'acido chimico o tetraossibenzoico possano .dare qualche risultato. Uno di questi, che ha dimostrato un'importanza notevole, anche .c ome mezzo di indagine, è l'acido a-fenilcinconinico (atophan) che pare abbia un 'azione mobilizzatrice de1'1 'acido urico in riserva, specialme nte del fegato


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favoi-endone così l'eliminazione. Non deve essere usato quando il re ne è compromesso. Anche l'acido .timinico prodotto di scomposizione dei corpi puri.nici avrebbe azione favore, ·o1e, in quanto :fisserebbe l 'joneurico in un pro<lotto solubil.e facilmente eliminabile. L 'iodio e joduri mante11gono sempre la loro ilnport anza, sopratutto nelle neo-produzioni car- · tilaginee :fibrose e osse e nel1l'arteriosclerosi. L'azione del colchico 1e dei su oi preparati sempre u sat a e utile nel! 'attacco acuto gottoso, non è ben conosciuta; mol1to probabilmente 11a azione colagoga. Dott. GHmoN.

In un secondo caso (ascesso appendicolare) iI drenaggio portò ad una perforazione della iliaca primitiva. L'esame istologico (dell'arteria poplitea) d imostrò che le pareti, all'infuori della perforazione, non si mostravano alterate, e che il ·passaggio· alla parte sana aveva luogo senza zona intermedia d'infiltrazione. L'O. ha iniziato una serie di ricerche sperimentali sui cani, allo scopo di riprodurre lesioni analoghe. Ha ottenuto risultati vari; in due casi la formazione di aneurismi traumatici. Si riserva di trarre ' dalle sue ricerche, le conclusioni definitive, dopo aver completato le ricerche di. laboratorio . XXVI f'oogresso della Società Italiana di ()birorgia. ANZILOTTI osserva di avere anche egli eseguito delle ricerche sperimentali, allo scopo· di studiare Trieste 2-5 Ottobre 1919. l'azione esercitata sulle pareti vasali da tubi d i DONATI. Su di alcune tipiche lussazioni e lussadrenaggio posti con esse a contatto. Ha notato zioni /Yatture del carpo. - L'O. ha avuto occasione processi degenerativi delle pareti del vaso, solo· di osservare parecchi casi di lesioni chiuse del carpo quando intervenivano processi suppurativi. di solito interpretate come distorsioni del polso SOLIERI cita un caso d i emorragia secondaria o come fratture di Colles. In queste lesioni, .come della renale, verificatasi qualche tempo dopo l'innella tipica frattura di Colles, si ha la cosidetta cisione.di un ascesso perinefritico. deformazione a dorso di forchetta, che però ha Un altro caso di emorragia secondaria, in focouna sede più distale; il carpo inoltre appare accor- laio tubercolare, è stato osservato da Scalone. ., ciato. Si tratta di lussazioni più o meno complete PALAZZO riferisce di aver eseguito esperienze del semilunare, alle quali talora è associata la frat- su questo argomento. tura dello scafoide e delle apofisi stiloidee del MARGARUCCI e A. GIANNELLI. E softalmo pulradio e dell'ulna. La cura consiste nell'asporta .. sante. - Margarucci riferisce il caso di un ufficiale • zione del semilunare. L'O. presenta numerose ra- ferito da bomba a mano, il quale presentava un diografie di casi da lui studiati. esoftalmo pulsante a sinistra; il paziente si la mentava d i rumori fastidiosi, di soffio e di sega, a sede MA.RAGLIANO. Nuo'lJi punti di appoggio nelle lussazioni da coscite. - L'O. presenta due casi di que .. endocranica. La pulsazione oculare e il rumore di ste lussazioni, in cui è intervenuto, creando nuovi soffio percepibile anche obiettivamente, cessava110 con la compressione della carotide primitiva del punti di appoggio all'estremo superiore del femore per mezzo di trapianti ossei. Nel. primo caso la lato opposto. L'allacciatura della carotide primis t ecca osteo-periostea venne conficcata nell'e- tiva destra portò alla scomparsa del soffi.o, e dei stremo superiore del femore e dall'altra parte ada- fenomeni subiettivi, e alla diminuzione dell'esogiata in una doccia scavata nell'ala dell'ileo . Dopo ftalmo. Successivamente l'esoftalmo a carattere 6 anni i risultati ottenuti a ppaiono sodisfacenti. pulsante si ristabilì come prima dell'operazione, ed i fenomeni subiettivi ricomparvero . In un seNel secondo caso l'O. impiantò la stecca ossea, con un estremo nella dia:fisi femorale verso il terzo condo intervento si trovò che la carotide interna s11periore, con l'altro sulla tuberosità ischiatica. destra pulsava; questa fu allacciata, come pure la carotide esterna. Si ebbe un notevole miglioraIl paziente fu operato 4 mesi or sono. mento. È da notare che il globo oculare destro era UFFREDUZZI domanda all'O. su quali criteri egli aveva basato la d iagnosi d i lussazione da mancante; mettendo al suo posto un pallina di vetro si notava che anche questa era a nimata da coxite. pulsazioni. M..<\RJ.\GLIANO da delucidazioni in proposito. GIANNELLI ha stud iato il caso dal punto di viLUSENA. Perforazioni di arterie per decubito. I,' O. richiama l'attenzione dei colleghi sui casi re- sta grafico, registran do le pulsazioni dell'esoftalmo e le loro variazioni,· a seconda che l'una o l'altra lativamente rari d i emorragia secondaria, dovuta a perforazione d i grosse arterie per azione diretta delle carotidi veniva compressa. Presenta numerose 1.li un tubo di drenaggio. Riferisce a questo propo- grafiche. sito 2 casi personali. In un caso di ferita infetta F ..\.SAKO cita un caso di esoftalmo pulsante ll el ginocchio era stato stabilito un drenaggio po- in un paziente con frattura della base del cranio. steriore tubulare; si ebbe una emorragia fatale All'autopsia notò che l'apice della rocca av·eva ù1 r 4a gion1ata, per perforazione dell'arteria poplitea. leso il seno ca·v·emoso e la carotide interna . •

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BURCI. In un caso di esoftalmo pulsante egli ha -ottenuto la guarigione, limitandosi ad allacciare la carotide interna. C OMISSO. L'elioterapia nella tubercolosi chiritrgica. - Dopo avere esposte le ragioni, che parlano in favore della cura solare congiunta a quella marina, l' O . parla delle indicazioni per l'elioterapia generale e locale, e descrive la tecnica da lui usata al1' 0spizio marino di Valdoltra presso Trieste. ·Giunge quindi alle seguenti conclusioni: r) L'elio·terapia generale, congiunta alla cura marina, ha un'influenza benefica su tutto l'organismo, se applicata razionalmente e con moderazione; 2) L'elioterapia locale, pure congiunta alla cura marina, è efficacissima nella tubercolosi chirurgica; 3) L'efficacia dell'elioterapia è tanto maggiore quanto -più superficiale è la parte malata. L'O. dimostra con n11merose proiezioni gli.effetti ottenuti in casi di tubercolosi cutanea, ghiandolare, ossea, articolare . . PIRRO: dimostra sul cadavere la tecnica della .c inematizzazione. Seduta antime11idiana del 4 ottobre 1919 .

CAUCCI (a proposito della comunicazione Mar-garucci): ricorda un caso di emorragia infrenàbile, proveniente dall'orecchio medio, e consecutiva ad una puntura. Egli preparò la carotide interna dello stesso lato, e spinse nel moncone periferico del vaso uno zaffo di garza, :finchè incontrò una resistenza ossea. Dopo alc11ni giorni lo zaffo fu tolto senza inconvenienti. Ha intrapreso ricerche sperimentali su questo argomento. ALESSANDRI. TYapianti ossei nelle estese resezioni . - L'O. ricorda di essere stato il primo in Italia a pubblicare un caso di trapianto osseo (r9Io) Cita 7 casi di trapianti eseguiti in questi ultimi anni; in 5 casi per colmare perdite di sostanza consecutive ad asportazione di tumori delle ossa (2 dell'estremo inferiore del radio, I del perone, I è elle falangi, r della mandibola); in z per pseudartrosi da ferite di guerra. Si è servito, come materiale d'innesto, del perone e di stecche di tibia. Preferisce il metodo dell'infibulazione, completato ove sia necessario con l'infissione di piccoli perni ossei. Cerca, ogni volta che ciò è possibile, di evitare le fissazioni metalliche, che in secondo tempo ha dovuto quasi sempre togliere, anche al .. l'~uori di processi flogistici. L'O. illustra i casi con numerose radiografie. SOLIERI. Riferisce un ca.so d'innesto osseo eseguito per riparare ad una estesa perdita di sostanza post-osteomielitica, della tibia. Si ebbe in seguito frattura dell'innesto; la frattura guari con la formazione di un callo ben solido. BURCI. In un caso di estesa resezione del radio 1

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ha proceduto all'impianto del cubito nel moncone prossimale del radio. INGIANNI. Riferisce un caso di trapianto osseo. RuGGI. Fa osservazioni sull'argomento in di• scuss1one. PuTzu. In un caso di pseudoartrosi dell'ulua, con perdita di sostanza ossea lunga 7 cm. l'O. ha eseguito un trapianto osseo, spaccando longitudinalmente a metà il frammento distale dell'ulna e utilizzando la stecca ossea cosi ottenuta. Il trapianto si è ri11nito direttamente solo col moncone distale dell'ulna. PUTTI. A proposito del trattamento conservatlvo dei sarcomi centrali delle ossa, 1'0. ricorda di averhe operati tre casi, ljmitandosi al semplice svuotamento; e con buoni risultati. In un caso però, dopo 3 anni, si verificò una recidiva. ANZ~OTTI. Riferisce un caso, bene riuscito, di innesto osseo, per rimediare ad una perdita di sostanza del radio. PALAGI. L'O. dice di avere eseguito 7 trapianti ossei. In un solo caso si ebbe risveglio di u.n processo flogistico latente. Si serve costantemente di trapianti integrali (periostio; corticale e midollo) prelevati dalla tibia. Ha adoperato fissazioni metalliche che sono bene tollerate. CHIASSERINI e CAPPELLI. Comunicano casi d'innesti ossei. · UFFREDUZZI. Osserva che i trapianti di perone riescono molto meglio, se sul trapianto si fanno col trapano delle perforazioni multiple, che giungano fino al midollo. PUTTI. Dice di avere eseguito, in un caso, la correzione di un naso a sella, servendosi di un trapianto di avorio perforato. Ha ottenuto un buon risultato. CHIAROLANZA. Per la correzione dei nasi a sella, 1'0. riferisce che egli si serve costantemente di bratte ossee tibiali. CACCIA. Emilaminectomia e sue indicazioni. L'O. riferisce su tre casi di frattura della colonna vertebrale, con paraplegia, osservati nei primi mesi di quest'anno. Intervenne solo nel 30 caso, nel quale l'esame clinico faceva supporre l'esistenza di una compressione midollare; fu eseguita l'emilaminectomia della XI e XII doi:sale~ e si asportarono frammenti ossei infossati. Negli interventi sulla colonna vertebrale, dopo un trauma, l'O. crede che l'emilaminectomia, suggerita da Bonomo, sia da preferirsi. Essa fornisce un'apertura suffìcente, e rispetta, meglio della semplice laminectomia , la solidità e la statica vertebrale. Nelle fratture della colonna; senza sintomi• di compressione, 1'0. sconsiglia l'intervento. !NGIANNI. Risultati clinici dell'innesto di pelle nelle cavità e sulle superfici ossee in via di riparazione. - L'O. crede opportuno tornare sull'argo(2I) •


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IL POLICLINICO

mento, sia per portare un nuovo contributo di casi clinici,. sia per rivendicare la priorità del metodo. Egli .cosi riass11me la tecnica da lui usata nei casi di :fistole da sequestri ossei: scollamento delle parti molli e del periostio; asportazione di tratti ossei, che ricoprono da un lato il sequestro, asportazione di questO' e detersione meccanica. della cavità che viene resa meno profonda, sgorbiandone le pareti. Sono quindi scolpiti due o più lembi cutanei peduncolati, che si portano a rivestire la super:fice ossea; sui tratti di questa, che non si arriva a ricoprire, vengono distesi degli in.. nesti dermo-epidermici. In tal modo rapidamente si riesce a cutizzare abbastanza presto delle vaste cavità e superfici ossee. L'O. illustra la sua comunicazione con fotografi.e e calchi. P!ERI. A proposito della terapia delle cavità ossee, ricorda che nel 1913 pubblicò un processo operatorio, che poi ha applicato anche nei feriti di guerra. Il propesso può essere applicato alle cavità di ossa superficiali; esso consiste nella formazione di due lembi laterali di parti molli (cutaneoperiostei), che, prima scollati, vengono, previa asportazione degli speroni ossei denudati, ribattuti sulla superfice ossea ed ivi suturati per i loro • • margmt. Ha applicato il processo in 4 casi, ottenendo guarigione in un periodo da 20 a 40 giorni. LEOTTA. Ricorda che anche nella clinica chirurgica di Roma il metodo descritto da Ingianni è stato largamente applicato. CHIAROLANZA conferma l'utilità degli innesti dermo- epidermici per cutizzare cavità OS5ee. CAPPELLI cerca di trasformare le cavità ossee in superfici piane, per renderne più facile la cutiz• zaz1one. RAVASINI. Ipernefroma, presentazione di un caso operato dodici anni fa. MORONE. Sindrome irritativa delle ultime 1'adici spinali posteriot>i cervi cali e delle prime dorsali di oirigine traumatica. Laminectomia-guarigione. Il paziente a ccusa.va dolori continui con crisi di esacerbazione analoghe a quelle della causalgia. Esist eva il segno cosidetto dello sternuto. L'O. esegui una laminectomia cervicale, e trovò piccole schegge ossee infisse nelle radici posteriori 88 , 7a e 6& cervicali, nonchè piccoli coaguli tra i :filamenti radicolari. Rimosse le schegge e i coaguli. Si verificò un notevole miglioramento. L ' O. crede cl1e questo sia il primo caso constatato all'operazione, e pubblicato, di lesioni traumatiche limitate acl alc1me radici post eriori, e cosi bene definite. ~GL.\.NNI. E stt'azion.e di proiettile incastrato ·nel corpo della 3a. vertebra lotnbaYe. - E sisteva ai1che una lesione renale. La sindrome era d'irritnzione sensitiva. Il proiettile venne estratt o con cl11e interventi. Si ebbe guarigione.

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VEccm. Riferisce un caso analogo, con esito in guarigione. PALAZZO. Resezione dell'articolazione del gomito con neoaYtf'osi. - Riferisce su di un caso ai artrite tubercolare del gomito, nel quale egli eseguì, con buon risultato, la resezione ortopedica alla Durante. CACCIA. Sul t'attamento delle ferite d'arma da fuoco del piede con lesione dell'astfagalo. - L'O. crede, che ogni volta che le lesioni dell'astragalo sono abbastanza gravi, è utile procedere all'astragalectomia. CHIAROLANZA. Condivide le idee di Caccia sull'astragalectomia preventiva. Nei casi con estese suppurazioni del piede usa spaccare longitudinalmente il piede stesso. UFFREDUZZI. A proposito dello spaccamento longitudinale del piede secondo Obalinsky, ricordato dal precedente O., dice che esso è stato adoperato nella Clinica chirurgica di Torino :fin dal 1915.

Seduta pomeridiana del 4 ottobre 1919.

CHIAROLANZA. Sul valore della resezione totale nella cura delle artriti purulente del gomito consecutive a ferite di guerlfa. - L'O. pt'atica l~ resezione sottocapsulo periostea, avendo cura di conservare gli attacchi muscolari, ciò che ha grande importanza per il ripristino della funzione. Illizia precocemente i movimenti attivi e passivi. Seguendo questi criteri, è riuscito in un caso ad ottenere una neoartrosi abbastanza buona. FALCONE. Adopera sistematicamente la resezione ortopedica del gomito alla Durante; ha sempre ottenuto risultati funzionali buoni. FASANO. Afferma di aver ottenuto buoni risultati, dopo la resezione del gomito, specie per ciò che riguarda la estensione attiva, fiS5ando l'inserzione tricipitale inferiore, col periostio e con bratte olecraniche, al radio. MORONE. A neuYisma arterio-venoso trau mati co della femorale comune trattato con la sutura laterale dell'aYteria e della vena - guarigione. - L ' O. riferisce un caso intereS5ante di varice aneurismatica della femorale comune, consecutiva a ferita da arma da fuoco. Le suture vennero eseguite con aghi e seta sottjliS5ima in"1asellinata, e prot ette con lembo di grasso. L'O. fa notare che, dopo l'intervento, il fremito non è scomparso, ma è divenuto meno intenso, discontinuo, e non si propaga più nel senso prossim ale. A quest o proposito egli fa delle considerazioni sulla p at ogenesi del thrill. FASANO . Contributo alle ferite secche (se1iza etnorragia) dei g1'0ssi vasi . - - L' O. cita il caso di un paziente, ferito da arma da fuoco, nel quale egli era intervenuto per tma lesione del plesso bra-

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SEZIONE PRATICA

chiale. Durante l'operazione notò che l'arteria succlavia appariva sezionata trasversalmente, senza che si avesse avuta, al momento della ferita, alcuna sindrome emorragica. SOL!ERI. L'intet'ruzione del circolo atterioso p'incipale negli edemi gravi e permanenti da ostruito circolo venoso. - In un caso di edema. enorme del1' arto inferiore sinjstro con straordinaria ectasia venosa, datante da due anni, e consecutivo a trombosi della vena iliaca,. esterna, 1'0., per djmjnuire il carico circolatorio dell'arto, allacciò in due punti l'arteria iliaca esterna, resecando il tratto intermedio. Si ebbe guarigione. L'intervento data da • 2 anni. PuRPURA. Osservazioni sopra alcuni casi di chirurgia. delle arte.,ie. - L'O. comunica tre casi di aneurismi falsi tra11matici: uno dell'ascellare destra, ùno dell'omerale destra, il terzo della femorale superficiale destra; ed un caso di ferita dell'ascellare da colpo di baionetta. Nei primj due casi di aneurisma ha eseguito la doppia allacciatura del vaso, nel terzo caso ha suturato la breccia arteriosa, e asportato il sacco. Nel caso di ferita dell'ascellare ha praticato l'allacciatura in situ. In tutti i casi ha avuto guarigione. L'O. è d'avviso che, nella cura degli aneurismi tra11matici, la doppia allacciatura è di solito efficace, e spesso la sola po~ibile. La sutura trova indicazioni in circostanze speciali, quantnnque essa rappresenti il metodo ideale. ZAPELWNI. La sutura nella te,api·a degli aneufismi di guerra. - L'O. è d'avviso:che, in ogni caso di aneurisma traumatico, bisogna essere preparati per eseguire la sutura, se questa si djmostra possibile. Essa è certamente il metodo ideale di cura. In tre casi di aneurismi traumatici, operati nel 3° padiglione al Policlinico di Roma, dal prof. Alessandri e dall' O. la sutura venne eseguita con buoni risultati: si trattava di un aneurisma artero-venoso dei vasi femorali, di uno della succlavia, e di uno dell'ascellare. ZAPELLONI. La f einfusione del sangue stf'avasato nelle grandi sierose. - Si tratta di un argomento nuovo in Italia. In un caso di rottura di una gravidanza extrauterlna, con"" notevole emoperitoneo e sintomi di anemia acuta, 1'0. riinfuse nelle vene della paziente il sangue stravasato, dopo averlo filtrato. Il risultato fu sodisfacente. MARGARUCCI .e SoLIERI osservano, a proposito delle com11nicazioni di Zapelloni, che l'allacciatura negli aneurismi tra11matici, specie in quelli d i vecchia data è ancora un metodo assai utile ed effi' cace. Per ciò che riguarda la reinfusione di sangue stravasato nel caso d i r<?tt11ra di gravidanza extrauterina, fanno notare che tale sangue può non essere asettico. ZAPELLONI rispo11de alle soprad ette osservazioni.

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CAPPELLI. In un caso di ferita della catoride praticò, secondo Ceci, l'allacciatura simultanea dell'arteria e della vena giugulare interna. Nonostante questo ebbe fatti di rammollimento cerebrale ischemico. GATTI. La cura dell'ernia inguinale nell'infanzia. -Ha operato 825 ernie in bambini.L'O.parla delle controindicazioni e delle indicazioni all'intervento operativo; quelle si possono essere date da condizioni generali non buone, da stati febbrili, dal divezzamento, dall'età inferiore ai 6 mesi ecc.; questo dal vol11me dell'ernia, dalla sua tendenza ad aumentare progressivamente, dalla incontenibilità, dalla concomitante ectopia testis, dalla tendenza allo strozzamento ecc. LEOTTA. L'ulcefa semplice della porzione digiunoileale dell'intestino tenue. - L'O., operando un individuo con sintomi di peritonite, ha trovato a circa 30 cm. dalla valvola ileo-cecale un'ulcera perforata. L'ulcerazione aveva tutti . i caratteri anatomici dell'ulcera peptica. La perforazione venne suturata, ed il paziente guarì. Nella letteratura ha trovato 22 casi di tali ulcere, osservate all'autopsia; uno è di Ceci. L'O. crede che queste ulcerazioni abbiano la stessa pat<1genesi dell'11l... cera semplice dello stomaco. LEOTTA. I~e perforazioni intest'inali da tifo. - Ne ha operati 14 casi, ed ha avuto 7 morti, e 7 guarigioni. La prognosi è subordjnata alla precocità della diagnosi. I sintomi precoci, cui l' O. dà la massima importanza, sono il dolore locale e la rigida delle pareti ad,dominali; avrebbe importanza anche la scomparsa dell'aia di ottusità epatica. Quanto alla cura, egli rigetta il semplice drenaggio soprapubico alla Murphy. SOLIERI. La enfisete,.apia ossigenata nel trattamento della ischialgia. - L'O. ha avuto occasione di curare molti casi di ischialgia, sia acuta che cronica. Egli fa iniezioni di ossigeno con un grosso ago messo in comunicazione, per mezzo ò i un tubo, con un gassometro. La natica viene prima enfi.semizzata, poi la coscia e la gamba. L'ossigeno si riassorbe in 7-8 giorni, dopo i quali le iniezioni vengono ripetute. Su 40 casi ha avuto 38 successi e 2 recidive. I risultati sono nulli nelle ischialgie sintomatiche. ANZILOTTI. Sulla cistite incrustata. - Si tratta di infiltrazioni calcaree della parete vescicale, consecutive a processi cistitici gravi. L'O. ne ha osservato un caso in una donna, operata di appendicite) e nella quale, dopo un cateterismo, si sviluppò una cistite, che ebbe alternative di migli~ ramenti e peggioramenti. Il quadro cistoscopico era caratteristico per la presenza stille pareti vescicali di chiazze biancastre d i aspetto schi11moso. Dall'urina fu isolato uno streptococco, e un bacterium coli . fortemente patogeno. Fu eseguito prima (23)


IL POLICLINICO

-un raschiamento endovescicale, poi l'escissione, previa cistotomia soprapttbica, delle chiazze d'in-crostazione. Si ebbe guarigione. L'esame istologico dimostrò la preponderanza delle lesioni vascolari e perivascolari, sotto forma d'infarti emor.. ragici, nei quali si sarebbe poi verificata l'infiltrazione calcarea. Secondo l'O. le lesioni vascolari .s arebbero da considerarsi come primitive. LuSENA. Ha osservato un cas0 simile in una donna affetta da fistola vescico-vaginale. Non ammette però l'origine vasale del processo morboso. N el suo caso le incrostazioni si eliminarono gradualmente col migliorare della cistite. A. CHIASSERINI.

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. CASISTICA.

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di tale complesso di fenomeni, ed è invece attirato dall'esistenza di nna ben netta ottusità dell'apice sinistro. · Questa ottusità caràtteristica della stenosi mitralica, si trova di solito anteriormente, sopra la terza costa, e si estende alla clavicola ed anche al di sopra. Si estende a sinistra sino al terzo esterno della clavicola. Di solito, non si accompagna a rantoli: i suoni della voce trasmessa non sono caratteristici, mentre i rumori respiratori. ass11mono talora un carattere bronco-vescicolare. La causa dell'ottusità risiede probabilmente nella dilatazione dell'orecchietta sinistra, che talvolta cambia il carattere delle onde sonore suscitate con • la percussione, tal' altra provoca compressione del polmone stesso. La dilatazione dell'arteria polmonare ha una parte insignificante nella produzione del fenomeno. Nei casi in cui si riscontra l'ottusità apicale si· nistra, si deve tenere in sospeso la diagnosi di tubercolosi, fino a che con un accurato esame si sia ricercata la possibile esistenza di stenosi mitralica.

Stenosi mitralica e risentimenti nell'apice sinistro.

fil. •

In un certo numero di casi di stenosi mitralica, ~i può osservare emottisi; questa talora può anche essere il primo sintoma, e con le concomitanze di tosse, affanno di respiro, suggerire dapprima l'idea di tubercolosi, tanto più che vi si può .associare una lesione apparente dell'apice si·nistro. " La diagnosi di stenosi mitralica è talvolta dif.ficile ed oscura; in un esame frettoloso essa può anche sfuggire, quando il r11more ed il fremito ·presistolico non sono ben pronunciati. Per la diagnosi, si debbono tener presenti i seguenti elementi: primo suono aspro, con urto sistolico alla p alpazione; assenza di ipertrofia del ventricolo sinistro, nei casi non complicati, fremito e rumore presisto,ici, accentuazione del secondo tono polmonare. Talora il rumore. che non si ascolta, quando il paziente è in riposo ed in posizione eretta, può esser messo in evidenza, facendo prima eseglrire qualche esercizio e l esaminando il paziente in posizione supina. E. H. Goodman e S. L. Cash (A m . ] O'U1'n. of nied. sciences, maggio rgr g) hanno studiato pa· recchi casi di stenosi mitralica, specialmente d al punto di vista d ella concomitante ottusità del!' apice ~inistro. Questo fatto, si trova con persistente regolarità nella stenosi mitralica, mentre non si trova in altri disturbi cardiaci. La somiglianza sintomatica d ella tubercolosi p olmonare incipiente e della stenosi mitra lica può jndurre in errore il medico, il quale non si rende conto che la stenosi mitralica può essere la cau sa

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La tubercolosi pulmonare post-traumatica.

Euthymion (Thèse de Lycn, 1918) ha studiato l'argomento basandosi su osservazioni praticàte su feriti di guerra. La tubercolosi pulmonare di origine traumatica è relativamente rara. Può essere determinata o.a ferite penetranti del torace, da contusioni toraciche e dalla inspirazione di gas asfissianti. Queste cause possono essere agenti creatori, rivelatori o aggravanti di una tubercolosi pulmonare precedentemente inesistente, preesistente allo stato latente o già in evoluzione. Le contusioni della ~abbia toracica e le inalazioni di gas asfissianti o irritanti hanno un'azione tisiogena più marcata delle ferite penetranti da proiettile. Del resto già Sergent aveva notata la rarità della tubercolosi p11Jmonare nei feriti tora cici (9,04 %). Per questo autore non è il traumatismo per sè stesso il fatt0rr~ determinante ; agirebbero invece le conseguenze del trauma, l'ospitalizzazione prolungata, il difetto d'igiene, le l11nghe suppurazioni, che rendono il ferito debole, meno resistente, più adatto allo sviluppo del germe. Certo è una quistione molto delicata quella di interpretare i veri rapporti di causalità tra il trauma ed i segni della tubercolosi. Per ammettere questi rapporti è nece5sario che i primi sintomi compaiano immediatamente dop0 l'accidente e che le lesioni cons tatate non siano quelle cli una tubercolosi già avanzata. Nelle osservazioni di Euthy mion i feriti non si potettero s eguire sis tematicamente dal momento del trauma,


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SEZIONE PRATICA

per modo che egli dovette contentarsi di accet· tare come data di inizio il momento nel quale furono constatati i bacilli 11ell'espettorato o l'epoca della riforma militare. I dati ottenuti al riguardo sono put"1mente convenzionali. Con questa riserva si può ammettere che il lasso di tempo trascorso tra il trauma e la costatazione dell~ tubercolosi può variare da uno a parecchi mesi. • • In quanto alla sede della lesione tubercolare , questa nei traumi diretti (ferite o contusioni) corrisponde di solito al punto, o alle vi<'inanze della parte colpita, ma può anche localizzarsi lontano. In seguito alla inalazione di gas asfissianti o irritanti le lesioni si localizzano ordinatiamente agli apici do- o uno stadio di bronchite diffusa. La tubercolosi pulmonare post-traumatica non è. dal ~unto ~i vista clinico ed anatomo-patologico differente dalle forme oràinarie. Tuttavia dal punto di vista della evoluzione sembra che essa ass11ma tre forme differenti : a) una forma evolutiva, la più frequente, che è analoga alla tubercolosi fibro-caseosa classica ; b) una forma acuta o sub-acuta a decorso ra. pidamente letale; e) una forma abortiva con apparente guarigione dopo qualche mese. La tubercolosi da gas asfis~ianti o irritanti è fortemente congestiva ed emottoica al principio, e può svilupparsi in modo rapidamente . progressivo, o anche ass11mere la forma abortiva con guarigione. Per bene differenziarla dalla bronchite non specifica è necessario inoculare l'espettorato alle • cavie. dt.

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Sul valore pronostleo dell 'intradermorcazlone alla tubercolina. J P. Pruvost (Bull . Soc . 1néd·. des hopitaux, 2· maggio 1919), fin dal' 1912 aveva rJ.conosciuto chel'i~tradermoreazion•e poteva offrire qualche sign'itficato pronostico, essendo posativa nei truber-oo1otici con buono sbaito ge11erale, negativa inve.ce, sia in qu·e lli caehettici, sia i.n que.ll·i che,. putie essendo in 0ond.izioni so.d disfacenti, si trovavano iin stato di minora.t a resistenza, iP· e. , per· emottisi od albro. I:n questo lavoro, l '·A., ha ·.;oluto controllare sistem:aticamente se i 'intrad.er-· moreaZJimie può dare delle indicazion·~ !l ·.in solo· sul1a resistenza ·g·enerale del soggetto, ln.a sulla gravità e b•enigrni.tà delle l1esionrl., i:n 1nodo dia .p,oter conosc.ere se queste &o:oo in via <li evoluzione o ·n on. Ha a1d0ttato a tal•e scopo delle di-· luizilollli di tuberooli110. a .r/100.000, ini.ettaind<r un miQlesimo di ni.ilJigrammi0; W.i diluizioni ·e· tale dose sono risultate le più piratiche e convenienibi. Tutti i~ soggetti esa.ininati, - sog·getti abbastanzaJ va.lidi e not! costretti a letto - h.:anno· r.ea.gi·t o oon minime diff-erenzre, 1e qua1i 11on permettono di dedurne nessun.a oonclusd.one pratica~ Si può quindi in <:omples...~ ritenere che 1'in-tradermoreazione, se può dare q.tta1che indica-zione pronostica, dal punto dii vista del.la res.i.stenza ·g.e11era:le, u0.1.1 può fissare i.I .g nad10 dii iat-td.rvità delilia J.es.ione. A <'oncl1usi10ni aniaJoO'he èò giu·n to il Sergent 1)er 1a cutireazione. 1

fil.

TERAPIA.

Cura delle endometritl settiche puerperali. La tubercolosi polmonare di guerra.

E. Covo (A-nnali di Ost. e ginec .,

C. ORTALI (Gazzetta Medica di Roma) ha avuto agio di· studiare l'importante e dibaietu.to argomento, durante trenta mesi di guieTra, nelle condizioni più disparate, che gli permisero di basare i: s.uoi giudizi so.p ra un'esperienza larga e complessa. Egli viene alla conclusione che la guerra ha fatto aumentare la diffusione della tubercolosi , specialmente nei giovani, e che, al fronte, le lesioni tubercolari in atJt:o hanno assunto un decorso rapido ed una grave sindrome morbosa. ~ d~ somma importanza la diagnosi precoce e provvedere con un'oculata assistenza alla sorte di questi individui minorati nella loro capaci,t à 1a' 'orativa. I. P.

n. i1-21; · pubblic. il 10 sett. 1919) è alquanto scettico sull'effi-cacia delle ripetute irrigazioni endouterine, che, se anche applicate precocemente, hanno di rado azione evidente sul decorso della malattia. Anchemeno efficace ha travato il raschiamento della cavità uterina, raccomandato da alcuni, come cura sistematica, anche in assenza di segni che facessero pensare a ritenzione. Ouesti mezzi offrono ......., inoltre la -possibilità di inconvenienti, quali, per il raschiamento, la facile perforazione, per l'irrigazione, di favorire la penetrazione ~i materia settica nelle tube. • L' A. ha trovato invece notevoli vantaggi con l'uso della tintura di jodio; ecco il metodo di lui seguito: Appenalla donna abbia una temperatura oltre i 380, procede all'esame diretto, risalendo dalla . 1918,

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IL POLICLINICO

"VUlva alla vagina, al collo dell'utero. Se esistono placche ricoperte da essudato, si causticano con tintura di jodio officinale. Per un eventuale esame batteriologico, si possono prelevare i lochi, direttamente nell'utero, mediante un tubetto di "·ètro, leggermente ricuvo, sterilizzato, pre,ria disinfezione della parte bassa del canale cervicale. Poi, montato sopra un:t lunga pinza un piccolo batuffolo di garza sterile, lo si immerse nella comune tintura di jo.dio e si fa così una buona spennellatura della cavità dell'utero, avvertendo che il liquido non goccioli troppo abbondantemente in vagina. Se ciò avviene, si asciuga subito con batuffoli sterili, per evitare escoriazioni nei fornici con formazione di ess11dati. L' A. ricorre al raschiamento, solo nel caso in ·Cui siavi fondato sospetto di ritenzione di frammenti di placenta o di membrana, od anche di coaguli sanguigni aderenti alle pareti dell'utero . In tal caso si esegue il raschiamento al più presto, facendolo seguire da applicazioni della tintura d i jodio. L'efficacia di tale intervento è evidente; .la t'e mperatura tende subito ad abbassarsi e, nei casi più lievi, la febbre cede definitivamente. Altre volte, dopo una remissione di due o tre giorni, la temperat11ra si eleva nuovamente: in tal caso, si ripete laspennellatura, facendone tre o quattro al massimo con intervalli di 1-2 giorni. Si arriva così in 1oa-12a. giornata di puerperio: .allora il processo o si risolve, o tende a diffondersi ad altri organi, a generalizzarsi; allora la disinfezione dell'endometrio diventa superflua e forse anche pericolosa, se si sta iniziando una salpingite, una pelviperitonite, una tromboflebite, una parametrite. Tali conplicazioni però sono rarissime col metodo dell' A. che alla ter7..a o quarta medicatura porta la guarigione definitiva. 'Y. s.

Il formiato di chinina nell'Inerzia uterina. L'inerzia uterina aveva trovato in questi ultimi tempi un rimedio attivo nella pit1utrina: anche questo medicamento però ha le sue controindi~azioni e va, ad ogni modo, usato con molto discernimento nei casi con lesioni cardio-renali, accompagnate da ipertensione. A. Fortunato (Clinica Ostet1ica, 30 sett. 1919) si è valso da diverso tempo, con buoni risultati, della combinazione di due medicamenti dotati ognuno di potere cebolico, associati nel formiato di chinina. La chinina è capace di far contrarre l'utero in riposo, determinando contrazioni intermittenti ed ordinate: tale azione è più evidente quando l'utero si trova sviluppato; essa avrebbe inoltre anche azione stupefacente e potrebbe lenire le sofferenze del parto. ~essuna controindicazione

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si ha per tale rimedio, che risulta innocuo per la madre e per il feto. Quanto ai formiati, è nota lla loro azione sui muscoli lisci e striati e sull'eccitabilità dei centri e nervi motori, e degli apparecchi riflessi. L' A. usa delle fialette da 50 cg. in un eme. di acqua distillata: eventualmente si può vedere nella fialetta un rsiduo di sali indisciolti, che tornano in soluzione riscaldando leggermente la fialetta prima dell'uso. • L'iniezione è ben tollerata, dando la stessa dolorabilità del bicloridrato. Dopo 15 minuti circa, le doglie si fanno più energiche e più ravvicinate, serbando il ritmo fisiologico. Nessun inconveniente ha osservato l' A., nè per quanto riguarda l'andamento del parto, nè sulle condizioni generali della partoriente, nè al punto d'iniezione. r. s. I

La cura dell'aborto nella pratica privata. G. Gelli, in una relazione alla Soci· età tosca1ia di Ostetricia e ginecologia (10 giugno 1919), dopo aver fatto alcune considerazioni statistiche sul numero degli aborti, che, secondo 1'A., non avrebbe subito aumenti durante la guerra, espone il metodo di assistenza da lui seguito e ridotto al massimo semplicismo. Procede all'anestesia cloroformica, solo nei casi di aborto provocato a scopo medico chirurgico, e quando le donne presentano un'eccessiva eccitazione o intolleranza al dolore. Si fa un•accurata p11lizia dei genitali esterni; evitare poi di uncinare il collo uterino, fiS8ando il corpo con la mano esterna sull'addome. Svuotamento immediato, completo, accuratissimo e nel più breve tempo possibile, della cavità ~terina, dall'uovo e dai suoi residui, con i cucchiai di Simon o di Récamier. Stropicciamento della cavità uterina con garza bagnata di tintura di jodio, nei casi di alterazione del contenuto. Eccezionalmente irrigamone endouterine mediante cannula a doppia corrente, con soluzione antisettica (a proferenza permanganato di potassio), specialmente quando l'utero stenta a contrarsi e continua abbondante lo sc;olo sanguigno. L' A. non applica nessuno zaffo, nè interno nè esterno; prescrive il riposo assoluto a letto per otto giorni almeno praticando, durante tale periodo, un'irrigazione quotidiana. K'ei casi di infezione incipiente, oltre le cura in corso, iniezione di elettrargolo e frequenti iniezioni di olio canforato; clisteri di soluzione fisiologica, dieta lattea, con aggi~ta di alcoolici, acqua limonata od aranciata a volontà. ~essuna applicazione di ghiaccio, nè di caldo sul ventre, anche se dolente o meteorico; tutt'al più delicate frizioni di una miscela di olio ed essenze di trementina. -r. s 1


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SEZIONE PRATICA

IGIENE. La Importanza della bonifica umana nella profilassi del la malaria. Bass (Souther·n, MedicaL ] ournaL, giugno 1919) raccomanda la disinfezi001e dii tutti i malarici mediante la somministrazione di grandi dosi di .chinino almeno per due mesi. La dose dovrebbe essere circa di mezzo grammo al giorno per gli adulti, rispettivamente meno per i ragazzi. La bonifica uma.n a così prati~ata non s olo cura ii malarici ed in1peclisce Le recidive, ma riesce benefica per la collettività p•e rchè .i mpedisce l a trasmissione della malattia. E ssendo risaputo che ·Je zanzare si 1nfiettano succhiando .i l sangue deg~li indi,·idui malarici, quando questi vengono disi1zf ettati nel senso che si distruggono .j, parassiti c.ircolan.t i nel loro sangue, le zanzare non a,·rebbero modo di infettarsi. L' _i\. sostiene che se tutti i nlalarict fossero con,·eniiente1nente curati, si· avrebbe u11a rapida dimi11uzione della diffusione della malattia, ia qua·le potrebbe esse1-.e ridotta almeno del 90 in confronto cli quella che è attualmente. La causa principale per la quale la cura dei malarici oosì come è ora praticata non fa diminuir1e la malaria, è l'uso dei trattamenti energici anche mediante ini ezioni sottocutanee e intra··venose di chinino le quali combattono i fenomeni 111 a tto senza distrugger.e comp·l etamie nte i par :rass:iti,- distruzi1o ne che si, può avere con l'uso continuo e lungo del farmaco. Di solito si dà chi. nino per pochi giorni e poi qualche preparato di chinino a dosi Leggere e quindi insufficienti, ed arsie nico. Bisogna convincersi che nessun altro farmaco, all'infuori del chinino sommind strato in grandi dosi continuate, è icapace di distruggere 11 parassita. g. d.

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POSTA DEGLI ABBONATI. (1053) Frammenti di 'Ve.tro nelle 'Vie degerenti~

l\.ll'abb. N. I. : 1° È possibile, ma molto difficine, ingoiare, bevendo un bicchier d 'a~qua, dei minuscol1 pezzettini di vetro. È possibile, perchè se ii. frammen..ti di vetro sono m~nusco1i, ·p otendo ~'aicqu:a del .b icchiere agitair si, il ,netro p·ttò irimaner sospeso. 2° Abitualmente il vetro· ii1goiato passa normalmente con gli a limenti dallo stomaco ne1.J'J'lllf.estilllo e viene e me ss·o. Non può diar luogo a di1stu.rbi della Tetrobocoa o ooll 'esofago .p erohè

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se è ing·oi.a to .s ospeso .11ell 'ac·q ua, esso scende fi1n ne1lo stomaoo in questo v'eico1o li·quido. 3° Una perforazione dello s.tomaco e dello intestino è quanfu mai improbabile ma non può escl·uder.sene la possibilità. 4° Un buon ·p urg.a nte è sempre cons i1g1ia bi1e in taTi evenienze, .p er fu-ci·lii.t:Me i1' vuotamento del tubo gastr·o-i:ntestiiniale ie l ' espulsl:one del oorp.o eSttrruneo. · Cfr. anche la risposta data nel fase. 33, pag. 1002. A. A . . (1054) Al Dcxtt. G. B. all'abb. n. 2784: Il suo quesito riguarda un air.g .o m ento <l:'i11'l1ole esc.lusiv.a.mein:te per.s0111.al·e e •l 'uso di specialità (a1'me1110 sotto il .nome a-ccenm:aito).. ~on possi:aimo quind.:i rispondere iin proposito. 1

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1

r. s.

CENNI BIBLJOQRAFJCJ. L, anatomia sistemàtica dell'uomo. Un vol. in-8° di pag. 872. Casa editrice E lpis, Napoli, Via S. Sebastiano. Prezzo

ANILE PROF. ANTONIO. -

L. 30. L'anatomia - è Hyrtl che lo ha detto - è nata in Italia e, per quanto il periodo recente appaia come una sosta nello slancio iniziale, il nostro paese rimane pur sempre la terra classica di tale scienza. E con la tradizione, armonizza perfettamente questo nuovo libro dell' Anile, italianamente concepito e scritto, nella limpida chiarezza delle descrizioni, nei frequenti richiami alle applicazioni pratiche, negli accenni alla parte artistica, nell'abbozzo di sintesi fra le aride cognizioni anatomiche, le quali acquistano così particolare vivezza, nelle nobili rivendicazioni del primato italiano in tante scoperte anatomiche, apertamente misconosciute dalla nota nomenclatura di Basilea. Lo studente che inizia i suoi studi anatomici, il medico pratico, che ha spesso bisogno di rinfrescare le proprie no:Moni, troveranno in questo ben riuscito lavoro un'ottima guida ed un effil. b. cace consigliere. W. KOLLE E H. HETSCH. -

Die experimentelle

B akteYiologie und die I nfektionsk~ankkeiten. V. edizione in 2 voll. in-8°. 1° vol. di pag. 660 con 42 tavole policrome, fig. e carte. Urban e Schwarzenberg ed. Vienna. Il trattato di Kolle ed Hetsch è noto al lettore

italiano, per la bella traduzione che ne ha fatto il De Blasi. Durante la guerra altre due edizioni (191 6 e 1919) sono state publicate con notevoli miglioramenti ed aggiunte. Della larga esperienza, che in molti campi è


1L :POLICLINICO

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stata possibile con la guerra, viene qui tenuto conto, sicchè parecchi capitoli hanno subito modificazioni dalle prime edizioni; citiamo fra essi il colera, l'influenza, le infezioni tifose, l'edema gazoso, ecc. Così aggiornata, quest' importante opera sarà consultata utilmente da quanti si interessano ai problemi che riguardano le malattie infettive. •

'

fil.

'"T he Medical Annual. A year book of treatment and practicttoner~ index. Un vol. in-8° di 546 pag. Gon tavole e figure rilegato. J. Wright and Sons ed. Bristol e Londra.

In questo pregevole annuario, di utilissima consultazione, è raccolto, in brevi sunti, tutto quanto d i più significativo nel campo delle scienze me:. diche è stato pubblicato nell'anno. Le ricerche sono facilitate da un copioso indi~e alfabetico. Vi sono anche riviste dei più notevoli progressi nell'ambito dell'igiene, descrizioni di nuovi apparecchi, elenchi di libri publicati nell'anno. Le fonti citate sono per la maggior parte di lingua inglese, in proporzione assai minore in lingua francese; scarsissime e per lo più di seconda mano quelle italiane. Sul metodo Vanghetti, p. e., l'unica scoperta italiana che l'annuario tratti con una certa larghezza, è citata una sola publicazione italiana. ~ell'introduzione , dopo una rivista sugli argomenti più interessanti vi è una carica contro il sistema metrico decimale, che è adottato ufficialmente in Inghilterra, ma che i pratici ignorano tuttora. L' A . dimostra che il sistema duodecimale è il più pratico citando, a conforto della sua tesi, l'autorità degli astronomi babilonesi; dichiara di «simpatizzare con i colleghi del continente, ma non vede la necessità di dividere le loro disgrazie ». E dice che noi, non avendo la fortuna di scrivere nelle nostre ricette quei segni che sanno d'astrologia, non ci accorgevamo di essere tanto sventurati ! fil. H. GRAEME A~DERSOS. -

The medical and surgical aspects of ~viation. Un vol. in-r6° di oltre 250 pag. con tavole e fig. rilegato. Frowde, Hodder e Stonghton ed. Londra. Prezzo scell. 12/6.

Le scienze mediche debbono seguire da presso le fasi dell'umana attività, se vogliono portare nella vita pratica il loro prezioso contributo. Col rapido sviluppo che l'aviazione ha preso durante la guerra, si è resa necessaria l'opera del medico per studiare dapprima gli effetti del volo sull'organismo umano ed arrivare poi allo scopo di fare (28)

una accurata selezione fra i candidati all' aviazione, in modo da eliminare quelli fisicamente e psicologicamente inetti. La parte che tratta questo argomento è la più ampia e la più· interessante del vol11me in esame; vi sono studiate la psico-fisiologia dell'aviazione, le aero-neurosi, fra cui l'A. isola una neurastenia degli aviatori di guerra, la genesi delle disgrazie aviatorie; queste risultano solo in minima parteduvute a difetti costruttivi, ma invece generalmente <la attribuirsi ad errori di giudizio, a fatica cerebrale, a sniarrimento . Dal punto di vista chirurgico, le lesioni più frequenti sono le fratture degli arti inferiori, fra cui si può considerare come peculiare agli aviatori la frattura dell'astragalo. Il vol11me è illustrato da fotografie di sinistri a viatori, e completato con un dizionarietto def termini tecnici ed un elenco di pubblicazioni sull'argomento. r. s.

VARIA. , Il primo mese di proibizione dell'aleool negli Stati UnltL - Il lvledical Record del 6 settembre 1919 riferisce che nel pr"imo mese (luglio 1919),

in cui andò in vigore la proibizione dell'alcool, il numero di arresti per deliltti e ;trasgressioni di ogn~ genere nella California si è ridotto di due terzi·; gli ar.r esti per ubbriachezza nelle grandi città di questo Stato sono quasi scomparsi; a Chicago 1.utt~ i delitti sono diminuiiti, salvo gli assassini, rimasti stazionari, e le minaccie e ingiurie, l:ievemente aumenta'.te; a Filadelfia il repatito ubbriachi, il quale accolse 3481 casi nel 1917 e 2326 nel r918, è stato chiuso, e la Casa di Correzione, che negli anni precedenti a\re\.·a. ospitato in media looo uomini e 300 donne, il 27 lugilo ne conJtava rispettivamente 302 e 226; a Boston si sono ridotti. notevolmente gli arresti, e al tempo stesso le mai1attie ed i suicidi (spesso involontari o accidentali, da ubbriachezza); questi ultimi segna.no ttna ridt12ione del 50 % nel luglio 1919 rispetto allo stesso mese del 1918; a New York i delitti sono diminuiti solo del 15 % ; al tempo stesso vi è segna.l ato un forte aumento nel cons11mo di medicinali (molti contengono alcool e perciò sono usaiti come sostituti dei Ii~ quori) ; il reparto psicopatico del Belle,·ue Hospital ebbe (contrariamente alle aspettavive) un maggior numero d~ ricoverati, mentre in altri ospedali di New Yo1·k non si notano flifferenze apprezzabili. R. B.


.. SEZiùì\TJ~

PRATICA

1221

NELLA VITA .PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale.

. Rl8POSTE A QUESITI E A DOMANDE.

Agli Ordini dei Medici.

(8002) Indennità caro-'Vi'Veri. - Dott. D. IVI. da M. L'indennità caro-viveri è affatto indipendente e diversa dall'aumento del 30 % sullo stipendio in modo 1c h·e non è il caso di sopprimere tale aumento p er concedere la detta indennità. L'una ie l'altro sono stati stabiliti da D. L. diversi, i quali, ognuno per la p.r opria parte, debbono esserie 1eseguiti integralmente. È vero che l'aumento del 30 % era facoltativo per i Comuni, ma dal momento che· fu con·c esso, costituisce un diritto acquisito che non può esser.e revocato per nessuna causa. • (8003) . Indennità caro-'Vi'Veri. - Dott. abbonato 7111 . Sempre che Ella c-0pra un posto di condotta 'privo di titolare ma non assente per congedo o servizio militare h a diritto alla .indennità caro-viveri, in lire 65 mensili come celibe. L'aumento di assegno conseguito nel settembre non fa d·ecad·e re il diritto ad ottenere tale indennità, p.erchè essa deve decorrere dal 1 ° gennaio 1919 e , perciò, era già di ·diritto acquisita al sanitario quando intervenne l 'au1n1ento. · (8004) Indennità caro-'Vi'Veri. - Dott. F. A. da O. M. La più accredita .i nterpretazione del Decreto Luogotenenziale rlativo alla indennità caro-viveri :impor.ta che per enti pubblici locali vanno intesi quelli esistenti nell'ambito della t.,•~­ desi·ma icircoscrizione comunale. Al1orquattdo l'impieg.a to _p~esta sen:izio in du·e Comuni diversi, ha diritto a doppia indennità "aro-Y! veri, cosi come ha diritto a doppio stipendi.:. (8005) Supplenza di condottri in!:~rn1i. ·- Dott. C. U. da S . S . M. Il Comune non può da sè sopprimere la condotta di campagna. Occorre per far ciò l'approvazione della G . P. A. ed il parere del Consiglio provincia-le di Sanità. _J\..Llorchè fossero effettivamente e legalmente soppresse le preesistenti condotte rurali 1e si dovrebbe consegu.entemente procedere al licenziamento dei ti to• larr per l'intervento atto di forza maggiore, a Leii converrebbe accettare 1a condotta di città, se Le venisse, come pare, offerta. (8006) Denunzia di infortunio agricolo. - Dott. A. P. da P. S . S . La mancata de11unzia di un infortunio agricolo è punita con l'ammenda. da lire 25 a lOO. La relativa contrav,-enzione, quantunqt1e non sia tassrutivamen:te .e nunciata nel numero 15 del Decreto di amnistia del 2 settembre ultimo, n. 1501, pure riteniamo possa essere

I nuovi Consigli amministrativi sono risultati

-co·sì composti p er le provincie sotto indicate: Avellino. - Vivera Natale da Avellino, presidente~ D'Alessandro Camillo da Flumeri, tesoriere; Lembo Giuseppe da Baiano, segretario; Moscariello Alfonso da Lioni, Tedesco Agostino da Andretta, Capobianco Giuseppe da Castelbaronia, Gallo Giovanni da Avellino, consiglieri. Bergamo. - Daina Ugo, Bassi Smilio, Cacciamali Vincenzo, Magno Giovanni, Limonta Giovanni, Salvetti p rof. Carlo, Pansera Giuseppe. Bologna. Silvagni prof. Luigi, presidente; Sabbatani P aolo, vice-presidente; Domenichini Giulio, segretario; Tognoli Ennio, vice-segretario; Ravà Gino, tesoriere; Busacchi Augusto, Veronesi Carlo, consiglieri. Massa Carrara. - Verciani comm. Giuseppe, presidente; Ambrogi Michele, segretario; Miche1uccini Giuseppe, tesoriere; Orsini Pietro, Riana Pietro,· Chiartelli Nicola, Zondar Nicola, consiglieri. Modena. - Guzzoni degli Ascarani prof. Arturo, -presidente; S egre p rof. Mario, segretario; Serafini 1 \ incenzo, tesoriere; Boccolari Antonio, Borghi Enrico, Cariani Edoardo, Merighi Mario, oonsiglieri. Napoli . - Sava prof. En1ico, presidente; Elia E., segretario; Laloè E., teso:::-iere; Capriati prof. Vito, Gianturco prof. Vincenzo, Vetere, prof. Giacinto, Taliercio prof. Annibale, Grassi Arturo, Pastena Vincenzo, consiglieri. Porto Maurizio. -Fischetti Teodoro, presidente; Filippi Paolo, vice-presidente; Allavena Adolfo, segretario; Durand Gaspare, vice-segretario; Vivaldi Angelo, tesoriere; Mandracci Fe·dele, Buonsignore Giuseppe, consiglieri. Roma. - Ballerini Enrico, presidente; Mariotti prof. Ugo, vice-presidènte; \ Tilla Achille, segretario, Venere Ernesto, tesoriere; Arcangeli Arnaldo, De F abi Achille, De Gregorio Carlo, consiglieri. Rovigo. - Secchieri ·Arturo di Lendinara; Salvagnini Comm. Ferruccio di Adria; Biondi Emerigo di Polesella; Carrara prof. Arturo di Rovigo; Caramicola Romano di Frassinelle; Di Cola Giovanni di Ceregnano; Lucente Francesco di Costa di Rovigo.

I

1

(29)


[-..\N~o

IL l'OJ-1ICLINICO

1222 •

compresa nella generica dizione 11sata dal s uccessivo numero 1 6 del Decret o medesimo. La lnancanza della denunzia non importa responsabilità ci,·ile per danni. (8007) .tl bolizio1ie della co1idotta piena.. - Dott. C. P. da A . F in o a quando la d.eliberazione .con siliare con cui si abolisce la condotta piena non sia stata approvata dalla autorità competente, .n on è esecutoria e quindi Ella non potrà, fino a quando la detta appr<Y\·azione non s ia inte1"Venuta, riscu otere compenso dagli abbienti . Dcc.tor J USTITIA. _.\l dott .. B. A . : La Commissione per l'alienazion e del m at eria.le sanitario di guerra, presiedttta dal gen. Vigliani, ha seçle in R oma., ,·ia "Nazion ale , 75 . ".1 p.

A.KM.INISTRAZIONE SANITARIA.

Uftlcio centrale per la lotta contro le epidemie nell'Europa centrale. {Vienna l , Milchgasse N . l) . Vienna, 9 settembre 1919. L'Ufficio Centrale p er ·l a lotta contro Je epidiemie nell'E uropa centrale pubblica il seguente appello: Le epidemie che in:fi:eriscono n ell'Oriente, e in particolar modo il dermotifo, minacciano l'Europa! ~on è più un focola.i o che covi sotto la ceneire, Jna è addiritt1ua un incendio divoratore ! ~011 sono focolai isollati, ma sono ,-aste regioni che sono in,·ase dal dermotifo e sono oentinaia di migliaia di 11omini· ch e sono colpiti da miseria, da malattie e dalla morte. .-1..d eccezione d•ella Russia , sono sopratutto gli tati ieostituiti si sulle ro'\·ine della fu lVIonarchia :\ 11stro-lTngarica e quelli \ 1 ici.ni che sono colpiti o nlinacciati dalla ini;·asione di quest a malattia. Tutti questi paesi, spossati, de,·ast3ti dalla lunga dt1rata della guerra e presso che complet amente impo,·eriti , 11on p ossono opporre con le loro ole forze una diga all-t.n,·asio11e della malattia che li• minaccta tutti. Preocc11pati da questa g ra,·e situazione , i del egati dei di\·ersi· Stati di cui sopra , si sono riuniti per iniziat i,·a del Comitat o Internazionale della Croce Rossa di C~ine,·ra, per un'azione co1nune, creando l'Ufficio Centrale per la lotta contro le epidemie nell 'Et1ropa Centrale. Essi hanno ferma fid11cia che gl i1 a ltri Stati ettropei, sia per solidarietà, sia per misura di difesa personale, ,-orranno unirsi a loro o q11anto meu o ,-orranno aiutarli per stabilire 11na barriera sanita(30) •

XXVI, FASC. 4r]

ria contro la in·v asione de lle epidemie e per il risanamento delle riegioni già .i n,·ase . La Polonia, l 'Ukraina, ·l a Rumenia e la Serbia soffrono per l'epidemia di detmotifo, ormai div•enu.t a nei· loro paesi allo stato endemico. In Russia vennero constatati ufficialmente, 11e1 febbraio I919, più di ce'11,toniila casi di demo:tifo. Le vie p.e r le qua li ha luogo ·la più grande iemigraz.ione di popoli, quelle del. ritorno in patria d-ei prigionieri di g uerra di tutte le nazioni, sono divent1te delle vere 11ecropoli e le regioni che esse attraversano son o in,rase da d-ermoti.fo, \ 1aiuolo, scarlattina, dissenteria, che sembra110 esser,1isi stabilite. Con tu~ta la e nerg ia di cui e1·a capace, la Polonia h a 1cercato di sfuggire all'ini;·asione di q11este maliattie, ma l e r isorse sa11itarie sono state impotenti contro il diffondersi del1e malattie e la crescente affluenza dei prigionieri di guerra, che cercano di J."iit ornare alla loro patria,, è la ca11sa forse magigiore della crescente diffusione del dermotifo. Qualche cifra presa ai rapporti ufficiali pttò darne la prova: Nello spazio di una sola settimana fra iil. 6 e il 13 aprile 1919 vennero constatati cli dermotifo : 1

Casi

Decessi.

. 56 Nella Galizia Orientale . • • • • Nella Polonia (secondo la frontiera stabiil ita da l Congresso per la pace a \ 7ar savia) . . . . . . 6252 259 A V arsavia . . . . . . . . 149 3 IJ p ersonale sanitario ed i medici hanno dato u11a considere'\ ole proporzione di Yittime. . l\.uche . le notizie p1-o,1enienti dalla Ukraina sono assai g ravi : nel mese di. marzo, in 3r distretti sono s.taiti ieonstatati r7,229 casi di dermot ifo e nell'aprile ed in 21 distretti, 10 ,111 casi . La mortalità si è elevata al 13-15 % dei casi colpiti. Dei· distretti i11tieri sono st ati spop olati, i 1nedici sono lnorti. Dal rapporto del 1\1. Frick, delegat o d1el C. I . C. R ., che p ochi giorni dopo il suo t itorno a Viienna cla 11na missione umanit aria nell 'Ukrai11a, fu colpit o clalla malattia, appriendiamo quanto segue: cc In un ,·il laggio i:icino a Zboro\Y regna un silenzio di morte. Picchio ad una porta: n essuno mi risponde : a pro la porta e avYerto, fra gemiti e pianti 1a implore,,ole domanda di acqua. da berie ...\. t erra, coricati su paglia, ,·ecchi, adulti e bambi11i, po,·eri corpi climagriti, tutti colpiti dal cle rmotifo e scossi dalla febbre. Senza soccorso, ' '"otat i alla morte, non vi è nessuno per umettare co11 un poco di acqua friesca le arse labbra: tutto il ,·illaggio è pieno di malati e la morte PftSsa da capanna a capanna 1. 1


XXVI,

(.l\.NNO

FASC. 4 1]

SEZIONE PRATICA

Dalla Serbia \'iene ai111unziata una \'aga ripre~a del dermot~fo. I rapporti del del1egato rumeno all'Ufficio Centrale , da altra parte, fanno t1n ben trist•e quadro della situazione sanitaria nella quale \'ersano , a causa della gu1erra, la Rumenia e la Bessarabia . Il numero delle , ·ittime della epidemia di dermotifo dall'autunno 1916 all'est at e 19 17 è di p arecchie cen.t inaia di 1nigli'a ia. . Dal 1 ° febbraio al I 7 aprile ,1919 ·ven11ero constat ati, i111 Ruma11ia 33,201 casi di dermotifo e 4487 furono i decessi per t&1e· malattia riconosciuti ufficialmen•te . In Bessarabia , ,la media giornaliera dei casi è di 5 e 6 mila, con una mortalità del 14 al 15 %. La maggior parte d1ei 2900 Comuni della Rt11nania sono infetti : in Bessarabia cli casi altr ett anto per i distretti che la compongono. Buka rest, in questi ultimi tempi registra,·a una media giorna]~era di 580 a 590 di dermotifo. Su circa 1600 persone che icostituivano il per, onale medico, 258 medici e 67 infern1ieri sono n1orti, vittime della epidemia di dermotifo. D'altra parte, in Ruma 11ia \'ennero co11statati ben 22,682 casi di \'aiuolo, dei quali 4333 .ebbero esito letale. In realtà, tut te ques te cifre deYono essere ben magg iori perchè nei Comuni di ca·m pag·na il nu1neto degli infermi1 n on può ·essere esatt amente rilc\·ato. Il flagello si a,·,·icina ogni gior no più a ll 'Europa Centrale e il p ericolo di\1enta ·ogni giorno più minacciante per g li Stati dcll 'o\1 est . G li· appe1'li al soccorso sono sempre più ·vivi. I dati ufficiali e i rappol'ti di testimoni oculari che possiede l'Ufficio Centrale non lasciano alcun. dubbio sulla gravit à de11a situ azione. I~ 'epidemia di d1ern1otifo h a preso una estensione tale C'he mi11accia di annientare la stessa esistenza degli Stati che ne sono colpiti. Un grido di appello degli Stati orie11tali è stato Janciaito nel l'~rile scorso dai delegati ufficiali della Polonia , d•ell'Ukraina 1e della Rumani.a. Ad iessi si sono agg·iunti i rappresentan.t i della Jugoslavia, dell 'Ungh eria , della Cekoslovakia , dell'Austria Tedesca, nonchè iù rappresentante degli interessi del1e popolazioni dei t errit ori occupati dall'Italia . Solidariamente essi hanno richiam ato e r.ichia 1n·a110 l'attenzione la più seria sulla necessità di una azione i'mn1edia.t a su tutta la fronte della in\'asione delle epid.emie, utilizzando, a questo scopo, tutti i m1e zzi di difesa forniti dalla sciienza e dalla espe rie nza, naturaln1ente col concorso degli Staili· e del pubblico . L'ufficio centrale per la lotta contro le epidemie fa dunque appello agli organi responsabili 1

1

12 23

di tutti gli Stati, ai rappresentanti della c1,·1-· lizl':azione e della scie11za, come a nche alle Società delle Croci Rosse di tutti i paesi pe1· ottenere da essi una collaborazione r ea'le e d una assiste11za materiale per potere adempiere a lla impor.t ante missione che si è assunto. Il presiderite : Dott. FERRIÈRE,

L 'n ffi.cio centrale p er la lotta contro Je epide111ie nel.la E uropa Ori ental e \'enne, nello s corso n1ag·gio, così costitt1ito : a) presidc1i::a : Dott. Ferrière, ,·ice presidente del C. I. C. R. 7 presiclente ; Dott. ì\tlèlin ski, del1egato plenipotenziario del.] a repubblica Pol acca ; \'ice presidente ; Prof. do tt. Ballner, delegato p l enipot enziario della repubblica cl' .l\ustr.ia , vice presidente; b) asseT1iblea ple11aria : Dott. Okuniewski , delegato plenipotenziario dell a r epubblica dell'Ukrajna; Prof. dott. G oldziher, delegato plenipotenziario ,d ella repubblica Ungheres,e ; Dott. Stttrza, del·e gato plenipote11ziario del go,-erno Rutneno in Buko,·ina, del Co11siglio nazionale d ella Transil,1ania e rapp t esentant e del Reg110 di Rtunani.a ; Dott. Jurinac, delegato plenipotenzia.r io del regno S. H. S. ; Dott. Ft1egner, rappresentante della r1epubblica Cek:oslovacca; Dott. Palcich, rappresentante d ei territ ori occttpati cla·ll'Italia. c) ·ufficio : Dott. La·111berger, sanitario capo della Società .A u~triaca della Cro.ce Rossa. 0

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1

NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

La Facoltà Medica di R oma, ne~a sua se<1-uta del 30 ott., h a proposto con yot~z1.one ~arun;ie, che a coprire la catt ed ra di clinica ~hirurg1ca vacante in seguito ~l collocamento a r iposo p~r limite d i età dell'illustre sen. prof. Francesco Durante, ven ga nominato il prof. Rob erto Ales-sand ri. ordinario di patologia chirurgica. Per la cattedra d i clinica pischiatrica, rimasta vacante p~r _la morte de~ prof. 'famburini, il .prof. Mingazzi'hi, msegnante d1 materia affine, ~a rinunziato ad essere designato dalla Facolta. Ques~a ha fatto propost~ al .ministro della P. I. c~e sia chiamato a copnrla 11 prof. Sante De Sant1s. . ~Ientre facciamo ai d u e insigni Maestri Alessan d i:t e De Sanctis i nostri cordialissimi rallegramenti, ci riserviamo di consacrare loro d ue profili nei prossimi fascicoli. La nota del dott. V . GH!RON « Sulla malaria latente» inserita nel fase. 38 porta erroneameute l'indicazione : Dalla Rivista di Medicina Navale. Il lavoro non è stato pubblicato fin'ora, che nel nostro periodico. (31)

I


IL l:'OLICLINICO

~'elioterapia

IYOTIZIE DIVERSE. :Il secondo Congresso Italiano di Radiologia medica si è svolto a Genova dal 20 al 22 ottobre scorso. La cerimonia inaugurale ebbe luogo la mattina del 20 ali' Ospedale di Galliera e consistè in un saluto del presidente della Società di Radiologia medica, prof. Vittorio Ma.ragliano, a cui segui quello del rappresentante dell'Ospedale. Chiuse la cerimonia una brillante prolusione del senatore ~doardo ~a.ragliano, eh~ definì in inspirate parole .i rapporti che devono mtercedere tra radiologia e clinica. Poscia i Congressisti si recarono a visitare la mostra degli apparecchi e accessori di radiologia che si ·p uò dire sia riuscita una grande afferma: zione dell'industria nazionale. Nel pomeriggio s'iniziarono i lavori del Congresso, che per il n11mero degl'intervenuti, per l'importanza delle relazioni e discussioni ivi svoltesi ha dimostrato che questa nuova branca della medicina h a fatto in Italia progressi pari se non superiore agli altri paesi. La serie dei lavori scientifici s'iniziò con una dotta Conferenza del prof. Ghilarducci di Roma .sui "Fondamenti biofisici della terapia». Seguirono poi la Relazione del prof. Ceresoli di Venezia sulla « Dosimetria in radiologia » ed infine la Relazione del prof. Alessandrini d i Roma sul «Quadro radiologico della tubercolosi polmonare». "Un riassunto di esse, come pure delle più · importanti comunicazioni, sarà pubblicato nel nostro giornale fra breve.

·Congresso Francese di Chirurgia. Il 28° Congresso Francese di chirurgia si è tt:nuto a Parigi immediatamente dopo quello italiano di Trieste; vi hanno partecipato molti chirurghi italiani, belgi .e svizzeri. Presiedeva il prof. VvTalter. I11 assenza del segretario di Stato per i ser·vizi sa11itari ·o n. Mouries, .i l generale ispettore Coubert pose in luce l'e benemerenze acquistate ds lla chirurgia. llu1·ante la guerra ed auspicò che la collaborazione· tra sanicà civile e militare dimostratasi cosi feconda durante la guerra, con·tinui nel dopo-guerra. Le relazioni concernette.1-;o i seo·uenti ar'.....YOo 111enti : ·le lesioni trattmatiche chi.u se del pol~;o ,

nel trattamento dell·e ferite di o-u.trr~,. gl'i~nest~ e la 'Chirurgia plastica, l'aneste::.ia cu1rurg.ica, il trattamento operativo del cancro cl~lla lingua. Tra le comunicazioni più or~ginali furono: quella del dott. Voronoff sull'innesto di frammenti di testicoli di a nimali 0o-iovani in aninwli vecchi, i quali riacquistavano iil loro vio-ore t>t-Ssuale, grazie all'attecchimento ed all'attività del tessuto interstizial1e, che elabora una secrezione i ~ 1terna : egli disse di sperare che questi risultati p~ssano applicarsi all'uomo ; una del dotlt. I3~1"bar1n, sugl 'innesti ossei per il trattamenlo dt.1 male di Pott; una del dott. Roederer C'he trattò dei: misfatti compiuti da.i chiruro-hi tedeschi 0 sui prigionieri di gtterì-a. Del congresso daremo prossimamente un succinto resoconto.

Per Fiume Italiana. . A:ppe?a g;iun.se l 'annu11zio d~lla votazione pleb1sc1tar1a ·d1 Fium e, nelle elezioni del Comune per la lista nazionale fu inviato i.I seguente :tel~ gramm:a al venera·n do patriota, Presidente del discio1rt:o Consiglio Nazionale della italianissima perla deJ. Quarnaro: Comm. dott. Ai1tonio Grossich, Fiume. Unione Nazionale lV(edici Italini, festante atteso pur sorprendente plebiscito, trae lieti auspici destini Nazione, 1~conferma devota ammirazione illustre valoro.so collega. Segretario Sezione Laziale: Lucangeli. L'eminente chirurgo italiano cosi rispondeva.: Lucangeli., Segretario Sezione Laziale Unione Nazionale Medici Italiani, Roma. Fiume, 29 ottobre 1919, ore 9,55 . Fed1e di Fiume nella stella d'Italia irriducibile. Fiume vive sicura. Plebiscito ieri dimostra al mondo sua ferma volontà e suo diritto assoluto. Abbraccio colleghi. Comm. dott. Antonio Grossich. 1

Del compianto prof. Angelo Roth, morto in questi giorni, pubblicheremo una biografia nel prossimo fascicolo.

Indice alfabetico per materie. .i\borto : cura nella pratica privata . I>ag. :\ cleno-flen1mone sottomascellare : incisione cla pre ferire per lo s·vuota.)) 111ento . . . . . . )) Chiru1·gia : co111u11icazioni varie . . Cistifellea : tratta1nento medico dell e )} affezioni . . . . . . . . Ei1dometriti settiche puerperali : cura » Framme11ti di ,·etro nelle vie dige)) renti . . . . . . . . . . . Inerzia 11teri11a : trattame11to con for111iato di cl1i11ina . . . . . I11trnclermoreazione alla t11bercolina · » . . . . ,·alore prognostico . l\Inlaria : acquigizion.i importanti clttrant la gtterra . . . . . . ., ~fnlaria : importa11za della bo11ifica tt ma11a per 1a profilassi . . » ))

"'Roma, 1919 -

•32)

1218

1193 121 2 1 201 1 2 17 1219 1218 1217 12o6 1219

Tip. Naz. Dertero di G. Guadagnini & C.

ìVl'alattie interne sifiliitiche : valore delle recenti conquiste nello studio di alcune . . . . . . . . Pag. r195 Nefropatie : acq ltisizioni impor.t anti )) 1208 durante la guerra . . . . . . N eurosii di guerra e da infortunio : progetto di ragg.r uppamento dal 1203 punto di ·vista medico-legale . . J Pustola ma14gna : cura locale con la 1204 polvere di sublimat.o corro.sivo . . .. 1210 Ricambio purinioo : fisiologia . . . • Stenosi mitralica e risentimenti nelJ 1216 1'apice sinistro . . . . . 1217 Tubercolosi polmonare di gtterra . . li 12 16 Tubercolosi polmonare post-traumatica ) Ufficio centrale per la 'lotta contro le • 1222 epidemie nell 'Et1ropa centrale . • 1213 Uricemia : sull' . .

..

, . ~


Roma, .19 ottobre 1919

A.nno XXVI

(Ptlbblicat,o il 10 nov.mbre 1919)

fondato dai professori: ·

GUIDO BACCELLI

FRANCESCO DURANTE

SEZIONE PR.ATIOA. R.BDATTOU

CAPO:

PROlf. VITTORIO ASCOLI

!'\OM.MA.HlO. ()sservazioni cliniche: G. Bergamini: Studia sul sodòku. Sunti e. Ra.ssegn_e: ~HIRURGIA: V. Pauchet: Stasi intestinale . cronica. ~ala.ttia d1 ~rbuthno~ Lane. - MEDICINA: Nonne: Le alteraz1cn1 del midollo spinale nella carcinomatosi. SIFI~OGR~FIA :. Golay: La questione degli apparechi di vetro negh acc1dent1 ad neo·salvarsan. Conp-e~si: XXV Congresso della Società Italiana di Medicina interna. · Accademie, Società Mediche : R. Accademia Medica di Torino. - Società Medica di Parma. Appu»;ti d:i Medicina Pratica: SEMEIOTICA: Il segno dell ottusità ascellare nella diagnosi delle affezioni pleu riche ..- Un segno per la diagnosi precoce delle pleuriti toraciche. - Un nuovo segno per la diagnosi dei tumori pleuro-mediastino-pulmonari. - TERAPIA : Trattamento pall!ativo della rino-faringite cronica. - L' autovaccinoterap1a del catarro nasale cronico - Nelle punture d'insetti. NOTE DI . MEDICINA SCIENTIFICA : Ricerche sul principio attivo anticoagulante dell'lrudo medicinalis. Diri~ti ~i

propi;ietà riservati. -

tl• ess• $en:a cit•rne UI tonte.

t

Pos'a degli abbonati. Oenni bibliografici. Varia. Nella vita professionale: Crortaca del movimento professionale. Risposte a qu~siti e a domande. Amministrazione sanl,aria: Agevolezza agli Enti moral per opere igieniche. Condotte e concorsi. nomine, promozioni, onorificenze. Albo d'oro. Medaglioni: T. Ferretti: Robertq Alessandri. Notizie diverse. Necrologia: R Alessandri : Angeto Roth. Indice alfabetico per materie

vietata la ripro4uzion1 4i ùtv01i f>ubblicati nel POLICLIWICO o la pubblica:foti1 tli su##t

.

OS~ERVAZIONI

CLINICHE.

'ÙSPEDA~B DA CAMPO 0141.

Studio sol sodòku. Capitano Med. GIOVANNI BERGAMINI, 1dirett.Otre. Le ragioni per le q tta!li ani sono deciso a pubb licacre questo ·Cai.510 s.ooo : 1a irarità del sodòku, 1e ricerche tf.aJt.te, u.n.a èer.t a reflazione ron Ja vita a l rompo, i riapporti che a ttraverso ,l 'eziologia s pirochetica e J:a guaril-Jilà.tà per ·s alvarsa!ll si intravvedono fuia sodòku ·e· f1ebbri riconrenti. E' no.torio che i1 soclòk·u (conosciuto i:n Eu·ropa per ·m &iito di Frugo.ni) è ·pa.-iodotto cl.a morso di :tepo: si in·c ardina su pochi sintomi precisi : '.febbre 1iiconrent~, er.i bema es.c;uda.tiv:o, reazione linfoghiamdo1are, dolori. Success1va:menite ne sono stati designati come agenti', carusru~, uno1 sporpzoo (OgaJta, P'iazm, Proescher) uno streptotrix (Scottmi.1:1le.r, Blake Tu.nnicliff) '111nis .s:pia-ochete (Foutaki e coll~bo­ raitori, Kitaw.aya e M:t:t.coya.ma~. È da. tener piresente é he non tutti gli :autori b.a.n'tlo compiute 1e d·icerche indicate dai giap·ponesi, nè tntti ricercarono negli stessi momenti della malattia: 1a difiìcoltà Ji .ottenerne lliprodu1

1

zione iin col.turo spi.e.ga rra positività o meno dei va·r i reperti. Si sareb·b e inoltre otten urta ri prod uzione della .m:aJ.attia 1111 :amima1i inocu.le.ti c oi diversi a.genti isolati. La varia .interpretazion1e dJei reperti posi·t ivi probaibi1lm.e nte rag·gi uingerà I 'accordo attraverso l '•un.ità dei .metodd e l:a molteplici,t à de{ ca:si. A.ttua:lmente, per a1tr·o, ed in base al[e più moderne e ben documenitarte ricerche, il sodòku rientra, di pieno dit·~tto, mc11a famiglia de11e spirochet.os.i e :nel gruppo delle febbri ricorrenti. M.o lti fatti aina·l ogl1i e ·m olti puntii. di contatto lo ·r iu·ruilscoruo 1Jrufatti a lla febbre ricor·r ente: l'ezio 1ogi:a s pirocheti.c a, ,1a ;presenza de.lila spirocheta solo alla prittna fia;se de.Il 'accesso, il decorso febbri.le che ta1ora, per .1a .lunga durata, rappresenta 1a più tipica delle febb1-i '!icQtl!anrti, l'es-am.t ema che simile può .aTVersi' nella febbre rirorren·t e (Mansioni) , !la g.uarig.i.01I1e per tempia €.ndovenosa di Neosa.1var.san ecc. Già Kolle e. Hetsch definiva.no la febbre ricorrente « ma1a.:ttiai irufetbiv·a c he si manifesta 001t1 .iacoeS!Si indziantiiSd. repenrti1t1.aJ1D.enite • Qoru hrivido al quale seguono pa..recchii g.ionn.i di febbre Qon p iìccole l"eJniS&ioni ed i!llte rmi ttenre » . E non è forse quanto av,1iene nel sodòku? Da molti :au·t ori Yiene il sodòku .a'\1 vicina . to atla sifilide per l'agen.t e cau &a1e, lunga dur.ata,

(I} •


IL POLICLINICO

riacutizzazioni multiple cicliche, anemia, dolori, -eri1terio terapeutico (Borelli Crohom). G.iusta111ente nel marzo 1918 Fou.taki e collaboratori in suoc€ssive pubblicazioni si spieg·a;no il 0001fronto col·l a 1ue, basandosi oltrechè su.i suddetti criteri a~he s u.i fatti cutanei, ghiandolari ed il risentimento di fronte al mercuri-0 e « 6o6 ». Veramente importante è l'osservazione di Marli11'0tti che, dopo l'iniezione di Salivar.san viide comparire .fenomeno analogo 01lla reaz,ione di Her• xe1mer. Certamente esiste stretta parentela ianche con 1'ittero spirochetico : Roger ha fatto .n oto che i.1 topo « do~t étre {)(}nsidéré oomme un rése.rvoir d!e virus pou.r l 'agent en.fecti eux de la spiirochétose iictèro hemorragique » Gabbi e Mo 11tefusco propongono .pertau.t o di oons.idera re I 'ittero isipir·oche!tico oome u·n a febbre rioor•r ente. Oaippel:laini e Fru·g oni occupandosi a·ppUJn.tQ dell'eziologia delJ'ittero castrense (1917) scrivono «un'altra for.ma morbosa dovrebbe ess-ere or.man, <lacchè le è rioonosciuta eziologia spirochetica, di .p ieno diritto cl as:sificata fra ile febl-J!t'i ricorrenti cioè il sodòku : .mai1attiia cli~rlcaJ1llenite irappreseintatta dalla .p iù ti.pica fe·b bre rirorrente a numerose e protrartte riprese Il ra:ff.ronto fra spixoch etosi ittero emorr~crica e sodòku ·viene imposto consideTa•ndo che ~l veicolo dii t!.asmiissione è sempir.e il topo, nell'una col morso, ne1l'ail tra coll 'ut'Ìlnia, che l'agente è :sempre 11ma .s piroc-heta, ·ohe J.a 1.1«::>ta fond!a·m entale delle due malattie è un cic1o febbri.Je ». Da U'll.O studio recente detl Curcio stralcio che, come ·n el sodòku, quanto più a 1urug.o dura 1:a febbre voliJllica, tainto piu si notano à:rrego'Larità negli iin.terval•11; i11oltre ipuò manca•r.e 1'aiccesso ed essere piresenti gli equi.valenti co111<C:o!lllÌiainti (accessi a'llte e post pdnenti). Ricordo inol:t re che amlhedue 'lie m:rulattie sono m:a:ntenrutle dia ;uina spirocheta, almeno a parere di molti au.torii (TO€fner, Reimer, Cony e Deyar.ric de ~ta Ri·viè['e). 1

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1

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Caso personale. Soldato Sciondino Seraifi;no, automobilista. .l\ma.m nesi famigli0X'e e personiale muta. Riferisce d '.essere sempre stato gracile. Non ha mai ecceduto .nei piaceri della taivola : afferma di non essere f11matore e di mon conosc'e re la venere. &111a rune del mairzo 1919 uria mattina, ment.re introduceva una Jnano in Ultl. ~etto, fu morsicato da. uru topo grigio del·t a grossezza di due pollici, che subito dopo fuggì. Il morso i nteressava salo Ja. pelle, al lato interno dehl 'articolazione metacarpo-fulamgqa del pollh Jsiniìtro, faccia dorsale. Il paziente &i medicò con ti.nt~ d 'iodio. Successivamente sulla piccola ferilta s1 \·en'D.le'ro formando due crosticine e la Lesione 1

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(2)

g1:1-airl ~za. dar luogo a processo sup~urativo_ Circa 2 sett1mane dopo, quamdio cioè la feriita era già .guaritt.a, il paziente ebbe ad urtar.e Ja .maoio. contro u11 radiatore : :ne deriivò til distacco delle croste già essiccate. Ne11o stesso giorno comparve tumefazione di tutto ii.I dorso detla maino. fino . a.J polso, 0011. dolore .e rossore spiccati in. oor!ll.Sp<>ndenza die1:1a sede del morso. Non modificaindosi questo stato di cose, anzi estendendosi il futto . flogist-i·c o .~l>avamb~accio ed accompa·· g1narndos1 . a ~ di prostraZlone, febbre, sudoni, cefalea, 11 pa~ente ottenine d'essere a.vviiaJto a qu·esto ospedaile ove entrò ;fil 17 a·p rile 1919, colto . da forte ·br~vido. . Esclude d'avere, prima del suo ricovero e dopo11 morso sofferto .p er con,1 u.1.5ioni, ittero .erpete c~iahe, fatti .0C111ia.ri. Io. vedo 1'amm.~r1ait~ per l~ pn.m a volta 111 12 magg.io r919. Rdsulta che· nel frastteII11Po Jia lesione, che si era presenitata a ti po. cancrenoso, medi.a11Jte • • • impa~hi è venuta a o-Ma» ir:igione senza secre2'1on°e , e che 1'aimma1ato iLn1termittentemente ha presentato -eliet\ azioni .f:ebbnili. E ... O ... Soggetto di costituzione gracile. Svi1tuppo scheletrico regolare, pannicolo adiposo l90airsio, masse muscolari poco .sviluppaJte e fl~­ ci~. ~elle biainca, con .lenitig-.giiJtl.i , :fisonomia vecch1egg.ta>D.te. .Sul'la sede die1ija · morsicatu.r a si urotano due cicatrici piccole, p.u ntiJformi, non aderenti, titm piiaintale su fondo color rosso scuro, quasi violaceo~ All 'iin:t:orno, detto caro.p o, è ciroondaito dai un al1one de11e di·mensiorui d'una moneta da. 5 J.ire,.. dii! ooloriito rosso ·vi.noso. Nella regione anteriore del rtor~e, dalle prime arcate costali, fino agli ipocondri, con prevalenza diel11''emi.torace destro esistono numeros~ chiazze, di f.orma i.rrego1armente ciircolare·, guit:tate,. attrtl!late, citrcirnnatie, de11a dimensione medi.a di 1111 soldo, dii oolorilto rosso ciliegia. Il centro è l~'eVe­ anentie impa.11.idito, ·l a tperiferia è un po' rilevaita . dal piialnlO. Non provooasno prwrirt:o. L'esame de1l'apprurato l~nfatrico mostra gamglti pieooli, .mobiali, i:ndolenti, disseminati a irosario aililia :DJUca e regi10ni laterali del 00110, aggruppati alle 'll1alStoidi, a:11e fosse sopra e .sotto cla vioo1ari, riuniti a pleiadli negli .inguiiri1i. Sono più grossi ttrel oa.vo lm.guina1e destro e si spimgono fi·n o ai11 'a.pice del triangolo <li Scarpa. Rilevo a carico de.1 tubo digerente : denti rari, gengive a.riro.ssa,te e scollaite, aiLito Ietido - nel palato non esistono eruzioni di sorta. - Il fegato e •l a mi'lza ;non si palpano, l'addome è illievemente meteoriro. L'0Jlbte:ro ~pir.art:or:io mon •presenta che lieve riduzione del murmure illell 'emitora.ce dli destra. Cuore nei J.imi ti : liev""e accentuazione del 2° tono nre'l focolaio de1J.a polmonare. Polso ftrequ.ente, nitmico. Nulla di notevole a carico del sistema mervoso. Psiche inte~a. L'ammaliato si es.prime co11 scarsa precisione ed efficacia, ri.sponde s ·v ogooto: è torpido. Sensi s peci·fici squrisiti. Lieve ipe-rtro:fia della t·i roide. Per il decorso è a rilevarsi che ad ogni ci~lo febbrile si accompaglnò sempre l 'ieritema essudaltivo, r.ianase.ro i.nvariati i gamig:l.i, mai com parvero do.lori . ~ tCUre sr.iicostituenti si mostrarono. ii.n11ti·1i. Venne lm.iettato dl giorno 3 giugno 0,30 di neo salvarsain. per v.i.a endoveno.5a.. Segui modica reaz1one tipo Herxejmer. Miglioramento rapido e · note,·ole dello stato generale. Non sono più cotnparse poussées febbrili. Il paz:ente f.u dimesso· 1

7

1


[ANNO XXVI,

FASC.

42]

SEZIONE PRATICA

il giorno 29 giugno 1919 per sua ·v olontà. Non si priestò ad aLtre ncerche. Esa:me de'lll 'uri:nia : assenza di e1emetllti pato1ogici; ia11 'esame microscopioo del sedimento, nnmerosi cristalli di os:so1ruto ,di calcio, oe1'Lu1e epiteliaJ.i ;Pi:aitte ~lle basse vie :uri·narJ1e, .qu.a:liohe ratro on.stallo di tttraito amorfo. Esame de1ile feci : qua:1che uova id i :a sca.ri<le. Rea.zioo.e di W aissermam.11 positi va ( + + + ) . Esame de1 isangue (.faitto durante a~censi'one fiebibri!Le). E)moglobina 64 %. Globuld rassd 1

3,994,000. Bia'll!Chi 0,200. Valore globu1are o,&z. Fotmu.la l:eueoci!ta.ria. Po1illJUcleati . · n.eutrpfì:li 6g,59 ~~. Eosinof11~ 6 %. Basofili 0,60 0~. Leucociti ·g randi e picco.l i l3,60 %· Grandd' ·mon.Qn-t1cleati 7,00 ~~. Fonme di pa:sooggiio 3,30 %· Ricerca spWoc::hete n ·e g.ati.va (coùor~ionre ool metodo di G.a,uth'ier e Giemsa).

Presskme 95 sistolica, 80 ·diaSitoli,c a ('sfigmomanometro FII'runchi).

1227

sed•e del m1o.rso, deJ1'·effLoresOOnza cutanea e de11a ..

febbre. 3° L'i11gorgo pertnalllJen:te ed .irmanu1:a.to dei1Ie stazioni ld!nfu.tiche, senza fenomeni tumultuosi, nè all 'ilnizio·del qùadro, nè ialle poussées feb.b.r ili '8uccessive. 4° L'assenza di ogni suppurazione. 5° L'eosiùio:fìlia: e f ':a.ni;socito,si. 6° Il ri.su·1 tato :n!eg1a.:tivo al:l 'esa1m·e del sa.ng.ue per .la ricer:car dell'agente orut1lSlaile. 7° Was·sen:ruwn positiva ( + + +). 8° !inutilità de1il e 'cu:re sintomatic·h e. GUJaXigiOilJe per sa:lvarsan:. 9° Nessun.a prevalenza dellle ma:uifèstazioni eruttive e :Ji.nifo-ghiand.ol.airi sul lato siniistro IOO!lpito dal morso.

Ed ora due .righe di rommento. r.1r caiso 1s11esposto, sebb·ene decorso con andamento subacu.ito, riUJni:sce gli estremi 1~essari

Boche parole d'indole generale. Il meccanism.o per ~a produzione de& ma1attia è un mors·o di itopo.

per Jai d-iag·nos[ di so<J.òku : morso di topo, febbre ci1ci1àca, li:ngorgo li.inJo-ghiandolare, eritema essiuda:ti vo. Sorvolo .sul1ia .diagnooi di;fferemziiale ; ness11ma entità m01rbosa può essere iiruvocata .se si considera nelll 'rnsieme J.a siJlldrome in ques1tione: .so1o 1ia interpretazione di silnrbomìi. iool:ati .può 1eg.g itti,ma1te il confronto. .Qredo degno di nota rilevare: 1° La 1pu.rezza del cai&O: essendo ememo iltnm'UJlle da tare er00it1a:rrue, da .m a:lattie irnfetti ve, da aivvelena.mentii od initossi.catllioni. 2° La ~ompa.PSa ed e&plosdene oontempon-anea. ad ogn± ci~lo, dell'esailltaziQlÌle delle ·1esiorui a.lila

Qua.11do il morso fu .c1aito da altri animali,

1

.)

qtLe&ti ebb.e ro oontatti 1precederuti con ,t opi. I topi che oon :m orso ipirod:tLcO!no :il sodòku, proba:b iLmente sano m.aJ.ati. FoT&e è n.e cessaria una esaltazione degli ospiti aibi1niia:l i della ·hoc~ d :e l .t opo, forse la .spir.ocheba . ha 1b isogino, come .p er 1a iI'abbia iLnterviene illel cane, d'un ciclo nel topo, onde determinare u1110 istato di ·m ale il e oui caraitteristiche SQllO: l'dm.Pµlso iail morso e ilia facilità di trasmissione del oodòku. · Le defilcien2e delil 'uno o dell 'a'ltro ·s intomo non infi.rm arno le dia'gìnosi. La febbre, l'esarnrtem.a, 1

(3)


1228

IL POLICLINICO

l 'i1ngmgo Jilllfo-ghiain.dolaire, 1Ja reazione locate, ta1ora deviano dal tipo classco, quale balza chiaris simo specialmente da.L~e monogra.dìe nostratne, (Frugoni, Gòtti, Piazza, Zanmiini, Per.ugia, Cairchid.io, M.artinOltti, Cavima) e Lavori giapponesi ; ciò significa che dl sodòku non è stereotipato ia fonmll!1'a fissa, ma è multiforni,e, va·r io secondo .i paesi, e le condizio1ci di vita e di ambiente onde .assume i.ruteresse q ua.nto si rifer.~sce in questo cam'.Po j)er la patologia castrense. 1

di cui le contrazioni fanno pl"ogredire ii' c0ntenuto digestivo dal piloro verso l'ano.• La traversata digestiva è normalmente- rapida, poiclìè gli alimenti raggiungono il cieco in cinque ore. La progressione delle materie nel tubo digestivo è sottomessa alla contrazione di certi segmenti che agiscono su di esso come il cuore agisce sulla circolazione sanguigna e che fanno progredire gli· alimenti e le materie nella direzione dell'an0. ~mesti muscoli sono sottomessi all'azione del sistema nervoso d'un sistema nervoso àd azione automatka e di X. B. - Ll Capitano medico Bosisio direttore -cui il punto di partenza è costituito· da raggruppadel Gabinetto Batter. d 'Armata mi fu di notevo1re menti nemo-ganglionari che entran0, c0llllle le celaiuto nelle ricer-che con1piube. Vivamen·t e 1l·o ri11lule e le fibre nervose del cuore,. in c0tttinnità con • graz.to. 1e fibre muscolari. Questi segmenti ·contrattili sono- riconoscibili. sopratutto: ro Nel mezzo del piloro; '20 Sulla seconda ~orzione del clttodeno; 3° Sulla fine dell'ileo; 3° Sulla metà destra del colon trasverso (Case); CHIRURGIA. 5° All'unione del retto col sigma. I movimenti contrattili di queste «zone sfinteriche » cacciano il contenuto digestivo verso l'ano, Stagi intestinale cronim. ma, sotto l'influenza di un ostacolo, le contrazioni Malattia di Arbuthnot Lane. possono essere retrograde e far. refluire il conte(V. PAUCBltt, Gazette des hopjtaux, n. r4. nuto verso lo stomaco e l'esofago. Sotto l'influenza di ostacoli o di riflessi, di varia origine, dei seg15 marzo 1919). menti possono non contrarsi o essere affetti da J"'a S. I. C. è uno stato patologico frequentissimo spasmi; i segmenti sovrastanti possono atrofizche si estrinseca con disturbi variabilissìmi. Bizarsi, dilatarsi; ne risultano dei disturbi che consogna esaminare clinicamente e ai raggi X la magducono alla stasi intestinale. Questa stasi può progior parte dei soggetti che si lagnano di <t dispepsia »,. vocare l'infiammazione d ell'intestino e della sie<< gastralgia », coliche, cefalee, « anemia », « nevrarosa circosta·n te. stenia », nevralgie, dolori addominali presi per apQuest'irritazione provoca aderenze, briglie pependiciti croniche, enterite o salpingite; disturbi rito11eali, l'ipertrofia o l'atrofia delle tuniche incircolatori (palpitazioni, cianosi, raffreddamento testinali. delle estremità, ecc.). La costipazione spesso s'acCause meccaniche della S. I. C. (Lane),- Ma compagna ad emissione regolare di feci, che rapil più delle volte il chirurgo trova delle cause mecpresentano però la parte eccessiva del contenuto caniche: briglie, inginocchiature, aderenze, che spieintestinale. La radioscopia deve segnalare al m~ gano il ritardo nella traversata intestinale. dico in quale proporzione vi sia ritardo nell'evaJ,a stazione verticale favorisce la caduta dei vicuazione della fine dell'ileo, nell'evacuazione del sceri addomin ali, ma in un soggetto normale la cieco e del colon ascendente, ecc. Se vi è coinciparete del ventre, ben muscolosa, sostiene tuttavia denza fra la stasi bismutata in uno gei segmenti i visceri in equilibrio. Le gravidanze rilasciano la intestinali e ima parte clei disturbi enumerati, si parete addomjnale, le malattie acute o croniche può affermare che esiste auto-tossi-infezione da provocano il dimagramento, le abitudini sedentarie atrofizzano i muscoli. Così si produce lo squi\ . I. C. Patogenesi. - Cai,se fisiologiche della S .. I . C. librio del ventre; il fegato, i reni, gl':intestini, lo La funzione clell'intestino dipende: a) dalle sue stomaco cadono verso il bacino. Xe risulta un auglandole mucose; b) dal suo sistema nervoso che mento di lavoro imposto alle pieghe peritoneali forma un plesso con fibre e gangli, sottomesso alle che sostengono i visceri; questo aumento di lavoro provoca la reazione dei legamenti, il loro i .. eccitazioni dei pneumogastrici, degli splancnici e possiede, come il cuore, un automatismo proprio; spessimento, la retrazione difensiva, il rinforzo e) dal suo tessuto muscolare, rinforzato in certi dei loro foglietti con briglie cicatriziali. J~'intestino . che cacle si piega nel punto d'inserzione, per cui pwiti da fibre sfinteriche, veri « cuori intestinali », )

SUNTI E RASSEGNE.

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iFA'SC .

42]

SEZIONE PRATICA

ne deriva un - 0stac~lo al~a progressione delle materie. ·Cert0 n0l!l. .si ·produce una vera occlusione, ma c01!1!1pai0n0 disturbi spesso incoscienti, perchè leggieri, nma pr0gressivi, dovuti ac1 auto-intossieazi0ne, al riass0rbimento dei microbi e delle tossine., ehe conduce ad uno stato di denutrizio~e. Sui foglietti mesenterici si vedono appàrire delle briglie bian.eastre, degli ispessimenti, sopratutto in due punti: alla fine dell'ileo e alla fine del colon. · Ne risultano due briglie peritoneali a cui l'intestino è sospeso~ Queste due pieghe, che occupano l'apertura del piccolo bacino, l'una a def}tra, l:altra a sinistra, sono quelle che Lane chiama la prima e l'ultima inginocchiatura dell'intestino (the first and the last kink). Esse non sono le sole: il peso dello stomaco detennina, un ispessimento del legamento gastro-epatico, specialmente del suo bordo destro, per cui ne risulta un'inginocchiatura duodeno-pilorica che rende difficile l'evacuazi?ne dello stomaco; il peso del colon ascendente e di quello discendente, la caduta del trasverso, esagerano gli angoli splenico ei epatico; il peso di tutto l'intestino tenue sulla radice del mese11tere accentua l'angolo duodeno-digil1nale, ritardando l'evacuazione del duodeno che si d istencle e si dilata. Questa caduta dei principali segmenti intestinali, la formazione di briglie di sostegno, gli angoli che ne risulta no, formario dunque le inginocchiature piloro-duojenale, duodeno-digiunale, ileale (la pii\ importante, a 4-5 cm. dal cieco) , appendicolare, epatica, splenica, ileo-pelvica, che rendono difficile il drenaggio intesti11ale. I-'a pesantezza dei visceri produce la ptosi. La ptosi produce delle inginocchiature e provoca dei legamenti di difesa che accentuano le inginocchiature. Le inginocchiature producono la stasi cronica; la stasi ipertrofizza certi segmenti intestinali e ne a tro:fizza altri. La distensione duodenale che si ha quanclo l'angolo duoden0-digiunale è fisso e aderente, la mancanza d i resistenza vitale da parte clel soggetto per l'autointossicazione e la dispepsia favoriscono l'infiammazione della mucosa intestinale, da principio congestionata, poi infiammata, poi ulcerata. Questa uléerazione gastrica o duodenale può guarire senza lasciar tracce, ma può anche divenire un'ulcera cronica e produrre . una stenosi. Sotto l'influenza della distensione dùodenale, sopravven-' gono modificazioni dello stomaco; il piloro d iventa spastico;. la stasi gastrica dovuta allo spasmo pilorico fa sopratutto lavorare la piccola curvatura a monte del piloro, donde formazione di aderenze, di briglie fra il piloro, la colecisti e la faccia inferiore del fegato . I4o stomaco stirato, mal vuotato, mal difeso in un organismo stanco e intossicato, diviene la .s ede di moclificazioni che variano clalla

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semplice congestione fino al cancro, passando per l'ulcera. Il decubito orizzontale del soggetto, combinato al decubito laterale sinistro intermitte11te, diminuisce la stasi intestinale, favorisce l'evacuazione del duodeno, diminuisce la distensione duodenale e favorisce la guarigione dell'ulcera duodenale (Lane). Quest'azione del decubito è nulla in caso d'ulcera gastrica, perchè la posizione sdraiata non ha alcuna influenza sull'e·vact1azione dello stomaco; essa non diminuisce nè lo spasmo pilorico nè la stasi colica. Auto-intossicazione dov u,ta alla S. I. C. - E la conseguenza del riassorbimento delle tossine intestinali mal drenate. L'infezione del chimo è la conseguenza del ritardo, nello svuotamento del contenuto dell'intestino tenue e dello stomaco. Tossine e microbi sono riassorbiti dalle vene e dai linfatici. L'auto-intossicazione e l'auto-infezione croniche spiegano tutti gli accidenti infettivi, generali, nervosi di cui i malati si lagna110: dimagramento, depressione, a11emia, nervosismo, stato subfebbrile, enterite, appendicite cronica, emicra nie, insonnia, raffreddamento delle estremità, ecc. Di11iagramento . - La prima conseguenza dell'aut0-intossicazione è la scomparsa del grasso, ciò che porta ad un'apparenza di senilità precoce e accentua la ptosi. Costipazio1ie. - La scomparsa del grasso dal bacino ha per risultato la retroversione dell'utero. Q11ando la donna si sforza per evacuare il contenuto dell'intestino, spinge il fondo dell'utero congestionato verso il retto, che si trova compresso fra l'utero e il sacro. Per circolo ·vizioso, la stitichezza -provoca la retro:ìeviazione e la retrodeviazione produce la stitichezza. Rene mobile . - Avviene per la. scomparsa della capsula grassosa, e può essere causa di disturbi della circolazione e dell'escrezione dell'urina. Disturbi della pelle. - La perdita del grasso è causa di vecchiezza precoce: si ha comparsa di rughe, salienza delle ossa, caduta <lel seno. La pelle s'ind11risce, diventa secca, si pigmenta nelle zone di pressione o di frizione, il collo prende un colore bruno-cioccolato; la pelle del ventre e delle coscie prende una tinta carica; il sudore delle ascelle e degli ingninj sviluppa un odore forte; i capelli cadono; si sviluppano peli sulle gua11cie, sul mento e sulla faccia posteriore d egli a"'\rambracci. Anoressia. Agenesia . - L'inappetenza sessuale accompagna l'inappetenza alimentare. Disturbi circolatori. - Le tossine agiscono sul miocardio, sui vas0-motori, sulle glandole cutanee, ecc. Le emazie sono distrutte, clonde cianosi. Ouesti disturbi della circolazione determinano il ,,.._, \

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IL POLICLINICO

raffreddamento delle estremità. La pelle dell'avambraccio è ispessita, infiltrata, edematosa, cianotica, qualche volta coperta d'acne~ le dita sono cianotiche. e i geloni frequenti. In certi casi si può constatare tutti i sintomi de'l morbo di Raynaud. Atrofia muscQlare. -11 sistema muscolare degenera, i muscoli volontari diventano flaccidi e il soggetto cerca la posizione di riposo. Nell'età giovanile i muscoli atrofizzati producono deformazioni: scoliosi, piedi piatti, genu valgum. La parete addominale sostiene male i visceri, donde gastr~coloptosi precoce con stitichezza cronica e progressiva. La parete dell'ileo si fa sottile, bluastra, senza vita, senza contrattilità, senza azione sul suo contenuto. . . Dismenorrea. - L 'utero si abbassa, cade in dietro, si piega in avanti, donde disturbi mestruali. I nsufficienza cardio-renale. - I reni sono più o meno insufficienti, l'epitelio si altera, irritato dall'iliminazione prolungata delle tossine intestinali, il cuore è ora molle ora in stato d'eretismo, secondo che v i sia ipotensione (nella donna) o ipertensione arteriosa (nell'uomo). Insufficienza respiratoria. - La respirazione è corta, s ia per azione diretta sui muscoli respira. tori, sia in conseguenza dei disturbi cardio-renali. La spirometria mostra che la capacità respiratoria è diminuita. Disturbi n ervosi. - L'influenza deprimente della stercoremia sul sistema nervoso è accentuatissima. Il soggetto è debole, abulico, depresso, nevrastenico, non può lavorare nè fisicamente nè mentalmente. Sono frequenti la cefalea, i vomiti, le nevralgie (del trigemino o dello sciatico), i dolo.t i re11matoidi; l'insonnia e gl'incubi sono la regola; il sonno non è riparatore. Stato del se1io . - La mammite può servire da barometro d'intossicazione (Lane). Più tardi possono sopravvenire la degenerazione cistica del seno o il cancro. I nsufficienza ti'Yoidea e surrenale. - La glandola tiroide d iminuisce di vol11me fino a non palparsi più. _i\.nche le surrenali s'atrofizzano. A ·rtropatie. - Le articolazioni reagiscono: reum a ism o deformante, reumatismo di Poncet, lassità articolare favorita dall'atrofia muscolare, tubercolosi osteo-articolare, ecc. D isturbi infettivi. - L'infezione dell'organismo è precoce ed è dovuta al riassorbimento dei microbi deglutiti con gli alimenti, microbi che normalmente s'eliminano con le feci. L'infezione inizia dalla mucosa naso-faringea, sotto forma di vegetazioni adenoidi, d'ipertrofia tonsillare. I gangli del collo sono da principio infettati dai microbi banali e più tardi, nei predisposti, dal

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bacillo tubercolare. La mucosa buccale s'infiamma· si osserva gengivite con caduta dei denti. Le infezioni digestive sono frequenti, dall'appendicite, alla colecistite, all'angiocolite, alla pancreatite. I bacilli possono passare èall'intestino nelle urine per cui si ha bacilluria, che, nelle gravide, può ~ere il · punto di partenza di una pielonefrite gravidica. Può osservarsi anche la tubercolosi intestinale. · La stasi intestinale favorisce la nefrite, la tubercolosi ganglionare, osteo-articolaré, l'artrite re11matismale cronica, il gozzo esoftalmico, l'adenoma della ,mammella, dell'ovaio, tutti i can~ cri, la malattia di Addison (per tubercolosi delle capsule surrenali), infine · tutte le infezioni croniche dell'intestino crasso (colite membranosa o ulcerosa, deverticoliti, ecc.). !rattamento della S. I. C. e delle site complicazioni. - Se questa malattia è poco conosciuta e mal trattata, dipende da che generalmente non è studiata all'ospedale. Un soggetto affetto da stitichezza cronica non viene ospedalizzato, perchè non si ritiene un « caso interessante ». Quali sono i casi che devono guarire solo con l'igiene, il m~aggio, la ginnastica, ecc., e quali sono quelli che devono essere operati? La S. I. C., allo stadio iniziale, non s'accompagna a· inginocchiature irriducibili, ad aderenze, a briglie, ad atrofia dell'intestino crasso. I purganti dati regolarmente alla Guelpa producono un sollievo perchè assicurano il drenaggio intestinale e provocano l'eliminazione .delle tossine attraverso i reni. bisogna aggiungervi l'uso d'una cintura ipogastrica, il riassorbimento quotidiano di paraffina, la ginnastica, la coltura fisica. Se il trattamento medico fallisce, bisogna ricorrere all'o• peraz1one. L'importanza dell'operazione varia secondo i casi anatotµici e funzionali. Senza dubbio può essere seducente di tagliare le briglie, le aderenze che provocano le inginocchiatu.r e, ma esse si riproducono dopo la sezione. Meglio è ricon·ere subito alla ileo-colostomia con o senza colectomia. La colectomia è il trattamento di scelta: le conseguenze operatorie sono buone specie n ei soggetti giovani e nella precocità dell'intervento. __S~!_l soggetto è debole, operare in due tempi; fare da principio l'ileo-sigmoidostomia e sei mesi più tardi togliere il colon. Tecnica della colectomia. - Purgare il malato (olio di ricino) prima dell operazione. Introd urre in ciascuna ascella un ago che permetterà l'iniezione continua di soluzione fisiologica (2 litri) . 10 Lunga incisione cutanea, a lato della linea m ediana per modo da aprire la guaina del grande retto. I

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SEZIONE PRATICA

Esplorare tutto il tubo intestinale. Liberare l'intestino crasso e gli ultimi 6-8 cm. del ten-qe. 3° L'ileo sarà tagliato trasversalmente al termocauterio, fra due pinze di Kocher. Il colon -pelvico è attirato fuori per una lunghezza suffi·ciente a permettere la sutura capo a capo fra la :fine dell'ileo e quella dell'intestino crasso. 40 Il grosso intestino è tagliato al termocauterio fra due pinze di Kocher. 5° Assicuratosi che l'ileo non è torto, se ne porta l'estremità terminale a contatto con quella del colon pelvico per le superfici sierose. Si fa un sopragitto siero-muscolare. Si tolgono le pinze e si afferrano le aperture intestinali con tre pinze di Chaput: l'una a livello del mesentere, l'altra sul bordo libero, la terza sul labbro esterno dell'intestino, nel mezzo per tenere l'apertura beante. Si riuniscono allora le labbra dell'intéstino con una sutura continua. Se il lume del retto è più grande di quello dell'ileo, prendere più stoffa là dove ve n'è eccesso per mo:io che arrivino ad adattarsi. Una sutura siero-sierosa al disopra della prima assicura la chiusura ermetica. S'introduce allora una son ':la gastrica per il retto che raggiunga e sorpassi l'anastomosi. 60 Resterà uno spazio 'ruoto fra il mesentere e il meso-colon pelvico, che bisogna suturare per timore di aderenze secondarie del tenue o d'uno strozzamento intestinale. 70 Colectomia, tagliando' passo passo il meso-colon ed evitando legature in massa. Curare scrupolosamente l'emostasi. Per evitare le aderenze infiammatorie secondarie, Lane consiglia d'iniettare nel ventre, per mezzo di una sonda di Nélaton a ventre quasi . chiuse, 2-3 litri di acqua salata. Quest'ascite artificiale si riassorbe in una diecina di giorni, tempo sufficiente perchè l'endotelio peritoneale si ricostituisca e impedisca la formazione di aderenze. Il drenaggio delle materie fecali e dei gas dall'intestino è assicurato dal tubo Faucher, la cui presenza mette al riparo dei dolori, delle coliche, del meteorismo delle nausee e dei vomiti. Biso' gna cominciare l'alimentazione prestissismo, perchè il soggetto è debole. Se l'emostasi è imperfetta, se l'asepsi non è assoluta al momento delle suture intestinali, possono prodursi emorragie od infezioni che in un . soggetto poco resistente possono condurre lentamente alla morte. Se si produce distensione di stomaco, per spasmo del piloro o dilatazione del duodeno , si manifestano vomiti neri; bisogna allora lavare lo stomaco. Ileo-sigmoidostomia. - L'operatore taglia l'ileo e l'impianta sul sigma. Non ometterà mai d'introdurre un tubo di Faucher nell'ano, che sorpassi 20

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l'anastomosi e gli ultimi 20 cm. del tenue. Questo tubo si terrà per una settimana. Emièotectomia destra. - Sè il sigma non è dilatato, se non vi sono retto o colo-sigmoidee, questa emicolectol;llia, operazione benigna, basta. I/operatore . sopprime il cieco, il colon ascendente e la metà destra del colon trasverso; libera l'angolo spemico e lo tira nel mezzo del ventre per l'anastomosi. Risultati operatori immediati e lontani. - I risultati terapeutici non sono così costanti come quelli che si osservano dopo l'ablazione di un gozzo, d'un fibroma, d'una colecisti, perchè il più delle volte si operano malati con tessuti ed organi profondamente alterati dalla lunga durata del male, con gravi turbe del sistema nervoso, con reni, fegato, surrenali in:;ufficienti. La più parte dei malati, però, ritrovano un sonno normale, cessano di aver dolori di ventre, di testa, ingrassano, ti.prendono la loro attività, uria temperatura normale, una tinta chiara, ecc. Arbuthnot Lane segnala risultati più tangibili ancora. Egli operò un malato affetto da re11matismo deformante e doloroso, datante da più anni: 24 ore dopo la colectomia i dolori cessano; qualche mese pit\ tara i le anchilosi scompaiono e la vita ritorna normale. In casi di tubercolosi chirurgica, d'artropatia o d'adenite tubercolare, un « corto- circuito » intestinale (anche in casi avanzati) ha çlato buoni risultati, cioè la trasformazione :fibrosa delle le .. •

SlOnl.

Un malato, affetto da erosione pustolosa diffusa della pelle ribelle ad ogni trattamento guarisce con la colectomia, col quale trattamento guarisce anche completamente una donna affetta da feroce prurito cronico delle labbra e dell'ano. Il gozzo esoftalmico ha potuto essere modificato, e così pure le nevralgie del trigemino, il morbo di Raynaud, dopo constatazione di S. I. C. ai raggi X. La colectomia totale fatta d' emblée nei soggetti molto deboli . è un'operazione grave (15 p. 100 di morti). L'ileo-sigmoidostomia (3 p. 100 di morti), l'emicolectomia destra (nessun morto), la colecto· mia totale secondaria all'ile0-sigmoidostomia (nessun morto), sono operazioni benigne. B. MAscr.

L'herpes corneale nell'inftuenza è stato ossel'Vato da Guglianetti (Giorn. di M ed. mtlitare, 1918 sett.). Lacrimazione e vascolarizza.z ione perlcheratica, accompagnata da dolori nevralgici irradiati al trigemino. Dopo qualche giom~ ulc~~o!le superficiale della cornea, a contorni polictcl1ci, con anestesia corneale ed ipotot?a del globo ocula!e,. Evoluzione lenta, che finisce talora con opac1ta indelebili.


IL POLICLINICO '

MEDICINA.

maria d.ei <'Ordoni laterali, che egli attribui a degenerazione tossiemica. N on11e in questo lavoro riferisce un altro cas<Y Le alterazioni del midollo spinale di lesioni midollari aipendenti dalla tossiemia • nella earcinomatosl. ca11cer1gna. (>Yo~~E . Medizin.ische Klinik, 1919, n. 38). Si tratta d i una carcinomatosi, il cui tlrmore primitivo era lo~alizzato ai polmoni. Col tempo· I rapporti fra carcinomatosi e disturbi midol- si svill1ppò il quadro clinico cli tma mielite dorsale lari sono stati poco studiati. Sono ben noti i sin- trasversa quasi completa. I.e vertebre non erano tomi dipendenti da compressioni del midollo o apparentemente colpite da metastasi; la sindrome delle sue radici detemlinate da metastasi cancerigne da compressione si poteva escludere. Alla sezione delle meningi. E si sa come difficilmente si hanno si trovò il cancro pulmonare diagnosticato clinicarcinomi intramidollari primari o secondari; un camente con. nlrmerose metastasi all'addome ecaso ne è stato descritto da Sadelkow. Ma a parte nell'ottavo, nono e d.ecimo corpo vertebrale. I ciò non è dubbio che la carcinomatosi può provocare corpi delle altre vertebre erano intatti. Kel canale disturbi midollari non dipendenti da localizzazioni vertebrale, nelle meningi, nel midollo stesso all'eneoplastiche secondarie, n1a unicamente determi- same microscopico non si trovarono tracce di nate da lesioni tossiemiche. cancro. I/esame sistematico microscopico del miOppenheim ha descritto un caso di mielite dif- dollo spinale dimostrò alterazioni delle fibre e delle fusa verificatosi in un individuo affetto da carci- cellule gliari nel midollo dorsale inferiore e lombare nomatosi: nel focolaio mielitico non si trova,ra nes- superiore nonchc! alterazioni ganglionari delle suna eelll1la carcinomotasa. cornea anteriori. Queste ultime si trovavano alMinnich in t111 caso di cachessia cancerigna con terate quasi nello stesso modo ed intensità anche idremia ha trovato piccoli focolai di rammolla- in altre porzioni del midollo. Non è dubbio che si mento. Pfeiffer nel 1895 in un caso di cancro cu- tratta di un'affezione di ru18, determinata porzione taneo con metastasi ossee osservò una mielite del midollo spinale la cui causa si deve ricercare acuta disseminata con notevoli alterazioni c1elle in una azio11e tossica. Il reperto principale nel cellule e delle :fibre ner,rose, proliferazione della caso in esame è una lesione della glia, e ciò coinglia, con assenza di alterazioni vasali. L11bar~ch, che cide con le osservazioni di '\Veigert, Pfeiffer e J,11si è occupato di proposito del1a quistione, ha trovato barsch. Oltre a ciò si è osservato che quasi ti1tto nel midollo spinale dei carci11omatosinotevoli al te- il midollo spinale ha risentito del danno, e che solo razioni delle cellule e delle, fibre, specialmente delle le pilì. forti alterazioni si presentano a focolaio ben radici e dei cordoni posteriori. Wallenberg in un evidenti, mentre altre alterazioni chimiche dimocaso di cancro del piloro nell'ultima settimana di strabili come semplici anomalie di colorazione vita osservò la sindrome di una mielite trasversa s~ presentano sparse in tutta la sostanza bianca e della sf'zione dorsale, all'autopsia si trovò invece un grigia. Il caso in esame come quelli precedenterammollamento edematoso simmetrico dei cordoni mente pubblicati fanno sospettare che i disturbi posteriori e laterali, che s'i diffondeva dal midollo cer · midollari nei cancerosi, che in genere si attribuiscono ,-icale fino a!la porzione superiore del tratto dorsale. a fenomeni di compressione cla parte di metastasi,. Xonne stesso si è occupato del medesimo argo- si devono in buona parte attrib11ire 2d una lesione Oppeneim. me11to in relazione ai suoi studi sulle alterazioni del mii.I.olio di natura tossica. del midollo spinale nell'anemia perniciosa, nella Hoppe, Feinberg hanno avanzata la ipotesi leucemia, nelle anemie semplici, nel diabete. In che le alterazioni del ricambio materiale indotte un caso cli carcinosi della colonna vertebrale secon- dai tumori maligni siano capaci di disturbare le dario a cancro della prostata riscontrò un'affezione funzioni del sistema nervoso centrale. Oppenheim trasversa del midollo dorsale superiore, che non per altro già nel r 900 aveva espresso il parere a,·eva caratteri nè di rammollamento, nè di iltfiam- che i fenomeni cerebrali che si hanno negli individui mazione. Egli espresse il parere che per effetto delle affetti da carcinomatosi siano l'espressione di una tossine prodotte dalle masse cancerigne localizzat~ intossicazione del cervello, anche in q11ei casi nei nelle ossa vertebrali si fosse determinata una de- quali il reperto microscopico è negativo . Non deve generazione degli elementi midollari, cui egli diede quindi meravigliare se gli stessi fatti si verificano il nome di mielodegenerazione carcinomatosa nel midollo. È più che probabile che le alterazioni midollari tossiemica tras,rersa acuta. ... ""el 1900 ~Ieyer rlescrisse un caso di cancro ino- siano determinate da una tossina elaborata dallo perabile clell'utero e della vescica, nel quale si ebbe stesso cancro. Nel caso in q11istione l'intestino e lo più tardi lma paresi spastica clegli arti interiori. stomaco non erano colpiti da metastasi e quinc1i .-\11 'esame microscopico si trovò una sclerosi pri- si può con 11na certa fondatezza escludere una intos-

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SEZIONE PltATICA

sicazione per distt1rbi dell'apparato digerente. Resta la ipotesi di un avvelenamento da àlterato ricambio materia!~ oppure per effetto di una tossina cancerigna. Il fatto che !esioni midollari si trovavano nel caso in esame alla stessa altezza delle vertebre colpite dalle metastasi valorizzerebbe questa ipotesi, in quanto che si potrebbe -pensare che è stata maggiormente danneggiata quella parte di midollo più vicina alla sorgente del tossico. Se si fa una rivista della letteratura si trova che i casi di disturbi midollari (prescindendo ' beninteso dai disturbi di compressione1 sono più freqttenti quando la metastasi colpisce le vertebre, e sono per intensità e diffusione proporzionali alla diffusione della carcinomatosi vertebrale. Dr.

..L\gli aiecidet~ti di ordi·ne mecranico bisognia a.g giungere quelli provenienti d:a impurità dell'acqua distiillaita, di .Il!atura organica od inorganica. W 1ochse.lmainn attribuisce .alcund efietti spiaceivol~ {1el1e inièzioni di .neo-.salvairsain a cad:av·er.i bat.t erici sospesi nielil ':acq uia : altri hanno pensato a g.eromi ori1giinatii da .spore· che non e,rain.o state distrutte dalla sterilizzazione, onde iiil. precetto di .ni0n lélldoperare se non aioqua d$tilla,ta di ireaente. L'01cqua, p.o i, può conte.nere traccie di sostainze inorgainiche provenien,t:i, d1a 11 'appairec.chio di.stil1.atore (piombo, &i.licaiti ialoalini, sa!l.i di cailcio, di unag·nesio, di r.a·m e), la. etti importan<Za nel pr·o vocar.e iaccident:i tossic.i è peraltro molrto problemartiica. Al con1trarrio, :tu1tti i sifi1ografi. rono concordi nel nicon10.scere u11a grande tossici.tà al neo-salvar.sain c he si a .ri.n;i.asto esposto aill 'a.r ia e siasi ossiidiato. Si racc-01nanda perciò sempre di !llon a<loper.aTe fiale incrinate, il cui contenutD po-trebbie esse:re alterato, il che del ·r esU. è ifaci.1e Ticonosc·e re dial c~lO!!'e più scuro del p.rodatto. 1\1.a :i1 neo-sal var:S·ain si ossida soprattutto fuori della fiia1a e perciò l)i&og11a adoperare so1uzion~ preparate al momento della i1niezione. Ciò mai1grad·o, può atCOaJde1~e che, <lopo .cioocu.na iiniezjone, tu11.a quantità non tr.a:scUJra·b ile die1l i11edicamenrt:o .r esti :aderente :agli stiru·m enti anche qu.a1nd 0 s iano i.in seguito 1avaiti .e sterilizzaiti. U111:a pélltite aln1en.o ,di questo prodotto ossidato viene aJOora assorbito dal.1 '.~cqua d el1ia ·~ni,ezio.nie s ucce.5si va e può produ:rre <lei gr.avi .aicc~denti. ìt necessari10 perciò .a ssicu1·a'tsi prima dii ogni i1niezione che lia s,i.rin,g a ,e l'appa11echio che ·si a id operano siano stati assolutamente sbarazzarti dai residui del neo-arsenob.e nzolo della iniezione preceèLente. Il prof . .Qltramare ha potuto scoprire una reazione sens1bilissima per rivelare quantità infìnites1ime .del .p rodoitto nela'aaqu.a distil11aita, che pn.-ecijpilta:n.o con il n .i tr.ato :d i arg1ento a1l 2 o 4 %, s otto torma ·d 'ars1e11iato d.i .argen.to, di colorito b1rut110 o 11.ero-vio.1a0eo a .sP.C.o nda che si ;ado:p,era u.na 1qU1aJ11tirt:à i11suffìci·e ute od ill!ll eccesso di Ag No 3 • La reazion·e ,è s·e nsibilissima potendosi ver1ifi.caire in modo .apprezz·ah11.e :anc-he con una .soluzÌ'ollie .d i 1D1eo-salvars;an ad 1/ 100,000,000. Ora l'autorie hai osservato che dop·o aver 1~waita la siWa sdtringa quaittro, ci1nq·u e volte, 1"acqwa d-e1l 'U:1tim·o .larvaggio p.rend·eva, in presenza del1',Ag No3 , una rt:'.i·n,ta corrisp.o nden.t e pr.e&so a poco ·a.çl u.n1a soltuzione di 11eo-salva1·san all'r per 100,000. s .embra che il pr1odotto tooesco aderisca al vetro l)it). forrt:eme.n.te che nom qu-el:Jo Bi11an. Prima du1nque di iS1t er.ilizzaTe è mieoessa rio 1a\nare più vol:te con acqua distillata ·La siriinga e il irecipiente d:n cui tSi fa il.la so.1uzione, siino ad 1

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SIFILOG RAFIA. La questione degli appareeehi di vetro negli accidenti da neo-salvarsan. A n1ia.les de Dernia.tologie et de Syphiligraphie, settembre 59I9. Vol. VII, n. 7-8}.

{GOLAY.

Sono :noti g.1i accidenti più o mellJO precoci. c-he possono sopraiVivenire dopo una o più in.J. ezi.o ni 1

,d i neo-.salvairsailll. Malgrado le affe rmaziO!lli - di Ehr1ich e di .altri, b.i:sogn.a credere alla tossioità pr.o p.ria del preparato ainohe q11an.do sia so.mminisrtrato oon ·p rude nza, :sec-0J.1do 1e iregole ormta i note, ed tin soggetti con a.-eni e fega1to cli.n.icament·e .s:a:ni. N 011 bisogna p1er.ai11tro 1e.s:agerrure t!;d 00ooci1e inveee ten·er 1)re~':;.e11;be la itoos1ci tà che _può deri:va1re dal modo ·c on c11i 1si fa l'iniez.io,n e (itoss.iciità mec-cam.iica), daJ11' ac qua distiJlata che serv.e a: preparrare l'.inieziooe ··e frniaLmeinte da.il u.eo-'.salvarsari ossidato che resta :aideiien.te .aigli s trumenti dopo· eiascu·nla i·niezione. Fleig insiste 1sugli .ac cidenti mecc.a uici per clif.etti di tecni1ca al momeirut.o diel'1a ini1ezi 011e, COillsistenti stia i n un ecces,s o .d i C'O!Rc·er1 tra.zio,ne deli1a s o1uzi.one, sia a·d u11 'eocess i V1a ra p1iai,t à dell 'i niezione s tessa·. D 'a1:t11a parie l\1ilia11 .ha segnalaJt.a l'1e m.o gl1obinu.ria pr·o vocata ·diall'aicqua. c1i1s1til1:ata .e :Ravaut, per div·e rsi motivi, di cui il principale ·sembr.a ·eSS·e re il timore di un.a en1o]i.si, raroomooida di ·n on impi·eg.are c.h e soluzio,ni conce1"1trait·e . Seoo111èLo l'autore sa.rà opp.o·r tu.no ·a dopera.re .soluzioni di almeno 2 cm. cubici per dose : così, -p. e., 4 cm. cub~ci p·e r 1a dose ria. e 10 cm. cubici per la dose va, e di procedere sempre lentamente ne1 fare .f'i.niezi10Ille; precauzion1e q·u :esta che .sembra essere di gran lun1g a l:a più imporrtante, pe.r evi1ta.re la brusca p:en.etirazi.a rle nell 'or;g,ainis mo di "ll!n moo•i camento che può essere venefioo. 1

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SEZIONE

ottenere una reazione completa.mente negaitiYa dell,acqua di lavaggio. Questa .reazione dev,essere ricercata !in 11na provetta a. paaie ie non direlf:.ta:mente inegli s trumenti che si adop1erallJJO per l'inievione, .giac<:h~ 1a presenza de1 pr.ecipi,t ato nel liquido da i·niettare potrebbe a,-ere s piace,·oli cons.egt1enze. V. MoNTESANO.

CONGRESSI. XXV

~ongresso

di ltledieina interna - Trieste.

COMUNICAZIONI.

Prof. ASCOLI VITTORIO. - Sulla cosidetta encefalite "letargica. L,O. ne ha osservati due casi che si assomiglia.n o tanto da consentire di riferirne i dat~: precedette cli circa un mese un attacco di infiuenza ( ?) ; la n1ail.aJttla iniziò con fiebbfle di qualche giorno, non grave, a l cui inizio si presentarono sonnolenza, ptosi bilaterale delle paJpebre, catatonia. I tre gruppi di fenomeni si protrassero per qualche mese attenuandosi a mano a mano, fino a scomparire; ma i due soggetti non sono tornati m ai finora (cioè 6-7 mesi dopo), in condizioni normali. Infatti sono rimasti come intontirti, facili al sonno, ingrassarono, presentarono dolori muscolari e disturbi :trofici della cute. L '0. riferisce che appena resa nota tale malattia n ella clinica di Roma, altri casi (pochi, in , ..erità), n e ,·ennero descritti in città e vicinanze. Così che può ritenersi essersi trattato di una ristretta epidemia n el Lazio . L'O. esamina i tre gruppi di fenomeni ne1 loro comportame nto clinico e l 'e,·oluzione loro, p er concludere che tale encefalite è malattia grave, in quanto o h a esito letale (un qt1arto dei casi) o lascia p ostumi ch e perturbano as~i Ja individt1ale cap acità al la,·oro. Si occttpa dell'anatomia patologica, che riporta la forma al gruppo delle po1ioen oefaliti di "' 'ernicke e discute della 11atura, concludendo che con probabilità la malattia f:: in rapporto coll 'influen za. PACE. - Ha ossen·ato casi di influenza con gravi m anifest azion i nen·ose e con alterazioni (lel liquilo cefalo-rachidiano. Chiede al professor :\scoli quali risultati abbia dato l 'esa me del li(111ido cefalo-rachidiano n ei sttoi casi . .:\SCOLI , ,. . - Ringrazia il Pace d i dargli moti,·o cli intratte11ersi un momento s11ll 'esame del liquido cefa1o-rnchicliano. :::\e11a fretta dell ' espo-

l'RATICA

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sizione l'aveva trascurato. Una forte differenza fra l,encefalite e le sindromi nervose da influenza, consiste nel fatto che in queste il liquido presenta molte alterazioni, mentre non ne presenta in quella. Del resto anche la sintomatologia è del tutto diversa nei due gruppi di casi. SILVESTRI SILVESTRO. - La cinco1ii11a nella cura • della malaria. L,A. ha sperimentato in numerosi malarici con infezione maligna e benign a l'azione ·del solfato neutro di cinconina ed ha riscontrato sempre !,azione specifica di questo alcaloide. La cinconina fu be_ne sopportata dai mala.t i, somministrata anche a lungo, alla dose di grammi 1-1.5-2 al giorno. Talvolta alla dose di due grammi qualche malato accusò una speciale oefalalgia con sede a preferenza nella parte anteriore del capo, senso cli oppressione, secchezza alle fauc.i. Questi disturbi, però sempre liievi, 11on si sono mai notati quando pur somministrando quantità giornaliere di gr. 1.5-2 la q,1antità era frazionata in dosi di gr. 0.5. Nella massi1na parte dci casi dopo la prima dose l,aiccesso febbrile scomparve e nel sangue circolante non si rinvenivano parassiti. Le recidive si comportavano come nei malati curati con chinina. Dalle osservazioni cliniche dell' . t\- .. risulta quindi che la cinconina può essete utilmente sostituita nella cura della malaria alla chinina ed 11sata alle stesse dosi. •

SILVESTRI SILVESTRO. C Otitributo allo studi O della funzionalità renale nelle nefriti. L,A. esamina le varie proposte per lo studio della funzionalità renale e rileva come la pro\-a della conce1itrazione e della diluizione e la prova dell'azotitria sperimentale possono dare criteri utili per giudicare della capaeità funzionale dei reni. Anche la deter1ninazione della urea del sa1igue for1iisce un criterio diagnostico molto utile,. 11on ritiene però l 'A. che dai valori dell 'azotemia si possa sempre stdbilire un prognostico assoluto. Ad ogni modo non bisogna contentarsi di una sola ricerca e di un solo metodo : troppi \ralori extra r en ali entrano in giuoco nella fttnzione r en ale e possono quindi essere causa di errore. Talvolta si può notare in esami saltuari c.' non metodici una netta dissociazione fr:;i il reperto clinico ed ~he anatomo-patologico ed i risultati delle prove funzionali. Le prove funzionali vanno quindi ripetute u sando contemporaneamente metodi diversi e solo a llora la co11oscenza de~lo stato della funzio11alità renale acquista un valore molto p iù sicuro I

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IL POLICLINICO

Il prof. CARRERAS comunica su di un caso di aneurisrna aortico. Il dott. LOMBARDI stt di un caso di ?tiorbo ceruleo con riguardi atla malaria. I-1 dott. RUGGERI su un caso di endocardite mal·igna a decorso lento. Il prof. GIUFFRÈ sitll-'allena1nento del cuore. Il dott. APOLLONIO presenta un interessante caso di acromegalia cominciata a 27 an·ni. Il prof. lVloRELLI parla sulla cura della tubercolosi col metodo Forlanin,i;. Espone le cause p er cui il metodo ftt finora poco a doperato: la poca . p~atica sull'uso de~l 'app.arato e la poca sicurezza su11 'epoca opportuna per intervenire. LI prof. DEVOTO sostiene che ] 'intervento deve esser e precoce perchè sulle forme iniziali si .p uò avere un'utiùità dall'applicazione del metodo.

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Il prof. J\1ARAGLIANO pronunzia il. discorso cli chi usura riassumendo i pu·nti essenziali trattati dal .congresso. Ringrazia quanti hanll? ".oluto intervenire e in modo speciale il dott. Cofler eh~ seppe tutto sapientemente organizzare. Manda un saluto a:I prof. Cardarelli. Qttindi scioglie il Cong·resso e annunzia Ro1na come sede de1 prossimo Congresso.

Dott. GHIRON.

·.

AeeAD EMI E, soeIETÀ MEDIeHE . (NOSTRI RESOCONTI PARTICOLARI).

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N ei e.asi it1 cui la drifferenza tra i dtùe predetti dia m'e tri è scairs.a, può prevalere J'azi.onie del mu-. scolo p te.tigi0idoo .est.er no 1ed léllllor:a .la devila.Z;io111e del 1raimmento sa:rà m e,d iale. O'ssiervazioUli cliniche da ,lrui rif,er.i.t e conso1idan·o tale moclo . di vedere: essere cioè i:l m11sc-0•1o tem1por.a.le, ·n el suo oomp•Lesso, 0.1.tre ch e innaùz.ator'e de.l oor.to frammento mandib olacr:e, aiiiahe c1eiviator.e .d.i tSiso all 'esiter.no. In p.arecch.i <::.asi d.i tali fra.ttur.e, il S., d'aoaordo ico.gli .stomatolog-:i del Reparto , prafe.ssor Baggi•o e dott. l\tlollletti, ha applica;to su.I corto f11ammento la. tra.Zio·nie s<:helet1ica a peso ottenendo ottimi risu1'tati e ragg'iuu.gendo 10 ~copo di pioter iaiptplica:r.e sul gr.ande frammento delle protesi 1e qua1li teJ1ev.aillo ag.evo.1mente .aibbassa!bo d.J ·b reve fram,mienrto. ' II. Sul bloccaggio . - Questò metodo· peirm.ett~ la gu;arigiione di fr-atture comm. i•nu.:tiv1e e-011 di..stTuzione gr01ve di sostanze del.la 1ma:1JJd.ibol1a:; J 'arti.colc"Lto de11tarr-io per.s.iste 11ormale ed iil rollo .ma,JJ1d ib.01are si .forma in un periodo d.i :tempo .relativam1ente 1b rev,e. L'in.Jddoazione del iflrapi1a1I1bo oss eo viene rist:retta dal bl~.agg.Lo, i,1 quale oo.stituiooe il metodo .d i c~·ra i dea1e per certe f rartture come quella di Guéi·i.n e . la disgiu•nzio11e cra.niofacciale di cui vengono presentati due ·casi, uno dt:1 qu·a1i complicato da disgiunzione 1n1terma.scel1are, guariti tutti perfettaanente col bloc• cagg10. III. Sulla cheiloplastica, rrieloplastica, rinoplastica, palatoplastica. - Premesse alcune considerazi.o ni generali sulle plastiche delle lrclibbra e del Vl()1to, 11 <lisserente .rifieris<...--e s opra un interessante caso di mdoplas:tica nel q u·a Je la guallloia vienine ricostitui·t a mediante lembo cuta.n.e o cel~'UJaa:-e 1raddopp~ato tol,t o dal b11acci1 0.; sopuia una palatoplastica nella qual1e v·e nne ricosti:tÙito i.1 palato mied1ia.11te u,tilizzazio11e dei residui osteomuoosi del pal:at-0 stesso e d:i :un 1lembo cli m.u cosa de11.ai guancia ; sopra alcune rinoplastiche delle q1u ali un,a tota1e p·r aticaita col ·p r.ocesso di Nélaton oon eocel1.e.1ute risulit:ato funzioina:le ed estetico. IV. Sul trapia'n,to di fascia lata. per corr~zione d'i deforrn,ità del 'Volto da paralisi traumatica del facciale co1i e.d ema cro11-ico della gitancia. - 1R iferisce sopra un interessa;n.te caso di tra.pi:anto di fascia lata neL1o spessore de1.l1a guam~ia allo scopo sovradetto .o ttenendo un risultato 1esteti,oo perfietrt:o. Il metodo ap1plicato :finora molto rarar menJte nelle pJootiche del vol·t o, può ,darr-e ottimi r.i.sttltati; J.:a fascia 1a1ta è ben tollerata, sospende 1a gmaincia e corregge la deformità parali.tic~. V. Sulle fis tole salirz:ari tra1"'m.atiche . - In un grande m.umero di casi h,a osservato 1a guarigi•oine spontanea,. Parla d.e i J:isultati ottenuti can svariiati metodi terapeutic.i dagli a11tor.i . Riporla ]e 1

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R. A.ccadt·mia Medica di Torino.

Traumatismi masceJlo-facciali. G. SERAFINI. - Sulla scorta di 1111.m .e rose fotografie e racliografì!e riuerisce sui tranmatisa:ni 1nasce~llo-f:aocilaili dia l·uri iosserva1ti 1ed op.erati nel 1-;epa1rto feniti masc-eJ,l.ruri del1 '0spedale militaire pr~ncip.aJie di Torino. I . Sulla de'Viazione del cort.o jrani1'nc nto 111a17idìbolare nelle fratture della brarica. orizzontale Liella mandibola e sul.la trazione schelet.r ica a pesi. - Pr.e messo che 1;acoor.do dieg1i autori ilJJon è completo cilrca .l!a dev-iiazion'e ·del cooto f11a:m.m ento .niamdibo.1-M"e il quale, iserondo ·a l1cuni, deviere b,b e verso 1'i·nterruo e secondo a1tri verso 1'esterno, cltre che in alto ed i'll avanti, i[ drl.isserenrte crede', in seguito a mi1sur.azioni su n.umerosi cra11·ii normali dell'asse .bitemp·ocal~ e bic.ororuoidea, ~he ,l a azione de1 mu.sco1o tempocr:aJe .siiia oltre ohe que11a elci. innalzan:-e il corto frammer1to, ancl1e qtte1'1ia d:i deviar.lo 1at.era1mente. 1

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Sltl l0:-JE PRATICA

rece11ti ricerche di F errarinù sul meto<lo di disi11a1ervazione della pa.rotide socon.do Leriche .ed esprime .1a speranza c·he l 'd·11iezione di .a:1cool assoluto ne] f1oro arale possa arrresta.re la f:i.tnzione sec1ietrice della pa1ìoli1de, come il collega di C.li·uica dott. Strope1ri 11a osservaito e come questo autore 1'1iferirà al più .p resto. Accenilla ad esperimenti propri di tra:tta.menrto deJGa p;arr-otide media11te i naggi X sui quali non può, per ora, \'e1tlre a collJclusionà. definiti ve. VI. Sulla protesi 'i'n1.11'iediata. - T'!aitta dell'indicazione rlel l'applicazione del-1a protesi i<m.mediata e presenta .le radiografie di 11n caso n1el qwail·e ta·l1e .app.licazi.o ne in segui,to a sequest'I"otom.ila 1de11a branca montante della man<1ibolai, rondilJo compr.eso, per fenomeni runfi.ammatori, ha penn1esso .la perietta ·rige11eratLione del seg-men.to osseo 0011 11or.m ale a·rtioolarto denrtario. VII. Siilla correzio'l'ie 1.tell'art1colato de1itario . - Prese11ta alcuni cas:i di correzione di ca:ttirvo a:rtico.lato come postumi di lesioni 1d e.1la ·ma;rudi bola per ferite da arm.a. d.a fuoco e traitta del·la. distension.e del ca.lJo, ·dell'a;vu1:s-ione dei denti e de11;a osteotomia sinr! isaria nella mascella «ii serpente richitama11do ·l 'atten?:ione su~lta osteotomia oblic1uai d i.ssocia11 te il ta\·olato anteriore dal p.osteri,o re, .la quaile ha lo s.cop.o dli. .permettei~e anr oora il reciproco contatto tra i Ir.am1mienti distamziati. VIII . .)iii corpi estranei in,.fìssi 1iello spessore della Lin.,g-ua. - Parla della .t ol•leramza de.11.a ·lingtla .rispetto a pro-iettiJ,i ed a d1enti infissi in essa, e 111ie illustra aleuini casti . Tn1siste s ll!l valore della radiografia 11a .q uale i 111 fatti infian1matorii cr·o11ici permette di ru_.on cadere ne11'errore che .s:i tratti di 11eop'las.n1a della lingua, errore di cui esL~te qualche :esempio 1 11e.lla l1etteratttir.a con conseguenze terapeutic11e disastrose. IX. Si1,l serra tneHto del la 11'iascella. - Ha trattato t111 n1t1ner:o molto grande di .p azi·enti ilneclia1i:be 1'app.1ica.zio11c di d,o ccie <li catt-cciù t e11rute tli\raricate d.a 1nol]e di acciaio gradua1bili nel.l a 1,oro forza d.ivaricatri.ce. I ris ultati furono bUJ011i. J)esarii\·e 1UJ11 caso di serramento 1n~sc.e],]:are da blocco osseo Iorn1atosi in seguito a ferita da 1>aillotrt:ola in corrispo11de11z.a della regione zigo11i.atica, .11101are e coron,o id€a. Il serriamento data \ r.a da. più di tre anni e 1a guarigio11e fu otte11uta meclia11te .1 'operazim1e di Rochet (osteotomia. in oorrispondenZ<1. deJl 'angolo della m·a ndibola ed 1tt1terposizione tra i due f1ramme-nti dii fasci clel muscolo n1assetere) . X. S1cl trapianto di cartilagine costale allo scopo di plastica della regio11e orb;to-frotitale. f >rese11ta le fotografie di due caisi cli gra'·e lesione ~11eletrica della regio11e orbitale superiore 1

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con raisportazio11e clel bulbo oc11Lare e ,lesione die-1 la palpebra superi1ore. Ll trapiant o d i segment i di ca:rbilag·ine ooritale ha pemn,e~ di riioostiituire molto ·b ene l 'arcata 'Oroiitairia. Fa .alcll!ne oonside.raziou~ sul valore p.lastioo di questi trapianti e su'llia tecndca di • .essi. PIETRO StSTO .

Società

M~diea

dl Parma.

Seduta del 20 maggio 1919. Presidente: Prof. L .

RoNCORONI.

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La reazione di E. De Silvestri in svariate malattie dell'infanzia. O. CozzoLINO. - L'O . ha saggiato .tale reazione in oltre 120 bambini, met tendola sempre in raffronto con la diazoreazione di Ehrlich. Distingue t re gradi 1 1ell 'intensità di detta reazione. Nel primo grado si ha solo formazione di una nubeco1a bianoo-grigiastta senza apprezzabile a·lone brttno ·e corrisponde al reperto di uri111e d: soggetti sani . Gli altri due gradi di in,t ensità . 111agg1ore occorrono sempre nell 'urin.e di soggietti malati. L 'O. trova eh.e la reazione, cl1e è in generJle più delicata della diazo, acq11ista t111 \ alore ùiag·11ostico premi11·e nte nelle infezioni tifiche e paratifi.che sia per la costanza, sia per la precocità, sia per la maggior persistenza, sia per la sua co·m parsa .anche nelle recic1ive. Ne1le predette infezioni adu~que la reazione di De Silvestri è di una indisc11tibile superiorità .tanto sulla diazo cl1e sulla reazione meno sensibi1e cli M. Weiss . N,el·la tubercolosi il suo valore è identico presso a poco a q11ello della diazo, e cioè ha solo sig11ifìcato prognostico di gra·v ità nelle forme .avanzate ca\·er11ose ,e cachetizza11ti. 1

Contributo allo studio radiologico della spondilo-listesi.

Rossi A. - L' A., ricorclaro co111e lo sciYolan1ento clell a qui11ta vertebra lombare s ul piano basilare del sacro rappresenti uno dei vizi cong'<::11iti clel rachide più graYi, me110 frequenti e cl1t faril1nente passano ii1diagnost;cati scambiando1i con le affezioni ·p iù co1nuni, quali il morbo di Pott, · la scoliosi rachitica e ischiatica, climostra 1a necessità cli "\~o}garizzare la co11oscenza anche di questa categoria importantissima di malformazioni, per l'importanza loro nella cli11i c~t, ne11:t terapia e nella ,pratica medico-legale. Uuico 1nezzo sictiro di diagnosi è I 'indagine ra-


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IL POLICLIN reo

diografica accuratamente eseguita ed oculatamente interpretata; i dati clinici, iehe l 'A. espone accuratamente per i suoi. casi, sono di alto valore, ma non bastano, il più delle volte, per distinguere una spondilo-listesi congenita da t1na d'ori,g ine patologica. Su circa cinquecento individui affetti da sofferenze del tratto lombo-sacrale, 1'.t\.. ha osserva to cinque e.asi di .quesiti vizi congeniti, dei quali quattro bilaterali ed uno mo11olaterale. Prese11ta dei nitidi radiogrammi e li illustra, esamina le cause che han110 determi11ato o coadiuvato la comparsa delle mainifestazioni cliniche, ricorda la patogenesi, e mette in rilievo l'importanza del fattore tra11ma, che con grande frequenza è intervenuto nei suoi casi. · Discu.t e infine della valutazi·o ne della residua capacità lavorati,1a t1i lln infortuina:to ra ra,ch.ide congenitamente malformato.

Le spondiliti post-traumatiche. L. - I"'' A . dimostra come, esami11ando all'indagine radiologica j traumatizzati del rachide qualche tem.p o dopo il trauma, si possano mettere in rilievo, nella sede del trauma o·d anche in pu11ti più o meno lontani, delle alterazioni ossee che spiegano la dolorabilità della colonna, e sopratutto, la limitazione, qualche volta .tardiva, della mobilità del rachide. Nei ra.diog111a.mani queste 11.eofor1n.aX1io11i osse:e .si ·pt·e-. sentano sotto forma di ponte o di festotie che tendono a ~ldare fra di loro i corpi delle ·v ertebre lese o di· quelle vicine od a ncora, qualche vo1ta, di quelle lontane; le ·varie proiezioni ed :i radiogrammi ~tereoscopici clilmostrano cpme 1 po11ti ossei si forn1i110 ai lati dei corpi· vertebrali. L' A. illustra con nitide proiezioni i radiogrammi di alcuni casi· osservati nell'Istituto di Radiologia ed Elettroterapia dell'Ospedale 1VIaggiore. Nel primo caso uina frattura delJ 'arco posteriore della IV vertebra lombare, guarita con 1a formazione di du·e po11ti ossei ai lati del corpo vertebrale che lo saldavano con qtt,e llo della V; nel secondo, in seguito a ferita da palletta di skra pnell nella regione lombare s inistra con per1nane11za del proiettil e nei muscoli profondi della }Jarete posteriore del dorso, all'altezza della II v. a circa 6 cm. dalla linea spinosa, la form.azi10ne cli t111 ponte osseo che riuniva il corp,o vertebrale ùella I e II v. lombare dal lato sinistro; n·el terzo, i11 se.g uito a ferita da palletta di skrapnell alla natica destra con perforazione dell'ala del1'il,eo, frattura d el.1 'apJfìsi trasversa d1 destra della V lombare e permanenza del proi·ettile al da' 'anti della radice del processo laterale della IV

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lombare, Ja for1nazione di un ponte che unisce il corpo della III e IV lombare dal lato destro ; 111el quairto (come esempio di. ost.eofìtosi ,a distanza) illustra un fratturato della gamba nel quale, dopo più di due an·ni, si riJeva la forniazio1n e di un osteofita a forma di becco alla faccia plantare del .calcagno, mentre negli esami fatti precedentemente tale 11eoformazione non era osservata. L'O. dopo ·aver .r .ilevato i caratteri radiologici e clinici che differenziano queste forme di spondiliti da quelle generalmente no.te e specialmente da quella che più da viioino la ricorda, cioè dalla «spondilite cronica osteofitica » (Teissier. Troque, Léry, Rossi A.), conclude rilevando comre queste osservazioni sian0 ·utili · per meglio chiarire manifestazioni dolorose che potevano esser considerate esagerazioni o simulazioni, ed inoltre per valutare più esattamente l'infermità residuata nei pazienti e per il .tratt~mento da instituire specialmente oon la fisioterapia.

GAMBARA

Intorno ad una particolare forma di febbricola. U . GABBI . - L'O. ha raccolto 90 casi di febbricola ma111ifestatasi esclusivame11te in donne nel periodo della sua permanenza in Sicilia e in Calabria. Descrive i caratteri con cui tale febbrico1a si manifesta e come decorre, e la sin.. drome .clinica molto varia che l'accomp·a gna senza mai nessu•n positivo reperto obbiettivo. Afferma di av,e r trovato sempre in tutte quest€ donne delle precise stigmate isteriche, e un'ereditarietà compromessa sopratutto dal punto di vista d·ell 'uricemia. Espone come egli sia riuscito a guarir·e molite di queste donne con la persuasion·e , e qualche volta con piccoli inganni terapeutici. . Egli cr·ed·e poter affermare che tale forma di febbricola sia di natura isterica, per .cui accanto alla forma classica della febris isterica è da collocare qu·e sta forma di febbricola isterica, importa11te a conoscersi sopratutto in riguardo alla prog·nosi, che è sempre favorevole. Egli cred·e anche di poter aff·e rmare che tale . forma è :assai più frequente ne lla Sicilia e nella Calabria che non nelle regioni più al settentrione, e dà una qualche spiegazione di questo fen-0n1eno. Discute i11fine sulla patoge nesi, per cui egli ritiene che tale forma sia prevalentemente leo-ata a · disturbi vasomotori per dimi'!luita dio spers i.o.ne di calore. '!~ali disturbi ·vas.omotoni, ago'iuno-e possono anche essere messi in rapporto b b , con alterata funzionalità ~ glandole a funzione endocrina e più particolarmente del surrene. A. VAL.

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SF.ZIONE PRATICA

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APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. ·SEMEIOTICA. Il segno del l'ottusità ascellare nella diagnosi delle afrezioni pleuriche. Mouriquand (Presse médicale, 1919 , n. 17) osserva che per apprezzare bene que;;to segno conviene ben delimitare la regione ascellare. L'ascella dal punto di vista medico si estende dal fondo del cavo ascellare fino alla linea orizzontale che pa$a per il capezzolo: in avanti è limitata dalla linea ascellare anteriore, in dietro à quella posteriore. Questa è la regione ascellare propriamente detta, la quale dalla linea ascellare m edia è divìsa in due segmenti, anteriore e posteriore. Al di sotto d ella linea mammillare trasversa trovasi la regione sottoascellare, la cui risonanza normalmente si estende a circa tre dita nl di sotto ài questa linea, sostituita più in basso rispettivamente a destra ed a sinistra dalla ottusità epatica e dalla risonanza gastrica. In b ase a n11merose osservazioni Mouriquand ha potuto stabilire che in condizio11i patologiche della pleura la ottusità della regione ascellare si comporta nei modi seguenti : a) assodata la esistenza di un'ottusità posteriore, la presenza di un'ottusità ascellare, ed anche sottoascellare, fa s upporre la esistenza di un processo p leu1·ico ; b) nelle affezioni toraciche acute o sub-acute la ottusità ascellare propriament e fetta, nei tre quarti dei casi, depone per la presenza <li liquido. spe<'ie quando il livello della ottusità ascellare olt repassa in allo quello della ottusità posteriore; la presenza di ottusità sottoascellare solamente depone per la esistenza di liquido solo nella metà d ei casi; e) la constatazione di queste ottusità deve in ogni caso indurre a praticare una puntura esplorativa che, rivelando la esistenza di processi pleurici infettivi, permette un sollecito intervento chirurgico. L'esame <lell'ascella rende co11to anche della mobilitit del liquido nei versame11ti siero-fibiniosi poco ahl>ond.anti, che arrivano fino a livello della punta (lella sca1)ola. Quando l'infermo è coricato si ha ottusità nel quadrante posteriore dell'ascella e nella regione :=;ottoascellare; in posizione seduta l'ottusità diminuisce nella parte più alta nel qua·lrante ascellare posteriore, ma diviene più marcata etl appare più alta 11elJa parte bassa del segme11to ascellare anteriore, che in posizione coricata. consc:rya la propria risonanza. Nei ver-

samenti più abbondanti l'ascella è nettamente ottusa. A differenza cli quanto avviene nelle affezioni pleuriche, nei processi di epatizzazione pulmonare il livello di ottusità ascellare è meno alto che al dorso. Oltre a ciò in quest'ultimo caso la linea di ottusità si inclina in avanti ed. in basso, mentre nei versamenti pleurici ha una convessità in alto. dr.

Un segno per la diagnosi precoce delle pleuriti toraciche. La pleurite è una frequente complicazione del pne11motorace artificiale. Queste pleuriti pneu- . motoraciche possono decorrere, come le comuni pleuriti siero-fibrinose, o acutamente o in moclo sttbdolo. La diagnosi precoce, possibile e facile nel primo caso, è assai delicata nel secondo. In queste condizioni ad essa si gitmge o con l'indagine radioscopica o stud iando il comportamento della tensione del gas iniettato. Si vede, cioè, al comparire è i un ·~.tersamento pleurico, che la tensione del pneumotorace anzichè dinùnuire per un costante e grad11ale riassorbimento va invece aumentando. Tale aumento d i tensione è proporzionale, e qtùn<li più o meno manifesto, all'entità del versamento. n dr. Azzo (Riv. crit. di clin. med., 24-\1-r919) ha fatto ult imamente conoscere un nuovo segno per la diagnosi precocissima di pletuite pneumotoracica, consistente nella insolita rapicità, in un ' primo tempo, del riassorbimento del gas quando sta per iniziare ttna pleurite. In certi casi può giungersi fino a lla ricomparsa del m11rmttre m un'epoca in c11i tale evenienza non è ancora possibile. Dopo la persistenza assai varia d i questi fenc•m eni (alcune volte fugace, altre volte c~ ella durata d i qualche giorno) si notano i segni dell'aumento d i tensione del gas e quelli noti d i rm versamento pleurico. · In molti casi si vede che, p ur essendosi constatata la detensione del gas, non si aggiungono, in seguito, fenomeni :fisici e i una raccolta liqui 1a. Si tratta allora però non già e i un errore G.a attribuirsi alla fallacia dcl segno accennato ma c]ello stabilirsi, invece che di una pleurite con versamento, d i ui1a pleurite secca, come, togliendo completamente il gas, l' A. ha pot11to c-onstatare. J,a ragione del fenomeno andrebbe ticercata nella maggiore quantità (i gas che viene ad esser riassorbito attraverso i vasi iperemici <ella sierosa in.fiammata; tale maggiore attività e"' i riassorbimento l' A. ha sperimentalmente constatato verificarsi nel primo i)eriodo dell'infiammazione dei tessuti. D. M. 1


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IL POLICLINICO

Un nuovo segno per la diagnosi dei tumori pleuro-mediastino-pulmonarl. Se ne occupa Raul Novaro nella Revista de la A sociat1:6n médica Argentina (I 9 I 9 aprile-maggio) . La diagnosi di cancro pleuro-mediastino-pulmonare si poggia su un complesso di sintomi che nella maggioranza .dei casi sono molto evidenti: a) infiltrazione pulmonare progressiva con dispnea, ·perdita d i forze, apiressia, deperimento generale ed infine cachessia caratteristica; b) dolori toracici intensi e costanti, resi"tenti ad ogni trattamento; e) persistenza di un versamento emorragico con aspetto simile a quello del s~ngue venoso, semi1iqtù :l o, o anche semplicemente 8iero :fibrinoso, il cui svuotamento non ntltiga il dolore, nè modifica la dispnea; d) espettorato, quando esiste, sanguinolento, d i color verde o d i aspetto,., grassoso; e) raucedine per paralic:>i del rico1Tente; /) sintomi dipendenti dalla compressione degli organi del mediastino. • Ma non sempre questo complesso d i sintomi è completo. In parecchi casi l'affezione decorre in forma anormale con sintomi e segni poco evi i enti per moJo che la cliagnosi riesce molto difficile, anche q uan :Io si sia ricorso agli esami radiologici o alle prove biologiche. In effetti il cancro del pulmone può svilupparsi senza alcttna alterazione scheletrica e d'altra parte può provocare modificazioni della gabbia toracica che non sono patognomoniche. Così nella forma pleuritica della neoplasia in rapporto al versamento pleurico una parte del torace può essere più pronunciata; come nella forma bronco-pulmonare si può avere retrazione totale o parziale, o rallentame11to dei movimenti della metà del torace: nella forma mediastinica si può avere i11gorgo delle vene del collo, edemi, disfagia, cianosi, ecc. Ma questi stessi sintomi possono essere prese11ti in altre affezio11i pleuro-pulmonari e carclio-vascolari. È ben vero che si haruio segni di percussione e di ascoltazione che hanno una • • • grande importanza per la d1agnos1, ma essi non sono costanti e possono essere scambiati con i segni comuni d i un versamento pleurico o di un processo bronco-pulmonare. Fra tutti i segni di cancro pleuro-me~.iastinico­ pt1lnlot1are o pleur0-pulmonare l' A. ritiene che uno solo sia veramente caratteristico e patognomonico. Egli lo ha osservato in tre casi ed in attesa che sia avvalorato dalla pratica ulteriore lo comunica .in una nota preventiva. · In un in liviiuo normale di sviluppo scheletrico regolare la linea giugitlo-ombelico-Pubic.a passa esattamente per la linea melliana dello sterno e deJ]a appendice xifoicle. Il segno di Pitres studiato

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in primo tempo nelle pleuriti con versamento·consiste nella deviazione dello sterno da detta linea verso il lato corrispondente all'essudato; c.1uesto segno sempre costante (salvo nei casi di deformazioni ossee) nelle dette ·forme di ple11riti è stato osservato anche nelle spleno-pnet1moniti, nel pneumotorace, nell'enfiséma pt1lmoliare unilaterale, nelle congestioni p11lmonari, ii1somma in tutte le affezioni che aumentano la pressione unilaterale del torace, donde un aumento dell'ampiezza dell'emitorace affetto e la consecutiva deviazione: dello sterno. Nelle neoplasie pleuro-mediastino-pulmonari si ha il fenomeno perfettamente opposto: la 4eviazione dello sterno si ha verso il lato sano o verso quello meno compromesso, rapprese·ntando f]'z.testo aitmento dell' anipiezza del torace un effetto del maggiore fitn... zion.amento fJ·ulmonare. La capacità respi11 atoria del lato affetto è dimin·u ita in proporzione alla diff·u sione neoplastica o alla compression,e b'Yonchiale. Quanclo il cancro parte dall'ilo pulmonare si verifica un ingrossan1ento della parete del br0ncltlo e 11na diminuzione del relativo lume, e una infiltra .. zione in forma nodulare del tessuto pulmonare circostante con una riduzione corrispondente dell'attività respiratoria. Se la propagazione si ha ...oer via linfatica la infiltrazione neoplastica segue il decorso del 1)ronchio raggiungendo ed invadendo la st1perficie pulmonare donde la essudazione del caratteristico versamento. Se si ha la compressione di un bronchio principale diminuisce la capacità respiratoria di una gran parte del pulmone obbligando l'organo dell'altro lato lad un maggior lavoro, che determina la de·viazione dello sterno verso qt1esto lato ossia verso il lato sano. I~o ·stesso fenomeno si verifica quando la propagazione neoplastica produce una linfangioite carcinomatosa, o q11anclo il can-~ro si svilt1ppa in pieno pulm.o ne con un t11more circoscritto. Se la infiltrazione è diffusa assumendo t.m aspetto simile a quello di una pulmonite caseosa si può avere la invalidità di tutto lUl lobo pulmonare; al microscopio si vedono alveoli infiltrati ed alve.oli compressi in tutta la estensione della neoplasia. Nelle lesioni carcinomatose dei lobi inferiori con propagazione alla pleura à iaframmatica è costante la paralisi del diaframma che accentua lo spostamento dello sterno verso il lato sano. I,a evoluzione del processo spiega chiaramente la genesi del segno. Il pulmone sano o meno affetto tende a supplire la incapacità funzionale rlel pulmone infiltrato o più infiltrato, donde la sua iperft1nzione e l'at1mento dell'ampiezza dell'emi.torace, alla qt1ale si deve lo spostamento dello sterno, ossia il segn.o di Pitres invertito. dr. -

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SEZIONE PRATJCA

TERAPIA. Trattamento palliativo della rino-faringite cronica. La rino-faringite cronica, secca, è spesso mantenuta dal fatto che ' l'aria inspirata è troppo secca. Essa può essere resa 11mi ' a, per mezzo di un filtro d i cotone o un pezzo di spugna di gomma, inserito nelle narici. L'aria espirata satura di umidità, deposita una certa quantità d i acqua sul filtro; un po' di tale acqtla viene assorbita dal1' aria inspirata e trasportata al faringe. J, Kragh (rif. in M eàical R evi ew, giugno 1919), riporta diversi casi in cui con l'uso permanente di piccoli batuffoli d i cotone, introdotti nelle narici. i disturbi della rino-faringite si sono attenuati in modo tale che la loro applicazio11e, élopo w certo t empo, non era necessaria che a lunghi in· tervalli. Nessun imbarazzo o difficoltà respiratoria risulta da tale applicazione. Tale trattamento è soltanto palliativo e non è raccomandabile se vi sono probabilità di guarigione definitiva per mezzo dell'operazione. Ad ogni modo la spugna di gomma è sempre da preferirsi al batitfiolo di cotone, perchè si intasa n1eno facilmente. l. b.

L'autovaccinoterapia del catarro nasale cronico. Machey (British M edical J ou-rnal, 1919, 9 agosto) ha curato con vaccini autogeni oltre 500 p ersone affette da ca tarro nasale cronico. Dalla secrezione furono isol ati lo pneumococco, il bacillo della infiuetiza, il micrococco catarrale, lo stafilococco aureo, lo streptococco, il bacillo di Frie-:lander, lo sfalilococco albo, il tetrageno e protei. I vaccini autogeni fu ono i;reparati con culture pure del germ e e dei germi isolati dalla secrezione di ciascun infermo. Le dosi adoperate furono gradat amente crescenti fino ad iniettare la do e mas· sima d i 150 milioni per lo pneumococco e lo streptococco, per gli altri germi si raggiunse anche 300 e 4 0 0 milioni. I risultati sono stati in genere buoni e sono andati sempre migliorando a misura che l'autore con la pratica acquistata h a potuto con maggiore sicurezza identificare il germe che in ciascun caso era la causa del catarro. Gli insuccessi furono relativamente rari. Nella metà <lei casi si ebbe guarigione completa ùel catarro, e le vie nasali rimasero steri ìi ma in pareC'chi casi pur essenc1 o scomparsi i sintomi catarrali, il germe presunto patogeno rimase invece nel cavo nasale e l'affe1ione ricomparve (1 6)

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dopo q l· alche tempo. In un terzo circa dei casi il catarro persistette con im sensibile miglioramento. Il metodo è cli facile applicazion', quando sia accessibile un buon laboratorio batteriologico. g. d.

Nelle punture d' insetti Pugnat co:isiglia la tint ura d'aloe {solttzione satura in alcool), da usarsi sfregando sulla puntura con un pannolino imbevuto, o con lo stesso turacciolo bag!'ato della bottiglia. Purchè l' a.p plic-azione sia fatta nel più breve tempo possibile non si producono reazioni. n è gonfiore nè rossore, nè dolore (] ourn. de Jìlf éd. et de Chi1'. pratiq,ues, n1arzo 1918) .

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Ricerche sul principio attivo anticoagulante dell' lrudo medicJnalis.

i? nozione

çomune ed antica quella della assai scarsa tendenza a coagulare che ha il sangue uscente dalle piccole ferite prodottesi per l' applicazione di mignatte. Haykraft , pensando che tale fenomeno fosse dovuto all'azione anticoagulante del secreto orale delle sanguisughe, riuscì a rendere incoagulabile èel sangue messo a contatto in vitro con un estratto. cloruro-soàico di estremità anteriori di mignatte. Da quell'epoca, specialmente per opera di AA. te3eschi, si è molto lavorato intorno ai metodi d'isolamento d el principio anticoagulante delle sanguisughe ed alle sue proprietà chimiche. I metodi proposti diversificano fra loro per i procedimenti adoperati allo scopo di allontanare dagli estratti acquosi o clorur0-sodici di estremità anteriori d i sanguisughe le sostanze proteiche. Separate le sostanze proteiche, dopo accurata centrifugazione, il liquido limpido sovrastante al sedimento e sottoposto a dialisi è concentrato a pressione m olto ridotta ed a bassa temperatura. Si viene ad ottenere in ultimo una sostanza lamellosa, biancastra, talvolta verdastra per presenza di pigmenti di sanguisuga che conserva tutte le proprietà anticoagulanti degli estratti originali. Per i suoi caratteri chimici la maggior parte degli AA. ascrive tale sostanza alla categoria delle deutero albiunose; gli AA. meno recenti pensavano si trattasse d i fermenti. Il preparato che va sotto il nome di irudina,. ricavato con tma modificazione del metodo originale di Franz (precipitazione delle sostanze proteiche mediante vapori di cloroformio e successivo riscaldamento a 700 C) dovrebbe rappresentare il principio attivo anticoagulante puro delle sanguisughe.


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IL POLICLINICO

Il Luzzatto (Biochimica ~ terapia sperime1itale, febbr . r9r9) ha sottoposto ad uno studio criticosperimentale la tecnica per l'isolamento allo st ato di purezza della sostanza anticoagulante dell'Hi· rudo medicinalis; ha cercato di definirne la natura; ne ha studiata l'azione antagonista verso l'adrenalina. Per l'estrazione del principio anticoagulante l'A. si è servito a preferenza dei metodi con cui gli albuminoidi sono allontanati dagli estratti acquosi con il calore e raccomanda all' uopo d i non oltrepassare la temperatura di rooo C., di non trattenere le soluzioni a detto calore per un tempo superiore ai 2-3 minuti e di acidificare leggermente con acido acetico diluitissimo dopo il riscaldamento. A fine poi di ottenere la maggior quantità possibile di residuo attivo e che abbia un valore anticoagulante complessivo pari a quello della quantità totale di estratto acquoso lava ripetutamente e centrifuga sia l'estratto acquoso che il precipitato proteico. Altri campioni d i principio attivo sono stati ottenuti ponendo in essiccatore, senza precedenti manipolazioni, gli estratti acquosi di teste di sanguisughe: raggiunto il completo disseccamento è stato ripreso il residuo con acqua. Di tale .residuo una porzione soltanto è solubile in acqua; un'altra non lo è affatto. La prima porzione, attivissima ma ricca d i proteid.i, è stata in seguito trattata come un estratto acqu oso semplice; dall'altra porzione 'è stata estratta con lavaggi tutta la sostanza attiva -contenutavi. Anche la lunga permanenza in alcool secondo consiglia Dikinson seguita da un soggiorno più o meno lungo in xilolo (Luzzatto) dà buoni risultati; ma non è possibile evitare un'ulteriore purificazione con il calore perchè solo una parte degli albuminoidi è resa insolubile in acqua. Quale è la natura chimica della sostanza attiva ·della estremità anteriore d i san guisuga? Contro l 'opinione che si tratti d i un fermento due argomenti sono sufficienti; la termostabilità del preparato (l'ebullizione protratta nuoce bensi alla sua attività ma non la sopprime completamente) ed il fatto che il potere anticoagulante dell'estratto è nettamente proporzionale alla dose. Quanto allo stabilire se le_reazioni che gli estratti 'purificati presentano siano specifiche e se valgano a definirn e la natura l' A. nota come le stesse reazioni ed in egu al misura vengano presentate dal residu o am orfo ottenuto per purificazione degli estratti acquosi delle estremità posteriori di sanguisuga, residuo privo di qualsiasi potere anticoagulante. Che il principio attivo anticoagulante sia un'alb11mosa non è ancora, sebbene sia logico il supporlo una verità sicuramente dimostrata. Così non è possibile pronunciarsi a favore dell'opinione che

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attribuisce l'azione anticoagulante dell'irudina ad una neutralizzazione della trombina piuttosto che dell'altra la quale vuole che detta azione si esplichi perchè l'irudina si lega con il :fìbrinogene. Se l' A. non è giunto a con clusioni positive sulla n atura chimica dell'irud.ina e sul s uo meccanismo d'azione numerosi esperimenti lo conducono a negare decisa~ente che l 'iniezione per via ipodermica o per via endovenosa di estratti accuratamente purificati ed attivi (corrispondenti perfino ad 8 estremità anteriori per Kgr. di p eso corporeo) sia capace di impedire nei cani e nei conigli la glicosuria adrenalinica, fat~o questo d ichiarato costante dai precedenti AA. che h anno esperimentato o con gli estratti acquosi o con l'irudina. Per alcuni l'irudina spiegherebbe quest'azione indirettamente come linfagogo potente. Come era da aspettarsi in seguito a i risultati ottenuti dall' A ., non è stato possibile osservare nemmeno una maggiore utilizzazione del glucosio iniettato in animali irudinizzati. L'irudina inoltre non è capace d i impedire che l'adrenalina esplichi un fortissimo aumento della pressione sanguigna e della diuresi: essa è completamente innocua sul circolo e sul respiro ed in un primo tempo, anzichè produrre un aumento dei glob1tli bianchi, dà luogo ad una evidente leu copemia. In qualche caso per l iniezione endovenosa di forti quantità di irud ina si è avuta una spiccata ipotonia muscolare. D. JYIASELLI. 1

POSTA DEGLI ABBONATI. (ro55) Tetapia delle radiodermiti. - All'abbo· nato n. 2662 : • Nelle forme gr avi ed estese di radiodenniti, specialmente se molto antiche, la terapia può poco. Aslzknecht recentemente h a preconizzato le applicazioni di raggi molto duri :filtrati. Può anche tentare le pomate comuni con piccole dosi di stovaina: non esiste però un rimedio specifico. p. MESSANDRrNI (1056) . Sulla sclerodermia. -

Al dott . B. M.

da l\tI.: Nel Mant1ale d i malattie cutanee di Neissev e Jad assohn, tradu zione italiana (Società ed. Dante .A lighieri), si trova, al capitolo cc Sclerodermia >i, tlll copioso inùice bibliografico. Come cttra causale molti consigliano i preparati tiroidei; contro la sclerosi cutanea si hanno buoni rist1ltati, secondo alctmi, dalle iniezioni di tiosiV . MONTESA.NO. n amina (tìbrolisina) . Al dott. D. M. da c. Ai trattati consigliati sulla questione delle arit-

(1057) Sulle aritmie. -


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SEZIONE PRATICA

mie e sul loro valore clinico, possiamo aggiungerne uno del Wenckebach recente (r9r4): Die unregelmassige Herztatigkeit und ihre klinische Bedeutung. · t. p. (1058) ....ill'abb. n. 6340, suggeriamo: r 0 Il m agistrale e classico T'>'attato di fisiologia '

del Luciani, Società Editrice Libraria, vol. cinque, Milano, di cui sta uscendo la 5a edizione: il terzo volume (fisiologia del sistema nervoso) è già in commercio, e il quarto (organi dei sensi) dovrà esserlo tra giorni. Seguiranno entro l'anno 1920 gli altri vol11mi. 2° L'opera del Pende.Endocrinologia (Vallardi, Milano) raccoglie quanto è stato pubblicato :fino al rgr6 nel campo della :fisiologia delle glandole end o crine. b. (1059) Al dott. F. P. da B.:

L'AYchivio di oftalmologia è edito dalla R. Clinica oculistica di Napoli diretta dal prof. Angelucci (S. Andrea delle Dame). Gli~ Annali di oftalmologia, in atto sospesi, sono editi dalla R. Clinica oculistica di Roma, diretta dal prof G. Cirincione (Policlinico Umberto I), MAGGIORE.

CENNI BIBLIOQRAFIC/. (Ncn.sirecensiscone che i libri Pervenutiindono alla Redazione). 1

A. MARTINh"'T. Diagnostic cli1iique. (Masson éd . Paris. 1919). • Il nome dell' li.., favorevolmente noto ai medici italiani, e il titolo del libro Diagnosi cli·riica sono tl.(l invito suggesti\ro. Il J\1artinet ha legato il suo r1ome a 11umerosi lavori ricchi d i forza din1ostrat iva; un libro di diagnostica clinica abbisogna di ~hiarezza, di dati illustrativi che risaltino e colpiscano . No11 si erra ne1le previsioni: concezione c1el libro, svolgimento delle singole parti sentono lo «stile mentale » dell' A . Egli v11ol offrire quanto la medicina moderna possierle per una« corretta diagnosi»: in una prima parte espone le conòizioni attuali d i una buona <1iagnosi, gli errori, le loro ca11se . Le « tecniche medicl1e » (esame del inala to e n1ezzi d i laboratorio) f orma110 l'oggetto cìella seconda. parte che è la più vasta; <lopo tUl breve capitolo sulla organizzazione metodica ilell'esame med ico, passa all'11ltima parte cl1e egli chiama semejologia medica (sintomi). Il piano del libro è abile, poichè nelle tre parti principali, nelle quali il libro è diviso, t11tto quanto è 11ecessario per nna diagnosi ~linica è facilmente inq11adrato. Q11el che più colpisce e differe11zia il \"olume clel Martinet dagli altri consimili è una ricchezza di illustrazioni dimostrative, che rendono 1

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inutili lunghe dissertazioni, e di cui la maggior parte riusciranno sommamente utili allo stuòio5o: i11l1strazioni che riguardano fatti reali, reperti microscopici, mezzi d'indagine, illustrazioni schematiche, che graficamente riprod11cono quanto noi siamo d'ordinario abituati a rappresentare mentalmente. Questa ricchezza d i illustrazioni è un gran pregio del libro; forse io potrei d ire che l' A. q11alche volta, spinto dalla s11a passione illt1~ strativa, eC'cede e rappresenta elementi non necessari, o rende più complicatala cosa, obbligando l'occhio a sostituirsi alla immagine mentale: io -penso che i1essun mediC'o e nesstmo stuèente dovrà apprendere da un libro la manovra per provocare il riflesso rotuleo o il riflesso plantare, poichè nella medicina nessun libro pt1ò sostituirsi al maestro che plasma· l'anin1 a e forma la capacità alle ordinarie ricerche: il Martinet che ha certo pensato di offrire il s110 libro a medici e studenti ha per lo meno esagerato nel pregio del libro. Lo f'volgimento è piano, semplice; in verità forse in qualche punto è elementare, m a io non credo tale qualità un d ifetto, poichè il libro non è fatto per i sapienti, ma per gli st11denti e per i medici pratici. I collaboratori del Martine~: I~aurons, l\feunier, SaintCène e Lutier, che si sono rispettivamente occupati di parti speciali, si sono mirabilmente attenuti all'indirizzo generale del libro: chiarezza e semplicità. Nell'esame analitico dei sintomi (3a. parte) forse. il lavoro del Martinet non conserva egual~ felicità d'indirizzo: lo svolgimento delle singole voci esula dalla semejologia, penetra nella cl i:fficoltà della patologia speciale e delle classificazioni; forse nella strettezza dello spazio le difficoltà non sono superate che in pochi capitoli; il gio,rane medico che s'ingolfi nella lettura di questa 3a. parte, porterà con sè non sempre un esatto concetto dei fatti o dell'estensione dell'argomento. Il bel i,rol11me recentemente edito da Masson è, a malgrado di tutto, degno di essere annoverato tra i libri utilissimi al med ico pratico, o a chi s'inizia agli studi med ici; esso :figurerà con onore nelle collane dei libri d'uso qitotidiano. t. p. SIMON

E . Ch. A matiual of clinical Diag1iosis '

by mea,n n of laboratory 'niethods. <;!- ediz. (Lea and

Febiger ed. Filadel:fia. Prezzo se. 6.). L'idea del Simon di riunire in un volume le conoscenze moderne sui mezzi d i laboratorio, utili per la diagnosi clinica, ha aVt1to successo e il libro esce nella sua 9a edi7Jone in magnifica veste tipogra~ca. La prima parte è dedicata all'esame clel sangue, delle secrezioni della boe-ca, del succo gastrico, del contenuto intestinale. all'esame delle feci, è elle secrezioni nasali, dello sputo, delle urine, all'esame

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IL POL1CL11'ICO

dei transudati e degli essudati, del liquido cerebro spinale, dei contenuti cistici; chiude un'appendice di bacteriologia. La seconda. parte è svolta con metodo originale, se pur non esente da critiche: nelle malattie, elencate per ordine alfabetico sono esposti i fattori essenziali di diagnosi di laboratorio; con giusta misura è mostrato tutto l'aiuto che il laboratorio può offrire al completamento della diagnosi clinica. ,. I metodi più moderni d i ricerca sono nitidauien te .esposti; nei vari capitoli (sangue, liq. cef. rach.) nUna è ~rascurato perchè il rendimento sia com~to: l'esame va dall'indagine morfologica,·alla chimica, alla serologia, alla bacteriologia, ecc. Noi siamo lontani dal pensare che il laboratorio possa permettere pèr sè di fare delle diagtiosi cliniche,· ma siamo convinti che .la Clinica moderna ha nel labÒratorio un ottimo e largo ausilio, che è cl ivenuto iÌidispensabile. Il medico troverà nel libro di Simon una guida moderna, sapiente, esatta. t. p. _L\..RTHUS MAURICE. - Précés de Chimie physiologique. VIII edizione riveduta e corretta. Un vol11me in-160 di 451 pag. con molte figure -e tavole colorate. Masson et C.ie edd. Parigi. Prezzo lire 8. Il successo di questo fortunato manuale è d imo-

strato dal rapiio succedersi di edizioni e dalle n11merose traduzioni, successo del resto, meritato, per la limpida chiarezza con cui sono esposti i più importanti principi di chimica :fisiologica, Questa nuova edizione è stata aggiornata per quanto riguarda le più recenti scoperte (costitu.. zÌÒne e struttura della molecola proteica, e dei suoi prodotti di desintegrazione, enzimoidi, prodotti delle ghiandole endocrine ecc.) e le questioni che oggi si agitano specialmente sull'alimentazione. Con questo suo lavoro, l' A. non solo inizia il lettore all'importante branca della chimica :fisiologica, ma dà inoltre molte indicazioni pratiche per le ricerche e le analisi, che interessano non solo il :fisiologo, ma anche il clinico ed il medico pratico.

fil.

VARIA. Termini medici in un dizionario inglese. In questi giorni hanno visto la luce due nuove puntate del grandioso « NeV\,. English Dictiona.ry on Historical Principles ». Tra i termini in esso consegnati segnaliamo i seguenti. SIFILIDE: deriva dal titolo del poema Syphilis, sive Morbi1-s Galliens, pubblicato nel 1530 da Girolamo Fracastoro di \ Terona; protagonista del poema è un pastore di nome Syphilus, il primo uomo che

avrebbe sofferto della malattia; per analogia con Ae·n,eis, 1'he.ba-is, ecc., l'A. ne derivò Syphilis, che poi passò a denotare la malattia in tutti i paesi. SILVIANO, aggettivo che ricorre in specie nell,anatomia del cervello (a<'quedotto, scissura, fossa-); deriva da François de la Boe Sylvius, un anatomista :fi.amn1ingo vissuto tra il 1614 e il 1672, e non già, come si crede generalmente, da Jacques Dubois, latinizzato in J acobus Sjrlvius,. anatomista francese vissuto tra il 1478 e il 1555· STROMA: deriva dal latino stron,ia., che significava coperta da letto; e q11esto nome, a sua volta, dal greco urewµa, che denotava qualsiasi tesst1to disteso per terr~-, allo scopo d i sdraiarvisi o d i sedervisi; un po' per volta finì con l'acquistare il significato cli tessuto connettivo di sostegno degli organi o di sostanza sp11gnosa incolore delle emazie e di altre cellule. Il dizionario, contiene anche altre etimologie, interessanti a conoscere, di termini medici. R. B.

PUBBLICAZI·ONI PERVENUTECI . B~RTOLANI

DEL RIO MARIA : Emiipertrofi.a d ella faccia associata a palatoschisi. - Reggio Emilia, 19r9. 0RTALI CEsARE: La tubercolosi di guerra. - Frascati, 1918. Rossr GIACOMO: L'importanza della malaria per lagricoltura e gli ~tudi sul terreno malarie-o. Portici, 1918. CALEND01'I ENRICO: Una reazione cromatica per l'esame della farina, specie per la determinazione del grado di abbt1rattamento. - Roma, 1918. ROSSI GIACOMO: La batteriologia delle conserve italiane di pomo:ioro ed il loro commercio all'estero. - Portici, 19r8. PITTAREI.4I EMILIO e PITTARELLI EMILIO (figlio) : Ulteriori ricerche sulla localizzazione dei corpi estranei: il metodo dello spostam ento orizzontale del ~orpo estraneo. - Firenze, 1918. VOLPE MAZZINI: Patogenesi delle nevrosi nasali riflesse. - Napoli, 1919. SALA GUIDO e VERGA GIOVANNI: Intorno ad una nuova serie di casi di ferite dei nervi periferici e di lesioni del plesso brachiale. - Pavia, 19r9. MEr ALDO: Un caso di blastomicosi in Cirenaica - Milano, 1918. DE MEDICI GIOVANNI: Ricerche etiologiche su l'attuale epidemia. (Catanzaro, agosto-dicembre 1918). - Catanzaro, 1919. SEVERI A. R.: Per l' istituzione di un dispensario antitubercolare in Legnago. - Legnano, 1918. •

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SEZIONE PRATICA

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NELLA. VITA PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Agli Ordini dei Medici.

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I nuovi Consigli amministrativi sono risultati così composti per le pro,rincie sotto indicate: Case1'ta. - Brunetti comm. Enrico, presidente; Cappiello \ Tincenzo, segretario; Cas<'ella Nicola, Senese J.-uigi, D e Cesare Ercole, Fargiuoli Giuseppe Grossi Giuseppe, . Catania.-. Marchese prof. Liborio, presidente; Scuderi F. F., segretario; Barletta I~., tesoriere; Belmonte N unzio, Rindone on. prof. Sante, consiglieri. L ecce. - Vemazza Giovanni, Miggia.no Rocco, ~1:emn1i Giovanni, \ radacca Giuseppe, Russi Pa~quale, Serio Luigi e Scalinci Ignazio. L i.teca. - Pilli Bettino, presidente; Biscioni Ciro, segretario; Pornasari prof. Ettore di Verce, tesoriere; Bianchini prof. Severo, Pini Pasc1uale, Parenti Luigi e Fattori Carlo , consiglieri. Mantova. - Ra bitti Augt1sto, Guastalla Lincoln, Paghera Angelo, P asquali Marino, Vivenza 'Fran klin, Zanardi Pasquale e Zinelli Giuseppe. Pa1'ma . -Tonelli Carlo, prèsidente; Verduri Ernesto, segretario; Ghelfi prof. Annibale, tesoriere; Bocchi .l.\.ntonio, Gabbi Ugo, Gabbi prof. Umberto, Garbarini prof. Eugenio, consiglieri. Pavia. - Bialetti prof. Clemente, Comelli E1nilio, \ 1 illa Alfredo, Trovati Pietro, Brugnatelli ' Angelo, Scaglioni L11igi, Bergonzoli prof. Gaspare. P i sa. . - Collodi Gi11seppe, presidente; Menocci Giuseppe, tesoriere ; Bertittl I~uigi, segretario; Scabia I, ., Pierotti An gelo, Gazzarini Adolfo e Bertini Luigi, co11Siglieri. 4

I sanitari pensionati. I sanitari pensionati dello Stato sono stati acldiritt ura dimentic.ati negli a11menti dati dal Governo a tutte le altre classi d i p ensionati. L 'on. Gambarotta ne fece parola al ministro ~itti, il quale promise c1i prendere in consid erazione la cosa. P erò da quel dì - · cioè dal mese di 111glio sC'orso - non si è venut i a capo di nulla. lTna commissione r ?.ppresentante tutti i sanitari pensio11ati d ipendenti dall'Istituto d i Pr~­ videnza, ha parlato col 1ninistro Baccelli. il qt1ale ha dato aflìclnn1ento ch e se ne sarebbe occ11pato. Della C'omn1issione facevano parte il comm. Giov·a1mi Ra11ieri di Roma., il cav. _i\Jcide Ferrari di Ti,,.oli, il <lott. Fran cesco Bertola c1 i Roma, il cav. Alessandro Chiapponi di P a rma, il dott. Tito De 8antis di an ~1artino al Cimino, il dott . Francesco Gia mboni d i Temi e<'c.

Assoriazione Nazionale degli U. S. L. E. Sezione Provinciale di Glrgenti. Il giorno T3 ottobre ebbe luogo una riurilone nel locale nell'Ordine dei Medici di Girgenti, alla quale aderirono e presenziarono tutti gli Ufficiali Sanitari I~. E. della Provincia. In seguito ad una esauriente discussione nella quale insieme agl'interessi di classe furono presi in considerazione (111elli del publico servizio, si venne con unanjme consenso alle seguenti deliberazioni: .I° Costituzione della associazione e sezione · provinciale; '20 Nomina dell'Ufficio di Presidenza che riusci così costituito: Martines dott. Alfonso, presidente: Testone dott. comm. Calogero, Castiglione dott. Rosario, Saieva dott. Giuseppe, membri ; Castellana Guglielmo, segretario cassiere: Burruano dott. Francesco, deleg~to provinciale; 3° Si è stabilito di presentare un memoriale chiedente miglioramenti della C'lssse.

RISPOSTE A QUESITI E ! DOMANDE. 1

(8008) Acq·u isto . della staln:lità. -· Dott. G. \ d a C. Durante il servizio militare il periodo di prova è rimasto sospeso. Dacchè Ella è rier1trata in carica deve per acquistare la stabilità compiere tanti mesi di servizio quànti ne mancavano alla data della partenza per compiere un biennio. (8009) I nfortitni d·i ope1a?: s11l lavoro . Concorsi a medico condotto. - Dott. A . D. N. da B. Non conosciamo alcuna disposizione speciale che esoneri l'istituto assicuratore, d i cui E lla fa il nome dal corrispondere a i sanitari il pagam ento dei certificati attestanti la continua7.ione d'inabilità al lavoro e l'esito definitivo c1ella lesione. Se è stato tolto il divieto m esso nel 1915 per i pubblici concorsi lo sarà anche p er quelli riflettenti la nomina dei medici condotti comunali. (So xo) Itic'u pero di lau1·ea sma.Yrita. - Dott. A. D. C. u a C. Per ottenere il diploma cli laura inviato, com e E lla dice, nel r 916 al ~Iinlstero della Guerra, dev~ riC'hiederlo al l\.Iinistero m edesimo indican do con esattezza lo scopo per cui fu mandato e, possibilmente, l'trffi.cio cui fu diretto. (801 1) Stabilitrì. - Di11iissioni. - Dott. C. C. da T. Delle è imissioni presentate nel 1914 e di cui m ai fu preso atto non ptl.Ò più tenersi conto dato il lungo tempo trascorso. Ella, qtùndi, ha mantenuto e mantiene tuttora integro il suo diritto alla •

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IL POLICLINICO

stabilità. Qt1alora ciò non ostante fosse bandito concorso per la nomjna del sttccessore, ha diritto ad impugnare la relativa deliberazione presso la G. P. A. (8012) Pe,r 1,sioni- l ·nterinato. - Dott. U . F. da F. Il periodo di interinato vale unicamente per affrettare il raggitmgimento del diritto ad ottenere la pensione, ma non vale ne è calcolato nella effettiva liquidazione di essa. Ella, pertanto, nel z,o dicen1bre prossimo, pur avendo compiuto 24 anni o mesi ed un giorno di ser,rizio, non liquiderà la pensione che ip. soli 23 anni, e cioè lire: 7 53. (8014) Ce,rtificati meidci) . - Dott. G. M. ·da V. ~el certificato medico, cui allude non occorre, a pena di nt111ità, indicare che la infermità fu contratta in ser-vizio od a causa di esso, in qua11to che le due circostanze sono affatto separate ed indipendenti. Una malattia infatti, può ~ssere stata cont ratta in servizio ed un altra a causa del medesimo . !./indicazione dell'tma o dell'altra circostanza dipende dalla constatazione c1i fatto del medico, che determinerà se la infermità dipende dal servizio, od a sua causa come dire-tta consegt1enza . .... (8015) Inde1inità. caro-viveri. -- Dott. (~. lVI. da ~1:. sul P. Dal momento che occupa un posto di condotta previsto nella pianta organiC'a e privo di titolare, perchÈ: flimissionario, ha diritto alla indennità caro-viveri. (8017) Servizio di su.pplenza del 1·eterinario co1iso11ziale. - Dott. F. S. da M. ~on conoscen(lo l'entità del servizio che ha dovuto prestare e presta in sostituzione di codesto \reterinario consorziale chiamato sotto le armi nè le modalità con cui il medesimo si esegue non possiamo ind icarle la somma che potrà chiedere al Comune nel giudizio che si propone intentare . Do etor Ju STI'fIA. ~==~==::=:=================================

Se·rv·izio JIJ'terlico-1niZ.itaJ1e. - _.\J dott. C'. T . da S.: Gli ufficiali medici delle categòrie in congedo per aver diritto alla polizza d i assi~u razione gratuita devono aver prestato sen"izio presso unità delle varie armi combattenti dislocate tra la linea più avanzata del fuoco di fucileria e quella costituita dalle sedi di comandi di brigata. Le norme per la concessione sono stal)ilite dal D. M. 24 aprile 1918 e sono pubblicate s1illa Gazzetta 1.cfficiale del 26 aprile 1918, n. 99. I~a domanda per la concessione pèr il tramite clel Distretto Militare cui Ella appartiene deve essere inviata al Comando dell'11nità presso cui ha prestato servizio. _J\.l dott. D. C. da C.: Ella può rivolgersi al ~1inistero della guerra, pel tramite del Distretto Militare dal quale, come ltfficiale in congedo, dipende.

rz4..)

Al dott. I. L. <la R.: I militari studenti di medicina purchè non abbiano già frequentato o non siano inscritti per il prossimo anno accademico al 6 1 corso, sono con_gedati con i militari della classe di leva c11i appartengono. . M. G. 1

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AMMINISTRAZIONE SANITARIA. Agevolezze agli Enti morali per opere igieniche. Un recente D, I,. sancisce, a favore dei Comuni,. delle istituzioni pubbliche di ben~ficenza e di altri Enti morali, age,rolezze molto più large di quelle· consentite dalle precedenti disposizioni. I-1'art. r permette ai cennati Er1ti, che a causa delle condizioni create dalla guerra non abbiano. potuto iniziare o cond11rre a termine opere di provvista di acqua potabile od altre opere igieniche, per cui già ottennero mutui di favore, di conseguire,, per l'esecuzione ed il completamento delle opere stesse, i1uovi prestiti di favore, per un an1montare complessivo non eccedente la somma di quelJi originariamente concessi. r\d assicl\rare poi l'esecuzione il i opere interessanti l'igiene, le qt1ali, dato il cresciuto costo dei lavori, non potrebbero essere iniziate senza tm più largo aiuto da parte dello Stato, si sono apportate notevoli modificazioni all'art. 7 della legge 25 giugno 1911 , n. 586 e all'art . 3 lett. a) del D .. L. 28 gennaio 1917, n. 190. L'art. '.2, infatti, del Decreto, dà facoltà ai Comuni di conseguire mutui all'interesse ridotto del .i, %, purchè abbiano una popolazione non supe-riore ai 100.000 abitanti, mentre prima tale beneficio era limitato ai Comuni con popolazione non superiore ai 50 .ooo abitanti, per alcune opere (ospedali di isolamento, fognature urbane), ed ai 25.000 ,per tutte le altre opere. Inoltre, l'ammon-tare massimo dei mutui a interesse ridotto è stato portato a I-1. 500.000 per l'esect1zione di opere concernenti ospedali, locali di isolamento, case per infermi e fognature ttrbane, e a r~ . 200 .000 per le altre opere; mentre tale limite, per le precedenti disposizioni, era, rispettivamente, di lire l00.600 e L. 50.000 . L'art. '.2 dispon~ che, ove l'opera abbia carattereconsorziale, il n1utuo d:i fa,rore potrà complessiva.m ente, 1)er tutti gli Enti consorziali, essere aumentato di un terzo. Qualora inoltre la domanda del mutuo si estenda anche alle spese necessarie per l'arredamento dell'opera, la somma da concedersi a prestito potrà, per q11esta parte, a seconda. dei casi, essere aumentata fino ad t1n quinto del mut110 principale. (21)


SEZIONE PRATICA

I"'e dette facilitazioni riferentesi, oltre che all'e.stensione del limite dei prestiti, anche alla specie clelle opere, a cui si intende dare precipuo impulso con grande vantagio della salute pubblica, varranno a promuovere un'alacre ripresa dei lavori, dalla quale potranno trarre vantaggio le classi ' ·operaie ora disoccupate. Di tali benefici poi risentiranno maggiore vantaggio i Comuni de1la Calabria, Basilicata e Sardegna, dove le condizioni igienico- sanita1ie esi, gono vigile ed e:ffic8,ce interessamento da parte ·dello Stato. È noto che questo contribuisce nell'esecuzione delle opere per provvista di acqua potabile in dette regioni con un concorso pari a metà; sicchè la maggiore spesa, che occorrèrà per compiere le opere rimaste sospese, gra v.erà per una metà a carico dello Stato; per l'altra metà quei Comuni potranno .ottenere prestiti a totale esenzione degli ineressi. In tal modo gli Enti locali, in base alle nuove provvidenze, vengono messi in grado di eseguire importanti lavori, riparando così agli effetti dellA. stasi, che, durante la gt1erra, era necessariamente .sopravvenuta nello incremento delle opere, che contrib11iscono efficacemente alla rigenerazione jgienico-sociale delle popolazioni.

CONDOTTE E CONCORSI. Il Comune di Baschi (Perugia) avrebbe biso· gno di tre medici interinali, uno per Baschi capo· luogo, uno per Montecchio, ed il terzo per la frazione di Civitella. Per le condizioni scrivere direttamente al R. ·Commissario. Medichessa triestina, buon tirocinio, accetterebbe interinato in condotta. assistentato in ospedale, istituti di cura. Scrivere : M. Pozzi, via Sistina 20 - Roma. -- - Medico chirurgo trentottenne, ottimi titoli, lunga pratica professionale, asstunerebbe servizio stabile in comune od ospedale. _ Scrivere al dottor Enrico Melone - \ 7 ia Giannone 12 2 - Caserta. Medico- chirurgo giovane, dieci anni~laurea, pratica condotta, accetterebbe subito lungo interinato ad ottime condizioni. Scrivere: Farmacia del Corso, "Marino (Roma). --~

ASSOCIAZIONE NAZIONALE MEDICI CONDOTTI.

Uffici di ccllocamento.

Bologna: presso la sede della Sezione Bolognese, A tchiginnas10. Milano: presso la Presidenza centrale, via Dogana, 2 (per la Lombardia); Verona: presso l'Ordine dei Medici, Stradone Super Mafiei, ro (per il Veneto). Chiedere condizioni. (22)

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NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

La Facoltà di Medicina e Chirurgia della R. Università di Bologna, nella sua adunanza del 25 ottobre, ha dato, con voti unanimi, l'incarico della cattedra di Clinica chirurgica al prof. Bartolo Nigrisoli, cessato dall'Ospedale Maggiore per limite di età; ed ha chiamato, pure con voto una· nime, alla cattedra di Patologia medica, il prof. Giacinto Viola, ordinario a Palermo. •

. L'Accademia di Medicina di Parigi ha eletto membri corrispondenti per la IV Divisione (fi· sica e chimica mediche e farmacia): Bruylants di Lovanio, Paternò di Roma, Machado di Lisbona. I.a signora M. Curie è stata chiamata nella Polonia, sua patria, .Per dirigervi la cattedra di radiologia presso l Umversità di Varsavia. 1

ALBO D'ORO. MEDAGLIA

n' ARGENro.

Gadani Angelo da Bologna, aspirante ufficiale medico l 42° regg. fanteria M. M. Addetto ad un battaglione, chiamato per medicare il comandante della brigata che era rimasto ferito, sotto l'intenso fuoco di artiglieria nemica, attraversando un terreno intensamente sconvolto, accorse a prestargli l'opera sua. Caduto prigioniero, salvò lo stesso generale, affrontando pattuglie nemiche, le quali lanciavano numerose bombe a mano. Eludendo la vigilanza avversaria, mediante un colombo viaggiatore, che era rimasto presso il Comando della brigata, fornì utili notizie al comando del Corpo d'armata. Riconquistata la posizione da una nostra controoffensiva, e liberato. egli stesso, dispose pel trasporto del suo generale Hermada. San Giov. di Duino 18 agosto 1917. MEDAGLIA DI BRONZO.

Cabacco Felice da Limone Piemonte (Cuneo), tenente medico 140 regg. fanteria. Calmo e coraggioso, medicò i feriti sotto violento bombardamento nemico che tutto sconvolgeva, e tenne il suo posto anche quando già era caduta la linea occupata dal proprio battaglione. Fatto prigioniero si liberò e tornò al suo servizio. Rioccupata dai nostri la posizione, sotto violento fuoco dt artiglieria e mitragliatrici avversarie, raggit1nse il posto di medicazjpne e portò via salvo un ferito rimasto sul terreno al momento della ritirata. Costalunga 15 giugno 1918. Il dott. prof. Giuseppe Palazzo, chirurgo pri mario nell'Ospedale Civile di S11lmona, è stato nominato ufficiale dell' Ordine della çorona d'Italia dal Ministero della Guerra, per speciali benemerenze acquistate durante la guerra.

Il dott. Giovanni Gaeta, oltre alla C1·oce al MeYito di guet'1 a, encomio al lungo servizio prestato in prima linea, ha anche av:ut~ una medfZgli~ al valore militare. A questa va rifenta la. mot1vazt~ne pubblicata nel n1unero 37 della sezione pratica del· Policlinico.


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IL POLICLlN'TCO

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·nella nostra Università, ove, nel 1910, divenne ordinario. L' Alessandri non è un chirurgo ed un clinico dell'ultim'ora: negli Ospedali di R.o ma, palestra Roberto Alessandri. · indi"cussa ed impareggiabile della chirurgia più audace e brillante, superò vincendoli per concorso, Chiamatovi dal voto unanime della Facoltà t11tti i gradi della gerarchia, fino a che, nel 1903, Medica, il Pr. Roberto Alessandri sale oggi la catnon divenne Chirurg_o Primario, all'Ospedale di tedra di c1uella Clinica Chirurgica, che fu glor~a e S. Giacomo prima, al Policlinico Umberto I , poi. vanto di Francesco Durante. Questi soltanto sono ben 16 anni di attività in· Di tutti gli allie·vi che circondarono l'insigne stancabile, d'esercizio diuturno c1ella Chirurgia Maestro, per grande e lt1nga dimestichezza, per più ardua, che han plas1?1ato il tipo dell'operatore, felice armonia di sentimenti, niuno poteva essere . p el quale la diagnostica e la tecnica non han sepiù fedele interpetre degli intendimenti scientifici gret i e le. risorse non han confini. ~1a per ben due e clinici di çolui, che creò la Chirurgia italiana; volte l' Alessandri aveva già sostituito il Durante niuno, per convinzione e per fede , più strenuo camnell'insegnamento della Clinica Chirurgica: il fapio11e degli alti idea li e delle no bili tradizioni della vore generale ed il plauso che e·g li seppe allora Sct1ola. .. meritarsi furono una vera designazione plebiscitaria. Nel 1907 vinse il concorso per la cattedra di Clinica Chirurgica, all'Università di Modena, ma egli rimase a Roma, fedele al suo posto, al suo insegnamento ed alla sua Scuola. I cimenti dolorosi della gt1erra mondiale lo videro in prima linea, portare il soccorso volontario della s11a scienza e cl ella su a grande pietà fin presso alle trincee e tra la gragnuola dei proiettili d'ogni misura . Fu così che, come Direttore della II Autoambulanza d'Armata, a Gorizia, si guadagnò la m edaglia d'argento al valore. I-1'angustia dello spazio ci consente di accennare appena come le principali Accademie e Società scientifiche, in genere e chirurgiche, in ispecie, dell'Italia e dell'Estero, abbiat:J.O tenut0 ad annoverarlo f ra i loro soci pii\ stimati ed onorati. La produzione scientifica dell' Aless~ndri è d'una ricchezza e d'una varietà mirabile e serve a dimostrare nit idamente la vastità e la versatilità della me11te, che l a govema, sotto il controllo della più severa e profonda disciplina. Senza tener conto degli insegnamenti preziosi, che con signorile dovizia egli profonde! a piene m ani, nel giornale La Clinica Chirurgica, del quale è Direttore, sono ben 145 le pubblicazioni sue, che fin~·oggi han veduto la luce. Gli studi sulla P atologia e sulla Chirurgia del R . _l\Jessanclri si laureò nell'Ateneo romano, nel 1892, clopo avervi, da studente, miet uto (è la pa- rene formano « testo » e non h an forse rivali nella rola esatta) i premi più ambiti e più contrastati. letteratura straniera. Dai primissimi sulle lesioni Per concorso, venne, quasi subito, nominato as- dei singoli elementi'del cordone spermatico e le loro sistente nella R. Clinica Chirurgica, diretta dal conseguenze sulla glandola ge·nitale, a quelli sulla Durante e nel 1895, fu promosso. Aiuto. va~inale del testicolo, sui tumori d'origine s1t1renale, In quest'assid11a e diligente collaborazione, sulla chiru'l"gia conservativa del rene, sulla legatura egli continuò p er ben 7 anni, fino a quando cioè, della vena emulgente, degli elementi dell'ilo renale, non ottenne la eleggibilità al posto di professore di ecc., ecc., ai più recenti, sulla chirurgia del rene e Patologia Speciale Chirurgica, nella R. Università dell' u1ete1·e, sulla pielotomia nella calcolos'i renale di Torino. Anche allora, il voto unanime della ecc., a bbiamo tutta una serie di osservazioni e di Facoltà Medica di Roma, lo chiamò, come straor- studi, che nel loro insieme foniiano un vero e prodinario all'insegnamento di questa disciplina, prio trattato di Patologia e d i Clinica speciale. tiet--~

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SEZIO~E

IJo stesso po siam dire di tt1tti i lavori, che trattano della patologia e della chirurgia del fegato e delle vie epatiche; dello stomaco e degli intestini; degli· organi del mo,-inlento; dell'e11cefalo, della rachide e clel midollo spinale; dei tumori, ecc., ecc. Osservazioni e indicazioni preziose troviamo poi nE>!la serie ricchissima <li lavori sulla Chirur2'ia di ....., G11erra, lavori che so110 i più recenti e nei quali l' _..\., ha profuso tanta dottrina e tanta ricchezza di lJuon senso e d'esperienza, quante basterebbero a creare la fama di più d 'tm clinico. :vra non è della sola produzione personale, scientifica e clinica dell'illustre chirurgo, che bisogna te11er conto, m a anche e sopra tutto, dell'indirizzo che egli ha saputo dare alla sua Scuola. 11 solo titolo delle pubblicazio1:1i, uscite dall'Istituto di Patologia Chin1rgica, fo.r merebbe un voluminoso fascicolo. Questa singolare attività, questE> attitudini rare, associate ad una dottrina profonda, ad una mente eletta, ad un cuore generoso, sono le doti preclare, che rendorio la scelta illuminata della no~tra F acoltà , gradita ad ognuno e meno amaro l'allontanamento del grande e venerato lVIaestro Pr. Durante: al L11uovcl Clinico cli Roma vadano adunque le congrat1ùazic11i e gli aug11ri più fervidi.

T. FERRETTI. •

NOTIZIE DIVERSE. Società Italiana ·di Medicina interna. I,.' Assemblea della Società d i ~Ieùicina interna tiella seduta or<li11aria tenutasi a 'frieste il 9 ottobre 1919, ha eletto il nuovo Consiglio Direttivo (lella Società, che riuscì composto dei professori : Sen. ~Iaragliano Edoardo - Devoto I~uigi­ J,ucatello Lt1igi - \ ' iola Giacit1to - Zoia I ,uigi _.\.scoli \Tittorio - Giuffrè I"iborio - Gabbi Umherto - on. Castellino Pietro - se11. Qt1eirolo Gio. Battista cht1pfer · Ferruccio - :Micheli Ferdi11a11do - sen. Bozzolo Camillo - sen. Carc1arelli . .\.11tonio . - Zaga.ri Giuseppe - Ceco11i Angelo Cofler Attilio- Ca:fi.ero Carmelo - Galli Giulio - Ferranini _'\nc1rea. I./t~fficio di Presidenza fu poi costituito clai professori se11. E. :\Iaragliano, clinico medico di Ge11ova. presidente; \-. _-\..scoli, clinico meèico di Roma e L. Lt1catello, clinico medico di Pado,·a, ' ' ice preRidenli; Giulio Galli, medico primario di . Rorna, cassiere. Il prof. _i\.scoli \Tittorio fu clelegato all'organizzazio11e <lel XXVI Con~resso che sarà tenuto l'anno ve11turo a Roma e nel quale saranno trattati i ~egt1enti temi generali: io ..\sma bronchiale. 20 Linfogranulomatosi. \'i sarà inoltre i1na Rivista criti~a c;,1tlla Elettro('artliologia.

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PRATICA

XX\'I, F.1sc. 42}

La riunione medica di Trento. ~ei

giorni 12-13 ottobre "\enne tenuto a Tre11to, sotto gli auspici della Società Italiana di medicina Interna, che ivi chiudeva con alto senso pat ·iottico il Congresso di . 1·rieste, e dell'Asso(::;,~ z~one Italiana di Climatol~'gia ed Idrologia Alla J tali a, un importante con·v~gno nel qua1e si e::ia1ainarono, anche col concorso di compe~nze ~o­ C()li, i problemi balneologi,·i e climatici del Trt•11t1n0 e clel l 'A.lJto _t\dige. I-1e sedute ventiero presiec'u.te dal sen. prof. l\iaragliano. Dopo mature discussioni a cui parteciparono, oltre il preside11te, il sen. Zippel, i professori DE.voto, ì\~onti, Lucatello. Cattaneo, Piccinir11, Fornario, l\1or.e lli, Cambie.so, i dottori Rinaldi, C011ti, Pinali, Senni, Dal Ri., Cirardi, Ciurcenta]er, Giordani, i si gnori ~cotoni, Oss ed alt.ii, \"t·11r1ero esaminati due ord:11! cli provvidenze le iin n1ediate e quelle meno ·~Lrge11ti del domani, su cli una speciale relazione estesa dal prof. Devo1 o. In ordine al programma immediato venne rit en11to che fin dal prossimo inverno de,,e esse1e i1:coraggiata 1'affiuenza del pubblico nelle stai .i oni climatiche d.~11-a Venezi.a Tridentina. A Cfuesto scopo i medici presenti si sono accordati sulla opportunità di far più largamente conos< iere i vantaggi del soggiorno invernale sulia nt-,1e, in alita montagna, per sofferenti delle ~·ie respiratorie, del sistema nervoso, ecc., ed i granùi benefizi degli sports invernali per ragazzi ed adulti. E poichè dalle noti~ie a\·t1te, le stazioni della Mendola di Gossensass , le Terme del Brennero, Cortina d'Ampezzo, potranno ricevere degl.i ospiti nelle prossime settin1ane, venn~ riconosciuta la co11venienza di richiamare su di esse 1'attenzio11e del pubblico italiano. I dettagli relativi agli alberghi , le ,-ie di accesso, gli orari, ecc., saranno fra bre,-e elaborati dal Comitato loC'ale di Trento, che agirà in accordo con gli ele1nenti dell' _t\..lto _.\dige; questo Comitato segnalerà le altre stazioni, che, eventualmente, l)Otranno funzionare ne11 prossimo inverno. Così pure saranno fornilti dei particolari su altre località a clima temperato, che hanno avuto iii passato molte frequenze, come Riva, Torbole ed _ reo, Gries, :Merano. Verso queste stazioni a clima mite saranno incoraggiati a rivolgersi sopr·atutto coloro che non tollerano in inverno il clima marino e debbono lasciare la loro residenza abituale perchè fredda . I1 sen. l\1aragliano, come presidente della Società di Medicina Interna, farà un appello a tutti i cultori degli studi medici, perchè si adoperino a far. conoscere nell'a.m biente universitario e fuori le ,·irtù del ~gg-iorno in alta montagna nel] 'inverno. Venne poi deliberato di raccomandare alle Ferrovie di Stato: di migliorare l e comunicazioni ferroviarie col Trentino, di ammettere st1i treni vetture dirette da )filano a Trento, di fa,-oriTe con annunzi gratuiti, come si fa per Salsomaggiore, la frequenza invernale nella Venezi~ Tridentina, di introdurre tariffe di fa"\-ore per ch1 ,.i soggiorna più settima~ per ragioni di cura., ~i pubblicare sugli orari · ufficiali tutte le not1~1.e relati'e alle comunicazioni po"tali, •automob1l1• • c;tich e, ecc-., come c;j usa per Je var1e prov1nc1 · 1

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IL

POLICT~I N

italiane e oome si pratica con somma diligenza negli orari sv.i zzeri. Si è richiamata l'attenzione delle sf1e re competenti sulla n ecessità di curare la buona manutenzione delle caserme di mont agna, erie tte dal passato governo e relati\11e vie n1ilitari di accesso, rappresentando qt1ell,e caserme non solo dei fabbricati ottimi per ospizi t empor,a nei o permau•e nti p er fanciulli gracili e delica.t i o per convalescenti, ma st azioni di partenza per lo S'\riluppo di ulteriori creazioni climaterapiche. · E d infine si è stabilito di: tenere un con,·egno climat ico invernale d,a l 3 al 9 gennaio r920, in. alieune stazioni' della Ve n•ezi·a Tridentina, con tappe a Campiglio, Mendola, Merano, Bren11ero, Cortina d' Amp·ez~o, T·!iento, in og11una delle qual~ un medico od altro competente del luogo, itlustrerà ai congressisti1, medici e non medici, le note caratteristiche dielle singole. stazioni ie cl elle altre prossimiori. L'esame del programma più lato che propone la creazione a Tr.cento di un I stirtttto Consorziale (StaJto, Ent:ii :assicurativi, Industria alberghiera) per lo s tudio gratuito dcl.le molte fonti minerali· e ragionali, dei climi e relativo museo, e l a fondazione di un grande Istituto di terapia fisica moderna, con fini di cure per i sofferenti, di ricerche e di coltura per medici, nurses, ecc., venne affidato a.d un 'apposita. commissione che · riferirà in apposlJto Cong11esso. L'on. Sindaco di Trento ha dichiarato che Trento sarà ben lieta di metter a disposizione le aree occorrenti per le ierigende istituzioni . La riunione h a l asciato in tutti i con,~ent1ti e 11ei cittadini di Trento una buona impressione p er la praticità a cu i è st ata ispirata. 1

I Congressi di Monaco. - Comitato romano per t Congresso di Talassoterapia. Il 28 ottobre 11 . s. si è riunito sotto la presidenza del prof. Ascoli il Comitato rom ano pel Congre~so cli talossotera pia, che a-yri luogo in Monaco (Prin: cipato) dal ?-6 al 30. aprile vent~ro. Erano presenti i professori Ascoli, Alessandri, Sforza, Leotta, ,,, '8abatini e P. F'er1aresi; a\revano scusata l'assenza i proff. .~gelini e Signorelli.. . Dopo commemorati i defunti membri prof. Rossoni e Tamburini si decicle d i chiamare a far parte del Comitato ro~ano i dottori Mariotti, Melloni e Flamini. Si nrenrl ono q t1Ln.di 1e n er.ess:::i.rie d isposizioni affinchè Roma pa:rteci1)i degnamente a q~esto grandioso Congresso internazionale. p er cui all'estero da tem~o fervono ptf.{'arativi notevoli. Per tema generai~~ di ruscussione di questo Congresso d i talassoterapia , essendo stato fìs~ato un l.tnico tema: <e I tubercolosi a l n1are », per il quale saranno presentate due relazi?ni:. a) ~e tu~erco­ losi mediche· b) Le tubercolosi cbin1rgiche, il Comitato decid~ d i affidare a i Proff. Sforza e Mariotti l'incarico di redigere una relazioi;e << 8~gli Istituti antitubercolari d i Roma, con speciale riguardo alle istituzioni parascolas~iche )) , . e ai ~roff. Ferraresi e Flamini una relazione di contributo al tema « I tubercolosi al Mare » per quanto riguar(la la . parte chirurgica. . . I meflici i quali int~ndon<? p~rte cipare ~ quest~ Congre~so e presentarvi relazioni, possono nvolgerst

reo

1249

al Prof. \ littorio Ascoli <R. I stituto cii Clinica Medie.a, Roma). ' T erremo informati i lettori della successiva organizzazione per la partecipazione italiana alla importante serie di Congressi internazionali, che si t errà a l\1onaco dal 2 0 al 30 aprile 192 0' essendo tutti è.i altissimo diretto interesse del nostro paese, poichè riguardano le pi1ì vive fonti del suo patrimonio economico (Congresso di Talassoterapia, C. delle Città d'acqt1e e stazioni termali, (' . di Igiene e Climatologia, C. d i I d rologia , Geologia e Fisiologia, C. <li Turismo ed Alpinismo, Esposizione).

Il Congresso di Ortopedia. Questo Congr esso, il X della Società Italiana di Ortopedia, si è tenuto a Bologna nell'Istituto Rìzzoli, il I9 e il 20 ottobre. Numerosi gl'intervenuti, da ogni regione d' Italia. I temi svolti riguardarono la Protesi (relatore il prof. Dalla \-edova), il Trattamento c1elle psudoartrosi (relatore il prof. Palagi), ecc. l.-na seduta fu dedicata alle dimostarzioni d i tecnica operatoria: il prof.' Putti eseguì un'artroplastica per anchilosi cel ginocchio; il dott. _.t\ bele Free, rli Kew York, dei trapia.nti os sei. Il Putti presentò an che op era ti d'artoplastica, perfettamente gu ariti e funzionalmente perfetti d?po parecchi anni dal subìto intervento chirurgico.

Congresso della Federazione Igienisti. I~a

Presidenza d i questa Federazione ha deliberato di tenere a Trieste nella primavera del 1920 il suo Congresso Nazionale, fissando già fin d'ora i seguenti temi: 1. Proteziohe dell'infanzia.; z. Denuncia obbligatoria della tubercolosi; 3. L'isolamento dei tubercolosi; ·1 · I,a malaria. Stato attuale della profilassi; 5. La nostra legislazione sttlla vigilanza annonaria; 6. Polizia sanitaria del lavoro.

Convegno della Pubblica Assistenza. TI 20 ottobre si è tenuto a Roma un Convegno della Federazione N azionale fra le 8ocietà e Scuole di pubblica assistenza. Accertato il patrimonio attuale in oltre mezzo milione ed avvisato ai proV\ edimenti per aument arne sempre pii\ la portata, si è deliberato di isti· tuire le seguenti opere di patronato in t.utt'Italia : eliminazione dell'accattonaggio col ricovero e con la protezione dei vecchi e degli inabili al lavoro e con uffici di collocamento; ricovero per l'educazione dell'infanzia abbandonata; stazioni climc:tiche e marine e dispensari anti-tubercolari: cassa rli assicurazione per i militi e -per gli orfani dei militi morti in guerra o in servizio. Si è deliberata poi la fondaz~one di nuo~e Società, specialn1ente nel Mezzogiorno, tielle Isole e nelle nuo,,..e terre annesse o da ann.rottersi alla P a tria. 1

Nella Società Italiana per

il~progresso

delle Scienze.

I .. a Società italian a per il progresso d~lle .S cienze ha nominato presidente il. p rof .. Vale~i ; .'1 ~ce-:-pre­ sidenti: Chiovenda e Monti: presidenti di ~ez~one: Cesaris-Demel e ì\iattirolo; membro del Comitato 3cien tifico: A(lt1cco; rappresental?-te del S omitato t alassografico: Bottazzi; segretario : \ 7 • Re1na. (25)


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SEZTONE PRATICA

[ANNO

XXVI,

FASC.

4:?]

L'igiene sociale e Il Partito liberale.

terreno concesso .m una pos1z1one . . .in uso dal Sindaco di Roma ,,, mcantevole della zona archeolo.i\l Congresso del Partito liberale venne appro- gjca. Qui~ sono s~a~i impiantati due padiglioni per vato ad unanimità il seg11ente Ordine del giorno: r~covero di bambm1, uno per alloggio delle allieve (mtemato), una vacchena, una lavanderia ed '<Il Congre~ù del Partito Liberale Italiano, conscio della importanza che i molteplici problemi una casetta .per servizi generali (cucina, refettorio della igiene sociale e del lavoro hanno nella vita ecc.) . Cambiando la sede, la scuola subiva notevoli modificazioni nel suo funzionamento: non più del Paese; ritenuto che l'attuale organizzazione sanita- dipendente dal Brefotrofi.o, divenuta autonoma ria, impigliata nelle maglie burocratiche e politi- do~eva vivere con mezzi propri. Era perciò neces: che delle Ammjnisj:razioni centrali e locali, non sano aumentare notevolmente il bilancio, specialpossa avere quella libertà e quella autorità che sono mente per il mantenimento dei bambini e delle necessarie per la risoluzione dei vari problemi · balie, che doveva · accogliere a proprie spese. A d 'igiene sociale e di assistenza sanitaria, e che ap- far fronte a tale alimento di bilancio ha concorso punto da q11esta mancata libertà del suo f11nzio- sopratutto la Direzione Generale della Sanità Pubnamento dipendono in gran parte le gravi defi- blica, nonchè il contributo del Ministero dell'incienze che m materia igienico-sanitaria vengono terno. La Scuola costituisce una parte di un complesso lamentate in Italia; fa voti che sia completamente riformata l'at- Laboratof;io di Biologia Umana, il quale :fino ad tuale legislazione sanitaria in modo da rendere oggi comprende i seguenti istituti: lo Asilo di ricodel tutto autonomo il funzionamento di c1uesta vero per bambini :fino al 30 anno di età, prevalentemente lattanti; 2° Scuola di assistenza all'inorganizzazion~ tecnica, che da un Ministro dell'i .. giene pttbblica attraverso una Direzione di sanità fanzia ~ropriamente detta; 30 ConsultazionQ per composta con criteri più pratici, attraverso uffici b~:i:n-bin1 latta!l~i. e goccia di latte; 40 Istituto delle sanitari provinciali forniti di adatto pE-rsonale e visit.e a domicilio; 50 Scuola per maestre rurali. . Di tutta questa feconda operosità dà notizia il di appositi Gabinetti e di medici scolastici, ufficiali sanitari intercomuriali, giunga fino all'assistenza direttore generale dell'istituzione, dott. Mario Flasanitaria compi11ta da medici condotti avocati mini, in una relazione testè pubblicata. completamente allo Stato i1.

Scuola francese di Stomatologia. •

Case di cura per i malarici ex combattenti . A <'Ura del Ministero per l'assistenza militare e ]e pe11sioni di g11erra nella prossima estate funzionera nno quattro « Case di alta m ontagna oer i malarici ex combattenti )) . Tali case, la ClÙ gestione sarà affidata alla benem erita . i\sso{'iazione . delle Croci Rosse con la collaborazione scienti.fica della Clinica del lavoro di 1'.lilano e delle Cliniche delle RR . U niversità, sorgeranno una nel Tren t ino, per gli ex <'Ombattenti resilì enti nell'...:\lta Italia e nella ' 7enezia Gi11lia e Trid entina, una nel Pistoiese o negli }\.br11zzi per la media Italia, una nelle Calnbr1 od in Sicilia per l' Italia meridionale ed una in Sar. degna. Nel frattempo vengono dallo stesso Ministero e dalla Direzione d i Sanità pubblica intensificate le misure profilattiche, con speciali provvidenze anc-he a favore delle famiglie dei malarici ex combattenti.

Scuola di assistenza all'infanzia. \·enne fondata a Roma nel 1 911 allo scopo di insegnare praticamente alle giovani il modo di assistere il bambino sano ed~ ammalato. ~i iniziò molto modestamente nei locali del Brefotrofio, in 11n padiglione Docker; in seguito si è nndata gradatamente s·v ·iluppando ed occupò ru1 secondo padiglione, più grande del primo. Non solo il ntrmero delle allieve è di anno in anno aumentato, ma il funzio11amento e gli scopi si sono andati rendendo più complessi. Xel febbraio d i guest'anno la c11ola si è trasferita in~locali propn, a SantGregorio a l Celio, in un

Ha lo scopo di impartire l'insegnamento della specialità agli studenti di medicina ed ai medici che intendono addestrarsi e perfezionarsi in essa. L'insegnamento, affidato a medici specialisti e tecnici, comprenderà: lo La Clinica generale delle malattie della bocca e dei denti; zo Corsi speciali sui diversi rami della stomatologia.; 30 Lavori pratici di tecnica operatoria, di protesi, di ortodontia e di laboratono. Per le iscrizioni e per informazioni rivolgersi al dott. J. Ferrier, direttore della scuola, od al dott ~ Bozo, direttore aggiunto, 20, Lassage Dat1phine ~ Parigi.

Corsi di perfezionamento sulla tubercolosi polmonare. Tre corsi di perfezionamento sulla tubercolosi polmonare avranno luogo a Parigi durante l'anno scolastico 1 919-1920. Ognuno di essi avrà la durata di sei settimane. Il prim.o si è iniziato il 15 ottobre 1919, il secondo e il terzo avranno principio il 15 aprile e il 15 giugno 1920. L'insegnamento sarà di natura essenzialmente pratica e comprenderà la batteriologia, l'anatomia ~atologica, la diagnostica :fisica, la laringologia, l'igiene sociale e la t ecnica a1nmjnistrativ.a dei dispensari. Le conferenze e gli esercizi pratici saranno tenuti nel pomeriggio e t11tte le mattine gli allievi lavoreranno individualmente all'ospedale e al dispensario ~ assieme ai medici direttori dei corsi. Questi sono aperti ai medici francesi ed alleati. Per ulteriori schiarimenti rivolgersi al sig. E. Rist, rue Magd ebourg 5, Parigi.


[ •.\.~N'O XXVI, FASC . 42]

A. N GELO

IL POLICLINICO

ROT.H

Ancora nel pieno vigore delle sue forze - aveva appena sessantaquattro anni, essendo nato in Alghero nel 18 55, - quando era stato chiamato dal voto unanime della Facoltà di Genova a dirigere quella Clinica Chirurgica succedendo al Novaro e co~pi~a con attività e. diligenza esemplari il su~ ufficio di Sotto Segretario all'Istruzione Pubblica ftt colpito dal prin10 e grave attacco del male eh~ . ne fiaccò l'energia, ma lasciò integra l'intelligenza, tanto da destare ancora delle speranze di un suo ritorno ad una vita fattiva, se p11r limitata.

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Quando un secondo improvviso attacco lo finì, questa volta .p ietosamente d i un tratto, e fra le braccia della famiglia che adora va, nella sua diletta Sassari, fra i d iscepoli e gli amici devoti. ~. · Dalla nativa Sardegna dopo gli studi secondari~ era andato a frequentare l'Università di _Torino, con una borsa di studio, che si guadagnò per concorso nel collegio Carlo Alberto. Fu allievo dell'ospedale d i S. Giovanni, e fu altamente apprezzato ò.a ma.estri e colleghi per la sua intelligenza e ~ suo studio indefesso; più volte l'ho udito ricordare quel felice periodo della sua gioventù, e rammentare la scuola del Margary, donde aveva attinto l'amore alla chirurgia; e a qttell'insegnamento risalgono le st1e prime preferenze per la chirurgia ossea e articolare, colle sue pubblicazioni sulle coxiti e sulle anchilosi, materiate di fatti e di osservazioni acute. 1· Ritornato a Sassari fu prima aggregato a quella Facoltà; venne poi nominato Professore di Clinica Chirurgica a Cagliari e vi rimase per alcuni anni, legandosi fin d'allora d'affetto mai smentito da ambo le parti col suo primo assistente ed allievo, Roberto Binaghi, Cedendo poi alle insistenze delle

più. COSJ?icue nersonalità Sassaresi, tornò a quella. ~ Un1vers1tà, che può d irsi veramente sua per il llll!-go magistero che vi eserC'itò e per lo sviluppo che le impresse non solo come Direttore deìla Clinica,, ma come Preside, come Rettore, come uomo di governo, rendendola nota e ricercata da studenti e· da.p~ofèss?~i: per ess~ .Pa~sò ~1 fiore, po~siamo dire,. dei giovaru msegnant11tal1an1, che pt1r rimanendovi per lo più solo transitoriamente, esercitavano là le loro prime armi e vi esplicavano gli entusiasmi iniziali è ella loro fervida azione scientifica. È di questo p~riodo la sua attività chirurgica: più inte11sa, svoltasi in tutti i campi, con predilezione nella chirurgia urinaria, dove può dirsi egli indie& nuove vie. È facile oggi giudicare di non grande importanza certe indicazioni del tagliosoprapubico, ma occorre riportarsi a quel periodo, in cui la chin1rgia deJle vie urinarie ·non solo in Italia, ma dovunque, era ancora incerta nei primi passi, che sono stati i più importanti pe~ progressi ulteriori, a cui Angelo Roth contribuì con tanta efficacia. I ,a polit.i ca lo '". viò poi in parte dall'insegnamento· e dalla pratica chirurgica. Pure egli non trascurò· mai del ti1tto la cattedra, e specie nel periodo in cui appartenne al Consiglio S11periore della Pubblica Istruzione, pur dando tanto della sua attività. alle gra,ri questioni che vi si trattavano, intramezzava colle gite a Roma l'esercizio alacre dell'insegnamento e la direzione della clinica. E così nei primi tempi, in cui Depi1tato per Alghero più frequentemente doveva lasciar la Sardegna per le sedute parlamentari. ~ Ricordo ancora con viva compiacenza le onoranze che gli furono tributate a Sassari per il venticinquesimo anno del suo insegnamento nel 1914,. pochi mesi prima dello scoppio della guerra, cui presero parte illustri scienziati, amici affezionati,. e sopratutto l 'inter.a Sassari, e rappresentanti del resto della Sardegna, testimoniand o la devozione e la riconoscenza per la sua: opera in prò dell'Università e d i tutta l'isola. :Negli ultimi te~pi la sua nomina a Sotto Segretario lo distolse del t11tto dalla cattedra. E flt gran peccato: tanto per la chirurgia, cui così venne meno il contributo delle sua mente geniale e della sua lar ga esperien.za, quanto per lui stesso e ·p er la sua famiglia, chè forse all'affaticamento eccessivo e al lavoro assiduo e antigienico cui con raro spirito di dovere si sottopose, si dovette in gran parte il s110 prematuro logorio. Ma anche in questo campo come rifulge la su a nobile figura! Caso forse più unico che raro, rimase, pregato, al suo posto anche col cambiar dei l\1inistri, tanta era la solerzia e l'obbiettività rigorosa che egli portava nel S\lO altjs~imo ufficio . E n.ello stesso tempo sempre sereno, anzi lieto di benevola arguzia, sorridente con gli amici, pur dando tutto il suo ingegno e il suo tempo ai più ardui problemi della C'jlltura. nazionale. Lo ricord o ancora in quella vasta sala, alla Minerva dove stava rinchiuso intere giorn.ate, lavoranè o assiduamente, mentre in uno stan zino lì presso aveva accomodato t1n lettuccio per non allontan arsene troppo e per essere pronto di bt1on m attino, e dove lo colpì inesorabile il fato, che. dopo questi pochi mesi di sofferenze e d i speranze, lo ha tolto per sempre all'affetto dei sttoi, agli amici, alla scienza, alla patria! R. Ar.ESSANDRI.

(27}


Il POLICLINICO

LB malattiB dBI cuorB BdBi-vosi Periodico mensile ···011dato dal prof. Fll.IHERTO

MAIUA~I

dtilln IL Unirersitit di

{ie110Yn.,

·Sommario del N. 8 - Anno III (1° agosto 1919). :ltAVORI ORIGINALI. - Sulle forme traumatiche dell' insufficienza delle valvole aortiche ( Prof. Spiro Livierato). - :r.,e c ardiopatie com e causa d'invalidità di guerra (Dott. Carlo Gennari ). .RASSEGNE E RIVISTE. - Il cuore piccolo mediano nei tubercolosi (Carlo Guarini) Studi sulla capacità funzionale del cuor e (T. B. Bar?inger}. - Un raro caso di dilatazione dell'arteria polmonare constat ato ai raggi X ( L. Coleschi). - Manifestazioni ·cardiache della scarlattina (F loranà e Para/). - Nozioni pratiche sulla diagnosi e sul valore dei soffi cardiaci (Laubry). -i.talaria autocton a. Aortite subacuta malarica. Iniezioni endo· -venose di chinino . R egressione dei sintomi (G. Rosenthal e S. Bloch ). Endocardite e miocardite reumatica; una forma .euriosa d'insufficienza aortica ( W. Kouwenaar ). Il rinforzo dei rumori cardiaci con la comprensione dell'aorta addominale. La percussion e paravertebrale nelle cardiopatie (A. Amati). Studio clinico e t erapeutico dell'insufficienza del ventricolo sinistro, n el corso di nefrite croniche ipertensive (/. Castaigne). L'endocardite scarlattinosa ( Nobécourt ). - Effetto delle inspirazioni profonde sul soffio leggiero dell'insufficienza aortica nei giovani soggetti (W. GMàon). Un caso di propagazione a distanza di un soffio cardiaco (tt. Griffeths ). Metodo funzionale della misura della pressione sanguigna: contributo allo ·studio d ella pressione sanguigna nelle aritmie (KJlgon ). - Un .apparecchio d estinato a trascrivere la pression e sanguigna del11 'uomo in modo continuo ( A. C. K olls). Esiste, contraria•mente all'opinione di Lews, Makenzie, Hering, un cuore sfrenato (ta chicardia parossistica) di origine sinusale? (G. Galli).

'Sommario del N. 9 - Anno III (to settembre 1919). 1.AVORI ORIGiNALI. -

Un nuovo riflesso viscerale: riflesso oculo-miocardiot onico (Prof. Cesare lvi.inerbì ). Contributo clinico allo studio della sindrome sem eiologica che svela l'ipotonia del miocardio ( Param'Ythiottis Filoctimon). - I,e card.io· patie come causa d'invalidità di guerra (Dott. Carlo Gennarj)•

.llASSEGNE E RIVISTE. - La conlrazione muscolare complessa d ella sistole cardiaca (S. Etienne e M .lle '!11 ondlange). - Il metodo ascoltatore della sfigmomanometria (Ti%ieu). - I,a marcia di prova e l'attitudine funzionale cardiaca dei tachicardiaci (M. L acompte ). - L a pressione sistolica misurata all'omerale e alle tibiali in m alati a ffetti da insufficienza aortica. - I,a -pressione arteriosa in sette casi di m alattia di Addison (René PMak). - L a circolazione retinica ( P. BaiUiart ). - !,e varia· zioni della m assa sanguigna studiate dal punto di vista clinico (Pr evel) . - La pressione del p olso (Warfielà). - Qualche not a pratica sulla tensione sanguigna (W an N ess Deardborn). - Mi-

[--\ ~ ~o

XX\"I, FASC. 42)

sura della pressione sanguigna: sue p ossibilità e suoi limiti nella ~edi~ina ~ode.ma (Kilg"!'e). - La pressione arteriosa in pediatria (N168ol1). - Studio della pressione sanguigna di clnquecente uomini (Ber1U1rà Smilh). - Induenza della musica sulla pressione (.[. H. Hyde. e W. Scala.pino). - Studio comparativo della. pressione. sanguigna nelle anestesie (A. Miller). - La pr~ss~one arter1~sa come guida nelle grandi operazioni (H. G. Giddings). - Gh effetti della compressione oculare: rifiessi oculoc.U;colatori, oculo-respira tori e oculo-motori (Cli. A claard e L. Bmet). - La pressione arteriosa sistolica dopo l'esercizio con osservazioni sulla capacità cardiaca (L. Rapport}. Radiografia nell'aorta toracica iniettata ( l'rl. A. M ougeot). - Tnfarto dcl cuore similante una malattia a cuta dell'a ddome (A. Levine e L. Trauter). Studio comparativo del riflesso oculo-cardiaco moderatore e oculo cardiaco dilatatere (L. Cornil e G. Caillotls).

Sommario del N. 10 - Anno III (1° ottobre 1919). LAVORI ' ORIGIXA.LI. - Di un nuovo fenomeno di sincronismo con rapporto da 1: 2, fra i movimenti del respiro e del cuor e ( Prof. ~ovann_i Galli). - Sull'esaurimento cardiaco ( Dott. Vincen.&o F1-nocc1'•aro ). - I,a prognosi dei vizi valvolari del cuore nel periodo di eusistolia (Prof. I. Romanell•) . RASSEGNE E RIVISTE. - I preparati oppiacei nelle malattie card.io-vascolari (Laubry e Esmein ). - Un caso di endocardite gono~occica (H. A. Benon ).. I,'uso del digalen in supposte (Morin ). - Un caso di fenta del cuore da scheggia di bomba a ·mano con emopericardio bloccante. Intervento (M. Mauro ). Osservazione d'un caso di pericardite tubercolare (M . H. Barbier). Contributo allo studio sull'ostacolo che può offrire il pericardio al cammino dei proiettili d'arma da fuoco. Constatazione radiologica (C. Guarini ). - Equivoci di diagnosi nei vizi cardiaci mitralici (A. Fe"anini ). - Proiettile pervenuto per via venosa e libera nel V. D. del cuore (M . Ponzio ). - Endocardite infettiva secondaria dei cardiopatici (R. Lutembac1'er). Un matodo per facilitare il giudi~o sulla capacità dinamica del cuore (G. Galli ).

Abbonamento annuo: Italia L. r2 - Estero Fr. I8. Per gli associati al « Policlinico )) : Italia L. 10 - Estero Fr. 15. Ogni fascicolo separato L. 2. I nostYi signO'Yi associati che desiderano .-icevere al p'fedetto pyezzo di favot'e questa inteyessantissima Rivista, debbono inviaYe 'Yelativo vaglia di'Yettamente al pro/. ENRICO MORELLI - Via Sistina, I4 - Roma. N B. Al ricevimento dell'importo d'abbonamento verranno immediatamente spediti i dieci fascicoli pubblicati dal gennaio

ad aia.

Indice alfaèetico per materie. Catarro nasale cronico: vaccinoterapia Pa1g. 1240 Cinconina nella cura della malaria . ;> 1234 Encefalite letargica : sullai cosiidet)) I234 'ta . . . . F ebbricola : particolare forn1a . :> 1237 Irudo ID.Jedicinalis: princ1p10 attiYo antiicoagulante l\Iidollo spi1iale : altera!io11i 11ella carcinomait:osi )) 1232 Nefriti : fu11zionalit à renale 11elle )) 1234 Neo-salvarS<.'l.11 : gli a ppareccl1i di vetro negli accidenti da . )) 1233 Pleure : segno dell 'ottusi.t à ascellare nelle affezioni delle - . . Roma, 1919 -

Tip. Naz. Bertcro di G. Guaclagnini

~

Pleuriti. toraciche: segno p er la diagnosi precoce . . • Punture d 'insetti : nelle - . Reazione di De Silvestri .in ,·arie n1 i lattiie dell'infanzia . Rino-faringite cronica: trattamento palliativo . . • Sodoku : casistica . . Spondiliti post-traumatiche . . . . Spondi1o-listesi : studio radiolog·ico . Stasi intestinale cronica. l\.1alatti a di Lame . . Traumatisn1i mascello-facciali . Tumori pleuro-mediastino-polmonari : nuO\'O segno per la diagnosi. . . L.

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Anno XXVI

Roma, 26 ottobre 1919

Fase. 43

(Pubblicato il 14 novembre 1919).

fondato dai professori: GUIDO BACCELLI FRANCESCO

DURANTE

___

SEZIONE PRATICA .._ REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

SOMMARIO . .Lavori originali: G. Ruggi: Taglio ad U rovesciato deUe pareti addominali. -Conferenze: R. Hutchiso n : Alcuni principi di terapia. .Sunti e Rassegne: SEMEIOTICA : F. Edgar : Condizioni le quali possono simulare dolori riferiti a malattie degli organi interni. - CHIRURGIA: S. Parker: Anestesia sacrale. A. I. Brincklt!i: L'anestesia ottenuta con l'introduzione di etere nel retto. Osservazioni Cliniche: I. Dionisio: Ozena con cefalea, enuresi notturna tenesmo vescicale diurno e dismenorrea. S. Mello : Tre casi diversi di infezione grave del sangue guariti mediante le iniezioni endovenose di sublimato corrosivo . . -Commenti : T . Silvestri : A proposito di « Nuovi indirizzi di terapia di alcune lesio ni tubercolari ». .Medicina Sociale : G Pighini : Per la profilassi del gozzo endemico in Italia . .Accademie, Società mediche, Congressi: Regia Accademia Medica di Roma. - Società Lombarda di Scienze Mediche e Biologiche Milano.

Appun'ti di Medicina Pratica: CASJSTICft E TERAP!A: Le forme protratte dell'influenza. - La miosite influenzale. Stati morbosi influenzati dalla grippe, e malattie ad essa consecutive. - Il t rattamento della pneumonite da influenza co n l'atropina. - IGIENE: La rigenerazione dell'ari a in ambienti chiusi. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA: L'eziologia del morbo di Flajani-Basedow. Posta degli abbonati. Cenni bibliografici. Nella vita professional~: L. Verney: Requisiti dell'assicurazione statale contro le malattie. L' « Universalità ». Cronaca del movimento professionale. Risposte a quesiti e a domande. Condotte e concorsi. Nomine, promozioni, onorificenze. - Albo d'oro . Me daglioni: Sante De Santis. Coltura superiore: li livello della coltura medica. No tizie di verse. Indice alfabetico per materie.

Diritti di proprietà riservati, - È vietata la riproduiione de$ laeori pubblicati

n1l

POLICLINICO o la pubbticaiione di sunt

di essi senia citarne la /onte.

LAVORI ORIGINALJ. Taglio ad U rovesciato delle pareti addominali. N"ota del prof. GIUSEPPE RUGGI, .

presentata alla Societ à I taliana di Chirurgia l'ottobre 1919. \ Ti farà sorpresa che io voglia in oggi parlarvi ancora d i mo:lificazioni al taglio èelle pareti addominali, avendo su questo argomento più volte interloquito. È vostra cognizione infatti che fin dal 23 agosto del 1889, eseguendo la estirpazione di un carcinoma primitivo della coda del pancreas, misi .aù esperimento per la prima volta il mio taglio trasversale delle pareti addominali, che resi di pubblica conoscenza nel 1890 (1) . Sullo stesso argomento ritornai dipoi nell'adun anza della Società Italiana di Chirurgia, tenutasi 1.n Roma nel 1891, parlando a preferenza della splenectomia con speciale riguardo alla sua tecnica (2). ( r) E.NRICO DETKEN. I ntorno ad un caso ~i

carcinoma P'>'imitivo del pancreas .curato e guarito coll'asportazione del tumore. ((< Giorn. Int. delle Scienze Med. », anno XIII, 1890) . (2) Statistica delle laparat~mie con speèiali co'!l'· siderazioni intorno alla tecnica della splenectomia. {Roma, 1892).

Il taglio trasversale fu da me ideato, proposto ed eseguito per molteplici operazioni quali, oltre le sopra indicate, i tumori retroperitoneali tutti, iperplastici e neoplastici, nonchè quelli èecisamente infettivi, posti nella parte alta della cavità addominale. Tale pratica è fondata s ulle indicazioni seguenti: 10 possibilità di raggiungere più facilmente lo scopo, aprendo e domin ando il tessuto cellulare r etro-peritoneale, talvolta senza ledere il cavo peritoneale stesso; 20 possibilità di eseguire con tecnica ra~ionale lo svuotamento del liquido e l'applicazione successiva di drenaggi oltremodo efficaci, perchè posti in posizione declive; 30 - sicurezza di una cicatrice successiva tenace, che toglie il pericolo di possibili ernie ventrali nel posto operato. Un simile taglio, anche in questa nostra guerra ha a\ruto, per mia parte e per quella di diversi miei ottimi allievi, larghe applicazioni. Nelle ferite dei° fegato, per esempio, della milza, dei reni, in una parola di tutti i visceri sottodiaframmatici, il taglio trasversale sottocostale delle pareti addominali raggiunse sempre il più efficace successo. I l taglio trasversale sottocostale delle pareti addominali, io l'ho ideato, come ho detto più sopra, fin dall'agosto del 1889. Non mi consta che (1)


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IL POLICLINICO

a ltri, prima d i m e, l'abbia eseguito. Il solo Péan, che mi ha seguito dappresso in questa pratica, con. sigliava il taglio trasversale delle paretia ddominali nelle n efrectomie. Egli rese noto il suo metodo nel 1 894 al Congresso d i Roma. Di esso scrisse poi ampiamente nel T omo IV della sua opera a pagina 416. Chiamò tale metodo: Nefrectoniie lombo-abdominale où trasversale. Però il Péan conosceva già il taglio da me eseguito :fino dal 1889, e questo io deduco dalla esposizione succinta che egli fa èel mio caso d'asportazione del tumore della coda è.el pancrea8. )lello stesso volume a pagina 968, parla appunto del mio taglio laterale, oblique, de la pa'l'oi abdominale dans le fia1ic gauche. I concetti che mi guidarono a questa pratica sono a preferenza fondati sull'anatomia èelle pareti addominali, nonchè sulla disposizione del cavo addominale sottodiaframmatico, dove parti anatomiche importantissime e visceri vitali si annidano e sono fra d i loro in istretto contatto, essendo isolati e contemporaneamente congiunti dal peritoneo, che forma la grande insaccatura, dell'importanza della quale siamo tutti bene edotti. Questa ampia sacca, che costituiva per i vecchi chirurghi un'incognita dolorosa, si rese, dopo molte prove e frequenti d isillusioni, d i facile accesso e di sicura trattazione, date le regole stabilite che si devono rigorosamente seguire. Però, qualora si possa, è sempre prescritto da tutti i chirurghi in ciè ere le pareti addominali senza aprire il C'avo peritoneale. Se poi sia necessario aprirlo, è bene fare le incisioni per guisa che, data la possibilità d i una infezione, queste diano facile sfogo al liquidi versati o che si potessero successivamente versare nel cavo peritoneale. Ora, qltesta pratica, <>ggidì da tutti riconoscit1ta sal11ta re, si ottiene con sicurezza mediante l'indi . cato taglio trasv·ersale nella parte alta delle p areti acldominali. Per esso si raggiunge in add ietro il cellulare retro-perito11eale e si rende sicuro lo s\ruota me11 to d i q Ltesto recesso_, come della cavità degli ome11ti, parti nelle quali, per le vene ed i lin · fatici numerosi che attraversano il diafranlllla, vien e favorito grandemente l'assorbimento dei liquid i. :\:la io dicevo che anche d isposizioni anatomiche tt1ttc speciali clelle pareti adclomi11ali tro,·avano nel taglio tras, ersale da me ideato la loro logica it1d icazio11e. Anzi tutto si cleve tener calcolo clella d ivi~ione tlei fasci delle fihre dei tre grand i muscoli costitue11ti la cil1tura dell'ad<lon1e, a \·enti tutti i loro pt111ti d'attacco i11 add ietro e sulla linea me-liana (grande oblic1t10, piccolo ohliquo e tras\Terso). 1"ale co11llizio11e a1t~!tomica fa s i cl1e, senza \rolere sottiliz?:.are le cose, con1e h a volt1to fare successi1

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vamente lo Spren gel, i singoli fasci 1nuscolari d ivisi dal coltello chirurgico si possono assai f?..cilmente e pitì tenacemente riunire mediante s11t11rn,. di qu<:>llo che s1tlla linea niediana. Questo vantag. gio risentono in ispecie i soggetti aventi le pareti del ventre d i soverchio distese, coi fasci apo11e11rotici distrofici. In simili casi si 11ota più <:'be mai la difficoltà di riunire con p1mti d i sut11ra fasci (i fibre che sono posti nella stessa d irezio11e di essi~ Là dove invece i fasci di fibre <la ri1mire nella loro grande massa, siano presi dai fili d i sut11ra in senso opposto a l loro andamento, si avrà la maggior possibilita, anzi la certezza ò i una tenace e d uratura riunione delle parti. È tanto v ero ciò cl1e n elle laparotomie con taglio tras·versale mai vidi verificarsi disginngime11ti di parti e presenza di ernie secon<larie alla riunione avutasi di prima intenzione, anche se c1uesta 11on si ottenne in totalità, stante la presenza attra,rerso la ferita stessa d i grossolani drenaggi. Ma anche la disposizione anaton1ica tutta spe ciale dei muscoli retti dell' addome nel loro tratto superiore all' ombellico, rende possibile la facile e salda riunione è elle parti. Difatti i mtlSC'oli prec,etti,. al disopra dell'ombellico, ass1tmono rapporti tutto sp eciali colle ap oneurosi <lei m11scoli larghi acìrlorninali, che li rend ono con queste connessi e tt1telati p er m odo da potersi, anche se tagliati trRs,·ersalmente, con t tltta f<=1cilità e sir·urezza ricong11111gere. È questa nna cì isposizione ben diversa da quella che si osserva al disotto dell'ombelli co,. s1)ecie nel tratto più basso. Quivi i muscoli retti,. incisi trasversalmente, non possono venire ricongiunt i, appunto perchè man can o èe11a tutela aponet1rotica che esiste in alto e che fa ttna cosa sola . con essi. Al disopra dell'ombellico le accenn ate apone11rosi for1nano come degli astucci, alla composizione dei q11ali concorrono, da u11a parte le fibre del grande obliquo che passano a l davanti dei m11scoli retti per ricongiung~rsi sulla lit1ea mediana e per prendere parte alla forma'l.ionc della 1i!1ea alta, dall'altra l'obliquo inten10 cl1e passa parte i11 avanti e parte in addietrc, insieme al muscolo tr3sverso addominale. Si aggi11nga a tutto r iò l'esistenza, a l <li~opra dell'ombellico, delle intersezio11i tend inee m11scolari, le quali, essendo tenacement.~ riunite in ispecie all'aponeurosi dell'obliqtto esten10 e della porzione anteriore de!l'ol)liquo inter110, formano un ti1tto unito coi muscoli predetti. Data l'accennata disposizio11e, i muscoli retti al disopra clella cicatrice ombe11icale formano con1e tanti ventri m11scolari, a Vt"nti saldi rapportj '"'olle aponeurosi robustjssime dell'acl<Jon1e, colle qualr si possono successivamente ricongiungere, anche qttando sono incisi trasversalmente. 011esti t11tti, formano i concetti fonc1nmenta1i,.


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pratici ed anatomici che mi guidarono fino da principio, cioè fino dal 1898, ad eseguire con forttma il taglio trasversale sotto-toracico delle parti ad .. dominali. Il dott. Ugo Stoppato, mio ottimo allievo ed ora anche mio Assistente clinico, si è ii1gegnato di mostrare anatomicamente ed anche con schemi grafici tratti dai suoi studi sul cadavere, che il taglio sulla linea mediana dell'addome è la migliore delle inC'isioni addominali, come del resto è c1uella a preferenza da tutti eseguita (I ) . Questo egli pul)blica,ra in contraddittorio a c1uanto era stato asserito dallo Sprengel che il taglio longitudinale sulla linea mediana rigorosamente proscriveva (2 ) . I ,o Sprengel, in 11n periodo molto posteriore a • quanto io avevo più volte pubblicato, si affaticava a dimostrare l'·ass11rdo; ci0è persino nocivo quello che la grande maggioranza dei chir11rghi ha dimostrato ottimo; ma il taglio dell'addome nella linea n1ediana che si praticava prima clel s110 scritto con grande vantaggio dell'umanità, si seguita. ad usare nella grande maggioranza d ei casi con risultati sempre più brillanti. Nei miei scritti io mi sono sempr2 mostrato partigjano del taglio sulla linea mediana dell'addome, ma contemporaneamente ho dovuto servirmi it1 casi speciali di tagli diversi, fra q11esti del taglio trasversale delle pareti addominali, qua1e ho pitt sopra esposto. Così ho usato talvolta il taglio trasversale bilaterale p er g11isa che l 'addome veniva diviso in alto completamente in senso trasversale: come in alcuni casi, ho usato un taglio trasversale unito al vertiC'ale 'm ediano, in n1oà o da formare 11n lembo costituito da t11tto il quadrante inferiore di un lato dell'addome, associato a parte della parete corrispondente alla regione colica. Di laparotomie ne ho praticate molte, perchè, se nel 1897 potevo registrare la mia millesima laparotomia (3), cifra da nessun altro chirurgo italiano raggi11nta in qt.tel tempo, dopo moltissime ancora ne ho praticate, segue11d o il taglio mediano e solo per eccezione con taglio diverso. Ora mi è grato esporre 11n taglio tutto nuo. vo delle pareti addonùnali, che mi sono sentito autorizzato a praticare e che credo possa avere ulteriori importanti applicazioni. I/occasione me la offerse uno dei nostri .E:.roici soldati, ch:e presen .. ta,ra 11na fistola stercoracea nella parte anteriore

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mediana della parete addominale, associata ad altra :fistola stercoracea posta nella parte st1periore della coscia clestra (fossa dello Scarpa). Ecco in breve la storia clinica:

C... Fortunato, sergente maggiore nel ... artiglieria da montagna, il 24 novembre 1917 alle 7 ciel mattino sul Monte. .. fu ferito da un proietto di fucile che, penetrato quasi nel cel_ltro à.el quadrante inferiore sinistro, attraversò obliquamente da sinistra a destra e dall'alto in basso il cavo addominale, fuoriuscendo dalla regione dell'anca destra, a livello del margine anteriore del grande troca11tere . La sera dello stesso giorno, cioè l r ore dopo, nell'Ospedale da Campo, N. 131 della 4a Armata, fu operato, previa narcosi cloroformica, di laparotomia mediana sottombellicale. Dalla cartella clinica di questo Ospedale si rileva che, aperto il ventre, furono riscontrati numerosi fori nelle anse del tenue con distruzione di ampi tratti di parete intestinale; anche il ceco era perforato. Furono fatte tre resezioni intestinali, con anastomosi termino-terminali; e suturate altre perforazioni semplici. Il cavo peritoneale fu drenato alla Mikulicz e le pareti vennero suturate. Ma il 9 ottobre, cioè 14 giorni dopo l'intervento, si era formata una :fistola intestinale con fuoriuscita di abbondantissimo liquame dal punto del drenaggio. Il 15 ott., essendo il soldato in . condizioni generali discrete, quantunque molto dimagrato, fu trasferito all'Osp. da Campo 0,20, dove rimase fino al 28 dello stesso mese, per essere qui·n di trasferito all'Osped. Milit. di Tappa di Verona. Di qui, per necessità di sgombero, fu fatto partire il 24 gennaio del 1918 con treno attrezzato diretto all'Osped. Milit. di Montecatini. l\!Ia durante il viaggio il paziente fu così tormentato per i dolori all'articolazione dell'anca destra, che gli procuravano le scosse della vettura, che fu d'uopo depositarlo al posto di soccorso della stazione di Bologna. La mattina del 26 genn. fu trasferito in Clinica Chirurgica. All'esame del malato si 0sser·.,rava nel mezzo della cicatrice laparotomica una :fistola intestinale della grandezza di una moneta da due centesimi, che dava esito a materiali fecali talvolta assai liquidi e verdastri, tal'altra più consistenti. La pelle per una ampia zona all'intorno era macerata e sede di vivo dolore. L'b:Ìfermo era assai deperito e t ormentato inoltre da dolori gravi all'articolazione dell'anca destra . Fu provveduto subito a guarire la macerazione cutanea con compresse di garza intrise di vaselina gialla è a limitare la perdita del contenuto intestinale mantenendo la :fistola chiusa, per quanto fosse possibile, con un tamponcino di garza . . In breve le condizioni di nutrizione dell'infermo migliorarono molto, specie nel primo mese di degenza e la :fistola si restrinse tanto che il r 7 marzo si chiuse spontaneamente, e tale si mantenne fino al 3 l dello stesso mese, per comparire di nuovo e persistere quantunque di grandezza un po' minore della primitiva. (1) STOPPATO U~c . Sulla dir~zion~ dei .tagli. ZaIn questo intervallo di tempo si era manifestata paratomioi. Contr1b11to alla chirurgia fis1olog1ca. alla radice della coscia destra, che era stata sem(Tip. Gamberini, Bologna, 1915). pre sede di dolori fin dal momento della ferita sul (2) SPRENGEL. « Langenbreck archiv », vol. 92, campo una ti1mefazione che gradatamente occupò 1910, pag. 538. (.3) RuGGr. Rendico1ito statistico relativo a rooo . tutta ia fossa dello Scarpa. Devo dire che la laparotomie. Comunicazione fatta alla Soc. Med. radiografia del bacino, fatta fin dai primi giorni di degenza in Clinica, aveva dimostrato una leChir. di Bologna, 17 dicembre r897. (3)

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sione dell'articolazione coxo-femorale destra con strati le pareti addominali, dopo aver lasciati due diminuzione di volume ed erosione della testa del drenaggi, fatti alla mia maniera, con garza a"""'·olta femore. da guttaperga laminata, uno passante attraverso Il 3 aprile per il rapido arrossarsi della pelle, il punto della ,-ecchia :fistola addominale, l'altro per la comparsa di gas e la febbre alta, fu d'uopo all'estremo destro dell'incisione ad "G. procedere allo S"\-uotamento della raccolta, ciò Il decorso fu ottimo, con scarsa ele"'\"azione di che feci praticando nel triangolo di Scarpa una in- temperatura e senza risenti.Inento peritoneale. I cisione di circa 12 centimetri con direzione presso- dre11aggi fqrono cavati in quinta giornata; uno, chè parallela alla piega dell'inguine. L'aper- quello laterale, fu sostituito da nn altro più pictura dette esito a pus e a materiali fecali. Fu colo fatto alla stessa maniera e lasciato in posto provveduto poi in seguito a un migliore drenaggio per altri 4 gior11i. Dopo 20 giorni dalla operazione con una contro apertura alla faccia interna e un'al- furono tolti anche i drenaggi dalla fossa e.elio tra alla faccia posteriore della coscia. I tragitti Scarpa e quello che attraversava la coscia dall'avennero drenati con tubi di gon1ma. vanti all'indietro sembrando che il pus fosse esauSi era in tal modo stabilita in questo soggetto rito. Ma pochi giorni dopo, essendo questo ricomuna via di comunicazione tra il lume intestinale e parso, tanto nella fossa dello Scarpa, quanto nel l'articolazione coxo-femorale destra, comunica- punto del drenaggio addominale laterale, furono zione indubbiamente dovuta al passaggio del proiet- drenate un'altra ,·olta entrambe le regioni, :finchè tile attraverso l'addome e successivamente attra- quando parve completamente finita la suppuraverso le parti costituenti l'articolazione. Ciò ri- zione ch'era dovuta evidentemente alla lesione arsultava ad evidenza congiungendo con una linea ticolare, furono entrambi successivamente e èefiimmaginaria le due cicatrici che rappresentavano il nitivamente tolti, si che il paziente era guarito punto d'entrata e quello d'uscita del proiettile in modo completo il 23 giugno. L'intestino ha stesso. Era,ramo perciò in questo caso d i fronte a sempre funzionato regolarmente senza il minimo due tramiti attra,·erso i quali fuoriuscivano al- disturbo, l'articolazione dell'anca rimase anchilo1,estemo i inateriali fecali; uno nella parte ante- sata con l'arto in buona posizione. riore inediana della parete addominale, l'altro Date le condizioni del soggetto e convinto dello nella fossa dello Scarpa. stato settico che presentava la cute, in specie quella Queste erano le condizioni del nostro infermo, della regione epigastrica e pubica, pensai che fosse quando mi decisi ad intervenire per guarirlo. 11ecessario applicare in questo caso U1l processo Operazione. - 24 aprile 19r.8. Narcosi Morfo- E- operatorio il quale, oltre ad un'ampia apertura mi terea. Posizione del paziente leggermente incli- desse la certezza d'incidere su parti di cute relatinata verso le spalle. vamente facili ad essere disinfettate e così pure ad Disinfezione accurata della parete addominale essere mantenute tali. Il taglio di Pfanenstiel, e tutti con alcool iodato e chiusura temporanea della fi- gli altri tagli, anche per il fatto che avevo bisogno di stola intestinale con due punti di seta passati dominare la cavità addominale dall'alto, non litroattraverso la pelle e annodati sopra un piccolo , rai applicabili. Io avevo bisogno di raggiungere il piu1nacciolo di garza posto nel centro della fi- cavo peritoneale in un punto dal quale potessi vedere dove si trovava la comunicazione intestinale che stola. Incisione della pelle della parete addominale in alimentava la fistola della parete addominale e modo da costituire una figura ad U rovesciato, i quella che dava fuoriuscita alle materie fecali per cui estremi arriv·ano a 4 centimetri al disopra del la fistola stercoracea, esistente alla radice della copunto di mezzo della piega inguinale d'entrambi scia destra. · i lati. La porzione curva attraversa la linea xifoIn base ai concetti sopra esposti in rapporto al ombellicale a 6 centimetri circa sopra l'ombellico. modo d'agire con profitto sulla parete aélaominale Approfonda11do il taglio pararettale nelle parti sot- per la riunione successiva d i questa, pensai di esetostanti e nella stessa direzione scolpisco un ampio guire, come fu già detto, sulle pareti addominali del lembo costituito da tutti gli strati è.elle pareti addo- mio infermo una gr ande incisione che ho chiamato minali e che ribatto in basso sul pube. Sulla faccia ad U rovesciato. Le due i11cisioni verticali le quali, peritoneale di questo lembo trovo un'a11sa dell'ileo partendo un poco al d isopra della metà d'ambo le adesa per w1 lu11go tratto della sua superficie op- regioni ing11inali, rimontavano fino oltre il li'rello posta all'inserzione mesenteriale. L'adesione se- della linea ombellicale trasversa (pressochè 4 cengue nn decorso orizzontale dal punto della :fistola timetri) le ricongiunsi per mezzo di una terza arldominale, ' "erso la fossa iliaca interna. taccata ricur\"a in modo cla con1pletare l'U ro'\ esciato; delicatamente quest'ansa, ne risulta, a carico di con essa il taglio della cute risalì ancora per oltre essa, un'ampia soluzione di continuo trasversale due centimetri. Le due i11cisioni laterali, corrisponde,-ano ai della lt111ghezza di circa 3 centimetri; nello stesso tempo si mette allo scoperto nella fossa iliaca cle- bordi esterni dei due retti addominali e, interestra, u11 piccolo foro che si riconosce come il p11nto sando il muscolo obliquo esterno, l'interno ed il d i comunicazione tra il lume intestinale e la cav"ità muscolo trasversale, misero allo scoperto la tras\ersale ..Dopo ciò i due muscoli retti furo110 traacetabolare. Reseco q11i11di il tratto dell a11sa i11testù1ale S'\-ersalmente incisi in corrispondenza di una interlesa, e UI1isco i due monconi co11 una sutura ter - sezione tendinea, raggiungenc1o la lami11a prepemi110- ter1ninale. Pratico quindi la clii11s11ra del ritoneale . Esegt1ita con diligenza l'emostasi, noforo, che ora mette in comunicazio11e il ca,·o acldo- tando quello che già a,-e,·o osservato altra volta, 11ùnale co11 la ca,·ità acetabolare, n1ecliante tre cioè la poca attività ,-ascolarc i11tramuscolare in tal i>unti stac('ati di catgt1t, compre11de11ti il perito- punto ùelle arterie deri,..a11ti alla anastomosi delle epigastriche colle ma1n1na rie i.I1terne, aprii larga11eo circosta11te. I~'atto questo, asporto co1npleta111e11te i te~suti . 1ne11te il peritoneo, c-on1ù1cia11do appunto dalla atton10 nl seno fic:;toloso <lella p arete addon1i11ale, parte alta clo\e suppone,·o che le parti fossero prese, completata la pulizia del peritoneo, s11turo a socl1è allo stato normale. 1

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La storia sopra esposta ed il risultato ottenuto sono la più bella dimostrazione della bontà del processo impiegato. Mi è grato imparare dal collega Mattoli, qui presente, al quale feci conoscere mesi sono questo mio nuovo taglio delle pareti addominali, che egli ha potuto applicarlo con profitto in un caso di lesione del colon trasverso. Attendo ora il vostro illuminato responso e spero che altri colleghi vorranno ·mettere a prova il metodo che ora vi ho esposto. Osservate inta11to la fotografia del caso, perchè nè constatiate il bel risultato otte11uto.

champagne o di ai1dare a respirare l'aria della Ri vjera. Si deve c11cire I 'abito terapeutico con 1a stoffa di cui si. dispone. Il sistema di cura de,·e essere jno1tre esatto, per moclo eh.e i:l paziente lo comprenda cl1iaran1ente. Ed in considerazione clel turbamento p sichico clell'infer,m o al Jnome11to clella visiita, turbamento che lo rende d.istratto, è meglio, specie per quel che riguarcla .la dieta, cl1e J.e prescrizio11i sia110 clettag·liata1nente scritte . In og11i modo cle,re esser e tenuto sempre prese11le che la cttra de\·e essere diret,ta all-'i11di'Vid1to e non alla 1nalatti-a. Bisog na sempre c·o nsiclerare che non si ha a che fare con un mecca11ismo che , .a male, ma con un i·n dividuo, che 11a una persona lità fisiologica, e che differisce da t11tte le altre persone. A tal riguardo il medico di famiglia, che conosce la costituzione del ~leoni principi di terapia. suo paziente, tro\'asi in co11dizioni migliori del (R. H U TCHISON. The PractitiO'J'Ler, 1919, u. 3) . medico che è cons11ltato p er la prima ,-olta o Si è detto che delle tre virtù, 1a fede, la· spe- u11a volta sola. Il medico di famig.1ia ha ,-ista il ranza e la carità, la più importante è la carità. paziente in occasione di 1nol.te malattie, lo ha Questa affermazione trova la sua giustificazione osservato pier anni, sa in qual modo reagisce a anche in medecina. La cliag:nosì è 11n atto di certe medici·ne, e conosee i' punti deboli· della fede, la prognosi è una sp.eranza, la ct1ra è una sua costituzione. rfa}i conosce11ze sono molto inaz1one di carità. E . nulla ha più i.nteresse per teressanti p er curar.10 della sua nuo,·a malattia. I 'infermo che la cura. Ma non sempre il medico La i1ecessità di « indiYidualizzare » dovrebbe far adempie con vera scienza e coscienza questo atto bandire i così detti· « sistemi » di curare ciascuna di pietà. i11alattia. In effetti non può esservi t1n « sistema » Innanz~ tutto non è ben compreso che ogni per curare la pulmoni te o il rt:ifo : una cura che trattamento deve avere il suo pia1io . Una cura è giove,·ole per un infermo non si pt1ò di n ecesvaga e senza pi.ano prestabilito dà quasi sempre sità applicare per un altro. Bisog·na guardarsi in fatto di terapia di cordegli 1nsuccessi. Molto spesso non si raggiunge lo scopo p erchè il medico non ha uu concetto rere dietro alla nloda, 11è introdt1rre nella praiehiaro di quel che desidera o di ciò che è possi- tica professionale rimedi che :non abbiano già bile fare. Si- deve te11ere bene in mente che ogni a,ruta la consacrazi, o ne dell '1esp·erienza . Occorre • malaittia, o 1neglio ogni infermo, richiede una tener presente cl1e la prati~a pri·v ala non è U'n cura specia.le ch,e de,re essere in·dicata con ine- ca1npo nel q11ale s i possano. tentare gli esperitodo e precisione . E una \rolta for1nato il piano 111enti : i nuo,·i n1etodi ,~anno speri111e11tati nedi cura questo, non ostante le e'rentuali .istanze g.Ji ospedali, do,·e si l1anno a disposizione i 1nezzi dell 'iinfermo e dei suoi parenti, non de\·e s11bire per un controllo esatto. Non bisog111a mai credere che le cose n11ove, solo perchè nuove, siadeviazioni. Il metodo di cura deve essere per quanto più no le migliori. I vecchi rimedi hanno di già suè possibile semplice . Una cura complicata di bito il controllo del tempo, e pri1na. di abbansolito riesce inefficace come una cura senza piia- donarli per altri conviene assicurarsi che i nuovi no prestabilito. Come tutte le cose mig liori del- siano più efficaci. Ci so110 n1edici che si avvenla viita il trattamento deve essere semplice. Una t11rano nell'uso di .nuo"\d 111etodi di cura, di nuocura complicata, :troppo minuziosa spesso è peg- v1 medicinali sintetici ad esempio di vaccigiore della malattia stessa , .tanto da costri11ge- ni, senza averne n eppt1re in parte compresa l 'a. z1one. re il paziente a dire, e con ragione, che prefeComunque pur a\·endo itend·e nze " consen·a.tririsce tenersi la sua ·malattia anzi che sottomettersi al martirio de1la cura. N è bisogna doman- ci, si deve cercare di essere ecclettici. Tener predare ai parenti. l'impossibi1e; è in11tile prescri- sente, cercare di couoscere ttttte le idee nuo·ve ' 'ere cose che essi ·non possono fare o fare bene. ii1 fatto di t erapia, ma 11on a,·er fretta di met:tt inutile, e forse anche dannoso per altri ef- terle in pratica prima cl1e abbiano a'Tuto il nefetti, prescri,1ere ad un u-01no po,1ero di bere cessario contro]lo.

CONFERENZE.

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I !., l'OLICLINICO

LI trattamento può essere radicale o si1itoniatico . Il trattamento radicale è quello che colpisce alle radici la malattia. Il trattam ento chirurgico è quasi sempre radicale. Un paziente, ad es., ha febbre dovuta ad un accumulo di pus : il chirurgo fa una incisio11e, svuota il pus, la febbre cessa, il trattamento è stato radicale. Nel campo 111edico si possono dare pochi esempi di terapia radicale, il più tipi~o è l'azione del chinino n ella malaria . Purtroppo la maggior parte delle cure non può essere radicale. E quindi bisogna fare il n1eglio che sia possibile cioè ricorrere al trattamento sintomatico, cioè combattere i sintomi. Comunqt1e non bisog11a troppo deprezzare ques to m etodo di cura, perchè se si riesce a far scomparire tutti i sintomi di una malattia, per quel che riguarda il paziente la malattia è praticamente scomparsa. Se di un alber-0 si taglia no gradatan1e11te tt1t.ti i rami e poi il tronco, agli effetti pratici• si ha lo stesso risulta.t o che se si fosse t agliato 1'albero alle radici . • Talora non c 'è da fare altro che un trattame11to aspettante . È un contegno che non soddisfa 1nolto i p azienti e i loro p arenti, e qualche volta ai1che a lcuni sanitari, specie chirurgi, i quali d icono cl1e « il trattame~to asp ettante non è un trattamento: è lo stare con l e bracci.a incrociate m entre la natura compie la sua opera» . :Jia conviene tener fermo contro ogni sollecitazion e, .e più che mai iin questi casi s i de,,e sapere i11spirare fiducia a i clie11ti. Bisog11a sapere infondere la persu asione che 11on si tratta di una inazione do,·uta ad ig'11oranza, ma dell 'i11azione dell'uo1no che sa quando si d eve inter,·enire. Con1e il trattamento può essere radicale e sin• tomat1co, così 1 rimec11 possono essere raz·io11ali ed e 111 pirici. P·er rimedio razionale si ii1tende un rimedio che può essere giu stificato a lume di l og ica. Se ad un pazie nte affetto di inst1fficienza clella tiroide si som1ninistra estratto tiroideo, si fa u11a prescrizione razionale. I rimedi empirici invece so110 quelli ch e non possono essere git1stificati se •11on con i rist1ltati dell'esperienza. E purtroppo 11on si può affer1nare che i rime di empirici siano meno efficaci . Forse è vero il contrario. La chinina, la digitale, i salicilati, il colchico sono rimed1 empirici, e 11esst1n medico saprebbe rinunziare ad essi Rol p erch è essi non son o razionali . Il trattamento di ciascun malato pt1ò esser e condotto sotto ,·arie forme. La cura pt1ò essere g-enerale , dietetica, medican1entosa., specifica, fisica, p s ichica , operati,1a. Non è n ecessario dire cl1e l 'u11a c11ra non esclttde 1'altra, anzi esse in 1

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ogni caso s'ingranano e concorrono nei loro effetti al m èdesimo scopo. Il trattamento g e1ierale riguarda le condizioni n elle quali de,·e essere mantenuto il paziente , se sia necessario che stia a letto, quale forma di assistenza sia la più opportuna. Per solito de\·e essere fatto di tutto perchè il malato economizzi e m antenga le s t1e forze per poter più ,·igorosamente lottare contrq la malattia. Per quel che ri1g t1arda la dieta non vi sono principii generali applicabili in tutti i casi. Per la dieta fors e più .che p er altro con,·iene consiclerar e prin1a l'indi,·iduo e poi la malattia. 111 ogni caso è meglio sia fatta l a prescrizione scritta t enendo presente ch e nelle malattie acute ~ i cle, ·e ordinare, in quelle croniche si de,·e proibire. E non bisogna .essere eccessi,·ame11te rigorosi . Con,·i ~ne t ener conto del gusto del pa zi·ente, e- , specie n elle malattie luno-he non fare o J troppe proibizioni . L a 1nonotonia condurrebbe alla st anchezza e quindi alle facili trasgressioni. Le limitazioni in genere non de,rono rig·uardare t anto la qualità quanto la quantità. Non è l 'ing·estione di qualcl1e biochi·e rino di liquore che conduce all'alcoolismo, ma l'abitudine di bern e quotidianamente in g rande quantità. Kon è qualche pezzo di cioccolatto che pro·voca la dispep sia, ma l'uso di mangiarne delle it1tere ta'·olette ad ogni ·p asto. È molto difficile fissare la r eale importanza della cura 11iedicanie1itosa i11 ciascttn caso. Generalmente, sp ecie dai pazienti n1eno istruiit·i, si a ttribuisce ad essa il mag·g"iore, se n on l 'u11ico , ·alore. E noi pur riconoscendo che una gra11 qu antità di malattie possono essere ben curate senza medicine, cediamo al pregiudizio popolare, e facciamo delle prescrizioni unica·m ente per dar soddisfazione al m alato, soddisfazione che per a ltro non s i può negare perchè l'attitudin e mentale del paziente n on infittisca sfavore,·oln1ente sttlla s ua malattia . In questi casi sar ebbe meglio prescrivere delle sostanze inerti. _.\. questa disposizione d'animo d ei pazient= si contrappone l'atteggiamento ultrascientifico di alcuni m edici che in tt1tti i casi negano alle . 111edicine qualsiasi ,·alore. Questo atteggiament o costitt1isce senza dt1bbio una r eazione eccessi,·a alla tendenza a somministrare molti rimedt. È co11sigliabile la moderazio11e senza esager are 111 t1n sen so o 11ell'altro. 1~11tto sta a sapere ma11egg iar e i farmaci, sapere p erchè si adopera110, e <' he cosa si ,·uole da essi. I rimedi specifici, ossia queili che hanno un'azio11e ben defini~'t e quasi sicura su determinate malattie sono ben pochi, anzi si pttò dire chE:


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SEZIONE rRATICA

non 11e conosciamo che due, il chinino ed il mer~11rio. Ad essi -0ra si va aggiungendo la batteri-0terapia che procede con molte promesse. La terapia fisica (massaggi, bagni, luce, elettricità, elioterapia, ecc.) va sempre più affermandosi ed è un sussidio che il medico non <:le·ve trascurare. Il trattamento psichico o psicoterapia comprende vari metodi (suggestione, persuasione, ipnotismo, psicoanalisi, ec.c.), che tentan-0 d1 modificare in senso benefico le condizioni organiche attraverso lo spirito. È questo ttn metodo di trattament-0 che va acquistando sempre ' più ~redito. La suiggestione, intesa nel più ampio significato, entra nella cura di qualsiasi malattia. Forse non è eccessivo affermare che nelle .affezioni nervos·e il miglior medico è quello che 1neglio e più fa sperare, cioè quel medico che sa infondere la persuasione che la malatti1a gt1arirà. Qu·e sto potere di suggestione costituisce una virtù, un a ttributo particolare della personalità del medico .e d·a esso dipende in gran parte il successo professional-e. Per quel che riguarda il trattamento operati'Vo si deve tener presente che i chirurg·i tendono ad i11vadere ogni giorno più il campo della medi~ina . Ciò non esclud,e che i1 decidere della opportunità id i un intervento è difficile quanto imbarazzante, e perciò il dare delle indicazioni ge11erali1 è impossibile. Tali le linee generali d1ei metodi di cura. Ma occorre pur dire che il tràttamento delle malattie ha dei limi ti. Lord Rosebery disse ch·e la m·edi1cina era una grande lottatrice senza spera1iza di sue.cesso, perchè la 1nalattia finisce per pr<:n<lere il sopravve nto . Ciò è vero ed è importante per .il medico pratico, perchè egli sappia rico11oscer.e a tempo di essere stato battuto. Q11ando i fatali sono scaduti, quand-o la morte ha vinto la sua carta, è inutile tormentare i pazienti con iniezioni eccitanti. Al.lora è il caso di mutar.e radicalmente l'ind·irizzo del trattamento: se non si può più curare la malattia, molto si può far,e per alleviare i dolori della dissoluzione e pro1nuo\T1ere l'eutanasia. Molto si è scritto e detto sttlla quistione se il medico abbia il d.iritto di a bbre·viare l:a vita del paziente per rispa~·miar­ gli i11utili sofferenze. C·e..rto sarebbe pericolosa tale <1ottrina, e d'altra parte tali poteri non sono stati conferiti al medico. Ma in ogni modo nesst1110 può negarg.li il diritto ed il dovere di mitig-.ar~ ].e sofferenze del morituro, anc_ h e se le p r~tich(' 11ecessarie al riguardo fanno correre 11 rischio d~ abbreviare la vita del paziente oramai conclanuato. Così quando il tempo fatale giunge, qua11do la nebbia c'investe, che precorre l'oscu-

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rità clella n1orte, speriamo di tro\~arci affidati ad 1111 ined ie-o iebe 11011 abbia paura di ac1operare la i11orfina. Dr.

SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA. CJondizio1ti le quali possono simulare dolori riferiti a 1nalattie degli organi interni. (EDGAR F . CYRIAX. Th e Practitio1ier, giugno 1919) .

Spesso il è.olore in una determinata regione del corpo viene attribuito alla malattia di un organo sottostante o un organo situato vicino alla regione dolente. L'A. d ice di esser convinto che questa opinione è spesso erronea e che in molti casi questo dolore può esser è.avuto a molte cause diverse; enumera molte condizioni, le quali possono dar luogo alla manifestazione dei sintomi, che simulano dolori riferiti a questi organi. Fra queste condizioni abbiamo: 1). Alterazioni nella st'Yuttura della colon1ria vertebrale, nella quale l' A. ha osservato lievi spostar;?,enti delle vertebre e per conseguenza irritazione

clei nervi vicit1i con provocazione di dolore corrispondente alla regione del nervo; irritazione del simpatico il quale provoca d isturbi viscerali. Quest'ultima condizione è stata osservata dall' A. nei casi è i stitichezza accompagnata da dolori nella regione lombare nella quale ha trovato lievi spostamenti dei corpi vertebrali; correggendo quest'ultimi seguiva una_rapida guarìgione intestinale con scomparsa del dolore nella regione lombare. 111 generale l' A. dice che ha potuto osservare più di r .ooo casi di questi lievi spostamenti nelle vertebre e si è convinto che in molti di questi la presente mal posizione delle vertebre era in tutto o in parte causa di numerosi sintomi viscerali o non viscerali. Iperestesia cutanea o dolenzia _a lla pressione - quest'ultima spesso tende ad accentuare la deformità- sono anche sintomi comuni in questi spostamenti vertebrali. I disturbi intestinali, secondo l'opinione dell' A., sono provocati dalla irritazione esistente intorno alle vertebre spostate; questa irritazione si propaga ai nervi spinali vicini e da questi al nervo splenico provocando l'inibizione della peristalsi intestinale. 2). Spostamenti dei dischi intervertebrali o delle cartilagini intera1 ticolari possono anche si-

mular dolori degli organi interni o in qualche regione del corpo. L'esistenza di tali spostamenti non è stata :finora confermata dai raggi X. In certi casi sono stati osservati sintomi vertebrali (7)


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IL POLICT,INICO

che rassomigliano molto a quelli prodotti da spo st amenti delle cartilagini nel ginocchio o nell'articolazione temporo-mascellare, perchè s i possa pensare alla stessa causa n elle affezioni della colonna vertebrale . L' A. d ice di aver osservato un m alato il quale p er molt o tempo soffriva di dolori forti, spesso in forma di attacchi, alla regione media dorsale. Questi dolori da principio furono attribuiti a calcoli biliari; allora il malato fu sottoposto all'operazione e furono estratti diversi calcoli. Malgr ado questo il dolore persisteva colla stessa intensità. Venuto in cura dall' A. questi sottomise il p aziente ad una meccano- terapia consistente in massaggio, applicazioni elet triche. Pochi giorni dopo questa cura lo spasmo muscolare nella regione dolente sparì, ma rimase il dolore . Due giorni dopo il m alato avvertì improvvisamente come se qualche cosa si fosse spostato in corrispondenza della regione affetta e subito il dolore diminuì notevolm~nte, fra tre giorni la stessa senzazione si è ripetuta ed il dolore cessò completamente. L' A. considera questo caso come un semplice spostamento nella congiunzione dei processi' articolari delle vert ebre: la meccano- terapia ha fa tto cessar lo spasmo muscolare permettendo alle cartilagini di scivolare, nel posto proprio. Siccome gli anatomici h anno osservato l'esistenza d elle membrane sinoviali nelle articolazioni d elle vertebre, l' A . ammette l'esistenza d i un'altra . ' causa e c1oe: 3) . Sinoviti delle articolazioni vertebrali, di· schi intervertebrali e opposti processi articolari. Questi processi possono esser affetti da infiammazioni act1te o croniche dovute a spostamenti delle cartilagini, o possono,essere secondari a traumi e reumatismo dei muscoli vicini . 4). Cont-razioni dei legamenti delle vertebre: queste sono di solito secondari ad altre m alattie delle vertebre o possono osservarsi senza queste; ù1 quest'ultimo caso è probabile che la causa primaria è scom parsa in seguito a~la cura. Queste alterazio11i possono dar luogo a dolore, a dolen zie alla pressione, alla rigidità e limitazione dei movimenti att i vi e passivi. 5). Alterazioni nelle curve vertebrali normali p er esempio la lordosi e la scoliosi. In qt1esti casi i dolori riferit i ad un certo organo è facile metterli in rapporto colle anomalie della colonna vertebrale. Più difficile è n ei casi di lievi nialformazioni della colon11a vertebrale, le quali si mettono in evidenza soltanto coi raggi X e le quali possono e ser causa di gravi sintomi. At1cl1e nelle costole dall'A. so110 stati ossen ,.ati lievi spostanienti. Qt1esti sono pi1\ freq11enti 'nella eslren·iitc2 posteriore clella costola; allora av'\-iene cl1e le st1perfi.ci a rti olari costo-vertebrali i1on sono con{8)

tinuame11te in contatto fra è i loro, l'estrenùtà della costola cc nuota » nella ca,·ità articolare. l.11 questi casi a v\ren gono spostamenti da principio i11 avanti, poi in alto ed indietro irritando i ner,·i intercostali, i gan gli del simpatico e per conseguenzfl. simulando dolori dei \risceri . Queste condizioni possono essere aggravate da sinoviti di queste a rticolazioni. L' A. h a potuto osservare un malato affetto { 2 dilatazione d ello stomaco, nel quale posteriormen te · h a trovato una zona dole~te; quest'ultima corrisponè eva allo spazio fra l'ottava e èecima costola, in vicinanza d elle apofisi spinose \rertebrali, ed era tum efatta. Afferrando le estremità anteriori d i questi costali e muovendoli si avvertiva 11no scricchiolio posteriormente nella zona dolente. Per liberare la regione affetta dalla tensione muscolare l' A . applicò l'elettricità; e, opo otte11t1to questo fece 1ma pressione con d irezione in b asso ed indietro su questa regione provocanèo il ritor110 delle estremità nelle loro p roprie p osizioni; segt1ì la scomparsa immediata del dolore. Si otte1111e un lieve miglioramento dei disturbi prov·ocati dalla d ilatazione gastrica. -Cna forma speciale di astenia è stata osservata da Stiller nella quale 11a trovato lieve sposta1ne11to all'estremità posteriore è ella decima costola. I/ A. dice di averlo osservato anche lui . I lievi spostamenti osservati nelle estreniitcì an,teriori delle costole sono di solito indipende11ti dagli spostamenti nella estremità posteriore. La cartilagine costale è spostata generalmente insien1e colla costale. La diagnosi è facile essendo molto evidenti i sintomi; correggenclo la m alposiziones co111paiono quest'ultimi. Anche qui i dolori· sono dov uti all'irritazione dei n ervi intercostali ,-icini; da questi i dolori si propagano ai nervi spina li posteriori e da qui al simpatico toracico e adclominale . Anche alter azioni in certi mu scoli possono dar luogo a disturbi ch e vengono riferiti a m alattie degli organi interni. Così per esempio i n1irscoli spinali: questi possono essere affetti da contratture, da miosite di origine traumatica o repmatica, e allor a pro,rocano irritazion i n elle vertebre ,·icine e costole, gli spostamenti sopradescritti e per co11seguenza dolori, che vengono attribuit i a di\ersi organi. Le contratture sono freqttenti nel 1>tt1scolo psoas e di solito è facile a diagnosticarle; qt1este prov""oca110 spesso u11a lordosi e dolori nella regio11i dorsale, lombare e sacr ale. Secondo l' A. lo stato d i irritazione o contrazione di questo muscolo può dar luogo a disturbi clella funzione renale e spiega questo col contatto del n en""O simpatico re11ale col muscolo 1)soas. Dice d i aver guarito 11n ca50 <li a lbumint1ria ec1 uno d i poliuria ind irizzanr~o Jn Ct1ra a lla colonna "'tertebrale. .


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SEZIONE rRATlCA •

Una grande importanza 11ei disturbi renali ha a11che il muscolo quadrato dei lombi, essendo anche esso in contatto col simpatico renale. I nervi intercostali possono essere irritati, oltre che per stati patologici delle vertebre, costali e muscoli spinali, anche per 1nezzo della pressione che eserciia sitlla porzione periferica del nervo un organo toracico o addominale au·mentato di volume. Cosi per esempio un cuore grande, per l'aumento della intensità dell'itto cardiaco, può produrre uno stato di irri. tazione p ermanente dei nervi intercostali, 40, 50 e 60. Anche l'aumento di volume del fegato, stomaco, intestino crasso o t enue, qualche volta la milza, può pro1urre pressione su gli sp azi intercostali e per conseguenza sui loro nervi. Processi infiammatori negli organi i quali si trovano in conta.tto cogli spazi inteircostali possono provocare anche èssi delle irritazioni dei nervi corrispon denti, così per esemp!o n elle polmoniti, ple11riti, pericarditi. · L' A. conclude insistendo molto sull'importanza clella c~iagnosi differenziale dei dolori in cletermi11a.te regioni (el corpo, cioè se questi dolori sono pro:lotti da m alattia degli or gani interni sottostanti a queste regioni o sono provocati da alterazioni d~llo scheletro, certi m11scoli o nervi. R. 0SSLAN.

ha potuto dilatare lo sfintere completamente e senza resistenza da parte del paziente. Egli ha usato l'anestesia sacrale in ·operazioni per emorroidi col metodo della cauterizzazione, per aprire ascessi prostatici e nella prostatectomia perineale. In parecchi soggetti -era controindicata l'anestesia generale a causa di arteriosclerosi con lesioni avanzate cardio- vascolari e renali. Tecnica. - L' A. segue il metod.o descritto da I . E . Thompson di Galveston (Texas). Lo scopo da raggiungere è introdurre tm ago nel canale sacrale. L 'apertura inferiore di questo si trova nello hiatus saciralis che è a una distanza breve , ma variabile, dalla b ase del coccige. Se questo è mobile , sarà assai facile individuare il suo estremo superiore, e quindi l'estremo distale del sacro. Se le due ossa son o anchilosate, la facilità sarà minore, ma v è sempre un certo angolo al punto di unione . Di solito lo hi atus può essere palpato e riconosciuto, grazie alle due piccole apofisi che n e stanno ai lati. Dopo aver introiotto l'ago si può seguire il suo cammino lungo l osso, specialmente se esso è uu po' più alto e un po' più superficiale dell'iato, ma p arallelo al canale. Ritirando lentamente l'ago, e spingendo la sua punta contro l'osso, esso verrà a cadere sull'iato, e potrà essere spinto nel canale, mantenendolo ora nel giusto asse. I"''estremo inferiore del ca11ale è chiuso da una densa membrana fiCHIRURGIA. brosa: ordinariamente si . avverte quando l'ago 1 ha raggiunta. Dopo averla perforata, n on si deve Anestesia sa~rale. introd.urre ancora molto l'ago: b ast ano 3-4 cm. Thompson ha trovato che l estremo d urale infe(PARKER SYNS. Medical Record, 14 giugno 1919). riore è a una media d i 5,8 cm. dall'iato (tra 4 e 7). Iniettan do circa 30 gm. di una soluzione _d i no- È bene intro::lurre l'ago separato dalla siringa, in vocaina n el canale sacr ale s i può produrre una ane- moi o da a,rvertire se esso è penetrato in un v aso stesia completa delle regioni innervate dai nervi (sangue) o nel canale spinale (liquor): nel'uno e sacrali. Ciò rende possibili le operazioni del p erineo nell'altro caso non si deve fare l'iniezione , m a si e attorno all ano senza dolore-, e senza rischi dell'a- deve leggermente ritirare, qu anto basta, e allora spingere il liquido da iniettare. Questo 11on deve inltestesia locale, o spinale, o generale . Iniettare nel canale sacrale non significa iniet- contrare resistenza, com e accade se l'ago è nella tare nel can ale spinale . ·L 'ago non penetra nella fascia f uori del can ale. La cute e i tes911ti superficiali saranno anestedura, sicch è il liq_uid.o rimane del t11tto epidurale; m entre i nervi che sono nel canale sacrale ven gono tizzati prima di intro:lurre l'ago. Si useran110 30 cc. di liquido in cui siano sciolti a essere immersi nella soluzione di novocaina. 35 cgm. di novocaina e 50 cgm. di una soluzione I 4 1 anestesia locale coi m etodi d i infiltrazione nella regione dell'ano - nelle vicinanze del plesso 5o % di clor uro di calcio . L'anestesia sarà c?mpleta · emorroidale - è notoriamente pericolosa: si ci- in 20 m' e d urerà per 2-3 ore. I risultati sono stati eccellenti. Invece di lasciar tano molti casi di m orti istantanee per avvelen amento. Le iniezioni ipodermiche in una _zo11a la stanza operatoria sofferente, con delle ore di che non può essere sterilizzata accuratamente nausee e di vomiti dinnanzi a lui, se eterizzato; sono sempre suscettibili d i provocare infezione. con efalea e vomito e altri sintomi fastidiosi, se L'anestesia locale intorno all'ano non è soddi- sottoposto ad anestesia spinale: il paziente esce d all'intervento in bl1one condizioni di spirito, sface11te . e sintoma interno. È cosciente I 4 'anestesia sacrale riusci completa .e soddisfa- senza alcun fastidio • cente in ogni caso in cui fu seguita la tecnica cor- e in grado d i aver cura di sè stesso e perfino di retta. La prova completa dell anestesia è d ata dalla m angiare il st10 vitto s11bito dop o tornato al suo Seb. dilatazione dello sfintere: con questo metodo l'A. letto. 1

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IL

POLICLINICO ·

L'anestesia ottenuta con l'introduzione di etere nel retto. (A. I. BRTNCKLt·:r. American ] oitrnal o/ Surgery, V.

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Secondo l'A. questo modo di anestesia è indicato, quando sii ha ragione cli temere l'irritazione della mucosa respiratoria, nei malati della pleura del polmone, come nei feriti al torace, nei soggetti in età avanzata od a ti po congestizio, e quando l'anestesia per inalazioni è incomoda per l'operatore (interventi sulla faccia e sul collo) e per l'anest etizzatore (interve11ti sul dorso). E' consigliabile altresi nei soggetti nervosi e pusillanimi. l. b.

Il metodo di A. I . Brinckley avrebbe dato buoni risultati; però essendo alquanto 1entp ed un po' complicato non sarebbe consigliabile nei casi ordinari, mentre potrebbe portare reali va·ntagg-1 11egli interventi sulla faccia e sul collo, con1e nei soggetti nervosi o con affezioni polmonari, o lesioni renali1• L'anestesia ottenuta con tale processo è calma ed uni forme. Si procede come segue: <.>SSERV AZIONI CLINICHE. La sera precedente l'operazione, si som1ni11istrano 30 grammi di olio di riici.no : tre ore Ozena con cefalta, enuresi notturna, prima di procedere all'anestesia si fa un clistere tenesmo vescicale diurno e dismenorrea. con acqua salata. Si introduce poì nel retto la seguente miscela: Paraldeide grammi otto ; olio, • per il prç>f. dott. IGNAZIO DIONISIO (r). etere ana grammi doilici; mezz'ora più tarcli si Venti mesi or souç. venne a consultarmi u1La fa u11 'iniezione ipodermica di un centigr~n1Jno rrag-.azza di diieiaJSsette anni, di costituzione schee mezzo di morfina e mezzo milligrammo di atropi11a. Dopo venti minuti, si introduce Je11- lJetJrioa 11ormale, ain1em.i ca, 'Oon ereditarietà tubertamente (in dieci mi11uti) nel retto, con u11a colare di ìtllno dei geni.tori, affetta da 1111a furma sonda che no11 penetra per più di otto centime- gravissima di ozena. Il fetore malgrado le Jratri, una miscela di olio ed etere ~na 60 gram1ni. vature nasali era tanto i.ntenso da a-endere p eDurante l'introduzione il paziente viene teu11to nosa 1a coa1bitazilone ai parenti. La pazie'llte avenella posizione di Sims e cosi vi rimane fi110 va uno stalto di tenesmo della vescica, che la oba che sia soprovve11uta l'anestesia. ~;i ai)plica bliga.va ad orinare og·n.i mezz'ora circa; perde,,a poi un panno umido sul viso per impedire l'eli- l'orirnai durainte i1 soruno, .avev·a abitualime nrté un.'1. mi11azione di etere a traverso le vie res11iratorie. cefa!lea. gravativa; e nel per.iodo 1111estrt.1ale sofNel caso eccezionale in cui si verificassero sin- friva di dolori .addominali tanto intensi da obto1ni inquietanti (stertore, cianosi, ecc.), si riti- b1igiarl1a a riposo in letto per tre o quaittro giorrano dal retto 30-90 grammi di miscela, r·er ni . U.n a condizi10ne di vita poco 11eta per chiun1nezzo della sonda. ' que, te.nito più grave per uma persona obbligai:.c'l Fatta l'operazione, si :fa un 'irrigazione :inte- a v ivere alla giornata col gua.daig.no del lavoro stinale con acqua saponata e poi si i11trod1tcouo 111anualie. roo grammi di olio caldo, ciò che e ' ita ogni La ma.1art:a era preoccupata unicam€.rnte dello orenia; aveva oonsu1ltat1 ~1tri colleghi specialiirritazione rettale. I vomiti posto peratori sono rari e poco persi- s ti ed era molto sfiduciata, perchè edotta delL'l ~tenti. graviltà della ma.latti.a. :La-consigliai a 1provare la Il metodo non è consigliabile ne.i, bambini cura deJJe radiazioni, che io proposi molti anni sotto i dieci an11i, che difficilmente riterrebbero or sono per l'ozena e sulla quale ebbi a richiail liquido introdotto. mare vMie volte l'ruttenzione del'Accademia (2). I bttoni ris11ltati di questo metodo sono atteDopo tre mesi· circa di c.ura il fetore era scom~tati anche da R. Monod (P'resse niédicale, 9 parso e molto ridotta 1a secrezio11e. Solo si avedicembre r918) , il quale consiglia di m.<>difi.- va odore ed aumento della secrezione crostosa care la somministrazione facendo prima ttna duTam.te e qualche giorno dopo una coriza e dtti uiezione di morfi.11a , e, mezz'ora dopo, la mi- rainte 1e mestruazioni. Questo fenomeno della 1·ii:.:cela - preparata al momento - di etere (r20 c1nc.) ed olio (50 c1nc.) . da introd ttrsi nel retto (r ) Comunicaz.i0J1e fatta alla R . .\.cc. !\Iecl. cli i11 5-6 minuti. Il so11no si stabilisce abbastanza Torino, 4 Juglio 19 19 . (2) DIONISIO. S;tlla fototera~ia dell'o:::cua . R. rapidamente; manca la fase d'irritazione bro11.\cc. l\1ed. di Torino, 24 gennaio 1902. chiale, di eccitazione muscolare. 1nentre l'eccilDEl\I, 22 giugno 19o6. . . tazione cerebrale si riduce a poca cosa. Il ris,·eIDE~i. Cento casi di ozen.1 curati colle radzag·l io è tranquillo e manca ogni sequela, anche :ioni l1t1ni nose , R . ..\C<'. :\led. di Torino, 7 gittgno 1912. 1'it ritazione rettale. 1

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SEZIONE PRATICA

comparsa .te1nporan.ea e lievie del fetore e èLe.1ta ~rezW.ne nielJe p.ersone ozenatose 111ig.li10rate ma. non c.ompletam.ente gu.arite v.e nne da me molte volte osservato durante i raffreddori .a·cuiti, durante le· mestruazioni e 1 1egli ultimi mesi de11a gravi<l;anza. · C.outinnan<lo J:a cura anche iil f.etore <l u1·an1te le mestruazioni ed i raffreddori scomp.arve, così pure la cef.aliea g!ialVativa, si attenuò .lo stato di :benesm-0 viescica.l e diur.n-0 1e 1'e:1111resi ·n ottu:r.na; e di1ninui1rono i <lolori dur.ainte il pei!ii odo mestr.t1a1~. Dopo sei mesi Ja .paziente potk. cons>i,d er.:l·rsii li1>.erarta dal fetore; la mucosa nasale app.:iri ,.a m e110 atrofica, meno s-e~ca, 0011 scarso s·e creto un po' crostoso, non ieti do, non v~ era più cefail•ea, • non .tenesmo vescicalie di ur110, non ·enttresi tjotturna, non dd.s m enor.roo . L'interprie taz.ione d el'la scomp·arsa d·i t11tte ques te svariate alterazioni ieo11a ipotesi dii lrna sem1)lice :azione suggestiva ha poco valore ; per.ehè irattavasi dii u.nJa p.aziente non s uggestiona:bile; perchè il mi10 contegno ft1 sempr,e molito riservato su.11ra pr,o gnosi e percbè i fe nom,eni di 111atura nervosa s t1bi:ri<)ln.o nel .migliorarle •e n,e1lo scomparire lo stesso ·a11c1aim enit:o de1Je .le&i-0 rui 'ltasa.li. Durante lie recrudescenze del processo oze1iatoso si e bbe una accentuazione de.i feno~ni 111ervosi. Più verosimile .è l'ipotesi cùi u:n.a. azii.011(4 prodotta <lialla mala ttia .nasale s u terri,t ori ner''osii lonta11i; cioè di una 11ieivr.osi nasale rifiess.a, che si .esplica quamdo vi s ia no speciali condizioni dri. .eccitaibi;J,ità dri. deter1ni1nati de11tr.i drel s istema. :nervoso e forse cer·te co11dizio ni di speciale eccitabi.liità di determinate fibre della mucosa nasale. Quiesto caso, .facenclo ·astrazione •Ù1all:a c ura l::l.e n riusciJta, presenrba un g·rai11de interesse d·ail punto (li vista della dottrin·a delle così dette nevrosi riflesse dal ruuso e c1el meccanismo -col quale queste sii .pr,o ducoruo. Secondo .alcusni .a utori, prjmo b'a qu,estii Voltoldni:, uno s bimo lo qualunque d e1J.a 1nuic-0sa rniasale proootto da. -piccoli polipi, i peri:trofie della mucosa, spost. del setto, semplice muco tllasale, in speciaJi condizioni va. .ai centri, si ri.flette Sitt 1o rgani ·Lonta111i diaindo .. ]la n~evtosi 'I"ifi·e ssa (asma, lacrimazi1one, 1ecc.). Seoo n1do I:I.ack Jo st~molo può .partire dalla .mucosa 11asale, ma .am.che da altri punti del corpo. V.a .a i e.entri, da qu.esti si rifletterebbie .s t11 tesst1to ca\•e:r.nos:o dei turbin:atii d a nd·o J.u•ogo ·a d u·na turg~esoenza di qu.e sto t essuto; questa turg·e scenva rinfiorrerebbe. Dio ·strima'Lo, c.h1e, (rirbor.niando 1a t11nentaJto di in.teni&ità a i ce11tri, riflettendosi un.a. seconda volta , provocherebbe la nevrosi nasale. Ora la t eor.iia di Ha:cl{ :non- è m:olto .aJpplic.abile a l caso d.a me desoritto, ne1 quale il tesst1to ca1

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·v ernoso dei turbina.t i è .m olto ricLotto dal processo di atr:ofia chie ~ccompaigina l'ozena . Particolare iin.t e.ressante da.1 ·p unito d ii ,·i·sta d el raipporit:o caus.ale tm la lesione nasa;Le, Ja cef·eliea ,e .la d1S!ll1.e norre;a è .111 :fa1.to che ·qruieste. .scoin1pawe.i~o gr:adatam;eute col modiific.air.s:i d el proc.e so o~e11atoso, nla ebpero a 1nanif.estarsi nuov.am.ente due ,~o11te durante u11 periodo di raffrecldor.e, c~oè quairido s~ :ebbe .un() stato clii con,g estione d.e11a mu·aosa. nasa.l e ed ttn . .aum1e nrto della secrezione, per :scom.paruJe l1uovame:nite col cessare da queste ~ondiziùni. Lo .stato di tenesmo escica1e, c he obbligava Ja pazieinite ad ori:na.re ogni 1nezz'ora ci1·ca, e l 'en·t tresi 1 1ottur.n1a ;i1011 s.i sono più ~ni.festate da quattofldici .m ,e si. La scompàr.sa d·i cefuliee 1"-ibel.li alle attre cure dopo Ja giUJarigione di. lesioni nasaJ.i di varia tJatura è cosa frequente. I rapporti tra le lesioni llal5ro-fa1i111gee .e la ,dJ15.m enorirea m'etitano Jia nostra attenziqn-e, perchè i casi fin'ora pt1bb'Licati che <limostrano quesiti r:apporti sono ancora pochi. Infi:n1e, 1nientre s0110 nttmierose le pubb1icazi,on·1 su11 'e11:uresti. .n otturna ca.usata éLa stati paito1ogi.ci clel t1.aiso, il fe1101neno della cessaz1,one dello stato di tenes1no vescicale diurno è un fatto sjn,g olare, d1el qualE' non ho tr01Vato cenno nè n ei va.Ti .trattati, 11è •11ielle pubblicazioni speciai11i che h-0 cons ultato. \

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Tre casi diversi di infezione grave dei sangue guariti mediante le iniezioni endovenose di sublimato corrosivo per il dott. STEFANO MELLO. Dopo l'idea geniale e felice del prof. Guido Baccelli, che per primo aperse la via delle vene ai rimedi eroici, una vera falange di autori, fra italiani e stranieri, ne ha seguito l'esempio. Sarebbe perciò assurdo il voler al giorno d'o~i atteggiarsi a paladino dèlla terapia endovenosa, e difenderla ancor una volta dagli attacchi a cui fu!fatta. segno nei primi tempi. La teenica semplicissima, i risultati brillanti ottenuti, confermano ognor più la bontà del metodo; e deve essere di grande soddisfazione a noi tutti italiani, ed onore a Guido Baccelli, il vedere. come l'opera sua, sorta verso il 1890 e proseguita per tanti anni· con mirabile tenacia, sia assunta a tanta eccellenza, e se ne disciplini e se ne·allarghi ogni giorno più l'applicazione. Non è intendimento mio di riferire qua, quanti e quali autori han parlato del metodo Baccelli, nè la tecnica che si usa praticare in simile prezioso metodo di cura, e neppure i numerosi successi avuti c1al Clinico di R oma e dai nt1merosissimi s110~ (11)


IL POLICLINICO

seguaci. Scopo di queste poche pagine, è confermare con l'illustrazione di tre casi occorsimi, l'efficacia delle iniezioni endovenose di bicloruro di mercurio nelle ,gravi infezioni in genere, e contri• buire con l'esempio a popolarizzare il metodo e a farlo entrare nella convinzione di tutti i pratici, come oramai è entrato nell~ convinzione di tutti i clinici. N11mero5e furo110 le applicazioni del sublimato corrosivo: così, oltre che nella sifilide, adottato su larga scala e sempre con successo, fu adoperato nel reumatismo articolare grave, ove pare esplichi anche un'efficace azione preventiva sulle possibili complicanze cardiache; nella pneumonite con benefica influenza sulla febbre e sullo stato setticoemico; nel tifo, ove, se iniettato nei primj giorni dell'infezione potrebbe attenuarla ed abbreviarla, ed introdotto invece in periodo pi1\ tardivo acce lerare la discesa della febbre già dopo poche iniezioni, con marcato miglioramento dei gravi fenomeni generali; nella meningite cerebrospinale, nella pustola maligna, nel carbonchio, con rapidità d'azione non inferiore a quella che si vede esplicare talora dal siero specifico. Ancora fu adoperato con sorprendente influenza, nell'eresipela, nella scarlattina, nelle infezioni puerperali, ed ancora, con confortanti risultati, in tutto il vasto gruppo delle setticemie, ne sia il germe specifico reso noto dall'indagine batteriologica o ne rimanga oscura come la via d'entrata~ Il primo caso in cui ho voluto]tentare il subli1nato corrosivo per via endovenosa, si è in un pne11motifo gravissimo, ed il risultato sorprendente, aidirittura insperato, mi ha indotto ~a tentarlo una seconda volta in un'infezione puerperale, ed una terza in una gravissima infezione criptogenetica; nè desisterò ora dal ricorrervi ogni qualvolta mi troverò di fronte ad un'infezione grave, di qualsiasi natura, ribelle ai com11ni rimedi. Ed ecco:ora st1ccintamente:i tre ~casi clinici: •

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CA.so. - R ... _.'\. ... V ... , d'anni 38, contadina, di Govone. Nulla di notevole nell'anamnesi remota. Godette sempre buona salute. Mestruata a 13 anni continuò regolarmente per periodo e quantità. Si 'm aritò a 24 anni. Ebbe cinque ~raqijanze normali con parti a ternune. normali nella loro e'ioluzioue e nel puerperio. Fu sempre lavoratrice inl efessa. .;./attuale malattia esordì suhdc,lamente. Pur sentenclosi stanra, con it1appetenza e cefalea, continuò a lc,·orarc in quel1e conJizioni, per due o tre gior11i, fin tanto che, tttta sera, dovette mettersi a letto 11resto, per l'insorgere d i un po· <1i tosse e di tm <lr,lore al costato cli degtra. Subito, non ne tece ~7ra11 caso, e si limitò ad applicare qualche empia~tro. olo al mattino segue11te, emettendo col catarro, w1 po' cli sangue, spaventata. ricorse all'opera <lel melico. Trovo una donna robusta, con 39.2 ·•i temperatura, con Ieggiera ~ispnea e 104 pulsazio11i ... Ton p,-c,·a a,..t1to bri,ricli cli frcclrlo, e il do(12)

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Jore era pressochè scomparso. Negativo risµlta l'esame di tutti gli organi, eccetto che del polmone ciestro, alla cui base si rileva una spiccata ipofonesi, e l'abolizione q_uasi completa del mormore vescicolare: si percepiscono invece dei fini rantoli crepitanti con leggiero soffi.o bronchiale. I, 'urina è scarsa, intensamente colorata, acida, con abbondante sedimento di urati, non albi1mjna. Diagnostico una pne11monitP J:~~nca, e come tale decorre abbastanza benigna1_~11te ed in mo:io regolare; se non che, in settima giornata, la temperatura invece di abbassarsi, come mi attendevo, per e-risi, djmjnuisce lentamente. Migliorano bensi i fenomeni polmonari, ma non migliora punto lo stato generale dell' a., nè torna normale la temperatura. Anzi questa, che si era mantenuta per alc11nj giorni verso i 37 .5, improvvisamente sale, in 12a giornata a 39,7 nè accenna più a diminuire. Anche l'a. va aggravandosi. È molestata da continua, intensa cefalea, diventa apatica, con sensorio ottuso. La lingua si fa patinosa ed arida, le labbra fuliginose, l'addome diventa meteorico, leggermente dolente alla pressione, specie in corrispondenza della fossa iliaca destra ove si nota pure senso di gorgoglio. Compare la diarrea. Appaiono ciòe tutti 1 sintomi dell'ileotifo; ed infatti, a conferma della diagnosi, verso il 15'> giorno, oltre che rendersi palpabile la milza, si mostrano pure evidenti macchie di roseola. Malgrado ogni cura, le condizioni dell'ammalata si vanno aggravando sempre più, co11 accentuazione rapida e progressiva dei sintomi descritti. La temperatura oscilla da 40.5 a 39.7, dispnea a11mentàta anche da un abbondante catarro da ipostasi, polso oltre 130, debole, aritmico. Prostrazione grave dell'ammalata che è tormentata frequentemente da brividi violenti, da delirio. L,urlna è sempre scarsa e albuminosa Si arriva così in 21n giornata senza il mm1mo accenno a miglioramento. Veramente sfiduciato, mi lascio indurre, come ultima speranza, a tentare la cura endovenosa di sublimato corrosivo. Era la prima volta, e francamente non mi attendevo alcun risultato, anche perchè l'ammalata era stata dichiarata ormai persa anche da un altro collega. In quel giorno pratico due iniezioni endovenose di due fuilligrammj cad.; il giorno appresso, a11mento la dose,ed inietto otto mmg. di sublimato in due volte, e cosi pure il terzo giorno. Finalmente jl giorno seguente (240 di malattia) l'ammalata comjncia acl accennare a qualche miglioramento. Dimjnuiscono infatti notevolmente i brividi, si rischiara la coscienza, calma la cefalea; anche il respiro ed il polso si fanno migliori, e la temperatura scende a 38. Continuo a sommjnistrare per quel giorno ancora quattro mmg. di sublimato, senza che l'ammalata ne i-isenta disturbo, anzi con notevole e progressi,ro miglioramento. I risultati non potevano essere cc:rtamente migliori. Dimi1111isco allora gradatan1ente la r~ose d i sublimato, iniettan lone j} 50 gior110 due 1nmg. it1 due volte, poi solo più u11 m111g i1el 60 e 70 !!.tomo. )Tell'fo giorno (280 di malattia) era110 tali le condizioni generali dell'ammalata che abbandonai anche il sublimato, veramente stupito da tale e tanta efficacia. Era tornata completamente la coscienza, aumentata la òiuresi con scomparsa dell'alb11mina, e le funzioni intestinali, il respiro, il polso, la temperatura erano pressochè normal! , l'ammalata inoltre comincia·v·a. clopo tanto tempo. ad appetire qualche cosa. D'pflora, il n1iglioramento ftt progre ~i,·o e ah-


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SEZIONE PRA1"t- .

bastanza rapido, ta11to che dopo quin(lici o venti giorni circa, l'ammalata poteva essere considerata completamente ristabilita. 2° CASO. -

C... C... , di anni 34, contadina, di

Govone. Nulla di importanza nell'ana.mnesi remota. Donna di costituzione scheletrica regolare, sana, discretamente robusta. Mestruata a 14 anni. Prese marito a. 23 ed ebbe poi tre gravidanze normali, parti a termine, normali nella loro evoluzione e nel puerperio . quantunque si alzasse in terza o quarta giornata. Nessuna infezione gonococcica. Resta incinta una quarta volta, e la gravidanza decorre ancora normale . Parto e secondamento invece laboriosi quantunque non sia stata necessaria l'opera del medico. I r>rimi giorni di puerperio, passano senza incidenti, tanto che la donna si alza in quarta giornata; ma deve rimettersi presto a letto, perchè è colta da cefalea, brividi ai freddo, conati di vomito, disturbi che si a·c centuano il giorno appresso. In sesta giornata, aggravandosi le condizioni, sono chiamato a visitare l'ammalata. La donna è estremamente p~l­ lida, quasi terrea, con vertigini e subdelirio. Ha 40.1 di temperatura, dispnea, polso piccolo, frequentissimo. Negativo l'esame degli organi toracici. L'addome invece è leggermente tumido e dolente. Lochiazione scarsa, fetida. Diagnostico una setticoemia puerperale e. mi accingo a combatterla con ti1tti i mezzi suggeriti dalla terapia ostetrica. Prescrivo infatti borsa di ghiaccio sull'addome in permanenza, e faccio irrigazioni abbo11danti con soluzioni antisettiche, vaginali ed endouterine: raschiamento della cavità uterina, e drenaggio, iniezioni eccitanti e di siero antistreptococcico ecc. Malgrado tutto ciò, le condizioni dell'ammalata continuano ad aggravarsi sempre più. Aumentano i brividi di freddo e la temperatura sale fino a 41 .2. La dispnea si accentua, e il po1so si fa ancor più frequente .e più piccolo. Agitazione e delirio. Diarrea. Unico beneficio et.tenuto, è la diminuzione dell'odore fetido dei lochi. Si arriva cosi in rza giornata di puerperio (6a giornata di cura) senza il minimo accenno a miglioramento, anzi con prognostico addirittura infausto. Memore però clegli splendidi risultati ottenuti nel pneumotifo, con le iniezioni e11dovenose di sublimato corrosivo, tento la medesima cura anche in questo caso ormai disperato. Ne inietto in quel giorno sei mmg. e otto nel giorno appresso, pur continuando a mantenere il ghiaccio sull'acldome, ed a praticare iniezioni eccitanti, ed irrigazioni endouterine. Già dopo la terza iniezione, l'ammalata incomin<'ia a risentirne gli effetti. Il sensorio è tm po' più libero, i brividi pitì. radi e meno forti, polso più 'ralido, e la temperatura che per otto giorni C'irca era oscill~ta fra 39.5 e 41.2, s1 abbassa a 39, accennando a decrescere ancora. Si arriva così in nona giornata di cura (150 di puerperio). Faccio in quel giorno altre due iniezioni di sublimato di c..luem1ng. cad. e riduco la dose a metà nei due giorni seguenti, essendo le condizioni dell'A. assai migliorate. Infatti era cessato il delirio ed i brividi, la coscienza quasi integra, non più diarrea, polso 90, respiri 22, temperatura 38.3. Sperando che proproseguisse il miglioramento, tralascio le iniezioni endoven<:>se per due giorni, pur continuando le lavature endouterine, ma constato invece che l'A. si riaggrava e si riacutizzano tutti i disturbi, tornando la temperatura a 39.9. Ritorno allora al

s1.lblimato corrosivo per via endovenosa e ·ne inietto ..per tre giorni di seguito quattro mmg. divisi in due iniezioni per giorno. Leggiera stomatite mercuriale. Tralascio però definitivamente questa cura (170 giornb di cura. 23° di puerperio) limitandomi solo a fare per qualche giorno alcune irrigazioni vaginali, essendo le condizioni generali dellA'. ritornate buone. La temperatura era -scesa a 37 .3, tendendo a farsi normare. Normali il respiro ed il polso. Leggera appetenza e non più diarrea. Lochiazio11e minima e non fetida. Addome tratta,.. bile ed indolente. L'A. si lagna solo di grande spossatezza. Però in quaràntesima giornata circa di puerperio poteva lasciare il letto press0chè ristabilita. 3° CASO. - B ... S ... di anni 38, contadino, di Govone. Padre morto di polmonite, madre vivente e sana. Ha un fratello e due sorelle pure viventi e sani. Di costituzione discretamente robusta, non sofferse mai malattie tranne quelle comuni dell'infanzia. Fece il sold ato. Non contrasse mai lues, nè malattie veneree. :Prese moglie a 25 anni. Ebbe cinque figli . Discreto fumatore e bevitorei. ma anche indefesso lavoratore. Non abitò mai paesi malarici, neppure durante il servizio militare. L'att11ale malattia si iniziò lentamente. Accusò per alcuni giorr:µ senso di stanchezza generale, leggiero mal di gola, inappetenza, cefaloo . e q11alche brivido di freddo. Non ne fece gran caso, at~ribuendo quei disturbi a grande 11m1a ità che aveva presa in quegli ultimi tempi in campagna. Prese_un purgante, e provò a sudare, pur continuando ad attendere alle sue occ11pazioni. Ricorse al medico solo quando s'accorse che proprio non poteva più reggersi in piedi. Trovo un individuo esausto. Aveva leggiera dispnea, polso frequente e piccolo, 39.2 di temperatura. Le tonsille erano un po' ipertrofiche ed arrossate, come pure arrossati erano i pilastri e l'ugula. Lingua -patinosa ed arida. Orga11i toracici sani. _l\.ddome meteorico, non dolente, normale la funzione dei reni. Non albumina. Sitpsi. Lievemente palpabili fegato e milza. Non azzardai subito una d iagnosi. In attesa d i nuovi sintomi, cercai di combattere quei dist11rbi, ricorrendo a gargarismi, purga.n ti, antipiretici ecc. Per quattro o cinque giorni, non riscontrai nulla di nuovo. Migliorarono i disturbi della gola, mentre la febbre sali a 40.3 con qualche remissione al mattino, e tendenza a farsi co11tinua. Ma poi le condizioni generali andarono aggravandosi: il sensorio si fece ottuso, delirio frequente, cuore debolissimo, milza ancora a11mentata d i vol11me, polso piccolo e frequentissimo 120-130, brividi forti di febbre con rialzi di temperatura sovente oltre 40.5 . Alc11ni colleghi chiamati a consulto restarono clubbiosi pur essi sulla diagnosi, e tanto più dopo l'esame negativo del sangue a riguardo dell'ile0-tifo e della malaria. Non c'èra più a pensare che ad 1ma gravissima infezione criptogenetica. Quanto poteva tornare utile al malato, tutto l'a~evo tentato in quei giorni: e balneoterapia, e iniezioni di siero antistreptococcico, di electrargolo, ecc.,. ma tutto inutilmente. Anche· questa volta- ho dovuto ricorrere alle iniezioni di sublimato corrosivo, ed ancora con ottimo, insperato esito. Praticai due iniezioni al giorno di tre mmg. cad. per tre giorni di seguito; ma già clopo la quinta


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CL I'OLICLINICO

iniezione l' A. cominciò a risenti1ne gli effetti: sensorio meno ottuso, deJirio più calmo, meno forti e meno frequenti i brividi dt freddo, migliorato il polso e il respiro, anche la temperatura abbassata, toccando 38.2 e non risalendo oltre il 39. Feci ancora altre due iniezioni di due mmg. cad., e accen11ando l' .L\.. a migliorare, tralasciai per due giorni la cura. Ma ecco riaggravarsi le condizioni generali, e risalire a 40 circa la temperatura. Dovetti ritornare alle iniezioni di subliriiato: ne praticai 11uovamente due al giorno e sempre di due mmg. cad. per altri tre giorni; fino a tanto cioè che l'A. x1on entrò, si può dire, in piena convalescenza. Il sensorio era completamente libero, polso e respiro pressochè normali, temperatura oscillante cl a 37 a 37 .6. Milza ridotta assai di volume. Funzioni gastrointestinali normali. Dopo una ventina di giorni dall't1l tima iniezione endovenosa di sublimato, l'A. cominciò ad alzarsi in b11one condi• • ZlOnl. Ed ora clue parole di commento, quantunque non ne sia veramente il caso. Mi pare s11fficiente abbastanza la constatazione dei fatti, a dimostrare l'efficacia delle iniezioni endovenose di sublimato n elle gravi infezioni del sangue. In tutti e tre i casi, infatti, in cui ho seguito il metodo Baccelli, vi ricorsi sempre quando i malati erano in condi7.ioni disperate e quando ogni altra cura aveva risposto negativamente. E in tutti e tre i casi, in- · '"ece, alle iniezioni endovenose di sublimato corrosivo, ha tenuto d ietro sempre 11n abbassamento progressivo della temperatura ed un miglioramento dello stato generale. E non solo: a maggior convincimento, ho potuto constatare nel 2° e 3° caso, un peggioramento ed u11 rialzo di temperatt1ra, quando ho sospese le iniezior1i endovenose non credendole più necessarie, riabbassandosi nuovamente la febbre co11 il ritorno alle iniezioni stesse. Bisogna riconoscere perciò, che solo alla cura Baccelli si devono le guarigioni dei tre ammalati. La dose massima pf'o die adoperata fi1 solo (li otto mmg., ma pur protraendo la cura per qualche giorno, mai ho avuto a deplorare fenomeni tossici, salvo (20 caso) una leggera stomatite mercttriale. Mi pare ql1inc.li c1i r)oter conchiudere: lo che Je ii1iezioni endovenose di sublimato, rappresentano il metodo di cura più adatto 11elle infezioni gravi clel sa11gt1e, 20 clic il sublimato non si può consi<lerare come u11 m edicamento especifico, ma tutta' 1ia facilita all'organismo la esplicazione della sua 11aturale resis1..e11za sia net1tralizzando le tossine, sia ùi:fficolta11do lo sviluppo dci microbi 30; che le elette iniezio11i, l)ttrchè si osser,1 ino le n~cessarie ca11tele, si possono praticare in11ocuamente essendo il metoclo facile, e benissimo a cloperabile nella i)ratica privata; 40 che in tale· })ratica si devono segt1ire i co11 igli c1el Baccelli circa la quantità di ~ttblimato e.la introd1trsi nelle ve11e, quantità che 11om1al1ne11te i1011 cleve s11perare la c1ose p~o die lli 1111 cg. itt soluzione :fisiologica.

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COMMENTI. A proposito di '' Nuovi indirizzi di terapia di alcune lesioni tubercolari ,,. Il prof. L. Durante i1el n. 38 della Sezione Pratica del« PolicJinico accennato ai risultati ottenuti da altri con soluzio11i ipertoniche cloruro-sodiche negli ascessi freddi, dice di servirsi in tali contingenze di soluzioni di clort1ro di magnesio (2.50 %) con aggiunta di qualche goccia di formalina, e ciò per le proprietà biologiche di detto sale nell'attivare i processi riparatori e neoformativi dei tessuti. Nell,iniziare il trattamento della raccolta però sostituisce generalmente al cloruro di magnesio quello di calce commerciale, essendo questo sale composto di cloruro di calce e di ipoclorito di calce e contenendo cloro attivo nella proporzione del 28.30 %, donde !•azione fortemente detersiva sui tessuti mortificati. Mi permetto di ricordare ·che nel n. 136 della Gazzetta dei:li Ospedali, 1914, in una nota preliminare « Ipercalcificazione e tubercolosi chirurgiche >l, premesso che nella tubercolosi chirurgica la ricalcificazione, l'ipercalcifìcazione deve esser considerata come fattore integrante di ogni metodo curativo, che quindi non deve mai trascurarsi, concludevo: cc Nelle tubercolosi aperte poi i sali insolubili di calcio (carbonato, fosfati) trovano anche una indicazione locale: le cavità ascessuali, le cavità ossee di carie devono esser cosparse abbondantemente coi medes.imi, e nei séni fistolosi l'iniezione di una sospensione di questi merita di esser tentata . Certo una parte dei medesimi viene assorbita, la guarigione viene affrettata, e per quanto riguarda le perdite di sostanza ossea sembrerebbe quasi che in parte potessero esser utilizzate per la riparazione ». Le osservazioni ulteriori oltre a confermare le precedenti, mi hanno dimostrato che ancora le raccolte chiuse si comportano medesimamente, e che in queste circostanze è bene introdurre senza economia la sospensione dei sali di calce (ro %15 %), quasi ad uguagliare Ja q11antità di pus aspirato. Che la polvere o la miscela per agire debba solubilizzarsi non vi è dubbio: quali siano i sali, quali i corpi semplici che ne derivano non è facile dirlo; ad ogni modo data la modalit à del trattamento esercitar possono un'azione continua e molto • efficace, essendo allo stato nasce111e. Le masse caseose, i tessuti necrosati subisco110 lilla perfetta collequazione, e che i detti sali limitino la loro azione dissolvente solo sulle parti morte ed eccitino invece la riparazione dei tessuti, appare anc~ dai risultati favorevolissimi ottenuti nelle congela1',

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S~ION!t

zioni di III g~ado in ispecie (T. Silvestri- Pei nostri congelati- Gazz~ Ospedali, 1917, n. 101). Se i sali di calcio poi nei loro effetti disentegrativi agiscono allo stesso modo delle miscele modifi.. catrici in uso, richiamando cioè fermenti proteolitici in loco, ecc., o neutralizzando l'azione di possibili antifermenti proteolitici, o valorizzando . quella d~ fermenti proteolitici presenti, poco importa: mi basta per ora poter confermare la loro azione curativa pronta, costante, disgiunta da qualunque inconveniente. Grazie anticipate dell'ospitalità. Dev.mo T. SILVESTRI, Aiuto nell'Istituto di Patologia medica della R. Università. di Mo:iena.

PRATICA

acl ~ gire; e la mancanza di stimolazione diretta da parte dei colpiti e degli enti locali è tra le principali ragioni del lasciar vegetare in pace il problema, tante volte portato alla ribalta della opinione pubblica, ed altretta11te rimesso fra i scenari vecchi. Eppurè è nota la grande estensione della endemia, che dal Friuli alle Alpi marittin1e !1resenta nella zona collinosa e prealpina nuclei disseminati senza qt1asi interruzione, e risorge in numerosi valli appenniniche, sin giù alla Sabina, al Salernitano, alle Calabrie, alle Madonie di Sicilia. Cifre non è possibile darne; ma non è improbabile che un bu9n trentesimo della popolazione italiana sia colpita, in mojo più o meno grave, dalla malattia, se dalle prime ris11ltanze della inchiesta Man~ giagalli e Tambu1 ini sarebbero stati èalcolati a , 500 .ooo solo i cretini. Certo questa cifra è esagerata, poichè nei centri di maggior intensità gozzigena, i cretini, cretinoidi e mixedematosi rappresentano pur sen1pre una p ercentuale minima tra i colpiti di distrofia tiroidea. Tutti però gli studiosi che ebbero ad occuparsi direttamente, sul luogo, clella malattia, sono concordi nel segnalarr1e la grande estensione e il pericolo. che rapprese11ta per~).a decadenza c1ella razza . Balb pel Piemonte e Bergamasco, Certett,i e Perusi·n i i)et la Valtellina, A ntonini, 11olp-i-Gira1dini, Z ·uccari per la provincia di 1Jdine anche recentemente illustravano con ricerche antropologiche e dati stat istici la granc1e piaga e reclamavano provvedin;ie11ti. Potrei io stesso associarmi a questi colleghi, per la constatazione de vi'su della estensione della endcmià nelle provi11cie cli Belltmo, Vicenza , Verona e Brescia, che ebbi cam1)0 di percorrere nei quattro anni c1i gu_e rra e di stu diare - specie le due prime - sotto questo particolare punto di vista. Il b ellunese e il bresciano hanno ingenti e 11t1n1erosi <'entri gozzigeni; e centri meno noti, e non ancora segnalati, ritrovo nelle provincie di Parma, di Reggio Emilia, d i Modena, di Massa. I-4e mie ricerche -- indirizzate alla statistica, alla distribuzione geografica ir1 rapporto colla geologia dei terreni, colla qu~lità delle acque potabili, colla igiene dome~tica dei colpiti - saranno oggetto cli prossime comunicazioni e contrib1iiranno, spero, a ravvi-v"are 1 interesse sulle qt1estioni sia patogenetiche che profilattiche della malattia. Oggi pertanto reputo opport1mo richiamare iJ.1 vita il prol)lema pròfilattico e curativo, che la Direzione generale d i Sanità pare avesse di mira quando, 7-8 anni or sono, nominava mia Commis sio11e per raccogliere dati statist ici sulla entità della endemia e ia sua distribuzione nf.l Regno. T ale Commissione, presieduta dai proff. Mangiagalli e 1~a-n1bu.ri1ii, aveva promosso i.ma inchiesta in quel senso, interpellando, a mezzo delle prefettt1re, gli 11fficiali sanitari dei comtmi; pare però 1

IVCEDICI:!',.A

SOCIALE.

Per la profilassi tlel gozzo endemico in .Italia. Che il nostro Paese, culla delle cose belle, sia anche deliziato, per 1egge di contrasto, cla t1na quant ica di cose brutte, è pur troppo vero; e t ra queste ultime le molte m alat tie endemiche hanno richiamato da tempo l'attenzione dei tt1tori della sali1te pubblica. I ,a lotta contro la malaria e la pellagra f11 assunta direttamente dallo Stato, ed ha dato· inv·ero ottimi rist1ltati, compatibil1ne11te cogli scarsi mezzi m essile a disposizio11e. Per 1m'altta malat~ia invece, inte11do dire pel gozzo endemico, si so110 tenuti congressi, istit11ite (conunissio~1i, inchieste; ma nulla ancora è stato fatto di concreto, 11esst1n provve9imento govern ativo è stato preso. · Il perchè d i tale trascurate7.za è complesso: 11n2 L1 elle ragioni è forse nella q ua1ità stessa òe-i colpiti Jalla m alattia - tireoiperplastici, gozzuti, mixedematosi, crt=>tini - che t11tt'assieme form.a no, come è oggi ammèsso, una sola famiglia. Famiglia <li ge11te docile e tranquilla, attaccata al suo 111ogo rli nas~ita e <li abitazio11e, rassegnata al suo misero stato. Non l' assillante aspira;~ione al meglio dell' al:)itante del piano, non te <1el p ensierc il tarlo » li turba ed agita . La loro stessa p overtà c" i spirito è un compenso benefico che natura h a dato a lla loro miseria, fisica e mentale. Essi no11 chiedono strade ecl opere alle ammit1istrazioni pro,rJ.nciali, non Ristemazioni d i fonti o di cimiteri ai medici prefettizi, non fa,..ori ai d.eputati . Conse.r vatori per indol{"', Bono l'ideale cl egli elettori; fossero tutti di {1uello stampo! Chi d11nque deve interessarsi <li loro? a chi pren1.e la loro (legrad ':lzione fisica e sociale? 8olo un sentimento altamente altruistico e la preoccupazione della dignità òella stirpe p11ò 1nuovere igienisti e uomini di governo a medicare quella piaga. Ma questi vogliono esser~ stimolati

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( 15) '


!2b8

IL l'OLICLTNICO

che le risposte date da questi e dai medici provinciali non fossero del t11tto fo;oddi5facenti se il la,·oro èli revisione, nel 1916, era ancora in corso, e se - a quanto parrebbe - ancora oggi non è <'Otnpiuto. La guerra ha distratto le autorità sarutarie verso altri compiti più urgenti . .Ora però che quPsta è terminata, le interrotte fila debbono riprendersi, e la questio11e della endemia t iroidea cleve essere avviat a ad_ una risol11zione pratica. Se la inchièsta fatta non è risttltata molto attendibile, occorre rifa rla modificandone il modo. Ed uno, pratico, sB.rebbe secondo m e il seguente. Nominare in ciascuna provin·ia clell'alta Italia che tutte, pit\ o meno, sono colpite dalla endemia - una Commissione del t ipo d i quelle pellagrologiche, facente capo al medico provinciale, ed incaricarla, in primo tempo, <l i segnalare la entità e la distribttZione geografica della m alattia nelle rispettive zone. Analoga Commissione verrà istituita nelle altre provincie dei Regno (ad es. d i Parma, Reggio Emilia, Moden a, Massa, Salerno eec.) in cui verrà dal med ico segnalata la presenza della enclemia. Nelle provincie ove questa è più intensa, si affiderà poi alla Commissione il compito della ct1ra e della profilassi. Senza entrare qui nella insoluta questione della patogenesi, può oggi ritenersi accertato d a molteplici attendibili osservazioni che la sistemazione clelle acque potabili, sopprimendo le prese d'acqua esistenti e facendo impianti d i condutture da altre sorgenti, o <li pozzi da altri strati, h a in m c>lti 1110ghi fatto scomparire la endemia - e molti esempi cli ciò ho io pure constatato nel bellunese; che il tr<l.tta1nento iodico e tiroidinico ha effetti sc rprendenti, sia sui semplici gozzuti che nei bambini mixedematosi e avviati al cretinismo; che le condizioni igieniche generali coadiuvano qt1elle ct1re. Basterà per ora attenersi a questo programma pratico, di sistem azione igienica e cura medicam entosa, per 0ttenere in pochi anni indttbbi risttltati benefici. L'esperimento che è stato fatto in Stiria con le cure d irette, sovvenzionate dallo St ato (\'. il rapporto di K 1itschera), è c1uanto m ai incoraggiante. E perchè ciò non deve essere subito tentato anche da noi? Hanno forse i tireopatici, i candidati al cretinismo in Italia minor diritto alle cure della Gran madre, che non i pellagrosi o i malarici? Si pensi quanta fiorente e f0rte gioventù 111ontanara è Rottratta in t al modo alle ener gie del paese; al n11mero ingentissimo di riforme per gola grossa, b assa statura, sord ità congenita, cretinism o nelle provincie d i Aosta, d i Sond1io, di Bergamo, cli Belltu10, di lldine in cui pur cresce tanto bel fiore d i r azza italica. I,a lotta contro la }'lellagra h a sortito ormai, ltell'alta Italia, magnifici risultnti; nel Ve11eto, cl1e era la regione pil1 colpita, la malattia è jn forte

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XX\·I,

F 1\SC.

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. decrescenza; i1ella Emilia è pressochè scompar&"l. Ciò devesi in buona parte - oltre che alle miglio rate condizioni economiche del contadino- ali' ope1a assidua spiegata dalle Commissioni pellagrologiche, sovvenzionate, come è noto, dal ministero. Quest'opera però, che fu già tanto salutare, ora non ha:quasi su che esplicarsi in molte provincie in ctù la pellagra può d irsi ormai vinta da un pezzo (nei nostri. ma nicomi emiliani al 50 % di pellagrosi di un tempo ora si sostituisce il 50 % d i alcoolisti!). Eppure le Commissioni pellagrologiche continuano ad essere nominate e so,rvenzionate coi soliti fondi che vanno, si, a beneficio della igiene nu-ale, nelle plaghe più misere, ma esulano ormai allo scopo per cui ve11nero destinati. È la storia (lella sentinella <li Zarkoje Selo, che messa da Pietro il Granò.e a protezione di- una rosa, ha continuato a montar la guardia sino alla caduta d egli zar in quel cantt1ccio del giarf. ino imperiale ove da tempo non esisteva pi·ù la rosa ... È la legge della inerzia che è omina pur sempre i nostri provvedime11ti st atali. Ora io mi domando: non potrebbero c1t1ei fondi e l'opera d i q11elle Commissioni, nelle provincie i11 cui non vi ha più la pellagra m a vi ha invece, e notevole, la endemia tiroidea, essere volti e t rasformati a coml>attere quest 'ultima? :Non è grande sforzo mentale che si chiede a lla burocrazia. "Basterà "\"olgere l'attenzione alla .questione. I ,a Direzione generale <l i Sanità ritorni ai' nnq11e all'esame d i essa, e farà opera m eritoria al p aest·. Reggio Emilia. 12 luglio 1919 . Prof. G IACOMO PIGHlli"I. Il fascicolo 100 (1 ottobre 1919) della nostra SEZIONE MEDI CA, che trovasi in corso di stampa · e che spediremo fra pochi giorni agli associati, contiene: I. Prof. P. Albertoni. - S opra un caso di sclerosi disseminata del sistema nervoso . II. Dott. A. Giannelli. - Un caso di « tabes dorsatis » con t1ianifestaziorii sifilitiche (gomme) e con Yeperto delta spirochaeta pattida ·n el tessuto calloso circostante atl' ulcera p er/orante. . . _ III. Pro:ff. G. Boschi e A. Perrone. - Pri1ni nostti risultati di interven ti chit'urgici sui tronc}ii ner. vasi. IV. D ott. C. Frank. - Ulteriori stitdii s ulla paltestesia. Il fascicolo 10° (15 ottobre 1919) della nos1.ra SEZIONE CHIRURGICA, ehe trovasi in corso di stampa e che spediremo fra pochi giorni agli associati, contiene: I . Prof. T. LaurentL - Cont1ibu"? ~J~1iic~ all'!' casistica degli aneurismi tya11,111atici ~egli a1'ti. Il. Dott. R. AvanzL - Cinematizzazione della ma u.dibola. . · ull III. Dott. R. Bomplanl. - Riassi,nto_ c!"tico. s ~ cura delle ftattuye aperte e lesioni Mltcolari

d'arma da fuow.

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[ANNO XXVI, FASC. 43]

SEZIONE PRATICA

!CC!DEllB, SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI f ARTTCOLARI).

Regia Acmde11ila Me•liea di Rotra. Seduta ordinaria del

22

giugno 1919.

Presidenza de1 Prof. DURANTE, presidiente.

Dell'osteosintesi interspinosa autoplastica alla Albee nel trattamento della spondilite tubercolare. R. DALLA VEDOVA. - Il metodo consente di immobilizzare in reclinazione il segmento rachideo colpito, senza rendere necessaria la prolungata degenza nella d occia o l'impiego del corsetto gessato. Offre quindi su questo e su quella una noteyole superiorità perchè conse11te la valorizzazione di altri coefficienti di cura, come la balneoterapia e 1'elioterapia . L'O. presenta due pazienti (operati rispettivamente da 3 mesi e 2 mesi) che già camminano liberamente senza bisogno d i apparecchio tutore: il primo dei due è guarito d i un ascesso (freddo) psoitico da cui era affetto, e offre uno spiccato atteggiamento lord otico G.ella colonna lombare, al posto del gibbo sponò ilitico che preesistev...a al1'operazione. L'O. manifesta la persuasione che il n1etodo, già così largamente sperimentato in America, sia destinato a portare un efficacissimo contributo a:lla cu~a (processuale) clelle localizzazioni tubercolari dei corpi vertebrali.

Sulla fisiopatologia del sudore a proposito di un caso di iperidrosi in un malarico. S. SILVESTRI. - L'O. intrattie11e l'accademia su le analisi compiute dei sudore di un malarico. Esso risultò sempre d i reazione acida ed altro fatto importa nte si rilevò nell'eliminazione dell'urea che arrivò al 2 % . L'O. ha trovato assenza assoluta di acido lattico.

Ricerche farmacologiche sulla Digitale purpurea coltivata. G. GAGLIO. - L'O. espone alcune ricerche farmacologiche da lui compiute sulla d igitale purpurea coltivata e su l'utilizzazione di essa nella terapia cardiaca. Il prof. GIULIO GALLI chiede alcuni schiarimenti sul diverso modo di comportarsi, talora osservato, del digalen e delle foglie di digitale in polvere o infuso.

Sulla cura dell 'o~teomalacia. U. ARCANGELI. -

Espone i risultati ottenuti nella cura dell'osteomalacia mediante la narcosi

cloroformica. I malati vengono narcotizzati per 30-40 m'; i è.olori già dopo 3-4 giorni diminuisco110 e dopo 8-10 giorni gli infermi cominciano a cam• mmare. L'O. pr~senta vari soggetti guariti con tale m etodo e tra questi una giovane donna che da un anno era costretta a stare in letto. Si dichiara contrario alla castrazione, e d ice di non aver visto mai buoni risultati dalla cura 'a.drenalinica da altri vantata. Prendono la parola i proff. Giulio GALtI, LEO'rTA, PESTALOZZA, che si intrattengono su alcune vedute dell'oratore per quanto si riferisce all'etiologià <Iella malattia e d iscutono il metodo d i cura da lui esposto e gli altri in uso. ·

Contributo allo studio del neurofibroma plessiforme. A . CHL<\SSERINI ..- Intrattiene l'accaèemia su di t1n esteso ueurofibroma plessiforme èel capo asportato in un ragazzo; illustra la sua comunica zione con il pezzo anatomico e con preparati mi• • croscoptc1.

Sopra un liquido pleurico ricco di colesterina. A. BIGNAMI. - Espone il caso d i una d onna stud iata la prima volta nel dicembre 1914, nella quale si trovò liquiè o plet1rico a sinistra che estratto presentò gli stessi caratteri è i quello che fu tolto successivamente 11el 15, nel 16 ed in q11esto anno dopo circa quattro anni d i completo be11essere. Ha U11 p eso specifico alto, 1030. Colesterina 13 .gr per litro. Appena estratto h a un colorito giallo cromo, elementi sferici carichi è i gocce d i grasso, scarsi let1cociti e poi gran quantità d i cellule eosinofile come è stato trovato in casi di eosinofilia pleurica. Di che processo morboso si tratta? Il decorso allontana l'i{ ea che si tratti è. i un tumo1e pleurico, ~sso piuttosto ricorda quei casi d i vagin alite cronica C:ella vaginale del testicolo. Il prof. ASCOLI chiede se esiste aumento d i colesterina nel sangue circolante. L'O. risponde che la ricerca nel siero è stata fatta una sola volta e la colesterina 11on fu trovata_

La presenza di aria nelle ferite da arma da fuoco e sua importanza radiognostica.

L. DoMINICI. - L'O. ha avuto occasione d i os servare un reperto importante dal punto d i vista r adiognostico. Sono otto casi d i frattura espost a del femore in cui si rilevano macchie bianche nelle positive. Sono bolle d i granèezza variabile, a contorni irregolari, innicchiate nel focolaio d i frattura, che l'O. interpetra come bolle d i aria e ne spiega il modo di penetrazione. · E. GROSSI.


IL I>OLICLINICO

Società Lotnbarda di Scienze Mediche e Blologlche Miiano. Seduta del 4 .lugJ io 1919 (I>1·esidenza: Prof. DEVOTO).

Sulla nefrite saturnina. L. DBvoTo. - Negli individui cl1e ·ve11gono a contaltto professionale del ,pi01nbo .in tenera età (nove-diecj ian1:ll) il renie si altera per itempo. La Jesione renale assume e mantiene, quando mancaino a ltri faittori capaci di alterare per conto J)roprio i·l r ene, il carattere be11 noto di nlef1"ite crooica interstiziale satttrn.i na , quaJe venne descriitta da A.schoff, PerussJa> Cesa-Bianchi, Gjglioli, ecc. In un caso, con 'Ilefrj.te satur11ioo daJ.la giovane età, venuto a manic are a trentasette am11i nel.I.a sua C1inica, 1'0. ebbe occasione d.i riJ e\Tan·e 1oon1e: ù'1nfeziolne ret:..maitica, ·p resentatasi ~i1)etutame11t e, non a.bbia mai dato ori·g àne iad alterazio ni endocardi·tiche, tua soltanto a . focolai di ntlocardite (i1oduli s ubn1iliiari) nel.11a paret_e del ,·euJtrioo,1o sinistro 1e· nei muscoli papi11a~i. Qttes te a1teraz.ioni spiegano la ipresenza di u11 soffio sisto1ico osservato per più a111n~, senza ch e alla a tttopsia ·11ulla si s1a rivelato di anormale e che Tientr.a i11 que1l·a categoria di softfi che 1'0. h·a ,definito 1Uel 1914 .q uali manifestaziona. nUt1·alic.he di e i1doca.r dite. La nefrite cronica satttrni1ia costituitasi per t em,po nei giovani operai, passa, per Jo pi1ù, i·nooserv.aJta per molti anni - ma ad essa s1 d·e ve riYolgere molta aitten zione - può essere scoperta; 1nerita di essere scoperta perchè essa irnfluisce . ull 'iandamento delle malattie intercorrenti. 1

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Turbe pupillari e traumatismi cranici. P . BovERI. - Riferendosi ad ·U na nota prececle11te (seduta 13 g iugno) circa il comportamento del cam po '~ivo n ei t·raun1.atizza,t i df'l capo, l'autore riferisce iil ris ultato dd u11a serie <li ricerche faitte stti feriti crandci e s ui commozionati cerebrali in rapporto al comportam ~nto {it"11a pupilla ed alle sue reazioni agli stin1oli l1 uc~, a<c.onùO<L'tzione, convergenza e riflesso c011se11s11ail e) . I~e turbe pupillari sono rela ti·va1nente •'retp1enti e molte volte passano inosservate :1erch è 1 'ari111alato 11011 .le a,,·,·erte e 110111 11a nesst11n dis tttrbo 1

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, · is1 \·o.

I feriti cranici gravi presentaJ.10 J)ter l•) µiù 1nidriasi bilaterale oon reazione alla 111ct! !";iù o u~no len ta. a seconda dello stato del paziE:nte ~ del tempo trascorso dalln ferita. Il riflesso ~c­ \.'Omodatorio e qttello oon~ns11ale vrun1110 di pari l)ac;c.o con l a rea.Gion~ pttpillare alla 111ce. .... ei feriti lie,·i o nei con1mozio11n.ti cerebr~li l 18)

[ANNO

XXVI, . FASC. 43)

si constata sovente a11isocoriia 0011 midria&i dal lat-0 ,m alato. La pupi1lla mid'!'iatica per .k> più reagiiSce con grande lentezza, la rigidità di essa si riscontra moJ.ito raramenrt:e. L'anlisocor:ia dt1ra mJolto a l!lllngo, è u11 postumo dei più itenaci, e s i incontra i)re,~ale11te.n1eJ1te 11elle lesioni de 1.la wnia fr0111tale . Non è raro constatail·e lia rea7.io11e pa radoss:i alla. 111.lce. La miosi è un fenomeno ra ro 11ci feriti cranici ptlll'i, n1entr:e si riscontra di f.requente qua11do coesitSte un.a lesione del simpatico cenrica.le (Sindrome di C.laude Ber,nard, Horner). 11 Boveri richiama su di 11~1 fatto da 1ui ronstait.ato sovente 11lei com1nozion.a ti, cioè s ttlla le 1ltezza di reazione alla. L-uce che 11on è ril e\·ahile se non co11 partic-01ari a<..:c.o rgimenti. Esiste sec011do .lui un-0 stato c1i 111idriasi !aten.tc il qua1e \ iene me.sso in evideuza ricorrendo al 111etodo della istillazione da cocaina ne11 'occhio. Riferisoe di casi n.e1 qttali oon questo sistema sel11:plice e pr:atico ha p otitto apprezzare nel loro gi us to ,~al.ore i post111ni di ttn trat1matis1110 a1 capo. Questa ricerca è i111portaute ne11e qttestiGni 111e1

d~co-legali.

Dott. l h

PRE1'T.

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. CASISTICA E TERAPIA. Le forme protratte de11•influenza. \t\Tolpe (1Vled. Klitiik, sett embre 1919) rileva che nelle forme protratte dell 'infittenza lo stato febbrile (lttra per n10.1te settimane, senza che, oltre a localizzazioni 11ell 'apparecchio respiratorio, vi si.a110 complicazioni da parte di alcun altro organo. La durata della febbre varia da 14 giorni a 7 n1esi·; la febbre è di solitE> continua o remittente. Le localizzazioni nell'apparecchio r espiratorio possono provocare bronchi.t i, polmo11iti, plettri ti, empien1i. Tutti gli a1111na~aiti 11a11110 11n aspetto molto grave, che indica la prof 011tla i·ntossicazione da c11i sono colpiti. I n1alati cli broncl1ite semplice si lag11n110 di dolori mttscolari e di spos atezz.a profonda. L ·1 febbre, a tipo re1nitte11'te, put> 111a11tenersi per cle11e setti1ua11e tra 39°-40°, oppure lJttò, do1)Q la prima se1.ti111ana , sce11dere a 37°.5-38°, per ~-u1tc-11ersi poi a questa altezza. Obbietti\·an1tnte si co11statano i seg11i <li una broncl1ite, in ~nri casi capillare. I~a pt(\.!;nosi è buona. Gli ammalati di polmonite a for111a protratt...'l sono ti1tti legge rmente asc;opiti, e notevo1tnent\:


(ANNO XXVI, FASC. 43]

SEZIONE PRA1 fCA

astenici. Il polso è piccolo e frequente, la dispnea intensa. La febbre, .continua o r·e mittente, può dopo la pri m a settimana scendere a 37° e 1nantenersi tale per delle settimane; di solito • però essa si m antiene più elevata, tra 38°-40°. ·~)bbjettivamente si riscontra, su uno dei lobi inferiori, una diminuzione od abolizione del murn1t1re respiratorio; il fremito vocale tait tile è uormale od è dimi11uito. In questi casi, ai qu.ai1'i • I-I. Strauss Ni. dato .i l nome di « i11filtrazioni · pset1dopleuriticl1e », si sosp etta sempre la presenza di essudato pleurico; la puntura esplorativa riesce però negativa. I singo1ari sintomi fis ici dipendono probabilmente dall'otturamento <li un bron.co in seguito a processi infiammatorii, e daùla conseguente atelettasia polmonare . I segni fisici persistono molto t empo dopo lo sfebbramento; s1 può però allora senza scrupoli, lasciar fare a questi ammalati la loro solita vita. 1,a prog11osi della polmonite protratta è buona. Buona è pure la prognosi nei malati di p1eur'.ite essudativa, i quali guariscono dopo alcune settimane di febbre più o meno elevata. Deglri ammalati di empie1na , che talvolta comp1lioa la polmonite, muore i~ 50 per cento. Terapet1ticamente si sono dimostrate u.tili le iniezioni d11 mentolro-.e~aliptolo, raccomandate da Berliner per la cura delle affezioni polmo11arj . Per sostenere la )orza de.1 cuore e combatt ere la debolezza 'Tasomotoria, è utilissima la s tricnina. pol. 1

La miosite influenzale. La mi os1te influenzale - seri ve F. V 01~pal1l (l\lf. etf iz. J{linik, settembre 1919) - è un'affezione febbrile, che si svilt1ppa 11e.l corso dell 'infl11en za o in segt1i:to ad essa; è caratterizzata da itumefa;:ioni dolorose di g·ruppi muscolari, me11tre la pelle sovrastante rimane inalterata. Il decorso è cronico, la .convalescenza molto lenta. I~a prog nosi è buona; i casi finora osser,rati sono tutti guariti, sen za che sia residuata a,l cuna alterazione nei muscoli colpiti. T~ mialgie, .tanto freque11ti1 nell'influenm, rappresentano probabilme11te 11na forma Jieve di miosite . :Non si conosce il st1hstrato a:nàtomico delle manjfest:azioni morbose; nel caso descritto dal1' A., ·.la constatazione cli una forte leucociit osi n el sangue gli feoe sospettare la presenza di proeessi infiammatori n ei muscoli ammaJati. Una puntl1ra esplorati va dci muscoli riuscì negativa. n malato, un uo1110 di 50 anni, sofirivia da 4 settimane di dolori. i·ntensissimi alla nuca, che ~i era notevolmente tumefatta, e di febbre remittente. La malruttiia si era inizia.ta 8 giorni dopo

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la guarigione dall'influenza. I musco.li tumefatti , avevano consistenza dura ed erano dolenti alJ.a pressione. La pelle sovrastante e ra normale ; n011 · v'era ediema. L'esame del sangue rivelò una discreta lelllCocitosi : 20,000 leucociti. Nel corso di alcuni giorni la tumefazione della nu.ca scomparve, i dolori della nuca diminuirono, mentre diventarono sedie d-i dolori .intensi i muscoli estensori delle cosce. Questi muscoli non si tumefecero 1nai. I dolori .e la febbre durarono ancora per un 1nese; la convalescenza fu lenta. Terapeuticamente, furono praticate ripetute iniezioni endovenose di collargolo in soluzione al 2 %. poi.

Stati morbosi influenzati dalla grippe, e malattie ad essa consecutive. Se .ne occupa R. Meissner (Medizin KLinik, n. 35, 1919). La .g rippe, colpendo un organisn10 g·ià malato, può aggravare, las.ciare inaJterata 11el suo decorso, o migliorare ]a malattia pri111aria. L'A. ha potuto co·ustatare il primo caso ju dtt1e malati di nefrite acuta einorragica, pqrt ati rapidamente a 1norite clalla grippe sopravvenuta; in un ammalato di laringite acuta, ~l quale ft1 colto durante la grippe da violenti accessi di soffocazion e (tracheobronchite cruposa) , che regredirono so.1tanto clopo 1nolte ore di inalazioni d'ossigen!O, e dopo iniezioni di a tropina; in llt1e malarici, sfebbrati l'uno da sei, 1'altro da dieci settin1ane, i quai1i nella .convalescenza della gr-ippe pres.entarono nuovi accessi malarici ti• pici. Molto spesso, la gr.ippe 11a trasformato tt11a tubercolosi latente in un.a forma rapidament e progressi,ra . No11 furono invece aggravate dalla grippe s-opra,g·giunta, l·e condizioni di molti ammalati di tubercolosi polmonare aperta, di u11 ·a mma>lato c1'i11suffi.c.i.e nza aortica, di un ammala to di nefrite i·nterstizi.a.le cronica. _.\.1c1111e affezioni n ervose furono p erfino mig·liorat e dalla grippe: due isterici guarirono per1nane11temente, un ammalato di asma bronchiale gra,·e non ebbe nessun accesso durante l'inflt1e117,a; g·Ji accessi ricomparvero però, se pure meno intensi, dopo la convalescenza . Le malattie consecutive alla grippe, SE\:,D'llono it111nediatamente alla malattia primaria, oppure 11e sono separate da un intervallo di pareccltle settimane. L 'A. ha ossei-vato freq11entement€ : 111ialgie t1ni- e b-iUa terali, che presenta,·ano il carattere del reumatismo muscolare cronico; ne-v·ra1gie i11tercostali accessu ali ; 11evriti1 intercostali, nelle quali, oltre aille fibre sensitive, erano colpite . anche quelle motori.e. 1


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IL POLICLINICO

Il co111ples~o sintomatico con si~teya u ~l la p~·-.. ­ senza di punti dolorosi, di iper- · ed ipoestesia (qttasi mai a nestesie) specialmente nel campo c1ella . ensibilità t ermica e di quella dolorifica, nella diminuiione od assenza del riflesso addo1ninale corrisponde nte, nella paresi dei muscoli aclclominali innen ·ati dal nervo colpito. Intensa caduta dei capelli nelle donne. I capelli cadevano a ciocche, setti1nane o 1nesi dopo la g uarigio11e della grippe. L a cad11ta dei capel.. li era t alYolta accon1pag11ata da intensi dolori nel cuoio capelluto. pol. Il trattamento della pneumonite da influenza

con l'atropina. .t\.. Stetiling (New York med.

J oitrnal, 9 ago-

sto r919) consiglia di trattare la polmonite e l'influenza fin dal principio con chinino, digitale ecl atropina. Egli somministra 3<9 cg. di bromidra to cli chi11ina, it1 un bicchiere di t11è caldo, con u11 cucchiaio di' w liisky, tre volte al giorno, e tre volte la notte, fino a che la temperat11ra si abbassa . Se .essa è molto alta, si dà ttna dose og11i tre ore durante la giornata, senza badare a sordità o ad altri sintomi di cinconismo. Per i ba111bini consiglia ugualmente il chinino, nla in s upposit ori. con 20-30 cg. ogni tre ore, oppttre dt1e di i1otte e dtte di giorno. Pttre dall 'i•nizio de Ila mailattia 1'A. somministra quattro , ·olte al g·iorno la dose segttente : Polvere cli (1igitale cg. 6 ; Solfato cli atropina decimilligrammi 4-6; Cloriclrato di cocaina cg. l-3; Solfato di. s tricnina mg. 2. Per i bambini, la digitale e 1a belladonna si somminis trano sotto for·m a di tintura, in modo <la poter a111nentare o diminttire la dose a volontà. Durante le malattie, si daranno sempre be,·ancle alcaline come la seguente : Bicarbonato di potassio g. 56 ; Acido citrico g. 42; .'\equa qt1anto basta per 700 eme. L'uso dell'atropina sarebbe molto utile per pre,renire l'edema polmonare, che porta spesso 1'esito fa taile. [Trascriviamo la ricetta sopracitata nelle m.i~11re origi11arie inglesi : Pol,·~ re cli cligita•le grani l; Solfato e.li atropina grani l / 100-1/ 150; Cloriclrato di cocaina grani l/2-1 / 4; 8o1f,,to cli strJc11ina g-rani r /30. f·: cla rile,·arsi la clifficoltà della preparazione farn1ace11tica J)er 1., tS'lttn di,,i.:;ione 111 deci111iJ]ip:ra1n1ni cli u11 n1eclica111ento <:roico con1e l 'atropi11a e l'nlta cloo;c cli ~tri cnina. Sarebbe forse 1

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più pratico prescri,·ere gli a~cennati medicamenti sotto formai di tintura o, comt1nque, i11 solttzione. (1\T . d . R edat.)]. fil . •

IGIENE. La rigenerazione dell'aria in ambienti chiusi. Questo problema igienico assume importanza 11elle miniere, ne11ia navigazione (in specie con i sottomacini), per certi luoghi cli trattenimento affollati e non ve11tilati, ecc. In uno spazio chiuso e mal ventilato, in cui si trova un certo numero à i persone, si verificano p a recchi fatti distin.~i: i) diminuzione è ella quantit à di ossigeno ùell'aria; 2) aume11to progressiv·o dell~· quantità di acièo carbonico; 3) aumento progres sivo della quantità di vapor acqueo ; 4) aumento e i sostanze organiche e produzione ù i tossine (?) che posseggono odori speciali. L'ossigeno co11sumato può essere reso all'atmosfera, per mezzo di un tubo proveniente ria u11 recipiente, che lo contie11e, compresso. I/anidric" e carbonica ed il vapor acqueo possono venire assorbiti per mezzo della calce soC::ata, s11 cui posso110 :fissarsi _a ltresì le pretese tossine, che sarebbero trascinate dal vapor acqueo. C. Richet jun. (rif. in Génie civil, 8 febbr. 1919) ha fatto in proposito celle esperie11ze in sale ospedaliere a Parigi, ripartenè.o 50 kg. d i calce sor' ata it1 72 recipienti in legno, con ltna superficie assorbente di 9 mq. ; al centro è i ogni recipiente si trova,ra Uil tubo per l'ossigeno d i cui affiui\-a110 20 litri al mi11uto, it1 un ambiente <l i 830 mc. I risultati sono stati confortanti: la q11antità d'ossigeno. che prima era il1feriore alla normale, la sorpassava poi di 1/50, il va1)or acqueo era notevolmente diminuito, le sostanze organicl1e rièotte circa d'uu terzo; l'oc1ore speciale sgrac:e,-o]e era interamente scomparso. fil.

NOTE DI MEDICINA SCIEN.T IFICA. L'eziologia del morbo di Flajani-Basedow. Si ritiene che il morbo di Flajani-Basedo'' consista essenzialmente in ipertiroidismo. Di recente però Janney (Endocri1iology) ha sostenuto che si trova un elemento tossico in tale malattia, deri,~ato probabilmente dal! 'ormone tiroideo : questo contiene il nucl~') indolico e può venire pro~ ! tamente scisso in prodotti intermedi di decomposizione, alcuni dei quali possono essere U:\5sici. ~elle condizioni normali tali prodot.~.i !O!->ici , -eno-ono ulteriormente elaborati nella ! : r id~ o ed elimÌlllati in forma innocua . Di,·ersi fattori po~sono disturbare la sintesi ~1ormale d~1!'ormone ,


r..-\.NNo

xxvI,

FAsc.

43J

SEZIONE PRATICA

n1~ttendo

:i11 circolo I)recocc il prodotto inter1nediario tossico : Itali fattori sar.e ohero da attribuirsi a disturbi nervosi aiel cou~rollo <lel metabolisrnc> tiroide.o, df)v"Utt a paura, en1ozioni, sh·-~ck, oppure lesioni org·a~iche per ti\quma, tir,)i<l1te, tntte 1·e note cause del gozzo esoftalmico. Il risultaito di tale elimi1iazione orematttra ... .1el prodotto tossico intermediario si tradurrebbe lùell'impoverimento dell'ormone tiroideo, ciò che s piegherebbe i1 fatto ch e il .g ozzo n el morbo d i · Flaja ni contiene scarsa quantità di jodio . La diminuzione dell'ormone verr.ebbe poi aecompagnata o seguita da segni d'insufficienza :tiroidea. Tutto questo spiegherebbe i seg11i, cli ipotiroiLlismo c he si a.1otano i'11 tal·e ·m alattia, qua-li atrofie e pigme11tazioni della cute, perdita di cap elli, ossificazione imperfetta, degenerazione grassa, ti tardata elin1inazi-0ne del gluc.9 sio, creatinuri H. disturbi di sviluppo, ecc. •e di111ostr.erebb~ l'utilità di u ·11a prude-nte .cura tiroidea in tali oasi con ipotiroidismo. L ,i11tervento di talie sos;t~nza .t ossica è ancora .q en luiugi dall'essere dimostrato : però le osservazioni di J a nn-ey so110 ta.1i che vi è sariamente da dubitare ch e morbo di Flaja·n i-Basedow o gozzo es oftaln1ico ed ipertiroidis mo sia•no sempre termini equivalenti. fil. 1

POSTA DEGLI ABBONATI. Avviso importante. P reo-biamo i 11-0Sit.ri lettori daJl 'aste11ersi di rio chiedere nella cc Posta degli abb o·n ati » notizie bibliog:rafiche . Il 11ostro gi1o rnale h a una rubrica « Cen11i bi-

bliografi.ci » in cui sulle opere più 111oderne e i)i1't in1portanti si rich jama J'aitte11zioue dei lettori. • Inoltre nell 'indic-e di ogni a11nata, redatto con estrema diligenza, si l)UÒ facilmente ritrovare l a indicazione degli articoli più rece11ti, de i 1naestri più a utorevoli. Si fa -pure v iva preghiera ·ai 11on doma·ndare g·iudjzi su casi particola1·i : 11essun diagnostico, ll!essun .consiglio terapeutico può razionalmente essere fornito a distanza, senza la visione del mala.t e. (1060). D egtutizione dei corpi estranei . - All'abb. n . 10 .366: La deg~utizione di spille, aghi, spine di pesce, ecc., può dare luogo a flogosi periesofagee o complicazioni broncopolmonari con grande frequenza: il cammino dei corpi estranei deglutiti è stato seguito a11ch e a dist anza . La radioscopia e sopr~.tutto

1273

la radiografia possono portare notevoli vantaggi non solo per stabilirne la presenza m a anche la sede. P.A.

·C ENNI BIBL/OQRAFICI. ROGERS J.(. Fevers ~ Sto11ghto11 ed. 3<\

i·n the tropics. (Frowde, Hodder London. Prezzo Se. 30), 1919,

edizione.

Il libro <li Rogers 11ella sua prima edizione era il

fn1tto di lt111ga, diretta, esperienza dell' A., ch e, nella visione acct1r ata d i molti inalati, aveva ttO·· vato la spinta acl ideare l'opera. Tale carattere conserva 11ella 3a edizio11e che recentemente è comparsa in bella veste tipografica. Le fébbri dei t ropici sono d ivise i11 febbri di lunga rìurata (kalaazar, tripanosomiasi, febbri enteriche, tifo esantem., febbre ricorrente) ittero infettivo, feb . bre di Malta, epatite amebica,· febbri lunghe non classjficate, febbre d i Oroya, febbre delle t rincee) e fel)bti d i breve è.11rata tma.laria à.en e>2·ue peste febbre gialla, colpo cli calore, febbre cerebro spinale, inflt1enza, mal. esantematiche). Senza voler discutere il valore di una tale di"'risione, nell' attuale edizione è aggil1nto lo svolgimento d i alc11ne m alat tie, nelle quali recenti sturìi, che hanno avuto largo sviluppo d11ra11te la guerr a, h anno portato ampia lL1ce: l'ittero infettivo, la febbre delle trin cee. Ma se per molti capitoli il libro di Rogers non presenta p articolari attrattive, ve ne sono alcuni come il K ala-azar , le epatit i amebiche che conserv ano 1rn sapore di originale personalità, da impo.r~i alla lett11ra e alla riflessione. I ,eonardo Rogers è a.c11to 08servatore. e benefico ricercatore nella dia gnostica e nella c11ra e la recente edizione porta $peciale attenzione sulle malattie, nelle quali rimedi s1)ecifici h a11no ragione de] processo morboso (kala-azar, tripanoRomiasi, m alaria, ep atite an1ebica). I /ec1izior1e è accurata; illt1straiioni òimostrative accomp2,gnano il testo. t. p. '

1

I

H . VIOLI,E. Le Cholera. (Masson. éd. t919.

I

20

fr .) .

I.' A. con densa nel libro il frutto d i larga esperienza sulla malattia asiatica, mostra i resultati della lunga. cons11et11dine d i laboratorio: egli offre al pubblico medico una monografia ~ompleta s11l · colera. Dopo brevi notizie storiche, in vati capitoli, la sintom atologia, la diagnosi, la prognosi, l'anatomia p at 0logica, la cura ROn.o la rga.mente trattate. Capitoli mo:lerni troveranno l'igienista ed il bacteriologo, rigt1ardanti rispettivamente l'epidemiologi:;i. e la p rofilassi, il vibrione colerico e i pseu<locolerici. Il \ Tielle h a realizzato un'opera, che riunendo tutte le conoscenze st1l colera, sarà d i grande vantaggio per colo:o che h an110 l'alta missione di vegliare sulla ·publ)lica sal1lte. t. p. (21)


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IL POLICLINICO

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NELLA VITA PROFESSIONALE . .

I requisiti

dell'assicurazione statale contro le malattie. L' ''universalità ,,.

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Stabilire la portata, predisporre l'organizzazione e il funzionamento della futura assicurazione di Stato contro le malattie, è di essenziale importanza poichè dalla diligente preparazione ~ipenderà, in massima parte, l'esito della riforma . Non è (l11nque fuori di luogo che noi tentiamo di precisare almeno le principali condizioni a ClU questa dovrebbe rispondere, discutendola non tanto nei principi, quanto nelle applicazioni. Confidiamo che il nostro modesto saggio non sarà st1perfl110, anche perchè la Commissione governativa che è venuta elaborando, in varie riprese, il disegno di legge sull'assicurazione statale contro le malattie, ha manifestato il parere che il progetto stesso non sia tradotto in legge per decreto reale, ma portato innanzi al Parlamento; dunque ci avanza ancora del tempo per discuterlo non int1tilmente e per tentare che venga emendato e perfezionato. Nel suo insieme (ci preme cii diclriararlo subito) il progetto ci sembra ottimo e sotto quasi tutti i riguardi superiore alle critiche. Se l'Italia viene quasi ultima in questo campo tra i paesi d'Europa, potrà vantare, in compenso, una delle legislazioni più provvide, liberali e ben congegnate. Qualche apprensione ci sembra legittima solo nei riguardi della prodigalità che distingue il progetto • italiano, in quanto che potrebbe compromettere la solidità finanziaria dell'edifizio che sta per sorgere.

*** In queste note ci varremo largamente dell'esempio estero: ci riferiremo sovrat11tto alla Germania ed all'Inghilterra, i d11e 11aesi che hanno fatto il più largo esperimento d i assicurazioni statali co11tro le malattie. I richiami alla legislazione straniera ci pern1etteranno d i lumeggiare il progetto italiano, sui quale con·vergerà il nostro esame, di valutarne meglio la portata, di penetrare più aclùentro nella sua struttura, d i riconoscerne .più sic11ramente le pecche e le deficienze, inevitabili in ltn la,roro preparatorio così complesso e così ricco cl'incognite.

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Ci occ11peremo i;1 questo articolo della estensione cl1e può assumere l 'assicurazione contro le malattie 11ci riguarcli ~el 111unero e della q11alità tlclle perso11e assicurate . ·

Limitazione agli operai.

L' assicurazione è stata spesso circoscritta acl alcune classi o categorie sociali. È così che in Germania originariamente venne resa obbligatoria solo per gli operai delle industrie ~ anzi non ne comprendeva neppure la totalità,{ma solo quelli addetti a stabilimenti di natura(ben determinata; ne erano esclusi gli apprendisti non retribuiti, gli operai occupati temporaneamente, ecc. ~che l'assicurazione facoltativa era molto ristretta: agli artigiani indipendenti, ai domestici, agli impiegati modestamente retribuiti delle Case industriali. L'Austria seguì abbastanza davvicino l'esempio della Germania; difatti l'assicurazione obbligatoria vi fu ristretta agli operai ed ai tecnici delle imprese industriali e commerciali; quella facoltativa vi fu concessa soltanto agli operai agricoli, forestali e a domicilio, mentre si stabilirono delle agevolazioni ai proprietari terrieri, qualora se ne valessero per i loro :dipendenti (esonero da.l l'obbligo dell'assistenza medica loro iip.posta) . ...i\.nche in Ungheria le assic11razioni obbligatorie furono limitate alle classi operaie; ma abhraC'ciarono. gli operai d i ogni specie, compresi quelli che lavorano a domicilio, quelli di enti pubbli<'i, quelli addetti alle industrie accessorie della produzione agricola e forestale (non però i lavoratori della terra), gli apprendisti, ecc.; quanto alle assicurazioni facoltative , esse rig11ardarono tutte le altre categorie di lavoratori, gli studenti, i membri di famiglia delle persone assicurate obbligatoriamente. Tuttora vigono queste d i$posizioni. Strettamente operaia è l'assicurazione obbligatoria anche in Olanda, in Rumania ed in Serbia {ora regno s. H. S.). Il r~uSSf!mbt1rgo ha copiato quasi in tutto l' Austri~~- La Russia avevà resa obbligatoria l'assicurazio11e solo per gli operai e per gli impiegati (equiparati ad operai) di certe imprese. ::\el Belgio, immediatamente prima che scoppiasse la gt1erra, tm èisegno di legge d'iniziativa parlamentare pro,,~edeva all'assicurazione obbligatoria dei soli operai; se~ondo 11n altro progetto, d'iniziativa governativa, l'assicurazione obbligatoria sarebbe c;tata estesa ai piccoli impiegati.

_.\nche in altri paesi non è mancata la tenè en~-i a costituire, dell'assicurazione statale contro lt· malattie, un privilegio limitato quasi esclusivame11t e alle classi operaie. J,à dov·e, come in Italia , l'a~ic11razione contro


[ 1\NNO

XXVI,

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43]

SEZIONE PRATICA

le malattie mancava, ina vigeva quella contro 'g l'mfort11ni ind11striali, è stato manifestato a più riprese il proposito di estendere quest'ultima alle malattie del lavoro, od anche a tutte le malattie degli operai, dato che esse dipendono in la~ga misura direttamente o indirettamente dal lavoro , come lo dimostrano le statistiche. Limitare il principio del rischio professionale agli accidenti di natura traumatica, va contro la realtà, che non oonsente distinzioni nette, nei riguardi eziologici, .tra gl'infortuni e le malattie del lavoro e tra queste e le malattie generali. È così che fino dal 1902 il nostro Governo (in esito alle conclusioni cui era pervenuta una Commissione per le malattie professionali) aveva assunto l'impegno di presentare una legge per estendere l'assicurazione contro gli infortuni a tutte le malattie degli operai. . Il privilegio che in tal modo sarebbe sorto, avrebbe avuto radici più antiche; difatti la legge del 1886 sulle società di M. S. (le quali costituiscono, in fondo, la forma libera di assic1uazione contro le malattie), contemplava soltanto società operaie. Questo .carattere t1nilaterale, di classe, sarebbe stato appena attenuato da un progetto elaborato nel 1909 da una Commissione del Consiglio della previdenza, progetto il quale tendeva ad av, riare al1' assicurazione statale delle classi operaie contro le malattie. Notiamo che a vantaggio dei soli operai $i è già provveduto, in Italia, anche all'assicurazione contro l'invalijità e la vecchiaia - che possono considerarsi come forme od esiti di malattie.

..

* **

Tutto considerato, le classi operaie sono state o tendono arl essere ovtmque le più efficacemente tutelate dalle assicurazioni statali. Si è voluto git1stificare questo trattamento di favore, in quanto che le classi operaie sarebbero le più produttive e, al tempo stesso, le pi1\ esposte ai danni del lavoro. Spetterebbe allo Stato il dovere indeclinabile dì assisterle, in quanto che la loro produzione costitttlsce la fonte prima del benessere economico. Ma, a nostro modo di vedere, si tratta d i 11n preconcetto, inspirato da ragioni di opportunità politica. Basti considerare che i lavoratori della terra - il cui còmpito è ancora pi1t indispensabile nei riguardi della vita colletti,ra - sono rimasti quasi dovunque più trascurati delle masse operaie: per esempio in Italia si è prov,re<l.uto solo d i recente all'assicttrazione contro gl'infortuni agricoli. D'altra parte, si consideri che tutte le classi concorrono, per diverse guise e in diversi gradi, alla produzione, sia pure indirettamente, promuo,-en<lola, airigen<l ola, organizzandola, discipli-

1275

nandola, provvedendo ai trasporti, alla distribuzione, allo smercio dei prodotti, diffondendo la coltura, facendo prògrcdire il sapere, garantendo o restituendo la salute, ecc. Fanno eccezione soltanto poche categorie manifestamente parassitarie. Anche se il valore sociale dei singoli individ11i dovesse commisurarsi al solo fattore economico della cc produttività », sarebbe dunque ingiustificato di sopravalutare la funzione sociale delle classi operaie; quindi non si legittima di restringere ad esse i benefizi dell'assicurazione contro le malattie.

Limitazione alle classi disagiate.

E' stato avan.z ato e difeso anche un altro assunto , cioè che convenga limitare le assicurazioni alle classi più disagiate se non proprio indigenti. Ma questa concezione s'inspira ad un sentimentalismo gretto, che si preoccu.pa solo di lenire le gravi miserie, quelle che più emergono, non già di promuovere il benessere generale. F.ssa è stata dettata an<:he da interessi particolaristici e di classe: per es. ha trovato m olti fautori tra i medici della Germania, perchè la professio11e medica risultava non poco danneggiata c1alle successive estensioni che, in questo paese, vennero date all'assicurazione contro le malattie: esse portavano a restringere sempre pi11 la clientela pagante, mentre gl'istituti assicuratori della Germania hanno sempre retribuito con estrema parsimonia i loro medici. Condizione c;i"ne a·u a non, del b11on esito delle assicurazioni, è di ricompensare con equanimità i medici; ma q11esti, a loro volta, 11on dovrebbero esitare a riconosC'ere che nell'interesse collettivo conviene di estenderle a larghi strati soC'iali. È indubitato che l'assiste11za sanitaria oggi concessa ai poveri è deficientissima nei paesi, come il nostro, dove non vigono le assicurazioni statali cont ro le malattie; d'alt ra parte, essa non vale ad impedire i gra...ri dissesti eco11omici cagionati dalle m alattie; per questi motivi è vivamente sentito il bisogno di migliorarla e di provvedere, al tempo stesso, a rl una efficace assist en za economica dei poveri colpiti da malattie. Ma il bisogno d i una valida assiste111'.a integrale è condiviso <la impiegatj , da piccoli professionisti,. da piccoli proprietari ecc., costretti a sostenere spese inac1egu8rte alle loro risorse nella contingenza d i malattie che colpiscano essi stessi o le persone delle loro famiglie - per es. a p agare forti diarie di ospedalizzazione. Anche gl'impiegati dello Stato e d i ei1ti pubblici, che pure durante le m.alattie ricevono lo stipendio e l'assistenza medica, si trovano spesso fortemente pregiudicati: per es. d ebbono provvedere alle cure chirurgiche, ai presidi terapeutici, all'ospedalizzazione ecc. (è ben noto che le ces(23) •


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IL POLICLINICO

s ioni del quit1to sono per lo più l 'esponente di <[11esti bisogni straordinari creati nell a classe r=: eg1i i in p iegati dalle mal~~ttie) . D1mque, molte aategorie sociali posso110 trarre t -.ei benefizi inestin1abili dalle ?..ssict1razioni; per.. chè c1ovrebbero restarne escluse ? Si consideri , i11oltre, che le ~lassi povere non sono q11elle che re11rlono d i più alla collettività; quindi , ancl1e nei 1·igt1ard i ~ell'econonùa eollettiva, non si legittima ,. i accorda1·e loro t1na preferenz::t nelle misure di tutela e ( i assistenza sociale. I ,a <'lasse m edi<'a \."errebhe n1eno a queste dirett ive di libera lità, qualora si adoperasse a far rèstrn1gere iJ n1unero ilegli assicurati escludendone 1:-irghe categorie è i se1ni- p o, reri: invece la s11a op era dovrebbe limitarsi a d otte11ere per sè un t rattamento economi<'o a:1eg11n.to. Sono questi, secondo i1oi, du e postt1lati fondamentali <~.el pt<.•g ramm a che la classe me :lica dovrà ~volgere per 1)assare al regime assict1rativo.

Altre limitazioni. J\.ltre litnitazio11i so110 state 11rop oste o-l attuat e: c.;se so110 relative nlle rn8.lattie preesistenti, all'età, n i riscl1i professionali, ecc. Per es . in NoTVegia i cronici sono esclusi <l3:11e <l:)SiC'urazioni obbli~atorie, 1nentre per le assicura7.ioni facoltative occorre no11 av er superato l'età d i 40 anni e n o·n essere colpit i d a malattie cronièhe nè da m alattie che presentino u11 rischio particolare per le Casse; n.nche Ìl1 Germania le Casse possono stabilire limit i Gi età e richieclere un certificato di s anità costitt1zionale per le assicurazioni volontarie; e così via.

Generalizzazione delle assicurazioni. Ispirandosi a concezioni ampie, conviene d i e$tenrlere l'azione b enefica delle assicurazioni stat~li al nlnssimo nnmero possibile d'indivi dui, a tt1tti coloro cl1e posson o tro,rarsi alle prese coi 1)isogni d ctermin:-iti dalle m alattie . N e rimarrebbero escJt1si soltantc1, in modo !t a t 11rale, i più abbienti, lJer i qlta li n on ne st1s~iste il bisogn o, nonchè t11tti coloro r l1e già godo110 d i benefizi equipollenti. 7 \ ie11e 1·osi a rl i1nprimersi alle assicura zioni il <'arattere della 1111i~·e1'salitcì. . Esso rispon de alJ a fun7.io11e d i t utela cl1e <'Omp~te allo Stato, la quale si estende:> a t11tti gl'indivi J ui che lo compongono. È anche i11 r apporto con la inissio11e c1ell' igiene , ociale, r he de,r0 m antenersi superiore ad ogni comj)etizione d i classi o di categorie e t endere a l beneser e igieruco e sanita rio c~ ell a società p resa n el suo • • lllSteme. Il prit1cipio della tu1iversnlità è an dato sempre J)ÌÌt nfiennan rlosi. Cosi in G~rman ia le assic11razioni contro le 111alattic, che Ìl1 origine, come abbiamo ,~isto, era110 stnte rese obbligatorie per i soli ope ..

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:ai, ~no state oggetto di successivi ampliamenti, 1 quali hanno esteso sempre pi1\ il circolo delle persone assistite. Finalmente nel 1911 l'obbligatorietà venne stabilita per molte categori~ di lavoratori. compresi 1 contadini e i lavoratori a domicilio, per gl'impiegati e aiutanti di stabilimenti i11d11striali e di case commercia1i, per gl'insegna11tì, gli artisti di t~atro, gli equipaggi di navi, gli a<ldetti alle farm acie ecc.: le assicurazioni volontarie o facoltative vennerc; autorizzate per le persone di fa1niglia di assicurati non assogg€ttate all'obbìigo dell'assic11razione, p er i J)iccoli inclustriali, per gli imprenditori e i capi d 'impresa, ecc. (fatte alc1me restrizioni). Anch è i limiti dei pro,renti che comportano l'obbligo o la facoltà dell'assic11raL.ione sono stati s11ccessivamente ai.1111ent ati, con1e 'redremo in un p1·ossinlo artico]o. TJ n solo trattamento di favore è rin1asto p er g1i op erai, i11 quanto <'he non è stata stabilitc'1 per essi alc11na limitazione relativa agli introiti: t anto q11el1i più la11tamente retribuiti come gli apprenr1isti la cui retribuzione è nu1la, hanno ]'obbligo de11'assict1re.zione. T11tto considerato, l'assicurazione, che in origii1e era stata strettamente oper aia, è ven.uta assumendo carattere sociale. In Austria n el I ')O-J. l'obbligatorietà c...~1le assict1razioni contro le m alattie veru1e pure est esa: vi furono inclusi gli op erai delle i111prese agricole e industriali (al tempo stesso che ~i aumentarono gii obbiettivi d elle assicurazioni statali). Pri1nn è ella gt1erra era in d iscussione, presso il Parlamento austriaco, un progetto di legge per estenderle ancora di più, ai lav~ratori indipendenti, a i piccoli imprenc1itori, ecc.: si prevedeva che il numero degli assicurati, il quale in principio era stato d i un milione e mezzo appena, sarebbe salito a sei milioni. M olto liberale è stata l'Inghilterra, che ha Ìl1cluso n ell'assicurazione obbligatoria qi1a..c;;i tutti i s11oi regnicoli, compresi i professionisti, gli impiegati pri\rati cli qualsiasi genere, lfl gente di mare, gli artigiani e la·~.:-oranti a d omicilio per cont o d.ell'imprenditore, ecc. I,imiti latissimi so110 stati stabiliti per i p roventi che impongono l'obbligo dell'assicl1razionc. l.~n trattamento di eccezione è stato fatto anche in Inghilterra per le classi operaie, b1 quanto che non è st ata stabilita nessuna limitazìone relatjva agli introiti. Sono st ati rscl11si r1 al · l'obbligo c"'.i assicurazione coloro c11i si provvede in nltra gt1isa n ei c?si d i m alattia, i militari, gli i111pieg~ tì è ello Stato e di Enti locali, gli en1igrati, le perso11e m nnte1111te p~r intero dai proprietari, le persone pro,~ viste di ur. <:flirto re àr. ito. I commissari <lell'assic11razione possono, con l'approvazione del Ministero del t esoro, assimilare ai s~J ariati gli stipend iati pubblici e privati cl1e sono i11di~af;i in apposito elen co. Quanto alle asc;icurazioni volontarie o facolta-


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SEZIONE PRATICA

tive, esse sono state consentite alle stesse condizioni di quelle obbligatorie, qualt1nque sia la posizione economica dell'assic1:1rando, purchè qi1esti abbia un'occupazione regolare e viva interamente o principalmente del guadagno che ne ricava; e, qualora il suo reddito superi un certo limite, purchè egli sia stato assicurato obbligatoriamente per almeno cinqt1e anni. _ Il principio d i liberalità seg11ito nell'Inghilterra è stato adottato anche in Italia, anzi ancora esteso: nel progetto Gobbi-Toja non è stahilitn nessuna d istinzione d i classi o di categorie sociali, se non per includerne il m assimo numero nell'ambito dell'assicurazione. i\on è posta nessuna restrizione; entro determinati limiti dei proventi, chiunque deve essere assicurato: operai, impiegati, professionisti, contadini, mezza1ri, affittuari, proprietari, maestri, istitutori privati, artisti, marinai, domestici ecc . Vale\ra forse meglio d.i sopprimere qualsiasi specificazione: l'omissione eventt1ale è i q11alcl1e categoria dall'elenco potrebbe significare esclt1sione dall'obbligo dell'assicurazione. Il progetto italiano prevede anche l'assicurazione facoltativa, ma vi porta molte limitazioni; difatti essa viene lasciata all'arbitrio delle si11gole Casse; la gestione relativa deve rimanere distinta; lo statuto di ogni CaRsa deve stabilire i termini di carenza o franchigia, di noviziato, la durata, i fondi con cui ~i provvede alle prestazioni, ecc. T utto ciò deve portare una grande complicazione, un aumento nelle spese d i amministr azion e, un int r alcio allo s iiluppo dell 'assicurazione facoltativa . Sarebbe raccomandabile, crediamo, d i sopprimere siffatte restrizioni e d i consentire l'assicurazione facoltativa a chiunque i1e faccia richiesta, assimilandola a quella obbligatoria, salvo sulla mis ura dei premi che conviene sia tenuta pi1ì alta in ragione dei maggiori oneri per le Casse (in quanto si assicurino volontariam ente, d i preferenza, i pred isposti, i deboli, i scemi-invalidi). Gli stranieri. Per gli stranieri si è provveduto in vario moè o nei vari paesi; per es. in Ungheria essi sono ec1uiparati in tutto ai nazionali; in Inghilterra godono degli stessi d iritti, così per l' assiste11za sa11itaria come per qt1ella economica, n1a devono pa·gare del loro la quo~. c1ello Stato. Nel progetto italiano si mette a loro carico la quota dello Stato e quella eventua.le clel Comu11e, salvo per le Nazioni in r11i vige la reciprocità. . . . . L'incl11sione degli stran1er1 assume rmportanza per noi, app11nto in r agione della reciprocità d i fronte ai nostri emigrati, sovrat11tto in attesa che le assic11razioni- malattie vengano attuate nei paesi d' _t\.merica . Persone di famiglia degli assicurati. I/efficienza dalle assic11razioni si moltiplica estendendo il diritto dell'assistenza sanitaria ed ai J!>resid1 relativi alle famiglie degli assicurati. 1

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Nei vari P aesi con regime assicurativo le co11d izioni varia110 molto . Per es. it1 U ngheria la cuté:t medica e farmaceutica è obbligatoria per tutta,. la famiglia dell' assic11rato; in Nory·egia lo è per il coniuge e per i figli inferiori ai 15 anni di età, mantenuti dall'assicurato; in Ruma1iia ai m e1nbri ammalati della famiglia si concedono le cure médiche ed anche i soccorsi pecuniari; in quasi tt1tti gli altri paesi (Ge-rmania, Inghilterra ecc.) l'assistenza sanitaria alle fa1niglie degli assicurati è· lasciata alla facoltà delle Casse e delle Società mutue riconosciute e va soggett a a restrizioni varie, ma essa è andata generalizzandosi nella Germania e diffondendosi nell' Inghilterra ed altrove, poichè troppi in co11venienti sono risultati cì.alla mancanza di unità nei servizi sanitari entro il ristretto ambito d i una stessa famiglia. L't1nificazione comporta una semplifi cazione a mministra ti,ra ed t1na corrispondente economia nelle spese sanitarie complessive sostenute dalla collettività, consente una profilassi più efficace delle malattie contagiose, risponde a ragioni deo11tologiche ed a ragic,ni sentimentali ovvie: perciò in Inghilterra si discute sulla necessità di sanzionarla, orm ai,. nella legge. Il più elementare buon senso basta a suggerirla ed a farne riconoscere i vantaggi. Informandosi a principì di liberalità e <li b11on senso, lo schem a d i legge italia110 riconosce alle person.e d i famiglia dell'assicurato il diritto alla stessa assist enza sanita ria che assegna ?.!l'assicurato; non solo, ma esso intende la « fa.miglia » i1el senso più lato: difatti contempla il conit1ge, i parenti ed 8.ffi.ni in linea retta ed i collaterali fino al secondo grado, qualora convivano con l'assirttrato e questo provveda al loro mantenimento. Nei casi in cttl il d iritto all'assistenza derivasse ad una stessa persona per due o pi1\ vie, poichè nella stessa fanriglia esisto110 due o pit\ assicurati,. occorrerebbe stabilire - crediamo - c1uale cl iritto debba prevalere--, per evitare dttplicazioni e conflitti di assistenza.

Gli indigenti. Anche d i fronte agli indigenti sono stati seguiti criteri vari nei vari Paesi. In Inghilterra provvede 1'1tffi~io (lei cc tutori dei poveri » (c11i è affidata a11che l'assistenza sanitaria cléi figli d i assict1rati, se di età inferiore ai I 5 anni e se i genitori non possono provvedere altrimenti); ma ne derivano degli svantaggi note·voli e si riconosce orm ai la necessità di portare l'assistenza sanitaria dei poveri nel campo delle assicurazioni: i <e tutori » verserebbero ·agli istituti di assicurazione le quote per i poveri e per gli :assimilati ai poveri.• I/unificazione si è a\ruta nella Svizzera, do·ve i poveri so110 a carico del Consiglio federale (cioè del Governo), che assegna un sussidio per ogni po(25)

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IL POLICL INICO

vero e lo versa ai Cantoni cl1e assun1ono la cura clegli indigenti. Nel 1)rogetto ita liano l' 1mifirazione è stabilita in m oclo semplice: l'assistenza ai poveri resta a carico delle istituzioni di beneficenza e dei Comuni, ma ~iene· eser citata c1agli Istituti provin<'iali d'ass ict1razione (Istitt1ti d i previdenza sociale), cui si versano le q.uote relative . È appe11a necessario d i aggiru1gere che il medico va co1npensato in ragione delle prestazioni date o per le quali è impegnato e quindi anche delle persone as~istite od iscritte per l'assistenza sanita· ria (per one di famiglia degli assict1rati, indigenti, ecc.) e non soltanto di quelle assicurate.

Limite dei proventi. Interessa molto d i stabilire il limite s uperiore degli i11troiti che comportano l'obbligato1ietà. o la facoltà dell'assicurazione co11tro le malattie. Da c1uesto limite clipende, infatti, per buona parte almeno, il gr aclo di universalità dell'assicurazione. Difatti più esso è alto, più cresce il numero degli assicurati e degli assistiti: qujndi per i medici questo limite assume un'importanza speciale. Ne parleremo in un prossimo articolo. I,. VERNEY. IXDICi\.ZIO. TI BIBLIOGR.l\."PICHB. l\Iinistero rlell I nd11stria, Commercio e I-1avoro (Direzione generale del lavoro e d~lla Previ?enza sociale). Commissione per lo studio C:.ell'ass1curazione obbligatoria contro le malattie .. !<.accolta di n1ateria1i di st11clio preparata dall 'uffìcto . Ro1na; 19r9. Relazioni e schemi. fli ~iseg110 di.legge Slt~la assicurazione obbligatoria 1n raso 11 malattia: relatori C. GoBRI, G. TOJA. Roma 1918. Supplementi ai t:letti. Roma, 1919. " I,. \~ER..'!\'EY. Le iasi econoniirhe e politiche dell' assicitra-sion.e stata te co1it1 0 le malatti'f'. Questo giornale, 29 giugno 1919. F. RF.ES . <e Xational Health », Rristol, 1919. « British :\Ied. Journal », supple1nenti, 1917- 1919. 1

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Cronaca del movimento professionale. Agli Ordini del Medici. I 11uo,~i Consigli amministrati,·i sono ris1tltati cosi composti per le provincie sotto i11clicate : Ca1n,pobasso. - Altobello prof. Giuseppe d i Cam: pobasso, presidente; pe Francesco Gennaro .a~ Campochiaro, Lembo Andrea di Lupara: l\.'1~1~c1111 Gio,•a11ni à i lVIirabe1lo Sannitico, Novelli Sc1p1one di Larino, Pascale Donato di Casal~ipra110, Penna Alessai1dro d i Isernia, consiglieri; Mola G. B., segretario; Ferrara T., Tesoriere. . 1'1a1itova. - Ra bitti Augusto, presiclente; V1ve11za i:ranklin, segretario: Zanardi Pasqnale, tesoriere; Guastalla Lincoln, Paghera Angelo, Pasq11ali ~tarino, Zinelli Giuseppe, consiglieri. (26)

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RISPOSTE A QUESITI E A DOAIANDE. (8018). Interinato -

Ricchezza mobile - IVIonte pensioni. - Dott. \-. l\I. òa C .....\nche il medico interino è obbligato al pagamento della Ricchezza mobile sull'assegno mensile o giornaliero, che gli compete. :Non ha, però, l'obbligo <li pagare il contributo monte pensione perchè non ha nomina regolare, cioè, fatta a seguito di pubblico concorso. (8019). Indennita caro viveri. - Dott. O. B. da B. Qualora effettivamente Le competa la indennità caro-viveri stabilita dal D. J"'. del g marzo 1919, n. 338, in vista della oscitanza èel Comune nel corrisponderla, non resta altra via che citare l'Amministrazione comunale innanzi al Pretore, per sentirsi condannare a pagarla. (8020). Ricchezza mobile - Interinato - Caroviveri - Concorsi. - Dott. C'. G. da V. La percentuale della Ricchezza mobile gravante sugli stipendii degli impiegati è dell 8,65 %· Il periodo interinale agli effetti della pensione è sempre calcolato per abbreviare il tempo necessario per acquistare il relativo diritto, anche se non si paghi alcun contributo. L'aumento dello stipendio del 30 % è duraturo una volta concesso dal Consiglio Comunale. L'indennità car0-viveri cessa con la fine dell'esercizio :finanziario successivo a quello in cui sarà pubblicata la pace. Essendo cessato lo stato di guerra si potrebbero' bandire i concorsi. Ma nessun esplicito decreto all'uopo esiste. Doctor JUSTITIA . 1

Servizio medico militare. - All'abb. n. 10039: Nella sua qualità di ufficiale in congedo ella dipende ora dal Distretto militare. . Ella dovrà quindi far capo al Comando del Distretto presentando tutti i doc11menti che comprovino il servizio prestato, e la domancla per ottenere la polizza. All'abb. n. 9686: La notizia è infondata. Per la nomjna ad ufficiale sanitario vigono le solite 11orme ed occorre compiere il corso stabilito presso i laboratori cli M. G. I giene Universitari.

All'abb. n. 10.064: Per quest'anno n ell'l"niversità ~i Ro~a n~n vi sarà un corso di perfezionan1ento m rad1olog1a etl elettroterapia e per frequentare l'Is_tituto 1~otrà far domanda al Direttore, prof. Ghilarducc1. Anche nelle altre l"'niversità 11011 so110 stati an11unziati corsi speciali potrà; ad ogi1.i modo rivolgersi ai prof . .!\. Busi a Bologna, \-. ~Iaraglia110 a Geno·(;a e Sgobbo a Xapoli. P. A.


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SEZIONE PRATICA

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CONDOTTE E CONCORSI . •

1":EDAGLIONI.

R. Università. - Cattedra di ElettroSono disponibili u11 terapia e Radiologia. posto di assistente effetti,ro ed inoltre n el ruolo del personale ' 'olontario, a nor1na dei vigenti regolamenti, due posti di ai11to .e dtte di assistente. Dirigere le domande 111 catta libera alla direzione dell 'Istitt1to di Elettroterapia e Radiologia, Policlinico Un1b.erto I, Roma .

Sante De Sanctis.

ROMA.

PADOVA. Mitnicipio. - D.u e condotte suburbane; complessive lorde L . 6980 se senza persone a carico, L. 7400 se con più di 4 persone a carico, e salvo l'aumento deliberato a partire dall'esercizio consecutivo alla pace; cinque quinquenni del decimo sullo stipendio d i L. 4.5 00; L. 1200-r 800 per mezzi di trasporto. Per altre condizioni chiedere l 'annunzio. Scadenza ore 17 del ro dic. Assunzione del servizio entro 20 giorni dalla data della partecipazione della nomin a.

La Facoltà Medica dii Roma, con voto unanime, ha chiamato il prof. Sante De Sanctis alla cattedra di Clinica ps1chiatrka, rimasta va.ca11te dopo la m orte del compiaD:to prof. T amburini. La semplice notizia, nudamente data cosi, potrebbe bastar e p er i. nos,tri lettori, poichè Sant,e De Sanctis non ha bisogno di presentaziol!e . Non p er qttesto dunque scriviamo le brevi note seguenti, ma p.er ri·evocazione di dia te e di faitti , che seg·na.no le vivide t appe dell1a vita laboriosa e prod11tti,·a di un uomo, n el suo sict1ro cam. m'l.nO.

Opere P ie Riitnite Ospedale Ci cile « Elena di Savoi a » ed Istituti Esposti con Maternità. - È aperto a tutto il 31 dicembre r 9 r 9 il concorso al posto di chirurgo primario. Assegno annuo L. 1 8 00 ; transitoriamente elevato a L. 3908 . 33 . Cinque ai1menti triennali. Iscrizione alla Cassa di Previdenza dei Sanitari. Età m assima anni 39 . Titolo minimo: 4 ai1ni di laurea . Richiedere schiarimenti ali' Amministrazione. TREVISO. -

:Niedico-chirurgo, prevalentemente~chirurgo, nove anni di laurea, pratica ospedali, maternità, condotta, desidererebbe condotta medica, paese possibilmente in pianura, o, se in montagn a , senza frazioni. Rivolgere proposte al Signor Vetulla, via N uova Capodimonte, n : r 86 , Napoli.

NOMINE·, PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

ALBO D'ORO. Il prof. Vincenzo Montenovesi, sri proposta del Comando militare, era stato nominato cavaliere nell' Ordine della Corona d'Italia, p er le benemerenze acquistate nell'apprestare le sue cure ai feriti di guerra e nell'impianto di una officina specializzata; ma l'onorificenza non sembrò adegu ata alle alte b enemerenze dell'illustre professore, il quale in qnesti giorni, e sempre per merito <li guerra:, è stato nominato commendatore. ~ Al valente sanitario porgiamo i nostri rallegra menti cordiali. Il dott. Camillo Olivero, medico mu11icipale di Asti, capitano medico di complemento, è stato insignito della Croce al merito di Guerra per speciali bene1nerenze acqitistate durante la guerra 1915- 1917 . •

Nel fascicolo scorso, a pag. 1238, il titolo del secondo articolo deve dire: « pleuriti pneumotoraciche )) ; a pag. 1243, nell'articolo« T ermini medici », riga 7a, leggere « Morbus gallicus )).

L'aur,eatosi n el 1886, con una t esi di neuropatologia i.ntorno alle Afasie, argomento quasi 11t1ovo per quei tempi, il giovane medico, che g·ià aveva tracciato i suoi ideali, fu, dalla suprema ragione della vita, esili'a to in oondotta : 1na i quattro ainni trascorsivi, con l'isolamento, la 8e1nplicità, la fatica della vita cli provincia, non ebbero il terribile sopravvento sull'idea scientifica di lui, maturai·ono invece l a me11te p er nuoYO lavorio . E come movendo ad una riscossa verso il s uo vero destino, il dottor De Sanctis n el 1892 dalla .condotta ritorna a Ro ma, ove viellle a studiare anatomia patologica ne1 lab orait orio del ì\1anico{2r)


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IL POLICLINICO •

mio di \ ' . )!aria clella Pietà, sotto la g uida sa1>ie11te del prof. :\lingazzini ; ~ tudi che riprese poi profondi per 3 anni, sotto t1n a ltro grande 111ae!'>tro, il prof. ì\Iarchiafa,·a. J)a a llora 1a car riera scienti.fica e.li Yen11e per lt1i realtà e noi lo tro,~i:amo succe ' Si,·am e11te, ait1to, e per nlo lti anni , di Clinica psicl1iatrica, s uppl e11te del prof. Sciamanna 11ell 'i11segna111ento ufficiale c.lell a medesima discipl i11a , libero do<'ente e.li. J)Sicl1iatria , libero clocente cli psicologia, 111entre, Yi11ti ,·ari· co11corsi, è cl1iia111ato nel 1905 a coprire la catteclra delle 111;ilattie ner,·ose e me11tali pre so l'U11iyersi tà di Sassari e nel 1906 ,·iene eletto titolare del la Cli11ica Psicl1iatrica di ::\l essi 11a . Xe11o stesso a•nn o, in seguito a co11corso, è no1ninato straordi i1ario cli P:;icolog ia ::;perimentale a R oma, n ella quale disciplina co11segue l 'ordiuaria.t o nel 1913, e clone.le passa oggi all a Cattedra di Clinica psichiatrica . l)t1ra11te tutta quest a intensa , ·ita t111i yersi t aria l1a prodott o 11n ricco p a1tri1nonio ~ci e11tifico. So110 circa 150 l e 111e1norie da 1111 pt1bb1icate in 1111111erosi periodici j1taliani ed esteri di psicolog ia, psicJ1iatria, . criminologia, scien ze sociali e pedagogicl1e, e riguarda110 ] >anatomi a 11or1na1le e patolog·ica del sisten1a i1er,·oso, la patologia 11e rYosa e mentale, la psicologia speri1nent ale, ]a psichiatria cli11ica. I"'opera scientifica e pratica e.li Sante D e Sa11ctis com1)re11de inol tre il Trattato prati eo di psichiatria forense e ,-ari altri grossi ,-olumi, clei qt1ali d11e 'tradotti j n tedesco. Il n1aggior co11tributo originale egli h a portato 11egl i. argome11ti riguardanti il sonno e i sog ui, l'atterizio1ie, i con.trasti psic 1iici, la fre·11,aste 1iia (co11 oltre 50 n1emorie), l' i11fa 11tilis1110, il n1on_rrolis1110, n1a1atti.a ch e eg1i l1a fatto conoscere i11 Italia , la derne1it ia praecocissi nia, che p er OJ)era s tia è entrart:a nella letterat11ra J)Sic11iatrica, J>cd uca:ionc dei dcficic11ti , ecc. ecc . In Itaiia egli è il fondatore d-i u11a sc11ola : la psicologia speri 111e nta 1e. 'X~ q11esta grB 11cle pro<luzio11e scientifica , nè lt11 largo successo profe sionale so110 ba~tati ad cs:i11rire i'a ttiYità del prof. De Sa:Jctis, il quale 11el fratten1po ha ideato e fon.dato gli asili-sct10la, sple11dic.1a istitt1zione che a11che oggi egli dirige con 1)assione e che ha per111esso di togliere <la 1la s trada e da11 'a bba11c10110 i bimbi cleficienti, calcolati co111e quantità negati\·a ecl inutile 11ella co111 pngi ne ~ociale. 1~: n110,·e opere sociali egli è st at o chia111ato ad e"pl i care i11 se110 della Co111111i~sio11e Rea lt, che do\'rà darci la g-ra11de attesa ri f orn1n cle1 Coclice I)l nnle, cdifica11clo sulle ba~i clel l ~ ~c:en7'l tutta 1n n1otlerna Yi la ci ,.i le. 1

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_.\.ncora nel pie110 rigoglio d ella ,·irilità se pur non gio,·ane - es .. endosi in It'alia sempre troppo g io,·ani per arri,·are alla cattedra! - il prof. De Sanctis rice,·e dalla F acoltà medica di Roma un al.to posto e un arduo compito: alto _per la funzione nleclica e sociale, arduo per l'ora che attra,·ersa la P sichiatria, la quale ay, ·iat asi , ·erso n 110,·iss1me ,·ie, non può più limitarsi a classificare e catalogare più o meno empir icaniente i pazzi, p er g11a rdarli poi con lo .. conforto di chi non pt1ò far nulla per essi. Il n110,·o Cli11ico psichiatrico di R oma è certo J>t1omo adatto al posto e al tempo. G. SAB. 1

E noi gli diamo il più si1npatico benvent1to.

COLTURA SUPERIORE. Il livello d'!lla coltura medica. l\lalinconi,c h e riflessioni ci s uggerisce un articolo di E . Manson sul foitrriaL of the Anier. 11ied. f l ssoc. , d el 12 apri.le. In occasion.e de:ll'entrata in guerra, negli Stati Uniti si è se11tito il bisogno di sottoporre i med.ici, sia '·olontari, sia ch i.amati legolarmente, ad un esan1e che ne compro\·asse I "attitudine al ser,·izio. TaJe procedimento era u11a necessità agli Stati Uniti , doYe le scuole di n1edicina ,·ariano enor111emente da Sta.t o a Stat o , sia per i requisiti di ammissione , sia per gli insegnamenti che ,.i si impartiscono. ~011 si con osce in particolare quaJi esami sia no st ati fatti; essi ·sono stati però d>indole essenzialment e pratica, e , d,altra parte, g li esaminatori h an110 mostrato una not e,·ole induJgenz.a. Ciò n on ost a nte un nt1mero rilevante è stato dichiarato inferiore ad 11n li\1.ello di media col·t ura medica : iin m edicina si è a,·uto 6 .6 % di ottimi, 8 % di buoni, 6.2 % accettabili , 15 ~b che pote,·ano considerarsi so.lo con1e assistenti, 12 °/o di assolutamente deficienti. I11 chirurgia vi è stat o ia 34 % cli accettabili più o meno buoni, il 22 ~~ che pote,·a esercitare le funzioni d i assistente, il 3i 0~ da considerarsi solta11to come allie,·i, il 7 % di deficienti . I risulta.t i più catti,·i si sono a·vuti in media •nei pro,·e11ienti dal le scuole meno quotate. È t errorizzante il pensare a quali disastri si sarebbe andati incontro, affidando la salute e la ,·ita d~i soldati a simili professionisti defici€nti, o insufficie11ti , di ct1i la proporzione è più alt.-i 1)et l a chirurgia , ciol: proprio per quella branca, cl1e, 11elle condizio11i di guerra, richiede la magg 1ore abi1i,tà. Xote,·ole pure era l 'ignoran~'l per qt1anto riguarda la sal11te p11bblica, l'igiene e la profila~si .


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SEZIONE PRATICA •

I medici sono st ati classificati anch e dal punÈ certo però che esami di tal fatta p orterebto di vista p sioorlogico, con esa·m i (di cui l' A. bero dovunque .ai risulta.ti poco co~for.tai1ti e di·11on dà 1i p articolari), che sono mol,t o ìn uso agli mostrerebber o prob.a bilmente che coltura prof1esStati Uniti, per g.li aspira nti a diversi concorsi . sional e e faYore popolar,e non , -ia:nno sempre paSotto t ale pt1nto d i ,-isba, i medici sono notevolralleli e che, sp esso, m edic i,_ che in e.erti amm ente inferiori alla qttasi .totalità degli a ltri ufbienti ,-anno p er la maggiore, hanno una coltuficiali e posson-0 consolarsi solo pensando ch e i ra professionale ben poco ele,·ata . Si è \ eduto , dentisti ·ed i ,-eterina.r.i si tro·vano in un grado i11 cit t à , do,·e i posti di condotta 1nedica si ot più basso del loro; pri.mi ris ultano invece gli t ei1eYano con iesami abbasitai1za seri, che i mediingegneri e gli ufficiali d 'artiglieria. Si può di- ci. condotti sbarcavano il lttnario co11 le visite sc11t.ere sull1a 1c·o n \·.e n~enza e sull 'impo11tanza di n elle stambergh.e e nelle soffitte, m entre i bocciat i. :ali,·ano in auge, fa\·oriti clalla i.n sipienza questo esame, .c he ha sopratutto iJ sig nificato di prontezza n eg·li atti comuni della ·vita e ch e non della clientela ricca. Comunque , ia.nch e lascianha nlolto a che f.a11e coi1 la coltura e coi1 lo spiri- do da parte qt1este ingiustizie del fa,·ore popolato di osservazione e cli critica , che soi10 in fonre, è indt1bi.tatb che, mentre da , un l·a to \ 'a s on1·do le dotii più n eceS"sarie per il n1eclico : ilJ.aggio- 111an1ente ct1rata l 'istruzione u11iversittaria, r enre importanza potrà ii1,·eoe a·ver e p·er .il chirur- cùei1do1a 1ampia ·e pra tica e consiclerando com e un go : .a.cl og·ni m o do quesitie osser,·azioni indicano cleli.t to ,og11i inclulgenza, si d·e\'e pro:eurare ch e il ch e i n1edici esaminati i1011 possedeYai10 ii1 gene- .li,·e]lo della col1tt1r.a medi~a . riman ga alto, p e1 rale 1111'i11telligenza molto pronta. n1ezzo di conferen ze, cli corsi di p erfezio11a·m e nto ì\Ia ancora più 1ac:rime, ·oli sono i risultati deobbligatori anche p er i liberi eserc.e11.ti, e con gli esami dì medici che si era no qualificati tt1tti q t1ei tnetodi, ch e \•algano a m antener·e al com e sp ecialis ti : risu lt ò non ido11eo il 20 % d·ei ceto 111edico ,-eria mente eletto e cleg no dell'alta neur·olog·.i, il 38 % degli stomatojatri, il SI % de- inissi.011e affidatagli. Jri,dex . g li octtlisti, il 70 % degli otorii10-larin1g ojatri ! _.\.lcuni fra questi non idonei furono a bilitati al1'esercizio de lla me dici11a genera1e, a1tr.i invece mostrarono un'ignora n za cosl crassa, ch e l'esaJYOTIZIE DIVERSE. minatore si credette aut·orizzato a chieder ùoro Per Fiume italiana. con quale sfacciataggine si fossero a ssttnto i1 titolo di specialista. I chirurghi italiani, adu·n:atisi r ecent·em e11te a In genera~e p erò gli a111ericani h anno utilizza- Trieste, inviarono al loro collega prof. Grossich, to anche buona parte dei medici insufficienti, il forte assertore dell'italianità d'ì Fiume, un per ser,·izi di ·minore in1portanza o <li 1.ndo1e pa- vibrante messaggio di solidarietà e di p1auso, auspicante ai destini della nobile città. ra medica (servizio di scorta ai t.reni, di trasporL'insigne chirurgo ha così risposto : t o, di assistenza, di isp ezione, ecc.)' assai più Chiarissimo prof. Roberto Alessanclri, pratici in questo campo di noi, che abbiamo laIl cav. prof. Giovanni Masnata, trasformatosi sciato n elle unità avai1zate magari degli studenin isp ettore delle ferrov.ie, è riuscito - ad onta ti ied invece inv·iiato dei direttori d'ospedale a!1la del blocco nittiano - a raggiungere Fiume ed scorta dei tre n i sanitari, con l'incari co di mille a trasmettermi p erson almente il nobilissimo orformalità bt1rocr.atiche per le quali non era certo dine del giorno ' rotato per acclamazione nella sen ecessario un notevole corr,e do di cognizioni cli- duta inaugurale del XXVI Co~gresso della Società di Chirurgia, t enut.a a TrJest e addl 2 0tniche! tobre 19r 9. . . . Non ci risu1ta ch e da iJoi siano st a.t i f:atti esaP·er 1'affettuoso au gurio a Fiume - e per 11 mi di tal genere, s e non forse i1J1 qualche oaso cord1a1e sa1 uto a me - espri.m o, 1a tutti i sessanta generosi collegh i firmati, la più ,,i,,a ~r~tituspeciale, per q ualch e meclico, rehe non a\reva maii d.ine . esercitato, o per altr i che si dichiar avano p. e. . Da quando la s toria lo r~co~di, da più di un b atteriologi, allo scop o di avere u·na inigliiore re- 1nillennio, Fiume, comune italian o, seppe, oltre ai secoli- r eo-o-ersi da sè con propri s tatuti e sidenza e nlansioni in 'localit à più tranquille. 00 ' . ' ngua , ch e f u conservare immacolata la pro pr1a ,l1• Ad ogni modo, J,a i11aggiore uniformità nelle sempre quella di Dante. . 11ostre scuole universitarie 1e nei requisiti richiePer a utodecisione Fiume fu nel 1779, col dis ti p1er l 'am1ni.ssione, clà cert am.ente un maggio- ploma d.i J\1aria Teresa, unita alla corona di Sanre affidam ento sul l ivello della coltura n ei medi- to Stefano, quale corpo separato, conser\ ando statuti e pri,·ilegi e lingua . . ci nostri, ch e sebb.en e lonta·ui dai centri, si iten- s empre _!\.vvenuto 11 crollo della ì\1onarch1a _.\.ust rogono abbastanz!J- in contatto con le correnti di Ungarica Fiume ridive11ne libera ed il 30 ottoidee, freque ntano -i 1c or si di perfeziona'1ne11to, ecc. bre 1918,' per autodecisione pl ebiscitaria procla1

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XX\"I,

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mò la sua annessione incondizionata alla ma· dre-patria, l'Italia . Il giorno 26 aprile 1919 il Consig1Jo nazionale di Fiume rimise in mani del generale Grazioli tutti i poteri statali. [1 generale Grazioli promise di passarli al presidente dei Miliistri Orlando, che in quei giorni tra gli applausi di tutto il popolo d'Italia entrava a Roma, venendo da Parigi. Il presidente Orlando udì il grido : « Annessione, annessione», ma non ebbe la forza di associarvisi e di sottoporlo alla sanzione del Re vittorioso che non sarebbe di certo mancata. Sarebbe s tata la sua gloria ... Ad Orlando s uccesse NJ.tti; e Ja rovina di Fiume stava per riuscire, quando, a1l'ultimo momento, come dal Ciel disceso, comparve il Salvatore, l'uomo prodigioso, Gabriele d'Annunzio, alla. testa ,d 'una forte schiera d'eroi, e Fiume fu salva. Il Comandante d'Annunzio interrogò ancora una vo·l ta il popolo fiumano radunatosi intorno a lui, se era sempre fermo nel voler l 'annession e incondiz·i onata della città, porto e distretto, al Regno d'Italia. Un sì formidabile ·uscl dal petto di 35,000 cittadini. Allora Gabriele d' An.. nunzio proclamò in faccia al mondo, in nome del popolo d'Italia, l'annessione di Fiume all'Italia, per se1npre. Da quell'ora benedetta Fiume vive tranquilla e sicura che la sanzion.e del popo'lo d 'Itali~ e del suo Re non mancherà. Chiarissi·mo Collega, ecco in brevissime parole la sintesi della storia di questa ci ttà. Giudichi· Lei del la nostra angoscia, dal 30 ottobre 1918 al 12 settembre 1919, e della nostra gioia dopo questo ultimo giorno. Io poi personalmente devo a:l sommo d'Annunzio 1a vita, perchè senza la sua ve11uta, a quest'ora, dopo aver sofferto chi ~a quali sevizie da parte dei jugosla·vi , di certo non mi troverei più tra i ' ri 'ri. Con un abbraccio fraterno, suo devotissimo Dott. A. Grossich. 1

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Seconda munifica elargizione del prof. Augusto Murri all'Ospizio Marino provinciale Bolognese. L'illustre prof. l\lurri· ha inviato ai sen. E~­ rico Pini, presidente dell'Ospizio 11arino di Rtmin1, la seguente l ettera : Caro signor senatore, Ieri io non la ringraziai abbastanza de.1 piarcere che la sua cortese ,·isita mi procurò. In u~ tempo, in cui tanti par che non possano respirare ch e odio, si può consi derare privilegio invidiabile un colloquio, che non è ispirato se non da sentimenti di compassion e per quei dissennati e di amore per tu:bti gli altri. Le mando dunqtte 200,000 lire 1n co11solidato al 5 per cento per c1uell 'Ospizio Provinciale di Rimini che Ella ed io amiamo. L'offerta mia (lo so) non è grande, ma siccome è frutto no11 di fortune ereditate, ma d'tt11 Javoro che dura già da 66 anni, no11 è senza significato per qt1ei cari bambini, che son figli! d'operai. Offerte più cosp~cue yerranno qt1a11c1o Ella, co11 la sua grande at1tor1tà, a,·rà fatto pe11etrare 11ella C?Scienza del pu~b)ico la opinio11e cerln1ne11te giusta, che 1'0sp1z10 11011 prete11cle di curare i bambini, inva~i già cla una malattia, cl1e per ora nesc;un medico (cl1ecchè ne seri ,·ano) ~a gi1arire : esso ' 'ttol presen·are

da1l'ammalare

appunto i bambini, che 11e son più minacciati. Potremmo già esser paghi, se riuscissimo a risparmiare a tante famiglie povere i.I dolore della mor.te d'un figlio, ma a uoi sorride anche la visione consolatrice d'ttna società futura men popo.laita di tubercolosi, che trascinano miseramente la vita per anni, al1'0spizio che ho 1'onore di presiedere, viver~ lietamente per sè e beneficamente per gli altri. C'è forse una spesa, che prometta di rendere più della nostra? Io mi consolo pensando che Ella è d'accordo con me e che anche per qttesta ragione io posso dirmele devotissimo Augusto 1\1u rri. Da casa, 7 1iovembre 1919. Il Consiglio .ammin1straiti vo dell'Ospizio, o1tre all'avere ringrazia to con una forma speciale l'illustre Maestro, che pochi anni or sono elargì a.ltra eguale somma, ha de'l.iberato di intestare al nome dii Lui 1'Ospizio stesso. L'offerta spontanea e generosa. di Augusto Murri è di. que11e che non si commentano. Si applaudono, con reverenza, con entusiasmo, co11 riconosce nza viva e profonda. G. M. P.

Un dono di milioni all'Ospedale Maggiore di Bologna. Riceviamo queste comunicazioni ufficiali : Il marchese Ca.rlo Alberto Pizzardi, con rogito Angeletti deJ 4 corrente, ha donato allo Spedale Magigiore di Bolog na i suoi beni. iin1110bili nei Comun.ii di Bentivog.lio, San Giorgio di Piano e San Pietro in Casale, a11o scopo che sia eretto un nuovo Ospedale per acuti, con separato ri.p arto per tubercolosi. Il marchese Carlo Alberto Pizzardi per onorare la memorJa del Padre suo se11atore Luigi, che fu il primo presidente del Ricovero di 1\i!endici.tà Vittorio Emanuele II, ha fatto donazione al Ricovero stesso, con atto del notaio Angeletti del 4 corrente, di. otto possessioni n el Comt1ne di San Gio11gio di Piano. L.il1lustre gentiluomo, il cui padre fu il primo sindaco di Bolog na libera n el 1859, dopo avere per molti anni profuso t esori in beneficenza, ognora sotto il ,1elo del più stretto anonimo, ha voluto oggi s pogliarsi di a'ri t e e dilettissime sostanze del valore d~ parecchi milioni, per farne dono agli ospedali ed al Rico'\·ero con t1110 d1 queg1li impeti irrefrenabili di car~tà per. i c1t1al~ il suo nome perennemente restera, ~egl1 an.11al1 di Bologna, come qttello del magig1ore cle1 filantropi bolognesi. G. M. P.

Cospicua elargizione per un ospodale. La signora l\11geli111a Ferrario vedov~ Sc<?la 11a lasciata erede ttni,rersale del suo patr1n101110, ascendente a circa 800,000 lire, la Congregazione di Carità di Besana Brian7.-<.'l, per ] 'erezione di un ospedale nella casa o're ella ,,isse e n1orì.

Il Manicomio di

s. Marta della pietà passa alla

Provincia. Da moltissimi anni si discuteva nel Consiglio provinciale di R oma 18: q~estioned.ella ~iste!-Dazione dei rapporti fra Provtnc1a e Man1cormo di S. ~ra-


(--\NNO

XXVI,

FASC.

43]

SEZIONE PRATICA

ri~ della .Pi.età. Essa <:Jal 1893 in poi aveva subìto

d iverse fasi, fino a giungere alla gestione diretta da. parte . della Provincia, che dura da oltre un dodicenn10. Ora, finalmente, mercè l'autorevole interessa- men~o <:Ji S . E. Tittoni, presidente del Consiglio prov"?-c1ale, .e,del d u ca Lante, presidente della Dep~taz1one, ~1 ~potuto ?~tenere un r adicale provved~ment?, Cl?e .11 .defin1t1yo p assaggio all a Provincia dell ant1chissrmo Istituto ospitaliero tanto bt'.!nemerito della beneficenza di Roma.

. All'Istituto Sieroterapico Mii anese. È s t ato festeggiato in questi giorni i'l 25° ai1-

niversario della fondazione dell 'Isti.tu·to. Alla presen za di molti invitati, autorità illustrazioni della scienza, medièi \'eterinari, giornalisti e con Ja partecipazione di tutto il nume:oso. personale tecnico amm.inistrativo ed operaio, il direttore prof. Belfanti rievocò le origini, 1e fasi attraversate e lo splendido risultato dopo 25 anni di pertinace lavoro e di forte, imn1utata fede. Accennò agli uomini che contribuirono a l s uo sviJluppo: ai presidenti Gaet ano Kegri , senatore Mangiagalli, prof. Menozzi e attualme•nte sen. Golgi ; a l prot . . N icol.ai., anima del Co1nitato fondatore; a l dott. Luigi Villa, al prof. Tito Carbone morti per infezione co11tratta in laboratorio, e molti e mQlti altri che ·v engono t11tti deg·n amente ricordati in una pubblicazione di circostanza. Il presidente sen. Golgi offrì ail prof. Be]fanti, a nome dell'Istituto, una bellissin1a targa in bronzo e a:nnunciò provvedimenti economici a favore di tutto il personale. Questo , ·olle a sua volta dimostrare Ja propria g·ratitudine ' rerso il proprio , . direttore, offrendogl i un grande ritratto a d OllO . Il prefetto comm. Pesce portò il saluto e I 'at1gurio del Goveri10 . Il Co11siglio di amministrazione offrì l111a colazion.e a t utti gli invitati ed al persona·1e clel 1>Istituto: o]tre trecento persone.

d i. licenza illjmitata, copia del foglio m atricolare Q ~l decreto di pensione). Prima di essere inviati negli stabilimenti di cura tutti gli aspiranti verranno sottoposti alla prescritta visita med ica nel ' viciniore stabilimento sanitario militare.

Nel centenario dell'ascoltazione. C'ou un grande concorso d i medici e d i perso-

nalità eminenti, si sono svolte a Quimper, il 12 ottobre, le cerimonie organizzate per commem orare il centenario della pubblicazione di Laennec· sull'ascoltazione mediata . Fu deposta una palma.di bronzo ai piedi del monumei1to elevato al grançle clinico dell'Associazione gener ale dei medici cl i Fran<'ia, fu scoperta u na lapide commen1orativa nella sua casa natalè e vennero pron1mziati numerosi d jscorsi . I/indomani, moltissimi invitati si recarono in pellegrinaggio al paesello di P loaré, per visitare la tomba di l,aennec, assistere alla posa di i1na placca conrmemorativa sul maniero di Kernonarnec ~ ove egli trascorBe gli ultimi StìOi giorni, e ' risitarc le !oralità ove egli preferi,ra trattenersi.

Per le Società scientifiche negli Stati Uniti. L'avv. J ohn William Sterling h a offerto all Università Yale di New York la son1n1a d i 20 milio11i di dollari, dei quali r 8 destinati a costruire un gr a11dioso edificio, nel quale verran110 ospitate t utte le associazioni scientifiche della città; ne far anno parte al~une gran di sale per conferenze; \ri sar à an . nessa una ricchissima biblioteca moderna che oltre a libri e periodici, conterrà anche del materiale dimostrativo (quadri, p lastici, diapositi,re, ecc.). 1

Nuove cattedre alla Facoltà Medica di Marsiglia. A partire dal i <> novembre 19I9 sono state istituite a l\!Iarsiglia le seguenti nuove c-attedre llfficiali: ne11rologia, stomatologia, oto- rino-laringo!ogia, clinica urologica: inoltre la C'attedra (l'igiene e medicina legale è stata scissa in due.

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Invalidi ammessi a cure balnearie. In base ad accordi inter venuti fra l'Opera Pro Invalidi di guerra e il Ministero della guerra, gli invalidi congedati dal servizio militare per ferite riportate in guerra sono stati a mmessi gratuitamente negli stabilimenti balneo-tei:mali ntiJ!.tari d i Acqui, Casci~no, Salsomag~iore, C!rlanciano Recoaro Ischia fino a tutto il mese di settemb;e, per le ~ure balneari necessarie ai postumi delle loro ferite. Gli stabilimenti di Acqui e I schia riprenderanno poi il loro funzionamento il 1° dicembre prossimo veniente. Gli individ ui divenuti invalidi d i guerra per lesioni o malattie potranno, pe! le curi:: dei P.ostu~i di esse, venire ugualmente ricoverati negli ~tab1limenti predetti a spesa dell'Opera Na.~1onale Pro Invaliqi. Gli invalidi che avessero. bisogno delle suaccennate cure balneo-termjnali dovranno presentare alla segreteria èel Comitato Provinciale Pro Invalidi della guerra, presso la Deputazione provinciale, domanda in carta ~e~­ plice, corredata da un documento da cui risultino le qualità di invalido della guerra e la causa della loro riforma (foglio di congedo o foglio

Limite di età nelle Università spagnuole. Il Governo -spagnuolo 11a, con recente decreto,. fissato a 71 anni il limite d i età per la cessazione rla1l'jnsegn amento nelle università spagn uole . Non è consentita ness11na eccezione a questa norn1a.

Gli studi medici a New York. New York si prepara ad assurgere a capitale degli studi medici sostituendo Berlino e Vienna. Questo è il progetto della N . Y . Assoc. for the advancernent of M edical Ed1-tcations and M edical Scie1ice, che importa una spesa di 250 milioni, da raccogliersi con pubblica sottoscrizione, già iniziata.

Per la propaganda igienica a Parigi. Al Consiglio Municipale cl i Parigi è stato presentato da George Lemarchand, un progetto per la fondazione di un Istituto dipartimentale ét.el la voro, dell'igiene e della pr~videnza sociale; esso comprenderebbe t1na biblioteca <'entrale, con sala di conferenze e di proiezioni, ed avrebbe prevalentemente lo scopo d i ~d11ca;e il popolo ~ di occuparne le ore d'ozio, lasciate libere dalla giornata di otto ore.

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IL

l 'O LICLI~ItO

Contro l'alcoolismo nel Belgio.

Sproporzione del sessi in Inghilterra.

:\ èl Belgio è stata approvata una legge che vieta

Dai cla ti raccoI ti dalla Con1missione X aziona ìt l'nso delle bevande alcooliche . ~ella. Xatalità, risult~. che in ll1ghiltcrra si ha 1;na ~ efic1enza no_tevol~ G 1 donne: 400 .ooo c~onne cir::a m meno degli u ommi soltanto nella G ran Bretagna Nel giornalismo medico Belga. e ne1 Galles. Si pre\·ede che q11ando le attuali misuTe restritDopo la 11111ga sospensione tleterminata dalla . g11erra, \Tede nuovam ente la luce il decano dei t ive sull 'emigrazione ' 'erranno sospese, si avrà periodici del Belgio : Le Scalpel: esso ha iniziato un ~ forte eso~.o cii donn~ ~O\.'Tat utto dalla Scozia: c10 accrescera ancora d i più l'attuale squilibrio movimento d iretto a fondere tra loro tutte le . Questo si ripercuote sfavorevolmente sulla natariviste cl i minore in1portanza che si pubblicavano in questo p af'se prima della gu erra , accentrandole lità, <'Ome si è già rilevato in Austrialia, nel Canadà e nella N'"uo,ra Zelanda, ove il ma2"11ifico proe:resso 11ello S calpel. sociale c~e si era andato afferma:rdo ,·enne'""'a soSJ?enders1 per la ~encienza d i popolazione femmiPer la scoperta dell'agente del tifo esantematico. nile, della q?ale s1 fece una larga incetta nell'Inghilterra, contnbuendo così a produrre la crisi odierna. Il perio:lico m essicano El Universal ha offerto la somn1a di 2 5 .ooo pesos al medico messicano che Per le famiglie numerose in Francia. scoprirà l'agent e ca11sale del tifo esantematico. I co~iug1i Cognacq ha~no legato 57 milioni di franchi a.11 Accade1lll~ d1 Francia, per costituire Per il trattamento dell'afta. una re~<l1ta annu?- ~1 2.250 .000 franchi, destinati a prenuare le fanugl1e numerose e di scarse risorse La F eclerazio11e clefile Latteri e Cooperaitive Cre- purchè diano affidament o d i saper in1pieaare bene b mones1 ha istituito un premio di centomila lire, 1·1 aenaro Ioro assegnato . {la asseg·n are a chi tro·verà un metodo idoneo ad Le famiglie dovranno contare almeno 9 figli eliminare co11 s ic11rezza j rlanni cagionati dalv i,ri, o morti per la Patria. 1'af.ta epizootica. È posta la condizione ch e tutt'e due i genitori siano cittadini francesi e nati in FranC'ia. Dalle denunzie fin'ora pervenute a ll'Accademia, Aumento di assegno agli interni di medicina negli risulta che esistono famiglie che contano 27 figli!

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ospedali di Parigi.

In seg11ito ad iniziativa dell'on. Henri Rou-selle (in n ome di una Commissione pa rlamentare), il Consiglio munici1)ale di Parigi ha aumentato le retrib11zioni a.gli inten1i di medicina e di farmacia, negli Ospedali della città, portandole a franchi 2300-2900 per gli interni d i lo, zo e 30 anno ed a 3400 e 3500 per quelli di 4° anno (laureati), oltre ad t1t1'indennità cì i caro-viveri fissata per -~ra in fr. 7 .30 . L'at1me11to ha ,·a lore retroattivo, a partire dal 1° 111glio rq19.

Per le famiglie numerose in Germania.

-· .t_...-=-i::;:o:m:.;;;;::::::m--

P er incoraggiare la. costituzione delle famiglie e l'a11n1ento della prole, la Repubblica tedesca ha stabilito degli aumenti 0i stipend io agli impiegati in rapporto con lo stato di famiglia: i celibi ricevono 200 marchi mensili, i coniugati 600, i cotùugati con prole looo, oltre ad un supplemento in rapporto col numero e con l'età dei figli. Questa mis11ra si d imostra uiù pratica e di più facile attuazione che n on l'imposta s11l celibato, più volte proposta.

Indice alfabetico per materie.

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. \11cstesia eterea per , -ia rettale . l)ag·. 1262 1 2j6 .\ 11.estes ia sacrale . >) .\ri a : rigen erazione i11 a111l>1 e11ti cl1iu si >> ] 272 . \ ~sic t1ra7. ion e statale co11tro le 111alattie : rcqttisiti . . . . >> 1274 Coltura n1etlica : .il liv·el1o cleJl a . >> 1279 Cor1)i estranti clegltttiti . . » 1273 J)ig:ik'lle J>t1r1>11r ca colti,·ata : ricerche far1nacolog-icb e » f)olori riferiti a 1nalattie degli organi inter11i ; condizio11i che possono si11111larli . . » 1259 l;-critl: cl.1 a r1na da fuoco : pr€sen1.a di •1ria e .... u .1 in1portanza 1adiodiag110stica . . . . . » < ~ol'zo nclen1ico in Italia : per la profila e;~ i cl~1 . . . . . . . . ,, Jnf{..zione g·rc1\·c clel sang-tte : casi g11ariti 111ecli<t11tL le iniez1011i endO\'C110~c cli ~ublin1ato corrosiYo . . I11flt1e111A'l: forme protratte . . » J)

Roma, 1919 -

Tip. Naz. Dcrtcro di G. Gundagnini & C• •

Influenza : st ati morbosi da essa ii1fluenzati e disturbi ad es::>a con secutivi . . . . . . . . . Pag. 1271 L·esioni tubercolari : a proposito di nuo,•i .indirizzi di terapia di alcune » 1266 l~iq11ido pleurico ricco di colesteri11a » 126g l\Iiosite influenzale . » 1271 l\Iorbo di Flajani-Baseclo\v: ezio-logia » 1272 X efrite saturnina » 1270 _. .et1rofìbron1a plessi forine . » 1269 Ost eomalacia : cura » 1269 Ozena con cefalta> enuresi 11otturn a, tenesmo ,~esc.icale e disn1enorrea » l' ne11n1onite è.la i11fiuenza: tratta111e11to con I 'atropina . S1)ondilite tubercolare: ost eosi ntesi 1nter spinosa antop1asti ca alla .\lbC'e • I26g St1dore : fìsiopatolog-ia . . . . , 126<; Taglio ad l T ro,·esciato delle pareti addo1ninali . . » 1253 Terapia : alcuni principi di - . » 1257 Tra11n1atisn1i cranici e t11rbe papillari • 1270


Roma, 2 novembre 1919

Anno XXVI

Fase. 44

(Pubblicaro' il 19 noi·tmbrt 1919)

fondato dai professori.: GUIDO BACCELLI FRANCESCO DURAN'FE •

SEZIONE PRATICA •

REDATTORH CAPO:

PRo:r. \rITTORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali : C. Frugoni: Su di una particolare sind rome di pseudoocclusione intestinale da litiasi ureterale. Note di tecnica : L. Na rdelli: La colorazione della spirocheta pallida col metodo di Fonta na. S unti e Rassegne : SEJ\\EIOTICA: Audibert e Nalin : Il segno di Kernig nel tifo. - CHIRURGIA: A V. Moschowit z: Il tratt amento chirurgico dell 'e mpi ema. - LARINGOLOGIA: Harry Campbell: Discussioni sull'eziologia, profilassi e trattamento delle veg:!tazioni adenoidi. LV alattie nuove : w. V. Sin1on: Le osteopatie da fame Osservazioni clinicl1e: A. Ventufi: Aneurismaartero-venoso dell'iliaca este rna. Note e Contributi : S. Spampinato : Alcuni casi di febb re me diterranea cu rati col vaccino antimelitense Accademie, Società Mediche, Congressi: Società Medicochirurgica di Pavia

Appunti di Medicina Pratica: CASISTICA E TERAPJA: Disturbi vescicali da ossaluria. - Complicazioni vescicali nel trattament o del1a tifoide con urotropina. - Diuretici decloru ranti. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA: L'appen· di ce umana. - IGIENE: L'autodep urazione biologica dei ri· fiuti domestici e stradali. Varia. Cenni bibliografici . Nella vita professionale: Pangloss: Medicai surprises in Italy. - Ctonaca del n1ovimento professionale. Risposte a quesiti e a domande . Condotte e concorsi. ' N'o mine, promozioni, onorificenze Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie

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È vi etata la f'iproduzfone di lavor i pubblicati 11el

f_JA VORJ ORIGIN ALI. OSPEDALE DI S. MARIA NUOVA - FIRENZE. 50 turno medico diretto dal prof. FRUGONI.

Su di una particolare sindrome di pseudooccl11sio11e i11testlnale da lifiasi ureterale per il prof.

CESA.RE FRUGONI.

In corso c1 i urolitiasi mi è stato dato di rilevare una serie d i fenomeni intestinali sui quali credo -0pportuno richiama r l'attenzione dei pratici e perch è 111meggiano una sin drome clinica sino ad. oggi non debitamente è escritta e considerata, e pur tuttavia d i notevole pratica importanza, e -perchè la loro esatta conoscenza e valutazione può ~pportare luce risolutiva ii1 quadri cli11ici oscuri e rendere trasparenti à iagnosi altrimenti -opache. Intendo qui per ora riferirmi non tanto agli eql1ivalenti gastro intestinali in genere della ·colica ren ale , pil.\ o m eno noti, quanto restringermi arl una particolare forma accessionale che mi sembra m eriti denominazione di « crisi pseudoocclusiva i11testinale c~ i litiasi ureterale ». · Che in corso di colica nscerale il c~olore possa non solo irraèiarsi più o meno a d istanza dal vi-

POLICLINICO

o la f>11bblicaziont di

su,.t i

scere compromesso, m a altresì altrove im1Jiantarsi e permanervi isolato e violento anche per tutta la durata della crisi e cipè completamente all'in .. fuori c~ell'organo direttamente in causa ch 'è l'epicentro è.ell'uragano doloroso, è nozione da tempo nota e senza contestazioni accettata. Basterebbe richiamare qu anto è risaputo ed ammesso in ten1a d i ai1gina pseu'i ogastr algica, com e risulta da mie precedenti pubblicazioni (1) sia per la form a pura, cl1e nei rapporti intercedenti fra la forma coronare-cardiaca e quelle da aortite addominale e da arteriosclerosi gastro-intestinale; nonchè rammentare quanto è sicuramente acquisito - e in gran parte per opera del mio compianto Maestro (2) in tema di pseudogastralgia di origine epatica. Sarò brevissimo e incomincerò con l'esposizione dei primi C2.si da me osservati. (1) FRUGON I . L'arteriosclerosi gastro-i1ttestinale. cc Ri\r. Crit. Clin. Med . », 91 3, nn. 7, 8, 9, 1 0, I I , 12, 13 , 14. . . . . FRUGONI. I~' aortite addomi·nale. cc Rtv. Cn t. Clin. . Med. », 912, nn. 18, 19, 20 . FRUGONI . Arteriosclerosi viscerale. Relazione al 2ro Congresso d i Medicina jnterna, Torino, 1911. (2) GROCCO. Sopra .a.lcu.n e si"!'drom:i me?"'o comuni e sulla cura della colelitiasi. « Riv. Cr1t. Cl1n. Med. », 1900, n. 7 e 19, e 190 r , n . l. . GROCCO. Lezioni cliniche, \ ìallard1, 905. ( I)


IL

POLJCLI~ICO

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. . I. - Il barone K. di anni

62 , no11 luetico,

con senso tormentoso come di « erezione intestiforte mangiatore e ft1matore, è soggetto squisi- nale ». Smanioso ed it1quieto, dall'aspetto soffere11te,, tamente gottoso; ha costituzione pletorica con con cute madida e polso frequente, si lagna come i1ote sopra tutto di pletora addominale, fegato di sensazione di crampo e di strappamento a tutto cronicamente C'ongesto, ipertensione arteriosa (195 l'addome pur non sapendone ben èefinire caratin. m. hg), artei iosclerosi diffusa e ateroma~ell'arco t eri e sede. Non ha febbre ma qualche brivido cli aortioo con attacchi di angor pectoris a classica freddo, non t11rbe spiccate èella minzione, ma deve forma. Un gior110 improvvisamente in pieno be- però premere alquanto per ottenere il getto che è nes~ere insorge violento e penosissimo tenesmo normale. Ha modico stimolo a la è efecazione , ma rettale: il m ala o ha stimolo continuo, m a inane una sol volta emette gas, dopo di che l'al,-o ri a lla defecazione onde s i esaurisce in vani sforzi, mane chiuso alle feci e ai gas. Intanto, nella seemettendo un p ·1' di orina, ma non feci n è gas. conda giornat~ , si st ahiliscono stato generale più Accusa dolore u rente al retto, tene-smo spasmo- depresso, polso e respiro più freque11ti (106 e 32). clico; presenta stato di agita7.ione estrema, aspetto sete intensa, mentre la minzione si fa più scarsa, il sofferente, polso frequente, contratto, respiro ventre pi1\ voluminoso, globoso, teso, èon parete ansioso, m a semp'"e ventre trattabile. N"è col tracontratta e si stabilisce n1olestissimo tenesmo retscorrere delle ore e con l'applicazione dei comuni tale. Alla sf'ra del secondo giorno ha qualche t1rto provvedimenti (semicupi, bagno caldo, perette e di vomito, e le orine hanno reperto microscopico suppositori m orfìn1 ci ecc.) il quadro tende a mo- di numerosi globuli bianchi e di qualche ematia clifi.carsi, s ì che dopo 30 ore il paziente - che si ben conservata. La re~ione lombare e la fossa iliaca nlantiene apirettiC"') - h a rostante e tom1entosa di sinistra risultano alla pressione dolenti e dolente la proctalgia, imperioso il tenesmo, co11 alvo compure il testicolo sinistro che non è attratto ,·erso pletamente chiuso alle feci e ai gas; intanto insorge l'anello e che ris11lta all 'esame obiettivo norn1ale. nausea con vomito o singhiozzo, il ventre s i fa p iù I/esplorazione rettale i11contra spasmo dello sfu1tumido ma tuttavia trattabile, sempre senza spe- tere e spinta molto in a lto provoca al pigiame11to ciali reperti n è contratture di difesa : il paziente contro il fondo èella ,-escica vivo c:olore. Il quadro em ette un p o' di orina di aspetto norma le. I~a dia- per il rilevante risentimento generale incomincia, ra gnosi si mantiene pertanto estremamente òscura: a sus citare ap~rens.ioni , quando - dopo circa 55 il ~uadro per tipo e viole11za richiama le crisi ret- · ore - l'alvo s1 riapre e il è olore va rapidamente tali della tabe, ma n Esc:;un sintomo vi è èella· serie cessando fin.o a scomparjre del tt1tto con contemche ne giustifichi il :--nspetto, e vengono escluse poraneo sollevarsi e~ elle condizioni dell'ammalato . per ovvie r agioni e per gli esami del caso l'incarIl giorno appresso si ha leggero rialzo febbrile: la ceramento erniarie, la dissenteria, l'appendicite, pressione all'ipogastrico e specie a s inistra riesce la colica saturnina , l'a ngor abdominis, ecc. Data inolesta e pro,roca stimolo alla minzione, mentre invere la chiusura con1pleta del circolo intesti- indolenti resulta110 il rene e i p11nti ureterali si1pe11ale alle feci e a i gas, o stato smanioso del sog- riori. Le orine offrono per vari giorni leggero inalbamento albuminoso e n el sedimento discreto getto, la gravità del t _t1adro, la tumefa1.ion~ non fortissima èel reste - de! ventre, ecc., viene n11mero d i leucociti: 5 giorni dopo la fine è ella coavanzata ipotesi d i occl\t.;;ion e intestinale. Ma in lica viene emesso un piccolo calcoletto che pro,,.oca dolori e legger a ematuria uretrale. assenza d i vo1nito e di 1>eristaltismo segmentario e per l'aspetto generale de. paziente che è di estrema CASO III. - 8. B. di anni 54, non luetico, buon soffere11za, m a senza . l'ill1pronta della gravezza mangiatore e forte fumatore, è soggetto pingue: ~colpita in viso, come in l uei casi si dà, ecc., non h a frequenti dolori a rticolari òiffusi, l1a a'\ruto due si crede d i dover accettarE la diagnosi e si rifiuta accessi di gotta a rt icolare uno all'alluce e uno alla l'idea di un possibile inter,:ento. Inta11to l'analisi spalla destra; ha sofferto sei anni fa di classica coclelle orine rivela emat11ria inicroscopica e l'esame lica renale t·on eliminazio11e d i calcolo. T1e ~ 1111i clel m alato permette il rilievr' di t1na certa dolentia or sono it1oltre ha presentato accesso doloroso a l p igiamento profondo della regione 101nbare si~ arldomi11ale iniziatosi con rapido ma forte dolore nistra, mentre per la d ist ens·one delle anse inte: a lla regione lombare sinistra in bre,·e scomparso e stinali 11on è possibile· un si -'tematico esame dei sostituito - n arra - da dolore ,.i,rissimo soprapupunti ureterici. Dopo circa qu .ra11ta ore pertanto, bico stimolo dolorosissin10 alla defecazione: 11011 sotto azion e di n1orfìna, i dc 'ori rapidamente si rico;da se l'alvo f11 a llora o men o aperto alle feci attenu ano e cessa il tenesmo r\·ttale con emissione e a i gas, ma r amme11ta che ,-i fu febbre, che ftt prima di gran qua11tità d i gas ! quindi di feci; la riscontrato san gue nelle orine e c11e i meLici parsera stessa si 11a con le orine "·liminazio11e di un larono di cistite. Guarì in capo ad alcuni gior11i, piccolo calcoletto d i acido urico ~' d i gra11 qt1antità ma da allora sembra che di tratto in tratto si rili arenula: il gior110 apJ?resso non resia ua che presentasse in stazion e eretta e sopra l'arcata 1.."el senso di sordo i11dolenz1mento all'ipogastrio e Poupa rzio w1a certa _pes?ntezza dol?ro~a. - -~11'~­ sopra l'arcata del Pot1parzio di s111istra e si ha poprile 15 dopo lunga gita 111 automobile 1ncom111c1a liuria senza pi1\ en1aturia, ma s·1lo con repe~to ad accusare dolentia alla regione lombare sinistra. <li nn certo nun1ero d i !e11cociti: non febbre ; l'n1- inalessere profondo all'addon1e, i1a_usea e cona~i clagine radiografica succe~ iv·amente portata sull~ di vomito: contemporaneame11te 111sorge,ra sti,·esci ca, ureteri, reni no11 dà a rico11oscere calcoli molo sempre più imper.ioso, ma inan<: alla d~feca­ trnt ten11ti . zio11e co11 ca r~.ttere cl 1 pe11oso 1Jr11c1ore e e_ olore t1 !l'ipogastrico e quadra11te inferiore sinistro con C.\ SO II . - Il , ig. B. di an11i 42, i1egoziante <li ,-i110, offre cla tc111po atonia g::i tro- ;11testinale ecl 1)roiezior1e al testi~olo s_i11istro cù a 1 glan~.c, 11? n epatalgi ! da prol>abile sahl)ia bilia re, C'rl è soggett~ alla coscia. T,.o,-o 11 paz1ente co11 ~5petto <J 1 soffcre11za estre1nF1, polso filiforme, res1>iro freque11~e e<~ <leperito e i1e,-ro. izzato pC'r il co1uplef-.' o e <'i quali <list11rb1 era stato da i11c 1)rccede11tcn1ente ~sa- ansioso: 11a da e' odici ore r> 1,-0 cl1iuso a lle feci ~ a 1 gas; 1)rese11ta acldome teso, i11eteorico, d ifilli?a111e11t_e 111i11ato, <1111.11clo u11 gion1n (~![O.sto I 1 1) i~1 J? Ien~ 1 l'llC"tscr ,·ie11 ("Ollo cl a tlolori a,.ld 0111111al1 d iff 11s1 sc11sibile a In p~ lpazio11 sc11za a ilpt ~zz~ bile }ltr1CASO

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SEZIO:"E

staltismo èelle anse; ha qualche brivido qualche conato di v~mito, febbre a 37,6. Emette f;equentemente, ogni 1-2 ore ma senza sofferenze orine nelle. quali l'esa~e riscontra leggera albu~inuri~ spuria ~on. globuli r~ss.i ~n conservati. Semicupi, suppos1tor1 ed una 1n1ez1one di morfina non dan tregua di sorta: l'acqua dei clisteri tentati non p~netra ma viene respinta con forza; l'esplorazione rettale provoca sì viva reazione dolorosa da non potersene trarre alcuna norma sicura. Intanto le co~dizi~ni ge~er~li si aggravano, insorgono interm1ttent1 erez1on1 penose e dolori ora rettali ·con tenesmo, ora localizzati al colon trasverso con senso di crampo spasmodico mentre l'alvo perdura chiuso alle feci e ai gas. La regione lom~are di s~nistra si è fatta nel frattempo dolente e 11 rene s1 apprezza teso, dolente, aumentato d i vol11!11e per. iJr<?ne!rosi ac:uta. Si insiste con bagni caldi, locali, be'\-anèe abbondanti , . . . appl1caz1on1 . . m1ez1on1 d1 morfina e finalmente si ha apertura dell'alv?, diminuzione dei dolori, crisi poliurica successiva. Subentrano fatti di cistite del collo che durano due settimane almeno; una radiografi.a dimostra un piccolo calcolo grosso - apparentemente - come un nocciuolo di ciliegia e che è tt1tt'ora trattenuto. Tali in-_brevissima sintesi le storie dei tre più classici casi da me osservati e che indipendente~~te dagli equivalenti intestinali della colica i:enale - dei quali, come i più noti, non intendo qtti di occuparmi - bastano a sufficientemente delineare il quadro di pseudoocclusione intestinale da litiasi ureterale, la descrizione del quale è scopo pratico essenziale d i questa nota clinica e che può ' . . cosi r1assumers1: Un individuo, più o meno a precedenti renali e a varia distanza da dolori lombari della più diversa entità - dai più lievi quasi inavvertiti, al tipo anche classico della colica renale - vien colto è a dolori addominali, ora diffusi e con carattere speciale come di erezione intestinale, ora limitati a lla regione del colon, specie trasverso e discendente e con caratteri di crampo, ora invece - ed è il più tipico caso - al retto con penosissimo tenesmo e senso di bruciore urente da quasi richiamare le crisi rettali della tabe. Le condizioni generali mostrano rapido risentimento con .p olso e respiro frequenti, aspetto di sofferenza profonda e talvolta leggero movimento febbrile. Il ventre si fa prontamente meteorico teso, e talora anche in notevole grado, ma alla palpazione sensibile più che dolente: si pt1ò avere nausea, qualche conato o "\romito: l'alvo si fa fin dall'inizio chiuso alle feci e a·i gas,· la palpazione della regione lombare può o 11on provocare dolore. Si può altresì percepire idronefrosi acuta (caso III) ed allora la diagnos~ diventa banale: la ricerca dei punti ureterici invece è èi:fficilissima e senza pratici risultati per diste'nsio11e intestinale meteorica acuta: si può a"\rere proiezione C!el dolore al testicolo, ma è raro; la funzio11e orinaria è per solito poco modificata, ma l'analisi

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PHATTC.r\

delle orine mostra quasi sempre ematuria microscopica e talora un certo numero di leucociti dipen?entemente dalla qual reazione locale, puÒ av·ers1 o meno reazione febbrile. Lo stato di male può così durare con completa chiusura dell'alvo a~le feci e ai _gas anche per oltre due giorni, dopo di. che (concorrendovi il trattamento, inor:fina ecc.) e m un tempo relativamente rapido la sindrome si attenua e scompare potendo o meno seguire emissione di calcoli a seconda della loro ritenzione o 111eno in vescica. Tale il quadro generale al qttale si conviene sostanza e denomi11azione di «crisi pseudoocclusiva intestinale da litiasi ureterale », la C'onoscenza del quale due volte mi valse ad impedire un intervento· operatorio che il·perdurare della chiusura dell'alvo, il peggioramento delle condizioni generali, l'insorgere del vomito avevan fatto prospettare; quadro del quale non sono riuscito a trovare se non qua e là accenni quanto mai incompleti. Chè lo Jeanbreau (Des calcules de l'uretère. Impr. l{erissey. P arjs 909) parla solo « des symptomes recta11x caractérisés par une douleur plus ou moins aigiie, permanente d ans le rectum, exaspéré au moment de la èéfécation )), e il Senator (raccolta di Nothnagel) ricorda al principio dell'attacco perdita involontaria (,elle feci e fra le diagnosi differenziali ricorda anche le « coliche intestinali n , e il Pal (« Wien . Med. Woch. », 911, n. 37) occupandosi dei sintomi riflessi è ella colica renale studia il comportamento èel .meteorismo intestinale, mentre solo il Ferrio (Diagnosi clinica èelle malattie interne, 1908) con maggior precisione ricorda che nella colica nefritica può aversi 1neteorismo addo~ minale e arresto temporaneo è.elle feci e dei gas, · e fra le diagnosi differenziali ricorèa anche l'occlusione intestinale. E per vero con l'occlusio11e intesti11ale, bassa principalmente, il diag11ostico differe11ziale dovrà essere posto, senza tacere pertanto - e i criteri diagnostici non hanno bisog110 di illustrazione che anche le crisi tabetiche rettali possono dalla sindrome venire assai dappresso simulate . Contro l 'occlusione intestin ale in genere ·varrà peraltro il criterio che l'aspetto ( el malato e le condizioni generali, pur essenc o di sofferenza grave, sono in genere meno profonda111ente compromesse che non nell'occlusione, con v·omito più raro e se presente meno insistente, che qui è omi11a il tenesmo rettale con dolore urente, che j] meteorisn10 è rapido e diffuso sen.za apprezzabili peristaltisn1.i parziali o segn1entali, senza contare i fenomeni della serie orinaria che, se presenti e positivi, hanno il maggior significato, quali il riscontro di idronefrosi acuta (rara), una certa sensibilità della regione lombare profonda, la proiezione del dolore al testicolo e alla verga (più frequente), o il reperto (-3)

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IL POLICLINICO

di ematuria microscopica (quasi costante) o quello di una viva addolorabilità ~ella regione del fondo vescicale alla palpazione rettale molto in alto esercitata, sintomo questo che richiama al problema del meccanismo patogenetico, della forma del quale può dirsi senz'altro, senza soffermarsi cioè ad esporre i dati diagnostici differe11ziali, impliciti nella descrizione fatta, con lo strozzamento erniario, la sigmoidite, proctite, dissenteria, crisi saturnina, crisi vascolare di Pal, angor abdominis, ·ecc., ecc. Stabilito trattarsi di manifestazioni dolorose in campo di litiasi orinaria, no11 è evidentemente a colica renale o vescicale pura che può pensarsi, di fronte ad una sindrome quale fu descritta. Per una serie di ragioni anatomiche,. :fisiopatologiche e cliniche, e per quanto è noto nei riguardi della sintomatologia della calcolosi ureterale, è a ritenersi senz'altro come troppo probabile che la sindrome sia nel caso speciale espressione di arresto di calcolo in sede ureterale inferiore e più preci.samente o nel tratto intravescicale dell'uretere o st1bito prima del suo approfondirsi nella parete vescicale. D 'onde la deficienza di fatti renali veri e propri se non nel senso o di una dolentia residuale se impegno doloroso anche in alto in prin10 tempo vi fu o di idronefrosi acuta quando vi concorra ostruzione meccanica o spastica dell'uretere: d'onde non infrequente proiezione in questi casi al testicolo, mentre quale fatto di localizzazione obbiettiva si ha viva dolentia della regione vescicale e prevescicale raggiungibile con una esplorazione rettale alta, sapendosi del resto dalla letteratura che~per calcoli nella sede detta fu talora possibile con l'esplorazione rettale - e meglio ancora con la vaginale - palpare nettamente il calcolo. stesso (13 casi del genere sono complessivamente raccolti da Jeanbreau: 1. c.). Ma t11tto ciò a parte, il singolar tipo della crisi dolorosa con fatti' predominanti òi spasmo rettale e tenesmo ci obbliga a pensare a questa sede, chè non certo le contrazioni spastiche o la dilatazione dell'uretere, nè le connessioni e rapporti coi plessi renale, spermatico o ipogastrico, o conialcune anse del plesso lombare e più precisamente coi nervi piccolo addomjno-genitale o] genito-crurale ' (Signorelli « Riv. Crit. di Clin. l\Iec1. > 1904) ~possono della sindrome descritta dare sufficiente ragione, mentre più semplici e chiari appaiono origine e mecca11ismo se si richiama che nell'ultimo tratto di suo decorso l'uretere C:ell'uoniio dopo essersi incrociato col deferente si impegna fra la vescica e la parte s uperiore della vescichetta seminale, tosto penetrando obliquamente in , -escica, nel quale tragitto non è separato è al retto che è alle pliche del Douglas, d'onde la facile comprensione dei feno1neni descritti a tipo di spasmodico tenes1no 1

rettale, evidentemente dovuti a fatti irritativi e riflessi in via diretta estrinsecati. Tale sindrome io non ho per ora riscontrata che in maschi ed a sinistra, e nella sua forma completa e rettale almeno è probabile che entro questi confini si debba limitare. Se anche in donne pertanto possa pure verificarsi non m'è per ora consentito di dire, nè dire se per forme èestre analoga sindrome si possa dare. Per quanto ·ho fino ad[ora osservato si darebbero allora non già il quadro completo .più sopra delineato, ma quei diversi altri equivalenti gastro-intestinali della colica renale che sono nelle linee generali ben conosciuti, sì che non meritano qui trattazione particolare. A me basta avere con qualche èettaglio descritta nei suoi caratteri fondamentali e particolari la speciale cc sind ro1ne pseuG.ooccl1Jsiva intestinale da litiasi ureterale ,.. i~t precisa co11oscenza della quale sarà non eccezionalmente dj a.iute al pratico a ben diagnosticare .

NOTE DI TECNICA. La colorazione della spirocheta pallida col metodo di Fontana per il dott.

LEOXARDO XARDELT.I.

Tre11to.

Oggi ormai è senza dubbio una necessità assoluta che ogni medico pratico ed anche il medico condotto possano fare la diagnosi batteriologica della sifilide non appena l'ammalato chiede consiglio per una ulcera sospetta; ed ogni ulcera è e deve essere sospetta poichè pur troppo tutti i dati diagnostici per la differe11ziazione dell'ulC'era sifilitica dalla semplice ulcera ' renerea sono - a parte la competenza del medico - piuttosto malsicuri e fallaci. Chi ha avuto occasione di vedere gran numero di ulceri in uomo e in clonna, di seguirne il decorso e di esperimentare sulle stesse i vari medicamenti che si consigliano e che corrono nelle mani di tutti, sa benissimo che il polimor:firmo delle ulceri dei genitali è così grande che ben raramente il medico pratico, e fors'anche lo specialista, possono azzardare una diagnosi definitiva dal semplice aspetto dell'ulcerazione. Non voglio perciò perdermi in disquisizioni scolastiche sulla diagnosi differenziale, che c'è in ogni manuale, ma che, come già dissi, è malsicura, per descrivere qui piuttosto il metodo semplice e pratico per raccogliere il materiale per l'esame batteriologico e l'esame stesso colla colorazione al nitrato d'argento introdotta dal Fontana, modificata dal Tribonè eat1 e poi dal Fontana stesso perfezionata e


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SEZ!O~E

portata al pt1nto d'essere la più sicura colorazione co1103ciuta. ~on voglio con ciò disprezzare il metodo ?oll'inchiostro di china del Burri, ch'è il più semplice e per lo specialista il più pratico, perchè svelto e bellissimo ed è quello che dà l'idea pit\ esatta della forma e dell'aspetto della spirocheta, ma oltrechè il raccogliere il materiale, il mescolarlo coll'inchiostro di china e specialmente il distendere il miscuglio richiede rma certa pratica per ottenere un. buon preparato nè troppo spesso nè troppo ·chiaro, anche la ricerca poi della spirocheta col microscopio non è delle più facili. Con la • colorazione di Fontana invece oani n1e• b dico pratico che possegga un vetrino può raccogliere il materiale da visitare e inviarlo così a chi con la d~tta colorazione può dargli rma diagnosi certa. Il più delle volte il paziente si presenta al medico con l'ulcera già curata da sè con le più svariate disinfezio11i e pol,rerizzazioni, modificandone con ciò enormemente l'aspetto; in tali casi occorre lavare ben bene l'ulcera con acqua distillata ed asciugarla poi, strofinandola con un batuffolo di garza sterilizzata; se con questa prima abluzione non s'è ottenuta rma sufficiente pulizia, ma l'ul~ cera si presenta ancor coperta o colorata dai medicamenti usati, sarà bene ripetere l'operazione per due o tre giorni di seguito, ammonendo il paziente a non usare alcun medicamento tranne un po' di garza sterilizzata semplice; in tal modo si ottiene presto un'ulcera chimicamente pulita. Per raccogliere ora il materiale da esaminare basta strofinare l'ulcera con un po' di energia con un batuffolo di garza e tosto o dopo pochi secondi si presenterà sul suo fondo un leggero gemizio sieroso; appunto questo siero, evitando che vi si mescoli del sangue, noi dobbiamo raccogliere o con un filo di platino o col dorso di un comune bisturino o con una sonda preventivamente . sterilizzata alla fiamma di spirito; il siero così raccolto lo si spiana sul vetrino e lo si lascia asciu. gare all'aria; questo preparato cosi come sta lo si può inviare in un laboratorio batteriologico ove col metodo di Fontana lo si pt1ò senz'altro colorire ed esaminare• . Ed ecco il metodo di colorazione della spirocheta pallida, e di ogni altro genere di spirilli, del Fontana, quale io ho esperimentato in numerosi casi e trovato sempre ottimo. Si versa sul preparato così raccolto ed ascit1gato all'aria alcune goccie della soluzione Fontan.a A:

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...i\cido acetico . . . . . . . gr. r Formalina • . . . . . . >> ?O _4\.cqua d istillata . . . . . n 100 ru1novandola 3-4 volte nello spazio di un minuto; dopo aver ben lavato il preparato con acqua corrente vi si versa sopra la soluzione Foli,tana B:

PRATICA

_-\..cido tannico . . . . . . gr. 5 _i\.cido carbolico liq. . . • • I -~equa distillata . . . • • )) 100 e lo si riscalda sopra la fiamma a spirito :finchè s~ s~il~ppano leg~eri vapori (circa r 5-20 secondi); s1 risciacqua pot abbondantemente il preparato (per circa mezzo mjnuto) ed in fine vi si versa sopra la soluzione Fontana C: Nitrato d'argento . . • • a1· o ,-5 ? b . Acqua distillata . . . . » roo ammoniaca a goccie finchè il liquido è legger1nente opalescente (r-3 goccia circa). (NB. Per ve~ dere l'opalescenza dopo aggiunta la prima goccia e mescolata la soluzione vi si immerge un bastoncino di vetro ed estrattolo si osserva la goccia controluce, se non è ancora opalescente vi si aggiunge un'altra goccia di ammoniaca e si ripete l'esperimento. Questa preparazione dev'esser fatta con ogni accuratezza]. Si riscalda il preparato anche co11 questa solu.: zione per circa 30" fino cioè che si sviluppano vapori u11 po' più della prima volta. Lavatolo lo si asciuga con carta da filtro. Nel preparato .osservato con l'immersione si vedono le spirochete di color bruno oscuro o nero s u fondo leggermente giallastro; le spirochete appaiono più grosse che col sistema di Burri, ma se ne distinguono tuttavia p.e rfettamente le spire molteplici e strette, così da differenziarle rapidamente dalle spirochete refringens, dalle spire più larghe, e in mjnor numero, e dagli altri spirilli. Anche chi ha poca dimestichezza col microscopio riesce facilmente a trovare la spirocheta con questo met<?do di colorazione. Se si desidera conservare il preparato bisogna ricorrere al vetrino coprioggetti e al balsamo del Canadà, perchè l'olio di cedro che s'adopera per l'immersione ha un potere decolorante che farebbe ben presto scomparire le spirochete. Ho creduto opportuno di descrivere accuratamen.te questo metodo (che probabilmente a moltissimi specialisti italiani sarà già noto) perchè è uno di quelli che dovrebbero appartenere al corredo d'ogni medico pratico specialmente ora che le infezioni sifilitiche sembrano andar di giorno in giorno più diffondendosi ed anche il medico condotto spessissimo si trova a dover fare il sifilidologo~ ))

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I.,,ET'fERATURA. FONTA..."N"A . (( Dermat. w. », 1912, N. 32 . TRIBONDEAU. cc Bull. de la Soc. frane. de Derm. et de Syph. », 1 912, p. 274. FONTANA. (( Dermat. w. », 1913, K. I I . HAGE. cc lVIfu1ch. ì\ied . vV., Feld. B.», l\T. 20, 1916. Citati da RAGE: BIRT. « J ourn. of. the R. A. M. C. », 2 2, I 9 I 4, p. 2 6 I , e COTTLE. cc "G. 8. X.

::\Ied . B ull. S.

>>

r g r 5, X. 3 , p. 4 I 4 . (5)


1290

IL POLICLINICO

SUNTI E RASSEGNE. SEAIEIOTJCA. U segno di Keroig nel Ufo. (AuDIBERT ·e NALIN. Gaz. d. Hopit. 1919, n. 13).

( •..\NNO

XXVI,

FASC.

i11itive o secondarie il liquido ha caratteri quasi sen1pre id entici: è ordinariamente iperteso, purulento, o 01)alescente, rara·mente chiaro. M.a. accanto al le sindromi m·e11ing.ee complete si hanno siindromi ii1complete cioè a dire clinicamente meni:ngee 1na con liq11ido cefalo-rachidiano normale. Si hanno quin.d i due processi anatomo-patolog·ici differenti : in uno i se2"ni di menino-ite esi..... ston.o d1a l triplice punto di vista clin·i co, batterio1ogioo e citilogico; nell'altro si tratta di una meningite senza reazione leucocitaria, di uno stat o •m e ningeo accompagnato da .seg.no di Kernig, o ·él!Thcora daJ S<>1o segno di K ernig se·nza mod'ifioazio.ne del liqttido oefalo-rachid1iano. , Il .fatto che il segno di l{ernig può trovairsi, e co11 mol.ta freque11za, nella infezi.o ne tifosa ·enza C·h e .siatl() presenti fenome ni clinici o aJterazi011i ci toi1ogiche caratteristiche degli stati mentingei faTebb.e supporl'e che esso pur essendo costanit e neLle meningiti non sarebbe sempre l 'espressione di meningismo. In effetti il segno <li l{ernig .si riscontra in tutte le menino·iti tuberc011ari, m en iingooocciche, gonooo~ciche, o altre, inia, fa.too .n otevole, sempre ..-~ he si tratti cli forme acute o subaoute. D'altra parte q11esto segno si trova nel corso di a ffezioni le più diverse e spesso del tutto isolato seuza a lcun segno di irritazione meniingea; è statG perfino 11otato nell'e morragia cerebrale, stato che è acrompagnato da 1ievissin1i risentimenti mening.ei. Convien e qui.ndi sforzar.si di trovare u11a patogenesi c he possa dM ragjone di questo seg110 11on solo nell!e m end1n·g i.t i ma anche nelle inf ezi,ond illel corso delle qUrali ae m eningi sono int atte. Iil segno di l{ernig è l'espressi1one di ttna cont11atturia la cu~ origine sta nei mu.scoli flessori del11a gamba; è wna tie.azione di s pasmodici tà e che tiin foudo non è che un1a esagerazion e di 1111 f.enome:no fì.si1ologico. .t\JJo .strubo normale infatti quando s i fa ,s.edere tl'n malato a gambe distese egli fu uno sforzo di ' 'olontà per non flettere l e gan1be sulle coscie. Ques t a semifl·essioue affatto naturft,le e\·ita la p.osizion.e 1n1o n dolorosa, ma ti1n oomochi., dell'estensione .perchè quauirlo i 1nu.scoli flessori della gam·b a sono a11ungati al m,assdmo s.i ha s t anchezza e qu.indri .u na. &en.1Sazione molesta. Come dicono Cipollina e Manag1iano « i muse.oli flessori della gam·b a sono irn questo caso in uno stato d 'i per;toni'.a :fisiolog.i ca; quando interviene 11na causa .sus.c ettibile di modi.fioare il it ono dei musooTL fl.essord. ic:Lq11a 1g amba 11a sem.fi.fl essiane si ra-ocentua ». Occorre uno sforzo più grande, una penta più ·sensibile .e ar1che un dolore per rimettere ques.ti muscoli in estensione completa: ecoo i·l segno di T{ernig. È dunque ad u'll au~

Il segno di l{emig fu p er la prima v.olta i1-0t:ato ·lliel ti·fo da CipolLiina e l\iariagliauo. Nel.la u1ag·gioranza dei oeasi questo segino è .presente aJ.1'inizi.o dello stato tifoso; qualoehe ' 'olta è molto f ttgace e 'llOU dura che qualche giorno anche arelle forme p.artico1arm.e n·t e g·ravii · de11.a iniezione. l~a sua itt.tens ità subisce variazioni che SODA> in rapporto con quelle della cur.v a termica; srompare ordinar.icaimente con la defervescenza ma ' è ricompare con le eventuali recidiv·e. Talv-Olta i11.olto m arca·t o e dura per tutta 1a malattia a'lliehe _a guarig·ione avvenuta. La intensità e la du::raita del segno di l{ernig n el tifo pare siano in . rapporto con La virulenza del germ·e e con la debole resistenza del1l'organi·smo. Com.u nque pare ·Ch e questo segno di una frequenza oonsider.e\·o1e non comporti .p er sè st esso .urna .prog.nos[ grave. I11fa tti lo si osserva nel tifo lievissimo come s i mio ta, rper qurunto ;ra1·ame.ntre, la sua assen~ in forme parti colarmente g·r.a, i, ·n elle adi11amiche sopra ,t utto. Il segno di Hernig non manca mai .n elle localizzazioni meningee, sia <'he esse sopravven.()"on o t) . nrel ·corso di una inf.e zione pr.e esistente, ·Sta eh-e aegni1no 1'i n.i zio di una localizzazione primitiva del bacillo di Ebert sul sistema nervoso. l\'la i . segno di Kerni,g no.n vuol ·d ir·e f:a.talm·e11te · m e· ningite p erchè esso .PUÒ esistere come sir,toruo isolato in casi '.d i tifo leggeris.simo senza 11,essuna aùterazion.e del liquido cefia.lo-r.achidia.n.o. Tutrtavi.a a la.to de11·e 'll.lt.n.i11git~ \'ere co11viit·ne fare un_ posto .a una s indrome caratterizzata <la inizio brusco del11a ·f ebbre, cefaJea i.r1tensa, vomiti, f-0tofobi1a, rigidità nuoole, eritema. Tra que~ti sintomi all,a rma nti il seg·no di l{ernig attira s11bit o l'attenzione. I.l liquid.o oef.alo-rachidian·o negli start:i tiifo&i p uò assl1Jl11ere quattro a.spetti : I.) p uru:liento e conternen.e te ·e lem.e111ti 1eucoc-ittari.i, l~nfociti, bacilli di Eberth ; 2.) torbido; dopo centrifugazione s i .trovano gli stessi el·em enti come nel caso precedente, ma in m·i nore quantità. 3.) chiaro; si tro,•a qualche elemento cellulare, talora dei bacilli, spesso il liquido è anch e iperteso . 4.) ch iaro ecl avente i caratteri dei liquido normale dal -pt1nto di vista fisico, chimiico, citilogico e b atter iolog·ico. In ognj caso il liquido è sempre iperteso. Ne1 corso delle ,·ere inening iti ebertiane pri1

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SllZIO~E

me11to del to110 muscolare che bisogna riferire <1 uesto f enonieuo. :\la certamente il tono n1t1sco1are non è dato (I.alle meu1it1gi ; il ton.<) è fttnzione della fibra muscolare, de111a c·e llula 11t"'rvo1sia, de.I s11slte{tna ueuro-mt1scolare. _Bisogna quindi credere ch,e 1a contrattt1ra di fiessiont s ia ·determin.ata <la una intossicazione del s is tema neu.ro-n1uscolare. !.}uesta eccitazione è <.l o,·nta all'i1)ertensione de l liquido cefalo-rachidiano? No, perchè i1 segno cli . r-i:ernig può 1essere molto n1arcato qua11do il liquido cefalo-rachidiano non è iperteso, e perch è rin1a:1e ii.:alterato dopo la i) untura Jombare evac uati ,·a, ed .anch e i)er.ch è gli s tati c he si accon1p.ag11an.o con for t.e ipertens ione (tttmore cerebrale, emorragia, idrocefalia) non presen.ta.UJO c.ontrattllra di fiE..ssionie. È forse doYu.to ad 1111 'i~ritazio.ne lo~ale d~l n1i<tollo spinia.11e e dei 1:erYi della coda equina? ~.2 uesta era l 'opi 11ione di l(ernig, ma egli non lo a,·-eva ricercato che n ell e \rer.e µieningi.ti, mentre c.ome s i è detto esso è presente negli sla!ti tifosi senza alc1111a traccia di reazioni m eni ugee. Se dunque il midollo .e la coda equina .sono eccitati non è causa della menin gite ma per effetto de1la causa della meningite. In conclusione si cle\·e .a111mette re eh.e ·l e stessE tossine che alitera110 1e 1ne.niingi, alterano a.nche le fibre e ,Je cellule 11er\·ose, donde aumento d el tono e contratture sec'l()ndarie. Non si può léivere t1na setticem.i a che leda le mening i e rispetti le ~ellul.e i1obili; ecco rperch è il seg110 d:i Kerniig è sempre presen•t e nelle 1neningiti, ed ecco percl1è lo s i tro·va ~ egli stati imfetti vi q11a ndo 11on esiste e 1inicament e, batteriologicamente, c.itologicamen. t e e cl1im ica m~nte a lcttna alterazione m e111ngea. Dr.

CHIRURGIA.

Il trattamento chirurgico dell' emplema. (ALEXIS

V. l\1oscHo,vITZ. Sitrg. Gyn. a. Obst., n. 4, 1919).

Rirruarda11clo le s tatistiche di dieci a1nni del b 1VI011t Sinai Hospital di N1e w Yorl<, l '.L\. iu coll)Ìto rlal fatto che la mortalità per empiema ftt <lel 28 % : tale cifra, che ebbe conferma in altre 1ndagini, co11danna categoricamente 1.a comune attit11di11e i11d.i ff.erente dei chirurgi ris petto a (1uesta malattia. Egli quindi gradì molto di entrare a far parte di una specia l e Comn1issione per l'empie111a. L 'att11a le a rticol o è basato intie ramente sttlla 1)ropria ,e sperienza d1 140 casi esaminati in ospellali. I~a 111agg·ior parte f11rono clo,·11ti a 11 'infe-

PHATICA

zione di uno streptococco emolitico, coi11'cidente o consecutiva a una forma peculiare di broncopulmon·ite organizzante: tali empiemi del resto non differiscono gran che da quel1li osservati n el la pratica civile, e che in nlaggioranza so110 do\•uti a pn.e un1ococco, sebbene in una notevole p ercentuale entr.i anche nella loro etiologia lo s treptococco. Per opportu11ità di s tudio è bene distinguere tre s t ael i : d.i formazione ( 1), acuto (2) , cro11ico (3).

I. -

Lo

STADIO DI FORMAZIONE.

Il fenomeno più i1nteressante di questo per:odo, che è forse il più importante, è la formazione estremamente rapida dell'e~sudat-0 e la a ncora più rapida infezi-011e con miriadi di virulenti s treptococchi. L' A. 11on crede che questa grave infezione possa essere spiegata co11 la semplice diffusione per contiguità daJla Lesione i11trapolmonare: ma, procedendo per analogia con la inf,ez:io11e del peritoneo, clie ha quasi sen1pre per base una perforazione del tubo gastro enterico, .e avendo osservato all'autopsia alcuni a nni or sono la presenza di una perforaz!one a punta cli spillo di un ascesso polmonare subpleurico, ha pensa to a questa seconda origine: e infatt i <legli esami post obitiini eseguiti poi stt larga scala .lo 11anno confermato nella s ua idea. Quando vi sia sospetto di essudato, .la s ua presenza e il s uo carattere dovrebbero esser verificati con la puntura esplorativa la quale n ei primi tempi dà esito a un .liquido, di y·ario col ore, occasionalmente sanguigno, e solo l egger111ente torbido. Questa torbidità è so:o in parte . ' s pesso e' 1n . rapdovt1ta a cellule purulente, p1u porto con la presenza di nt1meros issin1i s treptococchi. Rig uardo al tratta111ento, il con siglio più importante dato dalla Commissione .p er 1'.empiema è di non operare, 1imitandosi all 'e,1 ac11azione col Potai11 o col Dieulafoy del liquido, 11.e l caso ch e questo provochi seri disturbi del respiro o del cir co1o. U nica .eccezione a questa regola de,1e farsi nre i .casi di acuto e rprogress.ivo idro- o · piopneumotorace, risultante dalla rot.tura di un o·rosso iascesso subpleurico, comuni.carnte con un :-,. bro11co di considerevole di1nensione. Tale consiglio si raccom anda a n zi.t utto pel rist1ltato pratico, chè, dopo che esso è stait.o adottato, l a mortalità è dJminuita, mentre è a ssai alta in quegli ospedali in cui vi ge tuttora 1'oper azione immediata . Inoltre si .bas~ s.u con~ sider azioni teorich e : maJncando n ei pr1m1 stad1 q tla 1n n q ne aderenza , con 1'operazione noi tra -


IL POLICLINICO

1292

sforn1iamo 1111 i dr.o.t orace libero, relati van1ente be11ig no, in u11 pne11motorace iperacuto estren1:.i111ente pericol~so , e il mediastino poi, ancora liberamente :flt1ttuante, andrà a :fissarsi sul lato opposto del tor.ace, pro,1ocando quegli impacci al respiro e al circolo che si voleva no rimuo\·ere. Infine trattandosi di solito di pazienti gra\·emente malati di pulmonite, essi non sono sempre in grado di sopportare bene un inter,·ento anche se c:on anestesia 1-ocale. )\ essun ,,antaggio può trars i da operazioni cosl dette intermedie, come p er esempio l '.istituzio11e di un drenaggio permanente per mezzo di un cat etere introdotto attraverso a un foro praticato col treqt1arti. · Il trattamento postoperatorio di qt1esti i11tEr• ,·e11ti precoci è assai difficile : jl polmone col• lassato rapidamente s i ritrae in alto e all'inter110, lasciando u11a enorme cavità che rich iederà n1o1to teu1po e molte cure per esser chiusa. Si è ,-oluto .avvicinare àl trattamento della caYità pleurica a quello della ca\·ità p eritonea.le, do,·e abbiamo in1parato che, non appena insorge ttlla peritonite, occorre intervenire al più presto : ma non va dimenticato che nella , cavità ci tro,riamo di fronte iad alcune condizioni statiche affatto mancanti nell'addome, e che Je funzioni dei visceri intratoracici sono tali che la loro soppressione, anche per breve tempo, è i·ucompatibile co11 la vita. Concludendo qttesto paragrafo, non c'è che ripetere la .an1monizione : no1i 1iocere. 0

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II. -

LO

STADIO ACUTO.

Ii1 questo p eriodo le condizion.i generali sono assai mig·liorate. Inoltr.e le condizioni anatomicl1e si so110 modificate : l'essudato è divenuto fra11oome11te purt1lento e s1 sono costituite delle adere11ze alla periferia di esso : con 1'attesa , la preesistente pleurite libera siero purulenta si è convertita in una pleurite purulenta chiusa, in un empiema, il pol1none è già compresso dal pus i·ucapsulato, e con una apertt1ra grande qt1anto si \·oglia 11on può più collassars i : è il n1 0111ento di e lezione p er intervenire. L'operazione sarà preceduta da un esame radioscopico per determin are il punto più fa,~ore­ ,·ole per l'incisione. Si procederà sempre con anestesia locale: ·endodermica, degli strati più profondi e del periostio se si ritie11e necessari'l u11a resezione cos t~11.--: . I"' 'incisto11= c1 e':e p~rn1ét­ tere : un adegua t o drenaggio, t111:i a PIJrOJJriata inedicazione dell a caYità; 11ella forma di e111piema 11itt comttn e e~sa sarà condotta sull 'VIII sp8z=o i :1 tercostal e proprio· dietro 1'ascellare p osteri ore.

(S)

11 taglio cuta11eo .deve essere di notevole luughezza (da 6 a 10 cm.) sì da condurre i successivi ten1pi de1l'op-erazione sotto la guida dell'occhio; t ener presente che se il braccio è iperaddotto, quando poi torna alla posizione normale, la cute si sposta e si perde il parallelismo coi piani sottostanti, ciò che è poi fastidioso nel trattamento postoperatorio: quindi condurre l'incisione con braccio i111 semplice adduzione . L 'A. ritiene che nelle operazio11i primari e è più che sufficiente la semplice incisione intercostale (negli empiemi secondari i, cioè in quei casi in cui una cavità empiematosa sia g ià st:lt a dre11ata,, la resezione è necessaria), ed egli a d ifferenza clei comuni insegnamenti la preferisce perchè è semplice, prende poco tempo, dà lo stesso drenag·gio che dopo la costotomia, non espon e al pericolo della necrosi delle estremità della costa resecata , 11on infrequente cat1sa di :fistole persistenti. n drenaggio è praticato con un so1o tubo d.i caucciù p iuttosto ampio, lt111gò circa 30 cm ., con una fenestra laterale presso l'estremità toracica e fatto passare l 'altra ·e stremità attraver~o ttna stretta fessura di una lamella pure di caucciù quadrata di circa 12 cm. di l ato, a cui è fissata con u11a spilla di s icurezza. Dopo aver fatto evacuare il pus (l' A. è contrario al lavaggio immediato unicamente p er non prolungare l'operazione, mentre crede che la generale opposizio~1e al l a,raggio, di cui nei libri non è data la ragione, debba attribuirsi alla frequente esist enza di comunicazioni fra la cavità plettrica e l'albero bronchiale), il drenaggio è fissato n1ediaute delle strisce di cerotto lungo il bordo della lamella di caucciù. Posto il malato al letto viene innestata al tubo di drenaggio, per mezzo di un tubo a T, una combinazione di un tubo d i scarico che va a terminare in una bottiglia, e di un apparecchio di istillazion.i di Dakin ch·e si fa funzionare per 5 m' ogni ora, chiudendo te1npora11eamente il primo tubo. Ciò, fra 1'altro, fa sì ch e la ferita no11 richiede per un certo tempo alcu11 cambio di medicatura . I111 ziandosi il trattan1ento post-operatorio, eh ~ sarà limitato a una medicatura al giorno, vengo110 i11trodotti nella ferita da l a 4 tubi di Carrel e inoltre un corto tubo di drenaggio per permett ere l'evacuazione d.eg1i escreti e del liquido di Dak:in : il tubo collettore viene fatto uscire dalla sommità della fasciatura e connesso oon ttu reci piente che contiene la soluzione, mentre ,·engono dat e agli infermieri le opportune istrt1zio11i allo scopo (al meglio istillazioni di 25-100 cc., seco11do le d.i mensioni della ca,1ità, ogni ora). Tutte le ,-olte che si rinnov·a la medicatura anche i suddetti tt1bi ,·engon o sostituiti . Ricorclia-


[ANNO

XXVI,

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SEZIONE PRATICA

mo di· passaggio che tutto ciò .c he si può atten.dere dalle soluzioni di Dakin è dd sterilizzare il a ,cavità : ma ciò non può avvenire se g 1i altri .Principii chirurgici della asepsi non siano scrupolosamente .osservati. Le vicinainze della ferita .sono protette con una pomata all'ossido d~ zinco, -che è risu1tata superiore alla semplice vasel.i na .sterile, ' . I casi complicati con fistole pleuro-pulmonaTi non possono essere irrigati con quantità abbon. danti di liqurido a causa della tosse fastidiosa ·che cosi si provocherebbe. È meraviglioso come g·ià alla prima medicatura la secrezione perde il suo ·c arattere francamente purulento. Ciò è in rapporto col perfetto funzionamento del drenaggdq; e .infatti, se que.sto non è ben condotto, lo si può desumere dall'a.spetto del secreto che talora assomiglia a biainco ,d'uovo non cotto. Altro effetto interessante del qiquido dri Dakin è dii modifidare lo spesso strato .di deposito :fibrino-purulento che ali 'operazione .si rinviene nella pleura polmonare : questo straio viene assottigliato al punto da riuscire perfet-tamente visibile il sottostante polmone.. Due volte la settimana si· fanno degl~ esami batteriologici .del liquido; e, quando la sterilità -è stata ottenuta. da qualche giorno, si tolgono viia i tt1b~, limitandosi a un trattamento Carrel Dakin discontinuo. In molti casi il risultato è una rapida e perman1e nte gua'!igione (in un caso in i3 giorni). Talora l'A. ha tentato una chiusura plastica, ma senza brillanti rist1ltati : di fatto, o la cavità non ·è sterile e allora 1a su.tura non tiene, o è sterile -e allora la chiusura avviene lo stesso. Dcii ljevi esercizi sistematici sono quelli che meglio corrispondono allo scopo per far riespan·dere il polmone.. Durante tutto il trattamento -postoperatorio è !importantissimo curare la nutri:zione del paziente. III. -

Lo

STADIO CRONICO.

1) Casi che. non guariscono in un «periodo di ·tenipo ragionevole». - La parola «ragionevole» -permette una grande larghezza di interpretazione. La guanigione avviene per un processo di ,obliterazione de11la cavità pleurica, dovuta ad aderenze per modificazioni granulomatose della pleura. Durante .l'epidemiai influenzale t•A. ha potuto osservare 1e seguenti modalci.d.à : a) È stato insegnato che ottenuta la steri·1izzazione cdl metodo Carrel-Dakin l'apertura di ·drenaggio può esser chi usa con nna sutura se-. -c ondaria. Secondo l'esperienza d·e ll 'A., se in tal modo si ottiene la chiusura permanente in molti'

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casi, non ne mancano altri in cui persiste una certa quantità di essu<lato, sebbene 111on esteso a tutta la cavità; il quale peraltro fini.sce anch'esso col riassorbirsi. b) In pochi' casi l'esame radioscopico gli ha fatto constatare ci.n empiiemi gt1ariti l•a presenza di un pneumotorace chiuso: anche qui però in circa un mese il pneumotorace sparisce ed è sostituito dal polmone riespanso. e) Altri casi!, r.ari, sono costituiti dalla presenza di una piccola fistola che porta a wna vasta cavità e da cui fuoriesce una s~arsissima secrezion·e, appena poche gocoie alla settima111a. Tali fistole, nonostante il trattamento, p·e rsistono a lungo ma ip<:>t finiscono col chiudersi. d) .Finalmente 1'A. ha visto altri casi in cui il trattamento Carrel-Dakin aveva prodotto la steriliizzazione, ma l'esame radioscopico dimostrava la persistenza della cavità, senza tendenza a chiudersi. Nella ·pratica privata sono questi i casi che forniscono l'indicazione per una operazione. secondaria. Tuttavia, tenendo conto d·elle tre eventualdtà sopradescritte, l'A. ha voluto tentare la sospensione d~ qualsiasi trattamento; e con sorpresa vide anche qui seguir-e la guarigione permanente. È in considerazione di · quanto abbiamo detto che J.' A. trova difficile il definci.re il « periodo di tempo ragionevole» per la guarigione. Quanto ai casi che non possono essere guariti coni un tratta.m ento Carrel-Dakin anche prolungato, essi possono. riassumersi nei seguenti : qu·e l1li complicati da àmpiie fistole pleuro-polmonari ; quelli• in cui persistono rorpi estranei ; quelli con tasche laterali ; quelli con ram~ fistolosi laterali; quelli con coste necrotiche. 2) Casi di recidiva entro la vecchia ca'Vità empiematica. - Generalmente parlando, ciò è dovuto all'aver interrotto troppo presto il drenaggio e il tratamento antisettico ; e specialmente si riscontra nei casi in cui volle praticarsi una sutura secondaria. In realtà la prova batteriologica non è sempre sicura e, come dice un vecchio assioma della medicina, una prova negativa non è una prova. Del resto il fatto può avvenire anche in casi che furono fatti guarire spontaneamente, come in otto dell 'A. 3) Casi in cui fu scoperto un secondo Jocolaio purulento a una certa distanza dalL' empiema origi·nale. - Incupsulandosi l'empiema, come abbiamo sopra descritto, si forma un'altra cavità oltre a quella principale, mentre questa sola è aperta all'operazione. Sicchè maniea il mi·g liorameuto e presto 10 tardi l'esame fisico e radioscopko svela la seconda raccolta che va aperta con un nuovo intervento. (9)


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SEZIO~E

l'RATICA

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4) Casi di raccolta purulenta entro il paren-

tato di un errore curativo, cioè dell'intervento chima polmonare. - Non sa tratta qui di quei troppo precoce, quando ancora non si sono forpiccoli ascessi subpl~urici, probabile punto di mate e.der.enze. Del resto cavità · anche · grandi partenza dell'empiema, nè a ogni modo di asces- vanno sempre riducendosi col trattamento col si comunicanti con la cavità pleurica o con bron- Dakin fino a che, raggi unta una notevole dimichi di una oerta ddmensione, attraverso i quali nuzione e ottenuta da un certo tempo la sterisi sondano; ma di raccolte incapsulate endopol- lità, si_ può tentar.e la chiusura con 1a semplice monar~ la cui scoperta è difficilmente svelabile sospensione dii qualsiasi trattamento. Ma se la se non forse con la stereoradioscopia. sterilità non è raggiungibile occorre procedere a 5) Casi di fistole bronco-cutanee. - Sebl)ene una delle operazioni maggior.i: fra le quali l'A. con Ja stessa ·e tiologia, non vanno confuse co1n preferisce quella di Sche de o resezione di tutte le già citate fistole pleuropulmonarri : mentre le coste che formano la volta della cavità. queste sono relativamente facili a guarirsi, je Riguardo a questa operazione :fissiamo alcuni p.r ime non chiudono mai spontaneamente e 1i- punti secondar.ii degni di attenzione. L e condi-chiedono dei metodi di cura piuttosto comp1i- zioni generali dei pazienti essendo buonissime è cati. piena.mente a utorizzata la anestesia generale. La ddagnosi di alcuni di· questi stati è da sè Una semplice .incisione obliqua lungo il diamest essa evidente, i1n altri è eccezionalmente diffi- tro maggiore della cavità dà un am·p io campocile. Non possiamo qui entrare n ei vari segni d'azione: ma poichè nel trattamento successi\o, fisici. Notiamo solo che quando un paziente è se furono resecate delle coste in corrispondenza g uarito del suo empiema la guarig~one è sotto della. scapola, questa tende a riempire 1'apertutti i punti di vista perfetta : ottime condizioni tur,a fatta, è meglio condurre il taglio fra le ligenerali, a umento di peso, di appetito, ecci. nee scapolare interna e vertebrail'e. Si incontra Quando invece do.p o un po' di .t empo ò.ncominqualche difficoltà ad escidere la costa che venne cia ad apparire una febbretta serotiilla., e il· mi- resecata nella op'erazione primaria. I tessuti ing liora mento n on è così evidente o manca, sit pro- tercostali sono legati in massa alle due est recederà ad un completò esamie fisico : in un cer~o mità ed escissa la porzione intermedia, le copunto del tora ce sarà trovata un'area sospetta ste sono resecate subperiostalmente . I t esst1t i che all'aspirazione dimostre rà certamente pus. s ottostanti, specialmente l'ispessito foglietto Un g rande aiuto nelle forme con .tasche latepleurico, sono escissi. V'è chi consiglia anche l'arali, seni :fistolosi, fistole bronco-polmonari è sportazione delle cotenne fibrose che coprono andato dalla radiografia prev:ia i1n cisione, di una che la pleura vis~erale, ma ciò è spesso indag is ostanza opaca ai ragg~ X, come il sottonitrato noso e costituisce un trauma non indifferente: o il sotto0arbonato di bismuto, i l quale, dopo va- l'A. v-i ha spesso preferito un semplice rasc~ia~ rie prove, è risultato all'A. come il mdgliore, se mento col cucchiaio. La ferita è s emplicement e corr.ettamie nte u sato. E ciò va detto non solo per zaffata, senza suture. Alla prima medicazione - la ben 1n ota tossicità del bismuto ma anche per- dopo 5-6 g.iorni: - i tamponi sono rimossi re ,-.i,echè nella forma comunemente oooperata. di pasta . ne istituito un trattamento Cartel-Dakin. alla vaselina, questa, dopo scaldata e liquefatta, 2) Trattamento di seni e?npiematici croniçi: rapidamente si raffredda e solidifica durante l 'ia) Quelli sterili guariscono permanentemente niezione e quindi n on rag.g iunge tutte le cavità. con la semplice sospensione di ogni trattam,ento. Preferibile quindi alla vaselina. è l'olio di seme b) In quelli infetti bisogna ricercare la ca usa di cotone sterilizzato. dell'infezione. c) Corpi estra n ei accidentailmente lasciati IV. - COMPLICAZIONI DELL'EMPIEMA. (come p ezzetti d~ drenaggio, ecc.). d) Coste n ecrotiche. Quelle locali sono rapidamente s,rel at e e come) Sen~ :fistolosi e tasche J.aterali non ragbattut e . L' A . sostien·e non esservi complicazioni giungibili col Dakin. Richiedono di solito una a dista:nza : culture positive del sangue sono ecoperazione di Schede per essere ampiamente cezionali ; e le eventuali endocardite, pericardite, esposti. p eritonite , infezioni articolari, ecc., sono da atf) Fistole pleuropulmonari. Assai frequenti. tribuire non all 'empiema, ma a lla polmonite. Le piccole guariscono di solito spontaneamente. La non guarigione dipende o dall'esservi creV . - TRATTA~1:ENTO DEI CASI CRONICI. sciuto sopra l'epitelio bronchiale o dall'esser mantenute aperte dal deposito fibroso della pleul ) Vaste ca1Jità empieniatic1ie. - Dobbiamo rira viscerale . La loro guarigione è piuttosto difcordare che se assai ,raste sono sempre il risul1

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lL POLICLINICO

:fi.cile. L' A. consiglia, dopo averle completamente messe in luce con una operazione di Schede, di mobilizzare il polmone tutt'attorno alla cavità empiematica (ciò che permette il riavvicinamento dei Jabbrr della :fistola), di escidere la boccuccia sotto forma di un piccolo cuneo, e di chiudere con qualche pwnto. La medicazione immediata è importantissima : non va posta della garza in contatto con la :fistola ma fra le due si interpone ll.n pezzetto di lamella di cat1cci ù sterilizzata. 3) e 4) Le raccolte di pus a u1ia certa distanza dall' empie11ia originale e il riaccumulo di pus nella cavità originale richiedono di solito qa resezione costale, essendo insuf:fici·e nte come nella operazione primitiva l'incisione intercostale. 5) Il trattamento degli ascessi · pol1nonari richiede un capi.t olo a .p arte: accenniamo solo che è sufficiente una semplice adeguata incisione e il drenaggio, ciò che è reso semplice dalle abbondanti aderenze fra 1le due pleure. 6) IL tratta'Yliento delle fistole broncociltariee è un poco più difficile: rJchiede una adeguata mobilizzazione del polmone (per mezzo dell'operazione di Schede), seguìta dall'intera escissione del tratto fistoloso con o senza sutura successiva. La difficoltà del trattamento di tutti i casi complicati da :fistole polmonari consist e nell 'impossibilità d~ usare qui, per ovvie ragioni, 1'1rrigazione con ~l Dakin. L' A. si è trovato assai contento della sostituzione a questo della dicloramina T. SEBASTIANI.

LARINGOLOGIA.

Discussioni sull'eziologia, profilassi e trattamento delle vegetazioni adenoidi. . (Proceedings of the RoyaL Society of 1nedicine. Aprile-maggio 1919).

Il dott. Harry Campbell definisce per adenoide, l'iperplasia della tonsil•l a faringea che talvolta è solt anto una parte della iperplasia .g enerale del tessuto adenoide di tutto il corpo, cioè deJlo status li1ifaticus. Egli crede che la causa immediata di tale iperplasia si debba .c ercare in qualche alterazione del plasma che bagna le cellule del tessuto adenoide e che tale alterazione del plasma sita dovt1ta principalmente a disturbi intestinali ; questi ultimi favoriscono l 'assorbimento dei veleni intestinali che indeboliscono la resistenza dei tessuti favorendo 1'attecchimento dei germi in quei punti, che hanno una tendenza netta all'.i nfezione come le vie nasale, naso-farin~ea, bronchi, intestino, ecc.

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Osserva anche che uno dei fattori più importanti per l'origine dell'adenoide è il difetto d~l­ la masticazione, principalmente perchè implica l'imperfetta digestione sal.ivar.e ·e fa giungere nell'\intesti1110 l'amido ii11tegro e indigerito. Basa queste sue conclusioni su alcune osservazioni : r 0 la 1nasticazione e quindi la digestione salivare, sono at1dati progressivamente di mi :1tte11do collo svilupparsi dei metodi di. cucina; 2° le adenoidi sono più frequenti! fra gli inglesi che in qualunque altro popolo, perchè .glci inglesi man.g iatÌo la maggior parte del loro cib0 vegetale preparato in modo fluido o semi:fluid ), cosi che la masticazione vien.e ridotta al minim0 fino a ridurre lo sviluppo della mascella e del mento, che neg"li Indù e nei popoli del sud Africa s.o no sviluppati. L'_L\. conclude affermando i1l principi'o : buona digestio11e intestinale esc1lude l'adenoidismo. Il rimedio migliore dal punto di vista profilattico è il cambiamento del1a d.Lf>ia: eljm1nan{l.; 1'e~­ cesso di amido e ,li zucchero. <li mi 1~uE:11do la :parte fluida dei aiutrimenti, aumentando la razione dei vegetali. Il dott. Edmund Cautley ricordando come la diffusione delle adt:noiCli 3t·a D\11n•.-·11tat:i 1)r:>gre~­ sivamente coi tempi moderni, le attribuisce alla 1iffusione dell 'allatta·m ento artificiale col metodo del poppatoio. Su quel fondo di' alterazione e1editaria, lo stato linfatico, su cui spesso si stal,j lisce 11 rachitismo, si stabiliscono generalmente anche le adenoidi . Spesso la malformazione del naso e dell1e vie aree superiori favoris~o110 1:J sviluppo di stati .infiammatori, poi di ipe-rf>lasia e ipertrofia del tessuto adenoide L 'A. dice che la « facies » ade1ioidea non è sempre do·vufa all'ostruzione delle vie aeree, m·a anche a malformazione anatomica specialmente degli archi mascellari e del palato. Quindi è necessario evitare ti: raffreddori frequenti é lo stato catarral e delle vie aree sup..-· 1 iori, che generano l 'iperpJasia adenoidea e conseguentemente i disturbi , gastro-intestinali per l '~ngestione del muco e del catarro e tutti1 gli altri disturbi come l'otite, le adeniti, ecc. Conclude quindi per l'allattamen'to naturale e tutti quegli esercizi fisici e i gienici che evitano la ripetizione dei raffreddori. Il dott. Sim \Vallace insiste per 1'eziologia sullo stato infiammatorio del1le mucose aeree e ricord·a come ]o sviluJJipo delle adenoidi sia nettamente .i n relazione coi .climi' freddi e umidi; così sono frequenti nelle zone dei laghi in America, e poi in Svezia e nell'Italia settentrionale. Raccoma.n da quindi di. esser molto cauti nell 'applicazione de11a teoria della «vita all'aria l:i1

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SEZIONE PRATICA

hera dei bambini ». Esclude dalle cause eziolo_giche la cattiva inasticazione. Il dott. W . Stoort-Low dice che lo sviluppo .delle ad.enoi(li dipende ·essenzialmente dalla tendenza ereditaria all'iperplasia del .t essuto adenoideo del ,nasofaringe che può esser favorita da tutte le cause ripetute dagli altri1. Insiste per la cura chirurgica. Il dott. \ì\Tilki11son riferisce per esperienza avuta in Australia su]Ja necessità assoluta del trattamento operatorio. Il dott. Bad cock è dell'opinione che la dieta possa .influire molto .e ricoràa di aver osservato nei prigionieri tedeschi , che generalmente sono forniti di ottimi denti e di buone mascelle e non prese11tano ad enoidi, una tendenza netta alla dieta veg.e tale e dura. Il dott. Er.i c Pritchard crede che l'iperplasia del tessuto adenoide sia da mettere in relazione colla sua funzioue protetti·va battericida. C'è iperplasia ogni volta che c'è eccesso di lavoro battericida, ossia sproporzione tra i l lavoro e il tessuto ch e lo deve compiere. Ciò può accadere per dt1e condizioni : alterazione primitiva del tessuto adenoide (staio linfatico) incapace di compiere il suo la,-oro o eccesso di lavoro per la presenza di germi in grande numero (.infiammazione delle vie aeree, malformazioni che fanno ristagnare la secrezione locale). Crede che la saliva. serva soltanto a pulire la bocca e non a digerire l'amido. Il dott. Parkinson si sofferma speciali:nente sul tra ttamen.to non op€rativo. Consiglia pennellature con un pennello curvato opportunamente che si passa dall::i bocca, di una soluzione a parti uguali di glicerina e percloruro di ferro, due volte a1la settimana in principio e poi una volta. Tale 111etodo è un po' incomodo nei bambini al di sotto di sei anni. Consiglia l'allattamento naturale e l'aria marina . Per l'operazione consiglia di aspettare perchè molti casi gravi nell'infanzia di vengono lie·vi e possono anche scomparire col progredire dell'età. Il ,d ott. Zapage si sofferma principalmente su.i pericoli del.1 'intervento chirurgico e crede nella utilità grande degii esercizi respiratori. Il dott. Cameron crede nel fattore dell'alimentazione riferita dal dott. Campbell, specialmente per quello che riguarda l'eccesso di pane che mangiano i bimbi poveri fra i due e i cinque a nni. Crede che l·e adenoidi e 11 r-achitismo possono esser la conséguenza della stessa causa, che sarebbe la cattiva alimentazione. Il dott. Moore riferisce dal punto di vista di rino-laringoiatra : ricorda come l e adenoidi siano eccezionali al disotto di un anno di età e 1

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molto frequenti fra i 3 e 5 anni. Ha osservato anche che l'iperplasia del tessuto connettivo del~e tonsille di Luschka è indipendente dall'età: si possono av er masse fibrose anche in soggetti molto giovani. Non crede che il progredire del1'età faccia reoedere il processo delle adenoidi, ma crede, che soltanto al fatto dell'aumento di volume delle cavità nasali dell 'adulto si deve il miglioramento quasi costante dei disturbi adenoiclei. Cr1ed.e al trattamento non operatorio soltanto per i casi, lievi e non antichi. Il dott. Wha1e raccomanda per l'esplorazione lo spec.chietto faringeo 1nveee del dito così spesso usato. Il dott. '\ì\lilliam Hill dice che le così dette ad1enoidi sono qua·llC'he vo1ta cong·eniite, ma di solito nella tenei·a ·età sono dovute al sopraggiunto catarro delle vie aeree ruperiori. Spesso si vede che nei bambini rachitici lo spazio nasofaringeo è flistretto ; per conseguenza la tonsill1 di Luschka o.ccupa relativ.amente magg.iore spazio che nei bambini.i normali. L'A. consiglia 1 'operazione nel caso di degenerazione fibrosa delle tonsille. Il dott. Belson è per l 'in.t ervento operatorio quando le adenoidi ostruiscano lo spazio nasofaringeo; mentre consiglia ricorrere ad un trattamento medico - lavaggi' delle vie aeree superiori, soggjorno v ici-no al mare - qua.u do le adenoidi sono associate con un catarro della mucosa nasale. Il dott. Cameron dice che spesso l'aumento delle tonsille è in rapporto coi disturbi g·e nerali della nutrizione la qual cosa porta una diminuzione della resistenza verso l'infezione catarrale di div·erse mucose, come vediamo per esempio nei bambini linfatici. · Il d.ott. Eric Pritchard insiste sull'importanza delle condizioni i1g ieniche e della nutrizione nello sviluppo delle adenoidi, condizioni che possono spesso prevenire un intervento operatorio. Il dott. Colyer è d'accordo col dott. Campb~ll il quale vede nelle infezioni dell'apparato diger,ente la principale causa della formazione delle adenoidi. Per i·mped.il11e consiglia : allattamento naturale, buona masticazione, dieta mista, solida e liquida. Oltre a questo, sorvegliare perchè i bambini rrespirino col naso e non colla bocca, perchè la camera dei ba1nbini sia bene aer eata e poi per prevenire dl catarro delle vie aeree superiori, lavaggi con acqua e sale. Il dott. Cautley è per un intervento operatorio sO'J.tanto nei casi nei quali 1'iperplasia delle adenoidi ha raggiunto uno stadio tale da impedire il libero pasiaggio dell'aria respiratoria. R. 0SSLAN. 1

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IL POLICLINICO

MALATTIE NUOVE. Le osteopatie da faine. (W. V. SIMON. Munch. n. 29, 1919).

ìVIedizin. Woche1ischr.

Dalla :fine clell 'a11no 1918 in poi, sono comparse in ddverse regioni degli ex-1mperi centrali, in forma endemica, delle malattie del sistema scheletrico, presentanti manifestazioni cliniche diverse a seconda delta r egione in cui la malattia appariva; però molto simili tra di loro per vari caratteri essenziali, e per la loro etiologia. La malattia, simile all'osteomalacia in una regione, assume\1a in t1n'altra i caratteri del rachitismo tardivo., in un'altra ancora qt1elli dE:ll'ost.eoporosi; in una regione ammalavaino di preferenza i maschi, o gl~ individui .in età giovane, in un'altra le femmine o gl.i individui ava.n zati d'età. Alla genesi di tali affezioni concorrono di versi fattori, la maggior parte dei quali è in dipendenza diretta od indiretta dalla qttantità e dalla qualità deficiente del nutrimento : I) Fattori i quali direttamente danneggiano il sistema osseo - insufficien za dei sali di calcio e di fosforo negli alimenti, eliminazione di tali sali dalle ossa; defi-cienza di vitamine; danni tossinfettivi, conseguenza de11a pandemia grippale. II) Fattori i quali nndirettamente danneggiano il sistema osseo, turbando la situazione ormonica dell'organismo (danno portato dall 'alimentazio11e incong·rua all'una o all 'a1tra delle gla11dole endocrine). A seconda dell'una o rle~ l'altra sostanza che difetta nell'alimentazione (sa.li, vitamine), a seoonda della spec-ie fisiologica del1l '.individuo co:pito (sesso, età), e a seconda delle diverse condizioui esterne di vita, la malattia acquista in ogni regione in cui appare, un'impronta, un tipo speciale. W assermann cosi distingue i vari ti pi : l) processi emorragici (scorbutiformi) ossei . ed osteoperiostei ; • 2) malacie; 3) alterazioni strutturali delle ossa (osteopatie, osteoporosi, rachitismo tardivo, ecc.). Tutte queste affezioni presen.t ano un quadro clinico un po' diverso dalle affezioni delle ossa finora conosciute; per esse il nome più adatto e quello proposto da Poroges e W agner : cc osteopatie da fame ». Nella ma!lattia osservata dal]'A. a Franooforte, erano colpiti di preferenza i maschi, nell'età di 14-20 anni; 1e poche femmine colpite erano anch'esse giovani . Il quadro clinico nei maschi era

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simile a quello del rachitismo tardivo (dolori agli arti inferiori, tumefazione delle epifisi, formazione di genu valgum, ecc.), nelle femmine a. quello d·e ll'osteomalacia (clolori forti alla colonna vertebrale e agli arti inferiori; disturbi di dea1nbulazion,e ). Nella n1alattia osservata da· Schlesinger a "\7ienna, erano invece colpite di preferenza le do11ne l e qt1al1i avevano sorpassata la menopausa. Il quadro clinico, somig.liantissimo all'osteo1nalacia, se ne distingueva nettamente per l 'assenza di deformazioni del bacino. In gran parte le a mma late presentavano i segni della tetania laten•t e (ciò che indt1ce lo Schlesinger ad attribuire la malattia ossea all'a·lterata funzione delle paratiroidi) . l\1olte ammalate presentavano struma manifesto. Terapet1tica·m ente furono esperimenta.t i, con risultati socldisfaceniti, preparati di calcio, fosforo, sommi11istrazione di erbaggi e frt1tta crude; buonissimi risultati avrebbe ottenuto l 'A. dall'uso della « soprarenina ». L'unica cura veramente efficace è però il ritorno ad un'alimentazione quantitativamente e qua·l itativameute sufficie nte. Pollitzer. 1

OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALI

~1IL.ITARI

DI

RISERVA IN URBINO

diretti dal maggiore medico

.lneurisma artero-venoso

T: TAMAONINI.

dell'ilia~a

esterna

per il prof. ANTONIO \ 1ENTURI maggiore medico assi.m ., capo rep. di ichirurgia. Per quanto in questi ultimi a1111i il n11mero dei casi di ain,e urisn1a artero-venosi si sia 11ote·volmente accresciuto, pure io credo che possa essere ancora di qualche interesse i·l riferire su di un caso di a11eurisma artero-\1enoso dell 'iliaca esterna trattato chirurgicamente con esito buono. M ... A ... , di anni 19, di Gaioli (Siena) , riportò il 30 ottobre 1918, oltre il Piave (Ronchi), una ferlit a transfossa da pallottola di mitragliatrice, dalla regione g'l u tea sinistra alla parte i1nferoi n terna del quadrante addomi11ale inferiore sinistro. Rimasto parecchie ore sul caro.p o di. battaglia, fu rtrasportato all.a sera nell'ospedale da campo 060. Il paziente racconta ,che non perdette molto sangue dalla feri•t a e che avvertì subito dolori all 'ar.t o inferiore sinistro, specie alla gamba ed al piede, mentre non ne avvertiva. nella regione colpita. Il 16 novembre fu trasferito al1'ospeda•l e da · campo 24;0 o':e f~ r~sco~trart:~ che le ferite esterne erano 1n via di c1catr1zzaz1one, che il paziente era apiretico, ma che presentava


[ANNO

SF.ZIO:--;E PRATICA

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la coscia sinistra leggermente aumentata di volume ed una pi1ccola bozza nel.Lai fossa iliaca sinistra e che la pulsazione della femoraile si avverti va deboli'ssi ma . Il 21 1Uoveinbre il paziente fu ricoverato in qu.e sto ospedale militare. . Il paziente presenta i due fori della ferita transfossa completamente cicatrizzati; il foro d~ iingresso si trova posteriormente nella regione glutea (un po' in al.t o e all'interno del gran trocantere), il foro di uscita anterior·m ente sulla pararebtale sinistra a circa tre centimetri dal bordo della brainca del pube. Tutto il quadrante inferiore sinistro dell'addome appare notevolmente ingrossato, specie nella parte inferiore verso il legamento inguinale . . .t\.lla. palpazion.e si avverte una massa a co11torn~ non bene precisabili, del volume circa di un arancio, con .fremiito vibratorio ca·ratteristico. Al~ 'ascoltazione si nota un soffio continuo a rinforzo sistolico. Il thrilL si estende a tutto il quadrante inferiore sinistro e alla parte superiore dei vasi femorali. Tutto l'arto è legger-m ente edematoso; la pulsazione della femorale e della poplitea è debolissima e in m:tardo. L'arto conserva la sensibilità iinaltemta. Le condizioni 1gener.a.li del paziente sono discrete; si ha l·eggera 1elevazione termica serotina (37.3). Fatta facilmente la diagnosi di aneurisma artero-venoso della iliaca esterna, .date 1e condizioni 1d el pazienit e e dato che il primo aocenno alla formazione di una sacca aneurismart:à.ca veniva fait to il 17 novembre, si crede opportuno di attendere per una mig.liore formazione di circolo col1aterale. Ma ai primi ~i dicemb~e il p~ZJien,te and? rapidamente peggiorando; i dolori all arto divennero c-0ntinui e intollerabili, mentre la sacca aneurismatica aumentava notevolmente d~ volume e l'ed.ema del•l'arto si faceva più pronuncia~o. ComparYero disturb.i cardiac.i (palpi;ta2ion?- in; termittenti·, senso ·di . oppressione)~ si ~amfesto stipsi ostinata e cominciò il vomito pnma per ogni cibo solido ingerito, .p oi anche per l'ingestione di liquidi. . . Giudicato quindi pericolosissimo ogni ulteriore dndugìo s'intervenne iJ. 6 dic:embre ~9!8. Narcosi morfino-eterea. Gross1ch. Inc1s1on,e pa: r alle la alJ.'arcata, 3 centimetri al di sopra di questa, pei due :ter~i iitlfternd., poi vo1Jta. in a1to, con leo-o-era .convessità esterna. Come s1 poteva preved~~e, dato il moment? dell'att.o op~rat?rio, l'isolamento della sacca viene subito giudicato diffici1le per },e _ gravi aderen~e. peri~neurismati­ che; e neppure risulta. poss1b1l7 ~i.ungere su.11'iliaca esterna o sull'iliaca pr1m1tiva tper via extraper.itoneale. Non volendo procedere a·d altre ma no·vre senza aver prima provveduto all 'em?stasi e non essendo il caso di applicare ~l lacc~o di l\1omburg che recherebbe notevole 1~tralc1<? all'atto operatorio, per la s~de. ~ella lesione, ~i incide in alto, dalla ?tessa inc1s1one cutanea, il peritoneo e si r.aggi~~~on?, 3;ttraverso la ca, ·ità addominaile i vasi 1l1aci. Risulta che 1.a sacca giunge a circa 3 ~entimetri ,~~1 la biforcazione ; presso questa s1 legano 1 i.liaca . es~iu;ra­ e la ,·ena separatamente; due cen~imetr1 piu in basso non si, riesce che a legare in blocco l '.art eria e la vena; si taglia fra le ·d ue lega.ture! sempre con 1'intento di asJ?-Ortare 1l~1 sacca ; s; pratic a tt·n 'incisione perpendicolare circa a metà ( 14)

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della prima v,erso il basso· 1ungo il polo inferiore della sacca ed i vasi femorali . Le gravi aderenze mirnacciano di rendere assai len·t a e brigosa la dissezione completa della sacca che si l>rotende fin sotto l ,arcata; e poichè le condizioni del paziente, che p.u r ·non ha subìto perdita di sangue e che è sotto narcosi da appena mezza ora, si sono anda.t e notevolmente aggravando, io decido, dato eh-e sono affatto scomparsi la pulsazione e :il fremito e che la bozza si è visibilmen.t e afflosciata, di limitarmi al già fatto, senza neppure procedere ailla legatura a vall.e, inspirandomi ancora al consiglio di Sencert. Sutura del peritoneo; sutura parziale della ferita cutanea. . Il decorso post-operatorio è stato buono. La temp.e ratura ha raggiunto un massimo di 37 .5 in prima giornata; .I 'arto pur m.a.n tenendosi edematoso, non ha presentato motevoli alterazion~ circolatorie. Non si avverte batJtito alla femorale e aJla p.o plitea. Dopo 12 giorni daill 'intervento il paziente h a un .b rivido segutto da tem.p eratur.a e1.e vatissima (40.3) della durata di. poche or~; non risc?ntrandosi alcuna .ai1teraz1one a ca.neo .della fenta, nè dell'arto, 1avendo il paziiente sofferto di f.eb: bri malariche e J.a forma clinica presen1tai11do11e i caratteri, si somministra chin.ino e il fatto. n<?.1:si ripete 12iù che una volta, in mo.d o assai piu lego-ero sedici giorni dopo il primo accesso f ebbrik. Dopo due mesi dall'intervento (la ferita si è già cicatrizzata), l'edema alla .ga~ba. ed. al piede è quasi scomparso, al1a coscia diminuito, ma in minor grado. Si fa alzare il paziente con le .stampelle; ~'e­ dema aumenta di volume, specie alla coscia; compaiono leggere e1evazioni te~mich~ s~~tin~ (37.2, 37.4). Gradataimenite ques~ fatti di~1nu1scono d'intensità, ed i1l 19 ap~ile 1919, il p~­ ziente può lasciare l'ospedale tn buone condi• • zioru . . . d l . Di recente ho avuto dirette not1z1e a paziente · le sue condizioni so.lllO buone; permane anco;a, ma in grado assai J?Ì.Ù legge:o, l'edema all'arto, specie dopo una piccola fatica. 0

Per quanto si conoscano casi di aneurismi artero-vcnosi migliorati ed anche come guariti senza alcttna cura chirurgica, tuttavia non si deve certamente far fidanza su questa rara eventua li.tà; qnesta è poi in modo assolu·to d:a .scartarsi qttando· il decorso clinico si presenta come n~l caso sopra riferito. _<\mtn essa quindi la necessità dell ,atto. operatorio, debbo fare alcune con~ siderazioni sul tempo e sul modo col quale e stato compiuto. Certamente l 'interveuto poteva compiersi con più speranze di esito buono pe~ l'arto dopo un lasso di tempo più Ju~go da1 primi sintomi della lesio.11e; un ~ese ~i :tempo almeno ·era il consiglio dato alc11n1 anni or sono da V. Fri.tsch, ·d ue 1nesi a1meno quello recente raccoma11dato nelle conolusioni della. conferenza chirurgica interalleata del 18-21 .no,·embre l?I8: Nella storia clinica ho già riferito le :ag1o~i impellenti ·che mi costrinsero ad Ì•ntervenire prt~ ma del tempo fissato; l'esito buono otten11to per 1


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IL YOLICLlN ICO

la conservazione dell'arto non giustificherebbe ~ttai:nente l'intervento troppo precoce. Il momento forzatamente scelto per operare il paziente può anche darci spiegazione delle difficoltà incontralte nella dissezione della. sacca. Nell'atto operatorio eseguito i1n primissimo tempo o molto tardi, dice Tuffi,er," si ha la maggior facilità di esecuzione. Mia se al primo manifestarsi dell'aneurisma I 'isolamento è assai più facile ·e l'operazione ideal~ può con più probabilità essere compiuta, non si può certamente . oonsig1ìare d' into...rveniire in primo U:m·p o, in ispeci>e per le arterie ,essenziali a1la nutrizione di un arto, ip.ei rischi troppo forti a cu~ ci si esp,o rrebbe, qualora speciali co·n dizioni di lesio11e e di i.nfezione rie n.d essero impossi.b ik: il 1"ipri~t·ina1nenrt:o della circolazione diretta.. Dopo qualche settimana dall'inizio ci trovia1110 quasi sempre in presenza di una « gangue » :fibr.osa ci.catriziial.e che invade più o meno tutia la zona perianeurismatica e nella quale fl a dissezione degli otgani impo:rita.n ti vicini è sempre difficilissima e spesso impossibile. Dopo un .tempo maggiore (vario naturalmente a seconda id ei vari casi clinici) la lenta costituzione dei ipiani permette di nuovo una maggiore facilità di ma11ovra. 1\.nclie per questo llillOtiJvo ·cleve essere quindi preferito l'intervento ta,r divo. Pur.troppo questo non è .s taifo possibil·e niel mio caso; .nel quale ,p.oi ·tni sono dov-u·t o limitare ad t1na cuira .indil!ietta .C-0m1e nella maggior patte deo-l1i a-n eurismi artero-v1e n1osi d1e l l 'il1iaca esterna che ·O per la loro sede, p1e r i Joro rapporti, per le ader enze che contraggono, offrono sempre gravi difficoltà alla loro estirpazione ·.t otale. Nel ca.so riferito fu scartaita a priori per l 'estensione e la sede 1del tumore qualsiasi operazione ricostruttiva, eompresà l 'endoaneuri~morra­ fìa, che pur di recen.t e, in casi! adatti, ha dato buoni risu•ltati e si è mostrata di abbastanzia fa. cile attuazione. All'inizio dell'atto operatorio fu abbandonata, p.e r le difficoltà incontrate, la via . extr.a peri ton,ea1e ; J.a estirpazion:e de1la sacca che si iniziava assai brigosa, ma che forse poteva . essere .condotta ia termiine, fu dovurt:a Jasciare per l'improvviso aggravarsi del p.; mi può esser. fatto l'appunto di not}. aver proceduto alle lega'tur·e inferiori, ma dato che la sacca si era a.fflosciata e che il fr,emi.to ·e il soffi.o erano comp1e. tamente scomparsi, non credetti oppor,t uno, visto anch·e che ~n altri casi si era mostrato sufficiente il già fatto, il prolungare anche 1d i poco l'atto . operatorio, per rimediare al più presto e meglio allo shock del paziente. Un'ultima osservazione debbo fare sul caso; i dist11rbi cardiaci sono scomparsi dopo l'atto ope-

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ratorio ; il che prova che solo i disturbi di un grado molto 1elevato possono richiedere (Toussaint) un atto operatorio radicale e che non si deve mai sacrifì.care a ·p riori un arto pel s olo fatto della ·p res.e nza di cardi:opatie. Il mio operato può chirurgicamente considerarsi guarito con un discr.e to 'e sito funzionale; auguriamoc~ che gli esiti lontanj - ma purtroppo la cosa è ancor.a assai 1dubbia - possano corrispon.der:e, p1er questi pazienti, al primo successo .

NOTE E CONTRIBUTI. Alcuni cMi di' · febbre mediterranea curati eol' vaccino antimelitf nse. Tutti gli anni in questo Comune vi sono delle epidemie di febbricola - chiamata dal popolo /ebbre infettiva - malattia che suole durare parecchi mesi e che volge quasi sempre a guarigione. Sulla fine di questo inverno e durante la primavera si è avuta ~a nuova epidemia di tale febbre e mi decisi di ricorrere sia al siero antimelitensis, sia al vaccino. Trattan,dosi però di sperimentare un sièro, o vaccino curativo, ho voluto accertarmi prima dell'agente produttore. Nessuna malattia infatti presenta una sintomatologia così varia come la setticemia del Bruce, tanto che il Tomaselli nel descriverne i caratteri disse: cc Il carattere prevalente sopra tutti, è quello di non averne alcuno i> - ciò nel 1879. Oggi però se ne è trovato uno solo, uno che è caratteristico e patognomonico • ed è quello che le diede il nome di febbre ondulante. Tale infezio'n e qualche volta si confonde clinicamente col gruppo delle febbri tifosi'.miZi, criptogenetiche, da infezione intestinale che sono date o dal Bacterium coli, o dai paratifi B o A, o dal Bacillo di Gartner o anche da quello èel tifo. Non disponendo di un gabinetto batteriologico ho fatto in tutti i casi l~ siero-diagnosi. Mi sono servito . delle Emulsioni batteriche diagnostiche per agalutinazione ritirate dall'Istituto Sieroterapico b Milanese. I casi studiati furono più di cento, ho • tenuto calcolo solamente di quelli nei quali si è a~to una agglutinazione al 1 % - giacchè al 1: 50 - chechè ne dicano gli autori, può essere alquanto dubbia, trovandosi in individui normali; come p.u re è da considerare che nel 1917, mentre òirigevo il gabinetto batteriologico dell'ospedale Militare Principale di Messina ho isolato dalle feci di due ammalati di febbre mediterranea con sierodiagnosi negativa 1: 50, n11merose colonie di micrococchi del Bruce.

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SEZIONE PRATICA

Prima di parlare dei risultati ottenuti voglio accennare ad alcuni dati pratici sulla etiologia della febbre mediterranea .. In questo paese si fa uso esclusivamente di latte di capra, ma ·esso serve esclusivamente per gli ammalati, e per· qualche benestante; 1 contadini . non ne usano mai, esso serve come medicamento, e non come alimento. Eppure il maggior numero di ammalati in tutté le epidemie di tale infezione lo danno i contadini. Ho voluto, ammalato per ammalato, informarmi se precedentemente avessero bevuto latte di capra, e tranne cinque gli altri non avevano mai da anni ed anni bevuto latte. A Malta ed altrove sono epidemie da latte, di capre infette, ma qui sono le verdure crude che trasmettono l'infezione. Non è da parlarsi di epidemia idrica; l'acqua è sorgiva e di una sola sorgente ed è incanalata. Invece i contadinif anno molto uso di ortaggi che mangiano crudi col pane: cipolle, lattughe, sedani, :finocchi, ecc. Tali ortaggi coltivati vicino l'abitato si concimano colle immondizie raccolte nella strada. Esse sono formate dalla spazzatura della casa mista con materie escrementizie umane, (feci ed urina) giacchè i contadini non hanno cessi nelle case. Il concime poi negli orti si versa superficialmente sulla terJ;a, ed è cosi che col vento e colla irrigazione granuli di esso vanno fra le squame o le foglie degli ortaggi, dove restano annicchiati e ben nascosti e non vanno via nemmeno colla lavatura più accurata. Ho voluto provare su 82 casi tutti con siero- diagriosi positiva al 1: l oo e di essi non riferirò le stori~ cliniche. In otto casi ho sperimentato al decimo giorno di malattia il siero antimelitensis dell'Istituto Sieroterapico Milanese. Ho fatto 4 iniezioqi in ciascuno ammalato: la prima di 30 centim. cubici e poi per tre giorni consecutivi una di 20 centim. cubici ciascuna; non ebbi alcun miglioramento, nemmeno abbassamento di temperatura, in due casi all'ottavo giorno rilevai un'orticaria da siero. Negli altri 74 casi ho usato il vaccino Welcome contro la febbre mediterranea; un centimetro cubico contiene cento milioni di nucleoproteidi di micrococcus melitensis. Facevo la. prima iniezione di poco meno di un centim. cubico, e spesso dell'intera fialetta e a dieci rgiorni di distanza iniettavo la intiera fialetta di poco più di un centim. - cubico. Il giorno dopo la prima iniezione ho avuto in tutti gli ammalati un aumento febbrile che dttrava sei giorni: ma la febbre elevata perdeva il carattere di essere oscillante e qualche infermo mi <liceva « sento che è una febbre diversa di quella che avevo ». Ho rilevato che negli ammalati nei qual :avevo intrapreso la vaccinoterapia al primo m ese, la febbre rlopo tre giorni la seconda iniezione scompariva del tutto. In alcuni di quelli nei quali (16)

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XXVI,

FASC.

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avevo intrapreso tardi la cura col vaccino, cioèal 20 ttlese, la febbre scompariva pure, ma in altri rimaneva per un tempo variabile dagli 8 ai 20 giorni nelle ore pomeridiane da 37°. 5 a 3 8, anch'essa poi scompariva. Questi ultimi casi in cui perdurò la febbre furono otto . In nessun ammalato ho avuto ricadute. Nell'iniettareil vaccino ho ritenuto solo controindicazione la temperatura elevata, e mi sono astenuto durante il periocio nel- quale la temperatura si manteneva sui 400. Invece ho fatto le iniezioni anche in casi con bronco-pulmonite secondaria e con albuminuria fino al 2 %o con rari cilindri ialini (non granulosi) e non ho avuto peggioramento nè nei fatti pulmonari, nè nei fatti tossico-irritativi renali. In tutti gli ammalati mi sono astenuto di prescrivere l'antica dieta di fame di latte ed uova~ invece ho aggiunto a questi, pastine in brodo, un po' di pane, qualche biscotto, carne bianca e frutta. In conclusione su 74 casi di febbre mediterranea ho avuto vere e rapide guarigioni colla vaccinoterapia, la quale tanto più è efficace, . quanto più precocemente è stata intrapresa. Biancavilla (Prov. di Catania), li 26 agosto 1919. Dott. SALVATORE SPAMPINATO.

ACCADEMIE. SOCIETÀ MEDICHE. CONGRESSI{ (NOSTRI RESOCONTI !'ARTICOLARI).

Soeietà medi~o-chirorgica di Pavia. Seduta del 251uglio 1919.

Osservazioni chirurgiche faite ali' Ambulance « Oeéan » La Panne (Belgio). G. MASNATA. - L'O. riferisce sulle osservazioni· cliniche che ha potuto fare, quale Capo della Mis-· sione Chlrurgica Italiana nel Belgio, durante l'ul-tima offensiva (ottobre-novembre 1919) nell' Am· bulanza Chirurgica « Océan » a La Panne, sotto la direzione del dott. prof. Depage di Bruxelles . Richiama l'attenzione su alcuni dei più interessanti procedimenti che suole usare e specialmente. si intrattiene: 10 Sul trattamento delle ferite di giterra in generale. Metodo generalmente adoperato era l'asportazione globale della lesione (se possibile), la steri-lizzazione delle piaghe residue col metodo Carrel,. la sutura secondaria previo esame batteriologico sistematico delle piaghe. 2 0 Sul trattamento delle ferite art'icolari.


[ •.\NNO x~r\;r, FASC,

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IL POLICLINICO

Largamente usato era il metodo Willems della mobilizzazione attiva, immediata delle articolazioni. Dimostra i vantaggi del metodo specie nella cura delle sinoviti purulente e dei versamenti traumatici endoarticolari. 3° Sul trattamento degti ampu.tati. Per essi era adoperata la mobilizzazione at. tiva, immediata, allo scopo di impedire l'atrofia n:u~colare, la rigidità articolare e l'atteggiamento vizioso del moncone. L'O. si intrattiene qui11di sul trattamento delle fratture esposte degli arti, sulla cura dei setticemici e dei tetanici, sul trattamento delle anemie a~~te post emorragiche e sulla ricerca dei proiettili col metodo Ombrédanne del controllo radiologico intermittente. Loda l'organizzazione del servizio sanit~rio militare belga e la magnificenza degli impianti al1'« Ambulance Océan » dovuta all'opera assidua altamente meritoria del direttore dott. prof. Depage.

Sindrome irritativa delle ultime radici spinali poste· riori cervicali e delle prime dorsali di origine traumatica - Laminectomia - Guarigione. G. MORO~. - In un caso di ferita transfossa trasversale della nuca con frattura parziale dell~ 7a vertebra cervicale, la lesione traumatica ha dato luogo ad una caratteristica sindrome di irritazione delle ultime rad\-ei spinali posteriori cervicali a cominciare dalla IV c., e delle prim~ dorsali, (1 D. a sinistra, l e 2 D. a Q.estra), senza alterazioni a carico delle radici di moto e del midollo; assai intensi erano i dolori della base del collo, alla parte superiore dell'emitorace destro e ad entrambi gli arti superiori, con peculiare . carattere causalaico b alle mani; massima l'iperestesia cutanea, specie a sinistra. . I~'~tervento . operatorio, praticato d opo 33 giorni dalla ferita, ha dimostrato frattura d,ella 7a apofisi spinosa, scheggiatura della lamina e dell'apofisi articolare sup. di sinistra della 7a vertebra cervicale. Le radici sensitive di sinistra presentavano nella porzione intrameningea lesioni diverse (fini scheggie ossee in esse confitte, coaguli sanguigni interposti fra i filamenti della radice dissociazione degli stessi filamenti, a sinistra; ~ destra solo una lieve tinta rosea del tratto'distale). Il midollo era normale. Estratte le scheggie, i coaguli ed escisa una la.Ssa ganga di connettivo giovane avvolgente qualcuna delle radici di sinistra, si a chiuse sutura continua la incisione della dura madre e a strati le parti molli sovrastanti. Guarigione primaria della ferita. I disturbi presentati dall'infermo andarono gradatamente riducendosi, in senso centrifugo, fino a scomparire dopo c!rca dt1e mesi e mezzo dall'ope-

razione. Persi~tet:e solo.per diverso tempo qualchefatto parestesico lieve alle dita della mano sinistra. · ~'osservazione interessa per la peculiarità della lesione trawnatica limitata alle sole radici di se11so .. per la dimostrazione di alterazioni irritative df queste dipendenti dal trauma, ma senza che foss~r? da esso -direttamente interessate; per la gua. r1gione sollecitamente ottenuta mediante l'intervento operatorio.

Contributo allo studio dei gruppi sanguigni. R. ~AVALIERI. - L'O., dopo aver esposto le attuali conoscenze sui gruppi sanguig11i, Ie classificazioni più usate, e la distribuzione ed il numero dell~ .agglutinine nei sieri e delle sostanze aggl11tinabili nelle emazie, espone le percentuali dei vari gruppi, da lui trovate su 139 casi esaminati, che sono concordanti con quelle trovate dal von Dungem ad Heidelberga e dal Moos a Baltimora .. Queste percentuali sono simili nei due sessi. Ha ricercato su 137 ammalati se vi sieno rapporti tr~ l'appartenere ad un determinato gruppo sa11gu1gno e predisposizione ad alcune malattie o gruppi di malattie, e - tenendo conto anche di ricerche analoghe di von Decastello e Sturli su 121 casi - ritiene non vi sia alcuna relazione tra questi due fatti. . ~a studiato la resistenza delle isoemoaggltt~mme al tempo, alla putrefazione, alla temperatura; il ~oro ~assaggio in essudati sierosi e purulenti, nei q11ali esse sono dimostrabili, ed anche nei transudati, nei quali pure si possono mettere in evidenza purchè la quantità di albumina non sia percentual~e~te troppo scarsa, essendo le isoemoaggl11tmme legate alle albumine del siero e precisamente alle globuline, come egli ha osservato col metododella dialisi, della precipitazione con solfato di magnesia a 30°, della precipitazione frazionata col solfato di ammonio. Ha studiato le varie fasi per cui passa la reazioneagglutinante prima di diventare positiva e ha mostrato numerose grafiche dei rapporti tra diluizioni del siero, tempo, e fasi di reazione di alc11ni sieri con soluzioni di sangue di vari gruppi- concludendo sul potere agglutinante differente dei vari sieri Prr uno stesso sangue e di ~ siero per sangui diversi, appartenenti ad un medesimo gn1ppo sanguigno ed a gruppi sangui~ni differenti, probabilmente dipendente dal rap'fYorto tra quantità di ognuna delle singole agglutinine del siero ed i]; gruppo agglutinabile corrispondente delle emazie.

Osservazioni cliniche ed istopatologiche sullo Xantoma tuberosum. L' A. comunica un caso di Xanthoma tuberosum con localizzazione specialmente alle MAFFEI. -


SF.ZfO~E

natiche ed .ai .gomiti, chirtirgicamente asportato, <love mette in evidenza due specie di g11asso, il normale ed il patologico, che prendono differenti .colorazioni col Sudan IIIo: il Io rosso vivo , il IIo . rosso mattone, e che pure differentemente si comportano all'esame col polarizzatore: monorifrangente il grasso normale, fortemente birifrangente quello patologico. •

Note sulla pressione arteriosa. • E. MQRELLI. - Nello studio della pressione arteriosa accanto alla misura della pressione sistolica ha assunto grande valore quella della pressione diastolica, specialmente per la interpretazione dell'arterospasmo. I concetti teorici' sono però molto spesso contraddetti nell'applicazione pratica. La interpretazione sarebbe molto facilitata se si tenesse conto del tono della parete arteriosa. Con lo sfigmografo di Morelli che permette di scrivere le serie degli sfigmogrammi, da quando compaiono fino alla loro scomparsa, si vede un comportamento dlell'arteria molto diverso nei diversi individui. Normalmente e negli ipotesi, le onde elastiche, il di erotismo, si vanno sempre. più accentuando quanto maggiore è l'altezza della colonna di mer.curio comprimente il polso. Negli ipertesi invece non solo le onde elastiche non si accentuano, ma spesso vengono diminuendo fino a rendersi minime. Morelli attribuisce questo fenomeno al fatto che la muscolatura dell'arteria dell'arterospastico, facilmente eccitabile, compressa, irritata, dalla colonna di mercurio, aumenta il proprio tono, .oppone maggior resistenza, per cosi dire si crampizza. È questo un sintomo prezioso dell'arterospasmo. In alcuni alt!i ipertesi anche con pressione· massima e minima elevatissima, il sintomo non si pr<:senta: si può in essi come negli ipotesi assistere all'accentuarsi delle onde dicrote. In questi. casi 1' arterospasmo è localizzato solo alla muscolatura delle piccole arterie e non in quella delle arterie medie, che perciò non subiscono l'irritazione da pressione aumentata. Tale essendo l'interpretazione si verrebbero a stabilire delle forme di ipertensione diverse a seconda del tratto arterioso spasmizzato. E ciò ha importanza non solo dottrinale ma anche pratica, poichè uno spasmo della muscolatura delle medie arterie opponemdosi alla dilatazione elastica . pe1 l'ondata sanguigna sistolica, diminuendo il letto arterioso, obbligherebbe il cuore a molto maggior lavoro. Non solo, ma la mancata dilatazione della media arteria creando una stenosi relativa renderebbe meno forte la pressione sanguigna nel tratto al di là del punto stenosato cioè diminuirebbe lo sforzo utile che il cuore esplica in contrasto con le arteriole pure spasmizzate. La coesistenza insomma dello spasmo (18)

PRATLC:\

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della, media arteria con lo spasmo dell'arteriola aggrava fortemente il danno. Lo studio degli spasmi arteriosi localizzati, la loro, coesistenza o altemanza dimostrerà varie forme di arterospasmo. Morelli dimostra n11merosi sfigmogrammi di individui normali, di ipotesi e di ipertesi, nei quali il comportamento delle onde di elasticità è nettamente diverso anche a parità di pressione sistolica e diastolica .

Ricerche sperimentali sull'ittero ematogeno. CESARE SORMANI. - L'O. studia la biligenesi, la colemia e la coluria su cani operati di fistola biliare (lavori di Tarchanoff 1874, e di Gilbert, Chabrol e Bénard 1911); in altra serie di cani (operati di fistola di Eck col metodo Perroncito e sottoposti poi alla legatura dell'arteria epatica, al· cuni dei quali avvelenati con idrogeno arsenicale, altri trattati con iniezione endovenosa di emoglobina) studia se· è possibile produrre un ittero essendo soppressa la funzione epatica (lavori di Minkowski e Naunyn 1886, di Whipple ed Hooper 1913, di Mc. Nee 1913 e r4}. Dai risultati da lui ottenuti conclude che il fegato· è necessario per la trasformazione dell'emoglobina in bilirubina (non però per opera delle ce1lule di Kupfferr) 1 negando cosi la possibilità di un ittero puramente ematogeno e ritiene che i pigmenti biliari, formati in eccesso dal fegato in seguito alla anormale emoglobinemia, vengano versati già come tali nel circolo ed eliminati poi colle urine . Seduta del 25 luglio 1919.

Intorno ad alcune complicazioni meno comuni della mastoidite acuta. Q. VERGA. - Ha avuto occasione di operare una trentina di mastoiditi acute in militari e di osservare talune complicazioni tra le quali crede di dover segnalare come meno comuni le due segu.enti: l. Una paralisi del nervo facciale insorta, senz'altra causa apparente, durante la mastoidite e decorsa a guarigione in seguito all'atto operativo; • zo Una grave emorragia da erosione della carotide interna dovuta verosimilmente alla introduzione nell'orecchio di liquidi fortemente caustici.

Intorno al comportamento farmacologico di alcuni composti iodoorganlci. A. PAT'tA. - L' A. partendo da conoscenze già acquisite relative alla attitudine di alcuni composti organici di iodio a :fissarsi nei tessuti animali, si è


[.i.\NNO XX\lI, FASC. 44]

· rL POLlCLJKICO

proposto di determinare se ed in quali-condizioni, nei singoli organi si liberasse iodio ionico dalle molecole dei composti stessi. I composti studiati furono la saiodina, la lipoiodina, la iodostarina. In seguito ad aggiunta di saiodina o di lipoiodina ad estratti di organi in soluzione fisiologica tenuti a digerire _per periodi di tempo diversi non si è mai potuto dimostrare la scissione dei composti con liberazione di iodio: con la iodostarina invece la scissione avviene anche dopo poche ore di dige. .stione. La quantità di J. che si scinde non supera un sesto della quantità contenuta nel composto aggiunto . Non si osserva alcuna differenza nella attività di scissione per organi di specie animali diverse. La maggiore attività si rileva nel fegato; seguono i muscoli, i reni, la milza, l'intestino, il pancreas. Scarsissima l'attività èello stomaco, nulla quella del polmone, apprezzabile quella del sangue. La scissione della iodostarina è indipendente da processi putrefattivi manifestantisi negli estratti . • Essa si conserva anche quando l'estratto sia portato a 600. Attivando le ossidazioni con una corrente di O si constata diminuzione notevolissima nella capacità di scissione, mentre nessuna differenza .si rileva per estratti saturati con co2. L' A., èsposti questi risultati, chiarisce come ed in quale misura essi confermino e completino le pre~edenti conoscenze circa il comportamento dei tre composti studiati. .

Sulla natura della cellula luteica.

1303

APPUNTI DI MEDlCINA PRATICA. CASISTICA E TERAPIA. Disturbi veseieall da ossaluria. L'acido ·ossalico è 1escreto norma1lmente con I 'urina nella quantità di r5-20 mgr. giornalieri, puincipalmente sotto la forma di ossalato di calci-0, che è mantenuto in soluzione per lai presenza dei fosfati acidi. L'origine priJncipale dell'ossalato d~ calcio dell'urina è costituita dagli alim,enti, specialmente dalle verdure e dalle frutta. Esso non è facilmen.t e decomposto ed una gmn parte dell'ossalato ii·ngerito passa attraverso l'organismo senza alcuna modificazione. Buona par.te degli ossalaiti contenutil neglii alimenti sono trattenuti nel tubo digerente dove sono decomposti per attività batterica. Solo una picc·o la proporzione deglli ossa~at1i è prodotta dal metabolismo organioo. Prout 1e Golding-Bird defi11ir-0no l 'oss:aluria una diatesi: accompagnata da aumento dell'elimi.nazione di ossalati per l'urina. La sindrome clinica somiglia in molti pt1nti a quella de'11a neurastenia: irritabilità, debolezza, depressio111e, diminuzione dell'energia, do:ori r.eumatoidi ai lombi spesso accompagnati da disturbi vescicali. Ulterilori studi dianostrarono che la presenza di grandi quantità dii ossa~'a.ti n.ell'urina non prova che l'escrezione dell'acido ossalico è aumentata, per modo .che il termine di ossaluria va ora assegnato a qu1ello stato partioolare, nel quale gli ossalati anie·h e quando aittravers:a:no :i1 r.ene i.n quanti;tà n·o rmali non possono mantenersi .in soluzione nell'urina. Ed i disturbi i11eren.ti sono provoca ti dall 'azi'one meccanica dei cristalli a superfici1e .angolosa su11ie mucose delle vii e urinarie. Ma rimane semp.r e da accertare perchè in alcuni indi·v idui gli ossalati rimangono sciolti ed in altri no. Al riguardo si sa solo che i fosfati ac'idi ed il magnesio fa·voriscono la solubilità deg.li ossalati, mentre il Célllcio nie determina la precipiltauon1e. Per quel che ri.guarda il rapporto tra l'acido ossalico ingerito con gli alimenti e ila quantità di ossalati escreti con l 'urin~, bisogna notare che l'assorbimento dell'acido ossailico è fia:vorito dall'acido cloridrico die1 succo gastrico. ·P er. modo che se si ne11tralizza l 'aci·dità gastrica l'ossaluria non aumenta anch1e con una alimentazione ri'c ca di ossalati·. La efficacia degli alcalini nella cura dell'ossaluria è illustr.aita1 da Matzf·e ldt (Tidsskrijt for den N orske Laegeforening , 1919, r5 maggio), il quale potette saggiarne la clficacia nel caso se1

E. BRUGNATELLI. - L' A ., mediante culture alla Carrel di ovaio di coniglio in istato di attività (calore, primi tempi della gravidanza), esaminato anche in sezione con le modalità tecniche suggerite da Veratti, osserva che si assiste allo svil1;ippo, nel materiale di cultura, di elementi che presentano i caratteri della cellula luteinica e della interstiziale (aspetto epitolioide, granulazioni birifrangenti, granulazioni lipoidee delle quali alcune colorabili col Cia~cio in foto, altre solo alla periferia, coll'azzurro Nilo ora rosee ora bluastre, granulazioni colorabili vitalmente col rosso neutro). Riferendosi alle precedenti ricerche di Veratti il quale in culture di tessuti adulti (normali o sottomesse a varii stimoli), mise in evidenza, accanto alla scomparsa degli elementi di origine epiteliare, lo sviluppo di elementi di origine avventiziale; l' A. mette in relazione queste cell11le con quelle che si sviluppano dall'ovaio. L' A. trae dalle sue osservazioni la conclusione .che le cellule luteiniche sono di origine comune ..con le cellule interstiziali e sono una particolare di:ffe'l"enziazione di elementi diffusi nell'organismo, ~i probabile origine avventiziale. A. G.

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SEZIONE PRATICA

guente. Una don11a di 28 anni, fin dalla fanciullezza soffriva di minzione frequente e di qualche incon.t in.e nza . .Con J'andar del tempo cominciò ad avvertdre altrb disturbi : stanchezza, irritabilità, dolori lombari nelle articol~zioni, coliche renali che cess:avano con . I ',emissione di piccoli ca·l coli·. Questi disturbi si manifestavano, perioèLicamente, ma i disturbi a carico della vescica per-, sistevano tanto che si pensò alla presenza di un calcolo in v.esc'ica. Tutte le cure rimasero inefficaci. La paziente intanto diventava sempre più nervosa. Le umne di aspetto normale non contenevano nè pus, nè :albumina. L·a diuresi era anche nor.m ale. La somministr:azi one di bromuri appor.tò solo un ~ieggero miglioramento. Ad un esame fatto qualche tempo dopo si riscontrarono n el sedimento centri.fugato numerosi cristalli di ossalato di calcio. Si consigliò pertanto una dieta sienza ossalato e una cura di aJcalini. Furono proibiti il .the, il <::acao, le verdure (patate comprese) ·e d i frutti, ed anche, tenuto conto della Joro ricchezza in calcio, al latte e le uova. Dopo una settimana tutti i disturbi scomparvero ad ecoezione dello stato di astenia. La donna tentò di ritornare alla dieta ordinatia ed i primitivi· di:sturbi ricomparvero. Dovette così attenersi alla di1e ta rigorosa già prescritta ed alla cura degli a 1ca1ini. Stava così bene, ma bastava la ingesti.o ne di un solo bicchiere di latte perchè ritornassero i disturbi vescicali. dr.

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Complicazioni vescicali nel trattamento della tifoide con urotropina. L'uso dell 'urotropiina , per i 1 txattam.e nto id.ella febbre .tiifolide, è stato proposito da •Ri1eha.rdso1n n·e l 1899, e trovato in seguito uti.l e da molti a.Jtri, che h.a nno osservart:.o con esso l:a dimi1nuzio.ne de11a d.u rata, '.l 'aeceleramen•t o della defer.viesaenza nel1o ·staito anfibolo, ·l 'aumento di secrezione uri.

man.a. H. Roger (Paris médical, 20 giugno 1919) in un ammalato, da lu~ trattato ,con urotropiill0, a dosi <la g.r. 1.50 a 6, 1n1o n solo non ha notaito alcun accelera.m ein:to del1la def.e rvesc,e nza, c·h e ha continuart:o assai a lungo, ma ha osservato che 1'us.o di ~le rimedio noo ha impedito una ricadu~ particolarmente grave. Essa poi ha d,etermi111.ato dis tu11bi uri.110Jrii, dolorosi, se ·non ·g ravi, oon1s isten1ti dap.p rima in leggera albuminuria e pollacuria; in siegwto, ·l e .mi.11:z:ion.i si SOlllo f-atte numerosiS1Sime e dolorose-, 1' a1b11mjina oltrepassava 3 %0, e l'uirina conteneva mol.ti leucociti. Lia cistalgia e l'a lbuminuria sono .persistjte 5-6 gionni (20)

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dopo la so.sipensione del medicamento: rum si sQno i'llive<::e ~.iifìoate som.m i.nistrandolo .per iniezioni ip-0dei 1miche. Non è la prima volita che vengono segna.la.t i disturbi u.ri11iarii consecutivi a:lla sommimistrazione di urotr.opittla. In complesso, essi possono consistiel-.e iin: a) albunii1iuria leggera semplice,' probabilmente data da pseudo-album ima ; b) ematuria, poco a bbondainte, accompa·g •n ata da. 0!1buminuria (0.5 %0) ma se11z.a cili11dri ematici; vi sono· dolori pi.uttosto vivi. alla mitllZione; e) cistite : caraitterizza.ta da .sensazione di ml1o re e do:lore , ·e.scical.e, pollaicur.iia, u1·ina oon n .umerosi leucociti, cellule vescicali, rare emazie, a1bumi.na (3 %o),. assenza di cilillldri. La patogenesi di q.ues.ti distu1rbi i\'a riferita c011 tutta pr.obaibi'fi,tà alla formaldeide, che si mette· in libertà ilil vescica; perchè essi siJ verifichirno,. però, so.no ne<::essa:rie condizioni spe<::iali, .f.r a cui ha im.portainm la quantità di fQ1ilILaldeidie; da ciò· • ·I 'inconveniente delte dosi forti e de.i prepaa-at~ di cattiva quaùità. Vi irrfluisce alll<'he i·l modo di 5omminis.trazion.e, che .cle·ve esse.r e ia p.iocole dosi, ia.ccom.pa1g nate da ·notevole quantità di 1~q·u.itlo. _i\'.lcuni autori runmettono J' impoota.nza dell' acidità lll'i'I1aria e della idiosin.<"rasia. · T,u ttora di~cusso è il punto di partenza della. a1buminu.ri:a e de1:t'emaituria. La' presenza di al-· bumi:na. starebbe in favore dell'origi111e renale, mfl!nciaino però i seg·ni .di iirritazion1e de!l rene specialllh.. ~te i cilind1ti; ·d'altra par.te ,t a1 l volta l'alb11miro1a i1n q.u estrone è stata identificata col corpo mu·c oide, di origine probabi1hn.ent1e vescicale; inoltre la provenienza vescicale sarebbe diimostraita da molti fatti (mi.nziiQ.'lli dolorose, presenza di cellu1e vescicali, ecc.). Le al\ltopsie p.raticate da qu.alch1e autore harnno m ie.&so in evidenza lesidni oongesti ve de11a vescica., diesqua.mazion1e superficia!le dell'epitelio, suffusione sanguig·na (specie al bas-· s,o ifondo vescica11e) <::he era il .p nnto di paatenza de11 'emor:r~gia. , Oerorre tener presenti questi fattiJ per imped1tre gli .inconvenienti ed interirompere in tempo· òe bito l '·uso d el riwedio. 1

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Diuretici decloruranti. Ve n'ha uno solo di attivo ed è la teobromina,. che va continuata per un mese di seguito, in caso di edemi, e poi ancora a lungo, prend~ndola a periodi di cinque giorni ed alternando cinquegiomi di riposo. Fra le associazioni medicamentose, solamente due sono di efficacia riconosciuta, la cafieina e la scilla:


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IL POLICLINICO

Teobromina . . . cg. cinquanta • Cafieina . • . . . » cmqne per 11na carta: da 2 a 3 al giorno: indicata per i depressi con funzigne cardiaca insufficiente. Teobromina • . . cg. cinquanta Polvere di scilla . >> cinque-dieci p« una carta: 2-3 al giorno. La scil!a è un dia· retico azoturico, mentre la teobromina elimina i cloruri. · ' fil. (Fiessinger).

E ben studiando la situazione dei follicoli ri• spetto al lu1ne in.t estinale, ben studiando • 1<.t fine struttura del cieco, ci convinc'.ramo che i 'appendice va, a buon dir,i tto, messa fra gli organi che Jo1ly appella linfoepiteliali, come sono il ti1no, gli apparecchi linfoidi dell'intestino del coniglio, ecc., organi .però di attivjt?t ~cono-sciuta. Il cieco costituisce quindi un orgiauo linfoepiteliale : con l'età esso perde iJ suo carattere linfoide ; ha termi.nata la sua funzione e regredi-sce: nulla dimostrano contro l 'esistlenza dii funzioni d ell 'appendice, il fatto che si può asportaNOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. 1~e l'appendice senza danno e il fatto della fr,equente aftezione, in quanto tolta essa, altri apL'appendice umana. parecchi l~nfoidi ne sostituiscono l'a.ttivatà, ed inoltre in quanto per lo più 'riene estirpata in Poieihè nessun organo è privo di signifìcato :fì- individui di età avanzata, nei quali il compito .siologico e di funzione, oosi ,l 'appendioe, organo fisiologico è gi~ diminuito. Jinfoide, deve (sostiene C. Peter nel l.\llu1ichener L'appendice dell'uomo, insomma, non è un ormed. Woch., 1918, n. 48) esercitare una funzione gano privo di funzione, rudimenta·l e; non è da importante. c~nsiderare rudimentale perchè l 'a11aitomia comNon possiamo amm.e.ttere -che 1'aippendice sia parata non fornisce alcun punto d'appoggio; non un organo rudimentale, come taluni affermano: è privo di fun.zione perchè possiede una strutper ammetter.e che lo fosse si dovrebbe dimo- tura ben de.terminata, .l:a quale rivela una funstrare che gli antenarti disponessero di un cieco zion~ specializzat a benchè non ci sia nota nei più Iu.n go, poi nel corso della filogenesi, ne saparticolari; appartiie ne ai linfoepiteliali iÌ quali rebbe diminuita la lunghezza, l'apice si sarebbe forse hanno importanza p.er la crescita dell 'jndiassottigliato costituendo ~ 'ap):5é.ndice. • r. m. Gli studi del Muthmann ora dimostrano com.e in classi completamente divierse di mammiferi .si trovino enormi variazioni nello sviluppo del IGIENE . .cieco, cosicchè non si può parlare di una derivazione negli UJrui dagi1 altri : il ìVIu thmann soL'autodepurazlone biologica del rifiuti s petta anche che il cieco abbiia eventualmente domesiicl e stradalL da sostitttire Io stomaco e conclude afferma:ido .che con l'anatomia comparata non si può dim11La depurazione biologica c1ei iliquami di fog·n a strart:: che gli antenati dell'uomo p.o ssedessero u11 è ormai entrata nella pratica corrente ed è lar-cie~o più lungo. Altra prova portata in favore del concetto del- ga1nente usata con risultati che nei grandi. impian.ti bene sistemati e sorv·e gliati sono soddi.la regressione dell'organo in questione, è quella sf•a:centi . Più difficile e non ancora risolto è in.dell'essere l'appendice ae .il cieco nel feto relativece il problema dello smaltimento dei· rifiuti vamente più grandi che nell'adult-0: ma anche solidi, domestici e stnadali, che, nelle soluzionii il cervello ha uno sviluppo maiggiore: è for5e finora adottate rappresenta un gra"\1.e onere per desso considerato ru<limentale? Nè dai rapporti fra la lunghezza del prc.ieoesso i b11anci. mttnicipali. In g·e nerale tali 1-U.fiuti., dopo una cernita vengono bruciati, : distruggendo così vermiforme e quella del restante intestino si può un materiale, che potrebbe essere utilizzato -r.Jdesumere u·na pro·va della sua rieg:essione: il trimenti, mentre 1a c1uantità di prodotti. secondap~ocesso vermiforme non è quindi una for1naziori, che si possono ricavare è affatto minima, in ne rudimentale. Ed allora quale funz!o11e esplica ?-Il Muthniann confronto delle spese che si debbono sostenert;. Impianti dii tal genere, poi non sono possibili partendo da·lla speciale struttura li11foide della che in grandi. città, in cui i servizi sono ben ortLuc:osa, parla di una totisilla cecale a cui oppone la to'nsilla iliaca (all'estremo inferiore dell'i- ganizz.ati, mentre in·vece neà. piccoli centri, i rileo) e la tonsilla ileocecale (all'orificio ileo-cecale fiuti vengono semplicemente allontanati ed ammassati in cumttli, che sog·getti poi a fermentadel crasso). 1

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SEZIONE PRATICA

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zioni costituiscono un grave inconvenie11te ed un serio perico1o per I 'igiene. Il prof. G. Gasperini, basandosi sopra accurati studi da luf fatti sulla fermentazione letamica , ha potuto applicare con successo ·l e celle zimotermiche B~ccari:. Quteste consisto110 in stanzette in muratura, intonacate con cemento della . ' capacità di circa 20 mc.; sono provvis,te di aperture, a perfetta chiusura per il carico e lo scarico. Il fondo è fatto a griglia, .111 modo da permetter.e ·l o scolo dei liquidi1 in apposito pozzet~ e l'aer~azione della massa. I gas, che si formano nella f.ermentazione, arrivano ad una .t orretta dove si trovano dispositivi per J_a loro utilizzra-' z.ione o :fissazione, in modo che all'esterno non si spande nessun cattivo odore. In queste celle, il materiale subisce una serie di fermentazioni, . che l'A. ha studiato accuratam ente e sistemaitioamente ; la temperatura della massa sale in pochi giorni a 60°-70° ; corrispondentemente vania la flora microbica, che, nei primi giorni ci.n cui 1prevalgono i fenomeni dii putrefazione, è costituitai dai liquefacentii, :fluorescenti, protei, mesenterici, ecc., ed in seguito sii fa quasi esclusivamente di termofili di cui 1'A. ha isolato d1iverse specie nuove. I ge rmi patogeni non resistono in questo ambiente, tanto che al 21° giorno Je prove biologi.che e colturali rimangono negative , anche per il carbonchio, artificialmente introdotto. Ll m ateriale, sotto l 'azione dei microrganismi e della temperatura , si .trasforma , ed anch·e i composti cellulosici subiscono la degradazione; sicchè, dopo un soggiorno di' circa 40 giorni, d. rifiuti non presenta·n o più alcun perico.1o dal Jato igienico, e costituiscono un 9ttimo materiale fertilizzante p.er il 'agricoltura. Il sistema è applicabile non solo in grande, per Je città popolose, per .l e quali rappresenta a nche una notevolissima economiia. nell 'impiianto e sopra tutto n el funziona mento, m a è anche perfettam·e nte utilizzabile per i piccoli centri ie per le piccole case degli abitati rurali. Per quest i' costituisce un beneficio ùnesti1mabil1e , provvedendo così in modo pratico e non dispendioso, ad uDJa delle più imperiose necessità igieniche, di cui maggiornrente si sente i1 bisog no nelle campagne, dove troppo spesso i· mucchi di ù,e tame e di !immondizie, ammorbamdo l'aria, inquina·no le acque, fornendo il pabulum a miriadi di insetti, costituiscono un grave pericolo per l'igiene (1) . fil. 0

~(1) La interessantè memoria dell' A. che contiene anche molti particolari di tecnica è stata estratta dagli atti dei Georgofili e publicata a Firenze dalla Tip, Ricci. (22)

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FASC.

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VARIA. Un debito verso i fisiologi. - Una interessante conferenza tenuta dal prof. E. H. Starling (Britis h Medical ] ourn. del 21 luglio 1919) tratta della politica a'limentare inglese durante la guerra . . Lo Starling presiedette il Comitato alimentare bellico della Società Reale Britannica, il quale compì un'operai maignifi.ca e seppe utilizzare le competenze nei campi più svariati: vi cooperarono fisiologi, clinici, statisti, agricoltori, ecc. Inoltre egli fu uno dei consulenti del Mi.mistero iinglese degli1 Approvv[giona,m ent~ e rappresentò l 'Inghhlterra presso la Commissione scie ntifica interalleata pier l'alimentazione. Egli è dunque a perfetta cognizione degli eventi. I fatti che lo Starling espone sono della più alta impor.tanza. Forse ne sono dipese le sorti della guerra. In quanto che i:l collasso impro,·v.iso degli Impeci centrali v.enne quasi! certamente determinato in parte dalle loro deficie11Zè alimentari. ed .in parte dalla buona nutr.izionJe dei p opoli alleati : sen za di iciò nè montag ne di munizioni, nè abilità ·di strateghi saretJbero valse, probahilmente, a vincere ancora aa g uerra. Durante i primi tempi delle ostilità gli aspetti fisiolog.ioi deU· proble m·a alimentare non riceV•ettero dai circoli ufficia'1i :inglesi l'attenzione ch·e avriebber-0 m eritato; vi fu un momento ii1 cui parve dubbio iehe le opi11.ion.i dei compete nti avrebbero prevalso. Non è l'ultimo dei titoli acquistaiti alla gratiatudine dell'Inghilterra e degli alleati dal ministro inglese degli apptovvigio11am:enti·, viscante Rhondda, la buo11a ·volontà da lui di·m ostra ta nel lasciarsi oo-uidare dall'opi·nione dei competenti. Potrà sembrare un paradosso, m a emerge ormari. sempre m eglio la nozione che le sorti del.la guerra furono decise in riunioni dd scienziati, Ue quali· nulla avevano da fare con le operazioni milita.r i o col munizionamento! La Germania ufficiale avieva compreso, molto tempo prima, che la g uerra sarebbe stata vinta dalle «calorie » fornite alla macchina umana e redasse, al riguardo, un piano offensivo e difensivo di operazioni: m a questo pia·n o si dimostrò fallace. • La Germania non seppe o non potè a pplicare principii scientifici ineccepibili. Esempi. In Germania si dette mollta importanza all 'alimentazione carnea., e per assicurarla, si cr.e dette di non dover intaccare le scorte di bestiame : alla fine della guerra il bestiame


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IL POLICLINICO

c?rnuto era più numero?o che al principio. l\fa ,g li animali sono cattivi con-vertitori di eniergia . dal punto di vista dell'alimentazione umana : essi determinano un forte sperpero: consumano incomparabil1nente più di quanto non rendano in calorie. Non solo, ma date le deficienze alimentari, il bestiame, troppo abbondante, rimase denutrito e andò deteriorandosi: forniva carne scadente, niente grasso, scarso latte; anche il suo potere di lavoro risultò molto ridotto. In particolare la de:fici·enza di grasso si fece molito sentire in Germania: fu lia causa p necipua degli « edemi da fame ». Invece ne1l'ln.ghilterra 11Dn si esi.tò a ridurre il patrimonio zootecnico in modo notevolissimo, ' sovratutto quello bovino; così molti cereali poterono essere distolti daJ consumo animale e riservati all'uomo, con rendimento molto superiore ; al tempo stesso, i l bestiame mattato forni sempre carne in a bbondanza; gli animali', per-. chè ben nutriti, fornirono ri..1 g rasso necessario. Si incontrarono, è vero, non poche nè 1iev.i difficoltà, determinate da'lle :vive opposizioni degli • agricoltor.i ad assottirgliare il proprio patrimonio 'Vi-vente ; se non fosse in.tervenuta l a resa, probabilmente queste difficoltà si sarebbero atlcora notevolmente aggravate ; ma si riuscì sempre a s uperarle_. Solo in principio del 1918 si ebbe una temporanea carestia di grasso; madn genere, poterono esser.e soddisfatti i desiderata di offrire 16 once di grasso e 2 libbre di carne p,er setti_mana e per abitante. In Germania i fisiologi .consigliaro110 di scendere a raziùni al'imentari bassissime, in base a principii scientifici frusi o non sufficien.t emente provati, sul bisogno di proteri ne e di c~lorie. Ne derivò i l risultato di unai denutrizione generale, rivelataci dall'aumento noi.Jevolie di morta1ità per tub,e rcolosi e della mortalità in genierale, dagli eclemi da fame, .e cc., ecc. Si tesserarono tutti gli a·limienti : fu questo . un sistema irrazionale, in quanto che esso venne· a considerare alla stessa s tregua gl 'individui forti e quelli deboli : sacrificò i primi, ,che necessitano dd. maggiore quantità dJi! cibo, a benefizio dei secondi. (Anche l'Italia non ha avuto troppo a rallegrarsene). N.el1'Inghilterra invece si insistette perchè di alimenti iei fosse S·e mpre a bbondanza limitandosi a fa,rorire il consumo dei surrogati. E si ottenne che, nelil 'utilizz:azione del tonnellaggio, 1e munizioni da bocca avessero ilia preferenza su q11elle per le armi da fuoco. In particolare si richiese ch1e di alcuni alimenti indispensabili ci fosse siempr1e abbondanza, evitandone il tesserar mento, cosl da poter forn~re a ciascuno la quantità che l'istinto indica .come i1idispen.sabile e 1

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così da poter costituire una «riserva elastica>>di 1energja. • Ciò si d ica .in pramo luogo p·er il pane : l'ull!ica misuta adottata nei riguardi del pane fu di renderlo meno appetitoso, così da evitarne uno sciupjo voluttuario. · Qua1le ra:sultato di queste misure, il popolo inglese continuò a consumare per tutta la durata della gu·e rra 3400 calorie circa, come prima della gu,e rra. Non 1erano mancaiti, i111 Ingh~lterra, dei tentativi diretti ad avviar1e il consumo alimentare sulla stessa fa1sa strada seguita in Germania. Si dovette sostenere un 'aspra .lotta per far prevaler1e i principi che oggi,. come ci spiega lo Starling, paiono quasi assio,ma tici. Anche 11,e gli altri paesi dell'Intesa si è stati molto avveduti nel limitare il consumo a1imenta11e. In Italia fu molto ic riticata l'opera del Baglioni, r1e lativa al razio·n amento d,e lle truppe : eppt1re essa manteneva la razione cli protèine tre volte più ielevata de l 11iinimu'Y1i indicato dal Ohi!tte11d1en e f·o rniva molto più calorie di quelle indispensabili. L'unica critica ragionevoile a riduzioni. così prudenti, ci sembra quella formul ata d·al Gley in Francia : ossia non si è tenuto conto degli sperperi ·inevitabiili, i quali riducono di molto la razione e fjetti-va; ma sarebbe comp1to c·o sì ·de~ servizi l ogistici dell'Esercito, come del Commissariato 1civile p.er .l 'alimentazione, jl preveder.l i .e il provvedere. È sperabile che 1'esempio fornitoci nel crunp:o dell 'ralimentazione co11ettiva venga imitato· in e:1tri campi delle pubbliche amministrazioni : che, col rbemp,o, ques,t e si lascino tutte g t1idaire da competenze scientifiche. R . B. 1

CENNI BIBL/OQRAFICI. (NonsiTecensiscono eh.e i libri Peruenutiindono alla Redazione) ~

H..i\RE H. A. A text book of Practical therape1.ttics.

(Lea andfFebiger. Filadel:fia 1918. Se. 5.50 17a ediz. 1918).

La letteratura medica di t11tti i paesi è ricca di manuali di terapia: essi rispondono ad un bisogno del medico pratico, ma raramente ne soddisfano· il desirlerio, poichè in un argomento di carattere pratico, leg-ato indissolubilmente a C'onoscenze scientifiche di indole le ni1\ svariate, è facile eccedere con lusso di particolari, c-.he vanno a discapito della chiarezza, o essere insufficienti, per amore di troppa semplicità. Il libro di Rare è alla 17a.edizione ~

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SEZIONE PRATICA

per il modo come esso è stato concepito, per la misura tenuta nello svolgimento dei singoli capitoli. I ,a prima parte è un breve trattato di farmacologia, con nozioni generali sui medicamenti, con una trattazione di ciascun rimedio br~ve, ma ricca di cla.ti. scientifici e pratici: armonicamente le nozioni sono distribuite e legate sì da renderne utile piana e facile la lettura. Ma la terapia moderna del malato non si limita all'uso dei soli medicamenti: l' A. fa seguire due capitoli, magistralmente compilati, uno sugli ausili curativi dalle antitossine, ai vaccini, dai :fìlacogeni, .ai sieri, dai presidi fisici (bagno, stasi, cauterizzaz.), .ai mezzi cli t ecnica medica (ipodermoclisi, fleboclisi, rettoclisi, inalazioni, lavagg~astrici, salasso, ecc.); l'altro sulla nutrizione · del malato, necessaria in un libro di terapia, che nell'alimentazione trova .spesso uno degli aiuti più forti, più miracolosi. La terza parte è ai:monia. col resto del libro, -ma comune a tanti altri trattati di terapia: le maJattie sono disposte per indice alfabetico e le indi.cazioni c11rative esposte con criteri di selezione, rivolti alla pratica diretta. Edizione accurata, su carta di lusso; belle illu·strazioni.

t. p.

L. ~'ormitlaire thérapeutique des maladies du tube digesti/. Un vol. in-16, di 109 pag.

P~oN

ì\tialoin.e e F. ·ed. Parig.i. Prezzo L. 3. La terapia del tubo digerente è qui in breve riassunta, ron una scelta dri trattamenti e di ricette, basate sulla lunga pratica dell'A., che su questa parte della medicina ha già pubblicato div<rsi volumi· speciali. La consultamone del libretto che presentiamo sarà apprezzata dal medico pratico, ohe ha freque.11temente occasione di trattare malattie del tubo digeren·t e, e che troverà qui molti .consigli uti~i.

fil. .

Le traitement médical des maladies des reins en clientèle. Un vol. in-16, di

CII FIESSINGER.

pag. 309. A . Maloine e t :fils ed. Par.ig:i, Prezzo J_. 6.

L'A. "rtratta soltanto le malattie mediche del rene, a proposito delle quali trascura le vedute teoriche, l'ingombrante congerie dei diversi metodd. analitici e degli svariati consigli terapeutici, e lasciando solamente ciò che la pratica medica ha dimostrato realmente utile. Il volume si occupa dapprima dei metodi analitici e di esplorazione che si fanno correntemente, passa poi al trattamento generale ed a quello dei1 singoli sintomi e delle diverse malattie.

[ANNO XXVI, FASC. 44]

Largamente si diffonde 1'A. sulle uremie, sul·1e albuminurie e sulle pielonefriti, per dare sempre uti1li consigli, che scaturisc-0no principalmente dalla sua esperi enza personale. 1

fil. PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. LUMBAU SALVATORE: Istituto Antirabbico di Sassari. Relazione 1911-1917. - Sassari, 1918. CAVAZZANI EMILIO: I cristalli stellariformi del fosfato ammonico-magnesiaco dell'urina ed il loro valore per lo studio preliminare del ricambio del magnesio. - Napoli, 1918. PINCHERLE MAURIZIO e POLLIDORI ANDREA; Sulle sindromi spasmo:filiche familiari dell'infanzia. Firenze, 1918. FINI MARIA INES : Porpora vaccinica locale. Bologna, 1918. BARDUZZI DOMENICO : Sulle vaccinodermie o vaccinidi. - Siena, 1918. BARDUZZI DOMENICO: La cura rapida dell'acariasi, praticata da un ventennio. - Siena, 1918. · FEDERICI NICOLINO : Complicanze chirurgiche del1' attuale influenza. - Milano, 1918. MARCHEttI ALAJMO: La difesa sociale contro il tracoma. Stato attuale della questione. Provvedimenti che s'impongono. - Girgenti, 1919. SPALLICCI ALDO: Ricerche intorno alla cosi detta « febbre da sale » nei lattanti. - Firenze, 1918 MARCB.IAFAVA Et-:roRE; Sulla recente epidemia di influenza in Roma (Relazione). - Roma, 1918. ÙRT.ALI CESARE: La funzione profilattica dei Dispensari celtici militari. - Napoli, 1918. l\1ENGHETTI SILVANO: La trombosi delle ·piastrine nel trattamet\tO delle ferite vasali. - Firenze, 1918. LITVAK ABRAMO : Contributo allo studio dell'au· tomatismo midollare. - Firenze, 1919. ALOI VINCENZO: Sul meccanismo d'azione del cloroformio. Nota Ia. Azione sul ricambio mate· riale. - Napoli, 1918. NERI GIOVANNI: Associazione Padovana contro la tubercolosi. Dispensario antitubercolare 19r51918. - Padova, 1919. VALTORTA FRANCESCO: Bisogna salvare i bambini. - Padova, 1919. BRucm I.: Il primo caso di tricobezoar osservato e operato in Italia. - Napoli, 1918. GIORDANO D.: Riflessioni sopra 11na osservazione di localizzazione tubercolare dopo lieve tra11ma. - Napoli, 1918. ALFIERI EMrr.,10: Proposta di un nuovo metodo per la sterilizzazione tubarica temporanea. Mila110, 1918.


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NELLA VITA

~PROFESSIONALE.

ìtledleal surprises in ltaly.

renze come a Venezia, a Roma come a Napoli ed a Genova il dottor l\!Ioore ha potuto si'tlcerarsi che i 1ned~ci italiani sono all'av(l!nguardia d·i og11i progresso scientifico. A Roma ha ammirato ùa sapiente organizzazione dell'ospedale dei bambini, diretto da1l pr-0f. Valra,g ussa, a Napoli, il dottor Caronia gli ha dimostrato praticamente come ·siano curati gli studi di patologia esotica e di profilassi delle malattie infettive, a Gen,o va ha potuto ammirare la sapiente organizzazione de~la lotta a ntitubèrcolare, di cui è anima iJ. dottor Poli. · Il dottor lVIoore, entusiasmato, raccomanda ai s uoi colleghi di visita~e l'Italia, dove molto potranno apprendere, e mdlto potranno modifi~are Le .loro opinioni sulla importanza del movime11to scientlifico in Italia. Rdtiene infine che un più attivo scambio intellettuale potrebbe riuscire molto vantaggioso ai due paesi. Le sorprese e le m eraviglie del dottor Moore non ci meravigliano. Come 111on ci meravigliiano i suoi entusiasmi per la scienza italiana. Cl1e l'Italia nel campo medico avesse fatto progressi enormi lo sapevamo, e sapevamo pure che di questi progressi non c'eravamo accorti che noi italiani soltanto, e forse non tutti fra noi. Nessuna meraviglia dunque che il dottor Mo~­ re si sia meravigliato di trovare che in Ital ia, proletaria fra le .nazioni, i l progresso medico ~e­ gna un ritmo uguatle a quello di altre nazion·i e per certi rapporti anche più accelerato. Noi esibiamo così poco il nostro valore, la r:ostra cultura, la nostra scienza che a cbiunqt1evenga di fuori può capitare di scoprire qualche cosa. 11 dottor l\1oore ha creduto di scoprire l'Italia medica visitando soltanto alcu111i, pochi deg·1i stabilimenti sanitari, dove l'ingegno, il lavoro,. la costanza di egregi colJegbi ha potuto a vere ragione della indifferenza, se non della ostilità, del gran pubblico e dei 1pubblici poteri. Qua•11 sarebbero state le sue sorprese, le sue mera·viglie, i suoi entusiasmi se avesse completate lesue .o servazioni ? Che cosa avrebbe egli detto ai s uoi conterranei se avesse visitato 1'Istituto Rizzold di Bolo· gna , il Pd1iclinico di Ron1a, i manicomt di varie città d'Italia? Che cosa egli avrebbe detto se avesse saputo che non c'è scoperta fondame11tale della mediciina, alla quale non sia legato con1e precursore il nome di un italiano? l\1a niuna colpa -possiamo noi fare ag~i stra-

È questo il titolo di una conferenza ùetta alla.

JledicaL Society di Portland dal dottor Ulysses :VIoore, venuto in Italia come ufficiale medico con le truppe americane. La conferenza ha dovuto suscitare molto interesse negli Stati Uniti a giudicare dal fatto che essa è stata pubbLicata in parecchi giornaJ1i nord-americani, e tra l'altro neil diffuso giornale pol.itico Sitn e nel New York Prl edical

f ournal.

Il dottor Moore esprime molta meraviglia per le cose v.iste. Eglli ha visitato Milano, Firen1.1e, Roma, Venezia, Genova e Napoli, ed in queste città ha osservato cose, egli scrive, ch_e gli hanno svelata con una sorpresa stupefacente ·l a importanza degli stabilimenti sanitari d'ltal•ia. Prima della guerra i medici americani frequenta~ vano, conoscevano bene ed apprezzavano gli ospedali di Berflino, . di Friburgo, di Vien11a, poco sapevano degli ospedali di Francia e d'Inghilterra, e visitavano .l'Italia solo per lie sue bellezze 1naturafil e per il suo interesse storico. La guerra ha permesso loro di constatare che in Ita1ia gli istituti scientifici1, le cliniche, g li ospedali generici: e quelli specializzati sono tali da poter non solo degnamente compe.ter~ co11 altri popoli, ma in molte cose sopravanzarli. Dopo di· clie il Moore fa una dettaglri.ata esposiz1one di quanto ba osservato negili isti:tuti visitati. Afferma che nè i·n America, nè in Francia, nè in Inghilterra c'è un ospedale che per la sua grandiosità, rp er la sua organizzaziQn·e perfetta superi l'OspedJale Maggiore di• ìVIilano. L'Ospedale Saint Louis è ritenuto il più perfetto ospedale del mondo per le malattie deGla pelle, ma sotto certi riguardi è imferiore all'analogo reparto dell'osp,edale. di MiJano. È nelle specializzazioni che teccelle .1 'organizzazione itallian:a. L'ospedale dei rachitici d.i mostra che i1l tec.niaismo dei medici i t aliani è pari al genio clei suoi grandi !inventori. Gli americalllÌ apprezzavano l'Italia per 11 telegrafo senza :fili di Marconi, per gli areoplani di' Caproni, per .i motori della Fiat; ·ora possono appr.e ndere che g.li itati~ni non sono meno geniali lin altri campi. Milaino poss1ede i'.l primo brefotrofio del mondo, il primo ospedale per le malattie del lavoro, che costitul il modello per gli istituti analoghi di New York, di Filaclelfia, di Pittsburg. La visiita alle altre c.i ttà i.t aliane non è stata meno interessa11te e meno sorpre11dente. _!\ Fi\

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Sh.ZIO~E

i1:eri se no n s iamo conosciuti, se non siamo giu(. .stamente apprezzati. J\è possiamo muovere rimprovero al dottor Moore per le sue sorprese, anzi clobb.iamo esserg·Li grati di essere stato un os.servatore cortèse benchè mal prevenuto, dobbiamo essergli grati per aver confessate le sue J11eraYiglie e proclamati i suoi entusiasmi. Il S u,1z, commentando l'articolo del dottor Moore seri v-e : « L'Italia non è g·iudicata in 1\.merica con giustizia pertchè non è, come dovrebbe esser·e , conosciuta e percl1è, quando la si cono·ce, t1011 tutti so110 abbastanza g·alantuomini da p roclatnare la verità, non solo in riguardo ai 11iedi cal acliie1Je 1ne1its, ma i n tutte le attività» . E cl è vero. ìVIa non è men ' 'ero che non tutto 110i facciamo per essere conosciuti, anzi facoia1110 di tt1tto per e ssere m1sconosciuti. L a nos tra produzione scientifica , i nostri prog·ressi in materia di organizzaz.ioni sanitarie do,·rebbero essere fatte conosoere al mondo a nlez.zo della stampa medica. ìVIa dei nostri periodici ~olo ·p ochi possono sostenere il confronto con ·q tt·ell·i anglo-sassoni, tedeschi, francesi. Essi vi\ 'Ono u11a vi ta ·d i s tenti. I g·iornali medici fra11oee~i e a i1g·lo-sassoni hanno una larga diffusione p erchè ieo11tano su tu.. .11umero enorme di lettori, i11 rapporto a11la diffusione della lingua f~ancese e inglese. I giiornali tedeschi che fuori del loro paese n on possono contare su un gran numero <l i .abbo nati p er la difficoltà della lingua sono ;;ussidi ati da11lo Stato, ch,e ha sempre co111preso, .a11zi è s tato ossessiona·t o dal1la ·11ecessità di diffondere la coltura te desca. I gioi;nali m edici ita1i.1 ni che 11on possono contare, che 11011 contano -cl1e st1 lettori itali1ani, vivono una vita grama e 11on possono , -.ittoriosamente .competere con quelli stranieri, 11on poss,o.no diffonders i e cliffonde1"e la ooltttra me dica italiana al1 'estero. Il Governo, c he pur sttss.idia e mantiene giiorn ali politici, doYrebbe comprendere la necessità 'C11 ai t1tare la st ampa medi ca itali a na . 0

P ang·l os s.

Cronaca del movimento professionale. Nuovo capitolato sanitario per i medici condotti dell'Umbria. st ato approvato tiell'a duna11za diet1 i 6 ottob re 1919 , daii ra;p pr ese11tanti dei C-0n1uni, de~la pro,·i11cia e dai ra ppresentanti la F ederazione · lei t11e(lic i condo tti, il seguente capitolato : 1 . In ogni Comune s ara11no isti.tt1ite una o p: ù con dotte m edico-chirurg iche p er i soli po,·eri. Sara nno co11siderat e po\·ere le fa1nig1ie che È

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PUA1'ICA

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F'Asc. 44J

lianno diritto alle m edicine gratuite a n orma d i legge. Sai~ poi fatto un elenco speciale di fan1iglit: non assolutamente povere, alle quali verrà pratiieata una tariffa di favore da concordarsi tra medici e Comune, in relazione alle condizioni locali, ed in caso di dissenso da stabilirsi dalla Commissione arb:,trale di cui a1ll 'art. 21 del presente schema di capitolato. . 2. Lo sti,p endio ii11iziale da corrispondersi ai 111edici condotti sarà di lire 6ooo annue, oltre la t emporanea indennità caroviveri, per i primi . 1500 poveri. Per un numero superiore di poveri, il Comune corrisponderà al medico l~re 2 annue in più, per ogni iscritto nell'elenco. 3. Nel ie condotte di disagiata residenza e disagiato servizio, allo stipendio sarà aggiunta una. indennità annua, che potrà elevarsi fino a lire 2000. La misura delle indennità sarà concor<lata tra medico e Comune, ed in caso di dissenso dalla Commissione arbitrale di cui all'articolo 21. 4. Ne•lte condotte nell·e quali il numero degli abbienti obblàgati al pagamento della cura m eclico-chiru11gica sia inferiore a 300, verrà corrisposta al medico condotto una indenn1tà di residenza povera di lire iooo annue . 5. Le due inde nnità ai numeri 3 e 4 so110 cn1

mul~bili.

6. Nei Comt1ni che hanno più di tre conclotte, ju caso di vacanza di una o più di ess-e, fatta eccezione per il chirurgo, è stabilito ril trasferi1nento .interno tra ri sanitari condotti del Co1nu11e, da attuarsi per concorso interno, per titoli ed anzianità. 7. I Comuni procurera11no, ~er quanto è pos s ibile, una conveniente residenza al medico ne~ 1a zona assegnata. 8. I malati di natura ambulatoria avranno 1'obbligo di recarsi all 'ambt1latorio tenuto dal medi1co titolare in ogni condotta 1.n loca~e fornit o dal Comune ed jn ore stabilite d'accordo fra m eclico e Comune. Qua!lora ·i l Comune non .potess e fornire detto locale, corrisponderà al m edico t1n equo compenso per l'ambulatorio tent1to n el la propria abitazione. · .. 9. Il medico sarà tenuto al rilascio gratu.it o d ei soli certificati voluti dalla l egge. 10. I mezzi <l·i trasporto 11elle condotte subttrbane e di campagna sarann,o a carico del Comt111e , per le sole visite ai poveri ed ai meno abbienti , di é11i al seco11do oomma c1e ll 'articolo r. Stabilito a'l principio di ogni anno, d'accordo tr a m edi·c i e Comune 11 costo approssimati,10 di t1n mezzo di trasporto, il Comune contribuirà


IL

POLlCJ.,l~IC O

I.) I I

alla spe~a relativa, nel rapporto che corre tra il prctazione delle disposizioni dél prl'~Cll tt: capinumero complessiv·o dei poveri e me110 abbienti tolato, esse sara11no risolute cou g·ittdiz:o i11ap·e quello degli abbienti. Sarà facoltà dei Co1nu- pellabile cla uua Commi!5sione arbitrale con1p011i di non imporre a.il medico l 'obb11go della casta : di u11 rappresentante de:la ·l ocale sezion..: ,·alcatura. dei nledici condotti, di un rappresenta11te del i\1unicipio, di un terzo, 11on1i11ato di comune a c11. Il medico condotto avrà diritto a non meno di tre aumenti quinque11nali di un deci.m o sullo cordo fra le due parti, ed in caso di disaccorclo, stipendio base di lire 6000. da.l presidente del 1'ribunale. Per i medici attualmente al servizio di un Co 22 . Il presente capitolato unico doy·rà ':alcr l: 1nune da oltre 5 anni (qualunque sia il numero a11che per le condotte dipende11ti <la Opere p :e degli anni di ser,·izio), sarà liquidato il primo e da a 1tre associazion.i d·i ben;e ficenza . aumento quinquennale sulla stessa base di 1.ire 6000, appena il medico avrà compiuto il deoin10 Per il congedo degli umciali medici anno di servizio. delle classi 1889 e 1890. 12. L'assicurazione del med.ico contro glj inforIl ì\tlinistero del1la guerra disp o11eva jl r-ico.llotuni professionali, sarà a carico del Comune. 13. Ogni supplenza, qual~nque sia la sua du- · camento .i n congedo, entro il 10 ottobre u. s., degli ufficiali medici di comple111ento delle classi r ata, sia per scavalco che come i11tenino, nel1lo 1889 e 1890, aggiungendo che potevano essere stesso Comune, verrà retribuita in mi s ura ugua• tratt.ep.uti in servizio solo quelli che 11e avessero le allo stipendio d el miedi.co s upplito. fatto domanda . :\d onta di tali tassative dispo14. Il medico a\·rà d1ritto a retribuzio ne separata per ogni servizio non strettamente di co11ciizioni minis teriali, i m edici delle classi stesse clotta (servizio d-i ufficiale sanitario, serviz:o appartenenti a reparti mobilitati, sono tuttora ospitaliero, altri servizi determinati dal.l'Orcline trattenuti alle armi, m entre quelli del.le stess~ classi che &i trovavano in· zona t erri toriale so110 clei medici). già in congedo. 15. In caso di gravi ed estese epidemie, sarà Tale disparità di trattan1ent o in confront o cl '. ~orrisposta a·l medico un'equ a i11clennità, sulla t assati v.e disposizio ni è insp iegabile. base di qu·ella eh~ viene concessa dalla D~rezio­ ne generale di sanità civile ai propri me dici inEssa appare t a nto più i11'1qt1a j n q_t1anto 11t risultano dannegg iat i i meclici che più hanr. o ,·iati i11 servizio antiepidemico. 16. Il tratta1n.ento ammesso p er gli altri in1dato e più hanno sofferto per la gt1erra, quell i pi egati nel capitolato comunale, in rapporto ai che si trovano da niaggior t empo sotto le armi, casi di malattia e richiesta di aspettativa, sarà e tra .c ostoro quelli çhe a l n1omento a.ella pubblicaZJione del decreto di congedo s i tro\rayano app·l.i.cato ai medioi condotti, se più favo1ievo1 e lontani dalle proprie resid·e11ze. di quello s t abilito dalla legg e sanitaria. l 7. Tra Com une e medico condotto, verrà diConfidiamo che a fa,·ore di q t1esti col1egl1i s:a presto provveduto. sci p 11naito l'ordin1e de l servizio e dell e ch:_iamate (salvo i casi d'urgenza) a l1l'inte11to sp ecjalm.ente di assicurare il ser\ izio dei poveri. Agli Ordini dei Medici. 18. l\ norma della l egge sanitaria , sarà co11I nuovi e onsigli an1ministrativi sono risultati cesso, ogni anno un mese di p er1nesso· al medico condotto : detto m ese p otrà essere ct1mulato p er . così composti per le provincie s otto indicate ; Ascoli Piceno . Passamonti ì\I ichel e, pres:<lue anni. 19. Saranno concessi nell'anno per1nessi stra- clente; Ambrosi Berardo, vice-preside11te; Zainordinari de11a durata massima di g iorni 5 e sino 11011i Tiberio, segret ar.io ; l\1arcbei France ·co, t~­ soriere ; Fortini Gaet ano, I)aol11cci I~amberto, a 15 complessivi. P.er detti piccoli permessi la r>r ina Gittseppe, co11sig1ieri . supplen za sarà a carico del sanitario. R a1.1e11.1ia. Dal P ra to A11to11io di F aenza , 20. Le cure e gli interventi chirurgici dovranpresid ente ; Triossi G ugliieln10 di Ra\·(.1111a , ,-i no esser e normal1ne11te compi11ti nell'ospedal e. Per operazioni d'urgen za a domicilio dei p o- ce-presidente ; Torsellini Ervigo di Ra,-e1J.ona, se'1er1, abitant1 fuori della città, il chirurgo in- g·retari0; Galli Paolo di F aenza, t esoriere; Gotti C~iuseppe di Fusig11ano, Pasini Umberto cli Alter~verrà a richiesta del m edico condotto della fonsi11e , Toni Carlo cli Bagnaca,·al lo, co11sigJieri. zona, ed avrà diritto al rimborso delle spese cli Vi cen ::a. lVIaio1o Domenico, Gardc11in _.\.ntrasporto. tonio, B11sato Gio. Battista, Oriani Gio,·a11n; , 2 1. Qua lora tra 11 m edico ed il Comune sorSgttario Nico, Sparg.ella l\Iario, C.i mberle l-~·o . ~essero contestazioni sull a applicazione e inter1

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r l POT,TCT-#T ~reo

RJSPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

CONDOTTE E CONCORSI .

(8021) Indennità caro-viveri. - Dott. L. C. cra 'r. Le ragioni che il Comune adduce per non corrisponderle la indennità caro- viveri non hanno alcun fondamento, giacchè la disposizione contenuta nel D. L. del 9 marzo ultimo è assoluta e non ammette eccezione di sorta, sia pel già elevato stipendio che si corrisponde al sanitario, sia pel fatto che lo stipendio stesso è maggiore d quello che si corrispondeva al precedente titolare. ~essuna di queste eccezioni prevede il precitato clecreto e nessuna, quindi, se ne può accampare. In quanto alla eccezione prodotta dalla autorità d i non essere, cioè, il credito liquido non possiamo aderirvi in quanto che il debito è ben liquido dal momento che è determinato e disposto da un D. r~. Il Comune si~opporre al pagamento di esso, ma non fa quistione dello ammontare maggiore o minore <lella somma dovuta. Noi ripetiamo che Ella ha ben ragione di chiedere la soddisfazione del suo credito e che se non raggiunge lo scopo per le vie amministrative, può ben adire l'ordinaria autorità giudiziaria, citando il Comune. Osserviamo inoltre, che l'ultima parte del succitato decreto permette l'emissione del mand ato di ufficio non ostante gravame in deroga èel d isposto dallo art . 128 del Regolamento 12 febbraio 1911, n. 297. (8022) Malattia contratta in rservizio. - Dott. ...\.. C. da B. In linea d~ diritto non compete a Lei il trattamento per infermità stabilito dalla legge, nè dal Consorzio nè. dal Comune ove è interino. ~on nel primo perchè non vi esercita presenteme11te , non nel second_o perchè non è titolare. In linea equitativa può però aver diritto a riguardoso trattamento dal Comune ove è interino, in consid erazione che la infermità fu contratta in servizio cioè, per meglio corrispondere alle giuste esigenze d ella popolazione. Uno o due mesi di supplenza gratuita si potranno concedere a chi ha messo a repentaglio la propria esistenza per il bene degli altri. Faccia domanda in tali sensi e riteniamo che essa sarà accolta senza eccezione di sorta . (802 3 A uniento di stipendio agli i mpiegati coniunali. - Dott. S. L. B. da S . C. Il Decreto 19 giugno 1919, N . 973 non riguarda miglioramenti pel personale a servizio dello Stato. Al miglioramento degli stipendii degli impiegati comunali p rovvede il recente decr. 16 ottobre 1919, N . 1960, ma anche questo, come è chiarito dalla circolare <lel Ministero dell'Interno in d ata 15 stesso mese, X . 15700-5 non è applicabile al personale sanitario, che r est ano garentiti dal disposto dell'art icolo 26 della legge. Doctor ] U STITIA.

Concorso al posto d1 Medico C'htru!go Primario; assegno annuo di ~· 3600, ?etto di R. M., conglobati e consolidati t Decreti Lt;.ogotenenzia!i; oltr~ ~a percentuale del 503 s~l ~mporto atti ?perat1vi ai ricoverati paga!1t1 agiati. Dopo un ~1ennio d i prova l'eletto P.otra avere 5 conferme quinquennali ma non oltre il 60° anno di età. Istanza in bollo regolare al Consiglio Amminist:ativo, Via Mazzini N. 3, non oltre ore 15 del 14 dicembre; documenti di tito· titoli comprovai:ti s~udi spec.iali in ortopedia e cor;ispond<:nte P!at1ca in un. Ist~tuto ortopedico, oltre tutti gli .altr~ 1ocument1 utili 3: provare le particolari att1~u~iru al posto a cui aspira. Assunzione al serv1z10 non oltre un mese oalla comunicazione di nomina. . Concorso ad t1n .posto di Medico Chirurgo aggiunto; asseg110 d1 L. 2000, netto di R. M., oltre la percentuale del 15<}~ sull'importo degli atti operativi ai ricoverati paganti agiati. e del 20 % s11lle .app!icazioni ~i terapia :fisic~ . Nomina p er un biennio; successive conferme biennali. Istanza co~e sopr!i; tit<:>li comprovan~i studi.di ortopedia e d1 !eral?la :fisica, oltre tutti guegl1 altri documenti utili a provare le particolari attitudini. Assun.z ione come sopra.

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. BERG.A1vro. l ?tit1.,,to Rachit,ici. -

Cercasi medico interino per il Comune di Gavardo e inferino per il consorzio Sopraponte e \Taltro anche di lunga durata. Condotte comode, buona retribuzione. Rivolgersi al dott. Rossini in Gavardo. Medico-chirurgo tre11tacinquenne, laureato 1908; quattro anni libero esercente; tre anni come interino condotto; quattro in servizio militare, per metà in ospedali da campo; due corsi di perfezionamento in Igiene (Napoli 1909 e Roma 1910) e corso _sul Tracoma (Roma 1910); cerca posto interit10 ospedali o gabinetti batteriologici. Scrivere con offerte dettagliate: Dott. Pasquale Larini, Galatone (Lecce). AssoçIAZIONE NAZIONALE MEDICI CoNDOTfI.

Uffici di -collocamento.

Bologna: presso la sede della Sezione Bolognese, Archiginnasio. Milano: presso la Presidenza centrale, via Dogana, 2 (per la Lombardia); Verona: presso l'Ordine dei Medici, Stradone Super Maffei, 10 (per il Veneto). Chiedere condizioni. NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE 1

Il prof. Neuberg, membro dell Istituto Imperatore Guglielmo di terapia sperimentale, è stato nominato professore onorario ordinario di Chimica biologica. Il prof. L. lVri~ha~li~ è stato chiamato a Lund quale professore d1 ch11n1ca medica e :fisiologica. LIPSIA . - Il prof. Rolly è stato nominato professore straordinario d i terapia fisico- dietetica_ R. Pr. BERLINO. -


SEZCONE PRATIC1\

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NOTIZIE DIV-ERSE. Prima Mostra Campionaria dèlle Industrie Sanitarie Italiane. \ iiene organizzata a Milano ad iniziativa di un Comitato promotore il quale ne ha affidato l'incarico ad un Comitato Centrale Direttivo, compo-sto del prof. Bertazzoli, presidente dell'Ordine dei J\1e~ici di Mil~no, l?residen~e, C!el dott. L. Maranelli, segretar10, dei dotton Gei Frigerio e Scarpellini, consiglieri. ' La Commissione ha ottenuto che la Mostra faccia parte della grande Fiera campionaria Industriale che si svolgerà a Milano durante la prossima primavera, in padiglioni mobili eretti nel tratto Porta Venezia-Porta Nuova~ e che sarà posta sotto il patronato di S. M. il Re. Questa :fiera sarà sul tipo di quelle di Lipsia e di Lione,; vi è impegnato un capitale di r .ooo .ooo di lire. S.ono sta~i ,nominati i .Commissari per ciascuna regione e cioe: Lombardia, dott. Inverni; \ Teneto, dott. Gajardoni; Piemonte, dott. Assauto; Liguria, dott. Portigliotti; Toscana, dott. Pellegrini; Emilia, dott. Pesti; Lazio, dott. Sforza; Napoli, prof. Basile; Puglie, dott. Jacobellis; Sicilia, dott. Ajello; Sardegna, prof. Binaghi. I commissari procederanno alla costituzione dei Comitati regionali. Il Comitato centrale direttivo ha sede a Milano in via Filangeri g . ' Per le,norme di vendita ai Comitati Regi011ali verrà elaborato un regolamento .. •

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Convegni internazionali di neurologia. La << Societé de Neurologie » di Parigi ha deciso ·d i promuovere degli scambi internazionali di ve·d ute sui problemi neurologici, invitando i neurologi e gli psichiatri di tutti i paesi a convenire in .speciali aaunanze che si terranno tutti gli anni a Parigi nel mese di luglio. Si è stabilito che i convegni dureranno due giorni, con due sedute ogni giorno, e che le discussioni verteranno su temi fisati in antecedenza. Il primo convegno verrebbe organizzato per il mese di luglio del r 92 r. Tema di discussione sarà: le forme cliniche e il trattamento della s jfilide del sistema nervoso; la discussione verrà aperta da un rapporto del prof. J. A. Sicard.

Per I'igiene scolare. \ I~ ~.\.ssociazione Per l'igiene pliicando ~mmediatan1ente iil

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d ella Scuola, ap.vasto progran1ma d'azione appro·v ato n el suo co11veg110 di Bolog11a, ha•p1-.eparato .g ià t1n interessante volume di propogainda che, non appena ultim ata la rilegatura, verrà spedito i11 omaggio a .tutti gli ànseg na11ti, gli uffici1ali sa11itari, i sindaci d'Italia. È t1n lavoro v.er atnente ben r.iuscito al quale ha11no collaborato i più competenti medici scol astici italiani e che 11on potrà a meno di dare il pit1 valido impttlso al progresso dell'igiene scolastica. Frattanto la s tessa Assoc.iazione l1a già comi11ciato, col gentile concorso del1la Fede razio: ne Italiana delle Biblioteche Popolari, l'•i nvio a tt1tte le Scuole eleme ntari, di cartel~i di propaga11da igienica che formeranno p.er gli insegnant i 1111 ottimo sussidio di1nostrati,-o .

Kessuna S cuola d'Itali.a, neanche le più minuscole ·e più povere, sarà cosi clitnenticata ed è questa la prima volta che si compie un'opera di tanta mole <.- di tanta importanza, che meriterebbe di esser.e ,,alidamente sostenuta da:! Governo e dalle classi Mediche e mag·i strali. Quelle Scuole che ancora non a\1essero ricevuto . nulla, possono farne richiesta ai RR. Pro,·vedi.tori, perchè so1o sulle indicazioni di essi si fa l] a spedizione, Comune per Comune e non ScuoJa per Scuola.

Per la Facoltà Medica di Parigi. Il rapporto tra gl'istituti classici e scientifici dell'Università di Strasburgo, ora passata dalla Germania alla Francia e quelli di Parigi, è risultato troppo sfavorevole alla capitale francese; ond'è che prima di sciogliersi, la Camera ed il Senato francesi hanno approvato una legge che assegna alla Facoltà medica di Parigi la somma di fran chi 8.590.000, dei quali 5.500.000 destinati all'acquisto di un terreno e 3.080.000 all'ingrandimento è ei servizi di clinica. Il terreno copre u11'area di 4 ettari e mezzo e sostiene due grandi e solidi fabbricati, bene aerati e illuminati, che 12 Facoltà conta a i adattare ai suoi bisogni. Uno d i essi era già stato trasformato, è al lVlinistero della guerra brasiliano, in Ospedale militare, organizzato secondo le norme scientifiche moderne e fornito di un arredamento perfezionato; probabjlmente il Governo del Brasile ne farà un magnifico regalo alla Facoltà, che vi allogherebbe in1mediatamente una o due cli11iche, col concorso òel Servizio di Assistenza pubblica e èel servizio s2nitario militare. L'altro edifizio, più grande, è occupato attualmente dal Servizio sanitario militare, che. lo h a in affitto per altri due anni, dopo i quali esso passer·à alla Facoltà. Questa intende installarvi un grande Istituto d'igiene, organizzato con criteri moderni, sul mo:lello èell'Istituto d'igiene della facoltà medica di Strasburgo, o di quello di Lione, creato dall 'impulso attivo di Jules Courmont. Esso servirebbe anche ai bisogni della Città e del Diparti· inento, per m odo da evitare d uplicazioni sup erflue. Un 'altra parte dell'edificio verrebbe riservata ad un lussuoso Istituto ·d ì medicina e chirurgia sperimentale, la cui necessità è meno immed iata ma non meno sentita, dato lo S\,.iluppo è elle scienze biologiche sperimentali nel campo n1edico . Probabilme11te rimarrà del posto anche p er altri insegnamenti ora allogati con difficoltà alla « Scuola pratica ». Infine, la somma di 3 .090 .ooo fra11chi verrà ~e­ stinata all'ingrandimento delle cliniche, in modo cl1e queste possa110 disporre di un maggior numero di letti, seguendo, ancl1e in ciò, l'esempio di Strasburgo, ove ogni clinica conta incirca 200 letti e q11ella pediatrica giunge a 400 circa,. mentre a Parigi il numero dei letti oscilla intorno ad 80 appena per og11i clinica. Il confronto sarebbe stat o troppo sfavorevole per la capitale francese.Si \"errà anche a una convenzio11e con l' Assiste11za pubblica , in quanto che questa rimarrà alleviata è i una parte 11on trascurabile è ei suoi compiti. Coloro che s'interessan o ai progressi dell'inseg11.amento superiore, della m ed ici11a e dell'igiene pubblica, non possono non compiacersi di questo •


. IL POLJCLIN lCO

i11cren1ento dato alla Facoltà med ica di Parigi . ..t\.ltguriamoci che l'esempio venga imitato ili Italia .

La giornata di otto ore negli ospedali e nelle farmacie- di Parigi. Il consigliere comunale d i Parigi H enri Rouselle ha prese11tato ai su oi colleghi i risultati delle trattat i,Te con1piute per incarico dell'Amministrazione allo s copo d i conseguire l'applicazione dell'orario cli otto . ore n e!5li ospeda,li ò i Parigi. J"a riforma interessera r z .500 persone, tra ricoverati e personale sanitario . S i organizzeranno dei turni frazionati d i due per~o~i cia~c~o, salvo in uno o d ue grandi ospe<tal1, m cui 1 abbondanza del personale sanitario 1)ermetter~ C:ei t urni di un s-olo perio:Io. In r elazione con questa riforma in via di elaborazio11e, il « Comité internsindacal des p·hannaci.ens >> l1a. è eli b~rato d'invitare i soci (proprietari e 1 farmacia) a ridurre l'orario del personale dipenr _e1; t e (prepar~teurs), tenendo presenti le necessita del p11bhlico e le contingenze locali . L 'Ospedàle do B raz

a San Pauio.

Seg11aliamo a~ nostri lettori questa istituz.ione 15enefica, for1data nel 1906 e ch e è v,e nuta ru:;;'"J1~111e nd? uno sviluppo note,1o le in questi ulti1111 ann i . E ssa compre11de vari servizi di cliniC.~•1 , 111edica,_ dri cl~nica c1:1irurgica e delle special1~a (oto-riino-la r111g olog 1a , odo11tologia, dermo~1filografia , ~stetrjcia, ecc.), ne fan no pa rte due ~a1e opera.tor1e, q11attro grandi jnfermerie un laboratori o, ' 'ari ambt1latori e le c1ipende~z.e. Vi !".~o~o st~te eseg11ite finora circa 2000 operaz.ion.i c~1ru rg1ch e (p er la m aggior parte di alta chirurg-1a) . D11rante I 'epid.emia influenzale s i è r esa ~~l ta11?-e11 te b e11 e111 erita > ospitando :fi110 a 300 in~ ér1111. I ..a sua opera è int era men.te o-ratu jta. f.~ tlirett a da t111 nostro con~aziÒ~ale - già ni;s1cl110 coll a boratore del Policli1iico - : il dottore Carlo_ Bru~1 ett~, ben :noto ecl apprezzato _n el 1nonc1o ch1r11rg 1co. Eg·Ii tiene alto il nome ed ri i lecoro clel.l'Italia nel Bras iJ.e. È coadiuvat o da 11n o scelto corpo clinico·, ostetrico e o-inecoloo-ico, co1nposto cli cloclici medici . <==> ~

CliIJica per balbuzienti a New York. _.\. Kevv York è st at a a perta una Clinica o-ratuita

per la cura ai tutte le alterazio11i della voc~ e della })arola . E ssa s i occu1Jerà della c11ra delle balbuzie i1clle su e molteplici e v a rie forme; curerà i denti e le ossa d ella n1ascella quando essi sono causa del Jifet t o c; eila p arola; curer à le malattie nervose e mentali q11and o so110 in causa o associate ai e- etti d ifet t i. \ ' i saranno anche classi serali.

La mortalità a New York. Ira toccato in q11est'an110 cifre straordinarian1C"11te ha~s(' , q11ali no_11 si erano mai ?.vute; per es. nella settuna11 ~ i crtrunat a il 26 111glio fu (riferita n' l 1111 ann o) <1 1 8.~ 7 (coutro 1 I .21 della setti1nana corri!·non,":c·11t0 i'el ' 191°) . •

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XXVI, I:'ASC. 44J

EMILIO FISCHER.

L'annunzio della morte d i Emilio Fischer ha desta~<? dapJ;>ertutto un profondo dolore, perchè non ve quasi paese del mondo che non abbia manclat? a lui discepoli, che dovevano imparare dal geniale e grande Maestro l'arte di indagare e d'inse~nare. e~ egli r~sterà sempre vivo nella memoria dei suoi discepoli per la sua straordinaria attività come esperimentatore, per il quale non esisteva i1essuna difficoltà. Le sue ricerche si distinguono dalle altre per l'importanza e per le difficoltà stesse. . ~ ... ~isc:h:er ~niziò le sue ?n~aginisu uno dei campi p1u 01fficil1 d t tutta la cb1m1ca, lo studio cioè della s_~ruttura e èell3: c?n~~urazione delle -yarie specie CJ t zu cchero e gli riusci dalla formalèe1de d i otte~e~e uno zucchero che possedesse la stessa compos1z1on~ dello zucchero d'uva, proj otto si11tetico ch 'egli èen?mii1ò ak~o~i. Tale. sintesi fu i~ punto di partenza dt m olteplici altre ricerche. Egli dimostrò come le specie di zucchero più ricche d i carbonio per deposito d i acido cianidrico possono essere comprese nel gruppo d i alr ei ~.,e dello zucchero e la ~ua sco12ert~ _ eh~ l~ fenilli ~raz~a alla presenza e ella sen e d 1c r at1 01 carbonio èa luogo a pro~ otti facilmente cristallizzabili rese straoro inariamente più facili le ricerche sugl'idrati di carbonio. D'importanza fon damentale fu l'applicazione del problema dell'atomo asimmetrico èel carbonio nel campo e~ ella chimica è el carbonio ~tesso, nè possono trascurarsi le ricerche del Fischer sui rapp orti dell'id ratò di carbonio con gli alcooli e gli acid~ . Gli studi sulla configurazione c: elle singole specie d i zucchero, e specialmen te è el glucoside, lo con d ussero all'idea dell'azione c: ei fermenti ancor a dt1bbi nella loro natura. Ilicche di applicazioni sono poi le ricerche e gli stu C:i di E. Fischer sullo scambio degli idrati d i carbonio. Senza i suoi stu d i sarebbero ancora completamente sconosciuti i processi cellulari più intimi, come la conoscenza dei fermenti. Assai complessa è l'importanza delle su e ricerche nel campo a.elle purine, come sono da ricordare le indagini sulle basi della piramidina e tutta una serie di alcaloidi, a noi fatti conoscere : la caffeina, la teocromina, la teofillina nei loro più int imi rapporti con la xan tina . 1\.lla nostra memoria sono an cora presenti le in1portantissime ricerche sul!' albumina: Fischer scoprì il m etodo di isolamento dell'acido mono aminico dall'unione dei pro:ìotti di scissione delle proteine. · Egli non si fermò soltanto allo studio de' pii\ int imi prodotti di separazione dell'albumina, ma volle indagare il modo per cui essi si raggruppano fra di loro. Con lo studio degli acidi aminici stabilì la loro configurazione. Le sue esp erienze n el campo chimico dell'albumina m eritano la massima importanza per la spiegazione delle trasf~r­ mazioni dell'albumina stessa in tutte le sue fasi e per la conoscenza èei rapporti di determinati ~cidi aminici con lo zucchero d'u va. E da queste ricerche :fisiologi e clinici hanno studiato poi, seguendo i suoi sistemi, le applicazioni sul ricambio cellulare: X egli ultimi anni il Fischer compì una serie d1 studi importantissimi sulla sostanza dei lich eni e su quella d el tannino ed il suo n ome è dappertutto noto per il veronale e la sajodina. · E 1nilio Fischer era di un'attività eccezion ale ed


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FASC.

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SEZIONE PUATJCA

il vuoto lasciato dalla sua morte è di giorno in giorno maggiormente risentito. Pare che nessuno possa sostituirlo. Preziosi sono stati i suoi studi ricchi, d'applicazioni nel, campo aella chimica, della fisiologia e della medicina. Per quanto grande per intelligenza egli era nella vita semplice e mojestissimo. Egli non viveva che per il lavoro e sapeva incul.c are nell'animo dei suoi discepoli e collaboratori la passione, ·l'entusiasmo per il layoro stesso e per gli st11di; non un momento di incertezza, non un dubbio od una difficoltà per lo scopo da raggiungere. Posse. deva ·anche nel più alto grado il senso cella critica e non cessava dalle continue e ripetute esperienze prima d'esser sicuro del risultato. Ottimista all'inizio di una ricerca, per cui non conosceva alcuna difficoltà, era poi critico sottile e severo del lavoro suo stesso. Il nome di Emilio Fischer è eternamente inciso nella scienza universale e la sua gloria è imperitura. D. D. C.

FRANCESCO

NISSL

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E morto a Lipsia Francesco Nissl. No11 soltanto la psichiatria ma la medicina intera perde con lui uno scienziato di rara genialità e di critica acutissima. Riconoscendo per il primo l'importanza delle alterazioni anatomiche e ella corteccia nelle malattie mentali, egli diede un indirizzo nuovo istologico e istipatologico allo studio di questa disciplina. Da Alzheimer fu chiamato il padre della patologia corticale. A lui si deve la colorazione al bleu ài toluidina, che gli dischiuse il segreto della struttura complicata delle cellule ganglionari e della nevroglia ecto dermale, la descrizione esatta e la classificazione delle differenti degenerazioni nervose, I 'importanza è elle alterazioni della glia accanto a quelle del tes~uto nervoso nella genesi dei differenti quadri morbosi. Partendo dall'idea che le turbe .Psichiche sono malattie cerebrali e che ogni psicosi deve avere un substrato an atomico, egli fece delle minuziosissime e coscienziosissime ricerche, arricchendo la anatomia patologica del sistema nervoso di importanti scoperte. ~egli ultimi anni egli si occupò quasi esclusivamente della localizzazione dei centri corticali e della loro struttura morfologica. Sua è pure la cauterizzazione esatta del talamo ottico e la conoscenza che gli strati interni è ella corteccia stanno in nesso più intimo col resto del cervello, che gli strati esterni. R. Pr.

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Nel 1906 conseguì brillanteme11te la libera docenza in Patologia speciale medica dimostrativa; la sua monografia sull'itterizia, molto lodata ed apprezzata per la completa e chiara trattazio11e del tema e per il contributo sperime11tale personale di alto valore scientifico e pratico, costituisce tutt'oggi un prezioso documento nel quale si pongono e si discutono i vari problemi sugli itteri, problemi che anche.. nel recente congresso di l\!ledicina interna furono trattati dai più valenti osservatori e ricercatori. Prese parte col grado t.i maggiore medico alla nostra grande Guerra per i primi due anni, permanenào sempre in zona di operazione come Radiologo di Corpo d'Armata, e vi rimase fino a quando la malattia laringea che minò la st1a esistenza non lo costrinse a sottoporsi ad un severo atto operativo. Di carattere buono e generoso, raro esempio di modestia, fu sempre amato ed altamente stimato dai colleghi e da quanti ebbero occasione di conoscerlo . ..l\.lla desolata famiglia giunga la parola del nostro più profondo cordoglio. ~f. XISSThf .

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Il r 7 settembre u . s.c in Xarni dove era medico· condotto dal 1903. morì qttasi improvvisan1ente. il dott. RINALDO RAINALDI, a 63 anni, mentre " la sua forte e robusta costituzione lasciavano sperare per lui ancora molti anni di vita. ~ato in Treia da nobile famiglia, compì gli studi in Roma, dove si laureò nel 1881. Fu assistente nell'ospedale di S. Spirito ed aiuto C:el prof~ lVIario Pa11izza 11ella R. Clinica l\!Iedica. Amante dello stuè io, s'interessò particolarmente alla neuropatologia, e publicò osservazio11i cliniche sull'isteria, ed u11 libro sulle localizzazioni cerebrali studiate in m1 caso òi ipnotismo (Foligno· 1891): altre sue pubblicazio11i «su di un aneurisma del tratto extra pericardico èell' aorta», «sulla libertà del perito giudiziario», alc11ne perizie su casi importanti, atte~tano la sua colt11ra ed il suo ingegno. Fu medico abile, coscienzioso, disinteressato : per· i malati fu l'amico e spesso il benefattore; coi col-. legltl sempre buono e generoso. Ebbe alto il sen-. timento c'el dovere, e della nobiltà della nostra professione ch'egli onorò con una vita intemerata ed operosa. Al fiero dolore per la morte del suo primogenito, capitano dei granatieri, caduto nel ro anno di guerra combattendo da valoroso sul Sabotino, cercò conforto unicamente nel lavoro e nell'aèempimento. scrupoloso èel suo dovere: supplì durante la guerra i colleghi ch'erano al fronte 1 non curante della fatica, degli · strapazzi, è ei pericoli professionali; nella pandemia d'inflt1enza e ello scorso anno, che fu grave a Xarni e nei paesi circostanti, si prodigò, Il giorno ro novembre è morto a Genova, in se- sen za risparmio, spesso privandosi C:el sonno e del guito a lunga ed incurabile malattia, il dr. prof. · riposo necessario: cosi affrettò la sua fine che DA~IO BOCCIARDO, nella giovane età di 44 avvenne per attacco cardiaco. anni. Grave fu il lutto della città è i Xarni per la sua. Laureatosi a Pisa i"~i continuò i st1oi studi presso perdita: solenni ed universali le attestazioni di la clinica medica diretta dal prof. Queirolo, rimpianto. . . . dedicandosi con particolare zelo alla terapia fisica Grave è il lutto m quanti ebl)ero l'onore c11 co . . applicata alla clinica. noscerlo e l'occasione cl i apprezzarlo. Cultore intelligente ed appassionato della eletSia onore alla sua memoria. · troterapia e della radiologia, insieme con diversi t"". ARCA.NGF.LI. lavori originali, pubblicò un trattato per medici e studenti di elettrologia e raggi Roentgen.


IL

[ :·\ ~NO

.POLIC~INICO

XX\71, FASC. 44}

Rassegna della stamp·a medica. .--l111 er. ] our1i . Med . S ciencesJ mar. RoSEKDL OO).I:

N uo,,i m étodi curativi d ell'avvelenatneuto da s ublima to. · - RUPERT e \VrLso~: L'emicra11ia . - MA NDLEllAU l\I : ì\ialattia di Gaucher i1n a dulti. ·B rit . ntfcd. ] oitr1i ., 29 m at. IIEAD: Malattia e di a• • g nosi. jonrn. d. Prat., 29 mar. CHAUFFARD: En1aturi a e tubercolosi. L a Pediat1'ia, apr. DI GIORGIO: Osteosclerosi congenite. j ourn . A. M. A., ì5 mar. GEIGER e PURDY: Distruzione delle zanzare nelle risaie. - BUNCE e a .: Lo streptococco emolitico nelle ferite <li guerra. Arch. d. Mal. du Coeur, feb. GALLI: Respirazione alternante e periojica; analogia col cuore altern ante . Rotlett. F edetaz . P.1ilitari ciechi , ecc., 28 feb. Cineplastiche meccaniche p er l' arto P EDRAZZOLI: • supen ore. T he Practitioner, apr. THOME: La diagnosi di debol~za miocaroica. - ScoTT: Lo stato d'a11sia. P resse M éd., 3 apr. BÉRARD e D UNET: Cura delle pleuriti pur11lente influenzali. - PAGNIEZ, V ALLERY, R ADOT e NASTI: Terapia profilattica e.i certe emicranie. · A nn. di Med. nav. e colon., gen. feb . PE rELLA : L e moieme vedute di clinica e terapia e.elle inalattie cardio-v ascolari. A Ych. of Radiol. ecc., mar. SPRIGGS : L'esame c~ ell' append ice vermiforme ai raggi X . Ch1r. Org. Mov im., feb. C.A.TTERINIO: Fratture d ella clavicola , - UFFREDUZZI e S ERAFINI: La resezione secondo Obalski nelle artriti purulente del t ars o. - CHIASSERINI : Trattamento seconcla rio d ei monconi di amputazione. - PUTTI: Organi di attacco p er protesi d a lavoro. . Biochiniica e Te·r apia s perim ., fe b. N ovr: Azion e fisiologica d ei lipoidi cerebrali. L'Osp. M agg., 28 feb. BONI: Le forme cliniche d ell' influenza. · Annali d' I~., 2 0 feb. P UNTONI: Le acque potabili nell'altipiano di Asiago . 1

Presse Méd ., 7 apr. LESNÉ, BRODI:\ e SAINT-GIRONS : Iniezioni intravenose•di plasma umano nell'influenza e in altri stati patologici. - LE\7ERI: I piccoli segni dell'aerofagia . Paris Méd., 5 apr- Numero sulla sifilide.

LB

molottis dsl cuors B dsi voSi Periodico mensile Fondato dal prof. FJLIBERTO MilRl!f\I della Il. Unirersità di Genova.

Sommario del N. 10 - Anno III (1° ottobre 1919). ~AVORI

ORIGINALI. - Di un nuovo fenomeno di sincronism o con rapporto da I : 2, fra i movimenti del respiro e del cuore ( Prof. Giovanni Galli). - Sull'esaurimento cardiaco ( Dott. Vin cen'o Fin occhiaro ). - La prognosi dei vizi valvolari del cuore nel periodo di eusistolia (Prof. I. Romanelli). RASSEGNE E RIVISTE. - I preparati oppiacei nelle malattie cardio-vascolari (Laubry e Esmein). - Un caso di endocardit e gonococcica (H. A. Benou ). - I/uso del digalen jn suppost e ( Morin ) . - Un caso di ferita del cuore da scheggia di bom b~ a mano con emopericardio bloccante. Intervento (M. !if auro ). Osservazione d'un caso di pericardite tubercolare (li!. H. Barbier). Contributo allo studio sull'ostacoJo che può offrir~ il perì· cardio al cammino dei proiettUi d'arma da fuoco. Constatazione radiologica (C. Gi1arini). - Equivoci di diagnosi nei vizi car diaci mitralici (A . lìerranini). - Proiettile pervenuto per ,·ia venosa e libera nel \'. D. del cuore (M. Ponzio). - Endocar dite infettiva secondaria dei cardiopatici (R. Lutenibacher). Un metodo per facilitare il giudizio sulla capacità dinam ic11 de l cuore (G . Galli ).

Abbonamento annuo: Italia L. 12 - Estero Fr. 18. Per gli associati al « Policliuico »: Italia L. 10 - Estero Fr. I5. Ogni fascicolo separato L. 2. I nostri signo1'i associati che desiderano ricevere al predetto prez20 di favore questa inte,-essantissima Riv'i sta, debbono 1'nviare relat1'vo vaglia direttame1ite al prof. ENRICO MORELLI - Via Sistina, 14 - Roma. N B. .~l ricevimento dell'importo d'abbonamento verranno immediatamente spediti i dieci fascicoli pubbHcati dal ge: na10

ad

01a.

lndice alfabetico peP inaterie. .\ aeu ris1na artero-·venoso clell 'i l ia~a .e$ter11a . . . . . . Pag. 1297 . \ 1Jpe11dice umana : funzioni . . . » 1305 .-\ n todepurazion e biolog·i ca dei ri fi11)) ] ,30Jti don1estici e s tradali . . Ch ir llrg·ia di g11erra : osser\razioni . 1300 )) l'orpo luteo : ricerch·e istologiche . r303 D iuretici declort1rant i . . 1304 r291 1~1np:ema : trattam e11to cl1irurgico . Febbre. m editerra tl'ea : casi cura ti con • vaccino . . )) 1299 Fisiologia : in segnan1enti dura11te la . . . . . . )) 130? g uerra . . . )) 1301 Gruppi san g uig 11i : contr.i buto . . . I odio : comportamento farm acologico )) J 302 cli a1cuni icomposti organici . . Ittero em at ogeno : r icerch e s p erimen))• 1 302 t a1i . . . . . . . . . . . l\Iastoidite . acuta : complicazioni me110 » r302 COlnlll1·1 • • • • • • ))

))

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R o mn, 1019

T ip. Xaz. Bertero di G. Guadngnini

& C.

P ag·. Medicina i 11 Italia . )) Ossaluria : disturbi vescicali cla )) Ost eopatie da fame . )) Pressione arter.iosa : note . )) Segno di Kiernig n el tifo . . . Sindrome di p seudoocclusione ~ ntesti)) n ale da litiasi ttretèrale . . Sindrome irritati·va di raclici spi11a:li, di orig•i ne traumatica : laminecto. . mia , guar1g1one . . . Spi_rocheta palliida : colorazio ne col )) . . · m etodo di Fontana . l Trotropina uel tra ttamento d.ella sifilide : cau sa d1 complicazioni , -esci» cali . . . · · adenoidi : eziologia , p roVeo-etazioni <::> filassi e trattame11to )) Xanto1na t 11berost1m . ))

))

J. .

Poz11,

resp.

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i 303 1 297

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Roma, 9 novembre 1919

Anno XXVI

Fase. 45

(PubòliMto il S4 runembre 1911) .

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fondato dai professori: GUIDO BACCELLI FRANCESCO DURANTE SEZIONE P.RA,.-rICA •

REDATTORE CAPO: PROF.

Vl1'rl'ORIO ASCOLI

SOMMARIO. Lavori originali : L. Siciliano : L'azione dell'atropina sulla pupilla a scopo diagnostico. Note e contributi: B. Coglievina : La terapia della febbre petecchiale. Medicina Sociale: F. De Napoli: Lue maternità eugenica e guerra in rapporto alla Politica San'itaria. ,

Sunti ~ Rassegne:..SEMEiç>TIC:A: R. Schmidt: I riflessi profondi nelle malattie cost1tuz1onali. - MEDICINA: Sézary: La m~nin gite latente dei s ifilitici. - CHIRURGIA: F. Masmonteti: l>elle rotture traumatiche dell'uretra. Osservazioni Cliniche : C. Solina : Tubercolosi primitiva del rene destro con ptosi. Nefrectomia. Strumenti e apparecchi nuovi: E. Pirondini: Un nuovo irrigatore verticale a doppia corrente. Commenti : G. Conforti : Sulla cura loca le della pustola matigna. · Appunti di Medicina Pratica: CASISTICfl: Encefalo mielite acuta. - Un caso di apoplessia traumatica tardiva. Disturbi dell'innervazione simpatica nell'arto superiore conDlri~i d.i prop~ietà riservati. ti• ess• sen1a citarne la fonte.

seguente alla concussione del midollo spinale. - TERAP1A: L'idiosincrasia per i medicamenti. - Avvelenamento da aspirina. - Posologia dell'emetina. - 11 timolo contro la tenia. - NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA: Il liquido cefalorachidiano nella spasmofilia infantile. - Contagiosità dei liquido cefalo-rachidiano, nella tabe, nella paralisi ptogressiva e nena sifilide cerebrale. - NOTE DI TECNICA: La diagnosi dei bacilli pseudo-difterici.

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Posia degli abbonati. Cenni bibliografici. Varia. Nella vita professionale : Cronaca del movimento profess ionale.

Rlspos'e a quesiti e a domande. Nomine, promozioni, onorificenze. Condotte e concorsl. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

È vie,ata la rif>rodustone tlet la•ori pubblicati nel POLIC,LINICO o la pubbl"•1ione dt sunti

LAVORI ORIGIN ALJ. L'azione dell'atropina sulla pupilla a seopo diagnostico per i1 dott. prof. LUIGI SICILIANO. L'in1piego dell'atropina come reattivo biologico è .g.ià largamente diffuso ne.Ila prati.ca c1inioa e comunemente ~frt1tta:t:o come mezzo per saggi1are lo stato di i1nnervazione del sistema a11tonomo. Dall'i11te11sità degli effett.i da essa esercitati s ull e varje funzioni organich e si desume il grado cli, 1naggiore o minore tonici·t à del vago e degli altri congegni nervosi che reagiscono in m odo 01no.logo. Dop,o .il cuore la pupilla è uno de~ reatti,-i più sensibili. Nello studiare gli effetti de11 'atrop.i11a introdotta nel circolo generale h a grande imporl.at1za la dose a doperata in r.el azio11e a1 pieso del corpo, perchè si tratta appt1nto cli , . . alt1tar.e la rnaggiore o mi11ore i n·t ensità della s11a azione . Questa consid.erazio11e h :i • special1e i1uporta11za poi se si v11ole te11er conto anche clel la tl11ra:ta deg·li effetti stessi ; e q11esto elen1e11to non de,-e e~sere trasc11rato, p erchè esso llipe11de dal g rado maggiore o n1inore di affinità che ~e te rminaz.io11i n ervose ha11110 p er 1

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l'alcaloide; e ciò forse in r.apporto collo stato di attività fu11zionale dei nervi rela.t.i,1i. Un m etodo molto semplice che n·o n ha nessuno degli .incon,. ..enienti c.1e1la sonuninistrazione clell 'atropina per via. i11ter11a: e che permette di super.are Je c.liffì.coltà st11ddette riferenit isi al dosagg·io, è q11ello tlelJa istillazione 1nella congiuntiva : 1'effetto cliretto sull'iride è massimo con closi piccolissime, e 11011 è neoessario q uindi tener conto de l peso ci!el corpo. Io credo t1tile richiamare l'a ttenzione s11 questo vecchio e semplicissimo metodo, da cui mi. p are che si p ossa110 trarre delle importanti conclusioni, qua11do gli effiett;i dell'atropina siano esaimina:ti e segt1iti regolarme11te per tutta l a c111rata cle11a s11a • az1ou e. Non faccio qui1 che accennare in \'la genera]~ ai dati principali d'osservazi'o ne, riserban~ domi di appJticar.e le dedttzioni a lla cli11ica e aspettando che altri se ne serva col lo stesso intento . . È co11veniente istillare 11na goccia di solttzioue di solfato di atropina all'r % i'l'l un solo occhio, 1asciando così l'altro occhio per controllo. ' Djrò subµito che ~n qualche caso anche la pupilla d.el lato opposto si modifica in modo (t) 1

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apprezzabile, ciò che probabiùmente è dovuto al- che ci permetta di apprezzare lo stato di inuer1'assorbimento per· 1e vie lacrimali di frazioni vazione ~el simpatico, come si fa roll'atropina minime dell'alcaloide, ma che in tutti i modi per il ,-ago. La prova coll'adrenalina non fa che presuppone ·u na eccessiva sensibilità dei nervi dimostrarci :ifl. grado di eccitabilità da questo irido-costrittori. sistema, condizione che è molto differente da1 Nel semplice fatto della dilatazioue pupillare grado <li imnervazione tonica. che segue all'istillazione di atropi na si possono L'altro elemento dii cui bisogna tener conto analizzare sepairatamente diversi e!en1enti, e è la durata dell'azione della atropina., che si cioè l'ampiezza massima raJggiunta dalla pttpi11a, può valutare dal numero dei giorni impiegati la differenza tra il lume pupillare prima e dopo prima che l'occhio ritorni in condizioni norl'1a tropinizzazione, la durata dell'effetto dell 'atro- maJli : siffatto periodo può andare da un minimo pina, c.ioè la rapidità con cui scompare l ~ di ladi 6 giorni .:fi.1110 ad o1trepa1ssare i 15 giorni . È tazione, l'andamento della curva che segna ]a da notare che, contrariamente a quanto si p oriduzione diel lume. ~ tevai prevedere, la maggiore durata dell'effetto Vediamo quali =risÙltati ci fornisce l'osserva- sulla pupilla coincide con una scarsa dilatazione, eseguita su persone di varie età. Z>ione di essa. Come ho g-ià accenrtJJaito m ma·CY..... ' b La mass.iJllla ampiezza che 1a pupilla raggi'orie :raipidirtà co11 cui scompaiono gli effetti delgiunge può superare gli 8 mm., mentre l'aul'at110pi1na deve oollegru·.si con Ullla maggime ii.n1niento del diametro pupillare rispetto allo stato t€insità di .iinnervaziione delle fi•hre..,c0istrJttrici, atiniz1a1e può raggiungere ii 6 mm. : non · semtraverso le quali ri.eoce a fiairsti .s;tradai più facilpre alla massima dilatazione assoluta corrisponmente e più presto l'i1npulso niervo.sio. E spesso de la massima n1odifìcazione del diamie tro pupilsi vooono coiincild.ere qu,eisti due elementi, ciloè lare, e"'ciò naturalmente è in rapporto c(jll 'ama_';a·pida scomparsa delJa dilata2ione e. fiOl11te efpiezza ch e ha la pupilla prima dell'istillazione; f.etto dJilatlatore de11'.aJtropiina.. . ma rpuò darsi che una pupilla ~i otica si dilaJti noNci ·gi.ol.1llii suc«:~essivi a11 'isti11azi0ill.e de11 'atirotevolnneute, pu:r seniZa ragg;iwngere la mas5lbna pina il m10dt0 dii comportarsi della pupilJla è • ampiezza a ssoluta. vario : ill:lJ tia1UJ11i caisi .) a di.min'l1Zione del SW> I due elementi devono essere valutati separa- èbiattnetro è già visdbile nelle .p rime 24 or:e e tamente, perchè possouo avere un diverso signi - contimua !!apidamentc :fìnio al r:i1tornio al 1ume ficato. Difatti la relat-iva modificazione del dianor.ma.le, sì iche la cwrva. costruita colle cifire metro presentato dalla pupilla ci permette di indi.canti il diametro pupillru-e si priesenta rapivalutare il grado di tonicità d.elle .fibre irido- damente e progressivamente discendente. In alcostrittrici, cioè la variazione dovuta a lla sop- tri casi invece nei primi, 2 o 3 giorni la dilatapressione dielJ.o stato di tolliÌca innervazione d~lle zione massima s~ mantiene .c on lllila notevole fibre del III paio; mentre invece per spiegare sta.b ilità e poi si• inizia il progressivo restrinla ragione per 1cui 1a dilatazione della pupilla gimento; :finalmente in altri casi la riduzdone raggiullbo-e il massimo :i.n alcuni casi ed in altri di ampiezza si fa mo.lto lentamente si110 dal · no, io credo che si debba invocare l'azione del principio. simpatico. Essendo lo stato dell'iride regolato In queste differenze bisog,n a anche tener conto dal rapporto tra l'inner~azione simpatica dila- della possibtilità che l'equilibrio ner1·oso a cu~ tatrice e quella dell'oculonìotor.e costrittrice , è è sottoposta l'iride ' arid da un giorno alil'alitro naturale che dopo 1'atro•p inizzazio.n e la pupilla nello stesso individuo; .e questa considerazione si presenterà di maggiore ampiezza nel caso in tog.Ji,e .al metodo in gran parte la possibilità di cui l'attività del simpatico è maggiore. E ciò in- essere controllata per mezzo di altri !11etodi eh~ dipendentemente da una azione eccitante dell'a- permettano dri. saggiare lo stato di innervazionetropina sul simpatico che non da tutti è ammes- dei due sistemi v~ago e simpatico. j a . . La differenza tra un caso e l'altro è abbaVolendo schematiz7.1are quainto è possibile Tistanza evrldente, potendo raggi u11gere oltre un promettersi da uno studio sistematiro dell'azione 111i1limebt.10, 1e t1011 credo iche ciò p·o ssa attri1bui.rsi dell'atropina su vari soggetti normali e patoad ie'rentt1ali differenze individuali di struttur:t logiiai, i resuJtati dovrebbero essere i seguenti : dell'1irid,e . Siochè noi potremmo in base a questo _ 1. Intensa innervazione irido-costrittrice e ragio11.a1111e11to apprezzare da una parte lo stato scaasa inlilervaziJQne simpa.titca: notevole a.u mentod'attività del sistema at1tonomo e da1l'altro quel- del diametro pupillare, ma senza che sia raglo del simpatko. giunto il grado massimo di dilatazione, breve Questo fatto a'rrebbe una note\ ole importa11- dt1rata dell'effetto e qu.i ndi rapida riduzione del zn, percbè noi manchiamo di un mezzo diretto lume; 1

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SEZIONE PRATICA

Intensa innervazione simpatica e scarsa dell'oou1cmrotore: ·g rad-0 mas.simo cli dilata7Àonle, lentezza nel ritornare aJle condizioni normali ; 3. Scarsa i111nervazione dci due siste·m i : piccola modificazione della puJ>ilJa e lunga durata dell 1azione; 4. Intensa iun·e1·vazione dei dtte sistemi : forte dilaitazionie, massima a n1piezza it.aggi11nta, rapida oessazio.ne dcll 'effietto. Ulteriori ricercl1e potra11no dare la confern!<1 di quesit e premesse. Intanto posso affermare per quanto riguarda 11'età dei pazienti cl1e nei soggetti molto vecch1 si ha ttna tendenza a scarse reazioni e ad una maggiore durata dell'effetto dell'atropi11 a ; ma tuttavia non sempre i111 modo molto spkcato. In ttn caso di tabe con miosi ho tr<)vato reazione scarsa e lunga durata, a indicare un distu1·bo cl.i inner·vazione dei due sistemi ; mentre in un altro caso le r eazioni furono normnli. L':ii111ten:sa lacttlm:a zione può ~Jlrettare la scon1parsa de1J 'effetto. Fire n ze, ottobre i 919. 2.

NOTE E CONTRIBUTI. La terapia della febbre petecchiale per il dott. BENVENUTO COGLIEVINA, specialista per le malattie i11terne e nervose, Trieste.

In base alle mie esperienze di curare la febbre petecchiale, esperienze fatte per quasi tre annj in terre russe e rufene, offro ora ai medici italiani questo breve studio sulla terapia del cosidetto «tifo degli accampamenti ». I. I miei primj esperimenti riguardanti la ct1ra clella febbre petecchiale li feci coll'esametilentetramina (ovvero urotropina) (1 e 2). Formula chimica: (C Hz) 6 N 4. Avendosi d imostrata l'esametilentetramina quale farmaco capace di dis infettare, causa la formaldeide (C H2 O) mettentesi in libertà nell'organismo, l'apparato nervoso centrale per mezzo del liquido cefalo-racl1idiano, l'apparecchio respiratorio e quello digere11te, ero convinto di ottenere con somma probabilità la sterilizzazione dell'organismo quasi nel senso della « therapia sterilisans magna » di Paolo Ehrlich (3), sommjnistrando al corpo umano dell'uro; tropina. Questa mia argomentazione si è fondata sui seguenti fatti di scienza: a) Nelle sue ricerche sperimentali S. I. Crowe

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(4) è riuscito a sterilizzare completamente la bile con 5 grammi di urotropina al giorno. b) Dalle pubblicazioni di Crowe risulta inoltre che già dopo Yz fino 1 ora è possibile di constatare questo farmaco rispettivamente la formaldeide nel liquido cefalo-rachidiano. e) Ge-orge H. Heitmuller (5) ed anche E. Zak (6) usarono l'urotropina con buon successo nella cura della bronchite acuta e cronica e della polmonite. d) Non meno efficace si dimostrò l'esametilentetramina quale disinfettante intestinale, secondo le esperienze fatte da Loebisch (7). Dalle premesse or ora esposte segue quale conclusione logica, che coll'esametilentetramina si potrebbe benissimo combattere i sintomi cardinali della febbre petecchiale e cioè: a) i perturbamenti nervosi e psichici (che furono di natura abbastanza grave nell'8o % dei casi accolti nella mia sezione); b) la bronchite (in 86 % degli ammalati osservai bronchite diffusa, nel r4 % polmonite); e) i dis~urbi intestinali; d) e con ciò naturalmente anche la tempe .. ratura febbrile. Ed ora riesaminando le mie veramente larghe esperienze coll'esametilentetramina nella cura della febbre petecchiale posso dichiararmi soddisfatto di questo antisettico oltremodo capace di proteggere l'organismo nella sua difesa contr~ i microbi causanti la febbre petecchiale. Già dopo due giorni di tale terapia gli ammalati presentavano un sorprendente miglioramento fisico e psichico. Dalle mie rispettive pubblicazini (8) che contengono diverse nosografie dettagliate con note diagnosticl1e e serologiche, risulta chiaramente l'efficacia dell'esametilentetramina. La dose giornaliera ascese da 5 gr. (nei primi due giorni) fino a 8-ro gr. di esametilentetramina (somministrata per bocca). Con tale dose non ebbi mai a constatare in centinaia di casi di febbre petecchiale nessun disturbo delle vie urinarie, fatta eccezione di un solo. ammalato, nel quale osservai un'ematuria effimera (accompagnata da lieve tenesmo vescicale). Per isfuggire a malintesi, sia quì accennato, che l'urina di ciascun ammalato di febbré petecchiale ' venne da me analizzata minuziosamente giorno . per giorno. Mi pare con ciò comprovata l'innocuità di tale farmaco ed è anche ora comprensibile l'agire di A. C. Bumham (9) per chi abbia avuto pari a me occasione di sperimentare l'esametilentetramina su centinaia di ammalati. Il Burnham dà a i suoi ammalati della sezione chirurgica giornalmente p~rfino da 12 a r 8 grammi di urotropina senza pro(3)


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POI~ICLINICO

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II. vocare irritazioni nè renali nè vescicali, ed egli è convinto che l'ematuria può venire evitata sommiQuale secondo metodo applicai nella cura della ,..., nistrando aglj. ammalati eventualmente quantità febbre petecchiale delle iniezio11i endovenose di abbon dantf".'"dialcali. W. Ct1ntz (10) volle veder argento colloidale. È indiscussa l'ottima influenza considerata l'u~otropina quale farmaco non del dell'arge11to colloidale sulle malattie infettive col tutto innocuo all' organismo umano avendone quale si fece con esito notoriamente buonissimo e()"li osservato in alcuni casi delle albuminurie e delle iniezioni nella piemia e nella setticemia (Kau d~lie ematurie causate dall'urotropina (dose in sch) (22), nel tifo a'idominale (Sebastiani) (23) , 2 4 ore: 3 grammi). 11ella peste e nel vaiuolo (contro qt1este ultime due Io rite11go che nei casi pubblicati da Cuntz malattie il Denman co11sidera l'Elettrargolo quale si trattava prob?.bilmente di idiosincrasia cagio- cc specifico n) (24), 11ella meni11gite cerebro-spinata da una singolare combinazione chimiconale epidemica (dal quale morbo sono riuscito a biologica del protoplasma (Meyer-Gottlieb) (11) salvare fra cinque casi tre per mezzo d i iniezio11i o derivante forse, come lo spiega G. Malacrida. s ubdurali di argento colloidale) (15 ), nel colera « da eventuali non rare condizioni patologiche (lVlariotti) (26), nel morbillo (Galli), (27), ecc. croniche degli emu11torii renali che pure non clanno Per farsi ttn'idea del meccanismo clell'azione anall'esame clinico ed uroscopico alcun indizio di sè, timorbosa clell'arge11to colloidale sono sorte pama che si inaspriscono bruscamente, e talora itL recchie ipotesi. « È stato rilevato l'affinità di commodo grave, quando l'organo viene attraversato binarsi con le tossine e con altri veleni, quel potere da sostanze anche modicamente irritanti )) (12) . cioè di assorbimento o ~l assunzione, che i metalli Poi feci anche delle prove coll'applicare (un suc- colloidali possiedono, grazie al loro straordinario cedaneo dell'esametilentetramina): una combi- sviluppo in superficie ». (Tappeiner- Piccinini) (28 ) . nazione cioè di acido salicilsulfonico coll'esame- Dalle indagini di Werner e \ r . Zubrzycki (29) ritilentetra:mina e che ven11e già di spesso usato sulta evidentemente che i metalli colloidali procontro pareccl1ie:,malattie 1nfetti, e (IVI. Weiss) vocano in generale nell'organismo u11 forte ai1mento (r3) . Formula chimica: 2 (C H 2 ) 6 N 4. SO 3 H . clell'indice opsonico ed aiutano con ciò l'organismo C 6 H 3 (OH ) CO O H. I.fa seconda componente. a vincere la lotta contro i microbi e quella contro cioè l'acido salicilsulfonico, panni moltiplicasse la loro tossine. Essendo già stato applicato diversi l'effetto dell'esametilentetramina secondo le mie anni fa dal Jaubert (30) l'argento colloidale e cioè osservazioni fatte in materia. Anche tale rimedio l~ Elettrargolo nella terapia della febbre petecchiale fu s0mministrato per bocca e cioè nella dose gior- feci delle prove col « Disparge11 n {31) che rapprenaliera di 8 grammj (14) . senta una soluzione di argento colloidale preparato Vedendo l 'efficacia di tale farmaco, .feci delle non per via elettrica ma bensì mediante processi iniezioni intram11scolari (10 eme. d'una soluzione chimici (Wischo) (32). al 4 %) . Osservando che in questa forma esso si QC1ni giorno praticai agli ammalati di febbre addjmostrò ancora più efficace ed incoraggiato dal- pete~chiale un'iniezione endovenosa di argento l'effetto realmente sorprendente di tali iniezioni colloidale (5 eme. d'una soluzione al 2 %) :fino alla provai le iniezioni endovenose (anche ro eme. cessazione della febbre vale a dire per circa 7-8 . . d'una soluzione al 4 %) . D'allora in poi lo usaf g1orn1. solta11to in quest'ultima forma ottenendo realL'effetto di tali iniezioni non fu sì sorprendente mente dei splendidi risultati. Generalmente ba- e non spiccava agli occhi come nelle mie espestarono 4- 5 iniezioni per v incere la malattia ri- rienze precedenti, con 1 11rotro pina econ .l'urotr. spettivamente per abbreviarla cosicchè. la ~ebbre salicilsulfonico. Ma nonostante questo mflusso non d11rò pi1ì 16 giorni, ma bensì 7 giorni (15). più lento l'aspetto degli ammalati si mutò in~ub­ La critica di qt1esto mio metodo di terapia della b iamente in senso favorevole . La durata pero del febbre lJetecchiale riuscì per la maggior parte fa- morbo non venne abbreviata come lo potei osservorevole: mentre F. I,e,ry (rQ.J 11on ne ebbe risl1l- vare facenclo delle iniezioni col <e Neo- exal )) . tati soddisfacenti. il 1nio metodo ve11ne applicato Le esperienze di F. Teichman11 (33) e quelle di con buon successo ecl anche consigliato da Tobeitz H . Topfer (3 ) fatte con u11 argento colloidal~, 4 , (17), 8oucek (18), ~ordt (19) . . preparate per v4'J. elettrica, confermarono le mie Qui vorrei, di parentesi, accennare ad alcu1t1 osservazioni intorno all'efficacia dell'argento colcasi di malaria cli tipo terzanario che comporta- loidale verificatasi come i11 tante altre malattie ronsi del tutto refrattari alla cura della chinina e infettive così anche nella cura della febbre petecche poi furono guariti per mezzo di ~~ezioni :i1- chiale. • clove11ose di esametilentetramina salic1lsulforuca. III. Questi risultati coincidono del resto colle esperienze It1 :fine di questo breve studio vorrei aggiun~ere fatte da Plaschkes e Benkovic (21) che curarono ancora alcune parole riguardanti l'idroterapia e pa r echi casi di malaria coll'urotropina. 1

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SEZIONE PRATICA

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l'uso di tonici nella cura della febbre petecchiale. (r6).. · F: LEVY. << ;M:iinch. med.. Woche11schrift », _.\..pplicando l'uno come l'altro farmaco potei · 1915, n. 16. · (17). TOBEITZ. « vViener klin. Wochenschrift », prescli1dere da altre disposizioni terap~utiche; i915, n. 2ò. solamente quando vidi sorpassare la febbre i 400, (18) . SOUCEK. << Wiener µied. Wochenschrift », feci fare degli impacchi freddi alla Priesnitz . 1915,. n·. 20 . In riguardo all'applicazione d i tonici vorrei ri(19). NoRDT. Congresso medico a \ 1arsavia nel 1916. levare particolarmente la seguente osservazione: (20). B. CoG~IEVINA. « Therapie der Gegendurante la cura dei tanti casi di febbre petecchiale, wart », 19 18 (giugno). non ho fatto mai uso nè di digitale nè di altri car(21 ) . PL.:-\.SCHKES-BENKOVIC. cc Wiener klin. Wodiostenici, neanche in casi complicati con poltnochenschrift », 1916, n. 47. (22) . KAuscn, « Deutsche med. Wochenschrift », nite. 1912, n. 35 . Questo mio nlodo terapeutico contrasta eviclen(23). SEBASTIANI. « La clinica medica italiana », temente coll'usuale cura della febbre petecchiale, 1910 (giugno) . che consiste solamente nell' a1)plicazione di antipi(24) . DENMAN. « British Medica! Journal », 1914, 1. retici e card ioste11ici. (25) . B. COGLIEVINA.. << Wiener klin. Wochen·per spiegarsi i buoni ris11ltati d a 111.e ottenuti schrift », 1916, n. 36. tanto coll'esametile11.tetramina e surrogati quanto (26). MARIOTTI. « Riforma medica », 1911, n. 46. coll'argento colloidale ai1che se11za l'uso è.ei tonici (27). GALLI. cc Gazzetta d egli ospedali e delle cliniche », 1913, n. 14. · basta rièordare le esp erienze fatte d a H . Heit (28) . TAPPEINER- PICCININI. (( Materia medica e muller (5) e da E. Zak '(6) coll'esam etilentetra farmacoterapia », r9r5. mina ed a quelle d i A . Xetter (3 5) e d i G. Grund (29) . WERNER, V. ZUBRZYCKI. (( Mii11ch. med. (35) fatte coll' argento colloid ale . Questi ebbero Wochenschrift », I9I 3, n. II. (30). }AUBER'r. Société de médicine militaire occasione di applicare i sudd et ti rimeà i non sola1909, n. lI-12. , . 111ente n ella b ron chite, m a an che 11ella pol111.011ite francaise, (3 I). B. COGLIEV!l'T1\.. cc Deutsche m ed .. Wochene q11asi sempte con ottimo su ccesso . schrift >i, 1916, n. 27. (32). W1scno. cc Pharmaceutische Post >i , I9I6. (33). F. TEICIIM.ANN. « Deutsche medizin. Wo- • * ** chenschrift », 1916, 11. 41 . Tra lascio per ora d i p arlare sui d iversi altri me(34). H . ToPFER. cc Deutsche med. Wochentodi di terapia nella febbre p etecchiale (sierote- schrift >i, 1916, n. 45. (35). A. NE'rTER. cc Presse médica.le i>, 1913, rapia, elioterapia, ecc.) riferendomi ad una mia rispet~~!a pubblicazione fatta circa on att10 anni n. (~6) . G ..- GRUND. cc Zentralblatt fiir inner Medior sono (37) . zin », I g r 3 , n . 4 7 . (37) . B. COGLIBVINA, « lVIediz. Klinik >>, 1915, AUTORI;&.CITATI. n. 49· (1). B. COGL!EVINA. « Miinch. med. Wochenschrift », 1915, n. 12. (2). B. COGLIEVINA. « Reichs-lVIedizinal-Anzeiger », 1915, n. 19. (3). P. Emu:,rcn. « Beitrage zur experim. Pathologie u. Chemotherapie », 1909, (4). S. J. CROWE. « The J ohns Hopkins Hosp. Bull. », 1918 e 1909 (aprile). (5) . G. H . HErT~LER. « J ourn. of Am. Med. Assoe . », l 9 J 2, n . 5 . (6). E. ZAK. « Wiener k.lin. Wochenschrift », 1912, n. 4 . .. ('7). r~oEBISCH. ({ V\Tie11et mecl. Presse n, 1901, n. 27-28. (8). B . COGLIEVINA. cc Wiener med. Wochens chrift », 1919 (in corso di stampa). (9). A. C. BURNHAM. «Medica! Record», 1913. (10). W. CUNTZ. « Miinch. mecl. Wochenschrift n, 1913, n. 30. ( l l) . MEYER-GOTTLIEB. « Experimentelle Pharmakologie », 191 l. (12). G. MA.LACRIDA.L'arte di prescrivere e di applicare i rimedi. 1909 . (13). 1\1. WEISS. « Mediz. Klinik », 1914, n . 42. (14) . B.. COGLIEVINA. cc Mediz . Klinik n, 1917,

n,

I.

(15). B . COGLIE\7INA. (( Riedel Archiv. », 1917, Il.

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IL POLICLINICO

l.\::ISDIOIN:A

SOOIALE.

Lue, maternità, .eugeniea e guerra in rapporto alla Politica Sanitaria. _ La 1g uerra, ch e in più di quattro anni ha reciso milioni di vite umane, ha richiamato brusca111ent·e l 'attenzion.e dei Governi s u alcune questioni sanitarie, ch1e rappresentano problemi, po: litici e biologici insieme, perchè rigt1a·rclaino il benessere e l'avvenire dei1 popoli. Perciò maii come durante e dopo questo immane conflitto è stata lnrvooat!a J 'operia utna!nitao:ia dell~ Me<llicina ; non solo dove la bella mor.te per la Patria ha falciato tante promettenti esistenze, ma anche dove, lungi dai campi d"f battaglia, la salute e l'avvenire dei popoli sono stati - e sono tuttora - insidiati da terribili morbi. Un cosi vasto e gmv1e ~om·pito sanitario ·p er la tutela delle .g enti, miilllaociate .n ei11 '1e siste·n za e ne.11 'a:vveuire, rè · 61k11to i mposto da qu·e st a gu~rra 111ng·a e, quanto aJtra mai, micidia l·e. Difende re i valori umani da essa risparmiati ecl assicurare una buona discende11za è opera • de:1~.a l\!Ledioitna, del.lia ,quale le tra.g ic·h e vicende ùella .conflagrazion·e mdndiale hanno p ermesso di fare una più profonda vailutazione, imponendole quasi u·n nuovo indirizzo tutt'affatto social e. Nè per lo passato, furono mai affrontati e risoluti problemi oosì gravii .e vitald. G1terra, f.a·nic, ie peste ( epide rnie) formarono il lugubre corteo, c~e p ercorse l'e te rre martoriate dall'ira e dal1l'od10 degli uomin,i . In·v ece durante questa gt1erra, alla qu.a.le la scienza ha daito tutto il suo concorso (.ahimè! tanto spesso inumamo o crimino.so. adcli11i:t:tura !) la Medicina, fedele alla stta missione filantropica, h:a prodigato con amore qttanto ave\1,a conquistato nel corso dei secoli per soccorret~e il ge11er e umamo. Ed è riuscita non solo ad arginare la n1orte sui campi di ba ttaglia ma a trionfare su .alcune fie re epidemie, risparmiando così alle popolazioni civili gli 'O rrori e l a desolazione, che iaiccom p~g111ia.11ono e segui tio,no Je ipassate guerre. Questa difesa sanitaria, che g·li alleati hauno dovuto in O'ran 1parte, improvvisare, era st at a però ;rodit~riamente preparat~ ~ai tedescl11, c he con friedda ·e bieca premed1ltazione avevan.) t 11.t to allestito, co11 la ijoro tra diziiona1e meticolosità, p er ag·gredi11e, più che l'E1.1ropa, i.l l\tf (i11· do, ,i·n pi eno e si11cero, fer,1ore cli pace. E ssi,. a'reva110 fabbricato di nascosto - orde11do 11 pttt infa111c trad i111e11to - i 420, i gas asfissia nti ed i superca11no11i, così a,-e, ·a no pre~arato, anche sotto il p1111to di vista sanitario, 11 terreno des1g-n . a t o q11ale teatro della tragedia lungamente 1

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con:;

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premeditata : l'Alsazia e la Lorena. E vi ave, van o costruito - mascherandole abilmente - le piazzole per l'artiglieria, come ne avevano allontanati1 i portatori di -germi tifogeni ! E non basta: per inoi alleati c'è voluto il protrarsi delil a guerra per eccitare u11 benefico ris veglio nella lotta contro la tuberc.olosi, mentre in Germania tutto era pr-011to anche per la diifresa conrhro questo fLag·ello, •ch e la g·uerir.a ha esaltato. Le seguenti cif.re convincano: all'inizilO delle ostilità la Germania .aveva 1500 sanatoci; la F1~a:ncia ll•e a'1e1Ta r2 ! E per Ja stessa Francia è occorsa la insi stente e tenace spjnta dei medici, apostolo il L·a ndouzy, percbè - dopo be,n 12 mesi cli guerra e quando erano g·ià oeptomila i militari riformati per tubercolosi - si costit11isse 1'u1iion sacrée contro il terribi.l e morbo. ?\è dico delle altre n azioni, dove si sono ripetuti gli stessi fa,tti, tanto che oggi si può far-e una affermazione - la qua.le ha del paradossale -· che cioè dalla guerra, che ·ha. 1·eciso un amm~ ll1lJlllero di vite, è derivato Ulll rm.a.g o-ior rispetto 1al1a vita umana ed una più vigile ~ura per la difesa di essa, mercè glii sforzi che si sono fatti e si vanno f.a cendo contro una de11e malattie più micidiali, la tubercolosi. E siano lodi ai governi ed ai privati. che hainno ingaggiat© questa lotta per p:otegge:..e le popolaz~IO!lli minaccia.te ! Ma. npeto 1C10 che· ho detto ailtre volte, prima e durante questa guerra e che mai mi stancherò di ripetere (1) : p~chè mai. non si opp·o ne u•n a diifesa altrettanto enero-ica e 'Volenterosa contro un male ben più ruefasto della tubercolosi? Perchè non si vuol comba.ttwe, aon la Sitessa .forza e ci011 Ja 1st~. fecJ:e, la lue della quale si' potrebbe aver rag1'0ne p iù ' . facilmente che non della tubercolosi ? L:a Società, .di ogni epoca, non ha vo~uto mai opporre élllla sifilide, la difesa c~e la sct~nza ha apprestato nel campo della terapia, c~1:11e :in ~u~~­ lo dellai profilassi. E se sono lontaru 1 tempi, Jn cui i sifilitici venivano segregati1 nelle foreste in preda al male tremendo - che era venut_o clall ' _t\ merica, di recente scoperta, e contro 11

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cc

(r) Eredo-sifilide tardi'Va e servizio 11iilitare. Giornale di med. mil . », r9r~. . . .

La di/esa sociale cont·ro la sifil1d~ i:n rappo1 to alla profilassi ed al~- cit;a della sifil~d ~ e .del~ eredo-sifilide 11ei rnilitar1.. VII Co11g1 esso 1nte1 r1azion. di mecl. Rema , 1912. . Deruiosifilog·rafia di ,g-uerra e sua 11npo:tanzct niilitare e sociale. <e Giornale dellre :1' raJatt1e veneree e della pe11e », fase. III, I\~ e \ .. , 19r 7. Per l'avvenire della nostra stirpe. cc Resto del Cairl~no », Bologna, 1° 1narzo 1~18: J_,a difesa sociale co1i~ro la stfi!1de e le malattie 'Veneree. C01nmiss1one per 11 dopo g11erra. « Bullet. Scienze Mediche », Bologna, 1919.

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SJ$ZION!t PRATICA

quale n on si sapeva ·fare di meglio c·h e innalzare preghiere a Dio, flagel1latore del protervo genere umano - se sono lontani quei tempi., oo·b gi non sii fa tutto quello che è in nostro potere per cancellare quel vergognoso ricordo, che no·n trova più scuse ·n ella mancanza della terapia. La quale, sp ecie nel primo d.eoon11io di qu.esto secolo, ha fatto passi da gigante; ma i1on è st ata, pur.troppo, seguìta cla.11 'appl.icazione <le'~le nor. mie di profilassi, dalle quali solamente si può sperare una vera bonifica uman1a dalla sifiltide. E bisogna ric-011osoer.e, · purtroppo, che nella lotta contro siffatto morbo, iil cuore non ha saputo seguire il oervello umano ! Perchè mai avviene ciò ? In·n anzi tutto per la comUJne apatia che si ostina a far considerare sotto il ristretto punto di vista inc1ividuale una .,_ malattia, che è essenzialmente un pericolo sociale. L a collettività è poco difesa e meno ancora educata . L'educazione del popolo è deficiente o addirittura nulla, perchè è impastata di pregiudizi ·e di falso pudore, che circondano di mistero tutte le questioni s·e ssuali e quindi a. f ort;ori, l'igiene e la p atologia degli organi della genetaz,ione. Poi per chè la · lue favorisce mirabilmente questa tendenza della Società: ef'sa ha come principale caratteristica quella di potersi nasco·ndere quasi in tutto .il suo lung·o decorso. Il suo inizio, che pttò rimanere talora sconosciuto allo s tesso m.a la to, sp esso è suscettibile d1 rapido migliora mento con cure faci•l i ed indolori, le quali possono essete praticate di '>iascosto senza che l'infermo modirfichi le sue abitudi'lli di vita. L'ulteriore decorso è accompagnato per 110 più da] pieno benessere fisico e qt1a•ndo - qttasi sempre per ma·n canza di cure e per c-01nplicazioni - sopravviene la .mor~, questa non viene riconosciuta che raramente qu:ale epilogo detlla ttraig€!dia , cl1e .la s1irfilide ha iniziato. Essa av·viene per solito d.o po mol:ti aJnni, talora dopo un lungo periodo di l ~tenza che può perfino m·e ntire. la più perfetta salute, e per lesioni multiformi, con manifestàzi0111i comunà. ad .alrtre lllJala.ittie, sobt() le qua.li la J1Ue si 1iasconde a meraviglia , t~1o'fa iaJnche agli oocbii dei mooii1c i ! Gi.u:stamenbe ~a pa.10i. Murri, inell'auguirarsi che la lotta contro questo morbo venga dntensifìcata, mi diceva un giorno : «Se si potessero svelare ci. 'llumerosi casi ed i danni diella sifilide - non quelli che vedono loro specialisti, ma quelli che vediamo 1noi c1'inici medici sotto le forme ipiù svariate di lesioni organiche, specie del sistema nervoso e dello apparecchio cardio-vascolare - quanto non sarebbe maggiore . 1'en,ergia nel combatterla! ». Qttesta v erità enunciata dal grande medico e confermata da ill u1

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tstri ainatomo pa.toliotgi 1dov,riebb.e- rendea·e it utti preoccupati e solleciti per la difesa de l-la uma:rrità co1ntrio una infez,-iton1e, iehe le ,rice11ich,e s.cientifìcl1e vanno oginii giorno riconoscendo quale v.era dominatr,i1oe nel campo della patola:gia ! l>urtroppo p erò 1'andamento subdolo della sifilide è favorito in modo verameinte pernicioso daiLl,a nostra ·eduieazi10ine . che, comie -h o 1detto, ciirconda del più dannoso mistero e dichiara vergognosa e segr1e ta og·.ni qu.e stione di igiene e èLi patologia sessuale. Essa induce perciò il sifilitico ad occul~axe 1'1 suo male, a trascurarne ;ia, cura, a ;non rifuggire dalla 'menzog11a anamnestica (.li fron:te al medico e p èrfino a c10mmetterie 1111 -v~ero det1itto contro sè stesso e contro la Società, quale è quello del matrimonio in periodo cli contagiosità di ttn male, che ha la funesta prerogativa di immiserire fisicame nte e moralmente }e famigli e, quando non ne tronea addirJtiura la discendenza ! Il medioo poi, seçondo Je vigenti disposizioni d~ leg.gie, è costretto a cu.r are di 'nascosto, a mentire, occorrendo, d'accordo co.l sifilitico; ed a divenire in ta1'e modo un alJleato del malato e del male. Spesso 1eg·li .n on è chiamato se .n on quando la minaccia della Sli.filide è graive; quando qualche funzione è già lesa, quando una .energia è fiaccata, qua11do la luce di una . intelligenza è presso a spegnersi o la discendenza d.i una famiglila è minacciata o compt~omessa . E 1'opera sua arni va talor.a in itempo ad arginare il maile, in .c asi tanto gravi! E da ciò la Soci·e tà trae motivo p.e r non teniere abbastanza e per ·n on combattere ad oltranza la 1u,e, che una cura veramente miracolosa riesce quasi sempre a domare? Ma può ,b astare questo beneficio, che si Wimita agli individtti, .ad acquietare le coscienze dei gov·e rnanti? Quaù.i· mezzii vengono impiegati, quali provvidenze veramente energiche vengono apprestate ed. i niposte per colmare i vuoti che la sifilide ogni giorno, all'insaputa del pubbi!lco, va creando ? Qual[ leggi sono state emanate per ~mpedire il matrimonio dei sifilitici in p eriodo di trasmissi·b iJità? (r) . Quamti, in questo periodo postbellico, così propizio alla nu1

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(I) La Seztione

per l 'ig.i!ene sociale (XXIV) della Commissione p-er il1 dopo guerra, dietro mia proposta, nellta seduta del 27 gennalio c. a., fra altre determinazioni riig ttardanti la difesa soc iale d-a lle malattie veneree e dalll;a, sifilide, ha formulato il seguei1te voto: « ...• che sia sancito ~l princi pilO del certificato medico prematrimoniale, ché nei riguardi della si:fi11 ide sarà più facilmente accettabile in qua.n to dovrà imporsi ie sclusivamente al futuro sposo, 111ella quasi totalità dei casi responsabil~ dei . contagi coniugali >>. « Bulllettino delle Scienze medi1c-h e » , Bologna,, 1919. ( ~)


IL POLICLINICO

zialità, non d aranno ag1i imenei il s ugg.el:o dé•lla sifilide? Qua11ti 11on a vr.a1111u,o già tecon(lato le 10 ro don1ne, ren1d en-closi colpe'\1,o li di 11.ua «procreatio1i coupable », come ha de:fi. nito i·l F ournier la genera:zione dei sifilitici n el pe.riodo di maggior,e contagiosità? Qual.e Stato ha provve (Ì.uto acl imped111re .t.ai1e misfatto, se 11011 per ailtro, per una considerazione di ii1dole demografica ? ~essuno degli Stati più ci\1.ili e più e \-olt1ti; 111eu1tre - v.edii ir1011ia ! - ii11 a l.e:uu•i Stati : \mieric.ani, non aerto fra i primi nella scala dei p oP'Oli civiili, come j1 l\1ich~ng,a1n, ,ess.te il di vieto al matrimonio per gli alie·n,ati, per i Lubercolotici e per i. sifilitici; e 11el Dalcota la leg·g.e prescri\re •l a \risita med.ica « ai cand·idati al niatri1

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11io1iio !

».

L a Società attende forse che la tragedia, resa più tremenda dalla. maggiore diffusione della ltte dopo questa grandei gt1erra, sìa nel s uo pieno svil.u ppo per in1porr,e contro la sifilide provvedimenti energici come quel·l i che va adottaindo contro la tuberoolos.i ? E dire che sifilide e tubercolosi sono così s pesso alleate che la campagna antisifili tica aiute1~ebbe non poco quella antjtubercol.are . « La titbercolosi cani11ii1ia so-

spinta dalla z,u e, dalla 1nalaria, dalle 11iolteplici nialattie professio1iali ... » ha. scritto .l'A11ile (1) . Ciò è ve1-io ed è risaputo. Perchè dunque no1i si 'V'u,ole fare t111a sola grande lotta contro ri drue 1naìi così ·ll!efasti al genere umano, specialmente 1o ra cl1e la più micièLiale fra l,e gu.er1«e, ha fal~iato Stti cat111)i di battag·lia la parte mi gliore di nostra gente, 1mmolatasi per il trionfo della Ci\·i·1 tà ie del.l~a Patria? Com e potrà affermarsi la ivitbo11ia, .otte11n.ita a prezZJo <li tainto iSlang ue, se essa non sarà seguita dal trionfo nel campo, incr11ento, ma non meno .a rcluo, d1elle arti dtlle sc.i,enze , delle industrie e dei commerci, che 11a111110 bisogno di vigore fisi1co e di energie intellettuaici. e morali ? _Jè dimentich.i.amo 1che questa, g uerra non è solo guerra di pti11cirpii e di aspirazioni, 11ia è lotta di razze. Questo concetto. ch e ho ·e spvesso ne l I917 (2) ripeto anche oggi , affermando la 11ecessità d.i ripopolare e di r.i popolare bene - elimi11ando tutte le cause di inquina1u1e11to della nostra stirpe, fra 1e q11ali l)t1meg-gia la 111e -- se , -oglii.an10 cog..liere i fn:ut1i della n.osit.r a vittoria. Bisognerà, co1ne 110 detto, ripopolare per riparare le ·perdi.te cl1e la g11erra ha prodotto e per conser,·are a 11 a nostra razza ] a s11a purezza e la stta i1ntegrità, i)er ('W i•n ·og.ni ·epoc.a es.sa ha a\·11to Ì!ll t,ttel primato, ~n'\rano conteso att1 ra,·erso 1

F. DE NAPOLI. Derniosifilo!?;rafia di guerra e sua i111porta11za. 111ili·tnre e sociale . (J . c .). (2) J\>;ILE _t\NTONI~O. « Rifor111a l\1edica » , 1918. ( 1)

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i s!ecoli a1l geutil sangue latino. E •le perclit\2 : >1ono state gra ,.i per .uoi ita]iarti specidl•mc11,te cl1e a1bbi.:i1110 g·e11erosa1n1e11te dato tt1tte 1e u iostre ~o­ s ta11ze . ecl il migliore sangue nostro: perdite dirette per l'olocausto di 500 mila gioyaini e pron1ettenti esist enze stti campi di battag~ia delL1 t erra, del mare e del cielo, e perd1te i.i1dirette per la climi11u zio 11e dei matrimo11i ie delle n ascite e per 1'a11mento della mortalità non solo dei bambini (tnortalità per svar.iate cat1se dipE.11denti d al la g uerra) , 1na ai1che di donne e di u-0111i1n.i, .n el iì.ore <leg1ri ,ainni e nella pienerL.za (lel vigore , per l 'imper\,e r.sare cl.e11a fiera i)a111d.en1 i a di iriflue1iza, .a lla icui d.i:ffusione certa111ente no11 è stata estranea la guerra stessa. Dobbiamo perciò proteggere ai11cor più la ·nwternità. Essa, mi11ata attraverso i secoli s~pra­ tutto dalla sifilide, ha avuto durante questa g·uerra un altro grande n emico nel la'V01'0 delle do1111c ·nelle officin,c imposto dalle necessità b e·l Licl1,e. Una facile inchiesta riescirebbe a din10strare che è n1olto din1inuito il 11umero dei nati da·l1e n11merose donne, cl1e per tanti mesi hanno .a limentato le offici11e ed i oantieri operai e che pri111a auj1Tta"\'a110 1in gran parte ile campa gne ed i \rillaggj•, decli te al~e cure della fami•g1lia e del1la pr·o le . Re11.è Bazin ha pubblicato, a tailie proposi•t o, nell'Echo de Paris u11a interessante lettera di ttn ii11dt1str.i ale, il quale fra le altre cos:e ha detto: «Fa pietà 'Vedere uouz,ini gra'Vi discutere prog·etti di protezione della niaternità 1

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per le operaie delle officine. Non hanno 11iai 'Visto 1iè· offici1ie nè città op,e raie? Coloro che 'Vic.101io i1i _q1./Jeste officine ed i1i queste città no·n esita110 a dichiararlo: esse sono delle di'Voratrici di uonii1ii ». E soggiunge: « Credere che co11 sale di allatta11iento ed altri cataplas 11ii per ga 111be di l~g·no si riniedii allo spopolaniento, sig,1iifica illitdersi. Esiste fra qiteste parole - 1naternità = opera.ia di offici1ia - tale contrasto che no1i si p1tò a 11ie1io di sorridere 1iel consider.1re i 111 ezzi proposti... ( r) » . Ed iJ Vlicair elli in. tut10 studio molto coscienzioso, eseguito 11egli stabilim1ent.i i11dustriali de11a provincia di Torino, h a inoltre 1ilt1evato 1111 elemento d emografico, di grande importanro p er la profilassi sociale, 11el decadi111e11to fisico « fi110 della 11ascita » dei figli delle classi la\•oratrici. Q11ane terreno fa,·or.e'\"ole 11011 h anno poi tro, ato la tubercolosi e la sifil~de 11egli ·o pifìo1i' e neli1e caserme, eh.e haiuno reek1ita to l.a paJrte dclla popolazi 011e più gtim,.ain:e, più florida e quindi più atta alla procreazione? La dimi11uzione della popo~iazione in ailcuru 1

(1) Riferito dalla « ìVIediicina Internazio11ale »

del 31 dice111bre 1917: La do1111.a 1ielle officine, del dott. lVIor~I~~RY di Ba.règes.


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SEZIOl':E l'RATICA

paesi, prima della gra·nde guerra era già note.v ole per la tendenza a non avrere figli o ad .averne pochi1• La Franci'a, l 'Inghi1terra e la G.ermainia se ne mostravano preoocupate e Roosevelt, l'ex presidente degli Stati Uniti·, sette anni fa espresse la. sua riprovazione ed il suo sdegno (Miner'Va, 1° aprile 1912, pag. 298) e ricordò che i principali doveri de ll'uomo e della donna .sono quell1r verso ila famigLia, mailediJOendo coloro che « per evitare responsabilità e per godere

il Lusso e Le comodità si sottraggono al più grande obbligo di ogni cittadino, che è La perpetua.zione della razza ». La piaga sociale è ogg~ aumentata per effetto .della guerra: pr.ima erano il .neomalthusian·i.smo, :la soppressione e la restrizione del1e gravidanze, l'aborto provocato e perfino la castra~ zione delle donne i mezzi drelittuosi, che iin con.comiflanza di stati1 morbosi - in gran par.te di -0rigine lUJetica, blenorragica o tubercolare funzionali od organici dell'appr3-l"e~hio generatore, creavano un'ali1armante diminuzione delle nascité. Oria, ii.n conseguenza della guerl1a stermriruatrice, hatllDJO concor.s o allo spopolamento m Jonta.nanza di1 tanti uomini g.iovani e validi, J 'abnorme stato fisico e morale dei genitori, e .- sopratutto - l'ieswltazione della 1lue, che si è verificata durante e dopo tutte le guerre, e che - riinsidiosa, per.chè ignorata se non trascurata .addirittura - va diradando le file dei combat.tenti per ù'avvenicre civile dei popoli. La Germ1a nia, che tanto spietatamente ha voJuto la spaventevol;e ecatombe senza esempio ne11a stor.ia, e che cinicamente ha sacrifica·t o, per dl trionfo del mili taristho prussiano, le sue ·1egioni iln masse compatte, si è mostrata, durante 1a guerra, molto preoccupata deùila que- . :sti1one della popolazione. E 1don manitfesti, diffusi' dapertutto e raffigurain.ti una. madre tedesca con un bambino fra le braccia, ha cercato, in nome dell'« A 'V'Venire della Germania» se.gnato ai piedi delila figura, di inCUJlcare lia protezione dei bambini. Mientre, d'altra parte, sem·pre per l'dlnicremento deU·a popolazione, ha, 1>iù che tollerato, incoraggiato le unioni libere e lia poligamia, cad onta delle vantate virtù domtesti. ch1e e della 1eleva1Jez'lJa moraJ1e 1teut<>nicai. ~rò non ha mai perduto di v.istla la vera e grande ne mica della maternità re dell'avvenire dei popoli, ùa [ue, che fin dai primi giorni di guerra fu combattuta. insieme con le altre malattie ve·neree. E perchè noi non cii decidiamo a combattere a fondo, ial~o .in questo dopo g·uerra, la più tenace e la più pericolosa nemica del genere umano, che insidia i111 tutti i modi 1a m:ateirnità, 2

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sia con la steriùtità, ~ soffocandone i1 teneri germi, quando d.n iessi appena comincia a pUJ1sat1e la vita? Anche piu incombe oggi questo , dovrere dOntro un n·e mico, che - a di:ffier.e nza della guerra - ,p erseguita le sue vittime attravierso le generaztoni, imprimendo nel.Le razze i·n delebili stimmate di decadimento fisico, iintellettuale e moraile. P.iù che maj ora bisogneriebbe cere.aire di elim1'narte tutte le cause di diegeneriazione della nostra stiirpe: e fra queste la sd:fi.lide è certamente la più nefasta. Ed io penso che, per quanto discutibili, dovrebbero essere tenuti prese11ti i c-0noetti del·l a « eugenica », essendo emerso chiaro da. questa guerra J 'incompar.ab.ile vailo.111e cùetla perfezi,o ne delLe razze umanJe p1er conseguire q uals·i asi vi:ttoria o progresso. Tommaso Campa111ella, che dell'eugenica ebbe la concezione mol'ti secoli prima che i'l Gal.ton se ne facesse il banditore in Inghilterra e negli Stati' U11iti, scrisse ari. suo1 tempi ciò che sa può ripetere ogigi•: « Noi abbiamo cura di 1

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a11ere un) ottima generazione pei nostri ca'VaLLi, non per la 1iostra stirpe ». Egli, .menltre ci mostra gli abitanti diellai sua Città del Sole «farsi beffe di noi, che, affaticandoci peL migLiora.nie1ito delle razze dei cani e dei cavalli, tal111 ente trasatidianio quello degli uomini » ammonisce, da uomo politico qua.le fu, che «La principale causa dei ·mali pubblici sta 1ieL cattivo modo di trattare la generazione e l' educazione e che quindi esse de'Vonsi religiosamente conimettere alla saggezza del Magistrato, sicconie primi eletnenti per La felicità di un popolo ». Ed il gran filosofo .cailabrese, preoccupato della felic~tà de.bla discendenza dei suoi Solari, si p11eQOCUpa anche della s1fili1de cc che non può far progressi perchè la'vano spesso i corpi con 'Vino, si ungono di olii aro1natici e sudando sciolgono il 'Vapore fetido da cui deri'Va La corruzio-ne del sangue e della midolla ». Dichiariamo !pure utopi.s:tica la .sua idea dei «generatori' pubblici » rome immorale è la pro;posta 1de.1 Lapouge, del ccser'Vizio di riproduzio.ne» al pari dii qualsiasi 1a1ltra doncezione sulL'l rego·l amentazione caatt~'Va 1c1JeJ1le unioni, J>ossibile solo fra gli anima.11, dei quali noi usiamo dirigerie e gov·e rnare a nostro tal1ento la procreazione. Tutto ciò, come Jia stessa eugenic.1 Galtoniana, non è conciliabile colla riproduzione un1.a11a fatta non di sola materia, ma di spir.ito e basata purtroppo, sulla con'Venienza, ma non neghiamo, per carità, il valore filosofico e politico del ·p en1siero del Campa111Jel.la, che mil"a al miglioramento delle stirpi umane, per un fine altamente civile, quale è quello che il grande oalabrese attribuisce agli abitanti della « Città del Sole ». (9}


IL POLICLINICO

Essi infatti dovevano generare « no1i per loro ma per La republica: poichè la parte è del tutto e no·n, il tutto è per La parte ». Concetto elevato del dovere di ogni c.ittadino, ch1e dovrebbe, OJ.~a più clie mai, :eonsiderarre il maitni.monio non come .u.n atto .imdividuale, ma rom.e .una. fu·nzidnie stataille. E lo Stato :a questo ooncetto dov·reb be, QOn tutti! i mezzi conci1ia1bi li con la ·n atura e co.n 1a sacra .lri1bertà umama, richiiaima1·ie i cittadir1i per ·illllpedire il decailrime.nto ,della r.a zza. Che se ho <fichia:rato utopistica e per.fino i.mmoralie ogni1 forma di coazione nelle union~ fra uomo e donna, non so d'altra parte come defiruire 1'abbandono nel quaile è .lasciato i1 matrimo11JJio in quain.to sarebbe richiesto - specialmente ora - dall'interesse supremo d ella salute pubblica. Se non è umano regolare la riproduzione degli uomiini, come .si a:egola quel~ diegli alrtri animali e dei vegetali , non è prudente nè morale lasciare il matrimonio senza alcun controllo sanitario che escluda 01lmeno i pericoli· della lue. Quale agente contribuisce al decadimento delle razze più della lue, inefastia per eccellenza, sia chie uccida in mi11e modii chi l'acquisisce, si'a che - 'Vero germe della morte clie s annida 1iel germe della 'Vita per soffocarlo o deformarlo si· perpetui aineora più p·e rniciosa, nelle famigliie .p roducendo sterilità, arb orti, na.rt:i 1norti, po1iletali.tà ii·nfantile, .m a.1fo.rmazioni organicli·e , anoma.l i1e ed inferimità f·wn~ionali, rachirbis,m o, atr~p.sia, idrocefalia, tab.e ·e paralisi giovanili, epi1essia, psicosi, ecc.? E la sifilide - teniamolo bene i?n mente - allorchè contamina un talamo minaccia lia Società. . Nè si .creda, erronamente, che essa sia l'infezilone delle s011e donne disoneste. Quante donne oneste non ne sono invece 1e vittime inno~nti ? Per conviincersene basta ricordare ciò che ha rilevato in proposito il più grande sifilografo, Alfredo Fournier. Secondo una sua statistica «nella clientela di città il 20 % delle donne sifilititic he sono maritate: di esse il 70 % sono co1itag·iate dal marito 1 già sifilitico prima delle nozze, ed il resto (30 %) dal marito, che ha contratto l infezione dopo il matrimonio. Il pri11io semestre del matrimonio è quello in cui a'Vviene per lo più il co1itagio della g·io'Vane sposa» (l). Ciò a\r·veniva a Parig.i in tempi normali . Che cosa sarà oo·ià accaduto od accadrà dopo questa guerra, che alt1e malattie veneree ed alla sifilide specialmente ha dato tanta diffusione ? 1

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(1) _>\. FoU RNIER. La syph. des liorin.et fetn1nes.

l'Acad. de lVIéd. », 2-9 octobre 1906, pp. 190-232. .. « Bu11 . d e

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Oggi tutti fanno a gara per venire in aiuto di coloro che hanno combattuto e delle loro fa1ni.g lie, tanto che il Governo è intervenuto per dis~iplinare e dirigere a determinati ed utili scopi1 le gienerose offer.te. Perchè tra i fini patriott~ci e ci vili non viene posto quello di una vera bonfioa del nostro paese dalla sifilide, il male pernicioso 1ed .iinvadente, dii cui nessuna statistica potrà maii dirci i danni incommensurabiUi? Sono certo chie il nostro Governo, il quale ha preso tanto a cuore la lotta aintitubercolare, non mancherà d.i aautare lia camp~gna antisifilitica. Però la sola azione governativa .non basta; occ.or.11e i1 concorso dei ·p ri v.aiti e deve corns[stere segnat ia mente ·n ella ied11cazio11e della giio1v entù. e del popolo, nel.ila propaga nda e nella liberazione delle coscienze dal 1ungo e dannoso pregiudizi.o , che finora ha tanto aiutato .la sifilide nella sua opera micidiale. Le famiglie debbo110· essere difese sopratutto nella salute, che è minacciata gravemente dalla sifilide. Questa difesa coinvolge un grave problema, biologico e socia• 11e ~1n.siieme, che biisog·.n.a risolutamente a:ffronta·r e. Si su.ccedo,n o i congressi scientifici, si costituiscono commissioni, si aerea in tanti modi. di dia.re .i incremento alla puericultura, creando créches e pouponniers e gocce di Latte per aiutare lo sv~lupp'o dei bambini, vepe cellule soci:a.li, che u:-appresen.tano 11 più gra11de .paitrimoniio· per l'avvienire. Si provvede insomma a far s ì che essi cres~ano bene (per quanto anch e sotto questo punto di· vi·sta la sifi·l id.e non sia tenuta abbastanza di mira) e non si pensa a farne na-scerie molti, di più almeno, ed a farli nascere in, C()llldizioni di ·vitalità non solo fisica, ma anche · morale ed intellettuale, a[finchè es.si sia.in.I() in .grado di continuare qtUes.ta lotta, cl1e dai cannpi di batta.g1ia sta per passar e su 0a111 pi più airdui, d1o ve .a1la forZ!a delle armi sarà sosti tt1i to iil vi·g ore dtelile :razze per p:rev.alere e vincere nelle opeII'e civili ! E questo ·vigore 0011siste essen.z iahnentenell 'avere popolamoni sane, intelligenti e numerose dotate insomma dei valori fisici, intelJlettuali' e morali iindispensabi'1i per prevalere; valori che pro1p rio la sifilide, sopra ogni altra malattia ainn:i'enta o diminuisce. Perciò la lotta contro' questo morbo deve essere intrapresa da tutti quelli che intendono bene 'l'amore verso la patria, p.ro,t eggendo le famigliie - che si ~o già ricomposte e che vanno ricomponendosi o forma.in.dosi - ool male rinsidioso e spesso 1aitente che ne tllltba il ·b enessere e che ne miinaiccia la disce:i1denza, Ja quale deve scatUJrire. ,da . f.o11.ti ptt!re e sante ipet preparaa:e 1.a forza p1 u ,,1,~a e più combattiva nelle future lotte. 1


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SEZIONE PRATICA

Bisogna che •la donna, temporaneamente e per DJece·ssità bellic h·e as:se11te dailla casa, vi toa-:ni per compiere la sua più veria e più alta mrissàone ; ma che vi1 tornii sicura e protetta dal male che è il più gran nemico della maternità e della prosperità domestica. Essa deve riprendere il posto che le spettai per ~l bene deill'Umainità. Dico ctiò convinto della necessità di resti,tuire alle famiglile lia donna, che con la sua fecondi·t à può apportar.e alla nostra patria il più grap. bene. E se bisogni. impe11enti, per l'ass1e nza dii tanti uomini, hanno riichieste il conoorso muliebre in lavori 1nocivi alla ma~rnità, ciò deve cessare oca che la pace è tornata. Per la famiglia e per 11a società non vti sono don1ie superfliie, percl1è tante di esse debbano ancora deviare dalla J.oro missione soci:ai1e e fisiologica. La s.igmv.ra Ethel C·o1.g·uho.n (Ni'l'Letee·reth C entury and After, aprile 1914) - non sospetta oertamente di antifemmiinismo - ha seri tto : « la dorina superflua è tale sopratutto perchè non è capace di occupare il posto eh.e sarebbe disponibile per lei. Noi alle-via1no maestre, dattilografe ed impiegate, mentre abbiamo bisogno di madri, di niogli e di massaie >> . Ora quante sono le donne operaie, mentre tanto è cresciuto 11 bisogno di madri, di mogli e Cli m assaie ? Si faccia dunque in 1nodo che ai bisogni corrispondai110 le provvide11ze p er un m aggiore incremento delle famigLiie e delle popolazi~ni che sono til ~iù gt:1arnde patrimonio di og·ni paese. In ciò sta l'avvenire. Sarà còmpito del Governo e dei tecnici st abilire con una saggia politica sanitaria quai1i debbano es&e1ie i mezzi p.er raggiunger.e lo scopo. Nè è il caso c1i discutere qui sulla opporlun1tà della 1lisita prematrinioniale o di qua.lsiasà altro mezzo di profilassi famiiliar·e . Noi dobbiamo avere dii mira la sterilizzaz.ione sociale dalla sàfilide, che, a di:ffierenm del.la s teriljzzazione degli individui infetti, si può ott enere mercè la potente tenapia della. quale disponila.mo ed a nche più mercè la profilassi delle amiime e delle menti, che bisogna sopratutto educare e convincere alla necessità della lotta m.ercè l'Unione Sacra contro la due. Ques.ta gener•azione, che ha sosibe1D.uto i[ pe,so della gllierra, ha ·anche 1'obb11g-o id i rifare e di perpetuare la magnifica genite nostra che si è immo.rta1ata sUJi mari , niel cielo, sul « fiitrrie di nostra -vita» , come sul Grappa « mont1e a noi sacro >) che sarà la meta dove

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o eroici soldati d'Italia. E dobbiamo far sì che i pargoli siano d:e gni dei padri, che hanno ripetuto e superato le gesta degli avù ! C·h e nulla q u.iln1dii .sia trascurato perchè la lue - di cui ·µ essiamo avere ragionie , .ru:m intaiochi -la ·fi·b ra adama:nttna, l a salute e la j;»urezza di questa nostra mzza, alla quale la natura ha voluto da.re una degna culla, 1nella 1n,agna parens f rug·it11i, brama de i nostri: barbari e secolari nem.llci per sempre abbattuti . Preser-viamo la razza! deve iessere ~1 .n ostro grido, 1nè sii rijpeta oltre, 5cioccam e.1'llte, 11 s.oJiito ritornello : che 1i vantaggi d€11la lotta contro l a lue sar.ebbero piccoli e che lo scopo non sii ragg1iuingerebb.e in1teram1e.i1.te. Chi 11a tenuto (:O'llto di una simile, meschina obbiezione, qua1ndo si è trattato di intraprendere l!a lotta contro ila tubercolosi, sebbene senza anni potooti oome quelle ~e possedii amo contro la lue? Chi si rifiuta di spegnere la favilla (diciamo solamente favilila !) capace di produrre un vasto àncendio? M·a a i dubbios.i1 1ed ai sistematici oppos[tor~, che ~n fondo sono individui aipatici o in malafed1e , s i può risp.o ndere ron le ·pao:ole che ~l FooT1u er pr0t11unziò a proposito di un'altra questione r '.gua.rda.nte la profilassi a•n tivenerea : cc Piccolo quanto si voglia (il vantaggi!()) è e-vidente che è tanto di guadagnato! >> . Tanto di guadagnato 1p er la difesa della 110stra patri:a e della nostra discendenza ciie p orterà coin sè il gran r etaggio del 1passa,f u e t11tte le speranze dell'avvenire. Difendiamo dunque la 'rz.ostra razza, proteggendo innanzi tutto la famigli!a e llla maternità contro la lue, che è iJ 1nale che maggiormente .le insidia. E, se non ri.1 dovere d'i aver cura de1la presente generaz.ione, . almeno Cl . .•• 1

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punga una ·volta Pensi:er deg11i a1v i 11ostri e de' n epoti. Dimostrando anche così il culto per questa nostra Italia, che og·gi v1ede la SUa gmnde vittoria , i!D.!Porpor.ata dal sa11igt1e :d1ei suoi figli più gie11erosi, dilln.inutlta ;11,ei Stuoi frutbi daJla 00111corr enza di altra gente. Concorrenza che rapprese11ta una ineluttabile necessità biologica: la lotta per l'esistenza. I popoli', come g1i individui, 11on posso110 sottrarsi ia. questa flotta che ha per primo coeffici€nt e d~ vittoria, la popolazione preval ente quantitativaJtllente e qua1liitativ.amente ! Ricordilamolo ! Prof. DE NAPOLI FERDINANDO della R. Ullliversttà di BOllogina.

..... mostrando Verran le madri ai parvoli le b elle Orme del vostro sangue .....

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IL POLICLINICO

SUNTI E RASSEGNE. SEMEIOTICA.

I riflessi profondi nelle malattie ~ostitilzlo11ali. (R. ScmrrnT. Medizinische Klinik, 1919, n. 37). Il contegno dei riflessi tendinei oltre ad avere una notevole importanza diagnostica in neuropatologia, costituisce un sussidio non disprezzabile in m edicina interna. Ad ogni modo, ad evitare errori diagnostici, conviene tener presente che i riflessi possono essere modificati oltre che nelle affezioni nervose, anche in malattie che appartengono al dominio della medicina interna. In ni1merosi casi di diabete si riscontra mancanza quasi assoluta del riflesso patellare. Di regola esistono rapporti diretti fra diabete ed arifilisia benchè non esista un parallelismo tra la gravita del diabete e l'indebolimento dei riflessi, in quanto si può anche trovare in forme g ravi la persistenza dei riflessi. Le cause di questa ariflessia si suole attribuire ad un'alterazione infiammatoria o degenerativa del nervo ~rurale. Ma sarebbe ben strano che le_fibre elettive dei riflessi tendinei possano essere alterate da sole, anche quando rimangono integre le vie sensitive e motrici. D'altra parte è noto che le polineuriti tossiche con il quadro clinico di una pseudota be costituiscono una complicazione '11.olto rara del diabete. È più verosimile che l'ariflessia sia in rapporto con un disturbo funzionale delle cellule costituenti il centro del1' arco riflesso. Il problema dell'assenza o diminuzione dei riflessi nel diabete si riconnette con la quistione dell'ariflessia costituzionale degli individui sani. Questa specie di ariflessia è stata finora poco considerata. L' ariflessia costituzionale senza traccie di m alattie cui possa mettersi in rapporto, pare sia l'indice di uno stato degenerativo, e pare si trovi più facilmente in individui candidati al diabete. Rloch su 694 scolari tra i sei ed i nove anni trovò la mancanza del riflesso patellare solo in tre ragazzi e due ragazze, che appartenevano a famiglie neuropatiche e presentavano altre note degenerative, come la sindattilia. Berger in 1409 individui sani trovò l'ariflessia 22 volte ossia nell'1 .5 % dei casi. I fatti constatati finora fanno ritenere che possa esservi effettivamente una ariflessia costituzionale senza causa apparente, ma d'altra parte confermano anche che essa è un'anomalia costituzionale nel senso di una degenerazione anatomica o funzionale. Secondo alcune osservazioni l'ariflessia costituzionale si combinerebbe con l'isteria, l'epilessia, l'ipoplasia dell'aorta, affezioni gastriche. Essa sarebbe frequente in discendenti di diabetici. (12)

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Un fatto molto importante è la frequente mancan· za o indebolimento del riflesso patellare nel cancro dello stomaco. Su 60 casi Scbmjdt trovò il riflesso assente in 5 casi, in 15 era fortemente indebolito, in 18 normale, in 22 esagerato, e ciò senza che fossero evidenti altri segni di affezioni organiche o funzionali del sistema nervoso. Resta ancora a decidere se questo disturbo del contegno del riflesso patellare sia l'effetto dell'alterazione del ricambio materiale o di proàotti tossici cancerosi sui sistema nenroso, o se sia invece un segno preesistente della degenerazione costituzionale. Secondo alcune osservazioni l' ariflessia .a.natellare si riscontrerebbe in seguito ai gravi traumi articolari. Schmidt invece avrebbe trovato esagera• zione tielle affezioni infiammatorie del ginocchio. Di particolare interesse è l' ariflessia negli stati tossi-infettivi. Pfaundter l'avrebbe trovata nella pulmonite dei bambini. Da altri sarebbe stata trovata nel tifo, dove i riflessi scomparirebbero all'acme della malattia e ritornerebbero col mi' glioramento dell'infermo. Nel morbo di Addison i riflessi patellari possono mancare ma possono anche essere esagerati. Al riguardo bisogna notare che i riflessi tendinei hanno in confronto dell'adrenalina un contegno molto interessante. Scbmjdt è riuscito ad ottenere mediante iniezioni di adrenalina nuovamente e temporaneamente il balzo del ginocchio in soggetti nei quali il riflesso patellare era già spento. L'ariflessia può aversi nell'esaurimento da fatica e post--convulsivo. È stato bene a:ccertato che in seguito a marcie iforzate il riflesso patellare si spegne. Verosimilmente ad un analogo fenomeno di esaurimento si deve la mancanza del riflesso negli stati post-convulsivi. Nei tumori cerebellari non rarameni::t si .ha assenza del riflesso patellare, forse ner l'a11mento di pressione nel sacco durale, ma più probabjlmente per la mancanza degli influssi cerebellari sulla produzione dei riflessi tendinei. L'ar~flessia unilaterale dal lato stesso dell'affezione del cervelletto confermerebbe questa ultima ipotesi. Analogamente si potrebbe} spiegare, secondo Bastian, l' a riflessia nella sezione trasversa della parte inferiore del midollo cervicale. La mancanza dei riflessi tendinei si ha completa nello stato agonico, nel coma e nella narcosi. Kelle malattie costituzionali oltre alla mancanza o a lla djmjnuzione del riflesso patellare si può avere esagerazione dello stesso fenomeno. Nella nefrite acuta e sub~cuta, nelle gravi anemie e specialmente nell'anemia progressiva, si può avere esagerazione dei riflessi tendinei che nel reumatismo articolare acuto può giungere ~o al clono. Anche nella tubercolosi e nel tifo si può avere esagerazione. Iperiflessia si ha anche in seguito


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XXVJ,

FASC.

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SEZIO~E

ad iniezione di stricnina, dopo i bagni caldi, in seguito a movimenti vibratori e rotatori del corpo, dopo l'applicazione di corrente alternante. Azione deprimente invece hanno i bromuri ed il cloralio. Secondo fSchlesinger nella vecchiaia nel gg % dei casi il riflesso patellare è presente. Due principali teorie sono state emesse per spiegare la fisiogenesi del riflesso patellare. Secondo Westphal, Gowers ed altri la contrazione in seguito al colpo è dovuta alla eccitazione diretta del muscolo. Secondo Erb invece si tratta di un fenomeno riflesso. Il centro di questo riflesso, a parte le eventuali azioni deprimenti e rafforzanti dei centri superiori, trovasi alla sostanza grigia del midollo spinale. A questo centro per la via del sangue affluiscono prodotti endocrini, discrasici, tossici e tossi-infettivi modificando in senso positivo o negativo l'attività, dove il vario comportamento del riflesso nelle varie malattie che sono legate come causa o effetto ad una intossicazione dell'or• garusmo. D'>'.

MEDICINA. La meningite latente del slfilltlei. (SÉZARY -

Paris médical, 1919, n . 40).

Finora si riteneva quasi generalmente che la meningite fosse l'origine, la causa comune di tutte le affezioni sifilitiche del sistema nervoso centrale. Questa concezione che a prima vista sembrava seducente e p.areva desse la spiegazione di molti fatti, non resiste ad nna critica severa e sopra tutto è contraddetta dalle recenti acquisizioni scientifiche sulla etiologia della sifilide. Innanzi tutto conviene riconoscere che la meningite generalizzata e latente dei sifilitici non presenta caratteri che ne confermino la specificità. Le lesioni istologiche sono banali e si differenziano da quelle di altre meningiti solo per la loro relativa leggerezza. Nè il reperto del liquido cefalo-rachidiano è più caratteristico: la leucocitosi non ha alcnn carattere patognomonico, gli spirocheti sono assenti, la reazione di Wassermann nel periodo secondario è generalmente negativa nel liquor quando è nettamente positiva nel sangue. D'altra parte gli spirocheti non sono mai stati osservati 11elle lesioni meningee di individui sifilitici. Si è fatto quindi un ragionamento molto semplicista quando si è ammesso che le meningiti latenti dei sifilitici siano di natura sifilitica, ossia direttamente determinate dal treponema. Questo può essere un fatto verosimile, ma non scientificamente dimostrato. D'altra parte le prime ricerche sulla microbio- · ogia de}la sifilide hanno dimostrato che il trepo-

PRn i.,_ .

nema presenta un'affinità speciale perlle cellule parenchimatose. Gli spirocheti hanno nna speciale prel~ilezione per l'ectoderma, e questa affinità n0n si limita ai tegtunenti ma si estende a quella parte differenziata dell'ectoderma che forma i centri nervosi. Noguchi, Levaditi, Marie e Bankowski hanno osservato che gli spirocheti si trovano sopratutto nelle cellule nervose della corteccia o nelle loro vicinanze immediate. cc Si può dire brevemente, scrive Noguchi, che il rapporto tra spirochete pallida ed elementi dei tessuti dei cervelli affetti costituisce nna spirochetosi diffusa di tutto il cervello colpendo sopra tutto gli strati corticali. ~Ialgrado nna infiltrazione cellulare diffusa non è stata al).cora dimostrata la presenza di spirocheti nella pia madre e nelle pareti dei vasi sanguigni ». Se si considerano poi i fatti anatomo-patologici la meningite è la lesione più evidente, quella che maggiormente colpì gli alienisti, tanto che la paralisi progressiva fu riconosciuta come nna periencefalo-meningite cronica diffusa o aracnite cronica. Ma le recenti acquisizioni dell'istomicrobiologia hanno confermato il fatto che la paralisi progressiva è nn' encefalite corticale e che la meningite che l'accompagna è un processo contingente. Allo stato attuale essa può essere considerata come una lesione infiammatoria dipendente dalle alterazioni cerebrali vicine, allo stesso modo che certe reazioni pleuriche, peritoneali o pericaridiche sono consecutive a lesioni parenchimatose degli organi che le dette sierose avviluppano. La natura della tabe all'incontro non è ancora sufficientemente chiarita. La patogenesi di questa affezione ha sollevate numerose discussioni; le lesioni primitive sono state successivamente attribuite al midollo, alle radici posteriori, alle meningi. La teoria di Nageotte è quella che conta maggior n11mero di seguaci: la tabe è anatomicamente caratterizzata da nna lesione infiammatoria che colpisce nn certo n11mero di radici sensitive o motrici alla loro uscita dallo spazfo sotto- aracnoideo e che si" riallaccia con una si:filosi generalizzata delle meningi. La esistenza di una nevrite radicolore trasversa nella tabe è iinnegabile; ma nnà tale lesione si osserva in tutte le forme di meningiti acute senza che per questo si produca la degenerazione indelebile dei cordoni posteriori. È necessario quindi invocare un elemento speciale che spieghi i rapporti stretti tra tabe e meningite sifilitica. Per Nageotte è la cronicità della . meningite che determina la nevrite radicolare trasversa. Tuttavia niente prova attualmente che questa sia consecutiva alla meningite. Se così foss~ le alterazioni delle radici dovrebbero dapprima predominare alla periferia dei tronchi nervosi e progredire verso il loro centro. Ma in realtà


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f L I'Ol !CLINICO

non è così. Lo stesso Nageotte scrive: cc La lesione è ripartita molto irregolarmente sulle differenti radici ed anche sui varii fasci della stessa radice >>. Ma a parte ciò tutti gli autori sono d'accordo nel riconoscere' che 'le lesioni meningee dei tabetici sono di lieve intensità. È più probabile che la lesione più che n elle meningi stia nelle radici stesse. Giudizi di certezza non si possono dare fino a quanto non sia accertata la frequenza di spirocheti nelle radici: la osservazione di Noguchi che in un solo caso avrebbe trovato il treponema nei cordoni posteriori non è sufficiente. Per ora è certo solo che l'agente specifico della sifilide non è stato trovato nelle meningi dei tabetici. Su la meningite latente del periodo secondario si hanno finora solo dati incompleti. Quantunque essa sia stata considerata come la lesione nervosa per eccellenza dei primi stadi della sifilide, si sa che il liquido cefalo-rachidiano non ~ontiene spirocheti, non infetta che raramente le scimmie , che ha negativa la reazione d i Wassermann. Allo stato quind i delle conoscenze appare più verosimile che nella p a ralisi progressiva e nella tabe lo spirochete si localizzi primitivamente nei centri nervosi e che secondariamente 'si produca l'irritazione, l'infiammazione delle meningi, origine della leucocitosi cefalo-rachidiana. E l'assenza di lesioni microscopiche , nei centri nervosi di sifilitici secon dari, non cont~addice questa ipotesi in quanto che è risaputo che gli spirocheti, specie nella sifilide ereditaria, possono trovàrsi ii1 organi le cui lesioni sono nulle o poco marcate. La meningite sarebbe una reazione banale della sierosa in contatto dei focolai di pullulazione degli spirocheti e dei tessuti sclerosati e degenerati. Si pot rebbe paragonare questo processo a quello che si ha nella pleura vicina ai focolai di bronco-alveolite corticale anche asettica, o nel peritoneo a contatto di visceri addominali infetti o degenerati. Si sa d'altra parte che le meningi possono ii1fiammarsi a contatto di lesioni primitive dei centri nervo~ sia asettiche (rammollamenti cerebrali, t11mori, sclerosi a placche) sia microbiche (zona, rabbia). R ecenteme11te Weissenback, Mestregat e Bouttier hanno dimostrato che le ferite del cervello e la suppurazione intracranica possono accompagnarsi ad una sindrome meningea con reazione puriforme asettica del liquido cefalo-rachidiano. Insomma la meningite dei sifilitici, il cui reperto più importante è dato dalla puntura lombare, pare sia un ind ice e non la causa delle lesionì nervose parenchimali che l'accompagnano. Secondo · questa ipotesi sarebbero anche spiegati i relati,-i insuccessi di quel metodo terapeutico che tenta ct1rare la sifilide nervosa agendo sulle meningi attra,rerso la via intrarachidea. Dr. 1

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XXVI, FASC. 45]

CHIRURGIA.

Delle rotture traumatiche dell'uretra.

(F.

MASM ON'fEIL,

Gazette des H opiteaux, ~ 30, lll>.

17 maggio 1919) .

Defiriizione. -

Sotto il nome di rottura traumatica del.1 'ur.etra .S•i desig.n a og·ni soluzione di c~ntinuità . completa o incompleta delle .p areti ·d1 questo cainiale, pr·o dotta da un corpo contundente che agisce in.direttamente e .senza essere i n contatto immediato co.n il tess uto della parete uretrale. Questa definizio11e comprende dunque le rotture, le ·lacerazioni e l.~ contusioni ed esclude le f.erite <l.iver:se e ·1-e lacerazioni da calcoli e da corpi estr.a nei (false strad·e ). S toria. - Il .meccanis mo della rottura della uretra ha dato .lu-0go a num.er·osi 1av-0ri J·r a cui bisogna citare quello di Ollier e ~oncet (1871), la memoria di. Cras (1876) e la t esi di Terrillon 1

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(1878).

In questi .u ltimi v ent'an11i il trattamento ha so11evato numer-0se ùiscuss ioni. Sul cateterismo r:tr-0grado a ppaiouo g.l i studi id i Estor 1(1895), d1 J..,egueu (1900) , di Tirombert (1901), di Cba.put (1902). Sulla scoperta c1el capo posteriore bisogna segil1la1are i Jav10ri di: Forgue (1903) e di Heitz-Bo}-er (1909) . L 'uretros.t omia perineale seg uita .d'au.toplasti~ uretr1a le consig1iata da .Guyon e Legueu e st~diata da Pa:steau e Iselin (19o6). L a tecnica oonsjgli.ata da Marion e Hei.t zBoyer (Association française d'urologie, 1910) costituisce un reale progresso, trasformando la evoluzione e la prognosi di questa lesione. Con la ·s utura primi.t i va die11 'uretra dopo deri vazionie delle urine con .Ja ·c istostomia, la cicatrizzazione . , . . avviene per prima 1n·tenz1one, mettendo al a.icuro dai restringimenti ulteriori . A 1iat'on·i.i a patologica. - Le lesioni dell 't1retra presentano tre gradi : 1° La ·r ottura :interstiziale, lesi-011e della tu.11.i ca media ; · 2° La rottura ·p arziale , les io11e ·d i due tunich·e · ' 3° L a rottura totale, lesi one delle tre tu• nich e. Prinio ,grado o rottura i'nterstiziale. - ,S i produce una rottura ·d el t essuto erettile e.b e ciTconda 1'uret1·a nella s ua p.ar.te spug11'0sa. I~.a mucosa e .la fibrosa .r estano intatte, l'emato111.a for1na un tumore intra parietale e l 'uretrorragia non può prodursi. Secon do grado o roltura parziale . - La mucosa e la guaina spugnoso-muscolare son-0 lace1·ate; il f.ocolaio i nterstiziale comunica con il canale uretrale, esposto a 11 'infezione e prodttcente 1

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SEZIONE PRATICA

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l 'uretr:orragia. General11111en.te la mucosa è lesa Oltre le lesioni uretrali, il traumaitismo h.a posu una parte c1e11a sua ciroonferenza, rarame11te tuto .p rovocare altre lesioni 11elle parti ,,icine, su tutta; più r.aramente ancora la lacerazione è come iscollamenti sotto~utanei o sotto-aponeuro1imitata al tessuto erettile e al suo iirvolucro fi- tici riemp1ti di sangue, lacerazioni ·d el leg.a mento broso. triangolare sottopubic0, .sc-011.amen.ti del1ia radice Terzo ,grado o rottura totale. - Il tess.u to spt1- dei corpi cavernosi, Tottuna di questi, frattura _gnoso è lacerato insiem·e con .le m emhr.a ne in- del pu·b e, lesioni della pelle, ecc. ±er.na ed .e sterna. Vi è comu11icazione fra l't1reEtiologia e meccanismio - Uretra peniena. tra e il perineo con possibilità d'infezione e so- Si rompe raramen.t e allo ·s tato di flaccidità pratutto di 1di.ffusi1one dcll'd.nfezione, a·1·1'uretror- s~hi,acciata contr,o il pu.b e da un calcio, da una 1·agi1a si aggiunge il tun1.o re per.i-ureti-a1e. La rotruota id i vettura. La lesione si .produce generaltura delle tre tuniche può essere .li111itata ad u111a mente durante l'·e rezione, 1q ualche 1Volta per un parte della circorifere·nza del can:alc (rottura in- traum,a diretto ·(.calcio, 1ptlgno); più spesso per ~ompl~ta), o farsi circol~rmente (rottura comazione indiiretta (cc falsi passi del coito» di G.upleta). y·o n, torsioni dell'asta, rottttre d·ella i0ord:a nel.l a Nella rottura in·oomplet:a è g·e neralmente la blenorrag·i:a). parete su1)eriore cli-e ~ intatta, e la continuità del Uretra perineale. - Si tratta di contusioni d.1.canale è assicurata, il <:atteterismo re&ta facil·e, .] a r.ette : calci10, caiduta a cava.1.cioni s u un corpo ricerca 01)eratoria dell 'w·etra non offrirà :alcuna duro, ecc. Il ·Corpo contundente aigisce schiacdifficoltà. Kella rottura completa i du e capì del- ciando 1'11retra sia contro la sinfisi .p ubica, sia 1'11retra si all•ont:ainano dlii 2 , 4, 6 Gm. , lascianid o contro le bran·c}?.e is·chio-pubiche, sia contro 11 una ca'rità .int ermediaria, riempita d~' ooagu1i pia1no l.1esistente ,d.el;le aponeurosi ,p elviche. Ora sangu.igni e di urina. I due capi del ca11ale sono lo sohiacciamen.t o .è .1ateral.e (teoria .d i ·Cras) al-contusi; la .mucosa è 1."aggrov.igliata e diffici1e 1orchè 1'oggetto ·eo11tu11dente è stretto e può ima trovaTsi, s pecie quella del capo posteriore. In pegnarsi sotto l'ogivo pubico per cacciare e questi casi, e soni0 i più frequenti, il cateterismo schiaociare l'uretra co111tro la branca ischii.o-puè impossibile, dannoso e per oonseg·uenza sen1pre bica. Ora I.o schiiaociamento è .m ediano .(teoria da evi.t arsi. di Poncet) allorchè 1'oggetto troppo v.o luminoso Sede ed estensione delle !esio1ii. - Le rotture non può p.e11etr.a re nell 'ogivo pubi·co e .schiac• <le 11 'tlretra prostatica sono rar.issim~, s 'accompa- cia il cau.ale sia contro la faccia a·nte-rior,e de.11ia sinfisi pubica se il ~orpo è iniclinato iin a·v anti, gna110 sempre a l.e sioni diffuse ld el .p erineo e quasi !tutte sono detet~n1ina\te da ;t•raumatiSJn~ sia <)ontr-0 .Ja spina tagliente ·d el :legamento di Carcassonne, se il corpo è inclinato indietro. mortali. Uretra me1ribranosa. - In un:a manj1eir.a g.eneLe rotture dell 'urc:tra me1111branoS:a sono frequ.en.t i, si vedono in seguito a contusioni vio- rale si p.u ò dire che 1'uretra membran·osa è inacl ente e sono, in generale, totali e oomplete. I . cess~bile .ai corpi di'fetti. Essa .si può it.rovar le• due capi si allontanano ·e il capo posteriore è sa : 1° 11ell.e fr,atture .d:el ba1ci1no ; 2° ·n·elQ.e lu,s&aintrovabile .nlel focolaio di contusione situato zioni della sin.fisi pub~ca; 3° nell1e cadute s ug1i is-chi da 11n luogo .alto, per disgiunzione tempoprofondamente. 1Questo foc-olaio comunica con i prolutligamenti anteriori della foss.a ischio-1·et- 1·a·n ea della sinfisi (L-egue.u). In questi casi la lesione può prodursi diretta.mente per laceraziotale; così l'emorragia e 1'iufezione si faranno strada nel perineo posteriore, .intorno .a ll'ano, e ·11e d·e l canale contro u:no de.i frammenti ; più solo eccezionalmente verso i1 1baic-ino S·ott.o il pe- spesso s i prod.uce per allontanam·e nto delle branche ischio-1)ubiche e lacerazion.e delle aponeu1·itoneo. Le rotture dell'uretra perineale sono le più rosi p.e lvkhe a cominciare dall'uretra che le trafreqt1enti, hanno sede in corrispondenza del bul- v,e rsa. STUDIO CLINICO. 1\.) Urelra pe-;nie1ia.: bo, sono iil .più delle volte totali e complete. La 10 Dolore. Si produce un dolore Yivo al emorragia ·e l'infezione avverra.u no n,ella region,e perineale a:nteri-0re, guadag·n.ando la regione SCTO- .m omento ·della rottura, quasi sincopale, che però si attenua r.apidameute e sco.mp.ar.e quasi comtale e le ~egioni V'icine. pletamente. Esso ha u·n a gr.and.e importanza perLe rotture dell' .u retr1a peniena .so11.o rate in seguito a traumatismi, più spesso avvengono chè può essere il primo ed unicò sintomo che n,el1 'erezio11e ed han110 sede allora, in tn0do elet- :indica .Ja lesione. 20 Uretrorragia. Manca nelle r.ottur.e intertivo, in corrispondenza 1d ell 'angolo pen10-scrotale-. La rottura è interstiziale o parziale ; la fibrosa è stiziali, ma nehl.a generalità dei casi la m~tcosa è alterata e l 'uretrorragia segue immediatamente sempr-e intatta, sbarrando la via all'emorragia e a l traumatismo, ·d a poche gocce ad un getto iaib.all 'i11f.ezione. 1

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IL I•OLICLTNICO

bondante di sangue, mai pe.rò in proporzioni allanmainti. 3° Disturbi della minzione. - La .m i·n zione non è d1sturbata; qualche volta esiste un po' di disuriai 11ei. primi giorni. 4° Esanie fisico . - Assenza di tumefazione peri-uretrale; in qualche caso una leg·g iera ecchimosi alla radice dell 'as.ta. Evoluzio-n e. - Og.n.L rottura, anche la più leggera, è un riestriingimento i-111 ger.m e (Bcecke1) . Ordinariamente 111 2-3 .g iorni tutto rientra nello ordine no·rimale .fino al periodo del restringimento. Sono eccezionalissi·me le complicazioni ian.m.ediate. B) Uretra peri·n.eale. -- Nei e-asi 1eggieri sii tratta di un uomo c-he ha ricevuto un calcio sul perineo o sul1e borse; il dolore è staito ed è vivissimo; eg.li perde san.g ue dal meato. In capo a qualche o.ra urina da solo, e 1o stesso, .sebbene s.tent.atamente, fa in segu1to. Lo scroto è .f ortemente ecchimooato ; 11on si trova alcUllla tumefazione ma solo un punto dolorosissimo a carico del ,b ulbo. Tale è il qua.dr-o di una rottu-ra in.t erstiziale. Nei casi ordinari la sintomatologia è più accentuata. In seguito all'accidente, il ferito ha provato un dolore vi1vissimo, sincopale; 1a sua camicia s'è su•b i to lordata di sa1ngue, ed ecco com e si presenta all'ospedale: 1° Il dolore ha sede sul perineo, viiVo da prirncipdo, è rimpilazzarto ~n seguito da ttna sensazione di 1di1s1tensione. 2° ·L 'uretrorragia è oostante (salvo nei casi cli rottura interstiziale) , è 1mmediata, è irutermittente (si sospende appena un coagulo obt1itera il canale per ri-compari.re ad og·n i minzione o ad ogni tentativo di sondaggio). Le emorragie sembram.o più abbonda:nti nelle rottuire parziali che nelle rottt..re totali e complete, perchè 1n queste ~1 san:g ue, invece cli elimi·oo.rsi per 1'uretra, si diffonderebbe nel perineo. 3° Il tumore perineale è incostante. Se la guaina fibrosa del bulbo ha resistito, il perineo, dolenite al tatto, è appena tumefatto. Se è irott:a, si forma in qualche ora sul peri.neo anteriore una tumefazione mediana, voluminosa, dolor~, tesa, -che solleva la pelle ecchimotica. 4° La ri·t enzione di urina è la r~ola, per riflesso o .p er azione meccanica. Evoluzion,e. - N.ei casi benigni1, i sintomi si atten·u ano e la .g .uarigione si fa senza i1n fezione, ma il ma.lato colllServa fatalmente •Un restriingimento traumatico che si aff.er.merà nettamente dopo u.no o due anni. Negli altri casi, la ritenzione cessa, il malato urina, qualche g·occia a1"riva al meaiA>, la più g ran parte si diffonde nel focolaio del.la rottura; 1

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ace.ade 1'inifezio.ne, anche se 1'uri.na è amicrobica~ per .i saprofiti del canale uretrale. Ciò è il .p unto di partenza di una peri-uretrite flemmonosa di·ffusa; la pelle sii .u lcera, si for.m ano de.I le fistole. Qualche volta l'evoluzione è più grave, si ba infiltrazione d'urina con sfacelo diffuso delle b,o rse; ed anche può p.rodursi U.11a .setticemia. mortale. ·C) Uretra 1rienibra.nosa. - Il traumati.smo èstato co11siderevole; il ferito non ·h a potuto alzarsi, è pallddo, ha i.1 polso piccolo: 1° Il dolore locale è insig.n ificante; il ferito accusa d olori un ·po' da per tutto, senza attirare l'attenzione sul perineo. 2° Esiste l 'uretrorragia ; il sa11gue s'infiltra nel basso~fondo v,e scicale e nel perineo profondo. 3° Assenza dil tumefazione .per~neale, ana una ecchimosi p erianale ·svela 1'i.ntlìltr.azio.ne sanguigina dell,e fosse iischio-retta1i. 4° La ritenzione di urri.na è costante e com-· pleta nei primi giorni; poi 1a .m inzione ricompare stentata dolorosa. E'Voluzione: - Se le lesioni sono abba'Ldonate a 1Sè stesse, l'irufezione si produrrà fatalmente e g.ravemen.te, perchè interesserà nello stesso tempo i.1 focolaio di frattura e il .focolaio di. rottura,. determinando una cellul~te .p elvica o una setticemia mortale. L'intervento scongiu1·erà queste complicazioni immedi1ate, ma .n on li·b ererà dal ·r estringimenU>. Farnie c.liniche. - Nella do11na è eccezionale la rottura dell 'uretra ; forse .potrà produr.si in s~uito a parti laboriosi, ad applicazioni di forcipe. La mucosa vagi;nale resiste, l'uretra soltanto si' lia.cera. L 'ttretrorragia passa generalmente inosservata e solo 6-7 ainni dopo il re• string.i\mento attira ] 'attenzione. Nelle forme com plicate da rottttra dei corpi caver.nosi, che si hanno durante l'erezione, a:i segni di rottura dèll'uretra, s'aggiunge qualclte volta la percezione di un rumore secco al momento dell'accidente, sempre la cessazione del1'erezione. In qualche settima·n a &i ·g uarisce, ma persistono disturbi .p iù o meno miarcati dell'erezio11e; il coito diventa impossibile o difficilis0

• simo.

Diag1iosi. - La diagnosi non presenta im generale difficoltà; l'anamnesi attira l'attenzione sul perineo e l'uretrorragia a.ssocia.ta alla ritenzione d'urina fa .pensare alla lesione uretrale. Nei traumatismi dell'uretra peniena, qu.a;ndo tn1arca. il .sintomo capitaile, l '.uretirormgia., si baserà .l a diagnosi sul dolore viivo a.il momento del co~to, su1l'ecchimosi dell'angolo peno-scrotale,. su1la comparsa di un restringimento tardivo. Nei .tra1J.matismi dell'uretra perineale la diagnosi è facile; la sola difficottà è di precisarne


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S~ZIONE PR~TICA

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la sede. Quando esiste una .tumefazione perineale tare il cateterismo, ma, in caso di difficoltà, di la rottura è totale, ma no11 si può di:re se la .rot- fa'f.e una w·.e trotomia esterna o meglio una cistotura è completa o incompleta. Se non vi è tume·- stomia soprapubioa con restaurazione JPTecoce del ifazione .p·e rineale, la diag,nosi di sede è impossi- ool,j1b ro del canale. bile e la sola risorsa è di ricorrere, come consiIn caso d 'irufìltrazio11e d 'uri1na, si sbriglierà la glia. Legueu, al ~atE.terismo prudente : se l'esplo- regione infiltrata dopo cistostomia. ratore passa, non si tratterebbe di una .lesit011e B) Rotture dell)uretra perineale. - La contotale e completa; si rimpiazzerebbe l'es·p lora- dotta va.r ia con gli autori: me.nit re ·per Jeambrau tore con una sonda a perma•n enza. i; .p referibile di n·o n tentàre il cateteris·m.o per Nelle lesioni del} ',u retra mem.b ran.o sa ·entra in evitare una falsa via e gravi ac<::iidenti iinfettivi, diagnosi differenziale la ·rottura della ·v escica. per Leja·r s il cateterismo, inutirre i·n caso di ~n­ Con 1'esplorazione retta·l e, si esplorerà da. una zione spontanea, è indicato in caso di ribenzioparte il globo vescicale, dall'altra 1e ·b ranche ne e per ·L egueu .iil cateterismo è autorizzato,. ischio-pubiche per .rico.noscere 1'esistenza di una ~onsiglia.to quando manca la tumefazione perifrattura. Se ·l a vescica è distesa, •La lesione è a neale. Bisogna di.stin·g·uere inifatti : cari.co ,dell'uretra; se invece il globo vescicale 1° I casi in cui 11on esistono al perineo tumanca nell'assenza delle minzioni, s i concl11derà ·111efazione eviden.t e : rotture benigne. In questo per una .rottura vescicale, sopratutto se 1'i poga- caso, sii fa il cateterj.smo e si lascia la siringa strio è teso e doloroso. Il oateteris.mo, se riporta a permanenza per q·uailche s-ettimana. Se il caurina, afferma l'i,ntegrità della ·vescica; ma que- teterismo .11011 è possibile, non bisog.n a insistere,. sta manovra è condannata da molti perchè trop- ma fare s ubito l'uiretrotomia esterna. po dannosa. Il ferito, vittima di un tra11111a.tismo 2° I casi in cui esiste una .tumefazione pedel baci no, deve essere portato immediatamente rineale : rottur;e gravi. Non bisogna tentare mai sul tavolo operatorio e .} a cistostomi.a, pri·m o il cateterismo; bi:scgna ricorrere d'embLée allo tem·p o del trattamento, fisserà molto megli 0 :il · intervento. Puntura ipogastrica se l'operazione immediata non è possi.b ile. bilancio delle lesioni. Prognosi. - Nei casi leggieri, in cui tutto si L'operazione da farsi è l'uretrotomia esterna. Primo tempo: Incisione. - Su11a line-a meriduce ad una uretrorragia passeggera e a una leggiera disuria, la Jesione sarebbe assolutamente diana del perineo si fa un 'incisio:n1e interessante benigna se il restringimento no n ne fosse la i piani s uperficiali e s i mette a11_? scoperto il fo-· colaio di rottuTa. conseguenza fatale. Secondo tempo : Ricerca dell'uretra. -- Si Nei casi gravi', l'uretrorragia è eccezionalmente minacciante; invece la ritenzione di urina è gra- asportano i coaguli e s'introduce una sonda .p er ve. Per il ferito, infatti, la posizione è .te:rriibile : il meato. Se .l a rottura è pa'l"z.iale, se cioè la so1a bisogna. pisciare o perire (Heister). Se non .s'in- parete iniferiore è interessata, .l a sonda s'im1)et ervend.sse si avrebbe rottura vescicale o anuria, gna facilmente .n el capo posteriore : si ;a aJl.o ra la sututfa dell'uretra e secondo lo stato delleo il ferito sforzandosi d'urinaire imonda i.I focop.arli molli e l'infezione della ferita, si1.suturan<> laio di rottura, per cui iinfezione, asceso urinoso, infiltrazione d'ul'ina, setticemia sono la o non i di:versi piani del perineo. La sonda si mina-ccia imrmediata. Se questi accidenti sono .laiscia a permanenza. Se la rottura è totale, la ricerca del capo poevitati, il feri.t o può oonservare una fistola perineale. 11 restringimento è 1'evoluzione fatale steriore è il tempo delicato. Se si trova si prodi tutte le rotture :traumatiche' del.I 'uretra spu- cede alla sutura de.Il 'uretra ; se non si .ttfova, si potrà ric.o rrere : gnosa. r 0 IA 1LLa resezione del .t essuto con.tuso e messo TRATTAMENTO. I. Trattametito classico. _i\) Rottura dell'uretra penie1ia. ,--- In caso dii a 9nudo dell'aponeurosi perineale, che fa scop.r ire emorragia, irrigazioni uretra1i con acqua bollita .faci·l mente l'uretra membranosa (Hei.t z-Boyer). 2° Al cateterismo retrogrado .p er l'uretra caldissima., segui.t e o no da instillazioni di qualche goccia di una soluzione di ad·re1113!lina al mem·bra:nosa (Le Denitu, Forgue). 3° Al cateterism~ retrogrado dop.o e:i'stosto1000°; vescica di ghiacclo localmente. Se l 'emor• ragia pers·i ste malgrado questi mezzi, Legueu mta. Ritrovato i1 capo posteriore, si fa la s uitura consiglia di ricorrere alla sonda a permanenza • • dell'uretra e se l'allontanamento de.i due capi c~ tfrurà l' emostaist per oompress1one, ma questa sonda. si terrà app.e na 24-48 o·r e per non pro- non. permette l'affrontamento si suturano i due • • ca p1 dell'uretra a11a pelle. ,.oca.re l '1• nfez1one. Terzo tempo : Sutura dell'uretra o fistolizzaPer la ritenzione d'urina, Legueu ricorre al sondaggio icntermittenit e, Lejars co1I1&ig.l ia di iten- Z'ione dei due capi alla pelle. - La sutura de11:a I

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ur,etira si fa .sulla sonda che si lasc1a a permauenza durante 1a cicatrizzazione. Con. la stomia perin·e ale niente oon<la .a permainenza, ma bisogna rifare in. s·eguito .l 'u1;etra con autop1astica. Quarto tempo : Ricostituzione del perineo e sutiira delLa pelle. - .S e i tessuti sono molto c.011rtu.si, bisogna 1iasciar colmarsi la fe·rita per g·ranu1.azioni. C) Rotture dell' i1.retra 1nembratLosa. - Sono sem1)re gravi e bisogna intervenire rapidamente per opporsi :a.g li accidenti dell'infiltrazione di . ur1n:a. Si farà UJn uretr.otomi:a ester.na. Con runa jncis i·one traS\ •erSiai1e prerettale si 1metite a nudo 11' focolaio di irottur.a 1e si ri•cerc.a il capo posteriore. e 110.n rei si ri.esee, si ricorre· alla cistostomia e él 1 cateterismo retrogra•do. Trovato il .capo pos teriore, i.si mette .u na s iringa a .p ermanenza, in1.orn·o a1la 1qua~·e si sutu'l~ il canale, e la si lascia .p er ttna v·entina di gior11i. ·C ominciare la clilatazione precoce per com·batter.e il ·r estringime11Jto del canale. II. Trat tamerito moderrio. - Per ottenere ·b uoru risultati :immediati e tardivi, d·op.o l'ur.etrorrafia -circ-01ar.e, la cicatrizzazione deve farsi senm infezi·one ·e :senza irri,tazio11e. E perciò eh.e si fa una cl,e rivazi,o ne ·d 't1ri11a dalla vi.a ipogastrica e ohe 31 sopprime ogni sonrd.a a permanenza, percbè la ~onda a permanenza può in.rfettare, ~rrita sempre la ferita uretr.a le 1ed espone al restringimento 111teriore. Tecnica operatoria : 1° Si pone il malato 11el d-ecubito orizzontale, si procede alla cistostomi:a sop<tapubica e si pone un béniqué nell 'ur.etr.a posteriore passa11do ·p er l:a vescica. · 2° Il ma1ato è posto .n ella posizioil'e del tagli-0 .p erin·eale ; ·u11a grossa son.d a è spin1ta per il meato .uell'.t tretra. Primo tempo: J-ncisione perineale mediana, sezionando la pelle, il tessuto cellula.re e l'aponeurosi .p erineale su pe1·fici.ale. Secondo tempo : Ricerca. dell'uretra, facile grazie alla sonda uretrale e al bén.iqité vescicale. Terzo tempo : Resezione della parte malata de i l'uretra, e affrontare solo t essuti sani. Que. • sta ·r esezione potra' raggiungere 1. 6 cm. senza 1111ooere .alla ricostituzione del canale. I.n caso di emorragia si tamponerà -0 si metterà una pìnza. Qu.a~·to tem·p o: L i beraziO'l'te del capo anteriore con la sua guaina spugnosa da.g li altri piiani : a poneurosi media indietro, corpi cavernosi avianti . Emostasi. Quinto tempo: Passa.~gio dei fili d'ap pog.!Z"io . - Si passano due fild nello spessore tlell'urctra, s ulla parte a.nteriore e con questi, stessi fili si 1

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traversano i tessuti della .parte media della feirita ; la loro legatura attira indietro il capo anteriore e lo mantiene a contatto dell'uretra po$teriore. Sesto tempo: Sut'ura del1 'uretm oon punrti non i)erforanti, due superi.ori e tre inferiori, .sulla gui1da de1la sonda. Settimo tempo: S'ut·u ra dei pia1ii superficiali. Si termin.a •Con la medicatura della ferita perineale, il ritiro della sonda uretr·a le e l'applicazione del drenaggio iipogastrico . . Per 15 gi.orni, niente lavagtgi nè sondaggi del canal.e uretrale. Al 15° giorno si sopprime il drenaggio ipoga.stric-0 e si lascia u·rinar.e il malato da solo. Poca urina passa per il canale uretrale, la più g·ran parte si elin1ina ·p er 1'oritfìcio del1a cistostomia.. Poi .a umenta progressi vam.en·t e la qu.a-nt~tà .d i ur1na per l'uretra, e in capo a u.na dieci11a cli giorni la fistola ipogastrica si chi ude. Se ·eosì 11on fosse, s i potrebbe mettere una si1"in.g.a à p·ermanenza per qual.che giorno. !Tidicazioni operatorie . - Questa tecnica è applioa!biLe .i n tutti d oasi di rottura de1l'uretd-a, tranne: 1° Nelle rotture :i uterstiziali dell 'ur·e tra 1bul.:. bare senza .emorragia ~ senza ritenzione .(diffeTire l'intervento ;fino alla comp.arsa del restriingi m.enito) . 2° Nelle rotture dell'uretra perineale, con lesioni di:ffuse oltre i 6 cm., perc hè allora la coatbazione dei due oapi sarebbe troppo tesa e fallirebbe (preferire in r1uesti casi la :fistolizzazione perineale dei du.e ca.pi, .seguita da .autoplastica seconda.ria) . 3° Nelle rdtturie dell'uretra membranosa (Marion non consiglia qui 1'uretrorrafia circolare ; egli mette una 1son da a permanenza e .l ascia 1'il1retra cicatrizza:rsi .aittorno). 4° Nelle ·r otture già infettate (in questi casi s i 'fi.correrà all'u~etr-0tomi:a esterna o meglio alla doppia uretrostomia .p erineale). B. MASCI. 1

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()SSERVAZIONI CLINICHE. ÙSPEDA.LE SAN' A.i~'"rONIO DI TRAPANI.

Tubercolosi prl1nitiva del rene destro ton ptosi. Nefrectoinia. CONTRIBUTO CLINICO peT il dott. CARMELO SoLINA, chirurgo primario. Al caso clinico che sono per esporre farò seguire alcuni ricordi e considerazioni, di cui alClµli si riferiscono al caso stesso ed altri alla tubercolosi renale ed in ispecie alla primitiva nei riguardi principalmente della prognosi e degli esiti. D' A ... V ... in L., di anni 33, da Trapani, padre e madre morti a 6 5 anni: il primo di paralisi cardiaca, la seconda di tumore mammario (carcinoma) . Fratelli due, viventi e sani; un terzo morto di tubercolosi pulmonale. Sorelle: una vivente e sana; un'altra morta di eclampsia in gravidanza. Figli tre viventi e sani. È stata in passato sempre di buona salute. · La presente malattia data· dal mese di ottobre l9I5 e si è riv~lata con un ematuria abbo11dante, ·che è stata confusa ron un aborto; però essendosi ripetuta dopo circa un mese, accompagnata da colica renale, è stato chiamato un medico che la mise in raJ?porto col rene mobile. Dopo di allora intanto ad mtervalli irregolari e senza alcuna causa, le ematurie si sono ripetute di diversa durata ed intensità, accompagnate talvolta (due sole volte) a colica intensa renale della durata di qualche giorno; il più spesso invece senza alcun disturbo · subbiettivo. Non ha notato che lo strapazzo corporeo avesse influenza nella produzione dell'ematuria; però spesso aveva notato che seguiva alle osservazioni del medico . Non ha notato mai muco-pus ed altri depositi nelle orine, poichè sono state sempre limpide e perfette, eccetto i periodi di emissione di sangue. Non può dire se abbia mai avuto febbre,. durante la permanenza in famiglia, perchè non l'ha mai constatato col ter.mometro, però notava un accaloramento ed un lieve senso di malessere nelle ore pomeridiane e che la notte andava soggetta a sudori. È stata ricevuta il 12 aprile nel mio reparto, occupando il letto N . Bo ed è rimasta in osservazione per circa 40 giorni con febbre leggera serotina e qualche rara ematuria più lontana e pit\ lieve nel modo di manifestarsi che a casa sua. Ha avuto una sola colica renale accompagnata da ematuria abbondante, però senza anuria temporanea e tenesmo vescicale, che erano stati i sintomi predominanti delle coliche avute in casa. Si tratia di una donna molto anemica con cute e mucose scolorate, discretamente nutrita, con masse muséolari e pannicolo adiposo poco sviluppato e con apparato scheletrico regolare. All'ispezione dell'addome non si riscontra niente di rilevante; alla palpazione invece, in corrispondenza dell'epigastrio, porzione destra, e precisamente sotto il fegato, si nota una tumefazione della grandezza di un limone piuttosto grosso, a superficie liscia, consistenza dure-elastica (più accentuata della ordinaria renale), a margini perfettamente delimitati, non spostabile coi movi-

~enti respiratori. È bene distinta dal fegato, non e d~le?-te. alla pressione ed è mobile, facilmente con-

ducibile in. alto nella regione renale, dove più non ent~a per il suo vol11me aumentato (è bene rilevabile col!~ palpazione b.imanuale) in b~o fino a}Ia fossa iliaca, ove sul piano osseo su cm poggia s1 mettono meglio in evidenza i caratteri di 11niformità della superficie, che è, come abbiamo detto, perfettamente liscia, senza che alcun punto attiri l'~ttenzione, sia per la sua dolorabilità, che per la differenza di consistenza. La forma è quella di un ~ene, però più ingrossato ed arrotondato . Mentre il tumor~ è tenuto basso la palpazione della regione renale riesce negativa, però nella forte ispirazione sembra di palpare una resistenza che dà l'impressione di trattarsi più del fegato, che del rene. Durante il tempo di degenza nell'Ospedale il tumore non subisce alterazioni nel suo vol11me , che a detta del medico curante si mantiene sempre lo stesso fin dal mese di dicembre, cioè fino alla prima sua osservazione e così pure costanti sono gli altri caratteri. All'esame delle orine raccolte ·col cateterismo · divisorio si riscontra quanto app:·esso: nella stessa unità di teml?o dal rene sinistro viene s€..gregata una quantita di orina quattro volte maggiore di quella fluente dal rene destro. All'osservazione macroscopica il colorito ed aspetto sono normali, alla microscopica si l1a: nell'11rina del rene destro abbondanti emazie, pochi corpuscoli purulenti, abbondanti ~ranltli di urati amorfi, .,piccole cellule epiteliali cilmdriche; del rene sinistro qualche emazia, qualche cor1)uscolo purulento, abbondanti granuli di urati amorfi. Nell'ematuria il primo. getto delle urine come le ultime goccie sono egualmente colorate. L'urea è anormale in tutte e due i reni e la densità è di 1022. Il fegato è nei limiti normali. Negativo è l'esame dei polmoni e del cuore. Parimente lo è quello dello stomaco, degli intestini, dell'apparecchio genitale, della vescica urinaria e delle glandole linfatiche. Diagnosi. - Due sono i processi morbosi che si prospettano: un neoplasma od una tubercolosi del rene destro. L'ereditarietà è per tutti e due. Dei neoJ?lasmi renali, ed è a pensare soltanto çlei maligni, il più frequente è il sarcoma, sia di origine della capsula grassosa, o del connettivo interstiziale del parenchima. I~a superficie liscia, i margini bene delimitati e la consistenza duro-elastica del tumore a prima giunta vi fanno pensare. Però :fìnchè un tumore maligno del rene non si rileva che per il dolore e l'ematuria che si ripete a brevi intervalli e ciascuna volta abbondantemente la diagnosi è impossibile. L'esame accurato delle urine di frequente ripetuto non ha ritrovato . sempre che sole emazie. Le coliche sofferte dall'inferma sembrano dovute al passaggio nell'uretere di grumi sanguigni per congestione, od inginocchiamento, o torsione di tutto l'ilo, uretere e vasi insieme, non infrequenti del rene mobile. Nell'inferma il dolore non è mai esistito, nè le ematurie sono state sempre frequenti ed abbondanti. I sarcomi in tempo relativamente breve possono acquistare grande volume ed il tumore renale nel periodo non breve di quaranta giorni di degenza dell'inferma nell'Ospedale non si era ingrossato. L'altro proces50 morboso è la tubercolosi che, come è noto, ha un reperto anatom0-patologico così variabile da non corrispondervi un unico quadro clinico. (19)


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L'esame negativo degli altri organi fa pensare solamente alla forma primitiva in cui il bacillo deve necessariamente battere la via della circolazione sanguigna. In questo caso si suole dare gran peso diagnostico alla forma dolorifica ed all'ema.. tica, ma nessuna delle due è caratteristica; però, quando l'una e l'altra si complicano a piuria il sospetto è fondato, specie quando non preesistevano emofilia renale od infezioni.dovute a blenorrogia, o cateterismi settici. (Durante). Nell'inferma mai si ebbe dolore e nell'esame delle urine, frequentemente ripetuto, non si riscontrarono che solo traccie di muco-pus. La dimostrazione dei bacilli è la prova più sicura ed è una delle principali esigenze diagnostiche per conoscere la tubercolosi delle vie urinarie. La ricerca, difficile direttamente, è invece per lo più facile iniettando pochi grammi di sedimento di urina nel connettivo sottocutaneo delle cavie, ciò che fu fatto una sola volta e con risultato negativo d i cui d irò in seguito la ragione. I,a cuti-reazione avrebbe contribuito alle ricerche, m a questo mezzo · d i indagine, a cui però gli urologi non attribuiscono grande valore diagnostico, non era a mia disposizione. Non mi fu dato neanche di constàtare i punti ureterali dolorosi, cui si suole dare grande importanza. D'altra parte, il deperimento della nutrizione, l'asvetto sofferente, la dèbolezza, i dati anamnestici e lo stato oligoemico dell'inferma, associat i ad un sintomo di alto valore clinico, che era dato da una lieve ma costante elevazione termica nelle ore della sera (la temperatura si eleva da 37° a 37,6} e da sudori parziali notturni, ia frequenza secondo l'Israel di tutte le tubercolosi primitive nel sesso femminile, in proporzione d i 3/4 s1ùl'altro sesso, rendono non dubbia la diagnosi di una tubercolosi primitiva del rene. La nefroptosi poi non trae evid~ntemente la sua origine dalle cause comuni ma bensì dall'ingrossamento per processo morboso del rene stesso, reso ancora più agevole dalle note condizioni anatomiche del rene destro. Dalla storia clinica non risulta se essa precedette all'ingrossamento del1' organo. Un rene mobile è soggetto ad ammalarsi più facilmente di uno sano. È un fatto non dubbio che in alc11ni casi la tubercolosi primitiva del rene.. può rimanere latente senza alcun sintomo, e che soltanto per un influenza esterna, in seguito a qualche causa occasionale, si desti dal suo stato latente e venga eccitata ad ulteriore progresso. La nefrectomia trova la sua piena ed urgente indicazione, confortata dalla conoscenza sicura della funzionalità del rene sinistro, poichè in nessun'altra malattia del rene, come nella tubercolosi, lo stato d'integrità dell'organo gemello ha un'importanza così rilevante. I bacilli tubercolari se possono giungere in un rene per la via del sangue non è detto che non t>ossano arrivare parimenti nell'altro. Quanto piu presto viene posta la diagnosi e quanto più presto viene rimosso il rene, massime se il processo morboso è nel suo inizio, per altrettanto sarà favorevole l'esito immediato del1'operazione e ne seguirà generglmente una guarigione definitiva. Operazione. - Stabilita l'operazione vi procedo nel mattino del giorno 24 maggio. Etero-morfinonarcosi . Previa disinfezione della pelle, l'inferma viene situata nel decubito laterale sul lato sano. Il fianco che tocca il tavolo, come di norma, viene elevato da un cuscino cilindrico e resistente. Incisione rettocurvilinea alla Gujon. Interessata la (20)

cute ed il connettivo sottocutaneo si tagliano succes- . sivamente le fibre del gran dorsale nella parte superiore della ferita, i due obliqui e l'aponeurosi del trasverso. Si scopre al disotto ·il nervo addomino-genitale e la fascia di Zuckerkandl che si lacera con una sonda scanalata in corrispondenza della parte posteriore della ferita. Attraverso a questa apertura, che si ingrandisce colle dita, appaJ:"e. la capsula adiposa. p~rirenale. Per avere· un facile accesso al rene s'mc1de colle debite cautele il legamento costo-lombare, e si allunga in basso di parecchi centimetri la incisione. Un largo· divaricatore è situato nel margine della ferita che solleva leggermente il contorno del torace ed ingrandisce il campo operativo da questo lato. Si lacera con i due indici e nel senso verticale lo stratoadiposo perirenale .sino alla comparsa del tumore, mentre la mano di un aiuto premendo sulla parete addominale anteriore lo , spinge verso l'operatore .. Il ti1more. che appare non del colorito rosso-vinoso del rene, ma come di sostanza cerebrale con sottile rete vas·t olare alla superficie, occupa il lobosuperiore del rene, che si è trasformato come in una arancia. Con delicate manovre di scollamento e non senza stento si porta fuori, e con esso tutto il rene. Il pedunc.ulo non è lungo, ma solido. >I/uretere viene preso e legato con grosso catgut, in due punti poco distanti fra di loro, è reciso fra questi col termo-cauterio. Si tiene fuori il filo del capo vescicale. Si procede alla legatura del pedunculo, che si fa con un filo doppio di grossa seta. Collocato sul pedunculo un clamps a ridosso del rene se ne pratica la sezione. Si applica sul moncone una legatura di sicurezza e si legano isolatamente i vasi. Si asporta tutta la capsula adiposa. Il capo vescicale dello uretere, che è sano. è cauterizzato nel suo lume ed affondato. Tutto il campo operativo, la loggia renale e pedunculo. specialmente sono riveduti e parecchi punti che sanguinano legati. Si procede in ultimo alla sutura con catgut a piani della parete addominale e nel1' estremo inferiore della ferita viene messa una striscia di garza e si lascia non annodato l'ultimo punto della sutura cutanea, che viene fatta con seta. Si copre con abbondante medicatura antisettica. Decorso ed esiti. - Due ore dopo dall'operazione l'inferma emette delle urine sang11inolente. Alla sera T. 37.7 P. 75 R. 22. Emette delle urine limpide. E calma e senza alcuna sofferenza. 25 maggio mattino. Notte tranquilla T. 37.1 P. 70 R. 20. Ha emesso delle urine limpide ed abbondanti. Sera T. 380 P. 80 R. 22. 26 mattino. Notte tranquilla T. 36.8 P. 70R. 20. Si rinnova la prima medicatura, si toglie la striscia di garza e si annoda l'ultimo punto della sutura. 26 sera. T. 37.3 P. 75 R. 21. 2 7 mattino. Notte tranquilla come ~e precedenti. T. 37.1 P. 70 R. 20. Ha avuto abbondanti urine e una dejezione spontanea di buone feci. 27 .ser~. T: 37°1 P. 70. R. ~o. . Ne1 giorni success1v1 apuess1a. In ottava giornata si rinnova la medicatura, la ferita è guarita pe'Y primam. Si tolgono i punti. L'inferma sin dal secondo giorno dalla operazione è stata alimentata di solo latte. Il decorso post-0peratorio può dirsi veramente eccezionale. L'inferma non ha avuto nes-


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suna sofferenza e dimostra un senso di completo benessere. È rimandata in sala comune ed il giorno 8 giugno dimessa dallo Ospedale. Reperto anatomo-patologico . - Il rene è notevolmente ingrossato e deformato. Il processo ha invaso il polo superiore trasformandolo come in una grossa arancia. La sua superficie è liscia, nessun nodulo, il colorito giallastro con sottile e scarsa rete vasale venosa. Il resto del rene conserva la sua forma. Praticata rma sezione mediana dell'intero rene si notano al disotto della capsula, assai sottile, in ammassi> i noti noduli grigio-gial. lastri diffusi su tutta l'estensione del polo superiore sostituendone per intero il tessuto renale. Sono confluenti e caseificati, ma non rammolliti. L'embolia bacillare è stata limitata ai vasi del polo .superiore. Trattandosi di una infezione ematogena, prima affetta è la zona glomentlare. Il ba-cinetto renale, lo sbocco dell'uretere e il polo in· feriore sono perfettamente sani.

la sua sede nei polmoni, nella pelle, nelle ossa, nelle glandole linfatiche, o altrove, può essere di poca entità ed in completa guarigione e nondimeno può ~da esso derivarne per la via del circolo sanguigno l'infezione renale, poichè i bacilli tubercolari chè oltrepassano i capillari polmonaj.i restano trattenuti in quelli del rene . . La presenza dei bacilli tubercolari non è sempre dimostrabile, anche nei casi in cui il ren~ è certamente ammalato. Occorrono talvolta preparati numerosi per rintracciare pochi bacilli. Nella mia operata l'esperimento sulle cavie fatto una sola volta riuscì negativo, è però a ritenere che òve si fosse ripetuto, per come doveva farsi, il risultato sarebbe stato identico, poichè per un certo tempo e fino a che non avviene la necrosi caseosa, per cui i focolai si rammolliscono e si ulcerano e si stabiEd ora brevemente ai ricordi ed alle considera- lisce la comunicazione tra questi e l'uretere, si • • • • • • • z1on1 a cw accennavo m prmc1p10. avranno sempre delle urine normali e quindi le riSono già trascorsi tre anni e l'operata, che ho ri- cerche difficili. veduto pochi giorni addietro, in stato di graviL'ematuria nella tubercolosi renale è una evedanza al settimo mese, è in condizioni di salute nienza rara. Anche rara è nella ptosi. Ora a quale veramente floride da ritenere per definitiva la delle due deve attribuirsi l'ematuria nella mia opeguarigione. Nel primo anno all'ipernutrizione, rata? Potrebbero contribuire tutte due le cause, tanto raccomandata e che potè eseguire nei limiti ma il fatto che l'ematuria si ripeteva quasi tutte ·consentiti dalle sue ristrette condizioni economiche, le volte che si procedeva all'esame fisico dell'adpraticò ad intervalli circa cento iniezioni iodo--io- . dome, in cui il rene lussato era sottoposto a pardurate e nel secondo anno cinquanta. Nel terzo ticolari osservazioni e studio e ricondotto spesso anno non fece nessuna cura. È noto di quanta nella sua loggia, fa pensare che la causa principale ·efficacia siano le cure iodiche protratte, sotto forma era da attribuirsi alla ptosi. di iniezioni ipodermiche in quasi tutte le affezioni La prognosi della tubercolosi renale, a giudiz~o tubercolari. degli autori, non è uniforme ed il dissenso non è Il caso riferito da Durante di un infermo operato di lieve importanza. Il Durante, che sostiene didal èott. Arnò di Palermo è molto istruttivo: scutibile la guarigione radicale della malattia con si trattava di un giovane infermo in stato gravis- i presidii medici e chirurgici, fa una prognosi molto simo con febbre; le masse caseose avevano invaso i grave. Due casi dallo stesso operati di nefrectomia tessuti patarenali e la nefrectomia fu seguita to- per questa affezione, apparentemente primitiva, sto da recidiva nei tessuti lombari. Consigliate di cui fa cenno nel suo aureo Trattato di Patodal Durante le iniezioni ipodermiche iodo-iodurate, logia e Terapia Chirurgica, furono seguiti da morte, l'infermo cominciò a migliorare e dopo quattro uno dop·o un anno e l'altro dopo 18 mesi, il primo anni godeva florida salute. per tubercolosi generalizzata ed il secondo per La tubercolosi del rene, confusa dapprima colla uremia probabilmente per ripetizione di processo tubercolosi uro-genitale, è stata oggetto da molti nell'altro rene. Il solo caso di guarigione assodato .anni di pregevoli studi fondati sull'esperienza cli- sarebbe quello dell' Arnò, avanti menzionato. nica ed anatomo-patologica e sulle ricerche stati- · Altri, come il Bergmann, fa una prognosi favorestiche, associate all'indagine sperimentale, in modo vole, tanto negli esiti operatori immediati, come da potere formulare un quadro_clinico quasi com- nei risultati definitivi, e tanto più favorevole quanto pleto della malattia. Le forme, come è noto, sono: più presto si praticherà l'operazione. la primitiva e la secondaria, della primitiva l' aChe i risultati della nefrectomia per tubercolosi scendente e la discendente e di queste la prima con sono sempre migliori è dimostrato all'evidenza dalle maggiore frequenza . statistiche di Smeiden, . di quelle personali di Nella mia operata io inclino a credere che si Israel, Tuffier, I(iister, Abbarran, Konig, Sched, sia trattata della vera e propria forma primitiva, Bergmann ed altri. Secondo lo Smeiden, che prenel senso che il primo focolaio morboso dell'orga ... senta una statistica di 20 1 casi, le nefrectomie nismo si sia costituito nel rene; ciò che sarebbe primarie danno tma mortalità un po' minore. Così l'eccezione. l'Israel registra delle guarigioni definitive constaD'ordinario il focolajo primitivo, che può avere tate fino dopo 9, 7, 3, zanni dallo atto operativo; (21)


IL POLICLINICO

lo Sched dopo ro, g, 8, 7, 6 anni; e il Bergmann in una seconda statistica, essendo migliorati i mezzi d'indagine, un caso sopravvissuto r6 anni; 3 casi II anni, 3 casi· g anni) 2 casi 8 anni, 3 casi 6 e 7 anni ed altri di minor numero di anni . Indubbiamente, dopo l'introi uzione dei moderni metodi di esame e specialmente del cateterismo ureterale e della crioscopia i risultati sono à i gran lunga migliori. L 'impiego dei divisori dell'urina dà risultati incerti. Anche il cistoscopio da solo in una tubercolosi primitiva del rene senza manifestazioni cliniche, a vescica ancora integra, non rende alcun servizio. È la cistoscopia ureterale quella che illumina la diagnosi delle malattie renali in genere ed in ispecie per la diagnosi precoce della tubercolosi. Una nefrectomia fatta in tempo può impedire che l'altro rene si ammali. Anche la crioscopia del sangue rende dei preziosi servizi. Essa non ha dato più a lamentare casi di morte per insufficienza renaìe,! pure nei casi in cui non era stato possibile il cateterismo degli ureteri.

Eppure tale deduzione, tanto giustificata e tanto benefica, non sempre appare del tutto soddisfacente. Questo avviene nei casi in cui le urine sono molto torbide e ricche di detriti, onde è giusto credere che l'azione anche puramente meccanica del lavaggio dovrebbe essere un'utile preparazione a quella chimica della istillazione. E vi sono casi in cui sorge il fondato sospetto che l'i-

Luglio, 1919.

STRUMENTI E APPARECCHI NUOVI. ISTI1'UTO DI PATOLOGIA CHIRURGICA DELLA R. UNIVERSITÀ DI R OMA '

diretto dal prof. R.

ALESSANDRI.

Un nuovo irrigatore ·vescicale a doppia corrente per il dottor EUGENIO PIRONDINI.

È noto quanto sia delicata e complessa la cura di alcune cistiti ribelli - non d i raro specifiche - , che si caratterizzano per una intensa pollacuria dolorosa . In tali casi la vescica non tollera la minima tensione: i liquidi non potendo essere introdotti che in' minima quantità, non riescono a esplicare l'azione detersiva, e se si tenta di ottenere a forza tale efficacia, introducendo vol11mi maggiori, là vescica più che m ai si ribella nel momento e dopo, con i11sorgenza o alimento delle ematurie, e con esacerbazione della pollacuria dolorosa. Il lavaggio è dun,que del tutto inutile, o estremamente dannoso. Questa è una verità indiscutibile, e sono infatti relativamente frequenti quei casi in cui una cistite fu definita ribelle dopo che fu resa tale da cure scorrette, per una forzata distensione vescicale, col fine illogico e vano di ottenere una « abitudine» o una cc rieducazione » alla disten. sione . In questi casi è dunque fondamentale la regola: fnai lavaggio,· sempre e solo istillazione . (22 )

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stillazione n on possa dispiegare tutta l'azione utile,. appunto perchè viene meno la preliminare deter• sione. In tali casi è possibile - nella donna almeno - fare anche il lavaggio continuo e trascorrente~ senza produrre dolore alcuno. Lo strumento migliore per tale scopo è un catetere di curvatura Mercier che ha il fondamentale carattere di avere it canale di afflusso assai più stretto di quello di


(_l\NNO XXVI, FAsc. 45)

SEZIONE PRATICA

efflusso, e che viene connesso mediante un tubo

di gomma, con un reeipiente del1a capacità di 500-1000 eme., munito di rubinetto e funzionante da livellatore, come nella figura. La curvatura ~iercier è preferibile, (si intende sempre nella donna almeno), perchè mentre facilita l'introduzione, evita l'urto doloroso del catetere contro la p arete vescicale anteriore, urto che avviene con gran facilità adoprando quelli di curvatura Beniquè-Gujon. La più grande ampiezza del canale di efflusso facilita la fuoriuscita dei detriti. Ma il fondamentale scopo della differenza di caiibro tra i due canali consiste nella maggiore facilità di potere evitare la distensione vescicale. Che lo scopo possa essere f~cilmente r aggiunto, lo dimostra il fatto che il livello del liquido nel livellatore comincia a scen-

dere con una certa rapidità solo se quest o viene alzato molto. E:i è precisamente nella altezza del livellatore, il quale viene t enuto diret~amente da chi fa il lavaggio e spostato con gran cautela, che risiede il secondo fattore del fondamentale scopo di non distendere la vescica. Il tèrzo elemento che garantisce questo scopo è il rubinetto del livellatore. 1\IIa se si p rocede con gran cautela, quasi sempre almeno, è possibile non servirsene, e comple t are un gran lavaggio veramente trascorrente e continuo senza il minimo dolore, malgrado capacità ridotte persino a~ 50-30 eme. In tali casi la vescica contratta e retratta quasi a m ò d i cuffi.3. all'intorno del catetere a doppia corrente, nella posizione giusta del livellatore s ubisce una vera e pura abluzione, precisamente come se una vescica staccata dall'organismo, largamente aperta e quindi spianata, fosse posta sotto un sottile filo di acqua. Naturalmente, dopo una tale d,e tersione preparatoria, la istillazione potrà meglio dispiegare tutta l'efficacia possibile. • Roma, ottobre 1919.

COMMENTI. Salla eura laeale della pu3tola maligna. Sono vent'anni che pratico la cura locale della pustola m aligna, in questo paesello del Cosentino, con l'uso del Sltblimato corrosivo, :finamente polverato. Il metodo è simile a quello che tieµe il prof. Savini e che clescrive il dott. Carlo Mario Pertusio nel fase. 41 della Sez. Pratica del p. p. ottobre, e più che al d iachidon soglio ricorrere ad un po' d'ostia bagnata, preparata all'istesso modo per applicare e contenere esattamente sulla pustola la ~!vere del sublimato. Non pratico incisioni quando la pustola è com-

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parsa da 24-48 ore: ma se data da più d i due giorni incido a croce senza raggiungere l'alone circostante; e pratico così perchè parmi necessario in questo caso d 'agevolare la penetrazione di qualche po' del sublimato negli strati sottostanti sollecitamente. I/indomani l'edema circostante, però, trovasi sempre ai1mentato e me lo spiego pel fatto reattivo locale derivante dal caustico applicato sulla pustola. Quasi sempre, a capo d i 24 ore tolgo tutto; pulisco bene la parte da ogni residuo di polvere di sublimato e comincio a praticare l'applicazione d'impacchi caldo--11midi d i soluzione fenicata all'uno per cento allungata. I/escara così, fra ro-15. giorni, va via completamente, nettamente. Non ho mai notato sintomi d'avvelenamento per sublimato nei tanti casi curati in tal modo, nè il dolore provocato è stato qualche volta insopportabile . ·. Sulle palpebre ho dovuto sempre lamentare la cicatrice deformante. Non ho avuto un caso di morte e qui la pustola maligna seIJ>eggia continuamente. Laddove, quindi, non s'ha pronto il siero anticarbonchioso, come sempre è capitato a me, si ricorra pure con :fi.~ucia a tale metodo Cl1rativo della pustola maligna, che non fallirà. ' l\'1ottafollone, 14 novembre 1919. Dott. GIOVANNI CONFORTI_

APPUNTI ·DI MEDICINA PRATICA. CASISTICA.

Encefalo mielite acuta.

I. B. Clelancl e Alfredo Campbell (Britisch 111e·· dical j ournal, 1919) danno notizia d i una forma epidemica apparsa nell'estate del 1917-1918 in alcune località della Nuova Galles del Sud ed altre regioni dell'Australia, che ha varii punti di rassbmiglianza con la poliomielite anteriore acuta, tanto che da alcuni fu ritenuta come la forma meningea di quella malattia, opinione che non viene con divisa dagli autori. E ssa merita di richiamare l'attenzione del pratico. Furono oggetto dell'osservazione clinica l 34 casi di cui sedici ad esito letale furono seguiti da esame necroscopico. Inoltre furono fatte un gran ntrmero di esperimenti sugli animali. . Questa forma apparve tra gennaio e aprile di due anni successivi, generalmente in località assai lontane dai centri popolosi e con clima assai rigido e freddo. Nelle località infette diede luogo a piccole epidemie localizzate fra i varii membri ddlla stessa famiglia, trasmesse forse per contatto . Colpì sopratutto i bambini sotto i cinque anni


, IL POLICLINICO

[ : \NNO

XXVI,

FASC.

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{nella ragione del 50 %) , ma si ebbero pure 34 Un reperto costante è dato dalla presenza di am-casi sopra i 2 5 anni. I maschi diedero il maggiore massi di cellule linfocito-simili, che riempiono e -contributo al1'infezione. Il 70 % èei casi furono stipano gli spazii perivenosi, formando attorno .seguiti da motte, -dei guariti alcuni ebbero reli- alle vene come una guaina cellulare dovuta ad quati di paralisi e disturbi mentali. essudazione di elementi dal vaso stesso. La malattia durò da 4 a 6 giorni ma in alcuni Inoltre nella sostanza nervosa si trovano iso-casi fuJminanti si giunse all'esito letale in 24 ore. lotti di cellule · simili alle precedenti, apparenteSembra dagli esperimenti sulle scimmie, che l'in- mente isolati e frequ~nti sopratutto nei nuclei della -cubazione sia dai cinque ai dojici giorni. base, nei nuclei del ponte, nelle olive e nella soTalve>lta vi sono sintomi prodromici consistenti stanza grigia spinale. in cefalee, stanchezza, malessere, irritabilità, conAltro importante sintomo è costituito da focofusione mentale, sonnolenza, èolori vaghi, debo- lai di necrosi o rammollimento miliare disseminati lezza agli arti; talora questi sintomi mancano e la nella corteccia cerebrale e nel ponte, prodotti promalattia insorge improvvisamente. babilmente dall'occlusione di vasellini terminali. D'ordinario inizia con vomito, sopratutto nei Le cellule nervose presentano raramente segni I bambini, seguito da febbre e convulsioni. Negli di degenerazione o di distruzione. • adulti si ha cefalea, disordini mentali, dolorabilità Le parti del sistema nervoso che presentano retrocervicale, debolezza muscolare e incoo~dina­ maggiori alterazioni sono: la corteccia cerebrale, i zione; non manca mai la febbre elevata (39-40). nuclei della base, il nucleo dentato cerebellare, la S ui primi giorni si hanno convulsioni nella forma regione dorsale del ponte e del midollo allungato, usuale, ma coll'oscuramento èella coscienza essi le coma grigie spinali. vengono sostituiti da movimenti delle braccia e Queste alterazioni sono assaì simili a quelle della delle gambe, o da contratture di un'estremità, o poliomielite anteriore acuta. Se ne differenziano, da scosse isolate dei muscoli. Inoltre si riscontra per la loro grande diffusione e generalizzazione per tremore, trisma, spasmo facciale, protrusione e re- la partecipazione del cervello al processo morboso, trazione alternata della lingua,• ammiccamento molto maggiore in confronto del midollo spinale; degli occhi, singhiozzo. Vi è uno stato di attività ·per la maggiore gravità. . riflessa così esagerata che basta esaminare o lavare Sono st~ti eseguiti esperimenti su 130 animali il paziente, per produrre convulsioni. Altre volte praticando iniezioni intra-cerebrali di emulsioni invece la rigidità è il sintomo dominante. • glicerinate o saline di sostanza cerebrale o spinale. A carico della psiche sono da notarsi: sonno- Con questo mezzo si è trasmessa la malattia alle lenza, confusione fino all'incoscienza, delirio. In scimmie (J\'Iacacus Rhesus) e <la scimmia a scimdue adulti si ebbero sintomi di mania delirante mia, in serie; dalla scimmia alla pecora, e da pea.cuta. Nulla di importante a carico dei nervi cranici cora a pecora in seriè; poi di nuovo dalla pecora alla scimmia; poi infine dalla scimmia al cavallo e tranne che per ciò che riguarda le funzioni viscerali. al vitello. La malattia è decorsa in questi animali Lo strabismo è un fenomeno tardivo, il nistlgmo con fenomenologia analoga a quella 11mana e il è sempre poco evidente. Invece la deglutizione è reperto anatomo-patologico è stato identico. s pesso ostacolata, frequente il respiro di CheyneNella scimmia l'infezione fu sopratutto grave e Stokes, la paralisi respiratoria del vago generalcaratterizzata da debole:lza muscolare e incoormente causa degli esiti letali. Rarissimi i casi di dinazione dei movimenti. La pecora si dimostrò paralisi delle estremità dei muscoli ?el corpo. meno recettiva, avendo l'infezione avuto un èeTra gli altri sintomi minori sono da menzionare: corso più mite. I cavalli e i vitelli inoculati soccomlo scolo nasale, muco purulento o sanioso; l'incontinenza delle urine e delle feci; il priapismo; l'al- bettero tutti in preda a convulsioni. Si può dunque concludere che questa grave e buminuria. Il liquido cerebro-spinale contiene un gran nu- pericolosa malattia malgrado abbia sintomi comero di elementi figurati, ma senza prevalenza muni con la poliomielite ant. ac. e con l'encefalite di speciali forme; gli esami culturali e microsco- letargica, è un entità nosologica di~tinta. gh. pici furono sempre negativi per la ricerca di mi-cror ganismi patogeni; sembra perciò giustificata l'ipotesi che si tratti di un virus filtrabile. È d i Un caso di apoplessia traumatica tardiva. regola una modica leucocitosi. Il caso è descritto cla F. Denson (Munch. MeDa sedici necroscopie risultò che solo il sistema nervoso viene colpito dal processo morboso. Vi si dizin Wochenschr., N . 29, 1919). Un operaio di nota: un ingorgo vascolare generale, con tendenza 45 anni, colpito alla testà da un peso di ferro ca.. all'emorragia capillare, sopratutto nella pia ma- d uto da metri 1 Yz d'altezza, senza riportarne apparentemente grave danno (non perdita cli co· dre, e in certe parti della sostanza grigia.

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[ANNO XXVI, FASC. 45]

scienza n è vomito), 24 giorni dopo tale accidente dà improvvisamente seg11i d i confusione mentale. S ubentrano s ubito dopo paralisi della metà destra d el corpo, afasia, sopore. L'ammalato è p .r.eso da convulsioni cloniche ge11eralizzate ch e si ripetono a brevi intervalli. Gli arti di destra sono in paralisi flaccida, i riflessi tendinei ·esagerati, quelli cutanei aboliti; il facciale di destra è paretico. Gli accessi convulsivi perdura110 per 2 giorni, durante i quali l'ammalato, profondamente assopito, · non prende alcun nutrimento, poi cessano completa· mente. Da questo momento le condizioni rapida· mente migliorano: la p a ralisi sparisce del t11tto nel corso di pochi giorni, la coscienza si fa p iù libera, il m alato riesce a lJatlare, p er quanto indistintam ente . Dopo un mese tutti i sintomi morbosi sono scomparsi; permane solo una leggera d imi11uzione della forza 1n11scolare negli arti <li '-" destra. Si tratta evide11temente di t111'emorragia e non già di un'epilessia tra11ma tica, essendo la paresi il primo sintomo apparso. I ... 'età ancora giovane del m a lato, il suo buon stato di salute prima dell'accide11te; il f3;tto che .egli non soffriva cl i lues, nefrite, affezioni cardiache, che non E-ra alcoolista; l'intervallo ili 24 giorni fra il trauma e la comparsa dei sintomi; e' 1l1fine l'entità del trauma; tutto ciò assicurava la diagnosi d i apoplessia tra11matica tard iva. r. . a rapida e completa scomparsa dei sintomi paretici, come pure l'agitazione psichica prodromica indica110 che l'emorragia è stata meningea e non intracerebrale. L'emorragia non avve1me nel.ptmto in cui agì i1 trauma; l' A. ammette una lesione vasale <la contraccolno. Non è stato possibile chiarire per quale meccanismo si sia poi giunti aJla rottura del vaso leso .

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SEZtONE PRATICA •

pot .

Disturbi dell'innervazione simpatica nell'arto superiore conseguenti alla concussione del midollo spinale. I 1 'edema 1imitato ad u11 deter1ninato segmeJ1to di 1111 aa:to 1110!11 de,·e consid•eria·r si co1ne diovurto esic1rusirvan1ente •a s io:nu1azione, •lllJa ·p uò ainche esse.re il piri.nei pa.l,e .seg1110 obbietti1v o, in certi casi di t.r:aiumai del mido.1Jo . P. Sol.lier ie P. C·owb0tn. (xif. iin l'lew York 11ied. fou rn ., 15 marro 1919) ha:i11n10 recentemente osservat o q uattri0 casi 11 ei q t1alli , Ìlll seguito a fe.rite d .a ri:>1roietti:1e 1ne l oo.1.lo, si è sviilup1)ato un 1edem.a de1.l1a 11ia1no e d1elle dita, ta11to ciTcoscritto, dia f.ar 1pe1LSa1re dappri1m a. ailqa a1)i1)1l1.ca.zio.11,e di q ttalrehe .fasciati1ra <:iostrittiiva ait1

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t OTl.10 .a11 '.a:rto.

In un caso si notò dapprima q11adriplegia·, che si dileguò dopo 11J11 paio di settia:rurune. l .. e tj1an.i dc1 paziente, dopo sei settima11e era;no d 'ttn co10-

!l"e l"osa paJ1ido, gionfie pi u·ttosto tes.e, iWll po' ca.Lde, co11 dita a sa1siccila, e c on Ù!a pel1le d ella palma secca e scre.polata . N .0i11 \Ti era1110 di sturb~ ·della i111>i:i};tà n è rje]Ja seD1s.ibilità s uperifi,ciale : la reazio11e eliettric.J era norma le . Si notò midriasi, specialmente a destra, i1t 1r{~it1a della se 11s ibilità pro.fo11d:a <l ~lle rli trl. nstcreog111osi1, ed atassia delJLa mano, iad oc-ehi chiusi; le;!~·,er.a 1ata.1Ssiai i .:-il ',; ~·to .i•rufe'!'ior~ 1.. \Ì. cs:i:..: c· ·:1z1 o:;'cli tutti i ·r iflesisi asteo-tendinei degli arti. Questa condizione di cose indicavia 11.11n disturbo de1Ja fibre lttng·l1e ·r ad.icolari 1d ella porzione• po·s .teriore del midollo. pi.uttosto <'he 11.n a lesione .drell.1 catena simpatica e dei rami comunicanti. I ris.u.J tat{ terapeutici g·i11stifioarn-0 1:ta1l1e co11cl tt sionie, in qtta·n·to che· il tra!ttamento .f atto settin1aniar11tne11te co11 i raggi X ,sullie -ce1.lu1ie 11ervi0se del si1ste111a sim IJatico dell'arto .superior.e, nella regione <:·e r\ri-co-dors-ale, fece scom1)ariTe i disturbi i.11 sette sedute. Gli ,.~J\. rico1101sco.uo ch·e tali distUJ11bi possono ri.sultare d.ai11.a comparteci!1a7,ion e dei nuclei intra~pia.1a·li, o delle \-Ìe l at1i·coìctri ·d el simpatico. ì\(:] c a ~o osserYato, '1:.rattav.asi ]Jro,b a.biJ111e11·t e di ei1iatorachicle che c.0111prin1e,·n. ,J,eggermente lai porzi one posteriore d.e.l midollo spin.a]e o :l e r1a dici <lei uervi. 1

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r. s.

TERAPIA. L'idiosincrasia per i medicamenti. Ogni ineclica1nento ba un'azione normale, una co.llatera 1e eù uua tossica ; vi sono però incli\rid tti (circa il 10 %) nei quali le due pri·I he azion i so110 esag·erat.e. Così p. e. l'effetto eccit ante della iuorfìna· è dovuto a1l '·esag·erazione del.l'a.z ione 1c oll·atera le , ge11eraln1ente mascherata d.alla depressione. Questo particolare modo cli r~agire è eh iamato cidi 011silllcrasi.a. General1nen t e i sintomi d'ella idiosi11crasia con~ sistono in c,o riz•a, tosse , spas1no bron.chiale co11 orticaria, edemi ang·ioueurotici, manifestaZtioni g·a~tro-i11testi nali .con dolori, \1on1iti, d_iarrea. Con g·li a11ti1pir etici, si nota q, ualch.e Yolta jperpiressie , oppure collasso cardiaco, e generalmente eosi11ofi.lia. Tali si·nto1ni si nia11ifestano e11tro 15-20 minuti clall'ingestione p. e. <li 50-60 cg-. cli aspirina. Qualche volta si osserva a.11.che as111a bron,chia]e violento si1no quasi .all 'asfi.ssia. L'accesso dura da S a 36 ore, ma ta 1Yolta ancl1e 2-3 settiman:e. R. _i\.. Cooke (foilrll. / :111i. nz ed. ~-issoc., 6 set- · .tembre 1919) t11ette in rapporto questi fatti con qt1e1li .c he si osser\rano nei fenome ni di intolleranza d1({ polli'ue, da molluschi, ecc. , e li rit1ene ( 7.5) 1

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IL POLICLINICO

qui11di di natura allergica. Ciò sarebbe altresì confermato dal manifestarsi dell'accesso in seg uito a11''ini·e zione intradermica di 6 mg. di aspi• rtna. Essi sono però specifici e dipendono da una determi1nata. mo1eool:a. .c osi in cer1ti i.ndivtidui si oss.er-vano p. e . per l'aspir.iina e non per ['acido . sa.lici-lioo, l'aiurtsipirina., l'acido benzoico, J.'aceta;to dii sroio, ecc. Ad ogmi modo, qual111Dique· ne sia l·a genesi_, ieis,si vanno tenuti presenti da:l prartiibo che {leve daue ad essi il giusto va1011e.

fil. Avvelenamento da aspirina.

F. L. Lewis (Lancet, I I gennaio 1919) riferisce il seguente caso di avvelenamento da aspirina. Un sergente americano ftt nel1 'ottobre 1918 . ammesso i•n un ospedale mi lit.are con la diagnosi di influenza . Era un individuo robusto, che non aveva per 1o innanzi mai sofferto di disturbi gastro-enter.i.e.i. Oltre quelle prescrittegli dal medico aveva preso di propria iniziia1tiva altre oortine in modo da oonsumare in sei ore oltré 1 2 gra,1 nmi di aspiri•n a. Era molto anemico; rra. temperatura era 39, il polso 120. Vomitava latte indigerito senza tracce di sangue. Il giorno dopo l'anemia si accentuava, i1 polso saliva a 150 e diventava sempre più debole ed irregolare, il vo1n.ito conti11uava. La mattina seguente aveva una abbondante emorragia intestinale, diveniva incosciente e moriva poche ore dopo. Alla necroscopia si trovò che l 'i1eo era fortemente d11J..ietrt:iato peir circa 5 metri, il cieco ed il colQll. erano carti.chi di gru1ni di sangue. Il passaggio tr·a i.J tratto sano e quello congesto del piccol~ intestino ei1a. 11etto. Gli altri organi apparivano integri. È ben noto .che l'acido aicetil-salicilico passa inalterato attraverso lo stomaco e J:a porzione superiore. <le1 piccolo intestino e poi. si converte in acido salicilico libero. Così si spiega come la li11ea di demarcazione fra 1'intestino sano e quello ~11lfi.am111aito fosse così ·netta in qua·n to che l'avvielenannento e .J1e a-elW:i ' 'e .lesioni in.testi~ntali sono det:ertni·nate da11 'aci!do salicilico prodotto dalla diecomp.os·i zione delJ 'asipirtirua. E. She1by (! ou1'1UlL A merica1i Medical Association, 1919) rri.ferisce un altro caso di avvelena1ne11.to di aspirina, che dimostra comie non tutti gli individui tollerino egualmente questo fiannaco. Una donna robusta di 32 a:nni soffriva di dolot'i al dorso ed al petto in seguito ad una leggera infezione alla gola. Le furono prescritte cartine di aspirina di 30 cgr. ciascuna. Quarantacinque minuti dopo averne presa una, avverte un prurito a11a testa, mentre comparivano macchie bia·ncastre alla faccia e 'Sul corpo, e gonfiore alle (26) •

[ AN~O

XXVI,

FASC.

45)

mani. Dopo pochi m:.Lnuti si gonfiarot1'o le palpebre fino a chiudere completam,e nte g.1i occhi e si maa.J.ifestò una violenta irritazione alla Jaringe, con impossibilità di parlare e grave dispnea. La faccia era diventata irriconoscibile, mentre la ostruzione alla .Jaring~ si presentava allarmrunte. Il polso era frequentissimo. La donna ebbe qualche conato di vomito e poi svenne. I medici si :appresta.Wtino a praticare 1a traoheotomia q11ando 1la paziente riacquistò la coscienza ed a migliorare gradatamente fino alla scomparsa rapida di tutti i fenomeni di avvelenamento. dr.

Posologia dell' emettna. Secondo M. Chauffard (La Presse ,\fédicale 29 maggio 1919) .l a dose giornaliera necessari.a di emeti 1lla nella di1ssenteriia a.m ebica oscilla fra 6 -10 centigram,m i. Egli consiglia delle serie di iniezioni di sei-otto giorni, sepa.r a.t e da interv<l11i di circa 1 5 gior.nd. N:ell'emottis1 c11ede sufficiente la do.se di 4-6 centigrammi. Riguardo alla via di sommiiuistrazionie preferisce La sottocutarn.ea, ritenendo quella intramuscolare i'llllltile e do1orosa e llUe11a ~ .Je ~e piena di perie0'1i. Somministraf.a per via rettale può riaou tizzaire· la dissenteria. 1

CES~TTI. I

11 timolo contro la tenia. Secondo le indicazioni di Artaut (Arnoza11, ] ourn . de méd. de Bordeaux, 10 maggio 1919), si prenda al mattino a digiuno una cartina di 25 centigr. di timolo; continuare per sei giorni, astenendosi da ogni bevanda alcoolica. ·Generalmente, la tenia è espulsa al terzo-quarto giorno; per precauzione. è consigliabile continuare l'uso del timolo per una settimana, in modo da assicurare l'espulsione totale dell'animale, di cui, spesso, lo scolice passa inavvertitamente. Il rimedio non è infallibile, essendosi talvolta notati insuccessi; ma la semplicità del trattamento, l'assenza di ogni riluttanza da parte del malato, la sua efficacia abituale ne fanno un trattamento consigliabile. l. b.

NOTE DI MEDICINA SCIENTIFICA. Il liquido oefalo-racbldiano nella spasmoflUa

.

infantile.

Lo studio della patoge11esi delle siindromi spas mofile che nei bambin.i ancora forma oggetto di rireerche .e di diiSCussioni poichè 9ie varie te<.'ltie c11e si son-0 s ucced·ute per spiega.r1e non tro\·ano concordi tutti gli autori, oltre che l'anatomia patologica, pure a·vendoci segnal~te lesiotlli


[ANNO XXVI, FAsc. 45)

SEZIONE PRAncA

più o meno varie del sistema nervoso, non ha ancora dimostrato la iia.tura di ta'.li lesioni eC: un rapporto sicttt-0 e costante fra le -lesioni stesse e le sindromi in parola. Le modificazioni poi del .liquido spi111a.1l1e .r:tJelll:a spasmofilia infantile 0011-0 state poco o 11ulla stu-

diate. Il Geru:>ese della Clinica Pedi1atrica di }!.orna in una nota pubblicata di recente (Rifornia l\iledica, n. 24-1919) si occupa dell'argomento e ri.fe. risoe .u na serie di ricerche praticate su d:ieci ba1nbini ron spasmofilia dei quali ha esamiu~to jl liquido cefalorachidiaino. R1sulta che nelle si 11d-romi spasmofili acJ1e d-ei bambini si ha quasi se111pre ·i pertensio1ie d·e l liquor: l'aLbu1nina è in genere normale, così anche i clorilrl. L'esame citologico è neg.ativo. Le puinrtiure tam.b ari a11ch e rirpetttte uo11 da11110 U·H risn1baito teraipe1ttico cos.ta11fe e cluraturo, pur potendo p er poco tempo migliorare la sind-r~)111e. 1

A. 8 .

Contagiosità del liquido cefalo-rachidiano, nella tabe, nella paralisi progressiva e nella sifilide

eerebrale.

Wilde (A tnerican ] ou,1nal of ::,·ipliilis, 1917) ha iniettat o il liquido cefalo-rachidiano di individui affetti da tabe, p aralis i progressiva e sifilide cerebro-spinale nei testicoli di conigli. Il liquido presentava abitualmente posi ti va la reazione Nonne-Apelt, linfocitosi e Wassermann positiva, ma non si potette mai mettere in evidenza al microscopio la presenza dello spirocl1ete. Dopo t111 periodo di tempo variante da quattro g·iorni a due settimane potette constatare g li spirocheti 11el 62.5 % degli animali inocttlati. Questi spirocheti }Jossono essere in n111uero lnoderato ed anche in g rande quantità nel testicolo del coniglio senza produrre ulcere e gon1n1e sifilitiche. Talora si co11stata u11 at1mento di 'lolume del testicolo, 1na questo può rin1anere apparenteme11te normale. 1'utti g li a11imali era110 stati precdentemente sottoposti ad un esame acct1rato e mai si constatò la presenza di spirocheti. Il liquido cefalo-racl1idiano adunque di individui affetti da tabe, paralisi progressiva e sifili:de cerebro-spinale ' contiene per lo meno, 11eila 111aggior parte dei casi, gli spirocheti. La conclusione pratica di queste rice1iche è che il liquido cefalo-rachidiano in tali malattie dcYc essere considerato come infettante e quimdi deve essere manipolato con le n1edesime precauzioni cbe si aòot tano · per gli altri prodotti sifilitici. ,

1343 •

.

NOTE DI TECNICA. La diagnosi del bacilli pseudo-difterici.

L. Mar.ti11 e G. Loiseau (Rev. d'hyg·. et dè police sa:ti., fiebbr., 1919) utilizzano a tale SC9P0 am s,eminia profonda in :agair. Con 1'agar Veilùon (briodt> ilit. I : agar g. 15, gluoosio 8, 1111Jbrato di p,otaissio 2) d!istcibu.ito in tubi per J'altezza di ro-12 cm. , s i fa la semina pirofond:a, m entre l'agar è fuso. I baciJli ,clifterici priesentainK> colonie itiparrt.iite im. tutta l'ail:tezza del tubo, metllbre non si harumo, o solo tard-irvamente, dopo 6-8 g ior.ni, co1o~ie 0Jl,l a .su.p erfici e. I bacilli p:seudodM:terici dà.lt1Joo i'lltv.ece ooronie taJ.la 'SIU pe.riìcie, chie penetr.allJO al mass1m.o .peir 1 om. RiStttltati ancor più netti .si hanno oon l 'agar gluoosato .aJ tor:nia.so1e: si di.stribui'Sce dell 'agair a l 3 % 111 tubi, p er l'a·l t ezza d1 6 cm. Si p.r eparn poi una solu.zrione di 3 g.r. di glucosio in 200 eme. di iacqua dis.tiilllia.ita, e vi si iaggtl·tl!llgono 30 omc. di ti11tu>r.a di ìÌ!Onnasole; se 1a sio1:nzion e bende a1 roSts.o, ·si, riconduce al 00ilore agig·iun1g endo cautamente soda ·decinorma!le; si sterilizza per diltrazione Slt candela.. Si fanrno poi fcrudere n tubi con l'a·gair ; raffu-edda.ti a 50°, vi si aggiu·nglOlllo 5 iamc. dia.Ila .solruzi-01n:e di tior:oorole e s~ prova ·l1a s.te1i:l!i tà tenendo a 37° iper 24 ore. Al ;momento de11'uso si fa fondere ù'ag.ar e vi s.i fa ,l 'insemoozamen:to pArtendo da :ttna ro1tttr.a i 11 brodo. Dopo r8 1ore i tttbi coo biaci·1Ui1diif.terici sono .russi con 0010.ntle .per tutta J'alrtezza, m a ,no11 im sruperfiieie; quel:li co,n p.e eudodifteri1Ci Sdtllo vio1a.cei o b.lru., hatllnt0 abbondanti coJ.on.11e ailla superficiie e n~ss11na in p:rofuniclilt:à. 1

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fil.

POSTA DEGLI ABBONATI.

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(1061) .'!Vella pleitrite essudati.va, . cura jodica e toracentesi). - Al dott. N. I.: Non sono indicate le iniezioni iodiche in un plet1• ritico, con bronchlte, nel primo periodo acuto febbrile della malattia. La toracentesi ha indicazioni classiche, che crediamo inutile ripetere. La toracentesi precor;e non trova molti sostenitori; i pratici in generale si attengono alle regole classiche, poichè l'esperienza insegna che in · molti pleuritici il liqttldo si riassorbe con relativa rapidità con i cotntmi mezzi di terapia, con terapie particolari (metodo ili Gilbert, iniezioni di glicerina iodotormica ecc.) , ed anche senza terapia aicuna, perchè l'esperienza, se pure in ttn numero limitatissimo di casi, ricorc1a incidenti legati alla pratica della toracentesi, enumera come frequenti i casi d i facile riproduzione del liquido s11bito dopo la estrazione.


1344

IL POLTCLIKICO

• Inutile, superflua, dannos~ adunqt1e è stimata cla molti pratici la toracentesi precoce, che non ha cioè inclicazione \ritale. • Chi consideri. però gli esiti (li pleuriti essuòative, nelle qttali il liquido si è lasciato lentamente riassorl:}ire (aderenze , scomparsa dello spazio complementn re della pleura, limitazioni spesso notevoli e per 11u1go tempo dell'escursione polmonare) ha il dirjtto òi d omandarsi se esse siano 1u1a fatale con.segue11zn. del processo morboso e se nulla va tentato p er evitarle. · I,a toracentesi precoce, può evitare parzialmente i aaru1i postumi della pleurite essudativa, rid11cendo i depositi fibrinosi che, oltre che determinati dal processo flogistico locale, sono legati alla persistenza e al lento riassorbimento del liquido. Personalmente noi possiamo dire che nel confronto, i malati, ai quali si pratica la toracentesi precoce, g11ariscono meglio e più completamente nei riguardi della funzione plettrica e polmonare. Ma crediamo che il danno postumo potrà del tutto essere evitato se alla toracentesi precoce si associa il pne1rmotorace terapeutico. Lasciando da parte il beneficio, che per altra via può derivate dal metodo nei riguardi del processo morboso stesso, quando, scomparso il collasso, l'espansione polmona re si ripristi11erà, non esisterà la menoma a derenza tra le due ple1ue e la funzione respiratoria potrà ritornare norma.le. Se il 1nedico, superando ragionamenti e vince11do timori, interviene precocemente con la toracentesi nella pleurite essudativa, deve considerare il vant aggio che al malato può deri\rare se alla toracent esi sia associato il pne11motorace terapeutico.

t. p..

CENNI BIBLJOQRAFICI. A. C. - J.lfalaria and its Treatnie1it. Bale S ons e Danielson Lt0, London.

ALPOR'l'

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VARIA. · La malattia del Gattamelata rilevata da Donatello nel suo monumento. - Vi era dis1senso f rn i ,cri tic i d 'iasrte sul fa t1to che Dot1atel~o a ·vesse copiato il ·vdso de la 'er oico personaggi<> dal vivo op p ure d'alla 1nascher.a t.ratta dopo 1norte . Jl rl ) ttore N. A'n gieletti p c:r dcirimere ·I~ q·u,es.tio11e ha cs1ami1n1abo S'Crupo1osa,1ne.11·te n1e i Stt!o'i pa•rticol:ari l '.an.-tis tic o b ron :oo, cd l1a cosi a.-ilevato 11nia spiccatissima asimn1etria fra l e d"lte metà d cl·la. faccia : la 1nas~a 1nt1SC«Jlri.r e fron tale e .so1)raorbitalie d eisitra è molto i)iù spia,UJata <li c1uel1.a (1el J,a:to oppo1sto, 1'occhi10 più aperto, i1a pal!Pebra. s ttpeo:iore p)iù stretta. Qt1este ossen1azi0111i, oltre a1 <lillnostra:re che Donatel1lo fece sul ·vi v·o gli schizzi µ r.e paratorii del mon nu1e nto, p·o ich è certi ipau·ticolani, ooa.ne ,p . ie. 11 legg.ero .sit11aibis n10 de.stro, 111011 si ·rilevaitllo s ulla mascJ1cra tratita. dopo morte ad ~hi chiusi, ci ,i;Llu.md,na altresì &wlla ma.la ttia che col.p ì til Gattamelata, alcun[ amni pri ma clella 1no:nte : maLia.t tia eh e <leve .essere stata certamelu1te n.u '·e morJ.·agi,a c.erebra~-e con fen<:>meni cli p1aralisi del 11ervo frontale destro. Die lla m ai1ia.tt1a si trova. cenn10 111egli arcl!-[, ·i e 11ie1.Ja tradiz.ione, tt1ttora -v-iva a Narr.ni. ~anra.si, ciioè, ·che 11eLl 'd.!t1vier111.o fredd~ssmo del 1440 ~l Gattamclart:.a entrò fui Verona, fra le grida festose del pop.on.o : mia giUsnto il .cor.teo al centro de11a città, v.edruito che il conclotti1e:ro non .sostaiva al punto prefisso, ·n è dava oe111110 vermn1<>, gli s'01KÙi eri e g·li altri diglllÌJbarii, li1be.rato1o daJ:Ja pesante a..rrnatura, s 'accorsero che era privo di sensi. Probabil1nemte fu questo il pr.imo atta.reo de1l 'emorruJag ia cereb-r-ale eh~ lo portò .a morte tre all1;ni dopo, fra la genera le· costetinazione, rico'fdata da um quadro de1 1'1a111t egna . fil. 1

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J.

Il libro dell'Alport s11lla cura della malaria appartiene alla letteratura di guerra. È frutto è i larga esperienza personale,~acquistata nella yisione e nella cura di grande n1rmero di malarici nella 1\!Iacedonia. Il libro è stato compilato senza la possibilità di utili riscontri ed ha ptegi innegal)ili; non mancano però difetti, che l' A. avrebbe potuto evitare, se avesse differito la pubblicazione del volume a tempo più opportuno, qua11do a lui fosse stato concesso di avere facile nozione della letteratura prebellica, sia di quella inglese, sia di quella deg]i altri {paesi, non (meno importante sull'argomento della malaria. Sono premesse nozioni chiare, ma elementari, sulla parassitologia, sulla epidemiologia, sulle forme cliniche, corredate da figure ben eseguite e dimostrative . La cura della malaria acuta, della (28)

malaria perniciosa, della malaria cronica occupa larga parte del volume. L'-J\. è tm sostenitore convinto della somministrazione della chinjna a largl1e dosi curative: ottimo principio che dovrebbe oran1ai penetrare nella conoscen7.a <li quei medici, che troppo si sono accaniti contro il rimedio specifico. Non possiamo egualmente aderire alle id ·~e dell' A. espresse a prop·:>sito èell'emoglobinuria nei malarici: la cura di questi malati piò essere dirttta solo dalla conoscenza esatta della patogenesi dell'emoglobinuria; non a tutti i malarici emoglobinurici conviene la cura chininica, come l' A. sembra voglia sostenere (emoglobin11ria da chinina in malarici per es.). Note di tecnica medica abbondano nel vol11me con illustrazioni che possono essere di utile guida per il medico pratico . L edizione è accurata . t. p.

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J. \ ~:'\O

XX\~I,

FASC.

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SEZJ(>:'\E PR.\TI CA

134 - .

NELLA VITA PROFESSIONALE . •

Cronaca del movimento professionale.

RISPOSTE A QUESITI E A DOMANDE.

(8024) 11idenriità caro -viveri. - Dott. G. G. da G. . Nel secondo Comune o,-e presta serv--izio no11 può avere la indennità caro-viveri perchè Si è cost ituita anche a ::\Iila110 la Associazione sostittùsce 1.Ul titolare, n on m a11ca.nte, n1a sem(le.i niedici cliirurghi Z.ibeYi professio1ii.:>ti compresi plicemente perchè chia1nato sotto le armi. (80 2 3) I ndennità calro-viveri .,_ Soppressione d'i q11elli della Provincia. T~a prima assemblea ebbe luogo il 7 <"'Orr. colla presenza di 11umerosissimi col- condotta. - Dott. G. C. da B. ~(D . L. 9 marzo 1919, leghi i11:ritati dalla C~ommissione provvisoria ad N. 338, portante la concej1iione della indennità appro,Tare lo Statuto. Il prof. A . File- Bonazz-0la di caro-viveri agli impiegati con1unali stabilisce che !\'.filano espose in tma clùara e lt1cida sintesi i motivi nell'applicazione di questa si <lebbo110 ossenrare per cui è di,. .e~rtto necessario che anche i medici la misura e le limitazioni st abilite per gli impiegati liberi professionisti si organizzassero comE:. già clello Stato. E poichè a questi 11on è dovuta se perhanno fatto quasi tutte le altre categorie mediche. cepiscono stipendio eguale o superiore alle lire Spiegò che a cagione rtellB prossima promulgancla 10.000 è da concluclere che ai medici condotti che percepiscono stipendio d i tale entità non sia eguall~gge sulla J\.ssicurazione obbligatoria contro le malattie era 11na necessità imprescindibile per i mente do·v11ta. La soppressione di 1.ma condotta, debitamente liberi professionisti c1i costit1tirsi in Associazione e difatti tutti i presenti a 'lerirono a quell'idea e ~eliberata ed approvata dalla competente autoapprovarono lo Statuto eleggendo anche il Consiglio rità, rompe ogni diritto acquisito col titolare della Direttivo ch e sarà presiefl 11to dal Prot. A . Filè medesima, ancorchè stabile, considerandosi com e - B.')nazzola . caso di forza maggiore. Prossimamente avrà 111ogo 11na grande assemblea (8027) Aitirnento .cli stipendio. - Dott. G. A . R . perchè nel Regolame11tn della s11rriferita legge da .'\.. della R . Se l'aumento di stipendio decorre venga tenuto ben co11to cìei c1esiderata (lella classe dal 10 gennaio 1918 e se a Lei era dovuto lo stidei liberi professionisti. pendio del titolare assente percl1è chiamato sotto le armi è indu bitato che I~e con-ipete anche per la prestazione sussidiaria il maggiore stipendio testè Agli Ordini dei Medici. stabilito. (8028) l 1idetinità caro-viveri. - Dott. G. B . I n uovi Consigli amministrativi sono rist1ltati 9825. P er poter determinare la st1a posizio11e giucosi composti per le provincie sotto indicate: ridica di fronte al Com1.1ne a rigt1ardo della indenL'o11io. l~ei11eg'r.iu1 Ca>rlo, .pties,i dentet; B og·1iio.111e ìVI-ich elang·elo, segrietairio; Bamzroni piro- nità caro-viveri, occorrerebbe conoscere quale parte delle 700 lire mensili di stipendio rappref.essor Carlo, Go11teg1ui l\Ia·ocello, Rior.aru1 I 1uigi, senta l'indennità caro-viveri. Se tale parte supera Lio retri. Lod;0vioo, Riva Rocci prof. & ,i pione, oonl'aumentare della indennità stabilita dal D. L . ~ig1,ieri ; Ri1 c·cardo Za\i·.a.ldri. , tesori1ere. del 9 m arzo t1lt im o, N. 338, resta fenna n1a non Geno'va. ()be1ii C::vr110 1\.1.a.rio, p reside nte; è suscettibile di u lteriore aumento, se essa, invece Brur1occo prof. _L\.merigo, Cakaterr.a prO!.f. Ez-io, è inferiore, dovrà essere portata' alla cifra stabilita Cass-anello prof. Rirualdo, D e Cci.gnia prof. Vit- come normale dal s t1llodato Decreto. E' vero che torio, Molfi.1110 r.l\g·-0;s1tirtJ10, Repetto Amed•eio. il nuovo Decreto 11on può ù1fl11ire sul precedente Torino. - G.arOJSci l~àicol.a di T 1orino, presi- deliberato, ma è pur ' 'ero che i Comuni non si de11.te ; Sa11 Pi ebro Eziio di T·orri.no, segmetanio ; intesero sottoporre al pagamento di una doppia J.\11osso prof. Giaciuto di To1ri.u10, besor.i.ere ; _l\p- indennità, sal'\TO, se del caso, portare quella già piotti Piier Gittsieppe <li Ri·voli, Bocoa·&so prof. precedentemente concessa alla misura stabilita (i~ova.runi Batlt. di 1\01·.i:no, CaT1 bonatsto Lu.ig·i di per tutti gli altri impiegati di enti locali . .l\osta•, Ri'\·a.11011.0 Modesto di I..;essol10 , 0001:siglieri. (8029) Pensioni. - Dott. abbonato 451. ATrapani. - Ba·viera \ Ti11ce.11Zio, Fici Aillgelo, &e- vendo ora Ella già cotnpiuti 24 anni sei mesi ed g re.t ario, Giov,e11100 A1fo11so, Na.p.oLi Matteo, !teso- uri giorno di servizio è ammesso a liquidare la penriere, Nava11ra. L:eo11ardo Pucci Egidio, pres~ sio11e di riposo. I-1ic11.1iderà annue li~e 866 di pensione. .t\.ndando in 1Je11sio11e per n1alattia non de11te, Tu1rretta p.r1.)f. c01ID.111 . •_t\Jn.toni110.

Organizzazione dei medici liberi professionisti di Milano.

1


[_t\.NNO

contratta in servizio non migliorerebbe la sua posizione. Finora 11on siJparla di!modifi.che alla legge sulla Cassa ~i previdenza, nè è possibile sperare in miglioramenti coll'entrata nel 30 decennio di esistenza della Cassa medesima. Il tempo passato dal sanitario in aspettativa, per motivi di salute è calcolato integralmente come utile, non cosi quello passato in aspettativa per motivi di famiglia. (8030) Indennità caro-viveri. - Dott. R. M. da S. R. G. Prestando servizio in diversi Com11ni 11a diritto ad altrettante indennità caro-viveri, giacchè le parole enti locati adoperate dal D. L. clel 9 marzo ultimo, .n. 338, vanno interpetrate 11el senso di enti racchiusi nella stessa circoscrizione comunale e non costituenti comuni diversi, come nel caso. (8031) Concorsi - Titoti di ammissione. - Dott. E. C. da C. Il diploma di laurea dovrà essere presentato in copia notarile, giusta quanto dispone il capoverso ultimo dell'articolo 27 del regolamento generale sanitario .Non essendo possibile sottoporre un concorrente ad una spesa talvolta enorme per legalizzare i propri titoli, questi si possono presentare anche in copia legalizzata dal Sindaco. Doc.tor J USTITIA. Co ricorsi a niedici provi·nciali. - l~.l dott. A. C . : I c:ouaoa:si 1S01raiunt0, se mai, ·non 11iex medico pravci.)lle:iale ma per ·m edico pr,ovimci.rule ag.giuinto. NUJlla però sii sa sie e <1uando s01rainno bah.d iti. Sono pe.t· titoli e :per esaimi secondo le 11orn1e con.tenute l!JJeJllo specialie :rego1an:ne11to. 0

J. •

All'abb. n. 6534: Col suo stato di servizio Ella poteva ottenere la polizza d i ass1curazione gratuita di L. I .500 in base al D. ìVI. 24 aprile 1918 pubblicato nella G. U. del 26 aprile, N . 99. Se crede ne rivolga reclamo - per il tramite del Distretto M. al Ministero della Guerra - Ufficio assic~razioni Militari. D'altrond e Ella può chiedere all' Opera Nazio11ale dei Combattenti una polizza di assicurazione gratuita per L. 5.000 - a titolo di prestito - contro pagamento di interessi aru1ui non superiori al 5 % per riprendere l'esercizio professionale. M. G.

Servizio medico mitita'le. -

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'FASC.

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0RDI1'TE DELLA COROKA D-'JTALIA.

Oo~me~da~ori : ddtt. Coll~d~ Be:y, da _.l\J~s­ sandria d Eg"Ltto ; dott. Sacchi Ga1.1Seppe medico priovin.eia.le. ' •

U ffiziali : diott. Miariani Vi tfur.iio e .p rof. Misuraca Giuseppe, medJilci pr01ViUJcialii; .C onsoli cLott. Niiico1a., segT<etario medico C. S. S. ~alò.~ : dottori Ama'lfìtainio Giuseppe, .c.aJalll!llcla. Erurico, Cesair.ii Luigi, Giira·1di Enea e Missirolri. ~1be1~, medici. prov~DJCillli aggi uniti; dott. ~er.a.rrdiis C'museppe; dtrett~ de11 '0s.pedra1e cirv.ille d1 ·Cehlere.

CONDOTTE E CONCORSI. S. ìVIICHELE AL TAGLIAMENTO (Venezia)'. - Cercasi medico condotto per primo riparto Comune condizioni da stabilirsi - interinale in attesa apertura concorso, che avverrà nel prossimo genn;a~o.. Per schiarimenti rivolgersi Segreteria Muructpto. Giovane medico, da poco congedato, laureato presso l'Università di Roma con ottima. votazione pratica ospitaliera, cerca buona condotta o post~ di assistente in qualche Ospedale. Scrivere: Bucci Enrico, Piazza Torre Sanguigna, n. 1 l. Roma. L·a Preside r.iza. del·l a Se7ionie di ì\t!onz.ai del11a _l\.. N. 1\1. C. ha deli1berato· il boicottagg·iio clel ooncorso per 1ia condotta .m ediica del Comune di Ba1r.lassi'111a (MJl1,a1nio), .p erchè a condotta ipiena e con stipendio in1feriore a qttel1o stabilito 0011 J1a Com.missone dei S~ndaci della P1"'ovi:ncia. _t\SSOCIAZIONE

N AZION.-\I,E

::\1."ED ICI CONDOT'f l. •

Uffici di c,ollocaniento. Bolog.na : presso la sede della Sezione Bolognese, AirobJigirojnasio. Mi:Lano : .presso il.a. Presidenza cen.tra!le, via Dogana, 2 (per la Lo1mbardia) ; · Veriona: .p l:esso 1'0rd~ne dei lVI:ediiei, Strooone Super Maffei, Io (per il Veneto) . Per ~ra Feder.aziOlnie Ligttre-Piemonitese dei lVIedicd. couootti funziona .da sei mesi l 'Uffìcio di colloca.m ento per ~1 Pi1emont€ e Liguri.a presso l 'Ordi111e dei medic i di Torino, via dei Mil1e, I O. ,chiedere oond1ziollli . Recentissima pubblicazione ~

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obbiettivo e funzionale dei vari organi, con le indispensabili nozioni di anatomia clinica e con figure schematiche: come una Guida pel medico pratico e per lo studente. I.,a grande semplicità e praticità dell'esposizione, oltre alla comodità del formato, rende questo libro sommamente utile ai medici ed agli studenti. Per questi uttim. è molto consigliabile pel nuovo anno universitario. Volume in 160, di pag. 254, corpo 8. In commercio lire U. Pei nostri associati lire 1.50, franco di porto e raccomandato. Inviare cartolina-vaglia al prof. ENRICO MORSJ.,LI - Via Sistina, r~ - Roma.


[ANNO

XXVI,

FASC.

45]

SEZION~

IYOTJZl.E DIVERSE. Al Sanatorio antitubercolare militare di Roma. I~ 2C! corr., 11cl .satn~.tonio ospedale aintitUJberco~e <lj. Porta F·UJl~ba .1..n Roma! eibbe il.uogo 1a cen~ .defilo scopnimento d1 due tairghe a ricordo d.e11:a fundazl.J()lu~~ del:l ;Istituto Qu~to è sorto per opera della. C·r oce Rossa A:menca~ e del"l'ltalian, VJ1ar Relief Furi.d of America. È dl'retto dai! teni. col . .mediico G. Meudes. Fru prescelto ·nel r9r7 a ,serviJt"e CQme oentno di raC0<?1ta per i nostri <'Onniazionali restituiti dal nem.1co per arver contira tto d ttra·n te· 1a pri.o-ionia J.'inrfezione .tuberoolrure . Esso è posto in J~aJlità a~ena ed a.solata, pur essendo i.n .innmediata. vicinanza c:teTui. linea fe!1".roviaria. È composto di ben qwimdici padrilgliooii di varia dimensione. 1Cessatp ila :scambio d e:i1prig1oni:i.eni i1nv.alidi essendosi constatato che gli .infermi di tubercol~s,i s1 giovavan,o realmente del soggiorno -n ella Località campestre e ia.I?e:ta di Pt0rta Fuirba, l 'QSpeda1e stesso venne aclib1to come ceintro di os·s.ervazione sanatorio e tubercol.Josari.o per tutto ;i~ Oon-po d' Ar~ m.at.a di Romia . J] padig~ione più v~sto, fornito. di wnia girand·e ~la. superiore~ e dest.Lnatio ia servtt.e come lu1ogo dt n ·u n1one, di conferenze educatiiv·e e di .svaghi. È 1rello .s~zi;ato che c~rco~ quesfu p.adi:igl1ion.e che ·si. e ~~ta 11a cer1moinia, rulla quale IÌ/nrt:!er~ren1ner.o 1il. mrn.1stro ~ guerra gien . Albricci, 1!1 sottosegretario agli 11utenni o.n. Gr,a ssi jJ [>iresid:ente gener.aile deJ,l a C. R. I. sen. Ci·ra~lo, 1'oodetto armiericano Johnson, il sig.uor Nelson d-el1'ltalian War Relief F1.tnd of A 1nerica, iil prclietto oomm. Zoccoletti, il sirnd.ac.o s:en. _J\.ip,o11oni, g11 assessori .oon. Ma.rchiafiav:a e ·JXof. Pedi1001111, i generali Bamco, Ravazza, Sa'lltucci, Gerundo G:ariboldi, Croce, Cor,SK>, \Tanza, Zanebbi, Ce'i, la corutessa d~ Robilint, 1a marcheisa Guicciar<lin~, la oonites.sa Macchi, la marichesa lYionaldi, la signora Feride Reki, donna 1'1arulla Rover Alotti, ecc .. ecc., gienti1mente rice·vu.ti dal drirettore·. Il genierui11e Ravazza pronuncia u111 elieva;tn di~orso .n•el q·U.aJ~ 1di0e come 1a cerit11J01t11-a nlorn sn1 a U'!lla festa, .m a UJn doveroso ·tribt1rt:o di ricdnQScenza iad fondatori del .s amatorio da pa·rte· dci mrarr·a ti 1

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0

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benefi~ti.

Painlla a lungo degli .soopi l:>eT i quaili J'ospedale è .sorto ; ·llia!ITra. oome l'ospedale da contumaci:aJ.e sia dive11uto Ticovero dci mil~tari tu·b ercolosi e com.e g.rande sia stata .la gairia di beneficenza; .termi111a segnal.an·d o, .come primi fondatori e maigg·i ori offteretJJti, 1ia sigITTJOra St1'i1ngher e ci. signori Nelson Gay e 1CtaJrl10 Grandgent. Segue :i' addetto aimericano, inneggia.udo alla amioizila de.ll'Irtali.a ·e de11'}\.merica. Ven·g ono poi sroperrte le '.Lapidi. Una di esse di~.e: « Negli an111u della ·g uer1·a sacra alla !libertà ed al di.ritto, 11a Crooe Rossa A·tn.eri 0a11a oomienitava .lia a1Gearu.z;a d e1le .at1mti porgiendJO a11 'Italjia_ conforto di .opera ·p ietosa . A ricreaire lo spirito dei ri<'overati sorse questo 1>aò1iglione, tes.t1mcm.ianza mu.niffica. di frate!1tla amicizia. - MClvfXVIII ». Ne1l'altra è scritto: « _i\·lJa istituZ;ione rtJ.)()bi!lissi·m a che dal1a libe:ra1e an1icizia dei suoi , ottenille a•l' saroaitorio questo asilo, sa-oro alla. pare generosa, i reduci de1 lla guerra, ,-olgono g·rat>o 11 1pen.si1ero. - M.CMXVIII ». 1

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PRATICA

1 347

La Facoltà Medica dell'Università di Parigi . . ~-e1 momenito in cui la Facoltà ì\tiecliiera. di Pang1, C:omJ?letai~e~1te .riwgianizzaita, sta .p er · 1-iprende:e . .i 5UJOll ~·nseg1~m1enti e .p er ·rii.a pril!'e ile SUe Cl1t1.1.~he ~ 1 ruo1 I,aboratori, ù'Uifìicio <le.l D.ooaua.to ha. ~ti.mato utile di f atrne .conoscere TI!argamente ~e n.sorse, dando alle stfum.p e llJ11 IVoJ.ui:netto, ied·t to ù?'ll lusso, 011nato di 21 tavo.le ·f..uori tesito, che fo1r.DJ1S0e tutte le in1tormaziorni neoessairie a ~o che iintendono effettuMe iln essa de21li studi e ~dielle dci ri cerch1 . e ' i1ndiiea ;:,o-li orari e ò~1~. ' •.., ~:gomenw roi:s1 ! La nuoyf' org1a1nizzazioare :de.11 1nseg1n~-er:ito . c l1,n1co .n•eg"l1 ospedali, i m€zzi1 di lavioro d1. CU1 d1isrpon 0-on10 i I ..aboraitoni ùe SQ111Ille da spendere, .i. ~~i ·ed ~ c~fi.ca'ti ohe po.5sono. con.segm1s1. ~ pubbliiaa.z.tone è posta i.n vemdi·~ a.1 prezzo di1 r fr. ; può ottenersi tfaie.endone 111c_h1es~ alla :Casai editriicie Masson & C.ie. . .~ .l:cun:i çla.~1 n1e.T1 t1a;110 d>i fissM"e l ':arttenzri.1o ne : ll rr11eva:n t~ssmno ·UUJtne11:10 dei cors[ dd p1e rf,eziQnamen1to .e d~ crunplemein,t o per ]aru1-re ati (dia il1lO!i se llJe ha appena gua.liche accellJnK>) e il farte svi1upJ?O ·d ato all'dinsegm:amento cliruico cui ora. sono ~tia ti ohi a~ .t utti g1li ospedali. Pe; gli stranieri interessa: ri!1evaire che, vol1e ndo conseguin:ie iil dip1oma di ~ta~, debbo?~o e1sserie ~.omirti. del d!iplionia fmuoese d1 ba.ccel.l1 er.e; alt1r1ttnent1 tJJJ<m ip:ossoll:o 10:t~e?-er~ che. i~ « 1~i ploma di n1-edi:cina della Uru1ve1~sJ.ta .dii ~ar.ig1 ~, rl qtta1e ha .a airatter.e iuni?amente .sc1ient1fi:co : e fatta eocezionte .so1rtainto per 1 11.1.rmena.. 1

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Scioperi forzati

di

giornali medici.

lll /ourna? ~n·ier . Nfed. Assoc. d erl 4 .o tt. dà u·u iel_enie:o d!i gi1011nali 1medi:ci che in ,q uestà: ul:ti,mi temip1 halll.TIIO <l?vu.~o sQspeudene più o meno a lungo ]a pubbl1~az1one a ca11s.a di sc1iopeu1.i tiiipografìci o di scioperi generali . . <?Itre i} Poli~lin_ico di R~ma: ol.tr.e i tre pe·r io1

cliot ~lil Assoc1aztone _M.eclica Svedese, I-I;1giea,. I-lan,dlingar e Fora,ndli1igar) d[· cui 1ab.b:iam10 1g ià fatto pan-olia .(1n1el fi.asc. 38), .si .sano :f:tnovati ii.n queste condizioni ·ttttti i ·peri10dici n1edici di Buen.os Awes e di Ouba, i .q1na1i ha11 110 do,,uto sospendere ~r molte. .settimane J.a pu·b blicazi0111e a mus a d.i1 uno sc:.iopeno generale· la Revista l\i édica del Uruguay, che <..:è usciu{ molto iiirregolarmente a ca.·u sa di 1tin con.fii tto tra ediltori e 1tip1og:ra-fi; il .Corresp o1idenz-Blati fiir S cliw eizer Aerzte di Ba.si1ie a, che è 'U!scit·o 111ltimam€1JJ.,t e .in :numetX> dqppio peir l-0 is.tes.sro motivo; '.Ul l'l ederlandsch Tijdsclirift (l~ Amsterdam, di cui è 1rsc,ito un tnumero isottri1iss-imo, che Ja reJdiaz.Ì!Qnie anntrnzi.a .m esso àlnsieme con 1ma1:ieriale già com.posto, ia causa di 't1110 sciopero fu'Pograifico. Frim!om sono l~im1asti i11111nuni i gior.na1i dehla }~r.aincia, <lie11 'Ln•g h~ll't.err.a, deg1li Stati tdJell 'Eucr:o,pa cen.traile, degli Stati Uniti d' Amer.ioo, del Btasil-e 1e ·dei11 '1A!tnerica meridion1ale occide'lJJtale; in.a 1u01n è a dii:t:ie che ia niche .i11 questi 1pae&iJ il giarn1a lismo meddco nion si <liibatbta tra gra,,ri diiffìcoltà, dimostrate per es., da!ll 'ii11ciremento 11ei p.r ezzi dii ab bont3Jl11e.n to. Basti far presente c he i1 f ournal de l\Iédecine de Bordeaux è .stato ~11d0:tto ad ,aitJtnentare il ,prezzo del 50 % d·al Jn~e di Siettembre u. s., (eccetho pe:r g1i ·s t11denti) senza attendere ne.p1

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IL l'OLICL !NICO

[ A KNo XXVI, 1"Asc. 45] •

si fa~cia. ob~lig9 agli ospedali nonchè a in:edici cura:i-~1 pnv,ati. di dare comunicazione della cartella clrmca all I stituto assicurativo. ~ 0 - Che .tal~ comunicazio11e sia fatta pure di ?bbligo, ~e richiesta, all'infortunato o agli enti mteressati che ne abbiano diritto.

Società di medicina legale di Roma. In occasioi1e della com1micazione fatta nella Seduta d el 26 febbraio 1919 dal dr. Bellucci su un caso cli «demenza post-. traumatica » la Società si pose come tema r1i stu dio se è il caso di estendere alZ' infort·zitnistica del lavoro i1id11tstriale la disposizione dell'art. 84, 2° capoverso del 1-?.egolamento 21 dicembre 1918, per l'esecuzione del D. L. 23 agosto 1917, J\ T. r 450 , concer1ie1ite l'assic1trazione obbligato·r ia contro gli infort-u.n1: sitl lavoro in agricoltura: «. J~e a~strazioni ospitaliere hanno l'obbligo «cli dare .visione ed eventu~lmente copia all'Isti« tuto assicuratore che dovra sosten ere le relative «eventuali spese clei documenti clinici e necroscu« pici agli infortunati da esse ricoverati >>. Lo st11dio e la ò.iscussione della questione si svolse 11elle .sedt1te ciel 13-20 m arzo, 18-25 aprile e 3-9 n1agg10. I-1a Società f11 concorde sulla necessità cli stabilire in generale anche p er l'infortunistica del lavoro 11 provvedimento indicato dall'art. 84 - estendenc olo p erò alla parte dell'operaio. Non fu concorde nell'ammettere o no riserve o limitazioni riferentisi alle disposizioni del Codice pen ale riguardante il segreto professionale (art. 163 C. C.) e la ommissione di referto (art. 439 C. P.), essendo un gruppo favorevole alla eliminazione di ogni restrizion e nelle comunicazioni dei dati clinici aventi attinenze all'infortunio, l'altro favorevole invece al mantenimento dei limiti indicati dalle sovraccennate disposizioi1i di · legge. In seguito alle discussioni avven11te fu messa ai v oti la seguente pregiudiziale: «L'operaio quando provoca od accetta si inizi la pratica dell'indennizzo per infortunio rinunzia implicitamente ai diritt i che gli potrebbero venire dal segreto professionale in quanto riguarda i dati clinici che hanno · rapporto di importanza coll'infor.. t1mio », questa venne a maggioranza respinta. . Si votò ad unanimità il seguente ordine del giorno: La Società di Medicina legale fa voti : lo - Che venga esteso agli infortuni del lavoro quanto è stato sancit o per gli infortuni agricoli;

. Il giorno 10 c. m. tlecetleva in ~. Agata Fossili il dottor FR~~~CEsco BE~J~INGERI nella veneranda età di anni 81 . Egli eh~ ayeva e~ercitato la sua ~rofessione durant~ la giovinezza m var\ campi e cioè prima come me~1co. della. lVIarina Mercantile ind i come pro fess1orusta st1inato ed apprezzat o in Centri Urbani volle verso la senilità ritornare a lle sue collin~ natie. Quivi Egl~ da im. ventennio prodigava i tesori clella su a scienza ricca (tella lunga esp erienza e d el s110 cuore sempre aperto alla pietà a quelle buon<: popolazioni che lo ricambiavano colla ven erazion e. . Gr~nde fu il dolore per la sua perdita e solenni riuscirono le onoranze funebri a cui intervennero in largo stuolo i valligiani e gli ammiratori d'ogni parte. Alla sua n1emoria ed alla famiglia vada il nostro reverente saluto. O. B.

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Indice alfabetico per materie. _\ POJ)~essi.a tnaumati•ca ,lrurclj,·a

Pag. 1340 i\sp1nna: avvele'oolt:DJeJnto da -- . . . » 1342 _\ t~pi:nia : _.aziot111e stt'l!la p·upil1la a scopo d1ag.n,o st1ro . . . . . . . . . . )) 13'17 l~~il.Jti pset~d!o-Oiftenici : diag·11ois~ )) 1343 Enietin·a : posologia . . . . . » x342 JiJ11c:efalon1ielite ac11ta . . . )) 1339 )) 1319 Febbre pete<"chia11e : t erapia . . Idiosi110rasiia per i meclicam.untà. . . . » 1341 I.rriga tore vesci1m le 1111uovo a doppia

<X>11tem.:te . . . . • . . . . . . ì -11quiido cefalo-!taichid1laino : contagiosità Lella ifi.lide cerebrale, tabe , parall!S.1.1 progressiva . . . . . J,iquido ceiailo-rachidialllo n ella spasmofilia i11fantiJ.e . . . . • • Roma, 1919 -

• ,32)

Pag. 13 29 Menim.gi·te l:aten.t e dei .sifi11iitici Ivlid,ollo .spioole : concussione, dis1t11rb1 consecutivi del1 'ininervazio1ne s in1pa)) tica ue11 'arnto SUJperiore . . . . . 1341 P,11ettrite iessuclatiirva : traittam1e11to . r 343 Politica .sa nitaria : 111e, maiberni1tà, eti,g eruca e gue.11ta iin :raipp.oirto al1a I:> usto1a 111alig1na: c ura Locale: . I{ifie.ssi profondi 111eùi1e i11aQa.t tie 1o ostitumonali . . Timolo comtro :La tenia 1' ube:rcolos i p rimitirva {lel re.n e destro 1335 con ptos1i : netifectomia • 1330 l T.r etra : iu,t t1ure tra1tm8.ticl1e 1

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Tip. Naz. Dertero di G. Gue.dagnini & C.

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Roma, 16 novembre 1919

A.nno XX"fl

Fase. 46

(Pubblicaw il 29 M?Mmbre 1919)

fondato dai professori:

GUIDO BACCELLI

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FRANCESCO · DURANTE

SEZIONE PRATICA

R.KnATTORB CAPo: PlloY. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO. Lavori originali: E. Modigliani: Patogenesi e cura della in· tossicazione acetonica infantile. Suni-. e Rassegne: MEDICINA: Patogenesi ed anatomia pa· tologica della gotta. - CHIRURGIA: J. L. Roux-Berger: Stasi intestinale cronica. (Alcuni dati nuovi). - Willy Meyer: L'evoluzione della chirurgia toracica negli ultimi quattordici anni. - NEUROLOGIA: T. Senise: La pelle d'oca ed il riflesso pilomotore. ' Medicina sociale : G. Breccia: Gl'insegnamenti medico-sociali della nostra guerra. Accademie, Società Mediche, Congressi: Socielà Medicochirurgica di Pavia. · Appunti di Medicina Pratica: CASISTICA E TERAPIA: La diagnosi precoce della tubercolosi polmonare. - Gli adeno-flemmoni dell'ilo polmonare. - Diagnosi differenziale

fra tubercolosi iniziale ed ipertiroidismo. - Disturbi nervosi consecutivi ad interventi sulla pleura. - Il trattamento medico delle pleuriti purulente. - Il trattamento delle tubercolosi esterne. Posta degli abbonati. Varia. cenni bibliografici. Nella vita professionale: Cronaca del movimento professionale. Risposte a quesiti e a domande. Nomine, promozioni, onorificenze. Condotte e concorsi. Notizie diverse. Bassegna della stampa medica. Indice alfabetico per materie.

Diritti di proprietà riservati. - È vietata la riproduzione di lavori pubblicati nel POLIOLINICO o la pubblicazione ài sunti di essi senza citarne la tonte.

LAVORI ORIGINALI. CLINICA PEDIA'tRICA DELLA R. UNIV. DI ROM.i\ d'iretta dal prof. ~UIGI CONCETTI.

Patogenesi e cura (}ella intossicazione acetonica infantile per i1l dott. ENRICO l\tioDIGLIANI, docente e aiuto preparatore. Lo studio della intossicazione acetonica ha fatto in questi ultimi anni notevoli progressi anche per il r.ecente contributo di autori i.tailnan~ (P.aochioni, G11idi, Miacieo.nie) sia dal laibo del11a prutogenesi rome dal 1ato .della OOUiC)ISoenza dielle forme cliniche. Orma.i .n on si cinsiste più s u 1lla denominazione primitiva basata sul sintoma vomito: vomiti periodici con aiceton:emi1a (MarJain ) (1) , vomiiti ciclici (Valaig ussa) (2), (Edsall) (3) , ( Comby) (4) , vomiti ai ripe:tizione lMori,ch1aiu.t-Boucha'\llt) (5) , vomiti ·p ersistenti (Rot!sch) (6), v.omd.ti riconienrt:i con aoetonemia (G.ili'be·r ti) (7), rperch€ ~'oss1erva­ zione cli'11ica più .aiccur.ata h.a di1mos,t ra:bo che •n ell 'i,JJJtoosicazione 01eetonica il vomiito, pu.r essendo 0

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un fel1omeuo 1molrbo iveqt1ente, ed imponente, 11on iè il s1mto1na 1più .rosibainte, 111o·n .e ssendo riairi i casi di iinto.ss1cazi.o ne aceton°ica senz.a ·vom~to e ooi vomiti ooar.s1, 1e :nean.che il p;iù imp10111Jente perchrè in .alcune forme clin1 che che si a1'1tcmta11Jallllo 1da quesitJo tiipo, non molto rare, le oonrv.uJ.siioni, 1e criisi di ibacJJicardia o di cau'diopalmo, 1'.aiocessio iasm.iatiao costitui1soono sintomi ben più impo11enti ed imp:rics.sionanti d1e1 vomito. Sono state così descritte accanto alle forme clinicl1'e ti piche dì vomiti p.e riodici le forme febbrili; oard.iache, meningdtich e (Pacchionri) (8) , a:smaitiche (Comb y , S~hmidt) (9) , (Joh.n ~ Oo\v) (ro), 1emicra,niche (C·o mby), eclamptiche (J acks) , form e a sindrome appendicolare su etti h auno tanto insistito Con1by, Broca (rr) e m.lle Grenfeld (12), forme a srindrome addominale (Guidti) (13). Mia ·accanto a queste fofme rifer,ibili a d un d ato tipo clinico per il pre,·a lere di un sintonla, esistono certa1n.ente delle f.orme clini.che a caratteri n1e110 determinat:i, rile·v abili da p ochi sintomi isola:ti o V'.a,ri1amente ·a ssoci!a!t:i (C'ef.a1ea, stipsi ostinata, ii1appetenza, nausee, dispepsia, pd1icliipsia, ieruzion.i urtica.riformi o pr·u·r igi·n ose, pafllore, ipocolia delle feci, talora semplici altera(1) 1

1


IL POLICLINICO

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ziJO.ni del ooratitere e cLel 'u•m ore, C'aipriccio.sirt:à, malessere, mancanza cli volontà e cli ait.tenz1one nello studio, facile emotività, ir-rascibiilità, ecc.), manifestazioni che si riscontrano negli interv~alli fra le grandi crisi acetoniche e indi pendenti da esse, ben note alle mamme e ai mediici che seguono quotidianamente ques ti malati. Tali manifestazioni, p er essere quàsi cos•tantemente caratterizzate ed identificate nel11a loro natura da ali.to oceboruico e dalla compar.sia contempoa:a111ea d!i quiantità più o .meno graindi di aicetone nelle urine, po~sono definirsi, in analogia ai distu11bi 1psi.c.hiici che si manifestanK> ùle'1la eipilessia durante gl.i [ntertral1Ll. fra gli attacchi di grand1e maile (equivalenti ·epilettici), co1me equi"Jalen.li aceìon.ici. L'osservazione clinica oosì allarg.ata ha avuto ltllla irnfl'ltenza benefica sulle i•ruiaginri: idriniettte ia chiarire la natura di qu.esta speciale intossicazione, e nello studio della patogenesi si è abbaindolnaito .iQ ooncetto che a1ttr.i1buiva la s4mdrome ad un singolo sisten1a od apparato, mettendo da parte quelle teorie che peccavano di indietetm~ niatezza, e .cbe :nel!la spiegazi·o ne 1 d1el d·eterminismo della sindrome prendevano in considerazione solta·n to una o parte delile condiizionci. sia concomitanti, sia :necessar~e ma non suf:fidienti pier ri1l prodursi! della int.ossicazio·n e iin · parola e delle crisi che la caratter.izzano. Senza ri.ndugiarci in una disamina . delle numerose teorj,e emesse p er spiegare la genesi dell'intossicazione acetonica, il e ultime teorie fo.r mulate in base al.le nuov e osservaz.iond cliniche, alle indagini più recenti sul ricambio dei grassi •e degli idrati di oarbonio e sull'origine dei corpi acetonici (acetone, acido di-acetico, acido P· ossibutirrioo) sono due : quel1a cli Heck.er (14) secondo 1la qua:le l'acetonuri a periodica è determinata da uno speciale disturbo del metabolismo dei grassi diipen·d ente da una special e pre.esist~nt·e disposizione del bambino che si riscontrerebbe specialmente nei soggetti con eredità neuropatica o gottosa, e consistente in lln arresto dello sviluppo corporeo e specialmente in un infantilismo di certi sistemi di org·ani o di gruppi cellulari che stan110 im stretibo rrap1}Qrto c001 la dLgest1-0ne dei . o·rass1. e ' l'altra di Pacchioni (15) che oompletando u11 ieoncetto fo11diamentale già espresso dal Mya (16) fin dal 1908 - secondo il quale i vo1niti periodici sarebbero do·vuti al fatto che nel bambi110 precldsposto di tanto in tanto, per cause osct1re e forse probabiln1ente per la produzione periodica di sostanze ad azione fermentati,-a ~i produrrebbero dei11e crisi spontanee disintegrati\re, cataboliche, da consumo rapido del 1

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[ f \.NNO

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FASC.

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trofismo organico, vere catastrofi. della nutrizione che colpiscono specialmente .il tessuto aclipo· so formando a spese di questo l'aicetone chè compare nelle orine - emise la teoria che l'intossicazione con acetonuri~ dipenda da ttn'intensa e -vioLenta di~ntegrazione dei grassi e sptciwlmente di quelli dell'organismo, provocat a dalla produzione critica di lipasi o di altr~ fermenti lipolitici in seguito alla introduzione di qualche grasso a·l imentare, che p·e r non essere ben tollerato acquista funzione di antigene o di eccitatore dei fertnenti. .lipolitici. In sostanza il Pa~hioni riduce il feno1ueno. della cris·i iace.tolilica ad un ftélJtto di 1aniafi:l:aiS1Si per introduzione ente!'.ale, in cui, consideranclo i fermenti lipolitici, almeno funzionalment 1.!, c.:un1e anticorpi., stabilisoe per il grasso a1Ll.mentare la funzione di antig~e, ossia di un corpo che d·ctermina la produzione di sostanze che tlisintegram.o il grasso dell'organismo producenclo dtlle. sostainze ,t ossiche (sostanze sconosc.i ute e in p·:µ_ acetone, aicido diacetioo, acido P-ossibutirricoj : tutto ciò in analogia con l'intossicazione anafi1attica da albumina d'uovo dimostrata da l{ichet figlio e da Lesmé. Questa teoria del Pacchiani che rappresc.:nta una g,éniale jntegrazione della àntuizioue de-1 Mya (irr Mya f111 ciJ1 primo a ritierniere 1'ooetone come un corpo prodotto dalla dissoluzione del t~s­ su to adiposo dell'organismo) sull~a base a.elle progr.ed.i.te conoscenze nel campo dell'a11afi.lassi, se è attraente mane.a di una base sperin1.e11taìe dimostrativa: ma anche aicaett:andola con1e :J.Ssai verisimile, questa opinione, se b·asta a spiegare il m eccanismo patogenetico delle grandi crisi acetoniche non è poi sufficiente a spiegare gi1i stati prolungati cli piccola intossicazione acetonica, persistenti per anni ed anni e di cui le grandi crisi non· sono che gl1 episodi più manif,esti. Ammesso che la malattia sia dovuta ad una intol1eranz.a per i grassi per cui una anor-· male introduzione quantitati,1a e qualitativa di grassi può provocare una crisi acetonica, bisogna a nche ammettere che il limite di tol1era11Za per i grassi si .m antenga jn questi soggetti permanentemente assai basso t anto da potere determinare un grado più o m·e no accentuato di in.tossicazione acetonica anche quando la somm-inistriazione dei comuni grassi aJlimentar.i è :tiidotta ailt1a •quantità stretta1mein:te indispeu,sabile, certamente assai inferiore a quella di bambini normali di età e di peso corrispondenti. Sotto questo punto di vista soddisfa meglio la teoria di H ecker W. quale, ammettendo un infantilismo di « certi sistemi di organi o di gruppi ieellu~ari che stanno in stretto rapporto co11 la digestione del grasso» ammette anche la per1


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XX\ll,

FA SC.

46]

SEZIONE PRATICA

sistenza di quelle co.ndizioni che abbassano il limi.te di tolleranza p.er i grassi e rende possibi1e la spiegazione dci fenomeni acetonici che compaiono neglri. intervalli fra le grandi crisi. . Le due teorie del resto non si escludono, ~nzi s1 completano a vicenda nel senso che quella di Hecker sp:iega le condizioni predisponenti per I 'intossicazione acetonica, quella di Mya-Pacchloni il determinismo della crisi acetonica. Ma come osserva giustamente Pacchioni, questa condizione predisponente essenziail~ che Heckrer quali.fica come un infantilismo funzionale, deve pur avere una sede in qualche organo o sistema : si tratta appunto di indagare quale sia l'organo o àl sistema responsabirre. Sono stati di volta :iin volta chj:a mati in causa l'apparato gaistro-intestinale sia per alterazioni d•ellJ.a f·u nzi.one di·g es1tiva (C omb·e) i(,17), 1(.M ery) (18), sia •p er altercazio:ni 1ocalizza:te: - enter,oco1iitf:e (Comby, Ausset) (19) - appendki1be - (Bnoca, Ooonby) (~o) , riiI pa·noerea1s, il s istema. illler.VlOSO (Snow) (2I), (Mya, .l.\.rkawim) (22) , (F.ischlk) (23) , le caJJsule s:u·n-enalii (Ter.ri1en), il sistema lrirufatico (HEJCker), il f·e gaito (RlCliehford) (24) , {Larngmead) (25) , (.Richardière) (26), (Gi·libert) (27) , (Hrutincl) (28). Non è improbabille che tutti questi or.gani e s istemi, ,ed altri ancora (para.tiroidi - Morrel) (z9) , abbiano una compartecipazione diretta o iindiretta nella crisi .acetonica: alcuni come causa predisponente, altri come causa determinante, altri ancora come conseguenza d1e ll'intos• • s1caz1one. È innegabile che l'intossicazione acetonica si r.iscontra con grande frequenza in bamb.i ni che hanno sofEerto neil prim.i anni di vita malattie d1e'l~'apparato digerente (ent eriti, dispep sie, init ossicazioni) ; ed è vero a ltresì che dl canal e digerente è uno de.i luoghi di forma~ione dell'acetone (s.tomaic-0 - I{.aulisch) (30), (111tes.t ino - Karu1.isch, Bonniamourk e Imbert) (31), ma .p<e r aJttribuir·e un.a riesponsabilità diretta dell'intossicazione in p arola al1l'intestino, bisogn1erebb.e ammettere che questo fosse la principale sede di formazione dei corpi aiceton1oei : ciò c·h e inon è ammissibile per la mancanza di turbe intestinali più intense di quelle che sogliono presentare questi malati e per il prolungarsi1 deiJ1le crisd. anche dopo un ,completo e precoce svuotamento dielle vie ·digeren<ti (Pia cchioni) . · È da ri't·einierre invece che all'intestino spetti una parte preddsponente n1e l senso ch e le sostanze tossiche che si formano neiJ. tubo digerente , male neutralizzate daill 'epitelio intestinale precedentemente leso, colpiscano1 qualche altro organo destinato allo u1Jteriare metabo1i,Sim.o dei g.rassi e dei suoi proclotti di scissione. 1

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i35r

Il pancneas ha notoriamente una par.te i1npor~ante .nel ri~ambio dei grassi· p.er la digestione intestinal1e di essi si.a per mezzo d.el1la secrezione esterna: - a s·ua "\~olta favorita da,lla b1le e d0d proclotti di r.iicaimbio della milza (U.m ber) (32) - sia p.e r mezzo della secrezione interna la quale .e sercita un'azione regoliatrice nel modo cli utilizzazione del grasso tanto di provenienza alimentare quanto di quello depositato nei tessuti, come è stato climos.t rato da Lombroso (33) e conferm·a to dalle rioerche di Zung (34) , Niayer (35) 1e Flekseder (36) . Con la spancr,e atizzazione completa V. Mooering, Mi·n kowsky (37) e De Dominici (38), ottennero abbondante eliminazione di acetone. Griffith, Pacchioni (39), hanno descritto del1le a·l terazioni deg·e nerative del pancreas nei cadaveri di difterici con acetonuria. Queste ed a ltre nozioni (basta ricordare gli intimi rapporti unzionali che passano fra il fegato e la milza) inducono a pensare che il p ancreas abbia una qualche parte nel determini.smo dell'intossicazione iacetonica : ma p er a mmettere che quest'organo abbia una parte principa1e e sopratutto ch.e s ia ila sede principale della formazione dei corpi ·aicetonici, ococm1erebbe uin oomplie sso di sintomi gener.a111, 1oc.ali e ur-0l1ogici che rnon sono staiti ri11e vati da .n,essiUilIO <lei U1Umero.s i .osservaitori che .si so110 iintereiss.arti del1'ar·g on1ento. Il sistema .nervoso prende una parte importante con manifestazioni molteplici al quadro ctel~e grandi- cri1si ~ della picoola intossicazione acetonica. Fin dal i904 il J\1ya (40) pensava che i vomiti acetonici consistesseso « in v·ere crisi nervose espliCM!tesi nel dominio dei centri bulbari' rego1aitori della jmnervazione gastr.ica ». Fisch1 (41) tende ad ammettere p er alcitne forme il carattere isterico, deducendolo anche dail sue:.. ce.s so di alcune cure suggestive. Hutinel (42) 11 conlSidera come ttmia 11e·viroprutia .analoga a1ll 'a,S1111a e all'emicrania, di cui sarebbero equ.ivalenti, in so.ggetti predisposti p·er una eredi:tà particolare determinante una impress.ionabi~ità esagerata dei oentri nervosi, ma risvegil:i.ata da oattse occasionali multiple fra cui primeggiano le ai1terazioni della funzione digestiva. ~ impossibile n1 e gare .chfe il sistema nervoso, oome il1 sommo «regolatore d ·el ricaanbo org.arnico, non abbia flllnia parte importante niel 1deter:mini.smo <liell 'i111tossicaz.done aceto nica: i1 Myra an1zi soste11Jffi7a che iJ .momiesruto .d,e1la proo·u zione de11e sostanze ad azione fermentativa, da lui! :intuite, si dovesse ricercare in peçuliari .alterazio11i d.e l ricambio mater.iia:le determinate molte vd1te da. perturba1nenti del sistema nervoso. Heubner (43), Heck-er, Howlaind e Rich.a'fds (44), hanno de1

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IL POLICLINICO

~critto delle

'

crisi di vomito acetonico insorte

per cause .nervose (eccitazioni p s ichich e , spaventi, .trauID:i operatori , esaurimento p s ichico). 11 mio primario os peda1iiero prof. Carducci, ha osservato l'anno scorso una crisi di vomito acetonico in una. giovane di 18 anni in cui l'unico eleme nto a pprezzabile era una evidente nevropatiia del11a madre. L'esistenza di queste rare torme nervose, c he noli può essere messa in dubbio, giiustifica ·l a dist'inzione di Hutinel in forme primitive e secondarie: la questione che ora e.i 9.ntenessa è cli vied·e re quale sia l'organo principa:lme11te r esponsabile .in ques te forme secondarie. Con molta v erisimiglianza il sistema nervoso se ha in alcune forme una parte attiva, primaria nella produzione del quadro del11a .intossicazione acetonica, ne s ubisce nella massima parte dei casi le conseguenze i·n quanto i oor1pi tossici. che invadono l'intero organis100 v.anno poi a colpire il sistema nervoso centrale sia sti·m olando -i centri bulbari e provocando col vomito nuove vie di eliminazione ai ~orpii tossici, sia stimolando ia parte corticale (convul.sioni} sia alterando -i'n via rifless~ i1l vago (1tacbicardia, accessi as~atici, ecc .) . Ahche .le capsule surrenali hanno una comp·arrteci'p azione al1lie grandi crisi acetoniche: il Terrien (45) avendo dimostrato nel decorso dei vomiti acetonici alcune manifestazioni dell'in.suf,fi.cie~a swritiell!all'e !(denmog'fa!fìa .alba, ia.stell!Ìa, dolori lombari) ha creduto di poter affermare c he le surrenali hanno una parte nel determi~ U:ismo de'lle crisi di vomito: è dia l!liltetnere però e~ questa oomp:artieci.pazione più che :la causa .sia 1' effetto dell' intossicaztione, non p1oibendosi oomtp:rendere, come osser·v,a il Paiechioni, qUJale n.1 esso p118JU.sci.;biile 1dirr.eitto p,o trebbe ·esnis:tere fr,a lia in.sUJffi.cienza di queste glai11Kiol1e 1e l'~nsuf:fi.ic:i1enza dig·estiva ed ia.ssimii1ativa dei grassi. Un complesso di ricerch.e fra cui primeggi ano qt1elle d i Hecker, Poulain (46 ), Stheemann (47), l:se.r·g1el (48) , eoc., hali110 me.':5.so in .e'Videnza uno str et to rapporto ha l 'appar.aito glando1are linfa tico ed il ricambio dei grassi. Poulain ha tro, rato che il grasso assorbito viene elaborato e 1nodificato chimicamente daille glandole mesen.teriche in modo tale che questo apparato linfatico si può considerare come cc un r egolatore dell'assi1nilazione del grasso ». Inol.tre è stata din1ostrata l'esistenza di lipasi oltre cl1e nel S ang ue, a n che e sopratutto negli organi che producono Qinfociti, .cioè n ella mi1za e nell1e glandole linfatiche. Anche il criterio clinico contribui$ce a con fermare questo rappor,t o fra il sistema linfatico e rica mbìo dei grassi essendo noto ch e molti dei bambini affetti da intossicazione 1

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XXVI,

FASC.

46]

acetonica presentano i seg·ini della diatesi essudativa di Czerny che trova il suo fondamento in particolar~ condizioni del sistema linfatico. Ma ol:trre che fra siste1nia. llmifatim e ricambio elci grassi questo rapporto s1 va indi.scutibilrnente a!&sodaindo fra sistema. Jirufatico e intossicia.ZJil()(lle acetonica. Già ·Comby (49) fin dal 19o6 .avev.a fatto ri1l1evare 1a frequenza (lelù 'iperta:ofia del tessuto J.inf'Oide del f.airingie i.n questi soggetti. La pamte c he da ailru1u .fllutori ' 'errebb-e attribud.t a 1 a11. '1appendice nelle crisi di vomitto acet()!tlico sareibbe messa in r.a;pp1o rto appun.t o oon La su.a qualità di orgam.o :a tessuto li,nfoide. Io stesso ho potuto osserv;arie i.in indivirlu:i .sogg·etti a vomito peribdico 11100 spoo1ale fonma clinica di 11ntossicazion1e acetonica i[ oui quadro è caTatter.izzato da febhre alta imp:riOfV\r.i,s.a, tumefazion1e ed ai!lfossameruto del f.anting-e e dielle WntSille , inrro.rrro ta........ b o 1.ora doloroso diell,e g.lrundo1e lilllf:ati~he oervieaili, vomiti i:nizi01li ta1vo1ta imiponie nti e dli hrevTe dru.rata tanto da far oospettan:e l'inizio di 'llina cri.si di vomito, diiSCr•eto i11grossamento della nntillz.a e d el fegaito, iac~ompag.niaiti da scariche sem.p re acc.entuatbe, ta1ora co.1 ossali d'.i aicetonie per le u.ri!nte : forma s·u llia 1qu.aale mi riis erbo di nitor.nare. Ma tu.t te queste osservaziond se ci nlndicano che fil si!Stema li nfiatiic-0 ha una si00ira iinfi.u enza sul irirambm dei grassi, per mezzo delle 1d.·pasi d;i cui è aib bondem.t emente provvisto, non ci ill Uùllicnamo gran ch1e sul .m odo 0001 ruii questi fermenti agisicooo, e sopr:atutto suJ luJOg.o di formaz1;0nie dei corp,i acetonici ·che sa?rel1be.ro la con.seguenza. del1~aZJione lipolitiica id.a essi. f erme11ti esercitarba. Ogg·i s i tende .ad ammiettere ch·e 1e lipasi ckoolanti .ne1 s:a:n1g ue .abbiarn.Jo '1..llll'azi1an1e sp€ci:fi'ca i11 ba:Se :al:La tooriJa idi 1Abderb1Cl!lden, neù. senso che esse sii.~un:o d ·e putaite a !tendere ind'Lffe.renti que[le s osialnzie .ailii:mentlatri nel 1nost1io caso ·1dpio1d:i. - ~h·e sono 1penetra,t e i11 circolo i111 struto di .non perf.etba ·01Ilog'eneizzazti1o ne ~er i1nsuf:ficerute :aziOllle d.i,sgiregan1te dci diV'etrSi feir.menti g1andolarri del tu.bo <ligenente. Il .sang·ue come acquista. in determiinate oandizi1oni proprietà ptoteo1itiohe, dis~ sa100aro.J,irt:iche, n·u cleoJ.irtiche, ecc ., acquista. anche propTiietà steatolit1che eh€ per a:ltro sono tuttora. allo stato di congettura: :non essendo state ainoora 1dinrositr.ate per l e difficoltà tecniche de11a 1i11dagfue. 1

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[.:\.NNO

Le ricerche s 1)erime11rtali d1mostr.a:n 0 che l'ar1

eh.e ocoupa ·1ia pa.r te p.iù importa.n te, aJnzi i1 primo 1posto nel meta bol·i&mlO dei corpi acetoni.ci è il fegato. Roger in pauecchie importa.n ti rjoer che :fi.n dal 1887 ave,-a insistito sulJ 'azione. aintit·ossica dcl fegato per l'aicetone. Il fega.to ~ gi<LTIIO

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[-L\.NNO

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FASC.

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SEZIONE PRATICA

ad UJn tempo iJl pri;ncipale arga.1ll0 di.stl1Uttoce dei coripi acetonici (Roger, Pollak) (so), (&libden) ts 1), tMichaiut) (52), (Wakiemain e Daki111) (53) e i1 ·p .rinci pale formatore di questi corpi (Wak.etl1!an e Daki·n, Embdietn ,e Wirth, Embden e 1\ 1ma·g ia) (54). È noto d'altra parte l'~mponta1nza che ha il fegaito nel metaibolismo dei grassi : senza consic.lerarre 1a ·pall"te ohe esso prende nell 'assorbimei1to i:intest.ina.1 e diei grassi ,p er mezzo della bile, a l fegato è iasseg.nata U:na fru.nzione r{'.:.golatrice per la qu.aile v~enreb1b:ero fioo:nd.te al Sél!ngue solo qu.eJ.l e quanti.rtà di grasso necessarie a ana.ntenlere oostaiUJte il suo conte11uto. PeJ; tale c-0mpless~1 azione il fegato fissa ·d apprima i grasis:il che ad .esso g iung,oow in pairte ool sangue die1.lJa vena porta, i~ parte dal cir.ao1o generale per 1'arrtecria epatica clopo ahe dall'intest.iuo, pea- le· g1a:ndo1e m·esenteriche sono per le graindi vie linft8Jti'0he versate in circolo (funeione adipopessica). E non è privo ili iimpor•t anz:a Ul!Ot:a:re che .secondo C:aitinot e m.111e De Flamdre (55) questa attività di :fissazione non sarebbe identica per t1ttti d. girassi : iessa s0Jre1bbe ma!Sl&ima per i grassi d.i origilne amiiimale (Jatte, b'll!rro, ·painn,a) "Cioè per quei ga:aissi che per oom·u.ne aff.ermazione di tutti g1i osservatori h.ainloo l1/tlla infliuen.za dicretta nella. prodtuziiollJe delle crisi acetoniche. I.n 11na .seoo11da fase il fega;tio cede aa s~ngue i'l grasso fissato, seoondo i bisogni del1'econo,mia, .scindendolo nei &uoi elenrenti eis:senzia.li, glicerina ed acidti grassi, per 1'az.iOllle delle J1pas:i che il fteg,ato stesso produce, e <lri. cui aa oellulta epatica. è aibbon.oonitemeite p.rovvista (j1,1,'1izione adipolitica): Questo processo rient't'a illlel ·m odo comune di estrilnsecarsi de11e fu111ziloni del fegato che, come è ltllOt-0, esipli~a lie :sue QOmplesse funzioni 0 ·niaib0rliche e catabo:TI.che per mezzo di azioni fermentaJti;ve .nell1e qua.lii entTartllO in g.ilUoco delle caitaJasi, delle ossidasi, ecc., ohe, oome agiscono SIU11e a[fbrie S10stanze e1aib.orate à.211 .fegato (fermenti protooliti~i per g11i taJlb,u minoidi, a!l"giniaisi per la prod1urione de11 'urriea, adenasi e guaina.si per 1 'adeni•na ,e lia. gUiainina, fermento gllcolirtico per g.1~1 iidmati di e., ecc.) , oosì iaigiisoono ~ g.ras sd. per m1ezvo delle lipasi (azionte iclroJS.tica). Dunque: è sta:bilito che i rorpi acert:ondci der.iV0rtlo pTinmipia1m1ente dalla derompos1z..ione die~ grassi e specia.J.me11te da ;u na. seri·e di aieidi guaissi a numeiro ·pairi di aftomi di ca;rba.n:io (acido butia:rioo, capr.01ruico, ,palmiti~oo, stea.r iro, o1Jeioo) ; è .n ota 1a pairte ·c he pirende il fegato .n •el m 1etabo1i.smo dei grassi : se a qu1esito agg·i u·n.g iamo la pa1-te a.sse:gmia.ta al .fiegato ·n ella produzione dei corpi a.cetoniici, pos.s.ia·m o f,aicilmenite· spiegarci rome il foegato, qualora si1a ht-rbato ill d elicato eqJU.ilibrio funzionale m.ecessario aitle stie com,p Jiesse e m.o] 1

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tepW::i funzioni, poosa avere Uilla pair.t e assai impootante nel d1e'termàni~mo . de11a 'Ì.illltossicazione ~ca.

Anche rl 'osserviazione cl'inica depone per una tale ci01tnpartecipazrlione, pet1Chiè $ \ 1D!Ota spesso duirante le graindi crisi un aumento di vo1,11.n1e e di 0011sistenza .dlell 'organio ed uina dio1e,nzia alla _pressione m.anu:ale. Tulora aJ·1ia. fine <Le11 'accesso è rileva,b ille 'UTI:a cOlllOnaziron.e subi ttertica delta pelle (I:reuhner, iRri ch€11idiècr·e) . La congestiion-e del f egato .si trova ancb.1e ncl1o stato di p:i!C'cola intossicazione iaoetonioa ~iarta ad altri seg.n i di à..ns11f.fi cenza epatica {ipocolia delle· feci, sti:psi, stati dtspepticit, eoc., e carattett-izzaita dalla ipersisten:te 1

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acetonuri!a. La possibilità di Ulna oon1parteci pazior e del f1egiato in questa .forma morbosa è ta.nto J·ÌÙ facile ad amm.etteus.1. quando si ocxnsideri che negli an•teeooeruti dei bambillli QOlpiti da isn.t.o.ssicazione acetonica si rilevano con gra111dissima frequenza rum comp1iesso id i fattori cb e direttam ein1te o iin di't1ettamet1te ·p ossono turba.ire 1ia f.unz.1101J1e del fegato. Per qu.ainto r1gu.arc'La i fattori diretti, negld. atn1

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tecedenti piersonl~li di questi soggethi si iriscontralllo malattie dell'a pparato diger.e nite e tlella 11uttizione, o:d ian.e he semplici tw-be de1Ja sfieira di.gestiva (dispepsia, sti!psd, atoni1a ga$tric1a) mailaittie che è ammesso .p ossano ci1percoote!isd sw1a ~un.zi01t11aliità del fegato. In.oltre le g.flandii orisi sono aooai spesso oo.nmesse C.Qlll ier.vori 1d i etetd.<Ci, e specialmente con lia introduzkme 1ili. grandli qu.a:rutità d1 gTaS'Sli a·ndmiaITi (laitte, burro, piaminia) che, ·oome :si è detto, son.o più attivamente fisoo.ti daJ fegato 11 q.u aJe può J",iiSu!l.tarne sopr.aocaric.ato <0001 conseguente pregiucliaJo del.la siua. frUinz1'onie. Per quianito riguarrda i faititori i'nidrur:ettii eredi·ta'fi è n10to ch e quiesti b·a.m hiin.i appartengono a fu.·miglire oon diaitesi '!lieu:roartritica, e mollfo spesso si 1-isrontra negli aiscandoo1ti la gotta, il cliabete,. la ipolils.aTcia, 1 'asma, 1'emi cir:ani a, tutitio u11 giruppo cioè di mru11aittie carratterizzate da gmaiv1 1t:urrbe del r'Jlcamhio, in cui ~IT fegato è sempre ipiù o 1

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.oompromesoo. M~ oltre a 1quest1 fa.ttotrl, ereditari alndi:tetti, a me· sre m,b ra non si sia illtto il dovt1°to va:l.ore a1Ja gra-nde fiooqUJenza 0011 cui s i :risoontra run ques:t! ,pazienti u.n·a et1edlità epatica dhietta, <:ostituitf:a ge.neral•m ente da:1Jla coJ,e1n.i!fl e da11~ Jitiooi biliaire mient0

degli a.scendenti . Per mia espemienza, avendo diretto le più aiccur.aite indagini in q11esto senso, ho potll/to 0011s tatare che s u 19 casi cli initossicazianie acetonica roni gir.allldi ieri.si osservia.ta ia.1 questi ultimi dwe .a:nnii, in 15 ca.si ris11ilbava:no da1] '.a:n.am.nesi fatt"rriilriare fatti e,~identi d:i colemiia fami1iaTe dieigli (5)


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IL POLICLINICO

al&Cendenti (~n 9 casi ittero nipetuto, in 6 casi litiasi biJ.iwe) associ.aita in 11 casi a manifestar zioni v.axie d~ diatesi 11et1ro..,artriti.ca : negJJ altri 4 casi le .mairuifestaz1om.i epatiche degli as«)endtenti non fU1Ullo oocertaite ·m a molto :sospette : si notaviéllno in essi la Jitiasi renale (r ca!Slo) , 1a obes i•tà e .1a g otta (2 casi), ril rd ia·b ete (r oaso). Cinque di questi baimbi nl: con 1>i,tJteiro cata,rira.l,e g ià pre-0ede1nteniei11te sofferto, d1mositrav.a·110 Jia loro oompairteci1pazi1011e diretlta aLl1a oolemiia f1amili.aire. A conferma de11 'osser\Tazione di Paoohi101ni, d~lrò che dei 19 caisi osset\ a ti 14 e:i:a:no di a.i.azza semiti-e.a 1e 3 di qu.esti di C·ondizione pove11.ssimai : e se si ~onsideiJa la freque11za die11le ma1aitti1e dcl rica1m.b io .ne11a razza isrr-:aetitica, s i può r.i1tlnovaire 1

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uu nes.so fra le alte.razi10011 epatiiche ereditan.i•e e 1a :firequenza dell'intossioaz:ii0ne aretonica. Ques:t e epattopatie d·egli :ascenden<td, chie p er J.a loro g rande frequ·e nza non possano avere un va]1011e di s·emp1nce coincidenza, mi s·e mbt'a c01Stitud.1soano un elemento di i.ndìuenza dii:retta n1e l det ,e:rminismo della riln~uffìcien~a epatica eredirt:att"ia - o per 1o meno di rtma laibilità e11editani.a d·el fegiato - oost:1tuendio aippu·n to q·u:ella erediilf:à epatica su cui h a:nno richiamato l'attenzi0111ie Lamacq-Doimoy (s6), Gilbei·.t e Lerebou·11ie t {1oc. 1

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c it.). Seoondio Castaii1g;ne e Chiiray (57) è f,uiori dubbio che certi soggetiti di.c;oe111denti da oo1pi.t1 da a ffieziani epatic he o s emplioeme.n te da m:a.laittie de1la nutrizione o:ffirono più degli al tri una predii:sposizi1onie alle lesioni, coll>Seguerutemente alla iinsw.ffi:cenxa epati•ca . Il fegato è u ·no deg·li or.g.aini che ronserv.ano più fa.cilmente 1 'i•m pronta eredita·ri,a (Hutinel) (58). La conoscenz.a dellle ail:te11azi,oni e.rediitaa..,ie d1el :Fega to, intuite da [ùl11!g;:0 1

tem·po dai cli·nici, è stata oompl•etata con dlart:d. s pre rimentali principalmente da Chairrin. (59) e da.i &ttoi 0:lliiev.i. Del.atnJarc (60) prod·u cendo ~esiond riel .fegato della madre è rius0i to a provocare a1.:terazi1011ii 11el feg.ato diel f·eto : 1a l1e sione mater.ne. darebbe · 1,uogo alla •p110duzione dti. urna ci1t:io.l1isirn1a epatica per mezzo d e1la qua1e ·lia lesione m.aite111w. ·sitess.a .si .ripercu.otier.ebbe eliettiva.mente sopra l 'or.g.a111Jo !éllt1alogo d•el f.eto. Nello st1e s•so or1dim1e di idee Bar h a Cùt1statato .n el f.egato di bambini 111.atii. lÙa d!oa:iue ecl.ampti.cl1e, diei1le alten.·,azi01ii èe.Ilulari c·h e ricordavano gue11.e del fegato d e11·e loro madri. liait1J0t (61), Ler.oux (62) , Kabanoff (63), haruuo i 111sistrit.o .stt Ila rp!a rte im poitfu:11te c h e 112. <lebi0ltezza oongie11ita. de1 fegato ha .sulla genesi di cetle affeziorlli ep.atiche . Per Gi1Jbert (64) e i suoi all1i•e,ri 1.a oolemia è .l a man.i festazione ama tomi.ca dii q ue1

Rta deibi1lità: qt11esti autori 11a1runo ra.g,g .ruppato !'otto il nome (li fa1ni.1 Ilia biliare. tutti g1i st:a.tii. 1norbo.si itn c1ti s i osserva questa 1d1ebili-tà : l a co(6)

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XX\lI, FASC. 46]

1emia semplice Lam iliacre è fra questi lo stato mor1b.oso più tC)omune.

La clinica - dice 1Iutinel (65) - ha messo iJ1 evi<len.zia 1'inferiio rità fUlllz.ionale di ta1e 0 ;tale a lt1io organo: e ciò .fin dai primi a·n ni de11'esistenza. A.n1che ammettendo il a ,pos.sibili tà di una alterazione aoq uis.irt:a dopo la oo.sci.t.a 111on .si può tutitama fare a meno di as;s'egn'al"e -il più alito vaJor.e .ad un mairchio s-aolpito ab o·vo. Tale oonciet:to no11 potrebbe i0SS·e re espir,esso più feliicean.entie di qu.ainto fu. Hamot : « L 'i:ndi vidu ·niai t aviec ·UJn dos;sier ,paitho1ogiq'll!e chargé déjà 1c1es incid1ents de la vie embryt0.D111a,iire ou foetale. Le

oompte mor,b i de à la nai.s:sance est déjà ouvert ». 1

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** * A mmressa ,o osì la frequenza di unia ins ui&iooza funzionale del fegato, .sia diiretta, s ia erediitaria in ques:ti b.a1ml>i ni, vedi,am10 quale p.airte questa possa prep.<lere nel deterun.ini•s mo .d ell 'intossica 1

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zi1one acetonica. LI Polito (66), in un ll1ecente laivoa-o su:IJ 'iD.Jtossicazione aoi.da .n el di!a·b ete, per spiegaire 1a ge1~·esi diell 'iaaetanuria ha e mess.o teoria che ha incontrato favore. Se-c ondo l 'A., le ca'US!e de1la aicetonu.n ia sarebbero ·princip.ailnnentte dov,u te a<l u.n disturbo ·d ella f'lllnzion1e epatica :fi.ssatmice dei

u.rua

1grrussi nieutri o ad esagerata f,OTlllaZJi0tne d:i. ,aie.idi g.ra.ssi . Bgli 1d istiingu1e due vie per 1>uti.Iizz.azione di questi : l1ltLa 'V1ia l·u nga, indiretta 1ahe a-ichruede 11n certo tempo perchè iU fegato p e>.ss.a esiplioare la sua azi1o ne .fi.ssaitrioe, nie cessaria per 1a tiraisiform:azi1one dei g·ra:ssi in gilucosd.o, ed t1111a via diretta, più brev,e ab.e 1 gra1sisi perco11rono quan1do, o per cand:izion~ specihl·i, lO per aùterata fu·nziooolità epatica, viene a ma nICate qu·e st':azione fissatrice. NielLe coDJddzioni 11101·ma1i id i a limenrt:azi1one i grassi percorrono 1.a 'ria indi'retta, pii. ù lrtlin.ga : qu.a;11do però •d all'alimemtazione v1engoino iescltIBi g.Ii ic1rat~ di C., il fegato , dovendo u>tgentemente pll:'eir>arare i grassi per i hi•sog,ni energetici d.e l1',organismo, n1on ha tempo di fissarli eoinrveruient·e1nelllte pe!r ia1dattairli alle .stt<::cessive tra1siformazi.o ni. In c1uesti casi rl. grassi battono 11a via di:rietta e sà. ha .c osì la trais,f orma,z i·o ne in acidi gr.as·si inferiori e corpi acetonici. Il Polito staibilis~e UJn .p a1ral.1elo fra le gliicosttrie diabetiche e lie chetonttrie: la g1ioos.wria dip1e111de da11 >incapa1c ità diel fegato nel fìs&aire dJ glicoge11110, la cheto.nuria da;ll 'incapacità a fi ssare i gras si. Come :iù :fegato se-oondo le più ,r ecenti 1

teorie dcll'iperprodi\1.Zione di zucchero, esaltato nel suo potere drastasico non produce .lo .ziuccher.o secondo i bioog.n i de11'argamismo, ma 1o .f abbrica esageratamente anche d1ai gn;assi e d a·11e sostam-


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SEZIONh PRATICA

.ze pr,o teiiche, così l'organo epatiieo esaltato 1iel s1to potere lipasico f·ormia .aieidi ·g .rassi olit.11echè dai grassi taJoche da1le .sostanze iprOlteiche e dai camboidrati . In sostanza 1a iperp.r oduzitOne di corpi a-ceton~ci ne11 '.aicetonemd.a diÌabetica sarebbe dovuta da un 1at o ad um ·p erturba.me111to della funzio1ne adritpope.ssica ·d·el f-egato per coniliiZioni s •p€cia1i o per alterata funzionalità 1de11' cxrg"a1n·o, dall' a lrbra :rud u11a esagerazione d1e 1'1a funzione aièLiip,otLiitiica 1p1er .1 'iesailtbazione del p .o tere li pasic·O del f egaito. 111 base a questa t eor.iJa d1 p ,olJiito s i può tèintare um spiegazione ,dell.a parile sp ettante ,a,l f·e.gaito funzionalme11te i nsufiìd1ente nel determindSlllJO d ell'intossicazione a1 c etoniiea n ei ba mbini. È cento che i bambini co.n fegatQ normale t o l1erano bernie quantità talora esagerate dii grassi in1g eriti _per ierirori (lietetici anch1e prolu.ngati, tanto è vero che se ainche 1'er.rore dletetbico oommesso piroduce dei d i stuTbi, questi s i m aini'fiestano solta!nto a ca·riic·o dell 'aippaa.-..ato gastro-in,t estinale senza ma11d.fiestazi'oni .aicetonich.e. DUlllJque 1.a limitaita ,1:Jdl'Jera1nzia per i grassi alimetlltar~, .o ppiort.UJnamentie ·messa i1n Ttliievo dal Piaoohi oni !llegli iniliv1dui :sag·getti a d initossicazione .acet·o nica, è iin :rapporto oon .1 ',ifilsu.filìcienoo ep.aiti.c a. Ora il termine « insufdiicienza epatica » che si·g11iriifica funZ>ionarrnenit o d.mperfreuto della g1aind1o la, "sembra imp.licare l 'ddea dii una diminuzio ne g.lio·bale e para11e la delle diverse funzioni del feg.aito. Ciò non corrisponde affatto .a11J1a reai1tà ipoiiehè ]1e ·diverse manifestazioni rd iell'attliv.ità de lla ce1lul1a •epaitri.1ca ·p oS5rulo din1i1nuire n1orn parra111el:amente, a:11zi l'una <lii. esse può res&ere ies·ai1t·ata ·m en·tu.-e Le .ailtre ·risultano dimin11iite. Su q11esto OQDJCetto insis:to11J0 rrip1etuta1meuitie Catstrang.n e e Chda:-ay nel ca.pi.to1o d·e ll 'i1nisuf:fìcie nZJa epatica del il oro :brrut:tato 'SUJ11e m ia1atti1e del fegato . Ciò 1prem1e sso s i può pensa re che, cc.m e neil -aiaibete, in seiguri:to alla s oppTes.sione deg11 idrati dli •C. o aill'aù:ter.airsi die11a f111nzionalirtà epaitica, si ~etermina nel fegato rumia es.aig.e ra.ta for·m ,azio1t1e ili acidi •g:riaissi e di corpli iaret:ionici, così niel1.'i1t1tossicazion1e aieetonica d .e11 'infanzia i:n .segulrt:o al.1a introduzi:o11e eccessiva d:i gra.ssi .ali.m ·erubairi, ovvero anche no11tnale m a suiperiore 0111a capaioiità •elaborativa del fegato insufficiente, si de termini in quest'organo, appunto p er la sua insuffi·cienza fu.n zionale un d.i s turbo della funzione fissatrice dei1 grassi 1ed una conseguente esal.ta·zione d1etl~a funzione ·a ·d ipolitica e cioè una esa.gerata, talora critica proditzione di lipasi col -meccanismo a n afiliattico ideato d al P acchioni. I1 r a pporto fra l 'i111toss'icazione in p.arola e il ·sistema linfatico ,.a spiegato proba bilmente nel :senso c he i'l s is t em a linfatico, a l terato nei.la s ua 1

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fun zione 1iegi0l.aitrice per 1' 1assimilazione d ei gras si, contrib uisca a lla es agerata produzione <li lipas i e quindi alla e sagerata formazione di a cidi grass.i eh.e aJ.la ·loro volta , sovra-ccaricando i1l fegiato di un nuovo lavo.ro necessario. per la loro scissione , ne aocen.t ua no lo stato di inferi or.ità funzionale . In conseguenza della eccessiva produzione di acidi grassi 1C'h·e sp,e sso, i n corrisponde nzia; delle g·randi crisi avvi1 ~ne in modo tumultuoso, i1 fegato già di p e r sè ins uffici1ente non è capace di provvedere ailla loro completa trasformazi()ne, per cui taile trasformazione si arr.es t a allo staito di prodotti'. acetonici che all a loro volta p assano n el sangue in quantità eccessiva dando [uogo alla intossicazione aoetonica. Considerata in tal modo la teor.ia della insufficienza epatica nel1a g e n esi d ella intossicauo1-ie acetonica, già s ostenuta da R achford, L a ngm1eaid, Richardière, Misch, .f oirse ~n m·o do wntil.at e11ale •e indeterminato, per cui fu accolta con did:fìdenza, appoggit8.lta più r ecentemente da Maub an e d a Pacchioni con nuov•e osservazioni, acquis ta nuovo criedito da lle r.eicenti .indagilni iìsiologiche e biologi1che tendenti a d ar sempre m aggior.e importani;a a.il fegato n el ricambio dei grassi, e trova una b ase di fatto nelle osservazioni cl~niche ·a mpliate e moltiplica te, da cui emerge 1a grande frequen za cli alterazioni funzion.a1i, acquisite od e re ditarie del fegato. Con ciò non si v uole esser e esclusivisti n el sellSIO .ch·e l'i:ntoss i.oaziion·e acetonica d itpei1d a s empre ed escl:u..s:iivamie1Tte 1da:ll'<l.nsru.ffici1enzia ep1aitica. Vi sono d 1e i C1a1Si in cui .tlaJ1e aliterazione non può esseJ.ie .a1n.111essa e in c ui :l1a crisi acetonica sembra debbia ~sisere oon1neS1S.a con 'll•n ':alterazione d:i.retrta e p.rima:ria rlel s is t eiDJa 11ervQSO. E poichè, come si è d·e tto, il sistema n ervos o rest a sempre il grande regolatore del ricambio materiaile si può a mme ttere che in alcuni casi sia leso l'organo di: comando, .im iaùtri inve-ce, assai più frequenti, sieno les i gli organi di esecuzione, fra curi pr.i megg,i a, come si è cercaito di dimootraa-e·, 111 feg.aito . Con ciò, non si· v udl neg·are una parte nella genesi dell 'J/ntossicazionie oceto.n ica a n che a.gli altri organi' produttori di corpi acetonici (speoia1lmente al p a-µcreas) t anto più che è nota l'influe nza di alcune glandole endocrine (paratiroidi, ovaie, ipofisi, surrenal.i1) nel ricamb.io dei lipoidi e che 1egano i vari organi dell'economia per m ezzo di complesse e d in gran pattite misteriose azioni reciproche esplica ntes i .p er mezzo d eg1i ormoni. Ma tutto questo nulCTa toglie al1',importanza della funzione epatica, che come

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IL POLICLINICO

si è detto, nel ricambio dei grassi esercita i1 na parte pr.i.n1c ipale. Riepilogando, in base : ai dati sperimentali relati vi alla funzione del fegato nel riicambio interno dei O"rassi . ~ ' ai daiti clinici da cui emerge la frequenza di una insufficienza funzionale d1el fegato n ell 'intossiic'azione acetonica ; . a11e r-ooenti teorie 5ul meccanismo partogenetico dell'acetonu11ia nel diabete e dell'intossicazione acetonica ; alle recenti vedute sull·a genesi: dei corpi acetonici; possiamo ric.ootr·uixe 1a patogene.sii delle forme s-eco11dar.ie· di i ntossicazione acetondm niel seguente modo : La maggior parte delle forme di intossicazione aoeto.niica detll 'infa.:r1zia è l.eo-atai <Vd uno stato b . di insufficienza funzionale o @i labilità deil fegato sia acquisita per pregresse turbe intestinali, . - e p1u . ' spesso - ereditaria per alterazioni sta epatiche degli ascendent~ (ep atopat ie f-amiJiari) associata. ad uno speciale stato di insufficiente ~v~lup·po funziiouale (i't1fiantilismo) del siìStema linfatico.. Queste a lterazi011i determinano una ld.mritata tollera11za per i girassi , .c onnessa con la alt erazione delrta Junzione .adi:popessica iìcl fegato per cui viiene a formarsi una. eccessi ' a produzi()ne di acidi grassi . Tale eccessiva produzione di acidi grassi deri vantè da una anormale , t ailOl'a inten~ e violenta disintegirazione dei grassi e specialmente dei grassi. dell'organismo è provocata da una esagerata, talora critica produzione di lipasi o di altri f-ermenrti 11po1H1tiici, per esa.1~ione della funzione a·dipolitiic a del fegato, !i. n seguito all'introduzione di qualche grasso alimentare che per non essere b en itolol.er ato aicquista funzione di a:ntig1eme o ·~ eec.irtatore dei fermenti ùipolitici . In segu ito ailla eccessi.va produzione di acidi grassi si avvera una incompleta .trasformazione di essi per opera del fegato funzionalmente !ins ufficiente, trasformazione che si a:rresta allo stato di oorpi1 aicetonici. Il consecutivo passaggio di questi prodotti acetonici nel san gue dà il uogo all 'intos&icazione acetonica che si manifesta con grandi crisi a si1ndromi· svariate, ovvero con stati aoetolllici car.astterizzati dia pioco1i dis.tu.rbi, dispeptici o nerYo~i ' ·ari amente associati, incùipendenti dal·1e g·randi crisi , con acetonuria (equivalenti acet o11ici). 0

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(e ontin·u.a).

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SUNTI E RASSEGNE. MEDICINA.

Patoc:enesi ed anatomia patologica della gotta. L(Deut. Med. Woch., A, XLV,/. Munch., 34). U.n a cognizione esatta sulla estensione e frtquenza dei processi gottosi nelle articolazioni e nelle ossa fu p ortata appena dai raggi Rontgen. Il confronto tra i reperti radiologici ed istologici diede come ris ulit ato non solo il n esso ca.usale tra processo anatomico e alterazione radiografica, ma pure la spiegazione della patogenesi, <le11'eruti.t à 1norbosa della gotta e dei processi vitaùi ,nJeJ. tess uto OSiSelo, cioè : 1). AIJa formazione del tofo, concorr ono eguia1merute SiOStanze ;oolloida1i ed acido urJ,co · ' 2) . La formazione del tofo ha luogo soltanto nel liquido s~noviai1e o in tessuto molto succulento, sinovia, midollo, borsa paraar.ticoke, g,uaine rtendi,nose, p eriostio ; 3). Il prooesso che segue alla deposizione di acJ.ido uri<.'O s i oom.p.o ne di una re~zian1e generale e di una specifi.oa. iaJ t:Jes suto. La prima v.ile.n.e idaitia dia :u n iaigg1omeraimtjn1Jo degli urofag-i (·d i Liltten), da tiessuto c1i g·r~ulazione, da infilt:razion1e pairvirelliularre :iintor.oo aJ. fooolaio mortificato; 4) . Nella reazione specifica non fu apprezzata fino ad ora l'importanza dei processi midoli1ari nell a distruzione dell'articolazione. I tofi si formano primiieramente nel midollo . Appena in secondo luogo si ha insieme alla reazione generale suddescritta un processo osteomielritico fibroso con p art-ecipazione dell 'endosti.o, processo che p.u ò airriviare ·si.no ~lla carti1ia,g.ine e diistruggerlra oomip1et·amenite. QUJesta forma di distruzione è Ja regola in ogni forma gra ve di ·g iotta .articola.re. Si ·p arla d u11q.u e di os.teom ·i1eLi,t e ed osteoaititrite urica , 110.n di .airtri te urie.a. Oltr.e a queste a1terazioni prettamente patQl}ogiche si osservano dei processi che appartengono all'evoluzione nor1nale del t essuto osseo e cartilagineo ; 5) . Cioè uno sfiancamento della zona di confine tra osso e cartilagine, costituita normalmen.t e negl1' adulti da una linea sottile di un bleu oscuro; essa pl1Ò comprendere nei gottosi fino a m età· di tutta 1ia caT.t ila1g i.ne. Formata da uno strato di cellule dail nucleo grande e vescicolare, essa assomiglia alla zona di prolifl{'raz.ione dell'osso infantile. Questa reazione si vede pron~nciata .specie nella rartiJa gine sana e imtatt a. Non è dunque 1'espressione di uno stimolo . 1


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SEZIONE PRATICA

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loca~e

diretto ed immediat.o su queste cellule, neoform:azi<:>ne di .tessuto osseo, in forma di foma la reazione generale della cartilagine alla decolai irregolari d'apposizione pure lamelilaxe posizione dri. acido urico. La cartilagine .n on re- qua:Le v~tali1tà aumentata del tessuto, anohe in s ta omogenea; éssa presenta dei sottilissimi grapunti do\re normalmente non si trova, ad esempio nelli di calce, rotondeggianti, bluastri, disposti articolazioni. :irregolarmerute raddensaitì però, dove si troYa'llo · Tutte queste ·aliteraziorui s·i i·ncontnano generalin vicinanza di focolai gottosi midollari. L'acido . mente nel le articolazioni piccole; i processi delle uriico, penetrando nel .tessuto cartilagineo, lo inarticolazioni grandi differiscono non per quan, -ade progressivamente, portandolo alla fine a ·t ità ma per intensità. completa distruzione. La parte mortificata viene IVI. PREBIL. • sQSltiituita da tessuto <li g·r anulazione. La teoria meccanica dell',a cido urico è a bbandonata defiCHIRURGIA. nitivamente. Aschoff crede che la mortificazione <lei .t essutii sia dovuta ad un processo osmotico Stasi intestinale cronica, • d e lJ. 'acido urico. (Alcuni dati nuovi): . Mentre per mezzo di questa osteomielite urica e della conseguen.t e· mieliite suk-Olndr.aJe (J. L . Roux· BERGER, J011trnal des Praticiens, 19 19) . (Ah~imer) la cartilagine v.ie11e distrutta faici.1me nte, essa resiste per più tempo ag.li urat~ che È merito grandissimo di Lane di avere magila invadono dalla sua superficie d'incrostazione, stralmente stabilito che la stitichezza non è semperchè non reagisce con una proliferazione cel- plicemente un incomodo o una affezione di poca lulare all'acido urico, il quale quando non è gravità, ma che si tratta di uno stato morboso ed sciolto, viene depositato in piccole sfere nella insidioso, che prepara l'apparizione e lo sviluppo ·simovia in parte 1D.eorotizzaita e nello .strato più progressivo di stati tossici cachettizzanti, che -superficiale della cairti:J.iagtine. (Esse llOll .sdno idietn- menoma l'individuo in tutte le forme della sua iiche ai tofi, tperchè .bru'llaSlbre ed dnsolubili). attività e che prepara il manifestarsi di certi stati Q uesta mancatIBa di reazidtre spiega pure l'as- reumatoidi speciali, del gozzo, della tubercolosi, senz,a di .ainchi1osi dm artiJoolazioni con alteraziOlllÌ fors'anche del cancro. Il trattamento chirurgico gottqse gravissime e formaziio.nJe di osteofiti. In di essa ha fatto però pochi progressi. I,a stitichezza oasi ~ravi pr€'11Jdxmo pauite attiva specialme;nte le non entrerà nel dominio della chirurgia corrente -cel1ulie della zona osooira, assorbendo l 'aci<lo urico. che lentamente, penosamente, alla maniera del Il processo morboso :i:11Jt<occa dUJn.que soltruntp se- cancro, perchè l'educazione del medico, e tanto conrlami:amente il tessuto oarlilag.it11eo, •per ~1 quaile meno quella del pubblico, non sono sufficiente1 '.ocido urioo 1J11an po.sisiede ailcu'110. raffi'llità sipe- mente fatte intorno a questa malattia. Conviene tener conto, d'altra parte, dell'imporcia·l e; 6). l\Iolto svari ati sono i processi che· si os- tanza delle operazioni proposte che riguardano ser,-a:no nel t essuto osseo; 1la linea oscura, pa.- intestini il cui contenuto è stagnante e iperral1lie1a alla su perficie articolaire, ricorda a:lrtem- settico. Infine, è assolutamente certo che noi zioni 1c he si riscontrano nelle ossa di feti sifi- conosciamo molto incompletamente tutta questa litici. Viene interpretata come reazione gen.e rale questione; stiamo per entrare nel periodo d'inizio, da cui non usciremo se non studiando profonda·dei11 'osso. mente ogni caso, familiarizzandoci con l'esame Punto di partenza per i processi distruttivi ·clell'1os.sio sooo il più del1le volrte, ·come giià si disse, r adiologico dell'intestino. In t al modo forse arridep.osizione di urati ;nel ·m~dallo, in secondc0 1uogo veremo ad avere la conoscenza della fisiologia _i tafi StUbperiostali, che daJI1Jno ori.g·iine a.11a fi01r- normale e patologica della motiiità intestinale. miazinne di osteofiti, i quali ibailvolta raiggiumo-ratndezza co:msd.derevolle. L'osso ci:rcoslba111fte - -o-ono o o viienie un po' alla v·ol.ta distr.utto per tliais:soobiNiente è stato cambiato nè aggiunto alla descrimienito l1acu1J,ait:e e ;sostituito da. rt:es.suto connietti,ro. zione clinica della stitichezza data da Lane; niente Se iJ1 tofo si rbnova nle1 J11id0Uo, la ddstruzilo ne del1'osso .av~-iene per alistieresi. Questa d€1Cal~idìca­ è stato modificat9 nella terapeutica chirurgica -zione va iasarit:Jta 1a1l'azi10,ne diretta de1'l'ac-ido 'llll"'i·ùo. proposta da lui: sezione di briglie, operazioni di Il tessuto osteoide si sfibra ben p.reisto m.ostrando derivazioni, colectomie. Per contro, le concezioni 1e aairatteristiche figure di reitic.o1ato. Isole assee p atogeniche di Lane non sono più condivise da tutti. Esse erano semplicissime ed attribuivano 1·esiduiaili vienoo-ono <ldstratte da ios.teoclasti. Via talvolta parallel1a a questo processo una la massima importanza al peso; si può dire che 1

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SEZIONE l'RATICA

I

era la teoria meccanica della stasi intestinale; l'intestino sostenuto dal suo mesentere si piega in certi punti: angolo duodeno-digiunale, angolo ileo-cecale, unione sigmo-rettale. Sotto l'influenza della ptosi viscerale, queste saldature s'accentuano, costituendo altrettante cause di stasi. Per sovrappiù l'intestino ptosico esercita sul suo mesentere delle trazioni eccessive: là ove queste trazioni sono più forti, si sviluppano degli ispessimenti, delle briglie, vera cristallizzazione delle linee di tensione . Per le stenosi che provocano, le fissazioni viziose, le inginocchiature che producono, questi legamenti, queste striscie di nuova formazione diventano a lor volta la causa principale di tutta la stasi intestinale cronica. Insomma, la stasi intestinale sarebbe essenzialmente condizionata dalla ptosi viscerale, e nella esplicazione degli accidenti non interverrebbe che pochissimo una attività propria dell'intestino. Ora, non sembra che le cose vadano così semplicemente, che si possa cioè spiegare così facilmente i fenomeni di stasi con queste concezioni meccaniche, che si debba considerare il grosso intestino come un semplice tubo evacuatore. D'altronde non si deve e&sere sorpresi di vedere esercitarsi da questo viscere una parte ben altrimenti complessa, se si considera l'enorme volume della sua glandola mucosa che, agglomerata in una massa, non resterebbe al disotto del volume del pancreas; l'importanza del suo tessuto muscolare e sopratutto il volume considerevole del suo plesso nervoso, con le sue fibre e i suoi gangli, sottomesso alle eccitazioni dei pneumo-gastrici e degli splancnici, ma avente certo un automatismo • propno.

D'altra parte numerose sonoledifficoltàdistudio, e lo stesso apprezzamento dello stato di stasi può prestarsi a errori: tanto più che la stasi patologica non è che l'esagerazione, al di là da un certo grado, d'un ristagno normale i11 alcuni punti. Ve n'è così a livello dell'ileo, per esempio, una delle sedi abituali di briglie, di inginocchiature ed ove la stasi sembra a vere una particolare importanza per la sua frequenza e per il suo risentimento sulla funzione motrice d i tutto il tenue. Ora, l'ileo, alla sua estremità, è legato alla parete da un mèso corto; è poco mobile, e sede di una tonicità più m arcata, obliquamente ascendente a destra, sembrerebbe disposto per ritenere il chimo. Infatti, esiste una stasi ileale n ormale. D'altra parte un disordine nel funzionamento del cieco può proiurre un disordine in quello dell'ileo. È cosi che una stasi cecale pronunciata può dar luogo ad una stasi ileale secondaria. Un sen1plice purgante che vuoti (10)

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il cieco fa immediatamente sparire l'aspetto di stasi ileale. E' necessario evidentemente fare la distinzione fra queste stasi ileali sotto la dipendenza d'un disordine funzionale del cieco, e le stasi ileali vere ~ per evitare simile errore, che deve essere frequente ,. basta non far mai prendere il pasto bismutato senza che il malato abbia subìto una preparazione metodica (purgante 36 ore prima e clistere la mattina del pasto) . La durata della traversata completa dell'intestino può variare tra limiti assai estesi: in caso di irritazione duodenale) il pasto bismutato può, in meno di mezz'ora, raggiungere la valvola ileocecale, mentre un ritardo nella evacuazione dello stomaco può farsi risentire sulla traversata C:el tenue, in modo tale che la durata di questa traversata sia quasi indefinita. · In media, si può ammettere co11 Hertz che normalmente gli alimenti r aggiungono il cieco in 4-h %; l'angolo epatico del colon in 6 -h %; l'angolo splenico in 9 ore e il distretto superiore in r r ore. Non sembra quindi che si possa, in assenza di accidenti, basare la diagnosi di stasi su questo solo elemento della durata della traversata del tubo intestinale, almeno entro certi limiti. Barclay protesta contro la vecchia opinione della evacuazione regolare ogni 24 ore come criterio d'un funzionamento intestinale normale. Non v'è dubbio che certi individui \rivono i11 istato di sanità perfetta con un ritmo assai differente; sembra assolutamente illogico pretendere indistintamente in tutti una scarica ogni 24 ore,. quando in alcuni soggetti normali la traversata completa del p asto bismi1tato ha una d urata regolare d i 48 ore.

Ogni nuovo lavoro concernente la stasi intestinale cronica porta nuove prove della interdipe11denza dei diversi segmenti del canale digestivo. È questa 11na nozione capitale che getta qualche luce su numerosi fatti clinici, e la cui conoscenza permette di penetrare ttn po' più avanti nella comprensione dei fenomeni motori e riflessi è ell' intestino. Da molto tempo Lane aveva mostrato il risentimento sulla funzione duodeno- pilorica dei disturbi nella funzione dell'ileo e delle affezioni appendicolari. Da quando conosciamo meglio le ulcere del duodeno, abbiamo appreso i loro rapporti clinici con gli stati e le sindromi appendicolari. Moynihan aveva già detto che la sede più frequente dell'ulcera duoden ale era la regione ileo-ciecale; la forma dispeptica, gastro-intestinale, dell'appendicite è di vecchia conoscenza. Mutch, insistenc1o


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sulla coesistenza quasi costante della stasi duodenale e della stasi ileale, considera come estremamente frequente, nei costipati, una zona dolorosa alla palpazione, sita in corrispondenza della terza parte del duodeno, zona avente una sede costante e non modificantesi con l'attitudine del soggetto. Si ha la prova d'un riflesso gastro-ileale e duodeno-ileale nelle ~eguenti constatazioni: l'arri,ro di alimenti nello stomaco tende a provocare l'eva. cuazione dell'ileo. Barclay mette in evidenza questo riflesso considerando alcuni casi di stomaci evacuanti assai rapidamente il loro contenuto: se si fa assorbire a questi soggetti un piccolo pasto, lo si vede pass.are tutto e immediatamente nell'intestino. Ma se si dà loro un pasto normale, .si constata che sul principio l'evacuazione gastrica si compie cosi presto come nel primo esame, ma che appena gli alimenti arrivano all'ileo, l'evacuazione gastrica cessa. Sembra partire dalla regione ileo-cecale verso quella pilorica un messaggio che ha per effetto di chiudere il piloro appena l'ileo è s1Jfficientemente disteso. La radiologia ha ugualmente completato la nostra conoscenza dei movimenti dell'intestino crasso e del modo di progressione del suo contenuto. Holzknecht scoprì questi movimenti; le osservazioni radiologiche di Hertz hanno rese note queste acquisizioni: i lavori di Jprdan, di Barclay, di l\IIorley le hanno completate. Le sostanze, nell'intestino crasso, n on progrediscono in modo continuo; si tratta d'una progressione intermittente e in niassa. A un dato momento, u11a lunga colonna del contenuto intestinale si muove su u11 segmento disteso del canale colico, poi il movimento si arresta per non ricominciare che più tardi. Questo movimento si manifesta a intervalli assai lontani: 3 o 4 volte nelle 24 ore, ed è rapido, difficilissimo ad essere osservato. Sembra C'he si abbia prima un rilasciamento dell'azione tonica dei muscoli della parete, seguito da una potente contrazione peristaltica che scaccia tutto il contenuto intestinale. Barclay che ha studiato da vicino questo movimento in massa ne ha potuto dare una descrizione più dettagliata. Perchè si produca, bisogna che si costituisca anzitutto, per contrazione d'un segmento d'intestino, un vero · punto d'appoggio . Barclay ha visto la formazio11e di questo punto d'appoggio in qualche caso, a livello dell'angolo sotto-epatico del colon. U n'altra volta il punto d'appoggio si constitui nella ;regione splenica. In tutti questi casi, l'aspetto segmentato dell'intestino crasso disparve; il viscere prese una forma cilindrica a salsiccia e là, in pochi minuti, si prod11sse una costrizione. Poi tutta la massa sottogiacente

del contenuto intestinale si mise ad avanzare e in una sola volta raggiunse il retto. Sotto quali influenze si producono questi movimenti? · Sembra esistere un rifiesso gastro-colico, che ha una grande importanza e che conferma l'osservazione corrente del bisogno di liberazione dell'alvo dopo i pasti. .D a questi fatti Barclay conclude che è la forma zione regolare di questi punti d'appoggio che assicura l'evacuazione normale delle sostanze intestinali. Se un disturbo sopravviene in questa funzione muscolare del grosso intestino, se questo punto di appoggio manca, e la contrazione intestinale non spingerà più verso l'ano il contenuto del viscere, le feci cadranno nel cieco che si lascerà a poco a p oco distendere: secondariamente la valvola ileocecale sarà forzata e si stabilirà una stasi ileale con tutte le sue complicazioni. Tale sarebbe il meccanismo della stitichezz2. L a ptosi cecale, la distensione cecale non sarà dnnqt1e che .nn fatto secondario, effetto del disordine primitivo della musculatura colica e tuttavia causa prin1a della stasi intestinale. Che parte prende il cieco in questi movimenti d i ritmo speciale? La questione non è chiarita. Ciò che appare certo, si è che non si sono mai visti prodursi dei movimenti in massa: il cieco non si vuota mai in una volta . Niente pare dunque che vi avvenga di somigliante a ciò che si vede a livello dei colon. D'altra parte è osservazione comune che il cieco contiene ancora· delle masse oscure quan do già tutto il colo11 è vuoto. Keith crede perciò all'esistenza di un anello sfi1iterico t11a il cieco e il colon: ma la radioscopia non ne h a ancora dimostrata l'esiste11za.

*** Così dunque, per tutta la lungl1ezza del canale digerente, si produce una serie di riflessi che regolarizzano la progressione del chimo e delle feC'i, provocando rilasciamenti e contrazioni delle fibre mt1scolari, creando in punti determinati delle zone sfinteriche, là dove l'anatomia non mostra l'esistenza d'uno ·sfintere propriamente detto. Di queste regioni, l'unione ileo-cecale ha i11 tutti i tempi attirato l 'attenzione, per il·suo aspetto m acroscopico assai particolare. Non sembra che le nostre descrizioni classiche, troppo basate st1llo studio del cada vere, diano un'idea di ciò che sia q11esto dispositivo s1tl vivente . Sull'apparenza valvulare fornita da quelle descrizioni classiche, s'è stabilita per secoli l a concezione d'un compito assai semplice: qt1ello di una barriera passiva che si oppone al riflt1sso degli alimenti. Rutherford, studiando la valvola ileo-cecale sul vivo per un ano cecale, n e clà una descrizione ben differente: la disposi(I I)

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zione valvolare no11 vi appare niente evic!ente, e l'autore descrive una papilla rossa, brittatite, portante un orf:ficio depresso . Simile aspe~to desta assai più l'idea d'uno sfin. tere. Non sono che ro anni che Keith ed Elliott, poi Hertz e Alan Newton mostravano l'ufficio capitale della musculatura circolare dell'ileo terminale e davano la prova radiologica che si trattava di un vero sfintere che si opponeva al rigurgito, ma che nello stesso tempo ·regolava il passaggio delle sostanze. È in un disturbo di questa funzione sfinterica che si dovrebbe vedere la vera causa della stasi ileale, e non nelle inginocchiature e nelle briglie osservate a questo livello. La disposizione meccanica della valvola ileocecale può avere importanza nel fatto certo che la flora bacterica è sempre infinitamènte meno ricca nell'ileo che nel cieco. Ma è molto probabile che si aggiunga una azione bactericida speciale: essa spiegherebbe come in caso di stasi ileale la setticità assai aumentata in questo segmento terminale del tenue diminuisce prestissimo non appena ci si allontana dalla valvola. Esistono altri dispositivi sfinterici, meno conosciuti e non unanimemente ammessi. Abbiamo già segnalato l'esistenza possibile di uno sfintere tra il cieco e il colon; abbiamo -yisto come si producono questi punti d'appoggio che permettono la progressione del contenuto dell'intestino crasso. All'unione I retto-colica esiste ugualmente una zona assai tonica che regola l'evacuazione sigmoidea e che può essere la causa della stasi in questa parte dell'intestino. Infine sulla 3a parte del duodeno A. J. Ochsner ha descritto un ispessimento sfinterico; per Keith è un disordine nel funzionamento di questo sfintere che spiegherebbe la stasi duodenale e non la compressione di questa p arte dello intestino da una corda mesenterica che sopporta il peso d'una ptosi intestinale.

Le ricerche anatomiche di Arturo Keith hanno aperto nuovi orizzonti. Egli, ii1 collaborazione con Martino Flack, aveva descritto nella parete del cuore, allo sbocco della vena cava superiore nell'orecchietta, u11a zona limitata, ùn nodo, costituente una ,-era congiu1izione neuro-1nuscolare, ossia un tessuto in cui le cellule nervose, entrano in conti1iuità con la fibra muscolare. E in questo nodo d i tessuti che de,-e porsi l'origine dei battiti del c11ore. L'autore ha cercato un tessuto nodale simile nell'intestino e t"e lo ha trov·ato più particolar1nente sviluppato là ove l'intestino presenta uno stato abituale di contrazione tonica . In queste regioni, il plesso d' _-\..uerbach sarebbe, in certi punti, spro,-( 12)

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yisto di envolucro, e si stabilirebbe là una continuità diretta tra la cellula nervosa del plesso di Auerbach e la celluta·muscolare vicina. . Per Keith, questo tessuto nodale dirigerebbe tutto l'automatismo intestinale. I lavori di Bayliss e Starling dimostrano cJ:ie la musculatura dell'intestino possiede un ritmo come quella del cuore; quelli di Cannon e d' Alvarez confermano questo· modo di vedere. Quest'ultimo ·autore scoprì in effetto che le contrazioni intestinali presentano in certi punti dei maxima: all'origine della seconda parte del duodeno, all'inizio del digiuno, al termine dell'ileo. È precisamente in queste regioni che si troverebbe in maggiore abbondanza il tessuto _nodale di Keith, che costituirebbe altrettanti • centri regolatori dei movimenti dell'intestino. Si può dtmque considerare che gli alimenti sono spinti attraverso una serie di segmenti aventi ciascuno un sistema regolatore e un modo di contrazione proprio. Forse conviene paragonare questo sistema a quello cardiaco, con le sue zo11e auricolari, ventricolari e il suo seno auricole-ventricolare regolatore: e bisognerebbe applicare alla patologia di tutto questo sistema motore intestinale le nostre nozioni sula patologia del muscolo cardiaco. Dovremo dunque trovare un bloquage là dove una zona d'un certo ritmo dà luogo a una zona di ritmo differente; là dove a un ritmo in decrescenza succede un ritmo più -ettivo. Infatti, questo cc bloquage », questa stasi, li troviamo alle congiunzioni ~ofago-gastrica, gastro-duodenale, duodeno-digiunale, ile0-colica. È facile immaginare che solo un'armonia perfetta fra i ritmi di questi differenti segmenti del canale intestinale può portare la progressione regolare del contenuto intestinale, e che tutti i disturbi nel funzionamento d'uno di questi segmenti si faranno risentire sul funzionamento degli altri segmenti intestinali. Eccoci ben lontani dalla semplice teoria meccanica, con briglie e inginocchiature, della stasi intestinale! La teoria fisiologica non assegna più che una parte secondaria alla ptosi viscerale, alle briglie, alle inginocchiature; essa attribuisce la causa prima_a un disturbo del mecca11ismo intimo della motilità intesth1ale. B. MA.SCI.

L'evolt1zione della chirurgia to1·aeica Dflgli t1ltimi quattordici anni. (\\TILLY l\lEYER, 1'.IJedicat R ecord, 10 maggio 1919) .

Poco più di un secolo fa Itard descriveva per primo la lesione chiamata cc pneumotorace acuto»: quando la parete toracica è aperta per es. per una ferita, l'aria entra nella ca·vità pleurica, e, disturbato l'equilibrio :fisiologico, venuta meno la pres-


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sione negativa che tie.n e disteso il polmone, questo, a causa della sua elasticità, si ritrae tutto attorno al suo ilo. Una prima conseguenza di questo stato è l'insorgere istantaneo della dispnea: la quale è specialmente dovuta al fluttuare del mediastino che è spinto, nell'inspirazione, per l'aria che entra nella pleura, verso il polmone ancora sano alterando così anche in questo gli scambi gassosi.• Ora, è stato precisamente il pericolo di un pneumotorace acuto che ha bloccato per circa un secolo lo sviluppo della chirurgia intratoracica; sebbene non siano mancati dei chirurgi che audacemente attaccarono qt1esto campo ed ottennero dei successi, sia per la eventuale presenza di aderenze, sia per speciali artifizi di tecnica m essi in uso. Ma si trattò di casi rimasti isolati. Spetta a Sauerbruch (1903) il merito di aver studiato (dietro invito di Mijrulicz) e risolto il problema sulla base della pressione differenziale già tenuta presente da altri. Il risultato dei suoi lavori fu la sua cc camera negativa», consistente in una scatola nel cui interno era il corpo dell'animale mentre la testa era mantenuta fuori: nella scatola veniva fatta una pressione negativa uguale a quella intratoracica: operazione sotto pressione negativa. Ovvero l'animale era posto con la testa dentro la scatola e il corpo fuori, e nella prima la pressione era corrispondentemente aumentata: operazione sotto pressione positiva. Pochi mesi dopo Mikuliez costruiva nella sua clinica di Breslavia una stanza per operare sull'uomo nelle stesse condizioni: i risultati vennero pubblicati nel 1904 da Sauerbruch e l'avvenimento fece r11more hel mondo chirurgico. L' A. nello stesso anno ne riferiva davanti alla N. Y. Surgical Society. Egli ricorda anche una me morabile discussione nel r908 a l congresso della American lVled. Association. V'era ancora una divergenza di opinioni sulla preferenza da dare al metodo della pressione positiva o a quello della pressione negativa. I fisiologi si d ichiararono in favor.e di quest'ultima perchè più rispondente alle condizio1ti normali. Ulteriori perfezionamenti nel metodo della pressione differenziale seguirono in breve, e comparve il metodo della maschera: una corrente di ossigeno, che viene da serbatoi, porta l'anestetico ai polmoni; nei quali è mantenut8: la pressione positiva facendo compiere l'espirazione attraverso una forte valvola (Schmieden) o una colonna d'aria. Poco dopo Meltzer ideava il suo metodo oggi universalmente diffuso della insufflazione intratracheale: il quale perchè ideato da un fisiologo, e

basato s~ prove sperimentali, incontrò dapprima delle opposizioni e apparve troppo semplice ai clinici, che preoccupati anzitutto dell'innocuità del sistema verso l'òrganismo umano avevano contastato i successi della «camera negativa n; ma dimostratosi applicabile perfettamente all'uomo, ottenne la generale approvazione. Infine va ricordato per la produzione della pressione differenziale il metodo dell'insuffiazione faringea. Sicchè abbiamo a disposizione quattro metodi per mantenere il lavoro fisiologico dei polmoni negli interventi toracici: 1) la camera negativa e la scatola a pressione negativa; 2) l'apparecchio a maschera; 3) l'insufflazione intratracheale,· e 4) l'insufflazione faringea . Tutti però sono fondati sull'applicazione di pressione negativa o positiva,. in una parola sull'ttso della pressione differenziale; la quale sola, secondo l'opinione che l' A. sostiene energicamente, contro alcuni chirurgi i quali la ritengono superflua, permette all'operatore di int ervenire sul torace con la stessa tranquillità che sull'addome. Dopo questa premessa generale,. l' A. passa a studiare le singole branche della chirurgia toracica seguendo una classificazione anatomica. l . Parete toracica. - Lasciando da parte le infiammazioni acute e croniche della parete, e rimandando a un altro paragrafo i traumatismi, che per lo più interessano anche i polmoni, ·va accennato ai neoplasmi (carcinomi primari o secondari, endoteliomi, sarcomi): i quali debbono essere estirpati radicalmente: ciò è reso possibile e facile dall'operazione co11dotta sotto pressione differenziale; dopo di che o si chiuderà ermeticamente, ovvero si lascerà un drenaggio della pleura che però permetta m1a chiusura a tenuta d'aria, con polmone disteso . 2 . Pleura. La affezione che solo qui ci interessa è l'empiema. L' A. non vi insiste date le numerose pubblicazioni recenti anche a causa della guerra, cij.e ha re~o purtroppo la. malattia assai frequente. Egli si limita a far considerare il seguente punto: che la questione forse più importante è di abbreviare la lunga cura postoperatoria. A ciò potrà riuscirsi: sia non lasciando che il liquido resti troppo a lungo nella pleura e che si for1nino delle aderenze che :fissino il polmone e gli impediscano di espandersi; sia proct1rando che il liquido venga completamente e continuamente evacuato; sia ado1?erando u11 processo di drenaggio non grossolano e che permetta la disinfezione continua della cavità co11 liquido di Dakin. 3. Diaf'ran1Lma. - :Non è il caso di parlare della « eventrazione cliaframmatica » in cui per la

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paralisi di tma metà del diaframma il contenuto dell'addome è risalito ~el torace, ma il diaframma come t ale è completo. Piuttosto va ricordata l'ernia diafram.m atica vera e propria, condizione di cose che, assai <li:fficile a riconoscersi prima, è oggi sic11ramente diagnosticabile per mezzo dei raggi Roentgen. Per la cura può bastare (specie se l'er11ia è del solo stomaco) una semplice gastro enterostomia; ma talora è necessario praticare una toracotomia e una lapara tomia, e distaccare il viscere erniato dalle sue aderenze sotto il controllo della vista e delle mani (posta una nell'addome, l'altra nel torace); chiudendo poi la breccia con la sutura se è possibile o con un trapianto aponeurotico. Accenniamo di volo alla « laparatomia transtoracica ». E ricordiamo da ultimo che alcune affezioni oggi di dominio assoluto della medicina potranno diventare casi di confine: così il singulto permanente successivo a un'operazione addominale, e che è dovuto a irritazione del frenico del lato dal quale è stata fatta l'operazione, può esser curato, ove i mezzi medici abbiano fallito, con l'isolamento del nervo al collo e. la sua compressione (non resezione) . 4. Mediastino anteriort. - Le suppurazioni acute dello sterno con raccolta nel mediastino anteriore erano già curate nell'epoca meno moden1a della chirurgia toracica. I tumori di queste regioni, che generalmente sono maligni, vengono per lo più troppo tardi al chirurgo, e non può trattarsi che di una operazione decompressiva (come per il cranio in caso di t11more cerebrale inoperabile) per alleviare i gravi disturbi del paziente.. Friedrich propone una incisione trasversale dello sterno; Sauerbruch una longitudinale, dopo la quale la divaricazione dei due lembi permette di ispe .. zionare accuratamente: se si tratta di un tumore maligno si potranno tentare i raggi X e il radio: mentre l'intervento avrà sempre servito alla de• compressione. 5. Cuore e grossi vas·i. - Sono noti i brillant i successi ottenuti in casi di ferite e< chiuse» del cuore con sutura, estrazione <li .corpi estranei etc. È anche noto l'audace tentativo di Trendelenburg di curare con una operazione l'embolia polmonare: quasi tutti questi disgraziati morirono poche ore dopo, solo uno potè sopravvivere per 4 giorni. L' A. crede che l'applicazione della pressione differenziale potrà d iminuire la percentuale di insuccessi: di fatto egli è riuscito, nell'istituto Rockefeller, a far sopravvivere un cane operato con questo metodo, mentre nella clinica di Lipsia anche le operazioni sperimentali sui cani ebbero esito infausto. Poche parole negli aneurismi toracici. L'operazione di scelta è oggi l'introdurre nella sacca un filo metallico di una lega speciale, e q11indi, facenc1o passare t1na corrente in esso, produrre un'e-

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scara e con ciò la formazione di :fibrina nei punti di contatto e diminuire così la cavità. Lusk di New York e l' A. stesso hanno ottenuto cosi dei considerevoli risultati. Si intende che dovrà concorrere la terapia causale, essendo quasi sempre la sifilide la base della lesione anatomica. n trattamento operatorio di alc11ni tipi di malattie valvolari è ancora « musica del fut11ro )); tuttavia Carrel e Jeger di Breslavia hanno indicato, sperimentalmente, la via: e non è utopia immaginare che il coltello del chirurgo possa nel futuro per qualche via raggiungere la sede della lesione, e portare aiuto, p. es. nella stenosi della mitrale o della tricuspide. Così anche queste malattie potranno forse un giorno c1ivenire terreno di contatto fra medicina e chirurgia. Del resto quasi tutte le specialità si dànno la mano nel torace. 6. I potmoni e i bronchi. - L'infiammazione acuta del polmone - la polmonite - rimarrà probabilmente competenza dell'internista; sebbene vi siano indizi che fanno pensare che sarafl.no chiamati a collaborare. al suo trattamento altri specialisti: Meltzer nella pulmonite sperimentale dei cani ha pensato di portare un certo aiuto con l'insuftlazione intratacheal~; e dei broncoscopisti pensano che sarà forse possibile tentare un intervento diretto iniziale per mezzo di soluzioni o in altro modo. \ 71 é un tipo di infiammazione acuta del polmone che rientra nettamente nel campo chirurgico, e cioè la pulmonite acuta settica embolica: nella quale mentre prima non si tentava nulla, oggi è il caso di proporre, 1ma volta posta la diagnosi, sulla base della storia, dell'esame clinico e del reperto radioscopico, di incidere :fino al polmone, palpare, :fissare la zona infiltrata àlla p-aretè e quindi incidere il focolaio o nella stessa seduta o in nn secondo stadio. Passando alle malattie croniche, messa da parte la sifilide, la quale va trattata con la cura specifica, abbiamo due grandi tipi di malattie, l'uno non specifico (bronchiectasia), specifico l'altro (t11bercolosi). Un paziente che presenti tutti i segni di una tubercolosi avanzata (tosse, sputo non raramente sanguigno, sudori notturni, febbre) e in c1ù non si siano trovati i bacilli di Koch è assai spesso un bronchiectasico. I segni cl ù1ici sono per lo più assai scarsi; percussione e ascoltazione danno magri risultati, raccogliendo gli sputi delle 24 ore si osserveranno i ben noti tre strati; la radioscopia potrà talora aiutare nella diagnosi: la quale però è essenzialmente basata sulla broncoscopia. A tal proposito l'A. pensa che presto in ogni ospedale o gruppo di ospedali vi dovrà essere un broncoscopista: il quale però dovrà possedere completamente la tecnica del metodo ed essere in grado


IL POLICLINICO

di dirci da quale bronco e da quale ramo bronchiale il pus fuoriesce. La bronchiectasia è una m alattia dell'albero bronchiale e non del parenchiema polmonare, orig.h1ariamente, cioè anatomicamente: trattandosi di un processo infiammatorio si i11tende che il polmone sarà assai presto, spesso contemporaneamente, invaso. Etiologicamente essa è spesso consecutiva a pulmonite; o anche dov uta ad aspirazione sia di solidi come d i liquidi: ciò che spesso si è visto è opo la tonsillectomia. Nei casi avanzati si ritrovano nel sistema bronchiale e nel polmone adiacenti delle cavità, sulle cui pareti ispessite sono frequentemente depositi d i sali di calcio; il bronco afferente, in seguito a processo ulcerativo, si restringe, e la secrezione ha cosi agio di decomporsi; il paziente non tosse ma, nel vero senso della parola, vomita, nel tossire, il contenuto delle cavità, di odore assai fetido. Che cosa v'è da fare ? Esiste un trattamento radicale, uno chirurgico, e uno palliativo. Il primo era il solo noto fino a pochi anni fa: ma non è possibile applicarlo quando sono affetti ambedue i polmoni o tutti e tre i lobi del polmone destro. Questo era il caso di una ragazza che ricorse all'A: non si poteva pe11sare alla pneumectomia: egli allora volle applicare un metodo già usato in Francia e più tardi in Germania, cioè l'irrigazione sistematica dell'albero bronchiale (con soluzione d i Lugol; paziente in lieve Trenèelenburg): questo t rattamento, condotto insieme con il broncoscopista, ebbe ottimi risultati. Se venne aspirato nei polmoni un corpo estraneo che mantiene la suppurazione, spetterà al broncoscopista di estrarlo. Il trattamento operatorio conservativo è stato particolarmente raccomandato da chi si è interessato dell'argomento: e tale fu il consiglio dato da Friedrich all' A. Il quale dietro l'avviso di un uomo di quella esperienza si indirizzò prevalentemente ai metodi conservativi, fatta eccezione del pneumotorace artificiale, che a Volhard non aveva dato buon s11ccesso. Ma si è riconosciuto poi che il caso di Volhard era troppo avanzato, mentre le statistiche di Tewksbury r accomandano, nelle circostanze adeguate, anche questo metodo. ~ei casi avanzati invece vi è solo un metodo che può guarire ed è la lobectomia: la quale ha fatto ,considerevoli progressi, ma ancora per essa v, è molto da imparare. Una parola sul trattamento chirurgico della titbercolosi polmonare avanzata. Meltzer ha proposto delle larghe incisioni intercostali, le quali, se si vede che il ·mediastino protegge sufficientemente l'attività respiratoria dell'altro polmone, debbono essere lasciate aperte per llUlgo tempo. I/ A. crede però

che in tal modo .la soluzione di continuo ha rapidamente la tendenza a granulare: mentre l>unico scopo che esso si proponga, cioè l'esposizione all'aria e il benefizio della compressione e del riposo polmonare, possa ottenersi meglio e più semplicemente con le iniezioni intrapleuriche di azoto o di aria. E quando esistano delle aderenze che attaccano solidamente la pleura viscerale alla polmonare, sempre in una forma avanzata? Anche qui medicina e chirurgia si dànno la mano. Il mezzo terapeutico che si consiglia è sempre lo stesso (Frie- · drich, Sauerbruch, Wilms): la pit\ completa possibile compressione del polmone. Ciò si può ottenere con la resezione di molte coste (toracoplastica • extratoracica) e se è necessario della parte interna della clavicola; con il taglio del frenico (paralisi del diaframma e sua spinta in alto); con l'apicolisi di Tuffier, cioè disimpegno dell'apice .e sua compressione per m ezzo di un pezzo di piombo lasciato a permanenza. I risultati sono stati assai buoni: è stato dimostrato che almeno 2/3 di pazienti che altrimenti sarebbero assolutamente perduti possono essere ancora migliorati e curati. 7. Mediastino posteriore. - L' A._è costretto a limitarsi a trattare il cancro dell'esofago, la malattia più importante di questa regione. Esso è il pit\ benigno dei carcinomi tutti: appartiene al tipo a cellule squamose, che si ha anche negli epiteliomi della pelle, dove trova buona applicazione la terapia col radio. Se si potesse esser sicuri che lo stesso possa ottenersi nei cancri eso~agei, nessun chirurgo dovrebbe aggredirli: ma la risposta che attendiamo dagli specialisti non ci lascia finora molto a sperare. L'A. è d'opinione che anche questo campo rimarrà assoluto dominio della chirurgia. Intanto il t~at~a­ mento operatorio è, 11ei casi che si prestano, da seguirsi, e possiamo citare qualche successo. Ci mancano ancora dei progressi rispetto a una diagnosi precoce, la quale certamente migliorerà la statistica chirurgica. Quanto alla tecnica, oggi, è la seguente: dopo una incisione che ci dia un ampio accesso, si isola e si reseca il t11more, si richiude il tronco distale dell'esofago, e si trapianta extratoracicamente sotto la pelle del petto il moncone prossimale; poi praticata ima gastrostomia si connette questa al moncone suddetto per mezzo di un tubo di caucciù. Thorek ha avuto con questo metodo un brillante successo. Se la gastrostomia è fatta col processo Beck-Jiam (esofagoplastica inferiore ) si può sperare di ricostruire l'intiero esofago extratoracioo. Il pericolo principale si ha se la resezione deve esser fatta dietro l'arco aortico, dove si incrociano, e mandano rami al cuore e ai poimoni, il vago e il simpatico: vero cc tallone d'Achille» della vita. Del resto naturalmente vi sono dei limiti all'operazione


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radicale: ma, pensiamo noi mai di escidere un ca.nero del piloro che si sia esteso dentro il fegato e nel pancreas? · Quanto si è detto per il cancro dell'esofago vale per quello del Ca.rdias. Molti chirurgi pensano che questo non debba esser toccato, ma è noto che lasciato a sè esso porta una fine terribile. Vi sono dei casi in cui, specie dopo una esplorazione, può ammettersi una operabilità. Già cinque casi di successo sono stati pubblicati. SEBASTIANI.

NEUROLOGIA. La pelle d'oca ed il riflesso pilomotore. (T . SENISE. Annali di .\ ì e'Vrolog·i a, 1919, n . 1-2).

La p elle d'oca eon&iste miell'arri.cciamento invol•onta:r.iio de11a pelle ie n el ra1ddrizzatl11ento o erezione d·ei p eli. Si v1e rifica nell'uomo, come in al tri animali forruiti di p.eli, di p enne , di aculei , eoc. Il fenomen o della tpelle d 'ro ca o cute aJn·s·erri111a è st ato i c1enti:fìcato con l'orripi'l.azi1one, ma in ' ' erità questo è un fenomen o più com;plesso. Nel eone.etto di orripilazione, oltre la pelle d'oca c'è a nch e l'idea c1i tremito o brivido : l'orripilazione costit11isce quel compi.esso dei fatti con i quai1i s 'inizia il periodo febbrile. La pell:e d'ooa può esserre pr0iv•ocata. da11e em,ozioni , ·dal fred·d 0, <lall1a ieb1bre ·e da a l1cU11i s tatii mor.b1o si 1p·a1rti~oi1.Jai1-ii ; può ainoh·e verificarsi 1t1.el caldiav,e re. La paura , lo spavento, ·i l t errore, 1'orrore , 1a collera, l'ira, il furore sano stati emotivi ch e nell'uomo come in a lcuni a nimali hanno come cancomi.tainte fisico 1ia ,p elle 1d 'oca. Quesrta pttò essere provocata ain.che da e m•ozi'<)IU,i rte111ere (.ascoiltare deila .m u.s.ilc a, .aissii!stere a1d t1n d1·,aimma), c0111e ·da sen sazioni sgra<le\roli ac us tiche , t aittili ·e sopratutto 1gtlJStartive. La p elle d'oca è determinata dalla contrazione dei muscoli erecto1'es piloru.m. Questi muscoltett1 a :fi:b.re liiscie innea:vaiti da.] .simparti'CiO·, i1n 11umero di 2 o 3 p er ogni pelo, ri n serendosi da ttn lato tra gli strati più s uperficiali del derma e dall 'attro su il a faccia esterna del follicolo del p e•lo, determinano, qua11do s i contraggono in rapporto a11a loro direzione obliqua, due fe11omeni : sporgenza de11 f-0llicol1i· piildferi, dando alla pel'le un'asp:e tto grant1loso, ed er.e zione o raddrizzamiento dei peli. Come e per.chè i muscoli erectores piloru·m si contraggono in seguito a detierminate emozioni e sensazioni al1lo s ta t o dei fatti non è dato precisare. E d'altra par.te non è ancora ben chiaro C(ttale sia il significato del fenome110, e qua:le in1portanza fi siologica esso abbia. l\1o1te ipotesi 1

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·sono state formulate al riguardo, ma nessuna può dirsi soddisfacente. La pelle d'oca può aversi anche in segu.i.t o a11l 'esp·os1zi1one del oor·po al f1reddo. È deg.no di nota :il fatto che quando d1l freddo .si prolunga, alla pelle d'oca può seguire i•l brivido o tremito. Il rapporto tra pe1'1e d'oca e brivido si può dire costante pe rchè la concomitanza de~ due fatti può a,r,ersi a n che nell 'emozion'Ì violente. In molte ma1lattie infettive (malaria, pie mia,. pulmonite ed in genere all 'illlizio dei processi ;infettivi acuti) i1l fenomeno della pelle d'oca si aiccompag na a vaso-costrizione periferica ed a brivid i c.aratteiristi.ci, costituendo così l'orri1pi1aZi1-0ne. Oltre che nelle forme febbrili, la pelle d'oca può av,e rsi anche in alcune malattie nervose .. Féré Ja .notò in un e pi lettico durante gli accessi con vuls ivi· ed in un emicranico durante gli accessi dolorosi della testa dal 1ato affetto .. L a pelle d 'oca si ossenra con una certa frequenZJa nei ca·ciaveri ne.i qi1ali può 0011lSidera11si come la p•e'fs1s t·en?)a dea fenJOm,en;o p.rodottos,i i111 Yita -n egl i inc1i,vi.d ui moru :p er· assidera.m em,t o O negl.i ÌJt11d ividu1 morti per ciroostainz.e che determinarr:o,no forti emozionii (paura , te1·iroce, -o rrore). Ma ·n10n è dubbio che la pelle d'oca possa essere u11 fenomeno post-mortale, doi,1uto a1qa cont'fa.z·rone 1degli erectores pilorum come fatto di ri1g i1d ità oad·a verica, o OO!Vlito a:l1l'evaporr azi 0°ne dei liquidi dei tegu:m.entii per moclo che i f ollio(jli d e1 pelj e :1e gltMldo~e sebacee .sporg.erebberos ulla s uperficie cutrunea. Il riflesso pilomotore non è altro che il fenom eno della pe1.1:e d'ooa, d'ordinario li.m itato, pro,,oca.t o ar.t ificialmente. J ames Mackenzie per il' primo ·e bbe 1'idea di rioercare tate riflesso e dri acoertarne il significato diagnostico. Il riflesso p'i11 omotore si può provocare con· mezzi fisici' e chimiai . Nei mezzi fisici sono compresi gli stimoli mieccanic;i (strisc:iare su una porzione di cute f,o rnita di peli e specia!1mente sul petto la punta di un dito, un'unghia, la testa di uno spillo), gli stimoli termici (strisciando su1la cute· p ezzetti di ghiaccio o una pezzuola imbevuta d'acqUai fredda), .g li stimoli elettrici (appilicazioni faradiche o galvaniche i1nterrotte sul simpatiieo cervicale). _.l\i1 mezzi chimici aippartengouo le iniezio111 o applicazioni locali di adrenalina e pilocarpina. I1l riflesso può ottenersi anche con il solletico. Quando .i l riflesso fosse debole si può ricorrere a lle eccitazi-0111 dolorose (punture dù spillo o pizzicamento della pel•le) nonchè alla forte pressione sulle apofisi spinose. Il riflesso pi1omotore 'aria ~econdo 1'età ed 11 1

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sesso ed anche nello ste sso indi,rid110 secondo varie oon·tingenze. N•ei ba.m·b ini è poco appa.riscente, negli adu•lti è . generalmente presente, nei vecchi, secondo Koenigsfeld e Zierl, sarebbe esagerato, secondo Pari debole. Il riflesso pilon1otoi;e è stato .e splora,t o non solo nelle malattie nervose, ma anche in altre affezi10ni; esso è un buo11 indice della tonal~rt:à simpatica. Nelle affezioni dell'a orta è stato trovato esa·geraito da Campani e P.ende, iaissente o debole nei tifici, nei :tubercolotici, nei malarici croruici, ecc., aC'centuato negli anemici e nei den11triti. Per ovvie ragioni il riflesso pilomotore è esagerato nell'iper.ti'roidismo e ne!ll 'ipersurrenalismo. Del pari1 esage rato è stato trovato nella nevrosi :traum8.tica, nelle forme di spasmofilria cost:ilbuzionale, ·nelùta new.aisrte uia ia tipo erettisitico ed in genere in tutte le forme nevra:1giche. Su un caso di nevras tenia sessuale 1'A. l'ha itrovato assai debole . In un caso di emipleg ia isterica con emianestesia Campani h a trovato il riflesso i•d entioo ai ,d·u e lati. L 'esagerazio11e del riflesso pi.l omotore pare si accordi con la •e sageraZJione de i riflessi t endinei, dei cutanei, con un dermografismo spiccato e con l'aume nto della eccitabilità idio-muscolare. L'esagerazi'One del riflesso pilomotore si a ssocia spesso con l'abolizione del riflesso oculo-cardiaco : l'uno infatti è es.p ressione di simpaticotonia , l '.a:1tro di vagotonia. Ne1la tab·e dors211e è p anitioola:rmente vi v.aicte e N ett m an1n ha segnalato ia.11ch·e crisn .d i ion·i pi1ia~io­ ne amialoghe a•l1e crisi g·a striiehe , l1a.r in,g ee, ecc. dei ta.beti.ci. Nella emiplegia org.a11i·ca :ii riflesso pil1om0it1oce aip:pare più vi vaice .sul J.aito sa1no. Nelle ferite del ,si•s tema n e rvo.so oon:tr;al,e e p.erifenioo il c ompor.tame11to del .riflesso è stato f'tud?iiato da Thom·a s, il qua:1e ha dimost rato che se 1ne poS1s1on10 tra1-re urtili iin·d icaziioni di1ag1110stiche e prognosti0he, specie nel!1e 1iesdonrl. del simpart:ico e dei nervi perife rici. Interessante è aDJChe i.1 modo di rom•p ,o r.t a.ir si del riiflesso ip.i,lomotore nel cor.so dclla ri.g ooerazione dei ruervi · peri:ferici. 1

Dr.

Come effetto della intossicazione alcoolica (da alcool etilico) aumentano la colesterina, la lecitina ed i grassi neutri del ~angue , d eterminando u11a vera mobilizzazione dei lipoidi (lipoidolisi) fenomeno che agisce come funzione di difesa dcll'or• gantsmo. (V. DUCCESCHI. Prensa medica argentina.

l.W:EDICINA

SOCIALE.

Gl'insegnamenti medico-sociali della nostra gt1erra per il prof. dott. GIOACCHINO BRECCIA, della R. Università di Genova. I quattro anni passati in zona di guerra, mi han

messo al giorno di un certo n11mero d i problemi medico-sociali di grave importanza, che la guerra ha posto in risalto, come suol fare per tutte le deficienze materiali morali e politiche. Occorrerà fare opera di divulgazione nella speranza che seguano a deguati provvedimenti 1 . Quale è stato il mio campo di osservazione? Dieci mesi dirigente reparti medici in 11nità sanitarie avanzate, otto nell'unico ospedale d'una armata per la cura e provvedimenti medico-legali per ufficiali, cinque mesi all'insegnamento della Clinica Medica nella Università castrense di Padova col sen. Maragliano, un semestre dirigente il reparto d'accertamento tubercolosi d 'una armata e un reparto d 'accertamento medico-· legale per militari, poi d al decembre 1917 ad ora membro di Giunte e sottogiunte sanitarie d'armata, di commissioni mediche per l'assegnazione di pensioni, ed ora della commissione sanitaria d'appello p er la Provincia d i Genova, ho potuto vedere molti aspetti d ei problemi 11mani d i cui pa rlerò brevemente. I. PSICHE. Cose note e liete per chi ha veduto il popolo Italiano al lavoro di pace, in patria e fuori! Sue ca ratteristiche sono prontezza d'intuito, facilità d ' associazione, vigore di volizione, acutezza di critica, esattezza di giudizio, equilibrio di raziocinio, che abbiamo veduto rifulgere negli u omini in guerra. Essi si sono mostrati individualità pensanti e volenti non unità brute, cc proiettili 11mani », come avvenne nelle masse nemiche il più delle volte. I nostri uomini, pur provenienti da mestieri più pacifici, seppero subito «ambientarsi », gareggiare e vincere gli avversari da secoli nati per la guerra in quelle qualità dei bassi strati delle psiche, fatte di resistenza, di tolleranza e di ostinazione, che si volevano nell' « antebell11m » gabellare per qualità s11periori. Data la solida struttura psichica delle nostre folle abbiamo visto relativamente tenue il contributo alla morbilità mentale anche per il fatto della ben nota sobrietà (certo superiore agli altri eserciti) delle nostre masse.

II.

REsISTENZA ORGANICA.

Intendo qui per resistenza organica la difesa che l'organismo oppone alle cause di malattia e

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SEZIONE PRA'fICA

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agli agenti di «affievolimento » dell'organismo è patentemente minore della generale. Ed infine stesso e il rendimento dell'organismo al lavoro. si hanno soggetti sani, in cui la funzione respiraLa resiste~za organica morbile e lavorativa noi toria anche al solo esa~e pne11m0-vol11metrico e vedemmo pressochè eguale pei sani e bene svilup- pne11mo- manometrico deve dirsi inferiore alla pati, da qualunque regione - essi provenissero. media. Così soggetti d i climj caldi e piani lavorarono Alcune di queste ipocapacità sono sulla soglia a.b bastanza bene sulle Alpi. delle cosidette neurosi (cardiaca, nevrastenica, Negli uomini d i leve giovanjssime, a parità di gastrica, ecc.), con le quali hanno a volte parvenze costituzione e in genere di « mezzi fisici », non si comuni.• sono rilevate differenze nella resistenza in conÈ bene notare che questi çenni hanno valore fronto coeteris paribus con le leve più anziane. solo descrittivo e analitico; non mi sentirei allo Non è così per i diversi mestieri. I militari pro- stato attuale delle nostre conoscenze, di seguire venienti da professioni sedenta.nee presentavano l'andazzo di stabilire delle sistemazioni etio-patomanifesto il difetto d'allenamento. Esso si mante- genetiche. neva anche dopo vari mesi di guerra e determiIII. LE COSTITUZIONI FISICHE. 11ava spesso una palese minus attitudine. Si d irebbe che l'allenamento non sia egualmente efficace se Quando si abbia occasione di giudicare l 'effi.avvenga oltre la prima età. cienza fisica di parecchie migliaia di uomini, ~Iolti d i questi non allenati sono però soggetti accade d i notare la differenza di resistenza m or.con tare di sviluppo astenico. bile e lavor ativa ed in genere di tutto il comporQueste astenie d i sviluppo hanno alcuni tipi: tamento somatico e psichico a seconda delle costi. 10 tipo d i disvoluzione della, struttura sotuzioni fisiche . matica: Per costituzione occorre indicare genericaa) per deficienze morfologico- funzionali esmente «il tipo di organizzazione e di funzione , senziali; quale appare in. sanità e nelle m alattie ». b) per intercorrenze m orbose nella creQuesti tipi vanno presi in senso lato, non potenscenza (rachitismo, infezioni, sovraffaticamento dosi classificare a rigore le varie individualità precoce, denutrizione, svariati errori igienici nella umane in questo senso. crescita) . Fra i vari tentativi occorre non climenticare 2° Tipo di deficienze ormonico-vegetative gli studi clel De Giovanni che diede a mio credere (ipo- e d isfunzione tiroidea, surrenale, ecc., ecc.) . il concetto più scientifico di aggruppamento con 3. Tipo delle ipocapacità funzionali essen- l'introduzione dell'elemento morfologic0-funzioziali e sistematizza te: nale. Al progredire delle cognizioni i concetti cambiano, m a la base di fatto rimane ed è utilizzabile. a) Ipocapacità respiratoria; b) Ipocapacità circolatoria; Non si possono infatti anche oggidì negare dei c) I pocapacità neuropsichica; tipi di organizzazione e di funzione caratterizzati d) Ipocapacità delle fnnzioni di gerenti e da: a) prevalenza o meno di alcuni organi e sistemi sugli altri; e b) da maggiore o minore efficonnesse. Cito le più agevoli a conoscere. cienza di alcune funzioni sia nella correlazione In q11este ipocapacità funzionali essenziali no- organico-funzionale dell'economia, sia nelle varie tasi senz'attuali m alattie una minore attitudine contingenze della vita. Da ciò deriva: c) che nei alla funzione rispettiva, comparativamente alla · vari tipi le malattie decorrono in m aniera partimedia per la stessa età e ceto sociale. Così tali colare e sono in modo di verso facili in essi ad aver individui dànno segni d i stanchezza della relativa luogo. funzione nelle condizioni abituali medie di lavoro Esiste adunq·ite una cc complessione individuale », organico, stanchezza che insorgerebbe nei soggetti che è coi;tituzione anatomo-morfologica e cor11elamedì solo pel lavoro organico grave e penoso, e zione funzionale, che costituisce l'entità personale,· favoriente od ostacolante (efficacemente o meno) le .ad ogni moderata richiesta di maggior funzione presentano segni di « insufficienza funzionale cor- cause morbose, adatta o disadatta, armonica o di1ispondente »: così esistono individui senza cardio- sq,1'monica (in modo disturbatore o meno) con le patie, che presentano segni di fatica cardiaca varie maniere di vita. Tale complessione è modifiper esercizi fisici, che nei soggetti medi passano cabile sporitaneamente o con oppo,-tune e tempestive senz'effetto. E vi sono dei soggetti mentalmente modificazioni del metodo di vita. Qualunque sia il sani, che dànno sintomi di stanchezza cerebrale o concetto etiogenetico, anatomico o funzionale, nervosa in genere, quando coeteris paribus i più dinamico-nervoso od ormonico-chimico, la guerra, 11ulla risentono di egual lavoro. Si dànno inoltre sintetizzando le esperienze della vita, ha messo in individui sani, la cui tolleranza al lavoro digestivo luce tutta una scala di efficienze somatiche e psi• (18)


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IL POLICLINICO

chiche, corrispondenti ed altrettanti substratitipo, che continueremo a chiamare costituzioni. Tale gamma è nota a chi ha veduto gli uomini « al lavoro ». Per mia parte posso dire che le deficienze lavorative e funzionali coincidono nella massima parte, almeno come fenomenia grezza, ai tipi distinti dal De Giovanni: mi riferisco più specialmente all'ipocapacità funzionale respiratoria (1), circolatoria (2) e digerente. Ma di ciò non è possibile riferire in un breve articolo. l\T. I

MINORATI.

.

Oltre i disadatti per disvoluzione organica, per anomalie endocrine, per ipocapacità funzionale sistematica, per costituzione fisica non rispondente alla maniera di vita, esistono dei tipi di minus-efficienti che si possono denominare • minatati. Le loro deficienze sono tutte acquisite, o per malattie sofferte, o per essere stati esposti a lungo ad agenti capaci di dare malattie, anche se queste non sembrino avere palesemente attecchito. Alcuni di codesti soggetti sono affetti di malattie occulte e misconosciute, mentre del resto si ritengono sani essi stessi il più delle volte. La guerra permettendoci i confronti ha disvelati questi minorati, incapaci di r endere ragione della ignorata loro deficienza. Per lo più sono uomini abituati allo stento, che associano ad ogni atto della "\1.ta una senzazione penosa, e credono che la esistenza debba essere nel loro stato sociale così, e si dichiarano malati, sol quando la pena acquista un carattere inconsueto o un'intensità intollerabile. Sono questi i soggetti, che vengono all'ospedale civile, quando p. e. hanno le pleure o il peritoneo ricolmi di liquido, dicendo d i aver lavorato «fino a ieri ». Li distingueremo in due gruppi: a) Minorati da incongruo regime d i vita e d i lavoro, b) Minorati da azioni morbigene, con o senza sindrome di malattia. A). Minorati da inadatto regime. - Sono in questa categoria d i particolare importanza: 1). I den·u triti ed autofagi spesso in difetto non soltanto di azoto, ma anche delle calorie di bilancio. Questa denutrizione si associa alle volte ad una sindrome caratterizzata da stato di magrezza, di oligoemia e inoltre da discromie cutanee varie, da senilità precoce relativa all'età, anche giova(r ) G; B RE CCIA. La diminiizi one delta capacità 'l'espiratoria apicale senza esponenti di localizzazione tu.bercotare . « Gazz. Intera. di Med. >, I 9 I8, e «La 1

Presse Médicale n, n. 68, 1918. (2) G. BRECCIA. Contribz1,to all' esa1ne fittzzionale del citare. « Rif. Med. », n. 48. r9r7.

nile ed infine evidente minus-effi.cienza lavorativa relativa all'età e allo sviluppo somatico, che colpiva in guerra anche i non medici (comandanti di reparto) . La denutrizione in crescenza determina oltre la detta sindrome, i più spiccati arresti di sviluppo e fatti patenti di disvoluzione. Accade alcune volte, dall'età in. cui si vedono comparire nei fanciulli queste stimmate, di poter con una certa sicurezza indovinare, fin da quale età l'alimentazione della comunità è sufficiente. 2) . I sovraffaticati sono un altro gruppo importante di minorati. I soggetti esposti a lungo o per anni ad un lavoro superiore all'energia massima disponibile in loro con quel dato regime di interruzione e di durata, presentano una speciale astenia psico-vegetativa con la solita ipocapacità al lavoro. Sono soggetti cronicamente cc storditi» e cc lassi », il cui trofismo è evidentemente disturbato dal d isadatto regime di lavoro. Se poi il sopra-affaticamento si associa alle deficenze alimentari, le due stimmate si sovrappongono, così che, come in pratica accade, difficilmente si riesce a individt1ame gli elementi. 3). Infine anche l'abituale scarsezza di ossigeno propria di certi modi di vita e di lavoro, astretti al soggiorno in aria confinata, viziata, sopra- respirata., per la facile anemizzazione che ne deriva, ·vi di dare dei veri e solenni stati di mi• norazione. B). Minorati da azioni morbigene, con o senza sindrome di malattia: 1). M alat~ie e cause morbigene da lavoro. Le cause morbigene, a cui i soggetti rimangono più frequentemente e più a lungo esposti, sono le cause morbigene da lavoro. Tali cause morbigene da lavoro nel fatto non possono essere soltanto quelle racchiuse nella vecchia cerchia patologica, perchè il lavoro non può considerarsi come agente rninoratore solo perchè tossico, infettante~ ecc., ma anche perchè, come tutte le abitudini di vita, entra negli antecedenti anche delle malattie comuni, non considerate quali m alattie da lavoro. Le cause morbigene da lavoro ho riassunto nella seguente tabella classificandole in modo più strettamente legato alla loro azione minoratrice. CAUSE l\10R BIGENE DA L-<\'VORQ.

I. - Lavori a morbilità contingente ed occa sionale: per condizioni d i luogo; id . di tempo; id. d'esecuzione; id. di regime di lavoro. II. - Lavori a morbilità essenziale e determinante: (19)


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SEZIONE PRATICA

A) Ad a zioné generale :

a) d i natura fisica : 1) ad azione m edica e lenta = malattie; 2) ai azione rapida ed intensa = infortuni: - per effetto della temperatura; id. pressione; id . umidità; energia radiante; id. iò . ener.gia elettrica; id. energia cinetica o di movimento; b) di nat ura chimica: r) azione modica e lenta = malattie (tossicosi) ; 2) azione rapida e intensa = infortuni (avvelenamenti) ; e) di natura biologica: 1) a rischio modico non immediato, non impossibile per altre cause = m alatt ie; 2) a rischio grave, immediato, inconsueto = infortuni: - per effetto d i infezioni e intossicazioni biologiche, p arassitosi, ecc. BJ Ad azione elettiva locale o sistematizzata sui diversi apparati : a) di natura fisica, p. e .: meccanica = pneumoconiosi; cinetica = calli, contratture, spasmi e paralisi professionali; da varie energie su organi specifici, p. e . dei sensi• : - per effetto sui diversi sistemi singolarmente; b) di natura chimica, p. e . : ad azione cutanea = dermatiti professionali; ad azione respiratoria = gas tossici e asfitt ici; ad azione. nevrosa = nevriti tossich e, ecc.: . - per effetto sui diversi sistemi singolarmente; CJ di natura biologica, p. e.: piodermiti, localizzazioni parassitante varie : - per effetto su diversi sistemi singolarmente. Ai vari tipi e modi di azioni morbose da lavoro, corrispondono, oltrechè delle vere e conclamate malattie, an che altrettante modalità di azioni minorative - i cui effetti non raggiungano il grado di malattia. 2) . L e grandi endemie sociali son o fra le prime cause minoratrici di vere e proprie malattie. Per la loro azione mjnoratrice sull'individuo e sulla razza d iremo alcune cose delle tre principali forme: la tubercolosi, la malaria, le malattie venereo- luetiche. a) lVIalattie tubercolari: a ) La minorazione consiste nella presenza di (20)

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focolai anche occulti o latenti, che j>ossono contenere bb. vivi (anche le sclerosi) capaci di determinare la riaccenzione della malattia o anatomicamente o clinicamente superata. {J) Qualunque ulteriore causa minoratrice ~fra le già dette, deprimendo le difese organi~he, ne agevola la riaccensione. y) Data la grande frequenza dei portatori sani di focolai tubercolari silenti, l'importanza delle cause minoratrici nella diffusione della tubercolosi attiva raggiunge quasi quella delle cause determinanti e devono essere· anche per questo combattute. '5) Occorre quindi sorvegliare perio:iicamente i minorati per evita re che si palesino riaccensioni d i eventu ali focolai t ubercolari, che curati per altro precocemente sono guaribili. s) T ale soi-Veglianza scoprendo e limitand o i tubércolosi attivi, disseminatori ignorati di contagio, ne permette l'eventuale isolamento e limita la possibilità d i fare le nuove infezioni e altri portatori. Questi sono appena i problemi più immediati, che la guerra ha m esso in tragica evidenza nei riguardi della tubercolosi . b) Malaria. Altro grave problema della guerra e della pace, già studiato nei riguardi della pratica profilassi dai nostri migliori, m a con scarso esito di opere difensive statali. La guerra h a peggiorato le cond izioni per la permanenza dei malarici militari in zone anofeliche fino allora immuni e per la nuova creazione d i focolari malarici in alta .I talia, come h a riferito A. Monti all' _t\..cc. di Med. di Pavia (8 011. 19r 8. n. r-2). La guerra ha rievocato il problema dei cc portatori d i malaria » ( Gosio) facendone vedere la estrema importanza di fronte à. qualu.nhue altro coefficiente di pratica portata: a) Il parassitismo latente malarico, determ.ina11do le riaccensioni recenti (parassitismo malarico latente attivo) e le tardive, dopo anche lunghissimo tempo (parassitismo latente attivabile), h a una grandissima importanza profilattica. {J) Quindi la bonifica 11mana, di gran lunga più agevole d i quella agricola, tellurica, idraulica, ecc., ed ovunque attuabile, è di immediata necessità. I capisaldi di essa sono: quantità sufficienti di chinina e p er il tempo sufficiente nei portatori che devono disfarsi del germe e negli immuni pritna che si espongano al rischio di contrarlo. y) La guerra ha poi dimostrato l'importanza della scomparsa dei portatori attivi nelle zone anofeliche e <5) quella degli artifici di provocazione per svelare il p arassitismo latente attivabile. In Austria si sono anche come mezzo provocatore impie· gate le iniezioni di siero di cavallo endovenose e --==~@

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sottocutanee e le sottocutanee di latte (Bauer, Wien. klin. Wochensch., vol. LV); i parassiti con <iuesti mezzi si renderebbero visibili. Qualunque sia l'artificio per disvelare il plasmodismo latente importa per la profilassi non las.ci~re malarici infettanti, come guariti. La soppressione della malaria è. infatti di tale momento come il rigenerare delle stirpi eh' essa degenera, se non altrimenti con gli arresti dello sviluppo ·n ell'infantilismo malarico (Cardarelli). e) Malattie venereo-luetiche. Le malattie venereo-luetiche spesso sono diffuse dai portatori, o di germi venerei non attualmente malati o di fugaci episodi contagiosi della infezione latente luetica. Ciò è pacifico, donde la necessità della $ffierra a l fomite di contaaio ...... o , il malato. Ma nel caso dei portatori non malati di germi venerei, o di manifestazioni contaiiose luetiche fugaci, spesso la ricerca medica è impotente a riconoscerli. Ne deriva che, oltre la ricerca legale per conto della collettività, s'impone ~a protezione individuale generica in ogni caso, in cui il contagio «potrebbe esistere». D'altra parte questa protezione indivi:ìuale, fatta di solerzia privata, sia dell'uomo, sia della donna, coopera con la profilassi pubblica o legale, diminuendo i casi di malattie, eventualmente da rintraccia.re. La guerra ha insegnato l'importanza di questa profilassi individuale col confronto dei reparti, in cui erano inculcate ed alacremente diffuse le cautele personali, con quelli in cui non lo erano. Ciò incoragg~a a promuovere anche per le malattie sessuali quella coscienza sanitaria popolare preventiva e curativa, che è fatta di consapevolezza e di responsabilità. Anche la coscienza curativa dovrebbe essere promossa ad evitare le cure inadatte improprie e superstiziose così comuni in -certi ceti, e le cure insufficienti ed interrotte, diffuse un po' da per tutto, con grave danno dell'individuo e della razza.

Questa rapida rivista di alc11ni problemi medicosociali riafferm a ti dalla guerra non ha certo il pregio della novità; 11a bensì la virtù di derivare da costatazione perso11a.le; essa non ha altro scopo che di divulgazione, nella speranza che ne seguano alla fine adeguati p rovvedin1enti co11 la cooperazione di tutti e nell'interesse con1.t1ne.

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(~OSTRI RESOCONTI PARTICOLARI) .

Società Medico-()hirurgica di Pavia. Seduta dell' 8 agosto 1919. Limph~ngloma hypertrophicum perivaseolare

nell'avventizia dell'aorta. In una ragazza di anni 14, miOI'ta rper ·l11 naso-fari1110-eo e laritlio-o.....rnus r o o .t rach1e ale, sulla faccia anteriore del tratto iintrapericardico dell'aorta si trovarono due tumoretti della grossezm di una 1len.ticchia, che all'esame istologico appar\·ero costituiti1 da capillari lipfatioi neoformati, s·viluppatisi in prevalenza intorno ari. vasi sanguigni1 (vasa vasoru1n) dell 'av-v·entizia aortica, così da formare cavità oonroentr:icamente disposte. Queste erano .tappezza te da ool11ule •endoteliali cubiohe ~ ciiJindriiehe ·e conteKevano o linfociti• o una sostanza gra:nulosa. L' A . diagnos·t ica queste piccole neofo1~mazi'oni come linfa;ng,iomi ~pertrrofici molto affini ari litnfia:ngioendote1ion1i· e precisamente alla loro forma. perivasco1are. VISENl'INI ARRIGO . -

Osservazioni sulla eliminazione del bilinogeno in ammalati affetti da febbre malarica. L'autore ha determinato in sei amma1ati affetti da febbre malarica le variazioni quanti~ati\r.e del bilinogeno eliminato con le urine e con le feai durante gli accessi febbrili. Le determinazio11i furono fatte mediante osservazion.i sp·e ttroscopichie. Durante 1esperienze, negli stessi ammalati, furon·o 1anch.e 1determinate Je variazioni de11a resistenza g·1 obular·e, il nu1nero dei· globuli rossi e wa quan.tiltà di emoglobina del &n.g-ue. L'esame dei r:isultati. die1le €Sperienze ha dimostrato che, a1d 1o_glni .a:c.oesso di .f ebbre malariic a, oar-risip-ende .subito dopo ill!ll note\•o1e au·1niento del 1bil1iarogen10 emess.o ~on .l e feci e con le unine. Alla :fi.nie degli :al0Cessi l 'e!liiminazwne, pur mamt enend osi superiore al normale, diminu.i sce molto di intensità. Lo · studio del sangue dimostra che la elimi.nazione del bi linogeno è maggiore negli individui n,ei quali è minore la resistenza globulare. _6,, ll:a .fine deg.li acriess.i1, m1et1·t re l'em.agi!Jobitna ya.r1a ·solo di poco e <lii pooo varia il .nru1nero deii g.lobuli .r.os.si, I.a res istenz·a globu1.a·r e a11menta run n1odo sertsibile. L'osserv-a zione dei Je11omen.i s tudiati, e 1e cog11izioni che si hanno i11torno all 'azione del BARINETTI. 1

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Pubblichet·en10 prossimamente :

E.

ACCADEMIE. SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI

FoSSAl'ARO :

e01isidera::i 0·1ii

si1.lla si 11 to })'l ato lo-

gia. delle n1erii1igiti.. E. 1VI0 1~DOLFO : Fornie atipiche della febbre tifoide.

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SEZIONE PRATICA

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parassita sul globulo rosso clel samgtte durante 1'ac.~esso malarico, dimos•t rano che 1'aumento i1ella eliminazione del bq.Jinogeno nei mala·r ici è dir,ettamren~e le.g ato alla distruzione dei glo... b11li rossi· del sangue. Una origine direttamente ematica del bilinogeoo si può senz'altro esc1ud ere perchè uma 1tale i·potesi male spi egherebbe il pairal1el.ismo riscontrato n·e lla •e liminazione del biJ.inogeno per via urinia•r ia e per rv·ia iintestinoal1e; non potendosi ammettere nè eh.e il bili!noge1ni0 elimi1111ato n:ell 'i1ntesti.nio origini direttamen.te n el sangue, ·n1è , taiutio m1e110, u·na origi11 e doppia del bilinogeno. u .11'azi001e epatica i•ndir·etta nel11a formaz.~one del bili.Jnogieno nei maliairi ci si può 1amm1ettere s.ol:O ~ome ~n1a ·e sagerazi·o ne della s ua. f u,nzi!()iUe bi lin·ubi11J0gena normale . L' azione epatica .n on può esp1icarsi, seconrlK> l'autore, nel modo esposto dal Fisch1er, cioè com·e una infl11enza agente sul bilinogeno già fo.rmaitio ·n ell 'jirutes1tin10 , e come p·r oprietà del fegato a produrre bilinogieno in c<;ndizioni paitologiche. N.e l primo e.a.so non si potrebbe spiegare il para11e1ismo 1esistenite tra la elin1inazione die1 bili:n1ogeno intesti1nale e :l a UJrobili1nu..ria, 1poichè il bili11JJogenro n.e.11'e feci rapprese11ta 1a p·a11.-te dcl bil~·nlogeno clie, form:aito 11:el1l ~~11teisti1110 , s i elimdnJa diretJta;mente. per questa via. Una formazione, poi, djretta del bili11ogeno nel fegato .in condizioni pa•tologiche non è ammissri.1bile per la osser1v.azii0ne già fa.tta &allo Zoia che l'attitudine del fega.t o a produrre birl inog1eno in condizioni p atologiche non ha appoggio in nessun fatto acc.ertato che non ceda alla critica; e che in .alcuni casi' di grave malattia epatica (cancro) con occlusione d'el coledoco, non SÌ· ha urobilinuria . L'esame delil e esperie.n ze fatte p ermette di escludere in modo assoluto una orjgine nel rene del bilinJogeno. La teoTia nefrogena non spiega in .niessu'!l modo 1'aumenlto del bò.li.nog~en'.O 11eJle feci .

minato in grande quantità in brodo fu possibile isolare un germe .p resentante tutti i caratteri morfologici e cultura·l j del m.eningococco dti Weichselbaum ed agglutinabile fino al tasso limite da un siero contro la varietà B del me ningo0occo (par:a1men·in.g .o cocco d i Dopter) dell 'Istri.tuto Pasteur di Parigi. La malattia si protrasse a lungo, la febbre persistette quasi un mes,e d-0po la scomparsa d·ell'esantema, nella fas~ avanza·t a compar,rero seg.ni di 1oc.alizzazione meningea (rigridità, iperestesia) ; dal liquido cefalo-rach.idiano che appariva leg.g ermente torbido, non fu possibi1le però isolare il menringococco nè alcun altro. germe . L'A. rileva l'importanza che e&bbe in questo caso 1a prova n,e gativa <l:i \i\Teil-Felix p·e r la dia• gn1osi.

Sopra un caso di setticoemia meningococcica con esantema petecchiale.

CASISTICA E TERAPIA.

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C. VERCESI. - L' A. riferisce sopra alcune profonde ~lterazioni1 (infarti, focolai emorragri.ci r1ece1ntci. ed aintich1, 'ecc .) ossea.wiate iin u1na tPlace11ltrb es1pu.lsia in tm parto pTemaituro oon fe.t o vi,10 di circa sette m·e si. La gra\r.i da non aveva precedenti morbosi gener,a li degni di \llo,t a : Wass ermann negati·va, funzione r.enale normale, normali gli apparati respiratorio, cdrcolatorio e dig·er·ente : presentava invece a carico dell'apparato g·enitale segni evid.ien·t11 di una priegress·a peritonite pelvica, insorta .in puerperio, cinque . . anni ipr1ma.. ~ In base a11 reperto microscopico della placenta ie ai riliev.1 clinici accennati, l' A. mette an rapporto le lesioni placentari con le alterate .condizioni nutritizie della parete U•terJ..na consecutive ai fatti infiammatorii dell'intero aippaA. G. ra to genitaiie.

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. La diagnosi precoce della tubercolosi pulmonare.

L' A. descrive il caso di un soldato pro,·enieute da zona ò.nfetta da tifo esantematico che, dopo pochi g.iorni dall'arrivo in • • famigli a per una licenza, ammalò 1mprovv1same11te con febbre alta pnec.eduta da brivido, e dopo alcuni giorni presentò un esantema con tutti i caratteri di quello proprio del tifo petecchia le. L a reazione di vVeil-Felix risultò n egativa, cosi pttre le pro,re di agglutinazione col tifo, paratifo A e B, e l 'emocultura in brodo e bil.e; in,·ece in due riprese st1coessi,·e dal sangue se( 22)

Alterazioni placentari consecutive a fatti infiammatorii degli organi genitali.

VERATTI. -

A . Minnimg {Ne?.~' York Medicai Journal, 1919, 16 ag.) nota che nei ca.s1 sospetti di tubercolosi pulmonare c-0nv.iien.e che il medico iraccolga accUJrarbamente l '.a inamnesi faim:il:irare e que1J.a del sog1g .e tto da.J gJ.or.no della .nascita tfino al momenito de11a ,risita. So11J0 so,p ra tutto sospette 1e emorragie , Je :fis.t ole, 1e febbri tifoidi abip.ic~e., la n~a1.ariia, la bronico-pulmon.irte, la bronchite, la ilifiuenza i ·r affreddori f·t iequenti : pra·t 1camente le emottisi e .le p11euriti" sono sempre de.ti di quasi certezza per 1a tubercoiosi. D opo di che bisog11a


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IL POLICLINICO

i n:s-istere mestruali, ecoitabi~ità ed ecce1s-si se&suali, pro. . nell'accertare la esiistenza dei ~·uenti ~ Sintom1 : tosse, espettoraziODJe, sputi striati di babiil'mente di origi:ne tossica. saingue, anoressia, rta.tch.i-caTdia .d op.o gli &fo:rzi In og·nri. modo ta:li si•uto1ni hanno u11 \'a1ore solo l.eggeri, bassa pressione sanguigill.a, depressione rieJativo fì,no a qu~udo la diag.npsi di tubercoliosi 11el pomeriggiio, dolori iloca:lizzarti a l torace. a.1on ·p uò essere convalidata daill'esa·m e fis·ico del La tosse può mancar.e nella tub.erco1osii inc.ii- torace, dall 'esame micrOfscopj:co e bioloo-ico deo-li .':;:> lJiente , ma può costituirne il :p rimo sin.tomo. La sputi o dall 'esam-e ra<1iosoopic.o , 1tenendo ,semp.r.e tosse tuberoolarre di solito inon cede ai tria:n1edi QOì'" pr:esieDJte ch e co,r1 qt1·est 'ultimo nQ1n si - può f.are m un;i. u .na .tosse lélill'Che lieggiera ma p1e 11siistenrte e disitinzi1one tra itubercolosi gttarita, liatente o atche non 1Si riesce a spi~egare d1n oapo a due o tte rtiva. settiman,e è sospe.tta, quando po.i è accompagnata dr. da espettorat o è quasi certamente tubercolia:r1e. Gli adeno-flemmoni dell'Ilo polmonare. Lo sputo 1110n ha macroscopicamente .segmi caratteristi.ci. Occorre J 'e same microscopicp, e . Con tale .nome G. Jean (La Presse Médicale ,,. quando q uesto sia neg'ativo è prudente i·ruoculraire n. 33) designia, ·p er :analog.ia con quanto avviene qualche carvia. in aJtr.e regioni, le affezioni delle ghiandole delLa febbre è il sintomo più significativo. Essa 1'ilo polmonare nelle qttali clinicamente sia olde\·e essere 'lilliisurata. ogni due ore per quaittortrepassato lo stadio suppurativo. È seco11do 1,0 dici ore a l gii orno p.e r due setti·mian·e. I .pa:sti·, ·l e Jeam u.n affezione rara pote11dosene c·o11statare t111 emozioni, i baigini, 1\0 scrivere, lil leg·g ere, i mpvicaso sopT:a rooo caisi d'jnflue11za e quindi poeo men,t i, 1a mestrua.7..iii0111e, ed anc.h e l'esame mediconosciuta. L'infezione a·vvi·e ne per mezzo dei co .spesso provocano nei tu.b ercolosi aiccentSiloflli vasi a:ffie1~e11Jti : una volta è stata constatata essere febhriili. avvenuta per mezzo degli efferenti. I sudo1'i nottitr1ii sono p-r.obabil.me,nite dorvuti A 1iatomia patologica . - Nel.l 'unica autopsia al.l'assorrbi.mento 1ili proteirne dei bacilli tu,ber-coJari. Soni0 più a'bb.ondanrti .tra le due e l'e quattro esegudfa i.I pus aveva oltt··e passa·t a Ja parete gang·l iare e creato un. vasto as.c.esso dell'ilo, aperto d-e I.La notte. i11 u.n bronco. J-4a frequenza dell'eniottisi varia molto; seconSi1itomi. - _.!\Jc11ni S0'110 dovuti alla presenza do , rari autori essa iaindrebbe dal 24 all'8o % dei del .t umore adeno-fiem.m on.oso; altri a·ll.a comcasi. Può essere provocata da varii medican1eniti : pressione del peduncolo ilare . -~ll'inizio ri'Sconaspirina, ar~enico, creosoto, ioduri, tubercolina, tra.ns i vaghi segni funzionali, tosse secca , divacai Dli. È ben noto che le variazioni a.t mooferiche po.ssooo provoca·r e emottisi. Comunque n011 spnea più o meno intensa, do1ori toracici. Alla perc.ussione .. solo se l'asoes'So è posterior,e , bisogna din1en.ticare che questo dis.turbo si può può trovarsi una oerta sub-ottn.isità n ello spazio av&r.e a11iCbe in al.tre affez1ond., oome a·d es. n,e lla om-0-vertebr.ale fra ·1a 5a-sa costa. _t\.ll'ascoltaziou.e stenosi .mitra11ca. ta1ora un sòfno bronchiale 10111tano dovt1to alla I ·d isturbi gastro-intestima_li s on10 tit"a i più comuni sim.t omi della tubercolasi pulmonaire ini.- comp·r essione d.eJ bronco, con una zona più ·O· men•o es·t esa, ma picc,oLa, di rantoli umidi. Alla ziale. A differenza di quel ·Che avviene i.n altre h·aS·e quasi sempre riscontrru1Sli ra1i:toJi sottocreaffezioni la febbre non disturba l'appetito. La pita11ti. Sintomo quasi costa11te è la broncofonin causa dell'anoressia è proba.bilmente dii ori,g ine me11o spazio :amo-vertebrale .al disotto della 5a cotossi1ca.. sta con .risonanza normaile al disopra .e al disotto Il deperi-men,t o è sem·pre U111 sirutomo cardi1na.Je. di questa wna. EsJste, s'int ende, ~ebbre e poliI ,a dri,mi.nuz.ione d·el peso del ie.oirpo è :in rapporto nucleosi. di1~etto cùl progresso de.11.a ma.l attia. Solo eccezioPreceduto poi da un peg·gi·o ramento dei si11nalmente m.a nca la consun.z ione. tomi in seguito a ' riolenta tos.se o dis pnea I sintomi cardio-'Vascolari più importanti sono la pa:J.pi.tazion~, la tiachicardi·a e l''i:poibensi\o ne. Or- l'asoesso s 'apr.e nei bronchi co.n vomica dii pus in gen·e re f etido, spesso co11 sangue. In questo dinari1a imente nel sa11gue c'è Jtl1rufiocitosi. I ,sintomi 1iervosi sono or.din~a rian1.ente presenti stadio l 'A. ha riscontrato .u na volta •S;egni cavernosi n·etti a ll' ascolitazione. In.fine avvienie c.0111 a•nche :a.11 'imizi,o del·l a miaJ1attia. .t\.ccad,e che molti vomich~ successi·v e illl alc1i:11,e settin1ane la guapazi:enti sian.o considerati nevrastenici !Prim,a che rigione. In un ca:so l'ascesso si apri in UfllO spasia fatta la diagnosi di tuberco1osi. Di so,lito non zi() i nter lobare. si hant11i0 dolori, ma qua?lich·e ·volta si p·oss0010 a.veAllo schermo radicscopic-0 gli adeno-fiemmoni tL' dolenzie .i.n \ranie parti del tO'!'ace. I tubercoilari s i manifestano come masse opache, di denlotici hanno un.a v ita emotiva particolare, sono sità ii1eguale, del ·v olume spesso di un'arancia, ottimisti, egoisti, egoceuit rici . Si hanno .distUJrbi ~

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SEZIONE PRATICA

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ben risaltanti n1el campo chiaro pol•1 nonare v1erso 1a drenalilna ed 8 negati vi ; i1n 17 c.asd di tubercolosi il mediastino nella reg.ione dell'ilo. <'linka.mente iuatt1va, vi sono stati 9 positivi e Diag1iosi diffi~ile senza la radioscopia. Clini- 8 negati vi ; mentre tutti i sei casi di tuberoolooi camente d ovranno .escludersi .le mediasti.niti, le ciinicaimente attiva hainno dato risul1tat4 1Deo-ao aden.i ti tracheo-bronchiali acute o su.b acute che ti v1. fil. dànno 111og9 a singhiozzo, bradip11ea, voce rau• ca, ecc., _t\ .vvenuta Ja vomica OCC-Orre differenDisturbi nervosi consecutivi ad interventi ziarlo dalla pleu.rite purulenta totale, dalla gansulla pleura. g·rena polmo111ar e, dag.Ii ascessi polmonari periferici, d·agli ascessi migr.anhi del fegato, dalle Arnat e Ber.t ier (] ourn. de 111.éd. et ch-ir. prat. bronchiettasie e speoiaJmente con 1' in!terlob ~tE 10 iapr.i.Je 1919) f.ain1110 irileivaa-e che qua:lsiasi i11t(:rs uppura.ta. La diagnosi differenziale è poi diffiv·e.nto .su.Ila pleuro., anche il più semplice, come ·Cile, quasi impossi.b ilc con 1e pleuriti saccate del- la puntu·r a esplorativa, può p ·r ovocare tlisturl)i l 'j•lo. • lllervos~ anche g.r avi, che possono essere i seEvoluzion,e - Pro.g·nosi. -- P11ò avvénire la gua.- guenti. rigione sponta·nea per svuotamento nei b.ronchi. For1ne sinoopali. Inizio lJru:sco, facies ie:streCom·p licazioni probabili possono essere la ·m e- ma.mente livida, morte i111m.ediata, talora pl'ece<liiastini.t e :acuta, la pericardite, per migrazionie duta da u111 accenno di oonvu.lsi:oni. çl.el pus od infezio1J.e (lelle vicinanze. Mortalità For1ne convulsive. Talvolta si iniziano coi1 u.i1 ba·ssa : l'A. osservò un solo d-ecesso su 4 casi. ùolore al :fianc-0 o al1a spalla e con grido, anaCura. - L' A. mette :in g11ardia contro il tratlogamenite all'attacco €pilettic-0: seguono poi le taJtilento chirurgico. Consiglia ·i l 'Pne11motora~e conrvu1sioni toniche e c1on.i che. Forlanini in ascessi ·vol.uminosi. La crisi può 1·ipetersi qualche gio·r no d.o po Salvo i casi d'.i·n.terlobite suppurata, icn cui l'inanohe spontaneamente, e la.sciare sequele senterveni1:o è necessario, 1a cura oonsi·g lia:biile è la sorLali, iint€11ettuali, sensitive, vaso-motrici. I4a m·edicame11tosa con l'isti11azio.nie, sia con l'appo- mortalità può raggiu'llgere i·l 70 %. s ita s iringa, sia col broncoscopio, in.tria.tracheale Forme emiplegiche o paretiche. Precedute o di olio. . non da con·v ulsioni; si osserva che .l 'emiplegia l\10NTELEONE. è persistente, mentre all'e:u·t opsia .non si trovano lesioni cerebraili. Tutti questi disturbi s.i osserva.no i.n seguito Diagnosi dlff erenziale fra tubercolosi iniziale a toracentesi, ia. pu·n ture esplorative, oppure, il ed ipertiroidismo. . più spesso, :niell'operazione dell'etnpiem·a , 1:€1 N. C. Nichol!SO'll e E. Goetsch (Canadian t~ied. pneumotorooe .aritifi.ciale e sopratutto 111el1a l:awa.4 ssoc. e New York ·nied. Journ. 26 1J.uglio 1919) tura della pleura : i.n ragione anzi ·della frequenzia i.n quest'·ultimo caso, si dovreb_b e· abn.ffe·rman10 che a11 'i perti:roidismo va.l1J11o .a1ttribu1ti i siruto111i g'en e11ali che di solito si 1·itiengr0no i1n- b:a nd.ona.r e Utle procedimento. F.ra l e div-er.se teorie invocate (tossi'Ca, dc!Jle\·ece dovuti alla tuberoolosi, quando 1l'e.sistenza di quiesta è c1ini1camente inceriba, oppure quarndo zio.ne br1usca, urem~ca, embolia ed a111en1ia. ·o erela lesionie tuberroliaire è i:nst1fnciente per spiehnale, ri:flés.sa), l '.ultima è la .sola che possa spieg we la g.ra vi tà ·diei si1nt,o mi. gare tutti i casi. Ne vie11e di .r onseg·uenza chie i1l .miglior 1nodo G·l i AA. di1vidont>· i ipaz.ienti i1n tre cartegmie : di prieve11ire tali distur.b i .oonsis te 1lell 'iniezi,011e a.) can tubercolosi f·ranca ; b) con .i p:erti:roi.dismo complioa11t e la tubercolosi ·; e) 0nn solo iperti!foipre·veuti,Ta ·di 1 - 2 cg . di 1norfi,n1a. fil . di!smo. I ·p azienti di tutt'e .tcre le categorie 11iaJ11ltlO come 5i1n.it()l1Ili comu·ni la tSfunchezza, n'.as ten13., ].a ·p erdita di peso e di forza, l 'a'll!mento dli fir.eIl trattamento medico delle pleuriti purulente. quelllza d iel polso, neirvosiismo e possibi.11tà di a11P. Emile Weil e Lois-eleur (Ba.ll. soc. 11iéd dcs 1nentil di if:emperat\U'a. hopitaux 2 rm aggio 1919) hanno escogitato un Si possono però ddffer.enziiare i tre ti pi, per metodo di cura drelle pleuriti purulem·t e, che ba 1nezzo della prova. ~-Ollli 1 'atlirenali.nia, im q uamrto dato ]oro buoni .risultati in questa fr~uej1te iehe la ip ersenisibi1ità costituzdomle a questa socomplicazione dell'i11i:fitle11Ull. Fatta la diag~osi sta111za indica una fu,n ziro ne eocessiva d eilla 1tiil più precocem ente possibi·l e, per mezw dell a roidie. Dalle osservaz-iioni deglà AA. ris ul1ta che in 18 r aclioscopia e delle punture esp1-0rati,1e , gli .:-\.~. est r.ae,·a110 il liq11ido, .iniettando poi aria 11ella ca!S.i in cui l1a dirug111os1 o1intica di tube.rcolosii era jnoerta., si s onio avuti 10 risultati positiYi aJl:a cavità plewrale : in tal modo la prec;sione così rea1

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IL

POLICT~IN

liz~ata .p ermetteva l'evacuazione del pus fino a·l-

l'ultima goccia. I•uietta\•ano poi nella pletu-a ?. cmic. di soluzione di blu di meti-liene a 1/20, sorveg.liaindo gd..orn::3.11mente .1 '.am.malato con lai iradioscopi.a. Tali i·niiezioni si ripetevamo due ·volte la settimiama. In ta·1 modo su 13 ainma;lati, solo 7 <lovettero essere 1operiaiti ~diva.mente ; guarirono tu.tti sa1vo UJlllO, dinrviaito ia.11'ospedale in 1stato disp.erato. Sono stati operati i casi in cui il liquido si Tip1rodu.ceva con .rapid.i.tà e con p·e rsistenza ; i11vece · il trattamento medico è stato couti,nuato, riuand~) gli :..l\.A. n1otavano che i·l pus .si i!iproduceva lentamente e diminui·va d!a una pu.n.turai all'altJra, e quando JJo .stato genera.l e migli1o rava iT21pidame-nte. Iin complesso questo metodo offre .n otevoli vanta•gigi, im qua·nto chie spesso evlrt:a l'operazi,ane e , ad ogni modo illlon è affatto di drno 0lÌ mialaito, che viene affidacto al chiruTgo, in caso di in.st1ccesso. I risultati potran110 essere mi.g lioci quand 10 si ·p otrà d:iisporre di: un mezzo sterilizzante più attivo che il 1blfu. di metilene e ·in on nociVJO ai tes.suti. ,ti l.

Il trattamento delle tubercolosi esterne. La parte più importante del trattamento consiste nella cura generale elio-marina. Ai bagni di sole non vi sono altre controindicazioni che le infezioni generalizzate e le tubercolosi viscerali molto congestive. La cura solare però va sorvegliata, specialmente, al principio, tenendo per, guida particolarmente la reazione termica (non vi devono essere grandi oscillazioni) e lo stato subbiettivo (non vì deve essere senso ai fatica). La durata delle sedute d'elioterapia deve progredire lentamente. Al primo giorno, tre esposizioni di 5' sulle gambe : al secondo, tre di lO' sulle gambe e coscie; al terzo, tre di 15 1 su gambe, cos cie e braccia; al quarto, tre di 151 su gambe, coscie, braccia, tora ce. Poi si aumentano 5' ogni seduta, sempre sorveglian do il m alato. Si arriverà poi a fare due sedute. abbastanza prolungate, al m attino ed alla sera, sempre rispettando il perioi o digestivo e proteggendo bene la testa. All'elioterapia si associano i bagni di mare, dapprima molto corti (3') ma non mai prolt1ngati oltr~ 7'-8'. A. Chenut (]ourn. de méd. de Bordeaux, 25 maggio l9I9 ), consiglia di interromperli solo per la eventuale presenza di raffreddori, di iniziarli in maggio, protraendoli fino in dicembre. Gli adulti, spesso risentono stanchezza per i bagni di mare, sui quali, quindi, in tal caso non si insisterà. Come trattamento intemo, l' A. ha trovato grandi

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vantaggi con l'uso d ella tintura di jodio (per gli adulti 30 goccie al giorno in 2 volte al momento dei pasti; aumentare di 3 goccie al giorno fino a· totali goccie 150). Qualche rara volta può osservarsi intolleranza gastrica, che cessa, con la sospensione del rimedio. Trattamento locate. - I/ascesso freddo va sorvegliato e punto regolarmente ogni otto glorni; eventualmente, dopo un paio di punture, si iniett~ del liquido di Calot, oppure, se il liquido ha notevole tendenza a riprodursi, si stabilisce un drenaggio filiforme, Buoni risultati ha ottenuto l' A. con applicazioni locali sui gangli, di acqua di mare concentrata per evaporazione (5 litri a 2) ; specialn1ente la periadenite viene rapidamente ridotta. Si fanno tali appl!cazioni, calde, per 30' quattro volte al giorno. Per le osteiti fistolizzate, l' A. consiglia le iniezioni modifiéanti, con liquido o pasta di Calot~ ovvero con liquore di Villatte (1). I sequestri. mo bili sono rapidamente eliminati con la cura solare ; quando invece non possono uscire d alla cavità e mantengono la suppurazione, bisogna interv~nire chirurgicamente. Nelle osteoartriti, in cui è necessaria la immobilizzazlone, si fenestra largamente ·l'apparecchio, in modo che la parte ammalata poc;sa fruire della azione del sole; in seguito, calmatosi il periodo acuto, si applica un apparecchio bivalve, opptue l'estensione continua. Quanto ai tumori bianchi guariti, non bisogna aver premura di mobilizzarli ; l'elioterapia impedisce l'anchilosi, mentre lo stesso ammalato procede alla mobilizzazione, spontaneamente, arrivando ad un risultato funzionale superiore a quello che si potrebbe ottenere artificialmente. Per aiutare l'ammalato, si potrà sospendere un sacco di sabbia all'estremità della porzione dell'arto ammalato. fil. (1) La formola del li9.uo.re di V!lla~e è la seguente: sottoacetato di piombo 11qu1do gr. 30 ;

solfato di rame; solfato di zinco anagr. 15; aceto bianco gr. 200. (N. del tedattore)

Con una insufficiente funzione del timo, si possono mettere in rapporto molti fenomeni infettivi o post-infettivi, quali le altera'lioni trofiche della cute e (lei suoi annessi, il dimagrimento, la cachessia l' amiotrofi.a, l'adinamia cardiaca, le modificazi~ni della crasi sanguigna, i disturbi del ricambio del calcio nei tubercolosi, alcuni fenon1eni di irritazione motrice, probabilmente dipendet:tti dalle stesse modificazioni <l.el ricCJ.mbio del calcio, 1' apatia, l'ottundimento del s~nsorio, t_utti ~eno­ meni che fanno parte della sm clrome tunopnva. (B.iIBBÀRA. Fisiopatologia della tiroide e del timo nelle infezioni). (25)


:r374

SEZIONE PRATICA

POSTA DEGLI ABBONATI. (ro62) D ecotto di Z·itt-1nan1i. - Al dio.tit. F . c. Secorn·do· ilia . v·-.ecc.hia farmaooperu 1au~rilaioa nl .-·decotto di Z., forte, .,91 p11ep:rurarva nel iS·eguiente nlodo. - Ilad. di salsapariglria., onci'e r2; fa iitifuso in a.:cq1.11a (mis me 24) facendo djgerire· p.er 24 ore. .:-\ ggiu1n.g i poi 'i·n un saoOChetto cli telia : ai1lun1e e vucchero a:rua 10111ci.e r I/2 : oal1om1e.1!a.'lli0 lev·1gaibo ·Ol]Ci e r /2 : cinabuo prepa1;aito dramme u11ia ; fa b ollire ti1l tutto fim10 a che rimano-ia,no mil::> sure 8. V•er.so la fine della bol1i:turai, ~ggiUJng.~ : seind •o ontusi ·di anici e di fi,n occha, aina o.nrei1e r/2 : · fogJi.e di sienna onc:iie 3 ; ira1d ioe di liquirizia on1cie· r r/2. Oola, ooprimi e d 1ecanita. Il deieotto drl, z. d ebole o mi'te è pure a base .d i sals·apairiglia, più diluito, 0011 aorteccia di Jirmone, caJt11111e1la, oarda1

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· momio.

Lia f o.r.mo1a della fairmacoipea autsttpaoa moder.rua -è i1nivece l a seguente : radioe ·d i .sai1sapa.1rigl~a g . 20 ; aicq,u.a q . b.; ·alllll!I1e, z11cchero aina g. 1I: fa hulhlre ·UJn'·o ra e ver.s-0 la fine (lella b1o llitu·r a agg. ; f1-utt~ di aini1ce, trutiti di fìnloochi.o aina g. 2.50; .foglie di s1en1DJa g. 5; raid. di ·liqttLirizia g . 2.50. C.ol.a, spremi e porta al volt1me di eme. 500. Il ~decotto di Zitttmann, 0\pp.at1tiene ai così detti depilrati'Vi } ieti cui ~l più u s.R!to è quello de'.1 Bo1·1i.ni . A.glj ebulli.omet.1--.i si è:. 01ccen111ato 11el 111. 33 (17 agosto dlel co.rriente an'M, pwbbùicato i l 25 settemb,r e, 1pa·g . 100,2) . 1

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~ILIPPINI.

(1063) Perfezionamento in odontoiatria. - Agli .abb. nn. 3174 e 10448: Il prof. Chiavare tiene il suo corso regolare di ·Odontoiatria per gli studenti d i V e \JI anno di Medicina al Policlinico Umberto I in Roma. Attualmente l'unica scuola in Italia di perfezio-namento in Od ontoiatria per laureati in med. e chir. trovasi a Milano presso l'Istituto Stomatologico . Italiano (annesso agli Istituti Clinici di perfezionamento). Ne è d irettore il prof. G. Fasoli, via Mal- · -pighi, 4. Per quest'anno le iscrizioni al Corso sono chiuse e d'altronde ci consta che si sta provveden<lo all'ingrandimento dell'Istituto per poter far fronte, nel futuro, alle ni1merose richieste per parte dei medici. Ottime scuole in Europa sono a Zurigo, a Ginevra (École Dentaire), a Parigi (École pratique de Stomatologie, 13 rue Rambureaux, Paris, IV) École Dentaire - 45, Rue de La Tour cl'Auvergne, Paris), a Londra (Royal Dental hospital of London, Leicester Square, W. C. Q). Per i la11reati in medicina che vogliono esercitare ·l'Odontoiatria in Italia non è finora necessario uno .speciale diploma di perfezionamento. A. PIPE!ù~O. (26)

F ASC. 46J [ _.\..N.No X'_··v·r, -'-

(ro64) Man,uali di malattie della bocca e dei denti con speciale trattazione della crtra cii questi: Al dott. G . B. da Sebenico: Preiswer k: Od ontoiatria conservativa (trad. Fasoli). Società Editrice Libraria, Milano . Preiswerk - Maggi: Chin1rgia odont0-stomatologica (trad. iV[arin). I rlem. . Platschick: Primo trattato Italiano di Odontotecnica. Tipog r. editrice Cogliati, Corso Porta Romana, 47, Milano. Gaillard - Nogué: Traité de Stomfltologie, Vol. IV, Dentisterie Opératoire. Libreria Baillière et · fils, Paris, 19 Rue Ha11tefeuille. Friteau: Dentisterie opératoire. Ed. Doin., 8 P!ace de l' Odéon, Paris. (In vendita presso il giornale L'Odontologie, 45 Rue de La Tour-d'Auvergne, Paris). N umerosi testi inglesi ed americani dei quali il I ohnson ed il Kirk tradotti in francese, reperibili presso gli uffici del giornale L'Odontologie. PIPERl.~O .

A.

(ro65) Ai 1dlott. C. T. a1bb. 2979. ,Ritbengio le an.aochie del ·g ener.e cui ella aocenna l1'0n ;si possano togiliiiere, .p.o ichè sono espressione di u.na vera morti.ficazionie oellu·lare, e che srompari.arno solo oon la caduta delfle ce~lulie lese. 1

r. s.

V ARIA. Lo Stato integratore delle deficienze della famiglia jn rapporto all'infanzia abbandonata. 1l .problema dell 'Ln:fia:nzia a bbaindou1aba è interessantissimo, s ia dal punto di vista etico ci:vJl1e, ch•e dJa qu.ell10 so.cialJ:.e, coi!Ilvol ..O"en1do ·esso ò<Yli iin.., teressà. dei Comunri, dellte Provi:nicie, de.Lle 10 ,p ere pie, iaome aillJChe delUo Sta1:o (Pr.of. F . LA TORRE. La e li1iica ostetrica~ 19r9, fase. 6, 7' 8). '.D.ailE· p.rob1ema deve ies;:;iere .og·getto di uno studio acourato, perchè ce&Si il a ·p iagia turpe dei fi.gli di nessu:no. Urgie che lia questione ven·g a aimpiamem.te discussa e .riso1ta il meiglio .p ossi·bi1e, poà.chè non si .t Tatta sollo .cli .rritme<lia.rre al pr.oblema eoonvmico e citvd.rre dei itro-vate.11.i, 1na principalmente de11 'avv1e nriire de11:a lllOstira razzia. Mientre i 1egislaitoTi ielabor.eranino d progetti di legge e Li disQU!ber.anmo, opera forse dli! die.cienni, è~ 1n1eces.sa·liÌo compiere qua:khe 00Sa im aiuto del.1 'inifuinzia abbandonata, ciò che s.i può anche ottenere 0Ql.1 poohe rifornie e con qualc he .sanzione di ùegg·e, che gara'll•t endo I 'esistenza .e gli •~nte­ ressi delila prolle laibba·ndonata, pr.ovvedam.o all'i·n c remenito della fiaimig lia e qu~ndi al be:nessere .soci.ai1'e. Tali c1iiispos.i.z.ioni 1rig.uardan10 soprattutto : l) -11a ri.ceroa della pater.ni tà ; 2) Ja :rii.cerca del·l a maternità degli ilàegi1ttimi ; 3) qe radicai]~ riiforme dei brefotrofi. 1


I-'-\NNO

XXVI, FASC. 46]

IL POLICJ.;INICO

Dififiicile ed :Ln,oerta è 1a ~.-ioerca del1a p.a.t a-.nrirtà, a 10ui però s i dovr.ebbe a1ddi ventl1·e sia ·p er l 'infiu:enz.a morale, ed ~n certo ilil•od.c ciini:b itrice, c·h e può eserci.ta1,e, si a l)er aidic1os,s:a'.re al ~1ad11e u;n:a parrte c1etla spesa dii .a.llevam·e nt o e di j,s,truzi0111e . Più a·g evole è .1a ricerca idiel1a maternità, che &o,;rr.eib be s.enz'ailt110 .sta,b i·l61rsi :per la prole ii,}l;egiitit:i ma affidata ai hrefotrofi, .sanzioniam.do J'o bbii.g o dcll "allattamento materno .ed ril dirritto dieli1a maP.r.e ad un 1oon g··r uo iSus:si·dio. Qtta111to ai brefot·rofi, c he spesso, .p artiicolarmente 1ne:l p:ais.s ato, !t!aJ)p.resentavano un;a vera eoa/to mbe dtei poveri 1ball11bini l0t110 affidarti, &i dov.rebbe 1d.m.i.tar·vi l 'ia.man.i.ssio n e ai soli ca:si p.rev1isti dal Codice penaile (tnfainzia aibbaDJdon1ata), t1r.a1SJorma'!lldo poi itale 1stituiti 1n veri ·p edooomi. Q11este nifor.me debbon10 essere iJltegtr'ate dia larghe prov•vide!nze mediro-.sociali, speci.rul!mente per quanto 11ii1g11aaùa .la tute'la die11a .m.atemnJ.tà, la igiene pr.enatale, l 'e11genica, 1a ,d:iff·t1si.o.n1e d ell1e oog:i1tizio,n i di rugciJene niet le iel~s·s i sociiaJi, 11a politica ali·m~ntaire, ecc. Con tale rompliesiso <li prervJ,denze e p1J.10!Viv1i.de11ze, che ri•giu·airdi11J0 mon so1o l'inf,ante , mia ialtiresl i genitori, si camp:i:rà u n 'opera a ltamente soci.a1e, conserv~.antlo allia razZJa 11uwero.si .:naimpol!li 1-.o:b us bi, c he hia:runo diritrtlo alla gioi.a della vi,t a . 1

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lo st11dio del trattamento, dove la scelta dei m etodi ed i particolari di tecnica sono accuratamente descritti. ,,, . s . e D. WA'l'SON. Ve>iereal dis eases. Un vol. in-16, di 322 pa g . con :fìg. e tav1o le colo1iate, a.tll1ega1to . Frowd1e, Hodder e Stoughton ed. Lo111dira . Prezzo ,sc.ellini 16.

C. H .

BROWNING

Buon manuale che dà noziioni chiare e precise sull 'importante argomento, t rattato dal punto di vista diiagnostico e t era p eutico. Il lavoro è condotto con sano e quilibrio fra l 'osser·vazione clinica ed i metodi di laboratorio, e fornisce al pratico una buona g uida n elle diagnosi e n el t rattamento · c1elle m ala ttie veneree, dalle quali ('n-0n si rieoce a oomprende1~ne la rn.gion,e) glci. AA. hanno esclusa l'ulcera m olle. Belle e ben riuscite l e tavole colorait e : uti1le la descrizione delle invasioni extragenital1i del gonococco, che spesso i venereologi non m ettono abbastanza in evidenza. • 'Y. s.

PUBBLI1C AZIONI PERVENUTECI.

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i. b.

CENNI BIBLIOORAFICI. '1Nonsi1'ecensiscone che i libri Pe1'vénutiindono azia·R edazione).

L. W . HARRISON . -

The diagnosis and treatment <0tf venerea! diseases in general practice . II edizione. U n vol. rilegato in-80 d i circa 5 00 pag. con numerose illustrazioni e tavole a colori. H. Frowde, Rodder e Stoughton edd. Lond ra. Prezzo scellini 25 .

Bisogna riconoscere che nonost ante il diffondersi ·degli specialisti, le malattie veneree vengono curate il più delle volte dal medico generale, che, di solito, ha anche la possibilità di poter sorprendere le lesioni nella fase iniziale. È d unque necessario d iffondere largamente fra i pratici le nozion~ necessarie per saper riconoscere la malattia, anche se il suo aspetto proteiforme può trarre in inganno. . Ottimamente risponde a questo scopo il libro dell'autore; descrizioni chiare, disposte con metodo ordinato, tavole colorate nitide e veritiere, consigli terapeutici veramente pratici. Nella prima parte l'A. tratta la diagnosi delle forme gonococciche, sifilitiche, veneree, descri·vendo accuratamente le lesioni che si possono trovare nelle d iverse parti del corpo, e insistendo sulla diagnosi differenziale con altre forme. Diversi capitoli sono dedicati ai metodi di laboratorio per l' accertamento della diagnosi. Segue poi

BILANCIONI GUGLIELMO: Ferita della lingua da scheggia di granata con interessamento del simp atico cervicale sinistro. - Roma, 1918. MILITANO LORENZO: Batteriologia di guerra. Appunti. - Bari, 1918. ROSSI ARMANDO: Sciatiche di origine scheletrica da anomalia vertebrale e la sindrome del Bertolotti. - Bologna, lgr8. SAMAJA NINO : Pressione arteriale destra e pressione arteriale sinistra nell'uomo normale. Bologna, 1919. FANTOZZI GIUSEPPE: Dei trapianti cartilaginei e della condroplastica per lesioni di guerra. Firenze, r 9 r9. Foc"S"'ERINI Att~IO: I soccorsi ai militari feriti in guerra presso i popoli primitivi dell'India. Modena, r918. SPADAVECCHIA LEONARDO: L'epidemia d'influenza del 1918 nelle Pugli~. - Milano, 1919. POPPI ALFONSO : Stenosi esofagea da diaframma di shrapnell penetrato nel mediastino posteriore. - Bologna, 1918. RANELLEttI ARISTIDE: Le condizioni igienicosanitarie dell'industria tipografica in Roma. Roma, 1919. GRAZZI VIttORIO : Sulla laringite tubercolare. Napoli, 19·18. . GARBINI Guroq: Un caso di spasmo funzio11ale totale della lingua. - Perugia, 19r9. VIV-~LDI MICHELANGELO: I2I Casi di meningite cerebro-spinale epidemica. - Milano, 1919. ( 27)


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IL POLICLINI CO

[ A,NNO

XXVI, FASC. 46J

NELLA VITA· PROFESSIONALE. Cronaca del movimento professionale. Associazione Nazionale Ufficiali Sanitari

Liberi esercenti.

dente; Baiocchi Giuseppe, segretario; Finzi Mario, tesoriere; Benassi Giorgio, Casott i Pietro, Ramusani Francesco, Sozzi Luigi, consiglieri.

111 presidente diatt. -~uro Griass;i. coallillillÌca :

Frai gld. alJtrd. ·prr-01bJ.eimi di cJ.iais:se questa A:sso-cia·z1iCme si sta ooct~paaidio deg.l i U. S. che mn ·POtSSl<:mo otte·n ere :fìinio11a la 1n·o mina defiuitr.iva, perchè iélil 3 .1 ddieem bre 1 91 1 non 1ave\r:anio oompittto un tirienni·o d i servcizio . Per es1p li cai-ie :UJn'azjolJJe pii.ù prrofioua e p.eo.- precisai-e oon 'la maggio re 1esattiezza quanti sano i colleg.hi, c-h1e . sci. .trov:aino im itai1le rprecruria. oondizio11e, ho bisog.n•o che tl1n. o.g ni Provtlrncia qu1aJohe ieo11egia di bitona volo1ità si r.echl pres.so U'mftficilo <lle1 Mied.iic·o :er1ov~nci,a1e ed assuma 1lie pii ù p<recise in1:fiormazi.o.ni ia1 ri·giua11do, i:Je111endoon1eine· solleciitar m en:tJe iitnforana.to. • Sooo già &taite 8ill 'u-0p.o filraimate ciiircolari da me a ga;an parte id ei ·die.le~tiJ .p rovinci;ali là dove t1a Seziooe pximni ncial:e ·deg.li u .. S. è già co.stitwta, ,s~a a oo11eghi sol:e1-ti e f,attivi dove 111on sd è anJCora costituiita J.a .S ·e zione ·p rovinciale, e spe1

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ro 1av·er ·s ollecite .notizi e. Oltre a 1c iò ho ;pregato 1'·0rdine d·e i Med1{:i cb Napoli, di rcu.i :fiaocm· pa.rte, a di ramare aiirool:ari a1 preside11!ti degli Ordini ·p ie1· a vere aJllc he per t a1e traimi!be i1J.J0tizi·e soll1ecite e pr.eciise. Faiocio poi Vitv:o appello a tutti .g li U . .S. L. E. a oostiJtuJre so.11feoitamierute le Sezioni proviniciiaJi dove t111011 aruoara si è prov.v.eduto, 1a1llo ;sro,po d!i 1

reclutaire tutto d.1 peroona:1e e conos~e:re meg1io i·l ,tlJUimiero e J.Je ·p ers0ine che '.00011pongono la illOetna deii~J,i tta clrasse. Oon Ja costiiltuziollle del.te Sezioo.i p,rovi111ciali, come da ·:llJ!lJa ciroo1aire i!ll daita settembre u. s., cìatSCu111a Sez1one p.od:.rà meg·lio far pir€l!IlU:re presso .i Priefetti i>erahè miettanJO i.in esecuzione la c;ircolare del 5 is1ettem1h re ·U . s. , 1da. . me proiVooata a ~oma, ci'!'Oa 1''.aibolizàone delilie cond()lbte piene per i M. C. e· 1 '1mme:di!ato !ruiglioramento econ101Drloo di itutt:i .i co111,tratti d}impiego per g·}i U. S. e M. C. Si 'llbmiinii dl n .el:egaito iui ognd Provincia, come si è :fla.tto i!n ano1te, ie isi mettamo ò.n di'!"etta com uruiJcaz.ione OOiI1 l 'Asoociazi'One Na'ziionalie. Sia;rà bene rpex tutti. 11 presidenìt e : Dott. ARTURO GRASSI. 1

Agli Ordini d"Bi Medici.

.

I nuovi e onsigli amministrativi sono risultati cosi composti per la provincia sotto indicata:

R eggio Emilia. -

Dallamano Giuseppe, presi-

JllSPOSTB ! QIJISITI I ! DQl!NDE. (8032) A it,mento di stipe11,dio. - Dott. aib.bon1a·bo 756. - Bltlia ha ben oallCQLaiti gli a1u.men1 ti che Le competono per Lo stipendi.o e ·p er il CaJlX>'" viv·eri . L 'a ument'O dii .sti pe·n dio recen;temein te de:li-berato dal Oonstliglj10 Comunale deve esser.e oa1co.1ato .s·u Jlo 1S't 1pendio t0rigi.niairi10 no:n aU!lllentait o dal icamo-viveri, ·p erohè ta.]ie ind.e11miità è ass:o1utam :enrt:e precairiia e n101U cumulabile con 1o stip.ellr diio. S·e n1el bil:airuoio ftt prr:evista UJna. S'OllillTha mir .nore di .q uel.la che per d ooinseguiti iattm·enrti Le è efiettivamente dJCxvu.t a, s i de·ve provv·e die re con a:n1a101g o storno da 1alrf:r-0 mp.ito1t0 del biliaincio, c-he presemti !dispo nd.bilirtà di f:ondi. Non è 4.1 caiso di rchia•mare ci.in gi'llJdizio il Comu111ie .p er ua1 fiaitto di aJllli11.11inri.:striazione che ;ruon v.u 1uera a..l~u.in suo ·diritto. (8033) Visita necroscopica. - Dott. G .· B. da O. L'uf.fìciiale SaJlli:bariD rnon ha aloun obbligo di eseguiir,e le visirtJe ·necroscopic he ,nJè iper i decessi a1v:ven·uti d.n campagna ·senza iaJSiS.Ìitenza medica .nè p er que11i ohe avve1ngio110 itn .città. SeCQndo i.1 vri.get1lte 1'1ego1am,en.t o SlaJnitaro è ill medico crndo:t:to obbligaito ad 1~eguire taJle .siervi:uio, sen~ ark1w s:peciaLe compens:o. (8034) Me.dici di Opere Pi.e - S tabilità. - Dotlbor C. M. 1d;a C . I n100i.ci die11e Opere Pie rJ.l.O'Il aicquistaino mai la s t aibili.tà Jega.le ,p erch è .q uesta d:a11 'arliieo'1o 31 dcl1a vigei1rt:e legge sainitruria è uciaaimen:te riJS.ervata a i medici coru:lJotti ooanu.n iaJii. Se, .p erò, ET1a fa .servizio drl. condotta, im ·veee e l·uogio del Comu:ne, e fu nomilna:ta daJlla .

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Pia Amm.imdstrazi-01ne i n segud.to a conoorso, acquista dopo due 0ll11Dl di prova .egu1a lmente a_.l dia:i1tto a1llia s t abi lità. Fuori dci. questa i potesi, i medici a servizio delle Isti tuziìoni di b.ene:ficooza. ooquiis.ta:n'O quella ev100Jtu.a le .stabilità oonitra.ttrua:le ahe può loro derivare ic1a1 capitolato o dall"aitto di n-01111~na. (8035) Aumento sessennale . - Dortt. E. D. l\I . da P. Il •pttlano aumento sessennale· Le dovirà :es.sere corris·posto dop10 sei a n·n1 dalla mo,m~na, calooJiarndosi oome petiodo utd.11e que11o ipassato sotto le a rmi, dtwante :il quale UJiOlll .sd è iinlterrotto o ·sospeso dl rapporto drl imipiegQ, i·n izia1tosi a s·eguito della nomiinia., attenu.ta dopo ri;l concorso. (8036) Lista dei pc>veri - Stipe·n dio - Ind ennità ca'Va.lcatura - Caro-vi'Veri. - Dott . .L\.. P.


[.l\.N)JO XX\ll,

FA~C.

46]

SEZIONE PRATICA

da S. di C. L'elenco dei p.avie ri deve essere ogini aintno deliberato daililia Giusta Mun·i ci.p ale, sentj:tp il medico condotto, ,g iusta qu1an1to cli.spio ne .1'.airticolio 17 del :rego1!aimemto ,srunitario. Dal che si d•ediuce che J 'avviso d.e l medico condatto è d1 indole oonsu'Ltiva e non deliberativa A.ipperua redatto l ':e.lenoo deve essere com.unica/bo al ined.ico condort:to e non .1.JOtificaJto, e per ciò n10111 va è termirne taJSs~tri'V0llllente imposto 1dial1a l1e gge. Il i:m.Jedico condotto ·non ha à~ diritto di 1re·cJ~ mare .contro ila :fioranazione dello elenco dei poveri. Però ise l'onere che g1i si .aoco11a è superiore al ocxmpenso che gli si rorrispondie, può cichiledere 'll!n atum'ell.to di ufdìcio, de1lo sti.pendilo, arvainzamdo .aioologia don10illda aJJia Giunta Provi111ciale Amm~nistraitiva, a.i se111Si dello a!!tiro1o 26 dielkt wgentte legge sandita·r ia. Se dal11e a.u.toxità superiori fosse cancellato evenrbua1nnenite qua:lche nome daJJa lista dei poveri, il medico condotto può chledere compenso p€r Je prestazioni. pri0fessionaù~ future e non per quelle everutu.aJ.m ente f.aitte per il p~to diu.rianite iù q·u ale il.'ilnsoritto a:v.ea UJtlJO sba;to di fatto e di <liritto, che nOID. può essere disconosciuto. _.\l medico condotto compete l'indennità caro-vi\·eiri in lire 65 mensdli, se scaipolo, e di liire 100 .s e iam.m ogliato, dal 1° gennaio 1919 iin 1baiSe al D. L. de1 9 mrurzo u1Jt:lia:no,

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dei certifiicati, di cui han bii!Sogino. Nel caso che non sono inscritti nello elenco debbono p.ag.a.re seoondo le oo·u.suetudini 1ocali. (80.10) A u1nento di stiperidio. - Dott. A. B. da C. Se ii1 Consi•gJ.io Comti-nale nello eleva.re lo stipendio del medico condotto dia 01nnue 1ire 2500 a lil!'e 6000, ha i.nteso i111'<. "X>rporao:e in esso anche ì :au.w.ent·> del 30% ·precedemtemente cot·cesso, ncm. è il eia.so di .e;sa1m.i·n are s U' quaùe stipendio ita:le 0J1.1n1lehto si <lieve calcolare se, cioè, sull 'i,n izdale o su;llo .aicotesc[,u.to. Se però ha· inteso .ma•ntenere tirntegrro e s~pariato J 'aumento precedentemenite co.ncesso, è naturale I che esso si• deb.b a bai.saJ:e sul nuovo .sti pendiio di lire 6000 e non su11 'ainrt:ioo di ~iTe 2500. (804r) Ser'1Jizio sanitario. - Do.tt. L. P. da P . di A. Non occoore cl1e pa:ssiìn.10 .sei mesi dalla assttnta iresidenza i11 un Comune per aver diritto qwalsiiasi famig.lia ailla assiq.tenza sanitaria a cu:ra • piena. . (804·2) Libret'to di la'1Joro. - DOftt. M. B. da O. I~ libretto di lawo.ro deve essecr:ie ril:aisciato dalllo ufr.ficita1e sa,ni1tario del C-om.UJIJJe ove esiste J.a fiaibb·riaa. pres so cui i1 min1orenne initende ~lllSOri versJ. per l'esier.cizio d:el proprio mestiere. Doctor JUSTITIA . 1

n. 333.

L'aumen:bo del 30 %. sulfl..o stiipendio deve essere , .in caso . di 101SCitanza ·d .e1 Comum.e, chiesto· a1la G. P. A . a' sensi della cill"oolar,e die!l Mimdstero dell 'Iin.teuno del IO ottobre ttltimo, tn . 20400. Per ottenere l'dndenmità .d i cavaloatwra sarà parilmen.ti inecessario rivolgersi a:l1a p;redetta G. p. I.A;. (8037) Di'1Jieto ai medici co:ndotti di abba:n:donare la residenza. - D.ott. A. C. da M. del T. NQll rii&UJlita che durante J1a guerra sia s:tart:io fatto obb1ligo ai .m.e dici co11diothl di non .a:bba111dcmare la propria resid-enza e di 1non pater rassegniaire le proprie diimiis.sioni fioo a sei mesi dopo 1a pUJbblioazione della paice. (8038) Aspettati'1Ja per infermità. - Dott. O . M. da P. S . G. L'airti.icoiJ.10 29 del regolamento g-enerale sainitario 1prevede il oolllgedo per infienmàtà e non, l'as petitativa, che è regolata da .rego1ame:ruti 1oc.ali. Sicchè se .n el rcgolaunerLto comuna·l1e è detto che durante l'iaspettiativa iper Tagion e di salute si deve oorr.ilsp,ondere al sam.iitario tutto o parte dello sti·p endio, ha d!ia:dtbo a chied&ilo, dm difetto delle a11Jtorità con1petenti~ anche con a.:e-go1aire gd.udiz110. (8039) Certificati medici a socii ~i So cietà ~pe,­ raie. _ Dott. N. G. dia S. Se i s001i1 c1el1a Societa figttrano iii:scritti n ello elenoo dei p.oven, haroino diri bto a ohiediere e a<l ottenere ii1 rilascio g:riat·uit1o 1

NOMINE, PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

PARIGI. - L'Accademia di Medicina he eletto membro nazionale il prof. Vaq:iez .di Parigi co~ 45 v?ti su 54 e mem~ro straniero il prof. Bant1 di Firenze con 50 voti su 54· HEIDELBERG. - Il prof. H. Sachs, ora a Francoforte s. M., è stato chiamato a dirigere la Sezione scientifica dell'Istituto per le ricerche sperimentali sul cancro. VIENNA. - Essendosi ritirato a vita privata il eh. prof. Obersteiner, la Direzione dell'Istitut~ Centrale Interaccademico Viennese per gli studi sul cervello è stata data al eh. prof. Marburg, notissimo per i suoi lavori sul sistema centrale nervoso.

CONDOTTE E CONCORSI. Medico chirurgo provetto, 26 anni di pratica, ufficiale medico della riserva, c:erca .pos~o pr~ss~ Sanatorio tubercolosi - o altn . I~t1tut~ sarut8:n (capace d irezione medie~ ~ amm1n1st!at1va) - m Roma, Napoli o altre cft~~ dell.Ita~a centrale e merid ionale compresa 81~?-; o d1!e~1one condot~a medica grande paese o c1tta poss1.b~mente .manttima. Rivolgere offerte Libretto d 1 rico~osc1m7nto postale n. 04,173, Furci Siculo (prov. d t Messma). Medico chirurgo con q~attr? ann! d i pr~ti~a professionale cerca buon intermato tn p~ovmct.a ai Roma. Scrivere: dott. B. Bagedda, V1a Celimontana 22, Roma. (29)


IL POLICLINICO

(-.\~NO XXVI, FASC. 46].

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lfOTIZIE DIVERSE. L'inauguraz~one

di.sQusse 1e reliazioni del prof. Devoto, t addi,,.enuta a:IQ 'aipprovtaz1.ome di un Ordine del 21.orno· 1

~

col quale :

dell'Anno Accademico all'Univer-

. .« f~ a:ppel~ . aJ, ·~v·ert;ID, ~li al~i enti ipubb1101, cttt~'tlt pu 1Ui}am1nat1 perche venga promos·~a 1n I.tail1a. ]~ oreaZtionie dci. ospizi marini, bal--

Si è compiuta sol erunlelllente il 24 oorr. !Jr esenti il .M inistro delJa Pubblioa I&truz1on·e' o1ll0revo1e Alfredo Baioc.eilli, il Presidente del S~nato, 011. B,01t1as.i, il Piref,e tto, comm. Zoccoletti il Sind:aico, sen. -~polloni, .l'on. Sa:l:a,ndra e alt~e a'l1torità. . 11 Riettoi·e Sél!luta J,e nuove ["ec1ute deo-11 studi e 1g 1':i,u .n.umerevoli ·g.i,ovani della Uni ver~i tà <.:be a~imentaa:ono il fuoco .53.!aro della gUJerra r~ùen­ Uri.c.e, ed .ainnunziia che tra breve, in memoria dei -0ad11ti, sarà ilnna1zaito urn petieilllne mon1J.m1ento dalla :niconosaerute madre « Sapie11tia )) . Prevede che 0J111Cl1e gli studi ri p ren·diematnio presto il loro equi1i1b rio pertluirbato dal .t remendo quinq·u en·nd.o trasconso. Svolge il :ten1a: La donna e ilia s iu a p.airtecipaziOUJe alla cult11ira. Da u:1itimo tl:l Rettoir.e ringrazira S. M . 1a iRlegiJ1a 1\lfudn.-e per iaivier donato alla ClinP.ca traumaitoJ.ogica-0rtopec1ica .la copros·a suppell1ettile çle.11 'osped aile per ii feriti di guerra che :a:Y.Enr.a istituito rnetJa reggi:a diel Quair.ti1erie L t1dovisi. Quiindi dl senatore orof. Ma.rchraiava :tratta diei ... Progressi della f...i edicina. È una 1e sposizione vi\ ìa 1cte e polemica della par.te clt1 e l'Italia e 1hn plalrt11eo1atr modo Rioona ebbero rnel1e scienze mediche. D.a Ce lso a Babriziio d 'Acquap:e.ndenrt:e, d:a Galreuo .a Lan.1 cisi e :ail dalm•aJta Bag-livi, 10tg·rui .n uova via fu aJ)erla ,èLaJlla .scuola i1:icill.1ia.na e molto di f·r equente nella nostra Università. Eppure proprio qlta1che setti1n12,n.a fa 11111 c hiaro 1111eclioo im.gJ.es.e à111 una reputata rivista scienrt:irfìca misconosceva ]la g.loria del Cesa:1:pLno, i1 m;a,estro d:e11' Ateneo '110ma,n,o che primo .scoprì la cà~olazion.e del Salllgu1e . lVIa, .p .ar.rà morec1ibile, i l p.a ese più ·ri1000 di sttoria. saiien•t ifica, non po·ss:ie<le a1nco.ra una storia deciente e com.piillta dtelle sue scienze ! Ne1 dottissimo d~scorso , denso d'idee e di IDDtizie, UtlJa parte 0ospi.c.t1a 0 liasciata "1!1 SJOVr.aino inrtelletto di I.,eon.a;rdo d ia Villici, ianaitomico e biologo n1on IDJeno che .g rande artista, che intul p.ro,. d~gi.asi veri, trm cui, crede il ìVIarch·i af:ava, d. ifenom eni c1e11',a rterio-scleros i. Del1nea ,q uindi 1e s~o­ ·p erhe del Lancis:i .e del Miorg:agrui e, 1d escritba Ja d.ecadien~a tma il S·e ttecento e l'Ottooonto con la imlitazione .strarn.i lera e la b.atiocca teoria dcl vitali smo, trraccia !iJ -periodo del risorgimento scientifico da1 Bufai1'i.rui ad oggà. e tiermma com um. i1JJ!JJO a1\a!to fclll1e .migliaia d:i. ·medici e di operalf:ori, che Jasciarte 1.e cattedre e i 1.aibor.i.·.a tori aiccorooro ibra i n1o stri s o1da ti1e sal viarrono il paese dialle p.iù mici.d ial i e~idemie . Se l'I,t a1ia e 1'E ·u.t10p•a furono per .La pn..ma volta iin ·u lna lunga guerra siailve dal tairibii1e fla1geil9, fu ìt11tto merito dei .p rogiressi <lie11a igiene e delle scienze mediche. 11 disoOit"so è tirna fiera rivendicaztione de'111ie gi1Q.r ie sc·ientifiche nostte, cosi spes(so miscOlllosciute all'estero, ta1volta. per i.ni\nidiia, :più spesso per i.g norainzai, e 11ell10 stesso tempo, 1è u1t1 icnno alla medicina sociailie.

n;eru:1 e monta111 1lll p.i:oporzio11.e ·s empre più gTaru.cLe 11n 1nod.o da corn:sp1ondere al bis·o g.no fiacil-

sità di Roma. 1

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1

Per gli ospizi permanenti di mare e di monte. L' -~ s.oaitazione Medica Italiarna di Climatologia , l1dcro1ogtl.a e Terapiia fis ica (i\.lta Italiia), udite e (30)

ai:

mente prevedillbi·1e di ogni Prov·ilncia à.ita:l[tl!na. · . « e facendo !Sill·O il VJOto 11na11in1e del:1a XXIV Sezione de1'1a Con1mtissionie del dopoo-uerra si atl,gura c he .Gov~1:1o e Com1tJni met~ ~uri.,.. tamente a ~t?pos1z1i0n~ ~ Com~itati o dQ priy·a ti, a p P:ezzatmoe_nt1 .f10res:tal1 dt ralba m011Jtagna, p reser-· vat~ .dal d1sb?s-oan:ienrt:o! pro:vveduti di. acqrue pota:b1~1 ! per er'llgeh"Vu. ?SPl~t 0l1!mta11:otera:p1ci elioterap.101 pern1a11ent1, v1n•oolando i prromotori a conioed.ere ,p osti g·rat·u iti o di fav.o.re a Comuini alJLe Opere Pi1e , O!iganiz~ibni operaie, As.ili1, e~.;. « .r~coomanda :ai meiici ital.i aini di ;vo11cr.29.rrizza11e i benefìci ch1e la faniciu11.ezza g.r aciae ·eb deù1i·catia, aumenrtata negli anni della guerr~, rnicm~erà cl.alrre 1Cl1re b1ct1nJeari, clianiatiche e mar~ne, .speci1almenite quamdo i fanciulli vi siieni0 iindi.r i.zzati drietro p11ecis1e à.inc1ic1azi.oni indivti.d'l1.a.Ii ; « iiinie-ulca ari medici di fa'l."e sempre, sulla scorta d~gli .studi più mod.er.nd, o·p·era teniaae ed eiwerg1ca di persuia:si1o ne .p ress.o le ipop,ol:azio11ii facilme11ite .ailLarmaibili, l)er l'im1p.ia·n to di cc0l101;ie mar.i:n1e , onde acoolga1nio co1n ainimo .beo.1 disposto e · tran qt1·i llo f.aiwciu·l1i, che spesso .SOl11l0 i;n rn11igilior condizione di \S.aJute di n11()11ti de] lruogo re di timpeclire che il paitrimonio is-alutci.tfero c1ell 'Italia sia .conrverlito in. monop.olio dd. pocl,d.; consiiglia , infin1e , ,p er ev1ta1"e f.aciù.i mali111tersi, che sia aibbain·d;oruata .l a dle.sigin.a.zione di scrofolosi, chie q11a oe 1à am1oora. si a1;)plica a tf.ainciu11·i g1raci1J.i e delicati, i ·q ural.1 ·11Jon ,pu:-esenltaJno n €ssuna di quielle le.si1oni pE:1ric.0'1os.e .ed imp['essionanti per le quali, p~ ù che l 'iinvio i.n una comum~.tà, .s.i ritnp.O!n.e i.1 ric.overo iin speai0!1i sanatori ».

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Una scuola per infermieri negli Ospedali Civili dr Roma. Con deliberazione del febbraio scorso il Personale di assistenza degli ospedali riuniti di Roma decideva la fondazione d i una scuola infermieri, a cui è stato imposto il nome venerato di Achille Ballori per il perfezionamento tecnico, e l'elevamento culturale-morale della c1asse. In tale iniziativa il personale si è visto confortato, oltre c4e dalla fervida adesione di tutti i medici primari, professori ed aiuti- i quali porteranno il loro prezioso contributo all'insegnamento tecnico - dal concor so autorevole dell'on. Amministrazione Ospedaliera sotto il cui controllo funzionerà, che ha voluto darvi incoraggiamento ed aiuto, concedendo locali adatti, curandone la sistemazione, propiziandone il complesso lavoro di costituzione. Il 26 corr. nelle bellissime sale della Scuola (dirimpetto all'Ospedale della Consolazione), donate dall'Amministrazione, dinanzi a tutti gl'in· fermieri ri11niti in assemb1ea generale, avvenne l'inaugurazione. Il primario chirurgo prof. De Fabi, Presidente della Scuola, con parola elevata ne espose il programma riscuotendo applausi fra• goros1.


[.L\.NNO XXVI,

FASC.

46]

SEZIONE PUATICA

Nel giornalismo medico. Si è il.nizi•a.ta !la pub b lioazi,onie di ltn 'edizi1011e romaioo d:e « Il l\1edioo Italiano Y1, organo uffìc~ale {1ell 'U11tl.on1e N.azi,01i.ale dei 1\1.edic~ Italiani. È affi.cl:ata a1 dott. Gian Luca I ..ucan«reli. A ~ ~ .'"1.ugur1.

suoi p redilettti studi di morfo1ogia patol1ogica,. specialmente 11Jel oamp·o del.1 'arc-hitett11•r a esterna dei g.i.ri oerebrald e della struttura del crainio. F:na essi sia SO!pratutto ricordato 11 sruo ultimo, e veraimente· sp1en.clido, lla.\roro sull'.ev;olt1ziollre drel j)rocessus ranii ma·ndibolaris. 1

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La rr.ortalità a Lilla. <<

Le Scalpel » dà notizia della mortalità eleva-

È morto in età di 70 anni il prof. L. BRIEGER,. il valente cultore della chimica batteriologica epatologica, al quale si deve la identificazione di alcune tossine. Ha diretto per molto tempo l'Istituto idroterapico dell'Università di Berlino.

. tissima avutasi a Lilla sotto l'invasione tedesca: 27.75 %o nel 1915; 29.26 nel 1916; 30.4r nel 1917; 41 .55 nel 1918. I"'a mortalità per tubercolosi è • salita da 3 .o 5 a .5. 78 °fo0 .

A Sant'Elia Fiumerapido, sua patria, si è spento, il 12 novembre u. s. nell'età di 87 anni, il dott. ANTONIO RIGA. Il suo nome è legato alla storia della Medicina Italiana, essendo stato egli il primo ad illustrare, nel r88 r, Ja Fren1"'lite pseudo-membranosa sub-lin· guale, detta perciò « malattia del Riga», a torto poi ribattezzata col nome di un altro scienziato, di lui più fort11nato, che la studiò in secondo tempo. Il Riga, costretto dalle difficoltà dei tempi e dalle ristrettezze economiche ad esercitare nel suo paese, è pa5sato cosi inosservato nel mondo della scienza ufficiale. Ma l'ori2inalità e l'importanza della sua scoperta, se non ebbero adeguato riconoscimento da parte dei suoi connazionali, furono degnamente apprezzate all'estero, dove il nome di lui è bèn noto e stimato. Numerose pubblicazioni in Francia, in Germania, in America mettono in rilievo il valore e la priorità della osservazione del Riga. Pure tra le difficoltà del lavoro assillante e monotono della condotta. egli seppe trovare il tempo per dedicarsi ad importanti e svariate pubblicazioni scientifiche, che trattano di epidemiologia, di idrologia, di neuropatologia, di igiene di interessi di classe. La profonda coltura medica si associa va in lui, come in pochi, ad una ~oda coltura letteraria, per cui nelle sue pubblicazioni scientifiche si riconosce l'antico pu ··ista; e numerosi suoi scritti (discorsi. commemorazioni, riviste), che si leggono con piacere, comple'hano la serie della sua produzione multiforme. Idealista, uomo di cuore, galantuomo perfetto, esercitò, per oltre mezzo secolo la sua professione con abnegazione, con disinteresse e con dignità, scevro del tutto da invidie piccine, manifestand osi, anche in ciò, uomo superiore. Battagliero, patriota fervente, cooperò con l'azione e con gli scritti al riconoscimento dei diritti della nostra classe. Ed amò il paese nativo e la Patria d i amore sincero ed intenso. Dott. G. L. LECCE.

LAVORI ORIGINALI: Rallentamento del polso durante il sonno· nei Basedowiani (Dott. Giovanni Osti). - I precedenti anamnestici nel« cuore di guerra >) (Dott. Elvino Ruggeri). - La pro-gnosi dei vizi valvolari del cuore nel periodo di eusistolia (P·r of. I. Romanelli) . RASSEGNE E RIVISTE: Forma nervosa dell'endocardite a lenta evoluzione ( Olaude). - Forme cliniche singolari dell'endocardite maligna a lento decorso (Robert Febré). - La tubercolosi~ subacuta dell'endoca1·dio: cardiopatie tubercolari (Braillon). · Pericardite tubercolare suppurata con grande versamento (Taverniere Serre). - La dispnea cardiaca precoce e l 'insufficienza.t nel sangue, dei soli regolatori della sua reazione chimica (B. .Moore). - La diagnosi elettro-cardio grafi.ca nella preponderanza. anormale di un ventricolo, e nella ipertrofia auricolare (Paul,. .Arlie Boock e. White). - La reazione circolatoria allo sforzo graduale e progressivo i1ei soggetti n ormali e in quelli affe~ti da insufficienza cardiaca ('11• B. Barringher). - Il metodo deJa quadratura di Ecbebitchef nella misurazione dell'area cardiaca (G. Mazèl'es) - Scheggia di granata para·aortida estratta dal mediastino posteriore (0. Laurent). - I proiettili nel cuore dei soldat·i{Locali zzazioni e sintomi (R. Kienbock). - Estrazione di'. un pr Jiettile intrapericard.ico e d'un proiettile intracardiaco (O. Rastouii). - Estrazione di una scheggia di granata dalla cavità del ventricolo sinistro, gua.1igione (R. Le Fort). - Proiettile superficiale incluso nella parete del ventricolo sinistro, sottopericardico, operato e preseutn.to guarito al 6° giorno (Petit de· la Villéon). - Estrazione ù'una pallottola di ruitragliatrice dalla parete ùel cuore (Hartman n). - Migrazione tardiva d'una pal-· lottola di fucile dalla vena cava inferiore al ventricolo destro (Debeyre). - Sarcoma del cuore (Perlstein L.). Alcune varietà di malformazioni congenite del cuo1·e (.Findlog et Blair M. Martin). - Retrécissement du canal arteriel de Botal, avec hydro· pisie générale cong.,nita (.A.lessandro1.us'A.'i).

mooto :aid· Ober·n ig (Oberslesien), 3iPrpena cinquantenne, il dott. JENTS·CI-I, C0111sdrg liere dii sa111iità. I~ 1_)1!'atioa medie.a inon lo d±srol1se dai

NB. Al ricevimento dell'importo d'abbonamento verranno immediatamente spediti gli undici fascicoli pubblicati dal gcunaio-

È

LB

malattis dsl cuors BdBi vasi Periodico mensile Fondato da.1 prof. FILIBERTO MARIANI della It. Università di Genova.

Sommario del N. 11 - Anno III (1° novembre 1919)•. I

Abbonamento annuo: Italia L. 12 Estero Fr. 18. Per gli associati al a I>oliclinico »: Italia L. 10• - Estero Fr. 15. Ogni fascicolo separato L. 2. I nostri signori associati che desiderano ricevef'eal predetto prezzo di favore questa inte,-essantissima Rivista, debbono inviare relativo vaglia direttamente al prof. ENRICO MORELLI - Via Sistina, 14 - Roma. ad ora.

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IL POLICLINICO

[-.\ NNO

XXVI J F ASC. 46]

Rassegna della stampa medica. Rif. Med., 5 a pr. PmoNDJNI: Correzione d egli Presse l.11éd. , 17 apr. DESMAREST, CALDERON e errori del cateterismo ureterale. " C~ AS : Trattamento delle fratture sotto-trocanter~che. - I-IARTENBERG: Nuovi segni premoniPresse Méd., 10 apr. AMENILL: Azotemia e ton d el parossismo epilettico. azoturia negii it t eri infettivi. A mer. M edic., mar . JOHNSON: Vaccini misti nella Morgagni (Arch.), 3r mar. ANDRUETTO: Tuberco· profilassi d ella polmonite e di altre infezioni losi latente e sua diagnosi. respiratorie. A rch. M at. A pp. Di{{es tif ecc., LroN: I falsi cancri Clinica Castellana, mar; AzA : Diagnosi precoce dello stomaco. del cancro uterino. ]ournat A. M. A., 22 mar. PuRDY e TABETTI: Med. Record, 4 apr. BENEDICT: Percussione ascolL otta contro la malaria nelle 1isaie. - l\1INAKER e lRVINE: V accino-profilassi d ell'influenza. • tatoria . - CoUGHLIN: Gli esercizi fisici in età inoltrata. , Proc. R. Soc. of. M ed., feb. BAYLISS: Lo shock (d iscuss ). · P1'ensa M ed. Argent., 30 gen. ARGARIARÀZ: Il nistagmo cerebrale. Rif. Med., 12 apr. TANSINI: Sul carattere deJl'insegnamento e d ell'esercizio clinico. - MABull. S c. M ed., mar· DE NAPOLI : Difesa sociale contro la sifilide, le malattie veneree e alcune RAGLIANO D. : La remineralizzazione chirurgica d ermatosi. d elle coxiti tubercolari. La Stomatol., mar. BERETTA: Assistenza protetica Bult. ]ohns Hopkins Hosp., mar. KRAUSE: Misure antitubercolari. HARROP: Produzione ai mutilati d ella faccia. d ella tetania mediante iniezioni endovenose di Soc. Méd d. Hop., 6 mar. CAUSSADE e MARBAIS: bicarbonato sodico. Setticemia d a bac. d i Shiga e assenza del germe Annales de Méd., n. 6. DEJÉRINE E ANDRÉ-CEILn elle feci. LIER: Para-0steo-artropatie degli emiplegici da R-iv. Ospedal., 28 feb. GARIN: Le sindromi cliniche lesione midollare. - ETIENNE: Imbarazzi ga• delle malattie del pancreas. strici febbrili da bacilli tifosi o paratifosi. Surg., Gyn. a. Obst. apr. Numero consacrato pre]ournal A. M. A., 5 apr. BASSOL, ELv: Encefavalentemente all'empiema. lite letargica (nona). - HARRIS: L'influenza Brit. M ed. ]ourn., 19 apr. BARR: La fisica del tonelle gestanti. - ABT: Influenza in un neonato. ra ce in rapporto con le lesioni degli orga1ri Gazz. d. os·p., 6 apr. MAZ7.0NE: L'infezione pestosa endotoracici. nella zona militare di Cirene. Paris Méd., 19 apr. VARGAS: n rachitismo, diBult. Ac. de Med., 15 apr. CAEITANI: Meningite strofia emo- disostosica dello sviluppo. influenzale. Archives Med. Belges, gen. NOLF, SPEHL, COLARD e FIRKET: L'epid emia d'influenza nell'esercito ] ourn. de M éd. et de Chir. pratiques, 25 aprile. .BROCA: Studio radiologico delle osteiti consecub~lga. - BURGET e FOCQUET: L'encefalite letartive · alle fratture di guerra. gica. Gazz . d. Osp., 3 apr. BINDI: Rare complicazioni Gaz. d. Hop., 24 apr. D.ELORME: Tecnica operatoria d ella cardiolisi. e successioni chirurgiche dell'influenza. Journ . Trop. Med. a. Hyg., 15 apr. ARMITAGE: A m er. ] aurn. M ed. Sciences, apr. HALL e WmPPLE: Ascesso amebico del cervello. Intossicazione da raggi X. - DANZER: Il rapRif. M ed., 19 apr. PEZZI : L'andamento dell'infeporto ca r d iotora cico. GooDMAN: Diagnosi zione tifica e paratifi.ca nei vaccinati e non vacd ifferenziale tra stenosi mitrale e insufficienza cinati. aortica.

Indice alfabetico per materie. _i\..de110 -flem1nonii dell 'i1o .p almona:re. . Pag. r 37r Chir,u.rg.i·a tora10iaa : iev.c>tlu zio111e negli )) i360 ·u ltri.n1i quaittord1~i aJllllli • . . . . Decotto di L ittma n:n . . . . . . )) 1374 Gotta : ipa1Jogei1~si e 1anatomia patoJiogilca . . . . . . . . . . )) 1356 Tnfa'll.Zia iabba1i<l.on.ata : lo S,t ato i.nrt:eg raitore .delle: dieficie n ze della famig lia . . . . . . . . . . . Insegnament i m·edico-sociiali:i della ru.10stra g uerJ.;a . . . . . . . . . Intossicazio11e aieet onica i nrfiamrt:iJie : pa togenesri. e cura . . . . . . . )) 1349 Li111ifangiom0 ip ·e rtr.ofì co iperivaiscolar e )) 1369 nell'.avven·bizia d el1 'aorta . . . . ì\1alarici : elimdnazio11e deil biO.inogenio )) 1369 Pe~le cl'oca e 1-iflesRO pilo-n1otore . . » r 364 1

Roma, 1919 -

Tip. Naz. Bertero di G. Guadagnini

& C.

P liaoen.ta : a lterazioni consecurt:.iive a ri1rufìaimm.azi101ne dell' apparato gerui'talJ.1e . • • • • • . • • . . • Pa g. Pleura : diSiturbi ne r\Tosi i00nsecutivi a 1inrt:enrent~ s ulla . . . . . . . Pleur·i ti puruiente : trattam e nto me)) d ico . . . . . . . . . . . SeJbtice1nia mwj11-g oooccica oon .e.5aintema pert:ieochiale . . . . . . . Stasi intestinale cronica : alcumi dati • )) •llUOVl. • • • • • • • • • • )) T·t1bevoo1osi esterne : t rat tamento . Tubenca11osi polmonare : diaig:nos.i pre)) coce • . . • . . . . . . · · Tuber co1osi potlmonare iniziale ed ipertiroidismo : àrl.agnosdi diffeien)) ziaa.e . . . . • . . . . . . L. Pozr.1, resi>.

1370 1372 1372

1357 l J 73 1370 1372


.. Roma, 23, no·Vémbre 1919

Anno XXVI

Fase. 4'f

(Pvhblieato U 4 tlicmabrt 1919). .

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fondato dai professori.: I

GUIDO BACCELLl

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FRANCESCO · DURANTE ----

REDATTO!m CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI

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SOMMARIO. Lavori originali: G. Gaglio: Presenza nelle urine delle cosi d ette vitamine. - E. Modiliani: Patogenesi_e cura delta intossicazione aceton ica infantile. Sunti e Rassegne: DIAGNOSTICA: R. Warren: La diagnosi precoce di occlusione intestinale. - MEDICINA: R. Guillermin: La castrazione ovarica radioterapica in certe fo rme di tubercolosi polmonare. - UROLOGIA: Lepoutre: La tubercolosi delle vie' urinarie negli attempati. - DERMATOLOGIA: R. M. Atwater. : Scleroderma e sclerodattilia. (Rapporto di un caso e rivista della letteratura). Medicina Sociale: C. Baduel: La· Croce Rossa Italiana nell' assistenza ai militari tubercolosi. Strumenti e apparecchi nuovi: E. Pittarelli : Sulla cura delle pleuriti purulente. Appunii di Medicina Pratica: CASISTICA E TERAPIA : Il morbo di Wilson. - I disturbi motori d'ordine riflesso e le

co ntratture periferiche. - La sindrome sensitiva corticale. • Cura medica e chirurgica delle nevralgié facciali ribelli. Nell'emicrania. - Corrdotta pratica da t enersi con gli agitati. - Alcuqi recenti lavori sui disturbi della fun zione sessuale. TECNICA: Misu ra dell'attività del succo gastrico.-tMEDIClNA SCIENTIFICA: I trapianti della milza e della tiroide con vascolarizzazione intatta. Posta degli abbonati. ~ Cenni bibliografici, Nella vita professionale : F. La Torre: La crisi dei g~or­ nali medici. - Doctor Justitia : Il professore Masnata. Cronaca del movime.nto professionale. Rispos'e a quesiti e a domande. Condotte e concorsi. Notizie diverse. • Indice alfabetico per materie.

Diritti di proprietà riservati, - È oieltlla la 1ip,otlu1ion1 tln ùaeori f'ubblicati

nel

POLICLINICO o la pubb!ic111ione tlt '""''

ài essi sen1a cita1ne la fonte.

LAVORI ORIGINALl.

bila.mo visto aome .l':t.11ri11ia umana, ne lla quain.tiità di poohi c. c ., ·mos.tras•s e t 1ella p.ol in eurite dei colombi rap.i dii effetti cc.r.a.t ivi i111 un grado moJ;to più elevato d i quie1lo c he viene descritto diail Funk per le v.ilt aani:ne da lui •est r.a tt e dall1a crusca di risto o .d al 1iev~to di birra . Già dop·o rpooh e Olre dalLa somm11niist raz:ione .di 3-4 c:c. ,éLi u rina 1fievemiente oo.i roent 1iata a .b agnomaria, .si vedeva l 'iainiuna~e sta.~e 1p iù saldo s ulle zamoe e camminare con più .sv.e1tezza e si attenn:av.runo g;li s p asmi muscolari e i movdment i .disordina:ti 1deù oo1Lo. La s1ommi11°istrazione dell 'urina \e!lli1va r.ipettwta 2-3 volte 111:el:ta g iornart:.a, 1'a11irn.ale si ipreoontava sempre meglio e al~ia d.iman·e ap.p·a riva eompleitamen~e g·uairi•to. _t\Jnche qua:ndo l 'a1niima1e era r.i·do.tto, per la d ieta 1dcl ·r iso .m on•d ato, 1n u •nio s(t ato m-Ol1to ·gli-ave c0111 c~ratt.11.r·a dei musooli de11a niuca ed op.iks•totono, ess.o gt1ar.ilva comple tamente sot'OO I 'influenza dell 'urina. Oont1n1Uando ta s.Qlllm inistraire •riso e Th!'im:a, .l'a11ima.le oantinuava ia stare b.enie per ·qual1c he giorno, 'P,ai ricom·pa;ri,r:a11t0 i·n forma a.tten!tlata i sintomi nJerVOSi e l'a.nd:male duraiva j.n ·v ita rp.olto più ilungiamerute degli animaìl'i esclusi da questo itrat.t amento. .s i osservarva così u.na forma atf.Jenu1a ta dellliai malattia che poteva pro1ungarsii ·p er mol.te settimJaine. A·DJChe la dimilnuzione deil peso del QOrp<> si moderava e subiva tal.volitia degli arre1

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Istituto di Farmacologia della R. Università di Roma.

Presenza nelle orine delle eosi dette vitamine •

per il prof. G . GAGLIO. -~ll1 'aooademiia m edica di R ama, ne1'1a secùut a

·d el 25 m ag1g io 919, ho riiferd:bo su esperienze eseg uite in pairte con i l dott . Enriro Roseo. I·n ordine ai fart:ti che .servono d1 ba1se allo svi1u ppo <lielllia .teoria dro1e vitamine senza. dubbio è fondamellJtalie l'esp eri enza ch·e i ool10111Jbi il1.JU.tri.tii esclu sùvamelllte ccon ri.so grezzo vivono b·e ne, mentir.e .aimcrn.al01no oon disibu:rbi polirneuriitiici e m uoipno in 15- 20 giorni se ven·gono n utriti cO!Jl l1Ì!SO mondato. Il Funk, oome k .noto, esttt\aJSSe <liahla. cllU!sca di ri15,o sostainze di naibura b:aJska. del ·g iruppo della p iridina c h e iin picoolissim:a q:u:an.t it à solnO eia.piaci di spiegaire a.zionii cuttative nie lla pO'lineuri1te, sviJJuppata nei oolJombi per 1'.u so escl usiiivo òiel rioo mondato. Queste 1&0.&tai11ze, .c he egli trovò dtliffiuse iln molrti a limen ti., fu rono d a lui chie.ma:te 'Vitamine e oonsd.dem.ite c0i1ne 1\111 gru ppo a 1?a1t.t e di principi.ii. alimentair:i. che i;n :picoolissima qua:nJti t à sano ~ndispen.s•abilli a.I.l a vita. È occu paindoci d i q u este esperienze che ab-

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IL POLICLINICÒ. .

sti. Se, quando l 'wrina. arveva sop~presso .i si1ntomi DJerVJOS-i, un po' la dieta aO"o-inno-err: ,,,. , . si mod1'1ìca\;a . 00 o do /QIJ. r.1JS0 q·u alohe a1tra soota:nm ialimen1ta:re, per es., :un po' di tuor1o d'uovro, •l 'ani.ma1e o-u·a riva cLefiniti:v:amente. ~ Peir Ja. interpretazione di queste esperienze si potrebbe peitsaire che per i 1"e11d si elimini:n-0 l·e ' 'itamine che si fonnaino rD.e11 'org·a nismo o eh e a~ esso p~engono con glri ia1limen.t i. Ma. è pireetsacmelllte i·n raipporto al concetto delle viitamin1e che ques,t e esperienze. ci sembr.aino particolarmente interessarnti. Queste .s ostanre :indicaste ool u.ome di .w.tami:ne sono ano1to diffu15e i!l1egli al~menti' s~ialmente iin quelli vegiet.a•l i; il Funk, che esbr.aisse llia viitamimia dalla crusca di a.-i.so e d al lievi1to d[ birm, osserva che. qua·n1o ·più essa si purifi. cava rt:a'lllto men o .aitti1v.a s i .d1flllJOstrava, ·.1evo11J0 aunque essere •.p arecchi e soslf:.ainz'e che <io·i:-... sacmo in ·tna.:ni'era simile e che forse .sj con1p0rtal1JO si1ruetrg·iioamente, nel senso che qu:ai1ou.na. per sè 1poco atti\ a è capace dii rinf ()t"zare I 'azione dell'altra. D'altra ·p arte si s.ooo ·preparq.ti 1uolti derivati artificiali 1d ella ~ki·dj'tlla e della piri.midi·t.i a e alcuni derivati della xantina che si c10mportan.o come lie viibalmi111e d!i fronite ad colombi an~ti da poli·n euri te. Se queste •sost.9.n ze si trova'lllO, per ()()SÌ di.re, quasi dap.p er.tutto neg·l i a;limenrt::i, se si possono prep3Uare· artificia:J.ment·e , e se l 'tt11ia può sosltituiire l 'al:tra, n1om si p,u ò oertam:ente annimettere -l1a Lor.o specific.irtà, pure atl:nmetten.d o che esse ~presen­ ti•nio pri nci.pii alimerutari indispenlSaibili a·l la vita. I n ra1pporto a •lla .n;art.ura di questi principii, se corrsirleri.amo il pLasma che fiJ.t ra dal1e paireti dei C3ipi.~1Jari e che irrora le celllule dei ·n ostri tess.urti, ·:im. esso dobbiamo trovare 't utte 1e 1.SOStamze necessarie ial.1a vita. Ora, 1nel p:1aJStma, oùtre alle sostanze proteiche, ai g ·r oosi, agl'idirati di cal1bonio ed ai saili mineraù;i, esistono mo1rte :sostanze organiche azotate ~be sono da considerare sia come prove-nienti oogl.i a11menti, sia come ~odotti del ricambio materiale deitl 'org.airuiismo. Queste sostanze. sono state da tempo com·p .rese dalla chimi.ca ne.11~~ denominaziòne di ~ostanze estratti'lJe azotate e ne11e 0Jtlallisi d.e gli a lhnenti vegetali .si calcoliaino .specialmente come azvt•.J non prote·ico . Sono queste sostanze che sono state trascurate :in rapporto alla aoro funzione c011s.idera.ndole come scorie destinate alla eliminazione. Ma 0.ltlche quando rea·l mente esse siaino scorie, finchè ci.roolano ·nel samg•u e debbooo adempie.re ad uffici importantissimi come stimoli del:la nutrWione e detla fun~ÌQile degùi organi. Le cosidette 'lJitami:ne rientrando ~n questo concetto perderanno della loro s.pecifici1tà che ha fatto di esse <l elle sostanze misteriose . 1

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F.~sc. 4iJ

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CLINIGA PEDIATRICA DE i tJ.,A R. UNIV. D I R OMA diretta• dàl prof. t;"oJGJ CONCBTTI.

Patogenesi e eura della intossicazione

acetonica infantile per il dotit. ENRI CO MODIGLIANI , docente e aiuto preparator.e. (CMlifffHl1iMu • fÌPN : 11edi /as' i'°l<J p,,eUllelfte).

Se g1li studi sulla pa.togein.esi e sulla cici.nica . d ell '~ntossiicaz.one aoet1oni~a han,no fa1tto progres.s1 ,, :la cuna è ritna1Sta ad un diipresso quella che e-a. r5 :allllli fa, quaindo la ooncezione patoo-enetica. e.ria difierente dall'attuale. ~ Durante 1e •g randi ier.isi la cwr,a . è s~ntomatioa ;. i1e111.e ·crisi :d i v-0mito, .anzd, è re.sa. dJifdìcile per il fatto che, data 1a inito11erain"z a ga:&t't:ica, è q1U.as i impossibile la sommii11istrazione per os, e bisogna agi'lie per ol.ilstere : ad og·.nJ modo essa tende· a mewtr.a1izzare t1a to.s.sicità degli acidi mediante la OOtnJmi·n is traizi,cm,e di a'Lcali11i, ed ad atten.uare gli a1t!ìi sintomi mi1nacciosd -- <:onrv.ulsroni, dolori (.~1elùe sind.r omi ~pp1enrlicolari o addomiM1i), 001"diopailmo, accentuata <lepressione dJe:1 polso, e-cc. Negli ;i,11Jterval1i fira ·g li .aiccessi 1a cu.r a è caus.rule: sia oonrftro la causa determjmante, sia contTo 1gli elementi. predisponenti (oostrituzione, diatesi), ooTutro lia. ,p rima si pr~scri ve una dieta opp;0ntuin.a li1mitaindo naitt1·r alruente i 1o0-rassi e sao-giiandone il .limi.te di t:o1teraJtJ.za : contro i seco·ndi la cura varia i·n rapporto alùa oosti:tuzione d-e1 piccolo paziente, a.J.lie condiZJioni del r1oa.m1bio, e alle 0ondiziond1 etiologiche e paJtogenetic.he rilevate inei singoli casi. Ma se è ~ero che in molti casi, ~n cui itutta la inal!alttia, con&i:site in 2 o 3 crisi di vomirto (.tailora ia:nohe uno solo), 'la .sola limi tazione dei grassi e qua:10he cura per '!'.endere ipiù attiva 1a ft'.!11zionalità epati()a scmo sufficienti al successo, ve ne son.o altri, fondati su alteraz.i.oni epatiche ered:i.1ta.rie e persona.li aStS.ai accentuate, in cui lo schema iterapeutioo tracciato si dd.m ostra itttadeguato, e ma1Jgt'0do .t iutte le cu't'e c1ieteitidhe, ivi compresa 11a più scropol(O!Sa limitazione dei grassi, la teraipia più svariata oontro :la dmsufficienza epatioo (solfato di soda, rabairbauo, cwlomelamo), Ja ipiù persistente tiezrapia ailca.Jinizza'Ilite (magmesia, bicaa-bcmato di soda, ~que mimerali a1C0lline, di Evtians, dii Vals, di Vichy, di S. Pellegrino, d.i Fiuggi), ~~ cutie dirette :al miglioramenito de11.o stato generale (ricootituooti) e del sistema nervoso, &i vedotlJO ùe gracr:idi crisi acetoniche ripeter.si. invariabilmente di anrno irn arnmo, con 1·, ,,a certa periodicità, ooi.ncidenti generalmente con J 'inrizio della stagione calda, intramezzate, salvo · intervalli ,,,.ari di pausa, dai si ntomi @ella piccola 1

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[.t\.NNO

XX\1 I, FASC. 47]

SEZIONE PRATICA

iinitossiooz·i onoe a-cetoin.ica, tes.t in;oni a;tte:ndibili che la malat"ti,a !Il011 aiccen1na a migliorare. Si tratta di •UJn:a for.ma mo11b!o sa che se non è ~or.tale, ba delle maniifes.t azioni i1m'Poinenti, spec1almenrte i vomiti prolu·n g:aiti, ù.e oonvu1Sti0/1llÌ 1e c~isi cardiaoh e, le cris i a ddottDina1i, che a11larm~o g_1 ustannente l e fasmdg1iie dei piccdli :ilnfermd, spiec1alme.n.te quarndo queste, illuse d:al irapi<lo e pront.o miglioramen!to, vedono .p oi ripresenrt:.airsi il qua dmo con tutta la primiiti·va d11rten sità. Tu1tibo 'ciò è cau sa IJ?er i p ar enit1 dti. ,g 111aivi pre.occU:p.azi01D.i a dissi1piare 1e quali n on b1a:sta110 Je aissicuraz.io nri. del fuedioo ohe la mala ttia h a 11·n limite di tieni.po, che ge.neraillme nte SÌ! e·sauriiis>Ce verso .i l 70-8° a ntno di età. Talvolita rpoi, nei .c.a1s i i:n c ui J 'in tossi cazione si prolUJnga. :n!e glri i,niterva}l[ f.na J1e 1g r .a;rudi cris i, questi .ban:nbi111i :r.i,m1angcmo e s ili, 1na.g~rolim1, palli<lii, di u :n p al.Iore te rir eo, ron occhiaie cerc hia t e , con facile d rliSp1o siz ione· a t 11rb e d ell 'appa1

r ato digerelllte, ·:fu-·r asci·b ilità de.1 iear a ttere, ecc., tutte alberari-01t1i ch e d imostran o eh.e ci.1 bam bino rimame soUto l'infiuenZia di u 1Jia g rave 1alter.aziane del l:icambiio, dii c ui le fiamiglie s1 m as.t ran o malturaJlmente assai. malc on:tiente. I,n a lc uni di qiue,stri. casi, professionalmen:te diif:fi.ciùi, .ne lla, riicerc.a d.i .n uovi mezzi terapeu t ici che , -a,lessero ad eecitare la c ampiroanessa fUJnzio.na1ità epa.tic.a, io ho a\l.tto l 'to pp ortUJnii,t à dr .es,p erim entar e .] '.acqua sanrt:.a c1i Ch1anci'aJ11,o .e mi s emb["a valga ,l a p ena , rper il S·U•oc-esisio ottenuto, di riferirne dettagi1ilaita.m,enit e, t anrt:·o più ch e daJl1e accurate indagin~ bib1iogratfìiehe 111QU mi 1·iistrlta sia stata :fi.nora u:s•at a nel1ia. cura delta :Ln°t ossicaz.i011e 1

1

acetonica . I~a p .r.im a osserv.azionie su lla. efficacia d el-le acque d i Chita11.1ciia.n o fu .assolutamente fortrnata, e sen 21a segui.re tropp•o dilci.ge11rt em·ente i·l c.aso io ebbi •lllJOd o soltanto di cons.t a1traire 1111 effetbo assai b e11efico. La r j1as su mo brevem ent e :

~ntens~ acetonu;ria. l\fa lg·ira,do Le cutl.--.e diet e tiich(e e ·~JCalllre?1~e ~ppliioa:te, le cris i si rirpeteron10. ~ l·nrteryall11. ?1 ~-6 mes1, ieon seg1ni e'Videnti di

pl!C·C<?l~ mtass11~az1one .a cetio1nica, e oon arce't·O!DJUJiÌa ·DJeg11 tn.tJe.rvalt.1 ~a g1i .attacchi, di1magr.alllleltLto e ·p iaJlore aocentuati. N e.I recarsi a Chja n cia no p eir l1a cura , ~a ma.mma ebbe l 'ideia di .c ond'tlITe seco la bamb!J.lnai, per sottoporre anch'essa aJ:l a our a dellre a'?que: ,iJ mio p.a1rere :i.n proposito era incerto, 1·~or~? qua.Le. ~ossie l 'eff,e tto id i que1le acque nei v10D11ti 01eetowc.i : 1·.alcC'Olllarnda i a 111a m a dre di fur vdsitrure Ja bam1b-itna da.i m!e.dicii de.l :~og-0 1e dii atteners i :ai loro aons.i o-.Ji. L a madre 1~veoe fece di sua iin.izdatiiva : fece b e.re 0illa 1b:a1mb1~a per 12 giornri ci1"ca. 150 eme. iclci. aoqu.a sanita att1'!llta alla soirgiente. Rividi la. bambina d0ipo un m~e daOOa cwra : era aua:nenfuta di 2 k g ., di oolonto. ,ed. _aispetto c omp le t.a,m en.te cambiati : J.a baimplO.la npetè la cura con madi!'e l 'aro.110 s ucoess1rvo : ma ::6!11 1d al primo amno di icua:ia non eb be 1a1l~u1n;a tr1•teniore ma1nife.c:;t:aizii101nie d.i: i1nitos:siazio~e acetonica e da a 1lora potè considerarsi g.uiair1ta. .

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Di questa osservazione :mi .ser vii però .nei du e casi seguen.t ii, ch e per condizioni Sipeci ali1ssime lTo potuto iSeg.u~re con .la m as8i,m a dili ocren z.a , iricos1tru1eindo ·C:011J lfedeltà la .stroria deigli a1scen1clen,t i :

P.,. .. M ... , att ualmente dii ainlni 14. A 11c.i11inesi f1 1111l1are. Dia.l laJto pateroo: u n b i s11onno l1a sofferto di gotta e di reumatismo articola.re con endocardite; ['altro 1bis'llonno gra'Vi 11ia nif est azioni gottose con comparte ;ipazio·ne del fega to, ed è 1

.Inl().r.to per un a ttaicc.o ·d i 1g-0itta. L a nron111a p,arte-inna b.a ,so:ffierrto 1iunga.me ntc di coLelitiasi ed ~ mor ta di .a.11gioeo,li.te 1s upp u riati.va. Il p adre ha s offe:rto 3 volte n el p·err'i1odo d!eilla pubet"t à di 'i tte ra l atarral e,· d ei 3 Zlii pate11ni : un·o l1a soft:erto ripe.t ut aimen.te d i gra'ride reii Yt1ll tis 11 io, c 0111 co 11se1.Tn.en.te en1doca.rdite e · di calcolosi renal e, il seco1~0 ha a,·nt o fra i 28 e i 32 aiu1ni ma.nifestazia nà. ,:.;·ottose articolari e atta1c chi di emicral'iia, i l terzo ha soffer.t o f11a i 12 e i 28 a.11.11i ben 4 v·oJ.te d i ittero

catarrale. Dal J1aito tl.11,a.t er·n o : J,a 1101111112. l1a :so.ffierto d i eniicran,ie : è d i tipo t einè. ente a.ll 'obesità . La m1adire è di r0istàtuz,i01I1e p letorica : soffi.re di 11eurastenila, rh a 13.VU,00 e11iicranie e 1u'1J.Jghi periCYJ.i di cefalea trattat i con .l 'opo.t erapi·a t ll-oidea . 1Tino zio h a soffetito <li colelit~asi : un ail1tro zio ha .sofie1-:tio ,d i disturb~ g.astri ci associi.a,t i a .ma11ifesti segmi d i i:nsufficie1iza e.p atica. Anani.1iesi p erson,ale e decorso. - II ba m bino .nooque a te1illli.ne, OOl!l par.ti0 n1011male : ebbe a11attame:nto :per nutrice })'ea: 15 m esi, decorso t1110.rma1m ente. Subi to dopo lo s,1ezzamento e bb e uin pe1"iodo dii d i.s.rturbi dJspeptic i, ,Jurato .circa 4 1nesi. A 3 anni ebbie i1 pri1no attacco di 1J0 111 i ti accto11.ici ; t re mesi dopo ,e•b be ittero catarrale, ini-

Fia:i dal 1908 pirest av·o l a mla assisteinza ad una S~g1DIOra, A... G ... , d1 .a nni 32, ch e dall 'apri1ie dà. quelll '0mno .p resentò i s i.n tomi di Litiasi biliare , di cui av·e va &O~·erto u11 ·p.ri:mo aitt aaoo m entire era gestamte :nel 1905, con. un primo a{.-cess·o 1dri. coli.ca biliare, che si :rdpetè poi a brev.i p eDiodi, con criorbev'ole freq~a : la ma1aJta, di b·u onia. compl~­ sione, ben ll!Utrita, andava deperendo tainlto ohe im 2 amni aveva dimim.uito di 25 k g . <li peso : rimaste imiefficaci Je cu~e lnedJich.e, ie v.i1sto il de 1pe!liim.ento progressivo ed accentt1a to, io oon&i1g liai 1'initervento chiru.rgioo, e tale 00'11Si1g.lio fu rilJ?etwto da autorevoli .m edici e chiiru•rg;i consulenti . zilélJtosi 001JJ fehbr.e , e cl1e clitU-Ò cirrca IO giio11ni . ,D o,po l'ittero, ma1girado l'os,serva·n za rigoirooa La ma:lata però irifi:utò l 'interv.e n1to chiru.rgico e d i u11a di·eta ·p·o.vera cli g rassi, &i ,ebbero 1ripetuti per conJsiglio dei parenti si indrusse a :tenitarrie la gn-.aindi ia.ttaochi di. vomi;to acetonico che d tllr'0:vano <mira dlehle acque dii .Chi:a.u c ia no. Dir ò sub~to che ila ou.ra fu. efficacissima : la paziente emis e nu- p;erfitt10 5 g iorni, con tutto il corteo diei sinton1i merosi oa.lcoli, UllOD. soffri più di coliche 1bil:ia.ri , {',oncomitanti, com preso 1'ittJgorgo de1 fiegalf:o e e d'Qpo due ammi di c ura si rim1se c ompJteta.m oote. abbond.ainti.ssimra iocetontuia. G li ra.t taoch i veinivaOrbene, mentre curavo questa m ail.aita, UJUa sua ·n.o t al, rolrba in ooi:ncidentUL .d ei g ra111d i fr eddi , p i ù hambiJna di; 3 anmd ammalò, 11el 1908, di i1itossi- .spesso all 'i~zio d e1Ja stagion e calda, gettleralcazione acetonica, con griaindi crisi di vom ito e me nrt:e a di:stainza dii. 4-6 mesi , m a talora in 11n0 1

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[-\~~o

IL POLICLINICO

stessa .stagi.onre si .ri pebev·a,n10 a dd.st.a:nza di. 11111 mese ~iirca ed anche meni0. Il b.aJtnbi1no si 1-iim1ette\ ra ab1baistainz.a bene e con raptidi1tà diaJlle s~ngole crisi, .ma .negli interv.ai1li non raiggi'11:llgeva 11o stato d~ floridezza e di 1b uona .sai1ute : era ·pallid10, magro, avieva di:sa:ptp·etenza., talora ineusee, stipsi ostinata, feci talora ipocoJ.iche, liing1ua .p.art:riJD1osa, alito ocetoni·oo, e rnel~e urine s i risoontmV'a spesso aretone in quaintità variabille, mari. p·e rò così aibbondante come nellie gll""iaindti misi di vomi:tJo. Quesito stato di cose si protirasse senza ·vairiiaziJOnJi fino aid 8 .airmi. Natturail1mente i·n ql\le&to lum.go periodo erarno sbate m .esse in atto tutte ile cure c,omttnJemente consigùiaite: u so rosta:nite degli al,ca.1'iillli e <le1'.lle ooque minerali, e dei più Sl\·.airi1ati. a:n.t.isitiJ?tici; stim.o1anti della funzione epatica {irabarbam e bo1do sotto vairi1e fo11llle :e i111 dosi vari/e), cttre op:oterapiiche (endoepatinia), c1l.tie rioostiituenti generali per os ie per cutem_, cu·r e c1ltimrutiiche pno1u,n ga te, gin11a.stica mediiaa :e sp0litirv1a, ecc., senzia ri:uscitre ad un riSiultaito concludenlte. Esauiritto così :iQ formu.La:rio terarpeurt ico, decis i di sp·e rimentaTe l'acqua di Ch•iamciiaino, dii. cui, in segu·i1to all ' 0S1Se1\ azion1e iri.f.erd.ta, ero rimasto f,avo.re·v'Qlnnente i m pressronato. Nell'estate ·d·el 1913, a 8 iainni, dQpo un ultimo perjiodo di crisi ·di vomd:to vi-011ente, c:on aocentuato e •persistente .i ngorgio tde1 fegato, con acetonuria per.s isitenlbe e ostiinatto de.perim:enbo, til pazienrl:e fu inviato a Ol1i01nci.a'Ilo, ov·e .fece 11a cuira del1 'aaqua .sa.n ta per 112 ·g iorn·i . L'a.eq1ta f·u sommin~strata .rulla tempera.t ura 1ruatUJrale (28°) ! ~tti:nta ~lJia ~~ gen,t·e, ·e ·n'elle 1seguenti quantità : .per n. prlllil1 4 g.i orni omc. 250 per g iornio, J>!OÌ iammentam.do g.radaitamentbe circa 20 eme. a:l ·g.tonno :funo a a-ag·O'Ì'\1Jn10-ere i 400 ~ . iaJl gioir.n1 0 . Durante la CU['a il 1b~·bino fece puTe 4 bag·n i (ogni 3 gi onni) .d alle acqllle termali ·g assose di Sillene, alla temperatura 1

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di 36°. La (:Ura ebbe u.u pr-imo effetto im·m ediato ~prezz.abili5sillll0: miglio11a1nento de1l'a.sipetto, v11vaci:tà del coloTito, aiume11to del p.eso (kg. l. 200), ritorno del:l 'app·etito, :i1~giùlarittà della digestione e dle11 ':ffila~c.uiazion1e, o-,aJi,ezzia e istaibilirt:.à dell 'ttmooe : :iin com.plesso si ebbe l 'impressi1on1e come se il rag.azZ'o avesse s u bìta rUJ11!a r-3:rpida disiÌ:ntossibazione. 11 fegato 1ei-.a decongest1o~to ma s~pre 11Jetbaim·ente pa1pabi1e. N1e1J.e •tirr1ne, esacrn1~~it:: 20 1giiomd. ·d opo ~I termi.ne delllia ou.~a, ·n0i,1i sz ri: scontrò più acetone che una .sett~main,a ~Tan~ l 'iniziio ·clella cu.r.a lSli notavia ancora 1n tnacc1e ~.iden!f:i. Il bambino s tette b ene per tu.:bto l'in·r·e11no, fin10 al ·mago-io dell'a nino ~ce.ssi•vo: i gra·ndi a.ttacc1ii 1io; si ripetor01io più, n è in qu•ell 'amaio .n è neo-li anni suic~essi~i fin,o al .p resen.t e. Da1l ttlla;go-i; s i' ri p.resen:bl.Tonio di ni10,·o i segrn.i del~ p1c~1a iintossd-oazio111e a.ioetonica : rii.tornò iu.n dliscreto pallore, e.on se1:1~o di pe~o. ~lita tes~, quaJ1che cefalea lamen.tos1J..rta, emottv1ta ie facile tendenza ~l pianto pioco1i fatti dispeptici (di:s01ppetenza, ?-dfficoltà' nella d1i:gestione, seniso di pe!J-a ~tricia, con 1eruttaztl.ioni, stipsi), .e che IC11'1~1;niairono ;n~l g.i ug.IllO con crisi g;asitmlgt(:.he e .vomiti mattl\Lt1~, a diITT.uno o .subito dopo 11 primo pa.Slto {cODSlsten~ dm. una tazza di ]atte m a·gro, ca.fiè d'orZJo e biscotto). Tali vomi.ti 1matt1l.itini 1erano f.aci·l i, se1izia. sforzo, brevi e 110n a\·e\"'ano i car(Ltteri di persistenza, tainito' che peo: un paio di ,-olte si verificarono per 1

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XX\"l, FASC. 47J

dia .stradia. .m entire il bambi'no sà reca,·a a .souola, e se si , -eriifuoa'Vano .priltlla del pasto llllon 1aiscìa·v ano disturbi, tainto chje il bambino pote,·a ipoi consumare la :sua eo]e'LÌone senza preoc.c•u pazrioni. Duralllte questo •p erilodo, che diurò fino a tutto il giugno, il ragazzo a\ eva alito aceton1ico, e 10ie1lle urine .si ri.soon1brò .sp,ess.o aicetonie. Nell'agosto suroe.ssi·vo il paziente fu <lii nuovo in,·iato a Chi,a nci,an.10 dove ripetè ~a ct1•r a per r5 giorni! co.n ~e stesse moda lità. Lo stato gene.ra1le 1ebb.e un mruovo e irapi.do m.iiglioramentio, i 1

dis.tullibi scompar,·ero quasi comp1letamente. L'iacetonuria. ndn sci. è più riscontrata. Solta1"Lto quest'anrn.o dopo 4 an1ni dii ber1'essere il o:-agaz~o ha presentaito dci. 'Iliuoivo dei periodi d ·i ancxr.ess.iai e 1d elle crisi ga.sit1raflig.iche matt11tiaaie, .aiccompagm~te da lie,·i 1ipotinnie, che, sebbene nel1e u'l"ffine non si si.a n;i.ai risoointrata acetond.a, debbano iritenersi d:el1a stessa natura di quel1e precedentemente s·offerle.

L'obbi·ezione chie subito .s i presenta ia:11a mente seguendo qu·esba 10S:Servazii-0ne, è che l'effiicacia de'llia cuira ickic a 11i0n sia in questo c.aiso c1imostratii ·v a per il f.aJtto che es.sa f,u ~niziata ad 8 ain,ni, in ·l lllla retà tcio.è i.n c ui 1a ronld.izione morbosa si VJa ~tenua·n·do sporubainea.mente : è noto .~n:fatti che rl ',~ntos&icaz1on.e .aiceto1rica è una malattia strett~ mieOJte pediatrica che s i ·m anifesta con massima fu-equenza fra ci. 2 e i 7-8 iainni. Ci guarderemmo bene, innaiooi turt:.to, daUJa. pTetesa d.i esser dimoiSt·ratiirvi in fu.tto id i rtentaiti\ 1 di ,UJt1a ,nuova teiraipi:a, co.n d'Ue o .tre oasi clinici : è u,n appunto che d.avvero 11on .si può fare a1la scuolia roma1I1a. lVLa u.n'a:nalisi accurata cri ipuò fare a1111mettere con it11tta. probaibili:tà che l'aiequa d~ Chiancita'llo a.bbm avuto u•na diretta ef.fi~acia sull'aindamento della malattia . T'n:nainzi t-utto è tutt'altro che iraro C'he l 'iintossicazione acetonica, speciial:men.t:e sotbo fiorm.a di vomiti .p eriodici, si p,r otragga al di là d.eig1ri. 8 .ai11l111i: iil. Mya anzi am mettev.ai che la s·iindrome perilQdica .si estendesse fino alll'età adulta, :senza però essere a·ccompagnata da11'aceton~a­ !I'ia : ma .a me stesso è stato pQssi.b ile segu·i.r e ·ncl 1918 due casi di vomiti acetonici nell'età della .p111bertà : un10 cla ·m e osservato direttamen.te illl uoo ·g~ovaD1etta di 1.5 annti, l 'al:tro &i riferisce ail1'osservazione già oitat:a del p.rof. Cardutti im U!na. • • ,()'iov.an-e dii 18 .anni di cui iio seguivo quasi qt1i0tldiiana111en.te ù1e aioo1isd <le~1le urinre ricchisisim-e di C'()l!:pi aceton~ci. SO!IlQ stati a:nzi .i di:e .acoessti ~ '\"omirbo più g.ra\·i cui io a bbia assistito: .b:'1's~ di'!fe che 111el .caso da ·m e osservaito i 'V'Omlti s1 pro1·u tngiarono per 9 gi:orni, e i11 ::i11e~lo ~sservato dal prof. Crurdiuoci' per ben 12 gio~·i. Non è ~a esc.lttdere qurllndi che aniche nella mta osset vaz10ne i \1'-Qmiti periodici. 111on avrebbero ipotutx:> persistere .a.1 di là dell'8° annJO, tamlto più che l'ultimo ·periock> di vomrltti era stat.o assai iinten~ e no.n face"\·.a. pensrure da\""\·ero ad una attenuazione s.panrt:aooa de lla malattia. 1

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(ANNO XXVI, FASC. 47]

SEZIONE PRATICA

E che al sospetito .oon .f osse d'el tutto infondato lo diimostra iil fatto che .se ]e grrandii crisi di \X>mi to ·non si sono 1pi ù :rip.resentrute, s i ebbe [n1Yece di queste, in ·c orrispondenzia. dell 'repoca ormai a1bit11ale dre'lle mainifestazii,oni acetonich.e (.ilnizio della stagione caldai), un com plesso di .sintomi f.r a cui 1'iacetanruria e i vomiti maftuti ni e.be iaittesitaf\-ano il rjrtor110 dell '·~ntossiaazione acetolnica J seb,b1en1e in for.ma attenuata. l\1eri.ta•no id i esser rillier\..alti [ v·10mi:ti m .attuti.n i, da me oss ett-iv.aiti in questo caso ·fin dial 1913 1e cli•e S:0uthvvorlh (67) h·a desc'l:itito nel 1916 a.Ila XX riu.n.ione ai1111uale de1:1.a Società _-\lneirican.a. di Piediiaitria a vV.as hiington, in mo·d o a:ssai simile a come io li ho 10.sser·vati : e se Soutbworth .non ha attri,b ui.to léld -ess i il \alore di equiiva1e111ti acetoruioi, e no11 eseg·uì mai ;1 'anail.isii del ,.,omi·to e delle. 11rii11e, aggiunge però, risponderrdo alle i0bba1ezioni di alcuni d.e i co·ngressisti, che « i111 alcUJrui cas.i1 i pa~iet11ti emana\·ano palesemente odore di aieetone » . .E Sherman de \Vitt, in qiuesta stessa occasi.one, j;n terv.eueudo 1ne1lia discussiot]e ag;giuinse che « iin casi simi1i .eghl iritro·rò sempre aicetone nelle urrine ». • D,unque tutto l1ascia sup·p o.rre che l'j:ntossncazione acetonica ·p er.si stev.a .n.el nostr·o ca.so a11che dopo la. cwra detl 'acqua di Cl1i.a111icia.110, J.a qu.aJe con molta , ..eri.simiglia11za 11e a·v e,..a otten11to la enltiità, sopprimendo le grandi e.risi di \·omi1to, che dopo il pr.iimo anno di cura non si so110 1più ri p1"esentate. ì\Iai o1tre a ciò esiste il fatto di osser,·amone inopplllgln.a1bille del g.ran<le migliora:mento del1o stato generale verificatosi 111el r.agazw subito dopo 1a cura, tanto da dtesitrure l 'impl"ess.ione che il m a J.ato avesse sublrto, co1ne ho detto, uitIB ra1pida clisiinrt>ossicaiZi·o ne. I·n fa\'ore dehl 'effi1c aoia d·ella cura deyo11e alllJC.h.e 1'eff,etto del .sieaon1d o J)eriodo di cuira, dopo il quale .soomparve (.se n-0111 completamente) anche lo s.tato di piccola .i ntossi caZlione acebonica, <:he si è ridestata i1n mod'O .molto a.tteniua.t o duirain.tle ili corre1nte .anno sotto forma di crisi gastral·g iche : :il c he fa pensare ch•e a:n questi casi dii intossicazsion.e 01eetonica i111. cui la fu.n zionalità epatica è per co.ruclizioni: .ei;eddta.rire e· persona,li eosl ,g.rav em e.nte e:om1prome.ssa, la oura dell'acqua di Chiiainci:aino d·e ve esser rip·eituta a:lmeoo p.e r 3 ·periodi annuali per ra1ggi.u111.gere un1a completa efficac.ia. _.i\ confìel"·m a de11ia efficacia· J.ell 'acqua Sa,nta dii Chiianciano nell >dtntos-sicazio:ne 0.cet-O'tli,ca sta quest'altra osser-vaaJione: 1

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C. .. M ... attualmeu;te id i amni 3 (1fTatel1o de[

precedente). .t\Jnamnesi f0111iglisaire identica". Il ·b am.bimo nacque bene, a 'ber.mi.n e, con parto normale. Fu a:11attato dalla stessa nutr-i1ce die l fratello per L5 .mesi . A 7 me·si ebbe tl!ll'iUJifeznone grippale ( ?) det1e fauci durata uìlla dozvi·na di

giorni, e .seguita poi da un lUJngo periodo febbrile (febbre .sui 37.8-38.2) con poca alter.a.zio.ne detlo ~tato generane e del.l·a n .u trizione, e che ebbe eS!ito 1111 un'adenilbe .oottomasce11atre ~inistra suip1puir.aita da cui ·c on 1'iaspiirazioue si es.t rasse .d el pus contenente di.p.1 ococcbi carne 111i:sultò all'esame batterioscopiao e cu.1.tural•e . D·o po la crwario-k>.ne a;\··y~nuìta i·n p 1ochi :gi.o r1ntl, riln1as·e un; liew~ iperteirn111a cos.tanite s u1 37.2-37.5. _i\. r5 me.si, s•u·b ito dopo 110 s•v ezza"mento1, con~1otto gTad•t t•a:llmieinte, con t11tte le reg.0~1e iSta1biil ite, ~I ba 111bino ebbe u1nia c·risi .drl. vom~:ti, rnip·e tuti, 1t:11fr·e naibili, abbond:a111ti.ssi1m1i, d 11ra1ti 3 ·g.il0r'n:i1, ie icessati sip1onita1n:eam~eilte p1er l 'iimpi01ssibi1ità dii qualsiatSi s01nmini:s·tr.azione ·d i Jiquddi che .pr.o,·oC'a·v.ano nliaggiori ' romjti. Il fegaitp •era p-oco aumentart:o dii vol•u me, in·dolenrt:e alla rpressione, Jo stato generaJ.e .assai w1npro.1n.esso (iabbattim.ento, astenia,, .m aJessere, ag.irt:.azi one , p.0i1 so rpiccolo), la· li1ngua m10Jtt> patilnosa, l'01iito non aivffi·a odotre di acetone ma .seuti.,·a di pt1tredine, come di pesce gt1as,t o, 'fill'l.tsean:te. Nelle ttri·ne, esam~nate .a.n ch e .p iù ,·oIrte a1 g-lott"no, con 1.11 tti 1n·eto di, .nO!ll s i ri scontrò mai la piiù pic"'o]:a traccia dii aceton;e e cl.i aci1do diaic·e tioo. Tutt.a\da, ,p1oi1c hè .si pot.eva escludere ·qt1a1tsi.asi gi101ssi0J.a·no ernore ·d iete:tiico, d.ati .i l)'re.c edenti d·e l ftia,t e1lo e dieg·,l i asde11clenit:i fn p.o.sta la di~1gi1110Jsr:i di ,·on1ito tio1S;s:iieo (1dièl 1la sit·esisa n.arttto:ia ci1o è di q 111e1Jli' presientati 1d.al fratel!l:o) senZJa a.ceto·nu.ri.a e fu stabilita UJna .c uria clie.tietica .m ediicamerntos.a con.seguente. In.t anto l1a 1lie,re dipertermia conrt:i.n:u.a:vai g1.à da 8 m esi senza ~rave interessamento id!ello stato genre rale •s alvo un leggero ritardo 1111e l peso. _'-\. 22 m€lsi s111:1 'inizio dell 'est aùe, .le iper:termie s1. fecero più aicoentta.ate .sui 37.8-38.2 con 1nassimi p.omeridiami, .accompaiginatd da un complesso di si.rutomi dispieptici (a.111o ressia, o caipri10ciQSità diell 'app.àtito, erluittaZJ~o.nii, modida di:ainnela, i2-3 sca1tiche ial gjiorn10 di ·f eci sen1ilsolide, .c>imogenee, costantemente ipoooliche: (idi asp·e tto cret:.a ceo, f.eti1de), a1Ccompa!gniati ·d a iClep1erri1n1eh11to, pa1llore, m •a l esseo:e, ma1lumoce, arresto del peso. A11l'e,siame obbiettiv·o ripiet11to ,si notar-0t11'0 {1n tanito ·in ita11ito d.e llie pou.s:sée.s di ortiie•a1ri1a; ·U·u l·l1a a cair,i co de11io app,arato 1g1a.?1dola1t1e .iU111fat!ioo, 1dell'~.ppa1r~to ire.. spj.r,a torio 1e ~to:colléltor.10 ; l '1es:a:in1e ra1c11o~c'?·P1.co dei1 torace esegtulto dia1 rad11:01logo de1'1•a .cl11ru.ca dott. Esdra, risultò compl.etamieln.t e 11 ega.t1v~. Nu.11-a: a car1c,o ·d eLl'addome: il fegaito u1n poco 1ngnanc1Jto si prul'p ava un d11to . sot~ l ':a1c:i.ta, indolente. l\'.filza pal paib1·l e nell1e 1nsp.1lraz11on1. L 'e~rume del saing.u!e non diede al.t rai .ailiienaziilon1e ch e una dd'.soreta J,1Jnfuciitosi (47 %). La cutio:eazione f.u ntegativ.a . L ':esame b a:t teri0tlogico del samo·ue non fu .praticato. Nel.le urine, si 111sco1:1trò b :ripetu,taimente ac~tonie 1in ~icco11e q~antirt:à, i1ndareano, moo ia·l bum11nra.. I,l sed1.mento npet:u1ta1n·e nte esaminiaito (cisti.t e?) f.t1 ·nlegat·i,1'l0. Nessu!Da al.tera,zci.:onie fu ir.irsoo1n1tra,t a .all 'e·sanne del ca.vlO •Iliar so-flélri!ng.e-0 (veg~zrloni adE?noi.d1 ?) ~ d~lle ~~­ chiie (otjte m•edi.ai Que~t1 s1nrto.1111 da.~ipel?t1c-~, f 11r<m0 1nitie11p.reta.t1 da pll"tm·a e o.mie fatti d11 q1spepsia gastro it;i:best~nale su b:a:&ie diaibesica e tr.art:tatti c-0.n tOt.Ue d1l~et1ca e med1oea1nentiosa iaitta a n11od1,ficatTe l'.a·m bi1en:te intestina le ed eiccitare le fun~ioni s·e cretot.iie de'l tubo dig.erente. (Dieta pre,-.alen~ien:te veg~:i€ con. poco 10~.te.' fermenti 1a.tt1-c1, ·l atte ac1dr.fi.c.aito, p1crole dosi di noce vomica, 01lcalimi: purga.t ivi ,b la1ndii. 1\fa. dopo 3 1

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'Per

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IL l,OLICLINICO

mesi i d:i1stm111bi persistevano quasi à.mmodifica.ti me~rt~e dl .p·e?1o rimaineva q ruaisi stazi10nario : in~ fatti ~1 00m.b1lllo. che dal gennaio aJ. mao-<Yio era 0 cresc.l:uto 8.oo .g·r., al 4 rnaggio, aJl'tlmizi; dei di, sht:rb1 pesava ~g. Io. 1 60 e al 27 1-wgliio pe.sacva Ejg.

IO. 120. · .RicODJne~tendo

,

ai1'1ora i siintomi intestiinali con la ca~estrone del :fegato, con la ,p:ensistente' aieeton.u r1a e '?Oll la C·rislt <li vomito precederutem~nite s?fferta, ~si rpo.~e 1.~ <lriaguwsi 1dd iilJSufficienza epa~1ca con n·nto.ss1caz1~ie a.cebonioa. : si iniziò l·ai curia 11~ questo senso,_ .s~'l'molamd-0 la .f1 U1t1zionalità epatta :co.n J1c;i. .si~nu.n:11strazi.on1 e di . .i\icqua Santa Pun·gait:iivia. d11 Ch1:ainic1.aino, un · b.iciehi•ere da ma'!\Sala ogllii ·c1ue: g:ionni ia1 ·mattino a digiuno di timitura acquosa di ria:b·arrb.a ro, UJ11 cu1oah1aà10 ia:1 o-iorno e si 1prescrisse 1.'uso idi ~que alcalinre oo~tro 1'1.nrtossioazione acida. C!Qll questa cuira 1si ebbe un niOteV'Ole mi10-l:iomamenrt:? di ~tti d.·, sintom1, 1'Ì~rno dell'appetito, 11egola.r1ZM:az1otre 1dJeiU1';a:lV10, mllJglicxramento ,diel]I() ais peitto, scomrpans.a <lell ':acetonuri1a ed aumento del peso: infartlti 1'8 ag·osto il bambino pesava K.g. 10.390 oon un :aumenrt:io di 270 .g;r. d.in 1 2 o-iorn'l, rd opo U·l l iao:restio id i: oÌr'C'a 3 mes.i . b ~ J'e~ett;o d 1e11a cura '.ll'o n fu dure,role : dQpo 2<? gt 011n1, s1 ·e bb'e. uina 1 r1caiduta oon rilcompairsa di aicetone niel1 e UJtllne, ed e1evazi0111i termiche sui 37.8, ia:u.ment.? più l'enJto diel peso che :al 18 oottem·~rie ~r:a 1d1 Kg. 10. 710. A11mento dci. 320 ·g.r. :i.n 0

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gio.r.ni.

.Bersi·sten·d-0 l o .stalto id i .i ntossicazione i1l 18 settembre dil. :b.am·billlo f11· ii1 wiato a C·hiia~iamo ove fece .l a cura del!l 'acqtta JJJel seguent e modo : C•mc . r50-~oo di acqua S·anta ali.a ;temperatura .n?-tural1e, .att11ntba ialla :sor genite, ogni ·mattino a diga.uno. Per facilitaf!le l a sonJ.m.imistrazi:one l'acqua veniiva zuccherata e propinata a cu.cchi·ai, secondo la iprescrizione 1d!el pro.f. Saib·aitiini. Il .ba.mbi·oo si a1diaittò bene al1a cu;ra che dt1.rò 12 grior:ni ·d tt1r.ainte ii qt11al:i fece 4 ba10-.ni terma1li delle

aoque di S~llenie. b Nei primi du e giorni de11ia cura iill ·b am1bino 'ebbe diiaitu-eia, 3-4 scairiiche ta:1 gdt0r:n-0 dii feci ipera::>tliit.'he liqtrid1e, 'tJllla oerta disapp.eWenza, ed un 1aumenu; d e11a temperatura a 38.4 n elle ore pomeri<liianie. 1

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P.~i ~n~dò rapi~m1ente ~glior3!ndo: riaioquiJStò ,,·1.rvac;il1:3:, co~1onto, . appetito, avieva una &carica

giornaliera aipercol1ca (marrrone, quasi :nero), 11 fegart:o era itor.nart:Jo •nlei limiti .normali. AJ:]1a fine dellai OUJ!'a .i l .b ambino pesav:a I(g. l l . 200 colli un arttJmenrto di 490 gr. i'n 12 gionni ! Come per .i:1 eiaso pre0edente iSrl. ·ebbe 1 'd:mpressiotlle che ,i l 1barrnbi1no s i fo95e· liberato delta i.ntossicazione all1a .qiuale soggiladeva da 4 ·miesi. Durante 1 'dmrver.no fi1no 1ail mJomiento 1aittttaJle il piiecinio illOn ·h a avuito a lcttn alt·r o di.stu.rbo ai oaK 00 deill 'a1ppairaito digerente re del fegato . Ebbe 111e11'ottob,r e <l.'irnfl•u enza eprudemioa sen©ai •conseguenze . .~ttua1Jmente . (26 aprile pesai Kg. 12.100. Date fle temperiaitu.re sr.1bfebht.ifili ,pt....r.sistenti 1

dopo l'imiezione dip1~ica sofferta a 7 mesi, e l 'ellevarsi di .esse :Ln c011rispond1e nza dei disturibi diigerenti descritti sa.rebbe st·ato dovetlOSIO un esame .b aitfieri.ologico del sangue per ~l1iminare il dubbilQ diagnos tico di l\l:na <liplooocremia che, come è noto :p uò ass.ume.r·e inei bambiini deoorso pro1un.g attissi.m o :specie q·wl'ndo si presen.t a in forma beni.g ·na. La famdglia negò necisaimiente i1 (6)

[ •.\NNO

xxv.I, FASC. 47]

COll!SenJStO aLla. puntura deLla vena per i:l prelevamento del ,sa:ngue. Considerando invece gli amteoedenti 1personali, ereditari e del frate1i1o del pJ1coino, fu posta 1a diag.n osi : intossicazio1ie acetonica da insufficienza epatica, e 1a cu•ra di.retta in quiesto senso, speci.aUnnente 1a cura de11 'acql.'-a 60lllta, pTaticata in ainalloglia a quaruto eiia stato osserva,t o nel caiso p1-ecedente, ebbe UJn'1ndis.cutibile efficacia. A pa.r te dt.tnq.u.e questa constataz·ione positiva, per el~miJ1are il 1dubbtl() di 11roia anf ezione (di I)lococcica?) \rien f,a tto di domam.darsi qua!l geniere di i:nfezit0llle aiv.r ebbe dovuto essere que&tia che .miglri.orava cosi r.a.pidamente e stabilmente e.on ruoo •c ura di acque ·minerail'ji. D a l complie sso deùl 'osserv1a.zii1o ne •non ci sembra dun1q·111e :azzardato l'ammetter.e per l'.assi1eme d·ei sintomi, per i.1 .re.per.te l:Lifo1ogico, per gli antelcedienti personali ed ereditari, che i1n questo caso si s i.a r·erulme11te itrait,t ato di una forma dii dnrtossiaazio·n e ,acetOlllÌca d:a inisuf.:fìci1e nza e.patioa, che 1ritraisse grande e sta.bile v.a.n1baggio da•l la C'l.t.ria d ell 'acqua Santa di Cb ianciamo. . D 1eg1no di rilievo è il frutto che l'eff·etto dell'ac qua purgativa (acqua sa.n ta conoeDJtratta) usaita q·u i in iRloma, si .mos1trrò di ef:fi1caicia meno rprotlJta e .durevole dlelll 'acqtta sa1nta :na•t ttrale, ,a1tti1111ba di111etta.mente alla sorgente e consumata s ul pos.to. 1

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* * I:n questi tre oasi, duruque, 1'.acqlA!a tSanta di Chiiam.ciaoo 11a aivuto um indubbi,a efficacia Tilevabile <l:alll'immediato miglioram.ento del1e condizioni :general~, e diaiUe ,m odificazioni verific-rutesi in anodo palese 1e du.r evole sull''ultierio11e decorso de11a malalttia. Generaltn.ente 113. cura ·de1rrie 131cqu.e mi neralii è con1Siig.liata 1diaii viarl atttoni solt.a:nto durrunte gli aicoossi, come cura s1 ntomatioa oontro ~ 1nitossiicazic:me aieiiCLa. Sono ·abituialmenlte 1.lJSate le acqiue 1dii Evfu.·nis, dii Via1s, di Viiohy, dii: S. Pell egrino, di Fi:u1ggi, di 'Ti11a S. FalUJstino, la b1aiu d ·iia. (Marfam, Widal, Maccone (68), ecc.). Non mi risulta invece che l e acque minerali sielllO state usate in questa ma~attia per 1a cura caw5'all·e. D1ei vari trattati e monografie ronsulrtrute, sol1

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tamto Heuibner (69) ha lUJl1 C'hiaJro aiccen1110 ia questo 1ooncetto rt:ierapeutico quando, pair1andio de1 la cUJra dei v.omitti aoetonici, dopo aver aocennato a l trattamenibo durante l'accesso, aggtiunge in rfin.e: cc •.\. me s·e mbra che un.a cura di ooqua. d1 Kiarlsba.d sia. util·e per 1-0 meno .niel senso di ia:lilontainare le ricadute. La effioaci:a di queste cure .p erò nton va ricercata certo mell 'azione sul caina11e ga.stmo-irutestinale, ma piuttosto nell'elimillllalre ~e 0Jtl:o.tnilie dal ricambio materi·aile (a.rtmiitiSttn.o e simi1i) » : ~d è oota l'·affiruità di 1


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f[ANN<?, XXVI, FAsç. 47]

S~ZlONE

composizione .e di azi·one delr1e aoqu~ di Kiairtsbad .e dell 'rai0qu.a. santa ·d i Chiianciarri.o. L'esper·iienza etnpirioa tndlJ1enia1ria chie da prin.cip.i!o estenid:ev1a l'efnc.acia di quest'acqua ari pi~ .svari:ati pnocessi .m.orb.o si, dall~ al.terazi.o·r u .de1l'apparaito d1g-e rente e del f~o, ai pnooessi m011b.osi d'ella sfera genita1e ·femminille (!Slteril1tà, ..ia1menoruea, metriti) e fi1J1JO :al'La « verminiaz.i1oin.e » .(Coli) (70), vaig.liata al lume d ·e11a ·p ·i ù severa cri·.ti0c a ·modier·na ha iei.rcOt&Critto a. oondizicmi 1m0r. .bose .più i)reoise l a in1d~10azion'e dell'uso dell',a1c'q uia santa. Esse sooo pritllCip1a lmen1Je: la liiti~si bil~aire, i1 f·eg:ato 1dri·spe:ptico u·rice111ioo, i,1 primo stato de1rra cirrosi epati•ca alcoolica, J1a cinrosi di H·anoit c1011:s eguente a oo1colosi, .ta stipsi 1aibiturule, i 0artamr.i giastriiei e.on modica dilatazione, UJn comple.siso ··i ni&amma di mal1arttie lélln1atomi10he e f1UJ11zioniali :d el fegaito e 1d.el.l 'aipp~1albo ,g a·S ltro-intestinale aooari. :spes s·o oonnes se .tra 1oro. Gr.ocoo Ln1e elogia I 'efficacia ·s ulle molteplici ·1nan'i1festaziona diell 'u.ricemia, •e Patella pairlia ~1ei ~benefici risu1tati ottenuti ·ncl.1-e lente :affezioni c atar.raii gaistr.o-d:nrt:esti.nalci del~a u·r icemi.a 1e sitarti ..affì,ni, nonchè nella cronica con·g estione' epatica. N el11e nostre osservazioni, se si 1t1e11 cOltltro de1ùa congestione d el fegato risoont.rata, del1o stato ·di i 1nsu.f.ficienza funziona1ie del tfegato aa.nnes.sa 1

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a'11a irutossicazione iaceto.nioa, 1dte11o :st!aito di e~e­ ·di:tà epatica <nettamen:te rilev.a bilie in .t utte e 'tre ·1e osservazi1Qni, del miglioramento 1~.pido verifi.catosi me1·1e :alterazioni della iuinzione ie!paitiica, .e sie .sii riooninettooo q.t1es.ti tf:aitti eon 1a conce·zione paJbogenetioa 1dielle forme s·o condarie 1dri itn :tossioo.zione acetoni~ da noi sostenUJta, dobbia.~mo .ii.t enere · eh.e l'ef.fìcacia dell'iaoqua sain,t a .s·i sia .SV'Olta d1retbame:trbe sul.l a funzionalità 1de1 fe:g.arto ~ 1oot11Seguen.temente sullo 1staito di i11tossd·CaZJi:one taeeJto.ndm. Qual.e sia però il fil'{'IOCall~SfilO ,d'azione- 1d1• que.:sit 'ooqua sull'org.amo re&p0nsabi1e, o ·m •e,gli10 5,u·1 1a oefl.iiula epatica, al·l o staito 1attualie delle CQg·n i·zi.oni iin .maiter.i:a non .è posJs ibile dke. \Si ·affer.ma g1en1emlmeintie ohe 1'e:fle!tto de1le acqu·e mi.nena1i iin qu.esti! stati tossiçi debba a-etri.bùi•nsi a l1' razione dis.1m!tos:sica'Dlte d!ell' acqua , 011 ei1:ol1avaimo-io iaùl• 'azione stiano.Lainte surla 'llutrib'b ' zi0tn1e, ed a.11' aUJlU.ento deg1i scambi orgaini ci : ·<:0n1cetti1 turt,:ti .iooeterm~nati •e iaffia.tto dii.mostrati •-éhe Tiguardano più gli •effetti delle .a>C-q_Ue CÙe n,on 'Ìl ·loro :tn1Qdo di a·g.ire. Ber aippr.ofondire 1'intimo mecoani·&m<o di azionJe deI:le 1acque .mliin1erai1i è ,nleoessairia i1nnrun~i • 'tutto una ~~ei1za precisa e comp1eta: della ·1oro rom.posizione. .Q uesta, .seoon•d o i c.o noetti clel1ia chitrtlaa idro1og·ica mod.er.na., va ronsideraita. ;Sotto il tr'i plice 0.!Spetto d-èl c·o ntenuto in iot11i, 1

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PRATICA

de11a composizione e Lemen ta1re, .e del1'ag·g tup'pamenrt:io 1dellie viarie .sostanze miìllierali. · Ed a1nche q111ando avrem'o .la COllloscenza esatta 1de1'1la romposiz.i one delle iarcqt11e miner!a!l:i, restberà sempr,e da &111Per.are la ddf:fìcoltà 1d·i ilnterp.retaziK>ne del •l.ioro mtectcanismo d '-azdone nolU soLo 1SU11 'organiSlil!O in ·g enere, ma anch.e .stti s.in:golà.. .or.gand a funzionrll complesse e moltepliéi, quali ad es. il f€g.aJto, iswl. quale .è ta:l'O!'a diffìci1te i.n terprie tare gli ie:ffietti di salltlzionii semplici, a titolo llIDto, ben lonrtane dalla oomp·o.s.izionie oom plessia delle acque ·mine:r.a11i. ~ 'aJCq_ua 1&ailllta 1cli Chiar11JCÌlaJno .è un '1aioq ua iaicidtt1a atl.ieaJiina., n1el.lta cui 1c,om p.osizio.nre entraino specia]mie.ntie il sol!farto di so.drio, di ca1lieiio e idi 1naig:nè:sio, il · cairboniato di wlcio e di ma1g•n1esio, il cloruro 1dri ~io e di magnte.sio, e l'.ai.nidride canbondca, in qUJa·ntiltà note soltanto .seoondo le anaJisi es·egwite dal T.airgioni-Tozzetti ·ne~ 1854 (7ir) : rllJ011 esi:s te ~ora ttn'analisi qu.ainrt:itait:iva secOlll.do i metodi più modern:i. · lin iaittesai dunque di noztllo ni più ipr.eeii&e, 1dobbiamo r:i1co.ninettere ù'azJ~ne d~l'1'iacqua santa al . ·SUJo oonitenuto in .sa.li di sodio, :d i calcio e ·t nag.nes1o, 1. qtlJaJli però d€lbbono al\7ere u1n' arzionie i0ertam en1te più comp1essa. d 1e lle relat~v·e solu:liioni .salii.n e semplici 00. egiualie rttlitolo, per J,o speciale aggrupp3J1llento ttn.olecol1aire e• sopraJbutto per lo .speciale stato di ionizzaziianie ch•e è 1loro oonferilbo ·dia1ilo :s tato ·s orgivo, iprob.a bi1mente l ega;to aid energie amcora poco note (radioattività) •e che giUJSlhifioa l '.ap,pel1ativo di ooque « ·n aturali ». Per quel•lo che rig:ua11da la ionizza.zion.1e dell'1aioqUiai .sanJta ·r-isUJltia. dal,l a reoeinite ·a inalisi del Niasini c he ·e ssa è riicca di :Loni : . 1

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ione Sd1ifonlioo S o4 . . grrammt• I. 7902 i1one rar.bonica e 02 • • » o.4o80 0.ra è noto .ch1e iil .1niag·giior n111·m ero id.egli iionrl. esistenti in Ulllla sol11zione, cioè .La 1naggi.or diisso-

ciabdìlità d~ un oompos.oo, è in r.a pporto con 11.111a maggi.ore iart:ltiività firurn:iooologica (Gag lio) ( 72). D'a.ltr.a. .pair:te la .d issocia.b i:l ità ·d'elle 1divers.e .so'~tainze varia seoon·d 0 ·la ·n -attua 1c.him·i oa, e secondo i1 g·rado •CÙÌ .concentraz1onie della 1loro so1uzid111e, CJ.1e&C1e, cioè, col! 'aumento deùJia dilruizioue, 111 quaJnto l'attività degli ioni ·delle so1uzioni dd.luite si mostra relativamente aiument.alba. Tulri oondizioni si riscontrano appunto nel• • • l 'a.cqua. sa:nta 1e pos&0rno sp:llegar.ne .t n gran parte ·1a arttiviità farmaoologi1c a : infatti ,socond-0 J 'ana:li:si dle1 T.airgion:i-'1i'ozzetti le .sostan©e fisse .oonitenute mell~ ':aicqua. mn!f:la u-.a:ppresenter.ebbeiro u•n a sol·u zione saildnia ~omplessi,·a del 3.80 per mille (sieoandio l'analisi -p iù rece.nite del Nasiini ,del 3.60 per milùe) in cui prevarrebbero i:t solifatt:o di .ca:lci.o per 1g.r. r.255, i·l ca'libo,na:to dd ca1:cio ,p er gr. r.478, 1

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. POLIC'r,INICO .

IL

m.e.11tre j] cloruro di .si001o vii: pairteci pa per gr. 0.055 , i .solfati di soda e di ma.g ne.sia ristpetti,·ame11te per g1r. 0,253 e gr. 0,257 e 1'ain·i dride .c.air·b .onica •p er g.r. 0.460, UJna s-0luzi011ie cioè d·i 1ui.tissima che 1ù1paodotta iarti:ficialmente hia una aziion•e :ta.r maca1ogica ·nul]a o quasi nu1lia, e ohe in,·ece alllo .s bato J:atura1e s'1olg.e una. energ.ica az.io•n.e eocittanlte St1rl ':attii\"Ì tà secretoria 'd.el1 'aip1)a.raito d~g·er.en1te. Ta:le azione, in ·b ase alae iflozioni di cliriimIÌ'oa fisic.a, diew art:tribui·rsi ta.11 'alto co.nte l1Jt1to dehl'acqua saa1ta i:n ~oni ed al forte potere idi 1d issocia1bil.i.tà peir il g.rado di ·t n·Ì•nima c·o ncent1'1azione in ·cui si preseruta.no i ,·ar:i 1co.r pi in· es.sa con.ten:uti. i<~ asStai difficile v~alutare 1'az;ion:e if.airmacologica de,i S·Ìlnrg oli «XIn ponent1 data Ja 1oro grande di luizi,on.e . Co.s1, per es. il ··ca:rbon.a•t o di ca.1ciJO in ~orti dosi diminuioce l'~i<l'ità de11e rurJn:e fimo · a rè:nderire ·.ailmline : 'tale aiii.one è <la r iferirsi im partle a1la neutraJlizzazion.~ diegl:i aicidji liib eri niel carnale d1gerente, ~1n parte ailde re:azio·n i che a;'rv~ngono fu-a i1 carbona.t o ·dti cal~io e i fosfati .alc.ailitlJi. per cui questi si tra1Sformra1no ·pairzialm·e11te in solfato di calcio ch,e è e1'iminato con le feci, 1n1e ntre J'0.laa.ld1 ·c be era combioo:to con l'acido fosfo.riico si ['1as,oorb.e . Tutto ciò fa pensa1·e çhre q.uesto sail e spiegand·o i1ndirettamenrbe gli effetti del[e .soistanze aJ0ali,ne, a.bbia etficaicia su11o s .t at.o di 1a c id.o si. a cui è legato ilo stato .d;i• intossicazione acetonica. 11 solfato di .sodiii0, se·00n1d o 1e .r icerc he di Lorewy, fa1·ebbe a:umetllbare l 'a1ssio.rbian;e nto · dtell sige11.o e 1l'elimiin,azionre 1d1ell'anidiride ca.rb.o n1oa: si ammette ·g enie ra1mrente che qu.esta .m aggiore oss idazio11e si . faccia a spese delle so.s.tanze' grasse (G.a.gl.ilo). Ill 1c1oruro di sodio ru-icbe in piccole qua111Jtirtà può spiegare u:rL'azione purgativa, ed ·h a a111cl1-e una deb-Ole azion1e diuretica ; in quanibi1tà s.u .periore ai.la necessaria sar ebbe ca·p.aice <li fair au·mentare la qu•anti.tà id i uirea n1e·]Je u11i·nie .favorendo dirc~tta·1ne11te la decomposizione d.elle sostanze a1·bu.m~noidi. Ma 1'azione di queste sostanze si riferisce .s empre a soluzio ni più Qon-0entrate d1 quelle i11 cui sono rontenute .nell'.a<'qU?. santa: l'azione f01Ìnna.co1ogica id i questa non può ,·a:lt1tarsi ò·aln 'az.ion·e d 1ei s ingoli ieompo11.enit1, .ma de\· e risui1 tare certamente <lall 'azione com·plessiva e 1·eciproca di tutte le .sosta.n re .i n solt1zione. Bata pemtsa.r e a11a .p.rese·nz..'l dell 'ànidride ca:rbonica la quale ha probabilmente urna quaache im.ponta11.za ne1l '.aggruppamento dei singoili co1npone111ti, e ial .solfato di calcio che è ritenuto '=' 2'enera.lmente come dannoso, mentre unito • a l1le .altre · sostainze ha un.a indubbia efficoc1.a t era peti ti ca qua.l e 1t1i.st1lta dall'esperienza c li nit'a. 1

[i\.N~O

XXVI,

FASC.

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In · complesso ]e 1nozioni .aiituali non bastano a farc:i s t abilire .nea11c he lontamame111e qurul1e si1a rr 'intimo ·meccanis.mo d ':azirone ckll 'a1oqrua 1sa·nlt:a di Chia·ncia.no, crune de-lle acque .m.i1nera.li. i.n .g enere, ed 1n attesa d.i n.ozioo.i più pa·eci•s e <l obbi amo Jd:m11tarci a con1Sta.ta1re 11 'effioaici.a di' quesit'aicqu•a j·n qu,e1'lie malattie in ·c ui ~1 .r i1cambio interm.e dio è .alterato rper s.p .eciali 001Udizioni morbose <l'e1!l'apparato 1digie1rente ed ass.i11nil•a tivo e più .specialmente del fegato, f1r1a le qtta li de"\"'e iainn10V1erarsi, coin g1ra,nde \ eri.sin1·ig·lianz.a, a 11ch e l ' i ntos.s.iieazi10in·e a.cet1:011ic.a. Rm11.a, giu·gno. 1919. •

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'os 1

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cc

SUNTI E RASSEGNE. DIAGNOSTICA.

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La diagnosi precoce di occlusione inrestlnale. (R. W ARREN. The Practitioner, 1919, n. 3). Dal punto di vista anatomico le occlusioni intestinali possono dividersi nei seguenti gruppi: l. Occlusione da causa interna: a) corpi estranei, es. calcoli biliari; b) stenosi, cicatriziale o neoplastica; c) intussuscezione. 2. Occlt1sioni da cause esterne: a) formazione di tessuto fibroso attorno all'intestino; b) strozzamento di una porzione di intestino attraverso un'apertura della parete addominale o di un'ernia interna; e) volvulo. La diagnosi di occlusione · intestinale offre in primo tempo molte difficoltà perchè l'esame riesce in gen~re affatto negativo. Per lo più la diagnosi più che sull'esame fisico del paziente, può essere basata sui disturbi che egli.soffre. Al riguardo devono essere acc11ratamente considerati i fatti seguenti: dolore, passaggio di aria e stipsi, vomito, shock e collasso, esame dell'addome e degli anelli erniari, esame del retto. Il dolore è acuto o tagliente, spesso ha remissione con accentuazione o alleggerimento, ossia è a carattere colico. La retnissione del dolore può esser .! completa, ma di solito il dolore è costante con esacerbazioni. La colica da occlusione intestinale si distingue chiaramente da quella renale ed epatica, come da quella dovuta ad indigestione, avvelenamento, t11more cerebrale, tabe, ecc. La colica renale è nettamente localizzat~ ai lombi, all'inguine, al testicolo, alle coscie del lato affetto, quella' epatica è in genere localizzata all'epigastrio, all'ipocondrio destro, ed alla spalla destra ed è accompagnata da rigidità addominale . La colica intestinale senza occlusione prese11ta n1aggiori difficoltà diagnostiche . In complesso il dolore cla occlusione è meno grave. l\Ia Ulla delle s11e catatteristiche . forse costante, è (1uella di essere accompagn ata cla i1icapacità alt' e11iissio·ne di aria e dalla stipsi. Il paziente ha la se11sazion e del "desiderio (ti emettere aria o che se l'aria potesse passare attraverso l'intestino il dolore si mitigl1erebbe, m a ciò non avviene. Questo è il segno che erroneamente viene indicato col termine <li cc s tipsi assoluta ». In effetto 11on è ch e l'aria non può fuori11scire dall'ano, ma 11 011 passa attraverso l 'intestino e le contrazioni spasmojiche dell'intestino tendenti a scacciare i gas aum entano il dolore . La stipsi 11on è un segno caratteristico, nè costante percl1è il basso intestir10 p 11 ò essere già pieno c1i feci prima che si verillC' hl l'occlusione. n vo1nito in primo tempo a conte1111to se1npli(9) •


[.-\:"~O

IL POLI CL I NICO

cemente gastrico diventa subito biliare, e nel giro di 2'4--48 ore a carattere fecale sempre più deciso, fino a che si ha l'emissione di feci per la bocca. Quando l'occlU:sione è localizzata nella parte alta dell'intestino il -yomito è più frequente e più rapido, e raramente acquista caratteri schiettamente fecali. La gravità prognostica del vomito fecale dipende dalla localizzazione dell'<;>cclµsione. Quando è occluso l'intestino grosso il vomito fecale può ripetersi a lungo ed il paziente può guarire dopo l'operazione; mentre se l'occlusione è in alto i1el tenue il paziente muore prima che il vomito diventi fecale. Quando la occlusione dipende da cause enqoaddominali, come nell'ernia esterna strozzata, lo shock all'inizio è leggero, il polso ~d il colore <lei volto sono buoni. Solo in casi relativamente pochi, nei quali la occlusione si pro:luce molto violentemente ed improvvisamente (int t1ssuscezione, 'rolvulo, occlusione da calcoli biliari) lo s hock è molto pronunziato. In m olti casi lo shock grave non deve essere considerato come un segno diagnostico, m a piuttosto un ·indice <l i prognosi infausta post-0peratoria. Comunque an ch e n ei casi meno gravi :non devono essere trascurate le manifestazioni minori di shock: aumento progressivo della frequenza del polso, faccia ansiosa e con sguardo vuoto, sete, lingua arida, t emperatura subnormale. Di questi segni caratteristici della occlusione sono .,, la faccia e la temperatura. In genere la pressione sanguigna non è diminuita, può essere anzi più alta. Per quel che riguarda lo stato dell'addome va ricordato che l'esame fisico può risultare del tutto negativo. Anche in una gr ave forma di occlusione si può avere un addo1ne t rattabile, 11on teso ed an che incavato. Anzi questo segno negativo può essere un dato per la d iagnosi. Quando infatti in un individt.10 con u11 dolore addominale con esacerbazioni e remittenze, con tachicardia, vomito dapprima verde e poi bruno, temperatura subnormale e la tipica facies addominalis, s i trova all'esame fisico che l'addome non è d isteso, non è rigido, si può co11cludere trattarsi di uno stato molto grave, perchè sicuramente si tratta di un'occlusione intestinale. Ma possono essere presenti anche segni positivi ed a tale riguardo bisogna considerare: i movimenti respiratori, la d istensione, 1a peristalsi visibile, le eventuali tumefazioni, gli anelli erniari. a) A differenza di q uanto si verifica nella p eritonite i movin1enti respiratori addominali non sono d isturbati a m eno che la distensione n on sia molto grande come nel volvulo o negli ultimi starli di occlusion e da qualunqùe causa, quando si it1izia il processo p eritonitico. b) :N'el primo stadio la distensione non è molto ( 10)

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evidente tra11ne che nel volvulo, nel quale a causa. dell'arresto di circolazione in una gran p arte di intestino si ha un abbondante produzione di gas eia conseguente distensione. D'altra parte qua11dol'ostruzione è molto alta può mancare ogni distensione anche quando il paziente è in extremis. La. distensione può essere generale e locale. Qttella generale da accumulo di gas e feci deve essere distinta dalla obesità naturale e dalla flatulenza_ Al riguardo si deve tener presente la costituzione· del paziente ed i dati in rapporto allo stato precedente di lui. La distensione locale è un segno ài. grave valore quando è presente, ma non è frequente. S i nota allora una tumefazione localizzata a seconda della sede dell occlusio11e in varie parti dell'addome, una tumefazione tesa, riso11a11te,. :fissa. Essa può essere avvertita solo quando èabbastanza grande perchè le piccole tumefazio11i sono nascoste sotto la distenzione dell'intestinosuperiormente al punto occluso. e) L a p erist alsi v isibile non è un segn o precoce e praticamente si osserva solo nei casi co11 tLn decorso gradatamente progressivo. N on ,.a di-· ·menticato che nei vecchi con pareti addominali gracili ed intestini iperattivi si può vedere la peristalsi anche senza occlusione, ma si tratta allora di un semplice movimento vermicolare. Quand~ inve~e contemporaneamente alla colica addomin ale si osserva il rigonfi.amento ed il sollevan1e11to 1·it mico di una porzione di intestino si può esseresicuri che si tratta di occlusione. d) Oltre il rigonfi.amento dovuto alla distensione s i può avere una tumefazione localizzata a forma di salsiccia che è proprio della intustuscezione e che si può facilmente osservare qua11do l'addome non è teso. Qualche rara volta si riesce....... a11che, a palpare un calcolo biliare incuneato n ell'intestino o anche la for1nazione neoplastica cl1eproduce la stenosi. e) Molto importante nell'esame dell'addome èla osservazione dei canali erniac, specie degli anelli inguinali . In ogni caso 1 esame del retto non deve essere 111ai trascurata . Così può rilevarsi la stenosi rettale cheper lo più dipende da tumori maligni, l'intussu scezione localizzata n el basso colon, l'accu111ulodi masse fecali. La presenza di sangue e di m11co indica la esistenza di intussuscezione, mentre il' sangt1e solo farà pensare alla trombosi dei , -asi mesenterici, una r ara affezione che somiglia al1' o ccl usio ne. La diagnosi differenziale delle varie forme di occlusione è m olto difficile, m a in fondo essa ha praticamente solo un valore relativo , perchè in og11i caso, a meno che non si tratti di occlusione disce11de11te dall acc11mulo di feci, la laparatomia è llC• cessar1a. 1

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[.!\~NO

XX\: 1, FASC. 47]

SEZIONE PRATICA

Nelle occlusioni da calcoli epatici il dolore è molto violento, a carattere schiettamente colico, remittente; il vomito è precoce e improvviso; la distensione lieve e diffu~a,; il calcolo può essere talvolta palpato; s i ha nell'età media e nella vecchiaia. Nelle stenosi l'inizio è graduale, spesso preceduto da una forma di dispepsia; il vomito è incalzante solo negli ultimi stadi e spesso è fecale, in rap.porto alla frequenza della stenosi nelle parti basse dell'intestino; la distensione si verifica, e la p eristalsi visibile è molto frequente; si ha nella media età e nella vecchiaia. Nell'intussuscezione l'inizio è improvviso; il dolore è violento e parossistico; il vomito si ha di solito all'inizio, ed è tardivo quando si tratta cli una forma grave; il collasso è molto accentuato; la eliminazione d i muco e sangue per l'ano, la pal1)azione della caratteristica t umefazion e rende la diagnosi facile; si 11a n ella i11fanzia. Nello strozzamento e nell'invaginamento si 11anno notevoli varietà di sintomi perthè l 'occlusione può essere alta e bassa, ordinariamente del tenue, e può m anifestarsi acutamente o gradatamente. P erciò lo shock non è frequente. Il vomito è incalzante se l'occlusione è alta, lo è meno e tende a diventare fecale se l'occlusion~ è bassa. L a d istensione tende a diffondersi; c'è talvolta una diste11sione locale di una piccolo trattlo di ii1testino o di un'ernia. Nel volvulo, ch e si ha nel grande intestino, il vomito di solito è leggero; lo s hock è considerevole; la distensione è rapida e pt1ò essere enorn1e. Dr.

MEDICINA. La castrazione ovarica radiotera1>iea io certe forme di tube1·colosi polmonare. (R. GUILLERMIN. Rev. 1nédicale de la Suisse ron1ancle, luglio lg r g) .

È nota la leggera elevazio11e di temperatura che accompagna, anche in condizioni :fisiologiche, il 11eriodo mestruale e che può in qualche caso raggiungere lo. Qt1esta reazione termica, che sembra corrispondere all'ovulazione, è variabile, sia p er il momento in cui compare, sia per la dt1rata. _-'\.lcune donne la presenta110 8-12 giorni prima della comparsa delle m estruazioni, altre (ed è il caso pitì freque11te) solo 2-3 giorni p rima, e la t emper atura ritorna normale con l 'apparire dei 1nestrui. _-\.cl ogni modo ogni individuo ha una curva perso11ale, che si riproduce esattamente ogni mese. Nelle forme d i t ubercolosi polmonare :fi.bro-case osa con attacchi congestizi, la coincidenza di

questi ultimi con il p eriodo m estruale è assai frequente. In molte ammalate, è proprio in t al preciso momento, ·che interviene la co11gestione, con o senza emottisi. I rapporti della funzione ovarica con 1 evoluzione della tubercolosi polmonare sono in t al caso evidenti, influenzando in senso p eggiorativo le lesioni tubercolari . Secondo F. Bezançon l 'influenza del periodo mestruale n ell'evoluzione della tubercolosi può manifestarsi: a) con l' agg·ravamento t71a1isitorio della lesione: i fenomeni toracici si esagerano n el p eriodo premestruale, persistono durante i mestrui, m a si atte11uano in seguito, senza ch e si possa stabilire precisamente se le lesioni siano peggiorate. b) con aggravamento che persiste dopo il periodo mestruale. Si tratta di ammalate leggermente febbricitanti, che hannò con servato i mestrui, che compaiono regolarme11te senza incidenti per parecchi mesi. Ad 11n dato mo1nento, invece, le mestruazioni • si accompagnano ad una considerevole elevazione tennica, con brusco aggravamento ed est ensione delle lesioni p olmon a ri, terminato il periodo m estr1.1ale, la febbre s'abbassa leggermente, e le lesioni rimangono pitì estese che prima. Tale fenom eno si osserva durante parecchi perioji mestruali, s11bentrandovi p oi un periodo di caln1a. c) In altri casi di tubercolosi ad evoluzione moito lenta, si nota, a d un dato momento, un'elevazione ter1nica ad ogni periodo mestruale, con aggravamento delle lesioni, cl1e non retrocedon o e si est endono anzi sempre più, fi.nchè l'a mmalata finisce uccisa dai sitoi mestrui . Bisogna aver seguito da vicino alcune di queste malate per convincersi dell'azione implacabile esercitata dai mestrui; alla fine di ogni p eriodo pre1nestruale, spesso, dopo 10- 12 giorni di febbre elevata, la temperatura s'abbassa, l'ammalata sembra migliorare, m a dopo qt1alche giorno, la febbre risale e le lesioni si accentuano definitivamen te. Tenuto conto di tali rapporti innegabili fra tubercolosi polmonare e funzione ovarica, è stata proposta da taluno l'opoterapia ovarica, p er regolarizzare e favorire la funzione mestruale, nella speranza di evitare la sua dannosa ri1Jercussione sullo stato polmonare. In realtà questo 1netodo di cura dà risultati incoraggianti in qualche caso, n1entre invece in altri, l'evoluzione delle lesioni 11on l1a subìto modificazioni. L'opoterapia ovarica può essere tentata in soggetti giovani, ta11to pi1\ cl1e essa n on presenta alcun inconveniente. Rilevata però l'insufficie11za di tale terapia i11 n1olti casi, l'A . si è rivolto ad un metodo più efficace, tentan do la soppressione completa della ftmzione m estruale, qu an do questa eserciti un azio11e evidentemente daru1osa. Questa soppressione no11 ·yerrà considerata che in donne di una certa età, poichè le giovani non si adattano alla menopausa 1

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(11)


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r .)"9.,

IL POLlCLINICO

artificiale, <li cui sono noti gli incon,re11ienti. Ora la doppia ovariectomia in una do1ma con tubercolosi polmonare in via di evoluzione presenterebbe numerosi inconvenienti, fra cui quello della nar-

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COSl.

L~

radioterapia, invece, ci fornisce un mezzo prezioso per ottenere la cessazione della funzione ovarica. Essa non p-roioca dolore, ha rm'azione meno brusca, meno bn1tale della mutilazione chirurgica, e. no11 presenta alcun pericolo, nè per lo stato dei poln1oni, nè per quello generale. L'effetto inibitore d~lla radioterapia sulle mestruazione può essere graduato in modo da ottenere rma soppressione momentanea di essa, ciò che può essere di notevole i1tilità nelle metrorragie, nell' anemia perniciosa, quando lo stato generale non permetta un int~rvento chirurgico. La funzione mestruale in seguito si ristabilisce, mentre con un trattamento più prolungato si ottiene la sterilizzazione completa con amenorrea definitiva. Ad ogni modo però, i metodi di dosamento della radioterapia non sono tanto precisi da esser sicuri di potersi arrestare alla sterlizzazione temporanea. Tale trattan1ento potrà quindi essere giustificato solo nei casi d'urgenza in cui le metrorragie o la tubercolosi mettano a repentaglio la vita della pazie11te, mentre non dovrà applicarsi in soggetti giova11i con tubercolosi ad evoluzione cronica e prognosi non allarmante. I~a 111igliore indicazione per tale castrazione r adioterapica sarà d ata da tubercolosi polmonare in donne prossime alla quarantina; a tale età, la menopai1sa artificiale non s'accompagna a fenome11i secondari inquietanti, purchè il inedico faccia uso di t111a psicoterapia adatta. J/ .Li\.. riporta quindi le osservazioni cliniche c1i due t uhercolotiche, trattate co11 questo metodo, 1'1ma co11 4, l' altra con 14 sedute, e seguìte per parecchi anni. I risultati ottenuti sono nettamente incoraggianti e consigliano di adottare, quando è possibile, la castra~ione r adioterapica . N elle forn1e gravi, che rivest ono carattere d't1rgenza, essa potrà usarsi an cl1e p er le d onne giovani. Altrimenti per q11est e, si tenterà di ot t enere soltanto l'inibizio11e temporanea della funzione o\rarica. Che, se, e·ye11t ualme11te, si oltrepassasse lo scopo e si ottenesse la m enopat1sa ùefinitiva, vi sarebbe in complesso il van taggio a i escludere il pericolo d i una gravida11za, t a11to t emibile per la tube rcolotica. A . F ILII'PIXI.

X~l f,1:'c.

i3 a i)ag.

1 261 001 .

(l estra, 3° capoyer-

.so, l 111ea r1 3 leggere 3-4 m111. ~ cl fa"'c . 44 a prog. r 2S6, .col. si n., 1ri•nea.

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24a

,·0111ito e Sl11g l1iozzo ; li.nea Sa lt1li111a, agg 1 u 11 g·l'rC : radiolog·i\:a.mente cli1110 . . t rabili . (I:?)

UROLOGIA.

La tubercolosi delle vie u1·inarie negli attem1)ati. Gli ~..\_..\. . sono in genere d'accordo nell 'affermare che la tuber.colosi delle ,·ie urinariè è rara oltre il cinqtiantesimo anno. l\fa essa esiste e bisog:na guardarsi · dal non r.iiconoscerla.. La ma.g gior freqi1enza uelil 'età a·vanzata di .altre a:ffezio11i cui poter rife rire i disturba funzionali e 1e sofferenze degli infermi che per eS1si .ci c ansulta;n10 scino ùa ragione prin<::i pal'e (1 i falsi orientamenti diagnostici. Lepot1tre di Lilla f La Presse niédi ca.I e, 2 2 settembre 1919) r.iferi sce di un caso di tub-ercolo::>i delle \ 7Ì·e urinarie in t1n uomo di 58 anni i11 cui eg1i no11 ·esitò n ella. cliagu1os.i, confermaita p oi dal reperto c1ri. baicil·li t11berool.aa:i nelle mine e dal.Ila p-ro,~a b·iicil1agic.a, p erch è a\-e;'\·a pr!esente a11a 1nemori,a itn.a 1c omu11iaazion1e di R;ochiet di Li·o·ure iill çt11i qujes.ti >Co11fessava, e mettev.a quirncli s11ll 'iav,'iso i medici, ·di esser rie stato per molto ten1po in dubbio e di a\rer finito col disconosc.er·e .la tt1bercolosi r eno-vescicale in due maa.art:.i .aipp un:t o pe.rchè es.si 'éli\~•eYa'11 '\ arieaiti i cin11

q 11ian1t 'iaruni.

Il fatto che ordinar.iamente si è lontani dal pensare ad u11a tuber.colosi delle ,-ie t1rinarie i11 i nd1'vidu.i aitte1npati el1e occusino <list11rbi .n e] la diUJr·esi e 11e1la 111inziiou1e ha 1porta.tio l '_t\. a s t11diia11.~ e c0t11 c11ra 1a · bibli1 ografia ·e sistei1te s u11'arg.omento ed 1a ri1s o1\•·e re Y a1i quesiti assai i111:1>ortanti. Dallo spog·1i.o cli 1111n1er ose e sicure slaitis tich·e risulta che l a t11bercol osi r·enale e ' 'escicale no11 è clecisa1ne11.t e ieccezionale dopo i l ci11quantesi1110· ai1110 ; l '11omo e la donna sono c-01piti con freque11za presso a poco .i d.e11tica : le d1ontne u11 p;oco più s pesso cl1·e g li tto1nin~. L e forme operabili sono .eccezionali dopo i . 50 a nn1·. Riguardo a lla sinto111atolog!a la forn1a clinica più frequente è , com e nelJ'a dulto, quella con fenon1eni ' rescicali : freq uenza e <lol.or.e ·nelle minZtÌ•oni, se11za cl1e 111111a abbi~ l) tecedentem1e nte a ttirata l 'aitt enzio11e degli .i11fer1ni s1111a regione renale. S e l a capacità vescica le è assai ridotta si giunge, specie nella n otte, ad una contin11a emissi1anre id i u1ri n1a sì c11a si·1nu1arr-e una Ì!11>Contìnenza (falsa inoo11ti11e11za) faci le a disting t1ersi d'altra parte dalla jnconti11e11za per rig urg ito dei pr ost atici. _;\ll 'esa1ne cle1le i1rine si riscont ra p11 ~ e 1s.angne ; tal,·o11ta i l baoeillo cl i Koch ; po51ti' " è l 'inoct1lazione a lla ca,·ia . Un'altra forma p t1re abb as~'lnza frequente ~ q11e11a bri g·11tica ; tl O})O l\lì 1)~ 1-i orlo pitì o 1ne110 1

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' l.., .) 9'"' .)

SEZIONE PJtAl' l .... .

lungo cli Ie110111eni acuti e· 11etti tutto si è acquietato : anche ·la piur.ia è scomparsa e solo la nefrite clell'altro rene ha continua.t o la su.ai evoluzione .ed ha ttcciso il malato. La for1na .ematurica sembra che non sia stata mai osserYata. Le n1alattie che più spec.ia11 mente p ossono prestarsi a conft1s.ione sono ; l'ipertrofia ed 11 çancro d.e l1la pros t ata; la calcolosi vescicale ; il cancro della vescica. Per ciò ch1e riguarcla le affezioni prostaticl1e 11011 pttò esser,1i scamb,i o cliagnostico con quelle i1on ancora inf~ttate : pur a\endosi àn con1u11e la l)o1Jl.acl1iuria, l a .clis111ti1a e tal,·ol ta 1'.i11co11itinenza s i ha11110, in qu.este lesio 11i prostaticl1e : ttrine l.in1pide, pre "enza di residt10 , -esci cale e , • ne.i casi co11 1iig1u·gito, iperdisten.sri.001e nIBrcata della ,-esc·ica . Più facil e è ·l'errore nei prost atic1 infettati : la minzio11e clolorosa è più marca.t a , l '11rina co11tie11e sangue e pus. lVIa il riscontro rettale, l'esan1e co11 la sonda, la cistoscopia o\·e si a posf'ibi.le p·raticarl1a , ci i1uf-01·mena111110 (lel -v·1alQln11e della prost ata , della lttngl1ezza dell'11retra, ecc. D'*tra parte si ricer:c hi se esista110 possibili nodi t11bercolari nella prostata o se ,.i sia u11a epidi~limite specifica. L'assen za di resird uo vescicale in ttn soggetto che , a prima. ,·ista, si è p en sato potesse es8ere un prositatico ci ii11p0inga molta ca11tela prima cli pronunciarci : anche i prostatici infettati ,-t1otano assai nia l-e Ja loro \escica. Se inoltre co11 i mezzi te.rapeutici a.p proprja·ti per la cttra cli S'i!ffatte lesioni d ella prosta.ta non si ottengono migliorame11ti o si· ablJiano a11zi dei p egg1oramenti si lJensi acl a11itra affezio11e. U.11 calcolo sarà faci1l11Jiente r iconosci 11to .co11 la esplorazionle i11·e ta1ll.ica, 1a ci.stoscopi a le 1.a ma1d.ilografia. Se bene assai più di rado, qualcl1e '-'Ol1ta a.11che i.l cancro d ella ,·escica infettatosi pttò pres tarsi a co11ft1s io11e : la cis.toscop.ia dirin1e og·ui dttbbio. .t\d ogni 1noc10 quanclo tra il complesso dei secr11i ricavati co11 l'esame d ell'infermo e quell o delle stte soffere117)e si tro,·a alcu11cl1è di a i1ormaile o dri.soor.d a:nite noi clobbian10 esse·r nies\c;i s u.'ll '1tllV'Viso, 1c11o b1b ian10 pe.111sa1re al'11a pos1si1bi1ld1tà di una inf,ezi.ollle t11b1er•C'olare : l ',~sru1nie aicctt:r.aito die1 sedimie11to .e l 'ino.c11l1az.i10111e ail],a aa\'Ì.a ·v eirraru1110 a confer·111aire il sospetto . r~a tu1bercol101s~ tteJnia1e è 1èliscon1a scit1ta ·nei ,·eochi 1)erch è s11)esso n 1011 'Tii s t :peu.sa. La particolare gra,·ità ch e il a t11bercolosi delle ,-ie ttrinarie presen~'l nei ,·ecchi non ha s icuri dati esplicati vi. Dtte fatti son certi : cl1e da una 1

tera p i1a sinto·m atica si poSSiono otteniere buomi effetti s ì d:a permettere una l 11n1g a s.op·raY....-i,·enz,a agli .infermi; ~he le forme operabili sono assai rare e che i11 genere i risultati opera.tori sono . . p ess1m1 . Le cause d'indole gene rale (arterjosclerosi, alcoo11i1s1110 , inastante di .-\m.b ar.cl e1€:,1ata) che po,... trebbea~o es·s ere im\·ocate ia. spiega,z~on1e deJ pro110.r.;tico oaJtti,;o de11'i11t:ervento, subentrano .i n realtà anche 'Ì:11 a ltri 111ala.ti (prostatici, p . e.) in cu i ii t'i,s11ltati ·o p,eratori s ,0 110 i;u eo·1npaira,b i1lanente superiori. Gli operati inoltr€ per tubercolosi clelle ' rie urinari1e n1uoio110 o per cachessia o p€r tu bercolosi di altr.i orga•n i. Q11-esta prognosi .così sfa,·ore,·ole de,·e far pensare il· chirurgo che ,·oglia rjcorrere all'inter,~en.to nei .suoi malati : so.l o da ttt1 minuz·i oso e con1pleto esame degli it1fer111i e clal1la saggia ,-al11tazilone , qt1indi, cl~l quanto cli .pericol'o.so e cl.i t1ti1le egli debba aspetta1 si cla,] l 'oJ)elraz;i!()ine potra·nnt0 .scaturi.ne ,gili e1e1nenti s111·flfi,ciernti pe1l.· es1Jrin1ere .ui11 f0\n1clato le gi11st~) gi11<1izio. D. 1\11. 0

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DERMATOLOGIA.

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Seleroderma e scle1·odattilia. (Rapporto di un easo e rivista della letteratura). (REGIKALD :NI. i\.T\,TATER. The Anie11 ic. ] oit111i.

of the 11iedical scie1ices, luglio 1919) . Si tratta d i una donna, ebrea, che ei1trò a ll'ospedale lagnandosi di rigidità delle articolazioni, particola rmente nelle mani. I"'a n1alattia era com parsa 1.lll anno prilna con rigidità nelle spalle. Quattro mesi fa dolore a l collo, atton10 alle orecchie , più accentuato a sinistra: in genere, <lt1rezza particolare sul lato sinistro d i tutto il corpo. Nelle parti affette considerevole dolore g r avativo, che peggiorava la notte, e aumentò i1elle d11e settim·ane precedenti l'ingresso . Sebbene la paziente riferisse tutto il male alle articelazioni, deve piuttosto parla rsi di una durezza gen erale delle estremità, e n on di una lesione articolare. I/inizio dell'ispessimento in ogni nuovo punto era stato preceduto da ut1a eruzione pruriginosa, papulare, c11rrata parec. chl giorni. Notevole indebolimento, negli ttltimi ten1pi e perdita dell'appetito: all'ingresso risultava 11otevolmente denutrita. Non si erano presentati durante la malattia sintomi a carico dei sistemi cardiorespiratorio, gastro intestinale, genitourinario, neuromuscola re. Solo, e indipendentemente, nella settimana precedente l'ingresso all'ospedale si era s\riluppata una forma di media intensità di influenza. L'anamnesi familiare, sebbene incompleta, parla

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IL POLICLINICO

1394

solo di una sorella che parecchi anni fa presentò durezza della pelle: per il resto è negativa. Marito vi'\"ente e sano; un aborto; un figlio morto a un anno di età per caU.Sa sconosciuta; cinque viventi e sani. L'anamnesi personale non rivela abitudini a caffè alcool o droghe; non speciali occupazioni professionali (donna di casa); non malattie notevoli precedenti a carico dei vari sistenli. Il peso era diminuito da 49 a 40 kg. Esa1ne fisico. Aspetto caratteristico, riconoscibile a distanza: cute di colorito uniformemente btt1no con una peculiare durezza marmorea, associata a lucidità pit\ marcata alla faccia, al collo, ai polsi, alle caviglie e alla parte bassa del dorso: netta somiglianza con la cute di un cadavere. Faccia senza espressione. Modica tumefazione delle dita delle mani in contrasto con l'atrofia degli i11terossei; estremità delle dita ispessite e accorciate, come mozzate. I polpastrelli, invece, ricoperti da pelle leggera e pallida; aree di cute pallicla ancl1e sulle articolazioni delle falangi, le cui pliche sono meno marcate del normale. È quasi impossibile sollevare una piega di cute sulle n1ani. I-'e palme delle mani presentano lie,re grado di pigmentazione brumasta e le linee sono pit\ niarcate e pigmentate. Flessione delle dita limitata dallo ispessimento cutaneo. Questo è minore nella parte superiore delle braccia e sulle superfici flessorie. I~o stesso tipo d i pelle si trova sulla faccia, sul collo e in minor grado sulle caviglie e sui piedi. Le dita dei piecli rassomigliano in minor grado a quelle delle mani: nessuna alterazione delle unghie dei piedi, m entre quelle delle mani presentano lieve ispessimento (una di esse assai pit\ delle altre) e corrugazioni lineari. Capelli un poco ruvidi; 1nucose alquanto pallide; no11 pigmentaziorle buccale; denti poco sviluppati. ì\on linfoghiandole palpabili. Nei polmoni, i rantoli medi del tipo influenzale. :N'ulla al ct1ore. Piccola sclerosi "vasale. Non ipertensione. Addome; estremità; rifl.eC)si: negativi. I/urina non presentò albumina o zucchero ii1 tre esami, sebbene furono trovati pochi cilindri ialilù e granulosi, e leucociti. Emoglobina 50. Er11azie 3 .400 .ooo; le11cociti 8-9000 con 66 % polinucleati, 28 ~~ linfociti piccoli, .5 % mononucleati grandi e r ~~ eosinofi.l~ . "N" egativo l'esame delle feci. Negati,~a la re~7,Ìone c1i vVassermann. l/esame radiografico mostrò netta atrofia ossea e assenza delle estremità delle falangette delle quattro ultime <lita di ambedue le mani e distru: zione parziale della stessa falange d i ambedue 1 pollici. Reperto 11egativo del cra11io e della sella t11rcica. I~same ic;tologico di nn fran1n1ento di cute sclerosata tratto dal dorso: corion notevolmente

ispessito con denso tessuto connettivo; epidermide di spessore normale con acct1muli di pigmento nello strato basale maggiori della media; il connettivo sottoepidermico delicato; il sottocutaneo apparentemente normale, con tralci connettivali, fra i lobuli di grasso, un poco più spessi; nessuna alterazione dei follicoli, delle ghiandole, dei vasi, dei nervi. Durante la degenza in ospedale (che durò una settimana) si notò: oscillazioni del polso fra 80 e r 30 senza causa apparente; normale risoluzione dei fatti influenzali; comparsa di una eruzione che la, paziente affermò simile alle altre sopra citate, precedenti l'ispessimento della cute, in un sopracciglio: consistente in pochissime papule di colore brunastro su una base leggermente arrossata .. Tentativi di cura con bagni e massaggi non ottennero risultato. Similmente la terapia tiroidea; che fu continuata anche per due mesi; dopo i quali la paziente aveva piuttosto peggiorato.

* ** Nella letteratura l'A. ha trovato 15 casi in cui è fatta particolare menzione di!'sclerodattilis.mo: piccola parte senza dubbio del totale dei casi di scleroderma, 1nolti dei quali sono di fatto con1plicati da sclerodattilia. Trentaquattro anni fa Lewin e Heller riunirono 500 casi di scleroderma e da allora molti altri ne sono stati citati. Il primo studio radiografico risale a Ford yce (1907). Questo e altri successivi parlano tutti dì deformità, atrofia o scomparsa delle falangi terminali nelle mani e molto più raramente dei piedi: sembra che tale lesione sia proporzionata alle modificazioni sclerodermiche nelle mani e nei piedi, sebbene il processo sia affatto indipendente. Nella serie di Osler un caso mostrò atrofia di tutte le ossa dell'arto superiore sinistro, compresa la scapola. Uno dei!casi di Weber mostrò nette alterazioni atrofiche delle ossa della faccia; sulla quale la cute presentava una estesa sclerosi. L'età più comune fu dai 50 ai 60 a.: è citato un caso di un bambino di un anno. È netta la frequenza nella razza Ebraica. Frequente l'associazione coi sintomi del morbo di Raynaud e dell'arterite obliterante. Pollitzer riferisce di ossificazioni della pelle e Olsen cli concrezioni calcaree. Fox in una rivista del tipo sclerodattilico di scleroè erma trova u11a tolleranza al glucosio nettamente d]minuita. 1Jn rapporto colla sifilide sembra doversi escluclere data l'alta percentuale di reazioni di Wassermann negative.

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(14)

SEBASTIANI.


SEZIONE PltATICA

l.\t'.[eDICINA

SOCIALE.

La f'roce Rossa Italiana nell' ~istenza al n1ilitarl tubereolosi ( *). )

~olonnello

BADUEL prof. CESARE, capo dell'Ufficio Provvidenze Sanitarie Sociali della C. R. I.

L '.O. parla a nome della C.. R . I. s11ll' assistenza ai 1n'ilitari titbercolosi. Ricorda come nella precedente .Conferenza di Londra sia stato relatore s11llo stesso -tema insieme al collega magg. dr. l\1endes, anche .per la parte di assistenza data dal Corpo Sanitario .l\Iilitare a q11esta categoria di ammalati. Perciò dirà poche parole destinate ad aggiornare l'opera dell'Associazione ed a tracciarne il programma fu.turo. Fin dal 1916 la C. R. I. allestiva l'Istit11to .Cli111atico di Bergeggi nella Riviera Ligure, cl1e ri,co, rerò i primi militari tubercolosi. Da allora ben 11 istituti sorsero a questo scopo . .di,..isi in Istituti Climatici per le forme pretuber·colari e per le forme glandulari" e ossee; Sanatori ·per le forme al primo stadio di tubercolosi polmo.111are e comunque suscettibili di c11ra e di guari-gione; essi possedevano le risorse di clima e di am-biente propizi per la cura sanatoriale; Ospedali Regio1iali per il concentramento e per una prima ..sosta dei tt1bercolosi ospitalizzati; Sezioni speciali .pe1 tubercolosi gravi. J-4a Direzione di Sanità P11bblica ha concorso .a t ali provviden.;:.e, concedendo t1n cospicuo numero di baracche desti11ate acl aumentare la dispo·nibilità di ricovero per 370 letti e cl1e furono c1uanto .mai opportune. Questa vasta organizzazione 11a funzionato du·t"ante tutta la guerra con 11na clisponibilità di circa 2 500 posti letto e la tabella cl1e seg11e ne riassume i dati dalla loro apertura al 30 settembre t1. s. 1

Istititti cl1:matici. Numero dei ricoverati

Sede

-

Bergeggi (Genova) . 2. Fara Sabina (Roma) .3. Marina <li Massa (Firenze). . . . . . .

Numero delle giornate di degenza

13.556

I.

30.570 1500

28. 173

Sa1iatori. -4· Cuas.so al Monte (Mi-

lano) . . . . • . . 5. Eremo di Lanzo (To, rino) . • . . · · ·

26.574

11.204

(*) Comunicazione ftlla Terza Conferenza inte. -:ralleata per l'assistenza agli invalidi di guerra.

1395 Numero dci ricoverati

Numero delle giornate di degenza

6. Villa Zoubaloff (Firenze). . • • • • •

1467

18.586

.

75

I.14-9

Sede

7. Dormitorio Pubblico (Cagliari)

-

Ospedali regionali. 8. Teresiane {Firenze) . g. Buon Pastore (Catania) . . . . . . . . 10. Bentivoglio (Bologna)

2152

7126

127. 620

destinato ai riformati non fu utilizzato.

Reparto per titbercolosi gravi. 11. S. Gaggio (Firenze) •

3182

28.513

I militari tubercolosi assistiti durante la guerra ~scendono perciò a 20 .086 con 327 .844 giornate cl i degenza. .

Oggi è rieletta a 5 Sanatori di c1ù 3 di proprietà dell'Associazione: Fara Sabina, Eren10 cli J-ianzo, Cuasso al Monte. Altri se ne apriranno: uno a Napoli nell1 ridente plaga di Pozzuoli, un altro i1elle terre redente; essi sono destinati a continuare la nostra opera benefica che durante la guerra incominciò e si svolse in pro dei nostri gloriosi combattenti, che attualmente si estende ai riformati, e che è destinata in un lontano av,Tenire ai bisogni della popolazione civile . I -1a C. R. I. nel suo programma di assistenza ai tubercolosi limiterà le proprie iniziative alla fondazione e gestione di Istituti Sanitari a tipo sanatoriale, destinati alla popolazione povera, limitandole a quel numero ~he sia compatibile con le sue risorse economiehe e con le locali esigenze antitubercolari, cercando nel suo programma di lotta antit11bercolare non di sovrapporsi ad altre iniziati\re, ma di integrarle. Essa intende di costituire con i locali cespiti della beneficenza una dotazione per ciascun Sanatorio perchè serva in un primo tempo alla costituzione di letti grat11iti per tutta la disponibilità dei posti-letto . Questa opera di assistenza ai tubercolosi è stata completata da iniziative antitubercolari di minore importanza ai fini della lotta stessa, nelle quali prevale un giusto co11cetto di difesa preventiva alle malattie e mira. altresì alla pr-otezione dell'infanzia predisposta. Così ha istituito dei dispensari antitubercolari, degli asili-scuola, scuole all'aperto, colonie profilattiche estive. I dispensari, sopratutto, sara11110 granden1ente sviluppati ed integreranno l'opera dei Sanatori. (15)

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IL l>OLICLINICO

La C. R . I. 11ell'aprile 1918 lanciò una sottoscrizione nazionale per l'assistenza ai tubercolosi e per la lotta antit11bercolare . L'O. dice che non potrebbe chiudere questa brevissima esposizione in modo migliore che annunziando che essa ha già oltrepassato i 1 z .ooo .ooo e che quanto prima verrà ripresa ed intensificata. Detta somma fu raccolta in Italia e dalle nostre Delegazioni all'Estero fra Italia11i, il che è argomento di legittimo orgoglio, e dimostra a11che la fiducia nella nuo,ra orientazione della C. R. I . L'O. distribuisce ai convenuti una re1azione sull 'assistenza ai mjlitari tubercolosi e sulla lotta antitubercolare e su altre forme di attività <lella C. R. I. i11 tempo di pace.

STRUMENTI E APPARECCHI NUOVI. GABINETTO RADIOLOGICO DELL'OSPEDALE n1ILI'r.A.RE PRINCIPALE DI CHIETI.

Sulla cura delle pleuriti purul ent.e. ~ ota

del clott. Eì\IILIO. PI1'TA.RELLI, direttore del Gabinetto.

Lo scoglio generico di tutti i processi che si riattaccano alla toracentesi, è stata sempre la impossibilità di estrarre tutto il versamento, che è una delle condizioni indispensabili per ottenere la guarigione dell'empiema. Le cause d i questo fatto sono d~ due ordini: :fisiche e :fisiologiche. Le prime, già rilevate dal Boucl1ut fin dal 1871, e poscia più minutamente esposte dal nostro Forlanini, consisto110 in ciò, che qua11do le pareti del cavo pleurico [sono rigide, si arriva a m1 punto dell'aspirazione in cui, indotta nel cavo medesimo una pressione ·11egati,-a eguale a qt1ella che si può it1durre nell'aspiratore, diviene :fisicamente impossibile di estrarre più fluido dal cavo ripetuto. Più in1portanti sono le cause :fisiologiche. J"a rapida dimit1uzio11e della pressione intrapleurica porta seco un certo nun1ero d'i11convenienti e di veri pericoli, che furono 11otati fin dai primordii del metodo aspiratorio, e che, enumerati per ordine di gravità, sono: senso di costrizio11e al petto, dolore, tosse stizzosa, espettorazione albuminosa, congestione polmonare, edema polmonare, con\Wsioni, asfissia, apoplessia, sincope, morte. Da essi 11acqt1e il precetto scolastico di non estrare in una seduta mai più di un litro di liquido: precetto che pit\ razio11alme11te ,-a trasformato nell'altro, di non estrarre liqttldo m ai oltre i prin1i segni d'intolleranza. _-\.rri,·ato a questo punto, in un modo solamente può l'operatore continuare l'estrazione <.lcl liquido, cioè aume11tan dola pressio11e pleurica,

che è quanto dire facendo penetrare nella pleura.. un altro fluido che prenda il posto del pus. Partendo da quest'ordine d'idee, Roser il primo· propose d'iniettare aria; Hoppe Seyler, dopo, acqua. Ad eccezione di Potain e di Parker, tutti gli autori che hanno seguito Roser o Hoppe Seylet estraggono prima il versamento sino a tolleranza, indi iniettano il fluido prescelto, continuando così alternativamente :fino a che tutto l'essudato sia uscito. I loro processi però, comunque varii nella tecnica e nei .mezzi, sono passibili tutti di una cri-tica comune: ed è che essi, a buon conto, non. riescono che a delle alternative di aumenti e dinù~ nuzioni nella pressione intratoracica. Ora i pericoli che tengono dietro ai rapidi aumenti sono anche più gravi di quelli che accompagnano le diminuzioni; ed è per questo cl1e le lavande pleuricl1e sono tanto temibili, perfino nei pleurotomizzati. Perchè, in effetti, nemmeno a torace aperto si p11ò evitare che l'iniezione di liquido induca un aun1ento di pressione; e Goggans, in un suo notevole la,·oro, riporta varii casi di morte istantanea, prodotta direttamente dali~ lavanda. Ho eccettuato i processi di Potain e di Parker perchè sono i soli che abbiano cercato di rendere l'uscita del liquido indipendente dalla pressione intrapleurica, adottando il principio della aspirazione e iniezione simultanee. Potain infila,-a due tubi nella parete toracica: per l'uno, lasciav·a defluire il versamento, mentre per l'altro affiui,-a un liquido antisettico, che sostituiva il ' 1 olume del versamento. Parker eseguiva anche lui due fori, i quali mettevano il cavo pleurico in comunicazione l'uno con l'aria esterna, l'altro con l'aspiratore: ne seguiva che ad ogni colpo di aspirazione penetrava nel torace un volume d i aria eguale al volume di liquido estratto. La realtà di questi due meccanismi si può dimostrare in vitro, applicando i du~ processi a una bottiglia ermeticamente chi11sa, in rappresentanza della cavità pleurica. In questa però bisogna tener conto di m1 altro fattore: i moti respiratorii, i quali turbano radicalmente l'azione dei due processi. Cosa a~-ie11e infatti nel processo Potain? N"ella inspirazione, il liquido antisettico affluirà in copia maggiore, sollecitato com'è, oltrechè dal proprio peso, clalla dirrùnuzione di pressione nella cavità pleurica; pe.r converso e per le stesse ragioni, il versame11to o no11 llScirà, o uscirà in volume inferiore all'acqua penetrata. ~ell'espirazio11e avviene l'inverso: l'aume11tata pressione intraplet1rica spingerà fuori il lic1tùdo contenuto nel ca\o, 111a respingerà pure o al1neno ilnpedirà l 'affiusso del liquido antisettico. Iii so stanza, il processo fi11isce per ridursi anch'esso a degli alter11ativi aun1e11ti e diminuzioni di pre~-. . 510111.

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SEZIONE PRATICA

Gli stessi difetti, benchè in un grado minore, si trovano nel processo di Parker. Senza dire che l'idea di convertire l'empiema in pneumotorace non sembra, dal punto di vista patologico, molto felice; perchè il n1odo più comune di guarigione dello pneumotorace è proprio c1uello di provocare in primo tempo una trasudazione fluida, la quale, nel caso di empiema, 11011 potrebbe non essere purulenta. Guidato dal medesimo principio di Potain e di Parker. io ho fatto costruire tm aspiratore speciale, il quale realizza co11 esattezza matematic-a

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la estraziorte dei versa11zenti pleurici i'ndipende1zte dalla pressio1ie i1itrato1 acica, e permette di eseguire la più perfetta lavanda d ella pleura non solo senza 1)ericolo ma perfino se1i.za il pi1\ piccolo dist11rbo del paziente. Come si vede <lall'armessa figura, l'apparecchio consta essenzialmente di due trombe aspiranti e prementi, di eguale capacità, unite insieme in guisa che non possano f11nzionare l'una indipendente1nente dall'altra, e che quando l'una aspira, l'altra prema. _l\. tal fine i due corpi d i pompa sono per le loro estremità riunite a un cilindro, il quale accoglie nna ruota dentata, che s'ingrana con 1'11nica asta dentata a cui sono fissati i due stantuffi. 1

I J..,9-I

Una chiave a T senre a imprimere agli stantuffi. dei movimenti a destra e a sinistra. Da questa disposizione si vede che mentre l'una tromba aspira, l'altra preme; e poichè l'aspirazione e l'iniezione sono simultanee, e il volume aspirato è eguale a quello premuto, l'apparecchio, agendo sopra una cavità chiusa, non 'ne altere1 à nienoma-meiite la pressione iniziale. La differenza capitale fra il mio apparecchio e tutti gli altri aspiratori consiste in ciò, che con qt1esti si p11ò bensì aspirare e iniettare, ma in due tempi successivi; mentre che il primo realizza le <.lt1e opposte manovre nella stessa tmità di tempo,. senza tm prinia e un poi. La manovra dell'apparecchio \ra condotta come segue: _.\.ccertata la diagnosi con u11a puntura esplorativa, si configge un trequarti nel punto prescelto clel torace, facendogli descrivere un cammino leggerme11te obliquo verso la cavità; si ritira il punteruolo, e ci si assicura con u11a modica aspirazione di essere in cavità. I11di, a distanza di quattro o cinque dita, si configge un altro trequarti 11ello stesso o in altro spazio intercostale. viciniore,. facendo percorrere ancl1e acl esso un cammino leggern1ente obliquo, ma in senso opposto all'altro; ritirato il punter11olo, ci si assicura anche qui di essere in cavità. Ciò fatto, si mette in comunicazione nno dei trequarti con una tromba dell'apparecchio, e si aspira dolcemente il pus fino ai primi segni d'intolleranza. Allora si riempie l'altra troni.ba del liquido da lavanda, vi si attacca l'altro trequarti, e si inette in comuiticazione questa stessa tromba (clestinata, dunque, alla iniezio11e) per l'altro s110 foro col liquido da iniettare. Dopo di che, non resta che spingere alternativa1nente gli stantuffi. a destra e a sinistra, manovran do i rubinetti con' renienteme11tej fino a cl1e il liquido che esce dalla l)let1ra sia limpido come quello che vi s'inietta. Terminata l'operazione, si eseguo110 puntureesplorative in · altri siti del torace; se s'incontra a11cora del pus che dinoterebbe ima sacculazione dell'empiema, si ripete in quel punto la stessa . operazione L'operazione non apporta all'infern10 venu1'altra molestia, all'infuori delle du e piccole punture; e si ripete al bisogno. C'è egli bisog110 di far rilev·arela sua superiorità rispetto alla pleurotomia? Prima di tutto, questa è 1111'operazione ben grave, di fronte alle semplicissime pt1nture che richiede il mio processo; poi, non mantie11e in pressione negativa ·1a ca\rità pleurica, venendo così non solo ad ostacolare la 11estitutio in integritni della funzionalità polmonare, ma altresì a ritarclare la guarigione del processo suppurativo. Il vantaggio capitaledella plet1rotomia consiste nel completo vuota1


IL POLICLINICO

mento del pus; ma esso si ottiene, come si è visto, a11che col mio processo. Da ultimo, questo non espone l'infermo a nessun pericolo, nè operatorio nè consecutivo (setticemia pleurica, non rara dopo la pleurotomia), e permette di operare in rma sola volta anche gli empiemi sacculati e i bilaterali, ~osa che non sarebbe prudente fare con la pleurotomia. Con poche parole, il processo da me descritto realizza tutte le indicazioni terapeutiche meglio della pleurotomia, ed è indicato anche nei .. . . . ~.as1 m ctu e contromd1cata la pleurotomia. \

111 riassunto, la cura propriamente detta delle ple1111iti purulente deve, come regola generale, essere costituita dalla lava11da e disinfezione della ca,·ità pleurica, eseguite fuori il contatto dell'aria, e precedute e seguite dall'estrazione del liqtùdo fino a tolleranza subbiettiva dell'infermo. Qitesta operazione si esegue nella maniera più perfetta e più sicura mediante il 1nio apparecchio. I~ complicazioni clelle pleuriti vanno trattate s econclo il paradigma seguente: 1° Pus denso, che non traversi la canula del trequarti: - pleurotomia,· 2° Localizzazioni in punti inaccessibili al t requarti: - pleurotomia, completata all'occorrenza da resezioni ossee · 3° Polmone immobilizzato da pseudomembrane: - pleu1oplastica, secondo la proposta del Délorme (escissione delle pseudomembrane); 4° Polmone raggrinzito: - toracoplastia, da -suddistinguere secondo i tre processi principali di Subbotin, cli Estlander, e di Schede, cioè: a) raggrinzamenti piccoli: processo di Siibbotin (frattura di una o pi1ì. costole, che pennette 1'appiattimento della parete toracica); b) raggrinzamenti medii: processo di Estlii:nder (estirpazione di costole); e) raggrinzamenti massimi: processo di Schede (escissione di parte della lintera parete toracica, cioè p arti molli e parti ossee). I

Chieti, 4 maggio I 919.

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APPUNTI DI MEDICINA PR!TIGA. CASISTICA E TERAPIA. Il morbo di Wllson. . ·~a.mus (~~ris 1néd.ical, 1919, ·n. 40)

:La u·n'espo-

cnttica diei pii ù ree.enti contr.iibuti alla c.onosc·en?;a di questa sindrome. Il morbo di Wil~oni è caraltterizz.ato 1d ia •t tn'a &irntomatdlogia colD.pJ.essa: .tr.em~i, movimenti atetosici, stato 5'past1co con contm.tture e clono (senza vere pacatis i e disttl'rbi della seoo~biliità.), disordin·i deliba fia·ve1ùa, disf:agia, d~siturbi m«:mitali che ·va.umo :funp .a1lla ctemenza, rl.is.ordini epatici! ed a~terazione della pig:mletn.taz·ione d:ella oornea. ·Q uesti disturbi sono stat.i riferiti atl una degenerazione bilatera'1e ickl ·niucleo l,enti·c olare. Righetti ha messo in e,r.ildenza la comp1essi.t à ·dei fartti paitiologici determinati ,d a lesioni del ·lliucloo l!enti:ioolia.re 1n '11ekizione a1le compressioni di 1q'1.Lesbo nucl1eo ed ia seeiond·a che si .tratta di lesitonà dà:stir:uttive o irrit3..ti ve. L.e lesiani ptY-·e d·e l Liucloo D.tenticola1re possono dare la disa-rLria ed a11che 1'amairt:riJa. Le lesioni uuila.ter.ali o ·b ila:teraJi, parziaGii o estese 111011 detei-nirl,nano clinioa.1nente u111a .s1nto'l113.f:dlogia selllJ>re i·denit1.ca. Non f:. ipo.ssilbile precisare [ie VaTie localizzanioni ftlllzm0tna1i ·delle 1diftereutd pairti cleil nucleo. SecondJO v.au W1oorko m i 1g augli iinrfiracorticaJi. lLatnno un.a funzi01J.1e importa.11.t e 111cl tOllllO e 1t1ella ooordi~ooz~o1ne dei movimenti, ie 1e per.turbaziipni dei gia.11g.li sbeSIS!i pro·voca:tw sia1ldironui varie, CA!lle i:a tpiairarpl,e gia ·f amiliare s pastica , Qia corea, i1 mprbo di Pa.rk~n!son, il morbo rdi \\iils.o n . Gli stessi g.atllgili dJnterverrebbero l(l.ll.0he .niella determirn.a.z ion1e diell'attacoo e.pilettiico. U'll ca·so di Guido C':narbatlli, col 0011trrollo clella aiuttoptsiia, .p roverebl)e che una lesjpn,e del nucleo lentireo1.aa.-e destro può da.re 'C1is.a,iit:r.ia. U·n !l.Ila.1ato rd i Guri~di chie cli:nica.mente presenta.via disartria, acciessi <li p~.amto spasmodico con decadicmenit o mentale e pai1·esi bilatera'le degli ar.trl., a1~1 'aut.opsi~ dimo&brò u11w. lesi01ne .b ilateraùe 1ddl puta1ne1i. Le lesi<Xlli epattiob e mon sono oostanlti. nel morbo di Wilsotn. Cadwalader 11K>lll Ue tro,·ò in <lue oasi, .1nenitre iÌIU un'aJtra osservazione iin u11 Ì11d1,vri.1cl'l1Jo affetto tCla oilrrosi €1pa.tica ·ootò .t remori, f·enomenii spastici agli:i arti, d:ilsartriia, depressio1ne; all'a11to1)sia si trovarono focdlai di mmnmlla1nenito nel nruclroo aiemiticolare. }\:~he Joh:n-Jenks 1'11oma.s !Pensa che le llesioni de.I ·nrucleo 1.erut.icolare non pro·.:ocano sem.pre tttia sintom.aitol~ iclentica e ol1e in og111i caso bisognai tener .p reseu.te che •l e alterazimiri an.atomicl1e molto spesso olrtrepassai110 ~1 IllUC1eo . lZJtO'lle

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' SI::ZCO~E PRATCCA

per in;vadere a;11ieJ1e la 0apsula init erna. I11 :tre 1·a:gaz.zi del.la ,stiessél: f.a,mi·g lia ·c o111Sta1:ò 1sint0lllli aataloghi a. quelli del morbo d :iJ \i\iils0\11, lna :ill tremo:re era d:llltenxi10111a;lie~ i muscoli de11a facci:a era110 intatti e per di più '"'i .erano si11tQlili e , ·jdenrti di lesione 1ClelJ1e vi e p.iira1111i d-al i. L'a ffezione aiveva l.tn ~corso prQg1ressir'\·o, esiste\'an10 disturbi 111e.!ltraili come .nel morbo cli Wilso11, 1na man.cava1110 le 1esronti epaitiche. ~oliock ho osser,·ato d1ue ca.si <li morbo di Wi:lsorh '\rerificaiti con l'autop.sila. Egli aredie che 1a leis:ione dei ftlfll.C1ei 1'entic·ola11.·.i ·d à .tl'nra vera ~in{l::o­ me che varia 0011 1'età dei paz~enti. Nci r.agazzi si .a\•rebbe la ma11Jattia di \\Ti1son o pseudo-sclerosi anfainitile ereditar'.i:a, nei \•ecchà. lllla sindrome at11aaog·a al m01~b·o di P:airkinso11. D '·A bu:ndo i:11 bais.e a ricerche S1pe11ime11ta.11 ha sostenuta Ja idea che il talamo, il tlJttcleo ~a11dato ed i!1 nucleo lenticolare s1anQ fu11ziona1mente ossociatti e che 1'atrofia clel tala.m10 1dciermri:i1i 111na i·1 Jertrofia diegli 1a1ltr.i due 11111clei. Spilkr ha osservaito tre f:r:atelli ie :sei ,sor.ell e afieit te da }:>&eud-0-.scle.r.osi e(l amn1iette cii-re vi s ia110 <l-elle ana;J.og.i e tra ques-ta nial.at<tia ed ~1 1n1orb,o cli '\'f\7i lson. E•1111esto ·Oarla ha pttbb1icato ril ·oaso di una ma10,ta di 27 a'11rui, che a r6 al111u gàà v·r.esenita,·a ri.:g;idPtà deg·li arti inferi-0ri. Q1ùeSta rigidità a llm:end:a.va can .i movimenit i. ed .airresta\r;a 01nrehe i movimenrti ~iniziati. Oltre ia ciò si nota,-a: tremori, retropu.Ù!Sione, conitr.a.ttu.re. No11 si notarva a.lcun segnio di lesione d1elùre ,rie piiramidailri. La malata al p.riJn.ciipio prese11tò an.che ;Sttdorri., ivomiti, sa11vazione. Menta11nente però era ci11.1teg·ra ; OJ.011 a ·ye'\-a m.avi.menrti corieici o atet·os1.ci, 11on if:.ren:Jpùn del1a Jingua, rnon crisi epi11ettirfiorm.i, ·11011 lesioni e.riatiche. TJa a:eazione <:li \Va,sserma1u11 p.o.sitiva. Il trart:ltame11rto specifireo (letertmilnò miglioramiento d ello stato genera11e, .Jnla 11011 dei fatti :n1ervo.sti. 1

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dr.

I disturbi motori d,ordine riflesso e • le contratture periferiche.

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n1alla tti.e Oll1gall'li~he del isiistema :n ervos.o, ru1è del1e pure ma·nifestazioni ner\ 1ose e che sono state r:?tCoolte :s otto 1a. die1101Illi1naz1one ·p110vvisoriia. cli <l 1 diils1ttt·r hi .motbri .d 'ord1ine rifless10 », biso,g na :iin'JJ,a nzi tutto sce·v.e rare :t1'e categorie di contratrtuire, 1e ne ttriitiche, 11e 1miogei1e, le articola!ti, le ctua11.i ·ris1)ot1don10 ·a fr01111,e cl1·uiche glià betn deli1J.1te ate nel111n. p atalQgiiia. Q11esrte co11tratttt11e d·evo'!llo te11ersi <li '.tllatttna ·r ifl1e9Sa ·n el SetlSO i r1diieia•t o da Ch:aircot e Vulpian. I..1e 0011tratt11re ·n ettritic.he colpiscon10 escl.usriiv.a.n1en.t.e il :ten1itorio 1nu·sc,o la.r·-2 del 11er~:-0 leso se S'OllJO di.r ette, o da -esso si irradia110 ai musco1à oonti.g ui se .s onio riflesse. Queste co11.t1'!<11tture sarebbero cl·etern1inrate iper eociiaz:io11e (liret·t a del,l e fibre di moio 1p11"'0Vocata da ipttoce55i 11evri tici si:a pur 1ievi •e qiual1~n1q1t1,e ine s.iia la originre , tratuanatica, infetti va, .rieu.m atica . Lre C·Q1i,tra·t ture n1i,opartji che si ~1~11nita·np al muscolo o .ail g.rtl·P1P.O mnscol1are irrirtato, o, pur raggiungendo .1 n questo la massiim:a i1ntensità, si iesteu.clo110 :anche a muscoli no11 1d.ir-ettamente c,olpi ti. Si rt:ratter.ebbe di 1tt·n.a canitrattu.ra .pt'QVocaita dia ·s tin1oli 1ope11a1nti .sui an1ttsroli. Qti:este aotllbrtattll!re ln1ogene, già nobe i1n tl.-ev.r.opartol•og-i1a , p.os.sono e&sere deter1niruute sia da process~ anaitmnopato11ogi1c i e,-iden,ti, s1a da l esioni nou ~1yprezza1 b.ilii. I~e contTa1tttt·re a:11trogene, 1e più con1t1ni e ~e più 1110.te, j11teressai1110 1n·nianzi tutto i muscoli perilal1it:ico1'ari, 0011 differe11z.a di i11tensità tra estensor:i 1e ·fles sori, for:se a11che :t.ra mon:o.a1i:icol:aui e po1.lia1~ti•oolari, ·est endendo.si poi, i.11 certi oasi, a.ncl1e a 111A1soo].i più iLc).ntba11i. In tl1 tte .]re 1orme su·d dette si scorg.e uin.a regola, .se 11011 a.-igoriasa per l o 1neno approSrSimatJva, sia 1le~la ca'USa, sia nel'La distr~buzione dei clisitu:rbi, rego1a che è s e1111p11e sufficiente per UJ11 oriert1tai111ento ,diJag·n ostioo. La ma:nca:nza i·nv.e ce di qual11nqu~ 11onna diSlbroib1tti va, di q Ltalsiais i correliaZJi1on e tra l"a; reg·i1one colpita <lal t11a11nia e ia for.ma e la esrtens·iio ne clella contratt1lr.a o de1l1a pa11~aw1si a cu1 qu,e·sto ·dà lLLogio, cara.tterizza la quarta categoria d1 << disrtll!rbi m otori d 'orc1:i11e a:-.iflesso » . Le q1tia:1i panrulisi e c.onitrattllre d.e110 qwarta categoria, peir quesito modo 1·rr.azi,o na,1e di mia·nifestaitsi, per q.uesta 1par.rudossolità di' :contegaw e ·per l 'aittitiudr:in1.e 111ient·a1e (lei sog.g·etti 111ei quaJ1 appaiono, spimg.ono \;en~so la i potesi <1ehl '1steris.mo.• Conttraistereb ber.o a tale ipotesi ~a coesi stenza clei feno1nierui ·'(;:asomotorio-tirofici e .1 a a:-esiste:nza d€111e f1or111e stesse .alla teraipi•a in geuere ed al.l a sttggestione in p.artico1ar.e. lVLa tal-i futti non pos.son10 togliere ia.lile 0011Jtratt1tl'e e pa-ralisi la impront-a che ]oro con~erisce ·1a detta i)ara@s...c;o11tà. _L\.p.p are qtlin1d1 ìegittimo pensa.r e ad t1n'as1

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I-<'ragn~'to

(Ri-vista italia'11a di 'neitrop~it'olog·ia, psicliiatriJa ed elettroterapia, vol. Xl, ·n . 3-4) fa un1 'aun1pia, aJCUta revis ii011e cri tiic a de11·e q11i:s.tio1li rigua.rdanti i così ,d etti dist1111bi fisi:opatici o d~ OTigirne ri.dliessa.. Iin queste sin1cllr.orni sonro stati a torto compresi ti.pi di corrtratt11re giià no·t i cli'Dicamente pr.im.a ~he Ba1b~nskì e Ftliomenit mettres s·e ro iin evidenza e studiassero con 1taln1ta mrin11zia ed .acou:ratez7.;a 1.e s:tra111e formie 'llePvo.se alle qu~li dettero il .n ome di fisiopwti~h·e . Ne11la g.ra.11 1

delle f.orme morbose, sori-ve Fragmiito, che non si presentano ·s16tt o l'a:spetto ordimia:rio de11ie

tn<bS.Sa

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IL POL I CLINICO

$::Ji~azio11te .i stero-fisio1).atka, ossia ad un'assùCi1azione d.i ~e11omeni 11ell1a ql1.a.le il <listu< rbo 1notore pre\-aùien t e .s ?rebbe di 11:at 11ra ister~ca, m·e nt re ii .sin1ton1i trofici e ,~asom·ototi .s.a·rebbeir·o d i 11atu~·a 1

1·iflesS<.'l.

dr.

.

La sindrome sensitiva corticale. Podestà (Quaderni d-i j.)si clt:il1tria, 1919, 11. 9-10) l1a ossrer,·ato set t e ca.s,1. cli questa :sindrom·e e li 11a s tudia.ti con f·ermian{l!O le ve<l111te di auitorri ch e .' . . gla s1 erauo occ11.pat1 diel1lo ·s.tesso arg-0me·nto. :JYien1t1-e l e :J1ostre c011Joscenze st1lJ1e ù.ocal1irzzazii0ui mot,orie cea.iebrali .sono a1bb.a1sitan·z a p ·rec.ise, quelle sulle .loc:a'lizzazi1ot1'i .s·en·si!t i ,;e :sono aruroira it110e1~te. E 1cci.ò .s·opratut to 1)er.c.h.è , per 01vvie iia. . . ' g1i0na\, •n on :sJ. e p otu.to sfra1ttare 1al rig-ua1'do ila speri1nen1tazio11e s11gli a ·n imailà.. 'f ·1 1ttavia i ris1'1!l:taltii di :ricerche einbrio logi ch1e , i,stol1o·g iche e cilini.c.h e ·oon cor110110 a 1dri1m ostira·re che la pairietaa~ ascend enite ?· r.oliaa1ielica posterio1re cost~tt1i1sca pre·va1lentemente 1 'area s ensitiv-a cortica[e. D1ejerine fu .il ipri1no 0J preciisa·r e i ca:raitteiri çlella s i11 clr om·e Slen:si'ti va <la .Ie-sioni cor.t:icali: d;istiing·ue nclola da qttei1!La ·à~1)1 endenite <la l esi.ani del ~1amo •e'. 1Clel itrronco e11cefaQico. · 1Qt1iaindo l~ zona S·e nsit iva C·o rtiieale è l esa , &ri,~e D1e·j eri;11e , sii o Siserva cli .solito : ,ailterazio·n e 110tevo1e de1' srenso .dri. attitudine (t11iovicrn:e11ti attirvii €. 1 pa!ssi ,-i), del ,se11sp d i loorulizzazi:01n•e, del .sens:o <li d isc.ri1miua.zione ·t attile , con in g:randitnen:to iba•l ·v1alta n1ote,nole: dci ciric-.oli ·dii W eiber. 1.,a percez iot1e steiDeognostiica è tSempr.e 1ailteratia e s-pes,sr0 esiste rnit1'astereoginasia :assol uta . La se111si.bilità ta ttfile invece è .sollo 1.e:ggermenite compromessa . I..-a sen1si1b ili1tà dolorl()s.a .e t&m.it·a è 'POOO oolpi ta e p uò iaJnich e 1ri1ma111ea.:e intatta. Lo :stes,sio n:1i0n si h a per l a se11:si1bi.Jiirtà 1èLol1or-0sa :al1lia pr,essionie cle11e n1asse profo11.d e e per i],a oons ibilità vi bratotiia. L'atta:ssi.a può 1es.sere pre•s e11lt:e. c .ome .in iil1tte ùe forme di earuia11estes ia icerebralie i 1dristurbi cùiminui·s:oo·n o ·d 'i111teu·sità r i1ln·o:nit:ando dalla p,e1rif€.iria "(: :erso l1a riarcli ce <l:e11 'arto. St11c~es.si ' ramen t e 1.o st es sio D e j.e ri•ue d es·o r.1 s:se lllta 111uova ~sin.d •r o 111e .se11si'ti'Ì \ "Ri co1·.ti.c:a:l.e, nella qttale l1e .sen,si1bilità su~perficri.ali e pTof.011'Clie 'l)!OSi.Sorno essere d:i:ssociate 11.e-1 se111S·o 0h,e 1 neintre 11e sensibi·lità d.ol-011i:fìaa , termica e ·yi.b.raitori.a s are1bb er,o DJOte-v;olmente a lter.aihe , r esterebb ero 11orma1i q11iasiii tutte Le a ltre seinsibi1ità. Questa i)ossi1bifiit à di c1°iiSa1S!S01ci:a.zicme delle sen.s1bj1lità .p ar]e1'ebbe ri 11 f.a ,-01·e di t1n1a localizzazione cld fl1°nziioni •ei1e111e11·ta·ri, i0s ia oh e 1:e sing.o1~ sensi1 bi'lità .s11perfic ia lri .e pr:ofoin(l e sarebbe ro ùo::-alizzat e in · aree clifleireuti. L' A. lia pot11to rosser,·are ,c;ietlte ca/Si di sindr.ome sensit~,-a eortiica1e i11 soldati -Leriti 0111e (21') 1

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r eg1i.o·ui p a1·i·et:al i ecl è ·Ye11u.to ia.lle seg;ue11ti coucl t1Siio11i : r . J>er- :v:asbe lesiio.11i si ha :a1nteta7i1o ue cli itt1tte 1'e seIT ~iibilità. 2. I11 11111 caso fturia n.o .a.It era.te 1e s.ensi.b ilità s upenfi.ai:aili e prof0111de, ma a1ppa1·vie i0oiu>Ser,-ata la senis i•biili.tà ·tie11mica . 3. Tall.ora ·Si n1ostr.an.o Jese s-ol·o le se11si bi1.i tà su 1)e1·ficia1i . 4. In 1111 caso si ebbe .di1~sociazione della , •e11.sibilità 1do1l0Pi.fioa 1Cùa:ll.a ter1uica •e dailli t attile e dell11e s uperfiici:ali <la1lle .proton!de . 5. Qtta.nc1o 1S1011.o l1es:e le .r egiloo1i viieinre a 'ltlelle cli s.eu so , la 1sens ihi li.tà è :i11ta·tiba. Teu,encl.o c onto .an1c ]1 e d e:lle 0isserv.azi1o·ni preeecl1entemen.t e pttbb1il0a.te, l ~ . .\. . ri1tien.e che 11 oom])les,so ·dei l(t ati ·cliui·c i ·ec1 1run.ato111rici ·l)~w.-l:i peiun,a li0calizzavi one <le11e s in,g·ol•e f.or1ne di se:ns ibilri.ità . E jp·oi~.hè n e lle i-eg·i oni c.e1utra:l e 1)osteriore ·e l)a1·ri1etale esistono .are.e 1e •c a.11111))i disti11ti c irtoe .111µ1elo-aircl1i1t etton.ici, le <C<n1i lesion~ dteter:inì ~ ·n1a no alter,azioni <le.J;lle f t111zion1i di senso, È: logico 1~ n1p.pio1r1~e che 1aicl ognii 10a111po C(.'! rr1 sponda 11 na c1al:'l .for.1n.a ·d i s-e11sil)iii1ità. (~1.i ei11ementi finooa a.-;a.ocolti 11•r)l11 QOn11se.t1.t on•o :t t1tta'-·i;a cli a ttri1b uitre a det e:Ptni,na.te ,a1r ee 1e sing-.ol:e s:ens i·billi.tà €'1et11enitari . dr. 0

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Cura medica e chirurgica delle nevralgie facciali ribelli. È 11eces.:>ario a1nzit11itto precis,a11.1e se .si1 itra.tti dii

;ueyìl1allgia eS!Selnzia1e o s:in1:oima1tica. N.o n S,011() essenziali le ,11eY'11a] giie cl1e dà11110 <1ol:01Pe co11tinu·o , 1&enza t r.eg11a , .auestesti.~a èu!ta11ea o mt1cosa 1e .eh.e .si .ats1socia1110 a f en1omeni •d i •eùCÌltazi011e O 11a11ali1si dei ·n1erv.i c.rainici o <li tntte tre le br:an,ch·e .d el t ri.g·emi110. Pe r 1u1ai diiaig·u1os i co111p•l·et a s i r.iioorrerà inol1tre ·a l l'esa n1e d ell'occh io, cle l :uaSlO, .d ell '.o.reccl1il 0, ict ei denti, dei seni , alla 1"eazio11e cli \ :V',aiSJserni;ann, al closain1e11to dell'urea ne1'l 'uri n:a e nel sangue. Come c ura ruec1ioa è 11ecessairio .a.nz!iit:ttbto soplYri11n1erie -0g1n1i ca1us~ di .iutoss·i ca.zione, rocco.mandalf1e v.ita regi0la1·e :ig·ienica, so1nn1ilnis trare bro·m uro ,dJi s odio (4 rg;·r . .al g iorno) ed iai11cl1e, moderat'Mllen.tie, deg1.i a·t1a1g·esriic1 (-pi11a1nidone, a11.1t1.pirin,a, ecc.). Come citra chir1t,rg-ica, s i è tfa.tta la r11ie,·recto1nia, ·O J.a 'l~esezion·e del gaìDlgJ.io d~ Gas.ser ; q11 ~­ st'11litim-a •openazio111e 11011 è scevra cli ·p ericoli od ii1co11\1e11ieniti, ie iLa:sciai Ì:J]o]tre 1111a oi~aitrice defo11ne . Il Sicard h·a co11s1g1~.ato dii. fis sare ~.l 11e.rvo in 11n pu1t1t~ qUlall1ito ipiù possibiQe v ic i1t10 a lla sua t1scita clal cranio ·1uedia11te +niezione di a lcool , 1tel t ro11co st esso. È i1ecessa.ria J)èrò t111a t eenica 1

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SEZ I O:--lE l'RA1'1CA

1)reci sa , ciò c l1'E: è .t t1t t'al tr.o de I aci1l1e occoJ:re ' e sercirt:ar:si prima stil 1cad."l,·ere, i·111etta;11do ii1.chio&tr;o <li .C·l1itna '7 co11trol,l.an<lo se il ù1iq11ii<lo ha Tagg.iunto il t.r10111co l1·er\·oso . Si .faro,110 .lJniJevioni ·di r -2 cc . di ai1cool a 70-90 gradi ; se 11e ·l)Os.sono fane a11cl1e iei.111q1te .i11 11·n a s·ed11ta ai11estetizza:11d-0 così p~ure.cchi :t;ron·cbi ·n1er"\-osi; ltap.o 15 giorni s i pt1ò ri1)e.te1re ùia Beduta. L'i11ciìez.io11e è .sp·esso do1or,o sa, ma :i.I clo11or·e d 11ra. poco. Pos.so110 poi pre-se11ta1,si ·v.ar1 i ucon,·e111ieuti ; oosì p . e. l'.alicool p11ò .penietraire ini t111 "\·aso sangt1j·g"no .co.11 .11ecros·i <'on.~eg ue111te cli zone <li c11te e (li 1nucosa. 11 p·eTicol10 si evita osser\·an1do Se p·r i•m a della iuri.ezio11e f uorie ce •sa 11gt1e dall'ago. P.i:ù rara111ente si pro,·.oca pair.alisi ocu1l1are e faiociale, pe.r "ltlléL clirez.ione errat a dell'ag·o che t occa 1111 .tr.011co 11er,-oso cli~,-erso da q11·el.l o cb e si ' 'ttole ir01ggi t111gere. P er e ,·ita•re qt1esto i)ericoi110, ~ i pr.ruticberà clappri1TLc'l un'i:nie21i;o n1e di u1oyocai;11.a •a:l ~ 'fo co n adrerialina. I11 tal moclo 11011 so110 s~ cli111i1111isce il (1.o:l:ore d1e'll1a s t1cces.si v.a àniezion1e. (li ..alcool, 111a :si Y'lec.ie 001m1)ari.r e 1)a1·ali:s.i ocl a11estes11a tra1u.sit-0-rie n-el tl-;onieo 11ervioso t·ooc.arto; se clopo r / 4 cl'ora tali fe11om1eui 11011 si sono , -.erificati i 11 .t ron chi nervosi d.i,·ersi cla q11el1 l 0 che s i , -11ole 1ct1rare, si p11ò pr o.ce(lere .a.ll'i11iiezione di alcool. Costantbe è, dopo l'inii.ez.i1one cli alcool, 1 'ede1na locale , ch e sco1npare i11 15 gi.orni . Il successo è s ic uro, quanclo s i può penietra.l·e 11el troni<..'O 11.ervos.o n;u c0trri~ po1n<\enza del foro di ttsc.irta, e qui1lld-i n ello s t esso oa.nalie osseo. S;e' ù'léLUJestesia :tattille, ica.liorifica. e ùol ori·fì ca 11,e1le zon·e triJbutarie cle l u.er\··o è completa, s i a \·rà g11arigio111e dii l1111ga .cl11rata. Le 1niezio11i ,·an110 Tj·p et11te .ag.ni 18 l11~si. l~rulJ.ouri (Bit Ll et. 1nédic . r9r9 11. 30) .J11a obtieq111to, 1c.011 uina ·O d11·e i11iezio.11j, gua.r ig1i1oni .ra1)id·e 1'11 a•lcn·ni ca1si da lt1i rece11te1n.e 11te ltrart:tati. 1

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I.

b.

. ' .stata 1preoonjzzata cla Le.,~i a dos i da 5 m g. g1a fi.-1110 a 2 cg . .aJ g ioi.:110, .dimi 11uenclo 'Poi g.radata.men.te, ma110 .m ano ch e s i d1eli11ea i l m.iigll1i~aa:i1tem.rt.o. fil. 1

Gondotta pratica da tenersi con gli agitati. I l 111·edico pr,atico ·p u ò tro\ra.r si ,a cllov·er presba11;e il propri 0 soocorso 1a1d i111 agitato , s i.a per 1nietter~e ii11 op·er:a i 1 .t ratta!m·e11rto cli urg enza, sri.a a llo scopt0 d i permettern e il trasporto in u1i.o sta1bil:iin1ent 0 s1)eciale. Ìi ·11eoessa.rio anzitutto (H. Codet. f ourn. d. ]Jrat icie ns) ~o ~c;ett . 1919) 11Jo.11 ]•asciare ~u stia ·p11ese11.za che 1e i)ersone s tr.etta1nente i.udispe11. ·al)i11ii, ta·nto più che molti di tali ammalati conset•\·a1110 i11na grande sensibilità nella faicoltà di o~se1~vaz.io11.e. E ssi ham'll.o i·noltre 1111 s en,so 11ettissi1n10 elle 1)ermetbe loro . ' di ~ppr.ezziaire ·il timoroè di chi li oircouda . Occonrie qt1indi 1tra tltar.1i co11 1cal1111a 1 GOtll f e:r.mezZJa, senza mocli l)tltschi. Talvoùta sL i)otrà staibili·r e a1bb.a:Stainza f1aci[111e11te la 10au1~a c1 el1l'1ag-:itazio111e ~11nior1nale : ]) . e. ]n preseniia .a.i t1111a .s1en1pl ice .e.ri si ist.er·i ca, cli una malaJttia febbri le (ricordare d·i prendere se111pre La te11'iperatilrci!) . Si ceriel11e1·à 1al.t~esì tf'e,re11tt1,a le sta•to d:i ebbrezza (ailcOOil od (lltro) e pen~a·n1clo aU:a pos:sirbilità ·d i deLiriil1Ji trc;neri5 ; tal1or.a s i può t1~atbare di un. epilettico, .sia in un a1c cesso isolato; s ia a111 stato di n1ale comiziale. IJ più .spesso però ·11:011 si .potrà pr.::cisare subito 1111a c1i.agi111osi, per .s.ap·ere se si tratti di ma 11ia aieUJta, 1deme 11za ·precoce, i0 .senile, c.ris.J. 0.'11siiose, demenza p1a.ualitica , ecc. 1Cl1ecchè inie sciia, s i e·vi.t erà di las.c ia1~e ,a I)01i:ata cl·e.l 111alato 1oggetti f.rn·g ili ·O 1Je1nco1os.i, s i &orveg·.1ie11a1lln10 ii f,Qlcal.ari 1a ccesi. Si :ten t.e.r à di fan- oo111ca1r.e l 'au1111·al.arto, ciò 1C'l1e · spes.so riesce e .Io aa1ma . Qnan.clo è i1ossilJi'le, si rrioorra al baigmio (28°340) , ~n nna bag1n•arola ben fissa ecl e,· e ntuailmie11te coperta per impedi'fle cì1 1'.a.1111nal.ato nie esca. D'.a.l .tronde se gli si lnsd,a riddiosso wna camici;i lt11nga, la sensazione ili freddo pro,·ata aJ.il'usC'ita {lal b.agino itic1)ido, 1.o in cita a ri1eTI1trarvi. 11 baigno p11ò d urai··e 3-6 ore ecl .aincl1e più, c1 UianéLo si 'P'Os·sa alim1e11,t a.re 1.1 111·a lato 11!el bagno istesso. P•e r e\ritare le 1Si11001)i, si 1netterà ooll.t testa un1a isrulvietta ba.g ·nata co11 aieq11a fredda. N·el deliri·u,ni t re11ieris si ricorrerà iai bagnn fr.ed1di (r8°) per 6-12 111inrttti, seg·uitj <Cl.a friZJioni energiche del corpo. l\1eno 1efficaice ootne sedati\110 è l.a doccia. d3. farsi i 11 pi1ogg·ia, a 18°-24°, 'l clebone pi1·essione, per una mezz'ora. In m ai1l!~a11za Lli questi mezzi, s i -ri correrà ta.J1l'jmpacco umido, per i1n'ora, accompa·gnJato da · frizioni s1tl .cmpo, coperto con coperta di lana. 1

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Nell'emicrania. ~I. 111.a li

::\ c n ...;taec.1ter co11s1glia -c,·ac11aziot1.i i11testi~~i or111a1i ore, clit.ta b la uda, 11011 stin1ola1nte,

Jaiciil111ente digeribile, 1)·rOS.C1"i Y'·e11·dt0 :1'11so di coo1:..:;crYe ali111enibari, ahit11·din1i regolari cli \rita. Co111e 111edici•11a i)r·escri\·e l'est1~atto d~ lti-roi.cl e a l1osi tlj 6-15 1ng., 11ell'ipotes~ che a'aftezione si1a 1>ro,T·o.:ata tla ui11 eccesso di secrezio1D1C 11.el Q)'11eSSiO co.t"o.ide d e.1 ,·e;u,trioo1'o ~1a'bera~e cliel }ruto ,affetto, i11 -.:eg-nito a t1ist11rbi yas·on1otori. c .0 111 L:'ll•e ct1ra, i cas.i ril)e11i a.11.a cttra co1 n11111e -co11 preparati si111teti:ci •e co11 salicilati, l1.a11·1110 1110tevolme11te mi?,liorat'), c1i"-tauzia.nc1o. i gli 1,11tcr\·:ll li frra g-11 att~~chi , cl1e si so110 J~tti p iù lc~g·eri e son.u fi.11a~il11ente sco1nparsi. 1.a ~ur.a co11 la tiroi <li1i.:-1 era 1

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IL P OLICLINICO

Oome ,agenti n1eclica111 et1·tos:i .sonio <la con:sigi1ìarsi : :lia jasci•na -0 scopoliami ~1. da uuo a ci01quie decim:i!llàgramm.i . preferi1bi1n1ent e per vi.a ipoderm1ca (hro1nuro cl.i scopolannina mg. due, clori<lif. di 111orfina cg. qiiattro; aicqt1a <li·s t i11at·a El · b. 1). r m c. IO. - I11ie.ttar.e I -2 cn1c. della s:olu-

zionte). Tut 1)rese1iza <li a_gii.tazi.on1e mi10J0r.e, od in manca11za di SQ0})01anli1111a, .si daità il cloralio (cloraliio g. 2 ; brom.Ull'"IO <l:i pot-aissio g . 4 ; sci.roppo di 111orfi·n a g . 30; acq. dist. q. b . p . amc . 120 ; un cucchiai.o <>gni ora) . I bromru1·-i, da sol i, so.n10 :i1nddcaiti nella ma•11ia er)ilrettica ed i •11 vi.a acc-es.s.oil"ia 11·e.g J.i allruciln.ati •e •nei eeùemienrt:i pa.ralitic[. In icas.o (li se1n.pli.ce agiitazio.n1e 11.o tturna, 0001 :i1ison·nia, &i ·dairà alla sera u.n ·Ctl.e:chiiailo d i s~i.rop- · po di C(lora1io ia1 :i11na tazza d i tigiliiio. G:li oppiia cei, gie111eraJ·men1te, 11011 sano iu1clioa.t i, solo in caisio di agitazi•one ,proluri1gata 4'6i potrà :rri1ocxrrere ia11'e.stratt'O d'oppio (d:ue . fJ1illole cla 2 cen.tig.r ammi) . l. b.

Sui disturbi della funzione sessuale. Lls,s,maain (i\rI edizin, J{l.i ni k, 11. 35, 1919) passa ri.111 raipid,a rivi.sta ·11'U.mer,o si .],a, rori lt.S.c·i.ti duramite .Jrai g.uie11r:a ~s tt .t ale ia.rg-0111tento. I.(a m.agg·ior parte di es.s.i si occupa dei r.ap.porti tra i <lcilst11rbi della ftttIBio11e sesisttale e la secrez;ion1e in.te.11na clel'k g·landole g·en;jrt;a1i. 1a ],avoro spiù amportamte è la « patologia sesstta1·e » di riil.15-ch;fel(l, opera i111 due· VJOlutni. N1el I \iOlume tratta de1il '~:pog·.eni­ tailiiiSmo, 1dell 'infa.nti'lis1m o, d elle crisi sessuia.là e de1l':ona.ni&mo; ne1 II volu1ne dehl'·e.rma1f1~od~ti­ smi0, dell'aa1drpgimil'a, dell'on1'osess.u.a lità, tr.as·v e~ti·vismo .e 1n.etaitri0pis1110. Egli oo.n~idera quiesite ~vnomalìi~ dri1p,enden'ti .dalla 1ditvier&1. anesoontanza <1,eg.li onmantl genitaJ~ mas0l1il.i e fen1mi nilul; ai i)rdltni egli dà i·l 110111e di « ai11dri.111e >>, a i s1ec.ond:i <li « gineci·n e » . La g·rande i·11'fl.ue11za esercitata d.ag:l~ 01rmonii g-en.itaJ1,i1 :S·ulG.a •1)ote1121a sesst1aUe e s,ull.a g·enesi dc·gli sti·m oli .sess1uali 11oinnali risulta chiara dai nisultat.i cli due aitti oper.ruti.v.i : ad u11 soldato , -en'lJJero asiportati ~ due testicoli, d.i:Sttrurtti da 1111 .p roiettile. I~'in11poten:za con1pleta c}1,e ne ri~ 11-1.tò, guarì <l1el tutto dop 0 l'in-n ie sto di UJ11 :testi1

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colo d't1i0mo 110trn1a1e. Ad un 011110s'e ss.u.aile ,,en11e1~0 asportati, per tul)ercdlosi, i due testico~i . Dodici giorni do1)0 l\O 1111nesto ,n el n1u colo ob1i,qui0 {}ell'a dcloane (li w11 t esticolo d't1omo n1ormale , egli ii1comiin1iciò ad a·v,·entire per 1ia prima ' rotta 11ella stia ' ri1ta, (1eg1i 1

stimoli eteros·e s uali . Da al lora ii1 poi egl1 è sempre start:io nior:tniale 11el cai1npo sessuale. DE:gli a l.t ri 1a,·ori ~i occn pa,11 0 c.l cll 'i11fl11e.1 1za cle1la g nerra s1tlla f11nzione e s ua.le. I.(1ss1na1111 (22)

XX\"l,

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FASC .

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ha co11.stata.to u•11kl. tr.ansi tor.i.a din1~nuziione .è.Ella potenza. sess;ttal1e nei ·s oldati cou1da·n11iati l:>ef lu·11go itemp.o .a!ll 'ast inenza. Pkk e Ma)·er descrissero casi d'impotenza ca.usata da lesioni trauma.ti.ci1e· del centno gie.niisto-spinal•e. P,orooz e Lu.ce si son() occ·upati dci dolori àillltensi , (li oui son·o taù \··olta sede i genitali masci1ili, e ili attribuisco110 al a.-ig·11rgito del oontent1to dE:11e '11escirole sen1i11.ali 11ei v.asi dcleren'tti ; l 'Uisci.ta del .seme fa cessa.r-e i d1a lori . In .111n <'ai50 osservato cla L t1oe, una pachim.eningite e .niev~·te 1ra·di co1a1·e eria 1.Ja causa d i tali drolori. Num erasi Lavori t r.atta·oo dei risultati d-el1'.iJniresto di ·g·la11clv1e 1ete11ost.ssu.iaJi 1negli crunimali. poi. 1

TECNICA. Misura dell'attività del succo gastrico. La 1I1aggior par.te dei n1.etod•i , l)'e t 110 sit.udie> c.1el chinni sn1J0 1g-astr.ico, è su.sc.erttibil.e dii or·iti,c he; ·ogintllll!.O d.i essi p.e rò b.a qu..alche ·1neri1to, sia di .s.pieùitezz.a , s i.a cli iJrocisiioThe. 1\1. Loepe.r e l\:{_ Biuet (Presse 1n éd., r 1111a.g gi.o T919) i:n e propo11gon10 rOfta rU~llO , O~S'a,to Sltll'azi.one •emolitica del .ca so g·a.strico, metod.o che avreb.b e i v.a.ntaggi: de11a 1·ap.idit:ì e del.la sttffic.ie11ibe esattezza . Si pre11do110 10 goccie di sa1]gue 111ma1110, che si laviéllno co11 so1uz.io11e :fis ioltQgi!ca e si qentr·ifug·a11<> sUiCCessi1vamente per tre v»olt!e; si mes.ooki.110 z g·occ:iie di globttl·i con ~ eme . <1i diluizio11e cli sacoo gas·t ric.o risp etti,-a,J nente .a 1/ 4 ie 1/10, mettendo poi in 1term-ostart:o a 37°. L '1em1oli1si si rico110.sc.e p!er il fatto che i 1 se cl i ni:en to !Si è discioLto,. p1e.r ·l a sco.mparsa d:e Jl'aspe:tto m.a1rezz;ato, e pe.r aa tr.asp:are11i;a drel ,11:quiào che 11a 01s.su11to 1m1a co1orazio11e l:a111ipot1'e, che vina rapidame11te al 11.ero. L'e1uo:l~si è più 0 men10 ra1pida (d,a, q11alche n1,i111'11to a m ezz'·o ra) opp111~e 11ttlla. La ditu~zi10111è 114 1dà 1e ·v,arizi•o ni ,più precise ~ quella 1a l f Io è util1e solo .p er i s11cchi gast.rici estrema,me11 te aitt~vi . I4'•emo1iisi, 1nul.l.a per i ca:nic.r~.si, è :i.11vece i11ten1sa, qua;si brtttale '!leg11i ip1ercl01id1rici . Un st1cco glaStrico n1or·ma.Te a 1 gr. di HCQ emolizza la diiluizi 011e ia 114 i11 15', 11.n s11cco ipe.r.artti,·o ii1 3 -5', 11uo i111atti.,·o :11t011 da etnolisi ·uemmeno i11 3/4 d'ora. I-4a proye11.e11za <lelle ·e1niazie rnlOll ha i,n:fluenza. st1ll'.en10.1isi. QL1esta n011 diipende d.a variazioni d1 concentrazio11e moleoo1are, in.a sipecia1n1e11.te ,d iall'wion·e ddli 'ocid·o clorid1·iico, a cui si aggi1111ge quella diellle pepsi!na. Trattasi à111 complesso di 1111 metodo semplice,. .g.l obale cl1e olit re a 1u ette.re i·n presenza due elemeinrt:i ,rivenlti, tietlie conto <l·e ll'associazione cl ori<1ropeptica. e pttò p 6rciò a\·fre .11ote,·ole si p;nifica1:0 cl.inl'i.co. fil. 1

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XX\" I, FASC. 47]

SEZIONE JlRAT!CA

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MEDICINA SCIENTIFICA. I trapianti della milza e della tiroide con vascolarizzazione intatta. I risulta.ti otten·ttti fin.ora con i tra1~a11ti di pe.mi di alcu1ti .orgaini (milza , tiroide) o ieli quiesti orgMii dtn. massa con f\-ais colarizzazione j111:ta1bta. sono staiti, di regala 111ega ti!\ii .p er ria ssorbimento ~el l 'inne&to qtia1ndo il it ra1)i'a:J1to è stat o fatto sad a11i1TI®li d e11a s tessa .5pocie di que11lo cui l 'orga'UO era tot.to (om:otr·a pia.11iti) . A Cairrel, una. ,·-0lta s11 dri1e, è rittsq:to .i1 itrapianito rli '1.111.a n1·i.lza c.011 \1 arscol.ari zzazio1~e à111Jta.tta i11 UlI1 cane a1 quale .l'organ10 e r a stato p.oco prima to1to (autotrapia n.to) . Gli autotra.piia!nti id i tir,oi d.e c o11 tutti i s u o:i ,-<i!si l1ain110 dato spesso .rriiS ultati eg·1ta1me11te 1b ttcm·i e duraturi a ·va1·:i esperin1eutatori . Ka.waimt111-.a ( T'1e .To1tr11 . of experiu1 . 1ned., J11g lio 919) 111ip1..endend10 questii. .st11di riporta i l r.isulitato delle s u·e esperienze fatte s t1i aani. 111 questi ai11in1alri1 l 'as.por.tiazi1011ie <l:i ci•rca 1 netà 'Cl1e11la milza con Vru3C<iliarizzazione in teg·.r a è 1)0.ssibi'le per il fatto che essa p-0ssiede cl11e •pecl.tùnco1~ vasali. Dopo iaivel'." .t rait•te11uta peT q11aliehe n1~uuto la p a rte esti.rparta in ieo1np1·esse di garza ~mbe vute <.li so luzio11e fisiologica .l'_.:\ . .1'11.a a.~ip·ost~ 111uo\·amente nella (>avità addlomiu-a.1.e s11tura11di0ne i ,·asi ed i nervi ai iri'S•pettivi m-0n·c o11i . I~'autotrapia:nrto è &taito fatto una v.dlta s utluTfiltldo i ·1a.s i deL1a 1ni!1za a1s1porta:f:·a ~·ou l ',arte.r.ia tiroidea s.U1periore e rra g.i11g,u1are ·e&te1·n.a, un'a ltra, previa nefrec.tomia, c on i , ·.asi a:enali. I risultati delle esperien,ze sono stati i segi1,e;1iti: i.n un C'<iiSO di omotrapia·n to 1'aini1niale· 1norì dop.o dtte giorni; i vasi 1•n corri·spo11d.enza {lella sutura f1tro110 trovati •t rombi zzati . In sette autotr,a~i·a111:/i i ri.s·t1lta1ti imu1ediarti furano sem1)re so{ldd,sfiaceniti in quartJoto Ja circolazione ~o-1à ·d o.p o qua~c11e ora ·era a:is.ta.b ilita coi.m plretamente; ma ·più tardi sii ebbe che ùa ma·g g10: parte dellie milze :trap.i-a11.tate 11•ec.ros~110.n? ·e ~1 qiiiassorbirono it1 ·seo-11ito .a 1la tn0ll11bos1 cl.e1 ,-a1s1; tr01nbosi .ars sai <li1ffì~ile ad e,-i taT·S·i pea: il cal~hro piccolissin10 1che \riene 1ecl .a 1"'t erie 1):ese11ta~o . Però in .l tn oaso i11 cui la tromb.os1 11011 s1 ebbe }.a ~i.lza tt1api.a11tata fu it r.ov.ata 111 oa1)0 a oirc,a tre :inesi p erfettam ente 111or1na.l e .a11cl1e a1l'esamie is tol-0g.i.co. In quainto a i trapiari1ti de1q1a ;ti,roide_ 00·11 ·v~sco1a­ rizzazion1e c ompleta .I ',A. È. g-i n11to a rr1sultat1 pr.essochè i'd•el.lhici. Di sette .omotr.a.p ia11rti J1eissu1110 ~ rittscito · ciò i11dipendenrt:~.mente clallia tfiombos1 dei v.a.si' i 11 ,quai11rto Ja gl1ia11clo'1a s i è ,,i_.sta 1oa~ea­ presto i 11 clegeneraz110n1e e p oi esser T1a ssorba.ta I

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oomplet:amente <lJOpo il sessantatriee.simo g iocuo atnclie a ciifOOliaziooe integ.r a . Di o tto aiutotraipi.anti f~i s ui ·~/'.asi diel rollo daJ l:a:to opposto a q·uetllo da cu.i 11a :tiìt'oide ''elllÌr\ra estiir1)ata o sui t.v asi della miilZ'a, 4 :riruscirorru. .i11 qua.n to persistette 1'inrt:egrità del ci;roolp ~ clelta ghiamdola oltre ilJ. ses·sa:ntatreesimo g.iio11110; m-a tuitite le g·hiatnt(Lole ci..rmpia·ll/baJtoe sui ,-<i!si .siplenici furon10 .trovate nec-rosarte pe r l1a trombosi dei , -..1s-i:

.suturati. D.

~a .

POSTA DEGLI ABBONATI. I11.c1tbazione della sifilide . - . .'-\1 (tott. B. M. da S.: Il ·1)eriodo 1d'imcubazione del .siifìloma inizial e ('p .ri11ia inie11baizia11e) d11ra , i111 n1,ecl,i:a, da tt~e ia quattro setti·m ane d0!1 mo111ento del oo•n tagio. Es.so l)UÒ airr-i,rare ad 11u 111a,s.si1110 {li .12 gior11i o a:-idUJr.si ad u11 m1:11i1mi() ·di 15 g·i,0 1~1. I c a .s i· (11escritibi, Ìtl c11i qttesto ~eriodo sar.ebbe stato an di qUia, o al id i 1à .cli queste cifre e.stre111e, cl.ebl>o110 <'o.nsiderarsi come Feoc.ez~o111a1 i se p111-e 11on :tl ebba <Clttb1ta.rsi de11a 11oro iautent1cjtà. C1rca la drunatla della v i:taliità e id el ,potere coutao-ja1 nfte d.e.l vil"tlS JSIÌfi1itico fuori 1dei l'org·,run~1SJlU>~ b cioè clel vj1rus e sisten.te s u -0g·g1etti di ·m edioazioillle, biancl1•e ri.e, .s1 t rum1e.n:ti cl11irurg ici , bicchie1-i, ecc., intfet ti, per q1ta11to s 1a 1nolto dri.ifficiLe stabil~Te dati precisi, bisog.n a 1~itenere che s ia mollJto. brie,1e. V . l\r1oNTESANO. ( 10 6 6)

(1067) Ini ezioni di cliinin o ai banibi11i . - ATl'ab.b . n. 7592 : Le ;ifni€zioni di cl1ini.110 s i posSi0110 faa:1e 1a:i bai111billli dd qua lunq11le età. N€i prin1i 111esi la dose· • • • è cli gir. o.15 p er 1n1rez1.on1e. I\I . F. 1

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L'esame degli organi del petto e dell'addome del prof. VINCENZO GIUDICEANDREA PareggiatQ di Patologia speciale medica nella R. Univ. di Roma.

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IL POLICLINICO

CENNI BIBLIOGRAFICI.

,p •r ematu·rlO accettare U1e m iodeime dieno1ni111:azio·fil, le qurudi .p regiudicaoo proMemi non aincora 1r:iooliuti. L'avere ia1cc·0Lto d.n :t.w libro ·di 1emaitologia ~un­ c.11 e Ja pa·r te .serologiica e b'alCterioLog·ioa, è ua1a a111dél!cia d1ell'A., c-h1e .sarà aipprezzaita dallo Slt'u1<l!ioso, '1IT •qtta:le troverà esposti in maiuiera pratica, i 1nemcli, il f~nd:aime11to teorico, il ,·alore dei res ul11\0

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1'ecnica e diag·nostica enia.to-

logica. F. Valla·r di ed., 1919. Pirezzo lire 20. . Quiesto 1ibro di tec.uica e di.a,g~nostica ematologica è U'll 1ibr10 i·ta.liainp : il rilievo 11JOll è superfft.10. I,n Irt:alia .cl:a anni non sri. leggono che tmdru.ZJi-011i, qual·che valt'a fatlbe male, di ~ibri stram~ri noo1 se1npre ecce1.lent1 : i gi10iv~ni non sor.iivoo.o lii.br1, glii UJamd11{i maituri sono .a:r ri vart:i ed aimaJU.10 1la noS1tra iarte Jtibrari1a cura d~ligiet1te1n.eute· le 1:raduziond ! Il libro si 1pr.op0tnie U'llO 5CQPO essieuzia;lmente -pratico: ~por11e i metodi di inidtagii.n~e iemata1!og1ca, che Jneg!ld,o corri:spo.nc1ono ai 1b i sogin.-il della .c:l.iruica . ~erch1è però J 'operia dello stiudi:Oso oon si 1imiti ad una esercitazi011e tecnica, 1'_i\. « aggiilllllge in 1Qgini1 capirbo1o 1que1l ta1nto di noziomi pttieli'}11Ì.niari o a:nch1e idi .teorica di1soussii01ne indrisp.ensahi11e p er oompr1endere il fo111c lamento e meglio ap![)rezzair111e a rresu rtart:i. La mia:teria è clistri·b:ui·ta in tre parli1: d.n u•na pri..m a iè SV!Olltlo .I 'esame dei c:aratteri diisici e chimici d!e1l .sai11gue (.ooaigulabilità, p·e so s pecifi1co, ·visc0&ità, criosoopi•a , condu,ttibi,lità elettrica, ailta11tJJità, CO!lD.panenrti chimici) . I.;a seconda 1parle l"i:gttairdia l'esaimie ·degli el ementi COQ)UScolatti e de·l couten'Ufto emogl101bi1iico, la ricerca 1c1ei ibacter·i , d·ei parassiti! (oolor.az. del sa·ngu.e g.llobu.J1i it"oss.i, globuli biam.chi, 1piatS!trinie, bacteri protozoi, \Ter1ni, fungihi). I;a terza par•te è dedica~ 011U 'esaJ1D1e serologico (prop,riieità ·del sieno, .poteµe ~p:stOlliioo, siero agg1urt1iruaz110ne, s iero precipit:azio1nre, dte\.'-Ì:a.zione dtel complemento, aniaifì.l asisii, r;eazio1ne meiostaigimiinica, reazione di A bd'è'tnallden) . Ln UJn vo1ume ,d i poco più ·d i 400 pag11ne è qo1udens·a to oou11!que qu_,ainto può riig.uarcùare 1'e.mato1ogia daù pt1nto fli vista die:lle moderne tri.cerc11c <li latboraitorio e del 1oro valore· .e1im11co : Ja 1b re'\·iità non va a disc3'pito déliJ,a chÌ'airezza. U n10 dei 111eriiti maggiori dell'A. è di av1e·ne sc.e1,to, i~11 mezzo a·111e ipotesi dnnume1-ieVfoJd, il·e pi1ì aiecetta!be ie le più .m odenne, di avere selezion.atto tra i iiartti noti, i pitì direttame11te u tili, manten.e11d!asi sempre fede1e al IJtOI~osiJto che informa ,t utta Jia oon.cezione diel 1iibro. Le diJfiool·t à eta s.ttperrure inan so·no state poche: ~' ematol ogia , specie nella s tra parte morfologica , a ttraYer a u.11 quarto cl 'ora cli e\Tolt1zioue o id i rivo1iltz..11011e ~rcI.011<l,a . I4'~t\., cl1e .p.01•ta 11111 c.0 11tributo ·note\'ol1e <li es·p e.r.ie nv;a p erso1n·a le, 110'11 si schiera. tra i ri,·oluz~o11a1 ri ; p11i- porta11cto r ag·io ne"\'"oli 1noclificazio ni, s i a!ttiene alla c1assifìc~­ zir011e di Ebrlicl1 . I 11 11u tratta t o, .c11e 11a scopo d1(l art:tico, è do·venoso, con1e 1' A. ra, 1ri c-01rcla1~ J.o s \·olgicmeuto delle idee 11110,·e; sa.rel)be 11)et lo i11e ]a qu.ietre;

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tati. La produzione .ita.1iainta è accur.atame11te :rioor~ éùarta, pur ·da ndio il ·g.i.1tsrbo ril·i e·ro ai contributi 1

.stranieri; ogni capitol-0 pa 11111 111oder·no ~111dice bib'l.iiQgrafioo. Illustrazioni j.uterca.laite flllel testo e tavdle :a colori ICIOIID,p11etan-0 la l)a rte climostrait•Ì va diel vid11Ume. . Per questi :suoi n1ieri ti pri.ucipa:11 i.1 JiOO-.o sa·r à Ulll ottimo .ausilio per lo st11dd1oso nelle ri1 c-erche .a l:etto 1del anal.art:o, ed unra ot'tirn.11a g11ida iper cl1ci. vugliìa i11rtra,prencèere ·gl•i studi ,di ·e1natx)llbgi1a. 1

t. p.

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CLIVE RIYIERE. 1~h e early diag·1iosis of tubercle .

II ediz. U11 ·vol . i11-16, di 305 p ag. con 35 :fig. rilegato. Frowde Hodder e Stoughton ed. Londra. Pi-ezzo scellini 10/6. Il pr.egi-0 di 11na diagnosi di tubercoJosi sta soprat11tto I1ell'essere precoce; va11no qui.ndi assai apprezzat e le opere -che, co1ne la presente, trattano con una certa a tnpiezza l'importante argomento. Sinto111i, segni .fisici, diagnosi differenziale, ,~engono diiffusameute s tucliati ed illustrati da figu1:e e radiografie ; a parte vengono considerate 1e tubercolosi del.l'ilo, che in questi anni ha assunto 11ote,1ole importan za, e le cli,~erse prove diagnosticl1e (tubercolina, radiografia , ecc.). Per quanto rig·uarda queste ultime, git1stamente osser,·a l'_t\.. ch e alla diagnosi di tubercolosi si arri·va nella 1na.g gior parte (lej casi con il sol'o soccorso della clinica : alle di,'erse prov·e si ricorrerà solo in casi clttbbi, soeglie11clo caso per caso, q11elle ch e sembra110 le più indicate. La seco11da parte del ,·ol11me tratta la tubercolosi i11fa11tile, seg11enclo lo stesso scl1ema della prima parte. Il \:ol11me fa parte cl-e lla prege\role raccolta di pubb.1icazioni medicl1e di Oxford. fil .

Ptrbblich,e remo prossi.n '1amente: Osser vazioHi s u, 300 casi di st erilità; F. PAOLETTI. OssCY'"'J G::;Ì01lÌ sull'i111pi ~go d cl cl1i11i no a scopo profilati ico nell.(( 111ala ria; ...i\. P~Tnuccr. L a dio~·Ji o si brrtieriologica della dissen te ria da Slii f[a. _..\ . BRUN.

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(~~NNO

XXVI, FASC. 47)

.SEZIONE PRATICA •

NELLA VITA PROFESSIONALE. La trlsi del glomali mediti. M.i semb;r:a giunto ia n1om.ento di .s.ollev.a.re .n el d1ffuso « Policlinico J> un 'aigi.tazi10ne sulla cris.i che aittr.aver.sano i peri<)d1c.i .soiientifici e pri·n·c.1pail melllte quell.i di n1edicin1a. La questior}.e è 111 verità .assai pii ì1 urgenibe e più g·r ave di quel cl1e a iJrimo rolpo d'o~ch,i10 110111 •

appam.. I1n Francia, nel f ourria.l des Pralicieris, .si gietita un g1ridi0 d '.a11'arme, ccn 1'a.ssa.i s ig1n·ifica,t i va fa--a-

se: « L'agonie des jour1iaux scientifiqu es ». Il « Policlinico >> ebbe già :a·d 1nte ressarsii. più vo1te 1die:l1a oosa ed io 1ne ·n e occupai .sul1;a Clinica ostetrica l'ia:n,no .soors.o, propr.io di ques ti t empi, nell'a:n11unziatte ai beneVtOli lie ttor·i J.e nuoVle condizioni di ab bo.n1a11111ellJto . 1C i l1agnaiva.1n10 e ci .1a.gnriia·m10 dfelJl 'in<liecenite trrattamento che il Governo \taliaino ha tatto, d1uran.1:ie .La gt.ter.ra, e irorutinua a faire .n el dopo-gu erira, rui ·g·iorna1i medici. Nota:vamo .in quella occas ione la diversa mentalità d!ei go,1erna1nti nei va·r i. Piaes1. Mentre in Germianiia, dt1ria.11te lia gm erra, il goviern1o volile che ai giornali di medicina. :no.n ,·enissero crea.ite dif:fioo1ità di .sorta, p er J1a .lt0tiO regiola~ pubb1 ioazi1 on. e, anzi diis.p ose c he ifoss:e sempre forni ta .11oro la 1cart.a e a haisso 1prezzo, eh.e foos1e fatta loro og,n1i specie d·i 1.aiv()lii e ve111n:ero a.n che sussidiiaiti, olllde '1110n ne fosse sospesa 1a u scjta ·nJell'inroeresse diel'La sai11u1te pt1bbl.iica :tainto 1dlell1a popolarzione ciiv~le quanto di quella 1nil1.ta.re, da noi, dnveoe, il'1tmiprev1denza ie ['ign oranza 1d:a part,e dei dd.ri genti fece si ohe Diliettori ed Editor-i ieh:.lla 1StaJ:lllPia scientifica .siain10 stati, dura:n.te i tristi ~.u nni di guerir a, .aingariatii e bi1S!bra.t taiti, comie -se vi presiedesse un San,to 11ffiz1o, oon tutti gll~ ordri grni! dlella tortrura m•ateria.lte e morale . 1Si fuce .s p.e sso mamcare 1.a icarta, e q·u.a.ndo Se ne forllliivia, era di qualità .p essim•a ed a prezz.1, iiiperboliqi ; si a'U!lllientò l·a ta1riffa .p ostal.e e co.n grebt:i e miiser·abirri concetti fiscali si itia.ssarono gJ1i i11ce.rtissimi ed esigui .p rovienti dii u111a m escl1i.na pubblicità. Me11t'al:ità bumoca."atica 1deg.hl Oronzo Miargiin:a;bi ! ·Come se con rtaili liau:tissi'm i à1n.tr-0iiti si potesse e ·dovesse icolmarr e i1' debito dri. guen·a. Per questo cumulo .d i sfavorev·oli e vessatorie 0iircos.tainze, molti -g iornali .scieniifì.ci e •p articolarmie nte di mediicina han <liminu.iito il n1U·m ero di i-iagine e tirato 18.Vlanti 111nra. grama e.5istenza e Jnidlti hanno dJovuto s.o s,p e nde1re te_mp.cxran,e amente la pU1bblcica1Zii0ne e nl•Oltl i)oc:hi 111-0.t•ra·nDlO. Trutt~ i favori sonJO per i g·i.ornarri p011itioi. Essi bruici0no inicenis o .sotto lre na1rici minis.teriali; ad 1

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essi s.oJ ~ le ia1gevi0Laz.i1on:i e i ·s ussidi . E .s~a, poich è i g;iotm.ali <lii .m •edici·na non cantam.o osa11111ia iai govierna:11ti e non in1dossa;no lia rorona de·g li ad·ul·a.tori. Noi .1110n viqgliiam~ vi vere co·11 ii fo11·d.i segr1eti ; ll]a chi~di.amo di potler ti-rare inma.nzi oon in no stro laivoro, IOOlll iaingaria!bi da gretti con.cetti e metodi fisaaili, che ci da:n.niegg·i:aint0 s e.i1.z:a 1ben1eifi-1

caire il fìsao. N1es,suno, taJnto m e no i-0, 1p.otrà '1J•ega1r.e re.be Ja sitamp·a po1itioa abbia ieompi'llita la su.a inobi:le missione civtlil1e dum.nlte Ja 1g .UJeltr.a ; però 1nro n è 1ne!n viero e fucile comprendere oon1·~ i di1rigenti , che hai11 tartai&s-a:tJo i1a :Stampa med,iica, hiaJ1 dJato 1e vid enrt:ie ;pr1ovia. ·d i no.n rom.prendere il gr.a11,éLe <l!usilao ~bie que.sta p•011ta. iatla salute ·pub blirea ,c.irvi1e e mildta'f'e , oow.atu'Lto quan1do è iagevole .1 'insorg.en~ za di 1giravi i,nf·ezi.oni ed epidemcie. Chi mol1 ri--· corda Le ,en,or:md mortalità .p er i,nfezi'Olni che con1

s·eg,t1·i,~.aoo

.all e g uerre d'altri tempi ; e le e1)id1emi·e 1d ell 'w1rtiftnla guerra d1el r870, tanto .i11 F:ramcita qu•ainto in Ge1.,ma11.ia? E chi Jron rimanie a1mJni1rato <l1el .fa!bto odier~o che nessittna malattia a ÙlaJliga diffiusione, 1neire.n te a1Jla rg uer.ra, è siorta: dlUria.111/be o dop:o .lia :iin1miame confla.g raz1o·ne, in cui si isonio .avuti m~liiond d:i morti e Iieri,t i? È quie sto in crran pa-rte d1ovu:to ai periodici .di. .m·e dici·na , che harn dtiffu.so tesoiri di misure igieni.ch1e re mietodrf curraitiv.iJ, i q.uafl.ii haltlno p01rtiato a. s uoces·s1 i11:spe111ai:i. Chi ha ,potuto e s apu•t o .seguir·e Je mo1l1t e 1)1ici pubbùil:eazionii e u1a diffiusione dei mezzi .p :rioifi1atti1oi e terapeuti ci .applicatci, 111J011 .p uò m1eravigliiar,c;i del 111u1nrero en1o rme di ferite oarvitairiie 1gtw·ri,t e, di a:r ti salvaiti. La cbiiruTrgia 'd etta ·di guenra. J1a ,potuto 01;ic::Tan·e m1raeoli, là, s ul cam.p p di batt aglj:a 1ed iin <li sag],atre ci·rrosita,nze, pra:tiaai11.1dio o,pe nazionà. che sarebbe :staito pazzia ,spera'.l"e. E t•u tto ques·to, diiciiam1ol10 .fu:anrca;men:te, ip er 1'imm-enso arus·i.1io <lella staimpa med11ca, ieh1e ha ·diffttiSO il 'Verbo della scie11za, come 1.a ·voce dli S. Gi01Va1n1nii che si udi1va ' ·p·e r •oignli •c1ov.e ·n1o n ostamte che f.osse p.11eclicaita 1ne l d es·erto. E gr.an !parte del imeri.to ne va fatto proipriio ail Policlinioo. La missione della s ta·mpa medica ·n on è finita 0001 la gt1enra, poichè essa cost~tt~is.oe 11.n coeffioi1e nte ,,·a lido deln,a salute pUJbblioa, la q'ltaflle dovrebbe .sta.re itt ci.ma a.ii pen1sier·i dei Go\·e11natnti. Se .i gi.011n1ali 1niedici n!Oll ha1n.n-0 la 1nissiOllle di sostenere i1l go,rer·no, f.a·nrno q11a1c he c:0sa dci m eglio. Bssi rren1do11J0 1n1otie ov unque lre ricerche e le scop.e rte che si compiono in patria e fuori e a.e ifa:n·lllO ~p.en1etraa:e ovunque, rnel ceto sanitartio , con cl1iarezza e p.recisione. I g iornial.i di m ed~c1111a 1

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IL POLICLINICO

(intesa que&ta Jtlel sens o più la.to)_ Sélllvano aie m;as·se: e indirettamente aie istruipcono, oome sorgienbi <li luce. .. Eppure, 1nalgrado .1e gr0.11di benemePenze deilla .stampa .m edica, si vu,o le angar·iiarla i·n :tutti i modi. Qui è propriio .il <'.atSo di ripetere, p:e!! i burocratici balordi : nesciiint quid fa.cean,t. Speriar mo che lo Spj;rito Santo scenda sopra d i essi ed i1U11.mj11rl. la 00110 oaipairbia zucca... Or.a , ;Ja crisi della iear:ta, acuita da.ll 'enorm,e sciupio in questa lotta elett01rale, .e .l'a11menito di prezzo della m .a.1110 d 'opE!r.a tip.o grafiaa ·- gli operai !llJQ11 ti1ov.a:no più liméti aJ.le richieste di aumiento di sa1a~io, r ese croniche e cancrenos.e dai .co11tinui sciope11i i nieon:s.uliti e .il più de1Je v.ol/te non 1neaessiairi - deter·mi11er:anno fil peri.odo ag(}.moo e Da morte d i parecchi gtlornali, di etti alcuni mo.Irto be11èmerit i. Ln Fìr.ainci!a le cose 1n!On v:an·no diversarneitl1te. Da Germainii-a invece sov.v,enziiona tiu·t tora e· ·ruair.g'aimellJtle i g.11aindi .giorinaili di medicin a.. Il bolscevismo stessio fa di tutto, si ~ qu.a1si01Sd samii:ficio in prò <lle.1La stampa scientidìca . E ,noi 1aiti.ni vilbtoriosi vorremo mostrairci più hatibair-i1 diei barham ! F ettlriina:ooo Man.ti11i di.~:se 11lll giarn.o che un Pap1a fu ch.i1amia.to ·b a1rbaro per a~er ,chiuso ·u na U·n1- . versi.tà. Vog·lridno 1 .g o,r1ernd :fuiaJnceeee ed itailiiainfO, -che s i pavr0n1eggi.ai!lr0 chiamaindosi oirvfil:i e a lla tiesta de11a ·s cienza mondiale, tollrera;re 1l'onita dà. fa:rsi passaire p.er barbari, oer,candio, sia ·P'u~e i1n1aonsapevolmente, dii d1istrugg·ere la ,stampa soi1enttldic.a ? Si rie.ordino i .g iovernanti che ·M lll b019t:a a'aippog.gio dei .gi1ùli!lia!li che atti1ng.ono la 1oro virt::a.'lri.tà 11ei :fiondi segireti, ma che ISOlnO ;necessari al Paies:e ainche quelli c-he 1provvedono ai11.a coltt1ra SU!pe1

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riorie ed a lla sa1'ltte pubblica .

F. LA TORRE .

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conti nuare ad esercitaa:ie a Strade.ll1a l 'opera stta benefica a pro' d'ei sofferenti ». Non tutti i direttori d~ Ospedali ha·11 :fìi11ora. ott enU!to più J.runga e isi m.p atiica dimostra.zi'olne di af:iìet•t o e .d i devozfòne da parte del pubblico. Il prof. Matsrua:ta può trunda.tme orgoglioso ed 1

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Il Secolo dd Mdlano iin 1\lllla oorri1spond€!11za da Stradella scrive q.uia:nto segue : cc I e ri '\11enne presenrbato al a:iostro prof. dott. Giova'lll11i Mas·n nta da pairte di Uilla commissiìOne di cittadi·n i UJ111'artistilc.ai trurga in br-0t1zo ed un ricco ia1bum contenente cir<'a 3500 firme. La dledica soo1pita in oro sulla targa 1ed iimp.ressa s ull 'ailbum è .la seguente : AJ Brof. Dottor Giovat11nd. Maismiata, tri·b utarno p'laiusi e riconoscenza quei cittadirni di Stradiella ch1e l'rumm~rarono ed .a.n oona la diesidemno d.irett.Qre .dell'Ospedalie civilie - Esimio per scienza e .mia1e stria 1c hi;rurrgioa, prodrllgo di bontà. , ·erso d diseredati J fervido di .p a·triottilSmO, nel'le s upreme 1p rove diell '1 taiHa. « L'a'VTVocaito Ernesto Locatelrli disse brevi parole di !Presentazilone, il prof. Maisnata rispo~e rilll~ g razia.udo e manifestando i1 fermo proposito di

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affetimaire con .&irura coscienm <li 0vier fatto intero :il p11opri10 dovere ied ianehe di 1p iù ~]l;a dir ezi,0t111e ·di un .imp ortrunrte ·llJOISOoomio. · Egli h.a raiooolto i frutti del suo indefesso lavioro 1e dle11'.a]1trui:smo 1e fi'1ia1nrt:ro1)ia c on cu~ l1a S'e111@1-;e 1oomp~u ba la sua mi$sion:e. Nelle .su1e tf1ottUJnos1e viciendle 1pirodìessilonru1i e ne1ll1a l1otita iaicre e c ruenta che ha :sostenu·t o con l ',_t\,mmi,ni•s1tra.zi·ou e di q ue.ll 'O.sp:edaùie, g lii siia di conf.orto J.a g•121nde, .u rnacime, -compatta ooàidarietà d1e11a cLasse •e la gramide benev.dlienza che gli addimostra la ci,ttiadiina:nza dii Straidell'a, ch,e con ben 3500 fi1nme ha v:o1:Uto J:?iaffer.maire aa rpnopria :fiduci a n .ello a mat-0 1e s a1g gio «lJiirettore de·l cd.viceo 1

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Ospedale.

f-ìppeirò 1sempr1e più .~n·gi:ust1ficaito si appailesa il tra1ltamenito usaoo a s ì di.stiinto ed .a1ppnezzato fum.zi,ona.ri'O , al q'\lalle, sen~a n'e1llll1eno [',o mbra di .mancasnze o di .i,nadempileìllze, s i ri.vol ge inv·i•to a .p res:en.taire JJe dimissiiJOni dalla cani•oo. sempr\e lodevalmenrte esiercitait:ai, m entre da tempo, con 1 a J1i0miln.a 1a vita, ave.a acquistruta lla s tabilità ·nel suo ufficio. P1erò i·n vista di tale tll\.WìVa ed iimponenite dD.mositrazil()tlie rpopoliattie è <la augiuuarsi che la P.ia 1

Ammiinistraz.~one v·o glia esercitare .u na bene·y ola resipi:soenza e, rendendo omaiggiio 011 diesifdertio

ClIJJalnifest'.ato dal11Ja aitba<lina11za, riitor.nare su.i suoi passi1 e .trovar modo di oompor.r;e soddi1sfiacentem1erute 1.a ·~nct1esoiosa \ 1 ertenza, iri1solven<lol:a an m'Odo giusto €Id anorevol.e per turbti e, ciò, !Ulllicamente nJel~ 'iinteresse <liellLa assistenza s:a:nitruria dci

. poveri.

Il professore Masnata.

[ANNO XXVI, FASC. 47]

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C·onfidiamo, .p JerbaJlllto, di veder presto restituito l 'esim~lo prof. M.a!sinaita a llia d1ire~ion1e del suo O.spediate, :per cui spese ne sue 1primissi.tr11e ed 01ffettuose cure e ch!e ba sempre ifonna.t10, ma1graido . . ' . !tuitlto, d!l S1tlO più gra:nde vainto ed i:l SUJO pJ.U 1111tenJSO orgoglio. Doctor J USTI'f LA.

Cronaca del movimento professionale.

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I concorsi medici. Con l~. Deoreto 18 settembre ,·iene abrogato 1'airt. 3 d el R . D. 3 iag•osto 1915, . n. 1420,. che \ri eta:\~a per la durata <leL1a guerra 1 c.vncors1 p er g1i impieghi presSIO gli Enti Locali, avvertendosi che veu•g on o eleva.ti di quattro an:n i daJ:ta data d el ·decreto i 1limi.ti di ·età stabiliti dai Regol.a·t nenti Organici per l ',am1mission e ai concorsi stes1


(ANNO

XXVI, FAsc. 47]

SEZIONE PRATICA

si, e sono determiniate Le p.rieferenze chie, a paTi.tà éLi merito, spetta ni0 ad alc1une categorie di per-

relait:wi oomspondenlti a1J1ia QP&a ed ail S·a crificio d1rutt111no cui è .tenwtio il saJOiitario ad esso preposto. Mi è ben noto che a questo proposito alcune Annruii1nist1 azioni i8J00éllllllpera'llno l'eccezion-e delle: strettezze finawiìairie del bilanc io Coo:nunal.e, ma mi giova pure ricordaJ.;e la gra1D.dissima. importan1

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s0ne.

N·alla g.raduaitorja {l ei CQnc011si .per gli iimp1eghi degli Enti locali, a 1pairi~tà di merito avtrainlno titolo di preferenza t111el .segt1ente· ordine : l) gli i·nVlalid·i di gu.ie.rra a 1110rma diell'art. 7 d.e1llia Jegg:e 25 n1a.rzo :;917, n. 4-1; 2) gli 1or~.airuii di g11erra ie i figli 1d egli; ±nab:ili ail lavoro ii1 :s~guito a l esio.nri o 1a1d jrn.f1e1,mità incontr:albe p·e r .serv izio in gUE.1·r.a, 10, aomu.nique, per un fattJo cli guerra, ri:spetni vamierute a •no1rm.a diegli .antiooli 35 e 42 <lelJla .leg·ge 18 .}u.g lio 1917, 11.. 1148; 3) i d-eoom.ti con medaglia ,d 'argento a1 v.aJore n1ili.tasre o di marina ·nella .nresE!nte o-,uerna '· r·· ò 4) coloro che ;per mag·gior t empo iabbia,110 p 11estaito l.vdevole servizio mi:litiaire come cotmbart:tentii in ~ona di giUerra ; 5) ooLoro che aibbia no !}?restato p·er mag.giior te mpo Lodevole senrizio 1preS•S-O pubbliche an1mi-

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za ch·e :riveste dJl serv·izio di miedioo oon.dotto. non so1o .p er l 'a;ssistenza 1direitrta. prestata al mala.t o, ll1la ~noora per tutta l'opera s11a .dd.r etta al mig~lio­ riaimento 1gi,eni.co sani.tarlo p er llia tutela de.Jla sail!ute pubblica da11Je ma1aittie 1dO'lllJUn1 e da quel.le infetti:ve, peÌ· .procacciare a lla pop.o lazione· tutti i ·b·e'tlrefici de11a pubblica igiene, :per contribuire 1

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alll 'iesecuzkme ·di: tutte 1e legg·i 1socia1i dirrette a sallrvag uardare il 1avoriaitore dalile maliattiie del lavoro, .ad assisterlo niegli i·nfortt1·ni, a tu·t e1arne ~nche g.lii ùnteressi oon i corrisp.onde11ti certificati. Per tali rag.i,o ni io rnn.itro fid·ucia chE: le :\mministmzioni Comuinali ·vorr0Jllno trova1·e nei 1proprii biLainci quelle disponò..bi'liità oooorrentti pier far :tìron1te ·n ei 1li miti di ciò che c01rr~ponde a giustizia .ail!Le .rjoh.i1esbe dei Sain1:tari, valendiosi di quel1e prioyvj.den1ze .1egis1.a1tiv·.e 0h1e hanno .d:aibo facoltà ai Comwrui 1d-i pr.oaacci1rur:si nuovi cespiti µer fronteggiare l'impel1einza delle nuove ,spese, •ecc.

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nistrazioni.

* *.* Per ta:le dispo&izi0111:e Le -~mi·11i.s1tr:azion.i J.ocali •p.0 tr1e bbe.110 bandire ii <..i01n<)Ot1&t .peir i •posti di~ mie<lici condJOtti vaoanJt.i. Unia circolaire del p11efetto •di Torin·o ai siillda~i della Provincia osserva :ia1 proposi!to : Siccome per Ile disposizioni dell 'a·r t. z6 c1€1 R.egolaimen.to 19 1ru.glio r906, n. 466 .la 'Ill0mi1n.a dei Sanitari Cùndott1 deve iesser.e fultta in ba:se a ca1

pitotaiti di 1sewi:èio <l!eli·b emti di volta dn \ o1ta da1 Cons,ig.lio Comun.a.le; o da11 'assemblea co•nsorti'1e, oosì oodesta A1nrtn°inis'trazione deve aii1zirt:uitto deliiibe11ar1e i\J. ntto\no carpitolato. N è v1a1e il ·dilfle che il Oomune ha ·g ià un propnio C1a pitolato d•ebi-tamente appTovatro dal'le Autorirt:à T·uit:orie. Sec.ondo le d1sposizioni de1:1 'arit. an1zidlettio, qtta•ndo pUJ11e si <lJ0,1 eS'se man:tene11e ·~mmuitruto iJ oapitdlaJt:o, ·e sso ·dovrebbe sempre essere :n111ovamel1Jbe de1i.b enato IS.i.a pure p.er oorufermarlio in ogni st11a parte. Ma è ev.iden.te <'"lle 111·n capito.latro aipprovato 1prima de11a guerra ·non °p uò rimanere imcmut:ruto. Le riJchieste di miglioramie nti oeoonomici fatti daJ.Le AS!Sl()Cia,zioni medri.che, riconosciuite ]egiittimie e meritJevo11 della massima considerazione nelle diverse aissemb1ee già tenute dai Rappresenrbamtri dei Com1111i e d1ei Sanitari Oomu1nali, impro1~tain10 tiaili .m111taz;ioni dei capirtdlwbi n el'laJ loro partie fin.a11:1ziairia e ,d i servizio dia .rendei~~ neoes siari:a 1a coo::ri'S~ponctente ·variazion1e idei oopi toi1a.Jti. - Dov.r à qt1i11dJi •ootesita _J\.mmi.nisitrazsione rivolgere la sua speoiiale· .arttenlZ.ione 0l11a fonn~iooe del nuovo patto, tenendo ·p resente La girande imponta,n.z..a e 1ia delicaitezza del servizio di assistenza Sanitaria, e porla di'tl relazione con g.1d as-segini 1

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'*** della :riiapertura

N.e ll 'imminenza dei ooneorsi riporrt:ilMllo Je oon·cluisi.on.i eh.e .su ta.l e tema fu:rono fo.rmulate da.1 Convegno di Venezia : a) It!l ogin:iJ Pr.ovilncia Ordini e Sezioni dei Medici condotti .tacciano 11'!1 esatto censimento dei

posti 'Vaca·11.ti, ordinando quelli di condotta ill1 tr.e c.artegoriie in base ali.a loro importa.inza ; b) Si siorvegilino i posti 'Vaca·nti ad eviitare indebiti accap·arramenti ,· c) Si modilfichino i limiti di età (:tent1to conto della g;~rra) ; e s i 1rich1iedia;n·o serii certificati di sana costituzio11.e fisica; d) Si faccia qpem p.resso le Ptrefetbure, ~. Comuni e le Opere :ele ;i.1erchè i c.o noorsi mm siieru:> banditi tutti in llLna volta, ma .g r.adua.lmente in .ordiJnie d-i. imµoiibai:iza, coi .criter i di cu.i sopra; e) No11 si permetta c he alcun concorso a posti di oondiabta viengia bandito senza CTa previia

.prescritta ·re'Visione deì capitolati; ·(Di q1u,i1 La n ec:esisità d1e llo schem.a di capitolato unico :p.er ogni P.roviinciia). f) Le çom'Y1iissioni p.e r 1'esaime dei titoli dei co11rorrenti abbiano se1npre alme·no un rappresentante della classe e t eng.a1no n!el massimo conto i tito li specifici; :nel ca.so delle cotndottle :La quailità e Ja durata; dJell 'esercizilo profes&ionaJe (~ per i maestri); g) Non siia :rieso i11uisorico il compito delle Colllltl1Ìssi'Oni ool presen,Uu-e g.raduatoriie di eileg1


IL POLICLINICO

gibili che comprendano .tnJa·g ari tutti ~ conc-0.rrenrti1, eludendo Jo spi'!'ito della .Legge, e non dando ill.ess1u.na itnddcaz1onie ai Cmn.ottJni, i quali potran1110 cosi legiittii;nare ogrui faV10ritJsimo. Nelle graduatorie devono figitrare solo i più meritevoli iin base ai 0riiteri stabiliti prie,renti,·a1

[ANNO

XXVI, FASC. 47)

Obblig1ii p1'ofessio1iali del medico di ospedale. - Dott. F. B. da S. G. I. Se hra l'obhligo {li -cUila:re gratu1ita.mente nefil 'ospedale sola(8044)

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menite gli attnllllalati ,pover.i, ha di.r itto di ricev·ere ieomp'elD!so per le cuÌie c he in esso presta agùti agiati . _!\.. ta1e riguardo deve prendere accordi con mente dia.1le Commiissioni. 1'amministra.zione .p 1er decidere se co11ven.ga c01Ugl10b.an:ie i l compenso dovuto al sanitariio 0011 la Medici reduci dalla zona di guerra. diiari:a di degmwa e riscuotere es.sa il lbutto, darndo Si è c.o stitu1ta a Napoli 111n 'as.sociazio11e tra poi iai1 ' meddoo 1la sua. pa'lite, o se, iin:vece, i l mei ·m edici reduci d.ailla Zona di gt1erra. Scopo di dioo può diiretitam'ente chiedere o pattuirre coal 'iaif1ermo il eompe!lJSO sp ebta·n teg·li . essa è la tut ela di quella speciale categoria di .(8045) Indennità caro.:.vi·:Jeri. - D.ott. A. A . da 1nedki, che, .p a.rtecip.ando di.r ettamente alla guerU. 1a C. Per ottenlere il caro-viveri 11rel ComitllD.e ra, ne hanno più gravem e·n te Slthìto i da 11rni. La ;o v1e ,rp.t es1ba servizio ii1teri!na1Je ocoorre rivo1iger:s.i _r\ssoc+azione ha sedie in \da D1e pretis, 31 . iall1a G . P. l\.. sempre che sostitttii:sca il p.ost·o di Provvedimenti per i mllltarl studenti in medicina. ttn medico m.ainie01t1te e non sempJlicemienlbe assente p.e r oong.edo, servizio n1ilitare 1ecc. ecc. Con prossimo provvedimenito d:el mi·nistero (8o46) Nomina pro·uvisoria ad ufficiale sa·nid.ella guierra sarà ieo11cessa a i miliita.ri studenti di tario. _ D.ortt. G. L. da L. T.riatta·ndo.sj di ~ncarr.i1ro mediici1na 1111a 11.cenza str.aor<linao:ia di m esd S·e tte provvisorio non vi è 1rag i.0111e (li revocar.lo rfi·n!O a con decorrenza dal ·pri.mo gen1naaro p r o.ssi1no e con quando oon sarà pro1v,Teduto alla ~omiina defia~segni per i primi d11e m .e si. .11irt:11V1a dell'Ufficiale .salll:Ìtariro. Oc·o orr1erebbe, piutTaJ1e pravviedimiento è i.11 11"\etlrazione _.alle pa,r it itosto, aff.retttaire l 'emissi·one de:1 bamdo di conleo1!1so. co1ari esig.e.nze degld stud1 di medi.ci11Ja, che de(8o 47) Inde-1inità caro-'viveri. - Dott. A. I. da \Ton.o S'\TQlgell9i nro n ta111to sui Jd.b ri quanto ·niellie B. Anche daà s·e cond1o C1omu11e ha di1·itto di prec1in1iehe e nei g:aibin·ett·i . t ie ndere il pagiamenrt:D de[la imdenni1tà caro-vi1veri , Gli studi di medici.n.a fuironro ii1com.p leti ed aifin1 q.u a11it;o che tratbtas.i di due enti d.i st1nti ogmt1no f.riattaiti dumnitie 1ia g uier.ra : oggi m11tart:e ·l e e.sU.- te11JUito rp:e r P1:"op.rio coin.t o a cl0rrisp1on·d er:1a. genzie, è bene sia completaita l 'istruzil{_-me p'IUfes(8o48) 111 de·n1iità carO-"Jiveri . - Dott. G. C. da sionale di qu1e sti g ioviain1 , a~ quali sarà affidarta F. _.L\.l Jniedico scap.olo compete .la indennità c.airo~ la tutellia della pu1bb1ica sa:1wte. · viv'eri .ari .l.i:t1e 65 rme11iSi l:i ed a11o ammogli.ate quella La licenza, e ·n on il congiedo; è provvedimento dii liire 100 , più cenrt:. 8.5 a:l gior·no per ogm:i. figlio, nrotivartx> dalla nec·essiiità di c1ons:er,vare, per ora, oltre i rprimi tre . 111ell'esercito gù~ elementi des ti1nati a sos.titu.iire (8o5o) Concorso a pitbblico i-W:pieg·o . .- Dot~. gli ufficiali medici di comrpl em.ento più anzi0111i abbonato 33 6 4 . rl ie-0111corsù bandito e chi.uso P?che sairanno cong·eçlati e <li i•ntegraire in rapporto mia del sebtelllìbre 1915 11011 p11ò più esserre naal:J.e sempre gravi -es igenz-e del ser vizi·::> 001iirt:ra11.-:io ,perito, per ammettervi aJtri ca:ndidart:i . Se itn q11~l 'esiguo ntUililero di ufficiali medici effetti ,d.. . l 'epoc.a in.on fu totalmente esp1iert:.a~ ~iulla tog11e Gli asseg·11i sono limitati ra1 pcimi due· mes,i d.i che si possa or.a. .p rocedere a[lo scrut11110 ed esame licenza per llJOn creare u 1n inginis.tificaito tmrt±ar dei tito.li es1tbiti daii concorrenti. mento di eccezione rispe-tt.o ai mi•litari studeniti (8os 2 ) Pensiorii. _ Dott. I. G. da R. G .. Qu-ail~~ delle altTe f.aiaoltà. Però, rbrasoorso il detto pe- av..,esse aderito 0111.a Cas.sa pensione de1 med1Ct niodo di t€l1Illpo, .p otrainno essere richiiamati iin s&condotti fi 11 da11a sua. i stituzione od, i111 ogini vizio e m.anten:u ti nelnia sede u 11i'\"ersita,r ia d'iinoaso, prima del dìcem.b re 1909 pot~e?he a-i.scat~ scrizione gli situd·e nti che ne prese11ter8J11Jllo dlOtare crrat·ttitameltllte gli .ainmi di ser~:11z10 prestiat1 manda, col ,1aintaggio dii c-0nitinuare cosi a percedal 1 6 al 1 s98 incluso, cioè, t re. Cu,m ,u10111do 9 pire gli aJSs,e gnd del g rado. dietto periodo di: .tempo c'on l'ailtro egu,a rlmen:e utile di no're amni dura11ite i.1 q•uaQe ha pagaito nI oon.tirihwto, potrebbe ora fa.r va11ere ainirui. 12 ~i serRISPOSTE A QUESITI E A DO~IANDE. viizio e non 22. Non SJi possono i1.1,~ocaire 1 sette an.ni prestati a Tremit·i perchè dw:-a:11te i mf'desi... (8043) Pe1isioni. - Dott. B. P. da P. Con 56 1D1i a,,rà aicquistato diri•t to di pens10:1~ ,·:rso Jo anni cli età e .z8 di seirvizi'O si Jiquida la pensione a·ll'DJUa ù1 li'l"e lr65 . St1 detta somma si deve pa- Srtaito i.11 quanto iehe 11on è $.laU:> ma1 1n,r1tat<> a corrispondere i conttibttti stabiniti per la ('assa crare oltre J'imposta di R. l\1. in lire 7.50 %, la d i 1previdenza. :nitenuta del 2 % prescritta dal} 'articolo 12 del Non si possono pagare gli a~etrati per iriscat1'esto Unico. 1

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XXV I,

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SEZIONI\ PRATICA

ta11e ai1ni tli .servizio, c he non s ono pres.enteanente ca11.cola1ti 1iel1a pensione. Per con seguict'e da. pensione oocoaJ.1000 24 ai11·n i, 6 mesi ed ui11 gi101111,o di servizio. (8053) Pe1isioui - Servizio iitile per conseg·uirla. Dott. S . S. ·Ùa 1\il. L'am1ni1niistrazio1ne della Cassa cli p11e,rid1enza ben a ragione si rilfì u.ta di riconi0scere v:aliclo agili efEetti id ella p:ensiione il .servizio .gratui~to ,dJa Le i :p·resrtalto, ostandJo.v i ~1 taissatirv o ·d1.spost·o <1e]l ' a1"tiìcol-0 19 del Testo U.nato eip,provialbo con R. D·ecr~to del '2 gren·naio 1913, n . 453· (8054) Prestazioni sau,itarie . - D ott. P . Z. da F. Il 1ilbero esercente non ha obbligo di riLasciare g,rartuirtamente i certificati indicati per ·peu1siro ni, arrt1i0lame11ti, ecc. D ebbono ~ med-es11mi essere pagati daillie persone cui s i ·riferisc-0110 e n1el cui interesse '\ren.g an10 richieste d.alùe a11torità competenti. (8055) Inde1i1ii tà caro-'Ui'Veri . - Dott. l~ . B. da A . La 1più aicciettatia .i nt-er.p .retazio111e <l:e1 Decr,e1t.o s ul oaro-vi1veri è c h'e la i 11JClien·nità d·e,·,e essere 1J:Ì·s oossa in ogini Comu11e, ·Orve si :p.e rcepi,s ce s tip.e ndio, sia.v i o .meno eff.ett.i'°\ a sta1bile resi·d'ene;a, e ciò perchè per ienlti Jocali , di cui parla il prel od1ato D.ooreto, sd debbaoo .iJ1ltendiere qu.ielli esistenti nel1'amhiito (li UJnica circo~r.ii.zionie a n1mini Sltirati,·a. (8056) .4. u1ne 1iti qui·1iqiien1iali . - Dott. S. L . B. da S. C. Dallo ·esame da •1illi fatto delle date -indicate ris1u:lta. ch e in nessun Comu.ne ha ooquistaito dirit.to a quimquennio p.erchè in :pess111no dti -essi ha prestato c~nque .an:ni di cont1n'Uo servizio. (8057) I·nden,1iità caro-.. . ,1iveri. - Dotrt. F. P. -O.a M. La ri,spost'a i,n.d:lcata si riferisc1e al D. L. ·d·el 9 marrw 1919, i1. 338. I11 1esso non 1S10110. r i1portate }e parol.e dia Lei ~n.di~ate nrel quesito. Cetltam ente <lieve es&e.r1e c01tr.is ·p osta in e ntrambi i ·Oomwn.i ·l '.a1.1Ji111e11to del 30 ~{, , sem.prc quaindlQ sia s tait o deb i t.am.en·t e ra p provarto dai rispetti v.i Cpnsigli Oomur1!3Jli. Rioortia, in caso di imiaidemp1ienza., ai11a G . p. A. Doc.tor Ju STITIA.

Nella sua qual·ittà dri. t1fficiale in congedo Ella devie per ogni .schiaT.imento iin inerito ri\.·,olge.rsi al Distretto Milila!re dal qua.le di pepde. Al dott. A . d. C. da C. F. : Ocoorre J;i,·ol.g .ersi RJ]1a C'om1nissione sUiperiore oentrale per l'ailien:azi.onie dei materiali 1;esiduiati d.alùa guerra (V·i.a X.aq,ironale, .n . 75, Ro ma) . Temo però eh e orm0!i... . . sia tro11JtPD t a1rdi ~ M. G .

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_.\gli abb. n. 9908 e 10049 : Presso l'Uni·versità di Roma non si tie ne q1t1est'al!ll110 i!l corso per 11fd1ciali sainitari. Non è preannt1nziato 11eanche un corso pratico • di ostetricia. Dair.em,o le 111o tizie Telati\.-e .ai oorsi di p.erfezionia.m ient o neJ,l,e varie undiver.sità, a .m isura ch·e ~i 1)erven·a:n.11-0, 111el1a rubu:-iiea « Notizi·e clivense ». L . P. 1

Servizio medico ·11iiLitare . - _.t\J diott. G . D. P. <la V.: A ven'OO Blla prestato servizio dal 7 gi ug1:io 1918 fi'llo a l termine del11a g.uenra con u n batta.g J:ione di fiaillJteria, trui sembra ~he 1a pold.zza Je dovrebbe .spettare. 1

CONDOTTE E CONCORSI. ROMA. Ospedali Riitniiti . - _,!\ giorni sarà baindiito Ulll piri.m o oonoorso a 30 posti di _l\.s.siiisiterute n1edi1co"'C'himur.go •negli Ospeda·1i Riu.niti di Roma. Il ooncarso è per esami e questi avrain .luogp im mai.rw p . \ 1 • P.er esseirvi amm.e ssi occ.otire : l ) oertidicat o di san1a iisi~a costituziione, non a nteni1ore aii tre mesi dal ban•dio di concorso, :satlrvo il diritto da 1pa•rte dell 'AlllJllli nistra21ione di fair vi1si1ta.re, se lo or.ede opp.o rtuuo, g.li a.&piJ:anti da specia!Iie C-0mmiss~i0ne 1sainitar:ia; 2) certificarti di immunità penia le e di buona. .ool1lcùotta, uiùaisciia.ti in datia non ainteri.oo:e rai tre mesi da.l baro.do dd concorso; 3) fed..e .di na·sci.ta, dall1a q·UJ3Jl,e ri1sul.ti che 1-0 · iais.pirairute 11on ia.1bbi:a 101tirepais.s ato gili a n11i 30 aùll.a drotia diel bando dri. ooncorso; 4) certificato oomp1rovante 1'.i:s.crizilon.e truel1'albo deLl'Ordilne dei l\1edici; 5) diplloma d:i laurea, ottenuto i1n llllla Univ,e rsirtà del Regino e la riicevll!ta deù1a tiaissia di aimmilssione al concorso, ove ill Consig1lio di iammimsitiraziollle aib bia icreduto d 'rumpor.1a. Gli 01S&isltenti r esta110 i.n carica un bie.ninri.o ed ha.nino uJn assegno aIDnuo d.i' 11.Te 1323,18, o1tre le i111denm1Jtà per caro-viveri, ecc. · 1

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Ospedale Maggiore . - Concorso per titoli ed eventualmente per esame ad un posto di medico assistente della Sezione Generale Medica. Scad. il 31 corrente. Dopo un biennio di esperimento il nominato I?otrà essere confermato stabilmente dall'Amministrazione Ospedaliera. Stipendio J_,. 2000 annue nette, suscettibili di 6 aumenti triennali del ventesimo; sono inoltre assegnate L. lOOO annue nette per i~ seryizio ~i guardia, pronto soccorso ed accettazione infermi, da effett uarsi a turno cogli aiuti e col chimrgo assistente, nonchè il ro % sulle tasse di cura degli ammalati paganti in proprio, ricoverati nel Riparto in cui il 1VIedico Assistente pre8ta servizio. Assunzione in servizio I 5 gennaio. Per eventuali schiarimenti rivolgersi alla Direzione lVIedica. \

E RCELLI.

Diffide e boicottaggi.

La Sezio.ne ~IonZ?ese dell'A. N . M . C . ha reo·olarmente diffidato - a .t ermini dell'art. 74 .del R;ecro.1aimelt1to - .1a oon dotta di Ba.rla-ssdrna, per a"\1~1~e quel Comu ne bandi·t o il con.~rs~ P~[ condotta a tutta cura e non a Ile cond1z1o n1 gia 0011corda te coll'approvazione delL'l Commissione id ei S indaci de11a p rovincia di Milano. La diffida fu notificat a al Prefetto, l?erchè, almeno in ossequenza a lla leg.g ie iehe :r1eta le .condotte piene, provveda sospendendo il concorso. L e due condotte medioh e per le quali il Co1nume di Padova .ha bandato il ooncorso s ono dif~ fidate dalla S ezion1e di Padova delù, . _.\. N . M. C. 1

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ltOTJZIE DIVERSE. Pei morti in guerra della Famiglia Sanitaria Italiana. . Si è riu:nita il 23 corr. 1n Padova ed ha. q11~si u1.timarto il .s uo [11ng0 e :nobi1le la·vor:o , ,l a CommÀssiorue per 1'A1bo d '0.nore dei mortri in guerra de11a Fami·gl~a Sa:nirtan-ia Italria•na, che fu eletta da ll 'as-semblea gen·eralie diell 'Ordine de:i me dici di, Padova .Ll 9 feòbraiio a. c ., compos.ta. dci sigg. : dotit. Adelchi Zambler (presidente), pirof. Alessandiro Borgheriini, dott. :A [essandro Randi, drott. Girolarrno Piarvairi, dott. Edga-rdo Morpurg o (relatore). Per i1 be nevolo i·n teres·siain1ento de:l l '011. Is.pert:tonaito d:i. Sanità miJ,i!taire del Millli.stero d e11a lVIarirua, delle Dir.ezii1oni di! Sanirt:à dei compartimenti m1arittiinni di Venezia , N;aipoli 1e La lVIadda:lenia, di qua:s.i tutte le dii11eziond d1 S ai11ità ·m ilita re del: Corpi d'a:nl!llalba, d ella presidenza de1 Comi·talt.o cenltral1e della Crocie Rossa I.t., del Maigiste.110 d el S. M. Ordine di Malta, di .s. E. il Vescovo Castre n.s·e, degli ilJ1..mi '!'ettord. di ttl:tte le UniWiersi1tà del Regno e delle pr:esidenze di molti Oirdin,i di m edici, .la 1C-ommissione ha potuto xiaicoog1iere i dati Tel.ruti vi a 284 7 mo rti àhl ser viz.io dn1mnlte J.a guie.r.ra, appa'!ten.en..ti a lle .classi Sami.tarle . Quando saranno :ra1CJColti .aiiche ·g:J1 ·u ltimi dati, .la cifTa ar.ri ,,.erà 1111torDJO aj 3000. L 'e1enioo .nominativo è raicool1to i~n •a pp1o:siti regiis.~ ri e schedar1 e divjso nelle seguen.ti ca1teo;orie : 0 Medici..ich1.i1u·righi, fairi!ml!cisti, v.eterinirur1, mpp·e1la11.i delle Unità saniitarie, studen/ti ;i,n m edàcina, jin .i ìarma1cia , i11 veit1 e ria:iari1a , <lamie 1de1 S . IM. Oa.-di1re di Malta, infermiere v1ol0:nt airie dellai ·Croce Rossa Ttaliarra, infermiere volion.tar:ie di a1ltre istituziicmi (samamita11e ecc.) , s!llme di' cauità, portaf eri.ti reo-giane·11rtali, soldati di sa1nr'..tà, intfernnieri d ella R~ M1airinia e .m iliti dieflla Croce 1R10ssa e d~l S . M. Ordine ·d i Ma'lta. Pie r molti m:ooni è ia.ccennaito a.11a .causa di m orte : fenii;te per scoppio di ,pr.oietbili a~ po.sto. ·cli mJ~1~ camio ne ferite in oomlbattimento o per 1.ncurS1QllJ1 . e, ~1nn eaieiree o '.p er alt.ire .cause d ura1nte unta a:z1on g.a mento 1per siluram ent<? di na~i., caruse ~<;c1d~­ tald. ,0 malattie co11tratte in serv·,:zi.o, sten.t i in 1pr1to-iioniiai, ecc. È -accennato ii1oltre 1)er m,o l:ti aillo ~tato di •s &viziio e alle onorificenze al \"alro re consegttlite. A }avoro complert:o, cihe è spera,b i:l e s~a ~ros­ simo ·a d effettuairs.1 verrà fatta 1~ pubb11caz1ooe dell'opera , il a qu1a.1· ~ :riescirà certamente 9-ell mras~ simo 111iteresse e sairà un doveroso tribu.bo .d1 ' omag1g io a.i genieros.1 ca1c1uti p1er ,J,a iea,u ss d'Ita111a. 1

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L'opera e il rinnovamento della Croce Rossa. Nella sede della Croce R ossa Italia na in Roma si è t enut a per tre giorni l'as~emblea gei;ierale de] Comitato Centrale, nella qua!lie sono. tn~ ter,·enuti i presidenti1 ed i. d~legati dei C?m1tat1 più importanti dell 'Assoc1az1one da ogni p arte del Reo-no e le rappresenta11ze dei l\1inisteri della G~erra e della Marina. Ha d~retto ~e sedute il Presidente Generale on. Giovann1 Ciraolo. Scopo clell 'acl11nanza era di esami11are le mo-

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dificazioni allo Statuto ed al Regolamento della Associazione. L'assemblea ha preso in esa1ne le riforme, introducendovi opportune emende ed a:pprovandole iiel loro testo complessivo . La norma del! 'azione sociale in tempo di pace è stata fissata nel secondo ar.t icolo dello Statuto e dall'art. 5 del Riegolamento. L'Associazione e stenderà .la propria opera a recare soccorso in caso di pubbliche calamità ed a svolgere fra le popolazioni opera continua tiva di educazion e i1g"ienica e di assistenza sanitaria., in armonia con 1'azion·e delle Autor.i tà direttive del1lo Stato. Essai 1esercita tutte le forme di solidarietà sociaìle ed umana iconsig1.iiatie dia[,1e necess~tà d ella sal ute pubblica. Il nuovo Statuto ed i1l nuovo Regolamento dovranno adesso, a te11ore di legge, essere sanzioi1ati dai Minist eri della Guerra e de lla Marina.. Dopo di ichre, alla loro appli cazione seguirà i 1l rinnovame nto completo di t utti i Comitati, p er mezzo di .elez1oni fa tte d'ai soci col sistema del re/ ere 1iduni. I Comitati· saranno costi·tuiti non solamente coi1 criteri i11formati allai necessità di eventuali mobil:irt:a.z.io1nà., ma ron c riteri .pii ù ,·asti , ed aissum eria•n1n10 \riita ed importa11za 1n p1roporzio'l.1e d~l 111umieiro dei soci. l;a quota annuale dei nuovi soci è stata ele\rata :a 10 lire, data l'aittua1e S\;,a lutazione' d cl ·denaro e dato aJtresì i.I bisog110i di pro''' 1 edere all'Associazione un . reddi:to più proporzionato ai . . . StlO'L llUOVi impegni. Una rivista mensi le di edu cazione ig.i enica popol.are , che sarà 1edita dalla Casa Treves, si sta pr·e parando per i soci . L'assemblea d·el Comitato Centrale , udite le comutni~azi1oni d~l Pr.esidenrt:e ger1ieralie , h a approvato con plauso le segu enti nomine: del professor·e sen . Alessandro Lustig a vie.e-presidente dell'Associazione; del generale Bassi a deleo·ato del m at eriale; del conte D eciani a delegaito per il magazzin~ d~ Ro1na; ha n~minato C01;1S~­ o-liere dell'Assoc1az1one l'on. Cam1l1lo Corrad1n1. 0 L'assemblea ha a pprovato 1U 11uovo ordina.mento deo-li Uffici d el Comitato Centrale ed un ruolo d11· ~tipendi· del personale stesso, i.spirato al criterio di assicurarsi ttn personale ristretto di 1nutn1ero, .11espor1sabile dtel ·p roprio oper~, retribuito adeguatamente ail costo della vita ed alla dignità degli uffici coperti. L'assemblea ha qu.indi rupprova·t o la relazione fi:nanziaria dalla qual e risulta la infondatezza delle leo-o-~nde corse sullo sbilancio della :finanbo za d.ell' Associazione. La quale è, nel ;conto guerra o-ravata di sei' milioni di deficit sopra duec·e~t~tre milioni· di! spese, deficit però esclusiva.! mente contabile, perchè la.rg3:mente comp en sat o da a ltrettante somme di credito, ancora non fin ite di documentare verso pubbliche a mministrazioni e nel conto patrimoniale il bilancio di previ~ione risulta a ttivo e solido. L'assemblea ha pure approvato un co~~rdato stabili.t o da!1la Preside11za con l 'on. Mi111stero della Guerra, per fissar e fi.11 da .ora .col?- D ec~·eto Ministeriale le funzioni e le attnbt1z1on1 de11 Associazione, dei s uoi serv.i zi, de.1 suo perso~ale e del stto material:e, tanto mob11le come t eri1t oriale, 1n caso di guerra. 0

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SEZIONE PRATICA

Per gl'lnvalidi di guerra.

·La Società Italiana dl Dèrmatologia e Sifllografla

11 pr?f· Ettore Levi, vice-presidente dell'Ope· ra N aZ1onale per la protezione ed assistenza degli dinivalidi dii guerra, ha d!lluistrrato -im s€\1JJO ai1 Oo~ii~~ d 'aimmi·nistra~one la proposta. che v1e nga istituti~ Ui11Ja. Com:m1ssione, composta dei iriappresentant11 l'Opera degli invalidi il Comitato degli orfani, l'Opera dei comba.tt~nti .l.e due grandi Associazioni degli in,ralidi e 'dei combattenti e 1'~nte ~azionaJe per gli analfabeti, 1a1llo scqpo di stud'!are e provvedere a che d risp.e ttivi Consigli ~i amministrazione, pure non perdendo la ipropr1ia a u.t onomia, possaoo efficarceln:en~e c:ol'la~raire :tra Jo.ro., co11 periodiche riun1onri plenaine delle propirre Giunte e.secutiv.e o con un opportuno scaim:biio di membri 111ei riStpie ttivi Co.nsiglii. Da tale Commissione o dal 1avoro concorde dei Consigli· uniti dovrà poi esser.e studiato e realizzato il funzionamento comune delle . rappresentanze provinciali e delle Delegazioni comunali in rapporto a tutte !le loro svariate mansioni : assegnazione di pensione, sussidi, rieducazione professionale, educazione scolas•t ica, ospitalizzazione, tutela legale, ecc. Il Consiglio dell'Opera Nazi<>nale accettò con voto unanime taili proposte, e deputò a sottometterle a S. E. il presidente del Consiglio un Comitato cosi composto: senatore prof. F. Durante, presidente dell'Opera Nazionale; pr0f. Et.: tore Levi, vice-presidente; senatore marchese Ferrero di Cambiano, consigliere dell'Opera Nazionale; capitano Dante Dialìb' Ara., presidente dell'Associazione tra mutilati e invalidi di guerra. Il presidente del Consiglio ha accolto favorevolmente la proposta. La. Commissione sarà presieduta da S. E. i~ sottosegretario di Stato per l'interno. T~'Opera Nazionale per gl'invalàdi ha designato a suo rappresenta11.te il prof. Levi.

ini·pr.eJ?-<l~à i s uoi laivori ben presto e .t errà la prima 1r1llitll1one 01nlllU.ale in RQllla ·nei giorni 18 19 e 20 dicembre. '

Il Comitato Romano pel Congresso di Talassoterapia a Monaco. Presieduto dal prof. V. Ascoli si è rardun.a to il Comitato romano pel Co.n gresso di talassoterapia, che dovrà a..ver luogo a Monac? ~al 26 a~ 30 del prossimo ~prile . C~mmemorat1 .1 .defunti membri 1>roftessor1 Rosson1 e Tambunru, furono nominati membri del ComitaJto i dotto.r i Mariotti Melloni e Flamini, e si fissarono disposizioni ' affinch è Roma partecipi degnamente a questo grandioso Co11gresso internazionale, pel quale fervo,no preparativi importanti. , Per tema o-enerale di discussione di questo Congresso di~tala ~soterapia era stato fissaito un undoo argome11to : « I tuberoolas1 iail ~~ », per il quatle s:ara·n ·no ,p resentate due relaz101:1 : a) Le tuben::olosi mediche; b) Le tll:bercolos1 c!itruro-iche. Il Comitato ha deciso dt affidare ai professori Sforza e Mariotti l 'incarico di redi.g ere u1ia relazione «Sugli Istituti anti~u~erc?l~i di Roma, con speciale riguardo ~lle 1st1tu~1on1 parascolastiche», e ai profess.or1 Ferraresi e Flamini una relazione di contr1buto al tema « I tubercolosi al mare>> per quanto riguarda l a parte chirurgica . 1

O~tre iaille oomunicaziorui partioolari sopra di-

ver.si argt0tnenti de~1a ..specialità, tra i quali preva.nratbno que1Jte che si riferiscono alrl.a lotta COlllrt:ro la difius1one deLle ·mralattie ven1e ree saranno dilScussi i due segu.enti temi> generaili : ' 1) Stato iruttuaile ·delle 10otLOSC'e11°Zie su·i 1€1UCemid;i cutanei ; 2) Stato attuale delJ.a v:accinotei~apia e si•erotera[)ia aintigionooocci~. Un Tubercolosario della Croce Rossa a Pozzuoli.

Il Comitato · Riegionale di Napoli della Croce Rossa Italiana ha da tempo iniziato una sot•t oscrizione per la icostruzione di una Stazione climatica ai tipo sanatoriale nei pressi della città. La sottoscrizione fu iniziata con le eospicue offerte di lire lOO mila della signorina l\tiaria de Sanna e di altre 160 m11a del comm. Giorgio Peirc.e, e raggiunse la ci·f ra di quasi u11 1nilione e mezzo. Il Comitato provvide all'acquisto di un suolo sulla Collina di S. Gennaro presso Pozzuoli, ie fu dato incarico di redigere il progetto a ll 'ing. F. De Simone. Intanto la Delegazione Generale della Croce Rossa. Ital-iana a Londra ha diestinato la somma di 65 mila sterline (attualmente tre mi Jjo,n i) per l'identico scopo, e spedi in 600 casse u11':ingente quantità di suppellettili ospi.taliere. Per ora si avranno tre padiglioni (con 72 letti ciascuno) destinati agli infermi delle provincie di Napoli, Salerno, Caserta, Beneve11to ed i\.vel11no. 1

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A proposito del Sanatorio antitubercolare militaredi Roma. Riceviamo : Egregio Sig. Direttore, Nel resoconto comparso 11·e l fascicolo 45 del « Policlini:co », riguardante la cerimonia svoltasi presso il san·a torio di Porta Furba da me diretto, si dice che il detto Istituto è sorto per opera della Croce Rossa Americana e diell 'I talian W ar Relief Fund of A 11ierica.

Trattasi evidentemente di un equivoco che ritengo opportuno rettificar.e : le due nobi~:issime associazioni am·ericane suddette, in onore del11.e quali furono inaugurate, i1 20 u. s., le targhe commemoraitive, mu.n-ificamente provvidero alle spese per l'erezione del padig.lione centrale che serve di sala di riunì.o n.e per gli am:ma1ati, e dove .t rovansi anche le officine e i laboratori ;1 ma tutti gli a ltri edific1 (più di diciotto padio-lioni, ove trovansi infermerie .e servizi) sorsefo per qpera del Ministero della guerra a spese dell'Amministrazione mi~i·tare italiana, sulle diretti.v e date dalla Direzione generale di sani.t à militare . Con i più distinti ossequi d.ev.mo t-en.-coli0n1n ello G. ~1ENDES.

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.. IL l'OLICLINICO

L'inaugurazione della nuova Clinica psiohiatrlea di Roma. 11 3 corrente nella niagnifica aula della nuova, grallldiòsa Clinica Psichiatrjca al Policliniéo «Umberto I», alla presenza di una folla di professori, di medici, di a•llitevi fil prof. De Sanctis, recentemente chiamato dalla Facoltà lnedica romana a succedere al prof. Tam bttr:~ni, :pronunciò una calda e commossa commemorazione del suo predecessore. L'oratore illustrò con sottil1e analisi le princi:ptaili opere deJ. T·a anburini, sip.ecia1mente q ueLle sttlle localizzazioni cer1e brali 1e quella sulla geniesi delle allucinazioni, mostrando di questi studi il valore intrinseco e quello dinamico, come impulso a nuov~ e s·e mpre maggiori progressi in ques te ardue materie. Esaltò i:opera di organizz.a•t ore diel Tamburini, a cui si deve, fra l'altro, la spl,e ndida Clinica che oggi viene a cre.scE-re lustro all'Università romana. Il pubblico pas sò poi a visitare i ma gnifici locali. 1 ,

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l'incarico di Commissari Regionali e si , dette mandato al dott. Maranelli· di far pratiche presso a ltre personalità perahè accettino la carica di Commissari. Venne ap.prov:aita iUJna pt{>ipo.sta del dotit. Miam-.111elli, ·d1 emettler1e tessere <l~ ri.oonoscime.n to, che saranno cedute a 1ire 20 ciascuna ; daranno diritto a ribassi neg.li a lberghi , teatri, ecc. Il dott. Maranelli· rese noto che fra breve uscirà un giornale ieol .t itolo « Quistioni Sanitarie di .!\ttualità », il quale s i occuperà s~iiaJ.mente della l\Iostra; esso sarà l'organo ufficlale del Comitato.

Vittima del dovere. I l dott. Jeandeas di Parigi, da diciassette anni specializzaitosi in radiologia, è stato fulminato da una violentissima scarica elettrica mentre stava 1lavorando in un laboratorio radiologico. '

Nel giornalismo medico.

S i è it1iziata a Torino lia pubblica.zione del periodico « Lotte Saniitar.ie », organo delle classi sanitarie per la tutela e l'incremento degli• interessi professionali, con sp.e ciaJ e riguardo alla giurispruclenza sanitaria; è diretto dal dott. Gugli:elmo Oliaro. Augurii. 1

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Mostra campionaria Chimico -Farmacenftca Nazio· nale. Si è a dunato til Comitato centrale dÌrettivo. \ 7e 1111e affidata al dott. Scarpellini la ra ppresentanza del Comitato della Mostra in seno alla Commissione Esecutrice della Fiera Campionaria, per la stipttlazione del contratto d 'affitto di 30 stands . Si prese ait to che il dott. Inverni per 1a Lombardia, ed il dott. Assauto pel Piemonte, per impegni professionali, non possono acce.t tare

Con la scomparsa del pirof. FEDERICO DI DON A TO viene ia m0mcaTe U1lla figwra .o obilissima di . educatore e d-li filantropo, un apostolo f.e rvido ed illuminato dell'assistenza a l fanciullo, un bene.m erito dei figli dcl popolo. Dopo aver insegnato nel.le scuole elementari di vari Comuni del sailennitano, ·su a patria, venne ai Roma, dove egli fu prima maestro, poi dir~tore, poi .i spettore delle scuole elementari del Comune. Ohiamat o a presiedere l'Associazione dei maestri di Roma, raccolse intorno a sè la classe magistrale della città, per fondare le eolonie 1narine e montane a favore degli scolari pov.e ri bisognosi di cure. Le colonie hanno restituito la salute a migliaia di bambini. La grande attività e l'immane lavoro logorarono ~a fibra del Di Donato, che cade vittima della s11a ge11erosità .i nfinita. 1

M.

Indice alfabetico per materie. _..\gitati : coi.dott a pratioa da ten ers~ -con gli . . . . . . . . P.ag. 1401 C oncorsi n"leditei . . . . . . . . » 1406 Co nitrattu re p·eriiferiche : di.stu.rbi motori d 'ord~ ne riflesso e - . . . » 1399 Croce R oSi&a I taili·aina nel!l 'aissiist e11za a1i mil~1tari tuberaolotic.i . . . . . » 1395 •• . Em11C!'ainta : ·n e]:1r1' • • • • • • • >> 1 401 Funz:iian.e sessU'a11e : sui d isturrbi .cl/ella >> 1 401 Giorna1i m edici : .lia orisi dei - . . . >> 1405 I ntossicazione acetoniica ini.amtil e : .p atx>greuiesi e cura . _. . . . . . . » Ma.&n~ta : 11 prof. . . . . . . . » l\1orbo di V\T~lson . . . . . N ewalgie facciali ri•b elli : c u.ra medica e chill"urgica . . . . . . . . » 1400 1

1

))

Roma, 1919 -

Tip. Naz. Bertero di G. Guadagnini & C.

()OC.e

..

Pùeu·riJtiJ pu.rul·e nte : cura . . . . . S clieroderma e sicler.odattild.a . . . . Sifi1i1de : i~ubazione . . . . . . Sindirlome s en1si.t irva corticale . . . . Sucoo gastrico : misura de11 'a ttività . Tirapirallllti del.la m1ilza .e delJ.ia. tiroide con vascolarizzazione intalbta. . . . Tuberooliosi! d!e'lle vie tlJri ruarie degùi att empati . . . . . . . . . Tu1b.e rco1osi po11.anonw-'e : castrazione ovarica raidrioteraipkia i.ti certe forme di . . . . . . . . . Virt:amitne: presenza 11elle urine d elle cosi dette . . . . . . . L. PoU1,

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1389 r3g6 1393

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1403 1 400 1401

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1392

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rase.

Roma, 30 novembre 1919 (Ptlbblicato il 9 di#mbr1 1919)

48

fondato dai prof<ssori 2

FRANCESCO DURANTE

GUIDO BACCELLI

&EZION:B PRA.TIOA .

bDATTORB CAPO:

PROlf. VUTORIO ASCOLI

SOMMI.RIO. ILavori originali: Ai Dazzi : . Le iniezioni di adrenalina per la diagnosi di malaria latente. - T. Silvestri: La mobilizzazione dei plasmodi nella cura e nella bonifica dei malarici. Sun'1 e Ry11egne: SEMEIOTICA: F. Capaldo: Sull'importanza della trRheobroncoscopia nella medicina interna. - MEDI• CINA : Noguchi : La etiologia della febbre gialla. - CHIRUROIA : F. Bourgeois : Le emottisi seconda_rie nei feriti al torace. - RARIORA ARTIS : Tuffier e Letulle : Su una malattia caratterizzata da cisti gasso se nell'addome. Osservazioni cliniche: G. Aboularage: Sopra un caso di peritonite sierosa traumatica circoscritta. :Strumenti e apparecchi nuovi: A. Cerioli: Fissatore dell'ago per iniezioni endovenose. Storia della Medicina: P. Sembiante: Cenni sulla vita e sulle opere del medico trentino Giambattista Borsieri (1725-1785). Appqnti di Medicina Pratica: DIAGNOSTICA : Metodo· logia della diagnostica medica. - La palpazione addominale a mani sovrapposte. - La temperatura della cute nelle Dtri,$i di proprietà riservati. - ~ vietata

lii

dt esst s1n111 eita,ne la fonte.

''"'°""''°"'

lAVORI ORIGINALI. lsTITUTO DI PAT. SPEC. MaD. DIMOSTRATIVA :E CLINICA PROP. D'ELLA R. UNIVERSITÀ DI PARKA diretto dal prof. Inc. P. RAVBNlfA.

Le iniezioni di adrenalina per la diagnosi di malaria larente. ·Oss.e r.vazioni del dott. ANGEI,o DAzzt, assistente. È :firequenite i1l oa·S-O di t1·0,1 are illl.dii1v.idui mala-

rici, i quali ·n on present:arno per .lrutD.ghi periodi aie cessi •ma1Jarici .t ipici, h0Jn110 a initerva~li . poahe forme parassitarie mel sainguie ciTcolain1te, o l1llOl11

·ne h.a nno affatto. I icta,nni eh.e questi soggetti pr~en.'ta.ll!O, o pais.sano a110.vver:titi, o sono miarscheoost1 1da altre ma.lattie ; per cui la dia.gin.osi sicura presenta straord·i narie d~iffìroltà. È di grran:de utilità, quindi, aiecert:a·r.e !Ln que&ti sog·getti 1l '.1mfiezione 1rudarica, e ourrarla energi~a­ men..te. In questi casi, i sintomi .che permettotw dd ' formulare ·l a dia·g;nosi di m~'lia:ria, che si può ~hiamare la·t e1rte, quando ma:n·C011110 i paiiia:sisiti 1

.

malattie addominali. - La diagnosi delle sindromi dolorose nella regione della cistifellea. - TERAPIA: 11 trattamento delttorticaria. - Il trattamento del « pruritus ani » con la medicazione ionica. - Il trattamento dei geloni• - FORMULARIO : Nelle ragadi ed ulceri anali. - IGIENE : Recenti ricerche sul colera. .:_ MEDICINA SCIENTIFICA : lnsuscettibilità dell'uomo alle inoculazioni con sangue di morbillosi. TECNICA: La disinfezione delle sitinghe e degli aghi. Pos'8 degli abbonati. Cenni bibliografici. Nella vita professionale: Cronaca del movimento professionale. Risposte a quesiti e a domande. Condotte e concorsi. Albo d'oro. Notizie diverse. Rassegna della stampa medica. ' Indice alfabetico per ma•erte. fii l•1101i pubblsuui Ml

POLIOLINIOO o la pubblie111ion1 flt sufllt

nel sang.ue .ci:rcola:OJte, iSono ilnderti .nel ioro sig11tii.fìcato, e non "&OtlJo oostanlti. Siinttiomri. cl~nici

firequenti sono: 1a La fub:br.e ~ve n1on si'llltom.i c·he però l 'esa:me del sangue cata mononucleosi,

siplenomegalia, la oligoemia,

cair.a,tter.i-stioa, l'urobil:Lnuri;a, non ·sano s.peciifì.ci. I1~tte, può dimostrare Sipesso : spicbasofilia deglci eritrociti, poli<:romatofìlia, p~gmento mailiariro inei leu{X)C'.iti. ·Seg.ni sll!bbiettivi ,possono essere: W.,Stu·:tib.i ga.st<to-inte.srbiioold, 1c1Jo1ori reUJmatici e nev·r algki, cefalea cronica; ma ;i1esst111110 è 1sUifficieinte per aiccertare '1.a 1ddia@nosi . La pireseniZ.a di paireoohi dii q ttesit1 s~n1tomi ci fa a·mmett>ere con :proba1bi~iità la mia.la:ria, mia d 'a1ltm :par.be, la .m ancanza di tutti tlJOl1 è !La ·p·r ova che non esista malaria o che :sia guarita. Lu .t aJe periodo di latenza detlll 'i:n.fezionre mra:larica, .g li org·ainà. 1ntermd,, e speoiailmente la ·m ilza, possono ospi1laale ancora plasmodd, i qu:ali, i1u .segurito a caiuse occasiona.li, q u.aili : sfuia\Pazzi fis ici o d.ietetic.i, :sbaJzì dii temperaltuira, iecc., µossooo essere ·rimessi ·Ì ll airoolo e d'e.ternniltmire 1

1

illit1JOV1 ~oesst.

.

È .n~essa:rio

qui·ndi, q·uiaindo si ha il sospetto drl. maliairiia 113Jtente, ri1oorrere a mezz1 proiVooa(l)


IL

POLICLI~ICO

~

tor.i, eh.e detei~mi1 ni•no il passagg.i o dei p.airas1Si.ti nel .sa.ngue ci·r colante, o .l'accesso ·m alarico tipioo; arlLo, Sicopo : cli ou:ra1rie e11el!'gica.inente i s~n­ goLi iln.divddu1, ed e.liminare così i portatooi di .plastn.Qdi per la pro.tilassi nei rapporti sociaJi. Sono stati ip roposti 111olti e svariati m·ezzi pro-

\'1ocator1. Molti a.u.•tori 'UJti'Lizzaitono per 1a provocizic)lne: sforzi 0o.rporei , sbalzi di temper.atu·r a, docce fredde a1la regtl o ne splieiniic11, trnumi fisici e psichi•ci ; .a 'C iò indiotti d01l.l 10.ss.erv.azio.11e che s11es&0 v.en·g-ono pr.ov.ooati acoessi .spontan~i i:n seg·u ito a ta1li cause. G.run<lanan r~ u1s-cì a p1«0i\·ooare aie.c essi ~a111te bagnd ~en1ecmli catldd, bagni dii luce, irradiia.z iooi con ra·g gi X e ultrarvioletti della milza . S1eber e Thal1er propos.ero 1:nd ezioni :hntira-musoolairi di Jaitte s rteri1e. Brauer e Dorendorf u sarono ~nri.ezi.oro.i di siero normale di c.a:·va1lo. Rei1n:hiasrd propose ·iir:radiazioni generai1i colla luce · u~tra-violetta. Dii Paoe usò l1a S!t:lriion~1w. . < Altri prop-OSero illliezicmi di ituiberoo1iina, di vaccimo antitifico, ~rnt~colerioo, aintistafi.lococcico, 0Jn1

1

tidiif.terico.

I-to:fima111111 asso~]ava aJ.cttnii dei mezzci. proposti ; seg.ui va .cioè questo procied1:moento : rul .p rimo gionno delile ma.novre provocatorie, 'l.lSava risml&mento iad aria oalda firDJO a J.oeggiera s.udoirazionie, iindiJ bag.no freddo per tre m~1nJUti. 11 seacmdo giomo, fairadiizzazione delJ 'aia .splenica fino ad en~rossaim·ento del:la cute. ]1 terzo giorno esercizii I

m u.scoliari.

Nieu sc-hlos:z, oonsidier,an.clo iC'he tutti i mezzi proposti agiva1no il11 qu.amto tproouoevaino caimbiat!1J€!nti su11a ·pre&&ilOne sa•n·gruigna~ .f u 1mdotto a usaire l '.ergotri1n,a, l 'adrenaJi•na, .l ':ipofisina; e trovò che ;l'adrenalina da va esito ·p.osiitivo 11.el maggior n umeno dei oaisi. • Schittelen e Schliecht ,p roposero pure l'adrenali11ia, oontemipor.aine.1.n te.n!be e ~n<li.pendentemente dia.1 Neuschlosz. .A·llo stesso scopo è stato p.roposto : OOtilllilÌlniistrazi101r1e di' ferro, di .ch~n11 no run dose '1ll0Il terapeutica, di .salvar.san, <li nuclleoxil, di ormonal, d1 .p iooole dosi <li 'benrolo. D;Uira·n.t e il mii0 seirvizio n1ilitare, preposto ailla difrezione &1 repar:to specializzato malarici del1'0s peda:1e milita-rie di Par1na, l'itenemdo necessario ric0trrere a um trattamento pro.vocatoriio, j.n, · quei .caisi, in cui s~nipr..ii clinioi f.a!n1no ammettere una ma!laaia latente, ho e&perimenta,t i pa.ire:ochi dei mezzi di provocazione proposti, scegiliendol·i fra ti più pratici e f1ra quelli che av·ffi:o a disposizione. Ho esperimenta.te le iu:ie1J01I1i ~n-

[-.\.NNO

XXVI,

FASC.

481

'

trainu.s1oolati di la.tte s terile, Ja stricnina, il ferro ,. gli iodwri, tiJ salvairsan, l 'ergoti.oo, l 'adreniail11na. Fra questi mezlli che esperimentavo, fim daùJeprime ·o~servwioni, ~tatq;i : che le i·niezi~ di ad·renali11a p.rovocavano sempre i1I ~assaggiio cli pairassi·ti' 111.el siatngue ciTOOktnite, mentire 1e aù±re so,sta.n.ze, solo i.n qualche caiso .m i darvano la. provocaiiion:e di ma1aria miamrifesta. Estesii ail.lora_ le osserv·azi-oni ooll 'adreruali11a, per potere stabilire itl suo valore quail e .sosatainza provocatrice ne11a ma.1ania la.tenile. Ho esperimentato l'azionte dell'.adrenallina i1n 20 sog.get~i .m.al.airici; 12 dei quai1i, in ripebu.ti esanù del sangue, .non pire.c;entarono pairai~iti; 8 iaJ.rtn:tl, nei qiua1i aocur.aiti esami del iSlalll.g.ue riJeva:rono .scarse forme .p atla6Si'tarie in varie fasi 1

di sv1iJlu~po. 'Iìutti. da 1paTeochio tempo .llfOn avevaino accessi tipici. Ciinque g·iornri prima diel trattament. aic:kenaliniro, venne .sospesa la sommicistrazione di chiarinJO, per in.on oolllJl?.romettere il .rilSuJitato delle · marnnwe provocaitorie. L'.adrenalima venne somministrata per :iindezri.onie oobtocu.tarnea nel:la dooe di U111 itni'11igiram,mo.In ciascuno dei 20 sog.getti in esame, dopo la ~ruiez.ione dii aidrenal~na, \ en111ero eseguite esatte .m isu-ravioni della ;temp.eiratu,ra ogni quattro ore · per ci.nque giorni consecutivi; e seguite le mo1

ddfica.7Jjoni del polso, del respiro, del volume della ,m ilza e del fegato, diel nt1mero dei parassiti ·n el •prepair.a to di sar:..·gue per strisci ~11 400 aa.m .p.i md.oroscopici. Il oouteggio dei parassiti venne eseg-uito iin pr~ra.ti di .&aingiue colorati rolla ooh:>razione panott1ca, n1ediante i liquidi di M01yGrii11wald e di Giiemsa. Per ogtll!U1110 dei oasi ven1rero fatte 4 serre &i prepai.rart::i : U>na ·P~ del1'.i.niezione di adrenalina, le a11:trie su coessiva1meinte·· dopo 20 m 1 , dopo urn'o1'0, dopo 24 ore. Riporto breve menitoe i dati ·delle mie osserva•

~110ll1

:

Oss. I. - P ... A ... Tetzar1a (Basso Piarve) dal ' settembre 1918. Di.m agrioo e oligoemi~o. La milz.a deborda 4 <libai. . . . . . . Ultimo iacc~ 11 ro l·uglio 1919. Im11ezu:nre d11 u11 mmg. di adrenali.rua iil 17 l111glio 1919, ore I5. Temperatura ma9sima 37.4°, ore 19. A.p iressia • • • • • l1e1 5 g10'11nt SUCC<:$1Vl. J\.filza . !>rima dell'iiniez. 16x~2. Dopo 1UJO'ora r 2x 14. . . ,. . Parassiti {conte:gg1.10) pnma del.l 111itez. 1. Dopo 20 m/ 2. Dopo un'ora 4. Oss. II. - R ... V... Quotidia:na (l\1aced.onia} dal settemba:e 1917. . . . Niutrizione buona, lieve ol1goem1a. La nulza è Jegg.e rmente i1ng~ndita. . . . Ultimo ~cesso 11 ro 1·ug.1io 1919. Ln11ez. di un mmg. di a&rema.J.i·na il 18 luglio 1919, ore 12.


[ ..J\..NN(J XXVI,

FASC.

48]

~~ss.

37.2°, ore

SEZIONE PRATICA

I

T.emp.eratura 5

20.

_.\piretico nei

g ·U>!llll SUCCe$Sl'Vl.

Milza. Prima dell'inri.ez. 12 x !I5. Dopo UJtl'ora gx 12. Parassiti. Pirima de'll'i111iez. o. Dopo 20 m' l.

Dopo un'ora 4. Dopo 24 ore o. Oss. III. - M... A... Termina (Ras.so Piave) dail Juglio 1918. Ben nutriiito e· san·g11iifi.cato. l\11.i·lza debpir.dainrt:ie 2 1 d ita. Ultimo accesso il 6 Luglio 1919. I.niez. di U.fil mmg. di adrenaliJm. iJ 24 luglio 1919, ore :ia. Temp eratura 110tMD.a.1e ~i: 5 gior.n:i sucoessiivi. J1filza. Prima d·ell 'iniiez . 12x15. Dopo .tl1tl.'oa:a IO X

13.

Parassiti. Pini.ma dell ~iniez . o. Dopo

20

m ., 2.

0

0

13X15.

Parassit'i . p.ri.m a dell ;.iniez. o. Dopo

20

m'

l.

Dopo UiD.'osra 5. Dopo 24 ore l. Oss. VI . - V ... G ... Ter.za11a (Basso Piaiv.e} dal luglio 191:8. Nt0teva1men•t e olligoemioo. Milza deb.ru-tlia.nte 2

dita.

U1timio accesso il 16 luglio 1919. In.iez. di um mmg. di iadren01lima i1 30 luglio 1919, ~. 13. . TerrIAperatura mass. 37 .6°, ore 18. Aplll"eit\iCO nei 5 giol1rui successivi. Milza. PTimia dell'Wruiez. 14x 18. Dopo u1DJ'ora 12

X

15.

Parassiti. Prima dell'i11iez. o. Dopo

20

.m'

6.

D·QPO rtlin'ora 8. Dopo 24 ore 2. Oss. VII. - C ... R... Tèrvamia (Basso Piave) dall 'iagooto 1918. . Dimiagrito e oldgoemico. La mt!lzai deborda 2 dita. Uùtimo aiccesso il 20 lugldo 1919. Ini:.ez. dii UJ1l mmg. cti a.direnali·na il 31 luglio 1919, ?I"e. 12 . . Tempe·ratura mass. 37.4°, ore 16. Apiretico ne1 5 gior.ni suroesstirvi. · Milza. Brima del~ 'iniez. 14 x 18. Dopo u·n'ora II X 14.

Parassiti. ~rima dell 'i niiez. o. Dopo 1

20

m'

l.

Dopo 'Uln'ora 6. Dopo 24 ore 2. Os.!. VIII. - C ... R ... Quotidiana (Macedoniai) dal settembre 1918. 'Dimagrito e olilgoem1co. La milza deborda 2

Milza. Pirima dell'iniez. 12x17. Dopo 'llln'ora 9x ·12. Parassiti. Prima d:ell'iniez. o. Dopo 20 ;m' O D~po

u1n'ora l . Dopo 24 ore o. Oss. IX. -- M ... B ... TIE"rzana (Basso P1aive) · daù setten1bre 1918. Nutrizione buona, ]iie,1e oligoemia. Milza debptrda;nite 3 <lita. Ultimo lélJCGesse> il 22 l·u glio 1919. Iniez. di 'll!n mmg. di ru:lrena11i1na i!l 3 aig.osto 1919, ore 14· Te1n.peratura mais&. 37.6°, ore l/. Api•retiico nei. • • • • 5 gl!O!n1 ISUCOOSSlVl. f.1 ilza. Pri.mia del1 'i·niez. 15 x 23. Dopo un'ora. II X 14.

Dopo Uln'ora 4. Dopo 24 ore l. Oss. IV. - S ... F ... Q,uotidiiaina (Basso P1'we) dal siebtembire· 1918 . Deperiti:> e oligoetnJico. Mile.a debordante 2 dlita_ Ultimo accesso :il 15 n1t1.g li10 1919. Iniez. di IUIIl mmg. di adre na:liiina il 26 l uglio l9r9, ore 14. Temperatura nolilll01le nei 5 giorni successivi. Milza. Prima dJell'i1niez. l4x17. D,opo un'ora 9 X 12. Parassiti. Pird:ma de::ll 'ittiilez. o. Dopo 20 m' o . Dopo un'ora (,2 . Dopo 24 ore o. Oss. V. - D. P ... G ... T erzana (BaSISO l>iave) d0.1J 'agosto 1919. Ben :nutri.t o e .sa:nguid.ìca:to. :\'.filZJa debordainrt:e 3 dita. U.ltimo fUCdeSS.-O il 12 ùugllio 1919. Lniez. di un mmg. di iado:enaiina iQ 28 liuglri.o 1919, ore 14. Terrip eratura normale ·nei 5 giorni siucces.sivi. Milza. Prima diell'iniiez. 15 X 18. Dopo ru n'om 1

Te1nperatura ·DJ01trm al1e nei 5 gù.or.ci success:iJvi.

cllit'.01.

U1ltimo acceSlso il 25 luglio 1919. Tniez. di u.n mmg. ,d i ru:lrrenal~na lil 2 agosto 1919, ore 14. 0

Parassiti. Prilma dell'i.ruiez.

2.

Dopo

20

m ' 3 ..

DQPP tlln'ora 8.

Oss. X. - .R ... .e\ . ... Terza·n a (Chioggia) dall'ottobTe 1918. . È spiccataimenite oligoemico. La ·t nill za deborda 3 dita. Ulti mo ocaesso il 24 luglio 1919. Tu1iiez. di •Ull1 mmg. di adrenalilna il 4 agosto 1919, ore 14. Temperatura .m ass. 37.5°, ore 15. Il g:iiomo su.~­ oessivo ailile ore 14 ilnizia un aicC'eSSto ma1iamioo itlip:ico, tem.p . m·ass. 40.2° . •J\..piretko nei 5 ·g iomi .successi!vi. lvfilza . Prittna dell 'iniez. 15 x 20. Dopo u.n'ora 1

I2X 15.

Parassiti. Prima dell'imìiiez. 6. Dopo 20 m' 6. D.opo un'ora 12. Oss . XI. - G... A... Terza:na (Basso .PiiaiVie) dal ~UJgilio 1919. Nutrizion1e ie Sa!nigiuificazion.e b111ona. M11za ·LeggermienJte i!l1lg!mndita. Ultilmo accesso il 2 agosto 19119. Lni1ez. di ultl mmg. rd i iadirelllalliina. il 12 agos1Jo l 9 r9, ore I3. Temperatura mass. 37.3°, ore 17. Aip.iretnco nei • • • • 5 giio1~nll .s uccessi v1. !\iilza. Pri·ma del1l'i1n1i.ez. ro x 14. DOipo 111n'om. 9 X 13. Parassiti. Prima d.eJ11'iniez. 2. Dopo 20 m' l.

Dopo un ,ora 6. Oss . Xli . - R... L... Terzama (Basso Piiaivie) da1 settembre 1918. Deperita e oligoenùco. La milza deb,o rda 2 dd'ta. '· Ultimo .a ccesso i·l 24 luglio 1919. Lniez. dii ru,n m,m,g . di ooirena:li111a. i1l ro a g osto 1919, ore 14. Te·1nperat·ura .nor.m. ·n ei 5 giorni successivi. Milza. Bl1irrnia dcll 'd'nii·ez. 14 x 19. Dopo Ulll'ora 12 x ·r6. Parassiti. Prima delrr 'inilez. o. Dopo 20 m' o. Dqpo 'U!n'ora 4. Dopo 24 ore l. Oss . XIII . - 1\iI ... P ... Terzana (Por.tog:ruaro) dall 'ag·osto 1918 . Dima,grictx> e oligoemico. Milza diebordrunte 4 di:ta. Fegato deborda·nte 2 d1ta. IBtimo accesso :il 27 ago.sto 1919. I111iez. di un mmg. dii adTenalin.a l '1 1 .seitembre 1919, ore 12. Te'»'iperatura normalle nei 5 ·gjoDn:i successi-vii. Nlilza . P·r ima dell'iniez. 16 x 24. Dopo un'ora 16 X 24. Parassiti. Priima dell'in:i€z. 3. Dopo 20 m' 7. Dopo u'll'ona 8. Fegato. Priltlla dell'inJe z. l7x6. Dopo Uin'ora 0

1

l4 X5 1/2 .

Oss. XIV. lt1ghl·o 1918.

I ... S ... Terzainia (Basso Piarve) da.I

(3)


IL POLICLINICO

Dimag1rito e oli·g oemioo. iVIil.za debor.daut€ J 5 oent. dJUra. U·Ltimo ~cesso il 15 ·agoStto 1919. Iniez. di 1 anmg. di adirenallwa 11 12 settembre 1919, ore 14. Te1nperaf.ura n01 111ale .i11ei 5 giiiorni succ-essivn. Iifilza. Prima de1.1'1:ni.ez. 26 x 34. D.o po 11:n'ora 26x34. Parassiti . .Pri.m a ,dJe11''1nd.1ez. o. Dopo 20 n1' 2. Dopo r ora. l . Dqp.o 24 or.e o.

[ANNO XXVI,. '&\x~-r<c.. ~8J

'

Milza.

P 1mma.

16 X .18.

~cte1J 'run1ez. 16 x 20. Dop:oi

Parassiti. Ptticma dell 'i11iez. 5. Dopo

Dopo

UJt1 'ora

20·

U111T'ora

m'

]j.

14.

1

I

Oss. XV. - F ... G ... Qootidiia1na (Basso ~iiave) dal luglio 1918. Notevio1mienite olri.goemico. I~a milza deborda .3 dd·t a. Ulti·mo 1aioces.so il l settembre 1919. In~1ez. di un mmg. d1 adr.enia:li.11 a il 12 settembre 1919, .ore 14. Tempera.tura .maJSs . 37.2 ore r8. _!\.pi.r etico ·n ei • • • • 5 g ·l011ll1 1S·UCC€1SSO.V1. Milza. Brimia. d~d['n1niez. 16 x 20. Dopo ttn'o·ra 14x 16. Parassiti. Prim1a diell 'i:n iez. o. Dopo 20 m ' o. Dopo un'ora 2. Dopo 24 ore 1. 1

Oss. XVI. - F .. . L .. . Terza·n·a (Basso P·i.aVie} datll'a@osto 1918. Ben nutriito e ,sru1g-.uificato. La mfilza deborda 4 dita; è dolente. Ultinno accesso :il 24 agosto 1919. Irniez. di ru1 mn1g. di ad'lienaliina l ':rr s~tem.~11e ~919, ore _14. Te1nperatur.a n.orrmaJlle n,e1 5 g to11n1 su:cooss1rv1.• iY.liLza. rrim :a de1l'iniez. 18 X 24. Dopo u1n'ora

I5 X 20. Parassiti. plfli:m a dell'1miez. 5. Dopo zo m' 14.. DQpo tllll'ora 12.

Oss. XVII. - Z... P .. Terza.na (BassoP.iav.e)i <l!a:Jl settembre I918. n.~·ma ocy.ri,to ie oli;o-oemico. J\1:i•1za: deb-0rda-nt.e ? J.Jll o dita. . ~ U.Jtiml<> accesso il ro seb$en11ihre 1919. lnllie"JJ.. di un m.m g . cùi adrerua1i111a 'il 16 settembre 1919,. ore 14. . . Te n1.p eratit ra morw_~,l~ .111ei 5 g·ior.ni su.ccess,1~1 . 1Y.lilza . p,riima dell '.1·n1ez. 14 x 18. Dopo un ora 13 X 17. Parassiti. r .ri;n1a d1e.11'iniez. 2. Dopo 20 m' 2. Dopo '1ll11 'ora '1 · Oss . X\.[IJ. - .c ... G .. Quotid~ana (Ba.ss'O Piave) cla11a'agQsto 1918._ . Dinnaig:rirto e oligoen111.co. La m1 l za deborda 3 a.i.ta" . . . illrtimo accesso dJ 2 settembre r9r9 . !lfltez. dt un mmg. d1 adrenalina. 1n r6 settem.b re 1919, ore 14. . . . 1 Tc11iperatiirrr, 111.a.SS. .,_ 7 .4° ore 18. 1\p1n·et100 ll1 e1 . . . . 5 g11orn1 Sl\.CCeSSl \"'.] . . . . "l\'1il:;a. Prit11!a cle.ll'JJn1e z1one r4x23 . Dopo IUtt1a ora l 2 X ~ 6: . .. . I Parassiti. Pn1ma dell ·1n1e z. o. D.opo 20 m 4· Do}?IO un'ora b . Dopo 24 ore 3· Oss. XIX . -- S.. . C... Terzana (Ba,sso Pi1ave) dal1 'agosto 1918. . . Lievemente ol11goen11ieo. La m11za deboncla 3 dita ; è dolente. · · Ultinno accesso il 4 settembre 1919. I1111ez. e1~ 111n m·m g . <li iadtr.enalina. ti1 17 settembre r919, ore 14. . Te niperatiira mass. ,7,4° ore 18. .t\piretioo uei • • • • 5 g:ior·n1 su~tV1. (4)

Oss. XX. - S ... P ... Terzana (Basso, Pia,ve) daJ11 '·a gosto 1918. nimagrito e oligoemico. Le. mil7ia it. legger-

mente 1ingraindita. U lJtimo iaccesso i l 6 ·s·etibettnbr.e l9I9,.. Itttiez. di uin m .m g. <lii adrena.11ina :irl r8 setbembll."'e 1919. <>re 14. • Temperatitra .normale .nei 5 gior1mi suiocessi,·i . Milza. Pr·i\tDla d-ell 'i11iez. 13 x 15. lD:oipo u1n ~ora 9 X 1L2. . Parassiti. P·r ima dell 'in1iez. o. D'Op<Dt 20 m' 1 . Dopo. nn1'011c'l 2. Dopo 24 ore o. •

Raacogl1.enièli0 i diart:i ·fori1riti da q'l11<este o~serva­ :oionci, risulta che : Im run SOilo ca.so (Oss. X), .dopo 24 ore dia.I~ 'dniezion.e d1 iadrerualirna, si 1 ebibe nn .tipioo a~­ cesroi maLarioo, c.he ruon si. ripetè · niei 5 giOf'n:i successivi. In 1questo caso pe•rò, il ·r eperto ematologici0 era ·f ortemente posilirvo anche p1·ima de1/l'inderione, e presenta.via .piariecchi esemplari di ,s'C·hizonitr ·c1e1Ua. stessa .genJerazion.e ·e de~lo stesìSIO parass.i ta. Si potrebbe :ammettere i:n qu1es:to caso 11rna cau sal1e coinci1dieuz.a dell'accesso m.a1.atrico ad 1'11.ivio spont ain·eo ~on, l 'runiezi.ouie a:vvenuta i1l gio:nno prima . In 10 a ltbri casi l 'i111.iezi10tre d;i adrena1 i•n,a è: stalt.a 01CC0tnpaigmata, il gio1ino del1'1'n1iezion1e, c1a un lileve i1nioo.n.mmento temnìoo d1elcra durata d1 p'ochte ore. Questa e l1evazione di t emiperatu·r.a iJ.l ,on si :p11ò ut11izZJare a srop10 d i•ag.nootico, i)erchè può essere dov1uta iaJ11 'azione prqpriia cle11 'adlf'eiruali•na. I:nfutti UJni'az.ionie iperiter1mi.z~te (lell 'adil·.enail:im.a è dimosibrata dal.11e osserv,azio11i di :11,u.mer.osrl. autori quali : Pende, Fa1ita, ~obel, ..\.schner. Si-0dhè 1'aiumento cli pochi decimi di temperaitura oon~ stataito, oon molta prob.abi!liità, cle\-e essere attrlibu~to all 'a,ziione dell 'a.drenaliilna. e non ad 11111 iaicresso m akllrJIQo abortivo. L 'eslito ·posiitivo oolila provocazione si presentò 1tnveoe costantemente determimando j111 ·t'Ultti i caisi osservaiti ril ipa.sscaggiio dei• ipla·s.mod.i :nel sangue perirferico. Nei pre:pairati di .sangue dei I 2 sogaetbi esarne ohe rprima. de~! '.iniezione non. o ipresentavaoo :prurassiti; .i11 8, gtilà dopo 20 m', s1 dii·m ostrarooo ipresenlti i plasmocli, i q.ual~ erano in tD!lllmero nuaggiore :nel prepaira:to di sangue eseguito dJopo u·n 'ora. da:lil 'illliezione. Ln 4 ca1Si , d 'Preparati ('n~titvi dopo 20 n1') si, rivelarono p.ositi.vi dopo ·un'ora. Nei .p reparati deg~i 8 soggetti che pricr:ia.. de.11'irniiezione eramo ,positi'Vi, dl()po la somm1nitStrazionie di tadrenaJ.i.na, :si notairono i .p lasmodi aumentati di numero in mod.o evidente; art.mento 1

w


SEZIONE PRATICA

dato da forJillle d·i' parass:i·ti. di generazi•o1ni d1verse. Notevole il ifad:lto che le emazie 1uvase da p.ar.aissri.ti, mes.~e in ci!lc-0Jio d1a11 l 'a1èLrenialiin a, ·p1·ese1rta v·wno 1in maissi1nra parte la prunt•ecro-iaitum • bb <l1 S c.hiuffner, e gli ematozori aive.vaino 1 ca1riaitteri <li •scl1iz;,onti de11ia terzana :iin fasi divense dti svilru:p po ; S<Carsiss1mi S OllO a·ppar.si ii giame.ti.. Illl. tutti i oosi osserva<tii si notò iaumenrtK> d etlJa frequeiniZ>a d~ pol:so e del res~iro i11iziatosi pochi mi'DJUti dopo l 'iniieziollfe dii adiren.a11111a e della drurata di cWaa UJ11'ona. I·11 duie casi solitainto s i è 01v1uta t1ma reazione 1111 po' vivace, oon .paJJ1ore, tremori, fatti però eh.e sii diiliegua.rotJ.10 dopo pochi WDIUti. I·n .t utti. d Sogigetti, iti c ui esisteva. uinia notevole s.plenom.egalia, .m eno in diue, si è constatata iwnia ,spiccaJta c-0int1iavio1ne d'e'JWa. m)iùza. 1'umori di milza, che debordav.aiuo due o più c1ita. dai11 'a.rrco costalle, dopo pochi mim1Uti daill 'dniiezi on1e '(li ad~nal~1111a, diiminui v'1al110 i111 modo sorpa.~endente, :per riprendere le d1ttnenooni primitive dopo 3-4 ore. Lnoltre .la milza, oosi 1-ietra.tta, r1ou ena. ,più dole1ite alla pr·o.fanda palpazi1onie e uei movimenti 1respiratorii, co11 g-ra nde .solilievo dei rpazi,enti. Nei due oasi suaocellllllati i:11 cui mancò Ja reaziOIJJe di contTazio11e dle{Lla milza, :sii tratta va di ma1ar.ici iaiuWclLi, con e.norme t11more di .m ilza, di oonsisoonza aumen.taitd., che a1rri~1R,va al pi~oolo bacino ; e ciò probab.i,l;meu:te i111: c.~usa di 01v:a!nzata sclerosi dela:a milza. I1n un caso di tumcliazio nre drel f•eg·.afto, eh€· d,ebordava du·e dntta oiirca ·dia.'lil'a.rco cost ale, dop.o J 'i!nruezione di adr.ena1ina, s i 111dtò il anar·gi~1.e epatico :retratto :tanto, ohe a,ppena. s i riusciva ia palpa-rlo ,nelJe profonde i1nspi1razioni . Niegli altri caisri osserv.ati1 i 1 f.e•g artio n0t11 .si ruotò iln•gniandi t e . l 4a ·s·pi~ca.ta 0011tra.zione di tunrore .s.pllenioo, sà. potrebbe utillizzaire rper spiega.re ii1l 1necoonismo d 'ae;ione 1d ell 'adrr:en1alirna. q UJa;1e SOS•t a:11za f>rOVoc.aJtriice i11e11.a 1malaria t1atei1te. È ammesso geneJ"a.lmen·te che ij' •en1ia.tozoo , \ Ti'\1en<lo se1n1)'r,e are.Il 'alvo ci.rieo1iatorio, ro~pie l!e sue rt1l1tilme fasi schiZQgieneti~he 1 neg·Iri org~i ematopoietic,i , a preferenza che itn ia/1Jt1"i distr:etti vas.c olari. ì\on diviersamenrte .aivvie111reb1be .p·e r ii .ga·metoc~'til, i q,uaili s i J1n6ziano ·niel torren1te iei.roola.tor~o e si s·vil1uI>tPano ·n .e lla 111ilza io ,11e1 midol11o osseo. Qui.ncl:i i germi .sn1persit.iti che ma;nte 111giouo latente .kt mala11ia sono ri•fuigiiati negli orgami sainr gurldìcatori?, 151pecia.1mente nella milza. ConsideraJnido ora Q'energico potere vasocostrilbtore dell 'oonenalinia, non solo sulle a.riteriie, ma .ainche sullJe venie, sui caipi11:ari, sui va.si ~tn­ fatici, si oomprendie come poSSla a vve11ia-e alJlche un':Lnte:nlS'a conmazi!One della mu:soolat.u1·a d.d.lsc~a 1

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di oburbti j, viaisi spleniiei; .si iaivreb1be ci1o.è una vera e 1propria spremiltu:ra diel·l a miJza, per cui ~1n'enti 1pr0,pri del sain1g1ue délil:a miilz.a sarreb1beiro mes.si ci,n cin:col0 irnsi eme ad eventuali pairassiti. an'll!l.rd ati. llel .territorio vascola:re splenico. Con l 'irnireziqne di 11111 mi11ig['atnmo d:i adrenalina si è in g11ado di f1o r.m1vlaire mn cer.tezlla la cliaigruosi .d i malariia ,a.nc.he 11.ei casi ,pii ù oscuri ; il1 metodo è dli faic~1e attuazd(llne, 1ed è ipriv v di inaolllveni enti, per cui me rita 1a ·più. 0o-mndie difftl:sione ne11l 'ulSo gener.aile. 1

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CONCLUtDENDO

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I. La SIQm·mi11istra©ionie d.i 111n mil11g. di adrenalina, itlJllooua per i .paz.ien.tà, n-01n pao voca lo scoppio d:i un aiooesso malari1C,o ti pic·o, ma costamJtemente è seg.uita dal reperto dici pla.smodi :uel sanig1ue dlrooliante. II. La pres:enza de[ pairass.iti nel SMJJgue è tramsitoria: dinizia dopo circa 20 m' dalla iniez·iionie sorttocutainea cùi l<l!d.1-ienia·l ina ' r.amcriUJn <Ye <:::><:::> ·o 1'.acmte dopo ru•n'ora., dopo .oltre 24 01-ie i parassiti n011 sono tpi'ù r.e:peribiili. Nei casi in cui i pa·r a1ss-i:t i 1s o110 pt1e1s1enti, i111 .s.eg·,ui.t o all 'iazi.0111e della aditen·ali11a essi aumenta.1110 .note·volmeinte di :n11mJero. III. L 'iadrerualiina proivooa LJDJa .111o:t.e.vole di,mJ.nuzione del tumore di mi;lza d·a mala·r ia, c1iimi11uzio~ ch e può 1na11ca,re .i111 caso di ava1nziaita .scl1erosi dellia n1ilza. Esis·a comi.n cia pochi miinuti dqp.o lia. sommiiniistriaziionle delil 'a1d te1nali.na, e cessa ctopo pa1reochie ore. 1

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(5)


IL POLICLINICO

lsTITUTO DI PATOI~OGIA SPECIAT~E MltDICA DE~r-A R. UNIVERSITÀ DI MODENA. Dirett~re

prof. I,, VANNI •

La mobilizzazione dei plasmodi nella cura e nella bonifica dei malarici per il prof. dott. T. SIItVESTRI, aiuto. È •noto come la malarja possa non 1di .rodo de-

correre 1ate11te, qu:a.Iumque :llle sia la fon:na, al1a manoainz·a di .ma.nifestazionri. clinilche, o iper lo meno tali .a.a far.ci ·pensare ralla. malari.ai, va 1pa.raillela 1l'assenza dei pliaismodi ·n el s:angue perii-erri.reo e quak he :riarra volta dclla milza. Si tratta quando di soggetti che han superato da tempo la malaria, quando di individui· che han soggiornato l'estate avanti i.n zone malariche, e che pur 11on av·e ndo mai presentate manif1e stazioni ma~ariche, forse per la profilassi chininica o p.er altr·e a-agioni che ancora ci sfuggono, sono portatori ·d i germ.i malarici . Per lia cura e la bonifica d~ m alarici questi casi assumono una importanza grande, g randissima, per cui riescono g .iu stificati, e sono anzi da incorrag.g iare, tutti i tentati,ri indirizzati a comunque ,-alorizzare la malattia latente. G li acce~si malarici anche in queste circostanze possono .insorgere spontan eamente , diiremo così ci.n seo-uito a sforzi, ma:rcie, traumi, di'Sor' o . . . <lini dieteilici, raffreddamenti, erec. ; per ctll s1 cercò a scopo diag.n os tico di trar profitto di quest e conosoenze per la provocazione degli ac• .cessi. Così s11 ricorse aille marcie, alle fatiche, ai raffreddam.e nti, speciie della 1-iegione s p'1 enica. Più recentemente si è ricorso all'irradiazione

della regione splenica con La lampada di quarzo, alla stricnina, alla adrenalina o soprarenina, alle iniezioni e?idovenose di latte, di siero di cavallo alle iniezioni di salvarsan, ecc. Il ~oneretto informatore dell'uso de1'1 'adrell011i•

na allo scopo d~ mobilnzzare nel sangue 11' ge~

n:

della malaria , ha punto di partenza nelQe cerch e di Trey, confermate da Oehme, le q'1;2-11' dimostrano che s otto l'azione de11 'a.drenal1na. • • • iniettaita in.e.1 sangue si ha d.1 passagg10 1n c1rroij0 di elementiJ de l sangue splenico. Da questo al p assaggio anche di plasmodi il passo è br:ve, e quindi l'Oehme e indipend~ntemente 11 Neusch1oss, e su:coessi'V'al.lllenJte Sch1tten?elen ie Schliecth, ecc. , sano ricorsi a.Il' adrenal111:1' per provocare gli accessi ma~arici a scopo ddagn°: stioo speciailmente. L 'iniezio11e di uin .mgr · di a drenatiina. sarebbe sufficiente di regola a provocare 1'att:acoo, rara.m ente 111iel10 stesso gti?"1°? più s p esso l'indomani, qualche volta 2-4 gt1Qt'I111 dopo. (6)

(ANNO

XXVI,

FASC .

4b]

La presenza di plasmodi ne l sangue è quando in ai1ticipo, quando contemporanea, qua ndo successi va aill 'attacco di: malaria. Qualche volta si è dovuto ricorrere a d una seconda. iniezione di adrena l·i:na (I). Ho esperri.mentato qualche volta il m etodo e uon ha corr.is posto abbastanza ; in a lcuni malati della prati(."a privata. (di regola soldati in :licenze o in congedo) mi sono ' 'also a n che delle pa:raiga1J:g1ime V.assolle, dell' adrenatlittlia al nlillesimo per os p er 3-4 giorrui' di seguito, e mi è pamso <l1 ottenere ,ri,s.u ltati p1r.e ssochè identici. Che l'inie zione d± vacc.ini, di sie ri, di peptonà., di Qatte possono farsi causa di valorizzazione de11la .mai1airia la!tente è 111ozii.0:11e ormai dii t11tti , chiunque ha 1p otuto con s tatare de visu fatti1 d el genere, p e r cui è .inutile insistervi oltre. Il n1etodo però ch e unisoe alla sicurezza del ris11ltato ·la semplicità, 1a pra ticità mi è p a rs0 l'uso della striie:ni1na per os a lla dose dd r-3 mgr.

pro die. Dj r eo-ola ] 'attacco non ha mai t ardato a eom~

parire oltre il 3°-4° giorno. . La mobjij izzazi.anre dei plais1n1odi, q ttal unq ue sia il n1et oùo utilizzato :allo scopo, è consiglàiaibile 11on solo per l a cliagnosi ma p er la profilassi indi , riclu ail1e , gen eral e e p er aia cura. La dose fondame11tale della cura n ella infeziione m alar.ica. è coslitu:i.ta dal chinino, so·v rano in ognii caso, n.e]le forme iniziali, 11e11.le rec~­ cJ;..vre , speci1e p r eepidemiche 1-;esta P·ll r :-;i~m pre 11 rimedio esclusivo , ]o s pecifi.co . Si ·sono c onsumati a nc he r ecentemente fium.1 di inchiostro su~l a o sulle vie mig lior.i di !ÌntroduZJione del ritnedio ; l'osservazione s p assilonata p er ò ci dice chiaramente che l a ~ia orale non ha .n iente da 1.n vidiare alle altre (1ntramusoo1alre, e nJdovenos.a chre hanino so.lo inrli<'~zi0ni limitate ; sottocutanea, questa sempre pencolosa), e che quando il chinino venga i~trodotto sotto forma e dose conveniente, <lessa ri~uQta altrettanto effica•ce, qua nto scevra da 11DJC011vei

nienti. Le condizioni essenziaTi per una cura effic.ace e per ·l a buona, riuscita nel·l a bonifica ilei ma· lartlci vanno ricercate esclusivamente n e'l la . precocità dell '.interve11to, .e nella dose Rttffictente ~t.. ·-i:, Xon è tn'6cessario s p ende r 111ù1te del IUlll.lllllnO. parole al proposito, esse ndo pacifico che tanto più presto interv1eniamo, tanto m.eno ;em~o lasciamo .al plasmodio per adattarst all ambiente, per .p repararsi alta difesa. . Quanto poi alla dose sufficiente, è nozione or(1) Pare ch e ·l 'arlTe.nali:na ag;if'ca nel c;e11so l11.a·1 ~­ zi icitaito ·n on ~o1o c;nlla milza ·m a anch e su 1111-

cloll o

o~sco.


IAN~O

XXVI,

FASC.

48]

SEZJONh PRATICA

.maii generale che i plasJ.Ilodi della malar1ia (a1lla .stessa .streg·u a dlel~o sp.irocheta. pa1li4·o, dei tri_panosomi 'Vis a "'vis dei preparati arsenicali), _possono diiventaire iebiruiino-resistenti, quando ''engono spesso, o costantemente a cimentarsi con dosi insufficienti del rimedio, sia assolutamente che relativamente. Ora data 1'esistenza indiscussa di portatori. di .Plasmodi, sia primitivi che secondari ad iinfe.zione malarica superata, a nessuno. pttò sfuggire la convenienza o meglio la nocessità per sco·vare .il nemioo e 1darg·li b·attaiglrua, di l·.iicor.r ere .a .t utti quei mezzi .c he valgono a metterlo in vista e nelle migliori condizioni di offesa (mo.bilizzazione inel sangue). Quincli nei paesi di . ma·laria alla profilassi chininica deve associairsi o <l!lternarS!i qualcuno ·dei ·valorizzatori della ma1:aittia, che la pratica d~­ -mostr.e rà di più facile a·dozione e di effetto più .sicttro, ben sap.e ndosi che la profilassi chininica se vale ad impediire le manifestazioni della malaria, non impedisce che si diventi por.ba.tori

.a1

p~asmodi.

Ciò deve farsi ancora in qualunque individuo si abbi·a mgione di sos·pettare una ma;l aria latente. Ma vi ha di più: la lunga esperienza fatta in questi anni c1i guerra mi ha dimostrato chetale pratica deve fare par.te integrante della cura della malaria in atto, e che solo in taJ1 maniera possiamo arri van-e a:t'La .sterilizzazi-0111e cQlllpleta dell'organismo, alla guarigione comp·1eta di forme ah.e erano state fino allora ribelli atlle cure più re nergiche.

SUNTI E RASSEGNE. I

SEMEIOTICA.

Sull'importanza della traeheobroncoseopia aella medicina inrerna. (F.

CAPALDO,

Gazzetta

lVledica

Napoletana,

luglio r919). L'adozione di un nuovo metodo d'.e same destinato a permetterci l 'i&pezione diretta della trachea, ·d ei bronchi e dell ' esofago ha ampliato ancora più i \rincoli che .legano la 1aring-O'logia allà meaicina dnte11na. Esistono bronchiti la cui presenza viene palesata dalla sola tosse, senza che si possano riscontrare sintomi a lla asçoltazione ; ·esistono dei rigonfiamenti delle g.l andole broncbiali ed altre affezioni delle vie respiratorie pra>N>nde che non possono essere d.i agnosti1

cate che a mezzo della broncoscopia. Ln alcu11i casi di tosse persistente, a esame toracico negativo, si trova una 1lesion1e circoscritta della mucosa bronchiale, .la quale sosteneva i•l detto si.nitoma. La broncoscopia ha permesso a I~il­ liian di stabi1 ire esa:ttamente la sede di un tumor:e del rp olmone e a Schefold quella di un processo sttppurativo aggredibd1le chirurgica.mente . Senza entrare .t1eilla tec111ca della ma11u.alità, clovvemo .di:re di qual,cbe parti~oiia•11e se•meio11ogic.o. L 'inrt:rocluziro ne 1d;el tubo d:ailla trachea, nei due bronchi, mentre a destra si ,-erifica 1-:·iolto facilm·e nte daita Ua continuaz1one qttasi rettilinea del bronco destro, a sinistra si Ycrifi.ca più àifficilmente a .c ausa dell'angolo eh.e il bronco di sinistra forma con la trachea. Continuando a !introdurre il tubo n~i due broncl1i pri11:::ipali, s'intende oome siruno pit't facilmente visil>ili 1e dir:amazio'n:i bronchiali -infe.ripri - le .qu0Jll possono essere segu.iite co11 1'occih io e con la sond1a s~11 quasi al ·c]iaif.r.rumma :del1e sup.eriorii. Le drltriaimaziioni iormate ia desitm dal :b;roinm destinato al 1obo med.i10 non sd pos:sono scorgere in .t utti ti; casi_; e ilo sibesso aiacade pe·r que1le del bronco dlel illbo .supeniore -sitn.i.stro. Il ba:-onco in &ntlizi.oni .p iù ·sfav.orevoli ·p er 1'esame è quelilo desti.na.t o aa :J.bho superiore diest.ro, il qu.raJe ~boc­ ca nel bronco principale quasi àd angolo r:etto. La mucosa bronchiale, in condizioni normali, presenta un colorito rosa-palqido con leggera tinta gial1lastra, colorito che diviene molto più sbiadito in cornispondenza delle biforcaziollJi, specie di quelle più profonde. L'albero respiratorio presenta dei movimenti più o 1neno accentu·ati: in corrispondenza della biforcazione trachea1e essi sono più evidenti che .n on in altri punti. Mentre nell 'i!nspirazione la biforcazione trachea1e si sposta dall'indietro in avanti e dall'alto al basso, nella ec;pirazÌ(•ne essa ritorna al suo posto, seguendo t111 n1oto contrario. Anch:e le diramazioni bro11<.'h1ali più profonde h0111no uno spostamie nto si nc.:rono con gli att i respiratori, ma meno accentuato. Si ha inoltre che durante la tosse si giunge a ttn'ocC'lusione completa dei piccoli bronchi, mentre .n ei maggiori e nella trachea il 1urne si• restringe : se questa costrizione venga indotta dal contràrsi della muscolatura bronchiale o dal di!minuito volume della cassa toracica nella tos• • se, 11on si• conosce con prec1s1one. Movimenti pulsatori 11ormaJri: a livello della parte 1nferiore della trachea o del bronco sinistro si nota spesso un movimento sistolico propagato da sinistra (polso aortico). Anche la biforcazione tracheale mostra durante il periodo sistolico deil movimenti pulsanti, i• qualri :in ge0

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IL POLICLINICO

t1erale sono diretti da destra verso sinistra, ma qualche volta in senso opposto; a volte si nota un tremore oscil:Jaitorio. Dato il fatto che la biforcazione ,tracheale subisce di norma. uno spostamento durante l'inspirazione, la sua mancanza sarà da considerarsi come un seg110 patoJogjco dovuto a fissazione della trach ea (flogosi delle gl. bronchia1i, aneurismi deill 'aorta, affezioni mediastiniche). Nei casi -in cui la fu11zione di un polmone è in parte o i1i toto abdlait a, specie nei casi in etti non è sta.t o possibile precisare se si tratti di u.n a mancata fu11zione per liesioni polmonari (atelettasie, broncost e nosi, compressioni) o di un'inatti,·ità dei muscoli respiratori di un lato (ferite d.el torace, pleurodin·i e), riesoe dii gra'11de ,·alore l'osserv.al'Jione di movimenti della biforcazione tracheale. Così se vediamo che questa si muove nell 'inspirazio11 e verso il la.t o amma1ato è chiaro ch e al polmone omonimo funziona poco o nulla, per un'affezione primaria del suo parenchima. Se si tratta invece di .inattività dei musco]~, la carena tracheale si sposta verso il lato sano : sp eci.e nellie pleuriti essudative uni• laterali si potrà riconoscere quale parte prenda il polmone ammalato nella funzione respiratoria . ' Riguardo al colorito della mucosa bronchiale le deY.iazioni dalla norma sono molto frequenti. ~ella trachea e nei grossi bronchi si riscontra n1olto bene anche la più 'liieve cianosi delil a mucosa , perchè gli anelli cartilaginei bi'.ancastr.i fanno maggiormenté ri saltare dl suo colorito scuro. Nei processi catarrali acuti si nota un rossore 1pi ù accentuato della mucosa, specie in corrispondenza de1le ·biforc.aviioni, mein.t re .'ll:ei cronici il reperto è ,~ar.io, a volte sorprendente. ~!\.nche in casi i1n cui si può diagnosticare t1n catarro bronchiale diffuso, talora all'esame diretto la mucosa bronchiale appare normale sino al punto in cui giunge l'occh~o; in altri è arrossata un tutta l'estensione, ed ha perduto il a sua lucentezza; in altri presenta un colorito rossobruno identico a quello rilevabile nella fari1ngite secca. Dobbiamo non confondere questo rossore flogistico con ae iperemie provocate dal contatto del .t ubo o da1la tosse: esse presto scompaiono. È sempre opportuno, a tal proposito, far precedere la larin.g oscopia con lo specch1o, per osservare lo stato della trachea. Se v'è rossore patologico, s1 ha quasi sempre anche una modificazione di forma del Jume bronchia'le. Così oltre a riscontrare in corrispondenza de11e pareti dei grossi bronchi noteYoli ispessimenti della mucosa, accade di osser1

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vare delle modificazioni di forma del lume, specie nelle biforcazioni, che perdono il colorito normale, hanno margine meno .tagliente, quasi cerci:ni 1rotondegg.i anti. Il rigonfiamento dclla mucosa è più evidente !in corrispondenza delle piiccole diramazioni del lobo ,inferiore, il cui lume lentamente rotondeggiante possiamo in cond·izioni· normali seguire per un piccolo tratto della profondità; spesso, invece di un tal 1lume,. si nota u.n piccolo or.ifizio oscuro circondato da m11cosa arrossait..a o increspata e rigonfia, flutbualn•t e duramte la respirazione, la q,uaile p.ro.\·oca 11•e1lla tosse la chit1s ura del oor.rispo11dentie ;ramo. br:onohiale . Nella brolllC'hi te il reperto broncoscopico 11on sempre corrisponde ai dati ascoltatori . . Nei catarri cronici nei quali esistono non solamente r.a.ntoli secch1i·, ma anche umidi a grosse :e medie· bolle, si1 ha sovente, alla broncoscopia, assenza completa di qualsiasi al·tierazione, per cui si è costretti ad ammetter:e che il processo che sembrava localizzato nei bronchi graind1 e med.i, lo è soltanto nelle più piccole diramazioni. A volte si riscontrano con l'esame endoscopico di casi . di presu11ta cc .tosse nervosa », delle affezioni bronchiali, non sospettabili con l'ascoltazione: già i1l Riegel aveva notato come il risultato neg.ati,10 a.i questa 11011 dia sièurezza nello stato. normale dei bronchi. ' I1nportanti sono i mutamenti di forma de1l'albero bronch.i ale, sp.ecie alla biforcazione tracheale. Dato che il bronco di destra ha decorso. mol.t o più !IÌpido, che la trachea si con.b inua neil detto bronco in direzione quasi rettilinea , mentre forma col sinistro un angolo accentuato, tutte le volte che riscontriamo il bronco sinistro decorrere in profondità eguailmente ripido· come dl destro, ciò deve esser.e considerato co-· me uno spostame.nto patologico indotto da una pleurite, un aneurisma, una cicatrice. In corri-· spondenza della forca tracheale si può anche· osservare uno spessore maggiore; il quaile è patologico se ocolude, anche per un'estensione mi-nima 1'ostio di uno o di entrambi i bronchi (lesio11e delle gl. hronchiali). · La broncoscopia è molto utile .nellie stenosi bronchia!1i, frequenti per sifilide, .t umori, processi morbosi delle gl . bronchiali, aneurJsmi, più raramente per ascessi prevertebrali, essu-· dati pleurici, dilatazione dell'atrio sinistro, diverticoli esofaghi. La sifilide dei bronchi iln passato veniva diqgnosticata sol<• a·11 'autopsi.a : leggendo le storie cliniche quel che più colpisce è il +~1to che gli infern1i più o meno repentinam ·: nt(' era110 assa-· 1

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SJZIONI PRATICA

llJti da di:sp111ea accenitu.aitia seguì ta da. sintomi di stenosi, la quale. produceva in breve la soffoca. Zlone. In realtà la diagnosi di 1ue bronchiale è motto <.lifficile, sia perchè 1',~fl·ezione rappresenta una .delle forme più tardive della sifilide, sia perchè il decorso ~1on se1111Jre corrisponde al processo atia.tomico. Schrotl er ha da tempo dimostrato che 1non solo le forme lJevi, ma anche le più gravi possr.no decorre11e ne'll 'albero respiratorio senza sintomi seri, per cu:i la stenosi si presenta spesso ,c on rap~ dità sorprendent e. Con la broncosoopia a bbiamo dunque til modo di diagnosticare e curare precocemente una affezione che è 1utt'altro che rara. Schrotter in pochi anni ha osservato 13 casi di lue della trachea e dei bronchd, d·n tt1tti g11 ~tadi . U111a inferma di N,o \, 0tn3r itracheotomizz.a.ita per ;uruia stenosi bronchiale di natura s ifilitica, era divenuta incosoiente in un repentino peggioramento ; egli penetrò con un tubo sottile nel bronco destro e .quindi nel sinistro ·p rocurando all 'inierma un il1JJ111e di.a1to 1so.l1lievo, iessa. rriacqu~stò la .coscienza, e oon dilatazioni s.u1C0essive fu µossibile liberarla da sicura niorte. Nelle .stenosi broncl1:i.ali P1··0tcùotte d1a rt:.Ull!rori , la broncoscopia r eca valido aiuto nei tumori primari dei broncl1i, dando modo di diagnosticarli dall'inizio .e di eseguire la biopsia; sia 11ei secondar1 quando si tra tti di st abilire se sia indicato o meno l 'intervenlo in un caso di tumore maligno dell'esofago o di ipertrofia della tiroide; con la broncoscopia possiamo pr.ecisare se tali lesioni abbiano prodotta usura da. compressione dielle vie aeree. Ne11'albero respira torio predom·inano i tumori maligni sui benigni. Rosenfeld riferisce di un infer1no affetto da un fibroma del bronco sinistro, il quale era spinto verso la biforcazione ne.ii 1nomenti in cui tossiva e prodtlJCeva accessi di soffocazione : senza l'e ndoscopia non si sarebbe salvato da!L11a morte per a!Sifì ssiia. Iiru uoo 1nfern1a di v. E1cke11 l'esame del t orace, p oco chiaro, face·v a sospettare de'lle bronch iiestasi-e : • • • 1a paziente un an110 e mezzo pr.ima aveva 1n·goiato t1n incisivo, senza aver11e avuto difficoltà re:spi1ratOl11ia, tosse, ecc. Sd pen1sò Che i distuTbi fossero legati a ques1:o it1cidente; ma con n.a broncoscopia non si riscontrò il corpo estraineo, in1v ece un tumore - .a ll 1esaime i·st ol1ogiiao si rivelò um enco11droma ·- sten10.s.Cllnte 11' .b ronco s~­ nistro 4-5 cm. a•l disotto della forca tracheale. Molto più friequenti sono le lesion1 d,el1'e gl . broncl1ia1i; e i cl·inici hanno cerca:to di diagnosticarle, tenendo conto di molti segni, anche ac-oessori (Petrusky, Neisser, Schmidt, Breton). 1

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Con '1 'esame tracheo-broncoscopico possono osservarsi in modo meraviglioso 1. rigonfia.m enti in parola. Marra, Schrotter, Nowotny hanno dei casi in cui le gl. bronchiali erano talmente ing rossate, da provocare stenosi dei bronchi e della trachie a. Se tale stenosi si ~iscontra :iin vicinanza della biforcazione e si nota inoltre uno sp.essore maggiore della carena tracheale, possiamo affermare ieon sicurezza che le gl. bronchla11.i sono 1a causa della stenosi; gli altri criteri clinici ci faranno stabilire se si trrutti di una sempliice dnfiammazione, di antracosi, di tubercolosi, di t11mbre. Solo con 1a bronooscopia si può praticare una terapia efficace oon sostanze tnedicamentose e con la dilatazione. La pratica trach.e o-bronooscopica ha insegnato che il rigonfiamento delle gl. bronchiali può far diagnosticare una tubercolosi polmonare all'inizio . In alcuni .casi, con assenza completa di segini polmonari, eccetto una tosse continua, si notò solo questo rigonfiamento, che poi si riv·elò di n atura tt1bercolare. Tuttavia non bisogna credere che l'assenza assoluta di esso debba fare escludere un processo specifico, poichè la partecipazione glandolare non avviene in modo costante. Nel caso .che le gl. bronchiali rigio.rrfiaite .si .r om,pano jlel 1ume dei bronchi, uoo terapia congrua è .p ossibi•le solo con la broncoscopia : rtale rottura è piuttosto frequente, come <li mostra :il rreperto di cicatrici bronchiali e 1e statistiche di Sternberg (I ca.so su 170 autop si·e) , e quell e (anche più imponenti) di Schmidt e .di Volker. Scwen.t e essa si presenita d'improvviso senza alcun sintoma precursore ; e la morte repentina è dovuta al fatto che , a traverso l'orifizio di p:erfo11azione forma.tosi sttbdolo, fuoriesce gran parte della gla1ndola, la quale occlude la trach·e a e, in casi d'aspirazione, ·anche :i bronchi. Può anche accadere che si presentino prima la tosse, la difficoltà reSipiratoria, gli accessi di oo.ffiocazione e ,più .t ardi, 1"epentiina, <l:i.sp.n ea mo:1to accentuata e morte. In alcuni di questi casi fu ·e seguita la tracheotom·i a senza successo, mentre altre volte gli infermi , dopo avere espettorato grossi pezzi di glandola ·a t raverso la cannula, g ttarirono. Mlahtt potè ·diag·nostica•re c-011 .1'endoooopia <lue casi di carcinoma delle gl. bronchiali all'inizio. La bro11coscopia può 1e ssere anche mo·1to utile ne1la diagnosi degli anettrismi della aorta; i11 alc1111i casi la d1 a.g nosi precoce può farsi sol o co,n l 'esme tracheo-broncoscopico (I{illian), po:ichè all 'inizao, solo un punto maggiorm1ente pu~sante in corrispondenza della parete tracheale o della parete bronchiale sinistra può farc i diagnostic::t.re la prese~1...a cli un a neurisma. Una 1

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SEZIONE I1RATICA

falsa interpretazione diagnostica si ha per Jo .' . . . . . . . . p1u 1n quei casi un cui sono mutati 1 .caratteri normali della mucosa che ricopre la sacca : essa può riscontrarSii edematosa o ulcerata, da far pensare a u.n tumore ulce·ato. ~'\. Nowotny .e al1o Schrotter, faieendo un 'escissione di prova su di un pres11nto tumor:e, iaccadde di perforare 1'aneurisma producendo 1a morte degli infierm1 . Nowotny si è servito della broncoscopia a scopo .~r:apeutico negli aneurismi dell'aorta; in 5 casi in cui esisteva stenosi tracheale e bronchiale da aneurisma ci.introduceva una cannula elastica per moderare i disturbi degli infermi; Schrotter ha tentato d'iniettare del perciJoruro di ferro megli aneurismi protuberanti nella trachea. Nella tosse di origine oscura, nelle emottisi, sarà sempr.e opportuna la broncoscopia. In un caso di Gare1, di tosse stizzosa, fu riscontrato un tumore in corrispondenza della biforcazione, il quale scomparve dopo c11ra mercuriale. ~ non è possibile accertare la causa della emottisi si faccia 1':esame endoscopico ; emorragie ritenute provenienti dai polmoni, originano invece dalla trachea. La traieheite emorragica può dare perdite di sangue cospicue. Varici circoscni tte della trachea. guariscono con cura topica opportuna. Anche le perforazione delle gl. bronchiali e i divertirolri esofagei pos.sono essere at:'compagnati da emottoe. La broncoscopia sarà anche praticata n~lle par ralisi del ricorrente, quando ne resti dubbia la causa (aneurisma, tumori delle gl. site rin corrispondenza della biforcazione). G. BILANCIONI. 1

.MEDICINA. La etiologia della febbre gialla. Nioguchi a confermia dell 'i.m p:Oir.ta,nza eti,olo~ gica che il Leptospira. icteroides ha nella produzione della febbre giaJJa 11Ja portato a oonoscenza faitti e riieerche cH grainde importainza ed assai dimostrati vi. (The ] 01trnal of exp. 1;-ied . Ba1timore, luig1io-agosto 919). Ali 'esame dei saingue, praticato con l 'u1tiramicroscopio o su strisci fissarti1 al1l'acido osmioo e p.oi oolorati con il Giemsa, di 27 malati di febbre gialla 3 volte N. ha !riscontrato i L. iclero1des, sempre isolati ed in numero so.ansissiimo. I :iiiettato il saingue di questi 3 ma.lati 11elle cavie in 2 di esse si è avuta 11na in.fez.ione mortale. Negli altri 24 oasi, non ostainti ttttti i possibili e tninuziosi esami, ma.i si è riuscito a trovar.e i L. wteroides; ma ciò ,nonostante 4 cavie subirono U'lla i'llfezione let:aile in segu1to alla iniezione del 50.Jl{10)

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XXVI, FAsc. a8l

gue di questi malati. 111 un solo i tltfermo, mo:rit.o al q1lla.rtl0 gior!lJO di malat.tia, si potetterr.:> rita:ovare i L. icl.ero1des 11el feg·a to. Le .u rine di 13 f·r.a malati .e ronvalescenti stu-· diati rirsu1ta:rono sempre ,pr~ve di L. ictero1des ~ tuttavia una volta 10 cm.e. di urine, appartenenti ad un.o d.i qiuesti casi, indettati. nella cavia riprodussero al 15° gi1orno una m-a]attia assai SJim1le a quella che si manifesta dopo l'i11fezio11e P1"0cunata s-perimentalmeute ; ma tutte il.e ricerche per 1.a diimostrazi:onie del para.S&i ta nel saingue e 11iegli organi pareochi.matosi rruscio:ono iillltfr.uttuose. A:ss.ai interessante, dopo q u:a111.to si è riferito, iritSu~ta .lo studio del .repet'to d1 L. 1ctero1dei.s 111ei vari periodi dell 'i'llfeziione provoC"aita. TI sailligue, e quasi 0011tempora11eamente il fegato ed il J:'en.e, dio.po 72 h. dall'inoculazione (tailv.olta atl!Che a1)p·ena. 48 h. dopo} divìÌiene 1nfettante. Prima del 5° giorno assia.·i di rado è ·poosibi1edi .ocovr.iire ·nel saingue i paii·assiti ; al 6°, 7° giora.Jo essi si rim ven golll0 con maggior frequenza ed i11 quruntità maggiore; t·or.na·no a farsi rairi o spia risoono .addirittura prima. della morte. Nel frattempo i L. ictero1des si moltiplicano nel fegato e nei ren~; .anch1e qui, pmò, con l 'aiggra·v.ausi dell'ittero •e di tuitto fil quadro mprboso non si S001rgiono che eocezii1oml1nente. Così che aJl 'ulrt.imo periodo dell'infiezione il san1g ue mon dimoS:tra paraissiiti e cessa anche di essere infettamte se bene qualche vollta sia possibile la tirasmissrione della maQattia .a.Lle cavie ad onta del reperto negativo fornitoci dagli esam.i su strisci ed aùl'ul.tramiscroocopio. Gli orgam in.t emi, avven1U..ta. la morte, perdono amch'essi quasi costain:temente il potere im.f.etitante. La rtice:rca delle reazioni in:nmuniitarie che .i,1 N . hai fatto •segu:iire alle prime comunioazd.orui sulla etiologia nella febbre gial1a ha dato risultati mon meno im·port.amti e sign~ficativi. Inietta.md.o il sangue di .malatti. affetti da ~ebbre gialla neJ],e cavie queste non oontraggono sempre una i1nfezi1one morta:Ie ma in molte d·i esse si hanno re azioni febbrili lievi, fugaci , seg·u1te talvolta da un ittero egualmente leggero e dii l)reve durata. Se queste cavie vengono :i'lllOCulalte alla distanza di circa 25 ·g.iiornd con la. ·poJpa di organi ricchi Ìlll L. .iclero1des nella maggior parte di esse si nota. 11n.a netta resistenza a ll'infeziione mentre le cavie nruove od inoct1la1te rpirecedentemente 0011 srungue di maiLarici .m .uoionQ oon i sintomi ti pi.ci del1'irnfezione sper.imenta·l e. Lo stato refrattario delle oaivile dapprima tiaioculate mostra che esse avevano subìtiO precedentemente una infezione atten11ata della stessa ·n atura e ma.nifestartasi oon i leggeri fenomeni accennaiti. i\.n che ~a prova perit:Olnea.le di Pfeiffer è 1

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IL POLICLINICO

rttLScl:ta post•ti'\~a con iil siero dd sog·getti ooniv alescenti «li .f.ehbre gia11ia laddove si s0tt10 aivuti sempre risultati neg:ati,:i con il 1Sier.o di .i,nd.ivdduri sami o ch,e TIJOn avevaoo subito detta malaJttia. Nogu-chi ha potuto :ioo1.tT.e iso1~re e ooltiva.re alto staito pMo il · L. ·i cteroides da..1 sang,u e dii 3 mala td sopra 11 ~tudi.ati e dal samg·ue di cavie morte d111 segu.irto alJ ;ini ez. di sangue e di orgiallli di individui affetti dia febbre ·g ialla. Eo-li si è • b serv100 cli u11 rber.reoo 12.tto di 1 p. di sa111gue umaaw o di con.ig1io e di 3 p. di Jdqui<lo di Ringeir (con o -sienza a~giuro,ta d1 0.3 % ,d i ge1ati!lla) il tutto riooperto oon olio di vaiseli:na. La presenza di sa n1g ue ·n el terr·e no di etL1.tura è llleaes,.. saria allo sv.iluppo diel L. i~tero!des ohe virve bene a 25° C. e per molti mesi senza perdere di viruilenm: si sviluppa pi1ì rapidamente a 37° C. ma perd·e assai prima iin ' 1 iru·le nza. Il disseccamento, Ile temperatu•r.e bassissime, il ris~al­ damento a 55° C. pro1u11gaJto per ro minuti distrugg0tno la vitalità dd q11esto ais'Sfcli fii.agile parassita. La presenza di germi· ·n e iinpedis~e 1o sviluppo nei terre11i ove si ceroa di :trapiainit arlo e lo distr11gge quando s i è svi1up.p ato. Passa le Berkefeld; abtrn.versa fors'.e {inia fase gra:nu1are nella sua evo.111zi-0ne. Il L. i~teroides per quarnto ~si riferisce ai11a sua morfQ1-0g.i a apparisce oome un :fi.Jamento ad estrem·iità aiffi 1ate, a spire blievi ie iregoilari, lu.ngo da 4 a 9 µ, mobilissimo, dotato di ·m01Vi1nenti di vibramone, <li irotazioru.e e di progressiOllle bipolare; illlvisibile ia l u.ce trasmessa è chiruramen.t e di.m ostrabile oon l'ifil1utni'llaZio111e a fondo ITTero; è d.i ffici1e ia colorarsi con i co1l:oa.:i di ainilina che assume an1egli;o se dìss:atio con acido OOmiQO; si cdlora bene ron fil metoèLo Fon1

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tana. Le cavi.e .si sono mostra.t e 01SS3it vaxia.ln1ente sensibi1i ·a l1la itnocu:l:a~ione di quesbo p:ar.a ssita . N eUa supposizione infine chre gli a111imali selv<.irtiici abitanti le regioni ove esiste l1a febb11e g.ia11ia potessero a1Dèrg.are e tra.c;mettere il virus di qitiesta makubtia, N. ha i1111ocu1·ato rneJllie da•v i,e gli estratti di reni di topj presi n.el ·Gua:·faiquil : JJ.el 67 % de1le esperi1en.z.e eseguite si è ottenuta la ri prod uzdone di un1a form.a morr>osa p :e1" s1nitom1 e lesiom del tutto identi0a a que11a oa.rLSata dalla inocu1azi()lle di Leptos pira ructerohaemorr.aigiae pr-0v:eni.ente da cat>i di sp1r.oal1etosJ itteroemrOJ:lragica esami.natii im ma.lati od .in to.p i di-IllJOra111ti in 1

New-York. Noguc.h i si è chiesto :aJ1o11a quali relazioni ;pai&saissero tra ques te d.u e specie di Leptospira. Le ·reaziQll'.i imm11nitarie intraprese aJ riguairdio ha·nno stabilito : che ;i Lept:ospira isolati d.ad ;t.o pi <lel Gua:yaiquil iapparif:en1g ono a111a speci.e L. iote'-ohaemorragiae e sono bèn d.iversi dall'agente

delLa febbre gialCTa, tl L. ictero1des. .Dtifaitii : jJ .siero di ronig.1i inocu1aiti con diversa s tipi1ti di L. dcl ,G uayaquil a.g glutina e dirsgrega i p~ti proveinienti da .stipirti omolQghi; dn g.rado mi110re il fenomeno si verifica con i L. iclenohaemor.raigiaie di altra [>I()r\ renrl-etllz:a. Le cavie vacci·na.te con culture morte dii Leptosp.ira del G~ya­ quil cliv engono ttiefrattiarie all'i1n.fiez,ion·e per :i:1c· cu1azione d·i L . date.rohaemmmgia.e. Il fenomeno di Pfei:ffer, 1oo1tre, è positivo oon il L. del G111axaquil ed il siero di à1niimiali da qu·esito anf.ettaiti ; questo siero pr.otegge, iinfin1e, i conigli su cui s i è sperimentaito da una i nfez.ione per i.nocu1az.i-0me di 1culrture virulenti di L. iclerohaem.orr.a·g iae. Ni.e nte di conJSimile accade sie si ripetono le esp.erienze opporlun.an1ente sostituendo a l L. ire~­ rohaemorragiaie IO <l·el Guayl8iqu1l il L. ioteroides. D . M. 1

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CHIRURGIA.

Le emottisi secondarie nei feriti al

tora~

(F . BouRGEOIS. Gazette des hopiteaux, n. 35, 7 giug·n o 1919). DEI<~ rNIZIONE. -

L'emottisi è ·u n sJntoma capita1e, quasi costamte nell'evoluzione delJe fieri te di petto. In genJe.rale modera.ba, questa emottisi cessa per l-0 più spontaneamente verso il 3° o j1l 4° giorno e 1~ f.eri1t.a evolv,e in seguito con o senza complicazioni im·f etti.v·e ver.so la guarigion.e. Più rana è 1'emotrtisi seconda.ria. Allorchè essa campiait'.e, ùa ferita polmonare che av·e va :provocata l'em·o ttisi iniziale è g ià cicatrizzata e questa iemotti:si secondaria è dovuta a lesioni più tardiVie prr0vooate .sia dail soggior.no di · un corpo estraneo !!1el poLmone, sia dall 'infezione apporhaJta e mantenuta d ia questo co11po estraneo intrapolmonrure. Ber e1Ill0ttisi 1secondaria bi sogna dtll1lque initendiere ogni brO!lJCorr:a.gia che s i produce in un fe1-tlito di petto, focente seguito a tt;n'emottisi i111iz:iiaile già cessata da parecchi giorni. ETIOLOGIA. Freque1iza. - È complicazii0me m1a lto ·ra r:a delle ferite di petto iin ~eneralre e{l è e:gUJalmente 1'.accidel1.Jte m.e no frequente fra ae oom.p1i1c.azi-onri ·e morragìch e t él!tdiv·e. Gra'Vità. - È va1ri3Jbi1tl.S:Sima : diag1d sputi muoos1 striati di :filiet.ti sainguigni a1Je emottisi frn.1miooinrbi che ucci·dono irn ;pochi secondi. La ripetizione de1le ie mottiisi e il a preoocità della ldro comparsa ,s ono iegua Jmiente fiaittori di gravità. A spetto. - Il sangue è rosso ed aerato se ptt"'Oviiene da una les·ion1e r ecente di ,u n vaso polmonia.ire; prende un .colore nerastro, oio~o1ato, se ha soggio.rooto per lll1 cer.t o tempo .nielJ..e vie jliol1

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. SEZIONE PRATICA

1nona1t1i; è wmmisbo a rpu.s nelle iemottisi secom.c1a11ie detta gangrena. ·pd]tm,o ooire , delle pleuri1ti pu·r ttlente i111oistiaite. Data d'appariziorie. Può manifestairtsi daà ro0 al 30° g iorno dopo la fei-ita; si -tnatta ai1kmi. di einotbisi seconda.rie precoci, che si ossiervaino nei .Eeriiti <:li pento d. n:troisportabitli in cui al proiett:il-e non è stato estratto iltnmediatamiente o nei feriti e:o11 aomplicazioni itnfeit:t(ive, come un ascesso gaingiren1oso del v .o 1mone. Sono, in g.enerailie, forme •g ·r a\·i sia per 1'.al)bon<l.anva dell 'enwtti&i, sia per ,l e oondizioni g,enierali scad enti. Le emotti1s1 .secondarie .tardi ve .n on comtpaiiono eh.e d·OJ)to 1il 30° gior11i0 da1l1a feri<ta, i1n .temiPi e stremiamentie rvaria.b ili (6 m ·e si do.po :La ferita i.n UIU. caso di Pierre Duval). Esse .non hanno ~a gravità defil1e e mottisi precoci, ma per coillltro 1

s o11i0 pM'ticolair:mente <reci.d ivanti. Cause determina1iti. - Son'<> due 1e caiuse px1ncipali: 1a ritenzione del oorpo estraneo :intrapol1110nare e l '.iinfezione del1a :ferita. pLeu.ro-polmo-

rAte. Lia niat u·r.a deil corp.o e.strane o h.a 'ltnia certa im p or:t.a!11za : i pro~ettili iirreigolani sono susccltibiili di tr.aisci.nia·r.e dei corpi estria111Jei e di provocarle ~~n i b ordi ir.regolani ie 1 t aglienti, ,durante ~ mo,·imJenrui tiesp.iiratori, lesioni meccan.ic.h.e aibbastanz a gravi per dete rmi.uaa:e .u lli'emottisi a:bbondant.e. Il \rolume d!el proiettiJe ha tpoca importanza; la ·suia situ1azione .pres.enta maigg1ior inrteresse: i 1}roietti1li 1si·tUiati v ici1n.o ru g1rossd. vasi d.elJ 'i.ilo del p olmone sono susoet.tibilri più di quelli periferici cli :provoca.re lesiond vasoo1ari gravi . L'infezionie è dreiter1ni11arta in grenem1Je da 0naerobi di cui tl 'azione s i traduce anatomirnmente e.cm 1a fotmiazi·oo1e di 1Ln· ascesso gaingrenoso che , ~ndiarian1ente, ulcett"a lllll vaso pcxlmotniaa-e. Le i:nrezioni da streptococco determinano più rammeJJ.ite emottisi secondari e. Cause predispon,enti. -- -'\ .giscono au.menrta:ndo L'l p·ress.ioue :a11.-teriosa nel polmone e provoooindo U1lc'1 roug«:'..sttione della Wf!la del parenchima polm ou.a·re s.ita presso iJ1 tra gi tt.o del .pr<>iettile o iiil. focolaio d;el1a fierirta. Ta li f.Ono a.a tosse, gli sforzi h .t'uschi, gli straipazzi, i movimenti, •le scosse fisiche, le evacuazioni attive, le enlozioni. STUDIO CLINICO. I.e emottisi secondarie si i ua11Lfestano clinti camente secondo aispetlt:.i 01bba$1:a11za va;riabili : ora si tratta cli 1picco1e emottisi, ora esse sono di q1uam.ti tà medd.a o anche estre1na111ente aibbondianti al pUiruto da comprom ettere la \:1ita del ferito. Qualche volta Uflllich e , sono i 11 genel1alle recidi vanti., speoialm€111te nelle futme seco11dall"Ìe tardive. Ora il san.g ue è puiro, rosso, ae1iat'O, ~llorchè si tratta di una lesione vascolare iiece11te, ora, .al contrario, è aieraistro, qua.ndo proviene dia 11.n 'emorragia già aintica. Ln ceriti casd 1

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(ANNO XX,TI, FASC. 4SJ

q11.1iesitia espettorazione è cotn!tlliista a pus, 1)er un ascesso del polmone o una pteurite purulenta.. s~ distimg·u ono : emottisi secondarie precoci ed ell1t0ttisi .seoondiarie tairddve.

Le emott·isi secondarie precoci. - Si osservanro, iin generale, dal 10° ad 30<> giorno dalla fieri ta. Pos.u.no dei tipi cl~nici seguenti : E11i.ottisi consecuti'Vc a. u;>i emato,,ia i;1itrapol-

00110

~n vestire

11i.01ia.re che si 'Vuota. -

In o-enerale Jego-iere o ò , s i pr:esentaruo sotto l'aspetto di sputi sangurl.n ol1enti di un coloce .roo.so-oouro. L'espettorazione è abbo11dante e :nettamente sainguig,oo, ciò che 1a differenzia dalla ·p1neuruo11.i te traumaitioa. Sputi rugg·i,11.osi, e·mottoidi, della pneumonite trau1natica. - Piéry hia d-escritto una s i1ndrome,

la s indrOitne eln{)ptew:opnellltll.on.iaa, e tm d si11tom.i c he ],a ca:r.atterizz.aiuo, ttn1a varietà di emott1Js.i secondarie abbastanza µreooc i, o, più pt"opriameute, di sputi em.ottoicli e .n on di vere emottisi. E11iottisi secondarie p1'ecoci da 1·iten,zio-:ne i1itrapolnionare del proiettile. - Compa:iono dal 10° a;1 20° ·giorno e rpossowo essere attribuite. a l esiioni d'ordine meccanico o a.l'l'i·nfezione m.am.1te• ·nrut1a da.1 p.ro1ettile. Il sain1gt1:e espettora1to è rosoo·vi vo. La su.a quantità rGggiu:nge qualche volta mezzo o un bi1cchiere. Pruò ce.s50J11e sotto 1'influenzia dcl · rip·o so assoluto, d el ghiaiccio, della morfi1lla, m a., in generale, si ,r iproduce, e qu.al.che vol.t a dn forma graive o anche mortale . Pe.r ciò la prognosi rcieve essere setn·p te ris-ervata. È 1mporban1te notaire che non si ooolBtata fu1 gienerale ailcurn sLntbomo d'~n.fezio ne in questi tndati. La merita <Li petto è dJ11 via di guarigi 0.ne, non c 'è febbre, no11 v.i sono segni aJ11J0rmia.li all'esame cli111ico e radiosoopd.co del tor.are. Emottisi secondarie da ascesso gang·renoso àel polmone. ·- L'emottisi è variiaibile com.e q11a.ntirt:à : può iniziare c011 qual.ch e :filetto dii sangue mescolato a sp;u,ti ·1uuco-put1ll.l€'nti; poi l'espetboa.·.azione saugu.i·nole ntia iaumenita di q U3lnbità., p rende ·l 'odore cairiatteristico diel·l a gaingrena, e se lt'.:l necrosi interessa un va.so ipolt11t0ruaire importainte, si pttò aS:sistere ad u11'emort:tiisi ftLlimin.a111te. Si tratta di feriti aibbastau~ ireceoo c he ·p resentan.o sintomi d '.imfreziotJJe po1monacre acuta : elevaziooie ronisiderevo1e della temperatura, tosse, disiprnea, segni di addensamento polmona·r e .ailla ,porou.ssiolte e all'ascoltazione. d -epressi.one dello start:o 1

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ge11e1~.

E11iottisi seconda1'ie precoci ?1iortali. - L'emottisi secondaria può e~sene la. cau·s a della morte del feri.t o ln due co11divioni: o p er ru1cerazione di u·n V01So saing11igmo po1monare segu\ta da UJt1a emottisi ahbondamtiss.ima, umica e f ulm1nasnt.e, o per en1ormgia seco11diar1a pletLro-pdlm.o11aire a llaJ)J>O·

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(ANNO

XXVI,

FASC.

48]

IL POLICLINICO

Nella p rima e vent11.a.li!tà, itn u:n ieri1t:o che sembrava Ì•n v.ia di guari•gi-0ne, si a$Siste ed rnma oris1 ili tlispnea seguita da 00.Sse viol~rut.a ; iù ferito iespettora 11na quai11tità co.nJSiderevole di !'.angiue ie muore i 111 poohi milllrt1ti q•u.aindo m.ru lla faceva prevedere una .fi1nle così drammatica. Nella seconda eventualità, sa itraitta a l oontr0Jtio .e.l'emorragia a nappo : 11 ferito si ù1aaneinta di 11n dolore Lamcintainte iaJ1 petto, la s11a [iaicci1a impal1li<lisoe e tr.aidri soe ù \ling.oocia, i'l viso sii copre (li sudore, cra ùiilSpnea è .inrtems:iissdma, ill po.1,so si fa piccolo; l'espettorato .samguigino viene emess.o <lop.o sforzi di tosse e l a morte gi11.nge Tapi1c1a1nenite pri.m a che si sita. potuto interveni11e util1

·menrte.

Le emottisi seco1idc,1·ie ta:rdi'Ve . -

Non ham1110 la g.ravità DJè l'aB,b on<ffinza delle emottisi 00"-.0D.dairi.e precoci, ma so11evano problemi clinici particoliarmente <le1cica.ti dal p11111to dii vi.stia deJlla J.ioro diaig.L!Osi ietiio1ogdca, della progn:OSi e dcl triaittamento. Emottisi seco11.darie tardi'Ve 11.ellc infezio'n:i pleuro-pol111,0,nari conset/u.ti'Ve ad ~:na ferita d.el torace. - Soruo piecolie emottti.si, ch·e .raippres.ea.itano il primo segno d:i 11na supp11ra~io11e pleuniJca o polmonare. Emottisi secondarie tardi1!e da ritenzione intrapolmotiare del proiettile. - Sono 1111 gienera:le p<XX) abbondan1ti ; si .t ratit·a èLi una ilieggiera espett0I1a.Zilone <l~ sruJ1gme rosso che si produoe per più giorn:i oobto 1a tosse, che cessa :per qualch e tettnipo ootto 1'riinfl uenza de1 ri I>OSO, per ricompairire i 11 seguito appena il manato ripre'llde 1e su~ occupazionj . Lo shato generale del fer1to 0110r1 è modificato, non vi è febbre, ·n ulla si ni&contra al1'eSc'lme dell 'aippar.ato respira:torio. Queste emotti:sd possono rosì ['iiprocl ti.risi e ri p.e.. teir1si per più mesi ed anrche per più 0Jtl1ni, senu arumen,taire di q11iantità al ipunto da di-V!€tnire d.atu 1:IiOSe e d'aneanizzare g.ravementie iiJ malato. Esse cessano, in generaJ.e, dopo .}'ablazione dcl 1proi.ettilie daU polmone. Etnottisi secondarie tardi,..ve se11za i11cliisione del proiettile ·nel pol1none. - Climi~memte 1a emottisi presenita gli .stessi cairatteri decril1a fotrlllat preceden.t e. L'esame c.linico e .radiologico :non ·p ermette <li constatrure alcu.n a aesioo.e po1Jmonare nè cor,p i estrainei im:t:iratoraicruci, 11 piroiettfile essendo passato da parte a parrte. L 'i.utierpretazione diel mecorund.smo che p.rovooa q1t1estle emottisi è cl'UJl]q'U!e :aibb·ast:runm dif.ficirrie : pro ba.b ilmente h·iisog·nia .aittri.buiirc q uesli accirlieniti {ld 1t1·n ris1Veglio d'iirufez.1one con .scoprtl bi·lie c11nica·memrt:e mia di cwi si 'PUÒ 13pprezzaire l'esistenza con J'esame 1s:to-chd.mico dell'espettora~. EvoL UZIONE - PROGNOSI. - La iprognooi deve ~ .sempre riser\r-aiba ntel le emottis i ,soecandiairie 1

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pteooci. L,est!laZione d i ogni proiettile àJntrapo1ll1Qlliaire è il ·migiliior mezzo di p~evenicre qllie.5ta icom.pliicazione e di evitare l'infezione. Ne.]Le emottisi secondarie tatrdirv e J'evo1uzione pl1Ò essere differentiissima a seconda dei OOIS1. Vi oono delle f-or:m.e frUJSte, im cUJi .certi d'ieriti, più mesi GOjpo 11a loro f.e1-.ita, h anno un'emottisi, qual~.be voLta Blbb1astain~ abb1ondanrte, ohe .npn si il'fiproduoe 1)iù, guairisce spo111:ia.1n1eamente -sooza a1·0unia ;ai1te1;aziane dello sta.to generale. Le forme a nipetizion1e, 'Si tratti d'emottisi tarclive con p['oie-ttile incluiso •O :l1lo, sono frequentis&ime : 1'A. ·ha pubb.11c.ato l 'osservazéonie di un ferito che espettora ancoria sa·ng1uig.no due a11ni dopo di essere stato ferito. Queste fX)rme a ripetizione possono evolvere senzia a1tier.azi1oni (1e11-0 .stato g;;enerale; sa mota t11ttaiv.ia firequenrtemerute u.na dicrninuzJone di forze, di·m ag.ramento, :ainoressia, to51?e. Denéchiain, GirotL"\: e Fabre ha:n.no d1escritto osserviazi.oni d~ ~ntichi feriti di petto, 11arri per foa·tu.11a, •nci quali è appairsa 11na t1tbercol01sci. P•QSt -'t1<'luma:tiica ootn emoitti1si tard.li1Ve. In tutti i oasi l'esame fre1q1tJeJDrtemente mipett1tv delle es.pettor1azi1011i permie tterà di a ssicura.r si della 'Presenza. o die11 'aisse'Ilz.c'l del baci1·1o di Koah. DIAGNOSI. L'emottis i .pt1ò essere sim111ata. da emor.ragie provenien•hi dal ·n1aso, dal farirn1g e, d.a lla bocca. Biso~nerà d-t1nque esami1t1are sempre questi oog·ani se si s uippone <li simuiliare run'em()lttisi Il fierito rpuò, d 'ai'Ltma. parte, iln occasi'Olt1e · di un'emottisi .reoemite, diicl}i.ait1atrie che sputa sangue dia malto rt:iemipo 1per colleg1a:re ad ttn'aintica ferita gttarita l;a roompai:rsa tardiva di 1s.i1ntomi di tubereolosci. I·n ques.ti casi, olitre {'interrogatorio e l'esame attento del ferd'to, a'esame i&to-cbimdco d1egli .s puti p·o trà fov.niire ele1nenti preziosi i·n favore della realtà .d ell'emottisi., .del.la iSiua ~trigine po11mona.r.e e ·dell 'iesdi&t.e11:oa di ttlna 1esd011,e anit)im in .evol uzioue . L'esartne oompleto dietl feri.tìo, iln partico1aire degli apparati respi rat•orio e circolatorio, permetterà di eliminare lie emottisd dovute ad 11111a st.ernosi mitralica, ad wnai tuberco1osi antica dcl polmone 0001 sedie dal lato opposto alla, ferita op1pu11ef d1aillo stesso lato, 1111 tt o.a rona polmonare crontarn a dal fuoola1o del proietti~e. La <liag.nosi etiologioa è ii:u genera.l e fiaci1e. S1 tratlta elci. un ferito che l1a lllil1l i)roiethile i:ntr.arpolmonar.e; con ·t tin esame clinii c.o e radiologiico preciso si :assi1eu 11erà cl1' egl~ n1011 presenta 1€si6n·i bacillari iSf\lJSie€Jttibi11 di .a:ver provoca.to, !J?er loro oonto, l 'emottisi. La d·iagnosi etiO'logic.a è mo1ito più difficile qttanldo 11.C)ll vi SQlJJO corpi estrnmèi inrtrator.acici 1ed è i'll questi msi che i1 mediiro è s,pi.nto, .:iin. verittà troppo spesso, a considerare ~""4-tisi oome tuberoolare. I1n fa;tti la m1berogin11. .1t:1 UlJV1.1 0

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S2ZIO~

rolooi traumatica è mo1.t o più ria.ra dd q ttel che s.i oreda. e in.on bisogn€1"à affern1aire Jia Silla_ esis tenza che ®po :essersi aissicUJrati, con tutti ii. mezzi clinici~ baitteriro1ogici e itSto-chimici, della s ua realtà e della sua oompairsa nettamente _posreniore in rapporto a l trattmati.s1no ia.:icrimi1n ato. Courtods-Snffit ha di1m ostrato che nu.merosd ca.si {l 'einottisi evolgoilJO sien·m com.p romettetie lo struto e senza a.lCtLn siilltomo di tubercolosi. oo~enemle . Basta dunque conoscere 1'esistenza di questi accidenti, lia taro natum. lll.Ol1 tubercoJaire e 1a ra:nità della. tuberooloSii. triél!Um:atiiva p eir inon arm1nettere che dopo un esame serio l'origine tuberooLare di queste emottisi. TRATTAMENTO. 1° Trattamento chirurgico. Le emottisi. seroru:laTd.e le più ten.ac.i, .allorchè son dovute alla presenza di un corpo estraneo dntmpolmonare, C'essano .appena 11 cor.po estran.eo è estratto. Se si r1tienie .attUJaJlment.e che la astinenza openatoria deve esser.e la regola per tutti i proiettili bien ta11.e rati e iin partioolaa-e p er d proiiettili lisci, ·p alle .d i f t1cile o di revolver, che Jton p11esen.tano che un minitJz.um d1 probabilità cl'i1l.femone, p & contro 1'estrazione del proiettile per opera di un chia-urgo esperto deve essere La a--iegota appena esso è mal tal1·erato e divi1ene tlllla sorgen.te di dan1ni peir fil ifieri.t o, e, da questo punto di vista, le emottisi :s econdairie l"i petute e a·b bastanza abbondanti costitttisoono Uill 'indicaziione 1

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IIO't'ln.ate.

2° Trattame'n,to niedico. - È gitt:stificato quando. si tratta <li accidenti bieni~nd o d'emottisi iim un feribo che 1non ha iaùc.un pro:ietti1le dncJ.uso nel toracer · Qt1esto trattamento sarà qttiel]o di tutte le embtlbisri': ripos,o assoluto, 1ghiiaccio, 1m orfì.n a, ipeca~ uana a dosi nausea.b onde. Esso però è iinsuf;fi-cie-n.t e per le emottisi secondarie iabboodanbi e l irpetute. S'è proposto per questi casi grnavi di provocare ~1 collasso polmonare praticaindo um. pneumotorace aiti.fioiale. Benchè eccezionalmente i m.piegaito, quiesto mezzo itera peutico merita di e ssere segnalato, percl1è è suscettibile di crendere u"eali .servizi fllei casJ. d'emottisi abbondainiti, da vianti ai quali il med:ioo si trova, :in generale, (lSsotutamente disair.mato. •

B.

MASCI .

Il ~tottesimo elenco deli1e offerte della oottosct·izione promossa dalla Presidenza della. Fe. .' der.aziollle per un Fondo dii soccorso contro 1 pt u ~.ravi d:a.nni della guerra patiti dai mroki e loro famiglre, raccolte a tutto il 31 ottobre 1919, ha oortato in. totale gen.erale a L. 185,075.65.

PRATICA

(ANNO XXVI, FASC. 48J

Fl A R I O R A

A Fl T I S.

Su una malattia earattcrlzzata da cisti g~e nell'addome. Tuffi.er e Letulle (Bulletin de l' Acad. de Med., 1'ome 82, p. 5) aille poche osservazioni esistenti im patologia. umana di qtteSta curiosa lesione addomina.1e aggiu11gcmo altri due casi da. essi studiati. Il primo xig-uardava una. giovanetta di 23 ain:ni senza alcun antecedente tubercolare, la quale a r6 ianrui. aveva sofferto di p1eurite sinistra con peritonite rg uarita senza lasciar traccia e verso i 20 anm.j di u.na febbre tifoidea alla quale fece seguito di tanto im tanto qualche vomito senza causa apparen•t e.

Nel gen11.a1i.o l9r3 si manifestò un r[gorufi.amento dell'addome dapprjma intermittente, in seguito ·p ennamie nte, accompagnato da diarirea, vomito e sensazione di una tun1efa:ticxne esistente a sindstra d.el ventre, sp,ostabile talora. Ricoverata neli 'ag.osto 1913 in ospedaLe e ronstataiti i segni di versamento addomilnale ron ottl1s.ità m·obi·le, senso dii fiotto, supiponendo una peritonite tubercolare fu sottoposta a punture esploratiive, La prima delle quali diede esito a liquido fec.aloide (5 ottobre) e 1a seconda (26 ottobre), pur esistendo i fatti obiettivi soliti di un v€rsamento, riuscì in.egativa. In seguito contrazi1ond. peristaltiche con sindrome di l{onig mostrarono nettamente fatti di stenosi dell 'iintesitino tenue. All'esame radios~o.pi-co Jo stomaco sembrava ra o-21.uno-ere il pube e nella ·parte laterale supeoo b ·1 riore siinistra die1l'addon1e, al di sopra della m1 za notava.si wna sacca imdipendente dallo stoiru:.oo, al disotto della quale sem1brava raccogliersi ~Ilo stomaco il bis1nuto. Resasi necessari.a UJna 1la:pa!I'atomi.a nel 110\·embre 1913, aLl'apertura dell'addome l'intestino te·nue mostrasi cosparso di migliaia di pi-coole cisti, trasparenti, del \rolume da una. testa di spillo aid un grosso pisel1o, confluenti, occupanti il segmento inferiore dell'in·t estino tenue per una luno-hezza sorpassante il metro. Anche 1'epi ploon è b • coperto di tumori simili ed alla compress1on: l'intestino crepita come un en:fise.tna. In ailcun1 punti esistono .t racce di reazioni infiaimm~to:ie del peritoneo !l"appresen.t ate da versamenti 1ncapsLlati di liquld-0 giallastro. Esiste poi una ascite giallastra, che si coagula spontaneamente. I,'irniez.ione nelle cavie di tali l:iquidi riesce negativa. Richiuso l'addome, dopo un pass~ggero miglioramento, nuoViÌ segni di ostruzione intestinale


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XXVI,

FASC.

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IL POLICLINICO

sempre più grave ed il 12 gennak> 1914 si ebbe l'obitus. All'autopsia, con sorpresa, si constatò che le cisti gassose erano in1 gr.a:n parte spa:rite ed al loro posto notavans:i strie ,p igmentate d'aspetto cic.atriziale : a:l disotto del digiuno fa·ceva1no .spor,genza alcune vescicole ed altne su lla faccia ·P-Oster.iore del ceco, menit re nell 'ang·olo de$tro del oolo1n esisteva un grappolo di vescico1e. Lo stomaico era <li.steso fino al pube, dist·esu era il colon trasverso, art:rofiro il di.scende nte . Nessun 'altra l·esio1n e a carioo dell 'istess.:> tubo d~gestiv-0, n1 è degli altri org-a.n i. L'autopsia dimostrò tutta la s·toria <li questo ca·s o di malattia cistica gassosa dell'addome .in .cui 1a morte e ra do·v uta agli accidenti. m~ca>n.ici determinati dalla presenza delle cisti. Il secondo malato, U'Il militare quarantatreenne, narrrava di aver dovuto spesso interrompere il servizio per il sopraggiungere di supposte crisi gastriche da iiperc:lorido:ia .e come ta·l~ tratta·t t. Nel·l 'a pri1e 1916 cruuinciò a notare pesantezza addom.Jinale, m•e ntre il ventre assumeva una forma a bisaccia: il ,,01nilto diVie111ne fr,e quente, dl dimagramen•to rap.iido. ·A11'esame radioscopico dello stomaco si oonstaiò nessun segno di ulcera ma ptosi e dilatazione .m arcata di e53.·• . N e1 genna.io 1918 oon diag.n osi di stenosi del - piloro fu inviato aJJ 'A. e sottopoSct.o a Japa.ra· tomja. }\.nche ·i n questo secondo caso, all'apertura dell'addome l'intestino tenue e l'epiplOQln si mostrarono coverti di vescicoJe sottosierose a1cu11e pedunco1ate, altr.e sessili, ed al disotto dello stom iaco, al livello della pr.i.ma porzione del digiuno un enorme g ra pp.olo sp0Ygeiva costituenclo un tumor.e il qua.1e man.ifestamente provocava i sintomi di stenosi pi lorioo aocttsati dal malato. Non ·potendosi estirpa.r e .il tumore, sessile, e d'altra parte volendo evita.re conse2utive ste11JJOsi ci· oaitrJziiali <."lli avrebbe dato luogo l'apertura delle vescicole, 1'A. eseguì una gastro-emterostomia poste.rio.re transmesoco:1ica. I s intomi aiddomi·n ali scomparvero, il malato s tette in seguioo bene. Le gu.ar.igioni di tale maJattia sono frequenti . Da.il punto di vis.t a della localizzaziorie, .le cisti per lo più sono sparse nell 'intesti,no itemue e più raramente sttl crasso, .sullo stomaco, talora solamente su11 'epiploo11, su1'1.a si!e ros.a diaifraimmatica, su1 legamento gastro-epa1tico. Spt:sso sono reperti acidentali in op:erati di stenosi, ulceri, cancri àintesitinali, talor.a ~i rivelano come un tu1nore aiddominaJe. Soven.t e persistono Jungamente, ma, nella maggioranza dei .casi scompaiono, sostituite da noduli o tratti fibrosi, biancastri : q11est'ev·.)1 '.tzio11e indica la terap.ia .e se compressioni od o~clttSi" ii 1

viscerali causate: da tali tumori esigouv u.11 intervento, questo sarà diretto .non contro le <'isti, ma contro le lesioni secondarie c.he ec;se ba1mo provocato in quanto la loro situauone nello spessore stesso della parete intestinale rende irrealizzabile ogni tentativo .radicare. Bang nel 1876 invocava la natura neoplasica a spiegare queste cisti ; lager le art:trd.buiva al bacteriu1n coli aierogene; Kitt, Schmetze.r, R.ey a traumatismi se1nplicemel?-te o associati a fermentazioni od a un catarro della muoo.sa ovvero alla decomp·osizio111e del lattosio (Dell;tsch). È certo che la Jocalizzazione di tali gas è nei linfatici e nella composizione prepondera:no l 'ossigemo, l'idrogeno, l'azoto Ìùl proporz,ioui varie . MONTELEONE.

·OSSERVAZIONI CLINICHE. OSPEDALE S. GIOVANNI

IN

TORINO

SEZIONE CHIRURGICA DIRETTA DAL PROF. BOBBIO 1

Sopra on easo di peritonite sierosa traumatica lcireoscritta. per il dott. ABOULARAGE GIUSEPPE, assistente A ... A .. ., d'anni 7, da Bianzè, entra nell'Ospedale il 19 novembre 1918. Paure e mad re viventi e sani. La madre ebbe due parti a termjne, normali, fisiologici. Dei figli mio mori in tenera età pare di affezione intestinale, l'altro non sofferse alcuna malattia degna di nota, eccetto quelle comuni dell'infanzia, quali il morbillo, la pertosse, gli orecchioni. . Il piccino il 22 settembre 9r8, ore 12.30, f~ mvitato a tenere un ~arro dalla parte posteriore. Per un movimento del carro venne schiacciato tra questo e un muro. Il bambino accusò subito dolori all'addome, specie intorno ~ll'ombellico e, fatti due passi, cadde s:rent1to. Il ;i.010:-e ~cuto,,, che coll:tinuò per parecchie ore, anc ò (.1m1nuena o, ma il bambino ebbe grande debolezza, malessere e alvo chiuso. Il giorno 27-28, cioè 5-6 giorni da~ tra11ma, in seguito a clistere, ebbe due o tre scar1.che ~an­ guigne, non vomito, sebbene durante la d1gest1one accusasse senso ai oppressione e dolore allo stomaco. In questo perioèo t i tempo non ebbe febbre! nè, a detta èei parenti, si notò. al~un~ tlllD:efaz1one. Il 2 novembre,· è opo 2-3 giorni ~1 scariche normali, ne ebbe ancora di quelle sangwgne con sangue nero. La notte è el 3 il piccino, per la prima vo~ta, ac;cusò dolore localizzato al quac~ ran~e supeno;; .sinistro e la mad re notò una tumefaz1o~e. P~rc10 ~ 4 novembre venne portato nell'Ospeoale infantile Regina Margherita e ricoverat? fino al 19 nella sezione meèica f. el prof. Mens1, che &entilmen~e volle favorirmi il è ecorso è ella malattia e che 10 per maggiore brevità riass11m?· . Entrato in quell'Ospedale, ~ p1cc?lo ~m,malato presentava adè.ome normale, trmparuco, m c olente, eccettuata una zona situata nel quadrante supelIS)


S~ZIONE

riore sinistro, dove trovasi una t11mefazione a forma emisferica, ricoperta da cute normale, limitata all'interno a al prolungamento della linea mediana, in basso a 4 centimetri circa dall'ombellicale trasversa, l.ateralmente da una linea che passa a 2 centimetri all'esterno del prolungamento eiella mammellare sinistr a, in alto dell'arcata costale. Questa zona è sollevata e tesa, m a non dolente, nè fluttuante, nè mobile con la respirazione. Alla percussione si rileva un'ottusità che con<iuce in alto al margine superiore della VI costa e si estende in basso :fino a circa 6 centimetri dall'arco costale; a destra è limitata dal prolungamento d ella linea meniana e a sinistra si confonde con l'ottusità della milza. Il fegato in alto giunge :fino alla VI costa, in basso sporge I centimetro circa. La milza f? rriva :fino alla IX costa. Esame delle orine negat ivo. Alla radioscopia si rileva il fegato di volume normale, mobile nella respirazione; la milza, invece, si presenta enormemente ingrossata, mobile pur essa, quantunque meno del fegato, -€Ìurante gli atti respiratorii. I limiti rilevati dall'ombra raC: ioscopica corrispond ono a quelli della t11mefazione sopraè etta. Nei primi tre giorni d i degenza il bambino ebbe tre scariche sanguigne, con sangue nero e dolori piuttosto forti a urante la d efecazione; ma non ebbe mai vomito. La t11mefazione dopo alc11ni giorni si fece nettamente fluttuante, per cui si ricorse ad una puntura esplorativa con la quale usci un liquil.40 a forte pressione, limp~è o, non: giallastro . . L'esame di questo ha dato nncroscop1camente esito negativo, perchè gli elementi erano tutti in preda a degenerazione granulo-grassa. Inoltre l'esame chimi co à imostrò la presenza di cloruri e abbondante albumina. La t11mefazione in questo periodo subì delle oscillazioni d i vol11me ed alla uscita dell'a. dallo ospedale infantile raggiu:n~e in alto il ma!gine superiore d ella VI costa, all'interno la mediana sternale, in basso una linea che passa a 2 ~entimetri dall'ombellicale trasversa ed all'esterno s1 confonde con l'ottusità splenica. Al limite inferiore C: el tumore si palpava un cordone a risonanza timpanica che talvolta si irrigidiva sotto la m ano: si tratta con tutta probabilità d el colon trasverso. La temperatura non ebbe alcun rialzo degno di nota, se si eccettui il 2 3 ottobre in cui raggiunse i 38.5, mentre il polso fu sempre frequente, da roo a 150. • In queste condizioni l'ammalato venne portato nel pomeriggio del 19 novembre all'ospedale S.a n Giovanni nella sezione chirurgica diretta dal professore Bobbio. Il mattino seguente esamino il piccolo ammalat<?: stato generale assai deperito, scarso pannicolo adiposo, sviluppo muscolare esile, colorito della pelle palli .:> o, p oliadenopatia. All'esame del capo presenta bozze frontali e parietali rilevate, pupill~ uguali reagenti alla luce. Faringe e collo normali. Nulla ai visceri toracici. Le epifisi delle ossa sono ingrossate. I riflessi addominali, cremasterici, patellari e achillei s9no presenti. L'addome è assai aumentato d i vol11me con forma a bombé e cicatrice ombellicale pianeggiante. Alla percussione si rileva suono ottuso sopra tutto l'add ome è timpanico solo sulla ombellicale trasversa. r~~ t,1mefazione d i cui sopra non è più constatabile, nè con la percussione, nè con la palpa(16)

PRATICA

(ANNO XXVI, FAsc. 4SJ

zione, essendo la cavità addominale occupata da liquid o libero, come si potè constatare e col provocare il fiotto e col cambia.m ento di posizione dell'ammalato. Il giorno seguente, cioè il 2r novembre, venne eseguita dal prof. Bobbio la laparatomia esplorativa. Cloro-narcosi. Laparatomia pararettale sinistra. A.Perto il peritoneo, fuoresce del liquic.o sieroso limpi<..o, di cui si raccoglie una certa quantità per lo esame citoscopico. In corrisponè enza cel quadrante superiore sinistro si nota una cavità, grande come il pugno d'adulto, a margini frastagliati. Si nota pure che l'estremità sinistra del colon trasverso è intimamente ac..erente al fond o d ello stomaco, per cui non si potè isolarla per via ottusa, e si crectette opportuno di non eseguirla per via cruenta, dato lo stato grave d~l paziente. Ci si accontenta d i svuotare il liquido e a i ispezionare tutti i visceri add ominali che si riscontrano nor.. m ali. Sutura è ella parete a duplice strato. L'esame citoscopico del liquiGo peritoneale rileva una grance quantità di globuli rossi e qualche globulo bianco e nessun altro elemento, trattasi, cioè, d i un liquiè o schiettamente sangui~no. Trascorsi i primi tre giorni d all'atto operativo> le condizioni generali dell'ammalato parevano migliorare. 0-ià prima c., el purgante postoperatorio prenè eva volontieri caffè e latte, ed il polso da I 50 discese a 80. Purgato alla 5a giornata, alla sesta gli si _tolsero i punti èella ferita ope~atoria. che cica: tr1zzò per primam. Ma alla e ecrma g1ornata si cominciò a notare nuova.mente la presenza è i liquic' o nella cavità addominale e in tre giorni lo addome si presentava a bpmbé, per cui si èovette svuotarla d ivaricando i margini è ell'incisione lap3;ratomica. Ma d opo alcuni giorni ricompar,re 11 liquiè o in tale quantità da richieè ere una seconda paracentesi, danc1 0 esito, come precedentemente, ad un liquiè o sieroso limpiè o ed inoè oro. Frattanto l'ammalato , sebbene si nutrisse d i uova> . . brodo cond ensato e latte, dimagr1va progressr~a: mente, da divenire emaciato e presentare tutti 1 caratteri òella cacchessia; contemporaneamente, senza che il paziente avesse nè singhiozzo,. nè -yomito, nè rialzo di temperatura, il polso cl1ven1va sempre più frequente e il rg dicembre egli si spense.

È noto dalla patologia come un agente traumatico può colpire l'addome in due zone èi:fferenti> distinte a seconda della protezione che le pareti offrono ai visceri endoaddominali. L'una corrisponde alla zona non protetta che dalla sola parete muscolo-aponeurotica e comprende l'epigastrio, la regione periombellicale e l'ipogastrica, zona in cui è vulnerabile il tubo digerente; l'altra corrisponde a regioni meglio difese ed in cui sono vulnerabili i visceri, e comprenèe gli ipocondri, protetti dai margini costali, la parte inferiore èei :fianchi e le fosse iliache protette dal margine dell'osso iliaco; i lombi difesi dalle masse muscolari. Nel nostro caso il piccino venne colpito in corrispondenza della regione epigastrica ed ombellicale, ove appunto accusò maggior dolore, per cui si avrebbe dovuto, data l'intensità del trauma ..


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FASC.

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IL POLICLINICO

avere una completa rottura per scoppio dell'inte- trata al tavolo operatorio. Allora si potè constastino o dello stomaco con la conseguente perito- tare anche che la primitiva sacca endoperitoneale • • nite da perforazione. Invece, dopo circa un mese era crrcoscntta tra la milza, lo stomaco il colon e . . . ' s1 com1nc1ò a notare in corrispondenza del qua- l'epiploon e che si era formata un'm'tima adedrante superiore sinistro una tumefazione che, renza, larga circa uno scudo d'argento, tra il fondo dopo alc11ni giorni, si fece nettamente fluttuante dello stomaco e il colon trasverso, a poca distanza ed il cui liquido all'esame citoscopico diede i carat~ dall'angolo splenico. Era avvenuta certamente teri del liquido prettamente ematico. Si tratta, una gastr0-enteroanastemosi postraumatica, alla adunque, di una cisti ematica del peritoneo o di qual: si deve la rapida de11utrizione del paziente, una peritonite sierosa, asettica, con il cui trasu- nè s1 poteva pensare, dato il rapido aggravarsi dato si è commisto il sangue stravasato. dello stato generale, ad un intervento inteso a liInoltre il piccolo malato, 5-6 giorni dal tra11ma berare i visceri e a suturarne a parte la lesione. e 3 giorni dalla sua entrata nell'ospedale infantile, Il caso mi pare interessante; e per la lesione dei · • • • ebbe scariche sanguigne che, senza dubbio, dimo- v1scer1 mteressati, e per la sintomatoloaia poco strano la rottura dell'intestino e precisamente chiara offerta dal paziente durante il p:riodo di della sola sua superficie interna, non essendo so- formazione della peritonite sierosa, e per la constapravvenuta la peritonite da perforazione, m a non tazione di una peritonite circoscritta di natura spiega la causa della morte. Essa si deve, quindi, traumatica. ricercare in un altro fatto. Torino r5-4-r9 . Come si disse, l'ammalato, sebbene prendesse sostanze ben nutrienti, deperiva gradatamente senza che avesse qualche sintoma di altre complicazioni. Noi dobbiamo ammettere che il cibo introdotto nello stomaco passasse direttamente nel colon trasverso, per cui non veniva assjmilato. Fissatore dell'ago per iniezioni endovenose. ;Ma come è avvenuta la comunicazione tra lo stoDott. ALEARDO CERIOLI. maco e !'in.testino? A mio parere cred o trattarsi di una rottura dello stomaco con il m eccanismo L '.i.nie zion-e en.dovenlQSa genera1mente si ipraformulato da Jobert della perforazione per schiactica im:metten<lo nella venia 1'arro liJbero, ai..1·o !Uatciamento, per pincement, caratterizzata anatomicamente da una rottura incompleta, che d imi- taindo iin Beg·uito a!ll 'ago il becco della sirin~, oppure il tub-0 di gon1ma appoo±atore del liqwidJO nuisce in larghezza dalla mucosa alla sierosa e che, avvenuta l'aderenza tra stomaco e intestino, dia jil1JVettare. È facile cbe du.rainte cueste .m amovne ed anche ·p iù tardi La pu.nita. <lell'a..c,010 fuorinel punto leso, che rappresenta un locus minoris esca dru1a veoo.. P·er ov'VJare a questo IÌ'nOO!llveresist~ntiae, il succo gastrico abbia digerito lentan±ente, vairii mezzi si so110 esoogi.t ati. mente la sierosa tanto quella dello stomaco stesso Io h 0 p·e nsato di monìtair 1'a·g;o sopra ·u n pdcche dell'intestino e quindi si è formata una fistola gastro-enterica, attraverso alla quale passava il col10 appta recchio - UJt1 1porta·g hi - mllJllito di wn pezzo m obile, un'asticella. iairticolata rpier un cibo ingerito che perciò veniva eliminato con le suo estremo, che possa v.enir aibbassata, quando sue sostanze nutritive. La successione dei fatti morbosi nel nostro pic- .l 'ago siia g ià ·niella vena, 1m n10do da disporsi colo paziente può spiegarsi e riass11mersi nel se .. pairaillela.miente a questo e passa far press:i01re guente modo: il tra11ma violento sofferto sulla re.. continuata co11 'es·t1iellb0 libero sttlla ,pellle ciJn corgione epigastrica produsse indubbiamente una trispondenza della pu11ta dell '·a go, in cont:ra.sto contusione dello stomaco e del colon trasverso col m-edie.simo. L'ago ed .il pezzo ora. aicce11111ato, • senza perforazione, a cui seguì la peritonite adè- iessiendo .atta.ccati ambedu,e al p ortaghi ed operando come 1Je branchie cli una p11nza, serrain.d.o siva fra i due visceri e la loro perforazione tardiva, favorita pur anco dall'azione del succo gastrico ci1oè frra Jte 1oro estremità .1a pelle, i1l oonmetti;vo sottoC'lltam.oo e 1 a parete dell1a venia, 111e1la qua!1e sulle pareti gastriche e coliche, già contuse e l 'aigo sta colla su.a punta, è cl1iar1Q che q'11lesta parzialmente mortificate. Donde i segni di emoru:ltimia. non '1potrrà ~.Iterare i propri .raipporti per ragia intestinale, di peritonite adesiva, di peritoc1ualu'Dlque :m ovi m.ento accidentale inioppootuno. nite sierosa circoscritta nel quadrante superiore La '.resistenza diell'a·g o è ISttfficienrte per raggiunsinistro, che andò rapidamente aumentando :finchè gere questo scopo. la cavità cistica, che prima era nettamente localizLo str11mento è costituito da una lamina rettanzata tanto da far pensare ad una cisti traumatica a carico della milza, si ruppe, e ne venne una forma golare allungata (base) destinata a posarsi trasvergeneralizzata a versamento sieroso quale fu riscon- salmente sull'avambraccio, dal mezzo della quale

STRUMEN.TI E APPARECCHI NUOVI. -

i

1

1


r430

S~ZION~

sorge una specie di dado (dado oentr.ale) forato Ìill senso anrteroposteriore. Un'estremjtà del foro è desti•nata a rioeveire il becco deLla siringa, l 'altra estremità .si contiinua. in u-n pi.gnone uguaJ.e ad uin becco di sirirnga, su cui viene appldcato, oon attacco a bai.o netta, .l'ago. Al di.sopra del foro il dado porta 1'artioolazione del pezzo mobile che deve disoen<lere sulla pelle parallele.mente a ll'ago per fissarne la punta, rom.e si .

I

PRATICA

[ANNO

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deLl) ago, chè lra ro·v i.nerebbe, be·n.sì u1io o due rn,illinietri più ind.ietro. La si1perficie che deve f011' pressone sulla pelle è riigata trasversalmente a guisa delle pUJnte dà. una p1nza am.atomica, perchè nion scivoli. I movimenrtri del mart~1o sot10 determinati da u;n meccanismo molto sempliice, i111 tutto anaJogio a quello ch e fa avanzare o IDJa.Scondere la punta di certe penme e lapis .tascabili, meccanism.o di cui è parte essenziale un'asta scorreviole a sezianie qua1drangolare, a superfici im pia.ate eliooidali, in parte piane, che, parallela alla b.ase, attraversa l'articolazione del marte1lo e ' spinta da siniis.tm a destra lo a bbassa,, spinta irn s enso oontrariio lo sol1leva. Quaindo J,~sta s~or­ ;revoLe sia s taiba spiruta verso destra ed abb.iia dietermi.nato .l '~b1bassaaniento del .m artello, e uest 'ultiano res ta fissato in detta posizione anche se .1'1operatore .abbandona l'appa:rechio, e contirn1U.a a far pr.essiiOne per Ja proprila elasticità 1S11lla p ull!ba diell 'ag,o . TaJe pressiione no.n riesce affatto dolorosa. Naturalmente la boccuoci1a della punta d:ell 'ago gUJar•da in basso, eh.è in cas:o contrario si otturerebbe restando compressa oon.tro la paa:-ete de11a vena. Il dadio c ent:ra,le infine .po1-f:a. .ail suo lato destro u11 tubetto rigaito, fil quale funziona da manioo dJello strumento. 11 p()Ii:aghi ora somma{tiame111te desoritto faici. lita 1' .iiniezione endo·v enosa no.n oolo :fìssamdo l'ago poi c he è stato infitto '11Jella vena, ma amche agevola:ndo la ma:nowa di infissiooe. Riesce ailquainto ma1a.gevole dmfatti ma·t1J0vrar1e 11.n ago lib·ero :tenruto oon due solie dita, sopratu.t to quando s:i debb.o.no iniettare certe vene· molto piccole o profonde. 11 portaghi invece rende più sicura la ptìenstionie e p·ermet~ iin caso di bisogno ~a manovira oon ambe ].e maini, il· che dà maggiore siicurezz:a mei picooli moVlimenti. T ecnica dell'uso dello strumento. - Lo st1'umento va tenuto col po1lice e l'dindiiiee della. destra applicati al tubetto-mamico, non in altro m!OdJo - 111on per es. oon un dito sotoo la base che imp«~direbbe 1'abbassaanentio dii. questa sul1' a\rambraccio. M enrt:re la mano sinistra t1ene l'avambraccio del pazierute e col pollice stira 1a pelle iiu guisa che la '\Tena prescelta al go.mito resti tesa e inon sfugga Jatteralmente di~nzi all'a2"0 questo obliquamente ai11a supero , si infi<Y<Ye 00 ficie della p1eLl.e . I.('op.eraitore si aocorge d'esser penetrato 1lelia ve11a dalla fuoruscita del sangue, ma prima ainoora da una speciale sensazione di vwoto. _i\llora 1a maioo sinisti·a lascia la ,presa dell'avambraccio e la trauone della vena, la quale 1·accorciaindosi diventa più voJnmirnosa .e facilita cosi u11 'Ì!t1tr00.uzione ulteriore del1

~

1

cy; : Fig. r.

dis.se sopra. Qu!e sto ipezz.o, fog·giato come un picoolo mairte1'l10, che in p .osizio1'1e eretta fa colJ 'ago um aingi0lt0 di circa 90° (Fig. r) e percorre un quarto di cenchio a modo d el ragg1o 1d'Ullla. ruota per portarsi paraille1o all'ago (Fi g: 2), è \'osti-

llALDINiLIT

1

Fig. 2.

tu.ito da una lamina stretta ed allungata, E·llast:ica. (manico del martello), e da Ulna testa, la quale può venir ferma ta con vate a pressio11e in qu.a1unque purn.to, più i:nn1ainzi o più indietro, delta 1an1iirua ainzi1d etta ; ciò perch è .abbassata \•enga a. cadere seu1pr·e ~i1 corrisp ondenza àella punta d ell'ago, quaJ.u1nque ne sia 1a Junghezza. La posizione della testa del martello dev'essere graduata in modo che quando si trovi abbassata non 'Uenga a cadere proprio sull'apice deLla punta

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[ANNO XXVI, FASC. 48]

IL POLICLINICO

1'a:gp. L'ago iinfatti1 p1er-chè l 'ini.ezion1e avvenga

oon sicull.--ez.zia isenza iin~id'erut.i, dlev'es&eire be1i collooato ·nella ve11a. O.coorremdo, J.a mJano sii:nistra si avanza ted appoggiando 1'iindioe leggermierute su]Lo strumento :oontrfrb~e a guiidair l'ago. .Lnfine l'indice della sinistra si porta sulla venia e La palp1a leg·germente - s1enza cOlilprimierrla - mentire l'indice ed 11 p-0·11ioe c1el:La &·s tra che tengooo 01noora il tub·etto-mamiço ianpiritno1m a quest 'ulti1n10 diei 1eg·g-eri mo.vi menti :rotatori a1tennati in senso vertioale. Con ciò n.a pUJn.ta dell'ago si innalza e sii a bbas!Sa aJ ter:niativ,amen be niel Jiume ·d ella vie:na; urta con.trio la parete anteri1ore, l'abbaindona, va a sentix Ja, resistenza de~lia p.arete p.asteniio re, :f:locna in ai1.to, ecc., m1entre l'i,ndi1ae della :Si1nistra ~ntrolla questi mov'i·m enti.. Con tal m a:11owa I 'operatore giunge ad apprezzare in modo ~ettissimo .se l'~·go sia libero o no nel lume venoso. A questo punto non resta che spingere da siDJistra a destra (èolla sinistra, men.tre 1a destra tiene sempre il tub .etto-mainico) 1'iimpugm.atura dell'as ta ooorrevio11ie - il che si compie colla mas.sdma f.aci1liità, S e11za perioolo di spostametIJti - : il martello si a1bbassa e fissa 1'.ago. Veriifìcato s~ il sangue continua a oconrere da11 'agi0i a. gorce .cio:ntiitlJUJe ie tolto il .laic-cio a:l brac.c-io, :sii intiroouoe ;n;el fOiro del diado centrale il .b ecco della &io:.iu·g a e si procede all'iniezione. IJ piic0ol10 "t/Olume della :testa - de1 marle11o 11i0n ostarola aff.atrt:io 1a vi.sion1e delle :regioni limitrofe alla pu111:ta dell 'aigo mentire si compie 1a immis sione del medicamento. La marnovr.a ora d·escritta .si impa~a con s0.111111a fiaci11tà ie divenita in breve quasi automatica . La facilità e 1a sicu.rezza eo.n cwi iriescano possibili. le iniiez.ion;i en1d-0veni0se p~·metto11i0 di p.ratica.r~e srt.1 vasta .soo1ra ·e d anche in vene sottili o proifond·e. Spesso ne ho eseguite in ba.mbi ni cli 3-4 an.ni, e 11.e gli inf,ain:t.i id i >Gtà più tene:a ho potuto molte volte fait'le a l collo, lll!e:1a gi?gulare SUiperfici:ale, .intur.giàirba du.r.ainte 1 mo·~ rrespiratorii del bamb.Lno in pianto, senzia appl1caire alcun Ja.cci-0. Per rendersi ben oonto d ella vena, 11ul1a di meglio che palpan-J.a imniediatn~iente pr.~~ di infìo-ger i'aQ10 0an un dito prev11amentbe dis11111feto ò È. ta.to o calzato ton dat:ale di gomma. 1impoctal1Jte gr.aduar &empa:.e giustamente 1a tiei~sione del laccio al braieoci.o : · v-ieme auiehe .m olto p1oeoole posson,0 :aicqnistaire uin volume oonsd1derev0Le quando sirunio ben tur~i1d·e. Se_ per ~vvie?'tum 1'operatorie <ltubitasse dt1 non esser 1r'luiscito a b€lll collr0eaire 1'ago ·n ella venia, iprima di introdur.re il f!aJrmaco, potrebbe ~niettare q u.a11 che centimetro 1c ubo di soluzione fìsiio1iogica di Na Cl sterilizzata, -cui si~ stato agg:i1unto un granel~ di caitllfora. QueS'tio 'Liquido di pro.v a, chie g.razie 1

alLa (oairufota s i conserva steri1le, determ~na, qua.udo fuones{)a dalla vena, un dolore vivac·e mom·entan.eo <'he fa bene apprezzare l'imposs~bilità .di ptrocedere .a.11' indiezione del med.iicam ento ie d 'al1tr.~ parte ttl!On è .seguito da tumefaziQlle pier&istente. GJ.i aghi de11 'ia:pp1airecch10 sicmo u ii1 po' cu.a.-vii a concavità iin alto, perchè ciò, evitta111do un p'oss1bi1e d.ineurvamento in senso cont1"1airio, dovuto 6!11a resistenza dell1a p1eJJ.e, facilita I 'infissione. Possono a pplicairs:i .alto :Stn11mento iaghri. di quaJ.wnqUie c·a libro. Pos&o110 riaffila.rsi eou qt11alu11<; ue mola ciiroolaire; ma se son ben te11uti l':affilatura dura a bb·a stanza ia .lungo. Per evita.ire che ooagttli sa'!l'guig'llli indurendosi otiturino la oaninula dell;ago è i1idispensabile fui-vi passare acqua prcleribiilm,e nte tiepida i->nmediatamente dopo termi1naba l 'iniezi1011e; lo spirito saip0t11ato ailoalin10 serve ottimamente i1n seguito per larva:nli e mantenerli ben pervii. 0-cao.rttre qualch-e avvertenza -eon sirin g he a boooo id.i ,,.etro ·per non rompeT quest"ulitimo, menlf:11e sii. spreme il liqui,d-0 d,a:lJ.a sirin:g a e si itieu oontemporan.ean1iente lo strumento p·e l suo • mamoo. L':aippaaiecchio ;è s terilizzabil1e .e si p uò scom. portte per pu1ir1o nelle sue varie parr-ti. A me .s1ervie ,da pa.Te'<)thi ainnri ; m1 semhra 0lS&U cOlllJ.odo •e ,pr.aitico e credo possa oontribuire a volgar·i zza:re l'uso d.elle inieziio ni endovenose.

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Lonato, ottobre r9r9.

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STORIA DELLA MEDICINA. ()enni sulla vita e sulle oper~ del mrdico trentino ~ 5E~~~~,~~.~tista Borsieri ~1_1'25·1!8_5)__.. . =-La prima celebrità trentina nel moi:do me~ico dei tre ultimi secoli è certamente Giambattista Borsieri. . Nacque egli ha Cinezzano, terra situata fra Trento e Pergine, all'entrata nella Valsugana, nell'anno 1725 . Finiti gli studi liceali a Trento, stu iiò egli anatomia e medicina a Padova e . Bologna, con un'applicazione ed un fervore piu unico che raro, così che egli si meritò ben presto l~ stima illimitata dèl celebre suo m aestro Beccan, cui ancora stu:lente, Borsieri sostituiva nelle sue

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fre~uenti

assenze. J,aureatosi. n:l

~744 passò egli'.

dietro espresso invito della citta d 1 F~enza e per speciale raccoman iazione del Becca~i, nell1 an:io 6 in quella città come protomen1co e subito 174 t si distinse n ~1 combattere un'ep1i eln.la ivi :coppia a di febbri petecchiali maligne. A Faenza visse co~e medico di rione e medico pratico ben 24 anni, I

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SEZIONK PRATICA

amato e venerato da poveri e ricchi non solo della città, ma di tutta la vasta provincia, come ne fanno fede le molteplici attestazioni di stima e di gratitudine prodigat.egli in ogni occasione dal m11ni .. cipio di Faenza, dai più distinti personaggi di quella regione e dai numerosi amici, come si legge nelle lettere a 11ù dirette, raccolte e pubblicate dall'esimjo direttore dell'ospitale di Trento, dott. Emilio Dallarosa, nell'occasio11e che dai medici trentini si celebrò il primo centenario della sua morte nel 1885 perpetuandone la memoria coll'erigere a cura dell'associazione med ica trentina una lapide ricordo s1ùla casa pater.na a Cinezzano. Dietro ripetuto ed insistente invito del ministro plenipotenziario di Lombard ia conte Firmian . si traslocò egli, nel I 769, con sommo ramn1arico d ei faent~i, a .Pavia per a~s11mere la lettura di medicina pratica e d i clinica medica in quell'~iversità, allo scopo d.i farla risorgere al1' antica fama. Dopo qualche anno tenne lezioni anche in chimica, pel qual ramo della meèicina .egli mostrò sempre un'inclinazione speciale e in questo campo ci lasciò scritti accurati sull'analisi del latte, che gli procurarono gran nome anche all'estero . Come insegnante pubblicò diverse opere d i poca importanza in confronto alla g·randiosa pubblica .. zione col titolo «Istituzioni d i medicina pratica», scritta originariamente in latino e tradotta poi in italiano e in d iverse altre lingue. Ma egli non fu soltanto meòico pratico valente ed instancabile e maestro id olatrato dai suoi scolari, ma ben anche cultore delle muse e della letterat11ra bella e fece parte dell'accademia dei 12 scienziati di Faenza, nota sotto il nome dei Filoponi, scrivendo delle pregiate elegie latine. Lavorò p11re a Faenza nell'archivio della città e a Pavia fu per volere del cardinal Borromeo npminato lettore accademico del rispettabile collegio dei Borromei. Egli fu pure per 3 volte (1772-73-76) rettore dell'università e l\faria Teresa lo voleva d ichiarare rettore perpetuo, onore che egli per somma modestia e per non suscitare l'inviè ia e offenèer l'amor proprio dei suoi colleghi rifiutò con insistenza. Già da anni malandato in salute per continuare nel suo 11fficio con quella diligenza innatagli, cedette finalmente alle insistenze di Maria Teresa, che lo volle medico di suo :figlio Ferè inanè o e della moglie Beatrice d'Este, e si trasferì nel 1778 a Milano come med·ico di corte. Ma anche qui non trovò sollievo ai suoi mali, chè la malattia d i reni, che da anni lo travagliava, ' andò lentamente peggiorando e nel 188 5 lo trasse alla tomba. Prima di morire ordinò che il suo cadavere, per esser utile anche dopo morto scoprendo la nat11ra del suo male insolito, venisse sezionato. (20)

LANNO XXVI, FASC. 48J

Il risultato della sezione è contenuto nel manoscritto della sua vita, compilato dal figlio Virgilio. e conservato nella biblioteca civica di Trento, Di Borsieri si può ben dire che fu meè ico, :filosofo, chimjco, botanico, anatomico, storico, antiquario, numismatico e poeta, mostrando egli interesse sommo per ogni ramo dello scibile umano. Tmentto.

P. SEMBIANTE.

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. •

DIAGNOSTICA E SEMEIOTICA. Metodologia della diagnostica medica. Slotopolsky (Deusch. 1vlediz. Woclien..s ., 1919, n . 36) osserva g-iu.sta.m ente che la medicina moderna JJJOln h.ia a111J00ra un.a siuia metodologia : men-· fu-e la ,1Jeanica d·ella dia:gnos:L medi ca va ra pdda~ mente perEezion.a:ndosi, af:fi.nan.dosi con daiti critici ied iaJna.Jd,trici, lra .sua teoria ·J.ogioa è affatto. tmscruraita. Chi fu urna dii1a g.n10:si .segue, è vero, cliretrtive logii0he~ ma iniconsci0mente, ligio ad UIDia tradizitO.lle mentale e ad un istinto metodologioo, non ,p er 1UJ11 si1stem.a tko abito riazionale. La dia:gnostica ci offire abitualmiente come differienziati il oriterio c11nico e l'anatomD!patologioo : orb,e n1e, è già questa u.na disti!llzione imprecisa. L'un teMnine non esc1ude l'altro: la diag.nosi clinica (ossia su1 paziente iin vnta) ti.euie p urr oonto di va:ri elementi anatomopaitologici, e sopraitutito 111e1'1a medicina cto.5iddetta cc esterna». 11 oo1lJCetto di clinico è aissoluta·m iente spostato, da quando .si confond,e ciò che è tecniica da ciò che è metodo: di fronte .a!Jila lQgica razd.on0lie, ]e antitesi « clii1nic-0 e sperinniemrtiale », opp.u re « clinico e pratico» sono dei nonsenisi. Valga un esempio : 1(111a.orcliè l1e :r·eazioni del1re p~ipi ti1t1ie dimoswarono i&peciiai1i affinità c-himic.he tira il samglte diethl. 'uomo e quello dei primati, si proclamò subito ,____e 1l'~d'ea p.etma1nie .t utt'oggi - che la pairentelia :filogenetica ·t ra l 'uamo ie Ja sciJilJtnia tro\".ava in oiò Ull!a dimostrazione spe·ri nie'ritale. I.n rea~tà, non .s'eira fatto che aggiungere aLle molte .p rove aooitomkhe <lii talle parentela una i·n teressainlte prova :fi.15iologica ed il metodo con cui la si era ottenuta .n on difieriva dal metodo anatomico. L.a di:ffierenza era meramente tecnica : qrua s.i .lavOliaJva oon la provetta, là c-0n bistt11ri e pinze, ma ii11 .aanbo i casi s.i era segu1to i~ metodo logico comparatitvo. N11lla vi aveva a che vedere il metodo sperimentale, che ipresuppone isolamento e variazione di condizioni.i biologiche per iscopnitt-ne J 'affinità funzionale. La differienziaZJiooe moderna fra diagmos.i cli1


{ANNO XXVI,

FASC.

48]

IL POLICLINICO

ni.che e anaitomopatologic·he è du·nque priva di valore ai fi:n1i del la metoclologi.a, e dobbiamo pa•rtire da al tiri pu uti di vista. Le scienze posi•ti vie possono afferm.are il raipiporto tra i fen,om1enri •1i:att1ra1U. im du.te di,1.ersi mcxli : ideologico e reale. È metodo d.deologùoo quiello che -ci fu ac0ostaire, p. es., Ja sc.arlatt~na ia:l ti.rfo, p.er·chè entrambi i1e io1~me morbose h.a1n.no un'eti101o.g~a ~nf1etti.va.

Dicelid.o in,r.eee : il ru,tnore sistolico dell 'i11suffici.enza 111it:raJdica è dovuto ial 111efl.tiss10, ,ecc ., eac ., in.o.i aff,ern1Ìla1111J0 ru n rapporto -reale tra. i due fatti (insuffi1cien~a e soffio), ossia 1

-un 11ia.pporto d'i·nterdipende.nza funziona.lte. Ne vitei1-e ch·e il biologo può 'Porsi due compiti affatto distinti da.l punto di vista me.todoik>gi.co : o esamiTha!re 111n c1a.to oggetto •natUJ11ale nei suoi ea<ratteri distintiv1, per poi 0.a.ta1Jogarlo sotto un concetto corrisponden.te; cxpp-ure investigare la -causa del fenomeno naturail1e in esa1me. Il p.rimo è ~l con1pito quortidia1110 del c t1ltore di b,ota!lllÌm -0 di 2'JOOl,ogia sistetnatica, il Slecondo è 11 nnetodo di &celta per .iJ1 fisiologo . .Oirb,en1e, il m€dit00, con1e diag.11i0&ta, deve 111sare ia-mb:o i metodi, a .s,e ooncla del oaso jtn dri;s.cussio11e. Lo ·p si chia.t ra, per es., <l·eve .segu~1re il n1etodo :1ogdco di1·.e tto <l1el naturia1ista, Ì'11vestig ando i caTat1:Jeri delila m1al1attia. e catalogandola 11iella oorrispo.ndente •c a:tegoria ic1oologica. È questa, secondo .1"•.\., la sistcniatica 1nedica, che si viaile dell metoèLo compairativo pt11·0 : <X>nfronto del conten.uto idedlogioo d'u11 con.cetto ltllOsografico coi cairatteri C0I1itingenti della malattia in esame. Essa è f.reque.nit:e ain-ch1e in medicina i .·u,tiera1a, e si estende a tutrt:e 1e dia1g :nosi me dtlia:nbe le q:waJi OO!Oi :t\Jna ,mera operazi.onie .tru:.'11lta1e di coanparavi{)llle 1ogioa - nod ri p,o rtira mo il cais o dn esame un concertto i,clieologiic o s~sterma,tizzato, ; iU q t11ale 1>uò ressier·e 1111on soltainto un coocietto si 11droa.nico (es ., sdnd:rome del Méniène, ecc.), ma aneh,e l!losog.r.afioo : malairia, ~rippe, e ·vita dicendo. Le diiiagnooi di1rette dehl'anatomopatoilogo e deg1li &p.eciia'listii di med:ici11a « esterna » s i ridrt.conio esse -pwre a q11esto procedimento. Afiaitto diversamente sta:nino l 1e oose ~er buona parte delle <l~agnosi dii medicin1a i111.t e11na : esse siooo itndirette, p1er il~ia.z:iio111e, e .promam.:a110 da wna vailurta.zLonie cau.sale dei f.attci. ri1evaiti con l'esame. Se, ip . 1es. , n'1esaime ha: din110s4ttrato f.ra l'altro, um rumore s istolioo su~la 1nistra1e ed u .n irinforzo del II todlo S·UJ1'1a p«:J1ttnio1ta.r.e, !n1orl infieriamo c1a1 cùue fattii 1'.esistieniza di 1111ia ii111isuf:fi.c~enz·a ;ini.ta.-alica, giiung.e nd10 ia.·11a d1iaguiasi .P & i111aizio1ne. Si traitta, in oostanza, non piiù di sd.stematka medka, ma di fisiopatologia. La sostanziale differenza fra di·agnos~ dirette e iindir.ette ha. u1n :notevoie iruteresse ·prat~co, quando esse vien1gat1J0 poste intra vitani. La drlagmosi 1

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diretta, i deolog·ioa, s is.tematioa pnesenta. Ira IIIUinima possi1bili·t à d'err01-.i: tutto stai n,e l .rilJievo esatto dci fuoomeui mocbO&i. Nella. diaglno&i indiretta, invece, Jia conc1usione può essere viziooa o ian- • P,QStSÌ!bi~e, e la .oosiddebta cc diagnooi climiaa )) '~­ ltl!Ìr lil.Oddrfì.cata o diimostirata ass11rda dail oottore. La 1nedi•ciina ii·uter,na, da ,'Rokitbain.s.k y e Skoda in poi, tende ,semp11e più a sostiibuire .le diagnosi id:eolo.gic.he ,p u·re, a ba:se di complessi sindro1nici, con <liaginosi d. 111dri.riette, per inf er1e.11za, a ~Jase d~ alteraZJioui 011ga:ni1che : dia ciò le crescenti dti.ffiroltà che il m-edi<.X> internQ clieve s1uperaue. U!n 'accuriatia !éllnn.lisi de11 'atti1vità cliiag10iosrt:iiioa pr.aitiiea sembrer ebbe i n real.tà ·111011 gd.usti:fìreare la acoennaita recisa ,s ep•arazù 011e fra i ·dn1e metodi logici di diaignosi. Ocoorr.e qui sottilizza.re un poco. Chi mf.eri.sce la diagnos.i di vizio cia rdiac o, di ta·b e, ec.c. (diagn1osi chre. pur1e ca:ootte.11izziam10 oome ao.nc.J usl,·e), non ha in rwltà tratto ialc1una. ronclusi•one, ma solo eaitailtog·ato il Cl()J11ipl1e.sso .si1ndromiao risoontrato i1n quel ·pu·nito della rubri.ca ove è uin concetto idieo11ogico c·h.e \ ri .corrisp011die. In tali casi, gli s ia o 1non gili sia .r11o to il 11arpp1orto fu;nzio.11ale t.ra s i·I1Jtomi e m1ai11atitia, il m edico eh.e ponie la. diagnosi segu,e evidentem~rute questo ordd.ne di pensieri : a s in,t omi da me 'fiJevati oo:rrispondono alle caratteristiche dell;a tabe : d11nque il malait.o è u1t1 tabebico. Che diffierewa allora tra q ues,t o .gi;\.ldizio e quello che· dicemmo diiretrt:io, sisternaitico? &oo : la tabe, per fil medico che la diiagnostica, :non è u11ra .se1nplice parola, b:e11sl .c,o otiene tutto un concetto .a1ruatomopatologioo. Dwnquie, il m,edico, così facendo, 1·wbriiea sì d si1nl1nmi iri1iev.aiti s,o,t tot u11 • con;cetto sisitel11Jartnco,. ma il 001ooetto è quiell,o di (( feniomooi coniSe:g11en.ti a11a tab e ». Ed è da questi fen1on1.e ni eh 'eg.li (l ev.e app unto i.n seoondo tempo inferire lia di1agnosi di ta,b e: eoco che urna. i.n.flerenza, ,u n giudizio 1111di1ietto è, in ·u ltima 01DJalisi, sempre presente niella SUJa ·d iagn1osi . Che queste diffet~enze 111 on sian10 sofistiche lo dimostra iù. fatto che idenrt:.iai renom.eni morbosd n•on s empre <krivano da identica m a.1aittia, taJcliè il oon,a1udet"e eta essi 'l)UÒ .Ì'nd urre i.n erirore. Vai1g1a UJ11 esempi,o. Irn 111n 1eu'OemiICo, in1 cui l'e·nor.m1e tUJIDOr dli m1Jlz·a ha rnotevo1mente ridotto ci.il aaivo pliet1rioo si·nd•&tro, l'esame del pert:to dan~à : fr.e miibo vooa1l1e ,dJi miinui1t:io, otttisità assol·ui:a alla b 3i&e Sli1n.ist11a p01Siteri or1nente e :iiello spazio di T.raittbie , r.es.pino ~ndeb.olito, oss1a tutti i sin•tottni d'una 1plewrite essud1aibivia sinistra [e Uia mobiilrl.tà diei margini? - N. d. R.]. Se dwnqUie, iin quiestio caso, voless imo raggm1ppare il comp1esso siutomatico ,risC()ltlttaito semplioemiemrt:.'e sotto iiil oonreitto di « pleurite », c.h e appa1

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renten1.ente vL corrisponde, com.metteremmo

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SEZIONE PRATICA

grave errore di·aJgDJOstico, ad .onta del corretto prooedimento 1'og~oo [non ~or.retto, .mancaindo il da.to fondamentale .del oom.1)0flba·m ento diei margini pol• mon•a ri .n el J:lespiro. - N. d. R.]. La stl.ntomat'Ologia riscoutrata risponde dt1n.qu.e 1110n aù concetto di « pleurite» ma al ooncetto di << fe11omenrl consegu.emti alla p1et11tite »• La diagn·o si di ·pleuxate può dunque ·- intra 'Vitam - esser posta soltanto per illazione : 1a cliagtnosi diretta, id1eol-0gi0a è, in ·t al caso, solo aippa.rentennente possd.bi·l e. Conol udendo : 1e di ag.nosd c.li·ndche, dail pUJnito di vista 1ogico, possono dis.tinguersi in: l) dia·g n·osi ideologiche (diriette, compau0Jtive, medico-sistematiche), tra ile q.t1a1i va1n ,r ompresie Je diag,n osi iainatomo-patologiche ; 2) diagnosi causali (indireit~e, conclu.si;ve, fistllO-patolqgiche). A questi due .prooodimetJ.,ti men.talli si possono rioondunre 1 metodi rnon .solo delta diagnostica medJica., m,a dell·e si1ngol·e scienze bio.1-0gkhe ; tale sig nificaito hanno appunto la biotattica e la biofisica di Tschulok, esposte 11e1 suo vol·u me « Il sistema a.e lla biologia :uelLa dott1"il11a e ,n,e1Ja ricerca.». RuscA. 1

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1

(ANNO

4_uale la pailpazione addomina1e viene eoogwita sovrapponendo s ulle dita della maino simistra rrementi su~1 'addome, quelile della mra:no destra. Tale metodo, ;p.eJ. primo seg,nale.to dal CampMli nel 1914 col m'Ome di palpazione 1nedi.zta, rende ottimi .ser·vi1gi nel caso di addQme volumiltl.OSO, a pareti spesse, 'O contratte o co!ll pressione i;ntraaddomina.Le notevole, 'Per cu:i. s i richi'eda di af-

48)

MONTELEONE.

La i'emperatura della cute nelle malattie addominali.. La temperatura superficiaùe della cute può venrire dietermioota, piega111do la pelle suJ bu.lbo di un ibermometro ordinario, e facendo la 1ettuira dop·o tre mi·nuti. Bisogna sempre !Patago~ i due lati opposti. Nelle infiaimmazioni ch.irurg:~ieh,e dei vi1Sceri add omi,nali (eooettttJatone iJ rene), 'llion vJ è eJe~.ram ento di :bemp,eratura d.e11a pelle soivrastante. Nelle in:fìammazioni :111niJ.a.teirruli del rene, vi è spesso un elevam ento looale della 1Jemperatu.ra. Nel 74 % dei casi d1 i&upp11razione renale, 1a temperatura del ù.ato affetto è più alta che quella d.el .1ato opposto d1 ci.rea lf 2 grado (M. E. Alexander. 1Vew York nied. ]oitrn., 21 giug.n o 1919) ~ Niella tubercolosi renale, in stadiio a \raJtllJàto,, la temiperatura cuta.nea può essere più bassa dal ~

1

Lato

affetto. Nella diiagioosi delle affezioni su.ppur.aitive dei 1-eni, la rioerca del1la tem pera.tuir.a ctttam€'a può d11Jnq,u.e essere di qiuialche aiuto.

fil. La diagnosi delle sindromi dolorose nella regione

della elstlfellea.

La r1egà.:one anatbolilllica circoscritta d·an bordo oostaJie, Ja paraisternale destra pr()lungata, la ottnbelica1e trasversa, la linea a:soollare deshra, è sede frr.equente ·d i dolQtli cliie possono esser provocati da Jesi.orni del.La vescica e vie biliari, del pi1.o ro, deJ duodeno, d1ell'ia'llgo1lo .d el colon, d1e l rene, del bacinetto ed origine dell >ur,e tere; i.nfìn1e ila affezion:i dello scheletro. f ondru:e le maitlli oon un certo s1fo rzo. Secondo il Parturier (Re·ziue de Chirurgie, 1918), L ' . .~. &i frerma a dimostrare le r.agio.n i psicomeccaniche che debbono fair preferire quie sto me- • patrlano per una localizz.iazione ail oolon : la sup,e rficialità del dolo.re, Ul1lJa spostabiUità :trasvertodo alla palpazione tlltlJi.m ianuale. Daitio l'affatica.m.eiruto, data la co.11fusione, p er 1UJt1 cumulo di sale e da11 'aùito ail basso delil 'orga,no dolenit:e, la possibilità di deterni.iona:re onde di peristalsi che Iunzioni motrà.ci, sensn.tive, inte11ettUiali, eh.e con questa si doetermina, si oompreinde i.1 vantaggio si protpagaino da un segm1ento all'altro del colon ed :il fatto di potere appTezzare sotto le m"l!ni che che si ottiene nel lavoro psi'Chico più coa:niµlesso palpano contraziorui e rilasciamenti delJ'irnitestia:io. del giudizio semeiolog.ico sepatrailldo con 1a palLa diiagmosi tra una afiez1one vescicolare e la pazione a due main1, ao sforzo muscolare (com 1a ~dirome piloro-<luodeniale è ·p iù difficile specialri.spettiva sensibi'Lità o coscienza n1u.scolare) dalle mente per il ri:sen.timento reciproco del fegato, altre fu'llzioni, la pei-cezione sensitiva. dello stomaco e dell 'iintestino in les:ioll!Ì di amVolendo riassumere .le argoment·az,ioni che debbe<lue g.l i orga.nd. La constatazione die1 dolore bono far ,preferire la palpazione addominale a mallii sovrapposte su quella comune o diretta , ~nspira~rio p,r ovocato dovrebbe farci propender.e per ll.l.n a lesione vescicol~re. Tail e fenomeno si ad ttna 1nano solia, 1'A. affeima che àa ;ragnone di ri00rca affondamdo l '1.11dice 11e1~a regione c itstica tale preferen7Ja è la stessa per cu1, 111e11a es.pe1

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FASC.

rienza co.mu·ne, iaùle conferenze, a souola, a teatro, ecc., si aisoolta e si impara di più SIÌJaJJ.ldo oomodaimenite seduti che rimranrenrlo irn piedi.

La palpazione addominale a mani sovrapposte. È cosi che .il Boeri (Rifor·ma Medica, 1919, !tl!Umero 41) chi0.n11a quel .p rocedimento medirunte il

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(ANNO

XXVI, FASC. 48]

IL POLICLINICO

:fino a .prov.oca.rie dolore; se, :in·v itato i.1 paziente a falie una. profonda inispjrazione, iJ dolore s i acc.e11tiua, esso è d'origine cistica; se resta i,m muta.to è cli origine duocle111ale o pancreaitioo.. La Jioca1lizzazione alta del dolore (a 1ivel.1o della fossetta cistica) o bassa (a due dita sotto di essa) d°'rrebbe servire a de terminare àin qt1a,1e p0rziooie del duodeno risieda la l esionie. A tale scopo è però valido aiuto !lo studio d·ei segni couoomitanti: l'ulcera d·e lla prima .p orzione dà. più .spesso vomiti acquosi; que11a del terzo medio VO'tniti biliairi ed ittero; quella della terza porzione dà pittittosto reazioni 1-ntesti.n ali con spasmo, scariche mucose sanguinolenti, e talvoilita itecniesmo vescicale e .rettale. Favorevole ailla diag··nosi di •un'affezi<>inie della cistifellea è pure la. constatazione del punto doloroso firendco a destra, che si .r ivela a11la pressione .esercitata tra i capi del1lo sterno-mastoide.:> al disopra de11 'artioo.1azione sterno-dlavicolal!"e. Una 1esiooie gastrioa o duoder.iaile dà più di firequente uin pUJnto doloroso a .sinistra. Siffa.tte ricerche rnon sono posisibil1i durante iil periodo acuto se n~n in tSeguito a d u·n cliJStere Jaudaniz~aito che p ermette il ril•ascia.menrto delle pareti e quiind.i la di.sorimiinazione dei vari punti . e segru dolorosi. D. M.

TERAPIA. Il trattamento dell'orticaria. Le cause dell 'ortioa.ria possOllJO essere 1ester.n e od iin·t enne ; fra aie prittne si annoverano le pi11inture di ortiche, di insetti, l'az1on1e di agerubi irritarntti .i n soggetti p.11edisp.osti (nieurroan:'brirt:ici). IJe cause riJLterne possono essere date da m edicamenti (balsaimii«:ri, sa1iciJ.ato dà. soda, solrfato di chiniina, iarrsenico) , da a1imenti (latte cattirvo, molluschi, pesci di ma1re, fragole , alcuni forma·g gi, ecc.) o da disturbi o rganici divea:-sJi (mia.lari.a, febbri eru.tti ve, vermi intestiina1i, i\.5teri-

smo, ecc.). Conltro l'ortioruria da agenti esterni, basta sopprimere la causa. s~ si tratta di iinge.srtione di medicamenti, isi prescrir\Terà, oltre aùJ.a soppr essione dii. questi, u·n purgamte leggie.r o (everntu01lmente nei casi gira.ivi un emetico), dieta lattea e poi alimentazione J•e ggera, accompagnata da lassati vi quotidiani. N'llltt1eroSi· sono i medica.n 1enti raccomarndati . .' contro 1l'orticariia; essi però sembrano aign·r e p11u che altro su11a causa dell'eruzione. Appart.engono ad oosd il chiarino, il saliciiliaJto di ~od~, [,antipirina, Je preparazi.on1 solforose a.rsen1cali, l,ammoniaca liquida (r2-r4 gOC"Ci'e in un po' di 1

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acqua), 1'er.goti.na, lo istroi.a>n.t o, il cloruro di caùcio (g.r. 3 112 ail giorno .itn 2-3 volte). Indicatissimi sono i ba~ni tiepidi o caldi, alcalini, d'aitnido, con aceto, emollienti (tig.lio, ca:rnomill la), da farsi molto -Or.evi nei casd or<li'11.0lr1 e più prolUJngati in quelli cronici. Al~l'us~ita d:aJ bagno, 1 ' indiJvidtt:o si a:~it1ga dolcemente con biianc.h ie ria sotltii1e, s.p:ollveran .d o poi l1e parti affette co11 polveri d'an1ic10, cc)nt e11enti aci·dio &a~dcil:ico (1-4 %) oppur·e licopodio o taloo o bi1smttto Qd ossido di zinco (5-10 ?lo) co11 1a:ggittt!lta del 2-3 % di canfora. Miglior.i. ancova so110 le lozioni, ,preferibi1menlte ca..lde, da ifuirsi matti11ia. .e sera oon una spugna bagnata i11 acqua di .ma1va, di ·oamomi11a, di tiglio, ·di a mido, di aceto con o senza aiggiunt-a di ocq~ di Co1ouia (u11 0u cch1filo per og.rui bicchiere) . Secondo Jacqucl (.r.if. in Gazz. Osp. e Clin.~ ainno 39°, n. 7) l'or.ticairia è 1ll risultato iianmiediiato di Uill'eocitazion1e cut ainea e basteriebbe a•v\-olgene con ooton1e tma qUJalsiasi pairte affetta da orbicairia., 1per calmai.re complietamemte il pruri.t o e 1'orticaria. Sarà benie che .g li imdi:vrid·u ~ predisposti prendain:o le necessarie pr~uzioui per evita.ne iiJ rito!']]() dell 'orticari a , porta·noo vesti n0tn molto oalde 111è attillate, seguendo u·n regime severo, con ie.5c1usione di aloooliiai, droghe, ecc., evirtamdo la oos:tiipazione . e face11do uso di acque minerali alcalime. Alùa compairoo. di manifestazi<mi dispeptiche s i CUQ:'eratllDo .p referibilmJente oon fl·u oru.r o d'ra.mmonio (5 cgr. in roo eme. di acqua) pll"endenl(ione un QUcchiiaio a m età dei pa.sti. 1

1

fil.

Il trattamento del • prurltus ani

»

con la medicazione ionica. W. A. Rolfe (Boston, l\f ed. and Surgical f ournal, r4 aig. r919) pubbldca ·Una nota pre'\-enti,·a \SU questo metodlo, basata sopra 30 casi : esso merita. di ie,s.sere conosciuto largamente. L 'A. ha comiociato ad OO.Obbrur.lo da 6 mes.i, periodo di tempo oerto in.on abbastanza lwngo per ipronunci1C1rrsi sui risultati definitivi, ma suf:fic11ente per i1nd1cane i va·nrt:aggi. I quali risultairooo da run:a. parte .nel-la sospemsiK:me del dolore, d011l'ialtra aJJel migùioram1enito de1le condiz.iontl della C11te. L' A. ricor.da che l\1lllrmy ha patuto fissrure Ja etiologia idelLa m.aJattia, ri pOtli:andoiLa alto Streptococcus fecalis, da lui trovato .p .r esente :nrella quasi totalità dei numerosissimi casi esarni•narbi: EO'li usò anche un vaccino autogeno, che g.11 dclte buoni risulrtaiti ~1n 99 su r13 casi tratta.ti. Esiste poi :la so1ita. ou-ra a base di pomate o


[ANNO XXVI, F ASC. 48]

SEZIONI PRATICA

pdlveri·; 1'ttiSo del ra{lio e dei Taggi X (.DlOn sce"Tro di ,pericolii) ; ·la 'Ct.lJra ah:irurgica .dJell1a sezione dci 1nerv.i, la quale, oome si compnende daillle mod!erne ·v edµte su1ùa etiio1.o gia della mial01ttira, \U!On im,ped.isce le trecidiv1e ; 1l'~pp.licazione di t:iJntura di iodio per catad:oresi : ma poic.h è le ooliuziorui alcooliche non s01w elebtroliti.che, q!U€Sta lllOil a gisce che come diis:i.n{eibta11te &Uiper.ficiaJ.:e Jooale. La. medi?cazione io11ica ha invece lo scopo di fair penietr.rure .il lllledii1c ame.n·t o, .sotto forn1a di ~n:i, sotto la pel:le, 1a diretto conita.tto 0011 we celluil'e : a'llzi, a d.ifferen.m d.e ll 'd'!liiezione i'µOdlermiro a, deintro Je cellule stesse : essa quiindi ainUitu.tto ha unia •a zione ·più dirertt:a e più stabil•e. n nobo ch e gli i10IIJJi, li.b erati da UJlla azit0ne eliettrolitica su rmo1ti salii rmeta.llici, sp1ecia1lmenrt:ie Zn, Cu e I, haurro un p·rovaito v.al ore a1nitd.iSettico e possono rragg1uingere un utile scopo nel trat1tame11tio {Ùellle i·nfiezioni, qua1ndo si1ano i.rutrodotti per mezzo dii t1na corr.entre ieliettrioa. di vd1taiggio adeguato. Nel tra1ttam€Jllt-0 d.el pruritus ani, oon. la. medicazione io11iea, .può essere che si produca Ult1a sterilizz.azio.ne : I}' A. 111J0n ha pr.o ve definitive ail ri·g uard.o, mia ritienie ·ch1e oosì avvenga, ailtrr~tnJ€1nti 11;1on si ..~pi eghe11ebbe n,1 trui g.1ri.0 ra1nentro dclJ.e condcizioni diellra cwte. È certo d'altra pa·rte che :l'taiprplicazio.nie de~1.i ~~ 1 ettrodi non so1o è i111d-01ore, ma oon espon.e ial ·p:ericolo di ustioni o d iistruzioni d.i t essu.to. Ne.i ciasd p.airtiooJ.ia:r-me1nte ·refira1ttari s i1 potlrà co11nbiniare ,l.a medicazione ioruc.a 0011 11m au,to. ·vaiec1.ni0. Nei paz.i~ti. che fO't'mano questa priima serie 11110'll ·v1 e11ne 'll!Safta al01tnia 'Pomaita o lava nda antip1r t1ritica : solo .s i .insisibette &u1Jla accu1--atia pu1iz~a d·e1.le partii. L' A. ha u.sato un ia'.Ppiaireccli:i10 cqstruito pier 1 'odontoia.tria, al qurule apportò lievi modificar zioni. Esso ieons:iste im 'Un motore portatile , ca.paice ·di tra:sfOrtnk:'1:tie '.1a c.orr~nte strad:ale da 220r r o a que lila di 40 volit.s, m11·nito di milliiaanperometro. Glii el•etrt.rodi SOIDO : uino, l'in.d ifferente, di forma quadrata, di circa 18 cm. di lato, coperto di tlltl rel tro sipesso 1 om., ehe si bagna it1 iuna :Sol uzion.e 3 % di, cloruro di sodio, e vtliene appl:ioato soibto Ja na..tiica destra; 1'iaùtr.o, l 'ad:lt:ii V10, costituito da unia p~acca circolaire di 6 oro. dti diametro, anch'essa ricoperta di feltro, si bagna ldla oluzione medi~i·uale, e curvata ill1 modo da poter essere applicata nel solco fra le drue natiche. È 11Jecessario curaire ohe gli eletibrodi vengano applicati perf,etrt:aanenfte Sl\.t~le su.perfic.i da tratta re, per evitare penetrazion~ irr-.regolari. D'altra partle più larghi SOIIlO g1i elettrodi e 1

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mag.gdore è 1a .corrente che .p uò essere impiegata oon .m inor dist~bo del paziente. L 'elletitrodie alttwo, .usa.indo Wa. soluziooie d~ zi:nco, sarà ool1'eg1ato ool ,polo positi ,,.o ; mentre 80d'"à uruilt:o .ail :polo 1negativo wsamdo solluzioni di iodio, .p e·rchè ques.U> meta11o è respi111to dal pcxlo inegativo. I cas.i oon maoeraziane della •pelle ·v:ein:irero trattati prima con 2-3 aPJplioazionti <li 15-20 m' del·l 'elettrode attivo, ben impregnaJt.o con soluziooe 2 % di zci..n co : tinattamento p11elimi'lliaire che ha efiie:tto stimola!llte sttlla pe1le. Quindi si usò rwna soluzioine &i LUJgol (pìOllro atti.v.o neg.aitirvo), d;aippPi·m a diùui•ta ci.in 4 .p arti di acqua di&ti.lt1aita, !J?Oj s.e.mpre tnJeno diluita fi·n o a·d usarla pura. Poichè gli ~oni di iodi·o pen~.tmno .più profond.aanente e a una maggio11e .f·nequeuza che gli ioni di zirnco, il /tempo ,d i iapiJ>li cazii,0111e 1d011o ii0c1i!o è ridotto dieJJ.a metà. È bene ~ncomin~1.axe 1e iaipplicazioni con U'llla corren.t e di circa 2-3 milliampères, criescendo gma·d ualn1ente fi•uo a c11e il paziente oomiincia ad aiccusa11e .u!lJa sensazio111e di ca1do, man.tenendos~ gllindi al ieli.s.o tto èLel così detto p11n1tio di Ìlt'rid:.a1

z1one.

I casi eion cute secca, .ispessita, pergam.ienacea, • venn1ero trattati fin dal1'inizio oon .solttzione cli iodio ,d iluita, cresce11c1one :poi g.radualmerut:e ila <:-011Céntmzio111e. L e :appilicazioni ·vainll!O ripetute 1dtùe vo·1te aJla settitp.runia, e meg.lio amicora. tre ·vd11te, se la rpelle non m ostra. segni di iirritazione: à.1 ch e è da evi,tJairsi il più ipossi1bile, o i&~iando le aipp1icazioni, o .usaindio s oluzioni più 1dJ luite. Il 111ru.meiro delle ~p.p.1-ica.zi\()tli varia oon la .cronicità. dei caisd : qu€illi ~he dttTan10 da ·più tempo rricli.iedooo un, :trattamento più ilung-0. È poi bene 0011ti1ruuare la cua-a per due 10 twe .sertitimarue dopo 1a .soompa,rsa del prurito, m·a ron u,11.:a o due ~plicazioui a;lla settimam~. SEB. 1

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11 trattamento dei geloni.

O. L. Levin (f ourn. 1.1.'ni. med. Assoc.,

marzo 1919), ha usato con ·vantaggio i •r aggi ultravioletibi : iù trattamento consisteva niell'esposizione delle parti per una di~ina di m~nuti, ad U/l1a Lampada a va·pori di mercurio, tenuta a 25-50 cm. di ddstanm. In 3-6 sec111te le l:esioni era'llo guarite. Il metodo dovirebbe entra.i.re 1t1ella p!l"a.tica. ,r bttoni effetti di questa cura .so.no probaoolmenJte dovuti all'azione diretta dei raggi sui vasi periferici e sulla. corrente sanguigtna ; azione di cuci. si comprende i,l berefi cio q uaindo si pensi che i -raggi ultravioletti hanno effetti prevalen~einte chimici e ch1e i geloni co11sistono in un. enit:ema che si ;vil111ppa itD. iindi vddui a ciircolazione tperife22

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IL

POLICI~INICO

quaài 1'.t\..., 1.u ngi .dal trova-r e i ,·itJ.rioiui J1el s.olo. toiie. La <CUffi i:ndicata da Le·vi.n p1uò essere ia11che prev€1lllt~va e non -esclude 1e soli.te cu.r e ·1Joc.ali. Ricord.i'MJJo fira queste, q111.e11a i·ndica.ta da 1Camescasse (Bull. 11iédical, 1918 sett.) , che 00111Sis;te nello speu:nJella'!'e 1e par.ti amnna:lléi!te, d ue v.O!lte al g:ior.n 0, con so]uzi1011e .di a cido ·p icrico (cg. 50 in alcool e glicerina, a.111a g. 20) . Si las cia seccaire a.ll'airi~, asciuga:ndo e1·e11tool11i.e111te s olo d'Olpo 10 miint1ti. Fino diall1a seco·n.d a spen·nre ll.a.t ura , s oom. pa:re .il pruriito, e cedono il rossore, 11 gonfiore, il dolore. Le eventuali trlcerazio.ui si .t.ratta110 iin seco11do t ell\po con po1nate alla l.a.noI.i:ua,, o C'on pasta a ll 'ossiido di zinco. 1

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r. s.

Nelle ragadi ed ulceri anali. 1}~nia

parte di jodoformio e tre di s ugn.a. Se ne spalma u11 cili1ndret•t'O dii filaic cia e si ri.introduce nel retto 2 , ·olte al gi or110 e dopo og·.n i d,efeca•

r. s.

Zl'Olle.

IGIENE. Recenti ricerche sul colera.

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quaili .J 'A ., lu.u gi dal trova·r e i ·vibri0111i nel SOilo. ca111aile a.lrimentare, li trovò 111ei polmoro.i, ù.1tel fegarto, ·n!el miocardilo, nie.i reni, .uellla vescica, !l.lcll :;urina, n.e l oerv:ell,o ; 1paa:-.t ic101laru.nen1te f11equent e è iiil :reperto. dei v ibrioni iU:ella bile (80 voilite su 27r autopsie), taJ1vol't:a con evidiemti s~nii. di' col1ecist~ite . Ed è ia:ppu.nrbo nellia b~ilie che :iil v.i1b ri01t1Je co.lierico può viviere ia lu.n.go, probaib1l:mente :per anni, i 11 'tlln mezzo ad.a.t to p.e r 1a sua 111utriziorue, se1iza .La cru1<eor•r e.n za di a ltT·i mi1cr0io1~ganismri. {piociianeo, 1p rotieo ed alibri) che ool 'iirutesti.D.o lo sopraffa.rebbero faciJanente. .l\. q uesito fatto via .atil:tr.i1builta 1a difficoltà di itro' 1air.e i vibrioni 1nell 'esan1te .delille fieci d1ei p.ortat ori, ~he '.1i elim~nano LSolo illlterm.iittieinteme'!J.lbe. I i11 'llin caso 1 d ell 'A., i1n crtti il e fec.i wn.nero esami11ate 41 \.nllt!e niel dteeor.so di diue mesi, si tr10varo.uo i 'ribrioni solo sei volrte a di.sta1nza 31nche di 20 g.iorp.i. La pe1:1s·istenza dieù vi·br-i1o ne oolerico· oo·la bile è .stata dimostrata aro.che siperimenftrulmeln te i 11. .conigli, urn a.n•no do.po c'h e a v.eVlaJn o 3·i cev.uto 111n'ici!ezionie e11dovenosa di ooJ.t rura {ti colera . Mentire ;poi ii vib-rioni si rbrovall!O così dissemi·11ati. im tutbi gli organi, Je ricerche di gra11 1)arte d1eg1i aUJtori ih:anno daJto p1e r il 1sain1g·ue ri1s u·l1baiti J1 egati"'\ .i : non sa•rebbe quiu:i.di :itmproba,b iil e che i ·vibrioni V"E'!ll.g:a:llJO itra:spar.taiti da,11a conr~nbe l.ijn f.atiica. Il coJiera dov1iebbe q ui1ud i, \ 1 enire CQtliside.r ato co1ne Uln 'inf.ezi.on e generalizzaiba1, oon ipun:to di partenza ,11el ic~naile ialimen.tairre. La priesenza dei v·ibri<Yni niella biJe e la necessità di .m odificare le vredutie patog.eneitich:e suJ cp)era, so.no g.ià !Sltate da telDtP.O affermate da l Sacnarelli,, ohe -sUllla patoge.n;esi del e-olie ra ha f.orlilJUJllirtJo wnai rtleo!ria, sufliragata d:a 1aagh·e esipierirenze .sistematiche (icf.r . A 'nnali di Igierie, noveimbr.e 1916, diicembre 1918, gen1ruaio e 1nairzo 19119) . I vi.b·riJon.1 COJon si 110oa1izza,n10 primitivamenrte 111ei1ll'd1wtest1tno, ma vengono :i'n prilmo terrupo alSISOrbiiti dia.Ila mucosa orale, fo,r se diaa tessuto li·rufat'ioo tonsillair-e, sono poi rtrnscillJati da1ll:a cirooJ.az1bne g1ener.aile e findsoono :00n i1 localizzarsi niel:l a mu,oosa .i1rutestiinale, c he 111appresenta 1a Loro· meta ed ci.I loro n:aituT.aile emuntorio. Tale loca1lizzazi01n!e si mainifesta, iin determinate condizioni speriimentali, 0!11J0he tSe i 'Vii1b rioni vengono i1nrtrodotti pe.r viiia iendo\nenosa.. Nefilia oosì die tta p eriitoniitle cole riaa. dellle C<llviie, · si o.ss:erva ilru ipriltDJ<> :tempK> u·n a vrubrionem.iia .iinteJ111sa e trans i:tloo1Ìa, ed in· secondo tempo Ja localizzazione nell'imrt:estiino, che porta a.O.lai ll10!lte quain<k> 1'~rufezrlone peritiQ11ea11e oombra grl.à domi:niaita o gu.ari:ta del tutto. A.n che la tltllllga. ·p ersistenza dei vdibrioni, i111 co1 tum pura, ne~le cistifelJLee era. gtià sta1ta dimos trata speriment.a.lanente dal Sanar~lli. 1

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E . D. V/. Grerig (Edinbitrgli n1edical Jour.1ial, luglio 1919) dopo ,a ,·ere oss er,~ato che g.lci. iinter,·aJli fa:a le epidemie colet"iche i11 Europa si s.o no se.m1pre rve11util riduc e1l!do, con .J 'a·u1ne11.t are dell a raipidità dei mezzi di tra,s porito, ia cr:ile\1are la grarvirtà di itaJle ·m1alvattia i1ell·e I111'clie, d ov-ie essa ·n el peri.rodo 1900-1912 hia cagionato ttna morta.Jàtà ainnua ,-ariaib11e da tllll mirnjm.o di iI93 ,457 (·nJel 1904) a d U.'11 ·massimo di 850,984 (·nel 1900). l·çi la diff UiStione del col~m è maintenuta. specia:lme.n.te dai .pelJ'egri11aggi, che lnettonlo in mo,~].miento ui111a ,maJssa eno1·,mJe di per.son.e : sii calcolia che nella s o1•a città di PuTi, che oonta 50,000 abtl.ta:n ti, fos sero •presenti, m!el g:ion110 dclla f e.sta , 300,000 dlndi.vidud. Da rice.r chedelll'A. ri1&ulta che il1 30 'J~ -dci pel1Jegri 11ii i:u 1ta)ie c iittà albeflgava vibrion,i colerici . .Si c.on1pr.e11 de che ta~i d1ndividui, ritomarn.do d111 breve tempo tai Loro villaggi,, in girazia de11e r.a.pid!e con1u•nioo.zio11i fe1u-0ivia.rie, vi costirtuisaaioo ce111tr.i id i ·r i•11111.o\·ellate epide.m ie, che poi ,si diffondono p:er i11 .st1tccessi,,.o spositaane.nto dei oonva.1esc.enti. ~ dunque 1' 11101no ch·e ha Ja massi.m a paitie nieL1a. diffusione d'el co1€ra e ooo Je relaeioni del vibr.ipt11e C'Olll l'uomo, più ohe quelle co n • l 'ainhitente ester.nio, c11e posso·no ill1111ni1n,aire 1'e·J?idem.iok>gia. Tnit:er~sainti sotto .tale rpun.to .di ,-isrt:.a soin.o ci r isultati d~ nttmerose auitnpsie di colenici, nelJie 1

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SEZIONE PRA1'ICA

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I,a reazion1e dell 'org·a11i s.mo a·11 ::11,·asi.one dei "·ihni.oni è dimostrata ctaililia p resenz:a di a.gg1luti111i.n e 11el sangue. diei colerosi' ; esse .son.o a1d alto 'titolo (anche verso r/1000) nei oasi a .p .rogin.o si fausita., merut1·e diiscei:iidono praitica·me.n.te a zero in quelli c he rtermÌlla!l10 C011 )a 111 0rte. 1

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L 'irmporta1n·z.a di trutte Je rioer.che .aocen,n.albe l1JC>111 ;è solo teorica, ma ancb1e pratica, .percl1è 1111.d ica che la profilassi td.ev.e sopratu.ttio U1Ji1~a:re all!a ri1oerca dei porrbator.i, che pass on-0 trov-arsi appa1"enitemente i1n pien1a .s aJ111:Je, ed a1l l1oro is10J1aro1e1'1tio. Sono iprincipa.l men.t e tessi', che irn.q uin.a·no J 'a,mbirei11tie 1estei"n10, .Ì'll aui d.J vibrione p rerò ·vive dr,ffi0il1m1enite. Le esiperiien.z e del Gtreig, f·atit:e {a diifferienz.a di .quel lie .a11teoed.enti) «~1oi vi.b ritoni emie ssi con l1e feoi, d~mostrramo ohe q.uieSiti sono m ·o.lto meoo tresisten1ti eh.e quelli .pr.ove.n.i.eniti da colture E: iehe pu1 r ibrQvaindos.i i•n q'll!a1111ti.t à di 2 mili1rurd:i per om(: . , .saonipa.iono in 3-s gior~ni dal!11e feci stesse manten1ute a ite1nperatu:ra ~mbi1enrte . L.a re.sis.tienza 1è .alqu.a11ltb ma.g.gi.ore (fi:no a 7 g.iiorni) 11el1e s t a.g·ioni r.e.la.t i v-.a1111ente f1reic1Jd,e (ii11 ge.nrnaio a .c ·ail.cutt:a coli itemperad:ittra ,n1Ji,nri,m a di 9°), c.hie ne'JJle calde (j111 maggio OO!lll m·assima di 39°) ; iin q .u ei p:aesi11quindi, i mesti più critiici sonio i mesi inverinia1li (i1tli c.L~ .la vi•t a dJei ·\7!Ì,birioni a ll'esten10 è più Jm.nga), c.hie pnooedionio .çti f.atto 1'a.n:nt1a.}e 1"ecrtldlescenza d1ell 'epid1emia 1co1eir;i1oa.., Ad og.nd. nwdo, va :tenuto ,p resente :iil fa,tto chte ·i'l vi1b rione co1erioo, :non iaip:p enia ab b.a:ndon:a l '1org·,ani:so.no, che gili seDVe ·dia ospite, incomincia a m1oni:re con gir.ainde 1·0.p ridità; è d1tl!t1qttie nel1l 'an11malato, 1111el portatore e netle s ue jmmedia1te vtliciinrciinxie che ·va più 11aten.sam1e nte oon,d otta 1a lotta . A. FILIPPINI . 1

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MEDICINA SCIENTIFICA. Insuscettlbllltà dell'uotno alle Inoculazioni . eon sangue di morblllosl. v\Tatson Sella rds (Bu.ll. of, the f. H op' llins H osp . ~ setteanhre i9r9), osserva che si è detcaito di determi1nare se iil viirus n1orbi.l loso esiste niel iSaingtte ciirit."l01ante del paziente, permettendo la itrasmissione della malart:ti a da uomo a ttomp per mezzo .die11a iinoculazionie cli1 sangue. I dati più àimportanti .al riguardo sono: r) La trasmissionte otte11uta. U.n due casi iriporl:aJti da Hekitoe11; 2) L'ii11s u0cesso i·u otto casi <::itati da111 '_i\. ; 3) I.l fenJOmeno clinico clell 'origine dell 'eruzio11Je n elil a 1)ar.té s11 perio~ 1 diel corpo, col suo g·r a-~llda:e\V

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duale prog·resso (che si completa in 2-3 gi,oa:ni) verso il basoo. I .&i:nrtomi dei d·ue casi sperimenta.li citati come posi.ti vi oon 1sono ~1nteraimente caratteri &titci del ti.po -clas.sioo del mort>il:lo. Sebbene Ja malattia s i.a p1o chissimo variaibrl.lie · nelle sue manif.eSitazionil. clinò.che, delle niette m.od1ficaziioni .possoni0 faci1lmente preSiein·ta.rsi itn condizioni speriment-ali. Per ciò che .niguairda i risu·l tati negaiti vi degli a.l;tui.i otto ca.s i, la pri11ci,p ale diffilcolltà 1msQ!1ge :nel1o sta:b:i;li1re, dailla storia clinica, la :susoettibi1li.tà di un atdulto a wna ma1a.tti a oosì generalmente diiffu.sa come il mor.bil1lo. 111 alcuni degli uicxmi.ni che v1enn1ei-o i:noctL1ati q ue1,la iera .stra·orc1i.n·aria1111ente nert.ta. L 'irns uccessio 11ella itraJSmissione diel1a mailiattia per mezzo de~l '~ni.ezione d1 saingue .n on iesolude l '.esiistenza iirel vi11UJS nella corrente oircoJatoria, sia pure ·i·n qiuia.ntità moc1erarta. Qu.a1chie ifa1tlto dimostrierebbe che qiuest~ individui· 'llJOlll sok> n-Oltl oontmssero ù'iinfezione ma vett·n ero aitti~amente d.mmUJnizzart:i dalla iniezione di sa1ngue : ta~ 1ipotesi presupip onrebbe, evidenrtemen:te, l'es,i:stet1za del v.itrUJs m.el sangue cilroolante. Certo l 'a.g1en1te ch1e ,pirovoca l'eruzione può aver.e aooesso a1lmieino tempora1neame.nte 1ruel1a c,or11ente s.ainguigna, prescit11.c:liendo ·diail fla·tto che l:a sua di.stribuzi onle a!Vv""enga per i liiin.f atici e per iil Sra111gue ciirc-0la nibe. L'origine oos.tante dell 'eruziQnie nielJa palllb: supea:iior.e .del oor.p o e ila sua esterusione •g traduale e ordrlmata vier:StO di1 basso è affattto .different.e daJ1lo svil·u ppo delle eruzioni in cui si sa che il1 ;virus è ddJStri•b·u ito dJal Slalngue ci:rrolaint e . Il morbillo origina come tt'lla. imfeziione delle anucosre 1resu>irart:oria ,e congi:unti1\;al.e e il vi.rus lllOn provoca ~nfeziollli ·me'bastatic·h e :neti vrlsceri. I~ 'insuccesso nel riprodu·rre la rmaJlattta con i·niezione oottocuit anea trova rits('otllt.d-o ·ool compor tame11to di ·pareocl1i ialtri mic1ioorgain.ismi de11 'aJlbero res.piraitor-iio e del canailte digierente. J.l viit'US del morb~llo per se .n on produce efEetlti griavti, ma 1lJU attacco dlella malaJbtiia pr0V10Ca una immrt:tni tà ben :niebta. Oon uin. .adegt1:ato isolamenit o del viirus sembra che 1potrebbe ottener$i una ieffetti\ra immu·nità attiva con un mimi.mo di dam.rnio .p .e r 1'org.ainiismo. Colnic1udendo : r ) La questione della itrasmissione dlel morbiililo da ·u omo a uomo, ron iniezione defl. sain•gue del ·paziente è completamente iriaiperta diagli obto e.asi niegiati.vi riferiti in· questo articolo ; 2) Tale iinlsuccesso nella. tira:smissi.cme per questa ,,ia non es~lude nieces.sa:riamen~ 1a possibilità della presenza del virus ipatogeno nel ·sacng.ue circoliamrtie; .alcu.n i fatti incliclreriebbero 1a :possi.bii11rtà di provocare UJna i mmunità iatti,..a con il 'iniezione del saing·ue del 1p aziente. SEB. 1

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f. \ NNO XX\l I,

FASC. 48]

IL POLICJ.,INICO

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TECNICA. La dlsinfezlone delle siringhe e degli aghi. Waiterhou;se (Britis1i 'n ied. f ournal, 2 ag. 1919) raicoomau1da a ta1e sieopjo 1'olio di va1s.el.ina, ch1e bolle a 360°; s·e ne riempie ·p ter tre quarrti ru111a provetta, sc.ald.ainrlo poi .lta parte s u·periore fi.1110 a che C011UJ>a:i.aini0 diti .sen10 a1l 1i1q ui<lo dellie co1··renrttl, ciò che i1ndi ca. una te.111.p eratur.a. di 150° : evie1n·bual, Jnente si ip.u ò conti t'1tta1re a11JJ00.r a it ri.s,c.aldamento. Pru si aspira i1e11.ta1ne1nte iù liquido 1I1Jell1a sicr:dn1g·a . fino a c he ,-renig.a 1111 contaitto crm ;tutte '1e p arti di ·questa. D.u rante iil a:iscaldannento, occorre stare attent!il per imp.edrire che J'olio di va1seJ:i1na schà.z1

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Z1 Vla.

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daimein.to più o meno i11a.11if.esto : \-erosim·vlme.n.te in viir.tù dellLe sosta:nze li.p oidi .che , d.isciolbe .ne1l '.estiratto ialcoolico, passaino poi i.u sospe11sicme nel mestr:uo a1cqUJOso. l\1a ciò n.cm rappresenta alcun inoonvienriente ,neihl"all-estia.ne.ntto delle W. R.; è ~enomeno che d eve :aiooo.der.e, e ohe non twnba affatto l'anda:me11to dellia !!leazione. Va da .sè che 1100. dev1 e aiggiu:ng,er.si d.i1riettamen:te 1'estraJtto ail siero : ma La opportru11·a di1uizi!One (in soluzione fùsàtologica) ·de111 '·e s.t Tatto alla opp1ortUina di;luiz:iione del s~ero i n esam.e ,e dei sifeiri di contro1lo. L . d. V. 1

(1070) Nella sifilide dell)infanzia. - -~11'aibtbo­ miato Ili. 4038 : ~ei fan0iulli affetti id.a ereo-lue o da sifi1lide acq.uisiita nei prii.1ni mesi da.I.l a nascita, quando occorra, oltre •l a cura specifica, ·p rescri\.·ere p.repa1rati :ricostituenti, l'a1r.senic.o trova :1a s11a ·1111etta in1clicazione. Esso può V1enia.· soonm~.rd.stra,to p e:r bocca, solo od ·a&sociia to ailllo jod1v, ns:an1d10 urna de11e t ainrte formale iin us•o. ·Qu.ando I ',età clel •paziiente e Jie sue oandizioni gienenaili 110 ·c ansenitano, si può somministra.re ancl1.e sotto for·m a di n.eo.,ars.enobenrolo ·p er ,.-ia endo\r.enosa, j,n d1osi, 1 1:atura11mente, aida.tte, e <)Oll le dlOvute c.attt el1e, per UlStU.f.rLirre così tanito del potier.e specifì<..'O qu.a11to <lel•l 'azio11e ri00Sltri.tue-ntc di q11esto ei.fioaicissi·m o rin1edio . V. ì\10XTESANO. 1

I \ 1aintag·gi. del metodo consistono tlllell.a ropidi:tà e ùlella se1nplici.tà, congiunte con La silcrurezza di U'lla. .ste11i1lizzaz.i011e co1nrpleta e 0001 1'assenza d.i og·ni effetto su1'1 'ago, c he ltllOn iairr.ugginisae mai, t"imwne ndo sem.pire pervio -ed utfilizziabile. fil.

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p.QSTA DEGLI ABBONA TI. (1068) La morfina 1iegli stati di agitazione dei ·Cardiaci. - .Ai11'abb. 1910 : Come 1M iackenzie consiglia nei « Principi ili .diagnosi e cura delle malattie di cuore », lia morfina negli S'baiti d1 agitazione dei cairdi~i, {; ottimo riJtnec:Lio, d1 effettlo sicurQ, sce.viro da peri.coli. Lai dose da u1s1a1re è d:i 1 /2 cgil".-r cg\f. ?& vo]ta., &e per d.m ezione, di 2 cgr. se per bocca. È p·r eferibille J 'lllso dieill 'iniezrone. La falflllaoologia cons ig lia di non olitt1epassare mai la dose dd ro eigr. di mortfina 111elle 24 ore, sommilnistraindolia per bocca ; nei cardiiaci è pru<Ientte ·n on arriVtaJTe ia drosi elevate, dm oon!Si~a.­ Z'ione ~p:eci'a1mente dleLa alteT~ f,unziicme irenal~. !~'esperienza in1seg·na che· 111no-<lUJe centign-a.mm.i dà mor:fìina in.elle 24 orie Sotl() sufficieDJti a ca·l:maire atnChe' ;Jie più giravi agitazioni; essa nlaltium.lmente può essere associata ad sedativi (hromruri), agli i.p notici (idrato di cloreillio, sulfiemal). ~ preferibi.l e uisufrudire di ·asisocia.ziionri. med~mm.ientose 0111zi clie di ria_O'O'il\lnQ'ere o rasenta1.1e llle dlosd • massime 00 di sommi1nistmzionie diel1a mO!ifi•nia. ~

t. p. (1o69) Sulla reazione di Wassermann. - Rispos,t a ia;1Jl 'abbonato 11. 2213 : Gli est:o:-atti alcoolici che Sii iUJSaino oome 0llltigeni .p er ia .ne.azione di W assermatm, si01no essd estratti di 1egaito s ifililt:dco, o di ouore Ull11.allo, o di cuane di bue, o di cavia, danlnK> .sem,pre, diluiti con soluzioni acquose, 1.Llla opalescenza o .i:nrt:.orbi1

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{1071) 11ig·esticnie di ltarza. - . L\.lll'abb. . 111. ro250: Natu!raJ,menrte La pr.esen~a 1nello stomaco di 1p·ezzi di ;g;airza i1diro:fi1a ·d etermi:n .a UJnia i.mbi1biz:ione dtl li1quidi irvi esrllste11:ti1; se i·l lorQ volume lll!on è tanto grande IJ?éllS'Sano di ,regola per 1'.iintestino e seg.u endo rill i00!1SO 1n-0rma:Le ·èlK:Ypo 24-60 o re venrebberto eld·m in.ati. Se .11on riie&0011JO ia sor.p assare il piiloro di regola provoca·110 :il vomito. La gastrosto,tnli.a .non, è :n1eces1sru:ia a menlO cl1e nr0u 1mlber\1en·g.a·rro ~ .siintomii id i s t€nosi d,e l rpiiloro 'O del duodeno. ~ o.pporit111 n o sommi1ni1stra;re uin pu.rgante. -'-\.. p. 1

Il fascicolo 11° (15 novembre 1919) della nosira

SEZIONE CHIRURGICA, che trovasi in corso di

stampa e che spediremo fra pochi giorni agli associati, contiene: I. Dott. G. Aperlo. - Necrosi totale dello clavicola secondaria a foruncolo del do1so delta mano. II. Dott. P. Calleetl. - Condro-osteosarcoma pyimitivo del seno frontale sinistYo. Dott. A. Sebastfanl. - La t'fasfusione del sangue nei suoi metodi più -recenti. IV. Dott. G. L. Colombo. - L e alterazioni delltt ghiandole sudoripaYe.

m.


[AN~O

IL POLICLINICO

CENNI BIBLIOQRAFICJ. (Non si recensiscono che i ltòri Pervenuti in dono alla Re dazio~).

1>. DESFOSSES ~t ·CH. ROBERT. - La sospe1isio1ie 11el tratta1nento delle fratture . - U•n '•Ol. di· 172 pagrune, V III, con 1r2 :fi.,gUire or.igina:l i e tavole fu.ori .t es 1:io. e ollection H orizon. lVIasSO'll e e .ie, Edit., Piaris. Fa:-. 4 + 10 °fo. 1

Il metocto de11a es t e1n1siou e con.tiln:ua ,e de.l]a sospensione, n~la cuxa ,d elle f·rart:t.ure . va, cOJtn 'è 11oto, sotto iJ nome di metodo a?1,g·Lo-ametica:no. Poco conosciuto ~·rima d1e l la guerra , trastSie da qtwS'ta occasione di la rga ies.perienz.a e dii 1rap~da 1

XXVI,

FASC.

48}

nente, ha offer.t o ttu campo prezioso d'osservazione e dd esp erienZie ed ha co·n.sentiito l 'app.licaz.i'On.e j i1 graud1 e del prooedimerubo, che nel diffondersi 1airgamente ha an1che co.nsegt1i:t o u:n grado drl rp.eirf ezio na n1ento i nsperaito. :\1iUJno, meglio del <lott. Blake, ohe inie fru ti.no cle i piroll11•otori, potev.a assol\ le·r e jl 001n.p~to di f.rur • oonoscere in m odo irapido, chi:aro e prec:iso, i l rDJetodo della sospensi one, irendendo un: servngio ipies.tim:a1bile ati .chirur gi dci. t11tti 1 paiesi. Qua:ra•nta :fi.g.u re niti·d e illTus.trair10 ia testo, 0he l'edito['e ~Iaisson i)ubblica in iingles.e. 1

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T. F.

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d~ffusione.

1ìt11tta,v ia mallJCasva nntO ad ora 11111 libro c.h e 11e desse un'esp.o sizione c.h1:am e comipJ•eta. Questa l~u!llta è ,sitruta 00:1.maita dai due va1ouosi autori i .q uali paterooo a icquista:re uin'esperienza senva p·r ec.e clenti 111Jel cc Centr,o dri f1raitture » { AutoC hi r .J 21 , di iretto da~ dott. P . Duiv.al), a1 qrua:le eramo actdetti e che era fo rni:to di u11 ri1acchii·nairi0 rriicchiissimo e modienno, ordi111ato e diStposto secondo ci.. dlettaimi ,dJel nIB·ggiorie Sintc.l ai·r , c.he i·u ,J »orga•n·i zza.t ore del metodo nell ',airllJJarta iin.gle.~e . L1 lii•b ro passa dm rivisiia, s istemaiticamenite, tutti i ,tiipi di fTattUJra e tUttti gli •a pp·a·r.eechi prùpos.ti per la sospel11SiOlnJe, i1D. ci1asou·n oa•s:o. N111merose fìg,me origi:n0Ji·, .p res e dal veri0, su.l posto, di,mostrarno aie[ modo ·più chia·r o oo e\·idente i ·partiieo1acri d1e i di versii procedime11lti te1

oru.,c i.

La chin:urgia civile {1el dopo guerra ba molitp da ,UJti!lizza.re dd questo metodo genial~ e noi oob1biiamo esser gcrait·i agli autoiri ed a!11'editore· di

q1u es'1:io Ma.n·u ale, ch1e dà ad ogni chi1ru.rgo ]a possibilità d~ cucr~ im moclo razionale e trilla 'lite una :firatt't:rt.lffa. 1'.

r·.

C. re VELTER G . Opli tal,1nologie de g·uerre. - Uin ,·ol. ii1n -16° dri 238 pag. con fig. e TO· t aY. fu.o ri testo. _i\. ~I.aloine et fils ecl., Parigi. Prezzo, Fr. 6.50.

D U YERGER

A.11'iiniiziro ,d1ella g·uerra, noin esi steva, si può dire, aJ.1cu.11a orgirunizzazi.one sp·eci1a1.e per .iJ. tratta1nrento r.apid·o e raZiionalie delile ferite oculami. T.rop.po sipesso ilia chirurgia oc.un are d'urgenza .consci.1stev·a trnica.1 nente in ,] atghe ex.ieresi ocuJo,p.al'Petbrali. Soilta1n to :i1n segu.ilto ,t al e .servizio si è ve111uto· p:e rfezi onia.ndo ed orgain,1zz"Cl!ndo sotto la ddirezdO!ne di persone competenti. Gli _.t\A., portat110 i'11 qu1e sto libro iil contniibru.to cle11a loTo Jairga es.p erienz:a peitiS-011aJe : essi pneconizza:n10 il tra:ttamen.to d 'urge11za, con l 'aisepsi p·iù scrupolosa, ciò cl1e 1)e•r mette rill più :spesso ]~ c onswvazione compl1eta o .parzci.ai1e de ll'origa n o. L,e operazionii si fanoo i111 g.en ere sotto runes.te- • si!a Jiocale (novooa111a r -4 %) : e s i terminano con s·ut111ra faitta i1n p 1nmo tempo. È i ndubitato che gJi. i:nsegillia:menti de'l:ta g111erra sarainino 1in graini p.attte app'ltica:bi1i nella pratica civiile , per J.a quale questo libro, nonostanite ia titolo alqu.ainto b.e11ico , l)UÒ fOlt'n~'r'e uibili i ndiica1

1

A . BI,AKE. - Fratt'ltre da arnia da fuoco delle estremità. - M asson ie C.ie, Editet1rs. Paniiis. Fr. 4 + 10 %.

}OSEPH

L '_.t\. è tenenite :eoli0ill.n ei1.1o d1el1 'armata angilioamericana ed è in quest.a sua q·ual~tà, ch1e ha potuto miettere iin pratica e ]a1'garrnente i51perittnei1tare il .mietiodo di trattaine niU:> delle f11iattwre degili art.i, ail quale ha dato il suo •11om1e, e cl1e in questo 'Piccolo volun1e, espone detta.g·liatainiente. Egli de.scrirve i s11oi aippaireccbi , i ,p a·r:bicolari de l ib.rattamento ied e s-pone il'esperie1iza acqwiSt a.t n durante la guerra, j1n un ospeclale spe<-:ializzato, l)eT la CUira delle :Lra.tt tl.l!e. Il metodo della sospctisio11e) conosciuto col .u o-

di an.glo-a11ierica·no l1ou era t.a.to ap1)t}d~ato .rigorosamente e s istematicamente s tù oonrtti~111te . !.,a guerra, che si è s,~olta appU111to siuJ con.t1111e

(28)

ZllOlll.

r. s. PUBBLICAZIONI PERVENUTECI. CoRSINI A~DR~A : L' « influenza sato. - Roma, 1919.

11

oggi e nel pas-

Interventi addominali per ferite d i guerra. - Napoli, 1919. MEI ALDO : Uleus tropicum genitalium in Cyre-

GIORDANO

ENRICO:

naica. - ~filano, 1919. LEO~~ RAFFAELE: Sulla formula lucocitaria dei malarici. - Napoli, 1919. OvAZZA VITTORIO EMAl'llJELE : Sulla lotta con tr<> la malaria. - Napoli, 1918. FERRERI GHERARDO: La difesa antitubercolare dal

punto d i vista laringoiatrico. -

Nap0li.,1919.


)

'

l .c\ NNo XXVI, .B'Asc. 48]

NELLA

SEZIONE PRATICA

~Y.IT A

1441

PROF.E SSIONALE .

Cronaca del movimento professionale. Pfr il miglioramento dei ltledlci f1ondott,I.

tora .]a co.11dotta piena, che c1t1esta deve eStSere abo1.! ta e ,c he perrt:•a:nto ·n ella a·tt11.a le revi.s.iane dei ca1pitd1<i!ti m.edci.1ci ISÌ 1d evouo adottare queg.l i opportu111i .p rovvedi,n1enti , se111pr,e prien1d endo bonari aciC)Où.~di col ,saini tarlo ettu.al e, chie va1lgaino a fare r1ent1narre q·u e;&to servizio n.e~l1a &tr.ettia 11ega11iità . . ...\.v~11erto che q1 u1a l1ora ,q ualic he .i.\·m mitl)i1Srt:raz1o.n e si dim.osbrléllsse riluitta11te, do,v rò provocare da1Jla Giiu.1JJt.a p,rov·i nciall e •atnmini·Sltra:t iva i provvedimenti di stia oompeteuza, a. sensi .d1ell 'art. 2zo dielLa legge comuil1laile e ;p~ov.l,nciale. Oon 1'abdlizilonte de111a. condotta piena, i C()lt]JJUJll.i potrainno inseritt:e .nei capitdlaiti uoo c1ausora ohe obbli1g hi ~1 mediiioo iaondotto a sobtostaire 1per aie viisiibe agli a:b bilelllti aid una 1tariiffa massimia, 1a q11JaJ1e, ove non veng.a s.poutaineamenite ooncordata tr-a medico 1e Comuine, pptrà esser.e formulata, a r.iichiesta della B!\efettuira, diall''Or.di11e .dlei Mre dici d.i questa provtinoia. Riaccoma ndio ilia mass.ima solleci:tudine 11iel tratibare. q'WeSitJo 1arg-0menbo cli.e sebbelll.le debba .essierie adottato con deùiberazioue a patite può es:s·ere tiraittarto oont.em.poraneam€!nbe alla rieviisione dei regolamenti cteg·Ili . i1D1Piegati e salariati 00111ìUJtla1.i. 1

·R;i1portiiamo ial rigiu.ardo Ja s:eg1u,e nte ci.rco1are <lel ltrefet to di TorittJJO .ai sintl:aci-die.lJ,a Provinci1a : 1

N elll 'uù.tima cpanite d el11a Cirroolare di qu1esta Pr.e1

fettuira del 27 IOtitobPe u. s., n . 27676, è ben chiarito il ooncetto che ai Medici condotti ufficiia~ sanitari e v.eteri11a1r~ candotti s.pebtano integralmente i mig.lioramentii tStaibi11ti per tutti gùi alrtri .impiegati oomunali e p.r<>\1 inriali e che ov·e tali mig:lioramenti 'llOtl ·bastais..~ro .ad ai.ssicUJrairne con.veniiienrbemente ,iJl servim10 :s ainiba:rio, le Autorità tutorie .p otranno ia/tlcora eleva1re i 1cdn1ipemsi per detti saini1bari a misu,ra :an,che maggiore; te11uto COl1Jto del.l1e potenzialità · del bilancip, 1d1e lle ~ar.ti,o olari es i.genze ·1oca1d. e 1d ella coesifste11Zta di ialibre fO'llti di :Iiavoro professi!Qnalre, e .ciò iiin cou.fo1in1ità alle ·dis~izioni d.ell 'artiook> 26 del testo Uinico 1d clle 1eggi Sa1tltarie 1 a:giostio I907, in . 636. Come per gli .i·mpiegaiti camuna li è pt1re fatto oh b.l:iigo alle A.1n.m inistrazioni com U'!l al i cli rivede.r e le tabel1e onganiche ecl i regdJ~me11ti o capitolat~ che ri1 g uardaoo il s.en1z.io ed i1l :traitt·amento economico dei detti saru.itairi 1neclioi cou·d1abti, .uf·ficiruli sa11itari e \leter.ilnar·i e s ono fi ssarti gli stessi termini perenltori stt tru}e revisiJOne, ·ci~ e ntro il mese di geu'l.JJaifQ I920. Tra.scorso iba1 l1e termiine, :senza che i Oomuni· vi .atbbiano •proViVeduto, ad essi .si s ostituirà ila Giui111ta Pirovi1ncial:e Ammin11J&trat iva, adotta:nd:o j· provvedimenti .riten.wti necessari ip,er assicwrarre l,a regolar,e oonti1·nu.i.tà <1el serv"izio. Natwral me11ite valgono a1nchie p'e r i sa.niitarii le disposizroni del Mi11isrbero dell'Interino date con circolare telie grafica de.l 25 ottob.r.e, .g ià i 11clidllta ll611 'u1tima .parte .c11el1a precedenite ·m ia ci.r.colare del 27 ottobre 11. 27676, riguardante .kli deeorreiwa ·da arttribuia-si ai migliorattnenti, t1a quaJe <lieve essere per 1 sa'!lita·ri non d.i wersa da quel1la !Staibiliita per gli altri impiegati comu1nall~. ~.el .pr.ocedere a111a revis,i one dei capitolati di .serviizio secondo ~ p11esc.rizi.on1 s opraciitaite, io raCC10tr1.ai111 d o ca~da­ m•e nte all1e Ammin1istmzion:i .comun1a li di se11Jti1re i·n pr.opos1to i propri sa1nita:rti, a1lo sQapo di 1~ag­ gi UJ!lgere in \'Ì-a b.o,n,ari.a 1aJcoomodam1en.t i cli reciptioco irnteresse e ohe r.enderan•no ass ai più faciilii e rapide ,]1e revisio11i dei oap i:tolati di s er1

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V1Z1'0.

Infine 'CLehbo aincora ricordar-e a qu el~e p cche Ammiinistrazioni comuna!1i, n~l1le qttali , ·ige tttt-

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Associazione Professionale dei Dermosiftlograft Italiani. Il 21 clicen1hre ,co1irente, all•e ro ant., .1' AssoC'i a.zione :ten·à in Roma, 11ei ùocaJi della crrinica l)etimQsiifi!l opatica (Pi01P..cli1niieo), g·enitilmenbe messa a disposizion1e .cla.1 pnof. Ducr,e_y·, una ;r~uni0111e, nielJa quale si ,s ,·olg·erà il regtiente ordi1ne de1 • gionro: I. - C1omu·nicaz·j,on.1 drelil,a PiresidieD.ZJa. II. - Relazi011Je del1l'attività svolta da.11 'Assoaiazion~ dal 1914 ail i919. III. - Rlelazione fÌ:nléllt11Zirurd.a e .p ropooba di 1a1u-men:to ~ L. 15 del.la quota sociale arnlnoo. IV. - ll'I. ·G ravag11a: « SuJ.1a profilassi de11e ma13ltltiie veneree. V . - Eliezio11e del nuovo Co11.si1gli-o dirett~vo.

A proposito di concorsi. .~ quelle ptùbblich e .A.mn1ini·s trazio ni ed Enti

J10:ca.li che, per moti \'Ì J11011 sen1·pre oonfessaibili, p11otra1gg.011.o i concorsi per i })Osti vacanti, ~ruid.­ cbia.1no ad esen1pio Ja D.eputazio11e Provi.n-ciale di Bres cia, la quale il 28 ottobre tl . s ., bandì i~ conoors o per u.n posto di 1uedico primairii 0 e per due p osti dà. medici .assiste11ti i11 quel l\Lanicomio proviin.ciiaile. Fra i titoli 1-ich i e- ti ricorde't'emo il seguente : 1

(29)


IL POLICLINICO

« Docunienti

corn,prova·1iti il servizio militare prestato dura'n,te la guerra e le eve1ituali benemert~nze c6nscguite ». . .

Agll Ordini del Medici. I nt.1ovi Co1nsig11 ammi1ndstrativi sono .rist1ltat.i oosì 00Il1jp00ti 1per .le Proviinciie ISOtito i udi cate :

Ba1dassairra FiJ~pp-0 di _.t\J.t a1nura ; Bufalini A n.g elo di Bruni, t esorier-e ; Lops Vincenzo di And·riia ; Pamsd1n:i Basq UJrule di Moilfetta ; Pal ummo N irolò di Bari, ~g·r·e\t.ario; SarrLelle prof. Ettore di Bari, presid·ente ; Servedi10 Giacomo di

Bari. -

1

Grumo. Caiciiai Gi:no; Menoni Oarlo di Giuncairi.co, ipresà.9.€!nte; Cairosd Amgusto; Fra:nci Ulisse di futiginano, teooriere; Sa1vesitroni Gtu.rido di Grospeto, vice-presidenrtle ; Marrzarno Pasquade d!i &ansa110, s~cr.reita.rio; Zepp~nii U·golitll<>.

Grosseto . -

Tori1io . - Aippiotti P.ier Giuseppe di !{ivo~1i ; prof. P..occasso Giiov. Batt. di T0rino; Cainbonatbo Luigtl. di .L\.osta; Rivarano Modesto di Lessoilo ; Gairosci N icola di Tor.Lno, presidetitte; Mosso Gia.ci•nto cl! Torino, ·t esoriere; Sain Pietro Ezio di Tori'no, .seg1retario.

IUSfO~TK

.l

~UESITI

E A DOM!~Dt.

.1\1 ù.ott. L . V. da N. :

Gli esanii per medic·i di hordo, si :fiainm.o i:n lOOmla, .nei gtiorni e 11el 1uogio, c he veniain.'11JO volrt:a per volta fus.sati dal Mi ruiJstero deJ11 'Illllter.no, con pubblioo bando (Di1reziooe Generiale di Sruruità). Occ.orirono i .soliti documenti liegaili (atto di nascita, cirttad~ncainza jtaliaina, ecc .); iper 1 tùtolii dii studio oon v'è alcwn:a esi.gea:iza speciale : iU dnploma di 1.aiUJrea deve es•s ere staJto conseguito da elmietlJO d·ue amni . Le materie d 'esaJllle oonstiaino dii prove pratie<he (.accerta.mento diagnositiCD di malattiie infettive , brom.atolo~i1a pra1tica , semejotioa. e cliaginootica cla·niica), ooritte (eziologia, pato1og.ia, epidemiologiia del1e piri.n cirpali ma.lattie illlfettiv.e) ed orali (igiene navale, JegiS11az.iOllle sanita.r iia, lingue stmni•ere) . r. 1

CONDOTTE E CONCORSI. (Trentino) . - Assunzdone medioo condotto con prestazioni al Ci vico Os peA\'IO -

BORGHET'l'O

dat1e. Sede : i\..vio, mpoluogo. Onorario complessivo arunuo L. 6ooo (seimi1a) , come previsto dal CaJ?~lato d~ servizio, ostensibiLe rpresso Mun.ici p.io. Documenti <Li rito. TI sei-vizw deve ,·ettlre asslbnito ool gior:n.o 1° febbraio 1920. Scadenza 30 d.kemhre. Rivolg.ers;i Presideu.~ L. Segarizzi - Avio (Trentimo). (30)

[.t\NNo xxvI, FAsc. Ljs 1

B~ESCIA.

Maniconiio Pr~vi1tciale . - Meiliep pri1n01n<;>; L. 5900 e a.11og·$"10. - Due medici assi.stenti; L . 5200 e alloggio . . L\.umeniti . trien;nalà. del decimo; ilndiennità casro-viveri. &a1c1enza 10 dioemhre. Titoli. Servizio m.i!tit. Ri·voto·ers i al Segretar.iato ·g e.nera1e dell a Depurtazi~ne P1r1cx\·in1

ciiaile.

GENOVA. SotlJ() v.aca:utii posti .sie.o~enti: 4 cli medico

·p riesso i1l Com'lme i comunale, 10 di ane«lico tSupplelllte, 1 di medico isp;et:tor1e, r di caipo servizio ·per ,l a viigilanza soola sit:i-ca. Si ha rnoltizia ~he per questi post~ \ errà prossimamente aperto J,J cC'QU~orso. 0

1

Sanatorie popolare U1nberto I. - È \t•aaante il posto di seOODJdlO i\.ssistente al detto MILANO.

Sa11atJor,i10 (a Tiresi-vii.o -Va litellirta). Preferirti i m edici con praltiai dli laboratorio e di ra<l~oltogiia. Rich11estie con docuttnenti ed i'Thfonmazionru a!lla Ammi·n istrazione de]l 'lstiittll.to (Foro Ba11a!Parte, 11. 61, Milano).

Municipio. -- Due condotte .11ei ireparti s111bru.rba:ni II~ (Salh?ro) e V _.( Oamiin) ; stfupend~ base L. 5000, 1ndenrutà oairo-w ·v eri L. 780 se senza persone ia cair:ioo, L. 1200 se ,rron pi it di 4 iper&ottea carico, in!dienniità SltllppJ.,etbiva L. 750. Pir011oga al 23 dicembre. RilVOÙgeir,s.i 1a:l CoJn.missario prePADOVA.

oottizio. Medico 1ieduoe .gure rra, g ià ·a iuto di o.sp.edali e cl-iiruic.he, b.ri11antJe oarriiera soienrt:ifìao.praJtica, ti-· toli nUJtilerosi ~d ·eliev.ati, iln visita d·e11a .pro.ssima. tir.aisrforma.zi10tnJe del1o I stituto Sainitario e de1i1 e condotte, l(llStSUJtllerebbie .subito iint eri.na1t:o ooruc1otta vacante di .t-itolaa-e, pr.eferriJbilmente i11 pi.airut1ra ben retribuita. e non frazionata, nel!la me<liia o iaLfu Ital;i.a, m eg'.lio se i.S>ru11a ferr01Viia Q con 1tracmvja elettri.ca . .Sorivere : PiJetT,o T.araintini. Vico 2° Pioliti 9, Napo.li . Miedico-ah11·urgo con 6 a•n•n.i di pratica OiSìprutali€a:-a, ceirca .p osto presso QStpedia~ . Sc-riv.ere libreitto dd. rti.QOnO!scimento 43550-A, _L\in<lria (Bari)~ l\f1ed:iro-chiirlll11go prati10issimo, sei anrni esercizci.o profe&Sio.11.01le, parte in OS(pedati e .p0lt'te in 0011dotta, desidererebbe condotta medica, paiese possi1bilmente' ·m 0irittimo o in pianura, o ;posto di assnstente in qualcb.e osped.alte. Scriv&e: dottor ...\inrt:oni1110 De Bella, S. Lucido Mariina (Cosenza)~

ALBO D'ORO. Il dott. Giovanni Malacrida, da Milano, capit ano medico di complemento, è stato insignito c1ella croce al merito di guerra per speciali benemerel1Z€ acquisite in z-0na d 'operazioni dal 1915 al 1917.

1

Il dott. Mario Targl1etta, medico condotto df Tronzano Vercellese, capitaino medico di '-omplemento, i': stato insignito della croce al merito di guerra p er la eroica condotta tei1uta uel1~ trincee del Carso e dell'Isonzo; e dclla croce dl' cavaliere della Corona d'Italia per speciali benemerenze acquistate durante la guerra. Il dott. Augusto Fdorentini , cal?~t:aino medie~ di ~Lemento, ora in congedo, gia deooraito d1 me<la.gliia di bronzo ail vailor mi.Jita!le, ha attenuto la croce a.I meri.to di guerra.


[ANNO XXVI, FASC .

48]

SEZIONE PRATICA

r443.

ffOTIZIE DIVERSE. Società Italiana d'Idrologia e Climatologia. Il 30 .novembre, sotto la presidiene.a del ~ll()(f . ootnm. Barduzzi, ·sii adUlllò in ·F~renze i[ Co11s11glio Generaile della Sooietà Ltaljana d'Idrologia e Climatologia, che r i pre11de 1a isua attività sopilta duram.t e .la. glllerra. Il segrtetari10 prof. comm. Cesa.r e Badiueil, belllelllleriit:o c1e11 'Associazione .p er aver tien:u•t o 1'~lta caricai con onore per ben 25 aitlln~ , ha deeli:n0,t o le sue funzioni .perchè assU!nto alla dil!"ezionie generale della Oroce .Rosisa Italiana. Ma oon le elezron;i gen:eraili, ilndebte per iil. 21 d.~cembre, IS0..!'alt1UO rinsaùdate 1e :file assottig.liatesi aillJChe ·per la m.orte di em~nenti corus~gùieri . Fìur.oruo gettate Le basi di u,n pirogramma iispi["ato a concetti ,s cientilici ed economii~i capaci di soddisfare .ai bisogni prospettati. Fu poi diiscusso iù regolamento 28 setbetnhre 1919, oonteniente di.sposiziooi ciirca il e acq11e miftleraili e gli s~bili­ mienti term0ili , iidiroiberapici, di cl.lire fi,siche ed iaf:fiini. Il .p rof. Gaisperini, Ì\lJ.cairicato dalla p res.i de11zia. di riferiire in merito al detto ~egolamento, motivò un ordinte del gior·no, che, di:scuss:o ed aipprovato, serviirà aJ la autori1tà oompeten,t e per d..11tegrare e comp.liebare le disposiiz,ionii che vog·lio110 esse-re 1IIJ.tegli10 irntonate alle attua.li esige)lZe $Ci ientiifi che ed i ndiustriali. Ven.nero i 11 fi ih~ tTntt.ate altre questioni relative alt1a m .es.sa i1n valore ~lle a.-icchezze idrologiche italiain1e e fu.r ono •p rese lllllportanti decis.~on~ iail !!'~guardo , compresa quclla di i nJ'ondere nuova vita al periodico dell'Associazione, che diverrà l'orga·n o ,più importante della 1

0

specialità. La nostra :naz.iane, ricca di .tamtd. tesori. terapeu ~ rtici che sca.tu.risoono da.11e su.e tetire e cospair.sa d1 ta.'Dlte incanitrevoli stazioni climatiche, deve com-

piacersi! che si dia :n.uovamente ·o p.era a frur OOfllOscere !(U~he all'estero it:a,l,i ;riicchezz.e, per iatti1V0.re e sempre più svi1.11ip.p~:re le ~SJ.?Orlazioni .e. per0h~ dovUJnqu,e si aipprezzi,no gli 111su1)et?b1l1. preg1 dielije llJOstre stazioni id.rorui!ner.aili e cl1,1nat1che. DaJl 'und.bne degli uoniinii. d~ ,scien?-a con gli i!JJ.r diustriali emergierà un sodal1z10 dest1·n1ato ad affecrm:ars1 St!Djpaticamiente.

Propaganda Igienica a Roma. I~' Ispettoo:aito medico dell' U!ficio M111nici~~ del Lavoro, non '\'Ole11do 1im1taire 1a rpropna aziione a .p restaziOJ1i di cru.13.~ter.e p·er.so~a1~ o iad i:ochieste ·di categoria pr<;>feS1S10.n.ia1le, noia _.1~p1ir.and,o la propria <•per~ a f:Ln~ p~ù _va~t1, ha 1~z1ato .wna proP:agamda. iall 'i.nten!~ di n~~~.a~ 1 aittoozion~ dlegl1 operai s un.1a ut111 ~tà d ·e ll 1g~ieine e sopra 0Urtr1 airgomeniti n•o11 mento 1111por.ta:nti. Il . sttdde~. Ufficio sta piravvedenw ad affi1g1gere 11n rtuttti a. ilar boraitoni un :m.a.nifesto mu.r:aUe contene:iite ·u ·n01 ~­ rile di precetti 1·giendci,, o1!e, rac~o1ti aniehe ['11

opusoolo, :50lra!I1DO utili agl1 opei:a.1 . • Si sta C'UT.aindo a111<'he l 'eiffi15s11onie nel~ :bLpogirafiie e negli iafl'tri stabilhnen:ti. in OU~1 5'1 aa.vn: rano sostanze contenenti proc1ott1 d~l p11 ~b?, d1 U'Il identico manifesto rigiuaJ:«iatrute 1. ,pencol~ d~_l saturnismo e re .n orme 1gienttcJ;e a dfiies.9:· D1 P1 l1 sairà fa tta 1 airga distribuzio~e ~ m.0.n~est1 ~ opu~ ,scolrl C'Onten.enti i 1_)1reoetti pn1t1c1pa:11 ipett" 11 oasi di pronto soccorso.

Nel giornalismo medico. L'Is tit uto Ed.1toria1e Titalliano ha la=r•ga'lnJe.nte anm'lllnziiata .1a pt.:bblicazilOne de «La Medici1na llbal10ma », da norn wnfandlere cdl periodii.co fondatJo e diretto 1a Naipoli da u.n vetera'llo del ·n ostro giornruli1smo medico, i1 prof. F. MaiÌODd. La .nuova a:'Jivista si è assiQurata aia collJabocazione di illustri cu[ltori delile di~line saif1i1taJrie~

Da11a rie<l.aziouie de « Il Medrico Italiaino » si sono cl.it;nessi ti.l prof. Beritazzo1i, chiamato a pire.siedlere .1 '0rdi1nie dei medici di Mill.oamo, e dl dottor Ermo11i, ohe era :1'aininlla d.el oomb.aitt.itvo perio<liko. D'ai1tra pall'lte, in seguito a dissensi. po.litici

colleghi del Consiglio, j1l prof. Vigeviainii si è riti.r.aito d alla cairica di vice~presidente delila. Sezione di Mi1a·no <k·l1' « UtIIion~ dei mediiei italianri. », di C'Ui « Il Me.dico Italia.no » .è or.grun.o. n nuo,To C01nita.to di .redazione è staito OQSÌ costirttuiito da~ Consigilio: pi10f. :rviedea, dottori

<'·OÌ

Risi, Bell:ezza, Luua;s'Chi,

Baldier~h i.

Inchiesta sull'epidemia di tifo petecchiale in Po-Ionia. . Una Mdss.ione Sanitaria - or.ganJzzata dall laI,ega delle Croci Ro.ss.e e ooonpiOSta di Cummingrper ·gùri. Stati Urn'ilti, V i1s.b eoq per la Fr.a:nciQ., Bucba1nan per !l 'InghiJterra, Cas.telliasna per l'Italia si è recata iin fulonia per studiair,,i il.a s iituazionie deter.mri.inatasi riro se~1to :ad u na &"·ravis.simai etJ?Ìd.emia di :titfo petecchiia1e. L 'i nicl11est a è du1iaita .u;n miese ; 1a !lie'llaziione u.ffi.iciaile di essa è ,pUJbbli~ cata su:l n. 4 del Bo11iettilm:> della Lega, e Ja namrazione dlellla s·pediziione è .f atta dal oaip. Jo.cT. Miair1S·h all ì11cl !n. 5 d1elào istes:..c:;o Bollettimo. Ri1Sulta chre ·,1'epi.demiiia ha raggiunto U·n a dtii.f-. fusione ed un 'inten.s~tà ter.ri:ficamìti ; che i meirzi opposti contro dl essa sono irn<SOri ; ch1e 1ia malaittia. .m&nru::ciia viaste roJJJe d 'Ewropa. Pier J. 'inverno si prevedeva UJDJa forte irecru.descenza. In seQillito 1a:i risulJtati de11l 'inchiesta, la Lega ha ,i1111v~to nellJa Polonia il vapore « Li1ta. » cariico. di ·maiteria:le samitiario, 1desti·nato ad alimentare 1!a Jotta. contro 1'epidem.iia di tiifo che iittfierisce .irrJ.. qUJel Paese. La Croc,e Rossa Sptaiglllll.ola ha iiinviraito ruin r.ag-1

Q'Ua!'dle\71Qle ..stock dii .sarpione.

o

Il fascicolo 11° (1 noverr.bre 1919) della nostra SEZIONE MEDICA, che trovasi In corso di siampa e che spediremo fra pochi giorni agli associati, contiene:

I . Dott. P. Biftls. - Splenomegalia emolitica fa1nigliale. n. Dott. L. Loslo. - A proposito di un caso singolare di ittero emolitico splenomegalico opeirato di splenectomia. IU. Dott. F. Mareora. - Anemia perniciosa e infezione tifica.


IL POLICLINICO • (

Rassegna della stampa medica.

l

Riv. crit. di Ctin. M ed., 29 mar. SICILIAXO: I se· gni radiologici dell'ascite. Journat A. M. A., 12 apr. MUNSON: 1 bisogni dell'insegnamento medico rivélati dalla guerra. - STOL e NEUMA.N : La fissazione del complemento per la diagnosi di tubercolosi. Paris M ed., 26 apr. D.'\NYSZ: Disturbi anafilattici acuti e cronici. La Radio/. M ed., mar. apr. AUSENDA: Osservazioni radiologiche sul pueumotarace terapeutico. Afch. l nter·n . de Pharmacodyn., et de Thér., m. HEYMANS: Termofìsiologia, V-VI. - BÙSCEMI GRIMAI,DI: Stt1dio sperimentale ~ella racbianestesia. - CHro: Meccani$mo d'azioµe degli acidi. :Soa . .Méd. d. Hop., r3 mar. MÉRY .e 81·: Le ade~opatie tubercoiari ilari (intrapolinonari). I,OEPER: Le enteronevriti. · rGiorn. lt. Mal. Ven. ecc. PASINI: Profilassi delle malattie veneree. , .Pediatria, mag. MAGGIORE: Terapie delle vulvovaginiti infantili. - CANET,LI: Struma tiroideo congenito. · Rif. Medica, 26 apr. MARAGLL.\NO: Meningismo da paratifo B. - MICHELI e SAT1'A: Uso degli antigeni essiccati a scopo diagnostico. . Gazz. d. Osp., 20 apr. BACCAR.ANI: \'"ariabilità delle infezioni. , Giorn. di M ed. Mili tare, 1 mag. BoNOl\10: Sul funzionamento dei servizi ·sanitari di guerra. ~..\L~A~A: Ep~de.mia di febbre ricorrente in prig1oruer1 a ustnac1. Med. Klinik, 6 ap. VULPIUS: La scoliosi.- 13 apr. PINKUS: Il trattamento della sifilide. M unch. M ediz. Woch., 11 apr. WEILER: Il tratta.. mento dei neurotici di guerra. Rev. Espan, de M ed. y Cir., apr. Bt.ANC FOR1'ACIN: Cisti idatidee aperte nelle vie biliari. .The P-ractitioner, mag. CLARKE: Il male di capo persistente. - WALKER: Il fattore ll tempo » nella diagnosi di sifilide. I

if I 'I

Gaz. rl. Hop., 1 mag. A1~ms: I4e artriti sporotricosiche. Bull. ]ohns Ropkins Hosp., apr. WOLBACH: Patologia e batteriologia dei casi letali d'inftuenza. B,it. ]ou-rn. of Sitrg., apr. ADAMS: Restaurazione dell'uretra mediante la membrana di Baer. PRL.~GLE E TEACHER : Digestione dell'esofago come causa di ematemesi postoperativa. R ev. Asoc. Méd. Argent., gen. CASAUBON: Reazioni di Pirquet e di Mantoux. P-resse !vféd., I mag. LYoK: I nuovi trattamenti dell'influenza. , Ga~z. d. Osp., 3 mag. MANGEROSJ: Le pseudo tubercolosi batteriche. Brit. Med. ] ourn., 3 mag. HuTcmsoN: Disanpunti della gastro--enterostomia ~ À1'ch, di Farmac. ecc., r e 15 dic. DE SANCTIS: Genesi àei movimenti coatti. - PADERI: Incompatibilità del calomelano con l'aspirina. Folia. 111ed., ro gen, FERR.i\.NNINI: La tachicardia post-emotiva continua. M ed. Recor~, 9 at?r: BASSLER: I,a psicologia del successo 1n medicina. ]ournal A. M. A., 19 apr. CORVIE E BEAVEN: ?roteinoterapia non speci1ica nella polmonite influenzale. - LYON: Nomenclatura degli aggruppamenti ematici. New York Med. ]oufn., 19 apr. PARKE: La tecnica dell'aborto terapeutico. Boston M. a. S. Joitrn., xo apr. LOVETT: Propo. ste per migliorare l'insegnamento medico. Paris Méd., 3 mag. Numero sulle malattie della nutrizione. PToc. R. Soc. of 1\1 ed., mar. Roon e a. : L'anestesia spinale (discuss.). -G..\.I.LIB e a.: L'innesto osseo (discuss). PYesse Méd., 8 mag: . .... P~.>\RD: Trattamenti iniziali della s1:6.licle. Stoniatol., apr. A,,.ANZI: Plastodinamia.

Indice alfabetico per materie. cro:c1iaci : roomna .neg·li sta.ti di a1g i.t az1one . . . . . . . . . . P.ag. 1439 » C'Ollera : ri'Cer.c he •1-:ecenti . . . . . . 1437 )) Dia·gnlOStica medica: metoéLoJ.100-ia .. . l.f32 )) Disitnfezionie di siiriin1g he ;ed ag·hi . . . 1439 Feb.bre gialla : ezi.o1ogia . . . . . . 1422 )) Emottis.i secantla.riie: nei feriti a 1 torate 1.f23 ) Geloni : tmittaitniecnto . . . . . . . 1436 !iniezioni endo,·enJOse : fissart:.ore die1l 'ago )) per . . . . . . . . . . M:al aria la:ten te : iJ.1.i e.LJÌ 011i di ad1'en'3ili)) nia ·p er J•a dtiag.nos:i . . . . . . . l\:Ialtariia 1latenite : mobiliz~azioue dei pl.ais modi per ·la cttra -e 1a bonifica dei malarici . . . . . . . . . ))

))

l\Ialaittia cruratterizzata dia cisti piet1e dri gas 11iell ,adJd omie . . . . . . MalGttie addominali : temper.atuira della cute . . . . . . . . . . . ~oma,

{32)

1919 -

)>

)t

Tip. Naz. Bertcro di G. Guadagnini

1434 & C. •

Mor·b i.f u: ma11canza. di contaigios·i tà 1die1 sa'Ilgue . . . . . . Pag. r.+38 Orti~airia : tratta.m ento . . . )) 1435 Pa14>a·zi.on.e add!omin1a1.e a 1nia,ni .s.opraip•poot.e . . . . . . . . . . . . » 1434 Beriltx:miite silerosa tr.aium:atica ciTco-

scrittta

. .

.

. .

. .

. .

. .

Ptturito analle : .t:rrattamento con ·l a med'icaoone ionica . . . . . Ragadi e uilaeri .a.na.li : .prescaizion1e. Reazione di W.a•sserma1111 : suil1a tee•

ml-Ca

.

.

.

Sii)lide nell 'illlfanzia : cu1-ia • • • Sinrl<romi tlolorose 111ella regio11e della oistilellea . . . . . . . . · Storia <lJeltl a medocina: G. B. Bor~ieri Tracheobroncosoopia : importan21a tiella medicina i.Interna ~ . L.

Poz11,

))

1435

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1437

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1439 1439

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resP.

1434 1431


_.\:nno XXVI

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-

Roma, 7 Dicembre 1919 (pubblicato il" 14 Di.ccmbre 1919 .

Fase. 49

.

A BBONAME~TI PER IL 1920. IT A·LIA

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sezione pratica . . . . sezioni medica e pratica . sezioni chirurgica e pratica sezioni medico-chirurgica e

. . • . . . . . . . . . . • • . • . pratica . . .

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Abbonamento cumulativo con ''Il Policlinico,, pér il 1920.

Le . malattie del euorè e dei vasi (.A:r.i.:no

IV)

periodico mensile fondato dal prof. F. MARIANI della R. Università di Genova e diretto dal prof. VITTORIO ASCOLI direttore della R. Clinica Medica di Roma. Redattore Capo prof. OESARE PEZZI.

Ai lettori,

• '

In seguito alla dolorosa perdila del prof. F. MARIANI fondatore di questa Rivi'sta, noi ci s1'amo domandato se, dopo adempi'uti agli obblighi verso gli abbonati del 1919, convenisse o no continuare l' cpera con tanti buoni ausp1ct 1'nit~ata dal nostro compi'anto ami·co. Ma, considerando che le ragioni che co1isigliarono tre anni 01· sono la pubblicazione di un perio· dico 1:tal,iano di cardiolog1·a permangono sempre, anzi a quelle altre non meno i·mportanti se ntJ sono aggiumte per 1·l nuovo e largo campo di osservazioni e di studi' aperto dalla guerra. studi che il medi"co pratico odierno non pub non aeve 1gnorare, si rende ognora più man1·festa l'utili.tà e l'opportunità di una pubblicazione che ri'assuma e sintetizz1: periodzcamente tutto quanto si· scri·ve e si fa alt'este1·0 e in Italia intorno a qu,esta importantissima parte della medici'na interna E po·icn.~ in Itatia altre Riviste simili nnn esistono, non vediamo il perchè questa nostra non debba continuare a vivere, dal momento che il pubbli'co medico 1:taliano fece ad essa li.eta . accogli'enza fin dal suo nascere e l'onor() 1·n seyuito del suo costante e c1·escente appo_qgi·o. Conti'nuando adunque la pu?bli·cazione del pP.riodico «Le ltlalattle del (nore », crediamo non solo di rendere un doveroso oma.qgio alla memori·a dell' tllustre cardiologo eh~ lo concepì. ma siamo certi di interp·retare i giusti desi'dert così degli uomini di sci·enza che t1·overanno sempre nella nostra Rim.'sta un 01·gano italiano pronto ad acco,ql1'ere i /01·0 studi e le loro ricerche, co1ne dei medi.ci prati(;i che avranno in essa una guida si.cura e illuminata nelle varie con,qiuntare della vi·ta p1~ofessionale e un sommari'o preci'so e completo degli Studz cardiologici mondiali. studi· che essi non potrebbe,ro altri.menti seguìre. Qaesta nostra deliberazione JJe1~() porta seco dei doveri clie non ci si·amu punto dissimulati~ primo fra essi quello di mantenere la B i.vista all'altezza detl' a?·,qomento speciale ,che si propone di trattare e dei tempi. A s1tfatto nostro dovere abbz~amo intanto creduto di adempiere _pregando jl p~of.. VITTORIO ASCOLI ad assumere la Direzione della f<ivi.~ta, nella considcraz1one che niuno meglio di lui avrebbe potuto mantenere salda la compagine dei collaboratori e portare nella composizi.01te dei· fascicoli quel sano di'scerni._ mento e quella moderni'tà di· vedute, di cui ha dato si larga prova al pubblico medico itali'ano quale redattore capf.J del « Policlinico ». . . . . . . . . Nel pro.'lsimo. nume1·0. il prof. Ascoli di:à dei. m?glioramenti che intende. ~i apportar~ ne~ contenuto della Bi.vista e a noi non resta che ring1~aziarlo per ave-me reso possibile la continuazione con auspi·~ di sicuro successo. Roma, dicembre 1919. L'Edi.tore PROF. E. ~10RELL1, .

Abbonamento annuo a « l.ie Malattie del · Vuore » : ,per l'Italia L. 18 - per l'Estero Franchi 23. Per gli associati al « Policlinico » :· J>er l'Italia sole L. l~,50 per l'Estero soli Franchi 18. N. B. -

Nel prossimo lasclcolo daremo l'annunzio di altri abbonamenti cumulativi.


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il: un riassun~ delle attu.all .cognizlonl riferentesi al sanglle norma.le e patologico, con tavole sinottiche che chlarfacono la deriva-

zione, l rapporti, 11 valore dei diversi elementi del sangue. Vi sono inoltre traec!ate le varie malattie d~l sangue - le diverse form eparassitarle - le proprietà dei sieri, con la tecnica appropriata per la ricerca di iutto clO che si può presentare di patologico nel siero e nel corpuscolt sanguigni. e Un piccolo vocabolario ematologico fa seguito al lavoro, con richiamt nel testo, che facilita il ricordo e la significazione del numerosi e vari nomi dati alle cellule del sangue, nei Vari stadt di m aturazione e di alterazione patologica, facendo rilevare la sinonimia di una stessa cellula, designata variamente a seconda del vari Autori. Due tavole illustrative mostrano le varie forme cellulari che possono far parte di un reperto sanguigno, e le forme di alterazione patologica che vi si possono riscontrare. Quest'opera., che il chiaro Autore ha preparato esclusivamente per i nostri abbonati, riuscirà indiscutibilmente di grande vantaggio sia agli studenti che ai medici pra~lol. Un volume in-16° grande, di cl.rea 200 pagine, con 74 figure e relative spiegazioni, su due tavole in fototipia:

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La laringe e il sistema nervoso cerebro-spinale Fisio=pa..to1ogi.a.. e

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La laringe ha rapporti intimi e complessi col sistema nervoso cerebro-spinale, cosi che importantlss1ml sono i problemi d1 flslo-patologla ohe U concernono e di eguale valore sono le loro ripercussioni nella pratica. Quante volte una diagnosi precoce di tabe dorsale non è stata sospettata o affermata dal laringologo, con un~ osservazione esatta di una caratteristica paralisi laringea, unico slntoma della lesione mtdollaref Sebbene l'argomento interessi in egual grado Il medico generico, il neuropatologo e l' oto-rlno-larlngolatra, esso era ph). o meno fugacemente trattato nelle opere didattiche sUl sistema nervoso o della specialità:. mancava, ln Italia e fuori. un'esposizione afstematlca dl tutto questo capitolo. L' A. ha assolto al compito che al è prefisso magistralmente, facendo tesoro, oltre che della ricca let· teratura sparsa. diffusa e incoordinata, della sua esperienza di laboratorio e di clinica, dando un• <>pera armonica di sicura utllità per ogni medico colto. Ecco un indice sommario del contenuto: Introduzione. - PARTE GENERALE. Cap. I. Centri corticali della laringe. A) CentTi fonatori, dati sperimenta.li, anatomo-patologici e clinici. B) Centri Tespiratorl, idem. - Cap. II. Centri sottocorticali, fonatori e respiratori. - Cap. III. Centri bulbari, idem. Cap. IV. Centri cerebellari. idem. - Cap. V. Centri spinali, idem. - Cap. VI. Sistem.a simpatico. - PARTE BPEOIALE. Cap. I. Lesioni cereb-ra7i. A) Lesioni prevalentemente corticali, disturbi fonatori e respiratori. B) Le8ioni prevalefttemente sottocorticali. Para.lisi pseudobulbare. Morbo dJ Little. Paralisi agitant.e. Corea.. Isterismo. Malattie mentali. Epilessil!. Neurastenia. - Cap. II. Leaioni cerebellari. - Oap. nr. Lesioni bulbari. Paralisi labio-glosso-lartngea. Sclerosi a placche. ~iringomielia. Paralisi laringee associate. Miotonia. e miastenia grave. - Cap. IV. Lesioni spinali. 'l "abe dorsale. Mal;1ttia di Friedrelch. Sclerosi laterale amiotrofica.. Atrofia muscolare progressiva. Poliomielite. Malattia. di LandIY. - Cap. V. L~ioni del simpatico. - EPILOGO. - Ogni paragrafo riguarda i disturbi fo . natori e respiratori e si chiude con copiosa bibliogrc:1fia..

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GIOACCHINO BRECCIA.

II Pneumotorace artificiale nella tubercolosi polmonare Guida teorico-pratica e

studi originali.,

Il crescente risveglio d"lla lotta contro la tubercolosi polmonare rende dl grande attualità ogni libro che volgarizzi i plà reputali mezzi curativi. Questo del prof. Brecoia o1fre al pratico quanto al richiede per metterlo 1n grado di applicare Il pneumotorace artl.ftclale; al pratleo e allo studioso spiega le ragioni scientifiche e cliniche del mezzo terapeutico, dandone la sicura indicazione, la tecnica esatta. le vicende plft varie, che possono occorrere nel trattamento alla Forlanini. Prima della pubblicazione del Breccia m.aneava il capitolo organico della Semei<JlogitJ e clinica. del pneumofmaa arti/lciale, per quanto già razionalmente impiegato avesse reso cosi segnalati servizi, da meritarsi U consenso universale, così Insolito nella tezapia tubercolare. · Studi clinici e sperlmentaU, veramente lunghi e rigorosi dell'Autore, I primi ohe, dopo 11. scuola del Forlanlnl, venissero lnlzlatt con metodo e lena Lu .!talla, mentre all'estero cosi Infelicemente era tentata la ri~rea, hanno permesso di stabllire su salda base la dottrina •emelolog:loa e ollnica del mezzo terapeutico, che dl una pratica empirica ed Infida addiviene cosi un trattamento sclentlficamante controllabile, qualt deve essere ormai. Atto.almente la terapia antitubercolare non puO fare a meno del P'IU'Umofmace arti/icùJIB e chi lo pntloa deve possedere perfettamente le moderne cognizioni, riguardanti di esso la indicazione, l~ tecnica, gl'incldenti, le complicanze, la semeiologia e clinica, l'azione biologica ed anatomica, ormai sicuramente acquisite. . Ora si puO dire con alctlrezza ohe non elJiste nelle varie letterature un Ubro, il quale, come quello del Breccia, serva al pratico da guida teorico-pratica del pneumotorace a.rtlflolale. Un volume In-so grande, di olrca 600 pagine, nitidamente stampato su carta di lusso, con 16 ftgure In 6 tavoJe·fUotl t.esto e con prefazione del Prof. senatore EDOARDO MARA.GLIA.NO. Prezzo L. 13. Per gli abbonati al e PolloUnlco • sole L. 1.e, franco di porto e raccomandato. ·

Prof. TULLIO ROSSI DORIA già 1• aiut.o della R. Clinica Ostetrica. Libero docente d 1Ostetricia e Ginecologia DE>Jla R. Università di Roma

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RO~JA


Roma, 7 dicembre 1919

Anno XXVI

Fase. 49

(Ptlbblieato il 14 lwMnbre 1911).

fondato dai professori: GUIDO BACCELLI FRANCESCO

-

DURANTE

SEZIONE PRATICA. REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO ASCOLI •

SOMMARIO. Osservazioni cliniche: E. Fossafaro: Considerazioni sulla sintomatologia delle meningiti. Conferenze : A. Brun : Osservazioni su 300 casi di sterilità. Sunti e Rassegne: DIAGNOSTICA: J. B. Deaver: Diagnosi precoce del carcinoma gastrico. - MEDICINA: V. Hansemann : Leucemia acuta. - CHIRURGIA : G. Labat: La colecistectomia con la anestesia regionale. Patogenesi della colecistite calcolosa. Note e contributi: F. Paoletti: Osservazioni sull'impiego del chinino a scopo profilattico nella malaria. Congressi: Echi del X Congresso della Società Italiana di Ortopedia. Appunti di Medicina Pratica : CASISTICA E TERAPIA : La sindrome di Homer in seguito ad ascesso del collo. La tiroidite acuta. - Gozzo endotoracico, con sintomi di •

Dir~~'&t d.t propi:tetà riservati. -

tirotossicosi. -...- Trattamento medico del gozzo. - Trattamento dell'ozena. - Le otalgie. - Stimolazioni dell'orecchio interno e mal di mare. - RUBRICA DELL'UFFICIALE SANITAR10: Disinfezioni. - MEDICINA SCIENTIFICA: Nuove vedute sulla etiologia della sclerosi a placche. Cenni bibliografici. Posta degli abbonati. ·Nella vita professionale: Appello agli abbonati.- L. Verney : I requisiti dell'assicurazione statale contro Je malattie. Alto limite dei proventi. - Cronaca del movimento. professionale. .Condotte e concorsi. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

È oie,ata la 1ip1odu1ione Ilei laf1oti pubblicati nel POLIOLINICO o lii pubblica1ione di sunti

._ essi sen1a cttaftu la fonte . •

ma stava bene. Si fece diagniosi dci ap.opl~ssàa. 0tl embolia cerebr·a le. Al['auolops.i a sii tr·ovò polm1011irbe bill:aitera1e e ·meningite con eissudato. Nell'a.l'ltittna epidemia di influenza (anno 1918)

()SSERVAZIONI CLINICHE. <!-Onslderazioni sulla sintomatologia delle Meningiti

ebbi all'Ospedale m. m. di R . .n . 1 ' che dirio-~ro b~v , roo4 casi d~ iinfltrenza, con 82 morti p.er br0U1co... polmonite. Si f·ece J.'aiu.topsia i111 ~s. Orbe1t1e i.11 quasi twtti si trovò leptomeni111gite. So.tto J 'airacn10idie, ~1 disopra diel'11e circonrvoluzioni, e fra i solchi, si <hrov·arva ess1td.aitt0 più o me·uo a1bb0tndante e gialliccio. AJJle v.olte l 'essudaibo si trovava anohe all.ta base del OO!'Vle1a 0, o <lie11a srtessa mat'lllr.a ·di queil:lo <lieaia couvessi1tà, :fìbro-:p11n1lento, o .sd~oso (idrocefalo i1niterme111ngoo)J. Gli amttnaliati, iin vita, a\ evano avuto feno1neni di ie,{'..citamento, :ta1vo11:ai vio(Le.ntà1S1Si·m o, :n1.a, ialtne volite, poco accenrt11.aito; ovvero st11pore, incoscilerl2'3., delirio, senza mov ime:nti impulsivi. In ttl.tl: ammalato s i ebbe leptomeni:ngite purulienita dell<r superfi,c ie à:mfieriore del cervelletto, ron idrocefa1o ventrii001aire ed intermeni n1g-eo. In ques1A> a:m:tnalato i sintomi :fecero pe'IllSla-re iad 1111 ttunore del cerve11.eitto. Riierisco, :in suc-ci nrt:Jo, 1la. storia cliinioa (tl questo '3Jmmalato, che mi servirà <li base per l 'esrume compaa:ativo oon altre forme di mendngi.te. 1

per iù prof. ENRICO FOSSATARO

Co.1onn·ello mied. die.11a l{. N. - Lìb. Doc. di Tmum.

In ,pratica noi trovira,nw meuj n1g.iti pril11li1ttlive - (tuberoola11:e, cerebro-spi,nai1e) miendn·g .iti eh1e comp.licaaLo le inlfiammaz1oni bro11c-o-polmonari, che, secondo il mio modo di vedere, rnon sd possano dire sempre secondarie, e mienrin·g iti chà1turgi.che, propagate, cioè, da UJOOi piaga o ferita dei tegumenti o dellle. ossa ·d ella testa. La OOtnJ>liioazilotlle meni11gitioa della ·b~noo­ polm.ondte è Sltata frequenrte nel11'1lJ1ti.ma epidemia di ~nfluienza, m.a .a1t1che nei tempi ord·i·narii essa

aron è rara : iainzi i .si111tom.i delUa Giesione oerebr.ale ISOllJO stati, alle volite, .aroche nei tempi or&i111Jari1, così ii·m ponienti che rnon si sospettò .neypUJ."'e qu e11a deg.Li orga'lli respi·rartor.~. Rioordo ·un miarritDia:ro, traispotita:to iaill'Os.pedale Ì·n coma profondo, con respira~e stertorosa., sa11evamento dellJLe giuamce flosioe 1DJe1l 'espinazione ed ab·b assamento 111el1

J'inspirazione, rilasciamento completo deg'ld arti; diel quale i compagnii dicevano che fil gtlomw pri-

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(I)

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IL POLICLINICO

Il marinaro M. L. della classe 1882 (37 anni) entrò all'Osp.e dale ìl 30 dicembre 1918 . Anam11esi remota n egativa. hra ainmalato da due giorill con febbre e . torte oefalea. Si lag.nava di dolori alle ossa e tosse ; ebbe vomito con emissione di eln1inti. ...i\ll'esame obbiiettivo s i notò meteorismo, lingua impatina ta, respiro aspro, a diritta, con un gruppo di rantoli alla base. Espettorazione mucosa, temperatura 39,2. Nei giorni suc~oessivi i sintomi più manifesti furono la rigidità del•la nuca e .lo stato di depressione d·ell 'amma la to. Questi dk.eva di avere dolore di testa solo quando lo si interrog·a va, ma non gridava llè smaniava; giaoeva shlenziioso tnel suo letto, oon Jia .ruuca ri·gidx'l. Po1so izo, respiro 28. Il giorno 11 dicembre si notava ipofonesi ail torace destro, fremito toraco-vocai1e indebolito, ronchi e ranrt:ali, espettorazione abbondante muco-purulenta. Il giorno 14 le condizioni genera.l i erano molto depresse. Si ebbe p:e rdita involontaria delle urine; che, insieme a , quella de~le fecce, persistette durante tutta la malattia. Solo rarame11.te, nei prim~~ tempi, l'infermo avvertiva lo stimolo di urinare e chiamava. Con la pUlllturra Jambare, eseguita tre volt~~, llurante la malattia, si vide che il liquido usciva a gocoe, più o meno accelerate. In esso, all'esame microscopico, si trovarono diplococchi lanceolati e numerosi 1leucociti. Durante il mese di genrnio vi furono dci giorni in cui l'ammalato era in uno stato di sonnolenza, e dei giorni in cui era presente a sè stesso. All'esame del sisten1a nervoso si osservò quanto segue: sensibilità tattile, termka, dolorifica aumentate. Dei riflessii i superficiia:li erano evidentissimi, i profondi erano subnormali. Non esisteva Babinski. Polso piccolo, compressibile (110 batti·t i al miinu.t o). · Durante il mese di febbraio rimase immutato J.o stato generale, essendovi dei giorni in ~uii l'31mmalaito ap.o ouiva più sv,egli10, e dei giorni in cui era assopito od imtontiito, rispondendo con difficoltà alle domande che gli si rivolgevano, e solo a monosi•llabi. Bisogna·va insistere per caViargli qualche parola dalla bocca. Aumentò 1o stato di rigidità dei muscoli della nuca. I mo' rimenti degli arti superiori ed inferiori erano liberi, per quan.to lenti, nel•l a posizione a giacere de:lQ'amm·a1ùaito . Invitato a srendere drul letto, faceva movimenti coordinati ma deboli e non &ufncieniti allo soopo, 1Sirohè aveva biso.gmo di a:iiuto. ì\1e.ssi a. piedi in terra, .n on pobev1a reggersi i1n eq uiliib.rio da solo, avendo una spiccatissima tend.einza a cadere indietro. L'ammalato aveva strabi1Smo convergente a:11'oochio sini~To . Q11esto sintoma s i sta bilì 1.entamente, persiR.tette qualche mese, ma, poi, negli ulti·mi .g iorni scoanpa•r v1e. L '.acui•t à ·v·isi va dell '3imma1ato era norn1a le. L'esame del fondo de1J >occhio, .non essendo· .cvtato faitto da uno speci.a lista, ;non dette risultati concludenti relativamente allo stato della papilla. Le pupà.lle erano più lairghe del normale, ta.n to da ~ett~e 1'es_ame die l fon~o dell'occhio senza 1'1nst1·l laz1one di sostanze ttlldriaitiche. Reagivano torpidamente alla luce. ~i era leggiera anisoooria. L'esame deg-11 a ltri nfiessi nel mese di febbraio, dette un ris11ltato opp~to a que11o avuto nel ~ese di gennai<?, ~s­ sendosi avuto il patellare v1vace ed assenti, 1.n,.~ce, i riflessi cutanei. Assente il clono del pte1

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[ r\.NNO

XXVI,

FASC.

49]

de ed il Baibimsk±. 11 fenomeru> di KerJldig era ~­ p en a accennato. Assenza di dermografismo, sensibilità normali. Nel mese di marzo 1e piaghe di decubito, che si erano g ià formate da un pezzo, divennero profonde fino all'osso, ad onta della grande nettezza con cui }>am1nalato era tenuto. Verso la metà di marzo l'ammalato perdette completamente la parola. Nei giorni e nelle ore, in cui no11 era assopito, 1'ammalato pareva che comprendesse quelJ-0 che g1lti si diceva, volgeva lo sguardo a chi entrava nella sua camera o gli parlava, ma non era capace di emettere nè un suono nè una sillaba. Negli ultimi giorni ebbe un'agiitazione contin11.a degli auti s~p.eriori, specia1lmen.te del sinistro, con contrazioni tonico-cloniche della mano che era chi usa a pugno. La temperatura, durante la degenza, fu la seguente: febbrile, . con un massimo di 39,8, fino al 16 dioembre. In seguito fu normale o subnornale, con qualche giorno, ogni tanto, in cui si aveva un massimo di 38,5, 38,8, 38,9. L'ammalato mori il giorno 22 marzo, dopo quasi tre mesi di degenza. Autopsia. - Il cervello era aumentato dii volume e tanto compresso dentro la dura madre che le circonvoluzion~ si vedevano appiattite e pallide. Asportato 1'enoefalo, si trovò liquido naicao1to ·negùi &pazii subaracnoidei de11a base. Sulla superficie inferiore del cervelletto, specialmente in corrispondenza del lobo sinistro e del verme, si trovava una raccolta di essuda.to pu·ruloorto .s otto J >.a-racnoide. I vientriooli labemJi erano pieni d.i liquido chiaro e dilatati. Asp·orlato 1'iencefalo, non ruscl liquido dail1o speco vertebrale. Ai polmoni non si tro·vò niente di patologico. La diagmosi 0111atomo..prutologica fu leptomemi1ll~te purulenrba della s11perfì.cie inferiore del cervelletto, con idrocefalo ventricolare ed i ntermeningeo àellia base del cervelJo. 1

1

RAPPORTO FRA I SINTOMI ED I FATTI ANATOl\IO-PATOLOGICI.

La ·m a lattia oom:imiciò oon feibbre, tosse ed espettorazione. V.i era, irrroltre, cefalalgia e vomilbo. Fii.in dai primi gionnd si notarono, da i1ma paJ.i:e, gruppi di rantoli alla base del polmone des:tro, e, dall'altra, rigidità della ·nuca. Si deve ammettere, dunque, che 1'agente patogeno abbia invaso, .contemporaneamente, il pol.nJ.o~ e le me•

ttl:Jn·g t.

Lo stato generale dell'a,mma.lato, dural!lte tutta la m:a.16lttia , fu .caratterizzato dal torpore. L'ammalato, alle volte, era son110lreruto: nOIIl parlarva se inon [n,t elJrogato, ruon si 1agna:va. Che differenza. fra questo e gli altri ammalati di im.fiuenza, a forma nervosa, di cui abbiamo partlato sopra, nei qua.Li si ebbero fenomeni di eccitamen~, con impulsi violenti che rendevano !tlecessana, a11e volte J 1'assiste11z.a. di dri~rse persone ! • Aro.ma.l ati , entrati ron U!1l poco di f ebhre, s1

..


(ANNO XXVI, FASC. 49]

SEZIONE PRATICA

t11ovaivaino .a:1J. 'indomainii, in a:tteggda.menti sbrani od liin gi~-0 per 1a camera, o bmnoolainti sotto iil letto. Si imtui va, allora, diiaignos.i di bronco-polmonite, compliica.ta a meni•n .g ite. Oome abbiarrno detto, al1 'autopsia si trovò, in q11aisi tutti, Jeptomeningit<e d1ell1a convessità, 1più o mieno estesa, c-0n essudato. Nel in.ostro amnialato, Ìill.vece, non vi iera mentlrnlgite de11a 0011ves.sità. L 'infìaimmazione mencimigea., con essudato ,I)UJrulienrtio, era ldanitama al.la. superficie inferiiore de1 1cervielletto. Alla base del cen;ello vi era esst1daJto chiiar-0 i·n termeniingeo. Si può con-chi·uder-e che ila meniingi:te diel~a base o di1 aLtire .rietglioni de11'enrefalio, dove nfOln sono zonte motrici, 'lllè ~ territori della corteccia ceirebra!le che oostrubuisootw il cervello pensainte·, co,me su11a convessità, non produce ecci.t am.ento, con it1Drpul1si viQllent.i, come 1a .m en.i ngite della ronvessiità. Conva:li<liain·o quesbo conaetto j .sie.guen.ti a:ltri fatti : In UJn a mnnialiato che morì dti m~·Ìfll.gi be ,p uru1enita della bais.e, propa•gata da.l le .piaghe dehlle mastoidi traipaniate, la .sà1ntomatologia, con :febbre .alita, oontinua, oefalalgia, lingtta tuliggim.o.sai, fece ·p etnisaire, dapprima, 01Ua fehb:ne .t ifoidea. L'cam,m alato arvevai aspetto sofferente, s i il.agnaiva oo aJ:t:a vooe, .m a .fli..maneva iiiniru:>hine a letto, il sensorio era libero. All'autops ia si trovò un.a p.oohileptomeni:ngite, con viersamento M essudato ptiT·u1enho nirella fossa oraniica :posteri.Q!\e. U1na si1ntoo:nato1ogia presso a pooo ugiwail e s:i ebhe .iJn un .atllJlna.l!ato oon pachiJleptomenrLngite dellla mi(lolla spinale (sezione dorsale) con essu.daJto gieliati1nos.o ematico, venuta i.n segìtlifbo .a fer.ita d~ arma da fuoco, .riportata in oombatti1me)nto : .febbtie alta, sta!tlo ;a ns ioso, dolori, mia. sensorio ld'bero e 1nessuin moto impulsivo con gli ar:ti SIU• • penon. In un caso di mettl·ng:iite tubercolare &ffusa aiLla base .ed a ipart:e die11a isuiperficile estern!a de!la 'emisfero . sini1Stro, oon id:roce:fialo ventti·oola~e, 'lllOn vi fu eccitaimeruto psich.:co, con moti impuLsivtl, 111è ailterazilotre ck:l oonsorio. SdLo .negli ultiim1 gilomi l 'amin1a1ato perdiette la coscienza e morl oon i &in.tomi dii compreSisione d:el cerve11o. In quattro casi d1 meningiite cerebro-spinlal1e, illl cti, all'autopsia, sii trovò pus rraiecolito su parte dell1a. .superfici~ e.sterna d egli emisferti e .su tutta la .b ase del Cle!"Vello, speciiallmen& i 1n v~ici1n1ait1.za del chiasma dei nervi ottici, su1 po.nte, 1sul bulbo e sui due 1emisferi dal cervelletto, oltre che negli spazii subairaionoidei del mido1lo sipicrlaJle, gl:i ammraileiti 1era1110 1.nsoffer€!11ti, piia·g nrucolosi, ogni pi~­ co110 movimento provocaiv:a in 1oro doloTe, ·ni.a ttllOtt1

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ebbero mari eccitaunJento ·psilchioo oon aitti impulsivi (1) . 1'ornaindo ail I1J0stro ia.mmaùiato M ... L ... , in Jiui ci .fu torpore, non eccita:miento. Il torpore -era oa.u.sato dalla oom-p ressione del cierv.eL~o, priodot'ta ,dall'iùr.ocefaJo ventrimlare, ed a:u·mentava con 1l'aiumenrt:9 della comp.nessione e <Lim~nuiiva quaindo la com.p ressione diminuiva. Cotne si produsse il'.ac01.111111lo di liquido nei v.en,t riroli, ù.enJtannenibe -0 raipiidrumierute ? 'De.llJ€!111d-0 conto cl1e ~ 'iamma~to ·era depresso ie perdette le uri!lle fì.n dai ipritrui 1giQ!ini die1'1a malattia, si deve .pensall'e aJ:Jla Jonnazfilne r~ida dell 'essudiaito. Da 01ltra pairte ciJ torpore ebbe nel 11asitro ammalato 1:a ca raitter.i.stica diegli alti e batS!Si . Anche a mruliatt!ia 1nol•tsrarta, id ei giorJ1i eria sv•eglio, presente a ~ stesso, dei giorni assopi•to sorunolento, senza 1

a-lcu·o o ireazi.one. '

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Ciò, a .mi10 l1ll0do di vec:1ere, dimosit1·a che la quantità ,d i essudato, versarto arei Vientrricoli e t1°a le meningi, subi via variazioni i11 dipendenza della circola1..ione encefalica, avenrlosi, alle volte, rias~ sor.bi11nento, con diminuzionle della oompr.essiòne del ~erviello, ed, a11e v-011.te, iaiullllelwto: :fi DJO a che,. 1

(1) Eccitazione p sicomotrice, e<>n disturbi del-

1a coscienza e disordini senS-OrialiJ sii h an110 ancche niel.1 'a.nemia ed 1,p eremia de~ cervelilo; c1011 la differen~a ch1e , i11 questi stati morbosi, man-· ca la febbre, la quale, invece, si trova sempre ne11a. meningite. Ançhe nel·l 'a.llJemia cerebrale, però, si può avere la febbre per fatti morbosi concomitanti. In un soldato ohe fu ricoverato per congelazione degli arti inferiori. (edema ed eritema dei piedi e delle .g ambe) e profondo deperimento organico, si osservarono disturbi psichici, consistenti in alluc1naziot1JÌ ed i<lleie d1e.liran-t1, a.Ile volte cosi tenui da sembrare una singolarità dell'individuo, a1tre volte più accentuate. Un giorno, seduto nel letto, raccontò al medico che un compagno gli aveva portato una bisteçca e del vino eccellente, ed al11a m era viglia del m edic-0 dette, con t1.1Jtta calma, spiega,z ioui1, e parlò con ta11ta chiarezza, sp ecificando ogni cosa, che .L1 medico fi111ì ool aredeoci. Questo delirio calmo erai, però, interrotto, ogni tanto, da impulsi violenti che rendevano necessario fare sorvegliare •l 'ammalato. l\1ori dopo sei giorni con temperatura febbrile (38 1/2) mentre, durante la degenza, la temperatttra era stata subnormale. Si pensò :ad ttna perniciosa malarica, ma l'esame del sangue fu negativo. All'autopsia si trovò il cervel•l o profondamente anemico. La sostanza cerebrale era esangue; sicchè .il grigio delle circonvoluzioni si vedeva sbiar11to : le circon·v oluzioni erano come afflosciat e, più sottili . Sui tagli non si vedeva una go.ccia di san gue. La sostanza bianca era. compatta , secca , cerea. . Oltre questo non si trovò altro all'at1topsi1a eh-e potesse spiegare l a morte. ..

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IL POLICLINICO

per dl dimi,nuiito .poter.e d!i cria&SOrbianenito, o per il cresciuto potere essudat~Vio dei tessuti, l 'aumento del liquido lllei vien'brci.iroli fu definitirvo e la 001n pressio!lle dJel cervello oonbro la dura madre e la pairete cranica anrirvò a .t ale ipu·n to da rem,... dere i·m possi bille l·a funziJOne dei centni vitalri. diellia. cirool.aziione e d ella iteSpirazicme. La perdita della parola fu um ial·tiro :fielllOttl.emo di a bolita fU!11JZione per oompressi011e del oorvello. I oentri diel.la parola, motori e seDJOOriaJi, ed il ·t erritorio die'll 'ideamone (zona parieto-'bemiporo-oocipitale) del1a corteccia cereba.-aùe furono schi aiociatii contro la volta <.'!raniioo, f>er ,J 'aiumentO del liquido 111ei ventricoli, e cessaronp di 1wn.1

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Zll0lm!11e.

Nrella storda. clinica, però, è detto ohe, inrei .gi011ni e· ,neJi1e one ·Ì n ~UJi mon era assopito, l 'ammalato paireva che comprendesse que11o che g.lii si diceva, volge\ra '1o sguaa-do ia chi entra.va nella sua oa:mera e gli parlava: sa:rebbe sbarbo, cioè, i11l certi .momerutii, quando 1a rom.pressione dcl oerv.e!Llo d-irutwirva, un afas~oo seaiza die:gira.dlazio~le dell 'in.te1ligenza. Da .c iò si dovrebbe conchiwi.ere che i centri delùe innmagimi v.erbali sono più sensibill!i a;lJa oomp11e1S'S.ione che non 11 territorio dell'ideatzione. Ma l'ammaliato compr~dleva vero.mente q111ello che gli si dkeva senza poter cisponde.tìe? od [J futto di gi·railie la :&sta e gua.rdlaire verso i] punto dove sent~va rnunrorle iera iµin semplice aJtrto ri-

flesso? Fu una q'WLstiorne -che mi posi vairle vo1ibe q.uam.do os.serva,v o l 'am1tDJa1ato, senza poter ril~pandere. Sintomi a focolaio . - Il certo è che, nel '110stro annmalato, allcuni C1e.11t11i dlelLa eorbeccia mm erattllO pairalizziati, ma ireaigi\."a:OO oon ron trazioni musco.Lari degld arti, ~specialime:nite del superiore sinis tro (.m!a1n-0 chiusa a 1pt1g·110) sotto .l o stimolo meccanico prodotto dail COilltatto str.etto contro la me ninge e la volta cmnka. ~ pt'Obaibile , quimdi, che l'aJ.Spetto srvegllio clic aveva il'ammalato, akune volte, il giriaire gli occhi e 1a t est a fossero dovuti alla reazione di t11tta la zona eccita.bilie della corteccia sotto l 'a2i0tt1e 1

dello stesso stimolo. !Alll.che d·n questo caso, però, si dim.'!"ebbe a.mmettere che Jo stimolo mecranioo neoessario per far reag~re i diversi cenltri m<Ytori della corteccia abbia d1versa irnten.sità, perchè 1e conhraziond. del1'atf!U> s. s., si 1ID.a.nife&tfl!!'Ono m.al periodo preagoniro, quan.00 l'amm.àlato aveva respirazione stertorosa., segno che J.a compressione del cer-

' 'e11o era ail massimo, mentre 1'aspetito sveglilo, ecc., che aveva, qua.lche v.ol•ta, a'a.m.m alaJto duil perio& afasico, preoedet~ di qualche giorno i l peri1<>do preagonico. C'è da dom.a111daJrsi i ntanto:

mi1te

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[_.\NNO

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La co·mpressione del cervello ingrandito, per idrocefalo 'Ventricolare, contro la 'Volta cranica costituisce sempre u11.o stimolo meccanico per la zo11a motrice, in niodo da produrre contrazio.ni nei muscoli corrispondenti 'f In due .allbri casi di idrocefu..Lo iinrtJenno non si mra.ni festò questo Sciintoma a focolaio. 1

Un iammalaito d~ meningite cerebro-'Spiniaile, a forma si.erosa, mori dopo 45 gionni di degenm (OspecLaùie m. m. della Spee.ia). All'aiutopsia si trovò ooerenzai dJe11a dura madire a.1le ossa nella regione occi,pi•tale. Il rervello era ·p alùido e tanto ingrandito che sulla. dwra madre si vedeWlllo le impronte dielle S1Uiture dcl!le ossa crainiche. I vieintriooli ltatellal~ e gl1 spazd su,bairacnoid.a.lii dellla base 001 ~ervello e della ·m idol'la eramo ,pieni di li.quido ci.tD~tro. Forse in1 questo cruso non si ebbe Wa. oontrazione deg.l i ai!iti p.e r le condizioni .p atologiche dei nervi :spinai1i. Alil 'aru:topsiai, difatt1, il midollo spinale si lasciò facilmente aStportM-'e, S,€jnza che c1 ·f osse bioogino idi tag.li:aire ir 111€1!"Vi spiilllali, i q11a.ld, essendo ra;mmofiliti, 11Q111 offri.rono resi-

stenza aikuna. N.e ll 'am.maùaito cli mieningiite tubercoilauie, ro.n iococef,~rlo

ventrioolaTe, di cui ra1bbiamo parlato oopTa, .nepµ11ir.e si ebblero collltmtrbure degli1 arti, for:se percbè, .i1n questo caoo, .l'Jing.r andimento del cervello non iera tale da produrre rompressiome contro la volta crruruica. La rigidità della nuca, cbe è un sintQtna caralt:beristico deltlia :meningiite cereb.ro-spimiaJe, si miamtirestò nel 'llJOStiro ammalato, ·m arinaio M. L., fin dai p!ÌlIIlii giomi. Mancarndo, però, .im. lui, la ·m enwrugite spvnia.l:e, i•l sintoma n0in si può spie·gal1e con 1 'ia:·riitaz.ilone dci .nervi oervica:1ii, che, in o-e11.1eraileJ sii rirtienJe essere la causa di esso in b q111e1la malattia. Seoondo il mio modo di ,..oo~re, la rigiidi.tà de11a nuca, 1TI.el n.ositro amttualato, sd deve spieP-ìare con 1'1irrita.z.ilonie dell'accessorio, 11° paio, <':> che in11&Va ao splenio del rapo e del collo. L'accessorio, .n e} suo tratto super.i ore, ql\l:altldiO si un1sce ail VlaigO, ohe esoe dal bt1'lbo, è a 00\llr tatto con Jia S'tlper.fioie inferiore del cervelletto, che, inel nlOStro amnn:ala:to, era ·l a sede della me'llIÌlngl te punuloota.. Lo strabismo interno, che S1i ebbe ,neJ. nostro iam,m a.1ato, eoo. dovuto ia pairalisi deLl'abducemlbe, i1l quale, 11iel suo tratto subaracnoideo, prirma di perf01irure la. dwra madre dei11a fossa cranica mediia, sii trovava iirn.mierso nell'essudato dell'1dirocefalo estenuo. Perdita dell'equilibr;o e tendenza a cadere indietro. - Fu qruesto i:l silntoma che ci rece fax-e Ja clia.gnosi di lesione del cervelletto, du.:ram1.e la vita dell'amrnia1laito: ma, poichè l'idea di WSl\lf

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{ANNO XXVI, FASC. 491

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SEZIONE PRATICA

ficienm cerebelLrure si 11.11i, :nella ~a mente, a quella di lesione diistruttivTa ddlil 'orgamo, così si J>ensÒ ad uin .tt11more {che .potrebbe essere stato già in for.n1Ja21ione quaaulo si i.nrlziò l'iniezione influenzale), ad un tuberco1o, ad- urna gom.m a , ovvero ainche ad IUJll talS-OeS.SO. Quest'ttlltima apoibesi era più in armoruia oon lJa natt.tra die11a. ma.lliat'tia e f·u q.ue11a su ooi ci ferma:m·m o dii più, dopo che, alJ.' iesra1rne, la funzione visivia risu1tò IJ:lJOl11malle. Quiesito f altto ci .fece ieiscl11dere il turno.rie del oorvel·l ietto, maiLatitia 1111e11a quaile, iln gerueralle, per J1e alterazionri. ohe avvengono, per contiguità, nel · lobo occipitale e oentro vrlsivo, la vista è più o meno al:teraita. N011 pensammo che, oltre iaJI[e lesioni diiistiruttive v1 sono anche 1e jrr:itartive diel cervelletto. Se \ri si fosse pe111Sato, avremmo fatta, con precisione, la diag.I1J0Si di natura, allbre· quiella cli sede. Nel 1llJOStro aim.ma1ato .Si trova'Vano, difatti, tutti. i sirntomi che ven1gono dJes~ritti ID.elle ilesiionil irritative e complt'essive del cervielletto: tendenza a oo.d&e i'llddietro, incutva·m e nto del col1Jo, strar . . bismo .(questi . due u.litimi fenomeni dov1ut{i ad ~rzione sugli orga:nii: vicini). Diagnosi esatta. - E si· sairebbe 0llliehe potuta

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CONFERENZE. Osservazlo1ll su 300

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di sterilità.

OonJerenza tenuta dal dott. ARTURO BRUN alla Associazii0ne Medica Triestina, la: seira del 7 1aiprile 1919.

I.l .p roblem.a de11a steri1irtà ,d e1la d-on.n a fu studiato 'lJJegli u.ltitDJi aiurn i con girande a ·m ore dai g11J.Je00logd e dànno p1i0·va di ciò i 1Dl01ti lavori pubblicati sul tem..a. Sullai IS!teri!1i:tà ne11a Veneziia Giiul~ta mu11a fu :Scriitbo ifuniora, b.enchè tiaili ca1?i sieno anche qui molrto firequenti e destino un oorto interesse, s,pecieJmente se sono confron.t ati col;le .stiatistiche di ialtre rregionii'. A questa ma11canrz.a ho ~aito di supplire, riferendo oggi rSU 300 caisi di sterilità dia me oose.r vati a 'f.ri:este negli ultimi dieci ainrni, spemmdo che tale air.gom.ento inld.n ri'll!scirà dijscairo per l 'interessie, che questi casi possono sUSiCitare tanrto dal 1aibo ezioLogioo, quia.nto nel caimpo teraip.et1. tico. PtretDJetto s'11Jbirto, che Ja miia statistica tiratlta .soltanto le ossewazioni fatrbe dia me· oo11a d10runa fatte ]~ diaJgìnosi di i<lrooefa~o i11.itetl110 o v~tri­ e 1l:asaia rda parte •l 'ai1tro coniuge per l'impo.sSi-colaire. b'ilità che ho avuto d.i sottoporre a esame im. tutti Dei sii.'tltf:atni ·prasentaiti dia1~ '0.1Dilllalato, 1t10111 tutti i caisi aioohe il marito. Questi era .spesso Jontano -era110 .si.1ttomi di una lesiane dtel oorve1letto. e impedito di rp,ortairsi dal tnJedico; a1bre vd.1/te Non era taJe iLa. 'Perdjta in.vio.k>!ntarira delle unile dorune stesse vennero dJa me a dnsapùita del ne e d:etTie fecce, che s1 ebbe fin dai 1primi giooni ooniuge, crurilase di conoscere il motivo ooJJla ste-e che non si rr>oteva spiegare con UlllJa lesiirone 1iLlità; q.u alche VJOlta dinfine il mairito rifìu.tò ~ 'esadJeJlla midolla. Essa d•ndicava che il cerve11o mn me del :su.o spemna, forse per paiwra ohe venis se ~nti va 1o stimJo,lo della pienezza della vescica, a ~Ila q,u.aJJche suo vecchio mialain'11JO. !111 mollti srtim~lo che ·provocava, per ~'a1"co riflessa midolcasi ilnviece ®va~ hl ooniugie stesso, desideroso 1~e, senm. ch:e ill' cervello potesse ~rui.bir1o, 1a iehe isi .esaiminasse il SIUO 1s perma,. Dia.questi esa,m i {1Qlltrazi0flle dci ,m1.llScoJ.d e, qu1lnidi, iJ vuotalÌlJelllto praticati sal~mente 1oon ho vialuto trarr-re -d,elJliaJ velSoica. • una cpercent'Ualle d~l1la steriliJtà ,del maschio, ;perQuesto voleva dire che nel ce:rvelilo vi era iwtm. SU.aJSO che um.a Sltlatistrica di tPOChi 0asi scelti !IlJOlll aJterazii-011e che crre aboli·va, in parte, la f11rozi10ne : .mà awebbe dJaJto ri.sruJ.tati troppo esatti. tianto pitì che, dltre J:a perdita irnvi0lointiaria de11e Ho d'iv.i so i miei casi dm. due g-randi g!l'TlLppi : u.r.ine e diellle fecce, vi ena ainche l 'aìLtro si:ntorna sterillità pria:nairiia, nella dotlllla che 'llJOn ha aVJUio importante del torpore, marod[estaltosi, ainiehe queauoora .mai .nè ·u n ~1bo.rto n.è :tt.n parto, e &te:ri1ld.tà sto, fì111 dati primi g.ionnii. serondairia, nel:la d001 na c'he, prilllla di diiven'baire Per spiegarci gili aato e baJSSO che si avevamo .. steliÌJle, ha ia:vuto già un parto o -wn aborto. nello .stato ·m entale, sensdtivo, sensori1aile e moNon tu:bti gli autori SOJ10 d'accordo nello s tatorio dell 'a1tI1n1ia1ato, noi pensammo rall 'edema Cle- bilire clnpo q1tLan.t.o tempo di vita sessua·l e una irebmle, prodotto, ~r coanpressiOllle, da un tlu.dOtllna possa chtiamainsi; sterile. Alcuni, come ~1 mo.re o da uin ascesso del cervelletto. Ch.riabaiclc ed i·l Rosthorn, ]1a driiehiararono tale Essendo mancarto :ncl ~- L. il1 grido idrooefagià dopo due 1a1nni di accopipiamento inf1-uttiloso; lico, che si ebb.e , i1wvece, oomt'terist~C'o, ,nell'0~ a1tlli iinveoe, come i1 Frra:nkel I), vogliono che s~ta m "?tlalto di mendrnITTte tuberc.o1are, ma'lllCÒ uin s11t1.tr0000rso .i[ lmtro. Avendo a·vUJto occasione di "' o . :toma che ci iarvrebbe potuto fuire Ol!'liffi1/tare per osserviaire, chie la maggior parte deillie sterilii si J•e.5atta diagnosi. .recanlO dal medioo ·g ià alla fine del secondo alil!llo di virt:ia coniugale, mi tei11ni in.ella miia. S'batisltica Venezia. al bi.enin io. Per 1a sterilità seoondaxia i:n\rere ho

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IL t•OLICLINICO

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prefe rito UJ11 Jliimi.t e di item:po maggiore, percihè V. A n,nessite cro-1iica e periinetrite : 44. 1'alUaittallilento d1.m~111JUisce la po.&Sibilità diel conV.I. Nl etrite, endonietrite e ·metrite del colce.p ire ; in questa steri,l:iità seco11Jdairia ho iinc'lu.so lo : 14. VII. l;ibromi : 2. soltaurt:o 1q·usei oosi, in cUiÌ dopo u111 splo parto o dopo un solo .aiborbo per almeno .tire 01nf!li 111ou1 era venitta un'a1tra gra'\1i·danz.a, malgrado l'abo-Questa tStatistica dà risultati d:ifDerenti da. quelli liiJione dii mezzi preventivi. o.tten1urt:i d.aJl Bu.m m 2), che .t rovò 2/ J dei oasi di i\.inch'io, come 1110Jti autori, ho t11ie>tla.to che ila sterilità primair.ia causati da iinfainltilisnw, menlt.re steriltiità priunattia (230 icasi) è mo1to più fo:eio ne ebbi meno de11.a metà. Ciò d imostrerebbe> che quiest'anomailtia nella JlJOStra regione è men.o querute 1del!la seoorudaitlia (70 casi) . Ciò però si s pi:ega i acilmen.te, ro11Si dera11·c1o ic h.e la piri m a frequente iehe altrove. A.in.Zii, stud1ando la proveùipende da d·ifetti co.nigieniti o ocq·u isiti, meintre nienza d 'og;ni si ngolo caso, osservai ohe di 107 ila seconda è soltanJto acquisita. Oltre a. ciò la d'.if- doDùl·e affette da .i mfantilismo aJpipena Ja metà era di Trieste, .le· alt.re i1n·vece a:ppacrtenev.aino aù 0011férie~a è spiegabiiLe c.o l fatto che per curare Ja oaru.sa della steri·1i1tà, quel!lie donne, che 111on han- tado o ia qualch.e piooola cilttà de],}a .p rovincia. Consi:idera11do 1poi .La provenri.~nza dei 102 ca·s i di 1110 ·nllaÌ conoepi.t o, più facilmente isi p:ortallJO diaJ. stJeri1irt:à .prim~a per pro.cessi 1iufiammaitor.i diel mrediieo di quelle, ohe hanno già u1n figlio. genitale, rilevai ooe ben 77 e.raino di Triieste. Ciò .Stmdiaindo rpiù da vicino i oas_i <Li sterilità primaria, ho .po.tuto s'ta1bilire c11e iln 13 ['01Piparaito di1n10S/tr:ra ad esuberanza, ohe arella nostra città la sterilità prianarriia è prodotta più da processò. geind.ta1e era rn011llllale, in 107 c'era ~nJantilismo i11futmmatori che da infantilismo, m'elllitre ncllledefil'uten:-0 e de lre ova1ie, illl 102 ·p rocessi imifì.0 m caimpaig11e e mei piiccoli luoghi di proviinciia ailsm~­ mJatori del genitale ed in 8 1a steriLità era cauUJO per ora avviene il contmrio. Dico per ora. sata da fibromi . percihè J'au mentato benessere· econiomico delile po-· polazà.oni rruralli in coasieguenza della guerra e Tabella con le cause della sterilità la rngig.im fi!equrenza delle .1n:a:llattri.e deg[~ orgia:nii nei 300 casi da me osservati, gerui ta11ri. f•m i oontrul:i,rui fairà ~n seguito oortai l) STERILITÀ PRIMARIA: 230 casi . men te modificare la re-wiione f:r.a l'i,nfa.utilismo I. Genitale 11orrnalc: 13. e 1 ipirocessi :iin.f iammatori itllelJe statistiche sulije ' II. ·Difetti co1igeniti: 107 . ca·U'&e della steri'lità. r) Dieficentte chinzione ov·a1riale con ·p ing:UediAn!C'he le forme gm·v i d '1nfia.11ti li:s.n1.o, iin atti ne : 18. l '11tem è quaisi .a1llo staJto fetale e la funzione 2) Dlefioerute tfunzioote ovairirule con iainemiia e ov:auiaJe .m1aOJCa del tt1too, tf.urooo da me os.serflaicaidezza uteri1nia : g. \i.ate .p iù .spesso fra 1e dont111e della Oc'btllpagill.a,. 3) Grave .iirufa11tilisu10 de ll'utero : 35. cl1e fu-a quel11e della ci.ttà. L ',esubera111z,a. dei ,pr•Jcessi 1i11rfìa.mmiaitOl11i dipende 4) Leg.gie~ infantilismo dell'utero: 10. 5) Antifless.ione rigida drel1l 'u.t ero : 21. s.enza• dubbio dall 'e11or1ne diff111sione de~la gonor6) RetroversiQne 10 111etrofliess1 on;e del[ 'Uitero i:tror.reia. Lnrfa:tti su 102 casi ho . potuto stabil.iitre 23 n1ale: 8. vo1te con certezza e 64 wlte con somma proba7) Stenosi dell '·o ri:fioo estenno : 6. lJ1ihi tà l 'ori.g ine gonorroica del processo. III. Processi infiamnuztori : 102 . Moltiissd.:Jn•e sterili, che si pr·esentair.ono nel mio l) Annessite oron:ica : 53 . 3!tnbu1iatorio oon affezioni i.nfiaunmato.rie, etraltlJC> 2) Perimetrrite oronioa : 23 . g·ià da .l ungo tempo sposalte ed aveva:no ailitera3) Perimetri~ cron. ~on fissazione dell'utero zii011d piuttosto g·ria.v.i e difficilmente ripasrabilri., retroverso : l r. q;>er quanto riguarda il ritorno della funzione germruruativa . Irn.f atti, f·r a i 102 oosi di sterilirt:à 4) Vagi111ite g.rainulosa : 4. 5) Bndometr.ite, metrite, ca.ta111ro del colilo uite- rprimairJa acquisirt:a, 53 avevamo un 'amnessite cro. . 11ica, 34 u·n a ·perimetrite cronica, :fira cui 11 volte n110 0011 eros1011ie : 1I . I\T. F i bro1ni : 8. oomb~na.ta all·a fissaziooe dell'utero ·retro,rerso, 4 don1ne erano afiette da 'l.nag··i·tri.t.e granulosa <'')!" 8) STERil,ITÀ SECONDARIA : 70 casi. forte iSprurg·u €' 11 da m.etritte o endo1neitritc eata•n"alle oppure da 1Cata-rro del collo uterino c0n I. Ge11itale nor·niale : r. • erosione . II. lp eriHvol:z.tzion,e uterina: 3. l\Ierita ainoora acrennMe alla scarsissima freIII. Defice1ite funzio-n e avariale per saturnic1ue11za della oombiri.azione dei .p.rocess.i infiammas 111.0 : I. IV. Cicatrici all' orificio 'uterino dopo plasti- t ori coi difetti congeniti. To ne ho 11ot,..tito tro, -are, fra i 102 caisi osservati, wltant:D 5. t:iò diche del collo : 5. 1

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f ANNO

XXVI,

FASC.

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SEZIONI'; PRATICA

m •o strerebbe, che nell'~n.f.aintiliismo la ristrettezza del canale uiterioo non sdlo irende difficile ]a ascesa degJi sperma.tm.oi, ma dmpedisce amche 1'en.tra.ta dei germi i·nfettivi. _ . Riferirò ora in b·r eve sulil.e 70 d0tna1e affet:te da ~terili·tà seoondaria. Jm un caso la do.nna era perfetta-mente sana e la causa stava .nel marito, tre volte ;t:Jrovai un'iperriinvo1uzione dell'u•t ero, due V10lte u.n :fib.r oma, .in .u n iaa:so deficentc funziooe ovaniaùe :per saturnismo, in 5 donne circa:triic'i al['orifiicio uterino dùpo plas,ti.JC.he del collo, im. 14 metrite, endometri te o metrite d·el ml.lo oon eirosionie, :i1n!fìne 44 ,,olte anrness.ite cr.ondca o perime.t ri te. Du nq ue a·nche nella siter:il.i tà secondaria ho notartlo un 'lJ:nmero str~gramde di affezi0tni dif:ficilmente '.!ii.iparabili, che di solito erano iinrominciate subito dopo .il :p ar·to o d 'ab.o rto per iinifezione puerperale o per blenorrea ascendente (.5 casd.) e che erano istate trascurate al loro .i nizio. Speoiallim.elllt.e gli aborti di poehe settimane, che spesso passano inosservati, h01nino 1UJn'1nfl.uen.z,a deleteria sulla f.unzione germinativa. L'aina,m nesi di questi oasi è ~mpre la stessa : qualche me.s e dopo il mattimonio ifta:rdo mestruale di 2 <> 3 .settimiaine, poi emorragia abbondante cootinuasta per iailooini 1g iorni, dur.a:nlte 1a quatle ndn si <>Sserva affatto il 11iposo e si trascura ogini assistenm osbetmica ; ~i ù tardi dolora ial bas..c:.o venltre ~ ail1a iSChiieua e spuirgo bi.anoo; do,po alcU111.e ot11te -oonsig.liiate dai famigli1airi fina:l mente consu.ltazio~e medica, quando le a11 terazionrl. gendtali SOtllO già tainto profonde, da rendere impo,ssibile ormai • una nuova çonceZJ.OnJe. Q.urulc he cosa &i sim~1e può .succedere 01nohe dopo ttn ab.or.to procurato o um parlo spontaineo, quando .p er !lJOU attenta sorvegili amza durante il puenperio, 1'utero non s'itnvolve bene e !l"esta grosso ied aiperrt:o. La mja statistica no.n cita affatto lesiond del~a -vagina e del p.eriineo fra 1e cause de1·1ia steril'ità; ·e ciò è matuirale, :paichè queste, se 811.tche mol.t o estese, non .ian.pedisoono la feconda.zion;e. Es.se tu.t t'al più ila possono .r endere un ,po' più diiiffi.cile ·QQl m.am.tenere u:na secr.ez1o.ne catar.rale atbbonr ·ciarnte del1la vagimia, cla.n nosa aill'ai.scesa degli. speir·matozoi. Ho ci1tato iinveoe 10 vtdl'te i fibJ:"omi d:e11 'u.t ero ·come caiusa. della steril.ità. Secondo alcuni aiutori, ·i :fi.brOflll.i mn isarebbe1'"o la causa, ma Ja conse1 ·O'uenza dell'inattivrità uterim0 .. È celebre d l detto o ·del Pi'11lard : « PriJmiprure drl. rpiù ·dii 30 ianmi, cer-0ate il :fibroma »• A·neh·e i:l Freund 3) aecentua m ·impotibainza dell ''i.nfuntil1smo Ulteriino e rispettiva·mente della sterilità, oome oause .plt'ledisp.onenti -.dei :.fi:b110tni. Secondo ailtr.i autori [e per citamJe -uno, [o Szametz 4)] invece questi tumori ·p rodu(cono realm<:JtLte una dimiinru.zione della ferti~tà, e 1

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·la ~ossibilità del concepimerut:o .s arebbe tainto mi:none, qua nto ipi·ù ·v icino alta i0avi.tà 1t1teri:11.a si trova. il fibrl()ma. ~er qurunto concerne i casi da me osser\-ati, de\•o confermaxe quest 'opinion.e. La .stes.sa clisp·ari;tà di ·ved tt.te la hro-v:ia11110 amebe sulla steri1i.tà accompag:narta dalla pin1g uedi.n e. Alcruni am metton!o ohe in q1u·e sti casi 1'adiposiltà sia 1a aonseg11enza de1la: .defì.cie111te funzione oviruriale, altri invee.e hain110 l 'o,pinione 1op.p.o.sta. F.ra i miei ·c asi trovati 18 vo.lrt:e aidi posi.tà :rileva1nte, ma turtte 1e ·v·o lte abbinata aill'inf.aintillismo. NOin ho osservato ii1rvece casi di s.teriildità ·Secondairia 00n apparato g enitale rn:orm.ale complicati a .p inguedime e ·ciò panler.e bbe ~pwnto in favore della prima qp.inione, r1a qual cosa corrisponde anche iall 'osseryazione, che do11111e cnre-1 climaterio o priv·a.t e delle o\ra~e s 'ing.rossa.!llo fu or di miJSuim. Bsiste iJnfi,ne t1100 t erza pos1S'i1bi!l1ità, ci,oè che tainito 1 'ad.i posità, quanto .l 'infanti1lismo d.ell'appairato geruitale 1dipen1dano da tl!11a caiusa unica, for,se da1la deficente funzion.e dell '~po.fìsi, rom.e 11reLLa disitrofia. 1aidiposo-ge11i.t a1le, i11 ooi ,per la degeneraziione dell 'a·pofi,s i si tri0va I 'atrofia dell '·utero combinata a~la pi·n·gue:d~ne. N etla mia tStaJtistrioa manca ,q ualsiasi caiso, ~n cui sÌ'eno ci.t ati, come causa. eSiClUJSi v.a diel11a steri.l ità, dl deflusso troppo rapido dehlo sperma diopo il ooito e la mruncainza d:1o rgasmo deilla femmti1na al momento dehl'amplesso. Range 5), ohe esaminò 11.lln .graJll 1numero di donne 6 ore dio.p o il coito, trovò spermatozoi '11e1la vaigina di tu.tt;e quelle C·h e avevano già ri11n1a volta prurborito, .mentre questi ·ttlaillJCavano ne11a metà del1e sterili. Questo defiusSio ,t roppo t-.api.do •de·l lo sperma .ne~11e donne che 1no11 héllllln~ mai paa:tori1to cli1pende dail fatto, che J'iinfia1ntilismo ,d ell'tttero e ·del11e ov:aiie è s.p,ess-0 .aibb~nato ad Uina. vaginia tro.pp.o rorta spooi:ail1nen'be nella sua par.e tie .ainteriore 10 .m olto obliqua, oppme ia..d itlJn f omi·ce vagi:na;le poco prtofundo o a un perimeo molrt:o ba,sso. I!l .d.e flusso troppo a:apido dello sperma n-0111 è qui11di UJna causa deùla sterilità, ma 111in si:n~tomo de.Jl 'cilnfaintilismo. ' Q.u anto al.la mancanza d 'orga!smo poi .I.a maggùior parte degli autori è del ·pairere, c he questo nJOn sia affu.tto rneoossario peir il oonceipimento. All'orgiasmo, oome scrisse i:1 Chroback 6), si può dare tutto lébl rpi ù a'i.m·po1·tanza di un indic attore deJlle a·t teraziond fu·nzionali d·e ll 'aipparato gen.ital.e, ma. non è :~eo~to Qo.ns1diemrre come caiusa di stenil.à.tà La oola 1sua ·maiooain~a. 1

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Da ciò che ih o detto fin qui si :può comprendere, qua:tllto numerose sieno le cause iella sterilità e quainto òifnci1e sia ilo stabilirne esaittame11te p er

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Il,

POLICLINICO

ogini caso ila diagnosi. Ma, 13ltlche ibrovata 1a causa, l'aippldcaziane della giusita terapia non è sempre facile. I pareri: degli 01Utotii s ulle ' 1a.rie,. OUJre sono ancor oggi olitiremodo disparati e ciò dipende daJ:la mancain.z;a. di ·Ulna sltatistica esatta sui risultati dehle cure. Per f.011" questa, .s arebbe mecessairio che i medici pdtessero segiu.ire a lLt1111go à. Joro ca.si dii :steri~1ità. Invece 1llJ01~ donne, .n eppure se restano gravide, si 1pren~3ono ·l a briga di ri.ferirne al medliao, alitre a~iano la CW"a a mezzo e poi' non vedendone :Prot11to il .r isulltato, si rirvo1gxmp a.J tr~ ; altre imfì·n e .s.'Ono riim pooite di C1lJt'0.t'si, ùO!Ile vonrebbero, .per~hè abiitano lontalllo e non .p ossono vendire spesso dail medico. Queste stesse diiffioo1tà le ho trovate amch 'iio nel ifaire !la Sltatistica d.ei miei ri&uilit:ati e perciò ho dov:uto scegliere ftra le mie pazienti soltiainto q.u elle, ohe avevano faitto oom.p1etamen.t e la cura il"accomaJJdata e che erano state rorvegliatbe per .Lungo tem-

po dai me. Ne riferirò dm breve i risultati La cura dei d·ijetti co·ngeniti diede oo.tu.ralmente rist111.tati di ver:si a seconda de.lire aliter.aziorui es.isteuti. Ebbi i peggiori risu1tati mei ca1Si, in cui la detfioonlt:e funzione O\?ariale era· complicata cpu la piinguedine: i;u nessuna donna su 18 da me lrt11ngiam·e nte cUJrate otben:ni :i~ concepimento. Etfificaci il!llvece furono ;l e cure ~n qruelle d0I1Jne, in cui la deficente funzione ovao:ia1le era ab binata a.11 'iamemia ed ai1la flaccidezza u 1teriina con 0!Iltifiesskme dell'organo. Tutte q.u elle c he eibbero [a pazien11,0. di fare lunghe c ur.e rioostituen1ti potelntro ooncepia:e senza bisogioo di a:lcuna terapia locaJ.e. . i\,nc.he . nel] 'infantilismo .u teritno ho 1potuto diisti1llig'uer.e, per q,1iai11to concer.11e il ri1SU1it.at.o, dsue gn-adi : casi .itn 001. 1'utero era isolta1nito un po' più ,p iccolo d el momiale e 0a1Si ool~ 'utero q1t1.0JSi feta!le. La crura dei difetti .u teriind più Jegg:iieri diede ottimi risult0Jti, .specia1mente quarnrlo .la dcmma e-nt ain.cora mo'lto giov.ainre. 111 questi. ca1Si bastò il ook> tlratrt:amento 151eneralle, cioè u,ua sa nia aiutrizione CUJre arsenipa,li e· fenr.u.g inose, bag'n.i di ' . sole e di .mame. Nei casi i.n vece im. ooii i 20 anru. erarrro .o-ià paissaiti dovetti nicorrere a1n0he al trat~ a· ta·m enito Jioca.le. Questo conisiste iin 1Uina. cura a nm.ssagg.i ·p raticata almeno ·p er tre mesi. Se dunwite qu~to tempo ,non ha avuto J1uogo ~a un ca.mbiaimenit.o del vol-ume dclil 'utero, rriesce inUJti1e la. oontinUJaz:ione del•l a c ura. A.Jt1c11e m oompairsa di mestruazioni 1più copiose è UJn inrlke del buon S U OC(.SSO dei mezzi impiegait:i e dev.e inoo.J:"aggti~ tainto il medico, quamito la paziente a prosegu:ire 1a ou-ra. Di g.ran lunga ipiù uti!le di questa te.r.aipia mi

[ANNO XXVI, FASC. 49]

sembrò Jia nipetuta i.n.troduzione dei bastGllcini di :1a1mi:naria nel ool·l o uteri. no, come ,propo11'e iil Pdtna·rd. 7). A questa di1alt:laztione forzata ! 'utero. non .ttittna.ne iit11SeDsibiile; le sue .pa.Teti reag.i.scoru> e, .se ;l 'operazione viene ripetu.ta più volte, l'utero is'irngran.di:sce. Secondo alcund au.tori questo cam.b iiamento uter.ino è it.alivOilta acoom.pag.nato da lllll asumento de11'orga'Sltru) d.e.11a donna d'Urarute 1'am·p le.sso e perciò la cura dalla lami'fla.ri.a sarebbe·g iovevale 0Jnchè d:ti. quelle clonlne d.i « naturai firigida. ~, ohe 111.on hamnro i•nfiammazi.oni de11 '~pa-· 1

genitale. Purtiroppo iperò

iratio

quel~

che si sottomettono ail-• 1'introduzione d·e 1la lrun1inaria, si induoono facilmente a firursi operare U 1ia volta sola, ma poi,. cnnn v·e<:lendo :subito il risulltato, tratascia,no di 0

oontirnuaicla per semplice noncuranza. Piinairrl, che per 30 anni adoperò con sucoesso questo met:OO.o, .raccotna111da caldamente 1a ri·petizione del1a cura ed amche ~1 Bumm è dello stesso pairere. Tu.tto ciò vale so1ta11to per i casi d'iiilfuintilismo UJterino .menJo g.r-a·vi, mentre per qu,e llli assai pronunciati ogind QU·r a riesce i·neff'ioace ed io mi sono di solito a:stellJU.to da tali te11ta.ti:vi, 111on volendo creare irnutilli illtusion.i in chi ·r.icorre,·a a([ ittUo con.si g.tio. NegJi ultimi altllni fu inaugu.riaita una lllltlova teriaipi.ra. dell '~nifanltilismo, cioè :la cura ron linàezioni di ISQSitanza ovaniak o ron estra.t ti1 dei aor(})'i lutei. Oosì Henr.mamm 8) ~n 1u . n CongreS$0 ri0ferl sUlle sue esiperien7.1e fatte con uina sostain2ja liip1aide estratta dai corpi lrutei de'11e cavie. Egli 1tnicltò questa 1S10Stanza ·p er pa.Tecchie setltiian:ane a .f.emmirne giiov01llli di conigllio e ipotè ottenere un i.ngirossannento ri11 evante di .ttttt.o .1'aippa.r ato genitale e de11e maimme11e. Altri. poi dtlllJOstrarono, cl1e till corpo luteo contiéne d uie sosltanre. La pr.i ma' eh ia:m.ata ([ lipoide ,, , avrebbe pr.oprietà emostatiahe e, i1llie~­ taita .s otto Jia 1Pel:le pri•ma o d1Urnnte i ·m enistru1,. sarebbe capace di din1inuire la perdita di sangue~ La seconda, detlta « li pa mina », avrebb.e il potere, espe~tata SU!g'ld. animali, di aocel:r~re 1'acorescinnento dell '~pparat>o genitale e, llllletit:ata 1ne~le donne amen0111"0Lche, di rprod11rre la

wtoo-

• menstiruaz1one. PrUJrt.roppo lo studio di ~le .t erapia lllQil è ancora. tanto progredito da poter &fruttaue questo ·m etodo dli QUra .g ià oggi oon p.rofi:bto nel trattamento defila sterilità. In ogn1 caso 1però si puè> prevedere qruaile via 1p renderà d.n av.veniire ~ ~1ra:piai de11 'W.faintiJismo. Con qu~to tnu<>vo .indirizzo fur.se sarà 'Possi·b ile di attmentare anche 1:3e ne.rg.ia riJprodutt.irice deg1i rindividui e quel~ Vltalliiità icreg-14 ovki.ni, che è imdipendenlte dalle ma- · latti.e 1.ooal i e generali.

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i\.NNO

I [ ...

XXVI, FASC. 49]

SEZIONE rRATICA

1453 P.ainlainOO delle CU!re dei difetti congeniti, non po5ISO tirailasciare di ·ménzion:arre ancora l 'anti:fl.ess.ione nigida del! '.u tero, chiamata anche cc t1tea-o a chiocciola », e la ir.etroversdone o retroflessione <nngenruta.

pessario sia veramente .atto a 1c orreo·o·ere 1a ùeior. m.atà uterina, ma che .il iSuo uso offra seri pt•ricoli d '!imifezione. ~~

La retrofle~sione e la ~ebroversil011e cono-enite l:t .p ossono sussistere da sole o eis-se•r e accompag.n ate La prima .impedisce ~1 ronoepimenlto in causa da alrtri difetti, ronige.n iti. Nel pri.mo msro l 'eledi 11ma ripiiegatUJra del.la tn,ucosa oer.vicaile 0 :]1 'a1viazione d etl '-u tero e 1'aip.p li0azion1e di UJni sem-· tezza del'l 'or.ifici.o u.t.e.rilno iinitenno; La .s eooitda :inpliie.e pe.s:sario apportéJ,n.o q1t1a·si .sempre otti;rrui :rivece pr~e ·1a steri[ità, .perohè la dev.i:az.ione 'Sultati : .s u 5 donne trattate d1n questo modo, 3; ttter~na. .non permette che 1)oriiificio esterno delriimase.ro gravide. A questo propo.s.i1to iricordo una l'wt.ero si tr.ov.i nel fornice· poster.i.ore, che è al donna che, .avuto il pe.ssrurio, •ri:ma.se gradiva dopo ricettacolo del seme. ....i\n1bed111e .queste ix!l"egola•ri.tà breve tempo. Mortole po.i i1 bam.b i·n o ·p er mQ1ia,tpossono essere ron·g iunte 01111Che alla stenosi delt1a ·~ntercorirente, 1a madre .su.pJ;X>se che ormai sa1'ori.:ficiK> uter.iin.o esterno, ch:e a:ssa.i idi :raro s~ rebbe caipaci.e dri ooncepiir.e anche .senza il ipessairio trrOVa sola, come causa d1 ~lità ·(!Sei volite e non si fece vedere da me. Ma 11011 es•senkk> mi~ su 107 casi). lllalSta più giravida, due 0ltllll.i .OOpo i 1 ·p atito riltonnò L 'a.ntifiessione rigida del~ 'utero, clie non deve nel .mio iamhulatorio. Trovai l 'rutero :i1u.ova1111ente essere coruf!UJSa <'on quiei lieggieri g11a<li di antiiretroverso. t...i\•p,plic-aito u:n .i pessario Hodge, 1a donfiessione grià ·p rima accen.miiti e causati. da flacna concepì .p1aC'O dopo e ip air:t:Jooi a termine. citlezza. illtJerirna, venine curata da me colla ddaaI catS.i di iretroversione e cli ret:roflessiOJne 0011tazione med iante :J.a laminaria, abbinata a:lila digenita complicati ad a11ri difetti congen.i1ti (utero sciissione dell'onificio estenuo. Su Io oafil cosi in·fiantile, ,stenosi del1l 'or.i:ficio esterno, il1regx>latirnitta/ti tre volte osservai :il .ooncepi1111entio. Nei riità de11a vagri,n a) S01110 in·vece J più .reniitentil a~e casi m.egatirvti il canale ruteri1no breve tempo dopo cure ed io dii :solito li ho 1lasciaiti in piace. a'opern.zione 1s 'era di .nuovo ristretto. Mi .sono. dilungaito sulla terapia dei d1if:e1tti conPer averne risu.Jttati mig.liori sarebbe neoossartio, geniti, .p erahè d paireri .su questa sono ancora. cliQOOlle vUJale i'l Pin1ard, che le pazienti dopa la. di- · s par.ati, .m entre de.lJa cura dei difetti acquisiti, latazi.one oolil.a laminiairia si assoggettassero an- essendo essa ·p iù ~ooosciuta, basterà sol tainto U1t1 oora per aJcumd mesi dopo ogmà. menstruo ad 11100 breve cenno. diaaitazione de11 'urt:ero coi .bastone~ni Hegar, ciò Per.eh.è i·l co~·men•to ab~a ·p robabilità di che ran1mente è yossibi:k <li Qttenere da'lile pariuseiJta, Ja tempia. deve itnoomintedai!'e 1hrev.e temzienti.. po d~ a'i1ndzdio del mal.e ed esser.e oont.d..nuarta per 1

Nell'.u.ltimo tempo, pa•r tendo dal ·pr1ncipio che og.n:i antifiessione rigida è con:gtiunta ad u.na deviazilODJe in avanti del 00Jli0 uteriino e che q·u esta conitribuisce a render;e difficiile .iJl concepi·m ento, ho usato, iinveee della driscis.sione .b ilatenaile seoondo Pozzi, l'operazio~ del Dud;ley. Qu.esita ooinsiste nel taglio 1nediano del lrrubbri0 tUJteriinp posteliiore, seg;u;ilto dalr1a sutu.riazionie della 1111urosa irntracervica:le CCYll quella dellia porzione viaigi:n.ale, e rne11'a&porttazi.one di un J..ennbo della pairete anteriore del la.bbro uterruno antieriore, .l a -cui ferita viene ipoi suitumita .trasversailmen:t:e. Questa operazione pemne!tte che cor~po e cohlo v1ellg.aaro a mettensi 1in un •s dlo asse e, decon:gestionaindk:> 1a muoosa cervicale, .rende· minore Ja. :nistire1trt:le2za del cairuale. I risufLta.ti da me ·dtsteI111.1.ti con questo metodo (due ronoepim~i su 5 .qperate) 1)ro1ned:tono per l '1aJVVe11dtre .UJna statistica migliore. In un solo caiso trattaii · l 'uJtero a cliiocc-lola col pessariJo intratt.Ltetino ideato e raccomandato dal Bossi 9), ma questo, essendo rimiaisto tmppo tempo nell'utero per 1noncura·n za d·eli1a ipa.ziJente, .iprodUJSSe perd1Ite di samgue prol ung.aite e oop1ose. Ma.1grado la mancata fecoru:lazion.e, oredo c~:. e 111

molti miesi, ailllChe dopo la deSSa.Zione dei d.i s t-uir.b i. In 30 caisi d'i.n.:fiamma.7.lion~ cronik:ilie del geDJi.tale da me osservialti 1UJn·g amente 1t10n otteruni tln oonceipi.mento che due vo1te sole, mentre in ro oasi, itn cui processo im:fiaimmatorio l1JOll dafbawa che al •tnal&SLmo dia ru.n anllJO, viidi 6 giravidiainz;e, ciò che ldiiimostra .a tStUfdìcenza 1'1m.p ortanza d '111:na pronta .t era pia. Nei processi illifiammatotti ho UJSato di solito la oura con1se-rviativa e ·h o fa.ttio pochissiano uso ~l­ a'aitto oper.aitivo. Frai tutti i miei e.asi di steriITità acquisilta, primairia e se.condairia, trovo soltain.to 5 .raischiia:men.t i iper endiometrite e una sola ~parotomia con ovoforootomia sinistra e i.steropessia per vecchit> .p rocesso pfllerperale, S€:ooiuita

in

da gir a vJ.d-anza.

Non ho cro111Sig liato s pesso la laiparotomia; oonser·v ati1v a per ottenere i•l conoopi mento, perchè i crJsu1Jtati SOlllO, iseaonck> il Funck-Brentaino e il PJa'l.tohn Io), appena d el Io o dell I2 per cento, ed atrohe dn quei oa!S1, ii11 cui l.'operazionJe fu da me coRsigliata, lie pazieniti :non voi~lero sottoporvisii .non aivendo a'VIU to diistu rbli1 speciali. N~ ho citartio a1ù11'1la. operazione di µlastic.a del


I454

IL POLICLINICO

collo fta1tta a soopo di facilitaire il ooncepimento nei ca.sii cli ci.caitrici dipendenti dia un ipa.1"1to ~1rativo o allei oas~ di metrite del co1J1io, perchè le prime a mio parere :non prod.ruconp \Sterilità, e 1e mebriti del QOlJ-0 p.osoonio v:eniu curate Qorn maggdor profitto oo11a cautierizmzione, che, secondo molrti autori, è ·m eno <la.n1nosa per il deoonso della fu,t u.r a gmv~d.atnzia e del futuro prurto. La ca1uitea:iizzaziane, diecangestiona11dio la tnlU.cosa cervi"OOJle, pa:oduce ainioh.e la is.p ·ari.z.iione de11o spUltigo, clie meocanka,mente e forse anche chimioa.menrt:e Wbpedi.sce J'.asoesa degli spermatowi.

Prima di c.hiudere questa mciia relazione ditò a·ne<>ra due 1pair.ole s:un~ fecondazione artificiale. Lo Ja ho rterutata. soltanto in dru.e casi ma oon esito negativo. .i\nchte Doderl1e~n II) su 6 donne trattate l()()ll Ja feconJdazione artificiale ottenne unia solai concezrilone. Del resto .i 11.miti di quesita tera~a scmo oltremodo iris1tretti ; 'e ssa è riservata soltanto a 1quei caisd iiu cUJi esiste UJll'ipospadm del maischio iqpptll1"1e u1na ·sirt.1JJazione 01&.sad iirregolare del cohlio Uiter.ino. Dai tutta a.a mia statistica DK>n triisulta.no fatti ltl!UO'Vi, ma Ulllla icosa .ap.pauisce ahtia.ra, cioè ['imporitam.z.a deflilie OUtre 1ung be e ripetute 1barnto per ii dilfetti congeniti, qttainto per quelrti aicquisit1. Se Le paz.ilenlti vogliono avere un risultato datlla cura devo.no :Un 1questa aisseconidau·e il medico e chi iavrà 1a. pazienza di oont1m!UMla, aiv1tà a\11cbe La soddisfazione di vederne i ri,sullitati. 1

Spero che q·UleSte brevi osservaziQn~ awran111.o l 'effietrbo d 'imiteres•s are rl. :medici al pirob.lema de~la sterilità. lt1 SUJO t rattamenJto, insieme oan [a !otta conltro 1'aibor.to c-rim,~nale e coi ,ptticYVved.i.mienti da ·p rendersi i1i1 f.aivone del·la matemnità, servi1rà certaimenite ad iauttlJentaire il numero delle masciite, che in questi tttlti~mi a11.1rui tSono tan·to dittnimru.irt-e. L'Itailia, compirurt:a la sua 11nd.ità, ha bioogino 018solttto di avere UJna. nnmeiiosa popolazione per pr.ooedere ·s ul ig.liorioso cammiiD.O seginato dai suoi aintenart:i e rper gtiiungere a quel 1prima.to, che fu già sple ndido tnei sec-01l<i passati. Questo è :i11 nostro romt11ne desiderio, quesro in IDloSi:irO rerv.idJo voto. 0

AUTORI CONSULTA't-I. I) F'RAENREL. Klin. Beitrage zur Pathologie u'!14 Theyapie deY weibl. SteYilitàt. « Sammlung kl1n. Vortrage von Volkm~nn », 1917, nn. 46o e 461. 2) BUMM. Ueber Behandlung und Heilungsansichten deY Stef'i litàt bei def Frau. « Deutsche med . Wochenschrift , , 1904, n. 48. (10)

[.\~No

xx\:r,

FAsc. 49]

Zur Aetliiologie der Uterusm')'ome. « Zeitschrift fiir Geburtchilfe und Gynakologie », I913, vol. I-1XXIV, I. 4} SZAI\.IETZ. U eber den Einfiuss der Jtlyome auf die Sterilitàt und Fertilitàt. « Wiener klin . Rundschau », 1912, nn. 49-51. 5) RUNGE. B eitrage 2ur A ethioto~ie und Therapie der weibl. Sterilitàt. « Archiv ftlr Gynakologie », I909, vol. 87. 6) CHROBACK. Ueber Sterilitat. « Wiener klin. Wochenschrift », I901 , n. 51. 7) PINARD. Livre d'or, oflert ait Prof. Pozzi, riassunto da FRITSCR nel « Zentralblatt fiir Gynakologie », 1906, n. 40. 8) HERRMANN. Zur Pathologie des Corpus luteum. « Zentralblatt fiir Gynakologie », 1913, n. 42. 9) Bossi. Der schneckenformige Uterus. « Zentralblatt fiir Gynakologie », 1908, 11. 29. Io) FUNCK-BREN1'ANO et PLAUCRN. Traitement de la sterilité chez la f emme. « La Gynécologie », I9I2, nn. Io-12. II) DoDERLEIN. Uebef kunsiliche Befruchtung. « Miinchner med. Wochenschrift ,, 1912, n. 20. 3) FREUND.

SUNTI E RASSEGNE. DIAGNOSTICA. ..

Diagnosi precoce del carcinoma gastrico. (JOHN B. DEAVER. N. Y. Medica/ ]ournal, 3 maggio 1919).

È ben noto il quadro clinico più ~omune (non sarebbe esatto parlare di quadro tipico) di questa che va messa tra le malattie più insidiose, e in cui una diagnosi precoce è altrettanto desiderabile quanto raramente attuabile. Individui sui 50-60 anni, che finora hanno goduto buona salute, cominciano ad avvertire perdita d i appetito, senso di pienezza epigastrica, eruttazioni acide. Più tardi: vomito occasionale, perdita di peso, avversione al cibo specialmente carneo. In questa epoca l'analisi gastrica rivela probabilmente anacidità, ritensione (12 ore), un po' di acido lattico, numerosi bacilli di Beas-Oppler, sangue alterato positivo alla benzidina e al guaiaco. I,'esame fisico mostra 11na peristalsi attiva, non sensibilità addominale, non masse palpabili. Dopo aver provato, allarmato dalla] perdita di peso e dalla debolezza generale, una serie di. rimedi per suo conto, .dopo aver consultato vari medici e seguito altrettanti regimi terapeutici, il paziente finalmente arriva al chirurgo, in un periodo in cui l'operazione o:ffre oramai il l 5-20 per cento di mortalità invece del 2-3 % che avrebbe avuto se fosse stata eseguita precocemente. Indubbiamente non siamo ancora in

,


[-t\.NNO

XXVI,

,

FASC.

49]

SEZIONE PRATICA

possesso <li una prova patognomonica per la diagnosi precoce del carcinoma gastrico: ma appunto questo deve spingE-re il medico internista a passare presto tutti i casi sospetti al chirurgo, quando si p en si che la mortalità per laparatomia esplorativa è praticamente trascurabile. U110 dei più frequenti reperti all'operazione (o al postmortem) in questo tipo di_ cancro gastrico è l'evidenza di una ulcerazione guarita. In poche settimane o mesi la les ione passa per l'intiera gamma delle alterazioni patologiche della parete gastrica: gastrite generale o locale, ulcera zione, can cxo: e corrispondentement e si succedono le varie manifestazioni cliniche assai rapidamente , s icchè il medico è fuorviato nel trattare i sintomi senza badare alla cau sa sostanziale. r~a storia d i questi casi è d i solito quella d i una ul cera gastrica: attacchi periodici d i dispepsia, con generalmente buona salute nei periodi inte r correnti, sebbene in a lcuni il disturbo è continuo, con più o m eno acute esacerbazioni. Se poi il cancro si è impiantato su un'ulcera a sintomatologia atipica (simulante una append icite, una colecistite, una pancreatite cro niche) sarà impossibile fare una d iagnosi precoce, e l ' unica salve zza sta nell'aprire l'addome, spezionare, palpare. Immediatam ente dopo , come valore diagnostico, viene l'esam e radioscopico, eseguito da una persona competente, ma anche questo non dà che rara mente la si curezza. E il gastr o-enterologo che crede alla s ua d iagn osi fatta con la sonda gastrica, con l 'analisi chimica, con i raggi x, aumenta, per usare a frase più benigna, l' invalidità cronica, e rende il caso m eno favorevole, p erchè il chirurgo possa raggiungere il risultato desiderato. Senza d ubbio non a ogni tipo di ulcer a gastrica segue il cancro ma nella metà dei casi, e forse più secondo alcuni autori, i cancri seguono ad ulceri : è quindi da una d iagnos i precoce e dal trattamento dell'ulcera ch e dipende la r gamente la cura del carcinoma precoce . ~oi s iamo portati a fare grande affidamento sull'analisi gastrica, ma nel cancro · precoce non esistono regole riguardo all'acidità del contenuto dello stomaco. L'iperacidità è frequ entissima nelt'ucera e agendo come irritante produce delle modificazioni nelle cellule g)andolari, probabile primo passo alla proliferazione cancerosa . D'altro la to l'ipo- o anche l'anacloridria, che è gen eralmente ritenuta patognomonica del cancro, si accompagna a circa il 30 % dei casi di colelitiasi e anche di altre condizioni, che comportano pure perdita di peso e di forze, come pancreatite, d iabete, calcolo .renale, ecc.: I

1455

sicchè quel sintoma dà la probabilità ma non la certezza del neoplasm a . Anche la p resenza d i acido lattico e del b acillo ò i Boas-Oppler, pur essendo assai probativo non può considerarsi un reperto patognomonico, perchè il primo è assai frequente n ella stenosi benigna con dilatazione gastrica, il secondo s i trova ·abbond ante solo negli stadi avanzati, quando la chirurgi a può fa r poco, p er lo m eno dal punto d i vista r adicale . Il r epe rto microscopico di pus, la presenza d i san gue occ11lto possono essere d i valore diagnostico, ma non sempre sono di1nostrabili nelle forme precoci . Infine, tutte le \rarie prove di labpratorio suggerite, come quella del triptofane, quelle sul san g11e e sul siero, qu elle cutanee , possono a vere un valore <li con ferma m a n on sono risultate specifiche . Su che cosa ci possiamo basare allora per svel are un cancro gastrico precoce? Francamente, non abbiamo nulla d i positivo; ma in ultima analisi le più attendibili sorgenti d i inform azioni sono: prima, la storia, e , secondo, l'esplorazione. In poche parole, , un paziente d i m edia età (40-60 a nni) con una storia ~ipica di ulcera ga strica, e che ha sempre goduto buona salute fino a un anno e 6 mesi prima, e ora ~i lagna d i dolor e epigastrico, con p it\ o m eno rigid ità, • progressiva perdita d i peso, forza e appetito, con o sensa vomiti, con maggiore o minore in~ st;tfficienza motoria, aumento, moderata diminuzione o a ffatto scomparsa d i acido cloridrico, presenza o assenza d i acido lattico e d i bacillo di Boas, giustifica il sospetto d i cancro. I-1a radio .. scopia, in tali casi, d imostrerà pro babilmen te q11alche alterazione nei contorni dello stomaco e anoma lie d elle onde peristaltiche; m a la lapa r otomia e il laboratorio istologico daranno l 'informazione definitiva, e sopra una certezza così ottenuta il chirurgo procederà a ll'intervento, potendo prom~tte re al suo paziente il miglioram ento se non la gua rigione. Quanto William Y . Mayo scriveva n el 1904 .,...., n1antiene oggi, nonosta nte tutti i progressi, ii1alterato il suo valore: « In una incisione esplorat iva precoce noi abbia mo l'unica risorsa d iagnostica attendibile, a cui il p iù delle volte bisogna ricorrere p er porre la diagnosi chirurgica . Senza di essa la certezza si stabilirà le·11 tamen te e a spese di un progressivo aggravamento senza speranza. L'esplorazione è interven to semplice e breve. Si è detto ch e il paziente n on si sottometterà vole11tieri a una laparotomia p er un semplice sospetto. Ciò è una ingittstizia , rerso il pubblico: essa ci è stata raramente rifiutata quando venne proposta con gli opportuni schiarin1enti. L'invito ad attendere è più spesso venuto dal m e0 ico ct1ra nte )) . (l I ) •


IL POLICLINICO

L' A. termina riferendo un caso clinico che è la dimostrazione pratica di quanto sopra ha affermato: che in ultima analisi la laparotòiDTa r~s:a l'unica · risorsa diagnost~ca a nostra dispo-

s1z1one.

. SEBAS'tIANI.

MEDICINA.

Leueemla acuta. (V.

HANS.EMANN.

Meà-iz. Klin._. n.

1, 1919) .

L'opinione generale, s-ebbene no11 ne sia m01nifesta ·1a prova, è che la leu1cAJJJ.iia. consisita in u.na m:a.lrubtiai da tinfeZJione; 1'A. è però :p etsona4men.te c:onv~nto che essa sia d.etertn.iinata da para~stiiti, StP~iiaJ.1me111be per li1 deconso dei casi di G..euremi.a acuta, che p·e r la grande somigldianza oon l€ ma1attie da infezione isono tia.n to frequerubemenlte con queste scambiiate, ip. e., oon l 'a111g·1na. tonstillare _necrotizzamte, ool moribU;S macu1os,u s , con illa sepso.s, ecc. Il oaso cl1e l 'A. com•U;niioa è specialJmenite ti!llter,essante sia per i1 deoorso sitraordd.nariia.tnen.t e r~, :Stia .perchè f u sta:bili.ta la dia:g .nosi dliinica di sepsiis, sebbene a'esa1n1e del sa.ng.u e ipair}a.va assol1utamente per ·UJ111a .1eucemlt1a. L 'iitlJiz.io della malattia, l1a brevità del suo deoor&>, il .rep.ertlo de1!le fau~i, la c u·r ,ra febbr-i1e e nia. m.ainoonza di qurulsiasi iingorgo g.l andul0lre estlerno induceva.-

i1 rirulta:bo deH 'esaimie del SMJiO"ne t:> , a ntenere itmaitta11Si di leucemia; ainche al:l'a111top.sia ltaLe diag1DIOSÒ. riisUJ1tf:ò prob·aibi1e ma non aJSsoltUJtaanente sicura. AJnclie in qtUesto caso rolipiiva !La rmancanza dell'ingorgo glaindwl.are e sip-eciruLmeDJte 1ia. :caratteristica emormgia. Solo Jo 'Slt!aito da11ia milza, l 'raumento di voltll11le del .fegrarto e la rneorosi a .f orma ·di noma delle faiuci fucevaino sorgere 11 sos·p ett6 diella leuce mia, che fu .poi res.o siCUito d:n seguito alll 'esame

11J0, • m.ailg·r.aido

~

microsoop100.

Ll rrtisu:1tato dell 'autop.sia 1lJQn permetteva a:realtlch·e 11•n:a chiara diagnosi e senza l'esame del 5altlgue non sarebbe forse sorto nerunche il sospetto che sii trattasse dd U'D.la leucemia aicu•ta.. Nè magg-.im vailore ·pote'\·a a.vere la gaingirena de11e fauci ; del massi.mo valore rj.miase quindi l'esame mic roscopico che da·va i seg·u eniti ris uilta.ti : Le gliandiale satto~scellari, le so1e ch e sii pr.e-

sentano .aLquaiDJto i•11graindi1te, sono puiramente li tllfaitiche ; ~ la mil7;a è 1dm,f aitica : i linfioc:ilti riooprono OOtllJ>lietam.ente le oellule de11a ipolpa e le tra,beoole. Nei -reni si :troV01tlo allcuni piccoli focolai sclerotici antichi con d ·e generazione fihroc;;a dei gilomeruli ; mass1ime in Vtici00Jnze. dei gllomerUJli, inifittmti globooolltùami di .p iccolezza microscopia oom1>0-5ti esclusivamente di U1rrufociti; (12) •

(AXNO

XXVI, F .\SC. 49]

' v~ si ·t rovano 0JDChe figure di segmentazione nuc.J~e del tipo dei li11fJOciti ; visibili nei vasi e ~~·mente nei globuli rossi numerosi li1nfo01ti. Nel fugaito .n on si trova~ iin.fi.Ltraiti circoscritti, ma twtto l 'orgaino è ·u niformemente im.ivaso cLa liru6oc.iti, nelLa ca:psrula di G1i1Soon ooone fra le ~lliuJe epa&he, per cui ' ' 'è 181umento cli vol111me ed illltoobidiament:o {l,eIQ 'm;gain0 ste.5so. ~ei vasi e daippertutto aniche q.u i .nrtl!ltl.erosi iiinfoci.ti. Le carilocineei eratJJO .amebe viisibilLi :nei ·p repana.ti del rsaingue fatti durante 1a vita. I fooolari po1monar1 :sooo oosd:ituLti da irufi.IitraZlioni emorragiche senza liufoc.ilti. · •Questi ri1SU1tati mioer.oscopici .roodo11 sicura la <lliagnosi <li leucemia. L' A. ~cenna tiltl:finie :ad un f,e nomeno che irndubbiam~te ·no:n può dii peudere da11a leucemia : nel:La mdJza si tTIOWJno nUJmerasi ba..cilli g.rallldi e pioooli, am ['Ultllghi :filamenti., run parte ·n ei tessu,ti • in tpaJ11te tt1ei. -v asi; essd si riitr.ovaino pu1'1e irolait1 nei vasi ren.Arl.i, .numerosissiltni :imveoe nei ranrii della ~- Tali bacil1J1i 1>i0trebb·e ro essere oonsiderati come p!'Od!otto di iputrefaziione se 1)a lor.o pr~ 111ei m md della. porta non a<.'Cein'1Lai9se ad un passaggio tnel: fegato du.rainte ilia vdta. Si è .spesso diSdtlssa illa questiOtlle se ·la. leucemia pOl.5iSa staire in .rapponto con Il a .ma.1Jariia ; alJ'A., !llJOn sembra molto p roba·bille. U1tianamente però ROISelroW .ha pu:bb1icaito 1Uln caso dii. .lreuoomia. oonsecutirva a maLaria.. Nel oaoo ri·fenito da11 'A. .l'ainiamnesd ÌID. rapporto aùl1a ma:l:aicia fu inegiaitiva, nè fiurono ni'SOODJtrati para&Sdti. mra:lia1ri.ci!, matg.r ado Le più !SOl'iU.po1Jose ricer~he, nel sangu1e , 111eillla miJJ.za, !lliel fegato e nei vasi oorebralti. DE CHIARA. 1

CHIRURGIA. La eoleds&ectomia eon la anestesia regionale.

Patogenesi della coleelstlte taleolosa. (G. LABAT. Gazette de s I-Topitaux# n. 45 , glio 1919).

26

lu-

Palogenesi dilla litiasi biliare. - Questa inizia nella vescioolia.. Essa è ;i 1 risultato dena preci pit.aizione dei sali biliari a is trati ooncautrici i•ntorno a cellule pr-ovenienti dall 'epi.telil{) vescicolare d esquam:aibo a ca.u sa d'i• un'imfezione venu ta da1Je \'ie bijliairà. Sltl>per.iori. Qu esta i'tllfezi<Jtle è d'origine san.c,O"tligna con p unto di partenza d0ill 'iinte.sti1no. Lo stato del tu;bo di•giestivo ha uin ',infi,u enza c011siderevole .sulla com pos-i~ione ohi·mica o baitte· Tica della ·b ile ed è soprotutto rruelle affezi.dni croruiche, .netl'intossicazi:ion~ digestwa, .n ella stasi intestinale cron,ica (Lan e e Paru.chet) , che ~e modificazioni delle funzioni epatiche sono più ma11i-


f ANNO

XXVI, FASC. 49]

saZIONI PRAn... ~

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feste. La stasi iintestiinaJe favori·s:ee iill passao-o-io bO oontro il <:or.po veritebir.alle qiuasi a liiiveLlo àrel fo·degli ospiiti dell 'i11tcsti no, sop11atu;tto del col~baraime dli OO!ll.Ìu1giazJollle, dopo aver aittraviersélito ~ a cillo, aittraver:SiO la venia porta fino al fegato e 1.,ona. degli elEtnenti da a1111estetiizzare. Un leg- , ruelJe vie hiùiairi. giero nrovim.en.to di va e vieni i1mpresso all'ago Due sono 1e ca u.se pri naiipal:i de1La niitienzione aJSSdcum i1l bagno .arnestetic-0. biliare : 1a il i ti.asi o illln ca1J.1cro (calooilio iincaistrato È n ecessario dii tl!Sa:re la so1uzione fior.te di no·111eil c01ledoco, canoro 1delll' ainipolla dii Vaiter o vocaruno-.su.iireniina (r /50). Non s'iin1p:iegheiranno .&ella testa del p~nrereas) . D ii più, in c aso 1dti. p'tpsi più di 5 e me. .per ciaiSOu11.1 11ervo. inrt:e<stinale, .l 'angolo duod eno.digit1nale, ireso piiù L'iaines,t esia locale (.frutta co11 solttzione di N .S. a<"Uto dal 1p·e so 1de1 t•enue, dis tend·e il duodeno, aitl'r/200) è un'infr1trazio.ne del tess uto celniu:1a1·e vi J)rovoca la stasi, rende il a m.u ietosa an-eno riesisottocutaneo e dei pila.nd p .rofx:mdi :Ìl!l/to!r·n o atla ·stente 3!11 'azion·e della bi1e infettaiba . Si pl11oduce zona d 'iincisione, per iass~eurare uina .p.i ù gramde ·congestione duodenale, ·ablrl!teraeii.on.e momentanea estensione di .t essuti ins ensibili. Questa zana è -dre-11 'ampoLLa di Viater con irirtenz.ione i111itei•n1i.ttenoom,presa fra fil bordo costale d e6tiro ·i n al,to, .l a te, ittero passeggiero (ittero caitarraile) . iliiiniea bi-iliaca dn ·balSISO, la lld.nea ·mediallla e l:a Di fu-onte al:La oalcolosi epat1~a bisog.mi inter- litnela asoollare destra laiterailmen'be. V\enir.re l&etnp!le 1cb:itn1rgidamenite, perchè, se è Tecnica operatoria della .coLecistecto·mia. -vero 0be &i hanno .gua:rigioni spontainee, le con1r 0 Lncisione tx.aisv:eaisailie, a due 1diita trasverse ial p1icazio ni sono f.reque•n tJ. L'ablazione di una ve1disopro. dell '10llllJbe1ico, dia.lla llium mediana ial soioolia caJoolosa, .senza comp1ic.azion1, è ;um 'ope- bordla costale destro. Tagil~are 1]0 .pelle 1e il1 m uraziiOne inoffensiva, che si p uò eseguire co11 la scolo ·r etto . ..anestesia ·regiorurule. 2° s~ione 1della s ier1 o sa; rtlcerc;a d el d·u odieno, A:nestesia chiru1·g·ica per le operazioni bi liari. de11o sitomaoo,. dellla vescico'ta ie d el coledoco ri- Sir fa .i Il 1d!ue tempi : una paraiverteibna1e e u11a conpsoiibile dal ISU-O ooQorie .b let1. 1-0cale. 3° Oon ùa .s onda scan1a1latia denudraire ~l colePer jnterveniTe su~ v ii&Oeri hisog•na interromdoco fiino aill'imb.oeao del .cis tic>o, isolare qures.t o pere la oomuniaazione fra i'l sistema ·simpatico e ranial e, sezionairlo fra tt1lla pinza •e ·i l cdliedlOOO, i centci di Teoettività :sensiltiv;a, comunicazione poi iti.irarre verso di sè. Da -card.a che .si, ·t ende assicuraita dai r1MI1i comUJruicainti. L'iniezione ba- là dove 4iìci ·t r.ovarva il 00JnJa1le cistico è 1'ariberia :gmierà i :nerv.i in corrispondenza deLla loro emercisti1ea che si pinzetta e lega. genza dai forami di conittgaziane, là dove essL si 4° Il distacco della vescicola ron decollazione <iiv:idooo in branoa ianteniore e i.11 branca .postepri.m itiva (·Mayo, Go.sset) dà al c hiru·r go Jla sodrkrre. Di ipi ù, 1 'weisi one potrà essere inec~ssa ­ disfM.done di tenni nrure ron la certezza che non • iria dn UJDa zona t uori. de] oarmpo di distribu..zion·e ha J.e.galto i[ CO~OOO. Qt1esto distacco Sl• comp1ie dei .nervii anestetizzati, ·ed è per q11.1esbo che la pairtendo dal coledoco ' 1erso la paird:e gonfia ~Ha a neisitesia 1oooi1e è aincbe inece&sa'l:ia. vescicola e aiutamdosi 0.011 u111ia rom pressa. I plllnti <lii repere .sara.nn-0 per ci.ascu·n ne.rvo L'operazione si rer:1nina con ill d11iena:gigiilo del 1 '.aipofi&i spinosa d·elllia ve rtehr.a cor:ris.p ondenite e 1canial1e ep.a.tico ,e 1001 coledloco, con il lbubo a T, Jia costa ·di 11.ato, <li e tti l 'arn1g-01o posteriore è seme JJa r~ostitu2Jionie dclJa pair.ete . I,a biJe scola p er I)'te ipaJpabiile. 111 itubo a T. I inerVri intercostali che va1nn-0 baginati sonio 11 I ·postumi operaitori 0011!0 iSem plici, la OOI11V.aio, 1'80, 1i1 9° e il l o0 , dal lato destro so1amenlbe. ,}iesoenza. breve. 1

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-ciasoun

.nervo si ;brov·a ne11o spazio oorrisp0tt1-

dente alta ' rer.f:ebna di cui s 'è trovata l '~'Sd spinosa. Si con.lincia <'Ol ricerca:re la 1 2& costa c he fa UJ11 angolo con ~J rachide. La perpendioolli31te lunga 5 om., abbassata dalla l 2a oosba. s u'll!fl 1iiinea mediattJ..a, seg.na l'apofi si spirnsa de~illa 1211. vetitebra dot~alle. Risalendo d·i :apofisi dn aipodisii, si iairriva a quel le che s.i 'Cetiea110 ·e gùi 'S pazi laterali 1COn'beUiO"'On10 i .ne rvi ch·e bisog.111a ianes.t etiz-mire. Ciasc-u:a vertebra dors-aile misurando ci r r.a ·6 om. nel senso iaintero-posber.it01re, d·i cui 2 <'111. per il oorp.o veritieb.raJe, r~~ a · 4 -cm. ·~alla lirnea mediana s'infi·g ge 11 '.agio dtr.i.gendolo obl1qt1am€!11te in dentro verso dl ttiar.hide, Ìtn maniera da formare con questo un angolo di 45°, si ttrter~ 1

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IL POUCLINICO

NOTE E CONTRIBUTI. Osservazioni soli' Impiego del ehioioo a scopo .profilattico nella malaria per i·l d·o tt.

FERDINANDO PAOLETTI

È soopo di questa breve nota ricb1a,m.arre l'ait-

terJzione dei medi~i su alcune esatte ossef!vn.zioni da me fart:Jte in A1bania, .n ;elle stagio~i epidemiche 1917-1918, a proposito d1e lla profi.la1ssi ohi·n i!nica contro J 'illl!fe:zione mailiarica. Sball"cato 1111 Albarrria uel gettt'llaio i917 e destinaito a 1l servizio di un .o spedale da ca1npo d€1

porto di Valona ilo e1)bi, e gJà moilito tempo prima de11 'd,nizio d e lla stagione e,pidem:ica, isttt"l.t-

ziorui precise e itaissati·v e, da1le siu periori autorità mediche, a r.i,g uardo de lla profilassi chiininica a cui oottoponre i soldati di;pende'nlti e O'h e .proveni' rano daJl 'Ita:lia. Comandato s1Uccessi.va.menite a prestaire 1'opera mia presso un battaglione dii territori.ali, iacc.aanipati a .p oca diis.t:a.nz.a dall 'ospedaJe, comi~iiari. già nel marzo 1917, p.rima del!110 iniw dei e.asi dii in1f.ezdone malai:r·ica, a s01nmi111nstraire 40 og. di chiru.no al gior.no e ,p er ci0.sou.n miWitatre, quantità che facev.o in,g erke in due dosi e ciascuna delle qual:i prima del raincio, so1t.to forma di tavoletta com.pressa dii sa1le di chi,ni1ni0 di Stato, procurand.o di s01·, eg.liarr-e n el modo migldore ,l a somministrazil011e del fa·r maco. Rimasi però assai deluso nelle mie speranze l'liiposlfie sulla vaintata efficacia de11ra pr!ofiaassi chin1mdcai, allorquando nel maig.gi-0 dello stesso a:nno incomi:nciairono a 1pu1ll1lare ~ pujmi casi dell 'infezAone m01iarioa nei m~li1tM"i profi1assatd, casi ohe sem•pre più 'Sii resero f·r-equenrt:i oon J 'aindatt"e 1

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del tempo. Veroo .g li uUtimi giorni del g1ilugino cambiai di residenza essendo s tar1:i> 1inviaito 111ell 'Osp:edaletto da campo N. 33 , .s1;t11ato più :nel1'intel1no delJa regione e semipre .im località notevolmente mallairtioa. Ebbi luogo oolà dli. oon1sta-

tare c.h e [a profilassi chinii·nioa era oggetto di speciaili cuTe 1'er i1 vivo i'nteressa.me lllto del dire11tore dell'Ospedale, caipitano medico Leone, uomo rpietllO .dd energia e di ·bwo111 ·volere, otttin:no orgainiizzaitore di .servizi ospdrtailierì. Io mi senrt:.o a Jui 1~.ato da stima e da affetitJo ie per Ja b<mtà 1

di cud mi ciircondò e 'Per .aver.m i 1.noor01ggiaito ne1k> studio e ltlielila rice.roa d·Ult'antle .t utto iJ tempo .ÌltlJ c ui tfui allle sue dripendenze. NelJl 'Ospedaletto N. 33 la di,stribu1.lione dcl

chinimo a scopo rprofi.Jattico, veniva fatta 041 sing·oli mi~itari sotto la sor,_,.eglrianzia cl·i .1111 ufficiale m€dà.oo, il quale, alle <.-ue d€!1. rancio, riu: ni,·a. tutti i mili:tari dipend1e n,t i ·ed a ciaisou.n.o di essi faceva ingerire t1na compressa di chinimo

[ANNO

XXVI,

FASC.

delJ.o Staito, primia di Qgni ,pasto. La profi.11 assi chim:iinica a scopo preV€C!Lti.vo v1enàva eseg:uilta nei miJoitari, e.be, rer.t:amente, :non ave.vano presentato .fino aillora OC'OOSSÌ febbriJ.i d~ natura malarica, menitr.e nei reci·d ivi si praticava la bonifica chiinrunica seguendo Je norme detta~ da!lla direzione samitaria. Le precedenti osservazioni fatte~ mi invogiliarono a seguire con la maggdore cura i resntltaiti de'lila .pro.filassi ahimilnica e personialmenJte assistei alle si:ngole distrilhuzioni, avendo curia di ado.perare, a scanso ili fa1si .ajpprezzamenti, 1tavalette di clti11ilnp oostituiite da sa1:i rm ol.t o ben1e assoribibiù.i, come l'idrooloratto, poichè ~vevo Cl0111Stattaito q·u alc·h ·e volta de 'Visu) ohe Je ta·V101ette di! hiiSoùfato c1i ahiini'lllO, meno as1sorbdbili, venJi.vano emesse con le feci, oomre eratno staite somministrate. Non possono nutriirsi dubbi su11a 1'1elaÙre ingestione de1ile aompresse giiornaJliere da pairte dei soldati, poichè, per tuitta sicurezza, avevo rcli~posto le rose icome segtne: i SK>!ldaJti iall 'ora del XaitlCio venivano t11tti racrollt1. e disposti in due file : un sergelllte prooodieva a1~ 'appelk> <li due milita1"i rper \T'Olta e dava a ciaOOU!lJO una compressa dii c.hi111'Do che essi poniffi·a1n o i,n ·bocca ed itngerivano insieme ad u.na oerta qillantità di ooqua; dopo di cib e sii irecav0!ll.O a ·prendere il rancio aana cuai1na situata a pochi • paiss11 • . Le 1UJDghe ooservazilo11i esegt1ite dw-a1nte tiwt!ta Ja .stagiane €!pidemica del r917, 1nri na1sciairono oompJ.etamentJe del uso ciirca .i 1·i.sìtlllrtat.i dellla pt:ofi.Jassi chiini:i11ica, .esegu~ta., oome ho descri.t to, col ma;ssfuno scrupolo e 11ellie mdgli1ori condimoni. I m10ltti profilassatti, sailvo irarissime ~ceziioni, contrassero il 'in.fezion1e an.alarica, e ciò eh.e è de.. gno <li ri1ievo, Ja oontrassiero quasi senza eccezione quei mi1irtaui che 1Vl€1Iliuti dal1 'Italia entro quell'anno, iin periodo 1preepidem.ico, certamente 0

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:non avevano 111 precedenza presa 1'11nfezio1nie n1a1ari'Ca, per ta'Vler sempre vissufu in località se.J·u·b errime.

Invece nessun caso di ma.l aria pri.mirti·va ebbi .a rilevare :fJ:a i sette rttffi.cia.li addetti aLl 'OspedaJetto, 1 quali, pttr facendo la profi'la&sd ohim.dinica, abitavano in 1b amcoa accuratamente difesa dal[o iingresso degli anofeli, meclia;n,t e fitte a-eti di metallo fissa~ .aJ.lie ;fi11estre, doppie porte· a .teiliarlo con reti, e zanzariere a difesa delle brrunde. TI solo caipitano medico c11Tettore fu colpilto da accessi ma.larici: eg0.1 del .r.esit.o aveva ddchiia~a·to di essere stato pu'llif:o uitla sera ft1ori di barra.cca, da ainofeli'. Nel·l e stamzette abilf:ate dagli ufficiali non mi ~pitò mad di .riinrvenire a110feli, nè seppi che vi fossetfo sta.ti tro·vati, sebbene og.lllUtw dd noi per consiglio molto opportuno del direttore, proci1rasse, prima del ri.po.c;o 11ottu.rno, di esami .. 1

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XXVI, FASC. 49]

SEZIONE PRATICA

nare le pareti defila protprda s·t anzetta e l 'mte11110 de11la zanzariera, per poter ucoildere quell'anofele, ohe eventualmente vi fosse penetrato. U1teriori asservaziOllli mi f,t r ·p ossibile rare al1 '~nivio diellila stagione epidemica 1918, in altra zona miailari~a, avendo avuto l'ordine di raggiu111gere, nel ma.rzo 1918, i1 sesto ,pair.ao carreggiato. Anche in quel Tepaxto per attivo iiniteressanne11to dcl rom.aind:anlte trovai che le baraccihe dri alLog~o degld ruif.ficia.Ji er.aino s1talbe razi0111al1nienrte oostruiite e .p roteltte oon.t ro gli ainofeli, m etlltre lo stesso non si era p;Olt11to fare per i locali ad.i.b iti ad alloggio per i s~ldati, .p er [e notevoli dli~:fi­ coltà a stabilire difese eontmo la puntura delJle za:nza.re, difese che o.tfrissero 11m0. seria garamia contro ·1'ingresso delle zamzaire mede.sittne . Ragioni di servdZ&io costxim1g eva·n o inoltre mo1tissillid. sioldati a dor.mirle sotto oomwni .tJen die dia campo e quindi a t'estMe espa5ti, du.r anite ~a 111'0tte, alle punt·ure dei numerosi iainofeli. Nelila mia a.mova resid€mza volli procedere con lo stesso ordi.ne e .m etodo usato all'osped'a letto n.. 33, neliJa sommi.nrl s1tnaz:ione de:l chi.nino a s~o­ po ·p1.rofi,lattico, .p er ossenraJ:i.11le oon cu.m. gl:ii e.ff etti, ed a itaile scopo mi va,lsi di cirrca loo solldiati a·m rvati dall'Italia poco tempo dopo. d[ mio arriiv.o al pa.rco cal'lreJggiato, ed oosegn01ti a quel i1eparto come complementi. Procedei iprima d4 tutto ad Wla attenta vis.lita medica su ciascun militare, non trasoumndo dd racoogli:ere oon cttra l'a11amne.si rremota e pirossima di ciascuno, .per ·politaT-e prevalentemente fil mio esame su quei soggetti, che eraino sicuramente i nde'nlll~ da malaria. Pmticad q·ui!lldi ia profi.Jgissi chiruind.ca, ma già iaJ'la .m età d:i maggio oomimciali1 a oonJStaltao:e casi di miailaria primitiiiva, che sempre più and:aV1aino crescendo dii !llJU.mero fino a oo1pi.re quasi tubti i m~litari profilaJSSa1ti. Degli otto 1Uifficiai11 itn senvizio a q.uel reparto, fiaro quasi ailla metà di lugldo, epoca in cui la.sciai il parco, uno s101o fu rol piJtp dall 'infe·z ione ; un dtro p~esenrtò accessi febbrili di mart.ul'a malarica, m1a fu oon5tatato che ~veva conrtmtto alta-ove l '1nfezione miel diecorso anlno. Come ho detto, verso la metà di .luglio 1918 Jasciai fil parco OM"regg.iato .p er raggi1ungere wn. baJttaiglibnle ohe dovleva :impegllall1Sli .im um oombattiimento con gl.i austriaci. FilllO iailora e cioè in tutto ia wngo periddo compreso d'aJ gennaio . 1917 al luglk> 1918 io nJOn avevo mai 1a1v,t'\Jto a soff.nitre di accessi febbrili d~ nessUJna sorta. Su me stesso avevo sempre p.r.a,ticaJto ~a profi:laissi. chiimWica neL1a qoontità giiomaliera dli 40 cgr. - 2 com.presse di idrooloraoo - :finio circa. ia!l luig.lio 1917, epoca din oui portai la do.se .g ior.naliera a 4-5 campresse e cioè a oirca r g.r, dose cbe sopportavo 1

aissai helllle s.e si eccettuano quailche lieve di!Sburbo a carico diell 'ap.parecchio d.i~en1te e del1 '!lldit o, e sono sicuro di n on aver mai trascurato l'in gestione g~ornaliera della s uddetta d'Ose di ahind.illa . Con tutto ciò verso ~a metà di agosto. di quel'l'rarnnio, fu.i ool.pito da un g.rave accesso :febbri1e, che durò o1t1-ie ventiquaJtit'ore, e che si ripetè .anrcora 1per dUie volite ad dmtervailili irireg.ol1a ri. Per le mie condiziontl di Slélllute .f.ui dai.viaito i111 os.p.edalte e ['esame rd el sangue dimostrò la .p res.en~a del plasmodium praecox, come res1ulita daa[a cairteLla cli111~ca che n1i ft1 rilraS1Ci0ta. Da questa .s emplice .deseriz.ri.one di osservazioni esegru.iite s u moliti individui e su me s1tesso mentre rresulta chil8Ui0 che in zone malaTiehe ipossdamo conservarci indenni dalll' infezione qurunrlo, per specia li condizioni di· v ita , è ipossi·b ile 'll'lla buooa di.f.esa da1'lia ,punJtum degli anofel1, resulta d'altro canto assai .prob~ematico ohe la sola. pro:fil.Jassi chi'llimica, anche se scrupolosamente fa.tta. e con :d;osi superiori aille oonsigldia.te - come è arviven1Uto nel .m io caso - va1ga a difenderci dal1'd.Difezione q11ia,nldo la difesa diretta coo:tro ~la ranzatra v·e nga a mancare, come s'UCC'ede 0 chl docme a11 'aiperto, o a chi iper ragioni di niavoro deve trait. tenersi fuiorii la .sera o ~.asciiaire ['abita~iome nellle pr.ime ore del mart:rt:ino. Ed infatt:i: io rimasi indenne !11.el periock> dii itempo traiscorso dm locaili tà cllove 111IÌ era facik stabiJio:e IUJlla diifesa .m ecoa:nka contro le zamzare; md irnfeittad i:n:vec.e a'llorquando trovandomi com. le trup.pe combalbteruti rimasi comp1et.ia.m ente es;pos·t o alle .p nntlll"e di numerosi anofeli, ,n()ln essendomi! stato possibi·l e, per iil grainde c alore,. adattarmi :ai11 'utso faistddiosi:s simo de1.Jle maschere di grurza protettmioi del "\ oO.to, e dei guanti aip.p ositi per le mani che uifici:a1i e :s oldaiti iav.evain.io avuto ìn diitsltrihuizione. Sebbe111e le mi1e oss~azioni slieno state rurngfue e moliteJpilici io ,n on ·v og·ltio per q,u esto tratte oonclllllSi0111i recisamente conltrariie iaJJl 'efficacia del chinilno 111eilla profilassi conlbro la malaria, ·m a saIII.'brauni che di talli .fatti non &i possa disconoscere rr'bnipo~, di fronte ailla ta:ntbo va:n~:a ef&acia de11a .p rofilassi st-ess.a.. :k nato che gn~ nel ipassaito da mialari.dlQgi 1emimeniti come Z1em01~ ~ i'll quest'·t tltimi tempi dai relatori sulJ1e ~1stiseri dubbi sono sta1 t i solle·v ati sula·a c h e di -Q'Uel'lra o • • • • 'Pontafu reaile d-ella pro:filass1 oh~n1m·1ca. . . Se tutta-ria questo sii.sterna di profilaiss1 0!11tima.larica .p uò con qu;alche va11tag~·io cs~re. u.saito tin ~ocanità m:aJa:r.iche dove l'0111o:f1el11Smo e 1DJ1111mo! e dave Je O'·r avi foxme estivo-aiurtunmaili ,sono as~1 sem1bra tlrui fatti esposti che non scarse, . à ;i' A'Lb abbia vainfuggio 3llc111110 ittl Jiocal~t come and·a dove qua.si esclusiivamenite d1aagarno le :forme 1

. mi

(15)


IL POLICLINICO

{ti un a'll()feliS!tllo . estivo-autunnale e id.ove rema ~ intenso. I·n ISlimili località .l a proifìllia·s si ·m eccanica fra i m.ezz.i varici. ,di difesa, si dimostra 1a ~ capace di a.-eru1i e . ·2"randis,simi vant~·a-o._, "'oo 1· •

Pisa, novembre 1919.

CONGRESSI. Eebi del X Congresso della Società Italiana di Orf,opedfL ISTITUTO RIZZOLI -

Bologina.

r9-20 ott-01bre 1919.

Di qt1es,to X C·ongr.esso diel'lla Società Ita.1irama di Ort •to.pedia no11 1ntendia.mo .q.ui if:are .in a.·eso°?'nt·o. Poich~, . ·data 1l'j1nido1e .dellla Sezione pra1

tica ,d.el Po.11icl1ni·co, e, .d all'altra pa'.tite, la molteplici~ d:eglri ai gomenti traittati nea Ootn1g·res.so, a11011 ic1 .sarebbe· consientito rU1110 .spazio sufdìciie1 11lte per ~ res.ooon1to, .a.nche •m olto b.reve. Ci limiteremo ta dei riicordi ·di carattere pi.u tt osto generale, i11 rap.p.orto pri 11.c ipalmente C'Olll 1

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i Te.,,ni di Relazio·ne. · fil prirmo tema, id i g·r3Illde attuailità, <<La protesi», .fu .svol.t o da~ 1prof. R. Da.lla, Vedo'Va. I'l :relartore, cùopo averie ·a ccennato al:l:a swddivisione antica deJile .i;nivatidità (perma.nien1ti) del.I'a·p,pairato motore·, ii11 1tiut-ilazioni e storpia§;g.io·ni, ricortlò chie le protesi provrviisor.ie 1debb.ono essere impiegait e !lllcm appena Io .s.t ato ianatomico del moncone e delll 'iairto sitorpiJo lo con.sentaino, •e quando 01t1q0ra s,ono in aitto le loro trasfor111aziaui dii ais;sestamenit o. Gli irupipaireC1Chi !tutori, o protesii. funrzdt0~li, debbonio essere i'tidividualizzati ; iper J.ia decisa j1uflue-nza 01111iotr:o.fica, che e.s si e.sierciìbaitip sull'ar.to storpio, bi.sog.n~ d'altra parte Jiimitann~ ! 'applicazione a quei .c asi, in cui altri 1pres1dli ortopedicj si mostranw iood.egiu ati. Ogind 1protesi pr. d. (1protesi amJatomica) può essere schematri.caitnien.te .r iocmdotta a ·ttre segrmenti es.sen,viali : a) una gua.in.a; b) •uin appairecohiiO dii sosteg1io o di .sospensione; e) uno o ,p iù segmenti 1

ài prolu.1i,gam.ento . l'l crrequi.s·i to fonda1ne11tale .ail btt011 r.e udimenito della .p rotesi è l a indi'Vidua.lizzazione ?'norfo.Z.ogica della ,~uaina sul 11·ionco1ie. Il relatore passa quiincli a 1iioordare i .pu=n ti d 'aippoggio che l 'ii.Jnva1satmra deLla 1gwadna deve tr-0vare S11l1 monicone ; • ed ~ rapporti, dei quia1li s.pesso no)l si rtien oonix>, fra ila direzione de11 'asse dell1a. i11·v asatura e 1'aisse di figuira d1ellia gua~110 . Questi rappor.ti acqttllistam.o tutta .l a loro im.parbam.za, quando, oome spesso si verifiQa mei monoonii corti, gli 0l.Ssi di figu.1·a ·d ei due arti 111on son-0 più si·mmietirici. Dqpo avere l3!0Cenina.to a-i vaici ti.pi di appaa:-ec(16)

[ANNO

XX'\lI, FAsc. 49]

c hi di .sospensione e aver ricordato che la hpertrrOfia muSCJOme, provoca.tia da opportuno allleniamento su blFaiccial'etto metalliQO, è sita.t a utiliz~aita a or~ su1 tlllJOnoone un solco, compreso fira 1 diuJe tratti ttl'tJ,s:oolari :ilngros.saiti, al qwaJe può esser.e sos,pesai 11na guaina; ed a:lle prQprietà che debbono aver~ i segmenti. che prolungano ~­ mente l!él guiaaina. dell nwnoonie, ia rela~re affurma che. fil rprdru.cipio della i1idiviàualizzazione morfolog1Jca dehla protesi iaù monco1ie deve essere integrafto idall'aLtro pi:riuoi.p io de~Iia i?tdi'Vidualizzazione fttnzionale deù1a protesi al mutilato. La .seconda .relalZ<ione riguairdiava cpu·lie .un at!2'0me11tio di ig;r.ainde :i11Jt.eresse : « Il trattamento d;'ile pseuda.r trosi »; e fu srvolita da1l prof. P. Palagi. In essa il relatore, d.opo avere accennato ai criteri diagnostici fra ritardo di consolidazione e pseudartrosi, si occupa del trattamento pf'eventivo della pseudartrosi, insistendo sulla necessità di proscrivere la scheggectomia radicale sistematica in primo tempo; e sulla opportunità di praticare in alcuni casi, anche malgrado la sepsi, l'osteo.' sin tesi precoce. DQp10 avere acciennato aillle· cure g1 e uerali ne1J1a .t erapia del'lla"' ìpseudart11Qs1i, :il rela!Uore passa a tr.aittan-e •dei mezzi ch.kuugico-ior.topec:Lici, ohe disting-iue -i(n ·qUtaJtlt!IO categorie (m.ezm filsic-0'"llll'eeca.n iai; sostanze ·usaite ·p,e r 1i1t1iezione locale; inte.rventli· chiirurgici; appairechi pr.obeS!ici). l'llrterventri.

ra zi;omli sono soltànto queltli ohe sii prefì@gono · · d .i:ret:Jtamente dit .S1opp1rimere J1e oaus.e della pse11da1itrosi: 1'osteosintesi e l'osteopl.astica. ·L 'osteosintesi richiede .l'osservanza dli 0Jl01.1Jlle ·n or.me iteoniche fondaane11ta:Ji. Per ottenere, si!ll da ·p ri1nciipio, runa 1p eiie·tba fi.sisazione dei .frammenti, che renda poss.i·b ile la migliore 1lllti1izmzione diegl:i stimoli funzicmafld, il1 .re1atore è fiavorevdle a111 '.irmp1egio d ·i m1ateriali estrainei dii sin~ inon rli.assonb~hi'1i1. I mezzi di sdintesi i111 aviOriio od · dn 1osso .m orto sono oritiùa!biil1i1 dal ipUltlJ{:o <li v.iisltai diffilai ;resistenza mocca11ica. ~er ciò ohe riguarda d trapianti di osso} gli etetoplastid si oomportano in modo a.nia11Qgo ai oorpi estrainei (1 'iavorio ·pt1ò trovarre iaipplicaizione sotto forma dli protesi provvisori.a i1ni occasione dii resezione per tn1m.ori) ; ,g li omoplas tici di osso morto sot10 un C'attivo maiteriale di• .trapiruruto; gli omoplastici di osso 'Vi'Vente 1·appresentain:0 ~n­ vece un bUJ0.11 .n 1ateriale; gil1 autoplastici (dii so~ito liberi) sono quelli .p1ù 11argamente aip,plicati. Acceniniato· a11e d1iSCussiioni .su1 rom.portame.noo di queshi tra.Piamiti, id relaltore iSOStiene che fil p~esso della iteraipia chirurgica im questo campo deve baisar&i sua perlezk>namento dei principi e dci mezzi <li tecniica aittli ad a.umentaire, i11 lmea genera.te, la ,,.ittali.tà del t.raipiainto, agendo da uin lato mll }elemento s tesso « tra pianto >, dal'

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[ANNO XXVI, FASC. 49]

SEZIONI PRATICA

J ' altro su.11' iaJD·b iente destiooto 00. accooùiertk> per.fezion~ndo i~ .terZ? luogo i ;rapp.oaiti QSIPÌ~ te e tr~nto lJll, ,mOdo da as&iicuirare !La «'Vitalità » di quest'ul·timo. L'osteoplastica è ·un i·nterveruto che richiede una .n otevole acc.UJtaitezza di tteonica. La relazione terminia. esamlÌitlQlndo ile indiica.zi()nii relaitive fm ostoosintesi ed osteJOiPlastica.

fu-:

zione locale <lii saingue, e ta.lora oon gli aippaireochi di maa:-cia, eg·l i ,d~iee che, iin linea gene~' nella cura del11a pseudia rtrosi pr. d. prefensce la ooteoplootica al'la ooteosintes.i; run più . . ' . casa S1 e serv:Lto, con su.ocesso, della iinfibule.zi.one. La comruniicazione è illu•s tmta da numerose iradiogirafie •

Sui traipi.anti ossei fia.1J1Jno comunicaziOllli A 1izilotti, Ve·rga, Solie·ri Fri1ic·i, c on·iisso J Cappelli, c hias seri1ii. 1~1 diabtor ] ausen l.\.Jurk di Leida par1a snOJ0 « Ddsostosi clei~oranioa » e q ui·ndi « Sulle caiuse e sulle Jegg~ 1de11a debolezza deLl 'accrescimento». Scarlini di Mdlamo fa UJna comumicazione: « Canhriibuto clinico ed a1t1atomo-patotogico 31l1Ja conoscienza di allOUJtlle Tare deformità oong.eruiite » . Bassetto dci. Milano ~ar:1a « Su'l torcicoùlo ». Bargellini dii Mi.lano snig1i « Esiti del1la ro.ra de1La 1.'US!Sa~ione oongeniJta de11 'ainca. » . Zuccaro ·d i Bairi S1Ulla « Cu.ra d.eLle pa1ra11is.i trasumatiche del nervo 11a·d iale mediain;te iil ;t .rapiJainrt:o 1h:indjal'eo )) . P.reS'enita ttn caso dia wui operato, 0011 esitp• funzio11a1le (a distain21a di due aJtllni) -inolto scrlisf.aicenrte. L a'Vermico.cca dri. Bari sul « R.!i.clljper·o :fu:nz.iona:l e detla maoo oon m·ezzo meccan.ioo semp1ioe )) e su di ·ttn « Appa.recch1o rp·er 1a att-ra .p reooce post-op.e.iraitoriia nel1e lesioni funzionali del piede ,, . Delitala : « Sulla cura delle rigi<lnità delle ddta ». Egli ha osser.vatto e~ la r.ig1i1di.t à, più ohe da lesioni dei tendini estensori e flessori, era mantenuta dall'accorciamento dei ligamenti laterali. Cesarano <lii Bo'liog.na dllus.tra con ·b el.l e rradiogirafie « L '13!11atomia patolog.ica della truihercolos~ vertebrale ». Calabrese di Bo1qgna 1i11.UJStna -u,n caso d.i « Fra.ttUJra. d~lLa icav1tà ootdiloidte si:ndistra 1e pen;eitJr.aadone d~l femore nel ib acino , . Francioni di Bol~oma iparla l1rm•g a·m ente sul~a « Evoluzione motifologioa. dell 'orgam.ismo umano 11e1Jle .p .n ime età del11a vdJta ». Galeazzi dii Mil!31no : « .Cantr.ibuto operaitii'Vo ailila rura operativa. del gi11occhio valgo ». L 'interessamte aomunioazione è baisalba s u1lo studio di centinaia di <:aisi. È ftci:vorevole al raddrizzamento forzatto a cielo aiper.to nei caiSii dlii gittocchio vaitgo àccentuaito. Nlarag·liano di Geni0via ipairla della « Cura ortopedie.a delle pairaldisi della spall1la >> • Galeazzi rfla :twa •seioondJa comun1cazi1oll!e: «.Sul tt:Qtfklmento de1.Le deformità oSteo-a.rtioola.ri ». Magrassi cli Br~cia riferisce s ulla « C:l.iJtlri.lca E]Jioterapica di Desenzano ». Delitala : « Detetillldna.zione m·illUimetrica degli angoli <li mezkme ~ranite gili intet venti QPemtori ». I

*** N etss1111l ·socio .p rende ù.a pairola sui1.1la rela~ii..:>J.Iie : ·t; La iprotesi , . Sui1'1a relaziOOJe : « 11 trattam.e1nto del1a 'PSeud.ar.trosi » .prendono la pardl1a ..4 lessa1z.dri, il quale i1nsiste suhla neoessità diellla. sch.egg·ectomia pr:iimi.tiva nelle ferite di guerra, oou .Io scopo di preven1re o di domri11are i pnocessi d.nifettivi ; e Nicoletti, il quale fa :notare come la dia01nosi o fra pseudartrosi e rtitaor® di consoli:dazione sia non IOOll"almente diffi.cdle; per ciò ohe rig.uatt'da J'ostoosia1tesi , eg.li ll'Sa maitenia1e 1·iaSS1orbi1b i1lie, ·e bada di ottenere un.a resaittia coatta zi.one. Nella discussione, ia propositlo d·e11a isc.hegigecto1nia, iin1tervje11e anche Cappelli di Fano. Il relatore ·d à ichiiarimenrtri. s11lle osserv.aziton'Ì fatte da AllesSlal!lld~i e Nicoletti. 0

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Ne11a seduta ipomeriditaina ~1 oott. Fred A lbee di New-York esprime i pri'ncipi che eg.ld segl\le per n'os~lastica. !Della rps.eudairtros.i. L'operazdOne è eseguita aron ,prima. di due ·11nesii daù[a g.u a.rigionie QOO:IllPleJta d.ellia feriita tCUJtanoea, ·e dO!PO -che sono state •pr.ese ,quelle misure che permettono di esc1udere aµprossdmaltiiv.amen.te Ila esistenza dii f:Lqgosi latenti nel focolaio .p seudairtrotioo. L'i'lliter·venito è oondotto :a termine iin Ulllo o due .t empi. I1 ,trapianrt:.o è lib.ero, autogeno, itn.tegraile (periostilO, icoritrloole, midollo) ; 'è prelevato dallla. t~bia ·e collocato «ad inrta.rsio » (inlay graft) rnel fooo1iailo 1pseuàart~ti100. _t\.lbee si serve della S'Ua. sega cirt'co1are; fissa il trapian,t o con tenJdine di cang·uro. .L a pairte .più i:nteressa1I1Jtie della 001n u nica71Ì.onJe è da.tia c1ai11a. .proiezione dà. Ulna fil1 m dilnematogirafioa, che ~11'UJStra din modo .ev:ildenite ·i varl tempi dell 'qperaizio111'e. · . ALbee, .neilla seduta antimeridiia:na del g.iomo 20, e~a,.ie rwn:a op·era2Jione di traipi:a nto osseo i111 ttn caso di pserudoarritrosi delila ti b.1ia. Segue la o0om'\].'ll1Ìoazionie dii A lessandri : « 1Go.ntni1b uto alla cura. cllirurgica dehle pseuda•rttrQSi ,, . Dopo aiver r.irordato che tl1ei ritardi dri consolidazione eg.l i ha. 131vuto bUl0111 ri!Slltltati oon J 'dinie0

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IL POLICLINICO

[ :\NNO XXVI, FASC. 49J

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. La seduta amtimerid:ia.na del giorno 20 è dedicata a dJi,mostraWni operatorie : F. Albee, come !Siùp!ra abbianio detto, eseg1ue u.n trap1.arnrt:io di osso per rnna pseudartrosJ. dellla. tibia~ V. Putti .un'ta.it1Jr.qpl01S.tWa del gi.tlJOOC·h io; F . . Delitala uma cii11JellI1aitizzazionie ad ansa :flessoria, a doppio pedunoolo, di un moncone di avambracci'O. Putti dimosibra a nche sette p•a zieruti, da Jn.1i op€~ait~ di iartropliaistrloa del gtl:noec.hio (ail~un1. da vM1 an.ni), e 1nei qua .l i ù'esiit o funzio1:iale è dei 1

migliiori. . •..

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l10li non possiamo ebe es.s ere spiaoenti di dover dare iaii ,Jiettori del « PoliiCILiruiico » un semplice e1'enco .dei titoli. delle oomunjcazionii, mentire ci sarebb.e piaciu.to di riferiir e, ailmeno sommariaJlllenite, i concetti p:r inci•pa1d esposti da ciQSO\lJll o rattore. Dobbiiam.o in og!ni 1nodo plait1diir~ ia[ ·11ll0idio con <mi V. Putti ha organizzato e oondi0tto ill Congiresso, a1l 1qua1le ha datlio tt.n carattere di inter.na2'Jion1a1lità .la partecipazione dii chi1tutgi Amer.i1o ani ed I;ngles1. A.

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:i• -

ROMA.

La sindrome di Horner in seguito ad ascesso del collo . Th0trn·ral ( U.g·eskrift }or Laeg·er, i919, 13 fe,b bra0il0) riferisce la seguente osiservaz.i:one. U11a don,n a di 23 0rll1M presentava a l 1:a regione ceryi~ simistra 1ll1l gonfiore con f ebb!te e gra., -e disfagia. Si formò u11 .a.se.esso c.hte si aprì spoutaneamewte co.n fuoriuscita di pus sanguino.le.n ,t o 1 1a ,q:uaùe durò parecchi giornii . Con 1n scompairsa d·e!l pus si &vi.l~ppò n e1.1a stessa region1e un 110dulo, mentre i mro vimenti deJ rollò diven1ivano estremaJtn.ente dolorosi. Intainto l '·oc.eh.i.o sind,stro cominciava ad arppa•rir,e pdù .p~olo : à.l 1bu~1bo oct1lare si lii.tiirava e la fessura palpebralle si trestri111geva. La pu·pilllia siini s.tna era ip i ù picoola de11la destra, m a reagfrva. bene aJl·l;a .Juoe ed 0111 'accomodaziJOne. Le ·V1er1be.bre C€.l!\"icaJi non eranlO dolen·bi, nè .a:p:pairivaroi0 .alterate a 11'esa.m.e rn.di1osc~pico. A11 'ango1io m aisool:laTe ~inistro si ·pailpaivamo glaindrule ingorgate e dolenti. Le fauci era110 .n ormali. Q,rualc:he gia.r:no dopo Sii .mia11dfestò d~ffi­ oolità di inghiottire con fuoriuscita de l ci.b.o dan 111aso, 1e . ir.aucieddine . Q11ivi menrt:re il dolore <lel oollo diminuiva &i manifestò patt~esi deùlia m ·e tà sirndstra de1 paifu.to mollie e pa:rarrisi completa de l1la 001-dia vocale da1;1JO is tesso ·lait1<J. I movimen1td del c.ollo cdntii11uava1no ad essere do110rosi, ed anc l1e i ·1111UScoli d e l c o·11o e die!l dorso ci0tt1ii.nciavano ad esser.e dio1enti . Dietro e ·sopra J,a pia1rte sup.eriore dehl'a!l".cata .pa'laiti-oo si11jstra sulla parete leiterale del rino-fruringe si not.a,1 a tl!n piooo1o g10iu.f iore <turo, j.n dolente.' Durante f11e se-g1uenti sett1.m a n e il dorore e l:a dtis:fag.ia, 1ia ra1t1cedillle dihni1111uirono finb a sootnrp0.111ire del tutto e .pe'!lSistettero solo i simtomi oculari .ed ~1 gonfiore aJ.1 'angolo mascellare siill!istrQ. La simdronre oostituita da res.t ri1n°g1irnle t1to d1e•lla rima palpebral;e, miosi, ed eMf.ta·l mo, si111tomi di le.siione simpaitica, è lega ta al nome <le11 'oc11liisrta svizzero Horner cl1e .p er pr.i mo il a desctfisse n:el i869. La pairesi del palato m olle e del1la oorda voca11ie dimostra11J0 che a111che il vago era compro1nesso. Sch·u.r su 37 casi di s indrome di Horner trovò in 5 casi dipendeva da operazione praitic.ata all ool·l o, di cu.i it:r,e per t1reodectom1ia ; im 18 casi dipendeva. dia gozw; im 5 dia tumorj del gozzo; i;n uno na carusa fu traumatica: i1n a~·trJ 5 la causa f,u oscu:ra ma pr:o brubi1imenit e di 11atura ~eu­ matica. In 1parecchJ di ']Uesti cas.i .1rnsrleme agli altri sintoon~ cairatteristici si ebbero a11che (lis tuTbi ,~a so-motori .ed i penidrosii. L-n 'J)'t"og.n<k~l. e' 1

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Con~ludendo,

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OASISTICA E TERAPIA.

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che


fi\.NNO

XXVI,

FASC.

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SEZCONE PRA'I!CA

h~a •p er quel che riguarda la paira:lisi dcl vaso. l\ia la 1e&i~ne diel si.mpatico è di soli1to perma·lle11·t e ; ed 111 tutti i 14 msi osserv-:a·t i da Schu·r iiin ~n ,per~odo di ~areccihi 1an111i i diistt1.r bi .di •rigime

.titf'oilde. Per talli fatti :i1 gonfio.r.e della tir-0id.e ~na subito disturbi mo1tio .prOlllU.nZiati a orur100 della trachea e dehl '·esofago. U1n· siint0tna ·mo1to caratter.i stico della tiroidiite simpatica ·persistettero immutati. acuta è Ja. durezza del!1a. g.Landola alla palpazio. dr. !llie, la quatle può trovao:&i atLChe Jllel caJllcro <leù1a tiroide, ma l 'ainamniesii e Ila presenza o asse1m di febbre .fanno fiac-.il.mienrt:e distinguere le <l·u e La tiroidite acuta. affezioni. · · . Quaindo La ~infezione oolpil&ce u·n a tiro,i de crià La tiroidite acuta .è 1U·n'~zione molto ra111a. La vicinamza della ta1"·1nge, del!le ,ton·s i1lle e del tes- lesa i .sdnto·m.i del ,processo iiinfi.ammatorio loc~,le suto. 1l~~:ti~ delle f0 uci fairebbe 5osjpeifuare: lia so.no OSClurati d.a fenomeni generali. In que?oss.t~lil~ di una facile ddffusiollle dei .p rocessi sti oaisd la gravi1tà dei sintomi di compres-siooie 1n.fett1v1 attraverso la circdlazione Jirn.faitica. Ma dipende daù1a sede del t11.'111i0t'e o della cisti oolpita dia.11a infeuo.ne. Se u.nra les.iJOne prieesi&t:enite in realtà tra Ja tiroide e la faa-.i1ng~ nto n v'è alcuna oomunic.aziione de1'1a ci1·("~a.ziorue linfatica. P•e r- dete11mi.nava up.a pressione sulla tra-oh~, il diciò Jia ~nfeziP.ne della tiroide .p er qu1e s1ta via .può stuvbo salf'à aggravato dalla imfiammaziQne. Il it::rattameruto de,l11a tiroidite iacuta e dei propr.overure sollo dail:la porzione superiore de1la tracessi suppur.a,t ivi delle !Precedenti 0/lterazioni chea. e dt8!1Ja. 1ari1n1g e. La tiroidite aauta può ool11)ire sia la g11a11dola delJa tiroide ~ :ama.logo a quello delle stesse lea11lo stato •nJorm.rule , sia priecederuteme1.ìlbe affetta sioni looa.lizzate :aJtrovie. In og.ni oaoo durante la inf.euione si dievonlO evitare g-mndi operazioni, da un neoplasma o da iper.trofia, n,ei quali .u l,t imi stati iJl processo 1dli degeneiraz.ione 1predilsp,one aispontaz.ilO'ne rl.i "tumori o di parti <lenta gla.ndola. aJ•l a ~nfìammazione abbassa.n do 1[ p.otere di resi- Mig1.lilor .sistema è q,uelJo di aprire la. .pair.t.e supstenza Jocale. In questi e.asi di solito 1a infe- pUl'lalllite : si incide 1a ipelle ied. iJ1 tessuto sottocuta.n eo, si d1vall'Ticaino o 1s i incidon10 i muscoli ootzione sd ha ·per ·1a via del s·a ngue. tootanrt:i e e.o si s i mette allo .soqpento la glatlldola I sirn,t omi clella tiroidite aou.ta va·r ia100 a seconda c he la infiam•m azi!One cdlpisce il 'organo o il tumore. Quindi do.po aiviere :as.sicwrata Ja samo o già colpito da aJ,t ra ] es.ione. Nel J:Jr.imo .e mostasi s i i,ncide na ca.p.5-u1l.a e il a sosbamza g1ancaso 1si ha. di sol1fto brivido, mailessere e cefalea dolaire dii1varica1ndo seconrl-0 le ·n,eoessità oonsta.ta.te la parte· :i1nci•sa. O.e.corre notare che 1'a nestesiia OOlllle iin tutte ·l e .ai1tre i'llfezi~:>.n.i. Si aivve·r te ne·l la generare è dif:fìciJe e pericolosa, è q.u 1ndi sempre a·egione tiroidea un dolore, 1;>iù pronUinzdato da 1tn .Lato, ,perehè ord1,nairi·a me1 nte il proce sso si C..n·i- ·priefìerlibile 1'amiestesia ~ooalie. dr. zia <la un sol-0 lobo p,e r di'ffo11dJersi poi a tutta qa g'll3!11c:Lula. Il dolore si irradia all 'orecchi 0 ed ailJia metà covrispontlente :dcl co11o e si' aggiJ:av.a con Gozzo endotoraclco, con sintomi di tlrotossleosl. 1a estensione del capo. Ne 1is.w1ta ulti atteggia. mentp caratteriiStico : la testa è .iinclinata e a:-ig-iNel 6 % circa di tutti i gozzd, si osserva che da. Al principio mramente si· OS1Serva un gon- lo stroma è situato 1ntenaim<.nte :nel torace : ciò fiore ·lloeale, ohe per altro 11011 è mai molto m~­ si veri.f ica per ddiverse cause, di ct1i la pri:nciipale cato. Si hanno anche di.sipnea e disfa.g ia, la cui oonsiste .neil'la forza di gu-.ai\1-ità, coodii1t1vaba poi .g1iasvità è i.n :rappor·to con la g111avti:tà dellla. i.nlfiedallai respirazione, dalla tosse, da {avori futiro&i zion,e ie oon ·la diffusione del p irocesso. Si può e parti l.a,bori:o si. a·v ere ~n~he aibbass.a1nento dii -v.oce ed afonia, I . H. Leii11e r (New York med. _Toilrn. , 2 aigosto tosse oon espettorato sang.uioolen.t o o addiritt111ra 1919) ne ha osserv.aito un 'CalS:O, che è i111teressanemottisi. te, dimostraindo ~he si posson1o avere IS!intomi .La diagnosi, nota Beicr.b y i1 qu al1Je 111e ha riiferirto dii dpertiroidismo, .senza che il gozzo s i·a aotnnlllltre oo5i 11egJi A lbany Mcd.i cal A nnals, è molto que v.itsibile e ·p alpabile. d1d':fì.cil e. La tiiroide è ci.rcondaita da una capsula T!l'laJttavasi di u111a don1na di ci.1Xa 34 MJnd, che di connettivo aderente dierivainte daJ,lo straito ptie·· mositrava in prifuio item.po un eS!O:titailmo m0rc.aito, tracheale della .fascia. cervicale .p rofonda. Questa SÌIThtoma di von Graefe, àieve tiachioarrlia, con riucapsu1a. passa.ndo dali lati sunJa st11per:fìcie poste- m.ore sistoldoo dolce al1 'apice ; a:l collo s i nota;va it"iore si divide d1n due porziJOni : una rimaiµ.ie adte- ·l a itM:iodde iillgrossata; nessun isiin1tomo swbbiiettivo rente :aill 'oogamo e 1ne riveste la parrte posteripre, .partic&.are. Citroa. tre anni più tardi, 1'am.m alaJta. si lal'aiDtna, .più s pessa, passa -sulLa sup.e rficie postementava di motevole astenia, di senis-az1on.e di riore della faringie ie dell 'e;sofa.g o avVQ1:gendo in una guaiina comttn1e la 1aring·e, la trachea e I.a soffocamento, difficoltà di res,piro, p ail.pirtJazi,o.n~ . 1

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IL POLICLINICO

Esoftalmo meno m~ato, segno di Graef~ bilaterale, tremore fin.o, .p olso a lo8, pressione sistolica 138 ; i11ll1.l.mluire sistolico all 'a pice ed 0Jlla base. IAM'esaime del collo mon SlÌ palpava affatto la tiroide, .sostituiita da una massa scorrevole dii tessuito adiposo ; la percussione sullo sternp. rivelava una picoola area dti ottusità ; c6n la pca1pazione retro.sterna1e, per mezzo del drirto .ten1Uit<> ad 'lJlllci:no, si .aivverti·va 'll1na :resistenza, quiarndo la paziente 1lnghiottiva. L'esame fu.toroscQP!ioo indicava, m:illa parte superiore del mediasti'Il.O, la ~resenza dd ru.n'om.b m a for1na .t.1r,ia11golare, co11 la ·base in hassio, 5en7.a spostamenti della trachea e dell 'esofaigo. Con il1 traitwmiento di Forcbtbeimer (.b romickaJto di 0hiini!Ilo €d ergaei:na) si notò un certo migil.ior.amenito, mia si ebbe 11,na ridadiuta, 11()1], ia,pipena esso tu sospeso. Qualche miglioramen.t o nel tre-

more e nella sensazione di va\tnipate si !llOtò ron l'uso dell'estra/tto ovarico. I migliori .riS1U~tati si ebbero oon ~'estratto di timo, somministiralt:.o dopo 13,n a ricaduta.; iil1 ntlg.lroramento .fu tale ohe rum si' ebbero fenomeni tlireotossici neanche Ì·n OC'Casione di. l1LD. attacco d'iro.fl.uenza. Il sucresso del1'QJ>Oterapia tim,ica. 1t110n rontT.addice alll 'onigin(" tii'l"Oidea dei siintom.i acrenrnati t essenaosii :n~to amch~ in casi indubitati di morbo di Flajraini-Ba0

sedow. fil.

Trattamento medico del gozzo. Svariate SOtllO ne medicazioni oonsiigl~:ate per uso profilattioo. Roux ha proposto di lasciare SVG{Porare dello jooiio, 0001tenuU:> i.n un flacone aperto, nelle scucile delle localiltà qve :l a rmalattia è endemica : le ema:nazioni di tale sostanza. eserciterebbero un'azione regressiva SitJl gozzo. Mac Canrissorn, Galli \ 'alerio ed altri hamno preco'.J.Jdzzato ila d.is~nfezione intestina.le. E. Bitther (11-if. l'l1. ] ourn. d. Praticiens, 18 ott. 1919) fa te sue riserve a ,p roposito della mediioazione a base dd. jod.ÌJo, ruisata senza disrerni•mento, poichè essa, pu·r e conrlluoendo :ta:lvdLta a $UCCessi indiooutibili, non è 51Provvi&ta di periooli, a.nch e tn011Ì.ia!li. L' . ~. . usa Mlle oo.mpresse contenenti llipojodina, chiruima, .calcio e s ili.ce, .in saspensi-O!lle fima: non dà aùltrii .p articolari su que.s.ti miedica·menti, mè indica le dooi. Sì può ri·t enere che la silice sia a.1lk> stato ool!J.oiOOle e che i.il c alcio sia ooriborneito di calcio. Quanto alle do~, SieQOOtdo ù'autore della recensione, si potrebbero prendere 5 cg. di l~pojodi1na e 2 cg. Per e\ritare dnsturbi è: bene son1mi11istra.re di carbone finamente

delle ialltre sostanze. gasttj.ci, fa.cili a verificarsi, ·l e oompresse i.n un veicolo polverizzat.o.

[ANNO XXVI, FASC. 49]

Si soma:niznàstra1D.0 4 compresse a.l giorno pe14-5 .settimaine. Verso la fì-ne della seconda SC'.:ttimana, si mota ·u.me leggera ~elerazione C0Xdiaca,. che scampare, senza altri fenomeni; ·n ei 2/3 dci casi .si osserva diminuzione di 2-4 cm. detl.~ cirooruferenm cer,v ioale. Per campletrure [a cura, sa riprende iil .t.raittamelllto 1do,po 2-3 . !Sfet:t.imia.ne d1 niposo. Anche sedil migliora.m ento è mdmdmo o n~o, è consigliabile oontinuarlo associandovi le frizi()ltl~ 00I1J potnaita allo jodrum d1 .p otassio e chimno ( 2-6 g. di solfarto S/U 20 g. di :poonata), Jia pomata a base dii ùàipojodina .(16-20 %), ed nl chiniino per bocca. Quest "UJlti·mo medicamento attiverebbe 1'assor:bimento dello jodio, rntaindo i fetlJOnteni d~ jod:i s·m o. · I ri·s ulta.ti ottenuti daJ.l '.L\.. ISIOO:lo .stati, : molit0> bene apprezzabili 00 70 %, :linsufficienti lllel 20 %r nulli nel IO%. 1

fil. Trattamento dell'ozena. È noto oome questa affez.io~ sfidi generalmen·t e·

tutte llie risorse dellle. terapia. E. H. C. Beniains e C. H. Ha.yltnn (] ournaL of I,a-ryng., Rhin. a. Ot.oL., sett. 1919) vamitamo u:n met.ocki in.uovo, che le56i chiamiamo « g]ricofiJiro ~, basato sul .p oter.e 1selettivo del glucosio, in presenza dci una flora batterica mi.sta. Adoperano il .g lucosio scir~pp.os.o, sciiolito d11 gl1k erina 1Jel'1.ai ,proporzione del 25 %. Il segaeto· del successo ooDJSiste nel 1?0f·bl.Te di1igenttementle .]ia :Sdluzion,e su tt1tta .La n1ru.:.ooa na.sale e nel ripetere il tmatitamento almeno qttattro o cinque volte ai giomo, :finehè non Sti avverta wn mig lioramen;tlo, dupo idii che le applicazio11i possono essere di!Sta,na:iate. l'er le apµlicaziotM. c0111vaeine far iUSO di uno .stuàlo di ootoile. Ln qualche caso è ti.tile 11JJa polverizzazrone o un'i111rigazione de!11a cavità 111a·sa1e : gli AA,. usa:DJO aitlora unia concentra7Àone })iù debole cli glucosro, ial IO %. Da u.n pu.nt.o di vista rteorico, la gliceriina. sembra meno adatta del g lt1rosrio ad esercirt:are um potere selettivo stti ba.t ter.i, ,perch·~ meno facil-· n1ente aggrediita e .s cissa ; ma i.n ·pratica gli AA.,. hain.no riconosciuto che presenta anch'essa dei vaontaggd: da u!lti.mo si sono decisi ad aiSSOciare le due sostainze, rom.e abbia1no visto. Eseguendo di :tempo nn tempo delle colture batteriche, gli. A.~., hanno accertato oome la flora batterica si modiftchi, cont.emporaJD.eamente al m1gliora.mento della rinite a.trofica ed ailla scom,parsa del fetore, contro il qiu ale questo metodo è più speciailmente direttD. . . L. V.


[ANNO XXVI, FASC. 49]

SEZIONE l'RATICA

Le otalgie. B. B1ack\ve11 (j\··ew York Nledical ]oi1,rnal, 1919, 21 gillllglllO) in base a oriteri ain:atomo~patologici, etiologici e terapeutici . dis tingue lie otalg.ie i11 quattro glfuppi : 1° D-0lorri p~odotti da infiammazione nell '.inter·no della lnembr.am.a timpan.ioa: l:a infezione ·pro\f/ienie '-la1l ca,ro ritll.o-fariiugeo e .riaggiU!tlge l 'orec-chio medio iattraiver.so lia tromba di Eu:stachiQ. L'accesso dolorOSiO ~ onc1i;111ariram~n.te prieoeduito da infiam1nazi011e delle v:ie ae~ee suiper:iori. L'esame ot~soopioo riilieva rundì!fl,m maz.iione oolla membrana timpanica. Qiuesitia può essere coperta di epitelio nectlOltizzat.o biancas.tro, al <bi sotto die·] quale pre\'ia rimozione si osserva arrossamento della me1nbra!rua, che diventa sensiibili:ssima al me11omo cf.\ntatbo. Il dolore di u:t1 ascesso de1'l 'orecchio medio è fisso, ipenebratnlte, più o meno conJt1illlUO, e localiizzato direttamente all'orecchio : di cregdla .scomp.a:re solo 'Con 1a. iinci'Sione o oon la ·r .ottura sponta111ea della iµen1bmna timpan·ic-a.. 2° D.olori prodotti da i1nfi.ammazkme deLle par.ti ·m.olli del ra~ae 11diti,70 estierno (otite esterna e forttnrol osi d el co:idotto t1ditivo). Questa. afiezion,e può e sser.e rpirodotta da grnif:fitamento (nei ttentativti di a spor.ta,re il cerume) o da· firequ.et1 te sommersào11e i1t1 acqua marina mn rla oonseg.uentie ecressi,·a .secchezza deJ.1 'epi.teflio tiel condQtto uditivo. L'esa.m e d~ite!tto di.mostra gonfiore ed aumento di sen·sibi:l~ità. de1 condotto .u ditivo ~sterno. La membrana, ohe può essere osservata, e tllon semipre, med.i aute 1'.u.so di un .piccolo s peciuilnim, può 1'.>resentare 'UlUa congestione s impatica, ·m a di .solito è noa:1nale. Il dolore si acl1Jtizza dUiramlbe la mastiiaa.ziooe. Spesso si ,n ota anche ingorgo dolente dei gangli vici111i aili1 "orecchio. Il dolme è ,p uil sante più ohe 11lclile otail:gie da otite media, e si accentua quando il .paziente .sta. ooriooto o piegato .iin ava.n ti. 3° Dolor1 •s ian.za imdìan:nimaZJione: si tratta di neviralgie o do lor: riflessi riferiti dai d ·e nti, dalùe ~1, d.JaJ naso. I ipazienfti sono s.pesso nevirastenirei. Di regola il dolore è localizzato d1irettamente 011~ 'orecch~o ed è meno ~intenso dei do.lori prodotti d.a a1ltre caUJSe. 4• Do1ori di pendenti da ca.use esiclu• s.irwmente meceaindche : rSi ha .n ei r.aiga.zZll oo:-i. tonsilllle ~ e vegetaa:ioni adenoidi. Il dolo~e è qiiasi semip.re nottur:nJO e si ripete per pairecoh 1e notti di seg.uito. · La e:tilalogia è Ja seguente : quando I 'indi vrlduo dorme i111 .posi~i.one distesa a111menta. la oong1e&tione ID.ella fain11ge n:asak, dondie nina temporanea chi'USStl·r a de11a trom·b a <ld Eustachio per modo cl1e l 'or.ecchio mediio d:iiventa llltlia cavità chiuts a : lri sa:n1 g ue circo1a•nte llllelle pa.ret1 di questa. casvità assorbe l'ossigeno 1~u­ cendo una pr:essione 11egativa. La ·memb~ tzìmpandca si rdtme subi·t o provocaindo un vt'V'O do#

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1lore, che fa .e mettere al ra.g azz.o un grido. ~e;~l'aitto­ del grido ile ·t rombe di Eu•s tachi·o si riaprono, la pressione si r.istabil:is~e ed iQ dolore cessa. Loe$ame diimostna che la ~niemhrana timpanica è not1lllla1e, 1salvo la retrazio1ne ied e ventuaLmieiDJte 11·n a legigexa cong~ti.o!1e ail moa.nento de11 'atitacco.

G. D.

Stimolazioni dell'orecchlo Interno e mal di mare. Una delle teorie pili accreditate sul mal di mare è quella che esso sia in conne8sione con i movi meuti dell'endolinfa nei canali semicir~ colari nell'orecchio interno. l;li stessi fenomeni di fatto possono prodursi1 con mov·i bnenti del capo e ron irrigazion calde o fredde ckll'orec~ chio. L'assuefazione al mal di mare pt1ò poi essere fatta sulla seggiola rotante, con il vantaggio che in tali rondizioni, si può graduare il trattamento in.terrompenddlo a1 primo segno di .malessere. s~ può cosi abituare un individuo fino a renderlo pra·t icamente i nsensibile al mare (I... Fisher. 1"\iedical Review . .vol. XXI, n. 9) .. Prima di affrontare un viaggio in mare, l'indi,1iduo può sottoporsi alle .p rove delle irrigazioni e della segg.iola rotante e sapere cosi qua1~e effetto risentirà dal mare, in rapporto con le funzioni e la stabilità del suo apparato vestibolare .. Il trattamento del mal di mare è puramente· sintoma:tico: l"esito può talvolta essere fatale,. p . .e., per emorragia, speci!a.lmente se lo stomaco si trova in condizioni patologiche. Può essere utile la lava:tura gastrica, ma non è con~ sigliabile l'uso della sonda per la possibilità di abrasioni; meglio è r:\correre ad abbondanti sor-. sate di soluzioni di bicarbonato di sodio o disale, in tal modo viene disciolto il muco \rischio.. so e si: mitigano i cona•t i. Se questi sono violenti e no11 mostrano ten.. denza. a diminuire, giova assai l'iniezione di morfina. Quando è possibile· si consigli 1'a posi .. zl:one supina all'aria aperta. Nel collasso, che segue abitualmente l'attacco, saranno utili le iniezioni di stric11i ~la, ed anche di atropina (cinque decimilligr.), che deprime i nerv·i d1 senso nel tratto intestinaie e, stimolauC:o i oentri midollari, (! cli ~rande aiuto 1)et regolare i di~turbi circ .)1 ~ c0ri che Sl'pra vr. s. vengono. 1

RUBRICA DELL'UFFICIALE SANITARIO. Disinfezioni. Dato il oa.rattere .di questa rubrica, coitla quale intendesi aigevolare 1' adempime nto prat1co de l ~oro mandato ai n:umerosi ufficiali sanitari dei piccoli comwttl, .i quaLi sono forniti· di sca.1"sf (~ .

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IL POLICLINICO

mezzi e trova.nsi nell'impos sibilità di tenersi aJ. <.'Orrente id ei progressi dell ''1giene nel ca1m1po s.ciientmco e .p ratico, dedioa11do ·t empo alla consu.lta.zione di .t rattati .e gior1niali delila s·pecia~ità, imi.ziamo }.a seme dell:e trattaziollli ooll'argomento sulle disinlezioni, stimaindolo preminente, perchè 1a pratioa è oomune a qUJaJlsiasi ufficiale sa;nita'liÌJo e riv,e ste p.o i sempre carattere di tale urgenza, che, .mienttre richit.de ·p er 1'esecuzione oogni.wnd chiare e precise, non consente, 1d'aJltrron1de, <Ii !Poterne faT-e 1u n convenien.te stt1dio ,p repara-torio. Inoltre, liiteniamo oppo!ituino, ainziichè fare Ui!lla trattazione s1stemait.ica ·del1 'aTgomento, la quale -riuscirebbe troppo 1t111ga e meno utile, 1oea-ca!1e i .n vece di ~.spor·re i cri.tetti. p.n atici di massima, a -cui bisogina atteDJersi nel compiere il serviZtio, e mettere, incil.rtre, in rJlievio, chila1"endole, le paa-tioolair.ittà, che hanno iruter·etsSe mag·g iore o che, p.er qua.n to iJmportanti, llli0tn sono con:vellliente-mente mtr~te, e.on pericolo di rendere .mals-ictt·t i i risultati da oonsegui·r si. Comincer&o .sUibito d'al :rileva'te, come i due ~lementi, che sono essenziati nelll;a pratica delle disinifez,ioni, ossia il m:ateriiale da impiegarsi ed il rper:sonailie di servizio, abbia!llJ() im•p.ortanz,a egt1a1e; completandosi necessariamente a vicenda. e 1'unio soffrendo iper Ja defìc~enza 1dell'altro. i\11 'epoca dellia :preparazi;one profi.1attioa per -combattere 1"ulitima epidemia d1 col~ra m.oliti co-m.ui~d a're ·v.aino, b.e nsl, ratto .l argh i iaoquisti di idi.sinfettanti e appareccb:i, mia no11 aivevano prov' ''eduto ad assicurar.si , .personiaile di .s.ervizi10 idoneo, facendo aJ:fidamento iin generale s.u ll'opera .dell mess'o o <lti ·aJltiro s~l 1a·rii.ato comun.al,e , inetto "011,la bisog na e semip.ne in molte a 1it re f·ac."Cletllde -ooou.paitio; tailchè, in occasion.e dello swlu,pp.o di qualche epidemia, quainto urgeva qui111di 1dd valersi del 1nateri:aile profilattioo, accadeva spesso ·di trovarlo anoora imba11aito, ·t al quaile era sibato ·spedito da~le caise ·f ornitrici moesi add.i etro, oppuTe, specialmente ile pompe sprt1zzatr·ici, già. diventato inservibile per 1a caittiiva man·urt:.enztone -e oonservazione; menttle, d'altra par.te, l.'incair.ica·t o del servizi.o era d1giu.no delle i.ndis.pensabi1i ~ion1 tecniche, do.n de sci1.11plo di 1n~teriaae e 1

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"lJ1allsicUJta dàs~nfezione . Poteva- 0111.che inot.arsi, come fossero staiti adottati e acquista.ti oggetti e au>pairecc.hi ·superflui, quaili 1iscivJatrici, maschere, guiamti, ecc., mentre -maDJCavaino vestaig.lie, soprascairpe, copricapo e qual siia&i appareoohito dd sterilizzazione a v~pc:re; il qu.ale 1p oi, tailvotta, erasi creduto sostiitutrlo con Jiampa.de formogene, che sono inadatte per le disinfezioni a don1icilio, do, e diffioiil.me.nte 1

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sono realizzabili le oondizioni ,-o1t1te. Non era infrequei1te, iindlt·re, tro\rair e pompe

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[ •.\NNO

XX\i l,

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spr.uzz.aitrici, so1tairuto 1netalliche, le qual1i sono facilmen te i'lltaeoate e 1:ese dnsenvlibili da11e soluziioni di suhli·m ato rorrosivo: .p ompe, poi, che in aileuni luoghi costituiva.no tutto l'armamentari-0 profiiliattioo a disposiziione del Comune, il ctUale 1n on ne em 111emmeno ipropri.etiar.ito, preferendo prender.le a prestito di vo1ta. Ì•n volta, alJ'oCQOi-renza, presso qualc he ag.ricoltore, di queililre lin uso per solforare le viiti. ' Rigttardo ai disilllfettainti pote\'asi notare rt:.ailvolta oop-ia ecùessiva di alcttni, oon spesa S1.14>erftua e gravosa per modesti b.i:1anci oottnunal i, e tail'afltira scalt:a male ~ppropriata, ic-01ne q'llte11a a. •e . di creoldne, a composii.zione. :inoostainte e poco alt'ltive, di tacido fenico grezzo, se.n za aeid-0 1solf.arico per .scioglierlo. A vve:niva pure di vedere 'l1!ll .impiego ir1·aZti~­ ,naJle degl.i .stessi, con lairg-0 inaffia·mento di coirtili, strade e .pareti estenne di case, alla ~ui sterillizzazione già pr.ovvoo:e Madre Natura ·m ed·i .ante le potenti 1radJ.az,iion1 sdliari ·t anto efficacem1enbe e senza spesa alcu:na, me.ntrie .si a 1doperava a . e. i.l subl.iimruto cor.rosi,10, inveoe del latte di oalce, più lrloneo e meno costoso, :nellla disi:nflezione de11e 1at·riine. 0o1lllprendesi adu1111quie, come sia necessario iproooéLere ai ird.for.n 1rnenti con oriteri sicuri e [>recisi sia per riguairdo a11lie :finanze oomu'lla!ld, .coone p.uTe 1llell'intento superJore d:i oonsegui1te .u na profilassi efficace e quindi 1una sicura difesa della pubblica saluibe, e come ail m.edlesinw ihn.teruto sia altrettanto :neoessario poter di1Sporre dii adeg.u.ato .personale idoneJo, il q ua le sd trovi pure in · •gniaido di .rendersi oonto de11 'imp,orlainza del servii'Zio, tanto per ooni&erviaJre per.m ianentemen.te 1·1 mat:Je11i.a[e i.in condizJolllÌ di perfetto tu.nzion.a.m ento, onde sopperd:re timmediaitamente a qualsiasi ievend!enza, qtllaJiltto ,p er .adopm<rk>, .secondo le ~orme, !llella mainiera ipiù raz.ion·a1e ed effi~e. Come possano oonseguii1rsi questi intenti \ edremo .p rossim•a.menibe. 1

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a. I-'·

MEDICINA SCIENTIFICA.

Nuove vedute sulla etiologia della sclerosi a placche. I.;a etiologia della sclierosi a ·placche ha diaJto 1uoo-o a ricerche ed a discussioni, .i cui trisu.1 tati o .non ScQnO stati mai con,riimoonti. L'affezione è stata aittribuita tad .avveleniamenti ed a infezioni, ma si traitta ·p iù di Jpotesi che di faitti i noantrastati. Comunque 1~ :reperto anatom-0-patologiioo ed i'l deoorso olinico rendono più atbendibiile la i pot:.efil di una irnfez,ione. Esistono rassomdg1iamze tm la sifilide nervosa e la sclerosi a placche, ma i fabti concreti non confermarnù le a pparenze. Re1

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. [ANNO

XXVI,

FASC.

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S~ZIONlt

PRATICA

• oontemen.te SOtliO .stati ripresi gl!i. studi• per a·cceritteri da ostruzione delle vie biliari, e distaccametare àia etiologria di q uiesta m a lattia e pare ·con tutti gli altri, che, pure attraverso più o meno commaggior .successo. Nel 1917 Kuhn e Steiner lia1t1plicate trasformazioni della teoria dell'ostruzione no fatto degli espe:r~meDJti che sembrano ia:bba- (ittero catarrale, angiocolite, pleiocromia, ecc.) molti . sta:na;a doncJusiv.i. l11jettaronJO a conigl~· e cavie testi tendevano a far rientrare negli itteri da impesan·g ue e Ji q·u ido Qefa1o-rr-.achìdi:a'lll0 di .indiividui dito deflusso parziale o totale. affetti da :sclerosi a p1acc11e. Risaontram11i0 dopo Dopo la critica, comincia l'opera di riedificazione: unia settim.a:n1a iu media 1dis.turibi diella motilità, tutto il frutto dei lavori della Scuola di Widal ~pr.a futtto al tbreno p ostertior:e, d1stUitbi che du(Abrami, Brulé, Lemaire, ecc.) è utilizzato, con travarno da qua:lc.h e or<i. a .n ove gior:1tl, e q11a·n do troppa sapienza. non retrocedevaioo si itn-aosiai-maivon-0 in pruralis i Il Brulé, che è critico così :fine per tutto quanto segwta d a monte. Oltrie a ciò ,iil sarngu.e degJi non soddisfa alle condizioni di esperimento rigoroso 0!1.1dimia 1i iniettati cotliteneva s.pitt"ocheti dittnostra- e di logica· scientifica, diviene t:roppo benevolo sobil i aJ1ll 'uUtria-misoroscop io o e.on prepauarti trat- stenitore del metodo di Hay per la ricerca dei sali tati IOOi1 metodo d1 Loffler p e.r J.a colorazi001e <lelJie biliari; sui resultati ottenuti con tale metodo di ricii.glia. -S imon suoce.sstivamen;te .conrfermò la tra- cerca, egli basa il suo studio originale rlegli itteri .smissàlbilità de111ia sclerios~ a .p.l~he ai oonig.li. dissociati. Ma questo degli itteri dissociati è il punto Siemerli11g alJlia :firnie del 1918 ann!UJnzia.v.a d'avere capitale, del quale l' A . ad ogni passo si serve per sotri0va.to spirochetd nei oerv.e'lù~ di ooff.eren.t i <li stenere la lesione della cellula epatica nel detertnisaterosi a placche, spirocheti che ravieva1uo gli nismo della maggior parte degli itteri. stessi CM'aitteni di .quei1Ji osservarti d•a KJu1h11 .e Egli li passa tutti in rivista e trova in rapporto \ Steimer. Mar.ine sco (.R e'Vu e Neurologique, 1919, con la lesione della cellula epatica gli itteri infettivi, 11. 6) ha ripietuit o g.li es:perin1entii d1 brasmissiione primitivi e secondari, gli ittei:i tossici, 4gli itteri nelle· iiniiettando i~ .l iq·u ido oef.alo-a-acl1~rlia no d·i ·m :allati malattie del fegato, ecc.; anche nei puri itteri da ria corui.g·li, nei quali Sii è iavuito Ilo .stesso quadro tenzione per ostruzione le sue ricerche lo portano a c!Liinrloo, lo stesoo ireperito hatitierioscopico ortteinuto stabilire che talora nella patonegesi contribuisce· · da Ku.h ·n e Stiei;ner. Pettit e Roux che osserva.r o- la lesione della cellula epatica. - no :i prepairati di Mari1nesm affermano che 1Si Nel ricostruire la patogenesi l'A. rivoluziona i traitta di uoo s.p i·r och ete .sped.ia1e c·h e non hia concetti moderni di :fisiopatologia e cade nella vecchia ipotesi che il fegato rappresenta la glandola nrt11l1a di comUJne col treponema diel11a siifirlide . I ntrovj es.iperimientd ad1uniç_1ue tendo no a metteire secretice non la glandula formatrice dei pigmenti e iin evkl.enza 11a itra.smis,c;ibilità defila malattia d.()- sali biliari. • L' A. raduna in suo appoggio esperienze di fisiovttrta ad un vitrUlS, cioè a dirre ad u•n orgam1smo logia e di fisiopatologia, dati di patologia, di clinica, vivente, i1 quale sembrerebbe specifico. Tali affermazioni se si derv.o no accettare con ma in verità in medicina la distruzione è più facile riserva perchè non rolli·m ano oon molti fatti ri- della ricostruzione: il capitolo dégli itteri resta for .. temente intaccato dal piccone della critica, ma è· g.uardatnffi la diffus ione dei11a sollerosii a ipllacc.h e, dai111no Ulll lllJUOVO or.iienfam.ento ed a prono ntto,·e lontano dall'avere una risoluzione. Gli studiosi t. p. v,i,e 0Jgli' studi su11J.a oscura et1~logia di questa af- leggano il libro del Brulé. d-r. fezione. 1

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POSTA DEGLI ABBONATI.

CENNI BIBLIOORAFICI. M. BRULÉ. -

Recherches récentes sur les ictères. Masson Ed. Paris, 1919. - Prezzo Fr. 4.50.

Il libro del Brulé sugli itteri merita di esser letto e considerato: argomenti, che potevano oramai -sembrare risoluti ai superficiali e alle anime addor·mentate , sono in medicina, per gli spiriti inquieti ·e avidi di ricerca, la spinta a critica demolitrice e a concezioni rivoluzionarie, anche se queste devono, ·per un fatale ritmo storico, coincidere con vecchie ·ipotesi abbandonate. Il Brulé con una mossa felicissima inizia il suo volume: la critica alle idee attuali sulle patogenesi dell'ittero. Egli ha nelle mani, argomenti potlerosi per ridurre ad un limitato numero la categoria degli

(1072). l'i elle ferite in/ei le . - Al 1d ottor G. C. da F. suggeriamo: P1r. Aoquia . . . . . . . 1. 2.5 Acido borico . . . gr. ro Cairbo.t1ait.o sodico . . » 25 Ipoclomto di c~lciJO. . » 50 Sciogliere 1'acido borico a caild o in p oca acqua e 1poi lasci.ar traffre ddare. S cio.gliere fil cair·b onato sodico im ailrbro 1°'eeipie nte. Dissol ,1ere, maceriaindo ron 1.e dita, 1'ipoc.1oni.to in aicqua cim. u n ,1Jerro r ecipie11te . M escoJ.are [ie oolluzioni di carbonato s odic o e di jpoclorito e agitaire. tA.gglÌ.1lillo-ere la .soluzione borica fredda cont~nuando ad a giitacr:e per 10-15 ·mti1nuti. Decruntare dopo 24 ore e :filtraire .su giairza o ootoinie. G. E. 1

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IL POLICLINICO

[ANNO XXVI, FASC. 49]

NELLA VITA PROFESSIONALE. f\ppe.llo agli abbonati.

dtùf::ficdLtà persistono, amche per la perniciosa ma·IlÌla. deg·li scioperi tiipogu-a!&.i. Ventisei ainni di co.ntiu1ua oorri.spon.den.za. per . Il fatto <ld avere attraversato ia :temporale riideaJ.iità e treaJ.t à comttn·i , hainno determinato fra macnendo iin.c<)lumi 1non si.ginifica che s i possa noi e i .110stri .abbonarti rurui. oo.rrente dii simpart::ia viiv•ere iinde:fi:nita.m ente tria i mia,rosi . che ci conse .lllte di considerarci come UJOO vasta L'M1111o soorso siamo stati costrebti ad ~tun1ein­ famiglia, stretta da ·v.ia1roli di affetto ormaii ~Dr taire, è vero, tii1 ·prezzo id i aJbbona.mentio, e .pua·dissolrub ili. tuttarvia non a bbiamo perdu.t o un sqlo a bb011ato, E si deve a questo fuJbto se iil gio.rmai1e ha po- i1 che pr.c)Va la ·ooLidi,t à ed il credito diella nostra rivi&ta. f'Uito S11iperare l'ardua prova alla quale fu soggetto duriainte il lu.n go ed estremamente oritico Ma il marg'igìÌlor imtbroiito che è d'eri vatio daù. nie\·e periodo della. guerra. Fu quello um. .p eriodo ve- àumento l1lOD. ha oousol id~to oon.sibiJ.men.te ii1 biramente diffìcille 1p er I 'esistenza di una impresa illancio : esso è stato assoobi.to per intero , altre -costretta a vivere unicame'lllte S1UL1e proprie forze. chie dalle aoonesciute spese, dal mig·1doraanento Tutto era .in rillJCa!'O : Ja carta quasi deouplicaitia del tipo della cairta., la quarle di verrà a'ncom mi·di prezzo, la stampa quasi quatriplicata, aumentate gliore .iin ,1 lfll prossimo a·vvenire, e dal riitoamo aJ. la posta, Je :retribuzioni1 011 p ersonale ..... llJOt·ma.1.e nel 11JUll1ieno de11e pagine che componLe .coooiziond1, g ià giravi, peggiiorarono aincoa-a gono i f1asciod1i. dop,o J'ii11vas.ionie id i i11ltere Th10viimcire da parte del Un mezzo assai ovvio permetterebbe di assiJliemioo : 1ni1gLilaiia di µiiedicii pmf·u ghi norn em.tllP C1Ulare ·i n1troi1ti magigiortii, senza aggravi 01P'Pl"ezpiù nieppu:re i1n grado di corutJinuare a verS!aJre zabi.1i e senza ricorrere a muovi a u.nrenti del i'ilDlpOrto de11'abboname11J1:o,_ e ,la. 111JOst ra Amand- prezzo di aibbonamen to : l' i111o:remiento nel nunisbrazione s i credette dn dlOvere di fmniire itJ. mero dieg1i abbona ti. ·giionn.ale giratis a mol:ti di essri. ; a cawsa dei conDalllla fondazilone del gi-0male questi sono amt i:n.'1.lli e spess.o improvvisa spostamenlbi di sede, daiti oostaitJJf:emend:e" a11mentando e costituiscono determ im a·t i da mgioutl milrl.t ari, molti..ssnm1 aib- oggd u.n blocco formidaibile. bonati venirvano pèrduti di vti'Sta dJat11 ' AmminiDi quesito ISUc.cesso grandioso, ohe costitu!Ìsce strrazione. i1 rn ostro v.amito, va fatto um .mieri•t o a lle 00:ne diIU dan.n o da illlOÌ risentito fu iingente. Si a·g - 1"ettiive del giornale, a11l'opera redaziona1e, che giunga ancora che iil d isservtlzio ipostalLe toccò sa riis·p ondere .p ienamente ai 1bisogni scientifici il fastigio 1prop.nii0 in qu~l doloroso volgere di e professiorJaJJ,i~ dei medici, aùLa roegolariità ed ·t empi, obbli:g andoci ad 0Jtltmerutaire rnotevolmenrt:e alla perfezione d~ servi 1À a.mm1in'.istraiti Yi. [a ti•ratu:ra, per Sop[>eriir.e iaJ11e oontilll!ue d11&perMa non basta ancorai. 'Si O<llli di f aooiodl.i. N eJla previisione che pobesse sopravvenire il * * momen·t o diel hisog.n:o era:n·o stiate 0coumufi01te U rn ..gioma:1e medico che vanta ~1 prestigio e dcl[e ruerve, alle quaJi si attinse la rga.mente la diffiusdone del ttroSitro Policli1iivo, che ha sempre per oolm!Mle il d1savanzo, .per 1'asn tici po di spese, dato prova d 'jnteressamento simcero rulla classe per l 'ocquisto di Jinteri vagond di carta. Fu.rono medica (ci si.a Jecito dii 'I'ioordaire soltainif:o le beimpegnate somme irnge!lfti&sime senza. dover ri- nem€1fenze acq1.1Jiistate dura.n.t e il per1oc1o belliro), correre ad operazioni finainziarie onerose, e senza che ·non ha mad smarrito il senso dellia m4sum, 1'i11tervento di alcun sUSSlidio, di aJ.cusn aiuto, da potrà non solo rispecchiare i ra.p idi progressi scientifici, ma ipr-OlillUovere, diriigere, arginaire i[ parte di ch~cchessia. GmzJie a.1.1 'opera efficace dell 'Ammin istraziione, grandioso movimento che si prepara ~1 oa.mpo 1a onisi è &tata dunqu'e fa-anit eggiata c..-on le sole medliico-sociiai1e, mra:ntenend osi fedele oosì a1de Sllle illOStre rorze ; ma lll011 è ancora superaita e iO.. detradizioni. fìci t non è a ncor.a colanaito. GJri spetterà d'1lltlqtte UJl1 ailito mandato. Ma. iper Si spera·va che, con rl a fine die11a guerra, nwtl.ti poter a.diem.piere con efficacia questi nn.iovj, còmgeneri e molti laivoni industriali e le retribuzioni ipiti, gli occorre una tla.rga base fiina'llZiaria, senza a1 perscxnale dovessero ribassare sensibicrmente , di che ;1a s ua a.ttivittà verrebbe iinevitabàlanente ma non è così : la cairta è cresciuta di prezzo, ad es.sere JimJitata ed a soffrin1e. Noi tllon p!l"ole spese tipogirafiche sono aumenJtaite ancora, le spettiaano ati tt10stri lettori 11na meta pura.mente retribuzioni st1aor.dLnarie al personale si sono commerciale, ma una necess.1tà assoluta di -vita stabillizz"tte ed anzi. aumentano ; nelJ 'imsieme, le J1bera ed 111tensiva. 1

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'[ANNO'

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FASC.

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SEZ10Nn PRATICA

Crediamo dU!Ilque ili. inon i·~1uderci pensando ..che essi oompirebbero opera saigg.ia ied i·n airmoroja con i 10110 1nteressi, sostenendo ii.il gio1male e favorendJonie, 1per qua·n to è iin loro, m dJiffu• sronie. Gli 01bbonaitd a~ Poli.clinico S-Oltlo già tanti, ma potrebbero essere di .p iù, iincomparabifl:nrenrt:e di più. Noi aspi.riamo ad otteinerè l 'abboinamieinJto di quasi tutti .i meddci ital.iamn. Numerosii colJeg hi dovrebbero entrare a 1ar patite· de11a 111astra fa.miigùia: 1111a speciale so1Uiecitaiz.ione va rivolta alile nuove generazioni di medici, la cll!Ì preipa. ' . :r~ne e rlllD.asta tllteCessa.riaen~e incomplieta, a causa della guerra : essi hain.no biooglllO di perfeziionairsi, di seguire i p1~ogressi dell['arte salutate, di entr.aire meltl '.agone de~1e rirvendicazioni economiche e sociali. Molti n1edici di condotta, molti medici di o.spedale, per inerzia. più e.b e per scetticismo, n.on dànM ii1l tenue conrt:miibu'to de·l la q:nota dìi abbona.mento ad un ~ior.naile che porta aJ risuiltart:o di oom.p1eta11llle e :r innovar.ne JJa ooltum, di accrèsoerne 1'effi.cienza p1rofes.sionaile, di tuteilarne energicamente gli iilnteiressi.

Nel far aoorescere dil nua:nero deg.li iabb1cxn.at:i, molta. parte spetta, ce:rto, alita. Diirez.ione e alla Redamone, che fi.S'sano ~e direttive e ahe preparano e seil.ezilonam.o il cantenuito: è sopmtutto 1u virtù del loro lavoro e d€-t1a loro rrespon.sabiJiità che il giioJ.1na1e sd! afferma e si 0011.lS!Olida. Una parte è dov·uta anche aill' Amm~nistrazione, che .r·e gola · d oomplessd congegni 0Itllllli·ruisttrativi , che mantiene U·n a diQig€!tllte or.gainizzaziJOtne del 1 1Jarvoro d.i scrirtturazionre, che provvede a tutto quamto giova a11a regolarità e puntuaUjt.à de1le spedizioni e a forni'fe 1'aibbonaito dii libri, dii. s.tramelllbi e di qllalnto altno eg.l i possa aiver b11srogno. Ma q1Uesto còmpirto no.n è e 1oon deve ooscire ]imitato rulla Diifezione, alla ROO.auone e all' Ammlinistrazdone. Ogini abbona.rto rpttò c-0n·t ri1bitlliiliVi : Je esorbaziol1li personali anzi sono oltremodo ef:fi~i.

Gti abbon.a.Jti 1?05sono ' 1incere la prevenzione e l 'a.paiti~ dei 0011eghi neghittosi, diiffi~ruti od igmari e far opera di propagainda, oltrie che con 1'esempio, oon la parola che w~ita e che persuaide. Abbia.mo inoi meritato tanta :fiducia <lai nostri fec1el·i , dai 11J0Stri valorosi abboniati? Con:fiddiattno di si. E siaimo convdiruti che per tal modo eSSIÌ fatrollltlo non so.ltantt.o l'i11teresse del giornale, m:a amebe il ·l oro dm.teresse e qttelllo della olaS-_~ C'lld ~~rt~o-ono.

I requisiti dell'assicurazione statale contro le malattie. Alto limite dei proventi • Come abbiamo rilevato nel fase. 43, è della mas• srma 1mportanza fissare il limite s•periore degl'introiti, che comportano l'obbligo o la facoltà della assicurazione contro le malattie; difatti ne dipende in larga misura il grado di universalità, e quindi l'efficienza, della assicurazione stessa. Per la famiglia medica questo limjte assume un valore notevole, in quanto che regola l'inclusione, nel regime assicurativo, d i categorie più o meno vaste e nl1merose di persone, le quali per tal modo restano sottratte alla professione medica libera. Sotto questo riguardo - lo abbiamo già accennato - non è da temere che il limite sia tenuto alto, a condizione che ai medici delle assicurazioni si assegnino compensi adeguati ail'importanza ed alla responsabilità dei loro compiti. Ce ne ha offerto un esempio probativo l'Inghilterra, dove i medici si sono avvantaggiati notevolmente del regime assicurativo, malgrado questo abbia compreso nel suo ambito, direttamente o indirettamente, la massima parte della popolazione. Invece in Germania, dove le assicurazioni sono state a lungo molto meno comprensive che nell'Inghilterra, la professione medica è rimasta sempre compensata molto male e quasi indegnamente dalle « Casse dei malati ». •

*** Un trattamento speciale è stato fatto, tanto nella Germania quanto nell'Inghilterra, ai lavora tori di tutte le ind ustrie e mestieri, i quali vengono assicurati obbligatoriamente, q_ualunque ne siano i prov·enti: lo abbiamo già rilevato. Si è creduto di dover adottare questa mist1ra a favore delle classi lavoratrici, in qt1anto che la posizione economica degli operai suol essere precaria: possono essere licenziati con breve preavviso, durante le malattie perdono il salario, per solito non h anno diritto all'ssistenza sanitaria. Invece si è creduto d i dover fissare un limite per gl'introiti degli impiegati, in quanto che la posizione di questi è più stabile, durante le malattit=continuano a percepire lo stipendio od una parte di esso, molti ricevono anche l'assistenza sanitaria, ecc. Per i piccoli professionisti si è considerato che suol essere sviluppato in essi lo spirito di previdenza, di modo che clispongono quasi sempre di riserve ecoomiche, le q11ali permettono loro di affrontare gli oneri delle malattie: quindi si è stabilito d'assimilarli agli impiegati. Non sempre però queste considerazioni rispondono alla realtà; per es. la posizione di molti impieghi privati è aleato1ia, molti piccoli professionisti vi(25)


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vono quasi alla giornata, ecc. Ciononpertanto il criterio sopra enunziato è stato accolto generalmente; vi si conforma anche il progetto italiano, il quale non fissa alc1m limite degli introiti per i lavoratori (operai, contadini, m ezzadri, ecc.) alla dipendenza di altri: essi sono t11tti obbligati all'assicurazione,qualunque sia il loro guadagno.

. Tolti, d unque, i lavcJratori, il limite massimo dei proventi p er l'assic11razione obbligatoria era stato fissato in misura non alta ante bellum nei • • vari paesi. Nella Germania ad esempio fu per circa un trentennio di 2000 marchi (un marco in oro equivale a L. l : 2 5 in oro) . T ale esso rimase fino al 1911, quando venne portato a 2500 m archi (eccettuati solo gli opera\, come pure gli assim ilati: assistenti, · aiutanti, apprendisti, marinai, ecc.); al tempo stesso venne anche fissato il limite d i 4000 m a rchi per l'assicurazione volontaria. Gli assicurati, che erano 14 milioni, salirono bn1scamente a 20 milioni in seguito a questa riforma ed all'estensione delle categorie. Or è qt1alche mese, in vista del deprezzamento del danaro, si è sentito il bisogno di innalzare ~o­ t evolmente tutt'e d ue q11esti limiti: accogliendo le proposte del partito socia.lista, il primo di e$si ve1me portato a 6000 marchi ed il secondo abolito del tutto. (Il Centro proponeva invece 4000 m archi per le assicurazioni obbligatorie e 6000 per q11elle facoltative) . È cla rilevare che in Germania i compensi dei medici addetti alle Casse d'assicurazione sono stati sempre esig1u. Difatti nel 188 5 l'assistenza medica venne a costare in media soltanto L . 2.15 per socio, delle q11ali L. l .69 appen~ per i medici; nel 191 l queste qt1ote erano salite rispettivamente a r.J. 6 .15e11. 3 .90: sino ti però che l'a11mentoera fittizio poichè l'assistenza m edica si era andata estendendo alle famiglie degli assic11rati (in-media persone 2.5 per ogni assicurato cifra non alta: che si spiega tenendo conto che in molte famiglie v i sono d ue o più assicurati). . . i trattava di compensi del tutto irrisori, che equivalevano ad un semi-sfn1ttamento dell'opera 1nedica. Nè molto meglio andavano le cose in A11stria e in Ungheria. La classe n1edica 1)erò non ne rim13'!1.eva troppo danneggiata, perchè gli assistiti si reclutavano solo nelle classi meno abbienti: perciò i medici potevano rivalersi dello scarso guadagno mediante un largo esercizio libero, il c1uale negli ultimi tempi era venuto sempT'e più estendendosi. grazie a.11' aumento apparente dei !-\alari e degli stipendi, che sottraeva molti cittadini alle assic11razioni. Se non che, la recentissima disposizione di c11i

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abbiamo parlato, ha condotto improvvisamente entro l'ambito delle assicurazioni circa 21 milioni di persone, che in questi ultimi tempi pagavano i med ici privatamente .•J\.l tempo stesso, non è statoprovveduto ad aumentare notevolmente l'assegno dei medici, come sarebbe stato equo. Risultato: la professione medica in Ge'7mania t letteralmente fovinata I Nella disc11ssione svoltasi in seno all'Assemblea Nazionale di Weimar, tutti gli oratori, compresi i socialisti, d ichiararono d i appt€zzare altamente la coscienziosit~!, l'abnegazione, lo spirito di sacrificio della classe medica e di rico.n osceme le benemerenze sociali; ma in questo mondo non si vive d i belle parole ... La lezione che ci viene dalla Germania è istruttiva. Essa valga di ammonimento sulla d isinvoltura con cui la collettività può mettere in pratica uno sfruttamento iniquo dell'opera dei medici,. se questi non si mantengono vigili, sulla brec. eia. '

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Assai diverse sono le condizioni determinatesi in Inghilterra. ~el 191 I era stato fissato l'introito massimo di 160 sterline annue {corrispondente a 4000 lire in oro) per i non addetti a lavori manuali, cosi nei riguardi delle assicuraxioni o b1>.l igatorie come d i quelle facoltative: si trattava di un limite elevato per quei tempi. R ecentemente, dato il rinvilio del denaro, si è riconosciuta anche nell'Inghilterra In necessità di elevare sensibilmente quest9 ljmite: or è qualche mese, esso venne portato a 250 sterline, pari incirca a 6250 lire in oro; se vi si aggi1mge l'importo d el cambio, ~i va ad oltre 10.000 delle nostre lire correnti. Si tratta di una misura elevata; eppure contro d.i essa non si sono apptmtate critiche nè promosse proteste ed opposizioni da parte della classe medica, la quale aveva in antecedenza già sap11to tutelare i propri interessi, e quindi non è rimasta troppo gravemente pregiudicata dalla inevitabile • • mnovaz1one. Conviene avvertire che nell'Inghilterra è consentita una certa elasticità nelle spese sanitarie per le assicur azioni nazionali . •'\. queste spese difatti provvedono i Comitati d i contea e d i borgo di contea (come a dire provinciali e intercircondariali), c1u vengono rimborsate dalle Casse locali (comunali) d i assicurazione e dalle Società d i M. S. riconosciute. I Comitati possono eccedere nelle spese, impegnanclo somme maggiori degli introiti~ in tal caso il disavanw è colmato per metà dallo Stato e per metà dalla Contea, sui fondi per l'igiene pubblica: ne òeriva una relativa larghezza nelle spese sanitarie (che comprenc1ono anche le competenze per i cons11lenti e gli spec-ialisti, le inden-

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SEZIONE PRATICA

nità di distanza o mileage per i medici rurali e semit.trbani, la gestione d i armadi farmaceutici, ecc.). È così eh~, mentre nei primi 18 mesi <l i regime assict1rativo i <'On1pensi per i medici importarono incirca L. it. 9.35 in oro all anno per assic11rato, nel 1912-13 salirono incirca a L. 10; però seconflo la relazione ufficiale non si pote-v-ano a11mentare ulteriolmente, senza innalzare anche i premi (ossja le quote degli assict1rati). Dt1rante quasi tutta la ·gllerra le spesP. per i medici furono contenute entro limiti minimi; solo 11egli ultimi d11e anni è stata concessa una indennità di caro-viveri (bonus) ciel 25-50 %, di modo che la spesa effettiva è salita a L. 1l.15 (8 s 9 d) ·per ogni assicurato, mentre ante bellum era st-eto :fissato il co1npenso massimo di L. 9.65 e quello medio di L. 9.20. Finchè è durata la guerra, il bisogno di un miglioramento notevole non è stato gran che a"\rvertito dai medici iscritti pe~ il servizio di assi·C11razione, la maggior parte dei qt1ali prestava servizio sotto le armi mentre quelli rimasti in servizio civile ass1msero tutta la <'lientela dei colleghi, realizzando guadagni ingenti: alcuni ebbero in cura persino 5000 assicurati (mentre era convenuto che non se ne dovessero asstrmere più ai 2000 nelle città e più di 500 nelle campagne), senza contare i clienti paganti: per essi i guadagni divennero quasi favolosi. ; Ora però la smobilitazione ripristina condiz~~ni economiche che parevano sorpassate; onde i medici inglesi hanno chiesto con..rinsiStenza miglioramenti economici sensibilissimi. TI Ministeroidi Sanità a veVàpromess9 una revisione aelle conc1izioni economiche fatte ai medici: per il 1920 avrebbero dOVtlÌO aver corso le nuove tariffe, ma una recente circolare annunzia che si è dovuto rimandare l'espletameµto del lavoro ai prjmi mesi del 1920, perchè non si è fatto in tempo a raccogliere i dati necessari; in• • tanto, si provvederà in linea provvisoria. Le richieste avanzate dai corpi medici professionali del Regno Unito partono dal rilievo che oggi un medico pratico in piena efficienza non guadagna meno, in quel fortunato paese, di 1800 ster·une, ossia di 45000 delle nostre lire in valuta metallica (il doppio in valuta cartacea); che non dovre?be lavorare più di 2400 ore all'anno (8 ore per 300 giorni); che almeno i / 8 delle ore lavorative verrebbero .assorbite da 1000 assicurati(numero normale), dal che risulterebbe una capitazione di L. 17. 15 {s. 13 d. 6). ·Quasi allo stesso risultato si giunge in base a~e tariffe attuali, a,1mentandole dal 60 % per caro vi-veri e del 10 % per l'incremet?-to di lavoro determinato dalla smobilitazione dei militari infermi, ecc. Il compenso cosi computato risulta relat~vamente .alto; ma dai corpi medici s'insiste nel far nlevare la }unga durata e il costo degli stndi, le gravi re1

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sponsabilità inerenti all'esercizio professionale, la necessità di spese accessorie elevatissime, ecc. Essi chiedono anche altri aumenti: per es. l'indennità di distanza verrebbe sestuplicata rispetto a quello che era cinque anni or sono. Il Ministero di sanità ha opposto molte obbie· izioni e resistenze: ma la classe medica va organizzando una lotta formidabile e si prevede che le sue richieste verranno largamente accolte. Si aumenteranno anche i premi, le sovvenzioni in denaro agli assicurati, le tariffe per i farmacisti, ecc. Nell'insieme, si finirà col compiere, grosso modo, una operazione aritmetica di proporzionalità diretta: l'innalzamento del limite degli introiti s.arà correlativo all'a11mento dei compensi assegnati ai medici nonchè di tutte le prestazioni e competenze. *** Nel disegno di legge italiano il limite massimo dei proventi che comportano l'obbligo dell'assicurazione è stato tenuto abbastanza alto: la prima relazione della Commissione governativa lo :fissava a 3600 lire annue; in seguito è stato portato a 4 200 lire annue per i lavoratori in'1ipendenti ed a 350 lire mensili per gli impiegati (*). ' Restano esclusi dall'assicurazione obbligatoria coloro cui si provvede già in misura eguale o su,periore; ma, evidentemente, la massima parte degli impiegati pubblici o privati e dei professionisti non si trova in queste condizioni, di modo che potrà profittare delle assicurazioni. Qtte'ste assumeranno dunque tm compito integrativo di altre misure di previdenza sociale; siffatte disposizioni segnano un progresso rispetto ad altri paesi, non esclusa l'Inghilterra. Il limite indicato di 4200 lire annue e 350 men~ sili pt1ò sembrare abbastanza alto; ma diremo che, a nostro modo di vedere, non lo è aPcora abbastanza: moltissimi operai, contadini, impiegati e piccoli professionisti guadagnano oggi cli più. Adottandolo, le assicurazioni italiane perdereb~ bero buona parte di quel carattere di universalità che vorremmo le distinguesse; difatti non vi rimarrebbero inclu.s i molti cittadini c~i risorse apparentemente elevate, ma effettivamente mo:ìeste, . ai quali potrebbero giovare. Non crederemmo fuori di luogo di elevarlo, portandolo almeno a 6000 lire annue ed a 500 lire mensili (**) . Da parte dei medici non si può avere nulla in contrario a che si fissi un limite cosi elevato, a condi(*) Ante bellum Vale~te aveva pr~post~ lire 2.500, limite paragonabile con quello di altn paesi.• (**) Dopo che questo articolo è stato composto, la Commissione governativa. nel~e s~e. recei:itissime adunanze, ha proposto che if. 11m1te sia portato a L. 7200 annue e 600 mensili.

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zione, come abbiamo: già ~accennato, che essi vengano posti al disopra di ogni sorpresa, assegnf\ndo loro comp~i sicuramente vantaggiosi. A q11esto :fine provvede il d isegno d i legge italiano: difatti la. relazione tecnica c1apprima fissava, per il servizio medico, la somma d i L. IO per assictuato; ora rende il compenso progressivo, proporzionato ai premi: esso potrà, in media, raggiungere L. 20-30 per assicurato, cifra molto superiore a quelle attuali di tutti gli altri paesi. In apparenza almeno, è doppia d i q11ella :fissata in Inghilterra! Si noti però che il cambio annulla la differenza; d'altra parte, come abbiamo visto, i medici inglesi otterranno ben presto dei miglioramenti notevoli, che invertiranno i rapporti; ma ciò non +oglie che la cifra sia pit\ che ragionevole. Si può rimanerue paghi. •

Con,rerrebbe di rendere elastico il limite superiore degli introiti che comportano l'obbligatorietà dell'assicurazione, commisurandolo alle oscillazioni del valore del denaro ed agli introiti n1ed i. Ciò può essere otten11to in maniera automatica (per es. regolando il limite sui salari e sugli stipendi di alcune categorie di operai e d'impiegati). Ovvero se ne può affidare il compito ad una Commissione, come ha proposto opport11namente il Fatichi. Occorrerebbe però, a nostro parere, una disposi.2.ione complementare: cioè gli assegni dei medici dovrebbero variare in proporzione. Difatti un aumento degli introiti medi denota uno svalutamento del denaro ovvero un miglioramento del benessere generale: nell'un caso e nell'altro è legittimo che anche l'introito del medico aumenti. Dovrebbero variare, al tempo stesso, in modo . . corrispondente, i premi e le sovvenz1on1.

L'tmiversalità delle assicurazioni contro le malattie, della quale siamo venuti occupandoci nel precedente articolo ed in questo, non può C~C)e· guirsi se non viene sodidsfatto un altro requtS1to, che essa presuppone: l'obbligatorietà, sia pure condizionata e parziale. Ne tratteremo in un prossimo articolo. I,. VERNEY. . INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE. Oltre a quelle già riportate, cfr.: G. FATICHI. La disciissione intorno . alle ass_icuttazioni contro le malattie. « Il Medico Italiano », 7 sett. I9I9. . . G. LORIGA. I p1 oblemi dell'assistenza s~nitaria relativi alla assicut'azione cont-ro le 1na!attie. Questo giornale, Io agosto I9I9. cr Lancet •, 19I9, p. 343 e p. 620.

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[AKNO XXVI, FASC. 49]

Cronaca del movimento professionale.. L'assicurazione contro le malattie. .S i è riuniìta in que.s.ti gri,orrui ed ha chiiuso i suoi [avori il:a Commiooiome n1inis.teriialle, che,. oottio tla presidenza dell'on. Perla, ha studiato i proV1Ved~0mentrl per il'assicu~azi'One ob blirga tori.~ contro le malleitltie. La. Comitni:&sd.one iciziò ineill 'ottobre 1917 i Slli)Ì studi, che ha .termirna.ti appro;vallldo la relazione· e k> schema di diseg.no di legge iredatti dail prof. Gobbi e oonre<liarti, per la pairte tecnica, c1a irela,.. ziorui del comm. ing. G. Toja. Diamo run breve riassunto dei provvedimenti propo.std, a cui tlla. Comrtnissione è pervenuta attnaverso pa.zJienti stud:l e laboriose e tal vdhta mO'ltio appassi0111art:Je discussioni. L'assicurazione è iresa obblri·g a.toria per itufJti i lavoratori, dJi annbo i sessi e ~n età fira i 15 e i 65 allllnd, che prestano 1'opera loro a11e dipendenre dii. raittr.i, 1JJ0110hè è obblig·a :toria per i mezz.ia<lui e g1li .atf:fitbtuairi che la\.Torano n1elle tis.petti ve ·a ziende e i:nfine per i la\.'lOratoni indipendenti, ii1 oui giuada~no ann'l.10 •llJOin superi 1e lire 4200. Il progetto di di1Segino di 1eg,g e &i estend·e perciò, i!n.c1rudendo la categoria dei lavoratori indipend'elnti e non pone1ido 1imite di aeddi.t o per i mezzadri1 e .g li affitttw.ni, 00. una cerchia d1 pers.one .p iù numerosa di quella considerata da:11.a · J.iegge Siu ll' assa1CU1razi0111e obbligatoria coaJ.Jtro J.ia iinvalidiità e la vecchiaia. Tira . i larvo.ratori' che prestamo l'opera illoro :allte dipendenze di 01ltri, sono compriesi gli rlrtnpiegaiti ed assiimilati, ·però ad essi si applicherebb_:ro, secondo il progetto, l'obb'ligo dell'asskurazione 1n el caso iin cui peocepiscano t11na retribuzione annua. superiore alLe 4200 1i1'e, limite g ià stabilito dal decreto ~eg.ge per ~ 'assiC'Ult'a.Zione i'l1~.i­ driltà e v~hiaia. A questo proposito 1a Comm.1ts·s ione ha espr6Sso il voto che sia elevato i'l 1limi:te p!'lediebto a L. 7200, tiin consideraz,ione deg1.i s~­ pendi aittua.li, ila cui ascesa ha. sorpassato. 1e p1u azzardate previsioni di qual~he a'llrt10 add1etr-0. • • • Gli organi p .r i:ncipali de11l'orgaimzzaz1one ass1ourr1aJtiva sairebbero iraippresenita.ti dalla Cassa Nazionale per le a.ssiourazi on.i sociali, dag;li isiti tuti prov.i~ialii di previdenza socia'Le, daù~ Casse lo.cali di previdenm che possooo essere MUJtsue {Società di Mutuo Soccorso) e OOllllunali e intercomunali; vi è da. aggiungere i1llfine i Comitati loca.li per 1'assistenza del·l a m~.temi~à. e della pr°:-le. I primi due istrl:tuti ass1curat: V1 s°?-o staiti già .isti~uiti ron J.a Jegge &U'l1 'assicuraz10ne per l'dnvalid~tà e Ila v~hwa. ,. Le prestazioni assicurate comprendono un .tn-


[i\.NNO

XXVI,

FASC.

49]

SEZIONE PnATICA

1473-

de11ruiità pecuni:aria ai soci malia.ti equiv01lente a oirrca metà diel sai1ario pei ,p rimi 180 giorni. dì malattia ed a circa un· .terzo dop() il 1&>0 giottllK>, u·n sussidio fuinerario in caso di 1oro morte, le ctlitle sanitarie che sono estese :a:nc-he ia:J:lie ,p errS<me dia11a f:amd.gilia dell'assicurato e l'assistenza per Ila 111a~rui'tà e l'.a~levamento dielia prole. Nelle aure sanitarie sono co1n·pr.ese l'assistenza :medica a domicilio, quel1la tfair.maceutioo e il.a ospedaJiile1ia, illO,nchè I '.assistenza :per la .p reVienzione dielJle malatt1e. Prqposte notevdli ila Commissione 1ha. formulato ,p er la m~:terniità e lo al11evamento della prole. Si assegma. um'i•nde11.fD1ittà pecunitaria nei gionni i11 cui la grav·i dainza e i[ puer.perio im.pongOlllO 1'astenswne . ool lJaì\llOrO ed un su:ssidik> per i1 periodo di ailll;attaanento, sempre che 1a madre allatti da sè la propriia prole : s i •p ropone in stoStanza tl n 'r·e-ro premilo di :ailllat-

perai1tro ] ceruni suddetti ·p er daire 1111na idea diell oomplesso e difficile 1arvoro aoonpi'uto. dalt1a Com.missione, che ha doviuto portare i[ suo e50J1lle su questioni demografiohe ed eoonoaniclie,. che - per effetrt:.o dJe1Jla guerra imma11le - riluscivano Smll;p1'e più iindetenminrute e si .t rasfOl11tlla.v1aoo man :tnaJoo, :aissuanendo -00t11Jti1!1Juattnente JllJUovi aspetti. I lavori compiuti dànno wn prezioso oontritbu.to ail pnoblliema che ilo Stato è 0hÌ:a11D0Jto a ;ri:solviere : essi rono ianprorutaiti a quie!l viVlO desiderio, ch·e è nclll''1a1nittno d~ tutti, di venire da 'Un laito in iairu..to delle classi p·r oouttrici e di condttrr:re dal1'a1tr.o · J.a nostra Italia ad uno dei priimi posti tra [e IDJaziloni più .prog1redite 1nel ciamìp o d~l1la liegis lazrone· ,.sociale.

tamento.

Il Consigrliio direttivo del .f'ascio ro.m ano 1J:ed111td med..ici-chiùillrgi con votazione .u.rnam.ia:ne è staJto cosl oosìtitu1to: presidente ·C acciialupi dottor Pietro; vice,p1·esidente PuccinelJri. dott. Vittorio; segreitario Pam,pig.lione dott. Gugilieilmo; cassiere Seoorudlari dott. FTain~soo; oons~glieri: Caipaitlilla doitt . .Ar1inalldo, Cianoa.Telli dott. Franc.esoo, Cip•pirt:ie11ri. datt. Ma,rio, Giemin uzzi prof. Armancto, Giocgi prof. Giorgio, M:aiugeri do,t t. Placido, Moretlti dott. R.i ccarcto, Natali dott. Augusto, Sbrozzi diott. Marcello.

Oome

aibbiaimo già rileviato alt1'e volte, gli art-

tuaili medici .condotti passerebbero allle dipendenze degli istituti di previdenza, ri.m amendD per a~tro

il.ibero 1':aissieurato di servi1r&i1qielJ "opera 1oro e di quelJa di qualu;nq.t1e altro litb.ero es.eroorute, purchè iscritto aLl 'albo dei sudd~i ishitt\liti d~ pre v.i denza. Per iiil fintan'.ljiamento de1Q'Istiituto iassicum.tiivo si provvede con contributi (proporzionaiti, c.amie le inden.n ità assicu:raite, ai salari peroepiti., secollldo sei classi di sailair.io) degli iassicuralti e dei dartori cli ~voro, irn miisu1'a eguale fra di essi, e oon sovv1enzionii da .parte dell10 Stato e dei oomuni. Il 001DIP1~ivo contributo c1ei :pr1mi, iaiSSiouraiti e da.t ori di Jiavoro, è p ag·ato co11 qUlO!t:e qiu1i1ndWciinailii a mezzo di apposite marche, .e n1on deve oltrepassare ritl 4 tper cento del sala.rio medio 0lllnJUo percepito dal socio, riananiendo La evenrtm.~e eccedenza a carido de11o Start.o e dei rotruUni, che versano ai11a ·Cassa Nazionalle quote :fisse per ògni inscritto agili istiituti di pa:ieividienza. Le iD.Uove propos.tle; i'll .fine, .tendooo a c.olleQ"alt'e tuJtte ~e provv.idenze sul1 l e :assicu.razioni ooò ciia1J..i, adotibate e da .adotba.riSi, ~n modò che i·11 quaìliunque perilodo ed evenienza della v.itba il lavoratore sia siouro del proprio doma,ni. ·Così il socio ma;lait:o ie div.enruto intanto :iinrvaolido rilSouoif:ierà sene.a iirn terruziooie i Sltl.SSidii per l 'Ullla. -e J 'a11.tra. forma aJSsiiow-ati·v a, di malattia, cioè, e di i1111Validirtà. • Si propone, per i1l coord1rna:miento con 1e lie.oo-gi

sugla i'D!forrt uni !Dcl [·~v.oro, clte l 'i1nfort.11nart:o ri5CUOtla gi.onnaJ.menlte l 'ti.ntlen.nità di maklittiia e che, ove rimanga i1nvaOi do, la oontinui a riscUD1

1

lf:le.re come rendiita vii1JaJJ.izia, a?Otendosi a qltl!e.sta [ '1i·nden1J1ità rnPlr gli invalidi, ainche ao-CYium bb bCYere il [avoraitore .sia assicuir.aito anche c<YJ:Lt1'o i ir.ischi d'invali!dità.

ove

.I:'-~

Baista1no

1

Fascio Romano reduci Medici-Chirurgi.

CONDOTTE E CONCORSI. (Tori1·i o). - COlliCOnso per tiltolli aJllia condotta medica ,d el Consorz.io fra i Com'1uni di 1\ g.as, Br.uss.Qn e Challaind St. A1nselme. I(imq. 207.95 dei qua,1~ 89.95 circa i11 .o olli.na e 118 circa in monltaigi11Ja. Abita.in.t i 4755; srti.p.endio in corso d'approvazione L. 5000 (e c:ioè ~- 45?0 per i .p overi nel .nrumero a·ppross1miatri:vo dj1 500, e L. 500 per il servizi'O dd uffic~iale sanitairio). È i·ndlrt:r.e corrisposta l 'illldeitlini tà caJt!o-vi veri ia norma di legge ,p er iil periodo stabilti,t o. Il condOlrso .scade OO!ll i1 1° ·g ennaio 1920. Chieder-e itLOtdzde rul presidente del Consorzio. BRUSSON

MILANO.

(;onsiglio degli Istituti ()spitalieri. -

Concorso per titoli e per esami al posto di medico ispettore degli Istituti Ospitalieri; stipendio. annuo netto iniziale di L. 5,600, con un aumento di annue L. 1.500 dopo il secondo anno di servizio e c~n aumenti periodici successivi fino ad uno stipendio annuo netto massimo di L. 12.500 dopo il ventesimo anno di servizio stabile, con diritto di pen: sione. Il servizio di notte in turno c~gli Ispetton verrà ret1ibuito con l'emolumento d1 L. ro per oe-ni notte di servizio. Istanze al protocollo del del Consiglio, non più tardi delle ore r6 del 30 gennaio. Titoli in n:iateria d:igiene.. Tutt_i i concorrenti dovranno, pruna degli esami, subire la regolare visita medim d'ufficio nel giorno e nell'ora che verranno loro indicati dal Consiglio. Con speciale avviso a domicilio verranno indicati i giorni e le ore fissate per gli esami. Gli esami constano (29)


·1474 •

IL

Por~ICLINICO

·di una proya scritta, <li una prova or~le e di una ·P.roi:a. P.rat1ca. La prova s critta verte su argoment,1. ~1 igiene. gei:era1e con particolare riguardo all 1g1ene o~p1tal1era; I~ pi:ova orale sulla legislazione ed assistenza san1ta n a e sulla statistica demog!afic~; la prova pratica sulla microscopia, batter1olo~1a . e. bromat~log:ia !3-J?Plicata all'igiene. Per ult er1or;t 1nfonnaz1on~ gli a spiranti potranno riv olgersi a lla S egreten a od a lla Direzione Medica degli I stituti. Vor41'ERRA (Pis~) .. -. A tutto i·l 25 gennaio oon'C?f.SO al posto di oo.s1tente di medici;ua e chiruagua oon ~. st~eruiio irui.zi1a~e d i L. 3500 aJtmue ai11mentab11i d1 r / 10 oginli trie nnio fino :a1l massimo di .L. ~5?0 e con 1a indennit~ pmov,vriooria di caro-v1:ren. 111 L. 720 ~nDJUe. Ritenuta per imposta d11 Ricchezza Mob1l.e e Con1tci.b.UJto iatlla 10 ais:sa di Pre~idenza :per ùe pensioni. Biooinio di pr~~·. ~·ific. 1?~ ain:t er. a 3 1nesi. Sar.ain11J0 ~p.re­ fe-riltci 1 Lau1reait:.1 d~ tie0e?·te e coloro ch·e p.r.eisen·tiassero ?-ttestaiti ~1 s.~ect-rule romrpetenza d.11 E)lett rote!1ap1a e. R aà10J.og·1a.. L '.elctt10 dovrà a.S1SJUJ111ere 111 servizio dopo 15 g·iooni dalla miomirtJa. San-à li-

[ANNO

XXVI, FASC. 49]

IYOTIZIE DIVERSE. Luigi Luctanl e Augusto Tamburini commemorati. A1l ~i? Soda:Jizio ~ei PioellJÌ sono stati romme-

mo:a~t

rl}ue ..àllilustr1 marchigiami senaitore iproif. Lu1g1 LuC't!asn1 e prof. Aug111sk> Tamburini. . lil .Prof. Bagldoni Siit:restro, depu.tiato per 1a ;p roV~ilrola Maoerata-Ascotli, che di Lui1 g i Luoia·n.ii ifru d~cepol?, . d?po ill!lla efficace rievocazione della V1ta attiv1ss1ma d e ll 'iil.Jiustire maestro ooncl'll.de a1Uig1uirru:do ~he si~ig i 11t0mit1i, eroi de lla scienza, pirospen.n o m llta?a p.er la sua maggi•ore fortuna JI

e per fugare la incombe1ite nebbia della novella barbari.e. · Il prof. Miin1g·arzzini ricorqia -con efficacia la vita e 1l'opera d~1l~altro i1lù.u,stre mia•rchigiano prafes~ Tambur11t111, c he r esse 1 p er tainti an1n:i. e oon • t~nto onore rla aattedra cli psichiatria nel~'U,ntiver­ siJtà romarna. ]l 1pirof. l\finO'azztitni fa. una dotta e~izione d~gli studi e d~l1e scoperte del romp1am11:io maestro, s u aa sensorietà della. zona carber? . di eserc~tare ~. iJ>ropniia p·rofeS1Sione oom- ticaile del cemvel·11o e sud conitribu.ti app.o rlati• ai11a pat1b1lmelllte all serv1.z.io ~hie dovrà prestare 111e1l- psitchiiatria e alita psicologia. l 'Istiitu;to. · La scuola di Ostetricia di Trieste. Medico chirurgo provetto, 26 anni di pratica ufficiale m edico della riserva, cerca posto pre~ Fondata neo. 1814 da Lann,preicht e ora diretta Sanatorio tubercolosi - o altri Istituti sanitari da VaiLpoMr, è passaita nel ruolo degli isibitiuti (capace d irezione medi("a e amministrativa) - in universi tari ina zionali. 1

1

Roma, Napoli od altre · città dell'Italia centrale e meri "ionale compresa Sicilia; o direzione condotta m edièa gran de paese o città possibilmente marittima. Rivolgere o:ffPtte Libretto di riconoscimento postal e n. 04,173, Furci Siculo (pro'V. di Messina).

D iffide : Ba:rr.lta ssi·n.a (lVIonza' , per m edie.o condotto, da1lla e_' ~~ ucZ. Monzes~ M . C.; Padova, per m·edd,ci condotti nei r.ipart1 Salboro e Cam1n, dalla Sez. Pia<lovarrIJa; Soldg101an o (PalMlla) , per medico oond-Olt.to, daillla I

·sez.

Monzese.

Condizioni sanitarie di Vienna. La D eutsche Med. U'ocli. riferisce che i morti pier tuberoolo.si, i quali l1el 191,~ f11.1rono 6223, sono saJiti niel i918 a 11.728. La deficie.n za dclllie condizioni a·l imenan-i è dimo.str:ata dal11a reitt<X<;ta'll~a che i mni sono dimi·nuiti, ()()t1tem.p.ora:neannente , (la 80.000 a 30.000 : gl i .all tri &om.te> serviti come alimento. Nella ooipilt:ia1e aiustriiaca si è prodot·ta .u·na concentrazione d i medici1, c.h e da 2400 .p rima dielGa guerria .sono srulitd athua•1meJnte a 4000 i·n ciirca . 1

La Fedierazione Emiil.i.ainia-Rotnag-·n:o la dei ìvle1dici Condotti~ o tt·enùita wa co11val1daai>0n1e dtell.a Pa-esidenza Centrale, diffida tutiti i Ooncors~ a Condotte vaicanti 1nella Regii011e, fi1n·o a che dirulle .o\ utori,tà .aiman~ndstriati ,,e e tuitor.i1e ai.on sialflo stati appTov.ati gli orga111ici , le taibell.e degli sti-

La Deutsche .Med. Aerztl. ·Zei tschrif. riferisce che m:ilila Germania sono montil i1n guerra 1325 ufficiali medici, tra cui · 3 generali e 6 c-Ol.lon-

pend·i e i Capito1aiti già di1Stribuiti .

11el1i.

'

Le perdite di medici nell'Esercito Tedesco.

Indice alfabetico per materie. Abboinati : A;ppe11o agli

. . . . .Rag. 1468 . ~cesso . del rolllo: shndrome di Hor.nier » ~onsecuti v;a . . . . . . . . . AssicttraZtione statale c001t1ro il e malattiie . . . . . . . . . . . . 1469, -r 'I 7 2 Carcinoma ga.sibric-0 : di·agin.osi precoce Pag. 1454 Ch~ni110 : impiego a soopo pro:fi1attico .nella maJa.ria . . . . . . . . » 1458 Colecistectocm1a can l'~estesd.'.a l ocale; .,, patogenesi dclila colecistite cailieolosa Disinfezioni . . . . . . . . . . » Ferite infette : tratta.m ento . . . . » G<YLzo endotoracico QOll sintomi tiro» tossici . . . . . . . . . . . oma, 1919 -

Tip. Naz. Dertero di G. Guadagnini & C.

Gozzo : triélltta1mento medico . • • • Leu cemda acuta . . . . . . .Miad di aniare e stimolazionti. d·elll 'orecchio ÌiI1 ter•no . . . . . . . . . Meniingj,ti : coa.1sirleraziioni SUJl11a sinto-

matologia.

. . . . . . . .

0.rtopediia : Congresso

.

))

))

])

. .

.

))

1465

OtaQgie . . . . . . · · · · · . Ozenia : trattamento . . . . . S clerosi a placche : etiologia . . . St:eniliità : osservazioni su 300 ca& . .

,

Tirodite acuta

»

.

.

.

.

.

.

.

.

1445 1460

J)

1464 1466

1449 1463

,.


Anno XXVI

Roma, 14 Dicembre 1919 .. (pvbbli«lto il 19 Diumbre 1919).

Fase. 50

ABBONAMENTI PER IL 1920. ITALIA

Alla Alle Alle Alle

sezione pratica . . . . . • • sezioni medica e pratica . • • • sezioni chirurgica e pratica . • • sezioni medico-chirurgica e pratica . . - Saremo assai grati al SIgnori abbonaU che

• • . .

. • • . • • . •

L. 20. 50 » 27. 50 1 27 . 50 » 35.00

ESTERO

Fr. 28 » 35

• 35 1 45

1n oro

I

vorranno rinnovare l'abbonamento avanti che cominci ti nuovo anno. Ciò agevolerà molto Il lavoro amministrativo e la puntuale spedizione del fasclcoll.

Abbonamento cumulativo con ''Il Policlinico,, Rer il 1920. •

Le malattie del euore e dei vasi (A:n..xio IV)

periodico mensile fondato dal prof. F. MARIANI della R. Università di Genova e diretto dal prof. VITTORIO ASCOLI direttore della R. Clinica Medica di Roma. Redattore Capo prof. OES.ARE PEZZI. Le Malattie del Cuon, al pari di altri periodici simili dell'estero, si occupano esclusivamente di ·questa speciale parte della medicina interna, che oggi per i nuovi studi fatti ha acquistato una ,grandissima importanza, e si propongono di diffondere il pensiero e l'opera dei nostri sommi clinici intorno alla ca-ràiologia, e di tenere nel tempo stesso informati i medici pratici di tutto il movimento ·scientifico internazionale sullo stesso argomento. Ogni fascicolo si compone di 82 pagine di testo distinto in 3 parti: a) lavori originali, lezioni e -0onferenze; b) riviste e rassegne; e) terapia e consigli pratici per i medi.ci e gli stesai ammalati. Abbonamento annuo a «Le Malattle del Cuore» : per l'Italia L. 18 - per l' Estiero Franohi 23. Per gli associati al PoUcUni.co: per l'Italia sole L. 12,&0 - per l'Estero ·soli Franchi 18.

Rivista di eiinica Pediatrica La Rivista di Cllnlca Pediatrica, periodico mensil~ illustrato, si pubblica a Firenze. Fondata dai pro:ff. Giuseppe Mya e Luigi Concetti nel 1903, non ha mai interrotto la 1na pubblicazione, anche nHi momenti più difficili della guerra. ~ ora diretta dai proff. LUIGI CONCETTI e CARLO COMBA, ordinari di Clinica pediatrica a Roma ed a Firenze. Col 1920 faranno parte della direzione i proff. G. B. ALLARIA, CARLO FRANCIONI, DANTE PACCHIONI, ordinari di Clinica pediatrica .a Torino, Bologna e Genova. Continuando a pubblicare memorie originali, la Bivi.sta di Clinica· Pediatrica nel 1920 darà speciali cure alla rubrJca della r&Eegna della stampa preoccupandosi di fornire al lettore una raccolta, per quanto è possibile completa, di ciò che si pubblica in Italia ed .all'Estero, intorno alle malattie dei bambini. Essa si preoccuperà delle ~importantissime questioni sociali che hanno rapporto coll'in·fanzla e ne terrà informati l suoi lettori. Sarà poi corrisposto alle esigenze dei medici esercenti medfantie la. trattazione di argomenti e la raccolta di notizie, che hanno at• ·tinenza più stretta colla. pratica professionale. La .Rivista ài Olinica Pediatrica nel prossimo anno migliorerà notevolmente la sua veste tipografica ed aumenterà il numero delle -sue pagine. •

Abbonamento annuo pel 1920 alla « Rivista di Clinica Pediatrica »: per l'Italia Lw 20 - per l'Estero Franchi 25. Per gli associati al «Policlinico »: per l'Italia sole L. 17 - per l'Estero soli Franchi 22. •

1\nnali d'Igiene

Periodico menai/e illustrato, che si pubblica in Roma a fin~ d'ogni mese in rioohi fascicoli. -

Diret-

tore on. prof. GIUSEPPE SANARELLI della R. Università di Roma. Abbonamento annuo per l' Italia L. 20 - per l'Estero Fr. 25. Per gli associati al PolicZinico: ·per l'Italia L. 18 - per l'Estero Fr. 23.

La eiinica 0stetrica .Rivista mensile illuatrata, che si pubblica in Roma a fine d'ogni mese. -

della R. Università di Roma. Abbonamento annuo per l'Italia L. 10 ]'Italia L. 8 - per l'Estero Fr. 10.

Direttore prof. FELICE LA.

TORRE

per l'Estero Fr. 12. Per gli associati al Policlinico, per

.,.- Per l'acquisto di quanto sopra, inviare Cartolina-Vaglia direttamente al prof. ENRICO MORELLI - Via Sistina, 14 - ROM!


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Offflrtfl agli associati a prflzzi di fZCCflzionalfl favore.

D' in1.i1iine1ite pubbliènzione : Prof. RINALDO MARCHESINI docente d'Istologia e di Tecnica microscopica nella R . Università di Roma.

~0MI?ENDie ·

DI EM1\T0L0GI1\

B un riassunto delle attuali cognizioni riferentesi al sangue normale e patologico, con tavole sinottiche che chiarflcono la deriva·

zione, I rapporti, 11 valore dei diversi eJementi del sangue. Vi sono inoltre tracciate le varie malattie del sangue - le diTersc forme· parassitarle - le proprietà dei sieri, con la tecnica appropriata per la ricerca di tutto clò che si può presentare di patologico ne1' siero e nei corpuscoli sanguigni. Un piccolo vocabolario ematologico fa seguito al lavoro, con richiami nel testo, che facilita il ricor~o e la significazione dei numerosi e vari nomi dati alte cellule del sangue, nel vari stadt di maturazione e di alterazione patologica, facendo rilevare la sinonimia di una stessa cellula, designata variamente a seconda del vari Autori. Due tavole illustrative mostrano le varie forme cellulari che possono far parte di un reperto sanguigno, e le forme di alt.erazlone patologica che vi si possono riscontrare. Quest'opera, che 1l chiaro Autore ha preparato esclusivamente per i nostri abbonati, riuscirà indiscutibilmente di grande vantaggio· sia agli studenti che ai medici pratici. · Un volume ln-16° grande, di circa 200 pagine, con 74 figure e relative spiegazioni, su due tavole In fototipia:

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Dott. )f.

CA~lrEG(fl.t\l,

fa.p it.tno me<liro,

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~nno

Roma, 14 dicembre 1919

XXVI

Fase. 50

(Pvbblicato il 19 licembrt 1919) ·

I

fondato dai professori: GUIDO BACCELLI FR~NCESCO

DURANTE

SEZIONE PRATICA R&DATTORB

CAPO: PROlf. VITTORIO ASCOLI SOMMARIO.

Riviste Sintetiche: E. Mondolfo: Forme atipiche della febbre tifoide. Note di tecnica: A. Petrucci: La diagnosi batteriologica della dissenteria da Shiga. Note cliniche: P. De Tommasi: Ferita dell 'utero gravido all'ottavo mese. Igiene sociale: A. Filippini: Il problema della casa. Sunti e Rassegne : SEMEIOTICA: David e Ligat: I riflessi viscero-sensoriali nelle malattie degli organi addominali. DERMATOLOGIA: A . Touraine: La vitiligine sifilitica. - Go· guerot: Tricofizie post-vacciniche. - CHIRURGIA: M. R. Blankehorn: Il trattamento dei traumi del torace. Accademie. Società mediche, Congressi: Società Lombarda di Scienze Mediche e Biologiche in Milano. Appunti di Medicina Pratica : CASISTICA E TERAPIA: L'alimentazione del bambino. - L'erede-sifilide e le sclerosi

Diritti di proprietà riservati. ai essi senza citarne l.a I onte.

t

vietata la riproàuzion1 di lavori pubblicati nel POLICLINICO o la pubblica1f-On1 di sun#t

RIVISTE SINTETICHE. lSTl'rUTO DI CLINICA MEDICA . GENERALE DEIJ:.A R. UNIVERSITÀ DI PISA diretto dal prof. G. B. QUEIROLO.

Forme atipiche della febbre tifoide per i l prof. 1

ElV1ANUELJ:; l\IoNDOLFO,

ass11s.tente.

A ahi oggi 1Jntra.p,r endia lo studtio delle forme aiti,piche della febbre ti.foide riesce inverro assai malagevole il mggru.ppa'111e in un &im.rt:ebi<:o e ~hiairo ,quadiro d'.~nisieme, ~n ·g ·urisa da itr.aicciaJt'rue una razionale alassi:ficamone. Cooi multi for.me è 1'aispetto in osografìco de'lla infezione e berthiamia , cosi fre quenti .si .presenilaino i iLa&i che dalla norma. devj.aino (ipel modo d'i niziiiausi del prooesso a:nJOnboso, per I.e mdltep.lioi varietà di ssua evoluziiJOlle od anche tpel decorso Lairvato della mraJlattia), che i conrfini di q11esta trattazilone appaiono a prinnJa vista rtr·o ppo a1mpi, e, fors'ainco, ma1. defini1billi. PUJr turt::tav1a 111 campo del presente &tiuJdio verrà l~mitaito a l4uamito, ;p~iohè intendo pres~imdere da 1

1

pleuro-polmonari e mediastiniche nell'infanzia. - Sifilide ereditaria e meiopragia. - L'edema congt:nito. - La trasmissione al feto dell'infezione vaiuolosa. - Il sangue e gli organi ematopoietici nella prima età. - Nella diarrea infantile con collasso. Cenni bibliografici. Posta degli abbonati. Varia. Nella vita professionale: Cronaca del movimento professionale. Risposte a quesiti e a domande. Nomine, promozioni, onorificenz" . Albo d'oro. Condotte e concorsi. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

alcune •via.rietà, Ù1e q·u ali figura111l0 geuJ.ena!lmerute ibra Je forme aiti1piche ne' trattati, mentre, a rigar di termini, !nOn dov11ebbero esservi oomprese. Parmi, a:d esempio, .che .s1etw da cla:ssiJìcarsi tra le v-arietà cliniche pure e semplrici, e !l);()lll già tra le forme ati piche, così la ,t iJoide atassoadài11iamica oome i~ tiio lieve od .abor,tivo: [a pri-

ma rai~pr:esenta ]nfatti l 'estrem10 ·gr adlo di .mialig1nità deil morbo, laddove rnell secondo na maùarbtia si svolge ron partioolaire benignità di decoiiso. N è di vena atiipia ipuò pairltarsi :nella tifoi!de dei v1eochi e dei 1ba:m biini, la q t1a1e suole .m acifestarsi cdn peculiari siin:tomd, ormai ben .noti e che non è qui il }uog.o di ripetere, in rapporto con lo special1e 1moclo di reagiire del.l 'orgainii.smo aJ.J.a i1n[eziorue ti.f ica ritn codeste estreme età della vita. Che anzi vera ainomalia samebbe, mi sembra, in vederr- decorrere UJna febbre ·t ifoide .n1elila prima infanzia o 11JJella .p iù a·vanzaita vecchiezza con quella .medJesirm1a fisonomia clinica, onde .suole netll ':età mediia d.rm prontarsi la infezione ebeirthiaina. D.i.sti,ngueremo .p ertanto: A) A'lll0111ailie im rapporto col m odo di iniziairsi del processo morboso (febbre tifoide ad (I) 1


IL POLICLINICO

j.nizilo brusco, sin.drOlilie emorragica precooe, trlio cli guerra). B ) An;oonai1ie consistenti n el piredomi!llio d1 Uin sintomo o ·di un giruippo di silntomi a carie<> <lri. u.n .sol10 or1g a1no od ap·p ar.eoehio, 1I11entre rres·ta'Dlo oocu.1:ti i sÌtn!tomi propni dcl1a febbre tifoide (1aringo-tifo, 1b110nc·o-tiio, pneUJII110-tiif.o, pile:wrotifo, ,aippendiieulio-tifo, coleciis.tirte ·eber.thi0.1I10. pre·aoce, 11Jefro-ti·fo, m eruirngo-.ti·f-0, p1sicos~ tifiahie precoci') . C) Ano1nali e i.in rapporto 0011 ilia curva terniica (ll"apLda a:scerusione t er1uica, tipo inverso, tipo remiitte11te, defe1..\·esce\nza brusca, ti,p o i·nter.miittente) . D) For1ne lairv:a te (ti1o api·r:etico e tifro amb1u .J,aitorilo). 1

.. -1)

ANOMALIE

I.~

DEL PROCESSO iVIORBOSO.

.Im. questa oategorita si cornprend01110 .t wtte qTuetllle for.me, nell1e 1q'll.alli è at~pic10 il s.olo periodo iniziaibe ll!le~Ja ma!la1ttia, m en1tr1e , di ireg·ota, la ul'ter iore •eVioluzi 011e ·c1eli f·en1o meni a1pp·élll1ti.e11e al quad1ro oomUJn·e 1deli1a I.ebb·re tifodde. Febbre tifoide ad inizio brusco. - Può irr .tiif10, eccezionalmente, eso'.I':di:re in modlo birus.co, alla steooa gui:sa com.e .s'imtizia un.a a;>olmoruite, s,enza c.ioè alcun per~do p.r.odromàrco. v ,e ggonsci ,pazien1ti, che ,p och·e 1ore i.nlnrauizii attendevantO al11e lo~o ocou,pazi1oni1 nieQ più ooÙiipll1eto benessere, amma1aire ia.niprov visiame11te con b rividi, f·ebbre a l.ta, cefalie a initen:sa, ta1ora anche con ·v·o mi1ti rti1oert:uti e v.iolen,t i. Questo .mfOd.io d'i·niiziatr.sii d1el tifo, più trequ1en.te i11ei bam·b ini, può aJ,t resì oss.erva11Sii 1nella .tifoirle aib.o ntiv.a (Gtr·ile sin·g er) , ,nel1e forme aita&sio-adi1111a1ni1che 1ed i1per,pir.et iche, e, in genere, 1111ei sogg1etti sottoposti a s trapazzi fisici (R eoon) 1o vvero a « s11rrmenage » i•nitelil..e ttuaile (Siredey). Vari casi di febbre tifoide ad .iinizii:o b11usco furon.o ill-usbrati da "'7.itlail, Hirtz, Vintc enit, P·a1"!11e:nfi1er, M.cmtard, MiartiJu, S-ev·eshre, Si.r edey. v .imretlJt osservò ·paxieoc·h ie ·di queste f.orme j n1 &lg1eriia, specialnnente in 1giov.ami soldati ; ie ~i­ kitinie, durattlJte unia epidemd1a tifi.ca a .Samara , notò 1'inizio bru~o dfilil.ia malruttia, ~ooanpagtUa.tQ da UJ11a. cu1t1Va ;termica paradossai1e. I•l bri.v ido intenso e ~ 'd.pertermia, nei C.aJSi d~ Nd.ki.tilne, aipriva.no la soena morbosa; iSeguiva dipoi, e ntro pochi ·g ionni, ila 1disoesa d~lla temperatura fimo alla 11l01illlia od ainch e a1l di sotto, men1lt.re s i del~niea­ vano, oon l'aditn.amd1a ;prof.onda, i sin1tomi on<lima.rt e caratteristici de11a infezione tifica. Arncana, diunam.te .l a recente gtter·ra, ha ·riferirto un ()aSO di tifo addominale iniziatosi oon briviido, febbre eile\·ata, cefa.1ea, ,-ertigrlmi, astenia. t .. a su·ccessiva compar sa cli un E"Sa ntema e .Ja caduta ori1

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XXVI, f 'Asc. so)

tica della .t emperatura avevan ,f atto ipen.saire ad UJ~ .dermo-tifo, c he fu escluso c-011 arrgomenti clilllllCtJ e cioJ neper.to n1ecrosoo.pko. La sierodiiagnosi, iJll qUJeste forme ad icizilO btiuisc?, suole an:a1nifestairsi positiiva fiin dai ipr1mord1 dell1a .m:alarttia, quando cioè 1neJl ti.fo ordi11ia nio .si l1anno di iregola res'UJ1Jtaiti :neg.atw i : il ~ dlia:nostra, ~o WaJdial, urn oerito perio.d!o dti aaitenza 1dte11a llll.fezion~. Sindro1ne emorragica pre coce . - N1e lle malattie .i.nrfetti-ve iin g;enere, e ·ncl tirfo in1 is·poc.ie debbonisi distinguere, tra 1e .silndromi emorra~iche o J lllna forma 1Pr.ococe ed u·n:a f or.ma tairdi,;a : di eccezionaà gir.aviità La prima e 1n1eUla mao-o-ior inairte o;:, '.t' , . 1 d e (:élJSl et~le, assai meno temi1bi lie ila sooonda {IRJobi11, Fiessiinger e Weil). La .sdmdrome emorragica 1preooce nel tifo d,e ve 1

/ RAPPORTO COL l\IIODO DI INIZIARSI

(-.\NNO

1

·i ooubbiamerute OODJsiider.airsi oome ·WI1a ainomiatl iia nel mdcl<> .d >dJni~iars·i d.e l pnocesso mocbooo, mentre 1a .forma tardi \·a Yuol ·essere p .i!uttosto compr~sa

nel lllJOviero 1c1elrre c;om,plicanze. Sn questa uO.t11ma aidutnque non è qui ~l 11uog-o idi 'Soff1ermaa-ci : ri1llJJaJ11rddAano senz'1atltro il 1ettor.e ali oasi i.l1lustirati da Fi·essinger, v\7eil, Achard, Br.aiiJJlon. La sitndrome emOT·r.agrica precoce è mr.atterizzata da. ianpo11eDJti epistassi, da ·emorragie buccali, i111testinali, renali, ipolJnronlM"i, UJter·ine, cuta.n1ee, con staito di adinamia ,p ,r ofonda, con decorso straordi:nairiamente ·graive, con esii.to qlllasi sempre [1e:ta!le: è J1a cosi detta « forma p,wtrida .e morragica » 1deg1li antichi, m,a gi·s tral.menlte de-

isor.ittta dal Bonsieri e ,dJall Tltiousseau, e dipoi da M111rcli~nison, Gehra.irdt, Liiebenmeister, Cuirschmairun.

Ta l·vol ta ilie manifestazioni emorraoo-.i eh e , ainu;i-

chè v.erifican;1 a carico 1dle111e mucose e d1egli or.giaini ~nterni, 1si osservano quasi esdLusivamiente nella; cute. È noto ·oh e gù1 esamtem.i emorragi e~ son.o in geniere a;ssai srari nel tiifo, e non s,i· .riscontramo eh.e n.ell 'aicme (casi di Huber) o verso la fine della ma1aJttia , quiai11e espiressione di uno ~stato caichetti100. Curschmain1n i•n vece osservò ttnia iinter.e ssante epidemi!a f,aimi·lrlarre di tifo., nella quale numerosi ca1si, <li graf\ irtà media, a·ve,~aino esordit o con dellle petecc12ie. N1elila maggior parte di essi 1'ii:nizio d€!1lia. malattia era stato brusco, C-Oll bri \1Ì.di ain.tentSi, con febbre che di s01lito raggiungeva il m1aissdmo entiro 24 o'fle, oon V()ltlltti ri,peJtuti ed ~micoerieibilli. Frra 1a seconda e la terza gtlomart:a &i osserva·va J1:a comparsa di llllaccbie lenticolari 1iosso-bluastre, speciailmente i·n rorrisponden.za del torace e degli! arti superiori, le qtt1alii ;non scollljpari,·ano con .l a pressione. In lllno di qruesti cac.;i il Ct1r3ch1nMJ..n notò 1l'er11zione di num er.<X5e ,.e cicole a contenuto ematico. In tutte ~e forme 1

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[i\NNO

XXVI,

FASC.

50]

SEZIONE PRATICA

d.e saritte <lal aetto .autore iù tiifo esantematico patè esser.e con .siourezro ·esclu..so. Qual 'è ;il fattore patogenetico della sindro:mE' emonragic·a l11iell titfo? I1l biaci.llo di E·ber.th può, di p.e r .sè sOllio, <lJar lt1-0g.o ad ·e morragie, coime dimostrò spe.r·imentaJn11en1te i.1 Sa1naarelli, e come aip.piaire 11ieJlie os1Ser,·.azioni ali1n.iche dcl Ct1rschmann 1so,pra .riiferite. 'l'uttaivia, ·nella maggì.o.r pa:tlte d·e i casri1, l'esa1ne ba1tte.ri-0Jlogico 1c1el S0Jngue ha flive1a:to infezioni miste, dovtIJte .alla aSS1ociazion·e de~ b.aci1ùlo tifi~·o c011 lo stafi1locooco. (NicholJis e Learmouith, Cecooni), co•11 slo staffi.loco.eco ed il bacteriu11i coli

1477

coutrar•i o, in quello cioè 1uiel quale non interve1ngouo fait tori estrainei rull1a malattia, capaci di ;recar daintn·o, 'Ìll Firu•g oni 11011 ha ri1scornta-ato nè maggior .g a·avità id i deco1~so, nè mortaJità più elevata , i11 oonfronto di quai11to osservasi 1n.eùJ.e f01r1ne or1<:li111a1·ie de1la 1.nifeziioine tifica. Suoile 11 ,trii:fio, 0:1 can1,po , €.S·orçlire i.t1 nmciera ben diversa da q1t1ell1a con1u·11e, .ca·ratterii.ziiata ciioè cla •u na f,ebb1re p.rogressi va11ne111t e cresceUJ.te, senza spe.ciiali 1localizzazion·i r1e1 p1eri oc'Lo i n~zi.aìle. 1Vf.a1oca anzitutto, o iailltnleoo sf.u g·g e ad og;11i osservazione, i;l peri10do prodiromi100. La malaittia ìS'iiniizia bnuscamie nte, e, i&pesso, ~on a lcune marnifestazi01I1.ii (Ettii.nger), col ba,ci1!1o di Firiedlaender (Székacs), oo1laterali, per cui è !f.aci1e ['.e rrore diagnostico co11 -e11terooocahi (Poi·sot). con le f.orme r1eumatiche, oon 1 'i.i1ifi.uenza·, e, i11 D'-aùtra parte fu da alcu1nii ai11tori .negata og111i genere, con l e affezi1011i acuit e dell 'a•pipairec11io reim por.f:.ain w ai u1 icrorga.nismi associa1ti, ed anns.p1iiratorio. messa 1n\·ece ~lrnia mag.g ior vi1mle11za ,del biacil~o Du,e forme prti·nci.p a1l1n1en1:e, dail ..pu·nto di vista tifico, isolato, in var! casi, ~n •Cttùtura pt1ira .(Saprait ico, di&ti11gue il Frugo·n i nc.11 'esordio tifoso : mohrd). l1a fonma bronchitica e la i1or111a reumatica. Griesi.ug.e r .p.ensa a fenomeni deg·e11erait~,,·ii de·l N1el1!a fonma bro11chitica1 in l11ogo de11a conmrooardio ; De Geninan:o ad a~ teriazioni delJ,e pas•u eta e ilieve 1SÌJn.t-0m1atolQgiia .b'f!onch.i:ale, gli iÌl11lreti vaiSalli1, speciie 'tlel sistema dei .capillaii. Ro1bi111 fermi pr.ese11ta1no i .se~.nii di u 1na in.tens a bro111e Fies:&inger iinViOCaino u.na discrasia san1g1uiigmia. • chiite d·iffiusa1, talc·h è iil (1Uiadiro c.J~nico s imul.a perSiro11i illustrai ui11 eia.so, nel q1uail e 1prop;en1cte ad fie:ttam,ente iù c.atair.ro bron1obiaile acuto fe·b brile. eimmettere che la insufficienza susrrenail,e abbia Quesltia ·in-i.pronta bro-ricJiilica i?iiziale de·l tifo di potuto dete.r.mi.11.are il carattere emor.riag1~o deilija .cruer.ra .fu ain.che ris<:ontr.ata i.n Libia, secondo -infezione. ~uai11to atl:o stesso l4~rwgon~ ebbe a riferiire i1 caIo rite-n·g10 che, 0011 .m ol tia iprobaibi lità, .uo,11 pi·t ano medioo VilJasainta. possa i.in ciascun. -caso i111voaarsi ·Ulu elemento paLa forma reumatica ,e sordisce pure btr1l1Sc-a;neintQgenetico uin1iivoco, e che, oltre aJ.le sopra ac- te, con febhre e'levata, con a1lgie muscolo-.arti<'•Jcennate cait1se, la fraigiO.ità congenita deJl si-stettn.a liairi 1c1iffwse, 1rachilatgie, ·ecc., .i n guis.a da simulare -vasaile e fors'.anoo .iJ genio epidemiix~o ill-Oltl siieino u:na ieom1111e febbre ttewnabica. del tutto estira.nei •nel1a genesi di qttestia sih1Alltro caPatter.e posto in rilievo •diail Fr:ugpnd drome. '.tl:e i tifosi .a.11 camp.o è ichie, in generale, non si Ti/ o di guerra. - IJ F1rugoni, du1r:a.nte: illa :re- v1erifi,ca 'l1a ooria·tteristi·c a rarità d·el p:ols10 iin relazi•one con 1a tetnpe1"a.tt11r a; spesso, iainzi , sli1 orScetJJte 1g.uerra eu1·1o pea, ha rese niOlte ailrone siu.e osseriviavioni aliinichie s·u l così de:bto « ti!fo di ser·vra. 1'optPooto comportamein:to. g.u erra » o « tifo da caimp.o » • l111na;nzi tultto va distinto, ·n ota op.po.rtwnamernB) i\NO~IALIE CONSISTE!'iTI NEL PREDOMINIO DI UN te questo aiutare, d.l genuino tifo 1da. campo 1111 SINTOl\IO o DI UN GRUPPO DI SINT0!\1I A CARICO qlllialnto si .svo11ge 1n ·s oggetti iilmrmediia1tamente DI UN SOLO ORGANO OD APPARECCHIO, 1\1ENTRE REspedalizzati e ,t enuti immobi.ld ·p er :tu,t to d[ peSTANO OCCULTI I 8INT01\1I PROPRI DELLA FEBBRE riOO.o dell1a ·m0.lailia, da[ tifo c he si osserva a:i.eTIFOIDE. g li srpedta!li lonihamd. dai1[a f1ronte, itn so~ti sottoLn questo capitolo .passere.mo. ~n2'ii~utto. run ~­ ,p osti ai dioogi dii •successiivi .sgomberi ooll 'uno segina qu.el:le form,e, .11eltl~ qu~l1 .11 ~tfo s1 m.am.1alll 'rul tl.10 .osp.eckule. L '1o.pitllionie 00~01·de .di molti o.s:servratbrtil, c:irca fiestai oon i.m ponienti 1loc1al1zzaz1on1 all a!ppar~~~10 11e.srpirattorio: 1oaalizzazioni, be~ i nteso, mnz1~­ fa mag;gior ·grravità che .suole. assumeor1e 11 tifo in guier:rai, iè d1ail F rugoni c.onfu.tata., iin q'lliai11to essa Ji1S1si'm e e ta1menrt:e: prepond:e.rant1 .n el quadro 0~1nico, da non coruf.onder.si co11 quelle sec~ndariAe si fa11da sopra :uinia. ca.si1S1tica tiinadatta, qua[' è qt\lJellla iche può raocogilrliersi n.egl.i Stped'aai di ri- inter:cunreuti affezioni degli orga111i r~~spruraitor1, serva, ove .g li ii1nfermi gium.gono dopo in!Urmerosi :le qualti così spe.sso, ainz.i di .r1e gdla, sog.111.,001~ c~- ...t:-1.uramite la evoluzione del.la febbre . tifoide. trasip011ti daill '1111a all 'a.Jtm. formazioine SMl·i itaria, pau.w1e u tor.i Incomi•n ciando da11e ,prime vie Tesp1ra: · e, e dopo aver subito i danni :iln.ereihti OJOn già alla dobbilasmo far menzione di queille forme che v~n­ infezione iper sè, bensì alle sfavorevoli OO!lldizion~ '11o sotto il inome d:i lari'n,go-tifo e di brorico-tifo, di ambioo,t e. Nel g•enuino tiifio di igmerra, per • (3) 1

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I

IL POLICLINICO

poi soffermarci a trattare in mocto Uin po' più parti1co1areggiiato del p ·ne1~nio- tifo e del pleup 1er

ro-tifo. Laringo-tifo . - Le u11icerazioni lair1nge.e •neù. decor1so a-v-anz.aito "della fe bbre tifoid1e .sono ben co-

:nosciru.te, e .t ut:t'a·Ltro che .r ar,e ; anomalia piuttosto l'ara .è runvece il riscontrar1e ~ primissimi gior.rui. dell 'irnfez~one. _~\..11oir.q11a1ndo ciò iaiccade (ed allora soltanto ·giustificasi l' <lJPip ellati·v.o di [a1-.i1n1go-tritfo) , lia esatta e pJ:ecooe via:l utazi one del·l e lesdoni .u lcerati ve i1n atto può focnire wn prezioso s ussidio ,a11:a ·d iag.n osi clinica, 1c ome nei due casi il/Lustrati 1da Schmidit. 'l~ratbtavasi , .nel pri.m o di essi, di UJn'a:ff.ezione febbrile a .oar.atter.i mal .d,eifiniti, i1 c ui ~nizio ricorc1a:va il v:aiuqlo. Esist.eva 1d dlor di' gola con disf1aigi1a. Es.aanirna•ta 1a lari,n ge, l 'A. 11Ìlsicontrò deLlie 1eStioni ·c osì ca1Patteristiche, iche [Jatè diagnost1caire .um · febbre tifoi·d e. Simile a questo re r.a ~1 secon1dio ·oaso, m a con si11tomi .t~fosi megli'O d·eli111Jeaiti . lin ambedue i casi di Schmidrt iJ.,e lesioni era1no esc~usd.vamente lci.llllitat·c aJ..l 'epiglottide, C'h e .p resieutava ui1 .a:rir.o.ssamenit o diffUJS-0. Il bordo lti1bero di essa <l\?ipaitiva !ricoperto d:a u·na deposizione biancastro, a .1i,m i,t i irreg'Ollairi e fes.tonati, da rons~c1erarsi com.e i;l .resultaito dii u•n processo dti. desqt.1amai;ione e di .necrosi degli s•t rati &UiP,erfici:ali. Nel1e a1tre parti delll:a 1.aringe esiisteva solo una ailterazionie ca~-r~le diffusa. È dJa ricordare anche il caso di Bar'Looco, .n.el quale, fìillo dari. primi :gionni del11:a ma1arttia , si mainiiifestarono sintomii rnetitiau.n eJI1te ed escl'U>Sivam ente Joe:alizzati iaùla larin.g e. lil decorso ulteriore del rm orb.o e l'esame b aitteriologic-0 del .suooo sp:Lenò.co d~mostrar.ono 1'01igine tifica dell ,infeziOllle. Tai1vo1ta, nel decorso di .q ueste forme, possono e.s ploc1er.e gnavi fien1omeni di [arriin.g·oste1no$i., irecla1mai111ti l 'i111tervento chirt1rgiic.o (aa:so di Gaù1

liard).

Bro·n. co-tifo. -

Ne abbiamo già fatto cenno a 1proposiito 1deil11a cc fo.rmia hr·ouchitica » de.sc.r.iltta dall Frug-0rui nel tifo da oam:po: forma ohe s 'à!111Ì.zia, come .n otamm o, icon ium .imponente ed unica 1.oca1lizzazione br.oncbiale, ben di\rersa clrilnicamente dalla. comu.ne e leggiera bronchite secca, ch,e suole di tTegolia. ò.1nbrecciarsi, fin dial perioèLo iniziale, c on 1a coorte degli al.tri siiintomi ti.fo&i. 01.t re che fra i soldati al -cam1po, in ·h ronco...tifo si osser,~a con UJt1ia certa freq1u enza 11ell 'eità infanti:le. In un tifoso di sette ait1!nn . .t\ .lbanel riscontrò

tt'Ila

sintomatologia toraieica così tumu'1t11osa e .g rave, 1.11 con{routo con gli soarsissi·m ·i fenomeni addominaùi, da essere iudotto a sospettare 1111.a . tubercolosi acUJta : ma dopo d11.c mesi di malattia

[ •.\.NNO

si v.er·ifìcò la rapida r.e.g1ressione dei fenooneni bronch1aiLi, ron esciito in guarigione. P;neumo-tifo. - La pol·monirte è .una compli.canZJa :ail>bastrunm .f.requenite, che di .soli1to s i ma.ni·f esta ,nrel periodo di ,sta.to delle ;più giravi fonme di ,tii:f-0, oSpecie negl,i infenni con spiiccata 1.endenza 1aJl sopore ed a1 coma. Pier pnewmo-.tirfo, 1mvece, inte11diiamo 4.uella p.a rticolare ed aJUl()ll101la ior·m a di febbre tittoide, nellia quale 111na sillld.rome esclusivamente ?DJeU,mon.i-ca, iinsonta « d'emblée », simu·1a )' abit.11a·1e ~r1iizio <li una :pol,nwnirl:e fi.brrinosa genuina. ~1on ù·e vesi ia.diunque qua.l~fìcare per ipnenunotifo og.ni affezione polmonare com.plicamrt:ie ],a febbre ti·f oide, 1ruè, oome ' Torr-ebbe Bwsquet, og1ni poJ.moncite lobare da bacillo .d i Eberth, 1a q·ua.le si mainifesti ~ill quaJlsi vogia iperd.odo delle. malattia ; e ·vanno 1del pairi escluse turt:te .le congestioni p olmonari e tutte le br.o ncopo1moniti a sin.t omatologia pseudo-lobare. Il vero pneumo..,tifo, in'1teso nel se11so r istr,etto sopra aiccen1111aito, è !ra1ni:ssi.mo: Fraenkel, i1n 9 a.n11i .e s u oltre 500 oo.&i id i tifo, lo TiscoUJtrò so1t arn..to 6 ·volite. 1\Ieno ra'l.10 è .nell'età in1fain..tile (Parrot) ; talv~1ta lo si .osser\~ò icon 11na certa frequenza in r~1)porto, ia quanto sembra , col g1enito ieip.idem1oo (Gerh.ar:dt, W a.g ner, Ba1nti). Le .p rime desoriziond. c·h e .se n"ebbe.ro sono dovwte a Chomel e :ai D~el te (1855) ; seguirono poi.I le osservaiz~oni d i Gerhardt, Pdtain, Kr.emer, Lepi11e, Stokes, Griesimiger, Wag.net, .ecie. Poss:iiamo ·disti!ll·g .uere tre ·varietà clin1Jche di p·n1euJmQ-t1fo: 1

a) A Ll'inizio la pol,nionite domina il quad-ro morboso ,· successi'Vamente compaiono i sinto1ni

caratteristici del ti/o, mentre 'Vanno attenua~ dosi i f eno1n.eni a carico dell' a.pparecchio respiratorio . Eccone alkuini esempi : Un.1 UJOlllO di 32 01l1llli si ammala improvvdsamenJte, in periodo di pieno benessere, oou febbre alta e con dolore puntorio ail torace, offrendo 'la s1ntom rutologia tipica della po1moruite loban-e, se si eccettui .1 'assenza del soffi.o bronch.i.ale. DQPO otto .o·ior.ni oom.'Pare la iro.s.oola, &i nota inno stato <:::> tifoso pronunciato, diarrea fetida e .pensisitenite~ t111more di milza con it u.tto 1'insieme dei simtomrl addomiinali. Prova dru Widal positiva; isolamento del bacillo di Eberth dal sucoo po1lmon.are (caJSo di Bruhl) . In uua baimbina la malattia esordisce ieon dolore o u·tùtonio addominale, per C'Uli dapprima si sttpp~ne un'appendicite. Si tria.t·t ava àlnv.ece di runia po1;n1011ite, a1lla qua.le f ooe segu1ito una febbre tifoide co11 a.ndan1ento regolare (Ru.ti1nel). U11 ban1bino ~i ammala 0011 tutti i si11tomi dcl-

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XXVI, FASC. 50]


~[:\.x~o

XX\"I, FAsc. 50]

SEZIONE PRATICA

1a p.olmonite lobaire . .Si aspetta al settimo giorno 1ia. orisJ, eh.e 'lllQ!ll avviene, menrtre segue •U·OO 1tifo1de con1une (Hu.tineJ) . _-\.ltri sei ca&i. consillni·l i fuirooo osservati da R ·utinel, tutti con esito favorevo.l,e . b) Fitio dall)inizio coesistono i sintomi pol11io1z.ari e quelli ge1ierali della infezione tifica. Esempiio : un .sol dato di 22 a.lllni è còlto da . brivido con febhre a lta, oefa1ea ilnten::;a e do.lore :puntorio .aillta base di sinistra. Esistono tutti· i ·.segm.ri fisici di un.a .p olmoni te lobar.e ; ~erò si 11ota con s.or.pres.a una carattertilsitica iroo.eol:a, che induce a prati1c are ila si~rodiai~nosi (positi,v a a:l1' I : 250) . Ne111a sucoessiva evoluziooe della ma·1attia si riscontrano tutti i .sintomi propri del tifo, sebbene atten·uati·, e, per oosi diire, masc·h e1

Tatri dail1a preponderainte siruìrome polmonaue. La

~moctrlitura diede sviJ-u.p·p o al bacillo di Bbeirth .asso0iato al pneu1nococco di Tala·mon-FifaienkeJ (Bt1squet).

r479

, senza più la iprova idi V\' idal e l'emocultu·ra, a stabilir con certezza 1a 1diag,11ios.i cli.n ica. La prognosi è grave. Sebbene negli otto oaisi di Hutiinel (tuttiii osserva1ti in ba1n,bi1ni) I '.e sito fosse fu vorevol e, tuttavia •l1a 1naiggi-0r pante degli .aiut01ri no.taJ]O uoo mortalità <lJ iei1rc.a ill 50 °lo . Nel rig.ua:rdo della etio'11ogia, <l•t1e ·sonio ÙJ<t ·~pi11lioni sositceinu1te 1dag1i os.serv.atoiri . Secondo !al01tni i.I pneumo-tirfo sare1b he 1d{)Vttto esc.lusi,v am1ent.e .a.il 1proceso tif.(Àc;o, 1cioè 011a 1oca1liizzazione del baiciJ1ùo di Eberth 1nel polm0tne (Ger.hardt, Griesinger, Rokitansky, Homo>lle, Lépirne, Grasset, Potai1n, BruJil, 1\ e:ha.rd e Caistaigine); seeondo ~Itri i1nv.ece si tratterebbe dii due distinJte run$ezion\, determ'Ì1nJaite <liai11a .simbi-0si del oocillo <li Eberth col pneumocooco di Talamon-Fir.aenke.1 (G . De Mérigmiac, Caiste.."'{, Ca1d,et De · Gaissicourt, Polguèr.e, Netter, Brouard,el e Thoi:n1ot, Ch·a nte1

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messe, Widal).

·

Sta irr fatto che, ne11la maggior. pa:r.te dei casi dli pnettmo-tifo ·O •di i)oJmoniti compl kainìti ;il ti.:tìo, .n ei q'UJali tft1rono eseg,u.1te ricerche b~terio1ogiche su11 'eiscrieato o su1 suoco polmonaire, ill: bacillo ,cli Bberth fu· ritrov1ato i.n co.n.comi.tamrra con .alitrri g1e1!mi, per ilo pd.ù co11 ·d iplocoochi, ;baJ-0ra anche ron streptoooccb i o stafifìil:ococchi (Lehele, Td1lemer, Hoffmainn, Frae nkel, Pota.in, .Alnestamoff, Harliinski, T_,.ucate11o, Stuh1ern, Dieudonné, I.aeger, Busquelt, eoc.). Ardiin-Delrt:eil e RimbaJU.d, in ,u n c1ass.i.oo caiso di gnewmo-ti!fo, ne1 q.ua.le per parecchi .g i.orin1 ·l a sim.drome toracica parve predomim1aiute, iiso.lairoruo da111l 'escreato

c) 1'ittta la niù-lattia è donz.inata, dalla polnionite) 1ne1 z.tre passa;io itiosser-vati od apperia .çrpp re:::zabili i s~nto1ni tifosi. Ese1n.pio : un1 11nferrno erutra 0!11 'osp.ec1a1ie in c1uinta giornata d1 p,olmoniite, e viene a morte nel 19° gionno di malattia. Oltre alla epatizzazione grig·i.a del .po:lunoue, si riiscontra·no, a:11a. lJe··c roscopia, la. tumefazio1lie e 1a ul0erazion1e delle placche del Peyer (Chomel). La diag.nosa· d ·i.ffierenzia1e tra poil:n1onite lobarre € •p neuimo-tifo è semp.r e assai a·r dua, ,e , in alcuni casi , ÌlllJp.ossibile a.Ll'inizio, .specie ai1ik>rquainldo i sintomi t ifosi, rin.1 mézw eil ql.llad1ro tt1mu:l,tuamio tlln bacterium coli. della si·n1d rmne pneumonica, f.anno oompletaimenVero è ich:e rim ailcuni 1ca.sd. i·l booi1l11o tifino v•enue te difebto. Nè, se pux ' 'eng·:a fatto di pen1siare ali.isolato i1n cultura ,p ur.a 1dail succo polmonare {Foà 1 'inf.e zione titfilca, può ree.are ralou.11 Ù'UJme .la, 11i- e BondODJi UfiìredillZzi , Maimgliaino, Charntemesse ·C6ca .siierodia:gin.ositica, la que.ile, com'è 1n oto, $Udl1e e \Vidal, Br.u.hl, ·A chard, Mya e Bel.fanti, Gr.:yot, p er ,t utto il primo settenario reS1U.~1tair negaitritva. iI<iub1n,o, ecc.); ma, consideTando l'estrema 1aJbiL '.emocultu.m h1a .~nvece g·r .ande va1liore fiin dla1li1tà del pneum,o oocco, potrebbe obbiettarsi, spe1 'iiniZJio, re no11 dovrà trascurrarsi ne' c.aisi dubbi. cie nelle os•s ervaziond faitte a ma1attia :i11dlbra.ta, In generale è •b uon criterio clinico il rioordrure che 1'azione patogenetica del bacillo di Eb.er.bh che, nel p111eumo-.tifo, .soltanto i1 dolore .put11boril0 sUJ1la ùocalizbaziane ·pol.moniare cl lascia tal.quanto 1in1sorg·e brUJScamente, laddove, -e.on una aiccu-rata dubbiosi . E lo stesso Cbanrt:emiesse, ·s ebbene amillldaigiine .ainamnesitica, si riesce S:pesso (.non sem- metta la presenza .del baci'liJ,o tifico m.cl polmone pre) ad .acoer:bane che i feuromeni :torae.iici fuirono (iegfii con Wdrlal, pe.r i primi, ne dettero la dimostrazione), so.stienie perail:tro che questo gerpreced'UJti da un oerto periodo rprodromico dd 0·bbattimeinto e di maJessere. Inoltr.e , ii1sieme oon me non è oaio·a1ce di ·d eterminare una palmon1Jte fibrinrooo., ma. tutt'al più 11a ro ongest,i one e la sp1ei .sintomi1 polmonari , sii apprezzano di regolla se2mi id i cat arro br.o nchiaile ; ilJa curva teirm.[ca nizzazione dcl polmonte . In quei casi poi, nei o quailii la cullttllra del s uooo polmona•re ia:vieva dato suol.e léllscend.el·e ,m eno r.apid:amel1Jte che 11Jel1l1a po[b:acil1li tifici aililo stat~ di .p11r,ezza, la. conrt:empo-monirte f'!'ainloa. (Luoa.tello) ; l'esam e del sa111gue ranea im.octtl~ione :nel .sorci.o d etermi·n ò la morte ri,r,ela Uitla 1euo~pen~a. • .t\. mailattia. 1a1qu.ailllto .iinoltraita, riesce .p iù facile 1per -i1I1fezione pneumococ~~ca. Di guisa che Chan:temesse qiuailidìca .i l ;prueu·m o-tifo oome « uoo ipo11'orientaimenito diagno.s tico; ed ov,e compaiano le moniite ordinaria che si SViolige su d~ u·n ite!ll:.eno roseo1e, J'ahbaitilitmenoo ed ii sopore, [a rclatwa c.he ha subito 1'dnrv.asio'llle tifosa ». "Tar·ità del pol:so, il twnrore di mitlrza, s 'imp.cwratt11t10 1

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(-i\Kxo XX\"I, FASC. 50}

IL POLICLINICO

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_.\d ain.aloga conci usione haJ1J.Jl1JO condotto ~e· iricerche di Hut~ne.l, il quai1e ammette nel prueumot1,fo Ja esi:stenza di due sett1oemie, di cui or 1'u'DJa or l'altra iprepon·der.a., a seconda dei casi o del pe·r1odo di evoluzilOne del ·processo morboso. Pleuro-tifo. - Col vero e •g enuino plewro-tifo (assai raro) non vamllllO conrfUJSe quelle p1eiurri.ti che si ,manifre'staino .nel decorso della febbre tifoide, J>er Ilo più .nelJl 'u lti.m o periodo (1C.han-illll e Roger, Fer.net, Thineur, Weintratnd, Ménétri.er, ..\ohard, Remili1nger, Sacquépée), ovvero diwranit<e la convaile,soenza (Loriga e P1e nsuti, W.a..rburg, Riellllldtnger, Sin:edey, Dopter). Noi riserviamo il a denom~nazilone di pleuro-tifo J)ef q,u elle IS 01e forme, 111elle q1Uiaili la flQg0&1 pleurioa segna .cl1nicametllte il'runiz.ilo della maùatti!a, come illJei quattro ~.asi di RemiLiinger ed in Ulnio di mia osservazione, .reoente.m•en:te .pUJbblicaito (Mondo1fo : « Contriibuto a1la oonoscetlz.a del ·pleUJro-tifo ». IL Policlitiico. Sez. 1\iiedrik)a, fas cico1o 5°, 1919). Da pletl:l1Ì•t e .t ifosa 1p uò irn r·a ri·ssimi rea:si manifeS!tairsi, come dvmostrardno Chiarrin e RQger e K1esc'h e Lehars, senza Ja concomitainza di a1lcu-na lesion1e Òleg'li organli aiddomina1i : 1>·UÒ cioè, nal rigluardo iainatamo-patologioo, Siiiginificare il a ]1ocal1zzia.zion1e pr.i'.m.aicia ·ed uinica della irufezione eberthiaara. La sintomatologia delle pleuriti ·tlifose noin diiff.erisce, sostainzialmente, da que.ilJla. ·diel'le ·p leuriti d'altra natuTa. L'esordio ta1ora ai rivela 1bruisco, con violento dolore ipuintorio, ~n brivrik:ti1, ron rapida iaisoen,siollle tbermlica; ,tal10ra irnve.ce è suibdolo e senza imporitainti if enomeni subiettiiVi. Il versamento :p uò essere siero-fibri.11oso, pul1UJ1ento, siero-.ematioo o nettamente emotìragico. Possono aioohe osservair.si plet:Witi secche. È da n10ta.re ohe, !lllelle forme purruliante, non fu mai ris~trato l 'edema del1a parete toracica (RemJriinger). L'esame baitteriologico del ~iqu·ido pleurico, 111el caso da me osse11Vaito, .riveilò Ja presenza del bacil11o di Eber1th i111 cultura ·pura, come nei caisi cti Loriga e Pensuti, Ch.a;rrin e Roger, F1er11et, \Me~nitraind, ..\.chard, R.iemili1Jlger, Dopter. P1 ù frieque n·temer1te i] baci1'lo tifico f·u tro,·ato nel ldquido pleur·ioo i1n a1Ssociazione con staffilococ~hi e con 1streptococchi ( St~n.tziug, Mieo11.i), ov\"ero co11 sta.ffìloeocchi e con 1pneUJn1ocoochi (Leube, Fr.a.enke1). 111 al<)unri casi le culture d:eJ li1quido pleuniro '!inmsero steri.li (I"'e,·i, Vimoent). Dopo Je forme ati.p iche oon 1ocasljzzaZiioni a.Il' apparecchio .respiratorio, dobbiatno far menzione di qUiel1e ainoma1ie, per il e quati la sin<lrome 1norbopa. s'1nizia e s:i S\·olge ~on sintomi e5eln~i \"an1€"tlt e i nere11ti arl orga ni de11 'addome, 1

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11el completo siilenzio dei fenomei1i •g enerali .p ro.p ri della inifeZJion,e tifica : bnten<lo par.I.aire del.l a tifoide sirrnt1la11Jte l 'in1barazzo gastrico acuto febbri1e, 1d el così detto appendiculo-tMo, d!el•k i rolecist~te eberthiana precoce e del 1nefro-:ti!fo. Tifoide simulante l'imbarazzo gastrico acuto febbrile. - La m'allart'tiia s 'ilrui'zia brusca.mente oon .birriivi1cli, febbre elevata, oofalea, anoressia; vi è fetore de~l'ail~to, e U.a li·ngua appaire riJcoperta da :urnia .s1p.e.ssa ·pat~na bjanJCalsibra. Il decorso è ·t alvolita 1assai .abbr·e viato (8-ro gio1~ni), e mainc.aino i sintomi generaJi tri·fosO.; ta.lchè 'la di01g1no&i dicffer1e nziale col satn1Plii-0e im1b arazzo gastrico feb1bri1e 1wn sairebbe 1>0S1s1bile, ov.e 1\e i 1ndag·i111i batreriologùche e sierodiagnostiche n011 rtl·vel.assero ;La DJait:un-a de1~l 'affezion.e (osservazioni di Vil1elmi1n, Hér.rurd, Giueneau De J\!Iussy) . In altri caJSi ·1Ja simdrome gastrica occupa solo il prim0 peni.o do defila malattia, .mien·t re .in seoorudo tempo iaompad.0110 i si11t01ni tifosi. Nikiitimie ha riferito una serie di rasi, nei: qualti osservò iintizio .b rusco .con rapidta elevazione termiica (39°-40°), oon 111ausee 1e :vomiti dnco·erci1bi[~. Tra il pri11110 1ed 11 secondo 1settell'a1rio c0tt11parriviaino iu tumore di milza,1a ,roseo1a, .l o staito tifos10 ; eies.s~va1no allora i vomiti, e ·l:a .febbTe tifoide si svolgeva con ~ suoi 1110rm.aJ.i ~amtteri. U1na osservazione ai11a1oga è riferita da L'U;SChi. A'ppendiculo-tifo. - l)·uò talora la f ebbre tifoide iini'ziarsci. co11 U111:a classica sindTome appen-. drl.icolare, in 1mlezzo alla qua.ile si OCC'UJl:tano i fenJomenii generaili della i:nfezicme tifica. L'a!ppendke vermiforme è ol.t ren1odo ricca di tessuto il infutico : si cotnJprende quirnrli· faci lm·e11te I.a. fr.eq.i1.e11za. oon cui &i locaùdzza:no in essa le l esioni del processo :tiifoso, che, com'è noto, tpredrililge g I.i organi :lin.fa:tici. Piur tu.ttatvia ilmporta 1notare come n1o n tutti i casi con lesioni de11 'append.ice d.i eno luago ne cessariamente a:~l 'atrt:aicro appendiiOOlar.e : che a.nzi ta!le evento è assai raro. E, d':altra parte, rpuò la siinc:Lrome .aippendicola:re illlsor.g ere alll' i1nizio del .tiifo, quam.to maii intensa e conclamata, senza ooncomiita.nti .lesiani anatomiche dell 'a.ppendice. Gli ierrori diagnostici cui ha dato t1uogo la sii111dr.ome appeID.dicolare :nel tifo, ne' quaJi iincocsero pu'!' c11ndci iinsig1nii, n1eriitamo di esser qui ricordati. Osser-vazio1ie di 1Vlaitra11ge (1899) : run giovainedi 26 a1n·ni, do.po tre giornii di stipsi 01Stinata, è colto da brivid1 e da febbre ailta. In segutit<> alJla sommiinistrazione di un purgante oompariono , ,omiti biliani coo \ri.olei1ti dolori ieo1ilci, si111ghiozzo ed ev·i denti sinllom~ ia:ppendicolari. S1 in~e11e chirur;gican1ente, estirparndo un 'ap\l)endice cron·icaimen·t e d1nrfiam.1nata, ma senza a1lterazioni flogisticlie 1m artto. Per siste la febbre,. 1

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[ANNO XX\71,

FASC.

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SEZION:b. PRATICA

e la malattia ·deoorre con i caratteri dellia setti-

cemria eb€!rlùl1ian.a. Prmra di Vli1dal .positiva. Osservazioni .di l'vl oizard (18g9) : xa) Bambina id i 12 ainm.i , ammalatasi cot1 febbre,· brividi e dolori <:Ollici con tipica loorulizz.a.z~one aippendi'colare. All'8° gi{)t'no coo.npare .una eruzion1e dii roseola, e '~i diag·DJOStica 11 ti.fo. 2a.) Ragazzv di 12 anni, con netti :fienomeini a.p:pemd•i cola ri ai11 'iinizio, dipoi raipidame11te atte11m.tati.si e seg.ui ti da UJn tifo normale. 3a) I11·i zio simi·Le a quello d ·ei casi precedenti . Qui però l 'errorie diag.nos:tico .p ersiistette a tai1e segno da fair eseg.uire la laparotomia: l'appendice et·a :integra. Osservazione di Retidu, (1901) : rag.azza di 29 ..aruni; bri \·ido, febbre a lta, ddlore ·viv·o nel punto .di Mac-BtlT1tey . CQil iinponenti sintomi perito1.1Raili . Arl'iéllbto operatorio n cxu ·s.i ·risconJtrasno .n è seg·n i dri peri·tonite nè adei:euze. L'appendice, airrossata 1na ·li.b era, viellle .t .olta. Nelila ·o avità ·appendicolar•e si trova un coag1ui1o sa'llg•ttig.no; 1la mucosa è oongesta, turg,i da, vnolacea. L'a1nmalata muore dopo 23 gior·n i .di de1g-enza ùlel['0speda1e, senza aver mai preseutato il quadro olà.nico del tifo. .t\11 'aiutopsia 1petÒ 1Si ri.scontr.aioo le lesioni tifose, qwamrt:o mai c~ratteri stiehe . La prova di Vlidal •&a resllJltaroa positiva. Osser'Vazio ne di Son:rienbiir1r (r902) : u·n uo.m·o icl i 32 anni .si ammaila 11npro\·v~sam€r11:te con alta febbre precedtLta dia brividi, e coo ·vio1en1ti dolori rlella reglione illeo-c.ecàle. No11 tumore d i milza, nè roseola; sensor:io lucido . Operazione: s~ ri~ontra, in prossi·m ità del oèco, un'ulcera 1±iifosa c he a:\reva ·dato luogo a perf0irazio11e , con aderenze <::onseeutiv:e. Sierodiagnosi ipositiva pel tifo. Osse1''Vazioni di J{eLly e Hurdon (1905) : 1a.) Urna e< ,nu,-rse » id i 23 ian111ri., d ·ura.n:te i~ su~ .s.erviuo, è presa da \.'1-01-enti dolori addom111flll1, CODJ naiusee e ,·,omiti. Ten1p. 41°. Pareti adJdominali tese; forte met€"0r~smo . Si dii.agnostica. una append·i cite .aicl1ta perforati va e si opera d'uro-enza. L 'aippendice è di aspetto !Pertettamenite -ò • h . 1 no1i1na1e. Segue uu titfo class100, e e s1 svo g.e • • in 5 settenari, con esito in guang1one .. 2a) fum1b i 110 ,cùi 8 annt ; presenta v1 vo dolore nella fossa i·1iaca. diestra, con ddfesa muscalrare evidente. Temp. 400. Operazdone: appendice non ~n:fìiamroia.ta . Seo-ue una febbre iilifoide oon det) • • ·corso normale. Prova di Widall pos1t11va. 3a.) u.n· medico di 27 0JlJJni av~. pr~tato ·a.a quailche tempo ripetuti attacchi ntenutd . ap~ pendirol:ari. Dopo akune 1settima1ne fil dolore s1 localizzò nettamente .ne11a fossa iJ.iaca deJSrtra. Operazione : appendice aderente al &co, ~~ . s:en~ za traccia di :infiammazione reoènte. Sei gnorn.1 do[>O com.panrero ;Ja roseola, il tumore dd mri.lz.a, le enterorragie. Esito ,l etale. 1

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Osser'Vazione di Lejars (1906) : tL.na g1ovane dourua soffriva da tTe gior•n i_d i dolori .looalizzati n elila :regione a.ppendicoLare. "femp. 38°.5; pol$0 f~.e~tlen·te, nau·&ea. Laparotomia. : appendice .p~c­ cala, libera d.a •ader~ze, .dii aiSpebto 11.1101l1l10J1e. Seg.u ì una c1ais~-oa febb re tifoide . 1

Parecchi altri errori diiagnostilci di s1mill genere tr.ovan.si citati da Coulomb n.ela sua tesi, molti drei qu.aJi condussero ad .irnopportunri. i11te-rventi chirurgi<:: i . E Guirllard, pa:ssando irn rassegna i vari agenti etio1ogtlci ch·e possono d·arr luogo a crisi appen<lìcola.ri, richiiama appunto l'a·t tenzione s ull tifo. Egili giustamien.te osserva che ise, ne11e appendic i:ti aau.t issime 0011 esito i'.n p·ercf,o razio.ne, si usasse praticare s1.stematicam ente 1a s.ierod.iagrnosi, si rioonosceirebbe, fior.se a:si&ai sp.iesso, · t·r atta-rs i d~ tifo ambulatorio. Così .crvvenne nel caso i·l lustrato da Bentol1Tul. (1913), nel qua1e ebbesi i1 quadro c1diniro di t1na. peri tonlÌlte da peirforazione per 01ppen1dicite o tifljJte Uiloerosa: trattavasi invece di ttna fo11n1 a a1nbt11atori?i di tifo, oon perforazione di u•n/t1lcetra ~t1 1) ros.sin!~ tà della valv·o Ja ~leo-oe­ 1

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c.a1le. Daii cas.'i riferiti, e ,da parecch i .altri che potre1nn10 ain.JC.o.ra citare, en1erge chiara la disitia.1zione t:ra vrere appei14iciti tifose e torme dd. feb-

bre ti'foide ,e sordiente con sintomi aippendicolari, senza reali aliterazi'Olli aiuatou1iche dell'appendice ,,,erim11fo:rime: pset,(,do-appe1idiciti queste u16.me, ae qUJaili sicuramerute esistono, c h•e.c chè !l.le ,p ensi Cic::ateriri, che ad IUlla tal dilstinzi.cxne n.ega va:lo.re, ed amim ette JJ.ella maggior parrte dei caisi ila esO.st en z..a dii 11111 .substrato anatomico. Io .ri te11go che q 11-esta <l istinzion•e, già stabilita dia Lej.airs, debba esser ma.11ite!1.1tt1 ta, ·pe1·chè rispon,d ente a :realtà : ne fanno testimonianza alcune c1e1le osservazioni sopra riferite, dalle quali res ultò ta. perfetta iintegrità dell'alppendice (3° caso di 1\1·o izaxd, .casi 1° e 2° di l{ell•l y e Htirrd0111, c-aiso di LejMis). Ch1e :p1oi la diB!tinzione tr,a ·vero e proprio a~p.e~1dd.ieuJJO-tifo e febbr,e tifoide s·i1n11u.1amte a ll' 11n1z10 i 'aippeDJdiciite (senza 1lesioori i1nfi.a mm.a t011ie . appendiroktri .itn .a1tto) abbiai un rea1e valore lJib pratica non oserei affermare. ~elll'.un-0 come .nell'altro dei due oasi!, ove s i.a diagnosticato o so.spettato il tifo, !la condotta tera peutri.~.a v:uiol essere prudentetnJente aspett~unte. Nel. caso, infatti, di vera -aippenidi~iite ·tiiosa i1a :fLog~s1 suole spantianeaimente ,r eg;r.edi.re, ·e solo eocezt0'11~1~enite mostra tendenza perforati va ; ;nel caso poi d1 psendo01ppendici1te non è necessari? spen<fer ~par~le per ~ostrare la i:nt1tilità ed 11 ,g ra\•e rnschio del1'inrt:erven.to chirurgico nei tifosi. Quest'? ~à sok> è girustirfi.catto, dove l 'avven11ta perforaz101De del1

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IL POLICLINICO

l'intestiino reolan1i u .11 estremo teutaitiyo .p er la c oncernente ttn caso <d i a ng·iocolecistite primitiYa satl vezza dehl 'iinfer.mp. da •bacillo <li Eberth se11za febbre tifoide , era obo-ia" :\la soprattutto d·mpo.rta - tal 'è, d ·e l resto , lo staita !pu,bblicata, l)3•reechi ainu1i in·nanzi, da Lon. scqpo sttipremo di ogni -indagine cli1niica - lo stag·11.e t (1894) : bilirre UJné. .p recoce diagn.o si : ieòn1pi.to tutt'altro U.n g.i ovane di 28 an.t1i aYYerte 1t11 improvviso che faicil.e, :ancl1e i-)erchè, ai1'1 '1uò.zio 1dfil tifo, lTLaJ11tliolore al1'i p.000~1d rio d estro ; il gi-01,11-0 dopo coa.11ca l 'a.u.silio sierodia·gnostico, .nè ·il reperto !liei1·1a 1prare •l a febbre. Non turbe intest~11a1i , 111è voonito ,. einoctvL'bura riesce costanteme11te probativo. E<:co 11è itterizia. Te1np. 40° .2. Co11 1 pt11nture esploratuttai,· ia a10111ni 'l.lt~li criteri differenziali, che d1et1,:e .si iesitrae <l1alla vescicola biliare t1lil .liiq uido. s t1m•i.amo sp.e ci.a11n ienste dai lavor'i di R·e11du e dti puru·1 ento, :per cui l 'a.111niaa.a to ·vien sottoposto Lejars : alla co1ecistotomi1a Si trova, ancl1e in pien.o paDepongon0 per il tifo, e c.c>.utro ùa comune ap- 1·e1lJchi1m a 1e pati00, •wu pus cr•etnlQso, ·dail qu:ale è pendroilte, la loc.alizzaZJione 1JOl1 l11olto nretta de·1 isolato il bacillo tifico allo stato di assoluta purezza. Il1 g.io1-:110 seg~uente ailla -01)e:razione l'ammadolore :niella fossa iliaca .destra, la mancanza di una vera e propri.a te11si1011e 1(11e11a parete add01111i- ·lalto er.a apiretico. In quesU> cas'O, nota 1'a't1tore, la fe.b bre e.ra ,e sclusi,.,a1nent e dov·t1ta alla ani1g io11a le, il polso piuttosto raro tin r.elazi,011 e con lia fllevatezza delta .temperatura, ll1a cefalea, 1o starto colecistite, 111:anic.an<lo og11i ienomeno generaile e 1oca:1e del tifo : il bacillo di Eberth, dtwque 1• stu .p oros.o, la albun1irnu.r ia, il tun1ore dii 1nilza . aivrebbe qui 1li111itato ta 1s ua azio11e 1patog1enia alla Riig·uardo al dolore, n1erJt ai110 specia.1e ,menizio.. ne ailcwni .r ilieYi sejn-E.i otioi. N e.lile .a,ppen·diciiti co- cistifellea ed al f.ega.to, lasciando in1·mu.ne l'im.t em1u'11i es.so è fisso, ed ha i1l s uo massimo ,d 'i.ult:en- . stino sed ogil1i alt ro orgamo. N-0i1 esistono, ch'io ,sa,pp·iia, ia,ttre osser,·azio1ai, sità 1111el pu·n to {li lVI.a c-Burney o inel·l a i·m :tnediata v.iciinanza cli qt1esto; è •11 n 1éLdlore spontasneo, non di s i·m il ge-nere reg·istr·ate nella letteu:atura. Nefro -tifo. - Si djsti111.g ue dalle comt1ni 11e-p·rovoc.ato 1so1rtanto 10011 lia palpazi.one. Lno1trie la pairete addo1nioole è oltren1oclo tesa e ·r ugida (di- f11iti tifose, s ia cli11iicamente 1J)er la gra1n<le .p refesa muscolare). Nre1'1 'a p.p endi0t1lo-tifo, invece , ponderainza dei sii11Jtomi renali, s ia ain<l!tomicapiù che un d.olor·e :fi:ss.o, esiste 11nta sensazione meute, in 1quainto le alterazioni del rene •n on dri• dolorifica iv:a1ga, meni0 d,etenmi1ia ba, più diffusa, .p e111don-0 dal puro e semplice p assaggi 0 dea.l a ,t oss ina tifica e dei s~ngoli ,germi, bensì da una più mute·vo1e per sede. ,-era e propria coloniizzazione del bacillo d1. Impo1~tau1te è l'esartne <lel sangue: illltia. ipoleuEberth 11el pairencl1ima .renail.e. cocitosi deport.ie pel tifo, mentre un.a i1per1eu.c)oLa ~onosceuza d el niefro-tiifo è dovuta a Robin citosi, che persiste e si .accentua 0011 l'acce11tt1ars i d ei fenomeni 1ocailii, depone per l'~pen­ ed .a Gubler, ch e per primi 111,e illustrarono al-· dicite. È però d.a nota·re che ] 'iperlettcocitosi può ct111lii casi (1878). Segu,i'fon-0 J1e osserv.azio11.J.i di~ mainica·re in a lc11111e forme iperset•tiche di appen- Am01t, Didion, Zégre, Hom.b urger e I~1ss1na11l,. clicite, e può !i. n vece ,·erificarsi ne1La .febbre ti- Weil, Rostoski, Rena11t, Longuet, lVIygge, Bafoiid;e, là dove esistain10 compli1c:ainze infiamma1torie g·ot, Giorda.110, Pis.savy e Ga'lLC'hel")' , G•ooget, J.es iettr, Polliitzer, Garn-iier e 'fb.: ers, Curschmainn,,. ~rutercorirenti. Ko11 dev·e peroiò a.1 reperto etna.t olo.gico 01ttri1b·u i•rsi ·tt·n a:S•so1ut.o valore ; ma 1.1 de- Mey;er. Due ~asi idi nefro-pairaitifo riferì I' lienefim.i ti'\' O ·g·iuidizio d.e,·e res111ltare da,11 '~lllSieme di berg. Il nefro-tifo s'inizia coi seg.ni di una t1ef~ ite­ rt:utti i si11tomi cli11i-ci . Colecistite eberthia 11a precoce. - Roger e Cdl- acuta emorrag.ica, e si accompagna ·d i regola <011 lard, alla Riunione medica della VI armata (1915), febbre elevia ta precedwta da brivi<li. TalYolta,. nella ull.te:riore evoluzione della n1:11aitia, possoriferirono i·l cas~ di un paziente che, fino dail110 osservarsi luacchie di roseola ed .a1~cri si nto1'·~ttlizio cli una forn1a i nfettiva, dappri ma non deter.m i·nata, prese11tò f e 1.1t0m,e ni di colecisti.t e. m i ·t ifosi; ma. spesso av,7li.en1e che què'5ti si~.n.0 d cl Questi s i attenu.arolllQ dopo un.a settimana., men- tt1tto assenti od aippaiano d.i lieve entiit it, :1 11 contre si delitizea\·.a un tifo gra,rjssimo, noi <:onse- fronto delle ,p reponderanti lesioni renali. CaraJtteristioa è il a niain:caznza di fenomeni integ uenza del qua.ile l 'infern10 soccombette. I 'e1nocnltura, praticata i•n ,·ita, diede s\·i lup1)0 al ba- sti1na1i ( -~tnat , llostoski) ; iin a·l cu1ni casi la milza cillo di Ebertl1 . . \ll'autopsia si risco11trar-0no 1c 11on .resttltò Ì·ngra.ndita, o dlta11to di poco (Rostoski , Cursch111ann, ~fe)"IE!r) . Rari sono ~li ede11ote caratteri ticl1e del processo tifoso e ~1i antor.i interpretarono il ca o ammettend.0 che il ba- 111i, e, quando con1paiono, indicano una particocillo tifico ~i Io~ e locailizzato « d'-511iblée » 11<:1ln lare O"raYità de1'1e lesieni 1rena·1i. La cefailea è ·, e~cioola birliare, priit11a di co1011izzare nell 'inte- tpersistente (J)Iarsa) , e così pttre 11 dolore ne11e regioni 101nbari ( Zimn1ern1ann). Solo eccezio·1a1. li 110 e tl i infettar l'orga111i~1110. 111Ente si tabilisco·10 11eiriti croni che. l . ua os ~<?r\·azione a ~lror più si ng-o1are, ~erch~ 1

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FASC. 50]

SEZIONE :PRATICA

l~a cliagn-0~i di 11efro-liio, quaisi inJ1p ossib~J.e all 'ini~i-0, è olrtretnodo diffic:l11e aucl1e a malattia

non bisogna n asconderlo, miete le sue vittime specialmente tra i bambini ej i vecchi. in-01 ~rata, qua.l ora n on si deli:neino i sintomi o-eLa guerra ci ha fatto conoscere in tutta la sua ueral i del quadro t~fos·o. È t:uittavia buona ;erealtà la portata di questa forma infettiva in rapg ola i.l pensare alla infezione ti:fi0a i1n OQ1Da caso b porto ad estese zone del nostro territorio. di JJ efr:ite emorra.g.i ca aouta, la q11iale .s 'i.n,j z1 co11 L'organizzazione della profilassi castrense ci ha febbre . alit a e co11 profon1do a1bbatti.n1e1111to d:el sen- dato modo di studiare a fondo questo capitolo sor10. importante clell'epidemio1ogia e della batterioI·l g·i U·<lizio .p rognostico .dev'•essere ~u genieralle logia. g.11ave, sebben1e in 111olti -casi de.scritti da autori Il prof. Levi D ella Vida ha dato in proposito t eùeschi sieino me11zi 011a.te g·uaTi!g ion.i. Ai1i1orquan1- un contributo importante; ma è da sperare che clo la malattia vo1ge iail .peg1g io, la morte avviene altri ancora se ne occt1pi per cercare di bonifiper lo più con ttna crisi uremica , di .solito lllel care le zone infestate tutti gli anni da questa secondo .settenario. malattia. Anaitom.o-pa1tolQg"icame 11te, i r eni appaio.no i·nGli scarsi risultati batteriologici che si ebbero grossaiti, e dàn:n•o il •teper.to dii Ullla flogosi iinter- nel primo anno di guerra si dovettero. senza a lcun stiziale 0011ta, mentre, i11 gen.e rale, .le gla1111ddl:e dubbio, alla deficiente pratica batteriologica che mesenteri che ed i follicoli delù'1il1ìteS'tino ri,reliano si aveva in proposito, a ggravat ·. dall'immenso lalesiioni tifose a1ppenia accenin:ate ( A:mat). voro dei Laboratori castrensi. Forme nervose. - Il sistema nervoso è semAppunto all'occasione d i aver avuto tempo sufpre roLpito nie'1la febbre tifoide, &ebbe.ne , a ee- ficiente per studiare i primi casi di una epidemia con1d a dei casi, ri.n grad.o or ,p iù or m·eno ii11tenso. (Comelico, settembre 1916), devo il piacere di aver Nè può pa11lia1t·s i di vere e prop.r ie a1nomaJie se isolato Io Shiga quando altri non ancora erano n-011 qua111do, :fin ·da11'inizio delta i111.fezi01JJe, si riusciti, in altre località, a életerminare la natura stabilisca tt1na siin1d rome nervosa ben d·efindta e di quella forma dissenterica. preponderain.t e. L'occasione poi di seguire e studiare batterioDi guisa che, ad esempio, nel capitolo del logicamente due altre epidemie [Comelico, 1917; memngo-tiifo neri non c.o mprenderemo 1.e meni1n- Zona di Lanzè (Vicentino)·; ricoverati presso gilf:i tirfose tardriiVe, che così spesso comp1icai110 l'Ospedale infettivi 242, estate 1918) mi hanno la febbre tiifoide ; e •lo s tesso dicasi per 1.e forme p ermesso di semplificare e perfezionare la tecnica psichiche e per tutte le a1tre a!lteraZJion~ d·e l s i- e, quello che più interessa, di rendere rapida la s tema :ne r,·oso centrale, difft1se o :a focolaio, che diagnosi, ciò che costituisce una assoluta necese,-e11tuail1111ien1te in sor.g ono dura1n,t e il decorso de!l sità durante una epidemia. Dai protocolli dei Laboratori che ho diretto tifo. d11rante la guerra risultano 1233 ricerche sulla (e on ti?t'lla ) . d issenteria bacillare con risultati positivi nell'ultima epidemia dell' 80 %· 1

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NOTE DI TECNICA. La diagnosi

batterlol~Jca

della dissfn1ieria

da Shiga per il dott. PETRUCCI ANGELO, capitano medico. La scarsa bibliografi.a italiana sulla dissenteria bacillare era una volta giustificata poichè si riteneva che tale forma infettiva, eminentemente epidemica, fosse meno frequente presso di noi. A dir vero bisogna convenire che i pochi studiosi che hanno trattato l'argomento non si sono preoccupati di indagare sulla portata epidemiologica della dissenteria bacillare, tanto che gli stessi medici delle regioni dove immancabilmente ogni anno appare tale malattia . (Valtellina, Agorclino, Cadore, Comelico, basso Bellunese, Trevigiano, Vicentino, ecc.) attribuivano a ben altre cause che la bacillare, la natura di questo male che,

*** Per quanto non sia oggi risolta per tutti i casi a sindrome dissenterica l'incertezza che fino a non molti anni fa h a regnato sulla batteriologia, pure possiamo dire che nella massima generalità dei casi i germi determinanti tale malattia sono ben noti e la tecnica per la ricerca di essi molto semplificata. Nell'epidemiologia della aissente1ia, esclusa la forma amebica che da noi non si osserva se non in via eccezionalissima e sempre perchè import ata, devono essere prese in consicl erazione le forme bacillari che i trat tatisti riuniscono in due • • gruppi: ro) bacilli tossici ; 20) bacilli atossici. Al primo gruppo, detto anche dei bacilli non acidogeni per il comportamento ·verso la mannite,


SEZIONE rRATICA

appartiene il tipo Shiga- Kruse, al secondo, detto anche degli acidogeniJ il Flexner, l'Hiss e lo Strong. Presso di noi si può senz'altro dire che l'agente di gran lunga più comune è lo Shiga-Kruse tanto nelle epidemie, quanto nei casi sporadici. Per ciè che riguarda la forma amebica devo dire che in tut~o il periodo di guerra non mi è occorso di vederne che un sol caso in un soldato proveniente dalla l\iacedonia deceduto per ascesso del fega~o. Dei numerosi casi capitatimi in esame due sole volte mi è accaduto di isolare il Flexner, di cui uno in un prigioniero di guerra . Tutti gli altri furono da Shiga. Ultimamente nel sud-Tirolo isolai d ue IIiss. . Le ricerche sono : la culturale e la sieroagglu~ tinante. La prima deve essere eseguita assolutamente su fiocchetti di muco o su cenci di mucosa. Casuale, ed estremamente difficile, riesce il re· perto in feci senza muco anche quando, come ho visto presso alcuni I~aboratori , si voglia arricchire le feci in bile {???) ... Ciò d eve tenersi presente per l'inutilità della ricerGa in presunti portatori. Aggiungo dì più: la ·ricerca è ei b acilli dissente. rogeni diventa sempre più problematica quando la malattia è in periodo avanzato, quando cioè la :flora del colon è tale e tanta da sopraffare la vitalità dello Shiga. La stessa cosa accade quando l'a m alattia assume caratteri clinici gravi per un v ero processo di difteria del colon. Lavato ripetutamente un fiocchetto di muco in un mezzo sterile, si depone questo su di una pia.. stra pronta per la semina e con una spatola Drigalski s i schiaccia . Si insemenzano non meno di tre scatole secon do la comune tecnica. Per economia di t erreno e di scatole, specialmente quando in Laboratorio affluiscono n11merosi i campio11i di feci, depongo il :fiocchetto d i muco anzichè sul terreno, s11lla faccia interna del coperchio della scatola e pratico il primo striscio s u questa ed il secondo sul terreno. Lo stesso fo con la seconda scatola in modo che sulla superficie del t erreno della seconda scatvla ottengo colonie p erfettamente isolate e molto dimostrative. L'uso del Drigalsk.i, con o senza cristal violetto, mi risulta superfluo, ciò che costituisce un forte risparmio di tempo per la preparazione del terreno. All' agar comune al 3 %, alcalino alla fenolftaleina. aggi11ngo 1'1. 50 % d i lattosio e di mannite. Al momento dell'uso fo liquefare l,agar cosi preparato e quando la temperatura è ridiscesa a circa 6o gradi aggiwigo la tintura di laccamufia, che io tengo sterilizzata, fi.110 ad ottenere un b el

L...\~:-;o Xx\·r, F . \ se. 5oJ

colorito bleu. Tale procedimento mi è stato ronsigliato dalla pratica poichè alcune volte accade che sterilizzando il terreno dopo L'aggiunta di laccamuffa l' agar perde il suo colorito bleu~ Con questo terreno uso contemporaneamente l'Enolo. Sistematicamente uso una scatG>la di Enolo (1a scatola) ed una dell'agar lattosato mannitato che ho descritto. Anche per l'Enolo, per economizzare te .::po, tengo . preparata in Laboratorio 11na miscela di lattosio e fucsina, ben commista, in questa proporzione: Lattosio gr. r50, mannite ana. Fucsina gr. 5. Per ogni 100 cc. d' agar al 3, fuso al momento di versarlo nelle scatole, aggiungo gr. 3 .05 di tale miscela. Agito fino a. che il latt0Sio e la mannite siano completamente sciolti e tutta la massa abbia assunto uniforme colorito rosso della fucsina . A questo punto. aggiungo agitando una soluzione di solfito di sodio al ro % in acqua sterile fino ad ottenere una lieve tinta carnicina. Poi verso in piastra. Il terreno raffreddato. è incolore .. Una volta vers ati i terreni nelle scatole, appena solidificati, . capovolgo le piastre e le metto in stufa a 70° per una mezz'ora. In tal modo, poichè io son o solito rivestire il coperchio delle scatole internamente con carta bibula, ottengo la super:fi.ce del terreno ben asciutto, ciò che è di capitale importanza, per evitare che le colonie si allarghino e si fondano con le vicine. R affreddate le scatole sono pronte per l'uso. Eseguita la semina nel modo che h o detto prima, dopo 20-24 ore a temperatura di termostato si procede alla pesca. Le piastre così sviluppate sono meravigliose. Su entrambi i terreni si escludono senz'altro le colonie arrossate. L 'uso della mannite riduce al minimo le colonie incolori e si può dire che in caso di Shiga, solo queste, o pochissime altre, risultano fra le arrossate . Questi terreni naturalmente non sono _da usarsi per la ricerca degli altri germi dissente· ici, gli acid ogeni, per i quali è necessario es~ludere la mannite. Ma, trattandosi di epidemia dichiarata da Shiga, l'uso di essi facilita enormemente la ricerca. Le picçole colonie date dallo S higa, specialmente sul!' Enolo, hanno un particolare riflesso violaceo appena accennato che non le fa sfuggire all'occhio esercitato. N ell' insieme dette colonie dopo 2<>--24 ore di sviluppo hanno i caratteri di quelle del tifo : grand i quant o la testa di un piccolo spillo, rotonde, a limiti ben netti, delicate, non del tutto trasparenti. Si procede quindi alla pesca di esse e si pratica l'agglut inazione d'orientamento .

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IL POLICLINICO

Trattandosi di una epidemia dichiarata di cui -si sia ·Conosciuto l'agente nella generalità dei casi a questo punto si t>Uò far diagnosi. Siamo alla 24a ora dall'insemenzamento. Su di un vetrino porta, preso fra le branche di ·una Cornet, depongo alcune gocce di immunsiero agglutinante diluito I : 20-r : 50 a seconda del titolo del siero. Anche le diluizioni r : 100 possono servire allo scopo . . Bisogna tener presente che in genere i sieri dissenterico-aggi i1tinanti non hanno titoli elevati come quelli del tifo e del colera. Con l'ago di platino asporto parte della colonia sospetta clae sospendo rapidamente in una delle gocce sopra indicate. Se trattasi di germi corrispo11denti all' immunsiero rapidamente avviene l'agglutinazione ad ammassi evidenti ad occhio nudo. Il fenomeno è elegante e dimostrativo. Dirò che tale pratica, detta agglutinazione di -orientamento, non è usata in tutti i Laboratori, ed io lamento il fatto . Può ~ccadere, caso raro, che l'agglutinazione avvenga lentamente e con fiocchetti minuscoli. Se trattasi di Shiga, ulteriori controlli mi risultano inutili. Ad ogni modo, volendo essere rigorosi, della stessa colonia si fanno trapianti in agar semplice e in brodo mannitato con laccamuffa. 18-20 ore dopo si ha il controllo della m annite la quale, se non è stata acidificata, deporrà per lo Shiga. Con la pratica dell' insemenzamento in agar si ripeterà prima l'agglutinazione di orientamento e poi quella con diluizioni varie non inferiori al terzo del titolo limite del siero. In tal modo si hanno due provè decisive : I, agglutinazione specifica e la fermen tazione d ella mannite. Siamo alla qua rantesima ora dell' insemenza mento delle feci. Può accadere che l'agglutinazione di orientamento non si verifichi pur essendo bacilli e siero corrispondenti. Due sono le ragioni che possono giustificare il fatto invero molto raro : 10) Il germe di recente isolato; 2°) Il siero vecchio. li primo caso, trattandosi d i Shiga, ripeto, è rarissimo. Il prof. Levi h a avuto occasione di constatarlo . Se il siero è vecchio, molto vecchio deve essere, esso può non agglutinare per presenza di proagglutinoidi. In quest a ultima eventualità si ovvia saggiando il siero e nel caso si scart a e lo si usa p_er a gglut inazioni complete. Se trattasi di germe che non agglutina ma che non arrossa l' agar m annitato si fa il solito tra-

piarito in brodo mannitato e su agar semplice e l'indomani si ripete l 'agglutinazione. Comunque non oltre la 48 3 ora la diagnosi è fatta. L'enorme numero delle ricerche, parecchie centinaia, praticate nel mio Laboratorio, mi hanno dato la sicurezza d i t ale rapidità dia gnostica. Era questa app unto la preoccupazione maggiore poichè all'affollante numero di esami si aggiungeva la necessità di una rapida diagnosi per ovvie r agioni profilattiche. ~ell'epidemia dell'estate c1el r918 al metodo avanti descritto ho cercat~ di accoppiare il met o:Jo Bandi della agglutinazione allo stato nascente. H o praticato questi due esami par allelamente in 1 00 ricerclie. I risultati furono soddisfacentissimi. I~a tecnica usata fu la seguente: tubo di v etro a fon do conico. Una comune provetta tirata alla :fiamma. Cinque centimetri cubici di brodo comune più alcune gocce di siero agglutinante per lo Shiga in diluizione I: 10 in modo da avere nel brodo un siero diluito non meno del terzo del titolo limite, calcolando i cinque centimetri di brodo pari a mille gocce. Un fiocchetto di muco, ripetutamente lavato in m ezzo sterile come nella tecnica dell'insemenzamento su .piastre, si schiaccia contro la parete del tubo b agnan dolo ripetutamente nel brodoagglut inan te. Lo si immerge in questo e si agita. Termostato per 20 ore al massimo. Con una pipetta sottile, tirat a per lo scopo, si pesca al fondo del tubo, un po, di brodo da farne una goccia pendente. Osservazione al micros cop10. Fra numerosi germi spiccano delle caratteristiche masse di germi agglutinati. Il reperto n on ammette dubbia interpretazione tanto più che in tali casi ho avuto la conferma culturale. L 'osservazione si può fare anch e è opo dodiciquattordici ore. Vi è l'inconve11iente ch e non si ha il germe per altri controlli. Si può però insemenzare su brodo o su agar mannitato una ansat a del brodo prelevato dal fondo della provetta e facilissimo riesce l' isolarlo. Com e si vede d t1nque anche il metodo Bandi ci conclu ce ad una rapidissima diagnosi. Esso merita ch e si d iffonda. ...-\. titolo di controllo h o p rovato con le stesse feci ad 11sare brodo con sieri agglutinanti pel tifo e per il colera. Costantemente ho ott enuto risultati 11egati,Ti. T ali controlli an1montano a 30. Non mi sono cu( l I )


[A!'\~O

SEZIONE PRATICA

XX\: r, FASC. 50)

rato farne di più, poichè il fenomeno è specifico Si è voluto da taluno infirmare la specificità ed avviene a diluizioni di siero alquanto elevate. dell'agglutinazione con antisieri nell'identificazione Nei periodi in cui ebbi gli ammalati sotto mano, dello Shiga, ma i casi citati sono così rari che reparti infettivi O. C. 039 ed O. C. 242, volli pra- non mi pare doverne tenere gran conto nella praticare anche l'agglutinazione con i sieri degli am- tica durante una epidemia. malati. Nei casi sospetti in tali circostanze varranno A t ale scopo in molti usai ceppi di Shiga iso- le indagini ad escludere qualche altro germe para. lati dagli stessi infermi. I risultati ottenuti n on furono molto confortanti poichè in alc11ni casi il reperto siero-agglutinan te fu negativo anche ripetuto t re volte a distanza di . d ieci giorni in casi di reperto bacillare. Ferita dell'utero gra-vido all'ottavo mese. Le prove nelle feci agglutinanti furono in nuIl caso mi è sembrato interessante per d iversi mero di 70. In alcuni casi, a reperto bacillare ne· gativo, ottenni positiva la prova agglutinante. Di rispetti e però mi son deciso a pubblicarlo. Ai primi èel mese di luglio dell'anno in corso qui il valore relativo della siero-agglutinazione, in quanto se negativa non esclude una infezione fu portata al posto di pronto soccorso dell'Ospedale di S. Giovanni in Laterano una donna sui dissenterica. In tali prove mi è occorso di constat are quanto trentacinque anni, la quale pochi momenti prima ebbe a rilevare il prof. Levi a proposito della in- aveva riportato alla regione epigastrica, un po' a termittente presenza è elle agglutinine anti-Shiga.. destra della linea mediana, una ferita da cui Nell'agglutino-diagnosi della dissenteria bisogna fuoriusciva un pezzo di omento. La donna si trotener presente un particolare d i tecnica impor- vava a ll'ottavo mese di gravidanza. Dopo un rapido esame si decise, insieme con tante e cioè il soggiorno in termost ato p rolungato . l'aiuto chirurgo di guardia, di operarla. fino a io ore. Si fecero i preparativi occorrenti e, previa leSolo con tale osservazion e prolungata il metodo microscopico dà risultati positivi in un ma,ggior gatura alla base e asportazione del pezzo di n11mero di casi. Questo ritardo di agglutinazione omento che fuoriusciva, si praticò una laparotomia mediana sopraombelicale. uon è un fatto nuovo. · All'apertura dell'addome ciò che colpi fu la Mi sono occupato anche di poter stabilire la dur at a in circolo delle agglutinine d a Shiga, va- presenza di una discreta quantità di liquido emalendomi delle funzioni di ufficiale sanitario eser- tico : si pensò subito ad una ferita dell'utero con citate in Ca dore per d u e anni co11secutivi. Posso uscita del liquido amniotico. Si andò in conseguenza ad esaminare direttaJire che tali agglutinine scompaiono ben presto, poichè in 30 casi che av evano sicuramente supe- mente l'utero .e si trovò sul fondo di esso a destra rata la dissenteria, in n essuno di essi in capo a della linea mediana una ferita lunga circa 3-4 cen· timetri, attraverso la quale si ve(ieva una p arte cinque-sei mesi riscontrai la loro presenza. fetale. Riepilogando : Non risultavano feriti altri visceri. La diagnos i batteriologica della dissenteria oggi Questo il caso riferito in riassunto. è grane, emente facilitata. È uno dci maggiori conOrbene c~me ci si doveva comportare? Quale tributi della gu erra alla b atteriologia. La statist ica dei Labor atori da me cliretti in con dotta tenere di fronte ad una lesione d el genere interessante un utero gravido all'ottavo mese e occasione di epidemie ha raggiunto l' 80 %. Perc-entuale questa che p otrebb e essere elevata con fuoriuscita di gran parte del liquido amniotico ? È questo il lato particolare e importante che al 90 % se s i tien e conto che d ei numerosi campioni cli feci pervenuti per la ricerca dello Shlga tale caso presenta. Io non ho il modo di riscontrare se nella letteun certo numero furono pr elevati male. La ricerca dei bacilli dis.5enteroge11i d eve essere ratura sono riportati altri casi simili e qual'è eseguit a ~ u feci recenti e a d inizio della m alattia. stato il comportamento degli operatori; mi limito, Esse clevono essere raccolte in recipienti ben pu- perciò, a riferire ciò che da noi si è pensato e fatto. Dico la verità che in sul principio si è rimasti liti e che non contengano residui di sostanze med ican1entose, p oichè lo Shiga, si sa, h a scarsissima un po' dubbiosi e p erplessi; era la prima volta re!:>iste11Za i1on solo alla concorrenza d ella flora ch e ci si trovava davanti a un tal caso. P a ssam1no rapidamente in rivista ciò che si intestinale, m a anch e, ed in modo speciale, ai pote,~a fare : praticare una cesarea classica, esecomuni a11tisettici usati per enterocljsi. È necessario quindi per il buon esito di nna guire una isterectomia, limitarsi a st1turare la ferita? ecco q1-1ello ch e si affacciò li per li a lla mente. ricerca t e11er i)re~ente questi due dati di fatto.

NOTE CLINICHE.

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( 1 . '.? ) •


l L POLIC!.,IN !CO

Contro la cesarea classica stavano, dico recisa . m~:it: , le condizioni è el collo; s i trattava di una pr1m1para e dover dilatare dopo il collo per per. met:e~e la lochiazione ci sembrò opera certamente iatt1b1le, ma da evitarsi potendo; contro l 'isterecto~ia s i levò la ripugnanza a privare del ~ro~r10 ~tero 11na giovane donna; restò, dt1nque, 1 ultima idea, quella cioè di suturare la ferita !\'fa a ~eguire questa idea c'era prima da do-m.andars1 se la gravidanza sarebbe continuata b~~e ~ato il traumatismo subito dall 111tero e data p1~ ,d1 tutto. l~ fuoriuscita di gran parte del liqu1c.o amn1~t1co, op~ure sarebbe insorto dopo poco tempo 11 tra vaglio ? e in quest'11ltimo caso avrebbe tenuto più che la sutura d ell'utero q11ella della parete ad dominale ? Si decise, ciò non ostante, a limitarsi a suturare la ferita dell'utero e a restare in attesa vigile. Le cose andarono molto bene. Dopo alcuni giorni dall'atto operativo insorser o le c?ntrazio~i uterine: dietro consiglio del prim~r10 o~tet:1co s~ pra:icò, a tempo opportuno, un appl1caz1one di forcipe per facilitare e a ffrettare l'espletamento del parto ed evitare cosi che le diverse suture risentissero danno da un travaglio un po' lungo. Nacque un bambino vivo e vitale che la madre . ' guanta perfettamentè, portò via soddisfatta. 27 no,rembre 1919. Dott. PIETRO D E TO:NIMASI.

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liocal1 p1 u uno, oiioè Stllpt.riore p. e. a 3 per r l ocaile, a 5 per 2, a 7 per 3, .ecc.). Troviamo i:n r.na ·ola . s tainm ~07 fa1mig1lie di 4 :perso11,e , 108 di 5, 43 d1 6, r2 c11 7, 4 di 8, 3 di 9, 2 di 10 persone! _ _!\.ncar i)e-ggi,o ri .sono le condizio.ni dii R-Ollila cloYe già prima d1elta gttJel!'ta la pen;u~riai cte~1i a1l1oggi era gi1ave: nel 191r i 503,707 abi~ti aviev:ar~o a ·disposizi.o,ne solo 358,587 v.run.i, ajp;p.a:rte111et11t1 a 79,441 aibittazi,oni. Nè a tuitbe queste si p.o teva a,p p11i.oar.e .la 1den.0111in1azi-01ne CL:u·, a1 1 --a-1'1o ] . JJUgb ' ~·e sens·o itniano del!La pa.rola , 1poichè figit11ralno fra es.se 122 sotterraJ!l1e i, ?.61 s.tailUe, 1794 ba:r.aiccbe, 1441 botteghe, 5769 piani teweni e 428 soffitte .' :per un complesso di 44,768 abitam.ti. L'aue 010 n1euito della .pop.olaz.ion.e (circa 14,000 all'anno), la necessi•tà dd sistem'Cllre oon\.·emientemienrte 0a-li i n1d iv.id'l1i a 11oggiaiti in a1bitazioni anormali e di "fo.l[.are q.ueilili in oond:izioni' dii sowaffio1Jl~,m ento a\rreb-be richi:es1to ila costruziione di uin motevole nttmero di vaini, che si ,p·q ssono calrol~re a ciirca r37,ooo, ,per iairrirvare al solo t917. I nvece, il 11umero dei vaini ip.e r cui è .sbaita pro.gettata (r~:on esieglllita p·er .tutti) la Ciostruzione, 1en1bro taille ianuo a·rrirva .s·o Jtanto a 49,6·27 . V,i si agigirm.g ano poi a ltri fattori, ohe sfruggono ail1a staitistioa, quali a'raivvento dei prof.ughi, dei rimpatriati, na requdisizi:ornre di case per uffici pr.eva1lentemente mi1i:ta:r0i, 1 e dem.aliz1oni, ecc. , .e si .aivrà urn 'idea 1diel1e p.e nose condizion1 di affollamento in ct1i .dev()lll() \ 7• l\71ere atrLtnra.Ssate ita1nte rpersone. Si comprenderà q1ui1nidi quanto deve e55ere dilaga.ta .1,a gangn-en.o sa pdiaga. del s uba:ffitto, di c.u i R.iOltl1.a a·v€Ma già i1 triste pri•mato fra ci1ttà d'Italia ; 111rell 1911 i1 numer>o dielle p.e rsone, vd.venti iin abi1t:azione irn comw11e coi11 alrt:ri, era die1l 31.25 % .e raggiu 111geva i11 certi quartieri d.ella ,p er·i!f.ell"ia ill 51 .51 e fi;no

ae

Il p1·ublema della casa.

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.\1 IJa,ri de.l di S1agi.o ,ali111en1t:are, il p.r ioblen1a d1el1'1abi1tazi1one ~ lt1110 d1e i più aS'S·i1l1iaiUJti i:n. queisrt-0 co1iivrUilso pe1·ioclo 1d'el dopog,ue11ra. Non è a dirsi .èhe ainche 111 per,i odi a11t e-ce.tlenti 'n on iesi•s itesse 11u certo grado di so,·rafflJlllamenrto, l~rnid:.ato ge111erailimenite a gran1di centri ed a de term·i na.ti q'Ulaltt.i eri. Orra però i·l f ei1.om.eno si è aet1i.t v i:n modo i1111pressi0tu.ain.te, non rispa.rmiia tle piccole c iltstà e 1e borgate, non ,si .li11ni.ta a.11 'Itia]ia, 111a è d·iffus-0 !:11 ta11ta .p a rte 1del .m 011do: fi'ra:ncia, Iingh.ilterra, Stati (T,n.irt:i 11e soff.vono alaneno quru11.t o .1J.o i . 1

QUAI.C!-1E CIFRA.

P er daire tl 11 '1idea del ;p1eiruos0 s·t a.to idi c1o•s e, ie:sa 1n1i111.iaru1.o 1e 0011dizioni di due g1randi città italia111e : Mila1110 e Roma. Per Ila prima t1•na t •eaenrt:e -stati1stica di1nostra ieh e 11n 499,568 localli s01110 di~t11ib ui.ti 650,743 ·Ì nquilini, di •cu·i 120,472 ,si ;tro,·an10 iin a·b i tazioni s<Yviraffiollate, :it11 cui ci oè il 1

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11 54.88 %. Cç>in1c1izh:)(11i racca.pricciamti si tro,ra.n o 1esami111ai11do la qt1esti1one nei su!oi pa1r.ti1colairi; iin 1ma statistica del R~nelil:ett1, basat a iSlll 115 famiglie operaiie, si trova che i1 54. 7 % di ·ess,e, con 4-9 persone ogn1lltla, abita in t11na .sola cann.era.: inel 56 % <li esse si ia,1eva1no 2 persone per letto, ma 1111 alltre si f.LITÌiVava a111Che a 4-5, fino ad 8 per.sane nretllo .stesso 1~to ! Probabil1m enite c11ùesto triste stato lllOll è sostenu.to 1s.01tanrt:.o 001.lia. 1ruiseria, ma a1111che da uina oatrt:i\ra r.i iparitizjon.e di iSpese e 1dal f.a.tto, già ,11JO'tartJo d:a l\1~"'Cweil 1l 'N'i[li.amson, che 1111a •certa c1assie d.i .p op0il1 azi-011e, ha .t endenza ad ia·b itane i'n a llioggi pd ù p,o v.eri di q1ta1nifu c:omp.orterebbeTto i suoi mezz,i di esisbenZ1a . Un.o .stato di o~se al!lailogo si t·rov.a del resto .a·nohe iin a!lltri paesi; 1ne11a S coziia, ip. e., .l '8.4 °~ de11a popolazion1e abi.t a in al1ogg1 d~ una sola 1

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SEZIONE

sita11·z a, ~I 40.2 % possiede due sole stanze. Sono 11.ote ll e agglomerazA.oni di catt.aipecchci.e della ban,lieue parig.ima, iin cui vivono 50 mila cenciaiuoli; : ra,pu.rg;nan.ti aispetti del roviraffo1'1amento di Londra, le .c an .t iine umide e tenebrose che, a Berli'110 prirmia della giuerm ospitavano lOo,ooo iPetrsone . :Ln Pensdilrvamia, su· 36,o62 famigil-Le, ve :n:e sono oltre 4000 che occupa'llJO .u na · .sola s tanza, 10,134 oon dtue, 12,708 con tre: e s i 111oti che ita.l i fa1m~glie iSono :taùvol·t a moJto numerose, a rrivaruK:lo talora a .11ove persone e .p iù ! 1

DANNI E PERICOLI DEL SOVRAFFOLLA l\IENTO.

In tu.t to il monido osserviia.m o c1unqu.e le st esse condizionii aingasciiOSe : dovu11quie si .ripetono gli s t essi fenooneini, q ua'1i p. e. 1 'tÌJntenisiifi carsi del1'affa11amento dal oont.1-o ' rerso la peri.feria. Eppure, mai come ora si è 1sen1tito il .b i1sogno {li

fo.r.nire a ttttte ,1.e classi u:n 'iaibiitazi0tt1e comoda ed tigienica, m iaj aon1e om s.i è compreso che questo della casa è uno dei problemi .sociali ch e ·vanno ris.ol.t i co11 la ·massima larg·h ezza icli vedute. La· crusa ristretta ed afio.1'1.ata rostituisce di fatto UJUO doei1 massin1i perico1i 'P,er la .pt1 bblica saù.ute, per l 'itgi·e ne , per la morale. N.et1e immonde casttpole aigglomeraJte divampano ria:pidamente le epidemie , 1e ,ri,1e rigogli,osaitnenite la d.e]i.quienza \D1~le s ue fo111ne più turpi . Evidenti e ,noti souo i raip.porti dell 'a1biltazione i,nlSfUfficirenite, mail venti1ata, btt1ia, con Oia tubercolosi. V~ iè wnai proporzione d·i r.etta fa.ia tuberco1os i ed alloggii di d imensioni ins111ffic1renti : i~ 70-80 % de~ casi si trova in aibirtazioni d1 3 .stanze o men,o ; mi·no re è ii1 numero d elle stfcllnze , magg:itore è 1.a pereenit uaJle d ei casi. L'amma11ato poi, che rito11na d'3~ sanatorio 1·i·t rova rneJllra Silla casa le coniliuoni ipiù favorevo1i rper sog·g iaoere a '11~orve infezion[. Amebe .Ja i1otita contr o l 'a lcooltismo è in!timame'llte legata alla questione d el a caisa : si com1prenlde aigevdlrmente che 1'i1n1dividut0, iall ritorno daJ lavoro, am.zichè rinchi,UJd1ersi .neil mi1S.era1b 1i~e t u.g.urito, ipref,er.i sce le .stanze deJl'osteria o c.l el caffè, dove rtriaoannaindo virno e liquori1, si intossica in '\lltl aimbiente meno disgi.1stoso dei11.a propri a abdJtazrl Oltle. Alla casa sporca ed ilfl sttfficienrte, 1d0\1e t11tti vivono irn .ni1b uttainte pro1n.i oouità, d eve atitrib11irs i 1

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l'HATJ~A

sta11za, del 12.6 per quelli con 2, mentre di.scende a 7.8 per que11i con 3 eù a 3.1 per quelli con 4~

LE

CAUSE.

Di versi S-Ono i fattori che han no CO!lldotto a qwesta c risi dellle case, che ora è causa <li· grave malessere. Sii è già accen1nato ail~a requisizione da prurte di n1ilitari per ral1loggi di truppe, per uffici, ecc. ; sono iinoltre da metitere in ri~1evo : la tendenza verso 1'urbanies·in.no, accentua.tasrl. sipecd.ala:nenit e durante !la guerra per l'effetto del richiamo deLia. marno d'o·peira veiiSO .le offi.ci'lle, 1o sposltamento di mdl.te famti.glire, ch1e cons•ervavaino [ 'alloggio rnella lieside nza 1ab.ituai1e, p t1r ipre'IlKkndon.e Ul11 altro ·Ìln quelli precaria, la sis.tem:aziio:ne dei profughi, ohe il!1 1dio1orosà. m-01111enti si riiversairono im. tu.t ta Qa nazione, u.n maggior biisoga10 di .b.eniessere e di lu\SSo, ieh e ba spinoo mdti a(1 abita.ire ri.111 aip,partamenti più am1pi. Gram .p arte di qUJe'Sti, fiamtor1 sono di ind!ole affatto tramsitori:a, ma col cessare dli e SISi: non iaccem1ne. a scompairdire i.il f.~nomeno della scarsezza di a.b itazioni, dli quale rimaine iin r~pporto con coinrtinge nze r1i maggiore signilfì.cart:D. Per la popoJ.azion.e, che Ya cqnti1I1.u.aa:nein1tie crescendo, si r ende necessa.ria ogini aitllllO 1a coSttruzion1 e d ·i ll1ll certo 1111me;ro di t:> va:ni aibitaibili' : orbene t ale costruziOfllie è st ata

ad(L'irilttura ar.eniata all 'iniizio del~a g u eTra, sicchè· è ven111ta .a mra:ncare Ja disponibilità d.i a llo.ggi 1iecessairia .p er 1:a po·p olaizione aumen·t ata. La fine defila guerra, 11a smobili.t azionie d1 .moll:te cl ass1 non sono s tate a111cora sufficienrti a determiinaire u11 '01lacre rip.resa dri. tali 1liavori, sii a -per lo stat o di 1inquietud·i ne d·e lle m ais se, s ia per la defici.einza e d il forte rin,caro del m atierilaJe e deùLa mamo d ',o per.a . Di più i decreti sttqle pig-ioni hanmo bensi ftt"enato :t'arumento da prurte dei ipadroni di caisa :liasci..attido .um po' di -req11ie all'tisnqiui~1i1110, ma hanno .sortilto al1tr,e si l'e ffetto di mettere ttina !I'emora a 11iUJOVe costruzioni, per l e q.u ali si rpuò cail.co1are sQpra 111ma ~en.d11ta d el capitaJe impiegato, rl lOO sru.periore a I 0/o , i•nteresse troppo sca~·­ SO per iinvogJiare i costn1ttori privati.

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in ,p arte l 'attmenrto de1,1e 1na1attie veneree, per il conseguente r~lasciame11to di senso morale, che conduce anche a deJ.itti conit ro 11 b11011 costtlme. Sulile manattie d ei ba.m1bin1, 1'infiruenza de11':tffol1ame.nto è <'hi·a ra; la mor.tru1ità da T a 5 :tnni (- de-1 rn.6 O/oo neg-li a p1)artament1 ro11 1111:i I '

I RIMEDI. ~ dunque necessario che ad ecci.tare la sp:Ctt1azione privata, insufficiente da s011a davatnit1 al~a graive questione, che essa riso1ver ebb.e . oon ,-e~ dute unilarteraJli, intervengano i pttbbl1c1 poteri

ai11o scopo di fonnire l e a bitazioni per la .p~rt ~ più b~sognosa della .n azi onie: offren?° cond1z10l1l vantao-o-iose nell 'a.cq1u isto dei t errentt ' ne~ile ~pe.c;~ 0 0 enti . L' Ing-b1 d 1. ~ost :ruzione , nei pao-am ~ . 1lter11a !;t t è messa coraggiosament e t\ qncsta Yla, prog:~ -


I

[ANNO XXVI, FASC. 50]

IL POLI CL I ~ ICU

tando 10 coS1tr11zione di 300,000 cais.e nel pri·mo arullJO dopo 1a fine delle o&tilità, e 001niced1erndo 1arghi presti.ti. Purtroppo però la penwria dei niaiteriali da oostruzion:e costi.t11iisce u111 gTave ostaic-Ollo e sarà impossi IJjle condurre a ter1nine, enrtro i l ternrimie prefisso, i 1progetti stabi1ri.ti. A.ùlche l 'Ita.lia a:wn ha tr.aisc.u rat·o di provvedere in propos:iito e, oon i decreti 23 n1larzo 1e r5 gihl1

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g:no 1919, ha 'COllc~so 1notevoili a1gev-Ollaz.iorui di credito, 0011oor.si :fi1n ainzi.ari (1pa1g amento di iilJ.lt:exessi), concessioni · per espr,~pria·ZtiQni di terir·eilli, per requisiziomà. di i0ave e for:naci, sgraivi fiscali. lVIalg1r<1do tali ,.,an.taggu e, 110110..;.;tante ile mag·giori fa.cilitazioni concesse per ae ·0os.truzi1oni irniziaite en1bro sei mesi, la costruzàon€ ,edilizia 1110111 r.itfiorisce, <."ÌÒ ch·e sta ad iindicare che non si riesce, con i mezzi co111ce.ssi, a bila.nei.are J'1enorm e costo diei faibbricati. D:>111 provvedd.m enti più 1·ece1 nti lo Stato concede larghi mutui, me11tre 1e si11 g·r0le ;\.m·m~·ni­ strazioni h1anno emanato provvedimenti di fa,-orie per i propri di pendenti : oosì fil Mini.s:tero dei Tlt'asporti. ha aumrentaito di 30 mi111oni i:l follldo per le case economiche, autorizzaalldo ian10he p.e r Jo steScso soopo il prelevamento di 75 miilioni, a modico inter.e sse, id.ai funrli iper le p.elllSlioni. Lo Stato però deve g.ua.rdairsi bene dail diventare imprenditore di costruzit0n.i e deve limita.re la St1la o.per.a al11ia icooroi'n.aziione delle f01rze, ai11a sorveglianza ed ail control1o, alle ag·evd1azioni finamzi:arie. Queste ·p erò isrurebbero quainto uniai· on.erose per .Lo Sbaito e qudin1di. per i c.onrt:ri.b uenti, se consilstessero i'll setnpliioi ~ntic,i 1pazii0nd di .f1011di ; i 1puibblici poter·i dovrebbero invee.e contri1b uire al pa.galmenJt:Jo degli :iintJeriessi 1e d-el1la quotla d'ammortamento, a'lllallogam.e nte a quanto ha f0,tQo l'InghiJterira con ~1 1'ow·n, pla1i1ii11.g- act, che &tabili.soe, dop:o 7 ainin.i , uinia st1itna diella proprietà e ~'eventuale rianbotso d1 3/4 della differenza fra il dehito da ·p agare ed i1l p11ezzo di stima . Qua·1~­ do in ·t al modo, isi assi1cu11a1SSe un ~i;;uadag1n.o !1il m~1nierativo aJ1l'i.ni~iaiti,1a ·p rivata, più agile e più praficua di• q1Ualsiasi orga11izzazii1one di Sta~, essa .n on tnallllch·erehbe di r·itspon<lere con snanC11o, pìort.a:ndo, iin tempo :re1artwa,mente breve, alla so1uzione del. problema. Prim.a però di 'redern~ i beniedici effetti oocorrerebtiero a lmeno 2 lélinntt : oiria, data l '111rgenza ,di f:or0:ire ·a molte ·f ami g'lde ttrn~ abitazione .non sarebbe , fi0r.se, iino.pportu1110 mcorrere, .f ;attanito ,alle baraicche i n ~eg1no; d~ c11i pu:r tr.oppo l 'It&tllia ha faitto larga. espe'r.ien~a nelle J.u ttuose ioccasionii ·d ei terremoti. Am;che 1•n LnO'.hirlterra ·d el resto è 1&tata f.aitta t.aJe piroipo1s,t a, co~ la quale si ipotirebbe portare q11a1che soilli~\...,o · · · are uin :--.o-r.a..111aq·e sfol~an1 e'tlto delne .al1 1t~e d 1n1z11 ll 1

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z110.n1 . •

... •••

* * Lo. Sta.to, poi, .n 1011 potrà ·disimteressars.i d<Clla sorvegliania sultle .fut1ue cost·ruzioni, le q1J"1li dovrain11J0 riii51pondere 11el ·p iano generale e r.1ei particolari iail.Le ,esiigenze d€111'j.g iene e della. ·p ratioa. Cosi, •p . e., oltre al~e .n ecess.arie 1pres.criz101ni s ui drei1aggi, su1lla fog·niartura, .s ull 'il.lu:n1in:azione, &n11a cuba,tura, si dovrà ,evitane ~l 'i1nC{)(l]Jveruien.te, che si nipete ~pes.so iru molte casette economiche, di ooltoC.are Ja cuci41a. 1n l\:LD.a parte bu.i.a, .m~.g-a.ri nello scantinato ; essa pet mollte famiglie d1 operai o in1piegati, specie ·n.e!lle regio1n,i sette;nitri.oll.liali, è l 'aibitual,e stanza d1 ri tirov,o delila. fa.mi g loia d1orve i biaimbinii gi u·ooooo o fu·n1110 i compiti, menlbre la m.aidire a,ttenc1e a111E.· faccende domestiche. La cucima dev,e quindi essere abbia.sttrunza ampia ,e bene iJ11U.'mi'11lata, irn uinia de~l1e mi·glLori posiziioni dell 'abitazioll!e. No.n basterà ipoi che .la o.a.sa s ia ben costruita : essa deve essere 1n11a,nrt1en'l1Jta ia dù1Vere e benie utitizz.ata, ailtrimenti non tairda a di-ve11taTe irnsaJiuhrie. Si rendon!O quiindi necessarie ispezioni frequenti, 1d1a 1p.a·r.te di persou:e co·mpeten:ti, 1le q,u ali, però , non 1debb.on:o lim1i1tarsi ra rillevane [':ilncoruvenienlte e aid iiinfilggere .111na contravvenziOOJe. L'drnterVien1to d1ell 'i1gienis ta 1110111 può avere per scro110 1'aipp1i'CazAone di una multa, ma in mig-lioratmenrt:.o . igienico oo1J1'aimbiiente, del sistema dà. vita. Ri1l1eva.to 1'i'nconiv.eni;en.t e, e.gli 1deve ·adop.e rarsi per farlo ielimi111iare, forn endo consigli ed .evellitiu.anmente aiiuti dia ;parte dei .p ubblici poteri; so1lo in ,t al modo dl suo 1nterV1enit:o sa~à cer;t.aanente utile e, quel ·0he ipiù g·.i1ova, sarà .rilchies.to anziichè temuto. È 11111 raidiica~'e oaimbiamento oh.e s 'impon·e nei mp.pooti fim d.g ienisti e pubbliieo; iin modo che i prfuni cessin10 di ·venir consider-art:i com1e 1no1n desiderati importuni . . Mol.tlo ~sii potrà ,o ttenie re «la ttna maggiore ed11tcazione igièniaa .<le1 pt11bblico, ma .molito iai1tresl da u1n 1più ii1n1~i1mo .c ontatto e.on q·u.e.sto, che de~­ l'iigiienista 1c1evie essere effi.c ace callaboraitoire. -~ parte oasi itn cui si. trartta. cli. v1e m. frode, ~,'air,111~ con cui 1si 1dJeve ·affron1tare 11 pttbbl1co 1nto n e 1 at tico1o drl. •l1e g,g e 1nè ~a ·d isposizione di regola.n:enilo, ma la perSiuasi·on,e che il 1ruvoro n.ost-ro è .r11v-01~o .al .b eness1e1·e ·so0iiai11e , e che esso non fi.m1.s:e 111 u,no steri~e am.moniimenrto, ima, p.er mezzo d1 co1:s i1crld tecnici e di aiuti, oontribuisce a.1 rea!le m1~1~0.11amen.to d.e1le ·oondizi0111i di vi•t a. 1

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..i\. Fr1,IPPJNT .


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I-J90

[.\.xxo XX'\7!,

SEZIONE PRATICA

SUNTI E RASSEGNE. . SEMEIOTICA. I

riJle~i

viscero-sensoriali nelle malattie degli organi addominali. ·

(D A''ID, LIGAT. Lancet, 1919, 3 maggio).

Lennander ha dimostrato che i visceri sono sprovvisti di sensibilità, che tutto ciò che sta al disotto della sub-sierosa, compresi gli strati più pro·fondi del p eritoneo parietale, non ha sensibilità tattile e dolorifica. D'altra parte è ben noto che le malattie viscerali possono essere la causa di sensazioni dolorose anche molto violente. Ma queste sensazioni sono dovute ad un riflesso viscero-sensoriale, non sono in rapporto ad eccitazione diretta di fibre sensitive. Gli stimoli afferenti provenienti d agli organi in terni sono costantemente trasmessi al midollo spinale, donde partono anche costantemente imp ulsi afferenti riflessi ai muscoli, ai tessuti interstiziali, alla pelle. Da questa correlazione d impulsi, che allo stato di salute rimangono inavv ertiti, dipende il normale svolgimento delle funzioni fisiologiche. Ma quando un organo è irritato, impulsi più intensi pervengono al corrispondente centro spinale, che diventa cosi maggiormente irritabile. Allora l'eq11ilibrio dell'arco viscero-sen· soriale si rompe ed uno stimolo, applicato sulla corrispondente zona cutanea, provoca reazioni abnormi. Un pizzico, che in un individuo con midollo spinale a tono normale non provoca sensazioni dolorose, determina un dolore più o meno vivo. Si banno cosi le aree ~uper:ficiali di iperestesia, le aree funzionali cutanee, pizzicando le quali si hanno manifestazioni dolorose superiori a quelle che si hanno nelle limitrofe zon e cutanee. La intensità del dolore varia di molto. Di solito quan~o c'è la infiammazione acuta di un organo il diolore ·prodotto dal pizzico è molto forte e può essere provocato su una lunga striscia verticale di cute, che corrisponde a parte di uno, due e anche tre <;egmenti spinali, ma con un attento esame si può precisare il punto di massima iperalgesia e quindi l' organo m alato. In altri casi, sp ecialment e nelle malattie cro11iche, nei quali il d olore a cldominale è molto vago, anche le se11sazioni (leterminate dal pizzico della i)arete addominale so110 m olto vaghe e non permett o110 t1na discriminazione esatta dell'organo colpito. Occorre anche tener conto che n ei soggetti neu.. rotici i limiti e la estensio11e delle zone iperalge(r6)

FASC.

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siche non sempre corrispondono a quelle dei veri riflessi viscero-sensoriali. Il metodo per svelare queste zone iperalgesiche è il seguente. Si fa mettere il paziente in decubito dorsale con la bocca leggermente aperta e . le braccia distese lateralmente. 1. Si pizzica quindi la parete addominale con una certa pressione (si stringe tra l'indice ed il pollice la pelle ed il tessuto sottocutaneo cercando di sollevarli ed allontanarli, sempre stringendo, dai sottostanti tessuti) in un punto dove di solito ~i ha sempre una reazione normale, ad es. la regione ipocondriaca sinistra, e si osserva attentamente la espressione del viso. in modo da avere un termine di paragone tenuto presente C'he la reazione varia nei vari individui. 2. Un pizzico esattamente simile si dà in quei punti che la esperienza ha dimostrato che diventano iperalgesici quando i vari organi sono malati. 3. Si notano la direzione ed i limiti della iperalgesia e.d il punto di massima reazione. Con questo metodo si possono distinguere due gruppi di organi: uno laterate, cistifellea, appendice, e trombe di Falloppio, ed uno centrale, stomaco, duodeno, intestino piccolo e grooso. Il punto di massima intensità per lo stomaco ed il duodeno, trovasi in un punto medio tra l'appendice ensiforme e l'ombelico; per 1 intestino tenue sul punto d~ congiunzione del quarto superiore della linea ombelico-pubica; per l'int~­ stino grosso nel punto di congiunzione del quarto inferiore della linea stessa; per la cistifellea a destra sulla linea addominale trasversa tirata tra le due aecime costole nel punto medio tra la mammillare e la linea mediana addominale ; per l'appendice a destra nel punto di congiunzione t ra il terzo e quarto medio di una linea tirata tra la spina iliaca anteriore superiore e l'ombelico ; per le trombe di Falloppio da ambo i lati a seconda d ella tromba affetta al punto di congiun zione clel terzo inferiore di una linea tirata dal punto medio del legamento di Poupart all'ombelico. Il punto di massima iperalgesia fra ciascun organo o segmento del canale intestinale ha t1na posizione costante qualunqi1e sia la parte di or· gano o la parte di tratto intestinale malata. La direzione dell'area iperalgesica è sempre verticale, essa non si diffonde lat eralmente; per modo che quando sono malati due organj adiacenti, ad es. la cistifellea e lo stom aco, tra le due zone iperestesiche c'è sempre una zona neutra. La s:ovrapposizione delle zone di iperalgesia non si ha nè lateralmente, nè verticalmente. !,'es ame può riuscire rli:fficile quando coesist e una peritonit e generale con meteorismo, o un •


lL POLICLIN reo •

edema infiamma torio locale della parete addomi. nale ed anche nei soggetti neurotici le cui reazioni non sono genuine. La pressione anchè lieve della parete addomi· nale in caso di affezioni degli organi interni può provocare dolore per due ragioni. Il d olore può ~~re dovuto ad una peritonite locale, cioè quando 11 ricco plesso nervoso sottoperitoneale è irritato d irettamente dal processo infiammatorio. Ma, come si è già accennato, il dolore può essere dovuto ad uno squilibrio verificatosi nell'arco viscero-sensoriale, per produrre il quale non è necessaria la esistenza di una peritonite viscerale o parietale. Infatti la peritonite, per sè, non prod uce m ai zone di iperalgasia. E quando le due affezioni, viscerale e peritoneale, coesistono, il dolore prodotto dalla pressione è determinato da amb eù lte le condizioni. La dolenzia alla pressione di una determinata a rea della parete addominale i;ion conduce necessariamente alla diagnosi di affezione dell' <;>rgano corrispondente, perchè essa può essere dovuta alla infiammazio11e del peritoneo parietale sottostante, in dipendenza di un'affezione viscerale. Cosi iperalgesia della zona corrispondente alla fossa iliaca destra può essere data da lesioni dell'appendice, d ella tromba destra, dall'accumulo d i materiale irritante versatosi nel peritoneo in seguito a perforazione della cistifellea o del d uodeno, e da altre cause. L'area iperalgesica d'altra parte anche fa precisare l'organo affetto, ma non fa ~determinare la posizione dell'organo stesso. Quindi le eventuali dislocazioni non possono essere diagnosticate con questo mezzo. Nell'appendicite si può avere una forte reazione viscero-sensoriale non solo nella zona cutanea dell'appendice ma anche in quella del tenue. Ma in ogni caso esiste sempre una zona intermedia neutra il che prova che le iperalgesie constatate sono dovute a due distinti riflessi viscero-sensoriali. Al momento d ell'esame il riflesso viscero·senso· riale 1può mancare forse perchè il fenomeno è fugace o si esaurisce rapidamente. Comunque, specie nei casi di appendicite, il segno ha un valore assolutamente positivo e non ne h a affatto uno 11egativo. L'origine d el riflesso viscere-sensoriale sta nella mucosa. L a iper algesia quindi nei punti indicati si trova sopr atutto in presenza di p rocessi infettivi dei singoli organi. I risentimenti peritoneali provocano dolenzia diretta, ma mai iperalgesia riflessa.

Dt.

DERMATOLOGIA. '

La vit.Ulglne sifilitica. · (A. To17RAù,E, Paris 1\11édical, 1919, n. 23J.

La possibilità clell'origi11e s ifilitica della vitiligine, cliscussa fin dal i878, fu in seguito facilmente an1messa dai neurologi e accolta dapprima con riserva dai clermatologi. Il Brocq ammise la probabilità di u 11 rapporto etiologico fra l è due malattie; il Fo11rnier si appellò ai dati statistici ch e l'avvenire avrebbe potuto far mettere insieme. I risultati dell'osservazione clinica e della reazion e di \Vassermann confer1narono sempre più questo concetto etiologico : e dal 1905 l'ipotesi della vitiligine sifilitica fu correntemente ammessa fino al punto di ritenere che ogni caso di vitiligine prin1itiva all'apparenza dovesse far pen,sare ad un'infezione sifilitica acquisita od ereditaria. Anche le osservazioni fatte durante la guerra ttei Centri d ermatologici in Francia s tanno in favore di tale rappo.r to etiologico. Su 128 osservazioni, in 121 si hanno notizie etiologiche attendibili. Di questi 121, in 99 s'aveva sifilide nell'anamnesi, cioè nell'81,1 %, acquisita od ereditaria, con manifestazioni recenti o tardive. In 17 casi l'esame clinico e sierologico furono negativi del tutto : ma basta ciò per escludere la possibilità della sifilide latente~ Una semplice coincidenza non basta a spiegare la forte proporzione dei 99 casi su 121 ! non si può negare che la sifilide abbia un considerevole valore patogenetico. Questi rapporti di frequenza fra la vitiligine e la sifilide fanno ricordare quelli dell'origine sifilitica della tabe, della paralisi progressiva, della leucoplasia linguale. La vitiligine può manifestarsi in periodi diffe. renti della s ifilide. In un gruppo di casi essa può essere precoce e manifestarsi n ei primi due anni dall'inizio dell'infezione: è questo il periodo di elezione delle reazioni meningee cliniche o citologiche nella sifilide. In un secondo gruppo di casi essa si presenta più tardivamente, coesistendo sovente con Ja tabe: ed è questo l'altro periodo di elezione della meningete sifilitica. Infine in 13 eredo-luetici la vitiligine è comparsa dai 2 ai • 29 ann~. La d escrizione clinica della vi~iligine, attualmente incompleta, dev 1 essere sempre suffragata dalla ricerca anamnestica più minuziosa circa l'esis tenza o meno della sifilide; l'analisi più precisa dei sintomi meningei nel corso della sifilide e sopra tutto lo studio del liquido cefalo-rachidiano dimostreranno se la ' ritiligine è stata preceduta I

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1492

SEZIONI; PRATICA

accpmpagnata da una fase cli meningite sifilitica, latente o clinicamente manifesta. In molti casi la meningite ini~iale è stata constatata : e ciò è di grande import~nza diagnostica e patogenetica. In alcuni casi di vitiligine sono stati osservati certi seg11i prerursori: una eritema fugace per es., interpretato come eritema terziario; o segni di papule sifilitiche o di sifilidermi serpiginosi in re· gressione. Più direttamente legato ai disturbi trofici della vitiligi11e sarebbe il prurito che in alcuni casi ha preceduto la discromia. Un terzo gruppo di sintomi clinici pitì importanti è costituito dai disturbi nervosi associati alla discromia. In alcuni casi si tratta di segni isolati d'una tabe incipiente, o cli tabe conclamata, di paraplegia, emiplegia sifilitica, atrofia dei nervi ottici, male p erforante, epilessia, cefalea persistente. In altri casi la vitiligine ~i associa a sintomi nervosi di interpr~tazione più dubbia: disturbi della set\Sibilità nelle zone acromiche, alopecia areata o generalizzata. Sono stati anche osservati dei sintomi di ·reazione meningea frusta, qt1ali la vivacità dei riflessi tendinei fino al clono, dolori reumatoidi persistenti spesso localizzati nelle regioni lombari, nevralgie, ipoacusie, ecc. . Data la frequenza di fatti di reazione meningea, lo studio del liquido cefalo-rachidiano nella vitiligine dovrà essere sistematicamente compiuto. :(:n alcuni casi è stata trovata ipertensione, iper· albuminosi, leucocitosi più o meno abbondante, reazione di Wassermann positiva. I/A. ha studiato il liquido cefalo-rachidiano di 9 casi di vitiligine: in otto di essi il liquido era anormale. In sei casi era completa la triade sintomatica: vV. R. positiva, iperalb11minosi,. media o leggiera, linfocitosi più o meno notevole; in due ca.c;i la W. R. era negativa, non fu tentata la reattivazione, ma gli altri due sintomi erano evidenti. Tre di questi casi furono osservati di nuovo dopo t1n intenso periodo di cur::.i. arsenicale, e fu constatato un sensibile miglioramento del liquido cefalo-rachidian), specialmente per la linfocitosi. In conclusione nella grande maggioranza dei casi la vitiligine si accompagna a reazione me• rungea. Rias~umenclo: ne11'8r,1 ~{, la vitiligi11e si manifesta nei sifilitici; il s t10 inizio coincide per lo più nelle due fasi di Plezi0ne della m eningite s ifilitica , cioè nel periodo secondario e nella così d etta p a rasifilide ; essa è spe ..;so legata ad altre manife ..;tazioni sifilit iche del sistema nervoso (tabe, emiplegia , ecc.), o si accomgagna a s intomi d'ordine se11sit ivo o t r ofico; la r eazione a.i \Vassermann cl el sa11g11e o nleglio del liquiclo cefalo·raclli(liano è qua-;i ~en11)re positiva : infi11e l a puntt1ra lombare n "l i)iì1 <lei cac;i ri,reln t1na reazione m eningea completa o f ru~ ta. 0

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[ :\~xo

XX\"I, FASC. 50)

Queste co~nizioni permettono di illustrare la patogenesi della vitiligine sifilitica. L'alterata distribuzione clel pigmento cutaneo nella vitiligine è da riferirsi ad un disturbo del trofismo, sia localizzato nella pelle per lesioni anatomiche o tossiche (discromie circoscritte dei sifilitici), sia ~ungo il decorso dei nervi periferici dalla loro origine alle più lontane terminazioni (discromie localizzate nel territorio di distribuzione di un tronco nervoso, vitiligine diffusa o generalizzata della atrofia per polinevrite). Ma il segmento radicolare dei nervi spinali, esposto attraverso gli spazi aracnoidei ai prodotti morbosi · del liquido cefalo-rachidia~ :') nella meningite, è la sede delle lesioni più frequenti e profonde. Di fatti la ganglio-radicolite pusteriore è la lesione fon damentale delle due sinòromi nelle quali i di~turbi trofici cutanei sono particolarmente importanti: la tabe e l'erpete zooster. Pertanto la vitiligine multipla e simmetrica è da considerarsi come un disturbo trofico cutaneo legato a lesioni delle fibre nervose trofiche nelle radici spinali: essa sarebbe l'espressione d'una rad icolite. Spesso la discromia· è l'unico sintoma, e si ha la vitiligine classica; talvolta essa si associa ad altri disturbi del trofismo (alopecja p. es.), o della sensibilità (prurito iniziale, ipoestesia); talvolta si associa a disturbi motori, rifiec;si, se.1sitivi, trofici più accentt1ati fino alla radicolite totale della tabe. La vitiligine si manifesta negli stessi periodi in cui si hanno i fenomeni di reazione meningea nella sifilide, cioè nella sifilide secondaria e 11el periodo tabetico. Questa meningite può portare prima o poi a lesioni delle radici spinali, di intensit~ varia, alle quali corrispondono disturbi trofici limitati quali la vitiligine o sindromi morbose gravi quale la tabe associata a discromie. Le lesionì meningee possono svilupparsi a varia altezza lungo l'asse spinale: di qtù la moltiplicità e la simmetria delle zone discromiche. Il senso normale della circolazione nel liquido cefalo-ra. chidiano spiega perchè le prime manifestazioni si hanno più spesso nel territorio delle radici infeferiori, e perchè la faccia è cosi sovente rispettata dalla vitiligine. Altra caratteristica è la sistematizzazione radicolare delle discromie : i territori pi1ì particolarmente colpiti s on quelli del 4° paio cervicale (ntica, spalle, regioni sot~oclavicolari) e quelli del 30 e 4° paio sacrali (organi genitali esterni). Come nella t abe, la vitiligine si manifesta particolarmente nella sfera delle radici cervicali e 10111bari, cioè nella zona delle cinture ::=c'lpolare e pelvica e negli arti. l/ .4.. conclurle che tutti qt1esti fatti, se trave· r an110 conferma, fanno considerare la vitiligine come u 11a radi< oli te t rofica. Ogni infezione car)n.ce


(_t\.NNO XX\l l, FASC. 50]

IL POLICLINICO

di determinare una meningite e quindi una radicolite, può es5ere causa di- una vitiligine semplice o associata. Essendo la sifilide la causa più frequente di meningite cronica e di radicolite, la vitiligine sarà dunque sopra tutto d'origine· sifilitica. P. SABELLA.

Tricofizie post-vaceiniehe. (GOGUEROT, Paris Médieal, 1919,

,

pag. 442).

La conoscenza delle infezioni tricofitiche direttamente causate dall'innesto del vaccino antivaiuoloso non è 11uova nella letteratura dermatotologica. Fin dal 1887 Protze d'Eberfeld · aveva dimostrato che parecchie e-pidemie post-vacciniche di impetigine contagiosa erano dovute al Tricophyton tonsurans. Nel 1911 il Bidault ha studiato in, una tesi di Parigi un'epidemia post-vaccinica in una caserma militare dovuta al Tricophyton gypseum asteroides di Sabouraud. Il Gougerot osserva che l'esame delle migliaia di casi di vaccinazioni e rivaccinazioni praticate durante i quattro anni di guerra ci dimostra che le tricofitiasi post-vacciniche, benchè rare, costituiscono la complicazione cutanea praticamente più importante e fra le più ·frequenti della vaccinazione. Egli ha potuto osservare che le trico:fizie post-vacciniche, inoculate cioè mediante la vaccinazione, ed alcune forme di impetigine e di ectima disseminate attorno alla pusti1la vaccinica, sono state le complicazioni cutanee più frequenti. E si domanda se nei casi descritti di eczema lichen e psoriasi da vaccinazione non si sia trattato invece di tricofizia p soriasiforme, ecc. L' A. ne ha osservato delle epidemie fra militari, fra operai, in famiglie. La dermatosi suole iniziarsi nel periodo di declinazione del vaccino, dal 15° al 20° giorno dopo l'innesto, quando il tricophyton ha potuto svilupparsi e sensibilizzare l'organismo. In qualche caso l'inizio si ·è avu~o più tardi, fin dopo 47 giorni: la sensibilizzazione è stata più lenta, o il fungo ha vissuto in un primo tempo da saprofita. Il decorso è lento di solito : un ufficiale ne era affetto da oltre un anno. Talvolta è più rapido; in un caso, appena otto settimane dopo l'innesto, il contagio aveva invaso ·tutto il braccio ed il toiace. L'aspetto clinico non presenta nulla di particolare: varia soltanto secondo la varietà di tricofitosi inoculata con l'innesto. I tipi clinici osservati dall' A. ~ono i seguenti; a) un unico disco rotondeggiante, da 3 a Io cm.. di diametro, circonda la sede dell'innesto: la lesione eritemato-squamosa~ squamelle fini ed aq.e .. tenti, non presenta bolle o croste; mediante la

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lente alla periferia sotto le squame ··si scorgono pie cole. \~escicole torbide puntiformi ; b) dischi ovalari multipli più 'piccoli da 2 a 6 cm., più o meuo confluenti, coperti da squame e croste ambrate impetiginose, fortemente prurigino~e e perciò più facilmente auto~jnoculabili . Può essere difficile la diagnosi differenziale con l'impetigine: e) erpete circinnato classico, a vescicole torbide, disseminate su tutta la lesione o soltanto alla periferia. Può simulare l'eczema; d) elementi eritemato-squamosi, psoriasifotmi, simulanti la. psoriasi volgar~ e più' la psoriasi in seborroico. L'evoluzione è molto variabile: ]a prima manifestazione può rimanere unica e può moltiplicarsi e diffondersi più o meno rapidamente su gran parte della .superficie cutanea. Talvolta i singoli elementi tendono ad esaurirsi spontaneamente; ~a di solito la dermatosi, se non trattata con mezzi anti-parassitari, si cronicizza. Anche sulla cute intatta è stata dimostrata la presenza del parassita; e· ciò prova la possibilità della sua persistenza allo stato saprofitico e quindi la possibi· lità della recidiva della dermatosi. La diagnosi non presentereb~e . d ifficoltà particolari, ~e si avesse ·già l'abitudine di pensare alla tricofizia in tutti i casi di eruzioni cutanee erite, mato-squamose configurate. Nei casi dubbi l'esame microscopico e culturale su terreno ·di Sabouraud può accertare la diagnosi. La cura è quella dell~ tricofizie della cute glabra. Se la pelle si solleva, la vasellina iodata è molto efficace e di com.oda applicazione. Meglio tollerata è la tintura di iodio rl.iluita al quinto in alcool rettificato o nel liquore di Hoffmann ; si friziona alquanto e quindi si applica una pomata antisettica, o la pasta all'ossido di zinco, o meglio una pasta allo zolfo e ali'olio di cade. Bisogna protrarre a lungo la cura e, a guarigione clinica ottenuta, tenere il patiente in osservazione per qualche tempo, dato che il parassita può sopravvivere allo stato di saprofita sull'epidermid.e e che la sensibilizzazione dell'organismo può persistere settiman ~ e mesi. Il Gougerot non ha potuto studiare a fondo questa forma di tricofizie dal punto di ·vista culturale: soltanto in determinati casi ha isolato speciali varietà di ·tricofiton. Praticamente più interessante dev'essere quanto riguarda · 1a patogenesi e la profilassi della dermatosi. Si può supporre che in _alcun.i casi il vaccino non contenesse i parassiti, e che l'abrasione epidermica prodotta dal vaecin0-stilo abbia aperto la strada ai parassit1 esistenti sui vestiti o allo stato pi saprofiti sulla pelle. (19)

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1494

SEZIONE PRATICA •

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In altri casi si può ainmettere che il vaccino stesso contenesse il parassita, o perchè questo esistesse sulla pelle del vitello prima della vaccinazione, o fosse a d esso inoculato mediante la vaccinazione, o per inquinamento del vaccino attraverso le varie manipolazioni. Qnesta ipotesi dà ragione di alcune epidemie di famiglia o di officina. In linea profilattica, si può evitare la co11taminazione del vaccino m ediante un accurato esame clinico e microscopico della pelle della vitellà prima nell'inoculazione. D'altra parte, tenena·o sempre prese11te la possibilità di queste tricofizie postvaccinali, facilmente si può averne ragione fin dal loro inizio. Questi fatti sono praticamtnte molto importanti, poichè, secondo ha osservato il Got1gerot durante la guerra, più dei nove decimi delle complicazioni cutanee della vaccinazione si dovettero alle tricofizie. Ed egli non dubita che altrettanto pòssa verificarsi in tempi di pace. P. S ABJ•:T.LA. •

CHIRURGIA. Il trattamenro dei traumi del torace. (~lARION R. BLANKEHORN. J ourn. of the A1n. Med : Assoc., 26 luglio 1919).

I m etodi di esame d i una ferita del torace, in contrasto con quelle del capo e dell'addome, sono precisi: i corpi estranei penetrativi progrediscono in genere i11 linea retta e possono essere ben localizzati coi raggi X; le lesioni prodotte sono facilmente riconoscibili; l'aggressione del torace da parte del chirurgo è possibile. U nica vera incognita, che ha frustrato spesso i vari tentativi, è costituita dall'effetto dei diversi organismi infettanti. Però i resoconti pubblicati dai van chirurgi, e le stesse note personali dell' A., 11on sono so·ldisfacenti, per la grande varietà d i idee e di metodi seguiti. Sarà necessario, se pur possibile, un vasto lavoro t1i coordinamento, per giungere a conclusioni 11tilizzabili. Quelle messe insieme in questo articolo so110 tratte da circa 500 casi d i chirurgi inglesi ed • • a inencan1. I~e ferite del torace possono dividersi in base alla loro gravità e all 11rgenza del trattamento chirurgico i.t1 cinque grl1ppi: r) pneumotorace aperto ; 2) ferite parietali estese interessanti coste e muscoli; 3) grossi corpi estranei ritenuti; 4) emotorace infetto e 5) emotorace semplice. Prie1t11lotorace aperto. - ~on v'è w1a guarigione spo11tanea. !11,rece la riparazione a11atomica è chiara1ne11te itt"licata e seguita tla un miglioramento i1nn1e l ii1to, c1uasi 11ùraC'oloso, cl1e si manifesta già C<)n ]a -;P111111ice ott11razio11e JJer n1tzzo d i u110 zaf1

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famento stipato della ferita. Se non trattato, il caso rapiclatnente peggiora e si ha 1a morte per asfis. sia. Ferite parietali. - Penettanti o non penetranti,. richiedono la stessa considerazione che una ferita in qualunque altra parte del corpo, con l'aggravante che eventuali frammenti ossei possono accrescere il danno (lacerando p. es. il polmone) e diveniresorgenti d'infezione. Inoltre in una ferita che anche attraverso a un piccolo seno, comnnica con il cavo pleurico, per la continua aspirazione esercitata dal respiro, si effettua un drenaggio all'interno, olt re che all'esterno, e qui.ridi può aversi un'infezione della pleura. Tali ferjte perciò vanno ben esaminate, t rattate e chiuse completamente: se è necessario a questo scopo, è preferibile convertire una ferita parietale in un pne11motorace aperto. Del resto l'apertura del torace è processo facile e ben tollerato: solo è necessario un buon apparecchio ad ossido d'azoto che permetta l'inalazione sotto pressione, 011de il polmone non si collassi, e un buon anestetista. Se la riparazione anatomica del polmone e della parete può essere effettuata, il polmone continua a funzionare normalmente, dopo l'intervento. Ritenzione di corpi estranei. - Questi sono pericolosi come sorgente di infezione e di erosione vasale:meccanica, specialmente i frammenti di granata. I quali, per prevenire l'empiem a o l'ascesso polmonare, debbono esser rimossi il più presto possibile. Ma non sempre il paziente è in condizioni da essere operato, per l'emorragia (se questa è in atto l'infusione e la trasfusione sono dannose) e per lo shock. Il riposo in un letto caldo e i consueti mezzi eccitanti, cli solito, rimettono il soggetto in condizioni cla sopportare l'intervento. Questo è spesso esteso e implica una ampia resezione di coste, per poter ispeziona re completamente il polmone. Se il corpo ·estraneo fu estratto attra-v~erso rma pleura sana, questa si richiude; se attraverso tma zon a di polmone epatizzato è inutile l'emostasi e la 511tu.r-a. Che cosa si debba fare del polmone conclensato è punto molto discusso. È sorprendente come tali operazio11i siano ben tollerate specialmente se furono fatte sotto pressione. Se la lesione fu estesa e l'intervento ampio, è talora impossibile mantenere il polmone disteso dopo l'operazio11e; m a è intanto un grande vantaggio~ specie riguardo al m ediastino, che esso lo sia stato durante l'operazione; perchè poi, riguardo al periodo successivo, va notato che alcuni, anzi, propongono di eseguire senz'altro la compressione artificiale con gas del polmone, per metterlo a riposo. Lo stesso scopo si ottiene paralizzando il diaframma co11 1ma iniezione d i procaiI1a nel frenico. I/infezione dello spazio pleurico è il più gran<le pericolo per clii è scampato da qt1ello cli una ferita p olmonare. T11ttavia è sorpren<lente quanto sia re, '

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f_l\N::\O XXVI, F:\SC. 50]

IL

POLTCT4I~

sistente la sierosa ~leurica: sia o no effettuata l'operazione, il più spesso l'infezione rimane localizzata e finisce con l'esser dominata. Emotorace. - I restanti due gruppi, emotorace infetto e i1on infetto, rimasero dapprima indistinti e furono trattati egualmente. La batteriologia di queste infezioni, coni.e quella di altre ferite, è incompleta. Si dovrà giudicare caso per caso in base ai segni clil1ici, al polso e alla temperatura, se l'emotorace è Ìl1fetto e necessario il drenaggio. Gli streptoc~cchi e i b acilli lgac;ogeni, se· trovati nel liquido costituiscono una in1icazione del drenaggio, m a anche essi Isi son visti scomparire dopo t111a o due toracentesi. Di regola i casi vennero tenuti in osservazione per tre giorni e, se non era insorta febbre elevata o non si era avuto sviluppo di germi, erano evacuati. l\ria l'osservanza di 3 giorni si è visto talora ess~re troppo bre,re: forse il sangue ritardò lo s'·iluppo dei microorganismi o le colonie erano incluse nel coagulo. È certo d'altra parte che il liquido emorragico costituisce un ottimo mezzo di cultura, me11tre la resistenza è offerta dalla sierosa: da ciò l'indicazio11e alla paracentesi. Questa raramente riaccese l'emorragia mentre assai spesso rit1scì a prevenire, talora a curare, l'empiema. Occasionalmente un coagulo rese impossibile l'aspirazione : di solito si riuscì ad evacuare quasi completamente il fiquido. ~Iolti emotoraci non infetti guarirono rapi:lamente e completamente. L'emotorace infetto deve esser drenato. ìVIa non è desiderabile d'altra parte il completo collasso del polmone destinato a restare pe1manente con formazione di una vasta cavità: spesso il paziente muore per infezione piemica. Se il drenaggio può esser rimandato fino a quando il polmone, in parte riespanso, abbia stabilito delle:aderenze~ i risultati sono buoni. l\i!a vi sono casi (streptococchi e bacilli gasogeni) che richiedono subito l'apertura: qui w1 sistema di drenaggio con tubi a tenuta d'aria e suzione fa espandere il polmone e provvede le aderenze n ecessarie per l'obliterazione del cavo empiematico. Le irrigazioni furono di solito praticate e trovate di vTalore considerevole, perlopiùperrinnovaremeccanicamente gli accumuli di pus e di sangue coagulato e diminuire il numero dei microorganisnil presenti. SEBAS'rLi\. NI.

Pubblicheremo prossimamente : I~. SPOLVERINI, Enzipl~gia

bino lattan,f e. •

da nialaria in un bani-

reo

ACCADEMIE. SOGJìETÀ MEDICHE. CONGRESSI ( :-fOSTRI RESOCO~TI rARTl COLARI).

Società lLon1barda di Scienze ~ledi che e Biologiche In rtlflano. SedtLta diel 5 dic.einb·r e 1919. I)reside111za : I>r,of.

lYIF.Dl~A.

Sindrome del ganglio genicolato. A. _..\.GOSTA. - U•11 giova;ne di 19 aTh11i s o:ffrtda qu.ait·tro anni di un ,·iole11to dolore trafitti YO a,c cessuale :aillia regione J)lrea ur·ioolane destra. (~·1 ì accessi dolorosi s0110 ia,n<l-ati 1g rad.atamein,te aumentando cli irequenz.a i1u 111od,o taJe da 11on permettere ali 'a·mmalatc che bre·vi ripos i . Conitem·poranea111ente al dolore il paziente ha spias111c;· aiccessua1l·e del facciale dest.1-0 e ptialismo. Obbi·ettfrva;rn,ente si ·n ota u•tia zoo.a i1p1oes.t esica .ne.lla r egi1one prea;uricdlra re rd estra de1!la 1k1•n.ghezz.a di una 1TI011ieta ·da d ieci <'entesimi; .oicatrici multipl·e :ai du:e terzi anteriori del.1a .11ingua (esiti clì cruziioni vescicolose prc:.·g resse) ; qt1asi e.bal.ita la sensiool:iità specidìca 111ell 'acoe11nata .s u·perfi~ie ili111g.ua.le. Non distu1rb.i 1de1.1'a sen1sib.it11i.t à al piliais tro anrl:eri-0re destiro delle fa11ci ,e 111el condotto uditi ' ro. ~ u.11a a carico dcl tri ge.m i\1110. Kegaiti,ro l'esame somatico 1g en1erale. L'A. fa dia1~osti <l·i lesi one del bo-ano-Jio o-enib o<Ylato e dato i1 risuJ.tato i.nfru.ttuoso deJ,Je c11re tentate propone 1'intervenlt:o ope!t"ati,10 : ·sezion e d1el1l 'i11item1ediario di \ì\7ris.be.rg-. 1

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Il reparto di accertamento diagnostico nei rapporti della difesa civile antitubereolàre. 11 ·t e:parto clii accertamento diaginostieio ~1 Corpo ·d·i 1a rn1~tn (li lVIila•n10, dalla sua :i.stitu21ione (ottobre 19 r .~ a1 gi1n1g no 1919) f11ron o 001npittti ol.tre 35:0oo .arc,er.tan1en1ti. Il .repairto f11 organo di a.ccertame:nto per .l e .111alatti.e tttJberco·lar.i, d,i ,·alt1tazi011ie di ll1 \' élll ridità economica , a~­ c011sul.enza t ecnica , di cnra , edt1caz.ione e p rofìG.

Ro'.\1"ZON1. -

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lassi socia11e e popola re a n1ezzo cl ei reparti di cu.r.a al.le sue ·dipendenze (:repa1rti per grav~ e repa:r to sa11.a,totiiale a,1 piano e aa j110llte, per rtuberoolosd. pol1non:ai11e ·e tu.b1erco1.osi chirur,g ica) . Così i11 :rep·ati-0 id i acoer.ta111e.nito \ .ie ne ad aiaq11 ista.re il oarart:ter·e <li cen.tro, cli ·s tin1ol·o ipropnls10.Te e !reg.o1iator-e d1ell11a <lif.esa antituberoolaa.-.e 1niiitaft'e. Ri-ferisoe stlli r.apporiti i1nrt:imi che a 1\fila1no sii ·s ono a-tl!d:aiti a mano a mano .sviluppan1d0 fra difesa ;a.ntitubercoJare tnilitaire e qttella ci\·ile ~ 1nezzo degl i orga111j speoiaJiz7..ati a t ale .f11nziori1 e 1

(r epa•rto accertan1ento, uf-fi c.'. .o \'1 cle1 Comita.t o

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SEZIONE PRATICA

ciittadino e Diispensari ci,·ili) metten.d o in ridievo i girandi benefizi deriva tii allJ.a difesa dei tt11bercoJ.osi dii guerra, ~-\Jt.t1tmlmente la sainità .m~litare va s mobilirt:a.rndlo ~ sua d:ifie.sa "11ll.tiituber.cdlarre ; ta que11a è .nooesisaipi,o sostitu1ire un 'altra difesa &kguata, profilattica e curaticvia, 1per Miliamo e Pro~ia. Illu.sitra ù)o.rganizzazionie 1e gli .scopi del c .ocnoorlJk> p,rt0vinciia·l e aro1ti.tuberco1a·r e miJamese, che per tale :fìnaltità &i .è 1n quesiti m·e.s1 cootitUJito per i'niziaJtiva dcll'Ufi:ficio provinci·ailie del La,·,o ro. 1

Osservazione in torno agli ascessi epatici di origine amebica. C. VALI~ARDI. - L'O. per suia esperienz.ia personaJie ammetlbe :la possd1bLità della prodiuzkme die'lil 'ascesso epatico am0he :l1elle flOll'me 1su.b.do1e e 'l atenti di .amebiia.s.i :i!ntestilna1e. Ritiene che la eura con 1' emetlina 1diella forma intestiinallie rappriesenitn '3Jllahe una p.rofi.1assi per Oa amebia>Si epatioa. L 'aiooesoo ,e patico a1m ebioo è più dìiffus.o di quetlltO c:he si •creda a:ruche ne1le nostre co.utrad1e . La m·a noanza •dii precedente o 00111.com.itantte .d:issentieriia, .l'assenza de11'0imeba nelle .feci o ~ pus ·epraitrl.co, mon è -criterio suf:fìcienrt:e iper escludere J1a inatura aimebi~ d elil 'ascesso. Molta imrpOTtamza hatn:n10 i nveee i caratteri particolari 111.aaro e microsoopi ci del l)ltS a1mebi 00 e 1'iazione benefica 1delll 'emetin,a. 1

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PRETI.

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA. CASISTICA E TERAPIA.

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XX\-I, FAsc . 50)

e in quantità scarsa. Da esclt1de1si le salse, le droghe, l 'alcool e il caffè. La carne si darà fra i 3 e i 4 anni, da principio finemente tritata. Dai 7 anni in poi, l'alimentazione sarà simile a quella dei grand i, purchè non troppo ricca di aromi e di spezie. Nelle malattie gastro-intestinali acute si lascierà l'intestino in completo riposo; la ripresa dell'alimentazione sarà cauta, e s'incomincierà coi brodi vegetali. Nei catarri intestinali cronici, dieta a ba.se di latte, brodo, farinate di riso o di orzo; saranno aboliti i dolciumi. La dieta lattea è indicata nelle malattie febbrili acute; si potranno aggiungere al latte dei preparati nutritivi (nutrosio, somatosio). Al caso si dovrà ricorrere ai clisteri nutritivi (a base di latte, uova battute, zucchero). La dieta sarà variata nel catarro gastrico cronico, nutritiva, ma semiliquida negli stati febbrili • • cro.a1c1. Nelle malattie nervose la dieta d ovrà essere corroborante, a base di legumi e tuorli d'uovo, come sarà pure corroborante e sostanziosa, a base d'i drati di carbonio e di grassi, nella scrofolosi e nella tubercolos . Nella costipazione si farit la rgo uso di verdura, frutta cotta, pane integrale, limitando la carne e le uova. Ai rachitici si daranno alimenti ricchi di sali . Si somministreranno ai bambini malati bevande in abbondanza (thè leggero, limonate zuccherate, acqua d'orzo, ecc.). L' A. raccomanda speciale cautela nell'applicare ai bambini una dieta dimagrante. POLLtrZER.

L'alimentazione del bambino. (A. MAROTTA, Fotia Medica, aprile 1919). Consigìi pratici p er 1' alimentazione del bambino normale d.a llo svezzamento in poi, e per quella del bambino ammalato. Iniziato all'età di 7-8 mesi, ove la stagione non troppo calda e lo stato di salute del bambino lo permetta, lo svezzamento colla sostituzione di una poppata con latte di vacca diluito o intiero, si proseguirà gradualmente, sostituendo ogni 7 giorni un'altra poppata, cooì da compiere lo svezzamento nel corso di 6 settimane. Gli alimenti sostituiti al latte muliebre saranno il latte di vacca e le zuppe di farina d'orzo e d i riso; la qnanfità per ogni pasto, 250-300 gr. Nei due anni successivi rimanendo il latte l'alimento principale, entreranno nell'alimentazione del bambino i cereali (farina, semolino, riso), i legumi e le patate di preferenza sotto forma di pt1rée, le 11ova che si daranno crude o alla ~oque

L'eredo-sift.lide e le sclerosi pleuro-polmonari e mediastiniche nell'infanzia. La scler osi è eccezionale nell'infanzia : localizzata al polmone, può essere conseguenza di infezioni banali, prolungate, specialmente di tubercolosi: importante però è la parte dovuta all'eredosi:fìlide, ch e si manifesta anatomicamente con esagerata iperplasia connettiva, con lesioni vascolari e perivascolari, e compartecipazione del sistema elastico dei bronchi. Le diverse forme della sclerosi polmonare infantile sono le seguenti (L. Nadal, Thèse de Paris, 1919) : 1) Scteyosi pleuro-potmona1e con bY01ichiectasia.

- Vi è dilatazione cilindrica dei m edi e piccoli bronchi, specialmente della base. Si verifica, di solito, dop o le broncopneumoniti subacute, del morbillo, influenza, pertosse e può simulare diverse affezioni respiratorie.

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XXVI, FASC. 5 0 ]

IL POLICLINICO

1497

La diagnosi della parte dovuta all'eredo-sifilide è delicata, specialmente per la frequente associa· zione della tubercolosi ; si terranno presenti : la fissità dei segni, la conservazione di un buon stato generale, i risultati òella radioscopia e quelli delle reazioni biologiche (tubercolina, Wassermann). 2) La sclerosi bro1ico-polmonare è il primo stadio della forma precedente. La si deve sospettare quando si vede che una bronco-polmonite assume un andamento di cronicità. 3) L e sclerosi pleurali sono consecutive a pleurite con versamento : caratterizzate da neoformazioni connettive, e da aderenze, sono accompagnate da retrazioni della parete toracica e defor mazioni del rachide. Tali pleuriti sono in realtà tubercolari, ma hanno l'aspetto della reazione connettiva, a loro impartito dalla sifilide. 4) Pleuriti medi astiniche. - H anno per causa abituale la t11bercolosi: l'eredo-sifilide però vi è associata in parecchi e-asi. Può aversi sotto tre forme: a) mediastinite pura con p1lnto di partenza in un'adenopatia tracheo-bronchiale capillare; si osserva all'inizio la turgescenza delle giugulari. Più frequente è la mediastinite con scle1osi pleurale, specialmente nei grandicelli. Il mediastino diventa· un blocco fibroso attorno ai gangli, le sinfisi pericardiche sono estese, la pleura mediastinica aderente al pericardio. Le lesioni assumono l'aspetto di una pleurite, che non finisce, vi si aggiungono poi i fenomeni di tumori del mediastino : cianosi ed edema della faccia, del collo, degli arti supe.. riori, dispnea, frequenza ed alterazioni del polso, immobilizzazione della parte inferiore dello sterno, polso laringeo discendente, segni d i compressione vascolare, nervosa, bronchiale. Anche il fegato partecipa alla sindrome per compressione della cava inferiore (asistolia epatica). ~ella diagnosi si devono eliminare le sinfisi carJ io-tubercolari, l'adenopatia tracheo-bronchiale, i tumori del mediastino. La mediasti nite con partecipazione del pericardio e talvolta l'ultima fase della reazione connettivomediastinica. Essa può succedere ad una pleurite e m anifestarsi con si11fisi pericardica ed asistolia epatica; oppure rimanere latente: in tal caso il bambino ha l'aspetto di un addominale, con vent re grosso, fegato ipertrofico, ascite, milza grossa. Solo più tardi compaiono i segni di sinfisi pericardica; polso piccolo, depressione della punta, ondulazioni. precordiali, fì~it à della punta nel decubito laterale (segno assai importante), depressione sistolica dell'epigastrio. I"'evoluz.ione è lenta, ad accessi; la morte avviene per asistolia, insufficienza renale, tuberco1 osi miliare. In tutte le forme polmonari infantili, con ten-

denza alla cronicità, si deve pensare all'eredo-si:filide; il trattamento specifico energico può portare notevoli vantaggi, mentre sarà affatto innocuo~ nel caso che non si tratti di sifilide.

t. b. Sifllide ereditaria e meiopragia. In stato di ~eiopragia, Potain dice, sri. trovano gti organi che durante la vita urberina e ne11e prime settimane consecutive alla nascita, subiscono l'azione dell'infezione sifilitica, infezione che durante tale periodo di .t empo assume i caratteri di una vera setticemia. Il pro.cesso si 1e splica con un ritardo od un arresto della. nutrizione dei tessuti onde gld organi formati in queste condi~ioni , ma1e irrigati, in parte set.erosiaitli, distrofici! anche se in aipparenza appaiono sallli, funzionano imperfettamente, r.eagiscono in modo speciale nel corso dr un'infe• z1one. Hutinel (nell' A rchives des 11i.aladies des enfants, luglio t919) passa in rivista i principalri apparati, campo d~aztione de11a s'ifì.l ide ereditaria; così fra 1e Lesioni del sistema nervoso provocaite dall'eredo sifilide, dobbiamo mettere al.tre le m eningiti e le e ncefa:1opatie (dti!plegie , morbo di Little), la labilità funzionale mani.fiestantesi con disturbi menta.li, cofivulsivi., ecc., la .corea spesse volte, ecc. Nell'apparato respiratorio predomina no le sclerosi, le dilatazioni bronchiali, ecc. L 'eredo sifi11de predispone i reni a:lle nefriti infantili; essa determina alterazioni delle ghia11do1e endocrine onde ne risulta il valore causale nella produz.àone de11Je distr-0fie, i cui disastrosi risultati 11otansi1 non solo presso i figli dei sifilitici! ma ainche nei loro discenden.ti. Indubbia è l'azione della sifili·d e ereditaria n el racl1d.tismo e nelle anemie, anche se rachitismo e a nemiie sii manifestano nel bambino in epoche più inoltrate. Huitinel conclude che buon numero delle lesioni prodotte dall'eredo sifilide non si arresteranno, ed un ailtrrai gran parte non retrocederanno ; ma senza dubbio è utile ed effica,ce un trat ta.ment o precoce. Y.

m.

L'edema congenito. Greig (Edinburgli J\.1 edical ] O'lt/rnal, 1919 aprile} descrive un caso di edema congenito in un bambino <ili sei settimane. L'edema, che era presente fin dal momento della nascita, era nettamente simmetrico. Sul dorso di ambo i piedi si notava un gonfiore più accentuato verso le dita che verso (23)

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SEZIONE PRATICA

l'articolazione. Sulla pianta si aveva una leggera convessità e le linee trasverse mancavano del tutto. La pelle sulla parte gonfia era liscia e leggermente tesa .. L'edema. nel suo massimo spessore misurava circa due centimetri e mezzo; non cedeva facilmente alla pressione, ed era particolarmente duro e resistente. La temperatura non appariva più bassa del normale, nè si notavano pallore, nè dilatazione dei vasi. Non si apprezzavano ingorghi !land ulari. L'ejema congenito è senza dubbio molto raro. Milroy ne ha d escritto dei casi :fissandone così i -caratteri : r. Origine congenita con sviluppo proporzio· nale allo sviluppo corporeo fino a che non si è raggiunta l'età adulta; 2. Limitazione dell'edema a una o ambedue le estremità inferiori. che possono essere colpite in vari punti; 3. Persistenza dPll'e: ema ; 4. Assoluta mancanza di ogni sintomo di malattia costituzionale. Greig pensa che l'e~ema congenito non abbia i -caratteri dell'edema angioneurotico. Questo è probabilmente è ovuto ad un d isturbo di innervazione <lei vasi sanguigni, donde il suo nome. È un'affezione più o meno transitoria, che solo dopo ripet11ti accessi può diventare permanente. L'e1ema angioneurotico può anche essere ereèitario, ma si distingue nettamente da quello conge_1ito. Questo ultimo per quel che riguarda la patogenesi, dati i suoi caratterJ ed il suo decorso, più che con alte.. razioni nervose pare in rapporto con un disturbo -simmetrico della circolazione linfatica. L'edema congenito si distingue chiaramente da quelle ineguaglianze di volume che spesso si trovano nei due arti inferiori dei neonati e che sono dovute ad irregolare distribuzione di grasso : in -questi casi l'esame dimostra nettamente che non si tratta di edema. Si clistingue anche dalle ipertrofie unilaterali dovute evidentemente a lesioni del sistema nervoso centrale che a loro volta indu ono alterazioni vasali nei tessuti fetali. Infine l' edema congenito si distingue anche dal così d etto edema sottocutaneo progressivo dovuto probabilmente ad una linfangioite o perilinfan· gioite ascendente con ostruzione dei linfatici : questa affezione è caratterizzata d all'inizio tardivo ~ dal peggioramento progressivo. I casi finora o~ervati non hanno consentito di dare una interpretazione patogenetica dell'edema congenito, la cui anatomia patologica è tuttora • • .1 gnota. dr.

[-.\.~~o

XX\"I, FASC. 50]

La trasmissione al feto dell'infezione valuolosa. Sono già noti i numerosi casi in cui la madre ha trasmesso l'infezione vaiuolosa al feto prima della nascita. S. Cappellani (Pediatria, aprile 191~) riporta diverse osservazioni da lui fatte in proposito, in cui l'eruzione vaiuolosa si è manifestata in neonati in 5a-6a giornata di vita extrauterina. L'osservazione più interessante però è quella di un neonato, in cui alla terza giornata si è sviluppato l'esantema, dimostratosi poi vaiuolo, che lo condusse a morte, mentre la madre rimase perfettamente sana, pur non essendo immune, come lo dimostrò la reazione classica ed intensa alla rivaccinazione. Ciò dimostra che t> organismo materno, restando perfettamente sano, può servire da ponte di passaggio per i pro~essi infettivi, che vanno a colpire il prodotto del concepimento, e che non sempre si deve ricercare nella madre la genesi di morbi infettivi, <la cui il feto è colpito nell'utero. È da ritenersi che la trasmissione di morbi infettivi da madre a feto sia più frequente di quanto si crede, e ciò non solo quando la madre ha manifestazioni morbose in atto, ma anchP in periodo di incubazione. fil.

Il sangue e gli organi ematopoietici nella prima età. E mazie. - :N'el soggetto prematuro si trovano .5 milioni di emazie con anisocitosi e policromatofilia notevole; nel neonato a termine le cifre variano da 6 a 9 milioni ; nel poppante di 2-3 mesi 4,500,000, cifra che rimane stazionaria nei primi dieci anni. La resistenza globulare, sempre inferiore a quella della madre, aumenta rapidamente nei giorni che seguono la nascita. Leu~ociti. - Il loro numero, elevato nei primi mesi, diminuisce con l'età; è di 14-18 mila nel • neonato' di 12 ,ooo a 1 anno, I 1 ,ooo a 2 anni, lo,ooo a 3 anni, 8000 a 4-8 anni, 6-8000 in seguito. Per quanto riguarda la parte liquida, al siero mancherebbero le emolisine normali. Questi dati presentano un certo interesse pratico. Fra gli 01gani ematopoietici. (G. Hallez. Le Nourrisson e P'Yesse Médic., 22 maggio 1919) il midollo osseo, ricco dapprima di tessuto linfoide, evolve rapidamente verso la reazione mieloide. La milza va perdendo la funzione mieloide per affermare sempre più la f11nzione linfopoietica. I gangli linfatici non presentano tessuto perfettamente differenziato: qua e là gli isolotti mieloidi si atrofizzano, mentre il tessuto linfoide guadagna terreno. Allo stato normale mancano i po: linucleari neutrofili, ma in caso di infezione e d1


[ANNO XXVI, FASC. 50]

IL POLTCL I ~ !CO

intossicazione la reviviscenza mieloide li fa proliferare. Il fegato durante il periodo fetale è una sede importante di formazione delle emazie secondarie . ' poi de1le emazie senza nucleo. Viene poi a poco a poco sostituito nella sua funzione, dal midollo oseo, e solo nel neonato cessa di prod urre le emazie. Il timo, allo stato normale, non ha funzione emopoietica, ma nelle anemie infantili partecipa allo sforzo generale degli organi emopoietici e presenta notevole revivfscen"a mieloide. -v ~ , . s. •

Nella diarrea infantile con collasso.

...'

I sintomi principali del collasso sono le [estremità fredde, il polso frequente e debole: la temperatura rettale può essere alta. Si applicheranno subito bagni senapati, o impacchi e stimolanti diffusibili in forma di alcoolici. Se non si avrà subito una reazione soddisfacente, si faranno iniezioni sottocutanee od endovenose di soluzione salina isotonica. Si darà ogni 4 ore la seguente pozione : Salicitato d i bismato. Polvere di gomma ana cg. 30. Acqua di cannella . . . g . otto. Tre volte al giorno, si darà altresì g. 1. 20 di olio di ricino. Utili sono altresi i panni caldi sul ventre per sedare i dolori colici, ed i bagni ed impacchi caldi per conciliare il sonno, in caso di agitazione. Quando le scariche sono trequenti, si faranno clisteri con soluzione fisiologica calda. In caso di scariche dissenteriche, si faranno piccoli clisteri amidati. (Medical Standard). l. b.

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499

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Tale còmpito non può venire assolto dal medico ospedaliero, che vede l'ammalato solo ad intervalli e più che altro nelle fasi finali, ma dal medico pratico generale che, invece, ha la possibilità di seguite l'ammalato dai primi accenni del male sino alla fine. La ricerca quasi esclusiva dei fatti obbiettivi, la cieca fiducia nei metodi di laboratorio hanno condotto a trascurare le sensazioni accusate dal paziente, che possono invece essere di valido aiuto per la diagnosi e condurre a questa nei primissimi stadi quando la malattia non ha ancora prodotto alterazioni rilevabili obbiettivamente. È dunque il ritorno , al metodo nosologico, che viene invocato <lall' A., il quale suffraKa le sue idee, con la larga pratica personale, specialmente nelle malattie cardiache, continuata per molti anni, nello stesso ambiente. Viene quindi a proporre notevoli riforme degli studi medici dimostrando altresì il danno dell'eccessiva specializ.tazione, che fa perdere di vista i c-oncctti generali, da cui si deve invece avere una guida sicura nell'esercizio della medicina.

fil.

POST A DEGLI ABBONATI. (1073). Ai dott: li. N. da A. e R. M. da S.:

Alcuni trattati di ostetricia e ginecologia sono stati già indicati in questa rubrica alla p. 1155, n. 1049 di quest'anno (nella riga 5a leggere: « trattati estesi ») e alla p ag. 1009, n. 991 dello ~corso anno. R. B.

VA.RIA.

CENNI BIBLIOORAFJCJ. S IR }AMES MACKENZIE·

The future of medicine. Un vol. in-160 di 238 pag., rilegato. Oxford me· dical publications. H. Frowde e Hodder V. Stou.. ghton edd. Lond ra. Prezzo sc~llini 8/6.

J\1. M.i1tch ell (A refi. of Radiol. a. Eelectrother., lug. 1919) rileva c he a11e violte è staita iposta ·er1·one.aime111te la d iagnosi radi.ologioa e.i l itiasi renale si·ni~t~, in pit: senza di calcoli presenti 111 mi.l ze i.p ertrofiche. L'A. illustra ibale evenienza ool reperto ottenuto radiiografaindo u111a .milZJa prreJleva:ta ca.su·almiente in

L' A. sviluppa ed integra sistematicamente i • oncetti già sostenuti in altre sue opere quali << Le malattie del cuore » e « L'interpretazione dei sin· tomi ». La medicina cioè è una scienza in continua evoluzione e non bisogna arrestarsi a metodi e si· stemi, che pure essendo utili finiscono per dare una vision~ unilaterale della scienza. I grandi progressi compiuti in questi ult1mi tempi riguardano soltanto gli stadi avanzati dell~ malattia, mentre, per impedire i danni che questa porta all'individuo, sarebbe necessario conoscerne i primi momenti, in modo da ostacolarne il progredire.

una. a'UJtop&i:a. La .superficie .ester.na ,de1l'ottgalll0 mo~traiva de11~ 1 plac.che cbia.a:e, J '::i ~>parP.ieu <.a 1care : la. 1 asttra mostrò moJ.t tssiani piccoli calcoli, opachi ali raigigi, che ·f urono riro.nosciuti oome i.::xluli inclJu$i ne1io :spessor,e J.ell~ pl .J·,'che bian< a stre della :e-3{PSIUla, dsp.essita e fibrosa. Esrumi'lllaltii chdimiramente, !"jUC:ìti n~,duli dim,)straroruo di essere costi tu~1ti essenZJia lme.ll/te dia sali drl. potassa oon un po, di ferro e di a11umi111io re tracce di .oalcio: La loro .n atura mesta d'llJbbia ; pa-obabilmerute si trauta di tuibercol~ miliari, secondariamente e calcificati l> o meglio R. B. m ineralizzati.

• 'IJ on si r ecensiscon o

che t libri vervenuti in dono aHa Redazione·) .

Calcolosi splenica. -

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I .)00

SEZIONE PRATICA

NELLA VITA PROFESSIONALE . •

Cronaca del movimento professionale.

Convegno del dermosiftlografl.

In occasione del Congresso della Società di derPer la retribuzione dei sanitari condotti. matologia e sifìlografia - di cui daremo prossimamente un breve resoconto - ha tenuto la proIntorno a questo argomento il Ministero dell'In- pria assemblea annuale 1 Associazione dei dermoterno (Dir. Gen. Sanità) ha inviato ai Prefetti la sifilografi italiani. seguente circolare: Sono alla presidenza Pasini di Milano, Verrotti « Con D. Reale in corso di pubblicazione viene di Napoli, Montesano di Roma. data facoltà alle G. P. An1m . di aumentare a Apre la seduta il prof. Pasini, il quale rivolge · congrua mis11ra le retribuzioni degli impiegati e un mesto pensiero alla memoria del prof. Campa11a salariati delle Provincie e dei Comuni, purchè i e saluta con ispirate parole il successore prof~ relativi · aumenti non eccedano quelli concessi Ducrey, assunto alla prima cattedra del Regno dallo Stato ai propri impiegati in virtù dei Decreti ed il cui nome è legato ad una scoperta importanLuogotenenziali 10 febbraio 1918, n. 107, 14 set- tissima nel campo della specialità dermosifilopatica. Commemora quindi, con nobili e commosse tembre 1918, 11. 1914, 19 giugno 1919, n. 973. Analoga limitazione era prescritta con le cir- parole, il prof. Vignolo-Lutati che fu beneamato colari 16 luglio e 26 agosto p. p., numero 15700-5, presidente dell'Associazione; ricorda pure il socio di questo JYiinistero, Direzione Generale dell' Am- prof. Ciuffo caduto sul campo della gloria, ed i mi.i1istrazione civile. colleghi Panichi, Pappagallo e . Bennati, deceduti Ad evitare inesatte interpretazioni si ritiene op- in seguito a malattie contratte in servizio miliportuno prevenire le SS. LL ., che tanto il Regio tare . Decreto quanto le circolari di cui sopra, non sono Il prof. Piccardi, a. nome dei colleghi di Torino, applicabili ai medici e veterinari condotti e agli si associa alla commemorazione del prof. Vignolot1fficiali sanitari. Per essi rimane in vigore, piena Lutati e con cuore di amico ne rimpiange la pered intera, la d isposizione dell'art. 26 del testo unico dita . delle leggi sanitarie lo agosto 1907, n. 636. Anche il prof. Pini aggiunge elevate parole cli Per tanto i detti sanitari, oltre a beneficiare saluto alla memoria del prof. \·ignolo. della indennità di caro-viveri la cui concessione è Il presidente prof. Pasini fa quindi la relazione obbligatoria ai sensi del Decreto Luogotenenziale sull'attività svolta dall'Associazione dal 1914 al 9 marzo 1918 , n. 338, potranno ottenere gli au1919; accenna al programma da attuarsi dalla menti d i stipendio contemplati dai Decreti Luo- nuova presidenza, e chiude assai applaudito,. gotenenziali 10 febbraio 1918 , n. 107 e 19 giugno beneauspicando ad un maggiore increme11to della 1919, numero 983, ed ove tali aumenti non bastas- specialità per il bene dell 11manità sofferente . sero ad assic11rare convenientemente il servizio Il prof. Piccardi dà poi ragione di un ordine del sanitario, l'autorità tutoria potrà portare i loro giorno, sul quale interloquiscono i professori lVIoncompensi a misura anche maggiore, tenuto conto tesano, Fiocco, Pini, Pecori, Cortona, Malusardi, della pote11zialità dei bilanci, delle particolari Fisichella, Truffi ed altri, nonchè il presidente proesigenze locali e della coesistenza di altre fonti di f essore Pasini. Il prof. M ontesano, co11 un notevole discorso~ lucro professionale. Con l'occasione si raccomanda vivamente alle lamenta la mancata sistemazione dei dispensari . LL. di intensificare la propria azione diretta celtici. A conclusione si approva il seguente ordine del - giusta le circolari telegrafiche 28 e 31 luglio p. p., n. 20652-2091 g - ad age,rolare opportuni giorno del prof. Piccard~: cc L'Associazione professionale dei dermosificontatti tra sanitari ed _.\.mministrazioni onde raggiungere in via bonaria accomodamenti. E lografi italiani; considerando che i dispensari qualora tali accordi non riuscissero possibili, la celtici sono fra i mezzi più efficaci di profilassi Giunta Pro,"'inciale Amministrativa interverrà delle malattie veneree e che la loro utilità in tal ai sensi dell'articolo 26 testo unico leggi sanitarie, senso è concordemente riconosciuta da medici> per troncare situazioni il cui prolungarsi potrebbe sociologi e statisti; propone: 1° che il Governo compromettere la regolarità di un servizio, che ha imponga ai Comuni l'applicazione integrale della tanta importanza per la salute clelle popola .. legge che istituisce almeno un disp:nsario ~er og:1i • • ZlOnl )I . 40.000 abitanti; 20 che a norma cli legge 1 mecltci 1

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XXVI, FASC. 50]

IL POLICLINICO

direttori e assistenti dei dispensari sieno nomjnati per concorso e scelti fra coloro che presentino seri~ garan~ie di .co~petenza nella specialità (liberi docenti, specialisti riconosciuti ufficialmente direttori di reparto della specialità); 30 che nei co~ mu.ni al di sotto dei 40.000 abitanti si istituisca almeno tm dispensario consorziale o compartimei1tale e che anche alla direzione di questi si provveda a norma di legge o subordinatamente con inviati dai centri maggiori con equa e decorosa trasferta; 4° che i dispensari- preferibilme11te annessi alle cliniche, agli ospedali od agli ambulatori - perchè più facilmente possano affiuirvi i malati, siano corredati di tutti i mezzi necessari diagnostici e terapeutici e sieno largamente fomiti dei rimedi atti a far scomparire rapidamente le manifestazioni contagiose della lue celtica; 5o che in considerazione dell'itnportanza delle funzioni dei medici addetti ai dispensari e delle difficoltà dei tempi, ne siano migliorate le co11dizioni morali e materiali, sia nel riconoscere ad essi almeno gli stessi diritti a·i stabilità e pensione che hanno i medici condotti, sia coll'aumento adeguato degli stipendi quasi irrisori ». Dopo l'approvazione di quest'ordine del giorno si procede alla nomina del nuovo Consiglio direttivo e vengono eletti: presidente prof. Fiocco; vice-presidenti professori Cappelli e Cavagnis: segretario professor Terzaghi; tesoriere il prof. Pecori. ' Su proposta Pini l'assemblea delibera tra vivi applausi, di partecipare alle onoranze da tributarsi in Bologna all'illustre professor Majocchi in occasione del suo quarantesimo anno di insegnamento. Il Convegno ha termine con applauditi discorsi <lei professori Pasini e Fiocco. .

Nell'Ordine dei Medici della provincia di Ferrara. Il presidente dell'Ordine, prof. E. Casati, comunica, in una circolare, le deliberazioni prese dall'ultima assemblea: l. Che i medici, d'ora innanzi, nei certificati per gli infortuni agricoli si limiteranno a trascrivere le generalità che servono a identificare la persona infortunata, la diagnosi e la prognosi trascurando tutte le altre domande inutili, e ciò come protesta ad una legge vessatoria pei medici, e senza alcuna utilità per- gli infortunati. 2. Che una Commissione appositamente nominata studii il progetto di legge sull'Assicurazione contro le malattie e faccia alla Federazione degli Ordini le proposte ritenute eque nell'interesse dei medici. 3. Che la tariffa per le prestazioni mediche · chirurgiche pubblicata dall'Ordine nell'anno 1914, sia raddoppiata, in rapporto all'enorme rincaro della vita.

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4· Che si inizi subito una lotta a base di ostruzionismo p~r le prestazioni medic0-legali, a::erten~o che m nessun caso la risposta ai quesiti posti dall'Autorità Giudiziaria deve essere i':11mediata, ma ~i deve sempre richiedere un peri.odo c?~gruo tempo per studiare e rispondere ai quesiti stessi. In nessun caso si deve stabilire la causa della morte quando si è chiamati all'esame di un c~davere sen~a una necroscopia completa col relativo esame microscopico dei pezzi raccolti e 1'esame chimico del contenuto dei visceri. La presidenza avverte, infine, che presso la sua sede funziona dal 1° dicembre un ufficio di collocamento.

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Per la rappresentanza degli Ordinli nel · Consiglio Superiore di Sanità. Le prefetture hanno trasmesso ai Presidenti degli Ordini dei Sanitarii, recentemente nominati il preavviso che a norma del R. D. 4 settembr~ saranno it1dette nel mese corrente le elezioni dei rapprese11tanti. degli Ordini stessi nel Consiglio Superiore di Sanità; secondo le modalità prescritte dal R. Decreto II settembre 1913, n. lI95. E co11 D. Min. le elezioni furono stabilite pel 29 corrente alle ore sedici presso il Ministero dell'Interno (Direzione Generale della Sanità Pubblica), cui i Presidenti degli Ordini dei sanitari delle varie provincie d evono in conformità dell'in,rito personale a ciascuno di essi rimesso, inviare la relativa scheda, nel modo prescritto, entro il giorno 21 dicembre I9I9.

Per gli studenti di medicina sotto le armi. L'on. Mauri ha interrogato il ministro della guerra per sapere se intenda accogliere la giusta richiesta degli aspiranti medici laureandi fuori corso perchè sia estesa anche ad essi la licenza di sette mesi accordata agli studenti di medicina iscritti al sesto corso, affinchè possano conseguire la laure·a nel corrente anno scolastico.

Agli Ordini del Medici. I nuovi Consigli amministrativi sono risultati così composti per le provincie sotto indicate : Arezzo. - Aimi Dino di Cortona; Belli Giuseppe di Rignano suli' Arno, presidente; prof. Ficai Giuseppe di Arezzo; Galletti Gallo di _AJlghiari, segre· tario; Santucci Aleardo di Montevarchi; Taddei Giovacchino di Pergine, tesoriere~ \ 1iviani Ugo di Arezzo. F errara. - Casati prof. E., presidente; Simoncini E., vice-presidente; Pradella G., segretario; Gardi A., tesoriere; Ravenna U., Padovani E., Cayetti E., consiglieri. (27)


IL POLICLINICO

RISPOSTE ! QUESITI E A DOMANDE. (8o64) Inde·n.11ità caro-viveri. Dott. P. F. da S. G. Amche per gli impiegati 001111UJ11a1i è stia..ta ammessa la massi.ma ohe le perso.ne QOinrv:ivent:i per <llair lu.ogo alla •inc1enrnità caro-viveri di lire 100 debbono essere 11ii1iori od inabili a Lavoro essendosi collJSidera.to ehie 1:ai .m odifica 3!pportata dal Decreto del 5 giennaio 1919, n. r8, quantunque non .niiahiamata 'llel D. L. del 9 marzo 1919, 111. 338, .pur.e è ad esso appil·ioabrule iin q·uanit.o che agli dttnpiegati anzidetti fu esteso til D. L. del settembre 1918 nella 11iisura e :on le lin·?-itnzioni st.a bilite per · gli impiega :~i d·~llo St.ito. È da m.otare che dll predetto decre.to del gen uaio 1.!lti:mo si r.ese esecurt:orio coevamente alla a.p1)J.ica:t~(.)ne del diecreoo dci massi·m a ·:.ie1 IJrooed~. nte n1P:s~ di se•:tierr:bre. (8065) Petisioni. - Ser?Jizio interinale . - Dott. O. B. da S. A. i.n V . I servizi interi1na:1i :n10tn si possono ri·soaitJtare aigli ·e:ffieit.tli de'l:la 1pen,sion1e. Quarndo -ess.i sono ~estati da ·chi è già i·s~ri tto al'lia Cassia sono cale.oliati Uinic.aimente -a·g-J;i effetti del raggiung.ilmieaito del diritto alla ,pensione s tes . sa. Il serv~zio ·presta;to C'ome assistente del.l 10spedlale :non è del p arii riscattabil~. (8067) Riscatto di ati1ii di servizio. - Dott. I. S . da M. B. Se 11110n ha liquidata la pen1sione è irun1oora i:n tempo rper riscattaire g~i anni di se.r ' 'iz.io, che 1'iammnistraz1one detla Cassa di pre,.i,denza si ri:fi..u ta d.i ammettere ~n &tlP fa·v-0re. _l\ll'uopo occorre avainz.are analoga isitainz.a al1a 2 mmin'Ìl&trazione della Cassa i-n pairola, chiedendo quail premi10 de,·e pagare pel tiscatto, i1n quanito tempo la somtna deve essere pagata ed a chi. (8068) Au1nento di stipendio. - Dott. E. _i\. dia G . Piei medici conùot.li t1uttii gli aumenti stabiliti da[ D. L . del 10 febbraio 1918 e 19 giug.n o 1919 sono ordi nruti dallila G. P . ./\.. illlOn i1n modo asso1u to ma bensì ten'UJto conto delUe condizioni speciali delta località e della importainza dell'opera richii.esta . Da decorrenw. degli awmenti è s:tiabiliita dal 1° ottobre 1919. E1Ja, oùtre a [iire lOO .m ensil1i , come ddspone iil precitato d'ecreoo dcl giuo<Tno , ed ollitre l'indenmàtà ieaa-o-viveri, S1.tllo stipend.ilo di lilf'e 3500, dovrebbe, st1lle prime lke ::?ooo, avere il 30 per cen.t o di aumento e s11l~e residuaili 1500 iil 15 per cento; 'Ìn tutto lire 825. La R. M., stante la già ottenutt:a. esenzione dowà P3bcra·rl-a solo sug.1i aumenti. (8o6g) Ordine dei san.itari. - Polizza di assicitrazione. - Dott. C. T. da l\i. Il medico chix1t1rgo che senza essere iooritto all'Ordine de.i sanitarii esercita la 'PrnfessilO!le è puirl'ilto 0i sensti de.lfu artioo.lo 53 terzo comma dcl t esto u.nico de:Lle l r C!gi sanitari~ appd'o·vato con R. f)e< t (~to del i:? 1

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(-.\NKO XX\·1 , FASC. 50J

agosto 1907, rn. 636, cioè oon pena pecuniaria non inferiore a lir.e 100. La polizza di assicurazione :!.i.t.Jn è dincotnpatièile con la i>ensi:o11e iJ: ~\:~ ] egiata. . (8o58) Indennità cJrV-1Ji'Veri. - Dott. G. D. N. da C. Agùi impiegati interina1i e, qudncli , anche ' al medico condotto, compete 1.a iLdennità cal·oviveni. quando COpmiilO iUlll 1posto rpreviÌl&to 'lle•l la pianta org·a·n:i ca e .p ri•v o di tiitol01f,e :F.er;ohè irui11cante ma non semplicemente asse11te. (8059) 1YI edici delle Opere Pie. - A ssicurazio1-ii. Dott. abbonato 625 . Ignoriamo se :nella classe dei medici condotti e delne Opere P1e eScista agi.t amone per l'applioazionie dello articolo 45 dcl reg.olaimelllbo generale saini:tairio e 111i0n .saprem:mo, quindi, consigliarla a chi n-i volgere 1a &fili. ir.ilclhi1 esta. Qualora Ella, come me.dico dell'Opera Bi.~ eserciti ufficio di condotta i.n vece eluogio del ,c omune potrebbe chiedere, in vista della .tenuità de11o stipendiio .a:ssegnatole, alla G. P. A. un aume-nto in applicazione dei DD. LL. 10 :fiebbirado 1918, n. 107 e r9 giugno 1919, n. 973, e ciò dn forza de11a. circolare del .Nii.n1st<.'"r0 dello Interno del io ottob['e u1trimo, n. 20400-J - c.ol oom1bi1nato disp.o sto del p,r.ecit.a:to airtiicolo 45 . - A llorchè 1a legge cui a-c0en1n1a sa.rà iaipprova.ta. potremo darle la indicazione che E1'La .r ichiede .

(8o6o) Concorsi. - Docit:me1iti. - Dott. P . D. T. da V. Se si brBJtta cti ,doc11menti o meg1io di certi:ficaiti qu·e sti debbono essere piresenitaiti st1 carta da bo.Jlo da lire 2. Per i so11 atti de11(" stato ci1Vilie occorre, quia1n<10 sonio diretti f.uori provi:nicia, la 1egailizza.zioin.1e de1'l:a firma del Sindaco da part.e d el Pa:esidente dell Tribunale, per gli ailtri occorre la lega1izzaz!one deJ:la :fiirma dcl Sindaco da parte della a11torità polirti.ca con1ipetenibe per terriitorio. (8o62) Aumento di stipendio. - Dott. C. .\ da T. Ai medici condotti, ~ome è chia.r ito cklll:1 okroliare ·d cl Mi11isibero de11o l11iber.no cle!T 15 ot·tobre 'Ull·ti.mo N . 15700, non è .applicabi;ie il D. R. d.el 16 ottobre ultimo 11. 1960, ,portan,t e mig-li,·ramento ag.l i stipendii degli 1mrpiegati m1m11c:pali. In f.orza della ciircoll.are del 16 ottobre ru.Lti mo, n. 20400, essi possono ottenere tutti gli a11menti stiabiliti per gli imt)1egati dello Stato ricorrendo alla G . P. A. ad sensi dello articolo 16 delLa legge 1

sanitaria. Doctor JUSTITIA.

Servizio medico-militaYe. - All'abb. n. 335: Per aver diritto alla polizza di assicurazione occorre aver prestato servizio con reparti cli truppa combattente. Circa la pensione che le può spettare per il tra11ma sofferto per ragioni di servizio, essa


[ANNO XXVI,

FASC.

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Sl".ZlONE PRATICA

non può essere considerata nella stessa categoria delle pensioni date in seguito a ferita riportata in combattimento. All'abb. n. 10780: La nuova indennità professionale staotlita dal D. L. n. 2070 spetta, naturalmente, anche agli ufficiali di complemento. All'abb. n. 8630: Essendo Ella Ol;"lllai libero dal servizio nessuna difficoltà per la presentazione e l'accettazione delle sue dimissioni dal grado di ufficiale. Al dott. G . L. da L.: Il diritto all'indennità di congedamento è stato esteso anche agli ufficiali medici assimilati. All'abb. n. 9411: X on ritengo che il Ministero possa considerare continuativo il servizio da lei prestato, prima come ufficiale effettivo e poi come ufficiale di complemento, agli effetti della pension~. Comunque Ella potrebbe provare a far domanda in proposito al Ministero della Guerra. M. G.

l' Isti.t uto N ~zionale medico -farmacologico in Roma,. consistente m una medaglia d'oro al merito clinico. Possono concorrere i laureati in medicina e chirurgia, appartenenti alla classe dei professori ed assistenti universitari o addetti ai servizi di uno qualsiasi fra gli Ospedali italiani. Le istanze per ammissione al concorso (su carta bollata da L. l .oo) debbono essere presentate, insieme con il certificato comprovante la qualità di cui al precedente articolo, al Rettore della Università, non più tardi del giorno 10 gennaio 1920. Alle istanze debbono essere uniti lavori e pubblicazioni nel ramo della clinica medica o della terapia medica. La Commissione composta di cinque membri,. fra i quali saranno compresi i professori à i Clinica medica, di Patologia m~dica e di Farmacologia, prenderà in esame i lavori e le pubblicazioni presentati dai candidati e indicherà, possibilmente non più tardi del 20 febbraio 1920, i nomi dei vincitori, riferendo brevemente, con apposita. relazione,. le ragioni che l'hanno indotta all'assegnazione del Premio. Gli atti della Commissione sono sottoposti alla revisione del Consiglio della Facoltà Meaica e èel Consiglio Accademico.

NOMINE., PROMOZIONI, ONORIFICENZE.

Medico chirurgo giovane, sei anni pratica ospedali, condotte, offresi. Scrivere De Bella Antonino Falconara Albanese (Cosenza).

Il nostro amico e collaboratore dott. Guido Mendes, ten. col. medico, d irettore del SanatorioTubercolosario militare di Roma, h a conseguito a pieni voti la libera docenza in patologia speciale medica, svolgendo il tema: cc La diagnosi radiologica precoce della tubercolosi polmonare ». Al valente sanitario facciamo i nostri rallegramenti cordiali. ORDINE DILLA CORONA D'ITALIA.

Commendatore: dott. Longo Gaetano, Pad~li. Cavaliere: dott. De Ritfs Francesco, Napoli.

• ALBO D'ORO. C ROCE DI GUERRA.

Prof. dott. Giovanni Zanetti, per la condotta tenuta quale capitano medico di complemento presso un reparto alpino, per oltre un anno di ininterrotto servizio s11lla linea del fuoco.

CONDOTTE E CONCORSI. BlltI.,~A. Ospedale degli infermi. -

Il termine utile J?er la presentazione delle domande al po~to di chirurgo primario, è prorogato al 31 gennaio. ROMA. Ospedali R iu1iiti. ~ Co~cors<;> per la nomina di 30 assistenti medico- chirurgi, come da annunzio pubblicato nel fas~. 47 ,a pag .. 1409. Scadenza ore 15 è el 31 gennaio. Et~ massima 34 anni al I 5 d icembre. Tassa d'.esame 1:1 L. 30,, no:i reperibili, da versare presso il Tesorie~e dell Istituto· e ritenuta di L. 30, per spese d i concorso, sul primo stipendio dei nominati. Stipendio lire 4.500 lorde annue. Le altre condizioni sono quelle già pubblicate. ROMA. R. Università"("degli studi. - È aperto il concorso a un Premio Baccelli, Fondazione del-

Di/fide e boicottagg·i. La Sezione Elbana C:ell' Associazione N azionale ~edici condotti segnala il boicottaggio proclamato contro la condotta medica d i Rio Marina (Isola d'Elba - prov. di Livorno), perchè il concorso fu testè bandito col sistema della condotta piena, collo stipendio di anteguerra e senza aumenti sessennali. In seguito alla diffida apposta al concorso pei due posti di medico condotto nei reparti suburbani del Comune di Padova - diffida da noi pubblicata per invito d i quella Sezione dei meòici condotti - il Commissario Prefettizio, in sostituzione del Consiglio Comunale, con deliberazione lo dicembre, approvata dalla G. P. A. il successivo giorno 5, bandiva un altro concorso per i due posti'" suddetti, prorogandone i termini :fino al 2 3 dicembre assegnando a ciascun posto l'annuo stipendio d i L. 5.500, oltre l'mdennità normale caro-viveri a sensi del D. L. 9 marzo 1919 e altra indennità suppletiva temporanea comunale di L. 750: inalterate rimanendo tutte le altre condizioni incluse nell'avviso di concorso in data precedente.

Uffici di c,olloca1nento. Piemonte e Li1gUlliÌla : Torino, \'ia dei M~111e, 16° (presso 1'0rdine dei Medici c1i Torino) ; Lombardia : Milam0, via Dogainia , 2 (-presso Ja P1"iesid·e nza cenlkale) ; . Tre Venezie: Verona, Stradone Super:iore l\Iaffei, 10 (,presso 1'0rd1inie dei Medici) ; . . . Emiùia e RPmag.na.: Bologna, Archi gt11tnasao (presso 1a sede dlel1·a Sezione Bdlogniese) . Mantovano: Mantova, via Arrivabene 3 (presso l'Ordine dei Medici). Ferrara, presso la sede dell'Ordine dei Medici (per la provincia):· Chiedere Je condiizioni. 1

(29) •


IL POLICLINICO

lfOTIZl.E DIVERSE. ll Congresso· nazionale di dermoslftlografla. Al Policlinico U mberto I di Roma, nella R. Clinica dermosifilopatica, si è svolto, dopo una interruzione . di quattro anni, il Congresso della Società italiana di dermatologia e si:fi.logra:fi.a. Pronunziò il discorso inaugurale il prof. Mantegazza, il quale si trattenne a ricordare l'obbligo particolare dei cultori della specialità dermosifilografi.ca di occuparsi - all'infuori del comune lavoro quotidiano - di questioni d'indole profilattica sociale. Daremo prossimamente notizia del lavoro compiuto dal Congresso. Prima di chiudersi, il Congresso ha inviato un telegramma di devoto omaggio e di auguri al sen. prof. Tommaso De Amicis, ed ha deliberato di parteeipare alle onoranze da tributarsi al professor Ma1occhi. Il nuovo ufficio di presidenza venne cosi costituito: prof. Ducrey, presidente; pro:ff. Pini e Radaeli, vice-presidenti; prof. V. Montesano, segretario; prof. Malusardi, cassiere. Il Congresso si chiuse con applauditi discorsi dei proff. Breda, Mantegazza, Pasini, Majocchi ed altri.

I Congressi e l'Esposizione di Monaco. A completare il grande avvenimento dei Con. gressi per l'espansione delle Stazioni Termominerali, Climatiche e Balneari delle Nazioni alleate od amiche - Congressi che si terranno nell'aprile venturo per iniziativa del Principe di Monaco si terrà pure una grande Esposizione. Ora la Direzione del Touring Club Italiano, in.caricata della organizzazione della .I?artecipazione italiana a questa importante manifestazione internazionale, ha diramato a tutte le Stazioni italiane, di soggiorno e di cura. una Circolare chiedendone l'adesione. L'Esposizione verrà inaugurata il 20 aprile e rimarrà aperta fino a tutta la stagione invernale x920-21 . Sarà divisa in cinque Sezioni: . I. La Esposizione storica (documenti, quadn,

[ _.\.NNO

XXVI, F ASC.

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stampe, lavori di idrologia vecchi autografi. cimeli archeologici, medaglie ecc.). ' 2. Esposizione scientifica e terapeutica (appar~cchi i~pie.gati per le applicazioni e doc11mentazione s~ientifica) . · ~. Esposiz.ione q,rtistica e tur_istica (vedute generali e partico~an della Stazione e dintorni); 4. Vedute di proiezione o pellicole cineniatografiche (anche ad illustrazione di speciali conferenze). .5. Esposizione industriale e commerciale (con speciale riguardo alla materia trattata nei Congressi).

Converno delle pubbliche assistenze. Il 20 ottobre si tenne in Roma un Conve~o della Federazione Nazionale fra le Società e Sc~ole di pubblica assistenza. Accertato il patrimonio attuale in oltre mezzo milione ed avvisato ai provvedimenti per a11mentarne sempre più la portata, si è deliberato di istituire le seguenti opere di patronato in tutta l'Italia: eljminazione dell'accattonaggio col ricovero e con la protezione dei vecchi e degli inabili al lavoro e con uffici di collocamento; ricovero per l'educazione dell'infanzia abbandonata; stazioni cljmatiche e marine e dispensari anti-tubercolari; cassa di assicurazione per i militi e per gli orfani dei militi morti in guerra o in servizio. Si è deliberata poi la fondazione di nuove Società, specialmente nel Mezzogiorno, nelle isole e nelle nuove terre annesse o da annettersi alla Patria.

Nel giornalismo medico. Vede or ora la luce il numero 10 della 7a annata del periodico « Tumori », diretto con tanta perizia dal prof. G. Fichera . n fascicolo contiene tre 1?regevoli lavori originali (Grosso, sulla trasmissione sperimentale del carcinoma nei muridi; Borzini, su di un lipoma profondo della coscia; Perez, sui carcinomi dello stomaco e loro cura chirurgica); una ricca rassegna bibliografi.ca; un copioso bollettino delle recenti pubblicazioni di oncologia. È corredato di nove tavole.

Indice alfabetico· per materie. •

Alimentazione del bambino . . . • • . Pag. )) Ascessi epatici di origine amebica. . . Calcolosi splenica. . . . . . . . . . • Casa (Il problema della). . . . • . . . Dissenteria da Shiga: diagnosi batterio· )) logica . . . . . . • • . . . • • • • Diarrea infantile con collasso: tratta)) 1499 mento . . . . . . . . . . . • • • • )) 1497 Edema congenito. . . . . . . . . • . Eredo-sifilide e sclerosi pleuro-polmonari )) 1496 e mediastiniche nell'infanzia. . . . . Febbre tifoide: forme atipiche. . . . . )) 1475 Roma, i919 • Siab. Pol. A.mm. Guerra. (30)

Riflessi viscero-sensoriali nelle malattie degli organi addominali. • . . . • . Pag. 14go Sangue e organi f'matopoietici nella . » I4"'Sl pnma et'a . . . . . . . . . . . • . ~ » 1497 Sifilide ereditaria e meiopragia . . • . » 1495 Sindrome del ganglio genicolato . • . . Tra11mi del torace: trattame~to. . .• I 1494 Tricofizie post-vacciniche . . . . . . . 1493 Tubercolosi: il reparto di accertamento diagnostico nella difesa civile. . • • 1 I Utero gravido: ferita . . . . . . . . • Vaiolo: Trasmissione al feto . . • . . . » )) Vitiligine sifilitica . . . . . . . . . . .


Roma, 21 dicembre 1919

llnno XXVI

Fase. 51

(PubblieaW il 24· tl'ictmbre 1919).

fondato dai professori: GUIDO BACCELLI FRANCESCO

'DURANTE

,

SEZIONE PRA":C'ICA REDATTORE CAPO: PROF.

VITTORIO

ASCOLI

~==================================================================

Ai Medici Italiani, Comincia il « Policlinico » a salire l'erta del suo XX VII anno di esistenza, se111pre più diffuso, reso dall'esperienza sen1pre più accorto, sempre eguale nell'indirizzo clinico severo e nella onesta difesa degli i11teressi della classe medica. Ma l'erta è faticosa. La medicina s'immedesima ormai cosi nelle molteplici manifestazioni della vita sociale, che d'ogni orierztamento della politica rise11te i riflessi. L'anno scorso, nell'entusiasmo della nostra grande vittoria, noi vedevamo l'Italia sicura nei suoi naturali confini, libera d'ogni soggezione, assumere posto d'onore nellt1 Lega delle Nazioni, per guidare il mondo verso ideali di elevamento i1mano e di giustizia sociale. Oli ideali d'Italia non sono mutati; ma il cammino delle ur1zane ge1zti verso il bene è così intralciato e stentato che occorrerà vincere intoppi più grossi forse c'he quelli della guerra, occorrerà lottare per tempo molto più li1ngo che la lunga guerra, pri111a di vedere quel radioso domani, che era pro111esso ai popoli liberi come premio im1nediato della vittoria. Piiì disgraziata che le altre nazioni vincitrici, l'Italia traversa ancora un periodo di depressione politica ed economica. Noi non disperiamo tuttavia del suo avvenire. Nel/' attuale ribollimento di idee, nel cozzo di forze in contrasto, nel/' esaltazione delle lotte politiche, nelle presenti difficoltà, noi osia1no presagire che si svolgeranno correnti nuove che metteranno l'Italia nei campi del pensiero e delle opere al livello delle nazioni più progredite. Ciò nonpertanto, finchè la crisi imperversa non è consentito al giornalismo medico di proporsi vaste trasformazioni. Chi vuole assecondare con le opere Le pron1esse fatte non può pensare a rinnovamenti che importano aumenti di lavoro e di spese, quando ogni lavoro è enor. memente difficile e costoso. E nella sincerità ch'è la nostra divisa, noi dobbiamo confessare .c/ze ancora dura per noi il periodo di raccoglimento. Raccoglimento non significa e 1zon importa arresto, n1a preparazione di energie, per spiegarle a pia ampio volo. Niente s'improvvisa; senza preparazione adeg11ata non s'ottiene nulla .di buono e di duraturo. Finita la guerra, si è fatta, nell'anno decorso, una scelta più scrupolosa dei lavori originali; si è potuto tener conto non solo, della produzione scientifica e clinica dei paesi alleatj, ma anche di quella dei paesi già nemici; abbiamo affrontato le grosse questioni che alla classe niedica derivavano dalla predisposta assicurazione sociale contro le malattie. Abbiamo inoltre co11 riviste sintetiche illustrati molti problemi clinici nuovi. A mano a 1nano che scemavano le esigenze della medicina di gt1erra nel campo clinico e nel can1po degli interessi professio1zali, abbiamo potuto dedicare lena e lavoro alle questioni della grande clinica, al riordinamento dei servizi sanitari, ai problemi d'igie1ze sociale. Per solerte e zelante che fosse, e pure opportunamentr- costituita nell'armonica fusione .delle più varie competenze, la redazione ordinaria non poteva da sola sommare tanta copia di materiale selezionato quanta ne contiene il « Policlinico » nell'annata che si chiude. (Jl


1506

IL POLICLINICO

Si deve al fiducioso accentrarsi dei lavori dei medici d' og11i scuola e d'ogni categoria, si deve allo spirito di indipendenza e al sentimento affettuoso con cui sono sempre esaminati e scelti questi lav.ori, per rivolgerli ai fini superiori di migliorare la coltura e l'esperienza clinica nonchè di tutelare efficacemente i giusti interessi dei medici, se il « Policlinico » ognora guid~ e sorregge il medico pratico in qualunque delle sue mansioni, se esso è il vivo e vero giornale del medico pratico italiano.

Tuie rimarrà, mentre noi nella simpatica convergenza di intenti e di lavoro vediamo matu'rare quel rinnovamento che la fede nel domani d'Italia ci addita. •

LA REDAZIONE . •

L 'An1ministrazione del ''POLICLINICO '' i1on ha atteso che l ' At1110 nuovo con1i.t1ciasse per <lar prove tangibili a~lJa sua buona volontà e degli sforzi diretti a i·aggiungere quei perf ezionan1enti tecnici del giornale ch e sono la sua inira costante. Poco dopo che la guerra finì'' IL POLICLINICO'' riprese la sua antica veste tipografica. con carta migliore di quella anti-bellica, sebbene di costo dieci volte maggiore. I lettori non ignorano la corsa sfrenata agli alti i)rezzi e le gravi difficoltà in cui si dibatte l'industria tipografica, sp~cie per i continui sci.operi degli operai, tuttavia l ' Ammi11jstrazion e lottò strenuamente per n1antenere i pr opri i1n pegni \rerso gli Abbonati ed è lieta di lJoter pubblican1ente constatare di esservi riuscita forse al di là delle proprje speranze e i:>oggiando unican1ente sulle sue forze. Così noi chiudiamo l 'anno perfetta1nente al corrent e, ment.r e altri nostri confratelli sono ancora in arretrato di inesi. Questo recente passato è arra sicura per l'avvenire : le difficoltà da superare saranno for.. e maggiori, l'acuta crisi eco110111ica che attraversa la nazione sarà forse più profonda ed i costi continueranno a crescere. Gli altri giornali, e non d 'Italia soltanto, h aru10 creduto di i:>remunirsi aumentando notevolmente i prezzi d' a bbonamento; noi 'restia.mo fermi, per la Sezione che più direttan1ente interessa i medici pratici, nel prezzo attuale. • E' un rischio grave che affrontiamo, ma lo facciamo volentieri e risolutam ente nella . fidu cia che la simpatia del pubblico medico italiano continuerà sempre a sorreggerci, e che mai ci v errà m eno la benevolenza dei no~tri abbonati, i quali, ne siamo certi, in quèsti difficili momenti "i str ingeranno attorno a noi per sostenere validamente questa nostra Opera, che vive per la classe medica e solo d a essa i11tende di es. ere m antenuta.

L'

ITALIA

Alla Alle Alle Alle

sezione pratica . . . . . . . sezioni medica e pratica . . . • sezioni chirurgica e pratica . . . sezioni medico-chiruigica e pratica ~ Saremo assai grati al s lg!lorl abbonati che

. . . . . . . . . . . .

L. 20. 50 • 27. 60 • 27. 50 » 35. 00

.AMMI~ISTRAZIONE •

ESTERO

Fr. 28 / » 36 In oro 1 36 \ 1 45

vorranno rinnovare l'abbOnamento avanti che cominci Il nuovo anno. Ciò agevolerà molto il lavoro amministrativo e la puntuale spedizione dei fascicoli. (2) •


~EZIOi"E

PRATICA •

SOMMARIO. Osservazioni cliniche: L. SpolYerini: E1niplegia dn malaria

in un bari1bino lattante. Riviste sintetiche: E . .liondolfo: Forme at.ipiche d ella feb· bre tifoide. Sunti e Rassegne: :::)El\<IEIOTICA.: J. Gardc~nr Hopkins: Il

valore clinico degli esa1ni sierol ogici. - DERMATOLO GIA : Stokes: Porpo!.'a, e rite1na uodoso ed eritema indu rato di na.t ura tubercolare. - CHIRURGIA: E. G. Beck: Il problema dell' e1npicma. - l\tIEDlOI NA. SPERil\lENTALE: L. Finton, M. M. Peet: Studio sperimentale Sltll'uso di innesti di omento nella chirurgia addominale. Accademie, Società mediche, Congressi : Società metlicochirurgica di Pavia.

"'T·

Appunti di medicina pratica : C AS I STICA E 'l'ERAPI.A: L'albu1ninu1·ia cardiaca. - ~ulla diagnos i differenziale tra fe-

Diritti di proprietà riservati, Ili i ssi sen111 citarne la fonte. ·

è

CLL,ICA PEDL<\.'l'RICA. DELLA R. U)il V. DI ROl\1A CONCETTI

Emiplegia da malaria i1a un ban1bino lattante •

per il dott. J_, . ~ e]1le

SPOL\"ERl l' I,

Posta degli abbonati. Cenni bibltografici. Nella vita prÒfessionale : }:::;. Tognoli: _.\.. proposito dello sc'.iE>· pero dei n1edici. - <'ronaca <h.!l 1110\' i•nento profe ·::,io-

uaJe. Condotte e concorsi. Notizie diverse. Indice alfabetico per materie.

vielata la ,iprodu1ione dei laoori pubblicati nel POLICLINICO o la pubblicazione di su11ti

OSSERVAZIONI CLINICHE. diretta dal prof. L.

nomeni aortici ba ~ e do" iani e ncYrosici. e fcn0Juc11i aortici in ba::,edo,via.n i e neYrosici. - Ma.n ifestazioni e t tasist.oliche in seguito alla -01n1ninistrazione dc•i <lc1·ivati dello .;;trofant o. - La. stricnina nei disturbi circolatori. - La canfora nelle miocarditi croniche.

ai nto e docen.te.

malarr-ich1e estiw-a1titun111aili d ei bambi n1i , ~n isp~ie in q1u ell1i al di sotto di d tte anni di età, occor.re di osser,rare con .rel~i va f req uenza la forma clinica oosì detta eclam.ptica , caratterazzata da a ttacch·i oorrr v·u l.s ivi clo1ùco-tc>i1ùci per lo più genieralizzati , qua1lche volta invece limitaiti· ad runa parte del corp.o , e ch e si succedono ad ii1terval.li p iù o m er10 rav,ricinati a seconda dell a gravità e 1dci11 ':i,rutei1s iità d ell'inf,ezio11e . E m ol.te ,rolte, .se nJOn soecorresse l'esa1ne clel sia:ngue e l 'runamn.esi, taJe forma c li11 ica si potr-ebbe fia·cilmente ieo11fond1e re c-011 t11n v~ro atta.e co 1neni111gitico sia del.l1a base .e s1a cerebro-spinale a cùec,or so rapido. Di regola quando i .p ioooli infertni .t endono alla g11allligion1e i fienomen.i con ' ' ttlsi vi S.Ì dirada•1110 di,·engono meno 1111tens i, fino a s.com1)arire del tiu,t to, senza lasc iar.e traccia a carico dei mu& oli, a causa appunto ,d i ogni ,assenza di processo flogi&tico sia drelle m.enimgri. e .s.ia della sosta111za cerebrple. Recentemente però 1noi abbiamo ruvuto occasi1o ne cli osservane 11.11 caso . cl1e ha 1)res.è'nta.t o niote,·ole eccezione a11a norma sia peT ciò ch e ·si riferisce alla persistenza del1a forma cli11iC'a (,·era emi·plegiia), e sia per riguacr-do aJlll'età del pazi ente; form.a cli:ndca la. qrua1e se è semplf·e abbasta.n za rara ad osser\·.airsi nregli adulti, è ra rissiim a nel ba.mbi1nio lattante. Ho creduto qruindi utiil,e iWlustrare h1re\Te1ne11te il caso. forme

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'f ... (Ji11a , di m esi TI, c1i For111ello (Pro,~i ncia di Ro1na), entra ii1 clinica il 9 sette mbre 1918. I>adre sofferente d·i maJ.a ria, f111natore e b evitore. ~Iadre sana : 4 gravidian1ze normali, salo 111n baimbin o 1no.r to a I6 mesi senJbra per i·ufezioue malarica. Gin.a è a.lla.ttata era.Ila mad1re; p'e rò cl.a 4 n1e. i ma1:gia ainche cibi ii1co1Jigrui. È stata sempre bene, so1 ta1nto qttailche \'Ol.ta ha a11 u,to febbri di b re~Je durata ; la madre 11on sa precisa.re 11è ~I n tt mero, nè l 'j!D.Jtensit.à . Il 2 sett embre fu colta cli notte da forte lebbre, e dopo cirrca I o ore con1 par,1ero attacchi co,n\·u1si ,-i e} oni co-tonici genieralizza.t i ecl u.g uali per tutto 11 corpo, con1presa la testa, mo'i:iun.e11ti dei p:l.obi oculari e ba,ra d:illa b.occn . Es.si d.urarro.i1t0 forti per circa tre ore, eppoi andaro·no d! mint1c;nclo di 1.n tens.ità fi1n.o ail.1.a sera del 3 i1n ~rui ce.ssaro:1JO. Il -t pure perdu,ra11c1o la fr bbre, seb:;e11..r• :i.i1 ~{rac1,o ,alqt1anto mi1nore, non si ebbero f ""!l,)n1e1~i convulsivi, solo la himba rimane,ra con1e a ssopita ·per ltvnghi i nter·valli, e 1a madre si accorse ch e ] a m età dE:!str.a del cor1Jo (amti sruperiore ed inferiore) E-ra col pita da pa•ralisi 11:on ~ompl eta , 111 q11a nto che qnalcl1e mo ,·in1enrto ·e ra Hincora possibile. Il gi1orno 5 si ri pete.ttero g li attacchi co1i-,·ul~i,-i 1imitati però a11a sola parte desitr:a del corpo, compr esa 1_.a m età destra cle}la faccia senza perdit a di orina e fecoe ; .~ttaicohi ohe s·i ·r inno\·at"ono con unlla. certa frequenza ed abbast a•nza 111lnghi filllo al giorno 7 ; e c.h~ semb1·a coincides.sero con le e]e,·azioui 1dò. t emperat11ra, la quale persiisteva, sebbe ne in ge11er.e m en10 forte. Uin s aruita:rio cLiamato ·ol!'dinò .p urg,a e bagni ca[di; glii a1tta.cehi con, ru1s.ivi cessaronK:>; ma Jia febbre PffSÌs.te~do ed iil palJiore aument:c'l:ndo, d:l giorno 9 J:a m alire condusse .l a bamhi11a in Clinica. .ll ll' esa.nie obbiett-i'Vo sii • ndtava : Stato ge11'erale della n'lttriziane buouo : cut e e mucose 'T~si•bili assai paJ•l ide. Organi toracic~ :normali; polso u g u ale, freq11ente, piccOllo. _i.\ddon1e indolent:e, a1qt1anto meteonco. Fegiaito iingratndit-0 in toto, deborda d'Ue dita dall 'airca.ta costatle co11 bordo tagliente, cli consi:stenza aume.rutata ed a s11perfici1e lisci a. MiJlza pall pabile due dita a] dii. sotto della :ti1nea ombelicale tras,·ersa, d11ra, li"cia irndo1ente. Sistema linfatico normale : funzion'i giaistro-imtestinaJi d~screte. Decubito imdifferente: ]'esame obbiettiYo del sistema JWr-voso data la tenera età de1la pazi:e 1te (3) 1

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IL POLICLINICO •

11011 tJ:J1UÒ es::>ere praticato coni,pleto. Per aJtro nulla si 11ota a carico clei muscoli ocull ari, duralllte i l i>ianto la 111e~à clestra della f.acoi1a si contrae 111eno bene della sitnist1~a, o,-e la plica 11aso-liaibiale è piìt accein.t uata·; mo,·in1enti cle11a li11gt1a norma.li, possibili quellli del caJ)O p er og11i 'e1115o, e degli wti superiore 1ed i11ferioro: "i.n.istri. Gli arti SUJ)eri•ore ecl i111.f eriore c1estri giacci 0110 quasi im111.obi1i s111 letto : per ial.tro la ba mbina qgni tanrt:o r1e~ct:: <l muo\-erli parzi-aln1ente 1.2'1. ,-'lri . .'>eg111enti ed a soll evarli in modo assai 1i CTita.tCJ dal })ia110 del letto; anche le diita dèlla 1nano µrcncl.11J:.) pa1i:e atti\-·a ai n10,,_,1menti. ~tlf l1i 11assi \ 7 l oppo11gouo ll n a resistenro di poco .11taggiore L1e!]a n•)r1na1e . .:\e. ' 11n 1aiccenno d,1 atrofi.a 1nu!sc01art:. Rifl es~i t endi11 ei (biciipita.l e e :·ot1tiùe-0) 1)iù '\'i yaci [l c1iestra che a si11i ::-tr:i.; Babi.11sl-i presenite ~ dE:.~tra, aiSse11te i11\ ece 1'Oppe11hei111 ed 11 IZorn.ig; dermog·rafi. mo ,lie,·.e; sensitili t~t ein l)ra in ,-ari at:i ; 1)npil l.e ll?"ttali ·oene 1~,eagenti .a l1la liu ce. I.1np.o s ibile sta·b ili t~ l a 11)resenza o meu·o (~i disturbi \'escica1i e rettali. 'e111~orio i ute gro. I~a ban1bi11a 11on è assopita ne1nn1e110 ad i11t(':r,·a.1li e poppa bente: te1n11e1~at11ra 38.4. Esa-1n€. delle 11r-i111e n egati YO. J,.a J)lLDtt1ra 1,0111l)HJr1e clà esito al1'a ftlorius<::ita di 20 c.1113 di li qt1ri do li111pido ~-Oltto diis,c reta ·pressiou.e coi seo·uenti catratteri : retico.lo assenite; 1ll)u1111na o.4s per n1iil~e ; R1,·aLta ,~eg~ti va.; :c1~r11r.i 7 .~o per 1nille; ~ed1n1ento scars1 ~1nfoc1t~ (i111 1necl1a tre: 1per og-ui 1can'1po n1icroscop1<::<;>) : ricerca baitteriosoopjca e battteriologi<::a neg-1a1::1\:.(l. . , . J.n ,·isla di ta,l e reperto (qt1ello c11oc: di1 ltn.a iperidrosi tossioa) noi e.i limitian10 ~ t~11ere i11 ogsen·azi1one la bamhina n ei d11e g~1or111 seg11enti IO ecl II, p1-escri,Te111d,o solta11·to ba~ni ~a1d1 ·c1tuc inie1~:011i ·di o1io cauforato, b orsa d1 g-h11élcci~ in testa ad i uter'\'al 1i e dieta la ttea n1 at e11111a. No11 si oonstata1110 altri aitt:i<'chi co11"·11ls,i,-i, i1n,-ece il a bimha si m ainti ene tranquilla, con f.1:nzi.011i gkl!s.t.110-i11te~t111,a l.i l)t1one, 11e~s1111 ca111b1a111e111to aipprezzab1le a 1l 'es.an1e del c;1s.tem~ 11er,·oso, fe.bbi_ie oscitla1nte tra i 39 .e 3.8 a t1 l;o 1rregolai-e ' rao-o-ilUJ12."1 0 rtel po1ner1~:~r10 de11 II fino a ob ..__, e u,d1 ..... ' . 36 ..s, per poi dor)o pt~che ore ~o~·n,are. a salire crapidamente a 38.5 ; n1e1 mome11t1 1m :c111 la itl~mpera­ tura è più alta la picc.o1a c;i a~sop1sce. \'T1dal 11 e2ìati 'ya pel tifo e ·pa-ra.ti[o. . '=> Per a1tiio te1111 to con.to, sia derl 'a11.d amento tTa:eg-o.11a.re (1el la tc.n1perat11ra, 1.a q,t1ale del r~sto no1~ tro\ a,·a spieg·azione t1è 1nello ~.to degl11 or.g.a111 i11terni nè nei ris11ltati delle . i-1cerche p .rait1ca·t e st1l siero di 0011gue, stille 11rin1e e su.l !liq·u1do cefalo-racl1n<li1arno, e siia del pallore :aumeutainrt:e i·11siern.e a nche al tum.ore di milza, constatato o·rat1.de fi1n-0 eta» pri1no mon1e11to, eseguiai1no l '~­ ~1e deù sa11guc dal punito d1 ,-ista del.la m~1~1a, c l1e risulta positi,-o co11 revcrto abbondan,tzss11n.o per la terza 11a ~sti:·a e con [orm~ e11dog-1ob11lar1, di c11i ·l a 111agg1or parte sen1,a l11?:n1ent·J. Il Q"Ì01.~uo ~ si iuizia.110 s ubito le i11iezioni di cloridrato di <'11111.ino alle dosi di 30 cg:r. al gi<?rn 0! che s i continuano im11111tate l1et c~nq11e g1o·r.n1 consecutivi (Ii sette111t>re) , epoca i11 cui 1a febhre è .ai1data cli111in11endo fino a cEssare del tt1tto e 11011 si è più ripresentata i11 c;egu.1to, AA,..enoo cof't:11nte1nent l' la piccola con tinuato a pt'eodere 30 cgr. pro die di 1)t5o1fato di c11iniuo per bocca , {. i11istura Baccelli. Il ~;orn"' i5 .... 1 put) co?1~tatar~ chL i n10,·i111en.t_i pa.::.;;i, i deg:li arli <~i. tle .... tr" 11?11 OJ)pongono .Ptt~ ttn ::l. re.:;i ...tt 1z:i. ....,,\?,.~ 1 l"'1li11{·~1t p r11\· t·r~1 .Ja q11e111 d1 0

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::ii nist.ra; il resto e.lei siu,to111i sn 11ldtlltie.ue i11,-a.riato, pwre stando 1-a bambina tranquilla e più s,·eg·lia. P er altro il I9 •nel po1ne:riggio s1 constata ~n\1 ece u11 a111m·entJo -dii ipeutonia mt1soolaire llllella inetà destra; ·p er <::ui si ripete ;la ;pu11tura lombare co11 irisuJtato presso .che ide.11tioo alla ip11i1m a; ecl ai11<::h,e 1'esaru.1e del , angue fa vedere delle f~r­ m e oircolartllt1 esti,·e sebbene n.aturalmen.t<:> dimin·uite di 11umero. · Ll r 8 si a '\ verte 1'i1rizio di r.ic111zion.e ·nel \'Ol ume de1La 111ilza, quasi scomp3lrsa 1'i i)erton~a n111scola.r.e, i:t1 dimi11t1zione e\ridente i si nt•omi pa.ral[tj c1 ta11to clel .fa~iale inferiore di de&tra che ·deg-li ' arti dello stesso lalu. Tale migli·oramen.t o continua aento ma progre ~­ S1 YtO n ei g·.J.,orni se~uentt.1, sen1.a l:a 11res«nza <li ~lCtt•11 fa.tto ,11u0Vio dieg·1110 di nota, a1 pu;·,t0 che il 30 setten1bre la mac1re v.t101.e uscire d ~tlla cJ.in1ca co11 ·a,a ba.1nbiina, a crurico d1ella q11a]e rE:~·i;clt1a soltainto una evidente .p aresi degli arti su.periore ed inif.erio,re id i d1e stra, che proYoca limitazion~ i11ei mo, ime11ti iaittivi r.elati'Yi, ·tm possibiilità di reggersi bene dritta oon le dt1e ,giambe, e ·d i fa1re reg.o1airi passi se sorretta, <::01ne '<1o:virebbe ~,.-erificaif­ si daJta l'età di II .n1esi ; riflessi rotn·1ei alq11anlto più 'Tivac~ .a destra che a ~i~1·i ~t~a. . . Si 0011t111ua co11.a cura -cl\11111 n1ca e s1 .r1\rede la pilcoo1a do,p10 altri 25 gior11~ e si co n;stata. : norm ale 1'arrto i1nf·eriore destr.o, 1.a staz•ione eretta, la dea1nb1tlazione ed :ii1 ri-fless.o rot11l,eo : 111nico resi'dt10 t11na lie"~e limitazione n€i nliovime.nti attivi dell 'a~to s1111eriore dest1·0, 1a milza quasi rientrata 1Tei li·miti normali ecl an1che il f.eg·aibo 1110te·v·o l1nente ridott0. GjlO,Ta da ll1timo 1 1otare cl1 e anrehe la 111adre, dopo 12 g-iorni, dracc11è era riooverata in ~linica insieme allla figlia, l1a presen:t3Jto atL'lccl11 feb: bri1i di 1natura ma rari ca esti \"a, p1·esto br.011-cat1 dal chinino. 1

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Ri:sulta e\'tdenJte dall'esposi'l,ione della ~toTia cliniiea che runa diagnosi c-0111pleta non solo di sedie ma .ancl1e a.al p11nto di vista etiologico e patog.ei111etioo de11a sindvome nervosa da Clti era stata <::olta :la b.ambinra, moi n1o n riuscim1no a fairla. se 111on cltopio il risultato posi ti \'O cl e1 sau1gue per la mai100.ia.; ,g iacchè 111,e l })timo momen.to noi non av.ev.amo pensato 1ad 11nia tale probabili·tà, i1n \rista a11che c1Jella rair:ità c1i essa i11 specie in bambi.n i lliattanti . Fa10i1e 1dilfatti .e ra il por.re Ja c1iaig11osi cl:ilntica emip'1eo-i:a destra consecuti'\Ta a·d Uln girave aitt.acco 1ec1~np:tico febbri1le, ma ail·t rettauto diffic:i.le a1pparri.va, runiche Jopo Iatto l 'es.at11e obhietti1V1o e le ·T icerche s11 l liqu~do ce.falo-racl1iclia110, stabilirne la 111atura e 1a sede. . I . >a fornk'l emiplegica poteva essere n1es 'a tn rappor.to co11 4 lie ioni anaton1iche di-.,·erse : e1norragia cerebr.aile, encefalite, trombosi dei yasi ce1

di

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rebrai1i erl emboli.a. I~ 'en1orragia oerebra le nei ba111bi ni 1.n ge~er~ è rair:iissima, .al pt11lfto che alcuni espert1 ped1atr1 (tra 011i l'He11och) nega110 per~ino l'l po-...c;il)ilità~ e ta uto più poi nei lattai11ti; giin~chè i clt1e fattori i nidi~ pc11,abili perel1è e . . . ~'l pos:.a Yer.!fic:i r-,i {i l)er•


:-EZIOXE PR.4.TtCA

te11•si1olle ed a1 terazi011i delle pa.reti Yasali) n-011 si risz-ontrano si può <liir.e qtùéLsi mai .nei bambini. -~ parte queste c011sid~.razci.orui di ordine '=='o·enerale , nel caso no tro poi iù n10<1o come l 'emii1plegia si E:.ira .p rodotta, cioè 0onisecuti,·a iad un g1raf\-:e aittaoco ec-l.a.111ptioo g·eneraljzzato, ],a c0tntempt0tra·n ea · presei.1za di febbr-,e elervaita, che a ·v,e\ra p.r ecedutv di 111olte ore l:e con,1ulsiQni, il xipete~si di att.aicchi -ecl·ampt:ri1ci c1011i:eo-tonki pEir alta-i .tre gio1r11i consecnti \'i 11ell8. n1eità .emdplegita ·del cape, la 1i n11)iclezza c1el li111id'O cefa,l o-ra1c hidiano, la mancanza aiss.oliutia cli malartti1e alllche pr.e gressc che 1asciaissE.ro i'Il:tra.,edei~e la p1I"edisposizione ad UJna tale forma morbosa, ed altre cou1siderazi1011i at1cora di J11ioore ii11portainza, ci fecero faci.lme:nte esc-lu<lere l1a pr:oba bijità di un' .e1110,r ra g-ia cerehr.ale. Parlia.1\raino i·n"\-ece a Ia·v ore clell 'e11cef.alite : 1,iThizcio br11sco del ma.le oou febbre ele \·ata, gli atta:cchi couvi.111si,·i dapprima g·e11 era,].i zL-ati1 epp,oi 1oca.lizzat:ti co11 .o gni probabili.t à i•n çorri .p ond•einza (lella zona roliaiu:dica di siù1istra, ],a iper.t on1 a , 1'.au1ne11to clJei riifl.es:si tendinJei .11egli ru·iti pairalci.zza ti, jJ l)Olso ·p icoolo, Ja sonrnal~11za, i.1 dec0tr.so dell'.affezionie, sempre con febb1ie, l'a11me11to dJel liqu1i.d o cefa10-rachidia11 0. Infine .anche la consriderazi-On.e d'ordine generale che tale forma morbosa O(:Corcre piuttosto freqnientemente l)ua:e nella prima irn.frunzia c i porta,·.a a co11cl1udere ch e J~ bimba fosse stata oolpi.t a da llln focol.aiio di encefail iite il1iel 1a zona .roila.n d.1ca di &i11istra. Ed a taJe d€.dt1zione noi saremn10 indubb11a.r uente giunti a1.e i prin1i due giorni di osser\r.azi•o ne i11 c~inica, se il risu1taito d.ell 'esame die!l l.iq1Uido cefa,lo-racihi<liaino •n.o n ci .avresse sollevato sieiri 1dil1bbi im proposlito. Di f:atti isi r isoontra v~ liquido limpido, a1bl.1Jmi111a ap1)en1:a ~l)pen.a a11n1en ta.ta, :aissenz.ct cli reticolo , ci todiaignos,i e .ricercl1e b·a1ttE:Jriolo.gi10he i1egati ,.,e. Orbene, couire era po~sibrle conci~iare ta1le reperto co!1 la presen~a ,d i un 'encefarli~.e che cE.rtamente, dato il .qltaicl.ro cli!Ilico che si osser,~.a·va, do,·e,·a essene infetti!\ra? ~on aJ,·,rebbe e'·idente.111e11te 1:n tale caso do,~uto fare difetto 1tn oontemporaneo r iserutimenrt o n1e11i.11geo, trad11cEn1tesi per 1o meno (ainiehe 11ell 'iassenza di geirm1) in u11 aru.meuto e\riden.te di albu111i'111a, 11e1.1a p1resenza di globi11ri:11a, e di t:leme111ti figurati al1l'esa1ne 111i·cr-0scopi100 . Tn~v ece , iil re'.P·e rto c1Je1l Jiquiid 0 eria q u elLo <li tt;111 a if)eridr·ooi .sem·pùiC'e ; p·er c1Ui la. 1di1ag1111o si cli encefali.te do\ re1t1.re restare s ospEsa, ·visto che 1e ri,a erche cli l:aborabotrio 01011 c.o.n cordiav1ai110 oon que11e ,d1 ec1uzion'Ì ch e co11 111agg·ioire probabiliità s embra·via cl 0, ess.ero trar$Ì dalla s indrome Clli nica. Si p.ote,·a aincl1€. pensaire all'e,ren.i e111za di i1.n a emboli.a delil 'aJ.~teria silYiana d•i &i 11is tra. )J.a 11na embolia infetti, a precedttté\ ed accomrJagn<lit a da febbre coc;ì e]e,·ata, come qt1el.l a ri.;;contJt"<iita 11 e:-1h1 1

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110-stra bambina, a Yrebbe '-10, ·nto presttp porre la e :=;j ~tenz,a già da c1ualche te111po o di t1lll 'e11doea r(lite m a11ig:1a i111 atto, o dti. q11a lche ascesso nec rotico 1n corrispond.e·11z.a di t1n giross.o vaso samg·uig·1u10 u,s urato, o cli ltna flebite ~i1fettciva; affezioni 1bu,t te che ·ve11i,;ano es<'l11se dall'e.s,a me obbie1ttiyi0 oltrr-e c·h e dra lle intort:iizie ainan1111e s1trichie, Jie gu.a1li 1dxn110strava.n o chiiarn n1e11.te come l'emil,plegi:iia fosse .soprag.g iumta i11111110 Stato {1i ben.essere ·p111ececlen.t e, .senza Ltn ,·ero ic lus e so1tarn:to i.1rvece cl11ra·nte un a.ttacco con \-11l si \X> gen,eralizzato febbriil e. Quindi la diag!11t0si cli sf 1np·l ice embolia. non tro,·a,·a a1ppoggio nè pe] 1nodo come si era s,·,o lta la si·nc1.ro1ne 1norbos.a, nl. per la 1nan.eainza çlel focol aio da doYe essa a rebhe dovuta. partiire, nè i)er '1e notizie ai111arn.11estiche. Ri mai11e,-a .i.u ti-l1tinTo a di scn tersi le possibi1ità di unta trombosi. Ma con.tre J,a tnombosi rd ei va.sii c erebrali, iin1tesa .nieil sen so ola•s sioo ,de11a .p iarofla (malalf:ttia ad og·11i 1noclo rar·a 11e11 'età inf.a1utàl e), parlaYa la n1la~n~a11za d1ei due sint•o1m i i111dis11ensabili, qi1aJi 1il ral.le11tan~ento del1a ci1'colazione sall!gui,gina per ·griav.e 1narnsn10 cle1 paziente e ,l a ab:Ltuale ailiteraziione delle pa.i1eti ·va-sa.1 i pro,1 o~aita da s•peciali ,e gmavi 111a1iattje preg·r esse; senz~ 0011taire che 1t1el caso .11osrtro, n1enrtre è maincata l:a caratteristica diffus~o11ie progredi•e nte della tr0111bo ·i, s.i è aJ\"1.tto ii1\·ece forte ele,·azio11e di t emperatura p,ersi1ste11ite, aittacchi com,· 11l~irvi genea.·a,lrizzati precedenti, l:i.n1p·i dezza del liquido cef alo...r<achidi·a no, ecc., ecc . ; f•atti butti che .n on deponevano davvero a favore della comune trombosi. Per Iort11·11a il ri111,·en:i111e nto cl!el parassjita maJ,a.r~1C'o d1 e1la for1na 1e s1tii va, e1d dn· grai11die a bbonc11a·nz.a nel saug11,e cir.colau:te, 11 e1 men·tre ci p:ea:n1ise lta ci1r,a raz'110111ale , <:i ill111n11•11ò s ttll.a diagnosi e q11i1ndi ~111lla prognosi, OJ1.tre ol1e ci diiede ragiione de1l '1Uilteri1011ie s\·olgi111e1nito fa,·01-e,·.ole .del quadro n1orb,oso e del re perto d'e1 J:quiclo c.e falorachii<lia1no. Soni() note clifatti, Ì!n spe<:ie per gli s tu.<li di ::.\Ia,r chia fa,-a e Bignan1i, le alteTazioni cl egli endoteli dei ,rasi cerebr0li nelle form·e esti., 70-a11rtu11111ali. Le forn.1e parassitatri1 e si t'1."0\1 a111 0 1Sipeci.almente aid1dossa1te alla 1)aa-ete , ·aisalre , e neilJle ~e­ zitoa:ii triais\·.ei-sali si v,edo110 en doteli rig,Olllifì, c.011 b1Jocchte tti più o me1110 gra,ndi cli 1})rigmento, 001nitei11eniti an1cl1e 1)arassiti e n111mre rose s pore, i1t11s ieme a 1le11cociti .pign1e nrbati. l~d i111 ca.si ·OYe lia sp·oir11lazi\Qn,e è abbondante ed il 1110.ne , r.a sa1e 110.n trO]ì1)0 am1)io ·p uò occorrere eh.e acc11mnli di .~ po'l"e libere, blQcchet ti .cli pig 111e11to ed endote.li , -a.;a1i altera.ti riescano ad o~: cl ndere pi tl o i11 eno p arziaJmente il 111111e, pro,·oca•n<lo ulla ,-era t rontbosi parass itaria, con la co111:;egue~1te simdrome c1im.ica :n re']1azio:1e ailla regio ·1e cerebral e colpita . 1

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.\ 1nnretle:ido i>ert a 1 1to - co111E: il più cor.rispo11de11te a1 \•er o - u n t ailè concetto etiioloo·ico .."o p a t-Oge11etico vel aiti \·o Jlla for111 a ·p ecial1e di trombosi c:La cn,i la· nostra bambi·n a era stata col1)ita i 11. corris.i)onclenza della zona rolanclica sin1istra , riesce a gey0Je la sp.:~gaZiione del quadro sintomatico ri1scontrato runc]1e nei gioo:ini seguenti al] 'a ttacco pri nci 1)ale, tra c.ni in prim R linea .-::. o-.l i a·Ltacchi ecla.n1pticci, che si ripetettero a.d i.nter,.-alli dal 4 al 7 settem,b re, a carico d.ei musieoli 1

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della metà des tra. del corpo : difrutti, persistendo la causa irritatiJva prodotta dal.l 'enorme accumul o dei parassiti malarici i11 que1ll.a daita regione , ne .d ove\ano deriv,.are fen,ome11i convttlsi,;i a ti1>0 Jacso11 ia1n10, esacerbn.ntesi i11oltre 111ei 1uon1 e11ti di el~vazioue termica. ~osì .pure il respoE so 'lell 'esa111e c1el léq uido cefia1o-r.aichi diano es·tra tto 11.on pote,·a es.sere diYCr~ o da que11o di un.a se1nplice iperidrosi, dal mo111e11to che, come è 11-0to, il 1)arassita 1nalarico 1

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uou 11a proprietà flogogene. L'iper~d,-rosi a-isco11tra.ta dove\·a più che ailtro essere mes.,:;a in raip]JOPto ooll' .ÌJnit ensa 1iper;e1nia c1el!le Jepto·meni11gi che sempre acco1np.agni'a questa forma morbosa, oltre cl1e a faitti tossii ci con1secuti vi a11 'i per1)i'fessia, ta:n.to f1aei1e a iriscontrarsi nelle va.r ie forme morb0$e dell'~nifa111zi1a; .iperidirosi cl1e a\·eva a &Tua volta 0011tribuito all'esplosione dell'eclampsia genera1l1e, a·get1do tt1tti qne ti fattori stt 1111 sistema uie:r\·o~ liabilissi1110 e en . ibilissi.mo a qualsiasi age nte no11 :fìsiologioo, q11~le do\r,eva a1ecessairiam ente essere qttello de11a 111ost11a bambina ·d i soli 1 r i111e 1, a.l lattata per giu~nta da tuna madre anch 'Jelssa con mal1a ria iiu aitto ! Infi1n1e 11JJOU può ai1;recare n1era \·iglia sia l'ulteri1ore favore·v ole s,~olg;i· ... n1e1 1 to delta 1uala.t tia nel Stto con1plesso, e sia la g t1arjg.io11e e la. saon1parsa oon1p1ieta d ella si:ndrome ller,·osa ,-erificatas i anel1e i11 bre,·e t e 1upo; g iaoch è con,:iene a1nn1ettere cl1e 1a tron1b osi f11 pa.rzia1c, p er ieui j] cL:r\·e11o potÈ' contj11narc :tt1 -e~sere u11trito. ;f!

Se

t1oi ponira.1110

l ,1

* * quest101~e

qt1ali sono l e fel1deternrin'l.rc sit11ili Ie-

bri ma1iairiiche che l> l)~Son-0 1101neni 11 e1..\·o. 1, c;i pnò, bas~11closi s t11 l 'es1)erie11za, ~en z 'al tro ri ~po11clere cl1 e c;i tra tta se111pre, co111e 11el cao;;o 11ostro di forn1e ec;ti\·o-a utnuua.li, giaccl1è, con1e ac;~ai g iu s l 'llnente ia notare ]o Scl1u pter, ciascu110 dei C'asi d escriitti dal Puoiniotti, da l \ -111.nrd, da.1 Gzicsinger, dal ::.\Iancini e tla.1 Gra.11i\. t, in ~ tti iil pazi e11te ;.t\"e \·a soffe.rto tli ~{.'<."eS: i terr.a11arii od 311cl1e quarta.nari, si a·ife-

infezione p·ri1ni1ti,;a ( De Firaucesco e Panichi) oppure dopo qtllalcbe g-iorno di febbre (}lrurchiafa,·a, S c-hu1)fer) , 1na i'11 generale compaiono clopo ti.11 n1umero mo1to 1naggiore di acce~s i fobbrili. Orbe11e 11ella nositra oanllbina niesoe yeraimente incerto lo stab~11ire con. esattezza 1a 1oosa , in1 q uanto che l 'ana1nnesi c1a ltn }ato (f,ebbr:i inrego- , l ari qualche volta · soffente in p rrecedenza da11a ban1b~na) 1e l 'esa·me obbiettiv1 0 clai1l',a l·bro (euor1ue tumore di mi.lza e di fegato con~tatato, i111sie1ne ad .u .n ie\·ide11lte g:r.ado di i1aJ1lore dopo soli 8-9 giorni dall 'attacco febbrilE:) , ci 1.a&ei.aoo ,-eran1ente assai diubl)iosi 1lel prer1sare l'epoca cleJl 'in·izi10

deJla m alattia. • * * può ess.ene

lo stabiilire cra causa predisponente della 00 mparsa d~ similii fenomeni n ervo&i, e quitnd1 qttalie influenza ,.i può esercì tare l '1erediitari età, l 'alcoolismo, 1.a sifi1lid·e, od ialtre ·malart:ti,e pre~1esse sia .nei-vose, sia infettive. A carico deltla nostra piccola .p er .a.litro 111011 risulta nulla di notev1·, le <1.:il l~to a11a111nesti00 traùllne un discreto gmdo di alcooùismo ncel pa.dre e più che altro l'infezione mala.irica 111 iambedue i genitori. Fatti qu esti che indabl)ia1nc-11te possooo . avere co11itri1buito .a determinare fino dalla nascita una mi1n ore re&jste11za 11ell'oro·,tni..., smù della l)icco1a la.t ta;nte di f1ronte a t,u tte le cause m orhose di quaJsiasi n·atUJra, se11za contare i1noltre 1a p,rese11za dell'aJ·tro 1elemento, an1ch 'ess.o certo molto s11ggesti vo, di attacchi ò.i Assai ituportarn;te

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inalalfia. estiva in a.t to nella madre, ita11to pre-cec1en1ti alla malatti a a ttt1ale ·della b a1nbi11 a , quaiuto constatati da 111oi 15 gio1. .11i dopo. qra se si pensa che la paz.ienite si nn.tri va per la massima parte al seno mate1mo, è fa.ci1e dedurre i daruni che con oguù probabi1ità 11e clove,'ano deiriYare al1la piccina, gia.c cbè ainche \ro1en.d o ritenere che si!mi1i· fattori 11011 :abbianio in rea1tà esercitato -runa d~retta influenza sulla compa rsa diella grave comp licaiuza nervosa; poss<)no per altro a vere co11rbrib11ito acl aggravarla ed a ritardaltille a.lq11an·to la 1

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g-11ar1g1ione. ...,,:...

...

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ri. Le ad o~~èr\:.zi011i f1tte in te111pi, i11 etti ~i J•t10 o. n<:l1~ (lttbitart.: tl~ll 'e. :ittezza dcll1. diag111osi . .... Inoltre 1'e~perienza di n1ostr1. c he, nella 111~lari a ~ti \·o-:-tt1tt111111,tl€, i fe11ou1t.11i 11er,·o i pos~ouo l. \"~ri..' t.·otnparÌr(' fi11n 1a1 l ri1no ~or10 i n11a

(6

* .....

01•

La n1aggior parte degli osservatori è concorde rllebl 'ammettere che il chi11i110 non egercita alcuna azio11e st11la complicanz.a ner,·osa da malaria; da a.ltra parte t111tti consigliaino, amebe du1~te 1'apiressia rli som1ni11istrarlo i11 diosi non troppo generose, per evitare le recidi ve, dt1ra11te le quaili i Ie110111en.i tlierv·osi possono per lo me110 a g-gra\i·a r si . . \ tale propos1rto 1a mistn ra 13aicce111D. sarà sempre raccomandabile, percliè oltre al chinino coutie11e anche il ferro ~ 1'a.rseJt1ico , otti tni rico1

stituenti. Ro1n1,

.:;ette111br~

1910.


SEZIONE PRATICA

1511

RIVISTE SINTETICHE.

se~do state escluse all'autopsia le lesioni della

lSTITU'fO DI CLIXICA. l\1EDICA GEXERALE

n1 1 lza, dell'intestino e dei gangli mesenteric1, con0luse trattarsi di una me11ingite tifica primi~ ti,·a.

DELLA R. UNIVERSITÀ DI Prs~ diretto dal prof. G. B . QUEIROLO.

Forme cerebro-spjnali tipiche videro all 'ini~io d,e l tifo Schultze, Oels11i.tz, Bourcar·t e Ronchèse, Sartor)', Spillmann e Lasset1r, Orticoni e Amet1i lle . Cottin e Gastiilel (19i6) osserviarono u11 ca.so di tifo, che si svolse 0oi sintomi• di una lnenino·ite h tubercolare e con una p·leurJ.te si.ero-:fìbrinosa. Jl 1• • .11qt11do cefalo-rachidiano presentava reazione linfocitaria, ma l•e culture di esso fecero riconoscere 11 bacillo di Eberth : .Io stesso germe Iu anche isolato dal liquido pleurico e dal san.g ue. l\lancarono in modo assoluto i sintomi intestinali. Riferiamo infine le osservazioni di ~~acquépée e rli Tolmer e Weissenbach, nelle qua!i la ~in· dr()111e :~cningea t..ra dovuta ,~ d inf~z~.oui paratificbe. Sacq11épée (1910), in due epiden1ie da paratifo B, osservò, in u11 .certo 11umero d i. casi (14-25 %) , 1111 esordio 11et tamente meningeo (~efalea, riachialgi.a, rigidi.t à della n11ca, l{ernig, ecc .) ; si risolvevano dipoi i fenomeni meningei, e l'inf.ez1one par.aitifìca segu.i va il suo normale decorso, con esito in g·uarigione. Il liq11ido oefalo-rachidiano era costant emente •litnpido ed amicrobico. Nel sangue si riscontrava il paratifo B allo stato di purezza. Tolmer e Weisse;1bacl1 (1915), in un paziente entrato all'ospedale coi segni classici della meningite cerebro-spi11ale acuta, isolarono dal li, qt1ido cefalo-rachidiano il baclillo p aratifico A . l,o stesso ,g erme, all >autops.ia, fu ottenuto dal pus dei bronchi .e dalla m.~lza , non da:ll'intesitino nè dalla bile. • In base alle su es pos·t e osservazioni cliniche possiamo àistinguere, nel mening·o-tifo e nel me11ingo-paratifo, due ·varietà : nella prima, che è ~a p jù freqllente, 11na m eningite (per lo più a tipo cerebro-spinale) segna bruscamente l'inizio della malattia, per po1 regredire e dar luogo ai ~intorni generali , che costi.t uiscono il quadro tifoso (casi di Schultze, W eil], Sacqué1)ée, ecc.); Eella seconda invece, assai pitì r ara, 11on sola111ente l'esordio, Jna tutto qttanto il decorso della m alattia è quello di ltna 111en1ngite cerebro-spina le:. 11011 v'è ch e il reperto del bacillo cli El)erth riel liquido cefalo-r.acl1idia110, 11el sang11'e e neglii org·ani interni che ri ·ve] i l~a ori1gi 11e tifosa dell 'affez1one (casi di Ni~ter e l\1i1lLigan, Daddi, Carrol, Cotti i1 e t~a stinel, Toln1er e \Veissenbach). Nel riguardo etiolo~i00 debbonsi distinguere yere meningiti, col repert o del bacillo tifico nel liq11ido cefalo-rachidiano, e forme meningee amicrobi che di o~cura p~tog:en e ~i : trattasi forse, in 1

IJ'o1·1ue a.tipiclte llella febbre tifoifle per il prof. EMANUELE MONDOLF'O, assist e11te. (Cotilinuazione e fine : vedi fa scicolo precedet1te).

11'l~_ni·n,go- tijo. - S'inte11de dt111quc per menin_go-t1f~ una febbre tifoide, la qua•l1e atipicamente e~ord1sce con u11a sindrorr1e n1enino·ea per lo più • '=> ' ..a forn1a cerebro-spinale, talora anche con i caratteri della nleningite basilare. Che 11 bacillo tif!ico possa infettar 1e menino-i è nozione di vecchia data. Esistono tttttavia c~. ' me s1 vedrà dalle osservazioni cLiniche che verremo t'esponendo, casi di 1neni·n go-tifo, ne' quali le ,culture del liquido cefalo-rachidiano non rive.laro110 forn1e microbiche. Neumann .e Schoefler pei primi (1887), poi Rou:x (1888) e Adenot (1889) isolarono, it1 casi di· meningite cerebro-spinale, microrganismi non 1tle11tifiicati con si.curezza, ma certamente affini al bacil1lo del tifo. E lVLe11si e Carbone (1893)> ·i·n un caso di n1e11ingite cerebro-spina le bruscamente ' insorto in una bambir.a convalescente cli febbre tifojde, isolarono dal p11s delle meningi un bacillo tifico sicuramente identificato con le prove culturali . Daddi (1894) osservò pure un caso di meningite in 11n bambino, ·vt·n11to a 111orte dopo du e settimane di ma1attia. Dal pus denso 1e cremoso, che f 11 trovato in corrispondenza dei ·l obi frontali ·e sulla faccia superiore d·e l cervelletto, questo autor1e isolò 11 bacillo di Eberth. Lereboullet (1910) ' 'i de iniziarsi una febbre tifoide con tutti i sintomi di · una m eningite cerebro-spin::ile. Ed t111a osservazione analoga ~ppar­ "tiiene a Trémolières (1910) . Irt ambedue i ~asi il liquido cefal~rachidiano presentava una lieve reazione linfocitaria, senza forme microbiche. In ltn a1nn1 alato di \\-eill (1911) il tifo esordi con fe uomeni di ip-er tensio11c intracranica, co11 ·cefalea intensa , amaur0si tra11si toria, Je1101neni n1en.i11gei ievide11tissirt1i . Nel liquido .cefalo-rachidiano esisteva 11 na 11etta reazione linfoci•t aria. "Ne1la t1lteriore evol11zi·o ne della malattia si clil eg uarono i fen o111eni né:rvos~, e segui u11a f ebbrie tifoide con be11i·gno decorso. T..'emoc11ltura di ede S\'iluppo al bacillo di Eberth, mentre riusciro110 neg·ative le ct1lt11re del liquido oefalo-racl1icliano. Interessante è l 'osse:vazione di ('arrol (1912), il q11a1'e, a,·,endo isola•t o il bacillo tifico dal liC1ni<lo ceL1lo-r~.c hi (li ano <li 11n ban1bino, ecl es1

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II.

PO!.,ICI.t~ICO

qtt<:.:ste t1lt1n1e, di fc:11oi11eni 111 raJ)porto co11 co:1dizion1 ip~remicl1e .e edematose delle {Eicb ùorst) . . ~na . ton10-pat.ologi1came11.te, possono mancare del tutto le n ote della meningite acuta (Lovis , Andral, 'frousseau, Murchison, Moer.ing, \Vun·d erlich). Talvolta si riscontrò edema cerebrale con emorragie da d egenerazitOJ?.e dei vasi (Liebermeister, Niemeyer), iperemia della s ostanza oerebrale e della pia con ader~nze parziali d·elle me11i ngi (C.:hedervegne, Cajalis, D'Espine e Picot) . I n alcuni casi si ebbe il reperto della leptomening i te sierosa acuta (Tic.tine, E~chhorst, Quincke , Ziegler), in a ltri della n1ening ite purulenta (D addi) . • La d1agnosi differ1en zia l1e .tra il m e n ingo-tifo e 1e meningiti d'altra J1atura , oltrech è s t1i d ati forniti dal laboratorio, s i fonda sop1;a alc uni importanti casatteri clinici, che il prati co dovrà t en er presenti. 11 ventr~ itumi·do a n zichè retratto, il meteorismo, la diarrea, la roseola, il tumore di milza depongono ii1 favore del·11a infez:ion e tifica. Nelle meningiti d'altra origine, invece, s oglio.. no manifestarsi fenomeni di focolaio, cefalea part icolarmente intensa, vomito, spiccata rigidità della nu-ca, retrazione d.eìl 'addome (' Tentre a barca), iperestesia cuta nea, herpes. U11 sintomo di grande i1nporta.n za , quasi patog.nomonico secondo Trousseau, è la alterazio·n e del ritmo ·respiratorio, mancante nel tifo, pressochè costante nelle for1ne c.erebro-spinali .e d e11cefalo-me1ùngitiche no11 tifose . ~..\ltro carattere diffe renzia.le da utilizzarsi è la esageraz1.011e del riflesso patellare, frequent·e ad osservarsi n elle me11ingiti tifose (Striinpell, Petit-Clerc, J3a1let, l\Ione>·) . La prognosi d el n1eni11go-tifo, '3empre assai gra,.e, diviene g raviss1 m a 11ei casi con liquido r.efalo-r achidiano pur11lento. Psicosi tificlie precoci. (Dei1ir:io iniziale, forma p sicopatica , cerebro-tifo) . - Sono noti, ed ormai abbastanza ntm1erosi n ella letteratura, casi di ti{o n ei q uali j } del,irio iu il primo sintomo, sì da far p e11sare ad una mania acuta , specie allorquando i fenome11i psichici erano cotnpa:rsi ad un tratto, at1cor prin1a della febbre o con febbricole di poca entità (::.\Iurchison, :;.\Ien clel, i\Iotet, Deirt:ers, Bucquo)·, Hanot, Baiccarani). E 1'Eichhorst r~ corda con1c, nella epidemia ~coppi:ltu i11 Zttrigo ne1 1881. molti ammalati di tifo fossero in\·.i ati al n1a11ico111io ' 1n congeQ'nenza cli errori diagnostici .....~ ~ do,·t1ti app n11lo a questo eccezionale j;ujzio della n1alatlia. lo l)\1re, 111: lla • ezio11e clel1e ~Ialatti e i11fettivt <l\:11. 110,t1 .\ llin ca ~{eùica, eblJi l'occasione di O"'cr\·arL u;1 cnc;u li tal gLncre. Tratt a\a . . . i dj,..\111

\101110 di ,)S ar1n i, r obusto e ·enza l)receLlenti n1orbosi importa11ti, nel c1uale la n1:J1attia e rasi iniziata bruscan1e11,t e con un d elirio intenso e persistente. Qui p erò 1la lebbTe elevata ed il tumore di milza suggerjrono l'esame batteriologico del sangue e Ja pr.ova di v\.idal, per cui la cliagnosi di febbre tifoide potè èssere facilmente accertata. Ricordia1no a nche u11a f0r1n a atipica molto rara, in rapport o con alterazio11i delle articolazio11i. Robin e L erèdde hanno descritto alcuni casi di tifo, nei quali eransi , -erificate artralgie inizia]J (artro-tifo) iocalizzate al rachi.de ed alle articolazioni degli aJ:ti inferiori : questi casi, e.lato l 'es ordio, a'revano naturalmente fatto pensare al reumatismo articolare acu·t o. C)

Una prima at1omalia co11siste nella rapida asce1Lsio1ie ter,1nica, auzichè p er gradi; 1na di questa già ;trattammo a proposito della febbre tifoide atl inizio brusco (tifo di guerra ecc.). Può. anche veri:ficarsi, sebbet1.e rarissi1namente , il così d.etto tipo i11:verso, nel qtlal e la t emperatura segna il m assi1no al lnattj110 ed il 1ni.nin10 al1la sera. La ct1rva t ermica pt1ò a ltresì, fino dall'inizi o della m alattia, assum~re il tipo 1'e t>iitte·n,.te, in1primendo alla febbre t111 carattere ch e è propri o della fase più tardi,·a del processo morboso, simulando cioè il p erioclo anfibolo del V/ttnderlicl1. La classica c urva del v\~underlich, del resto, è tutt'altro chie costainte lMaragliano, Viganò) . 1:1:d a proposito delle ·nrusche oscillazioni ter111icl1e nel periodo iniziale del tifo, e nel p eriodo <li stato, il l\Iiche1azzi potè di111ostra re esser quelle dipende11ti da asso ciazioni del bacillo di Ebertb con altri microrgan.is1ni, 1)er 1o più con s treptococchi, stafìlococ~i e diplococchi. Bru110 pubblicò tre casi di febbre tifoide a tipo · remittente, in t1110 dei qt1ali l'esiste nza di Iocolai broncopneumonici pote\ a forse dare ragione d ell 'a11omalia t er1nica, cl1e però negli altri due no11 poteYa attribuirsi se i1011 alla stessa causa infettante. Poich è i11 tt1tti e tre i casi 1 esame batterioloITTco clel su cco splE'nico .a\reva rivela to il bao .. c:illo tifico allo st ato di pt1rez1a, Bruno nt1e11e che nOil sia sempre !Jecessario 1'a rnn1\!ttere l1 n:t inf,ezione mis ta per isp.iegarc questa cle,·iazio11e clal1o scb~1na del \\-underlich : st a i>erò il fatto cbt: , nei casi osservati clal ~lirhe1azzi, 1{. a:--~n­ ciazioui 111ic robich e ~! rua11ifest a ro110 coc:.tanti. Un 'altra anon1a lia, non molto rara a ,·erificarsi , con iste 11ella de/cr'!'C-5i cnza brllS C<.I , i11 n1odo "'~11a­ logo a c1t1ai1lo si 'eri fica n~lla cri c;i pneumonica· ~t.: s~g-ntlò i pr .n1i ~.;empi J(t<.:cuutl (1866) , 11 .

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_l\.NO L\1ALTE I N RAPrORTO CON LA CUR\'I\ Tl~R:\llC:\.

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SEZIO~E

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·'!l uale, ·v ide _ca~er_ la febbre per crisi 73 ' 'olte so?ra 3_0 1 _casi_ di tifo (2c,22 ~~). Tre casi, tutti co11 ~1nfez1 on1 m1~te, furono i•Jlustrati dal l\1ichelazzi. Peyroux, 1n una raga"za di 14 anni, indipen•Clentement~ da ei1terorragie o da altra complican.za, osservo l a caduta critica della temperatt1ra al 33° g·iorno di malattia, da 39o, 4 a 35 o, 4 , con si: ~ul~neo ag·gra ·vamen·to dello stato generale : tte _g1orn1 dopo la t e1r1per atttra saliva artla norma e la . c~n,·alescen1,a si i11izia va regolarmente. Que~to atJJp~ço comportamento clelJa curva febbrile fu in partlicolar modo osservato nel tifo abortivo. Ricordiamo p~r ttìtimo il tipo i1itermitten,te -de~la febbre tifoide, descritto per La prima volta dal 'l'roussea 11. Secon clo q11esto autoae tale ano~nalia • si ' 't:rifich er ebbe nei pazienti che soo-o-ior. 00 nano 111: p[A.es1 malarici, o che da poco tempo han.n o l asc1ato la di111ora in zona mala ri ca. l e~ma ~erò ha r.if.erito un caso, nel qtta le il sogg·1orno t11 pl ag·he m alari.c he potè essere co11 si1Cttrezza escl11so ; in q11e-s.t a singolare osser,·azio 11 e in cui era r1usc1ta i1E:g:aiiva 11a ricerca de11',e1110sporidio n el sang·t1e e po~biva quella del bacillo tifico uelle feci, 1a febbre simulava perfettamente una forma ma'larica a tipo terzanario. _.t\.naloghe osservazio11i sono doY11te a I~il cli or­ 1

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.sc h e\·s1~,~.

D ) FO~)-lE LAR\"ATE.

Il tifo apiretico ed il tifo ambulatorio clebbono esser nettamente distinti fra loro, aln1e110 nella maggior parte dei casi. Per tifo apiretico, infatti, s'intende u11a tifoìcle c he decorre afebbrile, e .ciò indipe11dentem ente . dalla g ravità del1l 'infezio11e, la quale può a11che svolgersi con ca·r atteri· di malignità estrema, all1a stessa gu.isa delle i orme aitasso-adi11amiche. Il tifo a mbulatorio, inveoc, si manifesta con fenomeni generali t almente miti, da consentire agli inferm~ di attendere alle consuete loro occupazio~ ni: a meno che u11 s ubi.t a11eo aggravarsi del male non li costringa al I-etto, o'rvero u11'improvvisa complicanza (enterorragia , perforazione intesti11ale) no11 ue ponga in immediato .p ericolo ·la vita. Accanto a quest e forme, con qt1esti gravi esiti, se ne osservan cli· q uel1e Ghe decorrono lievissime dall'inizio fino alla guarigione: alcune riconosciute soltanto inerieè le ricerche cli laboratorio, a.1.tre (forse la magg·i,o r parte) non diagno&tica,t e. Può anche a\•venire eh·~ un tifo an1bulatorio sia con.tempora 11ea1nente a piretico; nè può escludersi che un tifo a piretico si ~''olga con caratteri si miti da ass11n1ere il tipo ambulatorio. Tali casi, peraltro, so110 rarissimi; e ad og11i m odo, nel trattare di queste due forme anomale, l'accen11ata distinzione ,·ttol essere te11uta presente . 2

rRATICA

. 1'ifo apiretico. - CJ1e la setticen1ia da bacillo d~ Eberth possa, in tutta quanta la sua e\;oluz1one, decorrere completamente afebbr.ile n on se1nb~a a priori verisimile, od almeno no~ può con sicurezza affermarsi. Come asserire infatti ch·e 1'infermo fu scrupolosamente segu~~o e sot~ topo&to a ~requienti' le metodiche osservazJioni ter~omet~iche? Come accertare che una qu·a lcl1e reaz1on·e febbrile, s ia pttr lieve e fuo-ace 11on . . .::::, ' s1as1 determinata? Che adunque una ~orma di t ifo completamente afebbrile esista, a rigor di termini non oseremmo affermare. Ma poichè le espressioni cliniche non possono· avere 11n '\·alo~e assoluto n è debbonsi proprio a lla lettera interpretare, ~armi sia consentito, entro una eerta larghezza di confini, co11servare la denornin:1zjone di « tifo apiretico Jt per quelle forme, nelle q11ali Ja reazione termica non fu 1nai verificata in t11tto il decorso della n1ala.ttia (Bondet, Ortiz, 1~tie11ne) , ov·v ero mancò per un certo periodo di .teu1po ( l~e n sa ud.e, Courn1on·t, '~reil e Piéry, Gerhardt, Lafforgue), o fu così scarsa da raggiung·E're a ppena t emperature sub-febbrili (Etienne, 1VIontefusco). È ancl1e .fila notare che, in alcuni casi , fu notata ttna ~os tante ipotermiia (Potain) . • • I sintomi funzionali e fi ici posso110 manifestarsi e s uccedersi in moclo analogo a quanto risco11trasi 11el tifo ordinariio, ta1chè l'apiressia solta1ito costitiiisce la atipicità. di q'u esta sindro111 e. Di casi simili si citano esempi no11 rari nel corso delle epidemie di febbre tifoide (Strube, W endland, Gerhardt, Potain, Gerlocz)·, Dresckfelc1, Pellicer, Ortiz, Weil e Piéry, Ug·hetti). 'falvolta la f·ebb1;e si nianifesta s ol.ta11to per ttn brevissimo per.iodo iujziale, dopo di c,he la m alattia si svolge co1npletamente apiretica, come nel seguente caso riferito da Rodaino : Un uomo di 26 an11i ammalavasi a ì\1arsio-lia l::> con malessere g.enerale, cefalea e febbre (39°). Dopo tre giorni, del tutto sfebbrato, p artiva p er Torino, ove giungeva in tale stato di abbattimento, da dover essere ricoverato nell'ospedale. Quivi, per t11tto il pt>riodo della n1alattia, si m antenue ~piretico. Le condizioni g·enerali p erò si aggravaron o progressiYan1ente, .e compar,rero manifestazioni emorragiche multiple. Dopo cinque giorni I 'infermo socco111be\ria, avendo presentato solo 11e11e ultin1e ore di vi ta t111 rialzo termico, ' rerisimilmente in rapporto con una complicanza polmonare verificatasi. _i\.naJoghe anomalie clella ct1rva term ica (elevazione febbrile iniziale e co11secuti·va a piressia) furono rile,·ate ne1la osser,·azione di Ughetti e n.ei tre casi di ìVIontefusco. _L\.ltre volte, nella tifoide apiretica, cercheremtno iu,·ano i sintomi pr0pr1 della setticemia da ba1

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IL POLICLINICO

c1 llo di Eberth : che anzi la ;i1ala ttia si s,·olge i11 osser\·azioni cliniche e da resultati sperimentali' forma del lutto lar\."ata, ovvero con si ntoìni che è che I 'apiressia dipenda, in alcu11i casi, dalla apparte11gono ·a d altra infezione. E , a tal propogr.avdtà della tossi-infezione in atto. Xel già citatosjto, m erita di esser menzionata la ossen·azione caso di Rodano, ad esempio, è certo che 11 pedi Br11lé, 11ella quale un tifo apireti ~o cela.,·asi riodo apiretico coincise esattamente col tumulsotto le p er,·enze di u11a ·infezione pt1erperale. tuoso aggravarsi della sindrome morbosa termi' meEcc:o in s uccinto il .caso: nata poi con la morte. Inoltre .i l Sanarelli l;ua donn a , in seg1utù ~d aborto, presentò fediante la tossi.na tifica, Metchnikoff con la tossinome11i infetti,-i gra,·i (pros trazione, delir1o, di- na dell 'hog-colera, R oger con quella del b. coli pnea, albumi11uria), l11a senza reazione febbrile. dimostrarono che dosi moderate di tossina detert; ~ raschiamento clell 'utero .fece riconoscere resti minano la febbre · negli animali da esperimento. placentari fetidi . Kel terzo settena rio l'ammalata la ddo,·e con più elevate dosi si ha ipoterm.ia. venne a morte. :Kon vi fu mai febbre durante 1'inTifo atnbul:itorio. - Descri,t~o per la pr~ma tiero decorso della malattia ; non ·roseola, non volta da Hervett quale affezione tifoide 13.itente,. diarrea, nul·la insomma da far peusare alla pos- fu da Griesinger denominato «ambulatorio» per sibilità di una infezione tifica. Tuttavi3.: l'emocul- il fatto che gli infermi' almeno per un certo petura diede sviluppo per d11e volte al bacillo di riodo di tempo, tollerano in p~di la malattia. E berth, ed il medesimo germe fu .isolato dalla 11 tifo a mbulatorio fu particolarmente rfilLubi•le 48 ore dopo la morte. Al tifo erano dunque straito da Louis e Chomel, Surmay, Chantemesse, da attribuirsi, )u questo caso, e l'aborto e la Curscl1m an11; Thoinot n e h a ràferitd 27 casi. L o morte del! 'inferma. Le lesioni intestinali risconsi riscontra in tutte le epidemie, indipendentetrate a ll'autopsia erano di lieve entità. Dl'ente clalla gra,·1 tà o dalla benignità ~l genio Qual sria la causa, o per dir meglio quali il~ epidetnico. È più frequente nel sesso maschile cause (non potendosi in ogni caso invocare unie negli individui robusti ; assai raro nell e d0nne Yoci elementi patogenetici) della forma apiretica e n ei bambini (Curschmann). del tifo, non è ancora ben accertato. I~'inizio della malattia è subdolo, e si accomL'ipotesi che possa trattarsi di infiezioni atte- pagna con SÙ1n tomi generali indeterminati. V i è 11uate è a ssolutamente da escludersi, o almeno per lo più un vago senso di malessere, senza. però 1lon giova a interpretare quei casi che s1 rivela-. vera incapacit à al l.a\•oro : tuttavia le ordinarie occupazio11~ riescono oltremodo faticose, ed esaurono gravissimi, e che terminarono con la morte riscono co!1 facilità questi infermi. Essi mostrano {casi di \ 7aillin, Surmay, Rodano, l\Iontefufrequente spossatezza, anoressia, nausee,_ son.n-0sco, ecc.) . lenza diurna ed insonnia notturna, irritabilità d€l Alcuni 0sservatori l1otarono l evoluzione apiretica del tifo in soggetti molto ·vecchi od este- carattere oYvero depressione psichica ; spesso .cenuati (Strube, Fraeuze1, Vallin) . Del G<>s invece falea, ma cli modico grado, talvolta dolori reumatoidàl agli arti od al tronco (Chantemesse, Unne vide un caso in un robustisSlimo giovane, nel quale « 1l'esuberanza delle forze poteva far presu- , ·erricht, Surmay). La roseola fu in alcuni casi osservata (Cha:ntemere che la malattia si sarebbe svolta con tutti i messe, Curschmann), ma si compren~ come di segni di un'imponente reazione». È da notare che questo gio,·ine era stato un forte bevitore; e Del rado fosse ricercato in pratica questo segno, u c ~ sosp etta.ndo~i il . tifo. Frequenti sono le turbe Gos inclina a credere che l 'api~essia fosse irn rapporto col precedente st3to di intossicazione alcoo- ri ntestinali, consistenti in periodi alternati di stitichezza e diarrea con dolori colici (Cha.ntemesse). lica dell'infermo. Il tumore di milza, riscontrato nei due casi Altri ammettono che 1'aipiressia o l 'ipotermia di Curschmann ed in altri amcora, non è costannel tifo, e, in genere, nelle infezioni che ordina• te . Così nella ossen azione tli Surmay (cit. da riamente decorrono con febbre, ·sieno dovute ail Ber.tolim) l '1ngrossamento della milza non fu coni)re"\·alere delle sostanz.e tossiche ipotermizzanti statato n è in , -ita nè alla necroscopia . :Nel caso sopra quelle ipertermizzanti (Teissier, Roux e riferito da Bertolini 1 'autopsia dimostrò un tuPition, Gùlbert e Boix, Rod€1t e Counnont, Charmor di n1ilza lie,·e, che non era stato ri]eYato allo rjn); altri hanno invocato infezioni bacteriche esame .clinico. associate, e principalm ente 1a associazione del La febbre esiste qua&i sen1pre , n o11 niolto elebacteri11m coli (Ughetti) . ::v.Ia contro quest'ultima ,·ata, irregolare, ora ren1ittente ed ora intermitipotesi sta ~ 1 fatto messo in luce dalle ricerche tente, talYolta con e1eYazioni precedute da bridi Scihttenhelm. Weicart e Hartmann, che cioè Yido, in guisa da s.lmular perfino gli accessi m a. ucbe le t ossine del b. coli sono capaci di delarici (C 11rschmann) . Pn0 anc-he la febbre ma11'\erminare a umento della te1nperatura. ca r del tutto, o per un certo perioclo dt tempo '"n;l opinione che sembra c-onfortata da alcune 1

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SEZIONE PRATICA '

(.2 osser,·azioni di \7allin, una di B~r.tolini ) · ma

digerente (anoressia, na11se-a, ling11a impania.ta, dolenzia addominale diff 11sa); b) co11 l'enl-e rite a(itta .. se la tliarr~'l è intensa e persistente; La freq ne11za del 1)olso suol esser maggiore che e) co11 l 'i1ifiue1iza, a llorquando esistono fe11ella comune febbre tifoide, venendo cosl a 111a11- ' 11_on1eni cataJ:ra!i cleJl 'apparecchio respiratorio (cocare uno dei più in1portanti segni differe11ziali. rizza, angina>' bronchite diffusa). Raramente il polso è dicroto (Chru1temesse) .. .,\l'la si1nulazione ocl alla isteria · si è indotti i\ carico del.l'apparecchio resp!Ìra.torio fu spesso a pensare, ove non é!ppaia alct1na reazione febriticontrato un catarro diffuso dei broncl1i, per brile, nè si rilevi no i segni oh b],etti vi di un vero Clll facilmc11te Si SCa n1hiò la malattia COll l 'ine proprio stato morboso. fi uenza. Curschmann (cit. da. Bertolin·i) potè accertare Se.arse le osser,·azion.i ematolog··iche: fu notata l '.infezione tifica in una donrta in,·iata.g li con dialtucopenia, come di regola . gnosi di clorosi e di isteria, co1ne pure ·in un Le lesioni anatomiche del l 'intestino e dei ganammalato rltenu.to · affette, da 11e,1rosi cardiaca, g li mesenterici non differiscono da quelle che si perchè presentavia pallore del Yol to ed irregolariscontrano nel t·ifo ord1nario; scarse e per lo più rità del polsò ! assai limitate sono le lesioni degli altri organi. La diagnosi del tifo ambulatorio aclu11que, coIl tifo ambulatorio, confuso spesso co11 affezioni 1ne si comprende, è di una difficoltà. estrema: d'altra natura (enterite: in1barazzo gastrico, inforse, a lnio avviso, ancor più difficile che ne:i fittenza), può anche svolgersi nel completo silentifo apiretico·, ·nel qttale almeno Jo stato genezio dei sintomi, ove no11 sopravvengano subitanee rale d.egli infern1i, spes8o assai g·rave, può in · compl.1canze, denotanti allora la vera origine della certo qual modo orie11tare .il nostro g·i udizìo. Pur malattia. tuttavja, se avvenga di osservare, clopo 11na sucLe e11terorragie e lie p erforazioni del1e ulcere c.essione di sintomi \1 aghi ed incerti, una- eruintestinaI.i sono, seco11do alcuni osser,·atori, gli zione di roseola o la co111parsa di u11 tumore di esiti più frequenti del tifo ambulatorio (Cur·schmulza, e .tanto più o\:e esploda tino dei sopra 1nann, \ -alli11, I#ucatello, Lt11s e Cbon1e1, Brouar- accennati accidenti (enterorragia, perforazione), del e ThoinotJ : più freque:i1ti cb(! 11on n elle i·l sospetto di una infezrione tifica sarà giustafoxme ordinarie de1Ja febbre tifoide, for ~e perchè mente fon(lato, ed alle ricerche di laboratorio do11el tifo aw.bu1ator.io più fac~lment-e si co1nmet- vrà affidarsi il definitivo responso di.agnostico. to110 disorcli11i dietetici (Guizz.etti), ed a nche p er I fattori etiologici che possono in,;ocarsi, a dieffetto del cc surmenage » fisico (Curschmann) . A lucidar questa singolare manifestazione della setqt1esto proposi1to ricorda il Dintani come l 'Engel, ticemia eberthiatia, riguardano 'da un lato le <.lopo una giornata trascorsa seco11do il solito qualità del germe tifico in sè , da ll 'altro la tollenelle sale chirurgiche, ammalasse improy\·isaranza ov,rero il i11odo di teag·ire de1l'organisn10 mente e ven.isse a morte: questa, .come dimostrò colpito. 1'autopsia> fu cagionata dalla perforazione di t111a · Il grado di virulenza del germe ci dà ragione, 11lcera tifosa. è vero, di alct1ne nlodalità speciali i1el decorso e Io non sono molto con, i11to circa l'esattezza nel genio epidemico dell~ malattia ; ma di per della opinione sopra enunciata, che cioè le entesè solo non basta a spiegar la co111parsa di forme rorragie e le perforazio11ii intestinali si pnodu- a mbulator.i e, che, con1e è noto, f 11rono sporadicacano con maggior frequenm nel tifo ambulatorio 1uente osserva.te nelle più miti epidemie, come nelle più gravi e maligne. anzichè nel tifo comu11e. Che i disordini dietetiici e .lo strapazzo fisico possano influire su] de~ L'apparente benignità di certe for1ne di febbre termà!lJarsi di codesti gravi .accidenti non v'ha tifoide iu da Stern ritenuta i11 rapporto con una di1bbio; ma, c'irca 1a. frequenza di questi ttltimi, n1inor d,iffusione del bacillo tifico, il quale, in 11011 mi sembra che possa affermarsi nulla di alcuni c-asi, resterebl1e' loca~rizzato nell~in.testino e positivo; considerando rhe la maggior parte dei nelle glantlole mesenteriche. Sta però il faitto casi di :tifo an1bulator.io sfuggono del tutto alla che, anehe fra i casi i11 citi si potè dimostrare osservazione clinica, oppur si confondono con la massima circoscrjzione dell'agente patogeno, si ebbero talora forme gravissitne. Ed inoltre conaltre forme morbose. Gli errori diagnostici, infatti, sono frequen- tro le statistiche di \i\71d011 e co11tro quelle redatte nella Clinica di Strassburgo (confermate tissimi . I11 genere il tifo ambulatorio ,.a condai Ia·vori di Weil, Sacqt1épée e Perquis), le quali fuso: parrebbero dimostrare che nelle i'llfezioni lievi si .i) con l'itnbarazzo gastrico, ove sieno preha più cli rado il reperto dei bacilli tifici nel ponderanti i sintomi a carico dell'apparecchio allora, in cotali rarissi111i casi, le f-0rme ai11bulator!e si confondono e si .identificano rol tifo apiretico.

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IL POLICLINICO

sangue, stanno i resultati di Le1nierre, di Kol1e ed Heutsch, di Cole, di l\iemmi, di Hewlett, dai quali p.011 appare alcun rapporto costante fra la gra~ità della sindron1e cli11ica e la presenza dei bacilli nel sang11e. Un,-erricht spjega la mite~-a dei sintomi che · si osservano nel tifo ambulatori.q, ammettendo una speciale resistenza nel sistema nervoso di certi ind.i·v idui; ed a\ va}ora questa opinione col far 11otare con1e le for.1ne ambulatorie raramente si risco11trino nelle donne :e nei bambini, ossia nei sog·getti con sistema nervoso labile. Un'idea simile è stata sostenuta anche da Curschmann ; ma contro ta1e ipotesi, per cui si fatiebbe dipendere la jntensità dei fenomeni morbosi da11a vu1nerabilità del siste1na ner,·oso, sta il fatto che, proprio nella età infantile, la febbre tifoide suole clecorrere con una straordi i1ari.a mitezza. Chan.ten1esse, .!11:fìne, parla di una speciai1e resistenza dell 'organismo al veleno tifico, analoga a quella 'che presentano certi i.n dividlti contro Yeleni diversi (oppio, alcool, ecc.). Certo è che, niella patogenesi di queste forme ambulatorie, hanno importanza massin1a alcttne peculiar.i condizioni, in verità non ben note, ma sicuramente inerenti all 'organ·is1110. La storia di tutte le epidiemie dimostra come, in una stessa famiglia, nelìa quale ,·erisimilmente agisce un 1nedesi1no ceppo bacte1;ico, atl1cuni 1nembri possano ai1unalar1e di tifo co11 i fenomeni ordinari di questa i11fezione e talora gra·vissimi, altri invece con si.ntomi oltremodo attenuati e con atipico decorso della malattia. Assai significativa, a questo proposito, è kl osservazione di \i\Tendland, riguardante un indi vi duo che presentav8: un tifo apireti<::o, mentre in altre due per-· sone della stessa famiglia la malattia d ecorreva con i caratteri abituali. Io stesso ho potuto fare l1na osservazione analoga, che l)revemente riferisco: Durante 11na piccola epiden1ia svoltasi ia Chianni 11el 1913, ,,e11iva inviato un tifoso nella nostra Sezio11e delle Malattie .inf.etti,ne, presso i•l Lazzaretto di S. Croce. l_Tn fratello di questo infermo era morto di tifo pochi giorni innanzi. Nel nostro pazie11te la malattia, sebbene terminasse con la g t1arigione, pure decorse con ,caratteri di acu: zie (febbre elev·ata, delirio, imponenti f,enomen1 generali, enterorrag·ie), e diede poi •luogo ad una recidii Ya gravissima. Circa nel n1edesin10 ten1po Yeniva accolta nel 1.,azzaretto la moglie di q11esto infermo, incinta, nella qt1ale il tifo si n1a11ifestò con caratteri di straordi1taria tnitezza : scnrse ele\·azioni termicl1e, appena sub-febbrili ( u11 sol giorno la t en1perat11ra raggi11use 3S0 ) ; non abbattimento del sen~orio, ina appe11a t! n lie,·e m ::i lessere; non ro1

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seola, non tt1rbe intestinali; lie\·e tumore di milza; nessuna complicanza. In ambedue i coniugi la sierodiagnosi e l'emoc11ltura resultarono positive per il bacillo di Eberth. BIBLIOGRAFIA. AcHARD. o: Bull. et mé1n. èe la Soc. méd. des hopitaux », 9 avril I897. ACHARD. Syndrome héniorragique mortel dans la fièvre typhoide; Jiemoglobinitrie par héniatitrie.

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da.

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SUNTI E RASSEGNE. Il valore cli11ico tlegli esami sierologici. 12

luglio 1919).

ar~duale

che facendo determinazioni, dopo il pruno mese, a brevi intervalli, no11 si osservano d.~erenze nel titolo. Nel tifo la cur,-a delle agglu-· tu11ne sale a un ripido apice verso til 210 giorno e cade rapidamente nella 4a settimana; nei vaccinati sale a un livello più alto e no11 ritorna coBì rapidamente al normale ma è fondamentalmente l~ stessa. Quinùi i11 questi ultimi mentre il reperto-.. ~11 agglt1tinine in t1na sola cleter1ninazione h a poca unportanza, essendo in clipenclenza f1ella vaccinazione, una tipica ascesa o discesa del titolo ii1 esami st1ccessivi è di ai11t·:> diag11ostico. Il metodo, i11dubbiamer1te pro1nette11te, occorre sia be11 fissato nella sua tecnica. . L' A. che ha avuto occasione di aùoperarlo recentemente in casi di tifo fra truppe vaccina te trovò in alct1ni la reazione caratteristica, ma i11 altri la modifi.cazio11e era più netta per le agglutinine paratifi.che, sebbene l'infezione fosse tifoide. Concl11dendo, quant11nque 11tile, il \ralore diagnostico del 1netodo i1on p11ò esser paragonato a c1uello della \Vidal nei non vaccinati . AGGI,UTINA.ZIONE I N ..-\ LTRE INFEZIONI. \

E stata usata nella clisse11teria bacillare: 11ella quale però, esse11do l'infezione d i solito limitata alla mucosa intestinale, le agglutinjne non si sviluppano così regolarmente con1e nel tifo. Kella forma c1a bacillo d i Shiga il titolo r :50 11a già valore d iagnostico: mentre che nel tipo cli Flex11t-r esso de,re essere di r :2 50. La prova agglutinante si è dimostrata utilizzabile anche nella febbre cli l\Ialta. FISSA.ZIONE DEL COl\IPLEì\IENTO NELLA BLENORRAGIA..

SEMEIOTICA.

(jOSEPH GARDENR HOPKINS 1 N. Y .

PRATICA

Med.

f 01tr11 . , •

Dalla scoperta di \\Tidal molti sono stati i metodi ideati p er utilizzare i fenome11i dell'im.m11nità sierologica nelle malattie infetti,"e: i quali hanno reso gran di servigi nelle forme a 111ngo CJecorso, prototipi la sifi.lic1e e la tubercolosi; m entre nelle infezioni aci1tissime, i.11 c11i la diagnosi de,-e esser fatta prima che s i sviluppino gli anticorpi, è necessario ricorrere .:a indagini batteriologicl1e.

K elle infezio11i gonococcicl1e a sede profo11cla (artriti, epididimiti) gli anticorpi fissatori clel coml)lemento sono quasi costanti. I~a reazior1e è stata l1sata anche per .fissare la guarigione. Poco è c1a aggiungere al lavoro originale cli 8chwarz e 1\Iac Xeil. Affatto recentemente D. Thomson ha descritto tm nuovo metodo di preparazione dello antigene, col quale avrebbe aVl1to u11'alta percentuale anche nell'uretrite acuta, alla fi.11e della prima settimana. Egli ha confrontato la reazione ottenendola ne·g ati,ra nei casi 1ìo11 blenorragici; e, in genere, nella letteratura pochi sono gli studi che hanno preso d i mira la specificità della reazio11e .

TIFO E PARATIFI.

Il valore c1ella reazio,J.1e d i Widal è assai diminuito con la difft1sione delle vaccinazioni preventive. Tuttavia Dreyer ha afferm~to che ripetenèo la prova a intervalli di 3-4 giorni si può arri,-are alla d iagnosi. La vaccinazione è seg11ita da una rapida prod11zione d i agglutinine: n1a qt1esta poi decresce, sempre più lentame11te, non toman-0 o al 11 o r111a le per 1 -2 anni. T,a C1 iscesa è così

F'ISSAZIONE DEL COMPLEì\ffiKTO NELLA TUBERCOLOSI.

l/u1teresse vi è stato attirato dai lavori di Besredka, cli Petroff, di l\Iiller e di altri. L'il1ter· pretazione dei risultati è c~ iffìcile, ma in definitiva è di i1ote,--01e ai11to nei casi c1 t1bbi. Gli anticorpi non s o110 prese11ti in tutti i casi clinicamente accertati. ma si 11anno i11 altre forme Ìl1 c11i mancano (r5)


IL i'OLI CL IN reo

1520

i sintomi clinici, con presm1zione di 1111a infezione latente. Sono più costanti negli stadi avanzati e nelle forme .attive: ma una reazione positiva non è ttna prova. che il caso sia avanzato o attivo. I dati più attendibili sono quelli di Brown e Petroff: 51 % di reazioni positive nel primo staclio, 73 % nel secondo, 81 % nel terzo stadio; 81 % di reazioni positive nei casi attivi, 6r % nei casi inattivi, 79 % J1ei casi in cui l'attività era discutibile.

I ,A REAZIO:KE DI \V ASSERMANN.

trattata. Nella sifilide terziaria o i1e11a così detta parasifilid~ il rist1ltato negativo non è conclusivo ,. ma certamente depone contro la lues. Nel controllo della cura una W assermann negativa certo non prova la guarigione: ma poichè di tutti i sintomi della sifilide questa reazione è la più persistente,. se tale negatività persiste per un anno, e se mancano tutti gli altri segni, noi abbiamo con ciò la migliore evidenza, che ci sia data ottenere, di una guarigione avvenuta. Nell'interpretare una reazione i1egativa non va d imenticato che se il paziente it1troduce una grand~ quantità di alcool, la reazione può temporaneame11te cambiarsi da positiva in 11egati\a (Craig e Nichols) .

Attraverso a molte discussioni sulla natura, sulla tecnica e sulla specificità dei risultati, si ha oggi una grande fiducia sul suo valore clinico. Si ammette generalmente che la reazione com!SOAçGLUTININE ED E~IOLISI!\E. pare 8- ro settimane dopo la nlanifestazione iniÈ stato d imostrato da Ottenberg, l\tloss e molti· ziale, che è presente in c1uasi il r oo % delle forme secondarie (non trattate), e nell'80-90 % delle altri che le reazioni gravi e talora fatali che posforme terziarie. Circa il 70 % dei tabetici hanno sono seguìre alla trasfusione sono dovute alla prela reazione nel sangue e altri 20 % la presentano senza di at1ticorpi nel siero del ricevente rispetto· nel liquido cefalo-rft.cbidiano. Q11asi il 1 00 % dei ai globuli ros~i del donatore. U na recente pubbliparalitici i)resentano la Wasserman11 positiva. cazio11e di Pimberton, della cli11ica l\i!ayo, conferma L'82 % di reazione positiva si ha nella lue con- ampiamente sia il pericolo della trasfusio11e d i sangue incompatibile, sia la sicurezza nel trasfongenita . ' Rig11ardo a lla specificità deve ricordarsi che si dere da l.tn don atore dello stesso gruppo èel papuò avere reazione positiva: in altre forme spiro- ziente. Due circostanze l' A . riferisce in merito a qt1esto· cheticl1e, framboesia e febbre ricorrente, nella tripanosomiasi e nella lebbra; a queste quattro problema, le quali-crede deg11e di speciale menzio11e. eccezioni i1e vanno aggiunte altré quattro. su cui . L'una è la tecnica semplificata d i I.ee per fare i però anco.ra non v'è l'accordo: malaria e scarlat- saggi, che richiede solo un vetrino, un ago e 11na certa quantità di siero di individuo del gruppo II tina negli stacli febbrili, e sangue preso durante e d i un altro del gruppo III, contenuto ciascuno· l'anestesia eterea e post niortem. in una fiala, co11 l'aggiunta di citrato e di fenolo: \,. i è citata la \ ì\ ·assermann positiva in molte una goccia del sangue del ricevente è mescolata altre malattie, n1.a in merito occorre porre d ue quecon l'uno e con l'altro dei due sieri sul vetrino, stioni: come ,·e1111e eseguita la reazione, e su quali separatamente , e la lettura è fatta ad occhio nudo basi cliniche veru1e esclusa la sifilide. Ot1ando la ,....., positività trovata in certe malattie da alcuni au- dopo 2-3 m': in tal modo la detern1inazione del tori contrasta con ciò che è riferito dalla maggio- .gruppo cui appartengono il malato (rice·v·ente)• e il donatore che si propone è resa assai semplice ( r ). ranza, si deve sospettare lln errore di tecnica. È L'altro fatto da notare è che seco11clo le osservafacile render la prova così se11sibile da dare una zioni di Shavan e Masson il successo degli innesti reazio11e debolmente positi,·a (+o ±) negli stati ct1ta11ei dipende dagli stessi fattori , e non debbono· cachettici, come carcinoma o tubercolosi a'1 anzate, o J1elle malattie febbrili acute, controllate con lo esser tentati se le emazie del donatore sono aggluSRBASTL~KI. csan1e clinico: queste rea zio11i no11 debbo110 co11- tinate dal siero del ricevente. fontlere , a11zi debbo110 pers11adere c,eJJa troppa se11(1) Ci sen1bra assai 1)i11 sen1plice di co11.trollare sibilità della pro,ra. direttan1e11te il sanaue èel do11atore col stero del , .,è un altro gr11ppo C.: i reazio11i non specificl1e rice""\:. e11te e constat;re se fra essi a·vvie11e la isoag' . ., . che non può essere attribuito a difetto d i tecnica: a lutinazione (e isoen1olisi), senza bisogno a 1 andare a è ete1minare a che gruppo appart~ngono i11a s i t ratta di casi isolati e si è q11asi costretti a l'uno e l'altro, e quindi se11za ):>isogno d1. ~vere co11cl11<lere per una sifilide late11te. a disposizio11e ~ei ~ieri èei .grupp i II e II~ . (c10 eh~ I11 co11clusio11e le u11iche eccezioni sono le otto non sarà facile m pratica) : .ta11to p1u che i_l ~op rn citate: se esse p ossono essere escluse, u11a proposto èonatore assai p~obab1Jme!lte. ap~arterra alla st essa famiglia clel paz1e11te e qumd i fac1lmente1~azione d i \,·assern1ann forteme11te positiva, allo stesso gruppo. J4e~ propose il suo m~~Ol o pe:r ripe1.11ta 1)er e'ritare errori, signjfica sifilide . i casi cl i trasf11sione d1 guerra, e a,·e,·a g1a esamiCh<' cosa <lire c;elle rea zioni 1iegat·ive? Nell'acci- nato e di,·isi per gruppi gli 11on1i11i c1 ella s11a am1 c" t: J1te prin1ario sospetto no11 trattato u11a R. '\ • bulanza: cletermil1ava allora solo a cl1e gruppo appart e11e,·a il ferito e })ren c~e,·a un <1onatore èelln· t1t:gatiya }Jer d11e me i fa escl11<' ere la lues . Sin1il(.\·. d. R .) n1e11t'" iii t1na lesio11e seco11claria sospetta, non ~te.so gn1ppo. 1

16)

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[&NNO

XXVI,

FASC.

51]

SEZIONE PRATICA

DER.l\1ATOLOGIA.

a 11 e grandi articolazioni.

n1ero o gruppi di no~1uli. su una o tutte e due le estremità inferiori <> sulle braccia.

Le modificazioni di colorito sono meno accentuate che nella forma tubercolare. L'elemento bruno è specialmente dominante. Si sviluppa tipicamente come 11na contttsione.

Il nodulo è più pallido al principio e progredisce nella colorazione fu10 a uria ti11ta porpora o bleu, se p ersiste (come eritema il1d urato) rimane bleu, e può presentare una s11perficie bollosa e al disotto necrotizzarsi. I nod11li possono presentare solo un mediocre eritema, che permane, no11 lasciando modifìcazio11i di colore o solo una debole col orazi one gialla, o possono esservene cl i incolori fra it no :li eritematosi, ricordando la tubercolosi nodulare dell'ipoderma di Wende.

Sintomi i11 generale . . . ptu gravi, maggiore pro-

Processo più indolente, lesio11i meno o affatto dolorose, più persistente (dei mesi e ai1che più se vi sono reazioni infia1nmatorie). Di reale aiuto ne·l la dia·-g-nosi è la co11comitanza. di in(lubbie lesioni tt1bercolari (tuberco1ic1 i).

Porpo1·a, e'·1·te ·1 ... 111a nouoso ell e1·ite1na i11tlt1rato di natt11·a t11bercola.r e. (S•roKES. A1n. ]ourn. of iVl.ed. S cie1ices, CL\TII, 2, 1919).

La te~dè11za dei recenti prog·ressi del.la qer. matolog1a porta a stabilire come alct111 e entità e]e·v ate a forme morbose uni·voche, abbiano 111 ul~ tipla eti·o logia. ~ oggi assodato quale 5o·rande parte rappresenti in questa etiologia .]a t ubercolosi : :°~rier ha infatto creato il gruppo dei t1-1bercol1di, che, pel tramite dell'eritema indttra·to, si riatta~a all'eritema nodoso e alle dermatiti affini. La letteratura dei rapporti fra eritema nodoso e tubercolosi ricorda i la Yori di F'oenter, ~icola, De Blasi, J acqttervel, Cecjc;.is, Chaufiarcl, Sézary, lVIarfan, Bria11, La11douzy. Landouzy pel primo ha trasn1esso la tubercolosi alle cavie media.nite inoc11lazioni di nodi d'eritema. Rosenow (1915) ha descritto un c.tift.eroi(le po1imorfo gramnegati,~o quale age11te causale dell'eritema 11-0doso. r~a ~ua tesi ha però ,·i·ve obbie. . Zl0111. L'A . riporta u110 stt1dio s ulla c1t1estione, basato su ro casi. D1 essi 4 sono dimostrati rigorosan1e11te di natura tuberèolare, 4 fort.em.ente sospetti e 2 non co1nplet::imente studia.t i da p0t ~r ef'sere definiti . Dermatolog1camente la differenziazione diag11ostica di u11 e ritema nodoso di ori.g i11e streptococcica o difteroide da un Jato, e tubcrcol;ire da.1l'altra, riesce driffici1e: e Stolzes fornisce ·a lcuni criteri di diagnQsi differenziale dedotti dalla sua esperie·nza. I~i riferisco bre\re1111e11 te :

Eritema nodoso strepto coccico o da germe difteroide.

Eritema nodoso tubercolare.

Nodi più la rghi, lJiù edematosi e polposi, più tesi ed emorraaici.

Nodi più piccoli, re? zione periferica men o accentuata, emorragie meno visibili e sostituite o da semplice illidivin'lento color porpora o da eritema.

Più gra11de involttzione dei tessuti superficiali. Distribuzione prevaJen te sulla faccia su periore delle estremità jnferiori, specie ginocchi e gambe, e inton10

Nocluli lJÌÙ circoscritti e profondi. Può a ppa·rire su ambo le faccie delle estremità, 1na preferisce localizzarsi posteriotmente. Si ]) u ò pìesentare in piccolo nu-

r521

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gressività, e in genere tutto il processo più acuto, con tendenza a limitazione spontanea c1el decorso.

L "esperienza llell 'autore lo ha JJortato a u1u1 seri·e di indagini per svelare la tttberco1osri. nei casi di eritema nodoso. A pre~iudere dalie comtt11i indagini anam11estiche, è di grande importanza il fatto -che un inizio a tipo di r eumatisn10 in questo gruppo cli clermaitosi, deve far pensare alla tubercolosi a11neno altrettanto quanto ad una localizzazione streptococcica, non a\·endo alcun si.gnifi.ca·t o ri n contrario, per i oasi in questione, i sintomi 1nialgici o artralg.ici. E poichè la concomita11za di una tubercolosi si traduce se111pre co11 segui obbietLiYi, l'esame compl<:to accurato e ripetuto clel1-'ammailato viene 1n prima linea. Del resto & prezzo dell'opera quando si pensa a quale differente indirizzo terapeutico € gre·vezza prognostica s1. puo' arr1.va re. :Può .aju•tare in questi casi il richiedere 1'opera (17)


J.l, POLICLIXICO

dello specialista. È certo grave, infatçi, la legg·erezza con la quale i medici trattano questi infermi. Concludendo; lo Stokes dice che se ogg·i non ci sono fattoci assolutamente probati·vi p er asserire la 1iat1tra tube reo/ are della porpora, dell 'eritema 11odoso e dell'eriterrta ~ndurato, resta la osse1..\·azio11e .clinica della grande concomitanza di ques te dern1atosi coll'infezion·e da b. di l(och. Se pure no11 s ono da questo direttam ent e d·eter1ninate, forse la stessa causa può produrre le une e SYilu1)pare un.a tubercolosi altrimenti quiescente. ì\1a forse a11cora p iù prossima . al vero è .1'iidea .che le lesioni di porpora ed eritema nodoso sono reazioni cuta·nee ad ·u na distribuzione per via t 1uatoge11a di bac1lli tubercolari, it1 i11divid11ii ipersensibili . Se la tt1bercolosi che ne segi1e è ca usa o sintomo no11 ha i111portanza. Per ciò og11i caso di qt1esta dermatosi. deve s pi11gere ad u11a indag1i11e con1pleta, 'ralendosi di tutti i suss idi, e a contint1i riesami . _L\.n che j.n prese11za di localizzazio11i p1ogeni1cl1e, il fattore Lu l)ercola re Ya messo in discusstio11e . Qu est a concezione, anc:te se applicat a rot1tinaire111e nte, può portare gra11di va11tag·gi . · Da11'eritema nodos o si passa, .in ttna s uccessi \·a la~e , alle t1lcer azioni e all 'eri ten1~ indurat o. ( y,

SABJ\Tll'I.

CHIRURGIA. Il probleo1a dell'en1piema.

·{ r~ :.'.I ILIO

G . BECK. Su rge r:y G'v 11,ec a. O bste t ri es, aprile r919) .

r). VIRULENZA ED ALTA f\IOR1'ALI'.fÀ. L'agente causal-e non è ancora definiti vameute noto: sii è parlato di un ·v irus ultramicroscopico, di 11na speciale virt1lenta associazione del bacillo dell 'iinfluenza con lo pneuo.nococco o c011 1< streptococco, di 1111a maggior:e suscettibil.i tà d i fronte a questo nuovo tipo di infezione. Un fatte.., che sembra indiscutibile è che sono stati, contrariamente a quanto sinora si era ' 'isto, mag·giormente attaccati gli individui g.io,rani e robusti; mentre non hanno presentato una mag-giore suscettibilità g.1i affetti da asina, da bron chite cronica, da tubercolosi e gli alcoolisti. Ancora, è impressi,o nante la quasi ttniversale n1or· talità delle ·donne gravide. La mortalità di p ende molto dalla \'Ìo1enza dell'attaioco iniziale. Vir sono stati dei pazienti che sono 111orti in 12 ore : e sembra più per difetto di ossigeno cl1e per effetto tossico : i pol111oni era110 con gesti al p11nto, che 1'ari0 non potev .1 entrare negli al,ìeoli e 11 malato moriva, in effetto, dà &offocazi.0111e. D•a Jtr.a ·parte, <:-hi Sttpera!\·a il primo atta.eco e sorpassava Ja prima setti111an a a\·eva molte probab.ilità di vittoria, ciò che trova"\'a un 'i 11dice nell'innal zamento del numero d ei poli1norfonucleati. Sembra certo, dal] '.esame batteriologiC'o d ci pezzi ·aina.tònlli1c i, che i I?azienti non siano n1orli di i11fluenza, o, meglio, per opera del ba<'ill n de11'i11flt1e11za di pf.e iffer. 2). DIAGNOSI

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DELL'El\IPI~~I .\

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DIFFERENZIAZIONE DALL'ASCESSO POLMONARE.

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Prescindendo dai d ati forniti dall'esame fi~ico e dall'anamnesi, che sono ben 11oti, ci limitiamo a considerare 1 dt1e 111ezzi diagnostici più moderni e più importanti : lo stereo radiogra1nma e la pu11tt1ra esplorativa. (Nell'articolo sono inserite n11merose e chiare riproduzioni di questi radiogrammi) . Il primo ci pone dirnanz:i le seguenti diag nosi differenziali : a) Pol1no1iite 'YI01i risolta: ombra de nsa corrispondente a uno dèi cinque lobi, con i 1 rest\J del p otl mone relat1·vamente normale; b) Broncopolmoriite in atto : spe so in,·asi ambedtte i polmoni; comunque , ombre di differente grandezza, sparse, intercalate da a ree trasparenti; e) Liq'uido nella pleura : il poltnone è compresso verso l'ileo; un'ombra den sa è acct1rnu lata n ella parte più decliYe (e ca1nbia di 5t:Ù è col mt1tare di pos izione d el malato), limitala in alto da t1na linea orizzo11tale, spe!'so sorn1ontata da una zona di pnet1motorace ; d ) Ascesso polniona re : {li diagno~ difficil (' , p110 ri1nanere latente anche per an111, ~!a ali >esnn1e fi!'ico, sia all 'e~am e ra t~iolog-ico·, datn la 1

Le d11e epidemie cli po1111on ite che 11anno i u1ìerito n egli Stati Uniti ha11110 reso purtroppo di attualità l'empiema, ch e, contrariamente a ciò ~11e era a \··venuto nelle epiclemie precedenti, h a segt1ito con notevole frequenza la bronro-polmonite. I11dt1bb ian1ente de,•e essersi trattato di un a i nfezione cli una ' arietà più ' 'in1lenta. E anche le condizioni anatomiche dell'empiema sono stal l: diffe re11ti : mentre nei casi precedenti, di regola, il sacco pleur1co veni ·v a tro,·at o pieno di p11s , 11e1 casi attuali - e specie nell'epidemia <lel 1917, che è quell1a tl cu~ datj sono più comp 1 ~ti (l ' _..\ . legge·va q11esta memorja davanti al1 \ ccndemia di Chir11rgja di B1rffa1o nel di cembre i 918) - molte Yolte s.i son'° .tro,~ati dei recessi multipli, saccati, pUJrulenlti, e talora asces$Ì nella milza, nel fegato, nella cavità ~ddomi'­ nn le : !'Ì c;arebbe detta pi11tto~to 11 na pie1nia co11 o~ta nte in,'asione pleurica. Cerchian10 cli trar partito dalla osserYazione a lt,t pL r ri~pon ll c rt· :ltl alcnni importanti qttesiti.

PRECOCE


(. NNO XX\,-I, FASC. 51]

SEZCO~E

sua possibile piccolezza. Se si apre nel bronco e si ha ·la vom,iioa, può esserne !&Coperta .1a presenza, ma I.a localizzazione può di venire anche più drifdìcile, essendo le pareti collabite. L'·a!scesso tttbercolan:e ha urua pai1ete disti.nta, e periciò molto pJù facilmente diagnosti.caibile, che que1lo da polmonite o da altre c.a'Use ; e) Pneu1notorace. ~ ri·00i1oscibi·le assai f.acilmnte ,_ia dai seg11i fisici che d.a quelli radiiologici (assenza d~ qual s iasi ombra perch è il polrnone l\ spostato) ; f) Tubercolosi polnionare avanzata: il quadro racliolog·ico è assai s imile a quello della broncopolmoniif:e e deve .soccorrere l 'ainamn:esi. 1:1 i)r.oce~so tuberC'o1are g·uari.t o dà Uina irrumiaga11e ca.ratteristica : polmone tras:pa·r ente C·Oll sottiil.i strilat11Te ris pondenti ai bronchi, fiancheg.g:i.a.te da piccole ombre b e11 disti·n te dovute aa depositi calcificati. Pun tztra esplorati1 a. Da farsi dopo la radiografia per sceglie re la sed e. Il pericolo consiste ne l pungere poln1011e sano e quindi diffond ere . I 'infezione : quindi no11 eseguire più di tre puntur.e. Il pus può essere d enso, qt1indi al 1'ago ' 'a atnmessa 1111a siringa per I 'aspirazione; la quale, 1ritira1ndo I ',ago lellJtamente, va ripetuta a .dtte o tre profondità. I ris tt1tati sono :li grande Yalore diagnostico sia al sempli{'e esame sia nl la prova cult11ra le. • 1

3). TRATTAì\-IENTO NON OPERATI\'O. L'introduzi-0ne di a nti~tti:i è st ata r)er molto tempo p.r oposta. 1\Turphy suggerì 1'11.so di formalina i,n glicerina (2 %) , che si s uppone sterilizzi Ja cavità : sembra prodttca 11na chiusura più rapida dopo il drenaggio e, ancl1e s~11za q11c·sto, ha d ato buo11i risultati negli etnpiemi postpnet1monici e dopo la pleurite ordinari.a, e non si comprende perchè non sia stata u sata più largamente. Unica <lbiezione è che provoc~ d~l~re. Da non u sare nei bambi11i e nei casi di or1g·1ne tubercolare. · Molti hanno proposto lE. as11irazi011i 1 ipetut.e, ma •1'A. non si convince ch e esse possono far evacuare tutto il liqt1ido purt1lE-nto, e allora 'f inchè ne rimane v'è la malattia. Votrel>be ci1c i patrocinatori clcl 1111..t·)~lo ne di111c,strassero l:l ~f­ ficacia con radio~4 ra5 ~. Non ha ·e sperienze sulla ' 'accinoterapia. Parlarne qui sarebbe troppo lungo. Crede debba esser presa in co11siclerazione. . , 4). QUANDO OPERARE. Nelle epidemi e s uddette s1 e n~tat~ eh~ ;iella pleura si raccog-lie dapprima un l1qu1do s1eros 1) , h nelle successive punture ,,a gradt1almente eassumendo e il carattere pur11lento, ed e' d't ffi c1·1 e stabilire qtt:lt1do pos~a trattarsi di tt n ,-ero e tn-

PRATICA

piema. Comttnque l'es p erienza 11.t tlimostrato che l'operazione precoce, quando ancora il liquido è sieroso, espone maggiormente ~un decorso c10nico e inoltre è pericoloso ~11 sè. Tale pericolo è stato clalla Commissione per l 'empiema attribuito alla formazione rapida di 11n pneun1otorace: ma l' A. non crede essere questa una co11dizio11e cosi ag·gravante, per1chè già dal liq11ido il p olmone è stato collassato; egli, pensa piuttosto alla abolizio11e della immobi:lizzazione del pol1none, mentre è anco~a in uno stato di infiammazio11e acuta e al fatto che l'atto operativo, per q11anto semplice, apre la porta a un'i11fezi-0ne S€condaria cl.a parte di un liquido straordinari•a mente infettivo : di fatto è stato tro,~ato che le cult11re dal sangue, prima sterili, divennero positive ~e il sangue stesso era preso 24 ore dopo I 'intervento. D'altra parte sappiamo p~r esperien 7:i che il pus, qt1anto più è ritenttto in un dato punto del corpo, tanto meno virttlento e tossico diviene: in altre p.a role s i fredda. Conclttd·e ndo, .è molto più sicttro differire l'operazion·e a qttando il liquido è divent1to nett1.m ente purule11to; sebbene si·a permesso e anche consio-liabile ttna limitata evaicuazione allo scopo b di sollevare i distt1rbi da oppressione. 5).

1

SCELTA DELL 0PERAZIONE1

A~ESTESIA.,

DRE-

NAGGIO.

L'operazione più semplice è da preferirsi . L'A. o-o·o.t;1isce .que11a seo·u1ta d a :;\lac I{enna, e cioè La Su ' 0 0 ~i·nrt:ri0d uzicme di un eaitete1re iatt.raivers.o u11 trequarti, aspirando poi da quello per mezzo di una s~­ ring·a (se il pus è troppo denso i.ntrodurre prima d·el liquido di Dakin). È 11n 'oper azione che offre tainto pochi ris-cl1i q11arruto un.a pt1nt11ra esplorativa; la ferita essendo piccola e il catetere aderendo ai tessuti, sono evitate al massimo le infezioni secondarie; l'evacuazione s i può fare gradualmente, impedendo all'aria . di entrare (un kleninier è posto all'est erno d el catetere) e facendo riespandere gradttalmente il polmone. Del resto, a11che questo i11ter,·ento non va fatto negli stati acuti perchè è sempre p ericoloso far riespandere 11n polmone i11fìammato. Ancor.a .no11 può dirsi1 se q11esto metodo dà_ una g11ar 1g1one radicale, ma g·li attuali rapporti sono finora assai favorevoli. Il metodo del con,tro-d·renag·gio (Doh.nnam.n). Usato da11 'A. in 30 casi con s0'1o una morte e non recidiva . R esezion·e ù.i circa 3 cen'titnetri, del] 'ottava 0 nona costa posteriormente; incisione della plettra per ttn centimetro e mezzo, ~ub.i~o ~hiuS'l da un dito introdotto nella breccia; 1ns 1nu~re s ulla gt1ida del dito 1111 kle1n:11z er c11n1 0 e sp1ng·ere la p1-inta di questo Yerso l'esterno del.1~ pell e anteriormente e in b asso, n el punto p1u '-ll. '.l

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[.L\:--:~o

IL POLICLii\ICO

XX\"I,

FASC. 51]

ne : se questa potrà <lare <li meglio sarà il caso di seguirla. D'altra parte egli mette iu guardia contro dei rapporti sfa,·oreyoli, do,·11ti forse a t111a non rigorosan1e11te esatta applicazione del 1uetodo : chi• ,·uole seguire il metodo di un altro de\re attenersi scrupolosamente alle s ue regole e non introdurvi delle modificazioni per suo conto. Ciò forse è da .applicarsi anche al metodo dell '_!\. per trattare i seni fistolosi con Ja pasta al bis1nuto. È appunto· a quest'ttltimo 1uetodo che devono esser sottoposti i casi che non hanno tratto be11eficio dagli altri . Dopo quanto ne h a ,scritto> l'A. non crede di entrare in pro,p osito in dettagl i : solo \ruol fissare al.cuni punti in1porta11ti . Intanto .l'uso della pasta al bismuto pt1ò aYere due scopi : diagnostico e curati,10. Rilie'"Vi diag'riostici . Il modo 1nigliore p er esaminare le varie forme di empiema è di riempir.li co11 pasta al bismuto e di prendere una serie di ste reoradiogrammi che ci daran110 t111 quadro esatto delle dime11sioni, situazione, profondità, rapporti della o d,elle singole cavità. L 'introdt1zion e di 11.uo o ilncl1·e di d11e cateteri può •non corrispondere allo scopo. La pasta al bisn1uto può an cl1e fornirci preziosi indizi qttando esiste 1111a co1nunicazione coi bronchi, m a in tal caso occorre anda.a-e con ca.1}-te1a . lentan1 euite, e 11sa11c10 pasta liquida; e spesso ]3 pro,1a do., ·rà so•.sp 1 ~ ·.1de ·~;i <\ causa d ella tosse che essa provoca. Se esiste un corpo estraneo, <Cau sa del] 'ascesso, è necessario localizzarlo : ·e a ciò serve b eui::;si 1110, a 11zi è quasi indispensabile, lo stereoradiogramma . Posta una diia gnosi ru.1atomica soddisfac.ent e, occorre accertare il carattere e la q11antità della secrezione. Il colore del pus spesso dipende dalle ostanze usate nel trattame11to. Del pus stesso sairà sempre fatto u11iC st riscio e u11:i cultu-:a e. 6) . CHIUSURA POSTOPERATORIA RAPIDA. se è nrecessaria, uina j niezione i•u ca\ ie. I~' -~\ . ha Che cosa fare per prod11rre la disinfezione e tro,·ato in quasi tutt.i i casi lo stafilococco, unito lA cl1ius11ra del ca,·o plettriieo nel più bre\ e t en1a questo nel 20 ~~ lo strept ococco; raramente i1 po possibile? bacillo tubercolare. Rispetto a q11est'ultin10, ha 11 l a,·aggio con liquidi antisettici, dopo essere stato usato per n1olti anni, a\1e,·a ~tbito 11ota.to che nelle for1ne di origine tt1bercolare i bacilli, pri1na assenti, si tro,,a,-ano in g.ra11de a~­ 11na ospe11~ione, qua11do Carrel lo rimise in onore col s n o 111e todo. Il quale <.: tt1ttora sitb jitdice bondanza dopo u11a iniezione con pasta al b1~1nt1to. Eg-li crede cli spiegare ciò con la see 1':\.. non 11a gra11(le -e sperienza ii1 proposito. guente teoria : i bacilli si tro,·ano nella parete lJ no dei pitt importa11ti vantaggi egli crede conclell 'ascesso ; la pasta a l bismuto pro,·oca una :-:i~ta 11ella .az.io11e clissolYente ~ttlle aderenze fiforte l eucocitosi it1 questa; i let1cociti distrttg:hri n o::;L~ . le qt1ali spesso lin1itano delle ca,·it à 0·0110 i bacilli e li trascinano 11ella "ecrerione. ~el).1rate (lal caYo 11rjncipale, che altrin1enti non :--- Di fatto qt1esti bacilli hanno deg11 ~peciali ca: J otr1..:hbero Yt1otarsi 3 111euo di speciali 1nano,·re. ratteri : più piccoli, ri t111iti con1e a catenelle di 11 f11t11ro (lirà <l t"l~a bontà del lnetodo: l'_.I\.. però i. 11otnre che g-li h a pot11to pro111ettere e otte- ~ treptococchi, piì1 colorabili. Egli però 110~ 11a n11a confer1na cli laboratorio di qne~ta teoria. l1 1 la cl1in$nra lli 1111 e1npie111a in a1n1eno IC) '~1 R ilic-.:i tcrapcutìci . Il tr::\ttan1 ... 11to co11 la pa~o C~!'i <.'O] t n11)lice <lre11.1ggio, . e n 1a irrigazio-

decli\1e; praticare qui., ·nello spazio intercost ale, una contro apertura e servendosi del klenin,ier ò.ntrodurre p er CL\1.esta facendolo u scire p er la prima jncisione , un cateter e molle con 3-4 piccole aperture i1el centro; int~odurre n ella prima apertu'fa, sopra a l catetere, t111 grosso tu.bo di :g omn1a, :fissarlo con punti alla cute, e, p er mezzo di un collettore di ,·etro, collegarlo a un altro t11bo che Ya a terminare in u n recipienbe cl1e dreni il p us. Il tubo grosso è tolto dopo 4 giorni ; il catetere rimane in posto per due settima11e, dopo lé quali Yiene sostituito da una fettuccia larga 7-8 mm., immersa prin1a it1 una soluzione 20 % di argirolo e che pttre sporge da ambedue le a perture (' 'iene intr-0dotto assicura11done u11 capo a u11a estremità del catetere e quindi ritirando questo) . Questo 1netodo è posto dall'.~. in seconda lfiltiea 1-ls petto a quello ,d i ìVIac Kenllla perchè n<m oosì sel11lplice. Rig11a.rdo ail drenaggio setnplice, cl1e è fi•111o ra ] 'operazione più comu.ne, 1' ...\.. raccoma11 da 0he e so sia posteriore e 11el pttnto più basso, preferibil1nente alla no11a costa o . p.iù in alto se il seno costo-diaframmatico è otbliterato. De\7e esser posteriore perchè la sede più comoda è 11el decubito e n ella posizione seduta, e p ercl1è espone meno a ll a formazione di se11i fistolosi cronic.i . jl tubo dii drena.g gio 1111011 d·e ve t.ropr)o protTude'l:"e 11ella cavità plE-urica, per e\·itare la friziqne del poln1'one contro di esso . I metodi dii s uz.ione per la riespansio11e po1111011are, pttrchè fatti sis·tt'1Tha1t'i·can1ente e 11011 oon forza eccessiva so110 0ssaci. raccomaiuda bili. Quasi esclu s ivamente de,,e usarsi anest esia loL<Il e . X on è il caso di indugiarsi a descri,1ere la r esezio11e costale : l '.t\.. solo desidera consigliare 11 11 a jnci sio11e cuta11ea cur,ra, così cla dare 11n 111ag·gior ca1npo per i pia11i sottost anti. 1

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[ : \ ì\°NO

XX\' I,_

F ASC .

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.. SEZ IONE P RATICA

sta al bis111uto è il più conser\·ati \·o e i·nsieme il più efficace d i; questi seni segrega11ti. cronici. C iò risulta n on solo dall'esp erienza dell'A ., m a da 11un1eros i a ltri ra pporti p er venuJi da a ltre parti, i quali, dopo una prova ormai di dieci anni, indica n o che al1neno 4 su 5 casi d i vecchi e1npiemi s up pu Pa·11ti sono .stati gua rì.ti co11 ql1esto semplice prooesso. Prima del tratta1ne11to si prenderà 11na serie di stereoradiogra mini p er mettere i 11 evidenza , se è possibile, retrazioni polmonari, a dere nze, pl1eure isp essit e o corpi estra nei s e esistono. Quind.i• s i inie tta la ca, ·ità con una p asta di bismltto a l 1 0 % in v·aselina {J.'ri1na u saiv·a ttna n1-i st11ra a l 30 :"}~) . La preparazione della p asta è assai importantt e 1' ....1\.. ne dà una complet a descrizione : per essa ritnan diam o a 11'articolo orig inale. Ri.em!'ita con1r;J et an1en t e la ~a~:ità o il senD, si pre nde una n110, ·a serie di s tereoradiogratnmi, che ill11stterà le d·im en sioni esatte della cavità , , i suoi rapporti, l'ev•e11tua]e esist enza di t asche e l ocul azio11i. l\!Iolti 11ann-0 l'idea cbe la p ast a sia 1111a sost an za riempitiYa per obliterare tino spaz io n1orto : ciò è u11 errore che può portare a serie complicazio11i ( intossicazion e da bismuto). Essa i11,·ece de,·e r im anere 2-5 g iorni, dopo i q u ali se 11on esce spontaneam ente la si deve asport are pe r m ezzo d i un catet ere co•nnesso a un a -siringa aspira trice . · Il trattamento n o11 deve esser p reced11lo da irrigazioni . L'i 11trocl uzione della p asta si farà con ttna sirin•ga a becco lungo, m entre il p az.i ente è -in p-0sizione t al e ch e l'apertura del se110 è a-1 più alto livello, allo scopo di far uscire l'aria. Non sempre basta alla g uarjgi-0ne la prim a i tilie-zione; b.i sog nerà ripet erla fino a che la secrezion e <la purule11ta (;; di·v entata s ierosa. S e dopo un e.erto nttmero cli ini ezioni q11est a m odificazione i1011 aYviene , bisognerà ricorr er e • .a mis ure p iì1 racl icali·. Il trattam~ nto va controlla to con esa1ni batteriologici ri petuti dalle • • :secrez1on1. Ca,u se de lla 1io1i chiusiira. P erch è alcu.n i casi non ris p.ondon o al trat tam enJto c0l bism uto: Qua11do s i tr~tta d i ca,·ità d i contenuto su periore ai 200 g n1. 1a guairig"rimiie è n1eno facile ; ìo ·st esso dicasi p er quelle com11nica11t i coi bronchi . ~~ l c11nii casi _g uarisco110 p er 1 - 2 a n11i poi s i ·r,i aprono; 1111 a 11110, ·a i•11iezione .1i fa r~cl1iudere per poi tor11ars i ad aprire a lung hi intervalli. Qua11t-0 a i fattori veri e p ropri d i qu esta m a11canza di chi11s11ra p osson o indicars i i segue11t i : 1) Dl t ess11t o poln1011ar e :retra tto e ~ nfi1trato 11on è cap ace d i r iespander i ; 2) La plct1ra co11t i.ene an cor a ger111 i no11 raggittngibili con sol11J.ioni a nti~etti che ; 3) Pres~nza di corpi estra11ei ;

4) Casi di ascess.i polm o11ar ì, in cu i è u suale la

comunicazione col bro11co, donde la r einfezione; 5) l\ioltep1ici.it à degli ascessi e loro difficile tlre11aggio ; 6) L a t11bercolos i è la ba e fo 11clame11tale dell 'ascesso . Teoe11do in mente qttesti v·ari fattori, il t ratta1nento ya rierà da caso a caso cercando d i t ogliere fin che è possibile la ca usa. 7). CI-IE N I CI

COSA FARE N EI C?\S I

PERS I STENTI

S l J P PU RATIVÌ CRO-

AD ONTA DEL

TRATTA l\'.I ENT O ?

Kegli ultimi 7 anni .l' . '\.. . h a u sarto p er obliterar e quest e larg he ca\rit à un m.etodo operativo che r itiene più semplice e m eno p ericoloso di quelli di E stla nder e s imili, e che si propone di t rasform are la cavità suppurante in 11na su perfi cie coperta da cute : è t1n'op er azi one di «scivolannento di CU'te » o di p1as.tica. 1-l riestesia locale o gen erale. L'incisio11e della cute , ·aria sec-011do i s i11goli casi : talor a a Y così d a a\·er·e tre l embi ttno lt1ngo •e ~ tretto due larg hi e corti ; talor<:1 a X così da a ver e 4 le m bi cutanei. Q11esti ve11g·ono sollevat1 co11 tutti ·i 11111scoli sottost anti , così da conser,·ar ]oro 11na buona n utrizione fino a l mom ento di a pp.1 icarl.i. Resezion e del numero di cost e necessario, ord.ia1.ariamente da 3 .a 5 (~·nc.111sa , di regola , la 3a1. !incisione obliqua della pleura dal seno (in etti è ~tato posto un cat et er e come g u ida) al pu11to più alt o possib i:1e. I sp ez.i onat a la cavità \Ìene r esec.at a l a pl eura p arietale fino a i moncon i r estanti de lle coste, m a non de,·e toccarsi n è la plewr1a visoerialie 11è I.a pa1-ietale sotto la ! e l I cost a. Stt quest.'ultin1a. viene tr.asci1nato per m ezzo cli 11n k le ninricr (che è bene lasciare in posto per 24 ore) i:l lembo cutaneo più ]11ngo, dopo che da tutti i lembi st essi Yen11ero t olti il gr~so e i 1uuscol1 : detto lembo viene mantenuto da garza fit tam ente stipata . I due lembi più piccoli no11 r icl1iec10110 specia le attenzione: va·11no a posto da sè. Di sol.i.to no11 è ·necessaria a1c11na s11tura . L a medicatura ,.a rimossa solo dopo 48 or_e e con l e precaltzio ni necessa rie, perchè 1a garza asportat a 11on trasci ni con _sè il lembo c11taneo. D opo una settimana, di solito, l a su perficie priva d'i p elle è s11fficientem e11te coperta di gr.anttlazioni.. Si appli cano allora tutt'at tor no, lung·o il b·orfl-O 1die lla .su perficie cr1tenta, delle · striscie :ii cerotto, larg·he I cm. I/ 2 o 2 c1n ., che coprano il bordo ctt±a•neo e la s11perfl cie g·ra1111lante. Queste, ch e ,·a11no poste a og11ì seco11cla medicatttra (nelle medicat11re intercor ren ti s1 por rà dell~ garza se1nplice dopo to lto il cerot to) ma11ten- · :Yono le o-ranulazion i allo stesso • 1i,·ello dell'l cute, e faèilitano gra11de~en te la rigene_razione 1

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(2 r)


, IL

POLICLI~ICO

epjteJciale. Che s i abbi a t111a , -era rigenerazione ùj epitelio 1'1\.. l1a pott1to dimostrar e con esami . 1n1croscop1ci., .l\d i1lustraz.ione del 1netodo egli cita la stor ia clinica di due casi. Quest o trattamento è a ncora n el la strada di s\·iluppo e s.enza ù11bbio sarà perfezionato. Esso offre certo grandi ' rantaggi s ulle altre operazioni. Basti dire ch e i1011 occorrendo s uture esso è compito nella 1netà di t e n1po circa : 1'operazione è termiiilaJta proprio qttaindo ci as.pett~­ remmo di a\·ere il più grande la,·oro da fa~ ancora. CONCL USIO~I.

r. Il trattan1ento dell 'e1npie1na, attra,·erso la

insorgenza di nuovi tipi, è djve nuto 11n problema 11uO\'O, e data l a sua s traordin1aria frequenz·a o:icbci.ede una revisione e una modificazione dei s uoi metodi; 2 . Un trattamento c-0rretto dei prim.i stadi pre , ·errà l a lnaggjoranza dei seni cronici s uppt1-

rati,-i · ' 3. Quando, ad onta di· qua.1sias i trattamento, persis tono dei sen.i, la pasta al bismuto, se appli cata correttamente, .e liminerà cir'C·a J '80 % di questi casi ; 4. I restanti poss o 110 esser g uariti con l 'operazione cli plastica cutan ea secondo la tecnica sopra <le. c ritta. SER.\STI'\~I-

lVIEDICINA

. SPERI)IENT.A.LE~ .

Sfudlo speriment.ale sull'uso di innesti di omenro nella chirurgia addominale. ( \i\.-. l.~ FI~l'O:\, l\I. )[. I'EET; lo.~y and

Surg·e r;1, G3·neco-

Obstetrics, sett. 1919).

Rt1bin così co111Clude .m11 suo studio &uJle funuoni dell'omento: :e L'utilità di quest'orgaltlO pende dal potere che ha di forma re adell"enze, di assorbire iprodotti tossici e di distruggere cor1p~ ec;tra.nei colla fagocitosi ; può oom.poa.·tars i carne 11n m eso fissando ci. ·visceri e pro,··vedeuclollii del i1eçessario ruffi ttsso di san1g·11e ; se viiene distaccato d0 l11e sue ro111nes&ionii cade iITT ltecrosi e di,·i ene i1nutile ». Parecchi cl1i.r ua:gi adoperano 11su3ilmente i1 gr.a11de omento per ri·n forzare JiJlt t òj s 11t11ra che chiudono pe1"forazioni !intestinali. .-\.lcu.u.i pref.erisco110 portare l '001ento swl ''iscere, altri, come ad e s . Rimne, s i clicbiara.110 fa!Vore,·orri ~'11 'uso <li in11 ~ti di len1bi 0111e111tali 1òbcri , perchè ~c;teugono che 1 'ome11to fissato a 1111 yi.c:cere p u ') dar 1u<>go f acil·m ente alla forma-

do

zione di un 'er11ia in1ter·11a. FO\\·lerr c0t11S1ig-lia i1n <..: , base aglri espenin1e1t1.t i id i Sen11, .di crueuitaire con s carifioozio11i. ,l a pa•rete iDJtesitinale p1·i·m a dri api_)licar\·i l 'i1ltllesto. Chiar1es ::\la)~o dopo U111a colec~stec.tomia, per Ùttnpedire la formazione di ad-erenze f1ra 1o sto1naic-0 o il cluodeno e itl fega,t o, i:ntettjpone .1 'on1ento e lo suttt1ra al legaane1nto sospensoo:e; egilli afferma che glri àninesti om€'ntali liberi presto cad.onJO in 11e·c rosi e ,,1en.g ono assorbi1ti, ma .dllllt"iain!O qu.e1 .t antto che basta allo sco.po pel 1quiale furono 11sati. \~e1·a me-11.te i1eg·li es.pexim re ntli di Sweet, Chruve.y e l\.ilso11, degli in1n.iesti li ber.i applioaiti sopra sutt1re a1ntestinali, f ua-ono rin,1e11it1ti iu s.ito 1rutatti dop.o due sebti1na1ne. F.r1e emain, hasamdosi sulla s11a eS11)erienza cl~nica, raccomanda 1 'uso c1i 1inn1e.sti omei11ta1i i1à.berr., dltre che per tutti gli soopi già .r i.feriti a111c~ oomem.ezzo emos1tatico in oaso <.li emor.r agie di viisceri par.enchimatooi e11dprper1tonieali. Davis ooiller.mò coll 'esp.erime111bo I.e co111cl1tsio'Tli di Freemam, e ' v·i·d e c.he oper,a ndio ~n condizionii di ac~uTata a sepsi, è possibile di far .aitt ecc.hire innesti il:iiberianche del 'cùi'al!Iletro di cn1. 7.5. Vi so11 tu;tt.~rvia numerosii. problemi 0J1 c0tra 11!0111 1ri1soJ.ti soddisfacentemente in,tonno a ques.ta questione ie alllta risoluzione di essi sono ri,1olti gli espe1-:imenti de. gli autori. 1

ESPERl ::\lE~TI.

za Serie. -

Esperi111enhi eseg1ui.t i i1n cond1vione

' di asepsi : a) Per -stahi1iir.e gua1le sia i.l comportam.en!to degili · i.n nesti di lembi omentali 1iberii e q1Uale si1a .lk> ,s,p essore e la superficie dii essi più favorevole al il01ro attecchimento. Questi i!nmesti veniyano fissati su un tratto di pairete :i ntesiti:n.ale normale . I caini veni vano saordfìca.t i i·n periodi cli tempo varriiaibi~l.i da due setti1ma111e a sei mesi. b) Pier srtabiJ.iire se le con<liz..iorui di vascolaPizzazio111e de11 'innes.to j n·fl11enz.a1no la su.a vi.ta.Jiità~ • I 1einhi di omJento ·venii·va.no sezionati fra due leo-ature e così i vasi deùl 'innesto rimanie,;a110 pieni i:>

dii saingue. e) Per staibilire se le scairitfic-azioJUi delua supe1-fìcie per.iitonreale, su11a q11ail e si de're impian:itare l 'iinnesto, favoo-isca.no l >attecchimento. d) Per stabiliire la 111igliore tecnica per fìssaar.e l'~nin~to. (Seta e catg-t1t di ,-arie dimensioni e quaaità. Di,1 er.si n1i0di d~ suturare l'inne~t-0) . 2n

Serie :

a) r>er stabi.11re i.1 co1nportamen1o di un innesto ome11ta1e l~tb ero i 11 condi1Jioni di prohabiJe sepsi. Gli irunesti erano io11piai1tati su soluzioni di contin110 dell'j11te.5tino sntutrat e 0111.a Lembert. b) P er stabi li·re il potere dell 'i•nmesto di impedire la c.liffu~one di mat~riale ~ettiro. Gli in11esti ,-e11i \·a1110 in1pia111ati .::.u ~oluzioni di con1

(22)


XXVI,

[ANNO

FASC. 51]

S EZIONE PRATICA

U•nuo chi.use con s oli pun.ti di a v\;1c1.nai1ue11to 0 non oh i1use a.ff aitto. 3a. Serie. - P& 1&tabi11111:e q lhal1e ,s ia j[ .n1ezzo migliore per itlljpediitrie la formazione c1i aderenZie i~tonno ~1l'~~to. L'~nneSlto veni,va r·icopen-to d1 vas.etl1l1 ua:, 0110 id.i ·pa11affiin1a , o l1avato {'.'Oil.1 solu~ion-e fìsiologiioa cailda, <l-0:po essere stato sUJtttirato all 'i1ntest~no. Il rrua.rgin.e 01,uerLtato ·diel Q1liaJD.dre omenit o era iacou•rata1neiu1te 1ri1pieg·ato in ~bro. -la. Serie. - Per sbabi·liire q1tllru11i sieno i vds.ceri o J.e :formazioni più aclatte per l 'app1lica~oo1e e l 'atteccl1i1m ento deg.Li 1Ì•thl1€'s ti (stomaco, intes!tirno, fegato, milza, peritonieo parietai1e). 0

C~1ito gli 1~ esti liberi '110n "'opraivYi,-0,:10 i1 1 ai~bi1~te . s:tt1co, Jna almeno seryo1110 a itnpcd_1re l!l d~ffiondersi delil '.infeziou.e finchè i1on s i ·101!10 ..stabiùiit e rad&enze. GJi innesti ìi·b eri i)resenta1no ll :grande vta111itagg-1o d'i essere f aci,l1nente fi ss.a!bi iin ·qualunque 1ptiinto della cai,,itA aiddiominale~ Se. sii fissa ~nvece l'omento ra 1t1n'a111sa irutesti1nale ,

esI:Ste :sempre dJl pericolo, ·ch e viene evitato c0l . I 'u.s·o id i i1nnie·s ti 1liberi,, c h·e qua1lche ansa si strozzi i111tlor.uo ~a1:1 'ome11Jto. L'uso degli iininesbi [i·b eri sii d~mositra auc·h-e u.til~issim10 im oasi dii .t rombosi dei vaisi 1nesentecici o di ulceri ti:fose, 116 q1uali si temono delle pe.irfora.zioui q!Uian.do iper i l g·ra.n ai.uro.ero di esse o perr l'esten sione d.ell 'a:rea colpita non &i nuò aff o.nrl01rle. , 0

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RCSU LTA'f[

DE <~ LI ESPERIMENTI.

Gli A~I\ . hanno riscontralo c h e in ambiente steril e 1111 .lembo distaccato dd orueinto sopTav"~ive .sqpra qUJélllsi·a si argaino endoaddom.i11al e. La maggiore o mi,nore supe.rficie 1de11 'à1nne.sto

11on ha '.i1essuna imiport.amZia, comie pur.e che i vasà. . . . . . s1a1110 pr.e11.11 10 ,-110tbì d11 san.g ue. H 1a iimpor:ta11z.a ~nvece lo s pes&or1e : ti1n.nes,t i soitt1~~ .sopravvissero ·m e·g lio dii quellltl dii g.raJ1.11de spess01re, s pecik!!Lmente se q ii.esiti erainio foonii ti di abbon<lamte tessuto aid.iposo. Le scairi1ìcazi,onri della S1Uperficie che deve accogliere 1•i:n1nesto n on si dimostrarono ~n alcUJn modo t1ti'1i, amzi danmose . Pochi ptLDJti di seta sottile ai qU1a.ttoo angoli si d:ittnostrairono ci1l miglior mezzo per fìss-are in post() 1'imnesto. Glli iiimresti SQpravìV'issero sempire q u:a nid o f urono impiootati 1sopra soluvi0t11i di continuo detl1'ri.mtesitim.o chi wse ron .su.ture alla Lembert. Quiatldo ft1nono impiJantati ;SQPra 1pei-Jorr.avioo{ chiuise iim.perfiettasmente 00!11 qlllalc.he .pUJnto d1 a.vvii~~11ame11.to o non i0h.ius,e affat-to,, mostriairono alteraZJiond prutoLogiche e c.i oè a·p pairiv·a no densamienite infiltrati e privati del tessutx> adiposo che prima oon.tenevano. Riuscirono ·p erò, per lo meno i;n um primo tempo, .a in1,ped·i·r e il drioondersi del1'iirufezione, ma pire.sto lla loro ia.vione ve111ne co1nplietata dail le aderecnze cl1e, 1nrtorno a11 'a.nsa perforata, f1o rmarono iiil gira111de omento e le altre anse j.n testina:li. · NeS1Siuno dei mezzi ·u sati riu.scì a .impedire la f.OTlllJaZtOne rdt iaiderenze, .sipeci0!lmente p.e r pa1t1te d.e l graind:e 1omento. Gli 1n·n€!sti a ttecchitrono su tuitti i , ,i soori addominal:i, co1ne pu.r e S1t1, l per.itonreo pa·rri'eba!1e.

'l'r~CNICA.

L '~n111e&to

deve essere .pre.so dal marg i.n e 1ibe1ro del _g1ramde omenito, ~1 n1.1arg-.i1n1e crueuta•t o di questo deve essere .r ipiegato i11 ·d~intro. L'i1nnesto, e.b e deiv·e .essere 1so.tti[e, vier1e occuratan1e:nte disteso .sop11a ,la rona lesa, i bo11di airiroto1aiti, e vie JJ,e fì,s sato 1..n sri.to 0011 q11aJche p1 11·11to di seta oottiJre. CONCLUSIONI.

L'uso di .innest<i 01nentat i li·b eri, è semptre pu-eferi·h i1le -eccetto che in .ambiente settioo. Questi Jembi di omento si possono im·piail1tare su turt:tì ii v~scerì acldomi•nali. Le i'lldicaz.i1o ni sono lre segueitllti : 1ptroteggiere linee di s utuo:a,- i:m.pedri·re .lta formairsi dci. a,derenze > d10rruiin1are emlOr,r agie, rocclrtulere il piiloro, c0ipri1re i1l 111Wit1Joone del dio tto c i:stireo, •rdnfor~a.re iJ peritoneo iin p1UJ11fti che ,tnJi1na1co1a.n-0 dri perfora!rsi . La tecn1iioa è fiaicile e 1'ri.n.terven,t o si può oo:npiiere i111 breve tempo e p1·odiucendo u.n molto J.ieye t:ra:uima. I:n ...aimbi.en.t e st€ril e 1'i.n11ie.sto sopra' ' V1 ve almeno 6 mes1 inalterato. a. 1JL. '

lOOADEMIB. SOCIETÀ MEDICHE, CONGRESSI (NOSTRI RESOCONTI F ARTICOLARI). Società medieo-chirurgim di Pavia.

7

l~DJCAZIONI

SULL'USO DEGLI

INNESTI OlVCEN'rALI.

01.tre che iper tuitti gili .scopi già de tti, gli i.ulllesti 01nentbali servono bene im u•nia. colecistectomia pe.r c.opril'.e :ill moncone del dotto cistico, 1)cr occludere tempora11eaJlllenite ~l p~loro, per 1ntt)etl-i re la f6rma7Jio.ne di ader.enze iperitoneizzain<lo airee denudattoe di .peri;t:oneo dopo ~'asporta ·~ione d i t11mori o dopo i.tna colecist ectomia.

Seduta del 5 dicembre 19 19.

L'azione dell'olio di Mugo In terapia. E . MORELLI. - là po:of. 1\Io'!'e lli acce1ll11!a all olio di lVlugo (e.ssenza di Pi,uo P11n1ilio) per la ~ita proprietà dii mascherare gli odori. Se ii1n 11na camera do\e u1n ma.l ato è ol)bligaito a defecarre si spargono poohe goccie cli oJriù di l\ilug.o o me g1.io si ,-ersano ro-15 goccie delll 'essenza nel ,-a~o 1

(23)


IL POLICLINICO

p1"ima delLa 1d efecazio11e , q uas1· no.n s1· aivverte più l'odore fecale. . Da,t a ~'imp~1-tanza 1d el gtiia·iaco1o per l'appltica7,lOne ep1c1er.m.ioa neltlta oura della tubercolosi .p ol11101ia1r e , e d ato c he i malati &i cr1be111amo a tale v ia per I 'odor.e caratteris tico del medicam.ooto che · ,-ela .l a m a la.ttia, i' A. ha unito ] 'o,1io diii Muo-o a l gu a iia colo (guaiacolo cristai11dzziato ,g ir. 35 - o~o -Oi l\ft1go gr. 15) e h a otteinuto di rulter.are di. . ' n1111'u1r e •DiQtevoLmente l 'odorie caratheri S:tico. L' ~-\. ha a nie·h e usaito con atti.m o risulltruto 1'ol·iio di l\!Luo-o tp er im·a ilazione i i1 casrl 1cli OZ)ena fetido: J 'odore pu·Ò ·scom·parire ~mme<liatam.ente e dopo poche i 11a1la.z.iond o ,10Jeg·li.o nebulizzazioni. E p,ure resta diminuito 10 isopp1orbabiil.e 1'odore ne11e bronchiti fetide spar~endo d.e lJ'olio di Mttgo ìl1ella camera ·e ne1 co11tempo facendo ·f are a•l .p a'lie11te de~ l e in1ail azion:i . 1

1

-Osservazioni intorno ad alcune reP.enti ricerche nel campo delle secrezioni interne. L' A. e.sipo.nie , ron considerazioni <: ritiche, .11e nuov·e ' 'ed.urtie dii E. G1e)- Siulll.a dottnina de11.e S ecrez io·n i inter1'ie, dis-c-ute11.d o i11to1n110 a i 1netodi rpri1ù oonivenienti per 1 'acceritamento <li i.p.o tes i it:ti.ttora con.tri0tve1·se, i1n bais e a nc he ad <J. .;er\··azionri. p et'S.Oniail.·i . . \. l ) ATTA. -

Rapporto fra reazione di semi di Strofanto con acido ~olf orieo, e loro attività biologica. .\. l) ..\T'f A. - -~~1o scopo idi chiarire il siginafica t o e .1 'i.n11por1tanza della nota reazion.e: clie à senii di strofanto ·d.a1n110 con H 2 S0·1 , € quiindi di iaooertarne 1't1tiili.tà 1per il giudizio fufrmaicognos bic o de1la drog.a, 1'A. ha stt1diaJto oomp.airaitivam enite s u diiVers1 oom:pioni <li semi al oompo.rt a1nento dellla rea2ìi-0ne ianzi<lletta, ed ~l 1g.rado del1'a tti·y.ità b·i1ologica (su1l cuMe· di rana) . D ai ri s UJl•taiti ottenttti 1'.A.. .lllQn iiinibende deriva r e n ess.UJnia ooniclu&ione di ordii111·e genera11e, riservaillld.k>si dri. .estende11e ad un .numero p iù inote\1ole ·d i .pan:tite di semi di strofa nto ~e ptroprie a-icerche: Nei c.am pi1o ni fi·nio ad ()!la sagigialti 111on risulterebbe 1patra11.e1ds.n1.io di oomportamenito fim l a reazri.one 0011 H 2 SO" e ~a rea21ilo;ne biologica: inftatbi s~ dimostrarono attiYissimi tamto i l)repar a ti ottenttti da semi ohe presecntavaino nettamente p ositiva rl a r eazione eh.imi.ca, quam.to se.tll:Ìi vecch~ssimi per i qt1ali debta reazione eiia .n egati,ra, o lde\ 1issima.me11te positiva . 1

1

Note di morfologia clinica. Il segno del cordone e la asimmetria dell'angolo epigastrico nell'emiplegia organica. B 1~nA 1>. - I~ ' •.\. i11 base ad uua se.rie cli os--~r,·azio11 i si te1naitiche e segt1ite con speciali ac-

~orgime11ti i<.l i t ec11ica , h a r i;:;co11tr1.to , negli emi-

P.legtiai, una dev·jaziouie e.ostante dell'apofisi e iis1forme e d ellia cicatrice ombellioaile ed una asimimetriia dell'aingiolo epigastrico. Tale die,riaz~11 e van-iia, nella sua direzione, a seronda deil.l a forma e cle]Lo stadtio c1i sviluppo delle manifestazioni emiple g iche ed è sempre .r i1,rolta ,~er~o j,1 lato rdtalt.ivamie nte i p.otonico. · La costanza d ·el 1"'eperto e gli .spec~a.1i oa.rat terl risoontr.ati daJl 'A. d4mostra:oo l '.esiste11za di mo clificazioni dd tono 111 elJ.a .111-t1saalait:uria del tronco · daù '1ato e n1iplegic-0. Le rJoorohe dell 'A., men.tre arriQchis.00110 mettendo iin evci.dienza un nuovo sin.tomo, il a ~rat­ fia de lla iem1 plegia organi~.a, .p ottano u.11 rontrib11to ch·e pt1ò essere con sid.erruto definiti\ 0 a11a diba·t tt1ta questiione de11la oompar.tec-ipazione d ei n111.s<Col i de.1 tironco .alla pairail isi emiiplegi.ca. A. GASBARRINI. 1

7

APPUNTI DI MEDICINA PRATICA . CASISTICA E TERAPIA. •

L'albuminuria cardiaca. Varie sono le forme di alhuminuria cardiaca ' ch e si possono presentare; oltre a quella lega ta a lla stasi r1e nale 1e a quella della nefrite interstiz,ilale, che sono le più frequenti, vi sono 1e albuminurie per nefrite subacuta concomitante alla malattia cai,,diaca, e quelLe in cui la nefrite ha preceduto la malattia cardiaca. (Ch. Fiessinger. f ournal d. Praticiens, 25 utt. 1919) . A lbumi1iuria. da stasi. - Bisogna riieorrere al trattamento causale , ciol: curar e Ja dilatazio11e lleLle cavit à destre. Si prescriverà anzitutto il riposo in le tto p er una dioci11a di· giorni; il re gim.e idroLaitteo di riduzione (gr. 500-750 di la tt~ oon altrettanta acqu a, per i primi g·iorni, poi la•tte puro : 1000-1500 gr. dal 7° al i o Q giorno) . Si u serà la teobromi11a per u11 mese (2 ca~·tine di 30 cgr. al giorno) e la digitalina. (S gorrie de lla solu zione a I %o ) per di eci gior11i, interrompendo poi p er tre gi·)rni, e riprende11d0 p t-r altri dieci. L'albuminuria permane spesso iu quantità \·ari.abili, senza compromettere il funzionamento renale, a me110 che non sopravvengano altre ca t1~e jnfetti ve o tossiche (sifilide, a lcoolismo, ecc.) . A lbunii1i1t.rie d ella tiefrite 'iriterstizialc. - S'~ il cuore è clebole , eguire la 111eclicazio11e r>rcceLlente, altrimenti pres~r] ,·ere la sola digitalina a titolo pre,·e11ti \·o (5 goccie al giorno, per 3 g 1oru i la s.ettin1an a) . L assa tivi frequenti, eJ ::,e l'ur~t nel sa ug-ue oltre pa" ,1 1 g r., a pplicare ogni 15


~EZIO~E

gi·o r11i sei Yentosc scarific.att alle re111. ì{c:o·i11H: ;::. la tto-\Tegetariauo i poclor11rato. :-llbzl niinu.ria per 11cjrite sopragg·iurita. Quando la nefrite dipend·e clall'endocardite infettante, il trattan1ento ,-a ri,·olto sopratt11tto alla lnalattia che domi11a la scena. Tal,·olta in,-ece ~1 stabilisco110 nefriti acute, senza che la lesione cardiaca sia in ra11sa. In tali casi ~ 1 tratta1nento ''a ri,·olto specialn1 e11te a1 rene. 'l'al,·oltn però la diagnosi è n1alag·e,·ole, co1ne p. e. cli fronte ad 1111a dispnea , eh.e potrebbe es_ere d'origine care.li :lca o renale. L'urea del ·a11gue 11on è sempre a111neutata; i clorttri, i)erò, filtrano lnale, dttrante la notte si ha grande agi tazioue. Sarà s11fficiente i)rescri\rere il ripoRo a letto ed il regime idro}atteo di riduzjone, p er ,-edere in J.>Ochi giorni t111 11ote\ ole ··n1igliora111e11to. Rrimane t11tta,·ia l 'a1lbumin11ria dipende11te c1a 1la 1esio11e re11ale. 1

1

a1iteriori alla ll!sione cardiaca . Riientra nel quaclro precedente; a11cI1.e qui si doYrà studi1are la parte di Ì'lrfi11€'11za di ciascuno d1ei cl11e org-ani (cuore e re11e) in 1nodo da poter indiAlbu1n,iriitrie

rizzare a d oyere ] a cura. fil.

Sulla diagnosi differenziale tra feno1neni aortici basedowiani e nevrosici, e fenomeni aortici in basedowiani e nevrosici. Cantelli O. (Rif.11ied ., n. 35, a11110 i9r9) passa i11 rassegna i principali fatti, che possono ser,·ire alla diagnosi d ifferenziale, dopo aver din1ostrato quali sian o le varie d ifficoltà, che si possono bene e sp esso riscontrare per giungere ad una d iag11osi giusta Poichè, se da t1n lato, l'età giovh1e del paziente, il sesso, la mancanza di malattie antecedenti, capaci d i produrre aortiti, i manifesti segni baseclowiani o nevrosici, possono renderla facile; dall'altro, progresse forme morbose infettive, l'età a\-"anzatae dell'infermo, l'uso fatto d i sost anze capaci d i leè'ere l'aorta, la presenza c~ella lue, e. nelle donne, l'avvicinarsi dell'età in c1ti per solito aV\"Ìene la soppressione delle regole, possono rendere anche impossibile la d iagnosi differenziale. Per facilitarla in certi casi, l' A. ricorda uno speciale comportamento (: ella temperatura, sia o no febbrile, e c'.el numero dei battiti cardiaci, rilevato in alcuni ba.c:>edovviani e 11evrosici da Gallavardin. Difatti, si può osservare, in qualcuno cli essi, più elt:;vata la temperat11ra al m attino che nelle altre ore del giorno, i11 i110 lo ch'essa, ind ipe11de11ten1ente da qualche iru1alzamento, diminwsce ma11 ma110, sino a diventar nunima sulla sera tarèi. Inoltre si pt1ò, insien1e rol fatto precede11te, ri contrare un i1umero di battiti cardiaci n1aggiore al mattino

P!Lo\TIC.\

I ,•-';/ :;;: .., C.'

ec"i. ii1 letto, che i11 t11tte le altre ore clel ;::, aior110 , sino a contarne il minor i1umero alla sera eJ in piedi . Ricorc1a inoltre il comportamento (1ell'aorta n ei 1)asec1o,,iani, nei quali tende a 1_ allargarsi coll'aggra·varsi dei sitltomi, eJ a restringersi col migliorare di quelli (Folly); ricorda infine la presenza possibile ed accertata da lungo ten1po, d i rumori sistolici e diastolici. Cita poi brevemente un suo caso in c11i per parecchi m esi 5i notarono dei fenomeni speciali a carico dell'aorta asce11dente, fenome11i che facevano pensare ad una dilatazione aneurismatica, accompag11ata da insufficienza valvole.re. In esso, poi, la scomparsa totale di seg11i aortici, av\Tenuta, ù1 certo mod.o, indipend~11temente da c1ualsiasi cura e senza che l'ammalata mo:lificasse il s110 regime d i vita, rappresenta uno dei pitì validi argome11.ti per la discussione della diagnosi d ifferenziale. Però, siccome i sintomi possono durare nn tempo pi1ì o meno lungo, tempo, che no11 può in i1essun mo :lo essere determinato a priori, e siccome no11 si può neppure affermare ch'essi del)ba110 scompa rire t uti.i i11sieme, così appare ragionevole, non potersi attendere per fare la diagnosi, il ritorno dell'aorta alle condizio11i normali. I11 caso poi che si trattasse di persone, affette contemporaneamente da lesione aortica, da lue e àa alterata funzio11e delle glandule a secrezione interna, sarà necessaria 11on solo una cliagnosi rapida; ma anch.e m1a d iag11osi etiologica discriminativa per i singoli fenomeni, affi.11e di poter giungere acl una cura razionale. E difatti l' _i\.. fa rilevare, che in certuni d i questi casi, l'uso dello jo.ì.o e clel mercurio p11ò essere controindicato. I~'_-\.. poi, a proposito del st10 a1nn1alato e d i altri ar1aloghi, che, qttantunque assai raramen te, pi1r tutta·via si possono riscontrare r1ella pratica con111ne, pensa che, per giungere ad ui1a diagnosi esatta, si èebba tener conto, in caso, sia di m1 preesistente stato neuropatico,. sia, e specialmente, <lei fatti locali aortici. Ricorda perciò i segni della 1)seudo-angina pectoris, mettendo iu eviclenza quelli, che, q uantunque non c1ebba110 essere ritenuti come caratteristici, sarel)bero tuttavia, secondo 111i, più. propri della rpseudo-angina basedo,viana. :\Iette poi inna11zi le (lifficoltà cl1e s'iucontra110 ne1 l'assegnare a ciasctmo dei fattori (aortite, 111orbo d i Flaja1ù, i1evrosi), quando essi si riscontrino insieme, la speciale importa11za che ognuno d i c1t1esti può acq11istare nella pro;ltlZione cli un dato accesso a11gi11oso. I11fi.11e, dopo aver ricordato alc1mi segni h1J iretti c11e possono o no far esclt1dere una lesione aortica, con1e il feno111eno cli Plesch, il comporta111ento incostante della pressio11e e del polso sia 11ei perio~li normali sia dura11te l'accesso, egli attira, i11 ispecial moclo, l;attenzione dello stt1ò ioso sul co1111)ortamento dei toni. E~l

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anzi affer111a, in seguito a tl osservazio1ù proprie, che, nelle clonne, il comportamento dei toni aortici, vario non solo d urante i perio ~li d i benessere e du. rante gli accessi, ma addirittura normale ùurante l'efflusso sanguigno mensile, accompagnato o no • diminuzio11e da t1otevole benessere generale e tla della pressio11e, deve essere considerato come segno cli gra11 valore per escludere un'alterazione • dell'aorta ascendente. A. S.

· Manifestazioni estrasistoliehe in seguito .alla somministrazione dei derivati dello strofanto. Ch. La11br}- e )1. Leconte (Arciii:;e.:; ac.:. 111atn-

d.ies du Ca!ur, des 1-aisseou.'\: et

[--\.~~u

l'fl LICLI~ICO

mao-b g·io 1919) osser,·ano co1ne non si credesse, che la somministrazio11e dello strofunto e dei s 11oi deri\ ati potesse produrre lill ritmo bigemi110, co:tne la digitale. Somn1inci.strando la strofantina \-aquez e L11te11bacher n.cm ne ave' 'ano osservato alcun caso. Crispolti ( r) però asseri'S,oe di .aver visto un ritmo higemi110 e trige1ni110 i11 segud.to all 'in1iezione di .str0ifa11tiua e lo $tesso Luitenba<Cher ii1 tt11 m1alato .con lesioll!e mitralica ,-ide ch1e u·n 'j 111i.ezione di uaibain,a determinò l'insorgenza ùi ttn rit111.o bigemino che seo1nparve dopo t111'in,i ezione d.i atropina. Più reeeuremente Sirui c,i di Bucarest riferisce u11 caso ·d i bige1ni11is 1no consecuti'''° ad iniez~ne e11dove1Josa di strof.a11tinn e Laubry e Leconte riscontrarono tt11 fatto a11lal-0go in seguito alla iiniiezio11e di uabaina e di estratto di strofanit o. ~el caso riportato dia questi ultimi autori si trat.ta·va di u11 maliaito con dop1)i.a lesione aortica i11 periodo di sco111i:>euso, 1 a l r1ua le dopo alcuini g·iorni d'i11g·res;;o 11el reparto f11rono pra,ticate per tre giorni co11secuti,·i ri spetti,·ame nte milligrammi 0, 25 ; 1ngr. 0,50, mgr. 0,50 di u.abaina per i11iezioue endovenosa . Un'ora dopo la terza in.iezionie 0011.stataro·110 la presenza di t111 netto ritn10 bige1ni110. L'osservazione dei tr:acciati da essi r.i portati, mostra triattairsi in questo bigemini 111.0 di estra.5istoli ,·entrico·l·ari. Il gior110 a1)press.o il ritmo big.e111ino era però scomparso. Dopo 5 g iomi [11 praticata ~11o stes so 1naliato ttna iniezione e ndo,·enio sa di g-r. 0 1 002 di es.tra.tto di strofnn1to D au.:s.e e rapi<la 1111e1ntie niiap1)a.r,·e · 10 ste~so big·e111ini:-1110, qt1esta yolta i)er$Ì.:;tente per i10,·e g-ior111., m a1gr..'1do un 1i.11iezio11.e di 0,0015 di · solfato cl'atropina , praticata nl giorno appre~c.o. I 11 questo 0..1 ~ no n i tratta di un big·e111i ni s 1110 di 11.\tttr.,.1 p11rn n1è ~ 1 te ner\'O · t, 11011 e"se11tio es.so stlto iufln~11hato tl t11 , 1t1·opi11 .1. De,·e.:.i perciL\ ridtL S lt1-i.::. cr,

XX\·r, r·.\~L. 51J

teuere ùi or1g1ne miocardica e preci$.81nente in rapporto a-lrLa dilatazion1e ventricolare, oome 11~1 bigemoiinismo digitalioo. Quesba diilatazione restò 11.e l caso i.11 parola pressoch~ uguale sia prima della so1nm.i·uis.:trazion e dei preparati, che dopo, forse perc11è 1'alterazio11e miocardica in1pedi Ya di riiSpondere u·tilme111te a c1uesti cardiotonici. L e oontraii·o ni .anormali musoolari · per .il loro carattetie estr.a.si.stolic-0 1e con.secuti.,.v·o allu111game11to dii.aiS1tolico contribuiscono a conserv~are la dilatazione ca-rdiiaca e fa ,-or.iseano così il loro ritorno ·p erJodico e durevole. E questo 11on rappresenta soltainto un segno di sa1turiazio11e de1 n1iocardio, onde è co11troindicata la oontinuazi,011·e di una ct1ra cardioton~oa, ma rappresenta a1tresì l 'in{lice di u11a profo11<1a 1es.ione miocardi ca ; ciò cl1 e rende il prognost ico _gral\·e. 1

CESETTI.

1

(1) l'<llicli11 ico . ,, . 6. ( f1 )

"i~z.

in edie.i -

c;iugno 1009 ,

La stricnina nei disturbi circolatori. La stricnina agisce sul la circolazione sangu!gna, eccitand o dire t tam ente il centro vasomotore . (O. Schiffner. Med. Klini k , sett. 1919) . Essa 1eccita oontemporanean1ente anche il centro respirratorio 1e il centro del vago, e dimi11uisce la sensibilità dolorifica p er azione centrale. L'efficacia della stric-nina è quasi immediata. E:ssa reca gran giovam entc in tutti i clistt1rbi circolatori cau sati dia paralisi vasomotoria : 11el s hok op1e ratorio, nel collasso degli avvelenati, nella debolezza vasomotoria che si 1na11ifesta ne1 corso di malattie in±etti,-e acu te. I~ s tric 11ina, anche per la sua azione contemporanea sul e.entro respiratorio, si è dimostrata un rimedio ct.tim·o nella cura delle broncopolmoni1ti influe11z:ili e delle pol111ondti in g·eue-re. 1

La canfora nelle miocarditi croniche.

Can fora rasa . . . . . . . ~ . . a na gr. 2 Lec1tma . . . . . . . . . Olio di man ùorle èolc . . . . . . gr. 2 0 In fialette da un eme. - Sterilizzare . Da iniettarne 1-2 per giorno. 2) . Tintura d i strofanto . . . r Id. di noce vomica . ~ ana gr . 1 5 Canfora rasa . . . . . . . . . . . gr. 2 10- 20 goccie 2 ' rolte per giorno; interro mpere per t1na settimana og11i 15 gion1i. 3) . Canfora rasa. . . . . . . I Estratto di ado1ùs \·ernalis \ ana ar. 3 I .. cli valeria11a . . . . . . gr. z Pol,-ere tl i licopollio . . . . . . . q. 11 . M. d iv. in 30 i-)ill. llg. - 2-3 per giorno . i. I . ( .l I ,,1 I:> r i ). 1).

'


I

Sl:ZlUì\J.. PHATICA

POST A DEGLJ ABBONATI. ~ 1074) l' repa raz i on e di soluzion i d'acido pi.crzco . - _.\11 'abbonato Ioo22 : 14'a-ciclo picri1co (trinitro fenolo) è esplosi\'O soltanlo quando è .in s os tanza, ·ed anch e jn .tal 'Caso occorro110 p artiicolari condizioni, quali l 'urto ~o~·te, .la presenza dii iinpt1rezz.e, specialment e, --0ss1d1, piombo, calce, riscaldamento in1 provviso a' cl . a lte temperiature . Allo st a to di s oluzione esso . e 111,·ece 111noct10 : s i sciog·lie b ene appunto in a~cool,. gliceri~t:~, n è v'è dia t:e1nere che il grttppo .N 0 :1 s1 comb1111 con la glicerina p er d a r e nitrog·li1..:er in a . Nt11la di peri<.'olQso , -i è ùt1nqt1e ne ll a ·miscela di Camescasse, che si p t1ò J)r epara r e be~ e s~11~ alc11n timore, scìog1iendo 50 cg. di a c1.clo p1cr1co in 20 g·r. di a l coo.1 ed a o.::i o·o·i un o-endovi· o _poi 20 g·r. di gl icerina : .in tal modo la solt1zione si fa più ag·e v·olmente ed è più 1impida ch e 11<) n i.1:-;anclo il ni.i scuglio alcool-o-liceri• na. o F 1Lll' .l' I '\1"J. (1015) All'abbonato 10701 :

Possiamo consigliiare Duclat.tx, L 'Ig·ieu e s ocia.le, F .Ili Bocca ed. : Call ia110, Soccors i d'ur genza, :.\1annnli floepl:. I->er le proieziQ11i può chiedere allét c,J~ni ca malattje del lavoro (Istituti Clinici di Pe rfez: on a mento) a :Nii la llo : direttore prof. Devoto ; se non potrà ottenere a prestito le diapositive, avr à certamente con &ig·li ed t1tili ii1di<'a/.ioni i11 propos ito. Per la film di propaganda s ulla tuber~o­ losi, s i rivo1ga al prof. _i\ . Ranelletti (Lungo Te, ·er e Mellini, 17, Rotua) , che appunto n e ha ideat a e compo8 t~ 1111 a c he è s tata proiettat a qui ed ·altro\·e. fil.

no; \·erarr1eute i)rezioso, dunque, dato che )ur1 troppo m anca an cor oggi t1n 'opera ital ia11a cliuico-did:atti.ca di s ifì.lografia. R.

PUBBLICAZIONI PERVENU'l'EC'I. FERRERI GI-IERAH.DO: I.esioni traumatiche di ouerra della laringe in rapporto alle alterazioni funzionali fonetiche e respiratorie. - Roma 1919, PIAZZA CESARE V.: Il problema terapeutico d ell 'influenza. - Palermo 19r9. l RAFFAELLI GIOVANNI: Assistenza, morbilità e mortalità d el lattante con speciale riferimento alla provincia di B ergamo. Bergamo, 1919. DE SANCTIS CARLO: Ferite del cranio e del cervello. - Roma, 1918. DE SAxcrrs CARLO: Contributo alla conosce11za della genesi dei movimenti coatti. - I11flue11za degli eccitamenti afferenti. - Siena, 1919. DE VECCHIS BENIAMINO: Le fonti scientifiche della moderna stomatologia. - Napoli, 1919. LASAGNA: La otorinolaringoiatria durante la guerra e nel dopo guerra. - Borgo San Donni~-: o, sa· somaggiore, 1919. SA~IA YA N~o : Emboli polmonari settici nell'influenza emorragica. - Bologna , 1919. GIORDANO DAVIDE: Considerazioni sopra un caso d i maschio pseudo-ermafrodita esterno, e sulla indecenza, in tale circostanza, di una colpoplastica. - Venezia, 19r8. I(EONE SAL'\1 ATORE: La lotta contro il tracoma e la p rofilassi visiva nella provinci1 di S iracusa. ., XIV Relazione. - Siracusa, 1919 . CA.S1'..\LDI LutGI: Dati s ull'alimenta zìo11e <li guerra in Austria e considerazioni st1l problema dell'alimentazione ridotta .. - Firenze 1918 . •

CENNI BIBLIOORAFICI.

~l\loasi recensiscono

che i libri pervenutiindo 1Lo alla R edazione).

. G . F' R.\ :\'CEscr11N1. J.Je nia lattie sess itali. l\1an uale H oepli , q u airta t:ài~io111 e . iVIi:l.a no, 1920.

L. 6.50. Il n1anua l e c:Lel Fr.ancesch-iini, c h e. ii1 tr.e lius tri raggi11.i ns1e la q u a.rta ~izione, espr011e i·11 i Ol1Dla piiana ,e co1n1ois:a .a s tude nti ,e medici ·n on speaialiJsiti ùe cog1n.izi,011i t eori-che e ptratii<)h·e più ttn-0(ler111c .111el .ca111po dell a v1enereo"'sifi.1og.rafìia. N u1uerose ao-r.ri suli1e unetriti semp.1.iai, 1a .::io t111te , s~fi:lid1e tardiva d·e i g e ni.tani init e.rni fem1ni1Diùi, la ·wassermai1111, le radi0oli.ti l'lletri.lche, ecc. ecc . airricchisoono quest a nu-0,-a edizi011e, f,a cenrlone u11 :brraittatello ·a ssai pr:att:ieo da. consultaire, re1a;bi,-ame nte com p leto e i11cliscutib innnente. n1oder1

1

Ai nostri lettori sia.1110 lieti fli annt1nziare cl1e l'i li ttstre cli11ico A1tgusto MUI·ri si è co1a1piaciuto (]i 011orare il nost1·0 periodico con t1n altro tlei s 11oi dotti e l11cidi sc1·itti: « Dei n1edici futuri >1. I,o p1tbblicl1e1·e1110 11el 1° fascicolo di SEZIONE MEDICA (lel prossi1r10 1920 g·ià in prepa.r azione. - o. . - Gii associati alla sola SEZIONE PRATICA che non vog1i.ano rinunziare alla lettura di tale importante lavoro si affrettino a rimettere alla nostra amministrazione, mediante cartolina vaglia, il relativo importo in L 2.30, o le aggiungano al prezzo d'abbonamento pel 1920, se questo non è stato da essi ancora inviato.


r_;.32

IL l'OLTCLf)."ICo

-

NELLA VITA PROFESSIONALE. A proposito dello sciopero dei medici. L'articolo del dottor Parigloss apparso 11el num ero 3 7 della Sezione Pr·a tica del « Policlinico », è .te ori can1 ente giustissimo. l\1edico e ::;cioper<? so110 due t ermi11i antitetici. :\ila. sicco111e lo spu11to al'l 'art icolo è dato da un fatto di cronaca - l ':intenzio11e a scioperar e di a lcu11i. g ru1)pi di 1nedici - ed il riferime11to è evidente aci. medici co11<lotti .ecl ospedalieri, sila lecito acl 1111 inter essato chiarire le cose. Nelle S€zion i e lungament'= al Co11g·r èsso dei 1uedici co:a dotti in A ncon a si è discusso sullo scio1)ero. ::\ess u·n o però, e ne fan fede [, vierba1j, ha m ai pensato all'aste11s ioue del lavoro e a.l rifi11to di prestar le ct1re ai pazienti. È per.ciò eh.e l'es1emp:i-0 di I,ips ia è .fuori 1uog·o, me11tre si attaglierebbe l'ese111p.io della Leipzig;er Verb1a nd che l orte di più di 25 mila associati « nel1e sue lotte contro le Casse di assicurazioni si :;er, ì ora dello sciopero, ora del bodcottag·gio, ' i11cendo quasi sempr.e e dovu11que ». ( << l' o]:i clinico », Sezio11e Prati ca , anno 19 r4, pagi11a 1696) . Lo sciopero co1ne lo p e11sano 1 n1edici co:1clotti sarebbe 11n poco come qtt,e llo a\1\renuto a Dalmin e. Contro il padrone non contro la i)rodttzione : .co11tro l'Ente non contro .1 'a1nmala to. Esse11do i Comuni obbligati a prov\reder1e al ser·v izio P.ani.t ario gratuito pei po,;eri, non lo potra11no che con 1nedici liberi, dove potra11no ;. o coi 1nedici co11dottri., .i . c1ua.1i ,d ivenuti lib.eri pel fatto de1lo sciopero, applic-herebbero le tariffe deg·li Ordini con 11na spes.a per l1e _\rn1ni11i stra~ zio11i n1olto u~ù !orte de11a soJjta. Difficoltà prat) ch.e a parte, 1111 s '. 111ile scjo1)e 1·0 sar ebbe davvero tanto riprovevole ? D ott. ENNTO 'foGNOLI, 11ied ico condott o.

:B'albo, ...\.nile. :\.Itri ha11110 in,·iato ia loro ade-. s1one. Dopo una importante di scussione prelnn1inarealla quale ha11no partecipato g·li 011. l\Iorisani, Evoli, Capasso, Cjrincio11e, Pietra"\·alle, Bi a11cl1i Vincenzo, Fara11aa ed altri, è stato d1chiara1to costituito il gruppo sanitario parlam~ntare, cui potTanno iscrivers i i L1eputati chituici, farn1Rcisti e veterinari. Il gruppo propugnerà la sol11zione di t11tti i grandi problemi della po1-it ica sa11itaria, la igien e sociwle ed assiste11za e l.a difesa delle classi . a nitarie 1t'he continuano a ,·ersare in penose condizioni econo1nicl1e, dopo la m irabile opera di disciplina e di apo&tol 3to compi11ta ù11ra11ie la guerra. So110 stati no1ninati, prieside11te provvisor.io, l 'on. Dore e segretario · 1'on. CapaRso . Il gr.appo si riunirà presto per i11iziare i st1oi lavori . 1

1

1

I medici condotti della provincia di Ron1a

dal Prefetto.

1

1

Tr\:!l)bo cli R eno ( Bologna) .

Pr.esenta1a dal con1n1. a,. ,~ . l.,or enzo Blas1 , è· s t at a ricevuta dal Prefetto \li l{c.111a, ~ra nd e 11 lficiale dottor Zocco.l etti, l111 a Com111issione , delegata - dai l\Iedici couclotti cle1la Pro,·i110ia di Roma, allo scopo di far presente il grave disagio 1naite-riale e i11or~le, in Cl\.ti ve-rsa la cl asse be11emerita, ·in consegue11za delle attuali critiche condizioni dell'economia nazionale; e per sollecitare qt1indi l'adozione da parte dei varii Comuni, cli pro,·,·edi111e11ti ,,ale\·oli a nl!igliorare la presente insostenibile s itt1azio11e elci inedi:ci-conclotti, 111edia nte accettazio11e dello schema <-li capitolato, testè deliberato dal Consigljo profe sionale . 11 co1nm. Bliasi, illustrando i "·arii desiderata della classe, ins istè specialmente s 11l dovere leo-ale della hlm it azione del -;er,·iz io ::;a11itario ai po\•eri, e stilla nece~sità che g li stipe11di sia no ele,lati 111 r elazione al 1nag·g-ior costo della \•itn. l~ropose poi ch e allo scopo di riuscir~ a una po:-.s i bile ai11icl1 e ,~01e i11tesa co11 glii enti locali, nei ca1)0 ~ t1og l1i di Ci r.co11dario , i sotto-prefetti pre11des!:!ero l'iniziati,·a di rit1nioni fra i m edi ci-co11clotti e i rapprese11ta-nti dell e Ammi11i tr,l1.ioni comt111ali. Il l }refetto gr. 11ff. Zoccoletti, ricono~ce udo la fo ntlatezz:1 <1c11e ri1uostra11ze e la git1~tizia d c.l le ric hie:-.te c.1 e1~a c 1 a.~se, l ricorcl ate le rccL"11t1 c.11colari i11 t ,\] ~c:n~' del ~I111i~t e ro <ltll'Int erno, t>ro~

Cronaca del movimento professionale. Il gruppo parlamentare sanitario. \ Ila Ca1nera dei dtput ati ~i so111) ri1111 iti l 111edi<'i tleputati per clisc11tere st1ll a co~ tit11z1011e

lli nn grn1>I)O parlan11.~11atre . • " n o i nt~r,·e11u11ti gl~ 011. i\[ori:.;ai1i, l>ietraYal1 ~ , ',1 p a~..;o , J)ore, Ciri11cione, Ca111i:1.iti, Colell'l, 1:,11,111cla , \..'o~t.1 Ge~u 'l lflo, Sgobbo, J~in ncl1 i \·111CLllZl 1 , l~Yvli , c~ 11oi ..tri , l't/Ztlllo, l>.11)a ro, Ciot''"Li,

(28)


,

SEZIONE PRATICA

.

n11~e t11lta

la s ua bene\rola collabor azio11e e il :-;uo

autore\·ole avpoggio, perchè i 1nedici-co11dotti, 11ell 'i11tc re~se s t esso del pubblico ser~:izio presso g li enti locali , p ossano consE::gt1ire i 111 igl iora111e11ti cle8iclerati.

JtlSPOSTE A QUESITI E A DOftlANDE. (Ro70) 111dc11Hità caro---.:i'""ueri - r lu111 enlo dello stipe1!d 1 0. Dott. I. ~. da J\I. J3. Poicht: .Ella

presta seryi zi.o i)resso Lltte Ei1ti pnbbliC'i locali, compresi nell 'àn1bito della ci rcoscr1z1one 1nu11icipale, 11a cliritto ad u11a sola incle11nità caro,.iYeri r iparti b ile fra :i dù1e Enti i11 proporzio11e d ello s tipe11dio cl a ciascw10 C'Orri~posto. Se il Con111ne ed il Cousorz:o i!nn deliberato co11cederle 1'a1t1nenlo lltl 30 ~,{, s11llo ~ti1) ~ l1llio, potrà prete11clerlo da ei1traml)e le . \in111inislrazjo11i, a ltrin1enti occorrerà ricon·E:re alla G. t> . .:\. pcrchè i)rOv\1 ecl2 (li 11(ficio, co1ne è: ~ tabilito dalla circo1.a re d el l\Iin istero clell 'int•::r110 c1e1 io olt.01)re ttlt1n10, 11. 20400. (807r) ~t-1.1t111e1ito di stif)e nd·io. - Dott. R. lVI. <la B. Il cl ecreto R e'.ll e dcl I6 ottobre 1919, 1111Jnero 1960, 11011 è ap licab1 le ai t11edici co11d otti co111e t assatiYa111 è11te dirliiara la circo lar e del 2\J i111ster o clel l 'intern o del r.:::. ottobre ultimo, 1111m ero 15700. :\ cl essi è, i11·;eC'e, a1)plicabile i1 dis posto d a lla circolar e d-el i o ottobrè s t esso a11110, 11. 20400, secondo c ui l a r; P . ...'-\. è i11Yestit~ di lacoltà di con.ced ere loro 11011 solo gli a11111enti di s.tipe11ài s tal1iliti per gli in11J1egati g·ov.erna tivi, n1a anche a ltri, t ennto co11to della pote11- · zialità dei bilanci, d elle p a rticolari esig·enze JoC'ali e della coesis t enza di altre fonti di Jucro profession~le . Cl'i ·a11me11ti che sar an110 con ceduti avran110 decorren za dal 1° ottobre. Con il decreto del 19 giugno 1919, 11. 973, 111 co11cesso agli i1npi egati go,·ernatiYi 11u al11nento di s tipendio di l !ne 1200 ann11e. (8072) Esetci":io della oriontoiatria. - Dottor L. S. da ~ \. Cl1i è la11reato ii1 111eclici11a e chirurgia può be11 esercitar e l 'odo11toiatria , sen7..a bi ~og110 cli speciale cli]Jlo1nn, che f1trot10 cl a te111po soppressi. 1

Doctor

Ju STITIA.

A V VERTENZA : I quesiti pervenuti successivamente a quelli a cui si risponde nel presente fascicolo, avranno risposta nel I 0 fascicolo della prossima annata che si pubbl icherà il 5 gennaio 1920. Ciò per norma di quegli associ~ti che hanno scritto o che volessero scrivere per sollecitare riscontro.

La Rerlnzione.

]

-CONDOTTE

- ., -

.) ._) .)

E CONCORSI.

FERRIE~E (Piacenza). - ..-\ t11tto il 15 gennaio condotta della 1a e 2~ 7.011a (ab. 4379 e"' 2r54);

l_. 6000 cou 4 Sèsse1111i de 1 flecin10 per 11011 oltre 1500 po_Yer.i; L. 1800 per ca vale; L. 400 per l 'ambu_lator10 con1ttnaJ.e 11 el capoluo,go; L. 400 allo uff . sa11. E tà li111:te 45 a nni. Servizio e11tro rs g·iorni dalla n omi11a. · l\1eclico chirn rgo, reJnce g t1erra, otti111i t itoli con pr,atica os1Yital1era, inater11iti:l. , cl1ìmica e m icroscopi.e.a clinica e pratico cle] ser\'Ìzio cli co1-idotta a;:;sun1·e rebbe st1h:to buo n i trteri11ato con dotta, no11 frazionata, p referibiln1ent e se sull a ferroYia o con t ra111·via el~ttrica. Scri\rere: Conso li l\1avilla Gjuse1)pe, lYi ascal 11cio (Cata 11ia) . . ì\:Ieclir.o cbirt1rg-o '"""' ...oratj<'issimo , sei a n ni esercìzio profess ionale, parte i11 Ospeclali e parte in co11clotta, d esidererebl)e co11dotta 111ecl ica, paese po.:; · ibiltnènte m aritti 1110 o in p ia1111ra, o pos to cli as~- i te11te ii1 qttalcqe ()speda le. - Scr ivere : Dotto r :\ntoni110 De D2llci - \S. l -111ci c10 ì\Iarina (Cose11za).

D iffide e boicottagg·i.

La Sezione dei lVIecliC'i ')spita1ieri clel1a Pro,·. di J=>avia iil 10 dic ., s11 relazion e clel presiclente dott. Pezza, ha votat o t111 ordi11e d.el g·iorno nel c111al e, in attesa che sin110 espl-etate J.e p rati.che p el boicottaggio clei por-ti di direttore e di assis te11te d ell'Osped-ale <.li Str adella, a ttest a ai coll egl1i prof. JYi asn a ta e dott. Bose1li 1a piena solidarietà p er la riYen clicazione del loro .leso diritto e in,·ita tutti ~ colleghi ad attenersi alla disciplina cl el la s olidarietà cli classe , cliffida11cloli dall 'occnpare sotto qua lsiasi titolo i posti s uddetti . L a Sezione l\1ode11ese- :\. N . l\I. C . diffida il con cor so dii. 1nedico co11clotto a l\Iondicreto per i 1 tenue s tip·e11cùio asseg·n ato a l lnedi co e per ìa tariffa imposta , che è i1nferior,e a q11ella de11'0rdi11e dei 1nedici. Inv1ta per c1ò t11tti i co11eg·11i a 11011 concorre.re ocl ~l r irt:ir.are i tlocn 111e11ti, se han110 co11corso . Il Co11sig·lio ·lli retti,·o lle1l n Sezione F erra r ese dell'A. K. 1\1. C. diffida i l 1concorso per tre pos ti di 'medico condotto n el Comune di Coppare e preci·s amente per le due condotte del capoluogo ~ per quell a cli (:eccan~le, per i Scgue11tt l110tÌYÌ: r. Perc}1è l 'incle1111ità p er 1nezzo cli trasporti (bicicl;etta o cavallo) 11011 corris p o11de ai minimi con\1e11uti dalla Sezio11e coll e tappresentanze dei Sinclaci; 2. Percl1è no11 è con cesso a:cttu a 111ne11to periodico; 3 . P erch è 11011 è .con ~essa a 1cuna addizio11ale p er ogni poyer o oltre i 1000. Si prega110 i coll eg·11i ('l~ c. e\ E11.tu nl111ent c _aYe~­ sero g·ià concor so a voler r1 t1ra r e 1 c102t1n1ent1 prese11!:at'i e metters i in ('Ort1 fq)ot1den za col Co11s i g·1 io direttii,10 di ques ta Sezione. Si in,ritano in:fi11e , tutt.i i coll eghi, p er atto di l)r otesta contro il Con1missario Regio cli qt1el Comttne, cl1e si ~ra ' :':erb1 l111ente impeg·n ato a pt1bblicare il concorso co11 11orn1e risipondenti_ a i d esider ata della classe e precisam ente co11 I,,. 2000 per indennità ca,·allo, a non accettare ~ltJJpl enze ... e non co11 1a diaria cli T.. .+o, non (Otnp reso il 1nezzo c1i tra~rorto.


IL l'OT.. ICLlNICO

l'IOT/ZIE DIVERSE. Le onoranze a ·Guido Baccelli.

'

Il 28 di cembre, nella sede clell '_i\ ssoci.azione fra i Ro1?a n~, s i è te?uta la prima riunione plenaria del Comitato naz1onaile p~r l e 011oranze a Guido Bacce1li. ~t1merosi Ed e~etti gli inter\·en11ti. , Essendo.il prof .. Ascoli jmpegnaito a presiedere 1 _:.\ccadem1~ mecl1ca, assunse Jla presidenza Ettore Fer!ar1, ~he salutò ro11 n ?bili parole gl'interYenut1, e dtsse della fondazione del Co1ni tato dando Ja parola al segretario g€neraJie l<omolo . .'\.rtio1i, ch è ill·ustrò a 1npia11Tente la fervida opera svolta finora dalla Gi ui1ta esec11ti va, particolarmente nella preparazio11e di un concreto ma1.'1.1ro programma di onoranze dea-ne dell 'uo~o e rhe si s'·olgerà in d1.1e tempi : il br2 genn..aio p .' v. ed i.n seguito. Espose questo progra mma, lesse l ,epigrafe r edatta dalla Git1nta esec11tiva e che il l'omu?e h~ ~cco:to ~ sta facendo esegu~re in marmi ant1ch1, mostro le fotografie d·e l busto di Gttido Baccelli, .ch e i.l lVI:unici•p io diede incarico di scolpire ~~ ~av . .Enrico-Tadolini, ·e che è pronto . .L\.nnunz10 a.1 discorso commemorativo di Alberto Bergai11i'n'i , e i conv·e n11ti approvarono pien an1ente. senza di·s c11ssione , tutt o ciò. J.,'.c\rtio}i lesse poi i nomi dei prescelti a costituire irl Comitat o generale e quello d'onore e com11nicò lo s tatuto-regolmento del Comitato ~he si ebl)e a11ch'esso l'approvazion.e dell'assemblea. E dopo 1'a ppro,razione d1 una proposta del professor Piero Ba.cchetti p~ r ttn manifesto alla cittadina11za , e di un'a ltra del prof. Francesco Ores tano p·erchè il Comitato as-s un1esse i·l ti.tolo cbi 1)azionale, s11 proposta ciell'i11g. Edgardo Negri, I 'assemblea, per acclaiuazione, coi1fermò in carica la Giunta esecutiva: Essa restò quindi così rostit11ita : presidente, pref. dott. Vittorio Asco1i; ,-ice-presidenti : prof. Ettore Ferrari ~ comm. Frauco Liberati; segr etari-o ge11erale, prof. Romolo _.\rtioli; consigl1 er e di finanza, comm. V . E. Bianchi; consiglieri : dott. l\1a r'io Poce, E nrico Ballerini, on. Italo Carlo F.a lbo, prof . ..~ lberto Tone Ili, l~ircardo Marcelli ~omm . Severi no _L\ tti1 i, e-a,·. F err11ccio _\mbrosi e Gaeta110 Lani.

Onoranze alla memoria di Achille De Giovanni. Il 9 clicembre 1916, ci11que giorni dopo aver d ettata l'ultima sua lezione clinica, moriva il prof. •Achille De Giovanni, senatore del Regno. La Facoltà Medica <l i Padova ha fin d'allora de-

liberato d~ erigergli Ulla lapide nell'Istituto, c.:el quale Egli fu per ben 37 anni a ltissimo \.-a11to e uecoro . Il Comit~to pe.r l~ erez!one d i UJ1a lapide m o11~inen~a!e e cost~tUJt~ dai professoii ciella Facoltà cli :Btiedicma e Chirurgia della R. Università d i Pad~,r~, ed è .presieduto dal prof. Luigi Lucatello, cill11co medico d i Padova. Un grande busto in bro11zo, generosamente donato, ~merà la lapide. Le Scuole lVIediche Italiane e q11ant1 son o studiosi d i medicina interna vorranno c~rta~ente associarsi alla dimostrazione è i on1agg10 e d1 ~everenza al grande estinto contribuendo a q~esto r1~ordo perenne che dirà ai giovani il valore d i una vita consacrata alla scie11za, al patriottismo e al, dov~re, e segnalerà ai m edici d i ogni tempo , nell ambiente stesso donde irradiò la sua luce l'insigne assertore della Morfologia del corp~ umano come fondamento clella P ntoloo-ia e dell a b Clinica . Aclesioni e vaglia devono essere indirizzati al prof. A. Berti, aiuto della R . Clinica Med ica Ospedale ci vile, P adova. '

Commemorazione del prof. Bonardi. Nella sala del Padiglione d i accettazione dell'Ospedale Maggiore d i Milano è stato commemorato il prof. Edoardo Bonardi, di cui un ritratto era stato collocato alla parete di fronte agli inter\e-nuti, c?n una mag~ca corona offerta dall'Ospedale di Lucca, ove il Bonardi fu per varii anni rl irettore e primario. Parlarono il presidente del Consiglio di Amministrazione degli Istituti Ospedalieri, il dott. Clerici, il dott . Romagnoli e il dott. prof. 1'orchio . Il Clerici tratteggiò tutta l'opera scientifica del Maestro, seguendone lo svolgimento da quando, laureato in chimica e scienze naturali, giova1ussimo, teneva una modesta cattedra presso una scuola secondaria di Pavia, e successivamente, laureatosi in medicina, e ottenuta la libera doce11za in patologia e clinica medica, si conquistava la più alta stima del prof. Grocco, fino alla sua assunzione alla d irezione dell' Ospeélale d i Lucca, e ii1 tutto il periodo successivo, quale primario dell'Ospedale l\1aggiore di nlfilano e clocente d i meè icina sociale. Il dott. Romagnoli, ,re11uto da Lucca, portò il saluto d i quella città; disse dell'opera del Bonardi come riorganizzatore di quell'Ospedale, con1e studioso geniale e apprezzatissimo clinico . Il dott. prof. Torchio lumeggiò in particolare le q11alità del Bonardi come doce11te .

Indice alfabetico per materie. _\ ciclo picrico : soluzio11i Pag. 1531 » 1530 .L\..lbuminuria cardiaca • Canfora 11e.11e m1ocard1ti cro11ich c 1531 Emiplegia organica : se~no <lel cordon e e as11nmetria dell 'nng01o epiga)) s trico E1niplegin <la 1nal 1ria in un l)a111hi110 ))

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Olio di mttgo i11 terapja On1ento : in11esti nell a eh i rnr~.tia addomina.l e Porpora, erite11ui nodoso ed erite1na indurato di 11at11ra tnberco1are . Sciopero clei n1eclici : a proposito clello . . Secrezioni interne : ricerche rc.c~ nti .· Strofa11to (semi) : a ttività biologica . Strofanto : 1na11ifestazio11i extra-sistoliche in seo-11i1to al la so111n1inistrazio". llC di Stricnina 11ei dist11rbi ci rcolalori .

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Il fascicolo 52 contenente li frontespizio e l 'i ndice generale sarà spedito nella prossima settimana. I l 1° fascicolo dell'annata XXVII uscirà il 5 gennaio 1920.

(69) - Roma -

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191Q - ~tab. Poli~r.

:\mm. Gntrra.

J ,, Puzzi, 11:sp .


L'Amministrazione del ''POLICLINICO,, nell'intento di facilitare ai nostri Abbonati l'associazione a periodici speciali utili all'esercizio della professione e per togliere ad essi il fastidio della necessaria corrispondenza, si è procurata · l'adesione per abbonamenti cumulativi a prezzi di favore delle seguenti Riviste. ' Non occorre segnalare il beneficio che i nostri abbo11ati ricaveranno da queste facilitazioni; esse sono evidenti.

ABBON4\ME~TI CU1IULATIVI CON IL ''POLICLINICO,, PER .IL 1920

Le malattie del euore e dei vasi (A1--..-no

IV)

periodico inensile fondato dal prof. F. M. .\RI.ANI . della R.. Università di Genova e diretto dal prof. VITTORIO ASCOLI direttore della R.. Clinica Medica di Roma. Redattore Capo prof. CESARE PEZZI. . Le Malattie del Cuore, al pari di altri p&I1 od ici si111ili dell' estero, si occupano esclusivament0 di

qllest~ ~peci~le

parte della. medicina interna, chr:· oggi per i nuovi studi fatti ha acquistato una grand1ss1ma importanza, e s1 propongono di diffondere il pensiero e l'opera dei nostri sommi clinici intorno alla cardiologia, e di tenere nel tempo stesso informati i medici pratici di tutto il movimente scientifico internazionalti sullo stesso argomento. Ogni f?scicolo si componè rli : 2 pagine di testo distinto in 3 parti: a) lavori originali, lezioni e conferenze; b) riviste e ra&;egne; e) terapia e consigli pratici per i medici e gli stessi ammalati. Abbonamento annuo a « L-e Malattie del Cuore » : per 1' Italia L. 18 - per l'Estero Franchi 23. Per gli associati al Policlinico : per l'Italia sole L. 12,50 - per l'Estero soli Fra.nchi 18.

Rivista di .elinica Pediatrica La Rivista di Clinica Pediatrica, periodico mensile illuE&tratCl, si pubblica a Firenze. Fondata dai proff. Giuseppe Mya e Luigi Concetti nel 1903, non ha mai interrott o la. sua pubblicazione, anohe nHi momenti più difficili della guerra. ~ ora diretta dai pro:ff. LUIGI CONCETTI e CARLO COMBA, ordinari di Clinica pediatrica a Roma ed a Firenze. Col 1920 faranno parte della direzione i proff. G. B. ALLARIA, CARLO FRANCIONI, DANTE PACCHIONI, ordinari di Clinica pediatrica a Torino, Bologna e Genova. . · Continuando a pubblicare memorie originali, la Rivi8ta di Clinwa Pediatrica nel 1920 darà speciali cure alla rubrica della rassegna della stampa preoccupandosi di fornire al lettore una raccolta. per quanto è possibile e:ompleta. di ciò che si pubblica in Italia ed all'Estero, intorno alle malattie dei bambini. Essa si preoccuperà delle !importantissime questioni sociali che hanno rapporto coll'infanzia e ne terrà informati i suoi lettori. Sarà poi corrisposto alle esigenze dei medici esercenti mediante la trattazione di argomenti e Ja raccolta dì notizie, che banno at· tinenza più stretta colla pratica professionale. La Rivista ài Clinica Pediatrica nel prossimo anno migliorerà noteYolmente la sua veste tipografica ed aumenterà il numero dell& sue pagine. '

Abbonamento annuo pel 1920 alla « Rivista di Cli11ica Pediatrica»: per l' Italia L. 20 - per l'Estero Franchi 25. Per gli associati al «Policlinico»: per l ' Italia sole L: 17 - per l,Estero soli Franchi 22.

1\nnali d'Igiene · R d' ogni· mese m· ricchi fascicoli. - · Dixetpubbl.10a ID · om a a f1·n""" o tore on. prof. G1usEPP~ SAN.ARELLI della R. Università di Roma. . . . . . . Abbonamento annuo per l' Italia L : 20 - per l'E stero Fr. 25. Per gli as1001ati al PoUclvnico: per l'Italia L. 18 - per l,Estero Fr. 23. Periodico mensile illustrato eh e

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La elinica 0stetrica Rivista mensile illustTata, oh& si pubblica in Roma a fine d'ogni mese. -

della R. Università di Roma. Abbonamento annuo per l'Italia L. 10 l'Italia L. 8 - per l'Estero Fr. 10.

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FELICE

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